Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

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PR O FESSI O NE VETERINARIA MENSILE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE del C.U.P. (Comitato Unitario delle Professioni) organismo al cui in- terno confluiscono buona parte delle Federazioni degli ordini pro- fessionali, compresa la nostra FNOVI. L’argomento era molto interessan- te ed attuale; si parlava infatti di riforma degli Ordini e delle profes- sioni tra Europa e Regionalismo. Tra i relatori, tutti illustri nomi delle categorie professionali, spiccava- no la Senatrice Maria Grazia Sili- quini, Sottosegretario al Murst, e l’On. Michele Vietti Sottosegreta- rio al Ministero di Grazia e Giusti- zia; erano presenti inoltre molti parlamentari tra cui l’On. Gianni Mancuso Medico Veterinario sem- pre molto attento alle cose di ca- sa nostra. Dall’elenco delle personalità pre- senti si ha la percezione della por- tata dell’evento che voleva rap- presentare un punto di svolta sul tema della riforma delle libere professioni e del sistema ordinisti- co. Da questo Convegno doveva- no uscire le linee guida che avrebbero condizionato il futuro delle libere professioni, medicina veterinaria compresa. Nella bozza di legge ormai in di- rittura di arrivo, si parla infatti, ad esempio, della possibilità per i professionisti di fare pubblicità informativa, viene introdotto il concetto di società di capitali tra professionisti con l’impossibilità dell’ingresso nella compagine azionaria di capitali “laici”. Finalmente si vuole rendere obbli- gatoria l’assicurazione professio- nale a tutela dell’utente. L’Ordine professionale viene immaginato più come uno strumento di garan- zia per il cittadino piuttosto che A fine maggio si è svolto al Centro Con- gressi del Lingotto a Torino un Convegno 002 EDIZIONI SCIVAC - Anno 12, numero 5, mensile, maggio 2002 Spedizione in abbonamento postale - 45% Art. 2 comma 20/b-Legge 662/96 - Filiale di Piacenza Concessionaria esclusiva per la pubblicità EDIZIONI VETERINARIE E.V. srl - Cremona La riforma degli Ordini l’editoriale di Carlo Scotti (in questo numero:) 1 16 24 Prima Pagina: Uniti verso la meta di Fabrizio Pancini Rubrica Legale: Maggiori diritti agli animali di M.T. Semeraro L’Opinione: La rivoluzione “dolce” dell’ECM di Oscar Grazioli 8 17 25 Attualità: EBM, Evidence Based Medicine di Massimo Tranquillo Rubrica Fiscale: Cessione del “portafoglio clienti” dello Studio di Giovanni Stassi Lettere al Direttore: a cura della redazione 10 19 29 L’Intervista: Intervista a Oscar Grazioli di Sabina Pizzamiglio Osservatorio farmaco: Federfarma ha ritirato la richiesta di sospensiva urgente del DM 306/01 a cura di Aldo Vezzoni Dalle Associazioni: 44° Congresso Nazionale SCIVAC: l’Italia Europea a cura della redazione 12 22 32 ANMVI Informa: L’iter per la riduzione dell’IVA al 10% a cura della redazione In Rete: Biblioteche in rete e ricerca bibliografica di Fabrizio Pancini Dalle Aziende: a cura della redazione 52 CONTINUA A PAG. 3 Medicina Veterinaria Pubblica L a nostra Categoria ha più volte sollecitato il Ministero ad applicare più rigidamente la regola del numero chiuso per l’accesso al corso di laurea in medicina veterinaria, a causa della disoccupazione e della sottoccupazione che da tempo affliggono il nostro settore. Oggi, il numero di nuovi iscritti, 1700 come hanno riportato al- cuni giornali - o 1500 secondo fonti universitarie - è ancora troppo elevato perché ci sia un giusto equilibrio fra i nuovi lau- reati e le necessità del mercato del lavoro. Nonostante il Mini- stro Moratti avesse garantito un serio intervento per le professio- ni sanitarie, dopo alcuni incontri con i rappresentanti di queste, la situazione è ancora in alto mare e non si intravede una so- luzione a breve termine in quan- to la necessità di sopravvivenza delle 13 facoltà di veterinaria non permette certo tagli drasti- ci. A questo problema, mancan- do una selezione seria all’ac- cesso, si aggiunge il fenomeno tipicamente italiano, dei fuori corso, centinaia di studenti che dopo molti anni spesso non arri- vano alla laurea e trascinano gli studi con grande fatica. Secon- do dati nazionali riferiti a tre an- ni fa i fuori corso erano circa il 37% degli iscritti. “Tutto ciò per dire che il sistema universitario italiano è fortemente e iniqua- mente selettivo: cadono non i meno bravi ma spesso i più de- boli economicamente. Con l’ag- gravio che con le tasse dei più poveri si finanziano gli studi uni- versitari degli studenti prove- nienti dalle famiglie ricche. E al- lora ecco che appare in tutta la sua ragionevolezza e in tutta la sua eticità la proposta del nu- mero chiuso. A differenza di quella, nascosta e perfida, insi- ta nel sistema universitario ita- liano, la selezione tramite il nu- mero chiuso è una selezione aperta, leale e giusta. È insom- ma un errore deleterio inseguire una uguaglianza che, intesa co- me uniformità nei risultati, si ri- solve in una maggiore ingiusti- zia. Si deve puntare sull’ugua- glianza intesa come uguale op- portunità per tutti. L’università italiana fa entrare tutti, non è se- lettiva all’inizio; essa, però, por- ta al macello speranze e intelli- genze; e la falcidia appare in tutta la sua mostruosità solo alla fine. La scelta del numero chiu- so porterebbe anche altri van- taggi: una ridistribuzione più lo- gica fra le diverse facoltà, una maggior qualificazione delle strutture universitarie che sareb- bero costrette a mantenere sempre un livello elevato di pre- stazioni ed una più equa riparti- zione dei costi fra gli studenti sulla base del loro reddito”. Questo passaggio fra virgolette, che condivido fortemente, è tratto dall’articolo “Il coraggio di passare al numero chiuso” di Dario Antiseri apparso il 9 aprile su Il SOLE-24 ORE, quotidiano che su questi temi ha sempre espresso posizioni molto lucide ed equilibrate. Numero chiuso Uniti verso la meta La professione veterinaria, pubblica e privata, un rapporto in evoluzione verso l’unità della categoria A PAG. 3 di Fabrizio Pancini Global Leader in Pet Nutrition *Marchi di fabbrica di proprieta’ della Hill’s Pet Nutrition, Inc ©2002 Hill’s Pet Nutrition, Inc.

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Professione Veterinaria è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore

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PROFESSIONE VETERINARIA

MENSILE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

del C.U.P. (Comitato Unitario delleProfessioni) organismo al cui in-terno confluiscono buona partedelle Federazioni degli ordini pro-fessionali, compresa la nostraFNOVI.L’argomento era molto interessan-te ed attuale; si parlava infatti diriforma degli Ordini e delle profes-sioni tra Europa e Regionalismo.Tra i relatori, tutti illustri nomi dellecategorie professionali, spiccava-no la Senatrice Maria Grazia Sili-quini, Sottosegretario al Murst, el’On. Michele Vietti Sottosegreta-rio al Ministero di Grazia e Giusti-zia; erano presenti inoltre moltiparlamentari tra cui l’On. GianniMancuso Medico Veterinario sem-pre molto attento alle cose di ca-sa nostra.Dall’elenco delle personalità pre-senti si ha la percezione della por-tata dell’evento che voleva rap-presentare un punto di svolta sultema della riforma delle libereprofessioni e del sistema ordinisti-co. Da questo Convegno doveva-no uscire le linee guida cheavrebbero condizionato il futurodelle libere professioni, medicinaveterinaria compresa.Nella bozza di legge ormai in di-rittura di arrivo, si parla infatti, adesempio, della possibilità per iprofessionisti di fare pubblicitàinformativa, viene introdotto ilconcetto di società di capitali traprofessionisti con l’impossibilitàdell’ingresso nella compagineazionaria di capitali “laici”.Finalmente si vuole rendere obbli-gatoria l’assicurazione professio-nale a tutela dell’utente. L’Ordineprofessionale viene immaginatopiù come uno strumento di garan-zia per il cittadino piuttosto che

A fine maggio si èsvolto al Centro Con-gressi del Lingotto aTorino un Convegno

002 EDIZIONI SCIVAC - Anno 12, numero 5, mensile, maggio 2002

Spedizione in abbonamento postale - 45% Art. 2 comma 20/b-Legge 662/96 - Filiale di Piacenza

Concessionaria esclusiva per la pubblicità

EDIZIONI VETERINARIE E.V. srl - Cremona

La riforma degli Ordini

l’editorialedi Carlo Scotti

(in questo numero:)

1 16 24Prima Pagina:Uniti verso la metadi Fabrizio Pancini

Rubrica Legale:Maggiori diritti aglianimalidi M.T. Semeraro

L’Opinione:La rivoluzione “dolce”dell’ECMdi Oscar Grazioli

8 17 25Attualità:EBM, Evidence BasedMedicinedi Massimo Tranquillo

Rubrica Fiscale:Cessione del“portafoglio clienti”dello Studiodi Giovanni Stassi

Lettere al Direttore:a cura della redazione

10 19 29L’Intervista:Intervista a OscarGraziolidi Sabina Pizzamiglio

Osservatorio farmaco:Federfarma ha ritirato larichiesta di sospensivaurgente del DM 306/01a cura di Aldo Vezzoni

Dalle Associazioni:44° CongressoNazionale SCIVAC:l’Italia Europeaa cura della redazione

12 22 32ANMVI Informa:L’iter per la riduzionedell’IVA al 10%a cura della redazione

In Rete:Biblioteche in rete ericerca bibliograficadi Fabrizio Pancini

Dalle Aziende:a cura della redazione

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CONTINUA A PAG. 3

Medicina Veterinaria Pubblica

La nostra Categoria ha piùvolte sollecitato il Ministero

ad applicare più rigidamente laregola del numero chiuso perl’accesso al corso di laurea inmedicina veterinaria, a causadella disoccupazione e dellasottoccupazione che da tempoaffliggono il nostro settore.Oggi, il numero di nuovi iscritti,1700 come hanno riportato al-cuni giornali - o 1500 secondofonti universitarie - è ancoratroppo elevato perché ci sia ungiusto equilibrio fra i nuovi lau-reati e le necessità del mercatodel lavoro. Nonostante il Mini-stro Moratti avesse garantito unserio intervento per le professio-ni sanitarie, dopo alcuni incontricon i rappresentanti di queste,la situazione è ancora in altomare e non si intravede una so-luzione a breve termine in quan-to la necessità di sopravvivenzadelle 13 facoltà di veterinarianon permette certo tagli drasti-ci. A questo problema, mancan-do una selezione seria all’ac-cesso, si aggiunge il fenomenotipicamente italiano, dei fuoricorso, centinaia di studenti chedopo molti anni spesso non arri-vano alla laurea e trascinano glistudi con grande fatica. Secon-do dati nazionali riferiti a tre an-ni fa i fuori corso erano circa il37% degli iscritti. “Tutto ciò perdire che il sistema universitarioitaliano è fortemente e iniqua-mente selettivo: cadono non imeno bravi ma spesso i più de-boli economicamente. Con l’ag-gravio che con le tasse dei più

poveri si finanziano gli studi uni-versitari degli studenti prove-nienti dalle famiglie ricche. E al-lora ecco che appare in tutta lasua ragionevolezza e in tutta lasua eticità la proposta del nu-mero chiuso. A differenza diquella, nascosta e perfida, insi-ta nel sistema universitario ita-liano, la selezione tramite il nu-mero chiuso è una selezioneaperta, leale e giusta. È insom-ma un errore deleterio inseguireuna uguaglianza che, intesa co-me uniformità nei risultati, si ri-solve in una maggiore ingiusti-zia. Si deve puntare sull’ugua-glianza intesa come uguale op-portunità per tutti. L’universitàitaliana fa entrare tutti, non è se-lettiva all’inizio; essa, però, por-ta al macello speranze e intelli-genze; e la falcidia appare intutta la sua mostruosità solo allafine. La scelta del numero chiu-so porterebbe anche altri van-taggi: una ridistribuzione più lo-gica fra le diverse facoltà, unamaggior qualificazione dellestrutture universitarie che sareb-bero costrette a manteneresempre un livello elevato di pre-stazioni ed una più equa riparti-zione dei costi fra gli studentisulla base del loro reddito”.Questo passaggio fra virgolette,che condivido fortemente, ètratto dall’articolo “Il coraggio dipassare al numero chiuso” diDario Antiseri apparso il 9 aprilesu Il SOLE-24 ORE, quotidianoche su questi temi ha sempreespresso posizioni molto lucideed equilibrate. ■

Numero chiuso

Unitiverso la metaLa professione veterinaria, pubblica eprivata, un rapporto in evoluzione versol’unità della categoria

A PAG. 3

di Fabrizio Pancini

Global Leaderin Pet Nutrition

*Marchi di fabbrica di proprieta’ della Hill’s Pet Nutrition, Inc ©2002 Hill’s Pet Nutrition, Inc.

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Q uando la redazione di“Professione Veterina-ria” ha deciso di

cominciare a dare spazio alle pro-blematiche della medicina veteri-naria pubblica, ho capito chequalcosa di molto positivo potevacominciare a nascere a favore ditutta la categoria pubblica ma an-che libero-professionale. È unasensazione forse dettata dal mioinnato ottimismo o più semplice-mente connessa alla consapevo-lezza che senza una unità di in-tenti vera, la veterinaria è inelutta-bilmente destinata all’autodistru-zione.È arcinoto che le divisioni atavi-che tra l. p. e veterinari pubblicihanno radici lontane e profonde esi alimentano di motivi di carattereeconomico da una parte, ma an-che della presenza di norme trop-po numerose e complesse (l’Italiaè al primo posto in Europa per nu-mero di leggi), che hanno inaspri-to ulteriormente le posizioni allor-ché tali disposizioni devono esse-re fatte rispettare.In questo primo approccio a que-ste e numerose altre problemati-che che emergeranno nel corsodei prossimi numeri della nostrarivista, si è pensato di cominciarela strada di un possibile chiari-mento delle rispettive posizionicercando di spiegare chi è inrealtà il veterinario pubblico,com’è cambiato il suo ruolo in am-bito sanitario e in che modo svol-ge la professione in funzione diquelli che potranno essere gliscenari dell’immediato futuro perla categoria.Inoltre, saranno dibattute e ap-profondite di volta in volta le pro-blematiche che interessano piùda vicino il veterinario pubblico eche creano le maggiori difficoltànell’espletamento del suo lavoro.Non sappiamo se questo tentativodi comprensione e di analisi potràessere utile a superare le difficoltàed a rendere più coesa tutta la ve-terinaria. Tuttavia, in un momentostorico dai contorni epocali quali ilcrollo del muro di Berlino o, più re-centemente, l’ingresso della Rus-sia nella NATO, ci sembra chequesti traguardi, inimmaginabilisolo pochi anni fa, rappresentinoun enorme passo avanti per l’u-manità. A maggior ragione e conle opportune differenze, le proble-matiche tra veterinari pubblici e l.p., da molti considerate ineluttabi-

li, possono invece essere più mo-destamente superate con un pic-colo sforzo da parte delle compo-nenti in campo. La nostra speranza è che il dibat-tito franco e, crediamo, serenoche è scaturito dalle colonne del-la nostra rivista, trasmetta lo spiri-to di chi ha voglia di credere in unfuturo migliore per tutti noi, al di làdegli interessi di parte.

Giancarlo BelluzziCoordinatore Servizi Veterinari eDirettore Distretto Sanitario ASLdi Cremona

Com’è cambiata e come staevolvendo la figura del veterina-rio pubblico e cosa si può pre-vedere nell’immediato futuroanche alla luce della possibileintroduzione del veterinarioaziendale rappresentato da unlibero professionista?A partire dal 1978, la figura delveterinario pubblico è radical-mente cambiata. Prima di quelladata i compiti spaziavano dalcontrollo pubblico fino all’assi-stenza zooiatrica, oggi le compe-tenze del sanitario pubblico si so-no man mano trasformate in man-sioni esclusivamente di pertinen-za del pubblico ufficiale. Ora ènecessario che questa figura pro-fessionale e la struttura che lo go-verna compiano un ulteriore pas-so in avanti, facendo in modo chele mansioni del veterinario pubbli-co siano incentrate in compiti dipianificazione sanitaria e di con-trollo delle prestazioni. In parolepovere, si tratterebbe di incentiva-re la vigilanza su tutta la filiera

produttiva nel rispetto delle nor-mative che ne regolamentano ivari settori. Inoltre è venuto il mo-mento che vengano riconosciutefigure professionali intermedie,convenzionate o accreditate, chesvolgano mansioni operative dierogazione delle prestazioni“pubbliche”, alla stregua degli al-tri settori della sanità pubblica delnostro paese. Ciò consentirà al di-rigente veterinario di dedicarsi piùefficacemente alla prevenzione,alla tutela della salute dell’uomoed alla gestione del sistema pub-blico in cui è inserito.

Quali sono, a tuo avviso, le pro-blematiche che interessano piùda vicino il veterinario pubblicoe che creano le maggiori diffi-coltà nell’espletamento del suolavoro? Il problema più immediato che miviene in mente è quello della spe-cularità con la quale viene trattatoil nostro l’operato così come quel-lo di altri sanitari del SSN. Infatti,non sempre il nostro è un settoreche può essere regolato alla stes-sa maniera di quello dei medicidel dipartimento di prevenzione odegli psicologi del dipartimentosocio-sanitario. Il secondo problema è dato dallascarsa cultura gestionale dellastragrande maggioranza dei col-leghi. Questa vera e propria mate-ria di carattere economico è di fat-to esclusa dal nostro curriculumma ormai indispensabile a chi la-vora nei Servizi. Il terzo punto prioritario è la scar-sa formazione professionale dedi-cata alle materie di sanità pubbli-ca che è figlia di un percorso sco-

lastico molto distante dalla realtàin cui si svolge la professione delveterinario ufficiale. Purtroppo,ancora oggi, nonostante la recen-te riforma dell’ordinamento uni-versitario, non intravedo la decisavolontà di attivare discipline acca-demiche dedicate esclusivamen-te alla figura del veterinario pub-blico. Infine, un ultimo problema è rap-presentato dal frequente isola-mento o dallo scarso interesse incui è lasciata la medicina veteri-naria rispetto ad altre realtà sani-tarie, specie da parte dei colleghimedici della prevenzione. A que-sto proposito ritengo strategica-mente insufficiente lasciare a dife-sa della nostra categoria soloqualche isolato veterinario nomi-nato a dirigere un dipartimento diprevenzione, piuttosto che un di-stretto sanitario!

Come valuti le contrapposizioniche esistono tra veterinari liberiprofessionisti e veterinari pub-blici? Pensi che queste derivinoesclusivamente da problemi dinatura economica o che scatu-riscano anche da una cattivacomunicazione tra le due cate-gorie?I due mondi sono rimasti finora ar-roccati sui rispettivi scenari. One-stamente ritengo che, talvolta, i li-beri si siano sentiti poco valoriz-zati dagli altri colleghi del pubbli-co impiego: è chiaro che le esi-genze economiche dei primi lihanno spinti sempre più a rivendi-care a gran voce spazi di autono-mia libero-professionale netta-mente distinti da quelli dei veteri-nari ufficiali. Purtroppo ancora og-gi, salvo eccezioni, la normativa,trasferita a piè pari dal settore del-la medicina umana, non ha defini-tivamente delineato dei precisiambiti di attività. Ma non è semprestato il denaro l’oggetto del con-tendere. Talvolta, qualche collegal. p. ha fatto fatica a comprenderequanto fosse importante un rigo-roso comportamento professiona-le su temi quali la gestione del far-maco, il controllo delle malattiedenunciabili in allevamento, ilcontrollo della mortalità o la biosi-curezza. Nell’interesse di tutti, ègiunto il momento di ragionare in-sieme per delineare più chiara-mente compiti, ruolo e futuro dellanostra professione; il sistemapubblico, sul modello europeo,deve far leva anche sui liberi pro-fessionisti mentre questi ultimi de-vono darsi un codice di autorego-lamentazione che comprenda an-che la prevenzione sanitaria delsistema istituzionale. Credo che inquesto caso si possa prendere adesempio il settore della medicinadi base, dove un medico di fami-glia, professionista autonomo maconvenzionato col SSN, viene in-caricato di pubblico servizio e re-munerato con un onorevole con-tratto.

Al di là dei rispettivi ruoli e com-petenze in ambito lavorativo,non credi che la contrapposi-zione tra liberi professionisti epubblici determini un evidente

indebolimento di tutta la veteri-naria? Quali potrebbero esserele iniziative per riavvicinare ve-terinari pubblici e liberi profes-sionisti?Ma non c’è dubbio che condividoquesta considerazione! Mi auguroche le occasioni dettate: dalla for-mazione obbligatoria; dalle con-vezioni col sistema sanitario na-zionale, ormai inevitabili; dall’ac-creditamento dei professionistiprivati e dal riconoscimento dellafigura del “veterinario riconosciu-to”, costringano le due categoriea dialogare. Fatto questo, saràquindi naturale il loro riavvicina-mento.

Gabriele SquintaniAzienda U.S.L. di Rimini

Come è cambiata la figura delveterinario pubblico?Un tempo al veterinario pubblicoera chiesto solo di “fare” (il risa-namento, le profilassi, l’ispezione,la controvisita, ecc.) e gli era con-sentito di “fare” da solo. Oggi oltreal “fare” occorre: lavorare in equi-pe; dimostrare quello che si è fat-to; garantire la qualità delle pre-stazioni rese e la loro ripetitivitànel tempo; conoscere le nuovetecnologie produttive e applicarele più recenti metodiche di valuta-zione igienica; divulgare; ottimiz-zare le risorse disponibili; intera-gire con le realtà amministrative eproduttive locali; integrarsi con glialtri servizi dei Dipartimenti di pre-venzione e con le altre unità ope-rative aziendali. Particolare attenzione va poi dedi-cata alla programmazione dell’at-tività che si deve svolgere. Talepianificazione, infatti, deve tenereconto delle priorità stabilite a livel-lo nazionale, regionale e azienda-le per quanto attiene alla propriarealtà produttiva, nonché di unaattenta analisi del rischio e dell’or-ganico a disposizione, sia in ter-mini quantitativi che qualitativi.Si è passati quindi dalla mentalitàdel clinico e dell’ispettore a quelladel dirigente-funzionario- tecnico-manager, esperto, oltre che diquestioni sanitarie, anche di qua-lità, gestione, economia sanitariae diritto amministrativo.

Cosa si può prevedere nell’im-mediato futuro anche alla lucedella possibile introduzione delveterinario aziendale rappre-sentato da un libero professio-nista?Sicuramente un consolidamento eun miglioramento nell’applicazio-ne delle nuove procedure operati-ve. Per quanto riguarda il ruoloche potrà avere il veterinarioaziendale, attualmente la situazio-ne sembra piuttosto confusa. Do-po un inizio piuttosto promettente,mi pare di notare una certa ten-denza alla riflessione proprio daparte dei veterinari liberi profes-sionisti che, forse giustamente, sichiedono quale possa essere il ri-torno professionale ed economicodi questi ulteriori incarichi. In ge-nerale, credo comunque che que-sta figura troverà attuazione solo

PROFESSIONE VETERINARIA 5/2002 3DALLA PRIMA PAGINA

l’editoriale

SEGUE DALLA COPERTINA

l’organismo di tutela del profes-sionista e della professione. Da questo breve cenno sui temitrattati ci si rende conto della por-tata dell’evento e del fatto checertamente molte di queste rifor-me avranno un impatto notevoleanche sulla nostra professione.Immaginiamo cosa vorrà dire po-tersi comprare una pagina di unquotidiano e farsi campagnepubblicitarie informative.Non tutti i Colleghi avranno lepossibilità economiche di fare in-

vestimenti di questa portata,questo significherà già nell’im-mediato una selezione durissima.Peraltro, chi potrà, dovrà soste-nere costi di campagne pubblici-tarie continue per reggere la con-correnza e questo creerà un’ulte-riore erosione dei margini di gua-dagno, già peraltro esigui, cheha la nostra professione.Costruendo solo società di capi-tali tra professionisti,verosimil-mente nel prossimo futuro la ve-terinaria italiana diventerà preda

di multinazionali straniere, comegià accade per gli avvocati, perla sanità privata umana, per lefarmacie etc…Questi sono solo due esempi perspiegare come questo fermentoculturale che sta scuotendoprofondamente da un torporeatavico le libere professioni, deb-ba vedere la Classe Veterinariapresente e protagonista, al fine dinon subire passivamente l’evolu-zione in essere del nostro mondoprofessionale. ■

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in realtà zootecniche molto evolu-te dal punto di vista organizzativoe di dimensioni consistenti. Tale fi-gura professionale quindi, a partecerte aziende zootecniche evolu-te, non potendo radicarsi in modocapillare sul territorio, non avrà laforza sufficiente per concretizzarequelle sinergie produttive che tut-ti si attendono ai fini dell’innalza-mento qualitativo della filieraagro-zootecnica.

Quali sono le problematicheche interessano più da vicino ilveterinario pubblico e che crea-no maggiori difficoltà nell’e-spletamento del suo lavoro?A mio parere la sfida futura saràquella di mutare la mentalità diapproccio al lavoro, diventandobuoni “funzionari” di sanità pub-blica veterinaria con elevate co-noscenze tecniche e professiona-li. Sarà inoltre indispensabile stu-diare e attuare strumenti di di-scussione allargata per giungeread una omogeneizzazione delleprestazioni rese su tutto il territorionazionale ed alla predisposizionedi piani di formazione mirati eadattabili alle esigenze locali. Capacità professionali e ammini-strative sono gli elementi che ciconsentiranno di recitare una par-

te da protagonista nell’ambito diuna sanità pubblica che, media-mente, ci vede partire con alcunihandicap rispetto agli altri servizidel dipartimento di prevenzione.

Come valuti le contrapposizioniche esistono tra veterinari liberiprofessionisti e veterinari pub-blici? Pensi che queste derivinoesclusivamente da problemi dinatura economica o che scatu-riscano anche da una cattivacomunicazione tra le due cate-gorie?Attualmente ritengo che, più dicontrapposizioni, si possa parlaredi vecchie ruggini. Sicuramente lamiccia è stata accesa dagliaspetti economici, ma poi il fuocoè stato alimentato da questionipolitiche riguardanti la rappresen-tatività della categoria. Oggi si av-vertono ancora tensioni che peròmi pare tendano a stemperarsiman mano che si arriva sul territo-rio. La mancanza di un dialogo sere-no ha certamente contribuito aperpetrare due grossolani errori: ipubblici non hanno voluto render-si conto della difficile situazioneeconomica in cui sono costretti adoperare i liberi professionisti equesti ultimi non hanno voluto ac-cettare che se un contratto di la-voro lo consente non possono es-sere evocate questioni morali perl’autolimitazione.

Al di là dei rispettivi ruoli e com-petenze in ambito lavorativo,non credi che la contrapposi-zione tra liberi professionisti epubblici determini un evidenteindebolimento di tutta la veteri-naria?Non vi è dubbio che la mancanzadi collaborazione sia causa di in-debolimento di entrambe le cate-gorie, sia in termini di immagine,

sia, soprattutto, per quanto riguar-da la qualità delle prestazioni re-se. Basti pensare a cosa accadein campo zootecnico per le malat-tie infettive e i residui di sostanzeindesiderate negli alimenti di ori-gine animale o in ambito urbanoper una corretta convivenza traanimali e uomo.

Quali potrebbero essere le inizia-tive per riavvicinare veterinaripubblici e liberi professionisti?Chiarire una volta per tutte le vec-chie questioni, ENPAV compresa.Poi, migliorare il livello di cono-scenza dei rispettivi compiti e del-le funzioni. Questa iniziativa di “Professioneveterinaria”, ad esempio, potreb-be già rappresentare un buon ini-zio. Successivamente si potreb-bero studiare forme integrate diformazione professionale su argo-menti trasversali oppure di divul-gazione alla cittadinanza, tenen-do presente, in quest’ultimo casoche, in presenza di emergenzesanitarie che riguardino gli anima-li o gli alimenti da essi derivati, èpiù facile che il cittadino/clientechieda al libero professionista chenon al veterinario dell’ASL.Un ruolo di mediazione determi-nante, inoltre, potrebbe svolgerlol’Ordine professionale nella figurasoprattutto del presidente e delconsiglio direttivo.

Gian Carlo BattagliaDirettore del Settore “Sanitàpubblica veterinaria” nell’ambitodel Dipartimento di Prevenzionedell’ASL della Valle Camonica-Sebino

Com’è cambiata e come staevolvendo la figura del veterina-rio pubblico e cosa si può pre-vedere nell’immediato futuro

anche alla luce della possibileintroduzione del veterinarioaziendale rappresentato da unlibero professionista?La figura del veterinario pubblicopenso che sia fra quelle che han-no subito le maggiori trasforma-zioni, soprattutto negli ultimi ventianni. Da professionista dedicatoin via prioritaria all’assistenzazooiatrica a professionista conprioritarie attività nel campo dellaprevenzione, dell’ecologia, del-l’ambiente, dell’alimentazione edell’educazione sanitaria. La svol-ta è stata la riforma del ServizioSanitario Nazionale del 1978. Nelpresente e nel futuro penso chedebba mantenere l’attuale conno-tazione sanitaria e pubblica per-ché essa consente la sua giustacollocazione fra i prioritari e pre-valenti interessi di tutela della sa-lute della collettività e gli interessieconomici della filiera degli ali-menti di origine animale. Pensoche l’eventuale introduzione delveterinario aziendale possa porta-re benefici negli allevamenti comefigura che assiste l’allevatore nel-le proprie competenze. Credo al-tresì che a tale figura non debba-no essere attribuite funzioni delveterinario ufficiale perché la di-pendenza dall’operatore econo-mico altererebbe quell’equilibrio

fra interessi pubblici ed interessiprivati che il veterinario ufficiale,con la sua dipendenza dalleaziende sanitarie, garantisce.

Quali sono a tuo avviso le pro-blematiche che interessano piùda vicino il veterinario pubblicoe che creano le maggiori diffi-coltà nell’espletamento del suolavoro?Le problematiche sono numerosefra esse voglio ricordare in parti-colare:1. La carenza di una comunica-zione puntuale ed efficace neiconfronti dell’opinione pubblica edegli operatori di riferimento ine-rente le attività svolte ed i risultatiraggiunti. La stessa emergenzaBSE, che ci ha portato all’atten-zione di stampa e televisione,penso debba essere vista comel’inizio di un percorso di sviluppodelle nostre abilità nella comuni-cazione;2. La carenza di risorse umane estrumentali. Fra le prime è impor-tante sottolineare che riguardanosolo in parte il personale veterina-rio ma, in via principale, il perso-nale di supporto tecnico ed am-ministrativo;3. La presenza di numerose fontinormative in cui spesso è difficiledistricarsi richiede a gran vocel’emanazione di un testo unico odi pochi testi coordinati e sempli-ficati;4. L’affievolirsi della conoscenzaclinica di campo da parte del ve-terinario pubblico come direttaconseguenza della demonizza-zione che è stata fatta negli anniscorsi nei riguardi dell’eserciziodella attività di assistenza zooiatri-ca e libero-professionale. Pensoche il veterinario ufficiale, a quali-ficazione del rapporto di dipen-denza pubblica, debba esseremesso in condizione di esercitarela libera professione, al di fuoridell’orario di servizio e nel rispettodelle incompatibilità, perché favo-risce la conoscenza delle proble-matiche e l’aggiornamento tecni-co-scientifico e professionale nel-l’interesse degli utenti e della col-lettività.

Come valuti le contrapposizioniche esistono tra veterinari liberiprofessionisti e veterinari pub-blici? Pensi che queste derivinoesclusivamente da problemi dinatura economica o che scatu-riscano anche da una cattivacomunicazione tra le due cate-gorie?Penso che le odierne contrappo-sizioni fra veterinari liberi profes-

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sionisti e veterinari pubblici sianoil risultato di una cattiva comuni-cazione e un retaggio del passa-to. Non ho avuto modo recente-mente di venire a conoscenza diepisodi concreti se si fa l’eccezio-ne delle cicliche contrapposizionifra rappresentanti di associazioni.Penso che lo storico motivo di at-trito non sia più attuale in quantol’esercizio dell’attività libero pro-fessionale da parte del pubblicodipendente è oggi così regola-mentato da non costituire una ve-ra concorrenza ai colleghi liberiprofessionisti. Penso invece che iltentativo di sostituire il veterinarioufficiale nell’esercizio di alcunesue funzioni con il veterinario rico-nosciuto possa divenire motivo dinuova contrapposizione. Credonon sia ragionevole chiederci dirinunciare a spazi professionali vi-tali per l’esistenza del modello ita-liano di sanità pubblica veterina-ria che ritengo invece, come citta-dino e veterinario, vada confer-mato e rafforzato.

Al di là dei rispettivi ruoli e com-petenze in ambito lavorativo,non credi che la contrapposi-zione tra liberi professionisti epubblici determini un evidenteindebolimento di tutta la veteri-naria? Quali potrebbero esserele iniziative per riavvicinare ve-terinari pubblici e liberi profes-sionisti?Le divisioni e contrapposizioni so-no motivo di debolezza anche perla veterinaria ma esse sono i sin-tomi della malattia non gli agentieziologici. Questi sono i tentatividi invadere e ledere i diritti e glispazi professionali altrui, senza ri-cercarne nuovi nei propri ambiti.Penso che sia fondamentale il ri-spetto dei ruoli e delle competen-ze e sia fondamentale comunica-re con trasparenza per conoscerele ragioni degli altri. Senza questipresupposti non vi è dialogo chepossa avere vita lunga. Mi si chie-de quali potrebbero essere le ini-ziative per riavvicinare veterinaripubblici e liberi professionisti.Un’ottima occasione sono le pros-sime elezioni per il rinnovo degliOrdini provinciali e della FNOVI.Intese programmatiche, nei confi-ni delle competenze ordinistiche,senza deviazioni in ambiti di perti-nenza sindacale e un’equa rap-presentatività negli organismi di-rettivi credo possano essere unprimo importantissimo passo edun concreto banco di prova per levere possibilità di riavvicinamentodelle due principali anime dellaveterinaria italiana. Infine, un’altra iniziativa comunepotrebbe essere quella di unire le

forze per l’adeguamento delle ta-riffe previste per le operazioni dibonifica sanitaria.

Giuseppe LicitraDirettore Area Dipartimentale Sa-nità Pubblica Veterinaria USL 7Ragusa

Com’è cambiata e come staevolvendo la figura del veterina-rio pubblico e cosa si può pre-vedere nell’immediato futuro

anche alla luce della possibileintroduzione del veterinarioaziendale rappresentato da unlibero professionista?La domanda sempre crescente dispecializzazione nelle varie bran-che delle professioni ha coinvoltopure la medicina veterinaria che,da sempre, era stata immaginatacome professione monotematica.Tuttavia, le nuove frontiere dellazootecnia incentrate sul manage-ment dei più moderni e razionaliallevamenti zootecnici, il fenome-

no dell’inurbamento e la doman-da sempre più crescente di sicu-rezza alimentare da parte deiconsumatori, ha fatto superare ta-le convincimento.Inoltre, la richiesta di conoscenzeprecise e quindi l’acquisizione diapposite specializzazioni in tuttele articolazioni della Medicina Ve-terinaria, ha fatto rivalutare lavecchia figura del veterinario tut-to fare e a tutto vantaggio di unanuova figura di veterinario spe-cialista in Sanità Pubblica anello

centrale di tutta la scuola Veteri-naria.In questo divenire non deve quin-di sorprendere la necessita dell’i-stituzione del Veterinario ricono-sciuto, in quanto quest’ultimo ri-sponde ad una precisa esigenzadi salubrità degli animali e dei lo-ro alimenti, in funzione della sal-vaguardia della salute dell’uomo.

A tuo avviso esiste concreta-mente un dualismo tra veterinaripubblici e liberi professionisti?

PROFESSIONE VETERINARIA 5/2002 5DALLA PRIMA PAGINA

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Dire oggi che esiste un dualismotra veterinario pubblico e liberoprofessionista quale potrebbe es-sere considerato il veterinario ri-conosciuto è come affermare chenella veterinaria niente è succes-so negli ultimi decenni.Per noi Veterinari del S.S.N. è ne-cessario che il legislatore vari unanuova figura professionale ade-guata agli obiettivi sanitari checontinuamente cerchiamo di per-seguire e che il nascere di nuoveattività funzionali alla sanità pub-blica impediscono di soddisfare,a causa degli accresciuti bisognidi sicurezza alimentare del con-sumatore moderno.A mio avviso la figura di un colle-ga che funzioni da cinghia di tra-smissione tra il sanitario pubblicoe l’imprenditore è sinonimo di ga-ranzia, di interlocuzione e di effi-cienza, sia per le imprese che peril sistema pubblico. È innegabileed al passo coi tempi il distaccodel veterinario dell’ASL dalla cli-nica aziendale; ma è altrettantoindispensabile un collegamentotra ASL e clinica d’allevamentoquando bisogna licenziare le der-rate prodotte, all’ombra di un co-stante management farmacologi-co, di una pressante biosicurezzao di una sofisticata tecnica d’alle-vamento intensivo, in armoniacon le moderne esigenze dellaglobalizzazione o meno dei mer-cati. Ed allora quale può essere riferi-mento migliore di quello del colle-ga inserito come qualificata edaccreditata figura dal SSN cheopera stabilmente nell’azienda?Ritardare il varo di questa nuovafigura sarà penalizzante per tuttoil sistema Sanità e noi non voglia-mo essere responsabili per averomesso di chiederlo ad alta voce.L’avvio di questa nuova figurasoddisferà due bisogni e due in-teressi quali possono essere

quelli del produttore e quelli delconsumatore.Il primo, infatti, avrà la possibilitàdi qualificare le proprie produzio-ni per mezzo di un valente pro-fessionista, accreditato presso ilS.S.N. con un valore aggiuntoche gli permetterà di affrontare laconcorrenza nel periodo dellaglobalizzazione. Il secondo potrà essere garantitodalla presenza nelle aziende zoo-tecniche e nei luoghi di produzio-ne di uno specialista accreditato,in grado di fargli superare tutte lepaure che fino ad oggi, dopomucca pazza, nessuno ha saputoscongiurare.

Qual è a tuo avviso la proble-matica che interessa più da vi-cino il veterinario pubblico eche crea le maggiori difficoltànell’espletamento del suo lavo-ro?Oggi si deve far rinascere quelmodello di veterinario pubblicoche, presente nei luoghi di produ-zione, assicurava i consumatoridi un tempo e che invece, l’attua-le esigenza dell’attività cartolare,indispensabile per la certificazio-ne dei processi produttivi, ha re-legato in attività di tipo burocrati-co-amministrativo.

Quali potrebbero essere le ini-ziative per superare le contrap-posizioni tra liberi professioni-sti e veterinari pubblici?Credo che la consapevolezza dilavorare tutti per lo stesso obietti-vo ci farà superare le incompren-sioni. Tale atteggiamento potràessere utile e permetterci di pre-sentarci uniti nella convinzioneche la sanità pubblica veterinarianon rappresenta un costo ag-giunto per il S.S.N., ma è un inve-stimento che mira ad un innalza-mento del livello qualitativo delleproduzioni zootecniche a vantag-

gio della salute del consumatore.Quest’ultimo dovrà pretendereche la nuova figura del veterina-rio aziendale, per la parte che in-teressa la salvaguardia della sa-lute di tutti, venga pagata dalloStato mentre, per la parte che in-teressa il privato, si preveda l’in-tervento economico del privatocome affrettatamente ha enuncia-to il ministro dell’agricoltura quan-do avanzava l’ipotesi dell’avvio diun ticket per assicurare la sanitàdei prodotti.

Luigi RivaResponsabile Igiene Allevamentie Produzioni ZootecnicheServizio Veterinario ASL Milano 1– Magenta

Com’è cambiata e come staevolvendo la figura del veteri-nario pubblico e cosa si puòprevedere nell’immediato futu-ro anche alla luce della possibi-le introduzione del veterinarioaziendale rappresentato da unlibero professionista?A fronte di una tendenza general-mente prospettata di riduzionedella attività di controllo diretto daparte del Veterinario pubblico, difatto la normativa nazionale e re-gionale impone sempre più fre-quentemente atti di accertamentoche non possono prescindere dauna presenza effettiva in alleva-mento.Le attività del veterinario di azien-da non dovranno confliggere coni compiti istituzionali del Veterina-rio pubblico le cui funzioni sonoessenzialmente quelle di sorve-glianza epidemiologica ed edu-cazione sanitaria.La visione territorialmente più am-pia e le informazioni di cui è co-stantemente aggiornato consen-tono di offrire maggiori garanzieagli allevatori nei confronti dellemalattie trasmissibili ed ai consu-matori per quanto si riferisce allatracciabilità degli alimenti.

Quali sono a tuo avviso le pro-blematiche che interessano piùda vicino il veterinario pubblicoe che creano le maggiori diffi-coltà nell’espletamento del suolavoro?Problematiche più rilevanti:- un aggiornamento reale per ga-

rantire un servizio sempre piùefficace

- un riconoscimento effettivo delproprio lavoro in termini di pro-fessionalità espressa

- maggiore possibilità di rappor-tarsi con gli organi superiori permodulare le scelte tecniche

- eccessiva burocratizzazione - necessità di ripensare modelli

di rendicontazioni e flussi datiperché siano funzionali e ricon-ducibili a finalità precise

- individuazione di una autono-mia gestionale dei Servizi Vete-rinari nell’ambito del Diparti-mento di prevenzione

Come valuti le contrapposizioniche esistono tra veterinari libe-ri professionisti e veterinaripubblici?

PROFESSIONE VETERINARIA 5/20026DALLA PRIMA PAGINA

Dermatologia del cane e del gatto, di Chiara Noli e Fabia Scarampella, Poletto Editore, 2002, 400 pagine, 482 foto a colori, 100 Euro.

Diamo volentieri il benvenuto al secondovolume della collana di manuali pratici diclinica dei piccoli animali pubblicato dal-la Casa Editrice Poletto. Questa corag-giosa casa editrice italiana, nuova nell’a-rea della medicina veterinaria, ma congrande esperienza in medicina umana,ha infatti iniziato la pubblicazione di una collana di volumi che tratte-ranno vari aspetti della clinica dei piccoli animali, dalla neurologia allacardiologia, dalla odontoiatria alla nefrologia, dalla ecografia alla medi-cina degli animali esotici, e altri ancora. La caratteristica più importan-te della collana è che la cura delle opere (a carico del Dr. Vincenzo Ap-picciutoli) e la stesura dei testi è stata affidata ad autori prevalente-mente italiani esperti nelle rispettive materie, per cui oltre che di gran-de qualità scientifica, i contenuti di questi mauali rispecchiano la realtàlavorativa italiana e sono quindi di immediata attuabilità. Il libro delle Dr.sse Noli e Scarampella, entrambe Diplomate al CollegeEuropeo di Dermatologia Veterinaria, segue il primo volume della colla-na, pubblicato nel 2001, sull’orecchio dei carnivori domestici (Otiti nelCane e nel Gatto, di Rolando Arcelli e Federico Leone, 83 pagine,2001), e ne condivide l’approccio pratico. Le autrici, infatti, entrambe li-bere professioniste, hanno voluto descrivere nel dettaglio e con estre-ma chiarezza l’approccio e le tecniche diagnostiche che utilizzano quo-tidianamente nelle loro visite dermatologiche.L’opera è divisa in tre parti principali. La prima, che si consiglia di leg-gere per intero a chi desideri avvicinarsi alla dermatologia, è una bre-ve, ma informativa, introduzione alla dermatologia veterinaria. In questaparte si descrive la struttura e la funzione dell’apparato tegumentario(capitolo 1), lo strumentario necessario all’esecuzione della vista der-matologica (capitolo 2, molto utili le fotografie), lo svolgimento della vi-sta (capitolo 3, comprensivo di schede anamnestiche e cliniche), e l’e-secuzione degli esami collaterali (capitoli 4-6). In particolare, in questasezione, merita una menzione il capitolo 5, completamente dedicato al-la citologia cutanea, con numerose fotografie illustranti le tecniche diprelievo, la colorazione dei campioni e i principali reperti microscopicia forte ingrandimento.I capitoli della seconda parte, completamente basata sul metodo del-l’approccio al sintomo, sono divisi per segno e per specie (cane e gat-to), da consultare volta per volta quando si è alle prese con un pazien-te dermatologico. Ogni capitolo tratta di un sintomo o di una lesioneprincipale (prurito, pustole, alopecia, ulcere, noduli, ecc.), ed è divisoin tre parti: una introduzione alla patogenesi del segno, una descrizio-ne clinica delle modalità di manifestazione della lesione e una guidaper approccio clinico al sintomo. Quest’ultima parte, estremamente uti-le e pratica, descrive passo dopo passo gli esami collaterali da ese-guire, sino all’ottenimento della diagnosi. Per una rapida consultazione,a chi è di fretta, in fondo ad ogni capitolo c’è un algoritmo che riassu-me velocemente l’approccio clinico al sintomo.Gli ultimi capitoli della seconda parte (i capitoli 22 - 26) sono dedicatialla malattie dermatologiche di strutture cutanee particolari, quali il tar-tufo, le zampe, le unghie, i sacchi anali e le orecchie. In questi capitolivengono anche brevemente descritte alcune malattie esclusive di que-ste strutture e le terapie specifiche per trattarle.I capitoli della terza parte (27-39) contengono la trattazione delle der-matopatie secondo la usuale classificazione eziologia (cause batteri-che, fungine, virali, parassitarie, allergiche, etc). Per ogni malattia vengono descritte l’eziologia, la patogenesi, l’epide-miologia, la sintomatologia clinica, le tecniche diagnostiche, la terapia(in dettaglio) e la prognosi. Per le malattie più comuni la trattazione è si-curamente esaustiva, mentre per le malattie meno frequenti vengono ci-tate comunque le caratteristiche più importanti. Questa parte è stata concepita in modo da essere di utilità sia al clini-co che, dopo avere ottenuto la diagnosi con la consultazione dei capi-toli della seconda parte, voglia informarsi sulla malattia e sulle modalitàdi trattamento, sia per chi voglia studiare la dermatologia veterinaria inmodo sistematico e completo. La struttura particolare di questo libro, inlinea con le edizioni straniere più recenti, è concepita infatti per esseredi grande utilità sia per lo studente che desideri avvicinarsi a questa di-sciplina, sia per il veterinario clinico nella pratica quotidiana, quando siconfronta con un caso dermatologico, o quando desideri approfondirele sue conoscenze nell’ambito della dermatologia.Desideriamo infine menzionare che il libro contiene anche numerosischemi e tabelle e ben 482 fotografie a colori di ottima qualità, che illu-strano strumenti, metodiche di esecuzione di esami collaterali, e imma-gini cliniche, microscopiche e macroscopiche che accompagnano ecompletano un testo di facile e piacevole lettura, per la sua praticità eimmediatezza di concetti. Il formato in paperback ne permette l’acqui-sto ad un prezzo relativamente basso (100 Euro), se si pensa all’alto nu-mero di pagine e di fotografie a colori.Consigliamo perciò vivamente l’acquisto, la lettura e la consultazione diquesto testo e aspettiamo fiduciosi l’uscita dei nuovi volumi nella stes-sa collana.

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Non deve esserci, a mio parerealcuna contrapposizione.Nella nostra realtà già sono in at-to rapporti di reciproca collabora-zione che si esplicano anche at-traverso convenzioni per presta-zioni professionali e scambio diinformazioni.In definitiva dovrebbe guidarcitutti una unica passione profes-sionale sia che venga espressaattraverso rapporti di tipo pubbli-co che privato. Di fronte all’ope-ratore economico ed al consu-matore si vince o si perde tutti in-sieme.

Bartolomeo GriglioDirettore di struttura complessaispezione e controllo alimento diorigine animale – ASL di Chieri(TO)

Com’è cambiata e come staevolvendo la figura del veteri-nario pubblico e cosa si puòprevedere nell’immediato futu-ro anche alla luce della possibi-le introduzione del veterinarioaziendale rappresentato da unlibero professionista?La figura del veterinario pubbli-co ha subito dei cambiamentienormi nel corso degli ultimi 20anni; la transizione dalla Condot-ta al Sistema Sanitario Nazionaleha richiesto al veterinario note-voli sforzi per dialogare con lealtre figure sanitarie e non all’in-terno dell’amministrazione pub-blica perdendo talvolta di vistaobiettivi e finalità proprie dellaprevenzione; in molti casi inoltrel’attività si è ridotta a compiti po-co professionalizzanti (bastipensare all’attività ispettiva incatene di macellazione di im-pianti industriali, dove colleghioperano per gran parte del lorotempo in linea ripetendo manua-lità di dubbia utilità, od all’attivitàdi bonifica sanitaria per quantoriguarda prelievi di sangue eprove tubercoliniche); il suppor-to derivante dall’inserimento delveterinario aziendale potrebberappresentare un’opportunitàper svolgere quei compiti di sor-veglianza epidemiologica, dipianificazione, attuazione e veri-fica di interventi in grado effetti-vamente di migliorare lo statosanitario degli allevamenti zoo-tecnici con conseguenti ricadutepositive sulla salubrità degli ali-menti di origine animale.

Quali sono a tuo avviso le pro-blematiche che interessano piùda vicino il veterinario pubblicoe che creano le maggiori diffi-coltà nell’espletamento del suolavoro?Ritengo esistano difficoltà legateal contesto ed altre derivanti dal-l’approccio che quasi tutti abbia-mo verso il lavoro nella pubblicaamministrazione:• la criticità del contesto è princi-palmente da attribuire all’atten-zione dei media rispetto alle pro-blematiche concernenti la sicu-rezza degli alimenti che fa sì cheintervengano nel settore la Magi-

stratura, i N.A.S., ma anche Cara-binieri, Polizia, Guardia di Finan-za, Corpo Forestale, Vigili Urbani,ecc… ognuno esprimendo inter-pretazioni proprie e spesso verifi-cando e contestando dal punto divista formale l’operato del Veteri-nario Pubblico;• le difficoltà legate all’approccioal lavoro riguardano l’esigenza ditrovare stimoli culturali e lavorativiin una Pubblica Amministrazioneche spesso non è in grado di for-nire il giusto riconoscimento alle

attività di prevenzione.

Come valuti le contrapposizioniche esistono tra veterinari libe-ri professionisti e veterinaripubblici? Pensi che queste de-rivino esclusivamente da pro-blemi di natura economica oche scaturiscano anche da unacattiva comunicazione tra ledue categorie?Da entrambe.

Al di là dei rispettivi ruoli e

competenze in ambito lavorati-vo, non credi che la contrappo-sizione tra liberi professionistie pubblici determini un eviden-te indebolimento di tutta la ve-terinaria? Quali potrebbero essere le ini-ziative per riavvicinare vetpubb. e lib. prof.?Sicuramente le contrapposizioniindeboliscono la categoria a fa-vore di altre più compatte e com-battive; le iniziative che non solopossono riavvicinare i colleghi

ma anche essere fonte di nuoviposti di lavoro devono partire dapiani di miglioramento delle no-stre filiere produttive con una col-laborazione, per i rispettivi ruoli,tra veterinari pubblici e privati(con finanziamenti dell’agricoltu-ra e della U.E.); basti pensare aipiani per il controllo delle salmo-nella nella filiera delle carni suineo al miglioramento delle produ-zioni lattiero-casearie che ci ve-dono penalizzati rispetto agli altriPaesi dell’Unione. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 5/2002 7ATTUALITÀ

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PROFESSIONE VETERINARIA 5/20028ATTUALITÀ

D a circa dieci anni in me-dicina umana è in attoad un radicale cambia-

mento culturale prima e metodo-logico dopo, dell’approccio allapratica medica e al suo insegna-mento. Nel 1992 sulla rivista Jour-nal American Medical Association(Working Group. Evidence-basedmedicine: a new approach to tea-ching the practice of medicine.JAMA 1992; 268: 2420-5.) vennepubblicato un articolo-manifestoche poneva le basi di un nuovoparadigma della pratica medica,denominato Evidence Based Me-dicine -EBM (Medicina Basatasulle Evidenze) in aperto contra-sto con la pratica clinica guidatadall’esperienza e dai principi del-la fisiopatologia. Gli autori di que-sto articolo, organizzatosi in ungruppo di lavoro sulla EBM, rias-sumono la pratica clinica tradizio-nale (da loro denominata “vec-chio paradigma”) in tre importanticoncetti:1. Le osservazioni non sistemati-

che dell’esperienza clinica in-dividuale sono una base validaper stabilire la prognosi, il valo-re dei test diagnostici e l’effica-cia dei trattamenti.

2. Lo studio e la comprensionedei meccanismi delle malattiee della loro fisiopatologia sonouna guida sufficiente per lapratica medica.

3. Un completo training medicotradizionale combinato con ilbuon senso è sufficiente a per-mettere al medico di valutarenuovi test diagnostici e nuovi

trattamenti.4. La competenza in una partico-

lare patologia e l’esperienzaclinica sono una base suffi-ciente per costruire valide li-nee-guida.

Secondo il gruppo EBM, questoapproccio, molto criticato, valoriz-za fortemente l’autorità scientificatradizionale e ricerca la risposta aiproblemi posti dalla pratica clini-ca soprattutto nel contatto direttocon esperti locali o nella lettura discritti di esperti internazionali (inarticoli o in trattati) la cosidetta“Opinion Based Medicine”. Alcontrario la proposta dell’EBM siarticola nei seguenti 3 punti:1. È certo che l’esperienza e lo

sviluppo dell’intuizione clinicasono componenti necessarieper sviluppare la competenzaclinica (particolarmente per la

diagnosi). Una metodologiaappropriata è tuttavia necessa-ria per estrarre dall’esperienzala capacità di stabilire una pro-gnosi o l’accuratezza dei testdiagnostici e l’efficacia dei trat-tamenti.

2. La conoscenza dei meccani-smi di base delle malattie edella loro fisiopatologia è ne-cessaria ma non sufficiente perla pratica medica e può - seisolata - condurre a errori digiudizio sulla accuratezza deitest diagnostici e sull’efficaciadei trattamenti.

3. La conoscenza e la compren-sione di certe regole che con-sentono di stimare la validitàdelle informazioni riportate inletteratura o fornite da espertisono necessarie per interpre-tare correttamente la letteratu-ra scientifica sulla eziologiadelle malattie, la prognosi, i te-st diagnostici e le strategie ditrattamento.

L’evoluzione della praticamedicaQuesto approccio riduce la di-pendenza del medico dall’auto-rità degli esperti, e tende a svi-lupparne la capacità di giudizioautonoma, fornendogli strumenticonoscitivi adeguati a migliorarela qualità delle osservazioni e lavalutazione della letteraturascientifica (epidemiologia e bio-statistica clinica). Il successodecretato a questo nuovo mododi praticare la medicina, fu sigil-lato dall’esplosivo interesse su-scitato nella comunità scientificamedica, tale da portare nel girodi pochi anni ad una crescitaesponenziale della letteraturabiomedica basata sull’approccioEBM. Attualmente la pratica del-l’EBM è perno fondamentale dimolti sistemi sanitari compresi ilnostro che riporta nell’ultimo pia-no sanitario nazionale il ricorsoall’EBM come fondamento perdecisioni cliniche, e assistenzialiche poggino sulle migliori evi-denze scientifiche correnti. Lanascita di questo movimento cul-turale poggia su precisi fenome-ni che negli ultimi vent’anni han-no fortemente condizionato l’e-voluzione culturale della praticamedica, tra questi: 1. lo sviluppo dell’epidemiologia

clinica (e della biostatistica cli-nica) come scienza che studiai fattori determinanti e gli effettidelle decisioni cliniche;

2. la crescita esponenziale del-l’informazione biomedica cheha reso sempre più difficilel’aggiornamento professionaledel medico;

3. l’evidenza che l’assistenza ri-cevuta dai pazienti non rifletteadeguatamente i risultati dellaricerca, perché diversi fattoriostacolano il loro trasferimentonella pratica clinica;

4. la crisi economica dei sistemisanitari, contemporanea allacrescita della domanda e deicosti dell’assistenza;

5. lo sviluppo delle tecnologieinformatiche, culminato nellarecente esplosione di Internetche apre una nuova era del-l’informazione biomedica

L’EBM consiste nell’integrare l’e-sperienza del medico con le mi-gliori evidenze scientifiche dispo-nibili in letteratura. Il medico deveessere capace di: ricercare (utiliz-zando i moderni strumenti d’infor-mazione biomedica), valutare cri-ticamente (grazie a competenzedi epidemiologia clinica e biostati-stica clinica) ed applicare al pa-ziente individuale i migliori risulta-ti della letteratura.La medicina veterinaria è statasfiorata solo marginalmente daquesto fenomeno. Personalmenteritengo che uno dei motivi princi-pali sia la scarsa attenzione dataall’epidemiologia clinica, che nona torto tra i colleghi di umana èconsiderata la disciplina madredell’EBM. In veterinaria l’epide-miologia è diventata materia d’in-segnamento da poco tempo ed èfisicamente collocata nell’ambitodegli Istituti di malattie infettive,per non parlare della biostatisticaa cui viene riservato un piccolocorso al primo anno, slegandolacompletamente dalle sue applica-zioni e in particolare nella praticaclinica (diagnosi, terapia e pro-gnosi).

Lo sviluppo in veterinaria del-l’EBM, passa attraverso tappe ob-bligate:- diffusione dell’epidemiologia

clinica (università, associazioniculturali)

- produzione di studi clinici ran-domizzati controllati di elevataqualità -sviluppo di una edito-ria secondaria tra cui:

1. le pubblicazioni secondariesecondo il modello dell’ACPJournal Club, che ha il compitodi selezionare, valutare critica-mente e pubblicare abstractcommentati di trial clinici ran-domizzati, con rilevanza clini-ca, pubblicati nella letteraturabiomedica A questo propositoper curiosità va sottolineatoche il sistema di peer-review acui sottostanno gli articoliscientifici prima di essere pub-blicati sulle più quotate riviste

non dà garanzia assoluta di va-lidità e di trasferbilità dei risul-tati sul piano clinico del trial.Ad esempio nel 1992 su circa250 articoli pubblicati dal NewEngland MJ solo il 17% rispec-chiava i criteri di validità e uti-lità clinica utilizzati dall’ACPJournal Club, e su 400 del Lan-cet solo il 7%!

2. le revisioni sistematiche o me-tanalisi di studi clinici. Questerassegne non vanno confusecon le review tradizionali, chesi basano su una sintesi quali-tativa (in genere redatte daesperti opinion-leader dellamateria) delle informazioniscientifiche su un determinatoargomento. Le meta-analisi so-no sintesi quantitative dei risul-tati di studi clinici indipendentiattraverso adeguate metodolo-gie statistiche che hanno ilcompito di produrre una misu-ra sintetica di efficacia di unfarmaco aumentando “virtual-mente” la dimensione dellostudio e pesando il contributodi differenti studi pubblicati(che spesso forniscono ancheesiti contrapposti).

I vantaggi dell’EBMNonostante le difficoltà che pos-sono essere evidenziate, perso-nalmente, ritengo che la medicinaveterinaria e tutti i singoli colleghipossano solo ricavare vantaggidallo sviluppo di tale fenomeno.L’esperienza accumulata in più di10 anni dalla medicina umana inquesto campo, può essere di aiu-to per affrontare e superare le dif-ficoltà culturali legate ad ogni for-ma di cambiamento.Istintivamente siamo portati apensare che normalmente le scel-te cliniche operate giornalmentepoggino su evidenze scientifiche,ma sfortunatamente non è sem-pre così, l’EBM in umana è nataproprio perchè è divenuto semprepiù evidente che una percentualerilevante delle cosiddette eviden-ze scientifiche su efficacia dei far-maci, validità degli strumenti dia-gnostici ecc., su cui si basava l’o-perato dei medici era difatti basa-ta su studi e ricerche approssima-tive se non addirittura dal punto divista metodologico errate, e quin-di non garantivano nessuna utilitàclinica reale. I cultori dell’EBM so-no fortemente critici rispetto allefonti d’informazione scientifica eaggiornamento dei medici, indivi-duando il mercato del farmacocome forte condizionatore della ti-pologia e della qualità dell’infor-mazione scientifica permanentedel medico, ed sono convinti cheuna la diffusione dell’EBM e l’ade-

Un nuovo paradigma per la pratica medica

EBM, Evidence Based MedicineCome integrare l’esperienza del medico con le migliori evidenze scientifiche disponibili in letteratura

di Massimo Tranquillo

DVM, Osservatorio EpidemiologicoVeterinario della Regione LombardiaIstituto Zooprofilattico Sperimentaledella Lombardia e dell’EmiliaRomagna

MEDIN109Ettinger-Feldman

“Trattato di Clinica Medica Veterinaria –malattie del cane e del gatto”

traduzione della 5a ed. inglese a cura di O. Pozza.

vol. I e IISOCI: € 169,00

NON SOCI: € 199,00

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renza alla sua metodologia equi-paggi i medici con le idonee com-petenze atte a valutare indipen-dentemente e con spirito criticol’informazione scientifica. L’EBMorigina dal bisogno giornaliero delmedico di rispondere a precisiquesiti clinici. Per colmare taledebito informativo l’EBM suggeri-sce le metodologie di ricerca, se-lezione e valutazione critica delleevidenze scientifiche correnti, e lemodalità di trasferimento nellapratica dei risultati che la ricercascientifica produce. In questosenso l’EBM è componente del-l’aggiornamento permanente delmedico.

Marked-based medicineIl progresso tecnologico ha acce-lerato l’introduzione di interventidiagnostici e terapeutici, primache essi siano rigorosamente spe-rimentati in studi controllati(market-based medicine), indipen-dentemente dal fatto che i farmacisubiscano un processo di registra-zione che teoricamente ne dovreb-be “certificare” l’efficacia e la sicu-rezza. Negli ultimi anni si è assisti-to ad una velocizzazione dei tempidi registrazione dei farmaci, se-condo alcuni autori, in seguito allepressioni della industria che ha im-posto tempi sempre più ristretti diautorizzazione. Negli Stati Uniti iltempo medio di autorizzazionedella FDA è passato da tre anni adun anno! Recentemente il New En-gland Journal of Medicine (1.Davi-doff F, DeAngelis CD, Drazen JM,et al. Sponsorship, Authorship,and Accountability. N Engl J Med2001; 345: 825-827) ha ospitato uneditoriale congiunto di 12 editoritra le più prestigiose riviste interna-zionali, in cui veniva espressa lapreoccupazione circa le modalitàdi conduzione, analisi e pubblica-zione di studi clinici sui farmaci. Glieditori hanno ribadito che l’obietti-vità di tali studi non deve esserecondizionata dalla partecipazionee dal crescente condizionamentoesercitato dagli sponsor nella pre-disposizione del disegno speri-mentale, nel reclutamento dei par-tecipanti, nell’analisi dei risultati enella decisione di pubblicare o nonpubblicare tali risultati. A questo siè aggiunto l’impegno degli editoria rivedere le condizioni per la pub-blicazione di tali studi, con l’obietti-vo di limitare la partecipazione del-le aziende, da loro ritenuta nocivaall’indipendenza e all’obiettività deiricercatori. Sulla base di questoeditoriale 7 società culturali italia-ne (Associazione Italiana di Epi-demiologia (AIE) AssociazioneItaliana di Oncologia Medica(AIOM) Centro Cochrane Italiano(CCI) Editore ZADIG, Milano Fe-derazione Italiana di Cardiologia(FIC) Società Italiana di Ematolo-gia (SIE) Società Italiana di Medi-cina Interna (SIMI)) hanno pro-mulgato un Appello per la Tra-sparenza e l’IndipendenzaScientifica della Ricerca Clinicae di Sanità Pubblica, al cui testointegrale rimando per i più inte-ressati (http://www.gimbe.it/ap-pello_ricerca.htm).

La rivista PraxisLa medicina basata sulle eviden-ze è un fenomeno di vaste pro-porzioni che col tempo si è sem-pre più specializzato parallela-mente alla parcellizzazione delleattività saitarie. Oggi si parla didiverse “evidence-based”, qualila: chirurgia basata sulle eviden-za, anestesiologia basata sulleevidenze, diagnostica di labora-torio basata sulle evidenze, assi-stenza sanitaria basata sulle evi-denze, ecc. A chi fosse interessa-

to ad approfondire questa temati-ca invito a visionare il sito delGruppo Italiano per la MedicinaBasata sulle Evidenza (GIMBE)all’indirizzo www.gimbe.it. Perquel che concerne la medicinaveterinaria basata sulle evidenzein Italia va ricordato che da circadue anni la rivista Praxis ha “pio-neristicamente” aperto una nuovarubrica dedicata all’argomento.Personalmente ritengo che siastata data una interpretazione unpo’ “anomala” del significato di

Evidence Based Medicine. Inrealtà l’esperienza di Praxis po-trebbe essere collocata nell’am-bito di una sorta di pubblicazionesecondaria analoga all’APA Jour-nal Club, ma con i dovuto distin-guo. Praxis darà ampio spazio a que-sto argomento pubblicando undettagliato articolo su i concetti emetodi dell’EBM in umana e inveterinaria, sul numero 2 del 2002in pubblicazione per il mese digiugno. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 5/2002 9ATTUALITÀ

Per approfondimenti:

Dr Massimo Tranquillo DVM

Osservatorio Epidemiologico

Veterinario della Regione

Lombardia Istituto

Zooprofilattico Sperimentale

della Lombardia e dell’Emilia

Romagna Membro GIMBE

(www.gimbe.it)

www.oevr.org

[email protected]

Page 9: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

Iniziamo da qui: qual è il profilodell’anestesista in ambito veteri-nario?C’è una cosa che forse pochi san-no: in medicina le uniche due spe-cializzazioni imprescindibili sonoquella dell’anestesista e del radio-

logo, nel senso che queste sono leuniche due figure a cui un medicodeve necessariamente rivolgersi ea cui non può sostituirsi.Questo non vale in ambito veteri-nario. È l’eterno problema dellespecializzazioni e della mancan-za di scuole universitarie di spe-cializzazione e così ogni medicoveterinario ricopre “abusivamen-te” il ruolo dell’anestesista; il ricor-so all’anestesista non è previstoda alcun protocollo ma è tutto af-fidato alla scienza e coscienzadel veterinario.

Perché questa differenza tra me-dicina e veterinaria?Solo in tempi storicamente recen-ti si è riconosciuto che, nonostan-te gli onori e gli oneri ricadanosempre sul chirurgo, il paziente ènelle mani dell’anestesista. Co-munque, malgrado il riconosci-mento della specializzazione, glianestesisti dell’umana sono moltospesso frustrati professionalmen-te; se chiedessimo ad una plateail nome di un grande chirurgoqualcuno verrebbe fuori, mentreper il nome di un grande aneste-sista ci sarebbe il silenzio.Negli ultimi tempi la situazione èun po’ cambiata perché è cam-biata la coscienza del veterinarioche, di fronte al paziente critico,ha cominciato a capire la neces-sità di chiamare in aiuto quella fi-gura che può aiutarlo a preservar-ne la vita. In campo veterinario, sicomincia oggi a vedere quello

che si è visto per il chirurgo. È so-lo da una decina d’anni che l’ane-stesia è uscita dagli alambicchiartigianali per essere affidata adelle regole rispettose dell’ane-stesiologia come scienza.

Quale deve essere l’attrezzaturadi un buon anestesista?I veterinari fanno investimenti in-genti spesso in attrezzature checomportano un ritorno economi-co, come l’ecografo per far vede-re il feto, il cuore che batte.. il mo-nitor per l’anestesia in sala opera-toria invece non lo vede nessuno,non ha un ritorno immediato anziha un certo costo, comporta assi-stenza tecnica e allora si tende adaccantonarlo, questo anche in cli-niche importanti, in presenza dimolti interventi. E ci vuole unamacchina per anestesia. Quandosi pensa all’anestesia gassosa sipensa all’animale intubato e aduna macchina che eroga diversitipi di gas, compreso l’ossigeno, el’anestetico vaporizzato e si pen-sa che la gestione di questa mac-china, nemmeno troppo costosa,sia difficile. Non è vero. In pochigiorni si apprende ad usarla conprecisione. Mi accontenterei che,nei prossimi dieci anni, tutte lestrutture veterinarie fossero in gra-do di praticare una corretta ane-stesia di base. La cosiddetta totalintravenous anaesthesia è unatecnica controversa, anche incampo umano. Richiede comun-que, rispetto all’anestesia tradi-

zionale, l’utilizzo di più’ pompe, unmonitoraggio strettissimo e cono-scenze molto precise. Consideria-mola una tecnica avanzata e nonscevra da inconvenienti.

Il proprietario ha paura dell’ane-stesia?Il proprietario è terrorizzato dall’a-nestesia. Il veterinario spesso nonè visto come lo specialista o il pro-fessionista ma il medico di “seriedi b” che magari aveva voglia diavere meno responsabilità e si èrivolto agli animali. Ma indipen-dentemente da questo l’anestesiaè obiettivamente terrorizzanteperché è un viaggio nel buio, incui anche il proprietario perdecon l’animale ogni capacità di au-todecisione. Anche l’animale dasveglio ha la capacità di opporsi,ma durante l’anestesia non più e ilproprietario sa di affidare la vitadel proprio animale nelle mani diqualcun altro. Sull’anestesia pesamoltissimo il racconto di terzi, dichi ha già fatto vivere al proprioanimale questa esperienza. Il giu-sto modo di agire del veterinarioanestesista è quello di mettere se-renamente il proprietario al cor-rente della realtà.

Attraverso lo strumento del con-senso informato?L’utilizzo del modulo di consensoinformato è assolutamente daconsigliare. Sulle prime c’è resi-stenza ma poi al proprietario vie-ne inculcata la giusta disposizio-ne. Non si fa del terrore per nulla;se il rischio è minimo glielo si dirà,se il rischio è importante gli si de-ve dire che si tratta di un pazienteimpegnativo. La verità è semprequella che paga.

Anche il veterinario ha pauradell’anestesia…C’è il veterinario che si fa degliscrupoli, che ha una sua coscien-za perché ha partecipato a corsio è andato a bottega da qualcu-no, e allora si pone in modo ab-bastanza tranquillo di fronte alproblema, e c’è ancora oggi unaquantità di veterinari che lo risolveaffidandosi al fatalismo di “comeva, va”, dato che non esiste il rea-to di malpractice. Altrimenti non sicapisce come si arrivi a mettere inanestesia un cane senza avere labombola dell’ossigeno…

Che rapporto c’è fra anestesia eanalgesia?In campo umano esiste un feno-meno che si chiama awareness o“risveglio paradosso”; gli israelia-ni hanno fatto uno studio su 3000pazienti umani e di questi lo 0,3%è stato colpito da awareness: il

paziente al risveglio è risultato ingrado di raccontare tutto ciò cheha sentito durante l’intervento, irumori, le parole dei medici,…so-no pazienti poi avviati in case dicura perché lo stress è insoppor-tabile. È un fenomeno poco cono-sciuto, ma è uno dei tanti spau-racchi dell’anestesista. Un erroredella medicina umana, importatodalla medicina veterinaria, è statoquello di fare a gara per tenerebasso l’uso dell’anestetico volatilee aumentare l’uso di oppioidi finoa dosi stratosferiche (e inutili) percontrastare il dolore. I rischi sonodevastanti: cosa sappiamo dellamemoria del dolore nell’animale?Sappiamo che soffre, ma cosasappiamo del ricordo del dolore?Cosa sappiamo di questi aware-ness che l’animale non può rac-contarci? Poi magari dopo un pòdi giorni il proprietario ci dice cheil comportamento del cane ècambiato...

Perché questo maggior ricorsoagli oppioidi?Ci siamo accorti che siamo agliultimi posti nel consumo dei op-pioidi a scopo terapeutico, il chevuol dire scarso controllo del do-lore. Mentre i gas alogenati hannouna loro tossicità, un loro grado dirischio, gli oppioidi sono menopericolosi durante l’atto operato-rio, quindi la tendenza è quella di

L’INTERVISTA

Intervista a Oscar Grazioli

L’anestesista: ritratto di un professionista che lavora con “scienza e coscienza”

di Sabina Pizzamiglio

PROFESSIONE VETERINARIA 5/200210

U na metafora ricorrente masempre efficace parago-

na l’anestesista ad un pilota divolo che accompagna sapien-temente il paziente-viaggiatorenelle fasi del decollo, del volo edell’atterraggio. Di questo deli-catissimo ruolo si è tornato aparlare il 26 maggio scorso inoccasione della Giornata Nazio-nale del Sollievo dalla Sofferen-za. L’anestesista, pur dotato dicompetenze imprescindibili, alconfine tra la scienza del medi-co e la coscienza del paziente,non gode della considerazioneprofessionale e pubblica che glisarebbe dovuta. Neanche incampo umano, tanto che nellaGiornata del Sollievo l’associa-zione degli anestesisti ospeda-lieri ha richiamato l’attenzionedell’opinione pubblica e del Mi-nistro Sirchia sul ruolo di contra-sto del dolore che gli anestesistisvolgono da sempre, in veste dispecialisti. In campo veterina-rio, ancora una volta, ci sonoparecchie cose da sistemare,come mi ha spiegato OscarGrazioli in questa intervista…

Oscar GrazioliMed Vet - Reggio Emilia

Oscar Grazioli,conseguita lamaturità classi-ca, si è laurea-to in MedicinaV e t e r i n a r i apresso l’Uni-

versità degli studi di Parma nel1978 con una tesi, poi pubbli-cata, sulle malattie degli ofidi. Isuoi principali campi di interes-se sono l’anestesiologia, la me-dicina interna e la patologia de-gli animali esotici, con partico-lare riferimento ai rettili. Autoredi diverse pubblicazioni scienti-fiche è stato relatore a numerosicongressi e seminari. Dal 1992è ordinary member della Asso-ciation of Veterinary Anaestheti-sts (AVA) inglese. Nel triennio1996 - 1998 è stato coordinato-re del gruppo SCIVAC di Ane-stesia, Rianimazione, Medicinad’emergenza e terapia del dolo-re di cui è tuttora collaboratore.Oscar Grazioli è anche giornali-sta pubblicista e scrittore. Vivee lavora a Reggio Emilia.

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Page 10: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

aumentare fino a dosaggi altissimila somministrazione di oppioidiper poter abbassare il gas aloge-nato in modo da abbassare an-che i rischi sul sistema cardiocir-colatorio. Però ci si è accorti chequesto metodo può essere peri-coloso rispetto a questi incidentidi awareness, per cui molti ane-stesisti stanno tornando al vec-chio vaporizzatore ne girano laruota volentieri, mettendo il pa-ziente in uno stato di abolizionedella coscienza più profondo (epiù sicuro).

La verità sta sempre nel mezzo?Sono un forte sostenitore di unaanestesia sufficientemente profon-da, compatibilmente con lo statodell’animale. Se devo fare una scel-ta fra livelli di anestesia sto nel piùprofondo possibile, per evitare pe-ricolose scoperture.

Cosa si può dire a proposito del-l’anestesia loco-regionale in am-bito veterinario?L’anestesia loco-regionale è unapratica importante in campo uma-no, perché c’è l’estrema collabo-razione del paziente, tant’è chenei pazienti non collaboranti o nonin grado di esserlo, ad esempiopazienti psichiatrici scompensati,l’anestesia loco-regionale non vie-ne effettuata. Nell’animale vienefatta quando è già anestetizzato osotto una profonda sedazione.Concordo sul fatto che in certi tipidi intervento possa avere un futu-ro, soprattutto nella gestione deldolore postoperatorio, però sipassa sempre attraverso l’aneste-sia generale ed essendo il caneprofondamente sedato (e scarsa-mente comunicativo) bisognamettere sempre sul piatto della bi-lancia benefici e rischi, speciecon certe tecniche ancora speri-mentali e di enorme difficoltà. Lavera grossa riserva è l’assenza dicollaborazione del paziente,quando in umana con la loco-re-gionale si sta attenti anche alleminime reazioni, ai più piccoli ri-scontri che il paziente - animalenon sa dire. Alla fine penso cheprima di scrivere la Divina Com-media sia meglio saper fare leaste.

E sui farmaci?Possiamo tranquillamente dire diavere tutto quello che ha la medi-cina umana. Con l’ultima leggeche ci permette di approvvigio-narci di farmaci ospedalieri pos-siamo permetterci tutto. Non ab-biamo scusanti, bisogna rimboc-carsi le maniche, studiare e averecoscienza che si hanno in manodelle vite. Ci mancano solo duefarmaci su 50, il glicopirrolato el’etomidat. Ne sentirei l’esigenzama del resto la sentono anche incampo umano. Sono molecoleche ho conosciuto attraverso col-laborazioni con un collega tede-sco: il glicopirrolato sostuisce l’a-tropina con minori effetti collatera-li, l’etomidat è un farmaco per l’in-duzione che lascia il sistema car-diocircolatorio perfettamente in-tatto, in osmosi anche nei pazien-ti critici.

È in corso un dibattito piuttostoacceso che vede contrappostescuole di pensiero diverse. Cosasta succedendo ai veterinarianestesisti?Sto assistendo con molta tristezzae molta angoscia a pratiche ane-stesiologiche che vorrebbero ap-parire fantascientifiche, pratichetalvolta non sono validate se nonda pochissimi lavori effettuati inrarissimi centri, cui seguono rare(per fortuna) e talvolta ridicolepubblicazioni. Inutile nascondersi

dietro un dito. Se c’è chi vuole stu-pire le plateee con tecniche tantoavveniristiche quanto invasive,difficili e rischiose non andrà maid’accordo con la mia filosofia pro-fessionale. Ci deve essere unconfine fra la pratica clinica e lasperimentazione, tant’è che esistela Legge 116 che va a favore delwelfare degli animali da laborato-rio. Il prendere queste tecniche,per le quali occorre un’elevatissi-ma competenza (tanto che ane-stesisti di grande fama vi hanno ri-

nunciato ammettendo di non es-sere mai riusciti ad eseguirle) e il“provarle per vedere l’effetto chefa” è fare della sperimentazione etrasgredire la legge vigente. La presentazione di tali praticheche hanno più a che fare con lasperimentazione che con la prati-ca clinica consolidata deve esse-re posta sotto particolare attenzio-ne e vigilanza.

BIBLIOGRAFIA CONSIGLIATABedford. Small animal anaesthesia:

the increased risk patient. Bailliè-re Tindall, 1992.

Hall, Clark, Trimm. Vetherinary anae-sthesia. W.B. Saunders, 2001

Hall and Taylor. Anaesthesia of thecat. Baillière Tindall, 1994

Muir. Veterinary anesthesia. ThirdEdition, Mosby, 2000

Paddleford. Anestesia dei piccoli ani-mali. Masson, Edizioni Veterina-rie, 2000

Thurmon. Essentials of small animalanaesthesia & analgesia. Lippin-cot 1999.

Thurmon. Lumb and Jones veterinaryanaesthesia. Williams &Wilkins,1996.

PROFESSIONE VETERINARIA 5/2002 11L’INTERVISTA

Page 11: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

PROFESSIONE VETERINARIA 5/200212

S u iniziativa dell’Onore-vole Mancuso, lo scorsodicembre la Camera

impegnava il Governo ad attivarsiper la diminuzione dell’aliquotaIVA sulle prestazioni veterinarie.La questione è arrivata sul tavolodel Ministro delle Finanze. È il ri-sultato dell’impegno che la Came-ra dei Deputati ha fatto assumereal Governo con apposito “ordinedel giorno” datato 19/12/2001.A dicembre infatti la richiesta del-l’ANMVI di rivedere l’aliquota IVA,tradotta in iniziativa parlamentaredall’Onorevole Gianni Mancuso, èuscita dalle sedi legislative ed èentrata nell’ambito di competenzadell’Esecutivo: da proposta diemendamento alla legge finanzia-ria, approvata all’unanimità dallaCommissione Affari Sociali dellaCamera, è stata convertita in “ordi-ne del giorno” (n.9/1984/27), ovve-ro nell’impegno del Governo “adattivarsi presso i competenti orga-nismi comunitari europei al fine diottenere la diminuzione dell’IVA

sulle prestazioni medico veterina-rie dal 20 al 10 per cento”. Il Parla-mento ha adottato questo provve-dimento non potendo pronunciarsisu una materia di competenza an-che comunitaria. Il Ministero dell’Economia e delleFinanze se ne sta dunque occu-pando e il 18 aprile scorso ha tra-smesso al Servizio per il Controlloparlamentare e alla Presidenza delconsiglio dei Ministri una nota chespiega: “Nel merito si fa presenteche ai sensi della normativa comu-nitaria non è possibile ottenere lariduzione dell’aliquota IVA per taliprestazioni in quanto non risultanoricomprese nell’allegato H alla VIdirettiva n. 77/388/CEE; tale allega-to, infatti, include tutte e sole le fat-tispecie per le quali può essere ri-chiesta l’autorizzazione all’applica-zione dell’aliquota IVA ridotta. Sarà cura del Governo adoperarsiper sensibilizzare l’Unione Europeasulla problematica esposta”.Gli argomenti per “sensibilizzare”l’Unione Europea non mancano e

godono del credito della Cameradei Deputati che li ha recepiti al-l’atto di impegnare il Governo: glianimali andrebbero intesi comesoggetti portatori di diritti indivi-duali come lo sono gli esseri

umani, la riduzione dei costi perla cura e il benessere degli ani-mali contribuirebbe a migliorarela salute animale e a contrastarefenomeni di scarsa educazione alrapporto uomo-animale (i.e. ab-

bandono e randagismo…). Nonda ultimo in Europa l’IVA applica-ta alle prestazioni veterinarie èmolto diversificata e in non pochicasi più bassa di quella vigentein Italia.

ANMVI INFORMA

L’iter per la riduzione dell’IVA al 10 per cento fa un altro passoavanti e arriva sul tavolo del Ministro delle Finanze

Altre professioni sanitarie hanno già ottenuto l’esenzione

I l 17 maggio 2002 i Ministeri della Salute e delle Finanze hanno firmato un decreto che esenta da IVAle prestazioni per i fisioterapisti e per altre professioni sanitarie anche senza prescrizione medica.

Il decreto interministeriale del 17 maggio 2002, firmato dai Ministri della Salute e dell’Economia e in attesa diessere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, stabilisce che sono esenti da IVA le prestazioni svolte da biologi,psicologi e odontoiatri nonché da tutti gli operatori che svolgono una professione sanitaria indicata nell’artico-lo 99 del Testo unico delle leggi sanitarie. Vengono considerate esenti le prestazioni eseguite dai soggetti abi-litati all’esercizio delle professioni sanitarie elencate nel Dm 29 marzo 2001: ostetrica/o, infermiere pediatrico e“professioni sanitarie riabilitative” (podologo, fisioterapista, logopedista, ortottista-assistente di oftalmologia, te-rapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, tecnico della riabilitazione psichiatrica, terapista occu-pazionale, educatore professionale). Inoltre, sono esenti le prestazioni delle “professioni tecnico-sanitarie” (tec-nico audiometrista, tecnico sanitario di laboratorio biomedico, tecnico sanitario di radiologia medica, tecnicodi neurofisiopatologia, tecnico ortopedico, tecnico audioprotesista, tecnico della fisiopatologia cardiocircolato-ria e perfusione cardiovascolare, igienista dentale, dietista) e delle “professioni tecniche della prevenzione”(tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, assistente sanitario). Denominatore comune del-l’esenzione il presupposto che si tratta di prestazioni rese alla persona.

P artendo dalla deliberadella Regione Emilia sulveterinario riconosciuto,

G.Lazzarini, Presidente dell’Ordi-ne di Forlì ha promosso un conve-gno per ribadire la necessità diquesta professionalità. Il 25 maggio scorso, presso la se-de della Provincia di Forlì e Cese-na, si è tenuto un convegno sullafigura del Veterinario Riconosciu-to istituita il 29 maggio dello scor-so anno con delibera della GiuntaRegionale dell’Emilia Romagna. Ilconvegno era stato richiesto dalsottoscritto come Presidente del-

l’Ordine di Forlì e Cesena per fareemergere l’importanza e la neces-sità di questa figura. Il dr. Massi-rio, responsabile dei servizi veteri-nari della Regione Emilia ha riba-dito che il Veterinario Riconosciu-to non deve appartenere alla Ve-terinaria Pubblica nè agli Istitutizooprofilattici, ma deve essere unprivato che svolga attività routina-ria presso l’azienda che lo desi-gna. Di particolare importanzal’intervento del dr. Paganelli, fau-tore della delibera, che, ad un an-no dalla sua nascita, ha eviden-ziato le difficoltà di attuazione, co-

munque da superare per un nuo-vo rapporto fra medicina pubblicae privata e per attuare una epide-miosorveglianza passiva, la solain grado di garantirci nei confrontidi eventuali emergenze sanitarieche si dovessero presentare: dauna parte il produttore affiancatoda un Veterinario Riconosciutoche non è più un elemento pre-sente periodicamente in azienda,ma un partner ufficiale con cuielaborare piani di autocontrollo edi gestione alimentare, farmaceu-tica e sanitaria della sua azienda.Nell’intervento del dr, Alberto Ca-sartelli, Consigliere FNOVI, è sta-ta evidenziata l’importanza delVeterinario Riconosciuto che sipone quale interfaccia fra alleva-tore e veterinaria pubblica assu-mendo la veste di garante del pri-mo e collaboratore del secondo.Casartelli ha puntualizzato la ne-cessità di questa figura soprattut-to in rapporto al mondo della pro-duzione bovina, un Veterinario Ri-conosciuto che si deve far caricodell’anagrafe bovina, della gestio-ne del farmaco, del controllo del-le malattie, dello smaltimento del-le eventuali spoglie ma che altempo stesso deve rendere il piùpossibile edotto l’ allevatore sututto ciò che deve qualificare, dalpunto di vista sanitario, l’ alleva-mento. Una coscienza sanitaria dicui il produttore deve prendere at-to e che questa figura contribuiràa formare. La voce del mondodella produzione, sia bovina,siaavicunicola, sia ovicaprina ha evi-

denziato uno dei problemi che an-cora oggi determina il ritardo neldecollo di questa nuova figura diveterinario: la spesa che questosoggetto può rappresentare nell’ambito aziendale. La retribuzionesarà la giusta conclusione di unrapporto necessario e compor-terà, come emerso dal convegno,un opportuno riconoscimento perquelle aziende che si avvarrannodi un Veterinario Riconosciuto agaranzia del controllo della filieraalimentare. Il convegno, che do-veva indicare la strada da percor-rere nei vari settori produttivi perattuare una delibera regionale diun anno d’età, ha trovato nellalungimiranza e pragmaticità delladrsa. Bargossi, Assessore dell’a-gricoltura della provincia di Forli eCesena, e del dr. Barchi,Respon-sabile del Servizio di AssistenzaTecnico sanitaria della RegioneEmilia Romagna, le giuste condi-zioni. Il collega dr. Barchi ha infat-ti additato le opportunità di affida-re l’incarico del programma dieradicazione della B.S.E. e dellaParatubercolosi nelle aziende chesi avvarranno della figura in og-getto e di collaborare perchè lastessa figura possa essere inseri-ta nella programmazione e del2003. La drsa. Bargossi, da partesua, ha favorevolmente accolto laproposta dell ‘Ordine dei Veterina-ri di Forli e Cesena dichiarandosipronta a prendere in considera-zione ed eventualmente a varare,un progetto, di cui ci faremo cari-co insieme ai colleghi regionali di

stilare, per giungere ad una nuo-va definizione del Servizio di assi-stenza tecnica alle aziende. La fi-gura di Veterinario Riconosciuto,inserito in questo servizio, deveaprire un nuovo confine orientatodefinitivamente verso la ricercadella sicurezza alimentare attra-verso il controllo della filiera ali-mentare che ci conduce verso lagaranzia del prodotto finale. Que-sta è stata la conclusione di unconvegno che, primo in Italia, acoinvolgere tutti gli addetti ai lavo-ri ha in definitiva dimostrato comela figura del Veterinario Ricono-sciuto rappresenti la nuova vesteda indossare per entrare a farparte della Comunità Europea.

Giuliano Lazzarini, Presidentedell’Ordine dei Veterinari di Forlì

e Cesena

Il testo della Delibera dellaRegione Emilia ISTITUZIONE

DELLA FIGURA DELVETERINARIO

RICONOSCIUTO PER LEAZIENDE CHE ALLEVANOANIMALI DESTINATI ALLE

PRODUZIONI ALIMENTARI,PER L’ATTUAZIONE DI

SISTEMI E PIANI DISORVEGLIANZA E

QUALIFICAZIONE SANITARIADELLE AZIENDE

ZOOTECNICHE (29/05/2001)è disponibile al sito:

http://www.anmvi.it/anmvioggi/archivio

_pdf/delibera_reggio_emilia.pdf

L’Unione Europea non revoca il divietodi vendita della bistecca con l’osso

“Negli animali nati dopo il bando totale delle farine animali c’è un signi-ficativo calo di rischio” – ha detto il portavoce di David Byrne, Com-missario Europeo alla Sanità, riferendosi al morbo della mucca pazza.Ma il principio di precauzione informa ogni valutazione della UE e la de-cisione sulla fiorentina è rinviata. Naturalmente non si discute di cucina,ma di sicurezza alimentare e nel far questo le autorità europee non in-tendono venir meno ai principi del Regolamento 178/02 CE, consape-voli, oltre che degli aspetti economici, anche dell’impatto psicologico didecisioni che potrebbero offrire una percezione diversa della BSE. (Og-gi, la BSE in Italia conta 66 casi). D’altra parte, osserva Mario Valpredadei servizi veterinari piemontesi, “ora che il fenomeno BSE si è ridi-mensionato bisognerebbe chiedersi se le decisioni prese l’anno scorsoabbiano ancora un senso, soprattutto per un problema di ordine prati-co, visto che tutti i provvedimenti di questo tipo devono essere tempo-ranei e che oltre un certo periodo i sistemi di vigilanza non reggono”.Tuttavia, lo stesso Valpreda, ancora prima del verdetto europeo sullafiorentina si dichiarava “cauto su un’apertura generalizzata, aspettandoche la situazione epidemiologica sia più rassicurante”.

(Il Sole 24 Ore 16 maggio, 2002)

Veterinario Riconosciuto: gli assessorati regionali dell’Emilia Romagna sono pronti alla svolta

Page 12: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

PROFESSIONE VETERINARIA 5/2002 13ANMVI INFORMA

ConvenzioniANMVI per il ritiro di rifiuti speciali

P on la consulenza del Colle-ga Giorgio Neri sono state

attivate alcune convenzioni conditte specializzate nella raccoltadei rifiuti sanitari. Altre sarannostipulate non appena individuatecondizioni di convenienza e co-pertura territoriale. Sono in attoconvenzioni con le seguenti ditte:DOUGLAS ECOLOGY (Nord eOvest) ECON (Nord e Centro)ECO TEAM (Sardegna) HAFNER(Trentino Alto Adige) e infine conla SAMECO Srl (Tutta Italia)

La convenzione con la SAMECO,

l’ultima stipulata in ordine cronolo-

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ricerca di accordi convenzionati.

La Sameco arriva in tutto il territo-

rio italiano, solo nella formula a

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di € 6,20 più Iva.

Il servizio con prelievo a cadenza

quadrimestrale è attivo su tutto ilterritorio italiano. Per le aree di Emilia Romagna,Marche, Abruzzo, Molise, Umbria,Roma e provincia il prezzo richie-sto è di € 197,60 al netto dell’Ivaper il ritiro quadrimestrale di 3contenitori da lt 40 di rifiuti solidi edi un ritiro annuo di in una tanicada lt 20 di liquido di sviluppo eduna tanica da lt 20 di liquido di fis-saggio; il prezzo per ogni conteni-tore aggiuntivo conferito conte-stualmente al ritiro del primo è di€ 7,75 più Iva. In tutte le altre zone d’Italia il ser-vizio avrà il costo di € 208,00 alnetto dell’Iva per il ritiro quadrime-strale di 3 contenitori da lt 40 di ri-fiuti solidi e di un ritiro annuo di inuna tanica da lt 20 di liquido disviluppo ed una tanica da lt 20 diliquido di fissaggio; il prezzo per

ogni contenitore aggiuntivo confe-rito contestualmente al ritiro delprimo è di € 7,75 più Iva. Il servi-zio prevede la fornitura sia degliidonei contenitori, sia dei formula-ri di legge. Il contratto, che avràdecorrenza dal giorno della primaconsegna dei contenitori vuoti,durerà un anno, e si riterrà tacita-mente rinnovato salvo disdetta amezzo raccomandata A/R con al-meno tre mesi di anticipo. La fat-turazione del servizio sarà annua-le e il pagamento dovrà venire ef-fettuato a mezzo ricevuta banca-ria con termine 60 giorni dalla finedel mese di fatturazione. Per infor-mazioni: Sameco srl Via Pirano10/G 61010 Tavullia (PU) tel.0721-476511; fax 0721-476510.Per approfondimenti su tutte leconvenzioni stipulate dall’ANMVIe sulla normativa: www.anmvi.it

Anagrafe bovina cercasi

I l Senato ha approvato il DL 68/2002. È il secondo provvedimentorelativo a disposizioni urgenti per il settore zootecnico proposto

alle Camere dal MiPAF. Ma l’anagrafe bovina non c’è ancora e gli alle-vatori protestano. Ad aprile il Ministro Alemanno aveva ricevuto l’ap-provazione di Palazzo Chigi per un altro decreto legge recante misureurgenti finalizzate a fronteggiare la crisi del settore zootecnico (n.68/2002), in sostituzione di quello che Ciampi aveva respinto per lapresenza di norme “disomogenee e che non rispondono ai requisiti dinecessità e urgenza richiesti dall’articolo 77 della Costituzione”. Questa potrebbe essere la volta buona: il Senato ha approvato il DLn.68 del 19 aprile 2002, confermando il termine del 31 ottobre per lacessazione degli interventi pubblici e l’indennità di 413 euro a capo incaso di abbattimento di bovini appartenenti ad allevamenti colpiti daBSE. Istituito il tavolo della filiera zootecnica che in autunno dovrà definire lemodalità di autofinanziamento dei costi per lo smaltimento; incrementa-to di 56,80 milioni di euro il fondo per fronteggiare la BSE. Ma è l’anagrafe la grande assente: il sistema del caricamento dei datidestinati alla zoo-anagrafe rivisto a marzo dal Ministro Alemanno, cheoltre ai servizi veterinari delle ASL coinvolge anche gli allevatori, non èoperativo. Spiega Nino Andena, Presidente dell’Associazione Italiana Allevatori,nonché medico veterinario: “Siamo stati coinvolti in questa operazione,ma nessuno ci ha ancora ufficialmente dato le istruzioni”. E così la schedatura dei bovini, dalla quale dipendono la tracciabilitàdelle carni e i prestiti comunitari, mancherà l’appuntamento di giugno epotrebbe essere rinviata ad autunno. Il testo del Decreto N° 68/02 èpubblicato al sito: http://www.sivarnet.it/decretobse68.pdf

Tasse comunali sui rifiuti

Il fatto di produrre in certi locali della struttura veterinariasolo rifiuti speciali può far diminuire la metratura su cui ilComune calcolare la tassa dei rifiuti urbani?

Per la parte di superficie (e non i locali! Alcuni Comuni giocano su questa definizione per ridurre lo sconto)della struttura ove, di norma, vengono prodotti rifiuti speciali al cuismaltimento provvede il produttore a sue spese, non si paga la tassaRSU. In alternativa, è facoltà dei Comuni di prevedere una riduzione per-centuale della tassa stessa. Lo dice l’art. 62 del Decreto legislativo 507/1993.

Giorgio Neri, Novara

Liste di discussionetelematica

[email protected]

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Come utilizzare al meglioil sistema delle liste telematiche

ANMVIhttp://www.anmvi.it/servizi/liste/archivio/

Da questa pagina si accede, tramite ID e psw, all’archivio gene-rale delle liste ANMVI che raccoglie TUTTI i messaggi, allegaticompresi. Si consiglia vivamente di utilizzarlo con più frequenza,in particolar modo prima di porre un quesito alle liste, in quanto èmolto probabile che fra le migliaia di messaggi si possa già tro-vare quello che interessa. In questo modo si risparmia tempo e sievita di spedire in lista un argomento già trattato. L’archivio è uti-lissimo anche per leggere messaggi “persi”, magari nei periodi disospensione temporanea.

MEMOhttp://www.anmvi.it/servizi/liste/utenti/

Da questa pagina potete modificare a piacimento i dati dellavostra scheda personale (e-mail, iscrizioni alle liste,...).

http://www.anmvi.it/servizi/liste/Questa è la pagina di iscrizione alle liste, che contiene le

istruzioni generali

Nota:Il server di posta accetta anche i file di Excel (.xls), oltre a.doc;. jpg; .gif; .pdf

Enrico FebboSCIVAC, Direzione Editoriale

PER ISCRIVERSI: www.anmvi.it/servizi/liste/index.html

A.N.M.V.I.

ECM e FSA

V orrei chiarire, per quanto riguarda il mio Corso FSA, che avevamo

formulato il Corso in modo tale che rispettasse pienamente i criteri

didattici dell'ECM, tanto che avevamo già chiesto l'accreditamento già

dallo scorso anno; purtoppo ci era stato risposto che avrebbero inizia-

to a darli solo dopo la primavera di quest'anno, tanto che i crediti sono

stati assegnati solo per il secondo semestre 2002. E tutto questo indi-

pendentemente dalla nostra volontà. Nonostante questo, e lo avevo

chiarito personalmente ogni volta all'inizio del Corso, avevamo rispetta-

to ugualmente la procedura di un Corso ECM, con i quiz di autovaluta-

zione finali, a scopo di prova e di test sul funzionamento del sistema,

convinti comunque dell'utilità di seguire in ogni caso un simile formato,

che coinvolge maggiormente i partecipanti. Vorrei inoltre sottolineare

che i crediti ECM, per quanto debbano accompagnare ogni occasione

di aggiornamento, non devono però sovvertire il significato di crescita

scientifica e professionale delle attività di aggiornamento che frequen-

tiamo, altrimenti rischiamo di banalizzare ogni cosa a livello dei punti

del supermercato.

Aldo Vezzoni, Presidente FSA

Sabato 29 giugno 2002 a Palazzo Trecchi a Cremona, si parlerà di “Il Management della professione

veterinaria: una realtà anche italiana”.Il Seminario, organizzato da Eventi Veterinari avrà come

relatori della giornata il Dr. Giovanni Stassi – Dottorecommercialista – Torino, il Dr. Fabrice Clerfeuille - PhD – MBA

e Dr. Yannick Poubanne.

PROGRAMMA DELLA GIORNATA:

9.00 Registrazione dei partecipanti9.30 Introduzione – C. Scotti9.45 La Professione Veterinaria in EU

Com’è cambiata la professione veterinariaI clientiI nuovi servizi

11.45 Pausa caffè offerta da Hill’s Pet Nutrition12.00 La gestione economica della clinica: profitto, investimenti, ecc.13.30 Pausa pranzo offerta da Hill’s Pet Nutrition14.30 La vendita15.30 Professione intellettuale ed impresa16.30 Discussione17.00 Fine lavori e consegna attestati di partecipazione

Page 13: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

ClaudioPierantoniCommissarioENCI

C on decreto ministeriale n.936 del 4-6-02 il Ministro

delle Politiche Agricole e Foresta-li On. Alemanno ha revocato lanomina al Commissario ENCIProf. Luciano Cattaneo ed ha con-ferito l’incarico al Dr. Claudio Pie-rantoni, riconfermando i due sub-Commissari Dr. Pietrogino Pezza-no e Dr. Pier Carlo Malvolti. Il Dr. Pierantoni, etologo, ricoprivagià l’incarico di Consigliere mini-steriale per l’ENCI. Con il Dr. Pie-rantoni l’ANMVI aveva stretta-mente collaborato nella scorsa le-gislatura per affrontare seriamen-te il problema dei cani potenzial-mente pericolosi ed evitare chevenisse approvata una legge checriminalizzava le razze canine in-vece di addossare le responsabi-lità ai relativi proprietari. Ai Dotto-ri Claudio Pierantoni, PietroginoPezzano e Pier Carlo Malvolti gliauguri di un proficuo lavoro affin-chè finalmente l’ENCI trovi il ruolotrainante della cinofila italianache tutti ci aspettiamo.

Aldo Vezzoni

Marco Pelizzarialla FISE

ÈMarco Pellizzari il nuovo rap-presentante nazionale dei

veterinari associati FISE. La nomi-na è stata conferita il 22 maggio aRoma a seguito della presentazio-ne del Regolamento Veterinario FI-SE. Soddisfatto il Presidente ANM-VI Marco Eleuteri che, nel com-mentare l’elezione di Marco Peliz-zari, sottolinea la competenza diun Collega da tempo impegnatosu questioni professionali e spie-ga: “ Ci auguriamo che con l’ele-zione del Collega Pellizzari i rap-porti con la FISE si rafforzino”. Nel-lo stesso giorno, il 22 maggio, aRoma, è stato presentato il nuovoRegolamento Veterinario FISE, lacui entrata in vigore è prevista perluglio.

Cursi annunciaun vertice con laFISE e undisegno di leggecontro il doping

L a commissione ministerialeha completato l’elenco degli

ambulatori impiegati ad esercitarele analisi e i controlli’’ – ha dichia-rato il sottosegretario alla SaluteCursi, esprimendo sconcerto perlo scandalo doping che ha inve-stito l’ippica. Due miliardi di lireper un progetto di ricerca su far-maci, sono stati già stanziati all’in-terno di un progetto per la lotta aldoping nelle attività sportive. ‘’Staemergendo una realtà’ incredibile- ha detto Cursi - che non rispar-mia alcuna disciplina. Sulla lotta

al doping abbiamo mezzi e normea sufficienza. Vanno solo applica-ti con rigore e fermezza’’ Il Sotto-segretario ha quindi annunciatoun disegno di legge sulla tuteladel benessere degli animali chevieterà il doping e qualunque pra-tica destinata ad influenzare leprestazioni dell’animale sportivo.Cesare Cursi ha anche anticipatola notizia di un prossimo incontrocon i vertici dell’Unire, della Fede-razione Italiana Sport Equestri edella Federazione degli allevatoriper trovare una linea comune neicontrolli negli ippodromi, alleva-menti e dopo ogni corsa. (fonteANSA)

I parlamentaripiemontesicandidanoTorino

C ome quella europea, anchel’Agenzia Nazionale per la

Sicurezza Alimentare è in cerca diuna sede. In autunno il Governodeciderà la sede nazionale dell’A-genzia Nazionale per la SicurezzaAlimentare. Alle città concorrentidi Parma, Verona e Teramo si èaggiunta Torino. Dopo l’incontrofra il Comitato Promotore e i parla-mentari piemontesi, la candidatu-ra verrà formalizzata con una let-tera al Presidente del Consiglio.

Fissate per il 9settembre ledate delle proveper l’accesso a icorsi universitaria numeroprogrammato

I l DM 20 maggio 2002 firmatodal Ministro dell’Università

Letizia Moratti stabilisce le moda-lità e le date delle prove per l’ac-cesso ai corsi di laurea speciali-stica dell’a.a. 2002/2003, fra cuiquello in medicina veterinaria. Gliaspiranti studenti in medicina ve-terinaria affronteranno le prove diammissione il 9 settembre p. v. Gliargomenti dei test sono di conte-nuto identico a livello nazionale econsistono nella soluzione di 80quesiti a risposta multipla. Gli ar-gomenti sono: logica e cultura ge-nerale, biologia, chimica dei vi-venti, bioenergetica, fisica e ma-tematica. Al sito del MIUR sonopubblicate le risposte ai test delleselezioni degli anni scorsi:http://www.miur.it/Rubrica.asp?cf=2&Categoria=116

ScandaloNitrofen: ilbiologico hapersol’innocenza?

L ’agricoltura tedesca è scon-volta dallo scandalo dei

prodotti biologici al Nitrofen, un

erbicida cancerogeno che provo-ca serissimi danni sull’uomo. Imangimi naturali, utilizzati in Ger-mania per la produzione degli al-levamenti biologici, conterebberodosi eccessive di Nitrofen, illegal-mente spruzzato sulle piante. Neinegozi e nei discount tedeschi èstata sospesa la vendita di volatilie uova provenienti da agricolturebiologiche. Il timore che il conta-gio possa aver colpito anche car-ne e latte di maiale e di manzobiologici sembra, invece, rientra-to. Lo scandalo della bio-agricol-tura risale a fine maggio: nel man-gime destinato al pollame di un al-levamento della Bassa Sassonia

era stato riscontrato il Nitrofen, er-bicida bandito in tutta la UE. Pocodopo, tutti i Lander segnalavanocontaminazioni anche in aziendeconvertite o in corso di conversio-ne al biologico. L’UNA- Unione Nazionale dell’Avi-coltura- tranquillizza l’Italia: “Nonc’è nessun pericolo per i consu-matori italiani. I prodotti sono ga-rantiti dal controllo totale della fi-liera produttiva. Dal mangime de-gli animali al prodotto esposto suibanchi del supermercato tutto èmade in Italy e, quindi, sicuro egarantito”. Più preoccupata l’as-sociazione indipendente dei con-sumatori ALTROCUNSUMO:

‘’Scandali clamorosi’’, come quel-lo dei polli all’ erbicida, possonoverificarsi, in Italia come in Ger-mania, perché ‘’ci sono lacune neicontrolli sulla produzione animale,anche su quella biologica, vissutacome un’ alternativa più sana e si-cura. Quello del biologico è di-ventato un mercato redditizio epuò spingere alcuni alla ricerca difacili guadagni. Biologici o no, ilpunto è quello, per tutti i prodotti,di garantire un controllo di filieradavvero efficace. Il mangime è ilpunto più debole, come dimostral’ancora attualissima questionedella mucca pazza’’. (fonte ANSA). ■

PROFESSIONE VETERINARIA 5/200214ANMVI IN BREVE

La lista di discussione professionale dell’ANMVI, lavetlink-list, è ormai un quotidiano appuntamento permolti medici veterinari. Riflettendo gli umori dellagiornata professionale, sempre più spesso la vetlinkoffre anche piacevoli spunti di intrattenimento e con-divisione con i Colleghi. Ecco ad esempio una strin-ga di strafalcioni dei clienti che non potevano esse-re taciuti…

“È vero che il cane poteva prendere la Filossera?”

“Dottò sono venuto per fare un esame delle feci almio cane forse ha i triniculis (trichiuridi), io però glido il cortotek (cardiotek), credevo che il cane aves-

se l’umidità sugli occhi”.

“Dottore non la posso aiutare perché io sono estra-neo ai cani”.

“Dottore, dottore, la mia cagna si gratta!”- “Mi dica:dove?” “ Mansarda!”

“Mamma ho visto un cane magro, di che razzaera?”

”Dottore, venga subito il mio Pittsburg ha avuto del-le crisi apocalittiche!!”

“Tottò il cano tiene delle scariche un po’ acquati-che, forse perché ci ho dato quel mangime con gliacireali. Guardate arinto o’ compiuto a sua sche-

da!”

Dopo un intervento di uretrostomia a causa di unanecrosi del pene:”Dottoressa, ma adesso che è

femmina, gli verranno le mestruazioni? Perché sa,io ho un altro cane maschio....non vorrei trovarmi

poi con i cuccioli...”

“Cosa dà da mangiare al suo cane,”. “Prima ci da-va il canubbio (Eukanuba), mo ci cuciniamo “

“ Dotto’ stu cane tene veramente a’ SMANIOSI, nunse sta mai nu momento fermo”.

“Dotto’ ma è vero che la FOTOSPINOSI (leptospiro-si) è una malattia il cui SINTOMO è un TOPO?”

Dopo un Rx torace di pastore tedesco: “il cane haeffettivamente un cuore molto grande”.

Il proprietario: “Dottore non perché è il mio cane main effetti è molto buono”.

Vet: “ Sig. xy, qui abbiamo una frattura del radio, midispiace....”

Sig xy: “A dotto’, ciaggio spiegato che il gatto è ca-scato dalla

televisione, manco la tengo ‘a radio in casa io....”

Dutturi, può controllari pi favuri se lu cucciolo ha lipiedi grigi?”

Vet: ”Non capisco perché li voglia controllati, masono neri.”

Ma allora lu cucciolo non è di razza!!”

Una signora porta la sua canina alla visita di con-trollo all’anno d’età.

Effettuati i soliti controlli, chiedo alla padrona: e il“calore”?.

La signora mi guarda con aria interrogativa e dicecandida. “Dottore abbiamo l’impianto centralizza-

to........!”.

“Ho sentito che per le pulci va molto bene l’acqua

con il bicarbonato ma come devo fare, lo devo dareal mio fuffi o alle pulci?”

“Ci ho la cana con la gravidanza sterile”

“Dottore, dove andavo prima l’hanno tutto imbotti-gliato di antibiotici”

Un cliente dopo aver ritirato il cane che aveva subi-to un orchiectomia mi ha chiesto: “Dottore, il miocane dopo questo intervento deve tornare a fare

tutte le cose di prima: mangiare, abbaiare, essereaffettuoso?”

“Dottore, i miei piccioni viaggiatori hanno un rientroun po’ stanco, e sì che gli ho fatto di tutto. Gli ho

perfino dato una soluzione con gli elettrodi”.

“Dottore, il cane si è formato come una piazzettasul fianco, con tutta la fosfora intorno”. “Eppure io

ho sempre usato lo shampo al fosforo!”

“Dottore, sono il titolare di Sacha, la cana ebbe lamastuazione e ci sonogonfiate le capicchie!”

“Dottore il gatto fa ron ron, è contagioso?”

“Dottoressa ho comprato il nemex pasta che mi haprescritto, ma quanto devo

farla cuocere? Sulla scatola non c’è scritto”.

“ Dottore, scusi l’ora ma il mio cane sta molto malee credo stia morendo. Pensa che sia grave,?

“Dotterè, ci ha gli occhi sporchi, io lo metto il collut-torio, ma lui non sta fermo!!!”

“Pronto dottore..... è lei l’ ARTIFICIERE? “ Vet: “Scu-si, “

Cliente: “Ma si, quello che fa le MONTE A MACCHI-NA! (Fecondazioni artificiali)”

“Dottore il vitello nato questa notte è morto subito,perché era ancora tutto avvolto dalla PIACENZA e

non è riuscito a respirare”.

“Dottore mi controlli questa vacca, non viene in ca-lore regolare, per me ha le OVAIOLE CHE NON LA-

VORANO BENE!!!”

“Dottore, l’anno passato questa vacca si è ingravi-data perché il suo collega dopo la fecondazione le

ha fatto un RECITAL (leggesi iniezione diReceptal)! “

“Dottore le ho telefonato questa mattina, lei non c’e-ra e mi ha risposto LA SEGRETARIA TELEFONICA,ma io non ho lasciato nessun messaggio perché hocapito subito che era uno scherzo, la voce era da

uomo e non da donna!!!!”

Un ringraziamento va a tutti i veterinari che hannoscritto in lista. Le nostre scuse a chi non viene citatoper mancanza di spazio. Grazie a Marcello da Na-poli, Alfredo Sacchi, Alessandro Sezian, Nicola Ron-chetti, Matteo Spallarossa, Angelo De Luca, France-sco Orifici, Giorgio Neri, Giorgio Romanelli, MarcoCanonero, Luca Cicola, Massimo Di Martino, MarinaFerreri, Chiara Deho, Fabrizio Di Maio, Michele Si-gaudo, e a tutti gli altri…

Questa la mando alla Vetlink...

Page 14: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

A.N.M.V.I.ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

La Professionecambia

Noicambiamo

la Professione

Uffici: Palazzo Trecchi - 26100 Cremona - Tel. +39 0372 403537 - Fax +39 0372 403526 - Email: [email protected] - www.anmvi.it

ASSOCIAZIONI FEDERATE ANMVI: AIVEMP • SCIVAC • SIVAE • SIVAR • SIVE • ALIVELP • AVULP • ASVAC • SOVEP • AMVETPA • APVAC • CVB • CVM • AIVE • ANVU

Page 15: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

A seguito di un decenna-le dibattito politico eculturale un ramo del

Parlamento tedesco ha approva-to, a larga maggioranza, una nor-ma di carattere costituzionale, se-condo cui “lo stato, tenendo con-to della sua responsabilità versole generazioni future, protegge lebasi naturali della vita umana eanimale nei limiti dell’ordine costi-tuzionale, sia attraverso la legisla-zione, sia in accordo col diritto ela giustizia, tramite misure esecu-tive e giudiziarie”.L’iter di definitiva approvazionedella norma non si è ancora con-cluso ma la portata innovativadel principio sopra richiamatomerita, comunque, tutta la nostraattenzione, stante la vicinanzaculturale e politica del nostroPaese con la Germania.Il dato di estrema rilevanza cheassume la scelta del Parlamentotedesco è quello di voler attribui-re alla protezione della vita deglianimali carattere di bene giuridi-co costituzionalmente garantito etutelato.Con un tale riconoscimento vieneindicato al legislatore tedesco unpercorso normativo attraverso ilquale gli animali, senza distinzio-ne rispetto alla specie e/o all’im-piego e all’uso fattone dall’uomo,assumono un valore in sé e as-surgono ad uno status giuridicoche, seppur non è certo quellodegli uomini e delle donne, è cer-tamente ben diverso da quello diuna res.Lo sviluppo e l’impatto che un ta-le riconoscimento avrà anche nelnostro Paese non sono del tuttoprevedibili. Certo è che non sipuò non rimarcare come, dall’e-

sperienza tedesca, tragga impul-so quell’orientamento di pensieroche, pur affermando che gli ani-mali non sono soggetti di diritto,ne rivendica il loro essere ogget-to di quei diritti e di quei doveri diprotezione e di salvaguardia del-la loro vita, la cui tutela ben puòtrovare ingresso in una normacostituzionale.Al riguardo ritengo assai stimo-lante il suggerimento di modifi-care l’art. 2 della CostituzioneItaliana che dispone: “La Repub-blica riconosce e garantisce i di-ritti inviolabili dell’uomo, sia co-me singolo, sia nelle formazionisociali ove si svolge la sua per-sonalità, e richiede l’adempi-mento dei doveri inderogabili disolidarietà politica, economica esociale” nel senso di introdurre,esplicitandolo, un dovere di soli-darietà anche nei confronti dellavita animale (cfr. “Gli animali so-no cose o soggetti” Cosimo Mar-co Mazzoni, in “Per un codicedegli animali” Giuffrè Editore).

Al riguardo va rimarcata la gran-de importanza che ha la catego-ria veterinaria per un approfon-dimento sul tema, dal momentoche essa dispone di una cono-scenza della natura animale, co-sì come esplicitata in ogni spe-cie, da poter ben guidare il legi-slatore e l’interprete nella ricer-ca di quali siano le migliori for-me di tutela e salvaguardia del-la vita animale in rapporto al-l’ambiente e in rapporto agli es-seri umani.Della categoria veterinaria può,inoltre, essere profferta una pa-rola autorevole circa gli aspettidi non rispetto e salvaguardiadella vita di quegli animali dome-stici a volte così tristementeumanizzati.La categoria è, certamente, giàpiù che sensibilizzata sul punto.Basti pensare al dibattito di cuisi è fatta promotrice sial’A.N.M.V.I. che la Rivista a pro-posito delle buone pratiche vete-rinarie.

Occorre, però, anche evidenzia-re che, trasformare gli animali inoggetti di maggior tutela, sino atrasformare la salvaguardia deiloro interessi in principio costitu-zionale, comporta l’attribuzioneai veterinari di una maggiore re-sponsabilità professionale in me-rito all’espletamento dell’assi-stenza zooiatrica.Di pari passo con l’ampliamentodi tutela degli animali deve av-viarsi una più profonda riflessio-ne su questioni quali per esem-pio: a) l’acquisizione del consen-

so informato del proprietario inmerito al trattamento di cure dapraticare sull’animale, b) l’ap-prontamento di sempre più pre-cisi protocolli di cura.È, infatti, incontestabile che piùdiventa “prezioso” l’animalemaggiore è il controllo che puòesercitarsi sui buoni uffici del ve-terinario.Il dibattito è più che aperto ed èauspicabile che anche su que-sta rubrica se ne possano ap-profondire alcuni aspetti grazieai contributi dei lettori. ■

Maggiori diritti agli animali, maggioriresponsabilità per i veterinari

di Maria Teresa Semeraro

Avvocato, Bologna

RUBRICA LEGALE

La Germania è andata troppo in là nel garantire i diritti animali?

Q uesta è la domanda del un sondaggio proposto da CNN.COM al si-

to http://www.cnn.com/2002/WORLD/europe/05/17/germany.ani-

mals/index.html, alla quale gli utenti di Internet stanno in maggioranza ri-

spondendo di sì. (il 52% dei votanti, per un totale di 25.026 voti al 31

maggio). Preoccupati gli animalisti: l’Associazione Animalisti Italiani-Pe-

TA sta diffondendo per email la richiesta di contrastare la tendenza del

sondaggio e di parteciparvi rispondendo di no.

La CNN si premura di accompagnare il sondaggio con una nota che,

sollevandola da ogni responsabilità per l’esito della consultazione, sot-

tolinea anche il carattere aleatorio delle opinioni espresse dagli utenti

del world wide web.

Toni Blair: animalisti datevi un limite

L a BUAV, British Union for the Abilition of Vivisection ha consegna-

to alla BBC un filmato dove si vedono cervelli di scimmie lacerati

da ricercatori dell’Università di Cambridge impegnati in alcuni studi sul

Parkinsons. Secondo la BUAV gli scienziati eseguono crudeli esperi-

menti scientifici vietati dalla legge britannica. Nei mesi scorsi, l’asso-

ciazione era riuscita ad impedire l’apertura di un nuovo laboratorio nel-

l’Università di Cambridge. Toni Blair è intervenuto ammonendo i movi-

menti animalisti a non superare il limite, “perché il governo laburista è

determinato a reprimere le forme più violente di manifestazioni contro la

vivisezione” Per il premier britannico è ora di smetterla con la denigra-

zione del lavoro della comunità scientifica. (Repubblica 25/02/02).

Sab. Pi.

La Costituzione della Germaniasarà presto integrata con il

principio della tutela degli animali

“Lo Stato responsabile anche per le generazioni future, protegge le ri-sorse naturali e gli animali”. Così si leggerà nell’articolo 20 della Costi-tuzione tedesca al temine dell’iter legislativo che si concluderà con lascontata approvazione di un progetto di legge sostenuto a larga mag-gioranza, che riconosce agli animali la capacità di soffrire e il loro dirit-to ad essere tutelati dallo Stato. Da qui discenderanno nuovi provvedi-menti per la smerimentazione e l’allevamento di animali da pelliccia, maanche nuove norme di tutela per animali di ogni specie, dalla qualità divita in allevamento alle norme sul trasporto. Critiche dall’associazionedegli scienziati tedeschi che vede in questo provvedimento un limite al-la ricerca: “se per ogni esperimento che viene fatto arriva una diffida le-gale una grande quantità di progetti potrebbe essere sospesa, per nonparlare delle difficoltà che ci sarannoper ottenere finanziamenti su spe-rimentazioni che si prestano a divenire oggetto di azioni legali” (LaStampa 18/05/02). Reazioni anche da parte delle comunità islamicheresidenti in Germania, che a gennaio erano state al centro di forti pole-miche per il via libera alla macellazione islamica. Ma la protezione de-gli animali non dovrà porsi in contraddizione con altri diritti fondamen-tali come la libertà di culto. A gennaio la macellazione di bovini e ovini secondo il rito islamico èstata autorizzata anche in Germania. La macellazione islamica, già d’u-so in Francia e consentita anche in Italia in recepimento di una direttivacomunitaria del 1998, è stata giustificata dalla Corte Costituzionale te-desca come un dovere verso la libertà religiosa e il rispetto delle co-munità islamiche presenti nel Paese. Il rito prevede che l’animale, orien-tato verso la mecca, venga macellato senza stordimento, non ammet-tendo quindi la somministrazione di anestetici. Gli animalisti hanno su-bito protestato e la Bardot ha scritto a Schroeder: “tagliare la gola a tan-ti animali non favorirà l’integrazione”.

Sab.Pi

PROFESSIONE VETERINARIA 5/200216

Page 16: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

C i è sembrato interessan-te portare all’attenzionedei lettori la Risoluzione

numero 108/E del 29 marzo 2002emessa dall’Agenzia delle Entratea seguito dell’istanza di interpellon. 954-42/2002 inoltrata da unprofessionista ai sensi dell’artico-lo 11 della Legge 27 luglio 2000.

Esposizione del quesitoL’istante è un professionista iscrit-to all’albo dei Ragionieri Commer-cialisti di..... e svolge una attivitàdi consulenza contabile e fiscale.Nell’ambito della propria attivitàprofessionale il contribuente inten-de privilegiare la parte strettamen-te consulenziale, ed è pertanto in-tenzionato a “cedere” ad un altroprofessionista la parte meramenteoperativa della propria attività (ge-stione delle contabilità, redazionedei bilanci e delle dichiarazioni,ecc..) e la relativa clientela. A fronte di tale “cessione” l’istantepercepisce dall’altro professioni-sta un corrispettivo che il contri-buente identifica come “compen-so per la cessione di studio pro-fessionale” oppure come “sommacorrisposta a titolo di avviamento”.Con la presente istanza di inter-pello il contribuente chiede quindidi fornire chiarimenti in merito altrattamento fiscale applicabile,sia ai fini dell’Iva che delle Impo-ste dirette, alle somme percepitea fronte della predetta “cessione”.

Soluzione interpretativaprospettata dal contribuenteL’istante ritiene che l’importo per-cepito non possa essere ricondot-to in nessuna delle categorie red-

dituali contemplate dall’articolo 6del Tuir e pertanto non debba es-sere assoggettato a tassazione aifini dell’Irpef.In particolare, a parere dell’istan-te, l’importo percepito non puòessere ricondotto■ nell’ambito dei “compensi in

denaro o in natura percepiti nelperiodo d’imposta” di cui all’ar-ticolo 50 del Tuir in quanto iproventi in esame non deriva-no direttamente dall’eserciziodell’attività professionale;

■ nell’ambito dei “redditi diversi”di cui all’articolo 81 del Tuir, inquanto le ipotesi ivi previstesono da ritenersi tassative enon ricomprendono la fattispe-cie analizzata.

D’altro canto, la spesa sostenutaper acquisire la nuova clientela èsicuramente deducibile dal reddi-to professionale del soggetto “ac-quirente”.A parere dell’istante non vi è dub-bio, infatti, che la spesa sostenutada un professionista per acquisirenuova clientela sia inerente l’atti-vità professionale svolta. In meritoall’assoggettabilità ad Iva delsuddetto importo, l’istante ritieneche l’operazione sia fuori campoIva, in applicazione degli articoli1, 2 e 5 del DPR n. 633/72. In particolare il contribuente rilevala mancanza del presupposto og-gettivo dell’Iva in quanto l’opera-zione in questione non realizzauna cessione di beni o una pre-stazione di servizi.

Parere dell’Agenzia delleEntrateAl fine di un corretto inquadra-mento della fattispecie in esamela scrivente ritiene opportuno, invia preliminare, esaminare le ca-ratteristiche peculiari del rapportocontrattuale instaurato tra i dueprofessionisti.Tramite la “cessione” da parte delprofessionista della parte mera-

mente operativa della sua attivitàe della relativa clientela viene, in-fatti, posta in essere una fattispe-cie contrattuale atipica che, a pa-rere della scrivente, non può es-sere assimilata ad una cessionedi un bene immateriale di naturapatrimoniale, alla stessa streguadi quanto avviene per l’“avvia-mento commerciale” nell’ipotesidi cessione d’azienda.Si osserva, infatti, che, a differen-za di quanto accade nel mondoimprenditoriale, dove l’avviamen-to commerciale si distacca dallafigura del titolare per inerire all’or-ganizzazione economica dell’im-presa, e diviene pertanto suscetti-bile di autonoma rilevanza e tra-sferibilità, nell’esercizio dell’atti-vità professionale i vantaggi eco-nomici connessi alla clientela so-no direttamente ed esclusivamen-te riconducibili alla figura del pro-fessionista.In tal senso si sono anche espres-se le Sezioni Unite della Corte diCassazione che, nella sentenza n.1889 del 21.07.1967, hanno statui-to che “non è titolare di azienda l’e-sercente di uno studio professiona-le...; conseguentemente, nel trasfe-rimento o nella cessione di tale stu-dio professionale, non può sussi-stere un valore di avviamento....”.Il cosiddetto intuitu personae checonnota il rapporto tra professio-nista e cliente esclude infatti chela capacità professionale di attrar-re clientela possa essere assimi-lata ad un “bene immateriale” au-tonomamente trasferibile. Non vi è alcuna certezza, infatti,che il rapporto fiduciario instaura-to tra il cliente ed il professionistapossa essere riprodotto in capo alnuovo soggetto. A parere della scrivente, invece,tramite la fattispecie contrattualein esame (cessione, a fronte di uncorrispettivo, di una parte dell’atti-vità professionale e della relativaclientela) si viene ad instaurare, difatto, tra i due professionisti un

rapporto di tipo obbligatorio nelquale il professionista c.d. “ce-dente”, a fronte del compensopercepito, si assume l’impegno di

favorire il soggetto subentrantenella prosecuzione del rapportocon i propri vecchi clienti. Pertanto il professionista, oltre a

PROFESSIONE VETERINARIA 5/2002 17RUBRICA FISCALE

Cessione del “portafoglio clienti” dello Studio

di Giovanni Stassi

Dottore Commercialista, Torino

Come gestire i costi per laformazione

N on siamo ancora in gradodi sapere come l'applica-

zione dell'ECM potrà mutare ilrecupero dei costi per l'aggior-namento obbligatorio e quindile informazioni che possiamofornirvi sono quelle basate sullalegislazione attuale.Per un professionista, con parti-ta IVA, le spese sostenute perl'iscrizione ad un congresso ocorso, regolarmente fatturate, ele relative spese di viaggio esoggiorno sono deducibili dalreddito di lavoro autonomo nel-la misura del 50% del loro am-montare (articolo 50, comma 5,del Dpr 917/86). Per quanto ri-guarda l'IVA mentre quella ver-sata per la partecipazione all'i-niziativa di aggiornamento è in-teramente deducibile rientran-do in costi sotenuti per l'eserci-zio dell'attività, quella inerente acosti di alberghi, ristoranti o tra-sporti è indetraibile.

A.M.

Rottamazione

N el numero scorso avevamo già parlato, su richie-sta di un veterinario che doveva eliminare un computer, di

quale iter è bene seguire per evitare problemi nello smaltimento di be-ni strumentali. Avevamo quindi consigliato di cederlo a chi ci forniva ilnuovo apparecchio o venderlo, sia pure a poco o niente, ad un rotta-matore in quanto la procedura dell'autodistruzione era meno semplicee più discutibile. Lo smaltimento ora, con il Dpr. 435/2001, diventa cer-tamente più facile per quei casi in cui si sia avuta la perdita o distru-zione del bene, per furto, quindi, ma anche per eventi atmosferici, dan-neggiamenti non recuperabili da cause esterne o non prevedibili, di-struzione dovuta a guasti, ecc. Questo vale sia per i beni strumentali(attrezzature) ma anche per beni di consumo distrutti od inservibili:mangimi rovinati da infiltrazioni d'acqua o vaccini da buttare per gua-sto al frigorifero, ad esempio. Per tutti questi casi la nuova normativaprevede che si possa fare una dichiarazione sostitutiva che dovrà es-sere redatta entro 30 giorni dalla data dell'evento o dal giorno in cui siè venuti a conoscenza della distruzione o della irrecuperabilità del be-ne. La dichiarazione dovrà, ovviamente contenere il valore dei beni per-duti e non dovrà essere inviata alla amministrazione finanziaria ma te-nuta a disposizione per eventuali controlli. A.M.

Page 17: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

rinunciare ad esercitare la propriaattività professionale nei confrontidei clienti che richiedono esclusi-vamente delle prestazioni di tipooperativo, astenendosi quindi dal-lo svolgimento dell’attività profes-sionale in concorrenza con il nuo-vo soggetto, si impegna altresì afavorire la prosecuzione del rap-porto tra i suoi vecchi clienti ed ilnuovo soggetto.È possibile ipotizzare, ad esem-pio, che in virtù del rapporto con-trattuale in esame il professionistasi impegni altresì ad indirizzare ipropri clienti verso il soggetto su-bentrante. Lo specifico “compenso” è corri-sposto, quindi a fronte dell’assun-zione da parte del professionistadi obblighi ben precisi e deve es-sere quindi ricondotto nella previ-sione dell’articolo 81, lettera l), del

Tuir, che espressamente qualificacome redditi diversi quelli deri-vanti “dall’assunzione di obblighidi fare, non fare o permettere”. La predetta somma deve esserequindi assoggettata a tassazio-ne in capo al soggetto perci-piente sulla base delle aliquoteprogressive per scaglioni di red-dito stabilite dall’articolo 11 delTuir. Per quanto concerne invece iltrattamento fiscale applicabile al-le somme in discorso nei confron-ti del soggetto subentrante, lascrivente ritiene di confermare ilparere espresso dal contribuentenell’istanza in esame. Si tratta infatti per il professioni-sta che sostiene la spesa perl’acquisizione della nuova clien-tela di un costo inerente all’e-sercizio dell’attività professio-nale, come tale deducibile, insede di determinazione del reddi-to, nei limiti ed alle condizioni pre-viste dall’articolo 50 del Tuir. Per quanto concerne infine il trat-tamento applicabile, ai fini dell’I-va, all’operazione in esame, lascrivente ritiene che il predettocompenso, corrisposto al profes-sionista per la cessione di unaparte della sua attività, configuriun corrispettivo di una prestazio-ne di servizio, consistente nel per-mettere la prosecuzione del rap-porto professionale tra i suoi vec-chi clienti ed il soggetto suben-trante, nell’impegno di non prose-guire (non fare) il rapporto profes-sionale con i clienti ceduti e nel-l’impegno (fare) altresì di favorirela prosecuzione del rapporto tra isuoi vecchi clienti ed il nuovosoggetto. Com’è noto, l’articolo 3 del DPR n.633/72 qualifica come prestazionidi servizio “le prestazioni verso cor-rispettivo dipendenti da contrattid’opera,.....e in genere da obbliga-zioni di fare, di non fare e di per-mettere quale ne sia la fonte.....”.Sulla base di tale disposizione, de-ve ritenersi sussistente, nella fatti-specie in esame, il presuppostooggettivo di applicazione dell’Iva. Poiché le prestazioni oggetto delpresente quesito sono innegabil-mente connesse all’attività profes-sionale esercitata, in via abituale,dal contribuente risulta realizzatoanche il presupposto soggettivocui la normativa Iva condizional’applicazione del tributo.

Da ciò consegue che le presta-zioni in discorso debbono esse-re ricomprese nell’ambito appli-cativo dell’Imposta sul ValoreAggiunto.

CommentoCon la risoluzione sopra riportatal’Agenzia delle Entrate, per la pri-ma volta, esprime la sua opinionesulla “cessione” di un’attività pro-fessionale e fornisce un inquadra-mento reddituale delle sommepercepite dal professionista ce-dente e dei costi sostenuti dal pro-fessionista acquirente ed esprimeanche il proprio parere in merito altrattamento ai fini dell’IVA.L’Agenzia delle Entrate condividein parte l’opinione del proponenteil quesito ove egli afferma che lesomme percepite dal professioni-sta cedente non possono essereconsiderate reddito di lavoro au-tonomo dal momento che l’artico-lo 50 del Tuir prevede come unicocomponente positivo di redditoper gli esercenti arti e professioni,i compensi percepiti per l’eserci-

zio dell’attività professionale, ma,contestualmente, chiarisce che, afronte del corrispettivo percepitodal cedente si viene a creare difatto un rapporto obbligatorio tra idue professionisti in cui il cedenteassume l’obbligo contrattuale diconvogliare la clientela a favoredell’acquirente (obbligo di fare),di non esercitare attività concor-renziale (obbligo di non fare) equindi di permettere la prosecu-zione del rapporto con i clienti daparte del cessionario, ricadendoquindi nella fattispecie regolatadall’articolo 81, comma 1, letteral) del Tuir.L’Agenzia delle Entrate quindi ri-tiene che il reddito percepito dalcedente si configura come “Red-diti diversi” e come tale soggettoa tassazione con aliquota pro-gressiva. Tale tipologia di redditosarà comunque tassata con ilprincipio di cassa e quindi se ilcorrispettivo fosse incassato nelcorso di due esercizi, il cedentedichiarerà quale reddito diversoper ciascun esercizio solamentela parte di corrispettivo incassatonel corso dell’esercizio.Per quanto riguarda il cessionariol’Agenzia delle Entrate riconosceche il costo sostenuto è inerentealla sua attività di lavoro autono-mo e come tale deducibile in se-de di determinazione del reddito,naturalmente anche in questo ca-so in base al principio di cassa.

Per quanto riguarda l’IVA, infine,l’Agenzia delle Entrate giunge allaconclusione dell’assoggettamen-to ad IVA del corrispettivo pattuitosulla base di quanto statuito dal-l’articolo 3, comma 1, D.P.R.633/72, che comprende tra le pre-stazioni di servizi anche “.. le pre-stazioni.... dipendenti... da obbli-gazioni di fare, di non fare e dipermettere quale ne sia la fonte”(requisito oggettivo). Secondol’Agenzia, inoltre, risulta verificatoanche il requisito soggettivo dalmomento che le prestazioni sonoinnegabilmente connesse all’atti-vità professionale esercitata in viaabituale dal cedente. Si fa notareperò che nell’ipotesi particolare ilprofessionista cedente proseguela propria attività dopo la cessio-ne di parte dello studio e quindi ri-sulta giustificata la posizioneespressa dall’Agenzia delle Entra-te sulla circostanza che risulta ve-rificato il requisito soggettivo.Sarebbe auspicabile che l’Ammini-strazione finanziaria si esprimesseanche sul regime IVA applicabilenell’ipotesi di cessione totale dellostudio e contestuale cessazionedell’attività da parte del cedente,nell’ipotesi anche di percezione diparte o tutto il corrispettivo in eser-cizi successivi alla cessazione. Intale ipotesi verrebbe meno infatti ilrequisito soggettivo senza il qualecadrebbe l’assoggettabilità ad IVAdel corrispettivo. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 5/200218RUBRICA FISCALE

Irap, Sentenzafavorevole

a due colleghidi Mantova

A nche se le Entrate noncedono nuove sentenze

vanno a favore dei professioni-sti. A metà maggio, le Commis-sioni Tributarie di Mantova e diParma hanno depositato duesentenze che accolgono i ricor-si di contribuenti che non inten-dono assoggettarsi all’IRAP.Mentre la Ctp di Parma ha datoragione ad un agente di com-mercio, quella di Mantova haaccolto il ricorso di due mediciveterinari liberi professionistiche utilizzano, in associazione,beni strumentali del valore di82.000.000 di lire, oltre all’auto-vettura, senza l’ausilio di alcundipendente ed esercitano l’atti-vità in due cliniche di cui unadetenuta in proprietà.Ma Vincenzo Busa, direttore delcentro Normativa e Contenziosidell’Agenzia delle Entrate, sot-tolinea invece che le indicazionidate dalla Corte Costituzionalein materia di professionisti prividi autonoma organizzazione“non possono legittimare un in-tervento applicativo in sede diinterpretazione”. Una tesi che fapensare che i professionistisenza organizzazione dovrannosperare in interventi legislativispecifici. Interventi per i quali siprevedono tempi lunghi: leCommissioni riunite Bilancio eFinanze della Camera hanno di-chiarato inammissibile l’emen-damento presentato dal vice-presidente della CommissioneFinanze, Maurizio Leo, peresentare dall’IRAP i professioni-sti che non possiedono per lapropria attività una specifica or-ganizzazione. L’emendamentopresentato da Maurizio Leo aldecreto legge 63/2002 propo-neva, in conformità a quantosentenziato dalla Corte Costitu-zionale, che i professionisti chenon si avvalgono di dipendentie di altri collaboratori, e che nonutilizzano per la propria attivitàbeni strumentali di valore supe-riore ai 25mila euro, fosseroesenti dall’IRAP.

(Il Sole 24 Ore, 17 maggio 2002)

Finanza e Galateo

L a Guardia di Finanza ha dettato ai suoi uomini un codice dicomportamento che mutua dallo statuto del contribuente una

serie di principi volti a garantire al cittadino riservatezza e discrezione,soprattutto nel corso di ispezioni finanziarie. Le nuove disposizioni so-no mirate a favorire lo sviluppo di un sereno dialogo con il contribuen-te: i militari impegnati nel servizio ispettivo indosseranno gli abiti civili eporranno in essere “tutti gli accorgimenti utili a ridurre al massimo gli effettipregiudizievoli della verifica rispetto al normale andamento delle relazionidei contribuenti con i propri clienti o fornitori, con gli enti finanziari e congli altri soggetti”. La verifica dei finanzieri inoltre dovrà essere eseguita “nelluogo più idoneo ai fini dell’instaurazione di un efficace contradditorio conil contribuente”. (Corsera 23/04/2002)

Insegne: confermata l’esenzione

I l Ministero delle Finanze ha risposto all’ANMVI “in materia di imposta comunale sulla pubblicità e dicanone per l’installazione dei mezzi pubblicitari”. Sono esenti le targhe professionali.

Quanto sostenuto dai consulenti fiscali dell’ANMVI trova definitiva conferma nella nota esplicativa che il Mini-stero delle Finanze ha inviato l’8 maggio scorso all’Associazione Nazionale dei Medici Veterinari Italiani. Il Ca-po Dipartimento del Ministero, Giorgio Tino, chiarisce infatti, in via definitiva ed inequivocabile, la questione del-l’esenzione per targhe/insegne fino a 5mq: entro questa superficie, i medici veterinari non pagano il canone.Da dove nasceva la questione? L’articolo 10 della Legge Finanziaria 2001 stabiliva che il canone “non è do-vuto per le insegne di esercizio delle attività commerciali e di produzione di beni o servizi che contraddistin-guono la sede ove si svolge l’attività a cui si riferiscono, per la superficie complessiva di 5 metri quadrati”. Que-sto articolo sollevava dubbi e quesiti, non essendo chiaro se l’esenzione riguardasse anche le insegne/targheprofessionali, dunque il settore veterinario. Il fatto poi che si parlasse di “insegne di esercizio delle attività com-merciali” sembrava escludere le strutture professionali dal beneficio dell’esenzione. Molti Comuni infatti hannocontinuato a richiedere il pagamento del canone entro il 31/03/02 per targhe/insegne riferite a strutture veteri-narie Alle interpretazioni dei consulenti fiscali dell’ANMVI a sostegno dell’esenzione e alle richieste di chiari-mento ufficiale avanzate dall’Associazione, il Ministero ha finalmente risposto dissipando ogni dubbio. Con l’e-manazione della legge 24 aprile 2002, n. 75, quanto previsto dalla Finanziaria si estende al canone per l’in-stallazione di mezzi pubblicitari. E così sono riconducibili a insegne “i mezzi pubblicitari esposti dai professio-nisti (medici, avvocati, commercialisti, architetti, ingegneri, ecc…) che possono rientrare nella definizione di cuiall’art. 47 del DPR n. 495 del 1992, in quanto assolvono al compito di individuare la sede dove si svolge un’at-tività economica (circ. Min Finanze 03/05/02)”. L’articolo 47 del DPR citato definisce l’insegna: “la scritta in ca-ratteri alfanumerici, completata eventualmente da simboli o da marchi, realizzata e supportata con materiali diqualsiasi natura, installata nella sede dell’attività a cui si riferisce o nelle pertinenze accessorie. Può essere lu-minosa sia per luce propria che per luce indiretta” e precisa che deve avere “la funzione di indicare la pubbli-co il luogo di svolgimento dell’attività economica”. Le definizioni di “targa” e “insegna” sono dunque coinci-denti. E i Comuni? Si devono adeguare. Le disposizioni della L.75 (art. 2-bis) “trovano applicazione sin dal-l’anno di imposta 2002, indipendentemente, quindi, dalla circostanza che i comuni, nell’esercizio della loro po-testà regolamentare, abbiano disciplinato diversamente il canone per l’installazione dei mezzi pubblicitari”. (…)“Dette disposizioni devono intendersi sostitutive di quelle deliberate dal comune con proprio regolamento en-tro il termine fissato del 31 marzo 2002”. Il che significa che “poiché la certezza degli importi da corrisponde-re si è avuta solo al momento dell’entrata in vigore dell’art. 2-bis in esame, è da questa data (24 aprile 2002ndr) che decorre il termine di un mese, stabilito dalla legge per poter regolarmente eseguire i versamenti, an-che indipendentemente da precedenti eventuali diverse statuizioni dei comuni interessati”. Chi ha pagato puressendo nei limiti dei 5mq chieda rimborso al proprio comune, chi espone oltre i 7mq sappia invece che il ter-mine di pagamento slitta al 24 maggio 2002 e chi infine non ha pagato, ritenendosi giustamente esente, ben-chè sollecitato dal comune a farlo sappia che “Non sono irrogate sanzioni né richiesti interessi moratori al con-tribuente, qualora egli si sia conformato a indicazioni contenute in atti dell’amministrazione finanziaria, ancor-chè modificate dall’amministrazione medesima”. La sospensione delle sanzioni è riconosciuta “quando la vio-lazione dipende da obiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull’ambito di applicazione della norma tri-butaria”. Era questo il caso. Quanto esposto fin qui è stato a chiare lettere notificato dal Ministero delle Finan-ze a tutti i Comuni italiani con circolare 3 maggio 2002 (Prot.n. 14725/2002/DPF/UFF). Chi fosse interessato puòrichiederla a [email protected]

S.P.

Page 18: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

I l 29 maggio u.s. la IV sezionedel Consiglio di Stato chedoveva decidere sulla so-

spensiva urgente del DM 306 pergrave danno economico per lefarmacie richiesta da Federfarma,ritenendo, come già aveva fatto ilTAR del Lazio, completamenteinfondato il ricorso ha convinto ilrappresentate legale di Federfar-ma Avv. Prof. Luciani a ritirare larichiesta stessa di sospensiva ur-gente.A difendere il DM 306 si sono pre-sentati l’Avv. Enrico De Giovanni,dell’Avvocatura dello Stato perconto del Ministero della Salute el’Avv. Prof. Paolo De Camelis perconto della FNOVI. La richiesta di sospensiva urgen-te del decreto è stata pertanto riti-rata; rimane aperto il ricorso diFederfarma contro la sentenzadel TAR del Lazio che invece faràil suo iter e verrà affrontato dalConsiglio di Stato secondo la pro-cedura di routine che si prevededi alcuni anni. Il DM 306 ne esceancora una volta rafforzato ed an-cor più legittimato, per cui toccaora alla professione veterinaria di-mostrare nei fatti la fondatezza ela validità dei suoi contenuti. Il Mi-nistero e la FNOVI lo hanno difesocon determinazione, i medici ve-terinari lo sapranno applicare conprofessionalità.Oltre alle innumerevoli argomen-tazioni presentate nelle rispettiverelazioni della difesa, nella presadi posizione del Consiglio di Statoha avuto un ruolo decisivo il datorecentemente pubblicato dal Mi-nistero della Salute che quantificanel 2% il fatturato del farmaco ve-terinario rispetto a quello umano;

dato che smentisce categorica-mente il preteso grave dannoeconomico dei farmacisti derivan-te dall’applicazione del DM 306che permette ai medici veterinaridi dispensare il farmaco veterina-rio per iniziare immediatamente laterapia. Numerosi ed interessantigli spunti di riflessione contenutinelle relazioni della difesa che va-lorizzano il DM 306 e la figura delmedico veterinario, sui quali tor-neremo con ampi stralci.

Le ragioni della difesa È un dato ufficiale del Ministerodella Salute: il fatturato del farma-co veterinario rappresenta il 2% diquello del farmaco umano. La di-fesa partiva da qui per controbat-tere la tesi di Federfarma secon-do cui il DM 306 arrecherebbe ungrave danno economico alle far-macie. Le controdeduzioni del-l’avvocato della FNOVI Paolo deCamelis sono contenute in un do-cumento articolato in 16 pagine;dopo aver ripercorso le tappe delprecedente contenzioso, conclu-sosi con la sentenza del TAR delLazio (10/01/2002) favorevole alDM 306 ora impugnata da Feder-farma, la difesa ritiene “inammis-sibile” l’istanza di sospensione“perché le impugnate norme delregolamento hanno innovato par-zialmente la materia nel sensoche le strutture sanitarie veterina-rie e i medici veterinari possonocontinuare ad approvvigionarsi,come per il passato, presso tuttele farmacie, oppure rivolgersi –questa è la novità- ad altri distri-butori: sicchè Federfarma potreb-be avere interesse alla sospensio-ne dell’efficacia delle nuove nor-

me soltanto nella ipotesi in cui laloro applicazione abbaia recatoun effettivo pregiudizio alle farma-cie sindacalmente rappresentateda Federfarma. E soprattutto cheil pregiudizio sia tale da ledere invia definitiva e irreparabile gli inte-ressi patrimoniali delle dette far-macie. Nell’assoluta mancanza dielementi probatori al riguardo,l’avversa istanza si evidenziainammissibile e pretestuosa nonsussistendo allo stato l’interessealla sospensiva, né la prova diqualsivoglia pregiudizio e, tantomeno, di un danno grave e irrepa-rabile”.(Atto di Costitutituzione eControdeduzioni, del 23/05/2002,firmato dal prof. avv. Paolo de Ca-melis) Quanto alla potestà regola-mentare del Ministero della Salutee ai requisiti di costituzionalitànuovamente contestati da Feder-farma, l’avvocato de Camelis, ri-badisce con gli opportuni soste-gni legislativi l’inconsistenza delletesi di Federfarma così comel’infondatezza dell’assunto del ri-corso sulla “vigenza di un totalemonopolio delle farmacie nella di-stribuzione dei farmaci, tale da in-validare la legittimità delle dispo-sizioni censurate, specie poi do-po le notorie sanzioni pecuniarieinflitte dall’Antitrust agli enti cherappresentano i farmacisti, Feder-farma compresa”.(@nmvi Oggi,13/03/2002 ndr) Sul danno “gravee irreparabile” lamentato dai far-macisti, la difesa torna efficace-mente nelle ultime pagine dell’at-to, citando una nota del Ministerodella Salute in cui è riportato che“il fatturato annuo del farmaco uti-lizzato per uso veterinario è parisolo circa al 2% del complessivofatturato annuo del farmaco uma-no”. E aggiunge: “Non si vede co-me questo 2% potrebbe concre-tare un danno grave e irreparabi-le nella ipotesi in cui risultasseche i destinatari delle nuove di-sposizioni non si rivolgono più al-le farmacie per i loro approvvigio-namenti”. Infine, Federfarma haallegato agli atti un lungo elencodi specialità medicinali ad usoumano che il veterinario potrebbeacquistare anche presso il farma-cista o l’azienda farmaceutica eun altro elenco di prodotti acqui-stabili solo in farmacia perchéprescrivibili per le persone soltan-to da uno specialista. L’avvocatode Camelis, controdeduce che “questi elenchi sono mirati a offrireuna dimensione quantitativa noncorrispondente alla realtà deglieffetti e delle conseguenze chepotrebbero derivare alle farmaciedalle disposizioni censurate. In-fatti, il lungo elenco delle specia-lità medicinali ad uso umano nonrappresenta altro che la lista com-pleta delle specialità medicinaliad uso umano utilizzate per le

persone, mentre soltanto una de-cina di quelle specialità sono su-scettibili di impiego in campo ve-terinario”.

Farmaci difettosie modelloAO/VETIl MinSal ha invitato l’ANMVI a da-re massima diffusione al Decretosulle Procedure di controllo dei di-fetti di fabbricazione nei prodottimedicinali veterinari e a ricordar-ne l’osservanza. Ecco il testo e ilfac-simile del modello A/VET dallaGazzetta Ufficiale Serie Generale,Anno 2002, n. 39 del 15 Febbraio2002:

MINISTERO DELLA SALUTEDECRETO 21 dicembre 2001“Procedure di controllo dei difettidi fabbricazione nei prodotti me-dicinali veterinari”

IL MINISTRO DELLA SALUTE Vi-sto l’art. 32 della Costituzione; Vi-sto il decreto legislativo 27 gen-naio 1992, n. 119, e successivemodificazioni ed integrazioni, conparticolare riferimento agli articoli20, 21 e 22; Tenuto conto delleesigenze rappresentate da orga-nismi internazionali in materia dicommercializzazione di specialitàmedicinali; Ritenuto di dover det-tare disposizioni, a tutela della sa-lute pubblica, da applicare in ca-so di rinvenimento di medicinali

con difetti di fabbricazione o con-tenenti corpi estranei; Decreta:Art. 1. 1. Gli operatori sanitari cherilevano la presenza di corpiestranei o difetti in un medicinale,o che ricevono una segnalazionein tal senso da parte di un privatocittadino, devono innanzi tutto sal-vaguardare l’integrità del confe-zionamento del prodotto medesi-mo ovvero, nel caso quest’ultimosia stato manomesso per l’impie-go, operare una chiusura provvi-soria che assicuri la conservazio-ne del prodotto nello stato di fattoin cui è stato rilevato. 2. Gli stessioperatori sanitari devono dare im-mediata comunicazione al Mini-stero della salute - Direzione ge-nerale della sanità pubblica vete-rinaria, degli alimenti e della nutri-zione - Ufficio XI, utilizzando il mo-dello A/VET allegato, che costitui-sce parte integrante del presentedecreto. 3. L’ufficio XI della Dire-zione generale della sanità pub-blica veterinaria, degli alimenti edella nutrizione, competente, tral’altro, in materia di revoche, ritirilotti, sospensioni e sistema di al-lerta rapido internazionale deimedicinali per uso veterinario, di-spone, se del caso, a tutela dellasalute pubblica, i provvedimenticautelativi preliminari sul lotto og-getto della segnalazione, così co-me previsto dal decreto legislativo27 gennaio 1992, n. 119, e suc-cessive modificazioni ed integra-zioni, attivando, eventualmente, ilNucleo antisofisticazioni dei Cara-binieri per la sanità o le AA.SS.LL.

PROFESSIONE VETERINARIA 5/2002 19OSSERVATORIO FARMACO

Fallito il ricorso al Consiglio di Stato di Federfarma

Federfarma ha ritirato la richiesta di sospensiva urgente del DM 306/01

DM 306, il diritto di approvvigionarsi di farmaci ad uso umano

I n data 27 maggio 2002, il Presidente della FOFI, Giacomo Leopar-di, ha scritto agli ordini dei farmacisti per ribadire che “in base a

quanto previsto dall’art. 17 del DM 306/2001, i medicinali ad uso uma-no cedibili solo ad ospedali e case di cura, esclusi gli antibatterici, pur-chè non esistano anche in confezioni cedibili al pubblico, e i medicina-li prescrivibili solo da uno specialista, possono essere acquistati dallestrutture veterinarie attraverso i canali autorizzati di distribuzione delfarmaco tra i quali rientrano certamente anche le farmacie aperte alpubblico”. Conclude Leopardi: “Tali farmaci possono essere natural-mente acquistati per l’esclusivo impiego nell’attività clinica all’internodelle strutture medesime, sotto il controllo del direttore sanitario. Il ve-terinario si approvvigionerà presentando una ricetta non ripetibile in tri-plice copia.” La nota della FOFI, inviata per conoscenza anche a FE-DERFARMA, ricorda anche che nelle scorse settimane la FNOVI avevasegnalato il reiterarsi del rifiuto a fornire medicinali ad uso ospedalieroai medici veterinari, da parte di farmacisti, grossisti e aziende farma-ceutiche. Un rifiuto che secondo la FNOVI, oltre ad essere “illegittimo”,provocava “un grave danno per la salute degli animali in cura” e impe-diva “il corretto espletamento in determinate circostanze, dell’attivitàprofessionale veterinaria” (nota FNOVI del 22 aprile u.s.). Dopo il ritirodella richiesta di sospensiva urgente da parte di Federfarma il 28 mag-gio scorso il DM 306 è ancor più legittimato e con esso i diritti della pro-fessione veterinaria.

a cura di Aldo Vezzoni

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4. Il campione medicinale oggettodella segnalazione, qualora inte-gro, ad esclusione di quanto pre-visto al successivo comma 5, de-ve essere inviato, corredato delladocumentazione di cui al comma2, a cura del segnalante e nel ri-spetto delle condizioni di correttaconservazione durante il traspor-to, all’Istituto superiore di sanitàche effettua gli opportuni accerta-menti. I relativi esiti sono trasmes-si all’ufficio XI della Direzione ge-nerale della sanità pubblica vete-

rinaria, degli alimenti e della nutri-zione, nonché al segnalante. L’uf-ficio XI adotta, dopo opportunevalutazioni, i provvedimenti defini-tivi previsti dal decreto legislativon. 119/1992 e successive modifi-cazioni ed integrazioni. 5. Il cam-pione del medicinale oggetto del-la segnalazione, qualora visibil-mente alterato ma la cui confezio-ne non risulti integra, o contenen-te corpi estranei identificabili a vi-sta, non deve essere inviato all’I-stituto superiore di sanità. L’ufficio

XI della Direzione generale dellasanità pubblica veterinaria, deglialimenti e della nutrizione, proce-de all’adozione di quelle iniziativeritenute utili per assicurare il ri-spetto delle norme di buona fab-bricazione dei medicinali veteri-nari da parte dell’officina produt-trice. Il presente decreto è pubbli-cato nella Gazzetta Ufficiale dellaRepubblica italiana ed entra in vi-gore con decorrenza immediata.Roma, 21 dicembre 2001 Il Mini-stro: Sirchia

Il farmacoimproprioumano è unripiego?

Caro Aldo, personalmente scelgosempre il farmaco veterinario e con-fesso che mi sento gratificato a far-lo, in buona sostanza al di là di ogniconsiderazione,” mi piace” prescri-verlo, perchè lo sento “mio”, mi fadistinguere, mi mette in evidenza,

fa la differenza e rivaluta la nostracategoria. Ritengo che la scelta diprescrivere il farmaco improprioumano sia decisamente un ripie-go,da parte nostra, lì dove chiara-mente non esista equivalenza. Prin-cipio scontato ed accettato. Il pro-blema sorge alla fonte, non a valle.Noi non possiamo essere messi indiscussione per carenze e lacunedi cui solo l’industria farmaceuticaveterinaria è responsabile. Altroaspetto drammatico è che ci sonofarmaci veterinari ottimi che non so-no più in produzione. Io personal-mente non mi sono mai chiestoquanto un cliente possa spendereper l’acquisto di farmaci vet. e alladomanda “ ma dottore quanto co-sta,? “ io rispondo distrattamenteche non lo so, facendo capire che ilproblema non mi riguarda, mentremi riguarda la salute dell’animale.Poi piccolo commento, concedime-lo, ho trovato un certo senso di im-barazzo e di fastidio al commentodel Dr B. in una sua mail quando ri-corda che i congressi per buonaparte sono sponsorizzati dalle casefarmaceutiche e che ad alcuni col-leghi viene ne offerto l’ingresso gra-tuito. Cosa vuole dire che per 50 o100 euro si è comprato la classe ve-terinaria??Un atto di gentilezza e digratificazione a chi in finale ti da davivere credo sia il minimo (non cer-to un obbligo) e il volerlo rinfacciarel’ho trovato veramente di pessimogusto. Sorvolo la questione degliinformatori laureati o non laureatima su questo gradirei sentire il tuopensiero. Ultima cosa spero non tela prenderai a male, parlar chiaro èmeglio che celare. Alcune ditte sisono lamentate degli alti costi chedevono sborsare a Scivac per pub-blicità e sponsor gradirei anche quise puoi dire la tua.

Angelo De Luca (vetlink-list, 13 maggio 2002)

Sono un convinto assertore dell’usoimproprio consentito del farmaco adsuo umano, perché voglio poter di-sporre di tutte le possibilità terapeu-tiche che la scienza mi mette a di-sposizione al fine di svolgere al me-glio la mia professione; d’altro cantomi rendo conto che ogni volta cheutilizzo un medicinale per uso im-proprio mi assumo la completa re-sponsabilità della mia scelta, chetalvolta potrebbe anche essere ri-schiosa. Certamente preferirei poterdisporre di un armamentario tera-peutico veterinario che potesse co-prire tutte le mie esigenze terapeuti-che e la strada per avvicinarsi aquesto obiettivo è quella di favorirelo sviluppo del nostro settore farma-ceutico; la diffusione delle cure aglianimali negli ultimi vent’anni ha giàdeterminato un grande aumento didisponibilità di preparazioni medici-nali specifiche. Solamente una cre-scita del nostro settore farmaceuticopuò permetterci la disponibilità difarmaci specifici adatta alle esigen-ze degli animali che abbiamo in cu-ra, e, di riflesso, favorire la crescitadi tutto il nostro settore professiona-le che potrebbe usufruire di questamaggior disponibilità terapeutica edell’indispensabile sostegno che leaziende farmaceutiche possono da-re alla nostra formazione permanen-te. La nostra crescita e quella del-l’Industria farmaceutica veterinariavanno di pari passo, come lo dimo-

PROFESSIONE VETERINARIA 5/200220OSSERVATORIO FARMACO

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Page 20: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

stra la storia di questi anni. La pos-sibilità oggi di dispensare il farmacoveterinario per iniziare la terapia haaperto poi una nuova strada per ri-dargli quell’importanza che si meri-ta, nel momento in cui il medico ve-terinario se ne appropria diventandolui stesso distributore del farmacoper gli animali che ha in cura; anchese il ritorno economico diretto deri-vante da questa dispensazione èancora basso, il ritorno di immaginee di indotto per la qualità del servizioreso ai proprietari degli animali cu-rati è grandissimo. La dispensazio-ne diretta sopperisce inoltre allamaggior e più frustrante difficoltàche ha il farmaco ad uso veterinario,la sua reperibilità La crescita del set-tore farmaceutico veterinario è per-tanto legata in maniera vincolante alsostegno che noi medici veterinarisiamo in grado di dare, dimostrandouna preferenza chiara e costantenell’impiego di farmaci specifici adsuo veterinario. La prescrizione diun medicinale ad uso umano analo-go ad uno disponibile per uso vete-rinario, oltre a costituire una violazio-ne normativa, rappresenta un’as-sunzione assurda di responsabilitàpersonale per la quale non esisteuna contropartita: il medico veteri-nario, infatti, così facendo può forsefare un favore al suo cliente prescri-vendo un medicinale meno costoso,ma senza alcun vantaggio per sè siassume una responsabilità che incaso di reazioni avverse potrebbeanche essere pesante. Anche se èvero che esistono ancora moltissi-me “lacune” terapeutiche lasciatedalla farmacopea veterinaria, che ciobbligano a ricorrere ancora al far-maco umano, negli ultimi vent’annisono comunque stati fatti passienormi. Mentre solo 15 anni fa di medicina-li specifici per gli animali da com-pagnia c’erano solo i vermifughi,oggi abbiamo a disposizione far-maci specifici per molti apparati epatologie. se questo progresso c’èstato è perché c’è stata una cresci-ta del settore, sia in termini di vete-rinari dedicati che di proprietari dianimali. Negli Stati Uniti, dove il mercato èmolto più consistente, il ricorso alfarmaco umano è sporadico, siaperché la loro disponibilità di medi-cinali veterinari è maggiore dellanostra, sia perché temono maggior-mente la responsabilizzazione per-sonale dell’uso improprio, sia per-ché hanno convenienza a distribui-re direttamente ai loro clienti il far-maco veterinario.La strada per noi potrebbe esserequella di aggregarci al resto del-l’Europa in un mercato unico del far-maco veterinario, con la possibilitàcioè di utilizzare anche nel nostroPaese medicinali veterinari registra-ti in altri paesi della UE. Allargando-si il mercato le aziende farmaceuti-che avrebbero meno spese di regi-strazione ed un’utenza più ampiache giustificherebbe maggiormen-te i loro investimenti e potrebbe farcalmierare i prezzi stessi. Ancheper noi veterinari poter acquistare inun mercato allargato ci porterebbepiù convenienza. Non sono convinto che la disponi-bilità di medicinali analoghi ad usoumano a costi inferiori sia così de-terminante per i proprietari di ani-mali, soprattutto quelli che consi-derano il loro cane o gatto come unmembro della famiglia ed esigonoper lui le cure migliori. Potrebbe va-lere per chi li cura a malavoglia, o

per chi ha in cura molti animali ab-bandonati, o per situazioni partico-lari, ma su questi non può certo fa-re affidamento lo sviluppo dellaprofessione veterinaria. Consideroinvece più determinante la scarsareperebilità che hanno i medicinaliveterinari, obbligando spesso i pro-prietari a delle vere e proprie este-nuanti peregrinazioni da una far-macia all’altra, sentendosi ancheun po’ presi in giro quando il far-macista cade dalle nuvole guar-dando la ricetta e gli consiglia unfarmaco analogo (spesso si fa per

dire) ad uso umano. Ma oggi con ladispensazione nelle nostre mani ilproblema della reperibilità potreb-be essere brillantemente superatoa vantaggio nostro e dell’industrafarmaceutica veterinaria. Per quan-to riguarda poi il ritorno che la pro-fessione veterinaria ha dall’indu-stria farmaceutica in termini disponsorizzazioni di iniziative cultu-rali e d’aggiornamento scientifico,non mi sembra certo un fatto dapoco, soprattutto quando è rivoltoa tutti, favorendo così tutta la cre-scita della categoria. Considero in-

vece deprimente ed umiliante, oltreche scorrette, le sponsorizzazionidi singoli colleghi sulla base delleloro prescrizioni, ai limiti del com-paraggio. Riguardo ai costi pubbli-citari, siano essi per SCIVAC o peraltre Associazioni ed organizzazio-ni, essi sono determinati unicamen-te da leggi di mercato, nel sensoche sono proporzionati alla qualitàed al numero dei contatti procurati,per cui se quelli di SCIVAC sonopiù alti vuol solo dire che sono piùutili e più apprezzati dalle aziendestesse.

Infine due parole per gli informatori;sono favorevole agli informatori Col-leghi, perché è più facile ed imme-diato il contatto e lo scambio di opi-nioni, ma mi attendo da loro profes-sionalità e capacità ad ascoltare ol-tre che a saper dare le loro informa-zioni. Concludo questo mio appelloconfidando nella maturità dei Colle-ghi che sappiano valorizzare almassimo i medicinali ad uso veteri-nario affinché siano disponibili nellenostre mani in numero e qualitàsempre maggiori.

Aldo Vezzoni

PROFESSIONE VETERINARIA 5/2002 21OSSERVATORIO FARMACO

Osteoartrite:DUE VIE PER

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Page 21: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

PROFESSIONE VETERINARIA 5/200222

U na delle immagini ricor-renti che viene spessoevocata per descrivere

il fenomeno Internet è quella diuna biblioteca. Infatti, così comeun enorme scaffale di libri, la retecontiene una quantità smisuratadei più svariati documenti. Tuttavia, a differenza delle biblio-teche, Internet sembra non averelimiti nella capacità di contenere ediffondere informazioni anche selo spazio informativo della rete, ein particolare quello del Web, nonè uno spazio completamentestrutturato così come lo è invecequello di una libreria.Il sodalizio tra Internet e bibliote-che ha una storia assai lunga ed èstato fortemente propiziato dal ra-dicamento della rete nel mondouniversitario soprattutto statuni-tense. Gli Stati Uniti, infatti, hannoun enorme patrimonio di bibliote-che, soprattutto universitarie, tra-dizionalmente dotate di servizi alpubblico assai avanzati ed effi-cienti. La predisposizione di servi-zi on-line da parte di queste istitu-zioni è stata, nella gran parte deicasi, un’evoluzione naturale. Ma,in generale, si deve rilevare che ilfenomeno Internet ha suscitatonel mondo bibliotecario un vastointeresse anche al di fuori deglistates, tanto che oggi Internet of-fre una notevole quantità di servi-zi di tipo bibliotecario rivolti ad unpubblico generico, oltre ad alcuniservizi orientati maggiormente aduna utenza professionale comepotrebbe essere quella medico-veterinaria.Sostanzialmente, tali servizi si

possono suddividere in:■ servizi d’informazione al pub-

blico basati sul Web relativi asingole biblioteche;

■ servizi di consultazione on-linedei cataloghi informatici di sin-gole biblioteche o di gruppi dibiblioteche (cataloghi indivi-duali e collettivi);

■ servizi di distribuzione selettivadi documenti;

■ servizi speciali d’informazionee di supporto per i bibliotecari;

■ servizi di biblioteca digitale.

I servizi d’informazione basati sulweb, predisposti da singole bi-blioteche, offrono al pubblico noti-zie utili sulla biblioteca stessa osulla sua collocazione, sui regola-menti e gli orari di accesso oppu-re sulla qualità e consistenza del-le collezioni presenti.Spesso però la disponibilità di ac-cesso a queste raccolte di docu-menti è legata alla presenza sulsito bibliotecario di un sistema diconsultazione on-line del catalo-go. Tali sistemi, detti OPAC (acro-nimo di On-line Public Access Ca-talog), sono senza dubbio unadelle più preziose risorse informa-tive attualmente disponibili sullarete.Attualmente sono diverse migliaiale biblioteche che, pubbliche oprivate, oltre ad avere un loro sitosu Internet, offrono agli utenti lapossibilità di consultare on-line icataloghi delle loro collezioni.Purtroppo però, se la possibilità dieffettuare ricerche bibliografichein rete è ormai una possibilità ac-cessibile a tutti, diverso è il di-

scorso che riguarda l’accesso di-retto ai documenti. Infatti, il pas-saggio dalla biblioteca informatiz-zata alla biblioteca digitale, quellacioè che organizza e distribuiscesulla rete, in vario modo, versionidigitali di documenti e testi, è ap-pena agli inizi. A un livello inter-medio tra questi due possibilità diacquisizione di informazioni sicollocano i servizi di distribuzioneselettiva dei documenti (docu-ment delivery). A questa catego-ria appartengono organizzazionied enti che archiviano e classifi-cano grandi quantità di pubblica-zioni periodiche e che permettonoa studiosi o ad altri enti bibliote-cari di acquistare singoli articoli,che vengono poi spediti via postaordinaria, fax o per e-mail. È que-sta una risorsa preziosa soprattut-to per chi deve effettuare attivitàdi ricerca non avendo a disposi-zione una biblioteca dotata di unacollezione di periodici sufficiente-mente esaustiva.

Internet come fonted’informazione bibliografica peril veterinarioLa ricerca bibliografica è una del-le attività fondamentali per tutticoloro che, per dovere professio-nale o per la necessità di aggior-namento, svolgono una attività distudio e ricerca. Essa ha la fun-zione di fornire un quadro detta-gliato dei documenti pubblicati suun dato argomento, di descriverliin modo esauriente e di permet-terne il reperimento.Al fine di effettuare una ricerca bi-bliografica si utilizzano soprattuttodue tipi di strumenti: le bibliogra-fie e i cataloghi bibliotecari. En-trambi questi strumenti si presen-tano in forma di un elenco di do-cumenti identificati mediante al-cune caratteristiche (o metadati)che ne permettono o facilitanol’individuazione. Tra questi ricor-derei il nome dell’autore, il titolodell’opera o della pubblicazioneed i dati editoriali. La differenzatra bibliografia e catalogo consi-ste nel loro dominio di riferimento:una bibliografia contiene un elen-co, esaustivo o meno di docu-menti relativi ad un determinatoargomento o tema, in generaleassociati da una data caratteristi-ca, senza far riferimento ai luoghifisici in cui sono collocate copie ditali documenti; un catalogo, alcontrario, contiene notizie relativea tutti i documenti contenuti in unasingola biblioteca (o in un gruppodi biblioteche), e fa esplicito riferi-mento alla collocazione fisica del-l’esemplare (o degli esemplari)posseduti.Un elemento fondamentale siadelle bibliografie, sia dei catalo-ghi, è la “chiave di accesso”, cioèle caratteristiche del documentoin base alle quali l’elenco vieneordinato e può essere consultato.Di norma le chiavi di accessoprincipali sono il nome (o i nomi)

dell’autore e il titolo. Tuttavia per icataloghi bibliotecari sono moltoutili anche le chiavi di accessosemantiche, quelle cioè che cer-cano di descrivere il contenutodel documento stesso. A tali chia-vi possono corrispondere due tipispeciali di cataloghi: il “catalogoalfabetico” per soggetti, in cui idocumenti sono ordinati in base auno o più termini liberi che ne de-scrivono il contenuto e il “catalogosistematico”, in cui i documentisono ordinati in base ad unoschema di classificazione prefis-sato che articola il mondo dellaconoscenza in categorie e sotto-categorie secondo una strutturaad albero che procede dall’uni-versale al particolare.Lo sviluppo e la diffusione dellarete sta modificando radicalmenteil modo di effettuare la ricerca bi-bliografica. Internet, infatti, è di-ventata ormai la più preziosa edesaustiva fonte di informazioni bi-bliografiche tanto che oggi è pos-sibile stilare una bibliografia com-pleta, su qualsiasi argomento,stando comodamente seduti acasa davanti al proprio computer.Questa opportunità ha trasforma-to le modalità di lavoro della co-munità scientifica e, più in gene-rale, di tutti coloro che professio-nalmente devono reperire notiziesu libri e periodici scientifici comeappunto i medici veterinari.

Chiaramente, nel caso dei catalo-ghi digitali, la scelta delle chiavi diaccesso non va effettuata inizial-mente, come accade invece neicataloghi a stampa, al fine di ordi-nare il catalogo e di permetternela consultazione. Un database, in-fatti, può essere ordinato in mododinamico a seconda delle esigen-

ze e la ricerca può avvenire in ba-se a qualsiasi campo o persino in-dipendentemente da questo.Ovviamente, le chiavi che posso-no effettivamente essere usatedagli utenti nelle ricerche dipen-dono dal tipo di interfaccia asso-ciata al database. Sfortunatamen-te, non esistono delle raccoman-dazioni unitarie sulle caratteristi-che dell’interfaccia di interroga-zione di un OPAC. In generale,tutti gli OPAC permettono di effet-tuare ricerche usando come chia-vi le principali intestazioni presen-ti in una normale scheda catalo-grafica: autore, titolo, soggetto.Alcuni forniscono anche altrechiavi o filtri di ricerca, quali datao luogo di pubblicazione, editore,classificazione e codice ISBN.Con lo sviluppo del Web, un nuo-vo modello di accesso interattivoha cominciato ad essere utilizzatocon le interfacce degli OPAC. Inparticolare, il Web ha fornito l’op-portunità di realizzare delle inter-facce utente in ambiente grafico,basate su moduli interattivi e di-spositivi grafici con cui un qual-siasi utente medio ha già dimesti-chezza e può quindi trovare quel-lo che cerca con una certa facilitàe rapidità.Comprensibilmente, questa op-portunità ha significato lo sviluppodi appositi programmi di collega-mento tra il database catalografi-co e il server Web, detti gatewayche vengono ormai adottati daquasi tutti gli OPAC. Tuttavia, inmolti casi, i vecchi sistemi di ac-cesso alle banche dati via telnetsono stati mantenuti e spesso for-niscono ancor oggi degli stru-menti di ricerca più raffinati e po-tenti dei più intuitivi gateway ba-sati sul Web. ■

Servizi rivolti ad un pubblico generico e all’utenza professionale

Biblioteche in rete e ricerca bibliograficadi Fabrizio Pancini

IN RETE

http://www.aib.it/aib/lis/opac1.htm

Interessante sito dell’Associazione Italiana Biblioteche nel quale ven-gono messi a disposizione degli utenti il repertorio degli OPAC italiani,le liste italiane di periodici, una guida per il pubblico all’utilizzo dei ca-taloghi in linea, alcuni testi su OPAC, metaOPAC, biblioteche virtuali erelativi repertori e la possibilità di ricerca selettiva, per Regione e glo-bale dei documenti. Il motore di ricerca è davvero utile e molto poten-te. Da visitare.

Apparecchiature Radiologiche

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Elettromedicali

Assistenza tecnica

di LUCARELLI M. & C.

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Page 22: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

PROFESSIONE VETERINARIA 5/2002 23DALL’EUROPA

★★

★ ★ ★ ★★★

O rmai da quattro anni al-l’estero, prima in Cana-da per tre anni e ora da

un anno in Irlanda, prima di rien-trare definitivamente in Italia hopensato di condividere con tutti Icolleghi I pro e I contro della miaesperienza fuori Patria.In Canada, dove oltre al visto diingresso è necessario sosteneregli esami di abilitazione per poterlavorare come veterinari, ho sem-plicemente fatto il Clinical Com-petency Test che rappresentameno di un terzo dell’intero grup-po di esami. Infatti gli esami ri-chiesti dall’associazione veterina-ria canadese in realtà copronol’intero corso di laurea e, a menoche non si abbia la voglia di ri-mettersi a studiare di nuovo mate-rie come biochimica o biofisica, esi abbia la pazienza di aspettareper anni in lista di attesa per so-

stenere gli esami, non me la sen-to di consigliare a nessuno l’espe-rienza, visto anche l’altissimo co-sto (sui 7000 euro comprese lespese varie).In più dopo aver passato gli esa-mi nazionali, ce n’e` uno specialeper la regione dove si decide diandare a lavorare, con altre listed’attesa e spese ulteriori.Qui in Irlanda è stato tutto più fa-cile, essendo cittadino italiano equindi di conseguenza cittadinoeuropeo.Dopo i primi mesi in una clinica,da due mesi lavoro nella facoltà diveterinaria di Dublino, che è an-che l’unica qui in Irlanda. Ufficialmente il mio lavoro è di fa-re ricerca in un progetto in colla-borazione con gli istituti di anato-mia e di clinica medica dei picco-li animali, ma in pratica sto riu-scendo ad ottenere molto di più.I vantaggi dell’essere qui sono va-ri, se sapete approfittare delle oc-casioni.Un po’ di esempi personali riguar-do a cosa faccio durante la miasettimana e ai vantaggi di esserequi: 1. Il mio PhD che è un full-time

con orari elastici in cui studiomolto e porto avanti i vari espe-rimenti occupa la maggior par-te del tempo. Lo studio (2-3 oreal giorno) però riguarda moltoanche la medicina interna e l’a-nestesiologia, visto che spessoper alcune ore durante il giornonon c’è proprio niente altro dafare.

2. 9-10 ore alla settimana in salachirurgica come anestesista,

seguito da vari professori. o re-sident che mi istruiscono sul dafarsi e rispondono pazientemen-te alle mie infinite domande

3. 1-2 ore alla settimana a discu-tere i casi clinici che vengonoriferiti all’università da tutta l’Ir-landa, insieme ai professori diclinica medica e ai vari resi-dent.

4. Seminari, conferenze, lezioni echi più ne ha più ne metta sututto quello che mi può interes-sare, e vi assicuro che in unmese sono già riuscito a se-guirne tanti. Ho appena finitoun corso di una settimana in ci-to e isto patologia pagato dal-l’università.

5. Saltuariamente riuscirò a farmisponsorizzare mini-corsi econgressi all’estero grazie aifondi per il mio PhD.

6. Da settembre 6-7 ore alla setti-mana nelle quali insegneròIstologia o Anatomia, più chealtro nelle sessioni pratiche.

7. Public relation, ossia dedicodel tempo a conoscere o achiacchierare con le persone“cardine” della facoltà. Tuttisembrano molto disponibili(forse sperano in un invito acena a base di cibo italiano!),e quindi questo mi sta dandola possibilità di un migliora-mento professionale con cre-scita esponenziale grazie aivari inviti che ricevo da loro,per esempio quando ci sonocasi clinici o chirurgici partico-lari da seguire ecc.

8. Last but not least, la combina-zione del mio inglese con il po-sto in università ha generatouna carriera come traduttore ditesti veterinari per una casa edi-trice italiana.

In Irlanda ci sono opportunità perchi volesse fare internship, resi-dence, master o PhD in vari cam-pi, con stipendi comunque de-centi e possibilità infinite di impa-rare e migliorarsi professional-mente. Questo non è per dire che nelleuniversità in Italia non sia possibi-le farlo, ma qui mi è sembrato tut-to più facile e rapido. È un’espe-rienza decisamente positiva, an-che se a chi decidesse di trasfe-rirsi qui per un po’ consiglio diportarsi dietro un po’ di sole e un

ombrello, perché qui di sole perun po’ non ne vedrà affatto, ma lapioggia non manca mai.

Per chi volesse consigli su comemuoversi mi può contattare all’in-dirizzo: [email protected]

I veterinari fanalino di coda nella circolazione delle professioni

L a libera circolazione delle professioni è un obiettivo perseguito manon ancora raggiunto. Attualmente il riconoscimento automatico

delle professioni non è possibile: sono richiesti test e tirocinio. Le diffi-coltà risiedono nel fatto che non esiste un’armonizzazione del percorsoformativo e nel fatto che alcune professioni sono regolamentate in al-cuni Stati e in altri no. In futuro dovrà invece bastare una domanda diriconoscimento accompagnata da una limitata documentazione e il ri-fiuto del permesso di esercizio dovrà essere ben motivato e sarà impu-gnabile davanti alle autorità nazionali. L’Unione Europea vuole arrivarepresto alla semplificazione e al consolidamento della legislazione esi-stente, liberalizzando le prestazioni di servizio in seno alla UE. Si trattadi raggruppare quindici Direttive esistenti e di estendere il libero eser-cizio a svariate professioni tra cui quella veterinaria. A questo proposi-to, la Commissione europea, basandosi sui dati di un monitoraggiocondotto negli anni 97-98, ha rilevato che i veterinari circolano meno dialtre professioni (circa 340 medici veterinari contro gli oltre 6.500 medi-ci, seguiti da infermieri, architetti e dentisti) e che le destinazioni princi-pali sono verso Francia e Irlanda, mentre la provenienza è soprattuttoda Germania e Belgio. I dati in possesso della Commissione sono tut-tavia lacunosi, perché numerosi Stati membri tra cui l’Italia non hannofornito dati ufficiali, pertanto non è possibile documentare più precisa-mente la provenienza e la destinazione dei 340 medici veterinari chehanno circolato in Europa nel biennio 97-98. Lo sforzo della Commis-sione è quello di favorire il processo di apertura, superando i regola-menti dei singoli Stati. Recentemente, l’Italia è stata condannata dall’UEper aver posto eccessivi vincoli al libero esercizio di professionisti ar-chitetti provenienti da altri Paesi UE.

Professioni e libera circolazione nella UE

La professione veterinaria all’estero: L’esperienza di Diego Tronca

di Diego Tronca

La Commissione europea inten-de regolamentare il riconosci-mento dei titoli di chi vuole eser-citare in un altro Stato membro.Presupposto di fondo l’armoniz-zazione del percorso di studio.Mentre le autorità europee e na-zionali discutono di libera circo-lazione delle professioni in mo-do da realizzare un mercato eu-ropeo del lavoro, aperto e ac-cessibile a tutti, Professione Ve-terinaria ha raccolto la testimo-nianza di Diego Tronca, ricerca-tore presso la facoltà di medici-na veterinaria di Dublino, che sioffre di aiutare tutti i Colleghi in-teressati ad un’esperienza pro-fessionale in Irlanda..

Page 23: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

D opo l’ennesimo partolegislativo sull’aggior-namento degli operatori

di sanità, sono ancora più convin-to che i veterinari dovrebberouscire, a gambe levate, dal Mini-stero della Salute. Negli altri pae-si europei l’hanno capito da tem-po. So che molti colleghi non so-no d’accordo, ma se voglionoun’ulteriore dimostrazione del fat-to che il veterinario libero profes-sionista conta come il due di cop-pe quando briscola è spade, ec-co qui il parto dell’ECM. Allora,riassumiamo. Si comincia (nel ter-zo millennio) a sentire l’esigenzadell’aggiornamento dei medici.Qualcuno ha pensato: qui, in Ita-lia, un medico può laurearsi, poileggere Quattroruote e Novella2000 per tutta la vita e continuarea fare il medico. Piccolo proble-ma. La scienza medica va avantia velocità stratosferica. È neces-sario tutelare l’utente (leggasi ma-lato), perché se ha mal di testanon gli frega niente che sia uscitoil monovolume tal dei tali o che laNatalia Estrada abbia dato unoschiaffo al suo moroso.Obblighiamo dunque i medici adaggiornarsi. Attenzione però, nonbisogna fare troppo sul serio, seno i camici bianchi si incazzano eti piantano un casino cosmico.Ecco pronta la rivoluzione dolce.Li facciamo partecipare a qual-che seminario che dà loro un pun-teggio. Raggiunti i punti previsti, ilmedico sa guarire il mal di testa.Chissà perché mi vengono inmente i punti VDB (gli over qua-ranta forse ricorderanno), le figuri-ne Panini e i bollini della Coop. E iveterinari, Ah già, ci sono ancheloro. Beh, quelli pubblici sono le-gati, beati loro, al contratto deimedici ospedalieri, quindi a loro siapplica lo stesso procedimento. Iliberi professionisti, Ma chissene-frega. Facciano un po’ loro. Vo-gliono montare sulla carretta, C’èposto. Vogliono stare giù, Nessunproblema. I cani se hanno il mal ditesta se lo tengono e poi non pos-sono protestare. Cavoli loro, ab-biamo ben altri problemi.Io credo fermamente che, al mini-stero, dell’aggiornamento dei ve-terinari liberi professionisti gli fre-gasse tanto come quello dei bar-bieri (con tutto il rispetto), maqualcuno giustamente si è preoc-cupato che, almeno a livello di im-magine, anche i liberi salvasserola faccia. Ed eccoci (forse) allacaccia dei famigerati punti. Comeprocurarseli, Semplice. Basteràsapere quali sono i congressi, se-minari ecc. che assegnano puntie scegliere. Se poi a me interessal’anestesia e non c’è alcun corsoche mi faccia guadagnare puntipotrò sempre andare ad un semi-nario sulla patologia oftalmica delGobbo (che non è uno juventino,ma un pesce). Dopo di che sarò

in pace con i santi e magari un po’meno con me stesso.E tutto il passato, Guardo il volu-minoso pacco di attestati ricevutiai mille congressi cui ho parteci-pato non solo come allievo, ma

come relatore. Non posso nean-che esporli in sala d’aspetto. Unalegge idiota me lo vieta. Gli utentinon devono sapere che io ho par-tecipato a dozzine di congressi.Qualche attestato potrebbe esse-

re falso. Meglio apparire tutti igno-ranti allo stesso modo.Quest’anno pare siano cinque ipunti da guadagnare. A Milano miè andata male. Pur essendo rela-tore ad un congresso nazionale

non mi hanno dato neanche unavirgola. Mi rifarò diventando unesperto oculista di Gobbi. Da noice n’è ancora qualcuno in Po enella Parmigiana Moglia. Chissàse soffrono di emicrania. ■

L’OPINIONE

La rivoluzione “dolce” dell’ECM

PROFESSIONE VETERINARIA 5/200224

di Oscar Grazioli

Medico Veterinario, Reggio Emilia

Page 24: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

Egregio Direttore, la Facoltà di Medicina Veterinariadi Parma ha messo in atto unastrategia volta al conseguimento didue obiettivi principali: 1) Adeguamento delle strutture

esistenti alle specifiche richie-ste dell’European Association ofEstablishments for VeterinaryEducation (EAEVE) ai fini del-l’accreditamento del Corso diLaurea Specialistica in Medici-na Veterinaria in ambito interna-zionale;

2) Implementazione dell’offertaformativa.

A partire dal prossimo anno acca-demico presso la Facoltà sarannoattivati i seguenti corsi di Laurea a) Laurea Specialistica in Medici-

na Veterinaria (5 anni);b) Laurea in Tecnologia delle pro-

duzioni animali e sicurezza de-gli alimenti (3 anni);

c) Laurea in Scienze e tecnologieequine (3 anni);

d) Laurea in Biotecnologie medi-che, veterinarie e farmaceuti-che (2 anni),

Nell’ambito delle Scuole di Specia-lizzazione in Statuto risultano atti-vate le seguenti:a) Patologia suina (3 anni);b) Sanità animale, allevamento e

produzioni zootecniche (3 anni);c) Diritto e legislazione veterinaria

(2 anni).I due obiettivi sopraindicati risulta-no sinergici, se si vogliono trovarele risorse finanziarie necessarie. Èevidente che la laurea principalerimane quella in Medicina Veteri-naria e i maggiori sforzi dei docen-ti sono rivolti al miglioramento dellivello di preparazione dei nostrilaureati ed all’ampliamento dell’of-ferta formativa specialistica post-laurea. Unica strategia possibileper conservare o ampliare gli spa-zi occupazionali del Medico Veteri-nario.

Per quanto riguarda i Corsi di Lau-rea di recente istituzione, essi sa-ranno attivati con il prossimo annoaccademico ed hanno la finalità diformare un tecnico specializzatoche possa operare sia individual-mente presso la singola Aziendasia nella struttura integrata, agen-do soprattutto nel settore della ge-stione aziendale, della genetica,dell’alimentazione, della trasforma-zione degli alimenti e delle biotec-nologie, senza tuttavia entrare nel-lo specifico sanitario, settore del-l’attività del Medico Veterinario.

Gli sbocchi professionali dei sin-goli nuovi corsi di laurea sono ri-portati di seguito, al fine di dimo-strare come i futuri laureati non po-tranno inserirsi negli spazi occupa-zionali di competenza del MedicoVeterinario. 1. “I laureati del CL in Tecnologiadelle produzioni animali e sicurezzadegli alimenti (TPASA) potrannosvolgere attività nei seguenti settori:Alimentazione animale, industriamangimistica ed integrazionistica,controllo qualità, gestione alimen-tare, riproduttiva ed economica di

imprese zootecniche, agro-zootec-niche ed agro-industriali;Nell’ambito della sanità pubblicaveterinaria e delle tecniche labora-toristiche veterinarie e dell’attivitàdi pianificazione, attività di vigilan-za, assistenza e verifica della sicu-rezza igienico sanitaria e dellaqualità dei prodotti di origine ani-male e di quelli trasformati; igienee qualità delle produzioni, coordi-namento dei consorzi di tipicità equalità, e controllo dei singoli pro-cessi di trasformazione degli ali-menti di origine animale, sicurezza

PROFESSIONE VETERINARIA 5/2002 25LETTERE AL DIRETTORE

@

“C’è una categoria di mediciche ordina lunghe cureanche per malattie brevi

o che guariscono da sole”Bernardo Ramazzini

(1633-1717)

Come promesso, il ProfessorCesidio Filippo Flammini, Presi-de della Facoltà di Parma ha ri-sposto alla lettera del CollegaUrbani che nel numero di marzodel nostro giornale sollevavaperplessità sui nuovi corsi dilaurea istituiti dall’ateneo par-mense. Il Professore ha fattomolto di più di una semplice ri-sposta e ci ha offerto un quadroesaustivo della situazione. Loringrazio per la disponibilità.

Carlo Scotti

alimentare. La formazione teorico-pratica acquisita dal laureato inTPASA comprende attività didatti-che che fanno parte del program-ma di formazione previsto dallanormativa nazionale ed europeaper lo svolgimento della funzionedi ausiliare nell’attività ispettiva ve-terinaria nei macelli.”2. “I laureati del CL in Scienze e tec-niche equine (STE) potranno svol-gere attività nei seguenti ambiti:gestione tecnica, igienica ed eco-nomica degli allevamenti di cavalli;razionamento e controllo del regi-

Page 25: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

me alimentare di cavalli in alleva-mento e nelle diverse fasi dell’im-piego delle varie specialità;assistenza tecnica agli allevatorinell’ambito dei vari Libri Genealo-gici ed Associazioni di Razza nelsegnalamento, valutazione morfo-funzionale e miglioramento delleattitudini come “Esperti di razza”;Nell’ambito di cliniche specializ-zate per equini, potranno svolge-re funzioni ausiliarie ai veterinarinei compiti di assistenza nellaprofilassi, terapia, fisioterapia eattività di laboratorio. Inoltre po-tranno effettuare la fecondazioneartificiale, in qualità di fecondatorilaici.” 3. “I laureati nel corso di Laureaspecialistica in Biotecnologie Me-diche, Veterinarie e Farmaceuti-che (BMVF) avranno elevati livellidi competenza nella programma-zione e nello sviluppo scientifico etecnico-produttivo delle biotecno-logie applicate nel campo dellasanità umana ed animale.Potranno operare, con funzioni dielevata responsabilità, nei sottoin-dicati ambiti:• gestione delle tecnologie dianalisi molecolare e delle tecnolo-gie biomediche applicate alla dia-gnosi nei campi medico e medi-co-veterinario, medico-legale,tossicologico e riproduttivo-endo-crinologico (compresi animalitransgenici, sonde molecolari, si-stemi cellulari tessuti bioartificilaie sistemi cellulari produttori dimolecole biologicamente attive ealtre tecniche biosanitarie avan-zate);• sviluppo di strumenti biotecno-logici innovativi per il migliora-mento delle produzioni animali edell’igiene degli alimenti; • bioingegneristico, con partico-lare riferimento all’uso di bioma-teriali e organi e tessuti igegne-rizzati;• sperimentazione in campo bio-medico ed animale, con particola-re riferimento all’utilizzo di modelli

in vivo ed in vitro per la compren-sione della patogenesi delle ma-lattie umane ed animali;° sviluppo di metodologie avanza-te in campo terapeutico, con par-ticolare riguardo allo sviluppo ealla sperimentazione di prodottifarmacologici innovativi (inclusala terapia genica) da applicare al-la patologia umana ed animale;• biotecnologie della riproduzio-ne.I laureati nel corso di laurea BMVFpotranno dirigere laboratori a pre-valente caratterizzazione biotec-nologica e farmacologica e coor-dinare, anche a livello gestionaleed amministrativo, programmi disviluppo e sorveglianza delle bio-tecnologie applicate in campoumano ed animale con particolareriguardo allo sviòuppo di prodottifarmacologici e vaccini tenendoconto dei risvolti etici, tecnici, giu-ridici e di tutela ambietnale”.Il corso di Laurea in TPASA o altrisimili sono stati istituiti da alcunianni (oltre 10 a Milano) presso tut-te le facoltà di Medicina Veterina-ria. Inoltre, a Parma presso la Fa-coltà di agraria è stato attivato daalcuni anni il corso di laurea inScienze e tecnologia alimentare.La vera novità della nostra Facoltàè rappresentata dall’attivazionedegli altri due corsi di laurea. Inogni caso i laureati nei corsi trien-nale e biennale non potrannooperare autonomamente nell’am-bito della sanità animale e nell’i-spezione degli alimenti, settori diesclusiva competenza del medi-co veterinario.Purtroppo, contrariamente aquanto afferma il collega Urbani, ilcorso di laurea specialistica inBiotecnologie Mediche, Veterina-rie e Farmaceutiche, come tutte lelauree diverse da quella in Medi-cina Veterinaria, non “potrà darenuovi spazi occupazionali ai me-dici veterinari”, in quanto si inseri-sce a completamento del percor-so formativo (3 + 2) sul Corso di

laurea (triennio) in “Biotecnologie”attivato dall’anno accademico1999/2000 presso la Facoltà diScienze Matematiche, Fisiche eNaturali dell’Ateneo di Parma. Illaureato in BMVF non è un medi-co veterinario, in quanto il percor-so formativo appartiene ad altraclasse, indipendentemente dallaFacoltà in cui il corso viene svolto.Ciò ovviamente vale anche pertutti i corsi di laurea svolti pressole Facoltà di Medicina Veterinariad’Italia. Credo che, sulla base di quantoprecede, si possa affermare che inuovi corsi di laurea hanno la fi-nalità di offrire percorsi formativiche consentano, si spera, un rapi-do inserimento nel mondo del la-voro. Essi, comunque, non rap-presentano affatto un tentativo per“eludere il numero programmatopotendolo aumentare a dismisu-ra”, in quanto per iscriversi al cor-so di laurea in Medicina Veterina-ria è necessario sostenere unaprova di ingresso, anche se l’a-spirante ha conseguito una o piùlaurea o è iscritto ad altro corso dilaurea. Il numero degli immatrico-lati nella nostra Facoltà di Medici-na Veterinaria da alcuni anni èstato fissato a 115, oltre a 5 postiriservati agli extracomunitari. Ipartecipanti alle prove di ammis-sione negli ultimi anni sono staticirca 300 per anno. Ciò significache ogni anno circa 180 giovanisono costretti a rinunciare al pro-getto di diventare medico veteri-nario e si iscrivono ad altri corsi dilaurea. Alcuni tenteranno, l’annosuccessivo, di superare la provadi ammissione indispensabile perfrequentare il corso in MedicinaVeterinaria.Caro Direttore, nel ringraziarla perl’ospitalità che ha voluto offrirmi,colgo l’occasione per augurarealla sua testata un successo cre-scente nell’attività di informazionepuntuale dei colleghi veterinari.

Prof. Cesidio Filippo Flammini

Non accusiamo gli

etologi

Gentile Direttore,dopo aver letto la lettera del Dr.Pizzirani pubblicata sul n°1/2002di Professione Veterinaria, vorreiesprimere la mia opinione sull’ar-gomento. Sono d’accordo con lui sull’ina-deguatezza della legge 281 e sulfatto che, nella situazione attuale,sia necessaria una selezione tra-mite eutanasia degli animali ran-dagi. Sono consapevole, delle enormispeculazioni economiche che si

svolgono sulla pelle dei povericani. Non condivido però le accuse ri-volte agli etologi: caso mai, tuttala categoria veterinaria deveprendere ferma e autorevole po-sizione su questi fatti.Forse proprio perché così divisi,non abbiamo nessuna voce in ca-pitolo su molti problemi di nostraspecifica competenza. Personal-mente ringrazio il Dr. Marchesiniper tutto ciò che da lui ho impara-to (anche se con il vocabolario vi-cino). Solo fornendo ai nostri clienti leconoscenze etologiche di base erendendoli consapevoli dei pro-blemi bioetici che coinvolgono ilrapporto uomo-animale, la rela-

PROFESSIONE VETERINARIA 5/200226LETTERE AL DIRETTORE

@

PRONTUARI Inviare l’ordine a:

E.V. S.r.l. via Trecchi, 20 – 26100 Cremonatel. 0372-403507 - FAX 0372-457091

e-mail. [email protected](i prezzi si intendono spese di trasporto escluse)

Prontuario Terapeutico Veterinario3a ed. 2001Medicina del cane e del gattoMedicina degli animali esoticiListino: euro 41,31Offerta soci SCIVAC: euro 26

Prontuario Terapeutico Veterinario1a ed. 2000Medicina del cavalloListino: euro 26Offerta soci SIVE: euro 15

Prontuario Terapeutico Veterinario1a ed. 2002 (imminente pubblicazione)Medicina degli animali da redditoListino: euro 41,31Offerta soci SIVAR: euro 26Il prontuario sarà inviato gratuitamente a tutti isoci SIVAR 2002

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANI-

PRONTUARIOTERAPEUTICOVETERINARIOMedicina animali da redditoB O V I N I - S U I N I - O V I C A P R I N I

prima edizione2002

Page 26: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

zione uomo-animale (e non soloanimale da compagnia) potrà es-sere impostata in modo corretto epermettere un futuro migliore atutti gli esseri viventi, di cui noi es-seri umani abbiamo la responsa-bilità e non la proprietà indiscrimi-nata.Grazie per l’attenzione e cordialisaluti

Paola Robino

Il gatto caproespiatorio

Caro Scotti, da anni mi sono orientata sempredi più verso la medicina felina.Credo che il gatto sia un animaleunico e molto particolare. Ti chie-do se non sia il caso di fare unosforzo come categoria veterinariaper rivalutarlo agli occhi del pub-blico. Ho l’impressione che tutti iluoghi comuni verso questo ani-male derivino ancora dal medioe-vo quando veniva bruciato insie-me alle streghe. Tutt’oggi i gine-cologi consigliano alle donne incinta di allontanare i gatti ed i pe-diatri ragionano nello stesso mo-do per timore di trasmissione diinfezioni ai bambini nonostante datempo tutti questi rischi siano sta-ti sfatati dalla ricerca scientifica.L’altro giorno ho ancora letto suun quotidiano che una forma tu-morale al torace ed al collo erastata diagnostica al pronto soc-corso come una allergia al gatto. Penso che sia ora di incominciarea cambiare questa mentalità nelpubblico ed in alcune categoriemediche.

Anna Maria Taormina

Sono d’accordo con te, ma sareimeno pessimista. Un autorevolepediatra, il dottor Roberto Albani,curatore di una rubrica fissa sul

Corriere Salute, inserto domeni-cale del Corriere della Sera, hapiù volte espresso posizioni avan-guardistiche e, comprendendoche spesso il cliente del pediatrae quello del veterinario possonoessere la stessa persona ha ravvi-sato la necessità di un confrontopiù aperto fra le nostre professio-ni e di un coordinamento del-l’informazione scientifica che arri-va al pubblico. Lo aspettiamo a breve su questestesse pagine.

IVA al 10% Ho letto con piacere su @nmviOg-gi degli sforzi che l’ANMVI con ilcollega Mancuso sta facendo perriuscire a ridurre l’IVA sulle presta-zioni veterinarie al 10%. Capiscoche dovendo passare dall’Europai tempi saranno lunghi. Leggevoperò, su 24ORE-Sanità che la fi-sioterapia è stata ritenuta attivitàparamedica nell’esercizio di artisanitarie e pertanto esente daIVA. Riporto altre attività profes-

sionali che rientrano nell’esenzio-ne: biologo, psicologo, terapistadella riabilitazione, ortottista, lo-gopedista, massaggiatore diplo-mato, podologo, ecc. La differen-za fra noi e tutti questi altri profes-sionisti non è certamente di tipoqualitativo visto che un veterina-rio, almeno spero, è considerato,per gli studi svolti, meglio di unmassaggiatore, con tutto il rispet-to per il ruolo e la professionalitàdi questultimo. L’unica cosa checi differenzia è soltanto che noi

curiamo gli animali e loro gli uma-ni. Ma è logico che questa diffe-renza, fra l’altro superata e ana-cronistica, giustifichi il 20% di IVA.Vorrei aggiungere che non ritengogiusto che la fisioterapia sugli ani-mali possa farla chiunque. A mioavviso dovrebbe essere una com-petenza veterinaria. Di ruoli ecompetenze negli anni ne abbia-mo già persi molti, non è il caso diessere ancora una volta così ge-nerosi.

Fabio Cariddi

PROFESSIONE VETERINARIA 5/2002 27LETTERE AL DIRETTORE

@

ECVS AnnualScientificMeetings:

11th AnnualScientific Meeting

July 5-7, 2002 University of

Veterinary Medicine,Vienna, Austria

Per maggioriinformazioni:

www.ecvs.org [email protected]

ECVS office, University of Zurich,

Winterthurerstrasse 260 CH-8057 Zurich

Switzerland Fax +41-1-3130384

Page 27: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

44°congressonazionalescivacF I E R A M I L A N O PADIGLIONE 17-PORTA GATTAMELATA

11 66 -- 11 99 MM AA GG GG II OO 22 00 00 22

Animal HealthSanità Animale

FORT DODGE®

FORT DODGE ANIMAL HEALTH

Hill’s*

ACEMACMEAGROLABOARCOSANANMVI - Associazione Nazionale

Medici Veterinari ItalianiA.T.I.BOEHRINGER INGELHEIM ITALIABONTEMPICALETTI MEDICALCEVA VETEMCHIFAC.K. MEDICALCOVEL ITALIADORADO

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PROGEOQ-MED ICTRICCO' ALETESAMED ELETTROMEDICALISEACSOFT & HARDTAITAVOMTEKNOFARMATE.LE.MA.CO.TEXAS PETSVETEFARMAVETER-ZOOVIRBACWSAVA

ringrazia gli sponsor per il loro contributo alla realizzazione di questo congresso

e tutte le aziende espositrici che vi hanno preso parte

Page 28: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

F inalmente, è proprio il ca-so di dire “finalmente”, l’I-talia è diventata europea

anche nel mondo veterinario. 2327 iscritti ad un congresso è unnumero che abbiamo sempre invi-diato ai congressi nazionali ingle-si o francesi. Più di 60 relatori, fra i più qualifi-cati, provenienti da tutto il mondo;sette sale congressuali belle,grandi e facili da raggiungere, in-serite in un contesto congressua-le nuovo e piacevole; uno spazioespositivo con più di 70 stand, inrappresentanza di circa centoaziende del settore, che non siera mai visto, neppure al congres-so europeo di Bologna nel 1998;una postazione di segreteria mol-to ampia, informatizzata, ben at-trezzata e senza code; atti con-gressuali, splendidi come da tem-po ci ha abituato la SCIVAC adavere, con un CD che riunisce lerelazioni dei precedenti 5 multisa-la. Questi sono gli aspetti positividel 44° Congresso della SCIVACtenutosi a Milano dal 16 al 19maggio scorso, certamente ungrande successo per questa as-sociazione culturale che si avvia(nel 2004) a festeggiare i suoi 20di attività. Ma è stato anche ungrande successo per tutta la ve-terinaria italiana che ha mostrato

ai rappresentanti dei 33 paesi eu-ropei giunti a Milano per l’assem-blea annuale della Fecava, ospi-tata all’interno di questo multisala,un grande livello di maturità e diqualità professionale. Purtroppo il congresso ha eviden-ziato anche alcuni aspetti che do-vranno essere migliorati nellaprossima edizione al di là di ri-svolti organizzativi imprevedibili:lo sciopero dei mezzi pubblici nel-la giornata di venerdì e delle Fer-rovie la domenica ha certamenteinfluenzato negativamente l’af-fluenza creato problemi ai con-gressisti. Milano è una città cara. Offre quin-di molti vantaggi ma anche servizia costi elevati: alberghi, ristoranti,parcheggi,ecc. La SCIVAC ha in-viato una lettera al Sindaco di Mi-lano Albertini, facendogli presenteche se la città vuole sviluppareun’attività congressuale deve rive-dere alcuni servizi: il parcheggiogiornaliero non può costare 13 eu-ro e i vigili, anziché punire i con-gressisti, dovrebbero dedicare piùtempo ai parcheggiatori abusivi.Per il prossimo anno la SCIVACchiederà ancora parcheggi a tarif-fe convenzionate e una maggiorecollaborazione da parte delle for-ze dell’ordine. La mancanza dimezzi pubblici di collegamento tra

le stazioni della metropolitana e ilcentro congressi è stata sopperitada un servizio di trasporto privatofornito dalla SCIVAC, ma i tre mini-bus messi a disposizione in alcunimomenti si sono rivelati insuffi-cienti e l’anno prossimo verrà po-tenziato. La cena di sabato sera,abbinata al 3° RockVet Festival siè rivelata, scomoda, costosa e dacura dimagrante. Lo spazio riser-vato a questo spettacolo si è di-mostrato inadatto.Il bar, anche dopo lo sdoppia-mento sollecitato dagli organizza-tori, era insufficiente a soddisfaretutti i congressisti ed i collaborato-ri delle aziende presenti neglistand. Nella giornata di venerdì,di fronte ad una presenza di qua-si 1650 partecipanti e più di 200aziendali, il bar è andato in tilt.Questo problema sarà affrontatonella prossima edizione, dal 1al 4Maggio 2003, predisponendo unnumero maggiore di punti di risto-ro oltre a spazi maggiori dedicatiai servizi offerti. Alcune sale, soprattutto il giovedì,hanno evidenziato carenze tecni-che negli impianti di traduzione si-multanea e di videoproiezione. Ineffetti la struttura congressualenuova è stata inaugurata soltantoa fine febbraio ed abbiamo avutol’impressione di collaudarla perprimi. Certamente questi problemi sa-ranno definitivamente risolti vistoche questa struttura nei prossimimesi ospiterà alcune importantiiniziative governative ed interna-zionali. Ultima considerazione:qualche relatore americano è an-cora convinto che in Italia il livellodei veterinari sia quello del terzomondo. I loro nomi non sono cer-tamente stati all’altezza delle lorocapacità e delle nostre aspettati-ve. Tolti questi aspetti che potran-no essere facilmente risolti per ilprossimo congresso del 2003possiamo certamente considera-re il 44° Congresso Nazionale unimportante obiettivo raggiuntodalla SCIVAC e da tutta la veteri-naria italiana. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 5/2002 29DALLE ASSOCIAZIONI

44° Congresso Nazionale SCIVAC: l’Italia europea

La consegna di una targa di rico-noscimento ad Aldo Vezzoni per ilcontributo dato alla categoria.

Sala plenaria: Intervento di Susan Bunch in Gastroenterologia

Sala gialla: intervento di Douglas Mader sugli Animali esotici

Il vincitore del 3° RockVet Festival

Area espositiva

Area espositiva

Un nuovoHotel a

Cremona

Dal maggio di quest’anno aCremona è operativa unanuova struttura alberghiera:l’HOTEL DELLE ARTI.Come con le altre strutturealberghiere della città, EVsrl ha concordato costi con-venzionati per i medici vete-rinari di permanenza in cittàper le iniziative scientifichedelle società nazionali SCI-VAC, SIVAE, SIVAR e SIVE.L’HOTEL DELLE ARTI si tro-va in Via Bonomelli, n.3, acirca 850 metri da PalazzoTrecchi; offre la possibilità diparcheggio chiuso e custo-dito ed è attrezzato per leesigenze dei soggiorni distudio e lavoro.I recapiti sono i seguenti: tel 0372/23131, fax 0372/21654 email [email protected]

Page 29: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

4° CongressoMultisalaSIVARLo scorso 31 maggio, 1-2 giugno siè tenuto a Palazzo Trecchi, Cremo-na con il patrocinio della FNOVI edella Federazione degli Ordini del-la Lombardia il quarto Congresso

Nazionale Multisala SIVAR. Notevo-le, il successo riscosso presso icolleghi e le numerose aziendeespositrici presenti. In contemporanea su 4 sale, relato-

ri italiani ed internazionali hannotrattato diversi argomenti scientifici-professionali: aggiornamenti su bo-vini da latte e da carne, medicinaalternativa, patologia ittica e dellostruzzo, patologia aviare, alleva-mento dei suini, filiera alimenti. Considerevole è stata l’affluenza el’interesse per la tavola rotonda sul-la “Prescrizione, registrazione econtrollo del farmaco in zootecnia”che si è svolta nella mattinata di ve-nerdì 31 maggio con circa 110 pre-senti sia veterinari che rappresen-tanti delle aziende. La discussione

è stata proficua ed importante perun confronto fra le varie compo-nenti presenti: FNOVI, AssociazioniVeterinarie, AISA e ASCOFARVEcon l’obiettivo di trovare propostecomuni da portare al Ministero pereventuali modifiche ed interventisulla distribuzione e gestione delfarmaco veterinario. Hanno, inoltre riscosso grandesuccesso le 4 sessioni dei ClinicalForum (“L’ecografia in ginecologiabovina”, “La dislocazione dell’abo-maso”, “La sincronizzazione dell’e-stero nella vacca da latte”, “Il tratta-

mento delle diarree neonatali nel vi-tello”), momenti di aggiornamentoscientifico su temi specifici di parti-colare attualità. Numerosi i presen-ti soprattutto nella sezione bovinida latte e quest’anno anche impor-tante la presenza nella sala dove sitrattavano argomenti di importanzaper chi opera nel settore dei bovinida carne. Sui temi di interesse perla filiera alimenti il contributo porta-to anche dall’AIVEMP ha reso pos-sibile un confronto certamente digrande interesse. Al di la dei mo-menti nuovi che hanno coinvolto iveterinari interessati allo struzzo ealla medicina alternativa, gli argo-menti riferiti all’allevamento dei sui-ni hanno avuto quest’anno una limi-tata partecipazione nonostantel’apprezzato livello qualitativo dellerelazioni anche per la concomitan-za con altri importanti momenticongressuali a livello internaziona-le.Certamente comunque la SIVARdovrà sviluppare maggiormentele attività nei settori dei suini nonavendo trovato consensi nella SI-PAS per una possibile collabora-zione. L’anno prossimo sarà ripreso an-che il tema della fauna selvaticasospeso quest’anno per sovrappo-sizioni con altre iniziative. La riunio-ne con i delegati regionali ha ri-scontrato finalmente un buon coin-volgimento dei riferimenti territorialidella associazione con la certezzache il prossimo anno anche a livel-lo locale si potrà sviluppare mag-giormente una attività di aggiorna-mento. L’assemblea sia pur conscarsa presenza di associati hapermesso il confronto e la puntua-lizzazione da parte del presidentee di alcuni consiglieri di alcuniaspetti della vita associativa e deiprogrammi che saranno sviluppatinei prossimi mesi, in particolare perquanto riguarda iniziative ricono-sciute ECM per dare la possibilitàper tutti gli associati di poter avereoltre a ottimi momenti di aggiorna-mento scientifico e culturale anchei punti necessari per essere in re-gola con le normative ministeriali.

Gruppointerattivoanimali dacompagnia

Torniamo a relazio-narvi sull’andamen-to del corso GIACper futuri Istruttori di

cani da compagnia.Sono passati alcuni mesi

dal nostro ultimo colloquio e moltecose sono accadute.Dopo il quinto modulo gli allievi so-no stati sottoposti ad un “esamino”di prova per testare il livello cui siera giunti. L’esame ha coinvolto unintero weekend: i futuri istruttori so-no stati suddivisi in tre gruppi che,a rotazione, sono stati esaminatidai tre docenti. La prova del dr.Marchesini è stata la più temuta,ovviamente esclusivamente teori-ca. Le prove invece dei Sig.ri Ri-mordi e La Spina vertevano sullatecnica a verifica di tutto ciò cheera stato fatto precedentemente.Per l’intero fine settimana tutti gli al-lievi non occupati negli esami inprima persona sono stati seguitidai sei assistenti.L’esame ha mostrato una discretapreparazione. Molti complimentisono stati fatti agli allievi con la cer-

PROFESSIONE VETERINARIA 5/200230DALLE ASSOCIAZIONI

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Page 30: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

tezza, comunque, che la stradasarà ancora lunga.È stato aggiunto un modulo didatti-co il mese successivo per recupe-rare le lezioni vere e proprie persedurante la verifica. I successivi moduli sono stati moltopratici.Il cucciolo è stato il punto di par-tenza: come crescerlo al meglio,come educarlo e come istruirlo.Ampio rilievo è stato dato al gioco,alle modalità corrette di praticarlo eai potenziali comportamenti ano-mali che possono essere correlatiad esso (troppo spesso problemidi predazione o aggressività sonodirettamente collegati a gioco scor-retto) ed al riporto.Si è poi entrati direttamente nel me-rito di tutto ciò che compete la ge-stione del cane da compagnia,quello della famiglia tipo che vedenell’animale un compagno, non unsuddito, quello che deve vivere inun contesto urbano, essere socialeo socievole e convivere eventual-mente con altre specie.Esercizi utili a riguardo, sono stati: il“resta”, nelle diverse posizioni, il ri-chiamo, la calma e la gestione delguinzaglio. È stata anche simulatauna passeggiata urbana con tutti iproblemi ad essa connessi. Ricordiamo, comunque, per coe-renza con la Nostra scelta profes-sionale, che gli esercizi coadiuva-no la gestione del cane ma che pri-ma di tutto è necessaria unaprofonda relazione tra l’animale edil proprietario, una sorta di “part-nership” basata sulla conoscenzae sul rispetto e che questo deve es-sere l’obiettivo primario di un Istrut-tore GIAC.Proprio riguardo a ciò sono stateimprontate tutte le lezioni di questimoduli del Dott. Marchesini. Si è in-fatti parlato di: apprendimento ani-male e modalità di apprendimento(perfezionamento, autoapprendi-mento, esperienze e cultura); fun-zioni cognitive negli animali (mne-monica, euristica, associativa, infe-renziale, referenziale, rappresenta-tiva, insight), attività cognitive nellamanipolazione e nell’utilizzo dei da-ti; tecniche di apprendimento (mo-difiche del comportamento senzaapprendimento, apprendimentocognitivo e non). In ultimo, due cose interessanti dasegnalare. Il progetto per il reinseri-mento dei cani dei canili che pro-cede molto bene e l’istituzione, pervolere del Dr. Marchesini, di quattrogruppi di lavoro riguardanti: il giàcitato progetto canili, didatticazooantropologica nelle scuole, lapet therapy e lo studio dei mecca-nismi d’apprendimento cognitivi. Vi ricordiamo ancora una volta, ca-rissimi Medici Veterinari, che il no-str lavoro parte sempre da questopunto di vista cognitivo e che ciò,unitamente all’approccio gentile, cicontraddistingue. Nel frattempo, per motivi logistici, èstata anche mutata la sede opera-tiva: ora il corso si svolge nella pro-vincia di Brescia, a Leno, presso lastruttura Cave Canem.

Cristina Bordoni

2° Motovet Liguria 2002-06-07

Anche quest’anno il rombo è statocon noi: per fortuna solo quello del-le nostre amate motorette e nonquello del tuono! Il tempo splendi-do, infatti, terso e soleggiato ha da-

to la sua benedizione al 2° MOTO-VET, il motoraduno dei veterinari,che si è snodato su un percorso dicirca 250 km nel Levante Ligure.Gli equipaggi, che contavano unasessantina di persone, sono partitida Portovenere alle 10 di Domeni-ca 2 Giugno, con tanto di “road-book” ed adesivo di riconoscimen-to, ed hanno fatto una prima tappapresso Sestri Levante, in un can-tuccio folkloristico ed ospitale dalnome epico, “Toni il Profeta”, perrifocillarsi, salutarsi e tentare la sor-te con i premi sorteggiati. Si è poi

ripartiti alla volta del Burrificio Bu-salla, in quel di Busalla, ovviamen-te, per un’altra sosta enogastrono-mica e la consegna dei gadget ri-cordo (magliette e patch), apprez-zatissimi ed andati letteralmente aruba.L’effetto scenico era assicurato:un bel serpentone, compatto e di-sciplinato, prudente ma festosoha scorrazzato impavido sui tor-nanti liguri. Un doveroso ringra-ziamento spetta agli sponsor, sol-leciti e divertiti, qualcuno affiliatoal gruppo con il suo potente mez-

zo a due ruote: Bayer, Covel Italia,Idexx, Merial, Novartis, Nutro, Ve-terzoo, Waltham (in ordine alfabe-tico).Insomma: tutto è andato per il me-glio. Ci siamo divertiti, ci siamo

conosciuti, abbiamo persino par-lato un po’ di lavoro, ma propriopoco, abbiamo fatto le foto, ab-biamo “magnato” in compagnia…Già pensiamo all’anno prossimo,e ci solletica l’idea di farci una “tregiorni”… Chissà: per il momento grazie atutti i partecipanti. Tenete caldi imotori perché torneremo, speran-do di essere sempre di più. Arri-vederci e che il rombo sia semprecon noi!

Massimo RaviolaPresidente Motovet

PROFESSIONE VETERINARIA 5/2002 31DALLE ASSOCIAZIONI

Page 31: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

Nestlé PurinaPetcare Una fusione consolidefondamentaNel dicembre 2001 le autorità an-titrust americane hanno approva-to la fusione tra Friskies, aziendadel gruppo Nestlè, e Ralston Puri-na dando inizio al processo di in-tegrazione, ancora in atto, tra ledue società.Il 44° Congresso Veterinario SCI-VAC è la prima occasione perpresentare la nuova azienda chesi chiamerà Nestlè Purina PetCaree che costituirà uno dei più gran-di business petcare a livello mon-diale (l’entità legale nascerà nelsecondo semestre di quest’anno).La sede mondiale di Nestlé PurinaPetcare sarà a Siant Louis (Mis-souri), attualmente sede mondialedi Ralston Purina.Il nome della nuova società unifi-cata evidenzia gli elementi chiavedella fusione:- l’importanza strategica del set-

tore petcare per Nestlé- la forte identità aziendale di

Purina- l’impegno e il coinvolgimento

di entrambe per il benesseredegli animali da compagnia,nel totale rispetto della loroidentità e della loro relazionecon l’uomo.

Friskies Nestlé e Ralston Purinacondividono prospettive e culturemolto simili e dispongono entram-be di un patrimonio di marchi pre-stigiosi come Friskies, Gourmet,Felix, Pro Plan e O.N.E. Grazie a questa fusione NestléPurina PetCare unisce i loro puntidi forza complementari: la ricercascientifica avanzata da RalstonPurina, la sua solida posizione nelmercato degli alimenti secchi percane e nel canale specializzato,la forza di Friskies nella grande di-stribuzione, in particolare nei seg-menti umido gatto e cane.La maggior parte dei paesi avràBusiness Units distinte per lagrande distribuzione e per il ca-nale specializzato: questa sceltastrategica permetterà di creareuna struttura locale interamentededicata ai negozi per animali dacompagnia ai veterinari e agli al-levatori per seguirli e supportarlinel migliore dei modi. L’obiettivo di Nestlé Purina PetCa-re sarà quello di migliorare la qua-lità della vita degli animali dacompagnia e la loro relazione conl’uomo con prodotti innovativi, maanche con servizi che favoriscanotale relazione. Il rispetto dell’ani-male e della sua relazione conl’uomo è sempre stato un valorefondamentale per Friskies e perPurina, vissuto quotidianamentecon grande responsabilità dallepersone di entrambe le aziende.Con questo tipo di approccio Ne-stlé Purina PetCare intende oraguidare la crescita del mercato,anticipandone l’innovazione conprodotti di alta qualità. La costan-

te attenzione ai bisogni del con-sumatore, il forte spirito innovativoin tutte le scelte aziendali, gli in-vestimenti nel settore della ricercae dello sviluppo caratterizzerannoinfatti l’impegno della nuova so-cietà.

Bovilis IBRMarker:Efficace per natura, Serum-freeper sceltaL’IBR è una malattia nota in tutto ilmondo per gli ingenti danni pro-duttivi ed economici, legati nellabovina da latte principalmente al-la patologia riproduttiva. Tra le va-rie misure adottate nell’ambitodelle politiche di controllo ed era-dicazione è previsto l’impiego divaccini marker deleti. In particola-re, i vaccini marker vivi attenua-ti rappresentano oggi lo strumen-to più adeguato al controllo dell’I-BR, non solo in virtù della possibi-lità di distinguere con certezza glianimali infetti da quelli vaccinati,ma anche della loro capacità diindurre un’adeguata risposta im-munitaria sia di tipo cellulo-me-diato che umorale.Intervet presenta sul mercato ita-liano Bovilis IBR Marker (ceppogE- GK/D, sottotipo BoHV1.1) ilprimo vaccino marker vivo pro-dotto con il metodo “serum-free”. Questo esclusivo metododi produzione, che non utilizzamateriale di origine animale, co-me il siero fetale bovino, garanti-sce la massima bio-sicurezza diBovilis IBR Marker, preservan-dolo da qualunque rischio di con-taminazione da agenti estranei.Bovilis IBR Marker presenta al-cuni aspetti peculiari che unisco-no all’elevato profilo di innocuitàuna notevole efficacia, e che con-sentono pertanto di adottare effi-caci piani di controllo ed eradica-zione dell’IBR in assoluta sicurez-za. Queste in sintesi le principalicaratteristiche:• sicurezza totale in tutte le cate-

gorie produttive (vitelli, vacchegravide e bovine in lattazione)come dimostrano tutti i testprevisti dalla normativa vigente

• Scarsissima diffusione ambien-tale dopo vaccinazione per viaintranasale, nulla se la sommi-nistrazione avviene per via in-tramuscolare.

• Rapida insorgenza della prote-zione dopo somministrazioneintranasale, anche in presenzadi anticorpi materni colostrali.

• Versatilità di somministrazione:tra le 2 settimane e i 3 mesi divita essa va fatta per via intra-nasale. Oltre i 3 mesi di vita ilvaccino potrà essere sommini-

strato indifferentemente per viaintranasale o intramuscolare.

• Elevato potere immunogenodopo una sola inoculazione,con protezione dalle forme clini-che e sensibile riduzione dell’e-screzione del virus di campo.

Lo schema vaccinale di BovilisIBR Marker prevede, nella vacci-nazione di base, una singola dose(2 ml) in tutti i soggetti oltre i 3 me-si di vita. Solo se si vaccinano ani-mali di età compresa fra le 2 setti-mane ed i 3 mesi, essi andrannorivaccinati, con una singola dose,a 3-4 mesi d’età. La durata dellaprotezione è di almeno 7 mesi,pertanto i richiami successivi sa-ranno semestrali. Bovilis IBR Marker è presentatoin flaconi da 5 dosi e scatole da10 flaconi x 5 dosi.

www.vetdiet.comL’esperienzaWaltham®

nell’alimentazionee cura di cani egatti

È stato ufficialmente presentato inoccasione del 44° Congresso Na-zionale SCIVAC (società CulturaleItaliana Veterinari per Animali daCompagnia) svoltosi a Milano dal16 al 19 maggio, il sito www.vet-diet.com interamente dedicato aiprodotti Waltham® di MasterfoodsSpa. Il frutto del lavoro dei veterinari enutrizionisti del Waltham® Centrefor Pet Nutriotion ha portato allaformulazione delle Wlatham® Ve-terinari Diets, una gamma com-pleta di prodotti alimentari specifi-ci, sviluppati grazie ad approfon-dite conoscenze nutrizionali e ve-terinarie per rispondere adegua-tamente alle necessità nutrizionalidi cani e gatti in presenza di par-ticolari patologie attraverso ricetteparticolarmente gustose. Il sito si articola in due aree: unadedicata ai proprietari ed un’altrariservata ai veterinari. Nella primaparte viene presentata la gammadi tutti i prodotti Waltham® Veteri-nari diets divisi in due grosse ca-tegorie: gli alimenti per cani equelli per gatti. Ogni singolo pro-

dotto viene poi dettagliatamentedescritto in funzione delle diversepatologie alle quali può essered’aiuto, mentre gli ingredienti so-no elencati attraverso tabelle chene descrivono le specifiche carat-teristiche. La parte riservata ai veterinari, co-stantemente aggiornata sulle no-vità, le offerte e le promozioni,sancisce ancora una volta l’impe-gno Waltham® nei confronti dellasalute degli animali domestici. At-traverso il link diretto il lettore po-trà navigare attraverso i siti dellemaggiori facoltà di veterinaria inItalia e quello ufficiale delWaltham Centre for Pet Nutrition(www.waltham.com). I prodotti Waltham® in italia sonodistribuiti da Masterfoods conso-ciata italiana della multinazionalestatunitense Mars Incorporated.

PROFESSIONE VETERINARIA 5/200232DALLE AZIENDE

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Gli uffici di Milano della MerialItalia SpA e gli uffici siti a Chi-gnolo Po (PV) SS 234 per Cre-mona si sono trasferiti al se-guente indirizzo: Merial ItaliaSpA, Strada 6 Palazzo E-5, Mi-lanofiori – Assago con conse-guente trasferimento della sedeamministrativa della Società.Il trasferimento è stato effettuatoal fine di unificare tutti gli ufficicommerciali, tecnici ed ammini-strativi in un’unica sede per for-nire una migliore qualità dei ser-vizi a Clienti e Fornitori.

Rettifica al comunicato stampa“ARTROPATIA DEGENERATIVA DEL CAVALLO”pubblicato su Professione Veterinaria n. 4/2002, pagina 47

In merito alle gravi inesattezze concettuali riportate nel comunicato in-viato da una nostra Agenzia di Stampa a “Professione Veterinaria” sen-za il vaglio dei Responsabili Scientifici di INNOVET, desideriamo chiari-re quanto segue:1. il condrocita non ha nessuna potenzialità nell’”isolare l’infiammazio-ne e distruggere le cellule malate per dar luogo al turnover”. Il condro-cita risponde ad uno stato infiammatorio articolare unicamente privile-giando le fasi di distruzione della matrice circostante rispetto a quelledi sintesi e riparazione della stessa.2. l’affermazione “meglio perdere del tessuto cartilagineo piuttosto chepermettere all’infezione di raggiungere l’osso sottostante” non ha alcunfondamento scientifico. Nell’artrosi, il danno degenerativo cartilagineoè concomitante alle alterazioni dell’osso sottostante, queste ultime noncerto provocate da fenomeni infettivi, quanto piuttosto da una rispostaossea reattiva (sclerosi, osteofitosi).Da anni impegnata nella ricerca e nella divulgazione scientifica in temadi artrosi del cane, INNOVET si scusa con i lettori di Professione Vete-rinaria per l’increscioso incidente e rinnova tutto il proprio sforzo in di-rezione della massima chiarezza e rigorosità scientifica che da semprecontraddistingue il proprio lavoro al fianco del Veterinario.

CeDIS INNOVETCentro di Documentazione ed Informazione Scientifica

CEVA VETEM S.p.A.per il potenziamento della propria struttura

di Marketing ricerca un PRODUCT MANAGER – Linea bovini. Al candidato saranno affidati compiti di sviluppo della linea

di medicinali veterinari per il bovino (vacca da latte), ricerchedi mercato, promozione e comunicazione, supporto

tecnico/marketing alla rete di vendita.

Si richiede:- Laurea in Medicina Veterinaria- Personalità dinamica con buone capacità di relazione- Esperienze di marketing nel settore e attitudine a lavorare per pro-

getti saranno titoli preferenziali- Ottima conoscenza della lingua inglese scritta e parlata e familia-

rità all’uso dei sistemi informatici- Disponibilità a viaggiare- Età preferibilmente inferiore ai 35 anni

Si offre:- Un’attività in un contesto internazionale- Retribuzione commisurata all’esperienza del candidato e allineata

ai livelli di mercato- Incentivi a raggiungimento di obiettivi

Sede di lavoro: Agrate Brianza

Gli interessati sono invitati a inviare un Curriculum Vitae a:Ceva Vetem S.p.A. Direzione Marketing – via Colleoni 15 20041 Agrate Brianza (MI)Fax 039/6559244e-mail: [email protected]

ERRATA CORRIGE

PaddlefordAnestesia

dei piccoli animaliMasson, EdizioniVeterinarie, 2000

Tabella 2-3, pag 32

Alla voce“Acepromazina, idemcome sopra fino ad un

massimo di 20 mg”sostituire con

“Acepromazina, idemcome sopra”.

Page 32: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

PROFESSIONE VETERINARIA 5/2002 33ANNUNCI

OFFRO/CERCO LAVORO

• Cerco Medico Veterinario conesperienza per un lavoro tempo-raneo da giugno a settembre inambulatorio piccoli animali sitoin Trento. Tel. 348/5176313

• Ambulatorio Veterinario del Dott.Franco De Angelis, Garbagnatemilanese cerca veterinari-veteri-narie per collaborazioni conti-nuative oppure accordi societa-ri. Tel. 02/99027550 – ore 9.00-12.30; 15.00-20.00

• Clinica veterinaria a Trieste, cer-ca collega neolaureato, da inse-rire nel proprio organico. Perinformazioni telefonare a040/308318.

• Clinica veterinaria ZoospedaleFlaminio Srl, Roma, cerca neo-laureati per tirocinio teorico-pra-tico con durata minima di 4 me-si. Rivolgersi ai numeri06/33.36.110, Dr. Varano oSig.ra Fonti.

• Cerco collega veterinario/a percollaborazione o associazione inStudio Veterinario situato in Ge-

nova. Inviare: fax 010/ 59.62.518oppure e-mail: [email protected]

• Ambulatorio piccoli animali cer-ca veterinario/a e tirocinanti, al-loggio gratuito, in provincia di Vi-terbo. Tel. 0761/82.45.79 - Fax0761/83.02.61

• Studio veterinario, settore picco-li animali, cerca collega, ancheneolaureato, purchè fortementemotivato, per immediata colla-borazione in Genova. Per infor-mazioni tel. 010/352134

• Veterinario, residente in provin-

cia di Catania, esperienza am-bulatoriale e chirurgica piccolianimali, fornito di attrezzaturaecografia e chirurgica propria,valuta offerte di lavoro e collabo-razioni nella zona di Catania eprovincia. Per contatti telefonareal 338/3778232 oppure inviarefax allo 095/7893599.

• Cerco collega veterinario conesperienza in chirurgia generaleper collaborazione o associazio-ne in ambulatorio veterinario si-tuato in Mola (BA). Tel.080/4737422

VENDO/COMPRO

• Vendo Ecografo Esaote Sim7000 Challenge fornito di dop-pler con sonda multifrequenza5-7,5 Mhertz, in ottime condi-zioni. Per informazioni telefona-re al 348/0334747 oppure al055/769500 in ore serali.Per informazioni telefonare allo06/508 77 57

• Intensificatore di Brillanza Gi-lardoni “Amplisurgil 4r” struttu-ra ad arco motorizzato, monta-to su carrello mobile. Rete mo-nofase, tensione 220 V, poten-za scopica 0,5 KVA. Apparec-chio da revisionare. Vendesi a€ 500,00.Per informazioni telefonare allo06/508 77 57

• Cedesi ambulatorio veterinariosito nel centro storico di Anguil-lara (Roma), sul lago di Brac-ciano (circa 20 km da Roma),zona molto bella, tranquilla esenza problemi di parcheggio,avviato da 3 anni e con discre-ta clientela (per tipo e numero).Il locale è in affitto, con canonemensile di 345,00 € e contrattoregolarmente registrato.Possibilità anche di abitazionein affitto (310,00 € al mese,contratto registrato) di fronte al-l’ambulatorio (a 10 metri), 75mq, riscaldamento autonomo ametano, semiarredato.Per informazioni telefonare allo06/99.60.73.72 - cell. 347/611.29.81

• Vendesi ambulatorio veterinarioin Parabiago - MI. Per informa-zioni 02/5398924 (9.30-12.30)oppure 02/531874 dopo le ore21.

• Causa trasferimento, cedesiambulatorio veterinario ben av-viato e attrezzato nel centro diTrapani. Telefono: 347/7123750.

• Vendo tavolo operatorio maiusato con 2 pompe idrauliche echiusura a libro a un prezzo in-teressante; contattare lo049/9336255 oppure348/7952737.

• Vendesi ambulatorio veterinarioin Parabiago - MI-. Per informazioni telefonare allo02/5398924 dalle 9.30-12.30 oallo 02/531874 dopo le 21.00

Gli annunci

si possono

ricercare e

pubblicare

anche on line

www.anmvi.it/servizi/vetexchange

www.anmvi.it/servizi/vetjob

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Page 33: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 5

PROFESSIONE VETERINARIA 5/200234CALENDARIO ATTIVITÀ

La rivista è un mensile

specializzato rivolto a Medici

Veterinari e operatori del settore.

Direttore

Carlo Scotti

Direttore Responsabile

Antonio Manfredi

Comitato di Redazione

Pier Paolo BertagliaPaolo Bossi

Marco EleuteriGiuliano LazzariniPier Mario Piga

Capo Redattore

Fabrizio Pancini

Rubrica fiscale

Giovanni Stassi

Rubrica legale

Maria Teresa Semeraro

Coordinamento Editoriale

Angelo FranceschiniSabina Pizzamiglio

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Progetto Grafico

Germano Pontevichi

Editore

E.V. srlVia Trecchi, 20, CremonaIscrizione registro stampa

del tribunale di Cremona, n. 263 del 9/7/1991

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- Filiale di Piacenzaa cura di Nacor di G. Manfredi,Bobbio - PC - tel 0523/936546

La rivista è gratuita per gli iscritti alleAssociazioni Federate ANMVI.

Per i non soci è disponibile al costo di lire 60.000 come contributo spese

di spedizione.Viene inoltre inviata gratuitamente ad Enti Pubblici, Università, Ordini,

ASL, Istituti Zooprofilattici e alleaziende di settore.

Chiuso in stampa il 10 giugno 2002

PROFESSIONE VETERINARIA

SEMINARIO SIOCE L’ESAME RADIOGRAFICO NELLA VISITA DI COMPRAVENDITA - Cremona (Società Italiana di Ortopedia e Chirurgia Equina) Per informazioni: Ludovica Bellingeri - Segreteria SIVE - Tel. 0372/403502 - email [email protected]

SEMINARIO SOVI MALATTIE OCULARI EREDITARIE - Cremona Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI ONCOLOGIA CHIRURGICA - Cremona Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

INCONTRO IAMS AGGIORNAMENTI IN ORTOPEDIA - Napoli - Hotel delle Terme di Agnano ore 14.30 - Relatori: Dr. Gian Luca Rovesti In collaborazione con l’Ordine dei Medici Vet. di Napoli e Patrizia Sica - Per informazioni: contattare il n. verde 800-5550040 o mandare una mail a [email protected]

SIMEF/SCVI (ex Gruppo di Studio di Chirurgia) Cremona Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

INCONTRO IAMS AGGIORNAMENTI IN ORTOPEDIA - Messina - Università di Messina Facoltà di Veterinaria ore 10.00 - Relatori: Gian Luca Rovesti Con il patrocinio dell’Ordine dei Medici Vet. di Messina e Patrizia Sica - Per informazioni: contattare il n. verde 800-5550040 o mandare una mail a [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI ECOGRAFIA - Cremona Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

SEMINARIO IL MANAGEMENT - Cremona - Relatori: Fabrice Clerfeuille (F) , Jannik Poubanne (F) , Carlo Scotti (I)- Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC CAMPANIA CHIRURGIA ONCOLOGICA - Campania - Novotel di Caserta - Relatore: Dr. Giorgio Romanelli Per informazioni: Lara Zava - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403541 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI METODOLOGIA CLINICA IN MEDICINA INTERNA - Cremona Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

ESVOT Munich (D)

CORSO SCIVAC CORSO DI CARDIOLOGIA 2^parte - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

SICARV (ex Gruppo di Studio SCIVAC di Cardiologia) Cremona Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC VENETO Veneto Per informazioni: Lara Zava - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403541 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI MEDICINA E CHIRURGIA DI NASO, GOLA E ORECCHIO - Cremona Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

SEMINARIO SIVE ANESTESIA EQUINA - Cremona, Palazzo Trecchi - Relatore: Dr. Polly Taylor Per informazioni: Ludovica Bellingeri - Segreteria SIVE - Tel. 0372/403502 - email [email protected]

CORSO SIVE ANESTESIA EQUINA - Novara - Relatore: Dr. Polly Taylor Per informazioni: Ludovica Bellingeri - Segreteria SIVE - Tel. 0372/403502 - email [email protected]

SEMINARIO SIMEF Cremona Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE LAZIO INCONTRO PROVINCE DIAGNOSI E TERAPIA DELLE CARDIOPATIE PIU’ FREQUENTI DEL CANE - Hotel Astor, via Marco Tullio Cicerone200 - Frosinone - Per informazioni: Lara Zava - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403541 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC ABRUZZO TRAUMA TORACICO E COMPLICANZE - Abruzzo - Relatore: Dr. Marinucci Per informazioni: Lara Zava - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403541 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC SICILIA LEISHMANIOSI: COMPLICANZE - Sicilia Per informazioni: Lara Zava - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403541 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO MASTER IN CHIRURGIA DEL CANE E DEL GATTO - Cremona Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

SCVI (ex Gruppo di Studio SCIVAC di Chirurgia) Cremona Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

SEMINARIO SCIVAC APPROCCIO CLINICO ORIENTATO AL PROBLEMA - Sardegna - Relatori: Dr. Marco Caldin e Dr. TommasoFurlanello - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403508 - email [email protected]

MONDIALE WSAVA/FECAVA Grenada (E)

CORSO SISCA CORSO AVANZATO DI ZOOANTROPOLOGIA - Cremona Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA Lombardia Per informazioni: Lara Zava - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403541 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC MOLISE MEDICINA INTERNA - Molise Per informazioni: Lara Zava - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403541 - email [email protected]

CORSO SIVAR CHIRURGIA DEL PIEDE BOVINO - Cremona, Istituto Zooprofilattico, via Cardinal Massaia 7 - Relatori: Dr. Loris DeVecchis, Gian Mario Salomoni - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria SIVAR - Tel 0372/403539 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI MEDICINA E CHIRURGIA DEI PICCOLI MAMMIFERI - Cremona Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

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1° CongressoMondiale

ESVOT- VOSDal 5 all’8 set-tembre 2002 siterrà a Mona-co in Germa-nia il 1° Con-gresso Mon-diale di Ortopedia Veterinariaorganizzato dall’ESVOT (So-cietà Europea di Ortopedia eTraumatologia Veterinaria) e dalVOS (Società di Ortopedia Ve-terinaria).

Per informazioni:1st World Orthopaedic Veterina-ri CongressCSM – Congress & Seminar Ma-nagement Industriestr.35D-82194 Gröbenzell / MunchenGermany – Fax: 00 49 8142 54735www.digicolor.net/[email protected]