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245. Allegato B ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO INDICE PAG. ATTI DI INDIRIZZO: Risoluzione in Commissione: XI Commissione: Di Salvo .................................. 7-00390 13903 ATTI DI CONTROLLO: Presidenza del Consiglio dei ministri. Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento): Giuliani ................................... 2-00579 13905 Interpellanza: Mannino ................................. 2-00578 13907 Interrogazioni a risposta scritta: Pili ........................................... 4-05136 13911 Nuti ......................................... 4-05137 13915 Scotto ...................................... 4-05142 13915 Di Vita .................................... 4-05144 13916 Ambiente e tutela del territorio e del mare. Interrogazioni a risposta in Commissione: Daga ........................................ 5-02987 13918 Pili ........................................... 5-02994 13920 PAG. Beni e attività culturali e turismo. Interrogazione a risposta scritta: Dambruoso ............................. 4-05138 13928 Difesa. Interrogazione a risposta scritta: Rizzo ....................................... 4-05135 13932 Economia e finanze. Interrogazione a risposta in Commissione: Agostinelli ............................... 5-02992 13933 Interrogazioni a risposta scritta: D’Ambrosio ............................. 4-05128 13935 Sorial ...................................... 4-05139 13935 Giustizia. Interrogazione a risposta in Commissione: Sorial ...................................... 5-02991 13937 Infrastrutture e trasporti. Interrogazione a risposta in Commissione: Oliverio ................................... 5-02988 13938 Interrogazione a risposta scritta: Scotto ...................................... 4-05143 13939 Atti Parlamentari 13901 Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA ALLEGATO B AI RESOCONTI SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014 N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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245. Allegato B

ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO

I N D I C E

PAG.

ATTI DI INDIRIZZO:

Risoluzione in Commissione:

XI Commissione:

Di Salvo .................................. 7-00390 13903

ATTI DI CONTROLLO:

Presidenza del Consiglio dei ministri.

Interpellanza urgente

(ex articolo 138-bis del regolamento):

Giuliani ................................... 2-00579 13905

Interpellanza:

Mannino ................................. 2-00578 13907

Interrogazioni a risposta scritta:

Pili ........................................... 4-05136 13911

Nuti ......................................... 4-05137 13915

Scotto ...................................... 4-05142 13915

Di Vita .................................... 4-05144 13916

Ambiente e tutela del territorio e del mare.

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Daga ........................................ 5-02987 13918

Pili ........................................... 5-02994 13920

PAG.

Beni e attività culturali e turismo.

Interrogazione a risposta scritta:

Dambruoso ............................. 4-05138 13928

Difesa.

Interrogazione a risposta scritta:

Rizzo ....................................... 4-05135 13932

Economia e finanze.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Agostinelli ............................... 5-02992 13933

Interrogazioni a risposta scritta:

D’Ambrosio ............................. 4-05128 13935

Sorial ...................................... 4-05139 13935

Giustizia.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Sorial ...................................... 5-02991 13937

Infrastrutture e trasporti.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Oliverio ................................... 5-02988 13938

Interrogazione a risposta scritta:

Scotto ...................................... 4-05143 13939

Atti Parlamentari — 13901 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anchele risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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PAG.

Interno.

Interpellanza:

Duranti ................................... 2-00577 13940

Interrogazioni a risposta scritta:

Palazzotto ............................... 4-05129 13941

Nuti ......................................... 4-05130 13942

Nuti ......................................... 4-05131 13943

Nuti ......................................... 4-05132 13943

D’Ambrosio ............................. 4-05133 13944

Di Maio Luigi .......................... 4-05134 13944

Nuti ......................................... 4-05140 13945

Istruzione, università e ricerca.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Ascani ..................................... 5-02990 13946

PAG.

Lavoro e politiche sociali.

Interrogazione a risposta scritta:

Tentori .................................... 4-05141 13947

Politiche agricole alimentari e forestali.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Terrosi .................................... 5-02989 13949

Interrogazione a risposta scritta:

Alberti ..................................... 4-05127 13950

Sviluppo economico.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Duranti ................................... 5-02993 13951

Ritiro di una firma da una mozione ....... 13952

Ritiro di una firma da una interrogazione 13952

Atti Parlamentari — 13902 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

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ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

L’XI Commissione,

premesso che:

la direttiva 2000/78/CE, recepitanell’ordinamento nazionale dal decreto le-gislativo 9 luglio 2003, n. 216, ha stabilitoun quadro generale per la parità di trat-tamento in materia di occupazione e dicondizioni di lavoro, prescrivendo per gliStati membri l’adozione di soluzioni ra-gionevoli per garantire la parità di tratta-mento per i lavoratori disabili;

nello specifico l’articolo 5 della di-rettiva citata precisa che il datore dilavoro debba prendere i provvedimentiappropriati, in funzione delle esigenzedelle situazioni concrete, per consentire aidisabili di accedere ad un lavoro, di svol-gerlo, di avere una promozione, di ricevereuna formazione, a meno che tali provve-dimenti richiedano un onere finanziariosproporzionato. Non si ritiene sproporzio-nata la soluzione i cui costi sono compen-sati in modo sufficiente da misure esistentinel quadro della politica dello Stato mem-bro a favore dei disabili;

la Corte di Giustizia dell’Unioneeuropea, II sezione, con sentenza sullecause riunite C-355/11 e C-337/11 dell’11aprile 2013 ha stabilito che le soluzioniragionevoli stabilite dall’articolo 5 delladirettiva 2000/78/CE debbano intendersiin riferimento all’eliminazione delle bar-riere di diversa natura che ostacolano lapiena ed effettiva partecipazione delle per-sone disabili alla vita professionale su basedi uguaglianza con gli altri lavoratori;

con la sentenza del 4 luglio 2013, inrelazione alla causa C-312/11, la Corte diGiustizia dell’Unione europea, IV sezione,ha emesso sentenza di condanna nei con-fronti della Repubblica Italiana per ilmancato recepimento di quanto sancitodall’articolo 5 della direttiva 2000/78/CE.

L’Italia quindi è venuta meno al suoobbligo di recepire correttamente la disci-plina comunitaria;

dalla sentenza citata si evince comele disposizioni italiane per l’inserimentoprofessionale dei disabili non prevedanol’obbligo per tutti i datori di lavoro diadottare provvedimenti efficaci che con-sentano a questi ultimi l’accesso e losvolgimento di un’attività lavorativa nellemodalità e nei termini prescritti dall’arti-colo 5 della direttiva 2000/78/CE;

occorre ricordare come un primoammonimento da parte della Commissioneeuropea sulle lacune nel recepimento delladirettiva 2000/78/CE da parte dell’Italia siadatato 15 dicembre 2006. Nelle successiverepliche da parte della Repubblica italianavenivano contestate le censure relative allatrasposizione dell’articolo 5 della direttiva,facendo valere le soluzioni previste infavore dei disabili dalle legge n. 68 del1999. La Commissione europea ha ritenutole disposizioni contenute nella legge citatainsufficienti ad attuare l’articolo 5 piùvolte menzionato, considerando come ilsistema italiano di promozione dell’inte-grazione lavorativa dei disabili sia essen-zialmente fondato su un insieme di incen-tivi, agevolazioni e iniziative a carico delleautorità pubbliche e solo in minima partepreveda obblighi per i datori di lavoro;

la sentenza del 4 luglio 2013 che hacondannato l’Italia afferma chiaramentecome: « per trasporre correttamente ecompletamente l’articolo 5 della direttiva2000/78/CE non è sufficiente disporre mi-sure pubbliche di incentivo e di sostegno,ma è compito degli Stati membri imporrea tutti i datori di lavoro l’obbligo diadottare provvedimenti efficaci e pratici,in funzione delle esigenze delle situazioniconcrete, a favore di tutti i disabili, cheriguardino i diversi aspetti dell’occupa-zione e delle condizioni di lavoro e checonsentano a tali persone di accedere adun lavoro, di svolgerlo, di avere una pro-mozione o di ricevere una formazione »;

in risposta alla sentenza citata ilGoverno ha adottato la legge 9 agosto

Atti Parlamentari — 13903 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

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2013, n. 99, con la quale ha convertito conmodificazioni il decreto-legge 28 giugno2013, n. 76. In particolare il comma 4-bis,introdotto dalle legge in questione all’ar-ticolo 9, ha ripristinato il finanziamentodel fondo per il diritto al lavoro deidisabili di cui al comma 4 dell’articolo 13della legge n. 68 del 1999 prevedendo unostanziamento di 10 milioni per l’anno 2013e di 20 milioni per l’anno 2014. Il comma4-ter dell’articolo 9 della legge n. 99 del2013 ha invece inserito una ulteriore di-sposizione al decreto legislativo 9 luglio2003, n. 216, prevedendo che i datori dilavoro pubblici e privati siano tenuti adadottare accomodamenti ragionevoli –come definiti dalla Convenzione della Na-zioni Unite sui diritti delle persone condisabilità, ratificata ai sensi della legge n.18 del 2009 – al fine di garantire ilrispetto del principio della parità di trat-tamento delle persone con disabilità neiluoghi di lavoro e per garantirne la pienaeguaglianza con gli altri lavoratori;

tali disposizioni sarebbero sotto lalente di ingrandimento della Commissioneeuropea, essendo il nostro Paese ancorasottoposto a procedura di osservazione perverificare l’efficacia delle nuove normeintrodotte per garantire la piena inclu-sione dei disabili nel mondo del lavoro. Ladisciplina in questione sembrerebbe nonadempiere completamente i dettami delladirettiva 2000/78/CE, né i rilievi dellaCorte di Giustizia sopra citati, paventan-dosi dunque la possibilità concreta chel’Italia venga sottoposta ad una nuovaprocedura di infrazione;

occorre ricordare come in Italiasolo il 16 per cento delle persone condisabilità fra i 15 e i 74 anni risultioccupato, contro il 49,9 per cento deltotale della popolazione. Solo l’11 percento delle persone con limitazioni fun-zionali che lavorano ha trovato un’occu-pazione attraverso un centro pubblico perl’impiego. Le persone con limitazioni fun-zionali che sono inattive rappresentanouna quota quasi doppia rispetto a quellaosservata nell’intera popolazione, l’82,1per cento contro il 45,4 per cento. La

percentuale di che non è mai entrato nelmercato del lavoro e non cerca di entrarci(250.000 persone, per la quasi totalitàdonne) è molto più elevata tra chi halimitazioni (il 18,5 per cento contro l’8,8per cento di chi ha limitazioni funzionalilievi);

i dati della Federazione italiana peril superamento dell’handicap, citati recen-temente dal Sottosegretario di Stato allavoro Franca Biondelli e diffusi da diversiorgani di stampa confermano il contestodrammatico sopradescritto sull’occupa-zione delle persone con disabilità nel no-stro Paese. Nel 2013 risultavano oltre750.000 i disabili iscritti alle liste di col-locamento obbligatorio, attestandosi ildato per cui ben l’84 per cento dellepersone disabili in età lavorativa è priva diun impiego. Inoltre la situazione perdu-rante di crisi economica sta contribuendoad acuire la problematica. Siccome leaziende in crisi possono sospendere gliobblighi di assunzione della legge n. 68 del1999, circa il 25 per cento dei postiprevisti per i disabili rimane non asse-gnato, tanto nel settore pubblico quantonel privato;

alla luce di quanto descritto inpremessa si evidenzia un quadro norma-tivo che, sebbene risulti avanzato in rela-zione all’affermazione del principio di nondiscriminazione delle persone con disabi-lità in ambito lavorativo, presenta dei serilimiti nella traduzione in concreto di taleprincipio e nel garantire effettivamente lapossibilità per moltissimi cittadini di ac-cedere a un impiego e conservare lo stesso,ciò dovuta alla evidente possibilità che lenorme citate rimangano inapplicate,

impegna il Governo:

a introdurre nuove norme capaci diattuare pienamente l’articolo 5 della di-rettiva 2000/78/CE così come chiaramenteinterpretato dalla Corte di Giustizia e digarantire in concreto, attraverso obblighipiù vincolanti per i datori di lavoro, pub-blici e privati, il diritto al lavoro dellepersone con disabilità;

Atti Parlamentari — 13904 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

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ad incrementare le risorse del fondoper il diritto al lavoro dei disabili di cui alcomma 4 dell’articolo 13 della legge n. 68del 1999, per consentire maggiori possibi-lità occupazionali nel settore pubblico eprivato.

(7-00390) « Di Salvo, Piazzoni, Scuvera,Nicchi ».

* * *

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZADEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente(ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare ilPresidente del Consiglio dei ministri, persapere – premesso che:

i continui delitti commessi a dannodelle donne, riportati dalla cronaca, hannodeterminato nell’opinione pubblica la per-cezione diffusa della violenza nei confrontidelle donne come un fenomeno in au-mento, sebbene la mancanza di dati uffi-ciali aggiornati a livello nazionale, disag-gregati per genere non consenta di misu-rare adeguatamente la portata del feno-meno;

la contribuzione finanziaria confondi europei ha sostenuto sia diretta-mente (come il progetto Daphne contro laviolenza sulle donne datato di 116,85 mi-lioni di euro e che ha finanziato ancheuna parte importante delle attività deicentri antiviolenza in Italia) che indiret-tamente (attraverso i piani operativi re-gionali e la programmazione nazionale) lamaggior parte dei progetti regionali e pro-vinciali per il contrasto della violenza sulledonne. Inoltre, l’indagine svolta dall’Agen-zia europea per i diritti ha raccolto datiufficiali che misurano l’impatto del feno-

meno nei 28 Stati membri e sottolineatol’importanza di interventi concertati estrutturali;

la legge 15 febbraio 1996, n. 115,recante « Norme contro la violenza ses-suale » e successivamente il decreto-legge23 febbraio 2009, n. 11, recante « Misureurgenti in materia di sicurezza pubblica edi contrasto alla violenza sessuale, nonchéin tema di atti persecutori » convertitodalla legge 23 aprile 2009, n. 38, hannodotato il nostro ordinamento di nuovistrumenti volti a contrastare la violenza digenere;

il 25 giugno 2012 è stato presentatoall’ONU il primo rapporto tematico sulfemminicidio, frutto del lavoro realizzatoin Italia da Rashida Manjoo. Tale rapportorileva, tra le altre cose, la mancanza distrumenti adeguati per monitorare le di-mensioni del fenomeno nel nostro Paese;

il 19 giugno 2013 è stata ratificata inItalia la Convenzione del Consiglio d’Eu-ropa sulla prevenzione e la lotta contro laviolenza nei confronti delle donne e laviolenza domestica, approvata dal Comi-tato dei ministri del Consiglio d’Europa il7 aprile 2011 e aperta alla firma l’11maggio dello stesso anno a Istanbul;

tale Convenzione, che introduce ilprimo strumento internazionale giuridica-mente vincolante volto a creare un quadronormativo completo a tutela delle donnecontro qualsiasi forma di violenza, all’ar-ticolo 8, dispone che: « Le Parti stanzianole risorse finanziarie e umane appropriateper un’adeguata attuazione di politicheintegrate, di misure e di programmi de-stinati a prevenire e combattere ogniforma di violenza rientrante nel campo diapplicazione della presente Convenzione,ivi compresi quelli realizzati dalle ONG edalla società civile »;

l’articolo 5 del decreto-legge 14 ago-sto 2013, n. 93 recante « Disposizioni ur-genti in materia di sicurezza e per ilcontrasto della violenza di genere nonchéin tema di protezione civile e di commis-sariamento delle province » convertito, con

Atti Parlamentari — 13905 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

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modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013,n. 119, demanda al Ministro per le pariopportunità il compito di elaborare unpiano straordinario contro la violenza ses-suale e di genere, in sinergia con la nuovaprogrammazione dell’Unione europea peril periodo 2014-2020. Il medesimo articoloprevede, inoltre, un finanziamento di 10milioni di euro per l’anno 2013 per larealizzazione di azioni a sostegno delledonne vittime di violenza;

il comma 217 dell’articolo 1 dellalegge 27 dicembre 2013, n. 14, recantedisposizioni per la formazione del bilancioannuale e pluriennale dello Stato (legge distabilità 2014) incrementa di 10 milioni dieuro, per ciascuno degli anni 2014, 2015 e2016, la dotazione del Fondo per le poli-tiche relative ai diritti e alle pari oppor-tunità allo scopo di finanziare il « Piano diazione straordinario contro la violenzasessuale e di genere »;

per effetto del combinato dispostodalla predetta disposizione con gli articoli5 e 5-bis del decreto-legge n. 93 del 2013,nonché in virtù del cosiddetto istituto del« riporto » che prevede la facoltà per laPresidenza del Consiglio dei ministri di-versamente dalle altre amministrazioni, dimantenere in bilancio anche le risorse nonutilizzate nell’anno precedente, nel 2014risulta disponibile per il già citato pianostraordinario la somma di 18 milioni dieuro;

tale somma, secondo quanto si leggenella nota preliminare al bilancio di pre-visione della Presidenza del Consiglio deiministri, adottato con decreto del Presi-dente del Consiglio dei ministri il 20dicembre 2013, tripartita destinando: 10milioni di euro per il miglioramento degliinterventi delle istituzioni nel contrastoalla violenza sulle donne attraverso l’ela-borazione di un piano d’azione straordi-nario contro la violenza sessuale e digenere; 7 milioni di euro all’attuazionedell’articolo 5-bis del decreto-legge n. 93del 2013, relativo ad interventi di assi-stenza e sostegno territoriale a donnevittime di violenza e ai loro figli; 300.000

euro per la stipula di convenzioni o ac-cordi finalizzati all’aggiornamento di sta-tistiche sulla criminalità contro le donnenonché all’istituzione di una banca dati suiservizi offerti attraverso la rete collegata alnumero di pubblica utilità 1522 e infine700.000 euro per la prosecuzione delleattività del servizio 1522 per il contrastoalla violenza di genere e allo stalking –:

se il Governo non ritenga opportuno,alla luce dei moniti espressi a più ripresedall’Unione europea e vista la drammati-cità dei dati esposti in premessa, di pro-cedere con la massima urgenza all’eroga-zione delle somme predette;

se non ritenga altresì di doversi at-tivare con la massima sollecitudine, anchealla luce del ruolo chiave ricoperto dalnostro Paese in occasione della ratificadella Convenzione di Istanbul, convocandoi necessari gruppi di lavoro, per dare unimpulso concreto allo sviluppo del pianodi azione straordinario contro la violenzasessuale e di genere, di cruciale impor-tanza per la piena attuazione degli stru-menti giudici già citati.

(2-00579) « Giuliani, Terrosi, Mazzoli,Rotta, Giorgis, Rossomando,Incerti, Boccuzzi, Misiani,Moscatt, Tartaglione, Polla-strini, Gribaudo, Scuvera,Gasparini, Ginefra, Berga-mini, Ferranti, Carnevali,Cimbro, Mariano, Simoni,Piccoli Nardelli, Laforgia,Giulietti, Giuditta Pini, Ber-retta, Giuseppe Guerini,Manzi, Ghizzoni, Greco, Ma-riastella Bianchi, Tidei, Man-fredi, Bray, Guerra, Marzano,Rostan, Gregori, Rampi,Mura, Zampa, Moretto, Gino-ble, Paris, Iori, Locatelli, Cen-temero, Amoddio, Covello,Sbrollini, Chaouki, Berlin-ghieri, Marantelli, Mattiello,Petitti, Carlo Galli, Albini,Bonafè ».

Atti Parlamentari — 13906 — Camera dei Deputati

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Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare ilPresidente del Consiglio dei ministri, ilMinistro dell’ambiente e della tutela delterritorio e del mare, per sapere – pre-messo che:

nel campo della gestione dei rifiuti,l’Italia, al pari degli altri Stati membri, ètenuta a dare attuazione alle disposizionicontenute nelle seguenti direttive del-l’Unione europea che regolano alcuneparti della materia: la n. 75/442/CEE, lan. 91/689/CE relativa alla gestione con-trollata dei rifiuti pericolosi, e la n. 1999/31/CE concernente la gestione delle disca-riche;

la direttiva 75/442/CEE, all’articolo 4,prevede che: « Gli Stati membri adottanole misure necessarie per assicurare che irifiuti siano recuperati o smaltiti senzapericolo per la salute dell’uomo e senzausare procedimenti o metodi che potreb-bero recare pregiudizio all’ambiente (...)Gli Stati membri adottano inoltre le mi-sure necessarie per vietare l’abbandono, loscarico e lo smaltimento incontrollato deirifiuti »;

la stessa direttiva 75/442/CEE, all’ar-ticolo 8, impone agli Stati membri diadottare le disposizioni necessarie affinchéogni detentore di rifiuti li consegni ad unraccoglitore privato o pubblico, o adun’impresa che effettua le operazioni pre-viste nell’allegato II A o II B di taledirettiva, oppure provveda egli stesso alrecupero o allo smaltimento, conforman-dosi alle disposizioni di detta direttiva;

secondo l’articolo 9, della direttivasopracitata – ai fini dell’applicazione, inparticolare, del richiamato articolo 4, tuttigli stabilimenti o le imprese che effettuanole operazioni di smaltimento di rifiutidebbono ottenere da parte dell’autoritàcompetente incaricata di attuare le dispo-sizioni di tale direttiva l’autorizzazione,che può essere concessa e rinnovata perun periodo determinato subordinatamenteal rispetto di condizioni e obblighi speci-fici, ovvero essere rifiutata segnatamente

quando il metodo di smaltimento previstonon è accettabile dal punto di vista dellaprotezione dell’ambiente;

la direttiva 91/689/CEE, all’articolo 2,dispone « Gli Stati membri prendono lemisure necessarie per esigere che in ogniluogo in cui siano depositati (messi indiscarica) rifiuti pericolosi, questi ultimisiano catalogati e identificati. (...) »;

per quel che concerne la gestionedelle discariche autorizzate o già in fun-zione alla data di entrata in vigore delladirettiva 1999/31/CE, la stessa direttiva,all’articolo 14, ne subordina il manteni-mento in esercizio alle seguenti condizioni:

a) entro un anno dalla data previ-sta nell’articolo 18, paragrafo 1 (vale a direentro il 16 luglio 2002), il gestore delladiscarica elabora e presenta all’approva-zione dell’autorità competente un piano diriassetto della discarica comprendente leinformazioni menzionate nell’articolo 8 ele misure correttive che ritenga eventual-mente necessarie al fine di soddisfare irequisiti previsti dalla presente direttiva,fatti salvi i requisiti di cui all’allegato I,punto 1;

b) in seguito alla presentazione delpiano di riassetto, le autorità competentiadottano una decisione definitiva sul-l’eventuale proseguimento delle operazioniin base a detto piano e alla presentedirettiva. Gli Stati membri adottano lemisure necessarie per far chiudere al piùpresto, a norma dell’articolo 7, lettera g),e dell’articolo 13, le discariche che, inforza dell’articolo 8, non ottengono l’au-torizzazione a continuare a funzionare;

c) sulla base del piano approvato, leautorità competenti autorizzano i neces-sari lavori e stabiliscono un periodo ditransizione per l’attuazione del piano;

d) tutte le discariche preesistentidevono conformarsi ai requisiti previstidalla presente direttiva, fatti salvi i requi-siti di cui all’allegato I, punto 1, entro ottoanni dalla data prevista nell’articolo 18,paragrafo 1 (ossia entro il 16 luglio 2009);

Atti Parlamentari — 13907 — Camera dei Deputati

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la direttiva 1999/31/CE, all’articolo18 comma 1, impone agli Stati membri diadottare le disposizioni legislative, regola-mentari e amministrative necessarie perconformarsi alla stessa entro due anni adecorrere dalla sua entrata in vigore (valea dire, entro il 16 luglio 2001) e neinformano immediatamente la Commis-sione;

il Corpo forestale dello Stato, neglianni, ha condotto tre censimenti dellediscariche abusive. Il primo è stato effet-tuato nel 1986, ed ha riguardato 6.890comuni italiani, evidenziando l’esistenza di5.978 discariche abusive. Il secondo è statoredatto nel 1996, ha riguardato 6.802 co-muni ed ha evidenziato l’esistenza di 5.422discariche abusive. Il terzo, pubblicato il22 ottobre del 2002 – a seguito dellariforma della regolamentazione in materiadi gestione dei rifiuti (decreto legislativon. 22 del 1997) – ha identificato 4866discariche abusive, per una superficie to-tale di 19.017.157 m2, ed ha inoltre evi-denziato l’esistenza di 1.765 discariche chenon risultavano nei censimenti precedenti.L’ultimo rapporto del Corpo forestaledello Stato, inoltre, ha chiarito come 1.654discariche abusive erano ancora in attività,e 3.212 sembravano essere invece nonessere più utilizzate. Pur tuttavia, comesottolinea il suindicato studio, l’impattoambientale delle discariche abusive nonpiù utilizzate è ugualmente significativo,spesso perfino più impattante, di quellodelle discariche in attività. Occorre sotto-lineare come i dati contenuti nel terzocensimento siano stati raccolti unicamentein relazione alle 15 regioni a statutoordinario, la situazione nelle regioni astatuto speciale non sembrava diversa.Inoltre, secondo tale rapporto, i risultatierano sicuramente sottostimati in quantole competenze del Corpo forestale delloStato coprono essenzialmente il territorioextra urbano, il che esclude le numerosediscariche abusive localizzate in aree ur-bane; v’è da segnalare, infine, come 705discariche riguardino rifiuti pericolosi;

la Commissione europea è venuta aconoscenza – in particolare attraverso il

3o censimento delle discariche abusive,tramite reclami, interrogazioni di parla-mentari europei ed articoli di stampa –del funzionamento di un vasto numero didiscariche abusive ed incontrollate in Ita-lia. Motivi per cui la stessa Commissione,in data in data 11 luglio 2003, ha inviatoall’Italia una costituzione di messa inmora, aprendo così una procedura diinfrazione (2003/2077) contro il nostroPaese per la cattiva applicazione degliarticoli 4, 8 e 9 della direttiva 75/442/CEE,modificata dalla direttiva 91/156/CEE, del-l’articolo 2, comma 1, della direttiva 91/689/CEE e dell’articolo 14, lettere a)-c),della direttiva 1999/31/CE;

la Commissione europea, in data 19dicembre 2003, ha trasmesso all’Italia ilparere motivato C(2003) 5104 in forzadell’articolo 226 del trattato che istituiscela Comunità europea, per la non correttaapplicazione degli articoli citati nel pre-cedente punto riguardanti le direttive 75/442/CEE, 91/689/CEE, 1999/31/CE;

la Commissione europea, nel pareremotivato C(2003) 5104, sulla base delleinformazioni in suo possesso, evidenziaquanto segue:

a) in Italia, nonostante l’esistenzadi un apposito quadro normativo, esisteancora un grande numero di discaricheabusive, senza alcuna autorizzazione, nécontrollo;

b) l’esistenza e il funzionamento diqueste discariche abusive o incontrollatedimostrano che le autorità italiane netollerano la presenza e che non hannopreso tutte le misure necessarie per assi-curare che i rifiuti siano smaltiti senzapericolo per la salute dell’uomo e senzarecare pregiudizio all’ambiente;

c) le autorità italiane non hannopreso tutte le misure necessarie per vietarel’abbandono, lo scarico e lo smaltimentoincontrollato dei rifiuti, e per assicurareche gli stabilimenti o imprese che effet-tuano lo smaltimento dei rifiuti sianosoggetti ad autorizzazione;

Atti Parlamentari — 13908 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

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d) la persistenza della situazionedenunciata – che è all’origine di un de-grado significativo dell’ambiente per unperiodo di tempo prolungato – senzal’adozione di interventi da parte delleautorità competenti, rileva che l’Italia haoltrepassato il potere discrezionale chel’articolo 4 comma 1 della direttiva 75/442/CEE conferisce agli Stati membri;

e) non risulta che le autorità ita-liane abbiano preso tutte le misure neces-sarie affinché i rifiuti contenuti nelle di-scariche abusive o incontrollate siano con-segnati ad un raccoglitore privato o pub-blico, o ad un’impresa autorizzata adeffettuare le operazioni di smaltimento orecupero, oppure affinché il detentoreprovveda egli stesso al recupero o allosmaltimento in conformità della direttiva,come previsto dall’articolo 8 della direttiva75/442/CEE come interpretato dalla Corte;

f) per quanto riguarda le discaricheabusive di rifiuti pericolosi, si deve de-durre che tali rifiuti non sono stati cata-logati e identificati;

g) relativamente agli stabilimenti oimprese, che effettuano lo smaltimento deirifiuti in assenza di qualsiasi autorizza-zione, non risulta che, prima del 16 luglio2002, i piani di riassetto di ciascuna di-scarica abusiva o incontrollata, compren-denti le informazioni relative alle condi-zioni autorizzative e le misure correttiveeventualmente necessarie, siano stati ela-borati e presentati all’approvazione del-l’autorità competente, come previsto all’ar-ticolo 14 della direttiva 1999/31/CE;

il 23 marzo 2005, la Commissionedelle Comunità europee ha proposto di-nanzi alla Corte di giustizia delle Comu-nità europee un ricorso contro la Repub-blica italiana perché venisse constatatal’inadempienza della Repubblica italianaagli obblighi di cui agli articoli 4, 8 e 9della direttiva 75/442/CEE del Consigliorelativa ai rifiuti, come modificata dalladirettiva 91/156/CEE, agli articoli 2, para-grafo 1, della direttiva 1/689/CEE del Con-siglio relativa ai rifiuti pericolosi e all’ar-

ticolo 14, lettere a), b) e c), della direttiva1999/31/CE del Consiglio relativa alle di-scariche di rifiuti;

il 26 aprile 2007, la Corte di giustiziadelle Comunità europee (causa C-135/05)ha condannato la Repubblica italiana pernon aver adottato tutti i provvedimentinecessari ad adempiere agli obblighi adessa incombenti ai sensi degli articoli 4, 8e 9 della direttiva 75/442, come modificatadalla direttiva 91/156/CEE, dell’articolo 2,n. 1, della direttiva del Consiglio 12 di-cembre 1991, 91/689/CEE, relativa ai ri-fiuti pericolosi, e dell’articolo 14, letterea)-c), della direttiva del Consiglio 26 aprile1999, 1999/31/CE, relativa alle discarichedi rifiuti, imponendo all’Italia il paga-mento delle spese processuali;

la situazione delle discariche, oggettodella citata procedura di infrazione 2003/2077 – in relazione alla quale l’Italia èstata condannata dalla Corte di Giustiziacon la citata sentenza del 2007 – neldicembre del 2012 era tale per cui siregistrava, ancora, la presenza di 252invasi irregolari così suddivisi per regionidi ubicazione: Abruzzo 37, Basilicata 5,Calabria 43, Campania 49, Emilia-Roma-gna 3, Friuli Venezia Giulia 2, Lazio 32,Liguria 6, Lombardia 4, Marche 2, Molise2, Piemonte 1, Puglia 15, Sardegna 10,Sicilia 24, Toscana 6, Umbria 1, Veneto 10;

in relazione a ciò, il 16 aprile 2013,la Commissione europea ha presentato unnuovo ricorso contro l’Italia (causa C-196/13) per non aver adottato tutte le misurenecessarie per conformarsi alla sentenzadella Corte di giustizia delle Comunitàeuropee del 26 aprile 2007, nella causaC-135/05. In particolare, la violazione de-gli articoli 4, 8 e 9 della direttiva 75/442/CEE, come modificata dalla direttiva 91/156/CEE, e dell’articolo 2, n. 1, della di-rettiva 91/689/CEE, relativa ai rifiuti pe-ricolosi, è comprovata dal fatto che, inbase alle informazioni trasmesse dalle au-torità italiane, esisterebbero nel territorioitaliano ancora almeno 218 discariche il-legali di rifiuti, dislocate in tutte le regioniitaliane. La violazione dell’articolo 14 della

Atti Parlamentari — 13909 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

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direttiva 1999/31/CE, relativa alle discari-che di rifiuti è dimostrata dall’esistenza di5 discariche che, nonostante i relativi pianidi riassetto non siano stati presentati oapprovati, non sono state chiuse dall’au-torità competente;

al termine del contenzioso, la Com-missione ha chiesto alla Corte di ordinarealla Repubblica italiana di: 1) versare allaCommissione una penalità giornaliera paria euro 256.819,2 per il ritardo nell’esecu-zione della sentenza nella causa C-135/05dal giorno in cui sarà pronunciata lasentenza nella presente causa fino algiorno in cui sarà stata eseguita la sen-tenza nella causa C-135/05; 2) versare allaCommissione una somma forfettaria il cuiimporto risulta dalla moltiplicazione di unimporto giornaliero pari a euro 28.089,6per il numero di giorni di persistenzadell’infrazione dal giorno della pronunziadella sentenza nella causa C-135/05 alladata alla quale sarà pronunziata la sen-tenza nella presente causa;

il 3 giugno del 2014, si è svolta laprima udienza della Corte di giustiziadell’Unione europea in merito alla causaC-196/13 per la pronuncia sulle discaricheabusive. L’avvocato generale della Cortepresenterà le sue conclusioni sulla causache contrappone la Commissione del-l’Unione europea all’Italia per l’inadem-pienza sulla gestione dei rifiuti il prossimo4 settembre;

con riferimento alla Programmazionedei cosiddetti Fondi strutturali relativi alperiodo 2014-2020, il Regolamento (UE)n. 1303/2013 del Parlamento europeo edel Consiglio ha individuato tra le prioritàdi investimento relative al Fondo FESR eal Fondo di coesione l’investimento « nelsettore dei rifiuti per rispondere agli ob-blighi imposti dall’aquis dell’Unione inmateria ambientale e soddisfare le esi-genze, individuate dagli Stati membri, diinvestimenti che vadano oltre tali obbli-ghi » e, nello stesso tempo, tra le condi-zionalità previste ha inserito la « 6.1 Set-tore dei rifiuti: promuovere investimentieconomicamente ed ecologicamente soste-

nibili nel settore dei rifiuti, in particolare,attraverso la definizione di piani di ge-stione dei rifiuti conformi alla direttiva2008/98/CE ai rifiuti e alla gerarchia deirifiuti »;

la condanna richiesta dalla Commis-sione europea, con la conseguente appli-cazione di sanzione pecuniarie, appare,dunque, l’inevitabile conseguenza di unaperdurante incapacità dello Stato italiano,e delle amministrazioni a diverso livello etitolo coinvolte, di dare piena attuazionealle disposizioni comunitarie in materia digestione dei rifiuti –:

quali iniziative straordinarie e ur-genti intendano adottare per giungere, ilpiù rapidamente possibile, alla rimozionedi tutte le situazioni giuridiche e/o di fattoche sono causa della condanna inflitta alnostro paese nell’aprile del 2007, in con-siderazione del fatto che il permaneredelle stesse situazioni è all’origine di unaprobabile seconda condanna, da partedella Corte europea, con la conseguenteapplicazione di sanzioni pecuniarie il cuiimporto – stando alla richiesta avanzatadalla Commissione – potrebbe essere cal-colato in funzione del numero dei giorniche trascorreranno tra il 26 aprile 2007,data della prima condanna, e il giorno nelquale il nostro paese darà prova del pienorispetto di tutti gli obblighi comunitariviolati;

quali azioni intendano adottare per-ché si dia piena attuazione alla normativain materia di trattamento di rifiuti e digestione delle discariche, eliminando legravi, diffuse e documentate minacce allasalute dei cittadini e alla qualità dell’am-biente rappresentate dalle discariche ille-gali di rifiuti e dagli invasi operativi prividel prescritto piano di riassetto;

se nell’Accordo di Partenariato tra-smesso alla Commissione europea, e inparticolare nel documento contenente unavalutazione sintetica dell’adempimento, daparte dello Stato membro, delle condizio-nalità ex ante fissate, sia stato fornito –con riferimento alla mancata ottempe-ranza alla citata condizionalità ex ante 6.1

Atti Parlamentari — 13910 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

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– un quadro delle azioni da adottare, degliorganismi responsabili e delle tempistichedi attuazione di tali azioni, conforme-mente a quanto stabilito nell’articolo 19del citato Regolamento (UE) n. 1303/2013;

se e quali iniziative siano state inse-rite nel quadro delle azioni relativo allacondizionalità ex ante 6.1 con lo scopo diridurre e/o annullare il numero di disca-riche illegali di rifiuti e di invasi operativiprivi del piano di riassetto prescritto, allabase del ricorso alla Corte europea digiustizia da parte della Commissione eu-ropea.

(2-00578) « Mannino, Busto, Daga, DeRosa, Micillo, Segoni, Ter-zoni, Vignaroli, Zolezzi ».

Interrogazioni a risposta scritta:

PILI. — Al Presidente del Consiglio deiministri, al Ministro dell’economia e dellefinanze. — Per sapere – premesso che:

è già esaurito il grande annuncio sulpatto di stabilità della regione Sardegnamesso in scena 15 giorni fa dal GovernoRenzi con la giunta Pigliaru/Soru;

la pompa magna di quella giornatarievoca i fatti storici che diventano bluff inpochissimo tempo;

nel comunicato ufficiale di PalazzoChigi con la solennità di chi prende im-pegni veri avevano persino scritto i tempi:entro dieci (10) verrà definito l’adegua-mento dello spazio finanziario per il 2014.Con un inciso: in armonia con gli obiettividi finanza pubblica;

sono passati 15 giorni e di quell’im-pegno solenne non se n’è saputo più nulla.Solo comunicati per cercare qualche scap-patoia;

la nota di palazzo Chigi, il Governo ela regione Sardegna aveva annunciato diaver concordato di:

« avviare un percorso per superarel’attuale impianto di regole che consentadi giungere già nel 2015 al sistema di

pareggio di bilancio, che rappresenta lasoluzione strutturale al problema dellaregione Sardegna, all’interno di un pro-getto più ampio che riguardi tutte leregioni a statuto speciale;

accordare in ragione della specifi-cità della regione Sardegna, così comedefinito dalla sentenza della Corte Costi-tuzionale n. 118 del 2012, e nelle moredella transizione verso il nuovo regime dipareggio di bilancio un adeguato amplia-mento dello spazio finanziario per il 2014che verrà definito, in armonia con gliobiettivi di finanza pubblica, entro 10giorni »;

partendo dal comunicato ufficiale oc-corre scindere i due problemi:

« accordare in ragione della speci-ficità della regione Sardegna, così comedefinito dalla sentenza della Corte Costi-tuzionale n. 118 del 2012, e nelle moredella transizione verso il nuovo regime dipareggio di bilancio un adeguato amplia-mento dello spazio finanziario per il 2014che verrà definito, in armonia con gliobiettivi di finanza pubblica, entro 10giorni ».

« avviare un percorso per superarel’attuale impianto di regole che consentadi giungere già nel 2015 al sistema dipareggio di bilancio, che rappresenta lasoluzione strutturale al problema dellaregione Sardegna, all’interno di un pro-getto più ampio che riguardi tutte leregioni a statuto speciali »;

la legge costituzionale n. 1 del 20aprile 2012, il legislatore nazionale hamodificato gli articoli 81, 97, 117 e 119della Costituzione, introducendo nell’ordi-namento un principio di carattere gene-rale, secondo il quale tutte le amministra-zioni pubbliche devono assicurare l’equi-librio tra entrate e spese del bilancio e lasostenibilità del debito, nell’osservanzadelle regole dell’Unione europea in mate-ria economico-finanziaria;

con la modifica dell’articolo 81 dellaCostituzione, lo Stato deve assicurarel’equilibrio tra le entrate e le spese del

Atti Parlamentari — 13911 — Camera dei Deputati

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proprio bilancio, tenendo conto delle di-verse fasi – avverse o favorevoli – del cicloeconomico e delle misure una tantum, inlinea con quanto previsto dall’ordina-mento europeo;

il principio dell’equilibrio dei bilancie l’obbligo di concorrere ad assicurarel’osservanza dei vincoli economici e finan-ziari derivanti dall’Unione europea è in-trodotto anche per i livelli di governodecentrati con la modifica dei commiprimo e sesto dell’articolo 119 della Co-stituzione. Per gli enti territoriali è previ-sta la possibilità di ricorrere all’indebita-mento per le sole spese di investimentoprevia predisposizione di piani di ammor-tamento e con il vincolo di assicurare ilrispetto dell’equilibrio per il complessodegli enti di ciascuna regione, compresa laregione medesima;

con la legge 24 dicembre 2012, n. 243vengono disciplinati, tra l’altro, il conte-nuto della legge di bilancio, le normefondamentali e i criteri volti ad assicurarel’equilibrio tra le entrate e le spese deibilanci pubblici e la sostenibilità del debitodel complesso delle pubbliche amministra-zioni;

il capo II della legge n. 243 del 2012disciplina i principi e le regole di bilancioriferite al complesso delle amministrazionipubbliche: definizione dell’equilibrio di bi-lancio, introduzione di una regola sull’evo-luzione della spesa e regole in materia disostenibilità del debito pubblico;

il principio dell’equilibrio di bilancioper le pubbliche amministrazioni è defi-nito, all’articolo 3, in relazione all’obiettivodi medio termine (MTO) stabilito dall’or-dinamento dell’Unione europea quale pa-rametro di riferimento per la valutazionedella posizione fiscale di ciascuno Statomembro. Una deroga al principio del-l’equilibrio di bilancio è prevista qualora siverifichino eventi eccezionali, che la stessalegge indica;

è previsto inoltre, un principio gene-rale per la sostenibilità del debito pubblico(articolo 4) in coerenza con quanto stabi-

lito dall’ordinamento europeo. Gli obiettivirelativi al rapporto debito/PIL dovrannoessere indicati nei documenti di program-mazione e, nell’ipotesi in cui sia superatala soglia di riferimento europea, in sede didefinizione degli obiettivi di bilancio sidovrà tenere conto della necessità di ga-rantire una riduzione dell’eccedenza ri-spetto a tale valore secondo quanto pre-visto dal medesimo ordinamento europeo;

il principio dell’equilibrio dei bilanciper le regioni e gli enti locali è declinatodall’articolo 9 in relazione al consegui-mento, sia in fase di programmazione chedi rendiconto, di un valore non negativo,in termini di competenza di cassa, del:

saldo tra le entrate finali e le spesefinali;

saldo tra le entrate correnti e lespese correnti, incluse le quote di capitaledelle rate di ammortamento dei prestiti;

nell’ipotesi in cui, a consuntivo, siregistri uno scostamento dall’obiettivo, cia-scun ente provvede ad assicurare il recu-pero del disavanzo entro il triennio suc-cessivo. Nell’ipotesi in cui si registrasseroavanzi di bilancio, tali risorse sarannodestinate al ripiano del debito o al finan-ziamento delle spese di investimento. Conlegge dello Stato sono definite le sanzionida applicare alle regioni e agli enti localiche non conseguono l’equilibrio nonché gliulteriori obblighi in materia di concorso alconseguimento degli obiettivi di finanzapubblica, sulla base di criteri analoghi aquelli dello Stato e tenendo conto diparametri di virtuosità;

l’indebitamento per gli enti territo-riali è consentito solo per finanziare spesedi investimento e contestualmente all’ado-zione di piani di ammortamento di duratanon superiore alla vita utile dell’investi-mento stesso. In ogni caso, il ricorsoall’indebitamento potrà essere effettuatosulla base di apposite intese concluse inambito regionale che garantiscano, perl’anno di riferimento, l’equilibrio della ge-stione di cassa finale del complesso deglienti della regione interessata, compresa la

Atti Parlamentari — 13912 — Camera dei Deputati

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medesima regione. In caso di complessivoscostamento dall’equilibrio, il disavanzoconcorre alla determinazione dell’equili-brio di cassa dell’esercizio successivo ed èripartito tra gli enti che non hanno ri-spettato il saldo previsto;

l’articolo 11 prevede che nelle fasisfavorevoli del ciclo economico e in caso dieventi eccezionali, lo Stato contribuisca alfinanziamento dei servizi essenziali e delleprestazioni fondamentali inerenti i diritticivili e sociali, tenendo conto della quotadi entrate proprie delle regioni, dei co-muni, delle province, delle città metropo-litane e delle province autonome di Trentoe di Bolzano influenzata da ciclo econo-mico. A tal fine è costituito un fondopresso il Ministero dell’economia e dellefinanze, la cui dotazione è stabilita neidocumenti di programmazione finanziariae di bilancio e alla cui ripartizione siprovvede, con decreto del Presidente delConsiglio dei ministri, sentita la Confe-renza permanente per il coordinamentodella finanza pubblica, tenuto conto dellaquota di entrate proprie di ciascun ente,influenzata dall’andamento del ciclo eco-nomico. Di contro, è richiesto, nelle fasifavorevoli, agli stessi enti un contributo dadestinare al Fondo ammortamento titoli diStato, definito e ripartito, tra gli enti stessi,tenendo conto della quota di entrate pro-prie influenzata dal ciclo economico. Inogni caso, gli enti devono concorrere allasostenibilità del debito pubblico, secondomodalità da definire con legge dello Stato;

l’applicazione dell’equilibrio dei bi-lanci delle regioni e degli enti locali èprevista a decorrere dal l gennaio 2016;

è necessaria una seria riflessione suicontenuti e sulle conseguenze della anti-cipazione circa l’introduzione del pareggiodi bilancio nella regione e conseguente-mente negli enti territoriali facenti partedella regione stessa;

il nuovo articolo 97 della Costitu-zione stabilisce che tutte le « pubblicheamministrazioni, in coerenza con l’ordi-namento dell’Unione europea, assicuranol’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del

debito pubblico ». Si tratta di un dupliceprincipio: da un lato quello dell’equilibriodi bilancio, dall’altro quello della sosteni-bilità del debito, entrambi da assicurare inmaniera corrispondente alle norme del-l’ordinamento europeo;

tanto l’equilibrio di bilancio quantola sostenibilità del debito, appartengono aquelle decisioni che lo Stato Italiano devecondividere con le istituzioni europee e, inparticolare, che devono essere assunte inmodo idoneo ad assicurare l’effettivitàdelle prescrizioni europee;

le autonomie territoriali vedono ri-definite le proprie competenze, sono stateinfatti riportate a livello statale, a titoloesclusivo, la « armonizzazione dei bilancipubblici », competenza questa che a se-guito della revisione del Titolo V dellaCostituzione era stata regionalizzata, nelquadro delle materie di legislazione con-corrente. Il nuovo articolo 119 della Co-stituzione, condiziona ora le politiche deglienti territoriali al vincolo di « rispettodell’equilibrio di bilancio », con la previ-sione aggiuntiva che gli enti regionali elocali « concorrono ad assicurare l’osser-vanza dei vincoli economici e finanziariderivanti dall’ordinamento dell’Unione eu-ropea ». A differenza dello Stato, che puòassumere decisioni d’indebitamento te-nendo conto del ciclo economico e inragione di eventi eccezionali, le regioni edenti locali non possono ricorrere al mer-cato finanziario se non per la copertura dispese per investimento, e che, in talicircostanze, siano « contestualmente » de-finiti « piani di ammortamento », e sem-preché « per il complesso degli enti diciascuna regione sia rispettato l’equilibriodi bilancio »;

la disciplina dell’equilibrio di bilancioe dell’indebitamento di regioni ed entilocali sarà sviluppata ulteriormente con« legge dello Stato ». Gli enti territorialisono sottoposti al vincolo dell’equilibrio dibilancio due volte: singolarmente (articolo9) e, con specifico riguardo alle decisionid’indebitamento, come parti di un sotto-sistema il cui ambito è la regione (articolo

Atti Parlamentari — 13913 — Camera dei Deputati

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10). Il ricorso al mercato finanziario è,rispetto allo Stato, sottratto a qualunqueconsiderazione concernente e l’andamentodel ciclo economico e eventuali;

il patto di stabilità deve essere mo-dificato subito senza ulteriori imposizionidi pareggio di bilancio, tantomeno antici-pato;

alla verifica più attenta delle conse-guenze di quello che ha scritto il comu-nicato ufficiale di Palazzo Chigi tutti icomuni della Sardegna sarebbero messi inun colpo solo tutti in ginocchio;

mentre il Governo chiede all’Europauna proroga di un ulteriore anno per ilraggiungimento del pareggio con l’accetta-zione del pareggio di bilancio già dal 2015il dramma non riguarderà solo l’ente re-gione, ma l’eventuale stipula di un accordosimile riguarderà automaticamente tutti icomuni sardi, chiamati al pareggio delbilancio di competenza e peggio ancoraquello di cassa;

la modifica costituzionale impone inmodo secondo l’interrogante suicida il pa-reggio di bilancio non solo per la Regionema anche per tutti gli enti locali. Per laSardegna, dunque, non solo la regione maanche tutti i 377 comuni dell’isola sarannochiamati ad un pareggio anticipato dialmeno un anno sia per il bilancio dicompetenza che quello di cassa. Per icomuni sardi si rischia il fallimento.Un’operazione maldestra e suicida allapari di quella del 2006 che scaricò sullaSardegna sanità e trasporti. Secondo l’in-terrogante si è davanti ad una vera epropria follia di cui solo in queste orequesti luminari stanno mettendo a fuoco.Che quel comunicato di Palazzo Chiginascondesse insidie e imbrogli lo si eracapito sin da subito ma l’enfasi dell’an-nuncio aveva chiuso gli occhi a tutti, oquasi;

quel che è più grave è che l’applica-zione dell’equilibrio dei bilanci delle re-gioni e degli enti locali è prevista a de-correre dal l gennaio 2016. Per la Sarde-gna, se dovesse essere confermato il sui-

cidio già dal 2015, con tutte leconseguenze drammatiche sia per la Re-gione che per i comuni, significherebbe unsalto nel vuoto senza precedenti. Vuol direnuove tasse, nuove entrate, e più tagli diservizi, minori uscite. Insomma quel pattofantomatico ha sostanzialmente detto: sevolete uscire dal patto di stabilità doveteentrare nella morsa del pareggio di bilan-cio. E farlo in un periodo come questosignifica strozzare imprese e cittadini;

il nuovo articolo 119 della Costitu-zione, condizionerebbe la Sardegna e isuoi enti territoriali sin dal 2015 al vincolodi « rispetto dell’equilibrio di bilancio »,con la previsione aggiuntiva che gli entiregionali e locali « concorrono ad assicu-rare l’osservanza dei vincoli economici efinanziari derivanti dall’ordinamento del-l’Unione europea ». A differenza delloStato, che può assumere decisioni d’inde-bitamento tenendo conto del ciclo econo-mico e in ragione di eventi eccezionali, leregioni e enti locali non possono ricorrereal mercato finanziario se non per la co-pertura di spese per investimento, e che, intali circostanze, siano « contestualmente »definiti « piani di ammortamento », e sem-preché « per il complesso degli enti diciascuna regione sia rispettato l’equilibriodi bilancio ». Quindi un suicidio. Unamorsa incontrollabile;

al mese di gennaio del 2015 mancano6 mesi;

i comuni sardi saranno sono sotto-posti al vincolo dell’equilibrio di bilanciodue volte: singolarmente e, con specificoriguardo alle decisioni d’indebitamento,come parti di un sottosistema il cui ambitoè la regione. Il ricorso al mercato finan-ziario è, rispetto allo Stato, sottratto aqualunque considerazione concernente el’andamento del ciclo economico e even-tuali calamità –:

se non intenda assumere iniziativeper concedere alla Sardegna un urgenteallentamento del patto di stabilità senzaimporre condizioni di alcun genere;

se non intenda assumere iniziativeper esentare le regioni insulari dal patto distabilità;

Atti Parlamentari — 13914 — Camera dei Deputati

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se non ritenga di dover assumereiniziative per modificare tutti i parametridei trasferimenti alla Sardegna in virtù delmancato riequilibrio insulare;

se non ritenga di dover attivare perdefinire un sistema fiscale (zona franca) alfine di favorire il riequilibrio insulare.

(4-05136)

NUTI. — Al Presidente del Consiglio deiministri, al Ministro dell’interno, al Mini-stro della giustizia. — Per sapere – pre-messo che:

in una intervista rilasciata il 10 giu-gno 2014 al quotidiano « Il Messaggero »,Paola Severino, già Ministro della giustizianel Governo Monti, ha dichiarato che giàesistono efficaci norme per contrastare lacorruzione, come quelle introdotte nelcorso del suo mandato;

tuttavia, tali norme risulterebberoinefficaci in quanto inapplicate, ciò anchea causa di decreti attuativi mancanti;

anche il Vicepresidente del Consigliosuperiore della magistratura, MicheleVietti, ha dichiarato il giorno 10 giugno2014, fra le altre cose, che per contrastarela corruzione è necessario applicare lenorme contenute nella cosiddetta leggeSeverino per la parte relativa alla preven-zione;

la Corte dei Conti ha recentementestimato il costo della corruzione in Italiain circa 60 miliardi di euro all’anno;

i recenti scandali relativi alla costru-zione di opere legate ad EXPO 2015 nelmilanese e al sistema Mose a Venezia,hanno da tempo rimarcato come l’attualeclasse dirigente di questo Paese non siaancora in grado, o non voglia, contrastareadeguatamente la corruzione –:

se siano a conoscenza di quantodichiarato dal Ministro della giustizia protempore, Paola Severino;

quali siano le parti della cosiddettalegge Severino che ancora giacciono inap-plicate e per quali ragioni;

cosa intende fare al fine di rendereeffettive le norme già esistenti introdotteper contrastare la corruzione. (4-05137)

SCOTTO. — Al Presidente del Consigliodei ministri. — Per sapere – premesso che:

il trattato di Lisbona, entrato in vi-gore il 1° dicembre 2009, stabilisce chel’elezione del Presidente della Commis-sione avvenga ad opera del Parlamentoeuropeo su proposta del Consiglio europeoe tenendo conto dei risultati delle elezionieuropee;

in occasione delle elezioni europeedel 25 maggio 2014, le maggiori famigliepolitiche europee avevano annunciato leloro candidature al ruolo di Presidentedella Commissione;

in particolare, il Partito socialistaeuropeo ha fatto il nome di Martin Schulz,il Partito popolare europeo quello di JeanClaude Juncker, la Sinistra europea hacandidato Alexis Tsipras, l’Alleanza libe-rali democratici europei Guy Verhofstadted i Verdi europei hanno espresso ben duecandidature, ovvero José Bove e Ska Kel-ler;

alcune liste, anche in Italia, avevanoanche inserito il nome del candidato allaPresidenza della Commissione europea nelsimbolo elettorale;

al termine degli spogli è risultato conestrema chiarezza che nessun gruppo delParlamento europeo ha la maggioranzasemplice necessaria per eleggere il Presi-dente della Commissione (sarebbero ne-cessari 376 voti);

in tale contesto aumenta esponenzial-mente il ruolo dei Governi dei Paesi del-l’Unione europea nelle trattative e nellascelta;

negli ultimi giorni il dibattito inter-nazionale ha mostrato chiaramente comei nomi su cui si sviluppano le trattative inatto siano ben diversi da quelli propostiagli elettori pochi giorni fa;

Atti Parlamentari — 13915 — Camera dei Deputati

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proprio per questo rischia di perderevalore il ruolo del Parlamento europeo,unico organismo dell’Unione europea di-rettamente eletto dalle popolazioni deiPaesi membri –:

quale sia l’orientamento del Governoin merito all’elezione del Presidente dellaCommissione europea, sia dal punto divista delle opzioni che si ritiene di volersostenere nel corso delle trattative sia dalpunto di vista delle modalità da utilizzareper pervenire a tale scelta;

se il Governo ritenga preferibile unascelta basata su dinamiche intergoverna-tive oppure più aderente all’espressione divolontà popolare rappresentata dal votodel 25 maggio 2014. (4-05142)

DI VITA, CECCONI, DALL’OSSO, LO-REFICE, SILVIA GIORDANO, MANTERO,GRILLO, BARONI, CHIMIENTI, LUIGI DIMAIO, BUSINAROLO, MUCCI, DI BENE-DETTO, LUPO e LOMBARDI. — Al Presi-dente del Consiglio dei ministri. — Persapere – premesso che:

sulla base delle indicazioni prove-nienti dalla Convenzione del Consigliod’Europa, fatta ad Istanbul l’11 maggio2011, concernente la lotta contro la vio-lenza contro le donne e in ambito dome-stico di Istanbul, recentemente ratificatadal Parlamento, il decreto-legge 14 agosto2013, n. 93, convertito in legge 15 ottobre2013, n. 119, e pubblicato in GazzettaUfficiale 15 ottobre 2013, n. 242, recante iltitolo « Nuove norme per il contrasto dellaviolenza di genere che hanno l’obiettivo diprevenire il femminicidio e proteggere levittime », mira a rendere più incisivi glistrumenti della repressione penale dei fe-nomeni di maltrattamenti in famiglia, vio-lenza sessuale e di atti persecutori(stalking);

l’articolo 5 del decreto, in particolare,dispone un nuovo piano straordinario diprotezione delle vittime di violenza ses-suale e di genere che prevede azioni diintervento multidisciplinari, a carattere

trasversale, per prevenire il fenomeno,potenziare i centri antiviolenza e i servizidi assistenza, formare gli operatori;

in particolare, il comma 1 dell’arti-colo 5 prevede che « Il Ministro delegatoper le pari opportunità, anche avvalendosidel Fondo per le politiche relative ai dirittie alle pari opportunità di cui all’articolo19, comma 3, del decreto-legge 4 luglio2006, n. 223, convertito, con modifica-zioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248,elabora, con il contributo delle ammini-strazioni interessate, e adotta, previa ac-quisizione del parere in sede di conferenzaunificata, un « Piano d’azione straordina-rio contro la violenza sessuale e di ge-nere », di seguito denominato « Piano »,che deve essere predisposto in sinergia conla nuova programmazione comunitaria peril periodo 2014-2020;

ebbene, nonostante le risorse di cuialla citata norma siano state allocate nel2013 – 10 milioni in 4 anni il finanzia-mento, compreso il 2013 – e che il lavorodelle Commissioni interministeriali di re-dazione del Piano nazionale risulti ad unostadio avanzato, si è purtroppo registratoun netto rallentamento procedurale acausa del cambio di Governo;

in merito alla chiusura dei lavoripreparatori del Piano previsto dal decretofemminicidio, il 6 febbraio 2014 l’onore-vole Maria Cecilia Guerra, al tempo an-cora Viceministro con delega alle pariopportunità, dichiarava alla stampa: « Lachiusura è molto vicina, due settimane“per comporre il mosaico” del lavoro deidiversi gruppi, due mesi per l’approva-zione, con un passaggio in Conferenzaunificata »;

in seguito all’avvicendamento con ilGoverno Renzi, in data 30 aprile 2014, lastessa Maria Cecilia Guerra, non più Vi-ceministro, rilasciava una nuova intervistanella quale, contrastando con quanto en-tusiasticamente prospettato nella sua pre-cedente dichiarazione pubblica in merito,dichiarava che il Piano antiviolenza nonera tuttavia ancora stato completato, nonmancando di attribuire specifiche respon-

Atti Parlamentari — 13916 — Camera dei Deputati

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sabilità all’attuale premier: « [..] in partequesto timore c’è proprio per la comples-sità del piano, che richiede una guidapolitica forte che in questi quasi due mesidi Governo Renzi non ha avuto. Prima conl’abolizione del Ministero e ora per via diquesta delega ancora in capo al Presidentedel Consiglio. Mi permetto di dubitare noncerto delle buone intenzioni di Renzi neiconfronti di questo problema, ma sempli-cemente del fatto che i compiti del suoufficio gli lascino lo spazio per occupar-sene. Per ora, appunto è tutto fermo. Chiha l’autorità politica per convocare igruppi di lavoro del piano? Ci vuole ancheuna riconferma delle responsabilità dalmomento che il Governo è cambiato e nonc’è più il Ministero. In teoria i gruppi lidovrebbe convocare Renzi stesso, ma fac-cio fatica a credere che con il mestiere chefa possa assumere un ruolo operativo neiconfronti del piano »;

a parere degli interroganti l’impor-tanza del Dipartimento per le pari oppor-tunità della Presidenza del Consiglio deiministri non può non ritenersi cruciale,giacché competente del coordinamentodette iniziative normative e amministrativein tutte le materie attinenti in particolarela promozione dei diritti della persona,delle pari opportunità e della parità ditrattamento, la prevenzione e rimozione diogni forma e causa di discriminazione;

ad oggi la Presidenza del Consigliodei ministri non ha dunque ancora prov-veduto all’assegnazione della delega con-cernente le pari opportunità ad alcunmembro del Governo, risultando quindinelle mani del Presidente del Consigliostesso che per evidenti ragioni, innanzi-tutto di ordine pratico, non riesce adesercitare in maniera efficace tale compe-tenza;

l’ultima assegnazione di tale delega,infatti, risale al 10 luglio 2013, quando conproprio decreto l’allora Presidente delConsiglio dei ministri, onorevole EnricoLetta, conferì all’ex Ministro del lavoro e

delle politiche sociali, Enrico Giovannini,la delega in materia. Funzioni in materia,come detto, esercitate per il tramite dell’exViceministro Maria Cecilia Guerra;

la delega alle pari opportunità ri-guarda competenze ed argomenti impor-tantissimi e centrali nel welfare, tendenti agarantire l’assenza di ostacoli alla parte-cipazione economica, politica e sociale diun qualsiasi individuo, soprattutto dei sog-getti più deboli, per ragioni connesse inparticolare al genere, religione e convin-zioni personali, razza e origine etnica,disabilità, età, orientamento sessuale. Pertali ragioni, a parere degli interroganti, lastessa meriterebbe di essere oggetto di unaassegnazione specifica;

in tale direzione, con rispettivi atti diindirizzo e controllo, i deputati del Movi-mento 5 Stelle in Commissione affari so-ciali e in Commissione bicamerale infanziae adolescenza hanno chiesto, fin dalledimissioni dell’ex Ministro per le pariopportunità del Governo Letta, JosefaIdem, che il Governo si impegnasse apropone la nomina di un nuovo Ministrosenza portafoglio con delega alle pariopportunità; ciò nonostante si continua aregistrare negativamente un generale di-sinteresse politico in merito da parte deicolleghi delle commissioni anzidette, nonavendo questi dato seguito alla questionesollevata né attraverso un concreto atto diimpulso, né, men che meno, di sempliceadesione alle richieste avanzate, renden-dosi in tal modo complici della descrittasituazione di impasse;

la mancata assegnazione della delegain questione genera altresì forti perplessitàe preoccupazioni relativamente al correttofunzionamento di uffici facenti capo allaPresidenza del Consiglio dei ministri, coo-peranti stabilmente con il dipartimentoper le pari opportunità;

l’UNAR (Ufficio nazionale antidiscri-minazioni razziali), ad esempio, svolgel’importante funzione di garantire, inpiena autonomia di giudizio e in condi-zioni di imparzialità, l’effettività del prin-cipio di parità di trattamento fra le per-

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sone, anche in un’ottica che tenga contodel diverso impatto che le stesse discrimi-nazioni possono avere su donne e uomini,nonché dell’esistenza di forme di razzismoa carattere culturale e religioso, ai sensidell’articolo 7, comma 2, del decreto legi-slativo 9 luglio 2003, n. 215 e del decretodel Presidente del Consiglio dei ministridell’11 dicembre 2003;

a tal proposito si ricorda lo scalporeche destò la notizia del 14 febbraio 2014,la quale riportava dell’invio di una notaformale di demerito al direttore del-l’UNAR da parte dell’allora Viceministrodel lavoro e delle politiche sociali condelega alle pari opportunità, onorevoleMaria Cecilia Guerra, relativamente alladiffusione di materiale didattico del-l’UNAR per l’educazione alle diversitànelle scuole, elaborato dall’istituto Beck;

ad aggravare il quadro vi e anche ilnodo relativo ai Comitati unici di garanzia,costituiti ormai da tre anni con la finalitàdi prevenire ogni forma di discriminazionenei luoghi di lavoro, la cui effettività delfunzionamento resta tuttora un punto in-terrogativo;

forti dubbi permangono altresì ri-guardo il rinnovo del Gruppo di monito-raggio e supporto alla costituzione e spe-rimentazione dei Comitati unici di garan-zia per le pari opportunità, istituito il 18aprile 2012 con decreto della Presidenzadel Consiglio del ministri, la cui durata incarica biennale, stando alla lettera dell’ar-ticolo 4 del decreto, sarebbe cessata loscorso aprile, salvo il caso di eventualeproroga dei componenti uscenti. Tale ul-tima circostanza, però, non è ad oggiriscontrabile documentalmente da questainterrogante;

anche tali specifiche questioni, chequotidianamente destano numerose pole-miche nell’opinione pubblica, restano dun-que tutt’oggi aperte a causa della perdu-rante mancanza, reiterata anche dalla neoPresidenza del Consiglio dei ministri, diuna nomina alle pari opportunità –:

se sia a conoscenza dei fatti citati inpremessa;

se intenda fornire al Parlamento ele-menti circa l’attuale stato di elaborazioneed attuazione del Piano antiviolenza di cuial citato articolo 5, comma 1, del decretofemminicidio;

se sia stata stabilita una data ufficialedi emanazione del Piano antiviolenza o, incaso contrario, quando si preveda che ciòpotrà verosimilmente accadere;

se intenda proporre nel più brevetempo possibile la nomina di un Ministrosenza portafoglio cui affidare la delegarelativa alle politiche delle pari opportu-nità, individuando così un nuovo membrodel Governo, che possa rappresentare unsolido punto di riferimento, operativo edefficace, nel dispiego delle necessarie ini-ziative sociali che ai temi citati fannoriferimento. (4-05144)

* * *

AMBIENTE E TUTELADEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta in Commissione:

DAGA, BUSTO, DE ROSA, MANNINO,SEGONI, TERZONI e ZOLEZZI. — AlMinistro dell’ambiente e della tutela delterritorio e del mare. — Per sapere –premesso che:

come riportato dalla stampa locale enazionale, nella giornata di mercoledì 11giugno, si è verificato un grave incendiopresso la discarica di Colleferro, a ColleFagiolara. Le fiamme sono divampate sulfronte nord della discarica interessandoun’ampia area, suscitando nella popola-zione residente, soprattutto negli abitantidella antistante di via Pallianese, allarme epreoccupazione;

la discarica ove sono conferiti daanni rifiuti indifferenziati è divenuta unavera « bomba ecologica » destinata ad ag-gravare la sua pericolosità giorno dopogiorno, come testimoniato dall’incendio dicui sopra;

Atti Parlamentari — 13918 — Camera dei Deputati

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il perdurante ricorso al conferimentodi rifiuto tal quale nel sito della citatadiscarica è il risultato di una gestioneinaccettabile del ciclo dei rifiuti nell’interaarea, a dispetto di ogni indicazione comu-nitaria; basti considerare al riguardo chenella risoluzione del Parlamento europeodel 20 aprile 2012 viene espressamenteindicato come il settimo programma diazione ambientale preveda l’obiettivo dialimentare il mercato dei materiali rici-clato e di eliminare lo sversamento indiscarica;

l’incendio, come si legge nelle crona-che e nei racconti dei cittadini dell’area inquestione, ha sprigionato fumi e immis-sioni in atmosfera tossiche, al punto darendere irrespirabile l’aria e costringere iresidenti a barricarsi in casa e ha aggra-vato, se possibile, la già allarmante criti-cità ambientale dell’area;

come noto, la discarica si colloca inun’area quella relativa alla Valle del fiumeSacco già ampiamente compromessa nellesue matrici ambientali (aria, suolo, acqua);

dai primi del Novecento, infatti, lazona della Valle del Sacco ha registratouno sviluppo industriale non adeguata-mente controllato, sollecitato a partiredagli anni ’50 dal suo inserimento nellearee finanziate dalla Cassa per il Mezzo-giorno. Il risultato è stato un grave statodi contaminazione causato dai rifiuti tos-sici degli insediamenti industriali esistentinella Valle del Sacco anche con interra-mento di rifiuti contenenti materiali li-quidi tossici, nonché una devastante pres-sione antropica sul fiume Sacco, per quelche riguarda gli scarichi idrici, segnata-mente quelli industriali (in ogni caso,complessivamente, più della metà degliscarichi non sono trattati): il fenomenodella « schiuma bianca » ne è una allar-mante e pressoché continua testimo-nianza;

come, altresì, noto, nel dicembre del2005 l’area della Valle del Sacco colpitadall’emergenza venne inserita nel pianodelle bonifiche di interesse nazionale(SIN). Con decreto del Presidente del con-

siglio dei ministri del 19 maggio 2005venne anche nominato un commissariostraordinario per la Valle del Sacco aisensi e per gli effetti dell’articolo 5, comma1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225. Inseguito, in forza del decreto del Ministrodell’ambiente e della tutela del territorio edel mare, datato 11 gennaio 2013, lebonifiche della Valle del Sacco sono pas-sate di competenza regionale, trasferendol’azione ai comuni interessati dalla prece-dente perimetrazione –:

se non ritenga il Ministro interrogatodi promuovere al riguardo ogni verifica eattività ispettiva di competenza, anche daparte del personale appartenente al Co-mando carabinieri tutela ambiente(C.C.T.A.), ai sensi dell’articolo 197,comma 4 del decreto legislativo 3 aprile2006, n. 152, per verificare lo stato diinquinamento delle falde e delle acquenonché del suolo sulle zone adiacenti alsito in oggetto interessato ai conferimentidi cui in premessa e se già compiuta direnderne pubblici gli esiti alla popolazionelocale interessata senza ritardo;

di quali elementi disponga il Ministrosui risultati ottenuti dalle procedure dibonifica in costanza di mandato al com-missario di cui al decreto del Presidentedel Consiglio dei ministri 19 maggio 2005e in relazione allo status di sito di inte-resse nazionale, indicando come sianostate investite le risorse destinate all’area;

se non intenda valutare l’opportunitàdi reinserire la Valle del Sacco nei sitiinquinati di interesse nazionale;

se risulti che si sia proceduto allacompleta rimozione dei fusti interrati il-legalmente e del terreno contaminato nelladiscarica in questione e nelle altre limi-trofe alla luce del rischio di combustionedei rifiuti ivi esistenti come all’evidenzadimostrato dal rogo occorso mercoledì 11giugno 2014;

se, per quanto di competenza, in-tenda comunicare alle legioni e agli entilocali gli esiti, accertati in costanza dicommissariamento o status di sito di in-

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teresse nazionale, dell’impatto dei moltifattori antropici sul territorio della Valledel Sacco tra cui l’inceneritore di Colle-ferro, indicando separatamente la tipolo-gia di rifiuto storicamente conferito nelladiscarica di Colle Fagiolara, alla luce delgrave rischio di incendi esistente, così dascongiurare l’ipotesi di realizzazione dinuova impiantistica impattante sul terri-torio;

se, infine, non ritenga di dover in-tervenire, anche attraverso un’iniziativanormativa a carattere di urgenza, al finedi prevedere ove fosse possibile in consi-derazione del riparto di competenza sta-bilito a livello costituzionale una morato-ria nell’intera area della Valle del Sacco,onde impedire la realizzazione di nuoviimpianti potenzialmente inquinanti in unazona già così fortemente penalizzata dalleinaccettabili scelte di politica industrialedei decenni passati. (5-02987)

PILI. — Al Ministro dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare, al Ministrodei beni e delle attività culturali e delturismo, al Ministro della difesa, al Mini-stro della giustizia. — Per sapere – pre-messo che:

nel compendio naturalistico ambien-tale denominato « Isola Rossa – CapoTeulada », circoscritto nell’ambito del Sitodi interesse comunitario (codiceITB040024), protetto da convenzioni inter-nazionali, da leggi dello Stato italiano edella regione Sardegna, caratterizzato darilevanti emergenze archeologiche, nuragi-che e puniche, si svolgono attività vietatee in contrasto totale con le norme edisposizioni nazionali e comunitarie;

si tratta di attività che hanno gene-rato e generano « distruzione e deteriora-mento di habitat all’interno di un sitoprotetto », con la « distruzione e il detur-pamento di bellezze naturali » e « danneg-giamento al patrimonio archeologico estorico »;

tali attività sono svolte, in concorsotra loro, dalla Nato e dall’Esercito italiano,

su disposizioni del Ministero della difesa econ l’omissione di tutela e controllo incapo ai Ministeri dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare e dei benie delle attività culturali e del turismo edella Commissione europea. La gravitàdella distruzione in atto costituisce, se-condo l’interrogante, presupposto per ri-chiedere il sequestro preventivo dell’areaoggetto del disastro, l’accertamento deldanno, l’individuazione dei responsabili eil risarcimento del danno materiale, eco-nomico e morale compreso il ripristino deiluoghi;

a parere dell’interrogante risultanomanifesti i seguenti reati:

articolo 733-bis codice penale (Di-struzione o deterioramento di habitat al-l’interno di un sito protetto);

chiunque, fuori dai casi consentiti,distrugge un habitat all’interno di un sitoprotetto o comunque lo deteriora compro-mettendone lo stato di conservazione, èpunito con l’arresto fino a diciotto mesi econ l’ammenda non inferiore a 3.000 euro;

articolo 733 codice penale (Danneg-giamento al patrimonio archeologico, sto-rico o artistico nazionale);

chiunque distrugge, deteriora o co-munque danneggia un monumento oun’altra cosa propria di cui gli sia noto ilrilevante pregio, è punito, se dal fattoderiva un nocumento al patrimonio ar-cheologico, storico o artistico nazionale,con l’arresto fino ad un anno o conl’ammenda non inferiore a euro 2.065. Puòessere ordinata la confisca della cosa de-teriorata o comunque danneggiata;

articolo 734 codice penale (Distru-zione o deturpamento di bellezze naturali);

chiunque, mediante costruzioni, de-molizioni, o in qualsiasi altro modo, di-strugge o altera le bellezze naturali deiluoghi soggetti alla speciale protezionedell’autorità, è punito con l’ammenda daeuro 1.032 a euro 6.197;

relativamente ai reati di cui: articolo733-bis codice penale (Distruzione o dete-

Atti Parlamentari — 13920 — Camera dei Deputati

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rioramento di habitat all’interno di un sitoprotetto) e articolo 734 codice penale (Di-struzione o deturpamento di bellezze natu-rali) si richiama l’attenzione sul fatto chetale compendio è a tutti gli effetti « habitatall’interno di un sito protetto », ovveropienamente coincidente nella fattispeciedefinita dall’articolo 733-bis codice penale;

il Sito di Importanza comunitariadenominato « ISOLA ROSSA – CAPOTEULADA » oggetto della « distruzione edeterioramento di habitat all’interno di unsito protetto », « distruzione o deturpa-mento di bellezze naturali », « danneggia-mento al patrimonio archeologico », sto-rico o artistico nazionale costituisce parteintegrante del decreto 3 luglio 2008 –Ministero dell’ambiente e della tutela delterritorio e del mare – Primo elencoaggiornato dei siti di importanza comuni-taria per la regione biogeografica medi-terranea in Italia, ai sensi della direttiva92/43/CEE (GU Serie Generale n. 184 del7 agosto 2008);

tale decreto dispone l’attuazione e ilrecepimento della direttiva 92/43/CEE delConsiglio del 21 maggio 1992, relativa allaconservazione degli habitat naturali e se-minaturali e della flora e della faunaselvatiche, in particolare l’articolo 4, pa-ragrafo 2, terzo comma;

il decreto del Presidente della Repub-blica 8 settembre 1997, n. 357, ha dispostoil regolamento di attuazione della direttiva92/43/CEE, come modificato dal decretodel Presidente della Repubblica 12 marzo2003, n. 120;

la Commissione europea ha ritenutonecessario l’aggiornamento dell’elenco ini-ziale di siti di importanza comunitaria perla regione biogeografica mediterranea siaper includervi i siti proposti dagli Statimembri a partire dal marzo 2006 comesiti di importanza comunitaria per la re-gione biogeografia mediterranea ai sensidell’articolo 1 della direttiva 92/43/CEE siaper tener conto di eventuali modifichenelle informazioni relative ai siti trasmessedagli Stati membri a seguito dell’adozionedell’elenco comunitario; in tal senso il

primo elenco aggiornato dei siti di impor-tanza comunitaria per la regione biogeo-grafica mediterranea costituisce una ver-sione consolidata dell’elenco iniziale deisiti per la regione biogeografica mediter-ranea;

ai sensi dell’articolo 4, paragrafo 1,della direttiva 92/43/CEE, Cipro, Francia,Grecia, Italia, Malta, Portogallo, Spagna eRegno Unito hanno trasmesso alla Com-missione gli elenchi di siti proposti qualisiti di importanza comunitaria per la re-gione biogeografica mediterranea tra gen-naio 2003 e settembre 2006;

gli elenchi dei siti proposti sono staticorredati di informazioni su ciascun sito,fornite nel formato fissato dalla decisione97/266/CE della Commissione, del 18 di-cembre 1996, concernente un formularioinformativo sui siti proposti per l’inseri-mento nella rete Natura 2000;

sulla base dell’elenco proposto, re-datto dalla Commissione con l’accordo diciascuno degli Stati membri interessati,che identifica anche i siti che ospitano tipidi habitat naturale prioritari o specieprioritarie, è stato adottato un primoelenco aggiornato di siti selezionati qualisiti di importanza comunitaria per la re-gione biogeografica mediterranea;

la decisione della Commissione euro-pea n. C(2008) 1148 def. del 28 marzo2008 stabilisce, ai sensi della direttiva92/43/CEE del Consiglio, un primo elencoaggiornato di siti di importanza comuni-taria per la regione biogeografica medi-terranea e abroga la decisione 2006/613/CE;

il Ministro dell’ambiente e della tu-tela del territorio e del mare con propriodecreto ha stabilito che i siti di impor-tanza comunitaria per la regione biogeo-grafia mediterranea in Italia, sono indivi-duati ai sensi dell’articolo 4, paragrafo 2,della direttiva 92/43/CEE, e sono elencatinell’allegato A che costituisce parte inte-grante del decreto stesso;

con il codice di riferimentoITB040024 è parte integrante di taleelenco il compendio denominato Sito Im-

Atti Parlamentari — 13921 — Camera dei Deputati

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portanza Comunitaria « Isola Rossa e CapoTeulada » di superficie complessiva di ha3713 e individuato dalle coordinate E 839N 3854;

il Sito importanza comunitaria – SIC« Isola Rossa e Capo Teulada è un com-pendio naturalistico di primaria impor-tanza, considerato che tutte le prescrizioniambientali regionali, nazionali ed europeehanno circoscritto quel territorio con lamassima tutela ambientale e naturalistica;

il responsabile del sito risulta il Mi-nistero dell’ambiente e della tutela delterritorio e del mare – direzione conser-vazione della Natura, Via Capitan Bavastro174, 00147 Roma;

l’area è così descritta nell’atto diindividuazione del Sito di Importanza Co-munitaria:

Promontorio calcareo collegato al-l’isola da uno strettissimo istmo sabbiosoche forma ad ovest « Cala Piombo » e adest Porto Zafferano la quale, attualmentesotto il Demanio Militare, ha una lun-ghezza massima di 88 metri e una super-ficie complessiva di 375 Ha. Le sue dune,con quote non superiori a 13 metri sullivello del mare, non presentano tracce didisturbo antropico e delimitano unastretta spiaggia con un gradino a mare atratti anche di 2 metri;

nella spiaggia di Porto Zafferano,l’erosione marina e gli scarsi apporti sab-biosi limitano la formazione dell’Agropyre-tum mediterraneum, mentre l’Ammophi-letum arundinaceae è ben rappresentatoanche se discontinuo. Il Crucianelletummaritimae è presente nelle interdune invia di stabilizzazione, mentre il Pistacio –Juniperetum macrocarpae, con esemplaridi Quercus calliprinos, occupa le dunestabilizzate e le retrostanti depressioni piùriparate. Nel sito si rinviene inoltre un’al-tra specie arbustiva di alto significatofitogeografico: il Rhamnus oleoides a gra-vitazione occidentale localizzato esclusiva-mente in questo biotopo. Tra le specieperenni suffruticose viene segnalato ilPolygonum robertii segnalato di recente, e

rappresenta la seconda località per laSardegna. Si segnalano inoltre la presenzadelle endemiche: Silene corsica DC., Ge-nista morisii Colla, Genista corsica (Loi-sel.) DC: Mercurialis corsica Cosson,Euphorbia cupanii Guss. ex Bertol., Sta-chys glutinosa L, Bellium bellidioides L,Bellium crassifolium Moris, Hyoseris tau-rina Martinoli, Ornithogalum excapumTen. ssp. sandalioticum Tornadore et Gar-bari, Pancratium illyricum L, Crocus mi-nimus DC., Romulea requienii Pari., Arumpictum L, Limonium tigulianum Arrigoniet Diana, Limonium sulcitanum Arrigoni.Dal punto di vista floristico questo sitorisulta molto ricco di specie ad alto inte-resse fitogeografico e tra i più ricchi diendemiche. In tutta la fascia costiera poisi ritrovano le formazioni a Juniperusturbinata ssp. turbinata, che in localitàMonte Lapanu evidenziano la loro capa-cità colonizzatrice nella riconquista dellearee abbandonate;

il sito ha inoltre importanza per lapresenza in esso di 22 habitat di interessecomunitario, di cui 5 prioritari (cod. 1120,2250, 6220, 2270, 3170); di 3 specie diuccelli prioritari, due dei quali in essoriproducentesi (cod.: A181, A392) e 35specie floristiche di importanza conserva-zionistica;

nel capitolo dell’atto di individua-zione del sito relativo alla vulnerabilità èscritto: danni da esercitazioni ambientali;

in tal senso è evidente la persistenteazione di « distruzione e deterioramento dihabitat all’interno di un sito protetto » e« distruzione o deturpamento di bellezzenaturali » compiuta dalle persistenti eser-citazioni militari che si svolgono all’in-terno del sito protetto con danni gravis-simi sia sul piano ambientale, paesaggi-stico e naturalistico;

dalla documentazione fotografica inpossesso dell’interrogante si evince unadevastazione ambientale e naturalisticasenza precedenti che colpisce e ha colpitoin modo permanente e spregiudicato ilpatrimonio ambientale e naturalistico

Atti Parlamentari — 13922 — Camera dei Deputati

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della Sardegna e nella fattispecie un sitoprotetto da convenzioni internazionali,norme nazionali e regionali;

le esercitazioni militari e il conse-guente rilascio di ordigni bellici hannocausato e causano gravissimi danni siasull’ambiente marino che su quello dunalee retrodunale (inquinamento, frammenta-zione degli habitat, erosione del suolo,eccessivo calpestio, devastazione paesaggi-stica e naturalistica);

nei giorni scorsi un’imponente eser-citazione da mare verso terra ha provo-cato incendi di dimensioni rilevanti che sidocumentano con foto scattate da mare adimostrazione di una devastazione am-bientale persistente in un’area protetta;

nella stessa area a causa delle nu-merose esercitazioni militari e della pre-senza di rifiuti combustibili nell’area gliincendi sono persistenti e reiterati;

il poligono permanente per esercita-zioni terra-aria-mare affidato all’Esercitoe messo a disposizione della Nato rappre-senta nella sua attività il più evidente epersistente disastro ambientale e natura-listico dell’intero articolato normativo ditutela ambientale europeo, nazionale eregionale;

si tratta del secondo poligono d’Italiaper estensione, 7.200 ettari di terreno, cuisi sommano i 75.000 ettari delle « zone direstrizione dello spazio aereo e le zoneinterdette alla navigazione » normalmenteimpiegate per le esercitazioni di tiro con-tro costa e tiro terra-mare;

una parte del poligono e dell’area amare è permanentemente interdetta ancheagli stessi militari per motivi di sicurezza;

relativamente ai reati di cui all’arti-colo 733 codice penale (Danneggiamento alpatrimonio archeologico, storico o artisticonazionale):

la fondazione di Teulada si perdenella notte dei tempi, probabilmente agliinizi dell’epoca nuragica, come sembrano

testimoniare i molti nuraghi sparsi un po’in tutto il territorio comunale, ed i resti diuna fortificazione sull’isola Rossa;

i fenici e i punici più tardi si stabi-lirono sulla costa come testimoniato dairesti del tophet punico a Malfatano, nel-l’isolotto davanti a Tuerredda e il porto diMelqart (ora sommerso), sempre a Malfa-tano;

la prima ubicazione dell’abitato vaipotizzata alle spalle dell’antico kersonesus(Chersonesum Promontorium), ovverol’istmo dell’odierno Capo Teulada, dovesembra sia esistito un insediamento mili-tare romano a presidio delle due baie diCala Piombo e Porto Zafferano. È proba-bile che tale ubicazione sia resistita finoall’epoca romana, quando il paese prendeil nome di Tegula, che probabilmentedocumenta la produzione di terracotta inepoca romana. Poi, secoli dopo, probabil-mente a causa delle incursioni dal mare, ilpaese è raccolto attorno alla chiesa diSant’Isidoro, nella piana di Tuerra, in unazona più interna;

in quel contesto va inquadrata ancheuna presenza che riguarda il prenuragico;

la mancanza di altri dati sulle cultureprenuragiche nel territorio di Teulada –del resto variamente e riccamente distri-buite in tutta l’isola – va attribuita allelacune della ricerca scientifica, tanto piùgravi quando si pensa all’azione molto piùspedita e sicuramente dannosa dei « cer-catori di tesori »;

che l’habitat teuladino fosse conge-niale all’insediamento umano preistorico èdimostrato dalla congrua presenza di nu-merosi nuraghi nel territorio. Un calcolosulla densità ci da una cifra compresa tra0.1 e 0.35 per chilometro quadrato. È unacifra che, per quanto approssimativa, cipuò dare alcune utili informazioni;

la disposizione delle torri nuragiche– essendo queste torri di difesa – segue lamorfologia dei territorio ed è chiaramentevolta a proteggere le vie naturali di pene-trazione verso l’interno;

Atti Parlamentari — 13923 — Camera dei Deputati

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sembra di vedere una catena difen-siva che corre poco più a ovest dell’attualeconfine orientale del comune, volta a di-fendere la vallata che dal valico di Nuraxide Mesu porta all’attuale paese. Simile è ilsistema difensivo occidentale a difesa dellevie di penetrazione dal Sulcis;

è altrettanto interessante la disposi-zione dei nuraghi che stanno a Nord delPorto di Teulada e che proteggono la viache, seguendo il corso del Rio Launaxiu,porta verso l’interno. Tra questi, dovevaavere una funzione di avamposto il nura-ghe S. Isidoro, ormai quasi completamentedistrutto: un nuraghe complesso costruitocon tecnica veramente « ciclopica »;

nella regione di Malfatano – giàidentificato dal Lamarmora come il « Por-tus Herculis » degli antichi – sono statetrovate le tracce di un centro abitatosuddiviso nelle sue due parti essenziali:una zona commerciale col porto (da iden-tificare con l’insenatura occidentale) e iruderi di un tempio; una zona sacra (il« tophet ») che, ripetendo la stessa situa-zione verificata per Bithia nell’isola di SuCardulinu, fu costruito nella prospicienteisola di Tuerredda;

più a ovest sono state ritrovate, inlocalità Piscinnì, delle cave puniche perl’estrazione di materiale da costruzione;

altre rovine sono state localizzate a S.Isidoro pertinenti ad un abitato fenicio-punico. In questa località, ricca di testi-monianze che vanno dal periodo nuragicofino a quello pisano, alcuni vi hannovoluto riconoscere il sito dell’antica Tegu-lae;

le tracce della civiltà punica prose-guono ancora nel Capo Teulada (antico« Chersonesus ») e nella regione di Zaffe-rano;

nei pressi della torre di Porto Scudosono appena evidenti i resti di una for-tezza punica costruita con grossi blocchi,in posizione dominante rispetto al portoed alla piana di Zafferano. Per questafortezza è stata proposta una datazioneintorno al VI sec. a.C;

dall’utilizzo di strumenti satellitari,visto il divieto di accesso, emerge che loStato italiano, con la complicità della Natoe delle Forze armate di eserciti stranieribombardano, sparano e devastano un’areanuragica di straordinaria rilevanza, sia peril numero dei nuraghi individuati sia perla dislocazione degli stessi nello scenariocostiero;

da notizie assunte risulterebbe chealcuni di questi compendi sarebbero statiaddirittura cancellati con l’utilizzo dimezzi pesanti e altri coperti;

in quest’area, dunque, si è assistesenza alcun tipo di controllo e di tutelaalla distruzione di un compendio archeo-logico paesaggistico esclusivo in totale di-spregio e violazione delle norme richia-mate;

nella sola delimitazione del poligonodi Teulada, secondo gli atti e i documentiche si allegano e riscontrabili nel sitoNurnet si è dinanzi ad un vero e proprioattentato alla civiltà nuragica con la di-struzione di luoghi e compendi archeolo-gici che avrebbero necessitato di prote-zione e recupero;

in particolar modo risultano inglobatinella base militare i seguenti nuraghi ca-talogati da carte militari e topografiche, darilievi aerofotogrammetrici e satellitari ecensiti dalla rete Nurnet:

1) Nuraghe Maxinas I – ComuneTeulada località lat: 38.92193200458267,lon: 8.66831210120662;

2) Nuraghe Maxinas II – ComuneTeulada località lat: 38.916644004582324,lon: 8.664962001206213;

3) Nuraghe de Carrogu – ComuneTeulada – località Nuraghe de Car-rogu lat 38.916925004582495, lon:8.66106000120563;

4) Nuraghe Brallisteris – ComuneTeulada – località lat: 38.9175330045825,lon: 8.661448401205645;

Atti Parlamentari — 13924 — Camera dei Deputati

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5) Nuraghe s’Uracheddu Piudu –Comune Teulada – località lat:8.90471200458135, lon: 8.641161001202907;

6) Nuraghe Don Antiogu – ComuneTeulada località lat: 38.90735400458154,lon: 8.650137501204105;

7) Nuraghe Turritta – ComuneTeulada – località lat: 38.90684900458174,lon: 8.610368301198532;

8) Nuraghe Mannu – Comune Teu-lada – località lat: 38.973001004586486,lon: 8.647734201203802;

9) Nuraghe de Crabili – ComuneTeulada – località Nuraghe de Cra-bili lat; 38.973399004586305, lon:8.648087001203834;

10) Nuraghe Di Monte Arbus –Comune Teulada località lat:38.97321600458627, lon: 8.694009001210237;

11) Nuraghe Campu Santeddu –Comune Teulada – località lat:38.94840700458489, lon: 8.712561801212825;

12) Nuraghe Merareddu – ComuneTeulada – località Merareddu lat;38.94799600458443, lon: 8.70878500121228;

13) Nuraghe Monte Idu ComuneTeulada – località lat: 38.946134004584195,lon: 8.715556501213165;

14) Nuraghe Maledetta – ComuneTeulada – località lat: 38.990119004587484,lon; 8.665096201206193;

15) Nuraghe Barussa – ComuneTeulada – località lat: 38.995854004587976,lon: 8.641093101202852;

16) Nuraghe – Comune Teulada lo-calità lat: 38.972919004586316, lon:8.650665001204146;

tali compendi nuragici sono inacces-sibili;

dalla sovrapposizione dei tracciati deltransito dei carri armati cingolati con le

coordinate dei siti nuragici si evince chegli stessi risultano coincidenti in numerosicasi e in altri decisamente contigui;

appare evidente che si tratta di unaviolazione grave di tutte le norme inter-nazionali, nazionali e regionali di tutelanon solo ambientali e naturalistiche maanche e soprattutto di quelle riguardantibeni archeologici di una civiltà di oltre3.500 anni fa;

il patrimonio archeologico della Sar-degna è talmente rilevante e unico nel suogenere che non solo non è accettabile ladevastazione di cui è fatto oggetto manecessiterebbe di un sistema di tutela sianei confronti delle scoperte e del ritrova-menti fino ad oggi rilevati, sia dei sitiarcheologici nuragici dei quali si ha lapresunzione di una presenza in determi-nati compendi areali come nel caso delsito del poligono di Teulada;

l’urgenza dell’intervento che si ri-chiede si inquadra nella fattispecie penaledi nuova introduzione, relativa alla « di-struzione o deterioramento di habitat al-l’interno di un sito protetto » e « danneg-giamento al patrimonio archeologico estorico »;

per « habitat all’interno di un sitoprotetto » si deve intendere qualsiasi ha-bitat di specie per le quali una zona siaclassificata come zona a tutela speciale anorma dell’articolo 4, paragrafi 1 o 2, delladirettiva 79/409/CE, o qualsiasi habitatnaturale o un habitat di specie per cui unsito sia designato come zona speciale diconservazione a norma dell’articolo 4, pa-ragrafo 4, della direttiva 92/43/CE »;

è stato recentemente introdotto unreato contravvenzionale per reprimere pe-nalmente, qualora sia illecita e posta inessere intenzionalmente o quanto menoper grave negligenza, « qualsiasi azione cheprovochi il significativo deterioramento diun habitat all’interno di un sito protetto »(articolo 3, lettera h)), direttiva 2008/99/CE). L’illecito penale frutto dell’operazionedi trasposizione della direttiva ricalca,pressoché integralmente, la previsione

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contenuta nell’atto comunitario. Il legisla-tore delegato ha inteso, in particolare,tradurre la formula « provocare il signifi-cativo deterioramento di un habitat all’in-terno di un sito protetto » nelle due con-dotte descritte dall’illecito penale: a) ladistruzione dell’habitat; b) il deteriora-mento dell’habitat, che ne comprometta lostato di conservazione;

la collocazione sistematica dellanuova fattispecie fra « le contravvenzioniconcernenti l’attività sociale della P.A. »,tutela l’interesse dello Stato al manteni-mento dello stato di conservazione di unhabitat, ossia quello, di rilevanza costitu-zionale, relativo alla conservazione deglihabitat naturali e seminaturali e dellaflora e della fauna selvatiche sul territorioitaliano, che trova il parametro costituzio-nale di riferimento sia nell’articolo 9 dellaCostituzione), che nell’articolo 117 dellaCostituzione, il quale obbliga l’Italia adesercitare la potestà legislativa nel rispettodei « vincoli derivanti dall’ordinamento co-munitario... » ed, in particolare, dalle di-rettive comunitarie che contribuiscono adefinire l’habitat oggetto di protezione pe-nale;

il termine habitat è inteso nell’acce-zione di condizioni ambientali ideali per lavita di una determinata pianta o animale.In ecologia, la definizione di habitat puòavere un’accezione più ampia nel biotopo,un habitat condiviso cioè da più specie. Unbioma è, invece, l’insieme della flora efauna che vivono in un habitat ed occu-pano una certa geografia;

sotto il profilo giuridico, il legislatoredelegato, al comma 3 della norma citata,rinvia alle definizioni contenute nelle di-rettive richiamate, viene anzitutto in au-silio dell’interprete la direttiva « habitat »(direttiva 92/43/CE) che, all’articolo 1,dopo aver definito come « conservazione »il complesso delle misure necessarie permantenere o ripristinare gli habitat natu-rali e le popolazioni di specie di fauna eflora selvatiche in uno stato soddisfacente(lettera a)), definisce come « stato di con-servazione di un habitat naturale » (arti-

colo 1, lettera e)), l’effetto della somma deifattori che influiscono sull’habitat naturalein causa, nonché sulle specie tipiche che inesso si trovano, che possono alterare alunga scadenza la sua ripartizione natu-rale, la sua struttura e le sue funzioni,nonché la sopravvivenza delle sue specietipiche nel territorio europeo degli Statimembri al quale si applica il trattato;

il legislatore delegato, rendendo an-cora più chiaro l’ambito di applicazione,richiama (comma 3) una definizione am-pia di « habitat », precisando che per ha-bitat all’interno di un sito protetto siintende, da un lato, « qualsiasi habitat dispecie per le quali una zona sia classificatacome zona a tutela speciale a normadell’articolo 4, paragrafi 1 o 2, della di-rettiva 79/409/CE » e, dall’altro, « qualsiasihabitat naturale o un habitat di specie percui un sito sia designato come zona spe-ciale di conservazione a norma dell’arti-colo 4, paragrafo 4, della direttiva 92/437CE »;

la normativa che si richiama alladirettiva « Habitat » individua tre concettidi habitat: a) habitat naturali; b) habitatnaturali di interesse comunitario; c) tipi dihabitat naturali prioritari;

quanto alla definizione sub a), sonoda considerarsi « habitat naturali » lezone terrestri o acquatiche che si distin-guono grazie alle loro caratteristiche geo-grafiche, abiotiche e biotiche, interamentenaturali o seminaturali; sono, invece, daconsiderarsi come « habitat naturali diinteresse comunitario » gli habitat che,nel territorio europeo degli Stati membrial quale si applica il trattato: 1) rischianodi scomparire nella loro area di ripar-tizione naturale; 2) hanno un’area diripartizione naturale ridotta a seguitodella loro regressione o per il fatto chela loro area è intrinsecamente ristretta;3) costituiscono esempi notevoli di carat-teristiche tipiche di una o più delle noveregioni biogeografiche seguenti: alpina,atlantica, del Mar Nero, boreale, conti-nentale, macaronesica, mediterranea,pannonica e steppica; c) infine, sono

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definiti « tipi di habitat naturali priori-tari », i tipi di habitat naturali che ri-schiano di scomparire nel territorio eu-ropeo degli Stati membri al quale siapplica il trattato e per la cui conser-vazione la Comunità ha una responsabi-lità particolare a causa dell’importanzadella parte della loro area di distribu-zione naturale compresa nel territorio dicui sopra;

l’individuazione di tali tipologie dihabitat è contenuta nell’allegato I alladirettiva 92/43/CE. Richiamando l’articolo733-bis, oltre l’habitat naturale, anchel’habitat di specie, è dunque necessarioriferirsi alla definizione di « habitat di unaspecie », contenuta all’articolo 1, lettera f)della citata direttiva « habitat » che defini-sce come tale l’ambiente definito da fattoriabiotici e biotici specifici in cui vive laspecie in una delle fasi del suo ciclobiologico;

la relativa definizione è contenutaall’articolo 1, lettera l), della direttiva92/43/CE, che individua come tale « unsito di importanza comunitaria designatodagli Stati membri mediante un atto re-golamentare, amministrativo e/o contrat-tuale in cui sono applicate le misure diconservazione necessarie al mantenimentoo al ripristino, in uno stato di conserva-zione soddisfacente, degli habitat naturalie/o delle popolazioni delle specie per cui ilsito è designato ». Ciò impone, a sua volta,di individuare cosa debba intendersi per« stato di conservazione « soddisfacente » »di un habitat naturale;

la direttiva 92/43/CEE, che definiscecome « soddisfacente » (articolo 1, letterae), quando: 1) la sua area di ripartizionenaturale e le superfici che comprendesono stabili o in estensione; 2) la strutturae le funzioni specifiche necessarie al suomantenimento a lungo termine esistono epossono continuare ad esistere in un fu-turo prevedibile; 3) lo stato di conserva-zione delle specie tipiche è soddisfacenteai sensi della lettera i), lettera il cuicontenuto è già stato analizzato a propo-sito della determinazione dell’oggetto ma-

teriale dell’altra fattispecie di cui all’arti-colo 727-bis codice penale;

l’ambito applicativo della fattispeciedi reato che si intende denunciare ri-chiama la disciplina in tema di dannoambientale (articolo 299 ss. T.U.A.), inparticolare ove si prevede (articolo 300,comma 2) che « ai sensi della direttiva2004/35/CE costituisce danno ambientaleil deterioramento, in confronto alle con-dizioni originarie, provocato: a) alle speciee agli habitat naturali protetti dalla nor-mativa nazionale e comunitaria di cui allalegge 11 febbraio 1992, n. 157, recantenorme per la protezione della fauna sel-vatica, che recepisce le direttive 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979; 85/411/CEE della Commissione del 25 luglio1985 e 91/244/CEE della Commissione del6 marzo 1991 ed attua le convenzioni diParigi del 18 ottobre 1950 e di Berna del19 settembre 1979, e di cui al decreto delPresidente della Repubblica 8 settembre1997, n. 357, recante regolamento recanteattuazione della direttiva 92/43/CEE rela-tiva alla conservazione degli habitat natu-rali e seminaturali, nonché della flora edella fauna selvatiche, nonché alle areenaturali protette di cui alla legge 6 dicem-bre 1991, n. 394, e successive norme diattuazione »;

ai fini della configurabilità del reatoin esame, dunque, può essere utile para-metro normativo di riferimento, oltre ilcitato articolo 300 del decreto legislativon. 152/2006, anche la previsione contenutanell’articolo 301 T.U.A., secondo cui « Lostato di conservazione di un habitat na-turale è considerato favorevole quando: a)la sua area naturale e le zone in essaracchiuse sono stabili o in aumento; b) lestrutture e le funzioni specifiche necessa-rie per il suo mantenimento a lungo ter-mine esistono e continueranno verosimil-mente a esistere in un futuro prevedibile;e c) lo stato di conservazione delle suespecie tipiche è favorevole, ai sensi delcomma 1 », che, come già visto in prece-denza, riproduce pedissequamente l’arti-colo 1, lettera i) della direttiva 92/43/CE;

Atti Parlamentari — 13927 — Camera dei Deputati

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ove, infatti, la condotta abbia deter-minato l’alterazione dello « stato di con-servazione dell’habitat naturale », potrà ri-tenersi che vi sia stato un deterioramentoche ne abbia compromesso lo stato diconservazione, tale da integrare la fattis-pecie penale dell’articolo 733-bis codicepenale. Ne consegue, quindi, che ove siaprovata la « distruzione » o il « deteriora-mento che si denuncia e abbia compro-messo lo stato di conservazione » dell’ha-bitat così inteso, si avrà: a) l’applicazionedella sanzione penale (congiunta) caricodel contravventore persona fisica; b)l’eventuale applicazione della sanzione pe-cuniaria a carico dell’Ente cui è imputa-bile la responsabilità ai sensi del decretolegislativo n. 231/2001;

qualora le attività descritte in pre-messa possono essere responsabili a ipo-tesi di « distruzione e deterioramento dihabitat all’interno di un sito protetto »,« distruzione e il deturpamento di bellezzenaturali » e « danneggiamento al patrimo-nio archeologico e storico » sarebbe indi-spensabile che le autorità competenti di-spongano l’obbligo dell’effettivo ripristino,a spese del contravventore, della prece-dente situazione e, in mancanza, quello diadottare le misure di riparazione comple-mentare e compensativa di cui alla diret-tiva 2004/35/CE (articolo 311, comma 2,T.U.A.);

il predetto articolo 311 prevede chel’obbligazione risarcitoria è posta a caricodi « chiunque realizzando un fatto illecito,o omettendo attività o comportamenti do-verosi, con violazione di legge, di regola-mento, o di provvedimento amministra-tivo, con negligenza, imperizia, impru-denza o violazione di norme tecniche,arrechi danno all’ambiente, alterandolo,deteriorandolo o distruggendolo in tutto oin parte ». I presupposti della responsabi-lità risarcitoria sono dunque assai simili aquelli che determinano la responsabilitàpenale per la violazione dell’articolo 733-bis –:

se risultino avviate indagini in ordineai fatti in premessa;

se non intendano verificare la sussi-stenza di responsabilità in relazione adipotesi di omissione di atti di controllo atutela dei patrimoni di pertinenza e com-petenza dei loro rispettivi Ministeri inquanto informati dei fatti;

se non intendano comunicare i fattienunciati in questa interrogazione al Pre-sidente della Commissione europea in re-lazione al mancato controllo e eventualiviolazioni di disposizioni comunitarie.

(5-02994)

* * *

BENI E ATTIVITÀ CULTURALIE TURISMO

Interrogazione a risposta scritta:

DAMBRUOSO e QUINTARELLI. — AlMinistro dei beni e delle attività culturali edel turismo. — Per sapere – premesso che:

in data 31 marzo 2014, è entrato invigore il nuovo regolamento dell’AGCOMin materia di tutela del diritto d’autoresulle reti di comunicazione elettronica,introducendo nel nostro ordinamento unaspecifica procedura per ottenere la rimo-zione di contenuti lesivi del diritto stessosu internet e sui servizi di media audio-visivi (di seguito il « regolamento »);

l’adozione del regolamento ha origi-nato da subito un ampio dibattito pub-blico, soprattutto in merito alla legittima-zione di AGCOM a regolamentare la ma-teria e il fenomeno della pirateria on-line,all’adeguatezza dei brevissimi termini pre-visti nel procedimento dinnanzi al-l’AGCOM, nonché alla difficile concretaattuabilità di esso;

in particolare, è stato affermato cheil regolamento non è in linea con i principicostituzionalmente garantiti nel nostroPaese, ovvero con i principi fondamentalicome quelli del contraddittorio e del di-ritto di difesa;

tali principi vengono richiamati an-che dal Parlamento europeo e dalla Com-

Atti Parlamentari — 13928 — Camera dei Deputati

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missione, che al termine di un serratodibattito con il Consiglio sono riusciti adintrodurre nella direttiva 2009/140/CE(volta a modificare il quadro normativo inmateria di comunicazioni elettroniche)una previsione che circoscrive la possibi-lità per gli Stati membri di adottare normeche limitano l’accesso alla rete degli utenti,subordinando ogni restrizione al principiodi proporzionalità, al rispetto delle normesul trattamento dei dati personali ed allaprevisione di un procedimento che garan-tisca il diritto di difesa e l’intervento delgiudice;

la prima fonte legislativa su cui sibasa il regolamento – del quale è appuntodiscussa la « legittimazione » a disciplinarela suddetta materia – è l’articolo 11 dellalegge n. 248 del 2000 che ha introdottodue nuovi articoli nella legge speciale suldiritto d’autore n. 633 del 1941 (di seguito« l.d.a. »), cioè gli articoli 182-bis e 182-terlegge sul diritto d’autore in seguito ulte-riormente modificati dal decreto legislativo9 aprile 2003, n. 68: « Attuazione delladirettiva 2001/29 CE del Parlamento eu-ropeo e del Consiglio del 22 maggio 2001sull’armonizzazione di taluni aspetti deldiritto d’autore e dei diritti connessi nellasocietà dell’informazione »;

l’articolo 182-bis prevede, al comma1, che l’Autorità per le garanzie nellecomunicazioni (AGCOM) e la Società degliautori ed editori (SIAE) svolgano compitidi vigilanza, ciascuna nell’ambito dellerispettive competenze previste dalla legge,al fine di prevenire ed accertare eventualiviolazioni del diritto d’autore;

al secondo e al terzo comma delmedesimo articolo si prevede un obbligo dicoordinamento dei due soggetti AGCOM eSIAE e la possibilità da parte di questi diconferire funzioni ispettive ai propri fun-zionari ed ispettori;

l’articolo 182-ter si limita a prevedereche gli ispettori e i funzionari dell’AGCOMe della SIAE, in caso di accertamento diviolazione delle norme di legge, compilinoprocesso verbale da trasmettere immedia-tamente agli organi di polizia giudiziaria

per il compimento degli atti previsti dagliarticoli 347 e seguenti del codice di pro-cedura penale;

tale normativa introdotta è indub-biamente molto sintetica e lascia apertialcuni dubbi interpretativi; prima ditutto, perché non è ben chiarita la ri-partizione dei compiti dei due enti(AGCOM e SIAE), con la conseguenza chei poteri dell’AGCOM sembrerebbero limi-tati alle sole sue aree di competenza(telecomunicazioni, radiotelevisione ededitoria), escludendo pertanto tutti glialtri settori relativi alla contraffazione diDVD, CD, Console, ispezioni nei pubbliciesercizi e/o in sale cinematografiche chesembrerebbero di competenza della SIAE,anche per la consolidata esperienza ge-stionale e per la missione che da semprela stessa svolge;

da ciò deriva una sovrapposizione dicompetenze il cui coordinamento non èdisciplinato da alcun atto legislativo;

in secondo luogo, tale normativa pre-vede concretamente che i due enti(AGCOM e SIAE) siano incaricati solo diprocedere alle ispezioni con il susseguenteobbligo di comunicazione alla polizia giu-diziaria di eventuali illeciti;

non si ravvede, pertanto, in tale det-tato normativo, alcuna traccia di un poteredell’AGCOM per far cessare l’illecito tra-mite ordinanze o altri atti di carattereautoritativo dalla stessa emessi;

la seconda fonte su cui si basa ilregolamento è il decreto legislativo n. 70del 2003, emanato in attuazione delladirettiva 2000/31/CE, relativa a taluniaspetti giuridici dei servizi della societàdell’informazione nel mercato interno, conparticolare riferimento al commercio elet-tronico;

tale norma prevede negli articoli 14,15, 16 e 17 la responsabilità del prestatoredi un servizio della società dell’informa-zione per eventuali illeciti compiuti attra-verso il servizio (la normativa distingue laposizione del soggetto mero trasportatore,cosiddetto mere conduit, da quella dei

Atti Parlamentari — 13929 — Camera dei Deputati

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soggetti che offrono un servizio di memo-rizzazione temporanea, cosiddetta cachingo permanente cosiddetto hosting); il gene-rico riferimento a fatti illeciti consente diestendere la fattispecie anche agli illeciti inmateria di diritto d’autore;

secondo tale normativa, i prestatoridi servizi non sono responsabili degli il-leciti fin quando non ne vengono a cono-scenza; nel momento in cui ciò accade, lalegge prevede che si attivino per rimuoverei contenuti e far cessare l’illecito; è pre-visto, inoltre, che l’autorità giudiziaria oquella amministrativa avente funzione divigilanza (cioè si chiama in causal’AGCOM) possano esigere, anche in viad’urgenza, che il prestatore impedisca oponga fine alle violazioni commesse;

il legislatore attribuisce quindi il po-tere di ordinare al prestatore di un ser-vizio della società dell’informazione di farcessare o di impedire ogni comportamentoillecito;

anche qui non viene però disciplinatoil potere di ordinare le cessazioni delleviolazioni, sicché esso deve essere ricon-dotto, non senza difficoltà, nella fattispeciegenerale di cui all’articolo 1, comma 31,della legge istitutiva dell’AGCOM (n. 249del 1997) che prevede che « i soggetti chenon ottemperano agli ordini e alle diffidedell’autorità, impartiti ai sensi della pre-sente legge, sono puniti con la sanzioneamministrativa pecuniaria... »;

la terza fonte su cui si basa il rego-lamento è il cosiddetto decreto Romani(decreto legislativo n. 44 del 2010). Anchequesta normativa non ha principalmentead oggetto la protezione del diritto d’au-tore ma è stata adottata per dare attua-zione alla direttiva 2007/65/CE che hacome oggetto specifico il coordinamento dideterminate disposizioni legislative, rego-lamentari e amministrative degli Statimembri concernenti l’esercizio delle atti-vità televisive;

l’articolo 6 di tale decreto inseriscenel « Testo unico dei servizi di mediaaudiovisivi » (decreto legislativo n. 77 del

2005) l’articolo 32-bis; questa norma atutela del diritto d’autore ha ad oggetto ifornitori di servizi di media audiovisivi chesono una particolare categoria dei forni-tori di servizi della società dell’informa-zione. La loro peculiarità, correttamentedefinita nel decreto delegato, è quella diavere la responsabilità editoriale dellascelta del contenuto del servizio di mediaaudiovisivo. Il comma 1 di tale articolo32-bis prevede, in generale, che i fornitoridi servizi di media audiovisivi assicurino ilpieno rispetto dei principi e dei diritti inmateria di diritto d’autore, indipendente-mente dalla piattaforma utilizzata per latrasmissione di contenuti audiovisivi. Ilcomma 2 lettera a), prevede che i fornitoridi servizi di media audiovisivi « trasmet-tano le opere cinematografiche nel rispettodei termini temporali e delle condizioniconcordate con i titolari dei diritti »; esempre il comma 2, nella lettera b), pre-vede che gli stessi fornitori di servizi « siastengono dal trasmettere o ri-trasmettere,o mettere comunque a disposizione degliutenti, su qualsiasi piattaforma e qualun-que sia la tipologia di servizio offerto,programmi oggetto di diritti di proprietàintellettuale di terzi, o parti di tali pro-grammi, senza il consenso di titolari deidiritti, e salve le disposizioni in materia dibrevi estratti di cronaca ». Il comma 3,infine, prevede in modo molto sinteticoche l’AGCOM emani « le disposizioni re-golamentari necessarie per rendere effet-tiva l’osservanza dei limiti e divieti di cuial presente articolo »;

in questo ultimo comma 3 dell’arti-colo 32-bis del « Testo unico dei servizi dimedia audiovisivi » è stata introdotta lanorma che più di altre e specificamenteattribuirebbe una competenza regolamen-tare all’AGCOM;

come si può chiaramente riscontrare,la criticità formale di tale regolamentonasce proprio dalle previsioni legislativesopra riportate estremamente sintetiche,così come essenziali sono anche le normeche assegnano all’AGCOM funzioni di vi-gilanza;

Atti Parlamentari — 13930 — Camera dei Deputati

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difatti, l’articolo 32-bis è forse l’unicanorma che legittima la delega attribuitaall’AGCOM, senza definire precisamentené i principi dell’intervento né i criteri oi limiti dello stesso: il che significa cherimette alla fonte regolamentare il poteredi stabilire, in riferimento ai servizi mediaaudiovisivi, le modalità concrete di prote-zione del diritto d’autore on-line;

l’AGCOM, pertanto, con il presenteregolamento ha definito concretamente unprocedimento che ha ad oggetto non soloi contenuti illegalmente diffusi dai forni-tori media audiovisivi, come il decretoRomani prevedeva, ma anche i contenutiillegalmente caricati e, quindi, disponibilisu siti internet i cui gestori non effettuanoalcun controllo editoriale, stando ai giustiprincipi dettati dalla direttiva 2000/31/CE,e che quindi non sono propriamente con-figurabili come fornitori di servizi mediaaudiovisivi, con la chiara conseguenza chel’intervento regolamentare proposto oltre-passa gli ambiti della specifica delega;

nel caso in esame, bisogna ricono-scere, innanzitutto, che la materia regolataincide su libertà e diritti costituzional-mente tutelati e garantiti: ciò vale ancheper il diritto d’autore, che pur non avendonella Carta costituzionale un esplicito ri-conoscimento, trova il suo richiamo negliarticoli 19, 21, 35 (per ciò che riguarda ilprofilo del diritto individuale e morale),negli articoli 41 e 42 (per quanto riguardail profilo patrimoniale della titolarità edello sfruttamento dell’opera dell’ingegno),così come nell’articolo 27 della Dichiara-zione Universale dei diritti dell’uomo percui « ogni uomo ha diritto alla protezionedegli interessi morali e materiali derivantida qualsiasi produzione scientifica ed ar-tistica della quale egli sia l’Autore » enell’articolo 17 della Carta europea deidiritti che esplicitamente prevede che « laproprietà intellettuale è protetta »;

parimenti, la materia regolata incidesu altri diritti costituzionalmente garantitiquali il diritto di accesso alla conoscenza(che giustifica specifici limiti al dirittod’autore), il diritto di manifestare libera-

mente il proprio pensiero e il diritto allalibertà di comunicazione nonché il dirittoalla protezione dei dati personali;

proprio l’incidenza del Regolamentosui diritti costituzionalmente garantiti dicui sopra, fa si che la criticità sostanzialeriguardi il procedimento e le sanzionipreviste nel Regolamento stesso. Infatti, itermini della procedura risultano esseretalmente stringenti che sorge il legittimodubbio che non sia possibile, né nellaprima fase davanti ai fornitori di servizi(ISP) né nella seconda davanti all’Autorità,l’instaurazione di un effettivo contraddit-torio tra i soggetti coinvolti, mettendo cosìa rischio la compatibilità del procedimentoprevisto nel Regolamento con l’obbligoposto in capo agli Stati Membri dalladirettiva 2002/21/CE, così come modificatadalla direttiva 2009/140/CE;

l’essenzialità e sinteticità delle normesu cui si fonda il regolamento caratteriz-zano solo il modello italiano a differenzadi quello francese ed inglese, in cui lafonte legislativa limita chiaramente gli am-biti di azione delle autorità preposte –:

quali misure intenda adottare permeglio disciplinare la materia, agevolandocomunque gli sforzi posti in essere dal-l’Autorità fino ad oggi, ma garantendo allasocietà un concreto impegno, al fine ditutelare gli interessi della stessa sotto ilprofilo dello sviluppo economico, culturalee del lavoro e comunque di tutte quelleparti coinvolte che ruotano intorno alloscambio di informazioni attraverso lenuove tecnologie;

quali siano i tempi previsti per adot-tare almeno le linee guida della futuradisciplina normativa (così come è avvenutotanto in Francia quanto in Inghilterra),integrando eventualmente leggi già esi-stenti (quali ad esempio: la legge sul dirittod’autore n. 633 del 1941, per quanto ri-guarda le difese e le sanzioni giudiziarie)o solo prendendo spunto da modelli già inatto (come ad esempio: la legge sullaprivacy, per quanto riguarda le tempisti-che del procedimento di fronte all’Auto-rità), in modo da orientare il potere se-

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condario attribuito nel caso concreto versoprecisi fini dallo stesso prestabiliti, nelrispetto dei diritti fondamentali garantitidalla nostra Carta costituzionale.

(4-05138)

* * *

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

RIZZO, ARTINI, PAOLO BERNINI, TO-FALO, FRUSONE, CORDA e BASILIO. —Al Ministro della difesa, al Ministro delleinfrastrutture e dei trasporti. — Per sapere– premesso che:

la 1a squadriglia pattugliatori (COM-SQUAPAT UNO) ha sede presso la basenavale di Augusta;

la squadriglia dipende dal comandoforze da pattugliamento per la sorve-glianza e la difesa costiera (COMFORPAT)assieme alla 2a squadriglia (COMSQUA-PAT DUE) e alla squadriglia corvette(COMSQUACORV), tutte aventi, sedepresso la medesima base navale;

compiti del comando sono quelli dipresenza e sorveglianza costiera, vigilanzapesca, controllo dei flussi migratori non-ché supporto alla lotta contro l’inquina-mento marino;

risulta agli interroganti che sarebbein avanzata fase di definizione un prov-vedimento di trasferimento di COMSQUA-PAT UNO, comprendente quattro unitàdella classe costellazioni – « Cassiopea »,« Libra », « Spica » e « Vega » – con i re-lativi equipaggi nella sede di Messina;

sino all’inizio degli anni Duemila faquesti pattugliatori erano già stati di basea Messina, ma successivamente trasferitiad Augusta per ragioni di costo e difunzionalità

recentemente la sede di Messina havisto ulteriormente diminuita la presenzadella Marina militare, tra l’altro con la

cessione dell’Arsenale militare all’Agenziaindustrie difesa, e attualmente vi hannosede soltanto alcuni enti minori;

parte delle infrastrutture già utiliz-zate dalla Marina militare del porto mes-sinese sono nel frattempo state cedute inuso al Corpo delle capitanerie di porto/Guardia Costiera che, anche a seguito diestesi lavori infrastrutturali a suo carico,le utilizza come sede del reparto supportonavale e della 6a squadriglia GC che rag-gruppa gran parte delle unità maggioriattualmente in servizio, in particolare seinavi della classe 900;

il trasferimento delle navi da Augustaa Messina comporterebbe evidentementedei costi enormi, considerando che si trat-terebbe di creare nuove infrastrutture, espostare le oltre 240 persone di equipaggiocon le relative famiglie, con evidenti costidiretti (indennità di trasferimento, spese ditraslochi) e sociali non indifferenti, senzatener conto del fatto che la Guardia co-stiera dovrebbe a sua volta riorganizzarela presenza in quanto le infrastrutturesono ancora formalmente di proprietàdella Marina militare;

un eventuale trasferimento, inoltre,contrasterebbe con l’asserita volontà diridurre per ragioni di efficienza e dieconomia a tre sole le basi della Marinamilitare in esecuzione anche del dispostodella legge 244 del 2012 e dei discendentidecreti legislativi 7 del 2014 e 8 del2014 –:

se trovi conferma che lo Stato mag-giore della Marina stia considerando iltrasferimento dal porto di Augusta aquello di Messina di una squadriglia pat-tugliatori e delle relative unità navali di-pendenti;

quali siano, nel caso, le ragioni ope-rative e logistiche che suggeriscono taletrasferimento, attesi gli altissimi costi checiò comporterebbe;

quali siano i costi ipotizzati;

se si siano considerate le conseguenzeche tale eventuale trasferimento avrebbe

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per i reparti del Corpo delle capitanerie diporto/guardia costiera operanti da Mes-sina sulle strutture a suo tempo abban-donate dalla Marina militare per concen-trarle ad Augusta. (4-05135)

* * *

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:

AGOSTINELLI. — Al Ministro dell’eco-nomia e delle finanze. — Per sapere –premesso che:

il sistema Mose (Modulo sperimentaleelettromeccanico) è un sistema di paratoiemobili a scomparsa per la difesa di Ve-nezia e della laguna dalle acque alte;

si tratta di lavori la cui esecuzione èstata affidata al Consorzio Venezia Nuova.La realizzazione dell’opera è stata avviatanel 2003 ed ha raggiunto un avanzamentopari a circa l’80 per cento;

il 4 giugno 2014, su richiesta dellaprocura di Venezia, il Gip veneziano Al-berto Scaramuzza ha disposto gli arrestiper 35 persone, per una serie di reatilegati alla realizzazione del Mose; nellastessa inchiesta risultano indagate un cen-tinaio di persone; i reati ipotizzati vannodalla corruzione, alla concussione, al rici-claggio;

da fonti stampa si apprende di unadichiarazione del 14 luglio 2013, resa insede di interrogatorio da Claudia Minu-tillo, segretaria di Galan, riguardante unapresunta tangente di 500 mila euro pagatadal Presidente del Consorzio VeneziaNuova, il signor Mazzacurati, al signorMilanese, uomo di fiducia di Tremonti, perottenere lo sblocco dei fondi destinati alMose (circa 400 milioni di euro). La con-segna del denaro sarebbe avvenuta « inuna scatola » il 7 giugno 2010, presso gliuffici della Palladio Finanziaria al signorMilanese, collaboratore di Giulio Tre-monti, una tangente di 500 mila euro (« trai destinatari delle somme raccolte da Maz-

zacurati vi erano omissis e Marco Mila-nese, uomo di fiducia di Tremonti. Aquest’ultimo era destinata la somma di500 mila euro che l’ingegner Neri conser-vava nel suo ufficio al momento dell’ispe-zione della Guardia di Finanza »). La con-segna dei 500 mila euro sarebbe confer-mata anche dalle dichiarazioni rese agliinquirenti dallo stesso Mazzacurati (« midice che si adopererà – ha ricordatoMazzacurati a proposito del collaboratoredel Ministro – e che pensa di riuscire...Poi mi ha detto solo grazie, mi ha sorpresoquesta cosa, perché è un po’ imbarazzanteanche... »), nonché da quelle rilasciate dal-l’ex presidente della Mantovani Costru-zioni, Piergiorgio Baita;

la suddetta consegna manuale di de-naro contante è una condotta che po-trebbe aver integrato la violazione dellenorme di cui al decreto legislativo n. 231del 2002, sulla attuazione della direttiva2005/60/CE concernente la prevenzionedell’utilizzo del sistema finanziario ascopo di riciclaggio dei proventi di attivitàcriminose e di finanziamento del terrori-smo nonché della direttiva 2006/70/CE chene reca misure di esecuzione e successivemodificazioni e integrazioni;

in particolare l’articolo 49 del decretolegislativo n. 231 del 2007 pone « limita-zioni all’uso del contante e dei titoli alportatore » disponendo che « è vietato iltrasferimento di denaro contante o dilibretti di deposito bancari o postali alportatore o di titoli al portatore in euro oin valuta estera, effettuato a qualsiasititolo tra soggetti diversi, quando il valoreoggetto di trasferimento è complessiva-mente pari o superiore a 1.000 euro. Iltrasferimento è vietato anche quando èeffettuato con più pagamenti inferiori allasoglia che appaiono artificiosamente fra-zionati. Il trasferimento può tuttavia es-sere eseguito per il tramite di banche,Poste italiane s.p.a., istituti di monetaelettronica e istituti di pagamento, questiultimi quando prestano servizi di paga-mento diversi da quelli di cui all’articolo 1,comma 1, lettera b), n. 6, del decretolegislativo 27 gennaio 2010, n. 11103 »,

Atti Parlamentari — 13933 — Camera dei Deputati

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mentre l’articolo 58, comma 1, del mede-simo decreto legislativo prevede che alleviolazioni delle disposizioni di cui all’ar-ticolo 49, commi 1,1-bis, 5, 6 e 7, si applicauna sanzione amministrativa pecuniariadall’1 per cento al 40 per cento dell’im-porto trasferito”;

la sanzione di cui all’articolo 58,comma 1, del decreto legislativo n. 231 del2007 è, cioè, una sanzione amministrativapecuniaria irrogabile attraverso gli ufficiterritoriali del Ministero dell’economia edelle finanze (MEF), all’esito di un proce-dimento amministrativo ex lege n. 689 del1981 (cfr circolare del Ministero dell’eco-nomia e delle finanze n. 2 del 16 gennaio2012, « disposizioni in materia di procedi-menti sanzionatori antiriciclaggio »);

la violazione del limite di cui all’ar-ticolo 49 del decreto legislativo n. 231 del2007 integra, quindi, un illecito ammini-strativo;

il sistema dei controlli sull’osservanzadelle disposizioni del decreto legislativon. 231 del 2007, ivi comprese le disposi-zioni di cui agli articolo 49 e 58, comma1, del citato decreto legislativo è delineatodall’articolo 53 che così dispone:

« 1. le autorità di vigilanza di set-tore nell’ambito delle rispettive compe-tenze verificano l’adeguatezza degli assettiorganizzativi e procedurali e il rispettodegli obblighi previsti dal presente decretoe dalle relative disposizioni di attuazioneda parte dei soggetti indicati nell’articolo10, comma 2, dalla lettera a) alla lettera d),e lettera f), degli intermediari finanziariindicati nell’articolo 11, comma 1, deglialtri soggetti esercenti attività finanziariaindicati all’articolo 11, comma 3, lettere a)e b), e delle società di revisione di cuiall’articolo 13, comma 1, lettera a). Icontrolli nei confronti degli intermediarifinanziari di cui all’articolo 11, comma 1,lettera m), possono essere eseguiti, previeintese con l’Autorità di vigilanza di rife-rimento, anche dal Nucleo speciale dipolizia valutaria della Guardia di finanza.

2. I controlli sul rispetto degli ob-blighi previsti dal presente decreto e dalle

relative disposizioni di attuazione da partedei soggetti elencati nell’articolo 10,comma 2, lettere e) e g), degli intermediaridi cui all’articolo 11, comma 2, degli altrisoggetti esercenti attività finanziaria di cuiall’articolo 11, comma 3, lettere c) e d), deiprofessionisti di cui all’articolo 12, comma1, lettera b) e d), e degli altri soggetti di cuiall’articolo 14 sono effettuati dal Nucleospeciale di polizia valutaria della Guardiadi finanza.

3. Gli ordini professionali di cuiall’articolo 8, comma 1, svolgono l’attivitàivi prevista fermo restando il potere dieseguire controlli da parte del Nucleospeciale di polizia valutaria della Guardiadi finanza.

4. La UIF verifica il rispetto delledisposizioni in tema di prevenzione e con-trasto del riciclaggio o del finanziamentodel terrorismo con riguardo alle segnala-zioni di operazioni sospette e ai casi diomessa segnalazione di operazione so-spetta. A tal fine può chiedere la collabo-razione del Nucleo speciale di poliziavalutaria della Guardia di finanza.

5. Le autorità di vigilanza, il Nucleospeciale di polizia valutaria della Guardiadi finanza possono effettuare ispezioni erichiedere l’esibizione o la trasmissione didocumenti, atti, nonché di ogni altra in-formazione utile. A fini di economia del-l’azione amministrativa e di contenimentodegli oneri gravanti sugli intermediari vi-gilati, le autorità di vigilanza e il Nucleospeciale di polizia valutaria della Guardiadi finanza programmano le rispettive at-tività di controllo e concordano le moda-lità per l’effettuazione degli accerta-menti » –:

quali azioni intenda intraprendere inrelazione alla presunta consegna della tan-gente di 500 mila euro da parte delMazzacurati in favore del Milanese;

se in particolare, ritenga opportunosollecitare il Ministero dell’economia edelle finanze all’esercizio dei poteri ispet-tivi di cui, rispettivamente, agli articoli 53,comma 5, e 58 del decreto legislativo

Atti Parlamentari — 13934 — Camera dei Deputati

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n. 231 del 2007, anche attraverso l’ausilioinvestigativo del Nucleo speciale di poliziavalutaria della Guardia di finanza, nonchédell’Unità di informazione finanziariapresso la Banca d’Italia, affinché vengaaccertato il possibile coinvolgimento diistituti di credito ed operatori bancarinella vicenda de quo e, se del caso, irro-gare le eventuali sanzioni. (5-02992)

Interrogazioni a risposta scritta:

D’AMBROSIO. — Al Ministro dell’eco-nomia e delle finanze. — Per sapere –premesso che:

recentemente, per concorso in usurabancaria sono indagati presso la procuradella Repubblica di Trani i vertici di Bnl,Unicredit, Mps e di Banca Popolare diBari. Tra le 62 persone alle quali laGuardia di finanza di Bari ha notificatoravviso di fine indagine ci sono anche exdirigenti di Bankitalia ed anche dellostesso Ministero dell’economia e delle fi-nanze;

tale situazione, ancora una volta, di-mostra la necessità di vigilare a tutti ilivelli con la massima attenzione, adot-tando iniziative finalizzate alla traspa-renza a partire dagli uffici ministeriali;

quali azioni si intendano porre inessere sulla tematica della usura bancaria,stante il pubblicizzato coinvolgimento an-che di personale dello stesso Ministero.

(4-05128)

SORIAL. — Al Ministro dell’economia edelle finanze, al Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali, al Ministro della salute. —Per sapere – premesso che:

nel nostro Paese la prima vittimadella crisi è l’infanzia: la povertà infantileè in forte e preoccupante aumento conquasi un terzo dei bambini fino a 6 annia rischio povertà o esclusione sociale(maggiore rispetto alla media europea del26 per cento), valore che dal 2007 sarebbecresciuto di ben 5,6 punti percentuali fino

a raggiungere il 31,9 per cento del 2012(contro un incremento Ue dell’1,5 percento, Eurostat), e su 4,8 milioni di poveriassoluti, più di un milione sono minori;

i dati sono stati presentati nell’am-bito delle celebrazioni per i 50 anni dellaFondazione Zancan, osservatore privile-giato del welfare italiano dal 1964 con unosguardo costante sulla tutela dei dirittidell’infanzia, che ha organizzato il con-fronto internazionale dal titolo « L’impattodella povertà e del maltrattamento nelfuturo dei bambini », con esperti prove-nienti da Europa, Nord America, MedioOriente, Australia, Cina;

durante la conferenza non si è par-lato solo di cifre ma delle loro conse-guenze a breve e a lungo termine: « Vi-vere in condizioni precarie e deprivaterende possibili, e anche più probabili,forme di maltrattamento – ha spiegatoTiziano Vecchiato, direttore della fonda-zione Zancan –. L’infanzia è maggior-mente a rischio quando c’è deprivazione,dipendenza e quando gli adulti non sonoin grado di fare i genitori »; anche GillMain, University di York, Regno Unito, hasottolineato che « molti studi dimostranogli effetti della povertà sui bambini, sottovari aspetti: salute più a rischio, minorefrequenza scolastica e risultati più scarsi,difficoltà dei rapporti sociali »;

l’investimento nei primi anni di vitaha effetti molto positivi, soprattutto versobambini in contesti svantaggiati, prove-nienti ad esempio da famiglie in difficoltàeconomiche: « Un euro investito nellaprima infanzia viene trasformato, secondomolti studi, in sette euro di rendita, uninvestimento sul futuro » ha evidenziatoMarzia Sica della Compagnia di San Paolo,partner italiano in collaborazione con laFondazione Zancan;

nonostante questo e nonostante lasituazione in Italia sia significativamentepeggiore rispetto all’Unione europea, comeprecedentemente sottolineato, le risorsestanziate in Italia per contrastare la po-vertà infantile sono ancora nettamenteinsufficienti e comunque, molto ignori ri-

Atti Parlamentari — 13935 — Camera dei Deputati

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spetto alla media europea: la quota desti-nata a bambini e famiglia nel 2010 era il4,6 per cento sul totale della spesa perprotezione sociale, contro l’8 per centomedio europeo; le poche risorse hannodeterminato uno sparso impatto delle po-litiche contro la povertà: i trasferimentieconomici riescono a ridurre del 6,7 percento la quota di minori poveri, mentre inEuropa il calo è di 14,2 punti percentualinel 2011 (Eurostat);

l’insufficienza delle politiche minorilisarebbe confermata anche da altri duedati: da un lato, la nuova forma di povertàche investe chi ancora tenta di mettere sufamiglia e fare figli: nei nuclei famigliaricon il capofamiglia che ha meno di 35anni, 1 figlio su 2 è a rischio povertà;dall’altro, il dato principale evidenziato dalrapporto Istat 2014, ovvero il nuovo mi-nimo storico per le nascite da quasivent’anni: nel 2013 sono stati iscritti al-l’anagrafe poco meno di 515 mila bambini,12mila in meno « rispetto al minimo sto-rico registrato nel 1995 »;

anche secondo gli studi e le rileva-zioni dell’Unicef si è di fronte ad una verae propria « emergenza infanzia » che ri-schia di generare una nuova e gravissimaforma di povertà futura, perché bambini eadolescenti privati di opportunità, prospet-tive e competenze saranno preda di bassaproduttività e bassa occupazionalità, conricadute anche sulla spesa pubblica inmaggiori costi sociali;

con la Convenzione sui diritti dell’in-fanzia e dell’adolescenza approvata dal-l’Assemblea generale dell’Onu il 20 novem-bre del 1989 e ratificata con la leggen. 176 del 1991, l’Italia si è impegnata alivello internazionale e nei confronti deicittadini alla piena realizzazione dei dirittidelle persone di minore età, ma, nono-stante l’impegno assunto, nel nostro Paeseè ancora lontana l’attuazione effettiva edefficace dei diritti sanciti dalla Conven-zione e si è assistito al continuo veniremeno del sostegno concreto economico aipiani nazionali destinati ai minori mentrela stessa legislazione vigente resta insuffi-

ciente, inoltre, ad oltre 20 anni dallaratifica, si assiste ancora a sperequazioniinammissibili tra le varie regioni d’Italia;

l’Italia risulta agli ultimi posti inEuropa dei 27 per quanto riguarda gliindicatori sulla condizione dell’infanzia;

a novembre 2013 l’allora Sottosegre-tario di Stato per il lavoro e le politichesociali durante una discussione alla Ca-mera dei deputati su diverse mozioni afavore dell’infanzia aveva dichiarato cheper quanto attiene al tema del disagioeconomico, al fine di contrastare le diversemanifestazioni di povertà, il Governoaveva previsto una pluralità di misure,anche sfruttando appieno gli strumentifinanziari che l’Unione europea mette adisposizione, menzionando più che altrol’introduzione della social card come avviodel più ampio programma di promozionedell’inclusione sociale, misura criticata dapiù parti come ghettizzante e insufficiente;inoltre, aveva spiegato che per gli obiettivistrategici del PAC, vi era una dotazionefinanziaria complessiva di 730 milioni dieuro, dei quali 400 milioni previsti per losviluppo dei servizi di cura all’infanzia ;

il sottosegretario aveva parlato anchedi un programma nazionale del Ministerodel lavoro e delle politiche sociali, cofi-nanziato dal fondo sociale, sull’attuazionedi tre linee di attività: la sperimentazionedi misure di contrasto alla povertà basatesui principi dell’inclusione attiva, la pro-mozione dell’innovazione in ambito socialee il rafforzamento del confronto interisti-tuzionale, finalizzato alla definizione dilivelli e standard comuni;

il tema della fragilità dei nuclei fa-miliari doveva essere affrontato anche nelterzo piano nazionale d’azione a favoredell’infanzia e dell’adolescenza approvatocon decreto del Presidente della Repub-blica del 31 gennaio 2011;

con la sua mozione parlamentaresull’infanzia n. 1-00250 approvata a no-vembre del 2013 il MoVimento 5 Stelleaveva impegnato il Governo pro tempore:

Atti Parlamentari — 13936 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

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ad evitare la riduzione delle risorsefinalizzate a rendere effettivi i diritti san-citi dalla Convezione internazionale suidiritti dell’infanzia e dell’adolescenza ed,in particolare, a dare esecuzione con ade-guati stanziamenti alla legge n. 285 del1977;

a ridefinire le priorità dell’agendaprogrammatica del Governo, ponendo alcentro di questa l’applicazione integraledella Convenzione internazionale sui di-ritti dei minori e del Patto internazionalesui diritti economici sociali e culturali, inparticolare per quanto riguarda i servizisociali, la lotta all’abbandono scolastico, ilcontrasto alla povertà, l’accesso alla pre-venzione e alle cure sanitarie soprattuttoper i minori che vivono in un contesto dipovertà relativa e assoluta, il superamentodelle profonde sperequazioni esistenti trale regioni, il diritto all’alloggio e il dirittoal passaggio da casa a casa per minoriappartenenti a famiglie in disagio abitativosoggette a sfratti esecutivi;

ad aumentare il sostegno finanzia-rio a favore delle famiglie a basso redditocon figli minori assicurando che questo siaesteso anche alle famiglie straniere –:

se i Ministri interrogati siano a co-noscenza della grave situazione dei minoriitaliani e dunque del futuro del Paese,esposta in premessa, e in quale modo si siadato seguito agli impegni derivanti dall’ap-provazione della mozione citata, nonchéquali e di quali entità siano le risorsedisponibili per l’attuazione delle varie ini-ziative messe in campo per combattere lapovertà infantile;

se i Ministri interrogati non inten-dano necessario e urgente attivarsi perporre al centro dell’agenda programma-tica l’esecuzione di politiche di contrastoalla povertà infantile e la tutela di minoriappartenenti a famiglie in disagio econo-mico e abitativo, per rendere effettivi idiritti sanciti dalla Convenzione interna-zionale sui diritti dell’infanzia e dell’ado-lescenza. (4-05139)

* * *

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:

SORIAL. — Al Ministro della giustizia,al Ministro dell’interno, al Ministro del-l’economia e delle finanze. — Per sapere –premesso che:

la corruzione in Italia sta dilagando oforse sarebbe il caso di dire che era unaconsuetudine generalizzata che sta emer-gendo sempre più grazie a numerose in-chieste giudiziarie, che in questi giornistanno riempiendo le prime pagine di tuttii giornali;

questo fenomeno è un’emergenza ci-vile, etica e sociale ma anche e prima ditutto una vera e propria piaga economicaper il Paese: tale sistema conviene infattisolo alla ristretta cerchia dei corrotti chesi arricchisce alle spalle di tutti gli altri,ovvero dei cittadini onesti, vessati già dallagrave crisi economica in atto;

il costo della corruzione è altissimo:secondo uno studio di Unimpresa sui costidell’illegalità, in dieci anni la corruzioneavrebbe « mangiato » ben 100 miliardi diprodotto interno lordo in Italia, facendodiminuire gli investimenti esteri del 16 percento è facendo al contempo aumentaredel 20 per cento il costo complessivo degliappalti;

particolarmente pesante, poi, è l’im-patto di questi costi sulla crescita delPaese, perché la corruzione diffusa altera,innanzi tutto, la libera concorrenza efavorisce la concentrazione della ricchezzain mano a coloro che accettano e benefi-ciano del mercato della tangente a scapitodi coloro che invece si rifiutano di accet-tarne le condizioni; le aziende che operanoin un contesto corrotto infatti crescono inmedia del 25 per cento in meno rispettoalle concorrenti che operano in un’area dilegalità, e, in particolare, le piccole emedie imprese hanno un tasso di crescitadelle vendite di oltre il 40 per centoinferiore rispetto a quelle grandi;

Atti Parlamentari — 13937 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

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come segnalato in una precedenteinterrogazione, la n. 4-03613, presentata afebbraio 2014 dall’interrogante e ancorasenza risposta, secondo una ricerca del-l’Adnkronos ripresa da molti quotidiani, ilnostro sta diventando un mondo impren-ditoriale quasi o del tutto rassegnato, chenon vede altra strada che la tangente perpoter fare il proprio mestiere, a causa diuna corruzione dilagante soprattutto nel-l’ambito delle piccole e media imprese: il20 per cento di queste paga tangenti, sottouna qualsiasi forma; 5 su 10 hanno rifiu-tato almeno una richiesta di denaro perconcludere un affare nel corso dell’ultimoanno; 4 su 10 pensano che in futuropossano essere costrette a farlo, mentresoltanto 1 su 10 ha denunciato perché intanti pensano che « da solo non puoicambiare nulla, ottieni un solo risultato,spesso irreversibile: non lavori più »;

il 3 febbraio 2014 il commissarioeuropeo per gli affari interni, Cecilia Mal-mstrom, ha presentato il primo rapportodella Commissione europea sulla corru-zione negli Stati membri, che ha messo inluce che tale fenomeno costa all’economiaeuropea circa 120 miliardi di euro l’anno,di cui 60 miliardi riguardano l’Italia, paria circa il 4 per cento del prodotto internolordo;

nel rapporto vengono suggerite al-l’Italia alcune azioni da intraprendere:anzitutto il rafforzamento del regime diintegrità per le cariche elettive e di go-verno nazionali, regionali e locali, anchecon l’adozione di codici di comportamentoe sanzioni dissuasive in caso di violazione;si sottolinea, inoltre, la necessità di bloc-care l’adozione di leggi ad personam erafforzare il regime giuridico e attuativosul finanziamento ai partiti politici, conregole più severe sulle donazioni; inoltre,l’Italia dovrebbe colmare le lacune delladisciplina della prescrizione, in alcuni casitroppo breve, e rendere più trasparenti gliappalti pubblici, prima e dopo l’aggiudi-cazione –:

se i Ministri interrogati siano a co-noscenza della delicata situazione de-

scritta in premessa e se non considerinourgente attivarsi con le iniziative di com-petenza al fine di porre in essere tutte lemisure idonee, non solo di controllo erepressione del fenomeno, ma anche esoprattutto di prevenzione e di caratterenormativo, per dare davvero il senso di uncambiamento, al fine di evitare che irecenti accadimenti portino al tracollodella fiducia, già messa a dura prova, degliinvestitori stranieri e degli stessi impren-ditori italiani;

quali iniziative siano state intrapresein relazione ai suggerimenti dati al nostroPaese dal rapporto della Commissione eu-ropea sulla corruzione negli Stati membri;

se i Ministri interrogati non inten-dano intervenire al fine di rafforzare, perquanto di competenza, l’azione di contra-sto al crimine organizzato a cominciaredalle regioni di più recente presenza ma-fiosa, con particolare attenzione alla Lom-bardia, dove l’incidenza del fenomeno rap-presenta già una vera e propria emer-genza, come le recenti vicende legate al-l’evento Expo 2015 hanno portato allaluce. (5-02991)

* * *

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

OLIVERIO. — Al Ministro delle infra-strutture e dei trasporti. — Per sapere –premesso che:

il 18 dicembre 2012, tra il Ministeroper la coesione territoriale, le regioniCampania, Calabria, Basilicata e l’ammi-nistratore delegato della società RFI, èstato sottoscritto il « contratto istituzionaledi sviluppo (CIS) » per la velocizzazionedella direttrice ferroviaria « Salerno-Reg-gio Calabria »;

il contratto prevedeva 5 macro inter-venti e 14 sottoprogetti, per un valorecomplessivo di 504 milioni di euro inte-ramente finanziati, oggetto della delibera

Atti Parlamentari — 13938 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

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CIPE dell’8 marzo 2013 recante l’appro-vazione definitiva degli interventi di ade-guamento tecnologico e infrastrutturaleper l’incremento delle prestazioni e del-l’affidabilità della linea Battipaglia-ReggioCalabria;

tra i sottoprogetti, ben 10, per unvalore di oltre 200 milioni di euro, riguar-dano interventi da realizzarsi sul territoriocalabrese, in particolare, il sottoprogetto« SP07 » che prevede la realizzazione di un« posto centrale unico DCO-DOTE a Reg-gio Calabria » con un investimento finan-ziato pari a 11 milioni di euro;

si tratta, nello specifico, di un’aggre-gazione d’impianti di tecnologia avanzatadestinata al controllo della circolazionedei treni per tutta la direttrice Salerno-Reggio Calabria che, a regime, potrebbeimpiegare almeno 80 unità lavorative dialta professionalità;

l’opera, di grande rilevanza per ilterritorio calabrese, tarda ad essere ap-paltata e si comincia a temere che possanon essere realizzata a causa dei consi-stenti ritardi realizzativi, a seguito deiquali RFI avrebbe manifestato l’intenzionedi realizzare il progetto a Roma;

l’eventualità della mancata realizza-zione, in Calabria, del DCO unico e ilritardo delle restanti opere programmate,comporterebbe un pesante arretramentodell’insieme dei processi di crescita e disviluppo economico e sociale dell’area,all’interno della quale, il sistema ferrovia-rio, rappresenta l’asse portante per il fu-turo completamento di un efficiente si-stema intermodale dei trasporti e percombattere il continuo degrado infrastrut-turale;

il segretario confederale della Cisl,responsabile per il Mezzogiorno e le po-litiche di sviluppo territoriali, LuigiSbarra, anche su indicazione delle strut-ture territoriali e categoriali, ha espressocon una lettera del giugno 2014 al Mini-stro interrogato la forte preoccupazioneper il rischio concreto che non vengarealizzato il sottoprogetto « SP07 » relativo

alla realizzazione di un posto centraleunico DCO-DOTE a Reggio Calabria, ov-vero un’aggregazione d’impianti di avan-zata tecnologia, finalizzata al controllodella circolazione dei treni per tutta ladirettrice Salerno-Reggio Calabria;

la Calabria, e le regioni confinanti,non possono permettersi di perdere l’im-portante occasione di sviluppo e di crescitaeconomica ed occupazionale, rappresen-tata dalla realizzazione del « posto cen-trale unico DCO-DOTE a Reggio Cala-bria », funzionale alla realizzazione deglialti progetti infrastrutturali ad esso con-nessi –:

quali iniziative urgenti intenda assu-mere per scongiurare la concreta eventua-lità che il sottoprogetto « SP07 », e conesso la delibera CIPE dell’8 marzo 2013,siano disattesi e se intenda far sì chesocietà RFI garantisca il rispetto del pro-gramma e del cronoprogramma degli in-terventi previsti dal contratto istituzionaledi sviluppo, condivisi e già finanziati condelibera dal Cipe ormai da più di un anno(marzo 2013), tenuto conto che il progettorientra tra i 111 progetti recentissima-mente (29 maggio 2014) ammessi a finan-ziamento da parte dell’autorità di gestionedel programma operativo nazionale reti emobilità 2007-2013. (5-02988)

Interrogazione a risposta scritta:

SCOTTO. — Al Ministro delle infrastrut-ture e dei trasporti, al Ministro dell’interno.— Per sapere – premesso che:

negli scorsi giorni la polizia stradaledi Alessandria Ovest ha scoperto una seriedi frodi attuate da un’impresa di autotra-sporto torinese per non pagare i pedaggiautostradali;

l’indagine è iniziata dopo una querelagiunta da una società concessionaria, chesegnalava diverse irregolarità provenientida veicoli della stessa impresa di autotra-sporto con sede nella provincia di Torino;

Atti Parlamentari — 13939 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

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ad esempio, gli autisti sceglievanouna pista con pagamento con carte o conTelepass e chiedevano l’intervento del-l’operatore, affermando di avere smarritoil biglietto d’entrata;

in questo modo ricevevano moduloper il pagamento ritardato, che però nonera mai eseguito;

altro sistema utilizzato consiste nelfar accodare i camion ad altri veicoli sulcasello Telepass, approfittando della sciaper passare con la barra alzata;

ciò crea un’evidente situazione dipericolo per gli altri utenti della strada eper gli operatori;

le frodi sono avvenute sui tracciatiautostradali Torino-Milano e Torino-Pia-cenza;

la polizia stradale ha calcolato ben3.500 transiti senza pagamento, per com-plessiva di 41.683 euro;

a ciò va aggiunto il danno subitodall’erario per il mancato pagamento delleimposte relative ai pedaggi;

i titolari dell’impresa sono stati de-nunciati ed è già stato disposto dallamagistratura il sequestro preventivo diquattordici automezzi pesanti;

la truffa andava avanti dal 2011,quindi da circa tre anni;

fenomeni del genere non sono, pur-troppo, una novità, e sono anzi in evidentecrescita;

i fatti sono narrati, tra l’altro, anchedall’articolo intitolato « Truffa sui pedaggiautostradali non pagati, sequestrati auto ecamion » e pubblicato dall’edizione onlinede La Stampa il 26 maggio 2014 –:

se i Ministri siano a conoscenza deifatti esposti in premessa;

quali iniziative intendano intrapren-dere al fine impedire il ripetersi di atti delgenere. (4-05143)

* * *

INTERNO

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare ilMinistro dell’interno, per sapere – pre-messo che:

nei giorni scorsi, anche per le con-dizioni favorevoli del mare e del climaestivo, l’area jonica, in particolare Taranto,ha dovuto gestire l’accoglienza di numerosiprofughi, quasi 3000 persone, tra uomini,donne e minori, provenienti per lo piùdalla Siria, Somalia Africa Sub-Sahariana;

gli arrivi, tramite la nave San Giorgio– concentratisi, peraltro, in pochissimigiorni sono ricollegati all’operazione« Mare Nostrum », e hanno visto la mobi-litazione di volontari impegnati ad ospi-tare, sfamare e curare persone disperateche fuggono da miseria e povertà, contutte le difficoltà connesse all’elevato nu-mero di profughi e alla carenza di strut-ture per gestirlo;

non solo Taranto, ma anche Grotta-glie e Martina Franca, hanno offertoun’immediata risposta solidale per assicu-rare un’accoglienza più degna possibile –nonostante le difficoltà nelle quali si sontrovati ad operare – con particolare im-pegno non solo dell’amministrazione, masoprattutto dei volontari di associazionipresenti sul luogo;

la situazione è particolarmente deli-cata in primis in relazione all’aspetto sa-nitario: sono numerosi: casi di scabbia,malaria, varicella. In aiuto ai medici edinfermieri del 118, si son resi disponibilicolleghi in turno di riposo e volontari;

l’emergenza cui è chiamato il terri-torio pugliese, lungi dall’avere i caratteridell’eccezionalità, pare aver assunto uncarattere « strutturale », cui il territorionon può continuare a far fronte, paven-tandosi un vero e proprio collasso delsistema di accoglienza;

basti pensare che sarebbero presenticirca 60 minori non accompagnati rispetto

Atti Parlamentari — 13940 — Camera dei Deputati

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ai quali, a causa del collasso delle strut-ture di accoglienza per minori le misurepreviste dalla normativa in tema sonostate avviate con notevole ritardo, mentrela loro custodia è stata garantita constandard molto al di sotto di quella pre-vista dalla normativa vigente;

inoltre, si diffondono voci, non veri-ficate in città, tese a creare allarme su attidi violenza commessi all’interno di strut-ture non adeguatamente vigilate, situa-zione rispetto alla quale la polizia delluogo, in assenza di direttive specifiche,non può garantire presenza e intervento;

in tale ottica appare particolarmentepreoccupante l’ipotesi, che il Governo sta-rebbe valutando, di fare del porto diTaranto l’unico « hub » di accoglienza,tanto più in considerazione della gravecarenza di strutture che consentano un’as-sistenza adeguata;

la gestione dell’arrivo e dall’acco-glienza di così tanti migranti parrebbequindi solo a carico delle istituzioni locali,nonché delle strutture del volontariato –seppur con un supporto del sistema dellaprotezione civile regionale e del serviziosanitario regionale – che stanno mettendoin campo uno slancio solidale senza limiti;

come evidente, la situazione richiedeun immediato ripensamento della strategianazionale intrapresa, soprattutto se il fe-nomeno dovesse prolungarsi ancora permolto tempo;

ferma restando la generosa disponi-bilità dei tarantini, e più in generale deipugliesi, sarebbe quindi necessario indivi-duare immediatamente, prima del col-lasso, altri porti-hub che consentano unagestione sostenibile e distribuita degli ar-rivi, come anche supportare il territorio dirisorse umane e finanziarie decisamentepiù idonee rispetto a quelle oggi disponi-bili;

al fine di assicurare il rispetto dellecondizioni di dignità umana, vi è in par-ticolare anche la necessità di renderedisponibili strutture in grado di ospitareun alto numero di persone e pronte al-

l’utilizzo, quali ad esempio strutture mi-litari usate per l’addestramento dei mili-tari di leva, oggi in disuso;

ad avviso degli interpellanti, il Go-verno non può rimanere indifferente ri-spetto alla necessità di interventi connessialle operazioni di salvataggio e, più ingenerale, al rispetto delle convenzioni in-ternazionali sul tema dell’accoglienza –:

quali siano le informazioni e gliorientamenti del Ministro circa quantoriferito in premessa e, in particolare, ri-spetto ad interventi urgenti e indispensa-bili, anche a seguito di quanto ha avutoluogo negli ultimi giorni nel tarantinorispetto alla gestione dei massicci arrivi diprofughi, ai fini di un’accoglienza deglistessi che sia dignitosa e rispettosa deidiritti umani;

se il Ministro interpellato sia real-mente intenzionato a rendere il porto diTaranto un hub di accoglienza e, in casoaffermativo, come ritenga di riorganizzarel’intero sistema di gestione dell’accoglienzasul territorio per renderlo adeguato al-l’emergenza in corso.

(2-00577) « Duranti, Pannarale, Migliore,Fratoianni, Matarrelli, Co-stantino, Di Salvo, Melilla,Palazzotto, Piras, Ricciatti ».

Interrogazioni a risposta scritta:

PALAZZOTTO. — Al Ministro dell’in-terno. — Per sapere – premesso che:

il « pocket money » è quella modestasomma di denaro (2,5 euro pro die) che glienti gestori dei centri di accoglienza permigranti, da capitolato di appalto, devonocorrispondere agli ospiti per tutto il pe-riodo di soggiorno;

nelle ultime settimane sono nume-rose le inchieste giornalistiche che dannonotizia di presunte irregolarità sistemati-che, portate avanti in diversi centri, nel-l’erogazione di tale contributo;

Atti Parlamentari — 13941 — Camera dei Deputati

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la mancata, o irregolare, erogazionedel contributo è alla base di molti deidisordini e delle rivolte nei centri permigranti;

le irregolarità riscontrate da inchiestegiornalistiche e da visite ispettive riguar-dano il ritardo nell’erogazione del contri-buto, la pretesa ad avviso dell’interroganteillegittima, presso alcuni centri, che essonon venga accumulato ma speso entropochi giorni o, presso altri centri, la for-nitura del contributo in beni (sigarette,carte telefoniche, buoni pasto) anzichécash come previsto dai capitolati di ap-palto;

i centri per migranti oggetto di talicontestazioni sono: il Centro di acco-glienza per richiedenti asilo di CastelnuovoDi Porto (Roma), Centro di accoglienzaper richiedenti asilo di Capo Rizzuto (Cro-tone), Centro di accoglienza per richie-denti asilo di Mineo (Catania), CDA/CARAdi Restinico (Brindisi), Centro di identifi-cazione ed espulsione di Caltanissetta(Caltanissetta), Centro di identificazione diMilo (Trapani) –:

se, come riportato da alcuni organi distampa, il Ministro sia già in possesso diun dossier sulle irregolarità nella corre-sponsione del pocket money nei centri permigranti;

quali iniziative intenda assumere ilGoverno nei confronti degli enti di ge-stione che si siano resi responsabili diprolungate inadempienze contrattuali.

(4-05129)

NUTI. — Al Ministro dell’interno. — Persapere – premesso che:

il decreto-legge 29 ottobre 1991,n. 345, convertito, con modificazioni, dallalegge 30 dicembre 1991, n. 410, conte-nente « Disposizioni urgenti per il coordi-namento delle attività informative e inve-stigative nella lotta contro la criminalitàorganizzata », istituì la direzione investi-gativa antimafia, fortemente voluta dal

magistrato Giovanni Falcone, nel corsodell’intensificazione del contrasto alla cri-minalità organizzata di tipo mafioso;

tale legge, modificata nel corso deglianni e in alcune parti sostituita dal de-creto legislativo 6 settembre 2011, n. 159,codice delle leggi antimafia, tuttavia nonha trovato fino ad oggi completa attua-zioni sotto certi aspetti;

in particolare, l’articolo 4, comma 5,del decreto-legge 29 ottobre 1991, n. 345,prendeva l’istituzione di appositi ruoliunici e indipendenti dalle altre forze dipolizia per il personale della direzioneinvestigativa antimafia: tuttavia, all’inter-rogante non risulta che tale previsionenormativa sia stata effettivamente compiu-tamente attuata;

secondo le disposizioni contenute al-l’interno dell’articolo 4 del citato decreto-legge, al fine di assicurare l’accesso alladirezione investigativa antimafia di perso-nale altamente qualificato e competente,era stato previsto l’accesso tramite bandounico nazionale per titoli di servizio, ri-servato agli appartenenti alla polizia diStato, all’arma dei carabinieri e al Corpodella guardia di finanza, mentre, esclusi-vamente in maniera marginale, specifica-tamente in misura non superiore al 5 percento della dotazione complessiva del per-sonale, era stata prevista la mera possibi-lità di richiedere l’assegnazione nomina-tiva di funzionari ed ufficiali;

all’interrogante risulta invece che at-tualmente il personale della direzione in-vestigativa antimafia sia assicurato tramitel’assegnazione nominativa, mentre vi è unaperdurante situazione di evidente carenzadi personale;

inoltre, all’articolo 3, commi 3 e 4,del citato decreto-legge, poi recepiti inte-ramente dall’articolo 108, commi 3 e 4, deldecreto legislativo 6 settembre 2011,n. 159, è stato disposto il trasferimentoalla direzione investigativa antimafia delpersonale dei servizi centrali e interpro-vinciali della polizia di Stato, dell’Armadei carabinieri e del Corpo della Guardia

Atti Parlamentari — 13942 — Camera dei Deputati

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di finanza, a decorrere dal 1o gennaio1993, oltre a disporre la completa coope-razione tra le forze di polizia e la dire-zione investigativa antimafia;

all’interrogante risulta che il citatotrasferimento, al fine di accentrare in senoalla direzione investigativa antimafia ilpersonale competente in materia di lottaalla criminalità organizzata di tipo ma-fioso, non è mai stato effettuato compiu-tamente, mentre la cooperazione tra levarie forze di polizia e la direzione inve-stigativa antimafia, seppure presente, pre-senta ancora alcune criticità ed ineffi-cienze;

si ricorda come i fondi destinati alladirezione investigativa antimafia, sia nelsuo complesso sia in relazione ai fondidestinati al personale, sono significativa-mente diminuiti nel corso degli ultimianni, rischiando di compromettere in que-sto modo il prezioso lavoro svolto nelcontrasto alla criminalità organizzata ditipo mafioso;

si ricorda, infine, che l’attività delladirezione investigativa antimafia ha con-sentito il sequestro e la confisca di beninel corso degli ultimi anni che ammonta asvariati miliardi di euro: se da una partel’eventuale depotenziamento di questastruttura potrebbe comportare conse-guenze economiche negative per le cassepubbliche, inopportune in questo difficilemomento per il bilancio dello Stato, dal-l’altra parte la concreta applicazione degliaspetti normativi sopra citati potrebbe,invece, consentire un’azione più efficacedella direzione investigativa antimafia equindi maggiori benefici economici per loStato –:

se sia a conoscenza dei fatti esposti inpremessa e se tali fatti trovino conferma;

quali iniziative intenda intraprendereper dare attuazione agli aspetti normativiesposti in premessa che ancora oggi nontrovano completa applicazione;

cosa intenda fare per assicurare ade-guati stanziamenti finanziari al fine di noncompromettere il prezioso lavoro svoltodal personale della direzione investigativaantimafia. (4-05130)

NUTI. — Al Ministro dell’interno. — Persapere – premesso che:

l’articolo 96 del decreto legislativo 6settembre 2011, n. 159, codice delle leggiantimafia e delle misure di prevenzione,nonché nuove disposizioni in materia didocumentazione antimafia, stabilisce che,presso il Ministero dell’interno, diparti-mento per le politiche del personale del-l’amministrazione civile e per le risorsestrumentali e finanziarie, è istituita labanca dati nazionale unica della documen-tazione antimafia, collegata telematica-mente con il centro elaborazione dati,costituito presso il Ministero dell’internomedesimo;

tale banca dati, prevista sin dal set-tembre 2011, era stata concepita per poterfacilitare il rilascio della documentazioneantimafia e rendere il procedimento piùcelere e meno farraginoso: tuttavia, adoggi, dopo quasi 3 anni, tale sistema nonè ancora operativo;

il codice delle leggi antimafia, risa-lente, appunto, al settembre 2011, ha su-bito importanti modifiche nel 2012 e l’at-tuale Governo si appresta a modificarenuovamente la normativa: senza entrarenel merito delle modifiche apportate o chesi intendono apportare al testo, che pre-sentano aspetti condivisibili, vi sono dubbiche ulteriori modifiche potrebbero ritar-dare nuovamente la concreta attivazionedella citata banca dati nazionale unicadella documentazione antimafia e postici-parne nuovamente gli importanti bene-fici –:

cosa intende fare per attivare la bancadati nazionale unica della documentazioneantimafia di cui all’articolo 96 del decretolegislativo 6 settembre 2011, n. 159;

se e in che modo le nuove normeproposte dal Governo incideranno sul fun-zionamento e la concreta attivazione dellasuddetta banca dati. (4-05131)

NUTI. — Al Ministro dell’interno. — Persapere – premesso che:

negli ultimi mesi numerosi articoli distampa hanno rappresentato il grave stato

Atti Parlamentari — 13943 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

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in cui versa il parco macchine della poliziadi Stato: su circa 24 mila vetture, circa unterzo è in attesa di essere riparato da varianni, mentre le rimanenti risultano esserein buona parte in uno stato precario o nonpiù adatte per l’elevato chilometraggiopercorso;

inoltre, solo una parte minima ditutto il parco macchine della polizia diStato è stata assegnata alle squadre vo-lanti, ovvero quei reparti che dovrebberosvolgere una funzione di controllo delterritorio e pronto interventi;

alcune città presentano situazioni pa-radossali, come ad esempio Catanzaro, cittàcon elevata presenza della criminalità orga-nizzata di tipo mafioso, dove il serviziodella squadra volante viene assicurato dauna sola autovettura per turno, mentre aFoggia, città con elevata attività criminale,anche mafiosa, le autovetture per turnosono solo 2; a Napoli, altra città che pre-senta numerosi problemi legati alla crimi-nalità organizzata, su mille autovetturecomplessive, 300 sono in riparazione; inaltre città molto grandi, come Milano eTorino, su circa 500 vetture disponibile, vene sono circa 170 in attesa di essere ripa-rate;

a Roma, vi sono circa una decina diauto per turno destinate alla squadravolanti, mentre vi sono addirittura 120autovetture utilizzate per il servizio discorta;

oltre ai problemi sopra esposti, l’uti-lizzo delle autovetture della polizia di Stato,così come di altri Corpi di polizia, è alta-mente condizionato dalla carenza di fondidestinati al rifornimento di carburante, cosìcome alla revisione e alla copertura assicu-rativa dei mezzi medesimi –:

se sia a conoscenza del grave stato incui versa il parco autovetture della poliziadi Stato e in generale di tutti i Corpi dipolizia;

se intenda attivarsi, per le parti dipropria competenza, al fine di garantireulteriori fondi destinati all’acquisto dinuove autovetture destinate alla polizia diStato e, in generale, ai Corpi di polizia,ovvero alla loro manutenzione. (4-05132)

D’AMBROSIO. — Al Ministro dell’in-terno. — Per sapere – premesso che:

nel dossier nazionale del Sap (sinda-cato autonomo di polizia) si evidenzia il« caso Foggia ». Una situazione disastrosadei mezzi della polizia, con due sole vo-lanti per turno in una città di quasi 160mila abitanti, con una media di 10 milareati all’anno, 16 furti ogni 24 ore, e unesercito di mafiosi intorno alle 300 unitàtra affiliati e contigui;

lo stesso dossier sindacale riporta lacarenza di mezzi a livello nazionale, eparla di un’auto su tre ferma dal mecca-nico e senza fondi per ripararla. Tra lecittà simbolo di questi problemi c’è Foggia;

organi di stampa, sempre in riferi-mento al « caso Foggia », riportano le dichia-razioni di un sindacalista del SAP che af-ferma « Se in passato di solito dopo due/tregiorni in officina, l’auto veniva riparata erimessa su strada, ora bisogna attenderemesi perché non ci sono fondi. La situazioneriguarda non solo il parco auto della Que-stura: un paio d’anni fa fece scalpore il fattoche i colleghi della sezione di polizia giudi-ziaria del Tribunale rimasero appiedati per-ché non c’erano soldi per riparare le auto inloro dotazione finite in officina: per risolverela situazione e farle aggiustare si dovette at-tendere l’intervento dell’allora procuratorecapo che disse che avrebbe pagato di tascapropria le spese »;

nel dossier del Sap si accenna anche aicommissariati della provincia di Foggia: « Lasituazione è difficile anche a Cerignola, dovenon sempre si riesce a mettere in strada unavolante per turno, ma problemi si registranoanche nelle sedi di Lucera, San Severo eManfredonia sempre per gli stessi motivi: ca-renza di mezzi e organici, eppure la Capita-nata è una delle più grandi province italianeper estensione » –:

quali iniziative urgenti si intendanoadottare per rimediare alle gravissimeproblematiche evidenziate. (4-05133)

LUIGI DI MAIO. — Al Ministro dell’in-terno. — Per sapere – premesso che:

all’interrogante sono giunte numerosesegnalazioni da parte della cittadinanza,

Atti Parlamentari — 13944 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

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suffragate anche da una serie di inchiestedi stampa, circa la indecorosa situazionedi degrado dei campi nomadi nella città diNapoli e nell’hinterland partenopeo;

in seguito a tali segnalazioni, concer-nenti in particolare le allarmanti condizionidei minori, il 13 dicembre 2013, l’interro-gante ha depositato una prima interroga-zione, la n. 4-02933, alla quale purtroppoad oggi non è stata data risposta;

l’inerzia delle istituzioni centrale elocale non ha risolto i problemi che con-tinuano a persistere nella loro gravità;

negli ultimi mesi si sono verificateulteriori inquietanti vicende nei campirom che rendono sempre più preoccu-pante la situazione e necessario un inter-vento dello Stato;

l’11 marzo 2014, infatti, si è diffusa lavoce secondo cui una ragazza di Napolisarebbe stata oggetto di molestie sessuali. Aseguito del diffondersi di tale voce, si ècreata una situazione di grande tensione,sfociata poi in una rissa tra napoletani erom, secondo alcune fonti di informazionecaratterizzata addirittura dal lancio di sassie bombe carta da parte della popolazionelocale. La conseguenza di tali vicende sa-rebbe stata – secondo quanto segnalatoall’interrogante – la « migrazione » di circa350 rom in altri campi, in particolare loca-lizzati presso Gianturco che già si trova inuna situazione di forte criticità per la pre-senza di tre campi nomadi, due dei quali digrandissime dimensioni e molto vicini aidepositi della Q8;

ad avviso dell’interrogante è moltoprobabile il rischio che la criminalità or-ganizzata sia pericolosamente coinvolta inquesto tipo di dinamiche per cui l’inter-vento della pubblica autorità appare diassoluta urgenza;

tutte queste vicende vedono quellache all’interrogante appare la sostanzialeinerzia delle istituzioni locali –:

se il Ministro interrogato, per il tra-mite dei suoi uffici, stia seguendo le vi-

cende segnalate in premessa e quale sia ilsuo orientamento in merito;

quali decisioni intenda assumere ilGoverno per fronteggiare una simile situa-zione che rischia di diventare un problemamolto serio sia dal punto di vista dell’or-dine pubblico che dal punto di vista dellasalute, stante il sovraffollamento dei campinomadi, con particolare riferimento aquello di Gianturco. (4-05134)

NUTI. — Al Ministro dell’interno. — Persapere – premesso che:

il Governo pro tempore nella sedutadella Camera dei deputati del 20 dicembre2013, ha accolto l’ordine del giorno n. 9/1865-A/249, lo si impegna a valutare l’op-portunità di destinare parte dello stanzia-mento di 100 milioni di euro previstodall’articolo 1, comma 103, della legge distabilità per il 2014, per incrementare iltrattamento economico accessorio del per-sonale appartenente alla direzione investi-gativa antimafia;

nell’interrogazione a risposta scrittan. 4-04461, l’interrogante già aveva rap-presentato il problema della mancanza difondi adeguati per la direzione investiga-tiva antimafia, nello specifico ricordandocome i fondi per l’intera struttura eranostati ridotti, dai 28 milioni di euro perl’anno 2001 ai 13,5 milioni di euro per il2014, proprio durante le delicate ricostru-zioni post-terremoto in Emilia e inAbruzzo e nell’anno decisivo per il com-pletamento delle opere che gravitano at-torno a EXPO Milano 2015, tristementefamose per la contiguità con la criminalitàorganizzata di tipo mafioso e i numerosicasi di corruzione;

all’interrogante risulta che, relativa-mente al trattamento economico accesso-rio del personale della direzione investi-gativa antimafia, gli stanziamenti sonostati ridotti da quasi 12 milioni di euro del

Atti Parlamentari — 13945 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

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2011 a 4,3 milioni per il 2012, a circa 5,2milioni per il 2013 e a 5,6 milioni per il2014;

in altre parole, il Ministero dell’in-terno ha deciso di aumentare, rispetto al2013, gli stanziamenti per il trattamentoeconomico accessorio del personale delladirezione investigativa antimafia di circa0,4 milioni di euro, pari allo 0,4 per centodello stanziamento citato previsto all’in-terno della legge di stabilità per il 2014, ecomunque ben distante dai 12 milionistanziati per il 2011;

inoltre, all’interrogante risulta chepersino l’incremento di circa 400 milaeuro già deciso per l’anno 2014 non siastato effettivamente liquidato al personaledella direzione investigativa antimafia;

i tagli alle retribuzioni, anche acces-sorie, hanno colpito un elevato numero diappartenenti ai Corpi di polizia e i 100milioni di euro previsti dalla legge distabilità per il 2014 risultano comunqueessere ancora non sufficienti per ripristi-nare l’ammontare complessivo delle retri-buzioni ai livelli precedenti i tagli;

non risultano, infine, rintracciabilieventuali ripartizioni dello stanziamentodi cui all’articolo 1, comma 103, dellalegge di stabilità per il 2014, da parte delMinistero dell’interno tra i vari Corpi dipolizia né, tantomeno, tra i vari gradi incui il personale di questi Corpi è struttu-rato –:

se quanto esposto in premessa cor-risponda al vero, con particolare riguardoalla effettiva liquidazione dell’incrementodel trattamento economico accessorio alpersonale della direzione investigativa an-timafia;

come sia stato ripartito tra i variCorpi di polizia, e tra i vari gradi in cuiil personale di questi Corpi e strutturato,lo stanziamento di 100 milioni di euro dicui all’articolo 1, comma 103, della leggedi stabilità per il 2014, anche fornendo larelativa documentazione. (4-05140)

* * *

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:

ASCANI. — Al Ministro dell’istruzione,dell’università e della ricerca. — Per sapere– premesso che:

il 28 febbraio 2013, 48 progetti diinnovazione sociale sono stati ammessi afinanziamento nell’ambito del bando delMinistero dell’istruzione, dell’università edella ricerca « Smart Cities and Commu-nities and Social Innovation », indetto nelluglio 2012;

da oltre un anno tali progetti atten-dono sia lo sblocco delle risorse economi-che (pari a complessivi 25 milioni di euro)che le linee guida per l’avvio delle attività;

tali risorse, se erogate tempestiva-mente, produrranno effetti positivi tantosull’occupazione giovanile quanto sullasperimentazione ed applicazione di pro-dotti e servizi altamente innovativi, soprat-tutto per le pubbliche amministrazioni deiterritori interessati, garantendo un im-patto positivo immediato e concreto;

i giovani proponenti, a differenza dialtri soggetti promotori quali università,enti di ricerca o pubbliche amministra-zioni, non hanno tutele né « cuscinetti » dialcun tipo. Inoltre, i ricercatori indipen-denti, in attesa di iniziare a lavorare sulprogetto vincitore, non possono impe-gnarsi in altri lavori;

i progetti di innovazione sociale ba-sano il proprio successo anche sui tempiveloci con cui le idee, i risultati dellericerche e dei servizi o prodotti realizzativengono messi sul mercato. 15 mesi diritardo provocano un grave handicap, inun periodo in cui molti competitor conidee simili si affacciano sul mercato;

l’attesa provoca un mancato fol-low-up dei contatti esplorativi intrapresidai proponenti con enti locali, università,aziende, comunità e territori che sonolegati alle attività progettuali e che po-

Atti Parlamentari — 13946 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

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trebbero ricavare dai progetti opportunitàdi sviluppo locale e generare un utilesociale –:

se il Ministro sia a conoscenza dellasituazione sopraesposta e se non ritengaopportuno adottare ogni utile iniziativa dicompetenza per sbloccare le risorse aiproponenti vincitori del bando del luglio2012 e facilitare la gestione burocraticadei prossimi passaggi amministrativi, inmodo da avviare al più presto i progetti diinnovazione sociale utili per migliorarel’occupazione giovanile, la ricerca, l’im-presa e il funzionamento delle pubblicheamministrazioni. (5-02990)

* * *

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:

TENTORI e FRAGOMELI. — Al Mini-stro del lavoro e delle politiche sociali. —Per sapere – premesso che:

Trafilerie Brambilla spa svolge l’atti-vità di trafilatura a freddo dell’acciaioinossidabile che nel 2013 occupava 95dipendenti, 73 operai e 22 impiegati;

il 15 aprile 2013 veniva attivato uncontratto di solidarietà difensivo, inquanto la situazione finanziaria del-l’azienda è talmente critica, che nono-stante un portafogli ordini importante,non riesce acquistare le materie prime perevaderli;

ad ottobre 2013 l’azienda cambiadenominazione e diventa Trafileria DelLario e viene messa in liquidazione;

contestualmente viene interrotto ilcontratto di solidarietà e il 22 ottobre 2013veniva attivata una cassa integrazionestraordinaria per cessazione di attività;

da ottobre 2013 l’attività lavorativa èridotta al minimo e viene svolta solo perconto terzi;

al contempo, l’azienda ha incaricatodei professionisti di raccogliere e valutare

le proposte di acquisto dell’azienda, im-pegnandosi in maniera formale con leparti sociali a garantire che la ricerca e lascelta dell’acquirente, sarà finalizzata, ol-tre che al recupero delle risorse finanziareper soddisfare la liquidazione dei credi-tori, ad assicurare che l’acquirente man-tenga invariato il livello di occupazionenell’azienda, la sua tipologia produttiva ela localizzazione del sito produttivo inCalolziocorte (Lecco);

nel mese di dicembre 2013, per farfronte alla situazione debitoria ed evitareil fallimento, è stata presentata al tribu-nale domanda di ammissione al concor-dato preventivo in bianco, ovvero dichia-rando la volontà di presentare una pro-posta ed un piano ai creditori, ma riser-vandosi di depositare i documenti e laattestazione entro il successivo termineassegnato dal tribunale;

nei primi giorni di aprile 2014l’azienda ha ricevuto un impegno formalea presentare futura proposta di affitto/acquisto da parte di Celik Halat ve TelSanayii A.S., società turca, facente partedel gruppo Dogan, gruppo quotato allaborsa di Istanbul;

il giorno 9 aprile 2014, l’azienda, inragione del poco tempo a disposizione perstendere un piano concordatario basatosull’offerta ricevuta da Celik Halat ve TelSanayii A.S, non è stata ammessa al con-cordato;

Trafilerie Del Lario è ora impegnataa lavorare sull’offerta di Celik Halat ve TelSanayii A.S, per poter presentare unanuova domanda di concordato, unica pos-sibilità per evitare il fallimento;

l’offerta di Celik Halat ve Tel SanayiiA.S, è condizionata all’accordo sindacale,per concludere il quale ha incaricato laConfindustria Bergamo di occuparsi delletrattative riguardanti i lavoratori in forza;

a maggio 2014, Confindustria Ber-gamo ha comunicato ufficialmente, aisensi dell’articolo 47, legge n. 428 del1990, l’intenzione da parte di Celik Halatve Tel Sanayii A.S di acquisire Trafileria

Atti Parlamentari — 13947 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

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Del Lario e il 21 maggio si è svoltol’incontro di esame congiunto previstodalla procedura, finalizzato al raggiungi-mento di un accordo, che regoli il trasfe-rimento dei lavoratori in forza e le lorocondizioni contrattuali;

durante l’incontro gli advisor incari-cati hanno descritto il piano industrialeche prevede una graduale crescita dell’at-tività lavorativa se pur modesta, da giugno2014 a dicembre 2014, e una crescita piùsostanziale da gennaio 2015 fino ad arri-vare al 2018, avendo come obiettivo ilfatturato che Trafilerie Brambilla spaaveva prima della crisi;

l’operazione di acquisizione vede unimpegno finanziario totale, da parte diCelik Halat ve Tel Sanayii A.S, di circa di20 milioni di euro nel triennio, ma è statodichiarato che il piano presentato reggeràsolo con l’abbattimento del 30 per centodel costo del lavoro;

per quanto riguarda i lavoratori,Confindustria Bergamo ha comunicato cheCelik Halat ve Tel Sanayii A.S

acquisirà da giugno a dicembre2014, circa 50 dei dipendenti in forza (cheoggi sono 75);

ai 50 dipendenti riconoscerà il li-vello di inquadramento, gli scatti di an-zianità e il minimo tabellare previsto dalCcnl Federmeccanica, azzerando ogni al-tro trattamento retributivo di natura in-dividuale o collettiva acquisto in TrafilerieBrambilla;

gli altri 25 lavoratori rimarranno incarico a Trafilerie Del Lario e usufrui-ranno della cassa integrazione straordina-ria fino ad ottobre 2014 e per eventualiulteriori periodi che potranno essere ri-conosciuti in base alle normative vigenti, edi un incentivo all’esodo non quantificato;

il sindacato ha dichiarato inaccetta-bile la proposta e ha proposto l’applica-zione del contratto di solidarietà, chepermetterebbe di non licenziare nessuno edi conservare la professionalità, che poipotrà essere riassorbita nell’arco dei tre

anni, visto che si intende raggiungerel’obiettivo di tornare ai livelli produttivipre-crisi;

per quanto concerne il taglio delleretribuzioni, la Fiom si dice disponibile atrovare una strada che risponda alle esi-genze aziendali, ma che conservi anche idiritti acquisiti dai lavoratori in anni ditrattative, ma Confindustria Bergamo e gliadvisor hanno dichiarato che non ci sonospazi di trattativa;

il giorno 22 maggio 2014, Celik Halatve Tel Sanayii A.S, tramite ConfindustriaBergamo, ha intrapreso un’azione unila-terale, inviando 52 raccomandate ad al-trettanti lavoratori, invitandoli lunedì 26maggio 2014 presso Trafilerie Del Larioper ascoltare la proposta di assunzione;

a parere degli interroganti, e come sievince dalle dichiarazioni di alcune orga-nizzazioni di categoria datoriali e sindacalicomparse sulla stampa locale il fatto chesi siano utilizzate strutture di un interlo-cutore fuori provincia ha comportato ilvenir meno di una buona pratica conso-lidata nel territorio dove le organizzazionidi categoria – datoriali e sindacali – dasempre conducono trattative riguardantiristrutturazioni aziendali con spirito col-laborativo e costruttivo affinché si rag-giungano i migliori obiettivi comuni;

in un momento di grave crisi econo-mica e occupazionale sarebbe ancora piùdeleterio il tentativo di spezzare il positivodialogo che quotidianamente le realtà lo-cali che rappresentano le diverse partiportano avanti;

la Fiom in data 27 maggio 2014 hadepositato presso il tribunale di Lecco unricorso contro Celik Halat ve Tel SanayiiA.S, per atteggiamento antisindacale aisensi dell’articolo 28, legge n. 300 del1970, avente come oggetto, la violazionedella procedura ex articolo 47 della leggen. 429 del 1990;

i lavoratori sono tuttora in presidioe assemblea permanente, anche se pur-troppo i 52 lavoratori hanno sottoscritto esono disponibili ad accettare le condizioni

Atti Parlamentari — 13948 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

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poste dalla società Celik Halat pur di avereun posto di lavoro. Le altre maestranzecontinueranno ad attivare, tutte le inizia-tive che saranno necessarie per difendereil loro posto di lavoro –:

se non ritenga urgente convocare untavolo di trattative con tutte le parti socialiinteressate al fine di salvaguardare i livellioccupazionali ma anche il futuro del sitoproduttivo in questione;

se non reputi opportuno favorire, perquanto di competenza, l’applicazione delcontratto di solidarietà, che permetterebbedi salvaguardare gli attuali livelli occupa-zionali e di conservare le professionalità,che poi potranno essere riassorbite nel-l’arco dei tre anni. (4-05141)

* * *

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARIE FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

TERROSI, OLIVERIO, CARRA, COVA,ZANIN, CENNI, SBROLLINI, ANTEZZA,COVELLO, TENTORI, ALBINI e VENIT-TELLI. — Al Ministro delle politiche agri-cole alimentari e forestali, al Ministro dellasalute. — Per sapere – premesso che:

secondo le notizie emerse sullastampa nazionale in data 10 giugno 2014,i prodotti animali dal marchio di qualitàsarebbero in pericolo, con potenziali graviripercussioni sia sulla salute dei consuma-tori sia sull’immagine del Paese;

stando infatti all’indagine che ha vi-sto impegnati oltre 300 carabinieri dei Nasdi Perugia e dell’Arma territoriale coordi-nati dalla procura umbra, gli indagatidell’operazione « Lio » partita nel 2011 cheha portato al sequestro di oltre 4 milionidi euro di carni bovine, con marchi au-ricolari contraffatti e dichiarati falsamentedi razza pregiata, sarebbero 65, distribuitiin almeno 21 province italiane, nelle re-gioni: Umbria, Toscana, Lazio, Campania,

Puglia, Lombardia, Abruzzo, Marche, Ba-silicata, Veneto, Emilia Romagna e Pie-monte;

la prima fase dell’indagine (2011) haportato alla scoperta di un traffico illecitodi bovini colpiti da malattie infettive, tracui tubercolosi, brucellosi e blue tongue,alcune delle quali trasmissibili all’uomo.Sembrerebbe che gli animali, nati inaziende dell’Italia meridionale e insulare,fossero tuttavia avviati alla macellazionegrazie all’intermediazione di due aziende,una perugina e una aretina, nonché diallevatori e medici veterinari che sareb-bero riusciti a fare eludere i controllisanitari facendo apparire sani i bovini.Nella recente seconda fase delle indagini,i militari hanno ricostruito la vasta orga-nizzazione criminale in cui erano a variotitolo coinvolti allevatori, autotrasportatorie medici veterinari delle Asl del Centro-Sud (Perugia, Arezzo, L’Aquila, Foggia,Potenza e Matera), dediti alla falsifica-zione di passaporti e marchi auricolari cheavrebbero permesso di introdurre sul mer-cato bovini di razza ed età diverse daquelle certificate dai documenti. Sareb-bero in corso sequestri di allevamenti dibovini vivi per un valore inestimabile –:

se trovi conferma quanto riportatosulla stampa e quali misure di conteni-mento siano state adottate e quali inter-venti siano stati pianificati per evitare ilripetersi della pericolosa situazione espo-sta in premessa;

se corrisponda al vero la notizia chedei 500 capi sequestrati nel 2011, in cuifurono riscontrate carni infette (ad esem-pio, da tubercolosi o brucellosi o bluetongue), il ritiro sia avvenuto prima dellacommercializzazione e che nessun caposia realmente giunto al consumatore;

se non si reputi opportuno, al fine ditutelare sia la salute dei cittadini sial’economia del settore, già gravemente de-pressa, assumere iniziative per inasprireed applicare la normativa circa la trac-ciabilità dei prodotti alimentari in tutte lefasi al fine di tutelare sia il consumatore

Atti Parlamentari — 13949 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

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che il produttore e preservare il marchio« made in Italy » da contaminazioni.

(5-02989)

Interrogazione a risposta scritta:

ALBERTI. — Al Ministro delle politicheagricole alimentari e forestali, al Ministrodell’ambiente e della tutela del territorio edel mare. — Per sapere – premesso che:

la Franciacorta è una zona collinareche comprende numerosi comuni, tuttidella provincia di Brescia e si estende tral’estremità meridionale del Lago d’Iseo e lacittà capoluogo;

la Franciacorta è soprattutto unadelle più importanti zone viti-vinicole delmondo con prevalente vocazione spuman-ticola, con marchio docg di altissima qua-lità, già riconosciuta dal 1967 con Decretodel Presidente della Repubblica, comezona a « Denominazione di Origine »;

l’articolo 21 del decreto legislativon. 228 del 18 maggio 2001, al comma 1prevede che lo Stato, le regioni e gli entilocali tutelino, la tipicità, la qualità, lecaratteristiche alimentari e nutrizionali,nonché le tradizioni rurali di elabora-zione dei prodotti agricoli e alimentari adenominazione di origine controllata(DOC), a denominazione di origine con-trollata e garantita (DOCG), a denomi-nazione di origine protetta (DOP), a in-dicazione geografica protetta (IGP) e aindicazione geografica tutelata (IGT);

la tutela di queste aree è realizzata,in particolare, mediante la definizione deicriteri per l’individuazione delle aree nonidonee alla localizzazione degli impianti dismaltimento e recupero dei rifiuti e l’ado-zione di tutte le misure utili per far sì chei rifiuti siano recuperati o smaltiti senzapericolo per la salute dell’uomo e senzausare procedimenti o metodi che potreb-bero recare pregiudizio all’ambiente;

in data 19 luglio 2006, la Società« ASM Brescia s.p.a. » (ora « Aprica s.p.a. »,gruppo « a2a s.p.a ») ha richiesto alla Re-gione Lombardia la pronuncia di compa-tibilità ambientale ai fini dell’ottenimento

dell’autorizzazione per la realizzazione eesercizio della « Discarica controllata perrifiuti speciali non pericolosi Bosco Stella »in un’area al confine tra i Comuni diCastegnato (BS) e Pademo Franciacorta(BS), comune della Franciacorta interes-sato dalla presenza di coltivazioni di pre-gio (DOC DOCG IGT);

il nuovo sito verrebbe collocato apoche decine di metri da una discaricadismessa non correttamente impermeabi-lizzata, che ha già causato l’inquinamentodella prima falda acquifera;

in particolare, in questa zona vi èuna concentrazione di numerose criticitàambientali tra cui discariche in esercizio ocessate, attività estrattive, siti inquinati daPCB e cromo VI da bonificare, insedia-menti industriali, arterie di grande comu-nicazione;

durante l’iter della VIA, TARPA diBrescia, i Comuni interessati e l’ASL Bre-scia, hanno già espresso diverse valuta-zioni negative sull’impatto ambientale delprogetto segnalando il mancato rispettodella normativa vigente;

i Comitati « Salute e Ambiente diOspitaletto e Castegnato », hanno più voltesegnalato la netta contrarietà dei cittadinial progetto, raccogliendo più di novemilafirme contro questa discarica –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza di quanto sopra esposto;

se sussistano rischi di compromis-sione dell’area nella quale insiste la pro-duzione marchio docg di altissima qualitàFranciacorta, già riconosciuta dal 1967con Decreto del Presidente della Repub-blica alla luce del progetto della discarica« Bosco Stella »;

se non ritengano opportuno interve-nire al fine di evitare qualunque dannoall’immagine della Franciacorta e allaQualità delle colture viti-vinicole presentisul territorio e in che forma;

se non si ritenga opportuno in viagenerale valutare se la regolamentazionedei fattori di pressione ambientale, degliimpatti ambientali dei progetti e dei rischi

Atti Parlamentari — 13950 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 13 GIUGNO 2014

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cumulativi, sulle risorse agricole, ambien-tali, sugli ecosistemi e sulla salute deicittadini residenti garantiscano a suffi-cienza le esigenze di protezione di talivalori. (4-05127)

* * *

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:

DURANTI. — Al Ministro dello sviluppoeconomico, al Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali. — Per sapere – premessoche:

nel 2011, sull’onda del IV Conto ener-gia ed in linea con il piano di riconversioneaziendale, il gruppo Marcegaglia dismettevala produzione di caldaie industriali per ac-cettare la sfida del fotovoltaico, inaugu-rando la fabbrica di Taranto adibita allaproduzione di « laminati fotovoltaici flessi-bili in silicio amorfo », investendo nel sitopugliese 15 milioni di euro fra fondi privatie pubblici, e contando alla partenza 170addetti. Obiettivo dichiarato quello di ren-dere il capoluogo jonico la capitale del foto-voltaico italiano;

dalla metà del 2013, con la giustifi-cazione della crisi del settore del fotovol-taico, il gruppo Marcegaglia ha mostrato lavolontà di procedere con la dismissionedel sito di Taranto. Nello specifico, « lasospensione della attività produttiva dellostabilimento è proclamata per il 18 no-vembre, alla scadenza della cassa ordina-ria in corso » (come si-evince dai comu-nicati dell’azienda stessa, e da organi distampa). A seguito di questi eventi leorganizzazioni sindacali hanno procla-mato lo stato di agitazione;

il giorno 10 dicembre 2013, presso ilMinistero dello sviluppo economico inRoma si è tenuto un tavolo di confrontocon oggetto la vertenza Marcegaglia Buil-dtech di Taranto alla presenza del sotto-segretario di Stato professor De Vincenti.Nel corso dell’incontro, che seguiva quello

tenutosi sempre presso il Ministero dellosviluppo economico in data 22 novembre2013, la società confermava la mancanzadi presupposti per il prosieguo delle atti-vità produttive del sito di Taranto e,prendendo atto delle sollecitazioni prove-nienti dalle istituzioni e dalle organizza-zioni sindacali (dopo aver, in data 2 di-cembre 2013 avviato le procedure di Cassaintegrazione guadagni straordinaria percrisi), incaricava la società « PRAXI » diricercare una potenziale soluzione di rein-dustrializzazione che consentisse ad even-tuali soggetti terzi interessati l’avvio di unadiversa attività produttiva sul sito in que-stione;

durante il 2014 si sono tenuti diversitavoli di confronto volti a monitorare lasituazione della « Buildtech » di Taranto egli avanzamenti delle operazioni di riquali-ficazione messe in campo dalla società« PRAXI ». Per ultimo, il 20 maggio 2014, siè tenuto un incontro al Ministero dello svi-luppo economico a seguito del quale le or-ganizzazioni sindacali tarantine hanno di-chiarato che: « la PRAXI, l’azienda incari-cata ad effettuare lo scouting per la reindu-strializzazione del sito, non ha portatonulla di nuovo rispetto ai contatti in esserecon due aziende straniere interessate al fo-tovoltaico, comunicando di aver allargato laricerca anche ad altri settori merceologici,tipo la logistica portuale e l’industria aero-spaziale, ma di non aver avuto alcun tipo diriscontro ad oggi. Il tempo, sta scorrendoinesorabilmente e l’anno di Cassa integra-zione straordinaria per crisi sta scadendo.Pertanto, come organizzazioni sindacali,siamo seriamente preoccupati visto lo statodell’arte della vertenza, a questo som-miamo l’indifferenza della stessa aziendaMarcegaglia che pensa di risolvere i pro-blemi degli stabilimenti al nord Italia, cer-cando di trasferire una linea di produzionedi pannelli coibentati, lasciando a Tarantodisoccupati e capannoni vuoti. »;

il 14 aprile 2014 Emma Marcegagliaviene nominata presidente ENI;

il 15 aprile 2014 da organi di stampa(fra cui la repubblica.it si viene a cono-

Atti Parlamentari — 13951 — Camera dei Deputati

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scenza delle intenzioni di Emma Marce-gaglia (tramite la direzione della Marce-gaglia Buildtech) di chiudere il sito diMilano di viale Sarca 336, che occupa 169persone. L’intenzione della azienda, se-condo le parole del dirigente FabrizioPrete, è quella di trasferire la produzionea « Pozzolo Formigaro », in provincia diAlessandria. Decisione, questa, contestataduramente dalle organizzazioni sindacali,che denunciano le problematiche logisti-che a cui saranno sottoposti gli operai conspostamenti quotidiani di 400 chilometrifra andata e ritorno. Alla base della de-cisione, sempre secondo le organizzazionisindacali, ci potrebbe essere una opera-zione di speculazione dato che la sedeBuildtech di Milano si trova al centro del« Bicocca Village », zona ambita dal puntodi vista edilizio;

allo stato attuale, la situazione dellostabilimento « Buildtech » di Taranto ri-sulta bloccata. Non ci sono reali soluzionipraticabili che permettano la messa insicurezza dei lavoratori coinvolti, la cuiCassa integrazione straordinaria scadràfra 6 mesi. Per questo, le segreterie ter-ritoriali delle organizzazioni sindacali indata 4 giugno 2014, hanno scritto unalettera aperta alla regione Puglia, al co-mune di Taranto e ai parlamentari pu-gliesi e hanno indetto per la mattina del16 giugno un sit in sotto la sede dellaprefettura per tenere alta l’attenzione sullavertenza dei lavoratori dello stabilimentoMarcegaglia Buildtech di Taranto. Le or-ganizzazioni sindacali sottolineano: « Dopogli ultimi incontri romani non è scaturitoniente di nuovo, invitiamo oggi tutti isoggetti rappresentativi del territorio adunirsi con noi nella vertenza drammatica

che vede coinvolte 130 famiglie. Chiede-remo un intervento del Prefetto per sen-sibilizzare il Ministero dello Sviluppo Eco-nomico in vista della programmata con-vocazione entro il mese di giugno, inmaniera da prospettare con la dovutaattenzione e una possibile ed auspicatasoluzione della vertenza » –:

se non si intendano riconvocare alpiù presto le parti, e comunque non oltrela fine di giugno 2014, al fine di verificarelo stato delle operazioni di riqualificazionemesse in campo dalla società « PRAXI » edi scongiurare il pericolo della scadenzadei termini della cassa integrazione straor-dinaria senza chi vi siano altre soluzionipraticabili;

quali iniziative, per quanto di com-petenza, intendano assumere per garantireil mantenimento degli impegni assunti da« Marcegaglia Buildtech ». (5-02993)

Ritiro di una firma da una mozione.

Mozione De Maria e altri n. 1-00208,pubblicata nell’allegato B ai resoconti dellaseduta del 15 ottobre 2013: è stata ritiratala firma del deputato Mogherini.

Ritiro di una firma da una interrogazione.

Interrogazione a risposta scritta Tofaloe altri n. 4-02615, pubblicata nell’allegatoB ai resoconti della seduta del 21 novem-bre 2013: è stata ritirata la firma deldeputato Luigi Di Maio.

Stabilimenti TipograficiCarlo Colombo S. p. A.

€ 4,00 *17ALB0002450**17ALB0002450*

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