Il Settimanale di Arezzo 124

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WWW.FONDAZIONEMONNALISA.ORG LOC. MONTECCHIO VESPONI, CASTIGLION FIORENTINO (AREZZO) 0575/1786102 - INFO@STRASICURA.EU ANNO III NUMERO 124 • VENERDÌ 16 NOVEMBRE 2012 • COPIA GRATUITA IN COPERTINA: FOTO DI ANDREA BARDELLI, REALIZZATA GRAZIE ALLA COLLABORAZIONE DEL CENTRO DIURNO “VILLA CHIANINILA SOLITUDINE LA SOLITUDINE DEI DISABILI DEI DISABILI

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Il Settimanale di Arezzo 124

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WWW.FONDAZIONEMONNALISA.ORG

LOC. MONTECCHIO VESPONI, CASTIGLION FIORENTINO (AREZZO)

0575/1786102 - [email protected]

ANNO III NUMERO 124 • VENERDÌ 16 NOVEMBRE 2012 • COPIA GRATUITA IN COPERTINA: FOTO DI ANDREA BARDELLI, REALIZZATA GRAZIE ALLA COLLABORAZIONE DEL CENTRO DIURNO “VILLA CHIANINI”

LA SOLITUDINE LA SOLITUDINE DEI DISABILIDEI DISABILI

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2 IL SETTIMANALE DI AREZZO 16 NOVEMBRE 2012

“IL SETTIMANALE DI AREZZO“ È UNA TESTATA EDITA DA EDIZIONI GIORGIO VASARI SRLANNO III NUMERO 124 – VENERDÌ 16 NOVEMBRE 2012

DIRETTORE RESPONSABILE: FRANCESCO CIABATTI, EMAIL [email protected]: MARCO BOTTI, EMAIL [email protected]: ELENA AIELLO, ENRICO BADII, ANDREA BARDELLI, GIACOMO BELLI, SERENA CAPPONI, FERNANDA CAPRILLI, MARCO CAVINI, GIACOMO CHIUCHINI, DORY D’ANZEO, JACOPO FABBRONI, CECILIA FALCHI, ELETTRA FIORINI, MICHELE GIUSEPPI, SARA GNASSI, ILARIA GRADASSI, VALERIA GUDINI, GIACOMO MANNESCHI, CHIARA MARCELLI, LUCIO MASSAI, DAVID MATTESINI, FABIO MUGELLI, OMERO ORTAGGI, VALENTINA PAGGINI, RO-BERTO PARNETTI, LUCIANA PASTORELLI, IVANA MARIANNA PATTAVINA, LUCA PIERVENAN-ZI, CHIARA SAVARINO, ALESSIO SEGANTINI, LUCA STANGANINI, VALENTINA TRAMUTOLA, LUCA TRIPPI. FOTO: ANDREA BARDELLI, ROBERTO PARNETTI

AMMINISTRAZIONE: EDIZIONI GIORGIO VASARI SRL, VIA MANTEGNA 4, 52100 AREZZO (AR), TEL. 392/95.96.285, FAX 0575/16.57.738, EMAIL [email protected]À E MARKETING: PAOLA PRATO, 333/46.04.264, [email protected]

AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI AREZZO 02/2010 DEL 10 FEBBRAIO 2010ISCRIZIONE AL REGISTRO DEGLI OPERATORI DELLA COMUNICAZIONE AL N. 19155STAMPA: LA ZECCA SRL, VIA UMBERTO TERRACINI 25/27, 52025 FRAZ. LEVANE, BUCINE (AR), TEL. 055/91.80.101, FAX 055/91.80.412, EMAIL [email protected]È VIETATA, SENZA FORMALE AUTORIZZAZIONE, LA RIPRODUZIONE TOTALE O PARZIALE DI TESTI, DISEGNI, FOTO E PUBBLICITÀ RIPRODOTTI SU QUESTO NUMERO

EGV

LA FONDAZIONE MONNALISA ONLUS,

IL “SETTIMANALE DI AREZZO” E LE

EDIZIONI GIORGIO VASARI SONO PARTNER NEL

PROMUOVERE LA CRESCITA DELLA

COMUNITÀ DI AREZZO E IL

BENESSERE DELLE PERSONE CHE VI

ABITANO

VITA DELLA CITTÀ3 Tagli ai disabili gravi, trovati nuovi fondi ma «que-sta è una vittoria di Pirro»4 Quella voglia di partecipazione che anima il cen-trosinistra…5 Verso le Primarie: centrosinistra, questa settimana i primi tre rappresentanti 7 Exp.One: il valore della comunicazione

NON PIÙ PAROLE OMAI8 Buon compleanno Fanti del Comune!

L’ESPERTO RISPONDE10 Imparare a depurarsi e a mangiare correttamente

AREZZO SPORT13 PETRARCA PALLAMANO, il futuro nasce dalle mani del presente15 Boxe Nicchi: semplicità ed eccellenza16 Se Lignano mette il cappello…

17 L’arbitraggio, uno sport dalla parte delle regole18 Golf Club, una grande terrazza sul Casentino19 Promosse a pieni voti le Giovanissime della Stella Azzurra20 Una professione che salva la vita:

CULTURA21 Riscoprire il corpo con la Danza Butoh22 Accendere il fuoco dell’arte: Aleandro Fallulera e i suoi fiammiferi24 L’Aratore di Arezzo, simbolo di una dinamicità di cui la città deve riappropriarsi

SOTTO LE LUCI DELLA RIBALTAi prossimi spettacoli al Teatro “Signorelli”

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3IL SETTIMANALE DI AREZZO16 NOVEMBRE 2012

opo le proteste dei malati di Sla contro i tagli di 658 milioni di euro destinati ai di-sabili gravi previsti dal Governo Monti nel Ddl Stabilità, la Commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento che stanzia per il prossimo anno 200 milioni di euro del “Fondo Chigi” ai non autosuffi cienti, tra cui i malati di Sclerosi Laterale

Amiotrofi ca. Gabriele Viti, responsabile dell’Uffi cio H e Nuovi Diritti della Cgil di Arezzo, commenta così la notizia:

«Questa è una vittoria di Pirro, 200 milioni di euro sono solo una parte dei fondi necessari a garantire una vita dignitosa ai disabili gravi e alle loro famiglie. Il fatto pesante infatti è che si tratti la condizione dei disa-bili gravi come un problema di quart’ordine, dimenticandoci che si parla di individui e che l’articolo 3 della nostra Costituzione riconosce e garantisce pari dignità sociale a tutti i cittadini».

Forte anche la preoccupazione tra le famiglie dei disabili areti-ne sulle notizie dei tagli per l’assistenza domiciliare, che come ri-badisce Gabriele Viti molto spesso non è suffi ciente: «L’assistenza domiciliare pubblica copre solo poche ore giornaliere, rendendo indispensabile un’assistenza privata in aggiunta o un maggiore im-pegno di tempo da parte dei familiari, tanto da costringerli talvolta a lasciare il lavoro, aggravando maggiormente la situazione econo-mica e sociale. Gli invalidi al 100 per cento al momento percepi-scono un assegno mensile di 500 euro che non è affatto suffi ciente per pagare le bollette, l’affi tto e le varie spese quotidiane. A questo proposito mi piacerebbe venisse discusso un progetto di legge che stabilisca che i disabili con un reddito sopra i 35.000 euro lordi non abbiano diritto all’assegno mensile, e di contro che i fondi rispar-miati vengano invece devoluti a coloro che non hanno la possibilità di lavorare e quindi di mantenersi.

In un periodo di caccia ai falsi disabili, specifi co sacrosanta, vor-rei inoltre sottolineare l’atteggiamento superfi ciale dei mass media, che nel comunicare le varie truffe spesso non imputano nessuna responsabilità alla Commissione Medica che ha il compito di sta-bilire la disabilità e che ne decreta, oltre alla sussistenza, la gravità».

TAGLI AI DISABILI GRAVI, TROVATI NUOVI FONDI MA «QUESTA È UNA VITTORIA DI PIRRO»

D di Cecilia Falchi

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4 IL SETTIMANALE DI AREZZO 16 NOVEMBRE 2012

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rimarie, primarie e anco-ra primarie. Il ritornello della politica, anche are-tina delle ultime settima-

ne, non accenna ad attenuarsi, perché? Perché tra i cittadini c’è voglia di partecipazione, voglia di rinnovamento, magari più nelle idee e nei contenuti che nelle sole persone.

Sopita sotto la cenere, nascosta dietro indifferenza o il ritornello “tanto son tutti uguali”, che por-ta tanti cittadini ad avvicinarsi a Grillo o semplicemente a non an-dare a votare, c’è pure tanta voglia di tornare a credere nella politica. Lo ha dimostrato l’ultima parteci-pata serata con Vendola alla Borsa Merci, così come i due appunta-menti con Bersani o lo “show” di Renzi.

Dopo i candidati è toccato ai “big” sostenitori, passare da noi. A partire da Enrico Letta e Rosy Bindi che, a sostegno di Bersani, in settimana si sono ri-spettivamente trovati ospiti di

due iniziative ad Arezzo e Montevarchi. Mentre è ancora da decidere una partita “elettorale” di grande importanza, ecco che già se ne riapre un’al-tra nel centrosinistra, che in qualche modo pas-serà anche da Arezzo: quella per la “gara” a segretario del Partito Democratico. A rompere gli in-dugi è un outsider, che riscuote un bel di consenso tra giovani e meno giovani, quel Pippo Civati, che sarà ad Arezzo tra il primo e il secondo turno delle Primarie. Il prossimo 28 novembre sarà in-fatti al Circolo Aurora di piazza Sant’Agostino, per presentare il suo nuovo libro edito dalla casa editrice aretina FuoriOnda, dal titolo non casuale di La riven-dicazione della politica. Cinque stelle, mille domande e qualche risposta. «Mi candido alla segre-teria nazionale del Pd. – ha spie-gato Civati, in settimana dal suo blog. – Anche nel caso in cui il

Congresso si trasformasse in una “gara delle idee”, per capirci. Anche se qualcuno dice che chi vince le Primarie 2012 nominerà il segretario nel 2013. Anche se qualcuno dirà che è troppo pre-sto. Anche se ci saranno ironie e malizie. Anche se non è molto di moda, fare il segretario di un par-tito. Anche se qualcuno, anche tra i candidati di oggi, dice che non è così importante, il segretario, e che il partito serve, ma non poi così tanto». Una partita alquanto interessante si apre dentro un’al-tra all’interno del centrosinistra e del Pd, e tra chi unisce e chi di-vide, i prossimi saranno di sicuro mesi di fuoco.

Questo infl uenzerà il popolo degli indecisi? Staremo a vedere.

P

QUELLA VOGLIA DI PARTECIPAZIONE CHE ANIMA IL CENTROSINISTRA…

di David Mattesini

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5IL SETTIMANALE DI AREZZO16 NOVEMBRE 2012

(continua a pag. 6)

e Primarie del centrosinistra sono ormai dietro l’angolo (si vota il 25 novembre), e anche ad Arezzo la campagna elettorale vive giorni frenetici. Questa settimana abbiamo sentito gli esponenti dei comitati aretini di tre candidati, Pierluigi Bersani, Matteo Renzi e Nichi Vendola, rappresentanti rispettivamente da Francesca

Lorenzoni, Matteo Bracciali e Gianni Mutarelli. La prossima settimana i rappresentanti di Puppato e Tabacci. Ai tre abbiamo fatto domande dirette e precise:

1. Perché ha sposato l’idea di un comitato ad Arezzo per Bersani/Renzi/Vendola?2. Tutti e tre, Bersani, Renzi e Vendola, sono venuti ad Arezzo per la loro campagna elettorale. Che impressione

ha fatto il vostro candidato sulla platea aretina?3. Perché un aretino dovrebbe votare il vostro candidato?

FRANCESCA LORENZONI, AREZZO PER BERSANI1. «Anche qui ad Arezzo era importante rappresentare

Bersani, il segretario e quindi candidato naturale del Pd alle elezioni. All’assemblea nazionale del Pd è venuta l’esigenza di fare le Primarie e noi ci siamo messi in moto. Appoggiamo Bersani perché è competente e ha aperto ai giovani. Il rinno-vamento non si fa con gli slogan ma con i fatti, e lo dimostra il fatto che non tutti i giovani votano Renzi».

2. «Era un pubblico molto composito, dall’elettorato stori-co della sinistra ai curiosi. Mi aspettavo meno gente, e sono contenta che sia stato un incontro condiviso, con interventi di persone comuni a cui Bersani ha risposto. Uno dei valori di Bersani è proprio il voler condividere la vita politica con i cittadini».

3. «Bersani ha nel programma l’idea di un piano industriale che in Italia manca ormai da troppo tempo. Arezzo è una città prevalentemente industriale, quindi dovrebbe apprezzare. Poi Bersani ha molto a cuore la questione europea, e si sta impe-gnando con i propri colleghi socialdemocratici per cambiare certi parametri economici imposti dai governi di destra».

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6 IL SETTIMANALE DI AREZZO 16 NOVEMBRE 2012

MATTEO BRACCIALI, AREZZO PER MATTEO RENZI1. «L’esigenza di un comitato nasce perché non si tratta di una campagna

elettorale canonica, è una campagna che coinvolge anche la società civile. Io ho sposato il comitato per Matteo [lo chiama per nome, ndr] perché ab-biamo avuto un percorso politico condiviso, a partire dalla prima Leopolda in avanti. Secondo me è la fi gura più indicata per guidare il centrosinistra, perché rappresenta qualcosa di nuovo e di pulito, e non deve dare giustifi -cazioni sul suo passato».

2. «Ho presentato io Matteo ad Arezzo Fiere e Congressi, ed è stata una grandissima emozione, eravamo più di duemila persone. Sono rimasto stupito di come Matteo riesca ad animare lo spirito delle persone e far ritrovare l’entusiasmo verso la politica che la gente comune aveva perso».

3. «Premessa: i programmi di tutti i candidati rientrano tutti in un’unica intelaiatura che rispecchia i valori del Pd. Però ora sostengo Renzi perché è l’unico che va oltre l’enunciazione dei principi, ma ha proposto subito una lista di cose che farà nei primi cento giorni di governo nel caso vincesse le elezioni. Come, per esempio, la trasparenza di tutti gli atti pubblici e i 100 euro in busta paga per i lavoratori dipendenti. Se dovessi dare due concetti secchi per i quali votare Renzi direi “Europa” e “merito”».

GIANNI MUTARELLI, OPPURE VENDOLA – AREZZO1. «Abbiamo voluto raccogliere attorno a un gruppo unico tutte le forze

che vedessero in Vendola il candidato ideale per il governo. In Toscana sembra che sia una lotta fra Renzi e Bersani, ma in realtà nel weekend scorso Vendola ha ricevuto una risposta molto positiva da questa regione, e del resto rappresenta dei valori che gli altri non hanno, come la pace, la scuola, il diritto al lavoro e la solidarietà».

2. «Devo ringraziare Arezzo perché, nonostante la data e l’orario infelice, ha risposto alla grande e non ce l’aspettavamo. Tutti i posti a sedere della Borsa Merci erano occupati, e c’erano persone anche in piedi. Poi è stato apprezzato il fatto che Vendola non abbia fatto un discorso preconfeziona-to, ma abbia voluto prima ascoltare gli interventi di tre ragazzi che hanno parlato di precariato, scuola e cultura».

3. «Arezzo ha tre gravi problemi: la disoccupazione, il consumo del ter-ritorio e la diffi cile integrazione con chi viene da fuori. Questioni contro cui Vendola si sta battendo da anni, peraltro raggiungendo buoni risultati in Puglia. Il nostro territorio ha un patrimonio culturale immenso che però facciamo fatica a esprimere e vendere. Con Vendola si può cambiare».

(continua da pag. 5)

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7IL SETTIMANALE DI AREZZO16 NOVEMBRE 2012

n convegno espositivo per riunire e per far conoscere le imprese operanti nel campo della comunicazione. Questo è Exp.One, un evento organizzato dalla Federazione

Comunicazione di Confartigianato, in program-ma sabato 24 novembre, a partire dalle 9.30, presso la stessa sede aretina dell’associazione in via Tiziano 32.

Fotografi , grafi ci, editori, tipografi , informatici: al convegno saranno presenti tutti coloro che, con la loro professionalità e competenza, sono attivi nei diversi comparti della comunicazione ma che sono spesso sconosciuti al tessuto imprenditoriale aretino e alle istituzioni locali. Da qui l’idea di valorizzare questo eterogeneo mondo di imprese che, pur essen-do di piccole dimensioni, si rivelano tanto impor-tanti per la ricchezza del territorio. «Con questo con-vegno vogliamo unire le forze – afferma Maurizio Baldi, presidente della Federazione Comunicazione [nella foto]. – La nostra provincia vanta tante impre-se ignorate e non valorizzate: con Exp.One voglia-mo renderle visibili presentandole agli imprenditori e alle istituzioni.

Questi soggetti devono capire che per tutte le loro esigenze di comunicazione, dalla grafi ca alla stampa fi no alla pagina web, possono trovare risposte profes-sionali e di qualità anche rimanendo sul territorio e rivolgendosi alle aziende locali. In secondo luogo vo-gliamo unire e mettere in sinergia le stesse imprese. Non è più tempo per la concorrenza selvaggia: ogni

imprenditore deve specializzarsi in un settore e in-staurare sane e reali collaborazioni con tutte le altre aziende inserite nella fi liera della comunicazione».

Ad aprire il convegno sarà un intervento del do-cente Alessio Etzi che illustrerà l’importanza della comunicazione come leva del business per le aziende e per le istituzioni; seguiranno gli interventi delle as-sociazioni fotografi , grafi ci e informatici che illustre-ranno le nuove possibilità offerte dai loro rispettivi comparti. Tra i principali temi affrontati spicca quel-lo della nobilitazione della stampa e della respon-sabilità ambientale, enfatizzando l’importanza etica ed ecologica dell’FSC, cioè della carta riciclata cer-tifi cata dalla Forest Stewardship Council (la FSC, appunto), massima organizzazione mondiale in ma-teria. A conclusione è prevista una sezione espositiva con vari desk in cui le imprese potranno presentare i

loro prodotti e le loro profes-sionalità.

«Abbiamo deciso di credere nel valore delle nostre azien-de – conclude Baldi. – Exp.One è un’occasione unica per assumere consapevolezza del-le enormi possibilità offerte da un settore, quello della comunicazione, spesso sottovalutato e lasciato nell’ombra».

Marco Cavini

U

EXP.ONE: IL VALORE DELLA COMUNICAZIONELA FEDERAZIONE COMUNICAZIONE DI CONFARTIGIANATO HA ORGANIZZATO UN CONVEGNO PER CREARE SINERGIE E VALORIZZARE LE IMPRESE DEL TERRITORIO ARETINO

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8 IL SETTIMANALE DI AREZZO 16 NOVEMBRE 2012

Fanti del Comune giungono quest’anno al loro ventennale, e festeggeranno la ricorrenza con una cerimonia che domani

(sabato 17 novembre), dalle ore 15.30 all’Auditorium “Aldo Ducci”, vedrà la presenza di relatori quali Liletta Fornasari, Luca Berti e il dottor Luigi Borgia (esperto di Araldica), con interventi inerenti il periodo storico aretino compresi tra il 1289 e il 1384.

La costituzione del Gruppo Fanti del Comune di Arezzo risale infatti al 1992, anno in cui, con l’adozione dei nuovi costumi della Giostra del Saracino, si decise di dare un’identità più rispondente a ciò che è loro richiesto dal Regolamento della Giostra stessa, cioè essere compagine imparziale con funzione di controllo

dell’ordine in campo, obbedendo scru-polosamente agli ordini del Maestro di Campo.

A tale scopo fu emesso un bando at-traverso il quale si cercarono componen-ti del Gruppo non provenienti diretta-mente dai Quartieri, che fi no ad allora avevano fornito ognuno tre fi guranti. Ciò non poteva garantire l’imparzialità, la coesione e la necessaria responsabilità di coloro che erano chiamati a indossa-re un costume al quale non aspiravano, pur essendo quello che più rappresenta la nostra Città.

Per alcuni anni il proposito rimase tale, il Gruppo, pur resosi autonomo, non crebbe in termini di immagine e considerazione, rimanendo in una si-

NON PIÙ PAROLE OMAI…

Ia cura di Roberto Parnetti

BUON COMPLEANNOFANTI DEL COMUNE!

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9IL SETTIMANALE DI AREZZO16 NOVEMBRE 2012

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tuazione marginale rispetto alla Giostra. Successivamente, con un certo ricambio dei componenti e l’innesto di nuovi aderenti, si diede il via al progetto del 1992, cercan-do in primo luogo di responsabi-lizzare i Fanti al loro ruolo e fun-zione, avviando un cambiamento sostanziale nella realtà del Gruppo, attraverso soprattutto la presa di coscienza da parte di tutti del ruo-lo di rappresentativa comunale e dell’impegno che ciò richiedeva, in termini di serietà, volontà, im-pegno, non solamente in funzione della Giostra.

A seguito di ciò il Gruppo è enormemente cresciuto, e l’Amministrazione co-munale ha favorito tale sviluppo chiamando i Fanti ad assumersi sempre più spesso la responsabilità di rappresentare la nostra città, portando a un cambia-mento di considerazione nei loro confronti.

In questi anni i Fanti hanno portato con orgoglio l’emblema di Arezzo in Italia e all’estero, ricevendo sempre gli elogi di quanti hanno apprezzato la com-postezza e la serietà del Gruppo. Per questo motivo, in qualità di rappresentativa comunale, i Fanti del Comune di Arezzo hanno adottato il motto “Ubi nos Arretium est”, a signifi care che dove sono, lì c’è Arezzo, con la sua storia, le sue tradizioni, la sua cul-tura.

In questo senso, il Gruppo sta dando più rilievo alla propria realtà, ricercando nelle radici storiche medioevali aretine la sua ragion d’essere, per dare ancor più peso alla sua funzione di custode della nostro passato. L’evoluzione dell’idea del 1992 ha portato infi ne alla costituzione della Associazione

“Signa Arretii” (“Insegne di Arezzo”) con l’unione dei Fanti ai Vessilliferi e ai Valletti del Comune di Arezzo, completando così la rappresentativa comu-nale.

Lasciamo la chiusura di questo nostro interven-to all’infaticabile presidente Stefano Giustini: «Mi preme ringraziare tutti quei ragazzi che, in questi vent’anni, hanno portato il loro contributo alla na-scita e sviluppo della rappresentativa comunale di Arezzo, il loro impegno ha permesso di superare diffi coltà, scarsa considerazione, incomprensioni e ostacoli che ne hanno a più riprese rallentato la crescita, avendo il merito di aver sempre avuto nel cuore la nostra città.

Per il futuro l’impegno è quello di consolidare ulteriormente le nostre prerogative, nella continua ricerca di migliorare la coesione e lo spirito di grup-po, cercando di porre defi nitivamente le basi sulle quali possano ulteriormente crescere i Fanti futuri».

Da parte della redazione del “Settimanale”… buon compleanno!

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10 IL SETTIMANALE DI AREZZO 16 NOVEMBRE 2012

IMPARARE A DEPURARSIQuesto il tema di un’importante sessione al VII Forum Risk Management

opo sette anni il Forum Risk Management di Arezzo è divenuto il più importante evento in Italia riguardo rischi e complicazioni in sanità. L’edizione di questo anno è in linea con gli indirizzi che il ministro Balduzzi e il ministro Clini consigliano, nella più profonda attenzione all’inquinamento ambientale, farmacologico e alimentare, quindi favorendo grande cura al mantenimento della

propria salute.Le moderne ricerche dimostrano che fattori ambientali quali l’inquinamento e gli errori alimentari, altera-

no la biodisponibilità d’ossigeno nelle cellule, innescando una condizione di stress ossidativo, che è il fattore emergente di rischio per la salute, a causa di una serie di patologie infi ammatorie-metaboliche-degenerative,

spesso a decorso cronico, che si ripercuotono negativamente sulla qualità e durata della vita.

Le stesse cause provocano anche le più comuni patologie estetiche, quali la lipodistrofi a dolorosa, le varie forme di cellulite, il fi broedema evoluti-vo e gli stessi segni d’invecchiamento che, al di là delle spinte consumi-stiche, rappresentano sempre campanelli d’allarme che devono essere ben conosciuti, per fare diagnosi precoci e mantenere sia la salute sia il migliore aspetto esteriore.

Nuovi interessanti test si dimostrano utili per la quantifi cazione dei livelli di danno ossidativo nelle cellule, aprendo la strada alle misure correttive personalizzate, ed è su queste basi che il “F.A.D.”, il gruppo di studio diret-to da chi scrive assieme al professor Giovanni Scapagnini, ha promosso la sessione Inquinamento, alimentazione, fi broedema e lipodistrofi a, che si terrà martedì 20 novembre alle ore 9 ad Arezzo Fiere e Congressi per analiz-zare il ruolo dei fattori ambientali, alimentari e degli stili di vita nell’evolu-zione delle patologie del connettivo e del tessuto adiposo, fra cui quelle di interesse estetico. dottor Pier Antonio Bacci

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11IL SETTIMANALE DI AREZZO16 NOVEMBRE 2012

RUOLO E DIFFICOLTÀ DELL’EDUCAZIONE ALIMENTARE

n questa edizione del Forum Risk, avremo l’ono-re di fare da relatori insieme a nomi illustri tra i quali l’amico Pier Antonio Bacci dell’Uni-versità di Siena, Franco Canestrari dell’Uni-

versità di Urbino, Fulvio Tomaselli dell’Ospedale “Fatebenefratelli” di Roma, Ferdinando Terranova della Scuola Internazionale Sime di Roma, Eugenio Luigi Iorio dell’Osservatorio Stress Ossidativo di Salerno e Pier Luigi Rossi dell’Università di Bologna, parlando di un tema importante e fondamentale per la salute come il ruolo e la diffi coltà dell’edu-cazione alimentare. Occasione fondamentale, questa, per poter sottolineare ancora una volta, quanto i comportamenti di tutti i giorni possano essere infl uenzati dalla no-stra società e quanto questi possano infl uenzare il nostro stato di benessere.

La diffi coltà di affrontare correttamente una dieta equilibrata, infatti, sta non solamente nella restrizione calorica o nelle modifi che apportate alle abitudini alimentari (compito di un bravo professionista del settore, sarà anche ascoltare il paziente per rispettare al massimo, laddove possibile, le sue esigenze, conciliando la teoria di una dieta equilibrata, con la realizzabi-lità), ma negli stimoli esterni a cui siamo continuamente sottoposti.

Ne sono esempi l’incentivo a comprare più cibo di quello che è necessario delle offerte nei supermercati, il costo inferiore per le porzioni più abbon-danti, le pubblicità alimentari che ci bombardano con immagini positive di rinforzo, lo stimolare i bambini con pubblicità di merendine e snack di vario genere durante i loro programmi preferiti, il costo inferiore dei cibi spazzatura rispetto a quelli salutari e ricchi di antiossidanti come frutta e verdura, ecc.

dottoressa Barbara Lapini, dietista, responsabile Associazione Italiana Disturbi Alimentari e del Peso di Arezzo

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12 IL SETTIMANALE DI AREZZO 16 NOVEMBRE 2012

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1316 NOVEMBRE 2012

ta a te: puoi credere di farcela o credere di non farcela. In entrambi i casi i fatti ti daranno ragione», diceva Henry Ford. La Petrarca Pallamano questa ragione se l’è fulgidamente gua-dagnata e, siamo sicuri, continuerà sempre a farcela.

Una delle società più longeve di Arezzo, nata nel 1975 nell’angusta palestra del Liceo Classico, dopo una rapida ascesa che l’ha portata ai vertici di categoria, si trova oggi in una

fase di transizione. La mancanza di sponsor e la disattenzione verso la pallamano aretina rischiano di far vacillare l’impalcatura societaria consolidatasi nel tempo.

Non è a repentaglio solo la passione e il sacrificio che molte persone continuano a riversarvi ma la reale possibilità di estirpare dal nostro territorio comune, alla stregua di una radice infestante, una storia che fa parte del nostro tessuto sociale e sportivo.

Saadi Abderrahman, allenatore del settore giovanile, è uno dei più esperti e attivi per quanto riguar-

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14 16 NOVEMBRE 2012

da il mondo della pallamano aretina di viale Mecenate.

Saadi, qual è lo stato dell’arte della Petrarca Pallamano?

«Come prima cosa voglio ringraziare la nuova società presieduta da Riccardo La Ferla. La sua sensibilità verso questa discipli-na ha fatto compiere alla nostra realtà un notevole balzo in avanti. La mancanza di uno sponsor che sposasse il nostro progetto è una grave piaga. Per questo dobbiamo la-vorare uniti e impegnarci doppiamente per ottenere dei buoni risultati.

Ma quello di cui avevamo più bisogno era la passione per questo sport. Qualità che la

nuova società possiede in abbondanza. A oggi poi contia-mo più di 100 tesserati, numero che vogliamo incrementare per continuare a crescere. In più collaboriamo all’estero con varie società francesi per la crescita, non solo sportiva, dei nostri atleti».

Prima squadra e settore giovanile. Quali sono le novità?«La prima squadra, militante in Serie B, è molto giovane,

composta interamente da under 26. L’obiettivo è quello di fare un buon campionato e cercare il passaggio di catego-ria in A2. Abbiamo mantenuto la stessa squadra dopo l’anno di esperienza maturato nella passata stagione. Per quanto riguarda il settore giovanile contiamo l’Under 12, 14 (per en-trambi sia il maschile sia il femminile), l’Under 16 maschile e l’Under 18 maschile. La nostra speranza è vincere il campio-nato di categoria in ogni fascia di età e riconfermarci cam-pioni regionali con le ragazze dell’Under 14».

In più c’è il lavoro nelle scuole… «Sì, questo è un aspetto fondamentale per la promozione

della pallamano. C’è infatti un progetto sia nelle scuole ele-mentari sia nelle medie. Cinque anni fa è iniziato

tutto, non senza difficoltà. Ma i ragazzi si sono pian piano appassio-nati e il nostro metodo educativo incentrato sul divertimento ha dato grandissimi frutti. Perché il nostro scopo è far appassionare alla palla-mano così da rompere quegli argini di diffidenza (sia dei ragazzi sia dei genitori) che allontanano molti bambini dalla sua pratica».

Il sogno che vorresti vedere realizzato?«Sto già vivendo un sogno, perché sono riuscito ad allargare un set-

tore giovanile inesistente qui ad Arezzo. Magari, in futuro, vincere un titolo nazionale».

Adesso, però, c’è da conquistarsi il presente. Un presente dissemi-nato di insidie, certo. Ma con carattere e passione, come nella miglio-re tradizione di questo sport, la pallamano amaranto può continuare a vivere e guardare al futuro. Ma sta anche nelle nostre “mani” la possibilità di sopravvivenza di questo pezzo della nostra storia sportiva.

[segue da pag. 13]

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Petrarca Pallamano il futuro nasce dalle manidel presente

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Page 15: Il Settimanale di Arezzo 124

1516 NOVEMBRE 2012

ormai sulla cresta dell’on-da da molti anni e non accenna a spostarsi. Non perché, tra le sue fila, può vantare un pluripre-miato titolo italiano, Adriano Nicchi, da poco diventato ufficialmente anche tecnico di pugilato, ma perché la Società Boxe Nicchi è un luogo dove l’eccellenza tecnica si fonde con la capacità

di far sentire gli atleti a proprio agio, creando così un ambiente spartano in cui ognuno può vivere lo sport rimanendo se stesso. Nonostante della società aretina si conoscano principalmente i risultati che si aggiu-dica in tutta Italia o i successi di Adriano, la Boxe Nicchi ha alle spalle una storia costellata di soddisfazioni e momenti di fatica. La società nasce infatti grazie al lavoro e alla passione di Santi Nicchi [nella foto davan-ti al figlio], storico pugile aretino. «Ho sempre amato la boxe fin da ragazzo, e nel dilettantismo sono stato il primo ad Arezzo a raggiungere i massimi livelli – racconta Santi. – Ma, quando cambiò il regolamento, fui escluso dalle Olimpiadi a causa di un elettroencefalogramma positivo».

Tuttora non sappiamo quanto fosse veritiero questo responso, ma per Santi fu un duro colpo che lo portò ad attaccare i guantoni al chiodo. «Mi sposai e diventati padre. Sono stati proprio i miei figli a far rinascere, in me, l’impulso di tornare in palestra – spiega Nicchi. – Guardando vecchie foto e interessandosi anche loro al pugilato, mi convinsero e ricominciai a frequentare l’Accademia Pugilistica Aretina, diretta dal mio grande maestro Paolo Calamati». Per un po’ le cose filarono lisce, ma alcune divergenze sulle modalità

d’insegnamento spinsero Santi a fondare una propria società sporti-va, pur restando in ottimi rapporti con chi l’aveva tenuto a battesimo.

«Nei primi anni Novanta, cominciammo ad allenarci in una pa-lestra grande quanto un corridoio, ma gli iscritti crescevano a vista d’occhio e, grazie ai successi che riuscivamo a ottenere sia a livello giovanile sia dilettantistico, il Comune ci affidò la nostra attuale pa-lestra in via Leone Leoni, a patto che fossimo noi stessi a rimetterla a posto».

Era il 1994 e molte cose sono cambiate. Quello che, all’epoca, era uno spazio desolato, oggi è un ambiente tra i più attrezzati in Toscana, in cui crescono atleti capaci e preparati. La palestra è a loro disposizione per tutto l’arco della giornata e i tecnici della socie-tà li guidano in attività individuali e personalizzate. Basti pensare che solo questo autunno, i pugili della Boxe Nicchi hanno lasciato il segno ai Campionati Italiani Junior di Rimini, e si sono aggiudicati il secondo Trofeo Etruria. «I nostri giovani crescono in un ambiente grezzo ma accogliente e si innamorano non solo di questo sport, ma di uno stile di vita sano ottenuto con l’equilibrato connubio tra alimentazione corretta e attività fisica – afferma Nicchi. – Sono giovani all’altezza di soffrire quando ce n’è bisogno e non hanno paura di sudare».

È

Boxe Nicchi: semplicità ed eccellenzaSanti Nicchi ci svela com’è nata la sua società. Tra difficoltà, vittorie e amore per lo sport

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Page 16: Il Settimanale di Arezzo 124

16 16 NOVEMBRE 2012

in città (e a ballare!)

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in città (e a ballare!)in città (e a ballare!)

Un anno dopo, l’Arezzo ritorna a Todi in piena “malsanìa”, come cantava il cele-bre Jacopone, poeta medioevale, frate e beato, lui sì, al contrario dell’Arezzo di Severini, impelagato in ogni genere di bega pos-sibile e immaginabile sul campo e fuori.

Dopo aver preso la pioggia sul campo, gli amaranto portano a casa un brodino caldo da tre punti che li fa respi-rare come il Vicks Sinex quando si ha il raffreddore, grazie a una incornata di Bianchini, cognome che, a proposito di Us Arezzo, evoca i dolorosi ricordi del fallimento occorso nel 1993.

Tocca accontentarsi, barcamenandosi tra riunioni del Cda, presunte cordate, giocatori che entrano ed esco-no dalla rosa – vedi Bucchi, Raso e Bolzoni – allenatori che vanno (Balbo) e vengono (Bacis), giocatori che si bordano a fine partita, sindaci che fanno professione di ottimismo e tifosi che ne hanno piene le tasche di questo scempio e che debbono oltretutto sottostare ai divieti del Camst ogni volta che si varcano i confini della Toscana, in direzione della vicina Umbria.

Le previsioni dei prossimi mesi mettono al brutto; sull’Arezzo, piove e baturla.

Gino SEVERINIGino SEVERINIRimasto solo come un cane, alla fine si sarà anche stu-

fato di rompere il salvadanaio ogni mese e tirare fuori i soldi per garantire le spese dell’Arezzo. Anche perché non è certo uno Zio Paperone, e di questo passo rischia di rimanere senza il becco di un quattrino come Paperino, inseguito dai creditori. Ma va dato atto al Presidente della serietà dimostrata nel non lesinare e nel seguire le sorti sportive, nonché la pazienza nell’ascoltare le proposte delle varie cordate che si presentano in fondo a via Giotto.

Daniele STUFADaniele STUFASe non altro, mal che vada, visto il clima rigido di questo autunno, con

l’inverno alle porte, uno con un cognome così può fare sempre comodo. Anche se la gente è già stufa di suo. Mettiamola sul ridere, per scacciare la malsanìa. Mica siamo di Todi come Jacopone, noi…

Se Lignano mette il cappello, Aretino apri l’ombrello…

di bega pos-a

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e,

di Luca Stanganini

Page 17: Il Settimanale di Arezzo 124

1716 NOVEMBRE 2012

a sezione di Arezzo del l’Associazione Italiana Arbitri ha inaugurato il nuovo corso per arbitri di

calcio. Interamente gra-tuito, il corso è rivolto a tutti quei ragazzi e quelle ragazze che, appassionati di calcio, decidono di vivere questo sport da una parte diversa. Dalla par-te di chi, ogni fine settimana, si fa garante di quel regolamento senza cui il calcio non potrebbe neppure esistere.

Ma cosa significa realmente essere arbitri? Lo scopriamo insieme ad alcune giovani “giac-chette nere” della sezione di Arezzo che ci accompagnano all’interno dell’universo arbitrale. «L’arbitraggio è uno sport che arricchisce chi lo pratica – spiegano il diciottenne Leonardo Livi e il ventunenne Mattia Baroncini. – L’arbitro si trova da solo in mezzo a un campo e lì deve far rispettare il regolamento nella consapevolezza che ogni sua decisione potrebbe essere criticata da tutti i giocatori, dalle panchine e dalle tribune. Chi arbitra non può essere un debole, e di conseguenza stare in campo permette di costruirsi una forte personalità tale da farsi “accettare” da entrambe le squadre».

Uno dei più forti stimoli che unisce gli arbitri è la sezione, una vera e propria “casa” in cui colleghi di tutte le generazioni si trovano per discutere, per confrontarsi, per passare del tempo insieme e condividere la comune passione per il calcio. La sezione, che ad Arezzo si trova sotto la tribuna dello stadio comunale, è il luogo dove ognuno può crescere e sentirsi parte di una grande “squadra”. «La sezione è una famiglia – dice il sedicenne Francesco Cerofolini. – È un punto di ritrovo e di riferimento che permette di crescere e di inserirsi in un bel gruppo di amici».

Una delle novità degli ultimi anni è l’aumento di donne che frequentano il corso e che dimostrano come l’arbitraggio sia realmente uno sport per tutti. «Anche le donne possono far parte del mondo del calcio – commenta la ventenne Diletta Cucciniello. – Quando entriamo in campo i calciatori e i dirigenti non guardano più se l’arbitro è uomo o donna, perché siamo state capaci di dimostrare che anche noi sap-piamo far rispettare le regole e spiegare cosa sia un fuorigioco».

Per iscriversi al corso arbitri o per ottenere ulteriori informazioni è possibile recarsi presso i locali della sezio-ne di Arezzo, telefonare allo 0575/37.09.99 o mandare una mail a [email protected].

Alessio Scacchi, Niccolò Pagliardini, Nicola Mariottini

di Marco Cavini

L’arbitraggio, uno sport dalla parte delle regoleL

Cosa significa essere arbitri? Lo scopriamo dalle parole di alcune

“giacchette nere” della sezione di Arezzo

IMBIANCATURA IMBIANCATURA && VERNICIATURA VERNICIATURA •• RIPARAZIONE E SOSTITUZIONE: AVVOLGI- RIPARAZIONE E SOSTITUZIONE: AVVOLGI-BILI E ZANZARIERE, WC ELETTRICO TRITATUTTO, LAVASTOVIGLIE BILI E ZANZARIERE, WC ELETTRICO TRITATUTTO, LAVASTOVIGLIE && LAVATRICI LAVATRICI •• MONTAGGIO MONTAGGIO//SMONTAGGIOSMONTAGGIO//MODIFICHE: ELETTRODOMESTICI, MOBILI, CUCI-MODIFICHE: ELETTRODOMESTICI, MOBILI, CUCI-NE, SERRATURE NE, SERRATURE && BLINDATURE BLINDATURE •• SERVIZIO DI APERTURA PORTA, PULIZIA SERVIZIO DI APERTURA PORTA, PULIZIA CAMINI, PULIZIA VETRI CAMINI, PULIZIA VETRI •• PICCOLI INTERVENTI ELETTRICI, IDRAULICI, MURATU- PICCOLI INTERVENTI ELETTRICI, IDRAULICI, MURATU-RA, PAVIMENTI, CARTONGESSO, RIVESTIMENTI RA, PAVIMENTI, CARTONGESSO, RIVESTIMENTI •• PICCOLI LAVORI: SALDATURA PICCOLI LAVORI: SALDATURA FERRO, STAGNO FERRO, STAGNO ((TUBI IN PIOMBOTUBI IN PIOMBO)), LAVORAZIONE METALLI E PLASTICHE , LAVORAZIONE METALLI E PLASTICHE ((PLEXIGLASS, DIVISORI, COPERTUREPLEXIGLASS, DIVISORI, COPERTURE))

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Page 18: Il Settimanale di Arezzo 124

18 16 NOVEMBRE 2012

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na grande terrazza sul Casentino. Questa è la prima sensazio-ne che si prova arri-vando al Golf Club

Casentino, un luogo ameno posizionato sulle colline che so-vrastano Poppi. Un luogo che riveste un fascino particolare soprattutto per gli stranieri che, attratti dalle “vacanze sporti-ve”, ne approfittano per co-niugare il turismo nella provin-cia di Arezzo e la passione per il golf. «A livello turistico si è cre-ato un binomio eccezionale tra il Golf Club e le meraviglie della nostra provincia – spiega il direttore Luca Alterini. – Il nostro è l’unico campo da golf della provincia di Arezzo e ha la fortuna di trovarsi in un posto panoramico, silenzioso e immerso nel fascino della natura: sono numerosi i turisti che utilizzano il pretesto del golf per visitare il territorio aretino».

Per diventare turisticamente più forti state lavorando per ampliare il campo.«Nel corso dell’anno abbiamo inaugurato due nuove buche, mentre entro il 2014 ne con-

cluderemo altre quattro, raggiungendo così un totale di 18. Questo traguardo ci permetterà il definitivo salto di qualità perché potremo inserire il nostro campo all’interno dei pacchetti turistici dei tour operator, acquistando molto più appeal per i golfisti stranieri».

Cambiamo argomento. Come è andata la vostra stagione sportiva?

«Abbiamo vissuto un’annata particolarmente ricca di gare: in to-tale ne abbiamo organizzate più di 60, dunque, considerando circa 50 giocatori per gara, abbiamo ospitato oltre 3.000 golfisti di tutte le età, dai bambini agli anziani. L’impegno è stato enorme ma è stato un piacere vedere tutto questo movimento, perché siamo riusciti a valorizzare al massimo le potenzialità del nostro campo».

Chiudiamo con una curiosità: come sta andando il campo pratica di San Leo?

«Benissimo: aprire un campo alle porte da Arezzo è stata un’intu-izione vincente, perché ha permesso agli aretini di giocare a golf a pochi chilometri da casa. Il successo dell’idea è testimoniato dal

fatto che l’affluenza è stata talmente alta che abbiamo dovuto prevedere un’aper-tura straordinaria anche di sabato.

Questo luogo conferma lo stretto legame tra la nostra società e la città di Arezzo, un legame confermato an-che dalla recente intitola-zione del campo a Federico Luzzi, un ragazzo che, oltre a essere un formidabile tenni-sta, era anche un bravo gio-catore di golf e un socio del nostro club».

Una grande terrazza sul CasentinoIl direttore Luca Alterini illustra le potenzialità turistiche e sportive del Golf Club Casentino

U

di MarcoCavini

Le G

Page 19: Il Settimanale di Arezzo 124

1916 NOVEMBRE 2012

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e Giovanissime sono promosse, la prima squadra è rimandata. Dopo quasi due mesi di partite, la Polisportiva Stella Azzurra traccia un bilancio in chiaroscuro della prima parte della stagione del-le proprie squadre di calcio femminile.

Chi merita il segno “più” sono le Giovanissime che, all’esordio assoluto nel campionato regionale femmi-nile, si stanno ben comportando e hanno ottenuto tre vittorie e una sola sconfitta. «Questa squadra sta rispettando la tabella di marcia impostata dalla società – spiega il direttore generale Claudio Chiarini. – Le ragazze stanno dimostrando una crescita costante che ci permette di vantare una delle migliori scuo-le calcio femminile dell’intera Toscana. Dopo i successi con Don Bosco Fossone, Lucca e Scarperia, le ragazze hanno perso la prima partita solo alla quarta di campionato, arrendendosi al forte Castelfranco. Siamo pienamente soddisfatti perché, essendo la prima volta che disputiamo un campionato regionale,

abbiamo previsto di incappare in qualche passo falso: la sconfitta con le pisane ha rappresentato un’occasione importante per fare esperienza e per crescere».

Un discorso a parte lo merita invece la prima squadra di Serie C che, dopo una partenza importante con vittorie a ripetizione tra coppa e campionato, è reduce da una sconfitta e da un pareggio. Una parziale causa di questo calo è imputabile al maltempo che nelle ultime domeniche ha interessato la Toscana: pioggia e campi al limite della praticabilità hanno penalizza-to il gioco di una squadra molto tecnica. A questo si aggiunge il parziale alibi dell’espulsione e della conseguente squalifica subita dall’ex nazionale Serena Patu. Punto di riferimento della squadra, senza di lei la Stella Azzurra non ha mai saputo vincere.

«Il maltempo e l’assenza della Patu non sono giustificazioni accettabili – conclude Chiarini. – Abbiamo allestito una formazione con tante giocatrici esperte e di valore, dunque è necessario lavorare duramente per migliorare i nostri automatismi di gioco e per riuscire a esprimere tutta la nostra qualità. Ci auguriamo che già dalla prossima partita, in casa del Ponte a Greve, si possa invertire questo trend e si torni a lottare ai vertici della classifica».

L

Promosse a pieni voti

le Giovanissime della Stella Azzurra

La società di calcio femminile traccia un bilancio in chiaroscuro

della prima parte della stagione

Chiara Bartoli

Le Giovanissime della Stella Azzurra

Page 20: Il Settimanale di Arezzo 124

20 16 NOVEMBRE 2012

è tempo fino a sabato 24 novembre per iscriversi al nuovo Corso professionale di Bagnino di Salvataggio. Organizzato dalla Società Nazionale di Salvamento (SNS) presso il Centro Sport Chimera, il corso è iniziato a fine ottobre ma i ritardatari hanno ancora qualche

giorno di tempo per entrare “in corsa”, e per aggiungersi a un gruppo già numericamente vasto. «Quest’anno abbiamo registrato un boom di iscrizioni – commenta entusiasta Marco Magara, segretario dell’SNS. – Riteniamo che formare nuovi bagnini sia fondamentale per assicu-rare la sicurezza in acqua, dunque abbiamo prorogato la data delle

iscrizioni perché siamo intenzionati ad accogliere chiunque fosse ancora inte-ressato. La data ultima sarà quella del 24 novembre perché dalla settimana successiva inizieremo lezioni pratiche e teoriche maggiormente specifiche e difficilmente recuperabili senza aver frequentato i corsi». Aperto a chi ha un’età tra i 16 e i 55 anni, il corso abilita all’esercizio della professione di bagnino presso i litorali marittimi e le acque interne (piscine, fiumi e laghi), con un brevetto che ha validità di tre anni, è rinnovabile ed è riconosciuto dallo Stato come titolo professionale, fornen-do dunque nuove occasioni di lavoro. L’intero corso si snoda attraverso due lezioni settimanali (il lunedì e il mercoledì dopo le 21), divise tra un’area teori-ca e un’area pratica. Le lezioni teoriche abbracciano una vasta gamma di argomenti, che illustrano l’ordinanza balneare, la meteorologia e lo studio delle coste, comprendendo anche un’area medica con le nozioni di primo

soccorso e di BLS-D (Basic Live Support con defibril-latore). La maggior parte delle lezioni saranno co-munque improntate su insegnamenti pratici, con corsi per perfezionare le capacità natatorie, alle-nare l’apnea e appren-dere le tecniche di estra-zione e le modalità di trasporto di un corpo; a tutto questo si aggiungo-no le lezioni di voga con il pattino di salvataggio.

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attività è possibile rivol-gersi alla segreteria del Centro Sport Chimera in viale Gramsci 7, visi-tare i siti www.centro-sportchimera.com o www.salvamento. i t , chiamare o scrivere un sms a Marco Magara al 347/42.49.641

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Una professione che salva la vita: ultimi giorni per iscriversi al

corso da bagninoResteranno aperte fino al 24 novembre

le iscrizioni al corso organizzato del Centro Sport Chimera

Page 21: Il Settimanale di Arezzo 124

21IL SETTIMANALE DI AREZZO16 NOVEMBRE 2012

abato 17 e domenica 18 novembre, presso Spazio Seme in via del Pantano 36, si terrà il workshop di Danza Butoh curato dal danzatore e coreografo Alessandro Pintus della “Non Company” di Roma, un’occasione unica per conoscere o approfondire una discipli-na tanto affascinante quanto poco praticata in occidente.

Ideata in Giappone alla fi ne degli anni Cinquanta da Tatsumi Hijikata e resa famosa dal suo massimo interprete Kazuo Ohno, l’Ankoku Butoh (“danza delle tenebre”) nasce dal rigetto della cultura imposta e delle forme di danza esistenti in Giappone, del balletto classico e della danza moderna. L’esigenza originaria del Butoh è rompere le regole prestabilite e codifi cate, per riscoprire la corporeità in una ricerca personale totalizzante, che coinvolge la storia, le esperienze, le memorie dell’individuo. La danza diventa così un lin-guaggio universale e immediato, sostituibile al verbale.

Il lavoro presentato ad Arezzo da Pintus è il frutto delle esperienze maturate in quindici anni di ricerca, nei quali ha approfondito lo studio con i più rappresentativi insegnanti giapponesi in materia e ha incontra-

to la danza di altri insegnanti europei come Enzo Cosimi, Pierpaolo Koss, Lindsay Kemp, Dominique Dupuy, prima di condurre il laboratorio didattico Attraverso il Butoh e dar vita alla compagine di ricerca “Non Company”.

Il workshop non ha come fi nalità l’insegnamento di una tecnica o un modello, ma offrire gli strumenti opportuni per sviluppare se stessi e le proprie capacità; l’attenzione sarà dunque rivolta principalmente al lavoro in sala e all’improv-visazione, per permettere alla danza di emergere autentica-mente dal corpo. L’attività sarà organizzata in diverse fasi: una di training fi sico, una di lavoro sulle immagini mentali, una infi ne d’improvvisazione di danza.

Il laboratorio, aperto a un massimo di quindici attori o artisti, è a pagamento ed è strutturato in dodici ore totali, che si svolgeranno sabato 17 dalle ore 15 alle 19 e domenica 18 dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18.30. A seguire, alle 19.30, negli stessi locali di Spazio Seme, Pintus eseguirà la performance a ingresso libero dal titolo Rubedo, un’op-portunità d’incontro col Butoh anche per i non ballerini.

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Page 22: Il Settimanale di Arezzo 124

22 IL SETTIMANALE DI AREZZO 16 NOVEMBRE 2012

ACCENDERE IL FUOCO DELALEANDRO FALLULERA E I SUOI FIAMMIFERI

diffi cile trovare le parole giuste per descrivere le opere di Aleandro Fallulera, pensionato aretino che non si sente un’artista, ma un grande appas-sionato della sua attività. Gli oggetti che realizza,

con l’uso esclusivo di fi ammiferi e colla, appaiono incredi-bilmente belli e perfetti nei minimi dettagli che pare im-possibile che siano creati da una persona che si cimenta in questa arte solo per hobby.

Incontriamo questo personaggio nella sua fucina di casa, dove sta lavorando alla riproduzione del modellino della nuova FIAT 500 alla quale – dice – «farò anche i tergicri-stalli e gli sportelli, ovviamente apribili, sennò che auto-mobile sarebbe!».

Signor Aleandro, perché proprio i fi ammiferi come materiale di costruzione?

«Sinceramente il perché non lo so. So solo che nei primi anni Settanta, durante il periodo del servizio mi-litare, conobbi dei ragazzi che si dilettavano in quest’attività. Così provai anch’io da autodidatta e realizzai il mio primo vascello: era una delle tre caravelle di Colombo che apparivano nelle vecchie 500 lire».

Dunque, ha messo a punto la tecnica del tutto autonomamente?«Assolutamente sì. Le prime opere che ho fatto risalgono appunto agli

anni Settanta, poi il lavoro mi ha tenuto fermo a lungo, fi nché da tre anni a questa parte ho ricominciato, e mi sono accorto che con il tempo la mia tecnica è cambiata e, credo, anche migliorata. Anni fa facevo prima un modellino di carta, su cui attaccavo i fi ammiferi. Adesso faccio il modello in polistirolo ricoperto di carta velina e poi, a mano a mano che procedo con la colla vinilica e con i fi ammiferi, tolgo la base di polistirolo».

Ci parli degli oggetti che ha realizzato.«L’opera che mi ha impegnato di più è stata la Ferrari, ripresa diret-

tamente dal modello e lunga più di due metri, per la quale ho utilizzato 29.000 fi ammiferi.

Per rendere l’auto an-cora più reale ho rea-lizzato delle sfumature studiate, specialmente per gli pneumatici, la-sciando che i fi ammiferi si bruciassero più o meno intensamente; poi, li ho disposti in modo che si

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Page 23: Il Settimanale di Arezzo 124

23IL SETTIMANALE DI AREZZO16 NOVEMBRE 2012

creassero delle linee geometriche per dare corpo all’in-tera opera. Questo particolare effetto si nota molto bene anche nel corpo di un’aquila sempre di mia mano, con cui ho reso i giochi cro-matici delle piume dell’animale, spe-cialmente in fondo alle ali e sul dorso».

Una tecnica dav-vero originale e dai risultati ina-spettati. Aleandro Fallulera ci ha poi fatto ammirare una moto e una Vespa riprodotte dai modellini, una bicicletta, il Buratto del Saracino, appena concluso, una pistola con tanto di cartuccia estraibile, carica-tore, carrellino scorrevole e silenzia-tore, e una fantastica riproduzione della Gioconda di Leonardo che la-scia a bocca aperta.

Non possiamo che attendere una mostra al più presto. I visitatori ne rimarranno sbalorditi.

DELL’ARTERI

IL VIAGGIO DEL MERCANTE IMMAGINARIOA Casa Bruschi la seconda conferenza sulla

letteratura di viaggio tenuta dal professor Brilli

La Casa Museo di Ivan Bruschi ospita, giovedì 22 novembre alle ore 17.30, il secondo di cinque appuntamenti del ciclo di

conferenze tenute dal professor Attilio Brilli sul tema della lette-ratura di viaggio.

Volta per volta, lo studioso affronta un genere specifico di viaggio, illustrandolo attraverso significative testimonianze di viaggiatori. Il nuovo incontro, dal titolo Il viaggio del mercante avventuriero, tratta del commerciante occidentale, in parti-colare di quello italiano che nel Medioevo, anticipando l’Età Moderna, compie epiche imprese alla ricerca di nuovi mondi.

È tramite il proprio lavoro che il mercante conclude un gran-de viaggio all’insegna dell’avventura senza porsi limiti di spazio e tempo, mettendo a repentaglio persino la propria vita pur di espandere le prospettive commerciali, in un contesto ricco di nuove potenze marittime.

Un incontro stimolante che rispecchia il genio che caratterizza l’uomo nella sua voglia di scoper-ta, sempre alla ricerca di nuove realtà, a cui fa da cornice Casa Bruschi, luogo simbolo con oggetti unici che il celebre antiquario ha raccolto in giro per il mondo.

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di Valentina Paggini

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Page 24: Il Settimanale di Arezzo 124

24 IL SETTIMANALE DI AREZZO 16 NOVEMBRE 2012

L’ARATORE DI AREZZOSIMBOLO DI UNA DINAMCUI LA CITTÀ DEVE RIAP

e dovessimo stilare una classifi ca dei bronzi etruschi ritrovati ad Arezzo, dopo la Chimera e la Minerva sul podio salirebbe per importanza l’Aratore, un piccolo gruppo scultoreo rinve-nuto nel XVII secolo nella zona del mulino delle Gagliarde, a

poca distanza dal baluardo di San Giusto. L’opera, databile all’ultimo quarto del V secolo a.C., faceva parte

di una stipe votiva. L’originale si trova oggi nel Museo Nazionale di Villa Giulia a Roma, il più importante contenitore di reperti etru-schi del mondo. Una riproduzione è invece visibile all’interno del Museo Archeologico Nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” di Arezzo.

L’insieme statuario è formato da un contadino che comanda due possenti buoi, immortalati nell’atto di arare.

Accanto al coltivatore stava in origine una statuetta di Atena Ergane, protettrice del lavoro umano e dell’intelligenza operante, attualmente separata nell’esposizione museale. Secondo la mitologia fu colei che inventò l’aratro e il giogo.

Il gruppo ha un alto valore simbolico, in gran parte ancora da decifra-re. Di certo rimanda alla grande tradizione agre-ste del territorio aretino. Gli etruschi, soprattutto quelli delle regioni più interne, furono maestri nell’agricoltura e nello sfrut-tamento ingegnoso delle risorse disponibili.

Il personaggio che traccia il solco potrebbe però simboleggiare anche una rifondazione morale della città o, teoria ancor più stimolante, la sua nascita.

L’uomo, infatti, non indossa abiti da bifolco. Come ricordava l’etruscologo Armando Cherici in una pubblicazione del 1992

edita dalla Provincia di Arezzo, egli ha la tunica lunga fi no alle caviglie, calza una sorta di stivaletti e in testa porta un cappello dalle ampie falde. Le spalle solo coperte da una pelle ferina, le cui zampe sono annodate al petto. Vesti che poco si adattavano a chi doveva andare nei campi a sudare e sporcarsi.

È possibile, allora, che la fi gura sia un sacerdote intento a tracciare il sulcus primigenius per la nascita di Arezzo, sotto l’egida di Atena?

Qualcuno in passato ha avanzato questa suggestiva ipotesi, che tuttavia non è accolta dalla maggior parte degli studiosi. L’etruscologo Giovannangelo Camporeale, durante il convegno Il mondo rurale etrusco del 2008 a Sorano (Grosseto), puntualizzava che i due bovini aggiogati all’aratro sono maschi, mentre le fonti stabiliscono che nel rito di fondazione di una città devono essere un toro, simbolo di forza e protezione dai nemici, e una vacca, emblema di benessere e prosperità. Il personaggio, dunque, potrebbe essere un facoltoso proprietario terriero, rappresentato con lo strumento da cui scaturiva la sua ricchezza.

Tra gli aretini quest’opera non riscuote la fortuna e il fascino che invece possono vantare la Chimera

S

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AMICITÀ DI APPROPRIARSI

di MarcoBotti

e la Minerva. Perché, allora, non far prendere piena coscienza della sua impor-tanza riprodu-cendola a gran-

dezza naturale per abbellire una piazza o un parco cittadino?Il monumento bronzeo ribadirebbe a cittadini e turisti l’importanza

dell’Arezzo etrusca, elevando l’Aratore – come diceva già vent’anni fa il professor Cherici – a simbolo di un territori o intelligente e produttivo. Uno stimolo anche per l’imprenditoria locale a rimboccarsi le maniche per uscire dall’attuale impasse.

Nelle prossime settimane andremo a sentire cosa ne pensano gli aretini di questa idea che lanciamo dalle pagine del “Settimanale”

POETICA DELLE COSEDue artiste indagano la perdita d’identità

Fino al 30 novembre è possibile visitare, presso la sede dell’InformaGiovani di piazza Sant’Agostino

ad Arezzo, la mostra intitolata Poetica delle cose di Claudia Vincenzi e Sara Lovari.

L’evento fa parte del progetto Visti da Vicino, cu-rato da Matilde Puleo in collaborazione con l’Archi-vio Giovani Cerniere-ar.it, che ha come obiettivo la ricerca sulla produzione artistica del nostro territorio e insegnare ai giovani talenti a presentare se stessi e il proprio lavoro al pubblico.

L’iniziativa è sostenuta dal Dipartimento del-la Gioventù della Presidenza del Consiglio, dalla Regione Toscana, dalla Provincia e dall’assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Arezzo.

Tema di questa esposizione è la perdita d’identità delle cose ai nostri giorni. L’indagine delle due arti-ste si svolge quindi intorno agli oggetti quotidiani, che vanno a rappresentare un’identità personale in crisi, che si af-fanna nella ricerca di ciò che non deve essere perduto.

www.cerniere-ar.itSara Gnassi

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26 IL SETTIMANALE DI AREZZO 16 NOVEMBRE 2012

venerdì 30 novembre 2012 – turno verde

Per non morire di mafiadi Pietro Grasso, con Sebastiano Lo Monacoregia di Alessio PizzecchOvazioni per il testo tratto dal libro autobiografico del procuratore Pietro Grasso, le parole dell’auto-re, erede di Falcone e Borsellino nella bella inter-prezione di Sebastiano Lo Monaco emozionano

giovedì 22 novembre 2012 – turno giallo

Tutto Shakespeare in 90 minutidi Adam Long, con Zuzzurro e Gaspareregia di Alessandro Benvenuti e Paolo ValerioUna sfida teatrale ai limiti dell’incredibile: come condensare l’opera omnia del Barco, 37 opere, in 90 minuti? Una geniale compagnia di drammatur-ghi/attori americani ci è riuscita

sotto le luci dellaribalta

giovedì 6 dicembre 2012 – turno giallo

Oscura immensitàdi Massimo Carlotto, con Giulio Scarpati e Claudio Casadio, regia di Alessandro GassmanUno stimolo a riflettere sul lato tragico dell’esi-stenza, sui rapporti fra gli uomini e su quegli avvenimenti che a volte possono segnare la loro vita in modo irreversibile

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LE FAMIGLIE DEI COCKTAIL

Io vedo l’America scolarsi i favolosi cocktail che io faccio…il Velvet Hammer, l’Alabama Slammer… Preparo drink che infiammano tutte le ragazze, l’Ice Tea, il Kamikaze… L’Orgasmo… America, so che dal profondo ammiri chi sensazioni può darti a iosa, ma se vuoi sentirti bene, perché non vieni a ordinare qual-cosa?

uesto è un estratto della poesia che Tom Cruise recita nel film Cocktail come ultimo rappresentante della

setta dei barman-poeti; sciorina una fila di nomi di drink che met-tono in confusione anche un habitué del bancone.

Ecco dunque la necessità di catalogare queste bevande per aiutare il barman e il cliente a capirsi nel più breve tempo possi-bile, e individuare la giusta tipologia di drink che siamo in vena di bere.

La loro suddivisione può prendere molteplici direzioni, possono essere associati per: temperatura, caldi o freddi; quantità, short (4-7 cl), medium (8-13 cl), long (13-20 cl); gradazione alcolica; o per il loro utilizzo, pre-dinner (aperitivo), after-dinner (digestivo), any time (a ogni ora).

Questa possiamo definirla una classificazione tecnica, poi ci sarebbe quella più fantasiosa delle famiglie di drink americani: i Crustas, con il bordo del bicchiere decorato da zucchero o sale; gli Sparkling, quelli con le bollicine; i Sour, che hanno in comune il succo di limone; i Pestati, dove si adoperano agrumi o frutta la-vorati con il mortaio; e ancora i Juleps, i Fizzes, i Frozen, i Pick Me Up, gli Zombies, ecc.

Sono almeno una quarantina, tutti variopinti e accomunati da qualche ingrediente, bicchiere o tecnica di preparazione. Certo…ci rendiamo conto, avete perso un po’ il filo del discorso, siamo

passati dall’affascinante Tom agli Zombies nel bicchiere, e la cosa fa riflettere!

Questo però ci fa rendere conto di quanto, malgrado il mestiere del barman abbia regole che ne costituiscono le fon-damenta, egli possa in seguito esprimere la sua arte senza mettere freno alla fantasia; sì, signori, abbiamo detto “Arte” perché questo è! Garantiamo che come si può ri-manere affascinati nell’ammirare un pitto-re o scultore che compie la sua opera, allo stesso modo potremo essere ipnotizzati da un buon barman che sa fare il suo lavoro.

In entrambi i casi il risultato sarà un’ope-ra d’arte, con la differenza che il cocktail avrà vita breve…

LE

Ioil P

A

Qa cura diAlessadro Ferretti

Drops: chi volesse ascoltare l’intera poesia sui cocktail

può semplicemente digitare “Tom Cruise poeta” su Youtube

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28 IL SETTIMANALE DI AREZZO 16 NOVEMBRE 2012

sì, viaggPaese affascinante, ricco di storia e di bellezze naturali, culla di grandi civiltà, la COLOMBIA ri-serva ai viaggiatori intense emozioni per un’av-ventura insolita e indimenticabile.

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29IL SETTIMANALE DI AREZZO16 NOVEMBRE 2012

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di Gigi Paggetti

di Fabio Mugelli

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ALIBABÀ E I QUARANTA LADRONI

«Doppo lo scàndelo de le regionie tutti i soldi come son finiti,Alibabà e i quaranta ladronime dici, Beppe, se saràn pintìti?

Se taglieranno le su’ provvigioni?Monti vorrebbe (e ce se mangia i diti!),

m’artàglia scuola, sanità e pensioniperché ’n riesce a tagliare ’st’impuniti,

che màngion sempre i polli… e noi le brice!»«La pulìteca, Tónio, ci’ha fregato:Chj ha aùto ha aùto e chj ha dato ha dato.

A Rezzo c’è un proverbio che lo dice:la pancia piéna un pen-

sa a quéla vòta»«’Gna guardà bene,

Beppe, a chj se vóta!»

Ultimo fi ne settimana utile per assistere alla mo-stra RINASCIMENTO IN TERRA D’AREZZO.

Le sedi sono: – ad Arezzo il Museo

Nazionale d’Arte Medievale e Moderna, il Museo

Diocesano e la Fraternita dei Laici – a Castiglion Fiorentino la

Collegiata, il Museo della Pieve di San Giuliano e la Pinacoteca comunale

– a Cortona il Maec e il Museo Diocesano

– a Lucignano il Museo Comunale

di Leonardo Zanelli

di Lucio Massai

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Freakbeat di Luca Pastore **

Con la scusa di far sentire alla figlia la leggendaria regi-strazione di una jam session tra l’Equipe 84 e Hendrix, Roberto “Freak” Antoni interpreta un mockumentary on the road, tributo alla scena beat italia-na anni Sessanta. Il leader degli Skiantos ci trasci-na in un viaggio di formazione alla ribellione, per riscoprire un universo perduto di balere, bocciofile e cascine, ultimi sacrari di un’età dell’oro musicale.

Tra disubbidienza e memoria, seguendo gli ossi-mori del suo mattatore, teppista soffice, intellettua-le demenziale, una contraddizione arrembante al ritmo beat. Pastore ne incanala l’energia in una recitazio-ne da pistolero: scelta forzata come l’esasperata ricerca dell’artificio cro-matico che rende il lato tecnico il punto debole del film. Enrico Badii

C’era una volta… Sono in aumento le famiglie, in particolare giovani che cercano uno stile di vita slow che abbia il sapore di una vita vissuta. Si tratta spesso di scelte che comportano l’apertura di nuove strade che si fanno spazio fra vecchi e pesanti stili di vita, ormai consumati e consumanti.

Il ritorno ai mestieri delle mani e della terra, alla pratica del chilometro zero, attraverso vecchie e nuove tecnologie, offre oggi nuove opportunità di vita e lavoro. Per dirla con Daniel Goleman, queste persone stanno af-frontando il loro presente in chiave ecologica fuori dagli schemi ideologi-ci, politici o prettamente economici, ma come nuovo stadio evolutivo, di cui sono le teste di ponte.

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