La Voce del Popolo 2013 02

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Dz ǡ dzǤ ǯ Ǥ Ǥ ǡ Ǥ Dz dz Ǥ L’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani per lo stato delle proprie strutture carcerarie. I giudici di Strasburgo hanno stabilito, che sette detenuti – tre di Piacenza e quattro di Busto Arsizio – costretti in celle troppo anguste e in una generale situazione di sovraffollamento, dovranno essere risarciti per danni morali, per un ammontare di 100mila euro, perché vittime di trattamento inumano e degradante. Il caso non è isolato. Strasburgo, infatti, pur stimmatizzando una fattispecie, in sostanza, riconosce che nei nostri istituti di pena c’è ormai un problema strutturale di sovraffollamento e per questo chiede alle autorità italiane di mettere in campo entro un anno soluzioni ǯ adeguate per invertire la tendenza e garantire che le violazioni non si ripetano. Anche l’istituto carcerario bresciano di Canton Mombello non fa eccezione. L’istituto ha 205 posti legali e 270 tollerabili. I detenuti vanno, invece, da 531 a 590. Una situazione insostenibile. Al richiamo europeo non sono mancate le reazioni del presidente Napolitano e del ministro della Giustizia Paola Severino che si è detta “avvilita, ma non stupita” dalla decisione della Corte. E se c’è la soddisfazione per i risultati raggiunti con il decreto salva-carceri, varato a inizio mandato, che ha fatto scendere la popolazione carceraria dalle oltre 68mila unità del 2011 alle attuali 65.725, c’è l’amarezza per l’iter del ddl sulle misure alternative al carcere, stoppato al Senato quando ormai la legislatura era agli sgoccioli dopo l’ampia maggioranza ottenuta alla Camera. La vicenda si presta ad alcune considerazioni. Anzitutto che il problema delle carceri sia endemico in Italia l’hanno capito tutti. Che a ogni “crisi del sistema-carceri” la politica abbia dovuto poi rivolgersi a strumenti “scorciatoia” come l’amnistia e l’indulto è altrettanto evidente (e forse il prossimo Parlamento non potrà fare altrimenti). Che però serva dare corso a percorsi creativi di civiltà perché, pur garantita la giusta continuità tra reato, condanna e pena, il tempo della detenzione possa sviluppare occasioni di recupero della dignità personale (e non di abbruttimento assoluto), di ricostruzione di valori e riferimenti umani e sociali, un tempo speso nell’acquisizione di competenze professionali utili al reinserimento, resta una scommessa aperta. La via di percorsi detentivi alternativi resta, a detta di molti, la più sostenibile economicamente (quanto costerebbe la costruzione di nuove strutture carcerarie per i circa 20mila detenuti oggi in esubero, molti dei quali in attesa di giudizio definitivo?) e la più socialmente rilevante. È oggi una sfida che i dati dicono in parte perduta. La mancanza di strumenti giuridici adeguati è un fatto. Per questo le carceri sono sempre più delle comunità dolenti. La speranza è tenuta viva dalla generosità della società civile e da chi opera comunque con impegno anche se nell’emergenza totale. C’è, infatti, nel carcere un mondo di dirigenti e professionisti e un volontariato sociale ed ecclesiale, che non smette di lavorare su questo. A Brescia realtà come Carcere e territorio, Volca, Caritas e tanti altri sono un esempio virtuoso da tenere in alta considerazione e non solo per l’impegno quotidiano, ma in quanto soggetti da cui potrebbero venire quelle soluzioni possibili che le istituzioni e la politica potrebbero adottare in vista di un miglioramento. La condanna all’Italia ha oggi un valore più che simbolico a cui serve una reazione degna della maturità civile del nostro Paese. ǡ ǡ Giovani. Le istituzioni e i “millenials” Calcinato. Una comunità viva in tutti gli ambiti ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌǡ ǤǤ Il Brescia tra mercato e progetti del presidente Spes at work e artigiani per il tirocinio aziendale Roberto Caceres. Un Concilio ancora da applicare ǤǤ L’Icfr non è un capriccio della Chiesa bresciana /$ 92&( '(/ 3232/2 Molte sono le ragioni per le quali non si realizza un auten- tico governo europeo, ma la ragione maggiore, quella più subdola, quella che di solito non si dice, la peggiore, è la “paura di perdere il posto”. Poiché la politica è un mestie- re e molti di coloro che lo fanno ci tengono a farlo anche per interessi personali (l’interesse degli altri, al limite, vie- ne dopo) ecco che l’idea di un parlamento e di un governo europeo con pieni poteri, uno solo invece degli attuali 27, non va avanti. Lo stesso discorso e lo stesso risultato valgo- no per molte altre istituzioni nazionali, regionali, provinciali. Significherebbe rinunciare al posto occupato, con i vantaggi annessi, anche collaterali per sé, amici, parenti e, a volte, gruppi e/o mafie di sostegno. Tutti attenti a non perdere, anzi a rafforzare il potere, non certo a sacrificarlo per l’interesse comune. Ci sono delle eccezioni, senz’altro, a questo comportamento, ci sono persone che fan- no politica in vario modo e a vari livelli, non per sé ma per il bene di tutti. Purtroppo queste persone spesso vengono tagliate fuori dai posti di po- tere. Andrebbero invece individuate, aiutate, portate avanti. Ci compete. Ǥ Ǥ Ǥ M t s s r p p n n eu e non n no p n Signif S anness a e/o mafie e/ il potere, no il eccezioni, senz ec no politica in va Purtroppo ques tere. Andrebber

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Violazione di diritti umani, tortura e trattamento disumano. La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo condanna l’Italia per la situazione degli istituti di pena. Sovraffollamento e degrado i mali. A Brescia, Canton Mombello non fa eccezione. Le reti sociali a sostegno dei detenuti

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L’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani per lo stato delle proprie strutture carcerarie. I giudici di Strasburgo hanno stabilito, che sette detenuti – tre di Piacenza e quattro di Busto Arsizio – costretti in celle troppo anguste e in una generale situazione di sovraffollamento, dovranno essere risarciti per danni morali, per un ammontare di 100mila euro, perché vittime di trattamento inumano e degradante. Il caso non è isolato. Strasburgo, infatti, pur stimmatizzando una fattispecie, in sostanza, riconosce che nei nostri istituti di pena c’è ormai un problema strutturale di sovraffollamento e per questo chiede alle autorità italiane di mettere in campo entro un anno soluzioni

adeguate per invertire la tendenza e garantire che le violazioni non si ripetano. Anche l’istituto carcerario bresciano di Canton Mombello non fa eccezione. L’istituto ha 205 posti legali e 270 tollerabili. I detenuti vanno, invece, da 531 a 590. Una situazione insostenibile. Al richiamo europeo non sono mancate le reazioni del presidente Napolitano e del ministro della Giustizia Paola Severino che si è detta “avvilita, ma non stupita” dalla decisione della Corte. E se c’è la soddisfazione per i risultati raggiunti con il decreto salva-carceri, varato a inizio mandato, che ha fatto scendere la popolazione carceraria dalle oltre 68mila unità del 2011 alle attuali 65.725, c’è l’amarezza per l’iter del ddl sulle misure alternative al carcere, stoppato al Senato quando ormai la legislatura era agli sgoccioli dopo l’ampia maggioranza ottenuta alla Camera. La vicenda si presta ad alcune considerazioni. Anzitutto che il problema delle

carceri sia endemico in Italia l’hanno capito tutti. Che a ogni “crisi del sistema-carceri” la politica abbia dovuto poi rivolgersi a strumenti “scorciatoia” come l’amnistia e l’indulto è altrettanto evidente (e forse il prossimo Parlamento non potrà fare altrimenti). Che però serva dare corso a percorsi creativi di civiltà perché, pur garantita la giusta continuità tra reato, condanna e pena, il tempo della detenzione possa sviluppare occasioni di recupero della dignità personale (e non di abbruttimento assoluto), di ricostruzione di valori e riferimenti umani e sociali, un tempo speso nell’acquisizione di competenze professionali utili al reinserimento, resta una scommessa aperta. La via di percorsi detentivi alternativi resta, a detta di molti, la più sostenibile economicamente (quanto costerebbe la costruzione di nuove strutture carcerarie per i circa 20mila detenuti oggi in esubero, molti dei quali in attesa di giudizio definitivo?)

e la più socialmente rilevante. È oggi una sfida che i dati dicono in parte perduta. La mancanza di strumenti giuridici adeguati è un fatto. Per questo le carceri sono sempre più delle comunità dolenti. La speranza è tenuta viva dalla generosità della società civile e da chi opera comunque con impegno anche se nell’emergenza totale. C’è, infatti, nel carcere un mondo di dirigenti e professionisti e un volontariato sociale ed ecclesiale, che non smette di lavorare su questo. A Brescia realtà come Carcere e territorio, Volca, Caritas e tanti altri sono un esempio virtuoso da tenere in alta considerazione e non solo per l’impegno quotidiano, ma in quanto soggetti da cui potrebbero venire quelle soluzioni possibili che le istituzioni e la politica potrebbero adottare in vista di un miglioramento. La condanna all’Italia ha oggi un valore più che simbolico a cui serve una reazione degna della maturità civile del nostro Paese.

Giovani.Le istituzionie i “millenials”

Calcinato.Una comunità viva in tutti gli ambiti

Il Brescia tra mercato e progetti del presidente

Spes at work e artigiani per il tirocinio aziendale

Roberto Caceres. Un Concilio ancora da applicare

L’Icfr non è un capriccio della Chiesa bresciana

Molte sono le ragioni per le quali non si realizza un auten-tico governo europeo, ma la ragione maggiore, quella più subdola, quella che di solito non si dice, la peggiore, è la “paura di perdere il posto”. Poiché la politica è un mestie-re e molti di coloro che lo fanno ci tengono a farlo anche per interessi personali (l’interesse degli altri, al limite, vie-ne dopo) ecco che l’idea di un parlamento e di un governo europeo con pieni poteri, uno solo invece degli attuali 27,

non va avanti. Lo stesso discorso e lo stesso risultato valgo-no per molte altre istituzioni nazionali, regionali, provinciali.

Significherebbe rinunciare al posto occupato, con i vantaggi annessi, anche collaterali per sé, amici, parenti e, a volte, gruppi

e/o mafie di sostegno. Tutti attenti a non perdere, anzi a rafforzare il potere, non certo a sacrificarlo per l’interesse comune. Ci sono delle

eccezioni, senz’altro, a questo comportamento, ci sono persone che fan-no politica in vario modo e a vari livelli, non per sé ma per il bene di tutti. Purtroppo queste persone spesso vengono tagliate fuori dai posti di po-tere. Andrebbero invece individuate, aiutate, portate avanti. Ci compete.

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amboccioni o choosy? Non sono stati teneri ne-gli anni i ministri che si sono avventurati nel giu-dicare le giovani genera-

zioni. Giovani che oggi più che mai, loro malgrado, sono nell’occhio del ciclone per le difficoltà che incontra-no nella costruzione del loro futuro, tra lavoro che manca e occupazione che magari non è quella che rispon-de alle aspettative di chi ha dedicato anni allo studio e alla preparazione. Giovani che comunque hanno idee precise, giudizi e pareri netti sul mondo che li circonda. La conferma arriva dal “Rapporto giovani”, un progetto avviato nel 2011 dall’Istitu-to Toniolo di studi superiori che, in collaborazione con l’Università cat-tolica e con il contributo della Fon-dazione Cariplo, ha affidato all’Ipsos una ricerca che l’obiettivo di indaga-re con adeguati strumenti scientifici le attese e i riferimenti valoriali delle nuove generazioni. Il “Rapporto gio-vani”, che si affianca alle altre attività che l’Istituto, ente fondatore dell’Uni-versità cattolica, svolge da tempo nel campo del sostegno formativo e del-la proposta culturale, è delineare un articolato ritratto della generazione dei “millennials”, cioè di coloro che hanno raggiunto i 18 anni nel nuovo millennio, una fascia di popolazione giovanile cruciale per comprende-re l’evoluzione della società italiana nel breve/medio periodo. L’indagine, della durata quinquennale, sta coin-volgendo 9000 persone tra i 18 e i 29 anni, un target di età universalmen-te ritenuto “di difficile accesso” dalle agenzie di rilevazione demoscopica. Nella sua fase più recente la ricerca ha sondato il rapporto non sempre facile tra i giovani e le istituzioni. In un panorama di sfiducia radicale e generalizzata nei confronti delle isti-tuzioni, i giovani coinvolti dal Rap-porto finiscono col salvare la scuo-la e le forze dell’ordine, respingono invece il sindacato, bocciano senza appello i partiti politici e le istituzio-ni (governo, parlamento, Regioni e Comuni). Ambivalente il voto che i giovani interpellati hanno dato alla Chiesa: cinque credenti su 10 la pro-muovono, la bocciano, invece, sette non credenti su 10. La maggioranza

Le istituzioni e i “millennials”

credenti o non credenti, meno tene-ri nei confrontri della Chiesa. Parti-colarmente importanti sono i fattori della geografia (nell’ambito dei cre-denti il valore dei consensi supera il 50% in tutte le aree geografiche tranne che nel Centro, dove scende al 45%); dell’istruzione (la percen-tuale dei voti favorevoli alla Chiesa aumenta con il titolo di studio (51,5% tra i laureati); e del genere, con una maggiore fiducia registrata tra le donne (50,3%) rispetto agli uomini (48,9%). Come per tutte le istituzio-ni, i giovani tendono a premiare mag-giormente le figure più vicine, con le quali interagiscono quotidianamente e concretamente. Altre ricerche con-dotte sul territorio evidenziano, ad esempio, come la percentuale di con-sensi tenda a salire, rispetto alla voce generica di Chiesa, quando si chiede il grado di fiducia nei missionari, nei sacerdoti, negli insegnanti di religio-ne. Maggior apprezzamento inoltre viene espresso per le parrocchie e, in particolare, per la funzione degli ora-tori che vengono considerati luoghi non solo di formazione, ma di sva-go e di amicizia. Se la politica viene bocciata “senza se e senza ma”, non va molto meglio al mondo del sinda-cato. Le organizzazioni ottengono, in media, il 27% dei consensi, meno di 3 su 10, dati che secondo i parametri utilizzati dagli estensori del rappor-to sono indicativi di un sostanziale flop. Leggermente meno critiche con il sindacato sono le donne, il Sud e le isole. Decisamente negativa la va-lutazione data dai giovani del Nord. Dati e giudizi che non possono non interpellare chi rappresenta o vive in queste istituazioni, come si intuisce dalle considerazioni di Enzo Torri, segretario generale della Cisl di Bre-scia, don Raffaele Maiolini, teologo del Seminario diocesano e respon-sabile della pastorale universitaria, e Carla Bisleri, docente di sociologia dell’organizzazione all’Università di Verona, collaboratrice dell’Univer-sità cattolica di Brescia nel campo della didattica e della ricerca e attiva-mente impegnata in politica (attual-mente è consigliere a Palazzo Loggia per il Pd, dopo essere stata assessore alla Pubblica istruzione e alle politi-che giovanili nella giunta Corsini).

dei “millennials” intervistati fra i 18 e i 29 anni, (oltre il 55%), dà alla scuo-la e all’università un voto positivo. Il grado di approvazione sale tra colo-ro che hanno un titolo di studio alto. Rispetto alla ripartizione geografica, la fiducia tende ad essere maggiore dove scuola e università sembrano offrire migliori strutture e maggiori livelli di preparazione: il voto posi-tivo supera infatti il 60% al Nord. I valori sono comunque positivi nel-la maggioranza dei casi anche nel Centro e nel Sud, nonostante tutti siano perfettamente coscienti che il percorso scolastico e quello univer-sitario non sono oggi garanzia per l’accesso al mondo del lavoro. Dalla tranche del rapporto emerge anche una promozione delle forze dell’ordi-ne. Anche in questo caso il 55% dei giovani intervistati mostra fiducia nei confronti di chi indossa una divisa. Il dato sale al 58% nel Nord-Ovest e si attesta al 57% fra chi ha un titolo di studio alto, mentre uomini e donne hanno dato un giudizio sostanzial-mente equivalente. Il capitolo che il Rapporto giovani dedica alla Chiesa è, come si diceva, maggiormente arti-colato. Il giudizio varia a seconda del fatto che ad esprimerlo siano giovani

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l 12 gennaio 2010 un terribile terremoto colpiva Haiti, pro-vocando la morte di 230mila persone, oltre 300mila feriti e un milione e mezzo di sen-

za tetto. A tre anni da quell’evento il Rapporto “Haiti: un cammino condi-viso” illustra l’impegno complessivo di Caritas italiana (compresa quella bresciana che nel Paese caraibico ha sostenuto tre progetti: sostegno a una scuola primaria nella perife-ria della capitale Port au prince, co-struzione di case famiglia per orfani a Dajabon, nella vicina Repubblica dominicana, e ricostruzione di alcu-ne scuole rurali a Léogane, cittadina 30 km dalla capitale, per un totale di 640mila euro) a sostegno della Chie-sa locale e delle persone più vulnera-bili. Il Report ha anticipato la visita nel Paese caraibico, che si conclude il 15, di una delegazione ufficiale gui-data dal direttore di Caritas italiana, don Francesco Soddu. Complessi-vamente ad oggi sono stati approva-ti e avviati 125 progetti di solidarie-tà, per un importo di oltre 17 milioni di euro, pari al 69,26% dei quasi 25 milioni raccolti grazie alla colletta straordinaria promossa dalla Con-ferenza episcopale italiana il 24 gen-naio 2010. “A tre anni dal sisma – ha affermato don Francesco Soddu pri-ma della partenza per Haiti –, il Paese è ancora posto di fronte a una crisi umanitaria di dimensioni enormi che

locale, con l’accompagnamento del-le attività di Caritas Haiti; sostegno allo sviluppo socio-economico; raf-forzamento della struttura organiz-zativa dei partner locali, per miglio-rarne le capacità di pianificazione e di gestione; sostegno all’educazione; attenzione continua alle urgenze. Ca-ritas italiana ha operato e continua a operare per promuovere una pro-gressiva autonomia delle comunità coinvolte nei progetti, attraverso la progettazione dal basso, stimolata e condivisa con le stesse comunità destinatarie. Una delle priorità è il supporto alla creazione e alla diver-

lascia nell’incertezza un popolo già duramente colpito”. Dopo i tre anni dal sisma, la strategia di intervento di Caritas italiana ad Haiti prosegue secondo cinque linee prioritarie: so-stegno agli organismi della Chiesa

Ogni giorno in tutto il mondo muo-iono 19mila bambini, e un terzo di queste morti sono collegate alla denutrizione. Ci sono Paesi dove il problema della fame è particolar-mente grave. Tra questi, quello più giovane del mondo, il Sud Sudan, dove 200mila piccoli sono a rischio. A darne notizia è l’agenzia Fides, or-gano di informazione delle Pontifi-cie opere missionarie. Nell’ospeda-le della capitale, Juba, ogni giorno

arrivano bambini affetti da denu-trizione acuta, sottopeso per la lo-ro età. Si tratta dell’unico ospedale pediatrico del Paese. Ogni anno le organizzazioni umanitarie cercano di assistere 70 mila bambini, ma in Sud Sudan sono a rischio oltre 200 mila. La situazione è ancora più gra-ve nelle zone rurali, dove i bambini continuano a morire a causa di feb-bri alte che sfociano in malaria. Nel Paese ci sono 9 milioni di abitanti, la

metà minorenni. Prima di ottenere l’indipendenza nel 2011, in seguito a vari anni di conflitti con il Sudan, sono andate distrutte la maggior parte delle infrastrutture e una in-tera generazione è rimasta orfana. Il governo, sostenuto dalle organiz-zazioni internazionali, è riuscito a ridurre gli indici di povertà, ma ha ancora tanto da fare, a partire dalla fascia più penalizzata che è quella dell’infanzia.

sificazione delle economie locali, in un’ottica di sostenibilità nel medio-lungo periodo sul piano sociale, eco-nomico e ambientale, andando oltre la logica dell’immediato e investen-do sullo sviluppo per innescare un cambiamento sociale dal basso. Gli strumenti a servizio di tale approc-cio sono progetti che prevedono una componente anche semplice di microcredito ed economia solidale; tali progetti tendono al sostegno o al ripristino delle attività produttive agricole e di allevamento. Il Rappor-to completo è consultabile su www.caritasitaliana.it.

Proseguono senza sosta le ricerche del bimotore scomparso il 4 gennaio scorso al largo dell’arcipelago di Los Roques, in Venezuela. A bordo, quattro cittadini italiani, tra cui Vittorio Missoni, figlio del noto stilista, la moglie e i bresciani Guido Foresti e la moglie Elda Scalvenzi di Pralboino. Il Ministero dell’interno venezuelano ha confermato che l’ultimo contatto si è avuto poco dopo il decollo, a 10 miglia dalle

isole e che l’aereo era diretto a Maiquetia, vicino Caracas. La Farnesina dal canto suo ha chiesto e ottenuto il massimo impegno dalle autorità e ha attivato un canale diretto con la locale Protezione civile. Alle ricerche partecipano aerei, elicotteri, motovedette e una nave speciale. Quella in cui si è verificata la tragedia aerea è una zona tristemente nota per avvenimenti di questo tipo. Cinque anni fa,

il 4 gennaio 2008, scomparve in circostanze analoghe un altro aereo da turismo con otto italiani tra i 18 passeggeri. Il relitto non fu mai recuperato e l’unico corpo ritrovato fu quello del copilota. Si ipotizzò allora il dirottamento da parte dei narcos. Un altro caso simile avvenne nel 1997. La triste vicenda è seguita con grande apprensione nel centro della Bassa bresciana in cui vivono l’imprenditore Guido Foresti e la moglie.

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on la conferma della “salita in politica” di Mario Monti e la ritrovata alleanza tra Berlusconi e la Lega van-no delinandosi gli scenari

(e le liste) per le elezioni politiche che si terranno tra poco più di un mese e mezzo. Quattro a oggi (all’appello manca ancora il Movimento di Grillo che ancora deve pronunciarsi) le pro-poste in campo: quella di Bersani che guida la coalizione Pd, Sel, Socialisti, Centro democratico (la nuova forma-zione di Tabacci e dell’ex Idv Dona-di), l’asse rinnovato Berlusconi-Lega con una serie di satelliti come Fratelli d’Italia (gli ex An usciti dal Pdl dopo il tira e molla interno al Pdl sulle pri-marie), quella Rivoluzione civile che schiera l’ex magistrato Antonio Ingro-ia (una compagine che tiene insieme il Movimento arancione creato dal sindaco di Napoli De Magistris, l’Idv di Di Pietro e i segmenti più estremi della sinistra) e, per ultima la “Scelta civica” di Mario Monti (che mette in-sieme l’Udc di Casini, il Fli di Fini e il movimento che fa capo all’ex presi-dente di Confindustria Montezemolo, mentre quello del giornalista Oscar Giannino è stato escluso). Il fronte dei competitori, dunque, si prefigura sufficientemente variegato: un pa-norama che agli occhi di politologi e attenti osservatori della politica italia-na non dovrebbe portare sostanziali novità per un Paese come l’Italia abi-

entrambi i rami del Parlamento. Tutti i candidati in campo vanno sfoggio in queste settimane di grande ottimismo e si dicono certi della rispettiva vitto-ria, con un margine tale da garantire all’Italia un governo stabile tanto for-te da affrontare la sfida immane del-la crescita. I numeri in possesso dei sondaggisti (per altro da prendere con le pinze e con beneficio d’inventario) delineano, al contrario, una situazione di incertezza acuitasi dopo la scelta di Monti di passare da un ruolo tecnico a un vero e proprio protagonismo po-litico. Una situazione che ha ben pre-sente il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, non a caso, si affanna, in quest’ultima stagione del suo settennato a lanciare appelli alla responsabilità a tutte le forze in cam-po. Motivi di riflessione non mancano: dalla riedizione di un’alleanza (quella tra Pdl e Lega) che soprattutto la base del Carroccio dava per morta e sepol-ta, ma che è stata riesumata in nome di una realpolitik in salsa padana, alla scelta di Monti che, nelle sue uscite da leader politico, ha dimostrato di non distinguersi più di tanto dai politici di professione, da Bersani che vede manifestarsi lo spauracchio di un pa-reggio al Senato, a Ingroia e alla cor-data di ex Pm che hanno dismesso la toga per dedicarsi alla politica e che si dicono disponibili ad accogliere i primi delusi (con un record degno di Bolt) da Grillo.

Che fra le tante emergenze italiane ci sia anche quella di carceri ormai inadeguate è stato certificato anche dall’Europa. Nei giorni scorsi, infatti, la Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia, colpevole di violare i diritti dei carcerati, tenuti in celle di circa tre metri quadrati. La sentenza è giunta sulla scorta di una segnalazione inviata da sette detenuti che hanno scontato la propria pena nelle carceri

di Busto Arsizio e Piacenza e che hanno denunciato di aver occupato celle di nove metri quadrati ognuno insieme ad altre due persone. La Corte ha constatato che il problema del sovraffollamento carcerario in Italia non riguarda soltanto i casi dei richiedenti. Ha così rilevato che il carattere strutturale e sistematico del sovraffollamento nelle carceri italiane risulta chiaramente dai termini della dichiarazione dello

stato d’emergenza proclamato dall’allora presidente del Consiglio nel 2010. La Corte ha condannato l’Italia per il trattamento definito inumano e degradante dei detenuti ed anche al pagamento agli stessi di 99.600 euro in totale per danni morali, oltre a 6000 euro per le spese. Una seconda bocciatura europea all’Italia è giunta sul fronte Imu. Un rapporto della Commissione europea sulle politiche sociali afferma infatti che l’imposta in

questione argomento caldissimo al centro delle polemiche elettorali in questo momento, “non è equa” e dovrebbe essere modificata: per essere giusta, dice l’Ue, dovrebbe essere più progressiva. La Commissione non è entrata nel merito della questione Imu sì, Imu no. Si è soltanto limitata a considerare che così come è impostata quella tassa non è giusta e, implicitamente, ha invitato l’Italia a modificarla.

tuata all’instabilità politica. Il rischio concreto è che, nonostante i vantaggi garantiti dal “Porcellum”, dalle urne non esca una maggioranza chiara in

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Il mio signor Arciprete ha fatto domenica una bella dottrina nella quale ha detto, cosa succede a quelli che si dimostrano clericali senza vergona; succede come a S. Stefano che era un clericale, il quale dopo aver fatto e detto per far bene alle anime ed alle bocche della gente, in compenso fu lapidato, cioè sotterrato prima che morto sotto le pietre.Ci sono sempre stati i balandroni, che fanno come l’asino fa dopoché ha mangiato la grepia, che si volge a ringraziarla colle gambe di dietro.Povero signor Arciprete! Mentre parlava degli altri io vedeva lui figurato in S. Stefano.Si rompe lo stomaco a predicare, si consuma a confessare, va giorno e notte per malati, istruisce i fanciulli, non si dà bene, e per compenso, ecco che gli si gettano da alcuni le pietre, e se potessero sotrarlo vivo non ci metterebbero nè olio nè pedersem.Pazienza che non fossero che i balandroni che lo perseguitano! Il peggio è che si mettono nel numero dei suoi lapidatori, anche alcuni di quelli che vanno in chiesa, i quali hanno la bocca

Il signor Arciprete

Ha superato il tetto delle 2000 firme sul territorio provinciale la campagna di raccolta lanciata da Confesercenti con Federstrade e il sostegno della Ceiper “Libera la domenica”, volta alla promozione di una legge di iniziativa popolare che riconduca alle Regioni la potestà di disciplinare le aperture domenicali degli esercizi commerciali, limitando gli eccessi introdotti dalla liberalizzazione e garantendo la giusta concorrenza. I risultati di questa prima parte della

raccolta firme sono stati illustrati da Confesercenti nei giorni scorsi. nella stessa occasione sono state rese note anche le altre iniziative messe in campo a sostegno dell’iniziativa.Tra le proposte un fitto programma di gazebo nel Bresciano per il mese di gennaio e il rilancio della campagna a livello nazionale, anche alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale che ha respinto il ricorso di otto Regioni contro la liberalizzazione degli orari di apertura e chiusura dei negozi.

storta o non possono parlare, se non criticano il signor Arciprete. Se fà perché fà, se non fà perché dovrebbe fare, e che se avesse giudizio dovrebbe operare così, o se avesse testa dovrebbe accordarsi con quelli là, o troncar la relazione con quelli lì.Se io fossi nel signor Arciprete adoprerei con questo l’asperges

della garnera, ma lui no, che è troppo buono, prega per i suoi persecutori, come ha fatto S. Stefano, e tira diritto a fare come crede meglio. Ed è questa la punizione che dà senza che pensi di volerla dare: non li ascolta come se parlasse il due di coppe, fa come la luna che non bada ai cani che baiano.

Se si diportasse altrimenti farebbe mai niente, e dovrebbe starsene a dormire per essere ancor più criticato e da tutti. Il signor Ariciprete ha l’aiuto che domenedio ha promesso ai suoi ministri nel governare le sue pecore senza bisogno che le pecore abbiamo a governare il pastore.

Cem Mondialità e Bes (Bibbia e Scuola) organizzano un seminario di tre incontri sul tema “A scuola con la Bibbia” in programma presso i Missionari Saveriani, via Piamarta, 9 a Brescia. Il primo incontro è in programma il 4 febbraio con l’intervento di Piero Stefani, docente presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano, sul tema “L’amore per la sapienza tra Bibbia e filosofia”.Per lunedì 18 febbraio è in programma l’incontro “Bibbia

tra storia e storie” con Luciano Zappella, docente di materie letterarie al Liceo linguistico “Giovanni Falcone” di Bergamo. L’ultimo incontro è previsto per il 4 marzo con Giangabriele Vertova,già docente di lettere nei licei, del Comitato paritetico Miur– Biblia che interviene su “Bibbia e letteratura italiana: percorsi”.Per informazioni e iscrizioni: Cem Mondialità 030 3772780 – fax 030 3772781 - [email protected].

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

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arrocchia vivace e attiva, Calcinato con le sue 6000 anime guidate dal pasto-re don Ruggero Zani ha in essere una molteplici-

tà di iniziative sia sotto l’aspetto più prettamente ecclesiale-religioso sia per quanto riguarda gli aspetti so-ciali che afferiscono alla comunità. Tre, in particolare, sono le tematiche all’attenzione del parroco: la cate-chesi con l’iniziazione cristiana dei giovani, il sostegno alle persone più bisognose e la vita ordinaria della parrocchia. Nel primo ambito don Zani sottolinea “il lavoro che viene svolto per gli adulti con iniziative a più livelli riguardanti non solo i cen-tri di ascolto, ma anche altri ambiti proprio per approfondire la fede e renderla più vera e vissuta. Quanto all’iniziazione cristiana, numerosi so-no i progetti messi in campo assieme al curato don Paolo Corsetti sia per i preadolescenti sia per gli adole-scenti ed i giovani con un’affluenza decisamente buona”. Di fondamen-tale importanza, come dicevamo, è anche il settore dell’assistenza ai più deboli con il ruolo decisivo ri-coperto dal Centro Mano Fraterna, in collaborazione con le parrocchie di Calcinatello e Ponte San Marco e d’intesa con l’Ufficio servizio socia-li del Comune, tramite il quale, da quattro anni, si fornisce un’attività di consulenza, ascolto ed intervento

delle soluzioni adeguate alle doman-de. L’utenza? Per il 60% si tratta di famiglie di origine straniera, ma sta aumentando il numero di nuclei fa-miliari locali, colpiti dalla forte crisi e dalla chiusura di aziende del terri-torio”. Sempre in ambito sociale è da menzionare l’attività di un grup-po di parrocchiani “che – puntualiz-za don Zani – si presta a seguire gli anziani con iniziative ricreative e di volontariato senza dimenticare il compito del Microcredito, una sorta di piccola banca che ha visto un ri-torno in termini di prestiti restituiti e che la comunità apprezza e condi-

alle famiglie in difficoltà economiche nel reperire aiuti alimentari o nel pa-gamento delle bollette e dell’affitto. “Beninteso, non possiamo risolvere ogni singolo caso – precisa il parroco – ma cerchiamo comunque di offrire

Nella frazione di Fontana, da circa un mese, è stata installata una nuova an-tenna per telefonia mobile e navigazio-ne via rete. Il fatto ha colto di sorpresa molti: a poche decine di metri era già attiva un’altra antenna. Ne è nato un piccolo ma combattivo comitato, che si è rivolto a più enti, non tanto per lo smantellamento dell’antenna, quanto piuttosto per avere garanzie sulla tu-tela della salute, considerando il fatto che la zona è residenziale. Secondo

quanto emerso, mancano ancora ri-sposte certe e certificate. Sono stati interpellati il Comune, l’Arpa di Bre-scia, il Ministero della salute e il Cor-po forestale. La documentazione tec-nica in mano al comitato, debitamente consegnata dal Comune di Lumezzane, chiarifica che l’antenna rispetta i valori per legge, ma, si legge, attraverso anali-si teoriche e autocertificazioni. Da qui i dubbi, che sorgono sia per l’elevata potenza della nuova antenna (circa

20W), sia e soprattutto per quelle zo-ne ove le onde andranno a incrociare quelle emesse dall’altra antenna già in funzione; il gruppo di famiglie non ritiene sufficiente l’autocertificazione da parte della società che ha installato il secondo apparecchio. È stato ricor-dato al Comune che il Pgt non prevede l’installazione di antenne in zone resi-denziali; il Comune ha replicato che ultime sentenze del Tar Sicilia hanno abrogato tale limitazione.

vide”. In chiusura è d’uopo un cenno alla vita ordinaria della parrocchia, “nella quale si respira una laicità dif-fusa con alcune punte di laicismo che richiedono interventi pazienti e continui. Per questo è mio intento continuare a dar vita a iniziative di approfondimento della fede: vietato fermarsi, oserei dire”. Un cenno, in-fine, alla scuola di formazione socia-le-politica (nata dalla collaborazione delle tre parrocchie del Comune), il cui secondo incontro avrà luogo il 24 gennaio alle 20.30 nella parrocchia di Calcinatello ed avrà come tema “La gestione dei rifiuti a livello locale”.

Dal 15 al 31 gennaio l’oratorio Gesù Buon Pastore di Sarezzo ospita la 2ª Settimana educativa dell’oratorio. L’inizio è affidato a don Antonio Mazzi che, martedì 15 gennaio alle 20.30 presso il Teatro San Faustino, incontra genitori ed educatori per una riflessione sul tema “Per educare oggi: come scoprire le chiavi del cuore dell’uomo?”. Domenica 20 gennaio a mezzogiorno in oratorio spazio allo spiedo. Lunedì 21 gennaio alle 20.15, sempre in oratorio, il film “Genitori

& Figli: agitare bene prima dell’uso”. Suor Rosalina Ravasio, fondatrice e responsabile della comunità Shalom di Palazzolo, si sofferma su “Educare oggi: formare un uomo con il coraggio di decidere!”. Quando? Giovedì 24 alle 20.30 in Teatro. Sabato 26 gennaio sempre alle 20.30, invece, i ragazzi degli oratori cittadini della Pendolina, di Santo Spirito, Torricella e Urago Mella portano in scena al teatro San Faustino “Pinocchio: il nostro musical”. Domenica 27 gennaio

alle 10 c’è la Messa della famiglia, mentre nel pomeriggio in oratorio intrattenimento con, a partire dalle 15, la “DonBoscoCup2013”: tornei di ping pong, carambola e calcetto. Lunedì 28 alle 20.30 nel salone dell’oratorio la comunità Shalom presenta lo spettacolo per gli adolescenti “Tra cielo e terra: per una vita piena”. Giovedì 31, memoria liturgica di San Giovanni Bosco, la Messa alle 20.30 nella cappella dell’oratorio per ricordare i giovani defunti.

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a città di Brescia vanta da sempre una lunga tra-dizione industriale; l’eco-nomia bresciana, infatti, è basata in buona par-

te sull’industria, in particolar mo-do siderurgica. Con il trascorrere degli anni dunque, il forte impatto ambientale derivato dalla crescente industrializzazione ha generato spe-cifiche situazioni, che hanno contri-buito all’inquinamento progressivo di città e provincia.Ad oggi Brescia risulta essere, suo malgrado, una delle città maggior-mente inquinate del Nord Italia. All’interno della città ci sono poi al-cune zone al centro dell’attenzione proprio perché nel loro territorio sussistono situazioni “preoccupan-ti”: una di queste, è l’area di San Po-lo-Buffalora, che si estende a sud-est della città.Sul territorio della Circoscrizione Est le aree verdi non mancano: c’è il Parco Ducos 2, il parco del Lapida-

Da più parti il matrimonio è sotto attacco. Ma come ha ricordato Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace, l’istituto del matrimonio va difeso e promosso. In Italia, secondo l’Istat, il matrimonio sembra essere sempre meno affascinante: c’è chi decide di restare più a lungo con i propri genitori e chi opta per la convivenza prematrimoniale. In una tale contesto sociale la Fondazione “Famiglia dono grande” ha introdotto e proposto, anche nel

Bel Paese, “The marriage course”: “RitrovarSI + spoSI”. È la versione italiana del percorso ideato da Nicky e Sila Lee e realizzato in collaborazione con il Relationship Central di Londra; si tratta di un corso per coppie di sposi o conviventi finalizzato ad aiutare in modo pratico e divertente le coppie a cogliere le potenzialità e la bellezza del loro rapporto fino a scoprirne l’originalità divina. Ogni incontro, questa la particolarità, incomincia con una

cena in famiglia e prosegue con la visione di un video nel quale sono previsti momenti di confronto e di condivisione. Il The Marriage Course è partito ufficialmente in Italia in autunno in 70 corsi suddivisi in 15 regioni ed è arrivato anche nella parrocchia cittadina delle Sante Capitanio e Gerosa. Dall’esperienza inglese, quindi, la possibilità di sperimentare un nuovo approccio, di accompagnamento e di sostegno alla pastorale familiare. Otto serate in cui le coppie aprono

le loro case e ospitano altre coppie. La coppia ospitante prepara l’ambiente, la cena, la musica di sottofondo e la proiezione del video; la coppia ospitante, però, non fa discorsi, ma semplicemente partecipa con gli altri alla serata: ogni coppia può, infatti, diventare coppia ospitante. Il segreto? Essere famiglia che accoglie nella gioia. Le case iniziali sono quelle delle 70 coppie che a giugno avevano preso parte al primo weekend di formazione a Bovolone.

presenza riscontrata di cesio 137 in alcune aree specifiche; tangenziale e autostrada a ridosso del territo-rio sono solo alcune delle criticità. Tempo fa, a seguito di una richiesta dell’amministrazione cittadina in relazione alle reali preoccupazioni espresse dai residenti della zona, è emersa la necessità di effettuare in-dagini epidemiologiche sulla popo-lazione del quartiere.L’Asl di Brescia ha dunque effettua-to due analisi relative a mortalità e ricoveri ospedalieri per alcune ma-lattie, che hanno riscontrato, tra i residenti a San Polo, un eccesso di morti per malattie respiratorie non tumorali, oltre che un significativo esubero di ricoveri ospedalieri per patologie croniche delle vie aeree superiori.Le manifestazioni di protesta contro l’inquinamento nella Circoscrizione Est sono quasi all’ordine del giorno: numerosi i gruppi di attivisti presen-ti sul territorio, tra cui il Comitato di

difesa salute e ambiente (Codisa) che da anni si battono per ottenere azioni e risposte. Il sogno di molti sarebbe la realizzazione effettiva del progetto “Parco delle Cave”, enorme area verde che dovrebbe sorgere sui territori a lungo sfruttati dalle cave di ghiaia, ma per questo, si dovrà at-tendere ancora.Per ora, lo scorso 10 dicembre è par-tito un primo intervento di bonifica dell’ex cava Piccinelli a Buffalora, dov’era stato trovato del materiale radioattivo.

rio a San Polo storico, l’area bosca-ta tra San Polo e Sanpolino, giardini pubblici a San Polo, il parco degli Al-pini a Buffalora, il grande parco at-trezzato di via Don Milani, sempre a Buffalora, recentemente inaugurato.Di contro, però, nella Est sono nu-merosissime le industrie e le arterie stradali, generanti inquinamento at-mosferico e acustico. La grande ac-ciaieria Alfa Acciai, le cui emissio-ni di pm10, seppur a norma, sono notevoli; le numerose discariche ed ex-discariche mai bonificate; la discarica di amianto in via Broc-chi, attualmente sotto sequestro; la

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ue Ong bresciane, Svi e Scaip, e la onlus Opera-zione Lieta sono impe-gnate da anni in Brasile per lo sviluppo delle aree

rurali attraverso proposte multiset-toriali in ambito agroalimentare. Nei primi giorni di novembre ha preso il via un progetto specifico per la valo-rizzazione delle filiere agroalimenta-ri delle aree di Santa Luzia do Pará, Limoeiro do Norte e Itaitinga, volto a migliorare la produzione e la commer-cializzazione dei prodotti e ai tre enti bresciani ottenerne la certificazione legale, anche attraverso la formazione dei produttori locali, l’adeguamento della coltivazione e delle infrastrut-ture alle normative igienico-sanitarie di standard internazionale. Dai deri-vati del latte agli insaccati, dal miele alla frutta, tanti sono i prodotti locali che saranno coinvolti in una rete di produzione più efficace e di scambio commerciale più ampio. In totale il progetto della durata di 24 mesi mette sul campo risorse pari a 378.600 euro, di cui 227.153,57 finanziati da Regione Lombardia e Fondazione Cariplo. Il progetto risulta di particolare pregio se si considera che è l’unico sostenuto in Brasile da questo bando. Una nutri-ta serie di soggetti (del mondo del vo-lontariato, della ricerca e dell’impre-sa) bresciani e italiani partecipano al progetto, ognuno per una fase relativa alla competenza della propria attivi-

tà. Hanno garantito il loro sostegno tecnico sulle tematiche relative alla trasformazione dei prodotti alimen-tari la Colonia agricola Bonsignori di Remedello, l’Apicoltura del Sampì di Botticino e l’Università degli studi di Parma. Il Centro missionario colla-borerà a livello economico, mentre

il gruppo migranti Brescia/Brazil si occuperà di alcune azioni di sensibi-lizzazione a Brescia. Coinvolti in loco come controparti locali sono l’Obras Sociais da Diocese de Bragança e il Centro Educacional da Juventude P. J. Piamarta di Limoeiro do Norte, che si occuperanno del personale e della logistica e saranno presenti in tutte le fasi decisionali del progetto. I pic-coli agricoltori e produttori brasiliani – alcune centinaia – saranno aiutati a organizzarsi in associazioni e coope-rative per commercializzare i prodotti agro-alimentari nei mercati istituzio-nali. Accanto al rafforzamento delle competenze attraverso laboratori, i produttori riceveranno un aiuto per l’acquisto di attrezzature e materiali. Alcuni di essi potranno beneficiare di stage a Brescia per fare pratica in alcune eccellenze in campo agroali-mentare. Il tutto verrà sviluppato at-traverso progetti sostenibili non solo dal punto di vista sociale, ma anche con particolare riguardo alla salute e all’ecologia. L’utilizzo di imballaggi non tossici, l’introduzione di diete bi-lanciate e corrette e un approccio più consapevole dei benefici connessi a un’alimentazione sana sono alcuni degli aspetti sotto attenta valutazio-ne del programma. L’affinamento di buone pratiche contribuirà al miglio-ramento della qualità della vita, cre-ando benefici per circa 35mila perso-ne residenti nelle aree di intervento.

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Il Forum del turismo sociale di Brescia, in collaborazione con la neonata associazione Libertà di viaggio e con il Centro servizi volontariato di Brescia, organizza il corso di formazione “L’etica del turismo” rivolto a volontari e dirigenti delle Associazioni di volontariato di Brescia e provincia, centrato sulle regole e i valori del “viaggiatore evoluto”. La prima lezione è fissata per il 16 gennaio. Il corso avrà una durata di 20 ore di lezione serale e terminerà con

una giornata di visita didattica, organizzata a cura dell’Associazione Arnaldo da Brescia; è previsto anche un focus sui viaggi della memoria di “Un treno per Auschwitz” e “Un treno per Europa”, che la prossima primavera avrà come meta la città di Berlino. Gli incontri si tengono presso il Centro servizi per il volontariato, in via Salgari n.43/b. Il Codice mondiale di etica del turismo afferma il diritto al turismo e alla libertà di spostamento per motivi

turistici e si pone come obiettivo la promozione di un sistema turistico mondiale, equo, responsabile e sostenibile, i cui benefici siano condivisi da tutti i settori della società, nel contesto di un’economia internazionale aperta e liberalizzata. Il turismo, attraverso i contatti diretti, spontanei e non mediati tra uomini e donne di culture e stili di vita differenti, rappresenta, sempre più, una forza vitale al servizio della pace ed un fattore di amicizia e comprensione fra i popoli del

mondo. Per questo motivo, il corso di formazione “su regole e valori del viaggiatore evoluto” (della durata di 30 ore e curato da docenti ed esperti) si pone l’obiettivo di far ragionare su queste tematiche, allo scopo di formare un “viaggiatore evoluto”, capace di utilizzare in modo consapevole uno strumento così potente, qual è il viaggio. Per informazioni, contattare il Forum del turismo sociale al numero 030.41889 o via e-mail a [email protected].

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Il Corpo d’armata alpino, ormai praticamente accerchiato da ingenti reparti corazzati sovietici, aveva cominciato a ripiegare dalle sue posizioni sul Don il 17 gennaio 1943 in ritardo sul resto dell’8ª Armata italiana (Armir) cui apparteneva. E alla fine di un disperato ripiegamento avversato dal gelo, da forti tormente, e contrastato continuamente da puntate nemiche, il Corpo d’Armata doveva contare migliaia di perdite umane e la distruzione pressoché totale della

sue divisioni alpine “Julia” e “Cuneense”. Solo la “Tridentina”, anch’essa provata e penosamente ridotta, rimase operativa sul campo. E 70 anni fa, all’alba del 26 gennaio, ormai stremata giungeva in vista del piccolo paese di Nikolajewka presidiato da ingenti forze sovietiche e alle 9.30 con i suoi battaglioni sfiniti e decimati, appoggiata dai pochi superstiti delle divisioni alpine “Julia” e “Cuneense” e dai resti di un reparto corazzato

germanico sferrò, con alla testa il suo comandante generale Luigi Reverberi, un disperato e furibondo attacco contro le unitissime difese avversarie, infrangendole. E dietro ai reparti combattenti una sterminata colonna di sbandati si rovesciò anch’essa, in marea urlante, sulle posizioni sovietiche. Gli italiani avevano vinto, l’accerchiamento spezzato, il varco verso la patria aperto. La storica battaglia di Nikolajewka, passata ormai alla leggenda,

segnò per le truppe italiane la fine della sfortunata campagna di Russia, sfortunata e sanguinosa che ci costò oltre 85mila morti e dispersi. E questo 70° anniversario viene solennemente ricordato a Brescia con diverse manifestazioni organizzate dalla sezione cittadina dell’Ana e che culmineranno con una grande sfilata di alpini provenienti da tutta Italia e che avrà luogo domenica 27 gennaio con partenza da piazzale Arnaldo alle ore 10. (Franco Panzerini)

rescia ricorda ogni anno, in gennaio, con mestizia e con orgoglio, la trage-dia della campagna di Russia e, in particolare,

la battaglia di Nikolajewka, svolta-si il 26 gennaio del 1943, alla fine di un sanguinoso calvario, iniziato sul Don una decina di giorni prima, e 300 chilometri prima, fra i 20 e i 40 gradi sotto zero. “La memoria non si è af-fievolita, perché dopo 70 anni cele-briamo – racconta il presidente della sezione Ana di Brescia, Davide Forla-ni – questo drammatico avvenimento che ha coinvolto gli Alpini italiani e in particolare bresciani: buona parte dei componenti della Tridentina era-no bresciani. Nonostante l’oblio de-gli anni, gli Alpini vogliono ricordare con una serie di manifestazioni e av-venimenti”. Brescia alpina si divide in tre sezioni: quella cittadina che copre anche la Valtrompia, la Bassa, la Fran-ciacorta e la zona verso il Lago di Gar-da, quella di Vallecamonica (da Piso-gne a Ponte di Legno) e la Montesuel-lo (copre la gardesana e la Valsabbia). In totale sono circa 24mila gli Alpini bresciani, di cui 13.800 della sezione cittadina. Il tentativo degli Alpini è proprio quello di passare il testimone della memoria: “Vogliamo passare alle giovani generazioni gli insegnamenti, e di conseguenza il patrimonio mora-le ed etico, appreso dalle generazio-ni precedenti, perché siamo convinti

che sono quei valori che devono con-tinuare a sottendere una comunità ci-vile”. Se il termine Alpino è sinonimo di solidarietà, Brescia lo è ancora di più con una storia di generosità che quest’anno compie 30 anni. La Scuola Nikolajewka, che quest’anno compie 30 anni, è l’esempio vivente di come

gli alpini sappiano mettere in pratica i loro ideali (solo la Residenza sanita-ria per persone con disabilità accoglie fino a 58 persone con disabilità moto-ria grave nei posti letto convenzionati con la Regione, nda). L’hanno chiama-ta monumento vivente, un monumen-to in perfetto stile alpino dedicato ai fratelli più sfortunati. Gli Alpini con-tinuano anche il loro impegno nelle situazioni di crisi come le calamità naturali o le guerre”. Una volta sono le popolazioni della Bosnia, una vol-ta del Libano e dell’Afghanistan dove “abbiamo aperto un laboratorio dove le donne imparano confezionare abi-ti. Nelle situazioni di guerre traspor-tiamo anche medicinali che vengono poi distribuiti alla popolazione dai soldati. Ma cosa significa essere Al-pini nel 2013? “Significa continuare a vivere con le radici ben piantate nel passato da cui abbiamo appreso va-lori importanti (solidarietà, spirito di dovere e senso di sacrificio) per ap-plicarli nel presente e nel fortuna. È una delle pochissime realtà in cui la gente ripone ancora una fiducia to-tale: con il nostro comportamento ci siamo guadagnati la loro stima. L’ab-biamo dimostrato a Bolzano dove il Comune aveva a disposizione anco-ra 200mila euro, ma gli Alpini hanno risposto che il bilancio dell’adunata era in pareggio e quindi i soldi pote-vano essere destinati a qualcun altro che poteva averne bisogno”.

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’11 giugno compie 400 an-ni il Santuario dell’Annun-ciazione, la Madonnina di Marcheno. E come si deve in tali circostanze avrà il

suo regalo. Lo ha annunciato il par-roco don Maurizio Rinaldi scegliendo l’occasione dell’avvio dell’Anno della fede, prendendo lo spunto dall’inizio della lettera apostolica Porta Fidei: verrà restaurato il portale d’ingresso attraverso il quale da quattro secoli i marchenesi entrano nell’edificio. Una devozione forte: basta ricordare che nel 1946 appena usciti dalla tragedia della guerra col parroco don Seve-rino Cardoni i marchenesi “ex voto populi” (per voto del popolo) ne vol-lero il restauro per la pace tornata. Infatti anche la sua storia inizia per un episodio di rappacificazione. Si legge nel volume “Marcheno nella storia e nell’arte”, che lo stesso era nato per volontà della pietà popola-re: “… come segno di pacificazione fra le frazioni del paese e a riparazio-ne dei gravi oltraggi commessi nel 1608 da una masnada di ‘buli’ con-tro il parroco don Alessandro Baldi-ni”. Questi aveva accorciato la pro-cessione del Corpus Domini per un violento temporale in arrivo, e quelli della frazione Parte l’avevano presa come un’offesa. Seguirono disordini, minacce al Parroco: il fatto indusse il Vescovo a sostituirlo con don Gio-van Maria Butturini che per placare gli animi lanciò l’idea subito accet-tata di edificare il nuovo santuario. In soli cinque anni la struttura era quasi completata: venne benedetto l’11 giugno 1613: lo ricorda la lapide

la somma necessaria al restauro del portale in legno di noce con formelle intagliate attribuite a Faustino Bono-mi. Un intervento diviso in due parti affidate a due ditte diverse. La ditta Ziliani Massimo si occuperà della parte lignea. La ditta Teknelitos in-terverrà sui manufatti lapidei: lavag-gio, eliminazione rappezzi cementizi esistenti, opportuno consolidamento e ricostruzioni in vetroresina o malte specifiche dove necessario di fessu-re e lacune. Inoltre è stata lanciata la ricerca di documenti fotografici anti-chi e recenti sulla Madonnina per una mostra sulla sua storia. Insieme una serie di iniziative religiose e devozio-nali tra le quali spiccano i “lunedì del Santuario”: testimonianze di vita di fede di singole persone.

collocata sul lato destro dell’arcone trionfale sotto lo splendido pulpito in-tagliato dal grande Francesco Pialor-si (Boscaino). Il 21 gennaio del 1643 fu concesso il Breve dell’indulgenza plenaria da lucrare “il giorno dell’An-nunziata”, privilegio poi perso e riot-tenuto con nuovo “rescritto” a inizio 2010. I marchenesi hanno risposto subito alla proposta del parroco: in poco più di due mesi è stata raccolta

Nel pomeriggio della festa dell’Epi-fania l’amministrazione comunale del Comune di Concesio, presente il sindaco Stefano Retali e l’assessore alle politiche sociali Domenica Tron-catti, ha voluto festeggiare alla gran-de i 100 anni compiuti il 1° gennaio dalla concittadina Rosi Bolognini che abita assieme al fratello Mario, di 92 anni, in via Bonomini all’ombra del campanile della chiesa parrocchiale della pieve di Concesio. Per anni ha

presenziato alla Messa delle 5.30 pri-ma di recarsi a lavorare alla filanda Rossi dove ha prestato la sua opera per 31 anni, oltre che aiutare in casa la sua numerosa famiglia (era la ter-za di otto fratelli e con loro abitava anche uno zio non vedente); era lei che intonava il rosario in attesa dei sacerdoti: li ricorda ancora tutti ini-ziando da don Bonomini. Per altri anni non è mai mancata alla Messa delle 8.30, mentre ora avendo pro-

blemi di deambulazione solo nelle festività si fa accompagnare alle ce-lebrazioni. Per festeggiarla la comu-nità si è dato appuntamento alla Casa di riposo comunale dove è ospitata da alcuni anni anche la sorella Lu-cia di 87 anni. Qui ha tagliato la tor-ta-traguardo dei 100 anni che è stata distribuita a tutti i familiari e amici anche come augurio di trascorrere come lei in salute e serenità gli anni che il Signore ancora le concederà.

Gli abbiamo chiesto il segreto della sua longevità: “Ho sempre lavorato volentieri, ho creduto nella Provvi-denza, nella preghiera costante, ogni giorno recito il rosario e sono ancora tesserata all’Azione cattolica”. Ci ha confidato un suo pensiero sulla Ma-donna: “Quando ho una preghiera mi rivolgo a Lei che poi la presenta a Gesù, che ricordandosi del quarto comandamento, onora il padre e la madre, non può dire di no”.

Anche in Valtrompia c’è un punto di riferimento per saperne di più sull’iniziativa del Coordinamento genitori democratici, onlus che sul territorio sta promuovendo “Tra le 7 e le 22… Non t’azzardare!”. “Si tratta – spiega Giorgio Mostarda dell’Associazione genitori di Villa Carcina – di una campagna di sensibilizzazione contro la pubblicità del gioco d’azzardo in fascia protetta. Serve a sensibilizzare l’opinione pubblica e sollecitare i decisori a

far rispettare le fasce protette a fronte dell’aumento vertiginoso del numero dei giocatori anche minori”. Una campagna diffusa soprattutto attraverso i social media, i blog e ospitata in molte scuole. “Il Cgd – afferma il presidente nazionale Angela Nava Mambretti – è impegnato da anni sul fronte della tutela dei minori rispetto ai media. La nostra presenza nelle commissioni di revisione cinematografica, nel Comitato media e minori, nel Consiglio

nazionale degli utenti, il nostro lavoro di formazione dei genitori ci ha reso negli anni interlocutori autorevoli: sempre dalla parte del diritto dei minori a una fruizione serena, mai inutilmente a favore della censura tout court”. Un invito che non vuole proibire il gioco, bensì vuole intervenire su diversi ambiti: etico, informativo, sociale-sanitario, economico. “Quel che vogliamo fare – prosegue il presidente Nava Mambretti – è far comprendere come il guadagno

sia connesso al lavoro e non al gioco; aiutiamo i ragazzi a essere correttamente informati sulle reali possibilità statistiche di vincita, curiamo le forme di ludopatia, ci impegniamo nell’aiutare famiglie ridotte in povertà nell’illusoria speranza di cambiare vita tentando la fortuna”. Per info, [email protected]. Per la Valle si può contattare l’Associazione di Villa Carcina, telefonando allo 328.7215147 (Giorgio Mostarda). (a.a.)

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a crisi economica fa sì che un po’ ovunque na-scano iniziative al fine di combattere o almeno cercare di ridurre i disa-

gi di singoli e famiglie. Un esempio confortante e significativo giunge da Montichiari dove la parrocchia di Santa Maria Assunta, guidata dall’abate mons. Gaetano Fontana, ha deciso bene di predisporre un Fondo di solidarietà da destinare a quelle famiglie più direttamente colpite dalle difficoltà economiche. “Già da tempo pensavo a una solu-zione per riuscire a dare un segna-le in questo senso – ricorda mons. Fontana – del resto già con la Cari-tas interparrocchiale stiamo facen-do molto. C’era però bisogno di uno stimolo forte che mi auguro possa essere ben accolto ed è così che si è deciso di istituire questo Fondo che verrà incrementato di mese in mese in base ai contributi erogati da privati ed enti generosi. Durante il periodo delle festività natalizie, inoltre, presso il presepio allestito nel nostro Duomo molte persone hanno deciso di lasciare pacchi di pasta e altri generi alimentari che sono stati poi consegnati alle fami-glie con problemi economici”. “Stia-mo vivendo un tempo che ci spaven-ta e ci impedisce di pensare ad un futuro positivo – prosegue l’Abate monteclarense – ma è proprio per

Dio. Pertanto rivolgo un accorato appello a tutti i monteclarensi ad aiutare, ognuno per ciò che vuole e può, le famiglie bisognose di cose e di “pane”. A tal fine la parrocchia di Santa Maria Assunta ha istitui-to un conto corrente specifico sul quale erogare i fondi: IT 54 I 08676 54780 000000013227 (Bcc del Gar-da) intestato a Parrocchia di Santa Maria Assunta, causale: pro fami-glie bisognose. È possibile, inoltre, effettuare un bonifico bancario o recarsi presso gli sportelli della Bcc del Garda. Sempre a Montichiari, presso l’ex oratorio femminile ora Oasi dello spirito, è attiva dal 2005 la Caritas interparrocchiale guidata dal diacono Mario Piazza. Essa co-stituisce l’espressione delle quattro parrocchie del centro, di Vighizzolo, Novagli e Borgosotto e dei gruppi ed associazioni ecclesiali presenti sul territorio cittadino. Nata dalle ce-neri della Caritas zonale, uno degli obiettivi che si propone è quello di cercare di essere in rete con le va-rie realtà, comprese le cooperative sociali, per facilitare una reciproca conoscenza e, quando occorre, tro-vare risposte comuni ai bisogni che emergono dalla comunità. Dal 2009, sempre nei medesimi locali, è in fun-zione anche la Dispensa alimentare che consente, in collaborazione con il Comune, di sostenere famiglie e singoli in difficoltà.

Una vetrina per riunire e mettere in mostra il patrimonio d’arte posseduto dal Comune. È con questo intento che sta prendendo forma il progetto della Pinacoteca civica di Orzinuovi, alla quale sta lavorando l’assessore alla Cultura Paola Cominotti. “Da anni – racconta – è prassi del Comune, farsi donare un’opera al termine di ogni esposizione artistica ospitata, così come di trattenere quelle vincitrici di premi. Ne consegue che il patrimonio a disposizione

è molto cresciuto negli anni, ma non è fruibile al pubblico se non in maniera indiretta, poiché è collocato in uffici o ambienti comunali. In tempi di ristrettezze economiche si è voluto concentrare le risorse su un progetto che poi resti, quale è appunto riunire e mettere a disposizione per il pubblico queste opere nella Pinacoteca. È un patrimonio da valorizzare”. La valorizzazione passa anche dal reperimento di fondi, per il quale è stata organizzata

anche un’asta di una cinquantina di opere portata avanti in sinergia con i Lions, di recente costituzione a Orzinuovi. “Grazie anche a un gruppo che riunisce persone di esperienza e giovani neolaureati – prosegue l’Assessore – abbiamo catalogato e selezionato queste opere, delle quali ne sono state collocate circa 25, per un totale dei ricavi di 8000 euro. L’asta si valeva anche di un sito, sul quale sarà possibile continuare a fare offerte”. L’inaugurazione si dovrebbe tenere

in agosto, in occasione della Fiera, o al più tardi nel mese di dicembre: allo scopo verranno allestite alcune sale al secondo piano nella Rocca di San Giorgio (nella foto), mentre al piano ammezzato sarà realizzata un’interessante pinacoteca “virtuale”. Lì verranno ospitate le riproduzioni delle opere di pregio, come i dipinti dei pittori Cossali, Moretto e Bagnadore, presenti sul territorio comunale, che non verranno spostate dalle loro collocazioni originali. (f.u.)

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questo che il condividere è necessa-rio, perché ciò che ho, anche il poco che possiedo, se diviso con chi non ha nulla è segno di benedizione di

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A Manerbio si respira aria di lon-gevità: alla Casa di riposo il 2013 ha portato un nuovo traguardo centenario. Dopo Palmira Cerati di 101 anni ed Ester Buccelli che quest’anno ne compie 105, il se-colo se l’è guadagnato anche Fau-stina Brunetti (nella foto). Nata a Manerbio il 9 gennaio 1913, terza figlia dopo il promogenito Martino e la sorella Maria, che quest’anno spegne 103 candeline, Faustina ha lavorato tutta la vita, come mol-ti altri manerbiesi, alla Marzotto.

Racconta con orgoglio del quaran-tennio trascorso al lanificio, pre-cisando di aver interrotto l’attività solo per alcuni anni quando è na-ta la figlia, Ester, che ha cresciu-to da sola. Faustina è ospite della casa di riposo da novembre, con il suo carattere indipendente ma tanto dolce e gentile ha già con-quistato la simpatia di tutte le ani-matrici, che assieme ai famigliari le hanno organizzato una festa di compleanno a sorpresa, con torta di pasticceria a forma di 100, mu-

sica dal vivo e canzoni al Karaoke rigorosamente anni ’50-’60. Fausti-na si commuove, un po’ di timidez-za all’inizio, ma dopo pochi minu-ti si scioglie e racconta, spigliata, in dialetto bresciano la sua lunga vita. “A me non piaceva studiare – dice –. I miei fratelli hanno la V elementare, io invece solo la III”. Ma a lavorare nei campi con la ma-dre ci andava già all’età di nove anni. Cresciuta alla cascina Cam-postrini, ha conosciuto presto la campagna, il lavoro a giornata e

poi la tintoria. “Non sta mai ferma – racconta l’infermiera Simona Al-bini – ha la passione dell’ucinetto, legge il giornale tutti i giorni ed è bravissima a giocare a briscola.’ I nipoti le sono incredibilmente af-fezionati, dalla figlia del fratello, Maria Rosa, che la chiama secon-da mamma, alla piccola pronipote Matilde per la quale è la nonna bis. Ma il regalo più bello per i suoi 100 anni, dice, è poter vedere la nuova arrivata in famiglia, la piccola Pao-la, di soli 10 mesi. (l.o.)

onoscenza storica e pre-ghiera aiutano la fede, poiché la prima permette di collocare nello spazio e nel tempo questo dono,

mentre la preghiera restituisce alla fede la sua dimensione spirituale e atemporale. Nell’Anno della fede non potevano mancare iniziative de-dicate a un tema così penetrante nel-la vicenda umana individuale e col-lettiva. “Anno della fede. I Testimoni della fede nella Chiesa” è il titolo del-la serie di iniziative sollecitate dalla associazione “San Lorenzo”, respon-sabile della promozione di eventi culturali che trovano ispirazione nella fede cristiana, e recepite dalla parrocchia di Manerbio. Sei incontri “domestici” che, come li definisce il parroco, mons. Tino Clementi, “rap-presentano una cavalcata per sco-prire come in 20 secoli la fede, co-me dono di Dio, si sia concretizzata nella storia ed in essa abbia trovato degli autentici testimoni”. Venerdì 11 gennaio, don Massimo Favalli, cura-to di Manerbio, ritornerà alle origini della testimonianza di fede con l’in-tervento dal titolo: “I primi testimo-ni della fede nel martirio”; seguirà, una settimana più tardi la relazione del prof. Emilio Giazzi dedicata ai testimoni della fede della patristica. Venerdì 25 gennaio, il prof. Angelo Baronio interverrà su “I testimoni della fede nel Medioevo”. Seguirà,

l’1 febbraio, la relazione della prof.ssa Anna Elisa Dotta su “I testimoni della fede nella riforma cattolica”. “I testimoni negli ultimi due secoli” sa-rà l’argomento affrontato dalla pro-fessoressa Elena Ungari venerdì 8 febbraio. Chiuderà questo ciclo di interventi il prof. Delfino Tinelli, che

si soffermerà sui cattolici di Maner-bio dai tempi dell’Unità d’Italia ad oggi. Tutti gli incontri si svolgeranno all’ex convento delle Orsoline alle ore 20.30. A questi si aggiunge un ap-puntamento straordinario mercoledì 16 gennaio quando al Teatro Polite-ama alle 20.45, sarà presente mons. Rino Fisichella, presidente del Pon-tificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, che relazionerà su “Forti nella fede per una nuova evangelizzazione”: il tema offrirà un approfondimento spiri-tuale al contenuto storico degli altri incontri. A questi incontri si affian-ca “La scuola di preghiera” proprio perché la fede, per essere matura, ha bisogno di momenti di medita-zione. Negli incontri, programmati fino a giugno, si affronteranno le diverse espressioni della preghiera: la preghiera mariana, la preghiera vissuta all’interno della Chiesa e la preghiera come esperienza d’amo-re. Anche in questo caso, ci sarà un supplemento con la presenza, il 6 marzo, del prof. Alessandro Meluz-zi, che svilupperà il tema della fede come antidoto alla crisi educativa. Si tratta di iniziative importanti, che risultano una concretizzazione della richiesta evangelica “Signore, inse-gnaci a pregare” e un mezzo per fa-re apprezzare la preghiera non solo come invocazione d’aiuto, ma anche come rendimento di grazie.

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ra conferme e novità, tra-dizione e modernità, apre la “Fiera regionale agrico-la, artigianale e commer-ciale di Lonato del Garda”

che si tiene dal 18 al 20 gennaio per la 55ª volta. Ricca l’anteprima di giove-dì 17 nella ricorrenza di Sant’Antonio abate con la celebrazione della Messa alle 10 nella chiesa dedicata, la con-sueta benedizione degli animali alle 14.30 sul sagrato e l’apertura ufficia-le alle 21 con lo spettacolo di cabaret del “Gran Galà Show” al Teatro Italia. “Le prime novità – precisa Valentino Leonardi, assessore al Commercio e presidente del comitato organizzato-re – riguardano l’utilizzo del nuovo palazzetto sportivo dove gli standisti, gli espositori e i visitatori possono di-sporre di maggiore visibilità e miglio-re accoglienza e la concessione gratu-ita di un terreno vicino alla scuola ma-terna ad associazioni sportive e ricre-ative che possono avere spazi adegua-ti durante l’evento per far conoscere le proprie attività”. Tante le conferme che si aggiungono al ricco menù fieri-stico. Il “Palio delle frazioni” che vede confrontarsi diverse squadre in giochi e costumi dei tempi lontani sotto la

Torre civica, la sfida popolare del “Pa-lo della cuccagna”, le prove in campo con macchine storiche, le rievocazio-ni storico-culturali con carri, allesti-menti e abiti che ripropongono la vita contadina di un tempo e la “Mostra-mercato dei cicli, motocicli d’epoca e ricambi”. Da sottolineare i vari mo-menti dedicati alla gastronomia. Le succulenti gare gastronomiche per il miglior salame e il miglior chisöl e gli stand dei produttori di formaggi, salumi, miele, confetture e altre spe-cialità allestiti in piazza Martiri della Libertà. I visitatori hanno la possibi-lità di scoprire due ‘chicche’ testimo-ni della tradizione, della cultura e del passato lonatese: l’osso dello stoma-co, l’òs de stòmech, un salume che si produceva una volta nelle campagne e veniva consumato nei momento di festa, direttamente nei campi, durante la trebbiatura e la vendemmia, che ha

concluso il percorso verso la denomi-nazione comunale d’origine e i rape-ronzoli. E in attesa della kermesse è iniziato il circuito enogastronomico “Töt porsèl”, con un carnet di menu a base di carne nei ristoranti lonate-si, specializzati nella tradizione lo-cale. Il divertimento è assicurato da vari spettacoli, anche itineranti, che danno spazio a danze folkloristiche, artisti di strada e karaoke. “Attraverso la riscoperta delle tradizioni e le pro-poste innovative vogliamo – continua Leonardi – che la Fiera sia sempre di più un evento corale, di successo e di promozione delle associazioni e delle attività economiche operanti sul ter-ritorio, che rappresenti al meglio l’in-tera comunità lonatese. Aspettiamo, come sempre, centinaia di persone nelle vie e piazze. E siamo attrezzati anche per la neve”. Informazioni allo 0309131456.

“Il disagio. E nuove professioni che non sentono la crisi” è il titolo di una conferenza, a ingresso libero, che si svolge venerdì 11 alle 20.45 presso la Sala dei Provveditori del Munici-pio di Salò. Relatore dell’incontro Andrea Cirelli, psicologo e psicote-rapeuta, che illustrerà le figure del “life coach” e del “formatore emo-zionale”, professioni delle quali c’è molta richiesta in un mercato che cerca sempre di più il benessere emotivo. Il ‘coach’ costruisce una relazione attraverso la quale per-mette all’utente di identificare gli obiettivi che vuole raggiungere e di mettere a punto la strategia per rag-giungerli. Mette in grado l’individuo di aprire nuovi orizzonti, di darsi prospettive non immaginate, affi-dandosi alle proprie intuizioni e alle proprie risorse personali. Di fronte ad una problematica si focalizza sul-le possibilità, è orientato all’azione e si apre di più verso l’esterno, fa-vorendo sempre una maggiore re-sponsabilizzazione ed autonomia. Il ‘formatore’, basandosi sul cana-le ‘emotivo’ della comunicazione, uno dei più importanti strumenti che la natura ci fornisce per vivere la nostra vita, intuisce che l’uomo è governato dalle sue emozioni e che fonti e canali emotivi rappresenta-no una miniera di informazioni per la conoscenza dei dinamismi della mente. Dalla conoscenza si giunge alla interpretazione e da quest’ulti-ma alla proposta di strategie d’in-tervento, che si esplicano in diversi ambiti quali: aziende, scuole, enti,

associazioni e strutture sanitarie. Cirelli è direttore del Mepai, istitu-to di metodologie psico-analogiche integrate e docente di formazione in innovative metodologie di comuni-cazione efficace, motivazione e pro-blem solving. L’incontro si rivolge a quanti si trovano a vivere per diversi motivi, anche contingenti all’attuale stato di crisi, situazioni di disagio af-finché possano trovare uno stimolo a reagire e cogliere nuovi spunti di crescita e di affermazione personali.

“Per quanto riguarda il comparto turistico gardesano, pur nella si-tuazione di crisi e nonostante le ‘cure’ del governo Monti che han-no imposto tagli enormi agli enti pubblici, si può essere soddisfat-ti e guardare con fiducia al futu-ro”. Lo afferma Silvia Razzi titolare dell’Assessorato al turismo della Provincia di Brescia nel commen-tare i dati, ufficiali anche se par-ziali (si riferiscono ai primi nove mesi dell’anno), dell’andamen-to dei flussi turistici sul Benaco.

“Nel complesso i numeri in nostro possesso documentano rispetto al 2011 un incremento superiore al 3% per quanto riguarda gli ar-rivi (da 738.189 a 765.715) e una crescita superiore al 2% relativa-mente alle presenze (da 3.256.962 a 3.324.928)”. I dati relativi alle singole località incoronano anco-ra una volta Sirmione quale ‘per-la’ del turismo gardesano grazie all’aumento degli arrivi (+5%) che hanno portato al superamento del-la fatidica quota di 1 milione di

presenze. Sulla stessa linea Desen-zano, Gardone Riviera, Limone, Salò e Toscolano. “Il nostro asses-sorato sta lavorando su più fron-ti per venire incontro alle esigen-ze dei turisti. Abbiamo iniziato a riorganizzare, in chiave moderna, gli uffici di informazione che sem-pre più devono diventare una ‘ve-trina’ accogliente nella quale tro-vare risposte adeguate. Abbiamo dato notevole impulso all’utilizzo della bicicletta mettendo a dispo-sizione materiale informativo, car-

taceo e multimediale, per andare alla scoperta di luoghi meraviglio-si e di prodotti pregiati fruendo in tutta sicurezza della fitta rete di pi-ste ciclabili che il Garda può van-tare. Stiamo portando avanti siner-gie con associazioni, enti e provin-ce per intraprendere azioni comu-ni che possano dare una più vasta eco a tutto il territorio”. Il che si-gnifica vedere nel turismo una op-portunità concreta di occupazione, di crescita e di rilancio dell’econo-mia. (v.b.)

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er farsi un’idea di come è andato il periodo fra Na-tale e l’Epifania per il mo-vimento turistico legato alle piste di sci di Tona-

le-Presena-Ponte-Temù bastano al-cuni flash: record di sciatori (non di passaggi, che sono stati ben di più) domenica 30 gennaio con la cifra di 16.700; decine e decine di apparta-menti e seconde case spesso chiuse in questo periodo, tornati ad animar-si; alberghi zeppi fino all’inverosimile fra il 28 e il 31 e con pochi buchi nelle altre giornate; negozi e supermercati presi d’assalto a S. Silvestro e rimasti senza scorte; intenso via vai di turisti pendolari costretti ad attendere ore per parcheggiare a Ponte di Legno o al Tonale; code di vari chilometri pro-vocate dalle due principali strozzature rimaste lungo la Statale 42, a Cedego-lo, ma soprattutto nel centro di Edolo. Insomma la crisi che minacciava di deludere le attese degli operatori lo-cali, in Alta Valle non si è vista. Anzi, molti ritengono che proprio l’attuale congiuntura economica abbia indotto molti a scelte made in Italy, rinuncian-do a mete esotiche. Così gli investi-menti, l’organizzazione, la qualità del servizio offerto sono stati premiati da migliaia di ospiti. Il trend forse più si-gnificativo e promettente riguarda fa-miglie e giovani: nel primo caso accor-te promozioni di tariffe e pacchetti su misura hanno portato molti gruppi fa-miliari in montagna; nel secondo caso pare che l’immagine di una montagna moderna e nuova nelle sue proposte abbia fatto breccia fra molti ragaz-zi. Le avvisaglie di quanto capitato si

piste più basse ci ha rimesso, ma or-mai i giochi sul fronte del movimen-to turistico erano fatti. Il beneficio di un così alto numero di presenze non ha riguardato solo Temù, Ponte e il Passo Tonale. Tutta la zona da Edo-lo in su è rimasta coinvolta, in alcu-ni casi in maniera massiccia, come a Vezza d’Oglio. Albergatori, ristoratori, proprietari degli impianti e operatori sulle piste attraverso i loro rappresen-tati istituzionali hanno espresso sod-disfazione unanime. Adesso è tempo di settimane bianche, ma anche di ri-flessioni su come rafforzare le infra-strutture e i servizi di supporto. Infat-ti, se l’assistenza sanitaria ha funzio-nato appoggiandosi sugli ospedali di Edolo e di Cles, viabilità e parcheggi restano nodi da sciogliere.

erano già intuite ad inizio stagione fra S.Ambrogio e Immacolata. Se il meteo aveva tarpato le ali attorno a Natale ai pendolari della neve, poi tempera-ture e precipitazioni hanno permesso di recuperare alla grande. Quando ap-pena prima dell’Epifania si è registra-to un’inopinato aumento delle tempe-rature (15 gradi anche a 1000 metri di quota causa correnti di föhn fuori stagione), la qualità della neve sulle

Si è tenuta, presso la sede della Comu-nità montana di Valle Camonica una riunione dei partner interessati alla ri-edizione dell’Accordo di programma per la valorizzazione dell’Area vasta Valgrigna, ovvero il “Valgrigna bis”. Il nuovo accordo, oltre ai componenti originari, dovrebbe vedere l’ingresso dei Comuni di Breno, Bagolino, Darfo Boario Terme, nonché la partecipazio-ne delle sezioni e sottosezioni del Cai (Club alpino italiano) di Valcamonica

e Valtrompia. In questi ultimi mesi, la bozza di protocollo, approntata dal sindaco di Prestine Franco Monchie-ri e dai rappresentati del Cai, è stata vista e corretta e a questo punto gli intenti sono condivisi. “Ora la fase che ci aspetta non è più tecnica o di progettazione, ma politica – ha spie-gato Dario Furlanetto, direttore del Parco dell’Adamello – in quanto si tratta di formalizzare la volontà delle parti, facendo approvare questo docu-

mento ai rispettivi organi con atti di deliberazione ufficiali”. Se è vero che per iniziare con rinnovato spirito un nuovo progetto è necessario conclu-dere adeguatamente quello preceden-te, è anche vero che qualsiasi nuovo percorso che ne continui uno appena concluso, necessita di un impegno ancora maggiore, affinché obiettivi e finalità vengano non solo raggiunti, ma anche mantenuti al più alto livello possibile. Per poter “partire col piede

giusto” sarebbe necessario, per i pre-senti, sciogliere alcune problemati-che che da tempo interessano l’Area vasta, tra cui la questione relativa alla gestione della Scuola faunistica di Ro-sello, tuttora vincolata alla Provincia, ma che potrebbe essere invece affida-ta ad un soggetto esterno per farne una struttura aperta tutto l’anno, da adibire – come propone il sindaco di Esine, Fiorino Fenini – anche ad im-pieghi turistici.

L’amministrazione comunale di Breno sistemerà la zona industriale e artigianale di Onera, situata nei pressi dello svincolo della superstrada. Si tratta di una partnership pubblico-privato, in seguito alla quale il Comune non spenderà nulla. L’area necessitava di interventi radicali, ma nessuna amministrazione era mai riuscita a trovare i fondi sufficienti per far fronte alle necessità. Tutto ha inizio nella primavera 2011, quando il Municipio acquisisce dall’Anas – a

costo zero – il tratto di svincolo dismesso che un tempo costituiva il vecchio accesso alla statale 42 (“Del Tonale e della Mendola”). Lo spazio (circa 5.000 metri quadrati, situati all’ingresso di Onera) è rimasto inutilizzato per anni, costituendo solo una fonte di degrado per la zona fino al 2012, quando con il nuovo Piano di governo del territorio (Pgt) – vigente da marzo – si mette mano alla sistemazione complessiva dell’area, che diviene un ambito di trasformazione. Il

Comune e due privati (Federico Foppoli e Beppe Fasanini) sono i soggetti attuatori dell’operazione. L’ambito prevede che l’attuale strada comunale d’accesso alla zona industriale divenga area edificabile; il tratto è stato venduto dal Municipio ai due imprenditori per ampliare la loro attività, ricavando 306mila euro. La nuova via d’accesso ad Onera verrà costruita invece nel tratto dell’ex svincolo della statale 42 ad opera dei due privati. È stata così attuata la

procedura del permesso di costruire convenzionato, che consente ai due soggetti di edificare nuovi immobili in convenzione col Comune ed al contempo li obbliga a realizzare una serie di opere di urbanizzazione a beneficio di tutta la comunità. I due imprenditori, nell’ampliare la loro proprietà, costruiranno a proprie spese la nuova strada d’accesso alla zona industriale, adeguando l’ex svincolo acquisito dal Comune, i marciapiedi, alcuni parcheggi, l’illuminazione pubblica.

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a 35 anni al servizio de-gli anziani, ma non solo. L’Associazione anziani di Cologne è molto di più: bilanci, iscritti, attività e

nuovi progetti lo testimoniano. Fon-dato nel 1978, il sodalizio supera oggi i 380 associati (di cui 44 nuovi iscrit-ti nel 2012 e già 23 nel 2013) e prose-gue le sue attività di buon passo gra-zie alla caparbia coordinazione del presidente Guglielmo Torri, al suo secondo mandato, ma anche alla ge-nerosa collaborazione dei volontari, linfa vitale del gruppo. “Ciò che più ci caratterizza – ha evidenziato Torri – è sicuramente lo spirito collaborativo: i volontari si adoperano senza riserve, con impegno, sacrificio e grande pas-sione, offrendo con amore e genero-sità sia il loro tempo, che la loro pro-fessionalità”. Tanti i servizi attuati nel corso dell’anno appena concluso, sia nell’ambito della solidarietà sociale come l’accompagnamento di persone per cure fisiche, analisi e visite pres-so ospedali e centri di cura, ma anche nel campo del tempo libero, come le varie attività ludiche (bocce, carte, tombolate...), gite e partecipate feste sociali. Per il 2013 è già stata stilata la scaletta delle nuove attività del grup-po che, in aprile, sarà pure chiamato al rinnovo del suo Direttivo. In agenda non mancano le consuete gite pomeri-diane primaverili di marzo e autunna-le di settembre, quella di una giornata in giugno, le attività ricreative estive di luglio e agosto, ma anche la tradi-zionale Festa dei nonni di ottobre in oratorio coi bambini, i tornei di boc-ce e briscola di novembre e la tanto

servizi l’anno, di cui 30-40% in sup-porto alla Casa di Riposo) e quello di nuova attivazione per la consegna a domicilio dei farmaci. Tra le altre at-tività sostenute con gioia, impegno, precisione e puntualità rientrano an-che la gestione del bar della sede in via Martinelli 11 e quella amministra-tivo-burocratica dell’associazione (di controllo entrate-uscite, mediante si-stema informatico). “I risultati sono buoni, l’organizzazione è esemplare e la passione fa da collante – ha conclu-so soddisfatto Torri –, ma ciò che più conta è rendersi conto di non sentirsi vecchi perché il nostro vero bisogno e la nostra forza sta nel disporre di gen-te volenterosa e affabile, consapevole di offrire agli altri una delle cose più importanti: una parte di sé”.

attesa Festa sociale di fine anno, lieta e sempre emozionante occasione per premiare solennemente gli ottantenni del paese. Appuntamento molto sen-tito sarà anche quello del Convegno medico scientifico organizzato an-nualmente a maggio, mentre prose-guirà su turnazione il soddisfacimen-to delle sempre numerose richieste di trasporto di anziani o impossibilitati a visite e controlli medici (circa 400

L’unione fa la forza. Anche per que-sto motivo i Consigli comunali di Castegnato e Paderno Franciacor-ta sono arrivati a una delibera con-divisa: i due Comuni dall’inizio del 2013 gestiscono in forma associata le attività in ambito comunale di pianificazione di protezione civile e coordinamento dei primi soccor-si nonché la polizia municipale e amministrativa.La decisione concordata dai due

sindaci, Giuseppe Orizio e Anto-nio Vivenzi (nella foto), deriva dall’obbligo che l’articolo 19 del dl 95 del 6 luglio 2012 impone ai comuni sotto i 5000 abitanti di ge-stire in forma associata dal genna-io 2013 almeno tre delle funzioni fondamentali. Dal 2014 l’obbligo è esteso a tutte le funzioni.L’obbligo riguarda quindi solo il Comune di Paderno che ha già as-sociato con Rovato la gestione del

catasto ed ora assolve l’obbligo con Castegnato che si è reso di-sponibile condividendo le finalità che la legge si prefigge: migliorare la qualità dei servizi, contenere la spesa, avviare e rafforzare le mo-dalità di concertazione territoria-le. Per la realizzazione di questi obiettivi, la convenzione appro-vata dai due consigli comunali ha individuato nella Conferenza dei sindaci l’organo di indirizzo e di

governo. “La convenzione – pun-tualizzano i due primi cittadini – ha durata triennale ed è aperta a successive adesioni di altri Comu-ni e a modifiche ed integrazioni secondo le esigenze che concre-tamente potranno presentarsi nel tempo. La Conferenza dei sindaci verificherà periodicamente l’an-damento della gestione associata, anche per avanzare proposte per il suo miglioramento”.

Con lo slogan “La fede dà calore alla nostra vita”, da lunedì 21 gennaio a domenica 3 febbraio l’oratorio San Giovanni Bosco di Monticelli Brusati vive la 4ª Settimana educativa. L’inizio è fissato per mercoledì 23 gennaio quando gli adolescenti della zona del Sebino si incontrano a Monticelli alle 20.45 per “Il volto della saggezza”. Giovedì 24, sempre alle 20.45, Elisa Veronesi (psicologa e psicoterapeuta) propone una serata di formazione

per la comunità educativa su “La fede, ma a che serve? Le relazioni familiari nella dinamica dell’amore”. I ragazzi della Compagnia Pronta Consegna dell’oratorio di Saiano porta in scena, sabato sera alle 20.45, “La sacrestia di don Crispino” per ragazzi e famiglie. Domenica 27 gennaio don Silvio Mantelli, sacerdote salesiano, presiede la celebrazione eucaristica delle 11, mentre dopo il pranzo in oratorio, ci sarà alle 15 lo

spettacolo del Mago Sales “Una magia per la vita” per grandi e piccoli. I genitori e i ragazzi dell’associazione “Amici di San Patrignano” intervengono, lunedì 28 alle 20.30, su “Uscire dalla tossicodipendenza con l’aiuto della fede. Si può?”. Mercoledì 30 tocca a Lucia Pelamatti (psicologa e psicoterapeuta responsabile del Consultorio familiare di Breno) parlare di “Amore... fede: linguaggi dell’infinito”. Venerdì1 febbraio

alle 20.45 la testimonianza, in collaborazione con il Centro volontari della sofferenza, di una coppia su “Il volto della sofferenza trasformato dalla fede” e domenica 3 febbraio, infine, la Messa delle 18 con don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova, scrittore e giornalista di “Avvenire”. Tutti gli incontri e gli spettacoli sono ospitati dalla Sala della comunità dell’oratorio San Giovanni Bosco.

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Parlare di Franciacorta può voler dire riferirsi alla sua storia pluricentenaria, al suo territorio tra lago, fiume, collina, pianura, ancora può voler dire parlare di Bollicine e di Rosso oppure del tessuto economico caratterizzato da tante piccole e medie aziende. Riuscire a unire tutti i Comuni che fanno parte della Franciacorta, non solo quelli del Consorzio vinicolo, parlare un unico linguaggio e unire le forze della terra che va dalle colline di S. Anna fino alle sponde del lago d’Iseo

e dell’Oglio, vuol dire promuovere la qualità della vita dei residenti, essere più incisivi nel valorizzare le risorse presenti: economiche, con le aziende, il vino e l’agriturismo, artistico/culturali con i luoghi e le opere d’arte e il turismo per rendere tutta la Franciacorta più attrattiva e competitiva. A questo mira l’accordo di collaborazione che 18 Comuni: Adro, Capriolo, Cazzago San Martino, Cellatica, Coccaglio, Cologne, Corte Franca, Erbusco, Gussago, Iseo,

Monticelli Brusati, Ome, Paderno Franciacorta, Paratico, Passirano, Provaglio d’Iseo, Rodengo Saiano e Rovato, hanno sottoscritto lo scorso giugno. Ora anche Palazzolo, dopo l’approvazione da parte del Consiglio comunale, sottoscriverà quell’accordo di programma che vedrà aderire la cittadina a cavallo dell’Oglio, da sempre considerata la “Porta della Franciacorta” per chi proviene da ovest, al progetto di sviluppo sostenibile dell’area denominata “Terre di Franciacorta”.

D’altra parte Palazzolo è capoluogo di un territorio che comprende quello di San Pancrazio, sempre considerato franciacortino. Tra le iniziative che verranno messe in campo c’è la presentazione alla Provincia di un documento contenente osservazioni per la revisione del “Piano territoriale di coordinamento provinciale”, con il quale la Franciacorta si presenta per la prima volta come un’unica realtà con istanze condivise, come lo era sotto la Repubblica veneta.

omenica 13 gennaio gli al-pini palazzolesi, il gruppo più consistente della Se-zione di Brescia, si ritro-veranno numerosi per la

loro assemblea annuale; l’occasione servirà per un bilancio dell’anno e per illustrare gli appuntamenti del 2013. Il Coro alpino palazzolese accompagne-rà con il canto il ricordo di chi “è an-dato avanti”: Natale Gualandris, clas-se 1941, Giovanni Battista Ambrosini, classe 1921, Giovanni Rondi (John), classe 1913, Carlo Raccagni, classe 1937, Giovanni Festa, classe 1939, gen. Elio Carrara, classe 1936, Nelson Cenci, il capogruppo Mario Simoni, assistito dal segretario Ferruccio Ca-sali, dal tesoriere Mario Marella, dal responsabile del Gruppo di Protezio-ne civile Arturo Facchi e dal presiden-te del Coro alpino palazzolese Paolo Mazzotti, esporrà le varie iniziative di cui sono stati artefici e protagonisti gli alpini palazzolesi sia sul territo-rio che altrove e quelle in program-ma per l’anno nuovo. Anche il 2012 è stato un anno molto impegnativo e lo dimostrano le numerose attività che hanno occupato la vita associativa collaborando a tutte le richieste fatte da altri enti o associazioni, compresa la nuova amministrazione comunale. L’11-12-13 maggio si è svolta a Bolza-no la 85ª adunata nazionale; buona è stata la partecipazione palazzolese, assieme al gruppo di S. Pancrazio.

Una rappresentanza del gruppo ha partecipato al 49° Pellegrinaggio in Adamello (luglio), così come a tutte le manifestazioni indette dalle Sezio-ni bresciane e dai gruppi alpini vici-ni. Sul fronte della Protezione civile continua sempre con entusiasmo e costanza, l’impegno dei volontari al-

pini in occasione delle varie esercita-zioni e per le eventuali emergenze. Il 2012 ha visto le operazioni richieste dal terremoto della bassa Lombardia e dell’Emilia Romagna; subito allerta-to, il nucleo di Protezione civile degli alpini palazzolesi, ha operato un suo primo intervento a Moglia e un secon-do a Finale Emilia, dove al capogrup-po Mario Simoni è stata affidata la re-sponsabilità del campo operativo. Per quanto riguarda il 2013, l’amministra-zione comunale ha confermato alla Sezione di Brescia l’impegno di ospi-tare l’esercitazione della protezione civile del 2° Raggruppamento il 27, 28, 29 settembre 2013 e alla quale hanno aderito anche i comuni di Rudiano, Urago d’Oglio, Pontoglio, Cividate al Piano e Castelli Calepio. Il Gruppo Al-pini di Palazzolo deve rinnovare per altri tre anni le sue cariche direttive. Continuerà il sostegno alla Missione in Tanzania dell’alpino padre Riccar-do Caffi da parte del gruppo Amici di padre Riccardo che è impegnato al trasferimento e montaggio di alcune sale operatorie rigenerate, provenien-ti dal vecchio ospedale di Bergamo. I prossimi appuntamenti sono quelli della commemorazione della Batta-glia di Nikolajewka con una S. Messa venerdì 25 gennaio alle ore 19 presso la chiesa parrocchiale di S. Maria As-sunta e della cena sociale sabato 2 febbraio, ore 19.30, presso l’Osteria Cantina Bellini di Cividino.

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Articolare un dibattito intorno alla polarità fra scuola statale e scuola non statale è, in una prospettiva moderna ed europea, un discorso obsoleto e, soprattutto, non produttivo. Come, peraltro, è poco significativo esaltare per la prima il carattere pluralistico, per la seconda, l’identità. Ci sono stati anni nei quali, anche fra i cattolici, l’alternativa pareva essere fra la promozione di una testimonianza nella scuola statale e la richiesta di un pluralismo

delle scuole. Questo il pensiero che Davide Guarneri (nella foto), coordinatore dell’associazione “Comunità e scuola” affronta in questa pagine, mettendo in risalto la necessità di compiere qualche passo avanti, soprattutto alla luce di due acquisizioni normative e culturali importanti, avvenute alla fine degli anni ’90: in Italia parliamo di “sistema pubblico dell’istruzione”, formato dalla scuola statale, paritaria e degli enti locali (L. 62/2000). In questo

sistema pubblico, ogni scuola è caratterizzata da autonomia giuridica, organizzativa, didattica (L. 59/1997). Nuove domande, dunque, si pongono, anche per la scuola paritaria. Fra queste: quale il contributo che il sistema pubblico dell’istruzione offre alla crescita del Paese, nell’insieme? Quale lavoro per la crescita della qualità della proposta formativa? E in che misura l’autonomia delle scuole si caratterizza per l’elaborazione di piani dell’offerta formativa originali?

n dibattito sulla contrap-posizione fra scuola sta-tale e scuola non stata-le è, in una prospettiva moderna ed europea,

un discorso superato e, soprattutto, non produttivo. Meglio affrontarlo mettendo sul terreno alcune questio-ni che interpellano la scuola parita-ria, a partire dal contributo che il si-stema pubblico dell’istruzione offre alla crescita del Paese, nell’insieme. Altra questione è quella relativa al la-voro necessario per la crescita della qualità della proposta formativa. E poi ancora: in che misura l’autonomia

sostengono la scuola tutta, l’Uni-versità e la ricerca, il nostro ar-roccamento ideologico lascia che le scuole, statali e paritarie, lenta-mente si impoveriscano, in quanti-tà e qualità. Chissà se la campagna elettorale vorrà dire qualche parola in proposito.

delle scuole si caratterizza per l’elabo-razione di piani dell’offerta formativa originali, innovativi, attenti non solo al contenuto dell’insegnamento, ma alla realizzazione di ambienti signi-ficativi per le relazioni fra i soggetti, che promuovano percorsi di appren-dimento da parte degli studenti, matu-rando competenze per la vita? Quale la significatività dell’esperienza scola-stica di fronte a sfide educative gene-rate da una profonda crisi di sistema, epocale, che ha scardinato schemi di riferimento secolari? Di certo servo-no scuole che non temano la presen-za dei genitori, la partecipazione del

privato sociale e dell’ente pubblico Sullo sfondo resta uno snodo, diffici-le da affrontare perché appesantito da un retaggio ideologico e storico quasi esclusivamente italiano: quan-do una scuola risponda ai requisiti previsti dalle grandi leggi di indirizzo citate, quando si collochi nel pieno ri-spetto della Costituzione, delle norme generali e specifiche per l’istruzione, quando abbia insegnanti regolarmen-te abilitati da concorsi pubblici (da tempo assenti dalla scuola italiana) ha diritto al riconoscimento anche fi-nanziario da parte dello Stato? Par-rebbe proprio di sì, se fosse chiaro

il ruolo pubblico che svolge, e se lo Stato, doverosamente, svolges-se anche la funzione di controllo, istituendo un autentico sistema di valutazione delle scuole e dell’inse-gnamento (aspetto carente, anche in riferimento alla scuola statale). Forse il problema non sta nel ri-conoscere qualche centinaio di milioni di euro in più alla scuola paritaria. Sta nel fatto che l’Italia (gli italiani) sceglie continuamen-te di ridurre l’investimento globa-le nell’istruzione: siamo al 31esi-mo posto nei Paesi Ocse, precedu-ti da Paesi un tempo appartenenti al Terzo Mondo. Mentre l’Europa, i Paesi avanzati e quelli in crescita

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Si apriranno il prossimo 21 gennaio, con scadenza il 28 febbraio, le iscrizioni all’anno scolastico 2013/2014. Con una novità. Per effetto della spending review la procedura va fatta esclusivamente on line. Almeno per quanto riguarda le scuole statali (fa eccezione la scuola dell’infanzia). Mentre per le private l’obbligo non c’è. Il Ministero, si legge in una circolare diffusa nei giorni scorsi, ha “realizzato una procedura

informatica di facile accesso per poter effettuare con modalità on line le iscrizioni degli alunni”. Le scuole dovranno sostenere chi non ha un computer a casa offrendo, spiega ancora la circolare, “un servizio di supporto”. Possono “usufruire della procedura on line anche le famiglie che intendano iscrivere i figli alle scuole paritarie che abbiano svolto tutti gli adempimenti successivamente descritti”. Ma per le scuole paritarie “la partecipazione

al progetto iscrizioni on line è facoltativa”. Del resto una indagine di viale Trastevere ha evidenziato di recente che le scuole private non sono particolarmente all’avanguardia nella comunicazione via web con le famiglie. Solo una su due, per fare un esempio, ha un proprio sito internet. In tutti gli altri casi le famiglie, attraverso il portale ministeriale ‘Scuola in chiaro’, potranno accedere al modulo per iscrivere i figli.

anche se il Natale è pas-sato e un nuovo anno è appena iniziato, è an-cora tempo di auguri e uno speciale lo vorrem-

mo fare anche alla scuola cattolica bresciana perché possa affrontare questo 2013 con serenità, nonostan-te le incertezze che ancora restano a proposito dell’Imu e le tante pre-occupazioni per i vari cambiamenti repentini a livello sociale e legisla-tivo che spesso impongono delle fa-tiche. Auguriamo innanzitutto che la scuola paritaria cattolica sia di qualità, cioè impegnata sul fronte

educativo e didattico ad offrire ai suoi studenti una formazione e una preparazione che contribuiscano a renderli qualificati non solo dal pun-to di vista delle competenze e delle abilità, ma anche e soprattutto co-

me persone che sanno apprezzare e vivere l’onestà, l’attenzione all’altro, il rispetto della giustizia e di tutti quei valori che sono necessari per costruire una società che sia per il bene comune e non per l’interesse personale e basta. È solo puntando sul terreno della qualità formativa ed educativa che la scuola cattolica potrà avere ancora un suo futuro, una buona ragione per esserci e per entrare con competenza all’interno dell’unico sistema scolastico. Esse-re scuola di qualità significa avere una comunità educante preparata, attenta al servizio della persona, ca-

pace di ascoltare e di comunicare, di proporre e di testimoniare. Au-guriamo che la scuola cattolica non sia chiusa nella sua piccola cerchia, ma sia aperta al territorio e sappia condividere anche con le altre re-altà educative progetti e proposte, attenta a curare costantemente la formazione dei propri docenti sia dal punto di vista didattico che peda-gogico e spirituale. Vorremmo anche augurare un cammino verso la piena parità. Questo è un impegno che in-vita tutti, innanzitutto alla convinzio-ne che la scuola paritaria cattolica svolge un servizio pubblico e proprio

per questo deve essere la scuola di tutti e per tutti coloro che la deside-rano e poi a unire tutte le forze che credono in questo grande servizio perché insieme si possa giungere ad una parità piena. Ci auguriamo che la presenza della scuola cattolica sul territorio bresciano sia tale da essere condivisa e sostenuta dalla comuni-tà cristiana e da quella civile. Nella storia delle nostre scuole cattoliche è racchiuso un patrimonio antico e sempre nuovo per il quale vale la pe-na di spendersi, di dedicare il meglio delle nostre forze, perché questo pa-trimonio è per la crescita dell’uomo.

Via Trieste, 17 - BRESCIA - tel. 030.42432 / cell. 380.4385309E-mail: [email protected] * www.istitutoarici.it

Insegnamento di una seconda lingua straniera

basato sul sistema comunicativo

Maggiori possibilità di usufruire di progetti

di studio all’estero

Utilizzo di nuove tecnologie

secondo il progetto:

GENERAZIONE WEB 2.0

LICEO CLASSICOCESARE ARICI

E POTENZIAMENTO

NELLE LINGUE MODERNE

cultura classica

APRITI AL

MONDO

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All’atto della scelta di una scuola superiore emerge spesso, sia nei genitori che nei ragazzi, la domanda sul senso degli studi classici oggi. Il liceo classico Arici (nella foto) ha recentemente offerto un confronto tra esponenti del mondo economico-finanziario e medico-scientifico, genitori e studenti. Nell’incontro sono stati posti in rilievo alcuni punti di forza che la preparazione umanistica garantisce: assoluta padronanza di ogni linguaggio specifico,

capacità di rigore nell’analisi delle diverse situazioni, stile e modalità di lavoro basati sulla capacità di concentrazione e su procedure organizzate in forma logica e coerente; ricchezza di umanità nel gestire le relazioni e nell’interagire con persone e fatti. L’offerta formativa dell’Arici presenta anche aspetti innovativi come lo studio di una seconda lingua straniera (spagnolo, tedesco o francese) affrontato con metodologie basate soprattutto

sul sistema comunicativo che garantiscono certificazioni spendibili all’università e l’opportunità di partecipare a progetti di studio all’estero, allargando gli orizzonti degli studenti a livello internazionale. C’è poi l’utilizzo ragionato di nuove tecnologie (tablet, lavagne multimediali) che aiutano a servirsi di ogni strumento in modo corretto per il potenziamento delle proprie capacità intellettuali e logiche, reso possibile dal progetto

Digitaleclassico finanziato dalla Regione Lombardia all’interno del circuito Generazione Web. Infine, sono attivati corsi di preparazione ai test universitari. Tutto ciò all’interno di una scuola paritaria il cui progetto educativo, ispirato al Vangelo, pone al centro l’attenzione alla persona e alla sua crescita completa. Per le iscrizioni all’a.s. 2013/2014 l’Arici adotta le procedure on line indicate dal Ministero e offrendo un servizio di consulenza e supporto tecnico.

l Corecom Lombardia, al fine di indirizzare i giovani ad un cor-retto uso della Rete e dei nuovi media, affinché il loro utilizzo sia una significativa opportu-

nità sociale e culturale piuttosto che veicolo per comportamenti scorretti e poco rispettosi della dignità e dell’in-tegrità della persona, ha indetto il con-corso “Doma il bullo” per premiare i migliori filmati che sviluppino il tema della lotta al bullismo e ad ogni com-portamento di prevaricazione e offe-sa che si realizza utilizzando la Rete. La partecipazione al concorso è aper-ta a tutte le classi degli istituti scola-

ker, autori tv, giornalisti, comunica-tori, psicologi), esaminerà e valuterà i filmati, ed assegnerà sei premi con-sistenti in un buono per l’acquisto di materiale audiovisivo e/o libri di 700 euro. Per informazioni: [email protected]; oppu-re: tel. 02/6748.2812 - 02/6748.2508

stici secondari di primo e secondo grado della Lombardia che si saranno iscritte a partecipare entro il 15 gen-naio. Possono essere presentati lavori di classe o interclasse. In questo ca-so, l’eventuale premio verrà assegna-to alla scuola e non alla singola clas-se. Sono ammessi al concorso video originali, che propongano un tema in una delle seguenti aree: “La Rete per difendere chi è vittima di violen-za fisica o psicologica”; “La Rete per aggiungere una corretta modalità di socialità, non per escludere”; “La Re-te per promuovere l’integrazione”; “La Rete per conoscere meglio chi ti

piace, non per esibirsi”. La durata del filmato non deve superare 1’ e 30’’. I filmati dovranno essere realizzati esclusivamente con il telefono cellu-lare, smart phone e affini. La realizza-zione del video dovrà essere frutto di un lavoro collettivo realizzato in am-bito scolastico, escludendo l’appalto del filmato a terzi estranei al percorso didattico. I filmati, prodotti in forma-to Mov, Avi o Wmv, dovranno perve-nire entro e non oltre le ore 12.30 del 28 febbraio, su supporto dvd video all’indirizzo: Corecom Lombardia, via Fabio Filzi 22, 20124 Milano, correda-ti da una scheda, sottoscritta dall’in-

segnante coordinatore e dall’autore/i se maggiorenne/i, contenente: l’indi-cazione precisa della classe/classi au-tori del video, e i nomi degli studenti; la denominazione esatta, completa di indirizzo, mail e telefono della scuola; il nome e cognome dell’insegnante/i coordinatore dei lavori, in caso di partecipazione collettiva; la liberato-ria all’utilizzo del lavoro da parte del Corecom Lombardia; la liberatoria collegata all’eventuale utilizzo di mu-siche a corredo dei video. Ogni dvd dovrà contenere un unico filmato, sal-vo che non si tratti di video collegati, che rappresentano un unico prodotto. Un’apposita Commissione, costituita da non più di sette esperti (film ma-

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In vista dell’appuntamento congressuale che attende la Cisl Scuola, insieme ai propri iscritti, per l’anno 2013, ai diversi livelli, territoriale, regionale, nazionale, di categoria e confederale, uno dei temi che sarà, sicuramente, approfondito nelle varie sedi è il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro. Il contratto collettivo nazionale di lavoro ha subito, purtroppo, rinvii che vedono le retribuzioni di tutto il personale scolastico ferme al

2009, con la marcata denuncia dell’aumento dell’imposizione fiscale. Prosegue, pertanto, l’azione pressante della Cisl e della Cisl Scuola per ridurre la pressione fiscale sui dipendenti e pensionati, sui quali grava una elevata tassazione alla fonte.In attesa di affrontare la piattaforma di rinnovo del contratto, sono già iniziati confronti ed approfondimenti su contenuti che non possono essere

trascurati: l’orario di lavoro, la formazione, la professionalità, il merito, temi da affrontare con la dovuta attenzione e delicatezza, dal momento che il personale della scuola ricopre un ruolo fondamentale nella formazione delle persone. “È impensabile – sostengono alla Cisl Scuola – ridurre questioni tanto rilevanti al semplice gradimento da parte dell’utenza, come la storia recente del merito alla Brunetta ha tentato di fare”.

uello del rinnovo del contratto nazionale sarà uno de temi prioritari del prossimo appuntamento congressale che attende

la Cisl Scuola. Un tema su cui il sinda-cato, grazie all’azione congiunta con Uil, Gilda e Snals, ha gità fatto senti-re la sua voce arrivando a bloccare il tentativo di introdurre le cosiddette fasce di merito, che nulla avevano a che fare con la professionalità del mondo della scuola.In attesa di affrontare le piattaforme contrattuali con il prossimo governo, le sopracitate organizzazioni sindacali

hanno concluso positivamente la vi-cenda del blocco degli scatti di anzia-nità. Grazie all’unitaria dichiarata mo-bilitazione, che ha teso a salvaguarda-re la retribuzione di tutti senza intac-care in modo significativo le risorse

per il salario accessorio, si è riusciti a chiudere la partita per il secondo an-no, nonostante il veto europeo contro gli automatismi stipendiali. Per quanto riguarda i contratti delle scuole non statali, sono state elabo-rate dalle cinque organizzazioni sin-dacali firmatarie dei contratti scadu-ti, le piattaforme per il rinnovo dei contratti Agidae, Fism e Aninsei per il triennio 2012-2015.L’obiettivo prioritario è quello di ga-rantire tutele occupazionali e reddi-tuali, con l’ottica di giungere in tempi brevi ad un unico contratto collettivo nazionale, che disciplini in maniera

omogenea l’intero settore, oggi re-golamentato da tre diversi contratti nazionaliAlla contrattazione decen-trata di II livello, va riconosciuto il compito di valorizzare il lavoro, le professionalità e di rendere effettiva-mente esigibili diritti e tutele, anche attraverso l’implementazione delle at-tività assegnate alle Commissioni pa-ritetiche regionali. Va, inoltre, raffor-zato il ruolo degli Organi collegiali e il valore dell’autonomia scolastica sot-to il profilo dell’ampliamento dell’of-ferta formativa, dentro un quadro di norme contrattuali certe ed esigibili. Nell’impegno costante per avviare la

piattaforma del contratto anche della scuola statale, si dimostra la necessi-tà di affiancare alla protesta la pro-posta, alla contestazione il dialogo, forze contrattuali ed alternative alla sola protesta fine a se stessa. La Cisl Scuola, in accordo con le al-tre organizzazioni sindacali, ritiene doveroso contrastare forme preca-rie di rapporti di lavoro, rivendican-do la centralità del rapporto di lavoro dipendente e a tempo indetermina-to, garanzia per un ottimale funzio-namento organizzativo e didattico dell’attività scolastica, educativa e formativa.

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In quel tempo,poiché il popolo era in attesa e tutti,riguardo a Giovanni,si domandavano in cuor lorose non fosse lui il Cristo,Giovanni rispose a tutti dicendo:“Io vi battezzo con acqua;ma viene colui che è più forte di me,a cui non sono degnodi slegare i lacci dei sandali.Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”.Ed ecco, mentre tutto il popoloveniva battezzato e Gesù,ricevuto anche lui il battesimo,stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba,e venne una voce dal cielo:“Tu sei il Figlio mio, l’amato:in te ho posto il mio compiacimento”.

In questi giorni ci sono tante notizie sui cristiani uccisi in vari Paesi del mondo. Sono notizie che fanno rab-brividire e che rischiano di riempirci d’odio non necessario e non cristiano. Mi ritorna alla mente con insistenza un episodio accaduto poche settima-ne fa. Con i postulanti (i giovani che fanno discernimento vocazionale vivendo in convento) siamo stati in un oratorio fuori città ad incontrare alcuni ragazzi che stanno lavoran-do su San Francesco. Alla testimo-nianza di alcuni postulanti seguiva un momento di Adorazione eucari-stica nella chiesa parrocchiale. Men-tre dall’oratorio ci spostiamo verso la chiesa, lungo la strada, si avvicina un ragazzo di colore con un borsone. Nella mia malizia ho pensato: “Questo

quella voce fosse la vera risposta alla sua attesa piena di preghiera. La vo-ce dal cielo risponde alla richiesta di Gesù, non a quella del popolo: il po-polo aspetta di sapere chi è il Messia, di designare il personaggio. Le paro-le di Giovanni sono già dimenticate, sono troppo difficili, non sono la ri-sposta che si aspettano. La voce dal cielo, allo stesso modo, è troppo alta per essere compresa e troppo labile per chi aspetta e non prega, il desi-derio del popolo non è risonanza di un’attesa ma richiesta di curiosità. La parola che si aspetta il popolo è una parola rassicurante su chi deve venire; un’azione rassicurante che riguarda un battesimo di acqua, un rito che può rimanere esteriore. Per questo Giovanni dice che l’altro è più forte di lui e che il suo battesimo sarà di Spirito Santo e fuoco: sarà un bat-tesimo che brucia nell’interiorità, che assorbe lo spirito umano in quello di Dio. Non rimane esterno. Così il bat-tesimo di Gesù amministrato da Gio-vanni, proprio per quell’attesa piena di preghiera, si trasforma nel batte-

simo nuovo: non a caso lo Spirito si manifesta in maniera corporea, co-me una colomba. È il completamen-to del battesimo di acqua e il primo battesimo nello Spirito; è interiore ed è la voce che lo conferma. Non è più attesa ma manifestazione; non è più simbolo ma realtà. E ogni volta che si compie questo nuovo battesimo, chi crede sa che anche per lui valgono le parole della voce dal cielo: figlio co-me il Figlio, amato perché redento. Il nuovo battesimo è l’inizio della vera salvezza e del cambiamento interiore che si realizza quando la voce dal cie-lo diventa voce interiore che scuote e richiama alla dignità perduta; non è più solo battesimo per la conversione ma inizio della salvezza che è messa in atto da Gesù. Ma è anche consa-pevolezza che si acquista rendendo interiore il dono ricevuto e lascian-do che la voce continui a parlare, a ricordare chi siamo: amati, prima di tutto. E come tali possiamo entrare in un mistero più grande di noi che ci fa alzare gli occhi, che ci svela il senso della salvezza.

Una voce dal cielottesa. Noi, come il popo-lo, sperimentiamo l’at-tesa quando vogliamo avere una certezza: il popolo vuole sapere se

Giovanni è il Messia; non gli importa ancora di conoscere i contenuti della sua missione. Giovanni non risponde a questa attesa del popolo ma dà indi-cazioni su chi sarà e cosa farà il Mes-sia. La sua riposta è più ampia e più alta: non riguarda la persona ma il mo-tivo per il quale è mandata. L’attesa di Gesù è diversa in modo radicale: non aspetta ma sta in preghiera. La sua at-tesa è di un tipo che noi difficilmente proviamo: la preghiera rivela la diffe-renza perché solo pregando Gesù può sentire quella voce che lo indica come l’amato. E, si badi, qui la voce non dà testimonianza per il popolo, ma per Gesù; è il modo attraverso il quale si esteriorizza la risposta alla preghiera di Gesù. In qualche modo l’evangeli-sta ha spostato l’obiettivo della sua macchina da presa dall’esterno all’in-terno, ha fatto un’inquadratura in sog-gettiva. Ma per indicare, credo, come

vorrà vendermi qualcosa e di sicuro mi chiederà dei soldi”. Il giovanotto si avvicina, guarda l’abito religioso e poi mi dice: “Prega per me!” e se ne va. Lo richiamo. Gli chiedo il nome per sapere almeno per chi pregare e mi risponde: “Mi chiamo Moham-med… Io credo nella tua preghiera” e di nuovo si allontana. Allungo il passo, lo fermo e usando il suo stesso tono deciso gli dico: “Io mi chiamo Gian-carlo, anch’io credo nella tua preghie-ra, prega per me!”. Segue una stretta di mano solida e Mohammed va per la sua strada e io per la mia. Questo incontro casuale mi ha colpito molto e pensavo all’incontro di Francesco con il sultano Melek Al Kamil: due uomini di fede, decisi, fermi ma capa-ci di ascoltarsi e rispettarsi. Ho pen-

sato anche alle parole di Cristian de Chergé, il priore dei monaci trappisti del monastero di Tiberine, uccisi in Algeria nel 1996: “Siamo persone che pregano che vivono in mezzo a gente che prega”. Dovremmo ricordarci an-che il vescovo di Orano, mons. Pier-re Claverie, venne ucciso insieme ad un suo amico di nome Mohammed musulmano, e il sangue dei due era sparso sulla parete e nessuno poteva riconoscere quale era quello dell’uno e quale dell’altro. Due uomini di re-ligione diversa uccisi, il loro sangue diviene il segno della loro amicizia. Come disse San Massimiliano Kolbe: “Solo l’amore crea”. Il nostro compi-to è pregare perché pregare è amare e amare significa accogliere e gene-rare amicizia.

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l bresciano mons. Vincenzo Zani è stato ordinato vescovo domenica 6 gennaio a Roma nella basilica di San Pietro da-vanti ai bresciani accorsi a fe-

steggiare il sacerdote e l’uomo Vin-cenzo Zani. Originario di Pralboino, è il nuovo segretario della Congre-gazione per l’educazione cattolica. Nell’omelia dell’ordinazione Bene-detto XVI ha sottolineato che “il ve-scovo deve soprattutto essere un uomo il cui interesse è rivolto verso Dio, perché solo allora si interessa veramente anche degli uomini. Un vescovo dev’essere un uomo a cui gli uomini stanno a cuore, che è toccato dalle vicende degli uomini. Dev’es-sere un uomo per gli altri. Ma può esserlo veramente soltanto se è un uomo conquistato da Dio. Se per lui l’inquietudine verso Dio è diventata un’inquietudine per la sua creatura, l’uomo. Come i Magi d’Oriente, an-che un vescovo non dev’essere uno che esercita solamente il suo mestie-re e non vuole altro. No, egli dev’es-sere preso dall’inquietudine di Dio per gli uomini. Deve, per così dire, pensare e sentire insieme con Dio”. Domenica 20 gennaio, in Cattedrale a Brescia alle ore 16, il vescovo Vin-cenzo presiederà una solenne conce-lebrazione di ringraziamento. “Nella solennità dell’Epifania, il Santo Pa-dre ha ordinato vescovo S.E. mons. Vincenzo Zani. La Chiesa bresciana

per partecipare al solenne rito di or-dinazione e per manifestare al neo Vescovo tutto l’affetto dei brescia-ni. Domenica 20 gennaio, nella no-stra chiesa cattedrale, alle ore 16, il vescovo Vincenzo presiederà una solenne concelebrazione, alla quale sono invitati i ministri ordinati, i re-ligiosi, le religiose e i laici. Insieme ringrazieremo il Signore. Dopo la concelebrazione, per chi lo deside-ra, sarà possibile salutare mons. Vin-cenzo Zani presso il Centro pasto-rale Paolo VI”. Mons. Zani è nato a Pralboino il 24 marzo 1950. Dal 1981 al 1995 ha prestato servizio presso

– ha scritto a tutti i sacerdoti il vica-rio generale mons. Gianfranco Ma-scher – si sente molto onorata che un altro suo presbitero sia stato chia-mato all’episcopato. Una rappresen-tanza diocesana, guidata dal vescovo Luciano, era presente in San Pietro

Nel Messaggio della Giornata mon-diale del migrante e del rifugiato di quest’anno, Benedetto XVI ricorda “la sofferenza”, “la povertà”, “la dispera-zione” che mette in cammino molte persone oggi. Da Bari e dalla terra di Puglia, non poco segnata da fenome-ni di caporalato che hanno generato nella Capitanata, da Foggia a Nardò fino a Otranto esperienze di tutela dei lavoratori immigrati e delle loro fami-glie, la Chiesa italiana condivide an-

zitutto il dramma di chi, migrante, è sfruttato e abbandonato. Nel Dossier 2012, curato dalla Caritas e dalla Mi-grantes, si segnala come le migrazioni nascono in un mondo di 1 miliardo e 200 milioni di persone che vivono nel-la povertà. Sono persone e famiglie, uomini e donne, giovani e adulti che provengono dai tanti focolai di guerra, da 1,2 miliardi di persone che vivono in regimi dispotici (34) o in Stati fragili (43) alle prese con degrado, povertà

ed emergenze ambientali o umanita-rie. Nel 2011 l’Italia ha vissuto l’incon-tro con 62mila di queste persone che sono arrivate sulle nostre coste. Un incontro che si è trasformato per oltre 25mila persone in accoglienza, all’in-terno di molte strutture dei Comuni e delle parrocchie, anche se purtroppo in una emergenza non programma-ta e accompagnata, con il rischio di scadere in una nuova forma di assi-stenzialismo.

la Curia diocesana. Dal 1995 al 2002 è stato chiamato a dirigere l’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Cei. Dal 2002 era sottosegretario della Congregazione per l’educazione cattolica.

È, come sempre, un bilancio in chiaroscuro, quello che il Papa traccia al Corpo diplomatico, ricordando le sfide e i problemi delle relazioni internazionali all’inizio del nuovo anno. Ma è sempre un messaggio fiducioso come a proposito di quello che resta uno dei nodi cruciali del sistema degli equilibri mondiali: “Gerusalemme, diventa ciò che il Tuo nome significa! Città della pace e non della divisione; profezia del Regno di Dio e non messaggio

d’instabilità e di contrapposizione!”. Gerusalemme simboleggia qui tutti i problemi dell’area medio-orientale, ma anche dell’Africa, che Benedetto XVI passa puntualmente in rassegna: “In un mondo dai confini sempre più aperti, costruire la pace mediante il dialogo non è una scelta, ma una necessità”. Nello stesso tempo il riferimento è al Nordafrica e alle tendenze islamizzanti. La libertà religiosa – lo ribadisce costantemente il Papa – è la base delle libertà e della pace.

“Non siete né abbandonati, né inutili: voi siete chiamati da Cristo, voi siete la sua trasparente immagine”. A ripeterlo ai malati, usando le parole dei Padri del Concilio, è il Papa, nel Messaggio per la Giornata a loro dedicata, che si celebra l’11 febbraio, sul tema: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso” (Lc 10,37). “Mi sento particolarmente vicino a ciascuno di voi – esordisce Benedetto XVI – che, nei luoghi di assistenza e di cura o anche a casa, vivete un difficile momento di prova a causa

dell’infermità e della sofferenza”. Si sofferma sulla figura del Buon Samaritano, che “indica qual è l’atteggiamento che deve avere” ogni discepolo di Cristo “verso gli altri, particolarmente se bisognosi di cura”. “Attingere dall’amore infinito di Dio attraverso un’intensa relazione con Lui nella preghiera, la forza di vivere quotidianamente un’attenzione concreta nei confronti di chi è ferito nel corpo e nello spirito, di chi chiede aiuto, anche se sconosciuto o privo di risorse”.

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niti… per sempre!?” Con questo titolo, vo-lutamente provocato-rio, il Movimento Pro Sanctitate propone

una riflessione sulla spiritualità familiare che tenga conto di de-sideri e delusioni, speranze e fal-limenti, che attraversano le fami-glie di questo nostro tempo. “Per sempre”: è una sfida, non solo di oggi, sulla quale si interrogano i giovani che si apprestano a sce-gliere il matrimonio; ma anche gli adulti, di ogni età, si chiedono se sia veramente tramontato il tempo in cui era possibile, o per lo meno più facile, mantenere quell’impe-gno pronunciato davanti all’alta-re. Il primo incontro, martedì 15 gennaio, sarà tenuto dal prof. Si-meone e da Marco e Diane Lom-bardi (coniugi dell’Istituto Pro Familia): con la loro competen-za e attraverso la loro esperienza aiuteranno ad approfondire come una famiglia può, oggi, custodi-re e alimentare il dono ricevuto. Ci interroghiamo come comunità cristiana anche perché non sono questioni che riguardano solo la coppia, ma c’è bisogno di una “re-te” di solidarietà, di una comunità che, con discrezione e delicatez-za, sia luogo di amicizia vera, di sostegno fraterno, di confronto. Il

Sabato 9 febbraio è in programma il pellegrinaggio diocesano di un giorno in preparazione alla Quaresima presieduto dal vescovo Luciano Monari. All’arrivo a Verona si partecipa alla celebrazione penitenziale e all’Eucaristia presiedute dal Vescovo. C’è il tempo a disposizione per la visita del santuario dedicato alla Madonna di Lourdes, costruito nel centro di Verona nel 1908. I bombardamenti della Seconda guerra mondiale distrussero il Santuario, ma

rimase illesa, unica, la bella statua dell’Immacolata. Per la ricostruzione del santuario fu scelto un fortilizio austriaco del 1838 sulla collina che domina Verona, un luogo di tristissima memoria per essere stato durante la Seconda guerra mondiale carcere e prigione politica. La fortezza di guerra e di morte nel 1958 fu trasformata in luogo di pace, di preghiera e di riconciliazione. Trasferimento in città per il pranzo in ristorante. Visita guidata alla basilica di San

Zeno, splendido esemplare di stile romanico veronese che prende la forma attuale nel 1398. La quota di partecipazione è di 60 euro.I pellegrinaggi diocesani 2013 attraversano la Grecia di Paolo (8/15 luglio), sulle vie di Santi spagnoli (dall’1 all’8 aprile) con Santa Teresa d’Avila, San Giovanni della Croce e Sant’Ignazio di Loyola e a Parigi (dal 9 al 14 settembre) con la Medaglia Miracolosa - Lisieux - Digione. Anche per il 2013 c’è la proposta

di un pellegrinaggio per i preti, nelle Marche (25-27 febbraio) con Loreto, Fonte Avellana e Tolentino: tre giornate di spiritualità itineranti all’inizio della Quaresima. Rimane sempre la proposta per tutti di un pellegrinaggio di un giorno: dopo l’appuntamento di Verona del 9 febbraio, il 30 novembre ci sarà la possibilità di andare a Monte Berico per vivere insieme la celebrazione penitenziale e l’Eucaristia. Per informazioni e iscrizioni, contattare Brevivet allo 0302895311.

casi di separazione, ma ci trovia-mo in difficoltà quando veniamo interpellati come credenti: qual è il pensiero della Chiesa? Come va-luta queste situazioni di sofferenza e fragilità? E i sacramenti si pos-sono ricevere? Perché sì e perché no? Potremmo continuare ancora con le mille domande che forse ci siamo già sentiti rivolgere e alle quali, forse, non abbiamo saputo rispondere con serenità e sicurez-za. L’auspicio è che questi incontri possano essere un’occasione per riflettere insieme su queste pro-blematiche che ci coinvolgono, in maniera più o meno diretta, e soprattutto ci interpellano come comunità di credenti, chiamati a dare speranza, a farci carico del-le fatiche dei fratelli, ad essere il volto della Chiesa, coma ha ricor-dato il Papa a Milano in risposta a una famiglia brasiliana: “Quanto a queste persone, dobbiamo dire che la Chiesa le ama, ma esse devono vedere e sentire questo amore. Mi sembra un grande compito di una parrocchia, di una comunità catto-lica, di fare realmente il possibile perché esse sentano di essere ama-te, accettate, che non sono ‘fuori’ anche se non possono ricevere l’assoluzione e l’Eucaristia: devo-no vedere che anche così vivono pienamente nella Chiesa”.

secondo incontro, venerdì 18 gen-naio, tenuto da mons. Marco Alba e da don Paolo Salvadori, affron-terà una questione molto delicata, ma sulla quale spesso ci sono idee confuse nelle comunità cristiane: la situazione dei separati, divorzia-ti, risposati, conviventi all’interno della Chiesa. Come ben sappiamo, questi casi sono in aumento ed è sempre più frequente che ci siano tra i nostri parenti o conoscenti dei

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’Icfr nelle parole di Mo-nari è una “scelta esem-plare”, “perché ha impo-stato il cammino di ini-ziazione dei ragazzi fa-

cendo perno sull’impegno respon-sabile dei genitori”, da cui passa in modo decisivo la trasmissione della fede alle nuove generazioni (Lettera pastorale “Tutti siano una cosa sola”, n. 32). “Si tratta quindi anzitutto di una scelta di evange-lizzazione degli adulti, in un conte-sto culturale in cui la fede cristiana non può essere presupposta e ap-pare sempre più marginale rispetto alla vita. All’interno di questa pro-spettiva di fondo, è da compren-dere anche un’altra scelta fonda-mentale: il passaggio, cioè, da una catechesi di preparazione ai sacra-menti per i ragazzi a un itinerario di tipo catecumenale”. Deve esse-re chiaro che tale scelta non è un “capriccio” della Chiesa bresciana, ma risponde alle determinazioni del Rica e del Direttorio genera-le per la catechesi (quindi della Chiesa universale), oltre che alle sollecitazioni dei vescovi italiani. “Quando, perciò, mons. Sanguineti ha promulgato I’Icfr lo ha fatto in piena sintonia col resto della Chie-sa italiana, cercando di rispondere a esigenze che più volte sono sta-te richiamate nelle assemblee dei vescovi”. Di fatto, esperimenti di-

l’Ufficio catechistico nazionale sta raccogliendo la documentazione per una riflessione completa e più ampia sul tema. “La differenza tra il cammino catechistico tradizio-nale e un cammino catecumenale è profonda. Il cammino catechisti-co intende trasmettere al meglio i contenuti della fede cristiana se-condo l’età e la capacità di com-prensione delle persone; al termi-ne di un cammino di catechesi, se il cammino è stato fatto bene, si raggiunge il livello di conoscenza previsto (‘che cosa sai della fede cristiana?’). Un cammino catecu-

versi sono stati impostati da mol-te diocesi in Italia; all’interno del decennio dedicato all’educazio-ne, i vescovi hanno in programma una verifica delle prassi diverse esistenti in Italia e, a questo fine,

Il 13 gennaio 2013 l’Istituto Pro Fa-milia di Brescia vive il suo giorno più importante: la Festa dell’impe-gno vocazionale. In questo giorno infatti, durante la celebrazione eu-caristica, le Missionarie della Fa-miglia, le coppie di sposi Apostoli della Famiglia insieme alle perso-ne vedove rinnovano davanti al Si-gnore e al Vescovo la loro promessa d’amore e di servizio alla famiglia, all’interno dell’Istituto e della Chie-

sa secondo il carisma del fondatore, il Servo di Dio don Giovanni Batti-sta Zuaboni. Domenica 13 gennaio 2013, alle ore 15.15 presso la chie-sa di San Gaudenzio in via Lama 11 a Brescia, si terrà la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo mons. Luciano Monari; seguirà pres-so la sede dell’Istituto un momento di fraternità e convivialità. Le prin-cipali attività programmate per il 2013 dall’Istituto Pro Familia sono:

le Scuole di vita familiare, organiz-zate in collaborazione con le par-rocchie, per aiutare gli adolescenti a dare un senso alla vita per educare la capacità di amare e per orientare ad un progetto di coppia e di fami-glia chi è chiamato al matrimonio; per stimolare la creatività e svilup-pare attitudini personali, mediante attività di vita pratica; la formazione per educatori degli adolescenti; gli itinerari di fede e di formazione alla

vita di coppia e di famiglia, specifi-ci per coppie di fidanzati; gli incon-tri per giovani sposi; gli incontri per famiglie; i ritiri spirituali; gli incon-tri di formazione permanente per membri, collaboratori e amici; gli in-contri per persone in stato vedovile. Tutti sono invitati a partecipare alla Santa Messa, mentre per le attività dell’Istituto quanti fossero interessa-ti possono chiedere informazioni al-lo 03046358 – 030292286.

menale consiste in un insieme di incontri, celebrazioni ed esperien-ze di servizio e di carità allo scopo di introdurre a un’esperienza glo-bale della vita cristiana, in modo da fare comprendere non solo in-tellettualmente ma in modo vitale che cosa significhi essere cristiano e, in concreto, appartenere a una comunità cristiana. Proprio per questo un cammino catecumenale è scandito in tappe, ciascuna del-le quali ha un obiettivo particola-re: non solo di conoscenza, ma di vita. Al termine del cammino si ha una decisione di fede”.

Sabato 26 gennaio, a partire dalle 9 al Centro pastorale Paolo VI, è in programma la Giornata formativa per gli animatori della pastorale familiare. Il tema è “Famiglia: chiesa domestica”.La riflessione sarà accompagnata dalla testimonianza di tre esperienze diocesane (Borgosatollo, Sante Capitanio e Gerosa, Zanano) nella convinzione che la vita familiare è il primo luogo in cui il Vangelo si incontra con la vita.

A seguito della pubblicazione del libro su don Pierluigi Murgioni. “Dalla mia cella posso vedere il mare” è stato costituito un “Fondo Murgioni” presso l’Ufficio missionario diocesano di via Tosio 1/e a Brescia. Si chiede a chi fosse in possesso di lettere di don Pierluigi o di altro materiale riferibile alla sua vicenda (articoli, fotografie…) di farne avere copia all’Ufficio missionario di modo da depositarlo nel “Fondo Murgioni” e metterlo così a disposizione di tutti

gli interessati. Per la consegna del materiale all’Ufficio Missionario si può fare riferimento a Maurizio Tregambe. Il libro, pubbblicato dall’Editrice Ave, è stato scritto da Anselmo Palini: è una ricca biografia del prete, missionario fidei donum in Uruguay, vittima di un regime dittatoriale, incarcerato per cinque anni e torturato con la sola accusa di aver annunciato il Vangelo ed essersi speso per la gente di quel Paese sudamericano.

Mercoledì 16 gennaio alle ore 18 nel santuario del beato Giuseppe Tovini (via San Martino della Battaglia, 4 a Brescia) mons. Renato Tononi, parroco di S. Alessandro e S. Lorenzo e vicario episcopale per i laici e la pastorale della diocesi di Brescia, presiede la celebrazione eucaristica in memoria dell’apostolo dell’educazione cristiana. Nei suoi 55 anni di vita (nacque a Cividate Camuno nel 1841 e morì a Brescia nel 1897) fu un apostolo nei campi più diversi del sociale.

Proseguono gli incontri di formazione per i sacerdoti sul vangelo di Luca con il vescovo Monari. Un’opportunità per approfondire la propria preparazione. Giovedì 17 gennaio il vescovo Monari incontra i sacerdoti presso il Centro pastorale Paolo VI, dalle ore 9.30 alle ore 12.30. Mentre lunedì 21 gennaio Monari incontra i sacerdoti presso l’auditorium S. Maria di Gavardo, dalle ore 9.30 alle ore 12.30.

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ggi, con la vostra pre-senza, fratelli e sorel-le provenienti da varie parti del mondo, anche noi contempliamo il

volto della Chiesa cattolica, uni-versale”. Con queste parole mons. Cesare Polvara ha accolto i fedeli, di ogni lingua e provenienza, che hanno partecipato alla Messa del-le genti in Cattedrale. La Chiesa bresciana ha offerto uno spaccato significativo della varietà di cultu-re unite dalla fede nell’unico Dio. Vengono dal Ghana, dalla Nigeria, dal Senegal, dall’Ucraina, dalle Fi-lippine, dallo Sri Lanka, dall’Etio-pia, dall’Albania, dall’America La-tina, dalla Polonia, dalla Romania, da tutto il mondo, insomma: sono qui per condividere la costruzione del nostro Paese e la crescita della loro fede nella Chiesa. “Le nostre culture – ha spiegato il provicario della diocesi – sono altrettanti do-ni, da conoscere, accogliere, con-dividere. Anche da questa eucari-stia ritorniamo alla vita quotidiana per manifestare l’amore universale di Dio”. Alle parole di mons. Polva-ra hanno fatto eco quelle di padre Mario Toffari, direttore dell’Ufficio per i migranti: “Siamo qui a far ve-dere in concreto che è proprio vero quanto Paolo scrive nella lettera agli Efesini: ‘Le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa

migrati insieme al Centro migranti e alla cooperativa Scalabrini-Bono-melli ritorna la questione della cit-tadinanza. “Questi emigrati stanno vivendo da spettatori – continua padre Mario – quanto succede in questi giorni nel nostro Paese: noi, gli italiani, e solo noi, con il nostro voto decideremo anche il loro futu-ro, mentre loro si limitano a sperare e pregare, perché il nostro Stato ri-conosca la loro dignità che proviene al fatto che lavorano fra di noi, per noi, per le nostre famiglie e soprat-tutto per i nostri anziani. Non sono un politico, né ho soluzioni a buon mercato. Sono un uomo di Chiesa, convinto che tutte queste genti so-no mie sorelle e miei fratelli, per cui mi sia lecito auspicare per il futuro un giorno in cui anche loro possa-no con noi essere arbitri del loro e del nostro destino e per l’immedia-to presente che nessuno ne sfrut-ti la debolezza per collocarli dopo noi, senza alcuna parte nella condi-

eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa pro-messa per mezzo del Vangelo’”. Nel suo saluto padre Toffari ha sotto-lineato però alcune mancanze a livello legislativo: più di 400mila figli di emigrati sono nati in Ita-lia e crescono insieme ai bambini italiani, altri 400mila bambini so-no giunti qui da piccoli e crescono anche loro con i nostri bambini. Noi vogliamo che nessuno di lo-ro si senta straniero nella nostra terra. E mentre la Chiesa di Bre-scia, memore della sua cattolici-tà e dell’esperienza di migrazione dei suoi figli, sta facendo tutto il possibile per camminare con loro, in vista di una sintesi di comunio-ne tra i popoli, noi dobbiamo dire che sa ancora di profumo di mir-ra, da cui nasce l’unguento usato per ungere i morti, la situazione civile che i nostri immigrati stan-no vivendo soprattutto in questi giorni”. Nell’argomentare di padre Mario che da anni si occupa di im-

visione dei doni di Dio”. Alla Chiesa spetta il compito di saper accogliere le genti, i Magi, gli stranieri, per su-perare l’egoismo. “La Chiesa, voce che proclama l’amore del prossimo come manifestazione dell’amore di Dio, scongiuri per quanto può, che la nostra civiltà di oggi – conclude padre Toffari – passi alla storia co-me civiltà in grado di difendere i no-stri egoismi: la storia cammina verso l’unità dei popoli, di tutti gli uomini redenti da Gesù”.

Venerdì 11 gennaioOre 21 – Brescia –Incontro di preghieraper i giovanipresso la Basilicadelle Grazie.

Sabato 12 gennaioOre 15 – Brescia –Premiazione concorsopresepi Mclpresso l’auditorium Caprettidegli Artigianelli.

Domenica 13 gennaioOre 10 – Brescia –Incontro con i gruppi vocazionali presso l’IstitutoArtigianelli.Ore 15.30 – Mompiano –S. Messa per il Pro Familiapresso la chiesadi S. Gaudenzio.

Martedì 15 gennaioOre 16 – Brescia – Incontroe S. Messa presso il Seminario.

Mercoledì 16 gennaioOre 9.30 Consiglio presbiterale.Ore 20.30 – Iseo – Incontro zonale per gli operatori pastorali presso l’oratorio.

Giovedì 17 gennaioOre 9.30 – Brescia –Incontro con i sacerdotoi sul Vangelo di Luca presso il Centro pastorale Paolo VI.Ore 14.30 – Brescia – Visita al reparto infettivi degli Spedali civili.

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el giorno del 50° anniver-sario dell’inizio del Con-cilio Vaticano II se ne è andato uno di quei pre-ti bresciani che al Con-

cilio hanno creduto veramente, ac-cogliendone lo spirito e obbedendo alla esigenza di trovare nuove stra-de di evangelizzazione e formazione cristiana. È quanto ha fatto don Giu-seppe Bettoni che trovò nel Cammi-no neocatecumenale la risposta alle esigenze conciliari e vi si dedicò con tutto se stesso, accettando anche in-comprensioni, critiche, solitudine. Uomo di Dio, sensibile di animo, con una buona preparazione musicale e culturale, era entrato in Seminario nel 1951. Arrivò al sacerdozio nel 1961, con ben altri 34 condiscepoli presbiteri. Fu subito mandato come curato a Gottolengo, a fianco del par-roco don Merigo, che viveva povero come un monaco. Da lui don Betto-ni imparò un lodevole stile di vita francescano: esigente con se stesso e, quindi, più autorevole nell’esserlo con gli altri. Dopo la morte di don Me-rigo, nel 1963, arrivò a Gottolengo un parroco giovane e dinamico, già do-cente in Seminario: don Francesco Vergine. La sensibilità pastorale di entrambi si incontrò nel desiderio di un rinnovamento della vita cristiana. E fu proprio don Bettoni a segnalare al parroco che a Roma nella parroc-

“Grande la fede dei piccoli” è il tema degli itinerari di spiritualità per giovani, che proseguono a livello zonale e sono giunti alla terza tappa, durante la seconda settimana del mese. Il tema di questo mese sarà “La fede della peccatrice” (Lc 7,36-50). Per la zona della città, la meditazione sarà offerta dal vescovo Luciano, presso la Basilica di Santa Maria delle Grazie, venerdì 11 gennaio 2013, alle ore 21.Si terrà il 13 gennaio dalle 9

alle 17 l’incontro ‘unitario’ per i gruppi che frequentano i percorsi Sichar ed Emmaus e per tutti i gruppi giovanili vocazionali e missionari di Brescia. La sede sarà l’Istituto Artigianelli in via Piamarta, a Brescia, e il tema: “Per il cieco di Gerico” (Lc 18,35-43). Il programma prevede nel suo svolgimento al mattino la meditazione del Vescovo, che presiederà poi la celebrazione eucaristica alle ore 12. Nel pomeriggio le diverse attività

saranno animate da vari gruppi missionari e vocazionali di Istituti religiosi/e e dall’Ufficio per le missioni.Nella settimana concordata con ogni Zona pastorale, la proposta dell’anno “Padre nella fede”. Abramo credette saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli (Rm 4,18), sarà vissuta a livello parrocchiale, attraverso l’adorazione eucaristica con l’alternanza di tutte le vocazioni

e a livello zonale, con possibilità di incontri e testimonianze vocazionali, valorizzando in modo particolare i diaconi permanenti, che ricordano i 30 anni della comunità diocesana.In questo mese: dal 7 al 13 gennaio: zone Alto Sebino; dal 14 al 20 gennaio: zona Sub Urbana 3 - Travagliato; dal 21 al 27 gennaio: zona Sub Urbana 5 – Rezzato; dal 28 gennaio al 3 febbraio: zona Bassa Centrale Ovest e Bassa Centrale.

cazione, grande lettore di autori spiri-tuali e mistici. Nel 1988, dopo ben 27 anni a Gottolengo, che gli è sempre rimasto nel cuore, fu nominato parro-co di Prevalle San Michele dove rima-se 12 anni e che lasciò anzitempo per motivi di salute, col cruccio di non es-sere riuscito a consolidare la nuova comunità. A Prevalle curò in modo particolare l’annuncio della Parola, l’amministrazione dei sacramenti e la preghiera. Ha sofferto per i suoi parrocchiani che andavano in altri paesi in cerca di una “Messa a buon prezzo”, ma non è venuto meno in una sua caratteristica: preferire la ve-rità “scomoda” di Cristo alla gratifica della propria persona. Lasciato Pre-valle, don Bettoni ha svolto il compito di cappellano ospedaliero alla clinica “Città di Brescia”, conoscendo più da vicino il soffrire dell’uomo. E a questo impegno unì quello di presbitero della seconda comunità neocatecumenale alla SS. Trinità. Don Giuseppe Betto-ni è stato un prete che ha vissuto per gli altri. Libero e generoso al punto di subire anche danni economici. Sem-pre disponibile all’ascolto e all’aiuto spirituale, aveva preso in affitto fra i boschi delle Pertiche una baita di montagna per incontri spirituali. Vi si rifugiava volentieri, con il suo uni-co libro preferito: la Bibbia, la Parola viva che lo aveva trasformato e che lo ha sempre sorretto.

chia Martiri Canadesi aveva mosso i primi passi una Comunità neocatecu-menale che perseguiva la maturità e serietà della vita cristiana basata sul-la riscoperta del proprio battesimo. Anche don Vergine rimase affascina-to dall’esperienza, che volle avviare, non senza difficoltà, a Gottolengo. Don Giuseppe vi si buttò a capofit-to, entusiasta nel seguire le tappe di chi aveva aderito alla comunità neo-catecumenale, preparato nella predi-

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Premi per i miglioripresepi in concorso

’Epifania tutte le feste porta via! Non è così, fortunatamente, per il Concorso presepi Mcl. I Re Magi prima di an-

darsene hanno lasciato qualcosa ai partecipanti per la loro festa: la soddisfazione di condividere una passione nella comunità, l’emozio-ne di presentare la propria opera; la sorpresa di ricevere un ricono-scimento, e qualche premio. La ce-rimonia di premiazione del concor-so sancirà il vincitore assoluto del-la 39° edizione sabato 12 gennaio, ma anche il Premio per la miglior interpretazione del tema e i premi “Buona notizia” dedicato a Fulvio Manzoni e don Eridano Torri. L’ap-puntamento è alle 15 nell’Audito-rium Capretti dell’Istituto Artigia-nelli in via Piamarta 6 a Brescia. Per chi arriva in auto può accedere da via Brigida Avogadro (salita al castello da piazza Arnaldo) e usu-fruire di un comodo parcheggio. Gli iscritti al concorso saranno accolti anche quest’anno dalle pa-role di mons. Luciano Monari, ve-scovo di Brescia, che illuminerà il presepe non con luci artificiali, ma con la chiarezza delle sue parole, propagandone il valore per l’anno a venire. Bambini, giovani, nonni, famiglie, amici, colleghi condivi-deranno l’empatia di una gioia di gruppo, nell’attesa dei risultati e negli applausi che scrosciano nel momento del conferimento del premio. Premi che saranno di-stribuiti a tutte le categorie che il concorso prevede: non solo fami-

inoltre una formella progettata dal giovane artista bresciano Gior-gio Guidi che raffigura un Bambin Gesù che appare con le braccia aperte. È l’interpretazione del te-ma scelto quest’anno per la mani-festazione: “Abbiamo contemplato la Sua gloria” dal Vangelo di San Giovanni, capitolo 1, versetto 14. Infatti la gloria è la manifestazio-ne di Dio nel mondo. Ed è quello che si è potuto ammirare in tutti i presepi in concorso: la rappresen-tazione concreta della nascita di Gesù, il momento in cui è entrato nella storia. I presepi in gara sono stati filmati e saranno trasmessi in-tegralmente su Teletutto 2 in due trasmissioni; la programmazione sarà resa nota sabato.

glie, ma anche parrocchie, oratori, gruppi, enti, istituzioni, ospedali, ecc. Oltre 80 sono state le famiglie, il gruppo più consistente, seguito dalle parrocchie, ospedali/centri per anziani. Iscritti sono giunti anche da Roma, Genova, Firenze e Cremona. Tutti i partecipanti ri-ceveranno comunque un ricono-scimento. Ogni iscritto riceverà

Nel corso degli anni il Concorso presepi si è arricchiato di iniziative collaterali. Una di queste e Art’è Natale, che apre il dialogo con il mondo culturale nelle sue due esposizioni “Licei e Accademie in mostra” all’Università cattolica di Brescia aperta fino all’11 gennaio e “Artisti in mostra” nella Sala BCC Agrobresciano in via Triumplina n. 237 che chiude il 12 gennaio. Le esposizioni hanno riscosso l’interesse di giovani e artisti. L’altro evento è “Presepi in mostra,

in Duomo chiese e piazze il lavoro del Natale”: 11 installazioni di presepe visitatissime offerte agli occhi sorpresi si passanti, e cittadini di Brescia, sotto la Loggia, al Capitolium, all’Ospedale Civile a Fiumicello e in altri punti della città. Strepitoso successo ha raccolto la Mostra presepi in Duomo Vecchio (per il terzo anno nella cattedrale cittadina) con i 31mila visitatori fino alla domenica dell’Epifania. La mostra presenta non solo presepi di

maestri nazionali e giovani artisti, ma anche lavori di presepisti che hanno partecipato al concorso, la cui bellezza e perizia compositiva è stata offerta anche ai visitatori del Duomo Vecchio, come Anna Maria Boniotti di Ome, già vincitrice del Concorso. La mostra in Duomo Vecchio sarà aperta fino a domenica 20 gennaio con i seguenti orari: dal martedì al venerdì (9-12 e 15-18,30); sabato (9-12 e 15-19); domenica (9-10,45 e 15-19).

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iconsiderare il signifi-cato della medicina ri-considerando il modo di trattare la malattia e soprattutto i malati.

Questo il messaggio di fondo del convegno tenuto nella sala con-ferenza della Fondazione Poliam-bulanza per inaugurare la mostra sulla strabiliante figura di Jérô-me Lejeune, padre della geneti-ca che scopri nel 1958 la trisomia 21, fattore che causa la sindrome di Down.Nella sala molte persone, medici, genitori, semplici visitatori hanno partecipato al racconto e alla ce-lebrazione dell’uomo che difese i suoi malati. Introdotti dal profes-sor Massimo Gandolfini, neurochi-rurgo responsabile di dipartimento, dal dottor Carmelo Scarcella, di-rettore generale dell’Asl di Brescia e dal dottor Luca Luzzani, chirur-go e organizzatore dell’incontro, i convenuti hanno potuto dapprima

ascoltare l’eccezionale storia della vita del dottor Lejeune e poi capirne l’operato, attraverso l’intervento del dottor Pierluigi Strippoli, che ne sta portando avanti le idee.Jérôme Legeune nasce nel 1926 a Montrouge sur Seine, da sempre dedito alla medicina, voleva fare il veterinario, ma gli orrori della guerra lo portano a fare il medico. Nel 1958 pubblica la sua più impor-tante scoperta: la trisomia 21. Nel corso della sua opera scoprirà doz-zine di malattie di origine genetica, ma la sua umiltà lo porta a dare a tutte nomi scientifici, nessuna di

esse porta il suo nome. La cosid-detta trisomia 21, cioè l’anomalia genetica che determina la sindro-me di Down cambia il modo di ve-dere i malati. Sino alla sua scoper-ta si credeva che il “mongolismo” fosse una tara razziale, oppure che fosse determinato da genitori alcolisti o sifilitici. Lejeune dimo-stra che non vi è nulla di disdice-vole nei genitori di quei bambini soprattutto nessuna contagiosità, in quelle creature in cui è avvenuta la triplicazione di un cromosoma. Lejeune per questa scoperta, e per altre che la seguirono, ottenne in-numerevoli riconoscimenti inter-nazionali, premi ed onorificenze. Divenne un uomo famoso e per lui fu creata la prima cattedra di Genetica fondamentale presso l’Università di medicina di Pari-gi. Ma Lejeune non era un sempli-ce ricercatore, era prima di tutto un medico che amava incontrare i suoi pazienti. Li conosceva tutti

per nome e non negava mai ad un genitore la possibilità di una visi-ta. Si oppose sin da subito all’idea che, una volta identificata in gravi-danza la trisomia 21, si procedesse per legge all’aborto. L’unica malat-tia riconosciuta prima della nasci-ta, nel 1958, era infatti la trisomia 21. Lejeune arriverà ad afferma-re davanti all’assemblea dell’Onu “Ecco una istituzione per la salute che si trasforma in istituzione di morte”. Per questa sua posizione venne fortemente osteggiato, at-taccato ed escluso dal panorama internazionale della scienza. A ri-conoscerne la grandezza sarà papa Giovanni Paolo II che sarà al suo fianco nella battaglia per la vita. Riprendendo la parola il dottor Strippoli ricorda come, dal 1958 ad oggi, in tutto il mondo gli investi-menti della ricerca siano stati indi-rizzati a trovare un metodo di dia-gnosi sempre più precoce, quasi nulla è stato investito per studiare

la malattia e una sua possibile cu-ra. Curare i malati down, compren-dere e interrompere il meccanismo alla base della trisomia 21 non è oggetto di ricerca. Questo era il lavoro, mai abbandonato, di Jérô-me Lejeune. Il dottor Strippoli, che ne ha raccolto l’eredità, ha impa-rato ad “uscire” dal laboratorio e incontrare i malati, fonte di molta ispirazione di ricerca. Un bimbo in particolare ha colpito l’attenzione del ricercatore, un bimbo con tri-somia 21, ma normodotato. Una strada decisamente aperta e ine-splorata per la ricerca. Infatti già nel 1959 Lejeune affermava che siamo tutti potenzialmente aneu-ploidi, ovvero nel 0,36% dei nati è presente la perdita o l’acquisto di più cromosomi. Il dato non è rilevabile semplicemente relazio-nandosi alle persone, dunque se il discrimine fosse la scoperta di Lejeune, molte persone “normali” oggi non sarebbero nate.

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partire da giovedì 10 gennaio e fino al 20 di febbraio, la delegazio-ne bresciana del Fai or-ganizza 10 incontri for-

mativi per scoprire le dimore urbane e le ville di delizia dei grandi casati bresciani costruite tra il Cinquecen-to ed il Settecento. “Le conferenze – spiega Maria Gallarotti Ratti, capo-delegazione di Brescia – sono gratuite ed aperte a tutta la cittadinanza, ma sono per noi soprattutto occasione di approfondimento finalizzato alla for-mazione delle guide volontarie, che accompagneranno il pubblico duran-te le visite guidate che avranno luogo durante la tradizionale Giornata di pri-mavera”. Giornata che, programmata per il 23 e 24 marzo, avrà come tema proprio la scoperta dei tesori nascosti nelle dimore nobiliari, nei palazzi e nei castelli della città e della provincia. Il programma delle conferenze nasce in collaborazione con l’Università degli studi di Brescia e prevede, oltre alla presenza di personalità di spicco della cultura bresciana, l’intervento di do-centi e ricercatori afferenti al diparti-mento di ingegneria civile, architettu-ra, territorio, ambiente e di matemati-ca, coordinati da Ivana Passamani. “Il tema delle dimore presenti sul terri-torio è stato affrontato dall’Università sia dal punto di vista didattico, sia da quello scientifico – spiega la docente – soprattutto focalizzando l’attenzio-ne sugli assi e sui rapporti prospetti-ci che si creano tra spazio pubblico e privato. La nostra visione cercherà di interpretare la città come se fosse una rappresentazione, in cui la prospetti-

resco dell’Aquilone, Cigola-Fenaroli, Gambara e delle dimore Avogadro, che saranno solo alcuni dei luoghi aperti e visitabili nella Giornata di primavera di marzo. Gli incontri so-no programmati alle 20.30 e si svolge-ranno nello Studio Tortelli-Frassoni, situato all’interno di Palazzo Bettoni-Cazzago, in via Marsala 17 a Brescia. È necessaria la prenotazione, che può essere effettuata direttamente presso la sede del Fai in via Musei 34 (mar-tedì 9.30-12.30 e giovedì 9.30-12.30, 13-18), telefonicamente o via fax al numero 0303755030, oppure inviando un’email a [email protected]. Per i giovani tra i 18 e i 40 anni che, invece, volessero diventare volontari Fai, è possibile contattare Federica Martinelli all’in-

va svolge il ruolo della trama, mentre lo spazio urbano e quello privato di-ventano teatro”. Dei 10 incontri in programma, cinque saranno introduttivi, dedicati alla de-scrizione delle più importanti fami-glie bresciane, all’araldica, alla com-mittenza e alle scelte economiche; altri cinque saranno più specifici e si occuperanno della descrizione dei palazzi Averoldi, Martinengo Cesa-

Un grosso sospiro di sollievo. È quel-lo che può tirare il Ctb, Centro teatra-le bresciano, che si vede reintegrati i fondi, 200mila euro in tutto, che la Provincia aveva deciso di non stan-ziare per l’ente. “I teatri stabili – affer-ma la presidente del Ctb Carla Boroni (nella foto) ai microfoni di “Zoom” su Radio Voce − hanno bisogno del so-stegno di tre enti fondatori: Comune, Provincia e Regione e se uno solo di questi viene a mancare tutto decade”.

Era successo infatti che il Broletto, in vista del decreto sul riordino delle province aveva deciso di non mettere nel bilancio preventivo alcun contri-buto. “Parlando con l’assessore Silvia Razzi – prosegue la Boroni – avevo osservato che forse si trattava di un provvedimento un po’ prematuro, an-che perché nessun altro teatro in Ita-lia si era posto il problema”. Ora che il decreto sulle province è rimasto let-tera morta, i 200mila euro sono sta-

ti reintegrati. Perciò l’attività del Ctb va avanti, come spiega ancora Carla Boroni “Noi abbiamo obiettivi a me-dio, breve e lungo termine. Stiamo la-vorando molto sul doppio binario di produzione attraverso Franco Bran-ciaroli, responsabile artistico, e il di-rettore Angelo Pastore, con un lavo-ro che si occupa della città, ma che si pone anche su scala nazionale”. Nello specifico, tra i progetti il più impor-tante è quello della “Trilogia dell’atto-

re”, iniziata da Branciaroli con “Don Chisciotte”, “Servo di scena” e “Il tea-trante”, cui si aggiungerà “Enrico IV” di Pirandello. Inoltre spazio ai giova-ni con “Mythos”, anche a quelli locali. Ciò che rimane da osservare, però, è come la cultura sia sempre sul filo, un bene di lusso subito pronto a essere ritirato. “Nella vita però – conclude con una battuta la Boroni – ciò che è bello è sul filo, quello che è scontato interessa un po’ di meno”.

dirizzo [email protected]. Il Fai, inoltre, organizza le “primarie della cultura”, con cui sotto-porrà alcuni temi cruciali ai candidati a guidare il Paese nella prossima legi-slatura: www.primariedellacultura.it.

Solidarietà, beneficenza, musica e divertimento sono le prerogative che ormai da diversi anni (nella foto la scorsa edizione) accompagnano il concerto pro Romitaggio Orto degli Ulivi Gerusalemme. Manifestazione dal titolo “Vivere e non autoconsumarsi...” aperta a tutti e il ricavato delle offerte sarà devoluto ai frati del romitaggio in Gerusalemme, legati da tanto tempo a Suor Rosalina ed ai ragazzi della Comunità Shalom di Palazzolo. La manifestazione inizierà per

chi lo desidera alle 16 di sabato 22 gennaio, presso l’edificio della comunità (via Raspina, 3 a Palazzolo s/O), per partire con una fiaccolata verso il palatenda di piazzale Kennedy (area mercato). Verso le ore 18 nel palatenda sarà celebrata la S. Messa da mons. Francesco Beschi, vescovo di Bergamo e animata con canti gioiosi dai ragazzi e dalle ragazze della comunità. Alle 20.30 i presentatori Mario Mazzoleni e Sandra Liutkeviciute guideranno la serata che prevede un’ampio

susseguirsi di artisti di vario genere che doneranno gioia e serenità ai cuori di tutti i presenti. Tra le star Roberto Bignoli popolare Christian Rockers (cinque Grammy della musica cristiana contemporanea internazionale in Usa), Sara e Luisa Corna, Giacomo Celentano (figlio di Adriano) la moglie Katia, Vito Cifarelli, i New Trolls, Francesco Dal Poz, la giovane cantante lirica Marina Murari e i ballerini dell’Etoile. Info: comunitashalom.it

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anza. Quella classica. Quella che fa della grazia dei movimenti una delle sue doti migliori. Al Pala-Brescia torna domenica

13 gennaio alle 16.30 “Il lago dei ci-gni”, l’opera più famosa e affascinante tra i capolavori del balletto classico. L’allestimento proposto dal Russian Classical Ballet e portato al PalaBre-scia da Show Bees all’interno della stagione “Colpi di scena” mantiene viva la forza della coreografia origi-nale di Petipa-Ivanov, accompagnata dalla maestosa musica di Tchaikov-skij. In scena, suggestivi pas de deux (passo a due), pas de trois (passo a tre) e danze di gruppo raccontano la romantica storia del principe Siegfri-ed, uomo spaesato dai sentimenti che si trova di fronte al non facile dilem-ma dell’amore eterno e angelico per il cigno bianco Odette e la sensualità emblematica del cigno nero Odile, che lo seduce con l’inganno.Il Russian classic ballet è una compa-gnia di balletto fondata a Mosca nel 2004. Il corpo di ballo, composto da più di 50 artisti diplomati nelle grandi scuole di danza di Mosca, Leningrado, Perm, Alma-Ata e Kiev, risponde alla necessità di una prospettiva giovane con un grande potenziale artistico, uniti dall’esigenza di preservare la tradizione e il patrimonio artistico dei grandi maestri di balletto russi. Molti di loro hanno ballato per i più prestigiosi teatri nazionali: Teatro Ma-riinskij-Kirov, Cremlino Ballet Thea-tre, Rimsky-Korsakov di San Pietro-burgo Conservatorio, Novosibirsk Opera & Ballet Theatre, Perm Opera

Al PalaBrescia mercoledì 16 gennaio alle 21 don Andrea Gallo sarà il protagonista dello spettacolo “Io non taccio. Le prediche di Girolamo Savonarola”.Da sempre impegnato nella difesa dei più deboli e degli emarginati, presta corpo e voce alla figura considerata archetipo dell’impegno civile dei cristiani: Girolamo Savonarola, eretico, condannato al rogo per le feroci invettive contro la società corrotta di fine Quattrocento.

Il reading “Io non taccio” offre l’occasione di scoprire la straordinaria modernità delle riflessioni del predicatore ferrarese, scritte cinque secoli fa, che ancora oggi appaiono sorprendentemente attuali. L’adattamento dei testi e dello spettacolo è a cura di Stefano Massini. La lettura sarà accompagnata da brani musicali.Biglietti in vendita a partire da 16 fino a 26 euro (a ciascuno si deve poi aggiungere la prevendita). Info: palabrescia.it

Una catechesi sul Vangelo di Marco in dvd. Il vescovo Luciano Monari commenta e intende guidare lo spettatore, con una riflessione organica e dettagliata, nella conoscenza del progetto del Vangelo di Marco. È questa l’ultima produzione di Lucere film realizzata da don Italo Uberti. Composto in due parti, il video sa coinvolgere lo spettatore anche grazie al suo linguaggio visivo, ricco di elementi grafici e d’animazione digitale, al servizio

della comprensione della parola di Dio in un tempo che ha fatto dell’immagine uno dei capisaldi del comunicare. Parole e immagini ben si completano a servizio della nuova evangelizzazione. Il video può essere un utile strumento per sacerdoti, consacrati e laici impegnati nella pastorale. Ma anche per uso privato, può divenire un valido aiuto alla riflessione. Il costo è di 9,90 euro e reperibile presso la libreria Paoline a Brescia. Info don Italo Uberti: 3356121053.

Viene inaugurata sabato 12 gennaio la Stagione 2013 della Fondazione del Teatro Grande. Il primo appunta-mento sarà in Sala Grande 21 con la danza del Ballet du Grand Théâtre de Genève che porterà in scena “Romeo e Giulietta”. Dall’anno del suo debut-to, nel 1938 a Brno, “Romeo e Giuliet-ta” di Sergej Prokofiev non ha mai ces-sato di interessare i coreografi dei più diversi linguaggi. Le coreografie dello spettacolo portano la firma di Joëlle

Bouvier – regina indiscussa della “nouvelle danse” francese – che ha ideato una rivisitazione dello spetta-colo classico scegliendo di collocare la storia in una dimensione atempora-le per trasmettere il messaggio della leggenda senza tempo dei due celebri amanti. Lo spettacolo si struttura su una scena minimalista e la partitura musicale è incentrata sulle tre Suite per orchestra estratte dal balletto nel 1936 e nel 1944 dallo stesso Prokofiev.

Coadiuvata dall’elegante scenografia di Rémi Nicolas e Jacqueline Bosson – un altipiano/scivolo che permette due livelli di azione e che all’occorrenza si trasforma in balcone – e dall’interpre-tazione puntuale dei 20 danzatori del Balletto di Ginevra, Joëlle Bouvier co-struisce una danza che parla allo spet-tatore e va diritta al cuore.Il Ballet du Grand Théâtre de Genève ha esplorato sin dai suoi esordi la plu-ralità stilistica e l’eclettismo tecnico

della danza del XX secolo. Il grande George Balanchine ne è stato con-sulente artistico dal 1970 al 1978. Il complesso, oggi guidato da Philippe Cohen è costituito da una ventina di danzatori di formazione classica. Nei ruoli principali il giovane talento ita-liano Damiano Artale che interpreterà Romeo e la delicata Madeline Wong che sarà Giulietta. Biglietti da 17 a 28 euro con possibili riduzioni. Per info: teatrogrande.it o 0302979333.

& Ballet Theatre. Alla base del reper-torio della compagnia ci sono i capo-lavori del balletto classico: “Il lago dei cigni”, “Schiaccianoci”, “La bella addormentata”, “Giselle”, “Don Chi-sciotte”, “Romeo e Giulietta”. Eugeniya Bespalova è la direttrice e la prima ballerina del Russian Clas-sical Ballet, Moscow; responsabile di tutti gli spettacoli classici e della preparazione dei solisti e del corpo

di ballo. Promuove le tradizioni del balletto russo. Eugenyia partecipa re-golarmente ai Gala di danza presen-tati al Teatro Bolshoi, condividendo il palco con star internazionali come Nina Kaptcova (Bolshoi), Natalia So-mova (Stanislavskij), Anna Nikulina (Bolshoi), Kristina Kretova (Bolshoi) e Viacheslav Lopatin (Bolshoi). Du-rante la sua carriera, che può contare più di 2500 prestazioni professionali nei più importanti teatri del mondo, la Bespalova ha deciso di usare la pro-pria esperienza e il proprio prestigio per creare il Russian Classical Ballet.Un’occasione da non perdere. Prez-zi del biglietto a partire da 17 fino a 28,50 euro (a cui aggiungere la pre-vendita). Informazioni al sito: pala-brescia.it

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“Sfide, ricordi, speranze. Il vento fresco del Concilio” è il libro di don Giuseppe Tomasini. Un testo che analizza con serietà e passione le vicende della Chiesa attraversata prima dal Concilio ecumenico Vaticano II e poi dal fenomeno rivoluzionario del 1968. In copertina un acquerello di Luigi Salvetti che ritrae la nave della Chiesa sbattuta dalle tempeste, ma descritta anche come un fiore che si apre ai colori della grazia e della speranza. Don Giuseppe

non si è fermato a un’analisi superficiale, ma con la sua proverbiale cura dei particolari ha preso in mano i libri per cercare di decifrare l’attualità sociale ed ecclesiale del tempo. Scelse di seguire un corso pluriennale di studi sociali, poi la Pontificia università lateranense per la licenza in teologia e la facoltà di sociologia di Trento. Affamato di sapere e incuriosito dalle aperture del Concilio, ha unito gli studi agli incarichi diocesani:

nel 1977 approdò a Santa Maria in Silva con il compito di guidare l’erigenda parrocchia. In questo volume di 355 pagine è racchiuso il don Tomasini pensiero: le sue riflessioni, i suoi interventi e le sue lettere in questi 50 anni di storia. Il testo mette in risalto i suoi studi e i suoi approfondimenti sul pensiero sociale dell’allora card. Montini, sull’ateismo marxista e sulla secolarizzazione, sul problema della conoscenza di Dio, sulla psicologia e la religione.

Un intero capitolo (il sesto) è dedicato alle riflessioni (“Morire è un dovere o un diritto”?), uno alla vita della parrocchia, uno alle escursioni/pellegrinaggi e uno alle lettere scritte. Merita una menzione la sezione dei profili, dove tratteggia la figura di alcune persone significative (fra questi, mons. Pietro Piazza) incontrate lungo il cammino. Sabato 12 gennaio mons. Gabriele Filippini presenterà il libro alla Messa delle 18 nella chiesa di Sant’Afra.

distanza di anni quan-do parla del Concilio gli occhi di mons. Roberto Caceres si illuminano ancora. Sono una tren-

tina i padri conciliari ancora in vita (2500 quelli che presero parte all’as-sise conciliare), fra questi c’è mons. Roberto Caceres, vescovo emerito di Melo (Uruguay), diocesi nella qua-le hanno operato e operano i nostri sacerdoti Fidei donum fra i quali il compianto don Pierluigi Murgioni. Il vescovo Caceres è stato invitato da Benedetto XVI, lo scorso 11 ottobre, alle celebrazioni per ricordare i 50 an-ni dall’apertura del Concilio (11 otto-bre 1962-7 dicembre 1965). Dall’Uruguay a Roma per un’espe-rienza unica di Chiesa. Quale fu la sua reazione?La prima impressione fu molto posi-tiva perché papa Giovanni, se pur in pochi mesi, ci aveva abituato a mani-festarsi in forma paterna. Più passava

il tempo e più ci si accorgeva dell’im-portanza di questo avvenimento, del fatto straordinario di avere convocato tutti i Vescovi del mondo in Vaticano. Si sentiva il bisogno di questo incon-tro universale? Il motivo era chiaro. Papa Giovanni parlava del desiderio di aggiornamento: aggiornare non la Parola di Dio che è vita eterna, ma la sua esposizione: noi dobbiamo ade-guare il nostro linguaggio, la nostra liturgia, la nostra predicazione per il bene integrale dei popoli che cambia-no nel tempo insieme alle loro cultu-re. Nella costituzione dogmatica Lu-men Gentium come padri conciliari abbiamo deciso di inserire il sacerdo-zio del popolo prima della gerarchia per ribadire che era al centro del Con-cilio. Gesù è venuto per servire, non per essere servito. E quindi la Chiesa (tutti i battezzati) che si identifica con Gesù è al servizio della popolazione. Sant’Agostino diceva con voi sono battezzato, per voi sono vescovo. Si

mo nell’Anno della fede, ma potrem-mo anche chiamarlo Anno della spe-ranza, perché la fede porta speranza e amore. Bisogna saper comunicare ai nostri vicini la gioia di vivere e la gratitudine al Signore senza cedere alle negatività. Il male si può vince-re con il bene così come la tristezza con la gioia. E il popolo a distanza di anni si è accorto di essere al centro del Concilio?La gente è attenta. Alla gente piace sentir parlare di Dio. Come preti, forse, abbiamo l’impressione che la gente possa vivere senza Dio, ma sba-

parla spesso della mancanza di voca-zioni, ma ci si sofferma poco sul sa-cerdozio del popolo (grazie al batte-simo e alla confermazione) così come descritto dal Vaticano II. Un altro documento fondamenta-le è la Costituzione Gaudium et Spes che riassume bene lo sguar-do della Chiesa sul mondo con-temporaneoTutti i Documenti sono diversi, ma sono influenzati dai due cambiamenti importanti nella stesura riportati nella Lumen Gentium e nella Gaudium et Spes. Gaudium et spes: gioia e spe-ranza. I padri conciliari hanno scelto di iniziare in maniera positiva il do-cumento conciliare (al termine fu-rono promulgati quattro Costituzio-ni, tre Dichiarazioni e nove Decreti, nda) senza cedere alle lamentazioni e alle osservazioni negative. La gioia per il dono della vita, dove anche la malattia passa in secondo piano se crediamo nella vita eterna. Oggi sia-

gliamo. C’è un’ignoranza della propria interiorità, ma chi vede la complessità dell’universo non pensa che sia frut-to del caso. Non possiamo capire, ma Dio non si può comprendere: noi sia-

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mo finiti, mentre Dio è l’infinito. Sia-mo noi sacerdoti, in questo anniver-sario così importante, che dobbiamo trasmettere l’importanza di comuni-care la bellezza di questo appunta-mento arricchito dall’esperienza di tutti i Vescovi del mondo.Qualcuno, di tanto in tanto, ipo-tizza la necessità di un Concilio Vaticano III. Cosa ne pensa lei che ha fatto il Vaticano II?Non so cosa si potrebbe dire di nuo-vo. Non è passato il tempo sufficiente. Sono ancora attuali, dalla prima all’ul-tima parola, i documenti del Vaticano II. Con un po’ di coraggio bisogna far

notare alcune cose come il sacerdo-zio del popolo perché altrimenti le persone si sentono solo spettatori o tifosi. Non si sentono compromessi, non sanno che quando parliamo di Chiesa parliamo di tutti noi. Quan-do diciamo “Signore, prega per la tua Chiesa”, diciamo “prega per tutti noi”. Vedo il bisogno di interessarsi, di leggere e di applicare lo spirito di ognuno dei 16 Documenti.Come si sposa il Concilio con la teologia della liberazione matu-rata in America Latina?È passato quel momento un po’ du-ro nel quale si pensava che con certi metodi si poteva arrivare al benessere e alla giustizia. Oggi c’è la convinzio-ne che, se pur a distanza, i problemi siano universali e non locali. Manca quello che sta facendo questo anni-versario: rinnovare la forza del Con-cilio e metterlo in pratica. Bisogna mettere in pratica il Vangelo, la per-sona di Gesù. Molti vanno in chiesa per abitudine, ma dovrebbero sapere che si va in chiesa per identificare Ge-sù con questa Parola e poi per nutri-re il nostro spirito con il suo sangue e il suo corpo. Da pastore è preoccupato del-la deriva laicista del suo Paese d’origine?A 91 anni posso dire di avere vissuto diverse tappe della vita ecclesiale uru-guayana. Prima era una cosa strana essere e mostrarsi cattolici, oggi c’è rispetto nei confronti dei sacerdoti. Comunichiamo di più con la nostra testimonianza piuttosto che con le parole. La gente in Uruguay osserva quello che si fa, non quello che si dice. Ho molto fiducia. La Chiesa non par-la molto, ma ha molta credibilità. Nei mesi scorsi è stata approvata la legge sull’aborto, ma la Chiesa è restata in silenzio: il silenzio non è accettazio-ne, non è rassegnazione. La gente sa cosa pensa la Chiesa.

L’associazione per l’arte “Le stelle”, il Comune di Concesio e la Circoscrizione Brescia centro propongono dal 10 gennaio al 9 febbraio presso la biblioteca comunale di Concesio e poi dal 2 al 17 marzo a San Zenone all’Arco a Brescia la mostra “di Poesia e di Arte – Omaggio a Giacomo Leopardi e Federico García Lorca” dell’artista Giuseppe Monguzzi.La sua attività espositiva è stata molto intensa, in Italia

e all’estero. Le sue opere, che hanno raccolto la stima e l’interesse di molti critici, figurano in molte collezioni private, pubbliche e musei.“Si può dipingere la poesia? – si domanda Carmela Perrucchetti nell’introduzione al catalogo della mostra –. Per farlo occorre un sentire interiore predisposto, pronto a cimentarsi con la misteriosa alchimia di parole, filtrate e dense, che solo il poeta sa

scegliere ed accorpare per dar forma alla propria visione del mondo. Giuseppe Monguzzi, con l’impeto di una pittura che affida al gesto tutta la forza del colore, sperimenta questa strada, facendosi cassa di risonanza per i testi più amati, eletti a far parte del suo personale sentire. Leopardi, García Lorca: poeti diversissimi – continua – per espressività e cultura determinano, nelle due serie ad essi dedicate da

Monguzzi, mondi pittorici a se stanti, in cui l’inconfondibile stile dell’artista va a risvegliare l’eco di celebri versi diventati patrimonio condiviso della nostra cultura”. Una particolare esposizione che mette davanti agli occhi immagini ispirate dalle poesie dei due poeti così come le loro parole le hanno ispirate a Monguzzi. E scoprire, leggendo l’“Infinito” di Leopardi, se l’avevamo immaginato proprio così!

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La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla Chiesa di San Giacomo apostolo di Ospitaletto su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

Dal lunedi al venerdi a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti sulle notizie principali.Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

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È dal 2008 che si sente parlare di cri-si. Meno soldi, meno lavoro, meno pensioni, meno certezze, ecc. ecc… una situazione paradossale, se si pen-sa a quanta falsa ricchezza ostentata vediamo per le strade. Del resto da qualche parte ci sarà pur qualcuno che in questo caos è riuscito ad acca-parrarsi la parte buona della coperta, quella coperta troppo stretta per tutti e, quindi, comoda solo per pochi. Se dietro alle grosse speculazioni finan-ziarie, spesso ci sono le grandi banche a riempirsi le tasche, ecco che dietro alla speculazione socio-culturale c’è il mondo della televisione, non da intendersi però come contenitore di

emittenti – quelle sì che sono in crisi, prese una a una – ma come presenza universale, un personaggio chiave nel-la storia dell’uomo.E, infatti, nonostante in tv si sia ga-reggiato negli ultimi mesi per offrire un livello qualitativo sempre più me-diocre, la crisi ha premiato il piccolo schermo facendogli guadagnare un picco di ascoltatori che non si rag-giungeva da anni. Il 2012 ha infatti segnato un’impennata di ascolti che non si registrava dal 1984. Secondo i dati auditel, nel 2012 la fa-scia oraria del prime time, ovvero del-la prima serata, ha ottenuto picchi di ascolti per un totale di 26 milioni di

telespettatori, se si sommano i dati di tutte le emittenti. Un boom così sensibile di contatti non si aveva ap-punto dal 1984, l’epoca d’oro della na-scita della tv commerciale. Tirando le somme del 2012, invece, ogni emitten-te nazionale festeggia un incremento di pubblico.Più persone sul divano: merito della disoccupazione? Merito della debo-lezza economica delle famiglie, che a Capodanno scelgono di stare a casa a guardare il veglione in tv? Merito di in-ternet, che sembrava dovesse rivolu-zionare chissà cosa e che invece non è altro che un ulteriore boomerang di propaganda televisiva?

La risposta è affermativa in tutti i casi. La gente se ne sta a casa, e standose-ne a casa non può fare altro che par-lare di ciò che accade in televisione. Chi avesse soldi e tempo per girare il mondo non sprecherebbe nemmeno un minuto sul famoso divano di cui sopra. O no?Come se non bastasse il computer in casa è ormai diventato il televisore-bis: com’è che ormai i divi della tv di-ventano i divi di internet e viceversa i divi di internet diventano i divi della tv? Non sarebbero dovuti essere due universi mediatici separati e autono-mi? Ma in effetti i soldi hanno un solo colore, non due.

È un controsenso: proprio quando è il momento di tirarsi su le maniche per investire al meglio il tempo e le energie, si registra il maggior consu-mo di quel vizietto che al contrario ci vorrebbe scamiciati e sbottonati, distesi a scegliere fra 1000 canali 24 ore su 24. Il consumo di tv non è più da considerarsi una “fuga dalla real-tà”, ma piuttosto una “scampagnata nei dintorni della realtà”, visto che il mondo in cui viviamo è esso stesso te-levisivo. Di quale crisi stiamo parlan-do? Davvero crediamo ancora che si tratti di soldi? Siamo davvero convinti che nella società del 2013 sia solo il si-stema economico a essere sbagliato?

Domenica 6 gennaio il Papa ha ordinato vescovo il bresciano mons. Vincenzo Zani, originario di Pralboino, quale nuovo segretario della Congregazione per l’educazione cattolica. Un delicato incarico al quale mons.Zani è stato chiamato, forte della lunga e intensa esperienza nel mondo dell’educazione, prima nella nostra diocesi, poi a livello nazionale a Roma dal 1995. In Primo Piano in onda alle 9.30 mons. Zani ripercorre le tappe

del suo impegno nel mondo della scuola, testimone dei cambiamenti delle diverse generazioni che ha contribuito a formare. Il commento al Vangelo festivo è a cura di mons. Gabriele Filippini. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio Raphaël.

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notizia” apre con il servizio “Il vescovo Vincenzo”, sull’ordinazione episcopale di mons. Vincenzo Zani (nella foto), nuovo segretario della Congregazione per l’educazione cattolica. A seguire: “Il Natale degli operatori del turismo”; “Arrivano i magi”; “120 anni di Voce”. La rubrica “4 parole...” è con Adriana Pozzi per la prossima Settimana di preghiera

per l’unità dei cristiani. “La Buona Notizia” va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv che manderà in onda anche lo speciale “Partecipazione e rappresentanza”, sui sistemi elettorali e l’esercizio del diritto di voto, con relatore Paolo Costa.

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Appare in crescita qualitativa il ci-nema di Paul Thomas Anderson, pur non essendo facile per tutti da metabolizzare. Come accadeva ai film di Stanley Kubrick (un eviden-te punto di riferimento del 42enne regista californiano), “The Master” può lasciare spiazzati o richiedere una digestione lenta per essere ap-prezzato; anche a causa del rigore stilistico che non lascia spazio a fa-cili ammiccamenti drammatici. La precisione della messa in scena ha

Il musical “Fiorì una rosa bianca” ispirato alla vita della beata sirmionese Benedetta Bianchi Porro sarà portato in scena dalla compagnia teatrale dei “Venti e le menti” della parrocchia di Rivoltella, con la collaborazione di Noi Musica, il 12 gennaio alle ore 21 al Teatro comunale di Pralboino e il 13 gennaio alle 16 al Teatro parrocchiale di San Martino della Battaglia (Desenzano). Quest’ultimo evento è promosso insieme

all’Allegra Brigata di San Martino e agli Amici di Raphaël di Rivoltella. Proseguono le iscrizioni al 3° Concorso canoro “Voci bianche” Noi Musica 2013 con ragazzi da varie parti del Nord Italia. Scadenza iscrizioni 1° febbraio. È organizzato da Noi Musica e si svolgerà sabato 9 febbraio dalle 20.45, presso il Teatro parrocchiale di San Martino della Battaglia. L’ingresso è libero. Per le informazioni su queste iniziative e altre: noimusica.org

icola Tabellini, in arte Tablo, è un cantauto-re bresciano emergen-te, nativo di Bagolino, che conferma come la

musica bresciana sia molto attiva anche nei luoghi più estremi della nostra provincia. Tablo sul finire dello scorso anno ha pubblicato il suo terzo disco, “Il circolo vi-zioso”, lavoro che giunge dopo “Il giorno del metronomo” e “Non mi senti”. L’album conferma l’attitu-dine di Nicola Tabellini a riflette-re la propria anima nelle sue can-zoni, intingendole in un’atmosfera autunnale e vagamente malinconi-ca. Il disco risente in maniera pre-gnante della registrazione (artigia-nale in senso buono, e per questo molto curata) effettuata nello “La Miopismo Studio” di Idro, affaccia-to sull’omonimo lago, immerso in un clima pedemontano che indu-ce naturalmente all’introspezione e al lento ciondolare. Ne è nato così un disco acustico, ma anche un po’ acquatico, umido in quanto ad umori, che scivola leggero co-me una foglia autunnale che cade e che abbisogna di ripetuti ascolti per entrare sottopelle e scaldare lentamente, ma irreversibilmen-te l’animo. Il “Prologo” iniziale in-

troduce nella maniera migliore “Il circolo vizioso”, con un gioco can-giante di suoni ricamati, tra piano, chitarra, violoncello e il battere di una batteria che alimenta il ritmo. Un ritmo che nel disco è tenuto sotto controllo, ma che rimane sempre presente e prezioso nelle canzoni, pur lasciando che siano i suoni acustici a condurre le danze. Tablo mostra in questo album una

nei cuori degli appassionati e dei suoi seguaci. Questa influenza si avverte a livello di habitat musica-le, non certo nelle singole canzo-ni, costruite attorno ad un clima agreste e facilmente riconoscibi-li, mostrando la buona personalità musicale di Tablo. Una volta supe-rato l’impasse iniziale, dovuto al “filtro” imposto dalle scelte musi-cali sobrie, ma di qualità ricercata e lontane anni luce dalla banalità, l’album diventa molto piacevole, con una poetica semplice, ma mol-to profonda, attraverso la quale le storie d’amore delle quali è ricco il disco si allontanano dalla retorica e assumono le sembianze di pic-coli dipinti delicati e avvolgenti. Un progetto sicuramente riuscito, grazie anche all’affiatamento con i musicisti, indispensabile per la buona riuscita di un lavoro così raffinato. Le canzoni sono tutte ri-uscite, particolarmente azzeccata “La scala morale”, con il ritornello vincente che recita “...la vita è una scala morale, che scende, che sale, la vita è una cosa speciale, va be-ne, va male”. Un disco e un perso-naggio da scoprire, per chi ancora non lo conoscesse, per di più umi-le e desideroso di imparare, cosa alquanto rara oggi.

certa maturazione, il cd acquista rispetto ai precedenti una struttu-ra più lineare ed omogenea, e pre-senta un filo conduttore che carat-terizza stilisticamente il suo per-corso musicale. I suoni risentono dell’influsso di un cantautore stra-ordinario seppur amato da un mi-noranza di cultori come l’inglese Nick Drake, morto suicida alcuni decenni fa e che ultimamente pa-re “rivivere” una nuova primavera

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l’effetto di enfatizzare la prova di due attori superlativi, Joaquin Pho-enix e Philip Seymour Hoffman, entrambi premiati per la migliore interpretazione maschile a Venezia 2012, dove il film ha vinto anche il Nastro d’argento per la regia.A primeggiare è Phoenix, teso, inquietante e imprevedibile nel ruolo di Freddie Quell, un redu-ce della Seconda guerra mondiale che all’inizio degli anni ’50 cerca senza successo di rifarsi un’esi-

stenza normale. La successione di sequenze iniziali ne descrive con nitidezza lo spaesamento: speciali-sta in cocktail alcolici poco consi-gliabili, in difficoltà con le donne, è un asociale percorso da impulsi violenti che gli impediscono di tro-vare un lavoro stabile. Su un piro-scafo incontra Lancaster Dodd, il leader carismatico di un gruppo chiamato “la Causa”, ideatore di un metodo che mira all’elevazione spirituale degli esseri umani attra-

verso pratiche introspettive in bili-co tra lo psicanalitico e il cialtro-nesco. Tra i due nasce un morboso rapporto di dipendenza reciproca, con il quale ognuno cerca soste-gno nell’altro contro la solitudine.Il personaggio di Dodd è ispirato a Ron Hubbard, il discusso fonda-tore di Dianetics, ma il film non esprime giudizi. Penetra piuttosto nei meccanismi della relazione tra i protagonisti immergendola negli anni inquieti

del dopoguerra, aperti al futuro ma segnati dalle violenze del conflit-to, evocati con attenzione mania-cale nella tonalità delle immagini e nelle ambientazioni. Anche la pulsante colonna sonora di Jonny Greenwood contribuisce a defini-re il tortuoso itinerario psicologi-co di Freddie, nel corso del quale il passaggio da una donna di sabbia a una reale suscita la speranza (o è nostalgia?) di una composizione più pietosa del dolore.

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a faretra di “Spes at work”, l’iniziativa a favo-re dell’occupazione gio-vanile, lanciata nei mesi scorsi su iniziativa del ve-

scovo Luciano Monari, dell’Ufficio per l’impegno sociale e della Caritas, si arricchisce di una nuova freccia.Grazie alla collaborazione tra Centro oratori e Confartigiano di Brescia è stata messa a punto la proposta dei tirocini aziendali. Con il sostegno del Credito Bergamasco 20 giovani bresciani avranno modo di vivere un’esperienza formativa e di orien-tamento presso alcune imprese ar-tigiane individuate grazie alla sigla di via Orzinuovi. La proposta ha lo scopo di permettere a giovani tra i 18 e i 35 anni disoccupati, compresi quelli iscritti nelle liste di mobilità, di trascorrere sei mesi in una realtà aziendale per apprendere competen-ze professionali direttamente dagli artigiani che si sono resi disponibili. Durante il tirocinio i giovani prescel-ti non potranno contare su alcuna forma di retribuzione ma potranno apprendere tutti i segreti di mestieri in grado di fornire loro concrete spe-ranze per un futuro professionale. 20 sono ad oggi i tirocini messi a dispo-sizione, ma in caso di particolare gra-dimento i promotori dell’iniziativa si sono detti disponibili anche a pensa-re a nuove opportunità. L’esperienza formativa è promossa appunto da

Confartigianato attraverso Elfi, il suo ente formativo accreditato. La sigla retta da Eugenio Massetti ha prov-veduto alla selezione, fra i 14mila as-sociati bresciani di Confartigianato, delle aziende presso cui avviare i gio-vani. Saranno gli stessi candidati al tirocinio ad indicare nella scheda di partecipazione in quale settore arti-gianale intendono vivere l’esperienza del tirocinio. Il Centro oratori si farà

carico del coinvolgimento degli ora-tori per dare visibilità alla proposta e raccogliere le adesioni dei giovani. Già sei oratori, queli di Breno, Chiari, Chiesanuova a Brescia, Gavardo, Lu-mezzane S. Sebastiano e Orzinuovi, realtà in cui è presente con proprie strutture anche Confartigianato, han-no già dato la loro adesione e nelle settimane a venire, oltre ad ospitare i punti di raccolta delle domande di

Sante Bonomo (nella foto) è il nuovo presidente dell’Ente vini bresciani, storica istituzione del panorama vitivinicolo provinciale. Bonomi succede a Cesare Materossi e guiderà l’organismo per il prossimo triennio. Rinnovate anche le altre cariche del consiglio di amministrazione: il ruolo di vicepresidenti è stato assunto da Maria Grazia Marinelli, in rappresentanza del Consorzio Montenetto, e da Michelangelo Scarpari per il Consorzio Botticino.

I nuovi consiglieri sono Paolo Pasini (Consorzio Valtènesi - Garda Classico), Giovanni Avanzi (Provveditoria vini Novelli Bresciani), Mario Chiappini (Consorzio Valcamonica), Elisabetta Bontempi (Consorzio Cellatica), Luca Formentini (San Martino della Battaglia) e Marisa Mauri in rappresentanza della Camera di commercio di Brescia. Il presidente uscente Materossi assume la carica di revisore dei conti insieme a Claudio Franzoni e Mario Danesi.

Nonostante la crisi del mercato del la-voro la Cisl tiene. La conferma arriva dalla presentazione dei dati sul tesse-ramento 2012 del sindacato di via Al-topiano d’Asiago. La Cisl ha chiuso lo scorso anno con 91542 iscritti contro i 92249 dell’anno precedente. “Si trat-ta di dati estremamente confortanti – ha affermato il segretario generale Enzo Torri (nella foto) – rispetto alla evidente difficoltà che sta attraver-sando il mondo del lavoro segnato

da calo occupazionale e blocco delle assunzioni nel pubblico impiego”. Tra settori che crescono e altri che scen-dono la Cisl, dunque, manda in archi-vio una campagna di tesseramento positiva all’avvio di una stagione di grandi cambiamenti. La riorganizza-zione messa in campo dal sindacato a livello nazionale ha fatto sentire i suoi effetti anche in Lombardia (con una riduzione dei territori da 14 a 8), con la conseguente fusione tra la Ci-

sl di Brescia e quella di Valle Camo-nica. Una novità che troverà la sua ufficializzazione nella stagione con-gressuale che andrà ad aprirsi nelle prossime settimane e che culminerà con l’assise provinciale in calendario il 21 e 22 marzo prossimi. “Momenti, quelli della riorganizzazione e degli appuntamenti congressuali che – ha ricordato ancora Torri – daranno al-la Cisl quella forza necessaria per affrontare le grandi sfide dei pros-

simi anni”. Nonostante la stagione impegnativa la Cisl bresciana ha an-che tempo per guardare al di fuori dell’organizzazione, a partire dagli appuntamenti elettorali. “Il nostro sindacato – ha affermato Torri al proposito – non esprime preferenze. Semmai guarda con preoccupazione quelle proposte politiche che invece di affrontare con responsabilià i pro-blemi del Paese, indicato soluzioni populistiche”.

partecipazione, accoglieranno anche i promotori di questa nuova parte di “Spes at work” per la presentazione della stessa. Saranno lo stesso Cen-tro oratori e Confartigianato, sulla base di criteri precisi (non ultimo quello della presenza nella famiglia del giovane di figli minorenni), i pri-mi 20 tirocinanti. Il modulo di ade-sione, disponibile presso i sei oratori citati o al Centro di via Trieste, dovrà essere compilato in tutte le sue parti entro il prossimo 15 marzo. “Quella che del tirocinio aziendale – ha af-fermato don Marco Mori, direttore del Centro oratori – è una proposta che punta non solo sull’aspetto oc-cupazionale, ma che mette in risalto anche la dimensione educativa che caratterizza ogni azione del Centro”. Grande soddisfazione è stata espres-sa anche da Eugenio Massetti, pre-sidente di Confartigianato, non solo per la collaborazione e per l’opportu-nità data al mondo dell’artigianato bresciano di trasmettere il suo patri-monio di sapere e di professionalità.

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iorni movimentati in casa Brescia: per quan-to riguarda il mercato, dimenticato senza rim-pianti Lorenzo Stovini,

che dopo aver rescisso con il Bre-scia sembra sul punto, dopo un po’ di tira e molla, di accettare l’offerta del Novara, il mercato in uscita ha visto partire alcuni giovani come Magli e Martina-Rini, rispettivamen-te alla Feralpi Salò e alla Cremone-se. Continuano poi a tenere banco alcune situazioni che già si erano delineate nei giorni scorsi: in at-tacco Caracciolo, con il suo ingag-gio pesante e l’importante prezzo di cartellino, è sempre un nome sem-pre “caldo” per la cessione, tenen-do conto anche che si vuole lancia-re Mitrovic, mentre in difesa per il ritorno di Caldirola sembrano esse-re state impostate buone premesse, anche se il suo cartellino è sempre a metà tra Cesena e Inter, che forse sta valutando per il giocatore anche alcune destinazioni in serie A. Infine il colpo grosso: per Salamon si è re-gistrata l’offerta di sette milioni da parte del Borussia Dortmund, che verserebbe la cifra intera per avere il polacco a Gennaio, un anticipo invece di cinque se restasse fino a giugno, quando la società tedesca salderebbe l’importo. Per come si sta delineando la trattativa pare più probabile un accordo che pre-

veda la permanenza di Salamon tra le Rondinelle fino al termine della stagione. Altro fronte sul quale si registrano alcune novità è la que-stione relativa allo stadio: in questi giorni il presidente Gino Corioni è tornato sull’argomento, prendendo l’occasione del prossimo avvio della campagna elettorale per la poltrona più importante di palazzo Loggia:

“Sono convinto – ha affermato – che l’anno prossimo chiunque di-venti sindaco ci darà il permesso di fare lo stadio. Questo vuol dire che il Comune non spende un euro, ma deve dare la possibilità di costrui-re come è avvenuto con lo Juventus Stadium, che ha copiato l’idea del Brescia di affiancare quelle infra-strutture di contorno che ripaghe-

Un gesto clamoroso e tante reazioni che fanno riflettere. Il gesto è quello del Milan, che si è rifiutato di conti-nuare una partita con la Pro Patria, una squadra di Lega Pro, a Busto Ar-sizio, dopo che da un gruppo di so-stenitori locali si sono levati diversi cori di tipo razzista che hanno preso di mira in particolare Emanuelson, Muntari, Niang e Boateng (nella fo-to). Molti plausi al gesto del Milan, che sottolinea la volontà di non arrendersi

all’inciviltà spesso presente negli sta-di. Richiama un po’ tutti a fare la pro-pria parte, per isolare quelli che sono normalmente una piccolissima parte delle tifoserie. Tifoserie che, in altre occasioni – è già successo – sono sta-te anche in grado di zittire “in tempo reale”, con forti reazioni dagli spalti, quanti si lanciavano proprio in insul-ti razzisti e violenti. Le molte reazio-ni positive al gesto del Milan mettono in evidenza la necessità di cambiare

registro. “Siamo tutti stanchi, siamo tutti stufi. L’Italia deve crescere, e que-sto è il primo passo”, ha commentato il ct della nazionale, Cesare Prandelli. E Michel Platini, ha spiegato che con-tro simili episodi di razzismo – “che continuano a verificarsi di tanto in tanto negli stadi europei” – si conti-nuerà “a lottare senza tregua”. Come lottare? Severità negli stadi, “tolleran-za zero” . Ma anche – e ieri lo ricor-dava con semplicità un giocatore del

Varese, Giulio Ebagua, – con una se-ria opera educativa: “Il razzismo c’è sempre stato e temo che ci sarà sem-pre. Bisogna incidere sulla mentalità di certa gente, bisogna cominciare a scuola, educando i bambini”. Anche i campioni dello sport possono e de-vono fare la loro parte, perché i loro gesti e atteggiamenti, le loro parole hanno spesso un grande peso, valore di esempio. Questa volta, a Busto Ar-sizio, in positivo.

C’è spazio anche per un pezzetto di Valtrompia tra la sabbia e le piste dell’edizione 2013 della Dakar. Dopo la lunghissima e complicata tappa tra Nazca e Arequipa, con 289 km di prova speciale, vinta dallo spagnolo Joan Barreda, il lumezzanese Alessandro Botturi, in sella alla sua Husqvarna, è 9° nella classifica generale con poco più di 11 minuti di ritardo dall’attuale leader della corsa, il francese Olivier Pain su Yamaha,

giunto secondo alle spalle di Barreda. Arrivato 12° nella tappa in questione, il valtriumplino si è espresso in questi termini sulla sua prestazione: “Tappa davvero difficile, in alcuni punti la visibilità era pari a zero. Ho viaggiato praticamente tutta la tappa con Goncalves, ma abbiamo perso diverso tempo per un errore di navigazione. Comunque tutto ok, ora sono 9° nella generale e domani si potrà tirare un po’ il fiato.”

rebbero la costruzione dello stadio vero e proprio. Inoltre dobbiamo tenere conto delle potenzialità del-la nuova metro, che ha cinque fer-mate proprio a Mompiano. Sull’area dell’attuale stadio si può ricostruire, anche perché si tratta comunque di un’area da riqualificare. Lì si posso-no costruire tutte quelle infrastrut-ture che permetterebbero di avere lo stadio nuovo gratis, poi la pro-prietà potrebbe essere del Comune o meglio ancora del Brescia”. Utopia il progetto, soprattutto in paragone alla situazione torinese? Forse, però nel frattempo le idee del vulcanico numero uno del Brescia non si fer-mano qui: ha fatto inoltre sapere che per il futuro ha in progetto di ripor-tare in società a Brescia Roberto Baggio. Il Divin codino, forse il più grande ex nella storia del Brescia, avrebbe porte aperte, secondo quan-to dichiara Corioni, per qualsiasi ruolo dall’allenatore al presidente.

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iclismo e beneficenza so-no stati gli assoluti pro-tagonisti dell’Epifania del Csi Brescia, con la IX edizione della Befana

Bike, un evento di sano agonismo arricchito da una preziosa raccolta fondi da indirizzare in favore delle associazioni di volontariato impe-gnate sul territorio di Scarpizzolo di San Paolo e dintorni. Alle griglie di partenza si sono presentati 130 bikers, trascinati al traguardo da Bonetti (Team RC Erre). Argento per Botticini (Infotre Lecougan) e bronzo per Lombardi dell’Emporio Sport Team, squadra dominatrice del podio femminile, con Moretta e Agosta sui gradini più alti. Subi-to dietro Baronio (Ciclistica Mon-tenetto).Dopo il tradizionale appuntamento del 6 gennaio è già tempo di torna-re ad allenarsi in vista della Cross Country Cup Csi, che prenderà il via domenica 20 gennaio a Clusane sul Lago con il IV Cross delle Tor-biere, prima delle 20 prove in pro-gramma, alle quali andrà aggiunta la Gran Fondo Rampigölem. La novità del Circuito 4C 2013 è rappresentata dalla costituzione di due sottocircuiti di 10 prove cia-scuno: quello della pianura e quello della montagna. Alcune gare sono ormai delle classiche nel calenda-rio Csi, altre costituiscono appun-tamenti nuovi di zecca, nati dalla

Il 2013 del Csi Brescia inizia nel segno del settore giovanile, e non potrebbe essere diversamente dopo la missione lanciata a chiare lettere dalla presidente Amelia Morgano nel corso del Consiglio provinciale di fine anno, dove è stata annunciata la missione del prossimo futuro: scommettere sulla linea verde e investire con forza sull’attività sportiva giovanile.Si ricomincia dal polisportivo, dunque, con la festa che domenica 13 gennaio consentirà ai bambini

provenienti dai campionati di calcio e pallavolo di mettersi alla prova in una giornata dedicata interamente alla pallamano. Le formazioni under 8, 10, 11 e 12 scenderanno in campo al palazzetto dello sport Vittorio Mero di Folzano a partire dalle 14 per conquistare punti da aggiungere alla classifica dei rispettivi gironi. È importante iscriversi entro le 19 di venerdì inviando una mail a [email protected]. Per info su orari consultare il volantino su www.csi.brescia.it.

collaborazione con le amministra-zioni comunali che intendono pro-muovere le bellezze del loro territo-rio attraverso eventi sportivi. Questo il calendario mountain bike 2013: 20/1 IV Cross delle Torbiere (Clusane); 27/1 XV Angela Merici (Desenzano); 3/2 II Gp Parco Stro-ne (Pontevico); 10/2 I Fantecolo in Bike (Fantecolo); 17/2 Gp Piemon-

ti Costruzioni (Barco di Orzinuovi); 24/3 II Memorial Riccardo Prandi-ni (Braone); 1/5 I Cross del Mella (Azzano Mella); 12/5 II Starterbike (Iseo); 26/5 II Cross Parco Oglio (Rudiano); 15/6 Cronomella (Castel Mella); 16/6 Scalata alle Poffe (Lu-mezzane); 7/7 La nöa Rampigölem (Zone); 14/7 III Xc delle Risorgive Padane (Trenzano); 21/7 II 2H del Forest (Iseo); 27/7 Grimpeur Csi (Gavardo); 3/8 III Iseo Culmì (Iseo); 9/8 VII Rampicando Riviera degli Ulivi (Sulzano); 18/8 III Cross di Corte Franca (Corte Franca); 24/8 Memorial Ivan Nember (Lumezza-ne); 8/9 XC sul Monte Netto (Ca-priano del Colle).

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Anno della fede e 50° del Concilio

Egr. direttore,a tutti sarà capitato in questi mesi di sentir parlare o di parlare di An-no della fede e di 50° del Concilio Vaticano II. In una parrocchia della città, una volta al mese, prima della S. Messa prefestiva, si tiene per una mezz’ora una riflessione ed è fre-quentata. Poi ci sono altre iniziati-ve. Quando incontro religiosi/e, do-mando immediatamente: “che cosa fate per il 50° del Concilio Vaticano II?”, la loro risposta è: “Aspettiamo che i superiori ci dicano di leggere i documenti. Per quanto riguarda l’Anno della fede ancora non ci sono dati suggerimenti specifici”. Le per-sone con le quali ho più confidenza mi chiedono qualche suggerimento. Cominciamo a meditare la fede che è una virtù teologale, per la quale dob-biamo, quotidianamente, chiedere al Signore che ce la conservi. Ringra-ziamolo di averci fatto questo dono, che ce la conservi, anzi che la rinforzi e chiediamo che ci faccia compren-dere, che anche noi dobbiamo fare la nostra parte con la preghiera e la conoscenza. Qualcuno potrebbe sor-ridere a queste mie parole o sugge-rimenti e vorrei che ci fossero com-menti. Vi dico: “Fare bene il segno della croce, pensando e meditando sul mistero della SS. Trinità. Non so-lo in chiesa, ma anche in casa, con il padre della famiglia, che fa sentire di essere il responsabile di questo im-pegno. Inoltre suggerisco di prepara-re tante fotocopie a seconda del nu-mero dei componenti della famiglia, su ciò per cui riflettere. La sera, ogni tanto, senza stressare, il padre, dopo cena, potrebbe introdurre la rifles-

sione da fare, dicendo: “adesso che abbiamo nutrito il corpo con il pane materiale, nutriamo anche la nostra anima con il pane spirituale della vita eterna”. Dopo queste parole legge un brano della Bibbia, che in quest’anno, in tutte le famiglie, deve prendere un posto particolare e di privilegio in ca-sa, a prenderla va il padre o il figlio più giovane. Mentre tutti stanno in si-lenzio, leggere il brano da lui scelto del Vangelo per meditare”. Qualche amico, inoltre, mi dice: “Prete, tu sai che in chiesa io vado solo a Pasqua e Natale, ai matrimoni ed ai funerali, però faccio sempre il segno della cro-ce quando passo davanti alla chiesa, al cimitero, o incontro qualche prete, non ti basta questo per dirti che an-che io ho fede?” Rispondo: “Se vuoi essere un buon papà di famiglia al-meno in queste circostanze dovresti parlare del messaggio del Signore. Se tu papà farai questo, darai una buo-na testimonianza di fede. Puoi far-lo tutte le volte che tu hai elencato. Pensa ai funerali in un anno, anche di giovani, parlare della morte e del messaggio del sacerdote.” Cari con-fratelli, per favore, anche voi diteci cosa fate per queste importanti cir-costanze. È un modo di risvegliare la fede e di prepararci agli indirizzi dei nostri vescovi. L’ho fatto io, colpito da un grave ictus e ore emiplegico. Saluto tutti, compresi i confratelli all’estero ed auguro un buon anno 2013. “Pace e bene.”

don Giovanni Marchina

Il Pd e la componentecattolica

Egr. direttore,non credevo ai miei occhi quando ho letto, a pag. 5 della Voce del 3 gennaio,

la seguente frase relativa alle primarie del Pd: “In molti hanno sottolineato come la tornata del 29 dicembre abbia (almeno a Brescia e in Lombardia) in-ferto un duro colpo alla componente cattolica del Pd. Un colpo testimonia-to a Brescia dal flop di Guido Galperti, ultimo classificato nella corsa a set-te...” Mi sembra che tale giudizio, oltre a non essere vero, almeno per Brescia e provincia, possa fuorviare il lettore. La “componente cattolica” del Pd in-vece si è ulteriormente rafforzata: in-fatti tra i primi quattro preferenziati, ben tre, pari al 75%, sono cattolici pra-ticanti (Paolo Corsini, Alfredo Bazoli e Marina Berlinghieri), ben inseriti nel mondo cattolico bresciano. La Berlin-ghieri è addirittura insegnante di reli-gione cattolica! La presenza rilevante dei cattolici nel Pd bresciano era già comunque ben nota: si pensi ad esem-pio che la grande maggioranza degli attuali consiglieri di Circoscrizione del Pd proviene dalle parrocchie. La cosa non mi stupisce: il programma del Pd mi sembra il più vicino ai valo-ri della giustizia sociale, dell’ambiente e del lavoro indicati dalla dottrina so-ciale della Chiesa. Non va dimenticato inoltre che il Pd è l’unico, tra i partiti tradizionali, a lasciar scegliere i pro-pri parlamentari agli elettori tramite le primarie, mentre quelli degli altri partiti sono scelti dalle segreterie o dai leader degli stessi.

Maurilio Lovatti

In ricordo di don Garatti Egr. direttore,ho conosciuto don Giuseppe Garatti nel 1960, poco prima del suo ingres-so da parroco a Castelfranco di Ro-gno. Eravamo sul treno che da Bre-scia porta in Valcamonica: è iniziato un cordiale e simpatico dialogo, che è continuato sino alla sua morte. Il lavoro prima e il servizio militare poi mi hanno tenuto lontano dal mio pa-ese fino al settembre del 1963; anche in questo periodo non sono mancati frequenti scambi di scritti tra di noi. Le belle parole e i consigli di don Giu-seppe mi sono stati di aiuto a supera-re le difficoltà incontrate lontano da casa. Don Giuseppe trovava la forza di essere prete mandato dal Signore a portare la buona novella e a tenere unita la sua comunità. Ho sempre ap-prezzato le sue doti di persona saggia e di grande fede, capace di valorizzare i rapporti di amicizia. Don Giuseppe lasciò la parrocchia di Castelfranco nel 1972 per quella di Pilzone. An-chese un po’ lontani, io e la mia fa-miglia, abbiamo sempre mantenuto una bella relazione con don Giuseppe, di vera amicizia, di stima e di affetto. Durante l’ultima fase della malattia, don Giuseppe, pur nella sofferenza, ha avuto la forza di essere sereno e di intessere un dialogo confortan-te con Dio e con le persone amiche che lo visitavano. Il Papa Paolo VI era il suo modello. Don Giuseppe è stat prete e un amico che è vissuto nell’attesa dell’incontro con il Padre e che ora certamente vede realizzato il suo desiderio.

Zeno Rinaldi

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