Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 3

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PR O FESSI O NE VETERINARIA MENSILE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE della sicurezza sul lavoro, argo- mento che ritengo estremamente interessante ed attuale e ad oggi non ancora approfondito dal mondo veterinario. Tutti noi sappiamo che non è ne- cessario avere dei dipendenti per dovere ottemperare alle nor- mative imposte dal Decreto Legi- slativo 626/94 riguardante la si- curezza sui luoghi di lavoro. Come è noto a tutti questo Decre- to non è altro che la raccolta di una serie di leggi già in vigore, che affrontano tutte le possibili cause di incidenti sul lavoro, spa- ziando dall’impianto elettrico di un ambulatorio che deve essere co- struito secondo determinati para- metri, alle norme riguardanti la ra- dioprotezione, allo strumentario in uso, allo smaltimento dei gas ane- stetici e molto altro ancora. Per intenderci, tutto quello che è immaginabile possa recare dan- no ad un dipendente o molto più semplicemente ad un professio- nista, anche se socio dell’attività, che opera all’interno della strut- tura, deve essere valutato e de- vono essere apportati i correttivi del caso. La non osservanza delle suddet- te normative, o anche solo di par- te di esse, è perseguibile penal- mente con sanzioni anche molto pesanti. Ma quanti titolari di strutture vete- rinarie in Italia possono pensare di ritenersi a norma o perlomeno quanti di noi hanno affrontato il problema della sicurezza sul la- voro? È necessario meditare sul fatto che probabilmente poco interes- siamo a chi si occupa di queste cose; non per questo però si può pensare di intraprendere seria- Nel corso di una te- lefonata con un Col- lega amico mi venne posto il problema 002 EDIZIONI SCIVAC - Anno 12, numero 3, mensile, marzo 2002 Spedizione in abbonamento postale - 45% Art. 2 comma 20/b-Legge 662/96 - Filiale di Piacenza Concessionaria esclusiva per la pubblicità EDIZIONI VETERINARIE E.V. srl - Cremona La sicurezza sul lavoro l’editoriale di Carlo Scotti (in questo numero:) 1 16 21 Prima Pagina: Displasia dell’anca e displasia del gomito: siamo ad una svolta? di Aldo Vezzoni Rubrica Fiscale: Riaddebito di costi tra professionisti di Giovanni Stassi Riflessioni: Tre sono forse troppe di Luigi Poretti 4 17 22 Attualità: Veterinario: “Libero” o “Professionista”? di Fabrizio Pancini Bioetica: Bioetica e biotecnologie di Roberto Marchesini Lettere al Direttore: a cura della redazione 13 18 24 ANMVI Informa: Riforma degli Ordini a cura della redazione In Rete: La telemedicina veterinaria in Italia di Fabrizio Pancini Dalle Associazioni: Cursi: Veterinari, ASL e NAS garanti dei consumatori di Sabina Pizzamiglio 15 20 28 Rubrica Legale: Società tra professionisti di M.T. Semeraro L’Opinione: Veterinari. Un’anomalia fortunata? di Oscar Grazioli Dalle Aziende: a cura della redazione 32 H ill ’s * Global Leader in Pet Nutrition Tel. 0372/403538 - Fax 0372/457091 email: [email protected] srl CONTINUA A PAG. 3 CONTINUA A PAG. 3 Pari dignità per le Centrali di Lettura Displasia dell’anca e displasia del gomito: siamo ad una svolta? Approvato il Disciplinare per il controllo ufficiale della displasia F inalmente il controllo uf- ficiale di queste malattie ereditarie ha attirato l’attenzione delle istituzioni che ne hanno riconosciuto l’importanza nella selezione del cane per la tu- tela della sua salute. Solo pochi giorni fa, il 12 marzo 2002, il Mini- stero delle Politiche Agricole e Fo- restali approvava il Disciplinare sul controllo di queste malattie elaborato dalla Commissione Tec- nica Centrale (CTC) dell’ENCI, dando una veste ufficiale ed istitu- zionale a tutta la materia. Come già avveniva da tempo in altri Paesi europei, ora anche nel no- stro, il controllo di queste malattie è regolamentato direttamente dal- l’ente deputato alla tenuta dei libri genealogici del cane, cui compe- te la selezione delle razze canine, secondo dei criteri oggettivi e scientifici, nel pieno rispetto della professionalità veterinaria. L’ENCI era stato sempre latitante su questo problema, lasciando che fossero le Società di razza ad organizzare questi controlli in col- laborazione con le Centrali di Let- tura; se da un lato ciò ha perlo- meno permesso che si eseguisse una certa selezione nei confronti di queste malattie, anche se spesso su base prettamente vo- lontaria, dall’altro ha creato situa- zioni di confusione e di disagio, sia tra gli allevatori che tra i medi- ci veterinari. Infatti, mentre molte Società di razza indicavano ai propri associati entrambe le Cen- trali di lettura accreditate dalla FCI (Federazione Cinologica In- ternazionale) ed operanti in Italia, quella della FSA e quella di Ferra- ra, accettandone le valutazioni in modo paritario, alcune altre, ed in particolare quella del cane pasto- re tedesco e del rottweiler, ricono- scevano unicamente quella di Ferrara, nonostante anche quella della FSA avesse un accredita- mento internazionale, impeden- do, di fatto, una libera scelta della Centrale da parte degli allevatori. Per quanto riguarda il coinvolgi- mento dei medici veterinari, poi, era ormai annosa e insopportabi- le la prevaricazione portata avan- ti dalla Centrale di lettura di Ferra- ra del Dr. Pareschi che accettava unicamente le radiografie esegui- te dal ristretto numero di veterina- ri “fiduciari” gestito dall’AIVPA, obbligati per di più anche al rin- novo annuale di iscrizione all’As- sociazione per mantenere questo privilegio, rifiutando pertanto esa- mi radiografici di Colleghi non fa- centi parte di questo elenco e che, pur intendendo eseguire questa prestazione, avevano rite- nuto ingiusto dover sottostare ad un tale ricatto; era una situazione di Aldo Vezzoni

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Professione Veterinaria è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore

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PROFESSIONE VETERINARIA

MENSILE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

della sicurezza sul lavoro, argo-mento che ritengo estremamenteinteressante ed attuale e ad ogginon ancora approfondito dalmondo veterinario.Tutti noi sappiamo che non è ne-cessario avere dei dipendentiper dovere ottemperare alle nor-mative imposte dal Decreto Legi-slativo 626/94 riguardante la si-curezza sui luoghi di lavoro.Come è noto a tutti questo Decre-to non è altro che la raccolta diuna serie di leggi già in vigore,che affrontano tutte le possibilicause di incidenti sul lavoro, spa-ziando dall’impianto elettrico di unambulatorio che deve essere co-struito secondo determinati para-metri, alle norme riguardanti la ra-dioprotezione, allo strumentario inuso, allo smaltimento dei gas ane-stetici e molto altro ancora.Per intenderci, tutto quello che èimmaginabile possa recare dan-no ad un dipendente o molto piùsemplicemente ad un professio-nista, anche se socio dell’attività,che opera all’interno della strut-tura, deve essere valutato e de-vono essere apportati i correttividel caso.La non osservanza delle suddet-te normative, o anche solo di par-te di esse, è perseguibile penal-mente con sanzioni anche moltopesanti. Ma quanti titolari di strutture vete-rinarie in Italia possono pensaredi ritenersi a norma o perlomenoquanti di noi hanno affrontato ilproblema della sicurezza sul la-voro?È necessario meditare sul fattoche probabilmente poco interes-siamo a chi si occupa di questecose; non per questo però si puòpensare di intraprendere seria-

Nel corso di una te-lefonata con un Col-lega amico mi venneposto il problema

002 EDIZIONI SCIVAC - Anno 12, numero 3, mensile, marzo 2002

Spedizione in abbonamento postale - 45% Art. 2 comma 20/b-Legge 662/96 - Filiale di Piacenza

Concessionaria esclusiva per la pubblicità

EDIZIONI VETERINARIE E.V. srl - Cremona

La sicurezza sul lavoro

l’editorialedi Carlo Scotti

(in questo numero:)

1 16 21Prima Pagina:Displasia dell’anca edisplasia del gomito:siamo ad una svolta?di Aldo Vezzoni

Rubrica Fiscale:Riaddebito di costitra professionistidi Giovanni Stassi

Riflessioni:Tre sono forse troppedi Luigi Poretti

4 17 22Attualità:Veterinario:“Libero”o “Professionista”?di Fabrizio Pancini

Bioetica:Bioetica ebiotecnologiedi Roberto Marchesini

Lettere al Direttore:a cura della redazione

13 18 24ANMVI Informa:Riforma degli Ordinia cura della redazione

In Rete:La telemedicinaveterinaria in Italiadi Fabrizio Pancini

Dalle Associazioni:Cursi:Veterinari, ASLe NAS garanti deiconsumatoridi Sabina Pizzamiglio

15 20 28Rubrica Legale:Società tra professionistidi M.T. Semeraro

L’Opinione:Veterinari.Un’anomalia fortunata?di Oscar Grazioli

Dalle Aziende:a cura della redazione

32

Hill’s*Global Leader in Pet Nutrition

‘‘

Tel. 0372/403538 - Fax 0372/457091email: [email protected]

srl

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Pari dignità per le Centrali di Lettura

Displasiadell’anca edisplasia delgomito: siamo aduna svolta?Approvato il Disciplinare per il controllo ufficiale della displasia

F inalmente il controllo uf-ficiale di queste malattieereditarie ha attirato

l’attenzione delle istituzioni che nehanno riconosciuto l’importanzanella selezione del cane per la tu-tela della sua salute. Solo pochigiorni fa, il 12 marzo 2002, il Mini-stero delle Politiche Agricole e Fo-restali approvava il Disciplinaresul controllo di queste malattieelaborato dalla Commissione Tec-nica Centrale (CTC) dell’ENCI,dando una veste ufficiale ed istitu-zionale a tutta la materia. Comegià avveniva da tempo in altriPaesi europei, ora anche nel no-stro, il controllo di queste malattieè regolamentato direttamente dal-l’ente deputato alla tenuta dei librigenealogici del cane, cui compe-te la selezione delle razze canine,secondo dei criteri oggettivi escientifici, nel pieno rispetto dellaprofessionalità veterinaria. L’ENCI era stato sempre latitantesu questo problema, lasciandoche fossero le Società di razza adorganizzare questi controlli in col-laborazione con le Centrali di Let-tura; se da un lato ciò ha perlo-meno permesso che si eseguisseuna certa selezione nei confrontidi queste malattie, anche sespesso su base prettamente vo-lontaria, dall’altro ha creato situa-zioni di confusione e di disagio,sia tra gli allevatori che tra i medi-

ci veterinari. Infatti, mentre molteSocietà di razza indicavano aipropri associati entrambe le Cen-trali di lettura accreditate dallaFCI (Federazione Cinologica In-ternazionale) ed operanti in Italia,quella della FSA e quella di Ferra-ra, accettandone le valutazioni inmodo paritario, alcune altre, ed inparticolare quella del cane pasto-re tedesco e del rottweiler, ricono-scevano unicamente quella diFerrara, nonostante anche quelladella FSA avesse un accredita-mento internazionale, impeden-do, di fatto, una libera scelta dellaCentrale da parte degli allevatori.Per quanto riguarda il coinvolgi-mento dei medici veterinari, poi,era ormai annosa e insopportabi-le la prevaricazione portata avan-ti dalla Centrale di lettura di Ferra-ra del Dr. Pareschi che accettavaunicamente le radiografie esegui-te dal ristretto numero di veterina-ri “fiduciari” gestito dall’AIVPA,obbligati per di più anche al rin-novo annuale di iscrizione all’As-sociazione per mantenere questoprivilegio, rifiutando pertanto esa-mi radiografici di Colleghi non fa-centi parte di questo elenco eche, pur intendendo eseguirequesta prestazione, avevano rite-nuto ingiusto dover sottostare adun tale ricatto; era una situazione

di Aldo Vezzoni

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unica nel panorama internaziona-le, poiché in tutti gli altri Paesi do-ve si eseguono questi controlliogni medico veterinario può effet-tuare liberamente questa presta-zione professionale, con l’unicoobbligo di rispettare le modalità ri-chieste dagli organismi certifican-ti, le Centrali di lettura. Per quantoanche nel nostro Paese non sianoammesse limitazioni all’esercizioprofessionale di un medico veteri-nario regolarmente abilitato conl’Esame di Stato, se non previsteda leggi, questa discriminazione,per quanto censurabile, ha potutopurtroppo perpetrarsi fino ai gior-ni scorsi, nonostante i ripetuti efermi interventi della FNOVI. Pro-prio per cercare di offrire un’alter-nativa a questo monopolio checondizionava in passato il control-lo della displasia dell’anca in Ita-lia, la FSA aveva organizzato unasua Centrale di lettura, ottenendo-ne i necessari accreditamenti na-zionali ed internazionali e riscuo-tendo rapidamente un ampio con-senso tra i Colleghi.Con il nuovo Disciplinare, le Cen-trali di lettura vengono accreditatedirettamente dall’ENCI, sulla basedei criteri stabiliti dalla FCI, edhanno pari dignità, scopi e funzio-ni; le Centrali devono poi interagi-re con l’ENCI, inviando alla suaCTC i dati per le elaborazioni ge-netiche e statistiche. Le Centralidi lettura attualmente esistenti inItalia vengono riconosciute di fat-to, purché dichiarino di accettarele norme contenute nel Disciplina-re, che stabilisce anche i requisitiper eventuali altre future Centrali.Ogni associazione di razza è te-nuta a fare riferimento e ad accet-tare le valutazioni di tutte le Cen-trali di lettura accreditate dall’EN-CI ed ogni medico veterinario cheintende svolgere questa presta-zione su richiesta del proprietariodi un cane di razza può rivolgersialla Centrale di lettura di sua scel-ta, con l’obbligo di seguire le pro-cedure richieste e specificate nelDisciplinare stesso. Cadono così le sperequazioni chefino ad oggi hanno penalizzato imedici veterinari che non hannovoluto sottostare al monopolio edal ricatto coordinato tra AIVPA eCentrale di Ferrara, e che ora po-

PROFESSIONE VETERINARIA 3/2002 3DALLA PRIMA PAGINA

l’editoriale

SEGUE DALLA COPERTINA

mente un’attività professionale,aprendo una struttura veterina-ria, senza conoscere le leggiche la regolano e senza porre inessere degli accorgimenti per-lomeno minimali che ci consen-tano di potere dimostrare, in ca-so di controlli, di avere affronta-to anche il problema sicurezzasul lavoro.Questo significa ulteriori costi,sia per la messa a norma, cheper le verifiche, il tutto va ad in-

cidere non poco sui bilanci del-la nostra azienda e quando sifaranno i conti di fine anno o i bi-lanci preventivi, andrà conteg-giato anche questo costo.Penso che sia giunto il momen-to di iniziare a ragionare seria-mente anche di questi aspettidella nostra professione, consi-derati a tutt’oggi poco più chemarginali, che coinvolgono tutti ititolari di strutture veterinarie diogni ordine e grado. ■

L’approvazione del Disciplinare

Porta la firma del Direttore Generale Giuseppe Ambrosio la nota ufficiale del 12 marzo scorso, con cui il Ministero delle Politiche Agricole e Fore-stali ha decretato in due articoli l’approvazione del “testo delle norme tecniche ed organizzative delle prove di obedience” e del “disciplinare peril controllo ufficiale della displasia dell’anca e della displasia del gomito dei cani iscritti al libro genealogico”. Il provvedimento si basa principal-mente sul decreto legislativo 30 dicembre 1992 “Attuazione della Direttiva CEE relativa alle condizioni zootecniche e genealogiche che discipli-nano la commercializzazione degli animali di razza” e sui decreti ministeriali con i quali sono stati approvati il disciplinare del libro genealogicodel cane di razza (DM n. 21095, 5 febbraio 1996) e le norme tecniche del libro genealogico del cane di razza (DM n. 20894, 18 aprile 2000). Nel-l’ottobre del 2001 l’ENCI aveva chiesto l’approvazione delle norme per le prove di obedience e nel febbraio di quest’anno l’approvazione del di-sciplinare per il controllo ufficiale della displasia dell’anca e della displasia del gomito dei cani iscritti al libro genealogico, in conformità a quan-to deliberato dalla C.T.C. Il testo del Disciplinare sarà pubblicato on-line nel sito della FSA e nel sito dell’ANMVI. Di seguito il testo dell’approva-zione ministeriale:

Ministero delle Politiche Agricole e ForestaliDipartimento della qualità dei prodotti agroalimentari e dei servizi

Direzione Generale per la qualità dei prodotti agroalimentari e la tutela del consumatoreEx div.II - Prod. Animali

Prot. 20668

IL DIRETTORE GENERALE

VISTO il decreto legislativo 30 dicembre1992, n. 529, “Attuazione della direttiva91/174/CEE relativa alle condizioni zootecni-che e genealogiche che disciplinano la com-mercializzazione degli animali di razza”;

VISTO il decreto ministeriale n. 21095 del 5febbraio 1996, con il quale, ai sensi del pre-detto decreto legislativo n. 529/92, è statoapprovato il Disciplinare del libro genealogi-co del cane di razza;

VISTO il decreto ministeriale n. 20894 del 18aprile 2000 con il quale sono state approva-te le norme tecniche del libro genealogicodel cane di razza;

VISTA la nota n. 41622 del 31 ottobre 2001con la quale l’ENCI ha chiesto l’approvazionedelle norme per le prove di obedience in

conformità a quanto deliberato dalla CTCnella stessa riunione del 12 ottobre 2001;

VISTA la nota n. 8523 del 25 febbraio 2002con la quale l’ENCI ha chiesto l’approvazionedel disciplinare per il controllo ufficiale delladisplasia dell’anca e della displasia del go-mito dei cani iscritti al libro genealogico, inconformità a quanto deliberato dalla CTCnella stessa riunione del 25 gennaio 2002;

VISTO il decreto legislativo 30 marzo 2001,n.165, recante “Norme generali sull’anda-mento del lavoro alle dipendenze all’Ammini-strazione pubblica” ed in particolare l’art. 4sull’indirizzo politico-amministrativo, funzionie responsabilità;

RITENUTO necessario apportare alcunecorrezioni, in parte formali ed in parte di tipooperativo, ai proposti testi del disciplinare delcontrollo ufficiale della displasia dell’anca edel gomito e della normativa relativa alle pro-ve di obedience;

CONSIDERATO che le nuove disposizioni,nel loro insieme, così come riformulate, risul-tano rispondenti alle finalità del libro genea-logico del cane di razza;

DECRETA:

ART 1 - È approvato il testo delle norme tec-niche ed organizzative delle prove di obe-dience, costituito da 9 articoli e da 2 allegati,giusta testo allegato al presente decreto.

ART 2 - È approvato il disciplinare per il con-trollo ufficiale della displasia dell’anca e del-la displasia del gomito dei cani iscritti al librogenealogico, costituito da n. 21 articoli e da6 allegati, giusta testo allegato al presentedecreto.

Roma, 12 marzo 2002

Giuseppe Ambrosio Direttore Generale

Q uando mi sono iscritto aVeterinaria ero convinto

che da grande il mio lavoro sa-rebbe stato quello di curare glianimali. Mi rendo conto ora, edè passato qualche anno, che fa-re il veterinario libero professio-nista o veterinario privato, comesarebbe meglio definirci, non si-gnifica soltanto curare gli ani-mali. Nessuno all’università miha mai detto che cosa veramen-te avrei trovato, una volta lau-reato, affacciandomi al mondodel lavoro. Anzi, ricordo che glianni passati, per me sei, all’in-terno della struttura universita-ria erano improntati a grandeottimismo in un clima spessoabbastanza lontano dalle ten-sioni che il nostro settore inco-minciava ad evidenziare. L’esa-me di stato, poi, superato age-volmente, mi ha riconosciutoMedico Veterinario ed in gradodi iniziare una mia carriera pro-fessionale. Nonostante avessi frequentatoalcuni ambulatori durante gli ulti-

mi anni di studi, mi interessavasvolgere la mia attività nel setto-re degli animali da compagnia,quando ho iniziato a guardarmiintorno per decidere da che par-te incominciare mi sono sentitoveramente smarrito. Sicuramentenessuno mi stava aspettando ed’altra parte il nostro settore nonaveva certamente bisogno dinuovi neolaureati. La mia “mis-sione” incominciava a scontrarsicon una realtà estremamente du-ra e difficile. La città dove vive-vo era ormai satura di ambulato-ri e la concorrenza si era svilup-pata oltre ogni regola del nostrocodice deontologico, spessoanche al di fuori delle normativedi legge. Dopo circa un anno di esperien-za acquisita presso un ambulato-rio, dove - considerati i limiti del-la mia preparazione universitariafortemente teorica - ho imparatomolto ma ho anche lavorato gra-tis, mi sono deciso a cambiareregione creando un mio ambula-torio in una città molto lontana

dalla mia. Con grande fatica so-no riuscito ad avviare la mia atti-vità, ho conquistato la fiducia deiclienti e la stima di tanti colleghicon i quali collaboro molto bene.Il problema grosso è che, data laforte concorrenza che si è svilup-pata nel nostro settore, non po-tremo mai ritenerci arrivati madovremo costantemente aggior-narci sia scientificamente cheprofessionalmente continuandoad investire nel nostro lavoro pernon perdere la nostra quota di“mercato”. Tra 626, 306, petcor-ner, BPV, certificazioni, IVA, im-poste, tasse, denunce dei clienti,tariffari, normative sulle strutture,codice deontologico, ECM, chefatica, Colleghi, e che stress!! Nel momento in cui la riforma de-gli Ordini trasformerà questi or-ganismi soltanto in strumenti dicontrollo a garanzia del clientesperiamo che le nostre associa-zioni riescano a sostenerci conti-nuando a darci i servizi che ne-cessitano alla nostra sopravvi-venza psicologica. ■

Ma che stress!tranno effettuare i controlli per ladisplasia dell’anca e/o della di-splasia del gomito sui cani di tuttele razze per le quali vengono ri-chiesti. I Colleghi che fanno riferimento al-la Centrale di lettura della FSA ri-ceveranno a breve le informazioninecessarie per l’adeguamentodella procedura fino ad ora segui-ta con quella richiesta dal Disci-plinare. ■

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S criveva agli inizi del se-colo scorso in una ar-guta analisi il sociologo

tedesco Max Weber che: “il de-collo dell’economia occidentalemuove dalla generalizzazione diun’etica, quella del lavoro e dellospirito imprenditoriale”. Come sievince da questo aforisma dun-que, etica e spirito imprenditoriale(i veterinari si possono definire im-prenditori di se stessi) possono,anzi, devono coesistere per poterfar crescere l’economia da unaparte ma, soprattutto, la consape-volezza del ruolo sociale su cuiuna professione come la nostradeve fondare i propri principi.Anche i lettori più distratti certa-mente ricorderanno che, in diver-se occasioni, dalle colonne diquesta rivista più volte ci siamooccupati della questione etica edell’importanza della deontologiaprofessionale che, in un mestierecome quello del medico veterina-rio, assumono ancor più rilevan-za, sia per aspetti meramenteconvenzionali, sia per il compitoin ambito pubblico che un profes-sionista che opera in campo sani-tario deve necessariamente pos-sedere nel proprio intimo.Tra i temi che “infiammano” le listedi discussione a carattere veteri-nario, l’educazione permanente(ECM) è senza dubbio quella sul-la quale si avverte il maggior inte-resse. Il problema dell’etica scien-tifica e del correlato tema della re-sponsabilità delle conoscenze,(drammaticamente posto con lacrescita degli interrogativi postisiin campo bioetico) e del loro uso“sociale”, assume caratteri e di-mensioni inedite nelle condizioniche si sviluppano in ogni ambitolavorativo. Specie in quello tecni-co-scientifico.Ecco che nell’etica cosiddetta“sociale”, che è questione specifi-ca del mondo moderno, si viene aporre immediatamente il proble-ma della ricerca della legittimitàdella “norma” (e con essa del po-tere che la promulga) e dei criteriche la configurano. L’etica socialesi sviluppa in relazione alla mo-derna separazione di pubblico eprivato e dei concetti di sovranitàe di libertà che da tale articolazio-ne scaturiscono.È evidente che, alla base del ma-lessere che si evidenzia in molticolleghi, esiste un problema difondo che non può essere sotto-valutato, al di là della forma nonsempre stilisticamente condivisi-bile di alcuni. Il tema centrale sucui ruota molta parte della prote-sta dei veterinari liberi professio-nisti è la certezza di regole comu-ni che devono essere fatte rispet-tare da organi super partes cheabbiano gli strumenti necessari

allo scopo. Se è vero, infatti, cheuna legalità puramente formalenon tutela dall’arbitrio, l’assenzadi legittimità impedisce che si rea-lizzino le condizioni che consen-tono l’instaurazione di regole digiustizia. Per tale ragione da mol-te parti si sottolinea la necessitàdi aumentare le pene per coloroche non rispettano le regole. Tut-tavia, data l’inefficacia della meramanovra sanzionatoria occorre-rebbe, a mio avviso, perseguirel’etica del lavoro privilegiando unprocesso educativo piuttosto cherepressivo. Ma questa, ripeto, èuna ma non la sola strada da per-correre.

Dr. Marco Eleuteri DVM Presidente A.N.M.V.I.

Da qualche tempo, in manieradecisamente più frequente econ spunti talvolta molto pole-mici, si sta dibattendo di temiprofessionali quali: ECM, pub-blicità sanitaria, Buone PraticheVeterinarie, ruolo sociale del ve-terinario, tariffario nazionale,studi di settore, rapporto con laclientela, uso fraudolento delfarmaco, concorrenza sleale,rapporti con le ASL, pronto soc-corso, ecc… che coinvolgonosempre più l’aspetto etico dellaprofessione veterinaria. A tuoavviso le norme e le regole chedisciplinano la professione, an-che se non sono condivisibilida tutti, vanno rispettate sem-pre e comunque? E fino a chepunto?Quando è entrato in vigore in Ita-lia l’obbligo di allacciare le cinturedi sicurezza, a dispetto di statisti-che e ricerche che dimostravanoinconfutabilmente la loro utilità nelridurre la mortalità negli incidentistradali, ben pochi le usavano.Quando poi sono cominciate afioccare le multe, la percentualedi quelli che le indossano è lievi-tata in poco tempo ed ora sta fi-nalmente diventando una sanaabitudine.La nostra riluttanza a rispettare le

regole, come fossero sempre di-sumane imposizioni, è storica, an-che quando queste hanno un evi-dente riflesso positivo sul nostrostato, di salute o sociale che sia. Ma in questo caso credo che lagiustificazione alla resistenza chein passato è stata ed è ancora op-posta su questi temi sia dovuta al-la scarsa chiarezza e alla farragi-nosità di alcune di queste regole,alla genericità di altre e, peggio,all’evidente incapacità di controllodelle istituzioni.L’augurio è che le nuove norme eregole siano chiare, equilibrate esoprattutto fatte rispettare da isti-tuzioni messe in grado di farlo.

Quali tra i punti elencati in pre-cedenza sono prioritari rispettoagli altri ai fini del concreto mi-glioramento della professioneveterinaria e perché? Sono tutti temi di straordinaria im-portanza ma, dovendo dare unaprecedenza, ritengo che pubbli-cità sanitaria, BPV e concorrenzasleale siano prioritarie.

È fuor di dubbio che la deonto-logia, così come altre regole dicomportamento professionale,arricchisca il lavoro di un conte-nuto etico. Visto anche il co-stante aumento delle denunciedi medici veterinari da partedella clientela per malpractice,ritieni che l’eccessivo rifiutodelle regole in ambito profes-sionale sia dovuto in gran partealla cronica carenza di posti dilavoro? E, in caso affermativo,se tale approccio alla professio-ne sia maggiormente presentenei colleghi giovani o in quellipiù navigati e perché?Il livello qualitativo della nostraprofessione è aumentato in modoimpressionante negli ultimi anni e,con questo, la coscienza criticadella nostra clientela.La somma dei due fattori sta sem-pre più emarginando chi rifiuta diadeguare la propria professiona-lità alla crescente richiesta di qua-lità da parte della clientela.Ritengo che questi colleghi siano

presenti, con diverse motivazioni,in tutte le fasce di età professio-nale. Chi perché non ne ha più vo-glia, chi è troppo occupato ad ar-raffare quel che offre il mercato inquel momento, chi crede di nonaverne bisogno.Certo è che ad oggi il riconosci-mento ed i vantaggi di coloro cherispettano le regole sono insignifi-canti e quindi non esistendo alcunincentivo reale non si può checontare sulla buona volontà delsingolo.

La sostanziale carenza di sensoetico che rende difficile l’instau-rarsi della consapevolezza delveterinario (e non solo) del pro-prio ruolo sociale e professio-nale, può essere ascritta, alme-no in parte, alle croniche caren-ze didattiche universitarie, ca-ratterizzate dalla mancanza diun qualsiasi programma di for-mazione al riguardo?L’università si deve certamenteassumere le colpe, oltre che diuna preparazione oramai troppogenerica, anche di un completodisinteresse per le dinamiche dimercato. Questa carenza è causadella scarsa informazione a di-sposizione di coloro che devonovalutare la possibilità di iscriversial corso di laurea in MV, lascian-doli al loro destino di futuri disoc-cupati o costringendoli a modifi-care in seguito e a loro spese, illoro target professionale. Lo stes-so vale anche per la completa as-senza dai programmi didattici diuna formazione etica che tantogioverebbe oltre che ai rapportidella nostra professione con lasocietà, anche ai rapporti tra col-leghi.

Dr. Stefano Candotti DVM libero professionistaPordenone

Da qualche tempo, in manieradecisamente più frequente econ spunti talvolta molto pole-mici, si sta dibattendo di temiprofessionali quali: ECM, pub-blicità sanitaria, Buone PraticheVeterinarie, ruolo sociale del ve-terinario, tariffario nazionale,studi di settore, rapporto con laclientela, uso fraudolento delfarmaco, concorrenza sleale,rapporti con le ASL, pronto soc-corso, ecc… che coinvolgonosempre più l’aspetto etico dellaprofessione veterinaria. A tuoavviso le norme e le regole chedisciplinano la professione, an-che se non sono condivisibilida tutti, vanno rispettate sem-pre e comunque? E fino a chepunto?Che le regole non siano condivise

da tutti è un fatto, soprattutto per-ché non esistono regole che pos-sano accontentare tutti. Ma è purvero che regole ci vogliono ecco-me, particolarmente nella veteri-naria italiana, con particolare rife-rimento alla pratica dei piccolianimali, territorio selvaggio e as-solutamente in preda all’anarchiapiù totale.Si tratta di vedere le norme e diidearle, non contro i professionistima per farli lavorare meglio, inmaniera più adeguata e con mag-giori garanzie per l’utenza, ma an-che per noi stessi e per la difendi-bilità e riconoscibilità di quel chefacciamo.Se vanno rispettate? Beh... se cisono delle regole vanno ovvia-mente rispettate... se non ci piac-ciono nessuno ci impedisce diimpegnarci per cambiarle o mi-gliorarle...

Quali tra i punti elencati in pre-cedenza sono prioritari rispettoagli altri ai fini del concreto mi-glioramento della professioneveterinaria e perché?Sicuramente gli ECM li considerola nebulosa più grande e menoapplicabile di tutto il mazzo. Non livedo calabili nella realtà della li-bera professione.Devo poi dire che la continuingeducation presenta gli stessiaspetti discussi in un po’ tuttal’Europa. Nei Paesi anglosassonilo chiamano CPD (continuing pro-fessional developement), ma leperplessità sul come realizzarlosono le stesse che da noi.L’unico punto chiaro è che l’ag-giornamento deve essere moral-mente obbligatorio per il profes-sionista e soprattutto documenta-bile; con questo non mi riferisco al“diplomino sul muro” come sem-plicisticamente ho visto definireda qualcuno tempo fa in Scivacforum, ma ad una continuing edu-cation che, ovunque venga effet-tuata, non sia una semplice cari-catura dell’aggiornamento profes-sionale, ma una reale crescita delprofessionista.Per il resto non vedo punti più ur-genti di altri: sono tutti più o menourgenti, se vogliamo lavorare nel-l’ambito di una medicina veterina-ria moderna.

È fuor di dubbio che la deonto-logia, così come altre regole dicomportamento professionale,arricchisca il lavoro di un conte-nuto etico. Visto anche il co-stante aumento delle denunciedi medici veterinari da partedella clientela per malpractice,ritieni che l’eccessivo rifiutodelle regole in ambito profes-sionale sia dovuto in gran partealla cronica carenza di posti di

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Ancora una volta il problema etico e deontologico anima la discussione tra colleghi

Veterinario: “Libero” o “Professionista”?Si avverte un malessere generalizzato a proposito del rispetto delle regole che rischia di degenerare

di Fabrizio Pancini

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lavoro? E, in caso affermativo,se tale approccio alla professio-ne sia maggiormente presentenei colleghi giovani o in quellipiù navigati e perché?Per essere chiara fino in fondo, lamia risposta deve essere altret-tanto schietta. A mio avviso, infat-ti, il rifiuto dei principi deontologi-ci scaturisce da motivazioni di ca-rattere economico. In questo am-bito le regole, che determinano lanostra “tracciabilità” e trasparen-za ci diventano scomode, parlan-do in generale, ovviamente...Allora possiamo immaginare co-me gestire questo problema do-vendo aumentare il numero dicartelle cliniche, prove documen-tate di quel che facciamo, autoriz-zazioni per consenso informato,ecc? Semplicemente riteniamoche non si debba toccare l’esi-stente!Io penso invece che vada toccatoeccome, se vogliamo offrire mag-giore chiarezza professionale, su-bire meno rogne legali (soprattut-to con i clienti più litigiosi) e gua-dagnare maggiore credito nel no-stro lavoro.Poi è anche vero che sarebbe orache la Veterinaria Italiana comincia fare valere le proprie virtù anchea livello economico, ma anche inquesto l’argomento è un circolovizioso. Non possiamo pretendere guada-gni da medici se, nel nostro ambi-to, ci comportiamo come mani-scalchi o “castrini” dell’antica tra-dizione veterinaria.Aggiungerei solo che questo tipodi evoluzione è sicuramente di piùdifficile digestione da parte dellegenerazioni, appunto, più “navi-gate”, soprattutto perché meno sisono adattate a questa rapida evertiginosa trasformazione dellanostra professione.

La sostanziale carenza di sensoetico che rende difficile l’instau-rarsi della consapevolezza delveterinario (e non solo) del pro-prio ruolo sociale e professio-nale, può essere ascritta, alme-no in parte, alle croniche caren-ze didattiche universitarie, ca-ratterizzate dalla mancanza diun qualsiasi programma di for-mazione al riguardo?Credo che le università abbianogià le loro belle gatte da pelare percolmare il gap tra la didattica e larealtà lavorativa tecnica per cui, at-tribuire loro anche questo ultimo“peccato” della scarsa valorizza-zione del senso etico, mi sembraquanto meno ingeneroso...È colpa nostra, solo nostra, che ilsenso etico proprio non lo voglia-mo! Ci interessa solo quando ciaiuta a curare meglio il nostro orti-cello, ma non quando ci mette difronte ai torti che potremmo fareagli altri colleghi o, più in genera-le, all’immagine dell’intera cate-goria.Magari in questo buco deontolo-gico non ci sarà anche qualchevuoto di potere e di presenza de-gli ordini professionali? Se voglia-mo migliorarci, dobbiamo pren-derci tutti le nostre responsabilità,fino in fondo.

Dr. Mario Mosanghini DVM libero professionista, Udine

Da qualche tempo, in manieradecisamente più frequente econ spunti talvolta molto pole-mici, si sta dibattendo di temiprofessionali quali: ECM, pub-blicità sanitaria, Buone PraticheVeterinarie, ruolo sociale del ve-terinario, tariffario nazionale,studi di settore, rapporto con laclientela, uso fraudolento delfarmaco, concorrenza sleale,

rapporti con le ASL, pronto soc-corso, ecc… che coinvolgonosempre più l’aspetto etico dellaprofessione veterinaria. A tuoavviso le norme e le regole chedisciplinano la professione, an-che se non sono condivisibilida tutti, vanno rispettate sem-pre e comunque? E fino a chepunto?Per non imbarcarmi in trattazionisui singoli argomenti, che risulte-rebbero straboccanti rispetto allospazio concesso dalle paginedella rivista oltre che annoiare a

morte i nostri lettori, mi limiterò arispondere puntualmente ai que-siti proposti.In merito al primo, tralasciando isoliti discorsi sull’ontogenesi prei-storica delle leggi, rileviamo cheper i citati temi ci stiamo interfac-ciando con diversi livelli di regole,e che le leggi non hanno più attri-buti divini ma diventano strumentiche dobbiamo darci per codifica-re sistemi efficaci di vita e di lavo-ro. Come tutti gli altri strumenti dilavoro, possono essere più o me-no indispensabili, riuscite, prezio-

se, capite, condivise, a volte risul-tano inutili, a volte diventano (onascono già) obsolete, in altri ca-si sono addirittura dannose. Quin-di, allo stesso modo in cui festeg-giamo la riuscita abolizione di unregistro stappando bottiglie e ri-conoscendo i giusti meriti, non ve-do perché non dovremmo strap-parci i capelli di fronte a provvedi-menti incoerenti che ci portanosolamente oneri, fastidi e svan-taggi, o secernere fiele quando cimuoviamo in settori o situazionidove sono mancanti i regolamenti

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realmente applicabili e risponden-ti alle esigenze degli operatori o icodici sono arretrati o inadeguati.Il problema non è nuovo, si trattadi stabilire gli spazi d’azione delleleggi, considerando gli ambiti ovele regolamentazioni siano vera-mente necessarie ed i settori neiquali invece la discrezionalità delcittadino e del professionista deb-bano esprimersi liberamente. Ladomanda iniziale sembra formula-ta in modo da suggerire una con-notazione negativa per i “cattivi”che non osservano i codici, men-tre in realtà dovrebbe far apriremolti occhi sul fatto che spessosono proprio le stesse leggi a nonfarsi rispettare! Inoltre se voglia-mo essere degni del regime de-mocratico che ci ospita, non pos-siamo limitarci ad osservare unalegge ma è un obbligo morale in-terrogarsi ed esprimersi in meritoalla sua qualità. Non possiamoignorare che esistono metodi pervalutare una legge, come ogni at-to della pubblica amministrazio-ne: se questa apporta un’utilità alsistema e ne aumenta l’efficacia,è una legge valida e ben fatta etutti dobbiamo davvero festeggia-re e ringraziarne gli artefici, per-ché poche cose sono più prezio-se di una buona legge. Quandoessa aggiunge solamente un pe-so al sistema, è una cattiva leggee tutti ne dobbiamo pagare leconseguenze, ma di certo nonandremo in giro a ringraziare i re-sponsabili, anzi! In particolare,storicamente le leggi che per ri-solvere o gestire qualche proble-ma ricorrono alla costituzione diun’apposita commissione, sono ingenere intrinsecamente fallimen-tari (potete ricostruire un esempiolampante di quanto ora sostenutocogliendo spunti di riflessione dalcapitolo “ECM obbligatorio per i li-beri professionisti”).

Quali tra i punti elencati in pre-cedenza sono prioritari rispettoagli altri ai fini del concreto mi-glioramento della professioneveterinaria e perché?Gli ingredienti del miglioramentonon risiedono tanto negli argo-menti presentati, che infatti sonoegualmente importanti, quantonel modo in cui questi vengonoaffrontati e sviluppati da chi siprende la briga di rappresentarcisia invocando le norme appro-priate, in modo che siano chiare,lineari ed efficaci, sia con una cor-retta sensibilizzazione ed istruzio-ne dei colleghi. In quest’ottica,anche supporto all’utente ed in-centivazione sono due parolinemagiche che non dovrebberosuonare sconosciute ad una clas-se dirigente quando si siede al ta-volo della legge. Mi spiego pren-dendo ad esempio il solito argo-mento: traghettare l’ignaro veteri-nario libero professionista nel lagodi catrame del sistema ECM ob-bligatorio così come partorito dal-le grigie circonvoluzioni ministe-riali è una nefandezza dal poten-ziale distruttivo per quell’interacategoria che non c’entra nullacon gli obiettivi iniziali di chi haconcepito un tale apparato. Forni-

re al libero professionista la possi-bilità di accedere ad un canale diformazione permanente continuainvece sarebbe una grande con-quista e l’opportunità per un saltodi qualità per la veterinaria italia-na. Sempre di ECM si tratta, ma inquesti insiemi di parole apparen-temente simili si annidano concet-ti profondamente diversi.

È fuor di dubbio che la deonto-logia, così come altre regole dicomportamento professionale,arricchisca il lavoro di un conte-nuto etico. Visto anche il co-stante aumento delle denunciedi medici veterinari da partedella clientela per malpractice,ritieni che l’eccessivo rifiutodelle regole in ambito profes-sionale sia dovuto in gran partealla cronica carenza di posti dilavoro? E, in caso affermativo,se tale approccio alla professio-ne sia maggiormente presentenei colleghi giovani o in quellipiù navigati e perché?Personalmen-te non trovocorrelazionetra il rifiutodelle regole ela sottoccupa-zione, né misembrano ri-s c o n t r a b i l ip u r t r o p p ocor re laz ion ianagrafiche.Se il rifiutodelle regoletra i colleghi diogni estrazio-ne è così dif-fuso come mistai suggeren-do, che nonsia invece colpa delle regole stes-se? Chissà, quando potremo con-tare su un sistema finalmente or-ganico di norme ragionevolmenteapplicabili, che non stimolino l’e-lusione e gli escamotage nei col-leghi navigati ed il rigetto e l’in-comprensione in quelli giovani.Magari si tratta solamente di svi-luppare ed estendere un codicedi comportamento che forniscaalcuni punti guida per valutare laqualità dei servizi erogati (BPV?)facendolo percepire all’utente-collega come un manuale di ser-vizio e di riferimento piuttosto cheun libro dei comandamenti. Lacreazione di testi unici settorialipoi era uno dei cavalli di battagliadel governo precedente e sem-brava che anche quello attualevolesse continuare quest’opera,ma credo di vedere ora impegniin altre direzioni. Peccato, la for-mula stava funzionando. Nulla didiverso dai sistemi di valutazionee controllo della qualità presenti inogni impresa che produca pro-dotti o servizi.Se qualcuno ci può accusare dimalpractice, dovremmo prima co-dificare ed indicare la goodpracti-ce, no? Ah, tornando alla doman-da, non sarà di certo il solo codi-ce deontologico a renderci tutti“bravi veterinari”, anche perchébisogna osservare che le esigen-ze della società nella quale vivia-

mo cambiano e si ampliano aduna velocità di gran lunga supe-riore rispetto alle modifiche evolu-tive che è possibile apportare ainostri 71 articoli, con tutto il ri-spetto che essi meritano.

La sostanziale carenza di sensoetico che rende difficile l’instau-rarsi della consapevolezza delveterinario (e non solo) del pro-prio ruolo sociale e professio-nale, può essere ascritta, alme-no in parte, alle croniche caren-ze didattiche universitarie, ca-ratterizzate dalla mancanza diun qualsiasi programma di for-mazione al riguardo?Questa supposizione è assoluta-mente corretta, usciamo dall’Uni-versità con il medesimo bagagliodi vacui idealismi privi di contattocon la realtà con i quali diversi an-ni prima abbiamo intrapreso l’ini-zio del nostro percorso di studi.Non abbiamo neppure una vagaidea di come si compili una par-cella, né del perché, di come pos-

siamo valutare il nostro lavoro at-traverso un’analisi dei costi, diquanto valgano le nostre presta-zioni e di come si possa dare unpeso economico al livello di qua-lità della nostra prestazione, dicome il nostro intervento sia per-cepito dal cliente, della gestionedel rapporto con i proprietari deglianimali.Sicuramente il distacco presso-ché completo dell’università dallerealtà professionali di campo im-pedisce la formulazione di tirociniche comportino un continuo inter-scambio di esperienze tra univer-sità e professione, oltre a stimola-re forme di tutoraggio che avreb-bero sapore ben diverso dall’at-tuale “andare a bottega” da uncollega già avviato che ospitaspesso malvolentieri il giovaneneolaureato. Questa domandaperò ne suscita altre, la prima è ilchiedersi se questo sia un ruoloche spetta all’Università.La successiva porta a guardarsiattorno e chiedersi se come sog-getti attivi e responsabili nella for-mazione e nella valorizzazione delruolo e dell’immagine del veteri-nario non ci si debbano metterdentro anche le società culturali.Per essere degne di tale aggetti-vo non dovrebbero valutare un po’se continuare ad essere solamen-te propinatrici di contenuti tecniciper quanto specialistici o mettere

anche in atto una serie di misuresia pubbliche che più mirate, vol-te alla maturazione etica dei colle-ghi ed alla diffusione di modelli dicomportamento corretti e sosteni-bili?Sono solo domande, le mie, sperodi stimolare il dibattito nei molticolleghi spesso troppo silenziosie non voglio farmi portatore di ri-sposte ma solo di opinioni, che tral’altro sono molto diverse da comepotrebbe apparire!

Dr. Giorgio Neri DVM libero professionista, Novara

Da qualche tempo, in manieradecisamente più frequente econ spunti talvolta molto pole-mici, si sta dibattendo di temiprofessionali quali: ECM, pub-blicità sanitaria, Buone PraticheVeterinarie, ruolo sociale del ve-terinario, tariffario nazionale,studi di settore, rapporto con laclientela, uso fraudolento del

farmaco, con-c o r r e n z asleale, rap-porti con leASL, prontos o c c o r s o ,ecc… checoinvolgonosempre piùl’aspetto eti-co della pro-fessione ve-terinaria. Atuo avviso lenorme e le re-gole che di-sciplinano laprofessione,anche se nonsono condivi-

sibili da tutti, vanno rispettatesempre e comunque? E fino ache punto?Nessuno potrà mai sostenere chele norme e le regole siano fatteper non essere osservate: se esi-stono è perché si vorrebbe, attra-verso il loro rispetto, indicare unavia comune che dovrebbe essereanche la migliore possibile.La domanda, però, andrebbepiuttosto posta in un altro modo: leregole sono fatte per essere man-tenute o per essere cambiate?Innanzi tutto, le regole devono for-nire dei principi generali che pos-sano essere interpretati ed adat-tati alle diverse realtà (ma non al-le ambizioni dei singoli); poi, de-vono essere riviste periodicamen-te, perché nel lungo periodo nonè la società che deve adeguarsialle regole, ma viceversa. Finchéesistono certe regole, però, que-ste devono essere rispettate datutti, perché ciò porta ad omoge-neità, evitando così sperequazioniche possano andare a vantaggiodi alcuni e a danno di altri. Sequalcuno non rispetta le regole in-duce inevitabilmente altri a farlo, oper tendenza all’imitazione o qua-le meccanismo difensivo; se, in-vece, tutti rispettano le regole siha, tra l’altro, coesione della cate-goria e consapevolezza sulle mo-difiche che vi si dovrebbero ap-portare.

Certo, questi valori sarebbero piùsentiti se le regole andasseroesclusivamente in direzione dellagiustizia e dell’equità e non, comespesso capita, verso interessiparticolari…

Quali tra i punti elencati in pre-cedenza sono prioritari rispettoagli altri ai fini del concreto mi-glioramento della professioneveterinaria e perché? La Veterinaria, prima che di nor-me, è fatta di persone, ed è so-prattutto attraverso la selezione,prima, e la sensibilizzazione, poi,delle persone che la compongo-no che può progredire.Deve, quindi, essere il professio-nista, una volta acquisita consa-pevolezza di ciò che si deve faree della realtà che lo circonda che,pur curando tutte le problemati-che del proprio mondo professio-nale, dovrà impiegare maggiorienergie, per esempio, per ade-guare il proprio tariffario al decoroprofessionale piuttosto che a sta-bilire rapporti di rispetto e colla-borazione col proprio vicino d’am-bulatorio. E ciò indipendentemen-te dalle regole imposte dall’alto,che devono rappresentare unpunto di partenza e non un puntod’arrivo.

È fuor di dubbio che la deonto-logia, così come altre regole dicomportamento professionale,arricchisca il lavoro di un conte-nuto etico. Visto anche il co-stante aumento delle denunciedi medici veterinari da partedella clientela per malpractice,ritieni che l’eccessivo rifiutodelle regole in ambito profes-sionale sia dovuto in gran partealla cronica carenza di posti dilavoro? E, in caso affermativo,se tale approccio alla professio-ne sia maggiormente presentenei colleghi giovani o in quellipiù navigati e perché?Sono convinto che la Veterinaria,in questi ultimi anni, abbia fattopassi da gigante per garantireun’altissima competenza e pro-fessionalità degli operatori che lacompongono. Indubbiamente gli“scheletri negli armadi” rimango-no e, penso, sono equamente di-stribuiti tra i giovani colleghi (perinesperienza) e quelli “navigati”(per eccessiva malizia o per dimi-nuita motivazione).Se, però, vogliamo vedere la cosasolo in funzione dell’aumento del-le cause legali che si intentanoper casi di “malpratice”, allora so-no convinto che le motivazioninon stiano in uno scadimento del-la prestazione del professionista;sarebbe ragionare un po’ comechi, statistiche alla mano, diceche una volta si moriva meno ditumore: è ovvio che la differenzasta nel fatto che una volta, conmezzi diagnostici più rudimentali,non tutti i tumori venivano rilevati. Allo stesso modo, anche l’aumen-to delle liti per imperizia, impru-denza o negligenza del veterina-rio sono dovuti ad una maggiorconsapevolezza dell’utente di ciòche vuole e che può pretendere;anche se, a mio avviso, spesso si

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tratta di una falsa consapevolez-za, minata all’origine dal lavaggiodel cervello che i mass media fan-no ai consumatori, spesso immoti-vatamente, circa una famigerata egeneralizzata “malasanità”.

La sostanziale carenza di sensoetico che rende difficile l’instau-rarsi della consapevolezza delveterinario (e non solo) del pro-prio ruolo sociale e professio-nale, può essere ascritta, alme-no in parte, alle croniche caren-ze didattiche universitarie, ca-ratterizzate dalla mancanza diun qualsiasi programma di for-mazione al riguardo?Sicuramente si. È vero che pro-fessionisti non si nasce, ma si di-venta, ma è anche indubitabileche l’Università si limita, allo statoattuale, a sfornare laureati che(per il loro ingente numero e per lascarsa consapevolezza che vieneloro fornita circa ciò che li attendenel mondo del lavoro) invece diinserirsi, man mano che si tuffanonel mondo degli adulti, nel tessu-to sociale e professionale, si tra-mutano presto in “cani sciolti”.Questi colleghi devono, a questopunto, o inventarsi una loro etica,senza avere delle basi ferme dacui partire, oppure mutuarla da al-tri colleghi che, a loro volta, pos-sono anche rivelarsi degli ottimioppure dei pessimi maestri.

Prof. Claudio PeruccioDVM libero professionista, Prof. Associato Università, Torino

Da qualche tempo, in manieradecisamente più frequente econ spunti talvolta molto pole-mici, si sta dibattendo di temiprofessionali quali: ECM, pub-blicità sanitaria, Buone PraticheVeterinarie, ruolo sociale del ve-terinario, tariffario nazionale,studi di settore, rapporto con laclientela, uso fraudolento delfarmaco, concorrenza sleale,rapporti con le ASL, pronto soc-corso, ecc… che coinvolgonosempre più l’aspetto etico dellaprofessione veterinaria. A tuoavviso le norme e le regole chedisciplinano la professione, an-che se non sono condivisibilida tutti, vanno rispettate sem-pre e comunque? E fino a chepunto?Le regole finalizzate al rispettodella deontologia devono esserefatte rispettare anche se non con-divise, altrimenti una categoria diprofessionisti come la nostra,sempre più in difficoltà per caren-za di lavoro, sempre più aggres-sivi per necessità, rischia di ca-dere nella più completa anarchia.Il codice deontologico prende inconsiderazione, direttamente oindirettamente, la maggior partedelle situazioni in cui si viene atrovare il medico veterinario. An-che l’aggiornamento obbligatoriorientra in questo ambito, perché ènostro dovere fornire sempre aipazienti le migliori prestazioniche solo il continuo studio puògarantire.

Quali tra i punti elencati in pre-cedenza sono prioritari rispettoagli altri ai fini del concreto mi-glioramento della professioneveterinaria e perché? Sono prioritari tutti i punti che inqualche modo condizionano la di-gnità professionale, quindi tuttiquelli elencati.

È fuor di dubbio che la deonto-logia, così come altre regole dicomportamento professionale,arricchisca il lavoro di un conte-nuto etico. Visto anche il co-

stante aumento delle denunciedi medici veterinari da partedella clientela per malpractice,ritieni che l’eccessivo rifiutodelle regole in ambito profes-sionale sia dovuto in gran partealla cronica carenza di posti dilavoro? E, in caso affermativo,se tale approccio alla professio-ne sia maggiormente presentenei colleghi giovani o in quellipiù navigati e perché?Su 20.000 e più laureati in medici-na veterinaria è inevitabile che visiano alcune centinaia di colleghi

non idonei a svolgere una qual-siasi attività professionale (nonsolo quella veterinaria) perché in-capaci per educazione di rispet-tare le regole. Ma non credo che ipiù giovani siano maggiormentecolpevoli, piuttosto negli ultimi an-ni la clientela ha capito che si puòricorrere agli avvocati come datempo si fa in altri Paesi e la ri-chiesta di prestazioni sempre piùsofisticate e specialistiche espo-ne i medici veterinari a maggiorimargini di errore per limitata com-petenza.

La sostanziale carenza di sensoetico che rende difficile l’instau-rarsi della consapevolezza delveterinario (e non solo) del pro-prio ruolo sociale e professio-nale, può essere ascritta, alme-no in parte, alle croniche caren-ze didattiche universitarie, ca-ratterizzate dalla mancanza diun qualsiasi programma di for-mazione al riguardo?Siamo convinti che la scuola ab-bia un grosso peso se si parla dicarenza di senso etico e di ruolonell’ambito della società, ma non

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pensiamo tanto all’Universitàquanto a tutti gli anni passati dainostri ragazzi, dall’asilo al liceo, acontatto con professori a voltemeravigliosi ma spesso pessimi,demotivati, impreparati e privi dicapacità didattiche, che condizio-nano la formazione culturale e so-ciale di intere generazioni.L’educazione dell’individuo iniziadall’asilo; quando arriva all’Uni-versità è già formato e difficilmen-te condizionabile, forse l’esempiopotrebbe servire, non crediamoche un programma di formazionefatto di parole e parole cambie-rebbe qualcosa.

Prof. Dr. Fabio Del PieroDVM, Dipl. ACVP School ofVeterinary Medicine University ofPennsylvania

Da qualche tempo, in manieradecisamente più frequente econ spunti talvolta molto pole-mici, si sta dibattendo di temiprofessionali quali: ECM, pub-blicità sanitaria, Buone PraticheVeterinarie, ruolo sociale del ve-terinario, tariffario nazionale,studi di settore, rapporto con laclientela, uso fraudolento delfarmaco, concorrenza sleale,rapporti con le ASL, pronto soc-corso, ecc… che coinvolgonosempre più l’aspetto etico dellaprofessione veterinaria. A tuoavviso le norme e le regole chedisciplinano la professione, an-che se non sono condivisibilida tutti, vanno rispettate sem-pre e comunque? E fino a chepunto?Se esistono delle regole questedevono essere rispettate. Chiara-mente, alcune regole sono diven-tate ormai obsolete dal momentoche frenano l’attività veterinaria in-vece di favorirla ed andrebbero alpiù presto modificate. Non ritengoche tali modifiche siano di difficileattuazione: basterebbe prenderein considerazione paesi dove laveterinaria gode grande succes-so ed applicarle al Bel Paese,sempre tenendo conto delle diffe-renze culturali.

Quali tra i punti elencati in pre-cedenza sono prioritari rispettoagli altri ai fini del concreto mi-glioramento della professioneveterinaria e perché?Necessitano una rapida soluzionetutte le situazioni, riferibili ai sud-detti punti, che danneggiano ilveterinario, il proprietario ed il pa-ziente. Agendo rapidamente e

con efficienza si potrebbero risol-vere molti dei problemi che carat-terizzano i punti sopra elencati.Come già detto sopra, non è diffi-cile, basta guardarsi intorno e ve-dere cosa succede negli altri pae-si avanzati.

È fuor di dubbio che la deonto-logia, così come altre regole dicomportamento professionale,arricchisca il lavoro di un conte-nuto etico. Visto anche il co-stante aumento delle denunciedi medici veterinari da partedella clientela per malpractice,ritieni che l’eccessivo rifiutodelle regole in ambito profes-sionale sia dovuto in gran partealla cronica carenza di posti dilavoro? E, in caso affermativo,se tale approccio alla professio-ne sia maggiormente presentenei colleghi giovani o in quellipiù navigati e perché?Oltre che arricchire il lavoro dicontenuto etico la costante appli-cazione del codice deontologiconon può che migliorare i rapportitra colleghi e garantire un incre-mento qualitativo del servizio chesiamo in grado di offrire. Non so-no a conoscenza di come vadanoa finire le denunce per malpracti-ce nel Bel Paese. Vi posso co-munque dire che, dove mi trovo,se il veterinario è capace e sicomporta secondo le regole fini-sce con il vincere sempre la cau-sa. La carenza di senso etico, co-sì come gli esempi di ferrea one-stà e competenza, li ho osservatiin qualsiasi gruppo di età. Ho avu-to comunque l’impressione checerte situazioni culturali siano as-sociate a un maggior rifiuto delleregole. Senza dubbio, il minor nu-mero di posti di lavoro, gli stipen-di bassi possono portare a com-portamenti devianti.

La sostanziale carenza di sensoetico che rende difficile l’instau-rarsi della consapevolezza delveterinario (e non solo) del pro-prio ruolo sociale e professio-nale, può essere ascritta, alme-no in parte, alle croniche caren-ze didattiche universitarie, ca-ratterizzate dalla mancanza diun qualsiasi programma di for-mazione al riguardo?All’University of Pennsylvania lamia attività è divisa tra ricerca,diagnostica e didattica. Per quan-to riguarda la didattica sono re-sponsabile del processo formati-vo degli studenti, degli specialistipost laurea, come anche di certiaspetti della ECM. Pertanto, il pa-

ragone tra Università Europea,nella quale sono cresciuto comestudente ed Università USA, nellaquale sono cresciuto come spe-cialista è continuo. Purtroppo il Si-stema Universitario del Bel Paesee quelli di altri paesi europei, sonocaratterizzati da tre carenze fon-damentali. 1) L’eccessivo caricodidattico che i docenti universitarieuropei devono sobbarcarsi chepoi si riflette sugli studenti comeinsostenibile e pleonastico, ancheper la breve durata del corso distudi (5 anni sono assolutamenteinsufficienti per coprire in manieraadeguata l’informazione che è ne-cessaria a formare un modernoveterinario). 2) La mancanza dicorsi post laurea paragonabili allescuole di specialità USA. Purtrop-po le conoscenze dello specializ-zando si costruiscono con la vi-sione e discussione di un grannumero di casi clinici e lo studioapprofondito della migliore lette-ratura internazionale; ciò non vie-ne effettuato in Europa. 3) Il dis-servizio più grave del nostro siste-ma educativo è che gli studentinon ricevono sin dall’inizio le infor-mazioni necessarie per averesuccesso nella professione e co-me scegliere i vari campi di inte-resse. Dovremmo inoltre, anchecorrendo il rischio di scoraggiarli,metterli a conoscenza su comestanno veramente le cose nellaprofessione e come la situazionepotrebbe essere migliorata. È per-tanto possibile che, come ipotiz-zato nella domanda, eventualicomportamenti devianti di alcunicolleghi trovino le radici nella in-completa preparazione che deter-mina insicurezza. Dobbiamo co-munque ricordare che i program-mi formativi si creano con i fondi eche quella europea è un’Univer-sità che costa poco allo studente.Uno dei fattori che permettono diorganizzare dei programmi for-mativi eccellenti negli USA sonole tasse universitarie molto eleva-te. Dal momento che quello edu-cativo è un argomento a me mol-to caro, spero che in futuro potre-mo discutere in maniera più am-pia le differenze tra i vari sistemieducativi e le possibili soluzioniper risolvere i problemi italiani edeuropei.

Dr. Marco ColomboDVM, Bernate T. (Mi)

Da qualche tempo, in manieradecisamente più frequente econ spunti talvolta molto pole-mici, si sta dibattendo di temiprofessionali quali: ECM, pub-blicità sanitaria, Buone PraticheVeterinarie, ruolo sociale del ve-terinario, tariffario nazionale,studi di settore, rapporto con laclientela, uso fraudolento delfarmaco, concorrenza sleale,rapporti con le ASL, pronto soc-corso, ecc… che coinvolgonosempre più l’aspetto etico dellaprofessione veterinaria. A tuoavviso le norme e le regole chedisciplinano la professione, an-che se non sono condivisibilida tutti, vanno rispettate sem-

pre e comunque? E fino a chepunto?Innanzi tutto mi sembra opportu-no osservare che le regole eticheche disciplinano la professionesono state scritte in un’epoca di-versa e in condizioni di “mercato”differenti da quelle in cui ci trovia-mo ad operare oggi. Il minor nu-mero di colleghi e una praticadel lavoro più legata alla zona diresidenza rendeva più semplicead esempio i rapporti tra colleghi.Ciò premesso, considero ancoraimportante fare riferimento aquelle regole deontologiche al-meno nei loro principi basilari,quali ad esempio la coscienzanello svolgimento del proprio la-voro e il rispetto del cliente/pa-ziente.

Quali tra i punti elencati in pre-cedenza sono prioritari rispettoagli altri ai fini del concreto mi-glioramento della professioneveterinaria e perché? Valutando in una prospettiva fu-tura il lavoro del veterinario credoche l’adozione delle Buone Prati-che Veterinarie, intese comestrumento di autocontrollo e diverifica, possa realmente impri-mere alla professione una spintaal miglioramento. Le BPV assom-mano in sé molti dei punti attual-mente in discussione nella cate-goria - l’uso corretto del farmaco,i rapporti tra colleghi e con laclientela, la tipologia di serviziche si intendono svolgere, la for-mazione permanente – e consen-tirebbero di affrontarli secondoparametri di riferimento comuni atutta la categoria.

È fuor di dubbio che la deonto-logia, così come altre regole dicomportamento professionale,arricchisca il lavoro di un conte-nuto etico. Visto anche il co-stante aumento delle denunciedi medici veterinari da partedella clientela per malpractice,ritieni che l’eccessivo rifiutodelle regole in ambito profes-sionale sia dovuto in gran partealla cronica carenza di posti dilavoro? E, in caso affermativo,se tale approccio alla professio-ne sia maggiormente presentenei colleghi giovani o in quellipiù navigati e perché?Nel settore degli animali da reddi-to, nel quale io opero, la principa-le causa di cattiva deontologiapenso sia dovuta essenzialmentealla crisi del settore, la quale starendendo sempre più difficile la-vorare con tranquillità su obiettividi medio o lungo periodo. Le quo-te latte e la BSE da un lato, le nor-mative che regolamentano le pro-duzioni (reflui, benessere anima-le, salubrità, ecc.) dall’altro, im-pongono un cambiamento dellestrategie e dell’organizzazioneaziendale che trovano spesso iveterinari impreparati. In questocontesto la scelta più facile è trop-po spesso l’elusione delle regolee la ricerca del tornaconto perso-nale immediato. Per quanto ri-guarda l’aspetto anagrafico devoammettere che sono più i colleghiche hanno maturato una certa

esperienza a comportarsi in modoscorretto o censurabile rispetto aigiovani, verso i quali si tende adessere più tolleranti. A propositodi deontologia non mi sento dipassare sotto silenzio anche ilcomportamento dei colleghi che,pur svolgendo istituzionalmentefunzioni di controllo, non si preoc-cupano di evitare di dare un pes-simo esempio.

La sostanziale carenza di sensoetico che rende difficile l’instau-rarsi della consapevolezza delveterinario (e non solo) del pro-prio ruolo sociale e professio-nale, può essere ascritta, alme-no in parte, alle croniche caren-ze didattiche universitarie, ca-ratterizzate dalla mancanza diun qualsiasi programma di for-mazione al riguardo?È sostanzialmente vero che l’Uni-versità trascura gli aspetti eticidella nostra professione e chesarebbe necessario investire nel-la formazione di una coscienzaprofessionale, ma penso ancheche sia compito di chi già ha ac-quisito esperienza attenersi al ri-spetto delle regole e pretendernel’applicazione, creando un siste-ma di lavoro basato su questiprincipi in cui inserire le nuove le-ve di veterinari. La conquista diun ruolo sociale passa innanzi-tutto da un riconoscimento uffi-ciale del nostro lavoro, mi riferi-sco alla figura del veterinarioaziendale nel settore zootecnico,ma anche dalla capacità di as-sunzione di nuove responsabilitàe conseguentemente dal neces-sario rispetto delle regole.

Dr. Marco Caldin DVM, libero professionista, Padova

Da qualche tempo, in manieradecisamente più frequente econ spunti talvolta molto pole-mici, si sta dibattendo di temiprofessionali quali: ECM, pub-blicità sanitaria, Buone PraticheVeterinarie, ruolo sociale del ve-terinario, tariffario nazionale,studi di settore, rapporto con laclientela, uso fraudolento delfarmaco, concorrenza sleale,rapporti con le ASL, pronto soc-corso, ecc… che coinvolgonosempre più l’aspetto etico dellaprofessione veterinaria. A tuoavviso le norme e le regole chedisciplinano la professione, an-che se non sono condivisibilida tutti, vanno rispettate sem-pre e comunque? E fino a chepunto?Il problema del rispetto delle nor-me inerenti la nostra professionenasce spesso dalla difficile indivi-duazione delle norme stesse equindi dalla loro conoscenza.Questo deriva da diversi fattori,primo dei quali è la discordanzadi interpretazione da parte degliorgani che disciplinano la nostraattività (ASL, comune, regioneetc.), principalmente perché nonsi tratta di norme che nasconospecificamente per la nostra pro-fessione (cosa sicuramente nonesclusiva del nostro settore) ma

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vengono desunte dal settore dellamedicina umana, dal settore far-maceutico, se non commerciale.Alla variabilità d’interpretazionedettata dalla maggior o minor ca-pacità di comprensione del singo-lo delle problematiche quotidiane,si associa spesso il disinteressedel libero professionista, che an-drebbe “educato” fin dall’univer-sità alla professione nella sua glo-balità. La libera professione è fat-ta di continui rapporti con colle-ghi, clienti, di gestione tecnicadelle strutture, gestione economi-ca etc. Mancano anche dei “tec-nici” o “esperti” del nostro settorein figure professionali che ci deb-bono affiancare: i commercialisti,gli architetti o gli ingegneri checostruiscono le nostre strutture,gli avvocati che ci debbono tute-lare o difendere etc. Questo forseperché, pur essendo la nostrauna professione che vanta anti-che origini, si è negli ultimi anniprofondamente trasformata; di-verso è il campo d’azione, diversele problematiche, rapida la suaevoluzione e forse ancor più rapi-do il crescere delle esigenze del-la nostra clientela. Così, le “rego-le” che dovremmo rispettare sonotalmente distanti dalla realtà pro-fessionale, che diventa difficilecondividerne il senso e veramen-te faticoso attenervisi. Comeesemplificazione di ciò, si pensi altariffario delle prestazioni medi-che! Dovrebbe essere formulatoin base alle esigenze di mercato,tenuto conto dei costi effettivi cheuna prestazione di buon livello ri-chiede, anche in termini di presta-zione intellettuale (cosa di cui nelnostro settore quasi non si tieneconto!) Riconoscere dei requisitiminimi fondamentali per una pre-stazione di qualità, porterebbe aduna maggiore uniformità dei tarif-fari, pur tenendo ciascuno pre-sente la propria realtà territoriale.

È fuor di dubbio che la deonto-logia, così come altre regole dicomportamento professionale,arricchisca il lavoro di un conte-nuto etico.Visto anche il costan-te aumento delle denuncie dimedici veterinari da parte dellaclientela per malpractice, ritieniche l’eccessivo rifiuto delle re-gole in ambito professionale siadovuto in gran parte alla cronicacarenza di posti di lavoro?La corsa al “ribasso” dei prezzi ola cosiddetta malpractice, noncredo che nasca dalla carenza dilavoro, ma dalla carenza di culturae assoluta mancanza di stima persé e per la categoria; e pertantonon credo che appartenga ad unafascia generazionale, ma piuttostoad una tipologia di persone chepopolano tutti gli ambienti lavorati-vi, anche diversi dal nostro. Se iltempo e le energie che si impie-gano talvolta all’osservazione del-l’operato altrui si spendessero perla crescita di se stessi!

La sostanziale carenza di sensoetico che rende difficile l’instau-rarsi della consapevolezza delveterinario (e non solo) del pro-prio ruolo sociale e professiona-

le, può essere ascritta, almenoin parte, alle croniche carenzedidattiche universitarie, caratte-rizzate dalla mancanza di unqualsiasi programma di forma-zione al riguardo?Indubbio è il ruolo che sempremaggiore dovrà avere il mondo ac-cademico, per interfacciarsi più ra-pidamente con una medicina inpiena evoluzione ed un mercatosempre più esigente e per formareprofessionisti più consapevoli deicambiamenti in essere. Ciò chenon cambia, a mio avviso, purcambiando anche con rapidità itempi, è la deontologia tra colleghie l’operare “secondo scienza e co-scienza” nei confronti dei nostripazienti. Cose che le nostre uni-versità avrebbero dovuto inse-gnarci da tempo e che non avreb-bero bisogno di essere disciplina-te, perché, queste sì, si potrebbe-ro affidare semplicemente allaonestà intellettuale, alla educazio-ne e correttezza di ciascuno di noi.

Dr. Giacomo Tolasi DVM libero professionista Orzinuovi (BS)

Le regole dell’etica e della deonto-logia erano leggi non scritte, chefacevano parte di quel bagaglioculturale delle professioni cheognuno ha dentro, una sorta di co-scienza professionale. Ora si èpensato bene di dare forma scrit-ta, e quindi di regolamentarle inmaniera chiara e definitiva. Io pen-so che questo fatto sia inevitabil-mente frutto delle esigenze deitempi, ma sono convinto che ilfondamento deontologico riman-ga comunque quello non scritto.

Quali tra i punti elencati in pre-cedenza sono prioritari rispettoagli altri ai fini del concreto mi-glioramento della professioneveterinaria e perché? Non vorrei sembrare melenso, maritengo che il ruolo sociale del ve-terinario, inteso nella sua più am-pia accezione, sia il predominate.Mi riferisco principalmente allamia branca professionale, dove ilveterinario è sia garante di unagrande porzione del capitolo dellasalute pubblica, sia della parte cli-nica, cioè il medico degli animali.

È fuor di dubbio che la deonto-logia, così come altre regole dicomportamento professionale,arricchisca il lavoro di un conte-nuto etico.Visto anche il costan-te aumento delle denuncie dimedici veterinari da parte dellaclientela per malpractice, ritieniche l’eccessivo rifiuto delle re-gole in ambito professionale siadovuto in gran parte alla cronicacarenza di posti di lavoro? E, incaso affermativo, se tale approc-cio alla professione sia mag-giormente presente nei colleghigiovani o in quelli più navigati eperché?Fortunatamente nel settore buiatri-co questo tipo di denunce sonomolto rare. Ciò è dovuto al fattoche sempre meno giovani si dedi-cano a questo ambito professio-

nale, e che comunque siamo le-gati alle leggi economiche dell’al-levamento. La parte affettiva chedi solito genera queste polemichenel mio settore non esiste. Io nonpenso comunque che queste pro-blematiche vadano inquadrate inuna “lotta generazionale”: i miglio-ri ed i peggiori sono stati semprepresenti in egual misura in tutti iperiodi, se i giovani fossero peg-giori degli anziani, il progressonon esisterebbe.

La sostanziale carenza di sensoetico che rende difficile l’instau-rarsi della consapevolezza delveterinario (e non solo) del pro-prio ruolo sociale e professiona-le, può essere ascritta, almenoin parte, alle croniche carenzedidattiche universitarie, caratte-rizzate dalla mancanza di unqualsiasi programma di forma-zione al riguardo?L’etica non può essere un insegna-mento universitario: si apprendecon la vita in generale e con quellaprofessionale in particolare. L’uni-versità è sicuramente al centro ditante polemiche, ma riguardo aquesto argomento ritengo non pos-sa essere accusata di niente.

Dr. Massimo BaroniDVM libero professionista,Genova, vice-presidente SCIVAC

Penso sia ovvio che le norme vi-genti in tema di professione vada-no sempre rispettate fino in fondo.Anzi il rispetto dovrebbe estender-si anche a quelle norme deontolo-giche che, pur scritte da anni,vengono largamente disattese inquanto non o scarsamente sanzio-nabili.Il punto cruciale della questione èun altro. I recenti successi ottenutiad esempio sulla legislazione ri-guardante il farmaco Veterinario cihanno ampiamente dimostratoche, con tanta buona volontà, lanostra categoria può riuscire a farvalere le proprie ragioni e incidereprofondamente al fine di ottenereun adeguamento legislativo su va-ri temi che ci stanno particolar-mente a cuore. Quindi occorre si-curamente migliorare il nostro sen-so “civico”, da un lato operandoattivamente presso gli organi com-petenti per ottenere il riconosci-mento dei nostri diritti, dall’altro ri-spettando con rigore le regole at-tualmente in vigore.

Quali tra i punti elencati in pre-cedenza sono prioritari rispettoagli altri ai fini del concreto mi-glioramento della professioneveterinaria e perché? Tutti i punti elencati rivestonoun’importanza fondamentale perla nostra professione. Non credosia possibile fare una distinzionesul grado di importanza dei singo-li punti; piuttosto, risulta fonda-mentale che più argomenti di svi-luppo professionale siano sul tap-peto e che vengano sviluppati conentusiasmo e dinamicità. In altritermini è necessaria una definitivaevoluzione della nostra professio-ne verso un ruolo attivo che deve

avere più sfaccettature in accordocon la complessità assunta dalnostro campo professionale.Lo scopo è quello di un migliora-mento della qualità del servizioscientifico che diamo ai nostri pa-zienti (ECM, Buone Pratiche Vete-rinarie) che deve andare di paripasso con la razionalizzazionedelle nostre strutture, sempre più“Aziende” a tutti gli effetti (tariffa-rio, studi di settore, rapporti con laclientela).

È fuor di dubbio che la deonto-logia, così come altre regole dicomportamento professionale,arricchisca il lavoro di un conte-nuto etico.Visto anche il costan-te aumento delle denuncie dimedici veterinari da parte dellaclientela per malpractice, ritieniche l’eccessivo rifiuto delle re-gole in ambito professionale siadovuto in gran parte alla cronicacarenza di posti di lavoro? E, incaso affermativo, se tale approc-cio alla professione sia mag-giormente presente nei colleghigiovani o in quelli più navigati eperché?Non penso che ci sia un aumentodi “malpractice”. Piuttosto credoche ci si trovi sempre più spessodi fronte a proprietari coscienti delfatto che esistono pratiche alta-mente professionali anche in Me-dicina Veterinaria e quindi pocodisposte a tollerare una prestazio-ne professionale di scarso livello,ancora largamente diffusa almenoin certi ambiti.Altresì non penso che la scarsaprofessionalità e il non rispettodell’etica siano legati alla caren-za di lavoro e siano più diffusi tra icolleghi giovani. Anzi penso chela “malpractice” sia di gran lungapiù diffusa tra quei colleghi ormai“navigati” che sono rimasti anco-rati ad un vecchio modo di eserci-zio della professione, basato sul-l’empirismo e sui parallelismi conla medicina umana, “scimiottata”più che copiata. Questo modo diintendere la professione è figliodel non-aggiornamento, della per-dita di entusiasmo e della consa-pevolezza di “poterla fare franca”anche con prestazioni di infimo li-vello: tutti elementi che caratteriz-zano certi Veterinari di una certaetà e che sono meno diffusi neigiovani. Al contrario trovo la mag-gioranza di questi ultimi protesi in

uno sforzo entusiastico di conti-nuo apprendimento e di continuomiglioramento e ciò rappresentaun elemento di estremo ottimismoper la futura evoluzione della Vete-rinaria.In ultimo, un commento sull’ormailuogo comune relativo alla “caren-za di posti di lavoro”. Certo, è veroche ormai si stanno chiudendo tut-ti gli spazi per posti lavoro di prati-ca generica in piccoli ambulatoriné risulta vincente nella maggio-ranza dei casi la nuova apertura dipiccoli “Studi Veterinari”. È però ve-ro anche che esiste una crescentedomanda di Veterinari Specializza-ti in particolari aree, capaci di forni-re un servizio di alta qualità; taledomanda viene raramente soddi-sfatta dal mercato e quindi possia-mo dire che a fronte di un esuberodi veterinari generici e poco prepa-rati per una professione moderna,esiste addirittura una carenza diColleghi Specializzati o comunqueprofessionalmente idonei per la do-manda attuale.

La sostanziale carenza di sensoetico che rende difficile l’instau-rarsi della consapevolezza delveterinario (e non solo) del pro-prio ruolo sociale e professiona-le, può essere ascritta, almenoin parte, alle croniche carenzedidattiche universitarie, caratte-rizzate dalla mancanza di unqualsiasi programma di forma-zione al riguardo?Se vogliamo parlare di “senso eti-co” in ambito professionale, cosìcome possiamo parlare di “sensocivico” in ambito sociale, per favo-re, non tiriamo in ballo l’Universitào per lo meno non addossiamoletutte le colpe!In questo specifico caso certo l’U-niversità porta in sé carenze didat-tiche, ma il senso etico e deonto-logico trascende, a mio avviso,quello che può essere un sempli-ce Corso Universitario ed investela nostra Cultura Italica, intesa insenso lato. Una cultura in cui afianco di tanti pregi esiste da sem-pre in quasi tutti i campi anchel’arte dell’arrangiarsi, del pressap-pochismo e dello scarso rispettodella deontologia.Quindi, non cerchiamo nell’Univer-sità insegnamenti di “etica profes-sionale” che nella maggioranzadei casi ciascuno di noi può trova-re in sé stesso! ■

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S i è svolta il 7 aprile scor-so a Roma, presso laSala Convegni “Mario

Schianchi” dell’ENPAV, la riunioneannuale dell’Assemblea Nazionaledegli Ordini Veterinari. La relazionedel presidente FNOVI DomenicoD’Addario ha esaustivamente trac-ciato le linee dell’attività della Fede-razione, offrendo ai presenti lo statodell’arte della professione. Molte leiniziative intraprese e i traguardi rag-giunti (DM 306, studi di settore, buo-ne pratiche e pet corner). Altrettantequelle che riguardano aspetti premi-nenti e di grande interesse per laCategoria e alle quali la Federazio-ne sta ancora lavorando; eccole diseguito nella presentazione del Pre-sidente D’Addario.

ORDINILa riforma degli Ordini professionalisi avvia, finalmente, alla soluzione.Siamo stati presenti e attenti, neitanti incontri avuti presso i GruppiParlamentari, nei vari Ministeri, masoprattutto al CUP, dove è stato ulti-mato, in questi giorni - anche con ilnostro apporto - il testo definitivo.Questo “elaborato”, che coincide inmolti punti con la nostra proposta ei disegni di legge presentati in que-st’ultimi mesi, dovrà essere inviato aPalazzo Madama per essere visio-nato dalla Commissione Giustiziaed accedere poi in sede Parlamen-tare. Punti di rilievo sono: la emanazioneda parte dei Consigli Nazionali di unCodice Deontologico che possa ga-rantire compiutamente l’eserciziodella professione; l’assicurazioneobbligatoria; il libero accesso allaprofessione; il tirocinio che garanti-sca anche una equa retribuzione; laformazione continua obbligatoria; letariffe stabilite con decreto del Mini-stro competente; la pubblicità co-siddetta informativa; le Federazioniregionali; la possibilità di riconosci-mento delle libere associazioni; lasocietà fra professionisti; ecc., ecc.Recentemente, la Regione Calabria,con la legge n° 27 del 26 novembre2001 (B.U. Regione Calabria del 3

dicembre 2001), ha previsto la: “Co-stituzione e disciplina della Consultaper la valorizzazione degli Ordini,Collegi, Associazioni professionali”.Questa legge, peraltro, pone sullostesso piano gli Ordini e le Associa-zioni che rappresentano le attivitànon regolamentate, esistenti all’in-terno del CNEL.In questa direzione si muove la Re-gione Friuli - Venezia - Giulia.In verità, anche la bozza della leggeelaborata in sede CUP, prevede al-l’art. 22, la possibilità di un ricono-scimento per le libere associazioni,senza “diritto di esclusiva all’eserci-zio dell’attività professionale” - e, co-me da nostra integrazione - “né disovrapposizione alle attività comun-que riservate agli iscritti agli Ordiniprofessionali di riferimento”.In merito alla legge della RegioneCalabria, il collega Casalinuovo,Presidente dell’Ordine di Catanzaro,mi ha fatto sapere che è in atto unarevisione della stessa, per trasfor-mare la “Consulta” in “ConferenzaRegione-Professioni”.Ultima annotazione in proposito èquella relativa al disegno di legge n°3988, presentato nella passata legi-slatura, avente per oggetto: “Delegaper l’abolizione degli Ordini dei Me-dici chirurghi, dei Veterinari, dei Far-macisti e dei Collegi delle Ostetri-che e istituzione del registro italianodei Medici. Nessun commento, sitratta di una iniziativa propagandisti-ca avversata da tutti.In attesa della riforma degli Ordini,le Federazioni delle professioni sani-

tarie, sono impegnate per la modifi-ca del D.P.R. 5 aprile 1950, n° 221:“Regolamento per la esecuzionedel D.L.C.P.S. 13 settembre 1946, n°233”

TARIFFEDopo che il Parlamento UE di Stra-sburgo ha riconosciuto la necessitàe validità delle tariffe professionaliobbligatorie, purché fissate dalloStato, nelle quali sono previsti im-porti minimi e/o massimi, ovviamen-te su indicazione della categoria in-teressata, il nostro lungo cammino siavvia a conclusione.L’ufficio legislativo del Ministero del-la Salute sta predisponendo la “nor-ma” ritenuta indispensabile per l’e-manazione del decreto in conside-razione del fatto che, la mancanzadi questa norma primaria, ha impe-dito l’emanazione del provvedimen-to richiesto. Solo così potremmo ri-solvere questo problema, che si tra-scina da diversi anni.

STRUTTUREDopo diversi incontri, nei quali sonostati tracciati - in armonia con la Di-rezione Generale della Sanità Pub-blica Veterinaria e i rappresentantidelle Regioni - le linee guida per laindividuazione delle strutture pubbli-che e private e i requisiti strutturali,tecnologici ed organizzativi minimi,richiesti per l’esercizio delle attivitàsanitarie; si attende, a giorni, l’ap-provazione da parte della Conferen-za Permanente per i Rapporti fra loStato, le Regioni e le Province auto-nome di Trento e Bolzano.

BSE - SICUREZZA ALIMENTARE- VETERINARIO RICONOSCIUTOIn merito al problema “BSE - Sicu-rezza Alimentare” siamo intervenutiin più occasioni: quali Componentidella Commissione Consultiva Na-zionale per la Sanità Pubblica Vete-rinaria e la Sicurezza Alimentare;con comunicati stampa; in un incon-tro televisivo nel programma “UnoMattina”; in Congressi, Convegni eTavole rotonde, al fine di contribuiree sostenere le iniziative intraprese adifesa della salute pubblica.Nella nostra nota del febbraio scor-so, indirizzata al Ministro della Salu-te, abbiamo sostenuto la validitàdell’idea di utilizzare appieno, re-sponsabilizzandolo il Veterinario li-bero professionista che svolge lapropria attività in “Azienda”, accioc-ché, in armonia con il servizio Pub-blico, esso possa più correttamenteoperare nello specifico settore con-tribuendo così, con le proprie pre-stazioni, che si aggiungono a quelledi rilievo che assicurano, con tantoimpegno i Veterinari pubblici, a dareserenità al mondo zootecnico e piùfiducia ai Consumatori. È, comun-que, di questi giorni lo “stop” delQuirinale al decreto BSE. Il Presi-dente della Repubblica, Ciampi, harinviato alle Camere la legge di con-versione del D.L. n° 4 del 25 gen-naio 2002, approvato a Montecitorioil 26 marzo 2002, contenente gli in-terventi di sostegno per il settore

zootecnico, per chiarire alcuni puntirelativi alla copertura finanziaria.

E.C.M.La Commissione FNOVI per la “For-mazione continua” è stata impegna-ta oltre ogni dire. La FNOVI, sin dal-l’avvio di questo “programma”, ave-va sollevato giuste perplessità spe-cie sulla composizione della Com-missione Ministeriale, che vedevaesclusa, tra le altre, anche la com-ponente Veterinaria.Il gruppo di lavoro FNOVI, ha segui-to con attenzione e, mi sia consenti-to aggiungere, con intelligenza l’e-volversi della situazione in quantoconsapevole dell’interesse dell’inte-ra Categoria nella sua composizio-ne sia pubblica che privata.Grazie anche all’interessamentodell’On.le Gianni Mancuso, membrodella XII Commissione Affari Sociali,si è ottenuto un positivo risultato.Infatti, il 6 marzo scorso, la Cameraha approvato il disegno di legge diconversione del Decreto Legge 7febbraio 2002, n° 8, che contiene,tra diversi altri provvedimenti, unaseconda integrazione della Com-missione Nazionale per l’E.C.M., ilcui allargamento era stato da noi ri-chiesto. Infatti, con l’art. 3 (Modifica-zione dell’art. 16 ter del D.L.vo 30 di-cembre 1992, n° 502 e successivemodificazioni) i membri della Com-missione, da 16 sono passati a 25,con l’introduzione anche di un rap-presentante della Federazione Na-zionale degli Ordini dei Medici Vete-rinari.In proposito, è già pervenuto l’invitoa partecipare al “II Incontro Nazio-nale con la Commissione E.C.M.”,per un opportuno confronto tra i pro-tagonisti della formazione sanitaria.

UNIVERSITÀIntervento, conclusosi positivamen-te, è stato quello di opposizione allainiziativa del Ministero dell’Univer-sità che accettando la richiesta de-gli Agronomi, per la istituzione dellafigura dello “zoonomo”, in praticaestendeva a questi ultimi alcunecompetenze veterinarie.Il nostro ricorso presentato al Tar La-zio, si è concluso successivamentecon l’accettazione, da parte delConsiglio di Stato - Sezione Consul-tiva per gli atti normativi, adunanzadel 21 maggio 2001, delle nostremotivazioni. Infatti, il Consiglio diStato, conclude il proprio parere, in-dirizzato al Ministero dell’Universitàe della ricerca scientifica e tecnolo-gica: “In ogni caso si invita l’Ammi-nistrazione a rivedere accuratamen-te la indicazione delle competenzeattribuite nel testo, dato che, in alcu-ni casi ad esempio, per quanto ri-guarda la professione di ‘zoonomo’- appare evidente che agli iscritti atale albo sono state attribuite com-petenze che, ictu oculi, sembranopiuttosto appartenere ai Veterinari”.Altro esito positivo ha ottenuto l’azio-ne di opposizione fatta all’istituzionedi una nuova facoltà di Medicina ve-terinaria nella sede di Catanzaro.Tanti gli interventi, per meglio di-

sciplinare, in armonia con le di-sposizioni dell’U.E., l’accesso deiveterinari comunitari ed extraco-munitari in Italia; il riconoscimentodei titoli professionali conseguitiall’estero o in Italia; le condizioniper ottenere l’autorizzazione all’e-sercizio professionale.Interessante la proposta contenutanella Direttiva del parlamento euro-peo e del Consiglio, relativa al rico-noscimento delle qualifiche profes-sionali, presentata dalla Commissio-ne delle Comunità Europee, il 7 mar-zo 2002: sulla formazione del veteri-nario; sugli elenchi delle materied’insegnamento; sull’aggiornamen-to; sul programma di studi.Una Commissione composta daquattro Presidi, di Facoltà di Medi-cina Veterinaria, di cui uno il Presi-dente della Conferenza dei Presi-di, prof. Carlo Girardi e quattro ve-terinari designati dalla FNOVI, dicui uno il Presidente, si incontreràperiodicamente per esaminare leproblematiche che interessano leFacoltà, la FNOVI, gli Ordini e lealtre Istituzioni, per facilitare edaccelerarne la soluzione, anche inrelazione alla preparazione richie-sta dalla Unione Europea, per unaidonea e corretta libera circolazio-ne dei Veterinari in Europa.

ARTI SANITARIE AUSILIARIEVi riassumo brevemente gli inter-venti assicurati dalla FNOVI, a tut-ti i livelli, al fine di tutelare l’imma-gine del veterinario e/o, all’occor-renza, difendere la Categoria dal-le invasioni di soggetti praticantideterminate attività, non ricono-sciute come arti ausiliarie sanita-rie, e quindi, operanti negli spazidi competenza veterinaria. È il caso del corso di formazioneper: “ausiliario veterinario”, organiz-zato in Roma, dalla Società “ABI-VET”. Siamo in attesa di conoscerel’esito delle indagini, avviate dal Mi-nistero della Salute.Lo stesso dicasi per altre figure co-me: fisioterapista veterinario; infer-miere veterinario; ecografista veteri-nario; omeopata veterinario, chesfuggono ad ogni controllo, non trat-tandosi di figure professionali ricom-prese tra le arti ausiliarie veterinarie,riconosciute dal Ministero della Sa-lute. Siamo in attesa di risposta, allenostre sollecitazioni per conoscerele iniziative e le decisioni della Dire-zione Generale competente, del Mi-nistero della Salute. Inoltre stiamo in-traprendendo nuove incisive azioniper risolvere il problema.In merito all’attivazione di una “emo-teca veterinaria”, questa volta, adiniziativa di veterinari, il Ministerodella Salute, ci ha informati, che nonesiste una normativa, parimenti al-l’umano (Decreto 25 gennaio 2001)che regoli il prelievo e la conserva-zione del sangue animale.Il Ministero della Salute, peraltro,sensibile al problema sollevato,ha deciso di istituire una commis-sione di lavoro per la soluzionedel “problema”.

Consiglio Nazionale FNOVI

Illustrata all’Assemblea degli Ordini l’attività dellaFederazione: bilancio di un anno di profondi cambiamenti

Altre iniziative FNOVI

T ra le iniziative citate dal Presidente FNOVI nell’ambito della re-lazione presentata al Consiglio Nazionale, c’è quella relativa

alla possibilità di essere ricevuti, nel numero di persone che si con-corderà, da S.S. il Santo Padre e di un possibile incontro con il premioNobel prof.ssa Rita Levi Montalcini, recentemente insignita dalla Fa-coltà di Medicina Veterinaria di Bologna, del titolo di dottore in Medi-cina Veterinaria.Siamo intervenuti, consigliando adeguati correttivi alle proposte o di-segni di legge, contro i combattimenti tra cani e la detenzione di canipotenzialmente pericolosi. Abbiamo sostenuto, inoltre, in collaborazio-ne con le Associazioni che operano a difesa e per il benessere deglianimali, tutte le iniziative intraprese in campo nazionale.Di rilievo il nostro intervento, presso l’Ordine dei Medici Chirurghi diRoma, determinato da comportamento, ritenuto scorretto, del prof. Se-verino Antinori.Siamo in attesa di conoscere le determinazioni del Consiglio Direttivodell’Ordine dei Medici di Roma.Per i Veterinari coadiutori degli Uffici centrali e periferici (PIF e UVAC)del Ministero della salute, siamo intervenuti per la soluzione del pro-blema relativo al “Trattamento economico”.Anche in questo caso, il nostro intervento è stato considerato e ap-prezzato.

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E.N.P.A.V.Il nostro Ente previdenziale, dopola riconferma a Presidente del col-lega Alessandro Lombardi, Presi-dente dell’Ordine di Torino e la no-mina a Vice, del collega On.leGianni Mancuso, ha ripreso a pie-no ritmo l’attività.La rielezione, da parte dei Delegati,di quasi tutti i Consiglieri in carica, èla più valida testimonianza di ricono-scimento del lavoro svolto. È ovvioche non mancano difficoltà e preoc-cupazioni. Sta a noi adoperarci percreare i presupposti al fine di garan-tire un futuro previdenziale adegua-to e la necessaria tranquillità ai no-stri colleghi già pensionati.Il Consiglio Direttivo dell’Ente, in oc-casione del Convegno Mondiale Ve-terinario che si terrà a Tunisi, il pros-simo settembre, ha proposto di pre-vedere una sezione per dibattere iproblemi relativi alla “Previdenza Ve-terinaria”. È subito giunto l’assensoda parte del Presidente dei veteri-nari della Tunisia, collega dott.Faouzi Kechrid.

O.N.A.O.S.I.L’Onaosi, questa nostra unica edinimitabile istituzione di solidarietà,merita più attenzione da parte deiVeterinari liberi professionisti, tenutoconto che quasi tutti i veterinari di-pendenti sono obbligatoriamenteiscritti e, pertanto, conoscono le pre-stazioni e gli interventi assicurati dal-la suddetta Fondazione.In ragione di tanto, il Consiglio Diret-tivo dell’Ordine di Brindisi ha decisodi istituire la figura del delegatoONAOSI, per facilitarne la cono-scenza e di conseguenza i vantag-gi riservati agli iscritti. Per una taleiniziativa non vi sono preclusioni,trattandosi di incarichi che non ne-cessitano di impegni di spesa.

FEDER.S.P.E.V.La Federazione Nazionale SanitariPensionati e Vedove, con una nota afirma del Presidente Nazionale, dott.Eumenio Miscetti, ha presentato larichiesta di riduzione della tassa an-nuale ordinistica, per i veterinaripensionati, allegando a sostegnodella proposta il parere favorevoledell’Avv. Giulio Guarnacci.La proposta in questione, può esse-re così riassunta: dimezzamentodella tassa annuale di iscrizione al-l’albo, per i veterinari ultrasettanten-ni, senza partita IVA e che non eser-citano la professione.La riduzione, così come prevista, anostro avviso, dovrebbe risultarenon comprensiva del costo relativoall’abbonamento al “Progresso Ve-terinario”, tenuto conto che tale im-porto risulta somma aggiuntiva allatassa annuale. Pertanto, proponia-mo di fissare la quota F.N.O.V.I. per icolleghi ultrasettantenni a partire dal2003 ad € 10,00 per ogni iscritto,sempre che risulti positiva l’indaginegiuridico-economica che avvieremoin proposito.

I.V.A.La FNOVI è intervenuta attivamente,interessando un Sen.re componen-te della Commissione Finanze, al fi-ne di poter eliminare o, quantomenoridurre, dalle prestazioni veterinarie,l’aliquota IVA. Ciò, al momento, nonè stato possibile, tenteremo in occa-sione della prossima “finanziaria”.

FISENello scorso mese di marzo, il Co-

mitato Centrale ha approvato la boz-za di modifica del Regolamento Ve-terinario della FISE. Il “lavoro” ese-guito dalla Commissione congiunta(FNOVI - FISE) ed accettato dallaCommissione Veterinaria Centraledella FISE è in attesa di essere ap-provato definitivamente il 22 aprilenella riunione del Consiglio Federa-le FISE.Questa soluzione, che ci soddisfa,blocca il contenzioso FISE-FNOVI,sorto a seguito del ricorso presenta-to dalla FNOVI al giudice compe-tente, contro gli elenchi dei veterina-

ri fiduciari, non ammissibili dalla nor-mativa vigente.

COMMISSIONE TECNICANAZIONALE PER LAPROTEZIONE DEGLI ANIMALIDA ALLEVAMENTO E DAMACELLOIl Ministro della Salute, con Decre-to del 19 ottobre 2001, ha nomi-nato per un triennio, a partire dal19 ottobre 2001, componenti del-la Commissione citata i colleghiRoberto Marchesini e Alberto Ca-sartelli.

ANAGRAFE CANINA -ANAGRAFE BOVINARecentemente alcuni colleghi liberiprofessionisti delle Marche, hannoricevuto un processo verbale di ac-certamento per violazione della leg-ge regionale che disciplina l’ana-grafe canina.Tenuto conto che identiche segnala-zioni giungevano da altre Regioni, cisiamo attivati, consultando uno Stu-dio legale.Ciò, anche al fine di poter suggerireai colleghi interessati la “linea” daseguire.

Questi episodi hanno favorito, dopol’approfondito esame del “problemaanagrafe canina” con gli Avvocatiesperti in materia amministrativa,giusto parere legale rilasciatoci, l’e-manazione della nostra circ. n°6/2002 del 6 febbraio u.s.Circolare che la Regione Marche,con nota pervenuta in FNOVI il 19marzo, contesta.Considerando che anche altre Re-gioni si sono attivate, adottandoprovvedimenti che meritano una piùattenta lettura, sia per l’anagrafe ca-nina che bovina, sarà nostra cura

PROFESSIONE VETERINARIA 3/2002 11ATTUALITÀ

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approfondire la “materia”.

PROGETTO SCUOLA L’approfondimento delle cono-scenze sul corretto rapporto uomo-animale ed i tanti benefici per l’uo-mo, derivanti dallo stesso, è ritenu-to valido momento educativo e for-mativo dei giovani, tanto da far ri-considerare il ruolo della professio-ne del medico veterinario. Infatti, lapresenza di questi professionistinelle scuole, sempre richiesta edapprezzata, è stata assicurata gra-zie alle iniziative messe in atto dagli

Ordini, dalle Istituzioni pubblicheveterinarie, dalle Associazioni diCategoria e dai Colleghi.L’interesse della F.N.O.V.I., in pro-posito, si ritrova nel tempo concre-tizzato nella proposta di legge, n°2370: “Progetto educativo per uncorretto rapporto con gli animali”,presentata il 5 aprile 1995, nellaquale spicca l’indispensabile figuradel Veterinario. Sarà il convegno:“Verso un’etica bio-centrica-Il bam-bino, l’animale e la scuola”, che sitenne nella memorabile giornatadel 31 gennaio 1997, a confermare

la volontà e l’impegno della Cate-goria.Seguiranno, nel tempo, disegni eproposte di legge, si parlerà di“Corretto rapporto uomo-animale-ambiente”, di “Igiene-Zoonosi”, di“Tutela della salute”, di “Correttaalimentazione” e di tante altre te-matiche, con il coinvolgimento didiverse figure professionali.Ora, giunge gradita la lodevole ini-ziativa dell’attivissimo collega Ro-berto Marchesini: “SCUOLA DI IN-TERAZIONE UOMO-ANIMALE”. Alcollega Marchesini, autore del te-

sto: “A LEZIONE DAL MONDOANIMALE”, inviato dall’autore inomaggio a tutti voi, facciamo giun-gere il nostro sentito “grazie”, perl’encomiabile “Lavoro” e per la suaapprezzata attività.In un recente disegno di legge, so-no stati previsti e stanziati 4,1 milio-ni di euro, per il triennio 2002-2004,al fine di assicurare il servizio dipsicologia nelle scuole.I Veterinari, devono chiedere l’istitu-zionalizzazione della “Educazionesanitaria” nelle scuole, anche perquanto attiene al settore “Alimenta-

zione”, ed ottenere un proprio“spazio”, onde contribuire con laloro indiscussa preparazione, allaformazione dei giovani, quindi deiCittadini.Infatti, è notorio che fino a pochi an-ni addietro, per rendere più consa-pevoli i consumatori nella sceltadegli alimenti, anche al fine di evi-tare rischi per la salute, si sviluppa-vano campagne promozionali, uti-lizzando i mezzi tradizionali d’infor-mazione e pubblicità. Oggi, in que-sto periodo di grande preoccupa-zione, legato alla BSE, il Cittadinochiede e vuole essere, compiuta-mente e correttamente informato,direttamente da coloro che risulta-no depositari di conoscenze scien-tifiche e tecniche, in materia “ALI-MENTI”, specie per quelli di origineanimale.Per queste considerazioni, tenutoconto che la SCUOLA rappresentail luogo più idoneo per sviluppare,nell’ambito del normale insegna-mento, le tematiche già evidenzia-te, sarà nostro impegno, aggiunge-re a pieno titolo: “ ALIMENTAZIONE- PREVENZIONE - TUTELA DELLASALUTE DEL CITTADINO”.Del resto, è ovvio che si dovrà pre-stare molta attenzione anche alleiniziative promosse dall’AgenziaEuropea per la sicurezza alimenta-re recentemente istituita.

CORSI DI AGGIORNAMENTO -INCONTRIQuest’anno i Corsi di aggiorna-mento, incentrati prevalentementesulle norme ISO e il sistemaHACCP, sono stati programmati,come sempre, in piena collabora-zione con la “Benemerita” Fonda-zione di Brescia, alla quale rivolgia-mo il nostro sentito “grazie”, ricor-dando con un pensiero affettuosocoloro che hanno sempre dato econtinuano a dare il proprio soste-gno, mi riferisco, ovviamente, all’a-mico collega, dott. Angelo Pecorel-li e al prof. Gianluigi Gualandi. So-no interessati gli Ordini di Ancona,Asti, Campobasso, Ferrara, Fog-gia, Palermo, Pordenone e ReggioCalabria. In proposito sono in corsole procedure di certificazioneE.C.M. per ottenere, il n° di regi-strazione assegnato. Nell’anno 2001, detti “corsi” sonostati tenuti nelle sedi di Brindisi, Ca-tanzaro, L’Aquila, Perugia, Roma.Innumerevoli gli incontri nelle variesedi del Ministero della Salute,presso gli altri Ministeri, quelli checi riguardano, nel CUP, nella Com-missione Centrale Esercenti le Pro-fessioni Sanitarie, nell’Enapv, nel-l’Onaosi, nella FVE (FederazioneVeterinari Europei), nell’Associazio-ne Mondiale Veterinaria, nell’Asso-ciazione Euro-Araba e in tutte leIstituzioni pubbliche e private, nellequali era considerata utile e pro-duttiva la nostra presenza.Siamo stati, inoltre, in molti Conve-gni, Congressi, Tavole Rotonde,Giornate di studio e Incontri cultu-rali organizzati da: Università, Ordi-ni, Associazioni, Enti, Sindacati eIstituzioni varie.Interessante, anche per gli sviluppifuturi, il convegno sulla “Pet The-rapy e riabilitazione: aspetti clinici eprospettive gnoseologiche”, tenu-tosi in Roma presso il PoliclinicoUmberto I il 5 c.m., organizzatodalla SISVET, al quale abbiamopartecipato. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 3/200212ATTUALITÀ

Page 12: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 3

P er il Presidente del CUP(Comitato Unitario perle Professioni) Nicola

Bucicco la Riforma degli Ordinipotrebbe arrivare in tempi rapidis-simi. Basata sulla cosiddetta“Bozza Serao”, la proposta di rifor-ma delle professioni intellettualielaborata dal CUP punta ad unalegge quadro, valida per tutte leRegioni, che concorrerà con le al-tre proposte esistenti al varo dellariforma. Per Francesco Serao laproposta “è moderna e orientataal mercato. Finalmente gli Ordinidiventano custodi della qualitàdella prestazione e dell’etica delprofessionista. In questa otticavengono loro riconosciuti poteri diautoregolamentazione. Oggi noidifendiamo la qualità della presta-zione e un controllo di qualità piùserrato sui professionisti, dandocosì delle garanzie al mercato”.C’è intesa fra gli ordini professio-nali sui cardini della proposta: per-seguimento dell’interesse pubbli-co, pubblicità, tariffe e assicura-zione obbligatoria di responsabi-lità per tutti i professionisti.

I punti critici del progetto diriformaFra i punti critici del progetto diriforma c’è la costituzione di so-cietà tra professionisti e soprattut-to il rischio che le Regioni proce-dano in modo autonomo.Spiega Bucicco al Corriere Lavoro:

“Riteniamo sia necessario stabiliredei principi omologhi su tutto il ter-ritorio nazionale. Il CUP ha ramifi-cazioni profonde a livello territoria-le e ha formulato un’ipotesi che tie-ne conto delle diverse esigenze.Fino a oggi l’unica realtà territoria-le che ha dato vita a una legge èstata la regione Calabria. In quelcaso ho dichiarato che si facesseattenzione ad attendere le direttivoentro cui la legislazione concorren-te possa muoversi, altrimenti si ri-schiano discrasie tali da determi-nare gerarchie di competenze tra ivari ambiti territoriali”. I rapporticon le Regioni saranno sempre piùimportanti per valutare le proble-matiche professionali sul territorio,perciò il CUP ha chiesto di preve-dere per Ordini e Collegi la forma-zione di federazioni regionali che,senza disarmonie interne, possa-no dialogare con la Regione di ap-partenenza.

L’iniziativa della RegioneCalabriaLa regione Calabria, approvata lalegge 27/2001, ha istituito unaConsulta composta da Ordini e as-sociazioni professionali. La leggericonosce alle Regioni l’autoritàper assicurare adeguata tutela delcliente e degli interessi pubbliciconnessi al corretto esercizio delleprofessioni, la qualità delle presta-zioni e il rispetto delle norme deon-tologiche. Verso il professionista la

Regione si pone a salvaguardiadella sua autonomia e responsabi-lità. Per Maurizio De Tilla, presi-dente dell’Adepp - Associazioneenti privati di previdenza – i compi-ti che la Regione Calabria si è da-ta sono di competenza degli Ordi-

ni, pertanto chiede che si interessiquanto prima la Conferenza StatoRegioni per delimitare e chiarire lecompetenze delle Regioni in fattodi professioni regolamentate. PerAndrea Pastore, presidente dellaCommissione Affari Costituzionali,

è lo stesso articolo 117 della Costi-tuzione ad esporre Regioni e Ordi-ni all’equivoco delle competenze.Intanto, gli Ordini hanno chiestouna legge che delimiti le compe-tenze delle Regioni in materia diprofessioni. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 3/2002 13ANMVI INFORMA

Art. 117 e ruolo delle Regioni

Riforma degli Ordini: il CUP vuole una legge quadro nazionale

Cosa dice l’articolo 117 della Costituzione

I n materia di competenze dello Stato e delle Regioni l’art. 117 della Costituzione recita: “(…) Sono ma-terie di legislazione concorrente quelle relative a: rapporti internazionali e con l’Unione europea

delle Regioni; commercio con l’estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istitu-zioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scien-tifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordi-namento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e dinavigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia;previdenza complementare e integrativa; armonizzazione dei bilanci pubblici e coordinamento della finanzapubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazionedi attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fon-diario e agrario a carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestàlegislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legi-slazione dello Stato. Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, nelle materie di loro compe-tenza, partecipano alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari e provvedono all’attua-zione e all’esecuzione degli accordi internazionali e degli atti dell’Unione europea, nel rispetto delle norme diprocedura stabilite da legge dello Stato, che disciplina le modalità di esercizio del potere sostitutivo in casodi inadempienza. La potestà regolamentare spetta allo Stato nelle materie di legislazione esclusiva, salva de-lega alle Regioni. La potestà regolamentare spetta alle Regioni in ogni altra materia. I Comuni, le Province ele Città metropolitane hanno potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell’organizzazione e dello svolgi-mento delle funzioni loro attribuite. Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena paritàdegli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tradonne e uomini alle cariche elettive. La legge regionale ratifica le intese della Regione con altre Regioni per ilmigliore esercizio delle proprie funzioni, anche con individuazione di organi comuni. Nelle materie di sua com-petenza la Regione può concludere accordi con Stati e intese con enti territoriali interni ad altro Stato, nei ca-si e con le forme disciplinati da leggi dello Stato (...)”.

L’ANMVI chiedeal MIUR unosservatorio perle professionisanitarie

E ntro il 30 aprile il Ministerodell’Università e della

Ricerca Scientifica definirà laprogrammazione dei posti asse-gnati ai corsi di laurea di 22 pro-fessioni sanitarie, fra cui quellaveterinaria, e i requisiti minimi dirisorse per i corsi di studio univer-sitario. Come altre associazioni

del settore sanitario, l’ANMVI hainviato una nota al Ministro Morat-ti sollecitando l’istituzione di unOsservatorio nazionale sulle pro-fessioni sanitarie, che già lo scor-so Governo aveva prospettato emai realizzato. Questo organismoavrebbe una caratterizzazionetecnica e istituzionale essendocomposto da rappresentanti deiministeri dell’Istruzione e della Sa-lute, della Conferenza nazionaledei Corsi di diplomi universitari edai presidenti degli albi e delleassociazioni delle professioni sa-nitarie. Scrive il Presidente ANMVIMarco Eleuteri al Ministro dell’Uni-

versità e della Ricerca Scientifica:“Il settore veterinario, come ab-biamo più volte avuto modo di de-nunciare, è ormai arrivato ad unasituazione di saturazione presen-tando quindi condizioni di forteesubero di laureati, di disoccupa-zione o di sottoccupazione, peruna totale assenza di una seriaprogrammazione tra le Universitàe le organizzazioni professionali.Il proliferare delle Facoltà di Medi-cina Veterinaria, che hanno rag-giunto in Italia le 13 unità, a frontedelle 5 della Germania, delle 4della Francia e delle 6 dell’Inghil-terra, ha comportato una eccessi-va produzione di laureati in unadisciplina scientifica che non offrealtri sbocchi professionali chequelli specifici della professioneveterinaria.La parcellizzazione delle risorse,per altro già scarse, in un numerocosì elevato di Facoltà, ha compor-tato anche uno scadimento dell’atti-vità di ricerca e d’insegnamento,tanto che la maggior parte di essenon sono in grado di soddisfare i re-quisisti richiesti dalla Commissionedella Comunità Europea. Di conseguenza, la scarsa prepa-razione professionale dei neolau-

reati, assieme al loro eccessivonumero, comportano uno scadi-mento delle prestazioni professio-nali ed un aumento della conflit-tualità interna della categoria”.

Targhe einsegne esenti:a che puntosiamo?

L e modifiche apportate dallaCamera, in fase di conver-

sione, al decreto legge 22/02/02n.13, ora all’approvazione del Se-nato, consentono di fare un passoavanti nell’individuazione delleprofessioni interessate dall’esen-zione dall’imposta sulle insegne.Le modifiche apportate dalla Ca-mera infatti hanno ampliato l’am-bito di esenzione non parlandopiù soltanto di attività imprendito-riali ma collegando l’insegna allosvolgimento di “una attività eco-nomica” facendovi rientrare, quin-di, anche tutte le attività liberoprofessionali. Se il Senato appro-verà il testo accettando le modifi-che della Camera non ci sarà più

alcun dubbio che tutte le attivitàveterinarie saranno esenti dall’im-posta sulle insegne. La legge Finanziaria 2002 al com-ma 1, lettera C, dell’art. 10 a pro-posito dell’esenzione dell’impostacomunale sulla pubblicità parlainvece di : “Insegne di esercizio diattività commerciali e di produzio-ne di beni o servizi che contraddi-stinguono la sede ove si svolgel’attività cui si riferiscono, di su-perficie complessiva fino a 5 me-tri quadrati”. A favore dell’esen-zione per il settore veterinario sisono espressi i consulenti fiscalidell’ANMVI, gli esperti dell’autore-vole quotidiano “Il Sole- 24 Ore” e,sia pure in via ufficiosa, lo stessoMinistero delle Finanze, che haperò aggiunto che i Comuni han-no la possibilità di decidere auto-nomamente in merito. Comespesso avviene quando non vi èchiarezza nel testo normativo, al-cuni Comuni, hanno ritenuto diconsiderare l’attività veterinariaesente, altri si sono espressi inmodo contrario ed altri ancorahanno ritenuto di dover rinviareogni valutazione alla circolareesplicativa del Ministero chel’ANMVI sta sollecitando. È evi-

Università: on-line banca datidell’offerta formativa

I l ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha pub-blicato on-line la banca dati dell’offerta formativa 2001-2002.

L’archivio contiene tutte le informazioni utili relative ai 2.959 corsi di lau-rea attivati nelle 77 università italiane. Per ogni singolo corso è riportataanche la certificazione del Rettore relativa alla disponibilità delle strut-ture (posti aula, posti lettura nelle biblioteche, posti in laboratori infor-matici, linguistici e, ove richiesti, specialistici) nella misura necessariaper il corretto svolgimento del corso stesso. (Newsletter di Palazzo Chi-gi del 26 marzo 2002). Il sito è: http://offertaformativa.miur.it/corsi/

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dente quindi che lo sforzo di sen-sibilizzazione e di attenzione ver-so l’attività veterinaria deve esse-re svolto a livello territoriale, an-che con l’interessamento dell’Or-dine Veterinario Provinciale pres-so le Amministrazioni locali.

Blocco deltraffico: derogheper i mediciveterinari

A ll’invito dell’ANMVI aduniformare sul territorio

regionale le disposizioni sul bloc-co del traffico, Formigoni ha rispo-sto rassicurando i medici veteri-nari: “Le comunico che nelle ordi-nanze della Regione Lombardia,sia per quanto concerne il bloccototale che per il blocco a targhealterne, è prevista la deroga per

gli autoveicoli in uso a medici ve-terinari in visita domiciliare urgen-te”. Roberto Formigoni rispondecosì al Presidente ANMVI MarcoEleuteri, che aveva sollecitato laRegione a verificare l’uniformeapplicazione sul territorio regiona-le delle deroghe al divieto di cir-colazione in favore della catego-ria medico veterinaria. Nelle scor-se settimane, numerosi Colleghilombardi avevano segnalato al-l’ANMVI che alcuni Comuni, nonavendo previsto i medici veteri-nari tra i soggetti ammessi allacircolazione con veicoli privatidurante il blocco, stavano crean-do disagio alla professione.L’ANMVI invita i Colleghi e in par-ticolare i propri referenti regionalie provinciali a segnalare alle au-torità territoriali competenti cheancora non avessero provvedutoad adeguare le proprie ordinan-ze in tal senso. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 3/200214ANMVI INFORMA

Uso di farmacinon registrati inItalia

A nche se molti Colleghi co-noscono già come com-

portarsi per l’acquisto di medici-nali NON registrati e pertanto nondisponibili in Italia, ricordo, perchi non le conoscesse, le proce-dure consentite: - è possibile prescrivere ad un pa-ziente un medicinale non registra-to in Italia, che sarà acquistatoperò direttamente dal cliente, ri-volgendosi ad esempio alla far-macia di Chiasso oppore tramiteun farmacista che generalmenteha i suoi canali;- NON è consentito invece ad unmedico o ad un veterinario acqui-stare e prendere in carico un medi-cinale non registrato da tenere co-me scorta o da somministrare adun suo paziente: si configurerebbecome importazione e commercioabusivo di medicinali non registrati,con sanzioni dell’ordine di centi-naia di milioni (delle vecchie lire);- nel caso di medicinali che ri-chiedono una somministrazione

diretta da parte del veterinario (adesempio chemioterapici per viasistemica), il cliente si procura ilmedicinale con la ricetta del suoveterinario, porta poi il medicinaledal veterinario per le somministra-zioni al suo animale ed il veterina-rio conserva nella sua struttura ilmedicinale con allegata la pre-scrizione al cliente, senza consi-derarlo come scorta;- nel caso di ripetute necessità diutilizzo di un medicinale non regi-strato in Italia, per patologie parti-colari per le quali non esistono al-tre possibilità di cura efficaci, ilmedico ed il veterinario possonorichiedere una apposita autoriz-zazione temporale al Ministerodella Salute, specificando il medi-cinale, i motivi e la quantità; in talcaso egli potrà acquistarlo diret-tamente prendendolo in caricocome scorta propria o della strut-tura in cui opera.

Campionigratuiti

A ssodato l’obbligo di con-servare nella documenta-

zione di carico delle scorte anchele ricevute dei campioni omaggio(art. 19 DM 306), volendo fare del-le considerazioni di opportunità omeno di questa procedura, direiche intanto obbliga le Aziende atenere una tracciabilità dei cam-pioni consegnati, con una conse-guente limitazione, per lo meno, dicampionature fuori legge (ad es.per allevatori, o come merce disconto) ed inoltre permette di giu-stificare il possesso di questi medi-cinali, specialmente quando devo-no poi essere scaricati sugli ani-mali trattati (animali produttori dialimenti per l’uomo).

Ogni registro vabene

U na Collega ha chiesto:“Vorrei avere una conferma

sul numero del registro stupefa-centi. La ASL mi ha riportato il3371...è corretto? Non esiste unregistro avallato dal Ministero.Ogni registro va bene, purchépermetta di registrare le informa-zioni richieste dalla normativa. Purtroppo viene fatta confusione

con il registro stupefacenti delleunità operative degli ospedali e dialtre strutture sanitarie umane,dove esiste una farmacia centraleche tiene il registro principale e leunità operative (reparti, distretti,ecc.) che tengono questo registro periferico semplificato. Per quan-to riguarda noi e le nostre struttu-re veterinarie, abbiamo due pos-sibilità: 1 - registro classico, da vidimareogni anno, non importa il numerodi pagine, su cui registrare il cari-co e scarico di ogni farmaco ap-partenente alle tabelle I, II, III e IV,necessario nel caso si utilizzi la,od anche la ketamina; 2 - registro semplificato per la te-rapia del dolore, anche un sem-plice quaderno, senza bisognodi vidimazione, dove il direttoresanitario della struttura od il sin-golo medico veterinario registra ilcarico e scarico di medicinalicompresi nell’allegato III-bis del-la legge 12/01, utilizzati unica-mente per la terapia del doloresevero.In pratica, a noi si applica più fre-quentemente la condizione 1-, an-che perché talvolta utilizziamo far-

maci dell’allegato III-bis non soloper la terapia del dolore severo,ma anche, per sedazione del ca-ne durante procedure radiologi-che e perché in medicina veteri-naria si utilizza anche la ketamina.

Considerazioni amargine…

L a normativa sugli stupefa-centi è stata enormemente

semplificata, oltre che depenaliz-zata per gli errori procedurali; in-fatti l’acquisto per il medico e peril veterinario è consentito in di-versi modi, dalla semplice ricettaalla ricetta nuova per terapia deldolore (non ancora disponibilepresso le ASL), alla vecchia ri-cetta ministeriale per stupefa-centi. Sono cadute le precedentirigidità normative, aprendo diver-se possibilità, con il chiaro inten-to di favorire al massimo la tera-pia del dolore e la cultura dellaterapia del dolore tra tutti gli ope-ratori sanitari.Cerchiamo di vedere le cose an-che da un punto di vista positivo...

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C on l’espressione “so-cietà tra professionisti”,dottrina e giurisprudenza

hanno inteso ed analizzato fatti-specie tra loro diverse quali:a) il rapporto di collaborazione traprofessionisti non costituiti in asso-ciazione, b) società il cui oggettosociale è l’esercizio di professioniintellettuali regolate nel libro V tito-lo III, cap. II del codice civile 1) sianell’ipotesi in cui solo alcuni dei so-ci sono iscritti negli appositi albi oelenchi professionali, 2) sia nell’i-potesi in cui tutti i soci sono iscrittinegli appositi albi o elenchi profes-sionali, c) società di persone(s.a.s., s.n.c.) o di capitali (s.r.l.,s.p.a.) avente per oggetto attivitàconnesse o parallele allo svolgi-mento delle professioni intellettuali,definite anche professioni “protet-te”, i cui soci sono tutti, o alcuni diessi, iscritti negli appositi albi oelenchi professionali, d) società dipersone o di capitali in cui tutti i so-ci sono professionisti intellettualima il cui oggetto sociale (la cuiattività) non consiste nello svol-gimento di professioni intellet-tuali.Escludendo che i rapporti di colla-borazione fra professionisti, qualila collegialità nell’espletamentodell’incarico o la divisione dellespese di gestione degli studi pro-fessionali, possano configurarsicome rapporti societari regolati dalcodice civile nel libro sulle società;esclusa, altresì, dalla disamina l’i-potesi sub lett. d) in quanto ipote-si qui prive di interesse; va in pri-mis rilevato che, l’unica fattispe-

cie a cui possa correttamente attri-buirsi la definizione di “società traprofessionisti” è quella indicatasub lett. b).Attorno a tale figura di società si èaperto, a partire dagli anni sessan-ta, un acceso dibattito in dottrina ein giurisprudenza che ha portato igiuristi ad escludere la possibilitàdi esercizio in forma societaria ditutte le professioni così dette pro-tette (professioni che richiedonosoggetti esercenti l’iscrizione in al-bi o elenchi tenuti dai rispettivi Or-dini o Collegi) anche con riferi-mento alle professioni sanitarie,seppure queste non fossero stateespressamente menzionate nel-l’art. 2) L. 1815/39, tra quelle a cuidoveva estendersi il divieto ivi pre-visto a proposito di costituzione disocietà professionali.L’art. 24 della L. 7.8.1997 N° 266ha abrogato la suddetta normama, a tutt’oggi, a tale abrogazionenon è seguita l’emanazione di leg-gi e decreti atti a colmare il vuotonormativo in materia di eserciziosocietario delle professioni intel-lettuali, tra cui rientra quella vete-rinaria.In assenza di una normativa cheindividui e fissi i criteri e le regoleper una legittima costituzione disocietà professionali, si può affer-mare che il divieto contenuto nelpur abrogato art. 2) L. 1815/39, di-spieghi ancora oggi i suoi effettigiuridici.Per tale ragione al quesito qui inesame non può che rispondersi insenso negativo ribadendo chenon possono costituire né so-

cietà di persone (s.s., s.a.s.,s.n.c.) né società di capitali(s.r.l., s.p.a.) né società coopera-tive il cui oggetto sociale (la cuiattività) sia l’esercizio della liberaprofessione veterinaria.Tale affermazione deve essere be-ne intesa, nel senso che non èpossibile costituire una società(ma neppure una ditta individuale)che abbia come unico scopo l’of-ferta dell’opera propria del/dei pro-fessionisti.Il chiarimento è necessario inquanto, nella realtà, si assistesempre più frequentemente allacostituzione di società, anche dicapitali, i cui soci sono veterinari,la cui sede legale è anche una cli-nica veterinaria nei cui locali i so-ci veterinari esercitano la liberaprofessione.Quid iuris, dunque, in presenza diun tale fenomeno?Per buona pace di tutti va subitodetto che la costituzione di tali so-cietà è legittima se ed in quantoessa risponda alla fattispecie so-pra indicata sub lett. c) vale a direqualora trattasi di una società dipersone o di capitali i cui soci, purse veterinari, non si sono associaticon lo scopo di fornire la loro atti-vità professionale ma con lo scopodi realizzare o gestire i mezzi stru-mentali per l’esercizio dell’attivitàprofessionale. Oltre a ciò occorreche tra il soggetto giuridico societàe il professionista intercorra unchiaro rapporto contrattuale, ingrado di garantire che la profes-sione intellettuale venga svolta nelrispetto del principio dell’intuitus

PROFESSIONE VETERINARIA 3/2002 15RUBRICA LEGALE

Società tra professionisti

È possibile costituire una società di persone o di capitali, il cui oggetto socialesia l’esercizio della professione veterinaria?

di Maria Teresa Semeraro

Avvocato, Bologna

personae e dell’imputazione, alsoggetto fisico iscritto negli appo-siti albi o elenchi, della responsa-bilità professionale nel rapportocon i clienti (cfr. Corte di Cassazio-ne Sent. Del 13.5.1992 N° 5656,Sent. del 13.7.1993 N° 7738 eSent. del 5.3.2001 N° 3143).Invito, pertanto, i veterinari che in-tendono costituire società di mez-zi, al fine di svolgere attività paral-lele o connesse all’esercizio dellaloro professione al rispetto delprincipio secondo cui, tra società eprofessionista deve essere stipula-to un contratto in cui, alle posizionisoggettive della società e del vete-rinario siano chiaramente ricondu-cibili compiti e funzioni tra loro di-versificate, nonché al rispetto del

Educazione alla prevenzione: come informare la clientela?

Vorrei scrivere ai miei clienti per ricordare loro l’importanza di prevenire malattie infettive e parassitarie.Posso inviare una lettera senza violare la legge sulla pubblicità sanitaria?

Dott. B. M.Educazione sanitaria e prevenzione sono principi di estrema importanza che il medico veterinario non devetrascurare nel proprio rapporto con la clientela. La comunicazione prospettata nel quesito è pertanto una lo-devole iniziativa, ma si presta al fraintendimento pubblicitario se non correttamente veicolata. Scrive la dotto-ressa M.C.Lopez dell’Istituto di Medicina Legale Veterinaria di Milano “La comunicazione tra sanitario e clien-ti non costituisce, di per sé, pubblicità sanitaria. Infatti, la corrispondenza attraverso la quale il sanitario infor-ma i suoi clienti, cioè cittadini che già in precedenza si sono avvalsi della sua professionalità (repertorio clien-tela), su aspetti riguardanti il loro rapporto professionale (informazioni su eventuali servizi attivati nella struttu-ra, avvisi di scadenze per le vaccinazioni, variazioni di numeri telefonici, indirizzo, orari da visite, ecc.) nonpuò essere considerata come pubblicità sanitaria; in questi casi le comunicazioni sono destinate ad un citta-dino particolare (cliente), e non al pubblico in generale, allo scopo di fornirgli informazioni utili, e non di farconoscere la propria attività professionale in quanto tale attività è già a conoscenza del cliente. Contraria-mente, quando la corrispondenza del medico veterinario è rivolta ad altri cittadini presi a caso (elenco te-lefonico) oppure ai clienti di altri colleghi, anche se riporta le stesse informazioni di cui sopra, tale corrispon-denza costituisce pubblicità sanitaria, in quanto fa conoscere la propria attività professionale a cittadini cheanteriormente non erano a conoscenza (non c’era un rapporto professionale). (La corrispondenza alla clien-tela, Professione Veterinaria 2/2001). Al quesito possiamo quindi rispondere suggerendo di inviare una breve nota in cui si ricorda alla spettabileclientela che presso l’ambulatorio x, ad orari prestabiliti, si presta il tal servizio. La nota può essere accom-pagnata da una breve e semplice descrizione scientifica della malattia che si intende ricordare a scopo pre-ventivo, citandone la fonte letteraria se il testo è ripreso in originale da riviste o pubblicazioni. Nel rispetto del-la distinzione fra pubblicità e informazione, vanno evitate frasi ammiccanti, volte più a persuadere che adinformare. Non da ultimo, si consiglia di sottoporre all’approvazione del proprio Ordine provinciale il testo del-la corrispondenza alla propria clientela. S.P.

La libertà terapeutica va rispettata

L a sentenza n. 301/2001 pubblicata il 25 gennaio scorso ribadi-sce il principio della libertà terapeutica che deve essere sempre

rispettata. In riferimento al ricorso presentato da alcuni medici che era-no stati condannati per omicidio colposo in quanto ritardando l’esecu-zione di un esame assolutamente urgente, secondo la denuncia,avrebbero compromesso lo stato di salute che successivamente edinutilmente si era cercato di recuperare con l’intervento chirurgico, laCassazione assolvendo gli imputati ha stabilito i seguenti principi:a) deve essere valorizzata l’autonomia del medico in quanto la profes-sione medica non può percorrere a seconda dei casi procedure sem-pre già codificate e dimostrate ma deve basarsi sull’esperienza, sullapratica e la professionalità del medico che, a seconda dei cas, può in-tervenire anche con variazioni legate alla specificità della situazione.b) la libertà di scelta della terapia non può essere messa in discus-sione in quanto si toglierebbe ogni professionalità al medico che di-venterebbe soltanto un semplice operatore di procedure automatichecodificate perdendo completamente il suo ruolo specifico.c) la scelta di terapia ovviamente deve essere fatta dal medico conestrema serietà rifacendosi alla sua specifica esperienza, utilizzandotutti gli strumenti che possono essere utili nel caso specifico, sce-gliendo con grande responsabilità la linea terapeutica da seguireche ritiene più adatta e più utile alla situazione che deve affrontare.Dovrà quindi seguire la situazione nel suo evolversi con grande at-tenzione per poter intervenire con modifiche, variazioni o interventisulla linea adottata per renderla più adeguata alle mutazioni dellecondizioni del paziente. Se il medico si sarà tenuto a questi com-portamenti non potrà essere ritenuto colpevole dell’eventuale insuc-cesso che potrebbe comunque essersi verificato.

Necessario l’assenso del paziente

L a Cassazione con sentenza 73 depositata il 10 ottobre 2001 ri-badisce il principio per il quale si ritiene illecita la prestazione

medica che si svolga contro la volontà del paziente salvi i casi parti-colari di pericolo di morte o danni irreparabili. La sentenza fa riferi-mento al caso di un anestesista che in ambito di un intervento non ur-gente aveva proceduto ad un’anestesia totale in quanto il paziente siera espresso in modo negativo per una semplice anestesia locale. Ilmedico era stato condannato in quanto l’anestesia totale aveva porta-to al decesso del paziente. La Cassazione, al contrario, ha annullatole precedenti sentenze ritenendo che il sanitario si sarebbe comporta-to in modo illecito se avesse agito contro la volontà del paziente stes-so imponendogli comunque l’anestesia locale. La Cassazione ha inol-tre ricordato che qualsiasi comportamento del medico di fronte a un ri-fiuto del paziente viene a configurarsi in un reato di violenza privata enel caso di morte, di omicidio preterintenzionale.

A.M.

principio fissato nell’art. 52 comma2° del codice deontologico.In tale articolo è sancito il divietoper il medico veterinario di “parte-cipare ad imprese industriali,commerciali o di altra natura,che possano limitare la sua indi-pendenza professionale”.Per non incorrere nella violazionedella predetta norma deontologi-ca risulterà alquanto utile unacorretta stesura dello statuto incui andranno esposti con chia-rezza gli scopi della costituendasocietà di mezzi e/o di servizi inmodo tale da rendere evidentecome tra questi non ve ne sianodi idonei a limitare l’esercizio inscienza e coscienza della profes-sione veterinaria. ■

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N ello svolgimento dell’at-tività professionale puòaccadere che più pro-

fessionisti, senza vincoli associativi,dividano lo stesso studio.Si pone quindi il problema della ri-partizione delle spese comuni: i ca-noni di locazione, le utenze telefoni-che, elettriche o il riscaldamento,ecc.Generalmente accade che sola-mente uno dei professionisti sia in-testatario delle forniture dei servizicomuni e che lo stesso provveda aripartire le spese tra gli altri utilizza-tori dei servizi sulla base di accordiscritti o verbali.Per inquadrare correttamente il trat-tamento fiscale del riaddebito di ta-li costi è opportuno innanzi tutto in-dividuare la natura del rapporto ci-vilistico sottostante l’operazione.Secondo l’Amministrazione finan-ziaria il rapporto sottostante il riad-debito di spese per l’acquisto diservizi non può che assimilarsi al

rapporto di mandato, secondo ilquale una parte (il professionista in-testatario dei contratti - mandatario)si obbliga a compiere uno o più attigiuridici per conto dell’altra parte(gli altri professionisti che utilizzanola struttura - mandanti).Più precisamente quindi il riaddebi-to delle spese è inquadrabile ad uncontratto di mandato senza rappre-sentanza: infatti all’origine del riad-debito c’è sempre un accordo tra leparti con cui una parte [mandante]conferisce all’altra [mandatario] l’in-carico di acquisire da terzi, in nomeproprio, risorse e servizi, dietro rim-borso del costo sostenuto.

Imposte direttePer quanto concerne le imposte di-rette, il professionista che riaddebi-ta ai colleghi parte dei costi a lui fat-turati deve inquadrare correttamen-te ai fini fiscali questo incasso. In base al combinato disposto degliarticoli 49, comma 1, e 50, comma1 TUIR, emerge che formano reddi-to di lavoro autonomo i compensipercepiti per l’esercizio della liberaprofessione. Da qui emerge il dub-bio se sia corretto qualificare unriaddebito di costi sostenuti comese fosse un compenso per una pre-stazione di lavoro autonomo.È chiaro che il riaddebito sfugge al-la rigida nozione di compenso, enon sussistendo per il lavoro auto-nomo una norma residuale chequalifichi tutti i proventi quali redditiappartenenti a una certa categoriala tesi prevalente si profilava nelladirezione di escludere questo pro-vento dal reddito di lavoro autono-mo stesso.D’altra parte non si poteva pensareche un provento, in qualche modo

legato all’esercizio d’arte o profes-sione, potesse essere completa-mente escluso da tassazione.Quindi l’unica via percorribile èquella dettata dalla CircolareAgenzia delle Entrate numero58/E del 18 giugno 2001, punto2.3, laddove ritiene che: “Ai finireddituali, le somme rimborsatedagli altri utilizzatori comportanouna riclassificazione in diminuzio-ne del costo sostenuto dal profes-sionista intestatario dell’utenza”.In altre parole, il professionista che

riceve il rimborso di parte del costosostenuto deve contabilizzare dettorimborso non come compensoma come diminuzione del costooriginario.

Imposta sul valore aggiuntoPer individuare la natura da attribui-re all’operazione di riaddebito dellespese posta in essere dal mandata-rio a carico del mandante occorrefare riferimento alla norma contenu-ta nell’articolo 3, comma 3, D.P.R.633/72 secondo la quale: “....le pre-stazioni di servizi rese o ricevute daimandatari senza rappresentanzasono considerate prestazioni di ser-vizi anche nei rapporti tra il man-dante ed il mandatario....”.Secondo tale norma quindi si confi-gurano due diversi rapporti giuridi-ci, ambedue assoggettabili ad im-posta:• il primo, avente ad oggetto la

fornitura di servizi da chi prestail servizio nei confronti del man-datario;

• il secondo costituito invece dalriaddebito dei costi per dettiservizi operato nei confronti deimandanti.

Il Ministero delle Finanze (Risoluzio-

ne ministeriale n. 6/E dell’11 feb-braio 1998, n. 146/e del 27 settem-bre 1999 e n. 35/E del 28 marzo2001) ritiene che vi sia identità pernatura tra la prestazione resa almandatario e quella successiva-mente riaddebitata al mandante,così, se, ad esempio, l’acquisto ri-guarda servizi con aliquota ridotta,anche il successivo riaddebito de-ve avvenire applicando la medesi-ma aliquota ridotta; ovvero, se il ser-vizio riaddebitato è per sua naturaesente, anche tale riaddebito deveavvenire in regime di esenzione.

ConclusioniNell’ipotesi prospettata in cui piùprofessionisti svolgano la loro atti-vità in un’unica struttura, il profes-sionista (mandatario) a cui sono in-testati i contratti di fornitura, di loca-zione, ecc. fatturerà ai colleghi(mandanti) la parte di costo a lorocarico utilizzando le stesse aliquotedelle prestazioni originarie.Naturalmente nel caso in cui il pro-fessionista-mandatario abbia soste-nuto spese per le quali non è stataemessa alcuna fattura (ad esempiocontratti di locazione da privato) larichiesta di rimborso agli altri pro-fessionisti-mandanti avverrà senzanecessità di emissione di fatture;sarà sufficiente rilasciare ai profes-sionisti una ricevuta nella quale siattesta l’avvenuto rimborso di partedel canone di locazione.

Trasmissione di fatture a mezzo faxIn diverse occasioni il Ministero del-le Finanze ha precisato che sebbe-ne i termini “consegna” e “spedizio-ne” utilizzati dal legislatore (art. 21,D.P.R. 633/72) facciano riferimento

alla trasmissione di documenti inmodo tradizionale (a mezzo posta,agenzie di recapito, ecc.) non puònon riconoscersi la validità di pro-cedure diverse di trasmissione deidocumenti in questione.In particolare con una recente riso-luzione (R.M. 4/7/2001, n. 107/E) èstato precisato che la trasmissionedelle fatture a mezzo fax o altri stru-menti informatici (posta elettronica)è ammessa purché si rispettino leseguenti condizioni:• la trasmissione deve essere ef-

fettuata entro i termini stabilitidall’art. 21, D.P.R. 633/72, cheper le prestazioni di servizi cor-rispondono alla mezzanotte delgiorno in cui viene effettuato ilpagamento;

• la fattura deve essere materia-lizzata (cioè stampata) su unsupporto cartaceo e conserva-ta ai sensi di legge;

• la fattura dovrà contenere tutti idati previsti dal citato art. 21,D.P.R. 633/72;

• la fattura dovrà essere annotatasui registri di cui agli articoli 23e 25 D.P.R. 633/72.

La predetta risoluzione ha precisatoinoltre che per le fatture in questio-ne si considera:• momento di emissione, per l’e-

mittente, quello nel quale la fat-tura viene trasmessa a mezzofax o posta elettronica

• momento di ricevimento, per ilricevente, quello nel quale sirealizza la ricezione del mes-saggio. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 3/200216RUBRICA FISCALE

Riaddebito di costi tra professionisti di Giovanni Stassi

Dottore Commercialista, Torino

Libro giornale

I n risposta alla richiesta diun ambulatorio che ha

chiesto se è possibile iniziareun nuovo libro giornale senzaaver esaurito le pagine di quel-lo vecchio rispondiamo affer-mativamente. Infatti si puòtranquillamente iniziare unnuovo libro giornale a condi-zione che le pagine non utiliz-zate di quello vecchio venga-no barrate e rese quindi inuti-lizzabili rendendo impossibileeventuale inserimento di altreregistrazioni contabili.

A.M.

Rottamazione

U n veterinario ci ha ri-chiesto come è possibile

eliminare attrezzature, in parti-colare un computer non più uti-lizzabile, e come questo deb-ba essere registrato contabil-mente.Considerato che il bene chedovrà essere rottamato sicura-mente figurerà nell’inventariola sua eliminazione non puòprescindere da precise proce-dure sia pure estremamentesemplici nel caso di professio-nisti. Il bene potrà quindi esse-re ceduto o rottamato senzache questo comporti, perquanto riguarda il reddito, ladeterminazione di plus valori ominus valori. La cosa impor-tante è che tutto venga fattocon regolare fattura di cessio-ne a terzi, spesso la stessaazienda che ci fornisce la nuo-va attrezzatura, o al rottamato-re, per evitare che possano es-sere contestate eventuali ces-sioni non documentate. Nelcaso di rottamazione si potreb-be arrivare direttamente alladistruzione (art. 2 del DPR441/97) che però sconsigliamoessendo certamente più sem-plice ed indiscutibile la cessio-ne come prima specificato.

A.M.

Page 16: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 3

S e il Novecento è stato ca-ratterizzato dalla tecnolo-gia inorganica, frutto

delle acquisizioni della fisica e dellachimica, il XXI secolo si annunciacome l’era del biotech, esplosionedi una neobiologia capace di modi-ficare alla base la nostra vita quoti-diana. È una rivoluzione per moltiversi disarmante, perché coinvolgealcuni degli aspetti più intimi del-l’essere umano – il corpo, la nasci-ta, la morte – e perché entra nelcuore stesso della vita e nell’attribu-zione di significati a essa riferiti. Inquesti anni abbiamo avuto modo diosservare come le applicazioni del-la biologia non si limitino solamentea descrivere importanti questionicome che cos’è la vita, come si svi-luppa un essere vivente, come sirealizza il processo evolutivo, manel contempo creino esse stessedelle applicazioni, dando vita anuove possibilità. Le applicazionidella ricerca biologica sono moltoimportanti perché hanno l’obiettivodi migliorare il nostro modo di es-sere, le nostre potenzialità operati-ve e i nostri campi d’intervento.Tuttavia è chiaro che ogni voltache si rende disponibile una nuovatecnica, se da una parte si risolvo-no alcuni problemi, dall’altra emer-gono delle questioni mai affrontateprima, ed è un po’ questa la storiadella bioetica.La bioetica è nata negli anni Settan-ta dall’intuizione di un oncologo,V.R. Potter, il quale ha coniato que-sto termine per dar vita ad una nuo-va disciplina che fosse una sorta dietica applicata alla vita, al cosiddet-to biorealm. In questi anni, con lo

sviluppo delle biotecnologie, abbia-mo assistito all’emergere di tanticonflitti e di importanti questioni chemeritano di essere dibattuti e ap-profonditi: non ultimi i problemi le-gati all’ingegneria genetica applica-ta all’alimentazione e alla medicina,alle biotecnologie avanzate, allaclonazione, all’inizio e alla fine dellavita. Fino alla metà del Novecento siè perseguita l’idea che si potesserosviluppare due ricerche separate:da una parte quella in ambito etico,che si occupava dei valori, di ciòche si doveva o non si doveva faree di determinare i limiti attribuibili al-la condotta umana; dall’altra quellain ambito scientifico, che andava aindividuare non i valori ma i fatti e ilmodo in cui si realizzavano i pro-cessi biologici. Oggi, invece, non èpiù possibile mantenere su due bi-nari differenti ricerca scientifica e ri-cerca etica. Questo non significa néche dalla ricerca scientifica debba-no derivare dei valori né che dallaricerca etica debbano derivare deifatti, ma è indispensabile che la ri-cerca sui fatti (la descrizione) e la ri-cerca sui valori (la prescrizione) siconnettano e dialoghino tra loro. Inaltri termini, quanto più si approfon-disce la ricerca scientifica e mag-giori sono le sue applicazioni, tantopiù occorre sviluppare una ricercaetica che segua passo dopo passolo sviluppo della ricerca scientifica.Per risolvere le questioni aperte dal-l’accelerazione biotecnologica nonbasta semplicemente limitare o por-re dei freni alla ricerca, ma è neces-sario aumentare la nostra capacitàdi interpretare le applicazioni dellaricerca scientifica e di gestirle in

maniera conveniente. L’uomo con-temporaneo di trova ad affrontareuna serie di problemi: da una partecomprendere e chiarire quali pos-sono essere le conseguenze diun’applicazione scientifica, dall’al-tra migliorare la conoscenza sugliaspetti scientifici. Pensiamo, peresempio, al tema della clonazione. Idibattiti al riguardo non si contano,tuttavia, a mio parere, i media nonsono stati capaci di offrire un’infor-mazione puntuale su che cosa si-gnificasse clonare un essere uma-no e su che cosa effettivamentecomportasse la clonazione; al con-trario, molto spesso sono emersisemplicemente i pregiudizi e lepaure, ed è mancata una valutazio-ne obiettiva sulle conseguenzepossibili.Intorno alla metà degli anni Novan-ta ho dato vita al progetto di ricer-ca, “Quaderni di bioetica” propriocon l’intento di creare un laborato-rio dove i diversi valori e punti di vi-sta potessero trovare un terreno diincontro. Ritengo, infatti, che ilgrande rischio che l’uomo di oggivive sia la mancanza di dialogo.Quando si parla di fondamentali-smo, non bisogna dimenticare cheil fondamentalismo, a qualsiasi na-tura ideologica o a qualsiasi reli-gione appartenga, nasce dall’inca-pacità di costruire un dialogo fe-condo tra le culture e una base dicomprensione. Assume grandeimportanza, quindi, la nascita di la-boratori dove l’etica laica e l’eticadelle diverse religioni possanoconfrontarsi, trovare dei luoghi co-muni e dei punti d’incontro, ele-menti fondamentali su cui poggialo sviluppo di una società tolleran-te. Una società tollerante non èuna società che dà piena libertà diazione al singolo: la tolleranza è unintervento attivo sui processi di ne-goziazione tra le diverse istanzeculturali e sociali. Pertanto la tolle-ranza attiva persegue la costruzio-ne di luoghi di dialogo e dibattito,in modo che i diversi valori possa-no confluire e naturalmente raffron-tarsi nel reciproco rispetto. L’attuale concezione di bioetica,quindi, si discosta un po’ da quelloche era il suo compito iniziale. Labioetica, infatti, inizialmente si pre-figgeva l’obiettivo di valutare l’im-patto delle biotecnologie e della ri-cerca biomedica sulla quotidianitàe sui valori delle persone. Oggi,però, l’uomo si deve confrontarecon il fatto che i concetti di salute emalattia, i momenti cruciali dellastoria di un individuo, come l’inizio ela fine della vita, per fare alcuniesempi, sono interpretati da ognicultura in modo differente. Proprioper questo è importante trasforma-re la bioetica da luogo empireo einaccessibile a luogo di dibattito co-mune. È indispensabile pertanto che ognipersona cominci a interessarsi allequestioni poste dalla bioetica, per-ché sono la materia a cui ci si riferi-sce quando si deve dare il proprioconsenso, per esempio, nelle prati-che biomediche, perché sono l’og-getto di riferimento quando ci sirapporta con altre culture. Ma labioetica offre anche la possibilità diinterpretare alcuni dei rischi che og-gi ci si trova ad affrontare, peresempio il bioterrorismo o l’utilizzonegativo di alcune biotecnologie.

La bioetica, quindi, dal momentoche si occupa di aspetti che coin-volgono la vita di ciascuno di noi,deve allargare i propri orizzonti: de-ve diventare una disciplina che in-teressa e coinvolge ogni professio-nista che si occupa di disciplinebiomediche.

Se l’obiettivo è quello di costruireuna società multiculturale, unasocietà plurale, una società ca-pace di capire e contemporanea-mente costruire un dialogo fecon-do con l’altro, è necessario chequesti ambiti del sapere sianomaggiormente dibattuti. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 3/2002 17BIOETICA

Bioetica e biotecnologie di Roberto Marchesini

“Questioni di bioetica”

L a collana “Questioni di bioetica”, edita dalla casa editrice Apèiron, nasce per offrirestrumenti di informazione e documentazione su questioni e tematiche che

riguardano la vita, la salvaguardia del benessere e della salute, il dialogo tra scienza edetica. Il suo pubblico di riferimento è pertanto molto vasto, dai professionisti che si oc-cupano di scienze biologiche e di etica applicata al campo biomedico – medici, veteri-nari, biologi, biotecnologi, farmacisti, sociologi e filosofi della medicina, bioeticisti – al piùvasto ambito dei fruitori del servizio sanitario. Questioni di bioetica ha l’obiettivo di por-tare in Italia alcuni tra i più importanti saggi stranieri sui temi del rapporto medico-mala-to, della metamorfosi del concetto di “salute” e “benessere”, e più in generale di ogniconseguenza aperta dallo sviluppo delle pratiche biomediche. L’evolversi di alcune questioni importanti quali lo squilibrio tra potenzialità tecnologichee capacità di indirizzo e di gestione di tali strumenti, lo sviluppo delle biotecnologie inprocreatica e ingegneria genetica, il perfezionamento della pratica dei trapianti e il ri-schio del bioterrorismo ha dato il via alla nascita di una disciplina, la bioetica, che si pro-pone come momento di dibattito e riflessione tra due ambiti del sapere, quello scientifi-co e quello etico. Coniata da Van Rensselaer Potter nell’articolo intitolato “Bioethics: Brid-ge to the future”, la bioetica si pone come scopo lo studio sistematico della condottaumana nell’area delle scienze della vita e della cura della salute, alla luce dei valori e deiprincipi morali, nonché il dialogo tra le diverse culture. La collana Apèiron-Questioni dibioetica intende operare affinché la bioetica non sia solamente il luogo dove le differen-ti morali si confrontano nel campo spinoso dell’applicazione delle acquisizioni scientifi-che, ma perché sia un’occasione di incontro tra le discipline e le culture. Se fino a ieri losviluppo delle aree del sapere ha premiato l’esplosione di una miriade di specializza-zioni, l’allontanamento della cultura scientifica da quella umanistica, oggi è indispensa-bile creare dei momenti di dialogo fecondo. Nei più recenti percorsi di formazione uni-versitaria gli studenti delle aree scientifiche hanno nel loro piano di studi un esame suitemi della bioetica e la collana realizza dei saggi che possono essere adottati dalle di-verse facoltà. I volumi sinora pubblicati hanno visto la partecipazione di autori di alto pro-filo e che hanno trovato all’estero vasti riconoscimenti, e la scelta dei curatori è cadutasui protagonisti della bioetica italiana. Si è inoltre puntato a concentrare l’attenzione suargomenti ben specifici e circoscritti (per esempio, il consenso informato), piuttosto cheaffrontare questioni generali di bioetica, proprio per costruire un insieme di lavori dove isingoli problemi di bioetica vengono sviscerati nel modo più completo da autori che sap-piano offrire un quadro esaustivo dello stato della ricerca.Per informazioni sul progetto editoriale Questioni di bioetica o per acquistare i volumiscrivere al seguente indirizzo e-mail: [email protected]

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PROFESSIONE VETERINARIA 3/200218IN RETE

È ormai un fatto acclaratoche la recente disponibi-lità di potenti strumenti

informatici stia determinando ilpassaggio da un processo di ap-prendimento biomedico cosiddettounidimensionale ad uno multidi-mensionale. In questa trasforma-zione, Internet ha giocato e giocaun ruolo di primo piano rendendoagevolmente fruibile un approcciomultimediale all’assistenza sanita-ria. Ma occorre riconoscere la giu-sta importanza anche alla forma-zione biomedica a distanza, siaperché la presa di confidenza congli strumenti telematici è attualmen-te indispensabile, sia perché le po-tenzialità didattiche di tali mezzi so-no davvero enormi.Ma vediamo in dettaglio di cosa sioccupa la telemedicina.Le aree principali di applicazionedi questa nuova frontiera a metà trascienza e informatica sono princi-palmente tre e cioé:- la gestione, elaborazione e tra-smissione di dati (es. documenticlinici, cartella clinica);- la gestione, elaborazione e tra-smissione di immagini e messaggivocali (immagini bi e tridimensiona-li, sia statiche che dinamiche e re-lativi referti testuali con commentivocali);- la gestione, elaborazione e tra-smissione di informazioni relative afunzioni d’organo (l’insieme di se-gnali, immagini e dati relativi).Inviare per via telematica una ra-diografia, controllare l’elettrocardio-gramma di un paziente da casa,condividere in rete la cartella clini-ca dei degenti, così come il tele-consulto o il telesoccorso, sono so-lo alcune applicazioni della teleme-dicina. Questa nuova forma di me-

dicina che tende a superare le di-stanze tra medico e cittadino (nelcaso della veterinaria tra medico eproprietario dell’animale), è divenu-ta ormai una realtà anche nel no-stro paese. Forse non tutti sanno,infatti, che l’Italia è la nazione con ilpiù alto numero di sperimentazioniin telemedicina.L’informatica, quindi, è di fatto “lostrumento” indispensabile e nonsolo “uno strumento” per la correttagestione di qualsiasi attività ed of-fre un fondamentale aiuto alla mo-dernizzazione della sanità, in lineacon gli attuali orientamenti del Mini-stero della Sanità.Com’è noto, la sanità assorbe circail 9% del PIL della totalità dei paesieuropei, con punte del 10% in Ger-mania e Svizzera. In Italia, invece,la spesa della sanità pubblica,(che è stata di 120.000 miliardi nel1999, pari al 5,64% del PIL), è de-cisamente più bassa, anche se ildato tende a salire al 7% se si con-sidera nel computo anche la sanitàprivata.Per apprezzare l’importanza dellatelemedicina in fatto di conteni-mento dei costi, occorre pensareche la telematica, applicata incampo sanitario, consente risparmifino al 40% rispetto ai metodi tradi-zionali. Pur con le dovute differen-ze, la stessa percentuale può tran-quillamente essere trasposta an-che in medicina veterinaria.Ma qual è il reale grado di diffusio-ne in Italia della telemedicina in ve-terinaria?A questa domanda è praticamenteimpossibile rispondere in modopreciso, più facile invece è la valu-tazione delle sperimentazioni di te-lemedicina in campo umano, an-che perché si possono supporre

analoghe applicazioni in medicinaveterinaria.In campo sperimentale l’AleniaSpazio ha realizzato un programmache consiste nel mettere in connes-sione, ad esempio, una struttura sa-nitaria come l’ospedale S. Raffaeledi Milano con l’analogo istituto diSarajevo. Sempre nel campo dellamedicina umana, gli Ospedali Riu-niti di Trieste hanno invece messo apunto la cosiddetta “cartella clinicavirtuale del cittadino”, collocando inrete un archivio di immagini e daticonsultabili on-line, alla stessa stre-gua di quanto ha fatto, ad esempio,l’ANMVI con il proprio archivio mul-timediale che viene consultato daipartecipanti alle varie liste di di-scussione su Internet.Naturalmente però, oltre alle ban-che dati, occorre implementare laformazione degli operatori all’ap-prendimento multimediale ed inte-grato, così come è necessario con-dividere maggiormente e quindimettere a disposizione degli utentiinteressati gli archivi elettronici bio-medici che si trovano on line, in mo-do da consentire la formazione a di-stanza. Non di meno va potenziatala consultazione in linea di espertiattraverso il sistema della videocon-ferenza, può essere utile non soloper chiarire i casi clinici più compli-cati, ma anche per fornire una pre-parazione aggiornata e continua(educazione medica continua mul-timediale) e per creare un forum didiscussione e di dibattiti clinici.Nonostante i numerosi esempi dicome, anche nel nostro paese, sipossano concretizzare dei progettidi elevata tecnologia e di straordi-naria utilità pratica, in Italia la tele-medicina ha ancora una diffusionea macchia di leopardo, essendo

una realtà ancora in fase di costru-zione e quindi limitata e frenata an-che da un preoccupante vuoto nor-mativo.Tuttavia, nei prossimi anni gliesperti prevedono un ulteriore svi-luppo della telemedicina: nel setto-

re organizzativo, ad esempio, sa-ranno sempre più usate le cartellecliniche computerizzate e le retiamministrative, così come saran-no sempre più numerosi in Inter-net gli archivi di immagini medi-che e veterinarie. ■

La telemedicina veterinaria in Italiadi Fabrizio Pancini

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Page 18: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 3

PROFESSIONE VETERINARIA 3/2002 19DALL’EUROPA

S ta andando molto a ri-lento il processo diagevolazione e sempli-

ficazione dell’uso dei farmaci ve-terinari in Europa, malgrado lepressioni della professione e le di-chiarazioni d’intenti delle Istituzio-ni della UE. La FVE torna sul pro-blema della disponibilità dei far-maci e sulla necessità di rivederele restrizioni all’uso dei medicinaliveterinari. Secondo Pierre Choraine, Execu-tive Director della FVE, le maggio-ri difficoltà sono legate al fatto dinon poter utilizzare farmaci prove-nienti da altri Stati membri e nonautorizzati nel Paese d’apparte-nenza. Inoltre, i veterinari d’Euro-pa attualmente non dispongonodella gamma di specialità di cuiavrebbero bisogno. Sono ancoramolto pochi i prodotti specifica-mente pensati per cavalli, animalida reddito e animali esotici; que-sto fa sì che il medico veterinariosi ritrovi ad infrangere la normati-va europea per curare i propri ani-mali. “Quando non è disponibile ilprodotto farmaceutico specifico -scrive Choraine nell’editoriale del-la FVE Newsletter di marzo - almedico veterinario si dovrebbe ri-conoscere la necessaria elasticitàper scegliere l’alternativa più ap-propriata, sia essa un prodottoautorizzato in un altro Stato mem-bro o un prodotto autorizzato perun’altra specie animale o per l’uo-mo”. L’impegno della FVE è quel-lo di far pressioni sulle istituzionieuropee affinché riconoscano lanecessità di allentare disposizioninormative inutilmente restrittive epenalizzanti per la professioneveterinaria. Aderendo all’inziativa propostadalla FVE e seguita in prima per-sona da Pierre Choraine, Executi-

ve Director della Federazione,l’ANMVI si è rivolta alle autoritàeuropee competenti per sottoli-neare il problema della scarsa di-sponibilità di farmaci veterinariche interessa la professione intutta Europa. Mentre il Parlamen-to Europeo sta esaminando laproposta di una nuova Direttivasul farmaco veterinario, le orga-nizzazioni veterinarie di tutta l’U-nione vengono sensibilizzate dal-la FVE affinché si attivino presso iparlamentari europei della pro-pria nazione, evidenziando lorocome troppe restrizioni normativesi traducano in una limitata dispo-nibilità di prodotti, a scapito dellaprofessione stessa e del benes-sere animale. L’ANMVI ha quindipreso contatti con i deputati ita-liani delle Commissioni UE inte-ressate dal provvedimento in di-scussione e con i CommissariByrne, Fischler e Liikanen (rispet-tivamente Sanità Agricoltura e In-dustria). L’esito delle consultazioniparlamentari sarà reso noto a fineaprile. ■

Disponibilità dei farmaci in Europa: time for remedies!

I provvedimenti sul farmaco in discussione al Parlamento UE

S ulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee n. C 75/E del26 Marzo 2002 sono pubblicati: la Proposta di direttiva del

Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva2001/82/CE del Parlamento europeo e del Consiglio recante un codi-ce comunitario relativo ai medicinali veterinari (234) e la Proposta di re-golamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce pro-cedure comunitarie per l’autorizzazione, la sorveglianza e la farmaco-vigilanza dei medicinali a uso umano e veterinario, e l’agenzia europeadi valutazione dei medicinali (189).

Per approfondimenti:http://europa.eu.int/eur-lex/it/oj/2002/ce07520020326it.html

(Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee)http://www.fve.org/news/pdf/newsletters/2002_1_Newsletter.pdf

(FVE Newsletter di Marzo)

G10: sostenere il mercato UE

dei farmaci

P er rendere più competitivo il mercato europeo del farmaco neiconfronti di quello statunitense, il G10 (il gruppo di esperti

europei guidato dai Commissari UE per l’Industria e la Sanità) racco-manda l’adozione di misure che velocizzino le autorizzazioni di nuovifarmaci innovativi. Il G10 chiede anche più ricerca, restrizioni sullapubblicità dei farmaci su prescrizione e nel contempo lo sviluppo di unmercato dei generici facilitando il passaggio da “prescription” a “nonprescription”. Off limits la pubblicità sui farmaci etici; incoraggiata in-vece l’informazione agli utenti, anche su Internet e anche da parte del-le aziende.

Antibiotici al bando dal 2006

P er eliminare il rischio di

un aumento dei batteri

resistenti agli antibiotici nel-

l’uomo, e quindi preservare

l’efficacia dei farmaci in caso

di necessità, il Commissario

Europeo alla Sanità David

Byrne ha proposto la messa al

bando dell’uso di antibiotici

nei mangimi animali dal 2006.

Byrne ha anche chiesto di

rafforzare le regole di autoriz-

zazione per gli additivi desti-

nati all’alimentazione animale.

L’uso di antibiotici ai fini d’in-

grasso è passato negli ultimi

cinque anni da 1.600 a 786

tonnellate, secondo uno stu-

dio della Federazione euro-

pea della salute animale. “Le

recenti crisi alimentari - ha

sottolineato Byrne - hanno

provato l’importanza capitale

di un’alimentazione sicura per

gli animali”.

Quanto agli additivi, le nuove

autorizzazioni saranno accor-

date solo per un periodo di

dieci anni, mentre le società

che vendono già additivi do-

vranno, entro i prossimi sette

anni richiedere una nuova va-

lutazione e una nuova autoriz-

zazione per i propri prodotti.

“Sarà l’Authority europea di si-

curezza alimentare - ha chiari-

to Byrne - ad avere un ruolo

centrale nella nuova procedu-

ra di autorizzazione degli ad-

ditivi affinché nessun prodotto

che presenti un rischio poten-

ziale per la salute umana o

animale resti sul mercato”.

★★

★ ★ ★ ★★★

Page 19: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 3

D elle Buone Pratiche Ve-terinarie (ormai abbre-viate in BPV) si è già

parlato a lungo, ma, leggendo at-tentamente le nostre liste telemati-che il tema avvince ancora. È evi-dente che tutto quanto è statodetto e scritto non è che un primoapproccio ad un problema chedobbiamo assolutamente gestire(prima che ci venga gestito daqualcun altro) e anche veloce-mente. Le BPV, sulle quali si è di-scusso recentemente a Bruxellesfra le varie associazioni europee(un ringraziamento al collegaCandotti che si è preso la briga diandarci a rappresentare), poggia-no su regole. Per quanto alcunicolleghi si mostrino piuttosto riot-tosi nel sentire parlare di “regole”la totale deregulation, nella qualestiamo lavorando, non è certa-mente qualcosa di cui vantarsi.Per taluni, che vogliono avere ma-no libera e piena licenza di ucci-dere, questo stato di cose in cuiognuno può fare quello che vuolesenza nulla temere va benissimo.Chi invece ha a cuore anche l’im-magine di una veterinaria che cre-sca con dignità, questa mancan-za di regole è un vero e proprio af-fronto al buon senso e alla tuteladei nostri consumatori, che primao poi si faranno sentire (magari daMarrazzo o dalle Jene). Vi raccon-to un aneddoto. Un paio d’anni favenni chiamato da un noto legaledella mia città che mi chiedeva seero disponibile ad una perizia tec-nica di parte. Il caso era questo.Un cane, che doveva essere sot-toposto ad una detartrasi, era de-ceduto, alla presenza della giova-ne proprietaria, durante la fase dicontenzione che, a detta di chiaccusava, era stata effettuata do-po ripetute iniezioni che avevanosortito scarso effetto obbligando iveterinari ad una contenzioneparticolarmente cruenta su di unanimale cardiopatico. Il padredella ragazzina, chiamato quandoormai tutto si era compiuto, ap-parteneva alla locale questura e,chiamata una volante, faceva ef-fettuare rilievi e fotografie dai suoicolleghi. Dal momento che si trat-tava di una struttura della miacittà, ove lavoravano colleghi cheben conoscevo, rifiutavo l’incaricoe indicavo al legale il nome di unprofessionista, a mio parere, ade-guato al caso. Dopo di che nonseppi più nulla.Pochi giorni fa, a seguito di unamia richiesta di danni per un inci-dente stradale, incontravo, qualepatrocinatore della mia assicura-zione, lo stesso legale. Ci ricor-dammo immediatamente del casoche avevamo discusso tempo ad-dietro e io, incuriosito dall’esito,gli chiesi com’era andata. La ri-sposta fu: “Vede, dottore, alla finenon se non n’è fatto niente. Hocercato e ricercato in tutto il codi-

ce civile e penale qualcosa chepotesse rendere ragione al pro-prietario, ma mi sono accorto chevoi veterinari godete di un tratta-mento riservato a pochi. Se non

incorrete nell’art. 727 (maltratta-mento d’animali), siete laureati eabilitati, in regola con le autorizza-zioni sanitarie e non commetteteuna palese frode, potete, in so-

stanza, fare quello che volete.Non esiste alcuna regola scritta,non esiste alcun reato di malprac-tice. Anche se sbagliate di brutto,sulla base di cosa il magistrato vi

Veterinari. Un’anomalia fortunata?

può condannare? Siete veramen-te un’anomalia fortunata”.Bene, a me questa anomalia for-tunata, ha dato e dà un gran fa-stidio. ■

di Oscar Grazioli

Medico Veterinario, Reggio Emilia

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L’OPINIONE

PROFESSIONE VETERINARIA 3/200220

Page 20: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 3

I l 25 Ottobre del 2001 vienefondata una nuova associa-zione, l’AIVEMP - Associa-

zione Italiana Veterinaria di Medici-na Pubblica. L’Associazione nasceper l’esigenza espressa da ungruppo di colleghi che operanonel settore della Sanità Pubblica diavere un proprio riferimento asso-ciativo, all’interno del quale potersviluppare un confronto culturale escientifico.Il Presidente della Associazione, ilDr. Giuseppe Licitra, nel presenta-re questa nuova iniziativa, dichia-ra: “Oggi, più che mai, c’è bisognodi un’associazione che fornisca alveterinario pubblico un riferimentoformativo per promuovere e miglio-rare le sue competenze scientifi-che, tecniche e manageriali, non-ché per garantire la crescita cultu-rale e professionale degli operato-ri dell’Area Dipartimentale di Sa-nità Pubblica Veterinaria, in lineacon il progresso scientifico e tec-nologico”. Mi fa piacere riprendere anchealcune frasi del Manifesto di Fon-dazione dell’AIVEMP: “Un sog-getto rappresentativo della veteri-naria pubblica capace di propor-si al mondo libero professionalequale interlocutore disponibile aduna collaborazione rispettosa deidiversi ruoli e delle rispettivecompetenze, in favore della cre-scita culturale e professionale ditutta la categoria veterinaria.” Edancora: “Sarà cura dell’associa-zione coltivare la massima colla-borazione con correttezza elealtà di intenti con tutti i partnerdella formazione e della ricerca,dall’Università, al Ministero dellaSalute, agli Ordini, alle Società,alle Fondazioni, agli Istituti Zoo-profilattici, alle Aziende SanitarieLocali, nonché con gli interlocuto-ri istituzionali di Categoria sianoessi allevatori, imprenditori dellatrasformazione, società animali-ste o istituzioni parallele”.È evidente da queste dichiarazioniche l’AIVEMP nasce con il deside-rio di portare un contributo nuovo ediverso alla crescita culturale eprofessionale dei colleghi cheoperano nel settore pubblico e lasperanza di poter collaborare contutti quanti hanno già un ruolo im-portante in questo settore. Nascequindi con un desiderio di trasfor-mazione ed evoluzione del settore,al passo con i tempi e non con in-tenti “rivoluzionari”.Nonostante questo, la nascita del-l’AIVEMP crea, in un settore dovepoco era stato fatto negli ultimi an-ni e che vedeva da un lato il SI-VEMP per gli aspetti strettamentesindacali e dall’altro la Società Ita-liana di Sanità Pubblica Veterinariaper l’aggiornamento culturale,un’evidente preoccupazione per lavivacità e l’impegno che subitoesprime. Il SIVEMP, il 15 Febbraiodel 2002 crea velocemente unapropria associazione, Società Ita-liana di Medicina Veterinaria Pre-ventiva, con un occhio particolar-

mente attento alla gestione del-l’ECM; dall’altra la Società Italianadi Sanità Pubblica Veterinaria, dasempre particolarmente vicina almondo universitario, sviluppa lasua attività.Gli obiettivi dell’AIVEMP sonocomunque diversi da quelli chesi prefiggono le altre due asso-

ciazioni: la sua presentazioneavviene a Frascati con un impor-tante convegno organizzato in-sieme al Ministero della Salutesul tema “Il ruolo del medico ve-terinario nella sanità pubblicanazionale: presente e futuro” al-l’interno del quale vengono riba-diti i punti essenziali della figura

professionale del veterinario nel-la struttura sanitaria pubblica evengono presentate al Sen: Cur-si, Sottosegretario del Ministerodella Salute, richieste precise edimportanti a difesa delle compe-tenze e professionalità del vete-rinario. La prima iniziativa dellanuova associazione del SIVEMP

è stata quella di riproporre, condiversa etichetta, la settimana diaggiornamento a Folgaria, dal25 Febbraio al 2 Marzo. Un merito l’AIVEMP lo ha già sicu-ramente acquisito appena nata,quello di rivitalizzare l’attenzioneverso un settore che sembravadormire sonni tranquilli. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 3/2002 21RIFLESSIONI

Tre sono forse troppe di Luigi Poretti

Page 21: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 3

La tecnologianon è

un’attenuanteNel mio contributo non ci sono se-condi fini. Ritengo che in tutti icampi della medicina veterinaria(e non solo) si mira a burocratiz-zare il concetto di “idoneo” o di“igienico”. In alcuni casi (vedi cer-tificazione HACCP), pur essendoevidente lo stato di “antigienicità”o di “non idoneo”, viene presenta-to un certificato che attesta lacondizione contraria. Che fare?. Ricordare a tutti che è un privilegiodella categoria essere ancoraclassificata come “attività intellet-tuale”. La sintesi del mio messag-gio è inserita nell’affermazione che“l’utilizzo di una strumentazionetecnologicamente avanzata noncostituisce una attenuante nella re-sponsabilità derivata dall’errorediagnostico, ma che al contrariocostituisce sicuramente un ele-mento aggravante la scelta di unostrumento non appropriato” non-ché nella frase in cui affermo chela professionalità del medico vete-rinario deve essere valutata con ri-ferimento “alla corretta valutazionediagnostica e ad una scelta tera-peutica propria ed efficace”.

Franco Pezza

Documentarel’aggiornamento

Egregio Direttore,vorrei poter esprimere la mia opi-nione sul tema inerente la “certifi-cazione dell’ambulatorio veterina-rio” e sulle perplessità accennatenell’ultimo numero di questo gior-nale dal collega Minini nei riguar-di del pensiero del prof. Pezza.C’è senza dubbio da rilevare unaestrema discordanza di opinioni suciò o su chi riveste maggiore im-

portanza nella “classifica” di meri-to che si vorrebbe raggiungere.A questo proposito credo di poterconcordare pienamente con ilpensiero del prof. Pezza che ri-vendica l’assoluta centralità delMedico Veterinario nei confronti diqualsiasi altro “fattore” esternoche, per quanto ipertecnologico oall’avanguardia possa essere,non potrà mai essere portato ametro di giudizio nel rilievo dellapresenza in una struttura sanitariadi una maggiore capacità o pro-fessionalità.Il giudizio va quindi fatto sullapersona: l’ambiente che la circon-da e nel quale tale persona operapuò solo esprimere una potenzia-lità e quindi fungere da corollarionel giudizio globale per il rilasciodi una eventuale “certificazione”. Gli “oggetti” che tutti noi usiamoper il raggiungimento di unaeventuale diagnosi, rimangono e,a mio parere, devono rimanereoggetti che, fra l’altro, devono es-sere usati, per poter servire vera-mente, con competenza (chi cer-tifica che ciò avvenga?).Aggiungerei che moltissimi colle-ghi (compreso me) si avvalgonodella collaborazione di altri colle-ghi professionisti che operano in-dipendentemente dalla strutturain cui vengono chiamati e che for-niscono un ausilio professionale(e strumentale) elevato e chequindi permettono una gestioneestremamente valida della profes-sione stessa.I soldi che vengono spesi per l’or-ganizzazione della struttura nellaquale si opera sono sicuramenteben spesi qualora il professionistase ne avvalga in maniera correttae ciò è possibile solamente sequest’ultimo si applica in un ag-giornamento continuo. Tale ag-giornamento dovrebbe esseredocumentabile perché solo inquesto modo l’utente può essereaiutato e meglio garantito nellascelta della struttura sanitaria ve-terinaria più idonea alle esigenzedel proprio animale.Credo inoltre, che il pensiero ditutti noi si unifichi quando è rivoltoalla volontà di premiare i conte-nuti più che i contenitori, e checreando e gratificando ottimi pro-fessionisti si creeranno, come lo-gica conseguenza, ottimi ambula-tori veterinari.

Matteo FioriMedico Veterinario, Firenze

Siamo alla fine?Caro Scotti, non sappiamo se sei già informatodi quanto sta succedendo a Par-ma ma veramente abbiamo l’im-pressione di essere arrivati alla fi-ne. In Italia abbiamo tredici facoltàdi veterinaria, in altri paesi più nor-mali di noi, Francia, Inghilterra,ecc., sono tre o quattro. Gli iscrittial primo anno, nonostante il nume-ro programmato, sono circa 1700ed i laureati circa 800 ogni anno.Per un settore che è già terribil-mente in crisi e che continua adesprimere sempre di più tensioni eproblemi per una concorrenza

spesso selvaggia questi numerisono veramente preoccupanti. La notizia che ci ha ancor piùpreoccupato è che l’Universitàdella nostra città partirà con duecorsi di laurea triennali ed unalaurea specialistica biennale. Il si-stema delle lauree brevi o iunor ri-schia di diventare il modo per elu-dere il numero programmato po-tendolo aumentare a dismisura. Infatti, mentre il corso specialisti-co in Biotecnologie potrà dare aiveterinari nuovi spazi occupazio-nali i due corsi triennali sforne-ranno dei laureati iunior che a tut-ti gli effetti saranno dei concor-renti dei veterinari. Infatti il primocorso, quello in Tecnologie delleproduzioni animali e sicurezzadegli alimenti darà la possibilità adei mezzi veterinari di inserirsi inun settore che per noi è già mol-to importante ed all’interno delquale molti colleghi hanno trova-to spazi significativi occupazio-nali. Il secondo corso, quello inScienze tecniche equine porteràin questo settore già fortementein crisi e di grande difficoltà per icolleghi che vi svolgono la loroattività una nuova figura profes-sionale che si proporrà in con-correnza a costi sicuramente in-feriori e che finirà di prendersicomunque competenze non suema specifiche del veterinario. Inquesto modo, quando tutte le al-tre facoltà si saranno attivate conle loro lauree brevi ci dici doveandremo a finire?

Carlo Urbani

Solo perpignoleria…

Caro Carlo, come sai mi piace essere attento,pignolo e magari polemico. Sonocosì andato a leggere gli obiettiviche si prefigge una nuova asso-ciazione di veterinari, fortementeespressione del mondo universi-tario a giudicare dai nomi dei con-siglieri, ed “evoluzione” di un pro-getto associativo già presentatoalcuni mesi fa. Ti riporto di seguito la frase chemi ha fatto riflettere: “Il bisogno diaggiornamento culturale dei vete-rinari sembra essere senza limiti:non passa giorno che non si rice-vano inviti a seguire corsi di per-fezionamento di tutti i tipi, organiz-zati praticamente da chiunqueabbia la volontà di farlo e spessocon un denominatore comune, ilcosto elevato. Un onere eccessi-vo soprattutto per i principali frui-tori dei corsi: i giovani disoccupa-ti o sottoccupati. Ruolo importan-te per questa finalità deve esseresvolto dall’Università che negli ul-timi anni ha attraversato un perio-do di crisi legato a molteplici fat-tori tra i quali spiccano il sovraffol-lamento e la carenza di adeguatestrutture. In tale situazione non èstato facile mantenere il passocon le nuove esigenze del mondoprofessionale. Oggi, in un periododi profonde innovazioni, è più chemai indispensabile una fattiva col-laborazione tra Università e Vete-rinaria pubblica e privata, in tutti i

settori professionali...........”. Peressere un testo scritto da chi ope-ra all’interno dell’Università misembra che esprima forti contrad-dizioni:1) l’esigenza dei veterinari ad ag-giornarsi deriva direttamente dailimiti che il corso di laurea in vete-rinaria esprime. Un neolaureatodeve fare un grosso sforzo di ag-giornamento se vuole avere le ba-si per poter iniziare a svolgereuna qualsiasi attività lavorativa. 2) il costo elevato, e sarebbe daintendersi su cosa vuol dire eleva-to visto che all’estero le stesse ini-ziative costano circa il doppio, ècomunque rapportato a quantoviene offerto ed ai risultati che sipossono acquisire. 3) si prende finalmente coscien-za che i neolaureati ed i giovanilaureati in genere sono soprattut-to disoccupati o sottoccupati maci si dimentica che la responsa-bilità di questa situazione è an-cora delle università (13 in Italia)che sfornano ogni anno un nu-mero di laureati che non trove-ranno mai un occupazione nelnostro settore. 4) si ammette lo stato di crisi at-traversato dalle università negli ul-timi anni ricordando anche il pro-blema del sovraffollamento di-menticandosi che la situazionenon è cambiata di molto. 1500nuovi iscritti ogni anno sono fuorida ogni prospettiva di mercatodel lavoro. 5) si ammette che non è stato fa-cile mantenere il passo con l’evo-luzione del mondo professionalesenza ricordare che l’universitàper molti anni ha rifiutato, dall’altodella cattedra, ogni collaborazio-ne seria e rispettosa con il mondoprofessionale. 6) si ripropone l’Università comeriferimento per l’aggiornamentoprofessionale dimenticandosi cheil suo ruolo è quello di far laurea-re giovani preparati e già questosarebbe un obiettivo molto impor-tante e certamente prioritario.Inoltre come può oggi l’università,dopo aver già perso il treno moltianni fa, proporsi come riferimentoad un mondo professionale che ègià andato molto avanti? E comepuò farlo, vorrei aggiungere, secon le sue strutture si apre alpubblico diventando un concor-rente diretto di quel mondo pro-fessionale che vorrebbe tenerelegato a sé? 7) Si propone al mondo profes-sionale pubblico e privato persviluppare una indispensabile efattiva collaborazione. Sono anniche la veterinaria privata propo-ne questo al mondo universitarioma se si vuole veramente arrivar-ci l’università dovrà essere di-sponibile a discutere di tutti i pro-blemi che hanno creato una frat-

tura fra i due mondi senza chie-dere sudditanze o posizioni su-balterne altrimenti la parte mi-gliore della veterinaria privata,quella che da sola, spesso all’e-stero, con fatica, sforzo ed impe-gno si è guadagnata il riconosci-mento sul campo, non sarà maidisposta a confrontarsi e certa-mente non con il capo chinato. Scusami lo sfogo forse ancheespresso in modo disordinato macredo che queste considerazionifosse giusto esprimerle. Non tichiedo una tua risposta ma mi fa-rebbe piacere sentire cosa nepensano gli universitari. Tanti sa-luti a tutti.

Lettera firmata

Modalitàd’iscrizione

Caro Carlo, quando è nata l’ANMVI qualcuno,due o tre se ben ricordo, si la-mentò di questa decisione rite-nendo, nonostante se ne fosse di-scusso ampiamente anche in oc-casione di un’assemblea SCIVAC,di non essere stato sufficiente-mente coinvolto. In questi giorni dopo l’adesionedel SIVELP e del SIVEMP ad unanuova associazione nazionale,tutti i loro iscritti, senza essere sta-ti interpellati, hanno ricevuto latessera della nuova associazioneed il SIVEMP ha creato una nuovasocietà nell’ambito della veterina-ria pubblica nella quale sono statiautomaticamente inseriti tutti isuoi iscritti. Per carità, tutto legitti-mo, ognuno in casa sua può farequello che vuole, ma possibileche i colleghi che a suo tempo sierano dimostrati così indignati,quando la SCIVAC si è federataall’ANMVI, ora siano scomparsitutti?!

Carlo Giubelli

LETTERE AL DIRETTORE

@

“La scienza è sempreimperfetta.

Ogni volta che risolve un problema, ne creaalmeno dieci nuovi”

George Bernard Shaw

Cosa tolgono e cosa aggiun-gono le tecnologie e la certifi-cazione ad un ambulatorio ve-terinario e alle prestazioni ve-terinarie in particolare? Al Col-lega Minini che sul numeroscorso di Professione Veteri-naria chiedeva spiegazionisulle tesi espresse a questo ri-guardo nell’articolo “La certifi-cazione dell’ambulatorio vete-rinario” (Progresso Veterinarion.2/febbraio 2002) rispondepersonalmente il suo autore, ilProf. Franco Pezza.Anche per questo numero miesimo dal rispondere ad uncollega, il dottor Urbani, cheriferisce considerazioni preoc-cupate sulle lauree brevi e peril quale ho chiesto l’interventodell Preside della Facoltà diVeterinaria di Parma, Prof. Ce-sidio Filippo Flammini. Saròlieto di pubblicare la sua ri-sposta sul prossimo numero.

Carlo Scotti

PROFESSIONE VETERINARIA 3/200222

Page 22: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 3

“Quando qualche mese fa mi fuprospettato di presenziare a que-sto convegno mi sono permesso didare alcune indicazioni e suggeri-menti sulle persone che sono inter-venute. Mi fa piacere verificare cheinsieme ad un tavolo comune èpossibile uscire tutti quanti arricchi-ti da questa iniziativa, per primo ilsottoscritto”. Con queste parole ilSottosegretario alla Sanità, Sen.Cesare Cursi ha iniziato il suo inter-vento alla Tavola Rotonda che AI-VEMP ha organizzato a Frascati loscorso 23 marzo per discutere disicurezza alimentare e del nuovoRegolamento CE 178/02. Un inter-vento, quello del Senatore, conclu-sivo di un’intensa mattinata di rela-zioni esposte da rappresentanti delmondo politico, veterinario e dellaproduzione, dalla quale è emersauna visione competente e disin-cantata del problema della sicurez-za alimentare nel nostro Paese. Neriportiamo alcuni passaggi.

Una nuova legge sugli animali“I veterinari hanno una passione, lapassione del mondo animale. Que-sto Governo è l’unico che ha fattoun’ordinanza in una settimana (Mi-sure cautelari per la tutela dei cani

e gatti domestici - GU n. 7 del 9-1-2002 -ndr). E posso dire che hodato incarico all’amico Prof. Roma-no Marabelli di preparare, nel girodi un paio di mesi, una nuova leg-ge sugli animali. Ci tengo a dirloperché l’amore per gli animali siesprime con operazioni concrete,provvedimenti e regolamenti e nonsolo con dichiarazioni d’affetto”.

La Veterinaria resti alla Salute“Ministero della Salute è una sceltadi tipo politico: la sanità evocaospedale, intervento; la salute evo-ca prevenzione, benessere, la ca-pacità di trovare le condizioni per-ché si viva meglio. Allora, ancheper dare un senso a questa nuova

dizione del Ministero e fintanto chefarò il Sottosegretario, avendo avu-to la delega per il vostro settore, laveterinaria resterà al Ministero dellaSalute per non snaturarne la fun-zione e perché le sue competenze,forse non sempre comprese, sonolegate alla Salute”.

La prevenzione è ancherisparmio“Poiché il Ministero della Salute nonha soldi, noi vogliamo fare anchecon le categorie produttive un lavo-ro di educazione e di prevenzione,spiegare alla gente perché è op-portuno mangiare un certo tipo dialimenti, spiegare il senso della tra-sparenza, della tracciabilità. È im-portante che in sede parlamentaree in Senato ci sia il massimo del-l’attenzione sui temi della salute edella prevenzione”.

Devolution selvaggia“Non sono tra quelli che hannosposato il concetto della ‘devolu-tion’ intesa come trasferimento alleRegioni tout court. La ConferenzaStato-Regioni oggi fa quello chevuole e conta più del Parlamento. Econ tristezza devo verificare che daun lato ci sono le Regioni e dall’al-tro c’è lo Stato. Siamo al punto cheè la Regione a dire cosa spetta al-lo Stato. Il cittadino, da Belluno aCanicattì, non ha lo stesso tratta-mento: abbiamo 21 sanità regiona-li. I LEA sono il tentativo dello Statodi dire di cosa i cittadini hanno co-munque bisogno. E siccome quistiamo parlando di salute dei citta-dini, anche i veterinari di Regionidiverse devono rivendicare unifor-mità di trattamento”.

Autocontrollo e Autorità agaranzia di sicurezza alimentare“Autocontrollo” vuol dire senso diresponsabilità e senso dello Stato;deve essere sempre coordinato ediretto dai veterinari e dalla struttu-ra pubblica. In Italia è accadutoche l’autocontrollo volesse dire cheognuno può fare quello che vuole.L’impegno del Governo è quello dicreare un’autorità che insieme allapresenza territoriale delle Regionie dei servizi veterinari delle ASL siail baluardo di un sistema a rete che

possa offrire certezze e garanzieagli utenti consumatori. Il sistemadei controlli, anche attraverso l’o-pera meritoria dei veterinari, delleAziende Sanitarie Locali e del NASoffre a tutti i cittadini la garanzia diavere un Ministero della Salute cheha fatto del benessere il punto d’ar-rivo della propria attività”.

Il Ministero farà campagned’informazione“Sulla comunicazione abbiamo pa-gato uno scotto. C’è chi ha preferitolo scandalismo alla notizia. Ma conl’articolo 25 del Collegato alla Finan-ziaria, passato alla Camera, abbia-mo innovato. Abbiamo dato la pos-sibilità al Ministero della Salute, sot-to il coordinamento del Dipartimentodell’Informazione e della Comunica-zione di Palazzo Chigi, di accedere

a finanziamenti di aziende pubbli-che e private per poter fare campa-gne d’informazione in favore dei cit-tadini e della salute dei cittadini, acondizione che ci sia un coordina-mento di governo per evitare mes-saggi diversificati, non si facciapubblicità a prodotti e che non ci siaconflitto d’interesse. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 3/200224DALLE ASSOCIAZIONI

Tavola Rotonda AIVEMP

Cursi: Veterinari, ASL e NAS garanti dei consumatoriA Frascati il punto sulla sicurezza alimentare

di Sabina Pizzamiglio

Omaggio all’AIVEMP

I l Senatore Cursi ha voluto esprimere pubblicamente il proprio ap-prezzamento per il Manifesto di Fondazione dell’AIVEMP intitolato

“De re rustica”, citando e commentando nel corso della Tavola Roton-da i riferimenti contenuti nel documento a Marzio Porcio Catone che nel234 a.C. preconizzava le prime attività medico veterinarie: “Monte Por-zio è a pochi km da qua. - ha detto Cursi - Fa piacere leggere un ri-chiamo ad una realtà vicina di questa grande grandissima Italia”.

AIA e ASSOCARNI: Produzione responsabilizzata

L uigi Scordamaglia e Giuseppe Pantaleoni, rispettivamente Segre-tario di Assocarni e Vice Presidente AIA, durante i lavori della

Tavola Rotonda di Frascati hanno sottolineato la necessità di ottimizza-re il sistema dei controlli.Per Assocarni l’Authority Alimentare è indispensabile nella gestionedella sicurezza, quale organismo indipendente di controllo. Prima dellasua istituzione la BSE è stata un esempio del fallimento europeo sullasicurezza alimentare, per atteggiamenti omissivi e colpevolizzanti: trop-po polverizzato il sistema dei controlli ed eccessiva severità nei riguar-di della valutazione dell’Italia nella classifica dei cosiddetti Paesi a ri-schio BSE. Per Assocarni è fondamentale responsabilizzare i produtto-ri, attraverso un sistema di autocontrollo supervisionato dai veterinari ilcui ruolo di supervisione resti fondamentale. AIA Chiede “regolamentiapplicativi applicabili” e sopportabili dal punto di vista economico; re-gole chiare, interpretazioni univoche delle norme e una precisa indivi-duazione degli organismi ufficialmente deputati ai controlli. L’AIA ha ri-badito la piena disponibilità degli allevatori a lavorare con tutte le particompetenti alla realizzazione dell’anagrafe bovina.

Romano Marabelli, Socio Onorario

I l Direttore Generale del Dipartimento di Sanità Pubblica Veterina-ria, Romano Marabelli, ha inviato in data 25/03/2002 al Presidente

AIVEMP, dr. Giuseppe Licitra, una lettera con cui ha ufficialmente ac-cettato la nomina a Socio Onorario dell’Associazione. L’AIVEMP si ono-ra anche dell’apprezzamento e della disponibilità che il Direttore Mara-belli le ha assicurato, come segue:

Gentilissimo Presidente,La ringrazio sentitamente della comunicazione relativa alla mia nominaa Socio Onorario dell’Associazione Italiana Veterinaria di Medicina Pub-blica di cui sono particolarmente lieto, anche in considerazione delle al-te e significative finalità relative alla promozione e al miglioramento del-le competenze scientifiche e alla crescita culturale e professionale delcomparto di Sanità Pubblica Veterinaria per le quali confermo la mia piùampia disponibilità.L’occasione mi è gradita per porgerle i miei più sentiti ringraziamenti egli auguri di una felice Pasqua 2002.

Romano Marabelli

I lavori della Tavola Rotonda AIVEMP

Il saluto dell’on. Mancuso

Da sin.: il chairman Antonio Limone, il sen. Cursi e il presidente D’Addario

Da sin.: i senatori Grillotti e Cursi, i presidenti D’Addario e Licitra

Page 23: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 3

DALLE ASSOCIAZIONI

PROFESSIONE VETERINARIA 3/2002 25

Più correttezzanei Forum Care Colleghe e cari Colleghi midispiace dover intervenire sulla li-sta* con un mio comunicato, cheavrei volentieri evitato per rispet-tare la libertà di discussione, maavendo constatato i toni e i conte-nuti delle e-mail degli ultimi giornioltre le polemiche insorte a livellodi riunioni scientifiche, trovo dove-roso fare alcune puntualizzazioni.Ho già avuto modo di sottolineareche il forum SCIVAC era nato e vi-ve con lo scopo di creare un mo-mento di incontro e di scambio diconoscenze tra colleghi per ren-dere patrimonio comune la com-petenza scientifica acquisita du-rante la propria attività di forma-zione e poi applicata nella praticaquotidiana.Questo dovrebbe essere lo spiritoche anima chi vuole comunicarele proprie esperienze sul forum.Sono convinto che questa lista didiscussione sia uno strumentomolto importante ed occorre losforzo di tutti per renderlo semprepiù qualificato. Sono personal-mente contrario a interventi ester-ni o a diversi tipi di censura, parti-colarmente in uno strumento chedeve consentire la massima li-bertà di espressione: la maturitàche deve caratterizzare tutti noi,come professionisti, deve esserel’unico elemento di controllo delleforme e dell’indirizzo della lista.Molti di noi possono avere opinio-ni diverse su determinati argo-menti scientifici, ed è giusto chequeste vengano esposte e moti-vate, ma in maniera comunque ri-spettosa di quelle altrui. L’ap-profondimento del sapere devemuoversi di pari passo con laconsapevolezza dei limiti dellenostre conoscenze ed indurre tut-

ti ad un atteggiamento più co-struttivo e tollerante.Questo atteggiamento deve esse-re proprio sia della lista che di tut-te le occasioni di incontro e discambio culturale che avvengonoin ambito SCIVAC. Invito quinditutti i colleghi che frequentano ilforum a mostrare un comporta-mento più consono alla propria fi-gura professionale, con lo scopo di far crescere questo strumentoa beneficio di tutti, compresi i gio-vani colleghi che hanno la neces-sità di acquisire nozioni ed espe-rienze scientificamente corrette.Un ringraziamento va a tutti quelliche rendono comunque vivo e si-gnificativo il contenuto della lista.Un cordiale saluto a tutti.

Dr. Ermenegildo BaroniPresidente SCIVAC

* messaggio inviato sul FORUM SCI-VAC il 4 aprile 2002.

RiunioneSICARV(Società Italiana di CardiologiaVeterinaria) 5 maggio 2002

La Società Italiana di CardiologiaVeterinaria (SICARV), organizzadomenica 5 maggio a PalazzoTrecchi, Cremona la prima riunio-ne prevista per il 2002. L’argo-mento che sarà afforntato verteràsulle malattie tromboembolichenel cane e nel gatto.I colleghi che sono interessati allapresentazione di casi clinici sonoinvitati a sottoporre il materiale aiseguenti indirizzi entro e non oltreil 20 Aprile 2002. Solo i casi ac-cettati verranno presentati nellasessione del 5 Maggio. Roberto A. Santilli - clinica Vete-rinaria Malpensa, via Marconi 27 -21017 Samarate Varese - email:[email protected]

Michele Borgarelli - dipartimentodi Patologia animale, via Leonar-do da Vinci, 44 - 10045 Gruglia-sco-TO - email: [email protected] Chiavegato - via S. Anto-nio 20 - 35030 Veggiano - PD-email: [email protected]

Programma della giornata:08.45 Registrazione09.00 Tromboembolismo arterio-

so felino (R.A. Santilli)10.30 Pausa11.00 Tromboembolismo polmo-

nare nel cane (D. Chiave-gato)

12.30 Discussione13.00 Pausa pranzo14.00 Presentazione di 7 casi cli-

nici da 20 minuti l’uno conrelativa discussione di 10minuti

Corso di base in:

Zooantropologiaapplicata10-12 Maggio 2002Cremona - Palazzo Trecchi

Dal 10 al 12 maggio si terrà a Pa-lazzo Trecchi, Cremona il corsobase di “Zooantropologia applica-ta”. Relatore: Dr. Roberto Marche-sini.Il corso si propone di fornire ai me-dici veterinari i lineamenti delle ri-cerche zooantropologiche, le me-todologie di base delle scienzecomportamentali applicate e le va-lenze didattiche e assistenziali del-la zooantropologia applicata. Du-rante il corso verranno esaminatigli orientamenti della ricerca sulrapporto uomo-animale sotto laprospettiva delle diverse scuole dipensiero e alla luce delle esperien-ze maturate in questi anni. L’obiettivo è di fornire una prepa-razione di base a coloro che vor-ranno sviluppare un’attività qualifi-cata nella zooantropologia appli-

cata all’interno delle scuole, nelleagenzie di formazione, nei centridi pet therapy, nei canili e negli uf-fici Affari Animali. A tutti i parteci-panti inoltre verranno consegnati imateriali di supporto per iniziarel’attività didattica all’interno dellescuole.

Programma del corso:Venerdì9.00 Registrazione9.15 Introduzione al corso

(Maurizio Pasinato)9.30 Introduzione alle scienze

comportamentali applicate10.15 La ricerca teorica in

zooantropologia11.00 Pausa caffè11.15 Gli ambiti della zooantro-

pologia applicata12.00 Analisi storica dell’intera-

zione uomo-animale13.00 Pausa pranzo14.30 Metodologie delle scienze

comportamentali applicate15.15 Ambiti e tipologie dell’inte-

razione con l’animale16.00 Pausa caffè16.15 Motivazioni e aspettative

nel rapporto uomo/animale17.00 Devianze zooantropologi-

che18.00 Discussione

Sabato9.30 La percezione dell’anima-

le nel bambino10.15 Introduzione alla zooantro-

pologia didattica11.00 Pausa caffè11.15 Costruire un percorso

educativo: i protocolli, leesperienze e i laboratori

12.00 Le attenzioni in zooantro-pologia didattica

13.00 Pausa pranzo14.30 La consulenza in zooan-

tropologia15.15 Principi di etologia e psi-

cologia animale16.00 Pausa caffè16.15 Introduzione alla zooantro-

pologia urbana17.00 I consultori e i laboratori di

zooantropologia applicata18.00 Discussione

Domenica9.30 Introduzione alla zooantro-

pologia assistenziale10.15 Costruire un team prescrit-

tivo11.00 Pausa caffè11.15 La valutazione del benes-

sere animale12.00 Bioetica applicata alle

esperienze di zooantropo-logia

13.00 Chiusura corso

Per avere informazioni più preciseriguardo all’iscrizione contattare: Segreteria EV (Catia) 0372/40.35.06 - fax: 0372/45.70.91 - email: [email protected]

SVIDISocietà Veterinaria ItalianaDiagnostica per Immagini

Su delibera del consiglio direttivoSCIVAC, il gruppo di studio di dia-gnostica per Immagini si è trasfor-mato in società specialistica (SVI-DI, Società Veterinaria ItalianaDiagnostica per Immagini). Tale conversione ha lo scopo difavorire i rapporti scientifici inter-nazionali, in modo da costituireper tutti un ulteriore stimolo a pro-durre e discutere casi clinici peruna continuing education e pro-muovere delle ricerche di validitàscientifica nella diagnostica perimmagini degli animali da compa-gnia. La prima giornata degli incontriprevisti per il 2002 avrà luogo aCremona il 21 Aprile con il se-guente programma:

La diagnostica per immagininello studio di fegato e pan-creas

09.00 Registrazione dei parte-cipanti

09.30 Radiologia di fegato epancreas (Vignoli M.)

10.15 Ecografia del fegato (Za-telli A.)

11.00 Pausa11.30 Biopsie ecoguidate del

fegato (Rossi F.)12.15 Ecografia del pancreas

(Spattini G.)13.00 Pausa14.00 Assemblea ordinaria dei

soci14.30 Casi clinici17.00 Chiusura lavori

Dr.ssa Rossi F. - Specialista inradiologia veterinaria dal 1997.Ha trascorso periodi all’estero inEuropa. Autrice di diverse pubbli-cazioni nazionali ed internaziona-li. Settore di maggiore interesse:ecografia addominale e risonanzamagnetica. Resident (individualprogramme) Diagnostic Imaging

Prontuario Farmaceutico SIVARper Animali da Reddito

Alle Aziende del settore

Si informa che il prontuario farmaceutico SIVAR per animali da redditoè in fase di stesura conclusiva ed è possibile leggerne le bozze al si-to www.sivarnet.it/aziende.Si prega pertanto le aziende di effettuarne la consultazione e di comuni-care le ultime modifiche e/o correzioni al Dr. Carlo Pagani([email protected]) entro e non oltre il 30 aprile p.v.Si ricorda che il mancato invio delle informazioni entro la data presta-bilita, esonera SIVAR ed i propri collaboratori da ogni responsabilitàper eventuali errori o per l’assenza di prodotti di aziende farmaceuti-che all’interno del manuale.

Liste di discussionetelematica

[email protected]

[email protected]

[email protected]

[email protected]

[email protected]

[email protected]

Come utilizzare al meglioil sistema delle liste telematiche

ANMVIhttp://www.anmvi.it/servizi/liste/archivio/

Da questa pagina si accede, tramite ID e psw, all’archivio gene-rale delle liste ANMVI che raccoglie TUTTI i messaggi, allegaticompresi. Si consiglia vivamente di utilizzarlo con più frequenza,in particolar modo prima di porre un quesito alle liste, in quanto èmolto probabile che fra le migliaia di messaggi si possa già tro-vare quello che interessa. In questo modo si risparmia tempo e sievita di spedire in lista un argomento già trattato. L’archivio è uti-lissimo anche per leggere messaggi “persi”, magari nei periodi disospensione temporanea.

MEMOhttp://www.anmvi.it/servizi/liste/utenti/

Da questa pagina potete modificare a piacimento i dati dellavostra scheda personale (e-mail, iscrizioni alle liste, ...).

http://www.anmvi.it/servizi/liste/Questa è la pagina di iscrizione alle liste, che contiene le

istruzioni generali

Nota:Il server di posta accetta anche i file di Excel (.xls), oltre a.doc; .jpg; .gif; .pdf

Enrico FebboSCIVAC, Direzione Editoriale

......

PER ISCRIVERSI: www.anmvi.it/servizi/liste/index.html

A.N.M.V.I.

Page 24: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 3

Università di Berna. Libero pro-fessionista a Sasso Marconi (BO).Dr.ssa Spattini G. - Dal 1998 eResident (alternate programme)Diagnostic Imaging all’Universitàdi Londra. Relatore inviato a di-versi corsi e congressi riguardol’ecografia addominale. Settore dimaggiore interesse: ecografia ad-dominale. Lavora come liberoprofessionista a Reggio Emilia.Dr. Vignoli M. - Specialista in ra-diologia veterinaria dal 1997. Hatrascorso diversi periodi all’esteroin Europa ed USA. Autore di di-verse pubblicazioni nazionali edinternazionali. Settore di maggioreinteresse: radiologia e contrasto-grafia e tomografia computerizza-ta. Resident (individual program-me) Diagnostic Imaging Univer-sità di Zurigo. Libero professioni-sta a Sasso Marconi (BO).Dr. Zatelli A. - Ha trascorso diver-si periodi all’estero in Europa eUSA. Settore di interesse: medici-na interna ed ecografia addomi-nale. Settore di maggiore interes-se: nefrologia e terapia intensiva.Lavora come libero professionistaa Cavriago (RE).L’argomento della seconda gior-nata, prevista per il 3 Novembre2002, è ancora da definire e verràscelto sulla base delle preferenzeespresse nel questionario e da

eventuali suggerimenti che emer-geranno durante il primo incontro.

Dr.ssa Ivana De FrancescoProf. Mario Cipone

11th CongressoAnnuale ECVS5-7 luglio 2002Università di Medicina Veterinariadi Vienna, Austria

Il programma includeStato dell’arte:Oftalmologia, Nutrizione in terapiaintensiva, OsteoartrosiSeminario d’approfondimentodi chirurgia dei grandi animali:Chirurgia dentale e della testa,Zoppia del cavallo, Fisioterapia etrattamenti non convenzionali nelcavallo sportivo.

Seminario d’approfondimentodi chirurgia dei piccoli animali:Displasia dell’anca, Complicazio-ni in chirurgia ortopedica, Fisiote-rapia, Chirurgia pediatrica e ano-malie congenite.Resident Forum, Comunicazionibrevi, Sessioni posters

I corsi pre-congressuali del 4 lu-glio includono:Esercitazioni pratiche di artro-

scopia, Chirurgia d’urgenza eterapia intensiva, Seminariosulla zoppia equina e bovina.

Per informazioni e iscrizioni visita-te il sito:www.ecvs.org o contattate gli uffi-ci dell’ECVS:Università di Zurigo, Facoltà diMedicina Veterinaria, OspedaleequinoWinterhurerstrasse 260, CH-8057Zurigo, SvizzeraTel. 41-1-635 8408 o 1 313 0383Fax 41-1-313 03 84E-mail: [email protected]

A Villa Fioritaveterinarisempre piùspecializzatiLa Tac e lo psicologo per curaregli animaliIl convegno organizzato il 10 mar-zo a Monastier di Treviso dallaSCIVAC mette in luce un fenome-no dell’ultimo decennio: i nostrianimali domestici non sono maistati seguiti così capillarmente.I 150 veterinari che a Villa Fioritahanno assistito alla relazione deldottor Daniele Zambelli (ricercato-re dell’università di Bologna) han-no avuto anche la possibilità di in-tervenire portando a conoscenzadei colleghi i loro casi più interes-santi. Anche nella Marca, ormai,come nelle grandi realtà metropo-litane del resto d’Italia, la figuradel veterinario ha assunto una di-mensione paragonabile a quelladel “medico di famiglia”. Non sia-mo ancora ai livelli di Stati Uniti eGran Bretagna, dove i “pets” sonoquasi sempre animali sacri, maanche l’italiano ha comiciato datempo a curare i propri amici aquattro zampe (ma anche a due oa sei…) come fossero figli a spen-dere fior di quattrini per vederlicrescere sani. “Per noi veterinari l’aggiorna-mento costante è importantequanto lo è per i medici che sioccupano di patologie umane -afferma il dottor Alberto Ansoldi,trevigiano, presidente della dele-gazione veneta della SCIVAC -

qui nel Veneto ci sono due ap-puntamenti annuali, il prossimo siterrà il 15 settembre, sempre aVilla Fiorita, come avviene ormaida diversi anni”.“Esistono fior di veterinari, chirur-ghi, cardiologi o di qualsiasi altrabranca della medicina - continuaAnsoldi - in grado di intervenire suogni patologia anche con esamidiagnostici tipo tac, ecografie,amniocentesi. Per esempio orac’è il boom delle Scienze compor-tamentali applicate, una sorta dipsicologia riferita agli animali checi spiega perché il nostro cane ogatto adotta un certo comporta-mento. Ma dobbiamo essere con-sci dei nostri limiti e indirizzare inostri clienti agli specialisti piùadatti”.

Aldina Vincenzi dal Gazzettino di Treviso del 11/03/2002

Grandesuccesso perl’IncontroRegionale aPiacenzaDomenica 17 marzo si è svolta aPiacenza la prima giornata di ag-giornamento organizzata da SCI-

VAC tramite il comitato RegionaleEmilia Romagna. Nonostante Pia-cenza abbia accolto i partecipan-ti con una mattinata di fitta neb-bia, provocando così un ritardo dicirca mezz’ora sull’inizio dei lavo-ri, la partecipazione dei colleghi èstata superiore ad ogni più roseaaspettativa, ben più di cento per-sone erano presenti in sala quan-do il prof. Gualtieri, relatore dellagiornata sull’addome acuto, hadato inizio alle relazioni, dimo-strando fin dall’inizio di essere ingrado di catalizzare l’attenzionedei presenti per tutta la giornatacon un repertorio ed una prepara-zione nell’esporlo degna di nota.Un ringraziamento alle ditte pre-senti: Eukanuba, TRService, ICF,Pfizer e un ringraziamento parti-colare alla Hill’s sempre presentenelle attività regionali. Un ringra-ziamento anche alla dr.ssa Dona-tella Tristi precisa ed impeccabilecome sempre nell’esporre la suarelazione.Alla fine consentitemi un ringrazia-mento personale a Lara Zava sem-pre efficiente e preparata ogni vol-ta, e sono state tante quelle in cuiho avuto bisogno di lei.Augurandomi di incontrarvi altret-tanto numerosi alla prossima gior-nata di aggiornamento organizza-ta dalla delegazione dell’Emilia Ro-magna, vi saluto calorosamente.Arrivederci a Ferrara!!!

Dott. Claudio Vitelmi Vice Presidente della Delegazione

Emilia Romagna

PROFESSIONE VETERINARIA 3/200226DALLE ASSOCIAZIONI

Per motivi organizzativi i corsisul controllo della displasiadell’anca e del gomito nel ca-ne previsti nel secondo seme-stre 2002 a Cagliari, Genovaed Ancona sono stati annullati.Ne sarà svolto soltanto uno aFirenze in data da destinarsi.Nel primo semestre 2002 il cor-so sarà tenuto a: Tivoli il 05/05/2002 e Bari il 09/06/2002.

Per informazioni Sara Cazzaniga Segreteria FSA Tel. 0372/40.35.11 e-mail [email protected]

FSA

Le prossime date degli incontriregionali SCIVAC

28 aprile Delegazione Regionale Lombardia - MilanoONCOLOGIA CHIRURGICA

5 maggio Delegazione Regionale Marche - AnconaOSTETRICIA E GINECOLOGIA

26 maggio Delegazione Regionale Toscana - Pisa ZOPPIA DELL’ARTO ANTERIORE

2 giugno Delegazione Regionale Basilicata

2 giugno Delegazione Regionale Trentino Alto AdigeTUMORE O NON TUMORE? RASSEGNA CLINICA,DIAGNOSI E CHIRURGIA CON CASI CLINICI

Avviso ai ColleghiNumerosi Colleghi, principalmente dell’Emilia Romagna, hanno se-gnalato in questi giorni alla SCIVAC e all’ANMVI, di aver ricevuto inambulatorio la visita di presunti delegati SCIVAC, provenienti da altreRegioni, a scopo di vendita di prodotti informatici.I Consigli Direttivi dell’ANMVI e della SCIVAC invitano Colleghi a diffi-dare di chiunque si presenti in qualità di delegato regionale SCIVAC (odi altra Associazione Federata ANMVI) con qualsivoglia intento com-merciale. I delegati regionali delle Associazioni Federate ANMVI nonhanno alcun incarico di natura commerciale, ma svolgono esclusiva-mente attività di informazione e aggiornamento professionale nella re-gione di riferimento. Gli elenchi dei delegati regionali e provinciali, uf-ficialmente nominati, sono pubblicati on line:

SCIVAC <http://www.scivac.it.>SIVAR <http://sivarnet.it>SIVE <http://www.sive.it>

Si ricorda inoltre che attualmente non è in vigore alcun patrocinio uffi-ciale su prodotti commerciali, in particolare su nessun programma digestione informatizzata dell’ambulatorio, e che pertanto sulle condi-zioni e sulle modalità di eventuali acquisti non devono incidere pre-sunti riferimenti alla SCIVAC (o ad altre Associazioni Federate ANM-VI), addotti per favorire il buon esito della proposta commerciale.

Cordiali saluti,I Consigli Direttivi di SCIVAC e ANMVI

www.sivae.itSabato 9 marzo 2002 presso lasede della SIVAE in Cremona,Palazzo Trecchi, si sono svoltele elezioni per il rinnovo delConsiglio Direttivo. Il CD SIVAEè ora cosi composto:

PRESIDENTE: Dr. Peccati Claudio

PRESIDENTE SENIOR: Dr. Brunetti Leonardo

VICEPRESIDENTE: Dr. Millefanti Massimo

SEGRETARIO: Dr.ssa Avanzi Marta

TESORIERE: Dr. Benini Fabrizio

CONSIGLIERE: Dr. Visigalli Giuseppe

CONSIGLIERE: Dr. Bellese Alessandro

Page 25: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 3

Da Hill’s PetNutrition unafresca novitàUN ALIMENTO PER CANI CHEDONA DENTI PULITI E ALITO FRESCO TUTTI I GIORNIHill’s Pet Nutrition, leader nellanutrizione e dietetica clinica di ca-ni e gatti, lancia Science PlanCanine Oral Care il primo alimen-to completo per l’igiene orale nelcane. Una ricerca condotta daHill’s ha dimostrato che il 77% deiproprietari di cani è alla ricerca dialimenti efficaci che aiutino i pro-pri amici a mantenere denti pulitie alito fresco tutti i giorni.Science Plan Canine Oral Care(brevettato da Hill’s), formulato inbase a un particolare allineamen-to delle fibre alimentari che com-pongono le crocchette, permettela pulizia dei denti mentre il canemastica il boccone: funziona co-me un vero e proprio spazzolinoda denti. I denti del cane penetra-no a fondo nella crocchetta primache si rompa eliminando cosìplacca e tartaro.Science Plan Canine Oral Carecompleta la gamma di prodottiper l’igiene orale e si aggiunge aFeline Oral Care, specifico per l’i-giene orale del gatto e che ha ri-scosso un notevole successopresso il consumatore.Science Plan Canine Oral Care èl’unico alimento completo e bilan-ciato disponibile in Europa per lacura quotidiana dell’igiene oraledi cani sani e fornisce beneficiquali riduzione della placca, ridu-zione del tartaro e di conseguen-za alito fresco. È altamente appe-tibile e contiene ingredienti diqualità che forniscono vitamine,proteine e livelli di minerali e gras-si bilanciati.Science Plan Oral Care contienela Formula Antiossidante Superio-re, con livelli più elevati di vitami-na E, che aiuta a rafforzare il si-stema immunitario riducendo i ri-schi di contrarre malattie. Cometutti i prodotti Hill’s, la qualità diCanine Oral Care è garantita al100% - soddisfatti o rimborsati.Hill’s Science Plan Canine OralCare è disponibile in tutti i negozispecializzati per animali domesti-ci e nelle cliniche veterinarie adi-bite alla vendita, in confezioni da2 kg e da 5 kg.Per il lancio saranno disponibilicomode confezioni da 800 g in of-ferta prova con un 25% di scontoin espositori autovendenti. Il prez-zo in offerta prova è Euro 4,03(pari a Lire 7,800) anziché Euro5,37 (pari a Lire 10,400). Inoltresaranno disponibili poster, fogliet-ti illustrativi per il consumatore emateriale informativo per il canalespecializzati e i veterinari per co-municare la novità e i benefici delprodotto.Per ulteriori informazioni: Anto-nella Brianza, ufficio stampa Hill’sPet Nutrition, c/o Agenpress, via

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“RassegnaBibliografica aTema”: nuovoaggiornamentoin versionecartacea edelettronicaUn fascicolo di 10 schede perrecensire le più recenti edaggiornate pubblicazioni intema di artrosi e di feritecutanee del cane e del gatto

Il monossido di azoto (NO) è unmarker di artrosi? Quali sostanzene riducono la sintesi?Come condurre la visita clinica diun paziente anziano affetto dazoppia e pervenire a diagnosicerta?Quale è il ruolo dei mastociti nellacicatrizzazione e come ottimizza-re la guarigione delle ferite com-plicate?Queste le principali domande chetrovano moderne risposte scienti-fiche nel nuovo aggiornamentodella “Rassegna Bibliografica aTema”, recentemente pubblicatodal CeDIS Innovet ed attualmentein fase di distribuzione a tutti i Ve-terinari abbonati al servizio.Si tratta in pratica di un fascicoloformato da 10 schede, contenentiil riferimento e la recensione di al-trettanti articoli recentemente ap-parsi nella letteratura scientificanazionale ed internazionale.Originariamente progettate nelsolo formato cartaceo, le schededi recensione sono oggi disponi-bili anche in versione elettronica.Nel sito www.innovet.it è stata, in-fatti, di recente inserita una sezio-ne “Rassegna Bibliografica a Te-ma”, che riporta tutte le schede direcensione finora pubblicate. Lapagina è consultabile gratuita-mente da parte di chiunque fosseinteressato.Un servizio editoriale, questo del-la Rassegna on-line, che nascecon l’obiettivo di snellire e rende-re maggiormente dinamico l’ac-cesso del Medico Veterinario al-l’informazione scientifica di pro-prio interesse.

Arf, la nuovarivistasemestrale diinformazione e ilnumero verdePedigree® sonole più recentiiniziative diDolma S.p.A peri consumatori

PEDIGREE®, marchio leader deglialimenti per cani è da oggi più vi-cino ai propri consumatori. Nasceinfatti Arf, la nuova rivista gratuitadi informazione semestrale, dedi-cata interamente ai cani e ai loroproprietari.Consigli, notizie e curiosità in 40pagine a colori per offrire a tutti ipossessori di cani una interessan-te e completa panoramica sugliaspetti più diversi della vita deinostri amici a quattro zampe edella nostra relazione con loro.Arf è un’iniziativa editoriale cheprende vita dall’esperienza deipiù accreditati esperti del settoreche, attraverso le pagine della ri-vista, parleranno dei moltepliciaspetti del mondo cinofilo e sipropone come guida affidabileper la cura e il benessere dei no-stri piccoli amici.La consapevolezza dei beneficiche derivano dalla compagnia diun animale domestico hanno in-fluenzato positivamente la ten-denza a convivere con un cane equindi a voler approfondire la co-noscenza del “miglior amico del-l’uomo”, al fine di una sempre mi-

gliore relazione. È quindi semprepiù importante, ad esempio, esse-re informati su come alimentare ilproprio cane con la dieta piùadatta, ma anche capire quali so-no i suoi comportamenti e perchési verificano; cosa fare per preve-nire i possibili disagi legati allaconvivenza tra le mura domesti-che ed evitare i malesseri legatiad un ritmo di vita frenetico, cheinevitabilmente influenza anche lavita dei nostri animali da compa-gnia. Questi sono solo alcuni de-gli argomenti che troveranno spa-zio nelle pagine di Arf.Ricevere Arf a casa è semplice:basta contattare il numero verdePEDIGREE® 800 30 31 30 e rila-sciare i propri dati.Si tratta di un nuovo Servizio Infor-mazioni, in funzione 24 ore su 24,sette giorni su sette, che consen-te di conoscere in anticipo tutte lenovità e le iniziative che PEDI-GREE® ha in serbo per i propriconsumatori. La massima riserva-tezza sull’utilizzo dei dati perso-nali è garantita in relazione allalegge 675/96.

Aperte leiscrizioni aMissioneCrocchettaIl primo gioco di squadra asostegno degli animaliabbandonati!Dal 20 aprile sono aperte le iscri-zioni a Missione Crocchetta, il pri-mo help on line a favore degli ani-mali abbandonati.Iscriversi a Missione Crocchetta è

semplice e assolutamente gratui-to: non serve acquistare nulla, ba-sterà avere un po’ di tempo dadedicare alla soluzione di simpati-ci quiz, per aiutare gli animali ab-bandonati ospitati nei canili.Presto infatti, saranno pubblicatinuovi quiz con i quali potranno ci-mentarsi tutti coloro che si saran-no iscritti e guadagnare punti-crocchette a favore del canilescelto.La novità di quest’anno consistenella possibilità di partecipare al-la nostra missione “in squadre”,formate da coloro che giocheran-no per sostenere lo stesso canile!Inoltre il numero dei canili premia-ti sarà doppio rispetto a quellodell’anno scorso e passerà da 10a 20.Iscriviti subito collegandoti al sitowww.royalcanin.it oppure awww.amici.it controlla quantiiscritti conta già la tua squadra efai in modo che diventi la più nu-merosa, passando parola ai tuoiamici!Missione Crocchetta è alla suaseconda edizione annuale e haraccolto, nell’estate del 2001,13.000 iscritti e 115.854 giornatedi alimentazione pari a 25 tonnel-late di crocchette di alta qualitàper cani e gatti, distribuite daRoyal Canin Italia ai 10 canili piùvotati on line.Missione Crocchetta è organizza-ta dall’Associazione Amici! e daRoyal Canin Italia che da 15 anni,sostiene l’associazione nelle suecampagne sociali di sensibilizza-zione e di diffusione di una cultu-ra di responsabilità e amore versogli animali.

Per ulteriori informazioni: AMICI! Tel. 02/29523116 Fax: 02/29523025 email: [email protected]

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Page 26: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 3

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Page 27: Professione Veterinaria, Anno 2002, Nr 3

PROFESSIONE VETERINARIA 3/200230

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC MOLISE MEDICINA INTERNA - Molise - Relatore: Dr. Fabio Viganò - Per informazioni: Lara Zava Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403541 - email [email protected]

CORSO FSA CONTROLLO DELLA DISPLASIA DELL’ANCA E DEL GOMITO NEL CANE - Napoli - Hotel San Germano - Via eccatelli, 41 - Per informazioni: Sara Cazzaniga - Segreteria FSA - Tel. 0372/403511 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI RADIOLOGIA ADDOMINALE - Cremona Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SIVAR CALABRIA Dr. M. Bonfanti (Merial) PROFILASSI MIRATA DELLE MALATTIE NEONATALI - Dr. M. Colombo (CD SIVAR)GESTIONE DELLE DIARREE NEONATALI, LINEE GUIDA DI UN PIANO DI CONTROLLO DELLE MALATTIEINFETTIVE - Dr. E. Chiavassa (CD SIVAR) CHIRURGIA ADDOMINALE NEL BOVINO, TAGLIO CESAREO NEL BOVINO- Sede: Sezione Zooprofilattica di Catanzaro (h. 9.30), Catanzaro Lido.Info: Segreteria SIVAR, Paola Orioli, Tel. 0372/40.35.39, [email protected]

SVIDI (ex GdS SCIVAC di Diagnostica per Immagini) LA DIAGNOSTICA PER IMMAGINI NELLO STUDIO DI FEGATO E PANCREAS - Cremona Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC ABRUZZO FISSAZIONE OSSEA ESTERNA - Abruzzo - Relatore: Dr. Romanelli - Sede: Hotel Serena Majestic, Montesilvano -PE - Per informazioni: Lara Zava - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403541 - email [email protected]

CONVEGNO NAZIONALE SIVAR CONTROLLO E PREVENZIONE DELLA PRRS. METODI TRADIZIONALI E POSSIBILITA’ INNOVATIVERassegna Suinicola Internazionale, Fiera di Reggio Emilia.Info: Segreteria SIVAR - Paola Orioli - Tel. 0372/40.35.39, [email protected], www.sivarnet.it

SIMIV (ex Gruppo di Studio di Medicina Interna) AGGIORNAMENTI IN NEFROLOGIA - Milano - Per informazioni: Paola Gambarotti - SegreteriaSCIVAC - Tel 0372/403508 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA ONCOLOGIA CHIRURGICA - Lombardia - Relatore: Dr. Giorgio Romanelli -Sede: Centro Congressi FAST, PiazzaleMoranti 2 -MI- Per informazioni: Lara Zava - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403541 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI CARDIOLOGIA 1A parte - Cremona Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

SICARV (ex Gruppo di Studio SCIVAC di Cardiologia) MALATTIE TROMBOLICHE NEL CANE E NEL GATTO - Cremona Per informazioni: Catia Arisi Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

CORSO FSA CONTROLLO DELLA DISPLASIA DELL’ANCA E DEL GOMITO NEL CANE - Roma - Holiday Inn Rome-West - Via Aurelia Km 8,4 - Per informazioni: Sara Cazzaniga - Segreteria FSA - Tel. 0372/403511 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC MARCHE OSTETRICIA, GINECOLOGIA - Marche - Relatore: Dr. Majolino Per informazioni: Lara Zava - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403541 - email [email protected]

SIVE DELEGAZIONE REGIONALE LOMBARDIA Cremona- Palazzo Trecchi Relatore: Barbara RiccioPer informazioni: Ludovica Bellingeri - Segreteria SIVE - Tel: 0372 403502 - email [email protected]

CORSO SISCA CORSO BASE DI ZOOANTROPOLOGIA - Cremona Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC LAZIO PROBLEMI DI ACCRESCIMENTO OSSEO NEL CANE - Ordine dei Veterinari, via Genova 48 - Viterbo - INCONTRO PROVINCIALE Per informazioni: Lara Zava - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403541 email [email protected]

44° CONGRESSO NAZIONALE MULTISALA SCIVAC ARGOMENTI IN SIMULTANEA SU SETTE SALE - Milano - Per informazioni: Paola GambarottiSegreteria SCIVAC - Tel. 0372/403508 - email [email protected]

SEMINARIO SIVE NEUROLOGIA EQUINA - Fiera di Reggio Emilia - Per informazioni: Ludovica Bellingeri - Segreteria SIVE - tel. 0372/403502 - email [email protected]

CORSO SIVE NEUROLOGIA EQUINA - Bagnarola di Budrio (BO) - Per informazioni: Ludovica Bellingeri Segreteria SIVE - tel. 0372/403502 - email [email protected]

CORSO SCIVAC COURSE ON ARTHROSCOPIC JOINT SURGERY - Cremona - Centro Studi SCIVAC Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC TOSCANA ZOPPIA DELL’ARTO ANTERIORE - Toscana - Per informazioni: Lara Zava - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403541 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI ANESTESIA - Perugia - Centro Studi SCIVAC/AVULP Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

IV CONGRESSO NAZIONALE MULTISALA SIVAR Cremona - Palazzo Trecchi - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria SIVAR - Tel 0372/403539 -email [email protected] Programma scientifico al sito www.sivarnet.it

INCONTRO SIVAR/AIVEMP HACCP e procedure standards di gestione igienica (SSOP): predisposizione da parte dell'impresa e verifica delveterinario ufficiale. MATTINO - info: Paola Orioli - Segreteria SIVAR - Tel 0372/403539 - email [email protected]

TAVOLA ROTONDA SIVAR/AIVEMP TAVOLA ROTONDA: BSE: La sorveglianza epidemiologica veterinaria quale strumento di riqualificazione delleproduzioni italiane POMERIGGIO - info: Paola Orioli - Segreteria SIVAR - Tel 0372/403539 - email [email protected]

TAVOLA ROTONDA SIVAR/AIVEMP TAVOLA ROTONDA: Certificazione ed accreditamento: la qualificazione professionale come opportunità per ilveterinario dipendente e lib. prof. - info: Paola Orioli - Segreteria SIVAR - Tel 0372/403539 - email [email protected]

GRUPPO DI STUDIO DI ANESTESIA Perugia - Centro Studi SCIVAC/AVULP - Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC BASILICATA Basilicata - Per informazioni: Lara ZavaSegreteria SCIVAC - Tel. 0372/403541 - email [email protected]

14apr.

14apr.

17-20apr.

20apr.

21apr.

21apr.

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28apr.

28apr.

2-4mag.

5mag.

5mag.

11mag.

10-12mag.

12mag.

5mag.

16-19mag.

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Chiuso in stampa il 10 aprile 2002

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