Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 3

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PR O FESSI O NE VETERINARIA MENSILE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE hanno posto al centro dell’attenzio- ne dell’opinione pubblica, dei go- verni e delle istituzioni tutte, sia a li- vello nazionale che europeo, la fi- gura del Medico Veterinario. Molte istituzioni che poco aveva- no considerato la nostra profes- sione, penalizzandola pesante- mente sotto tutti i punti di vista compresa la destinazione di fondi per il finanziamento della ricerca, hanno dovuto ricredersi circa l’im- portanza del Medico Veterinario come tutore della salute pubblica. I media hanno iniziato ad intervi- stare Veterinari che, sia con titolo per farlo che anche senza alcun ruolo istituzionale od associativo, hanno iniziato a spiegare quale posto avesse la nostra professio- ne nell’ambito della sanità. Un’infintà di utenti che credevano che la salute dell’uomo fosse una esclusiva del Medico hanno sco- perto questa nuova figura di tuto- re della salute pubblica che ha notevoli responsabilità al fine di evitare gravissimi danni economi- ci a tutto il mondo produttivo che direttamente o indirettamente opera a contatto con gli animali, che ha il compito di tutelare la sa- lute umana prevenendo ed impe- dendo il diffondersi di patologie trasmissibili dall’animale all’uomo. Il Ministro della Agricoltura è inter- venuto a molteplici dibattiti pub- blici sugli argomenti ed era quasi sempre affiancato da Medici Vete- rinari, poco purtroppo si è visto il Ministro della Sanità su questo ar- gomento e, a mio giudizio, bene avrebbe fatto la sua presenza isti- tuzionale, visto il ruolo emerso della Medicina Veterinaria quale comparto importante del Ministe- ro della Sanità. Adesso che i riflettori si stanno spegnendo, sperando che non si Le emergenze deter- minate in questi ultimi mesi dalla Bse ed og- gi dall’afta epizootica 001 EDIZIONI SCIVAC - Anno 11, numero 3, mensile, marzo 2001 Spedizione in abbonamento postale - 45% Art. 2 comma 20/b-Legge 662/96 - Filiale di Piacenza Concessionaria esclusiva per la pubblicità EDIZIONI VETERINARIE E.V. srl - Cremona Viaggio attraverso la competizione, le scorrettezze, l’etica e la deontologia professionale veterinaria In nome della concorrenza… In attesa del tariffario minimo nazionale, la categoria alle prese con le nuove forme di pubblicità in Rete e con il marketing strategico. Quale veterinaria l’editoriale di Carlo Scotti (in questo numero:) 1 21 29 Prima Pagina: In nome della concorrenza di Fabrizio Pancini ANMVI informa: Decisione CEE 68/2000: ecco la proposta applicativa di Marco Eleuteri Riflessioni: Ausiliari veterinari laureati? di Luigi Poretti 14 25 30 Attualità: Impiego di medicinali ad azione stupefacente e psicotropa di Aldo Vezzoni Rubrica Legale: Dottore, concilia? di M.T. Semeraro Lettere al Direttore: Ketamina: e se fossimo più ricchi? a cura di Carlo Scotti 17 26 33 Attualità: Dopo le dimissioni dal SIVeLP di Carlo Scotti Rubrica Fiscale: Abilitazione al servizio telematico di Giovanni Stassi Dalle Associazioni: Il Multisala SCIVAC si conferma l’evento dell’anno di Ermenegildo Baroni 18 27 37 Attualità: La gestione dei rifiuti sanitari negli ambulatori veterinari di M.C. Lopez Moreno In Rete: Domini: ad ognuno il proprio di Fabrizio Pancini Dalle Aziende: Il Dl 336 e l’impiego di Crestar a cura della redazione 32 H ill ’s * A PAG. 3 M olti di noi hanno seguito “La clinica degli animali” il programma di Canale 5 dedicato agli animali, o forse sarebbe me- glio dire dedicato agli ambulatori della nuova ed anche molto bella Facoltà di Veterinaria di Bologna. Numerosi colleghi, soprattutto dell’area bolognese, ci hanno su- bito scritto e telefonato per de- nunciare i danni derivati agli am- bulatori del capoluogo emiliano. Il programma infatti, seguito da mi- lioni di proprietari, ha presentato gli ambulatori della Facoltà come il miglior riferimento per la cura degli animali. Prima di entrare nel merito della correttezza di questa vicenda, è bene sottolineare i vantaggi deri- vati all’Università di Bologna dal successo della trasmissione. Il pubblico che segue questo genere di programmi è ascrivibi- le ad un livello culturale medio- basso e recepisce l’informazio- ne televisiva in termini acritici. Un reportage realizzato in ma- niera da mostrare l’ambiente universitario migliore di quanto non sia realmente ha quindi una enorme forza di suggestione e di convincimento. Il pubblico non sa ovviamente giudicare la validità scientifica e professionale delle prestazioni sanitarie, ma si lascia favorevol- mente impressionare da atteg- giamenti gentili e disponibili ver- so animali e proprietari e da un clima di serenità e cordialità. Nell’immaginario di questo pub- blico l’Università è ancora ricon- ducibile a idee positive e fiducio- se, derivanti soprattutto da un certo ossequioso credo verso la medicina umana. Il fatto di fare operare il proprio animale da un Professore, in Clinica Universita- ria, viene di per sé sentito come una garanzia. È evidente, che il libero professionista rischia di perdere pesantemente il confron- to e quindi è doveroso invocare il rispetto di precise regole, anche perché l’Italia ha già un numero esorbitante di Facoltà (e alle tre- dici già esistenti si vanno ad ag- giungere quella del Friuli e quella pare del Lazio). A nostro avviso, l’Università do- vrebbe attenersi ai seguenti parametri: a) Gli ospedali e le cliniche uni- versitarie non dovrebbero avere rapporti diretti con il pubblico ma svolgere attività clinica di riferi- mento con aspetti didattici e di ri- cerca. Se i liberi professionisti non hanno quasi mai considerato le Università come un riferimento per la pratica clinica è solo per- ché le stesse mancavano di strutture e di personale. Oggi le cose stanno cambiando, ma nel frattempo lo sviluppo delle clini- che private ha sopperito alle ca- renze dell’Università. b) Gli universitari che svolgono at- tività clinica devono essere iscritti all’Ordine e quindi assoggettati a tutte le regole che ciò comporta, sia in termini civilistici che deonto- logici. Il Consiglio di Stato l’ha confermato. c) In attesa di un tariffario nazio- nale, che speriamo venga al più presto approvato dal Ministero, le Università che svolgono attività per il pubblico sono tenute a ri- spettare i minimi previsti dall’Or- dine Provinciale competente. d) Le Università che svolgono attività rivolta al pubblico devo- no adeguarsi alle stesse regole che valgono per tutti i liberi pro- fessionisti anche per gli aspetti promozionali e pubblicitari. Il grande ritorno promozionale che l’Università di Bologna ha avuto da queste trasmissioni viola queste regole, pertanto l’Ordine competente o la stessa FNOVI dovrebbero intervenire (come speriamo abbiano già fat- to per il caso di pubblicità indi- retta a favore della Clinica del- l’Università di Bari apparsa su una rivista nazionale). Il mondo libero professionale vor- rebbe, come già avviene in altri paesi europei, sviluppare un ri- spettoso rapporto di collabora- zione con le Università, ma que- sto sarà possibile solo se queste ultime sapranno fare una scelta precisa e dedicarsi esclusiva- mente all’attività clinica di riferi- mento. Diversamente, le Univer- sità si porrebbero in posizione di forte concorrenza e se non ri- spettassero almeno le regole alle quali è assoggettato il libero pro- fessionista si porrebbero addirit- tura in posizione di concorrenza sleale nei confronti di chi ha spe- so anni di studio e di aggiorna- mento e ha investito cifre consi- derevoli per realizzare una pro- pria struttura e ha maturato una propria esperienza nel rispetto delle regole. In conclusione ci domandiamo: i Colleghi di Bologna oggi si ram- maricano di aver aperto i loro ambulatori agli universitari? Con- tinueranno a rivolgersi all’ateneo per i casi clinici particolari? L’Università, un concorrente di Fabrizio Pancini CONTINUA A PAG. 3 Global Leader in Pet Nutrition Tel. 0372/403538 - Fax 0372/457091 email: [email protected] Edizioni Veterinarie E.V. srl

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Professione Veterinaria è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore

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PROFESSIONE VETERINARIA

MENSILE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

hanno posto al centro dell’attenzio-ne dell’opinione pubblica, dei go-verni e delle istituzioni tutte, sia a li-vello nazionale che europeo, la fi-gura del Medico Veterinario. Molte istituzioni che poco aveva-no considerato la nostra profes-sione, penalizzandola pesante-mente sotto tutti i punti di vistacompresa la destinazione di fondiper il finanziamento della ricerca,hanno dovuto ricredersi circa l’im-portanza del Medico Veterinariocome tutore della salute pubblica. I media hanno iniziato ad intervi-stare Veterinari che, sia con titoloper farlo che anche senza alcunruolo istituzionale od associativo,hanno iniziato a spiegare qualeposto avesse la nostra professio-ne nell’ambito della sanità. Un’infintà di utenti che credevanoche la salute dell’uomo fosse unaesclusiva del Medico hanno sco-perto questa nuova figura di tuto-re della salute pubblica che hanotevoli responsabilità al fine dievitare gravissimi danni economi-ci a tutto il mondo produttivo chedirettamente o indirettamenteopera a contatto con gli animali,che ha il compito di tutelare la sa-lute umana prevenendo ed impe-dendo il diffondersi di patologietrasmissibili dall’animale all’uomo. Il Ministro della Agricoltura è inter-venuto a molteplici dibattiti pub-blici sugli argomenti ed era quasisempre affiancato da Medici Vete-rinari, poco purtroppo si è visto ilMinistro della Sanità su questo ar-gomento e, a mio giudizio, beneavrebbe fatto la sua presenza isti-tuzionale, visto il ruolo emersodella Medicina Veterinaria qualecomparto importante del Ministe-ro della Sanità.Adesso che i riflettori si stannospegnendo, sperando che non si

Le emergenze deter-minate in questi ultimimesi dalla Bse ed og-gi dall’afta epizootica

001 EDIZIONI SCIVAC - Anno 11, numero 3, mensile, marzo 2001

Spedizione in abbonamento postale - 45% Art. 2 comma 20/b-Legge 662/96 - Filiale di Piacenza

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Viaggio attraverso la competizione, le scorrettezze,l’etica e la deontologia professionale veterinaria

In nome dellaconcorrenza…In attesa del tariffario minimo nazionale, la categoria alle prese con le nuove formedi pubblicità in Rete e con il marketingstrategico.

Quale veterinaria

‘‘l’editorialedi Carlo Scotti

(in questo numero:)

1 21 29Prima Pagina:In nomedella concorrenzadi Fabrizio Pancini

ANMVI informa:Decisione CEE68/2000: ecco laproposta applicativadi Marco Eleuteri

Riflessioni:Ausiliari veterinarilaureati?di Luigi Poretti

14 25 30Attualità:Impiego di medicinaliad azione stupefacentee psicotropadi Aldo Vezzoni

Rubrica Legale:Dottore, concilia?di M.T. Semeraro

Lettere al Direttore:Ketamina:e se fossimopiù ricchi?a cura di Carlo Scotti

17 26 33Attualità:Dopo le dimissioni dalSIVeLPdi Carlo Scotti

Rubrica Fiscale:Abilitazione al serviziotelematicodi Giovanni Stassi

Dalle Associazioni:Il Multisala SCIVACsi conferma l’eventodell’annodi Ermenegildo Baroni

18 27 37Attualità:La gestione dei rifiutisanitari negli ambulatoriveterinaridi M.C. Lopez Moreno

In Rete:Domini:ad ognuno il propriodi Fabrizio Pancini

Dalle Aziende:Il Dl 336 e l’impiego di Crestara cura della redazione

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Hill’s*

A PAG. 3

M olti di noi hanno seguito“La clinica degli animali” il

programma di Canale 5 dedicatoagli animali, o forse sarebbe me-glio dire dedicato agli ambulatoridella nuova ed anche molto bellaFacoltà di Veterinaria di Bologna.Numerosi colleghi, soprattuttodell’area bolognese, ci hanno su-bito scritto e telefonato per de-nunciare i danni derivati agli am-bulatori del capoluogo emiliano.Il programma infatti, seguito da mi-lioni di proprietari, ha presentatogli ambulatori della Facoltà come ilmiglior riferimento per la cura deglianimali.Prima di entrare nel merito dellacorrettezza di questa vicenda, èbene sottolineare i vantaggi deri-vati all’Università di Bologna dalsuccesso della trasmissione.Il pubblico che segue questogenere di programmi è ascrivibi-le ad un livello culturale medio-basso e recepisce l’informazio-ne televisiva in termini acritici.Un reportage realizzato in ma-niera da mostrare l’ambienteuniversitario migliore di quantonon sia realmente ha quindi unaenorme forza di suggestione edi convincimento.Il pubblico non sa ovviamentegiudicare la validità scientifica eprofessionale delle prestazionisanitarie, ma si lascia favorevol-mente impressionare da atteg-giamenti gentili e disponibili ver-so animali e proprietari e da unclima di serenità e cordialità.Nell’immaginario di questo pub-blico l’Università è ancora ricon-ducibile a idee positive e fiducio-se, derivanti soprattutto da uncerto ossequioso credo verso lamedicina umana. Il fatto di fareoperare il proprio animale da unProfessore, in Clinica Universita-ria, viene di per sé sentito comeuna garanzia. È evidente, che illibero professionista rischia diperdere pesantemente il confron-to e quindi è doveroso invocare ilrispetto di precise regole, ancheperché l’Italia ha già un numeroesorbitante di Facoltà (e alle tre-dici già esistenti si vanno ad ag-giungere quella del Friuli e quellapare del Lazio).A nostro avviso, l’Università do-vrebbe attenersi ai seguentiparametri:a) Gli ospedali e le cliniche uni-versitarie non dovrebbero avererapporti diretti con il pubblico masvolgere attività clinica di riferi-mento con aspetti didattici e di ri-cerca. Se i liberi professionisti

non hanno quasi mai consideratole Università come un riferimentoper la pratica clinica è solo per-ché le stesse mancavano distrutture e di personale. Oggi lecose stanno cambiando, ma nelfrattempo lo sviluppo delle clini-che private ha sopperito alle ca-renze dell’Università.b) Gli universitari che svolgono at-tività clinica devono essere iscrittiall’Ordine e quindi assoggettati atutte le regole che ciò comporta,sia in termini civilistici che deonto-logici. Il Consiglio di Stato l’haconfermato.c) In attesa di un tariffario nazio-nale, che speriamo venga al piùpresto approvato dal Ministero, leUniversità che svolgono attivitàper il pubblico sono tenute a ri-spettare i minimi previsti dall’Or-dine Provinciale competente.d) Le Università che svolgonoattività rivolta al pubblico devo-no adeguarsi alle stesse regoleche valgono per tutti i liberi pro-fessionisti anche per gli aspettipromozionali e pubblicitari. Ilgrande ritorno promozionaleche l’Università di Bologna haavuto da queste trasmissioniviola queste regole, pertantol’Ordine competente o la stessaFNOVI dovrebbero intervenire(come speriamo abbiano già fat-to per il caso di pubblicità indi-retta a favore della Clinica del-l’Università di Bari apparsa suuna rivista nazionale).Il mondo libero professionale vor-rebbe, come già avviene in altripaesi europei, sviluppare un ri-spettoso rapporto di collabora-zione con le Università, ma que-sto sarà possibile solo se questeultime sapranno fare una sceltaprecisa e dedicarsi esclusiva-mente all’attività clinica di riferi-mento. Diversamente, le Univer-sità si porrebbero in posizione diforte concorrenza e se non ri-spettassero almeno le regole allequali è assoggettato il libero pro-fessionista si porrebbero addirit-tura in posizione di concorrenzasleale nei confronti di chi ha spe-so anni di studio e di aggiorna-mento e ha investito cifre consi-derevoli per realizzare una pro-pria struttura e ha maturato unapropria esperienza nel rispettodelle regole.In conclusione ci domandiamo: iColleghi di Bologna oggi si ram-maricano di aver aperto i loroambulatori agli universitari? Con-tinueranno a rivolgersi all’ateneoper i casi clinici particolari? ■

L’Università, un concorrente

di Fabrizio Pancini

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M arketing, relation-ship (ovvero ciò cheattiene alle tecniche

ed alle strategie con le quali unprofessionista o un’impresa“parla” al suo pubblico), appli-cazione dei mezzi di comunica-zione, merchandising, gestione,organizzazione, struttura e fun-zionamento di una attività pro-fessionale, sono davvero questii nuovi strumenti per vincere laconcorrenza?In un mercato in cui tutte le impre-se praticano il marketing, fattorechiave per sviluppare ed imple-mentare una strategia d’impresaefficace, qualcuno è convinto chela professione veterinaria sia dav-vero un’impresa di tipo commer-ciale che soggiace quindi alleleggi di mercato né più né menocome qualsiasi altra attività.Ma è davvero così?È giusto liberalizzare la nostra at-tività al punto da equipararla aqualsiasi altra?E fino a che punto è lecito utiliz-zare i mezzi che la tecnologiamette a disposizione e con qualeetica o deontologia?In Italia, siamo veramente cre-sciuti sotto l’aspetto deontologicoo servirebbero istituzioni come adesempio le Università per forma-re, anche dal punto di vista deon-tologico, i futuri professionisti; op-pure gli Ordini Provinciali per isti-tuire corsi periodici aperti a tuttigli iscritti?La stesura del nuovo tariffario mi-nimo nazionale basterà da sola adisciplinare la giungla che attual-mente esiste in campo professio-nale e che spesso non dà unesempio edificante di correttezzatra colleghi?A queste e a molte altre doman-de su cos’è la concorrenza equali sono i mezzi leciti per ap-plicarla senza danneggiare ilcollega della porta accanto, Pro-fessione Veterinaria ha provato adare risposta, o, quanto meno,ha cercato di aprire un dibattitotra colleghi di differente estrazio-ne e con ruoli e bagagli profes-sionali diversi. Ecco quello che èscaturito.

Paolo BossiPresidente Ordine di Milanolibero professionista

Nello svolgimento della liberaprofessione veterinaria, è giu-sto considerare concorrenti En-ti come l’Università, gli IZS, leASL che, secondo alcuni, svol-gerebbero attività assimilabili aquelle dei liberi professionisti?Concorrenza: vocabolo spessoassociato al termine “libera”, non-ché all’altro altrettanto “libero”mercato. Sono realtà da noi moltocitate ma della cui effettiva esi-stenza è lecito dubitare in tanti set-tori, compresa la veterinaria. Spes-so il mercato, quello che dovrebbeessere basato sulla concorrenza,è distorto da privatizzazioni attuatea metà, da regole protezionisticheutili solo a chi è abituato ad opera-re in regimi protetti, di monopolio,meglio se mascherati.Nel nostro settore queste realtàsono altrettanto imperanti: chiesercita la professione, quella ve-ra, che deve fare i conti tutti i gior-ni con sfide e rischi, si trova quo-tidianamente a confrontarsi conuna miriade di figure che operanocon le spalle ben coperte, magarianche legalmente.Vorrei fare alcuni esempi in pro-posito: gli Istituti Zooprofilattici(duole dirlo, visto il prezioso servi-zio che spesso svolgono ed i tan-ti bravi colleghi che vi operano),che dovrebbero essere di suppor-to alla veterinaria per la tutela del-la salute del nostro patrimoniozootecnico e che, invece, sempredi più operano direttamente comelaboratorio privato al servizio delprivato. Questo soprattutto nelsettore degli alimenti, ma anche inzootecnia, con gravi distorsioni:essi offrono, infatti, un servizio di-rettamente agli stessi operatorieconomici (vedi industrie alimen-tari), nei confronti dei quali, in altrimomenti della loro attività istitu-zionale, devono esercitare uncontrollo ben più importante co-me Servizio Sanitario. Tutto ciò,inoltre, godendo di finanziamentipubblici che permettono investi-

menti impossibili alla maggiorparte dei laboratori privati e spes-so avvalendosi di collaboratoripagati “due lire”, con la coperturadelle borse di studio.E che dire della cosiddetta intramoenia, vero esempio di concor-renza che meno libera di così nonpuò essere? Facile, avendo allespalle tutte le garanzie possibilied una veste così ufficiale arro-tondare con qualche visita o apri-re con i soldi pubblici un ambula-torio per animali da compagnia,effettuare consulenze negli alleva-menti intensivi, fare prescrizioni difarmaci e soprattutto di mangimimedicati, da parte di quei colleghiche lavorano da dipendenti o chesono collaboratori o quant’altroper le industrie mangimistiche, diintegratori o affini.Queste persone offrono un grossoservizio all’industria, che non neha certo bisogno, ed impedisco-no così anche lo sviluppo di figu-re di professionisti indipendenti,veri consulenti degli allevatori so-prattutto di suini, avicoli, ecc. E questi sono solo alcuni degliesempi, quelli forse più eclatanti.

La Commissione FNOVI da qual-che tempo ha formalmente chiu-so i lavori che riguardano la ste-sura del tariffario nazionale, pre-sentando al Comitato Centralele conclusioni concernenti l’e-lenco delle voci tariffarie che do-vrebbero essere suggerite al Mi-

nistero della Sanità che provve-derà a stabilire i corrispondenticorrispettivi economici. Ritieniche il tariffario nazionale possaconsiderarsi strumento efficaceper regolare la concorrenza?A questo punto i provvedimentiche riguardano il tariffario sonosacrosanti, per tanti motivi, manon sono certo quelli che potran-no risolvere i problemi che hoesposto in precedenza. Quandohai le normative che permettono oaddirittura incoraggiano certicomportamenti, è chiaro che nonsi tratta più di un problema solodeontologico ma politico.In un periodo come l’attuale,quando si parla di veterinaria e diveterinari come mai in passato,l’esporre la nostra professionalitànel suo complesso a essere attac-cata, come è successo, dai partedei mass media, per questa suacommistione di interessi non gio-va certo alla nostra immagine.

Le azioni di pubblicità più o me-no occulta e le nuove forme dimarketing strategico che utiliz-zano strumenti come Internet(pagine web, posta elettronica,newsgroup, vet-link, ecc...), rap-presentano una reale forma diconcorrenza sleale? Quali po-trebbero essere i limiti del loroutilizzo?Anche i problemi legati alla pub-blicità in questa ottica vanno rivi-sti. Intendiamoci, finché le regoleci sono vanno rispettate, tuttavia,a mio modo di vedere, dovrebbeessere possibile poter informare ilpubblico, dando informazioni eti-camente corrette della propria at-tività e professionalità, ancheusando i nuovi mezzi di informa-zione e sfruttandoli al massimoper le consulenze, soprattutto fracolleghi.

Stefano Candottilibero professionistaPordenone

Nello svolgimento della liberaprofessione veterinaria, è giu-sto considerare concorrenti En-ti come l’Università, gli IZS, leASL che, secondo alcuni, svol-gerebbero attività assimilabili aquelle dei liberi professionisti?Se parliamo in generale senz’altrosì. Le Università da anni svolgonoattività clinica parallela alla priva-ta. Gli IZS la fanno dal punto di vi-sta di alcuni tipi di diagnosi labo-ratoristica, ma è più limitata espesso lavorano in collaborazionecon i centri veterinari privati.Per le ASL, dipende dalla regioneo da provincia a provincia, ma gliambulatori ASL in certe regionisono una realtà, con la quale co-munque dobbiamo confrontarci.Un problema per i centri veterina-ri privati, rispetto a queste realtà,potrebbe stare nel fatto che nonesiste una concorrenza leale dalpunto di vista del costo delle pre-stazioni e quindi del tariffario.Questo può essere un danno an-che di dimensioni ragguardevoli.Se ci fosse una parità di tariffe mi-

nime applicabili forzatamente darispettare, per il resto non mipreoccuperei più che tanto, co-munque, di questo tipo di concor-renza. Il fatto è che queste condi-zioni al momento non esistono.

È corretto definire concorrenzanei confronti dei medici veteri-nari, l’attività svolta da figureprofessionali come il farmaci-sta, l’allevatore, l’addestratore,ecc...?Da un punto di vista legale direi dino, è solo semplice e puro abusi-vismo professionale. Il problema èche a volte il cliente o proprietarioè assolutamente impreparato adaffrontare il ciarlatano di turno equindi di fatto questo malvezzodiventa antagonismo professiona-le, soprattutto per i piccoli ambu-latori e per pratiche cliniche di ba-se (vaccinazioni, castrazioni, tera-pie vermifughe) e comunque nel-la gestione e nella preparazionedel cliente attraverso la medicinapreventiva. In questo spesso que-sti personaggi si sentono “alla pa-ri” con il medico veterinario. Sonoconvinto che la nostra professio-nalità debba assolutamenteemergere e prevalere su questefigure illegali e ciarlatanesche, maaltresì sono convinto che ci deb-ba essere una maggiore severitàlegale contro questo vecchio epericoloso malcostume.

Etica e deontologia professio-nale sono due cose diverse ohanno punti in comune?La deontologia (cioè l’insiemedelle regole da rispettare di dove-re) è o dovrebbe essere la direttaconseguenza di una forte etica (omorale) professionale.

Fino a che punto è corretto par-lare di deontologia come stru-mento etico di regolamentazio-ne della concorrenza sleale tracolleghi?Nel modo più ampio e rigorosopossibile. Soprattutto con ampipoteri dal punto di vista legale edisciplinare. Non mi pare che sia-mo su questa strada, per ora.

Quali potrebbero essere le azio-ni concrete da intraprendereper “sensibilizzare” i colleghi acomportamenti più corretti? Equali organismi potrebbero es-sere più adatti a svolgere talecompito?Domanda da un milione di dollari!Non credo, per averlo visto in qua-si 14 anni di professione, che l’au-toregolamentazione sia una solu-zione ad esempio. Stiamo parlan-do di concorrenza non solo pro-fessionale, ma anche commercia-le e quindi a volte il “gioco sporco”è quasi inevitabile (come per qual-siasi categoria) purtroppo. Credoche ci debbano essere delle rego-le molto più chiare e “pesanti”, dafare rispettare con forza e con va-lore disciplinare maggiore. Lo stu-dio delle “buone pratiche veterina-rie” mutuato dagli altri paesi euro-pei (Regno Unito in primis) potreb-be essere una strada, ma solo sediventa un codice da poter e do-

PROFESSIONE VETERINARIA 3/2001 3D A L L A P R I M A P A G I N A ➥

l’editorialeSEGUE DALLA COPERTINA

verifichino altre emergenze, è ne-cessario riflettere profondamentesu come la professione veterina-ria ha gestito questa occasionedi pubblica ribalta che mai, a miamemoria, aveva avuto. Certamente la Medicina Veterina-ria tutta è stata colta impreparataa questo evento di così forte riso-nanza mediatica e si è dovutoprocedere in rincorsa agli eventiche si verificavano. È mancato un coordinamento trale Istituzioni veterinarie ufficiali, leassociazioni, le organizzazioni dicategoria tutte; questa è statauna grossa pecca da parte di tut-ti noi. Sono mancate prese di po-sizione nette e solidali di tutta laClasse Veterinaria unita, casomaianche di forte critica per il ruolo

marginale che spesso la nostraprofessione assume nell’ambitodella sanità pubblica e la conse-guente rivendicazione di un ruolodi protagonista quando si parladi alimenti di origine animale, ditutela attraverso la salute anima-le di quella umana, dell’esclusi-vità della figura del Medico Vete-rinario in questo settore oggi insi-diato da altre professionalità cer-tamente con minori competenzerispetto alle nostre. Se non vogliamo che in futuro, al-tre situazioni che potranno verifi-carsi vedendo la Classe Veterina-ria coinvolta in prima persona, cicolgano nuovamente impreparatia gestire al meglio sia l’immagineche la professionalità della Cate-goria, è necessario venga costi-

tuito un tavolo di crisi che vedaespresse tutte le componenti laprofessione, che sia in grado didare risposte certe, chiare, incon-futabili ed immediate.Dovranno essere individuati Me-dici Veterinari con responsabilitàistituzionali che siano gli uniciportavoce accreditati a parlare anome e per conto della MedicinaVeterinaria sia pubblica che pri-vata, consci di essere i testimo-nial di tutta una Categoria chenelle sue varie espressioni e ruo-li è responsabile della salute edel benessere degli animali, tute-la la salute umana, salvaguarda illavoro di gran parte del compar-to produttivo nazionale attraversole molteplici espressioni della no-stra attività professionale. ■

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ver fare rispettare con autorevo-lezza ed autorità, come per oranon è, se guardiamo al codicedeontologico attuale.È chiaro che gli Ordini professio-nali dovrebbero farsene carico,ma allora la loro figura ed impor-tanza giuridica dovrebbe aumen-tare, quali organi al di sopra delleparti con autorità morale e legalesugli iscritti.

Ritieni che il tariffario naziona-le possa considerarsi stru-mento efficace per regolare laconcorrenza?Il tariffario nazionale è un puntoimportante se diventa un tariffariolegalmente riconosciuto e potreb-be diventare un buon punto dipartenza per iniziare a migliorarele cose, obbligando i professioni-sti a competere sul piano dellaqualità dei servizi e non su quellodello svilimento degli onorari. At-tualmente, invece, i tariffari pro-vinciali non hanno forza di legge epossono essere tranquillamentedisattesi senza che chi li ignorapossa esser perseguito, sia essoun clinico privato, un clinico di-pendente di una struttura ASL,universitaria o un dipendente diIZS.Lo trovo inaccettabile e sicura-mente una buona spinta per in-centivare i colleghi “sleali” a con-tinuare nel loro cammino. Il latonegativo del tariffario nazionale èinvece relativo al fatto che lerealtà economiche e culturali (an-che in ambito veterinario) non so-no omogenee nel territorio nazio-nale. I tariffari validi, ad esempionel nord, sarebbero improponibilinel sud Italia; basta dare un’oc-chiata alla disparità tra due tariffa-ri qualsiasi tra province del nord edel meridione. Le realtà sono di-verse e vanno gestite localmente,seppur nel rispetto di un minimodi decoro professionale.Avrei trovato più sensato dare va-lore di legge ai singoli tariffari pro-vinciali o cercare di regionalizzar-li, in modo da considerare mag-giormente le realtà locali o diarea.

Le azioni di pubblicità più o me-no occulta e le nuove forme dimarketing strategico che utiliz-zano strumenti come Internet(pagine web, posta elettronica,newsgroup, vet-link, ecc...), rap-presentano una reale forma di

concorrenza sleale? Quali po-trebbero essere i limiti del loroutilizzo?Non si tratta sempre di pubblicitàsleale. Dipende da come vieneproposta. In Internet si vedonospesso proposte da alcuni colle-ghi le stesse linee di condotta ogli stessi stili che già circolanocon alcuni discutibili bigliettini davisita. Mentre in altri casi ci sonositi web di una correttezza e di-gnità, a mio giudizio, esemplare,qualcuno anche con password diaccesso da richiedere al respon-sabile del sito stesso, per poterviaccedere. Non cambia nulla,quindi, dal punto di vista di princi-pio. Il vero nodo sta, semmai, nel-l’ammodernare velocemente lalegge sulla pubblicità sanitaria al-le nuove realtà, magari anchesnellendola, ma difendendo solo ilprincipio della dignità professio-nale e della correttezza nei con-fronti degli altri colleghi.

Alberto CasartelliPresidente SIVARlibero professionista, Milano

Nello svolgimento della libera pro-fessione sarebbe auspicabile chegli unici concorrenti fossero i Col-leghi liberi professionisti e nonquelle strutture o enti veterinariche ricevono sovvenzioni direttedallo Stato e che hanno dei com-piti istituzionalmente determinati.Purtroppo, l’assoluta mancanza dinormative chiare e di una precisaattribuzione di ruoli e compiti haportato strutture pubbliche comele ASL e gli Istituti Zooprofilattici asvolgere attività che in nessunPaese d’Europa vengono esegui-te con denaro pubblico quali adesempio l’assistenza zooiatricadiretta, l’esercizio della libera pro-fessione da parte di pubblici di-pendenti, l’esecuzione di analisiper conto di privati da parte diIstituti il cui unico compito dovreb-be essere quello di eseguire ana-lisi e controlli ufficiali. Tutto questo, oltre ad arrecare ungrave danno allo sviluppo della li-bera professione, comporta an-che una dispersione di forze e diprofessionalità necessarie alleistituzioni per rendere più seria edincisiva l’azione dello Stato neicontrolli e nella prevenzione. So-prattutto, questo danneggia i cit-tadini che dovrebbero esigere

dallo Stato che concentri i suoisforzi e le sue risorse su una rea-le pianificazione dell’attività diprevenzione e controllo nel setto-re zootecnico, un settore di vitaleimportanza dato che fornisce il70% di quello che mangiano.Per quanto riguarda l’Universitàpenso che questa debba essereconsiderata la culla della ricerca edella formazione e non una pale-stra dove i docenti possono alle-narsi a diventare soggetti della li-bera professione. Sarebbe auspi-cabile che l’Università diventassefinalmente luogo di crescita pro-fessionale e quindi di riferimentoper tutta la professione veterinaria.Inoltre, mi rammarica il fatto chemolte di queste strutture pubbli-che, in particolare gli IZO e le Uni-versità, oltre a sconfinare neglispazi della libera professione - co-sa non accettabile in un Paeseche volesse davvero fare della li-bera concorrenza un fattore dicrescita - addirittura disattendonole leggi dello Stato, come nel casodell’addizionale ENPAV del 2%che alcune di queste strutture nonfanno pagare alla clientela. Non è invece esatto definire con-correnza le attività svolte da sog-getti professionali diversi dal medi-co veterinario: quando si tratta diabuso di professione sono attivitàillegali, ancor più gravi per il dannoal cittadino consumatore che puòricevere prestazioni non qualificatee non avere le dovute garanzie disicurezza alimentare. Un Paeseevoluto dovrebbe avere la forza ela saggezza di garantire il rispettodi ogni singola professionalità edesigere da questa la massimacompetenza e preparazione.Quanto ai rapporti tra deontologiae concorrenza, la deontologiamutua dai valori etici di una so-cietà quelli specificamente riferitialla professione; è ovvio che ri-spettandoli i rischi di scadere nel-la slealtà non sussistono. Tuttavia,io sono per una concorrenza dav-vero libera fra liberi professionisti:se non interferiscono soggetti di-versi ed estranei la concorrenza èuna sfida da accettare. Come tut-te le azioni di sensibilizzazione,anche quelle volte a favorire laconcorrenza leale andrebbero ri-volte ai più giovani e dovrebberoesser parte di quel bagaglio cul-turale che spetta all’Università for-nire nell’intento di creare un pro-fessionista con la “p” maiuscola.L’Università è il luogo dell’imprin-ting, mentre gli Ordini lo sono delconsolidamento della formazioneprofessionale.Il tariffario deve essere uno stru-mento ufficiale ed è indispensabi-le per il riconoscimento del valoredella nostra professione, non tan-to come regolatore della concor-renza. Intendo dire che il cittadinoha diritto alla qualità delle presta-zioni e tale qualità non può esse-re corrisposta se non nel ricono-scimento di un costo adeguato. Infine, le nuove tecnologie nondevono e non possono costituireun grave rischio per la concorren-za anche perché credo che sia li-mitativo relegare strumenti come

Internet ad usi pubblicitari. Non èsulla grandezza di una paginaweb che ci si dovrebbe confronta-re, ma sulle qualità professionali.

Giovanni CavedagnaPresidente ASVAClibero professionistaSassari

Nello svolgimento della liberaprofessione veterinaria, è giu-sto considerare concorrenti En-ti come l’Università, gli IZS, leASL che, secondo alcuni, svol-gerebbero attività assimilabili aquelle dei liberi professionisti?In una condizione ideale tra glienti menzionati e la libera profes-sione vi sono i presupposti peruna proficua collaborazione al fi-ne di ottenere un migliore control-lo, nell’ambito del territorio di per-tinenza, delle patologie animali edelle zoonosi.Sicuramente però se questi pre-vedono delle prestazioni o deiservizi diretti al privato sovrappo-nibili a quelli offerti dai Liberi Pro-fessionisti non possono che esse-re considerati concorrenti.Inoltre, in questo caso, le basieconomiche di partenza non sonocerto paritarie.

È corretto definire concorrenzanei confronti dei medici veteri-nari, l’attività svolta da figureprofessionali come il farmaci-sta, l’allevatore, l’addestratore,ecc...?Queste figure professionali fannoparte del sistema che ruota intor-no al mondo animale, e non pos-sono essere considerati concor-renti, ma piuttosto dei validi colla-boratori, se rimangono nei loroambiti di competenza.Purtroppo ciò non è sempre corri-spondente alla realtà.Infatti vi sono, sia allevatori chepraticano chirurgie estetiche(“leggi taglio delle orecchie”),profilassi vaccinali e che consi-gliano terapie ormonali per sog-getti criptorchidi, sia farmacistiche fanno diagnosi o che modifi-cano le terapie, sia addestratoriche danno consigli medici e dialimentazione.

Etica e deontologia professio-nale sono due cose diverse ohanno punti in comune?Come recita l’articolo 10 (del ca-po I del titolo III doveri del MedicoVeterinario) del Codice Deontolo-gico; “Il Medico Veterinario, nell’e-sercizio della sua attività profes-sionale, deve conformarsi ai prin-cipi etici, ecc... ecc...”. Quindi sievince che Etica e DeontologiaProfessionale sono due entità chesi compenetrano vicendevolmen-te in vari punti.Attualmente la Deontologia è l’uni-co strumento che regola i rappor-ti fra i colleghi.

Quali potrebbero essere le azio-ni concrete da intraprendereper “sensibilizzare” i colleghi acomportamenti più corretti? Equali organismi potrebbero es-

sere più adatti a svolgere talecompito?La formazione è lo strumento fon-damentale per educare i futuricolleghi a comportamenti deonto-logicamente corretti. Gli organi-smi atti a svolgere questo compi-to sono le Università e gli OrdiniProfessionali, e questi ultimi si tro-vano a ricoprire il duplice compitodi educatori e di controllori.

Ritieni che il tariffario nazionalepossa considerarsi strumento effi-cace per regolare la concorrenza?Il tariffario nazionale sarà un stru-mento importante che insieme al-la normativa sulle strutture, e al si-stema della “Qualità” potrà rego-lare in maniera efficace la concor-renza e garantire l’utenza.

Le azioni di pubblicità più o me-no occulta e le nuove forme dimarketing strategico che utiliz-zano strumenti come Internetrappresentano una reale formadi concorrenza sleale? Le forme di pubblicità occulta so-no certamente un sistema di con-correnza sleale perché presup-pongono il non rispetto delle rego-le e quindi il tentativo di prevarica-zione nei confronti di chi invece lerispetta. Porre dei limiti a questinuovi strumenti non è semplice. Illoro divenire è talmente tumultuo-so che ne rende difficile il control-lo. Inoltre, anche a livello naziona-le ed internazionale, la normativasulla rete internet è tuttora ben lon-tana da essere completamentedefinita. I limiti sono a mio pareregli stessi, si tratta però di riusciread applicarla ad un nuovo sistemanon semplice da gestire.

Paolo CecchinPresidente Ordine di Bellunolibero professionista

Parlare di concorrenza è fin trop-po facile... quando si tratta di Uni-versità. Non discuto che pressogli istituti si svolga attività profes-sionale, ma come sarebbe bellose fossero dei punti di riferimentoai quali fare capo per i casi piùcomplessi, sfruttando attrezzaturee capacità umane impiegate perfini altamente specialistici, centridi referenza veri e propri!!! inve-ce... la vaccinazione... la castra-zione... Per le ASL il discorso è di-verso e trovo superfluo riprenderegli antichi temi triti e ritriti. Purtrop-po quello che ci frega in Italia so-no le INTERPRETAZIONI, da noiuna legge si INTERPRETA, nulla èchiaro da Regione a Regione daASL ad ASL e questo porta a mil-le realtà diverse... Le aziende ASLhanno problemi di bilancio e allo-ra tutto fa brodo e questo è squa-lificante per i colleghi che ci lavo-rano e per la categoria!!! In so-stanza libera professione? ok!!ma rispettando le tariffe e non na-scondendo il capino dietro il fan-tomatico e ridicolo tariffario regio-nale!!! sterilizzazioni dei randagi,educazione sanitaria INNANZI-TUTTO!!! Anche qui troverei mol-to intelligente una collaborazione

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con le ASL, molte le cose da fareassieme per il bene del cittadinoe dei nostri animali, ma occhio! di-fendiamo il nostro orticello: l’inva-sore è alle porte e quindi ognunoper se!

E figure professionali come ilfarmacista, l’allevatore, l’adde-stratore, ecc...?Altro tema scottante, ma non dola colpa al farmacista, all’alleva-tore o all’addestratore, guardia-moci dentro: quanti si vendono aquesti personaggi per un tozzo dipane? errore gravissimo e allorainutile lamentarsi!! e se i clientiascoltano i loro consigli, signorimiei peggio per loro, sbaglieran-no e capiranno a loro spese, rin-correrli è un errore!! Impariamoad EDUCARE I CLIENTI!!! Per-diamo dieci minuti a chiacchiera-re di queste cose tralasciandoper un attimo il profilo biochimico!Non tutti sono stupidi e quelli cidevono interessare. Gli altri, pas-si lunghi e ben distesi, tanto sonopersi comunque. Resta intesoche con professionisti seri ci puòessere una collaborazione ma ilproblema è trovarli!!! IL SOLDOREGNA SOVRANO!!

Quali potrebbero essere le azio-ni concrete da intraprendereper “sensibilizzare” i colleghi acomportamenti più corretti? Equali organismi potrebbero es-sere più adatti a svolgere talecompito?La correttezza non si compra alsupermercato!!! un laureato inquanto tale non necessariamenteè persona educata ed intelligente,quindi certe cose non le INSE-GNI! se non fanno parte del tuocorredo genetico c’è poco da fa-re, quindi il bla-bla a poco servecon molti colleghi.Solo un controllo attento e la pau-ra della sanzione potranno esse-re importanti e qui l’Ordine speroin futuro avrà un ruolo decisivo.Tutto il resto sono chiacchiereche riempiono la bocca dei SO-GNATORI di un mondo dove tuttisi vogliono bene. Ma quandomai!!... SCENDIAMO DALL’AL-BERO!!! regole chiare, severe eSTOP!!!

Ritieni che il tariffario nazionalepossa considerarsi strumento effi-cace per regolare la concorrenza?Sicuramente potrà essere d’aiutoa patto che l’ordine sia in posses-so degli strumenti giuridici per far-lo rispettare…

Internet (pagine web, posta elet-tronica, newsgroup, vet-link,ecc..), rappresenta una realeforma di concorrenza sleale?Quali potrebbero essere i limitidel loro utilizzo?Strumenti del futuro, ma molto pe-ricolosi se mal gestiti, quindi si ri-torna alla solita banale ma fonda-mentale considerazione: NORMECHIARE, NON “INTERPRETABI-LI” e sanzioni severe a chi sgar-ra!! potere di controllo agli ordini,altrimenti che fanno? CERTIFICA-TI??? Le mie risposte potranno

apparire banali ma purtroppo diaria fritta io ne ho le scatole pie-ne!! è chiaro che su questi temipossiamo dibattere a lungo, e fi-losofi veterinari potrebbero di-squisire per giorni interi su etica edeontologia ecc. ecc. IO NO!!primo perché probabilmente nonne ho la capacità, secondo per-ché, sono un decisionista! dete-sto dover perdere tempo!! nonconcepisco le COMMISSIONIINUTILI!!! sono un Presidente di

Ordine e non sopporto dover riu-nire l’assemblea per comprareuna penna!! questo per cercaredi spiegarti che finché siamo vitti-me di questo apparato statale, diquesta macchinosità nel promul-gare leggi e decreti, vittime spes-so di una mancanza di coraggioche impedisce di adottare prov-vedimenti palesemente utili, perla paura di scontentare tizio ocaio... non usciremo mai dalla pa-lude nella quale ci troviamo... e

nelle paludi si sa... c’è di tutto e dipiù! NON SARÒ mai un buon po-litico come vedi, ma cerco di es-sere un professionista corretto,prima di tutto con i miei pazienticlienti o clienti pazienti (alle volte)e ho una grande speranza che lariforma degli ordini avvenga pre-sto, con poteri di controllo e ca-pacità di intervento, e tristementevedrai che all’improvviso avver-ranno dei mutamenti all’internodella categoria!!!

Carlo DamianiConsigliere SCIVAClibero professionistaNapoli

L’Università, gli IZS, le ASL nondovrebbero essere consideratepotenziali concorrenti per i liberiprofessionisti, in quanto Enti isti-tuzionali deputati a svolgerescrupolosamente le loro attività dicompetenza, quest’ultime defini-

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te in maniera chiara e precisa, inmodo che l’utenza sappia a chirivolgersi e cosa chiedere comeper tutti i servizi che una societàcivile offre nel rispetto dei relativiruoli professionali. Ad esempio,penso che, se le Università svol-gessero le loro attività di insegna-mento e di ricerca basandosi so-lo su casi riferiti e le ASL affron-tassero l’annoso problema delrandagismo (molto sentito al sud)in modo più costruttivo, magarimediante un’attiva campagna dieducazione del cittadino proprie-tario di animali, questo tipo diproblematica possa perlomenoridimensionarsi.

Le attività svolte da figure pro-fessionali come il farmacista,l’allevatore, l’addestratore, ecc...sono in concorrenza?Non definirei affatto come concor-renziale l’attività svolta da questefigure professionali. Spesso e vo-lentieri, però, esse escono dai li-miti delle loro specifiche compe-tenze esercitando un abuso dellaprofessione, cosa molto più gra-ve. “Ad ognuno il suo mestiere”diceva un vecchio detto ma anco-ra molto attuale.

Etica e deontologia professio-nale sono due cose diverse ohanno punti in comune?Etica e deontologia professionaleesprimono indubbiamente lo stes-so concetto. L’etica è innata in unindividuo, supportata dal suo gra-do di educazione e cultura. Ladeontologia è l’applicazione prati-ca dell’etica attraverso il suo codi-ce di comportamento. Il codicedeontologico, inteso soprattuttocome disciplina morale del ruoloprofessionale, se rispettato inte-gralmente potrebbe essere consi-derato unico strumento di control-lo della concorrenza sleale tracolleghi. Ma, come accennavoprima, un comportamento deon-tologicamente corretto, deriva an-che da una nostra moralità interio-re, per cui considero la deontolo-gia parte fondamentale della figu-ra di un professionista, ma forsenon sufficiente per definire i con-cetti di concorrenza sleale.Quand’ero studente universitarioricordo vagamente di due ore dilezione (di un esame complemen-tare) sul codice deontologico. Ve-ramente pochino, consideratoche le facoltà formano il profes-sionista del futuro. Ritengo, quin-di, le Università uniche responsa-bili dell’educazione del professio-nista sia attraverso un corso di eti-ca e deontologia ben definito sia,soprattutto, attraverso un compor-tamento esemplare dello staff uni-versitario. Oltre a ciò sarebbesaggio e promettente sensibiliz-zare i proprietari di animali ren-dendo loro informazioni corrette,ponendoci all’interno dei vari or-ganismi e a tutti i livelli come veropunto di riferimento.

Il tariffario nazionale può essereuno strumento per regolare laconcorrenza?Ogni volta che si parla dell’ago-

gnato tariffario nazionale mi sonodomandato cos’è che ha portatoa questa esigenza. A mio parerela necessità di avere un tariffariominimo nasce da una ben eviden-te condizione di disagio e diffi-coltà che vive la nostra categoriascaturita probabilmente dal sur-plus di veterinari presenti sul terri-torio. Ad ogni modo, penso che ilparametro che regola la concor-renza sia la qualità delle presta-zioni professionali, cui spetta ilgiusto corrispettivo economico.Pertanto il tariffario può essere unpunto di partenza e non di arrivo.

Internet (pagine web, posta elet-tronica, newsgroup, vet-link,ecc...), rappresenta una realeforma di concorrenza sleale?Quali potrebbero essere i limitidel loro utilizzo?Internet si diffonde così veloce-mente nel mondo che oggi puòessere paragonato, sotto il profilodella sua utilità, a quello del te-lefono, o anche di più. La maggiorparte dei dubbi riguardo il suo uti-lizzo non sono fondati per cui nonpenso che rappresenti una realeforma di concorrenza sleale, anzilo reputo un mezzo di informazio-ne a disposizione dell’utente, ilquale è capace di valutare e sce-gliere in base alle proprie neces-sità e possibilità. In conclusionenon ne limiterei l’utilizzo.

Giuliano LazzariniPresidente Ordine di Forlìlibero professionista

Nel momento in cui un Ente o unprivato si collocano nel mondo dellavoro in veste di professionista,singolo o associato, è naturale ilsorgere di una concorrenza che,leale e legale, non può essere im-pedita. Bisogna però, pensareche, Università prima, I.Z.S., poi,sono stati i centri della nostra cre-scita scientifica e culturale e,quindi, difficilmente inquadrabiliin strutture competitive. Sarebbe,quindi, giusto considerarli comecentri didattici di supporto e con-tinuare a vederli come un aiuto aiprofessionisti più che come unconcorrente. Diversa è la posizio-ne delle ASL che, nell’ambito del-la legge, possono diventare con-correnti se, politicamente, ritengo-no opportuno farlo.

È corretto definire concorrenzanei confronti dei medici veteri-nari, l’attività svolta da figureprofessionali come il farmaci-sta, l’allevatore, l’addestratore,ecc...?Il quesito non si dovrebbe nem-meno porre considerando cheognuna di queste figure dovrebbesvolgere il proprio lavoro penal’accusa di Abuso Di Professione.

Etica e deontologia professio-nale sono due cose diverse ohanno punti in comune?La deontologia è l’insieme delleregole che definiscono un corret-to rapporto fra professionisti. L’eti-ca è un insieme più grande che

raccoglie anche il precedente,ma che coinvolge anche gliaspetti morali e culturali del viverecivile.Un comportamento deontologica-mente corretto può non esserlo,completamente, dal punto di vistaetico. Un esempio potrebbe essere quello di una grossa strutturaspecialistica che proponesse levaccinazioni di routine a clienti ri-feriti da strutture periferiche.

Quali potrebbero essere le azio-ni concrete da intraprendereper “sensibilizzare” i colleghi acomportamenti più corretti? Equali organismi potrebbero es-sere più adatti a svolgere talecompito?Ritengo che gli Ordini Provincialidebbano essere i primi a sensibi-lizzare i colleghi alla deontologiaattraverso l’onestà e la lealtà delgruppo in carica. Per rispettareregole e leggi è necessario averedegli esempi da coloro che han-no avuto la fiducia degli iscritti aportare avanti l’immagine dellaprofessione.

Ritieni che il tariffario naziona-le possa considerarsi stru-mento efficace per regolare laconcorrenza?Sono uno dei componenti di que-sta Commissione in seno allaFNOVI e credo che, come tutte ledirettive nazionali, anche questaabbia notevole importanza nellanostra categoria. Si potrebbeobiettare sulla sua necessità,purtroppo, però solo con certistrumenti si può incidere su colo-ro che ancora pensano di recu-perare clienti sottovalutando ilproprio lavoro e la propria pro-fessionalità. Per crescere abbia-mo bisogno di investire su noistessi e sulle nostre strutture, perinvestire abbiamo bisogno di unricavo proporzionato alle nostrecapacità.

E le nuove forme di marketingstrategico che utilizzano stru-menti come Internet? Quali po-trebbero essere i limiti del loroutilizzo?Le nuove possibilità che la tecno-logia ci mette a disposizione pos-sono essere uno strumento validodi marketing se le considereremoeticamente tali e se la concorren-za rimarrà all’interno di regolechiare.Raggruppare queste regole saràun altro dei grossi sforzi che laFNOVI dovrà compiere in un pros-simo futuro.

Mario Mosanghinilibero professionistaUdine

Non è corretto definire concor-renza nei confronti dei mediciveterinari, l’attività svolta da figu-re professionali come il farmaci-sta, l’allevatore, l’addestratore,ecc… perché merita il termineadeguato: abuso di professione.Naturalmente questi casi an-drebbero perseguiti e sanzionaticome tali, ma nel nostro quoti-diano sappiamo che tutto si ridu-ce ad inutili, improduttive e (pa-radossalmente) rischiose perditedi tempo per il singolo veterina-rio… e se si muovesse qualchecollega in più?Quanto al tariffario nazionale, tec-nicamente la sua stesura ai finidella regolamentazione della con-correnza è del tutto inutile, dopola sentenza 863/2000 della Cas-sazione civile che ha sancito dapochi mesi la validità dei contrattiin deroga ai minimi tariffari, per-ché il principio di inderogabilità èdettato per tutelare esclusivamen-te l’interesse del decoro e delladignità delle singole categorieprofessionali e non quello genera-le dell’intera collettività. Politica-mente invece è una conquistafondamentale, che supera lecompetenze dei singoli ordini pro-vinciali e, come per i nostri cuginiumani, offre un riferimento comu-ne a chi voglia dialogare con unacategoria “intera” ad un livello na-zionale. Può interessare essen-zialmente alle assicurazioni ed al-l’interlocutore statale, che di con-seguenza trascineranno il profes-sionista convenzionato ad opera-re alle tariffe stabilite. Ma sto par-lando di visioni futuribili, ad oggidobbiamo constatare che il tariffa-rio inteso come calmiere dellaconcorrenza tra liberi professioni-sti ha l’efficacia che tutti triste-mente conosciamo.

Giorgio Nerilibero professionistaNovara

In una società di stampo capitali-stico, a mio avviso, il serviziopubblico non dovrebbe andareoltre quelli che rappresentano isuoi compiti finalizzati all’interes-se della collettività (l’Universitàdovrebbe insegnare, le ASL do-vrebbero garantire un dignitosolivello nella sanità di pubblico in-teresse) lasciando al privato lapossibilità di poter fare l’impren-ditore con i propri soldi senzadover concorrere con chi spen-de denari non propri per erogareservizi non indispensabili inquanto rappresentanti un inuti-le (e costoso per la collettività)doppione.

È corretto definire concorrenzanei confronti dei medici veteri-nari, l’attività svolta da figureprofessionali come il farmaci-sta, l’allevatore, l’addestratore,ecc...?

Bisogna premettere, per rimanerenegli esempi proposti, che il mo-do di relazionarsi di queste figurecol veterinario è completamentediverso: il farmacista è un laurea-to il cui compito è, per es., quellodi dispensare (eventualmente do-po averlo preparato) un medici-nale prescritto da un medico, unfarmaco a suo avviso idoneo enon soggetto a prescrizione peruna patologia già diagnosticatain precedenza dal medico, unmedicinale a funzione sintomati-ca, un farmaco a semplice richie-sta del malato purché in ottempe-ranza alle normative; egli però,stante la sua preparazione di li-vello universitario, non va consi-derato un mero esecutore di pre-scrizioni, avendo un rapportosimbiotico con il medico e poten-do anche, per es., consigliarequest’ultimo per quanto riguar-da la terapia da adottare; l’impor-tante è sottolineare che non rien-tra nelle sue prerogative la dia-gnosi, nemmeno presuntiva, del-le malattie.L’allevatore è un operatore zoo-tecnico che usufruisce delle pre-stazioni del veterinario per tuttociò che riguarda il lato clinico del-la sua professione. L’addestrato-re è un tecnico a cui il veterinariosi rivolge per una pratica attuazio-ne della terapia comportamentaleda quest’ultimo stabilita: si po-trebbe dire che il primo stia al se-condo come il fisioterapista sta ail fisiatra e l’odontotecnico all’o-dontoiatra. In questa ottica le figu-re non sono concorrenziali macomplementari e indispensabilil’una per l’altra.Ciò premesso, se ciascuno faquanto previsto dalle propriecompetenze non c’è concorren-za; il problema è definire questecompetenze; se il rapporto tra-scende si arriva alla concorrenzasleale o addirittura all’abuso diprofessione.

Etica e deontologia professio-nale sono due cose diverse ohanno punti in comune?L’etica è quella scienza che stu-dia ed individua i valori comuni diun popolo o di una società; ladeontologia è la sua codificazionenei doveri che ne derivano. Ciò èmolto diverso da quella che puòessere un’etica personale, moltosoggettiva (e in qualche caso al-trettanto discutibile) o da una“deontologia” che esprimadei doveri scissi dai dettami del-l’etica e magari finalizzati agli inte-ressi di pochi.Se è vero, come è vero, che laconcorrenza sleale (per es. intesacome prestazioni scadenti a prez-zi irrisori o come tentativo di met-tere in cattiva luce un collega aproprio vantaggio) rappresentaanche una forma di scorrettezzanei confronti dei colleghi, allora laDeontologia non può non occu-parsene, rappresentando il Codi-ce che ne deriva uno strumentonormativo che individua il puntodi confine tra il modo eticamenteaccettabile di fare concorrenza equello scorretto.

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Quali potrebbero essere le azio-ni concrete da intraprendereper “sensibilizzare” i colleghi acomportamenti più corretti? Equali organismi potrebbero es-sere più adatti a svolgere talecompito?Le Università dovrebbero formareanche dal punto di vista deontolo-gico i futuri professionisti. Gli Or-dini Provinciali dovrebbero istitui-re dei corsi periodici diretti ai nuo-vi iscritti ma aperti a tutti, tenuti dacolleghi più anziani ed esperti edadeguatamente retribuiti, ovevengano spiegate tutte quellenorme pratiche indispensabili perentrare nel mondo del lavoro qua-li le leggi in materia, le normativefiscali e, appunto, il regolamentodeontologico.

Ritieni che il tariffario nazionalepossa considerarsi strumento effi-cace per regolare la concorrenza?No, il tariffario nazionale, come an-che le tariffe minime, devono ser-vire a garantire la qualità della pre-stazione, non ad evitare la concor-renza sleale (che, pure, puòestrinsecarsi in una corsa al ribas-so delle tariffe). Nell’ambito di unaprestazione qualitativamente ac-cettabile ad un prezzo che la ga-rantisca deve essere il mercato aregolare la concorrenza.

Giovanni Petroccialibero professionistaRoma

Nello svolgimento della liberaprofessione veterinaria, è giu-sto considerare concorrenti En-ti come l’Università, gli IZS, leASL che, secondo alcuni, svol-gerebbero attività assimilabili aquelle dei liberi professionisti?Per le ASL e IZS, con il decretosulla intramoenia, per brevità, or-mai la questione è chiara a tutti.Le prestazioni che questi entierogano sono a pagamento, per-tanto se non è libera professionecosa vuoi che sia, compito istitu-zionale. Il problema grave a MIOavviso non è tanto il fatto che fac-ciano la libera professione, checostituzionalmente è legittima,ma tutto questo crea una concor-renza assai sleale nell’ambitodella categoria, ad esempio i ta-riffari degli ordini professionali,non vengono assolutamente ri-spettati pertanto le tariffe appli-cate dai colleghi dipendenti sonoassolutamente al di sotto dei mi-nimi. In genere la loro risposta aquesto quesito è NOI SIAMO TE-NUTI AD APPLICARE IL TARIF-FARIO REGIONALE.In realtà passatagli per buonaquesta cosa, il riscontro per l’u-tenza è che il libero professionistaè più caro quindi è LADRO per-ché, sulla pelle dei poveri animali,LUCRA in malo modo. L’utentemica riflette sul perché costa me-no la prestazione, tanto con le tas-se ha già pagato molto profuma-tamente la differenza, SUO MAL-GRADO. In senso costruttivo pos-so dirti che una sana concorrenzaè quella che garantisce l’utente

attraverso una prestazione diqualità e aggiungo SUPERIORE,pertanto sicuramente questa èvincolata alla regola qualità-prez-zo-costi.In definitiva sono concorrentiSLEALI.LE UNIVERSITÀ, altra nota dolen-te: qui i problemi sono diversi.Sono anni che diciamo e denun-ciamo l’assurda situazione del nu-mero delle FACOLTÀ DI MEDICI-NA VETERINARIA in questo Pae-

se, così tanto diverso dagli altriPaesi Europei e per tutta rispostada tre forse quattro anni, comefunghi ne spuntano altre.Bene ormai ci sono TRASFOR-MIAMOLE, in cosa le trasformia-mo, sono sempre Facoltà di Vete-rinaria, sfornano sempre laureatiche entrano in un mercato sem-pre più saturo.La verità VERA è che manca unaprogrammazione, la si vuole poidavvero questa benedetta pro-

grammazione; da tempo ormainutro forti dubbi.Ora tu mi chiedi se anche le Uni-versità sono concorrenti dei liberiprofessionisti, se vuoi una rispo-sta denuncia non posso esimermidal risponderti CAPPERI CHE LOSONO, E ANCHE SLEALI.Esempi:Sono aperte al pubblico, fannovaccinazioni e altro al privato, michiedo sono tutti iscritti agli ordi-ni professionali, come recita an-

che una sentenza recentissima,adesso hanno pure gli ospedali.A domanda rispondono: è didat-tica. A mio modesto parere la di-dattica si fa agli studenti, constabulari all’interno delle facoltàche oltremodo pagano tasse sa-latissime e pertanto ne hanno le-gittimo diritto.

È corretto definire concorrenzanei confronti dei medici veteri-nari, l’attività svolta da figure

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professionali come il farmaci-sta, l’allevatore, l’addestratore,ecc...?Qui la risposta mi viene sponta-nea e di petto, come il DO di untenore, NO È ABUSO DI PROFES-SIONE, roba da codice penale.TANTO SONO CONVINTO, CHEMI ASTENGO DAL FARTI DEGLIESEMPI, dico solo che il FARMA-CISTA, L’ALLEVATORE, L’ADDE-STRATORE, non sono MEDICIVETERINARI.

Etica e deontologia professio-nale sono due cose diverse ohanno punti in comune?Fino a che punto è corretto par-lare di deontologia come stru-mento etico di regolamentazio-ne della concorrenza sleale tracolleghi?Ormai il codice deontologico, èstato più volte leggittimato da al-cune sentenze, credo che co-munque pochi sappiamo di que-sto e credo anche che pochi Or-dini Professionali siano attenti aquesta cosa né capisco il motivo,forse è IMPOPOLARE REDAR-GUIRE UN ISCRITTO SULLADEONTOLOGIA E SULLA ETICAMAGARI PER FUTURE ELEZIONI.Io credo che anche su questoargomento sia necessaria unadefinizione legislativa, anche sedetto così è assai CRUDO, ETI-CA E DEONTOLOGIA sono insitenella nostra cultura scientifica eprofessionale, volutamente nonuso il condizionale, perché no-nostante tutto sono fortementeconvinto.Sai, a volte è necessario che cisiano strumenti forti, anche se so-no impopolari almeno nella faseiniziale, poi una volta digeriti datutti, la consapevolezza che il be-neficio va a tutta la categoria, su-pera ogni cosa.Così ti ho risposto anche nellaquarta domanda.

Quali potrebbero essere le azio-ni concrete da intraprendereper “sensibilizzare” i colleghi acomportamenti più corretti?E quali organismi potrebberoessere più adatti a svolgere talecompito?Una parte della risposta è già svi-scerata nella prima, ulteriormenteposso dirti che tutti devono fare laloro parte, le UNIVERSITÀ nel-l’ambito della DIDATTICA, quellavera però, devono educare lo stu-dente sul problema prima che di-venti laureato e quindi professio-nista inserito.La FNOVI deve continuare il lavo-ro di stimolo verso gli Ordini Pro-fessionali ad essere attenta a vigi-lare sull’etica e la deontologia so-prattutto dotare sempre più gli Or-dini di strumenti idonei.Inoltre la FNOVI deve esseresempre più garante per gli Ordinie la categoria tutta verso il mondopolitico.Gli Ordini hanno il duplice compi-to, di suggerire alla FNOVI qualisono gli strumenti più idonei e diapplicarli sul territorio di propriacompetenza, perché loro hanno ilpolso della situazione.

Per ultimo non per ordine di im-portanza le ASSOCIAZIONICULTURALI, il loro lavoro capil-lare sul territorio di insegnare lacultura scientifica è di fonda-mentale importanza mi spiego, ilrapporto diretto per più giorni aicorsi di aggiornamento, l’am-biente che condiziona la mentedi ogni partecipante nel sensoche tutti sono concentrati e nondistratti da altro, pertanto tuttoresta più impresso.

La Commissione FNOVI daqualche tempo ha formalmentechiuso i lavori che riguardanola stesura del tariffario naziona-le, presentando al ComitatoCentrale le conclusioni concer-nenti l’elenco delle voci tariffa-rie che dovrebbero essere sug-gerite al Ministero della Sanitàche provvederà a stabilire i cor-rispondenti corrispettivi econo-mici. Ritieni che il tariffario na-zionale possa considerarsistrumento efficace per regolarela concorrenza?Io che ho fatto parte di quellacommissione, come vuoi che lapensi.Il grande problema del rispettodel tariffario minimo degli Ordini èlegato a due grossi problemi, uno

è quello che manca sempre laprova provata, credo sia chiarocosa intendo, l’altro e che ancoravige la cultura della spia, sì pro-prio così, fare richiamare all’ordi-ne un iscritto significa nella cultu-ra generale, comportarsi da spia,invece di considerare che discu-tere delle proprie questioni, nellapropria casa, nella propria fami-glia è sicuramente la scelta piùgiusta.Quindi, come vedi, ritorniamosempre al concetto di partenza:QUESTA CATEGORIA HA BISO-GNO ANCORA DI PERCORREREMOLTA STRADA.Ognuno deve fare la propria parte.Chi ti parla vive nel consiglio del-l’Ordine da nove anni.Il fatto che ci sarà un tariffario na-zionale previsto da una legge op-pure un decreto, non deve esse-re vissuto in malo modo, è ne-cessario che le garanzie prima lediamo all’interno della categoria,e quindi direttamente all’utente,sì perché il vero problema è pro-prio questo, il rispetto del tariffa-rio da parte di tutti significa duecose, che la concorrenza vienespostata sulle capacità profes-sionali del singolo, quindi unaconcorrenza SANA, l’altra è sicu-ramente una prestazione di qua-

lità SUPERIORE quindi l’utente ègarantito almeno da questo pun-to di vista.

Le azioni di pubblicità più o me-no occulta e le nuove forme dimarketing strategico che utiliz-zano strumenti come internet(pagine web, posta elettronica,newsgroup, vet-link, ecc.), rap-presentano una reale forma diconcorrenza sleale? Quali po-trebbero essere i limiti del loroutilizzo?Sicuramente, le norme sulla pub-blicità sono assai restrittive, alme-no questa è stata sempre la miapersonale opinione. Delle regoleerano necessarie perché mi ricor-do in passato quali erano i mes-saggi pubblicitari che compariva-no sulle Pagine Gialle e quant’al-tro era disponibile come mezzopubblicitario.Pertanto è mia opinione che lapossibilità di fare la pubblicità de-ve essere a 360 gradi, ma co-munque il controllo della veridicitàe del tipo di messaggio deve es-sere soggetto agli Ordini Profes-sionali sempre in relazione al con-cetto fondamentale della garanziaper l’utenza.Certo è che se chi è deputato alcontrollo non controlla allora sì

che sì verifica la possibilità di unaconcorrenza sleale. IO SONO FI-DUCIOSO E CONVINTO CHE INUN FUTURO NON MOLTO LON-TANO DIVENTEREMO UNA VERACATEGORIA.

Pier Mario PigaPresidente Senior SCIVAClibero professionistaTorino

Nello svolgimento della liberaprofessione veterinaria è giustoconsiderare concorrenti Enti co-me l’Università, gli IZS, le ASLche, secondo alcuni, svolgereb-bero attività assimilabili a quelledei liberi professionisti?Enti pubblici come quelli citatihanno come fine la soddisfazionedi specifiche esigenze della so-cietà; nascono per fornire servizidi pubblica istruzione e sanità atutti i cittadini che li sovvenziona-no attraverso le tasse, per questonon devono e non possono fareconcorrenza al privato.In barba a questi principi ele-mentari, in Italia, soprattutto nelsettore degli animali da compa-gnia, esiste più di un esempio dicliniche, ambulatori, laboratorid’Enti Pubblici che operano inconcorrenza con il mondo liberoprofessionale, ma, in questi casi,se di concorrenza si vuol parla-re, bisogna aggiungere l’aggetti-vo sleale, in quando questa èfatta con denaro pubblico e nonrientra nei compiti statutari diquesti enti.

È corretto definire concorrenzanei confronti dei medici veteri-nari l’attività svolta da figureprofessionali come il farmaci-sta, l’allevatore, l’addestratore?Parlerei piuttosto d’abuso diprofessione.

Etica e deontologia professio-nale sono due cose diverse ohanno punti in comune?Sono due cose differenti, anchese considero l’una il fondamentodell’altra.La coscienza delle proprie azio-ni, il senso morale e di responsa-bilità, che dovrebbero essere in-nati in ogni professionista, fannoparte dell’etica, mentre lo studioe la codificazione dei principi edegli insegnamenti etici e moraliper orientare a decisioni corretteil comportamento del singolo,nello svolgimento dell’attività pro-fessionale, fanno parte delladeontologia.Il rispetto delle regole deontolo-giche, anche senza implicazionifilosofiche, è sufficiente a garan-tire un corretto svolgimento dellanostra attività professionale. IlCodice Deontologico rappresen-ta un punto di riferimento norma-tivo per l’etica professionale diciascuno di noi, il problema è far-lo rispettare.

Quali potrebbero essere le azio-ni concrete da intraprendereper “sensibilizzare” i colleghi acomportamenti più corretti? E

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QUANTO COSTA UNA VISITA?Una delle nostre poco. Veramente poco, rispetto a quanto può costarci una visita dell’AUSL. Era maggio del ’99 e da poco più di un anno, dopo aver superato il percorso di guerra noto ai più, ero riuscitaad aprire una struttura in Bologna e come tutti volevo fare il mio lavoro. Ma quella mattina, una nuova visitadei colleghi dalla AUSL (affezionati al luogo, credo, vista la frequentazione assidua!).Mandati dalla dirigentedott.ssa Stanzani, secondo un piano di vigilanza attiva programmata, verificarono le violazioni: mancata spe-dizione dei mod. 12 ai loro uffici e mancanza del registro di carico e scarico dei rifiuti pericolosi, per un tota-le di lire 10.852.540. Una visita davvero costosa! Ora, quanti di voi sanno ogni quanto vanno inviati alla AUSL i mod. 12? Ogni mese? Ogni tre mesi? Due vol-te l’anno? Vanno inviati solo quelli relativi alla rabbia? Nemmeno quelli, perché nella vostra città la AUSL noncontrolla particolarmente? Gli ufficiali di Polizia Giudiziaria Dr. Marchesi e sig. Morara, che stavano di fronte a me quella mattina, nonseppero rispondere a questa domanda - perché il loro compito è di accertare le violazioni, non di conoscerele normative e tanto meno riferirle a me- così dissero. Ma per fortuna le norme esistono e talvolta sono di facile lettura. E la risposta è lì, nello stesso art. 65 del Re-golamento di Polizia Veterinaria (DPR 320/54) citato dal verbale d’accertamento... ovvero, non esiste nessuntermine entro il quale debbano essere spediti alla AUSL! E l’altra sanzione? Si faceva riferimento ad un registro di carico e scarico dei liquidi radiologici, dove annota-re in particolare la movimentazione dei liquidi, dalle vasche sviluppo alle taniche di stoccaggio. La normativadi riferimento è qui il Decreto Ronchi (DL 22/97), indubbiamente di più difficile lettura del precedente artico-letto del Regolamento di Polizia Veterinaria, ma abbastanza preciso nel definire, al suo art. 11, coloro che so-no obbligati a detenere tale registro. La nostra categoria ovviamente non è nemmeno nella mente del legisla-tore e pertanto nemmeno citata. Ma se vogliamo paragonare la nostra attività ambulatoriale ad una piccolaazienda, se si hanno meno di tre dipendenti, non si è tenuti ad avere tale registro. Oggi, a distanza di quasi due anni, ho ricevuto una ordinanza di archiviazione del procedimento sanzionato-rio, da parte della Provincia di Bologna, cui inviai allora uno scritto difensivo. I colleghi della AUSL hanno imparato qualcosa di nuovo ed io ho risparmiato dieci milioni e più. Ma chi mi ripagherà del tempo sottratto alla mia professione in questi due anni, delle ore perse in colloqui con“esperti” incompetenti dei diversi uffici e dipartimenti, in inutili tentativi di incontrare la suddetta dott.ssa Stan-zani, autrice del provvedimento (e che non ho mai avuto il piacere di conoscere, nonostante le mie lunghepermanenze nei corridoi dell’AUSL). Se solo le avesse lette quelle norme! Ma perché permettiamo ancora che ci siano persone incompetenti che esercitano solo l’arroganza e l’auto-rità del loro “potere”, in modo talvolta discrezionale e mirato? La colpa è nostra; di tutte quelle volte che al-ziamo le spalle, di tutte quelle volte che pensiamo, fortuna che non è capitato a me, di tutte le volte che chie-diamo informazioni al collega amico, invece che pretendere che ci vengano fornite correttamente dagli orga-ni preposti. L’AUSL veterinaria è un servizio del Dipartimento di Prevenzione, non dovrebbe essere unicamente un orga-no di punizione. Dovrebbe guidarci nella costituzione e conduzione di una struttura. Ci sono molte regole enorme che abbiamo il dovere di conoscere e rispettare... ma non dovrebbero conoscerle anche loro? Alla pagina web della AUSL di Bologna, alla voce MISSIONE della AUSL, si legge che il loro operato si fondasu quattro principi: equità, trasparenza, efficacia tecnica, efficienza organizzativa. Ma siamo proprio sicuri?

Giovanna Bertolini

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quali organismi potrebbero es-sere più adatti a svolgere talecompito?Per risolvere i problemi che han-no portato all’attuale clima d’esa-sperata concorrenza non esisteuna facile ricetta, ma bisognaoperare una serie di riforme strut-turali che partono dall’accessoagli studi in medicina veterinaria,passano attraverso la ristruttura-zione del corso di studi universi-tario e delle facoltà ed arrivanoalla regolamentazione dell’ac-cesso alla professione.Fare tutto ciò richiederà moltissi-mo tempo e molte decisioni pas-seranno sopra la nostra testa o nelmigliore dei casi saranno mediatedalle Istituzioni e concordate concategorie diverse dalla nostra.Nel frattempo mi auguro che sidia il via all’attuazione della rifor-ma degli Ordini Professionali,perché, credo, che soltanto attra-verso questo passaggio fonda-mentale potremo avere un mi-glioramento piccolo, ma rapidodell’attuale situazione.

Ritieni che il tariffario naziona-le possa considerarsi stru-mento efficace per regolare laconcorrenza?Non ci spero. Le regole devonoessere fatte rispettare, in casocontrario hanno un valore discu-tibile o nullo. L’approvazione diun tariffario minimo nazionalerappresenta, in ogni modo, l’ac-quisizione di uno strumento es-senziale per regolare la concor-renza nella libera professione ed,anche, per far adeguare gli entipubblici ad un tariffario comunea tutti.

Strumenti come Internet rappre-sentano una reale forma di concorrenza sleale? Quali po-trebbero essere i limiti del loroutilizzo?Come al solito dipende dal sensodi responsabilità e di rispetto deicolleghi che anima chi utilizzaquesti strumenti.Molto di ciò che si è visto su que-sti mezzi è discutibile e, in alcunicasi, deplorevole sotto il profilo diuna corretta concorrenza, ma èdifficile se non impossibile regola-mentare un campo che subiscegiornalmente un’evoluzione cosìrapida.Penso, quindi, che cercare di re-golamentare in maniera specifical’utilizzo di questi strumenti com-plichi la situazione e confonda ul-teriormente le idee.Ammesso che gli Ordini Profes-sionali siano messi in condizionedi far valere delle efficaci azionirepressive dei comportamentidifformi dalle norme, concordocon l’applicazione, anche in que-sto settore, delle norme del Codi-ce Deontologico e del Regola-mento sulla Pubblicità Sanitaria,auspicando l’estensione di que-ste regole al settore pubblico el’introduzione di pochi specificicorrettivi che possano facilitarel’accesso e l’uso di questi nuovimezzi di comunicazione a tutti icolleghi senza sperequazioni.

Tullio Paolo ScottiPresidente Ordine di Romalibero professionista

Nello svolgimento della liberaprofessione veterinaria è giu-sto considerare concorrentiEnti come l’Università, gli IZP,le ASL che, secondo alcuni,svolgerebbero attività assimi-labili a quelle dei liberi profes-sionisti?

Quando si parla di libera profes-sione chiunque la svolga è in con-correnza con tutti gli altri profes-sionisti che esercitano la liberaprofessione. È quindi importantedefinire i limiti deontologici entro iquali si effettua l’attività. A mio avviso, l’Università dovreb-be essere una struttura di riferi-mento per consulti e per casi spe-cialistici, se invece effettua pre-stazioni di base si pone in direttaconcorrenza con il singolo perché

nell’immaginario collettivo dire:“porto il mio cane alla clinica del-l’Università”, è più importante chedire “lo porto dal veterinario sottocasa”. Ritengo anche possanocrearsi delle situazioni viste comeuna sleale concorrenza. Nei confronti dell’ASL invece c’èla considerazione che sia comeper la mutua per l’uomo, ed alloramolti cittadini ritengono che laprestazione sia gratuita o comun-que più conveniente.

In tutti i casi c’è molta confusionederivante quasi sempre da una vi-sione “pro domo propria”, ma nel-la confusione purtroppo, si crea-no anche le sperequazioni.Effettuare prestazioni libero pro-fessionali in strutture dello Stato,con le spese a carico dello Sta-to, senza entrare nel merito del-la professionalità, crea comun-que un senso di disagio che peraltro è alla base di quella conflit-tualità che ha spesso visto divi-

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sa la compagine dei liberi pro-fessionisti da quella dei pubblicidipendenti.

È corretto definire concorrenzanei confronti dei medici veteri-nari, l’attività svolta da figureprofessionali come il farmaci-sta, l’allevatore, l’addestratore,ecc.? Quando uno di questi professio-nisti si sostituisce al medico ve-terinario, non commette soloconcorrenza sleale, ma senzadubbio, esercizio abusivo dellaprofessione e quindi perseguibi-le per legge. Che poi sia compli-cato ed indaginoso è tutt’altraquestione.

Etica e deontologia professio-nale sono due cose diverse ohanno punti in comune?A mio avviso sono cose distintema il comportamento deontologi-co è anche etico.

Fino a che punto è corretto par-lare di deontologia come stru-mento etico di regolamentazio-ne della concorrenza sleale tracolleghi?La deontologia è decisamenteun ottimo strumento ma non èsufficiente. È certo che la corret-tezza ed il rispetto fra professio-nisti sia la base di un’immaginealta della categoria ma il nostrocodice deontologico non ha laforza di regolamentare la con-correnza sleale. Troppe scappa-toie, troppe interpretazioni, trop-pi cavilli e troppi “azzeccagar-bugli”. È un problema culturale epotenziare i metodi coercitivipuò non risolverlo.

Quali potrebbero essere le azio-ni concrete da intraprendereper “sensibilizzare” i colleghi acomportamenti più corretti? Equali organismi potrebbero es-sere più adatti a svolgere talecompito?Sono diversi anni che ogni voltache iscriviamo un nuovo collegalo invitiamo a conoscere i membridel Consiglio anche per far com-prendere che l’Ordine non è unastruttura burocratica asettica, mafatta da colleghi, semplicementeun po’ più anziani ma con glistessi problemi di tutti. Diciamoloro che è il luogo dove ci si dàdel “tu” e nell’occasione si parladi deontologia e si fornisce loro ilnostro codice deontologico e ci

professiamo disponibili ad affron-tare per quanto possibile tutte lerichieste che vorranno prospet-tarci. Devo dire che molte dellegiovani leve non solo gradisconoquesto approccio ma poi real-mente chiedono aiuto ed infor-mazioni e sono lieto nel poter af-fermare che diverse questioniche sarebbero, magari in buonafede, sfociate in contenziosideontologici sono state risolte inanticipo.Sono convinto infatti, e rispondoalla seconda parte della doman-da, che gli Ordini siano le struttu-re istituzionalmente deputate asvolgere tale compito, ma consi-dero sia anche un dovere di tuttigli organismi di categoria.

Ritieni che il tariffario naziona-le possa considerarsi stru-mento efficace per regolare laconcorrenza?Ritengo non sia sufficiente. Sicu-ramente è la qualità delle presta-zioni e non il sotto tariffa che devefare il mercato, ma è anche veroche alcune regole devono esiste-re. Non basta però, per risolveretutto, il riferirsi al tariffario naziona-le, anche perché nessuno certifi-ca un comportamento scorretto.Dovremmo fare un corpo investi-gativo dell’Ordine? A Roma pervengono circa un’ot-tantina di esposti all’anno e moltifra questi innescano iter che du-rano dai tre ai quattro mesi. Do-vremmo iniziare a pensare a qual-cosa di diverso perché è già oraun vero e proprio lavoro per altroneanche retribuito. Sicuramente iltariffario è uno strumento, ma cre-do sia più utile promuovere deicorsi “obbligatori” per tutti gliiscritti sulla deontologia.

Le azioni di pubblicità più o me-no occulta e le nuove forme dimarketing strategico che utiliz-zano strumenti come internet(pagine web, posta elettronica,newsgroup, vet-link, ecc.), rap-presentano una reale forma diconcorrenza sleale? Quali po-trebbero essere i limiti del loroutilizzo? Il mercato sta rapidamente evol-vendo ed anche i mezzi di co-municazione risentono di acce-lerazioni a cui l’impalcatura del-lo Stato con le sue leggi e leggi-ne non sempre pare adeguarsi.Dopo quasi vent’anni che si cu-rano gli animali esotici e da zoo

con magari anche incarichi uffi-ciali da parte di strutture pubbli-che, comunicare in manieraesplicita al cittadino tale profes-sionalità, è vietato. Stessa cosavale per chi fa l’oculistica o ma-gari le ecografie.Per quanto riguarda internet co-me Ordine noi comunichiamoche può essere riportato soloquello che è stato autorizzato.Sicuramente il futuro, in materiapubblicitaria, dovrà senz’altrosubire modernizzazioni ma que-sto non può e non deve consen-tire il superamento di limiti di de-cenza che vanno dai volantini af-fissi sui cassonetti dell’immondi-zia, agli striscioni da palazzo apalazzo, fino alle “autovetturesandwich” munite di megafonocome gli arrotini o chi vende idetersivi.

Sergio Spiritolibero professionistaFoggia

È giusto considerare concor-renti Enti come l’Università,gli IZS, le ASL che, secondoalcuni, svolgerebbero attivitàassimilabili a quella dei liberiprofessionisti?Università, IZS ed ASL dovreb-bero svolgere attività ben diversetra loro e ben diverse dalla liberaprofessione. Purtroppo, ed è undato di fatto, non mancano le si-tuazioni in cui decidono, spessogrossolanamente, di “scenderein campo” e fare vera e propriaconcorrenza nel settore liberoprofessionale.Non sono poche poi le situazioniin cui lo svolgimento di attività li-bero professionale, da parte deicolleghi operanti in questi enti,di per sé rappresenta una formadi concorrenza sleale. E nonpenso solo a quei pochi (speropochissimi) privilegiati colleghiche operano nella serena condi-zione di controllori di se stessi;penso, soprattutto, al privilegiodi poter esercitare senza doverfare i conti con spese, investi-menti, scadenze…Quando attività didattica o di ri-cerca, diritto all’intra moenia o al-tre diavolerie consentono di con-siderare il bilancio di fine anno unoptional credo sia un po’ più sem-plice per chiunque sentirsi un bra-vo, aggiornato ed “intraprenden-te” professionista.Non dimentichiamo infine che, intempi di “proibizionismo pubbli-citario”, il fatto stesso di operarein certe strutture (penso soprat-tutto alle Università), consente unulteriore privilegio, in termini divisibilità e conseguente autoac-creditamento nei confronti dell’u-tenza. Ciononostante c’è addirit-tura chi (non so quanto consape-volmente) ricorre ad “originali”azioni promozionali su stampanon certamente specializzata(vedi Cronaca Vera 1467 del-l’ott/2000).

È corretto definire concorrenzanei confronti dei medici veteri-

nari, l’attività svolta da figureprofessionali come il farmaci-sta, l’allevatore, l’addestratore,ecc...?Non trovo esatta questa defini-zione. Ognuno esercita la suaprofessione o mestiere, e spessoci sono punti di contatto con laVeterinaria. Se è oltrepassato il li-mite, non di concorrenza si trattama d’abuso di professione, e co-me tale va trattato. In ogni casola sottrazione di reddito che que-sti fenomeni comportano ritengosia un problema marginale. Lagravità dell’abuso, risiede so-prattutto nell’offesa e nel dannoinferto all’attendibilità della pro-fessione stessa.

Etica e deontologia professio-nale sono due cose diverse ohanno punti in comune?Discutere del rapporto tra etica edeontologia può richiedere spazie tempi davvero incredibili. Dun-que una risposta breve, anche acosto di grave incompletezza, nonpuò che essere condizionata daun “senso pratico” contingente.Etica e deontologia sono “cose”diverse, con le quali quotidiana-mente ci confrontiamo nella no-stra vita professionale e dai confi-ni più o meno netti. La questionediventa grave quando l’etica cisuggerisce scelte in conflitto conla deontologia intesa, quest’ulti-ma, come l’attuale enunciazionedei doveri che regolano la vitaprofessionale.L’attuale codice deontologico, amio parere, discende più da unacultura di difesa della categoria,sia pure attraverso principi de-gnissimi d’autodisciplina, chenon dall’esigenza di proporreprecetti che affondino le radicinell’etica tout court e nell’eticaprofessionale.

Fino a che punto è corretto par-lare di deontologia come stru-mento etico di regolamentazio-ne della concorrenza sleale tracolleghi?Sarà tanto più corretto quantopiù riusciremo a tenere alto il li-vello della discussione e fare del-lo “studio dei doveri” una disci-plina sempre più svincolata dallaconvinzione e dalla ricerca, daparte di chicchessia, del diritto alprivilegio.

Quali potrebbero essere le azio-ni concrete da intraprendereper “sensibilizzare” i colleghi acomportamenti più corretti? Equali organismi potrebbero es-sere più adatti a svolgere talecompito?Una grande azione concreta è incorso da anni ed è sotto gli occhidi tutti. Mi riferisco all’opera didiffusione della cultura che vedeprotagoniste le società culturalied in primis la SCIVAC. Oggi èpossibile per tutti conseguire emantenere livelli di conoscenze eaggiornamento assolutamenteadeguati ai diritti dell’utenza. Tra-dotto nella pratica quotidianaquesto potrebbe voler dire, sefossimo categoria più matura, mi-

gliori prestazioni, miglior redditoe dunque maggiore serenità emigliori rapporti tra colleghi. Ov-viamente molto altro si potrebbedire sull’importanza della diffu-sione della cultura (e sul ruoloche potrebbe avere un’Universitàal passo con i tempi) e sulla tute-la della qualità delle prestazionierogate (e sul ruolo che potreb-bero avere degli Ordini al passocon i tempi).

Ritieni che il tariffario nazionalepossa considerarsi strumento effi-cace per regolare la concorrenza?Da tempo sono convinto che il ta-riffario nazionale (se mai passerà)non rappresenti una soluzione. Sitratta di uno strumento vecchioprima ancora di nascere e il no-stro mercato senza regole ha bi-sogno di altro.Ho già detto altre volte che il ri-spetto dei minimi garantirebbe al-la categoria semplicemente, masolo nell’immediato, una quota direddito complessivo superiore:una soluzione tampone destinataa perdere efficacia col tempo.Continuo a pensare che standardqualitativi e accreditamenti sianole soluzioni più lungimiranti se in-trodotte per tempo e con l’oppor-tuna gradualità.

Le azioni di pubblicità più o me-no occulta e le nuove forme dimarketing strategico che utiliz-zano strumenti come Internet(pagine web, posta elettronica,newsgroup, vet-link, ecc...), rap-presentano una reale forma diconcorrenza sleale? Quali po-trebbero essere i limiti del loroutilizzo?In tema di pubblicità siamo ormaial paradosso e può capitare ditutto e di più. Si può sbagliareun’insegna di venti centimetri edessere sospesi, si può fare un sitointernet dignitoso (con tanto dipassword per l’accesso) ed esse-re “ (ri)chiamati” a darne conto, sipuò costituire una qualsiasi so-cietà e, in assoluta libertà ed im-punità, sparare cazzate sul webvendendo cani, gatti, veterinaria epesci rossi. Le nuove forme dimarketing, invece, potrebbero es-sere uno strumento prezioso, secorrettamente utilizzate, di contat-to informazione e servizi all’uten-za. Credo che ormai tutti auspi-chino regole moderne che vada-no oltre i centimetri quadri e similiamenità.

Fabio Torrelibero professionistaBologna

Nello svolgimento della liberaprofessione veterinaria, ègiusto considerare concor-renti Enti come l’Università,gli IZS, le ASL che, secondoalcuni, svolgerebbero attivitàassimilabili a quelle dei liberiprofessionisti?Bisogna differenziare tra le istitu-zioni che svolgono le attività neilimiti delle loro competenze spe-cifiche e quelle che invece abu-

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sano apertamente delle possibi-lità loro offerte. Ad esempio, nelcaso di veterinari ASL, la loro pre-senza capillare sul territorio sipresta facilmente a mescolare at-tività di controllo, profilassi, etc. amomenti di libera professione dif-ficilmente controllabili e favoritidal potere contrattuale che il ve-terinario ASL - in qualità di pub-blico ufficiale - ha ad esempiosull’allevatore. Per quanto con-cerne gli Istituti Zooprofilattici, lamia esperienza è positiva, inquanto talora colmano autentichelacune sul territorio (ad esempiolaboratori specializzati in patolo-gia, in esami post mortem, e piùin generale l’attività riguardanteepisodi infettivi).Più complesso invece il discorsorelativo all’Università, perché icomportamenti riguardano sin-gole persone e non sono gene-ralizzabili. È chiaro che tutti co-loro che lavorano nei diparti-menti clinici hanno mezzi che ta-lora li mettono in chiara concor-renza con i liberi professionisti,con i quali non sempre instaura-no un rapporto di consulenza ecollaborazione.Vivendo e lavorando a Bologna,ho fatto l’abitudine all’abusivismoprofessionale da parte di profes-sori, ricercatori, assistenti e figu-re universitarie di vario genere,che hanno regolarmente svolto lalibera professione senza neppu-re doversi preoccupare di na-scondersi. È un malcostume ra-dicato e forse le nuove genera-zioni riusciranno ad esserne im-muni, trovando nelle attività di ri-cerca e nella didattica motivazio-ni più stimolanti.

È corretto definire concorrenzanei confronti dei medici veteri-nari, l’attività svolta da figureprofessionali come il farmaci-sta, l’allevatore, l’addestratore,ecc...?Non sento tale concorrenza, an-che se nel mondo dei cavalli le in-terferenze tra figure ufficiali e nonsono all’ordine del giorno. Il fattoè che il veterinario deve impararea vivere tra queste figure, evitan-do irrigidimenti ma senza imba-stardire la propria professione:con il buonsenso, a mio parere,l’esperienza di chi con gli animalipassa tutta la giornata può risulta-re anche vantaggiosa.

Etica e deontologia professio-nale sono due cose diverse ohanno punti in comune?Nella medicina umana, etica edeontologia sono in gran partesovrapposte. Nella medicina ve-terinaria, c’è un forte scollamentotra i due concetti e bisogna es-serne coscenti per non essereipocriti.L’etica - ma è chiaro che non si li-quida l’argomento in due battute- riguarda a mio parere soprattut-to il nostro porci nei confronti del-l’animale, che dobbiamo abituar-ci a mettere al centro delle nostreattenzioni come “paziente”, evi-tando di concentrarci invece sul“cliente” (termine che, in un am-

biente che voglio consideraremedico, mi ha sempre messo adisagio).La deontologia, invece, concer-ne il nostro rapporto con le per-sone, in primo luogo con coloroche svolgono la nostra stessaprofessione.Vi sono occasioni in cui etica edeontologia entrano in chiaroconflitto: in questi casi, quandoposso, do sempre la precedenzaall’etica.

Fino a che punto è corretto par-lare di deontologia come stru-mento etico di regolamentazio-ne della concorrenza sleale tracolleghi?Il termine “concorrenza”, pur-troppo, è terribile e definiscemolto bene lo stato delle cose.La pletora di laureati ha creatoquesta gara per la sopravvivenzae regolamentarla fa ancora più ri-dere. Credo seriamente che im-pegnarsi per svolgere un buon

lavoro, anche in termini tariffari,sia la risposta migliore e che laqualità prima o poi sia sempre ri-conosciuta. I cosiddetti colleghisleali, in genere sono personaggimediocri, di cui non vale la penadi curarsi.

Quali potrebbero essere le azio-ni concrete da intraprendereper “sensibilizzare” i colleghi acomportamenti più corretti? Equali organismi potrebbero es-

sere più adatti a svolgere talecompito?Non vi sono azioni concrete,quando le condizioni oggettiveportano una categoria al degrado.Le leggi non possono cambiare icostumi, è invece vero l’opposto.

Ritieni che il tariffario nazionalepossa considerarsi strumento effi-cace per regolare la concorrenza?Il tariffario nazionale serve a poco,perché è una costante (peraltro

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genericamente mediocre) che de-ve galleggiare in un mare di varia-bili. L’Italia è lunga, Milano e Ca-tanzaro non sono la stessa cosa;varia il valore degli animali trattati;varia la preparazione e la specia-lizzazione dei professionisti. Il ta-riffario, se devo essere sincero,non serve a nulla. Ma d’altronde,qualcuno lo consulta?

Le azioni di pubblicità più o me-no occulta e le nuove forme dimarketing strategico che utiliz-zano strumenti come Internet(pagine web, posta elettronica,newsgroup, vet-link, ecc...), rap-presentano una reale forma diconcorrenza sleale? Quali po-trebbero essere i limiti del loroutilizzo?Non è facile regolamentare que-sto tipo di pubblicità. L’importan-te, credo, sia garantire la veridi-cità dei messaggi che vengonodiffusi, perché la gente non sia in-gannata. La regolamentazionedella pubblicità, in generale, èpiuttosto antiquata e bacchetto-na, e sarebbe tempo di una revi-sione completa, anche tenendoconto dei nuovi media.

Laura Torrianilibero professionistaMilano

Nello svolgimento della liberaprofessione veterinaria, è giu-sto considerare concorrenti En-ti come l’Università, gli IZS, leASL che, secondo alcuni, svol-gerebbero attività assimilabili aquelle dei liberi professionisti?Non sarebbe giusto considerarli,ma a volte così è. Gli zooprofilatti-ci, almeno a Milano, non mi sem-bra eroghino prestazioni assimila-bili ai L.P., anche se altrove la si-tuazione può essere diversa, eneppure le ASL, dato l’elevato nu-mero di L.P. disponibili sul territo-rio, ma l’Università spesso forni-sce prestazioni non differenziabilida quelle dei comuni ambulatori ocliniche veterinarie private.Secondo me soprattutto l’Univer-sità, che invece dovrebbe essereil punto di riferimento per i casi cli-nici veramente difficili e comples-si e che richiedono strumentazio-ni e abilità professionali specifi-che non alla portata del liberoprofessionista, non sempre si di-mostra all’altezza della situazione.Non è infrequente infatti per i pro-fessionisti privati rivolgersi a colle-ghi non universitari per la risolu-zione del caso clinico problemati-co. Addirittura a volte, almeno inpassato, anche la stessa Univer-sità era costretta a rivolgersi a ve-terinari privati per determinatiesami o indagini.Questo anche perché l’Università,come credo tutte le strutture stata-li, reagisce per motivi burocraticicon una certa lentezza alle richie-ste del mercato. Il privato che nonha vincoli, se non quelli economi-ci, può adeguarsi molto più rapi-damente. Oltretutto l’Università èsecondo me anche carente dalpunto di vista dell’informazione ai

colleghi sui propri servizi, a volte siscopre “per caso” (o dai giornali,sigh!) che il tale Istituto è in gradodi offrire la tale prestazione.

È corretto definire concorrenzanei confronti dei medici veteri-nari, l’attività svolta da figureprofessionali come il farmaci-sta, l’allevatore, l’addestratore,ecc...?Anche in questo caso non do-vrebbe esistere il problema, mapurtroppo la realtà è diversa. D’altronde in ogni categoria si tro-vano professionisti più o meno se-ri, e anche qui non si sfugge allalogica del guadagno, a volte conuna certa responsabilità (o irre-sponsabilità) da parte del proprie-tario che preferisce “scroccare”una terapia al farmacista piuttostoche dover pagare la visita del pro-prio animale.Sui consigli clinici e terapeuticidegli allevatori o dei venditori l’u-nica cosa che voglio dire è che inItalia mi sembra che siamo anco-ra molto lontani dalla situazioneideale.

Etica e deontologia professio-nale sono due cosediverse o hanno pun-ti in comune?Dipende da che cosasi intende per etica: seè l’etica professionale idue concetti secondome sono praticamentecoincidenti, ma se conetica ci si riferisce piùal concetto sociale allo-ra le due cose potreb-bero non combaciare.

Fino a che punto ècorretto parlare dideontologia comestrumento etico di re-golamentazione dellaconcorrenza slealetra colleghi?Visti i risultati attuali, anche se mipare che la situazione stia forseeffettivamente migliorando, misembra decisamente uno stru-mento insufficiente.

Quali potrebbero essere le azio-ni concrete da intraprendereper “sensibilizzare” i colleghi acomportamenti più corretti? Equali organismi potrebbero es-sere più adatti a svolgere talecompito?L’educazione al rispetto per il la-voro altrui dovrebbe fare partedel bagaglio culturale di partenzadi ogni veterinario. Tra le variematerie di studio manca peròquasi totalmente il riferimento aquelle che dovrebbero essere leregole minime di correttezza daosservare tra colleghi, e a volte,mi spiace dirlo, anche l’esempiodato non è dei più edificanti. Dif-ficile, se si parte male, recupera-re in seguito. Oltretutto, a parte losporadico controllo che possonoesercitare gli Ordini professionali,mi riesce difficile pensare dove ecome poter dare ai colleghi infor-mazioni al riguardo.È vero che alcune norme sono

dettate anche dal semplice buonsenso, ma alcune regole devonoinvece essere apprese. Forsel’ECM potrebbe comprendere an-che questo “ramo” delle cono-scenze professionali.

Ritieni che il tariffario nazionalepossa considerarsi strumento effi-cace per regolare la concorrenza?No, può solo servire a perseguire“legalmente” coloro che non vi siattengono. Non credo che coloroche basano la loro attività sul fattodi fornire prestazioni a basso costo(e a corrispondente qualità) possa-no da un giorno all’altro cambiaredirezione solo per questo motivo.

Le azioni di pubblicità più o me-no occulta e le nuove forme dimarketing strategico che utiliz-zano strumenti come Internet(pagine web, posta elettronica,newsgroup, vet-link, ecc...), rap-presentano una reale forma diconcorrenza sleale? Quali po-trebbero essere i limiti del loroutilizzo?Secondo me no, si deve semprevalutare il modo in cui lo strumen-to tecnico viene utilizzato.

Anzi la possibilità di divulgare sularga scala notizie corrette in am-bito veterinario non dovremmoproprio lasciarcela scappare, da-te le valanghe di scemenze e cre-denze assurde riferite agli animaliradicate nell’immaginario colletti-vo. Certo che vista l’incredibilequantità di materiale anche nonattendibile reperibile su Internetdiventa difficile per l’utente poterscegliere tra informazione correttae mistificazione. Si dovrebberoriuscire a produrre anche in ambi-to veterinario siti DOC, che garan-tiscono la veridicità e la correttez-za scientifica di quanto riportato. Ilimiti possono essere i soliti chegovernano (o dovrebbero gover-nare) la nostra professione, quindideontologia, etica, professiona-lità, aggiornamento ...

Amato Violinilibero professionistaPerugia

Nello svolgimento della liberaprofessione veterinaria, è giu-sto considerare concorrenti En-

ti come l’Università, gli IZS, leASL che, secondo alcuni, svol-gerebbero attività assimilabili aquelle dei liberi professionisti?Che questi Enti svolgano attivitàassimilabile a quella dei liberi pro-fessionisti credo che non ci sianodubbi. Il punto è come si pongo-no nei confronti dell’utenza ed il“livello” di specializzazione e/oqualità di prestazione professio-nale offerta.Mi spiego: se le Università non la-vorano dietro referenza, cioè sucasistica inviata da veterinari li-beri professionisti, ma “aprono” iloro ambulatori a chiunque e sealtrettanto fanno nelle loro saleoperatorie occupandosi di ca-strazioni, sterilizzazioni o altrechirurgie “minori” piuttosto e sol-tanto di chirurgie specialisticherichieste da veterinari liberi pro-fessionisti, anche quando lo fac-ciano rispettando i tariffari minimidei relativi Ordini Provinciali, sonodi fatto concorrenti.Così gli IZS se lavorano solo sucasistica inviata da veterinari di-vengono un vero servizio di utilitàcollettiva.Problemi si possono configurare

con figure private di la-boratori di analisi, cito-logia, istologia, sierolo-gia, ect... dal momentoche gli IZS non percepi-scono remunerazione.Per quanto riguarda leASL queste dovrebbe-ro concentrarsi solo su“compiti” istituzionali.Le recenti vicende, ve-di “mucca pazza”, af-ta, ect... hanno eviden-ziato, quando ce nefosse stato bisogno,che i colleghi dipen-denti pubblici hannoun ruolo insostituibileper quanto riguarda ilcontrollo della SanitàAnimale e di tutto ciòche arriva come ali-

mento al consumatore.Quindi svolgendo un ruolo di“pubblico ufficiale” spesso po-trebbe entrare in conflitto d’inte-ressi con gli spazi che taluni vo-gliono intravedere nell’applicazio-ne dell’attività intramoenia. Stesso ragionamento per il settorepiccoli animali nel momento in cuiil collega dipendente pubblico va-da oltre l’applicazione delle nor-me sul randagismo quale suoprincipale compito istituzionale.

È corretto definire concorrenzanei confronti dei medici veteri-nari, l’attività svolta da figureprofessionali come il farmaci-sta, l’allevatore, l’addestratore,ecc...?L’allevatore e l’addestratore quan-do svolgono seriamente la loro at-tività possono essere sicuramentefigure importanti per la nostra pro-fessione, contribuendo a far cre-scere la popolazione animale e amigliorare il rapporto “uomo-ani-male” quando però non ingerisco-no nel settore sanitario con consi-gli o peggio pratiche che hannoben poco di correttezza scientifi-

ca, facendo un vero e proprio“abuso professionale”. Il farmaci-sta non si comprende perchéspesso si ostini a consigliare far-maci destinati all’uomo in sostitu-zione di farmaci veterinari ricettatiregolarmente e non si adoperi in-vece per aggiornare la propriafarmacia con i farmaci veterinarianche di più recente uscita sulmercato.Diviene concorrente quando,(sempre meno per la verità) so-prattutto in piccole comunità, sisostituisce al veterinario, non limi-tandosi a dispensare farmaci, maanche formulando diagnosi, con-figurando quindi anche il suo co-me comportamento ascrivibile ad“abuso professionale”.

Fino a che punto è corretto par-lare di deontologia come stru-mento etico di regolamentazio-ne della concorrenza sleale tracolleghi?L’etica è tutto ciò che deve ispi-rare nella sua professione ognisingolo collega, dal modo di“porsi”, di “operare” e di farsi “re-munerare”. La deontologia è tut-to ciò che regola il rapporto tracolleghi e tra questi e l’Ordineprofessionale. Quindi la deonto-logia si basa anche e soprattuttosull’etica professionale.È corretto in quanto la deontolo-gia richiede un comportamentoprofessionale eticamente corret-to, inteso sia come modo di svol-gere qualitativamente il propriolavoro sia come congruità di par-celle richieste.

Quali potrebbero essere le azio-ni concrete da intraprendereper “sensibilizzare” i colleghi acomportamenti più corretti? Equali organismi potrebbero es-sere più adatti a svolgere talecompito?Gli organismi sono sicuramentegli Ordini, le azioni concretequelle di sospendere tempora-neamente dalla professione icolleghi che non si comportinorispettando l’etica professionale(regola presente ma quasi maiapplicata).

Ritieni che il tariffario nazionalepossa considerarsi strumento effi-cace per regolare la concorrenza?Non è sicuramente la soluzione diogni male, ma un buono strumen-to in quanto finalmente fisserà unlimite minimo inappellabile. Le“regole” vere saranno quelle diuna definitiva presa di coscienzadi categoria.

Le azioni di pubblicità più o me-no occulta e le nuove forme dimarketing strategico che utiliz-zano strumenti come Internetrappresentano una reale formadi concorrenza sleale? Quando non si dicono falsità enon si danno “informazioni dema-gogiche” ogni forma di pubblicitàdovrebbe essere lecita. I limiti po-trebbero essere quelli legati al-l’impossibilità di controllare la ve-ridicità delle informazioni date nelmessaggio pubblicitario. ■

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A T T U A L I T ÀA T T U A L I T À

PROFESSIONE VETERINARIA 3/200114

PREMESSEA causa di un diffuso abuso daparte di persone tossico-dipen-denti, la ketamina è stata recen-temente inclusa nella Tabella Idelle sostanze ad azione stupefa-cente o psicotropa. Poiché la ke-tamina è un anestetico-analgesi-co largamente utilizzato in medi-cina veterinaria, la sua classifica-zione tra le sostanze stupefacen-ti ha posto alla ribalta, nell’ambitodella professione veterinaria, tut-ta la normativa che regola la pre-scrizione, l’acquisto, la detenzio-ne e la somministrazione di medi-cinali ad azione stupefacente opsicotropa. Anche se diversi Col-leghi già utilizzavano nella prati-ca clinica medicinali stupefacen-ti, conoscendone adeguatamentele relative norme, molti altri si so-no invece trovati impreparati nel-la gestione di questo tipo di me-dicinali e ad assolverne gli obbli-ghi previsti. Per facilitare la com-prensione ed il rispetto di questanormativa, apparentemente com-plessa, anche alla luce della re-centissima legge del febbraioscorso per l’agevolazione dellaterapia del dolore che riguardaanche il medico veterinario, ven-gono sintetizzati in quest’articolotutti gli aspetti salienti dell’impie-go di medicinali ad azione stupe-facente e psicotropa in medicinaveterinaria.

LA NORMATIVATutta la normativa riguardante lesostanze ed i medicinali ad azio-ne stupefacente o psicotropa ècontenuta nel D.P.R. n. 309 del 9ottobre 1990, così come modifica-to dalla legge n. 12 dell’8 febbraio2001, che costituisce il Testo uni-co delle leggi in materia di disci-plina degli stupefacenti e sostan-ze psicotrope, prevenzione, curae riabilitazione dei relativi stati ditossicodipendenza e che ha inte-grato la legge n. 685 del 22 di-cembre 1975 con le successivenormative. Sia i medicinali regi-strati per uso umano, sia quelli re-gistrati per uso veterinario e clas-sificati come stupefacenti o psico-tropi sono soggetti alla stessanormativa, raccolta nel citatoD.P.R.; il D.L.vo 119/92, integratodal D.L.vo 47/97 che regolamentail farmaco ad uso veterinario, perquanto riguarda i medicinali adazione stupefacente o psicotroparimanda alle norme generali su ta-li medicinali, che pertanto preval-gono su quelle specifiche veteri-narie. La recente legge n. 12dell’8 febbraio 2001, contenentenorme per agevolare l’impiegodei farmaci analgesici oppiaceinella terapia del dolore, ha modi-

ficato alcuni articoli del D.P.R.309/90 per quanto riguarda unelenco di sostanze comunementeutilizzate per la terapia del dolore;la legge sulla terapia del dolore,segno di grande civiltà nel tratta-mento degli stati di sofferenzaumana, riguarda anche il tratta-mento del dolore negli animali,dove il ruolo del medico veterina-rio è fondamentale per individua-re quelle situazioni di sofferenzaanimale che richiedono un suo in-tervento efficace. I decreti del Mi-nistro della Sanità dell’8 febbraio2001 e dell’8 marzo 2001 hannoclassificato tra le sostanze stupe-facenti o psicotrope diversi medi-cinali registrati ad uso veterinario.

LA CLASSIFICAZIONE DEIMEDICINALI STUPEFACENTI O PSICOTROPIIn base all’art. 14 del D.P.R. n. 309del 9 ottobre 1990, le sostanzestupefacenti o psicotrope e lepreparazioni medicinali che lecontengono sono classificate insei Tabelle: - nella Tabella I sono comprese le

sostanze e le preparazioni a ba-se di oppio e i suoi derivati, co-ca e i suoi derivati, anfetaminee tutte le sostanze con azioneallucinogena, oltre ad ogni altrasostanza che produca effetti sulsistema nervoso centrale edabbia capacità di determinaredipendenza fisica o psichicadello stesso ordine o di ordinesuperiore a quelle precedente-mente indicate; (esempi di so-stanze di interesse veterinario:morfina, ossimorfone, codeina,fentanyl, fenilpropanolamnina,ketamina);

- nella Tabella II sono compresela cannabis indica ed i suoi de-rivati e relative preparazioni;

- nella Tabella III sono compresele sostanze, e relative prepara-zioni, di tipo barbiturico che ab-biano notevole capacità di in-durre dipendenza fisica o psi-chica o ambedue, nonché altresostanze ad effetto ipnotico-se-dativo ad esse assimilabili. So-no pertanto esclusi i barbituricia lunga durata e di accertato ef-fetto antiepilettico e i barbituricia breve durata d’impiego qualianestetici generali, semprechétutte le dette sostanze non com-portino i pericoli di dipendenzainnanzi indicati; (esempi di so-stanze di interesse veterinario:pentobarbital);

- nella Tabella IV sono compresele sostanze di corrente impie-go terapeutico, per le quali so-no stati accertati concreti peri-coli di induzione di dipendenzafisica o psichica di intensità e

gravità minori di quelli prodottidalle sostanze elencate nelleTabelle I e III, le preparazionicontenenti le suddette sostan-ze (esempi di sostanze di inte-resse veterinario: butorfanolo,fenobarbitale);

- nella Tabella V sono compresele preparazioni contenenti le so-stanze elencate nelle tabelleprecedenti quando queste pre-parazioni, per la loro composi-zione qualitativa e quantitativa eper le modalità del loro uso, nonpresentino rischi di abuso epertanto non vengano assog-gettate alla disciplina delle so-stanze che entrano a far partedella loro composizione (esem-pi di sostanze di interesse vete-rinario: diazepam);

- nella Tabella VI sono indicati iprodotti d’azione ansiolitica, an-tidepressiva o psicostimolanteche possono dar luogo al peri-colo di abuso e alla possibilitàdi farmacodipendenza.

MEDICINALI AD USOVETERINARIO CLASSIFICATICOME STUPEFACENTI O PSICOTROPIAlla data del 18 marzo 2001, lepreparazioni medicinali registrateper uso veterinario che compaio-no nelle tabelle delle sostanzestupefacenti o psicotrope sono:- in Tabella I - le preparazioni a

base di ketamina: Ketavet (Gel-lini), Inoketam (Virbac), Imalge-ne (Merial);

- in Tabella III - la preparazione abase di pentobarbital: Euthatal(Merial);

- in Tabella IV - le preparazioni abase di butorfanolo: Dolorex(Intervet) e Torbutrol (intervet)

- in Tabella V - la preparazione abase di diazepam: Diazepam(Gellini)

La tiletamina, farmaco ad azionesimile alla ketamina, e la benzo-diazepina zolazepam, contenutinella preparazione medicinale aduso veterinario Zoletil (Virbac),non rientrano, per ora, in questedisposizioni.

PRESCRIZIONE ALPROPRIETARIO DELL’ANIMALEDI MEDICINALI STUPEFACENTIO PSICOTROPIL’art. 43 del D.P.R. 309/90 richie-de che la prescrizione al proprie-tario dell’animale di preparazionimedicinali registrate per uso vete-rinario o registrate per uso uma-no, in caso di uso improprio con-sentito, e comprese nelle TabelleI e III debba essere effettuata uni-camente mediante l’apposito ri-cettario ministeriale:- da ritirare presso il proprio Ordi-

ne provinciale, che, all’atto del-la consegna, deve far firmareciascuna ricetta dal sanitario, ilquale è tenuto a ripetere la pro-pria firma all’atto della prescri-zione al cliente;

- il ricettario è composto da foglicon madre-figlia e la copia ma-dre deve essere conservata dalsanitario per due anni;

- la ricetta deve riportare il domi-cilio ed il numero di telefono delmedico veterinario;

- nella ricetta deve essere indica-to, con mezzo indelebile, il no-me, cognome ed indirizzo delproprietario dell’animale, la pre-parazione medicinale prescrit-ta, la dose in tutte lettere e l’in-dicazione del modo e dei tempidi somministrazione, la data ela firma;

- la prescrizione deve riguardareuna sola preparazione medici-nale per volta e con la posolo-gia per una cura di durata mas-sima di tre giorni;

- la ricetta può essere spedita dalfarmacista entro dieci giornidalla data di emissione;

- questa ricetta non può essereutilizzata per autoprescrizioneal fine di approvvigionamento.

La prescrizione al proprietariodell’animale di preparazioni medi-cinali contenenti le sostanze com-prese nell’allegato III-bis degliart. 41 e 43 del D.P.R. 309/90 in-trodotto dalla legge n. 12 dell’8febbraio 2001 (buprenorfina, co-deina, diidrocodeina, fentanyl,idrocodone, idromorfone, meta-done, morfina, ossicodone, ossi-morfone) deve essere effettuatasul ricettario ordinario del medi-co veterinario su cui risulti l’indi-cazione del suo domicilio profes-sionale e del suo numero di te-lefono professionale:- in duplice copia a ricalco- ciascuna ricetta può contenere

fino a due preparazioni medici-nali, a dosaggi per cura di dura-ta non superiore a trenta giorni

- la ricetta può essere spedita dalfarmacista entro trenta giornidalla data di emissione.

La prescrizione al proprietariodell’animale di preparazioni medi-cinali contenenti le sostanze com-prese nelle Tabelle IV, V e VI vie-ne effettuata mediante una ricettaordinaria in copia semplice non ri-petibile, salvo quando è richiestadall’A.I.C. (autorizzazione all’im-missione in commercio), per lasomministrazione ad animali pro-duttori di alimenti per l’uomo, la ri-cetta veterinaria non ripetibile intriplice copia (decreto del Ministrodella sanità del 28-9-93).

Impiego di medicinaliad azione stupefacente o psicotropain medicina veterinaria

di Aldo Vezzoni

Medico Veterinario,Segretario FNOVIPresidente FSA

ACQUISTO DA PARTE DEL MEDICO VETERINARIO O DA PARTE DI STRUTTUREVETERINARIE DI MEDICINALISTUPEFACENTI O PSICOTROPIGli art. 42 e 43 del D.P.R. 309/90autorizzano i singoli medici veteri-nari e le strutture veterinarie ad ap-provvigionarsi, mediante autori-cettazione, dei medicinali com-presi nelle Tabelle I, III e IV, a dete-nerli e a trasportarne la quantitànecessaria per uso professionaleurgente. Il medico veterinario chesi approvvigiona dei medicinalicompresi nelle Tabelle I, III e IV de-ve annotare, su un apposito regi-stro per stupefacenti, il carico elo scarico degli stessi. Pertanto,anche i medicinali compresi nellaTabella IV, che possono essereprescritti al proprietario dell’anima-le con una ricetta semplice non ri-petibile, se acquistati, detenuti edutilizzati negli animali in cura diret-tamente dal medico veterinario de-vono essere registrati come caricoe scarico sul registro stupefacenti.

L’approvvigionamento dei medi-cinali compresi nelle Tabelle I, III eIV deve essere effettuato in far-macia. Poiché le disposizioni peril commercio dei medicinali adazione stupefacente o psicotroparichiedono un’apposita autorizza-zione ministeriale oltre al rispettodelle procedure di carico, scaricoe stoccaggio richieste, l’approvvi-gionamento dei medicinali stupe-facenti registrati per uso veterina-rio attraverso gli abituali grossistiautorizzati alla vendita ai titolari discorte di medicinali veterinari aisensi degli articoli 34 e 35 puònon essere possibile.

L’autoprescrizione è effettuatautilizzando la ricetta ordinariadel medico veterinario, redatta intre copie e firmate in calce, di cuiuna resta al veterinario con il tim-bro di spedizione della farmacia edeve essere conservata per dueanni (nel registro stupefacentistesso od in altro luogo), una re-sta al farmacista per sua docu-mentazione ed una viene da que-sti inviata all’ufficio stupefacentidell’ASL. Non è invece indicata aquesto proposito la ricetta veteri-naria non ripetibile in triplice co-pia per l’approvvigionamento del-le scorte proprie e delle scortedell’impianto ai sensi del decretodel Ministro della sanità del 28-9-93 sulla ricetta veterinaria.

La ricetta di autoprescrizionedeve contenere i seguenti dati:- nome, cognome, indirizzo e

numero di telefono del medicoveterinario;

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PROFESSIONE VETERINARIA 3/2001 15

- numero progressivo di richie-sta/anno;

- qualifica professionale: medicoveterinario, nel caso di veterina-ri con struttura propria uninomi-nale o che operano sul territo-rio; direttore sanitario o respon-sabile medicinali stupefacentinel caso di strutture veterinarieplurinominali;

- denominazione ed indirizzodella farmacia a cui è rivolta laprescrizione;

- denominazione della prepara-zione medicinale e relativoconfezionamento;

- quantità di confezioni (non è ri-chiesto che il numero vengascritto in tutte lettere);

- data e firma per esteso ed incalce.

L’autoprescrizione di medicinalicompresi nelle Tabelle V e VI vieneeffettuata con le stesse modalità ri-chieste per l’approvvigionamentodegli altri medicinali per le scorteproprie (art. 35 D.L.vo 119/92 mo-dificato dal D.L.vo 47/97) e per lescorte dell’impianto (art. 34 D.L.vo119/92 modificato dal D.L.vo47/97), utilizzando la ricetta non ri-petibile in triplice copia ai sensi deldecreto del Ministro della sanità del28-9-93 sulla ricetta veterinaria,barrando l’apposita casella (scorteproprie/scorte dell’impianto).

Le registrazioni di carico e scari-co per medicinali stupefacenti opsicotropi delle Tabelle I, III, IV, co-me richiesto dall’art. 64 del D.P.R.309/90, vengono assolte utilizzan-do un registro adatto allo scopo,come il modello Buffetti 3317 omodello similare per carico e sca-rico medicinali (vedi fac-simile):- riportare sul registro i dati del

medico veterinario, individuan-do il direttore sanitario od il re-sponsabile dei medicinali stu-pefacenti nel caso di strutturecon più medici veterinari;

- se il registro non ha già le pagi-ne numerate in modo progressi-vo, occorre numerarle; una voltanumerate non ne possono esse-re strappate; in caso di errori ditrascrizione, occorre barrare laparte errata, siglando e datandola correzione effettuata;

- se non già prestampato, ripor-tare nella prima pagina la se-guente dicitura: vidimato il…………… da …………… e,nell’ultima pagina: questo regi-stro è composto da n. …………pagine, numerate progressiva-mente dal n. ………… al n.…………;

- far vidimare il registro per stu-pefacenti, in ciascuna sua pagi-na, dall’autorità sanitaria locale(Sindaco o altro ente o funzio-nario da lui delegato);

- ogni anno, dalla data della pri-ma vidimazione, occorre sotto-porre il registro al controllo e aduna nuova vidimazione da par-te della stessa autorità sanitarialocale (poiché non è assodatocome questa procedura debbaessere assolta, è opportuno ri-chiedere all’ufficio farmaceuticodella propria ASL la procedurada loro abitualmente richiesta);

- intestare una pagina ad una so-la preparazione medicinale,specificandone il nome com-merciale e la forma farmaceuti-ca (fiale da due ml, flacone dadieci ml, ecc.). Facciamo l’e-sempio di dover inserire nellapagina 1 una preparazione abase di ketamina e nella pagina2 una preparazione a base dibutorfanolo: finita la pagina 1scaricando le varie sommini-strazioni effettuate di ketamina,si passa alla pagina 3, dedican-dola di nuovo alla stessa prepa-razione e riportando, nel carico,la giacenza dalla pagina 1; sepoi nel frattempo si finisce la pa-gina 2 con il butorfanolo, s’iniziala pagina 4 ancora con la stes-

sa preparazione a base di bu-torfanolo, registrandone la gia-cenza dalla pagina 2 e così via;

- registrare il carico delle prepa-razioni medicinali acquistate,indicando la farmacia dove so-no state acquistate e la quantitàpresa in carico (in fiale, flaconio in ml se la somministrazioneal paziente per i flaconi multido-se viene effettuata utilizzando-ne solo delle frazioni);

- registrare lo scarico per quan-tità in fiale o in millilitri, ogniqualvolta il medicinale viene uti-lizzato, e riportando la giacenzarimanente, sempre in fiale o inmillilitri;

- nello scarico devono essere ri-portati: la data, nome, cognomeed indirizzo del proprietario del-l’animale, la specie dell’animalee la diagnosi o sintomatologiaed in ogni caso il motivo dell’im-piego (ad es.: trauma toracico,frattura della pelvi, interventochirurgico, medicazione, esa-me radiologico, ecc;);

- deve essere osservato un ordi-ne progressivo numerico unicodi ogni operazione effettuata dicarico e scarico per ogni prepa-razione medicinale, riportandolonella prima colonna; in caso dipagine successive intestate allastessa preparazione medicina-le, si prosegue con la numera-zione raggiunta nella paginaprecedente, mentre per altrepreparazioni medicinali si utiliz-za una nuova numerazione,sempre in ordine progressivo;

- le registrazioni, sia di carico edi scarico, devono essere effet-tuate entro le 24 ore;

- il registro di carico e scaricostupefacenti per medici veteri-nari deve essere conservatoper due anni dalla data dell’ulti-ma registrazione effettuata alpari della copia della ricetta uti-lizzata per l’autoprescrizione(art. 60, comma 2-ter del D.P.R.

309/90 modificato dall’art. 1della legge n. 12 dell’8 febbraio2001 e art. 43, comma 5 delD.P.R. 309/90 modificato dal-l’art. 1 della legge n. 12 dell’8febbraio 2001);

- i medicinali contenenti sostanzead azione stupefacente e psico-tropa devono essere conservati

e custoditi in un armadio chiusoa chiave presso la struttura ve-terinaria o presso il domicilio delmedico veterinario in caso diprofessionisti che operano a do-micilio degli animali; in caso ditrasporto per interventi profes-sionali a domicilio dell’animaledevono essere tenuti chiusi nel-

A T T U A L I T À

CARICO SCARICO GIACENZA

Data Data impiego (cognome, nome e domicilio del proprietario,

2001 fornitore e documento forma quantità 2001 specie animale, diagnosi, sintomatologia o motivo d’impiego) forma quantità forma quantità

1 08 03 Farmacia Bianchi, Milano ml 10 ml 10Bolla 61/01

2 09 03 Rossi Mario, via Roma 23, Milano, cane, esame radiografico ml 1 ml 9

3 19 03 Verdi Luigi, viale Venezia 66, Milano, cane, intervento chirurgico ml 2 ml 7

4 19 03 Brambilla Antonio, viale Combo 23, Milano, gatto, intervento chirurgico ml 1 ml 6

5 11 03 Basilio Andrea, viale Speranza 17, Milano, cane, medicazione ml 2 ml 4

6 12 03 Farmacia Bianchi, Milano ml 20 ml 24Bolla 98/01

7 12 03 Bianchi Eufrodisio, frazione Boscone, Località S.Andrea del Montello, ml 2 ml 22Trezzano sul Naviglio, cane, trauma toracico

8 12 03 Manzoni Andrea, P.za Roma, 56, Milano, cane, intervento chirurgico ml 3 ml 19

9 15 03 Rossi Mario, via Roma 23, Milano, cane, esame radiografico ml 1 ml 18e medicazione

FAC-SIMILE DEL REGISTROImalgene, flacone da 10 ml Il Sindaco

Sostanza o preparazione medicinale

Il seguente fac-simile esemplifica i contenuti della ricetta per auto-prescrizione di preparazioni medicinali incluse nelle Tabelle I, III e IV:

Timbro o ricetta intestata

Richiesta n° (1) ............................

Io sottoscritto Dr. ......................................... (2)....................................(cognome e nome) (qualifica)

........................................................................, ai sensi e per gli effetti

degli art. 42 e 43 del D.P.R. 309/90 modificato dalla legge 12/01,

richiedo alla farmacia (3) ......................................................................

sita in ......................................... via ....................................................

la seguente preparazione inclusa nelle Tabelle I, III e IV, di cui all’art.14 del citato D.P.R.

n° (4) ............................... (5).................................................................

di (6) ......................................................................................................

data ...................................... firma (7)..................................................

NOTE

(1) numero progressivo per anno (es.: 1/2001, ecc.);(2) medico veterinario oppure direttore sanitario/responsabile dei medicinali

stupefacenti o psicotropi di codesto (Ambulatorio, Clinica veterinaria ecc.);(3) denominazione ed indirizzo della farmacia;(4) quantità;(5) n°dosi/forma per confezione (es.: flaconi da 10 ml, scatola da 5 fiale da 2 ml);(6) nome della preparazione;(7) firma in calce, per esteso.

Numeroprogressivo

dell’operazione

pagina 1

Page 14: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 3

la borsa del medico veterinario(in tal caso non è richiesto che ilmedico veterinario porti con séil registro, sul quale però deveprovvedere a registrare lo scari-co entro le 24 ore dalla sommi-nistrazione, ma è opportunoche, per cautela in caso di un’e-ventuale controllo da parte delleforze dell’ordine, porti con sécopia della ricetta di autopre-scrizione relativa al medicinalestupefacente trasportato).

- alcune ASL, sulla base di un’in-terpretazione della normativa(attribuzione dell’art. 62 delD.P.R. 309/90), richiedono chele strutture sanitarie (ambulatori,case di cura, cliniche, ospedali)al pari delle farmacie effettuinouna chiusura di fine anno dei re-gistri, riportando, per ogni pre-parazione medicinale, la quan-tità acquistata, quella utilizzatae quella rimanente; in tal casonon viene richiesta la vidimazio-

ne annuale; tale procedura nonsi applica comunque ai singolimedici chirurghi e medici veteri-nari; in altre ASL, invece, sia al-le strutture sanitarie che ai sin-goli medici viene applicato il di-sposto dell’art. 64 del D.P.R.309/90 che prevede una vidima-zione annuale e non la chiusuradi fine anno. È opportuno per-tanto informarsi sulla proceduraconsigliata dall’Ufficio Farma-ceutico della propria ASL.

PRESCRIZIONE ED IMPIEGO DI MEDICINALI AD USOUMANO CLASSIFICATI COMESTUPEFACENTI O PSICOTROPI L’art. 3, comma 5 del D.L.vo 119/92integrato dal D.L.vo 47/97 autorizzail medico veterinario, qualora nonesistano medicinali autorizzati peruna determinata malattia, al fine, inparticolare, di evitare agli animalievidenti stati di sofferenza, a som-ministrare ad uno o più animali unmedicinale registrato per un’altraspecie animale o, in mancanza an-che di questo, un medicinale auto-rizzato in Italia per l’impiego sull’uo-mo. Quest’impiego del medicinalecome uso improprio consentito siapplica anche ai medicinali stupe-facenti, per la prescrizione e l’utiliz-zo dei quali devono essere rispetta-te le norme previste dal D.P.R.309/90 e successive modifiche edintegrazioni, come riportato sopra.

GESTIONE DEI MEDICINALISTUPEFACENTI O PSICOTROPISCADUTIOccorre richiedere l’interventodell’Ufficio Farmaceutico dellapropria ASL per la procedura dismaltimento che deve essere ef-fettuata alla presenza di agentidelle forze dell’ordine.

CAMPIONI GRATUITI DI MEDICINALI STUPEFACENTI E PSICOTROPIIl D.L.gs 541/92 all’art. 13 com-ma 9 vieta la distribuzione di

campioni gratuiti dei medicinalidisciplinati dal D.P.R. 309/90 epertanto di tutti quelli compresinelle sei tabelle dei medicinalistupefacenti o psicotropi del cita-to D.P.R.

SANZIONI PREVISTE PERVIOLAZIONE DELLE NORMESULLA PRESCRIZIONE E SOMMINISTRAZIONE DI MEDICINALI STUPEFACENTIE PSICOTROPIAi sensi dell’art. 42 del D.P.R.309/90, salvo che il fatto non co-stituisca reato, l’acquisto di pre-parazioni medicinali incluse nelleTabelle I, III e IV in misura ecce-dente in modo apprezzabile quel-le occorrenti per le normali neces-sità è punito con la sanzione am-ministrativa del pagamento di unasomma da lire duecentomila a unmilione.Le sanzioni previste per chiun-que viola le disposizioni sullaprescrizione al proprietario del-l’animale di medicinali stupefa-centi e psicotropi inclusi nelleTabelle I e III sono state cancel-late dalle modifiche dell’art. 43del D.P.R. 309/90 apportate dal-la legge n. 12 dell’8 febbraio2001; ciò non toglie che il medi-co veterinario è tenuto alla rigo-rosa osservanza delle disposi-zioni richieste come anche ad uncomportamento corretto e re-sponsabile nell’impiego di questimedicinali. ■

A T T U A L I T À

PROFESSIONE VETERINARIA 3/200116

Nuove disposizioni sull’impiego della ketaminaCircolare FNOVI 2/2001 del 5 marzo 2001

I l Decreto del Ministero della Sanità 8 febbraio 2001, pubblicato sulla G.U. del 22 febbraio 2001, ha in-serito la ketamina nella Tabella I delle sostanze stupefacenti e psicotrope. La nuova disposizione entra in

vigore l’8 marzo 2001, quindici giorni dopo la pubblicazione sulla G.U. Essendo state modificate le A.I.C.(autorizzazioni all’immissione in commercio) dei medicinali contenenti ketamina, le Aziende Farmaceutichedovranno provvedere a modificare le confezioni di questi medicinali e tutta la relativa catena distributiva do-vrà assolvere alle norme previste per i medicinali stupefacenti e psicotropi.

A) Per quanto riguarda l’impiego di preparazioni ad uso veterinario contenenti ketamina (Ketavet 50, Keta-vet 100, Imalgene 500, Imalgene 1000, Inoketam) da parte dei medici veterinari, essi dovranno assolve-re ai seguenti obblighi:

1 - dotarsi di un registro per stupefacenti (Buffetti 3317) su cui riportare i propri dati, individuando il di-rettore sanitario nel caso di strutture con più medici veterinari;

2 - far vidimare il registro per stupefacenti, in ciascuna sua pagina, dall’autorità sanitaria locale (Sinda-co, ASL);

3 - registrare il carico della giacenza all’8 marzo 2001 di medicinali contenenti ketamina, allegando co-pia della relativa fattura d’acquisto o della ricetta per scorte con il timbro di spedizione della farma-cia; il carico, trattandosi di flaconi multidose, deve essere specificato in millilitri;

4 - registrare lo scarico per quantità in millilitri, ogni qualvolta il medicinale viene utilizzato, e riportandola giacenza rimanente, sempre in millilitri;

5 - nello scarico devono essere riportati: la data, nome, cognome ed indirizzo del proprietario dell’ani-male, la specie dell’animale ed il motivo dell’impiego (ad es.: intervento chirurgico, medicazione,esame radiologico, ecc;); ciascuna pagina del registro deve essere intestata ad un solo medicinalee deve essere osservato un ordine progressivo nelle registrazioni;

6 - l’acquisto di medicinali veterinari contenenti ketamina deve essere effettuato mediante un’autopre-scrizione in triplice copia, utilizzando il modello di ricetta di cui alla Legge 685/75: una copia, con iltimbro e la data di spedizione del farmacista, accompagna il medicinale acquistato e deve essereconservata nel registro per stupefacenti, una copia deve essere conservata dal farmacista ed unacopia viene da questi inviata all’ufficio stupefacenti dell’ASL;

7 - le registrazioni, sia di carico e di scarico, devono essere effettuate entro le 24 ore;8 - il registro di carico e scarico per stupefacenti deve essere sottoposto ogni anno, dalla data di rila-

scio, al controllo ed alla vidimazione dell’autorità sanitaria locale;9 - i medicinali contenenti sostanze ad azione stupefacente e psicotropa devono essere conservati e cu-

stoditi in un armadio chiuso a chiave;10 - l’eventuale prescrizione al proprietario dell’animale di medicinali contenenti ketamina deve essere ef-

fettuata utilizzando la ricetta ministeriale per stupefacenti, da ritirare presso l’Ordine di appartenenza.

Si sottolinea l’importanza, nell’impiego degli stupefacenti, dell’assoluto rispetto della normativa vigentein quanto le eventuali violazioni possono costituire un illecito penale oltre che amministrativo. La recente Leg-ge n. 12 dell’8 febbraio 2001, contenente norme per agevolare la terapia del dolore, che ha ridotto le san-zioni e gli obblighi per quanto riguarda i medicinali stupefacenti utilizzati per la terapia del dolore (buprenor-fina, codeina, diidrocodeina, fentanyl, idrocodone, idromorfone, metadone, morfina, ossicodone, ossimorfo-ne), non riguarda la ketamina.

B) La tiletamina, farmaco ad azione simile alla ketamina, contenuto nel medicinale ad uso veterinario Zoletil,non rientra per ora in queste disposizioni.

C) Si ricorda che tra i medicinali stupefacenti registrati ad uso veterinario figurano in Tabella IV il Dolorexiniettabile ed il Torbutrol compresse, entrambi a base di butorfanolo (in questa tabella è compreso ancheil fenobarbitale). Anche l’approvvigionamento di questi medicinali deve essere effettuato mediante auto-prescrizione con ricetta in triplice copia conforme al modello di ricetta di cui alla Legge 685/75, riportan-done il carico e lo scarico sul registro stupefacenti. L’eventuale prescrizione al proprietario dell’animale dimedicinali stupefacenti posti in Tabella IV deve essere effettuata, in tutte lettere, su ricetta veterinaria nonripetibile in copia semplice in caso di prescrizione ad animali non destinati alla produzione di alimenti perl’uomo e su ricetta veterinaria non ripetibile in triplice copia in caso di prescrizione ad animali destinati al-la produzione di alimenti per l’uomo.

D) Si ricorda che i medicinali compresi nella Tabella V e VI (barbiturici, tranquillanti) non sono soggetti agliobblighi di registrazione richiesti per quelli compresi nelle Tabelle I, III e IV, né alle stesse modalità di ac-quisto e prescrizione. La prescrizione e l’acquisto vengono infatti effettuati seguendo le modalità di tutti imedicinali che richiedono una ricetta non ripetibile.

Distinti saluti.

IL PRESIDENTE(Dott. Domenico D’Addario)

KETAMINA: CRONISTORIA DEGLI AVVENIMENTI

08/02/01 Decreto del Ministro della Sanità che introduce la Ketamina nella tabella I, facendo riferimento solo alla preparazione ad uso umano Ketalar ( Parke Davis).Non comunicato alla FNOVI

22/02/01 Pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto del Ministro della Sanità del 08/02/01

28/02/01 Recapito postale alla FNOVI della Gazzetta Ufficiale del 22/02/01

1-4/03/01 Consultazioni della FNOVI con gli uffici competenti del Ministero della Sanità per verificare l’applicabilità del Decreto sulla ketamina anche allepreparazioni ad uso veterinario e per verificare le modalità d’impiego

05/03/01 Circolare FNOVI n.2/2001 agli Ordini per posta prioritariae pubblicazione su Internet della nuova normativad’impiego della ketamina

08/03/01 Pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale delle modificazioniall’autorizzazione all’immissione in commercio delle specialità medicinali veterinarie a base di ketamina

09/03/01 Scadenza dei 15 giorni dalla pubblicazione sullaGazzetta Ufficiale del 22/02/01 del Decreto 08/02/01 ed entrata in vigore delle nuove disposizioni

14/03/01 Incontro di una delegazione FNOVI con ilSottosegretario di Stato alla Sanità, Sen OmbrettaFumagalli Carulli, ed il Dott. Romano Marabelli, per esprimere al Ministro il grave disagio provocato da questa normativa non preventivamente comunicataalla Federazione degli Ordini dei Veterinari e per chiedere una dilazione di tempo sufficiente perpermettere ai medici veterinari di adeguarsi alla nuovanormativa e di reperire la necessaria documentazione. La FNOVI ha anche richiesto una circolare ministerialeche chiarisca ufficialmente tutti gli aspetti normatividella materia

21/03/01 Circolare FNOVI, integrativa della n.2/2001 agli Ordini, per posta prioritaria e con pubblicazione su Internet, contenente una dettagliata nota esplicativa sulle modalità d’impiego dei medicinalistupefacenti

Page 15: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 3

I l 4 febbraio scorso la Segre-teria Nazionale del SIVeLPha ufficialmente ratificato le

dimissioni del suo Segretario,dott. Tullio Paolo Scotti. Dalla Se-greteria Nazionale si è dimessoanche anche il dott. Gianni Man-cuso, Vice Segretario NazionaleVicario. Ai Colleghi Scotti e Man-cuso abbiamo chiesto di spiegar-ci le ragioni delle loro dimissioni.

Vuoi darci delucidazionicirca le tue dimissionida Segretario Nazionaledel Sindacato dei VeterinariLiberi Professionisti?Ho riflettuto a lungo su questa miadecisione, perché ho sempre cre-duto che il sindacato dei veterina-ri liberi professionisti fosse una or-ganizzazione indispensabile perla tutela di un libero professionistae non volevo con questa mia scel-ta mettere in discussione l’idea diun organismo del genere. Tuttaviauna serie di continue incompren-sioni e divergenze con alcunimembri della segreteria, amplifi-cate non poco, da una serie diproblemi personali mi hanno fattomaturare questa scelta.

È vero che dopo le tuedimissioni ci sono state anchequelle di altri membridella segreteria nazionale?Si sono dimessi anche il segreta-rio nazionale vicario Gianni Man-cuso, il dr. Pasqualino Santori dal-la carica di vice segretario, il dr.Giorgio Taccetti ed il dr. GiovanniPetroccia dal comitato centrale.

Qual è la tua ricetta per il futuro?Ritengo che il dopo Schianchi ab-bia evidenziato la fine delle asso-ciazioni di volontariato, non basta-no la dedizione ed il sacrificio che

A T T U A L I T À

PROFESSIONE VETERINARIA 3/2001 17

rasentano quasi la bancarotta perun veterinario libero professioni-sta attivo.È impensabile infatti che nel 2001solo chi vive di rendita o è pensio-nato possa gestire un organismocosì importante e fondamentalecome il sindacato.La politica della categoria, soprat-tutto nel comparto libero profes-sionale, merita dei professionistipreparati e dinamici e che possa-no dedicarsi a tempo pieno oquasi ad un’attività che deve di-ventare sempre più incisiva e pre-sente nel mondo politico, nelleistituzioni, nell’opinione pubblica.Dei rappresentanti ben pagatidalla categoria, che devono es-sere presenti a convegni a con-ferenze, ai ministeri ed in tuttiquegli incontri dove si parla deiveterinari e del loro destino an-che economico, dove invece cisono tutti tranne i veterinari liberiprofessionisti. Spero proprio tan-to che i colleghi sentano l’esi-genza di questo, come lo sentoio da quasi vent’anni, ma ancorami sembra di rivolgermi solo apochi intimi.

Dopo molti anni di esci dalSI.Ve.L.P., ci racconti cosa èsuccesso quali le motivazioni?Nell’Autunno del ’98, al congressonazionale di Parma, offersi la miadisponibilità a rientrare nella se-greteria nazionale.Questa disponibilità era subordi-nata alla condizione che il Dott.Tullio Paolo Scotti diventasse ilsuccessore del compianto dott.Mario Schianchi.

Dopo anni di lavoro svolto conScotti ho imparato ad apprezzarele qualità di uomo, di collega e dileader; da qui l’intenzione di col-laborare con il neo-eletto segre-tario, pur con le mie forti limita-zioni legate agli impegni politico-amministrativi.Dopo circa due anni, nell’autunnoscorso, sono emersi i sintomi ine-quivocabili delle divisioni all’inter-no dell’organismo di vertice delSI.Ve.L.P. che hanno portato alledimissioni irrevocabili di Scotti.A quel punto, seppure con gran-de disagio, dopo 14 anni di impe-gno e militanza, ho voluto onorarel’impegno preso con me stesso econ il segretario nazionale che miha costretto a seguirlo sulla stra-da delle dimissioni. Momenti diffi-cili il Sindacato ne ha passati tan-ti, ma avevo imparato ad agire edandare oltre.Oggi non me la sento più e ri-tengo sia più onesto andare adun congresso anticipato chesappia rieleggere una nuovaclasse dirigente che esprima lavolontà della maggioranza degliiscritti.

Dopo le dimissioni dal SIVeLPIntervista a Tullio Paolo Scotti e a Gianni Mancuso

di Carlo Scotti

Concludendo penso che il motivoprincipale della crisi consumatasiall’interno della Segreteria Nazio-nale sia da addebitare alle diffi-coltà di individuare il successoredi Mario Schianchi, che per unventennio era stato l’artefice e l’a-nimatore del Sindacato dei LiberiProfessionisti.Siamo tutti veterinari che vivonodel proprio lavoro e ci siamo dedi-cati all’attività sindacale per pas-sione, rubando lo spazio alla pro-fessione o al tempo libero, unaforma inconsueta e contagiosa divolontariato.Venendo meno la presenza auto-revole e l’impegno costante equotidiano di Mario sarebbe statodifficile per chiunque cercare diraccoglierne l’eredità.Tullio Paolo ci ha provato ma hadovuto scontare una realtà co-stituita anche di colleghi chehanno agito più da liberi battito-ri che da componenti di unasquadra.Non ho notizie del SI.Ve.L.P. daqualche tempo, ma auguro al sin-dacato lunga vita e capacità diguardare lontano. ■

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Tullio Paolo Scotti:“non bastano

la dedizione e ilsacrificio”.

Gianni Mancuso:“difficile raccogliere

l’ereditàdi Schianchi”.

Page 16: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 3

A T T U A L I T ÀA T T U A L I T À

PROFESSIONE VETERINARIA 3/200118

In un’altra occasione (Pro-fessione Veterinaria n. 10,ottobre 2000) a seguito

dell’emanazione del D.M. n.219/00, regolamento che discipli-na la gestione dei rifiuti sanitari,avevamo analizzato le novità e leperplessità che tale norma venivaa creare.Pur rimanendoci ancora oggi idubbi che allora erano stati evi-denziati (non ci risulta che il Mini-stero della Sanità si sia pronun-ciato in merito) nel presente lavo-ro illustriamo come deve avvenirela gestione dei rifiuti sanitari all’in-terno delle strutture veterinarie.

DEFINIZIONEDI RIFIUTO SANITARIOQualsiasi sostanza od oggetto dicui il detentore (nel nostro caso ilmedico veterinario) si disfa, abbiadeciso di disfarsi o abbia l’obbli-go di farlo (riteniamo che in ambi-to ambulatoriale nessuna normaimponga tale obbligo) provenien-te da una struttura pubblica o pri-vata, soggetta ad autorizzazionesanitaria, che svolge attività vete-rinaria di prevenzione, di diagno-si, di cura, di riabilitazione e di ri-cerca ed eroga le prestazioni dicui alla L. n. 833/78, viene defini-to come “rifiuto sanitario”.Senza entrare nel merito se l’atti-vità veterinaria svolta da un medi-co veterinario libero professioni-sta rientri o meno tra quelle pre-stazioni che lo Stato è tenuto agarantire ai cittadini (L. 833/78),possiamo affermare che qualsiasisostanza od oggetto provenienteda una struttura veterinaria di cuiil medico veterinario si disfa o ma-nifesta la volontà di disfarsene so-no considerati tutti rifiuti sanitari edevono essere gestiti in base aquanto stabilito nel D.M. 219/00.Ricordiamo che le sostanze ra-

dioattive esulano dal campo diapplicazione del decreto Ronchi,e quindi non sono dei rifiuti sani-tari, in quanto disciplinate da nor-me particolari.Per quanto riguarda, invece, i restidegli animali morti in ambulatorio,ad esempio animali soppressi eu-tanasicamente, riteniamo che, no-nostante il decreto Ronchi escludadel campo di applicazione le ca-rogne di animali, tali rifiuti rientrinocomunque nel campo di applica-zione del Ronchi qualora il pro-prietario dell’animale (produttoredel rifiuto) manifesta la sua volontàdi abbandonarlo o di destinarlo al-l’abbandono (smaltimento).

CLASSIFICAZIONEDEI RIFIUTI SANITARIIn base alla pericolosità i rifiuti sa-nitari vengono differenziati in:A) - Rifiuti sanitari non pericolo-si: rifiuti non compresi tra quellielencati nell’allegato D del D.Lvo22/97. Ulteriormente vedremo chemolti dei rifiuti non pericolosi sonoinclusi nei rifiuti assimilabili ai rifiu-ti urbani. B) - Rifiuti sanitari pericolosi: ri-fiuti che hanno in sé una o più del-le caratteristiche di pericolositàelencate nell’allegato I del D.Lvo22/97. In base al tipo di pericolovengono distinti in:B.1) - Pericolosi a rischio infetti-vo: “I rifiuti provenienti da attivitàveterinaria, esclusi i rifiuti discipli-nati dal D.Lvo 508/92, che:3a) siano contaminati da agenti pa-togeni per l’uomo o per gli animali;3b) siano venuti a contatto conqualsiasi liquido biologico secretood escreto per i quali sia ravvisa-to, dal medico veterinario compe-tente, un rischio di patologia tra-smissibile attraverso tali liquidi”.Tali rifiuti devono essere identifi-cati con il codice CER 18.02.02.

B.2) - Pericolosi non a rischioinfettivo: i rifiuti compresi nell’al-legato D del decreto Ronchi chepresentano almeno una delle ca-ratteristiche di pericolosità, trannequella infettiva (H9), dell’allegato Idel medesimo decreto. Alcuni diquesti rifiuti vengono elencati, a ti-tolo esemplificativo, nell’allegatoII del D.M. 219/00 insieme al codi-ce CER d’identificazione.Il regolamento, inoltre, stabiliscequali siano le nuove categorie di:C) rifiuti sanitari assimilabili airifiuti urbani eD) rifiuti sanitari che richiedonoparticolari sistemi di gestione.

GESTIONEDEI RIFIUTI SANITARIPer ognuna delle diverse tipologiedi rifiuti sanitari di cui sopra, lanormativa stabilisce le seguentimodalità di gestione:A) - Rifiuti sanitari non pericolo-si: il deposito temporaneo deveessere effettuato per tipi omoge-nei e nel rispetto delle norme tec-niche. In ogni caso il tempo dipermanenza nel deposito tempo-raneo viene differenziato come ri-portato a seguito:• se il quantitativo di rifiuti in de-

posito non supera i 20 metri cu-bi nell’anno o la struttura è loca-lizzata nelle isole minori, la dura-ta massima è di un anno;

• se si superano i 20 metri cubi al-l’anno, il tempo di permanenzanel deposito temporaneo è di tremesi o quando il deposito rag-giunge i 20 metri cubi.

B) - Rifiuti sanitari pericolosiB.1) - Rifiuti sanitari a rischio in-fettivo. - Il direttore o responsabi-le sanitario della struttura sanitariadeve sorvegliare e vigilare, inquanto ne è responsabile, che ildeposito temporaneo dei rifiuti sa-nitari a rischio infettivo sia effet-tuato in condizioni tali da non cau-sare alterazioni che comportino ri-schi per la salute e che non ven-gano superati i seguenti tempi dipermanenza: trenta giorni, se laquantità di rifiuti non supera i due-cento litri al mese o cinque giorni,se si superano i duecento litri almese.Sia il deposito temporaneo che lamovimentazione interna alla strut-tura sanitaria, nonché lo stoccag-gio, la raccolta ed il trasporto deirifiuti sanitari pericolosi a rischioinfettivo devono essere effettuatiutilizzando apposito imballaggio aperdere, anche flessibile, recantela scritta “Rifiuti sanitari perico-losi a rischio infettivo” e il sim-bolo del rischio biologico o, se sitratta di rifiuti taglienti o pungenti,apposito imballaggio rigido a per-dere recante la scritta “Rifiuti sa-nitari pericolosi a rischio infetti-vo taglienti e pungenti”, conte-nuti entrambi nel secondo imbal-

laggio rigido esterno, eventual-mente riutilizzabile previa idoneadisinfezione ad ogni ciclo d’uso,recante la scritta “Rifiuti sanitaripericolosi a rischio infettivo”.Questi ultimi imballaggi esternidevono avere caratteristiche ade-guate per resistere agli urti ed allesollecitazioni provocate durante laloro movimentazione e trasporto, edevono essere realizzati in un co-lore idoneo a distinguerli dagli im-ballaggi utilizzati per il conferi-mento degli altri rifiuti.Lo stoccaggio, la raccolta ed il tra-sporto dei rifiuti pericolosi a rischioinfettivo restano sottoposte al regi-me generale dei rifiuti pericolosi.Il metodo di smaltimento previstoè la termodistruzione, in impiantiautorizzati ai sensi del D.Lvo22/97 sebbene, in casi particolari,siano previste delle deroghe aquesta disposizione.B.2) - Rifiuti sanitari con perico-lo diverso dall’infettivo. - Il de-posito temporaneo, che deve es-sere effettuato per tipi omogenei enel rispetto delle norme tecnicheche disciplinano il deposito dellesostanze pericolose nonché nelrispetto delle norme che discipli-nano l’imballaggio e l’etichettatu-ra dei rifiuti pericolosi, può avereuna durata massima: di un anno,se il quantitativo di rifiuti in depo-sito non supera i 10 metri cubinell’anno o la struttura è localizza-ta nelle isole minori o di due mesi,se si superano i 10 metri cubi al-l’anno o quando il deposito rag-giunge i 10 metri cubi.C) - Rifiuti sanitari assimilabiliai rifiuti urbani: il D.M. 219/00,nell’abrogare il D.M. 25.5.1989,stabilisce quali sono le categoriedi rifiuti sanitari assimilabili ai rifiu-ti urbani e, quindi, assoggettati alregime giuridico e modalità di ge-stione di questi ultimi. Condizioneindispensabile affinché un rifiutopossa essere assimilabile ai rifiutiurbani è che lo stesso non sia pe-ricoloso. In base a quanto stabili-to nel regolamento, sono conside-rati assimilabili ai rifiuti urbani i se-guenti rifiuti:1) rifiuti derivanti dalla preparazio-ne dei pasti provenienti dalle cu-cine delle strutture sanitarie; 2) rifiuti derivanti dall’attività di ri-storazione e i residui dei pastiprovenienti dai reparti di degenzadelle strutture sanitarie, esclusiquelli che provengono da pazien-ti affetti da malattie infettive per iquali sia ravvisata clinicamente,dal medico che li ha in cura, unapatologia trasmissibile attraversotali residui; 3) vetro, carta, cartone, plastica,metalli, imballaggi in genere, ma-teriali ingombranti da conferire ne-gli ordinari circuiti di raccolta diffe-renziata, nonché altri rifiuti non pe-ricolosi che per qualità e per quan-

tità siano assimilati agli urbani aisensi di regolamenti comunali; 4) la spazzatura; 5) rifiuti costituiti da indumentimonouso; 6) rifiuti provenienti da attività digiardinaggio effettuata nell’ambitodelle strutture sanitarie; 7) i gessi ortopedici, gli assorben-ti igienici, i pannolini pediatrici e ipannoloni; 8) i rifiuti sanitari a solo rischio in-fettivo assoggettati a procedimen-to di sterilizzazione effettuato se-condo quanto stabilito nel D.M.219/00. Si evince, pertanto, che molti deirifiuti sanitari non pericolosi sonoconsiderati assimilabili ai rifiutiurbani e, tranne per quelli delpunto 8, possono essere gestiti,a tutti gli effetti, come i rifiuti ur-bani (conferimento al serviziopubblico di raccolta). L’obbligoche la normativa precedente im-poneva in relazione alle indica-zioni da apporre sui contenitori(struttura sanitaria di provenien-za e dicitura “rifiuti di origine sa-nitaria assimilabili agli urbani”)viene a cadere.Per quanto riguarda invece i rifiutisanitari di cui al punto 8, essi so-no assimilabili ai rifiuti urbani sol-tanto per specifiche fasi.

Rifiuti sanitari sterilizzatiAl fine di rendere assimilabili ai ri-fiuti urbani i rifiuti sanitari perico-losi a rischio infettivo, il D.M.219/00 stabilisce che tale tipolo-gia di rifiuti deve essere sottopo-sta a trattamento di sterilizzazio-ne nel rispetto di determinatecondizioni e modalità contenutinello stesso regolamento.Trattamento di sterilizzazione deirifiuti sanitari infetti. - Il trattamen-to di sterilizzazione può essereeffettuato:- sia al di fuori della struttura sa-nitaria che li ha prodotti. In que-sto caso i rifiuti sanitari infetti de-vono essere depositati presso lastruttura sanitaria, raccolti e tra-sportati come tali fino all’impiantodi sterilizzazione (impianto auto-rizzato ai sensi del decreto Ron-chi). Soltanto dopo la sterilizza-zione diventano assimilabile ai ri-fiuti urbani ma ai fini dello smalti-mento, come “rifiuto sanitario ste-rilizzato”, e non in tutte le fasi chelo precedono.- sia in impianti situati all’internodel perimetro della struttura sani-taria.- Tali impianti di sterilizzazio-ne non hanno bisogno di essereautorizzati, a condizione che ven-gano trattati soltanto i rifiuti pro-dotti dalla struttura stessa. Tutta-via, l’attivazione deve essere pre-ventivamente comunicata allaProvincia ai fini dei controlli. I rifiu-ti provenienti da strutture sanitariedecentrate ma organizzativamen-

La gestione dei rifiuti sanitarinegli ambulatori veterinari

di M.C. Lopez Moreno

Istituto di Medicina Legalee Legislazione Veterinaria,Università degli Studi di Milano

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te e funzionalmente collegate conla stessa vengono considerati co-me prodotti dalla struttura sanita-ria dove è ubicato l’impianto disterilizzazione. Il direttore o responsabile sanita-rio ed il gestore dell’impianto disterilizzazione sono responsabilidell’attivazione degli impianti edell’efficacia del processo di ste-rilizzazione. Quest’ultima dovràessere verificata e certificata se-condo i tempi, le modalità ed i cri-teri stabiliti nell’allegato III delD.M. 219/00.Presso gli impianti di sterilizza-zione deve essere tenuto un re-gistro, con fogli numerati pro-gressivamente, che dovrà ripor-tare le seguenti indicazioni: nu-mero di identificazione del ciclodi sterilizzazione, quantità gior-naliera e tipologia dei rifiuti steri-lizzati nonché la data del pro-cesso di sterilizzazione.Una volta che i rifiuti sanitari a ri-schio infettivo sono stati sottopostia trattamento di sterilizzazione,vengono definiti “rifiuti sanitaristerilizzati”. Tuttavia si deve te-nere presente che:• Se i rifiuti sanitari oltre al perico-

lo infettivo avevano altro tipo dipericolo, dovranno essere co-munque gestiti come “rifiuti sa-nitari pericolosi non a rischio in-fettivo”, in quanto il trattamentodi sterilizzazione elimina soltan-to il pericolo infettivo.

• Se invece, trattasi di rifiuti sani-tari a solo rischio infettivo la ste-rilizzazione fa sì che diventino ri-fiuti sanitari non pericolosi assi-milabili ai rifiuti urbani, sottopostial regime giuridico e alle normetecniche che disciplinano la ge-stione degli urbani ma non pertutte le fasi della loro gestione.Infatti, la normativa stabilisceche il deposito temporaneo, lamovimentazione interna allastruttura sanitaria, lo stoccag-gio, la raccolta ed il trasportodei rifiuti sanitari sterilizzati de-vono essere effettuati utilizzan-do appositi imballaggi a perde-re, anche flessibili, di colore di-verso da quelli utilizzati per i ri-fiuti urbani e per gli altri rifiuti sa-nitari assimilati, recanti, ben visi-bile, l’indicazione indelebile “Ri-fiuti sanitari sterilizzati” allaquale dovrà essere aggiunta la

data della sterilizzazione. Sispecifica, inoltre, che la rac-colta ed il trasporto di questirifiuti devono essere separatidai rifiuti urbani.La termodistruzione pressoimpianti autorizzati è il meto-do di smaltimento previsto peri rifiuti sanitari sterilizzati, an-che se sono previste delle ec-cezioni.D) Categorie di rifiuti che ne-cessitano di particolari siste-mi di gestioneLe seguenti tipologie di rifiutisanitari, indipendentementedella pericolosità o meno del ri-fiuto, devono essere gestiti inmodo particolare:1) farmaci scaduti o inutilizza-bili compresi i farmaci ed i ma-teriali antiblastici per uso uma-

no o veterinario;2) organi e parti anatomiche nonriconoscibili (rifiuti anatomici): chedovranno essere gestiti con lestesse modalità dei rifiuti sanitaria rischio infettivo; 3) animali da esperimento: chedovranno essere gestiti con lestesse modalità dei rifiuti sanitaria rischio infettivo; 4) sostanze stupefacenti e altresostanze psicotrope.Tutti questi rifiuti sanitari devonoessere smaltiti in impianti di ince-nerimento che, nel caso delle so-stanze stupefacenti e psicotrope,debbono essere impianti autoriz-zati ai sensi del D.Lvo 22/97, se-condo le modalità e procedurepreviste dal D.P.R. 309/90.

OBBLIGHI AMMINISTRATIVITra gli obblighi amministrativi(MUD, Registro di carico-scari-co, formulario d’identificazione)che il decreto Ronchi impone aiproduttori dei rifiuti, bisogna pre-cisare che soltanto le strutture

veterinarie organizzate in formedi impresa e, cioè, iscritte allaCamera di Commercio, che pro-ducono rifiuti speciali pericolosisono tenute all’obbligo della co-municazione annuale al Catastodei rifiuti nonché alla tenuta delregistro di carico-scarico dei ri-fiuti pericolosi prodotti.Fermo restando quanto sopra, illu-striamo brevemente come adem-piere a tali obblighi amministrativi.CATASTO DEI RIFIUTI: annual-mente, entro il 30 aprile di ciascunanno, con riferimento all’anno pre-cedente, si deve procedere allacomunicazione delle quantità edelle caratteristiche qualitativedei rifiuti oggetto della attività ef-fettuata, secondo le modalità pre-viste dalla L. 25.1.1994, n. 70. Inparticolare la comunicazione, dapresentare presso la Camera diCommercio competente, dovràavvenire utilizzando il ModelloUnico di Dichiarazione (MUD),identificando i rifiuti secondo lanomenclatura prevista nel Catalo-go europeo dei rifiuti (CER). Se irifiuti vengono assegnati al servi-zio pubblico di raccolta, la comu-nicazione è effettuata dal gestoredel servizio.REGISTRO DI CARICO SCARI-CO: sul registro di carico e scari-co, a fogli numerati e vidimati dal-l’Ufficio del Registro, si devonoannotare le informazioni sulle ca-ratteristiche qualitative e quantita-tive dei rifiuti, da utilizzare ai finidella comunicazione annuale alCatasto.Nel caso in cui la produzione an-nua di rifiuti non ecceda le 5 ton-nellate di rifiuti non pericolosi ed 1tonnellata di rifiuti pericolosi, pos-sono adempiere all’obbligo dellatenuta dei registri di carico e sca-rico dei rifiuti anche tramite le or-ganizzazioni di categoria interes-

sate o loro società di servizi cheprovvedono ad annotare i datiprevisti con cadenza mensile,mantenendo presso la sede del-l’impresa copia dei dati trasmessi.FORMULARI DI IDENTIFICAZIO-NE O ACCOMPAGNAMENTO:durante il trasporto effettuato daenti o imprese i rifiuti devono es-sere accompagnati da un formu-lario di identificazione dal qualedevono risultare i seguenti dati:nome ed indirizzo del produttoree del detentore, origine, tipologiae quantità del rifiuto, impianto didestinazione, data e percorsodell’istradamento e nome ed indi-rizzo del destinatario.Il formulario di identificazione de-ve essere redatto in quattro esem-plari, compilato, datato e firmatodal detentore dei rifiuti, e contro-firmato dal trasportatore. Una co-pia del formulario deve rimanerepresso il detentore, e le altre tre,controfirmate e datate in arrivo daldestinatario, sono acquisite unadal destinatario e due dal traspor-tatore, che provvede a trasmetter-ne una al detentore. Le copie delformulario devono essere conser-vate per cinque anni.Durante la raccolta ed il trasportoi rifiuti pericolosi devono essereimballati ed etichettati in confor-mità alle norme vigenti in materiae devono essere rispettate le nor-me le norme tecniche che disci-plinano le attività di trasporto deirifiuti.Al fine di garantire un efficacecontrollo sulla gestione e movi-mentazione dei rifiuti il legislatoreha stabilito un rapporto di recipro-ca integrazione dei dati riportatisul registro di carico scarico conquelli riportati sul formulario:Il produttore/detentore, il traspor-tatore ed il destinatario dei rifiutidovranno apporre il proprio “nu-

mero di registro” sulla copia delformulario che deve restare in lo-ro possesso. Il “numero di regi-stro” deve essere apposto sul for-mulario da parte dei soggetti ob-bligati alla tenuta dei registri dicarico e scarico. È ovvio, infatti,che il numero di registro non puòessere apposto sul formulario daparte dei soggetti che non sonoobbligati a tenere i suddetti regi-stri. In tale evenienza, tuttavia, l’e-sonero dall’obbligo del registrodovrà risultare da specifica indi-cazione riportata nell’appositospazio del formulario riservato al-le “annotazioni”. Il formulariostesso, inoltre, dovrà essere con-servato presso i suddetti soggettinon obbligati alla tenuta dei regi-stri di carico scarico.

CONCLUSIONEÈ inutile che il legislatore impon-ga la classificazione differenziatadei rifiuti (assimilabili agli urbani,pericolosi a rischio infettivo, peri-colosi a rischio diverso dell’infet-tivo, sterilizzati, rifiuti che neces-sitano particolari sistemi di ge-stione) qualora le ditte addettealla raccolta, trasporto e smalti-mento li gestiscano tutti come ri-fiuti pericolosi.È contraddittorio rispettare condi-zioni di tempo, di quantità e mo-dalità di deposito diverse per i ri-fiuti sanitari qualora le ditte addet-te alla raccolta, trasporto e smalti-mento continuino a valutare tutti irifiuti come speciali pericolosi.La controversia tra i medici vete-rinari che hanno sottoscritto unaconvenzione con le ditte di cuisopra potrebbe essere risoltasoltanto come inadempimentocontrattuale, nel caso in cui nel-la convenzione fosse esplicitatoil rispetto delle norme di leggevigenti. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 3/2001 19A T T U A L I T À

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PROFESSIONE VETERINARIA 3/200120

L a chiusura dei lavori par-lamentari ha comportatoil congelamento di molti

provvedimenti legislativi. Fra que-sti il DdL 6583, noto come il Dise-gno di Legge sui cani pericolosi,che a seguito di un faticoso iterparlamentare era stato approvatodalla Camera dei Deputati il 30novembre 2000 (Professione Ve-terinaria 11/2000 ndr). Presentato dal Consiglio dei Mini-stri nel novembre del 1999 e in se-guito assegnato alla CommissioneGiustizia della Camera, il testo di

questo provvedimento era subitoapparso incongruente e scientifi-camente infondato. Soprattutto,veniva licenziato dal Consiglio deiMinistri senza il preventivo coinvol-gimento del settore veterinario.Tutta la discussione sui fenomenimalavitosi connessi all’utilizzo dirazze a rischio non voleva esseremateria di competenza veterina-ria, per quanto la Categoria nonpotesse che esprimersi a favoredi provvedimenti severi contro ille-galità e violenza: era piuttostol’impianto scientifico del testo di

legge a non essere accettabile.Alle consultazioni tecniche dellaCommissione parlamentare avevapreso parte la Categoria Veterina-ria, attraverso l’ANMVI, con l’invionel mese di luglio del 2000 di undocumento che sottolineaval’infondatezza del Ddl nella defini-zione della pericolosità e del deter-minismo genetico e spiegava chepiù correttamente si sarebbe dovu-to parlare di vocazione attitudinaledi una certa razza; si chiedeva per-tanto che il legislatore individuasse“delle regole di gestione e condu-

zione dell’animale con le responsa-bilità del proprietario” e inserissenei parametri valutativi anche quei“fattori vocazionali (individuali) chepossono compromettere l’equilibriopsicologico dei cani.” (ProfessioneVeterinaria 7/2000).Il 30 novembre 2000 la Cameraha approvato il Ddl con lo stralciodegli elenchi razza, accogliendole istanze del settore, comuni adun vasto schieramento (FNOVIANMVI FSA SCIVAC SISCA). Uni-ca perplessità l’aver lasciato l’ob-bligo per il veterinario di denun-

La fine della legislatura congela il Ddl 6583

Sciolte le Camere sciolti anche i cani?di Sabina Pizzamiglio

ciare tutti i casi sospetti di lesionida combattimenti tra cani all’auto-rità giudiziaria, pena sanzioni.Nel complesso, però, la Cameraaveva fatto un buon lavoro. Ades-so la parola passa alla nuova Le-gislatura la quale eredita i risultatidi mesi di riflessioni, stralci,emendamenti e riformulazioni.Speriamo non si debba ripartireda zero. ■

A . N . M . V . I . I N F O R M A

Al nuovo Parlamento le basi per una buona LeggeOnorevole Silvestro Terzi

Premetto che il testo in esame è la parte restante della proposta di legge iniziale, composta da dodici articoli, da cui sono stati stralciati i famigera-ti articoli 1-2-5-7.Art. 1) Prevedeva l’elenco delle razze canine potenzialmente pericolose.Art. 2) Vietava il possesso e la riproduzione di alcune razze di cani.Art. 5) Permetteva al reo in caso di condanna per aver partecipato, organizzato, addestrato ecc... cani al combattimento, la pena alternativa defini-ta di pubblica utilità, consistente in prestazioni all’interno di strutture, enti o associazioni a cui venivano affidati i cani combattenti sottoposti a confi-sca prelievo o sequestro.Art. 7) Con lo stralcio di questo articolo si è voluto sottrarre un compito a mio parere gravoso ed inutile ai sindaci, i quali avrebbero dovuto ricevereil rapporto ed emettere le ingiunzioni per violazioni amministrative nel caso sul loro territorio si fossero verificati combattimenti, questa incombenzacomportava l’individuazione di persona, ente associazione, struttura operante nel settore, badate bene, DI COMPROVATA FEDE ZOOFILA terminealquanto ambiguo, a cui affidare l’animale.Cadendo l’art. 1, non aveva alcun senso mantenere l’art. 9 che comprendeva le deroghe per i cani addestrati in particolari settori ad esempio: forzearmate e di polizia, ricerca in superficie, catastrofe, caccia, cura delle greggi ecc... che avevo fatto inserire per neutralizzare almeno parzialmentela logica nefasta dell’art. 1Gli articoli restanti sono stati riassemblati per formare un nuovo testo di legge che avrebbe dovuto riguardare: A) il divieto di combattimento fra ani-mali. B) Pene differenziate e applicabili per le varie figure che organizzano o partecipano a combattimenti fra animali, a partire dal possessore delcane, all’addestratore, al proprietario del luogo dove si svolgono i combattimenti, a coloro che trasportano i cani e a chi partecipa in qualità di spet-tatore o scommettitore presente o meno sul luogo. C) L’affidamento degli animali adibiti a combattimenti, a strutture che ne possano curare il recu-pero. D) Mantenimento degli articoli 10-11 del vecchio testo che prevedevano rispettivamente (10) l’obbligatorietà degli allevatori all’atto della ven-dita dell’animale, la fornitura all’acquirente di materiale informativo illustrante scientificamente i percorsi fondamentali per la socializzazione dell’ani-male e le relative modalità di attuazione. (11) L’intesa fra Stato e Regioni al fine di integrare i programmi didattici delle scuole introducendo l’etologiacomportamentale degli animali più a contatto con l’uomo ed in particolare del cane, soprattutto in funzione di una prevenzione di spiacevoli epi-sodi che ritroviamo nella cronaca nera. E) Copertura finanziaria.Con questi accordi si doveva riformulare il testo e riportarlo in aula alla Camera. Così non è stato. Nella riunione serale tenuta dai capigruppo è sta-to dato l’assenso affinché si potesse inserire nel calendario d’aula la discussione di questo provvedimento.Il mattino successivo il provvedimento era in aula e gli unici a presentare gli emendamenti in comitato ristretto erano i gruppi di maggioranza, in quan-to il sottoscritto peraltro direttamente responsabile del provvedimento, è stato avvisato al mattino e a tempo scaduto per poter controbattere e pre-sentare eventuali emendamenti. Pura casualità?A questo punto in aula si è dovuto affrontare un problema di procedibilità, tutto per non spostare di un giorno l’esame e riaprire i termini della pre-sentazione degli emendamenti (cosa fattibile).Si è così approvato un testo che non ci soddisfa soprattutto per l’introduzione della sterilizzazione dei cani e delle risposte non date in merito ai cri-teri di finanziamenti ad enti e associazioni.In questo modo la legge è approdata al Senato, ancora ci sarebbe stato il tempo utile per presentare emendamenti migliorativi cioè: il relatore dimaggioranza avrebbe dovuto presentare emendamenti per rendere più graduali e applicabili le pene, togliere il concetto di sterilizzazione dal testoper i cani combattenti, introdurre criteri oggettivi per fissare a quali standard enti o associazioni devono rispondere in termini di strutture e di perso-nale specializzato per il recupero degli animali al fine di garantire l’erogazione di 1.300 milioni annui. Fissare inoltre i criteri per verificare i risultati ot-tenuti per l’inserimento degli animali recuperati e per un eventuale reincarico.Tutto ciò non è stato presentato, anzi sono state esercitate forti pressioni da parte di associazioni pseudoanimaliste che minacciavano di divulgarenominativi e organizzare una campagna chiaramente denigratoria, nei confronti di quei parlamentari che hanno presentato emendamenti sicuramentemigliorativi al testo e che volevano quantomeno discutere la legge attraverso la via maestra e cioè l’aula e non attraverso scorciatoie.Forse perché a qualcuno stavano a cuore finanziamenti di ben 1.300 milioni annui erogati senza prevedere controlli e capacità obiettive di recuperosugli animali?Ritengo che un lavoro meno schizofrenico, scientificamente più corretto e che fugasse ogni dubbio in merito ai criteri di erogazione dei fondi e per-ciò più positivo nei confronti della stesura della legge sarebbe stato più che possibile in termini di tempo, invece la scelta è stata di tipo ricattatorio,cioè porre sotto pressione chi doveva devidere attribuendo loro la non volontà di voler risolvere il problema dei combattimenti fra animali, che sap-piamo essere argomento sentito a livello di opinione pubblica, ribadisco pertanto che l’intento mio e di coloro che mi hanno supportato è sempre sta-to quello di formulare una buona legge che rispondesse a seri criteri scientifici, alla certezza e alla gradualità dell’applicazione della pena, ad uncontrollo sulle strutture adibite al recupero e una attenta erogazione dei fondi.La scelta di sottoporre a pressioni chi doveva decidere per non rischiare una pubblicità negativa in campagna elettorale si è dimostrata una sceltaperdente e questi atteggiamenti vessatori ed arroganti hanno alla fine contribuito a non aver una legge. Concludendo posso affermare che quanto-meno il problema è stato posto, il campo è stato sgombrato da anacronistici falsi e presuntuosi concetti assolutamente e scientificamente infondati,a mio avviso la prossima legislatura avrà delle basi concrete su cui formulare una proposta di legge, peraltro già delineata e tracciata, sicuramenteequilibrata e applicabile contro la pratica aberrante dei combattimenti tra animali.

Toltala deliberante

al provvedimento:tanta amarezza

Roma, 13 febbraio 2001- “Dopo la Lega Nord

anche Forza Italia, AlleanzaNazionale e CCD ritirando il lo-ro consenso alla trattazione indeliberante del DdL che vieta icombattimenti tra animali han-no inopinatamente fornito unrobusto sostegno alla lobby cri-minale che gestisce in Italia,con un giro d’affari di 1000 mi-liardi l’anno, il racket dellescommesse clandestine legatosoprattutto alle lotte tra cani” -dichiara il senatore Verde Petti-nato relatore del Provvedimen-to in questione in CommissioneGiustizia. “Non altrimenti puòessere interpretato il sabotag-gio di un disegno di legge cheera stato approvato dalla Ca-mera dei Deputati quasi all’u-nanimità e che ha come obiet-tivo unico, accanto alla prote-zione degli animali crudelmen-te coinvolti, quello della lottasenza quartiere a questo cre-scente settore della criminalitàorganizzata. Organizzatori discommesse clandestine, alle-vatori di animali da combatti-mento e mafiosi a vario titolocoinvolti che potranno cosìcontinuare indisturbati i loro lu-crosi affari, sanno da oggi didovere una particolare gratitu-dine ai sentori Marco Preioni,Luciano Callegaro, Mario Gre-co, Ettore Bucciero, RobertoCentaro, Giuseppe Valentino,Antonino Caruso, Marcello Pe-ra e Francesca Scopelliti” -conclude amaramente il sena-tore Pettinato.

Ufficio Stampa del Senato

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PROFESSIONE VETERINARIA 3/2001 21

L a Decisione CEE 68/2000riguarda la possibilità diescludere dal circuito

alimentare umano gli equini regi-strati destinati alle manifestazionisportive, riproduzione, diporto ocomunque da affezione. Tale decisione consente di fatto,in base ad una semplice dichiara-zione del proprietario, di esclude-re qualunque equino (purchè re-gistrato conformemente al dispo-sto Decisione 93/623/CEE cheistituisce il documento di identifi-cazione che scorta gli equidi regi-strati) dall’inserimento nel circuitoalimentare umano.L’importanza pratica dell’applica-zione di tale norma è evidente e sibasa sulle seguenti considerazioni:- La tutela della salute dei consu-

matori, al pari di quella del be-nessere degli animali, costitui-sce oggi un obiettivo irrinuncia-bile di ogni società civile, la cuicoscienza è altamente sensibilead entrambi i temi.La salute dei consumatori èstrettamente collegata a quelladegli animali produttori di ali-menti in quanto solo se questisono sani possono fornire cibisicuri per l’uomo.

- Le recenti vicende legate allaBSE ripropongono l’esigenza diun maggiore controllo sugli ani-mali da produzione, controlloche assume molteplici aspetti:dalla possibilità di risalire allastalla di provenienza, al control-lo degli integratori alimentari,medicati e non, e dei trattamen-ti farmacologici e ultimo, manon meno importante il monito-raggio del benessere animale,legato sia al trasporto che allastabulazione.

- Un’ulteriore garanzia verrebbe,vedremo in seguito con qualistrumenti, dalla possibilità di ac-cesso agli impianti di macella-zione solo per gli equini UFFI-CIALMENTE RICONOSCIUTIcome animali da produzione equindi sistematicamente con-trollati, in azienda prima ed nelmacello successivamente, co-me tali.

Se in passato la salubrità deglialimenti costituiva un elementosufficiente per determinarne ilgradimento da parte di una largafascia di consumatori, negli ultimianni le esigenze del mercato so-no profondamente evolute cosic-ché, oltre al requisito di sanità,comprendono precise caratteri-stiche organolettiche e severistandard qualitativi. Questi ultimipossono venire soddisfatti esclu-sivamente da alimenti ottenuti da

animali viventi in buone condizio-ni di benessere generale. Influi-scono infatti sulla loro qualità lostato di nutrizione, i ricoveri e latranquillità degli animali produt-tori, ovvero condizioni che vannoben oltre il semplice concetto disanità.È noto ad esempio che animalistressati o affaticati produconocarni dure, asciutte, scure e qua-litativamente scadenti.Il legislatore negli ultimi anni hacercato di assecondare l’accre-sciuta sensibilità della società edal fine di assicurare complessiva-mente tanto il benessere animalequanto la qualità degli alimenti e lasalute del consumatore ha regola-mentato tutti gli aspetti dell’alleva-mento zootecnico e della produ-zione di alimenti di origine animale.Ha posto un’attenzione particola-re per evitare che trattamenti far-macologici effettuati sugli animali(a tutela del loro benessere) pos-sano danneggiare la salute delconsumatore. Ha perseguito que-sto obiettivo eliminando dal com-mercio farmaci per uso veterinariopotenzialmente pericolosi perl’uomo, ed imponendo nell’uso diquelli consentiti il rispetto di “tem-pi di sospensione” capaci diescluderne residui in quantitàdannose per l’uomo.Le leggi emanate in questi ultimianni dal Governo, ultimo ilD.L.336/99, operano in tal senso eforniscono gli strumenti normativiindispensabili allo scopo.

Purtroppo però anchenel D.L. 336/99 (e non solo)viene indistintamente compresoanche il Cavallo Sportivo.Tale decreto, pur essendo validis-simo per gli animali da produzio-ne, rischia di criminalizzare inutil-mente il cavallo sportivo e con luii suoi proprietari, o persone re-sponsabili che siano, senza tene-re in alcun conto il fatto che essorappresenta oggi la stragrandemaggioranza della popolazioneequina in Italia.Se volessimo ipotizzare un casolimite, il cavallo oggi più famosod’Italia anche per i non appassio-nati, Varenne, è a tutti gli effetti unprodotto alimentare che corre ecome se non bastasse, nella sfor-tunata ipotesi di un controllo anti-doping positivo, magari per unbanale antiinfiammatorio, corre-rebbe il rischio di venire inceneri-to e il suo proprietario inquisitopenalmente!Tutto ciò per un cavallo che, comemoltissimi altri, non finirà mai sullatavola degli Italiani.L’industria farmaceutica ha asse-

condato le stringenti esigenze delconsumatore sostenendo un rag-guardevole sforzo nella produzio-ne di nuovi farmaci a bassa tossi-cità residuale e nel documentarela sicurezza di quelli da più tempoutilizzati.Così come l’attenzione del legisla-tore, quella dell’industria farma-ceutica si è concentrata prevalen-temente sulle specie animali mag-giori (bovini, suini, polli) cosicchéqueste dispongono oggi di un ar-senale terapeutico moderno edadeguato alla tutela della loro salu-te e del loro benessere nel rispettodelle esigenze del consumatore.Un discorso a parte merita la spe-ciale condizione del cavallo e delconsumatore delle sue carni.Va detto per inciso che il consu-mo di carne equina in Italia è sta-to stimato in soli 300 g pro capiteannuo.

L’attuale classificazione del ca-vallo quale animale produttore dicarne è giustamente garantistanei confronti della salute dell’uo-mo, ma non lo è altrettanto neiconfronti del benessere del caval-lo sportivo in quanto limita grave-mente la disponibilità di farmaciutili alla terapia delle sue pecu-liari patologie a causa degli enor-mi costi della ricerca degli MRL(residui farmacologici nelle carni),sicuramente legittimi per la tuteladei consumatori, ma impossibilida sostenere da parte dell’indu-stria farmaceutica per il merca-to del cavallo sportivo.Considerando che gran parte del-le patologie del cavallo sportivosono “professionali” ed in quantotali specifiche per le diverse disci-pline agonistiche considerate, sicomprende quanto difficilmentepossano essere curate con far-maci destinati ai bovini, ai suini oai polli.Il ricorso al prontuario farmaceuti-co per uso umano può in diversicasi consentire terapie efficacianche per le patologie del cavalloda competizione ma può rappre-sentare un ulteriore pericolo per ilconsumatore trattandosi di pro-dotti non documentati sotto il pro-filo dei loro residui nelle carni deicavalli.La possibilità di considerare quin-di gli equini registrati come Caval-lo Sportivo alla stregua degli ani-mali da compagnia permettereb-be inoltre una semplificazionedella gestione del farmaco daparte sia del Veterinario che delproprietario, diversamente daquanto richiesto qualora l’equinovenga considerato “animale d’a-zienda”.

- Una conseguenza indiretta maimportantissima, sarebbe inoltrequella di costringere ad emer-gere tutto il mondo sommersolegato a piccoli commercianti o“trafficanti” di cavalli.Questi sono purtroppo ancoramolto diffusi sul territorio e rie-scono a “manovrare” i cavallitrasformandoli a seconda dellaconvenienza per loro in capi davita o da macello.Questa situazione, oltre ad in-cidere pesantemente sul be-nessere degli equini, configuraanche una evasione dell’Iva.

Il controllo di questa realtàsommersa darebbe inoltre unimpulso all’allevamento nostra-no del cavallo da sella, da sem-pre messo in crisi da una taleconcorrenza sleale.- Occorre infine tenere presente,

a questo scopo, che la normati-va relativa agli adempimenti ob-bligatori di natura sanitaria inquesto settore è ancora incom-pleta, che l’anagrafe degli alle-vamenti non è attiva su tutto ilterritorio nazionale, che le nor-me relative allo spostamento ealle relative certificazioni discorta agli equini sono nonuniformi tra le Regioni.

Da queste considerazioni nascel’esigenza di applicare con urgen-za una soluzione che tenga contodi questa nuova realtà attraversouna proposta il cui scopo siaquello di:1) Garantire il controllo dell’ac-

cesso al circuito alimentaredei cavalli provenienti da alle-vamenti da produzione nazio-nali ed esteri tramite un siste-ma di identificazione (micro-chip o marchiatura a freddo)simile a quella dei bovini (neiquali si usa la marca auricola-re) ed una etichettatura (dop-pio cedolino di identificazionedell’animale e della stalla diprovenienza, senza il quale l’a-nimale non verrebbe ammessoalla macellazione) che permet-terebbe il controllo incrociatotra ASL, stalla di provenienza emacello.Ciò garantirebbe innegabilivantaggi sul controllo della sa-lubrità delle carni, sul benes-sere animale (trasporto, stalledi sosta, sul transito tempora-neo del cavallo da carne nelcircuito sportivo) e sulla po-tenziale evasione di Iva (ca-valli sportivi importati comeanimali da carne).

2) Creare una Anagrafe Aziende(di detenzione e macellazio-

ne degli equini da produzio-ne) dettagliata, di facile ac-cesso per i controlli.Tali aziende dovrebbero tenereun registro di carico e scaricocon le modalità previste dalD.L.336 e dovrebbero esseresuddivise in:Aziende per produzione (alleva-mento, ingrasso, stalle di sosta).Impianti di macellazione perequini.Agli impianti di macellazionedovrebbero poter accedereesclusivamente i capi prove-nienti da aziende censite econtrollate, sottoposte a tutti icontrolli e verifiche previsti inquesto caso dalle norme in ma-teria di residui, di mangimi, ditutela del benessere animale.Ogni animale presentato almacello dovrebbe essere scor-tato oltre che dal mod.4, certifi-cato di provenienza, anche daun cedolino identificativo indi-viduale sul genere di quellooramai in uso per i bovini.La compilazione di detto do-cumento dovrebbe essere acarico del detentore che do-vrà così attestare la prove-nienza, la durata della perma-nenza nel proprio impianto (6mesi?) e la garanzia del pienorispetto delle norme sui resi-dui dei farmaci.

3) Istituire l’obbligo di un’ana-grafe dei cavalli sportivi o dacompagnia. Questo compitopotrebbe quindi rimanere a ca-rico delle Associazioni, Enti,ASL o chiunque voglia farsenecarico, strumentale al tipo di at-tività di loro competenza, in vi-gore su tutto il territorio italiano,senza discrezionalità regionale.

4) Svincolare il cavallo sporti-vo o da diporto (tutti quellinon da produzione) dalle in-combenze burocratiche edamministrative assimilandoloa tutti gli effetti agli animali dacompagnia.- Questo semplificherebbe la

gestione da parte dei proprie-tari di equini con un rilanciodel settore, riducendo inol-tre in modo sensibile ilcommercio non ufficiale delfarmaco.

- Inoltre darebbe maggioreautonomia e possibilità te-rapeutiche ai veterinari cu-ranti i cavalli inclusi in questacategoria.

5) Possibilità di cambio di destina-zione da valutarsi (in ambitoCEE l’orientamento è su 6 mesi).

A seguito di quanto sopraesposto si propone l’attivazio-ne di un Piano (Regionale oNazionale) Sperimentale che,sulla base delle linee guidasopra esposte e prendendo at-to della mutata realtà, regola-menti tale settore a favore del-la tutela, della garanzia deiprodotti e della semplificazio-ne della burocrazia, rendendopiù efficaci i controlli, e dimo-strando la dovuta sensibilitàverso la tutela del benessereanimale. ■

A T T U A L I T ÀA . N . M . V . I . I N F O R M A

Presentata al Ministero della Sanità potrebbe essere presto attuata

Decisione CEE 68/2000:ecco la proposta applicativaIl testo è sottoscritto da ANMVI, SIVE, FISE E AISA

di Marco Eleuteri

Presidente ANMVI

Page 20: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 3

PROFESSIONE VETERINARIA 3/200122

“Si può assolutamente essere si-curi che il cane e il gatto non cor-rono alcun rischio di essere infet-tati dal virus aftoso”. È quanto di-chiarato dalla Professoressa Wil-

ma Ponti della Sezione di Micro-biologia e Immunologia dell’Uni-versità degli Studi di Milano.Sulla base della letteratura scien-tifica corrente e delle attuali ricer-

che, l’ANMVI - Associazione Na-zionale Medici Veterinari Italiani -ritiene doveroso informare gli or-gani di stampa sulla ricettività del-l’infezione e quindi scongiurare

infondati allarmismi nei proprietaridi cani e gatti.Nel trattato di Malattie Infettive de-gli Animali (di Renato Farina eFranco Scatozza, edizione 1994) -prosegue la Prof. Ponti - è riporta-to che i carnivori sono consideratirefrattari: solo in seguito ad infe-zione sperimentale nel cucciolo èpossibile osservare lo svilupparsidi lesioni miocardiche letali.A parte questa comunicazione,nessuna segnalazione di infezio-

ne aftosa nel cane e nel gatto, néspontanea, né sperimentale, è re-peribile nella letteratura interna-zionale, nonostante i focolai di af-ta siano stati in tutto il mondo nu-merosissimi, almeno sino ai primianni ’80”.Come ulteriormente precisatodall’Università di Milano, il virusdell’afta infetta tipicamente glianimali “ad unghia fessa” (nonquindi gli equidi) e tra questi,quelli più sensibili in assoluto so-no i bovini, seguiti dai suini, dagliovini e dai caprini, nei quali lemanifestazioni cliniche sono ingenere meno gravi. Sono natural-mente recettivi all’infezione an-che l’elefante indiano, il cammel-lo e la gran parte degli ungulatiselvatici, sia nei climi temperatisia nei paesi caldi. Il bufalo puòfungere da serbatoio del virus,ma in questo animale la malattiaè asintomatica. Sono invece sen-sibili all’infezione sperimentale (ilche vuol dire per inoculazione di-retta dell’agente infettante, pervia intradermica, sottocutanea oendoperitoneale) la cavia, il topi-no e il coniglio lattante, il ratto, ilgerbillo, il riccio e la talpa.

L’afta è una malattia nota, e te-muta, fin dall’antichità, e la suaimportanza è andata aumentan-do con lo sviluppo della zootec-nia intensiva: al momento rap-presenta ancora una delle ma-lattie più preoccupanti del be-stiame domestico per la sua ele-vata contagiosità, morbilità eper i gravi danni che induce ne-gli animali infetti. Un tempo dif-fusa in tutto il mondo, è ancoraendemica specialmente nelle re-gioni tropicali, mentre sono in-denni numerosi Paesi, compresiin una apposita lista continua-mente aggiornata dall’OIE (Offi-ce International des Epizooties).Nell’ultimo aggiornamento delfebbraio 2001, il Regno Unito hapurtroppo perso lo status diPaese indenne, dopo circa 20anni dagli ultimi focolai di malat-tia. Ovviamente gli altri Paesieuropei stanno mettendo in attotutte le necessarie misure diprofilassi, previste dalle norma-tive comunitarie e contenute neiregolamenti di polizia veterina-ria dei singoli Paesi, per evitarel’estensione del contagio.

L’ordinanzaanti-aftanon riguardagli equidi

L ’Ordinanza Anti-EpidemiaAfta firmata il 7 marzo dal

Ministro della Sanità non si appli-ca agli equidi: il blocco delle im-portazioni e le misure preventiveadottate sul territorio nazionale ri-guardano solo gli animali aftoso-sensibili. Lo ha precisato l’UfficioVI di Profilassi e Polizia Veterinariadel Ministero della Sanità, aggiun-gendo che pertanto tali limitazioninon si riferiscono nemmeno a fie-re od esposizioni canine.

A . N . M . V . I . I N B R E V E

Afta epizootica:nessun pericoloper cani e gatti

Page 21: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 3

Non saranno invece detraibili lespese che riguardano animali im-piegati per attività commerciali odetenuti per attività illecite, anima-li proibiti o a rischio di estinzione.

Questioned’immagine

C i preoccupiamo di comeappare la Categoria sui

mass media? Ci preme che vengainterpellata ogni volta che si af-frontano tematiche d’interesse di-retto o indiretto per la veterinaria?Ebbene, ecco due esempi in cuila stampa nazionale avrebbe fattomeglio a ignorarci.

Dal settimanale Io Donna nell’am-bito di un’inchiesta su cani e puli-zia dei marciapiedi (Il trafiletto quiriproposto aveva come titolo di ri-chiamo “Ma quanta ne fanno?”):«Abbiamo chiesto a un veterina-rio, Ferdinando Asnaghi, quantapopò fanno, ogni anno, le razzecanine più diffuse. Ma se ne puòricavare una stima cittadina? A Mi-lano, se si considerano i dati del-l’Anagrafe canina, ci sono 6.000meticci che producono 876 ton-nellate di popò all’anno, 3.500 pa-

stori tedeschi che ne fanno 1.022,750 labrador con 205. “Sono lecacche certe” spiega Asnaghi. “Acui vanno aggiunte quelle dei caninon iscritti, o iscritti all’Enci. Le ci-fre reali sono sicuramente più deldoppio”. In questa pagina e nelleseguenti, la media annuale di “bi-sognini”, cane per cane».

Dal “Corriere della Sera”, saba-to 10 marzo 2001:Fra gli ultrà (si parla di Potere Con-tadino e delle iniziative di protestache questo movimento ha intra-preso a seguito dei provvedimentianti-BSE e anti-afta ndr) c’è ancheun veterinario deluso, logorroico,un po’ sovreccitato e un po’ stra-parlante, che cita Schopenhauer eKirkegaard, Hobbes e Beppe Gril-lo: «Ho deciso di dimettermi dalmio Ordine professionale. Io nonsalvo duemila vacche all’anno dal-le malattie, non rischio la mia pelleguidando nelle notti d’inverno, colghiaccio e la nebbia, in mezzo aifossi, 65 milioni di guadagno lor-do, se il risultato è questa stragedi mucche sane. Non posso vede-re i bambini, che una volta diceva-no “Guarda che bella mucca!”, in-dicare: “Guarda, la mucca paz-za!”. Non posso reggere questosistema che vuole distruggere la

Nonostanteil numerochiuso 3000studenti in più, ...

C ontro il parere del Governoil Senato, in data 6 marzo,

ha definitivamente approvatouna nuova ed ulteriore sanatoriasul numero chiuso universitario.Il disegno di legge 4864 ha infat-ti dato la possibilità a tutti gli stu-denti che non avevano superatoi test di ammissione ai corsi dilaurea che prevedono il numeroprogrammato.Circa 3000 studenti che avevanoprima fatto ricorso al Tar cheaveva concesso la sospensivasuccessivamente bocciata dalConsiglio di Stato avranno ora lapossibilità di iscriversi regolar-mente al secondo anno. Unicacondizione richiesta è l’aver su-perato almeno un esame alla da-ta di entrata in vigore della leg-ge. I corsi interessati a questasanatoria sono: Medicina, Odon-toiatria, Architettura e natural-mente Veterinaria.

... ma la Spagnasta peggio di noi

I n occasione di una riunionedell’Associazione Europea

degli Istituti di Insegnamento Ve-terinario tenutasi a Madrid si sonoevidenziati alcuni dati riguardantiil settore veterinario veramentepreoccupanti. Ogni anno in Euro-pa si laureano in veterinaria 5500studenti dei 40000 circa iscritti aquesta facoltà.Rispetto agli 800/900 che si lau-reano in Italia di fronte ad una esi-genza di mercato ormai ridottasia poche unità all’anno la Spagnasforna dalle sue università un nu-mero più o meno doppio del no-stro con una situazione che, seper noi è drammatica, è addirittu-ra tragica.I veterinari Italiani e Spagnoli chenon troveranno occupazione neiloro paesi dove potranno andare?In tutta Europa la situazione è ab-bastanza satura e forse solo inFrancia o Inghilterra si potrà spe-rare di trovare qualche spazio.Da questa riunione è quindiemersa la necessità che l’Italia ela Spagna intervengano al piùpresto per ridurre in modo decisoil numero degli iscritti definendoun numero chiuso di accesso inrapporto alle esigenze che il mer-cato avrà nei prossimi anni. Perarrivare a questo ed evitare unaforte trasmigrazione di veterinaridai due paesi mediterranei nel re-sto dell’Europa si potrebbe giun-gere anche al non accreditamen-to di tutte le facoltà italiane, i cuilaureati, in questo caso, nonavrebbero il titolo riconosciutonegli altri paesi. Prima che si arri-vi a questo punto sarebbe beneche le stesse università italianeintervenissero affrontando seria-mente il problema.

Speseveterinariedetraibili

È previsto per la metà di apri-le il varo del decreto sulla

detraibilità delle spese veterinarie.Sarà possibile detrarre fino a500.000 lire, tetto massimo effetti-vo per il singolo contribuente,qualsiasi sia il numero di animali

in suo possesso. Ma quali animali? Il ritardo del Mi-nistero delle Finanze nel licenziareil testo è anche dipeso da qualchedifficoltà di tipo terminologico nelladefinizione delle categorie animaliammesse ai benefici fiscali.Si parla comunque di animali le-galmente denunciati e detenuti ascopo di compagnia e per la pra-tica sportiva, inclusi grandi felinie rettili.

PROFESSIONE VETERINARIA 3/2001 23

O S S E R VAT O R I OF A R M A C O

Se il farmacista si rifiuta…

A seguito di segnalazioni da parte di Colleghi che si sono visti rifiutare il rilascio di medicinali di fascia H (vendita riservata ad ospeda-li e case di cura) per utilizzo diretto, forniamo un fac-simile di autodichiarazione da allegare alla ricetta e da presentare al farmacista.

A tutela della Categoria, invitiamo inoltre i Colleghi a richiedere una motivazione scritta al farmacista che, malgrado la vigente normativa, insistanel rifiutare la consegna dei suddetti medicinali.

FAC-SIMILE DI AUTODICHIARAZIONE PER IL FARMACISTA

Il sottoscritto Med. Vet Dott. …………………………………………………………………………………………………………………………………………

Titolare / Direttore Sanitario del ……………………………………………………………………………………………………………………………………

Richiede alla farmacia …………………………………………………………… i medicinali per uso ospedaliero/case di cura indicati nella ricettaallegata, per uso improprio consentito ai sensi dell’art. 3, comma 5 del D.L.vo 119/92, dichiarando di utilizzarli direttamente nella propriastruttura, sotto il proprio personale controllo ed offrendo le stesse garanzie d’impiego professionale richieste alle case di cura.

Data …………………………………………… Firma ………………………………………………………………………………

Richiamo della FNOVI al rispetto delle normesulla pubblicità dei medicinali veterinari

I l 23 febbraio scorso la Presidenza della FNOVI ha inviato una circolare alle aziende farmaceutiche, alle case editrici del settore ve-terinario e zootecnico, al Ministero della Sanità e agli Ordini Provinciali, per sottolineare come in più occasioni vengano disattese

le norme che regolano la pubblicità e la promozione dei medicinali ad uso veterinario, in particolare non vengano rispettate le limitazioni pub-blicitarie previste dall’Autorizzazione all’Immissione in Commercio di Medicinali Veterinari concessa dal Ministero della Sanità. La circolare, in-viata anche agli Uffici Veterinari Regionali e alle Associazioni Scientifiche veterinarie, ricorda a scopo esemplificativo che:- in occasione di fiere, mostre ed esposizioni aperte anche ad un pubblico non veterinario, le aziende farmaceutiche presenti con proprio

stand non possono esporre immagini o scritte promozionali di medicinali veterinari con obbligo di ricetta, né possono esporre o lasciare alibera disposizione pieghevoli promozionali o campioni di tali medicinali che devono essere tenuti all’interno dello stand e consegnati esclu-sivamente a medici veterinari;

- in occasione di congressi o convegni organizzati da associazioni aperte anche ad altre categorie professionali (agronomi, zootecnici, alle-vatori, ecc…) gli stand presenti devono attenersi alle stesse condizioni sopra esposte, evitando in alcun modo di svolgere attività di promo-zione o informazione diretta o indiretta di medicinali veterinari nei loro confronti e di limitarle esclusivamente ai medici veterinari presenti;

- sulle riviste scientifiche o tecniche distribuite ad un pubblico non esclusivamente veterinario non possono essere pubblicati messaggi pub-blicitari di medicinali veterinari e neppure articoli o comunicati stampa che facciano riferimento agli stessi;

- gli editori presenti in fiere, mostre, congressi, ecc. non possono distribuire, se non espressamente a medici veterinari, riviste, manuali, mo-nografie ed altro materiale informativo che riporti pubblicità, articoli o comunicati riguardanti medicinali veterinari.

A . N . M . V . I . I N B R E V E

a cura di Aldo Vezzoni

Dal Corriere della Sera del 31/03/2001.

Page 22: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 3

democrazia perfetta della stalla:se mettete lì in mezzo gli uomini,homo homini lupus, si scannano;se lì ci lasciate le vacche, che pu-re stanno fra merda e piscia, nonne vedrete una litigare con l’altra».Il medico ha scritto pure un mani-festo ideologico, mai pubblicato:S’intitola “La mia stalla, il paradi-so”. Il messaggio al mondo?«Smettetela di chiamarla muccapazza. È offensivo. Propongo“mucca senza futuro”».

Il prestigioso quotidiano nazionalesi è tuttavia “riabilitato” ai nostriocchi pubblicando nell’edizioneCorriere Salute del 4 marzo unalettera del Presidente ANMVI chelamentava il mancato coinvolgi-mento dei medici veterinari nel di-battito sulla BSE lanciato dalla te-stata di via Solferino; i contributialla discussione sull’encefalopa-tia spongiforme bovina infatti era-no esclusivamente portati da me-dici d’umana. Corriere Salute ha

stigmatizzato il senso delle rimo-stranze dell’ANMVI titolando lalettera, Veterinari sottovalutati…

L’ANMVIal Ministero perla ketamina

Con riferimento al proble-ma dell’inserimento della

ketamina in tabella I delle sostanze

stupefacenti, martedì 13 marzo ilPresidente ANMVI, dottor MarcoEleuteri, ha incontrato a Roma ilSottosegretario di Stato alla SanitàSen. Ombretta Fumagalli Carulli ri-ferendo, nel corso dei colloqui, delmalcontento diffusosi presso la Ca-tegoria per la mancanza di coinvol-gimento della professione veterina-ria rispetto a disposizioni che ri-guardano direttamente la respon-sabilità professionale del medicoveterinario. Per lo stesso problema,

il Ministero ha inoltre ricevuto ilgiorno seguente una delegazioneFNOVI composta dal Presidentedottor Domenico D’Addario e dalSegretario dottor Aldo Vezzoni.Preso atto del disagio creato e del-la mancanza di preventiva informa-zione, il Ministero ha quindi fornitoai suoi interlocutori ampie assicu-razioni che verranno impartite di-sposizioni tese a concedere iltempo necessario per l’adegua-mento dei medici veterinari allenuove norme e a fornire detta-gliate istruzioni sulle modalità ri-chieste, impegnandosi a valutarela possibilità di registrazione diuna particolare formulazione diketamina per uso veterinario chenon possa prestarsi ad abusi daparte di persone tossicodipen-denti e che pertanto possa esse-re esclusa dall’elenco delle so-stanze stupefacenti.

Nuovo Consiglioin AISA

A fine Febbraio è stato rinno-vato il consiglio dell’AISA

(Associazione Italiana Salute Ani-male). Il nuovo presidente è Giu-seppe Pradella responsabile dellaELANCO, i vicepresidenti: FlavioZanellato per l’area animali dacompagnia e sportivi, GiacomoFortuni per il settore degli animalida reddito e Paolo Ciccione perpremiscele ed additivi. L’AISA rag-gruppa 35 aziende farmaceuticheche operano nel settore animale eche rappresentano, con 650 miliar-di di fatturato, circa l’80% di tutto ilmercato. Le aziende più importantisono multinazionali straniere, quel-le italiane sono in genere di mediedimensioni. Il fatturato è così ripar-tito. 40% bovini, 30% suini e 30%avicunicoli. Il nuovo presidente inoccasione del suo insediamentoha colto l’occasione per esprimerealcune considerazioni in riferimen-to all’andamento di questo mercatodopo la BSE e la crisi che sta attra-versando la produzione zootecni-ca, in particolare quella bovina. Nelsettore bovini da carne, nei mesi digennaio e febbraio, si è avuto uncalo del 40% mentre per i bovini dalatte il calo è stato del 15%. Questicali non sono stati assolutamentecoperti dai minimi incrementi avuti-si in settori leggermente in crescita:suino ed avicolo.

Salgono a 14le AssociazioniFederate ANMVI

I n data 31 marzo 2001 il Con-siglio Nazionale ANMVI ha

ratificato all’unanimità l’ingressodell’AMVetPA (Associazione Man-tovana Veterinari Piccoli Animali)nella Federazione. L’Associazionemantovana, presieduta dal dottorPaolo Aimi, è la quarta organizza-zione cittadina a far parte del-l’ANMVI e porta a 14 il numerodelle Associazioni membre dellaFederazione. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 3/200124A . N . M . V . I . I N B R E V E

Page 23: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 3

R U B R I C A L E G A L E �

Per chiamate al telefono cellula-re alla guida o per superamentodei limiti di velocità, può il me-dico veterinario respingere lacontravvenzione e addurre ra-gioni di reperibilità o urgenza,come si dice sia previsto per imedici d’umana?Chiunque viola l’art. 173 2° com-ma (divieto di utilizzo d’apparec-chiature telefoniche durante laguida) e l’art. 142 (limite di velo-cità per i conducenti di veicoli)del D. leg.vo N° 285/93, nuovocodice della strada, commetteuna contravvenzione punibile conla sanzione amministrativa stabili-ta ex lege fatta eccezione, nell’i-potesi ex art. 173 2° comma, per iconducenti delle Forze armate edi polizia nonché per i conducen-ti adibiti al trasporto di personeper conto terzi.Né i medici né iveterinari sonoannoverati dallalegge o dai re-golamenti fra isoggetti a cui èconsentito l’usodel cellulare o acui è consentitoviolare i limiti divelocità per mo-tivi di servizio.Tali soggettinon possono,pertanto, rite-nersi esenti, sicet sempliciter,dalle conse-guenze relativealla violazionedei divieti qui inesame.Ciò che è peròpossibile per imedici, piut-tosto cheper i veteri-nari, è invo-care ed ec-cepire che laviolazione dei sud-detti precetti è dovuta acircostanze verificatesi per statodi necessità quale causa, questa,di esclusione della responsabilitàsia in campo civile, penale cheamministrativo.Il mancato rispetto delle normedel codice della strada qui ri-chiamate è un illecito ammini-strativo assoggettato alla disci-plina prevista ex L. N° 689/81,comunemente conosciuta comelegge di depenalizzazione.L’art. 4 di tale legge dispone che“non risponde delle violazioni am-ministrative chi ha commesso ilfatto nell’adempimento di un do-vere o nell’esercizio di una facoltàlegittima (art. 51 c.p.) ovvero instato di necessità (art. 54) o dilegittima difesa”.Tralasciando di esaminare le cau-se di esclusione di responsabilità

previste ex artt. 51 e 52 c.p. chequi non rilevano, va evidenziatocome si configuri nel nostro ordi-namento lo stato di necessità.L’art. 4 L. 689/81 richiama, a talproposito, l’art. 54 c.p. che al I°comma così dispone: “non è pu-nibile chi ha commesso il fattoper esservi stato costretto dallanecessità di salvare sé od altridal pericolo attuale di un dannograve alla persona, pericolo dalui non volontariamente causato,né altrimenti evitabile, sempreche il fatto sia proporzionale alpericolo”.In presenza di un tale principio èalquanto pacifico che il medicoche violi il limite di velocità (odia istruzioni utilizzando il cellu-lare) per soccorrere una perso-na morsicata da una vipera a

cui, per aver salva la vita deveessere iniettato, entro un deter-minato tempo, l’antidoto, potràcon successo invocare l’art. 54c.p. 2° comma quale causa cheesclude la punibilità dell’illecitoamministrativo.Il medico, dunque, potrà ricorrereallo stato di necessità come cau-sa che esclude la punibilità di unillecito amministrativo (ma anchela punibilità di un reato) ogni voltache potrà provare che il fatto/vio-lazione amministrativa è statocommesso per evitare ai propripazienti danni gravi alla loro vitae/o salute.Va chiarito che, al di fuori di ca-si di conclamata ed immediata-mente percepibile urgenza, l’au-torità amministrativa (vigile o po-liziotto) potrà redigere verbale di

contestazione dell’illecito e che,quindi, il medico sia costretto inseguito alla notificazione dellacontravvenzione, a impugnareex L. 689/81 detto atto e, inmancanza di accoglimento, ri-volgersi al giudice avverso l’or-dinanza/ingiunzione di paga-mento per provare di aver com-messo il fatto per ragioni che in-tegrano la fattispecie dello statodi necessità.Per quanto riguarda i veterinarinon pare proprio possibile appli-care il principio di cui all’art. 54c.p., richiamato ex art. 4 L.689/81, in quanto lo stato di ne-cessità si riferisce a tutte quelleipotesi in cui ad essere in gravepericolo è una persona e non unanimale.Onde evitare equivoci va, da ulti-

mo, segnalato che la re-sponsabi l i tàamministrativaè esclusa an-che nell’ipote-si in cui il fattoè commessonel l ’adempi-mento di undovere.Ma cosa in-tenda il legi-

slatore dellaL. 689/81 perinadempimen-to di un doverelo chiarisce ilrichiamato art.51 c.p. che di-spone che so-lo l’inadempi-mento di undovere impo-sto da unanorma giuri-dica o da unordine legitti-mo della Pub-blica Autoritàè causa diesclusione dipunibilità.Per adempi-

mento del dovere quale causaesimente della responsabilitàe/o punibilità amministrativa (epenale) non può, pertanto, in-tendersi il dovere di un veterina-rio di prestare con diligenza eperizia la propria opera profes-sionale.Deve, invece, intendersi l’adempi-mento di un compito previsto dauna norma di natura pubblicistica.È, pertanto, prospettabile cheun veterinario, se pubblico di-pendente con funzioni di poliziagiudiziaria o incaricato di unpubblico servizio, potrà invoca-re l’uso legittimo del cellularementre è alla guida di un’auto-vettura qualora tale strumentodebba essere utilizzato peradempiere al dovere o per ese-guire un ordine. ■

Dottore, concilia?a cura di Maria Teresa Semeraro

Avvocato, Bologna

PROFESSIONE VETERINARIA 3/2001 25

Retroattivitàdella responsabilità professionale

“Entro quale termine si prescrive il diritto del proprietario/detentore di animali di contestare l’operato del veterinario e, conseguentemente, richiedere il risarcimento del danno subito?”Il diritto del proprietario e/o detentore di un animale di contestare periscritto e di agire in giudizio per ottenere la condanna di un veterina-rio al risarcimento del danno dovuto ad una errata esecuzione di unaprestazione medico/veterinaria si prescrive in cinque anni dal verifi-carsi del fatto.Alla fattispecie de qua si applicano, infatti, gli artt. 2043 e 2947 c.c.Si potrebbe, dunque, verificare il caso in cui un veterinario che abbiaeseguito un intervento chirurgico su un cane si veda contestare laprestazione anche dopo due o tre anni e, comunque, entro i cinqueanni dalla data dell’intervento.Il fatto che l’operato del veterinario venga messo in discussione dopoun determinato lasso di tempo comporterà maggiore difficoltà per ilcliente che deve sempre provare la legittimità della sua richiesta ri-sarcitoria.In tema di prescrizione (e non di decadenza) va sempre ricordato chela prescrizione di un diritto può essere interrotta da colui che ritiene diessere leso nell’esercizio di un suo diritto o ritiene di essere danneg-giato da un comportamento illecito, mediante l’invio di una lettera checontesti all’altro il predetto comportamento e in cui viene formulata larichiesta risarcitoria.Ciò, ovviamente, entro i termini prescrizionali che variano in relazioneai diritti fatti valere.

Nel caso di specie la prescrizione è quinquennale e, pertanto,il cliente dovrà contestare per iscritto l’illecito al veterinario entrocinque anni dal verificarsi del fatto.Dalla data di invio di tale lettera decorreranno, però, ulteriori cinque an-ni e così di seguito.

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Page 24: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 3

PROFESSIONE VETERINARIA 3/200126

Nell’articolo dello scor-so mese di febbraio“Nuove modalità di

presentazione delle dichiarazionifiscali nel 2001” sono state illustra-te le nuove modalità di presenta-zione delle dichiarazioni 2001.Con la circolare numero 21 del 5marzo 2001 il Ministero delle Fi-nanze, Agenzia delle Entrate, haillustrato le modalità di rilasciodelle abilitazioni per l’accesso alservizio telematico Entratel equelle di attribuzione del pincode(codice di accesso) agli utenti delservizio telematico Internet.La richiamata circolare chiarisceche i soggetti obbligati alla trasmis-sione telematica e che intendonoprovvedere a detta trasmissione di-rettamente, devono avvalersi:a) del servizio telematico Entratel

nel caso in cui siano tenuti apresentare la dichiarazione deisostituti d’imposta per un nu-mero di soggetti superiore a 20unità;

b) del servizio telematico Internetnel caso in cui siano tenuti apresentare la dichiarazione deisostituti d’imposta per un nu-mero di soggetti non superiorea 20 unità;

c) del servizio telematico Internetnel caso in cui non siano tenutia presentare la dichiarazionedei sostituti d’imposta.

Abilitazione al servizio EntratelPer ottenere l’abilitazione al servi-zio Entratel è necessario presen-tare alle Direzioni regionali, territo-rialmente competenti in base aldomicilio fiscale del contribuente,una domanda redatta su appositimoduli (reperibili sul sito Internetdel Ministero delle Finanze -www.finanze.it - alla pagina “Ser-vizi telematici”). Sulla stessa pagina web potrannoessere reperite esaurienti informa-zioni di carattere generale.

Abilitazione al servizio InternetPer accedere al servizio telemati-co Internet occorre richiedere l’at-tribuzione del pincode.La richiesta andrà inoltrata diretta-mente tramite Internet compilandoil modello contenuto nella sezione“Abilitazione” del sito Internet“http://uniconline.finanze.it”.Dopo pochi istanti dall’invio dellarichiesta, se essa avrà esito posi-tivo, il sistema risponde comuni-cando la prima parte del pincodecostituita da 4 cifre. Le rimanenti 6cifre e la password per accedereal servizio verranno spedite al ri-chiedente al domicilio fiscale notoall’amministrazione.Nel caso in cui il contribuente nonriceva, dopo circa 15 giorni, lapredetta comunicazione, dovrà ri-correre all’assistenza di un ufficiorivolgendosi o alla Direzione re-gionale delle entrate o ad un Uffi-cio delle Entrate.

La circolare ministeriale ricordainfine che sia la domanda per ri-chiedere l’abilitazione al servizioEntratel sia quella per ottenerel’attribuzione del pincode peraccedere al servizio telematicoInternet possono essere presen-tate in qualsiasi momento pur-ché in tempo utile per effettuarele trasmissioni telematiche delledichiarazioni.

Studi di settore:nessuna novitàper i veterinariSi attende a breve il decreto mini-steriale di approvazione degli stu-di di settore dei professionisti diarea giuridico-contabile.Si tratta in particolare degli studidi settore relativi alle seguentiattività:

70320 Amministratori di immobili74111 Studi legali74112 Notai7412A Dottori commercialisti7412B Ragionieri

e Periti commerciali74142 Consulenti del lavoro7420A Geometri7420B Periti industriali7420C Disegnatori74201 Architetti74202 Ingegneri85130 Odontoiatri8532B Psicologi

Tali studi di settore saranno appli-cabili già ai redditi professionaliconseguiti nell’anno 2000.

Per i predetti professionisti nonsaranno pertanto più applicabili iparametri presuntivi di ricavi dicui alla Legge 549/95.La prima fase di applicazione de-gli studi di settore per le categorieprofessionali sopra identificatesarà comunque una fase speri-mentale che non contempleràl’automatismo dell’accertamentonel caso di scostamento rispettoai risultati dello studio di settore.In altre parole, anche in caso discostamento il Fisco non potràemettere accertamenti di maggiorreddito fondati sui risultati di talistudi di settore.Tale fase sperimentale (che du-rerà tre anni) è stata concordatatra Fisco e rappresentanti dellecategorie professionali, tenendoconto delle particolari caratteri-stiche dei redditi professionalicondizionati sia dalla soggetti-vità del professionista (maggioreo minore competenza e quindi fi-ducia di cui gode presso laclientela) sia dalle regole di de-terminazione del reddito profes-sionale che si basa sul principiodi cassa (entrate ed uscite del-l’esercizio) anziché su quello dicompetenza (reddito delle atti-vità di impresa).Sarà quindi cura dell’Ammini-strazione finanziaria affinare lostrumento accertativo durantetale periodo di sperimentazionemediante la raccolta di ulterioridati al fine di rendere lo studiodi settore definitivo, il più ade-guato possibile alle reali condi-zioni di svolgimento dell’attivitàprofessionale. ■

Abilitazione al servizio telematicodi Giovanni Stassi

Dottore Commercialista, Torino

R U B R I C A F I S C A L E

Da quando è possibileutilizzare il creditoIVA dell’anno 2000?

S i premette innanzi tutto che il contribuente, in relazione all’ec-cedenza di imposta risultante dalla differenza tra IVA a debito

ed IVA a credito per l’anno 2000, può liberamente scegliere tra:• rimborso di tutto o parte del credito, ove ricorrano le condizioni;• riporto del credito all’anno successivo per la detrazione (IVA da

IVA) o la compensazione con altri tributi.Per quanto riguarda in particolare l’utilizzo del credito IVA per la de-trazione o la compensazione con altri tributi (ad esempio ritenute ope-rate su redditi di lavoro dipendente o di lavoro autonomo, pagamentodi premi INAIL, ecc.) il Ministero ha precisato che la compensazionepuò essere effettuata a partire “dal giorno successivo a quello in cui siè chiuso il periodo d’imposta per il quale deve essere presentata la di-chiarazione in cui risulteranno i predetti crediti”.Quindi il credito IVA relativo all’anno 2000 poteva essere utilizzato an-che per i versamenti da effettuare il 16 gennaio 2001.Occorre comunque prestare attenzione a non utilizzare in compensa-zione un credito superiore a quello che risulterà dalla dichiarazioneannuale.Si ricorda infine che:a) il credito IVA che si intende utilizzare in compensazione esterna

(con altri tributi) deve essere indicato sul registro IVA degli acquisti;b) il credito che invece viene utilizzato in detrazione o compensazione

interna (IVA da IVA) deve essere indicato sul registro delle fattureemesse.

Premio AssicurativoINAIL

Molti veterinari si sono trovati in questo periodo, a dover au-toliquidare il premio assicurativo all’INAIL. Scopo di questo

articolo è di dare alcune indicazioni su chi e perché, in campo veteri-nario, abbia questo obbligo, senza voler scendere (per semplicità,praticità e, perché no, per scaramanzia) nel dettaglio del comporta-mento da tenere in caso di infortunio.La legge n. 47 del 30/1/1968 all’art. 1 dispone che “L’onere dell’assi-curazione è a carico dei possessori a qualunque titolo di apparecchiradiologici funzionanti ... ed è determinato in relazione al tipo degliapparecchi ...”.Lo stesso art. 1 stabilisce che il premio (cioè ciò che è dovuto all’Isti-tuto Assicurativo) sia suscettibile di aggiornamento (con decreto delMin. del Lavoro e Previdenza Sociale su proposta del Consiglio d’Am-ministrazione dell’INAIL) con cadenza biennale. Fa sorridere che lastessa legge preveda una addizionale temporanea (siamo nel lonta-no 1968) la cui cessazione sarebbe dovuta avvenire con decreto in-terministeriale; sono passati 33 anni e l’addizionale “temporanea” èancora lì! Il premio assicurativo, comunque, dopo aver raggiunto, anni fa, la rag-guardevole cifra di 1001920 lire, in seguito ad una incisiva azione sin-dacale che è riuscita a far riconoscere all’INAIL la figura del MedicoVeterinario come autonoma (prima eravamo accomunati ai medici ra-diologi) con conseguente diminuzione del rischio presunto a cui siamoconsiderati esposti, ci è stato progressivamente ridotto, passando pri-ma a 350470 lire, poi a 94940 lire. Nel 2001 inizia il nuovo biennio equindi questa cifra è stata aumentata (più formalmente che sostan-zialmente) a 95000 lire. I possessori di apparecchi radiogeni devono, ai sensi dell’art. 2 delD.P.R. n. 1055 del 4/8/1960, “... presentare all’Istituto assicuratore unadenuncia, redatta su modulo fornito dall’Istituto stesso, degli apparec-chi (radiogeni, n.d.r.), del numero dei medici comunque esposti al ri-schio (derivante dall’azione dei raggi X, n.d.r.) ..., entro 30 giorni dalfunzionamento degli apparecchi stessi ...”.Devono inoltre, sempre entro trenta giorni, comunicare le eventuali va-riazioni intercorse successivamente alla denuncia, nonché la cessa-zione delle attività. In particolare, l’elenco dei medici esposti alle radiazioni è necessa-rio per il fatto che, come previsto dall’art. 1 della legge n. 93/1958 emeglio puntualizzato dal D.P.R. n. 1055/1960 “Si considerano assi-curati ... tutti i medici che compiono funzioni in dipendenza dellequali si trovano esposti al rischio di malattie o di lesioni determinateda radiazioni ionizzanti, sia pure saltuariamente od anche senza at-tendere o sovrintendere specificamente all’impiego degli apparecchiradiologici ...”.Infine, con l’imperativo che la cosa rimanga circoscritta al campo del-le curiosità, ecco un elenco delle patologie considerate, ai fini dell’as-sicurazione INAIL, come a possibile eziologia radiogena.Effetti non stocastici:Cute: radiodermiti croniche, atrofia cutanea, iperdischeratosi, telean-gectasie, alterazioni ungueali con pigmentazione, evoluzione di pre-cedenti lesioni cutanee, verruche, ulcerazioni.Occhio: opacità del cristallino, prevalentemente al polo posteriore.Sistema eritropoietico: pancitopenia (anemia iporigenerativa, piastri-nopenia, leucopenia).Tessuti radiosensibili: sofferenza cronica dei tessuti radiosensibili: mi-dollo osseo, cellule germinali, cute, tiroide, ecc...Generali: senescenza precoce.Effetti stocastici:Cute: neoplasia, prevalentemente spinocellulare e fibrosarcoma.Apparato urogenitale: mutazioni geniche ed alterazioni cromosomichedelle cellule germinali, neoplasia.Eritropoietico: leucemie, ad eccezione della leucemia linfatica.

Giorgio NeriMedico Veterinario L.P.Novara e Trecate (NO)

Page 25: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 3

Oggi qualunque attivitàcommerciale non puòprescindere dall’avere

una presenza sul Web identificatada un indirizzo breve corrispon-dente alla ragione sociale, al mar-chio o al prodotto di punta dell’a-zienda. Le società devono esserecapaci di crearsi una visibilità ot-timale su Internet per lo sviluppodi progetti di e-business, dallapartecipazione a marketplace finoall’apertura di negozi on line. Incampo medico e in quello veteri-nario in particolare, in questi ultimianni si sono moltiplicati in Rete isiti di società, industrie, univer-sità, ecc. ma anche di sempliciveterinari liberi professionisti.Tale tendenza sta ora creandoqualche problema dal punto divista deontologico (vedi inchie-sta di prima pagina di questo nu-mero), tuttavia ci è parso giustochiarire alcuni aspetti di questanuova propensione, in attesa chesi faccia maggiore chiarezza daparte di coloro che sono prepostia legiferare in materia. Nonostan-te il proliferare dei siti Internet, ilquadro normativo dell’assegna-zione dei domini è, tuttavia, piut-tosto confuso, lo dimostrano nonsolo i problemi avuti dal consor-zio italiano composto da Dada eRegister.it nell’affiliazione all’l-cann (Internet Corporation forAssigned Names and Numbers)come registry per la gestione delsuffisso .pid (personal identifica-tion number), ma anche i fatti le-gati alla vicenda Grauso sulla re-gistrazione indiscriminata di sitinazionali. Per tale ragione, dovrebbe esseredi prossima approvazione, nel no-

stro Paese, la proposta di leggePassigli sulla regolamentazione diInternet e delle sue concessioni,che ha lo scopo di mettere un po’d’ordine nella giungla di siti che sicreano e spariscono come funghiogni giorno sulla Rete.Attualmente, l’utente, all’atto dellaregistrazione di un nuovo sito, aseconda del suffisso richiesto (.it,.org, .com oppure .net) può trova-re come interlocutori diversi organicompetenti, quali l’lcann o l’Autho-rity Nazionale. Ma cosa deve farel’utente per ottenere la sua cartad’identità telematica? Due le solu-

A N N U N C IAAA

I N R E T E

zioni possibili: la prima è totalmen-te gratuita e consiste nella registra-zione di un sito, chiamato di se-condo livello, attraverso lo spazioWeb fornito in rete da portali eaziende che si occupano di ciò.Yahoo, per esempio, offre a tuttil’opportunità di sviluppare a costozero il proprio sito che ha come no-me quello scelto dall’utente, ma èpreceduto da quello del portale(www.yahoo/nomeutente.com).

Chiaramente, la registrazione disecondo livello è consigliata perchi vuole avere un sito perso-nale sul Web senza dover spen-dere nulla ma non è particolar-mente indicata per svolgereun’attività professionale comequella veterinaria.La seconda soluzione possibile,invece, è data dalla registrazionedi un dominio di primo livello consuffisso .it, .org, .com, .net che,pur essendo a pagamento, attual-mente costa meno di centomila li-re all’anno.In questo ultimo caso, l’interlocu-tore di riferimento non è più ilconcessionario di spazio Webgratuito, bensì soggetti facenticapo all’lcann (organizzazionecaliforniana no profit che regola-menta le procedure relative al-l’assegnazione dei domini e degliindirizzi di Rete) o all’AuthorityNazionale.Oltre a svolgere questi compiti l’I-cann gestisce le due principalistrutture di Internet: il sistema Dns(Domain name system) e i Tld(Top level domain).Nello specifico, il Dns è un siste-ma che permette il censimento ditutti i domini presenti su Internetmentre i Tld (o registry) gestisco-no l’elenco relativo ai siti rilascia-ti con il medesimo suffisso e so-no, a loro volta, divisi in due ca-tegorie: i gTld (generic Tld), conil compito di conteggiare i siticommerciali come: .com, .net(gestione della rete) e .org (noprofit), e i ccTld (country code

Tutti possono crearsi un proprio sito web in Rete con un dominio free o a pagamento.

Domini: ad ognuno il proprio

di Fabrizio Pancini

Tld) che curano, invece, gli elen-chi relativi ai siti delle diverse na-zioni come .it, .de o .uk. I Tldcommercializzano i domini attra-verso aziende delegate, chiama-te registrar.Per ottenere un dominio l’utente sideve recare sul sito del registrarche si occupa del corrispondenteTld e seguirne le regole.Attualmente, ogni Tld è gestito inmodo autonomo, e non ci sononorme valide internazionalmente:in certi casi non c’è alcun vincolo,in altri è necessario risiedere fisi-camente nel paese interessato enon possedere altri domini.Per registrare un dominio è ne-cessario che esso sia disponibi-le: per quelli .org, .com, .net (ilcui organo competente è Icann),l’operazione è libera per tutti,senza nessuna restrizione sulnumero di siti comprati; i domini.it, invece, appartengono alla ca-tegona dei ccTld e possono es-sere assegnati ad aziende (conregolare partita Iva) oppure aprivati cittadini (dotati di relativocodice fiscale), purché siano re-sidenti in uno dei paesi dell’unio-ne europea. La procedura consiste nell’inviovia fax di una lettera di assunzio-ne di responsabilità per il domi-nio che si intende registrare allaRegistration Authority italiana diPisa.Quest’ultima, in base all’ordine diarrivo delle lettere di assunzionedi responsabilità, assegna i domi-ni con suffisso .it. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 3/2001 27

ALCUNI SITI PER REGISTRARE I DOMINI

www.domini.it www.consultingweb.itwww.it.register.it www.e-drome.netwww.asd.it www.studiosoiution.com

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Page 26: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 3

PROFESSIONE VETERINARIA 3/200128

Normalmente gli ane-stetici causano ipoter-mia. Esiste però la rara

ipertermia maligna che si verificaa seguito della somministrazionedi anestetici locali o generali. Visono alcune segnalazioni che ri-guardano anche la ketamina. L’ul-tima è relativa alla ipertermia ma-ligna che il provvedimento ina-spettato sulla molecola ha provo-cato in un vasto numero di colle-ghi, me compreso.Riassumo vicende note, ma forseancora poco chiare e si tengaconto che, all’atto di scrivere, nonmi è ancora dato sapere se la mis-sione del collega Eleuteri presso ilMinSan abbia dato qualche fruttonel chiedere una proroga.Il Dipartimento Farmaceutico delministero ha pensato bene diemanare un provvedimento cheinseriva la ketamina fra le sostan-ze stupefacenti e neanche fraquelle che erano state depenaliz-zate da poco, perché analgesi-che. Il provvedimento è statopubblicato sulla G.U. del 22 feb-braio. Il 25 di febbraio mi telefo-nava una collega di Treviso di-cendomi che aveva sentito direche la ketamina era diventatastupefacente.“Stupefacente, ho risposto! Misembra una panzana”. Il 26 feb-braio compare sul Forum SCIVACla e-mail di un collega venezianoche ribadisce il concetto. Rispon-do che il 1° d’aprile è ancora lon-tano, ma una lampadina rossa siaccende. Vox populi vox dei. Te-lefonata all’amico farmacista. “Macerto, noi abbiamo ricevuto il de-creto in data 23 febbraio e andràin vigore l’8 marzo”.Seguono giorni affannosi per ca-pire. Sul provvedimento mancanole specialità veterinarie, ma è sta-ta una dimenticanza. Verrà colma-ta in breve e probabilmente en-trerà anche la Tiletamina che poiresterà fuori.Al congresso di Milano (primi dimarzo) centinaia di veterinari at-toniti apprendono la realtà. Sul-le list telematiche si scatena labagarre.Sono stato uno dei primi a prote-stare e l’ho fatto pubblicamentecon una lettera aperta al ministrodella sanità. La sera stessa Vero-nesi ha dichiarato che non sareb-be stato nel prossimo governo.Sono convinto che aveva ben altrimotivi ovviamente.Ancora una volta siamo staticompletamente tagliati fuori daquello che, se attuato con i tem-pi dovuti e di concerto con ilcomparto veterinario, non sareb-be stato un provvedimento scan-daloso, anzi avrebbe obbligatola classe veterinaria, troppospesso accidiosa e indolente, afare un passo avanti e a farlacontare di più.Chi è autorizzato ad usare moleco-

le paragonabili all’eroina qualchecapacità la deve pur avere e, nellesedi giuste la può anche ostentare.Oggi (per chi scrive) invece centi-naia di veterinari ignari girano conuna droga pesante nella borsa e

se domani finiranno in galera e suigiornali l’opinione pubblica capiràsoltanto, dal titolo cubitale, che unveterinario spacciava la special K.Non voglio fare della inutile dietro-logia, ma se questo accadrà ri-

cordiamoci che la FNOVI, pur es-sendo stata a sua volta informatacon molto ritardo, è riuscita solo il5 marzo, dopo aver ricevuto chia-rimenti dal Ministero, ad inviareuna lettera agli Ordini e pochissi-

Ketamina. Ke strazio!di Oscar Grazioli

Medico Veterinario, Reggio Emilia

mi di questi, a distanza di 20 gior-ni dalla pubblicazione del provve-dimento, hanno informato gliiscritti. Il Min San ci tiene in pococonto, ma forse qualche colpal’abbiamo anche noi. O no? ■

L ’ O P I N I O N E

IL PROGRAMMA GESTIONALE AD ELEVATA PERSONALIZZAZIONE CHE RISOLVE TUTTE LE ESIGENZE PROFESSIONALI DE-GLI AMBULATORI VETERINARILa versione del programma che viene ora commercializzata è utilizzata da oltre 2 anni nella maggior parte degli ambulatori e delle clinicheveterinarie italiane con risultati eccellenti ed é diventato, in assoluto, il leader di mercato nel settore.Caratteristiche salienti:Gestione dati anagrafici clienti e dei loro animaliStampa certificati predefiniti e modificabili dall’utente (es. Certificato antirabbica, buona salute, vaccinazioni etc.)Stampa lettere ai clienti (con testi predefiniti e modificabili dall’utente);Ricerche multiple incrociate e facilitate nei campi del data base clientie animali; le ricerche e le query sono possibili senza limitazioni perogni campo dei vari databases.Gestione cartelle cliniche (Esame Obb. Generale, Visita dermatologica,Oftalmologica, Ortopedica, Neurologica, Odontoiatrica, Esame Ecogra-fico, Esami di laboratorio, Citologia, Istologia etc., Esame articolazioneanca, Esame Cardiologico, Esame Radiografico)Stampa preventivi al cliente (con testi predefiniti e modificabili)Libretto vaccinazioni e stampa lettere al cliente per richiamiGestione fatturazione, entrate, uscite, scorporo Iva-Enpav, ritenute ac-conto, prima nota automatica e scadenzari pagamentiCalcolo, gestione e stampa della Notula (o avviso di fattura)Trasformazione automatica della Notula in fattura al momento del paga-mento della prestazioneRicerca e stampa statistiche di fatturato divise per tipo di prestazioneGestione di più sedi (multifatturazione) prevista in tutte le versioniStampa e ristampa fatture sia in A4 che in A5 e Stampa bollati (Cronologico, Registro Fatture, Registro Uscite) sia in formato A4 che in 11”Preparazione registri bollati e stampa registri bollati delle fatture emesse, delle uscite, del cronologico e del magazzino.Gestione studio e personalizzazione della struttura interna, inserimento professionisti interni ed esterni, definizione specie animali trattati, raz-ze, tariffario, testi preventivi, testi certificati, valori laboratorio, vaccini utilizzati, fornitori e voci spesa.Gestione carico e scarico farmaci e stampa registro bollato dei movimenti di carico e scarico di magazzino.Gestione vaccinazioni e stampa mod. 12Possibilità di interfacciamento con apparecchiature (ecografi, endoscopi, fotocamere digitali, scanners etc) per la memorizzazione diimmagini e filmati nel data base delle cartelle clinicheFunzionante in ambiente Windows 95, Windows 98, Windows NT, Macintosh.Il programma è configurabile anche in rete LAN Client Server (protocolli TCP/IP o IPX o Appleshare).Assistenza hot-line professionale gratuita per i primi 12 mesi e facoltativa in seguito, a pagamento.Versioni speciali:Pongo PLUS: stesse caratteristiche del Pongo con in più:AGENDA APPUNTAMENTI: Gestione completa di una Agenda appuntamenti, collegata alla lista Clienti, con possibilità di inserire, modifi-

care, stampare e spostare automaticamente appuntamenti.MAILMERGE Gestione lettere richiamo e testo certificati con testi definibili dall’utente e con i campi del database clienti, animali e vaccina-

zioni selezionabili ed inseribili all’interno dei testi.Pongo LAN: versione multiutente rete di Pongo - Caratteristiche identiche a Pongo o Pongo PLUS per il funzionamento in rete locale - (LAN Ethernet protocolli TCP/IP, IPX o Mac Appleshare).

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Pongo® (versione 3.x.x) è il primo software di gestione ambulatoriale sca-turito direttamente dall’esperienza pluriennale di medici veterinari liberiprofessionisti che hanno voluto un prodotto che soddisfacesse i seguentirequisiti:• aggiornabilità facile da parte dell’utente per quel che riguarda le nor-

mative fiscali (tabelle aliquote, numerazione fatture, modifiche contabili,eventuale cambio di ragione sociale, passaggio di anno fiscale).

• autonomia gestionale da parte dell’utente in ogni sua parte• totale adeguamento a qualsiasi richiesta dell’utente (contabile, fiscale,

grafica, clinica, ...)• compilazione e sviluppo su un database commerciale sicuro, garantito

e multipiattaforma• costo accessibile• garantito per l’anno 2000Queste sono le premesse da cui è scaturito PONGO®, frutto della colla-borazione tra medici veterinari (in particolare Andrea Pievaroli e MatteoTommasini Degna), la TELE.MA.CO., software house con sede in Romae la SCIVAC, che ne ha fornito le linee guida di sviluppo.

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Page 27: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 3

La riforma universitaria pre-vede due diversi titoli ac-cademici, istituiti dal DM

509/99, da conseguirsi all’internodel medesimo corso di laurea, ocon laurea breve o con laurea

specialistica, che rischiano dicreare grossi problemi agli OrdiniProfessionali. La Commissione diesperti incaricata dal Ministerodell’Università ha terminato i lavo-ri per la definizione di una bozza

di regolamento della riforma che ègià stata inviata ai numerosi Ordi-ni interessati, ma per fortuna nonancora agli Ordini Veterinari. Il problema merita comunque al-cune riflessioni in quanto da tem-

po si parla di una cosiddetta lau-rea breve che dovrebbe dare il ti-tolo di infermiere veterinario o ve-terinario ausiliario. Nel caso in cuivenisse istituito questo corso dilaurea per la formazione di una fi-

Ausiliari veterinari laureati?di Luigi Poretti

gura professionale già presenteda anni in molti paesi Europei, so-prattutto del Nord Europa, ci ritro-veremmo con un sistema ordinisti-co sdoppiato al cui interno vi do-vrebbero convivere due tipologiedi professionisti diversi anche secomplementari: i medici veterinarie gli ausiliari veterinari, ciascunocon titoli accademici diversi - lau-reati specialisti i primi e semplice-mente laureati i secondi - conse-guiti con il medesimo corso di lau-rea in medicina veterinaria. Per gli Ordini già interessati dallariforma (architetti, agronomi, bio-logi, commercialisti, ingegneri,ecc…) i problemi da affrontarenon sono pochi in quanto al di làdella creazione di due differentialbi di iscritti si tratta di riorganiz-zare completamente l’Ordine: ri-definire le elezioni dei suoi Consi-gli in relazione a nuovi criteri dirappresentanza, rivedere i diversiesami di stato, i tariffari, le diver-se responsabilità e quindi i diffe-renti codici deontologici, ma so-prattutto delineare le diversecompetenze. E questi non saran-no certamente problemi di facilerisoluzione nemmeno per la no-stra Categoria.Dove finiranno le competenze pro-fessionali dell’infermiere veterina-rio e dove inizieranno quelleesclusive del medico veterinario?Potremmo trovarci di fronte a so-vrapposizioni di ruolo e se gli am-biti di competenza non sarannoben definiti e regolamentati anchea conflittualità e contenziosi checoinvolgerebbero gli stessi Ordini.La prospettiva non è dunque ro-sea anche perché la nostra Cate-goria presenta già situazioni dicontrapposizione interna, soprat-tutto dopo il nuovo contratto deidipendenti pubblici che autorizzagli stessi all’esercizio dell’attivitàlibero professionale. I rapporti fraliberi e dipendenti sono quindi dif-ficili e le tensioni non hanno man-cato di evidenziarsi in occasionedell’emergenza BSE. Intanto, in attesa di ulteriori svilup-pi dei progetti universitari, stannonascendo iniziative private chepropongono a giovani con diplo-ma di scuola media superiore cor-si biennali che daranno loro il tito-lo di ausiliare veterinario. Secon-do quanto indicato nei comunica-ti promozionali di queste iniziativequesto titolo sarebbe già ricono-sciuto dall’Unione Europea edinoltre “per chi ne avesse voglia,permetterà di utilizzare i creditiformativi ricevuti per proseguiregli studi orientandosi verso unalaurea breve o addirittura la laureain medicina veterinaria della Uni-versità di Camerino”.Come vedete il percorso è già ini-ziato. E il numero chiuso? ■

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Page 28: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 3

PROFESSIONE VETERINARIA 3/200130

Considerazionisul Congresso

WSAVA

Caro Scotti,ti scrivo questa lettera poiché misono sentito chiamato in causadal commento espresso da unCollega, di cui non ho il piacere disapere il nome, se non le inizialiP.F., sulla rubrica Lettere al Diret-tore di Professione Veterinaria2/2001, in merito al CongressoWSAVA di Vancouver.Sono rimasto molto dispiaciutodelle, forse frettolose, conclusio-ni contenute nella tua rispostaalla legittima domanda del Colle-ga a cui vorrei dire che il pro-gramma di Vancouver era giàstato definito quando sono statoeletto Presidente della WSAVA;forse non tutti sanno che i Con-gressi Mondiali vengono stabiliticon un anticipo medio di 4 anniprima della data di effettuazione,a causa della elevata domandada parte delle Associazioni

membre della WSAVA. Ricordoche attualmente fanno parte del-la WSAVA più di 50 AssociazioniNazionali per un totale di circa56.000 Veterinari sparsi in tutto ilmondo.Per questa ampia varietà di rap-presentanze, i Congressi vengo-no gestiti dalle singole Associa-zioni Nazionali con una certa au-tonomia, soprattutto dal punto divista scientifico. In particolare èsempre stata riscontrata una cer-ta difficoltà a convincere gli orga-nizzatori del Nord America (US eCanada) che ci sono degli ottimirelatori anche in altre parti delMondo.Tale situazione è stata oggetto giàdi molti dibattiti, tuttavia con scar-si risultati. Vorrei rassicurare ilCollega P.F. che anche a me sta acuore vedere il nome di relatoriItaliani riportato nel programmascientifico, in quanto sono assolu-tamente d’accordo con lui chenon abbiamo nulla da temere, intermini di qualità, nel confronto.Infatti i nomi di relatori Italiani so-no sempre presenti nelle innume-

revoli attività di Continuing Educa-tion, in Europa ed altre parti delMondo.Come nei precedenti CongressiWSAVA, dove la rappresentanzadi relatori Italiani è sempre statachiara e dignitosa.Se mi concedi, caro Direttore, vor-rei infine fare un ultimo commentoalla tua risposta:è vero che la SCIVAC è, in termi-ni numerici, la seconda Associa-zione della WSAVA, ma vorrei an-che sottolinearti, che nonostantele mie ripetute richieste in passa-to (fatte alla rappresentanza na-zionale) di maggior coinvolgi-mento nelle attività della WSAVA,non ho mai avuto quell’attenzioneche avrebbe permesso alla SCI-VAC di avere tutto il risalto che lecompete.L’attività della WSAVA non è rivol-ta solo all’organizzazione di Con-gressi Annuali, ma copre molti al-tri settori, sia in termini di educa-zione scientifica, di ricerca, di be-nessere animale, di appoggio allaprofessione, e così via.Vorrei sbagliarmi, ma ho l’impres-sione che i soci SCIVAC non sia-no molto aggiornati su cosa acca-da nel Mondo (Veterinario), equanto l’Italia sia presente e rap-presentata. Forse attraverso lecolonne di questo giornale se nepotrebbe dare una esauriente do-cumentazione.Un ultimo commento, la parteci-pazione ad un Congresso Mon-diale offre delle opportunità un po’più ampie che la semplice occa-sione di incontrare buoni relatoriche si possono sentire ai Con-gressi Nazionali.Caro Collega P.F. se ti rimangonodei dubbi su come i VeterinariItaliani vengono rappresentati inseno alla WSAVA, rimango a Tuadisposizione per ogni tipo dichiarimento.

Claudio BrovidaPresidente WSAVA

BSE: notiziecontradditorie

Sul Corriere della Sera, insertoLombardia del 12 Marzo, era pub-blicato in prima pagina un articolodal titolo “I veterinari: custodiamola salute dei cittadini”.

Un articolo ampio con alcune in-terviste, in particolare quella delresponsabile regionale veterina-rio, Dr. Bonacina, che partendodall’emergenza BSE evidenziavail ruolo del veterinario pubblico(670 veterinari dipendenti in que-sta regione) e gli obbiettivi rag-giunti negli ultimi anni a garanziadella salute dei cittadini.Dopo le bordate di critiche che laBSE ha fatto arrivare a tutto ilmondo veterinario ben venganosui mezzi di informazione momen-ti di attenzione all’importante ruo-lo svolto dalla nostra categoria.Purtroppo, però, sullo stesso quo-tidiano il giorno dopo appariva unarticolo dal titolo “Il rapporto deiNAS. Dossier dell’Arma su BSE ealtri virus. Trovati migliaia di ani-mali a rischio”.L’autore, dopo aver elencato lecentinaia di situazioni illegali epericolose scoperte in moltissimiallevamenti, anche in Lombar-dia, per l’intensificazione deicontrolli dovuti all’emergenzaBSE, mette in evidenza comequesta situazione, preoccupantee per certi aspetti anche dram-matica “dimostri come fino adora le ispezioni siano state prati-camente inesistenti”.Quindi un colpo al cerchio ed unoalla botte ma di certo quello allabotte fa molto più male.

Francesco P., Brescia

La mucca pazzava in montagna

Caro Carlo,mi conosci da anni e sai bene chepur essendo da sempre un veteri-nario libero professionista, cate-goria che ho sempre difeso stre-nuamente, non me la sono maipresa con i colleghi pubblici, fra iquali posso contare numerosiamici e ottimi veterinari, e per iquali sarei anche disposto a so-stenere una battaglia per un mag-gior riconoscimento all’internodella sanità pubblica, pur non

L E T T E R E A L D I R E T T O R E@

Ketamina:e se fossimo più ricchi?

Senza per forza farne una questione di colpevoli e condannati, mi pare che grande, forse troppa, ener-gia sia stata spesa negli ultimi anni rincorrendo una formazione scientifica professionale aggiornata

(sacrosanta), dimenticando per strada la corrispondente crescita del professionista in capacità di autodeter-minare la propria qualità e remunerazione del lavoro.Anche a Milano ho visto per l’ennesima volta lo spettacolo di una categoria di affamati di notizie scientifichee di attrezzature sempre più aggiornate a cui nessuno ha mai saputo aggiungere la capacità di far diventaretutto ciò crescita di reddito (mi piacerebbe conoscere un dato: il fatturato globale del intero settore dei nostrifornitori, paragonato al nostro: ne vedremmo delle belle...). Non mi vergogno di parlar chiaro. Il vero proble-ma della legge sulla ketamina non si capisce se non si mette in relazione alle condizioni vergognose in cuimolti di noi stiamo lavorando. Come facciamo a spiegare ai nostri governanti che siamo in crisi per una leg-ge che di fatto non ci impedisce di usare la ketamina, ma ci costringe solo ad annotarne con precisione siala detenzione che l’uso. Possiamo sostenere che tenere un registro è un onere troppo gravoso per noi senza cadere nel ridicolo? Come facciamo a sostenere, in un paese in cui anche gli idraulici hanno la segretaria e in cui il carico buro-cratico medio di ogni lavoratore può essere anche maggiore del nostro, che noi la segretaria non possiamopermettercela e che con i pochi soldi che abbiamo dobbiamo pensare a tutto noi, e quindi abbiamo già il pro-blema di tenere i registri fiscali, quelli dei farmaci, per lo smaltimento dei rifiuti, per il radiologico, di gestire ifornitori, di fare gli impiegati di noi stessi, di tenere in ordine la nostra struttura, di rispondere al telefono, dipulire i pavimenti... di fare anche i medici (magari qualcuno anche la sera e la Domenica), e che non ce lafacciamo più. E aggiungiamo pure che qualcuno vorrebbe farci fare anche l’ECM. E poi, oltre all’avere un compito gravoso aggiuntivo, non nascondiamoci che un po’ ci scoccia anche la tra-sparenza a cui saremo costretti ogni qualvolta faremo un’anestesia...Non ci accorgiamo che il vero problema è che esiste una grave contraddizione tra il desiderio di far le cosein modo serio e i mezzi limitati di cui molti di noi dispongono? Io dico di non rinunciare al primo fattore e agi-re per modificare il secondo. Infatti, il problema ketamina non esiste per le poche (poche, troppo poche) strutture veterinarie di grosse di-mensioni che hanno la ricchezza sufficiente per organizzarsi e avere già il registro stupefacenti da tempo. Or-mai il possesso dei pets è diffuso e più passa il tempo più, con la nostra colpevole complicità, vedo cresce-re nella gente, la convinzione che curare gli animali è una pratica molto economica il cui dovere cade sul ve-terinario. Se aspettiamo ancora un po’ a invertire la tendenza tra un po’ saremo noi a pagare per lavorare.Cosa ne dite che se invece di farci pagare centocinquantamila/duecentomilalire un piccolo intervento chirur-gico (la stessa cifra che ho pagato oggi per rivestire la mia vecchia sella della moto!) cominciassimo a con-siderare che dietro a una “facile” prestazione di meno di un’ora di lavoro, c’è un background di conoscenze,di possesso di attrezzature, di preparazione e ora anche di oneri burocratici, tali da renderlo parecchio piùcostoso. Non pensate che nel tempo potremmo (è incredibile che quello che dico possa sembrare un sogno!)pagarci una persona che si occupi della sola organizzazione del lavoro e l’aumento delle tariffe ci permette-rebbe di lavorare meglio, realmente per quello per cui abbiamo studiato e finalmente avere anche un guada-gno adeguato? Perché non abbiamo mai preso iniziative serie e concrete in questa direzione? O forse a qualcuno fa como-do che le cose stiano così? Non posso pensarlo. E allora? Se fossimo più ricchi, diciamoci la verità, il registrostupefacenti non ci farebbe più nessuna paura. E la qualità della nostra vita avrebbe solo da guadagnarci.Ben venga la legge sulla ketamina e la conseguente giusta protesta, se serve per poter uscire dall’era dell’a-dolescenza e iniziare quella della maturità professionale. Chiedo scusa a chi pensa che questi argomenti siano volgari. Io e la mia famiglia di queste volgarità ci viviamo.

Paolo Satta, Varese

UNA DOVEROSAPRECISAZIONE

A chiarimento di una mia lettera pubblicata sul numero 3/1999di Professione Veterinaria all'interno di questa stessa rubrica

desidero pubblicare questa mia precisazione.Nella lettera in questione alcune frasi potevano essere interpretate co-me espressione di disistima nei confronti del Dott. Corrado Colombo,allora Vice Direttore del Notiziario SIVeLP ed appartenente al Direttivodello stesso Sindacato.Accogliendo doverosamente la richiesta del Collega Colombo, preci-so in modo inequivocabile che non intendevo né offendere né lederel'onorabilità del dottor Corrado Colombo, del quale riconosco l'assolu-to disinteresse nello svolgimento della sua attività sindacale.

Pier Mario PigaPresidente Senior SCIVAC

Si sa il prezzo di tuttoe il valore di niente

Oscar WildeIn queste settimane si sonosucceduti avvenimenti digrande rilievo per il nostrosettore e sono state annun-ciate o introdotte importan-ti novità.C’è di che discutere.Dall’aggiornamento obbli-gatorio ( ECM) - che benchétutto da definire, è un prov-vedimento che ci riguar-derà - alla vicenda-ketami-na -che comprensibilmenteprende molta parte di que-sto numero.Ospito volentieri e dove-rosamente pubblico alcu-ne segnalazioni e precisa-zioni da parte di Colleghiche ringrazio per la dispo-nibilità al dialogo e alconfronto.

Carlo Scotti

Page 29: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 3

condividendo molto il comporta-mento di alcuni per quanto riguar-da le possibilità di svolgere atti-vità libero professionale. Mi ha dato quindi fastidio vederee sentire gli attacchi alla categoriaper la questione BSE per la qualeritengo che ci siano state respon-sabilità da parte di tutti, ma so-prattutto da parte di altre catego-rie che oggi passano per poverevittime.Ho premesso questo perché nonvorrei che quanto segue possasembrare fazioso. Però: era pro-prio il caso in questo momento digrande attenzione verso di noied i nostri comportamenti orga-nizzare una settimana di aggior-namento dal titolo lungo ed im-pegnativo “La Sanità PubblicaVeterinaria per la Tutela dei Con-sumatori e dei Mercarti” a Folga-ria? Il commento di tutti - alcunidei miei colleghi si ricordano nel-lo stesso luogo le esperienze diVetneve - è stato negativo sapen-do bene che le ore dedicate aglisport invernali sono maggiori ri-spetto a quelle dedicate allo stu-dio ed all’aggiornamento. E se inquesti giorni ci fossero nuoveemergenze cosa raccontiamo aimass-media?O forse, ormai, il problema muccapazza è già superato? Negli stes-si giorni i liberi professionisti delsettore degli animali da compa-gnia si sono trovati in 2.000, al lo-ro congresso a Milano. Sembranopiccole differenze ma hanno il lo-ro significato.

Fabio Panvini

Abbattimento:ma che senso

ha? Ho letto in questi giorni che sonoormai migliaia i capi oltre i 30 me-si di età che vengono abbattuti edistrutti.La convenienza da parte dell’al-levatore non è certamente eco-nomica dato che il rimborso si li-mita, se ben ricordo, al 75% delvalore commerciale ma è preferi-to in quanto permette, evitandola macellazione, di non rischiarela scoperta di casi di BSE cheporterebbero alla distruzione del-l’allevamento.Trovo che in tutto questo ci sianodue evidenti assurdità. La primaè che non riesco a capire perchési debba distruggere tutto l’alle-vamento. Considerato il tipo diinfezione, se è vero che la BSE èprovocata dai mangimi, tutti glialtri capi potrebbero essereesenti e quindi perché abbatterlisenza prima controllare il lorostato di salute? Inoltre perché sidevono abbattere e bruciare mi-gliaia di capi visto che l’inciden-za della BSE è di circa uno sumille? Perché al contrario nonmacellarli tutti, distruggere quelliinfetti, dare quelli sani gratuita-mente a paesi dove la popola-zione sta morendo di fame ecreare con un controllo vasto atappeto una precisa mappa ita-

liana della diffusione del prione.Veramente mi sembra che que-ste decisioni non abbiano moltodi logico ne da un punto di vistaeconomico e tanto meno daquello scientifico.

S.P.

L’ANMVIper gli animali

da reddito

Mi ha fatto molto piacere aver sa-puto che il Presidente dell’ANMVI,il dott. Marco Eleuteri, nell’ultimoincontro avuto con il Sottosegreta-rio alla Sanità, On. Fumagalli, ab-bia fra gli altri problemi all’ordinedel giorno, perorato la causa deiveterinari liberi professionisti chelavorano nel settore degli animalida reddito.Le giuste richieste sono state:una revisione dell’IVA sulle pre-stazioni veterinarie, richiesta chel’ANMVI sostiene da tempo pertutto il settore veterinario ma chein questo caso favorirebbe piùl’allevatore che il veterinario, ed ilriconoscimento di stato di crisi ditutto il settore zootecnico chedebba prevedere agevolazioni fi-scali e contributive non solo pergli allevatori, macelli e distribu-zione ma anche per tutti i veteri-nari che operando in questo set-tore perderanno lavoro in modopesante per la drastica riduzionedei capi allevati.Non so quanto riusciremo maiad ottenere ma credo che lasemplice richiesta meriti unplauso riconoscente.

M. Bongiovanni

Veterinarioausiliare

Caro Carlo,mi è capitato di leggere la pubbli-cità di un corso biennale, organiz-zato a Roma, che dovrebbe asse-gnare un diploma di “veterinarioausiliare”. “Una opportunità - riporto quantoera scritto nel testo che presenta-va il corso -, per tutti coloro chehanno un diploma di scuola me-dia superiore, che pur non essen-do veterinari desiderano occupar-si della salute e del benessere de-gli animali”. Al termine del corso, la qualificadi veterinary cure assistant, con-sentirà di lavorare in tutti i paesieuropei.Ma chi riconosce in Italia o nel re-sto d’Europa questo titolo? È tuttauna truffa ed un imbroglio o ancheda noi è già passato l’infermiereveterinario? Vorrei, se possibilesaperne di più.

Renzo Mari

Il nostro giornale sta preparandoun’inchiesta sulla figura dell’ausi-liario veterinario. Cercheremo diapprofondire l’argomento e di farluce su tutti i suoi risvolti, non so-lo in ambito italiano, ma ancheeuropeo.

Fra i 1500nessun

veterinarioCaro Carlo,il manifesto “Libertà della scien-za” è stato sottoscritto da 1.500scienziati e ricercatori italiani, fracui alcuni premi Nobel, che han-no anche organizzato una mani-festazione a Roma. Il manifestocontesta la direttiva con la qualelo scorso Ottobre il Ministro perla Politiche Agricole, Alfonso Pe-coraro Scanio ha deciso il bloc-co in campo agricolo e zootecni-co degli studi sugli Ogm, gli or-ganismi geneticamente modifi-cati. Gli interventi di Dulbecco edella Montalcini sono stati moltoduri: “Non si può mettere il chia-vistello al cervello ed alla ricercascientifica” due sono i versantianti-scientifici in Italia: l’ecologi-

sta ed il religioso. A questo pro-posito il nome dato al vitello clo-nato a Cremona, Galileo, è tuttoun programma.Non mi sembra che fra i 1.500sottoscrittori del manifesto ci fos-sero veterinari e mi piacerebbesapere quale è la posizione dellanostra categoria relativamente aquesta discussione.

A.M.

E se andassimotutti

a pescare?

Se fossi uno scrittore o semplice-mente uno psicologo coglierei si-curamente spunto dalla Vetlink odal ForumSCIVAC per scrivere unromanzo o un trattato.Internet è veramente uno stru-mento incredibile, è capace di

farci esprimere i lati migliori opeggiori, di ciascuno di noi, a se-condo dei casi.Al di là degli scambi di informa-zioni scientifiche o professionaliche rendono sempre più impor-tante questo strumento per ilnostro aggiornamento e ne qua-lificano la sua funzione, negli ul-timi mesi abbiamo avuto tre mo-menti precisi che da soli espri-mono uno spaccato estrema-mente significativo della nostracategoria.Permettetemi su questi di provarea fare un ragionamento, non dascrittore o da psicologo, ma dasemplice veterinario che da tantianni ha cercato di conquistarsi unserio ruolo professionale in termi-ni di immagine, un po’ meno intermini economici, ma semprecon impegno, serietà, correttezza,soddisfazione ed orgoglio per illavoro svolto.

PROFESSIONE VETERINARIA 3/2001 31

L E T T E R E A L D I R E T T O R E

Un patrocinio inopportuno

Ill.mo Dottor ScottiDirettore di Professione Veterinaria

Oggetto: Convegno “Noi tutti Animali” tenutosi ad Assisi il 10/2/2001

A mio giudizio è stata gravissima l’inopportunità con cui l’AVULP, l’AIVPA, l’Ordine dei Veterinari di Peru-gia e quello di Terni hanno patrocinato un convegno realizzato dal Gruppo Verde della Regione Umbria, dalCoordinamento di Radicali Umbri, dai Verdi dell’Umbria e dal Circolo Radicale “Ernesto Rossi” di Terni.

Il Presidente dell’Ordine di Perugia e quello dell’AVULP, contattati da me ed altri colleghi, si sono giustifi-cati asserendo di essere stati ingannati dalla “furbizia” con cui gli organizzatori (in particolare il collega Ama-to De Paulis, Moderatore del Convegno e Coordinatore Provinciale dei Verdi) avevano richiesto il patrociniodella manifestazione, non presentandola come politica e partitica. Non si è condivisa, comunque, la manca-ta volontà o l’incapacità mostrata, una volta accertato l’errore, di rinunciare alla manifestazione chiarendo laposizione dei veterinari a mezzo telegramma e/o stampa, come peraltro richiesto da più colleghi nei due gior-ni precedenti il convegno stesso. Ti comunico, inoltre, che è stata inviata all’Ordine di Perugia una lettera didenuncia firmata da più di 40 colleghi. È significativo il fatto che circa l’80% dei veterinari contattati ha aderi-to alla protesta, che con un po’ più di tempo a disposizione sicuramente avrebbe raggiunto l’approvazione digran parte della categoria.

Siamo anche a conoscenza di una lettera, inviata per conoscenza alla FNOVI, con cui venivano richiesteaddirittura le dimissioni del Presidente dell’Ordine di Perugia.

Ritengo che questo errore abbia offeso tutta la nostra categoria prestandola ad una pubblicità politica enon culturale, e credo che questo sia molto grave, andando contro gli statuti degli Ordini e delle associazio-ni veterinarie (AVULP) delle quali io stesso faccio parte.

Rimango indignato per l’accaduto ma fiducioso che la maggior parte dei colleghi la pensino come me.Ringraziandoti per l’attenzione, ti porgo cordiali saluti.

Dr. Massimo Floris

La risposta dell’AVULP:nessun coinvolgimento politico

La posizione dell’AVULP e dell’Ordine dei Medici Veterinari di Perugia e di Terni è stata ampiamente chia-rita in occasione dell’assemblea annuale AVULP e sul notiziario dell’Ordine, ma ritengo opportuno fare

alcune sintetiche precisazioni per coloro che leggeranno la lettera del Dr. Massimo Floris. La nostra associa-zione e gli Ordini coinvolti hanno accettato di partecipare al convegno “Noi tutti Animali” perché hanno rite-nuto valida la manifestazione animalista che, al momento della richiesta di patrocinio, era del tutto apoliticaed estremamente interessante per i contenuti del programma e il notevole coinvolgimento di personalità dispicco. Ci sono documenti depositati presso l’Ordine di Perugia che testimoniano in maniera inconfutabile lamia affermazione.Quando, pochi giorni prima della manifestazione, siamo venuti a conoscenza del rilievo politico che si vo-leva dare alla stessa, pur delusi dalla sorpresa, abbiamo ritenuto opportuno parteciparvi lo stesso per giu-stificare il nostro appoggio all’iniziativa culturale e prendere le distanze dall’evento politico a noi del tuttoestraneo.

Carlo De FeoVice Presidente Ordine dei Medici Veterinari di Perugia

Past President AVULPConsigliere SCIVAC

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a) il primo momento è statoquello dell’alluvione in Pie-monte che ha visto molti col-leghi, fra questi anch’io, im-pegnarsi per i colleghi chesono stati colpiti da questodisastro. È stato un momentodi grande solidarietà, genero-sità verso i colleghi più sfortu-nati. Molto bello!Dovremmo avere semprequesto spirito anche quandoparliamo del collega che hal’ambulatorio vicino al nostroe che invece cerchiamo ma-gari di fregare facendo tariffepiù basse per portargli via iclienti. Se vogliamo veramen-te creare un forte spirito asso-ciativo e di categoria dobbia-mo imparare ad avere sem-pre questi atteggiamenti dicorrettezza e di disponibilità.

b) il secondo momento è statoquello lanciato da Giorgio Ro-manelli con la sua idea dicreare tramite il Forum SCI-VAC un gruppo di colleghiappassionati di pesca con lamosca. Si è creato subito ungrande interesse fra tanti col-leghi che uniti dalle stessepassioni o dagli stessi hob-bies hanno creato gruppi perorganizzare vacanze di pe-sca, gite in moto, scambio difigurine, ecc.Un momento quindi moltopositivo di socializzazione aldi fuori del lavoro e dei mo-menti di aggiornamento pro-fessionale per far crescereoccasioni di incontro e raffor-zare anche così il momentoassociativo.

c) il terzo momento, quello chesinceramente mi è piaciutomolto poco, è stato il dibattitosviluppatosi sul problema ke-

tamina. Giusto lamentare alministero la mancanza diinformazione anche perchéquando la direzione farmaciha emanato questa direttivanon ha minimamente pensatoche esistevano anche i veteri-nari ma da qui ad arrivare astracciarsi le vesti e prender-sela con tutti, compresi quelliche da anni perdono giornatedi lavoro per difendere la no-stra categoria in quel mara-sma che è l’ambiente ministe-riale romano mi sembra vera-mente fuori luogo, esageratoed ingiusto.È normale che la gestione distupefacenti e sostanze psi-cotrope, che fra l’altro perpoco stavamo perdendo,preveda delle regole allequali anche i veterinari devo-no sottostare.Sarà certo una rottura, ma nonci sono alternative e se questodeve mettere in crisi un ambu-latorio per carità di Dio! Madov’è la nostra professiona-lità? Tempo fa uscendo dal-l’ambulatorio stava iniziando apiovere ed un signore vicino ame se l’è presa con Dio ed ilGoverno.Sarebbe bastato un cappellood un ombrello per risolvere ilproblema senza prenderselacon il mondo.Se vogliamo essere dei liberiprofessionisti consapevoli del-la nostra scelta ed abbiamovolutamente rinunciato ad es-sere dipendenti pubblici contutte le sicurezze di questoruolo dobbiamo anche sem-pre essere pronti ad avere aportata di mano almeno uncappello per ogni evenienza.

Massimo Rimoldi

Io c’ero! Caro Scotti,non ho avuto modo di incontrartial Congresso di Milano ma since-ramente mi avrebbe fatto moltopiacere parlarti in questa occasio-ne. Purtroppo per motivi di turnoin ambulatorio non ho potuto es-sere presente all’assemblea equesto mi dispiace perché avreivoluto ringraziare il Consigliouscente per il lavoro svolto negliultimi tre anniUn lavoro ed un impegno spesso,a mio avviso, poco considerato ecapito da molti iscritti. Lo stessoCongresso a Milano che finalmen-te ha visto il nostro paese ai mi-gliori livelli internazionali è statouno sforzo enorme che solo pochianni fa sarebbe stato impensabi-le. Non so se vorrai pubblicarequesta mia lettera su ProfessioneVeterinaria ma credo che sia ognitanto giusto anche riportare gliapprezzamenti per il lavoro svoltodalla nostra associazione. Un ca-ro saluto.

Mariano Pizzetti

Grazie per la lettera che pubbli-co volentieri. Fra tante difficoltà,incomprensioni e critiche fa pia-cere vedere che qualche collegasi rende conto dello sforzo e del-l’impegno che molti di noi nellaFNOVI, negli Ordini, nell’ANMVI,nella SCIVAC e in tutte le altre as-sociazioni svolgono ogni giornonell’interesse di tutta la categoriatogliendo tempo al proprio lavoroed alla famiglia in cambio nor-malmente di nulla, se non qual-che volta come in questo caso,di un grazie che fa sempre moltopiacere.

Software e “fregature”

Desidero informare la direzionedella Scivac che circa un mesefa la società in oggetto mi hacontattato per propormi un ab-bonamento ad un programmad’aggiornamento scientifico incd-rom ed un softweare il “CRI-VET” patrocinato dalla Scivacper la gestione di un ambulatorioveterinario.Ho sottoscritto l’abbonamentononché il contratto che mi impe-gna a versare una rata mensileper 42 mesi alla Banca Popolaredi Ancona, la quale risulta esse-re dopo averla contattata la con-cessionaria della società in og-getto, dopo circa due settimanedalla sottoscrizione del contrat-to, mi viene consegnato unsoftweare che non è altro che undata base un po’ più accessoria-to mentre i cd-rom per l’aggior-namento scientifico risultanosconosciuti.

In parole povere ho preso unagrande fregatura ma a questopunto vorrei che almeno altri col-leghi non cadessero nella rete te-sa dalla Promomedia srl, e che lastessa fosse almeno diffidata for-malmente ad usare il nome dellaScivac nonché dell’Ordine deiMedici Veterinari.

Lettera Firmata

Caro Collega, ti ringrazio per lasegnalazione che ritengo dovero-so pubblicare, rispondendo chela SCIVAC non ha fornito alcunpatrocinio al programma informa-tico citato nella tua lettera e che ditutti i servizi e prodotti che ritienedi approvare ufficialmente dàsempre informazione diretta aipropri associati.Mi permetto pertanto di invitare iColleghi a verificare in futuro l’ef-fettiva attribuzione di supposti pa-trocini - SCIVAC e a cautelarsi diconseguenza nei confronti di pro-poste commerciali promozionatecon messaggi che non risponda-no a verità. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 3/200132

Una domanda

Perché?Non riuscivo ad impedire che entrasse nelle mie giornate. Perché?Me la ritrovavo dentro, in particolare dopo avere provato emozioni,grandi o piccole, ma che si fermavano nel mio corpo con decisione.Perché?Non capivo, cercavo, ma non capivo.Perché?Mi feriva e mi svegliavo da un attimo di profonda intimità con lo sguar-do incredibilmente serio e sereno di mio figlio.Perché?Risuonava muta e nitida dopo avere combattuto e perso, come unicaarma la mia ignoranza, contro la morte di pochi etti di dolore schiac-ciati da una luce di ferro.Perché? Perché?Perché continuo ad essere Veterinario?Perché continuo a volere riaffermare la mia forza di pulce in un mondodi elefanti?Perché desidero provare ancora una volta lo smarrimento infantile edinutile del tenere tra le mani la perfezione di una schiena di muscoli evelluto?Perché?Perché io, uomo tra gli animali, amo.Amo la vita.Amo la vita a tal punto da pretendere di inginocchiarmi davanti ad uncielo scuro di eterne lune e pensare “sono vivo”.E sarò vivo fino a che amerò le vite di coloro che per me si scompon-gono come arlecchini di cellule.E sarò vivo fino a che vorrò sapere ciò che non so Perché non sono enon potrò mai essere “il Dottore”, anche se è così che mi chiama chimi pagaMa non sarò mai ricco abbastanza di ciò che voglio regalare: l’amorePerché solo con l’amore il mio tempo tra gli animali trova dignità.Non dal prestigio, dal denaro, dai titoli, dai piccoli machiavellismi delpotere, dall’ambizione.Non si ricorda un uomo per questo.E noi Veterinari abbiamo tra le pieghe dei nostri camici quella polveredi vita che fa di noi dei privilegiati.Perché è un privilegio rinnovarsi ogni giorno immergendo la mente nel-la conoscenza.Ed è un privilegio sfidare quegli elefanti, sapendo che perderemo so-lo se dimenticheremo ciò che siamo.

Alberto Merli

L E T T E R E A L D I R E T T O R E

Page 31: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 3

Quando abbiamo decisodi fare un salto di qua-lità, passando dalla sede

di Montecatini a quella di Milano,eravamo consapevoli delle diffi-coltà che avremmo incontrato, maeravamo anche convinti che fossedoveroso far diventare il nostrocongresso un importante riferi-mento per l’aggiornamento di tuttii Colleghi che si occupano di ani-mali da compagnia.Volevamo finalmente un con-gresso che non avesse niente dainvidiare a quelli organizzati da-gli altri paesi europei. La veteri-naria italiana infatti è ormai ma-tura per iniziative di aggiorna-mento scientifico di livello inter-nazionale. Nonostante le lamentele di chi hasopportato qualche disagio, (ab-biamo dovuto fare i conti con untempo inclemente, scioperi neitrasporti, difficoltà di alloggio econ una struttura congressualeda adeguare alle nostre comples-se esigenze) abbiamo avuto 2017iscritti, un traguardo che dimostrala validità della nostra scelta cosìcome la maggior parte delleschede di valutazione congres-suale restituiteci dai Colleghi, lequali esprimono apprezzamentiper il livello scientifico delle rela-zioni, per gli argomenti proposti e,malgrado tutto, per Milano comesede congressuale. Anche i giudizi di molti relatoristranieri sono stati lusinghieri, nonsoltanto per il grado di partecipa-zione e di preparazione dell’udito-

rio, ma anche per l’efficienza or-ganizzativa: non si aspettavanodall’Italia un congresso di questolivello.

Il multisala del 2002Sulla base di tutte le indicazioniraccolte, il nostro congresso mul-tisala verrà riproposto a Milano,nella certezza che perfezionandoalcuni aspetti organizzativi - co-me di seguito anticipiamo - supe-reremo i problemi riscontrati que-st’anno e saremo in grado di ave-re un numero di presenze di mol-to superiore. Innanzitutto, il Con-gresso non sarà più organizzatonella struttura fieristica ma in un

nuovo centro congressi che sipresenta, sia dal punto di vista lo-gistico che dei servizi proposti,ottimale per le nostre esigenze: ilavori si svolgeranno in otto sale esaranno disponibili un parcheg-gio con 600 posti-auto, due bar,un ristorante con più di 500 co-perti e ampi spazi per le iniziativecollaterali. Sono questi alcuni deivantaggi che rendono il nuovocentro particolarmente adatto alnostro progetto. Inoltre, la varia-zione in calendario delle datecongressuali (nel 2002 l’appunta-mento è dal 16 al 19 maggio), ciconsentirà di scongiurare i rischilegati al maltempo che quest’an-no ha invece pesantemente inci-so sulla logistica. La scelta diquesta data ci permette anche dievitare la concomitanza con altremanifestazioni fieristico-congres-suali che potrebbero incidere sfa-vorevolmente sulla disponibilitàalberghiera. A questo riguardo,abbiamo già contattato, tramite laRegione Lombardia, l’Associazio-ne Albergatori di Milano per offri-re ai congressisti ed alle aziendepresenti un’ampia gamma di so-luzioni, a prezzi differenziati. Siamo pertanto convinti che l’an-no prossimo il tuo interesse versoquesto importante momento diaggiornamento sarà ancora mag-giore, in considerazione del co-stante innalzamento degli stan-dard scientifici ed organizzativi.

Multisala ed ECMÈ giusto anche ricordare che sedovesse entrare in vigore l’obbli-go d’aggiornamento scientifico-professionale, un congresso co-me il nostro offrirebbe, a chiavesse seguito le quattro giorna-te di lavori, crediti per circa35/38 punti sui 50 richiesti ognianno, permettendo quindi di ma-turare circa l’80% del monte-cre-diti annuo.

Rinnovo del ConsiglioDirettivo SCIVACL’Assemblea Elettiva dei SociSCIVAC tenutasi sabato 3 mar-zo a Milano ha deliberato lacomposizione del nuovo Con-siglio Direttivo SCIVAC per iltriennio 2001-2004.

PresidenteErmenegildo Baroni, Rovigo

President SeniorPier Mario Piga, Torino

Vice PresidenteMassimo Baroni, Genova

SegretarioMatteo Spallarossa, Genova

TesoriereCarlo Damiani, Napoli

ConsigliereCarlo De Feo, Perugia

ConsigliereRoberto Tovini, Milano

PROFESSIONE VETERINARIA 3/2001 33D A L L E A S S O C I A Z I O N I

2017 iscritti e riconoscimenti internazionali

Il multisala SCIVAC si conferma l’evento dell’annoCollaudata la formula, nel 2002 avrà una sede ad hoc

di Ermenegildo Baroni

Presidente SCIVAC

SOVEP

PROGRAMMA GIORNATE SO.VE.P 2001

DOMENICA 3 Giugno 2001 - 75° GiornataArgomento: Animali esotici

Relatori: Dott.sa Avanzi - Dott.sa Trossarello

DOMENICA 7 Ottobre 2001 -76° GiornataArgomento: OftalmologiaRelatore: Dott.sa Vercelli

DOMENICA 25 Novembre 2001 - 77° GiornataArgomento: Chirurgia

Relatori: Dott. Tommasini

Sede degli incontri:CENTRO CONVEGNI TORINO INCONTRA - Sala Giolitti

I delegati Regionali SCIVAC in riunione.

Il nuovo Consiglio Direttivo SCIVAC.

Pier Mario Piga Presidente Senior SCIVACe Carlo Scotti Past President SCIVAC.

Il Presidente SCIVAC Ermenegildo Baroni.

Page 32: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 3

It was a pleasure to see you all again and thankyou for the invitation. As two years ago, Ithouroughly enjoyed speaking to SCIVAC.... I hopeI have the opportunity to lecture again to yourgroup. Thanks especially to Ludovica... she waswonderful with all her careful planning andorganization. Good luck with your next effort.

Mike Davidson

MICHAEL DAVIDSONDVM, Dipl ACVONorth Carolina State UniversityRaleigh, USA

Cari colleghi,

è recentemente uscita una dispo-sizione che riguarda gli animaliesotici, di cui intendo metterti alcorrente.Nella Gazzetta Ufficiale n° 59del 12.03.2001 è stato pubbli-cato il Decreto Ministeriale (Mi-nistero dell’Ambiente e Ministe-ro delle Politiche Agricole e Fo-restali) del 22.02.2001 che isti-tuisce un Registro di detenzionedi specie animali e vegetali, vi-ve, morte o di parti di esse, in-serite negli Allegati A e B delRegolamento CE n°338/97 del09.12.1996 e successive attua-zioni e modificazioni.Secondo tale DM sono tenuti allacompilazione del registro:

a) le imprese commerciali di qual-siasi natura giuridica, compre-se le strutture circensi;

b) gli allevatori di esemplari vivianimali e vegetali, compresi igiardini zoologici, orti botanici,gli acquari, i delfinari e le mo-stre faunistiche;

c) chiunque utilizzi esemplari ascopo di lucro, svolga formedi commercio o di scambio ocessione di qualsiasi natura etitolo, compreso chiunque ot-tenga esemplari provenientida sequestro, confisca, affi-damento.

La tenuta del Registro non do-vrebbe pertanto riguardare i vete-rinari che ricoverano animali pro-tetti dal Reg. CE n° 338/97 (te-stuggini mediterranee, pitoni,boa, iguane, ecc.) e i proprietariche non hanno (o non possonoavere) nascite di animali inseritinegli Allegati A e B del sopracita-to Reg. CE (possessori di più ani-mali dello stesso sesso o di unsingolo soggetto o di esemplarinon fertili).Il Registro andava richiesto alServizio Certificazione CITES delCorpo Forestale dello Stato,competente territorialmente entro20 giorni dalla pubblicazione deldecreto (quindi entro il 31 marzo2001).È probabile tuttavia che il termi-ne fissato del 31 marzo vengaprorogato, dal momento che alladata fissata i registri non eranoreperibili presso gli uffici dellaforestale. Se ci saranno ulteriori spiegazionida parte dei Ministeri competentivi terremo informati.

Grazie dell’attenzione e cordialisaluti.

Il Presidente SIVAELeonardo Brunetti

PROFESSIONE VETERINARIA 3/200134D A L L E A S S O C I A Z I O N I

I am sure that you must be relieved when thecongress is over. I just want to send this messageto tell you that I think you did a great job and tothank you. I had a great time!

Ciao

Jens Haggstrom

06 March 2001

I deeply appreciate all of your and SCIVAC’skindnesses throughout my stay in Italy.

From my perspective I think the advancedhematology course and my talks were successful. Ijudge this from the types of responses from theparticipants and the types of questions they asked- they asked the correct questions. My visit alsoallowed me to continue some scientificcollaborative efforts with a number of Italiancolleagues. I especially enjoyed working with Drs.Lubas, Caldin, Lotti, and Furlanello. There arenumerous other people as well who I especiallyappreciate and enjoy working with.

My best to your staff. Special thanks to Ludovica.

Arrivederci, Bernie

Had the best time. Just hope my presentations metthe expected standard I have set for myself in thepast. I loved seeing all the SCIVAC group andLudovica. You guys sure know haw to put on anorganized, excellent quality meeting.Your meetings always make my life so easy.Give my heart felt thanks to Ludovica. And to youthanks again for the wonderful opportunity.I have life long friends in Italy (more so that anyother country that I travel to.It is so nice to walk around at the SCIVAC meetingand be recognized by so many.I hope the reviews for me were favorable.I enjoyed speaking on radiology and not justultrasound. I do so much lecturing in the US onboth.Let me know if I can be of further service in thefuture.

Ciao

David Biller

Greetings. Gladys and I are in Florence right now,enjoying ourselves. I had a wonderful time in Milan;the meeting was very well done, and the socialfunctions were great. The food was spectacular. Iwould very much enjoy coming back to Italysometime in the future. Thanks for having us overthis time.

Best wishes, Mike Willard

Thank you so much for inviting me to speak atSCIVAC this year. Milan was fabulous, theaccomodations wonderful and the meeting abovemy greatest expectations. I was received warmlyby everyone I met and could not believe theattendance and excellent questions by theaudience. The level of understanding match andexceeded scientific meetings in this country.

Thank you again and please pass on my thanks toLudovica for taking such good care of me.

sincerely,

Tim Hackett

JENS HAGGSTROMDVM, PhD, Dipl ECVIM-CA (Card)University of Uppsala - SVEZIA

BERNARD FELDMANDVM, PhDRegional College of Veterinary MedicineVirginia-Maryland, USA

DAVID BILLERDVM, Dipl ACVRKansas State UniversityManhattan, Kansas, USA

MICHAEL WILLARDDVM, MS, Dipl ACVIMTexas A & M University, USA

There are no words that can allow me to expressmy appreciation for the kindness of SCIVAC, itsleadership and the SCIVAC personelle for theirkindness and generosity. I would like to ask you toextend this brief electronic note of appreciation toeveryone involved who made my presence inMilano so special. I hope that my presence at yourcongress was of some help. There is no doubt that the memories, experiencesand friendships from that meeting will last forever. Ican hardly wait until you and SCIVAC will ask me toreturn to the magical people and country that willalways remain the most special in all the world,Your friend always,

Greg Ogilvie

GREGORY OGILVIEDVM, Dipl ACVIM (Int Med, Onc)Colorado State University, Fort Collins, USA

TIMOTHY HACKETTDVM, MS, Dipl ACVECCColorado State University, Fort Collins, USA

Thank you for the very kind note and for the outstanding Italianhospitality extended during my brief visit in Milano.Please also extend my thanks to Ludovica... she did anoutstanding job taking care of us and in keeping us informedon the arrangements pertaining to travel and housing.I’ve done this kind of travel/speaking quite a lot over the pastseveral years... SCIVAC is absolutely the very BESTorganization I’ve had the priviledge of working with.

As it appears, I will get to visit with you again soon... May 12-13 inCremona and Roma. Hopefully we will have an opportunity tospeak again soon.

Also... I wanted you to know that I spoke with Ludovica abouthaving you and her attend the next North American VeterinaryConference in January 2002.I have watched SCIVAC grow significantly over the years and Ibelieve that a visit to Florida will be most informative. I willpersonally take you ‘behind the scenes’ to get an idea of howwe organize and fund such a large conference (14,000people). I realize that there are significant differences in howfunding flows in Italy vs. the US... but I think it would bebeneficial to you and SCIVAC to see this Conference from aninside perspective.

Best regards to you both!

Richard B. Ford

RICHARD FORDDVM, MS, Dipl ACVIMNorth Carolina State UniversityRaleigh, USA

With compliments...With compliments...

Page 33: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 3

Seminario“Chirurgia articolare”

Centro Culturale AVULPPerugia, 24-25 Maggio 2001

RelatoriProf. Pierre MONTAVON,

University of Zurich

Dr. Daniel Koch,Dipl. ECVS, University of Zurich

Dr. Daniel Damour,University of Zurich

Dr. Aldo Vezzoni, Dipl. ECVS,Libero Professionista, Cremona

Il programma scientifico è arti-colato in più sessioni: articola-zione del gomito, articolazionedel carpo, articolazione del gi-nocchio, articolazione dell’an-ca, con una sessione specialedi artroscopia.

Quote di iscrizione:

Soci Avulp £. 250.000Iva inclusa

Soci Scivac £. 300.000Iva inclusa

Non Soci £. 350.000 Iva inclusa

L’iscrizione comprende: parteci-pazione al seminario, atti, attesta-to di partecipazione, un pranzo abuffet e coffee break.Le iscrizioni si effettuano tramitebonifico bancario sul c/c n° 1049,ABI 6315, CAB 03000, intestato aAVULP. Va inviata quindi copiadella ricevuta insieme ai dati per-sonali ad AVULP, VIA MORETTINI19, 06128 PG.

I POSTI DISPONIBILI SONO 100.La priorità di iscrizione sarà deter-minata dalla data di effettuazionedel bonifico bancario.

Per informazioni:Segreteria Avulp 075 5058703e-mail [email protected]. Ritorto Maurizio(responsabile logistica Avulp)075 8043034

XXVIII Incontro CulturaleAVULP

in collaborazione con SCIVAC

Patologied’accrescimentodel cane

HIT HOTELPerugia

26-27 Maggio 2001

Relatori:sabato 26 maggio,

Aldo Vezzoni, Med. Vet.,Diplomato ECVS,

libero professionistaCremona

Domenica 27 Maggio,Carlo Maria Mortellaro,

Med. Vet.,Prof. Istituto di Clinica Chirurgica

e Radiologia Veterinaria,Università di Milano

Iscrizione gratuitaper Soci Avulp e Scivac

Non Soci £. 200.000Iva inclusa

Per informazioni:Dr. Maurizio Ritorto 075 8043034

Primo convegnointernazionale dizooantropologiaapplicataalla didatticaIl 29 aprile 2001 a Bologna, pressol’hotel Holiday Inn Bologna quartie-re fieristico, si terrà il primo conve-gno internazionale di “Zooantropo-logia applicata alla didattica”. Pro-mosso dal Centro Studi di Bioeticae Pedagogia della Complessità e

dalla Società Italiana ScienzeComportamentali Applicate (SI-SCA), l’incontro, che inizierà alleore 9 e terminerà alle ore 18, ospi-terà gli interventi dei seguenti stu-diosi: Claude Beata, Giorgio Celli,Joël Dehasse, Roberto Marchesini. Introdurrà i lavori Maurizio Pasina-to, Presidente della SISCA, e nelcorso dell’incontro verranno pre-sentati i progetti di intervento nellescuole nonché i relativi protocolli egli strumenti didattici che verrannomessi a disposizione dei veterinariche vorranno operare all’internodelle scuole. L'ingresso al conve-gno è libero e sarà un’occasionenon solo per conoscere importantiesperienze internazionali, ma per

PROFESSIONE VETERINARIA 3/2001 35D A L L E A S S O C I A Z I O N I

ConsiglioDirettivo SIVE

2001-2003Fernando CanoniciMed Vet,Libero professionista, RomaPRESIDENTE

Sandro BarbaciniMed Vet,Libero Professionista,S. Daniele Po (CR)VICE - PRESIDENTE

Marco PepeMed Vet, Univ. degli Studi di PerugiaSEGRETARIO

Alessandro FrioneMed Vet, Lib. professionista, Taranto TESORIERE

Duccio PellegriniMed Vet, Libero professionista, PisaCONSIGLIERE

......

PALAZZO TRECCHI - 26100 CREMONA - TEL. 0372 403539 - FAX 0372 457091 - E-MAIL: [email protected] - www. sivarnet.it

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA REDDITO

33°° CCoonnggrreessssoo NNaazziioonnaallee MMuullttiissaallaa SSIIVVAARR

1-2-3 giugno 2001Palazzo Trecchi - Palazzo Cittanova, Cremona

Con il patrocinio dell’Ordine dei Veterinari di Cremona

In collaborazione conASIC (Associazione Scientifica Italiana di Coniglicoltura)

SIEF (Società Italiana di Ecopatologia della Fauna)SIPA (Società Italiana di Patologia Aviare)SIPI (Società Italiana di Patologia Ittica)

Page 34: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 3

avere tutte le informazioni sui per-corsi formativi, sugli eventuali iterprocedurali e sulle opportunità chesi offrono a quanti desiderino intra-prendere questa attività. Il convegno ha luogo grazie al so-stegno di SCIVAC, DOLMA, Al-berto Perdisa Editore.

Info: Segreteria SISCA,Tel. 0372/403506.

La semeioticaapplicata allaterapiacomportamentale

Nei giorni di Sabato 17 e Domeni-ca 18 febbraio 2001 si sono svol-te, presso palazzo Trecchi, legiornate dedicate all’analisi di Ca-si Clinici SISCA del Gruppo di Te-rapia Comportamentale. Durante

la prima giornata il dott. Raimon-do Colangeli ha descritto ed ana-lizzato i principi di base dellascuola francese.Come esperienza diretta, a sup-porto della sua esposizione, haillustrato un caso da lui stessotrattato. Successivamente dalladott.ssa Lorella Notari è statatrattata la semiologia secondo lascuola anglosassone, anche inquesto caso l’esposizione è stataaccompagnata dalla discussionedi un caso clinico.La semeiotica, per definizione, èl’arte di rilevare segni, sintomi etutti i dati riguardanti una malattiacollegandoli con le alterazioni cau-sali. In terapia comportamentale laraccolta dei dati semiologici ha ca-ratteristiche peculiari: le alterazionidel comportamento trovano la loroespressione non solo nei segni enelle azioni dell’animale ma anchenel proprietario. La “malattia”, secosì si può chiamare un problemacomportamentale, è spesso anchemalattia del legame fra proprietarioed animale. I sintomi di un disturbocomportamentale possono esseredifficili da rilevare. La maggior par-te delle volte non sono osservabilidirettamente dal terapeuta e la de-scrizione che ne dà il proprietariodeve essere interpretata, chiarifi-cata e paragonata ad altre manife-stazioni simili.Dove è preferibile svolgere l’in-contro con i proprietari e l’anima-le? Il luogo dove svolgere la con-sultazione, continua la dottoressa,dal punto di vista della metodolo-gia di raccolta dei segni e dei sin-tomi, è molto importante. Parten-do dal presupposto che non èpossibile osservare tutti i compor-tamenti dell’animale in manieraestensiva ed accurata appare evi-dente che le descrizioni del pro-prietario sono di fondamentale im-portanza. Tutte le condizioni chefavoriscono la comunicazioneempatica con il proprietario e l’os-servazione diretta del comporta-mento dell’animale facilitano laraccolta delle informazioni.Durante le due giornate dei lavori ildott. Corrado Sgarbi in qualità dichairperson ha coordinato numero-si colleghi che sono intervenuti concasi trattati: la dott.ssa Elena Seve-ri, la dott.ssa Sabrina Giussani, ildott. Franco Fassola, la dott.ssaMonica Antoni, il dott. Antonio An-dina ed il dott. Marco Cioni.Mi auguro che in futuro giornate distudio come queste possano au-mentare, così come la competenzadei medici veterinari che operanoed opereranno in questo settore.

Alessandra [email protected]

03477278633

L ’Istituto Zooprofilattico Speri-mentale di Teramo riconosce

ai soci delle associazioni federateANMVI uno sconto del 50% sullequote di iscrizione alle inziative chel’Istituto ha programmato nel 2001.I programmi dettagliati delle atti-vità formative e dei corsi di perfe-zionamento in cui è articolato ilcalendario 2001 possono essererichiesti alla Segreteria Organiz-zativa dell’Istituto.Per informazioni: tel 0861/332254– 332208 email: [email protected]

Lo scorso venerdì 9 marzo, inoccasione dell’annuale Fiera

Internazionale dell’Agricoltura diVerona, si è tenuto il convegno na-zionale SIVAR dal titolo “Aggiorna-menti sui sistemi di controllo sullemastiti da Staphilococcus Aureus”- Il relatore intervenuto è il dott. EricJ. Hillerton, responsabile del MilkQuality Monotoring Committe(NMC - National Mastitis Council,GB). I numerosi buiatri intervenutidimostrano l’attualità dell’argo-mento e l’importanza che rivestesia nell’ambito della qualità dei

prodotti destinati al consumo ali-mentare, sia nell’ambito della red-ditività aziendale.Dopo una breve parentesi - a ri-chiesta dei veterinari intervenutial congresso - sull’attuale situa-zione della BSE ed afta nel Re-gno Unito (come tali malattie so-no nate, diffuse e le proceduremesse in atto per debellarle), ildott. Hillerton ha posto l’accentosulla difficoltà di combattere l’in-fezione da Staphilococcus Au-reus che molto spesso nasce edevolve in modo subdolo negli al-levamenti. Si è quindi soffermatosulle modalità e sulla necessitàdi effettuare una diagnosi preco-ce delle forme subcliniche, ana-lizzato i principali fattori di ri-schio che influiscono diretta-mente sul tasso delle nuove infe-zioni e – presentando i dati a suadisposizione frutto di numerosilavori originali ed esperienze dicampo - presentato le più effica-ci strategie di controllo, eradica-zione ed infezione da Staphilo-coccus Aureus. Inoltre, partico-lare interesse hanno suscitato iprotocolli terapeutici finalizzati alraggiungimento della guarigioneeziologica.La viva attenzione dei medici ve-terinari presenti in sala ed i moltiquesiti posti durante la discus-sione, confermano il successodegli appuntamenti che SIVARpropone ai veterinari pratici pergarantire e soddisfare la loro ne-cessità di aggiornamento relativia casi pratici. ■

PROFESSIONE VETERINARIA 3/200136D A L L E A S S O C I A Z I O N I

Collana di ZooantropologiaHubert Montagner (editor)

Il bambino, l’animale e la scuola

Educare al rapporto con gli animali è oggi un’esi-genza sociale ampiamente riconosciuta dalle isti-

tuzioni e dalle agenzie didattiche nonché prevista dal-la legge 281/91. Nonostante questo mancano le espe-rienze e i testi che possano affiancare questi percorsi

educativi, offrendo agli insegnanti e agli operatori un manuale specifico.Il saggio curato da Hubert Montagner intende riempire questa lacuna,presentandoci un programma di ricerca didattica e di iniziative realizza-te nelle scuole francesi nella metà degli anni Novanta. Esso ci porta nelcuore di una ricerca condotta su molti piani, e sicuramente con altrettan-ti approcci metodologici, e tuttavia esemplare nella forte attenzione allatrasversalità disciplinare e all’importanza che viene attribuita all’animalecome soggetto di interazione. Il saggio è molto ricco di spunti didattici eoffre ai docenti delle linee guida operative calate sulla realtà scolastica emiranti non solo a migliorare il rapporto bambino-animale, ma altresì a va-lorizzare il portato formativo dell’interazione con l’animale.

Collana di ZooantropologiaJoel Dehasse

L’educazione del gatto

I l gatto sta diventando l’animale domestico per ec-cellenza, contendendo al cane il titolo di fedele

amico dell’uomo. E tuttavia un vecchio pregiudiziovuole il nostro piccolo felino distaccato e sornione,

opportunista e inaffidabile proprio perché ritenuto, a torto, impossibileda educare. Il libro intende sfatare questo mito dimostrando come at-traverso la conoscenza dell’etologia specifica di questo animale, siapossibile vivere con un gatto adeguatamente educato. Il manuale diJoel Dehasse e Colette De Buyser è un eccellente esempio di divulga-zione scientifica e di etologia pratica da applicare nella quotidianità.Per la chiarezza espositiva e la facilità di lettura è un testo consigliabi-le a tutti gli appassionati di animali, ma soprattutto al variegato mondodei gattofili, sempre attento alle magie della felinità. Il libro spazia dalcomportamento all’interazione con l’uomo e dà preziosissimi consigliper offrire al proprio micio le migliori opportunità per crescere in modoequilibrato e intellettivamente completo, al fine di costruire un rapportoquanto più positivo con il partner umano.

Alberto Perdisa editore

GRUPPO INDUSTRIALE FARMACEUTICO tra i leader del settore ve-terinario a livello nazionale desidera potenziare la propria divisione at-trezzature ed apparecchiature per

CHIRURGIA E DIAGNOSTICA VETERINARIARicerca perciò UNO SPECIALISTA DI LINEA

Il ruolo prevede lo sviluppo e la implementazione della linea di appa-recchiature per diagnostica ad immagini, (ECOGRAFIA, RX-GRAFIA,ENDOSCOPIA) sia dal punto di vista tecnico che commerciale.La ricerca si rivolge a giovani diplomati che abbiano maturato signifi-cative esperienze nello stesso settore o in umana o in veterinaria. Laconoscenza dell’inglese costituirà titolo preferenziale, come pure ladisponibilità a frequenti, ma brevi trasferte sul territorio nazionale. Ilpacchetto retributivo sarà commisurato alla effettiva capacità edesperienza conseguite. Auto aziendale ed incentivi sono previsti perla posizione.La sede di lavoro è nelle immediate vicinanze di Bologna.I candidati, di ambo i sessi, possono inviare all’indirizzo di posta elet-tronica: [email protected] un curriculum dettagliato indicando unrecapito telefonico e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali.L’azienda curerà direttamente la selezione. Si prega pertanto di indi-care le aziende con cui non si desidera entrare in contatto. A tutte lecandidature sarà data risposta entro 30 giorni.

Daniel SmeakTrattamento chirurgico dell’incontinenza urinariamediante l’impiego della colposospensione

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Page 35: Professione Veterinaria, Anno 2001, Nr 3

Il DL 336e l’impiego del Crestar®

Dalla lettura del D.L. n° 336 del 4Agosto 1999, pubblicato in Gaz-zetta Ufficiale in data 30/9/99(Attuazione delle direttive96/22CE e 96/23/CE concernentiil divieto di utilizzo di talune so-stanze ad azione ormonica, ti-reostatica e delle sostanze β-agoniste nelle produzioni di ani-mali e le misure di controllo sutalune sostanze e sui loro residuinegli animali vivi e nei loro pro-dotti) possono emergere delledifficoltà interpretative degli arti-coli che vietano l’utilizzo dellesostanze ad azione ormonicanella specie bovina.Tali articoli investono direttamen-te, tra gli altri, anche alcuni pro-dotti ormonali come il Crestar(progestinico di sintesi a base diNorgestomet ed Estradiolo, dasomministrarsi per impianto sotto-cutaneo auricolare e per iniezioneintramuscolare).Tali difficoltà interpretative nasco-no probabilmente da una letturasuperficiale degli articoli 1, 4 e 5del citato DL. Ci sembra utile pro-porre una lettura attenta e correttadi questi articoli “controversi”, inparticolare dei commi che fannoriferimento alla specie bovina, alfine di evitare interpretazioni di-storte e inesatte.In primo luogo l’art. 1 (comma 2,lettera e. ed f.) dà le definizioni ditrattamento terapeutico e ditrattamento zootecnico, il primointeso come “trattamento di unadisfunzione della fecondità, inclu-sa l’interruzione di una gravidan-za indesiderata e, per quanto ri-guarda le sostanze β-agoniste, invista dell’induzione della tocolisinelle vacche al momento del par-to”; il secondo come “sommini-strazione di sostanze ai fini dellasincronizzazione del ciclo estralee della preparazione delle dona-trici e delle ricettrici per l’impiantodi embrioni”. Ciò premesso, mentre l’art. 4consente la somministrazione ascopo terapeutico di sostanze adazione estrogena, androgena, ogestagena, purché (comma 1,lettera a.) la somministrazione ditali sostanze avvenga “medianteiniezione o, per il trattamento diuna disfunzione ovarica, median-te spirali vaginali e non medianteimpianti”, l’art. 5 (comma 1, lette-ra a.) autorizza il trattamento zoo-tecnico con sostanze ad azioneestrogena, androgena o gesta-gena (senza distinzioni, in que-sto caso, tra la somministrazionemediante impianti ed altre vie disomministrazione).Il comma 6 dell’art. 4 ed il com-ma 3 dell’art. 5 tuttavia avvertonoche è vietato in ogni caso effet-tuare trattamenti terapeutici ozootecnici con queste sostanze“negli animali da produzione

nonché in quelli da riproduzionea fine carriera durante il periododi ingrasso”.Successivamente la Circolare n.14 del Ministero della Sanità del29/9/2000 (Linee guida applicati-ve del D.L. 4/8/99 n. 336) hachiarito che per animali da pro-duzione devono intendersi glianimali allevati per la produzionedi carne.Il comma 2 dell’art. 5 precisache la prescrizione di tali so-stanze deve avvenire mediante“ricetta in triplice copia n.r., incui sia precisato il trattamentozootecnico previsto, e la quan-tità di prodotto necessario” eche (analogamente a quantoprevisto per il trattamento tera-peutico all’art. 4, comma 3) sideve procedere alla registrazio-ne del trattamento effettuato suun apposito registro vidimatodal servizio veterinario della ASLcompetente per territorio).Inoltre il comma 4 ribadiscel’obbligo di comunicazione al-la ASL competente da parte delVeterinario del trattamento effet-tuato (terapeutico o zootecni-co) con tali sostanze entro 3giorni dall’inizio della loro som-ministrazione.Riassumendo, l’impiego del Cre-star è vietato nei casi contempla-ti dall’art. 4 come “trattamento te-rapeutico”, mentre è consentitodall’art. 5 come trattamentozootecnico.È da tenere comunque presenteche tale indicazione è semprestata l’unica autorizzata, comeriportato nel foglietto illustrati-vo (“induzione e sincronizzazionedegli estri e delle ovulazioni nellebovine”). È importante infine ricordare chel’art. 29 (comma 1) afferma che “ilMinistro della Sanità, con uno opiù decreti, stabilisce le specialitàmedicinali da impiegare ai finiprevisti dagli articoli 4 e 5 nonchéle relative condizioni di utilizzazio-ne, in particolare, il tempo di so-spensione necessario”.Fino all’adozione di tali decreti(comma 2), resta in vigore l’e-lenco delle specialità medicina-li autorizzate secondo l’art. 6comma 6, del DL n° 118 del27/1/92, pubblicato con Decretodel Ministro della Sanità il13/1/95. In conclusione, da quanto espo-sto emerge chiaramente cheogni diversa interpretazione deisuddetti articoli è da ritenersi ine-satta, oltre che priva di fonda-mento; ne è ulteriore riprova il fat-to che il Ministero della Sanitànon ha sinora imposto alcuna re-strizione alla commercializzazio-ne del Crestar.Non solo ma con “Provvedimento”del 17/1/2001 il Ministero dellaSanità ha stabilito che i nuovi tem-pi di attesa previsti per il prodottoCrestar per il latte e le carni sonopari a zero (0).

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Sonni tranquillicon Metacam®

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L’importanza di un efficace tratta-mento analgesico in ambito ope-ratorio è oggi nota alla maggiorparte dei Medici Veterinari.Motivi di carattere prettamenteclinico si affiancano a quelli di ti-po etico nel suggerire l’utilità digarantire all’animale d’affezioneun efficace e duraturo controllodel dolore postoperatorio, sia incaso di interventi a carico deitessuti molli come nella chirurgiaortopedica.Recenti evidenze indicano che ilgrado ottimale di analgesia si ot-tiene quando il trattamento avven-ga prima dell’intervento stesso. Iltrauma chirurgico scatena infattiuna “cascata” infiammatoria, laquale conduce ad un fenomenodi ipersensibilizzazione sia a livel-lo periferico che centrale; la pre-venzione di questo circolo vizio-so, più che la sua interruzione aposteriori, garantisce un effettoanalgesico elevato. Resta crucia-le la scelta del farmaco più adat-to, che offra al contempo effica-cia, sicurezza ed adeguata dura-ta d’azione.Da oggi, Metacam® iniettabile,prodotto di efficacia analgesica-antinfiammatoria comprovata inanni di impiego, offre la rispostaideale a questa precisa esigen-za clinica. Metacam® iniettabile,infatti, è oggi indicato anche peril trattamento del dolore operato-rio nel cane, sia in caso di chi-rurgia ortopedica che sui tessutimolli.Una iniezione di 0,4 ml di Meta-cam® ogni 10 kg di peso primadell’intervento chirurgico, per viasottocutanea (ad esempio duran-te la premedicazione) oppure en-dovenosa (all’induzione dell’ane-stesia), è in grado di offrire unaelevata efficacia analgesica, conriduzione dell’edema infiammato-rio e dell’essudazione provocatidal trauma chirurgico, per una du-rata di 24 ore.L’effetto analgesico di Metacam®

è stato dimostrato essere partico-larmente elevato, e superiore aquello del butorfanolo. L’effettoantiedemigeno ed antiessudativosono marcati.La peculiare durata d’azioneinoltre, statisticamente significa-tiva fino a 24 ore come emersodagli studi clinici, è garanzia disicurezza e tranquillità tanto peril Medico Veterinario quanto perpaziente e proprietario, e questoper tutta la notte successiva al-l’intervento chirurgico, durantela quale il paziente potrà riposa-re grazie al prolungato effettoanalgesico.Il ben noto profilo di sicurezza diMetacam®, garantito dalla suaselettività per le ciclossigenasi di

tipo 2 (COX-2), si esplica anchein questo tipo di indicazione:Metacam® iniettabile, infatti, èparticolarmente sicuro nei con-fronti della funzionalità renale, enon interferisce con i meccani-smi della coagulazione, come di-mostrato dal fatto che non au-menta azotemia e creatininemia,non altera la filtrazione glomeru-lare, e non modifica il tempo disanguinamento.Metacam iniettabile ha inoltre uneccellente profilo di tollerabilitàepatica e gastrointestinale, e noninterferisce con le funzioni cardio-respiratorie.Metacam® iniettabile può esse-re utilizzato in combinazionecon tutti i più comuni preaneste-tici, anestetici liquidi, anesteticigassosi. È sempre pronto e co-modo da usare, poiché si con-serva a temperatura ambiente,sia prima sia dopo l’apertura,ha un basso volume di sommini-strazione -solo 1 ml/25 kg-, e sipresenta in soluzione acquosadi elevata siringabilità.A partire da 24 ore dopo l’inter-vento, Metacam® sospensioneorale permette di continuare iltrattamento analgesico, laddoveritenuto opportuno.

Per ulteriori informazioni:Boehringer Ingelheim Italia

Divisione VetmedicaTel 025355462, Fax 025355459

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Forte èl’interesse per laPolizza Cane &GattoGli accessi al sito www.sicura-mente.it, su cui è possibile repe-rire tutte le informazioni sullecondizioni di polizza, sulla tabel-la degli indennizzi e sulla raccol-ta delle risposte ai quesiti più fre-quenti, sono in forte crescita aconferma dell’interesse sia deiproprietari degli animali da com-pagnia che della categoria deiMedici Veterinari per uno stru-mento assicurativo che mette alriparo coloro che decidono di sti-pulare la polizza da gran parte diquei costi per cure veterinarie

necessarie a seguito di infortunie malattie che possono colpiregli amici di casa.Questi alcuni elementi di forzadella iniziativa capace di ridurrequelle differenze di costume nellaprevidenza che ancora ci divido-no dai popoli del nordeuropa:

1. La Polizza Cane & Gatto è ilprodotto di rimborso spese ve-terinarie più evoluto in Italia

2. La Polizza Cane & Gatto è sta-ta realizzata da Nationale Suis-se la Compagnia Italiana ap-partenente ad un importanteGruppo Europeo di assicura-zioni basato in Svizzera

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Collegandosi sul sito di Sicur@ra-mente Srl, www.sicuramente.it,l’Agenzia di assicurazioni onlineche distribuisce la polizza è possi-bile richiedere il materiale illustrati-vo inviando una e-mail a [email protected]. Altra via per richie-dere il materiale è per posta a: Si-cur@mente Srl Via Valassina 17 -20159 Milano o, via fax, al n.ro0269010732 utilizzando il seguen-te coupon:

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PROFESSIONE VETERINARIA 3/200138C A L E N D A R I O A T T I V I T À

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC MOLISE OFTALMOLOGIAPer informazioni: Antonello Fazio - Segretario - Tel. 0874/461116

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC FRIULI VENEZIA GIULIA EMATOLOGIARelatore: Dr. Lubas - Per informazioni: Mario Coan - Segretario - Tel. 0432/570234

CORSO SCIVAC - SOVI CORSO DI OFTALMOLOGIA - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC EMILIA E ROMAGNA SERATA SUL PET CORNER - Presso il Novotel di Villanova di Castenaso - BolognaRelatore: Prof. Fabrice Clerfeuille

DELEGAZIONE REGIONALE SIVAR PIEMONTE CORSO DI ALIMENTAZIONE NELLA VACCA DA LATTE - Carmagnola (TO)Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria SIVAR - Tel. 0372/40.35.39, [email protected]

BSAVA ANNUAL CONGRESS - Birmingham - Per informazioni: Woodrow House - 1. Telford Way, WaterwellsBusiness Park - Quedgeley, Gloucester GB-GL2 4AB - Tel. (44) 1452 726700 - Fax (44) 1452 726701www.bsava.com

SEMINARIO SCIVAC MEDICINA DEL CANE ANZIANO - Veneto - Aula Magna Facoltà di Medicina Veterinaria di Padova AgripolisLegnaro - PD - Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA ARGOMENTI DI OFTALMOLOGIA CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE EMERGENZE OCULARIRelatore: Dr. Pizzirani - Bergamo, Casa del giovanePer informazioni: Daniele Alberti - Segretario - Tel. 0331/504921

CORSO SCIVAC CORSO DI CARDIOLOGIA prima parte - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO DI RADIOLOGIA TORACICA - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

CONVEGNO SIVAR - FIERA DI REGGIO EMILIA L’ALLEVAMENTO BIOLOGICO DEL SUINO: TRA REALTÀ ED UTOPIARassegna Suinicola Internazionale Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria SIVAR - Tel. 0372/40.35.39, [email protected]

NACAM VOORJAARSDAGEN - Amsterdam - Per informazioni: Simon Kleinjan - Bilstraat 455-457 - NL-3572 AXUtrecht - Tel. (31) 30 2 310986 - Fax (31) 30 2 328927 - email [email protected]

GRUPPO DI STUDIO SCIVAC DI DIAGNOSTICA PER IMMAGINI LA DIAGNOSTICA PER IMMAGINI NELLA DIAGNOSTICA ONCOLOGICA - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

CORSO SIVAR CORSO DI ALIMENTAZIONE NELLA VACCA DA LATTECremona - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria SIVAR - Tel. 0372/40.35.39, [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC ABRUZZO CHIRURGIA - Relatore: Dr. NiebauerPer informazioni: Elisabetta Fiore - Segretario - Tel. 0861/415566

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC PUGLIA E BASILICATA Per informazioni: Donato Tedesco - Segretario - Tel. 0330/805106

CORSO SCIVAC CORSO DI CITOLOGIA LINFONODALE - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

GRUPPO DI STUDIO SCIVAC DI CITOLOGIA Cremona - Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

CORSO SIVAR CORSO DI OMEOPATIA PRATICA BOVINAScuola di Omeopatia veterinaria di Cortona - Zelata di Bereguardo (PV), Cascine “Orsine”Informazioni: Paola Orioli, Segreteria SIVAR - Tel. 0372/40.35.39, [email protected]

SEMINARIO SCIVAC - ASVAC AGGIORNAMENTI IN CHIRURGIA ADDOMINALE E TORACICA - SardegnaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

CORSO SCIVAC - SIDEV CORSO DI DERMATOLOGIA prima parte - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

SEMINARIO - BAYER 12 Cremona - 13 RomaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC MARCHE DISTURBI COMPORTAMENTALI DEL CANE E DEL GATTO - Jesi - AN - Hotel Federico IIRelatore: Dr.ssa M. C. Osella - Per informazioni: Andrea Virgulti - Segretario - Tel. 0736/45999

GRUPPO DI STUDIO SCIVAC DI RIPRODUZIONE INSEMINAZIONE ARTIFICIALE NEL CANE - PerugiaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

SEMINARIO SIVE Reggio Emilia - Salone del Cavallo Americano - Impiego di Seme Congelato nella specie equina”Per informazioni: Ludovica Bellingeri - Segreteria SIVE - Tel. 0372 403502 - email [email protected]

SIMEF MEDICINA D’URGENZA E ANESTESIA NEL GATTO - CremonaSEMINARIO NAZIONALE Per informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CHIRURGIA E TRAUMATOLOGIA DELLE ESTREMITÀ DISTALI DEGLI ARTI - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

CORSO SCIVAC AVANZATO CHIRURGIA E TRAUMATOLOGIA DELLE ESTREMITÀ DISTALI DEGLI ARTI - CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

GRUPPO DI STUDIO SCIVAC DI ORTOPEDIA CremonaPer informazioni: Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel. 0372/403506 - email [email protected]

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Chiuso in stampa il 31 marzo 2001

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