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209. Allegato B ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO INDICE PAG. ATTI DI INDIRIZZO: Mozione: Bernini Massimiliano ............ 1-00431 12037 Risoluzioni in Commissione: I Commissione: Lattuca .................................... 7-00339 12038 III Commissione: Spadoni ................................... 7-00338 12039 ATTI DI CONTROLLO: Presidenza del Consiglio dei ministri. Interpellanza: Speranza ................................. 2-00504 12040 Interrogazioni a risposta scritta: Di Salvo .................................. 4-04447 12043 Locatelli .................................. 4-04455 12044 Lombardi ................................ 4-04465 12045 Di Maio Luigi ........................ 4-04470 12047 Ambiente e tutela del territorio e del mare. Interrogazione a risposta in Commissione: Terzoni ................................... 5-02613 12047 Interrogazioni a risposta scritta: Bordo Franco ........................ 4-04443 12048 Segoni ..................................... 4-04446 12049 PAG. Beni e attività culturali e turismo. Interrogazione a risposta in Commissione: Oliverio ................................... 5-02612 12051 Difesa. Interpellanza: Di Battista .............................. 2-00503 12051 Interrogazioni a risposta in Commissione: Piras ........................................ 5-02608 12053 Tofalo ...................................... 5-02609 12053 Interrogazione a risposta scritta: Buonanno ............................... 4-04450 12054 Economia e finanze. Interrogazioni a risposta scritta: Bonafede ................................. 4-04453 12054 D’Ambrosio ............................. 4-04456 12055 Giustizia. Interrogazione a risposta orale: Binetti ..................................... 3-00759 12056 Interrogazione a risposta in Commissione: Turco ...................................... 5-02611 12057 Interrogazione a risposta scritta: Prataviera ............................... 4-04458 12059 Infrastrutture e trasporti. Interrogazione a risposta in Commissione: Valiante ................................... 5-02614 12060 Atti Parlamentari 12035 Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA ALLEGATO B AI RESOCONTI SEDUTA DEL 10 APRILE 2014 N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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209. Allegato B

ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO

I N D I C E

PAG.

ATTI DI INDIRIZZO:

Mozione:

Bernini Massimiliano ............ 1-00431 12037

Risoluzioni in Commissione:

I Commissione:

Lattuca .................................... 7-00339 12038

III Commissione:

Spadoni ................................... 7-00338 12039

ATTI DI CONTROLLO:

Presidenza del Consiglio dei ministri.

Interpellanza:

Speranza ................................. 2-00504 12040

Interrogazioni a risposta scritta:

Di Salvo .................................. 4-04447 12043

Locatelli .................................. 4-04455 12044

Lombardi ................................ 4-04465 12045

Di Maio Luigi ........................ 4-04470 12047

Ambiente e tutela del territorio e del mare.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Terzoni ................................... 5-02613 12047

Interrogazioni a risposta scritta:

Bordo Franco ........................ 4-04443 12048

Segoni ..................................... 4-04446 12049

PAG.

Beni e attività culturali e turismo.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Oliverio ................................... 5-02612 12051

Difesa.

Interpellanza:

Di Battista .............................. 2-00503 12051

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Piras ........................................ 5-02608 12053

Tofalo ...................................... 5-02609 12053

Interrogazione a risposta scritta:

Buonanno ............................... 4-04450 12054

Economia e finanze.

Interrogazioni a risposta scritta:

Bonafede ................................. 4-04453 12054

D’Ambrosio ............................. 4-04456 12055

Giustizia.

Interrogazione a risposta orale:

Binetti ..................................... 3-00759 12056

Interrogazione a risposta in Commissione:

Turco ...................................... 5-02611 12057

Interrogazione a risposta scritta:

Prataviera ............................... 4-04458 12059

Infrastrutture e trasporti.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Valiante ................................... 5-02614 12060

Atti Parlamentari — 12035 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anchele risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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PAG.

Interrogazioni a risposta scritta:

Buonanno ............................... 4-04451 12061

Catanoso ................................. 4-04460 12061

Interno.

Interpellanze:

Zan .......................................... 2-00501 12061

Labriola .................................. 2-00502 12062

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Turco ...................................... 5-02607 12064

Colletti .................................... 5-02610 12066

Interrogazioni a risposta scritta:

Nuti ......................................... 4-04461 12066

Prataviera ............................... 4-04462 12068

Istruzione, università e ricerca.

Interrogazioni a risposta scritta:

Ghizzoni ................................. 4-04442 12068

Pes ........................................... 4-04445 12070

Mazzoli ................................... 4-04449 12071

Fanucci ................................... 4-04457 12072

Lavoro e politiche sociali.

Interrogazioni a risposta scritta:

Grimoldi ................................. 4-04441 12073

PAG.

Lombardi ................................ 4-04464 12074

Grimoldi ................................. 4-04467 12077

Politiche agricole alimentari e forestali.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Mongiello ................................ 5-02615 12078

Interrogazione a risposta scritta:

Gagnarli .................................. 4-04454 12080

Salute.

Interrogazioni a risposta scritta:

Di Stefano Fabrizio .............. 4-04444 12080

Gullo ....................................... 4-04448 12081

Tofalo ...................................... 4-04452 12081

Sviluppo economico.

Interrogazioni a risposta scritta:

Baldassarre ............................. 4-04459 12082

Terzoni ................................... 4-04463 12082

Donati ..................................... 4-04466 12084

D’Ambrosio ............................. 4-04468 12085

Scotto ...................................... 4-04469 12087

Apposizione di firme ad una interroga-zione ........................................................... 12088

ERRATA CORRIGE ........................................ 12088

Atti Parlamentari — 12036 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

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ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,

premesso che:

i bambini, specie in età pediatrica,sono soggetti al soffocamento a causadell’incompleta maturità dei meccanismiriflessi di coordinazione delle differentifunzioni delle vie aeree che li porta al-l’inalazione accidentale di corpi estranei;recentemente si sono verificati casi didecessi di bambini dovuti a soffocamentoper ostruzione da vie aeree causate dacorpi estranei, la maggior parte delle voltecausate da cibo in luoghi di ristorazione odurante i pasti;

secondo fonti autorevoli tra le qualianche la Croce rossa italiana (CRI), inItalia muore circa un bambino a settimanaper ostruzione da corpo estraneo, risul-tando questa la seconda causa di mortetra i bambini da zero a quattro anni dietà; questo dato è preoccupante a talpunto da spingere molte associazioni eanche la stessa Croce rossa italiana, adorganizzare gratuitamente corsi formativirivolti agli insegnanti di asili nido e scuoleelementari, ai genitori e nonni e alle/aibaby sitter;

i corsi di formazione sulla « mano-vra di disostruzione pediatrica » organiz-zati da molte associazioni tra cui anche laCRI e che seguono le linee internazionalidell’International liason committee on re-suscitation (ILCOR), hanno una durataesigua che si può calcolare nell’ordine dipoche ore e impegnano pochissime risorseeconomiche;

la normativa vigente prevede obbli-ghi riguardo il primo soccorso sia suiluoghi di lavoro che durante eventi pub-blici, nonché la diffusione di defibrillatorisemiautomatici esterni (DAE); in partico-lare per la diffusione dei DAE, il Governoha appositamente approvato il decreto 18

marzo 2011 la cui finalità è « quella diindividuare i criteri e le modalità perfavorire la diffusione dei defibrillatori se-miautomatici esterni » e di promuovere« la realizzazione di programmi regionaliper la diffusione e l’utilizzo di defibrilla-tori semiautomatici esterni, indicando icriteri per l’individuazione dei luoghi, deglieventi, delle strutture e dei mezzi di tra-sporto dove deve essere garantita la di-sponibilità dei defibrillatori semiautoma-tici esterni, nonché le modalità della for-mazione degli operatori addetti »;

la tempestività di una « manovra didisostruzione pediatrica » compiuta inmodo corretto, può salvare la vita di unbambino; al contrario, il rischio che sicorre con manovre scorrette o dettatedall’istinto, oltre a non causare il miglio-ramento di un bambino che ha inalatocorpi estranei, può provocare il peggiorarsidi una situazione di pericolo, fino a tra-sformare un’ostruzione « parziale », inostruzione « totale »,

impegna il Governo:

ad assumere un’iniziativa normativaal fine di rendere obbligatoria, così comelo è in altri ambiti lavorativi come spe-cificato in premessa, la presenza di per-sonale con formazione che segua lenuove linee internazionali ILCOR ri-guardo la « manovra di disostruzione pe-diatrica », tra:

a) gli insegnanti di asili nido escuole elementari;

b) il personale delle mense e deiluoghi di ristoro dov’è prevista la presenzadi bambini;

c) il personale che svolge mansionilavorative e/o di volontariato a contattocon i bambini;

d) le figure professionali quali le/ibaby-sitter;

a promuovere la realizzazione, d’in-tesa con regione e ANCI, di programmi perl’istituzione di corsi gratuiti di formazione

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uniforme su tutto il territorio nazionaleche seguano le linee internazionali ILCOR,da proporre a:

a) i cittadini in attesa di figli, sianaturali che adottivi;

b) i genitori di bambini fino adun’età di 10 anni;

c) i lavoratori coinvolti nel pro-gramma obbligatorio di formazione.

(1-00431) « Massimiliano Bernini, Cecconi,Mantero, Silvia Giordano,Frusone, L’Abbate, Lorefice,Sibilia, Cristian Iannuzzi,Spessotto ».

Risoluzioni in Commissione:

La I Commissione,

premesso che:

negli ultimi anni, il legittimo edoveroso contrasto a tutte le forme diviolenza negli stadi – e in generale inoccasione dello svolgimento di qualunquemanifestazione sportiva – è stato spessodeterminato dalla necessità di risponderead una emergenza in atto, ed è dunquestato attuato con strumenti prevalente-mente di carattere punitivo, senza che siriuscisse ad attuare, da parte dei soggettiinteressati, un’efficace politica di preven-zione, educazione e dialogo con le tifoserieorganizzate;

in particolare, con il decreto-legge8 febbraio 2007, n. 8, convertito con mo-dificazioni, nella legge n. 41 del 2007, fuintrodotta la cosiddetta tessera del tifoso,uno strumento che avrebbe dovuto da unlato consentire al tifoso di seguire lapropria squadra in trasferta, ed entrarenei settori dello stadio riservato agli ospiti;e dall’altro avrebbe dovuto permettere unosnellimento delle procedure di controllodei documenti ai varchi, strumento suc-cessivamente trasformato dal Consiglio di

Stato, con una sentenza del dicembre2011, in una sorta di fidelity card tra iltifoso e la società di appartenenza;

tuttavia, fin dall’introduzione diquesto strumento non sono mancate cri-tiche, anche da parte degli stessi operatoridella sicurezza, sulla sua efficacia, e du-rante un’intervista del 18 luglio 2013 l’al-lora capo della polizia Manganelli, purrivendicando la necessità di affrontareun’emergenza che si era registrata edaveva portato all’introduzione della tesseradel tifoso, ne auspicava il superamento,nel quadro di un più generale ritorno allanormalità;

particolarmente problematico, poi,è l’articolo 9 della legge 4 aprile 2007,n. 41, istitutiva della tessera del tifoso, cheprevede che i destinatari di un provvedi-mento di Daspo sarebbero inibiti sine diea partecipare a manifestazioni sportive ead acquistare la cosiddetta tessera deltifoso;

tale norma, infatti, da un lato sembraessere piuttosto incoerente, anche alla lucedel fatto che si sono registrati numerosicasi nella cronaca nei quali il Daspo cheera stato applicato è stato successivamenterevocato, ma colui al quale era statoapplicato non ha potuto ottenere il rilasciodella tessera del tifoso, né dunque essereriammesso negli stadi;

dall’altro tale disposizione sembracontrastare fortemente con la filosofia difondo del nostro ordinamento giuridicoche, tra le altre cose, prevede che l’appli-cazione delle sanzioni amministrative epenali sia tesa all’educazione e al recuperodei soggetti che hanno commesso reati,conformemente all’articolo 27 della Costi-tuzione;

nel corso di questi anni sono statetentate numerose modifiche interpretativee regolamentari di questa norma, ancheattraverso provvedimenti dell’Osservatorionazionale manifestazioni sportive, al finedi renderla quanto meno più flessibile,

Atti Parlamentari — 12038 — Camera dei Deputati

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senza però riuscire ad ottenere alcun esitoconcreto,

impegna il Governo:

a presentare entro due mesi unadettagliata relazione sull’efficacia dellostrumento della tessera del tifoso, trascorsiquasi sette anni dalla sua introduzione,anche al fine di valutare l’opportunità diun suo definitivo superamento;

per quanto di sua competenza, adadottare ogni iniziativa utile, anche sulpiano normativo, volta a favorire un’inter-pretazione più flessibile dell’articolo 9della legge 4 aprile 2007, n. 41, tale daconsentire che, a fronte di un’eventualerevoca del provvedimento di Daspo inprecedenza applicato, ovvero scontata lapena, possa rilasciarsi nuovamente la tes-sera del tifoso;

a prevedere la convocazione, quantoprima, di un tavolo di lavoro che vedacoinvolti tutti i soggetti interessati, ancheal fine di introdurre nuove e più decisepolitiche di prevenzione, educazione e dia-logo con le tifoserie organizzate, così de-terminando una loro maggior responsabi-lizzazione in relazione alle misure adot-tate.

(7-00339) « Lattuca, Tullo, Fossati, Maestri,Sbrollini, Bossa, Pastorino,Ferrari, Carrescia, Capoz-zolo, Marantelli, Miccoli, Fio-rio, Pierdomenico Martino,Carbone, Basso, Ferro, Carra,Boccuzzi, Borghi, Brandolin,Leva ».

La III Commissione,

premesso che:

la Jaafari personal status law, dalnome del sesto Imam a cui la legge siispirerebbe, è attualmente in discussionenel Parlamento iracheno;

la legge ha lo scopo di abbassarel’età matrimoniale per le bambine dai 18ai 9 anni, legalizzare lo stupro familiare e

portare a numerose restrizioni che ridur-rebbero le donne in un vero e propriostato di segregazione, come la custodia inautomatico dei figli all’uomo in caso didivorzio;

attualmente in Iraq l’età legale mi-nima per il matrimonio è di 18 anni senzail consenso dei genitori, ma scende a 15anni con l’approvazione di un tutore;

la nuova norma, che estende l’etàdel divorzio a iracheni con non meno di 8anni e 8 mesi (conto derivante dalle par-ticolarità del calendario islamico), intro-duce di fatto la possibilità di legarsi inmatrimonio sin da quella tenera età;

la percentuale di coppie con sposiminorenni è salita dal 15 per cento del1997 al 25 per cento del 2011;

molti considerano la legislazioneora vigente in Iraq una delle più avanzatee progressiste del Medio Oriente sui dirittidelle donne in materia di matrimonio,eredità e custodia dei figli, ma i difensoridella proposta, a partire dallo stesso Mi-nistro della giustizia Hassan al-Shammari(aderente al partito Fadhila), sostengonoche la legge attuale violi il codice dellasharia;

secondo l’Onu, le spose bambinesarebbero circa 60 milioni, molte dellequali vivrebbero proprio in Medio Oriente;

il progetto di legge in questione èstato già approvato nel mese di febbraio2014 dal Consiglio dei ministri iracheno;

in vista delle elezioni politiche del30 aprile, secondo alcuni analisti politici,questo è un chiaro tentativo da parte delpartito Fadhila per ottenere consenso, au-mentando il sentimento identitario deglisciiti e anche un atto d’indipendenza dal-l’Occidente;

in occasione di tale tornata eletto-rale, il primo ministro, lo sciita Nurial-Maliki, è in corsa per il terzo mandatoconsecutivo e, tra l’altro, non ha ancoradichiarato la propria posizione in meritoalla legge;

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la sfida alla coalizioni di Malikiarriva dalla Lista dei Cittadini, un movi-mento ritenuto vicino all’Iran, e dal partitoAhrar, legato al religioso sciita Moqtadaal-Sadr, che a febbraio 2014 ha annun-ciato il ritiro dalla scena politica;

l’Iraq sta vivendo oggi uno deimomenti più violenti della sua storia, concontinui attentati che hanno raggiunto, senon superato, la disastrosa situazione co-nosciuta nel 2008;

Baghdad si ritrova ad avere unasituazione politica piuttosto frammentaria,che non consente a nessuno di arrivare aottenere una maggioranza assoluta nei 328seggi che compongono il Parlamento;

lo Stato iracheno ha firmato eratificato la « Convenzione per l’elimina-zione di tutte le forme di discriminazionecontro le donne » del 1986 e la « Conven-zione sui diritti dei bambini » del 1994,

impegna il Governo

a intraprendere con urgenza ogni inizia-tiva utile dal punto di vista diplomatico, eattraverso i consueti canali bilaterali, af-finché il Governo iracheno fornisca im-mediate rassicurazioni circa la paventataapprovazione della citata proposta di leggenella direzione di un suo ritiro, nel ri-spetto gli accordi internazionali sottoscrittie ratificati a difesa della dignità umana edei diritti dell’infanzia e delle donne.

(7-00338) « Spadoni, Manlio Di Stefano,Sibilia ».

* * *

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZADEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare ilPresidente del Consiglio dei ministri, il

Ministro degli affari esteri, il Ministrodella giustizia, il Ministro della difesa, persapere – premesso che:

con la legge n. 107 del 2003 è stataistituita la Commissione parlamentare diinchiesta sulle cause dell’occultamento deifascicoli, ritrovati nel 1999 a palazzo Cesi,sede della procura generale militare, inquello che è stato chiamato « l’armadiodella vergogna », contenenti denunce edatti relativi a stragi nazifasciste commessenel corso della 2a guerra mondiale, chehanno causato circa 15.000 vittime;

gli atti della Commissione (audizioni,resoconti stenografici desecretati, elencodelle località e delle vittime, relazionifinali) sono stati raccolti e resi pubblici inquattro volumi editi dalla Camera deideputati, ad esclusione degli atti su cui laCommissione aveva posto il segreto fun-zionale, nonché dei documenti formal-mente classificati « riservati » o « segreti »dalle autorità di Governo;

tale Commissione ha concluso i suoilavori nel febbraio del 2006 con la pre-sentazione di due relazioni, una di mag-gioranza e l’altra di minoranza. Tali re-lazioni non sono state discusse in Aula. Iresoconti delle sedute della Commissionesono stati, di recente, trasferiti su sup-porto informatico. Restano aperti, invece,i profili relativi all’ampia documentazioneraccolta, che non è stata ancora resapubblica e consultabile nella sua interezza.Da quanto risulta, nessuno dei documentituttora soggetti a classifica è sottoposto asegreto funzionale rispetto al quale è pos-sibile esercitare, da parte della Presidentedella Camera, un potere di declassifica-zione. Gli atti tuttora soggetti al vincolo disegreto o di riservato sono atti infattipervenuti con detta classifica alla Com-missione di inchiesta da parte di diverseautorità. A questo riguardo, risulta esserestata avviata da parte della Presidenzadella Camera la procedura di interpellodelle autorità responsabili della forma-zione dei documenti per verificare se per-mangano i vincoli originariamente apposti.Ciò al fine di una rapida adozione degli

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opportuni provvedimenti affinché tutto ilmateriale, anche documentale, sia consul-tabile liberamente da parte di ricercatori,studiosi ed esperti, al fine di pervenire aduna piena chiarezza su tutti gli aspetti diquanto avvenuto. Resta peraltro ancorairrisolto il problema tempestivamente sol-levato dalla Presidenza della Camera circala permanenza o meno dei vincoli residui;

il lungo tempo trascorso dai tragiciavvenimenti bellici consente una rifles-sione obiettiva, non emotiva, sulle stragidel 1943-1945;

il dovere della memoria è impostodall’esigenza di chiudere la vicenda dellestragi con l’attenzione che esse meritano,con l’accertamento della verità e col ri-sarcimento, almeno morale, ai pochissimisuperstiti ed ai loro familiari e con ade-guate « riparazioni »; per altro verso, lamemoria ragionata delle stragi è indispen-sabile oggi, in un contesto in cui i rigurgitineofascisti in tutta Europa trovano il pro-prio humus nell’ambiguo e pericoloso re-visionismo storiografico, che da decenniormai viene ad evidenziarsi sempre di più,sino a posizioni di vero e proprio nega-zionismo;

il ripetersi, in Italia come in Europa,di manifestazioni che rievocano un passatodavvero tragico, rende necessario raffor-zare la conoscenza dei fatti e delle aber-razioni e nefandezze compiute dagli eser-citi occupanti, in modo da creare gliantidoti necessari perché fatti del generenon accadano mai più;

insomma, occorre chiudere definiti-vamente, ma con giustizia e dignità, unapagina tremenda della storia del Paese.Ciò non per spirito vendicativo ma anzinello spirito di collaborazione già in esserefra Italia e Germania per il chiarimento ela condanna unanime delle atrocità com-piute in danno dei diritti umani, così comeribadito anche certamente dal PresidenteNapolitano e dal Presidente Gauck invisita ufficiale a S. Anna di Stazzema, nelmese di marzo 2013; visita nel corso dellaquale il Presidente tedesco ha avuto modo

di sottolineare, significativamente, come« la conciliazione non può essere oblio »;

con la sentenza del 3 febbraio 2012la Corte internazionale di giustizia dell’Ajaha accolto il ricorso della Germania con-tro le sentenze dei tribunali militari ita-liani, che condannavano la RepubblicaFederale di Germania – come responsa-bile civile – a risarcire le vittime dellestragi e gli altri danni cagionati. La mo-tivazione dei giudici dell’Aja è basata sulprincipio di diritto internazionale consue-tudinario per cui uno Stato sovrano nonpuò essere soggetto alla giurisdizione di untribunale straniero, senza possibilità dideroghe. Tesi che, in concreto, finisce, adavviso degli interpellanti, per equipararequelli che vanno intesi a tutti gli effetticome « crimini contro l’umanità » a mereazioni belliche. Questi eventi, invece,vanno ben al di là delle atrocità conna-turate ad ogni guerra e, dunque, dovreb-bero essere perseguibili sempre ed ovun-que;

in ogni caso, la sentenza della Cortedell’Aja ha lasciato aperta la via delleintese tra Stati, per addivenire a formeadeguate di risarcimento e/o di ripara-zione;

vi sono stati contatti e colloqui tra ilMinistero degli affari esteri italiano equello della Germania federale; è stataistituita una Commissione di storici italo-tedeschi, che ha depositato la sua rela-zione conclusiva circa un anno fa, formu-lando anche una serie di « raccomanda-zioni » perché si realizzino gli obiettividella verità e della giustizia;

in questo contesto ed a seguito di variincontri di diverse associazioni e dell’ANPIcol Ministro degli affari esteri, si sonodefinite proposte concrete, che il Ministeroha esaminato e trasmesso al corrispon-dente Ministro della Repubblica federaledi Germania. Di recente, quest’ultima si èorientata a dare avvio al finanziamento dialcuni progetti. Uno di questi (predispostoda ANPI e ISMLI, per la creazione di unatlante delle stragi), sta partendo in questoperiodo. Ma è certo che occorreranno

Atti Parlamentari — 12041 — Camera dei Deputati

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interventi molto più importanti e com-plessi, se si vuole davvero creare un« clima » rispondente alle esigenze di veritàe giustizia;

bisognerà dunque ottenere che altriprogetti vengano presi in considerazioneed attuati, così come altre forme di risar-cimento e/o di riparazione; e su questopiano sarà molto importante l’impegno delMinistro degli affari esteri e dello stessoGoverno italiano;

è fondamentale inoltre, ai fini dellaverità e della giustizia, che si possanoeseguire, anche in Germania, le sentenzeemesse dai tribunali militari di La Spezia,Verona e Roma, nei confronti di cittadinitedeschi. Da un carteggio svoltosi di re-cente tra l’ANPI nazionale e il Ministrodella giustizia risulterebbe che, in pratica,l’esecuzione delle pene non sia stata maiottenuta, mentre poco si conosce circal’esecuzione delle sentenze per quanto ri-guarda le statuizioni civili;

è evidente, peraltro, che non è pos-sibile occuparsi solo delle responsabilitàaltrui, e dunque la ricerca della verità el’assunzione delle responsabilità debbonoriguardare anche le istituzioni italiane;

è certo che l’occultamento dei fasci-coli di cui si è detto, ha reso praticamenteimpossibile il tempestivo avvio di nume-rosissimi procedimenti penali e che ildecorso del tempo ha ostacolato e resoimpervie anche le istruttorie e i dibatti-menti che si sono potuti svolgere a tantianni di distanza;

su questo terreno non si è fattaancora luce, né sui fatti né sulle respon-sabilità, restando peraltro già evidente chefatti così gravi di occultamento di centi-naia di fascicoli non possono essereascritti solo a negligenze individuali. Ed èper questo che occorre, finalmente, un’ap-profondita discussione in sede parlamen-tare su quanto accertato dalla Commis-sione di inchiesta e da altri atti e docu-menti acquisiti in varie sedi. È assoluta-mente certo che non potrà parlarsi digiustizia né di verità, se anche da parte

dello Stato italiano non ci sarà un’apertae chiara assunzione di responsabilità, chevalga anche come, sia pur tardiva, ripa-razione –:

se non ritenga opportuno adoperarsiper assicurare l’esecuzione, anche in Ger-mania, sotto il profilo penale e civile, dellesentenze emesse dai tribunali italiani inrelazione alle stragi del 1943-1945;

se non ritenga opportuno attivarsicon la Repubblica federale della Germaniaperché ai primi atti di riparazione fac-ciano seguito forme concrete e consistentidi risarcimento e/o di riparazione, se-condo le richieste formulate da molteassociazioni e dall’ANPI e depositate alMinistero degli affari esteri;

se intenda appoggiare e sostenere,per quanto di competenza, l’attuazione deiprogetti recepiti, in tutto o in parte, dallaRepubblica federale di Germania, me-diante concreto appoggio – ove richiesto –agli organismi, enti ed associazioni com-petenti;

se non intenda, nell’ambito delle pro-prie competenze, attivare tutti i mezzi e glistrumenti, anche normativi, necessari perrendere accessibili gli atti ed i documentiacquisiti dalla Commissione parlamentaredi inchiesta sull’occultamento di fascicoli,eliminando ogni secretazione residua efacilitando la conoscenza e lo studio delmateriale raccolto, anche al fine di accer-tare definitivamente tutte le cause effettivedell’occultamento dei fascicoli, con le re-lative responsabilità ed effetti e se nonritenga opportuno, alla luce di tuttoquanto premesso, compiere un atto diassunzione di responsabilità che fungaanche come atto di riparazione morale neiconfronti delle vittime e dei loro familiari,per quanto riguarda il ruolo italiano nellestragi nazifasciste del 1943-1945, e per ciòche attiene ai ritardi ed alle omissioni chetanto hanno pesato sull’accertamento dellaverità;

quali iniziative intenda, inoltre, adot-tare al fine di facilitare, sostenere e pro-muovere studi e ricerche storiche, anche a

Atti Parlamentari — 12042 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

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livello territoriale, in merito ai tragicieffetti delle stragi, contribuendo così nonsolo all’accertamento della verità, ma an-che alla diffusa conoscenza dei fatti, ai finidi una efficace prevenzione per il futuro edella formazione di una vera memoriacollettiva e se non ritenga opportuno pre-sentare al Parlamento una relazione inmerito all’impatto e all’efficacia delle mi-sure adottate e agli eventuali risultaticonseguiti.

(2-00504) « Speranza, Villecco Calipari, DeMaria, Migliore, Luigi DiMaio, Pisicchio, Schirò, Pa-lese, Antimo Cesaro, Scopel-liti, Cicu, Allasia, Locatelli,Zaccagnini, Gitti, Garavini,Ghizzoni, Gribaudo, GiudittaPini, Furnari, Tacconi, Ve-rini ».

Interrogazioni a risposta scritta:

DI SALVO. — Al Presidente del Consi-glio dei ministri, al Ministro del lavoro edelle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

il contrasto alla violenza maschilecontro le donne deve essere una prioritàper il nostro Paese che va affrontatapartendo dalle radici su cui si fonda laviolenza stessa e cioè l’incapacità a rico-noscere ed accettare la libertà delle donne.È necessario dunque partire dalla scuola edall’educazione, dalla destrutturazione de-gli stereotipi, del rafforzamento dell’auto-nomia e alla libertà delle donne e dalsostegno ai centri anti-violenza;

con l’insediamento del Governo èstata chiesta a gran voce da associazioni emovimenti la nomina di un/a ministro/aper le pari opportunità, che fosse il puntodi riferimento per coordinare tutti gliinterventi e le strategie necessarie percontrastare il fenomeno e le discrimina-zioni che alimentano la violenza;

il precedente Governo aveva avviato itavoli di lavoro della task force intermini-steriale con un confronto tra istituzioni,

associazioni e centri antiviolenza per ela-borare il nuovo Piano nazionale antivio-lenza, individuando misure volte sia allaprevenzione del fenomeno che al sostegnoe al rafforzamento delle vittime. Il Dipar-timento per le pari opportunità stava svol-gendo il suo ruolo istituzionale di coordi-namento fra tutte le amministrazioni, cen-trali e decentrate;

le associazioni di donne che da annilavorano sui territori per il contrasto allaviolenza in quella sede hanno chiesto larealizzazione di tutte quelle misure eazioni previste dalla Convenzione di Istan-bul e dalle direttive internazionali ancorainapplicate in Italia;

il precedente Governo aveva deciso didistribuire ai Centri antiviolenza e allecase rifugio 17 milioni di euro per ilbiennio 2013-2014 come previsto dal de-creto-legge n. 93 del 2013, convertito, conmodificazioni, dalla legge n. 119 del 2013.Le associazioni che coordinano i centrianti-violenza fra cui D.i.re auspicano cheal più presto vengano assegnati ai Centri ifinanziamenti stanziati, in un’unica solu-zione, al fine di consentire continuità aiprogetti di sostegno e aiuto alle donne cheintraprendono percorsi di uscita dalla vio-lenza;

ad oggi il Piano nazionale antivio-lenza non è stato ancora rinnovato e i 17milioni di euro per il biennio 2013-2014previsti dal decreto-legge sicurezza nonsono stati ancora assegnati ai Centri an-tiviolenza e alle Case rifugio, mettendoneseriamente a repentaglio la sopravvi-venza –:

quali iniziative intenda prendere permettere il contrasto alla violenza maschilecontro le donne come priorità nell’agendapolitica del Governo;

quali iniziative intenda prendere af-finché si concluda il confronto avviato trale istituzioni e le associazioni nell’ambitodella task force interministeriale, istituitadal precedente Governo e coordinata dalDipartimento per le pari opportunità;

Atti Parlamentari — 12043 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

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se non ritenga urgente che sia rin-novato il Piano nazionale antiviolenza;

se non ritenga necessario che sianoassegnati ai Centri antiviolenza e alle Caserifugio i fondi previsti dal decreto-leggen. 93 del 2013, individuando chiari criteridi distribuzione;

se non ritenga necessario che l’attualeGoverno si assuma l’impegno affinché iCentri antiviolenza e le Case rifugio sianofinanziati in maniera certa e costante, sot-traendoli all’incertezza; alla sopravvivenzao al rischio di chiusura. (4-04447)

LOCATELLI. — Al Presidente del Con-siglio dei ministri, al Ministro della salute,al Ministro dell’istruzione, dell’università edella ricerca, al Ministro degli affari esteri.— Per sapere – premesso che:

il 10 aprile 2014 al Parlamento eu-ropeo si svolge un’audizione sull’iniziativa« One of Us », l’European Citizens’ Initiativeche ha l’obiettivo di modificare una seriedi norme dell’Unione europea per garan-tire che nessun fondo dell’Unione vengadestinato ad attività che distruggono em-brioni umani o che presuppongono taledistruzione e, quindi, alla ricerca che uti-lizza embrioni umani o cellule staminaliembrionali umane;

al tempo stesso l’iniziativa si proponedi modificare le norme che destinanorisorse all’aiuto pubblico allo sviluppo(APS) rivolto alla salute materna per ilraggiungimento dell’obiettivo 5 di sviluppodel millennio (OSM) perché, secondo ipromotori, i fondi stanziati per questoscopo potrebbe essere utilizzati per finan-ziare anche indirettamente l’aborto;

coloro che la sostengono paiono nonconsiderare la gravità delle conseguenzeche questa iniziativa comporta. Sarebberolimitati, infatti:

la possibilità per le istituzioni eu-ropee di aderire ad accordi e/o iniziativeinternazionali relativi alla salute materna,come il piano sulla salute materna e

infantile « Every Women, Every Child » delsegretario generale delle Nazioni Unite del2010;

gli impegni finanziari assunti a Mu-skoka al G8 del 2010 per promuovere lasalute materna e infantile;

le recenti Agreed Conclusion adot-tate in occasione della 58a Commission onthe Status of Women (marzo 2014) chehanno riaffermato la validità del pro-gramma d’azione del Cairo (1994) e dellapiattaforma di azione di Pechino (1995),richiedendo investimenti « per un’assi-stenza sanitaria completa e di qualità perla salute sessuale e riproduttiva », tra cuila contraccezione d’emergenza, l’informa-zione e l’educazione, l’aborto sicuro, làdove è consentito dalla legge, la preven-zione e il trattamento delle infezioni ses-sualmente trasmissibili, compreso l’Hiv, elo sviluppo di programmi di educazionesessuale per i/le giovani;

inoltre, le conclusioni richiamanoal riconoscimento del diritto delle donnedi « decidere liberamente e responsabil-mente sulle questioni relative alla lorosessualità libere da coercizione, discrimi-nazione e violenza »;

l’iniziativa « One of Us » comporte-rebbe un taglio di circa 120 milioni didollari annui di aiuto pubblico allo svi-luppo europeo destinato alla salute ma-terna negando così alle donne dei Paesi invia di sviluppo i servizi per la saluteriproduttiva e provocando di conseguenzala morte di circa 800 donne ogni giorno;

il finanziamento europeo alla salutematerna trova la sua base legale e politicain una serie di documenti dell’Unioneeuropea:

l’articolo 208 del trattato di Li-sbona in materia di cooperazione allosviluppo dice che « gli Stati membri de-vono rispettare gli impegni e tener contodegli obiettivi approvati nell’ambito delleNazioni Unite e delle altre organizzazioniinternazionali »;

Atti Parlamentari — 12044 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

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successivamente, nel 2005, conl’European Consensus Development, i pre-sidenti della Commissione, del Parlamentoe del Consiglio hanno definito i princìpicomuni che regolano la politica di sviluppodell’Unione europea e degli Stati membri,tra cui il raggiungimento degli obiettivi disviluppo del millennio sottoscritti dagliStati aderenti alle Nazioni Unite;

più recentemente, le conclusionidel Consiglio dell’Unione europea nella« Overarching Post 2015 Agenda » stabili-scono che l’Unione europea si impegna apromuovere, proteggere e attuare tutti idiritti umani e ad attuare, in modo com-pleto ed efficace, la piattaforma d’azionedi Pechino, il programma di azione dellaconferenza su popolazione e sviluppo delCairo e i documenti prodotti nelle confe-renze di revisione che ne sono seguite –:

quale sia l’orientamento del Governosul contenuto di questa iniziativa in ordinealle eventuali conseguenze della stessasulle politiche europee ed italiane in temadi sanità pubblica, ricerca e aiuto allosviluppo. (4-04455)

LOMBARDI, MANLIO DI STEFANO,SPADONI, SIBILIA, FRUSONE, ARTINI,PAOLO BERNINI, BASILIO, CORDA, TO-FALO e RIZZO. — Al Presidente del Con-siglio dei ministri, al Ministro degli affariesteri, al Ministro della difesa. — Per sa-pere – premesso che:

il 12 settembre 1990 Davide Cervia èstato rapito a Velletri, in provincia diRoma, e dopo 9 anni di indagini la relativainchiesta è stata archiviata – nel novem-bre 1999 – « perché ignoti gli autori delreato »; da quel momento c’è stata una filainterminabile di documenti falsi in variomodo fatti pervenire alla moglie Marisa eal suocero Alberto, un ginepraio di fonticreate probabilmente ad hoc per depistareed una verità che nessuno ha forse volutorealmente cercare; sullo sfondo la Libia diGheddafi, il colonnello che non ha maismesso di basare il suo potere anche suirapporti strettissimi con l’Italia;

Davide Cervia era un tecnico diguerra elettronica, specializzato nei si-stemi di arma Teseo Otomat, prodotto inItalia da prima dal consorzio Oto Melara-Matra (da cui il nome Otomat) successi-vamente confluito nel gruppo MBDA, so-cietà partecipata del gruppo Finmecca-nica. Il Teseo/Otomat è stato un missilelargamente impiegato dalla Marina mili-tare italiana e venduto, fin dagli anni ’70,ai diversi Paesi del sud del mondo, tra iquali alcuni Stati definiti « canaglia » comela Libia e l’Iraq;

prima di congedarsi, Davide lavoròsulla Maestrale, acquisendo una specializ-zazione preziosissima; poi, nel 1990, sparìper sempre, rapito, come risultò all’esitodell’inchiesta ufficiale;

per anni la Marina militare ha negatoche il Cervia avesse conseguito la qualificadi esperto « GE », fino a quando la moglieMarisa e il suocero Alberto occuparono,insieme al Comitato per la verità su Da-vide Cervia, gli uffici dell’allora Ministrodella difesa italiano Cesare Previti; dopootto ore di trattative, di palpabile tensione,il foglio matricolare del Cervia venne fi-nalmente reso pubblico: la specializza-zione che la Marina aveva sempre negatoera lì, nero su bianco; un addestramentodi alto livello, che poche decine di tecniciavevano. Per la burocrazia della Marinamilitare era un tecnico Elt/Ete/Ge, specia-lizzato nella « guerra elettronica », quellaserie di dispositivi dedicati al disturbo deiradar nemici; quella sigla rendeva l’exsergente della Marina scomparso, un tec-nico pregiato e richiesto sul mercato deisistemi di arma più sofisticati. Era inpossesso di una conoscenza indispensabileper utilizzare ed istruire nuovi quadriall’uso di sistemi come il Teseo Otomat;

le competenze di Davide Cervia eranorisapute, tanto che sul suo dossier gliufficiali scrissero: « Ha contribuito in ma-niera fattiva alla esecuzione delle manu-tenzioni preventive e correttive sugli ap-parati GE, facendosi apprezzare per l’ele-vata preparazione professionale, l’interessee la dedizione al servizio »;

Atti Parlamentari — 12045 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

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gli elementi che ricollegano la suascomparsa alla Libia sono moltissimi: « ATaranto, quando Davide fece il corso dellaMarina – spiega il suocero Alberto Gentile– vi erano moltissimi marinai libici equalcuno potrebbe aver notato la suapreparazione ». Il nostro Paese è semprestato specializzato nell’assistenza militareal regime di Gheddafi;

nel 1994, un giornalista sportivo rac-colse una testimonianza di due operaiitaliani appena tornati dalla Libia, cheriferirono di aver visto Cervia nella zonacentrale del Paese;

inoltre, proprio la Libia alla fine deglianni ’80 aveva contattato diverse impreseitaliane per sistemare le navi attrezzatecon il sistema Teseo Otomat, in cui Cerviaera specializzato;

il 23 dicembre del 1996 una primavelata ammissione della pista libica delrapimento di Davide Cervia arrivò – sep-pur indirettamente – dal Governo italiano:« L’allora Sottosegretario agli esteri RinoSerri ci disse che stavano trattando ilrilascio di Davide con i libici – ricordaAlberto Gentile – ma noi non dovevamopiù parlare di rapimento. Passarono mesie nulla accadde ». Poi calò di nuovo ilsilenzio;

nel corso delle precedenti legislaturesono stati numerosi gli atti di sindacatoispettivo presentati nei due rami del Par-lamento, ma rimasti privi delle dovuterisposte;

nonostante tutto, la famiglia si èsempre dimostrata tenace ed attenta nellaricerca della verità e giustizia, scontran-dosi spesso nell’insensibilità e nella man-canza di collaborazione di alcune istitu-zioni;

i familiari di Cervia hanno agito ingiudizio per ottenere il riconoscimento deldiritto alla verità ed alla giustizia, dirittoa copertura costituzionale, che costituiscela condizione minima inderogabile perchéfunzioni il patto sociale alla radice del

vivere, in una collettività retta dallo statodi diritto e da principi democratici –:

cosa risulti dagli archivi dei servizisegreti civili e militari che negli anni sisono succeduti sul rapimento di DavideCervia e se non si ritenga opportunodesecretarli;

se della vicenda si siano interessatel’Interpol e la Criminalpol e se risulti qualirisultati siano emersi dalle loro investiga-zioni;

se siano state effettuate ricerche edindagini presso i Paesi ai quali gli arma-menti in questione sono stati venduti;

se sia stata accertata l’effettiva desti-nazione finale dei suddetti sistemi d’arma,al fine di verificare eventuali triangola-zioni atte ad eludere le norme sulle espor-tazioni di armi verso Paesi per i qualierano in corso embarghi da parte dellacomunità internazionale;

se, in caso di incertezza circa ladestinazione finale delle armi, non si sianoallargate le ricerche presso i Paesi – anchese soggetti ad embargo – che avevanoeffettivamente in uso i sistemi d’arma suiquali Davide Cervia era stato addestrato;

se siano state avviate indagini interneper accertare eventuali responsabilità edincongruenze sulla vicenda Cervia da partedei preposti apparati del Ministero dell’in-terno, del Ministero degli affari esteri e delMinistero della difesa dai quali, a variotitolo ed in varie circostanze, siano per-venute notizie incomplete, fuorvianti, al-cune delle quali rivelatesi addirittura false;

se non si ritenga, alla luce degliultimi importantissimi eventi che hannoportato alla caduta del regime di Ghed-dafi, di impegnarsi a dare nuovo impulsoalle ricerche di Davide Cervia, anche alfine di evitare che la causa introdotta daisuoi familiari dinanzi al tribunale civile diRoma si concluda, come chiesto dallacontroparte Avvocatura dello Stato, perdecorso di un periodo di tempo ritenutotroppo lungo. (4-04465)

Atti Parlamentari — 12046 — Camera dei Deputati

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LUIGI DI MAIO. — Al Presidente delConsiglio dei ministri. — Per sapere –premesso che:

il settimo comma dell’articolo 23della legge 23 agosto 1988, n. 400, prevedeche a capo dell’Ufficio centrale per ilcoordinamento dell’iniziativa legislativa edell’attività normativa del Governo (oradipartimento per gli affari giuridici e le-gislativi, DAGL) presso la Presidenza delConsiglio dei ministri sia preposto « unmagistrato delle giurisdizioni superiori, or-dinaria o amministrativa, ovvero un diri-gente generale dello Stato o un avvocatodello Stato o un professore universitario diruolo di discipline giuridiche »;

si apprende da fonti di stampa cheper il ruolo di capo del dipartimento pergli affari giuridici e legislativi sarebbe stataprescelta la dottoressa Antonella Man-zione, direttore generale del comune diFirenze e comandante del Corpo dei Vigiliurbani della medesima città;

scorrendo il curriculum vitae delladottoressa Manzione, disponibile sul sitoweb del comune di Firenze, appare conuna certa evidenza come la stessa nondisponga dei sopra citati requisiti neces-sari ai sensi dell’articolo 23, comma 7,della legge n. 400 del 1988 per assumerel’incarico in questione;

infatti, sempre secondo il sopra citatocurriculum vitae, la dottoressa sarebbe inpossesso della « Qualifica unica dirigen-ziale come da CCNL Regione EELL AreaDirigenza », che non pare essere parago-nabile a quello di dirigente generale delloStato previsto dal predetto articolo 23,comma 7, della legge n. 400 del 1988;

anche le precedenti esperienze delladottoressa Manzione appaiono sostanzial-mente inconferenti rispetto al delicatoruolo che dovrebbe assumere presso laPresidenza del Consiglio dei ministri: tuttoil percorso formativo e professionale ap-pare incentrato su questioni relative allapolizia locale, ambito del tutto estraneoall’incarico di capo del dipartimento pergli affari giuridici e legislativi;

la vicenda pone inquietanti interro-gativi a livello politico-istituzionale: non sicomprende per quale ragione si dovrebbepreporre ad un incarico tecnico così de-licato e complesso una figura sostanzial-mente priva dei requisiti; pare evidente lavolontà di accentrare tutto il potere sulversante politico. Peraltro, tale nomina èla tessera di un mosaico più ampio cherappresenta la deriva secondo l’interro-gante cesaristica che il Presidente Renziha impresso all’azione del suo Esecu-tivo –:

sulla base di quali criteri il Presi-dente del Consiglio dei ministri abbiaproceduto all’individuazione della dotto-ressa Antonella Manzione come capo deldipartimento per gli affari giuridici e le-gislativi e se non ritenga di dover rivederela sua decisione alla luce delle considera-zioni sopra esposte. (4-04470)

* * *

AMBIENTE E TUTELADEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:

TERZONI, CECCONI, AGOSTINELLI,ZOLEZZI, MANNINO, DE ROSA, BUSTO,DAGA, SEGONI, MICILLO e VIGNAROLI.— Al Ministro dell’ambiente e della tuteladel territorio e del mare. — Per sapere –premesso che:

in provincia di Ascoli Piceno, a ri-dosso degli abitati di Villa Sant’Antonio edi Castel di Lama, è posizionata unaazienda, la Ocma, specializzata nella rea-lizzazione di estrusi industriali in allumi-nio;

nell’ottobre 2010 i carabinieri delNOE di Ancona hanno operato il sequestrodi ben 1500 tonnellate di rifiuti specialipericolosi, stoccati all’interno di alcunicapannoni della Ocma che si trova nellazona industriale di Campolungo, a pochipassi dalla discarica abusiva di via delGrano;

Atti Parlamentari — 12047 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

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le mille e cinquecento tonnellate dirifiuti pericolosi, sfuggite, tra l’altro, adogni tipo di registrazione, erano statestoccate illecitamente nel capannone del-l’Ocma e nelle aree limitrofe, e giacevanolì da oltre un anno;

i rifiuti che avrebbero dovuto esseresmaltiti ogni tre mesi erano costituiti dapolveri provenienti dal sistema di abbat-timento dei fumi industriali, fanghi dilavaggio delle colate di alluminio, cenerida combustione di leghe metalliche e pie-tre refrattarie degli altiforni industriali;400 tonnellate circa di rifiuti speciali nonpericolosi (rottami metallici, pneumaticifuori uso, piloni in cemento armato, inertida demolizione, bancali in legno ed oggettiplastici danneggiati);

a distanza di 3 anni e mezzo i rifiutisono ancora al loro posto e anzi il lorovolume è aumentato. Infatti dal giorno delsequestro, il comune di Ascoli Piceno haconcesso più proroghe per la loro rimo-zione, attraverso delle ordinanze sindacali,concedendo ulteriori scadenze: 7 marzo2011, 21 marzo 2011, 31 luglio 2012, 28febbraio 2013;

da circa un anno la Ocma ha sospesol’attività e attualmente si trova in ammi-nistrazione controllata. Nella domanda diconcordato preventivo si legge che « ilfondo oneri per smaltimento scorie e ri-pristino ambientale per euro sette milionie cinquecentomila euro include i costistimati dalla società per lo smaltimento edil trasporto delle scorie » –:

se il Ministro sia conoscenza dei fattisopra riportati;

se non ritenga urgente assumere ini-ziative normative affinché chiunque, inqualsiasi forma individuale o societaria,svolga attività imprenditoriali tali da pro-durre effetti potenzialmente dannosi sullematrici naturali come nel caso esposto inpremessa, sia obbligato a prestare, primadi iniziare le suddette attività, idonee ga-ranzie finanziarie, anche fideiussorie, alfine di evitare che in caso di successivainsolvenza le spese necessarie all’eventuale

rimozione dei rifiuti, alle bonifiche e alripristino ambientale non ricadano sullacollettività, anche prendendo a modelloquanto disposto per l’attivazione e la ge-stione post-chiusura degli impianti di di-scarica ai sensi dell’articolo 14 del decretolegislativo 13 gennaio 2003, n. 36;

quali iniziative di competenza in-tenda intraprendere per evitare il rischioche nel caso specifico sopra presentato, incaso di dichiarazione di fallimento delladitta, le spese per lo smaltimento deirifiuti e la relativa bonifica dell’area rica-dano sulla collettività. (5-02613)

Interrogazioni a risposta scritta:

FRANCO BORDO. — Al Ministro del-l’ambiente e della tutela del territorio e delmare, al Ministro della salute. — Per sa-pere – premesso che:

in provincia di Mantova vi sono 70comuni e il servizio idrico integrato (SII)è stato affidato fino al 2025 alle seguenti5 società: – TEA Acque s.r.l. – A.I.M.A.G.s.p.a. – A.SE.P s.p.a. – INDECAST s.r.l. –SICAM s.r.l.;

da una ricerca effettuata dall’ASL diMantova sulle falde acquifere sotterranee,in 62 comuni su 70 è stata rilevata lapresenza di una concentrazione di arse-nico con valori superiori ai limiti stabilitidal decreto legislativo 31 del 2001 nelleacque destinate al consumo umano;

su 976 campioni prelevati, l’ASL harilevato il superamento del limite di leggein 262 campioni, pari al 27 per cento deicasi osservati;

in questi 62 comuni l’approvvigiona-mento di acqua avviene con le seguentimodalità: in 26 comuni esclusivamentetramite pubblico acquedotto, in 10 comuniprevalentemente tramite acquedotto pub-blico e alcuni pozzi privati, in 16 comuniprevalentemente con pozzi privati, in 10comuni esclusivamente tramite pozzi pri-vati;

Atti Parlamentari — 12048 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

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la popolazione della provincia diMantova potenzialmente interessata dalproblema è di 370.000 abitanti;

per valutare la situazione e prenderei provvedimenti necessari è stato istituitoun gruppo di lavoro composto da provin-cia di Mantova, prefettura, comuni coin-volti, ASL e gestori del Servizio idricointegrato;

dopo una serie di incontri con isindaci dei comuni che hanno zone nonservite da acquedotto, sono state definiteuna serie di strategie per affrontare ilproblema tra cui: allacciare i cittadini nonancora serviti alla rete idrica, attrezzare« punti d’acqua » comunali a disposizionedei cittadini, procedere al controllo delvalore di arsenico proveniente dai pozziprivati utilizzati a scopo idropotabile equalora, in almeno una delle analisi ef-fettuate, il valore del parametro arsenicosuperi il limite di 10 microgrammi/litro sidovrà fare un utilizzo progressivamentelimitato dell’acqua per usi domestici e diigiene al crescere della presenza dell’ar-senico, utilizzando acqua minerale perbere, cuocere i cibi e lavare i denti;

i costi a carico dei cittadini nellezone non servite da acquedotto, per effet-tuare le analisi per il controllo del valorearsenico nell’acqua proveniente dai pozziutilizzati a scopo idropotabile sono rile-vanti;

i costi a carico dei comuni per rea-lizzare i « punti d’acqua » incidono inmodo rilevante sulle già scarse risorse chetali comuni hanno a disposizione;

per servire le aree sprovviste di ac-quedotto, ciascun gestore ha stimato ilnumero delle fontanelle che devono essereattrezzate in aree interessate all’inquina-mento da arsenico. Questi sono i dati: TeaAcque indica 15 punti necessari, SICAMne indica 8, Acque Potabili ne indica 2, perun totale di 25 con un costo di realizza-zione stimato in 750.000 euro, al quale sideve aggiungere il costo annuo di gestioneche è di altrettanti 750.000 euro;

la soluzione sta nel garantire unapprovvigionamento idrico adeguato,estendendo la rete degli acquedotti nellezone non servite;

per garantire alle migliaia di cittadiniinteressati un servizio di approvvigiona-mento idrico sicuro e impianti di depura-zione efficienti occorrono notevoli risorsefinanziarie di cui comuni non dispongono,stante i vincoli dettati dal patto di stabilitàche blocca tali investimenti;

sicuramente è impensabile che questicosti siano a carico dei cittadini attraversol’aumento spropositato delle tariffe –:

quali azioni, per quanto di compe-tenza, il Governo ritenga di attivare insinergia con regione Lombardia, provinciadi Mantova e comuni interessati, per tro-vare le risorse necessarie a realizzare gliinvestimenti necessari per gli acquedotti egli impianti di depurazione della provinciadi Mantova anche in considerazione dellagrave contaminazione da arsenico dellaacque di falda di 62 comuni su 70;

quali iniziative, anche normative, in-tenda assumere per individuare forme difinanziamento pubblico, anche a tassozero con capitale da restituire eventual-mente negli anni, per permettere subito gliinvestimenti necessari per fronteggiare lasituazione emergenziale. (4-04443)

SEGONI, DAGA, TERZONI, ZOLEZZI,BUSTO e DE ROSA. — Al Ministro del-l’ambiente e della tutela del territorio e delmare. — Per sapere – premesso che:

il Marsili è un vulcano localizzato nelTirreno meridionale e appartenente al-l’arco insulare eoliano. Si trova a circa 140chilometri a nord della Sicilia ed a circa150 chilometri ad ovest della Calabria, coni suoi 70 chilometri di lunghezza e 30chilometri di larghezza (pari a 1650 chi-lometri quadrati di superficie) è il piùesteso vulcano d’Europa. Il monte si elevaper circa 3000 metri dal fondo marino,

Atti Parlamentari — 12049 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

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raggiungendo con la sommità la quota dicirca 450 metri al di sotto della superficiedel mar Tirreno;

in uno studio dal titolo « First docu-mented deep submarine explosive eruptionsat the Marsili Seamount (Tyrrhenian Sea,Italy): A case of historical volcanism in theMediterranean Sea », condotto da GianlucaIezzi, Carlo Caso, Guido Ventura, MattiaVallefuoco, Andrea Cavallo, HaraldBehrens, Silvio Mollo, Diego Paltrinieri,Patrizio Signanini, Francesco Vetere del2013 è stata confermata la natura poten-zialmente esplosiva del più grande vulcanod’Europa e del Mediterraneo;

nel febbraio 2010 la nave oceanogra-fica Urania, del CNR, ha iniziato unacampagna di studi sul vulcano sommerso.Sono stati rilevati rischi di crolli poten-zialmente pericolosi che testimoniano unanotevole instabilità. Una regione significa-tivamente grande della sommità del Mar-sili risulta inoltre costituita da rocce dibassa densità, fortemente indebolite dafenomeni di alterazione idrotermale; cosache farebbe prevedere un evento di col-lasso di grandi dimensioni;

nel corso degli anni sono stati scrittinumerosi articoli di giornale che riporta-vano la situazione del vulcano Marsili;

nel bacino del Marsili, a circa 80metri di profondità sono stati trovatigrandi giacimenti di depositi di rame,ferro, piombo, zinco e manganese che inun prossimo futuro potrebbero esseresfruttati economicamente;

in data 8 aprile 2014 è stato pubbli-cato un articolo nel quale un gruppo diambientalisti hanno denunciato la loropreoccupazione per le trivellazioni geoter-miche che potranno interessare il vulcanosottomarino Marsili;

secondo la Ola (Organizzazione lu-cana ambientalista) l’iter del permesso diricerca per fluidi geotermici, denominato« Tirreno Meridionale 1 », della Eurobuil-ding spa, in collaborazione con l’Istitutogeofisica e vulcanologia (Ingv), procedesenza sosta;

la Eurobuilding, società di Servi-gliano (Ascoli Piceno), è in attesa di otte-nere dal Ministero dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare parerepositivo di VIA (Valutazione d’impatto am-bientale) per la perforazione del pozzoesplorativo Marsili 1;

il progetto prevede la realizzazione,entro il 2015, di 4 piattaforme estrattiveper una produzione totale di circa 1000megawatt di energia geotermica sfruttandoil vulcanismo dell’area;

la Ola sottolinea che nello studiopreliminare ambientale della Eurobuildingsi fa riferimento al rischio di « sismicitàindotta » e il progetto viene consideratocome una sorta di banco di prova pervalutare l’impatto ambientale provocatodallo sfruttamento del campo geotermicodel Marsili. « In sostanza – rimarca la Ola– una vera e propria sperimentazione chemetterebbe a rischio l’intero ecosistemadel mar Tirreno e di quattro regionicostiere (Campania, Basilicata, Calabria eSicilia) ». Del rischio di sismicità indottaconnesso alle perforazioni se n’è occupatoanche il professor Benedetto De Vivo,dell’università Federico II di Napoli, se-condo il quale, riporta l’Ola, « le conse-guenze sarebbero devastanti, senza esclu-dere il pericolo tsunami » –:

se il Ministro sia a conoscenza delleevidenze scientifiche e dei fatti esposti inpremessa;

se e con quali metodi sia stato valu-tato il rischio di sismicità indotta;

se siano stati presi in considerazioneanche eventuali rischi indotti quale quellodelle possibili onde anomale e il loroimpatto sulla navigazione e sulle coste;

se non ritenga che l’autorizzazione delprogetto possa costituire un significativoprecedente per eventuali futuri progetti direalizzazione di impianti geotermici in cor-rispondenza di altri vulcani attivi presentinel territorio nazionale. (4-04446)

* * *

Atti Parlamentari — 12050 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALIE TURISMO

Interrogazione a risposta in Commissione:

OLIVERIO. — Al Ministro dei beni edelle attività culturali e del turismo. — Persapere – premesso che:

com’è a tutti noto, agli inizi del 2013,il sito archeologico di Sibari (CS), cono-sciuto in tutto il mondo, è stato ampia-mente sommerso da imponenti quantità diacqua e fango, a seguito dell’esondazionedel fiume Crati;

il Parco Archeologico, a seguito diciò, è stato completamente sommerso, condanni ingentissimi « all’intera area ». L’esondazione è stata causata dalla rotturadegli argini, dalla mancata cura dell’alveodel fiume e dall’insabbiamento della foce;

successivamente al disastroso evento,il commissario straordinario per il rischioidrogeologico e la Provincia di Cosenza, hastanziato 5 milioni di euro per gli inter-venti urgenti al sistema idraulico, cherisultano essere del tutto insufficienti;

infatti, secondo il soprintendente re-gionale del Ministro dei beni e delle atti-vità culturali e del turismo, sono indispen-sabili altri interventi finanziari per almeno5 milioni di euro, al fine di rimuovere ilfango essiccato che ha coperto l’intero sito;

è appena il caso di ricordare chel’antica Sibari, fondata da coloni greci nel720 a.C. sulle coste dell’attuale Calabria, èstata per secoli un grande e conosciutis-simo centro, fra i più importanti del SudItalia, in grado di dominare un’area di3.000 chilometri quadrati, che contavafino a 300 mila abitanti;

attualmente, il sito archeologico siestende per circa 170 ettari, una piccolis-sima parte dei quali è stata oggetto dicampagne di scavi. E da questa operazionesi è potuto scoprire che nell’area interes-sata si sovrappongono tre diverse città: laSybari magno greca, la Thurii di età clas-

sica (costruita sulle rovine di Sybari di-strutta nel 510 a.C.) e Copia, colonia latinarisalente al 194 a.C.

inoltre, le operazioni di scavi hannoprodotto importantissimi ritrovamenti: dairesti del teatro romano alle strutture mu-rarie risalenti all’antica Thurii, fino adalcuni reperti della Sybari magno greca;

è di vitale e straordinaria importanzache il Governo possa garantire al parcoarcheologico di Sibari di tornare al piùpresto alle condizioni precedenti all’allu-vione, per poi puntare alla sua valorizza-zione, alla sua messa in sicurezza, alle suestraordinarie potenzialità che faranno davolano economico-sociale-culturale deiterritori della sibaritide;

per ottenere questo, è indispensabileil potenziamento delle infrastrutture con-nesse al sito per consentire la facile ac-cessibilità ad un turismo di qualità e aitantissimi studiosi e appassionati che datutto il mondo guardano con tanto inte-resse al sito archeologico di Sibari –:

in quali condizioni versa attualmenteil sito archeologico di Sibari;

quali interventi abbia in programmail Governo al fine di mettere in sicurezzal’area archeologica, per poi valorizzarla erenderla fruibile a tutti. (5-02612)

* * *

DIFESA

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare ilMinistro della difesa, per sapere – pre-messo che:

a più di 10 anni dalla strage diNassiriya, e senza alcun intento da partedegli interroganti di voler infangare lamemoria dei 17 italiani che hanno perso lavita nel famigerato attentato, sono apparsegravi e inquietanti testimonianze su avve-nimenti raccapriccianti che gettano

Atti Parlamentari — 12051 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

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un’ombra sulla presenza italiana in Iraq epotrebbero costringere a rivederne criti-camente gli esiti;

infatti, le due puntate del programmatelevisivo Le Iene, trasmesse il 2 e 9 aprile2014, hanno riportato le testimonianzedirette di un ex militare a viso scoperto edi un altro invece a viso coperto e convoce contraffatta (un « esecutore » comeabitualmente vengono chiamati nell’am-biente militare coloro che vengono sele-zionati per interrogare i prigionieri sospet-tati di terrorismo);

le immagini trasmesse e i dettagliraccontati sono apparsi sconcertanti e elo-quenti squarciando il velo di omertà sullapresenza dei militari italiani inviati in Iraqnel 2003, come era già accaduto in So-malia, ad esempio, nel corso della mis-sione « Ibis », poiché, secondo il raccontodi uno dei due militari, a Nassiriya cisarebbe stata una vera e propria centraleper portare avanti brutali interrogatori,sistematiche torture e umiliazioni su de-tenuti iracheni (feci e urine sui prigionieri,mutilazioni, elettricità ai genitali, water-boarding - simulazione di annegamento),forse membri della resistenza all’occupa-zione delle truppe straniere;

la sede della tortura, chiamata WhiteHouse, sarebbe stata allestita in una zonaperiferica top secret di Nassiriya, a pocadistanza dalla base fatta saltare in aria edalla stessa sede dove si trovava il co-mando della « Sassari » in quell’area;

a quanto pare, queste sarebbero leprassi che i militari italiani avrebberoportato avanti in Iraq (e non solo) durantele varie « missioni di pace »; per la cro-naca, qualcosa era già venuto fuori già nel2004. In un articolo apparso su La Re-pubblica (firmato da Carlo Bonini) si ap-prendeva che: « Nelle camere di sicurezzadella galera di Nassiriya, la polizia ira-chena ha sistematicamente torturato eabusato dei prigionieri che in quei fetidistanzoni venivano scaricati. Non era unsegreto per nessuno. Non in Iraq, perchédi quelle violenze erano stati più voltetestimoni i carabinieri italiani del Msu

(Multinational spedalised unit). Non aRoma, al Comando Operativo di verticeinterforze (Coi) del ministero della Difesa,dove, dal giugno del 2002, siede il tenentegenerale Filiberto Cecchi. Almeno uno deicomandanti che si sono avvicendati alcomando dell’unità del Msu dell’Arma, ilcolonnello Carmelo Burgio, di quelle vio-lenze ripetute informò infatti nel tempo lasua catena gerarchica che al ministerodella Difesa faceva riferimento. A Nassi-riya, il comandante della task force ita-liana, generale Gian Marco Chiarini (eprima di lui il generale Bruno Stano). ABassora, il comandante del nostro contin-gente, generale Francesco Paolo Spa-gnuolo » (...);

come è noto, tutto è stato poi lasciatolentamente cadere nell’oblio malgrado lepur pesanti dichiarazioni del colonnelloBurgio che, di ritorno dall’Iraq, a propo-sito delle camere di sicurezza di Nassiriya,aveva rilasciato un’intervista al Corrieredella sera in cui affermava, riferendosi almaresciallo Massimiliano Bruno (decedutonel famigerato attentato): « ...Assisteva ascene disumane... Legnate sugli arrestati,bruciature di ferri da stiro sui corpi,uomini in fin di vita in spazi angustiinfestati da topi »; quanto bastava perchéil procuratore Intelisano si interessasse delcaso per chiedere conto a Burgio di quellecircostanze alle quali lo stesso pronta-mente rispose affermando che informò pertempo i suoi superiori gerarchici nel teatrodi operazioni consegnando alla procuramilitare documentazione definita di inte-resse –:

quali informazioni intenda fornire aseguito delle interviste rilasciate dagli exmilitari evidenziate in premessa soprat-tutto con riferimento alla eventuale par-tecipazione attiva dei militari nell’esecu-zione delle torture e quali verifiche in-tenda condurre per acclarare le respon-sabilità di quanti hanno assistito alletorture della polizia locale senza impedirlee senza adottare o promuovere le conse-guenti iniziative disciplinari.

(2-00503) « Di Battista, Rizzo, Nesci,Manlio Di Stefano, Spadoni,

Atti Parlamentari — 12052 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

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Basilio, Paolo Bernini, Artini,Scagliusi, Del Grosso,Grande, Frusone, Corda, Si-bilia, Tofalo ».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

PIRAS e DURANTI. — Al Ministro delladifesa. — Per sapere – premesso che:

Il poligono di tiro di Capo Frasca èil terzo d’Europa per estensione territo-riale, sorto nella metà degli anni 50, siestende in un’area di 14 kmq, sul territo-rio del Comune di Arbus, nella costa sudoccidentale della Sardegna;

La segnalata presenza di ordigni ine-splosi a terra e soprattutto in mare e leesercitazioni militari fanno ricadere suampia parte del territorio circostante ildivieto di esercitare la pesca, coinvolgendoe penalizzando quindi in maniera direttale popolazioni e i pescatori di Arbus,Guspini, Terralba, Arcidano, Marceddì,Cabras, Riola Sardo, Oristano;

In base all’articolo 332 del codicedell’ordinamento militare del decreto 60/2010 al comma 1 e 5 che richiama ilcomma 15 dell’articolo 325 dello stessoordinamento è previsto un indennizzo infavore delle attività che vedono leso il lorodiritto di impresa;

l’attività della pesca nei tratti di mareinterdetti adiacenti al poligono di CapoFrasca è fortemente penalizzata dalle li-mitazioni dovute alle attività militari, mai pescatori, in particolare dei Comuni diArbus, Oristano, Terralba, Santa Giusta,Cabras, Arborea, Marrubiu non hannoricevuto indennizzi come previsto dallalegge;

In tutto sono coinvolti circa 700 pro-fessionisti e 300 imbarcazioni, che in que-ste settimane hanno dato vita ad incontried assemblee pubbliche relativamente allaloro grave situazione, denunciando tral’altro la disparità di trattamento rispetto

a situazioni analoghe venutesi a creare sualtri territori su cui insistono servitù mi-litari;

nell’aprile del 2013 il Ministero delladifesa e la regione Sardegna hanno assi-curato alle cooperative di pescatori dellazona immediata e positiva risoluzione delproblema, ma a distanza di un anno nonci sono stati atti concreti conseguenti;

l’importanza della questione in og-getto è elevata, considerata anche la gravesituazione economica e sociale in cui ver-sano i territori della costa sud occidentaledella Sardegna –:

per quali motivazioni i pescatori dellezone interdette adiacenti al poligono diCapo Frasca non ricevano gli indennizzicome previsto dalla legge;

se sia a conoscenza della situazionesopra citata e se non intenda intrapren-dere iniziative volte a garantire il giustoriconoscimento economico alle cooperativedi pescatori coinvolte. (5-02608)

TOFALO, D’UVA, CRISTIAN IAN-NUZZI e NICOLA BIANCHI. — Al Ministrodella difesa. — Per sapere – premesso che:

il decreto ministeriale « Mobilità so-stenibile nelle aree urbane » del 27 marzo1998 (Gazzetta Ufficiale n. 179 del 3 agosto1998), all’articolo 3 ha introdotto la figuraprofessionale del responsabile della mobi-lità. Gli enti pubblici con più di 300dipendenti per unità locale e le impresecon complessivamente oltre 800 dipen-denti devono individuare un responsabiledella mobilità del personale;

questo ha l’incarico di ottimizzare glispostamenti sistematici dei dipendenti conl’obiettivo di ridurre l’uso dell’auto privataadottando, tra l’altro, strumenti come ilpiano spostamenti casa-lavoro (P.S.C.L.),con cui si favoriscono soluzioni di tra-sporto alternativo a ridotto impatto am-bientale (car pooling, car sharing, bikesharing, trasporto a chiamata, navette ealtro) al fine di una generale riduzione deltraffico veicolare e conseguente aumento

Atti Parlamentari — 12053 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

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della sicurezza stradale, del risparmioenergetico e della contrazione delle emis-sioni inquinanti atmosferiche ed acusti-che –:

se ci siano enti del Ministero delladifesa che non abbiano istituito il mobilitymanager e in tal caso quale sia la ragionedato che l’istituzione dei mobility managernon è facoltativa ma obbligatoria;

quali siano le azioni che si intendanointraprendere per dare efficacia alla pre-scrizione normativa in oggetto;

se vi sia qualche limitazione all’ap-plicazione della norma in oggetto per glienti militari, caserme o comprensori mi-litari;

quanti siano, nella aree interessatedall’applicazione del decreto ministeriale,gli enti del Ministero della difesa con più di300 dipendenti e quanti di questi abbianoistituito il mobility manager. (5-02609)

Interrogazione a risposta scritta:

BUONANNO. — Al Ministro della difesa,al Ministro dell’interno, al Ministro del-l’economia e delle finanze. — Per saperequanti Carabinieri in servizio ci siano inItalia, quanti nella Polizia e quanti nellaGuardia di Finanza. (4-04450)

* * *

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

BONAFEDE. — Al Ministro dell’econo-mia e delle finanze, al Ministro dello svi-luppo economico. — Per sapere – pre-messo che:

cassa depositi e prestiti (CDP) è unasocietà per azioni a controllo prevalente-mente pubblico laddove il Ministero del-l’economia e delle finanze ne detiene l’80,1del capitale, che gestisce, secondo la mis-sion istituzionale « finanziare la crescitadel Paese », una parte consistente del ri-

sparmio nazionale consistente nel rispar-mio postale (buoni fruttiferi e libretti,garantiti dallo Stato al pari di Bot, Cct ebtp);

SIMEST (Società italiana per le im-prese all’estero) è una banca di investi-menti pubblico/privata s.p.a. controllatadalla Cassa depositi e prestiti che possiedeil 67 per cento delle azioni – acquisite nelnovembre 2012 dal Ministero dello svi-luppo economico – con un’ulteriore pre-senza azionaria privata che fa riferimentoa istituti di credito, cooperative e Confin-dustria;

la missione istituzionale di SIMEST –come recita il sito istituzionale – è quelladi « supportare gli imprenditori italiani adespandersi su nuovi mercati ». Tale sup-porto si concretizza attraverso la parteci-pazione di SIMEST nelle imprese italianeo imprese controllate nell’Unione europeasia tramite investimento diretto – fino al49 per cento del capitale sociale – cheattraverso la gestione del Fondo parteci-pativo di Venture Capital per gli investi-menti extra Unione europea, consentendoalle imprese italiane l’accesso alle agevo-lazioni per il finanziamento della propriaquota di partecipazione nelle impresefuori dall’Unione Europea;

altre attività di SIMEST si esplicanoattraverso il sostegno ai crediti all’espor-tazione di beni di investimento prodotti inItalia; il finanziamento di studi di fattibi-lità ed i programmi di assistenza tecnicacollegati ad investimenti; il finanziamentodi programmi di inserimento sui mercatiesteri; il finanziamento di interventi afavore delle PMI esportatrici; l’assistenzafinanziaria, legale e societaria relativa aprogetti di investimento all’estero;

da quanto si evince dalla consulta-zione degli allegati alle relazioni e bilancipubblicati sul proprio sito istituzionale,SIMEST risulta possedere partecipazioninel capitale di decine di società in paesiextra UE create in partnership con gruppiindustriali italiani che in quei Paesi hannodeciso di spostare parte della propriaattività economico-commerciale, facendo

Atti Parlamentari — 12054 — Camera dei Deputati

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poi seguire in alcuni casi una delocaliz-zazione degli impianti produttivi anchegrazie al concreto sostegno economico e diservizi garantito dalla stessa SIMEST;

numerose tra le realtà industrialibeneficiarie del supporto all’internaziona-lizzazione fornito da SIMEST appaionotuttavia aver intrapreso conseguenti pro-cessi di dismissione e chiusura degli im-pianti in Italia generando negative riper-cussioni economiche e sociali territoriali,gravando inoltre in termini generali allor-quando le stesse imprese accedono agliammortizzatori sociali per i dipendentimessi in mobilità;

come evidenziato durante la trasmis-sione giornalistica di « La Gabbia » nelservizio « prendi i soldi e scappa » andatoin onda su La7 il giorno 7 aprile 2014quali casi emblematici di un simile incon-gruente processo in cui risorse di naturaprevalentemente pubblica – fatti salvi idiretti benefici per le stesse imprese e gliindiretti benefici finanziari per SIMEST –,danno luogo ad effetti anti-economici perla collettività, possono citarsi le societàdell’ex Presidente di Confindustria, che a 1fronte di 134 dipendenti messi in mobilitàavrebbero ricevuto un contributo di 32milioni di euro per aprire stabilimenti inRussia, Brasile e Cina;

taluni aspetti dell’attività di SIMEST,potrebbero porsi in contrasto le misure« anti-delocalizzazione » recentemente in-trodotte con la legge di stabilità 2014laddove « per i contributi erogati a decor-rere dalla data di entrata in vigore dellapresente legge, le imprese italiane edestere operanti nel territorio nazionale cheabbiano beneficiato di contributi pubbliciin conto capitale, qualora, entro tre annidalla concessione degli stessi, delocalizzinola propria produzione dal sito incentivatoa uno Stato non appartenente all’Unioneeuropea, con conseguente riduzione delpersonale di almeno il 50 per cento, de-cadono dal beneficio stesso e hanno l’ob-bligo di restituire i contributi in contocapitale ricevuti » –:

nel corso degli ultimi dieci anni,quante e quali siano le aziende italiane

partecipate o finanziate da SIMEST s.p.a.che abbiano, successivamente a tale inter-vento, posto in mobilità o licenziato di-pendenti in Italia nel quadro di un pro-cesso di delocalizzazione dei propri im-pianti produttivi all’estero;

se possano quantificare, per ciascunodei casi sopra menzionati, gli specificivantaggi economici per SIMEST in terminidi interessi sui finanziamenti erogati, non-ché di incremento di valore per i capitaliimmessi nelle società direttamente parte-cipate;

se non ritengano che le attività diSIMEST in favore delle imprese che in-tendono internazionalizzare la propria at-tività nell’area extra Unione europea deb-bano essere armonizzate con le norme« anti-delocalizzazione » introdotte con lalegge di Stabilità 2014 e, più in generale,inserite in un contesto nel quale aziendeitaliane che ricevono incentivi pubblicinon li utilizzino per portare lavoro ericchezza all’estero. (4-04453)

D’AMBROSIO. — Al Ministro dell’eco-nomia e delle finanze. — Per sapere –premesso che:

con il decreto legislativo n. 23 del 14marzo 2011, si consentiva ai proprietari diimmobili dati in locazione, di poter optareper l’applicazione di una cedola secca, insostituzione dell’aliquota irpef corrispon-dente, dell’imposta di registro e di bollosul contratto di locazione. In mancanza diregistrazione del contratto da parte delproprietario, poteva essere l’inquilino amettersi in regola, denunciando all’Agen-zia delle entrate il contratto, ottenendocosì un contratto di 4+4 anni ad un canoneannuale pari al triplo della rendita cata-stale;

con sentenza della Corte Costituzio-nale n. 50 del 10 marzo 2014, è statadichiarata l’illegittimità dell’articolo 3 deldecreto legislativo n. 23 del 2011;

la sentenza della Corte Costituzio-nale, ha quindi annullato, con effetto re-

Atti Parlamentari — 12055 — Camera dei Deputati

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troattivo, il decreto legislativo n. 23 del 14marzo 2011, comportando che il contrattoregistrato sarà valido fin dal principio e iproprietari potranno chiedere il paga-mento dei canoni previsti dal contrattomedesimo e non pagati dagli inquilini;

dopo la sentenza della Corte Costi-tuzionale, non chiaro come si potrà pro-cedere in relazione ai contratti non regi-strati;

migliaia di persone che avevano de-nunciato il loro proprietario di casa, sitrovano adesso in difficoltà per le richiestedelle quote arretrate dovute, pervenute daparte dei proprietari –:

quali iniziative si intendano porre inessere per rimediare alle problematiche, ri-portate in premessa, originatesi dall’arti-colo 3 del decreto legislativo n. 23 del 2011dichiarato incostituzionale. (4-04456)

* * *

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta orale:

BINETTI. — Al Ministro della giustizia.— Per sapere – premesso che:

in caso di separazione dei genitori lapratica dell’affido condiviso dei minori èconsiderata quella di maggior tutela deifigli;

secondo uno studio pubblicato daChildren Society nel 2012 su 184.396 mi-nori di 36 Paesi industrializzati (Italiainclusa), i minori (undicenni, tredicenni,quindicenni) che vivono in sistemazione dicollocamento materialmente congiunto(suddivisione paritaria dei tempi) ripor-tano un più alto livello di soddisfazione divita rispetto ad ogni altra sistemazione difamiglia separata;

la ricerca di Jablonska Lindbergh su15.428 undicenni, tredicenni e quindicenniha rilevato positive influenze dell’affidoparitetico sull’eventuale uso di droghe,

tabacco, alcool, sulla vittimizzazione (in-tesa come bullismo e violenza fisica subiti)e soprattutto sul distress mentale;

benché la legislazione italiana stiaandando decisamente nella direzione difavorire l’affido condiviso nonostante ilnumero crescente di teorici affidi condi-visi, l’applicazione reale rimane grande-mente inattuata e la condivisione tende arimanere solo sulla carta;

le statistiche indicano che l’attualeapplicazione dell’affido condiviso nel no-stro Paese genera una sperequazione tem-porale, per cui ad esempio, la media dipernottamenti mensili presso il genitorecosiddetto « non collocatario » (less invol-ved) è oggi pari a circa sei (due se ilminore ha meno di tre anni ma contantissimi casi in cui non sono formal-mente concesse che poche ore e senzapernotti) e il tempo teoricamente concessoè del 17 per cento (10 per cento versus 90per cento per minori sotto i sei anni) ;

l’Italia risulta il Paese più sanzionatodalla Corte europea dei diritti dell’uomoper non avere saputo tutelare i rapportidei figli col genitore « less involved »;

a fronte dell’inapplicazione reale del-l’affido condiviso si devono inoltre regi-strare casi limite come quello di E. F.,affidata congiuntamente ai genitori nelgennaio 2013 e bisognosa di terapie abi-litative visive e motorie che sono statestabilite anche da perizie medico-legali esentenze: a febbraio 2011 la corte d’ap-pello di Torino ha disposto terapie sani-tarie abilitative – visive, psicomotorie elogopediche – in favore della bambina,dopo l’accertamento medico-legale deposi-tato a settembre 2010;

nel mese di gennaio 2013 la corted’appello di Torino ha concesso ai genitoril’affido condiviso di Elisa e ha confermatole terapie già prescritte due anni prima.Ciononostante ad oggi E. – che vive con lamamma e incontra saltuariamente il papà– non avrebbe ancora beneficiato di al-cuna terapia visiva né motoria. Cure di cuiil padre vorrebbe prendersi carico ma alle

Atti Parlamentari — 12056 — Camera dei Deputati

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quali la bambina non è stata ancorasottoposta anche per probabili carenzeamministrative –:

se non ritenga di adottare iniziative,anche di tipo normativo, volte ad agevo-lare la pratica dell’affido condiviso ai ge-nitori, tenendo conto anche delle indica-zioni a riguardo fornite dai tribunali;

quali provvedimenti intenda porre inessere per risolvere casi come quello citatoad esempio, in cui anche a causa diinefficienze delle amministrazioni pubbli-che scorre tempo prezioso senza che siaffrontino problemi seri nonostante per-sino i pronunciamenti della magistratura.

(3-00759)

Interrogazione a risposta in Commissione:

TURCO, MICILLO, CURRÒ, AGOSTI-NELLI, RIZZETTO, CIPRINI, DALL’OSSO,LOREFICE, PAOLO BERNINI, BUSINA-ROLO, TOFALO, CRISTIAN IANNUZZI eTONINELLI. — Al Ministro della giustizia.— Per sapere – premesso che:

il tema delle « carceri italiane » è unargomento complesso, che presenta sva-riate e mute voli sfumature, e che troppospesso si conquista le prime pagine deigiornali, purtroppo, solo quando i numerimettono nero su bianco una realtà diffi-cile;

un sonoro allarme, tra gli altri, èstato recentissimamente lanciato dalla So-cietà italiana di psichiatria per bocca delsuo presidente Claudio Mencacci, chescatta una fotografia raggelante: nei primimesi del 2014 sono aumentati i casi di chiha deciso di togliersi la vita mentre era incarcere: il 40 per cento dei decessi avve-nuti dietro le sbarre è rappresentato dasuicidi;

rispetto all’anno precedente, quandoavevano fatto registrare un calo del 10 percento il dato attuale costituisce un’indub-bia e triste inversione di tendenza;

il rischio è quello di raggiungere ilnumero di decessi dell’anno 2009, annus

horribilis nel corso del quale si registra-rono 77 suicidi nei penitenziari italiani;

« Nonostante un’aumentata umaniz-zazione nelle carceri – ha commentato ilpresidente della Società italiana di psichia-tria, Claudio Mencacci, durante una con-ferenza stampa – resta ancora grave ilproblema dei suicidi »;

un’altra priorità, proprio per preve-nire il fenomeno dei suicidi tra i detenutiè quella di attuare « un percorso di scree-ning suicidario di prevenzione su tutticoloro che entrano in carcere e non solosu chi presenta disturbi psichici » ciò an-che al fine di attuare più efficacemente larieducazione e riabilitazione sociale deidetenuti all’interno delle carceri;

sono circa 10 mila i detenuti chesoffrono di una patologia psichiatrica, suun totale di 64 mila (circa il 16 per cento),spiegano gli esperti; i disturbi psicoticihanno un’incidenza dall’1 al 9 per cento,la depressione grave dal 10 al 15 per centoe i disturbi della personalità dal 30 al 40per cento;

la popolazione carceraria, in ognicaso, deve fare i conti con le difficoltà divivere in celle di pochi metri quadri checome ben sappiamo risultano essere so-vraffollate, in condizioni igienico-sanitarieal limite della sopportazione, e talvolta lecondizioni psicologiche non danno suffi-ciente stimolo al desiderio di sopravvi-venza;

l’elevatissimo numero di decessi cheavvengono all’interno delle mura carcera-rie è allucinante ed appare un fenomenoche stenta a diminuire;

sono solo i detenuti arrivano a com-piere il gesto estremo, ma anche chi ognigiorno vive nelle carceri, come gli agentipenitenziari. Anch’essi, infatti, a volte, ar-rivano a suicidarsi;

negli ultimi tre anni i dati relativi aidetenuti morti negli istituti di pena, diffusidall’Osservatorio permanente sulle mortiin carcere, insieme con Radicali italiani, leassociazioni « Il detenuto ignoto », « Anti-

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

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gone », « Buon diritto », « Radiocarcere »,« Ristretti orizzonti », disegnano una realtàsconcertante;

in poco più di 36 mesi, infatti, si sonotolti la vita 26 agenti di polizia peniten-ziaria e 188 detenuti;

per quanto riguarda le forze dell’or-dine, l’età varia dai 32 fino a 54 anni, e isuicidi sono avvenuti da Torino ad Agri-gento, da Napoli a Roma, da Trapani aBiella, da Aversa a Lecce, da Pordenone aViterbo; ne sono morti due nel 2014, ottolo scorso anno, nove nel 2012 e otto nel2011;

i ruoli che ricoprivano andavano dal-l’assistente, all’assistente capo, dall’agentescelto all’ispettore. Suicidi che nella mag-gior parte dei casi si sono verificati pro-prio durante il proprio lavoro, in carcere.Un caso nel 2011 aveva coinvolto unassistente capo della Polizia Penitenziaria,Antonio Caputo, che, a 44 anni, si èsparato con la pistola di ordinanza nellasua auto il 20 dicembre;

prendendo in considerazione invecele morti di detenuti, i numeri subisconoun’impennata e l’età minima scende finoai 21 anni e arriva ai 73 anni;

una fascia di età molto più ampiadovuta alle inumane condizioni che de-vono affrontare i detenuti in quasi tutte legalere italiane;

tali gesti estremi sono avvenuti sia incelle con altri detenuti, sia in quelle d’iso-lamento presentando cause di morte an-che differenti: la maggior parte delle per-sone sono decedute per impiccagione, poiper asfissia, per avvelenamento, dissangua-mento, soffocamento e abbruciamento;

in generale incrociando i dati delMinistero della giustizia con dossier « Mo-rire di carcere » del Centro studi ristrettiorizzonti si evince che vi sono stati quasimille morti dal 2002 al 2012;

il suicidio è la prima causa di morte(518, 56 per cento); seguono la malattia(183, 20 per cento) e una categoria « daaccertare », che raccoglie i casi per cui è in

corso un’indagine giudiziaria (177, 19 percento). A questi si aggiungono 26 casi dioverdose e 111 omicidi. In totale 915decessi. Le cifre riportate escludono i casidi morte in questura. CIE e arresti domi-ciliari, pertanto il dato dei decessi po-trebbe subire revisioni al rialzo;

tra i dati si nascondono storie sin-golari, spesso trascurate dai mezzi di co-municazione e alcune riguardano ledonne, fra le quali Manuela Contu eFranca Fiorini, rispettivamente 42 e 37anni, che nel 2003 muoiono per overdosenel carcere di Civitavecchia; o FrancescaCaponnetto, 40 anni, che nel 2004 siuccide nel carcere di Messina –:

se sia al corrente della situazioneprospettata;

se e quali elementi abbia attualmentea disposizione per poter quantificare efornire dati aggiornati sull’effettivo nu-mero di decessi per suicidio occorsi tra lepersone che frequentano le carceri ita-liane, relativamente alle cause del decessodei detenuti ed alle guardie di poliziapenitenziaria in carcere, nel corso degliultimi 10 anni;

se e quali misure anche urgenti in-tenda adottare per migliorare le condi-zioni in cui versano i detenuti delle carceriitaliane anche in relazione ai progetti disupporto psicologico e/o psichiatrico voltoalla riduzione del fenomeno descritto;

se e quali elementi abbia attualmentea disposizione, anche a seguito di verificheeffettuate dal DAP, per poter quantificaree fornire dati aggiornati sull’effettivo nu-mero di agenti di polizia penitenziaria,psicologi, psichiatri ed educatori presentinegli istituti penitenziari quanti siano inpianta organica, quanti svolgano le propriefunzioni effettivamente all’interno degliistituti, quanti siano invece distaccati epresso quali istituzioni ovvero enti pub-blici e di quali funzioni siano stati investitiall’esterno delle strutture carcerarie;

se e quali provvedimenti intenda pro-muovere in merito alla necessità di garan-tire una effettiva efficiente organizzazione

Atti Parlamentari — 12058 — Camera dei Deputati

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delle attività rieducative all’interno degliistituti di pena, quali le attività formative,lavorative e/o professionali o di accompa-gnamento al lavoro, volte a favorire unaproficua rieducazione e riabilitazione so-ciale del detenuto per il suo reinserimentonella vita civile. (5-02611)

Interrogazione a risposta scritta:

PRATAVIERA. — Al Ministro della giu-stizia, al Ministro dell’interno. — Per sa-pere – premesso che:

nel mese di marzo 2014 a San Sistinodi Livenza (Venezia), grazie ad una tem-pestiva azione dei carabinieri di Porto-gruaro, sono stati arrestati tre albanesitrovati in possesso di tre etti e mezzo dicocaina, oltre a circa due mila euro incontanti e 12 cartucce calibro 38 special,rinvenute nel corso della perquisizionedell’auto;

i tre albanesi arrestati per trafficointernazionale di cocaina, Ilir Qaliu, DeterLazaj e Aleksander Dema, benché sotto-posti a misura cautelare in carcere, doposolo 15 giorni di detenzione nel carcere diPordenone, sono stati già scarcerati pare,secondo notizie di stampa, per un vizio dinotifica e dunque sono oggi liberi;

tale decisione è stata adottata daltribunale del riesame di Trieste dopo chel’avvocato dei tre albanesi arrestati avevasollevato eccezione di nullità della notificaper il fatto che il codifensore non era statoassieme a lui citato;

i termini per il riesame dell’ordi-nanza di misura cautelare scadevano gio-vedì scorso e pertanto era impossibilerinnovare le notifiche e sanare così il viziosollevato dall’avvocato difensore dei trealbanesi;

oltre a ciò, secondo il tribunale delriesame di Trieste la sorte della misuracautelare era comunque « segnata e desti-nata a perdere efficacia », sempre stando aquanto riportato dai quotidiani locali e

dunque non potendo comprendere la ra-gione di tale convinzione da parte deltribunale;

il blitz dei militari è scattato pocodopo mezzanotte non lontano dall’agritu-rismo Casamia di via Triestina, dove duedegli indagati avevano preso alloggio dauna decina di giorni;

i militari sono riusciti a individuare ilterzo bandito seguendo per molto tempo leabitudini dei primi due, e pertanto si èpotuto procedere all’arresto dei tre alba-nesi grazie all’impegno e lungo lavoro deicarabinieri, che si erano appunto insospet-titi dalla presenza anomala nella strutturaricettiva dei due stranieri, senza un’attivitàfissa e già noti per traffico di droga;

oltre alla cocaina i militari hannoanche sequestrato 12 proiettili di unapistola calibro 38 special, non ancoratrovata ma logicamente nella disponibilitàdei tre albanesi, da ieri non più in carcerema liberi di andare in giro;

la zona del nord-est veneto è parti-colarmente esposta per sua collocazionegeografica al transito e permanenza disoggetti appartenenti alle organizzazionicriminali dell’est Europa, in particolarealbanesi, dediti al traffico di droga esostanze stupefacenti destinate alle rotteinternazionali;

secondo gli ultimi dati disponibili, inparticolare il rapporto annuale della di-rezione centrale servizi antidroga del 2012,fra i cittadini stranieri coinvolti nel traf-fico e spaccio di stupefacenti segnalatiall’autorità giudiziaria, gli albanesi si pon-gono al terzo posto come percentualenumerica e tuttavia, a differenza dei primidue, nell’anno 2012 hanno registrato unaumento percentuale del 22,05 per centorispetto al 2011;

il vizio di notifica illustrato in pre-messa, le considerazioni del tribunale delriesame e da ultimo la scarcerazione deitre albanesi rappresentano circostanze chemortificano e vanificano l’impegno profusoquotidianamente dalle forze dell’ordineimpegnate nel contrasto alle organizza-

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zioni criminali di narcotrafficanti e inco-raggiano il prosperare di tali attività crimi-nose –:

quali iniziative, anche normative, ilGoverno intenda adottare al fine evitareche si ripetano casi analoghi a quelloindicato in premessa e quali iniziativeintenda intraprendere al fine di tutelare leregioni del nord ed in particolare il nord-est Veneto, crocevia delle organizzazionicriminali di narcotrafficanti provenientidagli Stati europei confinanti. (4-04458)

* * *

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

VALIANTE. — Al Ministro delle infra-strutture e dei trasporti. — Per sapere –premesso che:

la forzata interruzione della stradaprovinciale 430 cosiddetta « Cilentana » e igravissimi disagi che il territorio cilentanosta subendo sono tali da non poter esserepiù trascurati né rimandati:

a) frana e interruzione forzatadella viabilità da circa un anno sull’arteriaviaria principale per i collegamenti stra-dali nel Cilento: SP 430 « Cilentana » al-l’altezza degli svincoli tra Agropoli Sud(SA) e Prignano Cilento (SA);

b) principio di frana sul percorsoalternativo alla SP 430 in località « Gorgo »tra Agropoli (SA) e Prignano (SA);

c) cedimento viadotti sulla stradaprovinciale 430 e interruzione forzatadella viabilità. Su questa grave problema-tica la procura della Repubblica presso iltribunale di Vallo della Lucania ha apertoun’indagine;

d) viabilità ridotta a causa di ce-dimenti del manto stradale sulla strada

provinciale 430 « Cilentana » tra lo svin-colo di Vallo della Lucania (SA) e Ceraso(SA);

e) rischio isolamento per numerosicomuni e impossibilità per i cittadini diraggiungere le strutture ospedaliere;

f) strade cilentane chiuse a causa difrane o comunque con viabilità fortementeridotta: SP 82 Policastro-Santa Marina; SRex SS n. 447 nel Comune di San Mauro laBruca; SP 93 nel Comune di Rofrano; SP430 nel Comune di Agropoli; SP 269 nelComune di Ascea; SP 430 nel Comune diMontano Altilia; SP 16 nei Comuni diCasaletto Spartano, Tortorella, Torraca eVibonati; SP 210 nel Comune di Morige-rati; SS 488 nel Comune di Roccadaspide;SP 342b Roscigno-Corleto Monforte; SP 12e SP342a Sacco-Corleto Monforte; SP 84Futani-San Mauro la Bruca; SR ex SS 447Pisciotta-Palinuro; SP 430 Roccagloriosa;SP 54 Vibonati-Morigerati; SP 17 Celle diBulgheria; SP 257 Pisciotta-Rodio-Ceraso;SP 269 Ascea-Ceraso; SP 365 Pattano-Metoio; SP 16 Torraca; SP 17b Acquave-na-S. Giovanni a Piro; SP 18b Rofrano-Sanza; SP 18a Rofrano-Laurito; SR exSS 562 S. Giovanni a Piro; SP 48a Pollica-Pioppi; SP 15 Pollica-Acciaroli; SP 143Montano Antilia-Abatemarco; SP 198Montano Antilia; SP 346 Abatemarco-Mas-sicelle;

dall’esposizione sommaria dei disagirelativi, principalmente, alla strada pro-vinciale 430 « Cilentana » e alle altre stradedi collegamento del Cilento, si evince lagrave difficoltà per i cittadini e non solo dipotersi muovere all’interno del Cilento everso Salerno. Questi gravi e perdurantidisagi, oltre a rappresentare concreti pe-ricoli per la sicurezza dei trasporti, com-portano, specie in prossimità della sta-gione estiva, per il secondo anno conse-cutivo, anche un importante danno eco-nomico per tutti gli operatori turistici, giàcolpiti fortemente dalla crisi economicanazionale. Gravissima è la situazione dellaCittà di Vallo della Lucania che allo stato,anche per quanto attiene all’ospedale, allealtre strutture sanitarie, al tribunale e alle

Atti Parlamentari — 12060 — Camera dei Deputati

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altre strutture pubbliche e private con-nesse, è difficilmente raggiungibile, se nonattraverso lunghi e difficili percorsi alter-nativi –:

se, alla luce di quanto premesso,non ritenga necessario e urgente assu-mere iniziative per quanto di competenzadiretta a consentire il potenziamentodella circolazione ferroviaria sulla trattaSalerno-Sapri;

se intenda assumere, per quanto dicompetenza, iniziative dirette a predi-sporre un piano di intervento per le areepiù esposte a concreti rischi idrogeologici;

se sussistano i presupposti per ladichiarazione di stato di emergenza neicitati territori. (5-02614)

Interrogazioni a risposta scritta:

BUONANNO. — Al Ministro delle infra-strutture e dei trasporti. — Per sapere senon ritenga utile aumentare il limite divelocità nelle autostrade a km/h 160 in-vece degli attuali 130. (4-04451)

CATANOSO. — Al Ministro delle infra-strutture e dei trasporti. — Per sapere –premesso che:

durante un viaggio effettuato perso-nalmente, l’interrogante ha verificato di-rettamente e de visu che – almeno inprovincia di Trapani – gli operai del-l’ANAS stanno irrorando massicciamentecon diserbante i margini dell’autostrada edi alcune (o tutte le) strade provinciali;

questa attività di « ordinaria manu-tenzione » compiuta nelle autostrade sici-liane, già di per sé grave, sarebbe gravis-sima se riguardasse tutte le autostrade estrade italiane;

fra le tante controindicazioni che unainiziativa del genere comporta, vi è il fattoche questi veleni raggiungono direttamenteanche una porzione delle colture e deipascoli che sono contigui alle strade, en-trando così nel ciclo alimentare;

la seconda gravissima conseguenza èche mentre le erbacce tagliate con metoditradizionali si trasformano in polvere e sidisperdono rapidamente, quelle sottopostea trattamento diserbante restano attaccateal suolo e rinsecchiscono, diventandoun’esca pericolosissima per gli incendi chefunestano le campagne nei mesi estivi;

infine, una conseguenza di carattereestetico; invece di essere contornate diverde, le strade ed autostrade si presen-tano con un aspetto giallastro e malaticcio,certamente non un belvedere anche per ituristi –:

quali iniziative intenda, adottare ilMinistro interrogato nei confronti del-l’Anas e dei concessionari autostradali perappurare se questa attività riguarda l’in-tera rete stradale ed autostradale nazio-nale ed, eventualmente, risolvere la pro-blematica esposta in premessa. (4-04460)

* * *

INTERNO

Interpellanze:

Il sottoscritto chiede di interpellare ilMinistro dell’interno, per sapere – pre-messo che:

a oggi, non si è ancora provvedutoall’assunzione delle 672 unità (160 vinci-tori in seconda aliquota e 512 idonei)immediatamente disponibili per l’invio allescuole di formazione in qualità di allieviagenti della Polizia di Stato;

i 160 vincitori, al momento, nonhanno firmato alcun documento che livincoli alle Forze Armate né sono statiavviati ai rispettivi corsi;

da gennaio a oggi, sono state presen-tate 20 interrogazioni parlamentari, 2 in-terpellanze, 2 ordini del giorno e unamozione, ma solo 3 interrogazioni hannoricevuto la risposta del Governo, da partedel sottosegretario Bocci, e nonostantetutto non è ancora chiaro se la non

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assunzione degli Allievi Agenti sia dovutao meno a una precisa linea politica del-l’Esecutivo;

nel frattempo, è stato pubblicato unnuovo bando di concorso a 650 posti perallievi agenti della polizia di Stato, peral-tro senza la divisione in doppia aliquota;

avviare un nuovo iter concorsualepermetterà tuttavia ai nuovi agenti diessere operativi soltanto nell’autunno-in-verno del 2015 quindi ad EXPO ultimato;

assumere immediatamente le 672unità dichiarate idonee all’ultima proce-dura concorsuale per il concorso di allieviagenti della polizia di Stato permetterebbe,vista la recentissima idoneità conseguita,l’immediato inserimento degli interessatisenza la necessità di effettuare visite me-diche di controllo per il mantenimentodell’idoneità psico-fisica, rispettando così iprincipi di economicità ed efficienza del-l’azione amministrativa; la ratio di talescelta sarebbe chiara: l’utilizzo delle gra-duatorie vigenti, in un’epoca in cui lerisorse pubbliche risultano complessiva-mente ridotte, risponderebbe a esigenzesociali e di equità ed esonererebbe l’am-ministrazione dai costi e dai tempi diattesa connessi a un nuovo concorso;

già nel dicembre 2013 era stata ret-tificata la graduatoria per un ampliamentodi posti messi a concorso, da 964 a 1083;peraltro, nelle scorse settimane l’Arma deicarabinieri, mediante decreto dirigenziale,ha avviato una procedura di arruolamentomediante scorrimento degli idonei dellagraduatoria 2012 per 1.886 allievi carabi-nieri. In particolare, sono stati assunti ivincitori ma anche i 48 idonei non vinci-tori, ossia i restanti idonei presenti ingraduatoria, comportando pertanto l’esau-rimento della stessa; tale decreto cita te-stualmente: « Ravvisata l’esigenza di di-sporre, con immediatezza, di XXX AllieviCarabinieri, senza dover attendere i tempitecnici richiesti per portare a termine unanuova procedura di reclutamento me-diante il bando di un concorso pubblico.Tenuto conto dei principi di economicità espeditezza dell’azione amministrativa e

della necessità di contenere i costi gravantisull’amministrazione per la gestione delleprocedure di reclutamento »;

in occasione dell’esposizione univer-sale « Expo Milano 2015 », per far fronte aesigenze di tutela dell’ordine e della sicu-rezza pubblica, il Ministero dell’interno,nelle scorse settimane, ha dichiarato comeil blocco del turnover delle Forze dell’Or-dine avrebbe subito una deroga del 55 percento –:

se non intenda il Ministro, assumereurgenti iniziative dirette ad operare unarettifica della graduatoria finale del con-corso per allievi agenti della polizia diStato citato in premessa, e un amplia-mento, in prima aliquota, di 672 posti, deicandidati risultati idonei alle prove diefficienza fisica e agli accertamenti del-l’idoneità fisica, psichica ed attitudinale;

quali ulteriori iniziative intenda as-sumere il Ministro per garantire la riso-luzione della problematica descritta inpremessa, con riguardo al rispetto deiprincipi di buon andamento della pubblicaamministrazione e di economicità, effi-cienza e speditezza dell’azione ammini-strativa, anche in vista dell’EXPO, eventodi considerevoli dimensioni che richiedenecessariamente un incremento delle forzedell’ordine presenti nella città protagonistadella manifestazione, senza che questaconcentrazione pregiudichi il livello di si-curezza nelle altre aree del Paese.

(2-00501) « Zan ».

Il sottoscritto chiede di interpellare ilMinistro dell’interno, per sapere – pre-messo che:

il Decreto del Presidente della Re-pubblica 7 settembre 2001, n. 398 « Rego-lamento recante l’organizzazione degli uf-fici centrali di livello dirigenziale generaledel Ministero dell’Interno » all’articolo 2prevede che il Ministero dell’interno siaarticolato, a livello centrale, in diparti-

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menti tra cui il Dipartimento dei vigili delfuoco, del soccorso pubblico e della difesacivile;

l’articolo 6 comma 3 di tale decretodel Presidente della Repubblica ha stabi-lito che il Dipartimento vigili del fuoco siadiretto da un capo dipartimento, al qualeviene assegnato un vice capo dipartimento,dirigente generale proveniente dai ruolitecnici (ingegnere) dei vigili del fuoco, cheespleta le funzioni vicarie. Tale vice siidentifica nella figura del capo del corponazionale dei vigili del fuoco;

l’articolo 6, comma 3 ha altresì pre-visto la nomina di un altro vice capodipartimento cui è affidata la responsabi-lità della direzione centrale per la difesacivile e le politiche di protezione civile;

la riforma posta in essere con ildecreto del Presidente della Repubblica 7settembre 2001, n. 398 ha determinatouna moltiplicazione delle figure di verticedipartimentale, con 5 figure di prefetto euna cinquantina tra vice-prefetto e vice-prefetto aggiunto, che appesantiscono lagestione e l’organizzazione del Diparti-mento dei vigili del fuoco, culminando conla creazione di una dicotomia nella re-sponsabilità di governo del Dipartimento(Capo dipartimento e capo del corpo);

la Commissione I della Camera nelcorso della seduta del 16 febbraio 2012chiamata ad esprimere il parere sullo« Schema di decreto del Presidente dellaRepubblica ... concernente l’individuazionedegli uffici dirigenziali periferici del Corponazionale dei vigili del fuoco » atto n. 435ha espresso l’auspicio che « il Governoadotti quanto prima iniziative legislativeintese a risolvere il problema del “doppiovertice” del Corpo nazionale dei vigili delfuoco, attribuendo piena autonomia alCorpo stesso »;

il Governo pro tempore in sede diconversione del decreto-legge 6 luglio2012, n. 95 ha accolto con raccomanda-zione l’ordine del giorno n. 3396/45/5 del30 luglio 2012 che impegna il Governo:

« ad adottare in tempi brevi e nonoltre il 31 dicembre 2012, iniziative legi-slative intese a risolvere il problema deldoppio vertice del Corpo nazionale deivigili del fuoco, attribuendo piena autono-mia al corpo stesso, nel senso di seguitoindicato:

al vertice del Corpo nazionale èposto un dirigente generale del Corponazionale che assume la qualifica di diri-gente generale - Capo del Corpo nazionaledei vigili del fuoco. Il Capo del Corponazionale dei vigili del fuoco, è preposto aCapo del dipartimento dei vigili del fuoco,del soccorso pubblico e della difesa civilee svolge le seguenti funzioni, di cui ri-sponde direttamente al Ministro:

a) coordina le direzioni centrali, ivicompresa quella delle risorse umane, se-condo quanto indicato nel decreto delPresidente della Repubblica 7 settembre2001, n. 398, con le strutture periferichedel Corpo nazionale ed è responsabile deirisultati raggiunti in attuazione degli in-dirizzi dati dal Ministro dell’interno;

b) presiede il comitato centrale tec-nico scientifico per la prevenzione incendi;

c) è componente di diritto della com-missione consultiva centrale controlloarmi;

d) è presidente del consiglio di am-ministrazione dell’Opera nazionale di as-sistenza per il personale del Corpo nazio-nale, nonché componente di diritto delconsiglio di amministrazione del Ministerodell’interno per la trattazione degli affariconcernenti il personale del Corpo nazio-nale;

e) esprime parere sulle modalità disvolgimento dei servizi ispettivi sull’attivitàtecnica »;

tutte le Forze di polizia (capitaneriedi porto, forestale, carabinieri, guardia difinanza, ecc.) ad esclusione del solo Corponazionale dei vigili del fuoco, vedono nelvertice istituzionale un soggetto prove-niente dalla carriera del Corpo stesso, agaranzia della conoscenza dell’Organizza-

Atti Parlamentari — 12063 — Camera dei Deputati

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zione, a difesa della sua stessa autonomiae a vantaggio della celerità della rispostadecisionale, collegata alle delicate funzionisvolte;

in un momento delicato per il si-stema Paese, un segno evidente di riorga-nizzazione e di snellimento, di recuperodell’efficienza e della dinamicità, garantitodall’accorpamento funzionale delle com-petenze, consentirebbe anche il recuperodi importanti risorse economiche –:

quali iniziative anche di natura legi-slativa il Ministro interpellato, cui compe-tono le responsabilità politiche relative alCorpo nazionale dei vigili del fuoco, abbiaintenzione di assumere al fine di dareattuazione agli impegni espressi in pre-messa al fine anche di migliorare effi-cienza del Corpo nazionale dei vigili delfuoco generando nel contempo un impor-tante risparmio di risorse economiche perla finanza pubblica.

(2-00502) « Labriola ».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

TURCO, MICILLO, CURRÒ, FRAC-CARO, MASSIMILIANO BERNINI, AGO-STINELLI, RIZZETTO, ROSTELLATO,DALL’OSSO, LOREFICE e PAOLO BER-NINI. — Al Ministro dell’interno. — Persapere – premesso che:

è notizia di qualche giorno addietroche i tagli previsti dal commissario CarloCottarelli incaricato di indicare possibilistrategie di spending review per la pubbli-cazione amministrazione dovrebbero inte-ressare, su tutto il territorio nazionale,numerosi commissariati di pubblica sicu-rezza e svariati uffici di specialità dellapolizia di Stato;

da vari organi di stampa si apprendel’intenzione del dipartimento per la pub-blica sicurezza del Ministero di riprendereil progetto di razionalizzazione delle ri-sorse e, tra gli uffici che potrebbero esseresoppressi vi sarebbero le squadre nautichedi Peschiera del Garda (Verona) e di Riva

del Garda (Trento), destinate al pattuglia-mento delle acque interne del più grandelago italiano;

il Presidente Passionelli dell’ente ter-ritoriale interregionale – comunità delGarda, esprime il disappunto per taleproposta, alla luce della considerevole im-portanza che rivestono i predetti uffici dipolizia, che nel corso degli anni hannodato dimostrazione di efficienza e profes-sionalità, in stretta sinergia con le istitu-zioni locali, assicurando una presenza ef-fettiva sul territorio attraverso servizi divigilanza e pattugliamento, di intervento incaso di incidenti e soccorsi, così da assi-curare maggiore serenità sia per i cittadinied, anche, per i 10 milioni di turisti cheogni anno scelgono le rive del lago diGarda come meta di vacanza;

in caso di effettiva soppressione dellesquadre nautiche sul lago di Garda, questobacino risulterebbe quindi privo di forzedi polizia, considerando che nel 2013hanno cessato l’attività le motovedette deicarabinieri, e che anche la motovedetta deivigili del fuoco di Bardolino (Verona) saràrimossa e trasferita in altra sede;

sull’intera area, per quanto riguardala sicurezza del lago, rimarrebbe sola-mente il presidio della Guardia costiera edella Guardia di finanza di Salò (Brescia),entrambe quindi dislocate sul litorale bre-sciano del lago;

in relazione alle peculiarità naturalied alla considerevole vocazione turisticadel lago di Garda, è risultata negli annimolto rilevante l’attività di vigilanza econtrollo posta in essere dal personaledelle squadre nautiche, nel settore deldiporto nautico, nelle varie attività nauti-che commerciali, in materia di demaniolacuale e soprattutto in materia di sicu-rezza, nel rispetto delle normative vigenti;

anche ConfCommercio As.co Veronaassume una posizione nettamente contra-ria all’ipotesi della soppressione dellesquadre nautiche;

« Giusto perseguire risparmi, ma quisi rischia di creare seri problemi nella

Atti Parlamentari — 12064 — Camera dei Deputati

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gestione dell’ordine pubblico in territoriad altra concentrazione turistica dove,soprattutto d’estate, la sorveglianza deveessere massima », sottolineano il presi-dente di Confcommercio As.Co. VeronaPaolo Arena ed il presidente del Consorzio« Lago di Garda è... » e di « Garda Unico »Paolo Artelio;

« Come è stato giustamente fattonotare, il Comune di Peschiera del Garda– proseguono – ha una storia di colla-borazione con la Polizia di Stato, tantoche negli anni ha speso e investito perassicurare la massima efficienza del ser-vizio delle forze dell’ordine: i benefici perle casse della pubblica amministrazionesarebbero dunque esigui a fronte di unpeggioramento della sicurezza e dellaqualità della vita che potrebbe averepesanti ripercussioni sociali ed economi-che nel veronese e in tutta l’area dellaRiviera degli Olivi » concludono Arena eArtelio;

sul tema della sicurezza nei comunirivieraschi del lago di Garda giova peraltroevidenziare come nel 2009, rinnovato daultimo nel 2011, alla presenza del Ministrodell’interno, sia stato sottoscritto dai pre-fetti di Brescia e Verona, dal Commissariodel Governo della provincia di Trento, dalcomandante della capitaneria di porto diVenezia, dai presidenti delle province diTrento, Brescia e Verona, dai sindaci deicomuni rivieraschi, dai rappresentantidelle regioni di Lombardia e Veneto e daparte della comunità del Garda, un « Pattoper la sicurezza dell’area del Lago diGarda »;

tale accordo ha quale finalità quellodi attuare una strategia condivisa di azioniconcorrenti sul territorio nell’ottica di ot-timizzare le iniziative per una gestioneallargata del « bene sicurezza »;

all’articolo 2, comma 1, punto 3) delcitato patto si legge infetti espressamenteche durante il periodo estivo verrà inten-sificata l’attività di vigilanza da parte delleforze di polizia, con l’impiego di natantiutilizzati in particolar modo sottocosta, al

fine di contrastare eventuali forme diillegalità ovvero prevenire possibili situa-zioni di pericolo;

se quindi l’intenzione di tutte le isti-tuzioni presenti alla firma del sopra citatopatto per la sicurezza erano quelle diincrementare i servizi di vigilanza e pat-tugliamento da parte delle forze di poliziapresenti sul territorio, al fine di salvaguar-dare maggiormente la sicurezza dei citta-dini e dei numerosissimi turisti, non si puòoggi pensare che tale volontà e impegnovengano cancellati di netto, privando ilterritorio di personale specializzato dellaPolizia di Stato;

le predette sinergie si rivelano fon-damentali quindi, per garantire la sicu-rezza sulle spiagge e sul litorale, dovemaggiormente si verificano trasgressionidelle ordinanze delle autorità, illeciti pe-nali ed amministrativi, situazioni di peri-colo, piccoli illeciti contro il patrimonio,condotte moleste, comportamenti collettividi trasgressione. Nell’ambito della balnea-zione inoltre, la navigazione da diportopuò avvenire in spregio alle vigenti dispo-sizioni e creare pericoli per i bagnanti –:

se sia al corrente della situazionedescritta e quale sia l’orientamento delMinistro;

se, anche in considerazione della si-tuazione testé descritta, non ritenga dipoter riconsiderare, in sede d’individua-zione di necessari nuovi correttivi nell’ap-plicazione del progetto di razionalizza-zione delle risorse che interessa il dipar-timento per la pubblica sicurezza del Mi-nistero, la soppressione delle squadrenautiche di Peschiera del Garda (Verona)e di Riva del Garda (Trento), anche inragione dell’estrema preoccupazione ditutti i cittadini ed enti anche territoriali,delle province rivierasche di Verona, Bre-scia e Trento che si affacciano sul Lago diGarda, al fine di mantenere ed assicurareuna presenza effettiva delle squadre nau-tiche sulle acque e litorali del più grandelago italiano per offrire servizi di vigilanzae pattugliamento, di intervento in caso diincidenti e soccorsi, così da garantire un

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adeguato controllo a favore di tutti icittadini e dei 10 milioni di turisti che ognianno scelgono le rive del lago di Gardacome meta delle proprie vacanze estive.

(5-02607)

COLLETTI. — Al Ministro dell’interno.— Per sapere – premesso che:

risulta che il Ministro intenda ridurreil numero dei vigili del fuoco professionistinella provincia di Pescara;

risulta che il Ministro intenda intro-durre una caserma di vigili del fuocovolontari nell’area Vestina, dove le percor-renze dalla sede centrale superano abbon-dantemente i 30 minuti e sono presentinumerosi insediamenti industriali e arti-gianali, nonché un significativo numero diabitanti (circa 30.000);

i vigili del fuoco volontari sono per-sonale non professionista, normalmenteimpiegato nelle aree a bassa densità abi-tativa;

a margine dell’area Vestina è attivoun altro distaccamento volontario a Mon-tesilvano, già inadatto alle esigenze ope-rative della zona tenendo conto che Mon-tesilvano è la quarta città d’Abruzzo con52.000 abitanti;

la vecchia pianta organica prevedevala presenza in zone simili all’area Vestinadi un distaccamento permanente dei vigilidel fuoco operativo 24 ore su 24;

la mancanza di personale professio-nale in simile contesto è seriamente ingrado di mettere a repentaglio la sicurezzapubblica nelle zone menzionate;

a mero esempio delle necessità dellapopolazione, nella notte del 30 marzo2014 i vigili del fuoco del distaccamentovolontario a Montesilvano sono arrivati alcomune di Penne – luogo dell’incendio –dopo 30 minuti dalla chiamata e la tra-gedia è stata evitata per pura fortuna;

i sindacati hanno già chiesto degliincontri al prefetto di Pescara ed ai sin-daci del territorio vestino;

il numero dei vigili del fuoco profes-sionisti andrebbe aumentato, anziché di-minuito –:

se il Ministro sia a conoscenza deifatti di cui in premessa;

se il Ministro, alla luce di un seriopregiudizio per il servizio di soccorso aicittadini e la sicurezza degli stessi ope-ratori, intenda rivalutare attentamentel’opportunità politica di riordino del per-sonale nella provincia di Pescara, aumen-tando invece che diminuendo la piantaorganica stabile nei territori di cui inpremessa. (5-02610)

Interrogazioni a risposta scritta:

NUTI. — Al Ministro dell’interno. — Persapere – premesso che:

la direzione investigativa antimafia èun organo fortemente voluto dal magi-strato Giovanni Falcone al fine di renderepiù efficiente la lotta contro la criminalitàorganizzata di tipo mafioso, istituito, nel-l’ambito del Dipartimento della pubblicasicurezza del Ministero dell’interno, tra-mite il decreto-legge 29 ottobre 1991,n. 345, convertito con modificazioni dallalegge 30 dicembre 1991, n. 410;

l’utilità dell’attività svolta e i risultatiottenuti dalla direzione investigativa anti-mafia nella lotta alla mafia in questi annisono indiscussi ed hanno consentito l’ar-resto di numerosi soggetti e la confisca dibeni per svariati miliardi di euro;

nel corso degli anni, nonostante lanecessità riconosciuta da sempre dallageneralità delle forze politiche di perse-guire in maniera decisa il contrasto allacriminalità organizzata, si è assistito allasistematica riduzione dei fondi destinatialla direzione investigativa antimafia: inaltre parole, ad avviso dell’interrogante, sipuò notare una distanza tra gli annuncipolitici fatti, anche a scopi elettorali, e iprovvedimenti concreti adottati, a partiredallo stanziamento di fondi;

Atti Parlamentari — 12066 — Camera dei Deputati

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si è passati, infatti, dai 28 milioni dieuro stanziati per l’anno 2001, ai 13,5milioni di euro stanziati per l’anno incorso, con una riduzione di oltre il 50 percento, proprio nell’anno decisivo per ilcompletamento delle opere che gravitanoattorno a EXPO Milano 2015, tristementefamose per la contiguità con la criminalitàorganizzata di tipo mafioso, durante ledelicate ricostruzioni post-terremoto inEmilia e in Abruzzo;

questa distanza si rileva anche alivello regionale, come in Sicilia, dove lamafia è radicata nella società ma, al di làdegli annunci politici, non vengono stan-ziati fondi significativi per attuare unareale politica di contrasto: infatti, i fondistanziati dall’Assemblea regionale siciliananella legge finanziaria per il 2014, allocatinei capitoli di bilancio appartenenti al-l’unità previsionale di base « lotta allamafia ed alla criminalità organizzata »,ammontano a solo 154 mila euro, mentrenella legge finanziaria per l’anno 2013ammontavano a circa 1,2 milioni di euro,registrando dunque una riduzione di quasiil 90 per cento;

la cronica mancanza di fondi haportato alla formazione di situazioni pa-radossali come, per esempio, l’impossibi-lità da parte del personale di seguire corsidi aggiornamento oppure partecipare aindagini internazionali, senza contare l’im-possibilità di pagare gli straordinari o lespese relative all’utilizzo dei veicoli;

tra le conseguenze di questi tagli vi èanche l’impossibilità di effettuare intercet-tazioni con risorse proprie e la necessità diutilizzare i servizi che alcune società pri-vate già forniscono ad alcune procuredella Repubblica, le quali procedono poi alpagamento;

ciò ha avuto effetti anche sul « trat-tamento economico accessorio », la cosid-detta indennità di cravatta, un trattamentoeconomico aggiuntivo erogato ai membridella direzione investigativa antimafia invirtù dell’attività da questi svolta: fino al2011 questa spesa era considerata obbli-gatoria, mentre successivamente è stata

tramutata in non obbligatoria e sottopostaalla discrezionalità dell’esecutivo, il qualedeve disporne il pagamento con propriodecreto; inoltre, servirebbero circa 6 mi-lioni di euro all’anno per coprire intera-mente questa spesa quando, ad oggi, èdisponibile solo poco più della metà di talesomma;

la carenza di fondi si è riverberataanche sull’utilizzo delle banche dati, fon-damentali per la lotta alla « Mafia S.p.A. »,in particolar modo in questi mesi in cui sista intensificando il contrasto delle infil-trazioni mafiose negli appalti legati a ExpoMilano 2015: la riduzione degli accessi aqueste banche dati è stata di circa il 50per cento;

un ulteriore problema riguarda lacarenza di personale: per poter operare inmaniera efficiente e completa la direzioneinvestigativa antimafia dovrebbe potercontare su circa 3.000 agenti, mentre at-tualmente dispone solo di 1.300. Inoltre,visti i tagli agli stipendi, molti agentistanno iniziando a chiedere il trasferi-mento ad altri uffici, privando la direzioneinvestigativa antimafia di importanti ri-sorse umane con una fondamentale espe-rienza e conoscenza dei metodi di contra-sto alla criminalità organizzata;

ciononostante, pare che la sede ope-rativa della direzione investigativa antima-fia a Roma, sia in un immobile per ilquale viene corrisposto un canone di lo-cazione di circa 800 mila euro, nonostanteci fosse la possibilità, quando fu siglato ilcontratto, così come riportato da alcuniorgani di stampa, di optare per immobilimeno onerosi o addirittura gratuiti, inquanto posseduti dalla Stato, mentre lastessa sede centrale ha un costo di 17milioni di euro annui;

il Presidente del Consiglio dei mini-stri, Matteo Renzi, ha affermato la propriaintenzione di perseguire la lotta alla mafia,ma, in questo stato, appare ovvio all’in-terrogante che il contrasto alla criminalitàorganizzata sarà ostacolato in manierarilevante dalle difficoltà economiche e or-ganizzative che evidenzia la direzione in-

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vestigativa antimafia consentendo alla ma-fia di radicarsi ancor più sul territorio edi penetrare tanto nell’economia che nelleistituzioni –:

se sia a conoscenza dei fatti sopraesposti e non intenda attivarsi al fine diassicurare sufficienti risorse alla direzioneinvestigativa antimafia;

se non intenda attivarsi al fine digarantire un aumento del personale inmisura pari a quella citata in premessa;

se non intenda attivarsi, per le partidi sua competenza, al fine di garantire lacompleta corresponsione ai membri delladirezione investigativa antimafia del trat-tamento economico accessorio, anche re-perendo ulteriori fondi ove necessario;

quali siano le società private cheforniscono risorse umane e materiali alleprocure della Repubblica, così come alladirezione investigativa antimafia, per losvolgimento di intercettazioni, anche for-nendo la relativa documentazione, e senon intenda vigilare sul loro operato e suiloro assetti proprietari;

se non intenda attivarsi, per le partidi competenza, al fine di promuovere iltrasferimento delle sedi romane della di-rezione investigativa antimafia, e delle al-tre sedi sparse sul resto del territorionazionale, in immobili di proprietà delloStato ovvero confiscati alla criminalitàorganizzata. (4-04461)

PRATAVIERA. — Al Ministro dell’in-terno. — Per sapere – premesso che:

nel pomeriggio dell’8 aprile 2014 èstata notificato ai sindaci di Venezia eMira l’arrivo ad horas di un gruppo di 40migranti irregolari provenienti dalla Sici-lia, probabilmente raccolti in mare dallenavi della Marina militare impegnate nel-l’operazione Mare Nostrum;

i 40 migranti irregolari avrebberodovuto essere ospitati in due appartamentia Mestre e presso l’ostello mirese di Giare;

invece, ben 27 di loro sono riusciti aforzare le portiere del pullman sul qualeviaggiavano e con il quale erano giuntinegli uffici della questura di Marghera perespletare le procedure di riconoscimento,facendo perdere rapidamente le proprietracce;

malgrado un vasto dispiegamento dimezzi delle forze dell’ordine, solo due deifuggiaschi sono stati rintracciati e ricon-dotti in questura;

il pullman era scortato da due soliagenti delle forze dell’ordine, che non sonostati in grado di far fronte all’imprevistaemergenza;

l’esiguità della scorta assegnata alpullman con i 40 migranti, a giudiziodell’interrogante, chiama in causa quantomeno una sottovalutazione del rischio daparte delle competenti autorità del Mini-stero dell’interno –:

quali misure il Governo intenda adot-tare affinché episodi come quello genera-lizzato nella premessa non si ripetano esoprattutto per rimpatriare sollecitamentei migranti clandestini giunti nel nostroPaese, prima che questi si dileguino, elu-dendo i controlli di sicurezza, entrando inclandestinità e venendo infine a gravaresulla società. (4-04462)

* * *

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta scritta:

GHIZZONI e PES. — Al Ministro del-l’istruzione, dell’università e della ricerca. —Per sapere – premesso che:

l’articolo 19, comma 1, della legge 30dicembre 2010, n. 240, ha modificato l’ar-ticolo 4 della legge 3 luglio 1998, n. 210,che regola il dottorato di ricerca nelleuniversità stabilendo in particolare che lesedi e i corsi di dottorato di ricerca

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devono essere previamente accreditati daparte del Ministro dell’istruzione, dell’uni-versità e della ricerca, su parere conformedell’Agenzia nazionale di valutazione delsistema universitario e della ricerca (AN-VUR), e che le modalità di accreditamentosono disciplinate con decreto del Ministro,su proposta dell’ANVUR;

la medesima norma stabilisce altresìche tale decreto ministeriale definisce icriteri e i parametri in base ai quali leuniversità accreditate disciplinano, conproprio regolamento, l’istituzione dei corsidi dottorato di ricerca;

il decreto in parola è stato emanatocome decreto ministeriale 8 febbraio 2013,n. 45;

l’articolo 2, comma 1, del n. 45 deldecreto ministeriale n. 45 del 2013 stabi-lisce che i corsi di dottorato sono attivatiprevio accreditamento concesso dal Mini-stero dell’istruzione, dell’università e dellaricerca, su conforme parere dell’ANVUR,in coerenza con le linee guida condivise alivello europeo, da soggetti che sviluppanouna specifica, ampia, originale, qualificatae continuativa attività, sia didattica che diricerca, adeguatamente riconosciuta a li-vello internazionale nei settori di interesseper il dottorato;

l’articolo 4, comma 1, del decretoministeriale n. 45 del 2013 stabilisce irequisiti necessari per l’accreditamento deicorsi di dottorato, così riassumibili: a) lapresenza di un collegio del dottorato for-mato da almeno sedici docenti apparte-nenti ai settori disciplinari di riferimentodel corso; b) il possesso da parte deimembri del collegio di documentati risul-tati di ricerca di livello internazionale; c)la disponibilità di almeno sei borse distudio per ogni anno del corso di dotto-rato; d) la disponibilità di congrui e stabilifinanziamenti per il funzionamento delcorso di dottorato; e) la disponibilità dispecifiche e qualificate strutture operativee scientifiche per l’attività dei dottorandi;f) la previsione di attività di formazionedisciplinare e interdisciplinare, di perfe-

zionamento linguistico e informatico, divalorizzazione dei risultati della ricerca;

l’articolo 15, comma 2, del decretoministeriale n. 45 del 2013 rinvia l’entratain vigore della procedura di accredita-mento all’anno accademico 2014/15 (XXXciclo);

l’ANVUR ha reso noto il 21 febbraio2014 un proprio documento ufficiale, pe-raltro già modificato, intitolato « L’accre-ditamento dei corsi di dottorato » cheillustra i criteri e gli indicatori approvatidal consiglio direttivo dell’ANVUR perl’accreditamento dei corsi di dottorato delXXX ciclo;

in tale documento l’ANVUR specificacon precisione gli indicatori numerici chesaranno utilizzati per stabilire il possessodei requisiti per l’accreditamento sopracitati, sia per quanto riguarda l’accredita-mento delle sedi (articolo 2, comma 1, deldecreto ministeriale n. 45 del 2013), siaper quanto riguarda l’accreditamento deicorsi di dottorato (articolo 4, comma 1, deldecreto ministeriale n. 45 del 2013);

tra questi indicatori numerici spic-cano quelli, collegati con il criterio cosid-detto A4, relativi alla valutazione dellaqualità della ricerca (VQR) 2004-2010 ap-pena portata a termine dall’ANVUR, le cuisoglie fanno riferimento ai risultati perso-nali della VQR di ciascun componente delcollegio del dottorato anche se calcolatiper i componenti del collegio nel suocomplesso nonostante che la VQR fossecostruita esclusivamente per valutare lestrutture universitarie e non i singoli do-centi;

del medesimo criterio A4 fanno parteanche ulteriori indicatori, le cui sogliefanno invece riferimento alle mediane dasuperare per il conseguimento dell’abilita-zione scientifica nazionale di cui agli al-legati del decreto ministeriale n. 76 del 7giugno 2012, cioè anche in questo caso pertutt’altro obiettivo, comunque riferiti aisingoli membri del collegio del dottorato;

per quanto riguarda il criterio cosid-detto A5, il documento ANVUR indica per

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la prima volta la condizione, sia pure nondirimente per l’accreditamento, che il 75per cento dei posti di dottorato sia copertoda borsa di studio rispetto al tradizionale50 per cento mentre il criterio cosiddettoA6 indica ulteriori necessità di finanzia-mento da parte dell’università per ciascunposto di dottorato oltre alla eventualeborsa di studio;

il Ministro dell’istruzione, dell’univer-sità e della ricerca, con nota del 24 marzo2014 indirizzata ai rettori delle università,ha sostanzialmente fatto proprio il docu-mento dell’ANVUR riportandone i princi-pali contenuti nelle linee guida per l’ac-creditamento delle sedi e dei corsi didottorato allegate alla nota ministeriale;

in tale nota il Ministro correttamenterichiama l’esigenza di semplificare i pro-cessi, di focalizzare l’attenzione sugliaspetti qualificanti, di tener conto dellafattibilità gestionale delle operazioni ri-chieste, nel rispetto dell’autonomia univer-sitaria e limitando la valutazione ex ante dinatura autorizzativa a quanto stretta-mente indispensabile;

il Ministro richiama altresì, positiva-mente, a una particolare cautela nell’im-piego delle cosiddette « mediane » nellavalutazione del collegio del dottorato esoprattutto ritiene essenziale che, qualorala mediana divenga un indicatore deter-minante, la proposta di accreditamentovenga esaminata dettagliatamente in tutti isuoi aspetti;

i tempi per la preparazione delledomande di accreditamento dei propricorsi di dottorato da parte delle universitàper il prossimo anno accademico 2014/15si presentano comunque estremamente ri-stretti mentre il calcolo degli indicatori eil rispetto delle relative soglie si presen-tano come assai difficoltosi e soggetti acritiche di significatività e di esattezza daparte di molti esponenti delle comunitàuniversitarie;

sembra all’interrogante abbastanzacerto che, per come stanno le cose, laprocedura di accreditamento delle sedi e

dei corsi di dottorato sarà molto compli-cata e finirà con l’escludere molte univer-sità e molti docenti dalla possibilità didare un contributo alla formazione dot-torale, certamente cruciale nell’attività diogni università e per lo sviluppo dei ter-ritori e del Paese;

se non ritenga opportuno dare, perl’anno accademico 2014/15, un carattere disperimentalità agli indicatori individuatidall’ANVUR per l’accreditamento dellesedi e dei corsi di dottorato, in modo chele università e i singoli corsi di dottoratopossano esaminare con calma gli eventualipunti di criticità e abbiano il tempo diapportare correttivi alle proprie propostesenza vedersi immediatamente esclusidalla possibilità di partecipare alla forma-zione dottorale per il mancato supera-mento di soglie alquanto discutibili, te-nendo anche conto del grande lavoro dirazionalizzazione compiuto dalle univer-sità con il passaggio generalizzato allaforma dipartimentale prevista dalla leggen. 240 del 2010 e con la forte riduzionedel numero dei corsi di dottorato giàoperata nell’anno accademico 2013/14 peril XXIX ciclo;

se non ritenga opportuno rivedere gliindicatori collegati agli stanziamenti ne-cessari per le borse di studio e per ciascunposto di dottorato, anche senza borsa, inquanto l’aumento improvviso dei costi chene consegue potrebbe portare ad una nettacontrazione dell’intera offerta formativaitaliana nel segmento strategico del dotto-rato di ricerca. (4-04442)

PES. — Al Ministro dell’istruzione, del-l’università e della ricerca. — Per sapere –premesso che:

a seguito della cosiddetta riformaGelmini, nella secondaria di II gradoemerge una notevole frammentazionedella geografia, sia come presenza neicurricula dei vari indirizzi di studi, siacome monte ore totale all’interno del-l’unico corso nel quale è sopravvissuta;

Atti Parlamentari — 12070 — Camera dei Deputati

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nell’istituto tecnico commerciale, da8 ore settimanali, la geografia è stataridotta a 6 ore, subendo l’ulteriore pena-lizzazione di passare da materia di indi-rizzo geografia economica, al triennio, adisciplina generale, geografia, al biennio;

permane, invece, l’insegnamento dellageografia turistica, con un monte ore to-tale di 6 ore settimanali, nel trienniodell’indirizzo turistico;

la geografia scompare anche negliistituti tecnici nautici, dagli istituti profes-sionali per commercio, nei quali era in-segnata come geografia economica, mentrenei bienni dei licei viene accorpata allastoria, divenendo una nuova disciplinastoria e geografia, il cui insegnamento èstato attribuito agli insegnanti di lettere;

le circolari del Ministero dell’istru-zione, dell’università e della ricerca scien-tifica n. 21 del 14 marzo 2011 e la n. 679del 4 maggio 2012 hanno considerato lageografia una disciplina « atipica », da po-ter essere insegnata prioritariamente daidocenti titolari della A039 e in via resi-duale da quelli della A060 – perdentiposto;

la atipicità ha generato, però, unasituazione anomala, tanto che alcune isti-tuzioni scolastiche, nella formazione del-l’organico di diritto, hanno accorpatospezzoni di geografia (A039) e spezzoni discienze (A060), considerando il totale dellestesse unicamente come facenti parte dellaclasse di concorso A060, tuttavia, gene-rando un’ingiustizia a scapito dei docentidi geografia e una soluzione disperata perfronteggiare situazioni di esubero dellaclasse A060;

fino al 2010, primo anno del riordinodella riforma Gelmini i docenti in possessodell’abilitazione A060, scienze naturali,chimica, geografia e microbiologia, in baseal decreto ministeriale 39 del 1998 inse-gnavano in tutti gli indirizzi della scuolasecondaria superiore;

con i cambiamenti dei quadri orari edelle classi di concorso, la A060 è diven-tata « A-46 scienze naturali chimiche bio-

logiche » e i docenti possono continuare ainsegnare chimica in tutti i corsi dei licei,ma non nel biennio dei tecnici e deiprofessionali, perché gli insegnamenti dichimica e di fisica (scienze integrate) nonsono stati attribuiti alla classe di concorsoA060 ma alle classi A013 e A038;

a seguito della riforma suddetta e delriordino delle classi di concorso, i docentiappartenenti alla A060 sono diventati so-prannumerari –:

se il Ministro non ritenga opportuno,in questa fase di passaggio da vecchieabilitazioni a nuove, salvaguardare « adesaurimento » i docenti in possesso dellevecchie abilitazioni, anche in considera-zione che l’assunzione di supplenti o ad-dirittura l’immissione in ruolo di nuovidocenti, non solo è lesivo della professio-nalità e dell’esperienza acquisita da tantidocenti, ma crea maggior aggravi all’erariodello Stato;

se il Ministro possa considerare cheai docenti suddetti per poter insegnare inun determinato ambito viene richiesto ericonosciuto un titolo abilitante che nonpuò successivamente essere revocato e nonsi possono ridurre le attività che sono statericonosciute in virtù di esso. (4-04445)

MAZZOLI e TERROSI. — Al Ministrodell’istruzione, dell’università e della ri-cerca. — Per sapere – premesso che:

nella scuola secondaria di primogrado è presente l’insegnamento di« Scienze matematiche, chimiche, fisiche enaturali », noto come « matematica » e in-dividuato nella « classe di concorso » per idocenti con il codice alfa-numerico A059;

ai sensi del decreto ministeriale n. 22del 9 febbraio 2005, ha titolo ad insegnarenella classe di concorso A059, senza alcuncondizionamento relativamente al per-corso universitario sostenuto, chi è inpossesso delle seguenti Lauree specialisti-che (LS):

Scienze geologiche, codice « LS86 »;

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Scienze e tecnologia per l’ambienteed il territorio, codice « LS 82 »;

Biologia, codice « LS 6 »;

Scienze e tecnologie dei sistemi dinavigazione, codice « LS 80 »;

Scienze e tecnologie agrozootecni-che, codice « LS 79 »;

Scienze e tecnologie agrarie, codice« LS 77 »;

Scienze della natura, codice « LS68 »;

Scienze dell’universo, codice « LS66 »;

Scienze chimiche, codice « LS 62 »;

Scienza e ingegneria dei materiali,codice « LS 61 »;

Matematica, codice LS 45;

Fisica, codice LS 20;

il DDG n. 82 del 24 settembre 2012riporta i requisiti di ammissione per con-corsi a posti e cattedre finalizzati al re-clutamento del personale docente nellescuole dell’infanzia, primaria, secondariadi I e II grado;

le singole lauree specialistiche men-zionate hanno una copertura parziale ri-spetto ai contenuti richiesti per l’insegna-mento della matematica. In particolare siosserva che gli argomenti di matematicarichiesti per la A059 sono gli stessi dellaclasse di concorso A047;

da un’analisi comparata si riscontrache la laurea specialistica in ingegneriaambientale e del territorio (classificata conil codice alfa-numerico LS 38 nel decretoministeriale 22 del 9 febbraio 2005) pos-siede la maggior copertura dei programmidi studio della A059 ma, ingiustamente,non è ancora stata inserita in tale classe diconcorso;

si fa presente che la laurea speciali-stica 38/S ingegneria per l’ambiente ed il

territorio ai sensi del D.I. 9 luglio 2009,viene denominata Laurea magistrale inge-gneria per l’ambiente ed il territorioLM-35 e Laurea magistrale in ingegneriadella sicurezza LM-26;

appurata l’illogicità e l’innaturalezzadella non presenza degli ingegneri di am-biente e territorio nella classe di concorsod’insegnamento A059, si rappresenta lanecessità di provvedere concretamente aun problema reale già sollevato in variesedi ma non ancora risolto;

occorre dare l’opportunità ai discentidella scuola media di disporre di docenticon competenze più estese;

quindi è doveroso riconoscere undiritto alla docenza ai laureati che hannosostenuto esami significativi quali: « Ana-lisi matematica 1 », « Analisi matematica2 », « Geometria », « Calcolo numerico eprogrammazione », « Fisica generale 1 »;« Fisica generale 2 », « Fisica tecnica »,« Chimica », « Meccanica razionale »,« Geologia », « Geotecnica », « Elementi dimicrobiologia organica », « Biochimica », ealtro –:

se il Ministro interrogato intenda in-cludere, senza condizionamenti, la laureaspecialistica in « Ingegneria per l’ambienteed il territorio » tra le lauree che dannotitolo all’insegnamento per la classe A059.

(4-04449)

FANUCCI. — Al Ministro dell’istruzione,dell’università e della ricerca. — Per sapere– premesso che:

la cooperativa Don Ferruccio Bianchida circa quindici anni gestisce, nel comunedi Agliana, istituto paritario Casa degliAngeli Custodi esistente dal 1929;

a causa del mancato saldo dei con-tributi statali, relativi ancora all’anno sco-lastico 2012-2013, tale istituto verte ingravi condizioni economiche, a causa dellequali i lavoratori, dall’inizio dell’anno se-

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guente non hanno percepito, nella giustacadenza mensile, la propria retribu-zione –:

se il Ministro interrogato non intendaverificare le motivazioni del mancato saldodei contributi spettanti all’istituto paritarioCasa degli Angeli Custodi di Agliana agaranzia degli studenti, delle famiglie e deilavoratori. (4-04457)

* * *

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:

GRIMOLDI. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

come è noto, il decreto legislativon. 502 del 1992 (cosiddetto RiformaAmato) ha elevato a decorrere dal 1o

gennaio 1993 il requisito contributivo mi-nimo da 15 a 20 anni per il perfeziona-mento del diritto alla pensione di vec-chiaia;

lo stesso decreto legislativo n. 502/1993, all’articolo 2, comma 3, ha indivi-duato particolari categorie di lavoratoridipendenti ed autonomi che possono ac-cedere, in deroga all’elevazione del requi-sito minimo contributivo, alla pensione divecchiaia in presenza di un’anzianità con-tributiva minima di 15 anni anziché 20 edal perfezionamento dell’età pensionabileprevista per la generalità dei lavoratori;

tali categorie, salvaguardate dalla Ri-forma Amato, hanno rischiato di esserecolpite dalla Riforma Fornero, che haalzato il minimo contributivo a 20 anni,impedendo la posteriorità dei contributiversati preventivamente all’avvento dellariforma Amato;

il Governo Letta in carica al mo-mento dell’esplosione del caso dei contri-buti silenti, dopo quello degli esodati, hacercato di rimediare anche a questo errore

della Fornero, salvaguardando l’accessopensionistico ai cosiddetti « quindicenni »;

tale salvaguardia trova confermanella circolare Inps n. 16 del 1o febbraio2013, con la quale l’istituto chiarisce che:« in esito ad approfondimenti effettuati alriguardo di concerto con i Ministeri vigi-lanti, si è pervenuti alla considerazioneche le disposizioni di cui all’articolo 2,comma 3, del decreto legislativo n. 503 del1992 operano anche a seguito dell’entratain vigore della legge n. 214 del 2011, inquanto dette norme non risultano espres-samente abrogate dall’articolo 24 più voltecitato »;

nello specifico, a partire dal primogennaio 2013, i contribuenti coinvolti nelcampo individuato dalla circolare, po-tranno accedere al trattamento con 15anni di contributi entro il 1992, quandoavranno compiuto 62 anni e 3 mesi (la-voratrici dipendenti), 63 anni e 9 mesi(autonome), 66 anni e 3 mesi (lavoratoridipendenti, autonomi e pubblici);

tali interventi, tuttavia, non risolvonola vera e propria problematica cosiddettadelle « donne silenti », cioè di quelle lavo-ratrici nate tra il 1940 e il 1955 che permotivi di maternità o cure familiari ave-vano lasciato il lavoro e pertanto alla datadel 31 dicembre 1992 non avevano rag-giunto il periodo minimo di contribuzionepari a 15 anni, ma che comunque vanta-vano almeno 10 anni di contribuzione alregime obbligatorio di appartenenza;

si ritiene infatti che tali donne, qua-lora non siano titolari di altre prestazionidi natura previdenziale o assistenziale,abbiano comunque (diritto a vedersi rico-nosciuti i dieci anni di contribuzione ver-sata –:

se non ritenga opportuno emanareprovvedimenti di propria competenza attial riconoscimento, in favore delle lavora-trici nate tra il 1940 ed il 1955 che alla datadel 31 dicembre 1992 abbiano raggiunto ilrequisito contributivo minimo di dieci anni,della facoltà di richiedere all’ente previden-ziale al quale risultano iscritte la restitu-

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zione dei contributi versati, rivalutati altasso di inflazione, o comunque a prevedereuna maggiorazione della pensione minimain proporzione al numero delle annualitàcontributive. (4-04441)

LOMBARDI e BALDASSARRE. — AlMinistro del lavoro e delle politiche sociali.— Per sapere – premesso che:

il Consiglio di Stato su un ricorsod’urgenza presentato da un inquilino il 15gennaio 2014 è intervenuto con una ordi-nanza (n. 103 del 2014) che ha di fattodichiarato illegittima la procedura di con-ferimento del patrimonio immobiliaredella cassa nazionale previdenza ragio-nieri; il Consiglio di Stato ha statuito cheil patrimonio immobiliare della cassa na-zionale di previdenza dei ragionieri è pub-blico, indipendentemente dallo schemagiuridico adottato per il conferimento adun altro soggetto incaricato della dismis-sione degli immobili;

in particolare il Consiglio di Statocosì argomenta: « ...sembra, altresì, con-vincente, in questo primo esame prelimi-nare, l’argomentazione della parte appel-lata secondo cui la scelta di utilizzare unamodalità di vendita non possa essere diper se in grado di mutare la naturagiuridica dell’operazione di dismissione inuna vendita tra privati, con inevitabiliripercussioni sul regime giuridico da ap-plicare in materia di dismissione del pa-trimonio pubblico... »;

l’alienazione del patrimonio di Cassanazionale dei ragionieri, anche in base aldisposto dell’ordinanza, doveva e deve av-venire nel rispetto delle disposizioni det-tate in tema di dismissioni dal decretolegislativo n. 104 del 1996 e non seguendola strada della vendita tra privati inveceintentata dalle parti convenute. La proce-dura di vendita degli immobili della cassaragionieri è stata, invece, intrapresa par-tendo da un presupposto completamenteerrato e contrario rispetto a quanto deli-berato dal Consiglio di Stato. Cassa na-zionale dei ragionieri, infatti, nell’atto di

conferimento del 21 dicembre 2011, di-chiara che: « ...ai sensi del comma 38dell’articolo della legge 243 del 2004, ladisciplina afferente alla gestione dei beni,....contenuta nel decreto legislativo n. 104del 1996, non trova quindi applicazione,essendo la cassa un ente privatizzato aisensi del decreto legislativo n. 509 del1994... »;

il grossolano errore in cui è caduta lacassa nazionale dei ragionieri in sede distipula dell’atto di conferimento del 21dicembre 2011 è stato ritenere che: « ...laprospettata operazione di apporto non haimpatto sui saldi strutturali di finanzapubblica e dunque non è ricompresa traquelle per le quali l’articolo 8 comma 15del citato decreto-legge 78 del 2010 con-vertito in legge n. 122 del 2010 prevede laverifica ministeriale da attuarsi con de-creto; poiché la prospettata operazione disottoscrizione di quote mediante apportodeve quindi intendersi ricompresa traquelle di cui all’allegato A del decretoministeriale del 10 novembre 2010, CNPRin data 6 ottobre 2011 ha nuovamente epiù specificatamente comunicato ad en-trambi i citati ministeri a mezzo di lettereraccomandate a/r anticipate via fax, laoperazione di apporto ai sensi dell’articolo2 del decreto ministeriale del 10 novembre2010 comma 3 ultimo periodo; il Ministerodell’Economia e delle Finanze ed il Mini-stero del Lavoro e delle Politiche Sociali,sempre ai sensi dell’articolo 2 del decretoministeriale 10 novembre 2010 comma 3ultimo periodo, non hanno formulato os-servazioni nei trenta giorni successivi allaultima citata comunicazione (...) »;

come già largamente spiegato lacassa, per poter procedere ad una regolaredismissione del proprio patrimonio immo-biliare, avrebbe dovuto attenersi alle lineeguida dettate dal decreto-legge n. 78 del2010 convertito con modificazioni dallalegge n. 122 del 2010. L’articolo 8, comma,15 della legge n. 122 del 2010 prevede,infatti, che: « Le operazioni di acquisto evendita di immobili da parte degli entipubblici e privati che gestiscono formeobbligatorie di assistenza e previdenza,

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nonché le operazioni di utilizzo, da partedegli stessi enti, delle somme rivenientidall’alienazione degli immobili o dellequote di fondi immobiliari, sono subordi-nate alla verifica del rispetto dei saldistrutturali di finanza pubblica da attuarsicon decreto di natura non regolamentaredel Ministro dell’economia e delle finanze,di concerto con il Ministro del lavoro edelle politiche sociali »;

il conferimento patrimoniale effet-tuato con atto notarile del 21 dicembre2011 avrebbe dovuto, pertanto, essere sot-toposto all’autorizzazione del Ministro del-l’economia e delle finanze, di concerto conil Ministro del lavoro e delle politichesociali da autorizzarsi con decreto inter-ministeriale così come prevede l’articolo 8,comma 15, del decreto-legge n. 78 del2010 della legge n. 122 del 2010. Ciò nonè avvenuto perché le parti convenute, insede di stipula dell’atto di apporto, hannodichiarato delle cose in modo da arginarela legge e trovare nel decreto ministerialedel 10 novembre 2010 con un escamotageche permettesse loro di non ricorrereall’autorizzazione dei due Ministeripoc’anzi nominati. L’articolo 2, comma 3,del decreto ministeriale del 10 novembre2010 invero, statuisce che: « ...L’efficaciadei singoli piani è subordinata alla verificadel rispetto dei saldi strutturali di finanzapubblica, da effettuarsi con decreto delMinistro dell’economia e delle finanze diconcerto con il Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali, di cui all’articolo 8,comma 15, del decreto-legge 31 maggio2010, n. 78, convertito, con modificazioni,nella legge 30 luglio 2010, n. 122, daadottarsi entro trenta giorni dalla presen-tazione dei piani, salvo per le operazionidi cui all’allegato A che, non avendoimpatto sui saldi strutturali di finanzapubblica, potranno essere poste in esseretrascorsi trenta giorni dalla comunica-zione senza che i Ministeri vigilanti ab-biano formulato osservazioni (...) »;

nell’allegato A viene previsto che:« ...Operazioni che non hanno impatto suisaldi strutturali di finanza pubblica: sot-toscrizione di titoli pubblici utilizzando

somme rivenienti dalla vendita di immo-bili; sottoscrizione di quote di fondi im-mobiliari o costituzione di fondi immobi-liari di natura privata utilizzando sommerivenienti dalla vendita di immobili o dallequote di fondi immobiliari costituiti anchemediante apporto di immobili, in quantotrattasi di vendite immobiliari indi-rette... ». Detto allegato A individua, per-tanto, specifiche ipotesi di operazioni che,non avendo impatto sui saldi strutturali difinanza pubblica, non necessitano dellaverifica da effettuarsi con decreto dei dueministeri;

la cassa ragionieri non poteva avva-lersi del decreto ministeriale in questionein primo luogo l’operazione di conferi-mento di cui si discute è stata effettuatacon un controvalore di 436.250.000 eurorappresentato dall’emissione di quoteemesse da Banca nazionale Paribas infavore dell’apportante. Questa importan-tissima somma di denaro è stata necessa-riamente inserita nel bilancio della cassa eciò non può non aver influito sui saldistrutturali di finanza pubblica visto che lacassa è inserita nell’elenco ISTAT, cosìcome contrariamente riportato da cassaragionieri nell’atto pubblico di apporto del21 dicembre 2011. Inoltre, la Cassa na-zionale dei ragionieri ha tentato di soste-nere del fatto che l’atto di apporto del 21dicembre 2011 è valido ed efficace poiché« la costituzione di fondi immobiliari dinatura privata utilizzando somme rive-nienti dalla vendita di immobili o dallequote di fondi immobiliari costituiti anchemediante apporto di immobili, in quantotrattasi di vendite immobiliari indirette »rientra tra le operazioni individuate nel-l’allegato A;

se questo è vero, ciò che non hannointeso Cassa nazionale dei ragionieri è chel’atto notarile contestato non era destinatoalla costituzione del Fondo Scoiattolo, maal trasferimento ad esso della piena pro-prietà degli immobili di cassa nazionaledei ragionieri e tale operazione non ècontemplata tra quelle elencate nell’alle-gato A del decreto ministeriale del 10novembre 2010. Inoltre, ad avallare la tesi

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è intervenuto il Consiglio di Stato con larecentissima ordinanza n. 00103/2014emessa nell’ambito di un procedimentointentato proprio contro cassa nazionaledei ragionieri;

il Consiglio di Stato ha statuito che ilpatrimonio immobiliare della cassa nazio-nale di previdenza dei ragionieri è pub-blico, indipendentemente dallo schemagiuridico adottato per il conferimento adun altro soggetto incaricato della dismis-sione degli immobili. Il Consiglio di Statoha, altresì, deliberato che, in virtù dellanatura pubblica della cassa, le operazionidi vendita degli immobili della cassa na-zionale dei ragionieri devono avvenire se-guendo le normative vigenti, che consen-tono ai conduttori la possibilità di avva-lersi del diritto di prelazione, nonché di unprezzo agevolato per l’acquisto della casa.Sostanzialmente i giudici hanno sancitoche servirsi di uno strumento privatistico,quale il Fondo comune di investimento,non è di per sé idoneo e sufficiente amutare la natura pubblica di una dismis-sione di immobili effettuate da un enteprevidenziale inserito nel conto economicodello Stato;

non da ultimo, si torna ad insisteresul fatto che, il decreto interministeriale inoggetto non può contrastare il contenutodel decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78con cui il legislatore ha introdotto il ne-cessario intervento autorizzativo dei dueMinisteri perché trattasi di norma succes-siva di grado inferiore;

la Banca nazionale Paribas che avevaricevuto l’apporto del patrimonio immo-biliare dalla cassa ragionieri, nell’inviare leproposte di vendita, non aveva garantitoagli inquilini il riconoscimento del dirittodi prelazione e senza le agevolazioni delprezzo dell’immobile offerto dalla pro-prietà come avviene per gli enti pubblici.Quindi nel timore che le abitazioni potes-sero essere vendute a terzi senza questovincolo, i giudici di Palazzo Spada hannoaccolto la richiesta di sospensiva dell’in-quilino in attesa di un nuovo pronuncia-mento del Tar del Lazio a suo tempo aditocon altro ricorso d’urgenza;

è bene ricordare che la Cassa nazio-nale previdenza ragionieri ha apportatoalla Banca nazionale Paribas « FondoScoiattolo » tutto il proprio patrimonioimmobiliare composto da 38 immobilisparsi per tutta Italia di cui 19 a Roma,con l’impegno che le abitazioni sarebberostate vendute agli inquilini considerandoanche la vetustà. L’operazione di dismis-sione del patrimonio immobiliare è partitanel novembre 2012 con l’invio agli inqui-lini dei primi protocolli di vendita incontrasto con quanto affermato nella re-cente ordinanza del Consiglio di Stato.Inizialmente dalle notizie riportate dagliorgani di stampa e dalle interviste rila-sciate dal presidente della cassa ragionieri,ragionier Paolo Saltarelli, risultava che ledismissioni di questi immobili stavano av-venendo con successo e che molti inquiliniavevano già aderito favorevolmente all’ac-quisto dell’immobile da loro occupato;

dopo circa un anno e mezzo dall’ini-zio delle dismissioni si viene a scopriresempre sul sito online della cassa, dallostesso presidente, che « il processo di ces-sione degli appartamenti procede lenta-mente e con difficoltà generale soprattuttodal contesto economico-finanziario »;

l’alienazione delle case di proprietàdelle casse previdenziali privatizzate –come quella dei ragionieri – alla luce dellaposizione dei giudici del Consiglio di Statodeve avvenire alle medesime condizionifissata per gli enti di previdenza pubblici.Se i prezzi proposti risultassero quellistabiliti in base al decreto legislativon. 104 del 1996, molti inquilini sarebberoin condizione di acquistare gli immobilioccupati. Anche per questa ragione sonoin corso decine di ricorsi presso tribunaliper contestare l’illegittimità della proce-dura adottata nella vendita del patrimonioimmobiliare di cassa ragionieri che po-trebbero danneggiare gli iscritti dellecasse –:

quanti appartamenti siano stati og-getto di atto di vendita dall’inizio delledismissioni;

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quanti appartamenti del patrimo-nio di cassa ragionieri siano attualmentesfitti e privi di reddito;

quali siano i criteri utilizzati dallacassa per quantificare i prezzi dei singoliappartamenti proposti in vendita e se talicriteri siano in linea con i criteri affermatinell’ordinanza del Consiglio di Stato;

quali iniziative intenda adottare ilMinistro per assicurare la pensione aglioltre 30 mila iscritti della cassa ragionieriaffinché trovi applicazione alla dismis-sione del patrimonio immobiliare la pro-cedura così come delineata dal Consigliodi Stato nell’ordinanza n. 8826/2014 ondeevitare ripercussioni sulle pensioni degliiscritti della cassa. (4-04464)

GRIMOLDI. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali, al Ministro dellosviluppo economico. — Per sapere – pre-messo che:

già con atto di sindacato ispettivon. 4-02621 l’interrogante richiamava l’at-tenzione del Governo sulla vicenda Mi-cron, multinazionale americana leader nelsettore della microelettronica che occupain Italia 1.028 dipendenti;

da mesi i lavoratori dei siti di AgrateBrianza, Vimercate, Arzano e Avezzanosono in stato di agitazione per i licenzia-menti annunciati dalla multinazionaleamericana;

con il predetto atto l’interroganteevidenziava come il settore della microe-lettronica è strategico per il Paese; per-tanto le eventuali strategie di ridimensio-namento della Micron in Italia avrebberoun forte impatto sull’economia, con par-ticolare riferimento ai territori locali cheverrebbero privati di un importante ba-cino di ricchezza e di occupazione;

in sede di risposta, in data 7 aprile2014, il sottosegretario allo sviluppo eco-nomico, De Vincenti, dichiarava che« l’obiettivo, promosso dal Ministero dellosviluppo economico, è quello di arrivarein tempi brevi a un accordo definitivo

che possa salvaguardare al meglio l’im-portantissima realtà rappresentata da Mi-cron per il Paese » ricordando che « du-rante l’ultimo incontro, tenutosi in data7 marzo 2014, si sono registrati alcunipassi avanti in merito alle problematichegià esposte. I vertici aziendali hanno,infatti, assicurato la volontà della societàdi restare in Italia, si sono mostratipropensi a ricorrere agli ammortizzatorisociali e agli incentivi all’esodo, a ridi-scutere il numero degli esuberi e a la-vorare a un piano industriale che possarealmente garantire un futuro produttivoe occupazionale ai siti italiani »;

purtroppo risulta all’interrogante chela società abbia intenzione di voler pro-cedere con il suo piano di ristrutturazione,che prevede proposte di trasferimentoprive di volontarietà dei lavoratori inte-ressati, il che equivarrebbe, a giudiziodegli interroganti, licenziamenti masche-rati;

in particolare sembrerebbe che l’ul-tima proposta dei dirigenti Micron con-templi: 62 posizioni all’estero; 40 posizioniriallocati in Italia; 85 posizioni riallocatiall’interno della stessa sede; 14 posizionigià trasferiti; 6 dimessi; Cassa integrazioneper 12 mesi con integrazione dello stipen-dio senza rotazione; buonuscita di 24mensilità, compreso preavviso, a scalare;

ancora una volta si assiste ad unamultinazionale che si appropria dei pro-dotti, brevetti e clienti italiani per gettarevia il capitale umano e con esso le pro-fessionalità e le capacità dei nostri lavo-ratori –:

se il Governo non ritenga di inter-venire urgentemente con tutti gli stru-menti a disposizione, anche in termini dimoral suasion, perché la trattativa possaaddivenire ad una soluzione che salva-guardi i livelli occupazionali nei siti ita-liani e l’importante realtà industriale chel’azienda rappresenta nel nostro territo-rio, non essendo concepibile cheun’azienda come la Micron, con un fat-turato in attivo di quattro miliardi di

Atti Parlamentari — 12077 — Camera dei Deputati

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dollari e che ha persino ricorso a finan-ziamenti statali, oggi intenda liberarsi deilavoratori italiani. (4-04467)

* * *

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARIE FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

MONGIELLO, OLIVERIO, ANTEZZA,COVELLO, COVA, ZANIN e VALIANTE. —Al Ministro delle politiche agricole alimen-tari e forestali. — Per sapere – premessoche:

nei giorni scorsi la Commissione eu-ropea ha pubblicato il regolamento (UE)n. 323/2014, del 28 marzo 2014, che mo-difica gli allegati I e II del regolamento(CE) n. 669/2009 recante modalità di ap-plicazione del regolamento (CE) n. 882/2004 del Parlamento europeo e del Con-siglio, relativo al livello accresciuto dicontrolli ufficiali sulle importazioni di al-cuni mangimi e alimenti di origine nonanimale;

in particolare, il citato regolamentoUe n. 323/2014 introduce nuove misureper le partite di foglie di betel originariedell’India e della Thailandia, per gli enzimioriginari dell’India, per le arachidi e per iprodotti derivati originari del Sudan e perle foglie di vite originarie della Turchia;infatti, al riguardo le fonti d’informazioneindicano l’emergere di nuovi rischi cherichiedono opportuno inserire nell’elencole voci relative a tali partite;

nel medesimo regolamento, inoltre,figurano tutta una serie di matrici alimen-tari « a rischio » durante le importazioni, eche necessitano di un livello accresciuto dicontrolli; alcune di queste voci, relative adalimenti « a rischio », sono: le fragole pro-venienti dalla Cina (contenenti tracce dinorovirus ed epatite A), le arance e ipeperoni provenienti dall’Egitto (conte-nenti residui di antiparassitari), i peperon-cini, il curry e le noci moscate provenienti

dall’India e le arachidi del Sudan (conte-nenti aflatossine), il coriandolo, il basilicoe la menta provenienti dalla Thailandia(per tracce di salmonella);

il regolamento di esecuzione (CE)n. 882/2004, di cui il regolamento 669/2009 ne costituisce l’applicazione, stabili-sce un quadro armonizzato di regole ge-nerali per l’organizzazione di controlliufficiali a livello comunitario, tra cui icontrolli ufficiali sull’introduzione deimangimi e degli alimenti provenienti dapaesi terzi;

i controlli ufficiali e gli strumentilegislativi per ottimizzarne l’efficacia sonoelementi fondamentali per assicurare lasicurezza della catena alimentare del-l’Unione europea. Essi consentono alleautorità competenti di fare controlli inbase al rischio, di identificare le carenze edi affrontarle in modo tempestivo. Questicontrolli forniscono inoltre alle autoritàcompetenti una panoramica utile sullasituazione riguardante la sicurezza ali-mentare e la sanità;

la Commissione agricoltura della Ca-mera dei deputati ha iniziato l’esame dellaproposta di legge per la valorizzazione deiprodotti alimentari a chilometro zero chepromuove l’agricoltura legata al territorio,alla stagionalità dei prodotti, alla sanaalimentazione e ai mercati locali, rispet-tando l’ambiente e sostenendo la qualitàitaliana nei prodotti agricoli;

il nostro Paese dal punto di vistadella produzione agroalimentare si carat-terizza per le sue eccellenze in termini dimaggior valore aggiunto per ettaro inEuropa, per un alto livello di sicurezza eper un efficace sistema dei controlli ali-mentari, La crescita costante dell’exporttestimonia l’indiscutibile ruolo dell’agroa-limentare del nostro Paese e del valoreattribuito al marchio made in Italy qualeleva esclusiva per una competitività « adalto valore aggiunto » e per lo svilupposostenibile del Paese;

sulla base dei dati dell’Agenzia euro-pea per la sicurezza alimentare – Efsa –

Atti Parlamentari — 12078 — Camera dei Deputati

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l’Italia è prima, nel mondo, in termini disicurezza alimentare, con oltre un milionedi controlli l’anno, il minor numero diprodotti agroalimentari con residui chi-mici oltre il limite (0,3 per cento), con unvalore inferiore di cinque volte rispetto aquelli della media europea (1,5 per centodi irregolarità) e addirittura di 26 volterispetto a quelli extracomunitari (7,9 percento di irregolarità);

la libera circolazione di alimenti si-curi e sani è un aspetto fondamentale delmercato interno, ma, sempre più spesso, lasalute dei consumatori e la corretta ali-mentazione appaiono compromesse dacibi anonimi, con scarse qualità nutrizio-nali, o addizionati, e di origine per lo piùsconosciuta;

negli ultimi anni sono cresciute leimportazioni di prodotti agroalimentariprovenienti da Paesi europei ed extraco-munitari e l’attenzione posta dalla Com-missione europea al tema dell’aggiorna-mento continuo dei controlli ufficiali sulleimportazioni di alcuni mangimi e alimentidi origine non animale va nella direzionedella tutela massima della salute dei con-sumatori e della difesa dei prodotti cheoffrono le massime garanzie;

il codice del consumo di cui al de-creto legislativo n. 206 del 2005, rece-pendo la disciplina comunitaria in mate-ria, attribuisce ai consumatori ed agliutenti i diritti alla tutela della salute, allasicurezza ed alla qualità dei prodotti, adun’adeguata informazione e ad una pub-blicità veritiera, all’esercizio delle pratichecommerciali secondo principi di buonafede, correttezza e lealtà, all’educazione alconsumo e alla trasparenza ed all’equitànei rapporti contrattuali;

la difesa del made in Italy passaattraverso un quadro legislativo chiaro,preciso e univoco; il Parlamento il 3 feb-braio 2011 ha approvato la legge n. 4recante « Disposizioni in materia di eti-chettatura e di qualità dei prodotti ali-mentari », al fine di rendere immediata-mente applicabile la normativa sull’indi-cazione obbligatoria della provenienza de-

gli alimenti in etichetta, tuttavia a distanzadi tre anni mancano ancora i decretiministeriali di attuazione dell’articolo 4della legge in commento, con il risultatoche molti dei prodotti presenti sugli scaf-fali dei negozi siano fatti con ingredientiche non sono italiani;

il comma 356 dell’articolo 2 dellalegge 24 dicembre 2007, n. 244, e succes-sive modificazioni e integrazioni, ha pre-visto l’istituzione dell’Agenzia nazionaleper la sicurezza alimentare a Foggia; talenorma prevedeva l’adozione di un succes-sivo decreto del Presidente del Consigliodei ministri per definire l’organizzazione,il funzionamento e l’amministrazione del-l’Agenzia medesima; tale provvedimentonon è mai stato adottato, rendendo l’Agen-zia in questione impossibilitata ad eserci-tare i propri indirizzi di vigilanza, diprevenzione e di valutazione del rischiosugli alimenti –:

quali iniziative intenda intraprendereper la promozione e la diffusione in Italiae all’estero dei prodotti agroalimentariitaliani, alla luce dei dati dell’Agenziaeuropea per la sicurezza alimentare –Efsa che evidenzia come la qualità deiprodotti made in Italy risulti al primoposto nel mondo in termini di sicurezzaalimentare;

se non ritenga di attivarsi al fine direndere immediatamente, operatival’Agenzia nazionale per la sicurezza ali-mentare con sede a Foggia, affidandogli ilruolo di coordinamento di tutti gli inter-venti che attualmente fanno capo a variotitolo ai Ministeri delle politiche agricolealimentari e forestali e della salute e alleregioni, al fine di offrire idonee garanzie aiconsumatori e per tutelare l’industriaagroalimentare italiana;

se alla luce dell’intesa raggiuntanella seduta del 13 marzo 2014, dallaConferenza Stato regioni sullo schema didecreto del Ministro delle politiche agri-cole alimentari e forestali di attuazionedell’articolo 2, comma 6, della legge 3febbraio 2011, n. 4 recante « Disposizioniin materia di etichettatura e di qualità

Atti Parlamentari — 12079 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

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dei prodotti alimentari », che disciplina ilsistema di qualità nazionale di produ-zione integrata, i Ministri interrogati nonintendano accelerare l’approvazione deidecreti ministeriali attuativi della legge inquestione;

quali iniziative intenda intraprendereaffinché in Italia si possano fornire ai con-sumatori i dati e le informazioni relative aiprodotti agroalimentari ed alle materieprime alimentari importate, con partico-lare riferimento alla sicurezza alimentare,alla qualità e all’igiene degli alimenti, sulrispetto della sicurezza nelle fasi della pro-duzione, al fine di garantire la sicurezzaalimentare nel nostro Paese e la tutela dellasalute dei cittadini. (5-02615)

Interrogazione a risposta scritta:

GAGNARLI, L’ABBATE, GALLINELLA,BENEDETTI e MASSIMILIANO BERNINI.— Al Ministro delle politiche agricole ali-mentari e forestali. — Per sapere – pre-messo che:

il 1o aprile 2014, la XIII Commissioneagricoltura della Camera ha approvatouna risoluzione unitaria (n. 8-00048 Ga-gnarli) riguardante iniziative per fronteg-giare la crisi della filiera cunicola;

l’impegno principale preso dal Go-verno attraverso questo importante attoparlamentare è quello di dare piena at-tuazione al piano di interventi per ilsettore cunicolo, previsto dall’accordo con-cluso il 29 aprile 2010 in sede di Confe-renza Stato-regioni;

la risoluzione prevede, tra l’altro ilmonitoraggio del settore, la ricerca ditrasparenza delle informazioni e tutela delmade in Italy, l’intervento nelle competentisedi europee per procedere ad un sistemadi etichettatura efficace, il rafforzamentodell’attività di repressione delle frodi siaall’interno del mercato nazionale che infase di import/export;

è evidente che per dare attuazione aqualsiasi iniziativa volta alla tutela di un

settore è importante, quale base di par-tenza, conoscere i numeri e la portata diquel settore sul mercato;

l’ultimo rapporto del Ministero dellepolitiche agricole alimentari e forestali« Report statistico sulla coniglicoltura »,elaborato da ISMEA, risale al 2008 –:

se non intenda, anche per dare pienaed immediata attuazione agli impegni pre-visti alla risoluzione suddetta, assumereiniziative per l’aggiornamento di tutti idati presenti nel « Report statistico sullaconiglicoltura » elaborato da ISMEA e ri-salente a sei anni fa. (4-04454)

* * *

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:

FABRIZIO DI STEFANO e RICCARDOGALLO. — Al Ministro della salute. — Persapere – premesso che:

si apprende dagli organi di stampanazionali ed internazionali che un’epide-mia di Ebola sta interessando l’Africa e inparticolare la Nuova Guinea;

da gennaio la Guinea è vittima di unaseria epidemia di febbre Ebola che ha giàfatto 78 vittime su 122 casi sospetti, se-condo la onlus Medici senza frontiere sitratta di una « epidemia senza precedenti »nell’Africa dell’ovest per il virus Ebola,molto contagioso e spesso mortale;

diversi paesi africani, in primis, ilMarocco ha deciso di rafforzare il con-trollo sanitario alle frontiere, in partico-lare all’aeroporto di Casablanca, princi-pale piattaforma aeroportuale dell’Africadel Nord, per impedire l’ingresso del virusproveniente dalla Guinea;

anche in Europa sono scattate misured’emergenza. Il codice rosso è scattatonegli aeroporti di Parigi, Bruxelles, Ma-drid, Francoforte e Lisbona, ovvero i prin-cipali scali dei voli provenienti dal conti-nente africano. I controlli sono diventati

Atti Parlamentari — 12080 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

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obbligatori dopo il drammatico episodioparigino di qualche giorno fa. Un volodella Air France, proveniente dalla Gui-nea, è stato bloccato per due ore all’ae-roporto Roissy Charles-de-Gaulle, nel ti-more che a bordo ci fosse un passeggerocon il virus dell’Ebola. Fortunatamente,ciò non è avvenuto;

non si ha conoscenza se l’Italia abbiaattivato procedure di sicurezza in confor-mità a quanto già fatto dagli altri paesieuropei;

è essenziale attivarsi preventivamenteal fine di evitare, qualora ve ne fosseanche solo la minima possibilità, la diffu-sione del virus nel nostro Paese –:

se in Italia vi siano rischi di contagioe quali provvedimenti siano stati presi pergarantire la sicurezza sanitaria del Paese.

(4-04444)

GULLO. — Al Ministro della salute, alMinistro dell’interno. — Per sapere – pre-messo che:

la tutela della salute costituisce prin-cipio fondamentale costituzionalmente ga-rantito;

in modo particolare le condotte deigiovani che possono incidere negativa-mente sulla salute psico-fisica, in quantoindividui in formazione, devono essereoggetto di particolare attenzione;

l’OMS raccomanda la totale asten-sione dal consumo di alcol al di sotto dei16 anni di età, infatti, i risultati dellaricerca scientifica ci dicono che chi iniziaa bere prima dei 16 anni ha un rischio 4volte maggiore di sviluppare la dipendenzada alcol in età adulta rispetto a chi iniziadopo i 21 anni;

in modo specifico l’abuso di sostanzealcoliche determina gravi implicazioni diambito non solo sanitario ma anche so-ciale;

in particolare queste condotte, comeindividuato dalla relazione al Parlamentoda parte del Ministero della salute sul

alcol e problemi correlati si associano adaltri comportamenti a rischio: « assenzescolastiche, riduzione delle prestazioniscolastiche, aggressività e violenza, oltrealle possibili influenze negative sulle abi-lità sociali e sullo sviluppo cognitivo edemotivo. Essi possono inoltre portare acondizioni patologiche estreme come l’in-tossicazione acuta alcolica o l’alcoldipen-denza »;

dall’indagine Espad fra i giovani stu-denti tra i 15 e i 19 anni si nota unariduzione dei comportamenti a rischioquali le ubriacature e il binge. Ma destaallarme l’abbassamento dell’età dei giovaniche abusano di sostanze alcoliche –:

quali misure urgenti si intendanoassumere per:

a) sensibilizzare i giovani, le fami-glie e gli operatori del settore al fine dievitare l’uso di alcol tra i minori di anni16 e gli abusi di sostanze alcoliche al disopra dei 16 anni;

b) predisporre controlli adeguati alfine della prevenzione e della repressionedelle eventuali condotte illecite inerentialla somministrazione e/o alla vendita disostanze alcoliche ai minori. (4-04448)

TOFALO e D’UVA. — Al Ministro dellasalute. — Per sapere – premesso che:

il decreto 49 del 2010 predisposto dalcommissario straordinario Zuccatelliesclude l’ospedale Mauro Scarlato di Sca-fati dalla rete dell’emergenza nonostantesia posizionato al centro un importantis-simo bacino di cittadini campani;

nell’Agro Nocerino Sarnese e paesivesuviani con la chiusura del presidioospedaliero Mauro Scarlato sito in Scafati,il diritto alla salute risulta gravementecompromesso per quanto riguarda la tem-pestività di soccorso e l’assistenza sanita-ria;

con la chiusura del sopracitato pre-sidio ospedaliero, i cittadini sono costrettia fare tanti chilometri prima di arrivarepiù vicino che possono essere fatali;

Atti Parlamentari — 12081 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

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con la chiusura del presidio ospeda-liero Mauro Scarlato, a fronte dei suoi40.000 accessi annui, si aggraveranno lerealtà presenti a Nocera Inferiore, Castel-lammare di Stabia e Sarno;

attraverso delle simulazioni del co-mando di polizia locale di Scafati (Prot.9176/13/PM – Prot. 717/PV –11/12/2013),i tempi di percorrenza in autovettura perraggiungere i più vicini centri ospedalieri(Sarno e Nocera Inferiore – SA) sonomolto più lunghi delle precedenti previ-sioni, tempi che possono variare dai 15 ai45 minuti, in base all’intensità del trafficoin determinati orari della giornata –:

quali urgenti iniziative il Governointenda intraprendere per garantire a tuttii cittadini campani un servizio sanitariopubblico adeguato e il rispetto dei livelliessenziali di assistenza. (4-04452)

* * *

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta scritta:

BALDASSARRE. — Al Ministro dellosviluppo economico. — Per sapere – pre-messo che:

secondo notizie riportate nell’edi-zione del giornale « Il Fatto Quotidiano »del 12 marzo 2014 il signor Patrick Lan-dau sarebbe l’uomo che rappresenta leesigenze dell’ENI in Medio Oriente, Africae Stati Uniti;

lo stesso quotidiano assume che ENIha attribuito a tale signor Patrick Landauuna consulenza da 1,2 milioni di eurol’anno per la durata di quattro anni;Patrick Landau risulta essere azionista al100 per cento di Maydex AG, società concapitale di un milione di franchi svizzericon sede nel cuore del paradiso fiscale piùambito d’Europa;

secondo le indiscrezioni fornite da« Il Fatto Quotidiano », lo stesso settore

audit, avrebbe espresso perplessità in re-lazione all’utilizzo del detto « Consulente »;

le criticità segnalate dal servizio auditsembrerebbero essere di particolare rilievose si considera che di 1,5 milioni dellaMaydex AG, ben 1,2 milioni vengono ver-sati nelle casse della società di PatrikLandau proprio da ENI –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza di quanto esposto;

se il Ministro interrogato intendaporre in essere iniziative volte a verificarela sussistenza di irregolarità sulla base diquanto denunciato nell’articolo de « Il FattoQuotidiano » citato in premessa. (4-04459)

TERZONI, CECCONI, AGOSTINELLI,BUSTO, DE ROSA, DAGA, MANNINO,ZOLEZZI, MICILLO e SEGONI. — Al Mi-nistro dello sviluppo economico, al Mini-stro dell’ambiente e della tutela del terri-torio e del mare. — Per sapere – premessoche:

nella provincia di Fermo la societàEDISON Spa ha ottenuto una concessionedi coltivazione denominata « FiumeTenna » che si estende su di un’area dicirca 22 chilometri quadrati insistenti neicomuni di Sant’Elpidio a Mare, PortoSant’Elpidio e Porto San Giorgio;

la stessa ditta ha presentando istanzaper installare un primo impianto di stoc-caggio gas naturale nel sottosuolo di San-t’Elpidio a Mare;

tale tipo di impianto presenta aspettidi incertezza rispetto alle tecnologie uti-lizzate che vengono confermati anche daStogit spa (gruppo ENI) nella propriarelazione finanziaria annuale al bilancio2010 nella quale si afferma che « la ge-stione di un sistema di stoccaggio implicauna serie di rischi di malfunzionamento edi imprevista interruzione di servizio nondipendenti dalla volontà di Stogit, qualiquelli determinati da incidenti, guasti emalfunzionamenti di apparecchiature e si-stemi di controllo, minor resa di impiantied eventi straordinari quali esplosioni,

Atti Parlamentari — 12082 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

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incendi o altri eventi simili che sfuggono alcontrollo di Stogit. In particolare, eventistraordinari nella realizzazione e/o ge-stione dei pozzi potrebbero essere causa didanni a persone eventualmente coinvolte,ovvero di danni rilevanti a cose o all’am-biente. Le eventuali interruzioni di servizioe gli obblighi di risarcimento causati datali eventi potrebbero determinare ridu-zioni dei ricavi e/o incrementi dei costi.Benché Stogit abbia stipulato specificicontratti di assicurazione a copertura dialcuni rischi, le relative coperture assicu-rative potrebbero risultare insufficientiper far fronte a tutte le perdite subite, agliobblighi di risarcimento o gli incrementi dispesa »;

non mancano anche forti perplessitàe preoccupazioni rispetto alle possibili ri-cadute negative sulla salute e la sicurezzadelle persone che risiedono nelle areeinteressate dal progetto e per coloro che,numerosissimi, frequentano la riviera fer-mana nella stagione estiva;

l’aspetto legato alla sicurezza ri-guarda soprattutto il rischio sismico, con-siderato che nessun tecnico può oggi af-fermarne con certezza l’assoluta assenzanell’area interessata dall’impianto e chetale area è localizzata al di sotto di uncentro fortemente abitato;

a tal proposito nella relazione redattadal consulente incaricato dal comune diSant’Elpidio a Mare si evince come leanalisi eseguite non risultino in grado difornire dati capaci di escludere rischilegati alla risalita del gas attraverso lefratture del suolo mentre permangonoforti perplessità legate alla sismicità in-dotta dallo stoccaggio del gas in sotterra-neo;

sempre da questa relazione si deduceche il progetto preso in esame dagli in-terroganti prevede, pur essendo a dispo-sizione dell’azienda proponente molti datipreziosi, di valutare durante la fase diperforazione dei nuovi pozzi la massimapressione che la copertura argillosa delsito possa tollerare al fine di prevedere edeventualmente gestire le perdite verticali e

orizzontali dal reservoir e le infiltrazioni digas che inevitabilmente si riversa sullasuperficie topografica;

queste tecniche raccomandate in pas-sato anche da ENI non risultano peròsufficienti per eliminare il rischio concretodi fughe di gas dal serbatoio. A tal pro-posito si riporta quanto osservato in unostudio realizzato da Jones, V.T. & Drodz,R.J. 1983 e pubblicato da Bulletin Ameri-can Association of Petroleum Geologists:« ...considerando le problematiche incon-trate nelle strutture negli Stati Uniti, ilmeccanismo principale di errore è dacollegarsi alle perdite legate a problemicon la roccia di copertura. Nel 53 percento dei casi il gas è migrato verso livellimeno profondi, poiché la roccia di coper-tura non si è rivelata a perfetta tenuta. Nel18 per cento dei casi la fagliazione dellaroccia di copertura sembra abbia fornitoun contributo decisivo nella migrazionedel prodotto dal reservoir;

significative sono le considerazioniche si possono leggere in un lavoro diGurevich A.E., Endres B.L, Robertson J.O.,Chilingar C.V., « Gas migration from gasand oil fields and associated hazards » pub-blicato da Journal of Petroleum Scienceand Engineering: « l’esperienza ha dimo-strato che gli impianti di stoccaggio sot-terraneo del gas possono creare un seriorischio di esplosione e incendio, e nondovrebbero essere situati sotto i centriabitati. È virtualmente impossibile assicu-rare che il gas non migrerà verso lasuperficie ». E ancora: « La vita operativadi un impianto di stoccaggio sotterraneodel gas non supera di norma i 50 anni:tuttavia anche se l’impianto non avesseperdite ad inizio attività, probabilmente leavrà con il tempo. La questione impor-tante non è se l’impianto di stoccaggioavrà perdite, ma piuttosto quando leavrà »;

sempre rispetto al rischio sismico varicordato che dopo gli eventi avuti nelsisma dell’Emilia Romagna rispetto al pro-getto di stoccaggio di Rivera il Ministeroha decretato il rigetto dell’istanza già pre-

Atti Parlamentari — 12083 — Camera dei Deputati

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cedentemente approvata, stanti i rischisismici rispetto all’impianto non ancorainstallato;

anche il commissario europeo perl’azione sul clima, Connie Hedegaard, sot-tolinea la necessità di particolare atten-zione al rischio sismico nel caso di rilasciodi autorizzazioni allo stoccaggio di gasnaturale;

sul fronte del danno all’ambiente equindi ai rischi per la salute umana, oltrea ribadire la caratteristica di alta densitàabitativa dell’area oggetto del progetto, vasottolineato che questo insiste su un’areacaratterizzata dalla presenza di pozzi adi-biti all’attingimento di acqua potabile equindi ad elevato rischio di inquinamentodelle stesse. Inoltre, l’impianto produrràquantità elevate di PM 10 in un’area giàfortemente inquinata;

a fronte di tutto questo i cittadini diSant’Elpidio a Mare sono venuti a cono-scenza del progetto solo casualmente edalcuni si sono riuniti in un ComitatoCivico, CSST – Comitato sicurezza, salutee territorio di Sant’Elpidio a Mare, con loscopo di opporsi alla realizzazione dell’im-pianto, inviando lettera di diffida a tutti gliinteressati, Ministero, regione, provincia ecomune. Il comune di Sant’Elpidio a Mareha recepito l’istanza del Comitato e hapresentato ricorso al Tar regionale perrichiedere la sospensiva dell’impianto;

tutto quanto sopra riportato è acca-duto, a giudizio degli interroganti, in con-trasto con quanto previsto nella conven-zione di Aarhus, approvata con la deci-sione 2005/370/CE, che parte dall’idea cheun maggiore coinvolgimento e una piùforte sensibilizzazione dei cittadini neiconfronti dei problemi di tipo ambientaleconduca ad un miglioramento della pro-tezione dell’ambiente;

il comune di Sant’Elpidio a Mare hadepositato nel tempo ben 5 impugnativecon le quali ha contestato diversi aspettidelle procedure adottate. La stessa pro-vincia di Fermo si è da sempre dichiaratacontraria alla realizzazione di questo pro-getto;

in occasione dell’ultimo incontro conil CTR (comitato tecnico regionale) tenu-tosi in data 23 gennaio 2014 che havalutato tutte le caratteristiche tecnichedel progetto e delle condotte in pressionerelative all’impianto di stoccaggio di gas aSant’Elpidio a Mare, oltre al comune,anche il genio civile della provincia diFermo ha espresso parere negativo con leseguenti motivazioni: « Si ritiene di nonpoter esprimere parere favorevole sul ri-lascio del Nulla Osta di Fattibilità (NOF)in quanto dall’esame delle prescrizioniriportate nel pronunciamento sulla ve-rifica d’impatto ambientale si rileva chealcuni aspetti della sicurezza del serbatoiodi stoccaggio devono essere analizzati econfermati in fase di esercizio » –:

se i Ministri interrogati non ritenganoopportuno e urgente, alla luce di quantoevidenziato, acquisire elementi sulle vi-cende e operare gli interventi di propriacompetenza, anche al fine di verificare lacorrettezza e la trasparenza delle proce-dure seguite e le eventuali responsabilitàdegli attori coinvolti;

se, considerato che tale situazione sista verificando con dinamiche simili anchein altre aree del Paese, non ritenganonecessario attivarsi anche mediante inizia-tive normative atte a inserire le attività distoccaggio fra quelle di tipo « industriale »anziché « minerarie », come sono attual-mente considerate, e prevedere limitazionidi tale tipo di attività nelle aree abitate,turistiche e di particolare pregio natura-listico e paesaggistico;

se, in ogni caso, i Ministri interrogatinon ritengano necessario, per quanto dicompetenza, assumere fin da subito tuttigli elementi utili a valutare l’opportunitàdi realizzare una centrale di stoccaggio inun territorio potenzialmente privo dei re-quisiti minimi di fattibilità. (4-04463)

DONATI, GIANNI FARINA, FANUCCI,MARCO DI MAIO e D’INCECCO. — AlMinistro dello sviluppo economico, al Mi-

Atti Parlamentari — 12084 — Camera dei Deputati

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nistro degli affari esteri, al Ministro dellavoro e delle politiche sociali. — Persapere – premesso che:

l’Organizzazione europea dei brevetti(OEB – European patent organizationEPO) è una organizzazione intergoverna-tiva composta da 38 Paesi, tra cui l’Italia.Al suo interno lavorano circa 7000 dipen-denti, di cui circa 500 di nazionalitàitaliana. L’organizzazione è guidata da unPresidente che viene eletto ogni quattroanni: dal 2010 ricopre questo ruolo BenoîtBattistelli, di nazionalità francese. Il Pre-sidente viene eletto da un consiglio diamministrazione, che ha anche funzioni disupervisione sull’intera organizzazione.Nel Consiglio siedono i rappresentanti dei38 Paesi, per l’Italia il dottor Mauro Masie come supplente la dottoressa LoredanaGiulino direttrice dell’ufficio italiano bre-vetti e marchi;

l’Unione sindacale dell’organizza-zione, compresi numerosi funzionari ita-liani, denunciano il clima sociale deterio-rato che regna da alcuni mesi in senoall’Organizzazione, nelle sue sedi de L’Aia,Berlino, Monaco, Bruxelles e Vienna:l’esercizio del diritto di sciopero sarebbeostacolato, minacce di sanzioni disciplinariverrebbero utilizzate abusivamente per li-mitare il diritto di espressione del perso-nale;

i dipendenti dell’Organizzazione nonhanno accesso né ai tribunali del lavoronazionali, né al sistema di tutela comuni-tario. La possibilità di ricorrere al tribu-nale amministrativo dell’Organizzazioneinternazionale del lavoro è stata forte-mente limitata dalla riforma delle proce-dure, che ha reso i tempi di ottenimentodi un pronunciamento assolutamente ina-deguati a garantire una reale tutela deidiritti dei dipendenti;

la situazione in essere può essere dinocumento, oltre che ai dipendenti, agliinteressi italiani ed europei: l’OEB è uni-versalmente riconosciuto come una orga-nizzazione che rilascia brevetti di qualitàe che quindi dà un contributo fondamen-tale all’innovazione tecnologica, senza pe-

raltro costare un solo euro ai contribuenti.Il deterioramento dei rapporti tra diri-genza e lavoratori potrebbe portare anchead un sensibile deterioramento di questaqualità, con conseguente grave danno allacompetitività italiana ed europea;

la questione dei diritti dei lavoratoridell’OEB è stata portata all’attenzione delGoverno francese da Philip Cordery, de-putato francese, attraverso una letterapubblicata il 4 marzo scorso –:

se non ritenga opportuno acquisireelementi in merito alla conformità delledecisioni prese dalla dirigenza dell’OEB edal consiglio di amministrazione in temadei diritti dei lavoratori con i principi dellelegislazione italiana ed europea in materia;

se non ritenga opportuno dare man-dato al rappresentante italiano nel consi-glio di Amministrazione dell’OEB di ri-chiedere espressamente la cancellazione ditutte le sanzioni disciplinari adottate con-tro i dipendenti e i rappresentanti sinda-cali, qualora si ravvisino violazioni deidiritti dei lavoratori;

se non ritenga opportuno dare man-dato al rappresentante italiano nel consi-glio di amministrazione di relazionaresulla tutela dei diritti dei lavoratori del-l’OEB. (4-04466)

D’AMBROSIO. — Al Ministro dello svi-luppo economico. — Per sapere – pre-messo che:

la società Poste Italiane ha espletato,nel maggio 2004, una gara avente adoggetto i servizi di manutenzione e diassistenza tecnica degli impianti presentipresso i centri di meccanizzazione postale(CMP), che veniva aggiudicata al ConsorzioRTI Elsag Spa – Finmek, stipulando, condetto Consorzio, un contratto di appaltodella durata di quattro anni, successiva-mente prorogato fino al 31 luglio 2012;

a partire dal 2007, con il coinvolgi-mento in sub appalto, principalmente delleimprese STAC Italia e Logos, veniva assi-curato il servizio;

Atti Parlamentari — 12085 — Camera dei Deputati

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sempre per gli stessi servizi, venivaindetta una nuova gara nel novembre2011, poi annullata per causa della nonconformità ai requisiti tecnici richiestidell’unica offerta, presentata da RTI SelexES – Stac Italia – Logos;

a dicembre 2013, Poste Italiane av-viava una procedura, con suddivisione indue lotti, per i servizi di manutenzione edi assistenza tecnica degli impianti pre-senti presso i CMP, alla quale partecipa-vano RTI Selex ES Spa – PH Facility Srl,risultata poi vincitrice per entrambi i lotti,e RTI Siemens Spa – STAC Italia S.r.l.,mentre la società LOGOS non aderiva;

la società STAC Italia, che concorrevain RTI con Siemens Spa presentava ri-corso presso il TAR Lazio. A seguito ditale ricorso in pendenza, la società PosteItaliane non poteva stipulare il nuovocontratto, motivo per cui aveva prorogatofino al 30 settembre 2013 il precedentecontratto stipulato con Selex ES Spa re-lative ditte subappaltatrici STAC e Logos,al fine di garantire la continuità del ser-vizio;

conclusosi con esito favorevole perPoste Italiane la parte cautelare del con-tenzioso anzidetto, si procedeva alla sti-pula del nuovo contratto con il RTI SelexES Spa – PH Facility;

il capitolato relativo alla gara vintadal RTI Selex – PH Facility prevedeva,nell’ambito del meccanismo dell’offertaeconomicamente più vantaggiosa, l’asse-gnazione di uno specifico punteggio tec-nico alle imprese partecipanti che si im-pegnavano ad assumere e/o a mantenerein servizio quota parte del personale giàoperante;

dopo il mese di affiancamento all’im-presa uscente, contrattualmente previsto, apartire dal 1o novembre 2013 si è avutol’avvicendamento nel contratto di manu-tenzione; con questo passaggio, i lavora-tori, sino ad allora impiegati con qualificadi metalmeccanico, sono stati estromessidal loro posto di lavoro per far subentrarepersonale, tra l’altro non avente qualifica

specifica per il ruolo, appartenente alleditte appaltatrici, in particolare della PHFacility, Società di pulizie e derattizza-zioni;

a detta vicenda è seguito l’avvio diuna vertenza sindacale per il manteni-mento dei livelli occupazionali del perso-nale delle ditte uscenti (STAC Italia Srl eLogos Spa), caratterizzata da azioni diprotesta, che hanno determinato riduzionie ritardi degli interventi di assistenza pro-grammata e manutenzione negli stabili-menti, nonché abbandono del posto dilavoro da parte del personale tecnico diturno negli impianti dei Centri di mecca-nizzazione postale;

a febbraio 2013, è stato firmato unaccordo tra il Ministero dello sviluppoeconomico, Poste Italiane e Selex, nelquale si prevede: l’assunzione immediatadi 185 unità presso i centri di meccaniz-zazione, con la conferma del Ccnl me-talmeccanico; l’apertura di una proceduradi cassa integrazione guadagni straordina-ria per circa 80 lavoratori (bacino) conl’impegno delle parti a una ricollocazioneentro due anni dalla firma anche utiliz-zando le procedure di mobilità volontariae l’anticipo dei trattamenti di cassa inte-grazione guadagni straordinaria condivisocon tutte le aziende (Selex, Logos, Stac).L’accordo non è stato invece sottoscrittoda PH Facility;

ad oggi, pare che tutte le parti delloschema di accordo che vedevano impe-gnati sia il sindacato che i lavoratori sonostate rispettate, compresi gli accordi dicassa integrazione guadagni straordinaria.Le parti che riguardavano invece le im-prese Poste, Selex, Logos, Stac e PH nonsono state né rispettate né accolte;

a novembre 2013, nel corso dellariunione tenutasi presso il Ministero dellosviluppo economico, la società Poste Ita-liane ha evidenziato che, a seguito dell’in-tesa riguardante la riorganizzazione delservizio di recapito, sono emersi comples-sivamente circa 6.000 esuberi, dei qualicirca 1400 presso i Centri di meccanizza-zione postale e pertanto non trovano giu-

Atti Parlamentari — 12086 — Camera dei Deputati

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stificazione le richieste di inserimento dipersonale altro nell’ambito di quelle realtàoperative, seppur garantendo la massimaattenzione nei confronti del personale ineccedenza, e ribadendo che la citata rior-ganizzazione non comporterà alcun licen-ziamento –:

come si intenda intervenire, perquanto di competenza, in detta complessavicenda. (4-04468)

SCOTTO, FERRARA e LACQUANITI.— Al Ministro dello sviluppo economico. —Per sapere – premesso che:

lo stabilimento della Birra Peroni aNapoli venne chiuso il 31 gennaio 2005,dopo che già nel 2004 era stata effettuatauna trasformazione di destinazione d’usodell’area;

il 13 dicembre 2004 c’era stato unincontro presso la Presidenza del Consigliodei ministri, in cui si erano demandate aglienti territoriali azioni a sostegno dellacrisi;

furono progettate una serie di azionidi sostegno da parte della regione Cam-pania e del comune di Napoli, ma il pianonon decollò mai, nonostante fossero giàstati stanziati dei fondi;

nel 2006 è uscita di scena la BirraPeroni, con l’ingresso di Mi.no.ter. comeacquirente;

il 27 giugno 2006 si raggiunge unaccordo in merito agli ex dipendenti diBirra Peroni da ricollocare, in cui veni-vano riportati anche mansioni e retribu-zioni che dovevano essere di riferimentoper le nuove ricollocazioni;

tale accordo non è però mai statorispettato: sarebbero infatti state formu-late proposte di lavoro in contrasto con gliaccordi raggiunti, spesso da parte di so-cietà anonime;

queste proposte non sono state rifiu-tate, bensì bloccate dalle organizzazioni

sindacali in attesa di un tavolo concerta-tivo presso le istituzioni locali per ladeterminazione delle ricollocazioni;

anche questo tavolo non è mai statoaperto;

sono seguiti a ciò una serie di incon-tri presso il comune di Napoli (il 10ottobre 2006, il 29 gennaio 2007 ed il 5agosto 2010) ed un incontro in prefettura(il 27 gennaio 2010);

a quel punto la gestione delle ricollo-cazioni veniva affidata al settore O.R.M.E.L., che non si è però mai realmenteinteressato alla ricollocazione degli ex di-pendenti;

tra il 2008 ed il 2009 sono arrivate leprime scadenze delle mobilità ordinarie, eprima di tali scadenze sono state prodotterichieste per la concessione della mobilitàin deroga;

nei succitati anni, nonostante i fondigià stanziati, non vi fu alcun interventodella regione Campania per tutelare le 17unità coinvolte;

solo successivamente, alla scadenzadella mobilità ordinaria di altri 16 exdipendenti nel 2010, fu emanato il decreton. 50 della regione Campania, che ricono-sceva la deroga della mobilità alle 33 unitàin questione;

purtroppo l’I.N.P.S. ha a quel puntobloccato il pagamento delle prime 17 per-sone, affermando che non vi erano lecondizioni ed i requisiti per beneficiare deltrattamento (condizione della continuitàretributiva e contributiva) e riconoscendola mobilità in deroga solo agli ex dipen-denti con scadenza mobilità ordinaria nel2010;

questi ultimi la percepiscono tuttora;

negli anni sono stati presentati espo-sti e denunce;

in questa vicenda era stato coinvoltoun intermediario, già dalla chiusura, d’ac-cordo con Birra Peroni e Mi.no.ter., ilquale avrebbe messo in atto condotte pocotrasparenti;

Atti Parlamentari — 12087 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

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nel febbraio del 2013 si è scopertol’abbattimento anomalo di moltissimi al-beri situati all’interno del parco verdedell’ex stabilimento;

successivamente si è scoperto che taleparco era stato donato al comune diNapoli con una convenzione stilata conl’amministrazione comunale precedente;

contestualmente sono state effettuatesvariate segnalazioni alla municipalitàcompetente ed al Comune di Napoli moltoben documentate in merito alla situazionevegetale del parco, risalente al periodoantecedente l’acquisto da parte del nuovoimprenditore;

il tutto si è risolto in una bolla disapone, perché il comune di Napoli haverificato e giustificato l’abbattimento didecine di alberi come mero eccesso dipotatura;

esistono due convenzioni interessantie interessate all’area, stilate rispettiva-mente una con la precedente amministra-zione e la seconda con l’attuale ammini-strazione;

nelle suddette convenzioni, a quantoconsta agli interroganti, l’imprenditoreconcedeva al comune di Napoli il parcoverde, un edificio polifunzionale gravatoda servitù perpetua ed esentato dalle ma-nutenzioni, sei milioni di euro di lavoriper la riqualificazione urbanistica del ter-ritorio;

in tutto questo gli ex dipendenti daricollocare sparivano completamente dalquadro –:

quali iniziative di competenza abbiagià preso in merito e quali intenda intra-prendere al riguardo;

se non ritenga opportuno agire im-mediatamente per garantire la piena tuteladei numerosi ex dipendenti Birra Peroni, ilcui futuro è tragicamente appeso ad unfilo. (4-04469)

Apposizione di firmead una interrogazione.

L’interrogazione a risposta oraleSberna n. 3-00740, pubblicata nell’allegatoB ai resoconti della seduta del 3 aprile2014, deve intendersi sottoscritta anchedai deputati: Santerini, Cominelli, Berlin-ghieri, Lacquaniti.

ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta orale PaoloNicolò Romano e altri n. 3-00757 pubbli-cata nell’Allegato B ai resoconti della se-duta n. 208 del 9 aprile 2014.

Alla pagina 12013, seconda colonna,alla riga trentaquattresima deve leggersi:« aprile 2014 si è tenuta una manifesta-zione » e non « aprile 2014 è prevista unamanifestazione », come stampato.

Atti Parlamentari — 12088 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 APRILE 2014

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