Professione Veterinaria, Anno 2004, Nr 18

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ECM, IL VASO È TRABOCCATO Il 14 maggio l’ANMVI ha inviato una lette- ra al Comitato Centrale della FNOVI per chiedere l’adozione di tre provvedimenti che, se accolti dalla stessa Federazione, potrebbero segnare una svolta decisiva per l’ECM della veterinaria: un intervento presso il Ministero della Salute, finalizzato a chiarire in maniera inequivocabile se i veterinari liberi professionisti che non si trovano in rapporto di convenzione con enti pubblici debbano comunque essere soggetti all’ECM; un intervento presso il Ministero della Salute, chiedendo, in deroga alle indicazioni fornite, una consistente riduzione dei crediti da ottenere per il 2004, data l’evidente difficoltà a conseguirli; un intervento presso il Ministero della Salute, chiedendo che il settore veterinario possa realizzare una gestione del- l’aggiornamento autonoma dall’ECM. La lettera, a firma del Presidente ANMVI Paolo Bossi, è accompagna- ta da un lungo elenco di eventi formativi organizzati dalle Associazioni Nazionali Federate in ANMVI e dalle Società Scientifiche di riferimento della SCIVAC: decine di iniziative bloccate o respinte dai referee. Scri- ve Bossi: “Nonostante l’impegno meritorio del Commissario ECM per la medicina veterinaria, il Collega Gaetano Penocchio, le dichiarazio- ni dei vertici della Commissione Nazionale ECM e dell’Ufficio III del Mi- nistero della Salute, la situazione non è cambiata: non sono stati infatti introdotti quei correttivi che gli stessi responsabili del sistema ECM avevano valutato e riconosciuto come necessari. Di conseguenza, gli eventi proposti all’accreditamento continuano ad essere sistematica- mente respinti dai referee, sulla base di valutazioni discrezionali e opi- nabili, quando non basate su meri interessi personali. Il sistema dei re- feree non è che l’indicatore più evidente della scarsa trasparenza del sistema, della mancanza di un’adeguata regolamentazione dell’attribu- zione dei crediti e quindi, in ultima analisi, della disfunzionalità del pro- gramma ECM”. La lettera prende le mosse dalle insuperate difficoltà che il settore ve- terinario sta attraversando da mesi per l’accreditamento dei propri eventi formativi e dall’effettiva impossibilità per i medici veterinari italia- ni di adempiere agli obblighi ECM. L’intervento che l’ANMVI ha solleci- tato alla FNOVI potrebbe essere discusso dal Comitato Centrale nel corso della riunione del 19 maggio. Tra gli eventi “bloccati” dai referee figura anche il VI° CONGRESSO NAZIONALE SIVAR del 21-22 MAGGIO 2004. In questo, come in altri casi analoghi, in mancanza dell’assegnazione dei crediti ECM da par- te della Commissione ECM, la segreteria congressuale non potrà rila- sciare ai partecipanti l’attestato previsto dal Ministero della Salute. Nel caso di notifica dei crediti ad evento avvenuto, la segreteria della SIVAR provvederà alla spedizione degli attestati ai partecipanti che avranno scelto di seguire il programma ECM al Congresso. TEST PER VETERINARIA Con il decreto del Ministro dell’U- niversità, pubblicato l’11/05/04 in Gazzetta Ufficiale, sono stabilite le prove di ammissione al corso di laurea in medicina veterinaria. La data fissata è l’8 settembre 2004. FIRMATO IL CCNL 2001 Il 6 maggio è stato firmato da tutte le organizzazioni sindacali presenti al tavolo dell’ARAN, il contratto che riguarda la dirigenza sanitaria del Ministero della Salute. Il contratto è relativo al periodo 1998/2001. Non riguarda ASL e IZS. PREMIO A SIRCHIA Un premio per l’efficienza della Pubblica amministrazione è stato consegnato al Ministro Sirchia nel corso del Forum delle pubbliche amministrazioni. Motivo del ricono- scimento la campagna anti-fumo. PRIVACY E CELLULARI Dall’autunno 2004 i nuovi elenchi telefonici comprenderanno anche la telefonia mobile. L’elenco ces- sa di essere un elenco pubblico e l’abbonato sarà chiamato a speci- ficare se vuole ricevere comuni- cazioni commerciali. UEVP E FVE L’Assemblea Generale dell’UEVP si svolge il 20 maggio a Praga, nella Repubblica Ceca. Mentre dal 21 al 22 si terrà quella della FVE. All’ordine del giorno la que- stione dell’obbligo dell’aggiorna- mento post-laurea sollevata dal delegato ANMVI Marco Eleuteri. DALLA VETLINK A RIMINI Una grande riunione sulle proble- matiche Internet, liste di discus- sione e sviluppo dei servizi tele- matici: la promuove la SCIVAC a Rimini in occasione del suo 48° Congresso Nazionale. Appunta- mento sabato 29 maggio, alle ore 12.30, nella Sala D. PROGRESSO AL RESTYLYNG Il sito di Progresso Veterinario ha iniziato una “fase di restyling gra- fico e strutturale”, volto al miglio- ramento della navigabilità degli utenti: notizie, appuntamenti, nor- mativa e servizi professionali. CARNE DI CANGURO La carne di canguro è la fonte più ricca finora conosciuta di acido li- noleico coniugato. La scoperta è di una studentessa impegnata in un Phd in biologia animale presso l’Università di Sidney. La presen- za di Cla potrebbe dipendere da batteri presenti nei canguri e non ancora identificati, oppure da un enzima nel loro tessuto organico. Brevi Cibus 2004 S econdo il Censis i professio- nisti senza albo sarebbero 3.800.000. Molti di questi oggi aderiscono a decine di associazioni che da tempo chiedono un riconosci- mento giuridico. 140 fra le mag- giori hanno aderito al COLAP ed il loro portavoce Giuseppe Lupoi in occasione degli stati generali del- le associazioni non riconosciute ha spiegato cosa chiedono al Go- verno: “Le libere associazioni for- mano, verificano, assicurano i propri iscritti, senza chiedere pro- tezioni e men che mai riserve. La politica può continuare ad igno- rarle preferendo ascoltare le ri- chieste di protezione degli Ordini. Così facendo, però, le associa- zioni saranno esposte senza dife- sa alla concorrenza di quelle eu- ropee, i cui attestati di competen- za, è questione di poco, avranno libera circolazione in Italia”. Forti dei loro numeri decisamente su- periori a quelli dei professionisti regolamentati (1.800.000) stanno condizionando notevolmente il mondo politico soprattutto in un momento non facile per la mag- gioranza ed in tempi di prossime elezioni. Loro hanno bloccato la riforma degli Ordini Vietti, loro hanno fatto cambiare posizione al ministro Castelli, loro stanno con- dizionando il dibattito parlamen- tare e politico sull’annoso proble- ma della riforma delle professioni. Le sollecitazioni dall’Europa e dal- l’Antitrust per una maggiore libera- lizzazione del sistema professio- nale, inoltre, frenano l’ottimismo di qualche mese fa quando Vietti as- sicurava la riforma entro il 2003. La maggioranza su questo tema con- tinua ad essere fortemente spac- cata ed alle dichiarazioni del Guardasigilli, che per evidenti inte- ressi politici toglie il sostegno agli Ordini nonostante le precedenti promesse, risponde in modo chia- ro il responsabile professioni di An, Antonio Lo Presti: “Non si può distruggere la casa degli Ordini per far posto agli altri”. (...) Chi ha paura delle nuove professioni? www.anmvi.it @nmviOggi. L’informazione quotidiana on line A.N.M.V.I. 004 SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE Anno 1, numero 18, dal 17 al 23 maggio 2004 Spedizione in abbonamento postale - 45% Art. 2 comma 20/b-Legge 662/96 - Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona la VETERINARIA PR O FESSI O NE 182 ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI A.N.M.V.I. L'Alimentare regge la crisi Il fatturato industriale tiene, ma cala l'export. I produttori: la sicurezza alimentare è un pre-requisito A PAG. 3 SEGUE A PAGINA 3

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Professione Veterinaria è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore

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ECM, IL VASO È TRABOCCATO

Il 14 maggio l’ANMVI ha inviato una lette-ra al Comitato Centrale della FNOVI perchiedere l’adozione di tre provvedimentiche, se accolti dalla stessa Federazione,potrebbero segnare una svolta decisivaper l’ECM della veterinaria: un interventopresso il Ministero della Salute, finalizzatoa chiarire in maniera inequivocabile se iveterinari liberi professionisti che non sitrovano in rapporto di convenzione conenti pubblici debbano comunque esseresoggetti all’ECM; un intervento presso il

Ministero della Salute, chiedendo, in deroga alle indicazioni fornite, unaconsistente riduzione dei crediti da ottenere per il 2004, data l’evidentedifficoltà a conseguirli; un intervento presso il Ministero della Salute,chiedendo che il settore veterinario possa realizzare una gestione del-l’aggiornamento autonoma dall’ECM. La lettera, a firma del Presidente ANMVI Paolo Bossi, è accompagna-ta da un lungo elenco di eventi formativi organizzati dalle AssociazioniNazionali Federate in ANMVI e dalle Società Scientifiche di riferimentodella SCIVAC: decine di iniziative bloccate o respinte dai referee. Scri-ve Bossi: “Nonostante l’impegno meritorio del Commissario ECM perla medicina veterinaria, il Collega Gaetano Penocchio, le dichiarazio-ni dei vertici della Commissione Nazionale ECM e dell’Ufficio III del Mi-nistero della Salute, la situazione non è cambiata: non sono stati infattiintrodotti quei correttivi che gli stessi responsabili del sistema ECMavevano valutato e riconosciuto come necessari. Di conseguenza, glieventi proposti all’accreditamento continuano ad essere sistematica-mente respinti dai referee, sulla base di valutazioni discrezionali e opi-nabili, quando non basate su meri interessi personali. Il sistema dei re-feree non è che l’indicatore più evidente della scarsa trasparenza delsistema, della mancanza di un’adeguata regolamentazione dell’attribu-zione dei crediti e quindi, in ultima analisi, della disfunzionalità del pro-gramma ECM”.La lettera prende le mosse dalle insuperate difficoltà che il settore ve-terinario sta attraversando da mesi per l’accreditamento dei proprieventi formativi e dall’effettiva impossibilità per i medici veterinari italia-ni di adempiere agli obblighi ECM. L’intervento che l’ANMVI ha solleci-tato alla FNOVI potrebbe essere discusso dal Comitato Centrale nelcorso della riunione del 19 maggio.Tra gli eventi “bloccati” dai referee figura anche il VI° CONGRESSONAZIONALE SIVAR del 21-22 MAGGIO 2004. In questo, come in altricasi analoghi, in mancanza dell’assegnazione dei crediti ECM da par-te della Commissione ECM, la segreteria congressuale non potrà rila-sciare ai partecipanti l’attestato previsto dal Ministero della Salute. Nelcaso di notifica dei crediti ad evento avvenuto, la segreteria della SIVARprovvederà alla spedizione degli attestati ai partecipanti che avrannoscelto di seguire il programma ECM al Congresso.

TEST PER VETERINARIACon il decreto del Ministro dell’U-niversità, pubblicato l’11/05/04 inGazzetta Ufficiale, sono stabilitele prove di ammissione al corso dilaurea in medicina veterinaria. Ladata fissata è l’8 settembre 2004.

FIRMATO IL CCNL 2001 Il 6 maggio è stato firmato da tuttele organizzazioni sindacali presential tavolo dell’ARAN, il contratto cheriguarda la dirigenza sanitaria delMinistero della Salute. Il contratto èrelativo al periodo 1998/2001. Nonriguarda ASL e IZS.

PREMIO A SIRCHIAUn premio per l’efficienza dellaPubblica amministrazione è statoconsegnato al Ministro Sirchia nelcorso del Forum delle pubblicheamministrazioni. Motivo del ricono-scimento la campagna anti-fumo.

PRIVACY E CELLULARIDall’autunno 2004 i nuovi elenchitelefonici comprenderanno anchela telefonia mobile. L’elenco ces-sa di essere un elenco pubblico el’abbonato sarà chiamato a speci-ficare se vuole ricevere comuni-cazioni commerciali.

UEVP E FVEL’Assemblea Generale dell’UEVPsi svolge il 20 maggio a Praga,nella Repubblica Ceca. Mentredal 21 al 22 si terrà quella dellaFVE. All’ordine del giorno la que-stione dell’obbligo dell’aggiorna-mento post-laurea sollevata daldelegato ANMVI Marco Eleuteri.

DALLA VETLINK A RIMINIUna grande riunione sulle proble-matiche Internet, liste di discus-sione e sviluppo dei servizi tele-matici: la promuove la SCIVAC aRimini in occasione del suo 48°Congresso Nazionale. Appunta-mento sabato 29 maggio, alle ore12.30, nella Sala D.

PROGRESSO ALRESTYLYNGIl sito di Progresso Veterinario hainiziato una “fase di restyling gra-fico e strutturale”, volto al miglio-ramento della navigabilità degliutenti: notizie, appuntamenti, nor-mativa e servizi professionali.

CARNE DI CANGURO La carne di canguro è la fonte piùricca finora conosciuta di acido li-noleico coniugato. La scoperta èdi una studentessa impegnata inun Phd in biologia animale pressol’Università di Sidney. La presen-za di Cla potrebbe dipendere dabatteri presenti nei canguri e nonancora identificati, oppure da unenzima nel loro tessuto organico.

Brevi Cibus 2004

S econdo il Censis i professio-nisti senza albo sarebbero

3.800.000. Molti di questi oggi aderiscono adecine di associazioni che datempo chiedono un riconosci-mento giuridico. 140 fra le mag-giori hanno aderito al COLAP ed illoro portavoce Giuseppe Lupoi inoccasione degli stati generali del-le associazioni non riconosciuteha spiegato cosa chiedono al Go-verno: “Le libere associazioni for-mano, verificano, assicurano ipropri iscritti, senza chiedere pro-tezioni e men che mai riserve. Lapolitica può continuare ad igno-rarle preferendo ascoltare le ri-chieste di protezione degli Ordini.Così facendo, però, le associa-zioni saranno esposte senza dife-sa alla concorrenza di quelle eu-ropee, i cui attestati di competen-za, è questione di poco, avrannolibera circolazione in Italia”. Fortidei loro numeri decisamente su-periori a quelli dei professionistiregolamentati (1.800.000) stanno

condizionando notevolmente ilmondo politico soprattutto in unmomento non facile per la mag-gioranza ed in tempi di prossimeelezioni. Loro hanno bloccato lariforma degli Ordini Vietti, lorohanno fatto cambiare posizione alministro Castelli, loro stanno con-dizionando il dibattito parlamen-tare e politico sull’annoso proble-ma della riforma delle professioni.Le sollecitazioni dall’Europa e dal-l’Antitrust per una maggiore libera-lizzazione del sistema professio-nale, inoltre, frenano l’ottimismo diqualche mese fa quando Vietti as-sicurava la riforma entro il 2003. Lamaggioranza su questo tema con-tinua ad essere fortemente spac-cata ed alle dichiarazioni delGuardasigilli, che per evidenti inte-ressi politici toglie il sostegno agliOrdini nonostante le precedentipromesse, risponde in modo chia-ro il responsabile professioni diAn, Antonio Lo Presti: “Non si puòdistruggere la casa degli Ordiniper far posto agli altri”. (...)

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004SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Anno 1, numero 18, dal 17 al 23 maggio 2004

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182ORGANO DI INFORMAZIONE

DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE

MEDICI VETERINARI ITALIANI

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A.N.M.V.I.

L'Alimentareregge la crisiIl fatturato industriale tiene, ma cala

l'export. I produttori: la sicurezza

alimentare è un pre-requisito A PAG. 3

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N el periodo 2000-2003 laproduzione dell’indu-stria alimentare è avan-

zata del 6,9. Il settore è in buonostato di salute, con indici favore-voli, tanto che uno studio di Fede-ralimentare segnala nel periodo2000-2002 una crescita dei ricavidel 9,7%. Ma le incognite e lepreoccupazioni non mancano esono state tutte analizzate nel cor-so della 12a edizione di Cibus2004, il Salone internazionale del-l’alimentazione, che si tiene a ca-denza biennale alla Fiera di Par-ma. Il sostegno al settore arrivadalla domanda interna. Stabili ifatturati dell’alimentazione anima-le e delle carni bovine, in aumen-to il settore aviolo (+19,5%), gli it-tici (+6,5%) il lattiero-caseario(+2,3%) e i salumi (+0,4%)L’export del made in Italy, com-plessivamente in calo, è trainatodalle carni lavorate e soprattuttodai formaggi.

I formaggi trainano l’exportI prodotti lattiero-caseari rappre-sentano la voce più importantenell’export del made in Italy ali-mentare (+11,20% nel 2003, fat-turato di 1183,8 mln di €), graziead una varietà di prodotti cherappresenta tutto il territorio na-zionale, con specialità ottenuteda latte di vacca, di pecora, dicapra e di bufala. Sono i prodottitradizionali a farla da padrone:

mozzarel la ,c rescenza ,mascarpone,italico e ricot-ta. L’Italia è ilprimo produt-tore mondialedi formaggi

Dop, un primato che sostienel’export italiano.Anche i salumi (+3,3%, con unfatturato 2003 di 679,5 mln di €)superano la prova internazionale:l’Italia si conferma il Paese con lapiù ampia gamma di salumi pre-giati, quasi il 50% del patrimoniodei prodotti tipici europei a basedi carne. La lavorazione delle car-ni è un settore strategico per ilfood made in Italy. L’invito al Ci-bus del viceministro alla Sanitàdella Repubblica Cinese aprenuove prospettive commerciali,una progressiva apertura versol’Est-Asiatico che segue di pochianni l’affermazione del compartoin Giappone. Complessivamente,le principali destinazioni del madein Italy sono ancora Germania,USA, Francia e Regno Unito.

Cremonini: la sicurezza è unpre-requisito

La BSE ha costrettol’intero settore a fareun salto di qualità eli-minando una serie dizone grigie prima

presenti. I risultati soprattutto in

termini di immagine del prodotto,degli ingenti investimenti che leaziende più qualificate del settorehanno fatto sono confermate dallasignificativa ripresa dei consumi.Oggi la sicurezza della carne bo-vina è un prerequisito non più indiscussione e quello che bisognagarantire al consmatore è una ele-vata qualità”. Luigi Cremonini,Presidente di Assocarni, sostieneche “oggi l’anagrafe bovina hasuperato molti dei problemi origi-nari e contribuisce a fare dellacarne bovina il prodotto alimenta-re più sicuro in assoluto”. Per Cre-monini, l’applicazione del regola-mento 1760/2000 sull’etichettatu-ra delle carni bovine ha avuto“una serie di effetti negativi sullafiliera” e cita un rapporto ufficialedella Commissione Europea del27 aprile secondo il quale “le re-gole imposte in materia di etichet-tatura e tracciabilità delle carnibovine hanno provocato una rina-zionalizzazione dei mercati, unaeccessiva rigidità delle lavorazio-ni e un conseguente incrementodei costi per una serie di ipoteti-che garanzie aggiuntive in realtànon percepite dal consumatore”.Secondo il Presidente di Asso-carni “l’unico reale valore ag-giunto del prodotto può arrivareal consumatore solo da chi inve-ste nella marca e nel nome delproduttore”.

Auricchio: controlli eautocontrollo

“La tracciabilità obbli-gatoria si va ad ag-giungere all’autocon-trollo - ogni anno qua-si un miliardo di anali-

si di controllo sulla qualità e la si-curezza e un costo complessivodi oltre 1600 milioni di euro - e aicontrolli pubblici - oltre 700milaoltre a quelli svolti tutti i giorni du-rante il processo produttivo dagliorganismi di controllo presenti ne-gli stabilimenti con un costo di cir-ca 300 milioni all’anno che già co-stituiscono una rete fitta a prote-zione e tutela della sicurezza de-gli alimenti”. Gian Domenico Au-ricchio, vice presidente di Fede-ralimentare, sostiene che “alla ba-se del regolamento 178/2002 cheistituisce la tracciabilità vi è laconvinzione che per garantire lasicurezza degli alimenti è neces-sario considerare l’intera catenadella produzione alimentare e re-sponsabilizzare i soggetti coinvol-ti nella filiera”. Auricchio auspicache venga rilanciato il tavoloagroalimentare istituito presso lapresidenza del consiglio e nel suonuovo ruolo di Presidente del Co-mitato per la tutela dei marchi e lalotta alla contraffazione voluto daMontezemolo avverte: “un prolife-rare disordinato di marchi colletti-vi statali, regionali e locali confon-de il consumatore, soprattuttoquello estero”.

Il messaggio del Ministro Il Ministro della Salu-te Girolamo Sirchianon è intervenuto alconvegno sulla “si-curezza alimentare

nelle politiche della Ue, del go-verno e delle Regioni”, promos-so da Assocarni e dalla Societàdi Medicina Veterinaria Preven-

tiva, ma ha inviato un messag-gio agli organizzatori. “Una poli-tica efficace di sicurezza ali-mentare - si legge nel comuni-cato - soprattutto in un Paesecome l’Italia che è membro del-l’Unione Europea e importatoredi animali e vegetali da tutto ilmondo, deve tenere conto delleinterazioni presenti nell’intera

3ATTUALITÀ

Si è chiuso il 10 maggio Cibus 2004

La sicurezza alimentare, must della produzioneSi avvicina l’entrata in vigore della “General Food Law” (Reg. 178/2002)

laPROFESSIONE VETERINARIA 18/2004

(...) Questa dichiarazione espri-me in modo semplice e sinteticoquale è il motivo dello scontro fragli Ordini e le Associazioni non ri-conosciute. Gli Ordini chiedonoche il riconoscimento delle nuoveprofessioni non si sovrapponga intermini di competenze a quellodelle professioni regolamentateperché altrimenti si creerebberotensioni e conflitti di potere fra or-ganismi diversi. In sostanza, vistoche la maggior parte degli Ordinidovrà prevedere albi diversi alsuo interno per far posto alle lau-ree triennali, le professioni attual-mente non riconosciute, se effetti-vamente esprimono differenzepur sovrapponendosi parzialmen-te alle competenze attribuite aprofessioni già regolamentate,potranno trovare spazio all’internodegli Ordini stessi senza creareun nuovo organismo. Per la vete-rinaria al momento non esiste unrischio diretto di questo generema vi sono alcune associazioni,fra quelle che chiedono il ricono-scimento, che possono crearepreoccupazione. Le aree profes-sionali di loro appartenenza sonodue. La prima è quella della me-dicina non convenzionale nel-l’ambito della quale diverse asso-

ciazioni rappresentano professio-nisti non laureati che senza alcuncontrollo qualitativo svolgono leattività più diversificate. L’ANMVIed ultimamente anche la FNOVI,che ha costituito una appositacommissione, chiedono che lapratica di terapie non convenzio-nali debba essere riconosciutaesclusivamente a medici in quan-to ritenute “ atto medico”. La seconda è quella dell’adde-stramento degli animali che giàoggi spesso vede comportamentiilleciti, quando si allarga a patolo-gie comportamentali o ad inter-venti farmacologici, con evidenteabuso di professione. L’addestratore è una figura moltoimportante se collabora con il ve-terinario nel pieno rispetto dei di-versi ruoli e competenze ma nonpuò essere accettata quandosconfina in ambiti prettamente ve-terinari. In questo caso ci dovràquindi essere molta attenzione daparte della FNOVI affinché uneventuale riconoscimento di que-sta professione non le attribuiscacompetenze già definite comeesclusive del veterinario. Forse itempi sono ancora lunghi ma ècerto meglio incominciare a muo-versi. ■

Chi ha paura delle nuove professioni?SEGUE DALLA COPERTINA

Authority: EFSA, unica certezzaL’AUTHORITY EUROPEA (EFSA)- L’agenzia Europea è stata assegnatada Bruxelles a Parma nel dicembre scorso Ha tenuto la sua prima riu-nione a Parma il 27 aprile. Imminente il trasloco da Bruxelles che si con-cluderà nel 2005.

L’AGENZIA ITALIANA- La più recente invocazione per la sua istituzioneviene da Assocarni proprio nel corso di Cibus 2004. Ma i lavori parla-mentari sulla proposta di legge, di cui è relatore il diessino Augusto Bat-taglia, sono fermi a seguito di un maxi-emendamento presentato dalGoverno nel mese di marzo. Per la sua sede si sono fatte numerose ipo-tesi: da Verona a Torino e Brescia. Sulla sua istituzione si è espresso intermini contrari il Sottosegretario alla Salute, Cesare Cursi, preoccupa-to per la proliferazione di “una miriade di enti”.

IL COMITATO PER LA SICUREZZA ALIMENTAREA dicembre i Ministri Sirchia e Alemanno si sono accordati per la costi-tuzione di un Comitato nazionale per la sicurezza alimentare che avrà ilcompito di indirizzare e coordinare tutte le attività tecnico-scientifichesvolte in Italia. Il Comitato è stato presentato sotto forma di emenda-mento alla pdl-Battaglia in Parlamento. Alle polemiche che ne sonoscaturite ha risposto, possibilista, il Ministro delle Politiche Agricole,Gianni Alemanno, suggerendo l’ipotesi di una “strategia in due tempi”che non esclude né l’Agenzia Nazionale, né il Comitato.

UAV: Paesi Peco e fattori di rischio

Con l’allargamento a 25 e l’ingresso dei Paesi dell’Europa Cen-trale e Orientale (PECO) sorgono problemi di coordinamento

delle misure per la sicurezza alimentare. Per l’armonizzazione delle re-gole e per l’adeguamento agli standard comunitari di igiene e sicurez-za la Comunità Europea ha varato una serie di supporti e aiuti. Sei nuo-vi Paesi (Polonia, Rep. Ceca, Slovacchia, Ungheria, Lituania e Lettonia)hanno chiesto e ottenuto deroghe per gli adeguamenti fino al 2006.L’Ufficio Alimentare Veterinario della commissione (UAV) ha dedicato il40% delle proprie risorse nel corso del 2003 ai programmi di ispezionedei nuovi Paesi. Tre le conclusioni: rafforzare i controlli alle frontiere,adeguamento alle misure comunitarie, particolare attenzione a preven-zione e lotta alla BSE. Contro l’encefalopatia spongiforme bovina i “nuo-vi 10” hanno già vietato le farine di carne e adottato misure cautelativesui materiali a rischio specifico, ma queste farine sono ancora in usonell’alimentazione di suini e pollame, una pratica già vietata dalla UE.

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4ATTUALITÀ

laPROFESSIONE VETERINARIA 18/2004

no necessariamente tenere con-to del contesto nazionale, comu-nitario e internazionale e devonoprevedere, anche sulla base del-le indicazioni dell’Autorità Euro-pea sulla Sicurezza Alimentarecui è deputata la valutazionescientifica del rischio, l’esecu-zione di efficaci controlli pubbli-ci, la capacità di attuare rapidemisure di salvaguardia della sa-lute di fronte ad emergenze chesi verifichino in qualsiasi puntodella catena alimentare e l’effet-tiva attribuzione della responsa-bilità primaria di una produzionealimentare sicura al mondo dellaproduzione”. ■

E sulle 8 ore non c’è intesa

I l consiglio dei ministri dell’agricoltura dell’Ue si è concluso il 27 aprile a Lussemburgo senza che unaccordo sia stato raggiunto sul difficile negoziato destinato a rafforzare il benessere degli animali

durante il trasporto, ma anche a garantire la fornitura dal nord al sud dell’Europa di animali vivi destinati all’in-grasso e alla macellazione. La delegazione italiana, guidata dal sottosegretario all’agricoltura Paolo Scarpa Bo-nazza ha bocciato la proposta, insieme alla Francia, di fissare in otto ore il tempo massimo di trasporto giorna-liero, oppure stabilire il tetto massimo dei 500 chilometri. La proposta del commissario europeo per la sanità Da-vid Byrne era di “continuare questo tipo di commercio, ma ad un livello superiore di qualità di trasporto’’. At-tualmente sono 20 milioni gli animali vivi che ogni anno si muovono dalla Finlandia alla Sicilia, e il cui numero èdestinato ad aumentare notevolmente con l’allargamento dell’Ue a dieci nuovi partner. L’80% dei trasporti nellaUE dura in media (poco) più di 8 ore. Secondo Uniceb e Assocarni l’Italia con un patrimonio bovino di soli 6 mi-lioni di capi, passerebbe ad un deficit produttivo del 50%. L’Italia acquista dalla UE e dai Pesi Terzi circa1.600.000 bovini di cui 200mila sono destinati alla macellazione mentre 1.400.000 capi sono vitelli da carne ebestiame all’ingrasso. Mancato l’accordo prima dell’allargamento, la questione del benessere animale sarà di-scussa a 25, insieme ai Paesi Peco, tutti esportatori di capi vivi. La faccenda, dunque, si fa più complicata.

catena ali-mentare e,conseguen-temente, pro-cedere all’in-dividuazione,alla valuta-zione e all’e-l im inaz ione

di ogni potenziale rischio per lasalute, che possa avere originedalle fasi di produzione, trasfor-mazione, distribuzione, conser-vazione e somministrazione dialimenti. Le strategie e gli obiettivi da per-seguire per garantire ai cittadinila sicurezza degli alimenti devo-

Dal 15 aprile scorso, inbase ai Regolamenti CE1829-1830/2003 devono

essere etichettati tutti i cibi e imangimi in cui la presenza di ma-teriale geneticamente modificatoautorizzato è superiore allo 0,9%.Gli Ogm importati o prodotti do-vranno essere identificati con uncodice che permetta di conosce-re con precisione il tipo di modifi-ca genetica subita. “Le aziende mangimistiche sonopronte da subito ad applicare lenuove regole sull’etichettatura de-gli OGM e in generale sono giàabituate da tempo a seguire unanormativa molto severa.” È quan-to afferma al settimanale Agrisoleil presidente di Assalzoo, France-sco Ferrari, riguardo all’entrata in

vigore a metà aprile dei nuovi re-golamenti comunitari. La vera no-vità sull’etichettatura degli Ogmprevede, infatti, l’estensione alleetichette dei mangimi di obblighianaloghi a quelli previsti per glialimenti. I mangimi costituiti daogm o contenenti ogm o loro deri-vati devono indicare tale presen-za in etichetta, con una soglia ditolleranza dello 0,9% (0,5% per gliOgm in corso di autorizzazione),al di sotto della quale non va indi-cato nulla. “Le industrie mangimi-stiche - sottolinea il presidente-sono a favore di una normativache tuteli il consumatore, ma ilcampo degli Ogm va comunquesgombrato da pregiudizi, al di làdi facili allarmismi. Anche perchési tratta di prodotti dichiarati sicu-

ri da Organismi scientifici comuni-tari”. Ma per quanto riguarda laquestione delle farine di soia- leindustrie mangimistiche ne utiliz-zano 4,3 milioni di tonnellate al-l’anno, di cui circa 3 milioni acqui-state all’estero, prevalentementeda Argentina (75%) e Brasile(25%)- i produttori seguono le re-gole previste per i prodotti “deri-vati da Ogm”. “Il problema riguar-da prevalentemente gli importato-ri. Ma i regolamenti UE - precisaFerrari - prevedono adempimentiin parte distinti, nel caso in cui sitratti di semi in grado di riprodur-si, la farina di soia e qualsiasi pro-dotto sia stato tostato o franto omolito va considerato un prodottotrasformato, quindi derivante daprodotti ogm. Dunque non c’è bi-

sogno dell’identificatore unico. Danostre analisi risulta che la farinadi soia importata è sostanzialmen-te tutta OGM. Pertanto, sulle confezioni dei no-stri mangimi sarà apposta l’indi-cazione: contiene soia prodotta apartire da OGM”. ■

***4000 ricercatori“aprono ” agliOgm

Ben dodici società o associa-zioni scientifiche italiane

hanno sottoscritto un documentoche favorisce la coltivazione di

sementi transgeniche ed auspicala coesistenza con quelle tradizio-nali. Questa notizia, che comparesui maggiori network internazio-nali, alimenta il dialogo, talvoltaacerrimo e spigoloso, sugli Ogm,rendendo incandescente il tema.Tuttavia una scelta italiana andràfatta, perché i cinque milioni ditonnellate di granaglie transgeni-che introdotte ogni anno nel no-stro paese, non lasciano moltospazio al sogno di un’Italia Ogm-free.Sei le ragioni dei 4000 ricercatori: 1. l’innocuità delle sementi

OGM, che passate attraversoil vaglio delle commissioniscientifiche europee, rendonoil prodotto praticamente inno-cuo.

2. il vantaggio economico siaper i coltivatori che per i con-sumatori; mentre i primi po-trebbero risparmiare sui diser-banti, sugli insetticidi e sullecontaminazioni crociate, i se-condi ne guadagnerebbero insalute per l’assenza dei resi-dui dei presidi di fitofarmaci.

3. scartato il livello zero, inesi-stente anche per tutti gli altriresidui e per la ragione delleimportazioni sopraccennate,può essere razionalmente ac-cettata una soglia scientifica-mente garantita.

4. le coltivazioni OGM non depri-mono l’immagine dei nostriprodotti tradizionali; questi ulti-mi sono acquistati, infatti, nonperché OGM-free, come le im-portazioni di cereali smentisco-no, ma perché buoni.

5. l’ostinazione per l’immagineOGM-free è inutile ed econo-micamente dannosa; i costi disegregazione, infatti sono tal-mente dispendiosi che finiran-no per incidere notevolmentesulla lievitazione dei prezzi ascapito del consumatore.

6. la ricerca italiana sarà ulterior-mente soffocata al punto che imigliori cervelli del nostropaese continuano ad emigra-re per scarsità di adeguateapplicazioni di campo. (C.S.)

Regolamenti CE 1829-1830/2003

OGM, Assalzoo: siamo pronti alla prova etichetta Il Presidente Ferrari: sui nostri mangimi l’indicazione: “contiene soia prodotta a partire da OGM”

Page 5: Professione Veterinaria, Anno 2004, Nr 18

La situazione prima del 1992Il 1992 ha segnato una rivoluzio-ne nella distribuzione e nell’usodel farmaco veterinario in Italia.Infatti fino all’entrata in vigore deiD.L 118 e 119, recepimento delledirettive CEE 81/852 - 81/851 -90/676 e 93/40 93/41, i presidifarmacologici venivano distribuitied utilizzati alla stregua di unqualsiasi altro tipo di merce, la ri-cetta veterinaria non era quasimai richiesta e la distribuzioneavveniva attraverso farmacie, po-co, o per mezzo di grossisti, mol-to, che si comportavano spessocome veri e propri agenti di com-mercio, con tanto di rappresen-tanti ed offerte promozionali. Lasensibilità al problema da partedei consumatori era molto lieve oaddirittura inesistente. In azienda l’uso del farmaco eraestremamente differenziato a se-conda delle zone e del tipo di al-levamento. Negli allevamenti del-le vacche da latte, la figura delveterinario condotto, aveva edu-cato l’allevatore ad una costantee continua collaborazione con lanostra figura professionale, quin-di anche l’uso dei presidi farma-cologici era ben controllato, inol-tre il quotidiano esame della bot-te per la ricerca degli inibenti fat-ta dal caseificio, poneva un rigo-roso autocontrollo nella gestionedi questa problematica. Non cosìsi può affermare sia per le vacchea fine carriera, sia per l’alleva-mento bovino da ingrasso, perl’allevamento suino e per gli altritipi di allevamenti intensivi.Qui le condizioni erano diverse:allevamenti in grossa espansionesenza una pesante tradizione sa-nitaria alle spalle e senza un ve-terinario routinariamente presentein azienda.Il controllo dei farmaci era menorigoroso ed i trattamenti erano fat-ti spesso “ a pioggia ” e su inizia-tiva propria dell’allevatore.Anche i controlli ai macelli eranoinadeguati rispetto al numero dianimali sezionati.

Dopo il 1992L’introduzione delle nuove diretti-ve ha creato malumori e protestenel mondo zootecnico, ma la co-sa sorprendente è che anche iveterinari non hanno gradito tuttequeste novità.L’improvvisa burocrazia imposta,il cambio troppo radicale e re-pentino, hanno trovato una cate-goria impreparata ad affrontarequella che era una situazione cheha pur riportato il veterinario, co-me era logico, al centro del pro-blema. Certo gli si imponeva an-che una grossa presa di respon-sabilità.Piano piano si sono introdotte

nuove modifiche legislative chesono andate a correggere situa-zioni problematiche.

La situazione oggi Dopo 12 anni si può affermareche si ha senz’altro un maggiorcontrollo nell’uso del farmaco.Questo si deve, oltre che a tuttele nuove normative introdotte, an-che ad una pressione pubblicanotevolmente aumentata. Il con-sumatore è molto più attento allasalubrità degli alimenti, di conse-guenza anche il mondo dell’alle-vamento si adegua. Il veterinarioè la figura professionale che ge-stisce, per legge, il corretto utiliz-zo dei medicinali.Una eccessiva burocrazia ed unnumero troppo alto di veterinari incircolazione, hanno portato allanascita del “Veterinario prescrit-tore”, figura professionale ano-mala, ma di difficile eliminazione.La spesso difficile applicazione dinorme talora in contrasto tra lorooriginano difficoltà e preoccupa-zione. I controlli sono quasi sem-pre disomogenei, diversità chevanno oltre la normale ed accetta-bile differenza di comportamento.La mancanza di disponibilità sulmercato di alcuni principi (p.e. li-docaina), con il conseguente uso“OFF LABEL”, crea condizioni diuso difficili ed in contrasto con il

benessere animale.

La distribuzione del farmacoL’Italia presenta una variegazioneterritoriale enorme. Anche la lo-calizzazione degli allevamenti èestremamente variabile per tipo econsistenza. Abbiamo una forteconcentrazione di allevamenti in-dustriali intensivi di tutte le specieal nord, in particolare nella pianu-ra padana, segnatamente inLombardia. Si hanno poi alcunezone con una forte presenza digrossi allevamenti in ristrette areedistribuite su tutto il territorio na-zionale, ed una miriade di piccoliallevamenti a conduzione fami-gliare sparsi nelle zone collinari emontuose. Se per le grandi aziende indu-striali la distribuzione del farmacoè molto valida per la presenza diuna rete di consegna organizzataed efficiente, non così si può direper la parte più vasta del territo-rio, dove il farmaco veterinario ar-riva poco, male ed a prezzi piùelevati.Qui il veterinario dovrebbe esserel’unico elemento in grado di di-stribuire ed allo stesso tempo,controllare i presidi terapeutici.Di fatto questo non è possibile: lanorma attuale consente al veteri-nario di distribuire solo confezioniaperte per iniziare la terapia, poi

l’allevatore deve approvvigionarsipresso le farmacie o i grossisti.Questa norma può essere interpre-tata da qualche collega in modopiù “elastico”, con la consegna al-l’allevatore di più flaconi, ma la so-stanza del problema non cambia. Il principale fattore limitante di que-sta situazione è che il farmaco, a li-vello fiscale, è parte della presta-zione, con l’applicazione quindi diun regime fiscale tale che non ren-de assolutamente conveniente alprofessionista lo sfruttamento diquesta norma sanitaria.Sappiamo che nelle nazioni dovela vendita del farmaco passa at-traverso il veterinario, c’è in atto

una forte contestazione a questouso, ma una apertura al veterina-rio nelle situazioni qui illustrate,sarebbe una cosa utile e sensata.

ConclusioniUna revisione dell’intera normativaè quanto mai opportuna, la buro-cratizzazione del sistema è un pro-blema improcrastinabile. Il tuttoperò senza toccare il principio cheil veterinario è l’unico professionistain grado di garantire il corretto usodel farmaco con un efficace con-trollo in azienda ed una garanzia disalubrità degli alimenti, dal mangi-mificio, alla stalla, al macello fino al-la distribuzione. ■

5ATTUALITÀ

Tavola Rotonda al 6° Congresso SIVAR

Il farmaco e la sua revisione normativa Solo il veterinario è in grado di garantire il corretto uso del farmaco

di Mino Tolasi

laPROFESSIONE VETERINARIA 18/2004

Modello 12, ASL e sanzioni

È nelle facoltà delle ASL richiedere il modello 12 delle vaccinazio-ni? E per quali vaccinazioni? Quali eventuali sanzioni sono previ-ste per la mancata compilazione ed il mancato invio? La compilazione e l’invio del Mod.12 all’ASL, sono obbligatori per TUT-TE le vaccinazioni, sia dei grandi che dei piccoli animali. Il fatto che poipochi osservino queste regole è del tutto marginale. Non è previstanessuna differenza tra vaccinazioni obbligatorie o meno. C’è in atto unaproposta della Reg. Lombardia volta al cambiamento di questo artico-lo (65 DPR 320/54, RPV), obsoleto e fuori da ogni logica. Normalmentele ASL lo richiedono solo per le vaccinazioni obbligatorie o all’interno dipiani di risanamento. Notare poi che i trattamenti vanno registrati anchesul registro dei trattamenti, nel caso di animali produttori di alimenti perl’uomo, dando luogo ad una doppia registrazione.

Dott. Giacomo “Mino” Tolasi

Page 6: Professione Veterinaria, Anno 2004, Nr 18

L a proposta di legge n.1645 riguardante l’istitu-zione della funzione di

coordinamento per le professioniinfermieristiche ed individuazione

di alcuni profili tecnico professio-nali operanti nella sanità veterina-ria è stata approvata dalla Com-missione Igiene e Sanità del Se-nato. Nella seduta di martedì 11

maggio, la Commissione ha infatticoncluso l’esame del provvedi-mento, conferendo al relatore delProvvedimento, Sen Di Girolamo,di “riferire in Assemblea in senso

favorevole all’approvazione deldisegno di legge”. Il Presidente della Commissione,Sen Antonio Tomassini è inter-venuto formulando l’auspicio che

“il disegno di legge n. 1645, cosìcome il disegno di legge n. 1928,recentemente licenziato dallaCommissione e concernente l’isti-tuzione degli ordini professionaliper le professioni della sanità, siamesso al più presto all’ordine delgiorno dell’Assemblea, anche inragione dell’ampia condivisionemanifestatasi nel corso dei lavoriin Commissione”. Gli articoli dipertinenza del settore veterinariosono l’articolo 5 (Istituzione del-l’operatore tecnico ausiliario disanità veterinaria): È istituita la fi-gura professionale dell’operatoretecnico ausiliario di sanità veteri-naria, il quale svolge l’attività dicattura degli animali, il loro conte-nimento, nel rispetto del benesse-re animale, la pulizia degli am-bienti compresi quelli in cui sonocustoditi gli animali, il ritiro dallestrade e dagli altri luoghi pubblicidegli animali morti, il trasporto delmateriale, la manutenzione degliutensili e delle apparecchiature indotazione; l’articolo 6 (Istituzionedell’operatore tecnico specializ-zato ausiliario di sanità veteri-naria): È istituita la figura profes-sionale dell’operatore tecnicospecializzato ausiliario di sanitàveterinaria, il quale svolge l’attivitàdi cattura, assistenza, alimenta-zione e cura della mano agli ani-mali stabulati, curandone l’igieneindividuale e quella degli ambien-ti in cui sono ricoverati, garanten-do l’applicazione delle norme sulbenessere animale; il trasportodel materiale, ivi compresi gli ani-mali morti, la guida degli auto-mezzi speciali (autocanili e ambu-lanze veterinarie), la loro pulizia ela manutenzione degli utensili edelle apparecchiature in dotazio-ne) e l’articolo 7 (Istituzione del-l’operatore socio-sanitario ad-detto all’assistenza zooiatrica):È istituita la figura professionaledell’operatore socio-sanitario ad-detto all’assistenza zooiatrica, ilquale svolge la sua attività sia nelsettore veterinario che sociale inservizi di tipo socio-sanitario an-che in ambiente ambulatoriale odospedaliero veterinario e al domi-cilio dell’utente. Egli svolge la suaattività su indicazione degli ope-ratori professionali sanitari o delpersonale medico veterinario, edin collaborazione con gli altri ope-ratori, secondo il criterio del lavo-ro multiprofessionale. La sua atti-vità consiste nell’assistenza diret-ta alle attività terapeutiche veteri-narie, assistenza alle attività chi-rurgiche veterinarie, di assistenzaalle attività e terapie assistite conanimali.Il nuovo titolo del disegno di leggesarà: “Articolazione del personalesanitario in professionisti e dirigentied individuazione di alcuni profilitecnico professionali operanti nellasanità veterinaria”. ■

6ATTUALITÀ

Ddl 1645- Tomassini

Tre nuovi profili veterinari avanzanoTecnico ausiliario, tecnico specializzato e addetto all’assistenza zooiatrica. Tomassini: presto il ddlall’ordine del giorno in Assemblea

laPROFESSIONE VETERINARIA 18/2004

Page 7: Professione Veterinaria, Anno 2004, Nr 18

Le Casse privatizzate potrannoistituire fondi pensione, oltreche di sanità integrativa.Con la fiducia del Senato, votata il13 maggio, al Disegno di LeggeDelega sulla previdenza (n.2058)le pensioni complementari e la sa-nità integrativa si fanno semprepiù concrete anche per i profes-sionisti. I fondi di previdenza com-plementare e di sanità integrativasaranno gestiti direttamente o at-traverso gestori autorizzati, con ilvincolo della separazione dei pa-trimoni. Le Casse dovranno atte-nersi a regole precise: separazio-ne del patrimonio dell’ente e quin-di delle entrate contributive ordi-narie, dal plafond che si formeràcon i contributi versati per l’inte-grativa. Osservanza, inoltre, delleregole dettate dal dlgs 124/93 pertutti i gestori di fondi pensione. L’altra grande novità riguarda gliaccorpamenti e le inclusioni dinuove categorie, una norma dellaquale faranno uso le casse alleprese con la riforma dell’accessoe l’invecchiamento della popola-zione e quindi con la possibileperdita di una parte dei futuriiscritti a favore di altre casse. La previdenza privata è espressa-mente esclusa dalle regole suinuovi requisiti di pensionamento: i

medici veterinari continuerannoad andare in pensione secondoquanto stabilito dall’ENPAV Solo qualche giorno prima il votodel Senato, agli stati generali del-le libere associazioni professiona-

li, Maurizio de Tilla, Presidentedell’Adepp (l’ associazione cheriunisce tutti gli enti di previdenzadei professionisti iscritti agli ordi-ni) aveva lanciato l’idea di unfondo previdenziale complemen-

tare e interprofessionale: un fondounico per i professionisti iscritti adun Albo e per quelli che fannoparte delle cosiddette “libere” as-sociazioni, rappresentate dal CO-LAP. De Tilla aveva così motivato

la sua proposta:” L’unione fa laforza. Cinque milioni di professio-nisti uniti in una previdenza com-plementare aumenterebbero iprofitti del fondo e abbatterebbe-ro i costi”. ■

7ATTUALITÀ

Riforma delle pensioni

Previdenza complementare al decolloIl Senato ha votato la fiducia al ddl-delega sulla previdenza

laPROFESSIONE VETERINARIA 18/2004

Assemblea deiDelegatiENPAV

L’Assemblea Nazionale dei De-legati Enpav si terrà il giorno 26Giugno 2004, per l’approvazio-ne del Conto Consuntivo 2003.Per ulteriori informazioni, si con-sulti il sito www.enpav.it

ERRATACORRIGE

Sul numero 17/2004 di P.V., apagina 5, viene riportata la siglaENPAV anziché quella dell’ EN-PA. I nostri lettori avranno certa-mente compreso l’evidente re-fuso. Ci scusiamo tuttavia con idue Enti.

RC PROFESSIONALEIn esclusiva per l’ANMVI, Sicu-ramente srl (Bernese Assicura-zioni- Gruppo Allianz) ha realiz-zato una Polizza di Responsabi-lità Civile Professionale rivolta ai medici veterinari iscritti ad unaAssociazione Federata ANMVI.Per informazioni è attivo il nu-mero verde: 800906377.

Si veda anche al sito www.sicuramente.it

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A.N.M.V.I.

Page 8: Professione Veterinaria, Anno 2004, Nr 18

R aggiungiamo telefonica-mente il Dottor Mario Val-preda, immaginandolo

impegnato a rilasciare interviste e arispondere agli inviti per le celebra-zioni dei suoi 21 anni alla Direzionedella Sanità Pubblica del Piemonte.E infatti è così. Ci accordiamo dun-que per una conversazione telefo-nica in un momento di pausa e in-tanto leggiamo il ritratto che di luiMarco Accossato ha fatto su LaStampa di Torino: “Lo si potrebbecitare per le ore passate in ufficiodietro a una scrivania quasi semprecoperta da cartelline e documentida leggere. Negli ultimi cinque annidi lavoro non un giorno di ferie”, epoi: “il dottor Mario Valpreda è sem-pre arrivato in ufficio da Balangeroalle 6 del mattino, aprendo lui leporte del suo ufficio, perché a quel-l’ora i telefoni non squillano e si la-vora più sodo”. Uno stakanovista eun campione sportivo: mezzofon-do, decathlon e atletica (800 metricorsi in 1 minuto, 53 secondi e 3decimi); autore di 115 pubblicazio-ni scientifiche, relatore efficace eschietto ai convegni sanitari, Val-preda è l’“esperto” più intervistatodalla stampa, è giornalista pubbli-cista, docente a contratto all’univer-sità di Torino e dal 1999 è respon-sabile della componente medica eveterinaria del servizio di preven-zione. “Lascio con l’entusiasmo dichi ha ancora voglia di lavorare - hadichiarato Valpreda al quotidianotorinese- per la tutela dei consuma-tori. Non lascerò l’Università, ho inmente un progetto per la ristorazio-ne dei ricoverati in ospedale”.

È l’ora della nostra intervista. Da ca-sa, il dottor Valpreda, energico ecolloquiale, sottolinea la sua piùgrande soddisfazione: “quella diaver dato ai servizi pubblici del Pie-monte un assetto di avanguardia.Nella mia esperienza professionaledi veterinario- ha detto- ho diretto lacomponente medica per una inve-stitura tecnica; dopo qualche inizia-le diffidenza ho avuto la soddisfa-zione di avere in mano la ricerca incampo sanitario in Piemonte che èquanto di più tecnico possa esser-ci. Per questo ruolo attivo avevo an-che una forza contrattuale con laGiunta regionale, con la quale, enon era un segreto, non ero affinesotto il profilo delle scelte di area”.

P.V. Dottor Valpreda, non abbiamoalcuna intenzione di fare bilanci,ma di farle domande proiettate inavanti. La prima è questa: qualefuturo intravede per la veterina-ria? Ci riferiamo alle prospettiveoccupazionali e di ruolo.M.V. Ritengo che la veterinaria pub-

blica abbia un grande avvenire,con molte prospettive e a buoni li-velli, perché la tutela della salutepubblica non è solo affidata ai me-dici ma si apre anche ad altre pro-fessionalità, tra cui i veterinari. Noipossiamo fare grandi cose cometecnici della salute. L’ostacolo è il provincialismo cultu-rale e una certa grettezza che traeorigine anche dai rapporti conun’agricoltura che presenta moltecontraddizioni: accanto a compo-nenti di alta modernità coesistonosacche di grave arretratezza. Inquesta situazione il veterinario cor-re il rischio di andare a rimorchio,comportandosi come un parassitadi un settore in perenne crisi. Inve-ce bisogna lavorare per un’agri-coltura ed una zootecnia diverse,più attente alla qualità che allaquantità. Il veterinario ha il compitodi convincere il produttore che sa-nità e produttività possono viaggia-re insieme. Bisogna superare laconcezione di essere solo dei con-trollori, una funzione molto impor-tante ma accanto alla quale biso-gna svolgere un’azione di promo-zione della qualità, facilitando losviluppo del settore zootecnico.

P.V. In che modo?M.V. Per esempio, le aree margina-li di montagna possono sopravvi-vere se si fa una valorizzazione deiprodotti tipici. Non bisogna confon-dere genuinità e tipicità con l’arre-tratezza. Per dare ai montanari l’or-goglio di restare, bisogna aiutarliad acquisire un ruolo non solo diproduttori ma di tutori del territorio,contribuendo anche all’indispen-sabile modificazione culturale.Pensiamo al biologico, ad esem-pio. Il veterinario si deve specializ-zare perché la zootecnia della Pia-nura Padana non è quella di mon-tagna. Deve svolgere un ruolo an-che l’Università, che non può li-mitarsi a dare una generica pre-parazione di base. Un veterinarioche lavora in montagna non deveilludersi di realizzare grandi guada-gni, ma capire di avere una funzio-ne sociale importante: evitare lospopolamento delle aree marginali.

P.V. Altri settori con un futuro?M.V. Quello degli animali esotici.Quanti sono i veterinari che curanogli animali esotici? Oggi un po’ dipiù. In Piemonte sono censiti 800proprietari di serpenti. Chi curaquesti animali? La domanda pro-fessionale sta cambiando e biso-gna sempre ricordare che è l’offer-ta qualificata a stimolare la do-manda... (a questo punto lo squillodi un telefono interrompe il discor-so e Valpreda risponde alla chia-mata: è un invito ad una cerimoniadi ringraziamento in suo onore daparte della Giunta regionale. Val-preda accetta, ringrazia a sua voltae torna alla nostra conversazionecommentando fuori dall’intervista:

“Raccogli sempre più di quanto haiseminato”, ndr)Anche il settore degli animali dacompagnia continua ad offrire pro-spettive favorevoli. È aumentata lasensibilità nei confronti degli ani-mali considerati portatori di diritti,non sono più unicamente comeuna specie di giocattolo. L’animaleha una sua dignità, una personalitàe una individualità da rispettare. Ilfattore occupazione è tuttavia con-dizionato da una certa saturazione,cui concorrono le troppe facoltà,che sfornano ogni anno centinaiadi professionisti, dando una prepa-razione che non sempre è adegua-ta. È quindi inevitabile che si ge-neri sottoccupazione strisciante.Sono sfide difficili, in una societàcomplessa.

P.V. Che cosa possono fare le so-cietà culturali a questo proposito?M.V. ll compito delle organizzazioniculturali è quello di realizzare siner-gie. Il punto dolente dell’Accade-mia sta nell’incapacità di indivi-duare le linee di tendenza. Ha dif-ficoltà a farlo perché la porzione direaltà che passa attraverso le istitu-zioni è solo parziale, non rappre-sentativa dell’insieme. Talora è an-che viziata da logiche di parroc-chietta…L’Università non riesce a svolgerela funzione di preparare i profes-sionisti del futuro; quando si laurea-no quello che hanno imparato è, inbuona parte, già superato. Le or-ganizzazioni dei liberi professionisticome la SCIVAC hanno già una vi-sione più ampia e di prospettiva.Ahimè, dovrebbero però un po’emendarsi da logiche di business,non rivolgersi solo agli ultra specia-lizzati ma considerare anche altri fi-loni meno redditizi.Molto trascurata ad esempio è labioetica. Oggi non si può evitare ilcostante ricorso ai riferimenti etici.Prendiamo il caso degli ogm, ungrande tema su cui i veterinarihanno una preparazione insuffi-ciente, che ignorano quasi del tut-to perché si debba applicare ilprincipio di precauzione. La cate-goria deve fare uno sforzo per indi-viduare ed esprimere posizioni co-muni. Ricercatori e uomini di scien-za, insieme alle organizzazioni dicategoria, dovrebbero creare os-servatori sul trend evolutivo, perguidare e collegare i bisogni pro-fessionali alla formazione universi-taria. In molti settori l’Università èin ritardo. Non a caso la SCIVAC faricorso a docenti stranieri.

P.V. Come vede i rapporti fra ve-terinaria pubblica e privata?M.V. Io ho sempre fatto una batta-glia per distinguere i due settori: iveterinari pubblici non devonoesercitare la libera professione edi veterinari privati devono esserepiù attenti alle normative sanitarie.È una questione di base: in vete-

rinaria il problema è diverso daquello della medicina umana. Seun medico esegue un’appendi-cectomia in una clinica privata puòanche migliorare la sua professio-nalità ed il problema del mixingpubblico e privato è solo un pro-blema di etica. Se un veterinarioispettore degli alimenti si mette acurare i cani non sarà mai un bra-vo veterinario dei piccoli animali enemmeno un buon sanitario pub-blico. Infatti i veterinari pubbliciche fanno la professione privatasvolgono molto male i compiti isti-tuzionali. Bisogna fare una scelta.

P.V. Sul veterinario aziendale cheopinione si è fatto?M.V. Il veterinario aziendale è ormaiuna necessità, deve esserci e deveessere responsabilizzato. Ci sonogià precise indicazioni normativedell’UE: si tratta ora di tradurle in at-to. Il veterinario pubblico non devefossilizzarsi nella difesa dello sta-tus, ma acquisire nuove competen-ze. Di cose da fare ne ha tante.

P.V. Perché allora tante esitazioni?M.V. Perché i veterinari sono unacategoria ancora sostanzialmentearretrata. Anche il sindacato deimedici pubblici fatica a capire ilnuovo che avanza. Ai loro con-gressi mi sono definito “veterinariobisestile”, perché venivo invitatoogni quattro anni, il tempo neces-sario perché metabolizzassero lemie critiche. Ancora oggi ci sonoquelli che difendono la libera pro-fessione. La questione del veteri-nario aziendale è in questo sensoun indicatore di una difesa corpo-rativa che rallenta l’evoluzione pro-fessionale.

P.V. La sanità sta cambiando acolpi di modifiche costituzionali.Però, il federalismo sanitario aquanto pare non piace a nessu-no. A lei piace?M.V. I difetti del federalismo sanita-rio sono legati ad una certa inca-pacità del ministero di coordinarsicon le regioni. Per il Ministero il fe-deralismo è tenersi le cose più facilied importanti e decentrare le gra-ne, come nel caso della blu ton-gue. Un esempio emblematico didifficoltà a gestire un problemacomplesso ma non insuperabile.Con il federalismo si corre il rischiodi creare 21 sanità diverse. InLombardia hanno istituito un dipar-timento veterinario speciale. Unaimpostazione discutibile che ci faperdere la possibilità di conquista-re spazio e prestigio garantiti dal la-voro con il settore medico. I veteri-nari che, in molte regioni, dirigono idipartimenti di prevenzione costi-tuiscono la dimostrazione che sipossono conquistare tutti gli spaziche una valida professionalità simerita.

8L’INTERVISTA

Intervista a Mario Valpreda

La veterinaria ha un grande avvenireNella formazione e sul campo la veterinaria deve diventare un'avanguardia

laPROFESSIONE VETERINARIA 18/2004

Apparecchiature Radiologiche

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il dottor Valpreda

di Sabina Pizzamiglio

Page 9: Professione Veterinaria, Anno 2004, Nr 18

A l fine di determinare“una svolta significa-tiva nella lotta al

randagismo”, l’Assessorato del-l’Igiene e Sanità e dell’AssistenzaSociale della Regione Sardegnaha emanato il 16 marzo scorsouna circolare attuativa (n.10956/8), della legge regionale18 maggio 1994 “Norme per laprotezione degli animali e istitu-zione dell’anagrafe canina”. Perla sterilizzazione sugli animalipadronali le ASL si potranno con-venzionare con i liberi professio-nisti. La Regione autonoma della Sar-degna ha previsto il finanziamen-to di fondi regionali e assegna-zioni statali per sterilizzare i canidi proprietà. La somma disponibile è di euro250.000,00 ed è ripartita tra leAziende ASL n. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7,8 come segue: € 51.000,00 all’A-SL 1, € 18.440,00 all’ASL 2, €31.560,00 all’ASL 3, € 8.900,00all’ASL 4, 24.000,00 € all’ASL 5,€ 22.350,00 all’ASL 6, €

21.750,00 all’ASL 7 e 72.000,00€ all’ASL 8. “Ai sensi dell’art. 13(Controllo delle nascite) dellaL.R. 18 maggio 1994, n. 21, - silegge nella citata circolare, in-viata ai Direttori Generali delleASL e ai Presidenti degli Ordinidei Veterinari - i servizi veterinari,su richiesta dei proprietari, deidetentori o delle associazioniprotezionistiche, predispongonointerventi preventivi atti al con-trollo delle nascite della popola-zione canina, servendosi delleproprie strutture o di presidi vete-rinari privati convenzionati sullabase di un Tariffario concordatocon l’Ordine Provinciale dei Vete-rinari. I cani, a qualsiasi titolo possedu-ti, per essere sterilizzati, dovran-no risultare regolarmente iscrittiall’anagrafe. È il caso di precisa-re che, ove le Aziende USL riten-gano necessario o anche oppor-tuno stipulare convenzioni conpresidi veterinari privati, si accer-teranno che gli stessi siano dota-ti delle necessarie attrezzatureatte ad assicurare la tutela e ilbenessere degli animali operati,secondo le previsioni del comma2° del già citato art.13 L.R. 21/94.In via sperimentale, in deroga alcomma 3° dello stesso art.13, laquota a carico del privato è statasimbolicamente determinata in €20,00 che potrà essere riscossadirettamente dal veterinario ope-rante che rilascerà debita quie-tanza. L’Assessorato fa proprie le rac-comandazioni contenute nellaCircolare Ministeria§le 14 mag-gio 2001, n. 5 (Attuazione dellaLegge 14 agosto 1991, n. 281),circa la necessità che la steriliz-zazione dei cani randagi nell’am-

bito di strutture organizzativedelle Aziende USL o attraversoconvenzioni con ambulatori pri-vati o liberi professionisti, ade-guatamente coinvolti in questa

operazione, debba tradursi in unintervento socio-ambientale digrande efficacia”. Della campagna di sterilizzazio-ne sono stati informati anche in

cittadini, attraverso un avvisopubblicato sulla stampa regiona-le e criticato dal leader dell’UdsMario Floris che durante un’inter-rogazione del presidente della

Giunta, Italo Masala, ha chiesto“controlli per evitare che questistrumenti vengano utilizzati perfare gratuita campagna eletto-rale”. ■

9

Sardegna: sterilizzazioni e convenzioni “Per il controllo delle nascite su animali di proprietà le ASL potranno servirsi delle proprie strutture o deipresidi veterinari privati convenzionati.” Lo stabilisce una circolare attuativa della L.R. sulla tutela animale

laPROFESSIONE VETERINARIA 18/2004ANMVI REGIONE

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Page 10: Professione Veterinaria, Anno 2004, Nr 18

F inanziamenti ed incentiviper l’aggiornamento e lacertificazione. È quanto

previsto dalla legge regionale va-rata in Friuli a sostegno delle pro-fessioni, per la quale si attendo-no i regolamenti attuativi. Previ-sto il sostegno e l’incentivazionedelle professioni, della qualità

delle prestazioni professionali,della tutela degli utenti e i pro-cessi di innovazione e internazio-nalizzazione delle attività profes-sionali. Per l’aggiornamento pro-fessionale, sono finanziati pro-getti per i professionisti, che po-tranno essere realizzati in colla-borazione con gli ordini, i collegi,

le associazioni professionali diprofessioni ordinistiche, le asso-ciazioni professionali inserite nelregistro delle professioni non or-dinistiche e con le università e al-tri istituti scientifici. Quanto allecertificazioni di qualità, la regio-ne è autorizzata a concedere aiprofessionisti incentivi per con-

sentire l’acquisizione della certifi-cazione di qualità delle procedu-re e delle prestazioni. Promossala costituzione di cooperative, acarattere regionale, aventi lo sco-po di prestare garanzie per favo-rire la concessione di finanzia-menti ai professionisti associatida parte di banche, società fi-

nanziarie e di locazione finanzia-ria. Sono previsti anche interven-ti a favore delle persone. Ma oltreal Friuli Venezia Giulia ci sonoanche altre regioni che concedo-no contributi ad associazioni edenti locali allo scopo di accre-scerne la professionalità e la for-mazione. Queste sono Basilicata,Sardegna e Valle D’Aosta. In Sar-degna, attraverso l’articolo 2 del-la legge n. 69/994, è stato decisodi sostenere l’organizzazione diconvegni seminari e congressicon contributi concessi tra gli al-tri a enti locali, enti e organismipubblici, università, dipartimenti,istituti pubblici di ricerca e istru-zione. In Valle d’Aosta, ai sensidella legge regionale n.51/994,possono beneficiare dei contri-buti previsti dalla legge (fino al70% della spesa complessivacomprovata, regolarmente docu-mentata e ritenuta ammissibile)gli enti locali della regione, le im-prese artigiane singole o asso-ciate e le organizzazioni regiona-li dell’artigianato. Per quanto ri-guarda, infine, la Basilicata, ladecisione arriva dalla Giunta Re-gionale che riconosce contribuitiregionali ad associazioni ed entipubblici e privati nell’organizza-zione e gestione in campo sani-tario di corsi di formazione, gior-nate di studio, convegni, pro-grammi di educazione sanitaria.Il contributo concesso non potràperò superare il 40% delle spesee dovrà essere contenuto in co-perture massime stabilite a se-conda che l’evento sia di interes-se locale, regionale, nazionale ointernazionale. ■

Incontro ANMVIRegione al 48°CongressoSCIVACI Presidenti e i VicepresidentiANMVI Regione, in occasione del48° Congresso Nazionale Multisa-la SCIVAC che si terrà a Rimini dal27 al 30 maggio, si riuniranno perfare il punto sull’attività regionaleANMVI nel suo primo anno di atti-vità. Soddisfatto Carlo Scotti -Coordinatore ANMVI Regione- delrapido processo ANMVI di regio-nalizzazione che sta per esserecompletato. ■

10

Aggiornamento professionale

Dalle regioni, un aiuto alla formazione

laPROFESSIONE VETERINARIA 18/2004ANMVI REGIONE

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Microchip: entroluglio in Lazio

“Attualmente, sono solo 4 le regio-ni (Emilia Romagna, Marche,Abruzzo e Lombardia) che hannointrodotto il microchip, afferma l’As-sessore Marco Verzaschi, respon-sabile della sanità del Lazio. I si-stemi informativi adottati sono tuttidiversi; il loro utilizzo ha evidenzia-to una serie di problemi sui quali itecnici stanno lavorando. Al più tar-di entro luglio il sistema per l’ana-grafe canina sarà attivo”.

Page 11: Professione Veterinaria, Anno 2004, Nr 18

Tutti coloro che hannoaderito al concordatopreventivo biennale (D.L.

30 settembre 2003 n. 269 art. 33 esuccessive modificazioni) relativa-mente ai periodi d’imposta 2003 e2004, sono tenuti a compilare il nuo-vo quadro CP compreso nel model-lo Unico 2004.Ricordiamo che:1) l’adesione al concordato preven-tivo biennale comporta i seguentibenefici: • aliquota agevolata IRPEF sul

maggior reddito di lavoro auto-nomo/impresa dichiarato per il2003 rispetto al reddito del 2001;

• sospensione degli obblighi tribu-tari di emissione dello scontrino edella ricevuta fiscale (tale agevo-lazione non riguarda i liberi pro-fessionisti);

• limitazione dei poteri di accerta-mento.

2) per il periodo d’imposta 2003 icompensi non devono essere infe-riori a quelli relativi al periodo di im-posta in corso al 1° gennaio 2001maggiorati almeno dell’8%; il relati-vo reddito deve essere incrementa-to, rispetto a quello del 2001, alme-no del 7%.3) per il periodo d’imposta 2004 icompensi non devono essere infe-riori a quelli minimi concordati per il2003 maggiorati del 5%; il relativoreddito deve essere incrementato ri-spetto a quello minimo concordatoper il 2003 almeno del 3,5%.4) per il periodo d’imposta 2004 l’a-deguamento ai compensi è permes-so solamente per un incremento nonsuperiore al 10% dei compensi an-notati nelle scritture contabili. Ovenon si riescano a rispettare tali con-dizioni automaticamente si decadedai benefici previsti ed il contribuen-te sarà soggetto ad accertamentoparziale da parte dell’ufficio.

Il quadro CP del modello UNICO I commenti che seguono sono riferi-ti ad un contribuente che esercitaattività di lavoro autonomo.Il quadro CP è suddiviso in sei se-zioni: • la prima sezione comprende

esclusivamente l’indicazione del-la data di presentazione del con-cordato preventivo;

• la seconda sezione riguarda idati generali del contribuente re-lativamente al periodo di imposta2001;

• la terza sezione contiene l’indica-zione dei dati relativi all’esercizio2001 e gli eventuali adeguamen-ti al fine di determinare gli impor-ti di riferimento su cui applicare lemaggiorazioni;

• la quarta sezione si riferisce aidati relativi all’IVA del 2001;

• la quinta sezione accoglie i datidell’IVA 2003;

• la sesta sezione viene utilizzataper esporre l’ammontare del red-dito conseguito dal dichiarantesia a titolo individuale sia qualereddito di partecipazione al finedell’applicazione dell’aliquotaagevolata

Sezione 1Rigo CP1: va indicata la data dellacomunicazione all’Agenzia delle En-trate della domanda di adesione alregime del concordato preventivobiennale;

Sezione 2 - Dati generaliRigo CP2: il rigo contiene 3 caselle:• la casella 1 riguarda casi partico-

lari (successione mortis causa odi donazione d’azienda) che nonriguardano i liberi professionisti;

• la casella 2 riguarda i titolari diredditi d’impresa

• la casella 3 deve essere barratadai liberi professionisti che pro-ducono reddito di lavoro autono-mo.

Rigo CP3: tale casella non deve es-sere compilata dai lavoratori auto-nomi in quanto essa interessa sola-mente coloro che proseguono l’atti-vità d’impresa a seguito di succes-sione o donazione; Rigo CP4: nelle colonne 1 e 2 andràriportato il codice di attività indicatonella dichiarazione relativa all’anno2001 e quello risultante dalla nuovatabella di classificazione delle attivitàeconomiche in vigore dal 1° gennaio2004 (ATECOFIN 2004). Per i mediciveterinari il codice in uso nel 2001(85.20.0) non è variato.

Sezione 3 - RedditiRigo CP5: in tale rigo va indicatol’importo dei compensi “congrui”determinati dall’applicazione diGe.Ri.Co. (software reso disponibiledal Ministero delle Finanze) per ilperiodo d’imposta 2001 (per i medi-ci veterinari gli studi di settore eranoinfatti già applicabili nell’esercizio2001). Rigo CP6: nella colonna 1 andrà ri-portato l’ammontare dei compensirisultanti dalla dichiarazione UNICO2002 (rigo RE5); nella colonna 2 vaindicato l’importo del reddito di lavo-ro autonomo riportato al rigo RE20della dichiarazione UNICO 2002.Attenzione: nel caso in cui il contri-buente abbia ricevuto accertamentifiscali che siano divenuti definitivil’importo indicato in tale rigo deveessere aumentato degli eventualimaggiori compensi derivanti dal-l’accertamento (colonna 1) e deglieventuali maggiori redditi (colonna2);Rigo CP7: tale rigo è riservato a co-loro che per il periodo d’imposta2001 hanno aderito al concordato dimassa (articolo 7 della Legge n.289/2002) e prevede l’indicazionedei maggiori compensi e dei mag-giori redditi indicati nella domandadi adesione.Rigo CP8: tale rigo è riservato a co-loro che per il periodo d’imposta2001 hanno aderito all’integrativasemplice (articolo 8 della Legge n.289/2002) e prevede l’indicazionedei maggiori compensi e dei mag-giori redditi indicati nella domandadi adesione.Rigo CP9: i contribuenti che hannoaderito per l’anno 2001 al condonotombale di cui all’articolo 9 dellaLegge n. 289/2002 devono indicarenella colonna 1 la differenza, se po-sitiva, tra l’importo indicato nella co-lonna 1 del rigo CP5 e quello espo-sto nella colonna 1 del rigo CP6.Nella colonna 2 del Rigo CP9 andràindicato lo stesso importo eventual-mente indicato in colonna 1. Rigo CP10: i contribuenti che sisono avvalsi delle disposizioni dicui all’articolo 2, comma 52, Leg-ge 350/2003 e non hanno quindidefinito il periodo d’imposta 2001,devono indicare in colonna 1 la

differenza, se positiva, tra l’im-porto indicato al rigo CP5 e quel-lo indicato al rigo CP6 ed in co-lonna 2 lo stesso importo già indi-cato in colonna 1;Rigo CP11: nella colonna 1 andràindicato l’importo dei maggiori com-pensi derivanti da accertamenti di-venuti definitivi ed in colonna 2 l’im-porto del maggior reddito derivantedai predetti accertamenti. Devono essere considerati in tale ri-go anche gli accertamenti definiti aseguito di adesione (D. lgs. n.218/1997) o di definizione agevolata(art. 15 e 16 Legge 289/2002).Si ricorda che gli importi indicati intale rigo devono essere inclusi negliimporti da indicare nel rigo CP6.Rigo CP12: coloro che al fine di ade-rire al concordato preventivo bien-nale hanno adeguato i compensidell’esercizio 2001 a quelli derivantidagli studi di settore pagando le re-lative imposte prima dell’adesione alconcordato preventivo, devono indi-care in colonna 1 un importo pari al-la differenza tra l’importo indicato alrigo CP5 e la somma degli importiindicati nella colonna 1 dei righiCP6, CP8 e CP11.In colonna 2, va riportato lo stessoimporto già indicato in colonna 1; Rigo CP13: tale rigo accoglie i totalidei righi da CP6 a CP12.Rigo CP14: la colonna 1 interessasolamente i titolari di reddito d’im-presa.Nella colonna 2 dovrà essere indi-cato l’importo dell’agevolazione fi-scale (cosiddetta Tremonti - bis) cheha influito sulla determinazione delreddito imponibile dell’esercizio2001.Rigo CP15: nella colonna 1 andràindicata la differenza tra l’importodel rigo CP13, colonna 1 e l’importodel rigo CP14, colonna 1; in colonna2 va indicata la somma degli impor-ti del rigo CP13, colonna 2, e del ri-go CP14, colonna 2. Gli importi indicati nelle colonne 1 e2 di tale rigo andranno riportati allacolonna 1 dei righi RE26 ed RE27.Sezione 4 - IVA 2001 La presente sezione deve esserecompilata solamente dai soggettiche nel 2001 svolgevano un’attivitàsoggetta agli studi di settore o para-

metri (e quindi dovrà essere compi-lata dai medici veterinari).Rigo CP16: la casella va barrata nel-le ipotesi in cui il volume d’affari2001 indicato nella dichiarazioneIVA era congruo agli studi di settoreovvero è stato adeguato medianteversamento effettuato entro il termi-ne di presentazione della dichiara-zione dei redditi relativa al medesi-mo anno; Rigo CP17: la casella va barrataqualora il contribuente abbia rag-giunto un volume di affari congruoagli studi di settore a seguito di ac-certamenti divenuti definitivi e/o diadesione agli istituti definitori di cuiagli articoli 7, 8 o 9 della Legge n.289/2002 e all’articolo 2, comma 52,della Legge n. 350/2003 (definizio-ne del periodo di imposta in corso al31 dicembre 2002); Rigo CP18: i contribuenti che perl’anno 2001 avevano dichiarato unvolume di affari “non congruo” in ba-se agli studi di settore e, per aderireal concordato preventivo biennale,hanno provveduto all’adeguamentomediante versamento con modelloF24 della relativa imposta anterior-mente alla data di presentazionedella comunicazione di adesione,dovranno indicare in colonna 1 ladifferenza tra il volume di affari de-terminato in base all’applicazionedegli studi di settore e quello risul-tante dalla dichiarazione IVA relativaall’anno 2001.In colonna 2 dovrà essere invece in-dicata l’aliquota media che è stataapplicata all’importo di colonna 1 alfine di determinare l’importo versatoda indicare in colonna 3.

Sezione 5 - IVA 2003Rigo CP19: Tale rigo deve esserecompilato solamente dai contri-buenti i cui compensi minimi perl’anno 2003 siano inferiori a quelli diriferimento del periodo d’imposta2001 maggiorati dell’8%.In tale ipotesi nella colonna 1 andràindicato l’importo degli eventualimaggiori corrispettivi che derivanodall’adeguamento, in sede di di-chiarazione dei redditi, dei compen-si dichiarati per il periodo d’imposta2003 ai ricavi minimi previsti ai finidel concordato preventivo.

In colonna 2 va indicata l’aliquotamedia da applicare all’importo dicolonna 1. In colonna 3, va indicatal’eventuale imposta da versare entroil termine di presentazione della di-chiarazione.

Sezione 6 - Prospetto perdeterminazione aliquotaagevolata Irpef Tale prospetto dovrà essere compi-lato per l’esatta indicazione nel qua-dro RN del modello Unico 2004 del-la quota di reddito dell’esercizio2003 da assoggettare a tassazioneagevolata.Rigo CP20: in tale rigo andrà indi-cato, in colonna 2, l’ammontaredel reddito di lavoro autonomoconseguito dal dichiarante a titoloindividuale nel periodo d’imposta2001 (tale importo corrisponde aquanto indicato in colonna 2 del ri-go CP15); Rigo CP21: va indicato il reddito dipartecipazione in società di perso-ne o assimilate che hanno aderito alconcordato preventivo, (sempre re-lativo all’esercizio 2001).Il reddito di impresa (proveniente dasocietà commerciali) andrà indicatoin colonna 1 e quello di lavoro auto-nomo (proveniente da associazioniprofessionali) in colonna 2.La quota di partecipazione al reddi-to della società deve essere quellaposseduta al 31 dicembre 2003.Rigo CP22: devono essere indica-ti i redditi di partecipazione con-seguiti nel 2001, provenienti dasocietà o associazioni professio-nali che non hanno aderito al con-cordato preventivo. Il reddito diimpresa (proveniente da societàcommerciali) andrà indicato in co-lonna 1 e quello di lavoro autono-mo (proveniente da associazioniprofessionali) in colonna 2. Gli im-porti vanno riportati anche nel ca-so in cui il dichiarante non risultipiù socio al 31 dicembre 2003. Rigo CP23: vanno riportati i totalidelle rispettive colonne.Tali totali andranno riportati nelquadro RN e precisamente al rigoRN1, colonne 1 e 2, per determi-nare correttamente dell’aliquotaagevolata applicabile del 23% odel 33%. ■

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Il nuovo quadro CP del modello Unico 2004 - Persone fisiche

laPROFESSIONE VETERINARIA 18/2004

di Giovanni Stassi

Dottore Commercialista, Torino

RUBRICA FISCALE

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EUROPA

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★ ★ ★ ★★★ 17laPROFESSIONE VETERINARIA 18/2004

I l morbo della mucca pazzanon risparmia i nuovi partnerdell’Ue: Repubblica Ceca,

Polonia, Slovacchia e Slovenia sisono confrontate con la diffusionedel virus e, secondo l’ultimo rap-porto di Bruxelles, questa tenden-za è in netta crescita. Dal primogennaio al 26 aprile di quest’annoinfatti, i quattro paesi hanno se-gnalato la presenza di 10 nuovifocolai di encefalite spongiformebovina (Bse), con un incrementosostanziale rispetto ai 12 casi chegli stessi stati avevano registratonell’arco dell’intero 2003. Bruxelles sembra decisa a tenerela guardia alta in quanto propriosulla mucca pazza i risultati del2003 nell’Ue a Quindici erano sta-ti più che incoraggianti: una ridu-zione dei focolai del 40% rispettoall’anno prima, a riprova che ipartner erano decisi a debellarela malattia. Del resto, con l’arsenale di misuredi prevenzione introdotte dall’U-nione, ed in primo luogo il divietodi utilizzare farine animali, Bruxel-les è convinta di aver tutte le car-te in regola per vincere la batta-glia contro la mucca pazza re-sponsabile, nella nuova varianteumana della malattia di Cruetz-feldt-Jakob, di circa 130 decessinella vecchia Europa, di cui 119 inGran Bretagna. In Italia ne è statavittima una giovane siciliana.L’obiettivo ora è evitare che neinuovi partner si assista ad una re-crudescenza dei casi di muccapazza considerando che propriola sicurezza alimentare rischia diessere il tallone d’Achille dellacomplessa operazione di allarga-

mento realizzata il primo maggiodall’Unione. L’ultimo rapporto della Commis-sione europea sulla diffusione delmorbo riporta i casi registrati neiprimi 4 mesi quest’anno: nell’Ue a25 ne sono stati segnalati 240 di

cui almeno tre in Italia. Nella vec-chia Europa una limitata presenzadella Bse si conferma soprattuttoin Italia, Olanda, Portogallo, Fran-cia, Spagna, mentre nessun casoè stato registrato in Finlandia, Au-stria, Danimarca e Grecia. Fa ec-

cezione l’Irlanda dove si segnala-no 55 focolai rispetto ai 185 del2003. Il quadro sull’evoluzione dell’infe-zione si rasserena nel Regno Uni-to, dove è scoppiata l’infezionenel 1986, e dove nei primi quattro

mesi del 2004 ne sono stati ac-certati 70 rispetto ai 640 dell’annoprima. L’evoluzione positiva dellamalattia fa sperare nella ripresadel dibattito in Europa per far tor-nare la fiorentina sul piatto degliitaliani. ■

10 nuovi focolai nei Peco

BSE, Bruxelles alza la guardia Con l’ingresso dei Paesi dell’Europa Centrale ed Orientale, l’Europa non vuole fare passi indietro nella lotta al morbo della “mucca pazza”

La BSE nella UE

NEL 2003 AL 26/04/2004

REGNO UNITO: 614 70

AUSTRIA: 0 0

BELGIO: 15 7

DANIMARCA: 2 0

FINLANDIA: 0 0

FRANCIA:138 21

GERMANIA:54 19

GRECIA: 0 0

IRLANDA: 185 55

ITALIA: 31 3

LUSSEMBURGO: 0 0

OLANDA :19 4

PORTOGALLO: 133 27

SPAGNA: 172 25

REPUBBLICA CECA: 4 1

POLONIA: 5 5

SLOVACCHIA: 2 3

SLOVENIA: 1 1

UE A 25:1376 240

Page 14: Professione Veterinaria, Anno 2004, Nr 18

L e razze bovine adattate aiclimi tropicali sviluppanouna risposta immune

all’infestazione da zecche diversarispetto alle più sensibili razze eu-ropee. La ricerca in questo camposi è concentrata soprattutto sugliaspetti genetici legati alla resisten-za alle zecche, mentre si è inda-

gato poco sui meccanismi immu-nitari alla base di questa condizio-ne. Un team di ricerca australianoguidato da Ian Sutherland (CSIROLivestock Industries) ha osservatoche i bovini adattati ai climi tropi-cali (Bos indicus), come i Brah-man, noti per l’elevata tolleranzaalle zecche del bovino (Boophilus

microplus), disattivano parte del lo-ro sistema immunitario in rispostaall’infestazione da zecche. I ricer-catori ipotizzano che questa rispo-sta possa prevenire alcuni tra i piùdannosi effetti collaterali della ri-sposta immunitaria che si manife-stano invece nelle razze europee(Bos taurus), molto meno resistenti,

come la Hereford.La disattivazionedi una parte della risposta immunepotrebbe coincidere con l’up-regu-lation di un’altra parte. Mentre l’e-satta natura di questo meccanismoimmunitario non è ancora statacompresa, i risultati preliminari di-mostrano che le differenze tra lerazze bovine sono dimostrabili e

che possono aprire la strada alla ri-cerca mirata ad aumentare la resi-stenza alle zecche di Bos taurusmodulandone la risposta immunita-ria. Attualmente sono in corso studiper la valutazione della risposta al-l’infestazione da zecche in boviniincrociati con Bos indicus.

M.G. Monzeglio

Piressia post partonella bovina da latte

Uno studio ha rilevato la tem-peratura corporea di 90

bovine da latte nei primi 10 giornidopo il parto, classificando in se-guito gli animali come normali (<39,7°C) e piretici. Sono stati effet-tuati tamponi uterini per la colturabatterica aerobia e anaerobia aigiorni 7, 14, 21 e 28 succesivi alparto. La crescita dei batteri identi-ficati è stata valutata semi-quantita-tivamente. Campioni ematici sonostati prelevati tre volte alla settima-na per la stima della concentrazio-ne delle proteine di fase acuta. Latemperatura corporea delle vaccheera spesso superiore all’intervallodi normalità, ma non era un buonindicatore del numero di batteripresenti nell’utero. Tuttavia, la pi-ressia era correlata alla presenza dipatogeni uterini specifici (P < 0,05)e in particolare di Prevotella spp. (P< 0,01). Gli animali piretici presen-tavano una più alta concentrazioneplasmatica di proteina di fase acu-ta. Benché la piressia sia un indi-catore di infiammazione post parto,è necessario osservare segni clini-ci aggiuntivi per porre una diagno-si di sospetto di infezione battericauterina. M.G. Monzeglio

La marsupializzazionedella vescica nellacapra

Uno studio retrospettivo havalutato i risultati della mar-

supializzazione della vescica per iltrattamento delle urolitiasi ostrutti-ve nel becco. Dei 19 animali tratta-ti, 18 sono sopravvissuti. Il flussourinario è stato ristabilito in tutti isoggetti al termine dell’interventochirurgico. In due soggetti si sonoosservate complicazioni postope-ratorie a breve termine (prolassomucosale vescicale e morte). In al-tri due animali si sono verificatecomplicanze al lungo termine (ci-stite e chiusura fibrotica dello sto-ma). La durata media dell’ospeda-lizzazione era pari a 4 giorni. Almomento del follow-up in tutti isoggetti veniva segnalata una mo-dica algia durante la minzione.Non si riscontravano segni clinicidi malattia delle vie urinarie supe-riori o presenza di ostruzione uri-naria. Quindici proprietari su 17erano soddisfatti della procedura.Nei soggetti trattati, la marsupializ-zazione della vescica ha consenti-to la risoluzione a lungo terminedell’ostruzione urinaria comportan-do una morbilità accettabile.

M.G. Monzeglio

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La resistenza alle zecche di alcune razze bovineIl ruolo della risposta immunitaria dell’ospite

laPROFESSIONE VETERINARIA 18/2004LA RASSEGNA DI VET-JOURNAL

Page 15: Professione Veterinaria, Anno 2004, Nr 18

Si è svolto il 26 marzo scor-so presso il Centro Con-gressi la Corte di Arenaro

a Torre in Pietra (Roma) il conve-gno dal titolo “Crisi della bovini-coltura: vantaggi e svantaggi del-la conversione dal bovino al bufa-lino”, un appuntamento promossodalla Delegazione Regionale SI-VAR del Lazio, in collaborazionecon ISZ, IZS, ANASB, AIAB, Uni-versità degli Studi di Federico II diNapoli, grazie alla sponsorizza-zione di Pfizer Animal Health, perparlare della crisi del settore main modo propositivo...

Ci aspettavamo un maggior nu-mero di partecipanti, specie pic-coli e medi produttori dell’agro ro-mano, e anche di colleghi che siinteressano di animali da reddito,che erano il target naturale a cuiil convegno si rivolgeva, per pro-porgli delle alternative di alleva-mento che fossero in competizio-ne con l’idea di mollare tutto e de-dicarsi ad un altro mestiere piùredditizio e meno problematico.Invece gli oltre settecento invitirecapitati dall’ARA, la Coop. Lat-te Più, la Coop. Aurelia e la Coop.Casilina, l’Ordine dei medici Vete-rinari della Provincia di Roma, so-no riusciti a solleticare l’interessedi solo 70 allevatori e qualchecollega volenteroso, curiosi di sa-pere che esistono sul territorio la-ziale delle realtà zootecniche cheil mondo ci invidia e che attual-mente riescono a stare sul mer-cato europeo e mondiale avva-lendosi unicamente delle poten-zialità organolettiche del prodot-to, della certificazione di prodotto(mozzarella di bufala campanaD.O.P), e delle qualità igienico-sanitaria dell’intera filiera. Al con-vegno è risultato chiarissimo chela bufala sta sul mercato e chenon vive grazie a nessun contri-buto diretto (PAC) o indiretto (si-stema delle quote) e che attual-mente è una produzione sana,una di quelle produzioni agro-zootecniche a cui l’Europa puntae che potrebbe essere portatacome esempio per essere a metàtra un prodotto di nicchia e unprodotto di qualità.

Una crescita demografica...bestialeIl Prof. Antonio Borghese, Diretto-re S.O.C. dell’Istituto Sperimenta-le per la Zootecnia di Tor-Manci-na, ha confermato la tendenza al-la crescita del settore riportandoche dal 1953 ad oggi il numerodei capi bufalini allevati in Italia è

stato del 1.600%. Una crescitaspaventosa se paragonata alladiminuzione del comparto bovinoche negli stessi anni invece nelLazio è diminuito del 6%. Una crescita così imponente cheha impedito di gestire la rimontabufalina in maniera adeguata allaselezione finalizzata all’aumentodi produzione. Il Prof. Luigi Zica-relli dell’Università Federico II diNapoli ha confermato questo da-to dicendo che se adesso la me-dia della produzione di latte dellabufala mediterranea italiana si as-sesta sui 7 litri giornalieri non èdovuto alla scarsa potenzialitàproduttiva dell’animale ma al fattoche, essendoci una forte richie-sta di latte, anche gli animaliscarsi produttori rimangono in fi-liera. Come dire che in tempo diguerra si reclutano tutti sia vecchiche bambini. La media di conse-guenza si abbassa e la fama del-la bufala come produttrice di latteviene svilita anche se ci sonoesemplari come Olga che inquarta lattazione ha avuto un pic-co di 33,8 kg/die e una produzio-ne totale di 5.962 kg in 270 gg.(Bubalus Bubalis n° 4 dicembre2003). La bufala quindi non è unaspecie zootecnica minore è unanimale dal potenziale enormeche viene espresso soprattuttoquando il suo latte viene caseifi-cato e si trasforma in mozzarellaper essere apprezzata sulle no-stre tavole, su quelle dei nostriconnazionali nord-europei, suquelle degli americani e pensateun po’ anche su quelle dei giap-ponesi.

Mozzarella e occhi a mandorlaUn prodotto planetario che deveconciliare quindi qualità a stabi-lità della conservazione visto checon l’aquisizione di mercati cosìlontani deve affrontare lunghiviaggi. Il dott. Antonio Fagiolo,Direttore Sanitario dell’IsitutoZooprofilattico di Lazio e Tosca-na, ha particolarmente insistitosulla salubrità delle produzionibufaline che devono mantenereuna qualità igienico-sanitariastandard rigorosa pena l’esclu-sione dai mercati internazionalidei paesi ricchi che normalmentehanno un alto livello di sorve-glianza sanitaria sulle derrate diorigine animale. Anche se, con-trobatte il Prof. Zicarelli, il suc-cesso planetario che la mozza-rella di bufala ha riscosso è do-vuto al lavoro dei piccoli caseificifamiliari che lavorano il prodottoin maniera artigianale rispettan-do la qualità organolettica origi-naria della mozzarella e non sivendono alla grande distribuzio-ne che tende a livellare la qualitàin favore di una maggiore ma-neggevolezza del prodotto finito(scadenza di 15 giorni).Il dott. Angelo Coletta, DirettoreANASB (Associazione Nazionale

Allevatori Specie Bufalina), con-corda che il successo della bufa-la è legato alla filiera di produzio-ne, trasformazione e commercia-lizzazione del prodotto e che mol-to si può ancora fare per miglio-rare tutto il comparto. Getta peròun po’ d’acqua fredda sugli entu-siasmi alla conversione dicendoche, adesso è vero che nel com-parto bufalino non esistono restri-zioni di quota e che il latte pro-dotto fuori dalla zona D.O.P. rie-sce a piazzarsi sul mercato, mase in futuro gli allevamenti au-menteranno nelle zone fuoriD.O.P. e ci sarà una sovrappro-duzione e soprattutto se questaproduzione tenderà a svilire ilprodotto del marchio “le restrizio-ni ci saranno… eccome se ci sa-ranno!”.

Le similitudini col bovino“Ma cosa ha di simile al bovino labufala?”. Ecco la domanda chepiù frequentemente i miei alleva-tori mi rivolgevano in occasionedelle visite che effettuavo nel pe-riodo di preparazione del conve-gno. Il 26 marzo abbiamo avutola risposta...nulla tranne la stazzae i quattro capezzoli! Ma questonon è poco visto che se si parladi riconversione viene tutto più fa-cile se le attrezzature di stalla de-vono adattarsi ad un animale del-lo stesso peso e con la stessamammella. Il dott. Massimo Vernaricercatore dell’ISZ di Tor-Manci-na, ha confortato quanti durante ilconvegno pensavano a un’even-tuale riconversione... “stalle, re-cinti e sala mungitura possonoessere facilmente adattati perospitare la bufala sia se si ricon-verte l’azienda in toto sia se siospitano tutte e due le specie nel-lo stesso tempo”.

Le differenze col bovinoIl latte di bufala differisce di mol-to dal latte bovino, e sembra es-sere a metà tra il latte ovino equello caprino per quantità digrasso (8% circa) e di proteine(4,5%), da qui la sua particolarepredisposizione alla produzionedi una gustosa mozzarella. Ildott. Remo Rosati, Direttore delCentro Latte dell’IZS di Lazio eToscana, ha confermato questidati precisando inoltre, che, an-che se è un latte diverso, an-ch’esso sottostà ai dettami delDPR. 54 che disciplina tutto ilsettore lattiero caseario. Un’altradifferenza sostanziale di questoanimale rispetto al bovino e lastagionalità riproduttiva! Il suoperiodo riproduttivo favorevoleva da fine estate a fine primave-ra conservando un ricordo ance-strale delle sue zone d’origineasiatiche. Quel periodo da quelleparti risulta essere la stagioneproduttiva migliore per i terreniche si ricoprono di fresca vege-tazione e consentono all’animale

di svezzare il piccolo senza nes-suna difficoltà. Purtroppo in Italiala situazione si capovolge per-ché quei mesi corrispondono cli-maticamente all’autunno-invernoche notoriamente non è la stagio-ne migliore per svezzare un pic-colo di erbivoro. Non per niente inostri erbivori partoriscono tutti inprimavera! Questa anomalia dilatitudine si ripercuote sulla pro-duzione di latte che è massima ininverno, periodo in cui la richie-sta di mozzarella da parte delmercato è minima. Di qui il moti-vo per cui sì deve destagionaliz-zare l’animale per far si che ilpicco di lattazione incominci adesserci in primavera-estate mo-mento in cui la richiesta di moz-zarella di bufala è massima. Ladott.ssa Vittoria Barile, ricercatri-ce dell’ISZ di Tor Mancina, hadissertato sulle tecniche di de-stagionalizzazione farmacologiae sui complicati aspetti riprodutti-vi di questo simpatico animale.“Questo mal si sposa apparente-mente con il Regolamento 20/92del biologico” asserisce il dott.Paolo Lumaca della CEDA-AIAB(Associazione Italiana Agricoltu-ra Biologica), il quale diceespressamente che non si pos-sono utilizzare ormoni per la ri-produzione nei cicli di produzio-ne zootecnica delle aziende Bio-logiche. Però è anche vero chechi compra Bio, è avvezzo a con-sumare prodotti di stagione ed èquindi possibile che ci sianoconsumatori che decidano diconsumare una mozzarella di Bu-fala Campana D.O.P. di stagionee cioè “invernale”.

Un cauto ottimismo nellaconversioneSembra quindi che trasformare gliallevamenti del Lazio da bovini abufalini sia una cosa facile e natu-rale, in questo momento di crisidella bovinicoltura nazionale e inparticolare delle regioni del centro-sud, vista anche la semplicità del-la documentazione che bisognapresentare alla ASL di competen-za (solo la segnalazione di cambiodi specie) come ha precisato ilDott. Claudio Fantini ResponsabileServizi Veterinari della ASL RMD.Eppure il dott. Roberto Bedeschi,Direttore della Coop. POMAR,azienda che ha convertito in tempinon sospetti la sua azienda licen-ziando le vacche e introducendocentinaia di bufale in lattazione, in-vita ad un cauto ottimismo. “La bu-fala rende se si trasforma il latteche produci” precisa Bedeschi,ma questo sembra essere il pen-siero comune... anzi sembra esse-re il leitmotiv di tutte le produzionizootecniche! Sembra quasi chel’esperienza del Crack Parmalat, ilmega distributore mondiale dell’a-groalimantare italiano, abbia con-fermato la tesi mitologica che an-cora una volta Davide vince sul co-losso Golia, che l’agilità vince sullapesantezza pachidermica, che ipiccoli produttori trasformatoripossono affrontare con più rapiditài mutamenti e i gusti del mercato ein fin dei conti che se i dinosauri sisono estinti... una ragione c’è.

Per saperne di più guardate i sin-goli filmati di tutte le relazioni ri-presi da GioFil-ANMVI alla pagi-na: www.anmvi.it/giofil

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Convegno SIVAR - Regione Lazio

La “crisi della bovinicoltura”

laPROFESSIONE VETERINARIA 18/2004DALLE ASSOCIAZIONI

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di Roberto Lomolino

Delegato Regionale SIVAR Lazio

Il Palco dei relatori, tra gli altri, il Prof. Antonio Borghese e il Prof. Luigi Zi-carelli due eminenze grigie del mondo bufalino nel mondo.

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Page 16: Professione Veterinaria, Anno 2004, Nr 18

A lcuni clamorosi episo-di avvenuti da un annoa questa parte, oltre

all’introduzione del nuovo dirittosocietario che porta più respon-sabilità in capo ai vertici di impre-

sa, hanno stimolato una maggioreattenzione da parte del settoreagroalimentare al rischio di conta-minazioni accidentali di ogni ge-nere tra i prodotti, che possanocomportare gravi responsabilità

per gli operatori agricoli e zootec-nici e, soprattutto, salatissimi ri-sarcimenti danni a terzi. Una rico-gnizione sulle protezioni aziendaliin corso o da rinnovare è dunquediventata imprendiscibile. Ma

quali sono i sinistri che oggi impe-gnano maggiormente assicuratorie mondo agricolo? Ettore Cazzo-la, responsabile agricoltura diReale Mutua (appena uscita conuna nuova versione di Agrireale),

spiega che “in campo zootecnico,si segnala soprattutto la fuoriusci-ta accidentale di liquami dalle va-sche di conservazione, con trava-so nelle rogge che portano l’ac-qua di irrigazione alle coltivazionivicine. Questo sinistro può risultarecoperto dalla polizza danni da in-quinamento accidentale se com-presa nel pacchetto standard mul-tirischio, sotto le garanzie di Rc ter-zi”. Oppure viene assicurato previoil pagamento di un premio aggiun-tivo. L’entità del premio varia dacompagnia a compagnia, dipendedal fatturato aziendale e da altri pa-rametri come il numero e le retribu-zioni dei dipendenti: mediamentesi parte da 5 mila euro in su. L’as-senza di questa copertura esponeun allevatore situato in zona ad altaintensità colturale al rischio di for-tissimi costi di risarcimento dei rac-colti inquinati e di bonifica di acqueed eventualmente di falda. “Gli al-levatori di bovini - aggiunge MarcoGallotti, vicepresidente di Willis- siassicurano invece per il caso diconferimento accidentale di unapartita di latte non idoneo nel ca-mion cisterna di raccolta comune,con conseguente deterioramentodel prodotto di altre aziende”. Ilmassimale prescelto deve esseresufficiente per risarcire i terzi dellespese di ritiro ed eventuale distri-buzione del prodotto, delle perditedi profitto per l’interruzione o la ri-duzione delle vendite. Anche inquesto caso il premio minimo ri-chiesto da vari assicuratori parteda 5 mila euro. Alcuni prodotti, spe-cificano gli specialist di Marsh, per-mettono di coprire anche l’assicu-rato per eventuali costi di consu-lenza per la gestione della crisi, peril ripristino delle linee contaminatee per recuperare l’immagine nelproprio mercato. I coltivatori insi-stono per includere nei contratti il ri-sarcimento a terzi del cosiddetto“effetto deriva”: vale a dire la con-taminazione accidentale degli ap-pezzamenti confinanti causata dalvento, dopo aver nebulizzato pesti-cidi, diserbanti o anticrittogamicisui propri campi. Nel 2003 alcuniproduttori di mais hanno chiamatoin causa le compagnie per risarciregli allevamenti bovini loro clienti perlatte accidentalmente contaminatoda aflatossine a causa della ecce-zionale calura estiva. Per lo stessoproblema, alcune grandi aziendeagricole che riforniscono i super-mercati di frutta e ortaggi avevanostipulato la copertura “danni permancata o errata refrigerazione ostagionatura in celle frigorifere oper camion frigoriferi”. Con la com-pagnia AigEurope a fronte di unmassimale di 2,5 milioni si pagano5-10 mila euro di premio.

Dalle partite di latte airefrigerati

uno“scudo” ad hocper ogni rischio di Katia Ferri,

Agrisole 23-29 Aprile

20

La zootecnia corre al riparo dai sinistriE le compagnie assicuratrici sono pronte...

laPROFESSIONE VETERINARIA 18/2004LETTO SU...

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La Blu Tongue eil malcontentodegli allevatoriIl sottoscritto dottor Luciano Nat-tero, Veterinario Dirigente dellaA.S.L. n° 2 Savonese, segnalacon la presente lo stato di cre-scente malcontento riscontrabiletra gli allevatori sottoposti al pianodi monitoraggio sierologico per laBlue Tongue, e segnatamente percoloro che si vedono da mesi eanni costretti a sottoporre i loroanimali a prelievi ematici mensilie/o quindicinali. In particolare la situazione è de-stinata ad ulteriore aggravamen-to, così come è successo negliscorsi anni, dal mese di maggio inpoi, quando appunto i prelievi damensili divengono quindicinali,specialmente nelle zone comequella dove opera il sottoscrittodove la scarsità del patrimoniozootecnico impedisce consistentialternative alla scelta degli anima-li sentinella.Si rimarca infine come l’attività dieffettuare prelievi ematici cosìesasperatamente reiterati, dagliesiti immutabilmente negativi, sirisolva in un inasprimento deirapporti tra gli allevatori e i Vete-rinari operatori, nonché in unostato di frustrazione per questi ul-timi, costretti ad un lavoro cheappare sempre più ripetitivo, va-no e inutile.Apparirebbe utile un ridimensio-namento della frequenza dei pre-lievi, eventualmente supportatada una intensificazione dei con-trolli entomologici.

Si ringrazia per l’attenzione.Dr. Luciano Nattero

Veterinario ASL 2 Savonese

Caro collega, non sono un esperto di Blue Ton-gue e non sono quindi in gradodi entrare nel merito della tuachiara e forte denuncia. Certa-mente, la tua lettera esprime unagrande passione verso la profes-sione e il desiderio di lavorare almeglio. Per quanto riguarda l’at-teggiamento che ha avuto l’ANM-VI su questo dibattuto ed irrisoltoproblema ti posso solo dire chedopo un importante convegno te-nutosi a Roma nel luglio del 2003con la presenza di esperti inter-

nazionali, e da noi organizzatopresso la Camera dei Deputati,era emersa una sostanziale con-divisione della strategia che il mi-nistero aveva avviato, pur conqualche dubbio sulla vaccinazio-ne dei bovini ma soltanto per unamancanza di esperienza storica.Quella occasione fu poi strumen-talizzata da alcuni gruppi politiciappoggiandosi alle proteste de-gli allevatori e coinvolgendo noiorganizzatori in scontri di interes-si economici e politici che non ci

riguardano.Aspetti scientifici a parte, abbia-mo continuato a nutrire dubbi epreoccupazioni per il ruolo delveterinario in questa situazione.Abbiamo quindi chiesto al Mini-stero della Salute di sosteneremaggiormente e con maggioriinformazioni l’impegno che molticolleghi stavano dando in varieregioni, in condizioni veramentedifficili. Forse nel luglio dell’annoscorso è mancata da parte delMinistero la prontezza d’interven-

to che il nostro convegno dimo-strava essere necessaria, ma poic’è stata un’inversione di rotta daparte del Ministro Sirchia nelconsiderare la gravità dell’emer-genza in tutti i suoi aspetti, tran-quillizzando gli allevatori sullecoperture economiche e dedi-candosi maggiormente alla co-municazione. Mi farebbe piacerese dopo la tua lettera intervenis-sero sulla nostra rivista altri Col-leghi.

Carlo Scotti

laPROFESSIONE VETERINARIA 18/2004 21LETTERE AL DIRETTORE

@

“La fine della caccia? Sulle nostre tavole la carne

deve pure arrivare”.Altero Matteoli,

Ministro dell’Ambiente

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laPROFESSIONE VETERINARIA 18/200422CALENDARIO ATTIVITÀ

La rivista è un settimanalespecializzato rivolto a Medici

Veterinari e operatori del settore

DirettoreCarlo Scotti

Direttore ResponsabileAntonio Manfredi

Coordinamento EditorialeAngelo Franceschini, Sabina Pizzamiglio

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Comitato di RedazionePierpaolo Bertaglia,

Paolo Bossi, Marco Eleuteri,

Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga,

Sabina Pizzamiglio,Aldo Vezzoni

RubricheFabrizio Pancini, Oscar Grazioli,

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Segreteria di RedazioneLara Zava

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GraficaFrancesca Manfredi

EditoreSCIVAC - Via Trecchi, 20

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Chiuso in stampa il 13 maggio 2004

laVETERINARIAPROFESSIONE

48° CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC MULTISALA ARGOMENTI (IN SIMULTANEA SU 9 SALE) CON TUTTE LE SOCIETÀ SPECIALISTICHE: ALIMENTAZIONE E NUTRIZIONE ANIMALE, ANESTESIA ERIANIMAZIONE, ANIMALI ESOTICI, CARDIOLOGIA, CHIRURGIA, CITOLOGIA, DERMATOLOGIA, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI, MEDICINA FELINA,MEDICINA INTERNA, MEDICINA NON CONVENZIONALE, MEDICINA SPORTIVA DEL CANE, MEDICINA D’URGENZA, NEUROLOGIA, OFTALMOLO-GIA, ODONTOSTOMATOLOGIA, ONCOLOGIA, PRATICE MANAGEMENT, ORTOPEDIA, RIPRODUZIONE, SCIENZE COMPORTAMENTALI APPLICATE- Rimini - Palacongressi della Riviera di Rimini - Richiesto accreditamento ECM - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403508 - email [email protected]

CORSO SOVI CORSO AVANZATO SUL TRAPIANTO DELLA CORNEA - RiminiPer informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403502 - email [email protected]

DELEGAZIONE SIVAR LAZIO (BUFALO) “ORGOGLIO REGIONALE: LE TRE RAZZE ZOOTECNICHE DEL 2004” - Centro Congressi Arenaro S.S. Aurelia,Torre in Pietra,Roma - Info: Delegazione Regionale SIVAR (Dr. Roberto Lomolino - cell. 335-64.98.092, E-mail: roberto. [email protected])

CORSO SCIVAC CORSO DI MEDICINA COMPORTAMENTALE DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA - Perugia - Centro Studi SCIVAC/AVULP - Richie-sto accreditamento ECM - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403508 - email [email protected]

CONVEGNO SIVAR ZOOTECNIA BIOLOGICA I° CONVEGNO NAZIONALE SULLA ZOOTECNIA BIOLOGICA: “NUOVE OPPORTUNITÀ DI REDDITO PER L'AGRICOLTORE MODERNO” (FIERADELL'AGRICOLTURA DI VISCIANO, 4-5-6 GIUGNO 2004) - Info: dr. Sergio Castaldo (cell. 328/00.24.76, E-mail: [email protected])

SISCA ESPERIENZE DI ZOOANTROPOLOGIA DIDATTICA - Cremona - Richiesto accreditamento ECM Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403502 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI CITOLOGIA MIDOLLARE- Cremona - Richiesto accreditamento ECM Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403508 - email [email protected]

CORSO SCIVAC/SISCA CORSO AVANZATO DI ZOOANTROPOLOGIA APPLICATA ALLA DIDATTICA - Perugia - Centro Studi SCIVAC/AVULP Crediti ECM: 18 - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403508 - email [email protected]

MERIAL 6° CONGRESSO INTERNAZIONALE MERIAL - Riccione - Centro Congressi Le ConchigliePer informazioni: New Team - tel. 0521/293913 - Fax 0521/294036 - www.newteam.it

CORSO SCIVAC CORSO DI FISSAZIONE ESTERNA - Cremona - Richiesto accreditamento ECM Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403508 - email [email protected]

SIMEF SEMINARIO SULLE PATOLOGIE DELL’APPARATO RESPIRATORIO SUPERIORE DEL GATTO - Cremona - Richiesto accredita-mento ECM - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403502 - email [email protected]

SIMIV ARTROPATIE D’INTERESSE INTERNISTICO NEL CANE E NEL GATTO - Cremona - Richiesto accreditamento ECM Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403502 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC TRENTINO ALTO ADIGE FONDAMENTI DI PRONTO SOCCORSO E TERAPIA INTENSIVA - c/o la sede dell’ordine di Trento,Via Zambra,16 Trento- Rel.: dr.Fabio Viganò - Richiesto accr. ECM - Per info: Monica Borghisani - Segr. SCIVAC - Tel 0372/403506 - email: [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC CALABRIA CARDIOLOGIA- Relatore: Dr. Francesco Migliorini-Centro Congressi Palagarden, C.Da Marchesino, Roges di rende -CSPer informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email: [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI ECOGRAFIA - Perugia - Centro Studi SCIVAC/AVULP - Crediti ECM: 23 Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403508 - email [email protected]

CORSO AIVEMP LA MEDICINA VETERINARIA E LA SICUREZZA ALIMENTARE - Lipari - Richiesto accreditamento ECMPer informazioni: Lara Zava - Segreteria AIVEMP - Tel 0372/403541 - email [email protected]

CORSO AIVEMP EPIDEMIOLOGIA DEI SERVIZI QUALE STRUMENTO DI PROGRAMMAZIONE IN SANITÀ PUBBLICA VETERINARIA - Lipari - Ri-chiesto accreditamento ECM - Per informazioni: Lara Zava - Segreteria AIVEMP - Tel 0372/403541 - email [email protected]

SEMINARIO SCIVAC AGGIORNAMENTI IN ECOCARDIOGRAFIA E ARITMOLOGIA - Cavaion Veronese (VR) - Eurocongressi Hotel,Via L. Fiumi 24 -Relatori: dr. Michele Borgarelli, dr. Claudio Bussadori, dr. David Chiavegato, dr. Gino D’Agnolo, dr. Roberto Santilli - Richiestoaccreditamento ECM - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403508 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC BASILICATA ARGOMENTI DI DIAGNOSTICA PER IMMAGINI - Ostello Femminile Le Monacelle Via Riscatto, 9/10 Matera - Relatore: dr.ssa Iva-na De Francesco - Richiesto accreditamento ECM - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 -email: [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC LAZIO MEDICINA DI BASE NEL CONIGLIO DA COMPAGNIA - EX Scuderie di Palazzo Farnese -Caprarola -VT - Relatore: dr.ssa MartaAvanzi - Crediti ECM: 4 - Per info: Monica Borghisani - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email: [email protected]

GIORNATE DI APPROFONDIMENTO PRACTICE MANAGEMENT - Cremona - Crediti ECM: 19 Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403508 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI METODOLOGIA CLINICA IN MEDICINA INTERNA - Cremona - Richiesto accreditamento ECM Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403508 - email [email protected]

SIVE - MACROREGIONI NORD ORIENTALE E NORD OCCIDENTALE SEMINARIO MACROREGIONE - Relatori: J.M. DENOIX - M.TONIATO - Cremona, Palazzo Trecchi Richiesto accreditamento ECM - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel 0372/403502 - email [email protected]

SIVE - MACROREGIONI CENTRALE E MERIDIONALE SEMINARIO MACROREGIONE - Relatori: J.M. DENOIX - M.TONIATO - Roma - Richiesto accreditamento ECM Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel 0372/403502 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC CAMPADI NIA FONDAMENTI DI ANESTESIA GASSOSA - Campania - Relatore: dr. Emilio Feltri - Richiesto accreditamento ECM Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email: [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC ABRUZZO L’ARTE E LA SCIENZA DELLA CITOPATOLOGIA DIAGNOSTICA - Pescara - Relatore: dr. Davide De Lorenzi - Richiesto accredi-tamento ECM - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email: [email protected]

SEMINARIO SCIVAC NUOVI APPROCCI A VECCHI PROBLEMI GASTROENTERICI NEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA - Cremona -Relatore: dr. GrantGuilford - Richiesto accr. ECM - Per info: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403508 - email: [email protected]

SEMINARIO SCIVAC NUOVI APPROCCI A VECCHI PROBLEMI GASTROENTERICI NEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA - Teramo -Relatore: dr. GrantGuilford - Richiesto accr. ECM - Per info: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403508 - email: [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI CARDIOLOGIA 2a PARTE - Cremona - Crediti ECM: 18 Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403508 - email [email protected]

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Questo periodico è associato all'Unione Stampa Periodica Italiana

IN QUESTO NUMEROCOPERTINA:

L’ALIMENTAREREGGE LA CRISI

ATTUALITÀ• OGM, ASSALZOO: PRONTI

ALLA PROVA ETICHETTA• IL FARMACO E LA SUA

REVISIONE NORMATIVA• TRE NUOVI PROFILI

VETERINARI AVANZANOL’INTERVISTA• LA VETERINARIA HA UN

GRANDE AVVENIREdi Sabina Pizzamiglio

ANMVI REGIONE• SARDEGNA, STERILIZZAZIONI

E CONVENZIONI• DALLE REGIONI UN AIUTO

ALLA FORMAZIONERUBRICA FISCALE• IL NUOVO QUADRO CP

DEL MODELLO UNICO 2004di Giovanni Stassi

EUROPA• BSE, BRUXELLES ALZA LA

GUARDIADALLE ASSOCIAZIONI• LA CRISI DELLA

BOVINICOLTURAdi Roberto Lomolino

LE RUBRICHE• LA RASSEGNA DI VET

JOURNAL• LETTO SU • LETTERE AL DIRETTORE

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