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528. Allegato B ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO INDICE PAG. ATTI DI INDIRIZZO: Mozioni: Pini Gianluca ......................... 1-01067 31309 Bordo Franco ........................ 1-01068 31309 Risoluzioni in Commissione: IV Commissione: Basilio ..................................... 7-00854 31312 VI Commissione: Ruocco .................................... 7-00853 31314 XIII Commissione: Parentela ................................ 7-00855 31315 ATTI DI CONTROLLO: Presidenza del Consiglio dei ministri. Interpellanza: Di Vita .................................... 2-01180 31319 Interrogazioni a risposta scritta: Iannuzzi Cristian ................... 4-11249 31324 Giordano Silvia ..................... 4-11250 31327 Labriola .................................. 4-11253 31328 Di Maio Luigi ........................ 4-11257 31330 PAG. Affari esteri e cooperazione internazionale. Interrogazione a risposta orale: Zampa ..................................... 3-01864 31331 Interrogazioni a risposta scritta: D’Arienzo ................................ 4-11244 31333 Ottobre .................................... 4-11256 31333 Ambiente e tutela del territorio e del mare. Interpellanza: D’Uva ...................................... 2-01174 31335 Difesa. Interrogazione a risposta scritta: Artini ....................................... 4-11239 31339 Economia e finanze. Interrogazione a risposta in Commissione: Fassina .................................... 5-07079 31341 Giustizia. Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento): Brunetta .................................. 2-01179 31342 Interrogazione a risposta in Commissione: Ferraresi ................................. 5-07080 31344 Atti Parlamentari 31307 Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA ALLEGATO B AI RESOCONTI SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015 N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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528. Allegato B

ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO

I N D I C E

PAG.

ATTI DI INDIRIZZO:

Mozioni:

Pini Gianluca ......................... 1-01067 31309

Bordo Franco ........................ 1-01068 31309

Risoluzioni in Commissione:

IV Commissione:

Basilio ..................................... 7-00854 31312

VI Commissione:

Ruocco .................................... 7-00853 31314

XIII Commissione:

Parentela ................................ 7-00855 31315

ATTI DI CONTROLLO:

Presidenza del Consiglio dei ministri.

Interpellanza:

Di Vita .................................... 2-01180 31319

Interrogazioni a risposta scritta:

Iannuzzi Cristian ................... 4-11249 31324

Giordano Silvia ..................... 4-11250 31327

Labriola .................................. 4-11253 31328

Di Maio Luigi ........................ 4-11257 31330

PAG.

Affari esteri e cooperazione internazionale.

Interrogazione a risposta orale:

Zampa ..................................... 3-01864 31331

Interrogazioni a risposta scritta:

D’Arienzo ................................ 4-11244 31333

Ottobre .................................... 4-11256 31333

Ambiente e tutela del territorio e del mare.

Interpellanza:

D’Uva ...................................... 2-01174 31335

Difesa.

Interrogazione a risposta scritta:

Artini ....................................... 4-11239 31339

Economia e finanze.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Fassina .................................... 5-07079 31341

Giustizia.

Interpellanza urgente

(ex articolo 138-bis del regolamento):

Brunetta .................................. 2-01179 31342

Interrogazione a risposta in Commissione:

Ferraresi ................................. 5-07080 31344

Atti Parlamentari — 31307 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anchele risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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PAG.

Infrastrutture e trasporti.

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Businarolo .............................. 5-07070 31345

Rizzetto ................................... 5-07073 31345

Anzaldi .................................... 5-07081 31346

Interrogazione a risposta scritta:

Di Maio Luigi ........................ 4-11254 31347

Interno.

Interpellanze urgenti

(ex articolo 138-bis del regolamento):

Nuti ......................................... 2-01176 31348

Galgano ................................... 2-01177 31350

Interrogazioni a risposta scritta:

Di Maio Luigi ........................ 4-11236 31352

Russo ...................................... 4-11238 31353

Caparini .................................. 4-11243 31353

Paglia ...................................... 4-11255 31354

Istruzione, università e ricerca.

Interpellanza urgente

(ex articolo 138-bis del regolamento):

Gigli ......................................... 2-01171 31354

Interrogazione a risposta in Commissione:

Nesci ....................................... 5-07071 31356

Interrogazioni a risposta scritta:

Brignone ................................. 4-11235 31357

Fratoianni ............................... 4-11241 31358

Brignone ................................. 4-11242 31358

Savino Sandra ....................... 4-11248 31360

Brignone ................................. 4-11251 31361

Lavoro e politiche sociali.

Interpellanza urgente

(ex articolo 138-bis del regolamento):

Carrescia ................................. 2-01173 31363

Interrogazione a risposta in Commissione:

Maestri Patrizia ..................... 5-07076 31364

Interrogazione a risposta scritta:

Melilla ..................................... 4-11237 31365

PAG.

Politiche agricole alimentari e forestali.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Giacobbe ................................. 5-07075 31365

Salute.

Interpellanze urgenti

(ex articolo 138-bis del regolamento):

Nesci ....................................... 2-01172 31366

Mantero .................................. 2-01178 31370

Interrogazione a risposta in Commissione:

Beni ......................................... 5-07072 31372

Interrogazioni a risposta scritta:

Benedetti ................................ 4-11246 31373

Nicchi ...................................... 4-11247 31373

Moscatt ................................... 4-11252 31375

Semplificazione e pubblica amministrazione.

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Baruffi .................................... 5-07074 31376

Lenzi ....................................... 5-07077 31376

Interrogazione a risposta scritta:

D’Arienzo ................................ 4-11240 31377

Sviluppo economico.

Interpellanza urgente

(ex articolo 138-bis del regolamento):

Parisi ....................................... 2-01175 31378

Interrogazione a risposta in Commissione:

Crippa ..................................... 5-07078 31379

Interrogazione a risposta scritta:

Meloni Giorgia ....................... 4-11245 31380

Apposizione di una firma ad una interpel-lanza ......................................................... 31381

Ritiro di documenti del sindacato ispet-tivo ............................................................ 31381

Ritiro di una firma da una interpellanza .... 31381

Trasformazione di un documento del sin-dacato ispettivo ....................................... 31381

Atti Parlamentari — 31308 — Camera dei Deputati

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ATTI DI INDIRIZZO

Mozioni:

La Camera,

premesso che:

sono state impresse recenti trasfor-mazioni agli equilibri internazionali dalsorgere del sedicente Stato Islamico acavallo tra Siria ed Iraq ed è stata avviatauna campagna terroristica di maggioriproporzioni, che ha comportato nel brevevolgere di tre settimane l’abbattimento diun jet di linea russo che volava sul Sinai,l’esplosione di due bombe a Beirut e, daultimo, dai gravi attentati che hanno scon-volto Parigi, con un totale complessivo diquasi 400 vittime accertate;

al novero dei Paesi che combattonoattivamente il sedicente Stato Islamico,che ha rivendicato la paternità di due degliattentati sopra menzionati, si è aggiuntada fine settembre 2015 la Russia, le cuinavi ed i cui aerei collaborano adessofattivamente con quelli francesi, impegnatinell’effettuazione di una rappresaglia con-tro la capitale del sedicente Califfato;

si registra un nuovo clima di di-stensione tra Mosca e Washington, rilevatodopo gli attentati parigini da tutti gliosservatori presenti al Summit del G20svoltosi ad Antalya, dove ha avuto luogoanche un bilaterale russo-americano tra ilPresidente Vladimir Putin ed il Presidentedegli Stati Uniti, Barack Obama;

esistono ormai delle cooperazionidi fatto, in qualche caso regolate anche daveri e propri Memoranda of Understanding,fra i quali si segnala proprio quello siglatoda americani e russi per evitare sovrap-posizioni ed incidenti nei cieli siriani;

va rimarcato il carattere parados-sale di una situazione che vede ormai leforze occidentali cooperare attivamentecontro un comune nemico con un Paese, laFederazione Russa, che è da tempo ber-saglio delle sanzioni decretate dall’Unioneeuropea;

si evidenzia la circostanza che trale personalità oggetto di sanzioni indivi-duali figuri anche il generale che comandale forze russe operanti nello scacchieresiriano, Andreï Kartopolov;

va apprezzata la circostanza che siraccomanda una più stretta collaborazionetra Europa, Stati Uniti e Russia nella lottaal terrorismo da parte dello stesso Presi-dente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker;

agli inizi del 2016 l’Unione europeasarà chiamata a rivalutare la situazione inUcraina e a decidere dell’eventuale pro-roga, rimodulazione o cancellazione dellesanzioni in vigore contro la Federazionerussa,

impegna il Governo:

a rilanciare la collaborazione politi-co-strategica con la Russia sulla base del-l’esposizione ad una comune minaccia, cheè quella del terrorismo a matrice jihadista,sfruttando a questo scopo tanto l’ambitoatlantico, cioè coinvolgendo anche gli StatiUniti nel rilancio degli accordi di Praticadi Mare, quanto quello europeo e bilate-rale;

a promuovere la rimozione o, insubordine, la rimodulazione del regimesanzionatorio imposto contro la Russia acausa dell’annessione della Crimea.

(1-01067) « Gianluca Pini, Fedriga, Allasia,Attaguile, Borghesi, Bossi,Busin, Caparini, GiancarloGiorgetti, Grimoldi, Guidesi,Invernizzi, Molteni, Rondini,Saltamartini, Simonetti ».

La Camera,

premesso che:

Ferrovie dello Stato italiane spa èla più importante società operante neltrasporto ferroviario italiano, con un fat-turato di 8,4 miliardi di euro, 70.000dipendenti e un totale di 16.700 chilometridi rete Ferroviaria;

Atti Parlamentari — 31309 — Camera dei Deputati

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Ferrovie dello Stato italiane spa hachiuso i primi sei mesi del 2015 con unfatturato di oltre 2 punti percentuali ri-spetto all’anno 2014, anno in cui ha se-gnato un Ebitda di 2,1 miliardi di euro,per un totale di 4,3 miliardi di euro diinvestimenti (in crescita fino a 6,5 miliardidi euro nel 2016);

il Gruppo conta circa 70.000 dipen-denti, di cui circa 5.000 in Germania (Neti-nera). La linea ferroviaria e lunga 16.726chilometri, di cui circa 1.000 ad alta velo-cità. Il sistema alta velocità-alta capacitàparte da Torino e arriva fino a Salerno(Torino-Milano-Bologna-Roma-Napoli-Sa-lerno). Ulteriori tratti sono tra Milano eTreviglio e tra Padova e Mestre. Attual-mente, si sta completando il tratto Milano-Verona-Venezia per disegnare la cosiddetta« T ». La frequenza è di 8.000 treni al giornodi cui circa 7.000 regionali e 1.000 tra altavelocità, media e lunga percorrenza e trenimerci;

le Ferrovie dello Stato nacqueronel 1905 dopo la statalizzazione di nume-rose ferrovie italiane. Già dal 1945 aziendaautonoma delle Ferrovie dello Stato, sottoil controllo del Ministero dei trasporti, nel1986 si trasforma in ente pubblico econo-mico. Nel 1992 l’ente fu trasformato insocietà per azioni con partecipazione sta-tale totale attraverso il Ministero dell’eco-nomia e delle finanze. Nel 1999 ha iniziola divisionalizzazione della società con lanascita di Trenitalia nel 2000 e di Rfi nel2001. Il 24 maggio del 2011 le Ferroviedello Stato divengono Ferrovie dello StatoItaliane spa, in breve FS Italiane;

Trenitalia è l’impresa di trasportopasseggeri e merci mentre Rete Ferrovia-ria Italiana (Rfi) è la società che si occupadella gestione dell’infrastruttura: entrambesono partecipate al 100 per cento di Fer-rovie dello Stato italiane;

secondo i dati Mediobanca del 2015il Gruppo Ferrovie dello Stato italiane è laseconda azienda italiana per investimenti,

quinta per dipendenti, decima per reddi-tività e tredicesima per fatturato. Infine,Ferrovie dello Stato italiane quest’anno haconquistato il primo posto nella classificadelle aziende dove i giovani neolaureatidesiderano lavorare ed è risultata primanel ranking « Best Employer of Choice2015 »;

nel documento di economia e fi-nanza (DEF) 2014, approvato in via defi-nitiva dalle Camere il 17 aprile 2014, ilGoverno aveva già manifestato l’intenzionedi attuare un piano di privatizzazionimediante la dismissione di partecipazioniin società controllate anche indirettamentedallo Stato e l’attivazione di strumenti perconsentire le dismissioni anche da partedegli enti territoriali; come riportato nelprogramma nazionale di riforma conte-nuto nello stesso documento, le societàcoinvolte nell’operazione includono societàa partecipazione diretta quali ENI, STMi-croelectronics, ENAV, nonché società incui lo Stato detiene partecipazioni indi-rettamente tramite Cassa depositi e pre-stiti, quali SACE, FINCANTIERI, CDP Reti,TAG (Trans Austria Gastleitung Gmbh) e,tramite Ferrovie dello Stato, in GrandiStazioni – Cento Stazioni;

il Ministro delle infrastrutture e deitrasporti, Graziano Delrio, ha annunciatorecentissimamente che sarà avviata la pro-cedura di privatizzazione di Ferrovie delloStato, specificando che, comunque, nonpotrà andare oltre il 40 per cento. Inparticolare, il Ministro Delrio ha dichia-rato che si tratta di un percorso che tienepresenti alcune questioni per cui l’infra-struttura ferroviaria dovrà rimanere pub-blica e dovrà essere garantito l’accesso atutti in maniera uguale. Il 40 per centopotenzialmente alienabile andrà a un azio-nariato diffuso e investitori istituzionali;

considerato che le privatizzazioniin Italia sono state sempre caratterizzateda un percorso particolarmente com-plesso, pieno di fallimenti e di incognite incui spesso si sono intrecciate operazionifinanziarie poco trasparenti, per cui loStato quasi mai ne ha tratto vantaggio né

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dal punto di vista economico, né tantomeno sotto il profilo della competitività;

con riferimento alla privatizzazionedi Ferrovie dello Stato italiane, si è sempreparlato in questi mesi della possibile at-tuazione di due strategie. La prima, bat-tezzata del « carciofo da sfogliare », è ca-ratterizzata da una vendita di pezzi delGruppo ferrovie dello Stato italiane, inprospettiva lasciando in mano pubblicasolo la rete ferroviaria – d’importanzastrategica per il Paese e bisognosa di fortiinvestimenti – per collocare subito sulmercato alta velocità e trasporto merci,servizi già redditizi o potenzialmente tali.La seconda consiste nella la vendita seccadi una quota di minoranza della holdingche controlla il Gruppo, riportando diret-tamente allo Stato la rete ferroviaria ocomunque regolandone la gestione daparte di Rete ferroviaria italiana in mododa garantire l’accesso paritario agli ope-ratori;

sotto tale profilo si evidenzia chequalunque strategia avesse voluto intra-prendere il Governo, il Parlamento, innan-zitutto, avrebbe dovuto esercitare una,funzione di controllo e indirizzo politicoimportante al riguardo in quanto Ferroviedello Stato italiane non è solo societàcontrollata dallo Stato, ma una grandeimpresa partecipata pubblica la cui priva-tizzazione potrebbe determinare l’indebo-limento di rilevanti potenzialità industrialinazionali in termini di riconversione eco-logica, civile e tecnologica del sistemaeconomico italiano, senza peraltro un so-stanziale effetto di diminuzione del debitopubblico, ma con una riduzione delleentrate fornite al bilancio dello Stato daidividendi della stessa società;

qualsiasi disegno di privatizzazioneche coinvolga il gruppo ferrovie dello Statoitaliane appare infatti delicato e destinatoa suscitare preoccupazioni, oltre che inte-ressi, anche e soprattutto per il valorepatrimoniale dei ricchi asset di cui disponeche per la redditività economica dellagestione industriale. Si tratta, infatti, diuna società dal voluminoso valore patri-

moniale che viene da una storia ultrasecolare e resta fondamentale per la mo-bilità integrata del sistema Paese;

le ferrovie rappresentano un benestrategico per il Paese ed una risorsa pertutti gli italiani, ma l’attuale Governo, nelfarsi promotore e forte sostenitore dellaprivatizzazione delle Ferrovie dello Statoitaliane, sembra dimenticare i temi ancoracaldi da sciogliere a partire dal rapportocon Rete ferroviaria italiana (la controllatache gestisce la rete) e Trenitalia con i varicontratti (dalla lunga percorrenza sino atutta la partita del trasporto locale). So-prattutto, ad avviso dei firmatari del pre-sente atto di indirizzo, il timore è che ilGruppo Ferrovie dello Stato verrebbe, insostanza, svuotata di valore e di contenutie il tutto per raccogliere pochi miliardi dieuro (tra i 5 e i 10 miliardi a quantorisulta) che non sono assolutamente nullarispetto ai 2000 miliardi di debito pubblicoaccumulati dal nostro Paese;

in buona sostanza, appare inspie-gabile il motivo per cui si intenda incontrotendenza a quanto accade in altriPaesi europei come la Francia e la Ger-mania, privatizzare una società solida e increscita come Ferrovie dello Stato, capacedi operare sul mercato italiano e di aprirsiad una competitività nel trasporto ferro-viario e alla logistica anche a livello con-tinentale per garantirsi nell’immediatoquella che sembrerebbe una modesta en-trata economica, mettendo a repentaglioprofitti, livelli occupazionali e qualità pro-fessionali;

l’imminente alienazione di quote diFerrovie dello Stato italiane non sembra,infatti, considerare i rischi derivanti dauna affrettata privatizzazione soprattuttosotto il profilo della salvaguardia del man-tenimento dei diritti e delle tutele per lelavoratrici ed i lavoratori operanti nelcomparto ferroviario che rappresenta ilprerequisito per la sicurezza e il buonfunzionamento del sistema ferroviario eper servizi di alta qualità nei confrontidelle persone. Senza contare che, conl’estensione della concorrenza nel tra-

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sporto ferroviario di passeggeri nazionale,il processo di privatizzazione e la possibilepressione finalizzata al taglio dei costi,l’attuale situazione di crisi economica incui versa il Paese potrebbe ulteriormenteaggravarsi con inevitabili conseguenze sulpiano della riduzione del numero dei di-pendenti, il maggior ricorso all’outsourcinge al subappalto dei servizi, l’aumento deicontratti atipici, l’incremento dell’utilizzodei lavoratori in somministrazione, l’inten-sificazione dei carichi e della pressione sullavoro, l’aumento degli orari di lavoroflessibili, del frazionamento dei turni dilavoro e del ricorso al lavoro straordina-rio;

le recenti affermazioni del MinistroDelrio, infine, appaiono ai firmatari delpresente atto d’indirizzo non tenere mini-mamente conto dei rischi da un’ulteriore eaffrettata liberalizzazione e frammenta-zione del servizio ferroviario italiano, so-prattutto rispetto alla necessità di garan-tire ai milioni di utenti attraverso prezzisostenibili e la certezza di non vedersitagliare o ridurre ulteriormente le corse sulinee che potrebbero venire consideratenon redditizie, ma fondamentali per ga-rantire un trasporto pubblico che, cometale, deve garantire i collegamenti contutte le aree del Paese, includendo anchele cosiddette zone periferiche,

impegna il Governo:

ad astenersi nell’immediato dal pro-cedere alla messa sul mercato di quotepubbliche afferenti al gruppo Ferroviedello Stato italiane spa, quantomeno finoa quando il Governo non avrà illustratoalle Camere in modo puntuale tutti gliaspetti e i risvolti economici, industriali,occupazionali e sociali conseguenti all’an-nunciato piano di privatizzazione delgruppo;

a presentare al Parlamento, prima diprocedere a qualsiasi iniziativa di aliena-zione di quote di società direttamente oindirettamente di proprietà dello Stato,una relazione contenente i dati finanziarie industriali degli effetti della alienazione

sul bilancio dello Stato e i minori divi-dendi versati al bilancio dello Stato inconseguenza dell’alienazione.

(1-01068) « Franco Bordo, Scotto, Fassina,Airaudo, Fava, Placido, Gre-gori, Ricciatti, D’Attorre, Fer-rara, Marcon, Carlo Galli,Duranti, Piras, Folino, Fra-toianni, Melilla, Quaranta,Zaccagnini, Costantino, Da-niele Farina, Giancarlo Gior-dano, Kronbichler, Nicchi,Paglia, Palazzotto, Pannarale,Pellegrino, Sannicandro, Za-ratti ».

Risoluzioni in Commissione:

La IV Commissione,

premesso che:

secondo quanto riferito da un di-spaccio dell’agenzia di stampa Reuters del4 novembre 2015 la « Defense SecurityCooperation Agency » statunitense avrebbechiesto al Congresso di Washington l’au-torizzazione a vendere all’Italia equipag-giamenti e armi per armare due dei seivelivoli a pilotaggio remoto Reaper MQ-9in servizio nell’Aeronautica militare ita-liana;

la decisione fa seguito ad una spe-cifica, anche se mai ufficialmente annun-ciata, richiesta italiana di fornire arma-menti per i velivoli a pilotaggio remoto inservizio presso il 32o Stormo di Amendola,richiesta che risalirebbe al 2012, ma allaquale l’amministrazione statunitense nonaveva finora dato seguito;

stando alle informazioni della Reu-ters, non smentite né dall’Italia né dagliStati Uniti, la fornitura del valore 129,6milioni di dollari comprenderebbe anche156 missili AGM-114R2 Hellfire II, 20bombe a guida laser GBU-12, bombe 30GBU-38 Joint Direct Attack Munitions;

il Congresso statunitense entro 15giorni dalla richiesta ha la possibilità dibloccare la vendita, ma l’eventualità ap-

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pare remota stando anche alle dichiara-zioni di un funzionario del Governo USA,riportate dalla stessa agenzia di stampa,secondo il quale « la vendita è stata ap-provata perché l’Italia è un alleato chiavedegli Stati Uniti ». « Non è una decisioneche prendiamo alla leggera ed è simbolicadella nostra fiducia nell’Italia. L’Italia è unmembro responsabile della comunità in-ternazionale che è stata con noi in ognirecente operazione NATO o a guida sta-tunitense »;

con l’acquisizione della capacità dicondurre operazioni armate da parte divelivoli a pilotaggio remoto, l’Aeronauticamilitare italiana diventerebbe la secondaforza armata europea, dopo la Gran Bre-tagna, a disporre di questa capacità, e unadelle pochissime al mondo;

l’utilizzo indiscriminato di tali ve-livoli ha provocato numerose vittime civilie cosiddetti « danni collaterali », un eufe-mismo che copre errori di valutazione e ditiro; secondo le informazioni del Bureau ofinvestigative journalism, che da molti annicompila statistiche sulle operazioni mili-tari dei velivoli a pilotaggio remoto ame-ricani, tra il 2004 e il 2015 le sole ope-razioni della CIA in Pakistan avrebberoprovocato tra i 2489 e i 3989 morti, di cuii civili sarebbero tra i 423 e i 965, com-presi molti bambini. Lo stesso presidentestatunitense ha ammesso questi errori, tracui quello avvenuto all’inizio del 2015 inPakistan dove un drone armato ha uccisodue ostaggi dei talebani, lo statunitenseWarren Weinstein e il cooperante italianoGiovanni Lo Porto;

la tardiva decisione di fornire si-stemi d’arma per i velivoli Reaper italianisembra ai firmatari del presente atto piut-tosto un « premio » per la decisione delGoverno italiano di associarsi, a giudiziodei firmatari del presente atto acritica-mente, alla scelta statunitense di prolun-gare la permanenza delle proprie truppein Afghanistan per tutto il 2016, scelta nonseguita invece da altri alleati della NATO,come la Spagna, che si sono invece giàritirati dal teatro afghano;

inoltre, nel progetto di sviluppo deinuovi velivoli a pilotaggio remoto è poten-zialmente previsto l’addestramento di unanuova classe di piloti, da impiegare esclu-sivamente per il pilotaggio remoto e,quindi, senza la pregressa esperienza divolo aereo posseduta dai loro colleghi cheattualmente controllano i medesimi veli-voli;

il predetto progetto formativo su-scita dubbi ed incertezze riguardo all’ef-fettiva capacità di addestramento del per-sonale militare che dovrà essere impiegatoper tali attività, posto che l’assenza di basidi esperienza di volo aereo potrebbe ge-nerare nei giovani piloti la sindrome dei« videogiochi », cioè di apparecchi teleco-mandati da utilizzare alla stregua dei piùmoderni videogames;

è di tutta evidenza, infatti, che lagestione di un complesso velivolo militare,dalla tecnologia avanzata e da impiegarein teatri operativi di guerra, ancorché apilotaggio remoto, soprattutto nel caso diutilizzo di armi e munizioni necessiti del-l’imprescindibile impiego di piloti in pos-sesso di una robusta esperienza operativa;

è quindi necessario che la nuovaclasse di piloti che la Difesa dovrà impie-gare alla guida dei nuovi velivoli ricevaanaloga preparazione ed addestramento,ovvero percorra un periodo di affianca-mento con piloti con reale esperienzeoperativa, anche attraverso sessioni di volosu velivoli di attacco al suolo;

la decisione italiana di armare ve-livoli Reaper è avvenuta di fatto al di fuoridi qualsiasi confronto parlamentare, no-nostante rappresenti un decisivo aumentodelle capacità militari nazionali, comed’altronde è ben sottolineato dal lungo elaborioso processo di approvazione daparte statunitense a conferma di una pur-troppo consolidata pratica da parte deigoverni nazionali di prendere decisioni dipolitica militare in maniera, ad avviso deifirmatari del presente atto, opaca e conprocedure essenzialmente extraparlamen-tari;

Atti Parlamentari — 31313 — Camera dei Deputati

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l’eventuale decisione del Congressostatunitense di autorizzare la fornitura diarmamenti per i Reaper italiani non co-stituirebbe un vincolo per il nostro Paesea procedere necessariamente alla loro ac-quisizione, che comunque richiederebbeun voto parlamentare preventivo, ai sensidell’articolo 536 del codice dell’ordina-mento militare;

tale decisione appare, in ogni caso,del tutto confliggente rispetto alla missionistituzionale delle operazioni di peace kee-ping in cui l’Italia è tuttora impegnata, cheimporrebbe un utilizzo estremamente re-siduale delle armi e degli strumenti diaggressione e, viceversa, uno sviluppo dinuovi strumenti tecnologici con funzioniricognitive come i droni a pilotaggio re-moto,

impegna il Governo:

a non procedere ulteriormente nelleprocedure di acquisizione di sistemid’arma per i velivoli Reaper MQ-9, anchenel caso in cui il Congresso degli StatiUniti ne autorizzasse l’esportazione;

ad organizzare la nuova scuola dipiloti dell’aeronautica militare di Amen-dola prevedendo un iter addestrativo com-pleto con una robusta e consistente for-mazione operativa, per favorire la prepa-razione di una qualificata ed avanzataclasse di piloti destinata alla guida deivelivoli a pilotaggio remoto.

(7-00854) « Basilio, Corda, Rizzo, Frusone,Tofalo ».

La VI Commissione,

premesso che:

la disciplina generale in materia dianatocismo è prevista dall’articolo 1283del codice civile il quale prevede che, fattaeccezione di espliciti divieti di caratterenormativo, gli interessi possano produrreinteressi solo in seguito a domanda giu-

diziale o per effetto di convenzione poste-riore alla loro scadenza e per interessirelativi ad almeno 3 mesi;

il decreto legislativo 4 agosto 1999,n. 342, modificando l’articolo 120 del Te-sto unico bancario (TUB) di cui al decretolegislativo 1o settembre 1993, n. 385, haattribuito al CICR (Comitato interministe-riale per il credito ed il risparmio) ilcompito di regolare le modalità e i criteriper la produzione di interessi sugli inte-ressi maturati nelle operazioni poste inessere nell’esercizio dell’attività bancaria.In attuazione della richiamata disposi-zione il CICR ha provveduto a disciplinarela materia con la deliberazione del 9febbraio 2000 con la quale ha disposto,seppur entro certi limiti, delle deroghe alladisciplina generale in materia di anatoci-smo indicata dal richiamato articolo 1283c.c.;

la legge di stabilità per il 2014(legge 27 dicembre 2013, n. 147), ha no-vellato il dispositivo dell’articolo 120 delTUB disponendo che il CICR debba sta-bilire le modalità ed i criteri per la pro-duzione di interessi nelle operazioni postein essere nell’esercizio dell’attività banca-ria assicurando nelle operazioni in contocorrente che sia garantita nei confrontidella clientela la stessa periodicità nelconteggio degli interessi sia debitori checreditori ed escludendo che gli interessiperiodicamente capitalizzati possano pro-durre interessi ulteriori che, nelle succes-sive operazioni di capitalizzazione, sianocalcolati esclusivamente sulla sorte capi-tale;

con l’intervento normativo di cuialla legge di stabilità per il 2014 si è volutostabilire l’illegittimità della prassi bancariain forza della quale vengono applicati gli« interessi composti », prassi quest’ultimache entra in conflitto con i principi fissatidal richiamato articolo 1283 c.c., nono-stante le numerose pronunce dei giudici dimerito, che condannano la prassi bancariasulla base della normativa vigente in ma-teria di anatocismo, gli istituti di creditohanno continuato a calcolare gli interessi

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

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composti non solo su base trimestrale maanche su base annuale;

la Banca d’Italia ha formulato alCICR una proposta di delibera per dareattuazione alla nuova formulazione del-l’articolo 120 del TUB. Da un’attenta di-samina della medesima proposta, cosìcome rilevato da fonti stampa e da nu-merose associazioni di consumatori, sievincerebbe un ripristino dell’ammissibi-lità dell’applicazione degli « interessi com-posti », seppur entro certi limiti. Infatti,per i rapporti regolati in conto corrente,conto di pagamento e per i finanziamentia valere su carte di credito viene stabilitoche gli interessi sono contabilizzati su basealmeno annuale e che gli interessi matu-rati sono contabilizzati separatamente ri-spetto alla sorte capitale ed il saldo pe-riodico della sorte capitale produce inte-ressi a condizione siano decorsi 60 giornidal ricevimento da parte del cliente del-l’estratto conto. Altresì, decorso tale ter-mine il cliente può autorizzare l’addebitodegli interessi sul conto o sulla carta, ed inquesto caso la somma addebitata è con-siderata sorte capitale;

l’obiettivo della novella legislativadell’articolo 120 del TUB di cui alla leggedi stabilità 2014, così come ribadito dallastessa Banca d’Italia nel documento per laconsultazione allegato alla proposta didelibera al CICR, era stabilire « l’impro-duttività degli interessi composti » e « met-tere la parola fine a un comportamentoriconosciuto illegittimo dalla giurispru-denza, ma costantemente tollerato dal le-gislatore »;

le disposizioni della proposta didelibera al CICR piuttosto che esprimereuna compiuta disciplina sul divieto dianatocismo — così come previsto espres-samente dall’articolo 1283 c.c. e dall’arti-colo 120 del TUB — sembrano ai firmataridel presente atto « legittimare » la prassiposta in essere dagli istituti di credito;

le deroghe all’articolo 120 del TUBintrodotte nella proposta di delibera alCICR non paiono ai firmatari del presenteatto legittime sul piano della gerarchia

delle fonti dell’ordinamento giuridico dellaRepubblica Italiana. Per tal motivo sa-rebbe opportuno che il CICR, in sede diattuazione delle disposizioni di cui all’ar-ticolo 120 del TUB, deliberasse un prov-vedimento preposto ad impedire l’applica-zione di ogni forma di anatocismo aprescindere da quale siano le concretemodalità di determinazione,

impegna il Governo:

ad assumere ogni genere di iniziativa,anche di carattere normativo, al fine di:

a) evitare che il divieto di applica-zione di interessi ulteriori rispetto agliinteressi periodicamente capitalizzati dicui all’articolo 120 del TUB possa essereeluso o violato da una eventuale deliberadel CICR;

b) impedire l’applicazione di inte-ressi ulteriori rispetto agli interessi perio-dicamente capitalizzati nei rapporti rego-lati in conto corrente e conto di paga-mento e per i finanziamenti a valere sucarte di credito;

c) impedire l’applicazione di ogniforma di anatocismo a prescindere da ognipossibile modalità di determinazione.

(7-00853) « Ruocco, Pesco, Villarosa, Al-berti, Pisano, Fico ».

La XIII Commissione,

premesso che:

come noto, il cambiamento clima-tico costituisce una delle priorità più si-gnificative nell’agenda delle istituzioni na-zionali ed internazionali: il riscaldamentoglobale, senza interventi urgenti che neimpediscano il continuo aumento, avrà unimpatto devastante sugli habitat naturali esulla produzione agricola mondiale, oltreche sulla disponibilità di acqua potabile edella vivibilità delle aree costiere;

la regione sud europea e quellamediterranea, in particolare, risultano, se-condo recenti studi, le più esposte aglieffetti dei mutamenti climatici, con con-

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seguenze allarmanti sul sistema di approv-vigionamento alimentare, in considera-zione dell’impatto negativo che tali feno-meni hanno sull’agricoltura e sulla con-duzione dei suoli;

secondo il comitato intergoverna-tivo per i cambiamenti climatici – Inter-governmental Panel on Climate Change(IPCC) –, nei prossimi 30 anni, l’agricol-tura subirà un calo di resa del 50 percento nelle coltivazioni di riso, grano emais, i rendimenti sono destinati a ridursidel 10 per cento per ogni grado di au-mento sopra i 30 gradi; l’incremento dellafrequenza di ondate di calore avrà inoltreeffetti molto gravi soprattutto sulla pro-duzione di latte bovino, determinerà unaumento dei consumi irrigui delle colturee un aumento degli attacchi parassitari; lapenetrazione del cuneo salino, causatadall’innalzamento del livello marino, è ingrado di provocare una desertificazionedestinata a compromettere, oltre all’agri-coltura, anche la stessa vegetazione spon-tanea di larga parte delle coste italiane;

con riferimento alla risorsa acqua,gli effetti più evidenti del surriscaldamentoglobale consistono in una progressiva ri-duzione delle precipitazioni, accompa-gnata da una marcata accentuazione deglieventi estremi di breve durata con conse-guente alternanza di piogge alluvionali eprolungate siccità e con tutto ciò chequesto comporta per il dissesto idrogeo-logico e la carenza di acqua rispetto alfabbisogno;

secondo uno studio pubblicatosulla prestigiosa rivista accademica Naturenel 2009, da parte dei 29 maggiori scien-ziati della scienza del sistema terra, nelnostro pianeta esistono delle soglie o limitiche non dovrebbero assolutamente essereoltrepassati, pena il rischio di cambia-menti imprevisti e assolutamente irrever-sibili che metterebbero a rischio il buonfunzionamento del sistema. Le interfe-renze umane nel ciclo dell’azoto e delfosforo, ad esempio, hanno causato im-provvisi e pericolosi mutamenti della bio-chimica dei laghi e degli ecosistemi marini.

Il processo di eutrofizzazione è infatticausato dalle emissioni di azoto e fosforoprovocate dalle attività umane. Perciò, lasalvaguardia e la tutela della risorsa suolo,anche attraverso la lotta contro il con-sumo e la desertificazione, contribuiscesenz’altro a ripristinare l’equilibrio del-l’ecosistema terrestre, ma richiede unastrategia di intervento concordata a livelloglobale, posto che le riserve mondiali diminerali fosfatici, risorse non rinnovabili,indispensabili alla fertilità dei suoli, sonoconcentrate in pochi Paesi quali Cina,Stati Uniti e Marocco, oltre che nell’areadel Sahara occidentale, e la loro continuadomanda potrebbe innescare ulteriori ten-sioni geopolitiche;

l’agricoltura industriale è altro fat-tore che incide negativamente sul cambia-mento climatico, facendo uso di sistemimeccanizzati ad alta intensità energetica ea combustibili fossili e, a sua volta, ne èinfluenzata, visto che le monocolture ge-neticamente omogenee, su cui si basa, nonsono resilienti; diversamente, i sistemi digestione agroecologici – varietà di tecnicheagricole, come agricoltura biologica, siner-gica, sostenibile o permacultura –, basan-dosi sul rispetto della biodiversità, sull’ef-ficienza dei processi biologici e sulla di-versificazione dei sistemi di produzione,rappresentano un modello alternativo so-stenibile, socialmente equo, resiliente aicambiamenti climatici e, dunque, in gradodi sostenere la sfida del cambiamentoclimatico;

anche la crescita della popolazione,stimata dalla Fao a 9 miliardi entro il2050, unita alla transizione verso modellialimentari a più alto impatto ambientaletipici dei Paesi ricchi industriali, ha effettosul cambiamento climatico in quanto im-plica il raddoppio della produzione ali-mentare, con notevole aumento delle emis-sioni globali generate: l’allevamento con-tribuisce per il 14,5 per cento alle emis-sioni causate dalle attività umane, piùdell’intero settore dei trasporti; la cre-scente richiesta di olio di palma da partedell’industria alimentare, inoltre, solo percitare un caso di attualità, causa degra-

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dazione e incendi delle foreste torbiereindonesiane, con conseguente aumentodelle emissioni di gas serra; secondo al-cune autorevoli fonti, la sostituzione delleforeste con i palmeti causerebbe il 4 percento delle emissioni globali di gas serra,ponendo Indonesia e Malesia, dopo Usa eCina, nell’elenco delle nazioni responsabilidell’inquinamento globale;

in occasione del « Climate Sum-mit » tenutosi il 23 settembre 2014 a NewYork, è stata firmata la « Dichiarazione diNew York sulle Foreste », sottoscritta da150 attori tra cui Governi, aziende, comu-nità indigene e organizzazioni non gover-native, che prevede di ridurre il tasso diperdita delle foreste entro il 2020, portan-dolo a zero entro il 2030. La dichiarazioneimpegna inoltre a ripristinare 150 milionidi ettari di territori degradati e terreniboschivi entro il 2020, ai quali se neaggiungeranno altri 200 entro il 2030;

a causa dei frequenti quanto re-pentini cambiamenti delle condizioni cli-matiche si assiste a un progressivo inten-sificarsi dei fenomeni di dissesto e insta-bilità dei versanti (su 712.000 frane censitein Europa nel 2012, 486.000 ricadono nelterritorio italiano, di cui oltre l’80 percento è localizzato nei territori montani),con gravi problemi di sicurezza, incolu-mità pubblica e di tutela e mantenimentodegli equilibri ecologici;

il patrimonio forestale italiano rap-presenta un bene economico-sociale dielevato interesse pubblico ed è parte co-stituente delle risorse ambientali e natu-rali del Paese, ma anche del suo patrimo-nio storico-culturale, identitario ed econo-mico; esso rappresenta una economia nonlocalizzabile e i settori economici collegatipresentano importanti potenzialità di svi-luppo; la materia forestale è un temad’interesse strategico per l’Italia e trasver-sale a diverse politiche (economica, am-bientale, sociale, culturale), in considera-zione anche degli impegni internazionalisottoscritti dal Governo italiano e degliobblighi e delle indicazioni comunitarie inmateria ambientale e di sviluppo sosteni-

bile che hanno influenzato e che influen-zeranno le scelte politiche: appena il 15,7per cento dei boschi italiani è regolamen-tato da strumenti di pianificazione dellagestione e si registra un abbandono col-turale per oltre il 60 per cento dei boschinazionali;

è di tutta evidenza, secondo i pre-sentatori del presente atto di indirizzo, cheil settore forestale e quello del legnoitaliano non esprimono pienamente le ri-spettive potenzialità, con gravi conse-guenze anche per la salvaguardia dell’am-biente e il presidio del territorio;

gli oceani e i sistemi di acqua dolcesono fondamentali per la sicurezza ali-mentare globale e sono la chiave perregolare il clima mondiale. Con circa unterzo delle emissioni di CO2 che finiscononegli oceani, questi costituiscono il piùgrande assorbitore di anidride carbonicanel mondo,

impegna il Governo:

anche in considerazione della pros-sima riunione della XXI Conferenza delleParti (Cop 21) della Convenzione quadrodelle Nazioni Unite sui cambiamenti cli-matici, a valutare iniziative per attivarestrumenti assicurativi mirati alla mitiga-zione dei danni dovuti agli inevitabili ef-fetti climatici, oltre a quelli già previsti peragricoltori dai regolamenti comunitari e apromuovere un uso razionale dell’acquadurante la realizzazione del piano irriguonazionale;

a promuovere e sostenere a livellounionale iniziative volte alla corretta ge-stione del ciclo del fosforo e dell’azoto, conl’obiettivo dell’utilizzo sostenibile di talirisorse nella concimazione del suolo agra-rio;

a promuovere, coinvolgendo tutte leistituzioni pubbliche competenti in mate-ria, un’indagine ministeriale sullo statodell’arte dell’approvvigionamento attuale efuturo dei concimi fosforici e azotati daparte del nostro Paese, nonché ad avviarecampagne informative sulla tematica, al

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fine di informare correttamente i comunie gli agricoltori sulle prassi e procedureconsigliate per il recupero e l’impiegosostenibile del fosforo e dell’azoto;

a promuovere un nuovo modello diagricoltura, per prevenire l’aggravare del-l’inquinamento idrico, sia per la produ-zione alimentare, che per il ruolo fonda-mentale nella mitigazione dei cambiamenticlimatici e dei danni naturali, favorendo, alivello normativo e finanziario, lo sviluppodi politiche agricole più sostenibili e in-coraggiando le comunità locali a gestire laproduzione e il consumo delle proprierisorse, nell’ottica degli obiettivi ambien-tali; a promuovere inoltre, la transizioneverso l’agroecologia, pratiche sostenibili,resilienti e, allo stesso tempo, efficienti esocialmente eque, in grado di sostenere lesfide ambientali e alimentari future;

a promuovere e sostenere progettivolti a diffondere un’educazione alimen-tare che privilegi un ridotto impatto sullerisorse ambientali e sulla salute dell’indi-viduo rispetto alle diete alimentari carat-terizzate dal consumo di prodotti di ori-gine animale;

ad attivare misure di contrasto allospreco alimentare, in ossequio agli obiet-tivi enunciati nella Carta di Milano, tra cuiquello della riduzione del 50 per centodello spreco alimentare al 2020, definendodelle azioni precise e improrogabili, peragire a più livelli dalla produzione agricolaper evitare le eccedenze, al riutilizzo nellacatena alimentare destinata al consumoumano, fino al riciclo e al recupero, non-ché a dare tempestivo seguito agli impegnicontenuti nella mozione 1-00482 che èstata approvata dalla Camera il 3 giugno2014;

ad aderire alle linee guida del CFS(Committee on World Food Security) –FAO, per una gestione responsabile delleterre, delle foreste e dei bacini idrici;

ad impegnarsi fattivamente per l’at-tuazione del « New York declaration onForests », l’accordo siglato in occasione delvertice ONU « Climate summit 2014 », con

l’obiettivo di fermare la deforestazionedelle foreste naturali entro il 2030, raf-forzando gli incentivi per l’investimento alungo termine e la tutela forestale edaumentando i finanziamenti internazio-nali, progressivamente legati ai risultati;

ad attivare, presso il Ministero dellepolitiche agricole alimentari e forestali, unufficio permanente di coordinamento dellepolitiche forestali, oggi mancante, che rap-presenti l’unico punto di riferimento e diindirizzo per le politiche forestali nazio-nali nel rispetto delle competenze e deiruoli che la Costituzione definisce circa irapporti fra Stato e regioni, e che svolga,in modo continuativo, le funzioni di coor-dinamento istituzionale e inter-istituzio-nale per le amministrazioni nazionali eregionali competenti in materia di politicae programmazione forestale, nonché diraccordo per tutte le iniziative internazio-nali e comunitarie in materia forestale,anche al fine di assicurare la presenzacostante e qualificata dell’Italia in tali sedi,facendo sì che tale ufficio, senza oneriaggiuntivi per il bilancio dello Stato, possaavvalersi delle competenze e del personalepresente nelle strutture interne del Mini-stero delle politiche agricole alimentari eforestali in quelle esterne (come l’Osser-vatorio foreste dell’Istituto nazionale dieconomia agraria, il Consiglio per la ri-cerca in agricoltura e l’analisi dell’econo-mia agraria e il Corpo forestale dellostato);

a promuovere iniziative per imple-mentare tecnologie per migliorare l’indicedi conversione alimentare in acquacoltura,per ridurre le emissioni di gas serra e permigliorare l’efficienza nell’uso delle risorsein generale, nonché ad identificare e ri-durre le vulnerabilità dei sistemi di pescae acquacoltura, migliorando la resilienza el’adattabilità dei settori per contrastare icambiamenti climatici, l’acidificazione de-gli oceani e i disastri naturali.

(7-00855) « Parentela, Benedetti, Massimi-liano Bernini, Gagnarli, L’Ab-bate, Lupo, Busto, Galli-nella ».

* * *

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZADEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare ilPresidente del Consiglio dei ministri, ilMinistro del lavoro e delle politiche sociali,il Ministro dell’istruzione, dell’università edella ricerca, per sapere – premesso che:

il nuovo Indicatore della situazioneeconomica equivalente (Isee) (decreto delPresidente del Consiglio dei ministri 5dicembre 2013, n. 159, recante « Regola-mento concernente la revisione delle mo-dalità di determinazione e i campi diapplicazione dell’Indicatore della situa-zione economica equivalente (Isee), en-trato definitivamente in vigore il 1o gen-naio 2015, ha introdotto importanti novitàanche per le prestazioni di degenza inRSA per le persone ultra sessantacin-quenni non autosufficienti: si prevede in-fatti che siano conteggiati come redditoanche i « trattamenti assistenziali, previ-denziali e indennitari, incluse carte didebito, a qualunque titolo percepiti daamministrazioni pubbliche », quindi anchepensioni di invalidità e indennità di ac-compagnamento;

in particolare, l’articolo 6, comma 3,lettera b) del decreto del Presidente delConsiglio dei ministri n. 159 del 2013prevede che debbano essere inclusi nelcomputo dei redditi anche quelli dei figliche non fanno parte del nucleo familiare.Ma non solo: il decreto include esplicita-mente fra i redditi da inserire nell’Isee(l’indicatore della situazione economicaequivalente) anche indennità di accompa-gnamento, pensioni di invalidità, assegniriservati agli invalidi e altro;

per via di tale modifica normativa,circostanza peraltro segnalata più volte nei

giorni scorsi all’interpellante da diversicittadini, molti assistiti si sono trovaticostretti a pagare la quota intera – ocomunque rincarata – della retta alber-ghiera;

tuttavia, a poco più di un mese didistanza dalla sua entrata in vigore, iltribunale amministrativo regionale del La-zio ha bocciato parte dell’impianto delnuovo Isee. In particolare, in data 11febbraio 2015, sono state depositate tresentenze del tribunale amministrativo re-gionale del Lazio (sentenze n. 2454/15,n. 2458/15 e n. 2459/15) che dichiaranoillegittime alcune disposizioni contenutenella nuova normativa;

in particolare, le tre sentenze:

escludono dal computo dei redditiai fini Isee i « trattamenti assistenziali,previdenziali e indennitari, incluse carte didebito, a qualunque titolo percepiti daamministrazioni pubbliche », visto che sitratta di emolumenti riconosciuti a titolomeramente compensativo e/o risarcitorio afavore delle situazioni di disabilità;

annullano la norma del decretoIsee (articolo 4, comma 4, lettera d), nellaparte in cui si prevede un incremento dellefranchigie per i soli minorenni. Di conse-guenza, l’Isee per i maggiorenni si devecalcolare con riferimento alla porzione direddito che eccede i 9.500,00 euro l’anno,e solo su quella;

contro tali sentenze, che dovrebberoessere immediatamente esecutive, il Go-verno ha presentato ricorso al Consiglio diStato per chiederne il congelamento deglieffetti; il Consiglio di Stato si è pronun-ciato recentemente, non concedendo lasospensiva e sancendo l’illegittimità delGoverno per non aver dato applicazione aquanto stabilito dal Tar. Pertanto, le sen-tenze sono esecutive. La prossima udienzaè stata fissata al 3 dicembre 2015 epertanto sarà necessario attendere taledata per le considerazioni finali;

le tre sentenze sono immediatamenteesecutive e favoriscono gran parte del-l’utenza, poiché hanno come effetto di

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diminuire il valore finale dell’Isee perl’accesso alle prestazioni agevolate di na-tura socio-sanitaria, e conseguentementeaumentare in misura di molto maggiorerispetto al passato la contribuzione eco-nomica comunale ai servizi resi;

se si considera infatti che gran partedelle persone ultrassesantacinquenni nonautosufficienti percepisce esclusivamentela pensione minima sociale e l’indennità diaccompagnamento, emolumenti che perl’effetto delle sentenze Tar non possonoessere computati e che, in ogni caso, vaapplicata una franchigia di 9.500,00 eurosui redditi prodotti, ne consegue che l’Iseeche ne deriverà sarà spesso, a giudiziodegli interpellanti, pari o prossimo allozero, con conseguente coinvolgimento eco-nomico del comune di residenza per largaparte della quota sociale;

i comuni, pertanto, in applicazionedella normativa oggi vigente (decreto Isee,come modificato dal Tar Lazio), dovreb-bero contribuire economicamente in mi-sura di molto maggiore rispetto al passato;

tuttavia le sentenze del Tar, nono-stante l’immediata esecutività, rimangonoal momento inapplicate anche a causa diun mancato adeguamento tempestivo deisistemi informatici dell’Inps. I cittadini cherichiedono ed ottengono l’Isee per presta-zioni agevolate di natura socio-sanitaria sitrovano quindi in mano una dichiarazioneillegittima ed errata;

con la mancata esecuzione delle sen-tenze, in attesa di una pronuncia delConsiglio di Stato, i problemi legati alcalcolo del nuovo Isee – che per i comunirischia di essere una questione di nonpoco conto – vengono però nel frattemporiversati sulle spalle, e nelle tasche, degliutenti;

quanto alla compartecipazione al pa-gamento della retta alberghiera da partedei familiari, il decreto n. 159 del 2013,che non è stato modificato dalle sentenzedel Tar di cui sopra, modifica i criteri dideterminazione dell’Isee per le prestazioniagevolate di natura socio-sanitaria,

creando una disciplina sicuramente peg-giorativa rispetto alle precedenti disposi-zioni, risultando molto gravosa per anzianie disabili;

il decreto, infatti, per tali prestazioniprende in considerazione il reddito pro-dotto dall’intero nucleo familiare del de-gente, composto – oltre che dall’assistito –dal coniuge, dai figli minori di anni 18,nonché dai figli maggiorenni. Prevede poi– e questa è una delle novità che appaionogli interpellanti tra quelle peggiorative dimaggior rilievo – che, in caso di ingressoin RSA, si deroghi ulteriormente alla com-posizione del nucleo familiare del richie-dente la prestazione e debbano essereconsiderati nel computo dei redditi diquest’ultimo anche i redditi dei figli noninclusi nel nucleo familiare;

il reddito dei figli non conviventi enon inseriti nel nucleo familiare del ri-chiedente viene dunque calcolato ai finiIsee per il calcolo della retta da pagare, ameno che non si tratti di figlio disabile oquando risulti accertata in sede giurisdi-zionale o dai servizi sociali la estraneitàdello stesso dai rapporti affettivi ed eco-nomici;

sulla base dei risultati analizzati diun campione di 49 mila dichiarazioni Isee(il 2 per cento della popolazione Iseecomplessiva) richieste nei primi sei mesidell’anno e pubblicati, tra gli altri, nelquaderno « Il nuovo Isee. Monitoraggio delprimo semestre », il Ministero del lavoro edelle politiche sociali sostiene però che lagran parte della popolazione con disabilitàha potuto giovare di regole più vantaggiosedel nuovo Isee, rispetto a quello di unanno fa;

i dati del Ministero dicono che, inquesto primo semestre, nei nuclei con unapersona con disabilità sono aumentatiquasi di due volte e mezzo gli Isee nulli,passando infatti dal meno del 9 per centoa più del 20 per cento; il 38 per cento deinuclei con una persona con disabilità sonosotto i 3 mila euro di Isee (con le vecchieregole sarebbero stati il 28 per cento).Vistoso risulta l’impatto anche nella fascia

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« alta »: le famiglie con Isee sopra i 30 milaeuro erano il 2,9 per cento, ora sono il 5,5per cento: impatta la diversa rilevanzadata oggi al patrimonio immobiliare emobiliare e impatta il fatto che il sistemadi franchigie previsto penalizza le personecon disabilità più gravi, che prendono piùdi una indennità. Conclude la nota mini-steriale: « Il nuovo Isee è più favorevoleper oltre il 58 per cento dei nuclei dipersone con disabilità ed è meno favore-vole per meno di un terzo, un rapportoche è quasi di 2 a 1. Resta stabile circa il10 per cento dei nuclei »;

su questi dati il Ministro del lavoro edelle politiche sociali, Giuliano Poletti, haespresso la sua soddisfazione, affermando:« Si tratta di dati molto incoraggianti: lariforma dell’Isee aveva come unico obiet-tivo quello di rendere il sistema più equo,a partire dalla veridicità delle dichiara-zioni, ed è quello che sembra si stiaverificando. Per gran parte della popola-zione si osserva una riduzione o unasostanziale stabilità dell’indicatore, mentrel’Isee aumenta solo laddove vi sono patri-moni consistenti ». « (...) Osservo inoltrecon piacere – ha aggiunto – che tra igruppi più favoriti del nuovo Isee vi sonole persone con disabilità »;

in relazione ai dati emersi dal mo-nitoraggio, è espresso un parere moltodiverso da Anffas Onlus che, in merito alledichiarazioni ottimistiche rispetto all’Isee,per voce del suo presidente, Roberto Spe-ziale, richiama ad un maggior equilibrio,visto che molti sarebbero ancora i puntioscuri: « Pur ammesso che dal confrontotra il vecchio ed il nuovo Isee si assiste adun aumento, in percentuale, di Isee nulli(pari a 0,00) e di Isee più bassi per le fascedi popolazione con Isee sotto i 3.000,00euro, occorre considerare che ancora cisono situazioni assolutamente critiche checolpiscono fortemente le persone con di-sabilità ed i loro nuclei familiari ». Ilriferimento è ai casi di pluridisabilità « chehanno fatto schizzare verso l’alto l’Iseedelle persone che ne sono affette, arri-vando anche a vedere situazioni in cui daISEE ristretto pari a 0,00 si è passati, pur

considerando le franchigie, ad un ISEE incui, calcolandosi tutte le provvidenze con-ciate all’invalidità (a causa della mancataesecuzione delle sentenze del Tar Laziodel febbraio scorso), si arriva anche a13.000,00 euro con le conseguenze nega-tive per accedere alle prestazioni socialiagevolate ». (...) « Occorre inoltre preci-sare », prosegue Speziale, « che di per sé ildato della apparente positività del nuovoIsee nei confronti delle persone con disa-bilità non consente di rimanere tranquilli.Oltre a ciò che l’ISEE rileva, sono poi lescelte regionali e dei Comuni che deter-minano le condizioni di accesso alle pre-stazioni. Da questo punto di vista i datirilevati dal Ministero fotografano una si-tuazione in cui sono pochissimi i Comuniche hanno adeguato i propri regolamenti.Con preoccupazione, inoltre, Anffas rilevache da queste prime scelte si sta profi-lando un orientamento pericoloso: sogliedi esenzione ridotte o addirittura pari azero, percentuali di compartecipazione alcosto elevate rispetto a livelli Isee moltobassi, prestazioni non considerate comesociosanitarie e ascrivibili quindi non al-l’Isee ristretto ma all’Isee ordinario ». Ana-loga preoccupazione permane, da partedell’associazione, per le famiglie con mi-nori con disabilità, per cui non è appli-cabile l’Isee ristretto, « così come per ilmancato rispetto della normativa vigentein materia di prestazioni sociosanitarie,con la conseguenza che prestazioni chia-ramente sociosanitarie, ma non codificatecome tali dalle scelte regionali errate –come nel caso della Regione Lombardia –siano condizionate all’Isee ordinario (fa-miliare) »;

dal report emerge inoltre che nelprimo semestre del 2015 sono state pre-sentate meno Dichiarazioni sostitutive uni-che (Dsu) che nello stesso periodo del2014: il 76 per cento;

tale differenza – si legge – è dovutasoprattutto a un calo di domande presen-tate al Sud. Se infatti al Nord sono statepresentate il 90 per cento di DSU del 2014,al Sud si scende al 60 per cento. Al nettodel numero di DSU, significa che la po-

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polazione coperta da dichiarazioni Isee neiprimi sei mesi del 2015 a livello nazionalesi è attestata al 10,1 per cento dellapopolazione, mentre nel 2014, era al 13,9per cento: il Sud si è avvicinato al Nord,giacché quest’anno hanno una DSU il 9per cento dei residenti al Centro Nordcontro il 13 per cento dei residenti nelMezzogiorno, mentre un anno fa eravamoa quote analoghe per il Nord e al 22 percento per il Sud, con un calo del 40 percento;

l’impressione ministeriale – si leggeancora – « (...) è che con il Nuovo Isee inalcune regioni del Mezzogiorno stia ridu-cendo l’anomalia di un elevatissimo nu-mero di DSU presentate in presenza diuna spesa sociale molto bassa; sembra cioèche la DSU venga presentata solo quando« serve » – cioè a fronte della effettivarichiesta di prestazioni sociali agevolate »;

le perentorie dichiarazioni del Mini-stro Poletti, lasciano intendere che per talevia il Governo stia conseguendo lo scopo –per cui il nuovo Isee era stato apposita-mente varato – di ridurre gli abusi e lefrodi legati alle false dichiarazioni deiredditi, pur non comprendendosi chiara-mente, a giudizio degli interpellanti, suquali precise basi tecniche ed evidenze talecorrelazione sia stata ravvisata;

nulla dice però stranamente il Mini-stro sulle ulteriori motivazioni, da rite-nersi parimenti rilevanti, che starebberoaltresì alla base degli squilibri evidenziatitra Nord e Sud Italia; basti considerare inparticolare il fatto che, nel Mezzogiorno, siregistra mediamente una maggiore richie-sta di indennità assistenziali – costituentireddito in base al nuovo Isee – a causadell’atavica carenza di servizi pubblici resi;

a dirlo è la FISH (Federazione ita-liana per il superamento dell’handicap)che ha pubblicato in « Condicio.it » unostudio in cui si evidenza, ad esempio, comei picchi di pensioni di invalidità siano

proprio nelle Regioni in cui si spendemeno, se non quasi nulla, in servizi per lanon autosufficienza;

inoltre, il citato rapporto si ritienenon esaustivo allorché vi si omette diindicare altre cause, parimenti rilevanti,che starebbero disincentivando la presen-tazione delle Dsu da parte di molti nucleifamiliari;

il riferimento, in particolare, è aldato preoccupante segnalato da diversicentri di assistenza fiscale territoriali iquali starebbero riscontrando spesso unaforte contrarietà alla presentazione delleDSU da parte di moltissime famiglie ita-liane – soprattutto le meno abbienti re-sidenti principalmente nel Mezzogiorno –in quanto scoraggiate per via del rischio dipoter risultare artificiosamente più « ric-che » in base al nuovo Isee;

si ritiene inoltre che l’impianto delnuovo Isee comporti una disparità di trat-tamento a danno delle persone con disa-bilità che vivono in condizioni particolar-mente indigenti, come nel caso della po-polazione incapiente, dato anche questonon considerato nel report ministeriale;

in quest’ultimo caso, infatti, poiché lepersone interessate non sono tenute apresentare la dichiarazione (a causa dibassi redditi o perché incapienti o perchéprive di reddito imponibile), non possonogodere dell’agevolazione fiscale delle spesesostenute, anche se documentate, inquanto il Ministero, sulla scorta dell’arti-colo 4 del decreto del Presidente delConsiglio dei ministri n. 159 del 2013 –che prevede la deduzione dal reddito [...]c) fino ad un massimo di 5.000 euro, dellespese sanitarie per disabili, le spese perl’acquisto di cani guida e le spese soste-nute per servizi di interpretariato daisoggetti riconosciuti sordi, indicate in di-chiarazione dei redditi tra le spese per lequali spetta la detrazione d’imposta, non-ché le spese mediche e di assistenza spe-cifica per i disabili, indicate in dichiara-zione dei redditi tra le spese e gli oneri peri quali spetta la deduzione dal redditocomplessivo – ha confermato la prassi

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consolidata, che la deduzione possa essererilevata nel solo caso in cui le suddettespese siano indicate in dichiarazioni deiredditi;

in generale, è opinione degli inter-pellanti che, con la riforma intervenuta,l’erogazione delle prestazioni welfaristicheviene ristrutturata nel verso dell’espul-sione dalla sfera di idoneità a beneficiaredelle prestazioni, ricalcolando a rialzo lacondizione economica;

difatti, secondo una stima del Sole 24Ore, i patrimoni del 2015, a parità dicondizioni reddituali oggettive con il 2014,risulteranno più cospicui dall’8 per centofino al 30 per cento in base a parametricome il valore della propria casa calcolatosull’Imu, l’eventuale mutuo ad esso con-nessa, lo stipendio, il numero di figli e dianziani a carico. Secondo il coordinatoredella consulta dei centri di assistenzafiscale, Valeriano Canepari, su proiezionieffettuate sulla base dei primi riscontri, laplatea di coloro che usufruiscono di servizie prestazioni legati alla situazione econo-mica potrebbe ridursi del 20 per cento;

nei giorni scorsi si sono registratealtresì numerose proteste da parte deglistudenti universitari contro l’impianto delnuovo Isee. Secondo questi, infatti, l’uso dinuovi parametri per il calcolo della situa-zione economica, ha fatto sì che circa il 25per cento degli studenti italiani si trovi conun Isee ed un indicatore di situazionepatrimoniale equivalente, indicatori dellasituazione economica familiare, maggioririspetto a quelli dell’anno precedente, an-che se, di fatto, le condizioni economichesono rimaste le stesse rispetto al passato.Inevitabilmente per gli studenti ciò rendemolto più difficile l’accesso alle prestazionisociali agevolate, come borse di studio,posti alloggio, contributi tasse e contributiper fitto casa –:

se il Governo sia a conoscenza dellasituazione esposta in premessa;

se il Governo non ritenga che l’ap-plicazione della specifica norma di cuiall’articolo 6, comma 3, lettera b), deldecreto del Presidente del Consiglio deiministri n. 159 del 2013 possa rivelarsipenalizzante per i nuclei familiari rien-tranti tra le fasce più deboli della popo-lazione e quali urgenti iniziative correttiveintenda eventualmente porre in essere inmerito;

come si concili la determinazionedell’Isee, effettuata da parte dell’INPS, se-condo il precedente sistema e le precedentiregole, con le pronunce del Tar del Lazio;

se non ritengano opportuno chel’INPS, ai fini della determinazione dellaquota sociale dell’Isee debba effettuare ilcalcolo avendo riguardo alla vigente disci-plina normativa, ovverosia secondo quantoprevisto dal decreto del Presidente delConsiglio dei ministri n. 159 del 3 dicem-bre 2013 come modificato dalle sentenzedel Tar Lazio n. 2454/15, n. 2458/15 en. 2459/15;

quali iniziative intenda eventual-mente intraprendere il Governo, perquanto di competenza, e con quali tem-pistiche, nell’eventualità in cui il Consigliodi Stato dovesse confermare le citate sen-tenze del Tar del Lazio; se non ritenga,inoltre, che in tal caso possa instaurarsiun ingente contenzioso su impulso di queicittadini a cui è stato recato medio temporeun danno derivante dalla negazione diservizi o agevolazioni in base al nuovometodo di calcolo, e quali iniziative, anchedi carattere finanziario, riterrebbe nelcaso potenzialmente azionabili dal Go-verno per farvi fronte;

quali siano con precisione le causeche starebbero disincentivando la presen-tazione delle dichiarazioni sostitutive uni-che, considerando, in particolare, il datopreoccupante fornito dai centri di assi-stenza fiscale i quali starebbero riscon-trando tale tendenza in moltissime fami-glie italiane motivate dal fatto di non volerrisultare artificiosamente più « ricche » inbase al nuovo Isee; se, inoltre, il Governonon ritenga che tale tendenza negativa

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possa aver contribuito in maniera consi-stente al calo generale, soprattutto nelMezzogiorno, delle presentazioni delle di-chiarazioni sostitutive uniche, ingenerandocosì, seppur in parte, quella che appareagli interpellanti l’erronea convinzione cheil nuovo Isee garantisca maggiore veridi-cità delle dichiarazioni che in passato;

se il Governo possa indicare chiara-mente, operando una netta distinzione deidati di cui sia in possesso, se e in chemisura attraverso il nuovo Isee si stianoeffettivamente contrastando le frodi e,d’altro canto, se e in quale misura sistiano, invece colpendo, a giudizio degliinterpellanti, ingiustificatamente, cittadiniin difficoltà, considerato che i picchi dibeneficiari di provvidenze assistenziali ri-sultano essere proprio nel Mezzogiorno, incui la spesa pubblica e i servizi resi sonopiù carenti;

se il Governo possa indicare il datostatistico relativo al numero di dichiara-zioni sostitutive uniche che, nel periodo dimonitoraggio in questione, risultano esserediminuite a causa dell’aumento degli in-capienti; se possa indicare, inoltre, aquanto ammontino questi ultimi rispettoallo scorso anno e se e quali iniziativeintenda eventualmente intraprendere af-finché venga garantita la possibilità per lapopolazione incapiente, non soggetta apresentazione di dichiarazioni sostitutiveuniche, di beneficiare comunque della de-duzione delle spese sanitarie, anche se solodocumentate;

se non ritengano che l’applicazionedel nuovo Isee rischi di limitare il dirittoallo studio e di ostacolare il proseguimentodella carriera universitaria di troppi stu-denti, selezionati sulla base delle condi-zioni economiche e delle condizioni ma-teriali di provenienza, e, in caso afferma-tivo, quali azioni in merito ritenga didover intraprendere;

quali iniziative, nello specifico, si in-tendano intraprendere relativamente alle

citate criticità che variamente, a livellolocale, starebbero colpendo fortemente lepersone con disabilità ed i loro nucleifamiliari, con particolare riferimento aicasi di pluridisabilità ed alle famiglie conminori con disabilità, soprattutto in rela-zione alle patite conseguenze negative perl’accesso alle prestazioni sociali agevolate.

(2-01180) « Di Vita, Lorefice, Silvia Gior-dano, Mantero, Grillo, Ba-roni, Colonnese, Alberti,Vacca, Di Benedetto ».

Interrogazioni a risposta scritta:

CRISTIAN IANNUZZI e MASSIMI-LIANO BERNINI. — Al Presidente del Con-siglio dei ministri, al Ministro dell’interno,al Ministro della giustizia, al Ministro perla semplificazione e la pubblica ammini-strazione, al Ministro dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare. — Persapere – premesso che:

la città di Latina e in genere il SudPontino rappresentano sempre più spessole piazze in cui vengono sequestrati beniriconducibili ad organizzazioni criminali emostrano chiaramente i segni della po-tenza delle mafie in questo territorio;

centinaia di milioni di euro sono staticonfiscati in pochi anni ai clan più peri-colosi di camorra, come i Mallardo,gruppo che puntava al Sud Pontino perriciclare e investire. Solo qualche giorno fala squadra mobile del capoluogo pontino elo Sco (servizio centrale operativo dellapolizia) hanno sequestrato 12 milioni dieuro riconducibili al gruppo dei Di Silvio;

un mese fa la Dda (direzione distret-tuale antimafia) di Reggio Calabria, incoordinamento con la direzione nazionaleantimafia, ha colpito il clan Comisso Macrìdi Siderno, che gestiva una rete interna-zionale di narcotrafficanti. Il cuore ope-rativo, secondo i magistrati, era in unmagazzino di fiori nella periferia di Latinadi proprietà della famiglia calabrese Crupi.Più a sud, a Fondi, opera da decine di anniil principale mercato ortofrutticolo del

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centro Italia, il Mof, per due volte finitonel centro di un’inchiesta della direzioneinvestigativa antimafia di Roma: il mono-polio dei trasporti della frutta e verduradestinata al mercato europeo era, secondol’Antimafia, in mano ad un cartello gestitodalla Camorra e da Cosa Nostra, con unruolo importante giocato dai corleonesi. Esempre a Fondi era diretto un carico ditritolo, intercettato in Puglia dalla guar-dia di finanza pochi mesi fa, pronto adessere utilizzato per un attentato ad unimprenditore del mercato della frutta;

le inchieste « Sistema Formia »,« Don’t touch » e « Sistema Lollo » sono trale maggiori inchieste giudiziarie chestanno scuotendo nelle fondamenta l’in-tero assetto giudiziario e politico dellaprovincia di Latina, tra la città capoluogoe il sud dell’area pontina;

il 12 novembre 2015 gli investigatoridella direzione investigativa antimafia delcentro operativo di Roma, hanno seque-strato nelle province di Latina, Frosinone,Napoli, Caserta e Isernia, su disposizionedel tribunale di Latina, oltre 200 camion,2 cave di marmo, società, terreni e im-mobili di proprietà di Vincenzo Zangrillo,cui fanno capo società operanti nel tra-sporto merci su strada, smaltimento rifiutie commercio di autovetture per un valorecomplessivo di oltre 20 milioni di euro;

le verifiche degli investigatori hannoevidenziato come il suo patrimonio siacresciuto parallelamente alle attività cri-minali sino a raggiungere le rilevanti di-mensioni attuali; ciò a fronte di redditidichiarati al fisco nettamente inferiori allecapacità economiche dimostrate. Il prov-vedimento di sequestro è motivato dunquedalla pericolosità sociale e dalla conse-guente origine illecita del suo patrimonio.Infatti, Zangrillo, oltre a frequentare edavere rapporti d’affari con imprese con-trollate dal clan dei Casalesi, godendoanche del supporto di clan quali Bido-gnetti, Schiavone e Mendico, ha numerosi

precedenti penali per associazione a de-linquere, riciclaggio e traffico internazio-nale di autoveicoli. È stato anche denun-ciato per traffico di rifiuti illeciti ed in-solvenza fraudolenta avendo accumulatonel corso degli anni, con i suoi camion,mancati pagamenti dei pedaggi autostra-dali;

in particolare, Zangrillo « il 7 lugliodel 2011 viene segnalato dai carabinieri diPontecorvo alla Direzione Distrettuale An-timafia di Napoli per un traffico di rifiuticon il coinvolgimento di esponenti legati alclan Belforte di Marcianise (Caserta) peraver alterato, in concorso con i relativiimpiegati, le analisi del laboratorio “Eu-rolab srl”, predeterminando il valore delcumulo di rifiuti, in modo da consentire illoro conferimento presso la discarica diPenitro di proprietà del Comune di For-mia »: nello specifico, ufficialmente, l’im-prenditore formiano non sarebbe statoattivo presso la discarica nel 2011 e po-trebbe aver scaricato senza lasciare trac-cia, attraverso una delle tante società checompongono il suo universo imprendito-riale con la complicità di dipendenti co-munali accomodanti e che in altri casi,documentati, avrebbero chiuso un occhioper altri « clienti » della discarica, come adesempio la Dieffe & Co., anche essa uffi-cialmente non attiva presso il sito diPenitro nel 2011;

nel febbraio 2012, nell’ambito dellaverifica circa l’eventualità di condiziona-menti mafiosi relativi ai lavori di appaltoin occasione dell’America’s Cup di Vela aNapoli, risulta un coinvolgimento di Vin-cenzo Zangrillo;

nell’inchiesta Spartacus condottadalla direzione distrettuale antimafia con-tro il clan dei Casalesi, gli fu contestato ilreato di associazione camorristica, ma fupoi prosciolto. In seguito la sua impresa èpoi finita sotto la luce dei riflettori del-la prefettura alla fine degli anni novanta,nell’ambito dei controlli di legalità neicantieri della Tav.;

Pietro e Raffaele Zangrillo sono ifratelli carabinieri dell’imprenditore Vin-

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cenzo e non risultano indagati per levicende di mafia: il primo, Pietro, oggirisulta in pensione ma ha prestato serviziosoprattutto in Campania, nell’area di Ca-rinola e poi a Mondragone dove fu tra-sferito, e dov’è tutt’oggi domiciliato. Ilsecondo invece, Raffaele, è ancora in ser-vizio ed in organico, con compiti di poliziagiudiziaria, presso la tenenza di Gaeta;

nel disegno di legge di stabilità 2016si prevedono 491 milioni di euro in meno,rispetto al passato, per le spese del Mini-stero dell’interno. Mancheranno fondi perla gestione di caserme, per i reparti diprevenzione del crimine, per l’Arma deicarabinieri, e anche per la direzione in-vestigativa antimafia. La sicurezza localedovrà sopportare i tagli e i sacrifici mag-giori;

il decreto del Presidente della Repub-blica che contiene il regolamento di rior-ganizzazione del Ministero dell’internoprevede la riduzione di 23 prefetture, 23questure, 23 comandi provinciali dei vigilidel fuoco, che verranno accorpati con gliuffici di province limitrofe. In 23 ambititerritoriali spariscono presidi fondamen-tali per la sicurezza dei cittadini, mentrepermangono le province, sia pure trasfor-mate in enti di area vasta. In questo modosi rischia l’arretramento dei presidi fon-damentali della sicurezza anche in zone(Lazio, Campania, Calabria, Sicilia) parti-colarmente delicate;

la legge n. 124 del 7 agosto 2015,avente ad oggetto « Deleghe al Governo inmateria di riorganizzazione delle ammini-strazioni pubbliche » pubblicata in Gaz-zetta Ufficiale il 13 agosto 2015, all’articolo8 – Riorganizzazione dell’amministrazionedello Stato – comma 1, lettera e), conriferimento al processo di riorganizza-zione degli uffici territoriali del Governo,specifica che la razionalizzazione dellarete organizzativa delle prefetture e dellefunzioni attraverso la riduzione del nu-mero deve tenere conto di criteri quali, tra

gli altri, le caratteristiche del territorio, lapresenza di criminalità, le dinamiche so-cio-economiche e il fenomeno delle immi-grazioni sui territori fronte rivieraschi –:

se il Governo sia a conoscenza deifatti esposti;

se i Ministri interrogati, per quantodi competenza, non ritengano opportunointervenire con iniziative urgenti per ar-restare i traffici criminali legati anche allosmaltimento dei rifiuti che dal Sud Pon-tino si irradiano su tutto il territorionazionale e oltre;

se, alla luce di tutte le considerazioniesposte e della particolare gravità dellasituazione in una provincia letteralmenteoccupata dalle mafie entrate ormai negliinterstizi più reconditi non solo dell’eco-nomia ma anche di parte della politica edelle istituzioni, come dimostrano vecchieinchieste giudiziarie come la « FormiaConnection » e la « Damasco », il Governonon intenda ristrutturare e qualificare ipresidi locali delle forze dell’ordine, tenutoconto del fatto che finora la loro azionecontro le mafie non è apparsa adeguatatanto da vedersi costretto ad invocarequasi sempre l’intervento dei Corpi spe-cializzati, come la direzione investigativaantimafia e altri;

se i Ministri interrogati intendanochiarire il ruolo che avranno i presidilocali, sopravvissuti alla razionalizzazionedel Ministero dell’interno, nella lotta allemafie e in assenza di questi, quali strut-ture saranno preposte ad assicurare iservizi fondamentali legati al rilascio deidocumenti e soprattutto alla sicurezza deicittadini;

quali iniziative urgenti di competenzaintenda adottare il Governo per contra-stare le infiltrazioni mafiose negli apparatiamministrativi e giudiziari e limitare lesinergie criminali a livello nazionale;

se in questa particolare congiunturastorica il Governo ritenga opportuno de-stinare maggiori risorse economiche pro-venienti dalle confische dei capitali mafiosiper tutelare la sicurezza dei cittadini e far

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ripartire le attività nei territori colpitidalle organizzazioni criminali e ridotti inuna condizione di arretramento sociale edeconomico. (4-11249)

SILVIA GIORDANO, COLONNESE,NESCI, LUIGI GALLO, FICO, MANTERO,GRILLO, MICILLO, CECCONI, BARONI,LOREFICE, DI VITA, TOFALO e PISANO.— Al Presidente del Consiglio dei ministri,al Ministro della salute. — Per sapere –premesso che:

il 13 marzo 2007 la regione Campa-nia ha siglato il piano di rientro daldisavanzo;

il Ministero della salute descrive ipiani di rientro come parte integrante delsingolo accordo fra lo Stato e la regione,configurandoli come un vero e proprioprogramma di ristrutturazione industrialecapace di incidere sui fattori di spesasfuggiti al controllo delle regioni. Un pianodi rientro della spesa sanitaria, siglato dauna regione in disavanzo, è finalizzato aristabilire l’equilibrio economico-finanzia-rio della regione interessata;

l’articolo 120 della Costituzione pre-vede che il Governo può sostituirsi aorgani delle regioni, nel caso di mancatorispetto di norme o di pericolo grave perl’incolumità e la sicurezza pubblica, ov-vero quando lo richiedono la tutela del-l’unità giuridica o dell’unità economica ein particolare la tutela dei livelli essenzialidelle prestazioni concernenti i diritti civilie sociali, prescindendo dai confini territo-riali dei governi locali;

la sentenza della Corte costituzionalen. 155 del 2011, infatti, ha stabilito che« quando una Regione viola gravemente esistematicamente gli obblighi derivanti daiprincipi della finanza pubblica, come nelcaso che conduce alla nomina del com-missario ad acta, essa patisce una contra-zione della propria sfera di autonomia, afavore di misure introdotte per sanzionaretali inadempimenti da parte dello Stato.Queste misure, benché mirate e specifiche,

appartengono all’ambito dei principi fon-damentali del coordinamento della finanzapubblica »;

in Campania i commissari ad acta peril piano di rientro dai disavanzi del settoresanitario sono stati i presidenti della re-gione Antonio Bassolino e Stefano Cal-doro, ma attualmente sia l’articolo 12 delpatto per la salute 2014-2016 sia la leggedi stabilità 2015 (legge 190 del 2014)prevedono che la nomina a commissarioad acta sia incompatibile con l’affidamentoo la prosecuzione di qualsiasi incaricoistituzionale presso la regione soggetta acommissariamento; il commissario ad actaove nominato, deva possedere un curri-culum che evidenzi qualificate e compro-vate professionalità ed esperienze di ge-stione sanitaria;

spettano al commissario ad acta peril piano di rientro l’adozione di tutte lemisure indicate nel Piano nonché gli ul-teriori atti e provvedimenti normativi, am-ministrativi organizzativi e gestionali daesso implicati in quanto presupposti ocomunque correlati e necessari alla com-pleta attuazione del piano. Peraltro, lanomina del commissario comporta l’auto-matica adozione di misure restrittive esanzionatorie verso la regione (sospen-sione dei trasferimenti erariali a caratterenon obbligatorio, decadenza dei direttorigenerali, amministrativi e sanitari, incre-mento delle aliquote erariali); a quantorisulta agli interroganti, dopo le elezioniregionali campane del 31 maggio 2015 nonè stato nominato il nuovo commissario,nonostante la situazione di oggettiva gra-vità che vive la situazione sanitaria inCampania come emerge anche dai docu-menti prodotti dal Ministero della salute;

nel documento « Adempimento man-tenimento nell’erogazione dei LEA » a curadell’ufficio VI della direzione generaledella programmazione sanitaria del Mini-stero della salute si illustrano i risultatiottenuti dalle regioni attraverso una clas-sificazione a tre livelli (adempienza, adem-pienza con impegno, critica). Nella valu-tazione sintetica circa l’adempienza sul

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mantenimento dei LEA la regione Cam-pania è stata classificata nel livello criticodal 2009 al 2012 e, nel 2013, adempientecon impegno su alcuni indicatori tra cuiscreening, assistenza residenza agli anzianie ai disabili, assistenza ospedaliera;

il regolamento del Ministero dellasalute sugli standard quantitativi e quali-tativi dell’assistenza ospedaliera fissa al 25per cento la quota massima di cesareiprimari per le maternità con più di 1000parti e al 15 per cento per le maternitàcon meno di 1000 parti. Dal programmanazionale esiti 2015 elaborato dall’AGE-NAS il valore medio dei parti cesarei inCampania è al 50 per cento con punte del95,05 per cento, per la Casa di cura VillaCinzia di Napoli, l’87,62 per cento dallaCasa di cura Sanatrix di Napoli con l’87,58per cento per la Casa di cura Villa Biancasempre di Napoli;

la proporzione di parti effettuati contaglio cesareo è uno degli indicatori diqualità più frequentemente usato a livellointernazionale per verificare la qualità diun sistema sanitario. Questo perché ilricorso inferiore al cesareo risulta sempreassociato a una pratica clinica più appro-priata, mentre diversi studi suggerisconoche una parte dei tagli cesarei è eseguitaper « ragioni non mediche »;

il budget, dalla regione Campania perl’anno 2015, destinato alle prestazioni am-bulatoriali erogate da strutture accreditateè stato esaurito già a settembre 2015, comeriportato in un articolo del quotidiano ilMattino del 31 agosto 2015: « Esauriti ibudget di spesa per numerose prestazioninei centri che operano in convenzione, apagarne il prezzo sono gli anziani, i pa-zienti oncologici, gli ammalati cronici, idisoccupati e i più poveri. Tutti costrettiad attese più lunghe in ospedale e alla Asl,a ricorrere al privato per velocizzare,oppure a rinunciare agli accertamenti cli-nici perché troppo costosi. Malati di can-cro, diabetici, cardiopatici sballottolati dauna struttura sanitaria pubblica all’altraalla ricerca di un posto libero per unesame del sangue, una tac, una risonanza,

una pet, una visita cardiologica. L’esauri-mento dei tetti di spesa è un anatema. Pertutti. Per i malati, per i medici di famiglia,per gli ospedali, per le strutture conven-zionate. E così partono da Napoli appellial Ministro della salute. Si invoca untavolo col Governo per una deroga. Sichiede di non lasciare soli i pazienti in-digenti. Quelli che non possono pagarsi ildiritto alla salute. Quelli costretti a rinun-ciare ad esami fondamentali per la pro-pria sopravvivenza in attesa di gennaio,quando si potrà di nuovo contare sullasanità accreditata. Ma quando, forse, saràtroppo tardi per fermare un cancro » –:

se, alla luce di quanto esposto inpremessa, non ritengano indispensabile eurgente procedere alla nomina del com-missario ad acta per la prosecuzione delpiano di rientro del disavanzo sanitariocampano;

se il Governo abbia avviato la pro-cedura per la nomina del commissario adacta per il rientro dal disavanzo valutandoi curricula come previsto dall’articolo 1,comma 549, della legge 190 del 2014 egarantendo il rispetto dei principi di tra-sparenza e meritocrazia;

se, alla luce dei fatti esposti in pre-messa, non ritengano necessario assumereogni ulteriore iniziativa per assicurare ilivelli essenziali di assistenza e la stabilitàfinanziaria della sanità campana.

(4-11250)

LABRIOLA. — Al Presidente del Consi-glio dei ministri, al Ministro dell’istruzione,dell’università e della ricerca. — Per sapere– premesso che:

da alcuni giorni circolano sui socialnumerosi articoli e commenti che trattanosempre più frequentemente il tema riguar-dante l’affissione del Crocifisso nei luoghipubblici soprattutto nelle aule scolastiche;

la presenza del crocifisso nelle scuoleitaliane è prevista da due norme regola-mentari contenute all’articolo 118 del re-gio decreto n. 965 del 30 aprile 1924 e

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all’articolo 119 del regio decreto n. 1297del 26 aprile 1928 sugli arredi scolastici.La validità di tali norme, da molti conte-stata in forza di un loro presunto contra-sto con i principi costituzionali, è statainvece ribadita dal Consiglio di Stato nelfebbraio 2006;

per diverso tempo, a tal proposito,l’opinione pubblica si è pronunciata inmaniera contrastante: da un lato, coloroche sostenevano l’avvenuta abrogazione ta-cita delle disposizioni in questione, poichécontrastanti con il dettato costituzionaleche stabilisce l’uguaglianza dei culti difronte alla legge e come tali non piùvigenti; dall’altro, coloro che sostenevanol’immutata vigenza delle disposizioni inassenza di una loro esplicita abrogazione;

la questione inerente all’affissione delcrocifisso è stata affrontata e discussa piùvolte ed in diverse sedi. Sul sito www.O-rizzontescuola.it, è riportata una ricogni-zione normativa in materia effettuata dal-l’ufficio scolastico regionale dell’EmiliaRomagna, a seguito di una mozione, pre-sentata dall’allora consigliere AndreaLeoni alla giunta regionale dell’Emilia Ro-magna;

in tale ricognizione si fa riferimentoall’obbligo di esposizione del crocifissonelle aule scolastiche richiamando preli-minarmente la sentenza del 18 marzo2011 della Grande Camera della Corteeuropea per i diritti dell’uomo (in appelloalla precedente sentenza della Corte eu-ropea del 3 novembre 2009, n. 189);

di fatti, nel ricorso presentato inprima istanza alla Corte europea il ricor-rente lamentava che la presenza del cro-cifisso nelle scuole frequentate dai proprifigli comportasse la violazione dell’articolo9, inerente alla libertà religiosa, e dell’ar-ticolo 2, riguardante il diritto all’istru-zione, del protocollo n. 1 della Conven-zione europea dei diritti dell’uomo;

tuttavia, la Grande Camera con lasuccessiva sentenza del 18 marzo 2011,

accogliendo il ricorso dello Stato italiano,ha concluso per la non violazione dell’ar-ticolo 2 del protocollo 1 ed ha ancheconsiderato che non si pone nessuna que-stione in merito all’articolo 9, osservandoche: « un crocifisso apposto su un muro èun simbolo essenzialmente passivo, la cuiinfluenza sugli alunni non può essereparagonata a un discorso didattico o allapartecipazione ad attività religiose »;

in Italia il Consiglio di Stato, con ilparere n. 63/1988 della sezione II, haevidenziato che « il crocifisso, a parte ilsignificato per i cedenti, rappresenta ilsimbolo della civiltà e della cultura cri-stiana nella sua radice storica, come valoreuniversale, indipendentemente da specificaconfessione religiosa », sottolineando che« la Costituzione repubblicana, pur assicu-rando la pari libertà a tutte le confessionireligiose non prescrive alcun divieto allaesposizione nei pubblici uffici (...) ne pared’altra parte, che la presenza dell’imma-gine del crocifisso nelle aule scolastichepossa costituire motivo di costrizione dellalibertà individuale e manifestare le proprieconvinzioni in materia religiosa »;

inoltre, la direttiva del Ministero del-l’istruzione, dell’università e della ricercan. 2666 prevede esplicitamente l’obbligodei dirigenti scolastici di adottare « inizia-tive idonee ad assicurare la presenza delcrocifisso nelle aule scolastiche »;

tale orientamento è stato successiva-mente confermato con il pronunciamenton. 4575 del 15 febbraio 2006 del Consigliodi Stato che sottolinea: « il crocifisso inclasse presenta una valenza formativa dinessun peso qualificante ai fini della li-bertà religiosa e deve essere inteso comeuno dei simboli dei principi di libertà,eguaglianza, e tolleranza ed infine dellastessa laicità dello Stato, fondanti la nostraconvivenza e ormai acquisiti al patrimoniogiuridico, sociale e culturale dell’Italia » epertanto non può essere considerato allastregua di mero « arredo » scolastico e che« la sua disciplina attiene alle norme ge-nerali dell’istruzione, di cui all’articolo117, terzo comma, della Costituzione; »

Atti Parlamentari — 31329 — Camera dei Deputati

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demandando così il potere di decisione inmateria solo al Ministero –:

se ritengano, alla luce di quantoespresso in premessa, di assumere inizia-tive per chiarire ufficialmente l’esatto si-gnificato di identità storico-culturale rap-presentato dal crocifisso;

quali iniziative intendano adottareper ribadire l’esistenza del fondamentonormativo alla base dell’obbligo di affis-sione del crocifisso nei luoghi pubblici enelle aule scolastiche. (4-11253)

LUIGI DI MAIO. — Al Presidente delConsiglio dei ministri. — Per sapere –premesso che:

il 13 novembre 2015 si è appresodalla solita conferenza stampa presso Pa-lazzo Chigi che il Consiglio dei ministriaveva approvato un decreto-legge all’in-terno del quale venivano stanziate risorseper una pluralità di interventi;

in tale conferenza stampa, il Presi-dente del Consiglio ha presentato le con-suete slide definendo il decreto-legge« happy days » e facendo assumere un tonoa giudizio dell’interrogante farsesco allavicenda, anche perché a ben 11 giornidalla dichiarata approvazione non è an-cora avvenuta la pubblicazione sulla Gaz-zetta Ufficiale;

sulla stampa, il 17 novembre 2015, iltesto, del quale sarebbe impossibile repe-rire anche solo delle bozza, è stato definitoallo stato « gassoso » e non sarebbe statonemmeno esaminato dal cosiddetto « pre-consiglio », dal momento che – sempresecondo quanto riportato da fonti distampa – la Presidenza del Consiglio e ilMinistero dell’economia e delle finanzestavano « litigando » sulle coperture finan-ziarie;

secondo quanto riportato dalle slideil testo riguarderebbe questioni fondamen-tali, tra cui il Giubileo, che inizia l’8dicembre 2015, il destino dell’area Expo,l’area di Bagnoli, la Terra dei fuochi, leemergenze nazionali e altro;

tuttavia, al di là del fatto che le slidenon possono in alcun modo equivalere aduna fonte del diritto la reiterata badpractice governativa per cui vengono ap-provati dei decreti-legge (in teoria neces-sari e urgenti) la cui pubblicazione avvienedopo settimane, fatti salvi solenni annuncidel Presidente del Consiglio, sta assu-mendo dei contorni vergognosi;

tale prassi potrebbe assumere ad av-viso dell’interrogante anche dei risvoltipenali legati alla non corrispondenza traquanto approvato dal Consiglio dei mini-stri e quanto pubblicato in Gazzetta Uffi-ciale, concretizzandosi una palese viola-zione della lettera c) del secondo commadell’articolo 2 della legge 23 agosto 1988,n. 400 secondo cui sono sottoposti alladeliberazione del Consiglio dei ministri idecreti aventi valore o forza di legge e iregolamenti da emanare con decreto delPresidente della Repubblica;

l’interrogante ha già denunciato que-sta prassi del tutto incostituzionale conl’interrogazione a risposta scritta n. 4-04101 del 19 marzo 2014 alla quale non èancora stata data risposta, nonostantequanto previsto dall’articolo 134 della Ca-mera dei deputati, nonché i reiterati sol-leciti inoltrati il 9 ottobre e l’11 dicembre2014, nonché il 18 febbraio, l’11 giugno, il31 luglio e il 30 settembre 2015 –:

se il Presidente del Consiglio deiministri non ritenga il comportamentoillustrato in premessa poco rispettoso dellaCostituzione, del Parlamento e dei citta-dini italiani;

se il Presidente del Consiglio deiministri possa garantire, nella sua qualitàdi pubblico ufficiale, che il testo che verràpubblicato in Gazzetta Ufficiale sarà con-forme a quello approvato dal Consiglio deiministri;

se il Presidente del Consiglio deiministri, per quanto di competenza delGoverno, sia a conoscenza della data incui avverrà tale pubblicazione. (4-11257)

* * *

Atti Parlamentari — 31330 — Camera dei Deputati

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AFFARI ESTERIE COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta orale:

ZAMPA, QUARTAPELLE PROCOPIO,D’INCECCO, CARRA, GNECCHI, IORI,CARLONI, MOGNATO, RUBINATO,BRUNO BOSSIO, VENITTELLI, MARCHI,VALIANTE, GANDOLFI, GIUSEPPE GUE-RINI, MATTIELLO, TENTORI e LAT-TUCA. — Al Ministro degli affari esteri edella cooperazione internazionale. — Persapere – premesso che:

la notte del 3 ottobre 2015, raid aereiamericani hanno colpito in modo conti-nuativo il centro tramautologico KunduzTrauma Centre (KTC), in Afghanistan ge-stito dall’organizzazione internazionalemedico-umanitaria, Medici Senza Fron-tiere (MSF). Nel raid sono morte 30 per-sone, di cui 13 membri dello staff di MSF,10 pazienti e 7 persone che non è statopossibile identificare;

a quanto si apprende dall’Organizza-zione MSF, il Governo americano ha am-messo l’errore ed espresso le proprie scusecon una telefonata del presidente Obamaalla presidente dell’Organizzazione dotto-ressa Joanne Liu;

MSF lavora a Kunduz dal mese diagosto 2011, quando è stato aperto ilcentro traumatologico. Il KTC era l’unicastruttura del suo genere nel nord-est del-l’Afghanistan. Il centro traumatologicoforniva assistenza chirurgica gratuita dialto livello alle vittime di traumi generici,come gli incidenti stradali, e ai pazientiche si presentavano con lesioni da con-flitto, per esempio esplosioni di bombe ocolpi di arma da fuoco. L’ospedale aveva92 posti letto, che erano aumentati ecce-zionalmente a 140 alla fine del mese disettembre 2015 per far fronte al numerosenza precedenti di ricoveri. Il KTC eradotato di un reparto di emergenza, tre saleoperatorie e un’unità di terapia intensiva,nonché di reparti di radiologia, farmacia,fisioterapia e laboratori;

il centro traumatologico impiegavaun totale di 460 dipendenti. Dall’aperturadel KTC nel 2011, erano stati effettuatioltre 15.000 interventi chirurgici ed eranostati trattati più di 68.000 pazienti inemergenza;

il 5 novembre 2015 MSF ha pubbli-cato un rapporto interno che esamina gliattacchi del 3 ottobre da parte delle forzestatunitensi sull’ospedale di MSF nell’Af-ghanistan settentrionale. L’analisi cronolo-gica dei fatti che si sono susseguiti, du-rante e immediatamente dopo gli attacchiaerei, attesterebbero che non vi sarebbestata alcuna ragione per cui l’ospedaledovesse essere colpito. Non c’erano com-battenti armati o combattimenti nell’areadell’ospedale;

l’analisi redatta da MSF mostrerebbei fatti all’interno dell’ospedale nei giorniprecedenti e durante l’attacco. Il rapportocomprende i dettagli della disposizionedelle coordinate GPS e il registro delletelefonate da parte di MSF alle autoritàmilitari nel tentativo di fermare gli attac-chi aerei;

sulla base del diritto internazionaleumanitario, MSF aveva raggiunto l’accordodi rispettare la neutralità dell’ospedale contutte le parti in conflitto;

la dottoressa Joanne Liu, presidenteinternazionale di MSF ha dichiarato: « Noiabbiamo rispettato gli accordi – il centrotraumatologico di MSF a Kunduz era unospedale pienamente funzionante e al mo-mento degli attacchi aerei erano in corsodegli interventi chirurgici. Il divieto diingresso alle armi nelle strutture di MSFè stato rispettato e il personale ospedalieroaveva il pieno controllo della strutturaprima e durante attacchi aerei »;

il direttore generale di MSF dottorChristopher Stokes ha dichiarato: « Stannocircolando alcuni resoconti pubblici cheaffermano che l’attacco al nostro ospedalepotrebbe essere giustificato dal fatto chestavamo curando dei talebani. Ai sensi deldiritto internazionale, i combattenti feritisono pazienti, non devono subire attacchi

Atti Parlamentari — 31331 — Camera dei Deputati

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e vanno curati senza discriminazioni. Ilpersonale medico non dovrebbe mai esserepunito o attaccato perché fornisce cure aicombattenti feriti ». La dottoressa Liu ha,altresì, dichiarato: « L’attacco ha annien-tato la nostra capacità di soccorrere ipazienti nel momento in cui ne hanno piùbisogno. Un ospedale funzionale che curapazienti non può così facilmente perdere ilsuo status di protezione ed essere attac-cato »;

secondo quanto reso noto da MSF trai 105 pazienti al momento dei bombarda-menti, vi erano, infatti, combattenti feritidi entrambe le parti in conflitto a Kunduz,così come donne e bambini;

le conclusioni del documento di MSFrilevano che:

« prima dell’attacco, l’accordo dirispettare la neutralità della struttura me-dica in base alle sezioni applicabili deldiritto umanitario internazionale era pie-namente in atto e concordato con tutte leparti in conflitto;

al momento dei bombardamenti, ilKTC era completamente funzionante comeospedale, con 105 pazienti ricoverati einterventi chirurgici in corso;

al momento dei bombardamenti, ledirettive di MSF in ospedale erano attuatee rispettate, compresa la politica del “noalle armi” e MSF era in pieno controllodell’ospedale;

al momento dei bombardamenti,non c’erano combattenti armati all’internodel complesso ospedaliero e non c’eranocombattimenti in corso provenienti dalKTC o nelle immediate vicinanze;

le coordinate GPS fornite a tutti igruppi armati erano corrette e le équipe diMSF a Kabul e New York avevano presoi contatti necessari per avvisare le parti inconflitto degli attacchi aerei.

Sulla base di queste conclusioni, èurgentemente necessario un riconosci-mento ampiamente concordato e inequi-

vocabile delle regole pratiche in base allequali gli ospedali operano nelle zone diconflitto. Ciò significa:

un ospedale funzionante che curapazienti, come quello di Kunduz, non puòsemplicemente perdere la protezione edessere attaccato;

i combattenti feriti devono esseretrattati senza discriminazione e non pos-sono essere attaccati, il personale mediconon può essere punito o attaccato perchéfornisce cure ai combattenti feriti »;

considerata la sequenza di attacchialle strutture sanitarie che si stanno ve-rificando con sempre maggiore intensitànei conflitti attuali (dal Sud Sudan alloYemen, dalla Siria all’Afghanistan), l’Or-ganizzazione MSF ha richiesto al Mini-stero degli affari esteri e della coopera-zione internazionale ulteriori iniziative dinatura diplomatica per riaffermare i prin-cìpi del diritto internazionale umanitario eil rispetto delle Convenzioni di Ginevra e,dal giorno dei raid americani, si è mobi-litato a livello internazionale e in partico-lare affinché fosse attivata la Commissioneumanitaria internazionale per l’accerta-mento dei fatti (International Humanita-rian Fact-Finding Commission) prevista emai attivata dal primo protocollo addizio-nale alle Convenzioni di Ginevra del 1977;

la Commissione ha dato la propriadisponibilità ad un’indagine imparziale eindipendente sui fatti, tuttavia per iniziarela sua attività necessita del consenso deidue Stati parti in causa, nello specificoStati Uniti e Afghanistan. La richiesta daparte della Commissione è stata resa uf-ficiale per mezzo di due lettere identichefatte arrivare ai rispettivi Governi il 7ottobre 2015;

è di fondamentale importanza che sifaccia luce sull’evento e che la Commis-sione possa espletare il suo mandato finoad oggi silente –:

se il Governo non ritenga opportunointraprendere iniziative affinché il Go-verno statunitense autorizzi la Internatio-nal Humanitarian Fact-Finding Commis-

Atti Parlamentari — 31332 — Camera dei Deputati

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sion ad avviare l’indagine sugli avveni-menti del 5 novembre 2015 che hannocoinvolto il centro tramautologico di Kun-duz in Afghanistan, onde far luce piena-mente sugli eventi e riaffermare i princìpidel diritto internazionale umanitario ed ilrispetto delle Convenzioni di Ginevra.

(3-01864)

Interrogazioni a risposta scritta:

D’ARIENZO. — Al Ministro degli affariesteri e della cooperazione internazionale, alMinistro dello sviluppo economico. — Persapere – premesso che:

si ha notizia che Daesh ha occupatonumerosi pozzi di petrolio in Iraq e inSiria;

secondo fonti di stampa, ogni meseDaesh incasserebbe circa 50 milioni didollari grazie a tali giacimenti di greggio:la stima arriverebbe da fonti come l’intel-ligence irachena e quella americana. Aconferma di ciò un documento del « Diwanal-Rakaaez », il ministero delle finanze delsedicente Califfato, pubblicato dall’Asso-ciated Press, afferma che i ricavi dellevendite del solo petrolio siriano ad aprile2015 sono stati di 46 milioni e 700 miladollari. Nello stesso documento sono in-dicati 253 pozzi sotto il controllo di Daeshin Siria, di cui 161 operativi grazie all’im-piego di 275 ingegneri e 1.107 operai, salvovariazioni nel frattempo subentrate;

la vendita del petrolio sarebbe laprincipale entrata del sedicente Califfato,fondi che servono evidentemente per pa-gare i miliziani, acquistare armi, ripararele infrastrutture colpite dai raid e altro;

fuori dai territori attualmente occu-pati, Daesh utilizzerebbe una folta rete dicontrabbandieri, che opererebbero soprat-tutto in Turchia, ai quali venderebbe ilpetrolio a prezzi inferiori a quelli dimercato;

le dimensioni del traffico sarebberoindirettamente confermate dalle dichiara-

zioni delle autorità turche che dal 2011avrebbero sequestrato 5,5 milioni di litri dipetrolio illegale in arrivo dalla Siria;

si stima che il sedicente Califfatoestragga ogni giorno 30 mila barili dagliimpianti siriani e 10-20 mila dall’Iraq, perlo più dai giacimenti vicino Mosul;

la legge 13 agosto 2010, n. 136, pianostraordinario contro le mafie, nonché de-lega a Governo in materia di normativaantimafia, all’articolo 3 prevede la trac-ciabilità dei flussi finanziari, per bloccarele operazioni con fondi provenienti dallamafia, cui è seguita la determinazione n. 4del 7 luglio 2011 dell’Autorità per lavigilanza sui contratti pubblici di lavori,servizi e forniture « Linee guida sulla trac-ciabilità dei flussi finanziari »;

dal dicembre 2014 il Regolamentoeuropeo prevede la tracciabilità e l’originedei prodotti agro-alimentari;

non esiste allo stato una normativache riguardi la tracciabilità e l’origine delpetrolio acquistato dall’Italia, per bloccarele operazioni di acquisto di prodotti pe-troliferi provenienti dai territori occupatida Daesh ed interrompere conseguente ilflusso finanziario –:

se non sia necessario e urgente pro-muovere un’iniziativa normativa – e/ocondividere analoga proposta con altripartner europei – per fissare regole ediscipline che prevedano la tracciabilitàdel petrolio introdotto in Italia (e in Eu-ropa), al fine di bloccare le operazioni diacquisto di prodotti petroliferi provenientidai territori occupati da Daesh ed inter-rompere conseguente il flusso finanziario.

(4-11244)

OTTOBRE. — Al Ministro degli affariesteri e della cooperazione internazionale, alMinistro dell’interno. — Per sapere – pre-messo che:

Alberto Menegatti, cittadino italiano,è stato trovato morto a Tenerife il 23

Atti Parlamentari — 31333 — Camera dei Deputati

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febbraio 2015. Consta all’interrogante chele cause della morte non siano state pie-namente accertate dall’autopsia, né le in-dagini effettuate nelle ore immediatamentesuccessive alla morte abbiano determinatoun quadro probatorio certo;

Alberto Menegatti, a Tenerife perallenamenti di surf, secondo l’autopsiasarebbe morto fra l’una e le due di nottedi lunedì 23;

una iniziale valutazione delle causedella morte, secondo quanto sarebbe statodetto ai genitori della vittima, ha orientatoa sostenere che egli sarebbe morto percause naturali imputabili ad un infarto,ma tale versione successivamente è statasmentita dall’autopsia secondo la quale ilcuore di Alberto Menegatti era perfetta-mente sano;

successivamente, sarebbe stato dettoai genitori di Alberto Menegatti che fra lepossibili cause della morte vi fosse anchel’ipotesi che si possa trattare di una ma-lattia genetica e che in tal caso fosseroopportuni accertamenti nei loro confrontie dei loro familiari;

la superficialità con cui a giudiziodell’interrogante sono state condotte leindagini e l’analisi contraddittoria degliindizi presenti nella stanza in cui AlbertoMenegatti è stato trovato morto, in primoluogo una grande macchia di liquido at-torno al suo corpo, sul lenzuolo del suoletto, la cui natura non è stata accertata,hanno condizionato l’inchiesta che ha evi-denziato, fin dall’inizio, profonde lacuneche gli inquirenti non hanno approfonditoe chiarito;

ai genitori, di Alberto Menegatti,giunti a Tenerife non appena informati diquanto accaduto, sarebbero state datespiegazioni che sono apparse incongruentie insostenibili, in ordine ad un’inchiestache sarebbe stata definita come conclusa,che avrebbero indotto i genitori a consen-tire la cremazione del corpo di AlbertoMenegatti, il 25 febbraio 2015;

ciò ha rappresentato, da parte delleautorità inquirenti, quella che l’interro-

gante giudica una sostanziale violazionedelle norme di legge in Spagna, perchéogni decisione in merito al corpo di Al-berto Menegatti avrebbe dovuto attenderela conclusione delle indagini in ogniaspetto fondamentale delle cause e dellecondizioni, personali ed ambientali, dellasua morte;

i genitori di Alberto Menegatti, dun-que, sarebbero stati indotti ad una sceltaimmediata in merito alla cremazione delcorpo, sulla base di notizie infondate re-lative allo stato delle indagini ed hannofatto rientro in Italia con le ceneri del lorofiglio, mentre all’ospedale di Tenerife sonorimasti cuore, cervello e sangue prelevatidal corpo;

ai genitori di Alberto Menegatti sa-rebbe stato negato il recupero degli organie del sangue prelevati, da loro richiesto alfine di compiere in Italia gli esami ritenutiindispensabili ad un fondato accertamentodelle possibili cause della morte, giacché leanalisi condotte a Tenerife non potevanoescludere con assoluta certezza che lecause della morte di Alberto Menegattinon fossero stati naturali;

ad oggi i genitori di Alberto Mene-gatti non possono sapere quali siano statele reali cause della morte del loro figlio ei loro appelli ed iniziative – assistiti dal-l’avvocato Francesco Zarbo e dall’avvocatospagnolo Ana Isabel Carpentieri – perulteriori e nuove indagini non sembranoessere stati accolti dalle autorità spagnoleche non hanno dato alcuna risposta inparticolare in merito ai richiesti refertidelle analisi ematochimiche e delle analisidei liquidi biologici –:

di quali informazioni dispongano iMinistri interrogati sul caso della morte diAlberto Menegatti e quali iniziative il Go-verno intenda intraprendere per un realeaccertamento dei fatti, della natura dellamorte e per la restituzione ai familiaridegli organi prelevati dal corpo. (4-11256)

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Atti Parlamentari — 31334 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

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AMBIENTE E TUTELADEL TERRITORIO E DEL MARE

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare ilMinistro dell’ambiente e della tutela delterritorio e del mare, per sapere – pre-messo che:

in data 24 ottobre 2015, un eventofranoso verificatosi in località Calatabiano(CT), ha determinato la rottura di unatubazione dell’acquedotto Bufardo Torre-rossa, condotta utilizzata per il trasportoidrico dal fiume Fiumefreddo alla città diMessina e ad altri comuni siciliani;

l’acqua scaturente dalle sorgenti Bu-fardo e Torrerossa, così come riportatodalla società « Acque Bufardo e TorrerossaS.r.l. » nel proprio sito internet, è fornita,« per l’uso irriguo, al comprensorio rica-dente nel territorio dei Comuni di Giarre,Mascali, Fiumefreddo di Sicilia, Calata-biano e Piedimonte Etneo »;

nell’anno 1989, a seguito di una pro-tratta siccità verificatasi nel Comune diMessina, la Società cedette al comune diMessina parte delle proprie gallerie da cuiprelevare l’acqua eccedente, quella di cuila Bufardo era concessionaria;

ancora oggi, l’acqua rinvenuta dallasocietà « Acque Bufardo e TorrerossaS.r.l. » viene utilizzata anche dal Comunedi Messina, per il necessario approvvigio-namento idrico;

per tali motivi, la rottura della tuba-tura verificatasi in data 24 ottobre 2015non soltanto ha causato una massiccia eimponente inondazione di fango e detritinei quartieri della città di Calatabiano(CT) ma, allo stesso tempo, ha determinatol’interruzione totale dell’approvvigiona-mento idrico nel comune di Messina;

in data 24 ottobre 2014, il quotidianoconsultabile online La Gazzetta del Sud,riportando la notizia del guasto alla reteidrica, annunciava la possibilità di « dis-

servizi in tutte le zone della città », nonchéla possibile « riduzione dell’orario di ero-gazione del servizio idrico, sia nella gior-nata odierna che nei prossimi giorni »,stimando un ritorno alla normalità entrola giornata del 26 ottobre 2015;

secondo le notizie riportate dal quo-tidiano veniva confermato che la « grossafrana ha danneggiato, all’altezza di Cala-tabiano, la condotta del Fiumefreddo laprincipale fronte di approvvigionamentodella città di Messina »;

dallo stesso articolo venivano ripor-tate, inoltre, le dichiarazioni dei tecnicidell’AMAM, « Azienda Meridionale AcqueMessina S.p.A. », società affidataria delservizio di gestione delle risorse idricheper la città, i quali, confermando l’aper-tura della falla, annunciavano la necessitàdi riparare la condotta in una situazioneassai complessa, data la necessità di in-tervento in una zona certamente impervia;

secondo i tecnici, « non è la primavolta che si verificano guasti dovuti asmottamenti e frane del terreno su cuipassa la condotta vecchia oltre 40 anni »;

l’articolo concludeva ricordandocome le « Polemiche sono spesso divam-pate sull’alternativa, costituita dalla con-dotta dell’Alcantara, ma senza mai trovareuna soluzione »;

la città di Messina, nonostante lecontinue interruzioni, dovute a fenomenicausati dal dissesto idrogeologico dei ter-reni in cui sorge l’acquedotto, si serve invia praticamente esclusiva dell’impiantosituato in località Fiumefreddo, il qualegarantisce sì una tariffa più vantaggiosarispetto ad altre sorgenti attivabili, ma nonassicura una quantità d’acqua sufficienteper una popolazione densa qual è quellamessinese, soprattutto in caso di guastialla rete idrica;

eppure le condizioni di elevata criti-cità del sistema di rete utilizzato perl’approvvigionamento della città di Mes-sina hanno da tempo sollevato la necessitàdi una urgente riorganizzazione dellostesso;

Atti Parlamentari — 31335 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

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già in data 17 giugno 2014, infatti, inuna intervista rilasciata al quotidiano con-sultabile online Tempostretto, il direttoregenerale dell’AMAM rilasciava alcune im-portanti dichiarazioni circa l’inefficienzadell’attuale sistema idrico messinese;

interpellato sulla progressiva ridu-zione della quantità d’acqua erogata tral’inverno e l’estate dell’anno 2014, il di-rettore generale Luigi La Rosa evidenziavacome vi fosse « qualche problema di ap-provvigionamento delle distribuzioni idri-che », dal momento che nel periodo con-siderato veniva riscontrato « un calo dellefonti del Fiumefreddo »;

« Il momentaneo calo delle sorgentidel Fiumefreddo », si rilevava nell’articolo,« fa tornare alla ribalta un tema scottante,quello dell’acqua del fiume Alcantara cheha contribuito a rifornire Messina fino al2009, anno in cui la gestione passò aSiciliacque, società mista detenuta al 25per cento dalla Regione, con aumentoesponenziale dei costi »;

il direttore generale dell’AMAM, pursottolineando la necessità di verificare latenuta strutturale del sistema di eroga-zione anche dell’acquedotto relativo alfiume Alcantara, evidenziava come il pro-blema principale rimanessero gli elevaticosti del servizio, dal momento che « Nonsi può acquistare l’acqua a 69 centesimi almetro cubo per poi rivenderla a 40, senzaconsiderare le spese e le perdite di reteche esistono ovunque »;

il direttore concludeva sostenendoche « fin quando Messina si riforniva an-che dall’Alcantara c’era più acqua mac’erano anche molti più debiti, che stiamopagando ancora », rimarcando tuttavia unaspetto assolutamente fondamentale delproblema, dal momento che « la Regionepossiede una quota di Siciliacque », e pertali motivi « la politica dovrebbe interve-nire per far scendere il costo sensibil-mente »;

eppure, nonostante tali evidenze, laregione siciliana decideva di non interve-nire sia sulla rimodulazione dei costi, sia

sulla definizione di un nuovo ed efficientesistema di approvvigionamento idrico perla città di Messina, nonché per i comunilimitrofi che usufruiscono della medesimarete;

nonostante la società « SiciliacqueS.p.a. », azienda per la gestione dei serviziidrici in Sicilia sia detenuta dal 25 percento dalla regione, « la quale ha pro-mosso, congiuntamente con lo Stato Ita-liano e l’Unione europea un’azione volta alsuperamento di tali carenze, con l’obiet-tivo di colmare il divario esistente con lealtre aree europee più sviluppate », cosìcome riportato dal sito ufficiale dellastessa, la città di Messina risultava co-stretta a rinunciare al servizio di approv-vigionamento a causa dell’insostenibilitàdei costi richiesti, evidenziando, ad avvisodegli interpellanti, l’inadeguatezza dellescelte politiche, ad oggi assunte sul tema e,contestualmente, il non raggiungimentodegli obiettivi promossi dalle istituzionicitate;

ancor più grave, se confermata, lanotizia riportata dal quotidiano Meridio-news in data 28 ottobre 2015, attraverso ilquale Giuseppe Santalco, già direttore del-l’« Ato idrico Me 3 », avrebbe affermatocome « l’acqua proveniente dall’Alcantara,che non è distribuita nei centri ionici dellaprovincia, viene sversata nel torrenteGiampilieri, poiché inutilizzata »;

in data 29 ottobre 2015, dalle paginedel giornale consultabile online Il Giornaledi Sicilia, si apprendeva come « Il comitatodi Messina dell’Unione nazionale consu-matori ha deciso di avviare una class-action nei confronti dell’AMAM per latotale assenza di servizio idrico in granparte delle zone della città servite dall’ac-quedotto Fiumefreddo »;

nonostante la possibilità concreta diun’interruzione del servizio di erogazionedell’acqua alla città, in considerazionedelle condizioni di dissesto idrogeologicodei terreni su cui è realizzata la rete, sial’esistenza di un’unica fonte di approvvi-gionamento, « l’AMAM non ha garantitouna razionalizzazione e distribuzione delle

Atti Parlamentari — 31336 — Camera dei Deputati

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altre fonti di approvvigionamento, deter-minando la totale assenza del servizioidrico per oltre 5 giorni in gran parte dellacittà, attività che non può ritenersi sup-plita dalla tardiva istituzione di due solipunti di distribuzione a mezzo autobotti »,sottolineando una diretta responsabilitàdell’Azienda Meridionale Acque MessinaS.p.A. nella gestione dell’emergenza idrica;

a quattro giorni dalla rottura delsistema idrico, e della relativa interruzionedel servizio, in data 28 ottobre 2015) ilquotidiano Tempostretto pubblicava la no-tizia di una « situazione gravissima e peg-giore del previsto. Il terreno continua afranare e acqua non ne arriverà almenoper altri 4-5 giorni, tempo necessario aitecnici per risolvere il problema », ripor-tando altresì la notizia di un imminentevertice presso la prefettura della Repub-blica di Messina « perché il problema ègravissimo e richiede interventi da Prote-zione civile »,

dalle stesse pagine il direttore gene-rale dell’AMAM, Leonardo Termini, di-chiarava come, in fase di intervento « sisiano notati dei movimenti della condut-tura che sono causati dal trascinamentodel mantello della collina verso nord. Unmovimento franoso vivo, con uno sposta-mento verso il basso di 1,5 centimetri.Purtroppo questo movimento franoso nonci permette minimamente di immettereacqua nella conduttura », evidenziando,ancora una volta, come tale emergenza siastata causata sia da un insufficiente ap-provvigionamento idrico, sia da una con-dizione di estremo dissesto idrogeologicoche da anni interessa il territorio siciliano,il quale non ha ottenuto, ad avviso degliinterpellanti, gli adeguati interventi dicompetenza governativa per la sua messain sicurezza;

appare evidente, per tali motivi, comeadeguate misure per la tutela dei territoriavrebbero certamente aiutato a scongiu-rare la possibilità di un mancato approv-vigionamento idrico così prolungato, incittà densamente popolate e ad elevatorischio sismico ed idrogeologico;

a tal proposito, si ricorda che con larisoluzione in Commissione n. 7-00798, aprima firma Gianluca Rizzo, depositata indata 7 ottobre 2015, seduta n. 497, è statorichiesto l’impiego del 4o reggimento genioguastatori in attività di prevenzione econtrollo delle principali infrastrutture si-ciliane segnalate per il tramite delle pre-fetture e degli enti locali, elemento checomporterebbe una più celere risoluzionidi casi analoghi;

in data 30 ottobre 2015, la deputataFederica Daga, in sede di replica ad unarisposta del Governo ad un’interpellanzaurgente, la n. 2-01131, presentata dallastessa, proprio sul tema degli investimentirelativi alla messa in sicurezza di territoria rischio dissesto idrogeologico, affermavacome secondo il decreto del Presidente delConsiglio dei ministri di cui vi eranotracce sulla stampa ma non ancora inGazzetta ufficiale, veniva finalmente appro-vata l’erogazione dei 654 milioni di eurodal 2015 al 2020, e si potrebbe dire dal2016 visto che è novembre 2015 per rea-lizzare soltanto 33 opere, tra l’altro tutteconcentrate in 5 regioni del centro nord,confermando i timori di inadeguati inter-venti governativi nelle regioni del SudItalia e, in particolare, nella regione sici-liana;

risulta inoltre da che non sia statoelaborato un piano nazionale che stabili-sca impegni certi sia per l’assegnazionediretta dei fondi, necessaria per la messain sicurezza dei territori, sia una data-zione certa per l’apertura dei lavori rela-tivi, a oggi annunciati, ma ancora senzaconcreta attuazione;

l’Agenzia giornalistica italiana dallepagine del proprio sito online, comunicavache in data 30 ottobre 2015 la prefetturadella Repubblica di Messina decideva diassumere la gestione delle operazioni re-lative all’emergenza idrica messinese, inconsiderazione delle « gravi carenze orga-nizzative » dell’autoparco municipale cit-tadino, « risultando che, a distanza di seiore dalle decisioni assunte dal tavolo tec-nico, sono state impiegate soltanto poche

Atti Parlamentari — 31337 — Camera dei Deputati

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autobotti, e sono stati attivati soltanto trepunti di distribuzione in tutto il territoriocomunale »;

allo stesso tempo, l’agenzia riportavala decisione assunta dell’amministrazionecomunale della città di Messina, la qualeavrebbe ritenuto, ad avviso del quotidiano« di non richiedere l’intervento della pre-detta nave cisterna. Per questo motivo ilprefetto ha deciso di assumere il coordi-namento dell’emergenza, utilizzando,come strumento operativo, l’unità di crisigià attivata nella mattinata di ieri, che èstata ulteriormente integrata con CarmeloDi Vincenzo, dirigente dell’Ispettorato di-partimentale delle Foreste che sovrinten-derà alle operazioni afferenti ad un ra-zionale piano di distribuzione delle risorseidriche, e con Leonardo Santoro, dirigentedell’Ufficio del Genio Civile che monito-rerà i lavori di ripristino dell’impianto,anche al fine di acquisire tempestive epuntuali notizie »;

in data 3 novembre 2015, il quoti-diano consultabile online Il Corriere delMezzogiorno riportava la notizia di unnuovo guasto alla struttura dell’Acque-dotto in località Calatabiano (CT), il qualeha costretto, dopo pochi giorni di parzialeerogazione, una nuova interruzione delservizio idrico;

così come riportato dall’articolo, in-fatti, « una nuova frana ha colpito, enuovamente rotto, la condotta di Fiume-freddo a Calatabiano, nel catanese, inSicilia. Di nuovo a secco, dunque, la cittàdello stretto, Messina, servita dall’im-pianto, e già rimasta senz’acqua per novegiorni dopo un primo guasto causato sem-pre da uno smottamento »;

« le forti piogge e il vento di questigiorni, che hanno colpito il catanese, cau-sando ingenti danni, hanno determinato ilnuovo smottamento a Calatabiano, e laconseguente rottura della condotta », sot-tolineando, ancora una volta, come l’as-senza di adeguati interventi a tutela del

territorio siano la causa di principale ditale emergenza, nonché di possibili futureinterruzioni;

si ritengono gravissimi i fatti sin quiesposti, che dimostrano, ad avviso degliinterpellanti, un non adeguato interessegovernativo nei confronti della regionesiciliana e, più in particolare, della città diMessina, la quale già costretta in manieraassolutamente irresponsabile da numerosigiorni senza alcun approvvigionamentoidrico, è ancora oggi in attesa di unadeguato sistema di collegamento marit-timo e ferroviario, un idoneo sistema digestione delle proprie risorse portuali e,soprattutto, di adeguati investimenti per lamessa in sicurezza del suo territorio, giàoggetto di drammatiche calamità naturalie di incommensurabili danni, che hannocostretto, e costringono tutt’ora, i suoicittadini a profondi disagi e ad un senso diprogressivo ma inesorabile allontanamentodello Stato italiano e delle sue istituzioni;

gli stessi interpellanti ricordano, in-fine, che in data 12 e 13 giugno 2011, siè tenuto in tutto il territorio dello Stato ilreferendum popolare, su quattro quesiti,per la richiesta di abrogazione di normeallora vigenti;

il primo dei quattro quesiti recitava« Volete voi che sia abrogato l’articolo23-bis (Servizi pubblici locali di rilevanzaeconomica) del decreto legge 25 giugno2008 n. 112 « Disposizioni urgenti per losviluppo economico, la semplificazione, lacompetitività, la stabilizzazione della fi-nanza pubblica e la perequazione tribu-taria » convertito, con modificazioni, inlegge 6 agosto 2008, n. 33, come modifi-cato dall’articolo 30, comma 26 della legge23 luglio 2009, n. 99 recante « Disposizioniper lo sviluppo e l’internazionalizzazionedelle imprese, nonché in materia di ener-gia » e dall’articolo 15 del decreto legge 25settembre 2009, n. 135, recante « Disposi-zioni urgenti per l’attuazione di obblighicomunitari e per l’esecuzione di sentenzedella corte di giustizia della Comunitàeuropea » convertito, con modificazioni, inlegge 20 novembre 2009, n. 166, nel testo

Atti Parlamentari — 31338 — Camera dei Deputati

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risultante a seguito della sentenza n. 325del 2010 della Corte costituzionale cosìrichiedendo ai cittadini se intendesseroabrogare norme che consentivano la pri-vatizzazione dei servizi pubblici di rile-vanza economica;

il secondo quesito recitava: « Voletevoi che sia abrogato il comma 1, dell’ar-ticolo 154 (Tariffa del servizio idrico in-tegrato) del Decreto Legislativo n. 152 del3 aprile 2006 « Norme in materia ambien-tale », limitatamente alla seguente parte:« dell’adeguatezza della remunerazione delcapitale investito ? », così richiedendo aicittadini se intendessero assicurare che gliinteressi di eventuali prestiti chiesti abanche o istituzioni pubbliche non venis-sero più compresi nel guadagno di im-presa;

il referendum popolare vedeva la vit-toria dei sì, e quindi dell’abrogazione dellenorme vigenti, con una esplicita richiestadei cittadini affinché il bene comune del-l’acqua non sia oggetto di speculazioni e,soprattutto, possa essere garantito quandoquesto rappresenta un servizio essenzialeper tutti i cittadini;

per tali motivi gli interroganti riten-gono inadeguato un modello di distribu-zione delle risorse idriche che costringa icomuni a privare i propri cittadini di unbene così fondamentale, anche a causadegli eccessivi oneri per il suo acquisto, unmodello, questo, che nel caso di specie hacostretto una città con una densità dipopolazione superiore ai duecentomilaabitanti a non poter usufruire del servizioidrico per oltre 8 giorni –:

quali urgenti e tempestive iniziativedi competenza, il Ministro interpellatointenda adottare per assicurare, in tempiceleri, l’adeguato approvvigionamentoidrico per la città di Messinae per evitare,con l’impiego di adeguati finanziamentiper la messa in sicurezza dei territori adelevato rischio di dissesto idrogeologico,con particolare riferimento al Comune diCalatabiano (CT) e con l’utilizzo di risorseche garantiscano un rifornimento idoneo

per una città densamente popolata e adelevato rischio sismico, che fatti similipossano verificarsi in futuro;

quali urgenti iniziative di competenzaintenda assumere affinché possa concre-tamente affrontarsi la grave emergenza deldissesto idrogeologico nella regione sici-liana e se sia nelle condizioni di indicarel’eventuale stima di possibili stanziamentiche, nel breve periodo, potranno garantiree assicurare un’urgente azione per lamessa in sicurezza di tali territori;

quali iniziative, per quanto di com-petenza, intenda intraprendere per assi-curare che i servizi idrici essenziali nonsiano, nei prossimi anni, oggetto di spe-culazione economica, garantendoli a tutti icittadini quali beni comuni fondamentali esempre accessibili.

(2-01174) « D’Uva, Lorefice, Rizzo, Daga,Cancelleri, Terzoni, Grillo ».

* * *

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

ARTINI. — Al Ministro della difesa. —Per sapere – premesso che:

la bonifica da ordigni esplosivi resi-duati bellici interrati in aeree del Demaniomilitare trova applicazione nella disciplinarecata all’articolo 22 del codice dell’ordi-namento militare, come modificato dall’ar-ticolo 1, comma 1, lettera c), del decretolegislativo n. 20 del 2012, in base al qualeil Ministero della difesa esegue diretta-mente o mediante appalto ad appositeditte le attività di ricerca, individuazione escoprimento di ordigni sulle aree che ha inuso;

spetta, inoltre, al Ministero della, di-fesa esercitare le funzioni di vigilanza sulleattività di ricerca e reperimento di ordigniche, a scopo precauzionale, possono essere

Atti Parlamentari — 31339 — Camera dei Deputati

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eseguiti su iniziativa e a spese dei soggettiinteressati, mediante ditte che impieganopersonale specializzato;

per quanto concerne, invece, le atti-vità di bonifica in siti non in uso dellaDifesa, ai sensi dell’articolo 91 comma4-bis, del decreto legislativo 9 aprile 2008,n. 81 la valutazione del rischio dovuto allapresenza di ordigni bellici inesplosi rinve-nibili durante le attività di scavo neicantieri è eseguita dal coordinatore per laprogettazione. Quando il coordinatore perla progettazione intenda procedere allabonifica preventiva del sito nel quale ècollocato il cantiere, il committente prov-vede a incaricare un’impresa specializzata,in possesso di specifici requisiti. L’attivitàdi bonifica preventiva e sistematica èsvolta sulla base di un parere vincolantedell’autorità militare competente per ter-ritorio in merito alle specifiche regoletecniche da osservare in considerazionedella collocazione geografica e della tipo-logia dei terreni interessati, nonché me-diante misure di sorveglianza dei compe-tenti organismi del Ministero della difesa,del Ministero del lavoro e delle politichesociali e del Ministero della salute;

a tal riguardo con decreto del Mini-stero della difesa 11 maggio 2015 n. 82sono stati definiti i criteri per l’accerta-mento dell’idoneità delle imprese che in-tendano iscriversi nell’albo delle impresespecializzate in bonifiche da ordigni esplo-sivi residuati bellici;

ai sensi del richiamato regolamentopresso il Ministero della difesa – segreta-riato generale della difesa e direzionenazionale degli armamenti – direzione deilavori e del demanio – è istituito l’albodelle imprese specializzate nella bonificada ordigni esplosivi residuati bellici, delquale è data pubblicità sul sito web isti-tuzionale del medesimo Ministero. L’iscri-zione all’albo è condizione per l’eserciziodell’attività di bonifica preventiva e siste-matica da ordigni bellici inesplosi ed èdisposta per categorie e classifiche in re-lazione alla tipologia di intervento daporre in essere e alle capacità tecnico-economiche dell’impresa;

le imprese sono iscritte in un unicoelenco secondo le categorie di attività eclassificate secondo il valore dell’importodelle attività eseguibili;

l’iscrizione abilita l’impresa a parte-cipare alle gare e ad eseguire le attività dibonifica per le categorie di iscrizione e perun importo massimo complessivo corri-spondente alla classifica riconosciuta, in-crementata di un quinto;

a giudizio dell’interrogante, il decretodel Ministero della difesa 11 maggio 2015n. 82, non ottempera alla normativa an-ticorruzione e, in particolare rispettoquanto previsto dall’articolo 53, comma16-ter, del decreto legislativo 165 del 2001— pantouflage – nella parte in cui la stessafa riferimento ai soggetti privati destina-tari dell’attività della pubblica ammini-strazione svolta attraverso poteri autori-tativi e negoziali (presso i quali i dipen-denti, nei tre anni successivi alla cessa-zione del rapporto di pubblico impiego,non possono svolgere attività lavorativa oprofessionale);

anche rispetto a quanto previsto dal-l’articolo 1 comma 9, lettera e) della legge6 novembre 2012, n.190, « Disposizioni perla prevenzione e la repressione della cor-ruzione e dell’illegalità’ nella pubblica am-ministrazione », risulta poco evidente al-l’interrogante che le aziende iscritte al-l’albo delle imprese specializzate nella bo-nifica da ordigni bellici inesplosi,posseggano i requisiti di ordine generaleprevisti all’articolo 8 del citato decretoministeriale n. 82 del 2015;

l’ASSOBON, associazione di categoriadelle imprese del settore in data 24 set-tembre ha già presentato ricorso al Tar delLazio contro il Ministero della difesa e ilMinistero del lavoro e delle politiche so-ciali chiedendo l’annullamento del decreto11 maggio 2015 n. 82, ravvisando diverseincongruenze e violazioni di legge;

in data 23 Ottobre 2015, alcuneaziende del settore hanno presentato ri-corso straordinario al Presidente della Re-pubblica impugnando il decreto ministe-

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riale n. 82 del 2015, chiedendo altresì diriconoscerei l’illegittimità di alcuni commidello stesso e chiedendone la sospensionedell’efficacia –:

se il Ministro interrogato non ritengautile e necessario assumere iniziative persospendere l’efficacia del decreto ministe-riale 11 maggio 85, n. 82, favorendo lacreazione di un tavolo tecnico tra lo stessoMinistero e l’ASSOBON atto a dipanarequalsivoglia incomprensione o controversainterpretazione delle procedure a garanziadel settore. (4-11239)

* * *

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:

FASSINA e GREGORI. — Al Ministrodell’economia e delle finanze, al Ministrodell’istruzione, dell’università e della ri-cerca. — Per sapere – premesso che:

l’Istituto italiano di tecnologia (IIT) èuna Fondazione di diritto privato istituitacongiuntamente dal Ministero dell’istru-zione, dell’università e della ricerca e dalMinistero dell’economia e delle finanze, inbase alla legge n. 326 del 2003, articolo 4,con l’obiettivo di promuovere l’eccellenzanella ricerca di base e in quella applicatae di favorire lo sviluppo del sistema eco-nomico nazionale;

l’istituto ha vissuto un periodo ini-ziale di avviamento di 2 anni, terminato il2 ottobre 2005, durante il quale si sonodefinite e analizzate le attività iniziali diIIT, in particolare la struttura direttiva, ilpiano scientifico e le prime iniziative diformazione;

dopo questo periodo di start-up allapresidenza dell’IIT è Gabriele Galateri diGenola, mentre alla direzione scientifica èstato, invece, confermato il professor Ro-berto Cingolani;

nel dibattito aperto dal blog de « LeScienze » nel dicembre 2008 sulla man-

canza di criteri di trasparenza e valuta-zione scientifica dell’IIT ai quali sonoinvece sottoposti in Italia enti di ricerca euniversità (http://cattaneolescienze.blogau-tore.espresso.repubblica.it) il professor Cin-golani ha dichiarato che l’IIT nel 2007 èstato esaminato da un panel di valutazioneindipendente (nominato dall’allora Mini-stro dell’economia e delle finanze, Tom-maso Padoa Schioppa, nelle persone delprofessor Mario Rasetti, ordinario di fisicateorica al Politecnico di Torino, e delprofessor Elio Raviola, neurologo pressol’Harvard Medical School di Boston), e cheil relativo rapporto finale conterrebbe unavalutazione molto positiva;

dopo più di dieci anni tale rapportonon è ancora stato, reso pubblico, né dalGoverno né dall’IIT; i due autori delrapporto commissionato dall’allora Mini-stro dell’economia e delle finanze, Tom-maso Padoa Schioppa e a lui consegnato,hanno dichiarato, come emerge da unarticolo della rivista Science, pubblicato indata 19 giugno 2009 a firma di LauraMargottini, che il rapporto da loro redattomuoveva critiche relative all’attività scien-tifica dell’IIT, giudicandola inferiore alleaspettative, frammentaria e disorganica ri-spetto alle principali aree di ricerca pre-viste dal piano di ricerca dell’IIT, noncoerente con il piano di ricerca dellafondazione;

nella replica, apparsa sulla rivistaScience il 9 ottobre 2009, il professorCingolani ammise per la prima volta chequel rapporto del 2007 « rifletteva pro-blemi tipici delle nuove istituzioni » (nel2007 l’IIT esisteva tuttavia da quattroanni); ma malgrado ciò, dice, era statoconsiderato complessivamente positivo, e ariprova cita la prosecuzione dei finanzia-menti governativi;

in quella stessa replica a Science ilprofessor Cingolani menzionò due succes-sivi rapporti di valutazione dell’IIT (dicem-bre 2008 e maggio 2009), che sarebberostati, invece, molto lusinghieri: ma hannoavuto il notevole difetto, sottolineato dallacontroreplica di Science, di essere redatti

Atti Parlamentari — 31341 — Camera dei Deputati

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dal comitato tecnico-scientifico dell’IIT,che istituzionalmente collabora con il re-sidente, il direttore scientifico e il comitatoesecutivo dell’IIT nella definizione dei fi-nanziamenti e delle priorità di ricerca;non, quindi, un panel di valutazione indi-pendente come quello nominato da PadoaSchioppa nel 2007, visto che, all’epoca lafigura del presidente coincideva con quelladell’allora direttore generale del tesoro, ilVittorio Grilli;

come già segnalato in una interroga-zione presentata durante la scorsa legisla-tura dagli onorevoli Bachelet, Tocci eGhizzoni, dopo le critiche internazionaliallo stentato avvio dell’IIT, nell’assenza, diqualsiasi elemento di valutazione indipen-dente sull’IIT a disposizione del Parla-mento e dei contribuenti italiani, e inassenza anche, almeno a quanto è dato disapere, di una modifica delle sue finalitàda parte del Governo, l’IIT ha da tempoavviato un’ampia campagna di finanzia-mento di ricerche in tutti gli enti e leuniversità italiane, in tal modo configu-randosi come una funding agency confinalità paragonabili al Consiglio nazionaledelle ricerche;

come emerge anche in una recentedeterminazione e relazione della sezionedi controllo della Corte dei Conti sullagestione finanziaria dell’IIT, la situazionepatrimoniale dell’Istituto espone un au-mento delle attività, da ricondursi in par-ticolare alla crescita del circolante. Il pa-trimonio netto, pari a 493.622.112 euro,presenta un incremento per effetto dellacrescita delle riserve, a fronte di unariduzione del risultato di esercizio. Lastessa Corte dei Conti, segnala poi che, conriferimento al Technology Transfer, cherappresenta la missione dell’IIT legislati-vamente sancita pur nella indubbia diffi-coltà di giungere ad una valutazione eco-nomica del portafoglio brevetti, appareopportuna una attenta analisi delle poten-zialità economiche dei prodotti della ri-cerca scientifica nel momento del loroimpiego pratico –:

quando e con quale modalità si in-tenda rendere pubblico il rapporto indi-

pendente commissionato nel 2007 dal Mi-nistro dell’economia e delle finanze protempore Tommaso Padoa Schioppa, affin-ché Parlamento e contribuenti possanoautonomamente valutare se la prosecu-zione e anzi l’aumento straordinario deifinanziamenti pubblici sia o meno congruocon il contenuto di quel rapporto;

quando e con quale modalità si in-tenda promuovere un nuovo round divalutazione dell’IIT di standard europeo,da parte cioè di esperti di riconosciutareputazione internazionale, non legati al-l’IIT da vincoli istituzionali, finanziari o dicollaborazione scientifica;

se il Governo abbia approvato, for-malmente o informalmente, la trasforma-zione dell’IIT in funding agency, e, in casoaffermativo, se e come intenda renderetrasparenti e conformi agli standard eu-ropei i criteri che regolano il flusso finan-ziario dell’IIT verso altre istituzioni scien-tifiche. (5-07079)

* * *

GIUSTIZIA

Interpellanza urgente(ex articolo 138-bis del regolamento):

Il sottoscritto chiede di interpellare ilMinistro della giustizia, per sapere – pre-messo che:

l’articolo 111 della Costituzione, cosìcome modificato con legge costituzionale23 novembre 1999, n. 2, sancendo i prin-cipi del « giusto processo », stabilisce cheogni processo debba svolgersi di fronte adun giudice indipendente, terzo e impar-ziale;

l’articolo 24 della Costituzione, ga-rantendo la possibilità per tutti di agire ingiudizio e sancendo quindi l’inviolabilitàdel diritto di difesa, pone le basi essenzialidella tutela giudiziaria e di conseguenzadel diritto ad un giudizio imparziale;

Atti Parlamentari — 31342 — Camera dei Deputati

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l’articolo 6 della Carta europea deidiritti dell’uomo, sancisce il diritto di ognipersona a che la sua causa sia esaminataequamente e da un tribunale terzo eimparziale;

i requisiti di imparzialità e terzietàdel giudice sono definiti in modo presso-ché unanime da giurisprudenza e autore-vole dottrina come caratteristica di neu-tralità del giudice, che deve agire libero daogni tipo di interesse, pregiudizio e pre-concetto;

rilevato, inoltre, che la Corte di Cas-sazione, con sentenza n. 32619/2014, hastabilito che il giudice d’appello deve rin-novare l’istruttoria se vuole dare una di-versa valutazione della prova testimoniale,sia nel caso egli voglia riformare in peiusla sentenza di assoluzione di primo grado,che nel caso in cui vi sia già stata con-danna;

la Corte europea dei diritti dell’uomo,interpretando l’articolo 6 della Carta, consentenza del 5 luglio 2011 (Dan c. Mol-davia), ha sancito l’obbligo del giudiced’appello di riesaminare il testimone, qua-lora intenda utilizzare in modo difformedal giudice di primo grado la sua dichia-razione, per « ascoltarlo personalmente ecosì valutarne l’attendibilità intrinseca »;

alla luce del differente giudizio dellacorte d’appello, in contrasto con quantoaffermato dalla Corte di Cassazione con lacitata sentenza n. 32619/2014, il Ministrodella giustizia dovrebbe chiarire comepossa essere assicurato il rispetto dei prin-cipi affermati dalla Corte di Cassazionemedesima, e dovrebbe provocare una mag-giore e più approfondita riflessione sultema del ribaltamento delle sentenze e inparticolare sul ribaltamento dell’assolu-zione, soprattutto laddove questo vengafatto dipendere da una diversa valutazionedei fatti;

il 27 ottobre 2014, la terza Corted’Appello di Roma ha condannato a 2 annie 6 mesi per peculato (dopo che i pubbliciministeri avevano chiesto 2 anni di reclu-sione) il senatore in carica Augusto Min-

zolini, parlamentare di Forza Italia, dopoche era stato assolto in primo grado, nelfebbraio 2013. Il giudice ha fissato ancheper lo stesso periodo l’interdizione daipubblici uffici;

il 12 novembre 2015, la VI sezionepenale della Corte di Cassazione ha poiconfermato la condanna a due anni emezzo e l’interdizione dai pubblici ufficiper la durata della pena, come stabilitodalla Corte d’Appello di Roma il 27 otto-bre 2014;

giova, inoltre, evidenziare la gravecircostanza che ha visto la presenza, al-l’interno del collegio giudicante in appello,del magistrato Giannicola Sinisi, ex par-lamentare dell’Ulivo, nonché sottosegreta-rio per l’interno durante il primo GovernoProdi, e nel primo governo D’Alema;

risulta inoltre all’interpellante che, atre giorni dalla data fissata per l’udienzapresso la Corte di Cassazione, sia statamodificata la composizione del collegiogiudicante, sostituendone il Presidente –:

se il Governo intenda assumere ogniiniziativa di competenza, anche di tiponormativo, al fine di chiarire e comunqueescludere che un esponente politico, se-duto in Parlamento dal 1996 al 2008,sottosegretario per l’interno durante ilprimo governo Prodi e D’Alema, quando acapo del ministero dell’interno vi eranoprima Giorgio Napolitano e poi RosaRusso Iervolino, possa far parte di uncollegio di Corte d’Appello che giudica unesponente politico eletto in un partitoavversario, un collegio che infliggendo unapena superiore a quella richiesta dal pub-blico ministero, nei fatti decreta la deca-denza dell’avversario politico/imputatodalla carica di parlamentare;

se il Governo intenda assumere ogniiniziativa di competenza, anche di tiponormativo, al fine di chiarire e comunqueescludere che lo stesso collegio di Corted’appello, composto fra gli altri dal giudiceavente le caratteristiche sopra citate, nelgiudicare lo stesso imputato, capovolga lasentenza di assoluzione emessa dal giudice

Atti Parlamentari — 31343 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

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di primo grado, emettendo una condannasenza prima procedere alla riapertura del-l’istruttoria, riascoltando i testimoni o as-sumendo nuove prove, come invece previ-sto dall’articolo 6 della Cedu;

se il Ministro della giustizia titolaredell’azione disciplinare, non intenda aprireun procedimento nei confronti di questomagistrato che, ad avviso dell’interpel-lante, ricorrendone le condizioni, non si èastenuto dal partecipare al collegio diCorte di Appello.

(2-01179) « Brunetta ».

Interrogazione a risposta in Commissione:

FERRARESI, BONAFEDE, AGOSTI-NELLI, BUSINAROLO, SARTI e COL-LETTI. — Al Ministro della giustizia, alMinistro del lavoro e delle politiche sociali,al Ministro per la semplificazione e lapubblica amministrazione. — Per sapere –premesso che:

l’Ufficio unico notificazioni esecu-zioni e protesti (UNEP) della corte diappello di Venezia, in data 9 settembre2013, emetteva una disposizione di servizio(prot. 1243) interessante il personale deifunzionari UNEP e degli ufficiali giudi-ziari, firmata dal funzionario dirigente edal presidente della corte di appello diVenezia, in cui si disponeva che: « (...)ciascun Ufficiale Giudiziario e ciascunfunzionario Unep, presti, in ciascuna zona,almeno 60 giorni di servizio effettivo. Per-tanto, in assenza a qualsiasi titolo checomporti una prestazione lavorativa infe-riore a quella sopra richiesta, i giorni noneffettuati dovranno essere recuperati me-diante sostituzioni nella stessa zona fino alraggiungimento del monte giorni pre-scritto, indipendentemente dalla zona as-segnata successivamente »;

ciò comporta che un lavoratore che siassenti dal servizio, legittimamente inforza di disposizione di legge, come ad

esempio per congedi parentali o per ma-ternità e paternità, subisca l’obbligo didover recuperare l’assenza dal lavoro consostituzioni, anche in zone che magari sitrovano in altra parte del mandamento dicompetenza dell’ufficio;

la normativa in materia di tutela esostegno della maternità e della paternità,così come definita al decreto legislativon. 151 del 2001, attribuisce a ciascungenitore il diritto facoltativo di astenersidal lavoro, per la cura del bambino neisuoi primi otto anni di vita, così comenell’ipotesi di congedi richiesti per motivicorrelati alla malattia del figlio; l’asten-sione dal lavoro non prevede un successivorecupero del periodo di astensione, ne puòdar luogo ad alcuna forma di discrimina-zione nell’organizzazione della successivaprestazione al proprio rientro in servizio;

a specifico quesito in merito allafruizione del congedo parentale risponde ilCSM con propria deliberazione, del 17aprile 2013 (fasc. num. 11/QU/2013), cherecita: « L’astensione dal lavoro per con-gedo parentale, ove tempestivamente co-municata, non può dare luogo a previsioniorganizzative interne comportanti un re-cupero dell’attività non svolta nei giorni dicongedo; stessa regola vale nell’ipotesi incui il congedo venga richiesto per motivicorrelati alla malattia del figlio, dovendosiquindi escludere che anche in tale caso ilmagistrato possa essere chiamato a recu-perare il lavoro non svolto attraverso unpiù intenso impegno, in termini di numerodi udienze o di assegnazione di procedi-menti, al momento della regolare ripresadell’attività »;

risulta pertanto evidente che se que-sto esercizio del diritto, privo di obblighidi recupero successivi e conseguenti, è avalere per i magistrati, non può che eser-citarsi anche per tutti gli altri dipendentidell’amministrazione della giustizia che didetti congedi usufruiscono –:

come si concili la disposizione diservizio di cui in premessa dell’ufficiounico notificazioni esecuzioni e protestidella corte di appello di Venezia, del 9

Atti Parlamentari — 31344 — Camera dei Deputati

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settembre 2013, con le norme stabilite daltesto unico di cui al decreto legislativon. 151 del 2001;

se non ritengano di dover valutarel’opportunità di operare una ricognizionedi eventuali similari disposizioni presso gliuffici NEP nonché, ove necessario, di as-sumere apposite iniziative, per quanto dicompetenza, volte a precisare la portata,in senso generale e non discriminante,dell’istituto del congedo parentale all’in-terno degli uffici giudiziari. (5-07080)

* * *

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

BUSINAROLO. — Al Ministro delle in-frastrutture e dei trasporti. — Per sapere –premesso che:

il 9 ottobre 2015 il quotidiano « Cor-riere Adriatico » ha pubblicato la notiziache il Vice Ministro Senatore Nencini, hapartecipato alla cerimonia d’inaugurazionedel molo di protezione della banchinan. 26 del porto di Ancona, già operativada qualche mese;

successivamente, lo stesso quotidianoe gli altri giornali locali, in data 18 no-vembre 2015, hanno riportato la notiziache l’autorità portuale di Ancona ha esa-minato le risultanze dello studio sullasituazione strutturale delle banchine 23 e24. L’analisi ha evidenziato la « necessitàdi adeguamenti che consentano la pienaoperatività anche alle semoventi di nuovagenerazione » e, per tale motivo, l’autoritàportuale ha emesso una « nuova ordinanzache stabilisce limiti operativi »;

sempre secondo quanto riportato da-gli organi di stampa succitati « ... servonoulteriori lavori, oltre a quelli previsti sullabanchina n. 22, chiusa per inagibilità »;

la situazione sopra descritta eviden-zia che la banchina n. 22 è inagibile, lebanchine 23 e 24 presentano limiti ope-

rativi, mentre è entrata in operatività labanchina 26, adeguatamente protetta dalnuovo molo di protezione inaugurato direcente –:

se il Ministro sia a conoscenza diquanto esposto in premessa e quali ini-ziative intenda assumere affinché le ban-chine nr. 22, 23 e 24 possano tornareagibili e funzionanti al fine di garantirel’efficienza del porto;

quali iniziative ulteriori di compe-tenza intenda adottare al fine di accertarese la nuova banchina n. 26 sia stata col-laudata e se sia in possesso ed, eventual-mente, da quale data, della certificazionedi sicurezza relativa alla normativa antin-cendio, rilasciata dagli organi competenti.

(5-07070)

RIZZETTO. — Al Ministro delle infra-strutture e dei trasporti. — Per sapere –premesso che:

l’interrogante, già con precedenti attidi sindacato ispettivo ha richiesto provve-dimenti affinché non fosse consentito aPoste Italiane spa di procedere, unilate-ralmente, alla chiusura e riorganizzazionedei servizi postali in Friuli Venezia Giuliacome previsti nel nuovo piano aziendale.Si intendeva scongiurare un danno aicittadini privandoli di un adeguato serviziopubblico essenziale, in particolare, nellezone territoriali considerate svantaggiatecome quelle di montagna. Tuttavia, PosteItaliane spa ha comunque proceduto adadottare provvedimenti che recano ingiu-sto disagio agli utenti, la cui adozione nonè stata preceduta da un’idonea con con-certazione con gli enti locali interessati;

difatti, si apprende dalla stampa il 23novembre 2015 che a Tolmezzo (Ud), ilsindacato denuncia le falle del nuovo si-stema di recapito della posta avviato il 2novembre 2015, che ha comportato unasituazione di grande tensione poiché icittadini ricevono la posta con considere-vole ritardo, nonostante il massimo impe-

Atti Parlamentari — 31345 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

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gno assunto dai postini, spesso costretti afare straordinari che non vengono nean-che retribuiti;

il segretario di Slc Cgil Udine denun-cia un arretrato di quintali di posta daconsegnare, incluse lettere contenenti imodelli per il pagamento della tasi, che inalcuni casi di giungere al destinatario oltrela scadenza fissata per il pagamento del-l’imposta;

con il taglio del 30 per cento delpersonale, ricollocato all’interno della so-cietà, i portalettere rimasti in forze sonoormai sovraccarichi di lavoro e non pos-sono oggettivamente garantire un servizioidoneo e di qualità. Quindi, oltre al dis-servizio, preoccupa anche lo stato di re-sponsabilità dei portalettere, che ingiusta-mente sono costretti a lavorare oltre ildovuto, pur di limitare i danni derivantidalle criticità del nuovo sistema dispostoda Poste Italia spa;

come ha già a tempo debito denun-ciato l’interrogante, la società nel riorga-nizzare il servizio avrebbe dovuto consi-derare le diversità delle aree del territorio,prendendo atto del fatto che nei luoghisvantaggiati come la montagna, per le suepeculiarità, non sarebbe stato possibilegarantire il servizio con il nuovo modelloelaborato. È evidente che tale opportunaanalisi non è stata avviata da Poste, per-tanto, a causa dei disservizi predetti, è oranecessario adottare immediate iniziative atutela degli utenti e a salvaguardia dellavoro dei postini, dove questi ultimi nonpossono sobbarcarsi le responsabilità delmodello organizzativo disposto dai verticidella società –:

se e quali iniziative di competenza, inconcertazione con le istituzioni locali ePoste Italia spa, intenda adottare affinchéil nuovo modello organizzativo del serviziopostale sia modificato in modo da garan-tire un idoneo servizio, considerando chequello postale rientra tra i servizi pubbliciessenziali volti a garantire il godimento deidiritti della persona costituzionalmente tu-telati. (5-07073)

ANZALDI. — Al Ministro delle infra-strutture e dei trasporti. — Per sapere –premesso che:

nei giorni scorsi i circa otto milioni eduecentomila clienti che usufruiscono delservizio Telepass hanno ricevuto, da partedell’azienda, la proposta unilaterale di mo-difica del canone;

l’opzione Premium di Telepass dal 1o

gennaio 2016, in base alla proposta dimodifica passerà dagli attuali 78 centesimidi euro a 1.50 euro al mese per chi ha uncontratto Family, Twin o Telepass conViacard;

i clienti, dalla ricezione della lettera,hanno 60 giorni di tempo per recedere dalcontratto, in assenza di tale decisione lemodifiche saranno considerate approvatecon l’applicazione delle nuove tariffe;

in relazione a questo aumento tarif-fario Telepass offre in cambio l’estensionedel servizio di soccorso su tutta la retestradale, non più solo su quella autostra-dale;

in base alla strategia aziendale vienefatta confluire l’opzione Premium inquella Extra e per premiare la fedeltà deiclienti, per un anno gli stessi pagherannola stessa cifra, questo per evitare disdetteda parte dei vecchi abbonati;

tuttavia, già nel corso del tempoerano maturate alcune decisioni di stra-tegia aziendale che, in qualche modo,hanno penalizzato l’utenza, basti pensarealla riduzione del numero di targhe attri-buite ad ogni apparato telepass;

alcune associazioni dei consumatorihanno annunciato ricorsi all’Antitrust,contestando il regime di monopolio;

il gruppo Atlantia, va ricordato, ge-stisce 3.005 chilometri di rete, pari al 44per cento della rete autostradale nazio-nale, esercitando un monopolio di fattodella gestione del servizio Telepass;

fino ad ora, l’Antitrust su Telepassnon si è mai pronunciata, in quanto iltelepass non è un nuovo strumento di

Atti Parlamentari — 31346 — Camera dei Deputati

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pagamento, quanto piuttosto un servizioaggiuntivo che l’azienda offre a pagamentoper evitare le code;

il dibattito sembra all’interroganteabbastanza surreale perché Atlantia, laholding del gruppo di cui fa parte Auto-strade per l’Italia, ha recentemente vintouna gara internazionale, da due miliardi dieuro, in Francia, avente per oggetto pro-prio il telepedaggio per i veicoli pesantisuperiori a 3,5 tonnellate e la stessa At-lantia si era aggiudicata una gara simile inAustria;

si tratta di un sistema free flow, chepermette di rilevare il passaggio di unveicolo senza necessità di un casello fisicoma satellitare;

mentre in Europa si va quindi versosistemi di telepedaggio, in Italia conti-nuano ad aumentare caselli e porte Tele-pass e, conseguentemente, gli introiti delleconcessionarie, anche a fronte di un evi-dente calo del traffico veicolare lungo larete autostradale a partire dal 2009 –:

quali iniziative di competenza il Go-verno intenda intraprendere nei confrontidell’azienda concessionaria al fine di va-lutare l’opportunità di un simile aumentotariffario in assenza di confronto e ade-guate informazioni a tutela dei consuma-tori e se non ritenga ormai giunto iltempo anche in Italia per procedere alsuperamento dei caselli e per adottare,anche nel nostro Paese, sistemi satellitaridi telepedaggio. (5-07081)

Interrogazione a risposta scritta:

LUIGI DI MAIO, DELL’ORCO, CARI-NELLI, LIUZZI, DE LORENZIS e SPES-SOTTO. — Al Ministro delle infrastrutturee dei trasporti. — Per sapere – premessoche:

il 19 novembre 2015 Trenitalia haemesso un comunicato consultabile sulsito web « Fsnews » laddove Trenitaliastessa dichiara che « le nuove regole per gliabbonati AV di Trenitalia saranno defini-

tive dal 1o gennaio 2016 » e che « il nu-mero degli abbonamenti disponibili men-silmente sarà determinato in base ai datistorici secondo le varie tratte, con l’obiet-tivo di soddisfare l’esigenza della base diclientela Trenitalia già esistente »;

agli interroganti è stata inoltrata unalettera del « Comitato pendolari veloci To-rino-Milano » (di seguito, « Comitato »),con la quale si richiede che tale decisionesia rivista totalmente in quanto « è inam-missibile ed inaccettabile che venga postoun numero chiuso agli abbonamenti ven-duti limitando di fatto la libertà dei clientiche hanno la necessità di acquistare unabbonamento (...). Dallo scorso giugno adoggi sono trascorsi ormai 6 mesi nei quali,il Comitato e gli abbonati stessi, hannoinviato a Trenitalia e NTV molte comuni-cazioni e richieste di confronto, con loscopo di cercare un dialogo ed una solu-zione condivisibile con il fine di minimiz-zare i problemi che la prenotazione ob-bligatoria avrebbe introdotto e che la li-mitazione del numero di abbonamenti in-trodurrà dal prossimo gennaio 2016,problemi che non sono limitati soltantoagli abbonati/pendolari della tratta Tori-no-Milano ma che riguardano tutti gliabbonati alta velocità italiana. In questi 6mesi entrambe le società che forniscono ilservizio alta velocità (Trenitalia e NTV)hanno introdotto delle novità che hannoportato ad una discriminazione dei viag-giatori favorendo i viaggiatori occasionalirispetto agli abbonati che viaggiano pernecessità lavorative e non per svago favo-rendo indiscriminatamente i primi conuna serie di « privilegi » negati agli abbo-nati »;

in tale lettera si segnala inoltre che« il viaggiatore occasionale ha la possibilitàdi acquistare un biglietto anche con 6 mesidi anticipo rispetto alla data del viaggio,mentre un abbonato ha la possibilità diprenotare il proprio posto con un anticipoche spesso è inferiore ai 30 giorni; ilprezzo degli abbonamenti è aumentato del15 per cento per Trenitalia (ad esempioper la tratta Torino-Milano il prezzo èpassato da 295 euro a 340 euro) e del 27

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per cento per NTV (ad esempio per latratta Torino-Milano il prezzo è passatoda 299 euro a 380 euro) mentre il prezzodei biglietti è rimasto invariato;

i due operatori commercializzano bi-glietti in super offerta ad esempio per latratta Torino-Milano possono arrivare adun prezzo che oscilla dai 5 euro ai 9 euro,prezzo inferiore a quello pagato da unabbonato; l’aumento del prezzo per gliabbonati è stato affiancato ad una drasticariduzione del servizio in quanto fino apochi mesi fa era possibile effettuare unnumero illimitato di viaggi mensili, mentreadesso i viaggi sono limitati ad un numerodi 60 (2 viaggi a giorno); NTV ha ridottole corse nelle fasce orarie più sfruttatedagli abbonati (ad esempio sulla trattaTorino-Milano il primo treno al mattino indirezione Milano parte alle ore 7.25 ed ilsuccessivo alle 9.25 mentre la sera èpresente un buco dalle 15.25 alle 20.25);Trenitalia ha introdotto la prenotazioneobbligatoria per gli abbonati e avrebbeintenzione di introdurre un limite sulnumero di abbonamenti venduti, impe-dendo di fatto l’acquisto a una parte deiclienti »;

occorre, inoltre, considerare che ledue società, nonostante siano private, svol-gono un servizio di pubblica utilità offertosu infrastrutture pubbliche pagate daicontribuenti stessi. Nonostante ciò in que-sti mesi Trenitalia e NTV hanno intra-preso, nei confronti degli abbonati, inizia-tive atte a limitare pesantemente la libertàdi spostamento e la flessibilità degli spo-stamenti stessi in favore dei viaggiatorioccasionali;

per tutte queste ragioni, il predettoComitato richiede « un intervento urgentedi Trenitalia, NTV, dell’Autorità di Rego-lazione dei Trasporti, delle istituzioni edelle associazioni dei consumatori conl’obiettivo di ristabilire un adeguato stan-dard di servizio proporzionato all’utenzache è in costante e continua crescita e cheverrebbe penalizzata dall’introduzione diun limite sugli abbonamenti venduti adetrimento e con grave pregiudizio della

mobilità nazionale mettendo concreta-mente a rischio di licenziamento migliaiadi lavoratori pendolari che non riusci-ranno a raggiungere il luogo di lavorocome oggi. Si precisa che ad oggi le stimeparlano di oltre 9.000 abbonati Alta Ve-locità sulle tratte Torino-Milano, Milano-Bologna, Bologna-Firenze, Firenze-Roma,Roma-Napoli e Napoli-Salerno »;

a parere degli interroganti, le consi-derazioni svolte meritano una adeguataconsiderazione –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza di quanto illustrato in premessa ese non ritenga doveroso intervenire, perquanto di competenza, affinché non sicolpisca ulteriormente una categoria disa-giata come quella dei « pendolari veloci ».

(4-11254)

* * *

INTERNO

Interpellanze urgenti(ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare ilMinistro dell’interno, il Ministro dell’eco-nomia e delle finanze, il Ministro delleinfrastrutture e dei trasporti, per sapere –premesso che:

il porto di Palermo, sia per flusso dimerci che di passeggeri, è uno tra iprincipali porti italiani e dell’intero marMediterraneo: infatti, nel 2014, sono tran-sitate merci per oltre 6,2 milioni di ton-nellate, mentre il numero dei passeggeri èarrivato a circa 1,8 milioni;

la posizione di Palermo all’internodel bacino mediterraneo rende questoporto di particolare rilevanza nei collega-menti tra Europa e Africa, offrendo fre-quenti collegamenti settimanali con portinordafricani;

in virtù di ciò e dell’innalzamento dellivello delle esigenze di sicurezza dovutoalla recente attività del terrorismo inter-

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nazionale, in particolare di matrice isla-mica, secondo gli interpellanti, il porto diPalermo dovrebbe essere oggetto di unrinnovato impegno sui fronte della sicu-rezza e dei controlli, sia dei passeggeri siadelle merci;

dopo gli attacchi terroristici del 13novembre 2015 a Parigi, nonché dopo leripetute minacce da parte dell’Isis rivolteai nostro Paese, il rischio di infiltrazioneterroristiche è aumentato esponenzial-mente, tant’è che è stato innalzato lo statodi allerta al livello 2, ed è avvenuta lafissazione del livello di prevenzione almassimo grado;

tuttavia, secondo quanto emerge darecenti denunce pubbliche, fatte da sva-riate sigle sindacali operanti all’interno delporto medesimo, non vengono garantitinemmeno i livelli minimi di sicurezza, inriferimento al servizio traghetti che collegastabilmente il porto di Palermo con laTunisia, in special modo a causa delnumero ridotto del personale preposto aicontrolli, che dunque vengono effettuatisommariamente o a campione, e dell’as-senza di strumentazione idonea, quale me-tal detector, scanner e di aree dedicate aicontrolli;

più nello specifico, come documen-tato da articoli di giornale e vari servizitelevisivi, nonché come testato in due ve-rifiche di parlamentari e deputati dell’as-semblea regionale in data 20 settembre e22 novembre 2015, i controlli sul trafficodi persone sono quasi assenti, inclusiquindi anche quelli sui relativi bagagli,così come i controlli nei confronti delleautovetture risultano essere inadeguati e acampione;

secondo gli interpellanti, dunque,nulla impedirebbe a potenziali terroristi diaccedere tranquillamente nel territorioitaliano tramite l’utilizzo di un regolareservizio traghetti che collega Tunisi con ilporto di Palermo, ovvero ad esponentidella criminalità organizzata di tipo ma-fioso di condurre liberamente i propriinteressi economici illegittimi;

l’inadeguatezza delle misure di sicu-rezza è ancor più evidente se si considerache il decreto del Ministero dell’internon. 154 del 2009, a parere degli interpel-lanti inattuato riguardo al porto di Pa-lermo, ha espresso la necessità di equipa-rare le misure di sicurezza da adottare neiporti a quelle già in essere negli aeroporti,come ad esempio la presenza di un’areasterile adibita al controllo per le naviprovenienti da « No Schengen countries »;

nonostante queste vistose mancanzein merito alla sicurezza del porto di Pa-lermo, l’autorità portuale ha dichiaratoche « il porto di Palermo è dotato dei pianidi security degli impianti portuali e dellearee comuni, debitamente approvati dallaPrefettura » e che « il porto di Palermo èin regola con gli standard internazionali disecurity e le strutture in atto esistenti sonoin corso di potenziamento »;

alcuni anni fa i funzionari dell’ufficiodoganale per l’intera provincia di Palermorisultavano essere circa 150, una cifra chesecondo i sindacati di categoria era inlinea con gli standard di altri uffici dianaloga portata e dimensione nel resto delPaese: a causa del blocco delle assunzionie di svariati pensionamenti, tale numero èsceso vertiginosamente a meno di 70 unità,raggiungendo il record negativo in assolutodi un funzionario doganale ogni 18.222abitanti, proporzione che continua a peg-giorare per il susseguirsi dei pensiona-menti;

tuttavia, l’attuale dotazione organica,elaborata alcuni mesi fa, semplicementelimitandosi a fotografare lo stato dell’artedel personale di allora, aveva fissato leunità in organico a 80; dunque, anche seil numero di funzionari necessario pergarantire un servizio efficiente potrebbeessere sensibilmente maggiore rispetto alle80 unità dichiarate, ad oggi la dotazionereali del personale appare addirittura sen-sibilmente inferiore;

la criticità della situazione è ancorpiù grave se si pensa che attualmentepochi funzionari doganali rimasti in ser-vizio in provincia di Palermo, oltre a

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controllare il già affollatissimo porto diPalermo, devono suddividersi anche tra ilporto di Termini Imerese, l’aeroporto in-ternazionale Falcone Borsellino, gli ufficicentrali, nonché vari attracchi marittimiminori, per un totale di oltre 6,5 tonnellatedi flusso merci e circa 6,2 milioni di flussopasseggeri;

in altre realtà italiane ove si regi-strano flussi passeggeri e merci nettamenteinferiori a quelli registrati in provincia diPalermo, invece, la dotazione organica ri-sulta essere uguale o persino maggiore: nelcomplesso ben 38 uffici delle doganehanno più personale dell’ufficio delle do-gane di Palermo, oltre agli uffici centrali diRoma, i quali, nonostante il già abbon-dante numero di funzionari presenti,hanno usufruito di una procedura di in-terpello per ricerca di ulteriore personaleinterno all’amministrazione;

inoltre, quantunque vi sia un numerosufficiente di addetti, l’assenza di strumen-tazione adeguata, come nel caso del portodi Palermo, renderebbe particolarmentedifficoltosa l’attività di controllo;

già attualmente, come più volte de-nunciato, i funzionari dell’ufficio doganaledi Palermo hanno non poche difficoltànello svolgere le proprie funzioni essen-ziali ed ulteriori imminenti pensionamentirischierebbero di bloccare letteralmente ledogane palermitane;

infine, nel territorio palermitano èstoricamente ben radicata la principaleorganizzazione criminale mafiosa italiana,« Cosa Nostra », la quale sarebbe ben in-filtrata all’interno del porto, come dimo-strerebbero recenti sequestri; la progres-siva paralisi incontro alla quale sta an-dando questo ufficio doganale non farebbealtro che facilitare ulteriormente, a giudi-zio degli interpellanti, l’attività criminaleall’interno del porto;

secondo gli interpellanti, un aumentodel personale, ancorché costituisca per le

finanze pubbliche un maggior costo, ga-rantirebbe innanzitutto livelli minimi disicurezza e legalità e, inoltre, potrebbeassicurare ulteriori entrate derivanti da unrafforzato controllo sul flusso delle marcie dalla contestazione delle relative irrego-larità –:

se il Governo non intenda, per leparti di competenza, intraprendere inizia-tive volte a risolvere l’attuale situazione dicrisi in cui versa l’ufficio doganale diPalermo, aumentando il personale del sud-detto ufficio, almeno sino al raggiungi-mento delle unità stabilite nella dotazioneorganica anche tramite lo strumento dellaprocedura per interpello riservata ai di-pendenti della stessa Agenzia delle dogane;

se il Governo non intenda attivarsi,per le parti di competenza, al fine difinanziare l’acquisto della strumentazionenecessaria per garantire un’adeguata atti-vità di controllo del flusso dei passeggeri;

quali ulteriori iniziative intendanointraprendere, per le parti di competenza,per ridurre i rischi connessi ad eventualisbarchi all’interno del porto di Palermo disoggetti appartenenti a organizzazioni ter-roristiche internazionali, nonché al fine diprevenire e contrastare infiltrazioni ma-fiose.

(2-01176) « Nuti, Di Benedetto, Di Vita,Liuzzi, Lupo, Mannino, Coz-zolino, Dadone, D’Ambrosio,Cecconi, Toninelli, D’Incà ».

I sottoscritti chiedono di interpellare ilMinistro dell’interno, per sapere – pre-messo che:

il fenomeno della radicalizzazionedelle comunità islamiche ha assunto di-mensioni decisamente preoccupanti: il re-cente aumento di correnti radicali all’in-terno dell’Islam, il sostegno teoretico elogistico della Jihad globale e le ripetuteminacce di attacchi terroristici sul suoloitaliano sollevano questioni di sicurezzanazionale;

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sono oltre ottocento i luoghi di cultosparsi in tutta Italia, da Nord a Sud, isolecomprese, definiti impropriamente mo-schee: una diffusione capillare che siestende per tutto il territorio nazionale,ma che quasi sempre utilizza strutture(comunque « tollerate » perché sono defi-nite « associazioni culturali ») in cui man-cano i requisiti minimi essenziali per es-sere riconoscibili come posti in cui siprega;

a parte la Grande Moschea di Roma,e poche altre, come quella di Segrate,Catania e Colle Val d’Elsa (che sono in-dividuabili anche architettonicamente), ilresto è costituito da garage, scantinati ecantine che raccolgono fedeli all’occor-renza: una galassia che rimane semprenella penombra e che espone alla mercé diimam, tabligh itineranti e predicatori del-l’odio, la parte moderata dell’Islam, ten-tando di inculcare la dottrina fondamen-talista;

oltre alle moschee riconosciute come« moderate », di cui fanno parte i mussul-mani devoti alla preghiera, al digiuno eall’elemosina, è da segnalare al presenzaanche di quelle più inquietanti dei reclu-tatori e delle « cellule in sonno » (oltre5.500 attivabili autonomamente in qual-siasi momento), più volte oggetto di inda-gini dei servizi di intelligence e delle forzedi polizia;

un monitoraggio dell’Antiterrorismoha identificato, in tutta Italia, 184 mo-schee. Solo a Roma quelle censite sonopoco più di 30, ma in realtà sfiorano quota100 i garage in cui si riuniscono mussul-mani per pregare; in alcuni di questicentri, infatti, la preghiera è solo unacopertura per poter indottrinare allaguerra santa, con il grave rischio di infil-trazioni terroristiche;

dal 2001 al 2011 sono state 146 lecondanne di terroristi « italiani ». È ap-pena il caso di segnalare come stianotornando a circolare personaggi che fre-quentarono l’ex imam di Cremona, Mou-rad Trabelsi, condannato con sentenzadefinitiva con l’accusa di terrorismo inter-

nazionale di matrice islamica. O comeHamed Gouran, predicatore in Calabria,finito in manette perché incitava i fedelialla cacciata dei miscredenti in nome diAllah. A Vicenza, poi, la digos ha moni-torato ingenti somme di denaro inviateall’estero che potrebbero essere state uti-lizzate per finanziare campagne terroristi-che in Medioriente. Roma, poi, ha visto lapresenza di numerosi soggetti vicini alterrorismo islamico, come il finanziatoreAweys Dahir Ubeidullah, cittadino somalogià residente a Roma, a Casalbertone,anch’egli incluso nella black list degli StatiUniti, stilata successivamente ai fattidell’11 settembre 2001;

si rivela, dunque, una rete fitta e avolte impenetrabile quella degli estremistiislamici, che negli ultimi venti anni ècambiata e si è arricchita anche grazie alprogresso tecnologico che facilita le comu-nicazioni tra le varie reti di jihadisti;

il « Dossier sulla comunità islamicaitaliana: indice di radicalizzazione » pub-blicato dal Cemiss, il Centro militare distudi strategici del Ministero della difesa,fa il punto sulla penetrazione dell’estre-mismo nella comunità islamica italiana,composta da 1,6 milioni di persone (circaun terzo degli stranieri presenti, cui siaggiungono 60 – 70 mila italiani conver-titi);

l’analisi tiene conto del fatto chel’Italia non ha subito gravi attacchi dalterrorismo islamista, ma non può consi-derarsi al sicuro, soprattutto se si consi-dera che da tempo molti imam predicanoodio, che dozzine di centri islamici sonoimpegnati nel proselitismo e nel finanzia-mento a gruppi terroristici e che dall’Italiapartono volontari per i teatri bellici deljihad; per anni, secondo lo studio, l’Italiaha esportato kamikaze dei teatri di guerraquali Afghanistan, Cecenia, Balcani e Iraq;

il panorama dell’Islam italiano, dun-que, fatto di realtà sommerse, conta al suointerno centinaia di potenziali estremistiche orbitano nelle moschee non autoriz-zate, divenute il centro di accoglienza e

Atti Parlamentari — 31351 — Camera dei Deputati

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smistamento e di immigrati arrivati sulterritorio senza documenti e quindi senzaidentità;

per quel che concerne la sicurezzanazionale, non vi è alcun dubbio sul fattoche la radicalizzazione della comunitàislamica rappresenti una potenziale seriaminaccia, poiché visioni estremiste hannopenetrato varie moschee ed organizzazionisociali (è opportuno sottolineare che dal2001 in Italia vi sono stati 13 tentativi epiani per compiere attentati, 6 sono statieffettuati, ma non sono riusciti);

in certi casi, il radicalismo si limitaalla retorica ma in altri, sostiene attiva-mente o passivamente il terrorismo: uncero numero di leader sociali e religiosipredica versioni wahabite e salafite del-l’Islam, odio razziale, intolleranza religiosae promozione della jihad attraverso ilreclutamento di martiri, fondi ed armi;

con decreto ministeriale del 23 aprile2007, l’allora Ministro dell’interno haadottato la carta dei valori della cittadi-nanza e dell’integrazione – condivisa danumerose comunità religiose, tra cui al-cune rappresentate anche nel Comitatoper l’Islam italiano – al fine di « dare unconcetto unitario di cittadinanza e di con-vivenza tra le diverse comunità nazionali,etniche, e religiose, che si sono radicatenegli ultimi anni sul territorio italiano »,ponendo le basi per « un patto tra cittadinie immigrati, in vista di una integrazioneche vuole conciliare il rispetto delle dif-ferenze di cultura e di comportamentolegittime e positive con il rispetto deivalori comuni »;

al fine di evitare futuri scontri sulpiano culturale, sociale e religioso, al col-laborazione tra ufficiali e forse politicheassume un ruolo di estrema importanzanel fronteggiare la radicalizzazione dellesocietà islamiche –:

se non intenda adottare in tempirapidissimi incisive ed efficaci iniziativeper contrastare l’estremismo islamico e lasua infiltrazione nella società, procedere,anche con la collaborazione della comu-

nità islamica, ad una mappatura quantopiù precisa possibile delle moschee nonautorizzate, al fine di identificare quelleestremiste, chiuderle e consentire la tra-sformazione delle altre in luoghi di cultoe di preghiera autorizzati.

(2-01177) « Galgano, Monchiero ».

Interrogazioni a risposta scritta:

LUIGI DI MAIO. — Al Ministro dell’in-terno. — Per sapere – premesso che:

all’interrogante è stata segnalata lasituazione di allarme sociale venutasi acreare nella cittadina adriatica di Termoliin provincia di Campobasso, (35.000 resi-denti circa che nel periodo estivo si in-nalzano sensibilmente per la presenza deinumerosi vacanzieri);

in quel contesto, la recrudescenza diparticolari fenomeni criminali, associataall’oggettiva carenza di personale delleforze dell’ordine ed in particolare diquella del locale commissariato di pub-blica sicurezza presso il quale risultanoattualmente in forza soltanto 35 unità(sotto organico), ha determinato diffusainsicurezza tra i cittadini che, ragionevol-mente preoccupati di quanto accade, ri-tengono inadeguate le misure finora adot-tate dalle istituzioni competenti;

la commissione di reati destanti mag-giore preoccupazione risulterebbe, se-condo quanto segnalato dalla Confedera-zione sindacale autonoma di polizia (CON-SAP), riconducibile verosimilmente abande giovanili locali, recentemente sorte,ma anche a malviventi in genere, prove-nienti anche dalle località limitrofi abruz-zesi e pugliesi, che purtroppo evidenzianouna spiccata capacità a delinquere segnatada comportamenti particolarmente vio-lenti;

basti pensare che negli ultimi mesi,sempre secondo quanto segnalato all’in-terrogante, si sarebbero verificati attentatidinamitardi, rapine ai danni di commer-cianti e cittadini in genere con un modus

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operandi di spiccata efferatezza ed altrecondotte criminali non più tollerabili dallacittadinanza molisana della costa adria-tica;

l’esiguo personale della polizia diStato in forza presso il suddetto commis-sariato di Termoli (CB), non riesce per-tanto a garantire i servizi necessari allaprevenzione e repressione dei reati ingenere che necessiterebbero di un ade-guato reintegro di nuovi agenti oltre che diun dirigente titolare, atteso che allo statonon risulta esservi assegnato, emergendopertanto anche probabili carenze di ca-rattere gestionale ed organizzativo daparte del vertice della competente que-stura di Campobasso –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza dei fatti esposti in premessa e senon ritenga doveroso intervenire per re-stituire alla cittadinanza interessata la se-renità e la certezza della presenza delloStato. (4-11236)

RUSSO. — Al Ministro dell’interno. —Per sapere – premesso che:

il corpo nazionale vigili del fuoco èuna delle istituzioni più significative eimportanti per il nostro Paese;

nonostante le passate assunzioni dicui al decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101,articolo 8, e al decreto-legge 24 giugno2014, n. 90, articolo 3, comma 3-octies, ilcorpo risulta ancora carente di circa 4000unita;

a penalizzare ancora di più il giàcarente Corpo sono le limitazioni del turn-over;

affinché si possano garantire inter-venti rapidi ed ancor più efficienti è ne-cessario garantire al Corpo nazionale deivigili del fuoco un sostanzioso aumento diorganico, attingendo dallo scorrimentodella graduatoria del concorso pubblicoper titoli ed esami ad 814 posti nellaqualifica di vigili del fuoco che presentaancora oggi 4300 idonei, e portando atermine la procedura di stabilizzazione del

personale precario del Corpo ai sensi dellalegge n. 296 del 2006; la validità dellecitate graduatorie è stata prorogata solofino al 31 dicembre 2016;

considerata la breve durata dellaproroga e le limitazioni del turn-over, sirende necessario adottare ogni tipo diprovvedimento utile a garantire l’esauri-mento della graduatoria del concorso pub-blico per 814 vigili del fuoco, per titoli edesami, così come è avvenuto per la pro-cedura di stabilizzazione del personaleprecario portata quasi al totale esauri-mento;

oltretutto è impensabile e ingiusto,visto il numero cospicuo di idonei dellagraduatoria del concorso per 814 vigili delfuoco, indire a breve eventuali nuove pro-cedure concorsuali, le quali potrebberosolo aggravare l’amministrazione delCorpo nazionale vigili del fuoco con uninutile esborso di danaro pubblico;

se il Ministro interrogato non ritengaopportuno assumere idonee iniziative perstanziare ulteriori risorse economiche perl’assunzione di nuove unità di personaleoperativo al fine di garantire al Corponazionale vigili del fuoco di svolgere lapropria attività nel miglior modo possibilenei confronti dei cittadini in pericolo.

(4-11238)

CAPARINI. — Al Ministro dell’interno.— Per sapere – premesso che:

alcune organizzazioni sindacali dellapolizia di Stato lamentano una grave di-scriminazione di cui sarebbero vittime ipoliziotti italiani;

ai poliziotti del nostro Paese verreb-bero infatti negati i riposi giornalieri cuihanno diritto i padri lavoratori con mogliecasalinga, riconosciuti invece dall’ammini-strazione della Difesa al personale mili-tare, come confermato dalla risposta resadal Sottosegretario di Stato GioacchinoAlfano in risposta all’interrogazione n. 3-01954;

Atti Parlamentari — 31353 — Camera dei Deputati

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in particolare, risulta all’interroganteche la direzione generale per il personalemilitare avrebbe impartito il 22 luglio 2015direttive per rendere effettivo il godimentodel diritto spettante anche al genitore ilcui coniuge non svolga alcuna attivitàlavorativa, in applicazione del principiostabilito dall’articolo 40, comma 1, letterac), del decreto legislativo n. 151 del 2001;

viene sottolineato da più parti comela situazione sia incompatibile con il con-solidato orientamento politico ed ammini-strativo volto a favorire il ruolo che ipadri, e comunque i genitori di coniuginon lavoratori, debbono svolgere nellacura della loro prole –:

per quali ragioni l’Amministrazionedell’interno continui a non affrontare inmaniera risolutiva l’argomento e per qualiragioni il Governo non assuma iniziativeper riconoscere anche ai poliziotti queldiritto ai riposi giornalieri che il Ministerodella difesa ha già provveduto ad onorarein relazione al personale militare.

(4-11243)

PAGLIA. — Al Ministro dell’interno. —Per sapere – premesso che:

dal 23 maggio 2015 a Rimini risul-tava in stato di occupazione a scopoabitativo il cosiddetto Villino Ricci, sito invia Ceccarelli e di proprietà del comune;

nel corso dei mesi la struttura erastata ripulita e parzialmente ristrutturataper dare ricovero a oltre dieci persone,impossibilitate a trovare casa a Rimini acondizioni di mercato;

la stessa aveva anche ospitato a piùriprese iniziative politico-culturali, parte-cipate fra l’altro da parlamentari dellaRepubblica, e attivato processi di mutua-lità, fra cui il guardaroba solidale, espe-rienza di condivisione di capi di abbiglia-mento a vantaggio dei più poveri;

al momento dell’occupazione lo sta-bile risultava abbandonato e privo di qual-siasi ipotesi di uso o valorizzazione, alpunto da configurarsi a tutti gli effetti

come un caso di cattiva gestione della cosapubblica, né risulta che ad oggi sia pre-visto alcun serio progetto di relativo uti-lizzo;

la stessa magistratura, che oggi hadisposto lo sgombero e il sequestro del-l’edificio, si era precedentemente espostain segno contrario;

le operazioni di sgombero, comin-ciate alle 6,30 del 23 novembre 2015,hanno coinvolto 14 persone, 3 donne e 11uomini, che sono state accompagnate inquestura;

qui sono state trattenute per oltre 5ore, previo sequestro dei telefoni cellulari,ai fini dell’identificazione –:

se tale prassi di intervento sia con-forme alla normativa vigente e in linea coni diritti umani alla difesa e alla dignità equali iniziative di competenza intenda as-sumere per evitare che tali situazioni siripetano. (4-11255)

* * *

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interpellanza urgente(ex articolo 138-bis del regolamento):

Il sottoscritto chiede di interpellare ilMinistro dell’istruzione, dell’università edella ricerca, il Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali, per sapere – premessoche:

in Italia si è assistito nel corso deidecenni ad una cospicua produzione nor-mativa e non in materia di sicurezza neiluoghi di lavoro dovuta, in particolare, siaalla necessità di adeguare, attraverso prov-vedimenti organici e non legati ad eventiemergenziali, l’ordinamento interno allesollecitazioni legislative provenienti dal-l’Unione europea, sia alla molteplicità de-gli aspetti interessati e alla specificità delleattività oggetto di applicazione degli attiprodotti;

Atti Parlamentari — 31354 — Camera dei Deputati

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in quest’ottica, con il decreto legisla-tivo 19 settembre 1994, n. 626, recanteattuazione delle direttive comunitarie ri-guardanti il miglioramento della sicurezzae della salute dei lavoratori sul luogo dilavoro, si inizia ad affermare un nuovoquadro di riferimento sociale e civile, sicomincia a parlare di salute e sicurezzaintesi come benessere e non semplice-mente come danno fisico, si delinea unoscenario normativo basato sulla negozia-zione, sulla contestualizzazione e sulleresponsabilità di ogni singolo ambiente dilavoro, superando anche l’abitudine a le-giferare solo per adeguamenti tecnici e aseguito di fatti di cronaca;

con riferimento ai singoli settori diattività, sono stati numerosi i provvedi-menti emanati in attuazione del citatodecreto legislativo n. 626 del 1994, i qualihanno dato luogo ad una sovrapposizionee ad una stratificazione della normativa;

tutto questo si è verificato anche inrelazione all’attuazione della normativa inmateria di sicurezza nei luoghi di lavorocon riferimento alle istituzioni scolasticheed educative, in considerazione delle par-ticolari esigenze connesse al servizio dallestesse espletato: tali disposizioni sono mol-teplici e spaziano dall’organizzazione del-l’organigramma alle misure tecniche co-struttive, dalla gestione delle emergenzealle condizioni di sicurezza antincendio,dalle norme di primo soccorso alla for-mazione del personale;

maggiore organicità alla materia èstata data con l’emanazione del decretolegislativo 9 aprile 2008, n.81, il quale haproceduto al riassetto e alla riforma dellanormativa vigente in materia di tuteladella salute e della sicurezza nei luoghi dilavoro attraverso il riordino e il coordi-namento della medesima in un unico testonormativo;

con particolare riguardo al settorescolastico, già il citato decreto legislativon. 626 del 1994, evidenziava, all’articolo14, comma 2, però l’anomalia degli edificiutilizzati dalla pubblica amministrazione

in cui il datore di lavoro non coincide conil proprietario dei locali (tipico dellescuole);

nel caso dell’amministrazione scola-stica, infatti, il datore di lavoro è indivi-duato, ai sensi del decreto del Ministrodella pubblica istruzione 29 settembre1998, n. 382, nella persona del dirigentescolastico;

tale anomalia è stata confermata an-che dal citato decreto legislativo n. 81 del2008, il quale nell’enunciare, ai sensi del-l’articolo 18, gli obblighi del datore dilavoro e del dirigente, specifica al comma3 dello stesso articolo che: « gli obblighirelativi agli interventi strutturali e di ma-nutenzione necessari per assicurare (...) lasicurezza dei locali e degli edifici assegnatiin uso a pubbliche amministrazioni o apubblici uffici, ivi comprese le istituzioniscolastiche ed educative, restano a caricodell’amministrazione tenuta, per effetto dinorme o convenzioni, alla loro fornitura emanutenzione. In tale caso gli obblighiprevisti dal presente decreto legislativo,relativamente ai predetti interventi, si in-tendono assolti, da parte dei dirigenti ofunzionari preposti agli uffici interessati,con la richiesta del loro adempimentoall’amministrazione competente o al sog-getto che ne ha l’obbligo giuridico. »;

diretta conseguenza della vigentenormativa e dell’anomalia sopra descrittaè, secondo la dottrina prevalente, il con-figurarsi in capo al dirigente scolasticodella commissione di illecito penale;

è il caso di quanto avvenuto al dottorLivio Bearzi, il quale, sta scontando iquattro anni di reclusione che gli sonostati confermati recentemente dalla Cortedi Cassazione per la morte di tre studentidurante il terremoto del 2006 a L’Aquila,nel crollo della Casa dello studente da luiall’epoca gestita;

la vicenda drammatica e paradossaledel dottor Bearzi impone una seria rifles-sione sulla necessità di distinguere in ma-teria di sicurezza degli edifici scolastici leresponsabilità della proprietà dell’immo-

Atti Parlamentari — 31355 — Camera dei Deputati

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bile da quelle di chi lo gestisce, delineandocon maggior precisione e buon senso gliobblighi in capo ai soggetti coinvolti;

non può ritenersi accettabile unanormativa che riversa sulla figura deidirigenti scolastici la responsabilità per lasicurezza degli edifici adibiti a scuole chesi trovano spesso in pessime condizioni dimanutenzione, stante l’impossibilità per idirigenti stessi di provvedere direttamentea eventuali opere di mantenimento e dimessa in sicurezza non potendo disporredelle risorse adeguate –:

quali tempestive iniziative intendanointraprendere, al fine di procedere ad unarevisione della vigente normativa in ma-teria di sicurezza degli edifici scolastici,con particolare riferimento alle responsa-bilità dei dirigenti scolastici.

(2-01171) « Gigli ».

Interrogazione a risposta in Commissione:

NESCI. — Al Ministro dell’istruzione,dell’università e della ricerca. — Per sapere– premesso che:

il 3 dicembre 2011 un’insegnante,residente a San Giovanni in Fiore, pre-sentava ricorso avverso la graduatoria diistituto per incarico di supplente su oredisponibili per la classe di strumenti apercussione attiva presso l’istituto « G. V.Gravina » di Crotone, presso cui è attivoun liceo musicale;

la suddetta insegnante risulta in pos-sesso del diploma specifico, del cosiddetto« vecchio ordinamento », conseguito pressoil conservatorio di musica statale per in-segnamento di strumenti a percussione dicui alla nota del Ministero dell’istruzione,dell’università e della ricerca protocollon. A00DPIT 272 del 14 marzo 2011 alle-gato E;

nella riferita graduatoria d’istituto,l’insegnante succitata è stata più voltecollocata al secondo posto, sempre supe-rata da altri che, secondo la stessa, sa-rebbe stato in possesso di diploma trien-

nale in musica, scienza, spettacolo e tec-nologia del suono, rilasciato dal politec-nico di Vibo Valentia;

per le scuole inferiori e superiori aindirizzo musicale, i titoli che consentonol’accesso alla specifica classe di concorsoA077 sono, in base alla normativa mini-steriale, il diploma di conservatorio se-condo il vecchio ordinamento nello speci-fico strumento e il diploma di conserva-torio di II livello nello specifico strumento;

richiamando la normativa in vigore,l’insegnante scrisse nel succitato ricorsoche i diplomi di I e II livello rilasciati dalconsorzio del politecnico di Vibo Valentianon costituiscono titolo di accesso perl’insegnamento di strumento musicalenelle classi delle scuole medie e dei licei,aggiungendo che il diploma di II livellorilasciato dal politecnico di Vibo Valentiaconsente l’insegnamento, nei soli licei mu-sicali, delle materie a indirizzo tecnolo-gico;

nel ricorso in parola l’insegnantechiedeva la revisione della graduatoria dimerito al dirigente scolastico dell’istituto« G. V. Gravina » di Crotone, invitandoall’intervento il direttore del conservatoriodi musica di Cosenza, firmatario di appo-sita convenzione per cui il conservatorioavrebbe partecipato all’individuazione deidocenti del liceo musicale attivo presso ilsuccitato istituto;

ancora, partecipando il ricorso di cuisi tratta, l’insegnante sollecitava un inter-vento del direttore dell’ufficio scolasticodella Calabria e informava il dirigente protempore dell’ufficio ministeriale per il per-sonale scolastico;

l’interrogante ha più volte investitol’Afam e la direzione generale per il per-sonale dell’istruzione, rappresentando lanecessità di risposte – per una definizionedella vicenda secondo le norme di legge –alle questioni poste dall’insegnante tramiteil proprio legale, avvocato Vincenzo Tiano,centrate sull’equipollenza tra il titolo distudio posseduto dalla medesima e quellodel collega assegnatario di supplenza per

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la classe di strumenti a percussione attivapresso l’istituto « G. V. Gravina » di Cro-tone;

la dirigente dell’ufficio II della dire-zione generale dell’Afam chiariva all’inter-rogante, alla ricerca del quadro normativo,che « il corso di secondo livello in “Musica,Scienza e Tecnologia del Suono” è uncorso sperimentale biennale, autorizzatocon decreti ministeriale 4 settembre 2003,n. 462/AFAM, attivato dall’anno accade-mico 2003/2004 in collaborazione tra ilconservatorio di musica di Vibo Valentia eil consorzio “scientia et ars”. La sua vali-dità legale è indicata all’articolo 1 delpredetto decreto, analogamente a tutti glialtri corsi sperimentali per il consegui-mento del diploma accademico di secondolivello »;

la suddetta dirigente aggiungeva che« il titolo finale di secondo livello è rila-sciato congiuntamente dalle due istituzionie rientra tra le tipologie di nuovi titoli distudio previsti dalla legge n. 508 del 1999con l’obiettivo di fornire una formazionedi livello specialistico in ambito professio-nale », precisando che « con il decretoministeriale n. 77 del 30 luglio 2004 ilsuddetto Consorzio “scientia et ars” e ilconservatorio di musica di Vibo Valentiasono stati autorizzati ad attivare, a decor-rere dall’anno accademico 2004/05, iltriennio sperimentale per il conseguimentodel titolo accademico di primo livello in“musica, scienza e tecnologia del suono” »;

la stessa dirigente evidenziava poi,che « il titolo finale di diploma accademicodi primo livello, avente valore legale, èrilasciato congiuntamente dalle due istitu-zioni, i suddetti decreti ministeriali –n. 77 del 30 luglio 2004 e n. 462 del 4settembre 2003, relativi rispettivamente al-l’attivazione del triennio sperimentale diprimo livello e del biennio sperimentale disecondo livello in “Musica, Scienza e tec-nologia del suono” – sono stati revocaticon effetto immediato con decreto mini-steriale n. 162 del 29 ottobre 2007, il cuiarticolo 2 precisa che “gli studenti giàiscritti nell’a.a. 2006-2007 ai predetti corsi

potranno concludere il percorso formativogià iniziato” »;

per ultimo, la medesima dirigentenotiziava l’interrogante che « avverso ilpredetto decreto ministeriale n. 162 del 29ottobre 2007 è stato poi presentato ricorsoal Tar, che ne ha disposto la sospensione,con conseguente ripristino dei corsi finoalla definizione del giudizio nel merito »;

in ogni caso né la direzione generaledell’Afam né quella del personale del-l’istruzione fornivano nel tempo chiari-menti univoci in ordine all’equipollenza omeno tra il diploma nello specifico stru-mento rilasciato dal conservatorio di mu-sica statale e il diploma triennale in mu-sica, scienza, spettacolo e tecnologia delsuono rilasciato dal politecnico di ViboValentia, ai fini del rammentato incaricod’insegnamento nell’istituto « G. V. Gra-vina » di Crotone –:

se sia a conoscenza di quanto espo-sto;

se non ritenga di disporre un chia-rimento definitivo da parte degli ufficiministeriali di competenza in relazione alvalore, per lo specifico insegnamento distrumento a percussione nel suddetto liceomusicale di Crotone, dei due diversi titolidi studio, uno pubblico, l’altro privato,menzionati in premessa. (5-07071)

Interrogazioni a risposta scritta:

BRIGNONE. — Al Ministro dell’istru-zione, dell’università e della ricerca. — Persapere – premesso che:

alcuni giorni fa la madre di Alessio,bambino disabile che frequenta la scuolaprimaria Pirgotele di Casal Palocco, hapubblicato sul social network la foto delfiglio rinchiuso in uno stanzino adibito adaula di sostegno. « Arrivo a scuola di miofiglio senza preavviso e trovo davanti aimiei occhi questo lager... Aula di sostegnoscuola elementare Pirgotele Casal Palocco.Aiutatemi, amici di Fb... aiutatemi adurlare il nome di Alessio affinché anche

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lui abbia una stanza decorosa, pulita edaccogliente e a far in modo che non perdala sua dignità di bambino », scriveva lamadre;

la fotografia pubblicata e l’appellodisperato della madre di Alessio non la-sciano interpretazioni circa le condizionidello sgabuzzino in cui la scuola tiene ilpiccolo studente disabile: fogli di cartasparsi ovunque, effetti personali dei do-centi sulla scrivania, un paio di materas-sini appoggiati al muro e una piccolastufetta, dunque nulla che somigli ad unaaula di sostegno;

la madre ha potuto rilevare le con-dizioni in cui suo figlio era tenuto durantel’orario scolastico poiché si presentavapresso la scuola all’improvviso trovandosidavanti a suddetta scena umiliante;

non è assolutamente accettabile cheun bambino disabile a scuola – luogo disocializzazione oltre che di studio – siacostretto a passare molte ore in unastanza non idonea in completa solitudineoltretutto senza nessun tipo di assistenza.La scuola ha il dovere di affiancare airagazzi disabili l’insegnante di sostegno inbase alla gravità dell’handicap dello stu-dente e indubbiamente ciò deve esseregarantito nel pieno della sicurezza e ido-neità –:

se il Ministro sia a conoscenza diquanto accaduto allo studente frequen-tante la scuola Pirgotele Casal Palocco,ritrovato dalla madre in una stanza nonidonea e abbandonato a se stesso;

se intenda assumere urgenti iniziativeaffinché sia data allo studente disabile paridignità agli altri studenti normodotati;

alla luce di quanto accaduto nellascuola primaria Pirgotele di Casal Paloccoe anche al fine di evitare che tali tratta-menti vengano usati in altri istituti scola-stici, quali iniziative intenda mettere inatto affinché non sia screditato ulterior-mente il sistema scolastico italiano.

(4-11235)

FRATOIANNI. — Al Ministro dell’istru-zione, dell’università e della ricerca. — Persapere – premesso che:

a quanto si apprende da notizie distampa, nella scuola elementare Pirgoteledi Casalpalocco (RM), è accaduto un fattoingiustificabile: Alessio, un ragazzino di-versamente abile, trascorre il suo temposcolastico in una stanza diversa dalla suaaula scolastica, in condizione di disagio;

a denunciare il fatto è stata lamamma che si è presentata a scuola senzapreavviso e ha scattato delle foto poidiffuse dai mezzi di informazione;

secondo quanto dichiarato dai geni-tori del giovane Alessio, la dirigenza sco-lastica si è dichiarata impossibilitata al-l’accoglienza e alla formazione del ra-gazzo, per carenza di strumenti ade-guati –:

se il Ministro sia a conoscenza delfatto esposto in premessa e se non ritengaurgente intervenire per accertare i fatti;

quali soluzioni urgenti intenda adot-tare per garantire al giovane Alessio assi-stenza scolastica adeguata e favorirne cosìil processo di formazione e integrazione.

(4-11241)

BRIGNONE, CIVATI, ANDREA MAE-STRI e PASTORINO. — Al Ministro del-l’istruzione, dell’università e della ricerca. —Per sapere – premesso che:

il Ministero dell’istruzione, dell’uni-versità e della ricerca e il dipartimento perle pari opportunità della Presidenza delConsiglio dei ministri inviava in data 30gennaio 2013 una circolare ai dirigentiscolastici di ogni ordine e grado stimolan-doli a mettere in atto le azioni previste dalprotocollo d’intesa, tra il Ministero del-l’istruzione, dell’università e della ricerca eil dipartimento per le pari opportunitàdella Presidenza del Consiglio dei ministri,con le quali le parti « s’impegnavano apromuovere un piano pluriennale di atti-vità comuni, nel rispetto della propriaautonomia e nell’ambito delle rispettive

Atti Parlamentari — 31358 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

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competenze, di sensibilizzazione e forma-zione, volte a promuovere nei giovani,sulla base delle norme e dei valori dellaCostituzione italiana, la cultura del ri-spetto e dell’inclusione, e per la preven-zione e il contrasto di ogni tipo di violenzae discriminazione » sottolineando « l’altovalore civile ed educativo dell’iniziativa,pregando i dirigenti scolastici di assicu-rarne la massima diffusione presso leistituzioni scolastiche, assicurando nellostesso tempo la più ampia collaborazionecon le stesse nell’organizzazione delle ini-ziative e delle proposte progettuali »;

in particolare, come si legge nellacircolare, tutti gli istituti scolastici eranoinvitati a « attivare opportuni e significativipercorsi di sensibilizzazione, informa-zione, prevenzione e contrasto a tutte leforme di violenza e di razzismo »;

il documento ricordava inoltre che ècompito delle istituzioni scolastiche diffon-dere la massima conoscenza dei dirittidella persona e del rispetto verso gli altri,della prevenzione e il contrasto a feno-meni di violenza e discriminazione sullabase del genere, della religione, della razzao dell’origine etnica, della disabilità, del-l’età, dell’orientamento sessuale e del-l’identità di genere, richiedono azioni mi-rate da parte dei soggetti istituzionalidelegati e delle associazioni;

in data 6 luglio 2015 il Ministerodell’istruzione, dell’università e della ri-cerca trasmetteva – in base alla legge sullariforma scolastica – « La Buona Scuola »,una nota a tutte le scuole con le indica-zioni dei corretti adempimenti riguardantiil piano dell’offerta formativa;

il documento sopra citato contenevatra le indicazioni lo « sviluppo delle com-petenze in materia di cittadinanza attiva edi convivenza civile e democratica attra-verso la valorizzazione dell’educazione in-terculturale, il rispetto e la valorizzazionedelle differenze per stimolare il dialogo frale culture e sviluppo di comportamenti

responsabili ispirati alla conoscenza e alrispetto della legalità » oltre alla « preven-zione e contrasto della dispersione scola-stica, delle discriminazioni e del bullismo,anche informatico... »;

in base alle numerose richieste dichiarimenti, sia da parte di dirigenti sco-lastici e docenti che di genitori, riguardo auna presunta possibilità d’inserimento al-l’interno dei piani dell’offerta formativadelle scuole della cosiddetta « Teoria delGender », che troverebbe attuazione inpratiche e insegnamenti non riconducibiliai programmi previsti dagli attuali ordi-namenti scolastici e nonostante la notainviata il 6 luglio 2015, il Ministro del-l’istruzione, dell’università e della ricercain data 15 settembre 2015 ha provvedutocon Prot. AOODPIT n. 1972 a inviareulteriore nota a tutti i direttori generalidegli uffici scolastici regionali e al Forumdegli studenti e dei genitori aventi peroggetto: « Chiarimenti e riferimenti nor-mativi a supporto dell’articolo 1 comma 16legge 107/2015 »;

i maggiori dubbi dei genitori scatu-riscono da una non corretta interpreta-zione del comma 16 della legge n. 107 del2015 di Riforma su « La Buona Scuola »che recita testualmente: « Il piano trien-nale dell’offerta formativa assicura l’attua-zione dei principi di pari opportunità,promuovendo nelle scuole di ogni ordine egrado l’educazione alla parità tra i sessi, laprevenzione della violenza di genere e ditutte le discriminazioni, al fine di infor-mare e di sensibilizzare gli studenti, idocenti e i genitori sulle tematiche indicatedall’articolo 5, comma 2, del decreto-legge14 agosto 2013, n. 93, convertito, conmodificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013,n. 119 »;

la strategia del Trattato di Lisbonaevidenzia che « per il raggiungimento dellecompetenze chiave di Cittadinanza, nazio-nale, europea e internazionale, entro lequali rientrano la promozione dell’auto-determinazione consapevole e del rispettodella persona, gli alunni devono acquisirefondamentali aspetti di educazione alla

Atti Parlamentari — 31359 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

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lotta a ogni tipo di diversità nel rispettodella persona e delle differenze senzaalcuna discriminazione »;

in occasione del Festival delle Lette-rature dell’Adriatico svoltosi pochi giornifa a Pescara, gli istituti comprensivi 1-2-4-6-7 della città, nell’ambito della pro-grammazione curriculare disciplinare pre-vista dalla legge in vigore e con il patro-cinio dell’amministrazione comunalehanno trattato alcuni temi contenuti nellalegge n. 119 del 2015 « La Buona Scuola »nell’ambito dello sviluppo dei piani diofferta formativa con particolare riferi-mento al rispetto e la valorizzazione delledifferenze;

i dirigenti degli istituti sopra richia-mati, partecipavano nell’ambito dell’inizia-tiva letteraria promossa dall’amministra-zione comunale con personale specializ-zato facente parte dell’Associazione Fan-tasma, associazione che da anni condiverse tematiche lavora sul territorio, fracui il rispetto delle differenze di generecon il solo scopo di sostenere un progettodi animazione alla lettura sul tema spe-cifico del contrasto alla violenza e il ri-spetto delle differenze;

di fatto, le scuole aderenti non hannofatto altro che accogliere l’invito dell’am-ministrazione comunale a partecipare al-l’iniziativa letteraria;

gli esperti di una Associazione incon-travano gli insegnanti delle scuole aderentiper concordare gli argomenti e i testi datrattare. Il tema stabilito è stato contro glistereotipi di genere;

ciò ha causato un vero e proprioallarmismo nei tanti genitori degli studentifrequentanti gli istituti scolastici a talpunto da denunciare agli organi prepostiche personale estraneo alla scuola trat-tava, senza previa autorizzazione dei ge-nitori, tematiche diverse tra cui le diffe-renze di genere;

in seguito alle proteste, i dirigentiscolastici decidevano di sospendere ogniattività progettuale programmata e succes-sivamente a seguito dell’intervento dell’as-

sessore comunale alla pubblica istruzionedel comune di Pescara, le attività in am-bito scolastico venivano riprese regolar-mente –:

se sia informato di quanto successonegli istituti comprensivi 1-2-4-6-7 di Pe-scara, con particolare riferimento alle ini-ziative di programmazione curriculareconcernenti il rispetto delle differenze econtro gli stereotipi di genere;

come intenda adoperarsi per evitarela diffusa paura a trattare temi di fonda-mentale importanza sul piano socialecome il rispetto delle differenze e la li-bertà di orientamento sessuale poichéquanto accaduto negli Istituti scolastici diPescara non è un problema isolato poichéle note del Ministero dell’istruzione, del-l’università e della ricerca evidenziano inmodo chiaro;

se non ritenga opportuno, mediantenota da inviare agli istituti comprensivisopra indicati, fornire un chiarimento aitanti preoccupati genitori degli studentifrequentanti le classi degli Istituti, richia-mando quanto contenuto nella legge 119del 2015 ed evidenziando anche un gravee inutile allarmismo basato esclusivamentesulla non conoscenza di quanto contenutonella « Buona Scuola ». (4-11242)

SANDRA SAVINO. — Al Ministro del-l’istruzione, dell’università e della ricerca. —Per sapere – premesso che:

da notizie di stampa pubblicate dalquotidiano « Il Piccolo » si è appreso dellapresenza del rettore dell’università di Trie-ste alla manifestazione di avvio, il 13novembre 2015, della campagna elettoraledel sindaco di centrosinistra uscente, Ro-berto Cosolini;

a parere dell’interrogante risultaquanto meno sconveniente e inopportunoche il rettore di un’università, che per ilsuo ruolo deve essere al di sopra delleparti, garantendo una gestione equilibrata

Atti Parlamentari — 31360 — Camera dei Deputati

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ed imparziale all’istituto universitariostesso, partecipi ad un evento squisita-mente politico;

l’episodio è ancora più grave, perchési tratta di un incontro che segna l’iniziodi una campagna elettorale e non rappre-senta perciò un semplice evento poli-tico –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza dei fatti esposti in premessa, se nonritenga opportuno assumere iniziative nor-mative volte a evitare la partecipazione,come avvenuto nel caso sopra richiamato,di dirigenti, funzionari e vertici ammini-strativi di enti e istituzioni pubbliche,incluse le università, a incontri politici,specialmente in campagna elettorale, intotale difformità rispetto al ruolo rico-perto. (4-11248)

BRIGNONE. — Al Ministro dell’istru-zione, dell’università e della ricerca. — Persapere – premesso che:

i commi 332 e 333 dell’articolo 1della legge 23 dicembre 2014, n. 190,(legge di stabilità 2015), ripresi dalla re-cente circolare del Ministero dell’istru-zione, dell’università e della ricerca, pre-vedono che i dirigenti dal 1o settembre2015 non possono nominare il supplentenel primo giorno di assenza del docente oconferire supplenze ai collaboratori scola-stici nei primi sette giorni di assenza;

infatti, secondo quanto previsto dallalegge n. 107 del 2015 all’articolo 1, comma85, il dirigente può effettuare le sostitu-zioni per le assenze fino a 10 giorni conil personale dell’organico dell’autonomia.Tuttavia, l’organico non è ancora copertoda nomine. Tale obbligo non può essererisolutivo del problema, poiché le assenzein molti periodi dell’anno sono moltonumerose;

la normativa in vigore parrebbe soloutile e necessaria a determinare un rispar-mio per le casse dello Stato arrecandotuttavia pesanti disservizi e pregiudizi peril diritto allo studio;

il dirigente scolastico si vede quindicostretto a ri-organizzare giornalmentel’attività didattica in ciascuna delle sedidove sono assenti una o più unità dipersonale docente utilizzando personaleinterno non impegnato nelle lezioni fron-tali o distribuendo gli studenti tra le altreclassi;

la dotazione organica del personalecollaboratore scolastico è spesso solo suf-ficiente a coprire le ordinarie esigenze diservizio e in molte scuole, come in piccoliplessi o le mono-sezioni di scuola dell’in-fanzia, è presente un solo collaboratorescolastico;

tutto ciò premesso si ripercuote sullagestione ordinaria delle scuole, in quantole risorse di organico a disposizione nonconsentono per la loro esiguità rispettoalle reali necessità, di garantire il regolaresvolgimento delle lezioni creando graviripercussioni in ambito pubblico scola-stico;

il 18 novembre 2015, nell’ambito del-l’assemblea sindacale d’istituto del perso-nale facente parte dell’istituto compren-sivo Senigallia Centro-Fagnani, sonoemerse irregolarità e cattiva gestione del-l’istituto stesso: oggetto di preoccupazionedi tutto il personale docente e Ata dellascuola in questione è la problematicarelativa alla sostituzione del personale incaso di assenza per malattia o altri motivi;

la legge di stabilità prevede che icollaboratori scolastici non vengano sosti-tuiti per i primi sette giorni di assenza; gliinsegnanti non possono essere sostituitiper il primo giorno di assenza e il perso-nale di segreteria non può essere maisostituito anche in caso di lunghe assenze;

ciò produce una complessiva ineffi-cienza nella vigilanza degli alunni e man-canza d’idonea pulizia della struttura sco-lastica. Inoltre, la mancata possibilità disostituzione di docenti nel primo giorno diassenza porta a una discontinuità delladidattica e sovraccarico di lavoro per idocenti in servizio;

Atti Parlamentari — 31361 — Camera dei Deputati

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alla luce di quanto emerso durantel’assemblea sindacale dell’istituto com-prensivo Senigallia Centro-Fagnani, unrappresentante sindacale (R.S.U.), ha in-viato un esposto alla procura della Re-pubblica e agli organi competenti infor-mando di quanto ciò si rifletta in modonegativo sulla didattica e sull’educazionedei minori e segnalando le seguenti di-sfunzioni:

l’istituto, anche alla presenza distudenti con gravi patologie/disabilità,deve disporre l’abbandono dei propri in-segnanti di sostegno per assecondare lesostituzioni e copertura di ore di classe inmancanza dei docenti assenti;

le insegnanti della scuola maternasi vedono costrette redigere una « gradua-toria » di gravità dei bambini disabili, inmodo da poter gestire le sostituzioni checolleghe che hanno in incarico casi meno« gravi » di altri;

presso la scuola secondaria diprimo grado dell’istituto, gli insegnanti chesi rendono disponibili a svolgere l’attivitàalternativa all’insegnamento della religionecattolica devono dichiarare la propria di-sponibilità a fare sostituzioni, trascinan-dosi, in tal caso, nelle classi con gli stu-denti con cui dovrebbero fare attivitàalternativa;

spesso a un’insegnante già in ser-vizio viene chiesto di sostituire un collegaassente in altro plesso dello stesso istitutocomprensivo. Stessa modalità avviene an-che con il personale ATA, comportando ilrischio di non garantire la regolare aper-tura delle sedi scolastiche e la tuteladell’incolumità degli alunni;

a causa d’insegnanti assenti nonsostituiti, intere classi vengano divise constudenti ripartiti in altre classi in ordinesparso con conseguente annullamento del-l’attività didattica e con la possibilità, giàverificatasi, di tenere gruppi di 28/29alunni in spazi insufficientemente ampiper accogliere tutti e quindi non potendorispettare le motivazioni legate alla sicu-rezza ai sensi del decreto legislativo n. 81del 2008;

tale gestione mal concilia conquanto riportato nella legge n. 107 del2015 « L’organico dovrà essere “funzionalealle esigenze didattiche, organizzative eprogettuali delle Istituzioni scolastiche” »;

ai docenti spesso viene chiesto dirinunciare al proprio giorno libero persostituire colleghi assenti e, se pur nonobbligati, molti insegnanti danno la pro-pria disponibilità per responsabilità versogli studenti;

quanto emerso in assemblea sinda-cale dell’Istituto Comprensivo Centro –Fagnani di Senigallia se corrispondente alvero risulta essere particolarmente preoc-cupante soprattutto nell’ottica di una« buona scuola » –:

se non ritenga, nell’ambito di com-petenza e responsabilità, di assumere ini-ziative per apportare con urgenza un cor-rettivo agli stringenti vincoli posti dallanormativa in essere;

se non ritenga che la mancanza disostituzione di personale ATA vada a in-ficiare la corretta gestione del sistema disicurezza e vigilanza scolastica e l’effi-ciente svolgimento dell’attività di segrete-ria, soprattutto in caso di assenza del solocollaboratore in servizio a scuola;

se ritenga che quanto accade nell’Isti-tuto comprensivo Centro-Fagnani di Seni-gallia in materia di sostituzione del per-sonale in caso di assenza per malattia oaltri motivi, sia conforme alla normativavigente in materia scolastica, anche ri-spetto ai vincoli imposti dalle norme disicurezza in termini di affollamento mas-simo delle aule e rispettoso del diritto allostudio di tutti gli alunni in particolarequelli più svantaggiati;

se non si rilevino quindi alcune forticriticità derivanti dall’applicazione dellenorme contenute nella legge di stabilità2015 e dal conseguente impatto sulla ge-stione ordinaria delle istituzioni scolasti-che pubbliche nonché dalla legge di ri-forma della scuola;

Atti Parlamentari — 31362 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

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se non ritenga opportuno individuarediverse modalità di applicazione dellenorme che, per loro natura, confliggonocon l’esercizio del diritto allo studio cheha necessariamente dei costi. (4-11251)

* * *

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza urgente(ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare ilMinistro del lavoro e delle politiche sociali,il Ministro della salute, per sapere –premesso che:

la legge 24 giugno 2010, n. 107, haprovveduto, sulla base degli indirizzi con-tenuti nella dichiarazione scritta del Par-lamento europeo del 12 aprile 2004, ariconoscere i diritti delle persone sordo-cieche, prevedendo la possibilità di defi-nire misure specifiche di integrazione so-ciale e di assistenza individuale. In parti-colare, secondo quanto disposto dall’arti-colo 2 della legge, le persone sordociechepercepiscono in forma unificata le inden-nità previste dalla legislazione vigente inmateria di sordità, e cecità civile, oltre adeventuali ulteriori prestazioni erogate dal-l’Istituto nazionale di previdenza sociale(INPS);

malgrado l’articolo 1o della legge ri-conosca la sordocecità come « disabilitàspecifica unica », l’articolo 2 definiscecome sordocieche le persone « cui sianodistintamente riconosciute entrambe leminorazioni, sulla base della legislazionevigente, in materia di sordità civile e cecitàcivile », marcando un’evidente discrasiacon le finalità della legge. Il riconosci-mento della sordocecità come la somma-toria di due distinte minorazioni ha inoltreescluso dal regime di tutela stabilito dallalegge una parte della platea di persone chene sono affette. Infatti, la legge 26 maggio1970, n. 381, e successive modificazioni,considera sorde esclusivamente le personecon una minorazione congenita o acquisitadurante l’età evolutiva tale da aver com-promesso il normale apprendimento del

linguaggio parlato. Alla luce di questadefinizione, non sono considerate sordo-cieche le persone che, pur essendo nonvedenti, siano diventate sorde dopo il do-dicesimo anno d’età;

l’accertamento della sordocecità è de-mandato alla commissione medica del-l’azienda sanitaria locale competente terri-torialmente, che nel corso di un’unica visitaverifica la compresenza dei requisiti neces-sari al riconoscimento di entrambe le mino-razioni. Sebbene con messaggio n. 21724del 25 agosto 2010 l’INPS abbia reso notoche erano in corso le necessarie modifichealla procedura telematica, al fine di consen-tire alle persone sordocieche la presenta-zione on-line delle domande di accerta-mento dello stato invalidante, allo stato gliinterpellanti riscontrano la mancata predi-sposizione della modulistica necessaria, conchiare implicazioni per le persone sordo-cieche e le rispettive famiglie;

negli ultimi anni alcuni enti specia-lizzati hanno istituito centri di eccellenzanei trattamenti sanitari, residenziali e so-ciosanitari in favore delle persone sordo-cieche. Gli utenti e le famiglie che inten-dono usufruirne sperimentano, tuttavia,difficoltà crescenti qualora si renda ne-cessario accedere ai servizi erogati da unaltro servizio sanitario regionale. Da unaparte, si riscontrano, anche nel caso dipazienti di minore età, resistenze da partedelle aziende sanitarie locali nel rilasciodelle impegnative di ricovero in centrisituati in regioni diverse da quella diresidenza. Dall’altra, le regioni fannospesso leva sulla propria normativa percorrispondere le rette previste per presta-zioni non sempre assimilabili ai tratta-menti specifici erogati in centri di eccel-lenza in regime di mobilità; è necessariogarantire, in ottemperanza all’articolo 32della Costituzione e della giurisprudenzaconsolidata della Corte costituzionale, l’ac-cesso da parte delle persone sordocieche atrattamenti sanitari che assicurino stan-dard qualitativi appropriati –:

se i Ministri interpellati siano a co-noscenza dei fatti riportati in premessa e

Atti Parlamentari — 31363 — Camera dei Deputati

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quali iniziative il Governo intenda assu-mere per garantire, anche attraverso leopportune iniziative normative, il ricono-scimento dello status di sordocieco a tuttele persone che presentino contemporanea-mente entrambe le minorazioni, esten-dendo quindi il regime di tutela a quantisono stati finora esclusi dalla definizionedi sordocecità;

se i Ministri interpellati ritenganonecessario avviare un’interlocuzione conl’INPS, al fine di garantire la predisposi-zione della modulistica per la presenta-zione della domanda di accertamentodello stato invalidante da parte delle per-sone sordocieche;

come il Governo intenda garantire ildiritto delle persone sordocieche a riceveretrattamenti appropriati, anche se erogatiin regime di mobilità sanitaria interregio-nale;

quali strumenti il Governo intendapredisporre, anche di concerto con leregioni e le province autonome di Trentoe Bolzano, affinché le persone sordociechepossano accedere a misure di sostegno e diintegrazione sociale adattate ai loro biso-gni.

(2-01173) « Carrescia, D’Incecco, Morani,Bazoli, Borghi, Manzi, Bena-mati, Casati, Preziosi, Iori,Patriarca, Vezzali, Oliverio,Berretta, Carloni, De Me-nech, Realacci, Zan, Fedi, Ca-pone, Narduolo, Zardini, Se-naldi, Carella, Donati, Gio-vanna Sanna, Capozzolo,Martella, Cinzia Maria Fon-tana ».

Interrogazione a risposta in Commissione:

PATRIZIA MAESTRI e GNECCHI. — AlMinistro del lavoro e delle politiche sociali.— Per sapere – premesso che:

distanza di ormai 4 anni dalla sop-pressione dell’ente Enpals, i problemiaperti e non risolti sono ancora tanti e

sono soprattutto di natura organizzativa esono sempre più frequenti le segnalazioniche pervengono agli interroganti da partedi lavoratori interessati;

agli iscritti all’ex Enpals non vieneaggiornata la posizione assicurativa perl’anno 2015 e tale mancato accredito con-tributivo determina la non completa, li-quidazione delle prestazioni (ed in qualchecaso anche la reiezione della domanda). Sesi considera, peraltro », decadenza, non èda sottovalutare la possibilità di perdereper sempre il diritto. La situazione po-trebbe continuare anche nel 2016 conconseguenze ancora più gravi;

sono lunghissimi i tempi di liquida-zione delle pratiche con una media di 7/9mesi anche di più e i provvedimenti diliquidazione delle pensioni spesso nonvengono inviati e quando vengono inviatisono carenti di elementi minimi necessariper verificarne la correttezza;

i tempi di liquidazione sono lunghis-simi anche per domande di competenzadell’Inps, anche quando il lavoratore hapiù anni di contributi versati all’Inps ri-spetto a quelli versati all’Enpals (l’Enteche deve liquidare la prestazione è quellodove risultano più contributi);

l’Istituto accetta le domande di pen-sione esclusivamente per via telematica,ma le procedure per la liquidazione nonsarebbero strutturate per gestire le posi-zioni ex-Enpals e non risulterebbero ag-giornate con le normative in vigore. Siriscontrano difficoltà da parte dell’Istitutoa liquidare prestazioni in totalizzazione, exdecreto legislativo 42 del 2006, pensioni dianzianità in regime sperimentale opzionedonna, pensioni in regime di cumulo, exlege 228 del 2012 e nei provvedimenti diliquidazione non viene mai riportata laquota C-contributivo dal 1o gennaio 2012;

nell’ultimo periodo inoltre, l’Istitutonon fornirebbe, nelle risposte alle do-mande di esplorativa le indispensabili in-formazioni necessarie all’interessato pervalutare la consistenza della propria po-sizione assicurativa. La soluzione del pro-blema non può essere assolutamente

Atti Parlamentari — 31364 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

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quella del rilascio di un estratto conto(anche certificativo), poiché per le parti-colarità della valutazione della contribu-zione Enpals che varia a seconda dellaqualifica prevalente della lavoratrice/lavo-ratore, essa non è sufficiente a far cono-scere all’iscritto l’entità della contribu-zione maturata –:

se non ritenga il Ministro interrogatodi assumere iniziative affinché l’Inps ri-muova le criticità organizzative segnalate,che stanno procurando non pochi disagi ailavoratori interessati e che, a distanza di 4anni dalla soppressione dell’ex Enpals, nonsi ritiene siano più accettabili. (5-07076)

Interrogazione a risposta scritta:

MELILLA. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali, al Ministro dellosviluppo economico. — Per sapere – pre-messo che:

il marchio Brioni, da qualche anno diproprietà della holding francese Kering, èleader mondiale nella produzione di abbi-gliamento maschile di lusso. In Abruzzo èpresente con stabilimenti produttivi inPenne, Montebello di Bertona e CivitellaCasanova. La Roman Style spa conta oltre1000 dipendenti ed in questi giorni hadichiarato un esubero per la mancanza dicommesse;

l’11 novembre 2015 è stata firmatal’apertura della mobilità volontaria cheresterà aperta fino al 31 dicembre 2015per 50 lavoratori;

il 31 maggio 2016 scadrà il contrattodi solidarietà stipulato tra l’azienda e lerappresentanze sindacali, aventi ad oggettola diminuzione dell’orario di lavoro al finedi evitare la riduzione del personale (con-tratti di solidarietà difensivi, di cui all’ar-ticolo 1 della legge n. 863 del 1984).L’azienda prospetta una riorganizzazione

aziendale con riduzione del personale per-ché non si intravede una ripresa econo-mica prima del 2018;

hanno aggravato la situazione azien-dale il dissesto idrogeologico della zonavestina del marzo 2015 e il cedimentostrutturale della fabbrica dovuto ancheall’alterazione del substrato causata dallapresenza di acqua nel sottosuolo. La zonacentrale dello stabilimento di Penne èstata già abbattuta e interi reparti sonostati trasferiti a Civitella Casanova. Lagiunta della regione Abruzzo il 12 giugno2015 ha approvato una delibera di indi-rizzo per la compartecipazione alla ri-strutturazione, ma sinora nessun contri-buto è arrivato –:

se non si intenda intervenire convo-cando un tavolo di confronto nazionalecon i vertici aziendali, i sindacati e laregione Abruzzo per scongiurare il rischiodi una grave emergenza occupazionale.

(4-11237)

* * *

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARIE FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

GIACOBBE, BASSO, CAROCCI, MA-RIANI, OLIARO, PASTORINO, TULLO,VAZIO e FIORIO. — Al Ministro dellepolitiche agricole alimentari e forestali. —Per sapere – premesso che:

esattamente un anno fa eventi cala-mitosi hanno pesantemente colpito il com-prensorio Albenganese ed una parte signi-ficativa della provincia di Genova, cau-sando danni ingenti alle colture e allescorte delle imprese agricole;

dopo un confronto realizzato con leassociazioni di categoria, e sulla base di unimpegno del Ministro assunto subito dopoquegli eventi, è stato possibile veder rico-nosciuti ed ammessi a contributo anche idanni subiti dalle colture, in virtù di una

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

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impossibilità pratica ad accedere a formedi coperture assicurative per le colturepraticate in tali areali;

il decreto ministeriale del 12 agosto2015 ha accolto tale condizione, possibileper effetto della conversione del decreto-legge del 5 maggio 2015 nella legge n. 91del 2015;

le aziende e la regione Liguria hannocompletato l’iter burocratico amministra-tivo con la presentazione della documen-tazione necessaria ad accertare e, succes-sivamente, liquidare il danno;

i danni sono stati ingenti, oltre 5milioni di euro solo sulle coltivazioni, esono stati scrupolosamente documentati;

ad oggi nessun intervento a sostegnodella ripresa produttiva delle imprese agri-cole è stato erogato;

molte imprese si sono indebitate perfare sopravvivere la propria attività, e perfare fronte ad una perdita di prodotto equindi di reddito davvero ingente, che hacompromesso l’intera annata;

oltre al mancato riparto delle risorserisulterebbe che le disponibilità finanziariesarebbero contenute e che il riparto ipo-tizzato sarebbe particolarmente penaliz-zante per la regione Liguria;

le associazioni di categoria regionalisi sono rivolte al Ministro con una proprianota per rappresentare tali difficoltà epreoccupazioni –:

quali iniziative di competenza il Go-verno intenda assumere affinché alleaziende agricole liguri colpite dagli eventialluvionali del 2014 sia assicurato un con-tributo adeguato a sostenere la ripresaproduttiva e a garantire la sopravvivenzastessa di molte attività, prevedendo nelcomplesso la destinazione di una dota-zione sufficiente di risorse ed un criteriodi riparto non penalizzante per la Liguria.

(5-07075)

* * *

SALUTE

Interpellanze urgenti(ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare ilMinistro della salute, per sapere – pre-messo che:

il commissariamento della regioneCalabria per il rientro dal disavanzo sa-nitario è stato disposto ai sensi dell’arti-colo 4 della legge n. 159 del 2007, condeliberazione del Consiglio dei ministri del30 luglio 2010;

la succitata norma di legge è richia-mata nella deliberazione del Consiglio deiministri del 12 marzo 2015, con la qualel’ingegnere Massimo Scura e il dottorAndrea Urbani sono stati nominati, rispet-tivamente, commissario ad acta e sub-commissario per l’attuazione del piano dirientro;

la succitata norma prevede che ove« si prefiguri il mancato rispetto da partedella regione degli adempimenti previstidai medesimi Piani (di rientro) (...) ilPresidente del Consiglio dei ministri, conla procedura di cui all’articolo 8, comma1, della legge 5 giugno 2003, n. 131, (...)diffida la regione ad adottare entro quin-dici giorni tutti gli atti normativi, ammi-nistrativi, organizzativi e gestionali idoneia garantire il conseguimento degli obiettiviprevisti nel Piano »;

la stessa norma stabilisce che sol-tanto « ove la regione non adempia alladiffida di cui al comma 1, ovvero gli attie le azioni posti in essere, valutati daipredetti Tavolo e Comitato, risultino ini-donei o insufficienti al raggiungimentodegli obiettivi programmati, il Consigliodei ministri, su proposta del Ministrodell’economia e delle finanze, di concertocon il Ministro della salute, sentito ilMinistro per gli affari regionali e le au-tonomie locali, nomina un commissario adacta per l’intero periodo di vigenza delsingolo piano di rientro »;

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è opportuno evidenziare che, ai sensidell’articolo 4 della legge n. 159 del 2007,la nomina del commissario ad acta èprevista « per l’intero periodo di vigenzadel singolo piano », ossia, stando allaprima deliberazione del Consiglio dei mi-nistri, del 30 luglio 2010, per tutta lavigenza del piano di rientro 2010-2012;

va rimarcato che la legge non con-templa alcuna proroga al riguardo, con laconseguenza, che già al 1o gennaio 2013,essendo terminato primo piano di rientro,i cosiddetti « Piani operativi in prosecu-zione del Piano di rientro per il periodo2013-2015 » dovevano rientrare nella ge-stione ordinaria della regione Calabria,alla quale avrebbe potuto fare seguito unaltro commissariamento, stando al citatoarticolo 4 della legge n. 159 del 2007,soltanto a condizione che « nel procedi-mento di verifica e monitoraggio dei sin-goli Piani di rientro, effettuato dal Tavolodi verifica degli adempimenti e dal Comi-tato permanente per la verifica dei livelliessenziali di assistenza » si fosse prefigu-rato « il mancato rispetto da parte dellaregione degli adempimenti previsti dai me-desimi Piani », e comunque solo previanuova diffida e successivo inadempimentoregionale;

l’articolo 2, comma 88, della legge 23dicembre 2009 n. 191, sancisce che a « se-guito dell’approvazione del nuovo pianocessano i commissariamenti, secondo itempi e le procedure definiti nel medesimopiano per il passaggio dalla gestionestraordinaria commissariale alla gestioneordinaria regionale », con il che è legal-mente comprovata la decadenza del com-missariamento al termine di ogni singolopiano di rientro (o piano operativo);

il predetto articolo afferma, ancora,che « si applicano le disposizioni di cuiall’articolo 1, comma 174, della legge 30dicembre 2004, n. 311 » nella sua formu-lazione vigente;

anche quest’ultima norma, lungi dalprevedere una « ultravigenza » del com-missariamento disposto in relazione adogni piano operativo, afferma esattamente

il contrario, poiché stabilisce: « La regione,ove si prospetti sulla base del monitorag-gio trimestrale una situazione di squili-brio, adotta i provvedimenti necessari.Qualora dai dati del monitoraggio delquarto trimestre si evidenzi un disavanzodi gestione a fronte del quale non sonostati adottati i predetti provvedimenti, ov-vero essi non siano sufficienti, con laprocedura di cui all’articolo 8, comma 1,della legge 5 giugno 2003, n. 131, il Pre-sidente del Consiglio dei ministri diffida laregione a provvedervi entro il 30 apriledell’anno successivo a quello di riferi-mento. Qualora la regione non adempia,entro i successivi trenta giorni il Presi-dente della regione, in qualità di commis-sario ad acta, approva il bilancio di eser-cizio consolidato del Servizio sanitarioregionale »;

la prefata ipotesi, relativa alla ge-stione ordinaria regionale, è indicativapoiché prevede sempre che l’interventosostitutivo debba essere di regola affidatocon provvedimento espresso e all’organoregionale nella persona del suo presidente,nel rispetto dell’autonomia fissata in co-stituzione e senza sovrapposizione dell’au-torità governativa dello Stato;

a parere degli interpellanti, dunque,l’originario commissariamento doveva in-tendersi cessato per legge il 31 dicembre2012, cioè col termine del primo Piano dirientro;

a parere degli interpellanti, non es-sendo per legge previste delle proroghe,tutte le competenze in materia sanitariadovevano essere restituite alla regione Ca-labria e, prima ancora di dare nuovaapplicazione al richiamo articolo 4 dellalegge n. 159 del 2007, era indispensabileuna preventiva ricognizione su eventualiinadempienze della regione tali da metterea rischio i LEA o gli equilibri finanziari;

a seguito della riferita ricognizione,in caso affermativo si doveva diffidare laregione a porre rimedio e solo all’esito, inseguito, all’accertata inadempienza si po-teva nominare un commissario ad acta per

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il successivo piano di rientro (rectius:piano operativo in prosecuzione del pianodi rientro) 2013-2015;

per quanto finora riassunto, a pareredegli interpellanti già la prosecuzione delcommissariamento con i poteri commissa-riali conferiti al presidente della regionepro tempore, all’epoca Giuseppe Scopelliti,doveva ritenersi illegittima, data la man-canza del preventivo accertamento di pos-sibili inadempienze ai tavoli di verifica,della diffida governativa alla regione voltaad evitare le inadempienze e dell’effettivoinadempimento della regione;

a parere degli interpellanti è dunqueillegittima anche la nomina di commissa-rio operata a suo tempo nella persona delgen. Luciano Pezzi, come la nomina del-l’ingegnere Scura, poiché entrambe effet-tuate sull’errato presupposto di sostituireun commissario ad acta legittimamenteoperante;

a parere degli interpellanti le ricor-date nomine sono illegittime in quantotravalicano i limiti dell’articolo 2, comma88, della legge n. 191 del 2009, poiché nonsi è dato atto della decadenza del com-missario ad acta e non è stata restituitaalla regione la gestione ordinaria dellasanità;

la ricordata illegittimità è, a pareredell’interrogante, cagionata dall’omissionedelle procedure e dallo sconfinamento deilimiti stabiliti dall’articolo 4 della leggen. 159 del 2007;

a parere dell’interrogante è illegit-timo lo stesso provvedimento dal qualel’attuale commissario ad acta per l’attua-zione del piano di rientro dal deficit dellasanità calabrese trae la sua legittimazionee i suoi poteri;

in quanto trascorsi i sessanta giorniper un’impugnativa del provvedimento daparte della regione innanzi al Tar delLazio ed essendo decorsi i 120 giorni perimpugnare il medesimo provvedimentocon ricorso straordinario al Capo delloStato, ad oggi il provvedimento di nomina,benché illegittimo, è valido ed efficace;

l’attuale commissariamento, inquanto per legge disposto « per l’interoperiodo di vigenza del singolo piano » devecessare, a parere degli interpellanti, con lachiusura del piano operativo in prosecu-zione del Piano di rientro 2013-2015, cioèalla data del 31 dicembre 2015, con laconseguenza che con il 1o gennaio 2016tanto il commissario ad acta quanto ilsub-commissario decadono di diritto dallacarica e le funzioni di specie tornano exlege alla gestione ordinaria della regioneCalabria;

al commissario ad acta competonostrettamente le funzioni e i compiti espres-samente indicati nella deliberazione delConsiglio dei ministri del 12 marzo 2015;

tali poteri e funzioni devono essereinterpretati ed attuati in senso restrittivo,cosicché, ad esempio, gli interventi di« razionalizzazione e contenimento dellaspesa per il personale » e di « razionaliz-zazione e contenimento della spesa perl’acquisto di beni e servizi », di cui ai punti5 e 6 del mandato commissariale, devonointendersi come competenza all’emana-zione di atti di indirizzo, regolamentazioneo programmazione generale in materia e/oautorizzazioni alla spesa, ma non possonocomprendere il conferimento di incarichio l’indizione e/o l’espletamento di bandi digara per l’affidamento di contatti pubblicio di bandi di concorso, in quanto attivitànon espressamente menzionate nella de-claratoria delle funzioni demandate alcommissario ad acta:

se così è, particolare rilevanza as-sume, dunque, l’esercizio dei poteri com-missariali in materia di autorizzazione eaccreditamento delle strutture sanitarie esocio-sanitarie che, nella sostanza, nonpare conforme a quanto prevede il punton. 10 della deliberazione del Consiglio deiministri del 12 marzo 2015;

la citata deliberazione del Consigliodei ministri, infatti, stabilisce espressa-mente che al commissario ad acta è affi-dato il compito di dare « attuazione dellanormativa statale in materia di autorizza-zioni e accreditamenti istituzionali, me-

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diante adeguamento della vigente norma-tiva regionale », con una chiara e testualelimitazione delle competenze del commis-sario ad acta alla modifica dell’assettonormativo e senza cenno alcuno a poterigestionali diretti in materia di autorizza-zione e accreditamento;

a parere degli interpellanti non vi èragionevole motivazione o argomenta-zione giuridica che giustifichi l’emana-zione da parte del commissario ad actaper l’attuazione del piano di rientro diprovvedimenti che attengano non già al-l’assetto normativo delle autorizzazioni edell’accreditamento, bensì alla normalegestione ordinaria concernente l’adozionedi provvedimenti di rilascio, modifica erevoca dell’autorizzazione sanitaria e/odell’accreditamento della strutture sani-tarie e/o socio-sanitarie della regione Ca-labria;

dell’anzidetta competenza, si ricorda,non vi è cenno nella delibera di nominadel commissario che, dunque, di fatto staesercitando con modalità di dubbia legit-timità poteri che rientrano nella compe-tenza regionale, come dalla prima firma-taria del presente atto segnalato in modoesplicito nell’interrogazione a rispostascritta n. 4-10161, del 5 agosto 2015;

tali segnalati comportamenti delcommissario ad acta costituiscono, a pa-rere degli interpellanti, un’illegittima, in-debita e forzosa modifica dell’assetto deipoteri, delle competenze e delle responsa-bilità fissate dalla legge in materia, postoche in materia di emanazione dei provve-dimenti di concessione, modifica e revocadi autorizzazione sanitaria all’esercizio edi accreditamento delle strutture sanitariee/o socio-sanitarie, in forza dell’articolo11, comma 6, della legge regionale dellaCalabria n. 24 del 2008, ricadono espres-samente nella competenza del dirigentegenerale del dipartimento « tutela dellasalute e politiche sanitarie », e dunque, inultima analisi, della regione Calabria, es-

sendo tutti atti e provvedimenti che noncostituiscono « attuazione della normativastatale in materia di autorizzazioni e ac-creditamenti istituzionali, mediante ade-guamento della vigente normativa regio-nale » di cui al punto n. 10 della delibe-razione del Consiglio dei ministri del 12marzo 2015, bensì ordinarie attività ge-stionali che non sono in alcun modoriconducibili a tale funzione commissa-riale;

a riprova di quanto detto rileva ilfatto che se attualmente le suddette com-petenze fossero state già in capo al com-missario ad acta per l’attuazione del pianodi rientro dal deficit, in forza del propriomandato commissariale, per costui non visarebbe stato motivo di prevedere unanorma che li attribuisse espressamente exnovo con una legge regionale, come invecesi evince dall’articolo 24, comma 3, deldisegno di legge commissariale sulla nuovadisciplina in materia di autorizzazioni sa-nitarie e accreditamento, di cui al decretodel commissario ad acta n. 83 del 21 luglio2015, il eguale prevede che per « tutta laprosecuzione del piano di rientro dai di-savanzi sanitari della regione Calabria inconformità ai Programmi Operativi, i pro-cedimenti che, ai sensi della presentelegge, rientrano iella competenza dellaGiunta regionale, del dirigente generale deldipartimento « tutela della salute e politi-che sanitarie », ovvero di altro dirigentedel medesimo Dipartimento, sono adottaticon Decreto del commissario ad acta perl’attuazione del piano di rientro dai disa-vanzi del settore sanitario della regioneCalabria, salva diversa indicazione dellastruttura commissariale » –:

se intenda promuovere l’immediatarevoca della deliberazione del Consigliodei ministri del 30 luglio 2010 relativa allanomina del commissario e del sub-com-missario per l’attuazione del piano dirientro dal disavanzo sanitario della re-gione Calabria e la conseguente restitu-zione di tutte le competenze in materiasanitaria alla medesima, regione e, ovenon ritenesse illegittima e contra legem lapredetta deliberazione, se non si intenda

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verificare, per revocarli, tutti quei decreticommissariali che, come il n. 83 del 2015,dispongono, a giudizio degli interpellanti,al di fuori dei poteri e delle competenzeassegnate al commissario ad acta con lacitata deliberazione del Consiglio dei mi-nistri del 12 marzo 2015.

(2-01172) « Nesci, Dieni, Parentela, Galli-nella, Luigi Gallo, Grande,L’Abbate, Lombardi, Lupo,Mannino, Marzana, Micillo,Nuti, Pesco, Petraroli, Pisano,Rizzo, Ruocco, Sarti, Sca-gliusi, Sibilia, Sorial, Spa-doni, Terzoni, Tofalo, Toni-nelli, Tripiedi, Vacca, SimoneValente, Vignaroli, Villa-rosa ».

I sottoscritti chiedono di interpellare ilMinistro della salute, per sapere – pre-messo che:

l’infezione da virus della epatite C(HCV) è la più comune causa di malattiacronica epatica; l’evoluzione della malattiaè generalmente lenta, dell’ordine di de-cenni (10-20 anni). Gli esiti a lungo ter-mine sono molto variabili, e vanno daalterazioni istologiche minime, fino allacirrosi epatica e all’epatocarcinoma;

negli ultimi 3 anni si è assistito a unradicale cambiamento delle prospettive te-rapeutiche per i malati di epatite C conl’introduzione degli anti virali diretti (di-rect-acting antiviral, DAA); se pure conpercentuali diverse di successo in base algenotipo virale e all’entità del danno epa-tico, il loro utilizzo sembrerebbe determi-nare in una elevata percentuale di casil’eradicazione del virus dopo 3-6 mesi ditrattamento;

la determinazione Aifa n. 1353/2014del 12 novembre 2014, pubblicata nellaGazzetta Ufficiale n. 283 del 5 dicembre2014, attiene alla specialità medicinale« Sovaldi », mentre la determinazione Aifa

n. 544/2015 dell’8 maggio 2015, pubblicatanella Gazzetta Ufficiale n. 109 del 13 mag-gio 2015, attiene alla specialità medicinale« Harvoni »;

sono stati stipulati in data 29 gennaio2015 gli accordi negoziali tra AIFA e lasocietà titolare dell’autorizzazione all’im-missione in commercio per le specialitàmedicinali « Sovaldi » e « Harvoni », in cuisi prevede l’applicazione di un meccani-smo prezzo/volume alle condizioni ivi spe-cificate;

l’Agenzia italiana del farmaco è statachiamata a riferire in Commissione igienee sanità del Senato sulla sostenibilità dellenuove costose cure che permettono l’era-dicazione del virus HCV; il dottor Pani, il29 luglio 2015, ha affermato che solo unterzo dei malati di epatite C ha avutoaccesso ai nuovi farmaci salvavita, ovvero14.000 su circa 50.000 considerati piùgravi. Un numero che continua a salire,ma è ancora basso e, soprattutto, risentedi drammatiche disparità regionali. Adavere maggiormente accesso alle cure sonoinfatti i malati che risiedono al Nord, dovel’incidenza dei contagiati è inferiore. Ildottor Pani ha descritto le difformità dicomportamento delle diverse regioni nellagestione dei farmaci innovativi per la curadell’epatite C, segnalando le anomalie re-gistrate in tale ambito: a fronte di unpayback pari a 41 milioni di euro, leregioni con prevalenza percentuale mas-sima che avrebbero dovuto trattare piùpazienti, e quindi arrivare prima agli sca-glioni progressivi di sconto e ottenere unrimborso maggiore, sono viceversa quelleche hanno trattato meno pazienti, con leintuibili conseguenze mediche, etiche edeconomico-sociali; quanto all’accordo sulprezzo d’acquisto, il dr. Pani ritiene im-proprio qualificarlo in termini di segre-tezza: si tratta piuttosto di un accordo dicarattere confidenziale, i cui contenuti nonsono stati rivelati pubblicamente per nonincorrere in una inadempienza contrat-tuale che avrebbe impedito di raggiungereimportanti obiettivi di risparmio. In ognicaso, il direttore generale di Aifa ha ri-marcato che tutte le regioni hanno rice-

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vuto comunque una documentazione esau-stiva sui termini di tale accordo, avendoAIFA trasmesso il 3 dicembre 2014 a tuttigli assessorati regionali, in via confiden-ziale, un documento denominato « Linee diindirizzo AIFA relative all’accesso ed ero-gazione a carico del SSN del medicinaleSovaldi », finalizzato ad indirizzare ad unacorretta programmazione dell’accesso edell’erogazione del medicinale in que-stione. Inoltre — ha precisato — allesuddette linee di indirizzo era allegata unatabella in cui era elencato, per ogni re-gione, il numero di pazienti per ogniscaglione di sconto. Invita poi a conside-rare che, in sostanza, i termini dell’ac-cordo sono stati rivelati dalla stampa spe-cializzata, che rese noto che « L’accordo èstato trovato con una sorta di gradualità alribasso con prezzi che vanno da 37 milaeuro a terapia fino ai circa 4 mila eurodelle ultime dosi »; le regioni hanno evi-denziato all’Agenzia italiana del farmaconel loro parere al programma di attività2014 e 2015 presentato il 31 luglio inConferenza Stato regioni che l’Aifa non hafatto chiarezza sui prezzi dei farmaci perl’epatite, tanto più grave quando i farmaciin commercio sono più di uno. Non co-noscendo il prezzo al netto degli sconti edei pay back dei farmaci in commercio ea fronte di più farmaci, considerati danumerosi clinici esperti del tutto sovrap-ponibili, non è possibile indirizzare lescelte verso il farmaco meno costoso,scelta che consentirebbe di trattare il nu-mero più ampio di pazienti;

le regioni, inoltre, chiedono con forzaad Aifa di esprimersi sulla sovrapponibi-lità ed equivalenza dei farmaci in com-mercio per consentire di attivare gare inregime di concorrenza;

con la determinazione dell’Aifan. 982/2015 del 17 luglio 2015 pubblicatain Gazzetta Ufficiale n. 169 del 23 luglio2015, avente ad oggetto « Attività di rim-borso alle regioni in attuazione del mec-canismo prezzo/volume », l’Aifa comunica

che in applicazione dei termini dell’ac-cordo confidenziale sottoscritto ad esitodella negoziazione del prezzo e della rim-borsabilità dei medicinali Sovaldi e Har-voni con la ditta Gilead, è stato raggiuntoil primo scaglione di sconto al SSN, pre-visto dall’accordo prezzo/volume. La DittaGilead ha comunicato che provvederà arestituire sottoforma di pay-back alle re-gioni l’importo di 41.161.785 euro, con lemodalità e la tempistica previste nelladeterminazione;

con la determinazione dell’Aifan. 142/2015 pubblicata nella Gazzetta Uf-ficiale n. 264 del 12 novembre 2015 aventead oggetto « Attività di rimborso alle re-gioni in attuazione del meccanismo prez-zo/volume », l’Aifa comunica che in appli-cazione dei termini dell’accordo confiden-ziale sottoscritto ad esito della negozia-zione del prezzo e della rimborsabilità deimedicinali Sovaldi e Harvoni con la dittaGilead, è stato raggiunto il secondo sca-glione di sconto al SSN, previsto dall’ac-cordo prezzo/volume;

è stata adottata nella seduta del 30settembre-1o ottobre 2015 la decisione delComitato prezzi e rimborso dell’AIFA, diaccettare le restituzioni previste sulla basedell’accordo prezzo/volume di « Sovaldi » e« Harvoni » tramite emissione di note dicredito, anziché tramite payback, già con-sentito ed attuato con determinazioneAIFA n. 982/2015;

la ditta Gilead, in accordo con AIFA,a fronte di decisione del Comitato prezzie rimborso, provvederà a restituire attra-verso emissione di note di credito alleregioni, anziché tramite payback comeprevisto da precedente determinazione,l’importo di 193.780.597 euro, con le mo-dalità e la tempistica indicate dalla deter-minazione dell’Aifa n. 1.42/2015 pubbli-cata nella Gazzetta Ufficiale n. 264 del 12novembre 2015 avente ad oggetto « Attivitàdi rimborso alle regioni in attuazione delmeccanismo prezzo/volume »;

si registra la presenza sul mercato,grazie all’autorizzazione di immissione incommercio da parte dell’Aifa, di farmaci

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per l’eradicazione del virus dell’epatite Cnonché la possibilità di nuovi farmaci inarrivo come testimoniato dall’articolo« Epatite C. Due molecole in una pillola, indirittura di arrivo la nuova chance tera-peutica per combattere la malattia » pub-blicato in data 17 novembre dal quoti-diano on line quotidianosanità.it –:

se il Ministro interpellato abbia au-torizzato la variazione dei termini dell’ac-cordo con la società Gilead in merito allarestituzione dello sconto, tenendo contodella determinazione AIFA di cui in pre-messa, e abbia valutato la possibilità dichiedere, anche un parere preventivo al-l’Autorità garante della concorrenza e delmercato e all’Autorità nazionale anticor-ruzione in merito alla variazione dei ter-mini dell’accordo stesso;

se il Ministro abbia valutato, perquanto di competenza, i possibili squilibridi cassa che i bilanci regionali potrannosubire a causa della mancata liquiditàprevista dal payback pari a 193.780.597euro;

se e come intenda intervenire al finedi scongiurare disparità di accesso allaterapia su base territoriale e garantire ildiritto alla salute in modo uniforme sututto il territorio nazionale;

se abbia avviato una razionale e mi-rata ripartizione del fondo per i farmaciinnovativi, tenendo anche conto della pre-valenza di malati di epatite C a livelloregionale, e se possa indicare le cifreeventualmente stanziate alle singole re-gioni;

se non ritenga opportuno assumereiniziative affinché l’Aifa si esprima sullasovrapponibilità ed equivalenza dei far-maci in commercio, al fine di indirizzarele scelte dei medici prescrittori verso ilfarmaco meno costoso con il conseguenteampliamento del numero dei possibili be-neficiari delle cure.

(2-01178) « Mantero, Grillo, Silvia Gior-dano, Baroni, Colonnese, Lo-refice, D’Incà ».

Interrogazione a risposta in Commissione:

BENI. — Al Ministro della salute. — Persapere – premesso che:

il decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52,convertito dalla legge n. 81 del 2014, avevafissato al 31 marzo 2015 la data per lachiusura e il graduale superamento degliospedali psichiatrici giudiziari (opg), alfine di attivare misure alternative all’in-ternamento e percorsi terapeutico-riabili-tativi individuali per le persone ricoverate;

lo stesso decreto aveva disposto l’in-dividuazione e l’attivazione da parte dalleregioni di strutture transitorie di cura conrequisiti di sicurezza (Rems), destinate adospitare le persone per le quali si rendessenecessario proseguire l’internamento;

il medesimo decreto prevede il rico-vero nelle Rems come extrema ratio ecomunque come soluzione transitoria neipercorsi di cura delle persone, affidati dinorma a misure alternative alla detenzionesulla base di progetti individuali da svol-gersi nella comunità locale, predisposti daidipartimenti di salute mentale del territo-rio;

da informazioni di stampa risulte-rebbe che il processo di superamento degliopg abbia riscontrato, in questi mesi, di-verse criticità soprattutto per quanto ri-guarda il ritardo di alcune regioni nellachiusura delle vecchie strutture, nella in-dividuazione e nell’attivazione delle Rems;

il sottosegretario De Filippo, in ri-sposta ad un precedente atto ispettivopresentato dall’interrogante, ha precisatodi aver segnalato alle regioni l’esigenza delrispetto dei termini previsti dalla legge, alfine di scongiurare il commissariamentoprevisto per le amministrazioni inadem-pienti –:

quali opg siano ancora in funzione equante siano le persone tuttora internatead oltre sette mesi dalla data fissata per lachiusura degli ospedali psichiatrici giudi-ziari, e se il Governo abbia avviato leprocedure per il commissariamento delleregioni inadempienti;

quante siano le rems realizzate dalleregioni come previsto dalla legge n. 81 del

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2014, quante persone vi siano trattenute equante invece siano destinatarie di unamisura di sicurezza diversa dall’interna-mento in Rems;

se il Governo abbia attivato il previ-sto monitoraggio dei progetti terapeuticoriabilitativo individuali, così come previstodalla legge n. 81 del 2014. (5-07072)

Interrogazioni a risposta scritta:

BENEDETTI, MASSIMILIANO BER-NINI, GAGNARLI, L’ABBATE, LUPO ePARENTELA. — Al Ministro della salute, alMinistro delle politiche agricole alimentarie forestali. — Per sapere – premesso che:

le attività di valutazione specialistichepreviste dalle norme europee in materia diprodotti fitosanitari fino al 2014 erano dicompetenza della commissione consultivadei prodotti fitosanitari (CCPF), organointerministeriale istituito nell’ambito dellaDGISAN (direzione generale per l’igiene ela sicurezza degli alimenti e la nutrizione)ai sensi dell’articolo 20, comma 1, deldecreto legislativo 17 marzo 1995, n. 194,composta da rappresentanti del Ministerodella salute, Ministero delle politiche agri-cole alimentari e forestali, Ministero del-l’ambiente e della tutela del territorio e delmare e Ministero dello sviluppo economicononché da esperti scientifici dagli stessidesignati;

la commissione consultiva dei pro-dotti fitosanitari attualmente opera in« prorogatio » unicamente come organismoconsultivo che fornisce pareri al Ministerodella salute;

con decreto direttoriale del 20 otto-bre 2014 la direzione generale per l’igienee la sicurezza degli alimenti e la nutrizioneha istituito un elenco – soggetto ad ag-giornamento annuale – di laboratori uf-ficiali, istituti scientifici, università o centridi ricerca, non solo pubblici ma ancheprivati – contrariamente a quanto indicatodal decreto del Presidente della Repub-blica 290 del 2001 in cui si parla esclu-sivamente di enti di diritto pubblico – a

cui affidare lo studio di valutazione diimpatto ambientale, di impatto sulla salutee di efficacia dei prodotti fitosanitari,precedentemente competenza della sud-detta commissione, mediante convenzionio contratti –:

a quanto ammonti l’onere economicoaggiuntivo che tale procedura comportarispetto alla precedente e quali siano lemotivazioni che hanno indotto le ammi-nistrazioni citate in premessa ad esterna-lizzare tutti gli studi di valutazione deiprodotti fitosanitari. (4-11246)

NICCHI. — Al Ministro della salute, alMinistro dell’interno, al Ministro della giu-stizia. — Per sapere – premesso che:

l’alienazione parentale (AP), nuovadefinizione del termine più conosciuto diPAS (sindrome di alienazione parentale,acronimo di Parental Alienation Syn-drome), viene individuata come una sortadi disturbo che riguarderebbe i figli minoricoinvolti in contesti di separazione e didivorzio, laddove un genitore separatomette in atto comportamenti che deni-grano l’altro genitore agli occhi del figliotanto da indurlo al rifiuto della frequen-tazione;

insomma, una sindrome che interes-serebbe quei bambini indotti a rifiutare ungenitore per effetto della denigrazionecompiuta dall’altro genitore (il genitorealienante sarebbe nella maggior parte deicasi la madre che, oltre ad aver subito unaviolenza domestica per effetto delle sen-tenze che riconoscono una sindrome Pas,viene spesso privata dei minori), e checontinua ad essere presente nei tribunalitra gli psicologi che compilano le consu-lenze tecniche d’ufficio richieste ormaicome prassi dal giudice quando si tratta diseparazioni con minori. Una serie di giu-dizi redatti da periti, psicologi e assistentisociali, talvolta specificatamente imprepa-rati in materia di violenza domestica, chericorrono in maniera indistinta alla me-diazione familiare, peraltro vietata dallaConvenzione di Istanbul sulla prevenzione

Atti Parlamentari — 31373 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

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e la lotta contro la violenza nei confrontidelle donne e la violenza domestica, lad-dove si vieta la mediazione familiare incaso di violenza;

la AP, o PAS, non trova però moltoconsenso tra la comunità scientifica, inambito psichiatrico e nella psicologia cli-nica, dove ne è ampiamente contestata lavalidità scientifica, ed in particolare chepossa iscriversi nell’ambito delle patologie,per la mancanza di dati obiettivi di ri-scontro. Nonostante ciò viene, come giàdetto, « utilizzata » nei procedimenti mi-norili, e ai fini delle conseguenti decisionigiudiziarie che vedono assegnare un figlioall’uno o all’altro genitore;

lo stesso Istituto superiore di sanitànon ritiene che tale sindrome abbia nésufficiente sostegno empirico da dati diricerca, né rilevanza clinica tali da poteressere considerata una patologia e, dun-que, essere inclusa tra i disturbi mentalinei manuali diagnostici;

la AP non è inserita nell’ambito delleclassificazioni in uso, in particolare nel-l’autorevolissimo DSM-IV (Diagnostic andstatistical manual of mental disorders,1994, rielaborato nel 2000), né nell’edi-zione del DSM-V (Manuale diagnosticostatistico dei disturbi mentali 2013), né èconsiderata dall’APA (American Psycholo-gical Association); è dichiarata pericolosasia dal National District Attorneys Associa-tion (Istituto di ricerca dei procuratoriamericani) che dall’Associazione spagnoladi neuropsichiatri, e infine è rifiutata inItalia dalla Federazione nazionale degliOrdini dei medici, la Società italiana dipediatria, l’Ordine degli psicologi dellaregione Lazio;

nel 2011 l’Italia è stata richiamata alriguardo anche dall’Onu, quando il Comi-tato CEDAW ha raccomandato di monito-rare « nell’ambito dei procedimenti relativiall’affido condiviso, in caso di presuntiepisodi di abuso sui minori », in cui « pos-sano essere prodotte consulenze basatesulla dubbia teoria della Sindrome daAlienazione Parentale »;

recentemente Michelle Hunziker eGiulia Bongiorno, pur avendo dato vita aun’Associazione che dovrebbe assistere ledonne che subiscono violenza, « Doppiadifesa », hanno presentato una proposta dilegge di iniziativa popolare prevederebbeaddirittura la reclusione per chi si mac-chia dell’« inesistente » sindrome sull’« A-lienazione parentale », eludendo i raccontidelle donne che hanno avuto, e hannotuttora, a che fare con la AP-Pas: storieche andrebbero ascoltate attentamente dachi si prefigge di aiutarle;

la proposta di legge è stata criticataaspramente, soprattutto da parte delle av-vocate dei centri antiviolenza che hannoscritto una Lettera aperta dal titolo espli-cativo « La Pas non esiste » nella qualeaffermano che « Nel nostro ordinamento visono già strumenti in sede civile e in sedepenale idonei a garantire l’esercizio dellaresponsabilità genitoriale ad entrambi igenitori nonché norme civili e penali ade-guate a sanzionare comportamenti pregiu-dizievoli dell’interesse dei figli », e che« Fattispecie penali come quella oggettodella proposta di legge avanzata da GiuliaBongiorno e Michelle Hunziker sono fun-zionali solo a veicolare nelle aule giudi-ziarie strategie punitive nei confronti delledonne che tentano di proteggere sé stessee i figli dalla violenza maschile »;

le signore Buongiorno; e Hunzikerhanno quindi presentato uno spot sulla« pseudo AP » al recente Festival di Vene-zia che da pochi giorni va in onda nellecase italiane, in cui chiedono anche Fondi.Questo spot, realizzato dalla suddetta as-sociazione Onlus « Doppia Difesa », è an-dato in onda anche sui canali televisiviprivati nazionali, con il quale si che chiededi donare due euro con un sms percombattere l’AP;

lo spot è stato anche presentato allascuola di perfezionamento delle forze dipolizia, come si vede chiaramente sul sitodel Ministero dell’interno –:

se non si ritenga di assumere ogniiniziativa di competenza per scongiurarenei tribunali ogni riferimento diretto o

Atti Parlamentari — 31374 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

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diretto a tale sindrome, in quanto nonsupportata da alcun riconoscimento scien-tifico;

se non si ritenga necessario assumereiniziative per garantire l’effettivo ascoltodel minore per renderlo protagonista neiprocedimenti giudiziari in cui è coinvolto,con tutte le precauzioni professionali edumane necessarie, nell’« interesse supe-riore del minore » come da Convenzione diNew York sui diritti del fanciullo del 1989;

come si giustifichi la presenza dellospot sull’alienazione parentale (AP aliasPAS) sul sito del Ministero dell’interno.

(4-11247)

MOSCATT. — Al Ministro della salute,al Ministro dell’istruzione, dell’università edella ricerca. — Per sapere – premessoche:

le scuole di specializzazione per bio-logi ed in genere per l’area non medicasono bloccate da due anni;

con la sentenza n. 6073/13 della IVsez. del Consiglio di Stato e la successivadell’11 marzo 2015 è stata statuita lagaranzia all’accesso alle scuole di specia-lizzazione nel settore medico e sanitario ailaureati magistrali biologi, chimici e, ingenere, per l’area non medica, con l’attri-buzione dei contratti di formazione giàprevisti per laureati in medicina e chirur-gia;

è stato emanato il decreto intermi-nisteriale del 4 febbraio 2015 n. 68, re-cante « riordino scuole di specializzazionedi area sanitaria », la cui bozza avevaavuto parere positivo del Consiglio supe-riore di sanità;

a quanto consta all’interrogante, ilsegretario generale presso la Presidenzadel Consiglio, con nota del 17 novembre2015 diretta all’ufficio di gabinetto delMinistero dell’istruzione, dell’università edella ricerca, a seguito di intervento for-male da parte del presidente dell’Ordinenazionale biologi, ha chiesto di conoscerele determinazioni che il Dicastero riterrà

opportuno intraprendere in ordine all’ir-risolto problema della mancata attivazionedelle disposizioni contenute nel suddettodecreto;

la mancata, emanazione dei decretiministeriali in attuazione del suddetto de-creto, ha creato in seno alle strutturesanitarie, una palese e grave situazionediscriminazione che si manifesta anchecon il malcontento degli operatori sanitariche giornalmente operano in stretto con-tatto e in sinergia con i medici, in consi-derazione del fatto che da un lato ilaureati in medicina e chirurgia fruisconodi regolare contratto di specializzazioneretribuito, dall’altro tutto il resto deglioperatori « area medica » sono esclusi dasiffatte borse di studio pur prestandoattività lavorativa « full-time »;

ulteriore discriminante scaturisce dalfatto che i laureati in medicina e chirurgiacompletano il percorso di specializzazionein quattro anni, mentre, per biologi e tuttoil resto dei laureati dell’area medica, ilpercorso resta ancora in cinque anni congrave aggravio al bilancio delle famiglie inquanto, come detto, questi operatori nonricevono alcuna indennità;

non può non disconoscersi che ilavoratori dell’area sanitaria, costituisconouna risorsa necessaria ed essenziale per ilbuon funzionamento del servizio sanitarionazionale, al pari degli specializzandi me-dici –:

quali siano i tempi di attuazione dellemisure introdotte dal decreto intermini-steriale di cui in premessa affinché siponga fine ad una palese, ingiustificata ediniqua discriminante tra qualificati pro-fessionisti che operano in un unico deli-cato contesto diretto alla salvaguardiadalla salute dei cittadini. (4-11252)

* * *

Atti Parlamentari — 31375 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

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SEMPLIFICAZIONEE PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazioni a risposta in Commissione:

BARUFFI, GNECCHI, GIACOBBE, PA-TRIZIA MAESTRI e INCERTI. — Al Mi-nistro per la semplificazione e la pubblicaamministrazione, al Ministro del lavoro edelle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

da molti anni operano presso l’Inps(e precedentemente presso l’ex Inpdap)molti lavoratori e lavoratrici in distacco daaltri enti, segnatamente presso le sediterritoriali dell’Istituto;

tali distacchi sono stati nel tempoprorogati, anche in deroga rispetto alledisposizioni generali vigenti in materia,per far fronte alle carenze degli organici enon disperdere le professionalità acquisitesul campo nel lungo tempo di comando;

le modifiche normative e proceduraliintrodotte nel recente passato e tuttora incorso nel regime previdenziale e assisten-ziale, nella disciplina degli ammortizzatorisociali in costanza di rapporto di lavoro oper disoccupazione involontaria, ecc.hanno fortemente impegnato tutte le strut-ture dell’Inps e rendono assolutamentenecessario preservare le competenze ac-quisite e le professionalità sviluppate daquesti lavoratori ormai in molti anni diattività presso l’Istituto –:

quali iniziative intenda assumere ilGoverno per affrontare questo problema;

se non ritenga necessario, per leragioni evidenziate in premessa, assumereiniziative per prevedere la stabilizzazionepresso l’Istituto di questo personale, comeperaltro già previsto per i lavoratori pro-venienti dalle province;

se non ritenga opportuno, in subor-dine, assumere iniziative per prevedereun’ulteriore proroga dei distacchi perl’anno 2016. (5-07074)

LENZI. — Al Ministro per la semplifi-cazione e la pubblica amministrazione. —Per sapere – premesso che:

l’Inps ha pubblicato in data 16 no-vembre 2015 un « Avviso di selezione pub-blica, mediante richiesta di disponibilità,per il reperimento di un contingente di900 medici, prioritariamente specialisti inmedicina legale e/o in altre branche diinteresse istituzionale, cui conferire inca-richi professionali a tempo determinatofinalizzati ad assicurare l’espletamento de-gli adempimenti medico legali delle UOC/UOS centrali e territoriali » al fine dirinnovare gli incarichi ai medici conven-zionati esterni;

è dal 2009 che l’Inps procede a questibandi per l’individuazione di medici a cuiaffidare incarichi liberi professionali conle stesse mansioni di medici interni; aquesti bandi hanno sempre potuto parte-cipare anche i medici in lista Inps, cosid-detti medici fiscali, a maggior ragionedopo la drastica riduzione delle risorse edelle visite fiscali;

nel bando sono previste una lungaserie di incompatibilità che sarebberocomprensibili, forse, a fronte di una as-sunzione stabile piuttosto che un incaricoprecario annuale e in particolare: « Sa-ranno escluse le domande di coloro che,già appartenenti ai ruoli di Amministra-zioni Pubbliche e collocati in quiescenza,abbiano svolto, nel corso dell’ultimo annodi servizio, funzioni e attività medico legaliin ambito previdenziale e/o assistenzialecon un rapporto di lavoro a tempo inde-terminato »;

inoltre: « Sono tuttavia incompatibilicon l’assunzione dell’incarico, i medici chesi trovino, al momento della sottoscrizionedel contratto, in una delle seguenti situa-zioni: esercitino l’attività di medico dimedicina generale o di medico pediatraconvenzionato con il SSN presso il terri-torio ove si dovrebbe svolgere l’incarico;esercitino un incarico analogo a quellooggetto della selezione presso Commissionimediche in ambito previdenziale e/o assi-stenziale anche se in qualità di Rappre-

Atti Parlamentari — 31376 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

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sentante di Associazione di Categoria, in-dipendentemente dall’ambito territoriale;effettuino consulenze tecniche di parte, siacon riferimento ad incarichi in corso diespletamento all’atto della sottoscrizionedel contratto che con riferimento ad in-carichi da conferirsi, per conto e nell’in-teresse di privati, attinenti all’attività del-l’INPS ovvero consulenze tecniche d’ufficionei procedimenti giudiziari nei qualil’INPS figura quale legittimato passivo;svolgano o presentino la propria candida-tura per incarichi politici o amministrativi,presso organi o enti territoriali e/o nazio-nali, cariche pubbliche elettive, incarichigovernativi, mandato parlamentare; svol-gano e abbiano svolto qualsiasi forma dicollaborazione con CAF e Patronati negliultimi tre anni »;

l’articolo 17 della legge 124 del 2015,comma 1, lettera l), recita: « l) riorganiz-zazione delle funzioni in materia di ac-certamento medico-legale sulle assenze dalservizio per malattia dei dipendenti pub-blici, al fine di garantire l’effettività delcontrollo, con attribuzione all’Istituto na-zionale della previdenza sociale della re-lativa competenza e delle risorse attual-mente impiegate dalle amministrazionipubbliche per l’effettuazione degli accer-tamenti, previa intesa in sede di Confe-renza permanente per i rapporti tra loStato, le regioni e le province autonome diTrento e di Bolzano per la quantificazionedelle predette risorse finanziarie e per ladefinizione delle modalità d’impiego delpersonale medico attualmente adibito allepredette funzioni, senza maggiori oneriper la finanza pubblica e con la previsionedel prioritario ricorso alle liste di cuiall’articolo 4, comma 10-bis, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito,con modificazioni, dalla legge 30 ottobre2013, n. 125, e successive modificazioni »;

il documento approvato all’unanimitàin data 27 maggio 2014 dalla CommissioneXII « Affari Sociali » della Camera deideputati a conclusione dell’indagine cono-scitiva sull’organizzazione dell’attività deimedici che svolgono gli accertamenti sa-nitari per verificare lo stato di salute del

dipendente assente per malattia » recita:« Appare infine utile il percorso di fide-lizzazione del personale sanitario ancheattraverso il ricorso alla professionalità delmedesimo, verificando ad esempio la pos-sibilità che siano chiamati a parteciparealle commissioni per certificazioni di in-validità e, da ultimo, l’esclusione dallesuddette liste di chi è già in quiescenza »;

l’avviso pubblico citato mira a creareun altro bacino di medici legali precaricomposto da 900 unità che si va aggiun-gere ai 1200-1300 medici legali con fun-zione di medicina fiscale; questo non puòche far scadere la qualità del lavoro svolto;

alcuni sindacati medici hanno prean-nunciato ricorsi e lo stesso ordine deimedici Fnmonceo, a quanto consta all’in-terrogante, ha scritto al presidente del-l’Inps chiedendo il ritiro del bando –:

se le incompatibilità indicate nell’av-viso pubblico siano conformi con quantoprevisto dalla recente normativa in temadi assunzioni e in tema di incompatibilità;

se ritenga opportuna la creazione diuna così vasta area di medici precari equali iniziative di competenza intenda as-sumere al riguardo. (5-07077)

Interrogazione a risposta scritta:

D’ARIENZO. — Al Ministro per la sem-plificazione e la pubblica amministrazione,al Ministro dei beni e delle attività culturalie del turismo. — Per sapere – premessoche:

il Ministero dei beni e delle attivitàculturali e del turismo ha emesso unconcorso per mobilità, come disponeespressamente l’articolo 1, comma 425,della legge n. 190 del 2014, è prioritaria laricollocazione dei dipendenti provinciali insovrannumero, fatto poi confermato anchecon la deliberazione della Corte dei Conti,sezione autonomie, 16 giugno 2015, n. 19;

il bando in questione sembra all’in-terrogante non rispettare la priorità e la

Atti Parlamentari — 31377 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

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precedenza stabilita anche per il personaleal quale si applica l’articolo 7, comma2-bis del decreto-legge 31 dicembre 2014,n. 192 convertito con modificazioni, dallalegge 27 febbraio 2015 n. 11 che prevede« le disposizioni dei commi 425, 426, 427,428 e 429 dell’articolo 1 della legge 23dicembre 2014, n. 190, si applicano anchenei confronti del personale di cui all’arti-colo 6 del decreto legislativo 28 settembre2012 n. 178 »;

nel bando non si rileva la possibilitàper i dipendenti della Croce Rossa Ita-liana di partecipare alle assunzioni pre-viste. In particolare sul link: https://www.mbactonline.beniculturali.it/web/ban-do-mobilita/home/, cliccando in registra-zione al portale ed entrando, esiste aquanto risulta all’interrogante solamentequesta dicitura: « Dichiaro di essere di-pendente a tempo indeterminato pressole province o essere personale di ruolodel comparto scuola, comandato pressoquesta Amministrazione » e null’altro;

ricordato che la collocazione dei di-pendenti della Croce rossa italiana insovrannumero è funzionale alla loro pos-sibile messa in disponibilità, apparirebbeevidente che sottraendo posti disponibili sicontribuirebbe a spingere lavoratori insovrannumero, virtualmente già in indi-sponibilità, verso una situazione di dispo-nibilità non più solo di fatto, ma anche didiritto –:

se il bando in questione sia conformealla normativa citata, considerato che sisottraggono al processo di ricollocazione idipendenti della Croce rossa italiana;

poiché ad avviso dell’interrogante pereffetto della situazione evidenziata, ilbando e le conseguenti azioni sono daconsiderare di dubbia legittimità, se nonnulli, se non sia il caso di ampliare lapossibilità anche ai dipendenti Croce rossaitaliana. (4-11240)

* * *

SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza urgente(ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare ilMinistro dello sviluppo economico, il Mi-nistro degli affari esteri e della coopera-zione internazionale, per sapere – pre-messo che:

la Commissione europea ha pubbli-cato, l’11 novembre 2015, la cosiddetta« Nota interpretativa sull’indicazione diorigine delle merci provenienti dai terri-tori occupati da Israele dal Giugno, 1967 »;

la nota era stata sollecitata con let-tera del 13 aprile 2015 indirizzata all’Altorappresentante per gli affari esteri e lapolitica di sicurezza Federica Mogherinida 16 ministri degli esteri di Stati membridell’Unione;

a firmare la missiva erano stati irappresentanti dei Governi di Italia, Fran-cia, Gran Bretagna, Spagna, Belgio, Svezia,Malta, Austria, Irlanda, Portogallo, Slove-nia, Ungheria, Finlandia, Danimarca, PaesiBassi e Lussemburgo;

nella lettera si richiamava una pre-cedente missiva sullo stesso argomentoinviata esattamente due anni prima all’exAlto rappresentante Catherine Ashton e siaffermava che « la continua espansionedegli insediamenti illegali israeliani neiterritori palestinesi occupati, e negli altriterritori occupati da Israele fin dal 1967,minaccia la prospettiva di un accordo dipace giusto e definitivo » ed ancora che « lacorretta e coerente attuazione della tuteladei consumatori dell’Ue e della legislazioneinerente l’etichettatura è necessaria pergarantire che i consumatori non sianotratti in inganno da false informazioni »;

Catherine Ashton non aveva dato se-guito alla missiva inviatale nell’aprile 2013su richiesta del Segretario di Stato statu-nitense John Kerry che stava cercando difar ripartire il dialogo di pace tra israe-liani e palestinesi;

l’etichettatura con l’indicazione d’ori-gine è obbligatoria, secondo le regole ge-

Atti Parlamentari — 31378 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

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nerali del commercio nell’Unione europea,per i prodotti alimentari ed in alcuni casianche per le altri merci;

in base all’accordo di associazione traIsraele e Unione europea, i beni prodottinei territori occupati dal 1967 in Cisgior-dania e nel Golan sono esclusi dai beneficidoganali;

Gran Bretagna, Belgio e Danimarcaavevano già anticipato l’obbligo di etichet-tatura;

il volume del commercio tra Ue edIsraele è nell’ordine di circa 30 miliardi dieuro l’anno (17 miliardi di export europeoverso Israele, 13 miliardi di import nelladirezione opposta);

l’obbligo di etichettatura ricade sul-l’intera filiera: dal produttore all’importa-tore fino al dettagliante;

è lasciata ai singoli Paesi la sceltadella dizione da adottare, ma dovrà essereindicato chiaramente che il prodotto inquestione viene da un « insediamentoisraeliano »;

un provvedimento del genere po-trebbe portare ad atteggiamenti di boicot-taggio contro le merci etichettate secondole nuove disposizioni;

tale boicottaggio colpirebbe leaziende con sede negli insediamenti israe-liani, aziende che spesso sono inveceesempio di coesistenza e collaborazionetra israeliani e palestinesi;

una di queste aziende, la Lipski (pro-duttrice di plastica) è stata fatta visitare aigiornalisti europei dal Ministro degli esteriisraeliano Tzipi Hotovely e, in tale azienda,il 60 per cento dei dipendenti è palestineseed il 40 per cento israeliano;

non risulta che la Commissione eu-ropea abbia preso provvedimenti similiverso altri territori contesi;

il pesce pescato nelle acque territo-riali del Sahara occidentale, occupato dalMarocco in sfregio ai diritti del popoloSaharawi non viene etichettato in manieraparticolare;

i prodotti provenienti dal Tibet, oc-cupato fin dalla fine degli anni ‘40 dallaCina, non ricevono un trattamento analogoa quello che sarà riservato ai prodottiprovenienti dagli insediamenti israe-liani –:

se il Governo condivida la scelta dellaCommissione europea contenuta nellanota interpretativa dell’11 novembre 2015;

con quale dicitura saranno etichettatiin Italia i prodotti provenienti dagli inse-diamenti israeliani sulle Alture del Golaned in Cisgiordania;

se il Governo intenda proporre allaCommissione l’adozione di provvedimentisimili in relazione a merci provenienti daterritori occupati da altri Stati come adesempio il Tibet ed il Sahara occidentale.

(2-01175) « Parisi, Abrignani, Borghese,Bueno, D’Alessandro, Faenzi,Galati, Merlo, Mottola, Fran-cesco Saverio Romano, Pisic-chio ».

Interrogazione a risposta in Commissione:

CRIPPA. — Al Ministro dello sviluppoeconomico, al Ministro dell’economia edelle finanze. — Per sapere – premessoche:

come previsto dalla delibera dell’Au-torità per l’energia elettrica, il gas e ilsistema idrico (AEEGSI) 84/2012/R/EEL, edalle successive modifiche apportate dalladeliberazione 243/2013/R/EEL, il gestoredei servizi energetici (GSE) sta procedendoalla sospensione dell’erogazione degli in-centivi, nonché dell’efficacia delle conven-zioni di ritiro dedicato e scambio sul postonei confronti degli impianti di produzionedi energia elettrica con potenza superiorea 6 chilowatt già connessi alla rete dibassa tensione ed entrati in esercizio alladata del 31 marzo 2012 e per gli impiantidi potenza fino a 50 chilowatt già connessialla rete di media tensione ed entrati inesercizio alla medesima data, per i quali èstato segnalato, dalle imprese distributrici

Atti Parlamentari — 31379 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

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competenti, il mancato adeguamento alleprescrizioni dell’Allegato A.70 del codicedi rete;

come riporta l’articolo pubblicato dalsito « qualenergia.it » in data 8 ottobre2015 dal titolo « Mancato adeguamentoinverter FV, scatta sospensione degli in-centivi », si tratterebbe « [...] di modifichealla taratura dell’inverter e/o installazionedi un dispositivo di interfaccia esterno. Pergli impianti più grandi i termini sonoscaduti a giugno 2014, la scadenza perquelli tra i 6 e i 20 chilowatt installati erail 30 aprile 2015, mentre quelli sotto i 6chilowatt sono esonerati dall’obbligo »;

i proprietari degli impianti sopraci-tati vedono sospesi gli incentivi, in quantorisulterebbe un mancato allineamento trai dati riportati sui portali dei distributoridi rete, inseriti precedentemente daglistessi proprietari, con quelli in possessodel GSE;

al fine di ovviare alla sospensione,secondo la procedura si dovrebbe provve-dere alla registrazione sul portale « pro-duttori » del produttore e dell’impianto inquestione, adeguare correttamente l’im-pianto alla normativa vigente e aggiornarela documentazione (in particolare, il re-golamento di esercizio);

si riporta, però, che secondo alcunesegnalazioni pervenute all’interrogante,anche quando le operazioni prima de-scritte siano state portate a termine cor-rettamente (come da conferma dello statosul portale), bisognerebbe comunque at-tendere il sopralluogo del proprio distri-butore di rete per poter vedere ripristinatigli incentivi;

tra le segnalazioni pervenute, inoltre,si evidenziano alcune riguardanti l’impos-sibilità da parte dei proprietari degli im-pianti in questione di avere informazioniin merito chiare e conclusive sia da partedel GSE che dal proprio distributore direte di riferimento;

dalle poche informazioni che i pro-prietari sopracitati sono riusciti a trarre

da distributori e GSE, sembrerebberoquantomeno numerosi i soggetti ad averdenunciato tale problema –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza della problematica in premessa;

se possano verificare e confermare,per quanto di competenza, che il conte-nuto delle segnalazioni giunte al firmata-rio corrisponda oggi al vero;

se gli operatori del call center di Enel,società a partecipazione statale, siano pre-parati e organizzati al fine di effettuare isopralluoghi necessari di cui in premessa,in tempi ragionevoli e se disponga diinformazioni circa la tempistica in meritoalla realizzazione dei suddetti sopralluo-ghi;

quali iniziative, per quanto di com-petenza, intenda intraprendere il Ministrointerrogato per evitare in futuro ulterioriscadenze massive di provvedimenti che,solitamente, si traducono in una perdita didenaro per gli operatori privati e per icittadini che hanno investito in impiantialimentati a fonti rinnovabili. (5-07078)

Interrogazione a risposta scritta:

GIORGIA MELONI. — Al Ministro dellosviluppo economico, al Ministro del lavoroe delle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

all’atto della privatizzazione di Alita-lia, circa tremila dipendenti della societàsono stati posti in cassa integrazione, inderoga a quanto disposto dall’articolo2112 del codice civile che prevede che « incaso di trasferimento d’azienda, il rap-porto di lavoro continua con il cessionarioed il lavoratore conserva tutti i diritti chene derivano »;

sin dalla nascita della Compagniaaerea italiana nel 2009 i predetti lavoratorisono stati fortemente penalizzati, postoche gli accordi sottoscritti tra Governo eparti sociali sono stati disattesi, e la ri-qualificazione professionale prevista – epiù volte richiesta dagli ex dipendenti –

Atti Parlamentari — 31380 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

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non è mai stata attivata, determinando illoro allontanamento dal mondo del lavoro;

anche la possibilità di una ricolloca-zione per chi non avesse ancora raggiuntoi requisiti pensionistici, prevista dagli ac-cordi iniziali e che si sarebbe dovutarealizzare attraverso « un apposito pro-gramma volto al reimpiego dei lavoratori »che doveva tenere conto delle loro speci-fiche professionalità, non ha mai avutoseguito;

ad oggi duemilasettecento personesono ancora in regime di mobilità, dopoche sono trascorsi dapprima quattro annidi cassa integrazione che sarebbero dovutiservire alla riqualificazione professionale,e poi sono, appunto, stati posti in mobilità,di fatto dando luogo ad un licenziamentoannunciato nel 2008 differito al 2015;

nel luglio 2014 la Compagnia aereaitaliana ha licenziato ulteriori duemiladipendenti, per la cui ricollocazione ilMinistero del lavoro e delle politiche so-ciali ha stanziato otto milioni di euro,mentre i licenziati del 2008 continuano aessere dimenticati;

con la recente acquisizione di Etihad,parte degli esuberi della Compagnia aereaitaliana ha trovato una nuova collocazionema nulla è stato previsto in favore deisoggetti ancora in mobilità a causa dellaprivatizzazione di Alitalia nel 2008, men-tre nel frattempo la cd. legge Fornero hainnovato i requisiti per accedere alla pen-sione, richiedendo un numero sempremaggiore di anni di contributi;

alcuni « top manager » di Alitaliahanno subito delle condanne, la Consob èstata chiamata in causa per non averesercitato adeguatamente i controlli dicompetenza, l’Italia è stata sottoposta aprocedure di infrazione in sede europeaper la questione Alitalia, ma la privatiz-zazione della società, fatta in assenza discelte strategiche precise e dell’elabora-zione di una nuova filosofia del trasportoaereo si è di fatto tradotta, allo statoattuale, non in una occasione di sviluppoe di crescita, ma in una ulteriore perdita

di competitività, il cui prezzo è statopagato esclusivamente dai lavoratori –:

quali urgenti iniziative di competenzail Governo intenda assumere con riferi-mento ai lavoratori di cui in premessa.

(4-11245)

Apposizione di una firmaad una interpellanza.

L’interpellanza urgente Grillo e altrin. 2-01160, pubblicata nell’allegato B airesoconti della seduta del 10 novembre2015, deve intendersi sottoscritta anchedal deputato Zolezzi.

Ritiro di documentidel sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati ritiratidai presentatori:

interrogazione a risposta scritta Maz-zoli n. 4-10311 del 10 settembre 2015;

interpellanza Carrescia n. 2-01066dell’8 settembre 2015.

Ritiro di una firma da una interpellanza.

Interpellanza urgente Grillo e altrin. 2-01160, pubblicata nell’allegato B airesoconti della seduta del 10 novembre2015 è stata ritirata la firma del deputatoD’Incà.

Trasformazione di un documentodel sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato cosìtrasformato su richiesta del presentatore:interrogazione a risposta scritta Nescin. 4-04471 dell’11 aprile 2014 in interro-gazione a risposta in commissione n. 5-07071.

Atti Parlamentari — 31381 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 NOVEMBRE 2015

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