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240. Allegato B ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO INDICE PAG. ATTI DI INDIRIZZO: Mozione: Bianchi Dorina ...................... 1-00484 13637 Risoluzioni in Commissione: IV Commissione: Scanu ...................................... 7-00380 13639 XIII Commissione: Palazzotto ............................... 7-00381 13640 Bordo Franco ........................ 7-00382 13641 ATTI DI CONTROLLO: Presidenza del Consiglio dei ministri. Interrogazioni a risposta scritta: Cirielli ..................................... 4-05028 13644 Laffranco ................................ 4-05035 13645 Pini Gianluca ......................... 4-05036 13646 Ciprini ..................................... 4-05044 13646 Affari esteri. Interrogazioni a risposta scritta: Spadoni ................................... 4-05037 13650 Cirielli ..................................... 4-05038 13650 PAG. Ambiente e tutela del territorio e del mare. Interrogazioni a risposta scritta: Bianchi Mariastella ............... 4-05030 13654 Gagnarli .................................. 4-05032 13654 Beni e attività culturali e turismo. Interrogazioni a risposta scritta: De Girolamo .......................... 4-05031 13656 Colonnese ............................... 4-05033 13657 Difesa. Interrogazione a risposta scritta: Miccoli .................................... 4-05046 13657 Economia e finanze. Interrogazioni a risposta in Commissione: Fragomeli ............................... 5-02942 13660 Anzaldi .................................... 5-02944 13661 Interrogazioni a risposta scritta: Bini ......................................... 4-05026 13661 Bonaccorsi .............................. 4-05039 13663 Prodani ................................... 4-05042 13664 Spessotto ................................. 4-05050 13665 Atti Parlamentari 13635 Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA ALLEGATO B AI RESOCONTI SEDUTA DEL 5 GIUGNO 2014 N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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240. Allegato B

ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO

I N D I C E

PAG.

ATTI DI INDIRIZZO:

Mozione:

Bianchi Dorina ...................... 1-00484 13637

Risoluzioni in Commissione:

IV Commissione:

Scanu ...................................... 7-00380 13639

XIII Commissione:

Palazzotto ............................... 7-00381 13640

Bordo Franco ........................ 7-00382 13641

ATTI DI CONTROLLO:

Presidenza del Consiglio dei ministri.

Interrogazioni a risposta scritta:

Cirielli ..................................... 4-05028 13644

Laffranco ................................ 4-05035 13645

Pini Gianluca ......................... 4-05036 13646

Ciprini ..................................... 4-05044 13646

Affari esteri.

Interrogazioni a risposta scritta:

Spadoni ................................... 4-05037 13650

Cirielli ..................................... 4-05038 13650

PAG.

Ambiente e tutela del territorio e del mare.

Interrogazioni a risposta scritta:

Bianchi Mariastella ............... 4-05030 13654

Gagnarli .................................. 4-05032 13654

Beni e attività culturali e turismo.

Interrogazioni a risposta scritta:

De Girolamo .......................... 4-05031 13656

Colonnese ............................... 4-05033 13657

Difesa.

Interrogazione a risposta scritta:

Miccoli .................................... 4-05046 13657

Economia e finanze.

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Fragomeli ............................... 5-02942 13660

Anzaldi .................................... 5-02944 13661

Interrogazioni a risposta scritta:

Bini ......................................... 4-05026 13661

Bonaccorsi .............................. 4-05039 13663

Prodani ................................... 4-05042 13664

Spessotto ................................. 4-05050 13665

Atti Parlamentari — 13635 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 GIUGNO 2014

N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anchele risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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PAG.

Giustizia.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Cirielli ..................................... 5-02943 13666

Interrogazione a risposta scritta:

Lorefice ................................... 4-05034 13667

Infrastrutture e trasporti.

Interrogazione a risposta scritta:

Vignali ..................................... 4-05052 13667

Interno.

Interpellanza:

Gigli ......................................... 2-00567 13669

Interrogazioni a risposta scritta:

Scotto ...................................... 4-05024 13671

Grimoldi ................................. 4-05047 13672

Molteni .................................... 4-05049 13672

Bargero ................................... 4-05053 13673

Istruzione, università e ricerca.

Interrogazioni a risposta scritta:

D’Ambrosio ............................. 4-05040 13673

D’Ambrosio ............................. 4-05041 13674

Lavoro e politiche sociali.

Interrogazione a risposta orale:

Piso .......................................... 3-00863 13674

Interrogazione a risposta in Commissione:

Giorgetti Giancarlo ............... 5-02945 13676

PAG.

Interrogazioni a risposta scritta:

Cirielli ..................................... 4-05029 13677

Grimoldi ................................. 4-05048 13677

Salute.

Interrogazioni a risposta scritta:

Labriola .................................. 4-05025 13678

Nicchi ...................................... 4-05027 13679

Pes ........................................... 4-05054 13679

Semplificazione e pubblica amministrazione.

Interrogazione a risposta scritta:

Vargiu ..................................... 4-05043 13680

Sviluppo economico.

Interrogazioni a risposta scritta:

De Lorenzis ............................ 4-05045 13681

Colonnese ............................... 4-05051 13682

Apposizione di firme ad una interroga-zione ......................................................... 13683

Pubblicazione di un testo riformulato ..... 13683

Mozione:

Bargero ................................... 1-00200 13683

Ritiro di un documento del sindacato ispet-tivo ............................................................. 13686

Ritiro di una firma da una risoluzione ........ 13686

Trasformazione di un documento del sinda-cato ispettivo ............................................. 13686

Atti Parlamentari — 13636 — Camera dei Deputati

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ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,

premesso che:

il massiccio utilizzo dell’amianto,verificatosi sino alla fine degli anni Ot-tanta ed il cui uso è stato vietato in Italiada una legge del 1992, ha prodottoun’enorme quantità di patologie e di de-cessi per quanti sono entrati in contattocon tale materiale. La sua presenza nellepiù disparate strutture continua tuttora aprodurre malattie asbesto-correlate; daidati contenuti nel Registro nazionale deimesoteliomi risulta che l’8 per cento deicasi è dovuto all’esposizione ambientale inabitazioni prossime ai luoghi di lavora-zione o alla convivenza con familiari espo-sti all’amianto per motivi di lavoro;

oltre ai dati statistici ormai noti atutti, l’elemento più allarmante messo inrisalto dalla comunità scientifica interna-zionale è quello che riguarda il periodoche va dal 2020 al 2025. In quell’arco ditempo, dicono infatti gli scienziati, si re-gistrerà il picco massimo di patologieasbesto-correlate;

appare evidente, dunque, come lalotta a questa calamità debba costituireuno degli elementi prioritari che lo Statodeve affrontare, predisponendo misurestraordinarie in termini di sostegno aisoggetti colpiti da patologie derivanti dal-l’esposizione all’amianto ed alle loro fa-miglie, di diagnosi precoci per i soggetti arischio, di bonifica dei siti, di rimozioneintegrale del cancerogeno dai luoghi dilavoro e dalle comunità, di mappatura etracciatura del rifiuto e di intensificatocontrasto all’attività delle ecomafie (nelcorso del convegno organizzato dall’Osser-vatorio nazionale sull’amianto il 19 maggio2012, sono stati evidenziati gli enormiprofitti e gli immensi danni prodotti dalleattività illegali in questo settore;

è evidente come il fenomeno rivestarilevanza internazionale: il Parlamento eu-ropeo e il Consiglio, con l’ultima direttiva2009/148/CE del 30 novembre 2009 sullaprotezione dei lavoratori esposti al rischioamianto, hanno, infatti, emanato normepiù stringenti e con esse hanno stabilito lanecessità di una più attenta tutela senzadiscriminazioni nei confronti delle vittime.E proprio in questa direzione sono statedefinite misure in relazione ai diritti alprepensionamento (articolo 13, commi 7 e8, della legge n. 257 del 1992);

sul piano del sostegno ai soggetticolpiti dalle patologie suindicate ed ai lorofamiliari (in tale ottica va infatti valutatal’accertata e lunga latenza delle patologie,la presenza attuale di luoghi contaminatied altro), lo Stato è già intervenuto;

infatti, con la legge finanziaria peril 2008 (commi 241-246 dell’articolo 1della legge 24 dicembre 2007, n. 244) èstato istituito un Fondo per le vittimedell’amianto presso l’Inail che è diventatooperativo a seguito dell’emanazione deldecreto ministeriale 12 gennaio 2011. IlFondo citato eroga una prestazione ag-giuntiva alle altre riconosciute per legge,per le vittime dell’amianto, per quantiabbiano contratto patologie asbesto-corre-late per esposizione all’amianto e, in casodi premorte, in favore degli eredi. Il fi-nanziamento del Fondo per le vittimedell’amianto è, per un quarto, a caricodelle imprese e, per tre quarti, a carico delbilancio dello Stato; l’addizionale a caricodelle imprese ha dato un gettito pari a 10milioni di euro per ciascuno degli anni2008 e 2009 e di 7,3 milioni di euro apartire dal 2010; l’onere per lo Stato adecorrere dal 2010 assomma, quindi, a 22milioni di euro;

il regolamento del Fondo per levittime dell’amianto stabilisce che la pre-stazione aggiuntiva sia calcolata appli-cando alla rendita già percepita la misurapercentuale definita con decreto intermi-nisteriale. La prestazione è stata fissatanella misura del 20 per cento per ciascunodegli anni 2008 e 2009 e del 15 per cento

Atti Parlamentari — 13637 — Camera dei Deputati

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per il 2010. Per gli anni successivi al 2011,il regolamento non fissa la misura dellaprestazione aggiuntiva, ma ne definisce ilsistema di calcolo e di erogazione, secondomodalità decrescenti, dal 18,1 per centocomputato per il 2011 all’8,3 per centostimato per il 2022;

la platea dei beneficiari, con rife-rimento al 2012, è di 17.501 soggetti traaventi diritto e superstiti; le assegnazionisono state regolari sino alle somme spet-tanti per il 2012 (erogate nel giugno 2013),ma nel 2013 non vi sono stati i previstitrasferimenti dal bilancio dello Stato;

presso il Fondo per le vittime del-l’amianto sono in giacenza circa 31 milionidi euro effettivamente utilizzabili, che ap-paiono, però, insufficienti ad assicurare leprestazioni future;

per quanto concerne invece la bo-nifica del territorio, occorre ricordarel’importanza di tale operazione che, adistanza di anni dall’entrata in vigore dellalegge n. 257 del 1992, risulta ancora ne-cessaria visto che sono presenti migliaia emigliaia di tonnellate di fibre di amiantoe di cemento-amianto nelle fabbriche, ne-gli edifici pubblici e privati e in variecomunità; secondo il Consiglio nazionaledelle ricerche si tratta di oltre 32 milionidi tonnellate di cemento-amianto da bo-nificare, mentre sono ancora esposti agliagenti atmosferici 2,5 miliardi di metriquadri di coperture; risulta problematicoanche lo smaltimento per la mancanza didiscariche specializzate; il 60 per cento delmateriale dismesso viene regolarmente in-viato all’estero,

impegna il Governo:

ad intervenire per semplificare lemodalità di erogazione della prestazioneaggiuntiva a valere sul Fondo per le vit-time dell’amianto costituito presso l’Inailai sensi dei commi 241-246 dell’articolo 1della legge n. 244 del 24 dicembre 2007,spettante ai soggetti beneficiari, fissandolain una percentuale che rimanga tale nel

corso degli anni e individuando le risorsenecessarie ad assicurare la piena coper-tura delle erogazioni spettanti;

ad operarsi per la piena funzionalitàdel Piano nazionale amianto, varato dalGoverno Monti nel marzo 2013, ancora insede di esame presso la Conferenza Stato-regioni, valutando la possibilità di incre-mentarne la dotazione economica, al finedi accelerare gli interventi ivi previsti,diretti ad eliminare i rischi per la salutepubblica derivanti dalla presenza diamianto negli edifici pubblici e nei luoghidi lavoro;

a valutare la possibilità di escluderedai saldi rilevanti, per la verifica delrispetto del patto di stabilità interno, lespese per la bonifica dell’amianto, in par-ticolare in edifici pubblici quali scuole,università ed ospedali, assumendo inizia-tive per prevedere il finanziamento delFondo nazionale per il risanamento degliedifici pubblici, attualmente privo di ade-guata dotazione;

ad intervenire perché venga realiz-zata un’« Anagrafe dell’edilizia scolastica »,anche attraverso l’impegno degli enti localiche potranno indicare al Governo – inmaniera tale che questi informi piena-mente il Parlamento – le necessità, lepriorità e le emergenze da affrontare, alfine di risolvere un allarmante problemache, attualmente, coinvolge ben duemilaedifici scolastici, 342 mila alunni, docentied operatori scolastici;

ad assumere iniziative per la messa aregime delle agevolazioni fiscali attual-mente previste in favore degli interventi dibonifica dall’amianto effettuati da privati;

a valutare la necessità di predisporremisure in termini di diagnosi precoce alfine di tutelare la salute dei cittadiniesposti al rischio amianto.

(1-00484) « Dorina Bianchi, Piccone ».

Atti Parlamentari — 13638 — Camera dei Deputati

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Risoluzioni in Commissione:

La IV Commissione,

premesso che:

l’obiettivo di contrastare il feno-meno dell’abbandono incontrollato di ri-fiuti di ogni genere ai margini delle stradeo in aperta campagna e il successivoricorso, spesso doloso, all’incendio di que-sti stessi rifiuti come forma di sbrigativosmaltimento degli stessi con rischi e dannielevatissimi per la salute e per l’ambienteè già stato oggetto di un intervento legi-slativo;

il decreto-legge 10 dicembre 2013n. 136 recante « Disposizioni urgenti di-rette a fronteggiare emergenze ambientalie industriali ed a favorire lo sviluppo dellearee interessate » prevede espressamenteall’articolo 3 che: « Fermo restando quantoprevisto dalle disposizioni vigenti, i Prefettidelle province della regione Campania,nell’ambito delle operazioni di sicurezza edi controllo del territorio prioritariamentefinalizzate alla prevenzione dei delitti dicriminalità organizzata e ambientale, sonoautorizzati ad avvalersi, nell’ambito dellerisorse finanziarie disponibili, di personalemilitare delle forze armate, posto a lorodisposizione dalle competenti autorità mi-litari ai sensi dell’articolo 13 della legge 1°aprile 1981, n. 121. »;

la norma si inserisce correttamentenel nostro ordinamento e nella prassi invigore che riconoscono all’autorità di Go-verno territoriale la possibilità di avvalersidel concorso delle forze armate nelle si-tuazioni di pubbliche calamità;

la possibilità di prevedere tra leattività di concorso anche l’utilizzo deicosiddetti UAV o APR, cioè aeromobili apilotaggio remoto, non è di fatto esclusa epuò essere presa in considerazione te-nendo presente alcune considerazioni:

l’impiego di mezzi a pilotaggioremoto deve essere approvato dall’ENACche di caso in caso, stabilisce modalità erequisiti per arrivare ad individuare aree

di decollo, atterraggio e soprattutto dioperazioni basandosi sulla densità di po-polazione e sulla densità di altro trafficoaereo pilotato, nella zona;

in termini più elementari ENAC,su proposta dell’Aeronautica militare, sta-bilisce normalmente di far decollare edoperare velivoli a pilotaggio remoto inzone con scarsa popolazione e scarsissimotraffico aereo in quanto i livelli di sicu-rezza di questi sistemi sono ancora infe-riori a quello di un velivolo pilotato.Soprattutto per quanto concerne la sepa-razione da altri velivoli che volino nellostesso spazio aereo;

nei pochi casi (grandi eventi arischio terrorismo molto elevato) in cui ilPredator è stato utilizzato in prossimità dicentri urbani, il suo impiego è stato limi-tato a poche ore e comunque sottopostoad ulteriori limitazioni di volo;

queste considerazioni portano asconsigliare l’impiego dei « Predator » nelleattività di controllo sulle aree della « terradei fuochi » che si trovano a ridosso del-l’aeroporto internazionale di Capodichinoe comunque hanno una densità abitativache va da media ad elevata;

l’altro fattore da tener presente è lalimitata disponibilità da parte dell’Aero-nautica militare che dispone complessiva-mente di 10/11 aeromobili nelle due ver-sioni A e B direttamente acquistati negliStati Uniti che, se impiegati anche inquesta attività, (da sommare a quelle giàin corso per il Controllo dell’immigra-zione), in pochi mesi esaurirebbero la vitaoperativa dei componenti con l’esigenza diacquistarne di nuovi sul mercato;

diverso sarebbe invece l’impiego divelivoli molto più piccoli, più adatti alloscopo e che per il loro peso molto piùcontenuto meglio si presterebbero all’im-piego nelle aree citate. Tali velivoli nonnecessitano di piste di volo, possono essereagevolmente trasportati a spalla e sono

Atti Parlamentari — 13639 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 GIUGNO 2014

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lanciabili in pochi minuti da spazi apertiquali piazze, tratti stradali, campi di calcioe simili,

impegna il Governo:

ad approfondire la validità dell’even-tuale utilizzo di APR nell’area della co-siddetta « Terra dei fuochi » concordandotra tutti i ministeri interessati, difesa,interno, trasporti e ambiente e territorioun piano coordinato che fissi criteri emodalità di attuazione di una simile ini-ziativa;

a tenere informata la Commissione inrelazione alle valutazioni raggiunte nel-l’eventualità che venga individuata l’utilitàdi intervenire con l’impiego di aeromobilidel tipo APR.

(7-00380) « Scanu, Villecco Calipari, Bolo-gnesi, Carlo Galli, SalvatorePiccolo, Giuditta Pini, ValeriaValente, Zanin ».

La XIII Commissione,

premesso che:

l’economia di svariati comuni dellaprovincia di Catania è legata principal-mente al settore primario. L’attività agri-cola si caratterizza per una forte presenzadi manodopera bracciantile collegata allaraccolta stagionale dei vari prodotti dellaterra, a cui si aggiunge che nei mesi chevanno da novembre a maggio l’attivitàbracciantile si concentra nella raccoltadegli agrumi;

gli impianti agrumicoli esistenti nellaprovincia di Catania nell’annata 2012-2013presentano un notevole calo di produzionequantificabile intorno al 30 per cento senon addirittura al 40 per cento in menorispetto all’anno precedente. Questa dimi-nuita produzione si ripercuote pesante-mente e produce le sue negative conse-guenze sui livelli occupazionali dei lavo-ratori dell’agricoltura per i quali sarebbeanzi opportuno, mediante un’apposita ini-ziativa ad hoc, l’esclusione dal penaliz-zante regime previsto dalla legge di ri-

forma del sistema pensionistico (cosiddettalegge Fornero). La campagna agrumicoladel 2012-2013 non è riuscita ad impiegarela stessa quantità di manodopera utiliz-zata negli anni precedenti perché è man-cato il prodotto da raccogliere;

la scarsa produzione agrumicola sisomma ad un’altra piaga che si è abbat-tuta, in questi ultimi anni nelle campagnedel catanese e in quelle del siracusano. Sitratta di una delle patologie più gravi checolpiscono gli agrumi causata dal Citrustristeza virus, conosciuta come « tristezzadegli agrumi », che ha falcidiato migliaia diettari di agrumeti per la quale non vi è unrimedio fitopatologico, ma l’unico metododi controllo della patologia è la riconver-sione degli impianti con l’utilizzo di por-tainnesti tolleranti, come i citrange Carrizoe Troyer, alle principali popolazioni delvirus e l’adozione di un’adeguata politicadi monitoraggio e prevenzione dei ceppipiù virulenti; oltreché lo svellimento dellepiante definitivamente compromesse a se-guito di ordinanza del servizio fitosanita-rio regionale;

la crisi di produzione unita alla crisiper la ristrutturazione delle colture agru-micole comportano un calo considerevoledella produzione e del mancato guadagnoche ne consegue. La pratica colturale chesi attua in questi casi, oltre quelle sum-menzionate, è l’estirpazione e il reim-pianto degli agrumeti con la conseguentemancata raccolta per i successivi 5 anni. Iltutto si traduce in mancanza di redditoper le famiglie dei braccianti, minore ero-gazione dell’indennità di disoccupazione ela diminuzione dei versamenti contribu-tivi. Sono migliaia le famiglie di bracciantiagricoli che negli ultimi anni si sonoridotte allo stato di povertà;

il virus, endemico nel Sud-Est Asia-tico di cui è probabilmente originario, siè diffuso, negli ultimi anni, nella maggiorparte delle aree agrumicole del mondo.Nel bacino del Mediterraneo esso è statosegnalato in forma epidemica in alcunearee causando la morte di milioni dipiante su estensioni di terreno conside-revoli;

Atti Parlamentari — 13640 — Camera dei Deputati

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in Sicilia, sono stati rinvenuti diversifocolai della malattia, dovuti specialmenteall’importazione di materiale di propaga-zione infetto, molto probabilmente prove-niente dalla Spagna. I sintomi più classicie specifici della malattia sono il dissecca-mento dei rami, la defogliazione, la ridu-zione di sviluppo e il progressivo deperi-mento della pianta fino alla morte;

il virus della tristezza si diffonde,oltre che con il materiale di propagazione,soprattutto tramite afidi, la cui specievettrice più efficiente, la Toxoptera citri-cida, si teme che arriverà in Italia neiprossimi mesi. Negli oltre 60.000 ettari diagrumeti e nei diversi punti d’ingressodella Sicilia, gli ispettori del servizio fito-sanitario regionale si sono attivati allaindividuazione dell’afide il quale costitui-sce una notevole minaccia per gli agrumetie l’indotto economico legato alla raccolta,commercializzazione e trasformazione delprodotto agricolo;

da una recente indagine, svolta dalservizio fitosanitario in Sicilia orientale,sono stati ipotizzati tassi che vanno dal 10per cento al 30 per cento d’infezione, chepotrebbero rapidamente aumentare sel’afide marrone venisse importato in Sici-lia per errore attraverso altre colture.Infatti, non vi è alcun modo possibile perproteggere le piante se non utilizzando, neivivai le reti anti-insetto che non escludonola possibilità di altri mezzi di infezionedelle piante;

i prodotti fitosanitari hanno un ef-fetto limitato sugli afidi e non sono efficacicontro la trasmissione della malattia. Altrimetodi testati devono ancora dimostraretutta la loro efficacia;

la lotta contro il virus della tristezzaè obbligatoria ed è regolamentata dalDecreto Ministeriale del 22 novembre 1996(Gazzetta Ufficiale 5 dicembre 1996n. 285);

la regione Sicilia ha emanato la leggen. 25 del 24 novembre 2011, « Interventiper lo sviluppo dell’agricoltura e dellapesca. Norme in materia di artigianato,

cooperazione e commercio », il cui articolo11, « Norme per il contrasto alle fitopatie,Citrus Tristeza Virus ed al punteruolorosso », dà attuazione alle misure nazio-nali di lotta obbligatoria per la preven-zione ed il controllo delle infezioni causatedal virus con la previsione a concedere unindennizzo agli agricoltori per i costi so-stenuti per la prevenzione e la lotta allafitopatia degli agrumi,

impegna il Governo:

ad intervenire immediatamente perquanto di competenza al fine di porrerimedio ad una situazione economica delsettore agrumicolo già fortemente compro-messo dalla perdita di lavoro e dal dannoagronomico causato dal Citrus TristezaVirus;

a prevedere un piano d’azione nazio-nale pluriennale dotato di sufficienti ri-sorse economiche e di specifici interventie procedure al fine di tutelare la biodi-versità della regione Siciliana e i redditidegli operatori del settore;

a prevedere con appositi programmiannuali linee di finanziamento per leaziende agrumicole che dovranno ricon-vertire gli impianti agrumicoli infetti;

a porre in essere misure economicheappropriate per sostenere il mancato red-dito dei braccianti agricoli, prevedendoper essi la possibilità del riconoscimentodelle giornate lavorative degli anni prece-denti al fine di poter beneficiare dell’in-dennità di disoccupazione.

(7-00381) « Palazzotto, Franco Bordo ».

La XIII Commissione,

premesso che:

in data 29 aprile 2010 veniva ap-provato dalla Conferenza Stato-regioni il« Piano nazionale del settore florovivai-stico per il 2010/2012 »;

il suddetto piano evidenziava nu-merose problematiche, a tutt’oggi ancorairrisolte, che erano e sono di diretta con-

Atti Parlamentari — 13641 — Camera dei Deputati

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seguenza di dinamiche commerciali a li-vello internazionale per le quali è urgente,oggi più che mai, proporre alla nuovaCommissione europea di istituire, nell’am-bito della Direzione generale dell’agricol-tura e dello sviluppo rurale, un « ComitatoPermanente del settore florovivaistico »,con la partecipazione dei 28 rappresen-tanti istituzionali degli Stati membri, alfine di affrontare e discutere tematichecomuni volte, tra l’altro, a predisporre unregolamento comunitario specifico ed ar-monizzato del settore che garantisca leaziende, gli operatori e quindi tutta lafiliera di settore in un periodo di evidentecrisi e recessione del comparto;

sono svariate le problematiche cherendono necessaria ed indifferibile la ne-cessità di istituire un « Comitato perma-nente » che supporti una politica comuni-taria armonizzata e condivisa del settorecon regole chiare che vada oltre i pocoincisivi e scarsamente funzionali « Gruppiconsultivi » di supporto alla Commissioneeuropea, istituiti ai sensi della decisionedella Commissione n. 391/CE del 23 aprile2004, come il Gruppo della « Floricolturae Piante ornamentali »;

il florovivaismo è un compartoavanzato dell’agricoltura che comprende ilsegmento dei fiori e fronde recise, dellepiante in vaso da interno ed esterno edelle piante erbacee e legnose. Per lepiante erbacee e legnose, vanno citatigruppi di prodotti come le conifere, lelatifoglie (ornamentali, forestali, piante dafrutto e barbatelle di vite), le aromatiche,le piantine di ortaggi, le piante mediter-ranee e le acidofile; tra queste alcunespecialità sono molto apprezzate ancheall’estero;

il settore si avvale di tecnologie eprocedure sempre più sofisticate (tra lequali la robotica e l’automazione) chehanno ricadute sull’intero comparto agri-colo, industriale e commerciale, oltre adessere attivamente connesse con settoriquali l’arboricoltura, l’orticoltura, la frut-ticoltura, le coltivazioni erbacee, arbustivee industriali, nonché il paesaggismo, che

coinvolge direttamente il « verde » intesocome ambiente, biodiversità e qualità dellavita di tutti i cittadini comunitari. Inoltre,è da considerarsi strategico a livello na-zionale per l’occupazione diretta ed in-dotta, per il miglioramento dell’ambiente,per il presidio del territorio quale benecomune, della qualità della vita e per laricerca avanzata nel campo biotecnologico,termodinamico e meccanico;

le aziende florovivaistiche in Eu-ropa hanno un fatturato di oltre 20 mi-liardi di euro e l’Italia, con oltre 36.000aziende e 100 mila addetti, si attesta sul 15per cento della produzione comunitaria; ilsettore florovivaistico italiano rappresentacirca il 6 per cento dell’intera produzioneagricola (Produzione Lorda Vendibile);

il settore florovivaistico sia a livellocomunitario che nazionale, sta vivendouna crisi dovuta all’aumento delle impor-tazioni dai Paesi extracomunitari. Infatti,la commercializzazione di fiori, fronde,piante ed altri prodotti florovivaistici diorigine comunitaria, destinati ai principalimercati europei subiscono la concorrenzadel prodotto extra Unione europea chesottrae quote di mercato interno, ed inol-tre diminuisce il volume esportato per glielevati costi di produzione (in primis ilriscaldamento). Le aziende, di conse-guenza, cercano di reperire varietà localida valorizzare, che vengono coltivate fuoriserra oppure cambiano specie sperimen-tando la produzione di fronde e fogliame.Quindi, attualmente, il settore soffre dellacrisi globale, della riduzione della do-manda, ma anche di alcune criticità spe-cifiche che avevano già evidenziato effettinegativi;

l’origine di tali problematiche sipuò ricondurre essenzialmente alle politi-che commerciali adottate dall’Unione eu-ropea con i Paesi extracomunitari nonchéalle politiche economiche interne alla Co-munità europea. Analizzando le politichecommerciali comunitarie attive in ambitodel World trade organization, WTO, inparticolare il fenomeno della « delocaliz-zazione produttiva » verso Paesi in via di

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Sviluppo, PVS, emerge il costante incre-mento delle importazioni di produzioniflorovivaistiche. Tali politiche comportanoanche incentivi per la delocalizzazione digrandi imprese comunitarie, che hannocosì potuto avviare produzioni intensive inquesti Paesi. Le piccole e medie aziende,invece, devono fare i conti con alti costidei fattori di produzione (manodopera, maanche terra ed energia) e con stringentinormative fitosanitarie ed ambientali. Inparticolare, dall’analisi dei dati disponibiliin merito al settore florovivaistico, si evi-denzia che il numero dei fiori importatidai Paesi terzi è in continua crescita ad unvalore sempre più basso, e con standard diqualità ambientale decisamente insussi-stenti per vie del fatto che le normative didetti Paesi sono, rispetto all’impiego soste-nibile dei prodotti fitosanitari, pratica-mente inesistenti (a tal riguardo, sarebbeopportuno richiedere per i Paesi extraUnione europea l’obbligo del « passaportoverde » per poter esportare nell’Unioneeuropea);

di conseguenza il fatturato prove-niente dalle produzioni dei PVS è ottenutomolto spesso senza rispettare le norme di« salvaguardia ambientale, sanitaria e ditutela del lavoro », e determina conseguen-temente, come già evidenziato, il calo deiprezzi su tutto il territorio dell’Unioneeuropea per le diverse specie commercia-lizzate, soprattutto per i fiori recisi, che inItalia hanno subito una diminuzione dellaproduzione che si è fatta più evidente negliultimi anni. Tutto questo mentre le im-portazioni dai Paesi terzi continuano co-stantemente ad aumentare visto che il 74per cento dei fiori recisi commercializzatoin Europa è importato dai suddetti Paesi;

bisogna considerare, oltretutto, chele politiche economiche comunitarie nonprevedono alcun sostegno al settore floro-vivaistico, che non ha mai potuto usu-fruire, a livello di regolamentazione co-munitaria, di una Organizzazione comunedei mercati, OCM, che prevedesse tuttauna serie di opportunità e di finanzia-menti così come è previsto, ad esempio,per il settore degli ortofrutticoli. Il settore

è ormai sottoposto anche ad una « con-correnza sleale » dovuta all’applicazionedell’esenzione parziale o totale dei daziall’importazione, previsti per alcuni Paesiin via di Sviluppo;

in particolare a seguito dell’avve-nuta approvazione dell’OCM unica di cuial Regolamento (CE) n. 1234/2007 delConsiglio del 22 ottobre 2007, che haabrogato il Regolamento (CEE) n. 234/68del 27 febbraio 1968, il comparto dellepiante vive e dei prodotti della floricolturanon dispone più di strumenti specifici, purse limitati, previsti dalla precedente OCMdi settore che è stato incorporato in unanormativa unica per tutti i settori;

con la nuova programmazione2014-2020 della Politica agricola comunee, specificatamente il Regolamento (UE)n. 1308/2013 del Parlamento europeo edel Consiglio del 17 dicembre 2013, re-cante organizzazione comune dei mercatidei prodotti agricoli e che ha abrogato iRegolamenti (CEE) n. 922/72, (CEE)n. 234/79, (CE) n. 1037/2001 e (CE)n. 1234/2007 del Consiglio, è stato ricon-fermato, per il settore florovivaistico,quanto stabilito dal precedente Regola-mento;

in data 21 ottobre 2009 è stataemanata la direttiva 2009/128/CE sull’usosostenibile dei fitofarmaci;

il decreto legislativo n. 150 del 14agosto 2012 ha dato attuazione alla Diret-tiva 2009/128/CE;

in data 22 gennaio 2014 è statoadottato, ai sensi dell’articolo 6 del decretolegislativo n. 150 del 14 agosto 2012, il« Piano d’azione nazionale per l’uso soste-nibile dei prodotti fitosanitari (PAN) ». IlPAN in linea con i principi della direttivasi prefigge di:

a) ridurre i rischi e gli impatti deiprodotti fitosanitari sulla salute umana,sull’ambiente e sulla biodiversità;

b) promuovere l’applicazione delladifesa integrata, dell’agricoltura biologica edi altri approcci alternativi;

Atti Parlamentari — 13643 — Camera dei Deputati

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c) proteggere gli utilizzatori deiprodotti fitosanitari e la popolazione in-teressata;

d) tutelare i consumatori;

e) salvaguardare l’ambiente ac-quatico e le acque potabili;

f) conservare la biodiversità etutelare gli ecosistemi;

l’assenza in ambito comunitario diun’appropriata ed armonizzata regola-mentazione del settore che preveda stru-menti di sostegno al florovivaismo al finedi migliorarne la competitività sui mercatiinternazionali, sta fortemente pregiudi-cando la multifunzionalità del settore conle conseguenti ricadute socioeconomichedegli attori che vi operano,

impegna il Governo:

in ambito comunitario nel semestredi presidenza italiana a rivedere quellepolitiche comunitarie che oggi prevedonofacilitazioni e sostegni per le aziende cheinvestono fuori dal mercato europeo;

a farsi promotore in sede comunita-ria di una regolamentazione dei flussi diimport di fiori e fronde recisi che, alla lucedel calo di reddito e di produzione dimolte aziende italiane ed europee negliultimi anni, potrebbe prevedere la possi-bilità di un avvio della procedura di « clau-sola di salvaguardia », prevista dalla nor-mativa in casi analoghi posto che la pro-duzione floricola è, a tutti gli effetti, unaproduzione agricola ed anche per essadeve poter valere quanto previsto dal Re-golamento (CE) n. 732/2008;

a sollecitare, nell’ambito dell’Unioneeuropea, specifici accordi al fine di armo-nizzare la normativa dei Paesi terzi allaregolamentazione comunitaria per l’uti-lizzo dei fitofarmaci ed alle normativeagro-ambientali di riferimento e, comun-que, a porre in essere controlli efficaci alivello comunitario finalizzati ad evitarel’importazione di prodotti con residui difitofarmaci fuori dagli standard di sicu-rezza comunitari con lo scopo di tutelare

la salute dei consumatori e sia per evitareche nell’Unione europea vengano intro-dotti, organismi patogeni che negli ultimianni hanno prodotto delle vere e propriecontaminazioni epizoiche;

a far inserire il settore florovivaisticoa pieno titolo nell’ambito delle politichedella nuova programmazione della Politicaagricola comune;

a facilitare, sburocratizzando le pro-cedure, l’incentivazione all’accesso ai fondistrutturali per la ricerca, lo sviluppo el’innovazione, compreso il settore dellalogistica e del risparmio energetico, per ilsettore della floricoltura e delle pianteornamentali;

ad avviare azioni o linee di interventocondivise tra tutti gli altri Stati membri,coordinate da un « Comitato permanentedel settore florovivaistico » da istituire nel-l’ambito della direzione generale dell’agri-coltura e dello sviluppo rurale al fine ditutelare e promuovere la filiera florovivai-stica comunitaria quale strumento per lasalvaguardia ambientale e dei prodotticomunitari di qualità, col compito anchedi trasferire ai singoli Stati membri ledecisioni adottate, favorendo un rapportopiù diretto con tutta la filiera e con glistakeholders per creare le condizioniadatte allo sviluppo del settore, coerente-mente con le sue potenzialità e con levocazioni produttive del territorio interes-sato.

(7-00382) « Franco Bordo, Palazzotto ».

* * *

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZADEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

CIRIELLI. — Al Presidente del Consigliodei ministri, al Ministro per la semplifica-zione e la pubblica amministrazione. — Persapere – premesso che:

il Presidente del Consiglio, MatteoRenzi, unitamente al Ministro della pub-

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blica amministrazione e la semplifica-zione, Marianna Madia, hanno inviato unalettera ai dipendenti pubblici per illustrarele proposte del Governo in carica circa ilprogramma di riforme della pubblica am-ministrazione;

al punto 13 della missiva figura l’abo-lizione del segretario comunale, che hascatenato la reazione negativa dei direttiinteressati ma anche dei sindaci e degliamministratori locali;

quella del segretario comunale è unafigura professionale fondamentale per ilbuon andamento della vita amministrativadel comune e che riveste molteplici im-portanti funzioni: dalla consulenza ammi-nistrativo-giuridica al coordinamento delleattività dei dirigenti; dalla partecipazionecon funzioni consultive, referenti e diassistenza alle riunioni del consiglio edella giunta allo svolgimento di una fun-zione notarile (roga tutti i contratti neiquali l’ente è parte e autentica scrittureprivate e atti unilaterali nell’interesse del-l’Ente), con un risparmio notevolissimoper tutti i comuni e le province; dalcontrollo della regolarità amministrativa,delle determinazioni di impegno, degli attidi accertamento di entrata e di tutti gli attiamministrativi alla responsabilità delle at-tività dell’anticorruzione e del piano per latrasparenza;

il ruolo del segretario si è persinoampliato con una ulteriore serie di com-petenze tra cui spiccano la tutela dellatrasparenza e quella della legalità e restal’unico collaboratore valido al quale po-tersi rivolgere per dipanare problematichee per proporre soluzioni;

la figura del segretario comunalerappresenta, pertanto, una certezza di ri-ferimento ed una collaborazione di fun-zionalità;

senza questa figura molti comuni,specie quelli di medio-piccole dimensioni,sarebbero costretti a ricorrere a costosipareri pro veritate e a numerose consu-lenze esterne, motivo per cui, dal punto divista di revisione della spesa l’abolizione

del segretario comunale farebbe nascerepiù costi rispetto al risparmio che nederiverebbe;

sottrarre ai comuni una tale profes-sionalità sarebbe poi deleterio per la or-ganicità dell’ente e penalizzerebbe la fun-zionalità degli organi politici e di program-mazione –:

se i Ministri interrogati siano a co-noscenza dei fatti esposti in premessa e segli stessi corrispondano al vero;

quali iniziative intendano adottareper scongiurare il rischio di abolizione delsegretario comunale, figura centrale e sto-rica per il mondo delle autonomie.

(4-05028)

LAFFRANCO. — Al Presidente del Con-siglio dei ministri, al Ministro dell’economiae delle finanze, al Ministro delle infrastrut-ture e dei trasporti. — Per sapere – pre-messo che:

il 29 maggio 2014 l’assemblea degli,azionisti di Ferrovie dello Stato italianespa ha deciso di portare da cinque a novei membri del consiglio di amministrazionedell’azienda; il nuovo consiglio di ammi-nistrazione è composto da Marcello Mes-sori (presidente), Michele Mario Elia (am-ministratore delegato), Daniela Carosio,Vittorio Belingardi Clusoni, Giuliano Fro-sini, Gioia Ghezzi, Simonetta Giordani,Federico Lovadina, Wanda Ternau;

il vecchio consiglio di amministra-zione guidato da Mauro Moretti era com-posto di sole cinque persone; tolto lostesso Moretti e il presidente LambertoCardia, gli altri tre erano funzionari delMinistero dell’economia e delle finanze edelle infrastrutture e dei trasporti chepartecipavano senza percepire emolumentigià ai lavori del Consiglio;

a parere dell’interrogante, risultanopoco chiare non solo le ragioni per cui siè provveduto ad aumentare i membri delconsiglio di amministrazione, ma anche i

Atti Parlamentari — 13645 — Camera dei Deputati

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motivi per cui sia stato rinnovato tutto ilconsiglio, che non era in scadenza. For-malmente non vi era alcun bisogno diprocedere al rinnovo; era necessario so-stituire Mauro Moretti, che era il capodell’azienda, spostatosi in Finmeccanica. Ilnumero due di Ferrovie, Michele MarioElia, avrebbe preso il suo posto e il restopoteva non subire mutamenti;

invece la decisione è stata diversa, esi è provveduto non solo al rinnovo del-l’intero consiglio, ma anche all’aumentodel numero di consiglieri preposti: quattroin più rispetto alla passata gestione; tral’altro, visionando i curriculum dei nuovimembri del consiglio di amministrazione,risultano presenti ben tre esperti di rela-zioni esterne –:

quale sia stata la logica che ha gui-dato le scelte dell’assemblea di Ferroviedello Stato e che ha portato al completorinnovo del consiglio di amministrazione,e, in particolare, quali siano le ragionitecniche e strategiche che hanno determi-nato l’aumento del numero dei membridel nuovo consiglio;

quali siano stati i criteri di nominadei nuovi membri del consiglio di ammi-nistrazione di Ferrovie dello Stato;

quale sia il risparmio prodotto dallascelta dell’assemblea degli azionisti che haportato da cinque a nove i membri delconsiglio di amministrazione dell’azienda.

(4-05035)

GIANLUCA PINI. — Al Presidente delConsiglio dei ministri, al Ministro delladifesa, al Ministro degli affari esteri. — Persapere – premesso che:

in data 3 giugno 2014 l’agenzia distampa russa RIA NOVOSTI ha reso notoil prossimo dispiegamento nel Mar Nerodella nave SIGINT della Marina Militareitaliana denominata ELETTRA;

l’ELETTRA che è dotata di sofisticatidispositivi di ascolto ed intercettazione,sostituirebbe a partire dal 15 giugno 2014

la nave francese DUPUY DE LOME, che halasciato il Mar Nero il 29 maggio 2014;

non vi sono al momento conferme osmentite ufficiali da parte del Governo;

ancorché certamente riconducibileall’accentuarsi della pressione dell’Al-leanza Atlantica nei confronti della Russiaper la crisi in atto in Ucraina, l’eventualeingresso della nave ELETTRA nel MarNero appare comunque un atto politica-mente sensibile, tanto più che implica losvolgimento di attività di spionaggio elet-tronico in prossimità del territorio e delleacque territoriali della Federazione russa;

la linea del Governo in relazione aglisviluppi della crisi in atto in Ucraina erastata finora improntata ad un grandeequilibrio, come prova la centralità asse-gnata dal Ministro degli affari esteri aglisforzi di mediazione nell’ambito del-l’OSCE –:

se il rischieramento di nave ELET-TRA in Mar Nero sia confermato e qualisiano gli eventuali obiettivi della sua mis-sione. (4-05036)

CIPRINI. — Al Presidente del Consigliodei ministri, al Ministro della giustizia, alMinistro della salute, al Ministro del lavoroe delle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

il minore ha diritto di crescere edessere educato nell’ambito della propriafamiglia; la legge 4 maggio 1983, n. 184,« Diritto del minore ad una famiglia » esuccessive modificazioni, prevede l’affida-mento del minore ad una famiglia o aduna persona singola in grado di garantirgliil mantenimento, l’educazione, l’istruzionee le relazioni affettive di cui ha bisognonel caso in cui il minore sia temporanea-mente privo di un ambiente familiareidoneo o, qualora questo non sia possibile,l’inserimento in una comunità di tipofamiliare o in un istituto di assistenzapubblico e privato;

il diritto del minore alla famiglia siatteggia in maniera particolarmente deli-

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cata soprattutto con riferimento alla con-dizione dei minori allontanati dalla fami-glia di origine con provvedimento di unaautorità giudiziaria;

in una risoluzione del 2009 (Lineeguida relative all’accoglienza eterofami-liare dei minori, adottate dall’Assembleagenerale delle Nazioni Unite il 18 dicem-bre 2009, A/RES/64/142, pubblicata il 24febbraio 2010), le Nazioni Unite impe-gnano gli Stati con ogni mezzo (finanzia-rio, psicologico e organizzativo) a preser-vare il rapporto del minore con la suafamiglia di origine e ad impedire che ilbambino ne debba uscire e, in tal caso, adagevolarne il rientro, dettando criteri benprecisi sull’affidamento temporaneo, quali:che il minore sia tenuto in luoghi vicinialla sua residenza abituale; che si pongaattenzione a che il minore non sia oggettodi abuso o sfruttamento; che l’allontana-mento si prospetti temporaneo e si cerchidi preparare il rientro in famiglia al piùpresto possibile; che il dato della povertàfamiliare non sia da solo sufficiente agiustificare l’allontanamento del minore;che i motivi d’ordine religioso, politico edeconomico non siano mai causa principaledell’invio di un minore fuori dalla fami-glia; che sia preferita, ove possibile, l’as-segnazione ad un ambiente familiare ri-spetto all’istituto (soprattutto sotto i treanni di età);

tuttavia, sono sempre più numerosi ifatti di cronaca giudiziaria che dimostranocome giudici e pubblici ministeri fannosempre più affidamento a opinioni, rela-zioni e conclusioni di psicologi, psichiatrie assistenti sociali del servizio sociale o deiconsultori familiari con l’assunto che, gra-zie alla loro conoscenza, sia possibile de-terminare la responsabilità di una persona(paradigmatico è, ad esempio, il caso diRignano Flaminio) senza che queste rela-zioni o perizie – a parere dell’interrogante– possano considerarsi prove concretecome dovrebbe accadere in un giusto pro-cesso;

in data 19 dicembre 2011 nascevaprematuramente all’età prenatale di 27

settimane la minore G. dall’unione deigenitori M.D. e F.G.;

la minore veniva ricoverata per quat-tro mesi in ospedale fino alla dimissioneavvenuta in data 12 aprile 2012 e dunqueaffidata ai genitori con la seguente dia-gnosi: « prematurità d’alto grado, neonatapiccola per l’EG, bronco displasia di gradolieve, persistenza dotto di Botallo, itterotrattato con fototerapia, anemia della pre-maturità. All’encefalo 19 dicembre 2011sospetta GNH-IVH bilaterale e all’ecoen-cefalo 15 gennaio 2012 ipercogenicità pa-renchimale da ricontrollare »;

la mattina del 16 luglio 2012 laminore presentava un forte malessere e,trasportata all’ospedale cittadino, la TACevidenziava ematoma subdurale e occipi-tale con successivo ricovero della stessa indata 17 luglio 2012;

in prossimità delle dimissioni dellabimba, che sarebbe stata affidata ai geni-tori, la commissione di unità di Crisidell’ospedale eleva un sospetto maltratta-mento sulla base dell’incongruenza dellespiegazioni fornite dalla madre della mi-nore sulle modalità dell’infortunio occor-sole e, dopo aver acquisito informazioni da« colleghe del territorio », veniva effettuatala segnalazione agli organi competenti;

veniva aperta una indagine penaledalla procura della Repubblica di AscoliPiceno per l’ipotesi di reato di cui agliarticoli 81, 572, 582, 583 codice penale adanno della minore G.;

in seguito ad un esposto anonimo, indata 3 agosto 2012 il pubblico ministeropresso la procura per i minorenni diAncona ai sensi dell’articolo 8 della leggen. 184 del 1983 iscritto al R.G.A.C.n. 904/12 chiedeva al tribunale per i mi-norenni di Ancona « la dichiarazione dellostato di adottabilità di G. nata ad AscoliPiceno il 19 dicembre 2011 con colloca-mento della stessa presso una idonea cop-pia ed ogni ulteriore conseguente statui-zione. Con la dichiarazione di decadenzadei genitori dalla potestà parentale ». Ilpubblico ministero minorile fondava la

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propria richiesta sulla base di « un espostoanonimo diretto al Servizio Sociale delComune di Ascoli Piceno in cui è eviden-ziato che i genitori della minore assumonoreiteratamente nei confronti della stessaatteggiamenti incongrui »; che « le infor-mazioni fornite sono precise e circostan-ziate tanto da apparire raccolte da per-sona che ha avuto modo di frequentare laminore e la sua famiglia prima dellanascita »;

nella stessa data del 3 agosto 2012 iltribunale per i minorenni di Ancona condecreto cron. 2131 (procedimenton. 13/12 ADS) disponeva « L’apertura dellaprocedura relativa all’abbandono di(............), SOSPENDE entrambi i genitoridalla potestà sulla minore (...), AFFIDA laminore al SS del Comune di Ascoli Picenoin collaborazione con l’ASUR competenteper l’adozione di tutte le iniziative oppor-tune a tutela della neonata ivi compreso ilcollocamento della minore in idonea strut-tura, una volta giudicata dimissibile, confacoltà della madre di seguirla, riferendo aquesto Ufficio con relazione trimestrale,salvo urgenze e salvo la prima immediatarelazione, sulla situazione della minore esulle iniziative intraprese ». In detto de-creto si afferma che « la descrizione delladinamica, a detta dell’Unità di Crisi delsuddetto presidio non appariva compati-bile con la lesività riportata dalla bam-bina; che in atti vi è lettera anonimacontenente gravi e pesanti accuse nei con-fronti dei genitori della minore, incolpatidi condotte incongrue, poco tutelanti efonti di sicuro pregiudizio per la bimba »;

in esecuzione al predetto decreto, laminore veniva dimessa in data 9 agosto2012 dall’ospedale Salesi di Ancona eveniva affidata al responsabile della co-munità di Macerata designata dal tribu-nale, dove faceva subito ingresso unita-mente alla madre;

avverso tale decreto, in data 17 set-tembre 2012, i genitori della minore pro-ponevano reclamo alla corte d’appellodelle Marche – Sezione Minori –, chie-dendone l’annullamento e l’affidamento

della minore ai genitori; la corte d’appellodelle Marche con decreto cron. 347 del 14novembre 2012 rigettava il reclamo, rite-nendo al momento il decreto adottato daltribunale adeguato all’interesse della mi-nore, in quanto l’istruttoria non si eraancora conclusa, pur puntualizzando cheuna lettera anonima non poteva costituirefondamento di un provvedimento giudizia-rio;

in data 16 febbraio 2013 il difensoredei genitori della minore faceva richiestaal tribunale per i minori di valutare l’op-portunità di trasferire la bimba e lamamma in altra comunità, più vicina allacittà di residenza dei genitori (Ascoli Pi-ceno), per ridurre il disagio dei viaggiquotidiani del padre tra Ascoli Piceno eMacerata; tale richiesta era generata dallanecessità di ovviare al clima difficile che siera creato intorno alla mamma all’internodella comunità stessa, anche a seguito dialcune lesioni riscontrate nella bimba, chevenivano attribuite alla mamma comemaltrattamenti;

a seguito di tali episodi – così comeriferiti dalla comunità – il tribunale per iminorenni con decreto cron. 1882 del 23maggio 2013, depositato il 21 giugno 2013,disponeva l’allontanamento della madreanche dalla comunità e la predisposizionedi un ciclo di sei incontri monitorati egarantiti a distanza di entrambi i genitoripresso il consultorio familiare; veniva al-tresì disposta una consulenza tecnica d’uf-ficio sulle capacità vicarianti delle zie dellaminore e dei rispettivi mariti, consideratala disponibilità in ordine a un eventualeaffido, e sull’attuale stato psichico-relazio-nale della minore;

la madre della minore veniva allon-tanata dalla comunità di Macerata il suc-cessivo 24 giugno 2013;

nel settembre 2013 la procura chie-deva l’archiviazione del procedimento pe-nale a carico del padre;

all’udienza del 15 gennaio 2014 e consuccessiva richiesta del 24 febbraio 2014 ildifensore dei genitori chiedeva e reiterava,

Atti Parlamentari — 13648 — Camera dei Deputati

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anche alla luce dell’archiviazione del pro-cedimento penale a carico del padre, l’im-mediata revoca della sospensione dellapotestà al padre ed il collocamento dellaminore presso lo stesso, richieste ad ogginon riscontrate;

risulterebbe all’interrogante che laminore sia tutt’ora in comunità e che lamadre sia stata allontanata sulla base diquanto riferito dagli operatori della co-munità e dunque la minore non abbiacontatto da diverso tempo con la madre;

risulta che il procedimento penale acarico del padre è in fase di archiviazionee che il padre ha notevoli difficoltà nelristabilire una relazione con la figlia anchea causa della distanza che lo separa dallacomunità in cui si trova la figlia; le istanzedepositate dal legale dei genitori al fine dimodificare il provvedimento suddetto sa-rebbero tuttora prive di riscontro;

risulterebbe che la procedura di al-lontanamento della minore dal proprionucleo familiare sia stata originata da unmero esposto anonimo poi posto alla basedelle decisioni adottate dal tribunale;

sulla base di questa e di altre storiedi minori allontanati dal proprio nucleofamiliare avvenute in passato appaionodrammaticamente fondate le conclusionidi una ricerca della regione Piemontesecondo cui « L’attuale sistema di sostegnoe tutela dei minori sta rischiando di an-dare in corto circuito a causa del poteresproporzionato degli operatori sociali edella leggerezza con cui le decisioni diallontanamento vengono prese »;

secondo giurisprudenza consolidatadella Corte di giustizia, per un genitore edil proprio figlio il fatto di essere insiemerappresenta un elemento fondamentaledella vita familiare. Le misure interne chelo impediscono costituiscono un’ingerenzanel diritto tutelato dall’articolo 8 dellaConvenzione europea dei diritti dell’uomocosì laddove risulta provata l’esistenza diun legame familiare, lo Stato deve perprincipio agire in modo tale da consentirea questo legame di svilupparsi, e deve

dunque adottare misure idonee affinché ilgenitore possa riunirsi al proprio figlio –:

se il Presidente del Consiglio deiministri e i Ministri interrogati, ciascunoper quanto di competenza, siano a cono-scenza dei fatti esposti;

quali iniziative intendano adottare,anche di carattere normativo, per la tuteladel benessere dei minori al fine di evitareche i minori possano essere sottratti allefamiglie in forza di decisioni adottatedall’autorità giudiziaria sulla base di espo-sti anonimi, relazioni di psicologi, assi-stenti sociali, consultori familiari, opera-tori sociali e psichiatri che valutino l’ope-rato dei genitori in modo unilaterale esenza una verifica del grado di validità edi attendibilità e riscontro delle informa-zioni, dati, fonti e giudizi su cui si basanole conclusioni raggiunte da tali operatori;

quali iniziative intendano adottare,anche di carattere normativo, affinchétutti i processi decisionali concernentiprovvedimenti di allontanamento dei mi-nori dal nucleo familiare vengano assuntinel rispetto delle garanzie e dei diritticostituzionalmente previsti del giusto pro-cesso, del contraddittorio delle parti sullefonti di prova acquisite e dei diritti delladifesa dei genitori coinvolti in tali processigarantendone in maniera effettiva la co-noscenza e la partecipazione anche tra-mite i propri difensori e i consulenti diparte;

quali iniziative – anche di tipo nor-mativo – intendano adottare affinché ilgenitore possa riunirsi al proprio figlio inconformità alla normativa nazionale, eu-ropea ed internazionale e ai princìpiespressi dalla giurisprudenza della Cortedi giustizia europea in materia di affidotemporaneo, favorendo programmi di sup-porto per il recupero della genitorialitàcon adeguati progetti e disincentivando laodiosa prassi degli « allontanamenti facili »e i continui scostamenti dei minori da unastruttura all’altra;

se il Ministro della giustizia nonritenga che sussistano i presupposti per

Atti Parlamentari — 13649 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 GIUGNO 2014

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promuovere iniziative ispettive presso ilTribunale dei minorenni di Ancona ai finidell’eventuale esercizio di tutti i poteri dipropria competenza;

se i Ministri, ciascuno per quanto dicompetenza, intendano farsi promotori,con i modi e i mezzi che riterranno piùopportuni, di un serio programma di sup-porto finalizzato al sostegno e al recuperodella genitorialità. (4-05044)

* * *

AFFARI ESTERI

Interrogazioni a risposta scritta:

SPADONI, MANLIO DI STEFANO,SCAGLIUSI, GRANDE e SIBILIA. — AlMinistro degli affari esteri, Al Ministrodell’economia e delle finanze. — Per sapere– premesso che:

secondo la tabella n. 6 degli stati diprevisione per il Ministero degli affariesteri per gli anni che vanno dal 2007 al2013 risulta che la Direzione generale perla cooperazione allo sviluppo (Dgcs), fa-cente capo a tale Ministero, ha ricevuto:

per il 2007: 715.253.375 euro;

per il 2008: 804.305.186 euro;

per il 2009: 388.704.860 euro;

per il 2010: 394.355.506 euro;

per il 2011: 237.103.569 euro;

per il 2012: 148.965.018 euro;

per il 2013: 294.351.600 euro –:

quale sia l’ammontare esatto dellespese che la direzione generale per lacooperazione allo sviluppo abbia effettiva-mente sostenuto e rendicontato;

quali siano gli importi erogati, nel-l’ambito delle rispettive competenze;

se tutti i rendiconti presentati dalladirezione generale per la cooperazioneallo sviluppo abbiano superato positiva-

mente il vaglio di controllo di regolaritàamministrativa e contabile del Ministerodell’economia e delle finanze e quantisiano stati i rendiconti assoggettati annual-mente al controllo della Corte dei conti.

(4-05037)

CIRIELLI. — Al Ministro degli affariesteri, al Ministro dell’economia e dellefinanze. — Per sapere – premesso che:

l’Italia non scommette sulla diffu-sione della lingua e della cultura italianaall’estero e ne è prova evidente la propo-sta, avanzata dal Ministero degli affariesteri nell’ambito della « razionalizza-zione » della rete consolare nel mondo, dichiudere 32 sedi all’estero tra ambasciate,consolati, sportelli consolari e istituti ita-liani di cultura;

in particolare, un grave passo che ilnostro Governo sta per compiere è propriol’annunciata chiusura di ben otto istitutiitaliani di cultura nel mondo: Ankara,Vancouver, Francoforte, Lione, Stoccarda,Lussemburgo, Salonicco, Wolfsburg;

come l’interrogante ha già denunciatonell’atto di sindacato ispettivo n. 4-04027del 14 marzo 2014, il risparmio realizzatocon la chiusura degli Istituti di culturasarà di circa 800.000 euro annui e taledecisione andrebbe, addirittura, a colpireproprio quelle sedi che, grazie ai corsi dilingua italiana, riescono ad autofinanziarsiin ampia misura;

sembrerebbero, invece, non contarsigli sprechi tollerati in questi anni e ledubbie nomine di « esperti culturali » al-l’interno di tali istituti;

in particolare, destano sconcerto duearticoli pubblicati su ilFattoQuotidiano.itdello scorso 24 febbraio e 17 marzo,entrambe a firma del giornalista ThomasMackinson, intitolati « Cultura, grazie aipolitici c’è chi ci mangia. E lo scandaloitaliano va in tutto il mondo » e « Bruxel-les, conti in rosso e insegnanti in nero.Bufera all’Istituto italiano di Cultura »;

Atti Parlamentari — 13650 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 GIUGNO 2014

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come appare chiaro dai titoli, il gior-nalista denuncia le nomine fatte dal Mi-nistro degli affari esteri senza selezionepubblica ad amici e familiari di politici,con incarichi da 15 mila euro al mese, piùdella stessa dotazione assegnata agli isti-tuti per promuovere attività culturali; e lagrave scoperta, a tre mesi dal semestreitaliano dell’Unione europea, che gli inse-gnanti di lingua hanno lavorato per annisenza un contratto, perfino dentro la Com-missione europea: tutto questo mentre lostesso Ministero degli affari esteri, noncu-rante dell’ondata di appelli, tenta di giu-stificare la chiusura degli Istituti comescelta obbligata, dettata dai soliti criteri dispending review;

in particolare, si legge nei due arti-coli, il Ministero degli affari esteri « con-tinua ad alimentare lo spreco degli inca-richi d’oro assegnati senza alcuna traspa-renza. E così ritroviamo in giro per ilmondo direttori nominati dal potente diturno, esperti culturali che tali non sonomai stati e sedicenti “addetti scientifici”incaricati con molta fantasia curricolare estipendi da diplomatici »;

il riferimento è alla facoltà concessaal Ministro dalla legge n. 401 del 1990 dinominare fino a 10 figure in virtù del loroindiscusso « prestigio culturale » e dell’ele-vata competenza nella promozione cultu-rale, presto diventato, però, un sistemadella politica per controllare le sedi piùprestigiose e strategiche, affidandone ladirezione a persone di fiducia;

secondo l’articolo 16 della citata leggen. 401 del 1990 il Ministero può dotarsi diconsulenti « in possesso di specifiche qua-lifiche e titoli », in numero non superiorea cinque presso il Ministero e dieci per ilservizio all’estero;

si tratta, tra l’altro, di incarichi am-bitissimi, non solo per questioni di pre-stigio, posti la qualifica e il trattamentoeconomico dei direttori, equiparati a quellidel consigliere d’ambasciata, e la loroindennità di sede estera (Ise, esentasse peraltro) superiore fino al 30 per cento ri-spetto a quella di qualsiasi funzionariopubblico;

il sistema dei « chiara fama » avrebbeprodotto effetti disastrosi e imbarazzanti,posto che per queste posizioni non ci sonocriteri di selezione, né pubblicità delleprocedure, come i numerosi esempi ripor-tati dal giornalista: i gravi problemi am-ministrativi e contabili, riscontrati dallastessa Corte dei conti, lasciati dal profes-sor Riccardo Viale, ultimo direttoreuscente del prestigioso istituto di NewYork; Angela Carpifave, nominata nel 2003a Mosca e revocata dal Ministro degliaffari esteri pro tempore Fini l’anno se-guente per manifesta incompatibilità am-bientale; Patrizio Scimia, un tecnico del-l’ENEL privo di competenze in ambitoculturale, inviato a Madrid dal Sottosegre-tario Baccini e rimasto in carica due anni;Giorgio Ferrara, nominato nel 2003 aParigi, che avrebbe speso soldi dell’Istitutoper far costruire un teatrino in legno ecartapesta, poi rottamato, sempre a paga-mento, dal successore; Carlo Pesenti, no-minato a Londra nel 2008 da Frattini efortemente criticato per il livello organiz-zativo e culturale della sua direzione; PiaLuisa Bianco, nominata nel 2003 a Bru-xelles, che, nonostante il bilancio disse-stato lasciato, al suo rientro in patria,dopo quattro anni, sarebbe stata ricom-pensata da Frattini con una consulenza alMinistero degli affari esteri e con la di-rezione di un periodico patinato, tutt’oraesistente, « Longitude »;

ovviamente, non mancano funzionaripubblici che lo Stato forma per questiincarichi e già paga, quali direttori eaddetti appartenenti all’area della promo-zione culturale;

molti di questi funzionari e dirigentihanno specializzazioni accademiche dialto livello (dottorato di ricerca, master) ehanno frequentato corsi di perfeziona-mento in Italia e all’estero, i loro curriculasono regolarmente pubblicati sul sito delMinistero alla voce « Trasparenza » (a dif-ferenza degli addetti scientifici e dei fan-tomatici esperti « culturali » articolo 16 –legge n. 401 del 1990) e per accedere aqueste posizioni hanno superato concorsipubblici estremamente selettivi;

Atti Parlamentari — 13651 — Camera dei Deputati

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sarebbe proprio di pochi giorni fa lanotizia, scongiurata dopo segnalazioni einsistenti richieste di chiarimenti, che davain corso di approvazione la nomina come« esperto culturale » presso l’Istituto ita-liano di cultura di Los Angeles del pro-fessor Vittorio Daniore, ginecologo, uro-logo e medico presso gli ospedali civili diBrescia, dal 1996 al 2001 coordinatoredella Commissione per la ricerca medicaal Ministero degli affari esteri, poi addettoscientifico presso l’ambasciata d’Italia aWashington;

quando le voci si sono fatte insistentie i sindacati, increduli, hanno chiestospiegazioni, la Farnesina ha dovuto preci-sare in una nota ufficiale del 21 febbraio2014 che la proposta di nomina era stataeffettivamente avanzata ma poi sospesa;

altra categoria privilegiata sarebbepoi quella degli addetti scientifici pressogli Istituti italiani di cultura, le ambasciatee le rappresentanze permanenti e anche inquesto caso non vi sarebbe alcuna traspa-renza nelle procedure di selezione e dinomina, né il Ministero si sarebbe preoc-cupato di rendere pubbliche le motivazionidelle assegnazioni;

sul sito del Ministero, ad esempio,sono state pubblicate le nomine per Cittàdel Messico, Pretoria, Parigi, Tel Aviv, manessuna indicazione risulta in merito allecompetenze per cui hanno ricevuto l’inca-rico;

molti esperti scientifici sono certa-mente persone serie e competenti, altrisono meno luminosi e potrebbero esserfacilmente scambiati per clamorosi casi diclientelismo parassitario;

almeno tre sarebbero i casi chesecondo il giornalista sollevano fortidubbi: la nomina, nel 2010, del dottorGiulio Busulini, uno dei tre addetti scien-tifici a Washington, marito di FedericaBindi (direttrice uscente dell’istituto diBruxelles), laureato dal 2008 in scienzedella comunicazione, nessuna docenzauniversitaria alle spalle, nessuna pubbli-cazione scientifica; il dottor Emanuele

Fiore, addetto scientifico per il Canada,che può vantare la qualifica di tecnico dilaboratorio di III livello presso il CNR eun expertise nel settore tecnico degli im-ballaggi e l’addetto scientifico presso ilnostro consolato generale a Boston, l’ar-chitetto Cinzia Del Zoppo, privo di affi-liazioni accademiche e pubblicazioniscientifiche a suo nome;

polemiche, in particolare, avrebbe su-scitato la direttrice dell’istituto di culturadi Bruxelles, Federiga Bindi, ricercatore aTor Vergata, nominata per « chiara fama »da Frattini (9.600 euro di indennità men-sile), il cui incarico è scaduto il 9 marzoe non è stato rinnovato anche a seguito deirisultati di un’ispezione del Ministero del-l’economia e delle finanze che nel 2013 harilevato « gravi irregolarità contabili e am-ministrative » nella gestione dell’ente: ac-quisti senza « determinazione a contrarre »(una cucina professionale da 13 mila euro,frigo e altri materiali per 5 mila (...),irregolarità per contratti e consulenzeesterne, 9 mila euro di acquisti non ren-dicontati effettuati con la carta di creditodell’istituto;

la dotazione ministeriale per l’istitutoè raddoppiata nel giro di un paio d’annifino a superare i 600 mila euro peresercizio: le uscite nel 2006 ammontavanoa 774 mila euro, l’anno dopo hanno su-perato il milione, così come i costi dicatering, passati da 30 mila euro nel 2004a 35 mila nel 2005 fino a 58 mila nel 2007;

tutta la storia contabile degli ultimianni sembra avere dell’incredibile: nel2005 l’ex direttore Pia Luisa Bianco cer-tifica un avanzo di 47.049,29 euro, ma il5 ottobre 2007 la Bianco ha lasciato l’isti-tuto spiegando che « a fronte della primatranche di dotazione finanziaria incassata,pari a 240 mila euro, si sono riscontrati483.333,05 euro di autofinanziamento paria due volte la dotazione finanziaria »;

due settimane dopo, la reggente pro-tempore, Donatella Cannova, ha segnalatoal Ministero fatture non liquidate, nonelencate nel verbale di passaggio delleconsegne, per 39.790 euro, accertati poi in

Atti Parlamentari — 13652 — Camera dei Deputati

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euro 192 mila dal neo direttore, GiuseppeManica, che il 31 dicembre dello stessoanno ha chiesto un’integrazione straordi-naria al bilancio « per far fronte a unasituazione debitoria tale da non consentiredi corrispondere alle richieste dei credi-tori, a fronte dei numerosi impegni assuntisotto la gestione dell’ex direttore, dotto-ressa Pia Luisa Bianco »;

il buco più nero di questa storia èperò quello degli insegnanti di lingua, chedovevano essere il fiore all’occhiello del-l’istituto, e sembra, invece, lavorassero daanni senza un contratto, solo impegni avoce e mandati di pagamento, nessunaritenuta, niente tasse, zero contributi, no-nostante venissero addirittura ingaggiatiper tenere corsi ai funzionari della Com-missione europea;

« A richiesta del Ministero degli affariesteri, detti insegnati non hanno nessuncontratto e sono ingaggiati sulla base deltitolo universitario », scriveva nel 2006 l’exdirettore Bianco;

l’ipotesi, pertanto, se confermata, èche tale indicazione venisse impartita di-rettamente da Roma per evitare che idocenti potessero accampare delle pretesesull’amministrazione sulla base di un im-pegno scritto e che l’indicazione trovassepoi sponda a Bruxelles, dove il mancatoaccollo di oneri contributivi e fiscali ga-rantiva all’istituto entrate consistenti acosti ridottissimi e ai vari direttori diostentare « ottimi risultati di gestione »;

il rendiconto finanziario 2007, adesempio, riporta 339 mila euro di entrateper le iscrizioni ai corsi a pagamento afronte di 152 mila euro di compensi alpersonale docente, per anni poi, sulla basedi convenzioni e gare d’appalto, gli stessidocenti venivano mandati a far lezione aifunzionari della Commissione e del Par-lamento Europeo, con crescente profitto:34 mila euro nel 2002, 62 mila nel 2003,93 mila nel 2007, 120 mila nel 2009...;

la Farnesina non smentisce né mini-mizza e la direzione generale che sovrin-

tende gli Istituti di cultura conferma anzidi aver riscontrato irregolarità almeno dal2007;

come spiega il Ministro plenipoten-ziario Giovanni Iannuzzi al fattoquotidia-no.it « Dal carteggio relativo alle passategestioni emerge un meccanismo di retri-buzione di questi insegnanti che sembravaprescindere da un contratto scritto e av-venire solo attraverso la contabilizzazionedelle ore del servizio prestato, in assenzaanche solo di una lettera d’incarico daprodurre in atti »;

la questione sarebbe dunque all’at-tenzione degli organi di controllo: « Tutti icontratti stipulati dalla PA richiedono laforma scritta ad substantiam », si leggenella relazione ispettiva sull’istituto tra-smessa al Ministero e alla Procura dellaCorte dei conti;

lo stesso neo premier Matteo Renziaveva posto al centro del suo intervento diinsediamento la cultura, dichiarando che« la cultura è qualcosa con cui si mangia,ossia qualcosa di cui si nutre l’anima », matale regola varrebbe solo per alcuni;

se i fatti in premessa venissero con-fermati, si delineerebbe un modello digestione degli Istituti di cultura all’esterobasato su dubbie nomine politiche per ilcontrollo delle sedi più prestigiose e stra-tegiche, affidate a persone vicine a politici,con incarichi remunerati assai lautamentenel complesso superiori alla stessa dota-zione assegnata agli istituti per promuo-vere attività culturali, con migliaia di ri-sorse sprecate tra inaugurazioni e rinfre-schi;

di tale odiosa pratica oggi ne paghe-rebbero le conseguenze proprio quel per-sonale direttivo e quei funzionari chehanno consentito agli Istituti di culturaall’estero di diventare un’importante ve-trina dell’Italia nel mondo, promuovendola cultura italiana di cui la lingua, laricerca scientifica e l’idea di « Made inItaly » sono parte integrante –:

se i Ministri interrogati siano a co-noscenza dei fatti esposti in premessa e,

Atti Parlamentari — 13653 — Camera dei Deputati

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accertata la gravità e veridicità degli stessi,quali urgenti provvedimenti ritengano op-portuno adottare per verificare se sussisteuna situazione di diffuso clientelismo pa-rassitario all’interno degli Istituti di cul-tura al fine di porre termine a questaodiosa pratica e fare luce sulle responsa-bilità;

se non ritenga opportuno porre finea una politica di incisiva riorganizzazionedella rete consolare nel mondo, prefe-rendo piuttosto una linea di « piccoli ri-sparmi » attraverso la soppressione diquelle sedi dove è pressoché nulla lapresenza di iscritti. (4-05038)

* * *

AMBIENTE E TUTELADEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta scritta:

MARIASTELLA BIANCHI. — Al Mini-stro dell’ambiente e della tutela del terri-torio e del mare. — Per sapere – premessoche:

il decreto del Presidente della Repub-blica n. 73 del 2013 ha stabilito che iconsigli direttivi dei parchi nazionali sianocomposti da 8 membri nominati dal Mi-nistero dell’ambiente e della tutela delterritorio e del mare, dei quali: 4 designatidalla comunità del Parco e 4 nominati inrappresentanza, rispettivamente, dei Mini-steri dell’ambiente e della tutela del ter-ritorio e del mare, delle politiche agricolealimentari e forestali, dell’Ispra e delleassociazioni ambientaliste;

si tratta di cariche che vengono svoltea titolo gratuito e che sono indispensabiliper la funzionalità dell’ente, infatti perl’operatività dei Parchi Nazionali è neces-sario che siano stai nominati almeno quat-tro consiglieri;

attualmente dei 23 parchi nazionaliitaliani solamente 3 hanno i consigli di-rettivi incaricati, nei rimanenti 20, dove

opera solamente il presidente, non sonostati nominati i consiglieri di competenzadel Ministero dell’ambiente e della tuteladel territorio e del mare che non richie-dono le designazioni delle comunità delparco;

anche laddove le comunità del parcohanno provveduto a designare i consiglieridi loro competenza il Ministero dell’am-biente e della tutela del territorio e delmare non ha provveduto alla loro nomina:7 comunità hanno designato i consiglierientro dicembre 2013 altre 5 entro febbraio2014;

in base al decreto del Presidente dellaRepubblica n. 73 del 2013 entro la fine diagosto 2014 i presidenti dei parchi nazio-nali perderanno la possibilità di operarecon i poteri del consiglio e anche atti diordinaria amministrazione non potrannoessere adottati con il rischio di paralizzarela gestioni dei questi enti –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza dei fatti esposti in premessa e entroquanto tempo intenda procedere alle no-mine dei consiglieri. (4-05030)

GAGNARLI, BENEDETTI, GALLI-NELLA, L’ABBATE, PARENTELA e LUPO.— Al Ministro dell’ambiente e della tuteladel territorio e del mare, al Ministro dellepolitiche agricole alimentari e forestali. —Per sapere – premesso che:

la direttiva n. 2009/128/CE del Par-lamento europeo e del Consiglio del 21ottobre 2009 ha istituito un quadro perl’azione comunitaria ai fini dell’utilizzosostenibile dei pesticidi. L’Italia ha rece-pito la direttiva con il decreto legislativon. 150 del 14 agosto 2012, in vigore dal 14settembre 2012;

l’articolo 6 del decreto legislativon. 150 del 2012 ha previsto che il Ministrodelle politiche agricole alimentari e fore-stali, di concerto con i Ministri dell’am-biente e della tutela del territorio e delmare e della salute, d’intesa con la Con-ferenza permanente Stato, regioni e delle

Atti Parlamentari — 13654 — Camera dei Deputati

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province autonome, adottasse un Pianoattuativo, denominato PAN (piano diazione nazionale);

con più di un anno di ritardo, in data13 febbraio 2014, viene definitivamenteapprovato il PAN che dovrebbe dare con-creta attuazione alle previsioni del decretolegislativo per l’uso sostenibile degli agro-farmaci e quindi della direttiva madren. 2009/128/CE;

l’articolo 4 della direttiva 2009/128/CE, piani d’azione nazionali, recita alcomma 1: « Gli Stati membri adottanopiani d’azione nazionali per definire ipropri obiettivi quantitativi, gli obiettivi, lemisure e i tempi per la riduzione dei rischie degli impatti dell’utilizzo dei pesticidisulla salute umana e sull’ambiente ». Aparere degli interroganti, il PAN non iden-tifica alcun obiettivo quantitativo e de-manda gli stessi ad altri atti non meglioidentificati, da emanarsi entro uno o dueanni dalla sua entrata in vigore, né indicai tempi per la riduzione dei rischi e degliimpatti sulla salute e sull’ambiente, per-dendo l’ennesima occasione di regolamen-tare nel dettaglio questi assetti fondamen-tali;

altro aspetto critico a parere degliinterroganti riguarda l’assenza nel PAN diun sistema sanzionatorio che rende difatto inefficace tutto l’impianto. Sulla di-fesa integrata, ad esempio, gli obblighi acarico delle aziende agricole sono ridotti alminimo: in caso di controllo si deve solopoter dimostrare di conoscere o avereaccesso alle previsioni meteo, ai bollettiniterritoriali di difesa integrata, ai materialiinformativi sulla difesa integrata da repe-rire on-line o presso i fornitori di fitofar-maci; non vi è alcuna sanzione nel caso ciònon sia posto in essere dagli agricoltori;

all’articolo 6 del decreto legislativon. 150 del 2012 si definisce che il PAN unavolta approvato venga trasmesso agli altriStati membri ed alla Commissione euro-pea e venga da questa riesaminato perio-dicamente almeno ogni cinque anni;

all’articolo 14 del decreto legislativon. 150 del 2012 si specifica che il Piano

definisce le misure appropriate per latutela dell’ambiente acquatico e delle fontidi approvvigionamento di acqua potabiledall’impatto dei prodotti fitosanitari, e chele regioni assicurano l’attuazione delle mi-sure previste dal piano informando ognianno i Ministeri dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare e dellasalute sulle misure adottate; non risultaagli interroganti che nel PAN sia presentealcuna decisione in merito alla tutela del-l’ambiente acquatico e delle aree specifi-che, viene invece ulteriormente rimandataad altro atto l’individuazione delle misurespecifiche;

a questo proposito, risulta agli inter-roganti che la Commissione europea, nellariunione bilaterale del 24 settembre 2013,a causa di una scarsa attuazione dellemisure di tutela dell’ambiente acquatico edelle fonti di approvvigionamento di acquapotabile abbia richiesto all’Italia la precisadefinizione delle misure da applicare incampo agricolo per la tutela delle acque;

nel testo unico ambientale, oltretutto,si era stabilito che le regioni avrebberodovuto individuare, al fine di tutelare leacque, le cosiddette aree vulnerabili danitrati, ed applicare le relative misure disalvaguardia. Ad oggi 18 regioni avrebberoindividuato le suddette zone che corri-sponderebbero ad oltre il 50 per centodella SAU con punte dell’80 per centodella SAU della regione Lombardia; nono-stante ciò nessuna misura ad oggi risultasia stata applicata per la riduzione del-l’apporto dei nitrati e per la salvaguardiadelle acque; allo stesso modo si era sta-bilito che le regioni avrebbero dovutoindividuare, sempre ai fini di tutela delleacque, le cosiddette aree vulnerabili daprodotti fitosanitari, che ad oggi non ri-sulta siano state individuate, tranne che inVeneto ed in Piemonte, ma anche inquesto caso, nessuna misura volta allariduzione dell’uso dei prodotti fitosanitaripare sia stata presa;

non risulta agli interroganti, oltre-tutto, che il Ministero dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare, nonostante

Atti Parlamentari — 13655 — Camera dei Deputati

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ne avesse facoltà, abbia mai identificato lesuddette zone vulnerabili attraverso i po-teri sostitutivi sulle regioni inadem-pienti –:

se i Ministri interrogati non ritenganoopportuno, anche nell’ambito del semestreeuropeo a guida italiana, proporre unarivisitazione del piano di azione nazionale(PAN) nel senso di una sua più dettagliatae puntuale riscrittura, posto che nellostesso non si riscontrano né gli obiettiviquantitativi, le misure ed i tempi per lariduzione dei rischi e degli impatti del-l’utilizzo dei pesticidi sulla salute umana esull’ambiente che stabilisce l’articolo 4,comma 1, della direttiva 2009/128/CE/(piani d’azione nazionali), né tantomeno lemisure appropriate per la tutela dell’am-biente acquatico e delle fonti di approv-vigionamento di acqua potabile dall’im-patto dei prodotti fitosanitari, per le qualil’Italia era già stata allertata dalla Com-missione europea nella riunione bilateraledel 24 settembre 2013;

se il Ministro dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare, con ri-guardo delle misure per la tutela dell’am-biente acquatico e delle fonti di approv-vigionamento di acqua potabile, conside-rato che nelle zone vulnerabili da nitratinon risulta sia stata presa alcuna misuradi salvaguardia, mentre le zone vulnerabilida fitofarmaci non sono neppure stateancora individuate, salvo che nelle regioniVeneto e Piemonte, non ritenga opportunoassumere ogni iniziativa di competenzaper evitare violazioni della normativa eu-ropea;

se i Ministri interrogati, per quantoesposto in premessa e nell’ambito delleloro prerogative, non ritengano che l’as-senza di un sistema sanzionatorio vada arendere di fatto inefficaci i pochi obblighistabiliti dal PAN e pertanto non ritenganoopportuno inserirlo in occasione di unaeventuale rivisitazione. (4-05032)

* * *

BENI E ATTIVITÀ CULTURALIE TURISMO

Interrogazioni a risposta scritta:

DE GIROLAMO. — Al Ministro dei benie delle attività culturali e del turismo. —Per sapere – premesso che:

La Reggia di Caserta, storica resi-denza dei Borbone di Napoli riconosciutacome patrimonio dell’umanità dall’Unescosin dal 1997 e che, nel 2012, ha fattoregistrare la presenza di ben 570 milavisitatori, versa in uno stato sconcertantedi degrado;

la trasmissione di La 7, L’aria che tira,di lunedì 2 giugno, ha evidenziato come laReggia sia in stato di preoccupante abban-dono. Si è, infatti, registrato un nuovocrollo di una porzione del tetto della zonaovest del palazzo, occupata dalla Scuolaspecialisti dell’Aeronautica militare; glisplendidi giardini sono chiusi « a tempo in-determinato », chiusa, altresì, risulta la saladel Presepe del ’600 e ’700 napoletano;

il gioiello architettonico del Vanvitelliè peraltro divenuto luogo di spaccio didroga e di vendita abusiva di articoli egadget che fanno della Reggia di Casertaun « suk fuori controllo »;

nel mese di aprile è stata persinorubata la gabbia di Faraday posta sopra iltetto della Reggia;

il giovedì successivo alla Santa Pa-squa, quando il parco della stessa Reggia,doveva risultare, in teoria, chiuso al pub-blico, una decina di giovani sono entrati, sisono immersi nelle fontane ed hanno in-scenato una indegna gazzarra senza chealcuno intervenisse;

quanto descritto è solo una parteinfinitesimale di ciò che avviene all’internodella Reggia di Caserta e la situazione èpervenuta ad un tale degrado che ognianno si è arrivati a perdere oltre cinquan-tamila visitatori;

è necessario, quindi, mettere sottocontrollo la situazione e intraprendereazioni dirette a preservare questo bene

Atti Parlamentari — 13656 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 GIUGNO 2014

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pubblico di impareggiabile valore ed aconservarlo, salvaguardarlo, restaurarloper renderlo disponibile a chi intendavisitarlo –:

quali urgenti iniziative intenda adot-tare per affrontare e risolvere un pro-blema che, già di per se grave, rischia digettare ulteriore discredito sul nostroPaese incapace di gestire e rendere fruibileall’umanità intera l’enorme patrimonioculturale che gli appartiene. (4-05031)

COLONNESE, FICO, SILVIA GIOR-DANO e LOREFICE. — Al Ministro deibeni e delle attività culturali e del turismo.— Per sapere – premesso che:

il parco Floridiana che si trova aNapoli nel quartiere Vomero, fu voluto nel1815 da Ferdinando IV di Borbone cheacquistò per la moglie Lucia Migliaccio,duchessa di Florida l’ampio appezzamentosulla collina del Vomero, dove si ergevauna imponente villa, che chiamò Flori-diana. Nel 1817 inoltre il re acquistò altreproprietà confinanti che portarono adavere un ingresso anche a via Chiaia. Trail 1817 e il 1819 l’architetto AntonioNiccolini realizzò la villa in stile neoclas-sico e l’ampio parco in stile romantico.Villa Lucia e parte del parco furono ven-duti a privati, mentre nel 1919 lo Statoacquistò il resto del parco e villa Flori-diana, dove vi espose la collezione diceramiche ricevuta in donazione nel 1911da Maria Spinelli di Scalea, che l’avevaereditata dal duca di Martina, da cui ilmuseo prende il nome;

il parco è l’unico « polmone verde »del quartiere Vomero, nonché un’impor-tante area verde dove gli abitanti delvomero, ma non solo, possono passeggiaree rilassarsi;

il degrado del parco e della ottocen-tesca Villa Floridiana al Vomero, a cui icittadini napoletani assistono quotidiana-mente, sono l’emblema dell’abbandonoistituzionale riguardo i beni pubblici, cul-turali ed il verde urbano;

già nel 2003 si era scongiurato ilrischio di chiudere la Floridiana grazieall’intervento del comune di Napoli, che siaccollò l’onere di un servizio temporaneodi manutenzione di alcune aree, evitandocosì la chiusura della struttura;

il comune di Napoli era intervenutocon una convenzione del 2004 scaduta nel2010;

il comune di Napoli era anche inter-venuto nel 2011 e nel 2012 evitandone lachiusura –:

quali piani e quali spese siano statefatte dal Ministero sia in merito allamanutenzione ordinaria che in merito aeventi e manifestazioni straordinari, negliultimi 10 anni;

quali iniziative intenda porre in es-sere per garantire anche per il futuro laindefettibile fruizione gratuita del parco.

(4-05033)

* * *

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

MICCOLI. — Al Ministro della difesa, alMinistro della salute, al Ministro per lasemplificazione e la pubblica amministra-zione. — Per sapere – premesso che:

la Croce rossa italiana è un ente didiritto pubblico non economico con pre-rogative di carattere internazionale chesvolge importanti ruoli istituzionali con-nessi con l’assistenza umanitaria e socio-sanitaria, con l’assolvimento di compiti diprotezione civile e di ausiliarietà alle forzearmate dello Stato, essendo punto di ri-ferimento indiscusso in tali ambiti;

la componente più antica dell’asso-ciazione della Croce rossa italiana è ilCorpo militare che per effetto di normevigenti è un corpo militare speciale volon-tario, ausiliario delle Forze armate delloStato, la cui costituzione risale al 1866;

Atti Parlamentari — 13657 — Camera dei Deputati

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il Corpo militare della Croce rossaitaliana svolge attività in tempo di guerraprovvedendo all’assistenza, allo sgomberoe alla cura dei feriti e delle vittime,militari e civili, organizza ed esegue mi-sure di difesa sanitaria antiaerea, disim-pegna il servizio di ricerca e assistenza deiprigionieri di guerra, degli internati, deidispersi, dei profughi, dei deportati e deirifugiati, svolge attività di assistenza sani-taria in relazione alla difesa civile. Intempo di pace provvede al mantenimentoe alla gestione dei centri di mobilitazionee delle basi operative, cura la custodia e ilmantenimento delle dotazioni sanitarie,provvede all’addestramento e all’aggiorna-mento del proprio personale ed organizzacorsi qualificativi di primo soccorso e diauto protezione sanitaria a favore delpersonale delle Forze armate, concorre alservizio di assistenza sanitaria nel caso digrandi manifestazioni ed eventi e per eser-citazioni militari, fornisce assistenza esupporto sanitario alle Forze armate e alleforze di polizia nei poligoni di tiro, èimpiegato nel corso di calamità naturali odisastri per operazioni di protezione civilee si occupa anche della diffusione deldiritto internazionale umanitario;

tutti gli appartenenti al Corpo adot-tano l’uniforme in uso a quella dell’Eser-cito da cui si differenziano peculiarmenteper il distintivo di appartenenza e perl’apposizione del distintivo di neutralità;

il suo personale è sottoposto all’or-dinamento disciplinare e penale militare ela sua organizzazione ed il suo funziona-mento sono regolati dal codice dell’ordi-namento militare, di cui al decreto legi-slativo 15 marzo 2010, n. 66, e al decretodel Presidente della Repubblica 15 marzo2010, n. 90, recante « Testo unico delledisposizioni regolamentari in materia diordinamento militare » (e successive mo-dificazioni), che hanno assorbito, abrogan-dolo, il regio decreto del 10 febbraio 1936,n. 484, rimasto in vigore per oltre 70 anni;

il personale militare della Crocerossa italiana riveste i distintivi di grado iquali sono nomenclati e raccordati attra-

verso una tabella di equiparazione con leForze armate e i Corpi di polizia adordinamento militare e che individuanoimprescindibilmente l’ordine gerarchiconella catena di subordinazione che disci-plina l’ordinamento militare del Corpo;

la Croce rossa italiana per assolvereai compiti istituzionali si avvale anche dipersonale militare;

il decreto legislativo 15 marzo 2010,n. 66, e il decreto del Presidente dellaRepubblica 15 marzo 2010, n. 90, cosìcome il regio decreto del 10 febbraio1936, n. 484, rimasto in vigore per oltre70 anni, non hanno mai previsto un« ruolo per il personale militare » in ser-vizio continuativo;

pur in mancanza di una dotazioneorganica e di norme di assunzione con-formi alle attuali disposizioni vigenti, ilpersonale presente alla data del decreto diriordino della Croce rossa italiana (decretolegislativo n. 178 del 2012), era pari acirca 1.200 unita di cui n. 850 cosiddettein servizio continuativo e a n. 350 cosid-dette personale richiamato;

attualmente, per effetto del raggiun-gimento dei limiti di età, sono in servizio811 militari cosiddetti continuativi e, aseguito dei congedi intervenuti nel tempo,176 militari cosiddetti richiamati;

nella prima fase di applicazione dellariforma della CRI, con la privatizzazionedei comitati provinciali e locali, alla datadel 31 marzo 2014, è stato posto incongedo un contingente pari a n. 109unità di cosiddetti militari richiamati;

il sopra richiamato personale conge-dato ha trovato, solo in parte e a tempodeterminato, ricollocazione nelle neo co-stituite strutture territoriali private, conevidente danno giuridico ed economico econseguente nascita di contenzioso conl’ente CRI;

l’attuale contingente di personale co-siddetto richiamato, pari a n. 176 unità, èimpiegato, tenuto conto della professiona-lità acquisita nel corso degli anni, in

Atti Parlamentari — 13658 — Camera dei Deputati

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compiti istituzionali della CRI all’internodella struttura centrale, in posizioni stra-tegiche per il funzionamento della strut-tura amministrativa e operativa;

il personale militare cosiddetto ri-chiamato quale « contingente storico », èpresente in servizio con richiami senzasoluzione di continuità, da un minimo di10 anni fino ad oltre 20 anni, con ilparadosso che, alcuni elementi, sono inpossesso di anzianità maggiore di altricosiddetti continuativi;

il decreto legislativo n. 178 del 2012,decreto di riordino della CRI prevede unpercorso di riconversione per il solo perso-nale militare cosiddetto continuativo, attra-verso il transito nei ruoli civili e la succes-siva mobilità secondo le norme vigenti;

il legislatore nello stesso decreto haevidenziato la presenza del personale co-siddetto richiamato senza soluzione dicontinuità, prevedendo che lo stesso possapartecipare, come il personale cosiddettocontinuativo, alla selezione per titoli per lacostituzione del previsto contingente dipersonale del Corpo militare in servizioattivo pari a trecento unità;

il legislatore ha altresì previsto lapossibilità, per il Presidente nazionaledella CRI, di continuare a richiamaredetto personale fino alla data del 31dicembre 2014;

lo stesso decreto, con evidente dispa-rità, non prevede per il personale cosid-detto richiamato, medesimo percorso diriconversione automatica previsto per ilpersonale cosiddetto continuativo, circo-stanza che ha già generato un contenziosopresso la magistratura competente;

allo stato attuale, così come eviden-ziato nella relazione del dipartimentodella ragioneria generale dello Stato ispet-torato generale di finanza, servizio ispet-tivo di finanza pubblica, all’interno delcontingente di personale cosiddetto conti-nuativo, sono presenti diversi elementicosiddetti « trattenuti in servizio » e quindi

sprovvisti di provvedimenti di assunzione atempo indeterminato ma riconosciuti talidalla norma di riordino;

valutata la posizione generale delpersonale militare della CRI, risalta l’evi-dente identità giuridica tra le posizioni delpersonale cosiddetto continuativo e il per-sonale cosiddetto richiamato;

il personale cosiddetto richiamato inservizio, costituisce l’ossatura portante pergarantire una pronta risposta nelle 24-48ore nel caso di attivazione per grandiemergenze, pubbliche calamità e per au-silio alle forze armate dello Stato;

i militari del Corpo militare dellaCroce rossa italiana si sono meritevol-mente sempre distinti in occasione di tuttele calamità e le gravi emergenze nazionalied internazionali per lenire le sofferenzedei più deboli e più bisognosi, riscuotendoconsensi e attestati di gratitudine in Italiaed all’estero;

nelle loro missioni hanno affiancatole Forze armate dello Stato in scenaridifficili e sconvolti dalla guerra dove ipericoli per la vita umana erano costantie continui e in questi teatri di guerra moltiappartenenti al Corpo hanno contrattoanche gravi malattie, ed in alcuni casisono, purtroppo, deceduti;

il contingente di personale cosiddettorichiamato attualmente in servizio pari an. 176 unità verrà posto in congedo alladata del 30 giugno 2014, e pertanto, salvopossibile ulteriore proroga massima fino al31 dicembre 2014, non trovando riconver-sione alcuna, subirà la perdita del posto dilavoro e la perdita del sostentamento persé e per le proprie famiglie;

così come più volte ribadito dal giàcommissario straordinario della CRI, orapresidente nazionale, la spesa relativa alpersonale militare cosiddetto richiamato,trova da anni copertura nel bilancio del-l’ente, attraverso i contributi di funziona-mento dello Stato e pertanto una even-tuale stabilizzazione non comporterebbeulteriori oneri;

Atti Parlamentari — 13659 — Camera dei Deputati

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allo stato attuale, ove non intervengauna modifica al testo di riordino dell’ente,gli attuali vertici dello stesso, sarannoimpossibilitati a continuare a richiamare,per l’anno 2015, il « contingente storico »dei cosiddetti richiamati nonché a proce-dere, così come per il personale cosiddettocontinuativo, al percorso di riconversioneprevisto dal decreto legislativo n. 178 del2012 –:

quale iniziativa utile si intenda intra-prendere per eliminare l’evidente disparitàdi trattamento, perpetrata nei confrontidel personale militare della CRI cosiddettorichiamato;

quale ulteriore iniziativa utile si in-tenda porre in essere per stabilizzare ilsopra citato personale;

quale iniziativa immediata si intendaattuare per scongiurare il licenziamento didetto contingente a fronte del prossimocongedo previsto dal decreto legislativon. 178 del 2012, anche attraverso un« congelamento » delle posizioni in attesadi una soluzione politica e normativa dellaquestione. (4-05046)

* * *

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta in Commissione:

FRAGOMELI, CAUSI e RUBINATO. —Al Ministro dell’economia e delle finanze. —Per sapere – premesso che:

ai sensi dell’articolo 1, comma 688della legge 27 dicembre 2013 n. 147, so-stituito dall’articolo 1, comma 1, lettera b)del decreto legge 6 marzo 2014, n. 16,convertito, con modificazioni, dalla legge 2maggio 2014, n. 68, è stata fissata lascadenza per il pagamento della Tasi (tri-buto sui servizi indivisibili) differenzian-dola nelle seguenti modalità:

1. pagamento prima rata in ac-conto al 16 giugno e seconda rata a saldo

il 16 dicembre per i comuni che hannoapprovato i bilanci di previsione 2014 epubblicate le aliquote e detrazioni deltributo entro il 31 maggio 2014;

2. pagamento in un’unica rata al 16dicembre per gli immobili adibiti ad abi-tazione principale e pagamento dellaprima rata al 16 giugno ad aliquota base(1 per mille) e seconda rata a conguaglioentro il 16 dicembre per gli altri immobilinei comuni che non hanno approvato ibilanci di previsione 2014 e non sono statepubblicate le aliquote e detrazioni deltributo entro il 31 maggio 2014;

i CAF hanno evidenziato, tuttavia, lecriticità nell’assistere i contribuenti nelpagamento della Tasi anche per gli altriimmobili – in particolare per l’individua-zione del soggetto passivo/locatario – af-ferenti ai comuni che hanno pubblicato lealiquote e le detrazioni entro il 31 maggio2014;

il Governo ha recentemente manife-stato l’intenzione di emanare un provve-dimento d’urgenza, nei prossimi giorni,recante il rinvio del pagamento inun’unica rata al 16 dicembre anche per glialtri immobili (come per la prima casa);

in risposta all’interrogazione a rispo-sta immediata nella Commissione finanze(5-01867) del 14 gennaio 2014, concer-nente l’opportunità di non applicare lesanzioni e gli interessi per i pagamentieffettuati in ritardo a causa del mancatoricevimento del bollettino del saldo Tares2013 e del modulo F24 relativo ai « serviziindivisibili », il rappresentante del Governoha richiamato l’articolo 10, comma 2, dellalegge 27 luglio 2000 n. 212, secondo ilquale « non sono irrogate sanzioni nérichiesti interessi moratori al contribuente,qualora egli si sia conformato a indica-zioni contenute in atti all’amministrazionefinanziaria, ancorché successivamente mo-dificate dall’amministrazione medesima, oqualora il suo comportamento risulti postoin essere a seguito di fatti direttamenteconseguente a ritardi » –:

se il Governo intenda, al fine diridurre le oggettive difficoltà dei contri-

Atti Parlamentari — 13660 — Camera dei Deputati

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buenti in un contesto normativo tuttora inevoluzione e in prossimità della scadenzanormativa del 16 giugno, prevedere la nonapplicazione di sanzioni e interessi per ipagamenti in ritardo – entro il 31 luglio2014 – della Tasi. (5-02942)

ANZALDI, CARBONE, MARCO DIMAIO, GRASSI e MAGORNO. — Al Mini-stro dell’economia e delle finanze. — Persapere – premesso che:

le dogane, in Italia, potrebbero recu-perare un gettito per un importo che vadai 6 agli 8 milioni di euro se fosseromesse nelle condizioni di effettuare inmaniera ottimale i controlli per l’esazionedella tassa sui voli in aerotaxi, introdottacon l’articolo 16 del decreto cosiddetto« salva Italia » (decreto-legge n. 201 del2011) e rubricato con « Disposizioni per latassazione di auto di lusso, imbarcazionied aerei »;

questa attività di controllo avrebbeanche la funzione di correggere un’attivitàdi concorrenza sleale esercitata da vettoristranieri ai danni delle compagnie italiane;

le modalità di pagamento dell’impo-sta, così come configurate, creano un in-giusto favoritismo a vantaggio delle com-pagnie straniere, proprio perché attual-mente non c’è ancora il decreto attuativoche autorizzi la guardia di finanza adeffettuare i controlli, tant’è che chi volacon aziende con sede legale all’estero difatto non paga la tassa;

la dogana è l’organo aeroportualechiamato a controllare l’imbarco del car-burante esentato per i voli commercialipertanto se a tale struttura fosse delegatal’attività di controllo e pagamento dellatassa chi eventualmente volesse evitare difar pagare ai propri passeggeri la suddettatassa, dichiarandosi volo privato, non po-trebbe imbarcare carburante detassato;

la dogana effettuando i controlli, po-trebbe risalire anche ai voli passati equesta attività potrebbe consentire di sco-prire anche un’altra attività di evasione e

di elusione delle normative vigenti comequella di chi dichiara commerciali i voliprivati al fine di poter imbarcare carbu-rante detassato;

affidando alle dogane la possibilità dieffettuare verifiche, si potrebbero quindirecuperare circa 6-8 milioni di euro rela-tivi ai primi due anni di vigenza della tassae, a regime, circa 4 milioni di euro al-l’anno, costringendo anche le compagniestraniere a pagarla;

per fare ciò è indispensabile l’ema-nazione di una apposita circolare ministe-riale per autorizzare le dogane ad eserci-tare tale funzione di controllo –:

se e quali iniziative il Ministro in-tenda attivare da subito, prima dell’avviodella stagione estiva, affinché possa essereemanata una circolare che autorizzi ledogane ad esercitare attività di controlloed esazione della tassa vigente sui voli inaerotaxi, dando piena attuazione alla nor-mativa vigente e correggendo una sistema-tica distorsione dell’attività di concorrenzache penalizza le società italiane di aero-taxi. (5-02944)

Interrogazioni a risposta scritta:

BINI. — Al Ministro dell’economia edelle finanze. — Per sapere – premessoche:

la possibilità di usufruire delle age-volazioni fiscali per l’acquisto della primacasa, nella particolare fattispecie dell’ac-quisto di immobili in corso di costruzione,non trova alcuna esplicita collocazioneall’interno della disciplina normativa diriferimento;

l’articolo 1, nota II-bis, tariffa parteprima del decreto del Presidente dellaRepubblica n. 131 del 1986 determina lecondizioni necessarie per ottenere detteagevolazioni; tra queste, quella che l’im-mobile sia ubicato nel territorio del co-mune in cui l’acquirente ha o stabilisce lapropria residenza entro diciotto mesi dal-l’acquisto;

Atti Parlamentari — 13661 — Camera dei Deputati

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la Corte di cassazione si è pronun-ciata in modo deciso, sostenendo che leagevolazioni per l’acquisto della primacasa sono usufruibili anche nel caso diacquisto di immobile in corso di costru-zione (si vedano Cassazione Civile n. 9149/00, 9150/00, 5297/01, 8163/02, 3604/03,18300/04 e 10011/09);

anche la prassi ministeriale ha avutomodo di esprimersi in aderenza al pre-detto indirizzo giurisprudenziale, laddove,con le circolari n. 19/E del 10 marzo 2001e, da ultimo, n. 38/E del 12 agosto 2005,ha affermato, senza dubbi di sorta, che lacondizione essenziale al fine di mantenerele invocate agevolazioni fiscali relative allaprima casa, coincida con la dimostrazionedell’ultimazione dei lavori nei termini didecadenza del potere di accertamento del-l’ufficio relativamente alla sussistenza deirequisiti per la fruizione dei predetti be-nefici (tre anni dalla registrazione dell’attopubblico ex articolo 76, del decreto delPresidente della Repubblica n. 131 del1986); da ciò, pertanto, consegue, secondola prassi ministeriale, che il potere diaccertamento in capo all’ufficio (trienniodecadenziale) inizi a decorrere dall’ulti-mazione dei lavori;

ancora la Corte di cassazione, più direcente, con l’ordinanza n. 3507 dell’11febbraio 2011 ha rigettato un ricorso del-l’Agenzia delle entrate, indicando chiara-mente che « ... alla stregua del quadronormativo di riferimento e dei richiamatiprincipi, al termine valorizzato in ricorso(18 mesi dall’acquisto) avente caratteremeramente sollecitatorio, non può ricono-scersi natura perentoria, cui riconnetteredella decadenza, effetto che deve, invece,ricollegarsi solo all’inutile decorso del ter-mine triennale,... »;

anche la Commissione tributaria re-gionale di Venezia, sezione XXIX, si èespressa con una pronuncia di merito inrelazione alla problematica in questione,ovverosia alla determinazione del dies aquo far decorrere il termine dei diciottomesi per trasferire la residenza;

con sentenza n. 34 del 22 ottobre2007 la predetta commissione tributaria

ha affermato, infatti, che in ipotesi diacquisto di immobile in corso di costru-zione e partendo dalla pacifica ed assodatapossibilità di usufruire delle agevolazioniper l’acquisto della prima casa, il terminedei diciotto mesi entro cui l’acquirentedeve trasferire la residenza decorre nondalla registrazione dell’atto pubblico, madal giorno in cui detto immobile è dive-nuto effettivamente idoneo all’utilizzo edal soddisfacimento dell’esigenza abitativa,avendo cura di indicare che i lavori de-vono essere ultimati entro tre anni dal-l’acquisto;

il percorso logico-giuridico sviluppatodalla commissione tributaria regionale delVeneto, in assenza di alcun riferimentocontenuto nel decreto del Presidente dellaRepubblica n. 131 del 1986, ritiene didover applicare le regole generali conte-nute nel codice civile, e segnatamentel’articolo 2964, che disciplina il computodella decadenza dal momento in cui ilpotere (o diritto) può essere esercitato;

ancor più recentemente una sentenzadella commissione tributaria regionale diFirenze n. 526 del 2011, pronunciatasi indata 12 dicembre 2012, ha ribadito gli esitiai quali è pervenuta la Cassazione, ri-guardo alla caratteristica non perentoriama di natura « meramente sollecitatoria »del termine dei 18 mesi;

diverse commissioni tributarie e lastessa Cassazione hanno più volte ricono-sciuto l’impossibilità per causa di forzamaggiore, del contribuente, a trasferire lapropria residenza nell’abitazione acqui-stata nei termini previsti, avvalorando l’in-terpretazione che residenza e relativa co-struzione o abitazione acquistata non pos-sano essere tra loro scollegate;

l’Agenzia delle entrate continua, in-vece, a revocare le agevolazioni (consi-stenti in IVA e imposta di registro ridotte,a seconda dei casi, oltre a interessi esanzioni) sulla base del presupposto se-condo il quale gli acquirenti che nonhanno provveduto a trasferire la residenzanel comune entro 18 mesi dalla registra-zione dell’atto pubblico di acquisto nonsono in regola;

Atti Parlamentari — 13662 — Camera dei Deputati

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il requisito del trasferimento dellaresidenza, spiega formalmente l’Agenziadelle entrate, non è da intendersi cometrasferimento nell’immobile acquistato,ma, più genericamente, trasferimento nelterritorio del comune dove l’immobile ac-quistato è ubicato;

tale interpretazione, ovviamente, fa-vorisce chi acquista l’immobile nel mede-simo comune dove già risiede e penalizzamaggiormente chi invece sta costruendo lapropria abitazione in un comune nel qualenon risiede, in quanto chi costruisce lapropria prima casa nel comune in cui giàrisiede ha tre anni di tempo per costruirla,mentre chi non è già residente nel comunein cui sta costruendo ha solo 18 mesi,periodo entro il quale deve trasferire ne-cessariamente la residenza per non per-dere le agevolazioni concesse;

l’interpretazione dell’Agenzia delleentrate non sembra allinearsi a quantoindicato nelle citate sentenze che richia-mano la necessità di riconoscere l’impos-sibilità per causa di forza maggiore, delcontribuente, a trasferire la propria resi-denza nell’abitazione acquistata nei ter-mini previsti dalla legge;

è del tutto evidente che occorre de-terminare con chiarezza, nel caso di ac-quisto di un immobile in corso di costru-zione, il giorno dal quale far decorrere iltermine dei diciotto mesi utili per trasfe-rire la residenza, al fine delle agevolazionifiscali di cui in premessa;

la soluzione del problema potrebbeessere conseguita prevedendo che il ter-mine di 18 mesi per acquisire la residenzadecorra dal momento in cui il comunerilascia il certificato di agibilità dell’im-mobile e quindi effettivamente la costru-zione ha avuto termine oppure preve-dendo la decadenza dalle agevolazioni perl’acquisto della prima casa esclusivamentedecorso un triennio dall’acquisto –:

quali iniziative urgenti intenda assu-mere per chiarire definitivamente quantoesposto in premessa. (4-05026)

BONACCORSI e BERGAMINI. — AlMinistro dell’economia e delle finanze. —Per sapere – premesso che:

il SIOPE (sistema informativo sulleoperazioni degli enti pubblici) è un si-stema di rilevazione telematica degli in-cassi e dei pagamenti effettuati dai teso-rieri di tutte le amministrazioni pubbliche,che nasce dalla collaborazione tra la ra-gioneria generale dello Stato, la Bancad’Italia e l’ISTAT, in attuazione dall’arti-colo 28 della legge n. 289 del 2002, ed èdisciplinato dall’articolo 14, commi dal 6all’11, della legge n. 196 del 2009;

tale sistema risponde, tra le altre,« all’esigenza di migliorare, rispetto al pre-cedente sistema di rilevazione dei flussi dicassa di cui all’articolo 30 della leggen. 468 del 1978, la conoscenza dell’anda-mento dei conti pubblici, sia sotto il pro-filo della quantità delle informazioni di-sponibili, sia sotto il profilo della tempe-stività »;

il Siope per queste ed altre motiva-zioni rappresenta uno strumento fonda-mentale per il monitoraggio dei conti pub-blici, attraverso la rilevazione in temporeale del fabbisogno delle amministrazionipubbliche e l’acquisizione delle informa-zioni necessarie alla predisposizione dellestatistiche trimestrali di contabilità nazio-nale, ai fini della verifica del rispetto delleregole previste dall’ordinamento comuni-tario;

il sistema Siope risulta affidato allaBanca d’Italia, sulla base di un’appositaconvenzione sottoscritta il 1o marzo 2003.Risulta inoltre disponibile e accessibilesolamente nei giorni feriali dal lunedì alvenerdì dalle 8:00 alle 18:00;

tale limitazione oraria è limitativa e,non permettendo l’accesso e la consulta-zione dei dati in orari diversi da quelliindicati, può creare un disagio, data anchela quantità ingente di dati presenti all’in-terno del sistema Siope, a chi per necessitàdi effettuare ricerche vede interrompersi ilproprio lavoro allo scadere della fasciaoraria;

Atti Parlamentari — 13663 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 GIUGNO 2014

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la suddetta limitazione oraria po-trebbe sembrare addirittura in contrastocon le finalità di tale sistema, che richiamaappunto la tempestività, e con il miglio-ramento dell’accessibilità rispetto ai si-stemi precedenti –:

se il Ministro sia a conoscenza dellemotivazioni di questi termini orari delsistema in questione, di quali siano ivantaggi derivati da questo tipo di solu-zioni e se siano tali da giustificare ecompensare tutte le limitazioni in terminidi qualità del servizio e di accessibilità;

se il Ministro non preferisca, visteanche le possibilità che la tecnologia oggimette a disposizione senza l’obbligo dipersonale umano dedicato, rendere utiliz-zabile senza limiti di orario il sistemaSiope e l’accesso online dal sito, favoren-done l’utilizzo e semplificando il lavoro ela consultazione dell’ingente mole di datiraccolti all’interno. (4-05039)

PRODANI. — Al Ministro dell’economiae delle finanze. — Per sapere – premessoche:

il decreto legge 6 luglio 2011, n. 98,convertito, con modificazioni, dalla legge15 luglio 2011, n. 111, su disposizioniurgenti per la stabilizzazione finanziaria,ha introdotto misure per favorire la ridu-zione del costo della politica e della spesadella pubblica amministrazione;

tra le norme figura, all’articolo 11,comma 9, la razionalizzazione dei servizidi pagamento degli stipendi delle ammi-nistrazioni diverse da quelle dello Statocentrale – come comuni e province – conl’introduzione di convenzioni, da stipularecon il Ministero dell’economia e dellefinanze (MEF) efficaci dal primo gennaio2013, per l’erogazione di questo tipo diservizio in modo da conseguire consistentirisparmi di spesa;

in base all’articolo summenzionato, ilMinistero dell’economia e delle finanze haemanato il previsto decreto non regola-mentare il 6 luglio 2012 per definire

modalità, regole oneri per l’utilizzo deiservizi per il pagamento delle retribuzionial personale delle pubbliche amministra-zioni erogati tramite il proprio sistemacentralizzato;

in base a quanto stabilito dal decreto,per l’erogazione dei servizi è necessaria lastipula di un’apposita convenzione di du-rata quadriennale tra il Ministero dell’eco-nomia e delle finanze e l’amministrazionerichiedente. Per rispettare l’efficacia sta-bilita dalla legge a partire dal primogennaio 2013, il termine massimo di pre-sentazione della richiesta di adesione èfissato al 31 agosto 2012, mentre la rela-tiva convenzione doveva essere stipulataentro il 30 settembre 2012;

la richiesta di adesione, per gli annisuccessivi al 2013, deve essere inoltrataentro la fine del mese di febbraio del-l’anno precedente quello di utilizzo delservizio e la convenzione deve essere sti-pulata entro il 30 giugno;

sono stabilite alcune eccezioni legatealle amministrazioni pubbliche, diverse daquelle dello Stato, che già usufruiscono deiservizi offerti dal Ministero dell’economiae delle finanze per le quali il decreto siapplica a decorrere dal primo gennaio2015 e alle amministrazioni centrali eperiferiche dello Stato già tenute all’uti-lizzo dei servizi descritti, che non sonosoggette al pagamento del contributo;

la razionalizzazione dei servizi edelle spese legate alla pubblica ammini-strazione è essenziale per efficentarne ilfunzionamento e, contemporaneamente,contenere l’aumento del debito pubblico;

il ricorso al sistema centralizzato delMinistero dell’economia e delle finanzeper il pagamento degli stipendi può costi-tuire un valido strumento per ridurre icosti sostenuti dalle amministrazioni, ma èchiaro che la sua reale efficacia dipendedalla sua diffusione –:

quante e quali siano le amministra-zioni che hanno sottoscritto le convenzioniquadriennali con il Ministero dell’econo-

Atti Parlamentari — 13664 — Camera dei Deputati

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mia e delle finanze per valutarne la dif-fusione e la reale efficacia come strumentoper ridurre la spesa pubblica;

se il Ministro interrogato intenda va-lutare l’adozione di iniziative per l’esten-sione del ricorso al servizio di pagamentosummenzionato, rendendolo obbligatorio,oppure se s’intenda lasciarlo opzionale,circostanza che non sembrerebbe generareconsistenti risparmi (4-05042)

SPESSOTTO, BUSINAROLO e TO-FALO. — Al Ministro dell’economia e dellefinanze. — Per sapere – premesso che:

Crif S.p.A. (Centrale di rischio finan-ziario), è una agenzia privata di informa-zione creditizia, con sede in Bologna, invia M. Fantin 1-3, che raccoglie al suointerno i dati personali di privati e im-prese, forniti direttamente dagli Enti fi-nanziatori che aderiscono alla sua bancadati, vale a dire circa 800 intermediaribancari e finanziari;

secondo quanto emerge dal sito in-ternet della predetta società, accessibile aldominio www.crif.it, nel 2013 il valoredella produzione di Crif s.p.a. è stato paria 305 milioni di euro e il suo patrimonionetto ammonta a 128.888.000 euro. CrifS.p.A. ha circa 1.600 dipendenti distribuititra le sedi delle società controllate in Italiae nel mondo;

i dati detenuti dalla Crif vengonomessi a disposizione di tutte le banche egli intermediari finanziari partecipanti aldatabase, che, a loro volta, li utilizzano perla valutazione delle pratiche di finanzia-mento, compresi i mutui per l’acquisto diimmobili e le fattispecie di credito alconsumo;

nella banca dati della centrale dirischio figurano i dati personali e le in-formazioni degli utenti riguardanti l’anda-mento dei rapporti di credito, come quellerelative alla puntualità nel pagamentodelle rate, alle domande di prestito o agliinadempimenti, con la conseguenza che,

nel caso di segnalazione dell’utente come« cattivo pagatore » presso la Crif, venga difatti precluso l’accesso al credito;

risulta agli interroganti che verreb-bero segnalati presso la Crif non soloquanti si trovano in un vero e propriostato di insolvenza, ma anche coloro iquali, per circostante contingenti, non ab-biano pagato anche solo parte del propriodebito, e che il nominativo dell’utenterimanga registrato come « cattivo paga-tore », anche se costui, successivamentealla scadenza, abbia posto rimedio al ri-tardo saldando l’importo dovuto;

come noto, il Garante per la prote-zione dei dati personali, nel novembre2004, ha varato un nuovo « Codice dideontologia e buona condotta per i sistemiinformativi gestiti da soggetti privati intema di crediti al consumo, affidabilità epuntualità nei pagamenti », sottoscrittodalle associazioni rappresentative del set-tore con la collaborazione delle associa-zioni dei consumatori; tale codice di deon-tologia, che si trova attualmente in fase direvisione per iniziativa del Garante, rap-presenta allo stato attuale l’unica fonte dinatura normativa che disciplina il com-portamento delle centrali di rischio finan-ziario;

come documentato nel servizio dellatrasmissione Report, andato in onda il 19maggio 2014 su Raitre, nonostante tutti idati finanziari di privati e imprese con-vergano nella banca dati della Crif, non èstato possibile risalire alla proprietà dellastessa società, il cui principale socio azio-nista risulta essere la Cribis Holding, chea sua volta risulta di proprietà dellaUnione fiduciaria di Milano, dietro laquale sono schermati i veri proprietari diCrif;

dalle informazioni reperite sul sitointernet della Crif non emergono indica-zioni specifiche ma risulta che il capitaledella stessa sarebbe detenuto per il 90 percento dai soci fondatori e dal managemente per il restante 10 per cento da alcuniistituti di credito. Tra questi ultimi, findagli anni ’90 nella compagine azionaria

Atti Parlamentari — 13665 — Camera dei Deputati

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sono presenti anche 3 banche di livellointernazionale, quali BNL-BNP Paribas,Deutsche Bank e Banco Popolare (la mag-giore banca popolare italiana);

occorre tutelare la trasparenza e idati personali degli utenti ed evitare che lesegnalazioni alla centrale rischi si trasfor-mino in un indebito strumento di pres-sione nei confronti di privati cittadini edimprese –:

di quali elementi disponga il Governocirca gli assetti proprietari della Crif spa;

se intenda assumere iniziative nor-mative al fine di disciplinare l’attività dellecentrali di rischio finanziario in modo daevitare illegittimi trattamenti di dati per-sonali ed evitare che gli intermediari fi-nanziari procedano alla iscrizione dei de-bitori senza preavviso, o che costoro, an-che dopo aver saldato il proprio debito,continuino a risultare come inadempienti.

(4-05050)

* * *

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:

CIRIELLI. — Al Ministro della giustizia.— Per sapere – premesso che:

la riforma delle circoscrizioni giudi-ziarie disposta dai decreti legislativi n. 155e n. 156 del 2012, ha previsto una revi-sione geografica giudiziaria su tutto ilterritorio nazionale con la soppressione di31 tribunali, 38 procure, 220 sedi distac-cate e 674 uffici del giudice di pace;

tra le sezioni distaccate ritenute« inutili », nell’ottica di una presunta ra-zionalizzazione delle spese del settore giu-stizia, sono state individuate anche le sedidi Amalfi, Cava De’ Tirreni, MontecorvinoRovella e Mercato San Severino, in quanto« non hanno ragion d’essere perché geo-graficamente non distanti dalla sede cen-trale », come si legge nella relazione;

questa affermazione non risponde alvero per quanto riguarda, in particolare, lasezione di Amalfi che, per la sua specifi-cità territoriale, può essere assimilata aun’isola sulla terraferma non essendo rag-giunta da autostrade, strade veloci o fer-rovie, con le conseguenti e ovvie difficoltàdi mobilità;

il cittadino sarà, pertanto, costretto arinunciare al proprio diritto, poiché arri-vare a Salerno dalla Costiera amalfitanacomporterà un vero e proprio viaggio daassommare ai costi della causa;

pur condividendo la necessità di ot-timizzare le risorse operando un taglioalla spesa pubblica, tale intervento nondeve essere dettato da ragioni meramenteeconomiche ma, come nel caso di specie,tenere conto delle ragioni complessive inbase alle quali un territorio necessita dellapresenza di un presidio dello Stato alproprio interno;

come evidenziato più volte daglistessi avvocati e dalle associazioni di ca-tegoria, fondamentale appare il manteni-mento dell’ufficio del giudice di pace, lecui funzioni ineriscono il bisogno primariodi tutela delle problematiche civili e penaliche riguardano direttamente il cittadinocomune;

a riguardo, il presidente della comu-nità montana Monti Lattari, con nota del17 aprile 2014, all’esito di una favorevolevalutazione da parte della giunta esecutiva,ha dato la disponibilità ad allocare pressol’ente la struttura amministrativa e giudi-ziaria del giudice di pace di Amalfi, me-diante l’ottimale utilizzazione delle risorseumane, dei locali e degli arredi necessaria salvaguardare il servizio di giustizia nelterritorio amalfitano –:

se il Ministro sia a conoscenza deifatti esposti in premessa e, in considera-zione del prospetto di una paralisi gene-rale della macchina giudiziaria, se nonritenga opportuno adottare tutte le inizia-tive necessarie per scongiurare la chiusura

Atti Parlamentari — 13666 — Camera dei Deputati

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dell’ufficio del giudice di pace di Amalfi edoffrire così ai cittadini dell’intero com-prensorio della costa d’Amalfi un piùefficiente e tempestivo servizio di giustizia.

(5-02943)

Interrogazione a risposta scritta:

LOREFICE, GRILLO, MANTERO, CEC-CONI, BARONI, DI VITA, SILVIA GIOR-DANO e DALL’OSSO. — Al Ministro dellagiustizia. — Per sapere – premesso che:

nel contesto della spending review,insieme ai provvedimenti di riorganizza-zione della geografia giudiziaria che hannovisto la soppressione del tribunale di Mo-dica, il Governo ha intrapreso delle azionidirette alla razionalizzazione della geogra-fia penitenziaria che hanno generato ilserio rischio della chiusura del carcere diModica;

il 1o febbraio 2013 è stato infattiufficializzato il decreto di chiusura delcarcere di Modica e il relativo trasferi-mento dei detenuti al già saturo carcere diRagusa, così come la chiusura di altrecarceri della Sicilia. Nell’aprile 2014 ilMinistero ha inviato alle carceri interes-sate (in Sicilia sono quelle di Modica,Mistretta e Nicosia) le disposizioni per itrasferimenti, fissando poi il termine ul-timo per il 23 maggio;

con tale scelta, accelerata dal prov-veditorato regionale dell’amministrazionepenitenziaria, non solo non si tiene contodei tentativi del presidente Crocetta dimantenere in vita la struttura giudiziariamodicana, ma si ignora l’emergenza sbar-chi sulle coste siciliane, in particolarepozzallesi, che determina l’arresto di de-cine di scafisti trasferiti nel carcere diRagusa per competenza territoriale;

tale chiusura ignora altresì i rigidiparametri della cosiddetta sentenza Tor-regiani che hanno portato alla chiusuraper inidoneità dei reparti di minoratipsichici e femminile al carcere di Ragusa,struttura sprovvista di docce all’internodelle camere di pernottamento;

deliberando la chiusura del carcere siè ignorata l’iniziativa parlamentare volta atrasformare la casa circondariale di Mo-dica in istituto a custodia attenuata;

secondo fonti giornalistiche il 16maggio 2014 però il provveditorato regio-nale dell’amministrazione penitenziaria diPalermo avrebbe sospeso momentanea-mente queste disposizioni, a seguito del-l’accoglimento in Senato di un ordine delgiorno come raccomandazione che pre-vede la trasformazione della struttura car-ceraria in struttura attenuata di pena peril trattamento delle tossicodipendenze;

l’interroganda ha chiesto delucida-zioni in merito al ministero della giustizia,soprattutto relativamente all’eventualefirma da parte del Dap di un atto sospen-sivo, anche se temporaneo, relativo allachiusura del carcere. Il Dap dal canto suoha risposto che al momento nessun atto èstato sottoscritto –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza di quanto esposto e quali misureintenda intraprendere per rendere defini-tiva la momentanea sospensione delle di-sposizioni del provveditorato regionaledell’amministrazione penitenziaria cheavevano previsto la chiusura del carcere.

(4-05034)

* * *

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta scritta:

VIGNALI e PISO. — Al Ministro delleinfrastrutture e dei trasporti. — Per sapere– premesso che:

da notizie apparse sui maggiori or-gani di informazione nazionali si apprendeche a Milano, da ormai qualche giorno, èin corso una forte protesta dei tassisti, conmanifestazioni sia spontanee che organiz-zate, che stanno coinvolgendo pressochéintera categoria;

Atti Parlamentari — 13667 — Camera dei Deputati

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il fine di tali manifestazioni è quellodi sollevare l’attenzione sulla singolaresituazione in cui si sono venuti a trovareda ormai circa un anno gli stessi tassisti,ovvero dal momento del lancio dell’appli-cazione per smartphone « Uber »;

Uber è un’applicazione che permettedi prenotare un’auto con conducente per ipropri spostamenti, mettendo diretta-mente in contatto il fruitore con il pre-statore del servizio;

l’attività di noleggio con conducente(NCC), così come quella dei taxi, è disci-plinata dalla legge n. 21 del 1992, cheregola il trasporto di persone medianteautoservizi pubblici non di linea;

l’articolo 3 della succitata legge sta-bilisce, al comma 1, che « il servizio dinoleggio con conducente si rivolge al-l’utenza specifica che avanza, presso larimessa, apposita richiesta per una deter-minata prestazione a tempo e/o viaggio »;il comma 2 del medesimo articolo, rife-rendosi agli autoveicoli destinati al noleg-gio con conducente, prescrive invece che« lo stazionamento dei mezzi deve avvenireall’interno delle rimesse »;

tale previsione normativa è evidente-mente volta alla delimitazione dei campidi attività del servizio di taxi e di quelloNCC, per evitare la sovrapposizione deglistessi e per salvaguardare sia i prestatoridel servizio che l’utenza;

da quanto si apprende dagli organi diinformazione e da quanto è facile imma-ginare dalle caratteristiche dell’applica-zione in questione, il servizio NCC offertoda Uber non terrebbe conto di questeprevisioni, stante la ricerca e la raccoltadei clienti « per le strade » e non nelleforme consentite dalla legge; tale dato èsuffragato anche dall’alto numero di multeelevate dalla polizia locale per l’inosser-vanza di tali norme;

a sostegno di quanto appena espostoin merito al mancato rispetto delle regolecon cui si muoverebbe Uber, vi è ancheun’intervista rilasciata a La Repubblica, indata 19 maggio, da Pierfrancesco Maran,

assessore alla mobilità del comune diMilano, il quale, riferendosi proprio adUber, parla di « app che violano voluta-mente le regole »;

ad esacerbare ancor di più gli animiè da poco arrivata un’altra applicazione,chiamata UberPop, la quale consente achiunque di registrarsi come autista pertrasportare (con il proprio mezzo) clientidietro compenso, senza che siano richiestirequisiti se non quello di avere la patenteda almeno tre anni;

è evidente che quanto sopra nonassicura la tutela del consumatore, chenon si vede garantito sia nella qualità delservizio che nella sicurezza personale, nonessendo i prestatori di tale servizio (gli« autisti » di UberPop) soggetti ad alcuncontrollo circa le qualità richieste per lafornitura dello stesso;

è inoltre da rilevare come tutto ciòaggiri palesemente le disposizioni dellalegge n. 21 del 1992 la quale, all’articolo 6,prescrive l’istituzione del « ruolo dei con-ducenti di veicoli o natanti adibiti adautoservizi pubblici non di linea »;

nello specifico, il comma 3 del suc-citato articolo prevede che « l’iscrizionenel ruolo avviene previo esame da parte diapposita commissione regionale che ac-certa i requisiti di idoneità all’esercizio delservizio con particolare riferimento allaconoscenza geografica e toponomastica »;il comma 5 stabilisce invece che « l’iscri-zione nel ruolo costituisce requisito indi-spensabile per il rilascio della licenza perl’esercizio del servizio di taxi e dell’auto-rizzazione per l’esercizio di noleggio conconducente »;

tale situazione mette a serio rischio ilsacrosanto principio della libera e lealeconcorrenza, dal momento che non a tutticoloro che prestano il medesimo servizio èrichiesto il rispetto delle regole che nor-mano il servizio stesso;

è altresì evidente che la legge quadroprima richiamata né considera né regolala tipologia di servizio fornita da Uber,essendo datata 1992, anno in cui il feno-

Atti Parlamentari — 13668 — Camera dei Deputati

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meno delle applicazioni per dispositivimobili non era ancora emerso, ma talevuoto normativo non può essere il pretestoper aggirare le disposizioni comunque vi-genti nel settore, che regolano diritti edoveri dei prestatori del servizio e del-l’utenza;

la protesta dei tassisti di Milano nonè l’unica in Europa, visto che situazionianaloghe si riscontrano a Londra, Parigi,Berlino; proprio nella capitale tedesca, daquanto riportato dai media, sembrerebbeche l’associazione dei tassisti abbia otte-nuto un’ingiunzione da parte dell’Unioneeuropea per considerare Uber come unavera e propria azienda e non solo uninsieme di lavoratori indipendenti e perquesto soggetta alle stesse regole dei tas-sisti tedeschi;

le nuove frontiere della tecnologianon possono essere ignorate, e spessonuovi modelli di business nascono propriodall’evoluzione della stessa, ed è necessarioche le future disposizioni legislative ab-biano contezza di questo fenomeno e nedefiniscano una giusta regolamenta-zione –:

quali immediate iniziative, perquanto di propria competenza, intendapromuovere, al fine di ripristinare la le-galità (anche prevedendo l’irrogazione diulteriori sanzioni in aggiunta a quelle giàpreviste dalla legge), un sistema di liberae leale concorrenza e una effettiva tuteladei consumatori;

se non ritenga opportuno assumereiniziative normative per la revisione dellalegge n. 21 del 1992, in modo che trovinoregolamentazione anche le nuove forme diservizi ad oggi presenti, in considerazionedella rapidità dell’evoluzione tecnologica edel sempre maggior impatto che le stessehanno sul mercato. (4-05052)

* * *

INTERNO

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare ilMinistro dell’interno, il Ministro della giu-stizia, il Ministro degli affari esteri, persapere – premesso che:

il regolamento Dublino III (regola-mento (UE) n. 604/2013; in precedenzaConvenzione di Dublino) è un regolamentoeuropeo che determina lo Stato membrodell’Unione europea competente ad esami-nare una domanda di asilo o riconosci-mento dello status di rifugiato in base allaConvenzione di Ginevra articolo 51);

il regolamento è la pietra angolaredel sistema di Dublino, costituito dal re-golamento Dublino III e dal regolamentoEurodac, che istituisce una banca dati alivello europeo delle impronte digitali pergli immigrati clandestini nell’Unione euro-pea;

secondo il Consiglio europeo per irifugiati e gli esuli (ECRE) e l’UNHCR, ilsistema attuale non riesce però a fornireuna protezione equa, efficiente ed efficace.È stato dimostrato, infatti, in diverse oc-casioni, sia da ECRE sia da UNHCR, cheil regolamento impedisce i diritti legali e ilbenessere personale dei richiedenti asilo,compreso il diritto a un equo esame dellaloro domanda d’asilo e, ove riconosciuto,ad una protezione effettiva;

esso conduce, inoltre, ad una distri-buzione ineguale delle richieste d’asilo tragli Stati membri, con situazione di parti-colare onere per l’Italia, Paese che da solosi affaccia sul Mediterraneo con ben 7456chilometri di coste e il cui suolo nazionalearriva a distare solo 113 chilometri dalcontinente africano;

dal primo agosto 2012 al 10 agosto2013 sono state 24.277 le persone sbarcatesul suolo italiano, a cui debbono aggiun-gersi le migliaia di persone morte in maredurante la traversata, mentre sono state intotale circa 43.000 le persone che sonoarrivate via mare nel 2013;

Atti Parlamentari — 13669 — Camera dei Deputati

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nei primi cinque mesi del 2014 si èregistrato un numero di persone arrivatevia mare in Italia pari a quello rilevatodurante l’intero 2013;

con il pattugliamento navale iniziatoil 18 ottobre 2013, l’operazione Mare No-strum ha consentito di salvare circa 20.000naufraghi sulle coste siciliane;

l’accoglienza e la sicurezza, la prote-zione e il pattugliamento che l’Italia hagarantito con un’iniziativa unilaterale at-tendono un rafforzamento da parte dellaUnione europea;

le operazioni di salvataggio e di ac-coglienza gravano infatti in modo spro-porzionato sull’Italia, sia per quanto ri-guarda le risorse umane impegnate, siaper quanto riguarda le risorse economicheallocate;

i flussi migratori che arrivano sullecoste italiane sono costituiti sia da mi-granti economici che profughi politici;

negli ultimi mesi, come ha affermatoil Ministro Alfano nella informativa svoltail 16 aprile 2014 presso la Camera, gliarrivi sul suolo italiano sono composti ingran parte da rifugiati, provenienti daSiria, Eritrea, sud Sudan, e da altri Paesiafricani teatro di guerra o a forte insta-bilità politica;

peraltro, già il rapporto di Ferragosto2013 del Ministero dell’interno informavache nel corso dell’anno precedente il Go-verno ha esaminato 11.068 richieste diprotezione internazionale e, tra queste, haconcesso lo status di rifugiato in circa1.600 casi, mentre altri tipi di tutela tem-poranea sono stati concessi a circa 5.500persone;

moltissimi altri esuli sono fuggitinella speranza di essere accolti da altriPaesi, ma, a causa del regolamento diDublino, rischiano di essere riportati aforza in Italia;

servirebbe una maggiore solidarietà alivello europeo, tenuto conto anche del

fatto che il flusso ininterrotto di profughiha come destinazione finale non l’Italiama altri Paesi europei;

il semestre a guida italiana saràun’occasione per discutere questi temi;

anche il cosiddetto regolamento diDublino II che aveva preceduto tale for-mulazione è stato significativamente criti-cato dal Commissario per i diritti umanidel Consiglio d’Europa, in quanto non ingrado di garantire i diritti dei rifugiati e siè pertanto pervenuti ad una sua revisioneil cosiddetto Dublino III;

se non ritengano opportuno, in vistadel semestre a presidenza italiana del-l’Unione europea, e nelle more di unarevisione delle norme del regolamento(CE) n. 604/2013 (cosiddetto Dublino III),sollecitare: a) un sistema di accoglienzaumanitaria direttamente in Africa; b) laprevisione di una missione europea dedi-cata ai soccorsi in mare effettuati dall’Eu-ropa; c) lo spostamento della sede diFrontex da Varsavia in Italia; d) la possi-bilità per i migranti di esercitare il dirittodi asilo politico nel Paese europeo di loroscelta e non solamente nel Paese di sbarcoe identificazione;

se non intendano richiedere presso laCommissione europea un ulteriore sup-porto – anche tramite maggiore assistenzafinanziaria delle operazioni Frontex –nello sforzo messo in atto dall’Italia perfar fronte all’ingente flusso di sbarchi edevitare nuove vittime;

se, in assenza di risposte da partedegli altri Paesi dell’Unione europea, nonintendano reagire anche rifiutando difornire agli altri Stati membri dell’Unioneeuropea qualunque informazione raccoltain sede di identificazione dei clandestinial momento dello sbarco sul territorioitaliano.

(2-00567) « Gigli ».

Atti Parlamentari — 13670 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 GIUGNO 2014

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Interrogazioni a risposta scritta:

SCOTTO e FAVA. — Al Ministro del-l’interno. — Per sapere – premesso che:

poco prima della mezzanotte di ve-nerdì 30 maggio a Torre Annunziata, inprovincia di Napoli, un killer, con alcunicomplici, ha ammazzato i fratelli Robertoe Giovanni Scognamiglio, notoriamente le-gati a vicende di usura;

si è trattato, con tutta probabilità, diun regolamento di conti interno al clanGallo-Limelli-Vangone;

sul luogo dell’agguato, la poliziascientifica ha trovato decine di bossoli,ogive, frammenti di proiettili ed una pi-stola calibro 9 Luger con ancora 10 car-tucce nel caricatore e il colpo in canna;

Roberto Scognamiglio è morto sulcolpo, mentre il fratello è sopravvissutoall’agguato ed è stato trasportato daun’ambulanza in ospedale;

in teoria l’ambulanza avrebbe dovutotrasportarlo all’ospedale « Sant’Anna » diBoscotrecase, essendo questo il più vicinoal luogo dell’accaduto, ma in realtà Gio-vanni Scognamiglio è stato portato al-l’ospedale « Loreto Mare » di Napoli;

questo perché, nel frattempo, al-l’ospedale di Boscotrecase era arrivato daun ingresso secondario un altro ferito:Andrea Gallo, reggente di una cosca ca-morristica ed i cui fratelli sono importantiboss del narcotraffico attualmente in car-cere;

secondo le prime indagini Gallo sa-rebbe il killer dei due Scognamiglio, edurante lo scontro sarebbe stato ferito dauno dei due fratelli;

i familiari di Andrea Gallo si sonoimmediatamente recati presso l’ospedale« Sant’Anna », ed un familiare del pregiu-dicato avrebbe bloccato il chirurgo al-l’uscita della sala operatoria dopo l’inter-vento di estrazione del proiettile per mi-nacciarlo al fine di farsi consegnare l’ogivaestratta;

ciò sarebbe avvenuto per rendereimpossibile il confronto con la pistolatrovata in casa degli Scognamiglio, equindi difficile provare l’ipotesi di asso-ciazione camorristica pendente in questeore su Gallo;

l’ogiva sottratta ai medici del « San-t’Anna » è chiaramente visibile nella ra-diografia effettuata all’arrivo di AndreaGallo in ospedale;

da questa radiografia è stato comun-que possibile risalire alle caratteristichedell’ogiva estratta dal torace di AndreaGallo;

dalle valutazioni che è stato possibilefare, l’ogiva in questione risulta esserecompatibile con i proiettili esplosi sulluogo dell’agguato;

i fatti sono narrati, tra gli altri,nell’articolo « La camorra in ospedale se-questra un proiettile « Costretto a conse-gnarlo » pubblicato dall’edizione locale deLa Repubblica del 3 giugno 2014, nell’ar-ticolo « L’ogiva scippata ai medici, esistesolo nella radiografia » pubblicata dal quo-tidiano Metropolis del 3 giugno 2014 enell’articolo « Napoli, uccisi due fratellipregiudicati: crivellati di colpi in casa »pubblicato dal quotidiano online Tgcom 24il 31 maggio 2014 –:

se il Ministro sia già a conoscenza deifatti;

come sia possibile che membri di unafamiglia di camorra possano minacciareun medico e farsi consegnare prove fon-damentali per le indagini senza che leforze dell’ordine presenti all’ospedalesiano in grado di intervenire;

se non ritenga doveroso intervenireimmediatamente per fare chiarezza sul-l’accaduto e prendere ogni misura utile aporre rimedio a quanto avvenuto e garan-tire che episodi analoghi non possano piùripetersi. (4-05024)

Atti Parlamentari — 13671 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 GIUGNO 2014

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GRIMOLDI. — Al Ministro dell’interno.— Per sapere – premesso che:

da quanto si apprende dalle notizieriportate dagli organi di stampa nel co-mune di Ronco Briantino (provincia diMonza della Brianza), in via 4 novembre,un cittadino ha ritrovato all’interno di uncestino della spazzatura, un pacchetto dischede elettorali;

sempre stando alle notizie pubblicatedai quotidiani locali, il cittadino ha de-nunciato alle forze dell’ordine il ritrova-mento delle schede elettorali. Le forzedell’ordine hanno provveduto immediata-mente a mettere sotto sequestro il mate-riale elettorale ritrovato;

Maurizio Zorzetto, capogruppo dellalega Nord in consiglio comunale e candi-dato sindaco nelle ultime amministrative,ha stigmatizzato il fatto sottolineando lagravità dell’episodio e la necessità di farechiarezza;

episodi simili contribuiscono a fardiminuire la fiducia che i cittadini ripon-gono nelle istituzioni;

ai sensi dell’articolo 1 della Costitu-zione la sovranità appartiene al popolo eil popolo esercita tale sovranità nelleforme e nei limiti previsti dalla stessaCostituzione. Il riconoscimento del dirittodi voto e le sue caratteristiche, enunciatenel secondo comma dell’articolo 48, con-corrono pertanto alla definizione delloStato come Stato democratico. Attraversodi esso si realizza, infatti, il principio diorganizzazione che caratterizza ogni de-mocrazia, in forza del quale ogni decisionedeve essere, direttamente o indirettamente,ricondotta alle scelte compiute dal popolo,detentore della sovranità;

sempre stando alle informazioni rac-colte dagli interroganti, l’episodio descrittoin premessa, non pare essere isolato;

l’astensionismo storico che ha carat-terizzato le ultime competizioni elettoraliè certamente dovuto alla disaffezione e

poca fiducia che ripongono i cittadini neiconfronti del sistema politico e delle isti-tuzioni;

il compito di garantire il correttosvolgimento delle elezioni e delle opera-zioni di scrutinio elettorale in modo tra-sparente e sicuro deve essere una prio-rità –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza dei fatti esposti in premessa;

se, stando alle proprie informazionisia a conoscenza di altri episodi similari aquelli descritti in premessa, e se, nel caso,quali proporzioni essi abbiano;

quali iniziative di competenza in-tenda adottare al fine di garantire cheepisodi come quelli descritti in premessanon possano più verificarsi. (4-05047)

MOLTENI, GUIDESI e FEDRIGA. — AlMinistro dell’interno. — Per sapere – pre-messo che:

il 4 giugno 2014, presso la sala delMappamondo della Camera dei deputati, siè svolto un convegno organizzato dall’An-faci, l’Associazione nazionale dei funzio-nari civili dell’interno, sul diritto d’asilo, acui hanno partecipato, tra gli altri, i pre-fetti Bruno Frattasi, presidente dell’Anfaci,Ignazio Portelli, segretario generale, Ric-cardo Compagnucci, vicario del diparti-mento libertà civili e immigrazione MarioMorcone, già Capo del dipartimento li-bertà civili;

secondo notizie di stampa, pare chein occasione di tale convegno il Sottose-gretario all’interno, con delega all’immi-grazione, Domenico Manzione abbia di-chiarato pubblicamente: « Stiamo met-tendo a punto una circolare interpretativa,ormai quasi pronta e in emanazione abreve scadenza, per riconoscere la citta-dinanza italiana a coloro che sono figli dichi ha ottenuto la protezione internazio-nale »;

stando alle intenzioni dichiarate dalSottosegretario, con tale circolare si vuole

Atti Parlamentari — 13672 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 GIUGNO 2014

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estendere il diritto alla cittadinanza ai figlidi chi gode di protezione internazionale,sulla base di una supposta analogia con ilriconoscimento previsto per i figli degliapolidi dalla legge n. 5 febbraio 1992,n. 91;

per « protezione internazionale » siintende sia lo status di rifugiato, di cui allaconvenzione di Ginevra del 28 luglio 1951,sia lo status di protezione sussidiaria,quale definito alle lettere e) e g) dell’arti-colo 2 della nuova direttiva cosiddettaqualifiche (2011/95/UE);

inoltre, gli status di rifugiato e quellodi protezione sussidiaria non sono atempo « indeterminato », ed infatti è lastessa direttiva a prevedere sia per l’unoche per l’altro i requisiti ma altresì imotivi di cessazione, revoca ed esclusione,rispettivamente agli articoli 11, 12 e 14,nonché 16 e ciò creerebbe notevoli pro-blemi ai figli di chi ha ottenuto ma poiperso la protezione internazionale;

la nuova proposta di circolare mini-steriale, sebbene chiamata dal sottosegre-tario « interpretativa », ad avviso degli in-terroganti, si palesa in realtà quale stru-mento per l’introduzione nel nostro ordi-namento dello ius soli, in contrasto con ilprincipio dello ius sanguinis che attual-mente regola la cittadinanza, peraltro, inun ambito in cui dovrebbe essere il Par-lamento a legiferare;

non si comprende tale interventonormativo da parte del Governo ancor dipiù se, sempre stando alle dichiarazionidel Sottosegretario Manzione, la plateadegli interessati « è ristretta », e se siconsidera che, secondo stime di fonti qua-lificate del Viminale, si tratterebbe diduecento persone al massimo –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza di quanto dichiarato dal Sottose-gretario, con delega all’immigrazione, Do-menico Manzione e se ciò corrisponda alvero; se ritenga opportuno l’introduzionedel principio dello ius soli nel nostroordinamento, così come sembrerebbe siaintenzione della circolare « interpretativa »

ministeriale sopra citata; anche per stimo-lare un confronto e dibattito su una ini-ziativa che va ad incidere profondamentesulle nostre tradizioni giuridiche, essendolo ius sanguinis principio fondante dellalegislazione italiana in materia di cittadi-nanza. (4-05049)

BARGERO e FIANO. — Al Ministrodell’interno, al Ministro della giustizia. —Per sapere – premesso che:

durante la campagna elettorale per ilballottaggio delle elezioni amministrativenel Comune di Casale Monferrato nellanotte tra il 4 e il 5 giugno 2014 si sonoverificati episodi spiacevoli essendo statiaffissi ad alcuni palazzi della città mate-riali che invitando a votare il candidato dicentrodestra, sindaco uscente, Giorgio De-mezzi, contenevano elementi di incita-mento al razzismo, contenenti la scritta:« Vuoi un siriano ospite a casa tua? VotaTitti Palazzetti », con un implicito riferi-mento alla drammatica vicenda dei pro-fughi di Lampedusa –:

se siano state avviate indagini inordine all’episodio, che, ad avviso degliinterroganti, nulla ha a che vedere con lanormale campagna elettorale politica e cheappare piuttosto come una forma di inci-tamento al razzismo e se non intendanoassumere iniziative normative volte a ren-dere più rigorose le sanzioni rispetto a casiquali quello evidenziato in premessa.

(4-05053)

* * *

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta scritta:

D’AMBROSIO. — Al Ministro dell’istru-zione, dell’università e della ricerca. — Persapere – premesso che:

dopo sette anni di annunci, rinvii,ripensamenti, sperimentazioni, a settem-

Atti Parlamentari — 13673 — Camera dei Deputati

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bre 2014 dovrebbe partire la « riforma »dell’istruzione degli adulti che istituisce iCPIA (Centri per l’istruzione degli adulti);

il quadro orario si attesta sulle 23 oresettimanali: pare che alcune materie ven-gano drasticamente ridimensionate (ita-liano, matematica, lingue straniere), altrequasi scompaiono (storia, diritto);

pare che l’orario complessivo vengaridotto al 70 per cento dei corrispondenticorsi diurni, per cui si prevede di tagliareanche un 30 per cento del personale –:

quali siano esattamente le iniziativeche si intendono porre in essere in meritoai CPIA. (4-05040)

D’AMBROSIO. — Al Ministro dell’istru-zione, dell’università e della ricerca. — Persapere – premesso che:

la disabilità è un concetto in continuaevoluzione ed « è il risultato dell’intera-zione tra persone con menomazioni e lebarriere comportamentali ed ambientali,che impediscono la loro piena ed effettivapartecipazione alla società su base diuguaglianza con gli altri » (convenzioneONU sui diritti delle persone con disabi-lità, 2006);

« le persone con disabilità includonoquanti hanno minorazioni fisiche, mentali,intellettuali o sensoriali a lungo termine,che in interazione con varie barriere pos-sono impedire la loro piena ed effettivapartecipazione nella società su una base dieguaglianza con gli altri ». (ibidem, articolo1 comma 2);

la dizione « con disabilità » sottolineail primato della persona, il cui valore nonè definito dalle eventuali menomazioni oin generale dalle condizioni di salute;

la convenzione ONU è stata ratificatacon la legge n. 18 del 3 marzo 2009, chevincola l’Italia, qualora l’ordinamento in-terno avesse livelli di cautela dei dirittidelle persone con disabilità inferiori aquelli indicati dalla convenzione, a ema-nare norme ispirate ai principi ivi espressi;

linee guida per l’integrazione deglialunni con disabilità del Ministero del-l’istruzione, dell’università e della ricercadel 2009 riprendono la definizione di di-sabilità della convenzione, che supera « unapproccio focalizzato solamente sul deficitdella persona con disabilità, accogliendo ilmodello sociale della disabilità e introdu-cendo i principi di non discriminazione,parità di opportunità, autonomia, indipen-denza con l’obiettivo di conseguire lapiena inclusione sociale, mediante il coin-volgimento delle stesse persone con disa-bilità e delle loro famiglie »;

vi sono diverse tematiche, tutte fina-lizzate all’inclusione dell’alunno con disa-bilità, quali ad esempio, quelle relative aglieducatori, al trasporto, alla progettazionedi iniziative di formazione, alle modalitàdi esercizio del diritto allo studio, allevalutazioni della qualità di integrazionee/o inclusione e altro, che necessitano dirisposte chiare ed urgenti –:

quali iniziative si intendano intra-prendere, anche in relazione alle temati-che segnalate, nell’ambito dell’inclusionedell’alunno con disabilità. (4-05041)

* * *

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:

PISO. — Al Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali. — Per sapere – premessoche:

l’Atac è un’azienda proprietà 100 percento di Roma Capitale, esercisce a Romaservizio di trasporto pubblico locale (TPL);

l’Atac, azienda di trasporto pubblicodi Roma Capitale ha circa 11.000 dipen-denti ed oltre 200 milioni di euro di deficitl’anno;

nell’ambito delle attività di taglio erazionalizzazione delle spese di Roma ca-pitale, il sindaco Marino ha avviato una

Atti Parlamentari — 13674 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 GIUGNO 2014

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operazione nei confronti di Atac, consi-stente in una discutibile applicazione dellalegge n. 223 del 1991 in materia di mo-bilità del personale; sono stati infatti cer-tificati dall’azienda 323 esuberi e sottopo-sti alle organizzazioni sindacali ai quali èstato posto un aut-aut: part time a stipen-dio ridotto, oppure sugli autobus a con-trollare i biglietti, a stipendio invariato;

secondo le notizie la lista dei 323esuberi, così come quella più delicata dei25 dirigenti da licenziare, sarebbe compo-sta per la maggior parte da persone as-sunte dall’azienda durante l’amministra-zione Alemanno;

giova innanzitutto osservare chel’azienda di trasporto pubblico più granded’Europa, su oltre undicimila dipendenticonta appena 70 controllori; una situa-zione che risale all’era pre-alemanniana,quando alla guida del Campidoglio c’eranogiunte capitoline di centrosinistra;

da notizie di stampa si apprende chenumerose unità tra addetti alle biglietterie,addetti alle attività ausiliarie, verificatori,autisti e operai, sono stati distolti alla lorofunzione originaria e dislocati in vari ufficidell’azienda municipalizzata sparsi nellaCapitale. Una buona parte di questi –assunti prima dell’amministrazione Ale-manno, effettuano servizio presso gli ufficidi via Silone e sarebbero gli operatoridell’ex Sta, la società voluta dalla giuntaRutelli per la gestione e il controllo delleallora neonate strisce blu;

costoro furono assunti proprio persvolgere le funzioni di verificatori, addettialle biglietterie, addetti alle attività ausi-liarie, oggi, invece, operano in ufficio atutt’altre mansioni rispetto a quelle origi-narie;

in sostanza si starebbe verificandoanche sulla base di quanto si può desu-mere dalle notizie di stampa una sorta diresa dei conti politica, nella forma dioperazione di razionalizzazione e posta inessere con una impropria applicazionedella legge sulla mobilità: l’improprietàconsiste nel fatto che la gran parte dei 323

esuberi è collocato nella mansione per cuiè stato assunto; mentre tutte le unitàdescritte in premessa si trovano oggi tutteimpiegate in ambiti diversi rispetto a quelliper i quali erano stati assunti, alcuni deiquali totalmente impropri;

non risulta se, in un ottica di tuteladell’Azienda, del servizio pubblico e deilavoratori, nell’ambito di tale procedura dilicenziamento collettivo ed al fine di in-dividuare correttamente quantità e carat-teristiche del personale in esubero abbial’ATAC, come previsto da regolamenti eaccordi sindacali, preventivamente con-dotto un’accurata analisi organizzativavolta ad escludere in maniera tassativa chealcun dipendente sia attualmente collocato« fuori posizione » ovvero sia adibito acompiti e mansioni giuridicamente cor-rette e congrue con le specifiche mansionidi cui al proprio livello inquadramentalee/o contratto di lavoro;

sarebbero presenti casi – più di 50 –di personale con qualifica « Autista » (ope-ratori di esercizio nei vari parametri comeda CCNL) collocati a svolgere mansionidiverse, di tipo impiegatizio-amministra-tivo – ad esempio, ma non solo, attivitàclassicamente d’ufficio come quelle del callcenter nelle centrali operative – e/o co-munque non esistano casi di operatori diesercizio distratti dalla guida di mezzipubblici ed impiegati per altre mansioni-funzioni;

sarebbero presenti in ATAC diversicasi di dipendenti con la qualifica giuri-dica di operai, in particolare provenientidall’azienda STA – oltre 100 – impropria-mente collocati negli uffici di via IgnazioSilone a svolgere lavoro d’ufficio e/o co-munque non impiegati in mansioni ope-rative su strada così come previsto nel-l’inquadramento parametrale delle singoleposizioni giuridiche individuali;

esistono diversi casi di dipendenticon la qualifica giuridica di « operai mac-chinisti » stabilmente occupati negli ufficiturni e/o di gestione del servizio delle lineemetropolitane e non alla guida di mezzi;

Atti Parlamentari — 13675 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 GIUGNO 2014

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fermo restando quindi il potere stret-tamente direttivo dell’azienda, come adesempio definito ai sensi dell’articolo 2104del codice civile, nella modalità attuata edefinita con accordo sindacale dell’aziendaATAC, non ha, ad avviso dell’interrogante,correttamente individuato e proposto alleorganizzazioni sindacali il bacino dei la-voratori in esubero, e sta, sempre adavviso dell’interrogante, di fatto ponendoin atto comportamenti discriminatori neiconfronti dei lavoratori appartenenti aiprofili professionali individuati nel sopracitato accordo e potenzialmente coinvoltinella procedura di licenziamento collet-tivo, e in possibile contrasto con quantoprevisto dal testo di legge n. 223 del 1991in tema di licenziamenti collettivi –:

di quali elementi disponga il Ministrointerrogato in merito alla situazione de-scritta in premessa e in che modo siintendano salvaguardare i livelli occupa-zionali complessivi dell’azienda. (3-00863)

Interrogazione a risposta in Commissione:

GIANCARLO GIORGETTI, FEDRIGA,ALLASIA, ATTAGUILE, BORGHESI,BOSSI, MATTEO BRAGANTINI, BUO-NANNO, BUSIN, CAON, CAPARINI, GRI-MOLDI, GUIDESI, INVERNIZZI, MARCO-LIN, MOLTENI, GIANLUCA PINI, PRA-TAVIERA e RONDINI. — Al Ministro dellavoro e delle politiche sociali. — Persapere – premesso che:

l’« opzione donna » è un regime spe-rimentale che prevede – secondo l’articolo1, comma 9, della legge n. 243 del 2003cosiddetta Riforma Maroni – fino al 31dicembre 2015 il pensionamento antici-pato per le lavoratrici dipendenti che ab-biano raggiunto 57 anni d’età, o per leautonome che ne abbiano raggiunti 58anni (ai quali vanno aggiunti 3 mesi pereffetto dell’adeguamento alla speranza divita), con almeno 35 anni di contributi; intal caso, chi usufruirà di tale opzione avràla pensione calcolata interamente con ilmetodo contributivo;

l’articolo 24, comma 14, del decreto-legge n. 201 del 2001, cosiddetto « Salva-Italia », ha previsto che le disposizioni inmateria di requisiti di accesso e di regimedelle decorrenze vigenti prima della datadi entrata in vigore del decreto-legge me-desimo continuino ad applicarsi, tra l’al-tro, alle lavoratrici contemplate per l’ap-punto dall’articolo 1 della riforma Maroni;

sull’argomento la circolare Inps n. 35del 14 marzo 2012 ha interpretato lanorma di cui al predetto articolo 24 inmaniera restrittiva, affermando che peresercitare l’opzione fosse necessario nonsolo maturare i requisiti entro il 31 di-cembre 2015, ma anche percepire effetti-vamente il trattamento previdenziale, an-ticipando così il termine ultimo della do-manda di oltre un anno;

nello scorso novembre 2013, si ri-corda, le Commissioni lavoro di Camera eSenato hanno approvato, ciascuna, unarisoluzione con la quale si è impegnato ilGoverno « a sollecitare l’Inps (...) a rive-dere il punto 7.2 della circolare n. 35concernente la liquidazione del tratta-mento pensionistico per le lavoratrici inregime sperimentale, nel senso che per talilavoratrici non deve essere applicata lafinestra mobile per la decorrenza del trat-tamento pensionistico né le aspettative divita, ma resta valida la semplice matura-zione dei requisiti anagrafici e contributivientro il 31 dicembre 2015 (...) »;

peraltro, dalla discussione in Com-missione Lavoro della Camera è emersoun orientamento del Ministro interpellatofavorevole ad un riesame della circolare inquestione, contrariamente alla posizionedel co-vigilante Ministero dell’economiache ritiene il punto 7.2 della circolarepienamente coerente con la norma prima-ria oggetto di interpretazione (articolo 24,decreto-legge n. 201 del 2011) –:

se e quali azioni abbia intrapreso danovembre ad oggi per dare seguito aldispositivo della risoluzione citata in pre-messa e se non convenga sull’opportunitàdi intervenire con provvedimenti di pro-pria competenza per prolungare anche

Atti Parlamentari — 13676 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 GIUGNO 2014

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oltre il 2015 il regime sperimentale co-siddetto « opzione Donna », posto chesebbene tale prosecuzione possa – adavviso della ragioneria generale delloStato – compromettere gli effetti com-plessivi della riforma pensionistica ope-rata con il decreto-legge n. 201 del 2011,convertito con modificazioni, dalla leggen. 214 del 2011, giacché consentirebbel’accesso a pensione ad un età ampia-mente inferiore a quella prevista dallamedesima legge, è altrettanto vero che glistessi sarebbero mitigati, se non addirit-tura compensati, dalle penalizzazioni de-rivanti dal conteggio della pensione in-teramente con il calcolo contributivo, an-che per chi avrebbe normalmente usu-fruito del calcolo misto o puramenteretributivo sino al 31 dicembre 2011.

(5-02945)

Interrogazioni a risposta scritta:

CIRIELLI. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

lo scorso 10 settembre 2012, la giuntaregionale, con delibera n. 390, ha dispostoil trasferimento dalla regione Campaniaall’INPS delle attività relative all’eserciziodelle funzioni concessione nei procedi-menti di accertamento dei requisiti sani-tari in materia di invalidità civile, cecità,sordomutismo, disabilità e handicap;

l’affidamento in questione, che si rea-lizzerà, tra l’altro, senza il versamento dialcun corrispettivo economico a caricodell’amministrazione regionale, rappre-senta certamente un importante traguardonei processi di razionalizzazione dellaspesa pubblica nell’ambito dell’erogazionedei servizi al cittadino;

tale apprezzabile e condiviso pro-cesso di riassetto, senza dubbio informatodal principio di « razionalizzazione e uni-ficazione dei procedimenti », necessita,però, di essere adeguato alle specificheesigenze del territorio interessato;

in particolare, la provincia di Salernorappresenta un territorio sconfinato, conaree periferiche, a sud della provincia,gravate da drammatiche condizioni di via-bilità e di collegamento con la città capo-luogo;

tutto ciò, peraltro, diventa ancora piùevidente in considerazione del fatto che sitratta di cittadini portatori di handicap,con intrinseche condizioni di debolezza efragilità;

al fine di ovviare alle inevitabili dif-ficoltà e insormontabili disservizi che siverrebbero altrimenti a creare, apparenecessario attivare, accanto alle due sediINPS di Salerno e Nocera, almeno altredue sedi operative, orientate alle valuta-zioni medico-legali, da ubicarsi nella partesud della provincia –:

se il Ministro sia a conoscenza deifatti esposti in premessa e quali provve-dimenti ritenga opportuno adottare al finedi sostenere la richiesta di rendere ope-rative almeno altre due sedi INPS, daubicarsi nella parte sud della provincia diSalerno, al fine di adeguare il processo diriassetto in corso alle specifiche esigenzedel territorio interessato. (4-05029)

GRIMOLDI. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

è notizia riportata dalla stampa lo-cale il 29 maggio 2014 quella del licen-ziamento di 40 dipendenti dell’« Antolo-gia » di Burago di Molgora (MB), storicaazienda florovivaistica presente sul terri-torio brianzolo da trentacinque anni;

su 40 licenziati, solo 20 hanno tro-vato l’accordo per la liquidazione del TFR,i restanti 20, invece, per i quali non è stataraggiunta alcuna intesa, da giovedì 29maggio hanno iniziato un picchetto adoltranza in segno di protesta;

sembrerebbe che l’azienda stia chiu-dendo i battenti per rinascere come nuovasocietà commerciale ma con gli stessititolari; questa perlomeno è la denuncia

Atti Parlamentari — 13677 — Camera dei Deputati

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dei lavoratori licenziati, i quali peraltro, inun comunicato, lamentano il mancato pa-gamento degli arretrati;

secondo la replica affidata ad uncomunicato diffuso dal legale della società,parrebbe, invece, che la direzione abbiamanifestato « la propria disponibilità alpagamento rateale degli arretrati, chie-dendo la collaborazione di tutti per af-frontare insieme la gravissima crisi dimercato (...) [ma che] i lavoratori hannorespinto la proposta di pagamento » –:

di quali elementi disponga il Governoin relazione a quanto esposto in premessae, in particolare, circa i motivi che hannoportato alla chiusura aziendale ed ai con-seguenti licenziamenti e quali iniziativeintenda assumere al riguardo. (4-05048)

* * *

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:

LABRIOLA. — Al Ministro della salute.— Per sapere – premesso che:

è stata divulgata su diversi quotidianion line la notizia che dalle analisi di unadecina di campioni del latte di mammeresidenti nella città di Taranto si siariscontrato il superamento dei valori diazione di diossine a partire dal 700 percento fino al 1500 per cento stabiliti perlatte crudo e prodotti lattiero caseari;

l’informazione proviene dal Fondoantidiossina il quale ha fatto analizzareuna decina di campioni da centri accre-ditati i quali avrebbero rilevato il supera-mento di cui sopra;

sembra infatti, che in tutti i campionidi latte delle neomamme di Taranto, di etàsuperiore a 33 anni, siano state riscontratesignificative concentrazioni di diossine.Tutti con valori molto al di sopra dei 6picogrammi/grammo (limite per il latteper adulti). « La media che riscontriamo,

infatti, si attesta su valori superiori ai20-22 picogrammi e fino a valori di 39,992picogrammi » – afferma in una nota ilpresidente del Fondo, che ha poi precisatoche « la normativa prevede il divieto dicommercializzazione e la distruzione diquell’alimento poiché considerato perico-loso per la salute »;

se per gli ambientalisti sembra es-serci un nuovo allarme per il latte ma-terno contaminato da diossina di origineindustriale dall’altra parte la notizia èridimensionata, così le autorità sanitarie ei medici i quali difendono il valore nutri-tivo del latte materno –:

se il Governo sia a conoscenza dellenotizie esposte in premessa e quali inizia-tive abbia intenzione di adottare in ordinealla grave emergenza sanitaria e ambien-tale che sembra aver raggiunto le dimen-sioni del vero e proprio disastro per cittàdi Taranto;

se, accertata la gravità dei fatti espo-sti, non si consideri necessario avviare unaseria indagine, volta a valutare con cer-tezza le conseguenze sanitarie a cui è stataed è soggetta la popolazione della zona,anche attraverso l’attivazione di adeguati ecapillari controlli sanitari sulla popola-zione interessata, con particolare atten-zione alla salute delle future madri e deinascituri, attivandosi anche affinché tutti idati sanitari e ambientali che sono esaranno in possesso dei soggetti istituzio-nali siano resi pubblici e disponibili per icittadini;

se, non si ritenga urgente avviareparimenti un serio a capillare monitorag-gio ambientale delle aree interessate, perchiarire la gravità dell’inquinamento su-bito da questa città;

se non si consideri, altresì, impro-crastinabile fermare da subito con azionie infrastrutture mirate, lo sversamentodegli inquinanti dallo stabilimento del-l’Ilva di Taranto, anche per tramite degliistituti specializzati del Ministero dell’am-biente e della tutela del territorio e delmare, e attivare tutte le necessarie risorse

Atti Parlamentari — 13678 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 GIUGNO 2014

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finanziarie al fine di avviare rapidamentela bonifica dei terreni e delle falde ac-quifere e dell’aria, a partire dalle zonepiù vicine allo stabilimento, chiarendomodalità e tempi di implementazione eprecisando l’ammontare delle risorse di-sponibili per la bonifica dei siti inquinatidi interesse nazionale quale è appuntol’Ilva. (4-05025)

NICCHI, PALAZZOTTO, COSTANTINO,MELILLA, RICCIATTI, PELLEGRINO eZAN. — Al Ministro della salute, al Mini-stro dell’istruzione, dell’università e dellaricerca. — Per sapere – premesso che:

dalla metà degli anni Ottanta ad oggi,la distribuzione dei casi di Hiv/Aids permodalità di trasmissione ha subito unnotevole cambiamento: la proporzione dicasi dovuti alla trasmissione per scambiodi siringhe è diminuita dal 76,2 per centonel 1985 al 5,3 per cento nel 2012, mentresono aumentati i casi attribuibili a tra-smissione sessuale. In particolare, i casiattribuibili a trasmissione eterosessualesono aumentati dall’11,7 per cento nel1985 al 42,7 per cento nel 2012 e i casiattribuibili a trasmissione omosessualenello stesso periodo sono aumentati dal6,3 per cento al 37,9 per cento;

secondo i dati ministeriali, le nuovediagnosi di infezione da HIV sono circa 4mila l’anno. Diminuisce la proporzione ditossicodipendenti ma aumentano i casiattribuibili a trasmissione sessuale;

l’informazione e la consapevolezzadegli adolescenti è dunque cruciale pertendere all’obiettivo di ridurre drastica-mente i nuovi casi, e purtroppo la man-canza di percezione del rischio e dellaconseguente necessità di proteggersi, sonoancora una volta tra i principali fattoriche favoriscono il contagio dell’Hiv;

di questa malattia i giovani ne sannopoco o nulla. Questo è quanto emerge daun recente studio realizzato dall’UniversitàCa’ Foscari Venezia per il Ministero dellasalute intervistando oltre 6 mila ragazzi insei regioni (Veneto, Lombardia, Emilia

Romagna, Toscana, Campania e Sicilia).Su virus, malattia e prevenzione le cono-scenze sono poche e confuse;

il 37,5 per cento dei ragazzi tra i 14e i 18 anni intervistati crede che le zan-zare trasmettano l’HIV, tuttavia, rispon-dono, « è raro succeda ». Rispetto a metodialternativi al profilattico per prevenire ilcontagio, il 38,9 per cento ha risposto« non so », mentre il 36,5 per cento, tra cuisoprattutto ragazze, ritiene pillola e spi-rale metodi efficaci per scongiurare ilpericolo. Su concetti chiave come « pe-riodo finestra », che intercorre tra il con-tagio e il momento in cui è possibilediagnosticarlo attraverso il test, e « periododi incubazione » gli adolescenti mostranole incertezze più gravi: i « non so » sonouna larga maggioranza;

il suddetto rapporto, sottolinea inol-tre come il 20 per cento dei ragazzi credeche il test dell’HIV serva a sapere quandosi è geneticamente predisposti all’AIDS,mentre il 16,8 per cento ritiene che unapersona sieropositiva non corra il rischiodi infettare amici o conoscenti « se èattenta a evitare baci o contatti troppostretti »;

in materia di rischi nella convivenzacon chi è sieropositivo, la mancanza diinformazione regna sovrana: quasi nel 95per cento dei casi i ragazzi hanno rispostoin modo inesatto o hanno dichiarato dinon sapere nulla –:

se non si ritenga indispensabile av-viare una campagna di informazione ses-suale, con particolare riferimento ai rischidi trasmissione dell’Hiv, a cominciare dal-l’ambito scolastico, e se non si ritenga utileattivarsi al fine di favorire l’installazionedi distributori di profilattici nelle scuolemedie superiori. (4-05027)

PES. — Al Ministro della salute, alMinistro del lavoro e delle politiche sociali.— Per sapere – premesso che:

da notizie apprese dagli interroganti,risulta che, presso il Centro di riabilita-

Atti Parlamentari — 13679 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 GIUGNO 2014

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zione motoria dell’INAIL di Volterra, sirileva il frequente diniego dei trasferi-menti previsti all’articolo 33, comma 5,della legge n. 104 del 1992 in difformitàalla normativa vigente, aggiornata – daultimo – dall’articolo 24 della leggen. 183 del 2010, tale situazione lede idiritti fondamentali, quale quelli garantitidalla normativa in questione, in attua-zione di princìpi stabiliti a livello costi-tuzionale, nei confronti dei disabili e deiloro familiari;

il Consiglio di Stato in diversi pro-nunciamenti ha ribadito che la normativadi tutela per l’assistenza alle personedisabili trova diretto fondamento in prin-cìpi di rango costituzionale con caratterederogatorio rispetto all’ordinaria proce-dura delle assegnazioni di sede e deitrasferimenti; non è consentito l’obbligodi permanenza per alcuni anni nellaprima sede di assegnazione ai soggetticontemplati dalla legge n. 104 del 1992;non si può subordinare l’esigenza di tu-tela del soggetto debole alle necessitàorganizzative dell’amministrazione, inviolazione della scala dei valori dettataproprio dai princìpi di rango costituzio-nale (parere del Consiglio di Staton. 1813 del 10 dicembre 1996);

la circolare n. 13/10 della Presidenzadel Consiglio dei ministri, dipartimentofunzione pubblica – « Modifica disciplinain materia di permessi per assistenza allepersone con disabilità », paragrafo 6, su« le prerogative relative alla sede di servi-zio » recita: « Il trasferimento e la tuteladella sede lavoro... rappresentano unostrumento per la più agevole assistenza deldisabile. È opportuno segnalare che lanorma, rispondendo all’esigenza di tuteladel disabile, accorda al lavoratore un di-ritto, che può essere mitigato solo inpresenza di circostanze oggettive impedi-tive, come ad esempio la mancanza diposto corrispondente nella dotazione or-ganica di sede, mentre non può esseresubordinato a valutazioni discrezionali odi opportunità dell’amministrazione »;

i numerosi dinieghi dell’INAIL po-trebbero arrecare, altresì, ad avviso del-

l’interrogante un notevole danno alle cassedello Stato poiché i diretti interessati, persalvaguardare i propri diritti, possonoadire le vie legali e, quindi, la pubblicaamministrazione, a seguito delle sentenzeemesse dai giudici di merito dovrà, co-munque, disporre i trasferimenti e/o idistacchi e risarcire le spese di giudizio –:

se il Governo sia a conoscenza dellemotivazioni del diniego dei trasferimentiriportati in premessa e se non ritengaopportuno adottare provvedimenti per ildiritto di tutela del soggetto debole pergarantire la corretta applicazione dellalegge n. 104 del 1992. (4-05054)

* * *

SEMPLIFICAZIONEE PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:

VARGIU. — Al Ministro per la sempli-ficazione e la pubblica amministrazione, alMinistro del lavoro e delle politiche sociali.— Per sapere – premesso che:

il comma 1-bis dell’articolo 32 deldecreto legislativo n. 151 del 2001, ag-giunto dall’articolo 1, comma 339 letteraa), della legge n. 228 del 2012 ha intro-dotto la possibilità di fruire del congedoparentale su base oraria;

tale normativa è stata inserita nelnostro ordinamento con il recepimentodella direttiva 2010/18/Ue del Consiglioeuropeo dell’8 marzo 2010;

il succitato articolo 32 demanda allacontrattazione collettiva di settore le mo-dalità per l’applicazione e la fruizione ditale congedo;

nonostante la norma sia in vigore peril settore del lavoro pubblico dal 1o gen-naio 2013, essa continua di fatto ad essereinapplicata dal momento che non appareancora chiaro quale sia il livello di con-trattazione collettiva richiesto dalla legge;

Atti Parlamentari — 13680 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 GIUGNO 2014

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a seguito dell’interpello n. 25 presen-tato il 22 luglio 2013 dalle tre sigle sin-dacali CGIL-CISL-UIL, la direzione gene-rale del Ministero del lavoro e delle poli-tiche sociali ha riconosciuto che per con-tratto collettivo di settore possano essereintesi anche i contratti collettivi di secondolivello, in quanto nella norma richiamatanon vi è alcun esplicito rimando al con-tratto collettivo nazionale;

il medesimo quesito posto tuttavia il2 agosto 2013 dall’università degli studidell’Insubria alla Presidenza del Consigliodei/Ministri-Dipartimento della funzionepubblica riceveva una risposta diametral-mente opposta, laddove si affermava che:« Ad oggi, per quanto riguarda il settoredel lavoro pubblico, i contratti non hannoancora provveduto al recepimento di talenorma e pertanto per l’applicazione delladisposizione in questione l’Amministra-zione dovrà attendere il recepimento at-traverso il contratto collettivo di compartoo la contrattazione quadro;

alla luce di quest’ultima interpreta-zione del Dipartimento della funzionepubblica, molti enti pubblici non hannopotuto riconoscere i congedi parentali subase oraria ai genitori lavoratori;

un’ulteriore circostanza aggravante èrappresentata dal fatto che nel settorepubblico i contratti collettivi nazionalisono bloccati dal gennaio 2010 e la pos-sibilità che tale norma possa essere rece-pita ed introdotta dalla contrattazione ap-pare purtroppo remota –:

quali iniziative, per quanto di rispet-tiva competenza e anche alla luce del fattoche è già trascorso un anno e mezzodall’entrata in vigore del comma 1-bisdell’articolo 32 del decreto legislativon. 151 del 2001 aggiunto dall’articolo 1,comma 339 lettera a), della legge n. 228del 2012, intendano adottare al fine di faredefinitiva chiarezza sulla controversa in-terpretazione della norma, dando cosìpiena operatività ad un principio di giu-

stizia già codificato in materia di sostegnodella maternità e della paternità e diconciliazione della vita familiare con leesigenze lavorative. (4-05043)

* * *

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta scritta:

DE LORENZIS, PETRAROLI, SCA-GLIUSI e L’ABBATE. — Al Ministro dellosviluppo economico, al Ministro dell’econo-mia e delle finanze. — Per sapere – pre-messo che:

ogni giorno dalla raffineria ENI diTaranto, partono tra le 200 e le 250autocisterne di carburante che riforni-scono la Puglia, Basilicata e parte diCampania e Calabria;

da fonti stampa si apprende chenell’ambito del servizio di trasporto car-burante della raffineria di Taranto, l’ENIspa abbia revocato il servizio alle impresedi trasportatori tarantine aderenti al con-sorzio « Lts-logistica, trasporti e servizi »;

sempre da fonti stampa si apprendeche l’Iperconsorzio Multiservizi che facapo a Confindustria Taranto ha accettatoun nuovo contratto con ENI spa cheprevede il taglio del 50 per cento deiservizi ad esso affidati a decorre dal 3giugno 2014;

a decorrere dal 3 giugno 2014, ENIspa ha affidato il 50 per cento del servizioa due aziende di Alessandria e Roma(gruppo Gavio e Bertani);

l’ENI ha previsto che una quota del15 per cento del servizio sia stornata dalplafond delle due imprese settentrionali eaffidata in subappalto alle imprese diTaranto;

sempre secondo fonti stampa, talidecisioni sono state prese da ENI spa aseguito di un’indagine della Guardia difinanza che ha scoperto furti di carbu-rante dalla raffineria di Taranto da partedi alcuni trasportatori e dipendenti;

Atti Parlamentari — 13681 — Camera dei Deputati

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a seguito della decisione di Eni, lasituazione occupazione della città di Ta-ranto potrebbe peggiorare con il rischio diaumentare la tensione sociale –:

se il Ministro sia informato sui fattisopra riportati e quali eventuali iniziativepossa adottare al fine di limitare il rischiodi disagi alla circolazione e alla distribu-zione di carburante per i rifornimenti diquattro regioni meridionali;

se il Ministro possa interagire conENI per quanto di competenza al fine diassicurare, a tutti i lavoratori impiegati nelprecedente contratto con « Lts-logistica,trasporti e servizi », una continuità lavo-rativa. (4-05045)

COLONNESE, FICO, SILVIA GIOR-DANO e LOREFICE. — Al Ministro dellosviluppo economico. — Per sapere – pre-messo che:

l’Unione europea riconosce esplicita-mente l’esigenza e la legittimità del ricorsoa « progetti coerenti », che si fonda suprevisioni introdotte nei quadri strategicinazionali dell’Italia relativi ai periodi2000-2006 e prevede regole e modalità peril riutilizzo delle risorse « liberate » graziead essi;

originariamente essi erano finanziaticon fondi di diversa provenienza ma uti-lizzati successivamente nell’ambito dellaprogrammazione comunitaria;

oggi i « progetti coerenti » detti anche« sponda » rappresentano spesso una mo-dalità di utilizzo delle risorse comunitarieusata in alternativa alle fonti statali difinanziamento, con modalità spesso di-stanti dal principio di addizionalità comeinteso dalla Commissione europea. L’uti-lizzo di un artificio contabile permettetalvolta di creare una base di risorse dacofinanziare con i fondi europei e direndicontarne la spesa nei termini richie-sti dalla Commissione. Si basano sullarendicontazione dei vecchi progetti realiz-zati indipendentemente dai fondi europei.In questo modo si ottengono fondi che

sono svincolati da qualsiasi destinazione inquanto rappresentano versamenti perspese già rendicontate. Tali fondi possonoquindi essere utilizzati in maniera discre-zionale dalle amministrazioni regionaliche li ottengono, e non necessariamenteriutilizzano, per cofinanziare progetti eu-ropei e ciò risulta legittimo purché vi siacoerenza fra gli obiettivi dei progettisponda e quelli di nuova programmazione.Si crea quindi un fondo che potrebbeessere utilizzato a riattivare canali di spesaclientelare svincolati dai controlli e dallarendicontazione utilizzata per i fondi eu-ropei, i quali, diversamente, richiedereb-bero una certa trasparenza. L’inserimentonei rendiconti comunitari ha il fine diottenere una sorta di secondo finanzia-mento, in modo da incassare per altreattività risorse liberamente spendibili ov-vero senza particolari vincoli temporali;

la regione Campania, ad esempio, sindalle programmazioni 2000-2006 ha fattouso massiccio dei progetti sponda. I datidell’unità di valutazione pubblicati daldipartimento politiche di sviluppo asse-gnano alla Campania il poco invidiabilerecord di regione che ha fatto maggiorricorso a progetti non compresi nell’ini-ziale programmazione. Il rapporto siferma al 31 dicembre 2005, ma i primidati diffusi sul 2006 non solo confermanola tendenza in atto ma fanno segnareun’ulteriore accelerazione. La regioneCampania, attraverso i report prodotti,non nega affatto il massiccio ricorso ai« progetti coerenti » e lo considera anzi unmetodo come un altro per utilizzare almeglio le risorse comunitarie. In partico-lare, una volta ottenuta la certificazionedelle spese effettuate per i « progetti coe-renti », la regione si vede assegnare dellerisorse « fresche », che potrà utilizzare perun nuovo parco progetti che si aggiunge aquello del POR e che in un certo senso losostituisce. Ne consegue che se i nuoviimpegni saranno davvero rispettati,l’azione della Campania sarà profonda-mente diversa da quella immaginata in

Atti Parlamentari — 13682 — Camera dei Deputati

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fase di programmazione; talvolta il ricorsoai progetti sponda ha concesso un impiegodi risorse non effettivamente utili a crearepresupposti di crescita del territorio –:

come intenda intervenire, per quantodi competenza, al fine di introdurre unsistema di monitoraggio e controllo perevitare che i « progetti coerenti » diventinostrumenti speculativi nelle mani dei gestoriche potrebbero non essere destinati acoerenti progetti di crescita del territorio.

(4-05051)

Apposizione di firmead una interrogazione.

L’interrogazione a risposta immediatain Commissione De Rosa e altri n. 5-02939, pubblicata nell’allegato B ai reso-conti della seduta del 4 giugno 2014, deveintendersi sottoscritta anche dai deputati:D’Incà, Brugnerotto, Benedetti, Busina-rolo, Fantinati, Turco, Rostellato.

Pubblicazione di un testo riformulato.

Si pubblica il testo riformulato dellamozione Bargero ed altri n. 1-00200, giàpubblicata nell’allegato B ai resoconti dellaseduta n. 90 del 3 ottobre 2013.

La Camera,

premesso che:

nonostante l’amianto sia stato messoal bando circa 20 anni fa, con la legge n. 275del 1992 – dopo una lunga battaglia controresistenze, reticenze e sottovalutazioni dellapericolosità delle particelle d’amianto –studi scientifici ed epidemiologici sosten-gono che nei prossimi 15/20 anni ci sarà unforte aumento delle malattie asbesto-corre-late. Il problema è, quindi, ancora attuale inragione dell’utilizzo che se ne è fatto, dellalunga latenza delle malattie e della presenzadi molti siti contaminati;

tutt’oggi, si stima che siano ancoratra i 30 e i 40 milioni le tonnellate di mate-riale contaminato che debbono esseresmaltite e, nonostante ciò, la commissioneprevista dall’articolo 4 della legge n. 257del 1992, che avrebbe dovuto governare ilpassaggio da un Italia pesantemente conta-minata a un Italia bonificata, non è piùoperativa, così come il gruppo di lavoronazionale, che in un primo momento avevasostituito la commissione, ha cessato le suefunzioni, determinando, di fatto, la totaleassenza di una cabina nazionale di regiache coordini la bonifica del territorio;

si tratta di un fenomeno la cuivastità e gravità sono confermate dai datiderivanti dalla perimetrazione dei siti diinteresse nazionale, che ne individuano 57su tutto il territorio nazionale, con ilcoinvolgimento di oltre 300 comuni e conuna superficie interessata pari a 1.800chilometri quadrati di aree marine, lagu-nari e lacustri e 5.500 chilometri quadratidi aree terrestri;

secondo stime del Registro nazio-nale dei mesoteliomi, sono circa 3.000 ognianno le persone che nel nostro Paeseperdono la vita in seguito a patologieasbesto-correlate (con un tasso di inci-denza di mesotelioma pleurico che per il2004 risulta essere di 3,49 casi per 100.000abitanti per gli uomini e di 1,25 per ledonne) e circa il 30 per cento dei casi sonoattribuibili ad esposizione non professio-nale;

tali dati, già di per sé estrema-mente allarmanti, non tengono conto dellecosì dette « vittime attese », poiché, visti itempi lunghi di incubazione, si presumeche il picco della mortalità per le patologiecorrelate all’amianto si raggiungerà in-torno al 2020;

con la legge n. 244 del 2007 « Di-sposizioni per la formazione del bilancioannuale e pluriennale dello Stato (leggefinanziaria per il 2008) », all’articolo 2,commi 440-443, l’allora Governo Prodiistituì il « Fondo nazionale per il risana-mento degli edifici pubblici » con unadotazione pari a 5 milioni di euro per il2008, al fine di avviare una campagna di

Atti Parlamentari — 13683 — Camera dei Deputati

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progressiva eliminazione dell’amianto da-gli edifici pubblici. Tuttavia, tale fondo, difatto, non è mai stato operativo visto cheè stato interamente svuotato, insieme adaltri stanziamenti, per far fronte agli oneriderivanti dall’applicazione del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93 « Disposizioniurgenti per salvaguardare il potere diacquisto delle famiglie », convertito, conmodificazioni, dalla legge n. 126 del 2008,per poter concorrere a coprire finanzia-riamente la totale abrogazione dell’ici sullaprima casa promossa dal Governo Berlu-sconi;

il Piano nazionale amianto, definitonella Conferenza governativa sulle patolo-gie asbesto-correlate di Venezia nel no-vembre 2012, approvato dal GovernoMonti più di un anno fa, elenca una seriedi obiettivi suddivisi in tre aree: tuteladella salute, tutela dell’ambiente, aspetti disicurezza del lavoro e previdenziali. Tut-tavia, a tutt’oggi, non è stato ancora esa-minato dalla Conferenza Stato-regioni e,nonostante le sollecitazioni avanzate dalleorganizzazioni sindacali e dal Presidentedell’Anci, non trova ancora concreta at-tuazione;

all’articolo 6, comma 6, della leggen. 257 del 1992, si prevede che annual-mente il Governo trasmetta al Parlamentouna relazione sullo stato di attuazionedelle norme relative alla cessazione del-l’impiego dell’amianto, ma l’ultima rela-zione presentata risale ormai a diversianni fa;

si rende necessario ricondurre adun testo unico armonizzato l’insieme dellanormativa di settore fin qui emanata;

per quanto attiene al tema dellatutela degli esposti all’amianto, in unaprima fase, le misure adottate sono staterivolte nei confronti dei lavoratori, per cui,i primi risarcimenti sono stati riconosciutinei loro confronti;

in particolare, con l’articolo 1,commi 241-246, della legge 24 dicembre2007, n. 244, è stata prevista l’istituzionepresso l’Inail di un Fondo per le vittime

dell’amianto, finanziato con risorse per trequarti dello Stato e un quarto dalle im-prese;

i beneficiari del Fondo per le vit-time dell’amianto sono i titolari di renditadiretta, anche unificata, ai quali sia statariconosciuta dall’Inail e dal soppresso Ip-sema, una patologia asbesto-correlata peresposizione all’amianto e alla fibra « fiber-frax », individuato ai sensi dell’articolo 85del testo unico delle disposizioni per l’as-sicurazione obbligatoria contro gli infor-tuni sul lavoro e le malattie professionali;

il regolamento del Fondo per levittime dell’amianto (decreto ministeriale12 gennaio 2011) stabilisce che la presta-zione aggiuntiva sia calcolata applicandoalla rendita già percepita la misura per-centuale definita con decreto interministe-riale. Tale prestazione è stata fissata nellamisura del 20 per cento per ciascuno deglianni 2008 e 2009 e del 15 per cento peril 2010;

per gli anni a decorrere dal 2011,il regolamento non fissa la misura dellaprestazione aggiuntiva ma ne definisce lemodalità di calcolo e di erogazione. Laprestazione è calcolata sulla base del rap-porto tra le risorse annue effettivamentedisponibili nel Fondo per le vittime del-l’amianto e la spesa sostenuta dall’Inailper le rendite erogate nell’anno di riferi-mento ai beneficiari del fondo ed è erogatamediante due acconti (di cui il primo parial 10 per cento) finanziati utilizzando lerisorse provenienti dal bilancio dello Statoe un conguaglio finanziato con le risorseprovenienti dall’addizionale riscossa dalleimprese (articolo 2, commi 3 e 4 deldecreto ministeriale 12 gennaio 2011);

al fine di conferire al Fondo per levittime dell’amianto apposito rilievo con-tabile, si è proceduto ad instaurare unsistema che si basa sull’istituzione di unospecifico articolo relativo ai « Recuperi erimborsi di spese per prestazioni istituzio-nali », dedicato ad accogliere le evidenzecontabili del Fondo per le vittime del-l’amianto. Ugualmente, accade anche per ipagamenti contabilizzati all’interno di un

Atti Parlamentari — 13684 — Camera dei Deputati

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apposito articolo del capitolo di uscitarelativo alla contabilizzazione delle « ren-dite di inabilità ai superstiti », sull’assuntoche tale erogazione consiste in una pre-stazione aggiuntiva rispetto al pagamentodella rendita al beneficiario. Il completoimpianto contabile, inoltre, prevede anchela creazione di diversi articoli tecnici tra lepartite di giro relative alle « addizionali deidatori di lavoro », necessari sia per l’ini-ziale contabilizzazione dei finanziamentiderivanti dalle addizionali, sia per il suc-cessivo riversamento al capitolo di entrata,ovvero l’eventuale restituzione ai datori dilavoro a seguito di regolazioni addizionaliincassate per il Fondo per le vittime del-l’amianto;

la legge n. 244 del 2007 prevedeche il Fondo per le vittime dell’amianto siafinanziato per un quarto attraverso ilversamento di un’addizionale a caricodelle imprese con un gettito complessivoda parte di queste di 10 milioni di europer gli anni 2008 e 2009 e di 7,3 milionidi euro a decorrere dal 2010;

per quanto riguarda le prestazioniaggiuntive, ad oggi erogate, se negli anni2008, 2009, 2010 e 2011 il pagamento èstato effettuato in acconti ma con regola-rità e per il 2012 gli importi sono statierogati entro il 30 giugno 2013, nel 2013non si è potuto dare corso al pagamentoin quanto non sono prevenuti i trasferi-menti dello Stato;

la platea dei beneficiari al 2012, trareddituali e superstiti, era di 17.501 indi-vidui;

in merito alle somme non utilizzatedel Fondo per le vittime dell’amianto peril triennio, esse assommano a 36,2 milionidi euro, ma, tenendo conto delle presta-zioni aggiuntive da erogare ai nuovi be-neficiari che si evidenzieranno nei pros-simi anni, le risorse effettivamente utiliz-zabili sono valutate in 30,8 milioni di euro;

la misura della prestazione aggiun-tiva nei prossimi anni decresce sensibil-mente dal 18,1 per cento calcolato per il2011 all’8,3 per cento stimato per il 2022;

nel Piano nazionale amianto è pre-vista l’utilizzazione di 10 milioni di euro ein questa fase si potrebbe, quindi, utiliz-zare parte della somma giacente presso ilfondo nazionale per la quale i Ministericompetenti a tuttora non si sono ancorapronunciati sui criteri di utilizzazione,

impegna il Governo:

ad adoperarsi, per quanto di compe-tenza, affinché l’esito positivo della pro-cedura di esame e di approvazione delPiano nazionale amianto venga assicuratoda tutti i soggetti interessati, prevedendo,al riguardo, un preciso cronoprogrammadi attuazione per ciascun livello istituzio-nale coinvolto e l’individuazione delle re-lative risorse finanziarie e strumentali;

ad assumere ogni iniziativa utile,d’intesa con le regioni, affinché sia com-pletata entro tempi ravvicinati la mappa-tura delle fonti di esposizione ad amianto,ovvero dei siti con presenza di materialicontenenti amianto sia friabile che com-patto;

a proseguire, ai fini delle attività diprevenzione, le opere di bonifica ambien-tale dei siti di interesse nazionale conpresenza di amianto e degli edifici alservizio del pubblico, con priorità a strut-ture sanitarie e scuole, per queste ultimeutilizzando le risorse stanziate ai sensidell’articolo 18 del decreto-legge 21 giugno2013, n. 69, convertito, con modificazioni,dalla legge 9 agosto 2013, n. 98;

a definire un’intesa con le regioni e leprovince autonome volta a concordare lemodalità di regolamentazione delle « mi-cro-raccolte di amianto » anche con ilcoinvolgimento delle aziende municipaliz-zate locali di raccolta dei rifiuti e adindividuare, in ogni regione, dei siti didiscarica del materiale rimosso, a tal fineindividuando cave adatte allo smaltimentoin sicurezza di scarti pericolosi;

ad individuare le risorse necessarie alrifinanziamento del Fondo nazionale per ilrisanamento degli edifici pubblici, istituitodalla finanziaria per il 2008;

Atti Parlamentari — 13685 — Camera dei Deputati

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ad assumere iniziative per semplifi-care le modalità di erogazione della pre-stazione aggiuntiva, fissandola in una per-centuale che rimanga fissa negli anni pergarantire le risorse al fondo anche neglianni futuri;

ad inserire un criterio di utilizzodelle risorse finanziarie complessive dispo-nibili, anche con riferimento al triennio2008-2010 e pari a 30,8 milioni di euro,che tenga conto degli aventi diritto relativiagli anni successivi, per i quali non po-trebbe non essere garantita la coperturaper l’intero periodo di consolidamento, ead estendere, come previsto dal Pianonazionale amianto, la platea dei destina-tari, comprendendovi non solo gli attualibeneficiari professionali, ma anche i fa-miliari dei medesimi colpiti da patologieamianto-correlate (mesotelioma pleurico,peritoneale e altre neoplasie amianto-cor-relate);

ad assumere iniziative, anche norma-tive, in tempi ravvicinati, per definire unadisciplina che pianifichi la fuoriuscitadalla problematica dell’amianto, anche at-traverso la predisposizione di un appositotesto unico che riunifichi e armonizzi tuttala normativa in tema di amianto;

ad implementare le attività di ricercasanitaria integrando nella rete dei centri lestrutture sanitarie delle aree in cui vi è lamaggiore incidenza di patologie asbesto-correlate;

ad istituire una commissione tecnicaper la pianificazione, l’attuazione ed il

monitoraggio delle azioni da intrapren-dersi, finalizzate alle attività di preven-zione, sorveglianza, assistenza e cura deicasi di patologie amianto-correlate.

(1-00200) (Nuova formulazione) « Bargero,Speranza, Borghi, Cuperlo,Fiorio, Portas, Boccuzzi, An-tezza, Amoddio, Basso, Beni,Baruffi, Berlinghieri, Gnec-chi, Lodolini, Zanin, Moscatt,Battaglia, Colaninno ».

Ritiro di un documentodel sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritiratodal presentatore: interpellanza urgenteGiancarlo Giorgetti n. 2-00462 del 18marzo 2014.

Ritiro di una firmada una risoluzione.

Dalla risoluzione Zampa ed altri n.7-00160, pubblicata nell’allegato B ai re-soconti della seduta n. 112 del 6 novembre2013, è stata ritirata la firma della depu-tata Coscia.

Trasformazione di un documentodel sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato così tra-sformato su richiesta del presentatore: in-terrogazione a risposta in Commissione Pesn. 5-01094 del 27 settembre 2013 in inter-rogazione a risposta scritta n. 4-05054.

Stabilimenti TipograficiCarlo Colombo S. p. A.

€ 4,00 *17ALB0002400**17ALB0002400*

Atti Parlamentari — 13686 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 5 GIUGNO 2014