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ǯ Ǥ î ǡ ǯ Ǥ Dzdz ǡ ǯ ǯ Ǧ Ǥ Se la politica per Paolo VI era la forma più alta della carità, il fatto che uomini e donne si impegnino a “salire in politica” per dare concretezza al servizio al bene comune, nel rispetto della dignità della persona, non può che essere un guadagno per tutti. Che poi, nella giusta competizione elettorale, ci salgano da destra, da sinistra, dal centro, da sopra o da sotto, forse, poco importa. Il richiamo a una visione politica alta, più volte fatto suo anche dal presidente Napolitano, diviene pertanto una necessità per i partiti in corsa e per noi elettori un criterio di valutazione in vista del voto del prossimo 24 febbraio. L’ultimo anno di legislatura, caratterizzato dall’esperienza del governo tecnico ǯ di Mario Monti, in un clima di emergenza economico-finanziaria, ci ha insegnato che ciò che conta è da un lato lo stile di una politica credibile, estranea agli interessi particolari e alla necessità del consenso immediato, e dall’altro il coraggio della verità che, seppur con sacrificio, deve mirare a un futuro più giusto per tutti. Come continuare a farlo? Ognuno dei partiti ha le sue ricette. Tra queste catalizza l’attenzione di tutti la proposta del Presidente del Consiglio uscente e la sua agenda programmatica. L’impegno diretto di Monti nell’agone politico non era scontato. Il suo passo avanti apre sfide, ma, per lui, anche insidie. Anzitutto pare buono il tentativo di aprire un confronto sulle idee e non sulle persone o gli schieramenti. Monti parla della necessità di una politica riformista opposta a una politica di conservazione. Uno schema che va oltre lo schema destra, sinistra e centro e tende a riunire chi vuole impegnarsi per il cambiamento dentro il quadro della costruzione del disegno europeo. Il rischio è che questa prospettiva non sia compresa dai cittadini. Le italiche contrapposizioni storiche tra guelfi e ghibellini, terroni e polentoni, comunisti e democristiani e più recentemente tra berlusconiani e antiberlusconiani, tardano a morire e sono, dal punto di vista comunicativo, estremamente efficaci. Si potrà porre fine a questo strano bipolarismo italiano? Se i cittadini guardassero a cosa ha prodotto in realtà, forse sceglierebbero diversamente. Il secondo rischio per Monti è che ormai, nell’immaginario collettivo, è solamente l’uomo del rigore. L’equità e la crescita promesse tardano ad arrivare. La sua agenda guarda lontano, ma qualcosa serve subito. Chi è senza lavoro e senza soldi aspetta un segnale. Il rischio di un voto di protesta radicale o di astensione resta altissimo. Gli italiani soffrono e i risparmi delle famiglie non dureranno per sempre. La politica dovrà agire. Infine, recentemente, Monti ha avuto plausi dall’Europa e dalla Chiesa. Qualcuno grida alla subalternità all’Europa germanica e al Vaticano? Sciocchezze. Chi è serio e credibile merita approvazione e l’Europa è abbastanza realista per capirlo. Circa la Chiesa i rigurgiti democristiani o certi battesimi bisognerebbe chiedersi se facciano più male che bene. Etichettare un politico significa non lasciarlo libero di esprimere al meglio una politica alta nei valori etici ispiratori e moderna nelle decisioni dentro il confronto dialettico presente nella società. Insomma, se vale, fidiamoci! Il premier avrà già da fare nel gestire coloro che tra primi e secondi “Fini”, gli creeranno sufficienti “Casini” ingabbiando il suo tentativo di rinnovamento. Comunque sia, la scommessa per un’Italia nuova è “in salita” per tutti e va bene così. ǡ Politica nazionale. Voto di febbraio: sale la tensione Urago d’Oglio. Tutta una comunità in cammino ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌǡ ǤǤ Calcio. Mercato: il Brescia e gli altri E l’aeroporto restò ancora una volta a terra Editto di Milano. La questione Stato-Chiesa ǤǤ Dzdz Mons. Monari. È arrivato il tempo delle scelte /$ 92&( '(/ 3232/2 Leggo la lettera di un giovane ventenne: fare il cameriere d’estate compresi gli straordinari (sono le sue parole) signifi- ca guadagnare come lavorare tutto l’anno e mi restano otto mesi di riposo, per leggere, viaggiare e divertirmi. D’istinto paragono la sua logica alla mia, le sue aspirazioni a quelle della mia vita, della mia gioventù. Ho quasi il triplo della sua età e da tanti anni, per andare a lavorare, mi alzo alle 6 della mattina e rientro alle 20 alla sera. Se penso ai miei 20 anni, quando il lavoro l’andavo ad inventare, anche quando ce n’era abbastanza, agli ideali di allora, alla voglia di arrivare, al biso- gno di giustizia, di spazio, di dimostrare la validità delle mie idee e dell’impegno: che differenza riscontro! Eppure si trovava il tempo per il divertimento, per leggere, per stare in compagnia. Non credo di avere sbagliato e mi capita di sognare anche adesso di fare di più. Se la nuova generazione è diversa merita rispetto, certo. Non so se in futu- ro saranno più importanti i problemi del lavoro o quelli del tempo libero. Tremo per i miei figli: chissà se nella logica nuova di utilizzo delle ore quotidiane potranno trovare le mie gioie più vere e le mie soddisfazioni. Ǥ Ǥ Ǥ L d c c m m p p d e e m m qua q abba a gno d g e dell’im e per il dive p di avere sbag di la nuova gene l ro saranno pi ù Tremo per i m quotidiane po

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Il nostro settimanale diocesano compie quest’anno 120 anni. Un anniversario per riscoprire le pagine più significative della sua storia, per rinnovarne l’impegno civile ed ecclesiale e per incentivare il suo radicamento sul territorio.

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Se la politica per Paolo VI era la forma più alta della carità, il fatto che uomini e donne si impegnino a “salire in politica” per dare concretezza al servizio al bene comune, nel rispetto della dignità della persona, non può che essere un guadagno per tutti. Che poi, nella giusta competizione elettorale, ci salgano da destra, da sinistra, dal centro, da sopra o da sotto, forse, poco importa. Il richiamo a una visione politica alta, più volte fatto suo anche dal presidente Napolitano, diviene pertanto una necessità per i partiti in corsa e per noi elettori un criterio di valutazione in vista del voto del prossimo 24 febbraio. L’ultimo anno di legislatura, caratterizzato dall’esperienza del governo tecnico

di Mario Monti, in un clima di emergenza economico-finanziaria, ci ha insegnato che ciò che conta è da un lato lo stile di una politica credibile, estranea agli interessi particolari e alla necessità del consenso immediato, e dall’altro il coraggio della verità che, seppur con sacrificio, deve mirare a un futuro più giusto per tutti. Come continuare a farlo? Ognuno dei partiti ha le sue ricette. Tra queste catalizza l’attenzione di tutti la proposta del Presidente del Consiglio uscente e la sua agenda programmatica. L’impegno diretto di Monti nell’agone politico non era scontato. Il suo passo avanti apre sfide, ma, per lui, anche insidie. Anzitutto pare buono il tentativo di aprire un confronto sulle idee e non sulle persone o gli schieramenti. Monti parla della necessità di una politica riformista opposta a una politica di conservazione. Uno schema che va oltre lo schema destra, sinistra e centro e tende a

riunire chi vuole impegnarsi per il cambiamento dentro il quadro della costruzione del disegno europeo. Il rischio è che questa prospettiva non sia compresa dai cittadini. Le italiche contrapposizioni storiche tra guelfi e ghibellini, terroni e polentoni, comunisti e democristiani e più recentemente tra berlusconiani e antiberlusconiani, tardano a morire e sono, dal punto di vista comunicativo, estremamente efficaci. Si potrà porre fine a questo strano bipolarismo italiano? Se i cittadini guardassero a cosa ha prodotto in realtà, forse sceglierebbero diversamente. Il secondo rischio per Monti è che ormai, nell’immaginario collettivo, è solamente l’uomo del rigore. L’equità e la crescita promesse tardano ad arrivare. La sua agenda guarda lontano, ma qualcosa serve subito. Chi è senza lavoro e senza soldi aspetta un segnale. Il rischio di un voto di protesta radicale o di astensione resta altissimo.

Gli italiani soffrono e i risparmi delle famiglie non dureranno per sempre. La politica dovrà agire. Infine, recentemente, Monti ha avuto plausi dall’Europa e dalla Chiesa. Qualcuno grida alla subalternità all’Europa germanica e al Vaticano? Sciocchezze. Chi è serio e credibile merita approvazione e l’Europa è abbastanza realista per capirlo. Circa la Chiesa i rigurgiti democristiani o certi battesimi bisognerebbe chiedersi se facciano più male che bene. Etichettare un politico significa non lasciarlo libero di esprimere al meglio una politica alta nei valori etici ispiratori e moderna nelle decisioni dentro il confronto dialettico presente nella società. Insomma, se vale, fidiamoci! Il premier avrà già da fare nel gestire coloro che tra primi e secondi “Fini”, gli creeranno sufficienti “Casini” ingabbiando il suo tentativo di rinnovamento. Comunque sia, la scommessa per un’Italia nuova è “in salita” per tutti e va bene così.

Politica nazionale.Voto di febbraio:sale la tensione

Urago d’Oglio.Tutta una comunitàin cammino

Calcio. Mercato: il Bresciae gli altri

E l’aeroporto restò ancora una volta a terra

Editto di Milano.La questione Stato-Chiesa

Mons. Monari. È arrivato il tempodelle scelte

Leggo la lettera di un giovane ventenne: fare il cameriere d’estate compresi gli straordinari (sono le sue parole) signifi-ca guadagnare come lavorare tutto l’anno e mi restano otto mesi di riposo, per leggere, viaggiare e divertirmi. D’istinto paragono la sua logica alla mia, le sue aspirazioni a quelle della mia vita, della mia gioventù. Ho quasi il triplo della sua età e da tanti anni, per andare a lavorare, mi alzo alle 6 della mattina e rientro alle 20 alla sera. Se penso ai miei 20 anni,

quando il lavoro l’andavo ad inventare, anche quando ce n’era abbastanza, agli ideali di allora, alla voglia di arrivare, al biso-

gno di giustizia, di spazio, di dimostrare la validità delle mie idee e dell’impegno: che differenza riscontro! Eppure si trovava il tempo

per il divertimento, per leggere, per stare in compagnia. Non credo di avere sbagliato e mi capita di sognare anche adesso di fare di più. Se

la nuova generazione è diversa merita rispetto, certo. Non so se in futu-ro saranno più importanti i problemi del lavoro o quelli del tempo libero. Tremo per i miei figli: chissà se nella logica nuova di utilizzo delle ore quotidiane potranno trovare le mie gioie più vere e le mie soddisfazioni.

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’età di un giornale è già di per sé una giustifica-zione della sua esistenza e l’indicazione di una sua validità. E la riprova sta

proprio nella effimera vita di moltis-sime pubblicazioni periodiche. Con queste parole mons. Antonio Fappa-ni il 29 gennaio del 1993 dava il via all’iniziativa editoriale “Cent’anni della nostra storia” con cui “Voce” aveva scelto di celebrare il suo pri-mo secolo di vita. Si trattava di 12 pubblicazioni mensili in cui la storia del settimanale, nato l’8 luglio del 1893 per intuizione di Giorgio Monti-ni prima e del Beato Giuseppe Tovi-ni poi, veniva ripercorsa attraverso la più ampia vicenda di Brescia e, in generale, dell’Italia e del mondo, del-la Chiesa locale e di quella universa-le. Da quel 1993 sono trascorsi altri 20 anni. Un lasso di tempo relativa-mente breve ma che, probabilmente, “vale” quanto il tempo intercorso tra il 1893 e l’anno del centenario. Non è una banalità affermare che negli ultimi 20 anni la storia (compresa quella locale) ha subito una violenta accelerata e “La Voce del Popolo” ha continuato puntualmente a “raccon-tare”, pur in mezzo a mille difficol-tà e ad insidie sempre più evidenti, i cambiamenti del mondo, cercan-do di restare ben ancorata a quel-le tre parole (fede, lealtà, coraggio) che campeggiano sotto la testata. Per questo anche un anniversario

come quello che ricorda i 120 anni dall’uscita del primo numero meri-ta di essere celebrato nel migliore dei modi. In primo luogo per ricor-dare lo sforzo e l’impegno di chi, da quell’ormai lontano 1893, non con-sidera una vergogna quell’aggettivo “diocesano” che si accompagna alla periodicità settimanale della testa-ta. Uno sforzo (talvolta immane) per cercare di dare la possibilità di una visione cristiana (non certo bigotta)

del mondo e della vita dell’uomo. Un impegno portato avanti a testa alta, uno sforzo in qualche modo premiato, proprio come scriveva mons Fappani (direttore di “Voce” dal 1961 al 1983), dal traguardo dei 120 anni di vita. “La Voce del Popo-lo” può così fregiarsi oggi del titolo di pubblicazione fra le più longeve nel panorama bresciano, puntual-mente presente (salvo la parentesi imposta dalla repressione fascista) ogni settimana nelle case dei letto-ri. Un titolo, un riconoscimento con-quistato settimana dopo settimana, affrontando le sfide che via via sono state messe sulla strada di “Voce”. Sfide che non sono solo quelle dei detrattori, di chi cerca, ieri come og-gi, di ridurre a semplice “bollettino della diocesi” un giornale partorito dalla mente di laici illuminati co-me i già citati Giorgio Montini (pa-dre di Paolo VI) e Giuseppe Tovini. Sfide che sono quelle di riuscire a mantenere la barra dritta in tempi sempre più segnati da relativismo e secolarismo, in cui l’individualismo e l’egoismo sembrano diventati pun-ti di riferimento inattaccabili. Sfide che rendono straordinariamente attuale la “dichiarazione d’intenti” contenuta nell’editoriale del primo numero datato 8 luglio 1893. “Non sarà la voce cialtronesca del focoso tribuno – si legge sulla prima pagi-na dell’edizione di esordio – il qua-le con roboanti paroloni di libertà,

Trova spazio di seguito il primo dei più significativi commenti pubblicati in 120 anni di storia da “La Voce del Popolo”. Il pezzo, antesignano di commenti ficcanti, compariva sulla prima pagina del numero 1 dato alle stampe l’8 luglio 1893.“Vedete quel tipo grottesco che a sinistra infiora il titolo del nostro giornale? Esso è Pantalone, il simbolo del buon popolo sfruttato dai barbassori che governano l’Italia nei giorni d’oggi. È il miglior

galantuono della madre terra; bonario, chiacchierone, burlone, magari ruvido se volete... ma lingua schietta, pieno di buon senso e di buon cuore. Egli paga e tace. Così è pure il popolo italiano e bresciano. Adesso, per dirne una fra le tante del beatissimo regno d’Italia (dove i milioni ballano... nelle tasche dei Commendatori e col denaro pubblico si fanno inutili costosissimi monumenti a galantuomini e non galantuomini, dove ai signori si danno

divertimenti di ballerine mentre il povero popolo può morir di fame) adesso Pantalone vuol far cambiare un biglietto da cinque Lire pagabile a vista, notate bene, pagabile a vista; gira tutta la città e la campagna e non trova né spezzati d’argento, né palanche. Tanto effetto della sapienza finanziaria dei nostri framagnoni di Monteciborio. Eppure Pantalone continua a pagare e tace. Ma la pazienza ha i suoi limiti. Il popolo stanco di lasciarsi ingannare più

a lungo, alzerà la potente sua Voce e, forte dei mezzi legali che ancor gli sono concessi, bollerà del marchio d’infamia i suoi sfruttatori. Sbarazzerà gli sperperatori del pubblico denaro, i nemici della Libertà e della Religione e questa Voce (guardate il frontespizio) debellerà la Massoneria, riducendola al ludibrio e all’impotenza. Se Pantalone ha sempre fatto a modo d’altri, è venuto il tempo che altri facciano un poco a modo suo”.

fraternità, eguaglianza, progresso cerca d’infinocchiare il popolo so-vrano... Per noi il popolo non è Dio, la sua voce non è la voce di Dio, per-ché egli stesso deve obbedire alla voce suprema di quel Dio che co-manda di rispettare i giusti diritti di chiunque. Alieni da vili cortigia-nerie e da entusiasmi fuori luogo, rispetteremo ogni legittima autori-tà, dando a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”.In questi ultimi 20 anni “La Voce del Popolo” ha anche assunto la sfida dell’innovazione e del cambiamen-to. Ha condiviso, nell’ultima parte dell’episcopato di mons. Giulio San-guineti l’idea di uno sforzo comune, di una sinergia tra tutti i media della Chiesa bresciana per una comunica-zione più efficace, partecipando alla nascita e al radicamento del Centro per le comunicazioni di via Callega-ri; ha accolto e giocato la sfida del-le nuove tecnologie, aprendo e ali-mentando una versione online con il sito www.lavocedelpopolo.it. Nei nuovi e più moderni areopaghi della comunicazione (Facebook, Twitter & co.) “Voce” c’è, con il suo stile e le sue ambizioni.Il settimanale, come tante altre te-state, ora è alle prese con quella che sembra essere una sfida dura, arci-gna: quella di risorse e di mezzi a di-sposizione sempre più risicati. In un clima complessivo che vedeva una lieve ma costante contrazione dei lettori (fenomeno che accomuna testate grandi e piccole, nazionali e locali, quotidiane e periodiche) la crisi si è abbattuta come una furia. Per molti, in tempi di tagli, il giornale è diventato un lusso. Gli stessi aiu-ti previsti con legge dello Stato so-no stati drasticamente ridotti, tanto che oggi il termine “impresa edito-riale” non sembra più indicare una scelta imprenditoriale, ma una vera e propria fatica. Nonostante tutto “Voce” c’è ancora e vede in questo anno particolare (le iniziative a cui si sta lavorando sono elencate in questa pagina, ndr.) un’occasione importante per ritrovare le energie, come più volte avvenuto in passa-to, per affrontare con rinnovato slancio, con fede, lealtà e coraggio, salite sempre più impegnativa ma non impossibili, nonostante i 120 anni di vita.

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n anno trascorso inva-no? La risposta, pur-troppo, non può che es-sere positiva per le tan-te situazioni di crisi e di

violenza che ancora persistono nel mondo, a partire dai due esempi più eclatanti: Nigeria e Siria. Il 2012 nel Paese africano si è concluso esatta-mente come era iniziato: con la loca-le comunità cristiana costantemente nel mirino del gruppo fondamentali-sta di Boko Aram. La presenza mas-siccia di soldati e poliziotti nelle prin-cipali città del Paese, dove nel corso dell’anno si sono registrati gli episo-di più cruenti, ha spinto i militanti di Boko Haram verso le zone rurali. La conferma è stata data all’agenzia Mi-sna da p. John Tagwana, responsabi-le della Commissione giustizia e pace della diocesi di Maiduguri, teatro solo pochi giorni fa del massacro di alme-no 15 contadini in un villaggio della Nigeria nord-orientale. Radicato nel nord della Nigeria a maggioranza musulmana, Boko Haram sostiene di battersi per l’applicazione della leg-ge islamica in tutto il Paese. Al di là del suo obiettivo dichiarato, però, il gruppo trae forza dalla povertà e dal-la disoccupazione diffuse soprattutto nelle regioni settentrionali. Secondo alcune stime, agguati e attentati at-tribuibili a Boko Haram avrebbero provocato dal 2012 oltre 1400 vitti-me. Nonostante alcuni esponenti del

Anche in Siria, Paese caldo nello scacchiere mediorientale, l’anno si è chiuso esattamente come si era aper-to: con la conta delle vittime di quella che nel corso dei mesi è andata con-figurandosi proprio come una guerra civile. L’espisodio più grave nei giorni di fine anno si è registrato a Halfaya, vicino ad Hama, e si tratta di uno dei più crudeli e mortali di tutta la guerra civile che dura da 21 mesi. Diverse decine di persone sono state uccise e molte di più ferite in un raid aereo che ha colpito una lunga fila di per-sone in attesa di acquistare del pane da un forno. Gli oppositori del regi-

gruppo armato abbiano di recente proposto l’avvio di un negoziato in-diretto con il governo, le fonti della Misna a Maiduguri sottolineano che almeno per ora le forze dell’ordine stanno puntando sulla repressione.

La “domanda” politica degli italiani è molto semplice. Avere rappresen-tanti onesti, che gestiscano politiche pubbliche sufficientemente innovati-ve per assicurare il mantenimento e lo sviluppo dello standard di vita cui siamo abituati, in un quadro di cre-scente interdipendenza, ma anche di competizione internazionale. Final-mente anche l’“offerta” si sta orga-nizzando, a meno di due mesi ormai dalle elezioni politiche, dopo più di

un anno di governo “tecnico”. Il fatto nuovo è la “salita in campo” di Ma-rio Monti. L’elemento più innovativo sembra essere proprio l’aggregazione che si dovrebbe riconoscere in Mario Monti, ferme restando da un lato l’al-leanza che ancora una volta si defini-sce “progressista” e dall’altra l’inossi-dabile presenza di Silvio Berlusconi. La sfida, impervia, per questa nuova aggregazione è comunque sapere parlare non solo alla testa, ma anche

alla pancia e soprattutto al cuore de-gli italiani, che amano ormai la com-petizione più del consociativismo e in tutte le occasioni elettorali hanno saputo sempre mostrare una grande responsabilità, ben modulando il vo-to, politico, amministrativo, europeo e regionale. La campagna elettorale sarà certamente dura e concentra-ta. Non mancheranno colpi di scena. Anche perché i numeri dei sondaggi sono assai provvisori.

me accusano il governo siriano del-la carneficina; la televisione di Stato accusa “gruppi terroristi armati”. Per l’opposizione, visto che Halfaya era una “zona liberata” dai ribelli, si è trattato di un vero e proprio raid di un aereo del governo; per Damasco, invece, l’attentato sarebbe stato ope-ra di terroristi. Nei giorni scorsi ha tentato l’ennesima missione a Dama-sco l’inviato Onu Lakhdar Brahimi per continuare i dialoghi che portino alla pace e a un cessate-il-fuoco. Ma il suo lavoro sembra ormai impossi-bile, rifiutato com’è sia dai ribelli che dal governo siriano.

Attivare una prevenzione precoce contro l’uso di sostanze, l’abuso alcolico e il gioco d’azzardo nella popolazione studentesca. Questo uno dei principi fondamentali dell’accordo siglato nei giorni scorsi tra il Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca e il Dipartimento politiche antidroga che mira a definire e condividere i concetti di base per poter realizzare strategie ed interventi di prevenzione finalizzati ad evitare l’inizio

dell’uso di sostanze stupefacenti e l’abuso alcolico o poterne ritardare l’inizio proprio nella popolazione giovanile.“D’altronde la prevenzione diretta ai giovani, e in particolare ai giovanissimi – afferma una nota del Dpa –, si è dimostrata efficace soprattutto se utilizza un approccio precoce. Anche il consumo occasionale risulta estremamente pericoloso”. Proprio per questo il Dpa metterà a disposizione delle scuole

videoconferenze con esperti nel campo delle dipendenze e delle neuroscienze, utilizzabili come materiale didattico riguardo il tema dell’uso di droghe e dell’abuso alcolico; nonché kit informativi e didattici per un aggiornamento continuo dei docenti sul tema. Il Miur dal canto suo provvederà a promuovere, supportare, diffondere e favorire la diffusione nel mondo della scuola dei progetti educativi elaborati in collaborazione con il Dpa.

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Arrivano i nuovi incentivi Inail a fa-vore di tutte le imprese italiane in-teressate alla realizzazione di inter-venti in materia di prevenzione. Se nel 2010 l’Istituto aveva destinato alle imprese 60 milioni di euro e nel 2011 ben 205 milioni di euro per il 2012 sono ora a disposizione com-plessivamente 155 milioni di euro, ripartiti in budget regionali.La ripartizione delle risorse tiene conto del numero degli addetti e della gravità degli infortuni sul terri-torio. Dei 155 milioni di euro messi

complessivamente a disposizione, 146 milioni sono risorse Inail desti-nate a progetti di investimento strut-turali, all’acquisto di macchinari e all’adozione di un sistema di respon-sabilità sociale certificato, mentre 9 milioni sono trasferiti dal Ministe-ro del lavoro e delle politiche socia-li per l’adozione di modelli organiz-zativi di gestione della sicurezza, in base a quanto stabilito dall’articolo 11 del Testo unico in materia di tu-tela della salute e della sicurezza. Dal 2010 al 2014, l’intero ammonta-

re degli incentivi Inail supererà i 750 milioni di euro. L’incentivo è costi-tuito da un contributo in conto capi-tale, destinato a coprire fino al 50% dei costi del progetto; il contributo massimo erogabile è pari a 100mila euro; il contributo minimo è pari a 5.000 euro; per le imprese fino a 50 dipendenti che presentano progetti per l’adozione di modelli organizza-tivi e di responsabilità sociale non è fissato il limite minimo di spesa; per i progetti che comportano contribu-ti superiori a 30mila euro è possibile

chiedere un’anticipazione del 50%. Possono ricevere i contributi Inail le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di commercio industria, artigianato e agricoltura. Le imprese possono operare on line sul portale www.inail.it (all’applica-zione PuntoCliente ) dal 15 gennaio al 14 marzo. La procedura consente di valutare i propri requisiti, inserire il proprio progetto e le informazio-ni richieste, effettuare simulazioni e procedere poi all’invio della do-manda

lla fine il presidente del consiglio Mario Monti ha rotto gli indugi: sarà del-la partita alle prossine elezioni politiche previ-

ste per l’ultimo fine settimana di feb-braio. Non si conosce ancora il ruolo in cui il premier giocherà. Quello che è certo è che ha scelto di giocare una parte di primo piano per dare conti-nuità a quell’agenda che prende il suo nome e che mette in fila le cose da fare per allontanare definitivamente dal baratro a cui si era avvicinata pe-ricolosamente l’Italia prima del suo arrivo a Palazzo Chigi. È chiaro che la scelta di Mario Monti destabilizza (e non poco) gli scenari politici naziona-li. Anche se nessuno degli altri candi-dati alla guida del Paese lo ammette, è evidente che la presenza (anche solo con il nome associato a una lista) nel-la competizione elettorale dell’attuale Premier rischia di alterare situazioni che molti davano per acquisite. Qua-le seguito avrà la proposta di Mario Monti? E, soprattutto, a quale parte finirà col sottrarre voti? Dalle sma-nie e dall’agitazione dimostrate nelle ultime giornate (con tanto di accuse reiterate al premier e al governo tec-nico) il più preoccupato sembrereb-be Silvio Berlusconi che non perde occasione per affermare che Monti è soltanto uno dei tanti “leaderini” che scendono in campo solo con l’obiet-tivo di “rubare” voti al centro-destra

ma che non hanno alcun appeal par-ticolare sull’elettorato. Una presenza che, secondo Berlusconi, finirà con l’essere la stampella del Pd. Anche se con stile diverso e con toni meno polemici anche dal Pd comincia ad arrivare qualche critica alla scelta di Monti di abbandonare il suo ruolo su-

per partes per giocare una parte più marcatamente politica. Bersani e al-tre figure di primo piano del Partito democratico hanno invitato il Premier a fare chiarezza su alcuni temi che sa-ranno al centro della prossima cam-pagna elettorale e su cui il Presidente del consiglio, in virtù della sua “terzie-tà”, aveva sempre evitato di prendere una posizione netta (su tutti il tema degli esodati). Nel frattempo il Pd ha tenuto l’ennesima (per altro segnata da qualche nota polemica) primaria per la scelta dei candidati alle elezio-ni di febbraio. Al centro Casini e Fi-ni “gongolano” per la scelta di Monti, convinti che possa essere la figura per una definitiva affermazione del terzo polo sino ad oggi non particolarmente premiato dagli elettori. La Lega conti-nua a tenere invece sulla corda il Pdl e Berlusconi, alternando messaggi con-cilianti ad altri più duri. Nonostante le boutade di inizio anno, rigorosamente lanciate via internet, Beppe Grillo e il suo movimento continuano la marcia di avvicinamento alle elezioni politi-che. Gli scenari che vanno delinean-dosi e le prime schermaglie fra le parti lasciano intendere che gli appelli che il presidente Napolitano va lanciando da tempo per una campagna elettora-le che non trascenda nei toni per evi-tare di buttare al vento quello che di buono (tanto o poco?) la politica ha saputo fare in questi mesi saranno de-stinati a cadere nel vuoto.

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Eravamo dentro una tempesta con la percezione di andare alla deriva. Ci sentivamo inermi in balia delle onde dei processi mondiali.Oggi non siamo fuori dalla burrasca e non conosciamo ancora le terre di approdo, ma abbiamo la sensazione di aver recuperato il controllo della barca. Il 2012 è stato duro e intenso. Noi italiani abbiamo sperimentato sulla nostra carne, chi più, chi meno, il passaggio verso un nuovo mondo: ecco che significa nuovo millennio. Ora abbiamo il compito d’imprimere una direzione al nostro viaggio, anche combattendo qualche sterile nostalgia del passato. Perciò, appare importante considerare alcuni punti critici e alcune risorse della nostra società, prestando attenzione alle persone. Investire sulla famiglia. Denatalità e impoverimento sono due punti nevralgici che indicano le difficoltà. Ci sono sempre meno bambini. I dati Istat 2012 ci dicono che abbiamo il tasso di fecondità più basso di Europa (1,4) e che le donne diventano mamme in media dopo i 30 anni (31,3). Se non invertiremo il trend, saremo sempre più un Paese vecchio. Cresce la disuguaglianza

Un po’ più maturi?

Dopo le manifestazioni natalizie che hanno visto le proposte delle più significative realtà culturali cittadine, Palazzolo si appresta a “sperimentare” una nuova occasione di incontro. Nel pomeriggio di domenica 6 gennaio, con inizio alle 16.30, presso l’auditorium San Fedele, si terrà la prima edizione del “Gran concerto dell’Epifania”. La proposta è delle parrocchie di Santa Maria Assunta e del Sacro Cuore, guidate da don

Angelo Anni, che hanno pensato di proporre alla cittadinanza un’esibizione, al di fuori del contesto liturgico, di quanti si occupano, nel corso dell’anno, dell’animazione musicale delle celebrazioni. Il programma messo a punto per il concerto prevede così l’esecuzione di brani affidati agli organisti delle due comunità parrocchiali e a tutti gli altri musicisti che prestano normalmente la loro opera.

non riescono a sostenere spese impreviste di 800 euro, o che, se volessero, non potrebbero permettersi un pasto proteico adeguato ogni due giorni”. Creare spazio per i giovani. L’ultimo annuario Istat ha evidenziato l’aumento degli occupati adulti, un effetto della riforma Fornero sulle pensioni. Però la disoccupazione e, ancor più grave, il tasso d’inattività dei giovani sono altissimi (rispettivamente intorno al 30% e al 20% circa).

Nel mercato del lavoro italiano sembra che i giovani abbiamo difficoltà a trovare spazio, anche quando dimostrano di essere disponibili a lavorare con uno stipendio inadeguato (circa il 50%), in attività al di sotto del livello d’istruzione acquisito (45%), oppure in un campo completamente diverso rispetto al proprio percorso di studi (47%), come ha indicato una ricerca Ipsos-Istituto Toniolo. Dalle analisi emergono poi alcune risorse importanti da tenere presenti in

sociale tra le famiglie. Il rapporto annuale di Bankitalia indica la disparità nella distribuzione del patrimonio: “La metà più povera delle famiglie detiene il 9,4% della ricchezza totale, mentre il 10% più ricco ha il 45,9%”. E dalle analisi Istat ricaviamo le condizioni dei più poveri: “Aumentano gli individui che vivono in famiglie che dichiarano di non potersi permettere nell’anno una settimana di ferie lontano da casa, che non hanno potuto riscaldare adeguatamente l’abitazione, che

prospettiva. Entriamo in un’era “biomediatica”, sottolinea il Censis quando mostra la diffusione dei tablet e degli smartphone e l’ingresso nel web di oltre la metà degli italiani che frequentano i social media come Facebook (41.3%) o Youtube (38%). Inoltre si è invertito il trend della produzione libraria. Oltre 213 milioni di copie, indica l’Istat. Molto probabilmente lo sviluppo del Paese passerà anche di qui. Facilitare la nuova mobilità delle imprese italiane che hanno mostrato di sapersi riposizionare durante un anno di crisi profonda puntando sull’internazionalizzazione, sulla green economy e sulla capacità d’investire su nuovi prodotti. Emerge una nuova richiesta di partecipazione, l’ultima risorsa su cui puntare proviene da una nuova dinamica sociale. Dopo un anno di crescita del senso di antipolitica abbinata a una maggiore percezione della distanza tra cittadini e istituzioni politiche del Paese, oggi sembra nascere l’esigenza d’incidere sulle decisioni per prendere in mano il proprio destino. Dopo il 2012 saremo diventati un po’ più maturi?

A Bagnolo Mella, la locale sezione dell’Avis, in collaborazione con l’oratorio S. Luigi, organizza per sabato 5 gennaio (con inizio alle 20.45) presso la sala della comunità Pio XI la 7ª edizione di “Musica nelle vene”.”Quest’anno la manifestazione cambia pelle e diventa l’occasione per festeggiare il nuovo anno all’insegna della musica, suonata, ballata e cantata. Ci saranno i ragazzi dell’Istituto comprensivo di Bagnolo Mella diretti dal prof.

Epis e dal professor Fiolini; ci saranno le migliori canzoni di Francesco Renga interpretate da Luca Biemmi con la partecipazione delle Dreaming Dancers (Simona Quadri e Laura Veneziani) e ci sarà il pop rock dalla band “Rumori Molesti”. E ci saranno le incursioni “musicali” del poliedrico Tinino. E poi molto altro ancora per divertirsi.La serata è ad ingresso libero.Informazioni anche sul sito del teatro www.cinemapioxi.it

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na comunità dalle mol-te sfaccettature, con di-versi gruppi e forme di impegno nei vari ambi-ti della vita parrocchia-

le. Così si presenta la parrocchia di Urago d’Oglio, dedicata a San Loren-zo martire, anche grazie al neona-to giornale della comunità “In cam-mino”, che ha visto la luce proprio sotto queste feste natalizie. “In esso – commenta in proposito il parroco don Gian Franco Rossi – le varie com-ponenti della nostra comunità hanno voluto presentare la propria esperien-za e le proprie attività”. Ecco quindi, tra gli altri, il gruppo dei ministranti, giovani e adulti, e quello dei catechi-sti, passando per il gruppo missiona-rio fino alla corale che ha anche ani-mato recentemente animato le cele-brazioni sinodali. Senza dimenticare il resoconto di appuntamenti duran-te l’anno come grest e campi scuola e la Festa delle contrade. Anche in questi giorni il parroco accompagna le famiglie in un viaggio a Berlino: “Si tratta di un appuntamento ormai tra-dizionale: nei primi giorni di gennaio andiamo ogni anno insieme alle fa-miglie in una diversa città europea”. Esperienza parrocchiali, queste, che nell’ultimo periodo sono segnate dal duplice appuntamento dell’Anno del-la fede e del Sinodo diocesano sulle unità pastorali, appuntamenti che “so-no espressione della volontà di rimet-

comunione con gli altri sacerdoti e la realtà della nostra diocesi. Ho visto una Chiesa bresciana molto attaccata al proprio Vescovo, un grandissimo rispetto diffuso anche tra il laicato”. Anche la parrocchia di Urago d’Oglio, come tutte quelle della nostra diocesi, sarà interessata dai cambiamenti por-tati dal Sinodo, andando a costituire un’unità pastorale con la parrocchia di Rudiano. In questo senso sono sta-ti compiuti alcuni passi in direzione dell’unificazione. “Credo che i mag-giori vantaggi – afferma in proposito don Gian Franco – verranno princi-palmente nell’ambito della pastorale

tersi in cammino nella storia accanto ad ogni uomo nella sua particolare situazione”. Riguardo al Sinodo, in particolare, don Gian Franco riporta il suo parere: “È stata un’esperienza molto positiva, di conoscenza e di

La Regione ha comunicato all’Unione dei Comuni della Valsaviore (Cedego-lo – nella foto il Musil –, Berzo Demo, Cevo, Saviore dell’Adamello, Sellero) l’importo massimo ammesso al finan-ziamento per il “Progetto complesso per la realizzazione di opere infra-strutturali volte allo sviluppo dell’at-trattività turistica in Valsaviore”. In sintesi si tratta di progetti suddivisi tra vari Comuni, per un importo tota-le di oltre 4 milioni e 850mila euro, di

cui il 50% a fondo perduto e l’altro 50 rimborsabile in 30 anni a tasso zero. Progetti di dubbia utilità obietta la Le-ga. In primo luogo la riqualifica della vasca “Ruc” a Sellero (400mila euro) che ha incontrato parecchie critiche da parte di numerosi cittadini. In se-condo luogo vengono contestati i sol-di per l’implementazione del Museo dell’energia idroelettrica di Cedegolo e per la croce del Papa di Cevo, opere che avrebbero dovuto calamitare mi-

gliaia di persone ogni anno, ma che al-la resa dei conti si rivelano “cattedrali nel deserto”. Non si capisce poi – sem-pre il Carroccio ad obiettare – la ne-cessità di investire 1 milione e 600mila euro per realizzare un centro turistico polifunzionale a Berzo Demo, quando a Sellero esisteva il centro “Tre Torri”. Il nuovo “centro turistico” dovrebbe ospitare la nuova sede dell’Unione dei Comuni, altra opera di cui non si sentiva la necessità.

giovanile, delle attività dell’oratorio rivolte ai più giovani. Certo bisogna tener conto anche della singolarità di ogni situazione: un’unità pastorale qui, rispetto ad altre esperienze già avviate come quella del Centro sto-rico a Brescia, presenta un contesto che è molto diverso. Per quanto ci ri-guarda abbiamo avviato l’esperienza condivisa dell’Acg. La comunità è ben disposta, le attenzioni finora si sono concentrate principalmente sul man-tenimento delle strutture, per le quali molti investimenti sono stati fatti, ma anche questo aspetto troverà la sua sistemazione”.

I donatori che hanno sostenuto l’Ospedale dei bambini di Brescia con il Progetto “Dona i tuoi momenti felici all’Ospedale...” sono stati accolti dal Direttore sanitario del presidio pediatrico che ha voluto personalmente ringraziarli e mostrare il frutto della loro solidarietà. Il progetto, avviato nel 2004, si basa sul caposaldo che ogni occasione della vita può essere un bel momento per fare una donazione all’Ospedale (battesimi, cresime, matrimonio, auguri

natalizi). L’Ospedale predispone biglietti personalizzati per i donatori affinché vengano consegnati agli invitati alle cerimonie (matrimoni, compleanni, anniversari...). Il 2012 si è chiuso con grande soddisfazione. I 56 contatti che hanno espresso il loro gesto di solidarietà non sono solo residenti in città e provincia. I cartoncini sono stati consegnati anche in Veneto e in Sardegna. Anche molte aziende, hanno voluto donare il loro pensiero natalizio all’Ospedale. Un bilancio che si

chiude con oltre 23mila euro di contributi che hanno permesso, in particolare, l’acquisto di materiale sanitario e di nuove strumentazioni a vantaggio dei piccoli ricoverati. Donare è semplice. Le donazioni avvengono attraverso il versamento all’Ospedale di una somma che può essere destinata a un reparto, che potrà utilizzare il fondo per le sue necessità. Il codice Iban è IT48V0350011224000000015169.Per richiederle o avere informazioni, 0303995808.

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n bilancio che introduce all’anno delle elezioni e quindi del cambiamen-to. A tracciarlo Simona Bordonali, presidente

del Consiglio comunale di Brescia. Si comincia dai numeri, pur sempre si-gnificativi. “È stato un anno di lavoro intenso, anche più dei precedenti, con 25 sedute di consiglio comunale che hanno visto la partecipazione, quasi sempre al completo, di assessori e consiglieri”. Grande lavoro anche per le commissioni consiliari che si sono riunite 171 volte. “Il podio è appannag-gio di Urbanistica e viabilità, 49 sedu-te soprattutto per il Pgt, di Bilancio e tributi, 29 sedute e di Lavori pubblici, ambiente e patrimonio, 26 sedute. Ma anche le restanti hanno lavorato con senso del dovere, dedizione, impegno, serietà e professionalità”. Segno che non si addice a Brescia la generaliz-zata aria di antipolitica che ha investi-to il Paese. “Lo confermano le spese effettuate dai gruppi consiliari, con i fondi a loro assegnati per prestazioni di servizi e beni di consumo. A fronte di una disponibilità già ridotta rispet-to a quella degli anni precedenti ci si trova con un cospicuo residuo”. La

Bordonali rivendica, pur nella situa-zione difficile, altri meriti. “Prima di tutto la massima disponibilità a rice-vere e ascoltare quanti hanno bussato alla mia porta in cerca di risposte e di aiuto. Ho incontrato rappresentanti di enti e associazioni e tanti cittadini che hanno dimostrato una grande consa-pevolezza nel ruolo delle istituzioni e nella possibilità che queste hanno nel cercare di risolvere i problemi, pur se spesso non ci si riesce. Mi preoccupa, anche come membro della commis-sione pari opportunità, il numero in costante aumento delle donne, sole e con figli, che sempre più hanno bi-sogno di aiuto. A queste e alle nuove povertà occorre volgere lo sguardo e cercare soluzioni”. Costruttivo il con-tatto con le associazioni di volontaria-to. “I tanti volontari che lavorano con passione e dedizione rappresentano un punto di partenza importante per

guardare con fiducia al futuro. Il terzo settore rappresenta per Brescia una risorsa e anche i nuovi amministra-tori dovranno avere rapporti sempre più stretti”. Un rapporto come quello creato con le carceri. “Un tema che mi ha colpito e appassionato, facendomi scoprire tante situazioni problemati-che. Nelle carceri abbiamo intrapreso un percorso che, grazie al contributo di tante persone, ha consentito di re-alizzare iniziative culturali e momenti ludici dal grande significato”. Nell’al-bum spicca il consiglio comunale dei ragazzi. Le cose da fare restano molte. “Si lavora sullo Statuto per adeguarlo alle leggi nazionali che impongono la riduzione dei consiglieri da 40 a 32 e degli assessori da 12 a nove, ma anche sulla costituzione dell’Ufficio di presi-denza, che vedrà la nomina di due vi-ce in rappresentanza di maggioranza e opposizione”.

In pieno centro storico, all’angolo tra via Trieste e piazza Duomo, ha aperto il nuovo Infopoint progettato da Bresciatourism. Gli allestimenti e le vetrine richiamano alcune delle eccellenze turistiche che la nostra città è in grado di offrire, a partire dal Sito Unesco di Santa Giulia e Ca-pitolium e dalla Mille Miglia, la cor-sa più bella del mondo. La “casa del turista”, dotata di postazioni touch screen e wi-fi, è aperta 7 giorni su 7 dalle 9.30 alle 13 e dalle 13.30 alle 17.30 ed è gestita da personale al-tamente qualificato, in grado di ri-spondere, anche in diverse lingue, alle richieste dei turisti. “È l’inizio di un percorso interessante – ha affermato il sindaco Adriano Paro-li – per lo sviluppo turistico che la città può e deve avere”. Nel nuovo Infopoint, che sostituisce quello di piazza Rovetta e che si affianca a quello del piazzale della Stazione, si potranno trovare informazioni su itinerari turistici, musei, trasporti, alberghi e ristoranti, eventi e mani-festazioni. “Nel 2012 i turisti che si sono rivolti ai due punti di informa-zione – ha spiegato Alessio Merigo, presidente di Bresciatourism - sono stati ben 14mila, il 32% italiani e il 68% stranieri. Ma questi numeri so-no destinati a crescere grazie agli accordi intrapresi con diversi tour operator stranieri e agli importanti investimenti nella promozione con l’utilizzo delle nuove tecnologie”. Il nuovo Infopoint è destinato ad inter-facciarsi con i più importanti eventi cittadini. La prima occasione a mag-

gio, quando sarà colorato di rosa per ospitare il comitato dell’ultima tappa del Giro d’Italia. A Brescia la materia prima, eventi di livello ed eccellenze artistiche, non manca di certo ed ora anche gli strumenti per lavorarla, punti di accoglienza e ma-teriale divulgativo, ci sono tutti. È tempo che i Bresciani assumano la consapevolezza e la capacità, miste ad un sano orgoglio, di presentarsi allo stesso livello delle più impor-tanti città europee. (v.b.)

L’anno appena concluso è stato ca-ratterizzato, in ogni settore, dai ta-gli imposti dalla “spending review”, che non ha certo risparmiato la sa-nità. È stato il tema su cui ha foca-lizzato la propria attenzione il diret-tore generale dell’Asl Brescia Car-melo Scarcella (nella foto), affian-cato dai direttori sanitario, ammi-nistrativo e sociale, rispettivamen-te Francesco Vassallo, Pier Mario Azzoni e Anna Calvi, nel consueto incontro di fine anno. “A fronte di un’assegnazione iniziale per il 2012

di 1.680 milioni di euro – ha detto Scarcella – abbiamo subito tagli per 623mila euro, che hanno inciso per 343mila sul personale e per 280mi-la sui beni e servizi. Siamo stati co-stretti a ridurre i posti letto di 473 unità, ma, non ostante tutto, fra le molte cose, abbiamo attivato nuove modalità erogative ambulatoriali, abbiamo ampliato la rete di allean-ze per la promozione della salute, ci siamo impegnati ad una migliore comunicazione con il pubblico im-plementando il sito internet, si sia-

mo dedicati con maggiore attenzio-ne ai temi della sicurezza sul lavoro ed ambientale. Ci stiamo avviando, con uno sguardo al futuro e ad ini-ziare da quest’anno – ha continuato Carmelo Scarcella – alla creazione della ‘cittadella della sanità, com-piendo lavori su tre blocchi della sede di via Duca degli Abruzzi per concentrare in un unico luogo tut-ti i servizi afferenti all’Asl, attual-mente dislocati in varie sedi citta-dine. Stiamo investendo 3 milioni e 700mila euro, parte dei quali ver-

ranno recuperati da affitti rispar-miati e da cessioni di immobili di proprietà aziendale ad altri sogget-ti. Alcune opere sono già state ese-guite, altre sono in corso d’opera ed altre verranno avviate durante l’anno affinché la cittadella possa essere ultimata quanto prima. Tut-to questo – ha aggiunto quasi ironi-camente Scarcella – guardando alla salute del cittadino quale obiettivo primario e quotidiano da persegui-re, sia nei contenuti sia nei servizi a lui dedicati”. (fr.a.)

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er gli enti locali è passa-to un altro annus horri-bilis. Le Province hanno subito una serie di tagli continui, sebbene la loro

riorganizzazione in termini di numero e di competenze, rimasta fino all’ulti-mo in bilico, sia venuta meno con la caduta del governo. “Si naviga in un mare in tempesta ma teniamo la bar-ra dritta – afferma Daniele Molgora, presidente della Provincia di Brescia – per individuare nuovi percorsi e in-fondere fiducia sul futuro”. Il moni-to si leva nel corso della tradiziona-le conferenza stampa per il bilancio e i saluti di fine anno. “Le Province erano diventate il capro espiatorio di tutti i problemi dello Stato, dimenti-cando troppo in fretta che l’attribu-zione delle nostre competenze a Co-muni e Regioni avrebbe determinato situazioni insostenibili. I nostri conti sono in ordine e faremo di tutto per continuare a garantire i servizi priori-tari, poi vedremo se saremo stati bra-vi a rimanere nel patto di stabilità”. E parte con i numeri. “La nostra ‘spen-ding review’ è iniziata in tempi non sospetti. Dal 2008 la spesa corrente è passata da 181 milioni a 136, a fronte di tagli pesantissimi: 43 milioni, tra riduzioni e blocchi relativi al patto di stabilità sul 2012, che diventeranno 73 nel 2013. Le spese di rappresen-tanza sono passate da 151mila euro a 3000 e le spese per il personale da 37,2 milioni a 31,8, mentre gli incarichi esterni si sono ridotti di cinque volte e le spese per gli automezzi sono cala-te del 60%, nonostante l’aumento del prezzo dei carburanti. Il tutto mentre

del lavoro ricordo gli sforzi compiuti per pagare puntualmente i fornitori, lo sviluppo di ‘Concretamente’, il piano di aiuti rivolto alle imprese e alle per-sone in difficoltà che ha consentito di salvare centinaia di posti di lavoro e l’avvio del progetto ‘Made in Provin-cia di Brescia’, una serie di interventi finalizzati a dare un impulso alla real-tà imprenditoriale locale e a sostenere la competitività del sistema produtti-vo, mediante la valorizzazione delle eccellenze delle produzioni brescia-ne”. Molgora ha infine ricordato altri interventi compiuti negli ultimi anni: la banda larga, il riordino degli Iat, l’avvio del percorso per il depurato-re del Garda, gli interventi sulla rete bibliotecaria bresciana e la reimmis-sione del carpione nel Benaco.

il debito dell’ente è sceso sotto quota 450 milioni”. E a proposito delle prio-rità da mantenere, “per realizzare le opere che riguardano la sicurezza dei cittadini – contenimento delle frane, risanamento e adeguamento dei no-stri immobili, edifici scolastici e sedi di Protezione civile, manutenzione e costruzione di strade – sono stati spe-si 10 milioni e 18 sono quelli già pro-grammati. Sul fronte dell’economia e

Erano in tanti i bresciani, anche giova-ni, che la notte del 31 dicembre hanno pensato di trascorrere un po’ di tempo con chi spesso vive tra le pieghe del-la società, dimenticato e in molti ca-si evitato. Anche Brescia, purtroppo, non si discosta dal triste fenomeno che porta molte persone a vivere ai margini. La Santa Messa celebrata dal vicario generale mons. Mascher (“Dio non è una idea astratta, ma amore che si è fatto vicino all’uomo attraverso

Gesù”) è stata il preludio alla festa che ha coinvolto gli emarginati, i tan-ti volontari di Camper emergenza ma anche di altre associazioni che si oc-cupano di emarginazione e i bresciani che hanno scelto di dare un segno di vicinanza condividendo con loro l’eu-caristia, la musica e un pasto caldo. La vicinanza può diventare disponibilità di tempo nei confronti delle associa-zioni che si impegnano per rendere meno gelida e più accogliente la no-

stra città. Camper emergenza esce la sera per incontrare chi vive per stra-da. L’incontro, mediato dall’offerta di prime necessità, vuole dare un volto umano all’emarginazione. Chi esce con il camper intende corrispondere alla propria necessità di esprimere il Vangelo e un diverso livello di civiltà, che si fonda sul riconoscimento della comune dignità e si traduce in acco-glienza e ospitalità. Per informazioni, Romano 3381939313.

Adriano Paroli nel tradizionale incontro di fine anno con i giornalisti ha elencato una sorta di bilancio dei cinque anni del governo della sua giunta. Fra i punti sottolineati dal sindaco, c’è sicuramente l’attuazione del Piano del governo del territorio dove ha ribadito il concetto che il consumo di area previsto dal Piano è stato di 24mila metri quadrati di area. Su questo fronte la distanza con l’opposizione è netta. Oltre alla

priorità del Pgt, Paroli rivendica anche (presumibilmente a metà febbraio 2013) l’apertura della metropolitana con il “sospirato” biglietto a 1,20 euro, il tutto senza i dividendi di A2A che negli ultimi anni hanno avuto un saldo negativo, complice, secondo Paroli, la fusione troppo frettolosa (“sbagliata nei modi e nei tempi”) fra le due aziende, quella milanese e quella bresciana. Tutte le considerazioni saranno, comunque, oggetto

della campagna elettorale che si annuncia molto lunga. Secondo le fonti di Palazzo Loggia, la data ipotizzabile per le amministrative dovrebbe essere il 9 giugno per evitare la chiusura delle scuole cittadine. Nel frattempo mentre il centrosinistra con il Pd ha in Emilio Del Bono il suo candidato principale, il centrodestra dopo l’annuncio della ricandidatura di Paroli aspetta conferme dai partiti che oggi compongono la maggioranza: Lega, Udc e Pdl.

Non è poi così tutto scontato, se non altro perché lo scenario nazionale potrebbe influire anche il voto locale. Le distanze maturate tra Lega e Pdl, tra Lega e Udc e tra Udc e Pdl verranno sanate? Secondo Paroli non ci sono problemi per la riconferma di quella che nel 2008 è stata la sua maggioranza, nonostante le ultime divisioni (si legga il tema della sede unica del Comune) abbiano creato non poco imbarazzo nella giunta.

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’hanno chiamato Bios, ri-chiamando il termine gre-co che designa la vita. È stato presentato nei giorni scorsi a Orzinuovi il pro-

getto di una comunità residenziale che si rivolgerà a preadolescenti e adolescenti affetti da patologie psi-chiatriche. Diversi i soggetti coinvol-ti a vario titolo nell’iniziativa, capo-fila della quale è la cooperativa “La Nuvola”, in sinergia con il servizio di Neuropsichiatria infantile dell’Azien-da ospedaliera “Mellino Mellini”. Al loro fianco anche la sanità provin-ciale e i vari livelli degli enti locali, senza dimenticare il fondamentale apporto dell’associazionismo e del terzo settore. Quella che è stata mes-sa in cantiere è una struttura di cir-ca 1900 mq quadrati in via Vecchia a Orzinuovi, progettata dall’architetto Alessandro Magli, che si dividerà se-condo due funzioni principali: la co-munità residenziale, organizzata con 16 posti letto per minorenni dai 12 ai 16 anni ospitati per un breve periodo di tempo (dai sei agli otto mesi), e il centro diurno, con finalità invece te-rapeutiche e socio-riabilitative, che avrà 10 posti a disposizione per ra-

gazzi tra gli otto e i 18 anni. Il costo dell’operazione si aggira intorno ai 2 milioni e 300mila euro, investimento con il capitale sociale della coopera-tiva “La Nuvola” e da finanziamenti di banche e fondazioni bancarie, senza dimenticare la campagna di raccolta fondi aperta a quanti desiderino soste-nere il progetto. I lavori inizieranno a febbraio 2013 e dovrebbero per l’au-tunno dello stesso anno. Ad animare l’attività della struttura sarà proprio il riconoscimento della necessità di fare rete da parte di tutti i soggetti coinvol-ti nella cura dei problemi psichiatri-ci, sottolineando come sia questa sia la dimensione indispensabile per far progredire il progetto. In questo sen-so infatti, in sede di presentazione, si sono espressi, dopo i saluti iniziali del presidente della cooperativa Rosan-gela Donzelli e di quelli del sindaco di Orzinuovi Andrea Ratti, tutti i rela-

tori coinvolti. La dott.ssa Alessandra Tiberti e il dott. Michele Tagliasacchi, hanno delineato un profilo del servi-zio di Neuropsichiatria infantile nella provincia di Brescia e in particolare nella Bassa occidentale, sottolinean-do proprio la sinergia con le istituzio-ni per l’aiuto alle famiglie. Famiglie la cui situazione è stata illustrata dalla testimonianza di Paolo Zampiceni, presidente di Autismando, l’associa-zione delle famiglie e i genitori dei bambini autistici di Brescia. Il consi-gliere regionale Margherita Peroni ha posto l’accento sulla sensibilizzazio-ne, mentre la dott.sa Costanza Lan-zanova ha ancora una volta ribadito l’importanza dell’interazione, a parti-re già dal nome: “L’abbiamo chiamata bios, cioè vita – ha infatti affermato – perché riconosciamo che è quella situazione che si realizza solamente grazie all’interazione”.

A.A.A. genitori volontari cercan-si: a Montichiari si è costituita una nuova realtà associativa che riuni-rà genitori di ragazzi di qualunque scuola (dall’asilo nido sino alle su-periori di secondo grado) al fine di dare voce agli stessi relativamente alle tematiche educative e scola-stiche, confrontarsi con le realtà istituzionali o semplicemente per condividere vari aspetti della geni-torialità. A dare il via a questa nuo-va esperienza è un gruppo di papà e mamme i cui figli frequentano la scuola primaria del capoluogo. Nel-la nostra città non esisteva ancora un’associazione di questo genere, anche se sono attivi vari comitati genitori – che sono però realtà in-terne alle varie scuole – e specifi-ci sodalizi che hanno come ambito d‘azione la disabilità. “Per questo – affermano i fondatori del nuovo sodalizio – crediamo che sia op-portuno avere la collaborazione di tutti: siamo aperti ad ogni soluzione e non chiudiamo la porta a nessu-no. Gli interlocutori privilegiati sa-ranno sicuramente le istituzioni, a partire dalla scuola e dal Comune e per questo ringraziamo la dirigente scolastica Angela Bozzi e l’assesso-re alla Pubblica istruzione Gianluca Imperadori (nella foto) che ci han-no ascoltato e hanno creduto nella fattibilità di questo progetto ambi-zioso ed a lungo termine. Speriamo di poter portare un contributo fat-tivo e significativo anche al mondo delle associazioni, così numerose ed attive a Montichiari”. Chi fosse

interessato anche solo a conosce-re più da vicino il nuovo gruppo e i suoi obiettivi è invitato a parteci-pare al primo incontro che si terrà il giorno 30 gennaio 2013 presso la sala comunale (ex sede Banda) alle ore 20.30 ad ingresso libero: sarà effettuata la presentazione del con-siglio direttivo, degli scopi e della finalità del gruppo e avrà luogo il tesseramento. Info: 339/2265479 (Greta Cocchi) oppure 338/1797243 (Patrizia Mulé). (f.m.)

L’Anno nuovo porta con sé la tra-dizionale “Sagra del casoncello”. È così che, dal 4 al 17 gennaio, torna l’atteso appuntamento gastrono-mico locale, legato all’antichissi-ma usanza che vuole che nel gior-no in cui si celebra Sant’Antonio (17 gennaio) le famiglie si ritrovi-no avvolte dal calore degli affetti, gustando insieme anche il sapore genuino dei gustosi ravioloni ripie-ni tipici di Pontoglio. Sono tanti i punti vendita di alimentari e i risto-ranti del paese aderenti all’inizia-

tiva e nei quali sarà possibile pre-notare, degustare e acquistare i fa-mosi casoncelli pontogliesi, nelle varie varianti: più classiche come al burro versato, al ragù, al brasa-to e alle tre carni di Sant’Antonio, ma anche più curiose come al ragù di cinghiale, di lepre, allo stracot-to d’asino o con pancetta affumica-ta. Un’invitante occasione, quindi, per apprezzare la buona gastrono-mia “fatta a mano”, magari trovan-do anche tempo e modo di pren-der parte anche alle tante proposte

fissate dal programma della Festa legata al santo: sabato 12 gennaio alle 20.30 nel Palabosco dell’ora-torio momenti di intrattenimento, ballo e animazione; domenica 13 alle 10.30 verrà celebrata una San-ta Messa nella chiesetta di Sant’An-tonio vicina al fiume attorno alla quale si snoderanno le caratteristi-che e colorate bancarelle di dolciu-mi e curiosità che resteranno alle-stite fino a sera, mentre sparsi per il paese si svolgeranno svariate e coinvolgenti manifestazioni, come

la tipica Corsa degli asini dal Parco laghetto o l’esibizione canora degli Alpini alle 15.30 in Villa Serena.Mercoledì 16 sempre alle 18.30 sarà celebrata un’altra Messa in chiesetta; mentre giovedì 17 (gior-no esatto in cui si commemora Sant’Antonio), Messe alle 8, 10 e alle 18.30 per la chiusura della fe-sta, seguita dal rituale bacio della reliquia e dal sempre apprezzato spettacolo pirotecnico. Per infor-mazioni, www.comune.pontoglio.bs.it. (a.s.)

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n presepio di pane. È il presepio che da 21 anni viene modellato, cotto, composto e via via ampliato con gran-

de abilità dal cuoco dell’Istituto Cremonesini Luigi Viviani e alle-stito presso la sala d’ingresso del-la struttura. Ogni particolare è di pane: personaggi, animali, palme, abitazioni...; legumi, pasta, spezie, farina, semi di vario genere fanno invece da pavimentazione contri-buendo a rendere diverso il con-testo di ogni angolo. Si tratta di una vera opera d’arte. David Ma-ria Turoldo ne “Il sapore del pane” scriveva così: “Restituiscimi all’in-fanzia, Signore, fa’ che ritorni fan-ciullo, al sapore vero delle cose, al gusto del pane e dell’acqua”. Per i pontevichesi il “presepio di pane” è ormai diventato parte della realtà locale, così come in altre realtà lo sono i presepi viventi, sott’acqua, meccanici, di carta o artistici di vario genere.Dalla sua nascita ad oggi il pre-sepio ha conosciuto un’evoluzio-ne qualitativa e quantitativa ben evidente. Nel 1223 a Greccio San Francesco d’Assisi realizza la pri-ma rappresentazione vivente del-la Natività. In seguito attraverso sculture, dipinti, affreschi, statu-ine, diventa un rito irrinunciabile nel periodo d’Avvento, per la sua capacità di trasmettere la fede in modo semplice e vicino al sentire popolare. Niente sfarzo, non ma-teriali ricercati, ma grandissima abilità e pane. “Dacci oggi il no-

binato al presepio ci ricorda che c’è un pane che è messo a nostra disposizione in modo abbondantis-simo. Il vangelo ci dice che questo pane è la Parola di Dio. Ci viene detto anche attraverso il raccon-to della moltiplicazione dei pani. Pane: essenzialità, sazietà, sem-plicità, appagamento. Il bisogno di questo pane, il bisogno di dare senso alla vita, lo sentiamo anche noi: prima o poi tutti ci interro-ghiamo sul senso del nostro esi-stere, del nostro cammino, delle nostre fatiche. Il Natale può esse-re un aiuto a riflettere per trovare delle risposte: nel presepio di pane o nelle luminarie suggestive, appa-riscenti, effimere dell’ambiente e della società nella quale viviamo?

stro pane quotidiano” recitiamo nel Padre nostro. Cristo è venuto al mondo per tutti, si è fatto dono per tutti. Il presepio, nel suo vis-suto eccezionale, è simbolo della quotidianità.E nella quotidianità i valori di fon-do sono l’amore, l’umiltà, la dispo-nibilità, la gratuità. Senza questi valori non si costruisce niente di stabile nel quotidiano. Il pane ab-

Giovedì 3 gennaio, nel Politeama di Manerbio alle ore 20.30, va in scena il concerto diretto dal maestro France-sco Andreoli, direttore artistico della manifestazione che darà il via al pro-gramma della serata alla quale parte-cipano: la banda Faber, un’originale formazione nata dalla collaborazio-ne tra i musicisti Ugo Frialdi, Antonio Cistellini, Franco Fiolini, Giovanbat-tista Merlinzoli, Claudio Rizzi; il cor-po musicale cittadino di Ghedi che

propone musiche di Fabrizio De An-dré. Sul palco anche Charlie Cinelli, il tenore Paolo Antognetti e Rolando Giambelli, presidente dei beatelsiani d’Italia. L’ingresso è libero. “L’obietti-vo di questo incontro all’insegna della musica – spiega il direttore generale dell’azienda ospedaliera, Marco Luigi Votta – è quello di sensibilizzare la po-polazione al progetto di Psicooncolo-gia, che, sviluppato nel presidio ospe-daliero di Manerbio negli ultimi tre

anni, è caratterizzato dalla presenza di uno specialista che garantisce una presa in carico tempestiva e comple-ta delle persone affette da patologia tumorale. Lo psicooncologo si occu-pa del trattamento dei delicati aspetti psicologici che caratterizzano la ma-lattia ed i risultati di questi anni hanno dimostrato che un approccio totale riesce a migliorare lo stato psicoso-ciale dei pazienti e la loro capacità di affrontare la patologia”.

Buone notizie per il Rustico Belfiore, la Onlus nata nel 1988 dalla caparbia volontà della dott.ssa Fioretti e che si occupa di ragazzi disabili, oltre che di cani e di gatti abbandonati. La voce sulla presunta chiusura della storica struttura di via Milano 39 a Chiari, causa mancanza di fondi per poter continuare l’attività, è stata definitivamente smentita. Un sollievo soprattutto per quelle famiglie che ad oggi hanno potuto fare affidamento sul

servizio laddove lo Stato è carente. L’accordo di collaborazione, sottoscritto il 20 dicembre con decorrenza da gennaio 2013, prevede l’impegno da parte della Fondazione Bertinotti Formenti a continuare e a garantire le attività di sostegno e socializzazione settimanali in favore delle persone diversamente abili presso la sede storica; quelle del sabato e della domenica continuerà a farsene carico il Rustico. Il contenitore di tutte le attività resta dunque

lo stesso, a vantaggio dei ragazzi che non perdono in questo modo punti di riferimento importanti. “In questo momento di forte difficoltà economica – ha detto l’assessore ai servizi sociali clarensi Annamaria Boifava, da mesi in prima linea per trovare una soluzione alla difficile situazione creatasi – ritengo che il welfare locale in favore delle fasce più deboli della cittadinanza possa essere tutelato solo mettendo in rete le risorse ed avviando in forma costruttiva una fattiva cooperazione

delle potenzialità di intervento. Una scommessa difficile che abbiamo vinto”. Soddisfatti anche i presidenti della Fondazione Bertinotti Formenti, Renato Franzoglio e del Rustico Belfiore, Giovanni Sassella.Così quest’ultimo sul risultato scaturito dal tavolo di lavoro: l’accordo sottoscritto consente al nostro sodalizio di ottemperare alle finalità per l’handicap previste dal nostro Statuto oltre che continuare a garantire ai nostri ragazzi un valido servizio”. (c.m.)

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on uno splendido concer-to nella Pieve di S. Gior-gio a Inzino, l’associazio-ne Il Plettro ha chiuso l’anno del suo 30°. Ha

fatto onore il sindaco di Gardone Michele Gussago con l’assessore Wil-liam Fantini, affermato pittore, che ha consegnato al presidente fondato-re del sodalizio Gianni Ora una sua bella opera raffigurante i siti storici di Inzino. Un secondo ricordo spe-ciale gli è venuto dai suoi concertisti che dopo 30 anni lo chiamano il loro papà: una bacchetta di direttore su-bito collaudata dirigendo la “Picco-la Orchestra” dei giovanissimi, senza dimenticare l’omaggio a sua moglie Anna Rinaldini “che ne ha sopportato le assenze”. Un buono vacanza è sta-to consegnato tra gli applausi anche al maestro Alberto Bugatti che li di-rige da 24 anni: oltre 200 concerti in Italia ed all’estero con risultati di pre-stigio. Da ricordare le partecipazioni in Francia al Festival internazionale

ni cominciavano ai primi di ottobre 1982 nella sede della Circoscrizione di Inzino al piano terra della allora scuola media. L’anno dopo veniva utilizzato il locale inizialmente desti-nato a cucina della mensa. L’orche-stra esordiva nell’ottobre 1983 col suo primo direttore Gian Carlo Bet-tini. Nel 1988 cominciarono i 24 an-ni di Alberto Bugatti. L’associazione cresceva e si affermava, l’ambiente utilizzato era ormai troppo piccolo. L’amministrazione comunale, attra-verso uno scambio con la sede della Compagnia dell’Anello, sempre alla ex scuola media metteva a disposi-zione una più adatta sala prove. L’at-tuale consiglio vede presenti col pre-sidente Ora, il vice Sergio Mazzoldi; il tesoriere Gigliola Bazzani; la segreta-ria Michela Rampini. Si aggiungono i consiglieri Silvia Bertoglio, Benedet-ta Gaburri, Anna Garatti, Giuseppe Richiedei e Federica Sorrentino. Il gruppo è composto da 33 orchestra-li per tutti gli strumenti a plettro e a

di Belfort, alla Quinta Settimana del mandolino a Tarbes. Tra gli ultimi a Zeil Am Main in Germania il premio per la miglior esecuzione del brano obbligatorio del concorso. Raccon-ta il presidente Ora, innamorato del mandolino e della sua grande tra-dizione musicale nel passato e mo-derna, che il verbale dell’atto fonda-tivo del 14 febbraio 1982 registrava la volontà di insegnare mandolino e chitarra per realizzare un’orchestra a plettro, per favorire con la musi-ca momenti di socializzazione tra i giovani. Portava allora il nome di “Centro musicale inzinese”. Le lezio-

Organizzata dalla cooperativa Colibrì e inaugurata domenica 16 dicembre, prosegue fino al 6 gennaio la mostra “Linee e colori dal mondo magico” presso il museo “I magli” di Sarezzo (nella foto). In terra bresciana sono maturati artisti con una particolare sensibilità verso il mondo dell’infanzia.Non è un caso, infatti, che a Brescia siano nate le esperienze delle sorelle Agazzi e, nello specifico, sia sorta la storica e

prestigiosa “La Scuola Editrice” che ha sostenuto e dato risalto a illustratori bresciani di fama e ingegno come Salodini, Ciferri, Bertelli. Illustrare un libro per l’infanzia richiede la capacità di cogliere il testo e creare con il linguaggio iconico un nuovo messaggio che arricchisce e si integra con la trama narrativa.Per questo è necessario non solo conoscere le tecniche espressive, ma anche saper entrare nel mondo magico e

reale dei bambini e ragazzi. Queste competenze sono presenti, oltre che nelle opere degli illustratori storici, in quelle dei 26 illustratori contemporanei, bresciani di nascita o di adozione, e in quelle di coloro che non hanno potuto partecipare all’attuale esposizione perché impegnati all’estero o in altre mostre.Nella mostra sono presenti artisti affermati e giovani alle prime esperienze, al fine di offrire

un’occasione di conoscenza, valorizzazione, confronto e uno stimolo per continuare il percorso intrapreso. Le illustrazioni e i libri possono favorire questo incontro e possono fornire l’occasione per più caldi dialoghi fra genitori e bambini.L’esposizione è aperta fino al 6 gennaio 2013. Per informazioni: si può contattare il Cup al numero 0308337495 o via email [email protected].

Quando l’acquisto premia l’artigiana-to. Palazzo Avogadro di Zanano in via Gremone 2 ha inaugurato la mostra di arredi dalle Ande “Arte e carità”. L’organizzazione, con il patrocinio del Comune, è curata dall’associazio-ne Don Bosco 3A e dall’Operazione Mato Grosso. Si tratta di un’esposi-zione e vendita di mobili e arredi an-dini costruiti dai ragazzi che si sono diplomati nelle scuole di intaglio e falegnameria create dall’Operazione Mato Grosso in Perù. Queste opere rappresentano il lavoro svolto fin dal 1979 da padre Ugo De Censi e dai gio-vani in Perù, dove, per dare una rispo-sta concreta ai bisogni della povera gente, nasce la scuola d’arte “Taller Don Bosco”. I giovani che la frequen-tano sono scelti in base alla povertà delle loro famiglie e nei cinque anni

della durata del corso vengono ospi-tati gratuitamente ricevendo istruzio-ne e formazione professionale. Alla fine del corso, ogni ragazzo riceve in regalo gli attrezzi per continuare a lavorare e può scegliere se iniziare un’attività in un altro luogo o entrare a far parte della Familia de Artesanos Don Bosco, che attualmente dà lavo-ro a 650 giovani. La Famiglia de Arte-sanos Don Bosco è formata da tutti i giovani che si fermano sulla sierra e che hanno deciso di condividere l’insegnamento di padre Ugo di non pensare solo a se stessi, ma di aiuta-re la gente più povera, sostenendo i bisogni dei loro “caserios” (villaggi). L’esposizione prosegue fino al 6 gen-naio 2013 con i seguenti orari: da mer-coledì a venerdì ore 18-20, sabato e festivi 9.30-12 e 15-21.

pizzico. Di volta in volta, dove op-portuno, si aggiungono solisti: nel concerto del trentesimo da ricorda-re l’applauditissimo Andrea Soncina. Si prova il venerdì con inizio alle ore 21: si fanno “ripassi” in vista di con-certi, si studiano nuovi brani, in me-dia 3/4 all’anno. Si guarda al futuro con la scuola allievi: lezioni una vol-ta alla settimana ed esecuzioni nella “piccola orchestra”. Ogni anno a fine maggio un loro saggio offre a genito-ri e amici la prova dei progressi fatti.

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Il palcoscenico dell’Auditorium del Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera ha ospitato l’8ª edizione del “Gran Galà del Garda”. La manifestazione, organizzata dall’Associazione culturale Benacus, premia con una statuetta raffigurante il lago di Garda stilizzato personaggi del mondo dello sport, della cultura, del giornalismo, dell’associazionismo e dell’imprenditoria, che hanno contribuito alla valorizzazione e promozione del territorio

benacense. L’Oscar gardesano 2012 è stato assegnato a: Katia Ricciarelli (nella foto), cantante lirica, Giuseppe Pasini, presidente Feralpi Salò, Emilio Crosato, presidente Parco Colline Moreniche, Giorgio Planchestainer, presidente Agraria Riva del Garda, Federico Delaini e Claudio Pederzolli di Agritur Vivere, Virginia Vinco di Telenuovo e Franco Baruffaldi, presidente Lega Bisse. “Assegnare un Oscar a quanti contribuiscono alla divulgazione e alla promozione del lago di Garda

e del suo entroterra – ha affermato Silvia Razzi, assessore al Turismo della Provincia di Brescia – significa incentivare e stimolare nei vari settori iniziative, idee, progetti e comportamenti simili creando un circolo virtuoso capace di generare ricadute positive per il territorio. Anche per questo il Gran Galà del Garda si conferma fondamentale strumento di valorizzazione e di promozione del territorio benacense e delle sue numerose eccellenze”. (v.b.)

l dibattito intorno al lago d’Idro torna sotto la luce dei riflettori. Lo fa grazie ad un presidio per-manente organizzato dai comi-tati in difesa del lago a Idro, nel

parcheggio adiacente a Santa Maria ad Undas e attivo dal 1° dicembre. Per capire meglio la questione riper-corriamo con Gianluca Bordiga, por-tavoce storico delle istanze eridie, i momenti salienti. “Il 5 agosto 2008 grazie ad un accordo tra la Regione Lombardia e i Comuni di Anfo, Ba-golino, Idro e Lavenone sono state progettate opere sotto la voce ‘mes-sa in sicurezza’ per un importo pari a 50 milioni di euro che sono ora in attesa della autorizzazione definitiva da parte della Commissione ministe-riale. A seguito della violazione del-la legge sul deflusso minimo vitale compiuta il 16 agosto dello scorso anno dalla Regione sono state invia-te numerose interpellanze da parte di cittadini preoccupati al Ministe-ro dell’ambiente e l’8 novembre si è tenuto a Roma un contradditto-rio sulle nuove opere di regolazione del lago proposte dalla Regione per aprire una pubblica inchiesta. Nel corso dell’audizione, come attesta la registrazione ufficiale dell’incon-tro, è emersa da parte dei tecnici di Infrastrutture Lombarde, la società incaricata di progettare i lavori, la vera natura delle opere da realizzare, che riguardano non tanto la messa

in sicurezza del lago, quanto la pos-sibilità di garantire il deflusso mini-mo vitale del lago anche a un livello più basso, come stabilito dal vecchio regolamento del 2002 che prevede 3,25 m di escursione. Dal primo di-cembre per dare più voce alle nostre istanze, memori dell’analoga inizia-

tiva attuata nel gennaio 2007, abbia-mo attivato il presidio permanente”. Queste in sintesi le recriminazioni: una nuova regola di gestione con-divisa dai quattro Comuni lacustri che riconosca il valore ambientale e sociale del livello minimo lacuale stabilito a m 367,2 sotto il quale il li-vello non possa mai più scendere, un ente gestore paritetico e la revisione completa delle opere di regolazione e messa in sicurezza delle stesse. E dopo 20 giorni di presidio la questio-ne è arrivata sul tavolo del prefetto di Brescia, Livia Narcisa Brassesco Pa-ce che ha incontrato una delegazione in rappresentanza dei Comitati. “Il prefetto ha assicurato che una équi-pe ministeriale diretta dal capo della Protezione civile Franco Gabrielli è già al lavoro per capire se è davvero necessario spendere 50 milioni per mettere in sicurezza il lago, che tutto verrà vagliato con attenzione e che i primi riscontri dovrebbero arrivare a breve. Abbiamo chiesto che il Prefet-to stesso faccia da garante perché si possano sedere attorno a un tavolo i sindaci rivieraschi e chi rappresenta gli interessi irrigui e quelli idroelettri-ci, per cominciare ad elaborare pro-getti condivisi di gestione del lago”. Intanto il presidio, con l’entusiasmo che attenua rigori invernali e sacrifi-ci, prosegue nella sua azione anche a gennaio, in attesa che alle parole seguano i fatti.

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seguito dell’autoriz-zazione da parte del-la Regione Lombar-dia (Direzione gene-rale sanità) l’Asl di

Valcamonica-Sebino ha ottenuto per l’ospedale di Esine l’accredita-mento per una nuova Unità opera-tiva di Radioterapia, articolazione delle Uo di Medicina interna. “Rea-lizzare un servizio di radioterapia all’ospedale di Esine – commenta un comunicato stampa della Di-rezione – sembrava un’impresa proibitiva: i costi erano assai ele-vati, le procedure complicate, gli intoppi non previsti, la necessità di preparare un personale medico ed infermieristico di alta specializ-zazione per la corretta ed efficace gestione. Ma ora la notizia – dav-vero molto importante – è che dal 2 gennaio 2013 il servizio di radio-terapia è entrato in funzione ed è operativo a tutti gli effetti”. La soddisfazione del direttore gene-rale Asl Renato Pedrini è più che legittima: “Siamo molto conten-ti del risultato ottenuto, peraltro fortemente voluto dalla direzione e che troverà apprezzamento e ri-

scontri più che positivi nella gente di Valcamonica e più direttamen-te in coloro che usufruiranno del servizio ‘in casa’, evitando così i faticosi disagi del viaggio a Bre-scia (Ospedale civile)”. Occorre anche sottolineare che quest’ope-ra, che segna un altro significativo salto di qualità nelle strutture e nei servizi ospedalieri, è frutto di un eccezionale concorso di volontà e di azioni concrete. Anzitutto la Re-gione Lombardia, che ha conces-so un finanziamento di 2 milioni e 500mila euro, destinati alla realiz-zazione della struttura. Poi la fon-dazione Zaleski, che ha generosa-mente concorso con la bella cifra di un altro milione di euro, desti-nato all’acquisto dell’attrezzatura. In ogni fase operativa è stata pre-ziosa la collaborazione con il di-partimento Oncologia provinciale

e gli Spedali civili di Brescia. Da menzionare inoltre l’associazione Andos (Associazione donne opera-te al seno), sezione di Valcamoni-ca, che sempre ha seguito, stimo-lato e spronato verso l’obiettivo. I pazienti che volessero ulteriori informazioni in merito al centro di Radioterapia possono contattare il numero telefonico 0364/369891, dalle ore 10 alle 15.45 dal lunedì al venerdì.

Giuseppe Camadini, a cui il volume è idealmente dedicato, ha fatto ap-pena in tempo a scriverne la presen-tazione. Quando è mancato, il 25 lu-glio 2012, il libro era in avanzata fase di stampa. L’introduzione gli spetta-va come presidente della “Fonda-zione Camunitas” che, tra le molte iniziative, annovera anche quest’ul-tima. Ma perché un ulteriore studio? “La conoscenza della storia – scri-ve Camadini – è presupposto inelu-dibile per una concreta coscienza di ciò che è (e pure di ciò che si è) nel presente; premessa altresì per un intelligente sguardo al futuro”. Tre gli autori dei diversi contributi: Gian Claudio Sgabussi (“Le Origi-ni”); Oliviero Franzoni (“Dal tardo antico al Medioevo”, “Il tramonto del Medioevo ed i secoli della Rifor-ma cattolica”, “Una religiosità per i tempi nuovi”); Mario Pischedda (“Il Novecento”). In prefazione, Anni-bale Zambarbieri, ordinario di Sto-ria del Cristianesimo e delle Chiese nell’Università di Pavia, si chiede: “Conviene spendere fatica, impe-gno, risorse per pubblicare una sto-ria ‘religiosa’ della Valle Camonica, redatta seguendo metodologie criti-che, pur in stile agile e divulgativo”? Sì – risponde il cattedratico – perché il senso di appartenenza conferisce all’impresa sufficiente plausibilità.Sgabussi definisce la spiritualità valligiana “…istintiva, immediata, semplice, che ha contraddistinto le genti camune sin dalla preistoria” e sostiene il suo dire con molti esem-pi, dalla “Dea Madre” agli “Oranti”,

dai “sacerdoti-artisti” romani sino alle incisioni di San Valentino ad Er-banno. Franzoni segue passo passo la diffusione del cristianesimo lun-go tutto il solco montano dell’Oglio dal tardo antico sino al Medioevo alla Riforma cattolica ed ai tempi nostri: pievi, monasteri, conventi, istituzioni, parrocchie, confraterni-te, cappellanie, azione sociale, san-ti. Conclude Pischedda, cogliendo i segni della continuità tra Ottocento e Novecento. (e.g.)

Non capita certo di frequente che in vita un parroco venga omaggiato di un libro che ne riporti i pensieri e soprattutto moltissime fotografie. È il caso di don Santo Chiapparini, dal 2001 a Malonno, oltre che a Paisco e Loveno. Prima di Natale è uscito per i tipi della Tipografia Valgrigna di Esine un libro corposo (286 pagi-ne di grande formato) che si intitola “L’eco di un sorriso. 2001-2011 a don Santo Chiapparini, guida della Co-munità Parrocchiale di Malonno”. Il ricavato della vendita servirà per

i lavori alla locale chiesa dedicata a Maria Ausiliatrice. L’eco, che com-pare nel titolo, richiama il giorna-le della comunità malonnese, cioè ‘L’Eco di Malonno”; il volume rac-coglie, infatti, una sessantina di ri-flessioni del parroco pubblicate su ogni numero del bimestrale. Quanto al sorriso esso si ricollega alla gio-ia che spesso s’impone sul volto di don Santo nelle innumerevoli situa-zioni in cui viene immortalato tra-mite le foto, grandi e quasi tutte a colori, inserite con generosità nel li-

bro. Ma non c’è solo il sorriso di don Santo: ci sono quelli di centinaia di persone grandi e piccole, che han-no partecipato ai molteplici avveni-menti di 10 anni di vita cristiana a Malonno. Così foto di gruppo, scatti poetici, luoghi, persone e cose del-la fede si alternano trasformando l’omaggio ad un parroco in un vero e proprio spaccato di una comunità. Ognuno dei malonnesi potrà cerca-re il proprio volto e il proprio sorri-so, riconoscendosi in un momento della propria avventura umana e cri-

stiana, riconoscente verso il proprio pastore anche per “il dono della Pa-rola di Dio tradotta in parole umane efficaci e convincenti”, come scrive Gian Mario Martinazzoli nella Pre-sentazione, riferendosi agli ‘editoria-li’ firmati da don Santo. Lo scultore Mauro Bernardi, promotore di que-sto progetto editoriale, ribadisce il concetto quando nella Premessa os-serva che don Santo “con pazienza e umiltà ci ha aiutati a leggere con gli occhi della fede ogni attimo di vita con ‘l’eco di un sorriso’”. (g.c.)

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l professore universitario bre-sciano Enrico Bertoli ha rice-vuto una laurea honoris causa presso l’Università di Danzica in Polonia; una cerimonia che

ha onorato, attraverso il prof. Berto-li, la nostra terra bresciana, Palazzolo in particolare. Alle motivazioni acca-demiche (Bertoli uno scienziato rico-nosciuto a livello mondiale nel setto-re della ricerca biochimica medica) va aggiunta quella legata alla colla-borazione per l’attività scientifica tra l’Università Politecnica delle Marche di Ancona e quella di Danzica inizia-ta dopo gli eventi che hanno visto la Polonia affrancarsi dal regime comu-nista. Tramite un rapporto di amicizia e di collaborazione tra il palazzolese Bertoli e il compianto prof. Jerzy Po-pinigis si è consolidato un rapporto di collaborazione tra Italia e Polonia. Le cerimonie si sono concluse con la visita alla sede storica del sindacato “Solidarnosc”, ora un museo, guida-ta dall’on. Marian Krzaklewski, diret-to successore di Lech Walesa come presidente del sindacato polacco e ora parlamentare europeo che ha re-galato al gruppo italiano la bandiera di “Solidarnosc”.On. Krzaklewski, cosa si ricorda della nascita di “Solidarnosc”?Quando nasceva il Sindacato forse nessuno di noi era in grado di preve-dere che oggi avremmo commemora-to quei drammatici momenti in modo così classico, organizzando concerti e mostre, pubblicando album e libri, de-ponendo fiori ai piedi dei monumen-ti ai caduti. Per tanti giovani è oggi semplicemente una parte della realtà

Cosa è stata “Solidarnosc”?La parola “Solidarnosc” è diventata il sinonimo dei valori che mancava-no: la libertà, la dignità, la comunità.Qual è stato l’apporto di Giovanni Paolo II in questo processo?Il cambiamento non sarebbe stato possibile senza una fede profonda, senza l’appoggio spirituale della Chie-sa e del Pontefice. Ci ha aiutato a cre-dere nelle nostre forze e ci richiamava alla responsabilità per il destino del nostro PaeseCosa rappresentano il monu-mento con le tre croci e il mu-seo allestito?Vi sono rappresentati i momenti della vittoria, ma anche del dolore, degli uomini che hanno organizzato il Sindacato.

sociale e anche parte del mito. Non sanno che la sua nascita è qualcosa di straordinario e di unico non solo nella storia della Polonia ma del mondo. Al Sindacato, nato nei cantieri navali di Danzica, hanno aderito 10 milioni di persone, che per la prima volta nella loro vita si sono sentite dei liberi citta-dini. Gran parte erano operai, ma non mancavano personaggi del mondo della cultura e della scienza.

Anche quest’anno i ministranti hanno realizzato un loro presepe nella sede della sacrestia vecchia della parroc-chiale. La scelta non è stata di costru-ire un presepe di grandi dimensioni: dimensioni e linee sono sobrie allo scopo di indirizzare l’attenzione del visitatore alla simbologia. Ideato fin dallo scorso anno, il presepe si ispi-ra al tema del recente Sinodo dioce-sano sulle unità pastorali e all’Anno della fede in corso. In primo piano

tre agglomerati urbani, tre paesi, ciascuno con la sua chiesa parroc-chiale; la strada che esce da ciascu-no converge verso la medesima dire-zione: una grande chiesa che ricorda la nostra cattedrale. È richiamata in questo modo l’appartenenza ad un medesimo territorio ecclesiale e la comunione delle diverse comunità parrocchiali della diocesi attorno al Vescovo. Tale comunione è obiettivo che oggi s’impone a tutte le parroc-

chie, per camminare insieme; è testi-monianza e seme della fraternità che i credenti in Cristo sono chiamati a immettere nel tessuto delle relazioni sociali; in particolare, questo obiet-tivo è affidato alle comunità chiama-te a coordinarsi più strettamente a causa dell’appartenenza allo stesso territorio comunale, dando vita alle unità pastorali. Il vero punto di con-vergenza è il gruppo della Natività: la comunione tra comunità cristiane di-

venta segno della presenza di Cristo nel mondo. La statuetta del bambino Gesù riposa su un calice e ha come sfondo una grande ostia: la comunio-ne tra credenti nasce dall’eucaristia e porta ad essa. Le consuete statuet-te di personaggi del presepio sono sostituite da teorie di figure unite le une alle altre ritagliate nella carta; si esprime così l’idea del camminare insieme, convergendo verso la sor-gente di comunione che è l’eucaristia.

Sotto l’albero il Comune di Ospitaletto ha trovato quest’anno un nuovo autoveicolo, donato dalla Ferrosider, Giulio Quinto e Irene Stefana. Si tratta di un mezzo dotato di particolari caratteristiche che lo rendono idoneo per il trasporto di particolari categorie di cittadini e in particolare destinato alle persone anziane ultra-sessantacinquenni e ai disabili impossibilitati a muoversi per danni fisici, transitori o permanenti. Parallelamente è stato attivato il servizio “Taxi sociale”

che, previa valutazione dell’Ufficio di assistenza sociale, potrà essere esteso anche “agli adulti soli e a tutti coloro che, attraversando particolari difficoltà familiari e sociali, si trovano nell’effettiva impossibilità a spostarsi autonomamente”. Uniche a essere escluse dal servizio saranno le persone che necessitano di particolare assistenza medico-sanitaria, già offerta da altre strutture attrezzate allo scopo. “Il Taxi sociale – specificano dal Comune

– sarà attivo prevalentemente per accompagnamenti presso strutture sanitarie e socio-sanitarie presenti sul territorio provinciale per esami di laboratorio, visite mediche specialistiche, cure fisiche, riabilitative, visite mediche generiche e per l’accompagnamento a uffici e servizi per il disbrigo di pratiche di accertata utilità sociale”. Il cittadino interessato (o un familiare) dovrà presentare domanda specifica all’Ufficio servizi sociali. “Abbiamo ripreso

in mano tutte le iniziative a cui stavamo lavorando quando siamo stati bruscamente interrotti – ha precisato il sindaco Giovanni Battista Sarnico – e questa è una risposta concreta ai bisogni delle famiglie con particolari problemi di salute o di mobilità” e che va incontro alle “necessità impellenti degli anziani che quotidianamente devono recarsi presso le strutture sanitarie ospedaliere”, ha concluso soddisfatto l’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Danesi. (a.s.)

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L’Associazione italiana maestri cattolici organizza un corso di preparazione al concorso per i docenti della scuola primaria. Il corso prevede cinque o sei lezioni e la possibilità di correzione degli elaborati. Gli incontri si terranno presso la sede dell’associazione a Brescia in via della Rocca 16/a con questo calendario. Il 3 gennaio, con inizio alle 9, la lezione su “Analisi dei bisogni formativi e definizione del programma. Focus sulla costruzione delle prove scritto-grafiche”. Il 19

gennaio la lezione “L’autonomia organizzativa, didattica, di ricerca, sperimentazione e sviluppo: dalla costruzione del curricolo alla programmazione di classe”. Il 26 gennaio: “Ruolo formativo delle discipline e Indicazioni nazionali per il curricolo. I documenti europei recepiti dall’ordinamento italiano”. Il 2 febbraio. “I bisogni formativi speciali: intercultura, disturbi di apprendimento, disabilità. La famiglia, la scuola e l’extrascuola”. Il 9 febbraio: “Documentazione,

verifica e valutazione: la valutazione degli apprendimenti, la valutazione del sistema scuola e l’autovalutazione”. Resta ancora da definire una data per la restituzione e discussione critica degli elaborati prodotti dai corsisti. Le iscrizioni al corso di preparazione si ricevono direttamente presso la sede il 3 gennaio alle ore 9. Per informazioni è possibile contattare il presidente Raffaele Camisani 348 7694855, oppure [email protected] .

ra le tante sfide che in-terpellano oggi la scuo-la cattolica c’è anche quella dell’educare al-la fede. Questo non va-

le solo per l’Anno della fede che stiamo celebrando, ma si tratta di un aspetto che deve accompagna-re giorno per giorno i vari opera-tori che lavorano all’interno delle scuole paritarie cattoliche. Qual-cuno potrebbe chiedersi se questo discorso ha ancora senso ai giorni nostri, ebbene, noi crediamo di sì perché educare alla fede è qualco-sa di grande e di bello, che coin-

re i vari ostacoli anche se magari è necessario cambiare strada. Sì, perché la fede è bellezza, ma è an-che mistero. Questo è ciò che noi educatori, docenti e genitori siamo chiamati a vivere e a testimoniare senza alcuna paura, ma unicamente fidandoci di Dio e affidandoci a Lui.

volge la persona, è un aprirsi sul-la propria strada all’incontro con Dio, è il cercare costantemente il suo volto. Stiamo ancora celebran-do le feste natalizie e i personaggi che incontriamo nel presepe ci in-segnano che cos’è la fede e ci indi-cano anche la strada da percorre-re per giungere alla sorgente della fede. I pastori non hanno fatto nul-la di straordinario, semplicemente pernottavano all’aperto facendo la guardia al loro gregge, quando un angelo del Signore si presentò a lo-ro per annunciare una grande gio-ia: la nascita del Salvatore. Dopo

questo annuncio andarono senza indugio fino a Betlemme per veder questo avvenimento che il Signore aveva loro fatto conoscere e dopo aver visto riferirono l’accaduto. Ec-co come si può educare alla fede: prima di tutto ascoltando, ma poi muovendosi verso il luogo giusto, quello indicato dalla Parola per coglierne tutto il mistero. I pastori hanno saputo farsi pellegrini nel-la notte, cercando quel bambino avvolto in fasce che era stato loro descritto dagli angeli, hanno avuto il coraggio di lasciare i loro greggi e di avanzare nel buio della notte

per cercare la luce e la luce si è fat-ta trovare. Lo stesso possiamo dire dei Magi che sono venuti dall’Orien-te lasciando le loro sicurezze, tutto ciò che poteva dare loro conforto e nel loro cammino si sono lascia-ti guidare dalla stella, piccola luce che ha illuminato il sentiero che portava alla luce vera. Nella storia degli uomini di fede c’è sempre un lasciare e un mettersi in cammino, ci sono sempre delle incertezze, de-gli interrogativi, degli agguati come ad esempio quello di Erode per i Magi, ma Dio non lascia mancare i suoi segni, le sue indicazioni, i suoi inviti per vivere la fede nella quotidianità, aiutandoci a supera-

www.istitutosmn.it

Tel. 030 2306871

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Quanto sanno del ruolo e del funzionamento di un importante organo collegiale come il consiglio d’istituto i genitori? Alla domanda ha cercato di fornire una risposta, probabilmente la prima in Italia, l’Age (Associazione italiana genitori) Toscana con la guida “Come (non) funziona il consiglio d’istituto”. La pubblicazione è stata pensata per offrire le conoscenze ai genitori impegnati a quel livello spiegando i meccanismi che li regolano. Nel fascicolo

(scaricabile su www.agetoscana.it) s’illustrano il funzionamento dei Consigli scolastici, gli obiettivi che perseguono, le soluzioni per superare i conflitti che eventualmente dovessero sorgere al loro interno, il ruolo dei due leader che condividono la gestione: da una parte, il dirigente scolastico e, dall’altra, il presidente del Consiglio d’istituto. Ruolo del primo è condurre la vita dell’istituto e la sua rappresentanza; ruolo del secondo

è guidare l’organo di indirizzo. Il volumetto si occupa anche degli “stili di leadership”, da quello rigido che punta a regole e ruoli gerarchici, a quello più aperto, che coinvolge, chiede spiegazioni, consigli, creando forte interazione tra tutti i membri del Consiglio stesso. La guida risponde inoltre richieste di ‘consulenza’ da genitori spaesati o bisognosi di consigli pratici su come comportarsi all’interno dei consigli d’istituto.

ei giorni che hanno pre-ceduto le festività natali-zie si è tenuto a Sale Ma-rasino il primo consiglio generale congiunto della

Cisl Scuola di Brescia e di quella della Valle Camonica-Sebino. Questa ope-razione rientra nel più vasto processo di riorganizzazione dei propri assetti territoriali e categoriali intrapreso dalla Cisl, finalizzato a semplificare la struttura organizzativa, anche per una doverosa razionalizzazione e riduzio-ne dei costi, e spostare il baricentro dell’azione sindacale verso i posti di lavoro. Più delegati presenti sul terri-

torio per partecipare attivamente alla vita sindacale, garantire vicinanza ai lavoratori e rispondere alle innume-revoli istanze sottoposte quotidiana-mente al sindacato.L’avvio dell’intera ambiziosa opera-

zione è avvenuto il 18 luglio 2012, con delibera del comitato esecutivo della Cisl nazionale, con lo scopo di promuovere maggiore efficacia della politica sindacale, del proselitismo, dei servizi, attraverso una capillare e sempre più integrata presenza nei territori e nei luoghi di lavoro. Questo impegno responsabilizza in primis i territori coinvolti nel processo, chie-dendo loro attenzione alle persone, condivisione delle esperienze, valo-rizzazione delle competenze. Il pro-getto è naturalmente accompagnato da un forte impegno nella formazione dei delegati, delle rsu, dei terminali

associativi e degli operatori. Sarà la realtà della Cisl Scuola Brescia Valle Camonica a celebrare l’avvio di que-sto nuovo cammino in previsione del congresso del prossimo 22 febbraio. L’appuntamento congressuale, princi-pale momento di partecipazione de-mocratica alla politica dell’organizza-zione sindacale da parte degli iscritti, sarà l’occasione migliore per intra-prendere insieme un nuovo percorso che costruisca le linee d’azione nella nuova organizzazione. I temi su cui dibattere potrebbero essere innume-revoli. Sicuramente, come comparto scuola, sarà prioritario approfondire

la delicata questione del merito, della produttività, della ormai quindicenna-le autonomia scolastica, “adolescen-te” norma in costante crisi d’identità, oltre che della crisi economica e valo-riale vissuta dal mondo dell’istruzione e della formazione. L’appuntamento diventerà anche l’oc-casione per riflettere, aiutati dall’inda-gine supportata dall’Università cat-tolica di Brescia, sull’immagine del sindacato, riconosciuta dagli iscritti e non iscritti, e sul ruolo da questi at-tribuito alla Cisl ed alla Cisl Scuola rispetto al proprio impegno politico e ai servizi.

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La scelta dei quiz è stata contestata anche da chi non ha sostenuto la prova di preselezione. Molti sono stati i docenti che si sono scagliati contro quiz, rebus e crocette. Meglio, a loro dire, il ritorno al discorso compiuto e articolato, che provi conoscenze e capacità espressive e che contemporaneamente (è la tesi di alcune scuole psicologiche, quella lacaniana in primis) addirittura arricchisce le

capacità mentali. Ebbene, la componente precaria di questi docenti sottoposta a concorso si è trovata proprio nella paradossale situazione di passare attraverso quei metodi cui essa imputa l’odierno impoverimento culturale. Oltre tutto gli studiosi hanno conoscenze per la maggior parte settoriali e approfondite in un novero limitato di campi, e ci mancherebbe: il latinista conosce soprattutto la lingua

e la civiltà latine, anche se, ovviamente, essendo laureato in Lettere classiche, ha studiato il greco e l’italiano. Per anni si è raccomandata la specializzazione e ora si cambia registro: meglio la sintesi. Chi insegna all’università nota tra l’altro un fenomeno preoccupante: un numero sempre maggiore di matricole mostra non solo maggior povertà espressiva e linguistica, ma una evidente assenza di cultura e di

metodo di studio. Senza contare, come aggiungono altri, che di per sé la simulazione di una lezione non tiene conto della complessità del mestiere: tra le altre cose, la presenza di 30, più o meno, ragazzi (tra cui spesso alunni diversamente abili), un pubblico non precisamente silenzioso e attento come la commissione di concorso, che pone altri problemi risolvibili, appunto, con l’esperienza e il “mestiere”.

allora quiz sono stati. La prova preselettiva del co-siddetto concorsone per la scuola si è aperta con 50 quiz, altrettanti minuti

di tempo a disposizione e 35 risposte esatte per superare questa prima pro-va. Risultato: uno su tre ce l’ha fatta, vale a dire il 33,6% a livello nazionale, con picchi di eccellenza in Toscana, Piemonte, Lombardia, Liguria. Uno su tre continuerà la corsa ad ostacoli verso la docenza: dovrà tra l’altro si-mulare una lezione, come si fa per i concorsi a professore universitario. Erano 13 anni che non veniva bandi-

vere e proprie domande secche, con una risposta sola da scegliere tra un certo numero di proposte. Le obiezio-ni non nascono con questo concorso, quindi: esse si erano già fatte strada durante il lento affermarsi di un me-todo non dialettico e secondo alcuni non scientifico.

to un concorso per la scuola, e in co-sì tanti anni si è formato un numero rilevante di docenti precari non più giovanissimi (l’età media dei concor-renti di questi giorni è di 38 anni) che ogni inizio anno scolastico attendono con comprensibile ansia di sapere se avranno e dove avranno una cattedra. Si è così formata una prima sacca di resistenza al concorsone: perché, di-cono in molti, non si è pensato a si-stemare quei supplenti storici che da decenni se ne vanno a spasso e non per farsi una gita fuori porta? Merito-crazia, risponde il ministero. Senza riguardo per l’età. Bene, anzi male,

replicano alcuni, perché si pongono due problemi: il primo è che molti di quei docenti hanno maturato una preziosa esperienza e nel contempo avranno, tra lauree, specializzazioni e altro, conseguito una certa conoscen-za, che secondo molti è vanificata da quiz non specialistici. Che se ne fa della matematica – si chiedono – uno che deve insegnare latino? Il secondo problema è che questi precari si gio-cano tutto con un colpo di dadi. E sì, hanno dichiarato alcuni dei docenti che hanno partecipato al concorso (altri si sono polemicamente rifiutati di farlo), perché dopo laurea, specia-

lizzazione, dottorato, master talvolta all’estero e abilitazioni, si tratta pro-prio di una mano a dadi: tutta una vi-ta sui libri e su cattedre precarie e poi eccoti una manciata di quiz che non hanno carattere disciplinare, ma so-no stati strutturati per rilevare solo le capacità logico-sintetiche. Il fatto è che si sta affermando un metodo che all’inizio era stato approntato per valutare la situazione iniziale degli studenti nelle prove d’ingresso (nel-le singole materie, a differenza del concorsone) e che poi si sta lenta-mente estendendo nelle valutazioni e nelle prove della maturità: doman-de a risposte aperte (con un minimo di possibilità di approfondimento) e

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A poco più di due mesi dalla scadenza del termine di iscrizione alle scuole superiori, ancora molto alto il tasso di studenti di terza media indecisi. Resiste il mito del liceo, preferito da due ragazzi su tre. Secondo alcune rilevazioni condotte a livello nazionale, circa uno studente di terza media su due non avrebbe ancora scelto il suo percorso di studi superiore. Dati interessanti sono stati diffusi al proposito dal portale Skuola.net che conferma l’impegno delle

scuole sulle attività di orientamento. Oltre l’80% degli intervistati ha infatti dichiarato che nel proprio istituto di appartenenza sono state svolte attività di orientamento. Tuttavia solo la metà degli studenti intervistati le promuove appieno, dichiarando di averne trovato giovamento. Il mito del liceo continua a vivere nel 70% delle teste dei tredicenni che, nonostante l’indecisione, sono orientati verso la scelta di quest’ultimo. Un dato simile a quello rilevato da Skuola.

net l’anno passato nello stesso periodo. Alla fine tuttavia è prevalso il pragmatismo. A dimostrarlo sono stati i dati delle iscrizioni alle scuole superiori diramati a settembre dal Miur: nel 2012/2013 circa il 53% degli iscritti al primo anno delle superiori ha preferito frequentare un istituto tecnico o professionale. In base a quali parametri viene effettuata la scelta? Oltre quattro tredicenni su cinque rivendicano la piena paternità della scelta, effettuata a loro dire in base ai propri interessi.

’Euroscuola di Brescia è un istituto paritario che ha sede nel centro della città in un signorile pa-lazzo del 1840, “Palazzo

Rossa”, opera dell’architetto Ro-dolfo Vantini, facilmente raggiungi-bile a piedi dalla stazione dei treni e dei pullman e pertanto fruibile an-che dagli studenti provenienti dalla Provincia. L’edificio dispone di aule luminose, di un ampio cortile interno, di labo-ratorio multimediale, di laboratorio scientifico e di disegno, biblioteca, aula magna e sala convegni. I tre

indirizzi che caratterizzano il sud-detto istituto, il Liceo scientifico delle Scienza Applicate “Stanford”, l’Istituto tecnico delle costruzioni, ambiente e territorio “Bianchi” (ex geometri) e infine l’Istituto tecnico

per il turismo “Euroscuola”, pur es-sendo molto differenti sia per il qua-dro orario che per gli obiettivi che si propongono di raggiungere (il primo una cultura scientifico-tec-nologica con un significativo sup-porto informatico-multimediale, il secondo l’innovazione dei proces-si, dei prodotti, delle metodologie di progettazione e di organizzazio-ne ed il terzo l’economia, l’ammini-strazione dell’impresa, la finanza, il marketing, l’economia sociale ed il turismo) hanno un comune deno-minatore riguardante la formazio-ne di persone autonome e respon-

sabili, capaci di affrontare i conti-nui mutamenti culturali, sociali ed economici, per costruire in modo consapevole il proprio futuro. Pertanto l’istituto Euroscuola si rivolge alle famiglie che cercano per i loro figli un ambiente sereno e stimolante intellettualmente, nel quale il processo educativo abbia un ruolo fondamentale, attento a fornire un’ampia offerta di attività extracurriculari in modo da amplia-re e completare le conoscenze degli alunni, ed proporre alternative di valore per occupare il loro tempo libero; ciò permette a studenti ed

insegnanti di vivere la scuola anche nelle ore pomeridiane come luogo di incontro, di scambio di espe-rienze, di arricchimento culturale ed umano. La costante attenzione ai problemi degli alunni, la scrupo-losa selezione di docenti capaci e aperti alle moderne tecnologie di insegnamento, l’ambiente consono a favorire l’apprendimento ed infi-ne decenni d’esperienza di scuola superiore di secondo grado sono sicuramente i punti di forza che contraddistinguono l’Istituto e che hanno contribuito a renderlo stima-to e apprezzato nella nostra città.

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Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo di Erode, ecco alcuni magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: “Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”. All’udire questo, il re Erode restò turbato e col lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo Israele”. Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: “Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo”. Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono (...)

Nell’estate del 1999 i frati mi man-darono a trascorrere quattro set-timane nella nostra missione in Ghana a Sunyani. Tutto era nuovo: trovandomi sotto l’equatore anche il mulinello crea-to dall’acqua nel lavandino girava in senso contrario. Ero curioso di ogni cosa e mi interessava cono-scere e capire come il cristianesi-mo avesse trovato terreno fertile nel continente africano. Mi fu pre-sentato un sacerdote locale. Ave-va i capelli lunghi e sparati. Era il segretario del vescovo molto ami-co dei frati. Parlando in inglese mi piegò che nella religione animista sono presenti tanti riferimenti cri-stiani naturali.Nella concezione africana il cie-

la storia e di scoprire quello che si muove sotto la storia e la trasforma, la cambia facendo emergere il tes-suto di Dio. Conoscere Lui. Aveva-no le Scritture ma non l’attenzione; avevano l’aspirazione ad attendere, ma non la concezione del tempo di Dio. Non basta sapere: bisogna im-parare a conoscere. La tentazione dei grandi è sempre la stessa e non cambia nei secoli: i grandi sanno, perché sono loro a determinare i tempi e i momenti.E il turbamento dei grandi sta nel constatare che il tempo di quel “piccolo” non l’hanno deciso loro. I grandi sanno, quindi pianificano; perché i grandi hanno il quadro completo delle cose, sanno come si muovono e intuiscono opportunità, difficoltà e criticità. Ma il piccolo ha solo una stella e la dolcezza di un racconto che sembra una favola e tale deve rimanere nella sua bellez-za che contesta la storia già scritta e già determinata. Scandalo anche per noi che viviamo la fede oggi e siamo tentati di purificare il Vangelo

da questi racconti, preferendo quel-lo che è più comprensibile e uma-namente condivisibile. Turbamento per una storia che non è nostra ma di Dio e che rischiamo anche noi di non riuscire più a capire solo per-ché non segue il ritmo della storia che abbiamo deciso. Siamo diventa-ti grandi. E il piccolo ama la favola. E quello che in essa si nasconde. E la bellezza dell’apparire improvviso di Dio e di Lui che dovremmo cono-scere; imparare a conoscere. Il mon-do può non conoscerlo e non capi-re noi. Ma il rischio di dimenticarci del Suo volto perché ci turba il suo apparire improvviso è più che una tentazione. Se anche per noi non c’è più spazio per la sorpresa e una mi-sura diversa dalla nostra realtà, la manifestazione di Dio sarà una co-sa impossibile. Come per Erode e gli scribi che sapevano, che potevano determinare. Ma non hanno alzato gli occhi al cielo pieno di Dio e non hanno visto l’apparire improvviso. Chissà che non siamo diventati trop-po grandi...

Spazio alla sorpresamprovviso. Le parti del gran-de e del piccolo si invertono in questo brano di Vangelo: grandi sono il re Erode, tutta Gerusalemme, tutti i capi dei

sacerdoti e gli scribi del popolo; pic-colo è il bambino e i tre magi che vengono da lontano. Piccoli e insi-gnificanti per la storia che riguarda i grandi, che non si accorgono di loro; potrebbero vivere ed esistere senza di loro. E la loro esistenza è turbata quando vengono a sapere che qual-cosa, al di fuori della loro esisten-za, accade e forse li minaccia. Quei piccoli sono più grandi di quanto possano credere; anzi, diventano giganti nella mente e nella paura dei grandi della storia, di quelli che la scrivono e la creano. Poca cosa sono tre astrologi e un bambino e una stella che dicono apparsa alla sua nascita e che dovrebbe colloca-re anche lui tra i grandi. Viene alla mente la parola di Giovanni evange-lista: il mondo non ci può conoscere perché non ha conosciuto Lui. Sono misure diverse di valutare le cose e

lo e la terra sono separati da una saracinesca che si apre solo in determinate occasioni, per esem-pio offrendo dei riti o dei sacrifi-ci, ma anche quando marito e mo-glie si amano perché gli dei fanno scendere nel grembo della donna il bambino che mesi dopo nascerà. Con l’avvento del cristianesimo si è voluto rispettare questo terreno fertile e portarlo a perfezione. Il Natale allora diviene il momento in cui non gli dei ma Dio stesso scende nel grembo di una donna e dopo quel passaggio cielo e terra sono rimasti in aperta e continua comunicazione.La saracinesca che un tempo era chiusa ora è aperta per sempre e non servono altri riti od offerte per

aprirla. Ma nel neopaganesimo oc-cidentale si vuole fare di tutto per richiudere quella saracinesca, ri-fiutando quel dono di Dio che so-no i figli.Per essere sicuri che la saracine-sca non si apra abbiamo inventato di tutto e di più e i contraccettivi e le varie pillole del prima e dopo, non sono altro che lucchetti che mettiamo alla saracinesca perché non si apra e il “dono” non ven-ga così a scombussolare i nostri equilibri.In altre parole quei lucchetti non sono altro che l’espressione della nostra poca fede che si esprime nel voler tenere tutto sotto controllo, perché in fondo la Grazia ci fa an-cora troppa paura.

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a povertà della Santa fami-glia di Nazareth è eviden-ziata da Luca nel suo Van-gelo; così anche l’umiltà, che pervade tutta la storia

di questa coppia chiamata a un compi-to davvero unico: custodire e far cre-scere il figlio di Dio. Fedeli alla tradi-zione Maria e Giuseppe sono andati a Gerusalemme per la Pasqua. La prima volta è stata 40 giorni dopo la nasci-ta, “quando i suoi genitori avevano offerto per lui una coppia di tortore o di giovani colombi, cioè il sacrificio dei poveri”. Il tornare a Gerusalemme commenta Benedetto XVI, “ha un ruo-lo differente che lo coinvolge in prima persona”; così quando devono ripar-tire per Nazareth, Maria e Giuseppe, che lo hanno cercato per tre giorni, trovano Gesù nel tempio “a colloquio con i maestri della legge”. Scrive il Pa-pa nel suo volume sull’infanzia di Ge-sù: “quando gli chiedono spiegazioni, Gesù risponde che non devono mera-vigliarsi, perché quello è il suo posto”. Commenta Benedetto XVI: “I genito-ri si preoccupino seriamente della crescita e dell’educazione dei propri figli, perché maturino come uomini responsabili e onesti cittadini, senza dimenticare mai che la fede è un dono prezioso da alimentare nei propri figli anche con l’esempio personale”. Si-gnificativo questo Angelus nei giorni in cui a Roma 40mila giovani parteci-pavano all’incontro internazionale di

un centinaio di fratelli, cattolici e di di-verse origini evangeliche, provenienti da quasi 30 nazioni. Non è frutto del Concilio, Taizé; ma del Vaticano II ac-coglie, anzi in un certo senso anticipa, le aperture e la volontà di dialogo. E proprio il Concilio, con Paolo VI, ave-va consegnato l’ultimo dei messaggi al mondo proprio ai giovani e alle giova-ni, chiamati ad accogliere la fiaccola dalle mani dei genitori “nel momento delle più gigantesche trasformazio-ni” della storia del mondo. E li esorta “ad ampliare i vostri cuori secondo le dimensioni del mondo, ad inten-dere l’appello dei vostri fratelli, ed a

Taizé. Comunità che nasce negli anni dell’immediato dopoguerra in una lo-calità, Taizé appunto, per volontà di frère Roger per accogliere prigionieri di un vicino campo nazista e giovani rimasti orfani. Oggi la comunità conta

“Il cammino di integrazione compren-de diritti e doveri, attenzione e cura verso i migranti perché abbiano una vita decorosa, ma anche attenzione da parte dei migranti verso i valori che offre la società in cui si inseriscono”. Lo scrive il Papa nel Messaggio per la Giornata del migrante e del rifugiato che si celebrerà il prossimo 13 gen-naio. In proposito, il Pontefice racco-manda che “la Chiesa e le varie realtà che ad essa si ispirano” evitino nella

loro azione a favore dei migranti di cadere nel rischio “del mero assisten-zialismo, per favorire invece l’auten-tica integrazione, in una società dove tutti siano membri attivi e responsa-bili ciascuno del benessere dell’altro, generosi nell’assicurare apporti origi-nali, con pieno diritto di cittadinanza e partecipazione ai medesimi diritti e doveri”. Accanto a questa azione che è di supplenza ma anche di autentica promozione umana, la Chiesa, sotto-

linea il Pontefice, “non trascura di evi-denziare gli aspetti positivi, le buone potenzialità e le risorse di cui le migra-zioni sono portatrici”. Ed è “in questa direttrice che prendono corpo gli in-terventi di accoglienza che favorisco-no e accompagnano un inserimento integrale di migranti, richiedenti asilo e rifugiati nel nuovo contesto socio- culturale, senza trascurare la dimen-sione religiosa, essenziale per la vita di ogni persona”.

mettere arditamente le vostre giovani energie al loro servizio. Lottate con-tro ogni egoismo. Rifiutate, di dar li-bero corso agli istinti della violenza e dell’odio, che generano le guerre e il loro triste corteo di miserie. Siate: generosi, puri, rispettosi, sinceri…”.

Come ha detto Benedetto XVI nel giorno della festa del protomartire Santo Stefano, “la testimonianza di Stefano, come quella dei martiri cristiani, indica ai nostri contemporanei spesso distratti e disorientati, su chi debbano porre la propria fiducia per dar senso alla vita”. Nell’anno 2012 sono stati uccisi 12 operatori pastorali, quasi tutti sacerdoti, si tratta infatti di 10 preti, una religiosa e una laica. Lo afferma l’agenzia vaticana

Fides che pubblica l’elenco degli operatori pastorali che hanno perso la vita in modo violento nel corso degli ultimi 12 mesi. Dalle informazioni raccolte, per il quarto anno consecutivo, con il numero più elevato di operatori pastorali uccisi, figura al primo posto l’America Latina, bagnata dal sangue di sei sacerdoti. Segue l’Africa, dove sono stati uccisi 3 sacerdoti e una religiosa. Quindi l’Asia, dove hanno trovato la morte un sacerdote e una laica.

In un momento storico in cui la ricchezza è sempre più “nelle mani di pochi” e “i giochi finanziari sono ignorati dalla vasta massa umana”, il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli ha indetto per il 2013 un Anno della solidarietà universale. L’indizione è contenuta nel messaggio di Natale scritto dal patriarca Bartolomeo I (nella foto). “Speriamo così di poter sensibilizzare diversi cuori della comunità umana – scrive –, sul problema della grande e immensa

povertà e sulla necessità di adottare misure per alleviare gli affamati e i poveri”. Il messaggio contiene un appello a tutte le persone di buona volontà e ai governi, “affinché durante questo Anno della solidarietà universale, facciamo come individui e come popoli coscienti sforzi per mitigare le conseguenze disumane delle grandi diseguaglianze, e perché venga riconosciuto il diritto di tutti i più deboli, di godere dei beni indispensabili per la vita dell’uomo”.

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ev’esserci qualcosa di sbagliato nella società che abbiamo costruito, e qualcosa di decisivo. Non sto pensando an-

zitutto alla crisi economica che ci attanaglia, anche se questa è, natu-ralmente, la nostra prima preoccu-pazione. Mi riferisco, invece, alla crisi demografica in atto da tempo e che non mostra segni di correzio-ne”. Con queste parole è iniziata il 31 dicembre l’omelia del vescovo Mo-nari nella basilica delle Grazie, tra-dizionale momento di ringraziamen-to per la Chiesa e per la comunità bresciana. Il Vescovo nell’analizzare il 2012 non è partito dalla crisi eco-nomica, ma si è soffermato sul pro-blema demografico. Se il fatto del declino demografico è evidente, le motivazioni che lo hanno prodotto rimangono più difficili da individua-re e da valutare. “Non è difficile dire che siamo più egoisti, siamo incapa-ci di fare sacrifici, non abbiamo spe-ranze capaci di sostenere progetti a lunga scadenza…”. Ma se l’individuo moderno nasce come essere inseri-to nella società, Aristotele direbbe animale politico, negli ultimi secoli è accaduto qualcosa di diverso e ha avuto la sua espressione più piena negli ultimi decenni: “La ‘scoperta’ dell’individuo isolato, autosufficien-te, che ha come scopo della vita la sua realizzazione personale pensata

responsabilità sociale nel progetto di vita personale: quello che per se-coli è stato un portato sociale deve diventare una scelta libera e consa-pevole. Si tratta di camminare con-sapevolmente verso quella che Pa-olo VI preconizzava come “civiltà dell’amore”: una civiltà in cui il sin-golo si fa responsabile della vita di tutti e tiene presente il bene di tutti anche nelle sue scelte personali. Si pensi al modo di mangiare e di bere e di vestire, di studiare e di divertir-si, di usare il denaro e di vivere la sessualità, di parlare e di soffrire… Dobbiamo diventare sensibili alle

come indipendente dagli altri”. Mo-nari, però, non auspica un ritorno al passato ma piuttosto sottoline che “il problema è piuttosto quello di fare un passo avanti e cioè di in-serire la relazione con gli altri e la

L’Associazione italiana bibliodram-ma, realtà animata da formatori vo-lontari, promuove incontri di grup-po condotti con una modalità di con-fronto profondo ed attivo con la Pa-rola di Dio. Una modalità d’incontro con la Parola che coinvolge anche il piano emozionale ed immaginativo. I partecipanti, hanno la possibilità di rispecchiare la loro vita anche calandosi nei panni dei personaggi del testo. La condivisione in grup-

po, avviene attraverso l’uso di una pluralità di linguaggi espressivi. Una forma di confronto creativo, diffusa a livello internazionale, che valoriz-za la ricchezza delle risonanze, delle immagini e delle risposte suscitate dalla Parola, in ognuno.Partecipare a un laboratorio di bi-bliodramma consente quindi di vi-vere, da dentro, un brano biblico, volendo anche nei panni e nei sen-timenti di un certo personaggio; op-

pure osservando direttamente con i propri occhi, da fuori, il brano “dal vivo” cogliendone tutti i suoi aspet-ti, compresi quelli emozionali. L’ap-proccio bibliodrammatico, si è len-tamente sviluppato a partire dalle prime sperimentazioni negli anni sesanta. Da qualche anno sono par-titi, anche in Italia, i primi percorsi formativi per chi, a titolo diverso, desidera favorire incontri tra la vi-ta delle persone e la Parola di Dio

anche con questa metodologia. L’As-sociazione, in collaborazione con i Frati Francescani di Rezzato e con il sostegno dell’Ufficio apostolico biblico dell’Ufficio per la cateche-si della diocesi di Brescia, organiz-za sabato pomeriggio, 12 gennaio a Rezzato l’incontro di presentazione e sperimentazione relativo alla me-todologia del bibliodramma. Per in-formazioni www.bibliodrama.it op-pure 030 6017042.

ripercussioni che i nostri compor-tamenti privati hanno sul benessere di tutti”. La responsabilità si collega bene con il messaggio lanciato da Monari nella Messa alla chiesa del-la Pace il 1° giorno dell’anno con la consapevolezza che essere operato-ri di pace “è un dono straordinario”. Ma chi sono gli operatori di pace? Sono coloro che promuovono la vi-ta nella sua integralità. Veri opera-tori di pace sono, allora, coloro che amano, difendono e promuovono la vita umana in tutte le sue dimen-sioni: personale, comunitaria e tra-scendente.

Il Centro di spiritualità “Santa Dorotea” di Bovegno organizza gli esercizi spirituali aperti a tutti: dal 2 al 9 maggio con padre Rosario Bologna, carmelitano scalzo; dal 13 al 20 giugno con mons. Alfredo Scaratti; dal 9 luglio al 16 luglio con padre Emilio Amadeo, francescano minore; dal 3 al 10 agosto con don Cosimo Zecca della diocesi di Brindisi-Ostuni. Per informazioni, si può telefonare al numero 030926149.

Sabato 5 gennaio, come ogni primo sabato del mese, alle ore 15.30 è in programma l’incontro di preghiera presso il Cimitero vantiniano per i bimbi non (aborto naturale) e mai nati (aborto volontario). Domenica 6 gennaio alle ore 16 viene celebrata una Santa Messa per la vita nella basilica delle Grazie. La preghiera e la Messa sono curate dal Movimento per la vita di Brescia e in particolare dal consulente ecclesiastico

diocesano, don Pierino Bonetta. Si avvicina anche il mese dedicato alla vita con la Giornata nazionale della vita in programma il 3 febbraio dal titolo “Generare la vita vince la crisi”.Lunedì 7 gennaio, invece, alle ore 21 presso il Centro pastorale Paolo VI si tiene un’ora di adorazione eucaristica per i fratelli perseguitati in odium fidei. La preghiera viene guidata da mons. Cesare Polvara e da don Pierino Bonetta.

Il Signore ha chiamato a sé il diacono Tobia Bonomi.Tobia era nato a Lumezzane il 4 febbraio del 1935; ordinato a Lumezzane S. Sebastiano nel gennaio del 1983 e originario della parrocchia di Lumezzane S. Sebastiano; celibe. Ha svolto il suo ministero nelle seguenti comunità: Lavone (1983-2006); Irma (1983-2010); Marmentino (2006-2010); Bovegno dal 2010. Una preghiera per lui e per i suoi familiari.

Venerdì 11 gennaio riprende presso il Centro pastorale Paolo VI la seconda tappa del corso di formazione per lettori e accoliti istituiti promosso dall’Ufficio per la liturgia. Gli incontri si tengono o al venerdì sera con incontri divisi, allo stesso orario, secondo ilprogramma sotto indicato.il primo, venerdì 11 gennaio alle ore 20.30, è così diviso: Ministero del Lettore “La Parola di Dio costruisce la comunità”, Ministero dell’Accolito “I ministeri nella Chiesa”.

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n vero successo, an-che quest’anno, la mostra dei presepi in Duomo Vecchio che ha visto superare la

quota di 20mila visitatori (quelli to-tali dello scorso anno) proprio alla chiusura del 31 dicembre. Lunedì 1° gennaio un altro migliaio, con una media di circa 2000 al giorno. E molti si soffermano sugli altri presepi collocati in città. La mo-stra chiude il 20 gennaio. Anche quest’anno il Duomo Vecchio ac-coglie circa 80 presepi dall’Italia e dal mondo. In esposizione diorami di maestri presepisti nazionali, ma anche numerosi presepi artistici e artigianali locali. Un particolare ringraziamento va al Segretariato opere Giovanni XXIII-Collezione Giuseppe Inselvini, che ha conces-so alcuni pannelli con le illustra-zioni della Domenica del Corriere sul Concilio Vaticano II in occasio-ne del 50°; sono raffigurati “I Pa-pi del Concilio” Giovanni XXIII e Paolo VI nelle occasioni natalizie dell’evento. Il grande abbraccio dei presepi continua idealmente l’“hortus conclusus” nel cui confi-ne sono posti la Madonna col Bam-bino e i Santi presenti nel dipinto. L’esposizione sarà aperta fino al 20 gennaio dal martedì al venerdì 9-12 e 15-18.30, sabato 9-12 e 15-19,

domenica e festivi 9-10.45 e 15-19, 1 gennaio 2013 15-19. Altri allesti-menti in città: Palazzo Loggia, Ca-pitolium, Curia, chiesa dei Miraco-li, Basilica delle Grazie, chiostro di San Giovanni, Basilica di San Fau-

stino, Fiumicello, Ospedale Civile. Con Art’è Natale Mcl invita, invece, il mondo culturale alla riflessione sul messaggio natalizio. Oltre alla mostra proseguono in settimana le iniziative collegate. “Art’è Natale”, presso la Bcc Agrobresciano di via Triumplina 237, dove pittori e scul-tori bresciani hanno interpretato quest’anno il tema “Abbiamo con-templato la Sua gloria”, con i se-guenti orari da giovedi alla dome-nica ore 16-18.30, il sabato anche il mattino dalle 10 alle 12. L’espo-sizione del Polittico del Paroto in Duomo Vecchio prosegue con gli

stessi orari della mostra dei pre-sepi. Nella mattina dell’Epifania 6 gennaio sono previste due visi-te guidate al Polittico e alle ope-re d’arte del Duomo Vecchio, alle ore 9.45 e 10.15. “Accademie e licei in mostra” è allestita, invece, nel-la Galleria Montini dell’Università cattolica in via Trieste 17 con gli elaborati degli studenti del liceo artistico Foppa, del liceo artistico Maffeo Olivieri, dell’Accademia Santa Giulia e dell’Accademia La-ba. Fino all’11 gennaio dal lunedì al venerdì ore 9-18; sabato 9-12.30, chiuso 24/12, 1/1 e 5/1.

Domenica 6 gennaioIl Vescovo partecipaall’ordinazione episcopaledi mons. Vincenzo Zania Romanella Basilica Vaticana.

Lunedì 7 gennaioOre 18.30 – Brescia –S. Messa per gli operatoridel turismopresso il Centro pastoralePaolo VI.

Martedì 8 gennaioOre 18.30 – Brescia –S. Messaper il personale Brevivetpresso il Centro pastoralePaolo VI.

Mercoledì 9 gennaioOre 20.30 – Brescia –Catechesiper gli adultipresso la parrocchiadi S. Angela Merici.

La Cancelleria della curia diocesana comunica i seguenti provvedimenti: il sac. don Lucio Sala, già parroco della parrocchia di Capriano del Colle, è stato nominato parroco della parrocchia di San Lorenzo in Verolanuova.Il sac. don Franco Bresciani, parroco di Barghe, è stato nominato parroco anche delle parrocchie di San Michele Arcangelo in Provaglio Val Sabbia (sopra) e di S. Maria Assunta in Provaglio Val Sabbia (sotto).

Il sac. don Carlo Tartari, vicedirettore dell’Ufficio diocesano per le missioni, è stato nominato direttore dell’Ufficio diocesano per le missioni, in sostituzione di don Raffaele Donneschi.Il sac. don Giuseppe Castellanelli,già direttore della Residenzadel clero di via Lama in Brescia,è stato nominato direttoredella Casa del clero “Beato Mosé Tovini” in via Bollani 20in Brescia.

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ldo, nato a Bagnolo Mel-la il 17 agosto del 1940, ove il papà Pietro, diret-tore di banca, risiedeva, vi rimane però solo per

due anni perché, avvenuta la morte del papà, si trasferisce con la mam-ma a Vobarno. Nell’ottobre 1950 ci in-contriamo in Seminario guidati dalla medesima vocazione. La nostra vita è preghiera, studio e gioco. Fra i tan-ti sacerdoti preoccupati per la nostra formazione, ricordo soltanto i tre che hanno inciso in noi particolarmente, per lo stile di vita. Infatti bastava guar-darli per capire come vivevano il loro sacerdozio: mons. Del Pozzo (delica-to padre spirituale), mons. Zani (gran-de filosofo che ci aiuta a coniugare scienza-ragione-fede) e mons. Feriani (che innesta in noi la nostalgia della santità). Le medie, il ginnasio, il liceo, l’anno di propedeutica e la teologia: tutto concorre alla formazione. Acco-gliamo con gioia l’apertura del Conci-lio ecumenico Vaticano II, l’elezione a papa del card. Montini, e facciamo nostro il suo motto: “In nomine Domi-ni”. Padre Giulio Bevilacqua ci detta gli esercizi spirituali in preparazione alla nostra ordinazione sacerdotale che avviene sabato 29 giugno 1963 in cattedrale per l’imposizione delle mani dell’arcivescovo mons. Giacinto Tredici. 30 novelli sacerdoti che, “in nomine Domini”, vengono mandati

La Chiesa ci insegna a fare lectio divina della Sacra Scrittura per incontrare il Signore alla mensa della Parola e del pane, per conoscerlo, per amarlo, per seguirlo e per annunciarlo con la vita. Le proposte dell’Eremo di Montecastello a Tignale per il mese di dicembre. Donne - martedì 8, dalle 10 alle 16.30, ritiro spirituale: lectio divina con la Parola di Dio che verrà ascoltata nella liturgia eucaristica della domenica

successiva.Presbiteri e religiosi - mercoledì 9, dalle 9.30 alle 14, ritiro spirituale mensile per il presbiterio e le comunità religiose maschili delle due zone gardesane, XVI e XVII. Il servizio della Parola è offerto da don Giampietro Prandelli, parroco a san Polo in Brescia, il ministero della riconciliazione dai Padri Cappuccini di Barbarano. Laici (giovani e adulti) - domenica 13, dalle 9 alle 17,

ritiro spirituale: lectio divina con la Parola di Dio della liturgia eucaristica del giorno.Genitori e adolescenti - domenica 20 “Educare: gioie e fatiche”: primo incontro di spiritualità e di riflessione per genitori di adolescenti sul tema “Ascoltare i propri figli: impresa possibile o impossibile?” Animano la giornata don Dino Capra e le suore dorotee di Cemmo della comunità dell’Eremo con Mariella

Bombardieri, psicopedagogista e formatrice.Esercizi spirituali per presbiteri, diaconi e religiosi: dai vespri di domenica 3 al pranzo del successivo venerdì 8 febbraio, don Pietro Rattin, biblista e parroco di Piedicastello in Trento, proporrà l’esercizio spirituale della lectio divina “Se uno non nasce dall’alto non può vedere il Regno di Dio. A confronto con il vangelo di Giovanni… ma non solo”.

sempre delicata, continua a dettare esercizi e ritiri spirituali a sacerdoti, suore, laici e a collaborare fra gli al-tri con il settimanale diocesano “La Voce del Popolo”, con riviste specia-lizzate in pastorale di vita familiare e sociale. Il 27 aprile 2005 in S. Gau-denzio presiede i funerali di mamma Isaura. Con questa morte comincia per lui un lento declino. L’ultima fase della sua vita è segnata da crescente sofferenza, tanto da chiedermi l’un-zione dei malati, guidando con la sua stessa mano la mia nel Rito. La sofferenza ultimamente modella nel suo corpo le dimensioni del Cristo crocifisso. Celebra la vera Eucaristia, frutto dell’amore. Ama di più chi sof-fre di più. Se dopo 49 anni nessuno dei compagni di Messa ha lasciato il sacerdozio, è anche frutto della sua spontanea accettazione del dolore. È la terza domenica di Avvento: La-etare, e spronati alla conversione da Giovanni il Battista, nasce in noi una domanda: Che cosa dobbiamo fare, Signore? Anche don Aldo, dal letto divenuto altare, Gli rivolge la mede-sima domanda: Che cosa devo fare? E Gesù risponde: Vieni. Ed è per lui Natale eterno. Ora, guardando il Cri-sto morto deposto nelle braccia della Madonna, vedo anche don Aldo fra le braccia della sua mamma. Per questo ha voluto essere sepolto nel cimitero di Mompiano accanto a lei.

in diocesi e in missione. Don Aldo vive la prima fase del suo sacerdozio con slancio pastorale straordinario a Bagolino; in città a S. Anna, al Divin Redentore, in Curia come vice can-celliere vescovile, padre spirituale in Seminario minore e cappellano alla clinica Città di Brescia. Nel 1984 per motivo della salute precaria prende residenza a Mompiano in via Amba-raga n. 57 e vi rimane fino alla morte. In questo periodo, malgrado la salute

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’anno appena trascorso è stato molto significa-tivo per le Acli. In que-sti ultimi mesi ho preso a leggere con una certa

assiduità i libri della storia della nostra associazione. E, proprio attraverso queste letture, cerco di formulare tre considerazioni.La prima è che una grande storia ci chiama a una grande responsa-bilità. Le Acli hanno sempre rico-perto un ruolo significativo nella storia della nostra comunità, loca-le o nazionale. Hanno sempre avuto l’ambizione di dire e di fare. È un atteggiamen-to a volte presuntuoso, ma che dà la misura di una generosità, di un esserci per stare là dove si svol-ge davvero la battaglia. Non fuo-ri. Quando sento qualche socio di lunga data chiedere “ma le Acli, le dis nient?”, capisco che è pro-prio questo il nostro carattere, sta nel nostro dna. Nessuna reti-

delle Acli si legge tutta una gram-matica delle azioni politiche, delle possibili modalità con le quali cre-are consenso. Attraverso queste esperienze si coglie tutta la fatica della demo-crazia: una forma di governo che richiede intelligenza e conoscenza, capacità di persuasione e di argo-mentazione, ethos e pathos, stra-tegia e tattica, pazienza e rapidità, fermezza e flessibilità..Molte di queste capacità formano anche tutta una grammatica delle azioni umane: perché la palestra democratica è anche un luogo do-ve si allenano i muscoli della per-sonalità. La terza è che le Acli sono un’espe-rienza di confine, di frontiera, i confini della cui azione sono mol-to vicini alle geografie della poli-tica, del sindacato, della Chiesa e – in generale – al grande mare del-la società. Come in tutti i luoghi di confine, le identità s’incontrano. È

cenza, nessun passo indietro: di-versamente da altre associazioni, noi dobbiamo dichiarare. Certo, a volte diciamo facendo (il famoso “fare pensato”), perché a volte le parole non servono. La seconda è che le Acli rimango-no una straordinaria palestra di democrazia, un luogo dove cre-scere sia politicamente sia uma-namente. Nelle Acli si è sempre discusso, litigato, ci si è divisi e accordati, creato maggioranze e minoranze, discusso idee e posi-zioni, proposto documenti e azioni sociali... Attraverso le esperienze

una situazione che non corrispon-de certo a una talebana idea di pu-rezza della razza, ma – al contra-rio – è un esempio di meticciato. Noi immaginiamo che nei luoghi di confine sia possibile regolare que-sti incroci in modo intelligente e non eccessivamente rigido. Si dovrà consentire una naturale disposizione alla passione politica o altro, pur senza dimenticare che un’organizzazione ha alcune rego-le sulle quali non può transigere, pena la sua scomparsa o inutilità.Affinché tutto ciò avvenga al me-glio è necessaria una comunità di solidi rapporti umani: una comu-nità di destino. Don Milani, come ben sappiamo, sosteneva che “il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne in-sieme è la politica, sortirne da so-li è l’avarizia”. E noi, d’altra parte, non abbiamo una concezione in-dividualistica né della società, né della politica.

Beati gli operatori di pace: questo il titolo del messaggio del Papa per la Giornata della pace che si celebra ogni anno il 1° gennaio. A 50 anni dal Concilio, il Papa condivide la preoccupazione per i “focolai di tensione e di contrapposizione causati da crescenti diseguaglianze tra ricchi e poveri, dal prevalere di una mentalità egoistica e individualista espressa anche da un capitalismo finanziario sregolato”. Sulla scia dunque della Pacem in Terris

di Giovanni XXIII, si richiamano alcuni valori e atteggiamenti fondamentali necessari a costruire la pace. Anche in questo le Acli da sempre seguono un doppio binario: cercare di costruire concretamente una società dove la giustizia sociale e la solidarietà siano un pilastro del vivere comune, e creare una cultura e una mentalità di pace. Per questo a gennaio tutte le Acli saranno impegnate in numerose attività per il Mese della pace. In particolare

molti circoli (Buffalora, Botticino, Rezzato, Caionvico, Castenedolo, San Polo) insieme alla diocesi, a parrocchie e associazioni, proporranno una serie di iniziative che seguiranno la Marcia della Pace diocesana che si è tenuta il 1° gennaio da Caionvico a Rezzato. Per il programma completo delle iniziative (che prenderanno il via il 10 gennaio con un incontro sul disarmo), visitate il sito www.aclibresciane.it.(Roberto Toninelli)

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Mentre tante persone erano raccolte in preghiera per invocare “l’eterno riposo” per Mario Cattaneo, studioso che tanto ha dato per la pedagogia dell’infanzia e per l’educazione della famiglia; da Newtown nel Connecticut è giunta notizia che un’altra strage dei bambini s’era compiuta. Genitori ed educatrici, fate sparire le armi dal monte-giochi dei bambini! Devono sapere che noi adulti sani siamo contrari alle armi che servono solo a uccidere. Dite ai bambini che

un’arma ha ucciso ai tempi di Erode e 20 bambini americani all’indomani della festa di S. Lucia. E voi, cari bambini, mettetevi con le manine giunte a pregare per i 20 bambini di Newtown e la loro maestra; non solo: pregate per i loro genitori, perché piangono lacrime amare e si disperano perché i “loro bambini”, così belli quando li hanno portati a scuola di mattino, col grembiulino pulito, tornano a casa in una bara di legno e “non sono più”. Ci sono genitori e educatrici che tendono

a nascondere la morte ai bambini per “non spaventarli”; e sbagliano perché non si può nascondere ciò che accompagna la vita; non si può negare che la stoltezza dell’uomo arriva anche a sopprimere la vita; e senza la coscienza della morte, non si può insegnare ai bambini ad amare la vita. Per fede, in Gesù Cristo, noi sappiamo che la vita ha vinto la morte e anche per i bambini di Newtown Dio ha preparato un posto di gioia “nel suo Regno”. (Angelo Chiappa)

ono alla fermata dell’auto-bus. Sono quasi le otto. Fa freddo, l’aria pizzica il viso. Il mio sguardo viene rapito dai numerosi bambini che

indossano piumini colorati. Stanno correndo verso la scuola. Ciò che maggiormente attira il mio sguardo e suscita la mia curiosità sono quei carrellini che i bimbi trascinano dietro a sé come esperti viaggiatori. A quel punto la mia mente galoppa: se non sapessi che stanno andando a scuo-la e che dentro a quei trolley ci sono libri e quaderni, direi proprio che si stanno velocemente dirigendo ver-so l’aeroporto pronti a prendere un volo. Sembrano tanti diligenti adulti coscienziosamente proiettati verso la loro destinazione di lavoro o di vacan-za. Rimango leggermente attonita di-nanzi a questi miei pensieri. Da un la-to, penso ancora, il trolley costituisce un bell’aiuto, perché serve a tutelare le loro schiene e allo stesso tempo preserva la loro autonomia nella ge-stione del materiale scolastico. E poi questo oggetto denota grande atten-zione verso i bambini e la loro salute fisica. Dall’altra parte, però, questo scenario ‘adultizzato’ spinge a chie-dermi se non costituisca un ecces-so di ‘facilitazione’ e se non proietti i bambini in un cosmo troppo simile a quello dei ‘grandi’. La sensazione che mi rimane è, comunque, positi-va: quella scena mi diverte e mi dona nuova allegria. Non posso dire altret-tanto quando, alcuni giorni dopo, al telegiornale sento parlare di trolley e di bambini. La notizia, però, in que-sto caso mi sconvolge. Un bambino

il corpo di un bambino. La mia men-te ha paragonato le due situazioni: il trolley presente in entrambi i ca-si, ma nel primo costituiva un aiuto per effettuare il percorso quotidia-no casa-scuola, nel secondo era un involucro per un trasporto speciale. Due situazioni agli antipodi che fan-no pensare a quanto siano distanti le condizioni di vita infantili, anche in un’epoca avanzata e in un Paese co-me il nostro. Il 20 novembre scorso si è ricordata la Convenzione dei di-ritti del fanciullo (1989), che codifica e sviluppa in maniera significativa le norme internazionali che riguardano i bambini. Purtroppo, però, non tutti i bimbi possono ancora godere pie-namente di tali diritti.

afghano, di circa sei anni è stato tro-vato nascosto in un trolley mentre ‘viaggiava’ su un traghetto a Vene-zia per entrare di nascosto in Italia. In questo caso il custode del trolley era un adulto ed il viaggio era reale. Il bambino non si dirigeva a scuola, ma andava da mamma e papà; il trolley non custodiva oggetti di studio, ma

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uando noi Costantino Au-gusto e Licinio Augusto giungemmo sotto felice auspicio a Milano (…) abbiamo stabilito di ema-

nare editti con i quali fosse assicurato il rispetto e la venerazione della Divi-nità. Abbiamo cioè deciso di dare ai cristiani e a tutti gli altri libera scelta di seguire il culto che volessero, in modo che qualunque potenza divina e celeste esistente possa essere pro-pizia a noi e a tutti coloro che vivono sotto la nostra autorità”. I due augu-sti – i cesari erano i successori desi-gnati direttamente dagli imperatori, chiamati appunto augusti – d’Occi-dente (Costantino) e d’Oriente (Lici-nio) hanno deciso di dare un maggior peso alla loro alleanza politica attra-verso un matrimonio: la sorellastra di Costantino, Costanza, sarà il pegno fa-miliare di un patto tra uomini forti che debbono ancora combattere contro resistenze politiche e militari, ad Est come ad Ovest. Un accordo provviso-

rio che durerà poco più di 10 anni. Il matrimonio è celebrato a Milano ed è qui che i due augusti trovano un ul-teriore accordo: perché inimicarsi le tante religioni, quasi tutte d’origine orientale, che avevano fatto numero-si proseliti dentro i confini dell’impe-ro? Perché non trarre insegnamento dal fallimento delle persecuzioni di Diocleziano? La burocrazia imperia-le aveva cercato, come sempre, capri espiatori che pagassero per tutti la cri-si economica, l’inflazione e altri pro-blemi politici. Oltre tutto Diocleziano fu spinto da Galerio, suo successore designato in Oriente, da motivi a ca-

vallo tra il politico e l’economico, vi-sto che i cristiani apparivano ben or-ganizzati in comunità autosufficienti, il che da una parte provocava appe-titi verso le loro presunte ricchezze, dall’altra sospetti di complottare in se-greto contro il potere imperiale. L’iro-nia del destino volle che fosse proprio Galerio, colui che aveva spinto il titu-bante Diocleziano alla ferocia contro la nuova fede, a compiere il primo atto di riconoscimento ufficiale del cristia-nesimo ponendo fine alle persecuzio-ni da lui stesso scatenate, il 30 aprile del 311 con un atto di tolleranza: il cristianesimo diveniva “religio licita” nella parte dell’impero controllata dal morente Galerio. Ecco perché non dobbiamo vedere nell’editto di Milano una improvvisa illuminazione, intanto perché gli imperatori erano due e poi perché la situazione era stata prepa-rata da una serie di eventi che aveva-no fatto maturare la decisione, che ha comunque un rilevante valore storico per una serie di ragioni: la prima era

la constatazione che la violenza non serviva a nulla, anzi, aveva fatto sì che alcune popolazioni pagane solidariz-zassero, soprattutto in Oriente, con i cristiani perseguitati. La seconda era che lo Stato riconosceva la validità delle religioni e le poneva su un pia-no di uguaglianza, in una posizione approssimativamente laica, che poi perderà di nuovo più avanti. La ter-za consisteva fatto che i giochi non erano ancora fatti, perché il cristia-nesimo, ai tempi di Diocleziano era non più del 10% della popolazione, e il progressivo spostarsi di Costantino verso di esso ha motivi ancora non ben chiari, anche se uno lo è: la sua sagacia e il suo coraggio, anche per-ché una buona parte degli intellettuali e dei nobili erano pagani. Soprattutto al secondo aspetto ave-va fatto riferimento l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, nel suo discorso per la solennità dell’or-dinazione di Sant’Ambrogio: la “lai-cità dello Stato” emerge per la prima

volta con questo editto, e d’altronde la Chiesa non è mai venuta meno, ha affermato l’Arcivescovo, ai suoi doveri verso lo Stato: Sant’Ambro-gio “non esitò mai a richiamare i cristiani a essere leali nei confron-ti dell’autorità civile”. Il card. Sco-la non ha avuto tentennamenti nel considerare quell’editto un “inizio mancato” a causa della “lunga e tra-vagliata strada” presa dagli avveni-menti posteriori; se da una parte Costantino mostrò grande rispetto verso tutte le altre religioni, mentre, soprattutto dopo Ponte Milvio e gra-zie all’opera della madre Elena, si avvicinava sempre più a quella cri-stiana, dall’altra represse con la for-za l’eresia donatista e quella ariana. Ed è proprio sulla problematica del rapporto tra Stato e Chiesa che si è incentrato l’intervento del Cardina-le: l’insieme dei cittadini deve ope-rare “in ogni frammento a beneficio della comunità cristiana e di tutta la società civile”.

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l 6 gennaio l’appuntamento con le fiabe in musical al Pa-laBrescia è doppio. Doppio, perché i musical proposti nel pomeriggio dell’Epifania so-

no due: “Il libro della giungla” alle 16 e “La sirenetta” alle 18.30.Due proposte come due sono le op-zioni per il biglietto: se ne può ac-quistare uno per lo spettacolo che interessa vedere (da 13 a 21 euro a cui aggiungerne 4 in prevendita) oppure uno che vale per entram-be le proposte (da 21 a 36 euro a cui aggiungerne 4 in prevendita), per la felicità dei bambini e la gio-ia di mamme e papà che possono risparmiare qualcosina.Le avventure di Mowgli e dell’ami-co orso Baloo apriranno il pome-riggio alle 16. I personaggi nati dalla penna di Kipling e riadattati dalla Disney per il suo cartoon di-ventano reali in questa produzione adatta alle famiglie che vede He-ron Borelli, Febo e Gringoire in “Notre Dame de Paris” di Riccar-do Cocciante, indossare i vestiti del cucciolo d’uomo allevato dagli animali, mentre Baloo è interpre-tato da Vittorio Vaccaro. Accanto

a loro anche Denise Brambillasca che qui interpreta Baghera e Dea, dopo aver indossato per l’edizio-ne italiana di “Cats” con la Com-pagnia della Rancia il ruolo di De-metra. Il musical non è nuovo a Brescia dove le famiglie l’hanno apprezzato in passato.Altre atmosfere invece per “La si-renetta - Il musical”. Ispirato mol-to alle vicende del cartoon Disney, più che alla fiaba originale firmata da Andersen, è un prodotto adatto alla famiglia e anche ai più piccoli.La storia? Ariel, la sirenetta del ti-tolo, anche contro il parere di Pal-la, decide di conoscere il principe Christian all’insaputa di suo pa-dre Tritone. La perfida zia Brigida, che vuole prendere il governo del mare, la aiuta a diventare donna e a coronare il suo sogno d’amore col principe. Appena Ariel diventa

donna e va a vivere sulla terra Bri-gida fa recapitare attraverso Fritto e Misto, un bracciale velenoso per il Re. Tritone l’indossa e cade sen-za vita. Brigida prende il potere. Avvisata da Palla, Ariel viene a sa-pere quello che è successo, lascia il principe torna nel mare e salva il regno e Tritone. Tritone, guarito, le concede di tornare sulla terra e riabbracciare il suo amore.Il volto e la voce della protagoni-sta sono quelle di Simona Pulviru-lenti, che nel 2009 è stata nel cast de “Il mondo di Patty” nel ruolo di Tamara. Re Tritone è interpretato da Mar-co Gandolfi Vannini che ha dalla sua molte partecipazioni televisi-ve (“Carabinieri 7”), cinematogra-fiche (Somewhere” di Sofia Cop-pola) o teatrali.Info: www.palabrescia.it

Si preannuncia con un nuovo tutto esaurito la seconda parte della Sta-gione del teatro Odeon promossa dall’Assessorato alla cultura del Co-mune di Lumezzane. Dopo le Sorelle Marinetti, Maria Paiato, Marco Paoli-ni e Stefano Accorsi, anche Zuzzurro e Gaspare faranno il pieno di spetta-tori: i biglietti per la commedia “La cena dei cretini” in programma ve-nerdì 11 gennaio sono andati a ruba.“La cena dei cretini” è un capolavoro comico di Francis Veber, scritto ne-gli anni ’80 e divenuto un cult dopo essere approdato al grande scher-mo. La trama è semplice ma di gran-de impatto comico. Ogni mercoledì sera un gruppo di amici ricchi e an-noiati organizza la cosiddetta Cena dei cretini, alla quale i partecipanti devono portare un personaggio rite-nuto stupido e riderne sadicamente per tutta la serata. Ma non sempre le cose vanno come ci si aspetta.Il cartellone ha poi in serbo il concer-to del primo flauto dell’Orchestra del teatro alla Scala Marco Zoni insieme ai Cameristi della Scala di Milano (4 marzo), “Il nipote di Rameau” di Di-derot con Silvio Orlando (12 marzo), lo zelig Maurizio Lastrico diretto da Gioele Dix in “Facciamo che ero io” (10 aprile) e il “Pantani” del Teatro delle Albe (30 aprile). Dal 16 gennaio con “Gran Torino” di Clint Eastwood torneranno le Schegge di Cinema, i consueti incontri di approfondimen-to con i grandi film che hanno se-gnato la storia della cinematografia mondiale, a cura di Enrico Danesi. Appuntamento il mercoledì fino al

13 marzo, con inizio alle 20.30, a in-gresso libero. “Vers e Ùs – la rassegna in cui le bande, i gruppi e le associa-zioni culturali diventano protagoni-sti della scena - riprenderà sabato 26 gennaio con il Gruppo Teatrale Dedalo e si protrarrà con altri appun-tamenti fino a maggio. Il sipario cale-rà il 14 giugno con “Traviata”, serata lirica in ricordo del grande tenore lumezzanese Giacinto Prandelli nel terzo anniversario della scomparsa.Info: teatro-odeon.it

Ultimo appuntamento con la Rassegna dedicata alle commedie sofisticate che quest’anno vede come protagonista Ernst Lubitsch, che propone al pubblico pellicole della grande tradizione cinematografica del passato, con copie in versione originale sottotitolate in italiano. Per concludere l’edizione di quest’anno giovedì 3 gennaio 2013 alle ore 17 e alle ore 21.00 verrà proposta la proiezione de

“La vedova allegra – The Merry Widow” (1934) al cinema Nuovo Eden. Un ottimo film-operetta interpretato dalla coppia Maurice Chevalier (qui in uno dei suoi primi ruoli) – Jeanette Macdonald, che divenne ‘la regina’del sottogenere operetta.Alle prese con la celeberrima operetta di Franz Lehar, Lubitsch trova un terreno perfettamente adatto alla sua vena migliore. Il risultato è un film brillante, minuziosamente calibrato.

Tutto sembrava finalmente concluso con la sentenza del Tar di Brescia che riconsegnava la presidenza dell’Aci, dopo sei mesi di commissariamento e il passaggio di tre commissari, ad Aldo Bonomi. Solo il 21 dicembre il Tar aveva accolto il ricorso presentato da Aldo Bonomi, già presidente di Aib e attuale vice presidente di Confindustria, contro la decisione assunta dall’Aci nazionale e dal Ministero del turismo il 10 luglio scorso che imputavano alla

presidenza Bonomi irregolarità nella gestione economica e nelle procedure elettorali. Grande era stata la soddifsazione di Aldo Bonomi e del suo staff. Pochi giorni più tardi, però, il Consiglio di Stato, preso atto del nuovo ricorso dall’Aci nazionale, ha sospeso la citata sentenza del Tar e, con apposito dispositivo, ha rimesso in carica il commissario Matteo Piantedosi. Nuove nubi si allungano sulla vicenda e sull’organizzazione della Mille Miglia 2013.

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na serata per offrire al pubblico il condensato di un grande evento di pensiero e di approfon-dimento, per distillare

ciò che rimane di una significativa manifestazione intellettuale, che aiu-ta ad estenderne l’importanza al di là dell’evento contingente. In questi ter-mini si potrebbe sintetizzare la pre-sentazione del volume “Dignità”, che raccoglie tutti gli interventi tenutisi nelle serate di “Filosofi lungo l’Oglio”, il festival di filosofia itinerante giunto nel 2012 alla sua settima edizione. La manifestazione ha toccato nei mesi estivi 15 paesi tra le province di Bre-scia e di Cremona, richiamando nel suo complesso circa 10.500 persone, venute ad assistere alle dissertazioni di studiosi del calibro di Bernhard Ca-sper, insignito quest’anno del premio internazionale di filosofia “Filosofi lungo l’Oglio”, oppure di Salvatore Natoli, padrino della rassegna. Il tema della dignità, sulla quale quest’anno

consolidato sotto il periodo natalizio, con la duplice funzione di ricapitola-re quanto fatto durante l’anno e pro-porre l’agenda per quello successivo. Dopo i saluti iniziali delle autorità comunali e provinciali, che ne han-no messo in risalto la capacità di far conoscere il territorio diventandone negli anni una peculiarità e un punto di eccellenza, si è tenuto un dibattito che ha registrato i contributi di Ilario Bertoletti, direttore dell’editrice Mor-celliana e di Francesca Nodari, “ani-ma” della rassegna, con la partecipa-zione di Salvatore Natoli, membro del comitato scientifico della kermesse e da anni ormai importante presenza al-la manifestazione. Manifestazione in grado di attraversare e approfondire aspetti legati all’esistenza delle per-sone, come ha infatti affermato nel corso della serata Francesca Nodari: “Filosofi lungo l’Oglio è una festa del pensiero e delle parole, che riesce ad affrontare le tematiche legate all’espe-rienza di ognuno in modo penetran-

si sono concentrate le attenzioni dei relatori, è stato sviscerato – come si diceva – nel corso di 15 interventi che hanno affrontato l’argomento sotto altrettante angolature. Quindi sul fini-re dell’anno, nella cornice della Roc-ca di San Giorgio a Orzinuovi, come da consuetudine è stato presentato il volume collectaneo che raccoglie i saggi elaborati dagli studiosi, volume edito dalla “Compagnia della stampa – Masetti&Rodella Editori” che costi-tuisce il quinto di questa serie dopo quelli dedicati a “Vizi e virtù”, “Desti-no”, “Corpo” e “Felicità”. La serata rappresenta ormai un appuntamento

Poetessa, poliedrico e fecondo talento delle lettere, Alda Merini scompare a Milano nel giorno d’Ognissanti del 2009 lasciando un vuoto incolmabile. In suo onore la Fondazione Zanetto ha dato recentemente alle stampe la seconda edizione riveduta ed ampliata di una delle preziose sillogi della poetessa dal titolo “Un bacio dalle anticamere del silenzio”: in essa, dedicata agli “amici di Alda”, sono racchiuse 34 poesie postume, alcune inedite, che rendono merito

all’intellettuale del Novecento. “Pax tibi, poeta, che riposi il sonno dei giusti e lasci che altri tessano gli scialli dei canti e ammantino di versi le vetrate delle cattedrali di carta”, scrive Canzio Bogarelli che curò la prima edizione del libro: all’interno di questa seconda edizione sono diversi i componimenti dedicati a colleghi poeti quali la compianta Mariella Mischi (suicida nelle acque dell’Adige nel 2007), Ernesto Ciorra, Igor Costanzo, lo stesso Bogarelli, perché ad essi, Alda Merini, si

sentiva vicina se è vero, come afferma in una poesia, che “i poeti lavorano la notte quando il tempo non urge su di loro (…) ma nel loro silenzio fanno ben più rumore di una dorata cupola di stelle”. Eros e Thanatos (amore e morte) si richiamano continuamente in lei che implora la “luna fertile e peccaminosa” di dirle dove sia finito “il mio corpo di giovane esuberante gitana” per poi gridare “morte, sei il mio bene supremo”. “Poetessa del respiro degli uomini

caduchi e delle stagioni della nostra vita avara di compiacimenti”, si legge nella postfazione di Zanetto (che ben la conosceva tanto da farsi definire “piccolo grande uomo che zampilla per le siepi in fiore”) il quale arriva a fornirci un’immagine ancora più nitida di questa protagonista a tutto tondo nel mondo delle lettere, mentre “ora – sono parole che chiudono uno dei componimenti meriniani - tutto svanisce in un chiarore evanescente”. (f.m.)

Che cosa significa lavorare in un Ospedale psichiatrico giudiziario, quello che un tempo era chiama-to manicomio criminale? Come si può affrontare il quotidiano e deli-cato confronto con 80 donne, col-pevoli di crimini atroci, percorse da profondi disagi psichici che le hanno trasfigurate fino a spingerle oltre l’immaginabile e a scagliarsi contro i loro stessi figli o contro i loro affetti?Anita Ledinski, operatrice socio-sanitaria (oss), da quasi otto anni trascorre le sue giornate fra le pa-zienti dell’Opg di Castiglione del-le Stiviere, nel Mantovano. Con l’aiuto e la penna della giornali-sta Francesca Gardenato, prova a spiegare cosa significhi assiste-re persone malate di mente. È un

racconto avvincente, che racchiu-de altre storie: la narrazione pre-senta varie situazioni di reparto, tutte vissute in prima persona, le sensazioni e le difficoltà personali, ma anche le esperienze e gli stati d’animo di pazienti e colleghi ope-ratori. Anita svela tormenti, dubbi, emozioni e vicissitudini che quo-tidianamente deve affrontare in questo luogo di malattia e di cura. Con “Passi bianchi e silenziosi” (Editoriale Sometti) Anita e Fran-cesca offrono quindi una testimo-nianza che restituisce dignità e un tratto umano a tante persone; un raggio di luce che penetra nelle tenebre di un ambiente per molti versi oscuro, un mondo parallelo che non conosciamo e che istinti-vamente teniamo a distanza.

te”. In questa direzione, quindi, va anche l’annuncio del filo conduttore della prossima edizione, che sarà de-dicata a “Noi e gli altri”. Prima però di questo nuovo appuntamento, “Filoso-fi lungo l’Oglio” dedicherà nel mese di gennaio la propria attenzione al “fare memoria”, riprendendo il ciclo di in-contri di approfondimento dedicato alla Shoah, modellato sull’esempio della kermesse originale e che visto la prima edizione nei primi mesi del-lo scorso anno.

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Nella seicentesca chiesa di San Barnaba a Bondo, il Comune e lo studio d’Arte Zanetti propongono l’esposizione “Mani, materia, poesia” con 50 opere di Stagnoli e Cipollone. La mostra è accompagnata da alcune poesie dedicate agli artisti da Innocente Foglio, poeta e presidente dell’Associazione nazionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Foglio e Stagnoli condividono la convinzione che l’arte può essere in grado di

superare tutti i limiti, inclusi quelli fisici, che costringono il poeta sulla sedia a rotelle e il pittore a vivere in un mondo privo di suoni. Fino al 5 gennaio (10.30-12, 15.30-18.30 e 20.30-22), il 6 gennaio (10.30-12 e 15.30-18.30), il 12 gennaio (10.30-12, 15.30-18.30 e 20.30-22), il 13 gennaio (10-18.30), il 19 gennaio (10.30-12 e 15.30-22), il 20 gennaio (10.30-12 e 15.30-18.30), il 26 gennaio (10.30-12, 15.30-18.30 e 20.30-22), il 27 gennaio (10.30-12 e 15.30-18.30). Info e visita anche fuori dagli orari: 0365902009.

el percorso di confronto “Riaccendere la speran-za” promosso dai Missio-nari Comboniani di Bre-scia con il Centro missio-

nario diocesano, è stato dedicato un incontro ai temi della giustizia e del carcere, relatore Luciano Eusebi, do-cente di diritto penale all’Università Cattolica di Milano. Nel suo interven-to ha illustrato i concetti di giustizia, reato e prevenzione con riferimenti alla prospettiva biblica. Associamo il concetto di giustizia all’immagine del-la bilancia che raffigura la reciproci-tà dei comportamenti: al negativo si risponde con il negativo; questa idea è estremamente presente nella no-stra cultura, ma è un’idea pericolosa che costituisce un alibi per giudicare negativamente la realtà avversaria. Il diritto penale è legato all’idea che attraverso la pena e la sua durata si rappresenta la gravità del reato. L’idea di prevenzione che nasce da questo modello è un’idea fondata sul timore (più dura sarà la pena prevista mino-ri saranno le condotte criminose). La giustizia non consiste in una dinamica formale di reciprocità, cioè nell’agi-re in modo analogo all’agire altrui, al contrario la giustizia richiede che dinanzi al male si agisca pur sempre

secondo progetti di bene, che risul-tino tali in rapporto a ciascuno dei soggetti interessati. “Il carcere deve essere l’estrema ratio − ha sottoline-ato Eusebi − una soluzione da adot-tare nei casi in cui c’è il pericolo della ripetizione dei reati gravi o se c’è un legame con le organizzazioni crimina-li. Anche perché far leva sul carcere incide poco sui tassi di criminalità e non produce reinserimento sociale. Occorre superare la centralità della detenzione, ma non solo per umanita-rismo. Serve introdurre pene non de-tentive e avviare procedure riparative. Il carcere ha costi molto alti e la so-cietà dà per scontato che debbano es-sere tollerati”. Per raggiungere questo scopo, secondo l’Ordinario di diritto penale, è necessario investire su una prevenzione vera e non di facciata: neutralizzando i fattori che favorisco-no le scelte criminose (come i paradi-si bancari), incidendo sugli interessi economici alla base delle condotte criminali, con la confisca dei profitti illeciti: la prevenzione non dipende dal timore, bensì dalla capacità di te-nere l’autorevolezza delle norme. Nel-la parte finale dell’intervento Eusebi ha richiamato il concetto di giustizia nella Bibbia. “Nell’Antico Testamento viene approfondita la riflessione sulla

giustizia come attributo dell’agire di Dio − ha rimarcato Eusebi − signifi-cativamente affiancata ai concetti di bontà e misericordia, emerge la sua caratterizzazione, nel momento stes-so in cui obbliga al confronto con il male compiuto, per la salvezza e non per la condanna. Giustizia, secondo la Bibbia è rimanere fedeli, come Dio, al bene dinnanzi al male, provocando con tale disponibilità chi ha commes-so il male a una concreta revisione di vita”. Il “Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa” così sintetizza il fine che dovrebbe caratterizzare la risposta giuridica ai reati “da un lato favorire il reiserimento delle persone condannate, da un altro lato promuo-vere una giustizia riconciliatrice, ca-pace di restaurare le relazioni di ar-monica convivenza spezzate dall’atto criminoso”. La strada da percorrere è lunga e non è semplice.

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La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla Chiesa di San Giacomo apostolo di Ospitaletto su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

Dal lunedi al venerdi a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti sulle notizie principali.Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

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Il mese di dicembre è stato, come ogni anno, il mese preferito dalla tv. Parola d’ordine: spendere. E non importa se le condizioni economi-che attuali poco stimolano il con-sumatore a svolgere il suo compi-to. Si tira la cinghia su tutto il resto ma non sulle festività di dicembre. I “consigli per gli acquisti” della pa-leotelevisione sono ormai talmente entrati nel nostro tessuto sociale che il telespettatore contempora-neo di fatto si comporta come se i consigli siano obblighi, anzi come se gli obblighi siano libere scelte, o meglio: sogni che si avverano.Il consumo, l’accumulo, la proprie-

tà di oggetti: il potere sulle cose. In questo la tv è maestra: sceglie-te qualsiasi stile di vita, purché vi porti a spendere. Per usare citazio-ni di altri tempi: “Spendiamo soldi che non abbiamo guadagnato per comprare cose di cui non abbiamo bisogno, per fare colpo su persone che non ci piacciono”. Questa frase, attribuita all’attore Will Rogers cir-ca un secolo fa, mai come oggi vive nell’eternità dei comandamenti del-la televisione. Da qualche mese sul canale Real Time va in onda “Pazzi per la spesa”, un programma che racconta le fatiche di alcune casa-linghe americane nell’accaparrarsi

gli sconti e i buoni spesa più conve-nienti, al fine di mettere a segno una spesa faraonica con pochi dollari. Negli Stati Uniti infatti i coupon dei supermercati sono cumulabili: le protagoniste del reality pianificano la spesa in base agli sconti e alle of-ferte in corso. Riescono a comprare prodotti per centinaia di dollari sen-za sganciare un centesimo, a volte addirittura il supermercato deve loro dei soldi. Passano la giornata a recuperare coupon di ogni sorta, anche rubandoli dalla posta altrui, o rovistando nei rifiuti. Giunto il giorno delle promozioni si recano al supermercato con tutta la famiglia e

portano a casa centinaia di prodotti praticamente gratis. Fra gli applau-si dei casseri, le super-casalinghe ballano felici, hanno raggiunto il loro obiettivo, fare la spesa gratis. Bel colpo. Poco importa se poi ser-ve una stanza enorme dove stipare tutto, se la casa trabocca di prodot-ti, a migliaia, sotto i letti, nascosti ovunque, in attesa che in un futu-ro tornino utili. Poco importa se la merce accumulata è spesso inutile o addirittura dannosa per la salute (che ve ne fate di centinaia di spaz-zolini da denti o di chili di barrette energetiche?), l’importante è averla comprata con lo sconto massimo.

E allora apriamo le porte ai beni di consumo, lasciamo che riempiano il vuoto della nostra vita: le angosce per la pianificazione, l’immane fati-ca della super-spesa, la schizofrenia degli strabordanti scaffali di casa. È l’ultimo gradino della scalata al consumismo: l’idolatria del posses-so. Circondarsi di cose che non ser-vono solo per il gusto di averle ot-tenute gratis. E poco importa se in Italia non esiste ancora questa mo-dalità di accumulo gratuito: “Pazzi per la spesa” insegna molto anche a noi. Credere, sperare, lottare. Fare tutto questo per la “roba”, per mol-tiplicarci con lei.

Il dormitorio maschile S.Martino di Darfo è la prima struttura del genere nata in Valcamonica, ennesima opera caritativa della Caritas zonale. In Primo Piano l’intervista al responsabile don Danilo Vezzoli. In gennaio si rinnova la collaborazione con l’Ufficio pastorale della scuola, nel corso della rubrica Ecclesia (nella seconda parte alle ore 11).Nella prima puntata interviene il direttore don Daniele Saottini, da ottobre scorso nuovo responsabile

nazionale del servizio per l’Insegnamento della religione cattolica. Da domenica 6 gennaio il commento al Vangelo festivo è a cura di mons.Gabriele Filippini, parroco di S. Nazaro in città. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio Raphaël.

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notizia” presenta in avvio un servizio dedicato alla Giornata mondiale della pace che quest’anno ha come tematica “Beati gli operatori di pace”. A seguire: “L’impegno dell’ordine dei Fatebenefratelli per la salute mentale”; “Il presepio vivente di Borgosatollo”; il Natale al cinema nella sala della comunità “Gloria” di Montichiari. La rubrica “4 parole...” è con

don padre Mario Toffari sulla Giornata del migrante. “La Buona Notizia” va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv che manderà in onda anche lo speciale “Testimoni di speranza”, figure storiche dell’impegno politico e sociale con relatore mons. Luciano Monari.

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L’idea di girare un film mettendo un ragazzo e una tigre su una bar-chetta e mostrando la loro con-vivenza in mezzo all’oceano de-ve avere subito attratto il regista Ang Lee, che alle complicazioni del rapporto tra natura e cultura ha de-dicato molti lavori della sua eclet-tica carriera. I due protagonisti di “Vita di Pi” sono entrambi all’altez-za delle aspettative: Pi – il nome completo è Piscine Molitor Patel, indice di una vita non comune fin

Sarà di scena da mercoledì 9 gennaio fino a domenica 13 gennaio al Teatro Sociale “Un tram che si chiama desiderio” di Tennessee Williams con la traduzione di Masolino D’Amico. In scena ci saranno Laura Marinoni, Vinicio Marchioni, Elisabetta Valgoi, Giuseppe Lanino, Annibale Pavone e Rosario Tedesco. La regia è di Antonio Latella che, considerato una delle figure di spicco del teatro

italiano, firma una rivisitazione del testo. La vicenda è sicuramente nota al grande pubblico grazie alla versione cinematografica del 1947, diretta da Elia Kazan, con Marlon Brando. Ambientata nella New Orleans degli anni 40, ha per protagonisti Stanley e Stella, una coppia il cui equilibrio viene messo a rischio dalla sorella di lei. Biglietti da 12 a 26 euro, con possibili agevolazioni. Info: ctbteatrostabile.it

stato da poco pubblica-to l’affascinante proget-to musicale-letterario “I Suoni dell’altro. Le musi-che dell’Ascesi”, realizza-

to da fratel Michael Davide Semeraro, monaco benedettino e Michele Lo-baccaro, musicista dei Radiodervish e ideatore del festival “Tre volte Dio”. Proprio dall’esperienza di “Tre vol-te Dio”, progetto culturale che vuole avvicinare fino a trovare un punto di contatto le tre grandi religioni mo-noteiste, cristianesimo, ebraismo e islam, è nato questo libro, cui è annes-so un cd di nove tracce. A interpreta-re i nove brani i musicisti dell’Ensam-ble Tre volte Dio: Giovannangelo De Gennaro (voce e viella), Pippo Ark D’Ambrosio (percussioni), Jeanette Yehudian (voce), Eltan Refua (san-tur), Kudsi Erguner (ney), e Fabrizio Piepoli (voce e santur). Artisti di ele-vato spessore musicale e di forte cari-ca emotiva e spirituale che riescono a leggere con grande rispetto e intensa partecipazione brani il cui ascolto su cd, pur limitante rispetto a quello as-saporato nel luogo sacro nel quale so-no stati eseguiti, riesce a trasmettere il senso di ricerca mistica che tali bra-ni possono raggiungere. Le tracce so-no state infatti registrate nella chiesa di Santa Teresa dei Maschi a Bari nel

maggio del 2011, in occasione della 6ª edizione del Festival “Tre volte Dio”. Per potersi avvicinare al clima spiri-tuale del disco è consigliato dedicarsi con attenzione al suo ascolto, così da coglierne l’essenza musicale e riuscire ad elevarsi spiritualmente. Un gran-de aiuto in questo senso è dato dalla parte scritta del lavoro, ad opera del monaco benedettino Michael Davide, già artefice nel passato di alcuni vo-

grandi religioni monoteiste. Assistia-mo così ad un continuo alternarsi di straordinarie fonti spirituali, che van-no dalla Bibbia alla Divina Litugia or-todossa, passando attraverso Poemi sacri persiani e Cantigas spagnole. Una sorta di viaggio quindi che, per essere gustato appieno, deve mante-nere legate le due dimensioni, quella letteraria e quella musicale. Possiamo suggerire di tenere i bra-ni in sottofondo mentre si procede con l’assimilazione delle riflessioni di Fratel MichaelDavide, che aiuta-no l’uomo contemporaneo a ritrova-re quella dimensione di equilibro che passa necessariamente dal recupero della sfera spirituale. Canti sempli-ci e puri che, grazie a suoni originati da strumenti della tradizione e a vo-ci eccellenti – in particolare citiamo Fabrizio Piepoli, stupendo esecuto-re del “Axion estin / Kyrie Eleyson” –, aiutano a comprendere meglio i testi profondi del monaco benedetti-no. Un grazie speciale va al musicista Michele Lobaccaro, direttore artistico del disco e da anni impegnato in que-sto lavoro di avvicinamento cultura-le ma anche spirituale-religioso tra cristianesimo, ebraismo e islam che, attraverso il festival “Tre volte Dio”, sta dando frutti rigogliosi. Il libro + cd (20 euro) è edito da La Meridiana.

lumi dedicati in particolare ai bisogni essenziali dell’uomo. “I Suoni dell’Altro” si svela come un progetto ambizioso certamente riu-scito, nel quale i suoni e le voci tra-smesse dal supporto musicale si me-scolano e si integrano con le rifles-sioni suscitate dalla parte letteraria, attraverso un tragitto che si sviluppa proprio seguendo le tracce dei nove brani, tutti ispirati da testi sacri attin-ti dalla tradizione spirituale delle tre

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dall’esordio – è incarnato con forte energia vitale dall’esordiente Suraj Sharma; mentre la tigre creata in digitale appare più vera del vero, maestosa e fino al termine intera-mente animalesca.Fin dall’inizio infatti il padre di Pi, che negli anni ’70 dirige uno zoo nell’idilliaca cittadina indiana di Pondicherry, avverte il figlio che con le belve feroci non si può fa-miliarizzare. Il giovane Pi aspira invece alla fusione armonica in sé

di ogni elemento spirituale e na-turale, giungendo ad abbracciare contemporaneamente tre religioni (cristianesimo, induismo e islami-smo). La vita lo mette di fronte a una prova dura: la famiglia deve la-sciare l’India con tutti gli animali, ma la loro nave s’inabissa in una tempesta. E sulla scialuppa Pi si ri-trova solo con l’insolita compagna.Nel film, tratto da un bestseller di Yann Martel, Pi adulto ripercorre gli eventi con uno scrittore, venu-

to a intervistarlo nella sua casa di Montreal. Dopo il naufragio, il re-gista sospende saggiamente i dia-loghi tra i due – un poco posticci – e concentra l’attenzione sul rap-porto tra l’uomo e l’animale. È la parte affascinante del racconto, che appassiona narrando la lot-ta dei personaggi per la soprav-vivenza e stupisce con immagini incantevoli del mondo marino. Un’avventura che si può gustare nella sua concretezza, anche se lo

sceneggiatore David Magee non manca di ricordarci che siamo sul terreno della metafora, decifra-bile a piacere: religiosa (con ar-gomentazioni però un po’ confu-se), psicanalitica (nella tigre, “il mio carnefice che mi ha tenuto in vita”, ciascuno può riconoscere elementi della propria esistenza) o narrativa. Il finale infatti instilla il dubbio che un bel racconto sia indispensabile, a volte, per soprav-vivere al dolore.

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l 2012 si è chiuso, per il “no-stro” aeroporto di Montichia-ri – niente all’ultimo minuto sotto l’albero di Natale piut-tosto che, prevedibilmente,

nella calza della Befana – con un nulla di fatto. Anche lo scorso an-no si è parlato molto, da ogni par-te, ed i media hanno puntualmente riempito gli spazi con un’infinità di dichiarazioni volte alle migliori intenzioni per dare un futuro allo scalo bresciano. Senza richiamare i fatti che, storicamente, hanno por-tato all’attuale stato delle cose – lo abbiamo già fatto da queste pagine e non intendiamo versare altro lat-te su cui piangere – non resta che prendere atto dello stato delle cose. Recenti dichiarazioni del presidente dell’Aib Giancarlo Dallera indicano come indispensabile, per comincia-re a parlare di progetti e program-mi, l’assegnazione della concessione ministeriale a che lo scalo sia auto-nomo. Ha affermato come, in que-sto caso, vi siano già piani reali per rendere operativo il D’Annunzio. Nel concordare, osserviamo come que-sta, la concessione quarantennale governativa, non sia cosa agevole da ottenere, in considerazione della vicinanza, 40 km a est e ad ovest di Montichiari, di due aeroporti, in due regioni diverse, quali Verona ed Orio al Serio, che, per dirla fino in fondo, non sembra si siano spesi più di tan-

to, quanto meno fino ad ora, per fa-vorire Brescia, pur essendo uno dei due, Verona, in società con lo scalo bresciano tramite la Catullo. Il vec-chio adagio ricorda che “anche i fili d’erba fanno ombra”. Un altro pun-to da considerare fondamentale è la creazione, con tutte le infrastrutture ad esso connesse, di un nodo di inter-scambio aria-ferro-gomma. All’aspet-to gomma potrebbero contribuire il

completamento della Brebemi e del-la Corda molle, cui aggiungiamo un raccordo con l’A4, affinché merci e passeggeri possano raggiungere più facilmente lo scalo. Un ulteriore mat-tone al muro della fattibilità è costi-tuito da una fermata della costruen-da (sic!) Tav, che permetterebbe la stessa agilità di raggiungimento di Montichiari via ferro. Ma di quanto tempo, in termini di attesa, stiamo

Sono 65.639 i lavoratori licenziati in Lombardia nel 2012. Quasi il 24% in più rispetto all’anno scorso. Gli iscritti alle liste di mobilità in Lombardia nel mese di dicembre 2012 sono 4542, quasi il doppio dei licenziati registrati nel periodo corrispondente del 2011.È quanto emerge dall’elaborazione condotta dalla Cisl Lombardia sulla base dei dati Inps. L’anno si chiude con una situazione gravissima per l’occupazione regionale. In

quattro anni, in Lombardia, il totale dei licenziati è salito a 224.217. Il maggior incremento si registra tra gli iscritti alle cosiddette liste 236, cioè tra i licenziati per giustificato motivo oggettivo, prevalentemente da piccole aziende del commercio e dei servizi, che non hanno diritto alla indennità di mobilità. ma soltanto alla disoccupazione ordinaria e, da gennaio, all’Aspi. Nel 2012 sono in totale 45.218, contro i 34.227 del 2011.

Creare opportunità concrete per la nascita di imprese al femminile nel Bresciano: è questa la premessa da ha preso le mosse il progetto “Work in Progress” che il gruppo Donne Im-presa di Confartigianato Brescia, in collaborazione con i Comuni di Ghe-di, Manerbio e Bagnolo Mella, ha pre-sentato nelle scorse settimane al mi-nistero del Lavoro e della previdenza sociale. “Work in Progress” si articola su tre fasi organizzative, per comples-

sivi 24 mesi di attività, a cominciare da una serie di interventi di orientamen-to individuale finalizzati all’analisi del-le esigenze professionali, in modo che ogni donna possa costruire il proprio piano d’azione personalizzato e defi-nire il proprio profilo professionale.La seconda fase vedrà quindi l’avvio di un percorso formativo dedicato allo sviluppo di competenze tecnico-professionali, organizzativo-impren-ditoriali e gestionali con l’utilizzo di

metodologie innovative a carattere multimediale, supportate da strate-gie di formazione partecipata on-line. Infine, nella terza fase, ci si occuperà dell’accompagnamento al lavoro e della creazione di imprese femmini-li: ogni donna verrà perciò affiancata individualmente da tutor tecnici, in modo da sperimentare un graduale inserimento nel mondo dell’impresa al femminile, con particolare atten-zione a quella artigiana ed alle sue

specificità organizzative e gestionali.“Il progetto – ha sottolineato Flavia Caldera (nella foto), presidente del Gruppo Donne Impresa di Confarti-gianato Brescia – prevederà, inoltre, l’analisi dei rapporti tra impresa fem-minile, creatività e nuove opportunità rappresentate da ambiti quali la green economy, la sostenibilità ambientale, i social media, l’information commu-nication technology ed il mondo del design e della moda”.

parlando? Temo che l’unità di mi-sura siano gli anni. Ma tutto è sub judice al rilascio della concessione. E qui non è questione di campanili-smo, come si dice da più parti, per-ché per trovare chi sia disposto ad investire è indispensabile fornire gli strumenti atti ad affrontare il rischio d’impresa. Si è parlato spesso e quasi solamente, quasi fosse una forma di ostracismo, di “vocazione cargo“ per lo scalo bresciano. Abbiamo richia-mato quali siano gli strumenti per far giungere a Montichiari le merci, ma non si capisce l’esclusione, qua-si aprioristica, ad uno sviluppo pas-seggeri. Non conosciamo il limite di saturazione di Verona e di Orio, ma riteniamo che fino a quando vi sarà la possibilità di disporre di un solo slot per un volo, nessuno dei due scali farà un passo né indietro né a lato. Nel frattempo il D’Annun-zio continua a costare, alla Catullo ed ai bresciani, senza che si possa intravedere una reale via d’uscita dall’attuale impasse.

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Il mezzo è il messaggio diceva Mar-shall McLuhan, un teorico della co-municazione, tempo fa, ad indicare che lo strumento che si sceglie per comunicare produce già degli effetti su chi riceve il messaggio, al di là del suo contenuto.Ma i tempi cambiano e oggi si può dire che la persona è il messaggio. I social network o, come si usa sempre più, i social media diventano oggi una por-ta aperta sulla vita di ciascuno, senza

mediazioni. Nel caso di personaggi fa-mosi, senza addetti stampa.Ecco così che nascono interi artico-li e interi casi da frasi e affermazioni postate o twittate. Capita di leggere che l’Ibrahimovic di turno ha scritto così, che Del Piero tiene un filo di-retto con i suoi fan o piuttosto che la moglie di Sneijder (nella foto) ha twittato (si passi l’inglesismo che in italiano sarebbe cinguettato) cosà. E gli esempi potrebbero essere molti,

ma per guardare in casa bresciana Isabella Miraglia, moglie di Lorenzo Stovini, ora ex giocatore delle Rondi-nelle dopo la risoluzione consensuale del contratto con il Brescia calcio, di-ce che Brescia non merita il marito. Ma i social non solo per lamentarsi o salutare; diventano occasione di rac-colta di notizie così per la partita Va-rese - Brescia si sa che viene sospesa, prima dell’ufficialità della Lega, dalla pagina di Facebook di alcuni giocato-

ri o dal loro profilo Twitter. Ma come tutti coloro che li usano anche i cal-ciatori e gli sportivi sui social si rac-contano e dimostrano di essere anche qualcosa d’altro da semplici uomini che sanno dare calci a un pallone. Con i pro e i contro di tutto questo.Offrendo a chi scrive un sacco di op-portunità, ai fan un modo per stare vi-cino ai propri beniamini. Ma tutto que-sto apre nuove sfide per le società e nuove responsabilità per gli sportivi...

Le ultime uscite del 2012 della Centrale del Latte hanno evidenziato quella che può essere definita senza mezzi termini una situazione di crisi: nei cinque match disputati a dicembre, infatti, i ragazzi di coach Martelossi (nella foto) sono risultati vincitori solamente in un’occasione, pur se contro una squadra di grande levatura come Biancoblù Bologna. Prima di quella partita, infatti, erano arrivate due sconfitte

con i “fanalini di coda” Capo d’Orlando e Imola, entrambe affrontate lontano dal San Filippo, che invece ha visto la sconfitta contro la Forlì degli ex Costa e Dell’Agnello. Da ultimo si è dovuto subire anche contro Pistoiane. Il risultato è che, per la prima volta dall’inizio della stagione Brescia si trova fuori dalla zona playoff: urge una svolta, magari a partire dal prestigioso match contro la capolista Barcellona.

ennaio per il calcio no-strano è sinonimo di mercato. Di riparazio-ne, per essere più pre-cisi. Scivolata via metà

della stagione si valutano le scom-messe perdute, i flop inaspettati o gli infortuni imprevisti, i “mal di pancia” o le liti negli spoglia-toi. Le squadre quindi si trovano a correggere l’organico in corsa, per rafforzarsi o cercare la svolta per la stagione. In tempi di ristret-tezze economiche, poi, e di merca-to “low-cost”, è l’occasione ideale per prestiti e scambi di giocatori: ingaggi fino al termine della sta-gione e vediamo come va. Tra le protagoniste di questi gior-ni, oltre a tutti i movimenti che coinvolgono praticamente tutte le società, ci sono indubbiamen-te la Juventus e le due milanesi. I bianconeri avevano un’emergenza nel pacchetto arretrato, data dal-la partenza per la coppa d’Africa di Asamoah e dall’infortunio di Chiellini (out per due mesi), ma hanno tamponato con l’acquisto di Peluso dall’Atalanta. A tenere banco è sempre però la questione-attaccante: la ricerca di una prima punta non si arresta e se pare sfu-mata la pista che porta a Drogba, spunta Borriello, che ha già vesti-to la maglia bianconera. Le alter-native sono il rientro alla base di giovani come Gabbiadini (più pro-babile) o Immobile. Il discorso top player pare comunque rimandato a giugno. Grandi movimenti da questo punto di vista, invece, in casa Milan: Pato e Robinho, per rilanciarsi in vista del Mondiale in casa propria del 2014, sembrano ormai presi dalla saudade e sono destinati al ritor-

no in patria, soprattutto il Papero, ormai praticamente un giocatore del Corinthians. Per l’attacco così spuntano i nomi di Balotelli che trova ormai pochissimo spazio al City e (ancora lui) di Drogba, sul quale però pesa l’impiego in cop-pa d’Africa. La domanda che ci si pone è infatti questa: se può essere considerato un investimento per la Champions, riuscirà ad essere utilizzato nel ter-ribile doppio confronto con il Bar-cellona? La finale del torneo afri-cano si disputerà il 10 febbraio, 10 giorni prima della gara di andata degli ottavi contro i catalani. Tut-to dipenderà quindi dal cammino percorso dalla Costa d’Avorio e dall’impegno fisico di un centra-vanti comunque 34enne. E l’inter? Ancora alle prese con la telenovela Snejider, tra tweet delle vacanze e permessi per rientrare con un gior-no di ritardo per la preparazione, nel frattempo ha risolto il tormen-tone legato al vice-milito. È stato infatti praticamente ingaggiato l’esperto Tommaso Rocchi con un prestito fino a fine stagione, men-tre prosegue la ricerca di un play-maker in mezzo al campo: l’ultimo nome è tra quelli circolanti è quel-lo di Lampard, in scadenza con il Chelsea e offertosi ai nerazzurri.

nche il mercato del Brescia si prospetta, come al solito, piutto-sto movimentato. Do-po la risoluzione del

contratto con Stovini, difensore arrivato a settembre come svin-colato, sarà proprio la difesa il re-parto sul quale si concentreranno le maggiori attenzioni. Accanto ad alcuni partenti sicuri, come Ros-so e Magli, che non hanno trova-to spazio in questa prima parte di stagione, si segnalano anche gli in-teressamenti per Daprelà e soprat-tutto per Salamon. Sul primo pare ci sia l’interesse del Milan, mentre sul polacco c’è l’interesse di alcuni club europei. In entrambi i casi pe-rò si aspetta un’offerta di una certa importanza, anche dal punto di vi-sta economico, diversamente sarà difficile che i due partano.C’è quindi necessità di nomi nuovi per la difesa e il primo della lista sarebbe in realtà già conosciuto dai tifosi: si parla di Luca Caldi-rola, che lo scorso anno arrivò in prestito a metà stagione e il cui cartellino è attualmente diviso tra l’Inter, società nelle cui giovanili è cresciuto, e il Cesena, formazio-ne nella quale milita attualmente. Il giocatore non si è ambientato in Romagna e gradirebbe un ri-torno sotto il Cidneo, anche per rilanciarsi in vista dell’europeo under 21. Da parte sua anche la società di Campedelli è d’accordo con il tra-sferimento, chi resta da convince-re è l’Inter, che probabilmente at-tenderà alcuni sviluppi di mercato per provare ad inserire il giocatore all’interno di qualche trattativa.Per quanto riguarda l’attacco, in-vece, la rotonda vittoria per 5 a 0

contro il Crotone ha visto andare a segno anche alcuni elementi finora dal minutaggio molto ridotto come Picci e Mitrovic, per i quali ades-so si possono forse aprire alcune prospettive di maggiore utilizzo.Diverso invece il discorso per Ca-racciolo, per il quale le offerte, anche dalla serie A non mancano. L’elevato ingaggio del giocatore e la possibilità di realizzare un buon introito mantengono sempre d’at-tualità la possibilità di una cessio-ne dell’Airone, che comunque ha ribadito di voler chiudere la car-riera a Brescia.Nel caso in cui comunque partisse i nomi per una punta titolare sono quelli di Succi e Moscardelli, op-pure di Pasquato, diversamente verrebbe presa una punta di riser-va, sempre che ovviamente Picci e Mitrovic non vengano trattenuti.Tra le suggestioni di gennaio ci so-no anche i cavalli di ritorno, per i quali risulta più agevole intavolare una trattativa: se Jonathas ed El-Kaddouri non torneranno a Bre-scia, pare più percorribile la pista che porta a Juan Antonio: ormai alla Sampdoria si trova ai margini della rosa e non ci sarebbero osta-coli al suo ritorno.

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ant’Angela Merici, Carpe-nedolo e Nave. Le tre regi-ne d’inverno della pallavolo lanciano la sfida alle rivali in vista delle finali provinciali.

Partiamo dal girone A, dove il sestetto di San Polo è ancora imbattuto ed ha conquistato otto vittorie consecutive concedendo alle avversarie solo cin-que set dei 29 disputati. L’unica spina nel fianco per il primato nel girone è il S. Giorgio, che fin qui si è arreso so-lamente alla capolista. Stesso bottino – 24 punti – per il Carpenedolo, che nel gruppo B ha messo tutte in riga in un cammino senza macchia. 24 i set vinti, solo due quelli persi. Star Volley è a -6 con una partita in meno. Distac-chi ancora più importanti nel girone C, dove il Nave vanta quattro lun-ghezze sul Ponte Zanano nonostante una gara in meno. Voltiamo pagina e passiamo al settore giovanile. Nella categoria top junior vola Abcf Come-ro, prima a +4 sul S. Giacinto e +8 sul Paratico. La compagine valsabbina esulta anche per il primato nel girone A delle juniores, in coabitazione con Sant’Angela Merici. Negli altri due raggruppamenti sognano lo scudetto provinciale Oratorio Paolo VI (giro-ne B) e Cartoleria Lo Scarabocchio (girone C). Il campionato under 14, intanto, è sempre più avvincente. Nel girone A il quartetto di testa è raccol-to in soli quattro punti, dai 23 della capolista Più Volley ai 19 dell’attuale medaglia di legno Piemonti Costru-

Gennaio sarà il mese dell’amicizia e del calcio a 5, protagonista in città e in provincia. Prima scenderanno in campo le protagoniste ciessine del calcio in rosa, poi gli under 14 del calcio targato Csi e Figc. Il primo atto del Torneo dell’amicizia sarà domenica 13 a Brescia (via Nullo), dove si terrà la prima fase del torneo femminile. Otto squadre saranno divise in due gironi da quattro le cui prime due classificate accederanno alla fase finale di Nuvolera del 20 gennaio, dove

oltre alla formazione vincitrice del torneo verrà incoronato anche il miglior portiere, con un premio intitolato alla memoria di Chiara Bengi Botticini, indimenticato estremo difensore del Sale Gussago. Il giorno stesso prenderà il via l’analoga manifestazione dedicata ai calciatori del 2000/2001: 16 squadre che andranno a caccia del pass per l’atto conclusivo di Bovezzo del 27 gennaio, dove solo una squadra potrà alzare al cielo la prima coppa del Torneo dell’amicizia.

zioni. Nel mezzo ci sono Offlaghese e Fionda B. Distanze ancora più risica-te nel gruppo B, dove Ponte Zanano (23), Oratorio Paolo VI (22), Pezzaze (20) e Castegnato (20) promettono scintille. Nelle “mini” menzione spe-ciale per le Giovani Bassa Bresciana, reduci da un poker di successi. Tem-po di bilanci anche nel misto, dove la fiamma dell’Olimpia Paitone sembra

destinata ad ardere anche nel 2013 do-po il titolo d’inverno a spese del Vol-ley Cortefranca, che di successi ne ha infilati otto, perdendo solo con la ca-polista per 3-1. In lizza per il podio ci sono anche Provaglio, Mezzane e All Star, raggruppate in un solo punto a -4 dal vertice. Nel maschile sono i set a decidere chi deve sedere sul trono di ghiaccio. Solferino e Castenedolo, infatti, hanno il medesimo ruolino di marcia (sette vittorie e una sconfitta), ma mentre i mantovani sono caduti per 3-2 contro i secondi della classe all’esordio per poi vincere sempre, i bassaioli hanno vanificato il vantag-gio nello scontro diretto perdendo 3-2 con Idras, terza forza con il Rudiano.

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

Tanti auguri,mio diacono azzurro

Egr. direttore,ero là, seduta nella cappella per la celebrazione eucaristica, assieme alla piccola comunità di sacerdoti ospiti della Rsa. don Pinzoni. Du-rante la preghiera osservavo mio marito che svolgeva il suo servizio diaconale accanto a chi presiede-va quella mattina, e ho visto una bella immagine di Natale. Ciò che mi ha riscaldato il cuore è stato il suo sguardo d’aquila su tutti i suoi “padri”. Come fossero una nidiata da custodire preziosamente. Tutti al centro della sua sollecitudine, nessuno doveva sentire il disagio per la propria infermità. Tutti con molta dignità attorno all’altare per il sacrificio, e chi meglio di loro può celebrare un sacrificio! Uno sguardo provvidente e pronto a prevenire i disagi ed i contrattem-pi: un foglio che cade, una tosse che ha bisogno di un sorso d’ac-qua, una stola che non vuole sta-re a posto. La rassicurazione per un eventuale fuori programma in bagno, la guida nel canto, i cenni verso i volontari perché tengano desta l’attenzione di alcuni sacer-doti, la carità paziente verso i bor-bottii dei soliti intolleranti, il sor-riso verso chi prende posto dopo 20 minuti dall’inizio della Messa per un incidente di percorso. E ognuno guardato come unico, col suo carico di bene da poter e vo-ler condividere, coi propri desideri e, per alcuni, coi propri “capricci”. E tu là, come un’aquila, non come una chioccia, ma un uccello mol-to più imponente e forte, con ar-tigli e becco come armi bianche

per proteggere ed accompagnare . Con l’estensione delle proprie ali, difendere dagli attacchi dei possi-bili nemici, quali che siano, questi piccoli che ti sono affidati. E io lo so con quanta amorevolezza e de-terminazione lo fai (a volte ne so-no un po’ gelosa !) E così, nel terzo anniversario della tua ordinazione diaconale, nel trentesimo anniver-sario del ripristino del diaconato a Brescia... Tanti auguri, mio dia-cono azzurro!! Lo Spirito santo sorregga sempre le tue ali tenen-dole ben spalancate, perché siano segno dell’amore del Padre verso tutti i suoi figli. Un augurio anche a tutti i don che vivono con te que-sto tratto della loro esperienza ec-clesiale e umana. Tanti auguri per un sereno 2013 !

Diomira Odolini

Continua l’esperienzaafricana

Egr. direttore,conclusasi positivamente l’espe-rienza di Rukago, in Burundi, do-ve è stato dato alla cittadina la possibilità di una struttura scola-stica rinnovata e ampliata (nuove aule, nuovi servizi igienici, nuovi impianti sportivi e nuove possibi-lità di studio); ora la scelta è per una nuova esperienza a Bukavo in Congo. Certo la situazione attuale del Congo non è tra le migliori. La guerra che dura ormai da troppo, non favorisce il risolversi dei pro-blemi, ma siamo fiduciosi che arri-verà anche la pace. In questa loca-lità è presente suor Evelina Mattei, delle suore maestre di S. Dorotea, nata a Concesio nel 1948, e dal 1975 presente in Africa. In questa

cittadina non esistono scuole, c’è solo il terreno donato alle suore, ed è quindi necessario e urgente intervenire. Nell’ambito del Pre-mio Bulloni 2012 a suor Evelina è stato assegnato il premio Gussalli-Beretta: vuole essere il primo tas-sello della futura scuola di Buka-vo. Se qualcuno volesse aiutarmi è sempre ben accetto. Un grazie dalle suore e da tutti quei ragazzi che usufruiscono di queste strut-ture. Pur consapevole delle diffi-coltà che anche noi stiamo viven-do quotidianamente, vi assicuro che le esperienze vissute in mez-zo a queste popolazioni, fanno di-menticare ogni nostro problema, e aprirci ai loro bisogni ci fa dimenti-care i nostri problemi. Chi volesse aiutarmi, mi può contattare al mio cellulare al numero 3292251448.

Giovanni Savelli

Gioisco per Paolo VI venerabile

Egr. direttore,le scrivo dalla diocesi di Milano. Avendo 36 anni non ho avuto mo-do di conoscere molto bene la fi-gura di Paolo VI. Il Papa che fu an-che arcivescovo della mia diocesi, è morto quando io ero veramente molto piccolo e alle prese con pro-blemi seri.La recente notizia del decreto con cui la commissione cardinalizia ha nelle scorse settimane “certifi-cato” l’eroicità delle virtù di papa Montini però mi riempie di gioia.Partecipo perciò alla vostra gioia, sperando che questa notizia rilanci la sua figura dal nascondimento in cui è collocata.

Marco Bollini

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L’Italiasiamo noi.C’è una Nazionale che ogni giorno scende in campo: è la piccola e media impresa italiana, tessuto connettivo

dell’economia italiana. Da oltre 60 anni Confartigianato la sostiene per renderla più forte. E per far vincere l’Italia

sul terreno del lavoro, della ripresa e dello sviluppo.

T E S S E R A M E N T O 2 013

Confartigianato Imprese Unione di BresciaVia Orzinuovi, 28 - 25125 Brescia - Tel. 030 3745.1 - Fax 030 3745.334 - www.confartigianato.bs.it - [email protected]