Il Settimanale di Arezzo 176

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ANNO V NUMERO 176 • VENERDÌ 17 GENNAIO 2014 • COPIA GRATUITA IN COPERTINA: SCATTO ED ELABORAZIONE GRAFICA DI ANDREA BARDELLI STRADA E, 5 LOC. SAN ZENO, AREZZO TEL. 0575 925953 STRADA E, 5 LOC. SAN ZENO, AREZZO TEL. 0575 925953 via Umbro Casentinese 82, 52043 Castiglion Fiorentino tel. e fax 0575 658852 cell. 335 5218935 – 335 5218920 [email protected] – www.siaallarmi.it la t ecnologia la tecnologia al tuo servizio al tuo servizio allarmi filo allarmi radio automazioni telecamere videoregistrazione antincendio citofono videocitofono casseforti mi.it info@sia a @sia a sia a a si sia sia a sia iaalla a a a a a rmi.it – www.siaallarm

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3 Arezzo si fa carico dell’emergenza abitativa dei giovani 4 Ripartono le attività dell’Associazione Italiana Persone Down di Arezzo 6 Caritas: una solidarietà silenziosa 7 Da Arezzo un grande aiuto per lo sviluppo in Niger 8 Scovato un documento su una Giostra del 1559 10 Raimondo Caprara, il piccolo grande curato di San Domenico 13 Quintana d’Inverno, il responsabile Roberto Parnetti ci racconta tutti i dettagli 15 Donne e sport: è l’ora di cambiare marcia! 16 Black Monkeys S.T.Ar., il nostro soft air è sinonimo d’onestà 18 Arci Pesca Fisa, grandi risultati a budget limitati 20 Stella Azzurra, una stagione in cima a ogni classifica 21 “Sagresto”: Enzo Gradassi racconta le vicende del bandito casentinese 22 Eccellenze da esportazione: la copertina del “Catalogo dell’Arte Moderna Mondadori” affidata a Mauro Capitani 24 Cinema surreale: assurdo perderlo! Riprende il cineforum al Circolo Aurora 26 Cosa resterà del centro? 27 Una “gustosa” possibilità in tempo di crisi lavorativa

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ANNO V NUMERO 176 • VENERDÌ 17 GENNAIO 2014 • COPIA GRATUITA

IN COPERTINA: SCATTO ED ELABORAZIONE GRAFICA DI ANDREA BARDELLI

STRADA E, 5LOC. SAN ZENO, AREZZO

TEL. 0575 925953

STRADA E, 5LOC. SAN ZENO, AREZZO

TEL. 0575 925953

via Umbro Casentinese 82, 52043 Castiglion Fiorentinotel. e fax 0575 658852 cell. 335 5218935 – 335 5218920

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2 IL SETTIMANALE DI AREZZO 17 GENNAIO 2013

“IL SETTIMANALE DI AREZZO“ È UNA TESTATA EDITA DA EDIZIONI GIORGIO VASARI SRLANNO V NUMERO 176 – VENERDÌ 17 GENNAIO 2014 © EDIZIONI GIORGIO VASARI

DIRETTORE RESPONSABILE: FRANCESCO CIABATTIEMAIL [email protected]: MARCO BOTTI, EMAIL [email protected]: ELENA AIELLO, ENRICO BADII, ANDREA BARDELLI, GIACOMO BELLI, SERENA CAPPONI, FERNANDA CAPRILLI, MARCO CAVINI, GIACOMO CHIUCHINI, DORY D’ANZEO, JACOPO FABBRONI, CECILIA FALCHI, ELETTRA FIORINI, MICHELE GIUSEPPI, SARA GNASSI, ILARIA GRADASSI, VALERIA GUDINI, GIACOMO MANNESCHI, CHIARA MARCELLI, LUCIO MASSAI, DAVID MATTESINI, FABIO MUGELLI, OMERO ORTAGGI, VALENTINA PAGGINI, RO-BERTO PARNETTI, LUCIANA PASTORELLI, IVANA MARIANNA PATTAVINA, LUCA PIERVENAN-ZI, CHIARA SAVARINO, ALESSIO SEGANTINI, LUCA STANGANINI, VALENTINA TRAMUTOLA, LUCA TRIPPI. FOTO: ANDREA BARDELLI, ROBERTO PARNETTI, SAIMON SAVINI

AMMINISTRAZIONE: EDIZIONI GIORGIO VASARI SRL, VIA MANTEGNA 4, 52100 AREZZO (AR), TEL. 392/95.96.285, FAX 0575/16.57.738, EMAIL [email protected]À E MARKETING: PAOLA PRATO, 333/46.04.264, [email protected]

AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI AREZZO 02/2010 DEL 10 FEBBRAIO 2010ISCRIZIONE AL REGISTRO DEGLI OPERATORI DELLA COMUNICAZIONE AL N. 19155STAMPA: LA ZECCA SRL, VIA UMBERTO TERRACINI 25/27, 52025 FRAZ. LEVANE, BUCINE (AR), TEL. 055/91.80.101, FAX 055/91.80.412, EMAIL [email protected]È VIETATA, SENZA FORMALE AUTORIZZAZIONE, LA RIPRODUZIONE TOTALE O PARZIALE DI TESTI, DISEGNI, FOTO E PUBBLICITÀ RIPRODOTTI SU QUESTO NUMERO

EGV

VITA DELLA CITTÀ3 Arezzo si fa carico dell’emergenza abitativa dei giovani4 Ripartono le attività dell’Associazione Italiana Persone Down di Arezzo, tra Circolo Arcobaleno e Fattoria dei Desideri6 Caritas: una solidarietà silenziosa7 Da Arezzo un grande aiuto per lo sviluppo in Niger10 Raimondo Caprara, il piccolo grande curato di San Domenico26 Cosa resterà del centro?27 Una “gustosa” possibilità in tempo di crisi lavorativa

NON PIÙ PAROLE OMAI…8 Scovato un documento su una Giostra del 1559

AREZZO SPORT13 Quintana d’Inverno, il responsabile Roberto Parnetti ci racconta tutti i dettagli

15 Donne e sport: è l’ora di cambiare marcia!16 Black Monkeys S.T.Ar., il nostro soft air è sinonimo d’onestà18 Arci Pesca Fisa, grandi risultati a budget limitati20 Stella Azzurra, una stagione in cima a ogni classifica

A REGOLA D’ARTE21 “Sagresto. Sventurato citto”: Enzo Gradassi racconta le vicende del bandito casentinese 22 Eccellenze da esportazione: la copertina del “Catalogo dell’Arte Moderna Mondadori” affidata a Mauro Capitani23 La Galleria 33 inaugura il 2014 24 Cinema surreale: assurdo perderlo! Riprende il cineforum al Circolo Aurora25 Un intreccio unico tra fotografia e poesia

L’ESPERTO RISPONDE28 Ripartire dopo le feste

IN QUESTO NUMEROIN QUESTO NUMERO

ad

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3IL SETTIMANALE DI AREZZO17 GENNAIO 2013

Bimbo Italia, non solo bambino! Il disegno di

internazionalizzazione concepito dal Consorzio “Bimbo Italia” si è

negli anni allargato ad altri settori, per menzionarne alcuni: gioielleria, maglieria, calzature, food. Inoltre, dal territorio locale le aziende iscritte si sono allargate

ad altre aree italiane. Da Bimbo Italia a Borgo Italia, la piazza che racconta le eccellenze impren-ditoriali italiane nel mondo! Scopri di più su WWW.BORGO-ITALIA.COM e WWW.BIMBO.NET

NEWS

AREZZO SI FA CARICO DELL’EMERGENZA ABITATIVA DEI GIOVANI

omprare casa è oggi diffi cilissimo per la maggior parte dei giovani e delle nuove famiglie. Questa emergenza abitativa è stata colta anche dal Comune di Arezzo

che ha deciso di approvare – all’unanimità – un atto di indirizzo presentato da Luigi Scatizzi dei Popo-lari per Arezzo per favorire l’acquisto delle prime abitazioni.

La scarsità di posti di lavoro che colpisce i gio-vani si unisce alle restrizioni fi nanziarie del sistema bancario e agli elevati costi delle abitazioni, con la conseguenza che molte coppie non sono in grado di investire sull’abitazione che ospiterà la loro famiglia.

Il mercato di Arezzo è ricco di case invendute e sfi tte, dunque nella proposta di Scatizzi il Comune dovrebbe principalmente ricoprire un ruolo di rac-cordo tra la domanda e l’offerta nel trovare punti di equilibrio nell’interesse condiviso.

La formula suggerita dai Popolari per Arezzo fa perno sulla possibilità di prevedere e stimolare la sti-pula di contratti di affi tto con patto di futura ven-dita. Con questa modalità l’affi ttuario, alla scadenza della locazione, può acquistare l’immobile a un prez-zo coperto dai canoni fi no ad allora regolarmente corrisposti, più il versamento di un ulteriore impor-to stabilito dallo stesso contratto. Questa tipologia di contratto permetterebbe a chi utilizza la casa di non perdere i soldi del pagamento dell’affi tto ma di investirli in un bene che al termine del contratto potrà diventare di sua proprietà, semplicemente ver-sando un residuo fi ssato all’inizio del rapporto. «La

locazione con patto di futura

vendita – spiega Giovanni Grasso, vi-cepresidente dei Popolari per Arezzo – trova applicazione sia in immobili già realizzati che in immobili in corso di edifi cazione, con l’obiettivo di favorire l’accesso all’abitazione a condizioni particolarmente favorevoli ai ceti medi. Questa formula, nata dalla fusione tra i contratti di locazione e i contratti di vendita, risponderebbe a un’esigenza abitativa da parte di tante giovani coppie che, con le attuali condizioni del mercato, non po-trebbero mai permettersi l’acquisto dell’abitazione».

Per attuare l’atto di indirizzo il Comune potrà fare affi damento su Arezzo Casa, la società nata per so-stenere le richieste di alloggio delle fasce socialmente più deboli. Nel progetto dei Popolari per Arezzo, è questo l’ente preposto per fare da ponte tra chi ha disponibilità di alloggi, i possibili acquirenti e le banche per attivare i contratti di locazione con patto di futura vendita.

Cdi Marco

Cavini

da sx, Giovanni Grasso, Andrea Gallorini

e Luigi Scatizzi

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4 IL SETTIMANALE DI AREZZO 17 GENNAIO 2013

«INVESTIRE NELLA PUBBLICITÀ IN «INVESTIRE NELLA PUBBLICITÀ IN TEMPO DI CRISI È COME TEMPO DI CRISI È COME COSTRUIRSI LE ALI MENTRE COSTRUIRSI LE ALI MENTRE GLI ALTRI PRECIPITANO»GLI ALTRI PRECIPITANO»

* e poi, sei sicuro che per fare pubblicità occorre spendere tanto? Chiamaci al 333/4604264

STEVE JOBSSTEVE JOBS

appena partito ad Arezzo il corso di formazione per “educatori speciali”, un corso rivolto a tutti i volontari e aspiranti tali che vogliano operare nel settore delle disabilità intellettive, organizzato da Cesvot e dalla sezione aretina dell’Aipd (Associazione Italiana Persone con Sindrome di Down). Il Circolo “Arcobaleno” di via Curtatone ha ricevuto le iscrizioni durante tutte le festività di fi ne

anno, fra giovani e meno giovani con l’idea di farsi un regalo di Natale molto speciale, arrivando a sforare il tetto massimo di 20 partecipanti previsti (limite imposto per esigenze logistiche). Il corso, completamente gratuito, prevede in totale 50 ore di lezione e si concluderà a maggio dopo una fase di ben 24 ore di esperien-za sul campo durante la quale i partecipanti, riposti nel cassetto i taccuini e gli appunti teorici, entreranno concretamente in contatto con i disabili intellettivi.

Da quelli che frequentano abi-tualmente il Circolo “Arcobaleno” a quelli che coltivano tutti i giorni le verdure alla Fattoria dei Desideri di Terranuova Bracciolini. In ogni caso quindi si tratta di un’esperien-za unica che proietta direttamente gli aspiranti volontari in una realtà di cui spesso, nella vita quotidiana di tutti i giorni, ci dimentichiamo. L’iniziativa, di cui le Edizioni Gior-gio Vasari sono media partner, vede la preziosa collaborazione della Pro-vincia di Arezzo, dell’Arciconfrater-nita di Misericordia, dell’associazio-ne “Il Velocipede”, degli “angeli” di All Stars e della Fondazione Tsd Comunicazioni.

Ogni anno il corso prende un ta-

ANNO NUOVO, ESPERIERIPARTONO LE ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE ITALIAARCOBALENO E FATTORIA DEI DESIDERI

È

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5IL SETTIMANALE DI AREZZO17 GENNAIO 2013

RIENZA DI VITA NUOVAALIANA PERSONE DOWN DI AREZZO, TRA CIRCOLO

glio diverso e quest’anno l’iniziativa è incentrata sul tema Un sostegno ai progetti di vita delle persone con disabilità intellettive.

Enrico Gasperini, una delle anime dell’Aipd, ci spiega di cosa si tratta: «Oltre al regolare lavoro per il sostegno e l’aiuto a queste persone e alle loro famiglie, noi dell’Aipd vorremmo andare più in là, creando e sviluppando i presupposti per dar loro dignità e autonomia personale. Affi nché pure loro possano costruirsi un vero progetto di vita».

Come detto, il corso 2014 ha registrato un discreto successo di adesioni e per l’occasione gli organizzatori hanno predisposto una sorta di test di ingresso «che non è ovviamente vincolante – specifi ca Gasperini, – ma che ci serve per “aggiustare il tiro” sui corsisti, visto che si tratta di lavorare concretamente, e subito, con persone disabili».

Fra i partecipanti, si registra la presenza di genitori con fi gli disabili e l’iscrizione di alcuni ragazzi appena maggiorenni. Del resto il target di riferimento del corso è proprio quello di giovani e giovani adulti (dai 18 ai 40 anni), sia perché si ricerca il confronto fra individui più o meno coetanei, sia perché il volon-tario «forma la sua mentalità da giovane», puntua-lizza Gasperini. Non è un caso che il corso annuale sia diventato ormai una delle migliori occasioni per “reclutare” proprio quei volontari che sono fon-damentali come l’aria per le associazioni che ope-rano sul nostro territorio, in primis l’Aipd stessa, affi nché si possa continuare a svolgere progetti di integrazione per le persone affette da sindrome di Down e non solo. Volontari che, fi nita l’esperienza del corso e ricevuto il meritato attestato, potran-no iniziare a mettersi in gioco in piena autonomia, operando attivamente al fi anco di chi ha bisogno. «Ovviamente speriamo di rivederli tutti a collabo-rare con noi!», conclude Gasperini.

Enrico Gasperini

di Luca Trippi

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ell’immaginario comune la Caritas è fa-cilmente identifi cata con i cassonetti gial-li che raccolgono indumenti in giro per la città, o con il servizio di mensa che for-

nisce e che ogni tanto fa notizia sui media cittadini, ma dietro questa istituzione c’è molto di più.

Cristiani o no, credenti o atei, da cittadini dob-biamo riconoscere che quello che la Caritas fa sul territorio è un lavoro importante e umile: si prende cura di molte realtà sociali che lo Stato italiano, da solo, non riesce ad affrontare.

L’obiettivo dell’ente è la “promozione e del coor-dinamento di attività, progetti ed eventi per l’edu-cazione alla dimensione teologica della carità” e l’organizzazione di “iniziative assistenziali e di vo-lontariato, anche attraverso l’opportuna formazione degli operatori sociali”.

Si dedica inoltre allo studio dei bisogni presenti nella Diocesi e gestisce i Centri di Ascolto, le Caritas parrocchiali e le Case di Accoglienza.

Dietro a queste parole si cela una rete di solidarie-tà che funziona grazie a religiosi, impiegati, volon-tari e progetti fi nanziati da altri enti o imprese; la Caritas, infatti, si occupa di chi ha bisogno: racco-glie e distribuisce vestiti, offre un servizio di mensa diurna e serale, recentemente ampliato, dove anche chi si presenta senza buono viene accolto e può man-giare almeno la prima portata; tramite le parrocchie fa collette alimentari, assiste persone e famiglie in diffi coltà, gestisce centri d’ascolto, un ambulatorio

sanitario e le case d’accoglienza e i dormitori. Tra le ultime iniziative di Caritas per la città c’è il progetto “BaskIn” ov-vero un corso di pallacanestro in cui chi ha disabi-lità fi siche, intellettive e relazionali può fare sport e giocare insieme ad atleti normodotati, e un nuovo servizio di microcredito effettuato in collaborazione con Banca Etruria.

N

CARITAS: UNA SOLIDARIETÀ SILENZIOSA di Elena

Aiello

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7IL SETTIMANALE DI AREZZO17 GENNAIO 2013

a Arezzo al Niger. Batte nel Paese africano il cuore della Fondazione Angelo Gori, una onlus aretina che da qualche

anno sta promuovendo molte iniziative di benefi cenza per sostenere lo sviluppo di uno degli Stati più poveri del mondo. Per riuscire in questo ambizioso progetto la fondazione conta sul supporto di Gra-ziella Group, la holding aretina fondata da Graziella Buoncompagni, madre di quell’Angelo Gori a cui è stata intitolata la stessa onlus dopo la prematura scomparsa nel 2000 in un incidente d’auto.

Dalla sede di Arezzo, la fondazione ha scelto il Niger come base del proprio in-tervento umanitario per aiutare un Paese che si colloca al secondo posto nella graduatoria mondiale della mortalità e al penultimo in quella dello svi-luppo umano, con oltre la metà della popolazione analfabeta e in uno stato di estrema povertà. Verso questa realtà da anni è attivo un forte impegno per sviluppare l’assistenza sanitaria, per diffondere l’uso di nuove tecniche produttive, per promuovere un’istruzione di base e creare nuovi pozzi di acqua potabile.

La Fondazione può fare affi damento su alcuni preziosi collaboratori, tra cui i parroci missionari don Domenico Arioli e don Davide Scalmanini, che si impegnano quotidianamente per assicurare istruzione e salute a bambini e ragazzi nigerini.

I primi frutti di questo impegno hanno portato all’inau-gurazione della biblioteca nel comune rurale di Dosso, un progetto che ha permesso di realizzare un grande comples-so educativo con una libreria, una sala polivalente per con-ferenze e proiezioni, una sala lettura e un internet point. Iniziati nel 2009, i lavori sono stati portati avanti grazie una donazione di 140.000 euro dalla Fondazione Angelo Gori onlus che ha permesso di tagliare il nastro del nuovo edifi cio alla presenza di tutte le autorità religiose e civili della regione.

«La biblioteca – spiega Maria Rosa Gori, presidentessa della Fondazione – è un importante centro per la crescita culturale e spirituale dei giovani di Dosso: tutta la popola-zione ha espresso gratitudine a don Domenico e alla nostra Fondazione per una struttura all’avanguardia che potrebbe diventare un punto di riferimento per lo sviluppo e l’alfa-betizzazione dell’intero territorio circostante».

D

DA AREZZO UN GRANDE AIUTO PER LO SVILUPPO DEL NIGERL’IMPEGNO DELLA FONDAZIONE ANGELO GORI ONLUS HA PERMESSO DI INAUGURARE UNA BIBLIOTECA

di Marco Cavini

don Domenico

l’inaugurazione della biblioteca

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8 IL SETTIMANALE DI AREZZO 17 GENNAIO 2013

uesto primo appuntamento del 2014 della nostra rubrica dedicata alla Gio-stra del Saracino lo vogliamo inte-ramente dedicare alla scoperta di un

documento inedito sulla secolare storia della nostra manifestazione: un libretto scovato negli archivi del-la Biblioteca Nazionale di Francia, dove si menziona una Giostra disputata nel febbraio 1559.

La scoperta, che come spesso accade in queste cir-

costanze è stata del tutto casuale, è stata fatta da Eli-sa Boffa e Francesca del Cherico della Biblioteca di Arezzo.

«In occasione della mostra – ci racconta Elisa Bof-fa – che la Biblioteca ha voluto dedicare alla Giostra del Saracino, svoltasi nel mese di giugno dello scorso anno, effettuai una ricerca in internet sui cataloghi internazionali per vedere se potevano esistere docu-menti, o comunque testimonianze, di eventuali Gio-stre svoltesi ad Arezzo.

Ecco la grande sorpresa, con la segnalazione di un libretto di dodici pagine catalogato come Stanze dè cavalieri d’amore… per la Giostra del Saracino, il dì… di febbraio 1599».

Immaginiamo l’interesse suscitato da quella prima notizia per una Giostra. Come si è evoluta poi la sua ricerca?

«Come prima cosa mi sono messa in contatto con i colleghi francesi per richiedere le scansioni del li-bretto, in modo da poterlo studiare a fondo. Una

NON PIÙ PAROLE OMAI…

Qa cura di Roberto Parnetti

SCOVATO UN DOCUMENTO SU

UNA GIOSTRA DEL 1559

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9IL SETTIMANALE DI AREZZO17 GENNAIO 2013

volta arrivato, abbiamo subito avuto la certezza che il tutto si riferiva a una giostra aretina, poiché nel titolo completo compariva anche la frase “gentilissi-me donne aretine”, che inequivocabilmente localiz-zava la manifestazione svolta ad Arezzo in occasione del carnevale».

Un periodo dell’anno nel quale spesso si so-levano organizzare eventi del genere in Italia: Arezzo non era certo da meno.

«Sì: anche la documentazione storica della Gio-stra annovera testimonianze di tornei svolti durante il carnevale, tra cui l’edizione disputata nel 1650. Questo documento poi si va a inserire in un perio-do del quale abbiamo già alcuni preziosi manoscrit-ti: nel 1556, ad esempio, viene indetta una Giostra in caso di visita da parte di Cosimo dei Medici per le celebrazioni della festività del patrono San Dona-to. Nel 1650 si svolse invece un’edizione proprio nel periodo carnevalesco».

Come è composto il libretto? «È un unico fascicolo di otto carte con caratte-

ri tondi e corsivi e, all’interno, vi sono decorazioni con fregi xilografi ci. È diviso in due parti: la prima dal titolo La speranza delle Donne e la seconda Otta-ve cantate della Speranza.

La Giostra viene menzionata nella prima parte, quando il personaggio della Speranza si rivolge alle donne aretine che dovranno valutare quanta virtù e valore hanno i due cavalieri condotti in campo per la Giostra.

Nella seconda parte vi sono dodici ottave dove la Speranza, rivolgendosi sempre alle donne aretine, l’invita a combattere la vergogna e il timore, difendendo l’amore».

Il suo studio sul documento si è ovviamente rivolto anche all’autore, ovvero Luca Bonetti.«Il libretto è stato stampato a Siena da Luca Bonetti, tipografo di origine veneziane che si era trasferito

nella nostra città, in cui lavorò dal 1571 al 1609. Nel 1599, anno della pubblicazione del libretto sulla Giostra, Bonetti pubblica sei libri, secondo il censimento delle edizioni italiane del XVI secolo, mentre gli Annali del conte Scipione Bichi Borghesi ne conta tre. Il libretto in questione non viene però né catalogato né menzionato. Da un ulteriore ricerca fatta sui cataloghi della Biblioteca degli Intronati di Siena si viene poi a sapere che pubblica altre due edizioni in quell’anno.

Nella sua attività Bonetti, relativamente ad Arezzo, aveva pubblicato altri due libretti nel 1589, in occasio-ne di una festa ordinata da Bernardo degli Azzi».

Da quanto afferma si può dunque dedurre che il libretto è particolarmente raro, non solo perché si parla di una Giostra, ma anche per il fatto di essere stato stampato in un numero limitato di copie.

«Sì, poiché gli stessi venivano realizzati in occasioni particolari quali visite di regnanti, feste pubbliche o manifestazioni varie, un po’ come accade oggi quando si stampano piccole brouchure su manifestazioni varie, dunque in “tiratura” limitata e non soggetti a raccolta e catalogazione come avviene invece per i libri. Nel suo lavoro quotidiano di bottega tipografa Bonetti, molto probabilmente, stamperà più libretti similari, con la denominazione “Stanze”, poiché erano lavori su commissione e dunque remunerati».

Un prezioso documento aretino… custodito in terra francese.«Sì e l’unica indicazione che abbiamo è un timbro a inchiostro che si trova nello stesso, in cui è riportato

il nome Bibliotéque de l’Arsenale, collection A. Rondel. Rondel fu appassionato studioso e collezionista di testi francesi che, nel 1920, dono al suo Stato oltre 800 mila documenti».

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10 IL SETTIMANALE DI AREZZO 17 GENNAIO 2013

RAIMONDO CAPRARA, ICURATO DI SAN DOMENEI RICORDI DI SUA NIPOTE ROSA IANNARELLI

l 27 di questo mese sarà il giorno della memoria, come non pensare alle opere, al ruolo di padre Raimondo Caprara, durante la Resistenza! Il convento, rap-presentando un porto franco per ebrei e non, fu chiamato “la Repubblica di San Domenico”. Siamo andati a trovare la nipote, la signora Rosa Iannarelli. Ci accoglie

nella sua luminosa sala da pranzo, fi ori freschi sul tavolo, nel divano verde acqua le bambole. Rosa, un marito, due fi glie e un gatto, è felicemente in pensione.

Constatiamo una certa somiglianza tra lei e lo zio. Ci racconta: «Mia mamma morì partorendo me, e mio padre, guardia forestale, lo vedevo di rado, per cui lo zio Raimondo divenne, insieme alla nonna materna, la mia principale fi gura di riferimento».

La sua frase di allora più ricorrente.«“A questa bambina, già senza la mamma, non dovrà mancare più nulla”». Gli insegnamenti che le ha trasmesso.«Mai lasciarsi infl uenzare dagli altri, e dire sempre la verità. Per quanto mi amasse, dovevo farcela con le

mie forze… Presi il diploma di maestra e con la Legge 285 entrai come operaia tuttofare al Comune, facendo spesso lavori pesanti. Soltanto dopo andai in uffi cio».

Quella volta che…«Mentre spalavo la neve davanti San Domenico, lui si affacciò dalla fi nestra che dava sulla piazza e con un

sorriso divertito mi salutò con la mano. Diceva fi ero, in dialetto potentino (siamo originari di Terranova di Pollino), che ero la miglior spazzina di Arezzo!».

C’era qualcosa di cui aveva paura suo zio?«Non temeva nemmeno la morte. Nel 1980, qualche giorno prima di andarsene, a causa di una leucemia,

insistette per sapere, affi nché si preparasse in preghiera a ritornare alla casa del Signore. Si preoccupò di far arrivare per tempo piccoli doni (biscotti, cioccolatini…) in segno di ringraziamento a medici e infermieri».

Episodi di cui fu protagonista.«Tornando al periodo della guerra, grazie a un presentimento riuscì a trarre in salvo una vecchietta qualche

secondo prima dell’esplosione di una bomba… Un’altra volta, quando sembrava non esserci speranza di sfug-gire a una truppa tedesca, trovò dietro porta San Biagio un varco in un muro (prima c’era una porta) che at-traversarono, riuscendo così a nascondersi nelle campagne circostanti. Alla nonna, infi ne, tutte le sere faceva

di Ivana MariannaPattavinaI

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11IL SETTIMANALE DI AREZZO17 GENNAIO 2013

editoriacomunicazionepubblicità

A, IL PICCOLO GRANDE MENICO

portare il brodino cal-do».

Fu mai catturato dai tedeschi?

«Sì, e lo stavano per fucilare. Le sue ultime parole furono: “Po-vera mammina mia, soffrirai per questo!”. I tedeschi inaspettata-mente si commossero e lo lasciarono anda-re!».

A seguito della li-berazione di Arezzo, nel 1946, al Padre fu perfi no proposto dalla Giunta comunale l’incarico di sindaco di Arezzo, per la missione umanitaria che aveva svolto durante il periodo dell’occupazione nazista… rifi utò. Grande teologo e insegnante, fece rinascere lo Studium areti-no. Istituì mense per i poveri, di qualsiasi nazionalità e religione, oltra alla scuola materna “Bianca Ma-ria Bianchini”. Accoglieva i malati, mandava avanti l’oratorio…

Suo zio è stato in qualche modo Padre degli aretini: come lo immaginerebbe adesso.

«Amatissimo. Moderno ma non troppo. Dolce e

autorevole allo stesso tempo. Sempre conviviale, una buona forchetta. Disponibile allo scherzo: ricordo i suoi buffi battibecchi col “dispettoso” sacrestano. Realizzerebbe altri progetti a scopo benefi co».

Gli aretini si fermano a pregare a San Domenico sulla sua tomba. Padre Caprara non si può dimen-ticare. Ringraziamo la signora Rosa. Il suo gattino, un trovatello, si rotola sul tappeto, vuol giocare con noi. Abbiamo assaggiato pure i dolcetti fatti da lei in casa… Ma si è fatto tardi, dobbiamo proprio andare. Il tempo è volato.

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12 IL SETTIMANALE DI AREZZO 17 GENNAIO 2013

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1317 GENNAIO 2013

QuintanaQuintanad’Invernod’Inverno

continua a pag. 14

in copertinain copertina

i è svolta ad Arezzo nei giorni di sabato 30 novembre e domenica 1° dicembre, presso gli im-pianti dell’Arezzo Equestrian Centre, la prima edizione della Quintana d’Inverno, manifestazione di chiusura della stagione giostresca-quintanara 2013, organizzata dalla Commissione del Comitato Regionale Toscano dell’Area Eventi Storici di Tradizione della Fose. La manifestazione ha raccolto un notevole successo e, nonostante si sia svolta in non perfette condizioni atmosferiche (nebbia e

vento l’hanno in parte condizionata), l’evento ha ricevuto il plauso da tutti i partecipanti, che sono stati numerosi e importanti. Ha parlato con noi dell’ iniziativa il responsabile eventi della Commissione Regionale Toscana Roberto Parnetti.

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14 17 GENNAIO 2013

«Questo appuntamento – sottolinea Parnetti – ha fatto seguito alla Quintana di Primavera che si è svolta nello scorso mese di aprile. L’evento è riuscito a supera-re i numeri della precedente iniziativa, richiamando ad Arezzo tanti dei più forti cavalieri del panorama nazio-nale per una due giorni davvero spettacolare. Insieme a Goffredo Pasquini, altro responsabile eventi, ci siamo adoperati perché andasse tutto bene, e si può dire che i riscontri organizzativi che abbiamo ottenuto per questa prima edizione sono stati ottimi. La particolarità di questo evento storico è stata che i partecipanti che avevano la residenza sportiva in centri della Toscana, avrebbero lottato per la vittoria del primo Trofeo Tosca-no di Eventi Storici e Tradizione, la cui premiazione è av-venuta nel Gran Galà dell Equitazione Toscana.

Nelle tre categorie (Giovani, Amazzoni e Brevettati) solo una medaglia non è stata vinta da un cavaliere di Arezzo, cosa che ci fa capire quanto ancora in Toscana possiamo vantarci di essere i numeri uno del settore, con una grande tradizione e un altrettanto grande vivaio di giovani. Infatti, a vincere nella categoria dei cavalieri brevettati, è stato Luca Veneri, con Filippo Fardelli se-condo e Marco Cherici terzo. Nella categoria Amazzo-ni, invece, si è verificato il successo di Chiara Navarra, seguita nell’ordine da Erika Cherici e Francesca Giaco-moni. L’unica medaglia non aretina è stata conquistata da Aurelio Nencini, classificatosi terzo nella categoria “ludico-addestrativa” dietro a Niccolò Paffetti e a Nic-colò Parnetti.

La manifestazione – conclude Parnetti – si è svolta nell’Arena Petrarca e Arena Dante (campi in sabbia silicea) dell’Arezzo Equestrian Centre, ed è stata articolata su quattro gare di cui due riservate a dimo-strazioni ludiche per amazzoni e giovani promesse, e due per cavalieri su di un percorso a otto. Alla fine dell’evento tutti si sono detti soddisfatti e si sono dati appuntamento al prossimo anno, motivo che ci dà grande soddisfazione e che già ci proietta alla realizzazione in maniera ottimale della prossima quintana».

In questo modo, Arezzo si conferma una delle capitali italiani dello sport equestre e soprattutto delle rie-vocazioni storiche. Ma quel che più conta, oltre allo straordinario bottino conquistato dai cavalieri aretini, è stata l’affluenza di persone che sono accorse nel nostro territorio da ogni parte d Italia per prendere parte a questa manifestazione, che, nonostante fosse alla sua prima edizione, ha raccolto un ottimo successo in

termini numerici.

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Il responsabile Roberto Parnetti ci racconta tutti i dettagli

Quintana d’inverno[segue da pag. 13]

Quintana d’Inverno, la premiazione durante la serata di gala

di Alessio Segantini

Quintana d’Inverno, la premiazione durante la serata di gala

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1517 GENNAIO 2013

o sport è ben più di una mera pratica fisica. Esso è il riflesso di una società, di una cultura, di un tempo storico-politico peculiare. Abbiamo già visto come nei piani alti delle società sportive rimangano arroccate, nella stragrande maggioranza, gerarchie composte da soli uomini. Un dato che rivela, evidente come una radiografia relazionale del tessuto sociale, la forte di-

stanza di genere che ancora caratterizza il nostro Paese. Le donne sembrano come escluse da questo contesto poiché ancora rite-nute numi tutelari del sacro focolare domestico: esse non possono avvicinarsi ad ambiti che, nell’immaginario comune, sono stati di esclusiva prerogativa maschile.

Gestire una società sportiva, autentica invasione di campo, sot-trarrebbe loro tempo per l’accudimento dei figli, per la spesa, per stare dietro ai fornelli. Stereotipi concretizzatisi in stili di vita che pri-vano, più o meno inconsciamente, le donne della libertà di poter accedere a posizioni di vertice. Una realtà evidente nello sport così come nei vari contesti lavorativi.

Stefania Magi, assessore per le Pari Opportunità, sensibile alla questione, pare cogliere la problematicità di tale ferita sociale in-

dagandone le cause: «Lo sport è lo specchio di una società. Come in politica, anche le donne, in questo caso ai vertici delle società sportive, hanno dovuto lottare e dovranno continuare a farlo per potersi fare spazio e apportare le proprie idee e conoscenze. È un aspetto ne-cessario per il cambiamento».

La Magi intuisce le tendenze ambivalenti di tale processo: «Mi pare di cogliere un’attitudine delle donne ad autoescludersi in un conte-sto in cui si ha una visione negativa del potere inteso come egoistica affermazione di sé. Esse devono capire che il potere è uno strumen-to di servi-zio».

Dall’altro, p r o s e g u e l’Assessora: «È vero che le donne

sono abituate a un ruolo di conciliazione nella vita famigliare. Le donne devono poter uscire da que-sta impasse, cambiare tali rigide regole, e portare il proprio valore aggiunto anche in ambiti nuovi come quello sportivo».

Bucare questa pesante cortina, tessuta dagli uomini a scapito delle donne mediante una serie infinita di violenze, rette su tradizioni che odorano ancora di naftalina, stereotipi rattoppati ma oramai desueti, paure rinchiuse in un cassetto alla rin fusa, rappresenterebbe una rivoluzione copernicana per la società tutta.

Lo sport rientra pianamente in questo campo di battaglia e presenta quelle istanze di cambiamen-to che stanno insinuandosi in un sistema patriarcale sempre più instabile e infecondo. Per questo, la par-tita è tutta da giocare.

Donne e sport: è l’ora di cambiare marcia!

di Giacomo BelliL

una delle rare donne presidentesse aretine: Paola Salvi dei Lions

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16 17 GENNAIO 2013

nestà. È questa la parola chiave del soft air, una disciplina sportiva che, negli ultimi anni, sta prendendo piede in Italia e soprattutto in Toscana raggiungendo, a livello di adesioni, numeri da record. Talvolta travisato perché considerato alla stregua di una mera simulazione di guer-ra, aggressiva e violenta, il soft air è in realtà molto di più, un vero e proprio mix di disciplina, condivisione e vita all’area aperta. A raccontarlo sono i Black Monkeys S.T.Ar., un’associazio-

ne sportiva di Rigutino che da anni promuove il soft air nella provincia d’Arezzo. Nati cinque anni fa da un gruppo di amici già attivi all’interno del settore, da tempo i Black Monkeys si

battono per veicolare una più giusta interpretazione di questo sport e dei suoi valori, allenandosi nei boschi dell’Aretino e partecipando a tornei sparsi in tutta Italia.

«Capita spesso che le persone vedano il soft air come una pratica guerrafondaia – spiega Andrea Ve-nerandi, presidente e parte attiva della società aretina. – In verità ci troviamo di fronte a uno sport aperto che unisce coniuga l’attiva fisica, la voglia di condividere nuove esperienze con gli amici e il contatto con la natura».

Una disciplina che tutto sembra, tranne che una pratica dannosa e aggressiva. Ma come funziona dav-vero? «Il soft air regala emozioni e divertimento e si fonda sui valori fondamentali della vita quotidiana, in primis su sincerità e onestà nei confronti di compagni e avversari – continua Venerandi. – L’obiettivo di ogni incontro è la conquista di un luogo o di un vessillo per cui ci si affronta con strategie di attacco e difesa. I nostri fucili sparano pallini che non macchiano. Chi viene colpito deve dunque dimostrarsi onesto e am-metterlo, dichiarandolo al gruppo ad alta voce». Dal primo nucleo di appassionati, i Black Monkeys sono oggi una delle più frequentate società della zona: conta 20 soci costanti ed è affiliata alla Fisa (Federazio-ne Italiana Soft Air). «Il soft air è davvero uno sport per tutti – spiega il vicepresidente Giuseppe Salvi. – Si può praticare dai 18 anni in su. Ovviamente ci si muove molto quindi è fondamentale essere in buona salute, soprattutto sul versante motorio. Ma giochiamo in condizioni di totale sicurezza, utilizzando delle protezioni, come ad esempio degli occhialini. Nel soft air si sviluppa inoltre la disciplina e la tattica personali, che emer-

gono soprattutto quando il gioco di squadra si fa fluido».

Ma i Black Monkeys hanno anche oltrepassato i confini locali pren-dendo parte a più rinomati tornei nazionali. «Siamo arrivati secondi alla I edizione del Black Dalila, quar-ti al Resident Evil e ci siamo classi-ficati per due anni consecutivi al Chronos – racconta Giacomo Me-oni. – I tornei si svolgono secondo varie modalità. Talvolta prevedono una vera e propria scenografia cu-rata nei dettagli con tanto di per-sonale mascherato, come nel caso del Resident Evil che riproduce l’in-tero contesto del famoso videoga-me. Alcuni tornei durano anche un paio di giorni, con varie sessioni di giochi, poche ore disponibili per ri-posarsi e la possibilità di accampar-si direttamente nei boschi».

Gli allenamenti sono ovviamente efficaci, ma rappresentano anche

O

La società di Rigutino da anni promuove

Black Monkeys S.T.Asinonimo d’onestà

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1717 GENNAIO 2013

un’occasione per passare del tem-po in compagnia all’aria aperta. «Ci alleniamo la dome-nica mattina – illu-stra Fabio Arena, altro membro del club. – I siti d’alle-namento possono comprendere aree puramente boschi-ve ed edifici abban-donati.

Ovviamente bi-sogna sempre co-municare alle forze dell’ordine il luogo esatto dove deci-diamo di giocare. Attualmente dispo-niamo di un campo di nostra costruzione fortemente innova-tivo, con tanto di strutture quali trin-cee e trivelle.

È importante comunque rispettare sempre la natura quando si gioca all’aria aperta. Noi utilizziamo pallini biodegradabili e ripuliamo sempre i luoghi dove ci stabiliamo per salvaguardare l’ambiente».

Una realtà, quella della soft air, profondamente sana che si fonda sull’amore per la natura, lo sport e l’aggregazione sociale, facendosi portavoce di qualità, valori e ideali che, dal gioco, si riflettono nella quotidianità di ognuno di noi.

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ove l’evoluzione del soft air nell’Aretino

Ar., il nostro soft air è di Elettra

Fiorini

Page 18: Il Settimanale di Arezzo 176

18 17 GENNAIO 2013

randi risultati sportivi e sociali a budget limitati. L’Arci Pesca Fisa di Arezzo traccia un bilancio positivo dell’ultima stagione ma lamenta anche risorse economiche sempre più scarse, che hanno necessariamente frenato l’attività della pesca are-tina. Di tutto questo ne parliamo con Alfredo Rondoni, il presidente che anche nel 2014 guiderà un’associazione che fa oggi affidamento su circa 500 tesserati in

tutta la provincia di Arezzo.Rondoni, partiamo dai risultati

positivi: siete reduci da una stagio-ne di grandi soddisfazioni.

«Siamo entusiasti perché una no-stra società, la Nuova Terranuovese Colmic, ha conquistato il titolo regio-nale arrivando prima al campionato toscano di pesca a box.

Si tratta di un traguardo storico per-ché mai, prima d’ora, una realtà del-la nostra provincia aveva trionfato nella più importante manifestazione regionale dell’Arci Pesca Fisa.

A questo successo si aggiunge la vittoria nel campionato interprovin-ciale Arezzo-Siena, una manifestazione in cui i pesca-sportivi aretini si sono piazzati ai primi tre posti assoluti della classifica.

Questa collaborazione con Siena, che rin-noveremo anche per il 2014, ci ha permesso di proporre tante belle gare capaci di coinvolgere i migliori pescatori delle due province sulle spon-de dell’Arno di Laterina e dell’Arbia».

Un altro motivo d’orgoglio è l’apertura in-vernale della pesca sul Corsalone.

«Ci siamo impegnati per fornire la possibilità di pescare anche d’inverno. Dopo il primo esperi-mento del 2012, quest’anno abbiamo garantito la pesca sul torrente Corsalone dal 1° ottobre al prossimo 31 gennaio, con un’apertura no kill che ha riscontrato i favori di centinaia di appassiona-ti. Per la nostra associazione questo comporta un importante impegno per ripopolare il fiume e vi-gilare sul rispetto delle norme, ma siamo felici di offrire questo ulteriore servizio».

Con il 2013 si è chiuso il progetto per la pesca di selezione al Siluro promosso con la

G

Le difficoltà economiche non hanno della storica associazione aretina

Arci Pesca Fisa, grbudget limitati

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1917 GENNAIO 2013

Provincia di Arezzo: qual è il bilancio?

«Nell’ultimo biennio abbia-mo formato 250 pescatori per monitorare e contenere la pre-senza del pesce Siluro nei fiumi e nei torrenti della provincia di Arezzo.

Il pericoloso predatore ha invaso l’Arno e, razziando tutto ciò che trova sul proprio fonda-le, sta mettendo a repentaglio l’intero ecosistema fluviale are-tino, dunque abbiamo promos-so un progetto per arginarlo e salvare i nostri fiumi.

I pescatori abilitati alla pesca di selezione hanno già mostra-to la bontà di questa iniziativa eseguendo molte catture di Siluri, dunque abbiamo chiesto

alla Provincia una delega per continuare a impegnarci in questo progetto».Quali sono stati, invece, gli aspetti negativi dell’ultimo anno?«Collaboriamo con le Amministrazioni pubbliche per tanti progetti, dalla vigilanza ittica alla gestione

dell’impianto ittiogenico di Carda, ma le istituzioni hanno sempre meno risorse da dedicare a queste tipo-logia di attività. I budget limitati ci hanno costretto a sospendere molte iniziative rivolte, soprattutto, ai bambini e alle scuole».

Nel prossimo biennio avrete la responsabilità del campo di gara di Laterina.

«Si tratta di un bell’impegno che richiede la disponibilità di tanti volontari per i servizi di manutenzione e vigilanza, ma ci siamo or-ganizzati per portare a livelli d’eccellenza uno dei migliori campi di gara toscani».

Quali saranno gli obiettivi per il 2014?«Innanzitutto ci impegneremo per migliorare quanto di buono fat-

to negli ultimi anni, dunque per confermarci sportivamente ai vertici della Toscana, rafforzare il servizio di vigilanza ittica, sviluppare il pro-getto di pesca al Siluro e ampliare l’apertura del Corsalone.

Ci aspettiamo un supporto dalle istituzioni per arricchire il calen-dario di attività e gare per bambini e ragazzi, con più iniziative per promuovere la pesca e sensibilizzare all’ambiente ittico.

Continueremo a sfruttare ogni nostra risorsa per garantire una proposta di qualità che coinvolga persone di tutte le età».

no frenato l’attività sportiva e sociale

grandi risultati a di Marco Cavini

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20 17 GENNAIO 2013

ue primati e un terzo posto confermano la Stella Azzurra al top del calcio femmi-nile toscano e italiano. La società aretina ha iniziato il nuovo anno nel migliore dei modi, con tre risultati positivi ottenuti do-

menica 12 gennaio che hanno lanciato tutte le sue formazioni, dalla prima squadra alle Gio-

vanili, ai vertici dei rispettivi cam-pionati. Il pareggio è arrivato in

Serie B, con la Stella Azzurra rincasata dalla difficile trasfer-ta sul campo romagnolo del

Castelvecchio con un positivo 0-0 grazie al quale la squadra di

mister Massimiliano Pedali-no mantiene il terzo posto della classifica.

Questo risultato ha per-messo alla Stella Azzurra di

rimanere l’unica squadra imbattuta dell’intero cam-

pionato e, soprattutto, di poter vantare – con appena 6 reti su-

bite – la miglior difesa tra le 69 real-tà italiane impegnate nei campionati

di Serie A e Serie B. «Questi record – afferma il direttore ge-

nerale Claudio Chiarini – sono un ulteriore

tassello di una stagione trionfale in cui, da matrico-la del campionato, ci stiamo dimostrando capaci di rimanere ai vertici della classifica e tener testa a ogni avversario».

Ancora meglio hanno fatto le squadre del settore giovanile della Stella Azzurra, con Juniores e Giova-nissime al comando dei rispettivi campionati regio-nali. La vera sorpresa sono le Juniores di Elena Bru-no, protagoniste contro il Livorno di una devastante prova di forza, una vittoria 10-1 con cui raggiungo-no il Perugia in vetta alla classifica.

La Stella Azzurra, al suo primo anno nella compe-tizione, sta dunque compiendo una vera e propria impresa, dando filo da torcere a storiche corazzate come il Firenze o lo stesso Perugia, e giocandosi fino all’ultimo una storica vittoria del campionato.

Una conferma arriva invece dalle Giovanissime di Paolo Acquisti che, piegando per 6-0 lo stesso Livor-no, hanno portato a +4 il vantaggio sulle inseguitrici, lanciando una vera e propria volata verso il loro se-condo titolo regionale consecutivo.

«Era impossibile iniziare meglio il nuovo anno – conclude Chiarini. – Tutte le nostre squadre sono stabilmente ai vertici dei loro campionati, rega-lando soddisfazioni al presidente Otello Acquisti, alla società, ai tifosi e, soprattutto, all’intera città di Arezzo, che siamo orgogliosi di rappresentare in tut-ta Italia con questi grandi risultati».

DStella Azzurra, una stagione

in cima a ogni classifica

vanili, pion

Serrinta

Ca0-0 g

impio

vantbite – la

tà italiane di Serie A e Serie

«Questi recornerale Claudio

di Marco Cavini

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21IL SETTIMANALE DI AREZZO17 GENNAIO 2013

ell’ultimo libro di Enzo Gradassi, Sagresto. Sventurato citto, uscito di recente per Fuori|Onda, oltre al racconto dettagliato della vita da brigante di Raffaello Conti, soprannominato e poi conosciuto col nomignolo di “Sagresto”, troviamo un bell’affre-

sco del Casentino di fi ne Ottocento.I paesetti e i casolari delle famiglie contadine, la prima ferrovia che taglia

le colline e le località che ancora oggi si possono riconoscere. L’autore, con le storie di vita dei mezzadri e dei braccianti che ruotano attorno alle av-venture del bandito, ci riporta ai racconti dei nostri nonni, che sanno sì di miseria, ma soprattutto di passione e semplicità, nel privilegio di poter bere del latte scaldato non dal gas ma dalla mucca che è appena stata munta.

Gradassi ci fa immergere in un pezzo di storia delle nostre campagne su cui, proprio perché di passaggio verso quelle trasformazioni politico-sociali del Novecento moderno e industrializzato, pochi si soffermano: gli anni appena successivi all’unifi cazione nazionale, il cui alito di democrazia, benessere e libertà rimangono ancora sconosciuti – e lo saranno per molto – alla grande fetta della popolazione rappresentata dai contadini.

«Si era appena fatta l’Unità d’Italia, che dalle parti di Salutìo come da quelle di Ponina era passata come una bava di vento che non aveva cambia-to niente: la fatica si chiamava ancora fatica, la miseria si chiamava ancora miseria e la fame, fame».

È questo il contesto in cui vive e colleziona anni di galera il brigante Sagresto che, rimasto nei cassetti più nascosti della memoria degli aretini solo perché il suo nome non era Gnicche, ha un bel curriculum di estorsioni, evasioni dal carcere, accoltellamenti e furti fi no a un duplice omicidio.

A ben vedere, nell’atteggiamento spavaldo e prepotente di questo, nonostante tutto, sventurato citto, c’è un fondo di malinconica tristezza che deriva dalla voglia di libertà e di uguaglianza: un tentativo di riscatto sociale che Sagresto sceglie per vie sbagliate.

Oggi, oltre a questo bel libro, rimane del bandito casentinese una piacevole cantica in ottava rima con cui Enzo Gradassi chiosa la sua nuova pubblicazione. www.fuoriondalibri.it

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Page 22: Il Settimanale di Arezzo 176

22 IL SETTIMANALE DI AREZZO 17 GENNAIO 2013

d Arezzo non ci sono artisti validi”. “I pittori aretini sono provinciali e attardati”. “Per vedere la vera arte bisogna andare nelle grandi città”. Quante volte avrete sentito pronunciare queste frasi?

Nemo propheta in patria è una locuzione che vale ovunque, ma da noi è più che abusata. La fi ne del 2013 ha tuttavia riservato un duro colpo alla credibilità dei detrattori di professione, anche di quelli più incalliti.

Chi si è già procurato il nu-mero 49 del Catalogo dell’Arte Moderna Mondadori (CAM), ormai da mezzo secolo stru-mento insostituibile per gal-leristi, collezionisti, studiosi e appassionati, avrà infatti no-tato che l’opera scelta per la copertina è fi rmata dal pittore Mauro Capitani. Non fi nisce qui, perché avrà rilevato pure che altri autori del nostro territorio – vedi Elisa Zadi e Lorenzo Donati – fanno par-te dell’elenco degli artisti di cui viene presentata l’attività attraverso la produzione, il mercato, le quotazioni d’asta e le note biografi che.

Quello della copertina è un grande riconoscimento del comitato tecnico-scientifi co dell’annuario per l’attività del maestro nativo di San Gio-vanni Valdarno, la cui carriera quasi cinquantennale lo ha portato a esporre con succes-so in tutto il mondo e, nel contempo, a intessere rappor-ti con fi gure di primo piano dell’arte contemporanea.

In passato il CAM ha omag-giato, attraverso le sue cover, grandi pittori del Novecento italiano come Carrà, Guttuso,

ECCELLENZE DA LA COPERTINA DEL CATALOGO DELL’ARTE MODERN

“Adi Marco

Botti

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23IL SETTIMANALE DI AREZZO17 GENNAIO 2013

A ESPORTAZIONEERNA MONDADORI AFFIDATA A MAURO CAPITANI

Sassu, Burri, Rotella e Nespolo. Per questa nuova edizione il privilegio è toccato

all’artista valdarnese, a cui la commissione del cata-logo ha concesso ampia libertà di espressione per il soggetto da rappresentare. È nata così l’opera intito-lata Il Toro (olio su tela, 120x100 cm).

«Il toro e la sua forza – ci spiega Capitani – vo-gliono essere un invito a risollevare e rinnovare i va-lori dell’arte, anche attraverso la riscoperta dell’atto pittorico e di un linguaggio fi gurativo che mai si è assentato dal mercato, nonostante le facili mistifi ca-zioni basate sull’invenzione di un’arte improvvisata e consumistica, da propinare a collezionisti a loro volta improvvisati».

Il maestro aretino – come lui stesso ama ripetere – invece non si è mai lasciato attrarre da facili espres-sioni e dalle mode, ha creato sempre ciò che più gli piaceva, con uno sguardo comunque attento ai con-tinui mutamenti socio-culturali degli ultimi decenni.

Attraverso un’irruenza coloristica ovunque apprez-zata, il suo stile continua oggi a evolversi, mantenen-do un carattere distintivo anche di fronte alle tema-tiche più diverse.

L’arte per Capitani è emozione, forza espressiva, energia, tutte peculiarità che trasudano dal suo toro, simbolo del nuovo Catalogo dell’Arte Moderna Mon-dadori e opera con la quale il suo nome è entrato di diritto nella storia della pittura contemporanea italiana.

www.maurocapitani.it

OMBRE DI MASSIMILIANO LUCHETTILa Galleria 33 inaugura il 2014

con l’artista versiliese

Domenica 19 gennaio 2014, presso la Galle-ria 33 di via Garibaldi 33, s’inaugura Ombre,

la mostra personale dell’artista pietrasantino Massimiliano Luchetti, a cura di Tiziana Tom-mei, con il patrocinio della Provincia e del Co-mune di Arezzo e il supporto tecnico di ristoran-te “Le Rotte Ghiotte” e Azienda Agricola “Carlo Tanganelli”.

Il pittore, attraverso una tecnica lenta e rifles-siva, raffigura cavalieri, relitti, isole, fortificazioni, terre inesplorate, mondi che appartengono a un passato remoto e indefinito.

Il mondo che Luchetti costruisce e destruttu-ra sulla tela è un limbo fatto non di luoghi ultra-terreni, ma di realtà palpabili, che invadono lo spazio, frutto di un iter interiore squisitamente cerebrale.

A proposito della serie Mappe, la sua produ-zione più attuale, l’artista afferma: «Le Mappe assumono le sembianze di “porte”, bisogna var-carle per poi esplorare lo spazio celato dietro di esse e farsi condurre alla sublimazione del viag-gio, alla scoperta di un nuovo mondo. Starà al singolo individuo leggere il proprio Io e doman-darsi se intraprendere o no il cammino nelle pro-fondità di queste terre».

La mostra, a ingresso libero, è visitabile fino al 16 febbraio con i seguenti orari: da mercoledì a ve-nerdì 16.30/19.30; sabato e dome-nica 11.00/13.00 e 16.30/19.30.

www.galleria33.itCecilia Falchi

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24 IL SETTIMANALE DI AREZZO 17 GENNAIO 2013

a preso il via il 13 gennaio Assurdo sarà lei. Sguardi surreali in sala, il nuo-vo ciclo di proiezioni del Cineforum Interno Aurora, in programma ogni lunedì alle 21.45 presso il circolo di piazza Sant’Agostino, come al solito a ingresso gratuito, fi no al prossimo 3 marzo.

I curatori Francesco Maria Rossi e Velimir K hanno selezionato con cura otto titoli che spaziano tra presente e passato, tra bianco e nero e colore, accomunati da una forte autorialità e dal gusto per il grottesco, l’onirismo, lo spaesamento dello spettatore.

Dopo l’inaugurazione de L’angelo sterminatore (1962), capolavoro di Luis Buñuel divenuto simbolo tuttora attuale dello stallo nelle relazioni, in una più ampia critica della società benpensante moderna, la rassegna prosegue con altre succulenti proposte.

Lunedì 20 genna-io con L’anno scorso a Marienbad (1961) Alain Resnais ci porta in un viaggio nella memoria più metafi sico che sto-rico, con una delle pellicole più cripti-che ma apprezzate dalla critica, Leone d’Oro a Venezia.

Lunedì 27 gen-naio è la volta de Il servo (1963) di Joseph Losey, vero e proprio thriller sui rapporti di classe, sceneggiato da Harold Pinter e considerato tra i più importanti fi lm britannici di sempre.

Lunedì 3 febbraio va in scena Che? (1972) di Roman Polanski: il maestro polacco gira ad Amalfi una commedia grottesca, liberissimo adattamento di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll, con protagonisti Marcello Mastroianni e Sydney Rome.

Lunedì 10 febbraio unico titolo italiano a fi r-ma Marco Ferreri, Non toccare la donna bianca (1974): ancora Mastroianni, nei panni del ge-nerale Custer, per un western pazzescamente

H

IN CORSO IL CICLO DI PROIEZIONI O

CINEMA SURREALE

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25IL SETTIMANALE DI AREZZO17 GENNAIO 2013

trasposto nella Parigi anni Settanta. La lotta ai nativi come critica all’imperia-lismo statunitense, con le memorabili apparizioni di Villaggio e Tognazzi e due mostri sacri come la De-neuve e Piccoli.

Lunedì 17 febbraio In-tervento divino (2002) di Elia Suleiman rilegge con leggerezza e sentimentali-smo il confl itto israelo-pa-lestinese, ricordando per fi sicità il cinema di Jacques Tati e quello di Buster Ke-aton.

Lunedì 24 febbraio facciamo un salto in Sve-zia con You, The Living (2007) di Roy Anderson: una serie di sketches tragi-comici, girati con attori non professionisti e autofi -nanziati, per una pellicola or ig ina l i s s ima che ha raccolto successo nei festi-val mondiali.

La rassegna si conclude lunedì 3 marzo con i Racconti dell’età dell’oro (2009), fi lm collettivo a episodi di Hofer, Marculescu, Mungiu, Popescu, Uricaru.

I migliori autori rumeni di questa genera-zione narrano racconti sulla fi ne del comu-nismo e di Ceausescu, cercando di rinverdi-re i fasti della commedia all’italiana di Risi e Monicelli.

C’è poco da aggiungere: spegnete le luci, accendete gli sguardi!

Enrico [email protected]

NI ORGANIZZATO DAL CIRCOLO ARCI AURORA

LE: ASSURDO PERDERLO!IMMAGINI E DISSOLVENZE POETICHE

Un intreccio unico tra fotografia e poesia

Dall’11 al 30 gennaio 2014 Pan Art, il loca-le poliedrico recentemente inaugurato a

Case Nuove di Ceciliano (Ar), ospita la mostra Immagini di Luciana Severi, accompagnata dalle Dissolvenze poetiche di Gabriele Tristano Oppo: un evento che unisce fotografia d’auto-re e poesia.

Gli scatti in esposizione non hanno un unico filo conduttore ma sono stati selezionati e acco-stati con un processo dove sono innanzitutto la sensibilità e le emozioni a emergere. Viaggi, ar-chitetture, paesaggi, natura, l’intento principale dell’artista sembra essere quello di trasmettere qualcosa di interiore, di andare oltre la mera im-magine per rappresentare il reale in modo del tutto personale.

Sulle sensazioni che scaturiscono osservando queste foto sono nate poi le poesie di Gabriele Tristano Oppo, noto medico, scrittore e poeta, che le rendono ancor più godibili “col magico incanto della parola”.

In mostra anche alcune composizioni foto-grafiche elaborate dalla Severi in collaborazione con l’artista Gianni Bigoni, dove, ad esempio, alcune strutture turche o alberi del colle di San Giusto a Trieste vanno a creare nuove forme e geometrie.

Serena Capponi

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26 IL SETTIMANALE DI AREZZO 17 GENNAIO 2013

alzelli sì, balzelli no? È giusto pagare per i permessi per la Ztl A e B? Se sì, quanto? Così tra i residenti del centro storico in protesta, continua l’azione del Comune per liberare la

città dentro le mura dal traffi co, o quanto meno per ridurre fortemente l’impatto della auto, regolando in modo puntiglioso i requisiti di accesso. Un’azio-ne attesa da tempo, quanto meno da quando i posti auto proprio nel centro, hanno iniziato a scomparire sempre di più. Un passo che va in parallelo all’al-lungamento dell’orario in cui non si può accedere senza permesso, e la costruzione di capienti benché più che discussi parcheggi nel ring cittadino.

Il punto però è che mentre ancora langue una vera implementazione del trasporto pubblico locale, i cit-tadini in piena recessione economica, con un livello di disoccupazione ai record storici, si arrabbiano e non poco. Per la Ztl A sono 50 euro da pagare per tre anni per la prima auto, ugualmente per la seconda, ma qui il permesso dura solo un anno, mentre per la terza si arriva a pagare fi no a 120 euro all’anno. Simili le condizioni per la Ztl B.

Disciplina a parte invece per gli scooter, mentre privilegiati sono i mezzi ibridi, già perché in que-sto caso i permessi vengono rilasciati gratuitamente. Insomma una nuova disciplina che accontenta gli amanti del centro pulito, ma lascia con l’amaro in bocca quei residenti già messi in crisi ogni primo

fi ne settimana del mese dalla Fiera Antiquaria. Sullo sfondo l’annoso problema di tenere vivo e

rilanciare il centro storico, nodo non da poco, che fi nché Teatro Petrarca e Fortezza resteranno cantieri chiusi, sarà diffi cile sciogliere davvero.

B

COSA RESTERÀ DEL CENTRO? di David

Mattesini

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27IL SETTIMANALE DI AREZZO17 GENNAIO 2013

“Buongusto” è il nome del punto vendita in franchising che noi di Forno “La Badia” abbiamo aperto, e speriamo uno dei tanti che apriremo nei prossimi tempi.

Una nuova idea, un nuovo modello, soprattutto un contrat-to sviluppato appositamente da noi, applicabile nel nostro setto-re, cioè quello delle panetterie e piccoli alimentari.

Il 10 luglio abbiamo aperto il primo negozio a marchio Buon-gusto a Castiglion Fiorentino, lun-go la statale. È una tipologia di modello su cui puntiamo molto, ed è un opportunità non soltan-to per espanderci ulteriormente, ma anche per chi lo volesse apri-re e diventare un nostro affiliato.

Con un piccolo investimen-to (veramente minimo) il nostro affiliato ha la possibilità di aprirsi un negozio, e crearsi un posto di lavoro, supportato in tutto e per tutto dalla nostra esperien-za aziendale, e con la possibilità di vendere più di 400 prodot-ti tra quelli di produzione pro-pria e quelli commercializzati a

marchio nostro. Il franchising in poche parole, non è altro che un’affiliazione commerciale, una formula di collaborazione tra imprenditori per la distribuzione di servizi e beni, indicata per chi vuole avviare una nuova impre-sa ma non vuole partire da zero, e preferisce affiliare la propria impresa a un marchio già affer-mato. Il franchising è infatti un accordo di collaborazione che vede da una parte un’azienda con una formula commerciale consolidata (affiliante, o fran-chisor) e dall’altra una società o una persona fisica (affiliato, o franchisee) che aderisce a que-sta formula.

Tante catene famose hanno sviluppato punti vendita in fran-chising, sopratutto i fast-food e nel settore dell’abbigliamento. Il

nostro modello a differenza degli altri è più snello, più funzionale al momento di crisi che stiamo attraversando, e sopratutto an-dreste a vendere un prodotto di consumo giornaliero, il che signi-fica incassi sicuri.

Altro punto di forza di tutto ciò è la nostra forza commerciale, e la visibilità che vi darebbe il no-stro marchio.

Dal 2006, anno di nascita, siamo già presenti con i nostri prodotti in cinque province tra Toscana ed Emilia Romagna, e siamo in continua crescita, se-gno questo che i prodotti da noi venduti ritrovano nel consuma-tore finale un grande riscontro. Per chi volesse saperne di più, ci può contattare direttamente all’email [email protected].

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RIPARTIRE DOPO Lccoci qua nel nuovo anno, tanto atteso e tanto pieno di buoni propositi, come ad esempio quello di cominciare una dieta. Un po’ come i lunedì di molte settimane, prescelti per iniziare i sacrifi ci di una nuova vita ricca di rinunce e sofferenze. Infatti dopo i giorni di festa, nei quali ci si concede il lasciarsi andare alle più peccaminose tentazioni culinarie, spesso si ricorre a fasi di espiazioni dei pec-

cati tanto condannati, con digiuni, salti dei pasti, diete liquide il cui alimento principale è l’acqua, verdure spacciate immeritatamente come carboidrati che diventano pasti unici, insomma un’unica parola d’ordine: privazione.

Poi però dopo i lunedì arrivano irrimediabilmente i martedì, quan-do ci si sente nobili a perpetrare i digiuni e le astinenze dai

piaceri della vita. Seguono i mercoledì in cui si comincia ad avvertire un certo senso di disagio, come dire,

una sorta di senso di sfortuna per cui partono i ragionamenti come: “Certo che tutti questi sa-

crifi ci per essere in forma, mentre ci sono persone che mangiano quello

che vogliono e non prendono un etto, ma perché a me basta l’aria per ingrassare?”.

Arrivano poi i giovedì, dove oltre alla inevitabi-le fame, giunge anche la stanchezza e la noia e quindi

i primi pensieri: “Ma se è così, dovrò stare a dieta tutta la vita? La mia sarà una lotta continua? A che serve se poi

basta un nulla per riprendere peso?”. Ecco i venerdì e con loro si avvicina il fi ne settimana, e si comincia

a pensare al dover rinunciare pure ad andare a cena fuori con gli amici o a evitare le occasioni sociali per non interrompere quel giuramento di fedeltà

assoluta all’astinenza dai piaceri terreni della tavola. La fatica aumenta. Poi arriva anche il sabato e con esso il senso di frustrazione e

solitudine per non poter partecipare come tutti ai banchetti. Questa volta il pensiero che parte è quello: “Ma se tanto mangio una cosina che non è prevista dal mio regime ascetico,

cosa succederà?”. Tale pensiero, indotto dalla parte tentatrice che è in noi, ci induce ad assaggiare quella piccola “cosina” dolce o salata tanto proibita, facendo scattare una smisurata sensazione di col-

Ecati tanto condannati, con digiuni, salti dei pasti, diete liquide il cui alispacciate immeritatamente come carboidrati che diventano pasd’ordine: privazione.

Poi però dopo i lunedì arrivano do ci si sente nobili a perp

piaceri della vita. Seguonnavvertire e u

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la vita? La mia sarà unbasta un nulla per riprend

Ecco i venerdì e con loro si avvia pensare al dover rinunciare pure ad

a evitare le occasioni sociali per non interrassoluta all’astinenza dai piaceri terreni della ta

La fatica aumenta. Poi arriva anche il sabato e solitudine per non poter partecipare come tutti ai ban

parte è quello: “Ma se tanto mangio una cosina che non cosa succederà?”. Tale pensiero, indotto dalla parte tentatrice c

quella piccola “cosina” dolce o salata tanto proibita, facendo scatta

TEL. TEL. 335 6363847335 6363847 – [email protected][email protected]

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29IL SETTIMANALE DI AREZZO17 GENNAIO 2013

EDICOLA “KENNEDY” (VIA KENNEDY 1)EDICOLA DELL’OSPEDALE (VIA NENNI)“TIRAMOLLA” (VIA ROMANA 98/A)EDICOLA “ FAGIOLI” (BELVEDERE)EDICOLA “PANCI” (PIAZZA SAIONE)EDICOLA “CAMPO DI MAR-TE” (VIA VITTORIO VENETO)LIBRERIA “EDISON” (PIAZZA RISORGIMENTO 31)EDICOLA “SCARTONI” (P.ZZA SAN JACOPO)LIBRERIA “MONDADORI” (CORSO ITALIA)LIBRERIA UNIVERSITARIA “LEGGERE” (VIA CITTADINI)

INFORMAGIOVANI (PIAZZA SANT’AGOSTINO)EDICOLA “SAN MICHELE“ (PIAZZA SAN MICHELE)

“LA FELTRINELLI POINT” (VIA CAVOUR 13)EDICOLA “AMIDELLI” (VIA PORTA BUIA)

EDICOLA “SCARTONI” (PIAZZA SAN GIUSTO)

EDICOLA “BIDINI” (VIA REDI)EDICOLA “ROSSI” (VIA PACIOLI)

EDICOLA “DALLA NOCE” (P.ZZA GIOTTO)EDICOLA VIA ERBOSA

EDICOLA “BURRONI” (VIA TARLATI)PAPER CO. (CENTRO COMM. SETTEPONTI)

EDICOLA PORTA SAN LORENTINO

EDICOLA “SAN LEO”BOTTEGA DI GIACCO (SAN GIULIANO)

CARTOLIBRERIA “MILLE IDEE” (VIA FIORENTINA 244)FOTO OTTICA MARCO

(VIA DAL BORRO 68/70)SPAZIO SEME (VIA DEL PANTANO 36)

MASTRO ARTISTA (VIA BENEDETTO VARCHI 73)

DOVE TROVARE (GRATIS!) “IL SETTIMANALE”

LE FESTEpa e di fallimento che ci induce un altro pensiero: “Ah, ormai è andata, ho ceduto, ho peccato, ho fallito, non ce l’ho fatta un’altra volta, tan-to vale che a questo punto mangi tutto quello che voglio, tanto ho rovinato la dieta!”. Così oltre alla frustrazione, parte un altro com-portamento sbagliato, che è quello dell’esagerare e dell’abbuffarsi per-ché non si è più sottoposti a quella dieta rigida che ci si era prefi ssi in testa.

La domenica ve la lasciamo immaginare, pri-ma dell’arrivo di un altro lunedì. Ma cari amici, è veramente questo il senso della parola “dieta”? Sono davvero questi i sacrifi ci che occorre fare per stare bene e perdere peso se è necessario?

Da dietista lasciatemi dire di no! Dieta ha da sempre il signifi cato di regime alimentare equilibrato, anche se è ipocalorica! Cioè si deve perdere peso mangiando. Ma mangiando bene! Non può essere un sacrifi cio estremo per qual-che tempo, senza nessun tipo di stravizio, mai.

La dieta deve essere un insieme di abitudini sane da portare avanti come stile di vita, nella quale è prevista la rinuncia o meglio l’evitare le esagerazioni costanti, ma anche le concessioni, perché “è la dose che fa il veleno” e “le grandi rinunce portano inevitabilmente alle grandi abbuffate” e sono quelle a fare veramente dannose, si fanno troppo spesso perché troppo spesso si rinuncia. Un nutrizionista famoso, di nome Totò, diceva che “l’appetito viene a stare digiuni”, quale frase più saggia poteva riassumere il senso di tante diete sbagliate?

Dottoressa Barbara Lapini DietistaResponsabile prevenzione Lilt (Lega Italiana Lotta contro i Tumori) di Arezzo

www.dietistalapini.it Manda le tue domande a [email protected] e leggerai le tue risposte nella prossima rubrica.

a cura delladott.ssa BarbaraLapini

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di Fabio Mugelli

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ro Il rapo aretino è un ortiva ti-pica della cucina invernale che si consuma abbinata al maiale o alle preparazioni in umido, dopo averla lessata. Si semina a spaglio a luglio o a settembre, resiste ai parassiti e non ha par-

ticolare necessità di irrigazione nemmeno dopo la semina. In zuppe, minestre e nelle pastasciutte, si utilizza tutto, le foglie e le infi orescenze; tipici sono i rapi rifatti con la salsiccia. L’uso è limitato al con-sumo locale e a un ristretto circuito commerciale destinato all’alimenta-zione del bestiame. In tutto il Prato-magno, il Casentino e la Valtiberina, le aziende che lo producono sono circa un centinaio, una buona parte delle quali biologiche.

Slightly Out Jazz Quintet in concerto

Lo Spazio Seme di via del Pantano a saba-ti alterni ospita grandi jam session aperte a tutti, in collaborazione

con il Jazz Club Arezzo. Ogni volta le jam saran-no precedute da una formazione che si esibirà, aprendo la serata.

Sabato 18 gennaio, alle ore 21.30, live d’apertura con Francesco Giusti-ni alla tromba, Benedetto Burchini al sax tenore, Enrico Orlando al piano, Nicola Ferri al contrabbasso, Andrea Croci alla batteria.

American Hustle *** ½Il truffatore Irving Rosenfeld

lavora insieme alla sua aman-te. Scoperti dalle autorità, ven-gono obbligati a collaborare, lavorando per un agente Fbi fuori controllo, Richie DiMaso. DiMaso li catapulta in un peri-coloso mondo di faccendieri, intermediari del potere, mafiosi. Che David O. Rus-sell avesse un talento nell’armonizzare tragedia e commedia è cosa risaputa. Grazie a una sceneg-giatura cucita con grandissima arguzia il regista imposta un tono narrativo puntuale che consente una vasta gamma di emozioni ed effetti. Soprattut-to è riuscita la miscela dei generi, dal noir al gan-gster filtrata attraverso un produttivo ping pong con una commedia di otti-ma fattura. Un’esplosione contagiosa di funky jazz interpretata da un cast formidabile, il film si rivela audace e coinvolgente. Jacopo Fabbroni

di Lucio Massai

AUGURI ALL’ANNO NUOVO

È pàsso l’anno vecchio e me ritrovoancora la speranza che qualcosacambi ’n politica ne’ l’anno nòvo.È ’na speranza alquanto nebulosa,

ma a dàgni fiato almeno me ce provo,e sogno una stagione fruttuosache porti la certezza di rinnovo,di legge elettorale decorosa,

di tagli ai privilegi, di lavoroper tutti, meno tasse e meno sprechi,senza più falsi invalidi né ciechi,

senza l’affronto di pensioni d’oroo di rimborsi presi a quattro mani.Un augurio di cuore agli italiani!

di Leonardo Zanelli

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