La Voce del Popolo 2011 20

48
ǯ Ǥ ǯ ǯ Ǥ A Milano il sindaco uscente, Letizia Moratti, per due soli punti evita una clamorosa uscita al primo turno e s’inerpica, contro Pisapia, già vincitore a sorpresa alle primarie del centro-sinistra, in un ballottaggio difficile. È il dato più clamoroso ed evidente del turno amministrativo, speculare alla facile conferma invece a Torino della coalizione uscente, che con Fassino vince facile. Per il resto i risultati delle principali città e province disegnano un sistema in faticosa evoluzione, con una notevole varietà di situazioni locali, come è giusto ǯ ǯ ° /$ 92&( '(/ 3232/2 che sia. In sostanza, non ci sono sconti per nessuno. E questa è dopo tutto la sola certezza di un turno amministrativo delicato e politicizzato. Non ci sono scorciatoie, non c’è alcuna alternativa possibile al faticoso lavoro quotidiano. Non è tempo di miracoli, verrebbe da concludere, ognuno si rimbocchi le maniche. A partire dal governo e dal suo presidente. Né le forze di protesta, a partire dal movimento Cinquestelle, hanno fatto il pieno: anche per i “grillini” si registra un andamento altalenante. In realtà, un clima di campagna elettorale permanente, di sfide ultimative ad ogni tornante di una strada comunque difficile e accidentata com’è quella di questi anni di crisi economica e di ristrutturazione sociale, stressa inutilmente cittadini e sistema- Paese, con dividendi a somma zero. Come dimostrano i risultati complessivi del primo turno che, com’è giusto che sia, sono articolati e anche contraddittori. Disegnano una geografia di partiti e movimenti deboli, di fronte a un elettorato scettico, come dimostrano i dati sull’affluenza, in calo evidente. Tra quindici giorni i risultati dei ballottaggi potranno definire il quadro di chi vince e di chi perde, il pallottoliere complessivo. Ma il dato strutturale è quello emerso al primo turno: regge il quadro del bipolarismo, ma fa fatica, tende a sfrangiarsi, anche se più per sgocciolamento che per frattura. Forse dal moto uniformemente strillato, che ha segnato le successive alternanze, e caratterizza i toni giustizialisti o populistici, è tempo di passare a un nuovo registro di comunicazione e, dunque, di azione. Forse chi lo sperimenterà fin da domani rischia di vincere già il secondo turno. Basta aprire le finestre e ci accorgiamo che rischiamo di stare fermi, mentre intorno a noi molti camminano con passo svelto e altri, addirittura, si sono messi a correre. Restare indietro non giova a nessuno e, dunque, qualcosa bisogna fare, presto. Cacciati dalla porta i programmi e la realtà concreta dei fatti rientrano dalla finestra. È su questo, sul concreto dell’amministrare e del buon governare che ci dobbiamo misurare, senza sconti per nessuno. E su questo, e non su altro, c’è da scommetterci, si giocherà anche la prossima campagna elettorale politica. Chi la vuol vincere si sintonizzi con gli italiani e lavori su questo registro, da subito. ǤǤ Ǥ Ǥ Ǥ La scoperta è stata un capovolgimento: l’altro è luogo di Dio. Si fa strada il dono dell’incontro, come mistero che fende l’opacità del solito, della superficie, e lascia delica- tamente trafiggere la sua luminosa bellezza. Si sospende il tempo per un istante la cui durata varia e non si conta, perché l’animo sta immobile cercando il nome di ciò che ha davanti, o che ha dentro. L’altro che ti incontra: non c’è miracolo più intenso e fragile. L’altro che ti vede: non c’è do- no più prezioso. Non respiri per timore che scappi, che volti le spalle a un sussurro; la perdita di ciò che potrebbe rivelarsi un sogno, un’illusione. Già nota. Sei tu, amico, amica, sorella, amore che attendevo: tra i solchi della mia solitudine, tra le stra- de della mia paura buia, secca, senz’aria. E come potrei lasciarti andare? Sei tu, capace di me, come vaso, come mano aperta; sei tu, scrigno sigillato che lascia scorrere i suoi segreti sulle orecchie del mio cuore attento. La tenerezza si schiude, senza timore della debolezza che sempre ogni incontro svela e chiede. Darfo. Se l’immigrazione ha volti e storie Fra cambi di maggioranza e sindaci confermati Brescia. Due più due: la forza nell’unione Brescia: tanti saluti e futuro incerto ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌ Ǧ ǡ Ǧ ǤǤ San Tadini. Una cooperativa nel nome del Santo PalaFiera Jovanotti, “Ora” è a Brescia

description

Brescia la bella. Mancano pochi giorni all’avvio della stagione turistica estiva. Sono grandi le attese di istituzioni e operatori del settore che fanno affidamento sulle potenzialità della terra bresciana che da sempre attira visitatori dall’Italia e dall’estero.

Transcript of La Voce del Popolo 2011 20

Page 1: La Voce del Popolo 2011 20

A Milano il sindaco uscente, Letizia Moratti, per due soli punti evita una clamorosa uscita al primo turno e s’inerpica, contro Pisapia, già vincitore a sorpresa alle primarie del centro-sinistra, in un ballottaggio difficile. È il dato più clamoroso ed evidente del turno amministrativo, speculare alla facile conferma invece a Torino della coalizione uscente, che con Fassino vince facile. Per il resto i risultati delle principali città e province disegnano un sistema in faticosa evoluzione, con una notevole varietà di situazioni locali, come è giusto

che sia. In sostanza, non ci sono sconti per nessuno. E questa è dopo tutto la sola certezza di un turno amministrativo delicato e politicizzato. Non ci sono scorciatoie, non c’è alcuna alternativa possibile al faticoso lavoro quotidiano. Non è tempo di miracoli, verrebbe da concludere, ognuno si rimbocchi le maniche. A partire dal governo e dal suo presidente. Né le forze di protesta, a partire dal movimento Cinquestelle, hanno fatto il pieno: anche per i “grillini” si registra un andamento altalenante.In realtà, un clima di campagna elettorale permanente, di sfide ultimative ad ogni tornante di una strada comunque difficile e accidentata com’è quella di questi anni di crisi economica e di ristrutturazione sociale, stressa inutilmente cittadini e sistema-Paese, con dividendi a somma

zero. Come dimostrano i risultati complessivi del primo turno che, com’è giusto che sia, sono articolati e anche contraddittori. Disegnano una geografia di partiti e movimenti deboli, di fronte a un elettorato scettico, come dimostrano i dati sull’affluenza, in calo evidente.Tra quindici giorni i risultati dei ballottaggi potranno definire il quadro di chi vince e di chi perde, il pallottoliere complessivo. Ma il dato strutturale è quello emerso al primo turno: regge il quadro del bipolarismo, ma fa fatica, tende a sfrangiarsi, anche se più per sgocciolamento che per frattura.Forse dal moto uniformemente strillato, che ha segnato le successive alternanze, e caratterizza i toni giustizialisti o populistici, è tempo di passare a un nuovo registro di comunicazione e, dunque, di

azione. Forse chi lo sperimenterà fin da domani rischia di vincere già il secondo turno. Basta aprire le finestre e ci accorgiamo che rischiamo di stare fermi, mentre intorno a noi molti camminano con passo svelto e altri, addirittura, si sono messi a correre. Restare indietro non giova a nessuno e, dunque, qualcosa bisogna fare, presto. Cacciati dalla porta i programmi e la realtà concreta dei fatti rientrano dalla finestra. È su questo, sul concreto dell’amministrare e del buon governare che ci dobbiamo misurare, senza sconti per nessuno. E su questo, e non su altro, c’è da scommetterci, si giocherà anche la prossima campagna elettorale politica. Chi la vuol vincere si sintonizzi con gli italiani e lavori su questo registro, da subito.

La scoperta è stata un capovolgimento: l’altro è luogo di Dio. Si fa strada il dono dell’incontro, come mistero che fende l’opacità del solito, della superficie, e lascia delica-tamente trafiggere la sua luminosa bellezza. Si sospende il tempo per un istante la cui durata varia e non si conta, perché l’animo sta immobile cercando il nome di ciò che

ha davanti, o che ha dentro. L’altro che ti incontra: non c’è miracolo più intenso e fragile. L’altro che ti vede: non c’è do-

no più prezioso. Non respiri per timore che scappi, che volti le spalle a un sussurro; la perdita di ciò che potrebbe rivelarsi

un sogno, un’illusione. Già nota. Sei tu, amico, amica, sorella, amore che attendevo: tra i solchi della mia solitudine, tra le stra-

de della mia paura buia, secca, senz’aria. E come potrei lasciarti andare? Sei tu, capace di me, come vaso, come mano aperta; sei tu,

scrigno sigillato che lascia scorrere i suoi segreti sulle orecchie del mio cuore attento. La tenerezza si schiude, senza timore della debolezza che sempre ogni incontro svela e chiede.

Darfo.Se l’immigrazioneha volti e storie

Fra cambidi maggioranzae sindaci confermati

Brescia.Due più due:la forza nell’unione

Brescia:tanti salutie futuro incerto

San Tadini.Una cooperativanel nome del Santo

PalaFieraJovanotti,“Ora” è a Brescia

Page 2: La Voce del Popolo 2011 20

ualche anno fa, prima che la crisi si abbattes-se con violenza anche su Brescia, terra da sempre vocata all’industria, si

aprì un dibattito sulla possibilità di fa-re del turismo (in tutte le sue dimen-sioni) una “pista” alternativa. Erano anni in cui si discuteva sulla possibi-lità che Brescia potesse investire sulla riconversione di un sistema (appun-to quello industriale) che prima o poi si sarebbe scontrato con esiti incerti contro quelli dei Paesi emergenti. Per-ché, era la domanda ricorrente, non pensare seriamente al turismo come voce importante dell’economia bre-sciana. Certo erano ancora lontane le ombre cupe di quella crisi che avreb-be costretto anche Brescia in ginoc-chio, ma erano anche gli anni in cui molti andavano ancora in ordine spar-so. Non c’era, nonostante i ripetuti appelli di Maurizio Banzola all’epoca direttore dell’Apt ad una sinergia, al-la scelta di fare sistema tra tutti i sog-getti della filiera turistica bresciana, la volontà di trasformare il turismo in uno dei capitoli importanti dell’eco-nomia bresciana. Col tempo la scelta è comunque maturata e il Bresciano, con le sue mille proposte, ha investi-to sul turismo. Un impegno che non è venuto meno, nonostante le diffi-coltà evidenti, nemmeno con la crisi degli ultimi anni. Anzi, se possibile, la stagione di recessione ha sviluppato

l’ingegno e l’inventiva degli operato-ri bresciani del turismo. Brescia oggi (ma lo era già in passato) è una delle prime provincie turistiche d’Italia, ha preso consapevolezza di questo pri-mato e ha messo a punto strategie di comunicazione e di valorizzazione dei suoi tesori comuni andando a cercare nei mercati stranieri quei flussi turisti-ci che non sempre il Belpaese riesce a garantire. Oggi il Bresciano è un

marchio riconosciuto e apprezzato da tanti turistiche che sanno che dietro a questa definizione c’è una ricchezze di proposte con pochi pari. Laghi (nel-la foto il Sebino visto dal Guglielmo), montagne, cultura, enogastronomia e molto altro ancora sono il “pacchet-to di mischia” che Brescia schiera in fiere e manifestazioni nazionali e in-ternazionali dedicate al turismo. I ri-sultati, compatibilmente anche con la crisi, non sono mancati, così come gli sforzi messi in campo per conseguirli.In queste settimane gli attori di que-sta filiera (istituzioni, enti e privati) sono al lavoro per affilare le armi per la stagione turistica virtualmente aperta con il week end pasquale. C’è molta attesa, anche perché le premes-se lasciano ben sperare. La gente è tornata a muoversi; magari spende con più parsimonia anche se (e tan-te strutture presenti sul territorio lo confermano) sono sempre di più i turisti che, dai laghi alle montagne, dalla Franciacorta alla città, vanno cercando la qualità. Le difficoltà e le sfide, come ricordano in queste pagi-ne l’assessore provinciale al turismo Silvia Razzi, l’amminstratore delega-to di Bresciatourism Alessio Merigo, Stefano Boni di Asshotel e un alber-gatore dell’alta Valle Camonica, non mancano. Ma c’è anche una grande voglia di fare bene: già una buona ba-se da cui partire per una estate tutta bresciana.

Forse non sono in molti a saperlo, ma quella bresciana è una delle più importanti provincie italiane per flussi turistici. Da anni Brescia “abita” nelle zone alte di questa classifica in compagnia di altre terre vocate al turismo. Il merito è di una offerta a tutto tondo. Nel Bresciano manca praticamente soltanto il mare, anche se i laghi e i parchi acquatici che sono andati spuntando un po’ ovunque dalla Valle Camonica alla Bassa e da est a ovest hanno in parte posto

rimedio a questa mancanza di madre natura. Brescia è dunque terra di turismo anche se la sua attenzione alla dimensione industriale non ha mai pienamente permesso di valorizzare questo aspetto. Eppure dall’Adamello alla pianura convivono diverse forme di turismo: da quello legato alla natura, montagna e laghi su tutti, a quello culturale (i parchi preistorici camuni e le grandi mostre della città) senza dimenticare i percorsi del gusto.

Page 3: La Voce del Popolo 2011 20

Sono 212 gli esercizi commerciali bresciani che da qualche giorno possono fregiarsi del marchio di qualità “Ospitalità italiana”. Si tratta di 60 alberghi, 99 ristoranti e 153 agriturismi sparsi nel Bresciano. Si tratta di un biglietto da visita di tutto rispetto a pochi giorni dall’avvio ufficiale della stagione turistica estiva. Il riconoscimento è stato istituito nel 1997 dall’Istituto nazionale di ricerche turistiche in collaborazione con le diverse Camere di commercio. Si tratta

di un riconoscimento che viene assegnato di anno in anno e che può essere rinnovato. Il premio viene attribuito a quelle strutture che garantiscono un’offerta di eccellenza rispetto ad alcuni precisi parametri. Il riconoscimento è stato consegnato nei giorni scorsi alle 212 realtà bresciane nel corso di una cerimonia tenuta nell’auditorium della Camera di commercio di Brescia. A consegnare l’ambito riconoscimento il presidente Franco Bettoni, il segretario generale

Massimo Ziletti e il dirigente dell’Isnart Pietro Zagara. Aprendo la cerimonia il presidente Bettoni ha ricordato il grande sforzo compiuto negli anni dagli operatori bresciani per andare in contro alle esigenze di una clientela sempre più attenta alla qualità. “Sempre di più – ha affermato Bettoni – i clienti cercano chi sa soddisfare le loro attese”.La procedura per l’assegnazione del riconoscimento “Ospitalità italiana” parte con una sorta di autosegnalazione. Spetta agli

esercizi interessati partecipare a un apposito bando messo a punto dalla Camera di commercio, aderendo a un disciplinare e compilando quella che in termine tecnico viene definita una check list. Operatori della Camera di commercio provvedono poi a verificare che quanto dichiarato corrisponda al servizio offerto nella prospettiva di abituare gli operatori bresciani, molti dei quali presenti in aree ad alta vocazione turistica, a un confronto costante con la qualità.

Page 4: La Voce del Popolo 2011 20

l primo atto della tornata elet-torale amministrativa è stato archiviato con non poche sor-prese. Molte sono state analiz-zate nei giorni che hanno fatto

seguito al voto del 15 e 16 maggio scorsi. Nonostante i tentativi di far passare come un incidente di per-corso la battuta d’arresto conosciuta dal sindaco Letizia Moratti a Milano, è parso evidente a tutti (primo cittadi-no uscente in testa, ndr.) che la scelta di buttare sul tavolo ambrosiano temi di politica nazionale non ha pagato. Suonano tardivi gli inviti espressi (a verdetto delle urne ormai consolida-to) dalla stessa Moratti e da tanti altri esponenti del centro destra naziona-le di utilizzare i giorni che mancano al ballottaggio del 29 e 30 maggio per parlare di temi e di questioni milane-si. Appelli che, probabilmente, hanno un suono sgraziato anche i milanesi (ma anche per gli elettori di tante altre città in cui la partita amministrativa è ancora aperta) che forse avrebbero preferito sentire parlare di proposte, programmi e progetti per la loro città sin dai mesi scorsi. È infatti evidente, e il dato emerge anche da tante altre città grandi e piccole andate al voto, che la gente quando si tratta di torna-te amministrative non è più disposta (se non in minima parte) a esprime-re un voto per mera appartenenza politica. Certo, c’è ancora chi vota “a prescindere” per una bandiera, ma

caso Milano, ha premiato l’esperienza Chiamparino a Torino e ha bocciato senza grandi possibilità di appello il malgoverno di una città come Napoli. L’elettore, almeno in questa circostan-za, ha dimostrato di essere più avanti dei politici. Non si è fatto abbindolare, si è espresso su scelte amministrati-ve e sulle persone chiamate a portar-le avanti. Nessuna forza politica può da questo punto di vista cantare vitto-ria, perché se è vero che oggi queste considerazioni valgono un po’ di più per Berlusconi & co., non si deve di-menticare che, proprio a Milano, quel Pisapia premiato dal voto del 15 e 16

questa tornata elettorale ha confer-mato (anche nei 29 Comuni bresciani andati al voto di cui si parla in altra parte del giornale, ndr.) che la gente esprime un giudizio ponderato. E co-sì, senza ricorrere ancora una volta al

Si sta preparando a partire alla volta del Burundi, dopo averlo sostenuto per anni da Brescia. Giovanni Savelli guarda con attesa al prossimo giugno quando raggiungerà la scuola peda-gogica che le Suore maestre di Santa Dorotea a Rukago, cittadina del Pae-se africano. Il legame tra Savelli e le religiose ha radici lontane. Cresciuto in via Battaglie a Brescia ha sempre frequentato l’istituto che le religiose hanno in via Marsala. Un legame im-

portante che è andato rinsaldandosi anche con le opere missionarie delle Suore maestre di Santa Dorotea in Burundi. Nel Paese africano le reli-giose sono presenti da oltre 40 anni e solo la guerra civile le ha costrette a una pausa. La loro è una presenza or-mai segnata dalla tensione educativa. Rientrate a Rukago dopo 10 anni di assenza dovuti alla guerra che ha de-vastato il Paese, nel 1998 le religiose hanno creato una scuola pedagogica

come risposta ai gravi problemi e ai bisogni della gioventù locale, obbliga-ta a spostarsi in altre città per assenza di strutture per l’istruzione superiore. Sin dall’inizio l’obiettivo della scuo-la è stato favorire la formazione e la promozione della donna, tradizional-mente trascurata e occupata nei la-vori dei campi. La scarsità di risorse e le difficoltà di dare loro alloggio si-curo ha però limitato nei primi anni la presenza delle ragazze nella scuola.

Una difficoltà che ha spinto le Suore maestre di Santa Dorotea alla scelta di costuire una scuola vera e propria. A Brescia è nato così un gruppo di la-voro che si è impegnato per aiutare le religiose. Anche Giovanni Savelli è parte di questo gruppo. Un impegno, il suo, che si è intensificato dopo la morte delle moglie e che tra qualche settimana lo porterà a Rukago per un impegno diretto in quella scuola che sinora ha aiutato a distanza.

maggio, è uscito dalle primarie del Pd in cui il partito di Bersani, che aveva puntato senza mezzi termini su un al-tro candidato, era stato sconfessato dalle scelte della base. Situazioni che le diverse forze politiche dovranno va-lutare con attenzione non solo in vista di ballottaggi ancora tutti da giocare, ma anche in vista di scelte future. La gioia o la delusione per una vittoria, seppure prestigiosa, alle elezioni am-ministrative non devono far dimen-ticare ai partiti e ai loro leader che il Paese reale è probabilmente qualcosa di diverso da quello che percepiscono dai palchi dei loro comizi.

La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità ha fatto 100. Lo scorso 10 maggio, con la ratifica della Colombia, sono diventate infatti proprio 100 le nazioni che hanno ratificato il primo trattato sui diritti umani del nuovo millennio.I dati aggiornati riguardanti la Convenzione parlano dunque di 148 Stati che hanno firmato il testo della Convenzione (100 dei quali, appunto, hanno proceduto con la ratifica) e di 90 nazioni che hanno firmato il Protocollo

opzionale (ratificato da 61 di queste). La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità è il primo trattato sui diritti umani siglato nel XXI secolo: aperto alla firma il 30 marzo 2007 e immediatamente siglato da 82 paesi (un record, mai un trattato era stato firmato il primo giorno da così tanti Paesi). Obiettivo della Convenzione è garantire che le persone con disabilità godano degli stessi diritti degli altri individui, e conducano a pieno titolo una

vita da cittadini, essendo messi in grado di dare un contributo significativo alla società sulla base della garanzia delle medesime opportunità. La Convenzione rivendica i diritti alla non discriminazione e all’uguaglianza di fronte alla legge, alla libertà e alla difesa dell’individuo, all’accessibilità, alla mobilità personale, all’indipendenza, alla salute, al lavoro e all’istruzione, alla partecipazione alla vita politica e culturale.

Page 5: La Voce del Popolo 2011 20

i parla molto, a volte forse anche a sproposito, degli immigrati arrivati a Lam-pedusa dal Nord Africa e della loro distribuzione su

tutto il territorio nazionale. Si discu-te di numeri e spazi in cui ospitarli, si registrano reazioni polemiche di chi, a parole, è favorevole a una equa distribuzione sul territorio di queste presenze ma arriccia il naso quando si tratta di passare ai fatti.Polemiche e prese di posizione che di-menticano o non tengono nella giusta considerazione che dietro al generico termine di immigrati si nascondono volti e storie che non spesso si disco-stano da quelli dipinti da “certe lette-rature”. Se una banale (e strumenta-le) forma di generalizzazione vorreb-be far passare ogni immigrato per un soggetto potenzialmente pericoloso, l’incontro con le singole storie con-futa in poche battute queste teorie.Lo conferma don Danilo Vezzoli, re-sponsabile della Caritas di Valle Ca-monica che in queste settimane ha accolto i primi profughi distribuiti sul territorio nazionale grazie alla dispo-nibilitrà della rete Caritas dopo il loro sbarco a Lampedusa. “Attualmente – afferma don Vezzoli – diamo ospitali-tà a 30 persone sulla scorta di accordi nazionali”. 30 persone che sono giun-te in Valle dopo un primo gruppo di cinque ospiti tunisini che nel giro di pochi giorni hanno trovato ospitalità presso parenti. “Alcuni – ricorda an-cora il sacerdote – hanno cercato di passare in Francia ma, come raccon-tato anche dai mass media, sono stati

respinti alla frontiera di Ventimiglia”. Gli ospiti attuali sono tutti giovani, di un’età compresa tra i 18 e i 30 anni. “Sono stati costretti a fuggire dalla Libia, dalle minacce dell’esercito di Gheddafi che li voleva costringere a prendere le armi contro gli insorti”. Dinanzi a questa prospettiva, questi giovani che avevano scelto la Libia perché poteva garantire un lavoro e un guadagno sicuro, hanno optato per la più difficile delle vie d’uscita: quella

di affrontare il Mediterraneo a bordo di uno dei tanti barconi che sono ar-rivati sino alle spiagge di Lampedusa. “Nei loro racconti – sono ancora paro-le di don Danilo Vezzoli – c’è la trage-dia di amici, fratelli e parenti che non sono sopravvisuti alla traversata del mare”. A Darfo sono stati accolti da operatori e volontari che cercano di trasmettere un po’ di quel calore che manca loro per la lontananza da casa. La disponibilità della gente di Darfo e l’impegno generale della Caritas sup-pliscono in parte a una certa disor-ganizzazione che ha caratterizzato il loro arrivo. “Ufficialmente – afferma al proposito don Vezzoli – non ci è stato detto per quanto tempo i nostri ospiti si tratterranno presso la nostra struttura e nulla sappiamo su come organizzare anche le loro giornate”. Per ora i profughi restano nel centro di accoglienza della Caritas; nel corso della giornata vengono loro proposti piccoli momenti di alfabetizzazione. “Sarebbe bello – afferma don Danilo – se prima o poi potessero incontra-re il territorio e trovare magari anche piccole occasioni di lavoro”. Questa situazione incide molto anche sulla loro capacità di guardare al futuro. “I ragazzi ospiti della nostra casa non hanno grandi speranze – afferma il re-sponsabile della Caritas –. Ambiscono a ottenere un permesso di soggiorno ma non sanno esattamente per cosa”. Anche se non lo danno a vedere, so-stiene il sacerdote, hanno bisogno di tempo per riflettere su ciò che hanno dovuto patire per guardare con un mi-nimo di serenità al futuro.

Il problema dell’accoglimento dei profughi è stato affrontato con un accordo nazionale che prevede l’assunzione di responsabilità da parte di tutte le istituzioni nazionali. Il tema ha suscitato l’interesse di Anci Lombardia che ha chiesto un coordinamento e una condivisione delle iniziative necessarie a gestire l’emergenza. I responsabili di Anci Lombardia hanno incontrato il prefetto di Milano Franco Gabrielli e Roberto Giarola del

Dipartimento Protezione Civile per l’istituzione di un tavolo regionale di coordinamento. Questo prevede la partecipazione di diversi soggetti Istituzionali: Regione Lombardia, Anci Lombardia, Prefettura di Milano, Dipartimento di Protezione civile, Upl e Federalberghi. Anci Lombardia, ritenendo che l’arrivo di immigrati sia un tema che interessa anche i singoli territori provinciali ha chiesto anche l’istituzione e la calendarizzazione

di alcuni tavoli provinciali. Gli obiettivi principali sono, pertanto, la prima collocazione degli imminenti arrivi e, soprattutto, l’identificazione e la pianificazione delle attività per l’utilizzo delle strutture di ospitalità, ovviamente con le modalità organizzative più vicine alle possibilità concrete dei territori. Anche Brescia è stata coinvolta negli incontri dei tavoli, che hanno preso il via da Milano nei giorni scorsi. La Lombardia, Brescia

compresa, dovrà comunque farsi carico di una percentuale di circa il 18% dei 50mila stranieri che dovrebbero arrivare in Italia. Il criterio di ripartizione adottato è fondato esclusivamente sulla popolazione residente. In questa prima fase anche la Cabina di regia regionale ha previsto una distribuzione sui territori provinciali in base a tale criterio, anche se non si esclude che questo possa essere integrato nel futuro.

Page 6: La Voce del Popolo 2011 20

Alcuni giorni prima di Pasqua le agenzie di stampa hanno diffuso una notizia proveniente dagli Stati Uniti che riguardava la crisi economica. Abbiamo potuto apprendere che c’era un segnale positivo per il futuro: le separazioni e i divorzi erano in aumento, dopo un periodo di stasi dovuto appunto alle difficoltà economiche (si sa che le divisioni costano). Un vero e proprio segno dei tempi a proposito della cultura corrente, e dei comportamenti conseguenti, a proposito di relazioni matrimoniali. Non ho indagato se in Italia si è potuto accertare qualcosa del genere, anche perché bastano i dati correnti a fotografare la situazione. Le ultime rilevazioni, di fine 2010, diffuse dall’Istat dicono che le famiglie italiane sono sempre più in crisi: ogni 1000 matrimoni ci sono 286 separazioni e 178 divorzi. Il che significa che si verificano quattro rotture ogni dieci. La novità è offerta dalla crescita delle seconde nozze: negli ultimi dieci anni sono passate, in percentuale, dal 6,5% al 13,8%. Ultima annotazione:

– –

Il card. Gianfranco Ravasi ha detto recentemente: “Se vogliamo trasmettere meglio lo stesso linguaggio della fede, dobbiamo conoscere le nuove grammatiche della comunicazione” I giovani del Movimento dei focolari (Giovani per un mondo unito) invitano la cittadinanza a una iniziativa, rivolta ai giovani, ma anche a educatori, genitori, insegnanti, catechisti, operatori dei media. Questo il titolo dell’incontro: “E adesso... pubblicità! Istruzioni

per l’uso. Percorso interattivo tra luci e ombre nel linguaggio mediatico”. L’incontro si svolgerà sabato 21 maggio ore 15-18 presso l’Auditorium Capretti dell’Istituto Artigianelli, in via Piamarta, 6 in Città e sarà introdotto e condotto da Raffaele Cardarelli, esperto di comunicazione pubblicitaria. Laureato in Economia e Commercio alla Bocconi, ha lavorato per 25 anni nel Marketing di Unilever, dove ha scoperto la passione per la comunicazione.

Venerdì 20 maggio prende il via al Villaggio Badia il secondo percorso (il primo si sta svolgendo al Villaggio Sereno) sul tema della preadolescenza e dell’adolescenza, che si rivolge ai genitori e a tutte le figure che hanno compiti educativi nei confronti di soggetti in questa fascia di età. L’iniziativa è promossa dall’associazione ‘Comunità e scuola’ in collaborazione con la parrocchia S. Maria del Rosario, grazie al qualificato supporto e contributo della Fondazione Asm. Il

corso prevede di lavorare in modo attivo e coinvolgente, riflettendo sul genitore, sull’adolescente, sul mondo da lui vissuto (il gruppo, la scuola, i nuovi media come Facebook, la musica, lo sport). Interverranno Gianni Nicolì, Gladys Alifraco, Igor Penna. Gli incontri si terranno dalle 20.45 alle 22.30 nell’Oratorio del Villaggio Badia (via Prima, 81). Gli incontri sono aperti a tutti e gratuiti. Info: Comunità e scuola 030/46781 [email protected]

pensano sia “meglio avere un gatto in casa che un fidanzato alla porta”. Su questa strada si può andare lontano. Come ha fatto la trentenne Chen Wei-yih, di Taiwan, che, stanca di sentirsi chiedere: “Ce l’hai il fidanzato (o la fidanzata)? Quando ne trovi uno? Quand’è che ti sposi?”, ha deciso di prendere una decisione decisamente stravagante. Ha sposato sé stessa. Una cerimonia in piena regola, con una spesa superiore ai 5000 dollari, con

una trentina di invitati, abito da sposa, pranzo di nozze e qualche regalo. La ragazza è anche andata in viaggio di nozze, rigorosamente da sola. “Non sono contro il matrimonio – ha spiegato Chen – però non voglio che mi vengano imposti dei modelli di comportamento solo perché sono tradizionali”. Un suo connazionale, Liu Ye, della città di Zhuhai, l’ha imitata. Infatti anche Ye ha sposato sé stesso, in una cerimonia con oltre 100 invitati,

le separazioni al Nord sono il doppio del Sud. Anche per questo i gatti hanno invaso gli appartamenti (sono circa otto milioni) e sono stati proclamati “migliori amici dei single”. L’Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente) con il suo rituale sondaggio, ha trovato conferma di un crescente feeling negli ultimi tre anni. Il 35% dei single (molte donne) ha scelto la compagnia di un micio. Ci sono donne, come hanno proclamato su Facebook, che

celebrata tra lui e una sagoma in cartone che lo ritraeva in vestito da sposa (rosso). Ye ha ammesso di essere “un po’ narcisita”, e ha spiegato di avere voluto sposarsi “per tornare a essere un intero” anziché una metà. Invece un uomo, Okeke Ikechuku, di Lagos (Nigeria) ha deciso di convolare idealmente a nozze con il proprio cuscino perché non riesciva a trovare una donna disposta a sposarlo. L’uomo sentiva il bisogno di condividere il letto con qualcuno che lo amasse, ma la balbuzie da cui è affetto lo metteva fortemente in difficoltà con le ragazze, che spesso lo deridevano. “Dormiamo assieme da 10 anni e ci siamo trovati sempre bene assieme”, ha detto e vuole passare il resto della vita con lui. Tanto più che, ha sottolineato Ikechuku, mantenere il cuscino costa molto molto meno che mantenere una moglie.Dopo tre falli non si fischia un rigore. E tre indizi non fanno una prova. Ma se mettiamo insieme questi esempi stravaganti con tutto il resto, c’è di che riflettere. E ne avanza.

Page 7: La Voce del Popolo 2011 20

desso tocca a loro. La parola ai 29 sindaci bre-sciani neoeletti nella tornata amministrativa del 15 e del 16 maggio.

Il dato elettorale bresciano non è pri-vo di sorprese e riflette in parte anche l’andamento nazionale. In generale hanno pesato, e non poco, la politica nazionale e le schermaglie e i distin-guo fra Pdl e Lega, che hanno dato il via libera ai successi delle coalizioni di centrosinistra. Paradigmatico il ca-so di Nave dove la vittoria è andata in scioltezza a Tiziano Bertoli (48,67%) dell’area di centrosinistra che ha avu-to la meglio su Marco Bassolini del-la Lega (27,11%) e su Cesare Frati (Pdl, Udc, civica), terzo con il 24,21% di consensi. Nella valle del Garza la poltrona di primo cittadino ritorna al centrosinistra dopo la parentesi, ric-ca di contrasti all’interno della mag-gioranza, di Giuseppe Corsini. Dopo Nave un altro ribaltone importante è senza dubbio quello andato in scena dopo 10 anni a Ospitaletto: “Insieme per Ospitaletto” con Giovanni Battista Sarnico (46,27%) ha avuto la meglio su Angiola Giudici (44,57%), attuale assessore ai servizi sociali della giun-ta di centrodestra guidata da Giorgio Prandelli: gli altri due candidati Giu-lio Incontro (riconducibile al movi-mento Fli) ed Enrico Salvinelli (Forza Nuova) sono risultati numericamente decisivi (oltre la desiderio di cambia-

Udc e civica) e Massimiliano Schia-vini (Lega Nord). A Castel Mella ha influito non poco lo scandalo delle tangenti che hanno coinvolto l’am-ministrazione Aliprandi: così Ettore Aliprandi (Pdl e Lega) consegna le chiavi del paese a Marco Franzini, 1° con il 50,87% dei consensi. Cambio di maggioranza a Bagnolo Mella do-ve Cristina Almici (Pdl e Lega) suc-cede con il 49,20% a Giuseppe Panzi-ni. A Collebeato si conferma la mag-gioranza: Antonio Trebeschi (area centrosinistra) ha avuto la meglio su Francesco Fontana. Fra i sindaci che non hanno “meritato” la riconferma

mento) nella contesa tra Sarnico e la Giudici. Anche Azzano Mella, che ha conquistato le pagine di cronaca per la vicenda del polo logistico, cambia casacca con Silvano Baronchelli che ha distanziato Umberto Ferrari (Pdl,

Il vice prende il posto del sindaco. Co-sì il 41enne Alessandro Seghezzi (nel-la foto), manager d’azienda e da un de-cennio attivamente impegnato nelle attività amministrative del paese, si è conquistato a pieno titolo (1244 voti su 3877 votanti) la poltrona di primo cittadino a Pontoglio, proponendosi con la lista “Pontoglio per le Libertà” in cui da cinque anni ha ricoperto il ruolo di braccio destro dell’ex sin-daco Carlo Portaluri. Motivato dalla

ferrea convinzione che per procede-re occorrano “continuità, ma anche rinnovamento, così come esperien-za, maturità e innovazione” Seghezzi è riuscito nell’ardua impresa di farsi largo in una durissima sfida a cinque e che pareva presagire pochi margini in caso di vittoria. Seconda, con ben 347 preferenze in meno, la nuova forma-zione della Lega Nord guidata da Pier Luigi Piantoni, che ha preferito corre-re da sola, sostenuta dall’ex assessore

Matteo Gozzini, nell’idea di operare “senza condizionamenti o compro-messi”. Ko anche per le civiche: quella di centrosinistra “Per Pontoglio” che candidava Augusto Picenni (825 voti); “Lega per Pontoglio”, ripresentatasi per la seconda volta sotto la guida dell’ingegner Antonio Raccagni (566) e la neo battezzata “Insieme per la Co-munità” (246) capeggiata dal fondato-re e attuale capogruppo degli Alpini, Pierluigi Pasinelli.

ci sono Francesco Piccinelli a Isorel-la e Giuseppe Turrina a Polpenazze. A Isorella si è imposta Chiara Pavesi (Pdl e Lega), che ha superato con il 39.39% dei voti Piccinelli (Lista civica, onestà, democrazia e chiarezza), se-condo con il 31,50%, e Renato Zaltieri, terzo con una civica lontana dai parti-ti al 29,09%. Nell’entroterra gardesano successo per Andrea Dal Prete (Pdl e Lega) con il 52,48% davanti alle due ci-viche capeggiate da Giorgio Frassine (Comunità viva) e da Giuseppe Turri-na (Liberati e moderati). Fra i confer-mati, a Soiano il sindaco Paolo Festa prolunga per altri cinque anni.

In questa tornata elettorale sono stati significativi anche alcuni dati. Il primo è che la Valle Camonica con i suoi nove Comuni ha vinto la sfida della partecipazione con percentuali sopra l’80% di persone che hanno scelto di recarsi alle urne: a Ono San Pietro l’87,89% degli aventi diritti al voto è andato ai seggi. Anche a Bienno è stato un successo di partecipazione (83,18%) con il centrodestra, guidato da Massimo Maugeri, che ha strappato il sindaco al centrosinistra. Anche Collio in

Valtrompia ha dato una prova di democrazia con una percentuale dell’84,98%. Fra le curiosità, a Barghe Cesare Oriano, unico candidato, è stato riconfermato: 438 voti all’attivo, 136 bianche e 18 nulle. Molto probabilmente invece a Corte Franca si andrà alla conta in tribunale: Giuseppe Foresti (Prima di tutto Corte Franca) ha vinto di un solo voto sull’attuale sindaco Giuseppe Fogazzi (Fogazzi Sindaco); saranno verificati le 22 bianche e le 74 nulle del Comune

franciacortino. Anche a Poncarale vittoria sul filo di lana (27 voti) per Giuseppe Migliorati (Vivi Poncarale). Le urne hanno dato un altro responso ovvero sono sei le nuove donne sindaco della provincia: Cristina Almici (Bganolo Mella), Mirella Zanini (Collio); Nadia Pedersoli (Flero), Chiara Pavesi (Isorella), Lorella Lavo (Moniga) ed Elena Broggi (Ono San Pietro). La Broggi ha vinto la sfida tutta al femminile contro Federica Vaira.

Page 8: La Voce del Popolo 2011 20

ai così distanti. Da una parte il presidente Da-niele Molgora, dall’al-tro il capogruppo del Pd a palazzo Broletto,

Diego Peli. Al termine di una lunga di-scussione il consiglio provinciale ha approvato il bilancio, ma il giudizio della maggioranza e dell’opposizione è agli antipodi.Com’è strutturato il bilancio?Molgora: Questo è un bilancio reale e molto concreto. Il primo elemento importante è che abbiamo fatto fron-te agli ulteriori tagli della Regione e dello Stato. Per sostenere gli studenti siamo l’unica provincia della Lombar-dia che non ha aumentato il costo dei biglietti dei trasporti, perché in questo anno e mezzo abbiamo ridotto le spe-se di funzionamento della Provincia. Abbiamo investito circa 8 milioni di euro fra il 2011 e il 2012 e ci sarà una riedizione di 5700 voucher (300 euro per ogni lavoratore che svolge un’at-tività per il proprio Comune) oltre a

bito di oltre 500 milioni di euro. Sono state previste nel triennio 35 milioni di spese coperte con la vendita delle azioni delle partecipate: c’è un impe-gno di spesa su ipotetiche vendite di azioni patrimoniali. Il terzo punto è che non è stato previsto nulla per l’ae-roporto di Montichiari. Il quarto pun-to è sulla scaletta delle priorità: qui si può vedere la differente sensibilità fra centrosinistra e centrodestra. Nella scaletta delle priorità abbiamo messo la famiglia, gli handicappati, le scuo-le e i carcerati. Loro hanno invertito la scaletta, dicendo che danno i soldi alla cartellonistica bilingue. Ci sono alcuni gesti che per loro sono impor-tanti, ma per noi non valgono nulla: questa è un’amministrazione senza anima. Cercano di soddisfare even-tuali piccoli interventi utilizzando l’aumento delle Ipt (la tassa di trascri-zione). I cittadini devono sapere che aumenteranno le tasse della Provin-cia: questi soldi verranno gestiti per le operazione come la cartellonistica.

altri interventi nei confronti delle fa-miglie in difficoltà. Ci saranno anche interventi per le imprese e opere pub-bliche importanti: a Gardone Riviera costruiremo un nuovo istituto scola-stico; il rifacimento del ponte sul Mel-la a Concesio e partiamo anche con il progetto della strada della Valsabbia, per citarne alcuni. Intorno a questo ci sono gli obiettivi legati all’aeroporto.Qual è il parere dell’opposizione?Peli: Noi eravamo per un bilancio al-ternativo. Non raggiunge nessuno dei quattro obiettivi prefissati. Il primo (fondamentale) è la riduzione del de-bito: non si fa nulla per ridurre il de-

La collaborazione tra il gruppo giovani di Unicef, Comune di Brescia e Centri di aggregazione giovanile si arricchisce di un’iniziativa: “Giochiamo che… costruiamo gli aquiloni”, realizzata con l’ausilio dell’Associazione aquilonisti bresciani. L’appuntamento gratuito, previsto il 15 maggio, è stato rimandato causa maltempo a domenica 22 maggio e si svolgerà al parco Tarello dalle 14 alle 19. Si tratta di un’occasione per coinvolgere i bambini e le

famiglie in un pomeriggio creativo che insegni loro a decorare, costruire e far volare il loro aquilone. I laboratori sono realizzati dai volontari di Younicef e dagli educatori degli oratori e dei Cag, che hanno seguito un corso di formazione tenuto dall’Associazione aquilonisti bresciani. Obiettivo del progetto è offrire un’alternativa rispetto alla videodipendenza che oggi colpisce gran parte dei ragazzi, stimolandoli verso un modello di gioco educativo, di gruppo e

formativo. “Costruire un aquilone è un’attività antitetica rispetto ai videogiochi – spiega l’assessore alla Famiglia, alla Persona e ai Servizi sociali Giorgio Maione (nella foto) – perché richiede impegno manuale e creativo, viene svolta all’aria aperta, e non in solitudine”. L’iniziativa si inserisce all’interno del più ampio progetto “Giochiamo che…”, realizzato a partire da novembre dello scorso anno, che ha coinvolto ad oggi circa 250 bambini tra gli alunni della

scuola Santa Maria Bambina e il Cag della Volta in diverse attività: dalla marcia dei diritti alla giornata in fattoria, passando per la visita ad un museo e un laboratorio di lettura, fino alla giornata del gioco di ruolo e alla immancabile tombola coi genitori. L’appuntamento è aperto alla cittadinanza, come spiega Steven Gomez, referente di Younicef Brescia, e a ogni bambino sarà distribuita la merenda e un gadget. Per informazioni, www.giochiamoche.it. (a.g.)

Partendo da un rapporto fonda-mentale con il mondo delle im-prese, è stata costruita anche a Brescia una filiera positiva. “Lom-bardia eccellente” ha assegnato al gruppo bresciano Foppa il titolo di Centro di eccellenza e ha sostenu-to la realizzazione di un laborato-rio di modo, di cinque laboratori multimediali, del Cfp Francesco Lonati e del percorso per giova-ni imprenditori Machina/Impresa. Il Cfp è stato elogiato da Gian-ni Rossoni, assessore regionale all’Istruzione, alla formazione e lavoro: “L’intuizione è quella di creare un sistema che sa incrocia-re le istanze del lavoro e che apre le porte della scuola all’impresa”.Per il Foppa Group il rapporto con le aziende è fondamentale nel mo-

do di intendere e di promuovere la scuola. L’istruzione tecnica e professiona-le oggi non si può più considerare di serie B (come erroneamente è stato fatto in passato): 45mila stu-denti su 100mila scelgono l’istru-zione tecnica. Con questo si contri-buisce a recuperare anche il valore educativo del lavoro.Per il percorso post diploma da questo punto di vista piace sotto-lineare la felice scommessa di Ma-china Impresa ovvero 24 giovani che stanno facendo una sorta di palestra sul campo e sui libri per diventare imprenditori. Nei numeri del Foppa, presente a Brescia da 26 anni, si contano, fra le altre cose, 30 laboratori pratici con oltre 300 postazioni.

Si parla dell’uscita dalle aziende partecipate... Peli: Siamo convinti che le aliena-zioni delle partecipate (l’Autostrada Lombarda, la Serenissima, ma anche la Brebemi) servono per coprire il buco di bilancio: tutti gli anni devono essere accantonati 30 milioni di euro per pagare la rata del debito.Cosa risponde all’opposizione?Molgora: L’opposizione da una par-te dice che bisogna ridurre il debi-to, dall’altra che bisogna fare nuove

opere sul territorio. La cessione delle partecipazioni è complessa: bisogna preparare il terreno per una vendi-ta giusta, al momento giusto, nel-le quantità giuste e all’interlocutore giusto. Dobbiamo ridurre il debito dal punto di vista strutturale (minori costi rispetto alle entrate), perché se contiamo soltanto sulle cessioni del-le partecipazioni, certo avremmo un abbattimento del debito che però non saremmo in grado di sostenere se non mettiamo a posto i conti.

Page 9: La Voce del Popolo 2011 20

rescia non dimentica. Brescia vuole fare memo-ria della strage di piazza Loggia, una strage che a 37 anni di distanza non

ha ancora una verità giudiziaria. Dopo tre processi la bomba del 28 maggio 1974 non ha responsabili: lo scorso novembre i cinque imputati sono stati assolti per insufficienza di prove. Il ricordo doveroso chiama in causa tutti gli attori sociali della città che hanno il compito di alle-viare il dolore per una ferita aperta. Resta importante alla luce di queste considerazioni coinvolgere tutte le generazioni. “Il calendario – spiega Manlio Milani, presidente della Ca-sa della Memoria – ci vede impegnati dal punto di vista del ricordo (‘Che cosa è accaduto, perché è accadu-to’) e dal punto di vista della rifles-sione, cioè andare in profondità con un seminario storico: staccandoci dall’emotività del fatto per cogliere le ragioni storico-politico-sociali che hanno determinato la realizzazione di quel fatto”. Sono due i filoni fon-damentali da ricordare. “L’impegno nelle scuole significa aiutare i ra-gazzi attraverso il racconto a capire che il passato serve non per restar-vi ancorati ma per trarne degli inse-gnamenti. Il passato può diventare memoria attiva solo nella misura in cui è disvelato, capito e compreso

in tutti i suoi aspetti. Non possia-mo dimenticare da dove veniamo e i percorsi dolorosi che questa de-mocrazia ha dovuto affrontare per potersi affermare”. Nello specifico sono stati pensati diversi appunta-menti, fra questi – come abbiamo già anticipato – il seminario storico del

Quella di Borgo Trento è una delle comunità più legate al proprio terri-torio e ciò ha spinto la parrocchia e il Circolo Acli Cristo Re ad allestire e organizzare, con il sostegno della Circoscrizione Nord del Comune di Brescia, una mostra fotografica e una serata, nell’ambito dell’iniziati-va “Ieri, oggi, domani. Una comuni-tà allo specchio”, attraverso le qua-li la stessa possa vedersi attraverso lo scorrere del tempo. La mostra, allestita nel salone dell’oratorio in via Fabio Filzi 3, 17–19.30 nei feriali e 10-12 e 16-19.30 nei festivi, chiu-de i battenti il 22 maggio. “La mo-stra non è solo una riflessione sulla bellezza del luogo – ha osservato il parroco di Cristo Re don Umberto Dell’Aversana – ma è un esercizio di memoria sul tempo e sui volti, volti di gente che lavora, tenace, attac-cata al ‘suo’ borgo, alcuni dei quali

scomparsi, ma che meritano, come tutti, il ricordo. Il borgo sta cambian-do e, nonostante il numero dei resi-denti sia in aumento – ha sottoline-ato don Umberto – non sentiamo la vicinanza delle famiglie più giovani e, partendo dalle riflessioni sul pas-sato, vorremmo guardare all’oggi, con le sue problematiche dalle mol-teplici motivazioni, per guardare al domani con un occhio più ricco di consapevolezza e speranza”. “La cir-coscrizione è molto vicina alla par-rocchia – ha detto il suo presidente Marco Rossi (nella foto) – che è tra le più dinamiche dell’intera area e l’iniziativa è segno di una socialità particolarmente intensa”. Venerdì 20 alle 20.45, il salone ospiterà an-che un momento d’incontro con il pubblico, dal titolo “Sui sentieri del-la memoria: Franco e Giacomo Fer-liga, Lino Monchieri”, con il quale, si

vogliono ricordare, tra le molte, tre persone, due medici ed un pedagogi-sta, noto anche come ‘il cantore del borgo’. “La mostra vuole essere una storia di emozioni e sentimenti, qua-le via di pacificazione per tutti”, ha evidenziato il presidente del Circolo Acli Paolo Bonzio, che, per esaltare maggiormente il senso dell’iniziati-va, ha citato un passo tratto da “Il mio borgo” di Lino Monchieri: “...Ma che male c’è una volta ogni tanto, quando il cuore punge, a soffermar-si a riguardare la sbiadita fotografia di casa nostra? Rinverdire l’incontro con le care fisionomie di un Borgo che si chiama adolescenza, è un po’ come pagare un debito alla vita, non al semplice passato, nel ‘ricordo di coloro che ci hanno preceduto nel segno della fede e che dormono il sonno della pace’. In fondo sono loro il Borgo”.

Sabato 28 maggio presso il Museo Ken Damy di corsetto S. Agata 22 dalle 10 alle 19.30 viene proiettato il video “Per non dimenticare”. In serata alle 20.30 la chiesa di S. Giovanni promuove “Un concerto per ricordare” con la direzione del maestro Domenico Trifoglietti grazie all’iniziativa dell’associazione “Genitori Itis Castelli”; alle 21.15 al Teatro Grande c’è il concerto in memoria delle vittime di piazza Loggia con l’orchestra del Festival pianistico

internazionale di Brescia e Bergamo; dirige il maestro Pier Carlo Orizio, violinista Uto Ughi. Il 29 maggio alle 9.15, presso il Centro polivalente di Urago, c’è la biciclettata con sosta in piazza Loggia; alle 20.45 al San Barnaba “Segni, parole, musica”: lo spettacolo teatrale in ricordo dell’eccidio in Bosnia del 29 maggio 1993. Il 30 maggio il teatro Centro Lucia di Botticino Sera va in scena alle 21 “Noi saremo la nostra storia” con Lucia Calzari.

Il mondo della scuola è protagonista del 37° anniversario della strage. Sono tante le scuole che in città ma anche in provincia hanno deciso di ricordare attraverso una serie di iniziative: l’istituto Dandolo di Bargnano, la scuola secondaria di primo grado di San Paolo, l’Abba Ballini, il Calini l’Itis Castelli e il Liceo Arnaldo, solo per ricordarne alcuni.Il 31 maggio alle 9.30 il Cfp Vantini di Rezzato incontra le istituzioni in Loggia. In particolare il 28 maggio

alle 9, presso l’istituto Gambara, c’è una comunicazione spettacolo a cura di Mimmo Franzinelli: “Il ventotto, ma di maggio... Dall’Unità d’Italia a piazza della Loggia”, una mostra foto-documentaria (i testi sono esposti fino al 15 giugno) sul 28 maggio 1974 allestita dalle allieve di giornalismo. Il 23 giugno alle 15, invece, gli studenti del triennio di graphic designer dell’Accademia Laba presentano il video “A tu per tu con Manlio Milani”.

19 maggio presso la sala di lettura della Fondazione “L. Micheletti”: il seminario “Stragi e terrorismo negli anni Settanta: lo stato degli studi” è dedicato alla memoria di Lorenzo Pinto. Intervengono, a partire dal-le 9.30, studiosi di differenti aree e storie politiche: Aldo Giannuli, Giuseppe De Lutiis, Mirco Dondi e Miguel Gotor; nel pomeriggio sono previsti i contributi di Anna Cento Bull, Ugo Tassinari e Guido Panvini. Nella serata, inoltre alle 20.45 pres-so il teatro Sancarlino Agnese Moro e Benedetta Tobagi si confrontano, moderati da Annachiara Valle, con Miguel Gotor, autore del libro “Il me-moriale della Repubblica”.

Page 10: La Voce del Popolo 2011 20

E D I T R I C E

LA SCUOLAVia L. Cadorna 11 - BRESCIA

Tel. 030.2993212 - Fax 030.2993317

www.lascuola.it

NOVITÀMANUELA CANTOIA LORENZO ROMEO STEFANO BESANA

FIGLI EVIDEOGIOCHI

Istruzioni per l’uso

2688 – pp. 128, € 9,00

Se utilizzati in modi e tempi adeguati, i videogiochi possono

aiutare a sviluppare abilità nella vita di tutti i giorni.

Ma spesso è complicato distinguere le differenti tipologie, comprendere

quali siano sicuri e soprattutto gestirerapporto figli-videogiochi.

Questo libro vuole fare chiarezza su caratteristiche ed effetti,

per capire e condividere le esperienze videoludiche

di bambini e ragazzi.

MK

T-2

011

20

vremmo potuto aiutarla, ma non potevamo per-mettercelo” e “Avrem-mo potuto aiutarlo, ma non eravamo abbastan-

za”, come si legge sui molti manifesti affissi nelle vie cittadine, sono le frasi che caratterizzano la Campagna di so-lidarietà con cui quest’anno la Croce Bianca di Brescia si rivolge alla citta-dinanza per raccogliere fondi e per aumentare il numero dei suoi volon-tari e militi. Iniziata alcuni giorni fa, la Campagna si conclude, a Brescia, con la sfilata dei mezzi di soccorso per le vie cittadine, sabato 21 alle 17, cui seguirà un cocktail benefico, alle 18, presso la sede storica di via F.lli Ban-diera e con la presenza, domenica 22, sui sagrati di alcune chiese e nelle vie principali del centro di 25 postazio-ni, in cui i militi, oltre a raccogliere fondi, forniranno informazioni sulle molteplici attività del sodalizio e mi-sureranno gratuitamente la pressione arteriosa a chi lo richiederà. La raccol-

anche inaugurato il nuovo Pma, Po-sto medico avanzato, consistente in un furgone appositamente attrezza-to per ospitare la tenda che opera da pronto soccorso, affinché sia imme-diatamente operativo in caso di ne-cessità. Ad oggi il sodalizio cittadino può contare su circa 800 volontari, che non solo assicurano l’emergen-za, ma sono impegnati in una serie di servizi all’apparenza meno importan-ti, ma che tali non sono. Citiamo, per tutti, il telesoccorso, che nel 2010 ha visto più di 44mila telefonate partire dal centralino della “bianca” verso cir-ca 450 anziani, la maggior parte delle quali per sapere se tutto fosse in or-dine e molto spesso per un momento di compagnia. “Se riusciremo a rag-giungere quota 1000 con i volontari – ha chiosato il presidente – potremo estendere in provincia il telesoccorso e migliorare sensibilmente il presidio delle sedi e tutti i servizi accessori, se tali vogliamo definire quelli non con-nessi all’emergenza, in generale”.

ta proseguirà, domenica 29 maggio, presso le sedi periferiche di Chiari, Montichiari e Pontevico. “Non pos-siamo che essere grati alla generosità dei bresciani – ha detto il presidente della Croce Bianca Filippo Seccamani Mazzoli – perché noi esistiamo grazie a loro e ai volontari che costituiscono il nostro ‘esercito’. Siamo alla 63ª edi-zione della Campagna ed in questa occasione l’appello è particolarmente indirizzato al costante miglioramento tecnologico dei nostri mezzi di soccor-so, le cui ultime unità costano attorno ai 90mila euro ciascuna ed al rinforzo delle risorse umane”. Sabato 21 viene

Le carceri bresciane sono due piccoli città nella città abitate da circa 700 persone che ogni giorno producono 15 metri cubi di rifiuti indifferenziati. Ogni anno nel solo Canton Mombello si contano 147 tonnellate di rifiuti organici e 27mila kg di plastica. La sfida lanciata dall’Amministrazione comunale e dalla direzione degli istituti carcerari, in sinergia con Aprica Spa, gestore del servizio di nettezza urbana, è mettere in atto un sistema di raccolta differenziata basato

sulla separazione a monte effettuata all’interno delle strutture. Il progetto prevede la fornitura di bidoni e cassonetti adibiti alla raccolta di rifiuti organici, vetro e bombolette gas, carta, plastica e rifiuti residui che, in giorni e orari concordati, saranno svuotati dagli operatori di Aprica. A Verziano i contenitori rimarranno in un’area interna al carcere, mentre a Canton Mombello saranno selezionati due detenuti che usciranno dal cancello per collocare i bidoni nel luogo adibito

allo svuotamento. “Per queste due persone sarà l’occasione di svolgere un’attività lavorativa all’esterno del carcere”, spiega la dott.ssa Francesca Gioieni, direttrice degli istituti cittadini. L’esigenza di posizionare i contenitori al di fuori della struttura nasce da una necessità pratica derivante dalla difficoltà che gli operatori di Aprica incontravano nell’effettuare il loro lavoro, complicato da problemi di spazio e sicurezza, ma si trasforma in un’occasione educativa per

insegnare ai detenuti il rispetto dell’ambiente. A tal proposito sarà organizzato un corso di educazione ambientale. “L’iniziativa si inserisce in un percorso che considera la pena non solo repressiva ma anche rieducativa”, spiega il vicesindaco Fabio Rolfi. Il progetto, primo in Italia, prende il via a giugno e sarà sperimentato per un anno; il costo aggiuntivo di 15mila euro sarà coperto grazie alla separazione dei rifiuti recuperabili e dai vantaggi operativi. (a.g.)

Organizzata da Palco Giovani e dalla Consulta provinciale degli studenti, Babilonia è l’appuntamento che ogni anno riunisce oltre 3000 studenti delle superiori bresciane tra aggregazione e divertimento, incontro con realtà sociali e tanta musica. La nuova edizione si svolge sabato 21 maggio al PalaBrescia. Sarà preceduta dalle 9 alle 12, nella sede di Confartigianato in via Orzinuovi 28, dal convegno su “Giovani protagonisti del volontariato. L’accoglienza nelle odv”. Alle 14 ci si trasferirà al Palabrescia in via San Zeno (ingresso gratuito) dove fino alle 18.30 saranno allestite tre aree: rock, area writing e sport. Alle 20.30 si riapre a pagamento (con finalità benefica). Il ricavato (10 euro l’ingresso serale studenti, 13 per gli esterni, prenotazioni a 7 euro) sarà devoluto a diverse realtà quali Libera antimafia, Ant, Amici del Calabrone, Associazioni familiari e vittime della strada e Palcogiovani.

tutti i prodotti per l’igiene,il tovagliato, l’usa e getta

e tanto di più...

Montirone (Bs) | via Borgosatollo, 70 | tel. 030 2066238

ORARIO CONTINUATO da Martedì a Venerdì dalle 9.00 alle 18.00Sabato e Lunedì dalle 9.00 alle 13.00Domenica Chiuso

mcpersonproject.it

Il pulito è di casa

Page 11: La Voce del Popolo 2011 20

Dopo Alfred Hitchcock, la rassegna “Il mestiere del cinema” al castello di Padernello dedica tre serate alla figura di François Truffaut, il regista che ebbe il merito di far conoscere e rivalutare agli occhi della critica cinematografica la figura di Hitchcock, attraverso le interviste pubblicate sui “Cahiers du cinema”, la più importante rivista cinematografica francese.Il filo conduttore delle serate è il mondo dei bambini e degli adulti a confronto, punti di vista

completamente differenti, a volte destinati a non incontrarsi mai. La rassegna è ideata e presentata dal critico cinematografico dott. Paolo Fossati, ed è stata avviata il 17 maggio con “I quattrocento colpi”; proseguirà martedì 24 maggio con “Fahrenheit 451” e martedì 31 maggio, con “Gli anni in tasca”. Inizio proiezione ore 21, ingresso 3 euro. Informazioni: Castello di Padernello, tel. 030. 9408766, [email protected] - www.castellodipadernello.it. (pio)

abio Moreni, di Cremona, 39 anni, imprenditore. Laureato in informatica, dottore in scienze delle comunicazioni a 22 anni,

da tempo impegnato nella solidarie-tà coi popoli della ex Jugoslavia e di altri continenti. Era già stato in Bo-snia in numerose occasioni portan-do aiuti umanitari, così come aveva fatto durante il terremoto dell’Irpi-nia. Divideva la sua lunga giornata di lavoro tra affetti familiari, la sua dit-ta, ed i suoi tanti impegni religiosi. Ma tanta generosità è stata stronca-ta il 29 maggio 1993 in Bosnia men-tre correva in soccorso di quelle po-polazioni martoriate da una insensa-ta guerra civile. Con lui c’erano altri amici: Sergio Lana di Rivarolo Man-tovano e Guido Puletti di Brescia. Una squadra di banditi non ebbe il minimo dubbio nel premere il gril-letto del mitra per rapinare il camion che aveva l’unico scopo di portare aiuti umanitari a persone nel perico-lo e prive del minimo anche solo per sopravvivere. Sono passati anni da quell’eccidio e del sacrificio dei tre bresciani, unicamente altruisti e ge-nerosi, si fa memoria ogni fine mag-gio con la preghiera e la riflessione. Nel loro nome si è costituita l’asso-ciazione “29 maggio 1993 – Fabio, Sergio, Guido” alla quale aderisco-no volontari (pensionati, lavoratori in proprio o dipendenti, e studenti)

i quali contribuiscono alle attività organizzate a Ghedi nel capannone dove sono raccolti materiali poi smi-stati in terre lontane dove servono immensamente. Ogni anni il grup-po riunisce il 29 maggio gli associa-ti all’oratorio di Ghedi. Quest’anno invece l’appuntamento è a Cremo-

na nella cascina Fabio Moreni alla periferia della città del Torrazzo in via Pennelli, 1, lato tangenziale nei pressi di via Eridano, donata alla fondazione che la mamma Valeria Asta vedova Moreni ha voluto nel nome del figlio. La struttura è affida-ta alla diocesi di Cremona, al centro di solidarietà “Il Ponte” e all’associa-zione “Famiglia Buona Novella” che promuove incontri di preparazione al matrimonio per il miglioramento delle relazioni di coppia, per i ser-vizi a favore di famiglie e gruppi di famiglia, per bambini e per la convi-vialità. “Abbiamo inteso fare di que-sto luogo un presidio in grado di far fronte all’emergenza educativa e al-le povertà di questi tempi” commen-ta Giancarlo Rovati, l’industriale di Ghedi, presidente della Fondazio-ne con la quale s’è voluto “testimo-niare la medesima fede e lo stesso cuore ardente di carità di Fabio e della mamma attraverso il germo-glio di quest’opera e in tutte quelle iniziative che insieme all’associazio-ne 29 maggio di Ghedi stiamo por-tando avanti”. La mamma di Fabio è morta nel dicembre 2008 con “la serena consapevolezza d’aver co-ronato il desiderio che era anche di suo figlio”, di lasciare un’opera per la quale è stata investita una somma ragguardevole integrata dal contri-buto della Fondazione Cariplo per oltre sei milioni di euro.

Da giovedì 19 a domenica 22 maggio la festa di Collaboriamo (cooperativa sociale di sostegno agli handicappati) all’Ippodromo di Leno. Apre le serate “Giovani in festa - artisti bresciani per Collaboriamo” con l’intervento di: Giorgio Zanetti da Zelig; Maya, Patty no stop, Traffika e Paolo Antognetti. Venerdì Charlie Cinelli e la band di Francesco Andreoli. Sabato: Camillo del Vo. Domenica: Fausto Tenca. Nelle serate cucina aperta e bar con specialità e stuzzichini.

Fine settimana col Cai di Manerbio. Sabato 21 maggio escursione per i sentieri da Cadignano a Verolanuova con visita della basilica minore di Verolanuova. Punto di ritrovo a Manerbio, in piazza Falcone alle 14 per il trasferimento a Cadignano vicino alle Scuole elementari. Domenica 22 maggio escursione a “Altissimo di Nago e Corna Piana: una sfilata dai mille colori”. Ritrovo e partenza a Manerbio in piazza Falcone ore 7. Informazioni al 3394925122).

Page 12: La Voce del Popolo 2011 20

abato 14 maggio, presso la Casa di riposo di Castene-dolo, sono stati inaugurati sette nuovi posti dedicati ai cosiddetti “ricoveri di

sollievo”: una tipologia di ospitalità residenziale temporanea che com-pleta l’offerta dei tradizionali posti di Rsa (67 posti letto) e di Centro diurno integrato (15 posti) già attivi presso la Fondazione. La proposta del “sollievo” nasce dalla riconver-sione del precedente servizio di Co-munità alloggio, attivato nel 2007 e rivolto ad anziani parzialmente au-tosufficienti. Il Cda ha individuato in questa ‘nuova forma di residen-zialità temporanea per anziani’, una risposta alle emergenze socio-sani-tarie sempre più numerose anche sul territorio comunale che con-ta oltre 2000 persone over 65enni. L’osservazione dell’innalzamento dell’età degli ospiti che giungono in struttura ha suggerito di intervenire con servizi più mirati all’area della non autosufficienza, all’aiuto del-le famiglie, immaginando soggior-ni temporanei, più o meno lunghi (normalmente dai 30 ai 90 giorni) per sopperire alle necessità di assi-stenza socio-sanitaria che insorgo-no dopo un intervento chirurgico o dopo le dimissioni – spesso troppo anticipate – da strutture ospedalie-re. È così che, oltre ai quattro po-sti destinati al sollievo di più lungo

sollievo, ben sette posti letto in ca-mere singole e doppie, collocate al secondo piano dell’antica Casa Plu-da, la cui autorizzazione al funzio-namento è stata deliberata dall’Asl di Brescia in due fasi successive, a fine gennaio e a metà marzo 2011. In tal modo la Rsa di Castenedolo può vantare una capacità comples-siva di 11 posti letto di Sollievo, dislocati nei due corpi di fabbrica del Pio Ricovero: Casa Frera e Casa Pluda. I primi mesi del 2011 hanno già fatto registrare un forte gradi-mento della nuova formula residen-ziale, a conferma della bontà della risposta data a un bisogno effettivo. Quanto ai mezzi per far fronte alla spesa di ristrutturazione e all’arre-do degli ambienti, la gratitudine va in particolar modo all’Amministra-zione comunale di Castenedolo, al sindaco Gianbattista Groli, e all’As-sociazione Polifemo (che riunisce i volontari della Casa di riposo) per lo straordinario sostegno economi-co offerto. Nel corso della giorna-ta è stata presentata la “Scuola di assistenza familiare” per famiglie con persone affette da demenza: quattro serate nate dalla collabo-razione con l’Irccs Fatebenefratelli. L’ultimo incontro con il dott. Filippo Mazzini in programma il 24 maggio presso il Salone del Centro diurno del Pio Ricovero in via Pluda 10 a Castenedolo.

Anche a Ghedi sono in continuo aumento i raggiri e le truffe a danno degli anziani, truffe che, com’è noto, sono fatte approfittando della debolezza di persone sole. Per far fronte a questa emergenza l’Amministrazione ha predisposto un volantino informativo che, in questi giorni, viene distribuito agli anziani di Ghedi. “Sicuramente questo lavoro non sarebbe stato possibile senza la preziosa collaborazione delle associazioni di volontariato e

dei volontari stessi – riconosce il sindaco Lorenzo Borzi (nella foto). Saranno inizialmente alcune associazioni di Ghedi (Aiutiamoli a vivere, Volare, Protezione civile Arma Aeronautica, Protezione Volontaria Civile, Pensionati Cisl e Pensionati Cgil) a distribuire nelle case questi volantini che riportano informazioni e numeri di telefono utili a difendersi dai truffatori. Se – precisa il Sindaco – ci fossero anche cittadini privati disponibili a effettuare

questo servizio possono prendere contatto con una delle associazioni indicate”. Il Comune sta prendendo contatti anche con altre realtà che sempre hanno dimostrato la disponibilità a collaborare. Anche i Carabinieri di Ghedi, che condividono l’iniziativa, daranno il loro prezioso contributo. Nelle case dei cittadini arriverà il messaggio a non fare mai entrare sconosciuti in casa, anche se vestono qualche uniforme dichiarando di essere idraulici, elettricisti, addetti alla

manutenzione, postini, dipendenti di aziende del gas, del telefono, dell’energia elettrica, Forze dell’Ordine o altro. Nel volantino vengono segnalati i numeri di telefono da tenere a portata di mano nel caso in cui si noti la presenza di estranei nella zona o solo per avere la conferma che la persona che si presenta come “addetto” di qualche azienda sia davvero tale. Per contattare la Polizia locale della città di Ghedi, si può chiamare lo 030-9050590. (mtm)

periodo, già in funzione dal 2008, la Fondazione pio ricovero inabili ha lavorato per ottenere l’autorizzazio-ne a nuovi posti letto da riservare al

Page 13: La Voce del Popolo 2011 20

La forza della vita, nonostante tutto: un messaggio potente di speranza, affidato al fragile fusto di una piccola pianta di cachi, che verrà piantuma-ta il prossimo 21 maggio nel giardino delle scuole medie di Comezzano-Ciz-zago. Una pianta piccola, è vero, ma dalla storia incredibile: discende infat-ti da un albero di cachi sopravvissuto allo scoppio della bomba atomica a Nagasaki nel 1945. Il botanico che lo ritrovò in parte intaccato dalle fiam-me e tuttavia così tenace da riuscire a sopravvivere, il dott. Ebinuma, ne comprese immediatamente l’enorme valenza come simbolo di attaccamen-to e di amore per la vita. Nacque così il progetto di distribuirne piantine figlie in tutto il mondo, per diffondere l’im-portante messaggio che esse portano con sé. È merito del prof. Giovanni Quaresmini, dirigente dell’istituto comprensivo “Oscar Di Prata” – al quale la scuola media di Comezzano-Cizzago appartiene – e referente pro-vinciale per l’educazione ambientale, aver aderito a questa iniziativa che ne-gli anni ha fatto tappa in molte scuole della provincia. La cerimonia inizierà sabato mattina e prevede, a contorno

della piantumazione dell’albero, pre-vista per le 9.30, esibizioni musicali e due momenti molto importanti: si terrà infatti in quest’occasione la pre-miazione del Simposio internazionale di scultura in marmo organizzato pro-prio dal Comune dal 9 al 20 maggio, con la partecipazione di sei artisti di caratura mondiale, dedicato al tema “Identità a confronto”. Inoltre, osser-vando un minuto di silenzio e offren-do alla delegazione giapponese pre-sente le offerte raccolte dagli alunni, si farà memoria della recente tragedia naturale che ha investito il Paese del Sol Levante. Due eventi, la bomba di 66 anni fa e la catastrofe odierna, che sembrano legati da molteplici, tristi, richiami, a cui guardare però con il medesimo spirito: con indomito co-raggio e un’insopprimibile voglia di vivere, di tornare a fiorire. (f.u.)

Presso la Sala dei Disciplini sabato 21 maggio alle 19 viene inaugurata la mostra “La cartamoneta del Risorgimento 1848 - 1870” curata dall’Associazione culturale Carmagnola con il patrocinio del Comune e con la collaborazione della Croce Rossa di Castenedolo. Sono stati pensati una serie di appuntamenti e di incontri, sempre presso la Sala dei disciplini, dal 21 al 29 maggio.Domenica 22 maggio dalle 17 c’è la giornata dedicata alla Croce Rossa e Mezzaluna rossa

alla presenza della dott.ssa Loretta Forelli, presidente del Comitato provinciale della Croce Rossa Italiana. Segue un incontro con il dott. G. Franco Guglielmi sul tema “La forza di un’idea, ritratto di un movimento internazionale”. Martedi 24 maggio alle 20.30 la proiezione di filmati risorgimentali e in anteprima il video “Tuo Nal”: gli ultimi giorni a Brescia del cap. Narciso Bronzetti realizzato dai ragazzi delle classi III Igea dell’Istituto superiore Piamarta di Brescia. Giovedi 26

maggio alle 20.30 la presentazione del libro “Barricate e Battaglie”. L’autrice Alessia Biasiolo dialogherà con il giornalista Sergio Isonni. Ai presenti al termine della serata verrà dato in omaggio una copia del libro. Sabato 28 Maggio alle ore 20,30 il “Risorgimento in parole e musica” con la partecipazione di “Corale morenica di Padenghe diretta dal maestro Arabella Cortese; soprano Arabella Cortese, al pianoforte Stefano Ghisleri con la partecipazione dell’attore

Sergio Isonni. Domenica 29 maggio alle 17.30 una serata dedicata al Risorgimento bresciano con la lezione del prof. Riccardo Bartoletti. Mercoledi 15 giugno, infine, alle 20.30 viene ospitato un dibattito conclusivo delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, alla presenza di storici e rappresentanti locali di Castenedolo e Rezzato. La mostra resta aperta il sabato e festivi dalle 10 alle 12 e dalle 16.30 alle 19.30; nei giorni feriali dalle 20 alle 22.

l 12 maggio, in Villa Mazzotti, si è discusso con tecnici, po-litici e cittadini della Brebe-mi, opera che sta prendendo corpo e che sta trasformando

e trasformerà sotto diversi aspet-ti, da quello ambientale a quello economico, il territorio bresciano. Chiari in particolare, con la realiz-zazione di un casello e due aree di sosta, risulta essere tra i Comuni più interessati dall’opera. All’in-contro era stato invitato anche il viceministro alle infrastrutture e trasporti Roberto Castelli che, non riuscendo ad essere presente, ha inviato una lettera in cui sotto-lineava l’importanza della Brebemi, anche in vista dell’Expo 2015, pur riconoscendo che “l’opera compor-ta inevitabilmente un sacrificio in termini di impatto ambientale e di consumo del territorio”. L’intento della Brebemi è di attrarre una par-te significativa del traffico di lunga percorrenza (soprattutto quello pe-

anche l’Osservatorio grandi infra-strutture per monitorare le opere di mobilità come Brebemi, Tav ed il metanodotto Snam; Osservato-rio che si è rivelato un utile tavolo di confronto e di coordinamento tra l’Amministrazione comunale, la società di progetto Brebemi e i cittadini per risolvere le vertenze e garantire l’avvio del cantiere. Si è riusciti anche a risolvere le questio-ni legate a quei cittadini che hanno visto la casa o la ditta espropriati a causa del passaggio della BreBeMi e a cui l’Amministrazione ha dato la possibilità di ricollocare i volu-mi demoliti in qualsiasi area del Comune, anche e soprattutto nel-le zone a destinazione agricola. A Chiari arriverà anche un finanzia-mento di 4 milioni di euro a fondo perduto per realizzare la Tangenzia-le nord, che chiude l’anello tangen-ziale esterno a Chiari per lasciare il traffico pesante al di fuori del cen-tro cittadino.

sante) che attualmente si concen-tra sulla A4, o congestiona la via-bilità ordinaria assediando i centri abitati delle pianure bergamasche e bresciane. Al convegno era pre-sente invece il sindaco di Chiari, se-natore Sandro Mazzatorta, che ha ammesso che Chiari ha negli anni cambiato parere sull’opera, arri-vando, nel Consiglio comunale del 27 luglio 2004, a deliberare parere favorevole al progetto dell’opera con un netto cambiamento di rotta da parte dell’Amministrazione co-munale, fino a quel momento for-temente contraria”. Dal 2004 è nato

Page 14: La Voce del Popolo 2011 20

ranco Gelfi, presiden-te del Consorzio Bim di Valle Camonica, ha in-viato una lettera a tut-ti i dirigenti delle case

di riposo del territorio nella quale dice d’aver ricevuto dal coordina-tore dell’Upia (l’Associazione che raggruppa le Case di riposo), on. Francesco Ghiroldi, una proposta di progetto di grande interesse. “Si tratta – scrive – della disanima dei problemi legati alle case di riposo e dei Cdi operanti nei Comuni del Bim e di una ipotesi operativa che ritengo utile sottoporre alla vostra attenzione per convenire con voi l’impegno su una tematica così im-portante”. In rapida sintesi, vengo-no poi offerti alcuni spunti: soggetti interessati 1.000 ospiti, 1.000 dipen-denti (tra diretti e indiretti, di circa il 95% donne), 19 Amministrazioni comunali, 17 Case di riposo, 2 Cen-tri diurni integrati, 76mila abitanti. Il problema è la tenuta del sistema delle Case di riposo nella gestione dei servizi agli anziani a causa del-la modifica dei trasferimenti alle Rsa, in atto da parte della Regione (“budgettizzazione” e taglio del 2%, che vuol dire 300mila euro in meno all’anno). Queste nuove modalità di erogazione si ripercuotono sul sistema finanziario delle Rsa: esse sono esposte per oltre 40 milioni di euro di mutui. Il problema viene

guente aggravio dei costi. Con le “esposizioni” bancarie in atto e la probabile modifica verso l’alto dei tassi di interesse, viene messa a se-rio rischio la tenuta della struttura finanziaria delle fondazioni con la conseguenza di dover aumentare le rette, attivando una spirale negati-va che influirebbe sulla percentuale di saturazione dei posti letto, per-ché troppo onerosi. L’Upia di Val-camonica propone quindi al Bim di intervenire finanziariamente a so-stegno di un’importante innovazio-ne che – a questo punto – consenti-rebbe a tutte le Case di riposo e Cdi di avviare la informatizzazione di importanti procedure interne con l’ausilio della “Banda larga”, attività nella quale il Bim è “leader” lungo tutta la vallata dell’Oglio. Il proget-to consentirebbe a tutte le struttu-re, delle quali sino ad ora abbiamo detto, di essere all’avanguardia e di ottenere le “premialità” econo-miche che la Regione Lombardia assegna annualmente. Franco Gel-fi conclude la sua missiva: “Poiché l’importo è significativo, anche se modesto se rapportato al volu-me finanziario che ruota intorno a queste importanti attività sociali, vorrei invitare i signori presidenti e i signori sindaci interessati ad un incontro illustrativo, prima di pro-porre all’assemblea del Bim questo straordinario impegno”.

Torna in Valle Camonica il Festival multiculturale di Abbracciamondo, con un’edizione 2011 che si preannuncia scoppiettante, ricca di appuntamenti e di sorprese. Anche per quest’anno, infatti, un ricco calendario di serate tornerà a proporre spunti di riflessione e di dialogo tra culture, all’insegna dello spettacolo, della socializzazione, del dialogo. Abbracciamondo è un vero e proprio ponte che unisce, che

mette in contatto i popoli e le genti, al suono di uno strumento musicale, di uno spettacolo teatrale, di una discussione in continuo divenire, aperta a tutti. Dal 26 maggio 2011 Abbracciamondo torna quindi a calcare il territorio valligiano, dopo l’edizione 2010 che ha visto fra i protagonisti alcuni nomi di prim’ordine della scena culturale italiana e internazionale, fra i quali Moni Ovadia, lo storico gruppo degli Inti-Illimani, i più

locali Luf. Il programma della nuova edizione sarà presentato durante la conferenza stampa del festival: l’appuntamento è fissato per il 24 maggio alle 16.30, all’interno della sala consigliare del Comune di Malegno. Sarà l’occasione per svelare gli eventi di un vasto calendario tessuto da Casa Giona, da 15 Amministrazioni comunali coordinate come sempre dal Comune di Malegno (nella foto), e dal Distretto culturale di Valle

Camonica. Il Festival è alle griglie di partenza. La Valle Camonica avrà l’occasione, ancora una volta, di poter scambiare opinioni e punti di vista sulla propria identità, a contatto con le diverse culture e i diversi stili di vita delle mille identità dell’Altro: un dialogo tutto in progress, che procede per addizioni, per scambi culturali e spunti di riflessione che Abbracciamondo continuerà a fornire con la consueta passione. (s.m.)

acuito dalla difficile gestione degli ospiti, poiché le Rsa vengono sem-pre più usate come supporto alle dimissioni ospedaliere, con conse-

Page 15: La Voce del Popolo 2011 20

omenica 22 maggio lo stadio della città di Darfo Boario Terme ospiterà per il 20° anno consecutivo uno degli

avvenimenti sportivi e sociali più importanti della storia della città e della Valle Camonica: si tratta del “Meeting di atletica leggera” per disabili, posto sotto l’egida della Fisd (Federazione italiana sport per disabili intellettivi e re-lazionali). Il Meeting, nato nel maggio 1992, con la collaborazione del Panathlon Club Vallecamonica, per i primi due anni ospitava atleti di squadre e as-sociazioni provenienti da varie par-ti del nord Italia. la Vallecamonica, a quei tempi, era al suo anno zero. Oggi la Polisportiva Disabili Valleca-monica conta almeno 120 atleti, dei quali 90 hanno gareggiato a livello regionale e nazionale, con alcuni at-leti paralimpici in categoria difficili e molto combattute: lo sci, il judo, il tiro con l’arco, il nuoto. Negli anni anche la Polisportiva ca-muna si è data una specializzazione: in fatti da qualche anno gli sforzi dei dirigenti, dei tecnici, degli allenato-ri e dei volontari sono puntati prin-cipalmente ai disabili intellettivi e relazionali. Si tratta di una necessaria specializ-zazione, peraltro in categorie “cri-tiche”, che ha consentito a tutto lo staff della Polisportiva di crescere in qualità, competenza e succes-so. Già: perché parlando di attività sportive a livello amatoriale e ago-

nistico, bisogna parlare anche di risultati, che gli atleti di ogni età e abilità (o meglio “diversa abilità”) hanno ottenuto. Sono ben 16 le discipline sportive in cui la Polisportiva opera: atleti-ca leggera, sci alpino, basket, boc-ce, calcio, nuoto, ippoterapia, tennis in carrozzina, handbike, sci nordico, vela, tandem non vedenti, ciclismo, tiro con l’arco, tiro a volo, tiro a se-gno. E in tutte le discipline ci sono

atleti, maschi e femmine, che ec-cellono e che ottengono importan-ti risultati. Da sempre, cuore pulsante di questo gioiello di solidarietà nel-lo sport è Gigliola Frassa, figlia di quel Guido Frassa che già ne-gli anni ‘60 pensava allo sport per disabili. Allora erano tempi pionieristici e coraggiosi: oggi la società e la cultura sportiva e la rete di soli-darietà sono molto più diffuse e le competenze sono passate dal-lo stadio dell’intuizione a quello dell’organizzazione con sicure ba-si oggettive. Con Gigliola fin dall’inizio ha con-diviso questo forte impegno anche Angelo Martinoli, suo marito: e in-sieme hanno saputo costruire, con tanti volontari, questo miracolo ca-muno che oggi ha allargato le sue braccia a tutto il Sebino bresciano e bergamasco, alla Valle di Scalve ed all’alta Valle Seriana. Domenica 22 maggio il fischio d’inizio, con il giuramento dell’at-leta, sarà alle 9.30, con puntuali-tà meticolosa come da 20 anni a questa parte.Le gare sono state studiate con un programma ridotto per dare più spazio alla festa degli atleti che ini-zierà alle 16 presso il Centro spor-tivo: anche questo è il Meeting di atletica leggera che in 20 anni ha saputo diventare il sicuro riferi-mento per i disabili che praticano sport e, soprattutto, uno strumen-to di ulteriore integrazione.

Le fibre ottiche sono filamenti di materiali vetrosi o polimerici, realizzati in modo da poter condurre la luce. Esse permettono di convogliare e guidare al loro interno un campo magnetico di frequenza sufficientemente alta. Vengono impiegate nelle telecomunicazioni e nella fornitura di accessi di rete a lunga banda cablata. Nel corso del 2005 (ancora al tempo della presidenza di Edoardo Mensi) il consorzio Bim di Valcamonica (con l’aiuto della Provincia) aveva speso

oltre sei milioni di euro per la posa dei cavi di collegamento lungo tutto il sedime della ferrovia Brescia-Iseo-Edolo per 70 chilometri di lunghezza: una sorta di “autostrada” che costituiva la dorsale, da cui poi avrebbero dovuto dipartirsi i vari allacciamenti. Peccato però che da allora il progetto fosse fermo e silente. Adesso la notizia: il presidente del Bim, Franco Gelfi (nella foto) ha in mente di pubblicare quanto prima un bando che scelga una società

a cui affidare la gestione delle fibre ottiche lungo l’intera vallata dell’Oglio. Si ipotizza una società mista (pubblica e privata) con il 60 % di capitale pubblico ed il 40 % privato. Una compagine con capitale sociale di 100mila euro e un amministratore unico. Sembra come se Gelfi abbia voluto togliersi il pensiero di aver sulla scrivania questa pratica relativa ad un costosissimo investimento abbandonato a se stesso e soprattutto infruttuoso, anche

perché il Bim sta ancora pagando le rate del mutuo che ha acceso a suo tempo per l’“Autostrada” telematica. Effettivamente era ora di tornare alle fibre ottiche per completarne l’impianto. La questione, è stato annunciato, dovrebbe risolversi entro settembre. Come incentivo per la società da fondarsi, il Bim condonerà i primi due anni d’affitto: sarà una sorta di autofinanziamento per la nuova istituzione. Compito della società sarà quello di sfruttare al massimo la rete esistente.

Page 16: La Voce del Popolo 2011 20

ompie 90 anni la banda Ottorino Respighi di Ta-vernole fondata nel 1921 grazie all’interessamen-to del parroco don Do-

menico Franchi, del sindaco Da-vide Pelizzari, Felice Mineni presi-dente dei Combattenti, Giuseppe Porteri della Banca Triumplina S. Filastrio, Mario Bonanomi mare-sciallo dei Carabinieri, Battista Mi-neni ed Andrea Negretti, gruppo rappresentativo dell’intero paese civile, religioso, economico. Davano così corpo a una tradizione di interesse per la musica legata al-la festa in ricordo di don Gherardo Amadini, venerato sacerdote alla cui preghiera in punto di morte la credenza popolare fa risalire la fi-ne del colera del 1836 che lo aveva visto generoso assistente dei mo-ribondi.Si diede rigido e severo statuto (gli allievi custodivano lo strumento obbligandosi a ripararlo quando il

cato nel 1996, 75° della fondazione, ne racconta le vicende. Attualmente la presiede Rosanna Gagliandi con vice Andrea Micheli, segretaria Santina Cantoni, tesorie-re Gerardo Ferri. Il maestro è Cesare Cavaioni: il 12° succeduto nel 2003 al maestro Cle-mente Duni che lo era da oltre 20 anni dopo Rocco Consoli, Giovan-ni Gatti, Pietro Monchieri, Gentile Vasini, Egidio Vincoli , Francesco Consoli (figlio del primo maestro Rocco), Gino Fogliata, Ugo Orlan-di, Lorenzo Bianchi, Claudio Mon-donico. I componenti sono 35 con una me-dia di età di 30 anni che garantisce il futuro. Infatti fiore all’occhiello è la scuola di musica: “vivaio” che cresce in collaborazione anche con le elementari del paese dove è in corso un progetto scolastico: Ca-vaioni e l’insegnante di pianoforte Fabio Bennardo stanno tenendo lezioni di presentazione dei vari

danno veniva da loro incuria) ed affidò al maestro Rocco Consoli di Marcheno la direzione. È seguita tutta una storia profon-damente legata al paese (sono ol-tre 250 i musicanti succedutisi negli anni di padre in figlio) anche “po-liticamente”: infatti mal sopportò le disposizioni fasciste a costitu-irsi in sezione dell’Opera naziona-le Dopolavoro, fino alla dolorosa interruzione dell’attività nel 1937. Ma ricominciava già nel 48, senza più interromperla col parroco don Angelo Bianchi e presidente il cav. Angelo Mineni. Un bel libro pubbli-

Sabato 21 e domenica 22 maggio Villa Glisenti farà un salto indietro nel tempo di otto secoli, trasformando il suo verde parco in un accampamento medievale, con menestrelli ad allietare la gente, sfide cavalleresche, gare di tiro con l’arco, caccia con il falco e una carrellata di antichi mestieri come quello del fabbro, del coniatore di monete, dell’armaiolo. Una festa a tema medievale organizzata dall’associazione Valtrompia Storica in collaborazione con il gruppo

di rievocazione storica Sagitta Imperiali a coronamento di un progetto partito da lontano. “Già quest’inverno – dice il presidente Armando Signorini – avevamo partecipato a un bando della Fondazione comunità bresciana, riuscendo a istituire il primo concorso letterario ‘Storie dalla Valle per una Valle di storie’, realizzato grazie al prezioso aiuto del Sistema dei beni culturali, con un grande aiuto fornito dallo storico Franco Ghigini, che ha fatto

da tutor, tenendo i contatti fra le classi e il sistema archivistico”. Un concorso al quale hanno partecipato 13 istituti scolastici della Valle per un totale di 24 classi di 4° e 5° elementare e 1° media. “Siamo stati molto contenti della partecipazione avuta – aggiunge Signorini – e proprio domenica 22 alle ore 16 premieremo i migliori elaborati con una lavagna multimediale: per la sezione del racconto fantastico ha vinto la classe 1° B della scuola media “F. Bertussi” di Marcheno,

con un testo dal titolo ‘Avventura al conventino’; per la sezione di ricerca storica primo posto alla scuola primaria di Pezzaze, con le classi quarte e quinte che hanno composto un breve saggio dal titolo ‘Le radici sono nel nostro passato. Il bosco: ieri da coltivare oggi da conservare’. Un grande successo e sicuramente un’esperienza che vorremmo ripetere e far diventare una tradizione, così come l’evento della festa”. Per informazioni, www.valtrompiastorica.it.(a.a.)

Dal primo progetto risalente a vent’an-ni fa si arriverà sabato 21 maggio, alla presenza della banda civica, all’inau-gurazione della nuova piazza di Lu-mezzane San Sebastiano, intitolata a Giovanni Paolo II. Tanto tempo per vedere completati i lavori, ma il ter-mometro del gradimento pare esse-re a livelli non troppo elevati. Moti-vo principe dei dissapori quel muro che compare sulla curva delimitante il confine est della piazza: dieci me-tri per tre di calcestruzzo, dietro cui campeggia un blocco marrone in ce-mento armato destinato ad attività commerciali. Sul muro sorgono gran-di perplessità, viste e considerate le dichiarazioni del sindaco valgobbino Silverio Vivenzi sul Giornale di Bre-scia di giovedì 12 maggio quando af-fermava che “prima si doveva finire

l’opera e poi, dato che si tratta d’un semplice muro, verrà abbassato no-tevolmente; al suo posto sarà ricava-ta un’aiuola”. Ci si chiede allora che senso abbia avuto diramare un bando di concorso (scadenza lo scorso 14 dicembre 2010) e denominato “Oltre il muro” per decorare il muro stesso con un’opera d’arte e abbellire la na-scente piazza. Un concorso del quale non si è più saputo niente e che pare non aver trovato alcun vincitore, da-ta la decisione (a questo punto pare di capire preventiva) dell’ammini-strazione comunale di abbattere quel grigio muro della discordia. Fatto sta che a restare in piedi sono i malumo-ri di una parte della cittadinanza per la nuova area di 6.500 metri quadrati che, nelle intenzioni, dovrebbe diven-tare un luogo di aggregazione.

strumenti, pratica e ritmo musicale propedeutici al corso che comince-rà in autunno.Ha vicina concretamente l’intera comunità: c’è un particolare tesse-ramento di “soci sostenitori”. Per celebrare il 90° si è predisposta una serie di eventi fino ad ottobre con prestigiosi concerti presso l’an-tico Forno Fusorio e si dà il via fe-steggiando un’altra ricorrenza, pez-zo di storia della banda: il 30° del classico raduno bandistico. Una

quattro giorni che inizia giovedì 19 con apertura stand gastronomico in piazza Mercato e serata dedica-ta ai giovani. Venerdì 20 maggio è in programma la cena con amici e simpatizzanti ed il concerto dei Malghesetti; sabato il raduno dalle 15 della Respighi coi Musicanti di Provaglio e Banda di Collebeato. La banda conclude domenica (fe-lice circostanza) il servizio per il 50° dell’Avis locale, altra realtà si-gnificativa del territorio.

Page 17: La Voce del Popolo 2011 20

Il bene più prezioso per tutti noi, l’acqua, sarà al centro del dibattito che il Gruppo di acquisto solidale Gastrompia ha organizzato per martedì 24 maggio presso la biblioteca comunale del Bailo di Sarezzo. “Ce la beviamo? La qualità dell’acqua potabile in Valtrompia”, questo il titolo scelto per la serata programmata per fare chiarezza sulla situazione idrica della nostra Valle, sullo status attuale dell’inquinamento e gli effettivi rischi per la salute di

tutti i triumplini. Nell’occasione interverrà Diego Toscani, appena riconfermato presidente di Asvt (Azienda servizi Valtrompia, ndr), che proprio negli scorsi giorni ha ribadito l’importanza di avviare al più presto il tanto atteso progetto di depurazione degli scarichi valligiani. Insieme a lui sarà presente anche il professor Pietro Apostoli, professore ordinario di medicina del lavoro e Direttore dell’Unità operativa d’Igiene e tossicologia agli Spedali

civili di Brescia. Infine, porterà la sua esperienza diretta anche il professor Paolo Vitale, biologo e docente al Liceo “Niccolò Copernico” di Brescia, oltre che membro di Legambiente. L’appuntamento è per martedì 24 maggio alle ore 20.30 presso la biblioteca di Sarezzo.Per informazioni dettagliate visitare il sito web www.gastrompia.ilbello.com o mandare un’e-mail a [email protected].

Le associazioni di volontariato e le cooperative che operano con i diversamente abili di Lumezzane, Gardone, Villa Carcina e Nave, or-ganizzano una camminata sulla pi-sta ciclabile che costeggia il Mella per sensibilizzare sul tema della disabilità. I partecipanti si ritrova-no alle 10 del 28 maggio sulla pista ciclabile (Concesio zona Cembre e Sarezzo zona Ponte Vecchio di Noboli). Per info e per prenotare il pranzo all’oratorio di Carcina, si può chiamare il 3336261328.

rriva all’importante tra-guardo del decimo an-no il Summer Festival organizzato nel piazza-le delle piscine di Lu-

mezzane Piatucco dall’associazione Gaim (Giovani amici in missione). Si tratta di una rassegna che per quattro giorni cerca di coinvolgere lumezza-nesi e valtrumplini all’insegna della musica, portando l’attenzione sulla missione presente in Malawi. “Da quando abbiamo cominciato questo festival – dice Alessandro Boschetti, presidente Gaim –, lo scopo è rima-sto sempre quello di aiutare questo

disastrato Paese: stretto fra i confini di Mozambico, Tanzania e Zambia, il Malawi ha uno fra i più bassi redditi procapite del mondo. Tutto quel che ricaviamo dalla festa va a costituire un fondo che ci consente di offrire migliori opportunità di vita e lavoro ad alcune persone che abitano que-sto piccolo stato africano”. La mani-festazione prenderà il via venerdì 20 maggio alle ore 18.30, proseguendo con l’appuntamento delle 22.30: sul palco saliranno i componenti della Shoulder Band (www.shoulderband.it), nata nel 2008 come progetto di cover band a 360° e un repertorio

che spazia dai classici del pop e rock straniero alla disco anni Settanta si-no ai grandi classici della musica italiana da cantare e ballare. Sabato 21 maggio, invece, si comincerà alle ore 15 con una simulazione da parte dei volontari della Croce Bianca; alle 19.30 la cena con spiedo e alle 22.30 l’appuntamento clou con la musica rock dei Traffika (www.traffika.it). Domenica 22 prima della maratona musicale (inizia alle 19) c’è il pran-zoa base di spiedo a mezzogiorno. “Siamo giunti alla decima edizione – chiude il presidente Boschetti –, comunque confidiamo di ritrovar-

ci ancora qui a festeggiare fra dieci anni, continuando a portare avanti il progetto principale della nostra as-sociazione, ossia riuscire a mettere in atto adozioni a distanza per aiu-tare tutti i bambini orfani della mis-sione, favorendo l’istruzione dalla scuola materna a quella secondaria, e riuscendo a creare con le offerte dei singoli un “fondo comune” con il quale aiutare indistintamente tut-ti i bambini”. Per informazioni sulla festa e sull’attività dell’associazione Gaim: [email protected], [email protected], [email protected].

Page 18: La Voce del Popolo 2011 20

ul Garda si respira aria d’estate e nelle splendide località affacciate al Be-naco si moltiplicano gli appuntamenti.

A partire da venerdì 20 Padenghe ospita “Padenghe Verde”, esposi-zione dedicata a tutti gli aspetti del giardino, dal florovivaismo all’arre-do ed illuminazione degli ambien-ti verdi, dall’irrigazione alle pisci-ne. Fino a domenica 22 i visitato-ri potranno apprezzare, nelle sale del palazzo comunale, la mostra di pittura, scultura e design “Sulla rosa ed altri fiori”, fare acquisti e prendere parte ai numerosi eventi collaterali, lezioni pratiche di giar-dinaggio, spettacoli di musica e intrattenimento. Info: www.paden-gheverde.it.Risaliamo il lago fino a Gardone Riviera per il “Vintage Design & Fashion Market”. Sabato dalle 10 alle 23 e domenica dalle 10 alle 19 il lungolago Gabriele D’Annunzio si trasformerà in un mercatino do-ve tutti gli appassionati del vinta-ge potranno trovare abbigliamen-to ed oggettistica legati a questo fantastico mondo. Per chi lo desi-dera c’è la possibilità di visitare la splendida Isola del Garda. Situata a poche braccia d’acqua da San Fe-lice del Benaco, deve il suo fasci-no alla straordinaria villa in stile neogotico veneziano, progettata dall’architetto Luigi Rovelli nei pri-mi ‘900; un’imponente costruzione armonica, ricca di particolari ar-chitettonici sorprendenti. Ai suoi piedi terrazze e giardini all’italiana digradano fino al lago. Tutt’intorno la vegetazione è rigogliosa e intat-ta, ricca di piante locali, esotiche, essenze rare e fiori unici. Una sel-va armonica di pini e cipressi, di acacie e limoni, di magnolie e aga-

vi. Info: 3332043201. Proseguiamo per Bogliaco, dove i giardini di pa-lazzo Bettoni fanno da naturale pal-coscenico a “Il giardino di delizia”, divenuto negli anni, per gli appas-sionati del verde, appuntamento importante a livello nazionale per l’elevato livello qualitativo degli espositori, per la ricerca scienti-fica nel recupero delle tradizioni e dell’innovazione. I volontari del Fai, sabato e domenica dalle 10 al-le 19, guideranno i visitatori, con un sottofondo di musica barocca, alla scoperta delle colture di oli-vi, delle limonaie, del ninfeo e del parco che nei secoli hanno reso il

Il Campionato d’Europa per i velisti con disabilità motorie, in programma sul lago di Garda dal 24 al 29 maggio, si arricchisce di un nuovo partner. Ad affiancare Fondazione Asm e Isomet, arriva il Gruppo Camozzi, azienda da sempre attenta alle tematiche della disabilità, essendo legato a diverse iniziative note come i Camozzi Doubles Masters, i Campionati Internazionali di tennis su sedia a rotelle, oppure il progetto di vela per non vedenti di Homerus. Il

Gruppo Camozzi nasce nel 1964 quando i tre fratelli Luigi, Attilio e Geromino Camozzi iniziano la produzione di componenti pneumatici per l’automazione industriale. All’Europeo del lago di Garda saranno in gara 40 equipaggi di 10 Nazioni. E la Coppa delle Nazioni sarà intitolata a “Pam” Marsilio Pasotti, grande sportivo bresciano. Le regate dell’Europeo Disabili saranno coorganizzate dal Circolo Vela di Gargnano e da Hyak Onlus.

Prosegue al Museo del divino infante l’esposizione degli ex voto che affianca le oltre 200sculture italiane del Bambino Gesù: la collezione Hiky Mayr rappresenta infatti la più importante rassegna di opere figurative del Divino Infante. L’ex voto dipinto associava la funzione di scioglimento del voto a quella di ampliamento del culto attraverso la comunicazione della grazia ricevuta: La direttrice della fondazione ha qui riunito il frutto di una ricerca che si svolge

da quasi 40 anni. Collezionista, architetto e anche restauratrice: la Mayr si dedica infatti a un lavoro di recupero e restauro delle statuette esposte. La mostra di ex-voto si può visitare fino al 2 ottobre con i seguenti orari: venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 fino al 3 luglio e dal 2 settembre al 2 ottobre; tutti i giorni tranne il lunedì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 nel periodo dal 5 luglio al 28 agosto. Informazioni sul sito www.il-bambino-gesu.com.

giardino del palazzo uno dei siti gardesani più affascinanti. Tra le attività collaterali verranno orga-nizzati un laboratorio di orticoltura e un workshop di giardinaggio. La suggestione aumenta se si sceglie di approdare direttamente al por-to di Bogliaco con i battelli messi a disposizione dalla Navigarda. Info: www.ilgiardinodidelizia.it.Anche l’enogastronomia tiene ban-co. Fino al 29 maggio i ristoranti di Toscolano Maderno ripropongono “Garda con Gusto”, rassegna del pesce di lago e dei prodotti tipici locali. “Un appuntamento – spiega Ermes Buffoli, assessore al turi-smo della cittadina gardesana – che vuole essere laboratorio per un tu-rismo motivato, che integri le risor-se turistiche esistenti, archeologi-che, storiche e naturali, con aspet-ti e caratteri della tradizione e del-la cultura locale e che vuole farsi portavoce della salvaguardia delle specie ittiche indigene”. Info: www.comune.toscolanomaderno.bs.it.

Page 19: La Voce del Popolo 2011 20

Il Giardino di delizia è l’esposizione nazionale di piante e fiori rari a Palazzo Bettoni Cazzago a Bogliaco di Gargnano. L’appuntamento è per il 21 e il 22 maggio con la XI edizione. In un contesto unico per paesaggio e cultura del verde, gli appassionati che frequentano la mostra del lago di Garda sanno di ritrovare coltivatori, che ogni anno propongono le novità della loro produzione. Vicino al casello dei limoni si

incontra Ugo Fiorini dell’azienda “Belfiore”, con le sue piante da frutto antiche. Giancarlo Rosellini, che cura il disegno del parterre con limoni, cedri e chinotti in vaso, espone le sue collezioni di agrumi rari proprio nelle cedraie cinquecentesche, dove un tempo si coltivavano la famosa “madernina” ed il “cedro di Salò”. Poi è la volta della Floricoltura Franco Veimaro con una distesa di rose botaniche e una varietà di

piccoli frutti, del Vivaio delle Commande con superbe peonie e hosta, della Giardineria del Castello con fucsie, gerani e piante insolite, di Raziel con rari bulbi da fiore, dell’Azienda Agricola la Margherita con piante aromatiche e da orto, della Floricola Val Roya. Sabato 21 maggio dalle 10 alle 19 apertura della mostra al pubblico; domenica 22 maggio dalle 10 alle 19. Ogni giorno: concerti di musica barocca

sulla terrazza a lago e nel parco eseguiti dal gruppo “Mascoulisse quartet” (orario continuato); visite guidate dalle 10.30 alle 18 alle architetture del giardino prospettico e delle limonaie annesse, con illustrazione degli antichi sistemi di coltivazione degli agrumi, a cura del Fai; laboratorio di orticoltura per bambini; workshop di giardinaggio a cura della Scuola Agraria del Parco di Monza. Info al www.ilgiardinodidelizia.it.

’estate è quasi alle porte e il Comune e la Polisporti-va di Pertica Bassa hanno organizzato diverse ini-ziative aperte a tutti che

vanno dall’evento sportivo a quello culturale, dall’artistico all’enogastro-nomico, fino alle gite organizzate. Dopo l’inaugurazione del nuovo alle-stimento del Museo della Resistenza e del folklore valsabbino (frazione Forno d’Ono), sabato 14 maggio il museo ha partecipato alla Notte dei Musei con letture animate. Prossimo evento domenica 22 maggio: apertu-ra del museo dalle 15 alle 19.30; alle 17 il concerto del coro Mario Rigo-ni Stern Valsabbia-Valtenesi “Voci di montagna, di guerra e d’amore”, pres-so la Chiesa parrocchiale. Il Museo è inoltre aperto ogni prima e terza do-menica del mese, dalle 15 alle 18, con possibilità di organizzazione di visite guidate su prenotazione; seguiranno altre aperture straordinarie, come do-menica 17 luglio con una giornata per le famiglie passeggiando per i sentieri della Resistenza con pranzo al sacco. Per gli amanti delle passeggiate e del-le corse nella natura, sono previste diverse escursioni e gare agonistiche e non: domenica 22 maggio è possi-bile prendere parte alla camminata in Corna Blacca, una camminata di gruppo con partenza e arrivo dalla frazione di Ono Degno, località Pa-ghera, con una cena finale presso il ri-

fugio Amici Miei. Domenica 10 luglio sarà la volta della settimana edizione del giro del monte Zovo, un appunta-mento importante di corsa regionale competitiva lungo un percorso di 15 chilometri per gli atleti tesserati, e un altro di cinque chilometri non com-petitivo per i più piccoli. Domenica

24 luglio sarà la volta della gara di marcia inserita nel trofeo Marcia in Montagna “Montagne Valsabbine” di 11 chilometri con diversi livelli diffi-coltà lungo il percorso. Pura passeg-giata rilassante in compagnia, inve-ce, domenica 7 agosto fra i boschi di Levrange e del monte Zovolo con tappa al caratteristico Santuario del-la Neve. Curiosa, invece, l’iniziativa in programma domenica 22 agosto: la “Scalettata” consiste in una crono-scalata individuale a piedi fra le scale della frazione di Levrange che collega la parte bassa con quella alta del bor-go, il tutto in una suggestiva cornice notturna con il percorso illuminato da torce. Anche gli appassionati di arte non rimarranno delusi: domeni-ca 5 giugno l’estemporanea “Quanti colori intorno a me!” vede protagoni-sti piccoli artisti e le loro opere, men-tre da lunedì 13 a sabato 25 giugno si potranno consegnare le proprie foto-grafie con soggetto Pertica Bassa e le sue frazioni e partecipare alla prima edizione del concorso fotografico “Scatti di emozioni: le meraviglie na-scoste dei nostri paesi di montagna”, sia a colori che in bianco e nero. Ad agosto, inoltre, per cinque giornate si terrà la quarta edizione del simposio di scultura lignea presso la frazione di Forno d’Ono, a cura della Bottega di Scultura di Pertica Bassa. Per infor-mazioni e l’elenco completo di tutte le iniziative www.perticabassa.com.

Page 20: La Voce del Popolo 2011 20

a Franciacorta e l’Ovest Bresciano si scoprono meno “verdi” di quanto pensassero cercano di correre ai ripari attraver-

so politiche comuni su aria, acqua, traffico e Pgt. La seconda campagna di monitoraggio ambientale, pro-mossa dal progetto “Franciacorta Sostenibile”, ha delineato diverse situazioni di criticità nei 17 Comu-ni di un territorio che ha perso la propria specificità di “buon vivere” rispetto ad altre aree del Bresciano colpite da problemi ambientali an-nosi come discariche, inquinamen-to del terreno e viabilità ingolfata dalla presenza di trafficate direttri-ci di marcia. I risultati dell’attività di controllo di aria, acqua, traffico, rumore, consumo del territorio e altro ancora sono stati presentati martedì 17 maggio nella sede rova-tese di Cogeme, che attraverso la propria fondazione Cogeme Onlus collabora con l’Università degli Stu-di di Brescia ormai dal 2007 proprio su questi temi. All’incontro c’erano Maurizio Tira, docente della Stata-le responsabile del progetto, Gio-vanni Frassi presidente della Onlus

e Gianluca Delbarba, numero uno di Cogeme spa. Proprio Delbarba ha posto l’accento sulla necessità di risposte di sistema ai problemi emersi: “Il voto delle amministrative anche nel nostro territorio ha pre-miato quelle forze che hanno messo nel loro programma elettorale un’at-tenzione particolare al tema della salvaguardia e valorizzazione del territorio. È un dato positivo, che mi auguro si possa tradurre presto in scelte politiche lungimiranti. Ab-biamo davanti una sfida impegnati-va, ma ineludibile per il futuro del nostro territorio”. Fra i 33 indicato-ri ambientali monitorati da Cogeme in diversi ambiti (la messe di dati è disponibile, Comune per Comune, sul sito: www.franciacortasosteni-bile.org) è sicuramente l’aria quel-lo che preoccupa di più. Utilizzando un particolare indicatore elaborato

dall’Agenzia regionale per la prote-zione ambientale dell’Emilia Roma-gna, detto “Iqa” (Indice di qualità dell’aria), i ricercatori sostenuti da enti locali e Cogeme hanno tracciato un quadro tutt’altro che rassicuran-te per i polmoni dei franciacortini. Nessuno della dozzina di Comuni monitorati fra l’inverno del 2010 e quelli del 2011 ha fatto registrare una “buona” qualità dell’aria, con un peggioramento sostanziale ne-gli ultimi dodici mesi. “Accettabi-le” è solamente la qualità dell’aria di centri più piccoli come Erbusco, Paderno Franciacorta e Passirano. Decisamente critica, invece, la si-tuazione evidenziata a Rodengo Sa-iano, Castegnato e Paratico, dove la presenza di trafficate arterie viabi-listiche lascia in eredità ad ammi-nistratori e cittadini una “pessima” qualità dell’aria.

La Fondazione Villa Serena onlus si copre di pannelli fotovoltaici, pronti a produrre qualcosa come 70 Kw/h nei picchi d’esposizione ai raggi solari. “L’impianto era pronto già da tempo – ha spiegato soddisfatto il presiden-te Faustino Parietti –, ma solo pochi giorni fa, dopo i rallentamenti pro-vocati da alcune insolvenze da parte della ditta appaltatrice, è entrato in funzione”. Si tratta di un traguardo importante e che fa onore alla sto-rica Casa di riposo pontogliese che con questo progetto ha così scelto di rientrare a far parte nel panorama di tutti quegli enti (ahimè ancora pochi) decisi ad innovarsi, ma con un occhio di riguardo al porta foglio e alla sal-vaguardia dell’ambiente. Con l’ener-gia ricavata dall’impianto si prevede di coprire fino al 50% del fabbisogno energetico dell’intera Rsa e del vicino Centro diurno integrato. “L’impianto è stato finanziato con l’accensione di un mutuo da parte della Bcc di Pontoglio – ha specificato Parietti –: secondo il piano economico, pagando le rate del mutuo, insieme alla riduzione del co-sto sulla bolletta Enel e al contributo Gse erogato dallo Stato, si riuscirà a risparmiare ogni anno fino a 10mila euro”. Oltre all’impianto, nell’ultimo periodo anche altre migliorie hanno interessato la struttura: tutte le stan-ze sono state dotate di tv lcd, mentre, giusto in tempo per l’estate, saranno ultimati i lavori di climatizzazione e verrà sostituita una decina di let-ti a doppio snodo manuale con altri più moderni ed elettrici, per favorire maggiore confort agli ospiti e facilita-

re l’assistenza. Tutti i caloriferi saran-no dotati di speciali elettrovalvole che permetteranno di creare, in ogni sin-golo ambiente e a seconda delle varie esigenze, un microclima ideale. Sono state inoltre recentemente approvate tutte le opere di adeguamento struttu-rale da circa 150mila euro. Continua anche il progetto puzzle della Rsa che prevede di donare arredi per le stan-ze. Info 030/737155. (a.s.)

“Oltre al calendario delle celebrazioni, in occasione della festa del patrono San Costanzo, l’Assessorato ai servizi sociali ha consegnato all’Auser e alle Associazioni pisognesi il Fiat Doblò attrezzato per trasporto dei disabili nato dalla solidarietà delle aziende pisognesi e dell’Amministrazione comunale. In realtà sono due i mezzi che il Comune ha acquisito gratuitamente. Oltre all’automezzo citato è stata consegnata anche una Fiat Panda che sarà utilizzata

dai Servizi sociali del Comune. Il progetto si è potuto realizzare anche grazie alla generosità della aziende pisognesi che, attraverso la forma della sponsorizzazione, hanno contribuito all’acquisto, offrendo un supporto alle persone anziane e disabili pisognesi. “Pulmino Amico” è un esempio di sviluppo etico della solidarietà aziendale mettendo in collaborazione pubblico e privato in una azione comune rivolta alla più ampia condivisione delle problematiche sociali.

Quando un evento luttuoso colpisce una famiglia, oggi più di ieri, i costi dei servizi funerari possono tradursi in un ostacolo che mette in difficoltà chi vuol onorare il proprio defunto. Per andare incontro ai propri cittadini offrendo loro una opportunità per fruire dei servizi funebri con tariffe fisse e agevolate, la Giunta comunale ha approvato uno schema di convenzione per le sepolture nel cimitero del paese. “Le imprese di onoranze funebri che intendono aderire alla proposta

sottoscrivendo la convenzione -- commenta il vice sindaco Patrizia Turelli che ha presentato in Giunta la prpoposta -- devono essere in possesso di tutte le autorizzazioni e dei requisiti previsti dalla normativa ed avere a disposizione il personale ed i mezzi necessari per il regolare svolgimento del servizio”. La delibera assunta dalla Giunta è pubblicata integralmente sul sito del Comune che pubblicizzerà l’elenco delle imprese che aderiranno alla proposta.

Page 21: La Voce del Popolo 2011 20

a definizione “high tech – high touch” può avere molti significati pratici. Per esem-pio high tech vuol dire acce-lerare i tempi, spingere tut-

to verso l’immediato, il “tempo reale”. High touch significa avere tempo. High tech è chiedere alle persone di produr-re di più in tempi più brevi. High touch è dare valore al processo, consentire lo spazio per la scoperta. Tutto questo si applica anche alle organizzazioni sanitarie, nelle imprese private come nell’amministrazione pubblica. Gli in-fermieri di domani saranno sempre più high-tech: è una necessità delle organizzazioni e delle professioni. Dati

e informazioni utili e necessari imme-diatamente disponibili. Gli infermieri tuttavia non possono e non vogliono sottrarsi al tempo prezioso dedicato all’ascolto attento e partecipe. Molti gesti nella nostra professione posso-

no avvalersi delle nuove tecnologie ma molti altri devono rimanere ad alto contenuto relazionale e valoriale. Hi-tech è il palmare nella mano dell’infer-miera. Hi-touch è la mano del paziente tra le mani dell’infermiera. Hi-tech è la ricezione telematica di una diagnosi o di una terapia, hi-touch è comunicare con gli sguardi e i gesti che curano, an-che quando non è più possibile parlar-si. Hi-tech è la cartella infermieristica informatizzata in pediatria, hi-touch è un massaggio rilassante nel bambino ricoverato (e spesso impaurito). Non a caso nel nostro simbolo sono da sempre raffigurate le mani tanto che nell’ultima versione stilizzata del logo,

hanno preso ancora più spazio lascian-do sullo sfondo la fiamma della mitica lampada con cui la Nightingale, fonda-trice delle Scienze Infermieristiche, si aggirava tra i feriti della guerra di Cri-mea. High tech è la teleconferenza. Hi-gh touch è la stretta di mano. High tech è aggiornare le apparecchiature. High touch è educare le persone. Le risorse umane sono il fattore di successo ne-gli ospedali come nella concorrenza globale. L’unico fattore di superiorità competitiva rimasto in ogni contesto sono le persone, con i loro cuori e i lo-ro cervelli. L’innovazione e lo sviluppo del nostro sistema Salute (nell’ambito dell’auspicata crescita del sistema Pa-

ese) dipenderà da quanto bene sapre-mo combinare il bisogno di contatto umano con un mondo di alta tecno-logia. Consapevoli che dimenticare il “tocco umano” porta a un cattivo uso delle tecnologie. La sfida che la pro-fessione infermieristica ha davanti è imparare a equilibrare le meraviglie materiali della tecnologia con le esi-genze relazionali e spirituali della na-tura umana. Per quanto spazio si possa dare al telelavoro o alla telemedicina il contatto personale rimane insostitu-ibile. Più tecnologia introduciamo nei nostri servizi, più le persone vogliono stabilire una relazione, essere accolte, avere un’esperienza condivisa.

Tecnologia e Deontologia ProfessionaleAbbiamo scelto alcuni articoli del nuovo Codice Deontologico dell’infermiere che richiamano,

a vari livelli, l’importanza per i professionisti di essere sempre al passo con le scoperte

Articolo 1 L'infermiere è il professionista sanitario responsabile dell'assistenza infermieristica.Articolo 2 L'assistenza infermieristica è servizio alla persona, alla famiglia e alla collettività. Si realizza attraverso

ed educativa.Articolo 11 L'infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate. Aggiorna saperi e competenze attraverso

ricerca e cura la diffusione dei risultati.Articolo 12 L’infermiere riconosce il valore della ricerca, della sperimentazione clinica e assistenziale per

Articolo 23 L’infermiere riconosce il valore dell’informazione integrata multiprofessionale e si adopera affinché l’assistito disponga di tutte le informazioni necessarie ai suoi bisogni di vita.Articolo 27 L'infermiere garantisce la continuità assistenziale anche contribuendo alla realizzazione di una rete di rapporti interprofessionali e di una efficace gestione degli strumenti informativi.

Collegio Infermieri, Assistenti Sanitari e Vigilatrici d’Infanzia

Via Metastasio, 26 - Brescia – [email protected] - www.ipasvibs.it

IPASVI BSCOLLEGIO INFERMIERI DELLA

PROVINCIA DI BRESCIA

Page 22: La Voce del Popolo 2011 20

Dormire è il segreto per avere una buona qualità di vita. Purtroppo ansia e stress molto spesso vanno di pari passo con l’insonnia. Per l’uomo dormire è importante quanto bere o mangiare. Il sonno è fondamentale per la salute, per l’efficienza del sistema immunitario, le corrette funzioni organiche e il benessere. Al contrario, la mancanza di sonno, oltre ad interferire con i processi di crescita e ridurre le difese immunitarie, produce effetti negativi sulla

concentrazione, la capacità di decisione e l’efficienza. Per questo motivo è estremamente importante poter contare anche su supporti che facilitino e rendano confortevole il sonno. Il più importante è sicuramente il materasso, tanto che le aziende hanno sviluppato una intensa attività di ricerca. È il caso, per esempio, della Tecnoflex di Brescia. Nata nel 2007 come fabbrica di materassi, la società è all’avanguardia nella ricerca, progettazione e produzione dei

sistemi letto. Personale qualificato e macchinari moderni consentono di ottenere un prodotto realizzato in loco, funzionante, pratico, confortevole e duraturo. Tecnoflex, infatti, utilizza materie prime certificate per la sicurezza dell’uomo e delle strutture pubbliche e private, per la durevolezza delle prestazioni offerte, per la purezza del materiale impiegato. Tecnoflex produce sistemi per la prevenzione di piaghe da decubito e per la riduzione del dolore causato da postura scorretta.

li occhi sono come una macchina fotografica: in-quadrano un’immagine e la proiettano su una pel-licola sensibile, la retina.

Questa trasmette dei segnali che per-corrono il nervo ottico e raggiungono il cervello, dove le immagini prendo-no finalmente forma. La cornea, inve-ce, è la superficie trasparente dell’oc-chio. Ha la stessa funzione della lente di una macchina fotografica. L’iride determina il colore dell’occhio: nero, marrone, verde o azzurro. La pupilla è il foro circolare al centro dell’iride. Si restringe e dilata automaticamente, come il diaframma di un obiettivo, re-golando la quantità di luce che entra nell’occhio. Il cristallino consente la perfetta messa a fuoco delle immagi-ni sulla retina. Per mantenersi sano, l’occhio ha la necessità di ricevere continuamente ossigeno dall’esterno attraverso il film lacrimale. Ad ogni movimento, la palpebra distende sulla cornea il film lacrimale indispensabi-le al benessere dell’occhio. L’occhio, però, è un organo resistente, che sa

proteggersi da solo con le palpebre e le lacrime, ma trova molti nemici nel-la vita moderna: inquinamento atmo-sferico e fumo, illuminazione scarsa o troppo intensa, luce artificiale, scher-mo del computer e della televisione, raggi ultravioletti. Per avere sempre occhi sani e luminosi, basta osservare poche norme igieniche: oltre a proteg-gere dagli agenti già ricordati, in ca-so di arrossamento è necessario usa-re alcune gocce di prodotti idratanti specifici, eseguire impacchi decon-gestionanti con compresse di cotone imbevute di camomilla tiepida, lavare spesso gli occhi con bagno oculare. In caso di irritazioni persistenti è consi-

gliabile consultare il medico speciali-sta. Astigmatismo, miopia, presbiopia e ipermetropia sono i principali difetti che colpiscono l’occhio. L’astigmati-smo è spesso dovuto alla particolare forma della cornea. Può essere pre-sente sin dalla nascita e dà origine a una visione distorta e sfuocata, co-me se si guardasse in uno specchio curvo. La miopia, invece, è un difet-to consente una visione abbastanza nitida da vicino che diventa proble-matica sulle medie e lunghe distan-ze. La presbiopia fa invece parte del naturale processo di invecchiamento dell’uomo con conseguente perdita di elasticità del cristallino non più in grado di eseguire una corretta messa a fuoco degli oggetti vicini. Se, inve-ce, non si hanno problemi nella mes-sa a fuoco di oggetti lontano e questi si manifestano per quelli più vicini si è in presenza di ipermetropia. Nei bambini un’ipermetropia non trattata può portare a difficoltà nella lettura e affaticamento oculare. Controlli co-stanti possono aiutare a prevenire o a risolvere questi difetti.

OTTICA GIOIELLERIA

GOTTARDELLO

GHEDI - Via Cavour, 16 - Tel. 030 902118MANERBIO - Via Magenta, 54 - Tel. 030 9381562BRESCIA - Via della Volta, 6bis - Tel. 030 3534710

RAY BANCHANEL

DOLCE&GABBANA

PERSOLPRADA

TOM FORD

Page 23: La Voce del Popolo 2011 20

Intorno ai 50 anni, sempre più perso-ne in Italia iniziano a riscontrare diffi-coltà nel capire le parole. Ciò accade soprattutto in luoghi affollati, quali l’ambiente di lavoro e gli ambienti pubblici. Le cause principali del calo di udito, oltre all’età, possono esse-re disturbi cardiocircolatori, le otiti e l’inquinamento acustico dell’am-biente. Le statistiche confermano che spesso le persone con sordità non sono coscienti del problema, oppure hanno paura di affrontarlo. Trascu-rare o minimizzare questi problemi, però, può portare alla lunga a una ri-duzione della memoria e delle funzio-ni cognitive, oltre a causare difficol-tà di relazione con gli altri e senso di esclusione dalla società. Per questo è importante controllare la propria si-tuazione uditiva, effettuando periodi-camente un test dell’udito. Una sem-plice operazione che può essere effet-

tuata con una visita ai Centri acustici Auris di Brescia e Gussago. Si tratta di un gruppo che affronta con serie-tà e competenza il tema dell’udito ed i relativi problemi, soprattutto per le persone che necessitano dell’applica-zione di apparecchi acustici. Le figure di riferimento dell’organizzazione Au-ris sono gli audioprotesisti, ovvero gli operatori sanitari che applicano ap-parecchi acustici ed altri sistemi per l’udito. Il problema è affrontato con serietà e competenza da un gruppo di esperti e con le più moderne tecnolo-gie gli esperti sono a disposizione per il test gratuito dell’udito e l’applica-zione di apparecchi acustici che sono scelti in base alla diminuzione di udito della persona e sono costruiti su misu-ra, per avere il massimo adattamento estetico e migliorare il recupero uditi-vo di ciascuno. Presso i Centri Auris la prova degli apparecchi è gratuita.

Bastano pochi dati per evidenziare come quello dei disturbi uditivi sia un problema largamente diffuso in Italia. Sono infatti cinque milioni gli italiani affetto da un problema che tocca un anziano su tre. Si tratta dunque di un handicap tra i più invalidanti, per lo meno dal punto di vista sociale. Da qui l’interessamento che la cosiddetta “Sanità Pubblica” ha riservato, purtroppo solo ultimamente in maniera più efficace, a questo specifico deficit paragonandolo

in termini prescrittivi a quelli tipicamente funzionali come la sedia a rotelle, i busti ortopedici e via discorrendo. Due sono i decreti ministeriale che, attualmente, regolamentano la concessione dei presidi acustici. In base a questi decreti, rispetto alla passata regolamentazione, gli aventi diritto sono esclusivamente coloro i quali risultano riconosciuti invalidi per ipoacusia dall’apposita commissione medica che rilascia il certificato di invalidità. In verità

viene “ripescato” anche il concetto grazie al quale per accedere a tali benefici, sia sufficiente che il soggetto attesti con apposita documentazione il superamento del 30% di una qualsiasi invalidità, per farsi prescrivere gratuitamente, in presenza di un deficit uditivo serio, l’apparecchio acustico attraverso il Servizio sanitario nazionale. A questa categoria di aventi diritto sono da ascriversi tutti quelli in possesso di una invalidità per servizio o per infortunio sul lavoro.

Page 24: La Voce del Popolo 2011 20
Page 25: La Voce del Popolo 2011 20

“Va’, rimani nella tua cella e la tua cella ti insegnerà ogni cosa” (Detti 6,33,II). Abba Antonio, l’iniziatore del-la vita monastica cristiana, era solito ripetere: “Come i pesci muoiono se re-stano all’asciutto, così i monaci che si attardano fuori dalla cella”. Per secoli la cella è il luogo in cui il monaco im-para ad habitare secum, a conoscere se stesso, cercando Dio nella solitudi-ne e nel silenzio, impegnandosi a lot-tare contro le pulsioni malvagie che lo abitano per esercitarsi alla comu-nione con tutti gli uomini, attraverso la meditazione continua della Parola.La spiritualità della cella lungo i seco-li si è approfondita fino a identificare la cella con il cuore della persona. La preghiera ha il compito di unificare il cuore, renderlo semplice, puro (Sal

Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via”. Gli disse Tommaso: “Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?”. Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.

orrono parallele lungo la storia dell’umanità e se-gnano il confine tra visibi-le e invisibile, tra vedere e credere. Filippo chiede

di vedere il Padre e questo gli basta. Una richiesta da poco sulla bocca di chi vede come naturale poter veri-ficare le asserzioni con prove, con dati certi. Ma solo perché Filippo ha preso l’altra via, non quella che Ge-sù gli chiede di percorrere. Quella via è Lui stesso e l’ha appena detto a Tommaso che gli chiedeva quale fosse la strada sulla quale Lui, Ge-sù, stava per avventurarsi per tor-nare al Padre. D’un tratto, nel cuo-re dell’ultimo pasto con i discepoli, sembra che si parlino due lingue di-verse, che la parola di Gesù diventi improvvisamente strana agli orecchi dei discepoli. Si affaccia la tentazio-ne fondamentale di voler vedere e la scusa capitale, quella di non saper come fare. L’antidoto proposto da Gesù, l’essere Lui la via, la meta e il percorso è lontana dal cuore dei di-scepoli, tanto che si insiste per ve-

dere. E il disincanto di Gesù è così opportuno in quel ‘da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai cono-sciuto’ dove Gesù mette in campo un altro verbo che dovrebbe svegliare i discepoli, che dovrebbe risponde-re al non sapere e al voler vedere: è conoscere. E per conoscere occorre quel ‘tanto tempo’ che contraddice la fulminea apparizione del vedere e sbaraglia la misera scusa del non sapere. Non è possibile non sapere, non è possibile voler vedere. È tanto tempo, e tanta strada quella percorsa e non può essere invano. Eppure la strada parallela, quella del voler vedere, mostra troppo fascino per non tentare ancora. È lo scanda-lo di quel che si vede, della pochezza, della miseria dell’epilogo storico del-la favola del messia. E questo scan-dalo disorienta, fa perdere davvero la strada e lascia perplessi davanti a quello che dovrà accadere. Forse è per questo che la mattina di Pasqua è segnata dal fremito della corsa e si conclude con la fretta del ritorno dei due che verso Emmaus

avevano camminato lenti e tristi. Forse è per recuperare il terreno non percorso e ritrovare il ‘tanto tempo’ nel quale la Parola non era stata ascoltata, capita e anche vis-suta. Forse è per questo che tocca-re e vedere sono verbi del giorno di Pasqua ma la promessa della beati-tudine è per chi crede senza vede-re. È la risposta alla pigrizia del non sapere come fare e allo scandalo del non vedere. Ed è la speranza che va al di là del solo orizzonte della sto-ria dell’uomo e si spinge nell’eterni-tà del Padre. Così che conoscendo Cristo sia possibile ‘vedere’ davve-ro il Padre come vera prospettiva dell’esistere, in attesa dell’autentico vedere. Così come diceva Tommaso d’Aquino: “Iesu, quem velatum nunc aspicio/oro fiat illud, quod tam si-tio:/ut, te revelata cernens facie,/vi-su sim beatus tuae gloriae” (O Gesù che ora vedo dietro un velo, vi pre-go, avvenga ciò di cui ho tanta sete: che, vedendo il tuo volto senza veli, per questa visione io sia beato della tua gloria).

87,11). E nella Scrittura troviamo: Ge-sù chiede di pregare il Padre nel se-greto (Mt 6,5-6); alcuni salmi parlano esplicitamente del cuore: “Nel silen-zio esaminate il vostro cuore” (4,5); “Davanti a Te i pensieri del mio cuo-re” (19,18); “Liete parole mi sgorgano dal cuore” (45,2); “Nel segreto del miocuore mi insegni la sapienza” (51,8). E per mezzo di Osea il Signore dice: “Perciò, ecco, la attirerò a me, la con-durrò nel deserto e parlerò al suo cuo-re” (Os 2,16 ss).Anche nel pensiero di Francesco c’è la spiritualità della cella, riletta, però, con originalità: “Cercava sempre un luogo appartato, dove potersi unire con le singole membra, al suo Dio. E se all’improvviso si sentiva visitato dal Signore (Lc 1,68), per non rimanere

senza cella, se ne faceva una piccola col mantello”.La cella richiede un arredamento par-ticolare: il Silenzio e la Solitudine. Il primo perché la nostra vita è som-mersa da suoni, rumori e parole e il silenzio ci guida alla pace. La seconda perché la nostra giornata è fatta di re-lazioni e volti che finiscono col rubar-ci a noi stessi. La preghiera non solo ci introduce al dialogo con il Signore, ma ci riconduce alla nostra persona, alla nostra essenza, ai nostri deside-ri. Occorre un quotidiano allenamen-to, perché la vita non ci ha abituati a queste preziosità naturali. Il silenzio è suono, parola, melodia, la solitudi-ne è gustare una presenza e rendersi capaci di accogliere l’Altro e il pros-simo accanto a noi.

Page 26: La Voce del Popolo 2011 20

’invito a ritrovare nel ne-goziato la strada per su-perare le violenze in Libia, e l’auspicio che in Siria si evitino altri spargimenti di

sangue, nelle parole di papa Benedet-to al Regina Coeli di domenica scorsa, Pensiero costante il rifiuto delle armi, anche se appartenenti a una coalizio-ne internazionale. La strada da per-correre, ribadisce il Papa, è quella del negoziato; così ricorda che continua a seguire “con grande apprensione il drammatico conflitto armato che, in Libia, ha causato un elevato numero di vittime e di sofferenze, soprattutto fra la popolazione civile”. Di qui l’ap-pello “pressante”, perché “la via del negoziato e del dialogo prevalga su quella della violenza, con l’aiuto degli Organismi internazionali che si stan-no adoperando nella ricerca di una soluzione alla crisi”. C’è anche un pensiero alla Chiesa lo-cale – come non sottolineare l’impe-gno del vescovo di Tripoli, Giovanni Martinelli, in favore della pace – che “assiste la popolazione, in partico-lare tramite le persone consacrate presenti negli ospedali”.Dal Nord Africa al Medio Oriente, alla Siria. È urgente, per il Papa, “ripristinare una convivenza im-prontata alla concordia e all’unità. Chiedo a Dio che non ci siano ulte-riori spargimenti di sangue in quella Patria di grandi religioni e civiltà, e

duare attenzioni comuni: il “no” al-la violenza, agli scontri, e l’invito a ritrovare la strada del dialogo e del-la riconciliazione. Ma ci sono anche delle diversità, che vanno sottoline-ate: se per la Libia la preoccupazio-ne è legata all’intervento militare, certo deciso attraverso l’impegno della comunità internazionale, e al rischio di provocare vittime soprat-tutto tra i civili; per la Siria l’atten-zione è rivolta alle autorità alle qua-li rivolge l’invito a tener conto delle proteste di piazza, a cercare di ca-pire e di assecondare il desiderio di democrazia che viene dalla gente.

invito le Autorità e tutti i cittadini a non risparmiare alcuno sforzo nella ricerca del bene comune e nell’ac-coglienza delle legittime aspirazio-ni a un futuro di pace e di stabilità”.Nei due appelli si possono indivi-

Ricorre quest’anno il 150° anniversa-rio della morte di S. Eugenio de Ma-zenod, vescovo di Marsiglia e fonda-tore dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, che da più di 30 anni operano anche nella nostra diocesi in modo particolare con il ministero delle missioni popolari parrocchiali. La vita di S. Eugenio aveva come mot-to: “Mi ha mandato ad annunciare la buona novella ai poveri”, e possiamo dire con verità che “i poveri sono stati

evangelizzati”, e continuano a esserlo attraverso il carisma di cui lo Spirito lo ha fatto padre. I circa 4000 Oblati, presenti oggi in 76 nazioni, lavorano per portare il primo annuncio o per ravvivare la fede là dove sta morendo. Le cronache del tempo così ci traman-dano la sua morte. Da tempo amma-lato, ormai il cuore che tanto aveva amato Cristo e la Chiesa non regge più. Tutti sono chiamati al letto del padre morente. Nella commozione ge-

nerale, p. Fabre, chiede: “Padre, una parola per tutti gli Oblati”. Eugenio lentamente ma con sicurezza dà in testamento: “Tra voi la carità, la cari-tà, la carità e al di fuori lo zelo per le anime”. Prezioso dono che entra nel cuore di ogni Oblato, e diventa il lega-me tra tutti quelli che in qualche mo-do ne sono toccati. Eugenio nasce al cielo. Il sole da poco si è immerso ed è scomparso nel mare di Marsiglia, è la sera del 21 maggio 1861.

Questo 150° anniversario è celebra-to con solennità dovunque il carisma oblato è operante. A Roma si celebra con solennità al Santuario del Divino Amore, con la partecipazione di tut-te le comunità oblate d’Italia e la pre-senza del Padre generale. Anche da Passirano, dove risiede la comunità dei Missionari Omi, un significativo gruppo si recherà a Roma per vivere questa esperienza di comunione e di missione.

Non sembri, a questo punto, fuori luogo accostare l’appello del Papa alle letture che la liturgia della do-menica propone ai fedeli, a partire dall’icona del buon pastore: se è vero che c’è un rapporto stretto tra Cristo e il suo gregge, è altrettanto vero che quest’ultimo deve ascolta-re e seguire il buon pastore. E nel guardare alle due nazioni, Libia e Siria, l’ascolto si fa attenzione al dialogo, alla riconciliazione e alla pace: un cammino da seguire se si vuole veramente costruire un futu-ro degno dell’uomo, nella giustizia e nella verità.

“Conservo sempre e, se è lecito, faccio mio un auspicio che gli bruciava nella mente e nel cuore specie negli ultimi tempi: che i laici siano maggiormente formati, onde assolvere la loro impegnativa missione nella Chiesa e nel mondo”. Piergiorgio Confalonieri, postulatore della causa di beatificazione, parla di Giuseppe Lazzati (1909-1986), scomparso 25 anni fa il 18 maggio, dopo un’esistenza dedicata all’educazione dei

giovani, al servizio alla Chiesa e al Paese. Docente universitario e poi rettore della Cattolica, costituente e parlamentare, direttore del quotidiano cattolico “L’Italia”, fondatore dell’associazione “Città dell’uomo”, Lazzati aveva, come osserva Confalonieri, una intensa vita di preghiera e si accostava ogni giorno all’eucaristia. Oggi è ricordato soprattutto come “un esigente e instancabile educatore di giovani cristiani” e resta il suo

impegno a diffondere il messaggio conciliare, focalizzandosi sul ruolo del laicato. Sulla fondazione di “Città dell’uomo”, Confalonieri ricorda: “Con questa associazione intendeva favorire una maggior preparazione per chi volesse impegnarsi in politica. Per Confalonieri, “egli poneva l’accento su quella particolare forma di vita, inedita nella storia della Chiesa, che consiste nel vivere una piena consacrazione a Dio rimanendo laici”.

Page 27: La Voce del Popolo 2011 20

a scuola cattolica ha il com-pito di sviluppare una pro-posta pedagogica e cultu-rale di qualità, radicata nei valori educativi ispirati al

Vangelo”. Questo il messaggio inci-so all’interno di una pergamena con-segnata come mandato nelle mani dei responsabili delle scuole cattoli-che di città e provincia, in occasione dell’annuale celebrazione presieduta dal Vescovo di Brescia e promossa dall’Ufficio scuola diocesano e da Fi-dae. Venerdì 13 maggio, all’interno di un’affollata Cattedrale, oltre 900 bam-bini e ragazzi, accompagnati dai loro insegnanti e dai responsabili dei vari istituti hanno ascoltato con attenzio-ne le parole di mons. Luciano Mona-ri che ha saputo creare un clima di amicizia ed empatia, all’interno del quale ha più volte ribadito ai giovani studenti un importante messaggio: “Se vi interessa produrre nel mondo qualcosa di quello che ha prodotto Gesù Cristo, la strada è quella del Van-gelo; dovete infatti mangiare la carne del Figlio dell’Uomo e per fare questo, dovete imparare il Vangelo e dovete venire a Messa”. Significative, a que-sto proposito, anche le letture scelte per la celebrazione, ben curata in ogni particolare; la conversione di Saulo lungo la via per Damasco ma anche la narrazione degli insegnamenti di Gesù nella sinagoga di Cafarnao. “I figli assomigliano ai propri genitori” ha esordito il Vescovo durante la sua breve ma intensa omelia; “chi mangia la carne del Figlio di Dio, quindi, potrà assomigliare a Dio e diventare capace

di distinguere il Bene dal male, come già poteva fare Gesù, che durante la sua vita terrena, utilizzò il suo tempo per insegnare l’Amore, curare i ma-lati, liberare dal male e perdonare i peccati”. “Molte persone” ha ripreso poi mons. Monari, “arrivano fino a tarda età senza essersi mai chiesti il vero significato della loro vita e senza averle mai dato un senso. Se vi inte-ressa dare un senso alla vita, dovete essere pronti a seguire Gesù, a man-

giare di Lui”. Una dunque la strada da percorrere per dare un senso alla vita: “leggere quotidianamente il Vangelo, metterlo nel proprio cuore, volergli bene e non mancare mai all’appunta-mento con Gesù, ossia la Santa Mes-sa”. Da qui il mandato agli educatori presenti, tratto direttamente dal re-cente documento “Educare alla vita buona del Vangelo” che contiene gli orientamenti pastorali dell’Episcopa-to italiano per il decennio 2010-2020. La scelta di dedicare un’attenzione specifica al campo educativo affon-da le radici nel IV Convegno eccle-siale nazionale, celebrato a Verona nell’ottobre 2006, con il suo messag-gio di speranza fondato sul “sì” di Dio all’uomo attraverso suo Figlio, morto e risorto perché noi avessimo la vita. Educare alla vita buona del Vangelo significa, infatti, in primo luogo farsi discepoli del Signore Gesù, il Maestro che non cessa di educare a una uma-nità nuova e piena. Egli parla sempre all’intelligenza e scalda il cuore di co-loro che si aprono a lui e accolgono la compagnia dei fratelli per fare espe-rienza della bellezza del Vangelo. La Chiesa continua nel tempo la sua ope-ra: la sua storia bimillenaria è un in-treccio fecondo di evangelizzazione e di educazione. Annunciare Cristo, ve-ro Dio e vero uomo, significa portare a pienezza l’umanità e quindi semina-re cultura e civiltà. Profonde, infine le parole finali dell’omelia: “Buona vita, buon cammino, buona speranza, buo-ni progetti: che riusciate a fare sempre qualcosa di buono per voi stessi e per coloro che vi sono accanto”.

Sono le due proposte che l’Ufficio vocazioni e tempi dello Spirito in collaborazione col Seminario propone per l’estate ai giovani dai 18 anni che desiderano lasciare spazio a Dio nella propria vita nel discernimento della propria chiamata a seguirlo. Un bici-pellegrinaggio a Loreto dal 24 al 26 giugno: “Ora et... pedala!”. Per affidare ai giovani bresciani che parteciperanno alla Gmg di Madrid le intenzioni dei giovani nella Scuola di preghiera con il vescovo Luciano.

L’esperienza prevede, oltre alla alla fatica del viaggio, momenti di preghiera, la visita della Santa Casa per l’affidamento a Maria e la consegna alle monache claustrali di Loreto delle intenzioni di preghiera. Durante i mesi di maggio e giugno si raccolgono anche altre preghiere (inviare le preghiere raccolte a [email protected]). Invece con il motto benedettino “Ora et.. labora!” vengono proposte tre esperienze spirituali e di servizio in collaborazione con il monastero

di Bose (nella foto) e con i Padri Gesuiti. Dal 22 al 27 agosto “Gesù di Nazareth” con Luciano Manicardi presso il monastero di Bose. Dal 30 luglio al 10 agosto “Il rischio di decidere” con p. Andrea Dall’Asta e p. Stefano Titta a Selva di val Gardena (Bz). Per approfondire il proprio cammino di ricerca personale, affettiva, spirituale. A partire dalla Bibbia e dalle più svariate produzioni della creatività umana (pittura, scultura, cinema, letteratura...) tracceremo insieme

un itinerario verso una maggiore consapevolezza personale. Le giornate saranno organizzate in modo da avere tempo per la riflessione sul tema della propria vocazione in relazione all’affettività, al modo con cui viviamo la nostra relazione con gli altri, con Dio. Per vivere un’assunzione di responsabilità nella nostra storia. Dal 10 al 21 agosto “Il Vangelo di Matteo”, con p. Silvano Fausti s.j. a Selva di val Gardena (Bz).

Page 28: La Voce del Popolo 2011 20

a scorsa settimana abbia-mo dato la notizia della ce-lebrazione di un anno giu-bilare dedicato a Sant’Ar-cangelo Tadini nel cente-

nario della morte. A questo proposito il Vescovo ha scritto una lettera in cui scrive, fra l’altro: “Desidero che questa opportunità sia fatta conosce-re in tutta la diocesi e in tutte le par-rocchie in modo che le comunità e le persone che lo desiderano possano cogliere la bellezza di questo dono straordinario. L’iniziativa di questo Anno giubilare è della parrocchia. Non abbiamo voluto farla diventare diocesana per non moltiplicare le ini-ziative e appesantire la già notevole programmazione. Ci saranno però al-cuni momenti in cui la diocesi intera sarà invitata a partecipare e, natural-mente, le parrocchie e unità pastora-li e zone possono lodevolmente pro-grammare momenti speciali di pelle-grinaggio e di preghiera”.Le celebrazioni avranno inizio ve-

pastore santo continuino ad essere elargiti e a propagandarsi nel mon-do utilizzando il simbolo della rosa di colore blu, che richiama il cielo. Sempre sabato, alle ore 20.45 Tutti x Uno - Tadiniani allo sbaraglio!!!. Festa nella sala-teatro parrocchiale Tadini. Domenica 22 maggio alle ore 11 S. Messa in Basilica. Pomeriggio di festa con giochi e animazione per tutti. Alle ore 18.15 Elevazione spirituale (con musiche di Bach e Mendelssohn; all’organo Paolo Tognazzi). Alle ore 18.45 S. Messa in Basilica. Per rinnovare le preoccupazioni pastorali del Tadi-ni, l’unità pastorale, a lui intitolata, delle parrocchie di Botticino, vuo-le provare a dare alcune risposte in merito alla gestione del mondo del lavoro e insieme ad alcuni soggetti “volenterosi” vuole provare a costi-tuire un soggetto giuridico di stam-po cooperativo, dove iniziare a dare senso di inclusione al mondo della ricerca del lavoro, dove si provi a

nerdì 20 maggio, anniversario della morte, alle ore 20.30 con la S. Messa in Basilica; presiede mons. Cesare Polvara, provicario diocesano. Sa-bato 21 maggio, memoria liturgica del Santo, alle ore 18.30 S. Messa in Basilica (sono sospese le Messe a S. Gallo, Botticino Mattina e Villaggio); presiede mons. S. Kaburungu (vesco-vo emerito di Ngozi, Burundi). In questa occasione ci sarà la benedi-zione delle rose blu, che trae origine dal quadro dell’artista armeno Yuroz. In quest’opera l’artista immagina che i gesti di amore e di attenzione per tutti, in particolare per gli ultimi, del

“Che cosa chiedete per vostro fi-glio?”. Tutto inizia con la risposta a questa semplice ma fondamentale domanda, posta dalla Chiesa il gior-no del battesimo. I genitori si fanno portatori di questa grande richiesta e la comunità cristiana si offre come grembo che genera alla vita divina. Soprattutto al tempo del primo fi-glio, si rivela urgente e strategico l’accompagnamento dei genitori, da parte della comunità cristiana. Su questi temi l’Ufficio diocesano per la famiglia organizza un simpo-sio che si tiene mercoledì 11 giugno presso il Centro pastorale Paolo VI sul tema “Accompagnare i giovani genitori con figlio dagli 0 a 6 anni”. Questo il programma: ore 9 pre-ghiera e saluto (Chiara Pedraccini, vice direttore Ufficio famiglia); ore

9.30 saluto e introduzione tematica alla mattinata (mons. Renato Tono-ni, vicario episcopale per i laici e la pastorale); ore 10 Accompagnare i genitori nell’educazione alla fede testimoniata (don Antonio Facchi-netti, direttore Ufficio catechistico, diocesi di Cremona); ore 10.30 ac-compagnare i genitori nell’esperien-za alla fede celebrata (don Danie-le Piazzi, direttore Ufficio liturgico della diocesi di Cremona); ore 11 Accompagnare i genitori nella tra-smissione della fede vissuta (don Giuseppe Nevi, direttore Ufficio famiglia della diocesi di Cremona); ore 11.30 interventi dall’assemblea; ore 12.15 conclusioni e preghie-ra di ringraziamento (don Giorgio Comini, direttore Ufficio famiglia diocesano).

diminuire la disoccupazione giova-nile e dove si sperimentino recuperi di risorse lavorative definite obsole-te (in quanto escluse in anticipo dal-lo stesso mondo) offrendo speranze di nuovo corso lavorativo e sociale. C’è da aggiungere che la Penitenzie-ria apostolica, in virtù delle facoltà ad essa concesse, concede l’indul-genza plenaria, alle consuete con-dizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Papa).

––

Venerdì 20 maggioOre 6.50 – Brescia – Celebra la S. Messa presso il Seminario minore.Ore 20.30 - Brescia - Presiede la Veglia di preghiera per Giornata mondiale delle vocazioni con la partecipazione degli ordinandi presbiteri presso la Basilica delle Grazie.

Sabato 21 maggioOre 16 – Brescia – Incontro con i preadolescenti che concludono l’itinerario della Iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi. La cerimonia si svolge in Cattedrale.Ore 20 – Quinzanello – Celebra la S. Messa in occasione delle feste quinquennali mariane.

Domenica 22 maggioOre 9.30 – Vllanuova s/C – Celebrazione per le cresime e le prime comunioni.

Da domenica 22 a venerdì 27 maggio Il Vescovo partecipa alla Assemblea generale della Ceia Roma.

Page 29: La Voce del Popolo 2011 20

abato 30 aprile, presso il Seminario vescovile della diocesi di Vigevano si è ce-lebrato il IX Congresso dei diaconi permanenti della

Lombardia. Con un significativo nu-mero di diaconi e ministri, prove-nienti dalle varie diocesi lombarde, spiccava, per quantità, il gruppo della comunità diaconale bresciana, soste-nuto dalla presenza vivace di spose e familiari. La nostra diocesi infatti van-ta il primato della reintroduzione del diaconato permanente in Lombardia, per l’avveduta decisione di mons, Lu-igi Morstabilini, pronto ad accogliere i suggerimenti dello Spirito espressi nel Concilio Vaticano II.Il tema del Congresso era: “La spiri-tualità del diacono”. Hanno sviluppa-to il tema i relatori don Giuseppe Co-mo, professore di teologia spirituale presso il Seminario arcivescovile di Milano che ha indicato i fondamenti teologici nei vari documenti concilia-ri e nel Direttorio per il ministero e la vita dei diaconi permanenti; e don Romano Martinelli, coordinatore dei direttori spirituali nella formazione dei diaconi permanenti, che ha inve-ce evidenziato la necessità dell’ incar-

nazione quotidiana del servizio nella vita, perché il diacono possa essere, e divenire sempre più, un racconto del-lo Spirito, una narrazione delle mera-viglie del Signore.Entrambi i relatori hanno sottolinea-to a più riprese la virtuosa circolarità oggettiva tra esercizio del ministero e interiorità orante: tra vita attiva e pa-storale e preghiera e contemplazione esiste compenetrazione più che alter-nanza. Il sacramento dell’ordine, nel suo terzo grado, configura il candida-

to a Cristo servo: la grazia del sacra-mento, che è dono e rimane sempre mistero, lo pone in “stato di servizio”, trasforma cioè la persona, la fa “es-sere per servire”, ma esige docilità e obbedienza allo Spirito. Pertanto la spiritualità, che è obbedienza allo Spirito, si snoda, per ciascuno e non solo per il diacono, lungo tutta la vita e in ogni suo ambito, è un continuum vitale che si coniuga insieme e nella cronaca minuta del diacono e durante l’esercizio del suo ministero.

L’Azione cattolica diocesana vuole continuare a essere sale e lievito sul territorio con un rinnovato entusia-smo e con una rinnovata coscienza critica indispensabile per fare ma-turare scelte importanti ai propri associati. Il Meeting diocesano uni-tario del 15 maggio in quel di Conce-sio ha permesso una volta di più di fare squadra con una rosa larga che va dai sei anni e arriva quasi a 100 (è stata premiata una fedelissima di Concesio che da 83 anni rinnova la sua tessera). Il titolo della giornata “Saliamoci insieme” era un invito a essere sale della terra, ognuno nel-la propria quotidianità, e a cresce-re insieme. Nonostante la pioggia, il Meeting è stato un momento di festa che ha visto la partecipazio-ne per gli adulti dell’ex presidente nazionale Paola Bignardi che si è soffermata sul ruolo e sulla respon-

sabilità dei laici, partendo dal tema “Educazione alla responsabilità”. Il Meeting si colloca nella stagione che ha visto il rinnovo triennale dei consigli sui tre livelli: parrocchiale, diocesano e nazionale. L’Associazione, guidata dal neopre-sidente Andrea Re, vuole prosegui-re il suo cammino di presenza assi-dua all’interno delle realtà parroc-chiali: l’Ac è attivamente inserita in 80 parrocchie della diocesi e svi-luppa l’attenzione al territorio e alla dimensione popolare del cristiane-simo; abilita ciascun tesserato a un ruolo attivo e da protagonista, porta attenzione alle scelte civili e sociali della comunità, mantiene vivo il va-lore dei processi democratici nelle decisioni e nelle scelte.Spesso il silenzio dell’Associazione su alcuni temi è stato erroneamen-te confuso, soprattutto dai media,

come un’assenza di pensiero; basti pensare a quanti associati parteci-pano a titolo personale in diverse realtà del territorio per comprende-re come l’Ac sia levito significativo nella società bresciana: dall’Acca-demia cattolica al Camper emergen-za, dal Centro migranti alla Scuola di formazione politica della dioce-si, solo per citare alcuni campi di interesse e di impegno. A livello zonale i tesserati Ac sono di fatto inseriti nei vari organismi (Consi-gli pastorali, commissioni di rife-rimento, scuole di formazione per catechisti degli adulti e degli adole-scenti); a questo si aggiunge il fatto che una decina di persone delle 35 che compongono la commissione antepreparatoria del Sinodo gravi-tano attorno all’Ac. L’Associazione guarda già avanti alle tante propo-ste messe in cantiere per l’estate.

Fra queste, piace ricordare l’espe-rienza dei momenti di formazione: il 26, il 27 e il 28 agosto va in scena, ad esempio, il campo scuola per giovani-adulti presso Villa Betania a Sale Marasino: è un’occasione di confronto e approfondimento nello stile proprio dell’Ac. Per i più gio-vani l’arrivo dell’estate porta con sé “Enjoy”, la festa incontro in musi-ca del 4 giugno a Villa Pace e “Ben fatti”, il campo scuola per giovani e giovanissimi a Malonno dal 23 al 30 luglio. Sono importanti anche i mo-menti di formazione spirituale: gli esercizi a Villa Pace di Gussago dal 29 luglio (dalle 18.30) al 1° agosto (alle 14.30) con la biblista Antonel-la Anghinoni. Per informazioni sulle proposte complessive estive e per le iscri-zioni, si può consultare il sito www.acbrescia.it.

Mons. Luciano Monari ha nominato il Consiglio di amministrazione e il Collegio dei revisori dell’Istituto diocesano di sostentamento del clero. Consiglio: mons. Angelo Nassini, presidente; Arnaldo Buffoli, vice presidente; Franco Bertassi, don Giulio Gatteri, don Aldo Mariotti, Luigi Mazzola Pancera di Zoppola Bona, don Cesare Verzini, consiglieri; Collegio dei revisori dei conti: Francesco Senini, presidente; Francesco Marini e don Giovanni Palamini, membri.

Ufficio diocesano per l’ecumenismo e la Chiesa valdese invitano alla Veglia ecumenica “In attesa di Pentecoste” (GiovannI 16,5-15) con il commento di mons. Luciano Monari e della pastora valdese Anne Zell; accompagnamento musicale di Petra Magdowski al flauto traverso e Marta Perrini alla chitarra. L’appuntamento è per martedì 31 maggio alle ore 20.45 presso la chiesa valdese (via dei Mille, 4).

Nella ricorrenza della morte del prof. Vittorino Chizzolini (nella foto), martedì 24 maggio, alle ore 18 presso la chiesa di San Luca, in via San Martino della Battaglia in Città, ove riposano le spoglie mortali dell’apostolo dell’educazione cristiana, ci srà una celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Renato Tononi, parroco di Sant’Alessandro e San Lorenzo, vicario episcopale per i laici e la pastorale.

L’Istituto Canossiano di via Diaz, 30 in Città invita tutte le ex alunne che desiderano ricordare e ritrovare compagne e insegnanti, a un incontro che si terrà sabato 28 maggio presso la sede, con inizio alle ore 15.30. Dopo l’accoglienza, ci sarà la celebrazione eucaristica. A seguire gli incontri dei gruppi di classe. Sono invitate tutte le ex alunne della Scuola magistrale “Regina delle Vittorie” e della Scuola tecnica.

Page 30: La Voce del Popolo 2011 20

’anziano è un costo so-ciale; è un problema cre-scente nella società; con l’allungamento della vi-ta media, ve ne saranno

troppi…”, queste sono le idee che siamo abituati ad avere pensando alla condizione anziana, ma gli an-ziani sono anche coloro che con le loro pensioni o indennità integrano il reddito di molte famiglie economi-camente sempre più precarie, sono la sicurezza di supporto assistenzia-le alla famiglia che lavora nell’edu-cazione dei figli, nella gestione degli adempimenti burocratici e in molte altre funzioni vitali della vita fami-gliare. Quindi, oggi, gli anziani con il loro tempo disponibile e la loro pen-sione sono una risorsa per la soste-nibilità dei bilanci familiari. Alla per-dita dell’autonomia il sistema di wel-fare dovrebbe garantire loro il posto nelle Rsa ma a quel punto il posto si fatica a trovarlo. A parte il fatto che i dati sulla possibilità di accoglien-za in Casa di riposo (Rsa) nella pro-vincia, che notoriamente è conside-rata tra le province migliori, sono drammatici (6.534 posti autorizzati – 10.591 domande in lista d’attesa), il sistema di assistenza totale gratuita e garantita è divenuta insostenibile. Le famiglie già stanno rispondendo a modo proprio con assistenze pri-vate (badanti), recuperate in qualche modo e fuori controllo dal sistema dei servizi (in Italia sono in servizio circa 700.000 badanti pagate con un compenso medio di 800 euro/mese), impiegando risorse economiche sot-tratte ai bilanci familiari già forte-

diaria espresso dalle famiglie e dalla comunità sia per i servizi domiciliari che per quelli nelle Rsa. Il privato so-ciale deve essere visto come una for-ma di cittadinanza che si organizza per assumere lo scopo pubblico del bene comune. Il sistema pubblico deve regolare e controllare di più e gestire di meno. Le Rsa, quindi, non potranno ridursi al solo cercare so-luzione della loro sostenibilità eco-nomica, in quando sono chiamate a ripensare la loro funzione strategica nelle comunità. Le Rsa come nodo di una rete di servizi nei quali le fon-dazioni e il privato sociale della co-munità possono condividere la presa in carico complessiva delle risposte qualificate professionalmente.

mente messi alla prova. Gli anziani fino a quando possono aiutano i fa-miliari, poi i familiari aiutano i propri anziani, ciò che manca è la garanzia del welfare pubblico. È necessario ripensare i modelli organizzativi dei servizi per gli anziani riconoscendo e valorizzando il potenziale di solida-rietà e di auto-organizzazione sussi-

Presentiamo l’elenco delle molteplici Cooperative, aderenti a Confcooperative Brescia operanti nell’ambito dei servizi agli anziani nelle Rsa. Queste cooperative svolgono quotidianamente attività di tipo socio-assistenziale e socio-sanitaria sul territorio di Brescia e Provincia: Alberti Romano Cooperativa sociale di Bagolino-Ponte Caffaro; Il Pellicano di Brescia; La Rondine di Mazzano; Serena di

Lograto; Loggetta di Bagnolo Mella; Margherita di Darfo Boario Terme; Comis di Breno; Progetto di Capriolo; Cooperativa sociale La Quinta Luna di Manerbio; Orizzonti sereni di Desenzano del Garda; Loggia di Rovato; Cooperativa sociale Primavera di Cigole; Hygea di Montichiari; Rosa camuna Alta Valle di Edolo; Progetto salute di Brescia; Saluservice di Brescia; Il Bucaneve di Sonico; La

Fontana di piazza di Bienno; Centro studi anziani di Brescia; Cooperativa del cenacolo di Berlingo; Il Gabbiano di Pontevico; Progetto Gabbiano di Pontevico; Valle Camonica solidale di Lozio; Insieme per Sabbio di Sabbio Chiese; La salute in Valle di Cividate Camuno; Genesi di Rodengo Saiano; Il cammino di Castelcovati; Neos dI Brescia; Axia di Rovato; La Vela di Nave; L’Oasi di Quinzano d’Oglio.

Page 31: La Voce del Popolo 2011 20

n percorso che parte da lontano, per la pre-cisione dal settembre del 2008, quando, pochi mesi dopo la conclusio-

ne della Gmg di Sydney, faceva il suo ingresso nella parrocchia di Calino don Paolo Salvadori. Il sacerdote, che si occupa della pastorale giova-nile dell’unità comprendente, oltre a Calino, le altre parrocchie sul ter-ritorio di Cazzago San Martino, sin da allora aveva ricevuto in dono una bandiera della Spagna, come auspi-cio per la Giornata che si sarebbe tenuta a Madrid. Da quel momento sono passati tre anni e adesso, che la partenza si avvicina, da quest’uni-tà pastorale partirà un folto grup-po, coordinato da Riccardo Ferra-ri, di ben 75 giovani, tra i 17 e i 30 anni, provenienti da tutte e quattro le parrocchie: 19 da Cazzago, 21 da Calino, 31 da Bornato e 4 dalla Pe-drocca. Viaggeranno in pullman e all’andata faranno tappa a Barcel-lona, mentre per il ritorno è previ-sta una sosta ad Avignone. Prima di questi appuntamenti, però, molto è stato realizzato a livello di unità, in particolare le “messe per i Gio-

vani”, dedicate specificamente alla presentazione di questo appunta-mento: dopo quella introduttiva del 16 gennaio, sabato scorso ne è sta-ta celebrata una in ricordo del beato Giovanni Paolo II, mentre l’ultima è prevista per il giorno di Pentecoste nella chiesa parrocchiale di Cazza-go San Martino. Oltre ai momenti spirituali, va menzionata una delle

iniziative intraprese dai ragazzi per autofinanziarsi. Hanno infatti realiz-zato “Colori del cielo”, un cd in cui interpretano gli inni delle preceden-ti Gmg insieme ad alcuni canti utili per le celebrazioni. La musica quin-di, per accompagnare un percorso già ora lungo e impegnativo: canta e cammina, perché con essa, anche la strada più impervia diventa lieve.

––

“Me gusta” è l’iniziativa de “La Voce del Popolo” dedicata ai giovani tra i 16 e i 30 anni che potranno ricevere a casa il giornale per cinque mesi al prezzo di 10 euro. Ogni settimana una pagina per scoprire i volti, le storie, le tappe del cammino dei ragazzi degli oratori bresciani verso la Gmg. Per aderire all’iniziativa visitare il sito www.lavocedelpopolo.it nella sezione abbonamenti o inviando un sms al numero 3383636104 con scritto “VOCE ME GUSTA GMG”.

Nell’ambito delle iniziative organizzate per finanziare la partecipazione alla Gmg, la compagnia teatrale “Compagnia del Cedro” dell’oratorio di Calino ha messo in scena una brillante commedia brillante dialettale dal titolo: “L’amùr l’è l’amùr”. Dopo le prime due rappresentazioni del 30 aprile e del 1° maggio, visto il grande successo, verrà replicata a grande richiesta sabato 4 giugno ore 20.30 all’oratorio di Calino.

I giovani della zona pastorale XXVI domenica 5 giugno saliranno a piedi nel pomeriggio al santuario di Conche di Nave. Il pellegrinaggio sarà occasione privilegiata per vivere un momento di riflessione sul messaggio consegnato da papa Benedetto XVI ai giovani di tutto il mondo in vista della Giornata mondiale a Madrid. La celebrazione della Santa Messa in santuario concluderà la giornata.

Page 32: La Voce del Popolo 2011 20
Page 33: La Voce del Popolo 2011 20

’Accademia cattolica ha organizzato presso l’Au-la Magna dell’Università cattolica di Brescia, una tavola rotonda coordinata

da Ilario Bertoletti dal titolo “Religio-ni e convivenza civile: nuovi scenari per l’Italia”. Sono intervenuti Stefano Semplici, docente di Etica sociale a Tor Vergata a Roma, Alessandro Ro-sina, docente di Demografia a Milano e Giovanni Filoramo, ordinario di Sto-ria del cristianesimo a Torino.La questione posta dai relatori è se, in seguito alla forte immigrazione degli ultimi anni, in Italia sia possibile la convivenza civile tra religioni diverse.Secondo Rosina la popolazione stra-niera in Italia è costituita da 5 milio-ni di persone, con la concentrazione maggiore al Nord. Non possiamo par-lare di emergenza ma di un elemento strutturale, causato anche dal fatto che la popolazione italiana è in dimi-nuzione e invecchia sempre di più.Lo studioso ha fatto notare che nel

delle questioni cruciali della storia contemporanea, ha fatto riflettere sull’uomo e sul significato della reli-gione. Essa, nel suo significato intimo, è il richiamo alle origini, al principio del tutto: perciò non può dividere e lacerare gli uomini, ma per sua natu-ra unifica, in quanto tocca l’essenza dell’essere umano. Come ricorda Plo-tino, ogni uomo ha una forte “nostal-gia dell’assoluto” e il cammino che de-ve seguire deve guardare verso l’uno che è in alto, non verso il molteplice diviso e conflittuale, che si perde nel-le bassezze del mondo.

nostro Paese, benché i flussi di im-migrazione siano ormai necessari per l’equilibrio demografico, emerge una percezione negativa del fenomeno. Questo atteggiamento nasce da pre-giudizi che innescano una spirale ne-gativa, costituita da ignoranza, rifiuto del diverso, chiusura e intolleranza. Per Rosina, dobbiamo prepararci a un cammino comune con altre cultu-re, di comprensione reciproca e a tale riguardo, l’investimento sui giovani, nella scuola, diventa fondamentale.Nell’analisi di Giovanni Filoramo, bi-sogna distinguere tra pluralità e plu-ralismo. Nella Spagna del Medioevo

esisteva una pluralità, dove convive-vano pacificamente diverse religioni. Invece oggi viviamo nel pluralismo, in regime di concorrenza e con l’indivi-duo che è sempre più protagonista.Il problema di fondo è questo: tale plu-ralismo, in prospettiva futura, tende di più all’integrazione o al conflitto? La risposta è molto difficile, anche perché le varie religioni non sono blocchi monolitici, ma hanno al lo-ro interno diverse anime; l’Islam, per esempio, è eterogeneo nelle sue for-me africane, asiatiche, europee. Se-condo Filoramo, in ogni caso, è ne-cessario conoscere bene queste re-altà per poter affrontare la questione dell’integrazione.Stefano Semplici si è soffermato sul-la sfera della bio-etica. Come afferma Charles Taylor, nella nostra epoca è cruciale il processo di secolarizzazio-ne, in cui la fede è un’opzione tra le altre. In questo contesto, non c’è più spazio per la circolarità tra etica e religione. È ancora possibile, in tale

ottica, recuperare la centralità della religione in relazione all’etica? Il filo-sofo esprime una risposta negativa. Secondo lui, bisogna prendere atto che oggi è il tempo del pluralismo, non della pluralità. Infatti, se prendiamo una questione bioetica, possiamo vedere come le religioni affrontano il problema. Le cellule staminali embrionali sono un esempio. L’Islam non è contrario al loro uso: nella sura 22 si parla del carattere progressivo della persona umana. Nella cultura ebraica, c’è un atteggiamento favorevole; anche i val-desi accettano tale ipotesi. La Chiesa cattolica, invece, esprime un giudizio negativo, così come il buddismo. Co-me si vede, il conflitto è forte. Tutta-via c’è una via teologica per superare tale stallo. Nel discorso di Semplici, le religioni hanno il senso del mistero, del limite; quindi, aprendo spazi di ri-cerca infinita, possono porre le basi per un dialogo fertile tra gli uomini.La tavola rotonda, affrontando una

La tavola rotonda nell’Aula magna dell’Università cattolica, è stata proposta come conclusione del percorso del primo anno di attività dell’Accademia cattolica (a lato la presidente, Francesca Bazoli). Obiettivo è stato quello di prefigurare gli scenari che in Italia si proporranno nei prossimi anni grazie alla presenza sul territorio nazionale di appartenenti a religioni diverse. L’iniziativa si è collocata all’interno del programma triennale che

ha come tema “Religioni e convivenza civile” e ha visto nel primo anno una conferenza pubblica (prof. Silvio Ferrari) sul rapporto tra religioni e società, e tre seminari dedicati alla lettura di cosa stia avvenendo nei Paesi occidentali relativamente al tema scelto. Il Comitato scientifico ha predisposto anche il programma dell’anno 2011-2012, che studierà alcuni modelli teorici del rapporto tra religioni e convivenza civile.

Page 34: La Voce del Popolo 2011 20
Page 35: La Voce del Popolo 2011 20

Il Nodo Teatro mette in scena venerdì 20 maggio alle ore 21 al Teatro Zanardelli “A scatola chiusa”, commedia brillante di Georges Feydeau per la regia di Danilo Furnari e Silvia Pipa. Questa la trama: monsieur Pacarel si mette in testa di dare lustro alla famiglia facendo rappresentare al Teatro dell’Opéra di Parigi un “Faust” che la figlia Giulia, sedicente scrittrice, ha composto. Per fare ciò, Pacarel pensa a un fantasioso ricatto: poiché il Teatro dell’Opéra sta

cercando di scritturare il tenore più famoso del momento, egli intende anticipare questa mossa, ingaggiando personalmente l’artista. Sarà in cambio di quest’ultimo che chiederà all’Opéra di rappresentare l’opera della figlia. Ma non si deve mai comprare “a scatola chiusa”: in casa Pacarel, infatti, per una serie di incredibili equivoci, non arriva un tenore, bensì un giovanotto che porterà grande scompiglio... Ingresso 5,00 euro (ridotto 3,00). Info: www.ilnodo.com

Artespettacolo presenta, con il Patrocinio e a parziale favore della Fondazione Albero della vita international, il noto cabarettista e caratterista bresciano Pier Paolo Fabbri. L’artista porterà in scena, mercoledì 25 maggio alle ore 16 e alle 21, lo spettacolo “La vita è una tempesta...”, un concentrato di gag, situazioni paradossali e sketch dotati di una esilarante comicità in grado di far trascorrere al pubblico qualche ora di svago e

di divertimento. La fondazione Albero della vita international ha per scopo l’attività umanitaria di beneficenza nel mondo, la tutela e l’attuazione dei diritti dei minori, l’assistenza ai minori e alle famiglie in condizioni di disagio e di emergenza per una maggiore qualità sociale, l’assistenza caritatevole, psicopedagogica, sociale e socio-sanitaria, la cooperazione per le popolazioni dei Paesi del Sud del mondo. Info: www.alberodellavita.org

Si è chiusa il 30 aprile con numeri che parlano da soli, la 16ª edizione di “Cru-cifixus − Festival di primavera” con-fermando la doppia anima del festival nelle sue declinazioni bresciana e ca-muna. “Sono nate nuove collaborazio-ni − ha raccontato Carla Bino, diret-tore artistico del Festival − e si sono originate nuove relazioni. ‘Crucifixus’ si valuta con le relazioni di comunità che crea prima che con altro”. Numeri che parlano da soli si diceva: 18 spet-tacoli, di cui sette in città; 48 repliche complessive; oltre 60 artisti coinvolti, nove nuove produzioni; circa 12mila spettatori; 231 uscite sui media (13 articoli su settimanali, 14 servizi ra-diofonici, 29 servizi televisivi, 74 ar-ticoli web, 101 articoli e segnalazioni su quotidiani, 94 collaborazioni in-staurate con soggetti pubblici e pri-vati). L’edizione 2011 ha confermato un trend e un interesse tra la gente in

continua crescita che fa tesoro delle esperienze, dei rapporti e delle rela-zioni nate per guardare avanti, al futu-ro. Garantito l’appoggio della diocesi, che crede fortemente nella possibilità del teatro sacro di comunicare all’ani-ma della gente, anche con questo lin-guaggio; del Comune di Brescia, come garantisce l’assessore alla Cultura An-drea Arcai; e di tutte le altre realtà che hanno già collaborato a diverso titolo all’iniziativa. Ma lo sguardo è già rivol-to al futuro: “Stiamo già lavorando per realizzare anche con le parrocchie del centro − racconta ancora Carla Bino − una passione di Brescia, come ab-biamo fatto quest’anno con tre Co-muni sulle sponde bergamasche del lago d’Iseo (nella foto una scena). Ci stiamo muovendo anche verso il lago di Garda e verso la Bassa”. Interesse a partecipare alla manifestazione è stato manifestato in questa direzio-

ne anche dall’assessore provinciale al Turismo e alla cultura Silvia Raz-zi. Accanto a questi, pubblicamente espresso l’apprezzamento da parte del dott. Facchetti della Fondazione credito bergamasco che ha garantito l’impegno anche per il futuro. Virtualmente presente anche Pamela Villoresi, attrice in queste serate, che con una lettera ha fatto sapere di aver apprezzato l’evento e le potenzialità di “Crucifixus”, ipotizzando un ponte tra Brescia e Roma, con l’idea di unire tutti i festival di spiritualità e di teatro sacro italiani. Ponte che con “I teatri del sacro”, manifestazione naziona-le (Federgat, Acec e Voce Sas) che ha visto le selezioni del Nord Italia al Santa Giulia del Vill. Prealpino duran-te il festival, un poco è già lanciato e trova la sua chiusura ideale a Lucca dal 19 al 25 settembre. In attesa della prossima edizione.

a settimana scorsa il Festi-val di Brescia e Bergamo ha proposto due concerti pianistici: il primo, atte-sissimo, dell’ungherese

András Schiff, uno dei pianisti più affermati e importanti a livello mon-diale; il secondo, invece, del giovane musicista bresciano Federico Colli, classe 1988, quest’anno distintosi co-me vincitore del Concorso interna-zionale Mozart di Salisburgo. Per una singolare coincidenza, entrambi i so-listi hanno eseguito, fra l’altro, brani di Mozart e Beethoven.Potrà forse sembrare inopportuno proporre un confronto tra un solista come Schiff, all’apice della carriera, e un ventiduenne come Colli, che solo quest’anno ha debuttato al Festival con un concerto tutto suo. Ma spes-so il mondo della musica è impreve-dibile e così, in questo confronto a di-stanza ravvicinata, non solo Colli ha ottimamente figurato, ma ha anche creato attorno a sé un clima di vero entusiasmo. Se l’anno scorso Schiff fu protago-nista di un indimenticabile concerto con l’integrale delle Suites francesi di Bach, in quest’occasione l’interprete

approdare infine a un monumento roccioso e carico di asperità come le beethoveniane “Trentatré Variazioni sopra un Valzer di Diabelli”, un vero “tour de force” tanto per il pianista quanto per l’ascoltatore. Si trattava dunque di un programma somma-mente impegnativo, e Schiff, anziché diminuire la distanza tra il pubblico e queste opere “per addetti ai lavori”, si può dire che abbia scelto proprio la via opposta di un ascetismo senza compromessi e dell’astrazione musi-cale. Solo con l’ultimo bis proposto, l’Improvviso di Schubert in forma di tema con variazioni, la comunicazio-ne con gli ascoltatori si è fatta più amabile e cordiale.All’esaltazione del pensiero astrat-to ha fatto riscontro, nel concerto di Colli, la centralità della freschez-za e di un’immaginazione musicale seducente.Raramente abbiamo ascoltato due opere giovanili come la Sonata KV 283 di Mozart e la Sonata op. 2 n. 1 di Bee-thoven realizzate con tanta amorevole cura dei dettagli e nello stesso tempo con una salda visione d’insieme. Pre-gevolissima e vitale anche l’interpre-tazione del “Carnaval” di Schumann.

ungherese si è impegnato in una sfi-da ancor più difficile: dedicare un in-tero récital alla forma delle variazio-ni, affrontando autori come Mozart, Haydn, Mendelssohn, Schumann, per

Page 36: La Voce del Popolo 2011 20

’è un fenomeno di cui si parla poco ma che non si può ignorare, quello del traffico di donne e minori destinati alla prostituzio-

ne, la “nuova schiavitù del XXI seco-lo” l’ha definita suor Eugenia Bonetti, responsabile ufficio “Tratta donne e minori” dell’Usmi; la religiosa ha ri-chiamato alcune significative trasfor-mazioni del ruolo e dell’immagine del-la donna africana. “La donna africana come l’ho conosciuta – ha sottoline-ato Madre Eugenia – era una donna serena, gioiosa, cordiale, ottimista, con un fortissimo senso della mater-nità, dedita al lavoro, alla casa e alla comunità”. All’inizio degli anni Ottan-ta, come conseguenza delle continue difficoltà economiche nei Paesi in via di sviluppo, migliaia di donne emigra-rono in Europa in cerca di lavoro e di una migliore qualità di vita. Molte di queste donne, clandestine, povere e vulnerabili divennero preda di or-ganizzazioni criminali connesse con

le, dall’America latina e dall’Europa dell’est, che vivono e lavorano sulle nostre strade, oppure nei locali not-turni. Di queste circa il 30% sono mi-nori. Trattandosi di clandestine è dif-ficile ottenere statistiche precise sul loro numero. “Per le ragazze dell’Est – ha spiegato suor Eugenia – il contat-to e la gestione avviene quasi sempre tramite finti fidanzati che le assogget-tano affettivamente, mentre per le ni-geriane la gestione pratica delle vitti-me è affidata alle ‘maman’, nigeriane passate da sfruttate a sfruttatrici. Co-storo le addestrano al lavoro di stra-da, assegnano il pezzo di marciapiede che sarà la loro postazione di lavoro, le controllano, raccolgono i proven-ti, le puniscono in caso di ribellione, se cercano di scappare la ritorsione è sulla famiglia d’origine (cosa questa che terrorizza le vittime più di tutto il resto) e, soprattutto, le assoggettano con cerimonie ‘voodoo’ che eserci-tano sulle vittime una vera e propria violenza psicologica. All’inizio del

l’industria del sesso. Secondo l’ultimo report di “Save the children” (datato 22 agosto 2008), le persone trafficate per l’industria del sesso mercenario sono 2 milioni 270mila, l’80% è costi-tuito da donne e bambini. Un affare che, secondo le Nazioni Unite, produ-ce 32 miliardi di dollari l’anno. Solo in Europa, secondo l’Organizzazione internazionale delle migrazioni, cir-colano o transitano ogni anno per lo stesso motivo 500mila donne e mino-ri. Anche l’Italia ha la sua percentuale di vittime. Attualmente, si considera che siano tra le 50 e 70mila le don-ne, provenienti dall’Africa orienta-

Con la serata di beneficenza-vernissage di venerdì 20 maggio alle ore 19, Kanalidarte presenta la retrospettiva dedicata al “Maestro del fuoco” Bernard Aubertin “Verso la 54ª Biennale di Venezia” (nella foto a lato, l’artista).Tele rigorosamente monocrome, rosso fuoco, chiodi colati di pittura incandescente, fiammiferi, bruciature, e ancora macchine, pianoforti, libri dati alle fiamme sono il segno distintivo del lavoro di un artista che dall’incontro con

Yves Klein nel 1957 trova nella monocromia la spinta decisiva verso un’arte totalmente sua.Fa parte negli anni ’60 del gruppo Zero di Düsseldorf accanto a Heinz Mack, Otto Piene e Günther Uecker, entra in contatto con Piero Manzoni e Lucio Fontana.Sua ispirazione la Teoria dei colori di Goethe del 1810: “Osservate i quadri, gli oggetti, i paesaggi, la vostra casa, l’interno della vostra camera con una lente di un unico colore. Così raggiungerete il

mistero dell’unicità, la spiritualità, l’universalità”. Durante la serata inaugurale opere uniche dell’artista saranno oggetto di un’asta benefica (base d’asta a partire dal prezzo irrisorio di 100 euro) il cui ricavato verrà interamente devoluto alla Onlus Poliambulanza Charitatis Opera per permettere l’ulteriore sviluppo del progetto “Lotta alla cecità in Burundi” presso l’ospedale di Kiremba. Fino al 30 luglio. Info: www.kanalidarte.com.

Il Centro culturale “Il Chiostro” – nel suo impegno di animazione culturale a favore della città – orga-nizza nel corso dell’anno alcuni in-contri di approfondimento raccolti nella rassegna “InAttuale”, una serie di appuntamenti che intendono af-frontare, attraverso la presenza e il contributo di uno o più esperti e me-diante il confronto con tutti i par-tecipanti, importanti temi di attua-lità culturale, sociale ed ecclesiale spesso trascurati o comunque poco trattati dalla cronaca e dall’opinio-ne pubblica.Il prossimo appuntamento – ve-nerdì 20 maggio, ore 20.45 – è con Franco Loi, uno dei maggiori poe-ti italiani contemporanei e tra i più noti intellettuali del nostro Paese. Nell’incontro verrà presentato l’ulti-

mo volume di Franco Loi, “Educare la parola” (Editrice La Scuola), un saggio-intervista a cura di Giuseppe Mari in cui il poeta, ripercorrendo i passaggi salienti della sua lunga vita, affronta il tema dell’educazio-ne della parola: una sfida centrale nella pratica educativa, artistica e nel concreto costituirsi della tra-ma relazionale e comunitaria. Una lettura avvincente che offre idee e spunti assai interessanti per affron-tare le sfide culturali ed esistenzia-li di oggi.Affronteranno il tema – in dialogo con Franco Loi e con il pubblico – Ilario Bertoletti, direttore editoriale de La Scuola e di Morcelliana, e Giu-seppe Mari, ordinario di Pedagogia generale all’Università cattolica di Milano e curatore del volume.

Terzo millennio, nonostante le molte campagne, convenzioni e dichiara-zioni in difesa dei fondamentali diritti della persona, ritroviamo ancora que-sta stessa donna sui marciapiedi del nostro mondo occidentale sfruttata, umiliata e privata della sua dignità e peculiarità di donna e di madre. Que-sta donna è l’icona vivente dell’ingiu-sta discriminazione tra Nord e Sud del mondo, tra uomo e donna, tra ricchi e poveri. E questa donna nel 2011 chie-de giustizia, affinché, le siano ricono-

sciuti i suoi diritti, restituita la sua di-gnità e rispettata la sua femminilità. Dobbiamo sentirci tutti responsabili di questo grosso disagio sociale che sta distruggendo la vita di tante giova-ni indifese e vulnerabili – ha concluso suor Eugenia – ma che distrugge pure tante famiglie e mette in discussione le nostre stesse comunità cristiane e civili. Ciascuno di noi ha un ruolo da svolgere con responsabilità; unendo i nostri sforzi potremo sconfiggere la nuova schiavitù del XXI secolo”.

Page 37: La Voce del Popolo 2011 20

Il bicentenario della nascita di Franz Liszt è di stimolo per istituzioni, teatri, studiosi per indagini conoscitive e approfondimenti. Il conservatorio “Marenzio” partecipa alle celebrazioni con un ulteriore concerto a ingresso libero che coinvolge, giovedì 19 maggio dalle ore 17 nel Salone da Cemmo, pianisti e cantanti, per un pomeriggio di ascolto. Gli studenti coinvolti, Cecilia Badini, Paolo Bertinelli, Maria Teresa Bonera, Luo Jie Zhou Chang, Andrea Fondrieschi

Bagatta, Lucia Grassi, Paolo Gorini, Stefano Marzanni, Vittorio Pierno, Matteo Ricca, proporranno una scelta di lieder, qualche trascrizione da Rossini e Chopin, e celebri lavori pianistici tra i quali il Mephisto-Walzer. In aggiunta, una Rapsodia ungherese, uno Studio trascendentale, uno Studio da concerto e altre famose pagine tratte dagli “Anni di pellegrinaggio”. Una gustosa selezione per ritrovare Liszt, il suo virtuosismo e la sua ispirata vena fantastica.

orna a Brescia Lorenzo Cherubini, ormai sempre più Jovanotti, con un con-certo che si preannuncia come un autentico even-

to. La tappa bresciana – PalaFiera ex Eib, 24 maggio ore 21 – fa parte di “Ora in tour Lorenzo Live 2011”, carrozzone itinerante che rinnova la preziosa collaborazione tra il cantau-tore di Cortona e l’Enel per un proget-to dedicato all’ambiente, come fu il Safari tour del 2008. Nello specifico, per compensare le 6000 tonnellate di Co² prodotte dal tour, Enel pianterà 12mila nuovi alberi nel villaggio di Mankim, un’area del Camerun che sta subendo un degrado ambientale a causa del taglio illegale e selvaggio di legname. La riforestazione sarà re-alizzata creando sistemi produttivi in grado di migliorare le condizioni socio-economiche delle popolazioni locali e sviluppare la micro impren-ditorialità locale. Tra le iniziative la formazione su pratiche forestali e prodotti agricoli e il coinvolgimento nelle lavorazioni agricole e dei vivai. Il progetto sarà realizzato da Enel con il supporto di Treedom, nell’ambito del progetto Safe (Sustainable agrofore-stry ecosystem). L’“Ora tour 2011” è iniziato a Conegliano e ha subito su-

scitato grande ammirazione, per l’in-tensità, la forza, l’energia ma anche la poesia tipiche del rock. Jovanotti più che rock fa musica globale, ma lo slancio con cui Lorenzo affronta la musica trae continuamente linfa vita-le da un approccio tipicamente rock. L’ultimo disco, “Ora”, è una conferma del percorso musicale-umano di Jo-vanotti, che ormai pare radicalmen-te trasformato rispetto ai suoi inizi disimpegnati e frivoli. Se di impegno possiamo parlare bisogna però sotto-lineare che quello di Jova è condito da una leggerezza e a tratti da una spen-sieratezza che rende il suo tragitto più “simpatico” agli occhi e alle orec-chie del mondo. Al centro di questo tour c’è, ancora una volta, il Jovanotti sommo professionista, che ha prepa-rato con la consueta cura e attenzio-ne uno show che vede coinvolta una “macchina da guerra” costituita da un gruppo di lavoro che ha visto impe-gnati per molti mesi musicisti, video-artisti e ingegneri. Un apparato spet-tacolare, che potrebbe sembrare però vuoto se non fosse condito dalle can-zoni di un musicista che, anno dopo anno, diventa sempre più maturo. Co-me dimostra “Tutto l’amore che ho”, canzone trainante dell’ultimo cd, che evidenzia una passione per l’umanità

e una speranza verso il futuro che ra-ramente capita di riscontrare così in-tensamente nel mondo non solo mu-sicale. Passione e divertimento sono in un certo senso le chiavi di accesso al concerto di Jovanotti, che realizza così un sogno. Quello di stabilire un contatto (“keep in touch”) con cia-scuno spettatore, che potrà sentirsi coinvolto in una serata entusiasman-te, fatta di emozioni, pensiero, ballo. Merito di Jova e dei suoi straordinari musicisti, che sono capaci di trasfor-mare grazie alla musica stanchezza e pensieri tristi in gioia ed energia. At-torno alle canzoni di “Ora” (ormai tri-plo disco di platino), album che non ci si stanca di ascoltare per la varietà dei suoni e delle immagini musicali, scorreranno come in un film tutti i più grandi successi di Jovanotti, in una se-quenza prevedibilmente mozzafiato.

Page 38: La Voce del Popolo 2011 20
Page 39: La Voce del Popolo 2011 20

Se dovessimo ironicamente trovare un aspetto positivo della crisi econo-mica che da mesi preoccupa il mon-do occidentale, potremmo ragionare sulle conseguenze negative che essa ha avuto sul mondo della televisio-ne. Un aspetto quasi paradossale, se si pensa che è stata proprio la tv a contribuire all’avvento della crisi. È infatti risaputo che i colossi media-tici, negli ultimi decenni, sono stati i primi responsabili della corsa al consumismo e, quindi, dell’indeboli-mento culturale ed economico delle classi medie. Ma chi l’avrebbe mai detto che una volta innescato questo meccanismo la tv vi sarebbe stata ri-

succhiata a sua volta? È proprio ciò che è successo riguardo al calo del-le vendite degli spazi pubblicitari, la linfa vitale del piccolo schermo. Con la crisi, molti inserzionisti hanno ab-bandonato la nave ritirandosi dalla pubblicità e, per non affondare defi-nitivamente, la tv ha dovuto allegge-rire i prezzi degli spazi commerciali. Complici i nuovi media e la moltipli-cazione delle piattaforme digitali e satellitari, la televisione come la co-noscevamo fino a qualche anno fa sta diventando un ricordo, bello o brutto sta a noi deciderlo. Sì, perché final-mente il telespettatore si sta accor-gendo dell’immenso potere che ha

fra le mani quando maneggia il tele-comando, scegliendo da quale mon-do essere intrattenuto. È la fine della tv generalista, che fino a 10 anni fa ci imponeva trasmissioni e film secon-do il proprio diktat editoriale, che as-sorbiva milioni di utenti, rassegnati e allineati. Ora internet, il satellite, il digitale, ci hanno “liberati” da un mo-nopolio economico. Attenzione: solo economico. Il monopolio culturale e sociale è ancora ben saldo. Ma col-pita nel suo punto debole, i soldi, la tv deve imparare a considerare il suo pubblico come una presenza per nul-la scontata come negli anni d’oro, ma guadagnata con fatica. Ecco, quindi,

il lato positivo della crisi economica vista attraverso lo schermo: il mon-do televisivo ha scoperto di essere debole e precario. Di conseguenza il pubblico ha più potere decisionale: se una trasmissione non viene segui-ta come previsto, si procede subito al suo smantellamento. È capitato la scorsa settimana a “Uman Take Con-trol”, un nuovo reality di Italia Uno (di cui abbiamo parlato nel numero del 5 maggio) che ha potuto respi-rare solo per tre puntate, prima di essere cancellato dalla programma-zione, fra lo sgomento degli stessi concorrenti che se la sono persino presa con i telespettatori per il bas-

so indice di gradimento… Un’ottima notizia, che dimostra quando sia im-portante la scelta critica di ciò che si guarda in tv. Dal nostro consenso può dipendere il successo di un programma. Questa affermazione sembra banale ma non lo è affatto: per cinquant’anni abbia-mo acceso l’apparecchio dicendo: “Cosa danno in tv?”. Oggi possiamo dire “Cosa prendo dalla tv?”. Dalla condizione passiva alla presenza atti-va e critica: ecco il vero pubblico che deve confrontarsi con il Golia televi-sivo indebolito dalla crisi. È l’unico modo per poter esigere e quindi me-ritarsi una tv di qualità.

Page 40: La Voce del Popolo 2011 20

l tempo delle attese, del “vedia-mo dove si va, poi decidiamo”, del “ma tanto non è così urgen-te” è finito. È cominciato il mo-mento dell’agire per il futuro

delle Sale della comunità, un futuro che è targato digitale.Le pellicole calano a vista d’occhio a favore di hard disk contenenti il film da scaricare nel server del nuovo pro-iettore. Il passaggio al digitale è dovu-to dal fatto che tutte le grosse major si sono trovate d’accordo attorno a uno standard. Questo sposta l’asse della velocità del passaggio al digi-tale verso la fine del 2012. Basti pen-sare ad alcuni numeri dei primi mesi dell’anno per quanto riguarda la Lom-bardia: “Animals united” (21 gennaio) 20 supporti digitali e sette pellicole in 35mm; “I fantastici viaggi di Gulliver” (4 febbraio) 54 supporti dgitali e sei pellicole; “Sanctum” (11 febbraio) 31 supporti in digitale e tre in 35 mm; “Il Grinta” illimitati in digitale e quattro in pellicola. I numeri parlano chiaro e la tendenza va favorendo i supporti tecnologici nuovi a scapito della vec-chia e amata, ma con costi di produ-zione più alti, pellicola. Il passaggio al supporto digitale è epocale e allo stes-so tempo obbligato. Non adeguarsi si-gnifica smettere di proporre cinema. Parlare di digitale non significa neces-

sariamente 3D. Il digitale è la base, su cui si possono poi aggiungere i sistemi in visione tridimensionale. In questo caso le possibilità sono due: sistemi attivi o sistemi passivi. I primi non hanno occhiali usa e getta, con un co-sto elevato, bisogna evitare che li por-tino via, serve una macchina di pulizia apposita e in sala bisogna montare dei sensori. I sistemi passivi necessi-tano di uno schermo apposito argen-tato, serve un ulteriore apparecchia-tura apposita e gli occhialini possono essere riutilizzati dal cliente se con-servati per qualche volta e hanno un costo irrisorio. I sistemi base partono da 65mila euro e aumentano in base alla scelta di acquistare il 3D e quale. Trovarsi impreparati a questo pas-saggio significa la chiusura di molte realtà cinematografiche e, di conse-guenza, la rinuncia ad un aspetto im-portante per l’aggregazione e l’anima-

zione culturale delle comunità; le Sale propongono film d’essai, cineforum, programmazione adatta ai bambini e con un taglio commerciale. La cac-cia ai fondi è ovviamente aperta. Le case distributrici, in base a determi-nate proiezioni di prima visione in di-gitale, partecipano alle spese con un tetto massimo di 30mila euro circa. Il Fus (Fondo unico dello spettacolo) è stato riportato a 428 milioni, ma i de-creti che regolano l’erogazione sono attualmente sospesi. Situazione in evoluzione e a fine mese il ministro Galan incontrerà le associazioni di ca-tegoria per determinare le linee guida dei decreti attuativi. La Regione Lombardia propone un Fondo di garanzia presso alcuni isti-tuti fino all’80% del credito in linea ca-pitale per le imprese che operano nel campo dello spettacolo (regione.lom-bardia.it). Ancora, a livello lombardo si potrebbero, condizionale d’obbli-go vista la fase embrionale, trovare fondi da un bando ad hoc che nasce dall’accordo fra Acec Lombardia e Fondazione Cariplo. Il Comune di Brescia ha stanziato dei fondi per la ristrutturazione delle Sa-le cittadine all’interno del patto che riguarda gli accordi con gli oratori. Delibera già avvenuta, a giorni la co-municazione ufficiale.

Page 41: La Voce del Popolo 2011 20
Page 42: La Voce del Popolo 2011 20

ue più due, uguale cin-que. Non è un errore né di calcolo, né di battitu-ra. Vuole essere la meta-fora della collaborazio-

ne, dell’unione che fa la forza, delle sinergie ottenibili dal mettere in rete le conoscenze e le competenze. Sia che si tratti di aziende sia che si inda-ghi la vasta platea delle associazioni. Perché, citando Aristotele: “L’insie-me vale molto di più della semplice somma delle sue singole parti”. At-torno alla frase del filosofo greco è ruotato l’intero convegno “Coopera-tivismo e associazionismo: lo svilup-po parte dal territorio”, (nella foto) andato in scena in città, cui hanno preso parte alcuni rappresentanti del mondo economico bresciano. Invita-ti dall’associazione culturale “Popo-larismo europeo”, al tavolo dei rela-tori hanno preso posto Alessandro Azzi, presidente della Bcc del Garda e di Federcasse (la federazione che raggruppa le banche di credito coo-

to. Per competere a livello globale sono indispensabili la cultura della ricerca e dell’innovazione». Sul pun-to il Centro servizi multisettoriale e tecnologico (Csmt) di Brescia sta mostra che “ricerca e sviluppo so-no ineludibili”. Fare rete, ricerca-re, innovare, ma non dimenticarsi delle persone. Lo ha ricordato Ca-millo Zola, chiosando: “Serve uno strumento per creare una forma di socialità nuova nel lavoro di tutti i giorni. Si può fare rete solo partendo dall’uomo. Occorre un sistema di re-lazioni basato su rapporti personali semplici e continui”.

L’agricoltura è in grado di offrire opportunità occupazionali a 250mila lavoratori nei prossimi 10 anni. È quanto emerge da un’analisi presentata dal delegato nazionale Vittorio Sangiorgio nel corso dell’assemblea di Coldiretti Giovani Impresa tenuta nei giorni scorsi a Roma con la partecipazione di 2000 imprenditori agricoli under 30, tra cui una nutrita delegazione di giovani bresciani guidata dal delegato provinciale Michele Saetti. Una tendenza, quella occupazionale,

già in atto, come peraltro dimostra il fatto che è tornata ad aumentare l’occupazione nelle campagne con un aumento del 2% – il più elevato tasso di crescita del 2010 – a fronte di un crollo dell’industria pari al 3% e, a un calo generalizzato dell’1 per cento. Dallo studio Swg/Coldiretti Giovani Impresa emerge che in agricoltura solo il 3% delle imprese agricole italiane è condotto da giovani con meno di 35 anni, che però risultano essere alla guida delle aziende più innovative.

perativo italiane), Sandro Bonomi, presidente di Anima (la federazione delle associazioni nazionali dell’indu-stria meccanica), Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Bre-scia, e Camillo Zola, presidente del-la Compagnia delle opere di Brescia. Ognuno ha portato la testimonianza della propria realtà, cercando di evi-denziare l’importanza della rete di relazioni, dell’innovazione, e dell’at-tenzione alle persone e al territorio. Nell’intervento di Azzi, il focus è sta-to naturalmente il mondo bancario. “A differenza dei grandi istituti che mettono in campo prodotti standar-

dizzati, allontanandosi dal territorio e dalle persone, il credito coopera-tivo rappresenta il paradigma di chi opera in un contesto di un mercato maturo e non ha voluto cedere al-la deriva di fusioni e accorpamen-ti. Non sempre pertanto le grandi dimensioni sono sinonimo di gran-di risultati. Anzi, molto spesso la qualità la si ritrova nel piccolo”, ha osservato il numero uno della Bcc del Garda, aggiungendo: “Un siste-ma avanzato può trarre giovamento dalla concorrenza, perché consente di dispiegare al meglio le qualità di ognuno a vantaggio dell’economia e delle famiglie. Siamo confortati dal nostro percorso, che ha come missione quella di dare risposte al territorio applicando la democrazia economica. Una banca non dev’es-sere un santuario inaccessibile, ma pensare di essere al servizio del-la comunità”. Per Massetti l’asso-ciazionismo può portare numerosi vantaggi alle imprese e ad essere in-

centivati devono essere soprattutto i giovani “che collaborano tra loro e non richiedono soltanto garanzia e appoggio burocratico, ma sono desiderosi di andare all’estero, e di entrare nelle aziende di famiglia in modo nuovo”. Il presidente di Con-fartigianato ha citato più volte la classe politica, “la quale da un lato dice che le piccole e medie imprese sono indispensabili per l’economia italiana, dall’altro non fa niente per aiutarle. Noi vogliamo solo che ci facciano lavorare, ma avere un co-sto dell’energia superiore del 20% rispetto alla media europea non ci aiuta”.Indispensabili nel processo di crescita sono la ricerca, lo svi-luppo, e l’attenzione al territorio. “Per crescere – ha spiegato Bonomi – bisogna radicarsi sul territorio, e il settore manifatturiero italiano è ancora un’eccellenza nel panora-ma mondiale. La crisi ha messo a nudo i Paesi che si reggevano sulla finanza, mentre noi abbiamo resisti-

Si tiene il 21 maggio, con inizio alle 10, presso la sede della cooperativa sociale “La nuova cordata” di via Paolo VI, un incontro con sindaci, soggetti sostenitori pubblici e privato e con le organizzazioni non profit del territorio per la presentazione delle attività del fondo territoriale Sebino Franciacorta e dei contenuti del bando di finanziamento per l’anno in corso. L’incontro è promosso dalla Fondazione della comunità bresciana onlus.

Page 43: La Voce del Popolo 2011 20

Si tiene domenica 22 maggio, con inizio alle 10, presso sede di via Orzinuovi, l’assemblea generale di Confartigianato Unione di Brescia.L’assemblea sarà aperta alle 10 dalla relazione del presidente Eugenio Massetti (nella foto) a cui faranno seguito i saluti del sindaco di Brescia Adriano Paroli, del presidente della Provincia Daniele Molgora, del presidente della Camera di commercio Franco Bettoni e del presidente di Confartigianato Lombardia Giorgio

Merletti. Alle 10.50 prenderà il via la tavola sul tema “Lo sviluppo è il nuovo nome della pace” con la riflessione di don Walter Magnoni, responsabile del servizio per la pastorale sociale e del lavoro di Milano. Due gli interventi in programma: quello del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini e quello di Giorgio Guerini, presidente di Confartigianato nazionale e Rete impresa Italia. La tavola rotonda sarà moderata dal giornalista Nicola Porro.

uali sono le novità legi-slative in materia di fon-ti rinnovabili? Quali gli strumenti di incentivazio-ne ed i sussidi? A queste

e ad altre domande ha contribuito a dare risposte il partecipato workshop, “Energie rinnovabili: nuove regole, incentivi e strumenti di finanziamen-to”, organizzato nei giorni da Bocco-ni Alumni Association, con la colla-borazione di Cogeme, Linea Energia, Ubi Banco di Brescia e il patrocinio dell’Associazione industriale bre-sciana. L’incontro si è tenuto presso l’azienda agricola Barboglio de Ga-ioncelli, in Franciacorta. Ad aprire i lavori del workshop, inserito all’in-terno del progetto “…iDee per il Bu-siness…”, l’intervento di Marco De Paolis, area leader Alumni Bocconi Brescia, incentrato sugli strumenti giuridici che regolamentano l’acquisi-zione delle aree e la realizzazione dei progetti di impianto, quali il project financing, il leasing e i fondi immobi-liari. Sul tema del cosiddetto “Quarto Conto Energia” si è espresso Niccolò Cusumano, ricercatore Iefe Bocconi e Sda Bocconi, che ha prospettato pos-sibili soluzioni ai nodi e alle criticità legati alle recenti disposizioni, ed in particolare alla previsione di una si-gnificativa riduzione dei sostegni pub-blici contenuta nel recente Decreto legislativo n. 28/2011. Nel dibattito, per la parte sulla complessa norma-

tiva tributaria, è intervenuto Nicola Catucci, dello studio tributario e so-cietario Deloitte, che ha illustrato gli aspetti legati alla fiscalità degli inve-stimenti nel settore fotovoltaico. Lo sviluppo delle rinnovabili rappresen-ta uno strumento importante per pro-muovere la competitività del sistema

produttivo, la sicurezza dell’approv-vigionamento energetico e la tutela dell’ambiente. A evidenziarlo è stato Gianluca Delbarba, presidente di Co-geme spa e Linea Energia spa, alum-nus Università Bocconi. “Credo che la politica degli incentivi – ha dichiarato il Presidente Delbarba – debba, oltre che agevolare iniziative meritorie, sia nel pubblico che nel privato, verifica-re, contestualmente, che le operazio-ni industriali nel campo delle rinno-vabili rispondano a criteri di conte-nimento del consumo del territorio e di coerenza nelle finalità, evitando rischi speculativi. La tutela ambienta-le dei nostri territori si misura anche da queste scelte”. In materia di inve-stimenti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e per il risparmio energetico ha preso la parola Ario Da-rio Fassio, Direzione Mercato Retail Ubi Banco di Brescia, illustrando le possibili soluzioni di finanziamento. Si passa dai prestiti semplici e fles-sibili per le famiglie, ai finanziamenti più strutturati per le Pmi fino ad ar-rivare a interventi più complessi per grandi impianti, finanziati con ricor-so al leasing o a soluzioni di project finance. “Il crescente interesse per il settore da parte dei nostri clienti, as-sociato alle indicazioni contenute nel nuovo Conto energia – ha commenta-to Fassio − dovrebbe contribuire ad una sensibile ripresa delle richieste di finanziamento”.

Page 44: La Voce del Popolo 2011 20

omenica alle 18 si chiude con la Fiorentina. Fine di un incubo, fine di un’ago-nia durata pure troppo. Tornato in serie A dopo

cinque anni di purgatorio, in poco me-no di dieci mesi il Brescia ritorna agli inferi nell’anno del Centenario. Uno smacco atroce, difficile da mandare giù seppur la tifoseria bresciana ora-mai è vaccinata. L’illusione di tre vitto-rie consecutive ad inizio campionato, poi il buio, il vuoto, il lento baratro. Una squadra costruita per vincere, la migliore della presidenza Corioni come lo stesso stanco patron l’ha de-finita. I presupposti c’erano tutti per sognare. Dall’arrivo di gioielli costosi come Diamanti, Eder, Zebina e Zanet-ti (quest’ultimo nel mercato di ripara-zione a gennaio), alle tre vittorie di fila dopo aver steccato l’esordio a Parma. Corioni parla di Europa League, ma a dicembre caccia Iachini, lo rimpiazza con Beretta, gli fa mangiare il panet-tone ma l’attesa sferzata non arriva. Giusto il tempo di digerirlo quel pa-nettone, senza canditi e uvetta, e vie-ne richiamato, dopo sette giornate, a furor di popolo Iachini, l’uomo della promozione. Il tempo c’è, ma la testa e le gambe dei giocatori no. Una resa annunciata già da diverso tempo. E i malumori serpeggiano nello spoglia-toio. Vengono reintegrati Zoboli (alla fine per il difensore si è scomodato in almeno due occasioni anche il com-

missario tecnico Cesare Prandelli) e Antonio Filippini mentre Possanzini finisce ai margini. Prima panchina, poi tribuna. E che dire del portierone Sereni? Prelevato la scorsa estate dal Torino, era stato definito da Corioni il terzo miglior portiere in Europa in sede di presentazione. Poche appari-zioni e malato cronico da Fiorentina-Brescia 3-2 (dopo lo 0-2 a favore alla fine del primo tempo) del 9 gennaio

scorso. Si accumulano pareggi, gli stessi che avrebbero fatto tanto co-modo nel girone d’andata. Le vitto-rie scarseggiano, in trasferta e l’uni-co colpo rimane quello col Chievo a Verona del 19 settembre. Subentra la paura, Caracciolo prova a rimpolpare la classifica marcatori raggiungendo la doppia cifra ma sbaglia rigori e oc-casioni a porta vuota. Là davanti Eder è una meteora, altro che il bomber

Tutti al San Filippo. Questo lo slogan che da qualche giorno riecheggia in città per l’attesa gara 3 della finale promozione che potrebbe regalare un sogno al Basket Brescia. Sogno che si chiama Lega 2. Dopo le due vittorie di Trapani, venerdì sera c’è la possibilità di chiudere la pratica e festeggiare fra le mura amiche. Palla a due alle 21 con diretta integrale sulle nostre frequenze a partire dalle 20,45. “Mi aspetto un grande tifo – dichiara capitan Massimo

Rezzano (nella foto) – siamo ad un passo dalla storia. Abbiamo dimostrato di essere un gruppo unito e compatto, questa è la nostra forza. Ed ora andiamoci a prendere questa promozione che la società, squadra e pubblico aspetta da due anni”. Botteghini aperti dal giorno prima con orario 17-20 direttamente al San Filippo. La società comunica che non ha aumentato il costo dei biglietti d’ingresso lasciandoli invariati rispetto alla stagione regolare. (al.an.)

Il primo tassello è entrato perfetta-mente nel puzzle della promozione. Dopo due anni di purgatorio ed una stagione regolare dominata in lungo e il largo, il Calvisano vuole tornare nel rugby che conta: il massimo cam-pionato. E la scalata è cominciata nel migliore dei modi. Vittoria a Reggio Emilia nella semifinale d’andata (35-9) ed ora il ritorno al San Michele per accedere alla finalissima. “Nono-stante la vittoria – analizza il capitano

Paul Griffen (foto a lato) – a Reggio abbiamo commesso qualche erro-re di troppo in fase di finalizzazione che non dovremmo ripetere. Anche in casa nostra si annuncia battaglia, verranno al San Michele con il col-tello tra i denti e proveranno a torna-re in corsa”. Difficile che gli emiliani riescano a ribaltare il punteggio. Al San Michele si preannuncia il tutto esaurito visto che si giocherà saba-to alle ore 20. Serviranno cinismo e

massima concentrazione. Doti che il Cammi ha già più volte utilizzato nei momenti decisivi. “Dovremo giocare come abbiamo fatto nella ripresa – av-verte il tecnico Giuseppe Mor – visto che nel primo tempo siamo scesi in campo contratti, nervosi. Sentivamo la partita, poi abbiamo cominciato a giocare come sappiamo e sono arriva-te quattro mete che ci avvantaggiano in ottica qualificazione. Ma la pratica non è ancora chiusa. In più – conclu-

de Mor – abbiamo dimostrato di sa-per reggere fisicamente per tutti gli 80 minuti e questo è un buon segno”. Intanto nell’altra semifinale, favorito resta il San Gregorio Catania che si è imposto di misura a Firenze (21-20). Etnei che hanno chiuso la stagione re-golare alle spalle proprio del Cammi Calvisano. Lo scontro fra queste due squadre sarebbe il giusto atto conclu-sivo. Un passo alla volta: prima biso-gna chiudere la pratica Reggio Emilia.

prolifico dello scorso anno ad Empoli che sognava di giocare proprio in cop-pia con l’Airone. L’estro di Diamanti si vede a tratti, la difesa è un colabrodo. Il Brescia arranca, vede riaffacciarsi il baratro della serie B. La matemati-ca non condanna le Rondinelle fino a due giornate dal termine. Intanto par-te la caccia allo “scarica-barile”. Co-rioni annuncia che non si può andare avanti così e dichiara di mollare a fi-ne stagione, il direttore sportivo Nani prima vieta di parlare di mercato alla stampa locale e poi chiede pubblica-mente scusa per il fallimento sportivo. Baiocco viene riesumato dalla polve-re e si toglie i macigni (altro che sas-solini) da tutte e due le scarpe, idem come sopra Diamanti. Parte il silen-zio stampa. Lanzafame litiga in alle-namento con i compagni, si stranisce, è insofferente e in quei pochi minuti che viene gettato nella mischia lascia la squadra in dieci. La piazza insorge, ma la condanna è scritta domenica 8 maggio: il Brescia torna in B nell’an-no del Centenario. Danno e beffa: in serie A sale l’Atalanta.

Page 45: La Voce del Popolo 2011 20

ine settimana intenso per i sarti della provincia, che hanno impugnato ago e fi-lo per trasformare l’ambi-ta toppa arancioblù in un

tutt’uno con le maglie dei campioni bresciani degli sport a squadre. Inizia-mo la nostra carrellata di teste coro-nate dal settore giovanile del calcio. La categoria under 14 premia Paolo VI Fontana, a valanga su Serafica S. Carlo (7-2). La formazione di mister Vergna centra così il suo secondo ti-tolo consecutivo. Tra gli allievi esul-ta Rock Torbiato, cha ha la meglio sul S. Giacomo ’96 per 3-1. L’Aurora Lumezzane torna ad arricchire la sua bacheca dopo un 2010 sabbatico. Il 5-2 su Tris Calcio Padergnone, infatti, regala alla società blucerchiata il ter-zo titolo nelle ultime quattro stagioni: un dominio spezzato un anno fa dal breve interregno del S. Giovanni Po-laveno. Il titolo dei top junior resta in città e passa dalle mani del S. Anto-nio a quelle di Smv Sovema, vittoriosa nella sfida al cardiopalma con Asco Vestone terminata 6-5 per i ragazzi di via Cremona. Viene da lontano l’eco di gioia dell’open a 7. Bovegno vince dopo una lunga cavalcata. Nel calcio femminile le rondinelle continuano a volare. Il Brescia bissa il successo del 2010 con un netto 4-0 sul Castenedolo. Le ragazze di mister Romano cerche-ranno di ripetersi anche ai regionali difendendo la rosa camuna conqui-stata un anno fa nel derby con il Bo-vezzo. Passiamo alla pallavolo, dove

Fuorimisura chiude col botto dodici mesi da incorniciare che l’hanno proclamata regina indiscussa del calcio a 11. La formazione di Calcinato ha chiuso l’annata scorsa alzando al cielo la Coppa Leonessa per poi aprire la stagione 2010/2011 aggiudicandosi la Supercoppa contro Eagles Bagnolo. La finale provinciale ha riproposto lo stesso faccia a faccia, ma per le aquile della bassa non c’è stata opportunità di riscatto. I rossoneri hanno messo in bacheca il terzo

titolo, strappando lo scudetto bresciano ai rivali dopo il 2-1 ai tempi supplementari. Calcinato è stato assoluto protagonista anche nel calcio a 5, dove la formazione di De Giovanni ha conquistato il titolo davanti al pubblico amico imponendosi 5-4 sull’Orzinuovi. Il successo è una vera liberazione per la sua squadra, sconfitta proprio in finale nella passata stagione da Il Giglio Costruzioni. Entrambe le compagini calcinatesi ora vivranno il sogno delle finali regionali.

Franciacorta domina le categorie gio-vanili. Le under 14 di mister Brescia-nini riscattano l’epilogo del 2010, che le vide soccombere proprio di fronte al Castelmella. Il 3-0 di quest’anno in-verte i ruoli. Più faticosa, ma altrettan-to felice, l’impresa delle juniores, che la spuntano su un grande S. Giacinto all’ultimo respiro di un tie break chiu-so sul 19-17. Lo scudetto delle top ju-

nior resta sulle maglie del Mompiano, che alza la coppa per il secondo anno consecutivo grazie al 3-2 sul Calcina-to, arresosi al quinto set sul punteggio di 15-12. Nell’open femminile l’impero del Consorzio Vela Carpenedolo non conosce il tramonto e arriva il quar-to alloro provinciale consecutivo, il quinto nelle ultime sei stagioni. Re-sto del Maury non può nulla: finisce 3-0. Diverso il discorso nel misto, do-ve Provaglio abdica accontentandosi del bronzo, mentre Olimpia Paitone (seconda nel 2010) centra il successo battendo 3-1 Somain Cortefranca. Nel maschile le Nuove Legioni Calcinate-si vincono il provinciale con netto un 3 a 0 sul Rudiano.

Page 46: La Voce del Popolo 2011 20

Il tempo delle vendette

Signor direttore, non si è fatta attendere la prima ven-detta talebana dopo l’uccisione di Bin Laden: 87 vittime, in un sol col-po, tutte giovani reclute della guar-dia di frontiera pachistana. C’è da credere che non sarà l’ultima. Sul conto di chi occorrerà mettere que-sti morti e quelli che verranno? Trop-po facile rispondere: ai vendicatori del capo di al-Qaeda. Gli americani, uccidendolo, ne hanno fatto un mar-tire. E il presidente Obama poteva pure risparmiarsi i toni trionfalistici con cui ha dato l’annuncio al mondo, scomodando anche Dio e di fatto ral-legrandosi, e far rallegrare gli ame-ricani, per il “bel risultato” ottenuto dal “commando” delle forze speciali. L’uccisione di chiunque, fosse pure il peggior bandito o il peggiore ter-rorista, non è mai una vittoria. La morte è morte, sempre, e va rispet-tata con la mestizia, non profanata con l’esultanza. Sì, d’accordo, dietro questa storia c’è l’11 settembre. Da-ta storica, ormai. Tragedia enorme, terribile, disumana, insopportabile per una nazione come gli Stati Uniti mai prima d’allora colpita su scala collettiva e nazionale fin dentro ca-sa. Però, sulla scia e come perversa conseguenza di questo maledetto 11 settembre, quanti altri 11 settembre a livello privato, personale, familia-re, il mondo dovrà sopportare? Per le famiglie che hanno avuto un lo-ro congiunto morto in Afghanistan questo non è stato forse un “picco-lo”, ma altrettanto doloroso, 11 set-tembre? E le mamme afgane che hanno visto cadere i loro figli sotto le bombe che “dovevano” essere in-telligenti? E gli attentati a catena? Le

stragi per “fuoco amico”? Siamo ri-masti all’11 settembre, quello “gran-de”, quello che ha fatto scalpore ed è passato alla storia, ma purtroppo ogni giorno nel mondo ci sono altri 11 settembre, più “piccoli” nelle di-mensioni ma non nel dolore, che non fanno clamore e non avranno com-memorazioni ufficiali.I bombardamenti, le rappresaglie, i raid punitivi, le vendette, i colpi di testa e tanto meno alla testa, non sconfiggeranno mai il terrorismo. Né condurranno alla pace. Né elimi-neranno la paura. I cittadini ameri-cani sono sul “chi va là” più adesso che prima. E con loro i cittadini di mezzo mondo. Purtroppo – vedi so-pra – la prudenza, la discrezione, la capacità di calcolare le conseguen-ze, l’inventiva di trovare altri mez-zi che non la forza, sembrano doti scomparse dal bagaglio culturale dei capi – si possono ancora definire “statisti”? – che reggono le sorti del mondo. E in questo mondo piatto e uniforme è scomparso anche il co-raggio di qualsiasi gesto controcor-rente, dirompente, quanto, anzi più, di una bomba. Perdonate, l’uscita non è nuova e la copio da personaggi famosi, ma sul momento non trovo di più origi-nale: ho fatto un sogno. Un sogno, ovviamente, da ingenuo, che altri direbbero un’anima candida, e non è detto che non lo sia veramente. Ho sognato che gli Stati Uniti, una volta catturato Bin Laden e accon-tentatisi di aver messo le mani sul suo archivio, lo avessero invitato a tenere una conferenza stampa per spiegare il perché di tanto odio e ri-spondere alle domande dei giorna-listi. Dopo di che, con tanti saluti e magari un “arrivederci”, lo avessero

liberato e riconsegnato ai suoi cari e ai suoi compari. Di chi e di che cosa, poi, avrebbero avuto da vendicarsi i terroristi? E che figura avrebbero fatto, costoro, di fronte al mondo, continuando a sbraitare e minaccia-re attentati contro gli Stati Uniti? E gli Stati Uniti che figura avrebbero fatto? Quale lezione avrebbero dato al mondo? Non lo so, il sogno è fini-to qui. Ognuno trovi le sue risposte.Piero Isola

Eutanasia in Svizzera

Signor direttore,in Svizzera si continuerà a praticare l’eutanasia, anche per i non residenti nel Paese. Questa, in estrema sintesi, la risposta che gli abitanti del Canto-ne di Zurigo hanno dato il 15 maggio in un referendum sull’aiuto al suici-dio assistito basato su due quesiti promossi da due partiti conservato-ri. Il primo, presentato dall’Unione democratica federale (Udf, d’ispira-zione cristiana), puntava a chiedere al Parlamento svizzero di rendere punibile qualsiasi forma di istiga-zione e di aiuto al suicidio. Il secon-do, avanzato dal Partito evangelico, mirava a porre fine al “turismo del-la morte”, limitando la possibilità di eutanasia ai soli residenti nel Can-tone da almeno dieci anni. I partiti conservatori erano decisi a fissare dei paletti in materia, ma gli abitanti del Cantone zurighese hanno riget-tato entrambe le proposte con una percentuale di voti contrari dell’80%. L’interesse per l’esito dello scruti-nio andava oltre i confini del Canto-ne perché il governo federale deve presentare in autunno un disegno di legge che disciplini l’assistenza orga-nizzata alla dolce morte.

I Vescovi svizzeri sono sempre stati contrari al suicidio assistito e orga-nizzato e all’indomani del referen-dum che si è svolto nel Catone di Zurigo, ribadiscono il loro ‘no’ all’eu-tanasia riproponendo il dossier sul-le cure palliative redatto dalla Com-missione per la pastorale sanitaria di Zurigo. I dati diffusi in seguito al referendum di Zurigo parlano chia-ro. In Svizzera, il suicidio assistito è consentito dal 1941, a condizione che non sia legato ad alcun motivo egoistico ed è ammesso solo in mo-do passivo, cioè procurando a una persona i mezzi per morire, ma non aiutandola a farlo. Ha ragione il Par-tito evangelico a parlare di “turismo della morte”: in effetti, secondo le cifre fornite dall’associazione ‘Di-gnitas’, che in Svizzera assiste cit-tadini stranieri candidati all’euta-nasia, dal 2010 sono state 1.138 le persone giunte dall’estero decise a farla finita (592 dalla Germania, 102 dalla Francia, 18 dagli Stati Uniti e 16 dalla Spagna). Nel 2003, le perso-ne venute dall’estero per togliersi la vita in Svizzera rappresentavano il 6,5% del totale dei suicidi assistiti, nel 2007 il 9,7%.L’assistenza al suicidio non è un aiuto. Contraddice il dovere fonda-mentale della protezione di ogni vita umana. È falso pensare che si possa e si debba rispondere alla domanda di suicidio espresso da una persona. Il desiderio di morte non corrispon-de che raramente a una decisione presa liberamente. Essa è invece sempre sottomessa alla pressione delle circostanze: la sofferenza, il sentimento della perdita di senso e la paura di essere un peso per i parenti. La compassione verso una persona sofferente non risiede nell’omicidio,

ma nel prendersi cura e questo com-pito non può essere lasciato unica-mente al personale medico. Un amico svizzero

La chitarra in chiesa

Egr. direttore,non si può negare, neanche dai più strenui difensori delle chitarre nel-la liturgia, che l’organo è uno stru-mento che appartiene al patrimo-nio storico della Chiesa cattolica, e questo da vari secoli. Il suo uso è stato vario ed è naturalmente anche coinciso con le evoluzioni tecnico-costruttive dello strumento. Pensia-mo per esempio alla concezione di un organo ottocentesco italiano, che perfettamente si adattava a esegui-re le composizioni di stile operistico dei musicisti più in voga di quel pe-riodo. Insomma, l’organo si è spesso adattato alle esigenze (liturgicamen-te lecite o meno, non è qui il caso di dibattere) che la cultura del periodo e la conseguente liturgia gli presen-tava. Io insisterei più sul chiamare questo strumento, “strumento sto-rico” della liturgia (anche se questa definizione non è il massimo) prefe-rendo questa accezione a quella di “strumento tradizionale”. Non mi nascondo l’utilità enorme di uno strumento come l’organo nella storia della Chiesa cattolica (anche nella storia attuale, naturalmente) ma non intendo alzare barricate a quanto di buono e di utile può trovar-si nella cultura moderna (per meglio dire, nelle culture moderne), sempre che sia adatto alla celebrazione “o vi si possa adattare”. Visto in questa prospettiva non dovrebbe più porsi il problema di suonare questo o quel-lo strumento (al di fuori dell’orga-

Page 47: La Voce del Popolo 2011 20

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

no) ma si dovrebbe porre, in tutta la sua pesantezza, il problema di come usare quello strumento, in quale mo-mento della celebrazione e perché. E non è questione da poco. Di base c’è che qualunque strumen-to si suoni, occorre saperlo “usare”, almeno più che decentemente (non che si richiedano sempre dei virtuo-si…). Se non si parte dalla formazio-ne si continuerà per decenni a par-lare delle stesse cose senza frutto. Ci sono degli strumenti che non si adattano alla celebrazione? Partia-mo dalla chitarra. La chitarra non è il male assoluto della liturgia, lo è il suo cattivo uso. Grandissimi compo-sitori hanno scritto per questo nobi-le strumento. Da qui, ad accettarla suonata come al campeggio ce ne corre. Perché lì siamo al campeggio davanti a noi stessi, in chiesa siamo noi stessi davanti a Dio. I simboli, anche quelli sonori, non possono es-sere presi da un contesto e travasati in un altro completamente diverso senza temere una deriva del senso. Una delle massime del mondo del-la comunicazione più alla moda da decenni è: il mezzo è il messaggio (McLuhan, che, tra l’altro, è stato un convertito al cattolicesimo e ha scritto interessanti saggi proprio sulla liturgia dopo il Vaticano II che meriterebbero un’occhiata…). Non voglio prenderla come oro colato ma non bisogna neanche passarci trop-po sopra. Detto questo, potrei dire che quasi ogni strumento, se adatta-to con gusto e competenza alla litur-gia, può servirla degnamente. E non sono il solo a pensarla così. Il padre Papinutti che ha scritto: “Comunque è certo che, nel campo strumentale, la evoluzione della musica sacra è senza confini. Restando sempre fe-

deli alla disciplina e alle norme di una sana prudenza, oggi i musicisti possono tentare nuove forme musi-cali, con ampio uso di strumenti”.Giuliano Desideri

L’idolo e l’icona

Egr. direttore,due celebrazioni grandiose a tre gior-ni di distanza una dall’altra. Una a Roma, l’altra a Londra, il mondo in visione. Il matrimonio del secolo di William e Kate e la beatificazione di Giovanni Paolo II. Due eventi diver-sissimi... ma non troppo. Se uno è un matrimonio che sa di favola, l’altro è un’alleanza luminosa e meravigliosa tra un uomo e Dio. Per questo i due avvenimenti ci propongono due pa-role essenziali: l’idolo e l’icona. Due termini dalla stessa origine e dal si-gnificato di figura e d’immagine. Tut-ti e due coltivano lo stesso rapporto di fronte al sacro: un atteggiamento di rispetto e venerazione. E hanno lo stessa relazione con lo sguardo che si fa ammirazione e contemplazione. Vivono, tuttavia, una dinamica asso-lutamente opposta. L’idolo accentra tutte le forze, l’attenzione e il potere. È autoreferenziale per eccellenza, un accentratore per natura. L’icona, invece, rinvia ad altro, a un qualco-sa di più grande. Porge a chi osserva un dolce invito interiore a guardare lontano... Infatti, un’icona – immagi-ne dipinta e venerata di un santo – è un solo raggio della luce del Divino, del Trascendente. La sua virtù fon-damentale è l’umiltà, mentre quella dell’idolo è l’ambizione o una segre-ta arroganza.“Due si sposano sotto lo sguardo di due miliardi di persone” intitolava trionfante un giornale lon-dinese, suggerendo così la forza di at-

trazione di un evento. Un idolo è qual-cosa che sembra possedere un che di meravigliosamente magico. Inserti speciali, servizi televisivi, giornali di ogni specie sono stati invasi per gior-ni da una sola immagine, una giovane coppia reale, colta in tutti suoi aspetti e momenti di vita. Tuttavia i cronisti facevano osservare che i 1.900 invitati a Westminster erano tutti bianchi, no-bili e di alto rango. Mentre assiepata e perfino immersa nella fontana davanti Buckingham Palace vi era uno stuolo di gente di tutti i colori: il vero volto multiculturale della terra inglese. Un idolo, infatti, sa sempre circondarsi dei suoi adoratori. L’icona, come un dito puntato verso un orizzonte, indica sempre qualcosa di più grande e di più bello. Perfino la sessualità, in fondo, vivrà sempre que-sta ambivalenza tra idolo e icona. So-lo quando essa saprà esprimere quel senso grandioso della vita come una danza e una lotta da vivere insieme, allora, sarà un’icona insuperabile. Se invece si rinchiuderà in se stessa, esigendo ogni attenzione ed energia diventerà un idolo che disumanizza chi lo adora.Questa duplice e contrapposta dina-mica di idolo e di icona sarà preziosa per valutare qualsiasi situazione, qual-siasi uomo. Si diventa un idolo, quan-do si vive un protagonismo eccessi-vo, un attivismo esagerato, al centro dell’ammirazione e dell’obbedienza di altri. Ansiosamente si cercherà sem-pre e dappertutto un piedistallo. Non si tollera la critica, ma solo la venera-zione. Si diventa idolo quando ci si ar-roga ogni forza, ci si identifica in Dio e nella sua volontà.Ma un vero leader sarà sempre un’ico-na e sarà semplice distinguerlo fra la gente: dal suo stesso sguardo, diffe-

rente da quello di ogni altro essere. Gli occhi gli brillano perchè ha una visione davanti a sé. Vede il mondo che sarà domani e sa captare il futu-ro che sta nascendo. Come Abramo e Mosè avvertirà i bisogni vitali di un popolo che cammina e ciò diventa una forza mobilizzatrice per sé e per gli altri. Sa risvegliare in tutti le forze migliori, perché le intravede, le chia-ma alla vita, al cammino e alle sfide. Non abbatte, ma suscita, incoraggia e stimola potentemente. Respira la spe-ranza e la fiducia nell’altro.Un’icona indimenticabile per tutti fu una semplice bara di legno e un Van-gelo posato sopra come una corona sulla testa di un re. Era un leader vero. Sapeva dare al mondo un messaggio di speranza potente e indicare a tem-po e a contrattempo un orizzonte stra-ordinario per ognuno: l’incontro con il Cristo. Si commuoveva davanti a folle di ogni lingua e di ogni cultura e sape-va spalancare le porte del suo cuore ai giovani. Nella nostra terra italiana dove ancora oggi crescono idoli po-tenti, preoccupati di sé o dei propri interessi, come dimenticare questo umile e grande leader appassionato unicamente di Dio e degli uomini? Lettera firmata

Page 48: La Voce del Popolo 2011 20