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541. Allegato B ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO INDICE PAG. ATTI DI INDIRIZZO: Mozioni: Cicchitto .................................. 1-01087 32173 Brunetta .................................. 1-01088 32174 Palazzotto ............................... 1-01089 32176 ATTI DI CONTROLLO: Presidenza del Consiglio dei ministri. Interrogazione a risposta in Commissione: Bernini Massimiliano ............ 5-07272 32177 Interrogazioni a risposta scritta: Nesci ....................................... 4-11528 32179 Parentela ................................ 4-11532 32181 Economia e finanze. Interrogazioni a risposta immediata in Commissione: VI Commissione: Barbanti .................................. 5-07276 32182 PAG. Pesco ....................................... 5-07277 32184 Paglia ...................................... 5-07278 32185 Interrogazione a risposta in Commissione: Rizzetto ................................... 5-07275 32186 Interno. Interrogazioni a risposta scritta: D’Arienzo ................................ 4-11527 32187 Ginefra .................................... 4-11530 32188 Lavoro e politiche sociali. Interrogazione a risposta in Commissione: Taricco .................................... 5-07273 32189 Interrogazioni a risposta scritta: Nesci ....................................... 4-11529 32190 Gregori .................................... 4-11531 32191 Sviluppo economico. Interrogazione a risposta in Commissione: Minnucci ................................. 5-07274 32195 Atti Parlamentari 32171 Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA ALLEGATO B AI RESOCONTI SEDUTA DEL 21 DICEMBRE 2015 N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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541. Allegato B

ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO

I N D I C E

PAG.

ATTI DI INDIRIZZO:

Mozioni:

Cicchitto .................................. 1-01087 32173

Brunetta .................................. 1-01088 32174

Palazzotto ............................... 1-01089 32176

ATTI DI CONTROLLO:

Presidenza del Consiglio dei ministri.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Bernini Massimiliano ............ 5-07272 32177

Interrogazioni a risposta scritta:

Nesci ....................................... 4-11528 32179

Parentela ................................ 4-11532 32181

Economia e finanze.

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VI Commissione:

Barbanti .................................. 5-07276 32182

PAG.

Pesco ....................................... 5-07277 32184

Paglia ...................................... 5-07278 32185

Interrogazione a risposta in Commissione:

Rizzetto ................................... 5-07275 32186

Interno.

Interrogazioni a risposta scritta:

D’Arienzo ................................ 4-11527 32187

Ginefra .................................... 4-11530 32188

Lavoro e politiche sociali.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Taricco .................................... 5-07273 32189

Interrogazioni a risposta scritta:

Nesci ....................................... 4-11529 32190

Gregori .................................... 4-11531 32191

Sviluppo economico.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Minnucci ................................. 5-07274 32195

Atti Parlamentari — 32171 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 21 DICEMBRE 2015

N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anchele risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

PAGINA BIANCA

ATTI DI INDIRIZZO

Mozioni:

La Camera,

premesso che:

gli avvenimenti internazionali, le-gati all’offensiva terroristica del sedicenteStato islamico e alla conseguente forma-zione di una più ampia coalizione percombatterlo ed eliminare la minaccia cheporta alla stabilità dell’area e alla sicu-rezza, confermano la linea seguita dall’Ita-lia nei consessi internazionali, e in parti-colare il sostegno pieno ai partner europei,la partecipazione significativa alle azionidella coalizione anti-Daesh, la distinzionetra la necessaria collaborazione con laFederazione russa nella contrapposizioneallo Stato islamico, un’auspicata riaper-tura del dialogo strategico con la stessa eil riconoscimento dell’esistenza di un irri-solto dissenso sulla questione ucraina;

la stessa Russia non ha mai intesocollegare diplomaticamente e politica-mente le diverse questioni, non subordi-nando in alcun modo la partecipazioneallo sforzo anti-Daesh e il miglior coordi-namento cui si deve necessariamente ar-rivare in quell’area a una rimozione dellesanzioni europee per la crisi ucraina;

già con la mozione n. 1-00920 del25 giugno 2015, approvata in Assemblea, siribadiva che « la Russia costituisce unsoggetto di fondamentale importanza negliequilibri non solo europei ma globali; lerelazioni tra Italia e Russia sono storica-mente solide sul piano economico, conforti e strutturati scambi commerciali ecollaborazioni tra i rispettivi sistemi pro-duttivi; il Presidente Putin, attraverso in-terviste, viaggi e partecipazioni ad eventiinternazionali come Expo 2015, ha piùvolte recentemente dichiarato la propriavolontà di costituire per l’Occidente unpartner affidabile »;

in questo senso si è sempre mossoil Governo italiano, contribuendo a unacorretta e proficua facilitazione dei rap-porti tra Europa, Stati Uniti e Federazionerussa che ha portato: all’avvio positivo aVienna del dialogo politico tra i diversiattori della crisi siriana per porvi fine,presupposto per un più efficace contrastoa Daesh; alla recente firma a Skhirat di unaccordo per la costituzione di un Governoprovvisorio in Libia con la partecipazionedelle diverse fazioni che si contrappone-vano sul terreno; infine alla probabileconsacrazione di questi passi in avanti inseno alle Nazioni Unita con la presenta-zione di risoluzioni concordate in Consi-glio di sicurezza su Libia e Siria al fine diavere anche una ulteriore legittimazioneda parte delle Nazioni Unite per la coa-lizione internazionale che si oppone alsedicente Stato islamico;

purtroppo, permangono invece leragioni per le quali l’Unione europea hadeciso di adottare misure sanzionatorienei confronti della Russia, a seguito dellacondanna per la violazione della sovranità,dell’integrità territoriale e dell’indipen-denza dell’Ucraina, a causa dell’illegittimaannessione della Crimea, sanzioni la cuirimozione è legata alla piena e completaattuazione degli accordi di Minsk e chedovrà essere decisa con l’accordo deglialtri partner europei e d’intesa con gli StatiUniti, non potendosi dare luogo ad alcunatto unilaterale;

nonostante questa situazione, congrande equilibrio e responsabilità il Go-verno italiano ha già posto significativa-mente in seno all’Unione il tema di unattento esame dell’evoluzione della situa-zione ucraina, auspicando che la Russiacontribuisca a creare le condizioni persuperare la situazione attuale;

tale posizione è valsa una discus-sione approfondita in ambito Coreper (ilComitato dei rappresentanti permanenti) ilquale ha comunque stabilito di prorogarele sanzioni di altri sei mesi;

le sanzioni, quantunque rappresen-tino uno strumento straordinario e non

Atti Parlamentari — 32173 — Camera dei Deputati

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possano considerarsi la modalità ottimaleper la soluzione dei problemi, per i sacri-fici che impongono alle popolazioni che lesubiscono e ai Paesi che le attuano, rap-presentano tuttavia la reazione inevitabilee concordata a livello internazionale a unagrave violazione del diritto internazionalee degli accordi sottoscritti dalla stessaRussia a partire dagli accordi Helsinki del1975,

impegna il Governo:

a intensificare e rafforzare la propriaazione politico-diplomatica verso la Russiae l’Ucraina, al fine di ottenere il rispettopieno degli accordi di Minsk, il pienorispetto del diritto internazionale inUcraina, il superamento dello stato ditensione e di crisi dell’area e un’adeguatatutela dei diritti umani delle persone edelle minoranze, con particolare riguardoalle condizioni dei rifugiati in entrambi iPaesi;

a sostenere con grande convinzionel’azione dell’Unione europea e qualsiasiulteriore sforzo della comunità internazio-nale che vada nella medesima direzione e,in questo quadro, ad aprire in sede diUnione europea un confronto su possibilimisure compensative adeguate a sostenerele imprese e i sistemi di filiera più colpitidagli effetti dell’embargo russo;

a fare quanto in proprio potere peralleviare le condizioni di difficoltà che ilsettore agroalimentare italiano sta regi-strando a causa dell’embargo russo;

a rispettare le decisioni in sedeeuropea circa le sanzioni nei confrontidella Russia, riproponendo ogni necessa-rio e serio approfondimento sull’attualitàe sull’efficacia delle stesse alla luce deipassi avanti auspicati nell’implementa-zione degli accordi di Minsk e del mi-glioramento del contesto politico e didialogo, nell’auspicio che si creino –anche con il concorso dell’Italia – tutte

le condizioni per il pieno recupero delquadro di cooperazione politica ed eco-nomica con la Russia.

(1-01087) « Cicchitto, Amendola, Mon-chiero, Dellai, Locatelli, Ni-coletti, Alli ».

La Camera,

premesso che:

la terribile pagina nera scritta loscorso 13 novembre 2015 ha scosso pro-fondamente gli animi, e richiamato conforza la necessità di un nuovo approccioalla lotta al terrorismo; gli attentati diParigi, ideati e compiuti da cittadini re-golarmente residenti sul territorio euro-peo, e che all’interno dello stesso circola-vano liberamente, mostrano ancora unavolta quanto il contrasto al terrorismo nonpossa che avvenire innanzitutto a livelloeuropeo ed internazionale;

il terrorismo che attualmente mi-naccia il mondo occidentale è di matriceislamica e trova il proprio fondamentoideologico, ma anche spesso finanziario eoperativo, all’interno dell’autoproclamatosiStato islamico dell’Iraq e della Siria (Isis).L’Isis ad oggi, a seguito del vuoto di potereche si è creato nel paese dopo l’interventooccidentale contro il regime di Gheddafi,ha conquistato anche alcune città libiche,avvicinandosi sempre di più alle costeitaliane e moltiplicando le minacce all’Ita-lia e ad altri Paesi europei;

il terrorismo rappresenta una mi-naccia alla pace, alla sicurezza e allastabilità di ciascun Paese, ma soprattuttoai diritti e alla libertà dei suoi cittadini.Gli attentatori radicali islamici, che sonospesso kamikaze, sono animati dalla vo-lontà di arrecare distruzione e morte inmaniera indiscriminata, coinvolgendo ognifascia della popolazione, ogni ambiente,ogni simbolo del cosiddetto stile di vitaoccidentale. Il terrorismo è un atto crimi-nale ingiustificabile in qualsiasi circo-stanza;

malgrado le accresciute misure disicurezza a livello nazionale, europeo e

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internazionale, nonché la crescente coo-perazione tra i Paesi europei ed extraeuropei, la minaccia terroristica rimanealtissima, come gli allarmi e le operazionidi polizia che si susseguono in tutte leprincipali città europee, a cominciare daBruxelles, in cui risiedevano molti degliattentatori di Parigi, dimostrano;

inoltre, la minaccia posta dai cit-tadini europei, o comunque appartenenti aStati del mondo occidentale, radicalizzati,molti dei quali sono anche foreign fighters,ovvero si sono recati all’estero per adde-strarsi e combattere tra le fila dell’Isis, èdestinata a persistere nei prossimi anni.Per rispondere efficacemente a tale pro-blematica occorrono un approccio globalee un impegno a lungo termine;

per questo, la responsabilità dicombattere il terrorismo non può spettareai soli Stati. L’Unione europea e la comu-nità internazionale devono svolgere unruolo di primo piano, data la naturatransfrontaliera della minaccia;

la lotta contro lo Stato islamico,per essere forte e credibile, richiede lea-dership. E la leadership richiede la capa-cità e la responsabilità di prendere deci-sioni, anche quando sono difficili. Unacaratteristica che l’Europa, soprattutto sulfronte internazionale, non sembra mo-strare;

a parere dei firmatari del presenteatto l’unica decisione di politica estera diun qualche significato presa dall’Europa èstata quella di farsi del male da sola,colpendo la Federazione russa con le san-zioni. Opporsi alle sanzioni non significaacquiescenza nei confronti di quanto av-venuto in Ucraina e in Crimea, ma non eraquella la risposta in un tale momento dicrisi;

in questi mesi difficilissimi,l’Unione europea ha colpevolmente datopriorità alle questioni relative alla fron-tiera est, dimostrando cecità nel mancatocoinvolgimento della Russia quale alleatapreziosa per pacificare i Paesi del Medi-terraneo, continuando ad insistere sulle

sanzioni, controproducenti per la convi-venza pacifica e dannose per l’economia ele imprese anzitutto del nostro Paese,mostrandosi « unita » solo su questioni chehanno recato danni all’immagine, all’eco-nomia e ai rapporti dell’Europa stessa;

da ultimo, l’Alto rappresentantedell’Unione per gli affari esteri e la politicadi sicurezza, Federica Mogherini, ha infattidichiarato che l’Europa « resta unita »sulle linee guida per l’etichettatura diorigine delle merci prodotte nei territorioccupati da Israele, con l’unico risultato diottenere una netta opposizione dello stessoStato di Israele, che ha dichiarato chel’operazione « potrebbe anche avere impli-cazioni per le relazioni Israele-Unione eu-ropea, e non fa avanzare alcun processo dipace tra Israele e palestinesi »;

l’Unione europea deve rendersiprotagonista, e avviare una riflessione benpiù ampia del passato. Non limitarsi aconsiderare i soli interessi nazionali ingioco, ma cercare di ragionare comeun’entità statuale complessiva in terminiambiziosi, e con obiettivi chiari;

lo scorso 9 dicembre, in seno alCoreper, che riunisce gli ambasciatori dei28 Paesi dell’Unione europea, l’Italia avevachiesto un « dibattito politico » sul rinnovodelle sanzioni dell’Unione europea neiconfronti della Federazione russa invece diun rinnovo automatico delle stesse peraltri sei mesi. Purtroppo, però, nel dibat-tito che ne è seguito, il nostro Paese nonè stato in grado di far prevalere la lineadella cancellazione definitiva delle san-zioni, e si è deciso per il rinnovo dellestesse;

da mesi Forza Italia in Parlamentochiede al Presidente del Consiglio, MatteoRenzi, e al suo Governo di farsi promotoredi una iniziativa nel senso della cancella-zione delle sanzioni, come primo fonda-mentale passo per il disgelo e per costruirel’unità contro il terrorismo, anche alla lucedella situazione geopolitica attuale, in cuila minaccia del terrorismo islamico puòessere combattuta solo da una grandecoalizione internazionale che sotto l’egida

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dell’Onu metta insieme Europa, Cina,Paesi arabi, Federazione russa e StatiUniti, coinvolgendo, in particolare, il ruolodi questi ultimi nel favorire processi dipace nel mondo;

la responsabilità dell’Italia è anzi-tutto quella di rispettare la sua tradizio-nale attitudine ad essere un ponte di pacecon la Federazione russa, sulla scia diquanto realizzato a seguito degli accordi diPratica di Mare, nati su impulso del Pre-sidente Silvio Berlusconi, consentendo, nel2002, una partnership strategica tra Nato eFederazione russa,

impegna il Governo:

a ridiscutere nell’ambito dell’Unioneeuropea e a riconsiderare la posizionedell’Italia con riguardo alle sanzioni com-minate alla Federazione russa perché con-troproducenti per la convivenza pacifica edannose per l’economia anzitutto del no-stro Paese, e ad adoperarsi affinché questoesempio sia seguito da un numero cre-scente di Paesi, al fine di raggiungere unaccordo unanime che porti all’annulla-mento delle sanzioni in vigore contro laFederazione russa;

a rilanciare l’azione del nostro Paesee dell’intera Europa sul fronte della lottaal terrorismo e sul piano internazionale ingenerale, soprattutto con riguardo alloscenario mediterraneo e mediorientale, at-traverso una collaborazione politico-stra-tegica con la Russia, coinvolgendo anchegli Stati Uniti nella ripresa degli accordi diPratica di Mare.

(1-01088) « Brunetta, Bergamini, Giam-manco, Carfagna, Polidori,Occhiuto ».

La Camera,

premesso che:

in data 21 dicembre 2015 il Con-siglio UE ha prorogato di altri 6 mesi lesanzioni alla Russia in scadenza il 31gennaio 2016;

la decisione è stata presa in se-guito alla deliberazione del Comitato deirappresentanti permanenti (Coreper)dello scorso 18 dicembre in ragione delfatto che « gli accordi di Minsk nonverranno pienamente attuati entro il 31dicembre »;

nella stessa data, a seguito del-l’intenzione dell’Ucraina di dare attua-zione alla parte economica dell’Accordodi associazione con l’Unione europea equindi di unirsi alle sanzioni contro laFederazione Russa, il Primo ministroRusso Dmitry Medvedev ha annunciatol’introduzione dal 1° gennaio di dazi e diun embargo alimentare contro l’Ucraina,quindi per « proteggere il proprio mer-cato »;

oggi appare sempre più evidenteche la gestione della crisi e le conseguentisanzioni imposte dall’Unione europea sonostate una scelta avventata, subordinata allepolitiche espansionistiche dell’AlleanzaNord Atlantica e degli Stati Uniti d’Ame-rica, il cui costo in realtà è ricadutoesclusivamente sui popoli dei suoi Statimembri che hanno pagato un prezzo ele-vato in questi mesi;

la politica di espansione nell’estEuropa della Nato che ha portato all’ade-sione di Repubblica Ceca, Ungheria, Polo-nia (1999), Bulgaria, Estonia, Lettonia,Lituania, Romania, Slovacchia, Slovenia(2004), Albania e Croazia (2009) è stataindubbiamente un fattore scatenante dellacrisi;

tale politica, mentre da un lato haportato molti vantaggi ai membri dell’Al-leanza, indubbiamente dall’altro lato hacontribuito notevolmente a peggiorare lerelazioni internazionali con la Russia e adacuire le tensioni tra la Russia e i Paesidella NATO;

su tutte, basti citare le tensioni eminacce di intervento militare in rispostaallo scudo missilistico della Nato, portandoall’installazione di numerosi missili Iskan-der M russi lungo il confine con la Polonia ei Paesi baltici Estonia, Lettonia e Lituania;

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le stesse tensioni Nato-Russia sisono riprodotte nel conflitto siriano especificatamente nelle recenti ostilità traTurchia e Russia;

appare evidente, con queste pre-messe, che il succitato accordo di associa-zione con l’Unione europea venga vistodalla Russia come un passaggio prima opoi finalizzato all’ingresso dell’Ucrainanella Nato;

è quindi oggi quanto mai necessa-ria un’azione che tolga la Russia dal« complesso dell’accerchiamento » e che, altempo stesso, crei le basi per una politicadi vicinato dell’Unione Europea più liberadalle logiche espansionistiche della NATOanche alla luce delle nuove positive rela-zioni che intercorrono tra Stati Unitid’America e Federazione russa;

in ultimo non può ignorarsi lapresenza della Federazione Russa in Me-dio oriente e nel conflitto siriano e quindila necessità di garantire un approcciomultilaterale nella lotta agli estremismijihadisti e al terrorismo di Daesh, in cui laRussia non può essere considerato comeuno « Stato ostile »,

impegna il Governo:

a sostenere in sede europea tutte leiniziative tese alla cancellazione o in su-bordine, all’alleggerimento significativodelle sanzioni dell’Unione europea neiconfronti della Federazione russa;

ad attivarsi prontamente in sede eu-ropea al fine di garantire maggiori risorseper compensare il danno prodotto dallerestrizioni alle importazioni applicatedalla Federazione russa alle imprese, aiproduttori e ai cittadini dell’Unione euro-pea;

ad assumere iniziative per evitareogni altra precipitazione bellica della crisiucraina e quindi per garantire che non visia alcuna sovrapposizione, ruolo e par-tecipazione della Nato alla crisi ucraina,rilanciando in sede di Unione europeauna soluzione diplomatica che coinvolga

Russia e Ucraina e contribuisca a con-solidare l’accordo di Minsk del 12 feb-braio 2015.

(1-01089) « Palazzotto, Scotto, Ricciatti,Duranti, Piras, Fava, Fer-rara ».

* * *

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZADEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:

MASSIMILIANO BERNINI e GA-GNARLI. — Al Presidente del Consiglio deiministri, al Ministro dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare, al Ministrodelle politiche agricole alimentari e fore-stali. — Per sapere – premesso che:

all’articolo 26 « determinazione eduso dei richiami vivi per la caccia daappostamento » della legge regionale dellaLombardia n. 26 del 16 agosto 1993 re-cante « norme per la protezione dellafauna selvatica e per la tutela dell’equili-brio ambientale e disciplina dell’attivitàvenatoria », pubblicata nel Bollettino uffi-ciale della regione Lombardia n. 33 del 19agosto 1993, supplemento ordinario n. 1del 19 agosto 1993, comma 1, si legge:acquisito il parere dell’Istituto nazionaleper la fauna selvatica (ora confluito inISPRA), con regolamento, adottato se-condo le competenze stabilite dallo Sta-tuto, sono disciplinate, entro novantagiorni dalla data di entrata in vigore dellapresente legge, l’allevamento, la vendita ela detenzione di uccelli allevati apparte-nenti alle specie cacciabili, muniti di anel-lini inamovibili rilasciati dalle provinceanche avvalendosi di associazioni, enti edistituti ornitologici legalmente riconosciutia livello regionale, nazionale e internazio-nale, nonché il loro uso in funzione dirichiami per la caccia da appostamento;

Atti Parlamentari — 32177 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 21 DICEMBRE 2015

la legge regionale n. 26 del 1993, chein origine ammetteva la detenzione deirichiami vivi sia di cattura, sia di alleva-mento, dopo la procedura di infrazionen. 2014 del 2006 della Commissione eu-ropea nei confronti dell’Italia, è stata mo-dificata, introducendo il divieto di catturacon reti di uccelli selvatici ai fini dirichiamo e allo stato attuale prevede ladetenzione dei richiami provenienti dacattura solo se precedenti alla proceduradi infrazione e ai richiami di allevamento;

il comma 5 dell’articolo 26 dellasuddetta legge regionale vieta l’uso di ri-chiami vivi di cattura che non siano iden-tificabili mediante anello inamovibile for-nito dalla provincia, numerato secondo lenorme regionali ed apposto sul tarso diogni singolo esemplare;

il comma 5-bis del suddetto articoloal fine di garantire le condizioni rigida-mente controllate previste dall’articolo 9,paragrafo 1, lettera c) della direttiva 2009/147/CE, istituisce, presso la giunta regio-nale, la banca dati regionale dei richiamivivi di cattura e di allevamento apparte-nenti alle specie di cui all’articolo 4 dellalegge n. 157 del 1992 detenuti dai caccia-tori per la caccia da appostamento. Lagiunta ne determina, altresì, le modalità diimplementazione. Nella suddetta bancadati, nel rispetto della normativa statale inmateria di protezione dei dati personali,confluiscono:

a) i dati anagrafici relativi ai cac-ciatori che utilizzano, ai fini del prelievovenatorio, richiami vivi provenienti da cat-tura e da allevamento;

b) i dati relativi alla specie e alcodice identificativo riportato sul contras-segno inamovibile posto su ciascun esem-plare di cattura, utilizzato da ciascuno deisoggetti di cui alla lettera a), ai fini delprelievo venatorio;

il consiglio regionale della Lombardiaha approvato la legge regionale 10 novem-bre 2015, n. 38, « legge di semplificazione2015 – ambiti economico, sociale e terri-toriale » e pubblicata sul Bollettino uffi-

ciale della regione Lombardia n. 46 del 12novembre 2015 che, all’articolo 3, modificala legge regionale n. 26 del 1993, ripor-tando alla lettera f) che: « la lettera b) delcomma 5-bis dell’articolo 26 è sostituitadalla seguente: “ b) i dati relativi allaspecie e al codice identificativo riportatosul contrassegno inamovibile posto su cia-scun esemplare di cattura, utilizzato daciascuno dei soggetti di cui alla lettera a),ai fini del prelievo venatorio” »;

la suddetta legge riporta alla letterag): « dopo la lettera b) del comma 5-bisdell’articolo 26 è aggiunta la seguente:“ b-bis) le quantità di richiami di alleva-mento distinti per specie utilizzati ai finidel prelievo venatorio”. »;

è evidente come per i richiami dicattura viga l’obbligo di applicazione delcodice identificativo sul contrassegno ina-movibile, ovvero sull’anello inamovibileposto sul tarso di ciascun esemplare alle-vato e utilizzato nella caccia da apposta-mento fisso, mentre tale obbligo non sus-sista per quelli di allevamento;

anche per la stagione venatoria 2015la regione Lombardia ha richiesto i pareriall’ISPRA per la cattura di uccelli selvaticiai fini di richiamo e per il prelievo inderoga di specie protette, ricevendone unparere sfavorevole –:

se le misure, sopra indicate tali chenon siano assolutamente tracciabili i ri-chiami vivi di allevamento, non esponganol’Italia all’ennesimo inutile ed onerosocontenzioso nei confronti della Commis-sione europea per la violazione delle nor-mative, in materia di tutela e conserva-zione degli uccelli selvatici;

se il Governo non ritenga che sussi-stano i presupposti per impugnare le di-sposizioni sopracitate della legge della re-gione Lombardia n. 38 del 2015 ai sensidell’articolo 127 della Costituzione.

(5-07272)

Atti Parlamentari — 32178 — Camera dei Deputati

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Interrogazioni a risposta scritta:

NESCI. — Al Presidente del Consiglio deiministri, al Ministro della salute, al Mini-stro dell’economia e delle finanze. — Persapere – premesso che:

l’Agenzia nazionale per i servizi sa-nitari (Agenas) gode di una convenzionecon la regione Calabria, allo scopo difornire supporto tecnico nell’attuazionedel piano di rientro dal disavanzo sanita-rio regionale;

il sub-commissario per il suddettopiano, Andrea Urbani, oltre a ricopriretale incarico governativo è anche membrodel collegio dei revisori dei conti di Age-nas, come già evidenziato nell’interroga-zione a risposta scritta n. 4-07518, sotto-scritta anche da Paolo Parentela, firmata-rio di un esposto alla procura di Catan-zaro sul comportamento del medesimoUrbani, tenuto, al fine di percepire il« compenso integrativo » di cui al decretodel commissario ad acta n. 21/2010, « auna continuativa presenza » presso la sededel dipartimento regionale tutela della sa-lute;

alla procura generale della Repub-blica l’interrogante ha trasmesso, assiemeai parlamentari del Movimento 5 StelleNicola Morra e Paolo Parentela, un pro-spetto sulle presenze presso il suddettodipartimento del dottor Urbani, che, su282 giorni lavorativi, ne ha trascorsi lìsoltanto 62, e cioè il 22 per cento;

secondo quanto riportato dal giorna-lista Adriano Mollo su Il Quotidiano delSud del 16 ottobre 2015, Urbani percepi-sce dalla regione Calabria 148.606 euro,oltre oneri riflessi, in qualità di sub-commissario;

per quanto figura nel summenzionatoarticolo, Urbani percepisce ulteriori 12.549euro in qualità, per l’appunto, di membrodel collegio dei revisori dei conti di Age-nas;

il commissario Massimo Scura, in-vece, percepisce dalla regione Calabria174.831 euro annui, oltre oneri riflessi;

per inciso, nel luglio 2015 l’interro-gante ha formalmente chiesto ai direttorigenerali dei dipartimenti regionali bilancioe personale di procedere alla pubblica-zione dei riferiti emolumenti sul sito dellaregione Calabria, ad oggi mancanti, alcontrario di quanto analogamente ha fattola regione Abruzzo, come la Calabria sot-toposta a commissariamento per il rientrodal disavanzo sanitario;

l’articolo 1, comma 569, della leggen. 190 del 2014, ha previsto che « la no-mina a commissario ad acta per la pre-disposizione, l’adozione o l’attuazione delpiano di rientro dal disavanzo del settoresanitario, effettuata ai sensi dell’articolo 2,commi 79, 83 e 84, della legge 23 dicembre2009, n. 191, e successive modificazioni, èincompatibile con l’affidamento o la pro-secuzione di qualsiasi incarico istituzio-nale presso la regione soggetta a commis-sariamento. Il commissario deve possedereun curriculum che evidenzi qualificate ecomprovate professionalità ed esperienzadi gestione sanitaria anche in base airisultati in precedenza conseguiti. La di-sciplina di cui al presente comma si ap-plica alle nomine effettuate, a qualunquetitolo, successivamente alla data di entratain vigore della presente legge »;

questa modificazione normativa haaumentato i costi sopportati dalle regionisottoposte a commissariamento per l’at-tuazione del piano di rientro dal disavanzosanitario;

per la Calabria il Governo ha attesoche le suddette norme entrassero in vigoreil 1o gennaio 2015, evitando di nominarecommissario ad acta il presidente dellaregione eletto a seguito della tornata elet-torale del 23 novembre 2014, che – sino al31 dicembre 2014 – per legge dovevaessere invece nominato, come rappresen-tato in un esposto alla procura di Romadei parlamentari del Movimento 5 StelleNesci, Morra, Parentela e Dieni;

va ricordato che l’ex presidente dellaregione Calabria, Giuseppe Scopelliti, nonpercepiva compensi per il ruolo, concomi-tante, di commissario per l’attuazione del

Atti Parlamentari — 32179 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 21 DICEMBRE 2015

piano di rientro dal disavanzo sanitarioregionale e che il compenso previsto per ilsub-commissario Urbani era in prece-denza suddiviso tra il medesimo e il ge-nerale Luciano Pezzi, altro sub-commis-sario ad acta;

pertanto, sul piano dell’opportunitàpolitica i Ministri dell’economia e dellefinanze hanno consentito – di fatto rad-doppiando il compenso (pagato dalla re-gione Calabria) del dottor Urbani, rimastosub-commissario unico – un ulteriore ag-gravio di costi per la regione, ancora,purtroppo, in piano di rientro;

la regione Calabria si ritrova, tral’altro, con la rete dell’assistenza ospeda-liera da rifare, con l’assegnazione dei bu-dget privati da rivedere e con una proce-dura autorizzativa bloccata, relativa allaclinica Marrelli Hospital di Crotone;

detta vicenda, come evidenziato nel-l’interrogazione n. 4-10469 presentata dal-l’interrogante, rischia di ostacolare l’incre-mento dei livelli occupazionali in Calabria,di far sorgere nuovi contenziosi ai dannidella regione e di far proseguire l’emigra-zione sanitaria legata alle cure oncologi-che;

inoltre, nonostante i suddetti costiper gli incarichi del dottor Urbani e del-l’ingegner Scura, sopportati dalla regioneCalabria, il reparto cardiochirurgico del-l’azienda ospedaliera reggina non è statoancora attivato, a motivo del fatto che larichiamata struttura commissariale non haproceduto alla predisposizione del con-corso a primario;

a tale ultimo riguardo – a fronte diuna lunga inattività della nuovissima, ci-tata struttura cardiochirurgica, per cui lapredetta azienda ospedaliera sopporta ol-tre un milione di euro all’anno di leasing,da notizie stampa con un danno erarialedi 40 milioni di euro rilevato dalla Guar-dia di finanza – i responsabili del piano,di rientro hanno cercato per sei mesi difavorire uno specifico accordo con l’uni-versità di Catanzaro finalizzato all’attiva-zione del reparto;

secondo l’interrogante, il riferito ac-cordo è stato perseguito con modalità didubbia legittimità, scavalcando le prero-gative del vertice dirigenziale dell’aziendaospedaliera reggina e accantonando alungo la selezione pubblica del primariodel reparto;

da notizie di stampa i ricorsi controla struttura commissariale si moltiplicano,sicché codesti contenziosi si tramuterannoin ulteriori costi per la regione Calabria;

ogni giorno le testate giornalistichedella Calabria raccontano di una situa-zione di crisi della sanità, determinata dagravi ritardi nell’attuazione del piano dirientro e dall’adozione di provvedimentiche si rivelano sbagliati, inadeguati, in-completi o incongruenti;

i citati commissario e sub-commissa-rio hanno, peraltro, di fatto ignorato lesentenze del Consiglio di Stato per lariapertura degli ospedali di Praia a Mare(Cosenza) e Trebisacce (Cosenza);

per il 2015 i suddetti commissarihanno riassegnato i budget della sanitàprivata in assenza di criteri riconoscibili,come già sottolineato nell’interrogazionen. 4-09846 presentata dall’interrogante,all’uopo ricevendo specifiche contestazioniin sede di verifica ministeriale –:

se, alla luce di quanto premesso, nonritengano di assumere iniziative per revo-care gli incarichi di commissario e sub-commissario all’ingegner Scura e al dottorUrbani;

se, in relazione ai risultati qui rias-sunti, noti anche ai Ministeri « affian-canti », non ritengano di assumere inizia-tive per ridurre i compensi corrisposti pergli incarichi in questione, dimezzandonel’importo complessivo e cancellando ilcompenso integrativo per il sub-commis-sario, anche in ragione della suo ridottoimpegno presso il dipartimento regionaletutela della salute;

quali iniziative di competenza inten-dano assumere per la verifica relativaall’erogazione del compenso integrativo e

Atti Parlamentari — 32180 — Camera dei Deputati

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all’occorrenza per il suo ricupero, previstoper il sub-commissario ai sensi del succi-tato decreto n. 21/2010. (4-11528)

PARENTELA. — Al Presidente del Con-siglio dei ministri, al Ministro dello svi-luppo economico, al Ministro dell’ambientee della tutela del territorio e del mare, alMinistro della salute. — Per sapere –premesso che:

l’interrogante ha presentato 3 atti disindacato ispettivo n. 5-00116 del 14 mag-gio 2013, n. 4-09672 del 2 luglio 2015 en. 5-06308 del 8 settembre 2015, ad oggisenza risposta, evidenziando le principalicriticità collegate alla riattivazione dellacentrale termoelettrica del Mercure nelcomune di Laino Borgo (Cosenza);

nel succitato ultimo atto di sindacatoispettivo dell’interrogante si è chiesto,senza successo, che fosse garantita pienaconoscenza ai deputati della relazione deldipartimento per il coordinamento ammi-nistrativo della Presidenza del Consigliodei ministri, protocollo DICA – AC –n. 687 del 6 maggio 2015 nel quale laregione Calabria e la regione Basilicata sisono espresse a favore della riattivazionedella centrale;

l’iter autorizzativo, iniziato nel 2000,è durato oltre 10 anni, fino alla sentenzadel Consiglio di Stato del 1o agosto 2012(n. 4400/2012) che ha annullato l’autoriz-zazione della regione Calabria e azzerato,di fatto, il progetto ENEL. La regioneCalabria, tuttavia, ha indetto, senza perdertempo, una Conferenza di servizi, neltentativo di « sanare » le irregolarità cosìda riattivare la centrale ma, il 18 dicembre2013, il TAR di Catanzaro è intervenutobocciandola e bloccandone così il funzio-namento. L’udienza di merito del ricorsoproposto dall’ENEL al Consiglio di Stato,fissata per il 14 ottobre 2014, non si ètenuta, in quanto la regione Calabria hariconvocato la conferenza di servizi –nella quale il direttore dell’Ente parco haribadito la sua opposizione – ed il Re-sponsabile della Conferenza ha inviato la

documentazione del caso al Consiglio deiMinistri che ha dato parere favorevole allacentrale in data 11 giugno 2015 (Consigliodei ministri n. 67). Il decreto vincola iltutto al rispetto delle prescrizioni indicatenella Conferenza di servizi, nonché ad unaderoga, da parte delle regioni Calabria eBasilicata, circa la potenza della centrale,rispetto al piano del parco che prevede,attualmente, per le centrali a biomasse,potenze massime quasi 20 volte inferiori aquella della centrale del Mercure. Il 24novembre 2015, infine il dipartimento svi-luppo economico della regione Calabria haemanato un decreto autorizzativo ad av-viso dell’interrogante di dubbia regolaritàsotto il profilo formale e sostanziale, apartire proprio dalla mancata osservanzadi quanto contenuto nel provvedimentodel Consiglio dei ministri;

la centrale sorge nel cuore del ParcoNazionale del Pollino che dal 17 novembre2015 è entrato a far parte del patrimoniodell’Unesco oltre ad essere Zona di Pro-tezione Speciale (ZPS) dell’Unione euro-pea. L’Ente Parco del Pollino, Ente digoverno del territorio, ha dato parerenegativo alla riattivazione della centrale;

allo stato attuale, manca l’autorizza-zione AIA-VIA (iter autorizzativo mai con-cluso), sono scadute le valutazioni di in-cidenza (VI) delle regioni Calabria e Ba-silicata e manca la valutazione di Impattosulla salute (VIS) delle emissioni dellacentrale sulle popolazioni residenti richie-sta dai vertici internazionali dell’Interna-tional Society of Doctors for Environment(ISDE) e dal Presidente dell’Ordine deiMedici della Provincia di Potenza. Laquale VIS, seppur non formalmente ob-bligatoria, diversamente dalle altre ricor-date autorizzazioni, appare comunque for-temente indicata per una realistica valu-tazione dell’impatto della centrale sullepopolazioni residenti, nonché per rispon-dere concretamente al diffuso e forte al-larme sociale determinato dal progettoEnel, segnatamente tra i cittadini dei Co-muni maggiormente interessati di Viggia-nello e Rotonda;

Atti Parlamentari — 32181 — Camera dei Deputati

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l’Enel, soggetto autorizzato alla riat-tivazione della centrale, non ha provve-duto alla bonifica – disposta circa 10 annifa dalla Procura di Castrovillari – deimateriali tossici e cancerogeni illegalmenteinterrati nell’area della centrale;

permangono evidenti rischi di infil-trazioni da parte della criminalità orga-nizzata nella riattivazione della centraleavvalorate da: denunce da organi di in-formazione e associazione Libera su rischidi infiltrazioni della criminalità organiz-zata (mafia dei boschi) a seguito delleforniture di biomasse, intimidazioni de-nunciate dal sindaco di Saracena (Co-senza), minacce e aggressioni agli opposi-tori della centrale –:

come sia possibile che il Governoabbia rilasciato parere favorevole alla riat-tivazione della centrale del Mercure inmancanza dell’autorizzazione AIA-VIA edella valutazione di impatto sulla salute econ le valutazioni di incidenza delle re-gioni Calabria e Basilicata scadute;

come sia possibile che il Governoabbia espresso parere favorevole alla riat-tivazione della centrale ben sapendo chequesto andrà a compromettere l’ecosi-stema del parco nazionale del Pallino e senon ritenga opportuno intervenire affinchévenga garantito il pieno rispetto dellanormativa a tutela parco;

quali siano stati i motivi per cui nonsono stati rispettati né i vincoli sulle areeprotette a livello nazionale né le direttivedell’Unione europea riguardanti la tuteladella flora che ad avviso dell’interrogantedetermineranno, di certo, l’avvio di pro-cedure di infrazione nei confronti dell’Ita-lia con il rischio di dover sostenere i costidelle relative sanzioni pecuniarie;

se non intenda chiarire come giàrichiesto nell’atto di sindacato ispettivon. 5-06308 dell’8 settembre 2015, qualisiano i motivi per cui venga di fattonegata a deputati che ne fanno richiestala relazione del dipartimento per il coor-dinamento amministrativo della Presi-

denza del Consiglio dei ministri, proto-collo DICA – AC – n. 687 del 6 maggio2015. (4-11532)

* * *

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta immediata inCommissione:

VI Commissione:

BARBANTI. — Al Ministro dell’econo-mia e delle finanze. — Per sapere – pre-messo che:

nel 2001, l’Argentina finì in default enon fu in grado di ripagare il propriodebito, che ammontava a circa 100 mi-liardi di dollari; successivamente, si veri-ficarono i casi analoghi relativi a titoliemessi da imprese come la Cirio, Parma-lat, Giacomelli, Finmatica, Finpart, Fin-mek ed altre, con titoli emessi sottoscrittida investitori non professionali;

numerosi furono gli italiani che per-sero per questa via i propri risparmi;

la legge finanziaria per il 2006 avevaprevisto l’istituzione di un « fondo » perindennizzare i risparmiatori rimasti vit-time di frodi finanziarie, che soffrirono undanno ingiusto e non furono risarciti inprecedenza in altro modo;

fu previsto quindi che al fondo po-tessero accedere anche i risparmiatoricoinvolti nei default sopra citati;

il provvedimento della legge finanzia-ria 2006 traeva legittimazione nel conte-nuto nell’articolo 47 della Costituzione chestabilisce che: « la Repubblica tutela ilrisparmio in tutte le sue forme »;

le risorse necessarie ad alimentare ilfondo erano costituite dagli importi depo-sitati sui conti correnti e sui rap-porti bancari, definiti come « dor-mienti » ovvero, quelli inattivi da meno 10anni;

Atti Parlamentari — 32182 — Camera dei Deputati

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sin dall’inizio sorsero dubbi riguardoad alcuni aspetti tecnici che si dovevanodefinire con la successiva emanazione diregolamenti attuativi che facessero chia-rezza in ordine ai tempi, agli importi deirimborsi e alla definizione dei criteri perindividuare i risparmiatori potenzialmenteammessi al risarcimento;

il 22 febbraio 2007 il Ministro Tre-monti comunicò al Comitato interministe-riale per il credito e il risparmio che labozza del regolamento attuativo sarebbestata trasmessa entro pochi giorni allaBanca d’Italia per la sua valutazione; ilsuccessivo 5 aprile, lo stesso Tremonticomunicò il fatto che aveva richiesto alConsiglio di Stato il parere obbligatorio sultesto;

il regolamento fu poi emanato con ildecreto del Presidente della Repubblican. 116 del 2007, con il quale si specifica-rono i criteri per individuare, nell’ambitodel sistema finanziario, i conti definibilicome dormienti; rientrarono in tale cate-goria i rapporti contrattuali (depositi disomme di denaro; depositi di strumentifinanziari) in relazione ai quali non fossestata effettuata alcuna operazione o mo-vimentazione ad iniziativa del titolare delrapporto o di terzi da questo delegati peril periodo di tempo di 10 anni decorrentidalla data di loro libera disponibilità;

in seguito a ciò le banche e gli altriintermediari identificarono i suddetti rap-porti e comunicarono i relativi dati alMinistero dell’economia e delle finanze;

lo stesso regolamento sui fondi nonreclamati dai titolari o aventi diritto gia-centi nelle banche, poste e/o altri inter-mediari finanziari, denominati fondi dor-mienti, prevedeva disposizioni di attua-zione in materia di depositi dormienti;

il Ministero dell’economia e delle fi-nanze ha successivamente emanato unacircolare sulle modalità di rimborso dellesomme versate nel fondo depositi dor-mienti;

la circolare conferma gli importi de-voluti al fondo: 1) somme depositate in

conti correnti, certificati di deposito, li-bretti di risparmio eccetera, non movi-mentati dal titolare dal titolare o terziabilitati per 10 anni; 2) strumenti finan-ziari (titoli) in custodia o in amministra-zione per i quali non siano state svolteoperazioni per almeno 10 anni; 3) assegnicircolari non incassati entro il terminetriennale di prescrizione; 4) assicurazionirami vita che prevedono il pagamento diuna rendita o di un capitale al beneficia-rio, non reclamate entro due anni; 5)buoni fruttiferi postali emessi successiva-mente al 14 aprile 2001 non incassati daibeneficiari entro il termine prescrizionaledi 10 anni;

in un articolo sui fondi dormientipubblicato su « Finanza e Mercati » del 12marzo 2010, si afferma che la consistenzaresidua in quel periodo di tali fondi am-montava a 600 milioni di euro;

nella risposta all’interrogazione n. 5-02616 dell’onorevole Fluvi, resa nella se-duta della VI Commissione (Finanze) dellaCamera dei deputati dell’11 marzo 2010, ilsottosegretario pro tempore Molgora « fapresente che sulla base dei dati a dispo-sizione al 31 maggio 2009 risultano essereaffluiti presso il Fondo conti dormienti perun importo complessivo di circa un mi-liardo di euro »;

di quest’importo, circa 400 milioni dieuro sono stati destinati dal decreto-leggen. 5 del 2009, convertito, con modifica-zioni, dalla legge n. 33 del 2009, per ilfinanziamento di un fondo per interventiurgenti e indifferibili: quindi, la consi-stenza residua nel 2010 ammontava acirca 600 milioni di euro, che dovevanoessere utilizzati per soddisfare le richiestedi rimborso;

il 10 ottobre 2008, Luisa Grion su laRepubblica, affermava l’esistenza di unostop del Consiglio di Stato ad utilizzare ifondi dormienti per coprire il pacchetto diemergenza; nell’articolo si legge: « Dai pic-coli risparmiatori “traditi” dai crac Cirio eParmalat alla nascita della “social card”,dalla stabilizzazione dei precari dello

Atti Parlamentari — 32183 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 21 DICEMBRE 2015

Stato fino ai piccoli indennizzi Alitalia:tutti sono con il fiato sospeso per il nuovocolpo di scena sui « conti dormienti », ilConsiglio di Stato, infatti, bocciò il rego-lamento preparato dal Tesoro sull’utilizzodi tale risorse;

già nell’anno precedente la magistra-tura aveva manifestato alcune « perples-sità » sul caso: tutto ebbe inizio, con lalegge finanziaria, varata a fine 2005 dal-l’allora Governo Berlusconi (ma la deci-sione venne confermata poi da quelloProdi), quando si decise che i depositibancari sui quali da oltre dieci anni nonerano stati compiuti movimenti dovevanoconfluire in un fondo dal quale lo Statoavrebbe attinto per risolvere « casi parti-colari » via via individuati; stime ufficialisu quanti fondi ci fossero su tali fondidormienti non c’erano e non ci sono, male associazioni dei consumatori afferma-rono che i miliardi di euro in palio eranoa quella data oltre dieci;

nel mese di agosto di quell’anno erascaduto il termine per movimentare i contidormienti censiti dalle banche e per di-cembre era previsto appunto il trasferi-mento delle risorse al fondo; secondo ilConsiglio di Stato, però, il regolamento delTesoro che disciplinava la gestione delfondo fu dichiarato integralmente da ri-scrivere, esprimendo tale convinzione nelparere contrario, che, si ricorda è soloparzialmente vincolante;

i giudici censurarono in particolare ilruolo che la Consap, la concessionaria deiservizi assicurativi pubblici, avrebbe avutonella gestione del fondo. Secondo il rego-lamento, questa avrebbe assunto « in so-stanza tutta l’attività », mentre la leggeaffiderebbe invece mansioni di controlload un’apposita commissione « che per lasua composizione sia in grado di assicu-rare terzietà e imparzialità »;

la gestione dei « conti dormienti » fuvalutata come un affare « delicato » e lamagistratura invitò a riflettere « sull’op-portunità di una privatizzazione » di questicompiti;

dopo un lungo periodo di silenzio il9 dicembre 2015 il più importante quoti-diano economico così descrive la situa-zione: « L’Italia torna in soccorso dellevittime di truffe finanziarie. Dopo il fondoper il “risparmio tradito”, creato quasi 10anni fa dall’allora ministro Giulio Tre-monti, è ora il ministro Padoan a ripro-varci »;

« Tremonti, come si ricorderà, confi-scò 800 milioni di euro dai conti correntidormienti presso le banche per destinarlia un fondo di solidarietà per i risparmia-tori truffati: l’operazione fu accolta congrande tripudio di popolo, ma si rivelò poitroppo complessa da gestire. Il fondo sparìnel nulla e la stessa sorte toccò agli 800milioni per i truffati: come furono spesi èancora un mistero » –:

quali iniziative intenda assumere perfare luce circa l’utilizzo degli 800 milionidi euro provenienti dai fondi dormienti inmodo tale che si faccia chiarezza sullaloro destinazione in conformità a quantoprevisto dalle finalità della legge per ri-sarcire le vittime del « risparmio tradito ».

(5-07276)

PESCO, CORDA, SIBILIA, CANCEL-LERI, VILLAROSA, RUOCCO, FICO, PI-SANO e ALBERTI. — Al Ministro dell’eco-nomia e delle finanze. — Per sapere –premesso che:

dal luglio 2015 risulta che la societàdi riscossione monopolista dei tributi era-riali, Equitalia spa, invii, in modo massivo,avvisi d’intimazione di pagamento mul-tiente comprendenti tributi risalenti aglianni ‘80, ‘90 e 2000, e tra gli altri, quellirelativi alla tassa di possesso di autovet-ture (bolli auto);

tali richieste dimostrano, ad avviso de-gli interroganti, per lo più, la mancata ap-plicazione, da parte sia di Equitalia sia del-l’Agenzia delle entrate della legge n. 228 del2012, articolo 1, comma 527 e 528, nonchédel decreto ministeriale 15 giugno 2015,pubblicato in Gazzetta Ufficiale, la cosid-detta « rottamazione automatica » dellecartelle fino a euro 2.000,00;

Atti Parlamentari — 32184 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 21 DICEMBRE 2015

risulta, inoltre, agli interroganti chevari uffici dell’Agenzia delle entrate e diEquitalia non applichino il disposto del-l’articolo 1, comma 540, della legge n. 228del 2012, e, quindi, non abbiano dispostol’annullamento di diritto dei ruoli e dellecartelle in caso di mancata risposta entroil termine di 220 giorni da parte dell’entecreditore;

a parere degli interroganti, vi sonofondate ragioni per ritenere che l’accor-pamento di tributi di svariati enti impo-sitori, risalenti agli anni ‘80, ‘90 e 2000,abbondantemente prescritti o, addirittura,decaduti per tardiva iscrizione a ruolo, difatto accresca gli interessi e i compensi diriscossione della società Equitalia spa edaggravi la posizione dei contribuenti co-stretti, da un lato, a reperire le ricevute ditributi già regolarmente versati all’erariodieci, quindici o venti anni prima; dall’al-tro, a difendersi davanti alle giurisdizionitributarie e civili con molteplici defatigantie costosi ricorsi davanti a giurisdizionidiverse per ogni cartella riportata negliavvisi multiente inviati da Equitalia;

tale procedura dà luogo, a giudiziodegli interroganti, ad una nuova « tassa-zione occulta », in quanto costringe i con-tribuenti a pagare costosi contributi uni-ficati per adire le giurisdizioni, al fine dieccepire la prescrizione o decadenza deitributi degli anni ‘80, ‘90 e 2000, richiestiindebitamente ad oltre dieci anni di di-stanza dal termine ordinario, oltre adaumentare in modo gravoso il contenziosogiudiziario;

il maggiore guadagno, stabilito inpercentuale sull’ammontare del creditoesatto e a prescindere dalla spesa perl’attività esattoriale svolta, maturato sutributi spesso inesigibili in quanto decadutio prescritti, determina, a parere degliinterroganti, per Equitalia un vero aiuto diStato ed un gravissimo vulnus alle dispo-sizioni dei trattati dell’Unione europea edella Corte dei diritti dell’uomo di Stra-sburgo, in tema di ostacolo alla difesa delcontribuente e pregiudizio per l’attivitàeconomica e la proprietà;

infine, gli interroganti, ritengono chei costosi contenziosi causati da tale modusoperandi danneggino l’erario, data la pro-babile soccombenza nella maggior partedei contenziosi e la pregiudizievole dan-nosità per le imprese ed i consumatori ditali procedure di riscossione –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza del descritto modus operandi diEquitalia spa e se vi siano specifichedisposizioni ministeriali sulla gestionedelle procedure di cui all’articolo 1, commi527 e seguenti, della legge n. 228 del 2012,con particolare riferimento all’annulla-mento dei carichi iscritti a ruolo perdecorso del termine previsto dalla leggeper la definizione della procedura, nonchéin merito al trattamento dei carichi diruoli prescritti o decaduti dalla riscos-sione, e, in caso affermativo, se non ri-tenga che il comportamento descritto inpremessa, si ponga in contrasto con ledisposizioni di legge interne e comunitariee quali iniziative, per quanto di compe-tenza, intenda adottare per contrastarlo.

(5-07277)

PAGLIA. — Al Ministro dell’economia edelle finanze. — Per sapere – premessoche:

direttamente dal sito della borsa ita-liana (www.Borsaitaliana.it) fino al 23 no-vembre 2015 era possibile visionare, at-traverso una ricerca per codice ISIN, ladata di emissione, quella di scadenza esoprattutto il controvalore, alla stessadata, di tutte le obbligazioni subordinateemesse fino a quella data dalla Bancadell’Etruria e del Lazio;

la ricerca all’interno del sito è moltoagevole, in quanto è sufficiente inserireil numero di codice ISIN: nel caso delleobbligazioni subordinate emesse dallaBanca dell’Etruria e del Lazio basta-va digitare, ad esempio, i codici

Atti Parlamentari — 32185 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 21 DICEMBRE 2015

IT0004369580, IT0004281504, IT0004931405, IT0004350515, e altro ed ilsistema restituiva, per ogni titolo, un’in-tera scheda dettagliata;

da un accurato confronto di tutti isuddetti titoli emerge che, alla suddettadata, alcune di queste obbligazioni del tipoLower Tier 2, per un totale di controvalorein euro pari 342.500.000, avrebbero subitouna sensibile riduzione fino al loro azze-ramento, mentre altre del medesimo tipoLower Tier 2, per un totale di controvalorein euro pari a 44.000.000, invece nonavrebbero registrato questi effetti;

con un recentissimo e breve docu-mento diramato nei giorni scorsi dallaBanca d’Italia e con il quale la stessafornisce delle risposte alle dieci domandepiù ricorrenti tra i risparmiatori sullasorte dei titoli finanziari in caso di liqui-dazione della banca emettitrice, la stessatestualmente dichiara che: « Quando leperdite sono maggiori dell’ammontare dicapitale, riserve e altri strumenti subordi-nati, eventualmente emessi dalla banca(tecnicamente si parla di strumenti diUpper Tier 2, Additional Tier 1 e LowerTier 2), i portatori di questi ultimi nonriceverebbero alcun rimborso. »;

con le suddette dichiarazioni, lastessa Banca d’Italia sembrerebbe confer-mare, a parere dell’interrogante, che tuttele obbligazioni subordinate del tipo LowerTier 2, alcune delle quali, invece, dal sitodella borsa italiana alla data del 23 no-vembre 2015 non risultavano oggetto diriduzione, subiscano in misura indifferen-ziata una riduzione fino al loro azzera-mento –:

se sia a conoscenza di quanto espostoin premessa e se ciò trovi conferma ed, incaso affermativo, per quali ragioni alcunititoli abbiano ricevuto un trattamento difavore rispetto ad altri, se fossero frazio-nati e se sia a conoscenza dell’identitàdegli investitori che li avevano sottoscritti.

(5-07278)

Interrogazione a risposta in Commissione:

RIZZETTO. — Al Ministro dell’economiae delle finanze. — Per sapere – premessoche:

in considerazione dei gravi fatti ac-caduti con la manovra che ha visto ilsalvataggio dei quattro istituti di creditoBanca Marche, Banca Etruria, CariFer-rara, CariChieti, dove azionisti e obbliga-zionisti che hanno sottoscritto i bond su-bordinati hanno perso il loro denaro, èevidente che tra le iniziative urgenti daadottare vi è quella di vigilare sul meritodei contratti che vengono proposti e con-clusi dagli addetti bancari. Al riguardo, glistessi devono attenersi ai profili di rischioe alle norme di legge in materia affinchénon vengano sottoscritte dai clienti ope-razioni inconsapevoli;

addirittura è emerso che la politica dialcuni istituti di credito in Friuli VeneziaGiulia è quella di compiere un vero eproprio « pressing » sugli addetti che nonraggiungono il budget, costringendoli avendere i prodotti a prescindere dalleesigenze dei clienti, come riporta l’articolodel Messaggero Veneto Edizione Udine del18 dicembre 2015, dal titolo « I bancari:“Noi, costretti a piazzare azioni” ». È em-blematico il racconto di un dipendente diun istituto di credito, il quale riferisce cheun collega ha proposto al padre di 85 anni,un contratto telepass, chiaramente inade-guato vista l’età anagrafica;

tali episodi accadono in tutti gli istitutidi credito italiani, non solo in Friuli Vene-zia Giulia. Difatti, sono più di dieci anni chevengono denunciate le pressioni all’internodelle banche poiché ormai è una prassiquella di proporre prodotti preconfezionatia prescindere dal profilo cliente. I verticiaziendali impongono disposizioni sui pro-dotti, indicando gli obiettivi da raggiungeree i tempi. Se l’impiegato raggiunge il risul-tato indicato, allora è considerato valido,altrimenti è ritenuto incapace, e lo stessoviene inoltre sottoposto alla minaccia deltrasferimento. Gli obiettivi assegnati a voltesono anche oggettivamente impossibili da

Atti Parlamentari — 32186 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 21 DICEMBRE 2015

raggiungere per i dipendenti, ma questo, aquanto risulta all’interrogante, non è maistato oggetto di alcun rilievo ed esame daisoggetti preposti al controllo delle opera-zioni. È assurdo che l’80 per cento deiprodotti di una banca, viene venduto al 20per cento della clientela che non è nem-meno nelle condizioni di prendere visionedella documentazione relativa ai prodotti,che, tra l’altro, nemmeno gli addetti ailavori riuscirebbero a leggere e a com-prendere. Il cliente quindi si fida delprodotto che gli viene proposto, in estremasintesi, come « remunerativo e sicuro »dall’impiegato, nella qualità di consulentebancario. Addirittura, è emerso che allaBanca Popolare vicentina era prassi pro-porre la sottoscrizione di azioni accantoalla sottoscrizione del mutuo;

a prescindere dalle responsabilità de-gli addetti, rispetto alla loro consapevo-lezza o meno, sui prodotti venduti, è certala colpevolezza dei vertici aziendali qua-lora impongano la vendita dei prodottisolo in considerazione dei profitti anchecagionando un danno ai clienti. Al ri-guardo, si evidenzia che dei miliardi dieuro di sofferenze bancarie emerse ad oggidal sistema, l’80 per cento non è statovagliato dagli impiegati, ma approvato daiconsigli di amministrazione e delle dire-zioni generali –:

quali siano gli orientamenti del Mi-nistro interrogato rispetto ai fatti in pre-messa;

se e quali urgenti iniziative di com-petenza intenda adottare, anche sul pianonormativo, per garantire un concreto con-trollo sui prodotti proposti e vendutipresso gli istituti bancari affinché sianocorrispondenti al profilo di rischio e dun-que alle esigenze dei clienti;

se e quali iniziative di competenzaintenda adottare per contrastare la poli-tica di molti istituti di credito che impon-gono ai propri impiegati di vendere pro-dotti bancari esclusivamente ai fini pro-duttivi, senza considerare i danni chepossono essere recati ai clienti. (5-07275)

* * *

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

D’ARIENZO, DAL MORO, ROTTA eZARDINI. — Al Ministro dell’interno. —Per sapere – premesso che:

presso il comune di Castel D’Azzano– Verona – sono avvenuti i seguentiepisodi gravi e violenti di intimidazione:

nella notte tra il 10 e 11 dicembre2015 un incendio doloso ha distrutto dueauto, una fiat Bravo e un Dobló, in do-tazione alla polizia locale intercomunale alservizio dei comuni di Buttapietra, Moz-zecane, Nogarole Rocca e Vigasio, tutticomuni veronesi;

un secondo incendio, avvenuto po-chi giorni fa, ha distrutto un’altra autoprivata parcheggiata a pochi metri dallasala civica comunale;

sui muri del municipio sono ap-parse scritte minacciose nei confronti delsindaco, richiamanti alla mafia ed evocantiatti intimidatori, in particolare l’incendio.Le numerose e diverse frasi in vernicenera, oltre a deturpare il luogo, richia-mano scenari inquietanti, offensivi verso leforze dell’ordine e minacciose nei con-fronti delle istituzioni;

sul tema della sicurezza, dallastampa locale, si apprende che è già statosvolto un incontro tra responsabili dellapolizia locale, comando dei carabinieri esindaco, e un incontro tra tutte le forze dipolizia dei cinque comuni con i sindaci diCastel d’Azzano, Buttapietra e Vigasio;

gli atti in questione stanno creandoun diffuso stato di disagio e di paura trai residenti;

non sfugge che in quei comuni, perposizione geografica e dinamismo econo-mico e imprenditoriale, fatti del genereassumono un certo significato;

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l’intervento dello Stato è doverosonon solo per difendere gli amministratorilocali di fronte a questa grave minaccia,ma anche per testimoniare la forte volontàdi impedire qualsiasi tipo di deviazioneillegale nel territorio e nella sua economia;

i fatti in questione si inseriscono inun quadro già allarmante per la provinciadi Verona. Vari altri episodi sono emersida varie indagini giudiziarie e diverseinterdittive antimafia sono state emessedal prefetto di Verona;

si ritiene che i fatti debbano essereprontamente accertati in modo da fugarequanto prima possibile ogni dubbio etimore –:

quali iniziative di competenza in-tenda porre in essere per supportare leindagini in corso ed, in particolare, se nonritenga di favorire la collaborazione diunità specializzate in indagini su episodi diquesta natura;

se non ritenga di favorire il poten-ziamento, nel territorio veronese, di uo-mini e mezzi in modo da aumentare ildispositivo di contrasto;

quali altre iniziative ritenga necessa-rie per agevolare, per quanto di compe-tenza, la definizione degli accertamenti nelpiù breve tempo possibile. (4-11527)

GINEFRA. — Al Ministro dell’interno. —Per sapere – premesso che:

il quotidiano Il Fatto quotidiano, sulnumero del 4 dicembre 2015, ha pubbli-cato un articolo a firma di Silvia d’Onghiadal titolo « Stop agli scavi: c’è l’amianto.Paga chi denunciò »;

nel suddetto articolo la giornalista hariportato la notizia che nei lavori per ilterzo valico, la galleria per l’alta velocitàche dovrebbe collegare Genova a Milano enei cui cantieri diretti da Cociv, società diImpregilo e general contractor per conto diRFI, il 22 luglio 2015 sarebbe stata rilevatala presenza di amianto;

sempre nello stesso articolo si denun-cia che « il sindacato di polizia il 10 agosto(una ventina di giorni dopo la scoperta,quindi, e la sospensione delle attivitàestrattifere), ha affisso un volantino inquestura nel quale chiedeva conto al di-rigente della Digos dell’esposizione al-l’amianto del personale in servizio pressoi cantieri »;

in quel volantino – precisa la gior-nalista – « il segretario provinciale delSiap, Roberto Traverso, nel chiedere lasospensione di ogni attività lavorativa fuorie dentro il cantiere di Cravasco, definiva“preoccupante” l’atteggiamento del diri-gente, che non avrebbe informato adegua-tamente i lavoratori sul rischio e nonavrebbe predisposto “l’immediata distribu-zione dei dispositivi di protezione indivi-duale” come la legge prevede »;

dopo venti giorni di silenzio e a sole24 ore dal volantino, l’11 agosto 2015, ildirigente avrebbe convocato tutte le pat-tuglie impegnate nel monitoraggio, primatra tutte, quella di cui fa parte il quadrosindacale del Siap;

l’incontro dell’11 agosto si sarebbeconcluso, scrive la giornalista, « in malomodo: il delegato sindacale, incalzato daldirigente rispetto all’eventualità di aver“visto delle irregolarità sulle quali non miha mai relazionato” , ha perso la pazienzae gli ha mollato una rispostaccia, conti-nuando a ribadire la sola volontà di tu-telare la salute dei colleghi. Tanto è ba-stato al funzionario per muovere, a metàottobre nei confronti del dipendente (chein oltre 20 anni di servizio non era maiincappato in alcun provvedimento disci-plinare), niente di meno che la richiesta dideplorazione: cinque anni senza avanza-menti di carriera né aumenti salariali.L’anticamera della destituzione. Una mi-sura ritenuta eccessiva dalla commissionedisciplinare, che a novembre ha ridotto la“pena” a un semplice richiamo scritto »;

secondo la giornalista de Il Fatto taleincontro avrebbe visto protagonisti « da unlato un poliziotto della Digos, quadro sin-dacale del Siap; dall’altro il suo dirigente,

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che lo accusa “di non poter più svolgerecon serenità i compiti che gli sono affidati”e, dopo averne chiesto (senza esito) ladeplorazione, ora lo vuol fare trasferire »;

a metà novembre 2015, « basandosisulle relazioni di agosto e settembre, ilfunzionario ha avanzato al questore diGenova una richiesta di trasferimentod’ufficio per il suo dipendente, “in asso-luta assenza di atteggiamenti discrimina-tori o tesi a emarginarlo” , scrive nelladomanda »;

il dirigente sosterrebbe oggi di nonaver mai chiesto alle pattuglie di entrarenel cantiere;

come dimostrerebbero le foto che IlFatto ha pubblicato, i poliziotti in quelcantiere ci sarebbero invece entrati, dopoaver ottenuto caschi di protezione e giub-botti catarifrangenti non idonei a impedirele eventuali fibre d’amianto presenti nelcantiere e nel tunnel a seguito del possibilesbancamento avvenuto nell’attività di per-forazione;

a quanto consta all’interrogante, idati delle operazioni di rilevazioneamianto effettuati dall’Arpa Liguria nonsarebbero mai stati trasmessi, nonostantele richieste, dalla questura ai sindacati dipolizia richiedenti;

il questore avrebbe disposto il trasfe-rimento dalla DIGOS all’ufficio immigra-zione dell’assistente capo di P.S. Cala-brò –:

se il Ministro interrogato sia statoinformato dal questore della vicenda;

se trovi conferma quanto denunciatodal giornale Il Fatto e che riprende ladenuncia del Siap e cioè che gli agentisarebbero stati fatti entrare nel tunnel enel cantiere senza le dotazioni che in baseal principio di precauzione, avrebbero do-vuto indossare in presenza di fibre diamianto;

se non ritenga di disporre un’inda-gine amministrativa per chiarire l’acca-duto;

quali siano i motivi che hanno in-dotto l’amministrazione a disporre il tra-sferimento dalla DIGOS all’ufficio immi-grazione dell’assistente capo di P.S. cheaveva denunciato l’accaduto. (4-11530)

* * *

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

TARICCO. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali, al Ministro dellosviluppo economico. — Per sapere – pre-messo che:

il gruppo E.N.I. pare abbia deciso divendere a finanziarie estere tutto il com-parto di Versalis che comprende gli sta-bilimenti di Mantova, Ravenna, Ferrara ePorto Torres. Il centro ricerche « GreenChemistry Versalis » è la società che sioccupa per Eni della ricerca « verde »,ecocompatibile e ha, nel complesso del-l’istituto Donegani a Novara, in via Fauser,il centro di ricerche italiano;

la provincia di Novara sta vivendo unmomento di serissima preoccupazione perquanto sembra verificarsi e l’allarme èstato lanciato dalle confederazioni sinda-cali di categoria C.G.I.L.-C.I.S.L.-U.I.L. at-traverso i lavoratori del settore;

il quadro tracciato vede riflessi oc-cupazionali molto negativi, in quanto ilgruppo E.N.I. dismetterebbe così l’attivitàindustriale e, di conseguenza, verrebberoabbandonati i progetti riguardanti anchela « chimica verde »;

il Centro di ricerca Donegani dellaGreen Chemisty Versalis che opera nellacittà di Novara, è il fiore all’occhiello diquella parte della chimica che guarda alfuturo sostenibile e all’innovazione indi-spensabile per la produzione di materieecocompatibili richieste dalle necessariepolitiche ecologiche universalmente rico-nosciute. Questa peculiarità, operante damoltissimi anni sul territorio novarese,rischia di scomparire, generando nuova

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disoccupazione insieme all’impossibilità dinuovi inserimenti per i giovani che fre-quentano scuole, istituti di formazione efacoltà universitarie presenti a Novara,votate alla conoscenza e allo sviluppo dellachimica verde;

per la comunità novarese ciò rischiadi essere un’ulteriore perdita di attivitàproduttive sul territorio, già gravementecolpito dalla cessazione di molte aziendedi media e grande dimensione, con laconseguente crescita del livello di disoc-cupazione, soprattutto in soggetti di etàavanzata, fatto estremamente grave e didifficilissima soluzione;

la situazione è ulteriormente aggra-vata dal fatto che il territorio rischia diperdere attività riconosciute e apprezzatea livello internazionale, a causa di svolteindustriali indirizzate verso le politichefinanziarie;

l’annunciata decisione di collocaresul mercato la società Versalis insieme altimore che E.N.I. intenda dismettere inmaniera definitiva l’attività della chimicadi base impone alle istituzioni territorialidi farsi parte attiva per scongiurare unulteriore impoverimento del territorio: siparla, infatti, di una grave perdita anchein termini di forza lavoro, in quanto 40lavoratori rischiano di perdere il posto;

è già stato richiesto un attivo inte-ressamento alla regione e al Governo,attraverso i rappresentanti politici di zona,per tutelare un settore, quello chimico,molto colpito negli ultimi anni –:

se il Governo sia a completa cono-scenza della situazione descritta e, nelcaso, quali iniziative abbia intrapreso adoggi per allontanare il rischio di cessa-zione del comparto « ricerca e sviluppo »di un settore cruciale per i riflessi com-merciali e attuativi delle politiche a difesadell’ambiente, sempre più strategiche allaluce delle decisioni assunte a Parigi – inoccasione della cosiddetta Cop21 – e co-munque sempre più consapevolmente at-tuate a livello globale;

se il Governo non ritenga, dato l’altovalore professionale del centro di specia-lizzazione di Novara e delle ricadute sui40 lavoratori citati, che hanno già ma-nifestato la loro preoccupazione ed ildissenso all’ipotesi, con manifestazioni escioperi, di assumere con solerzia inizia-tive per evitare il rischio della perdita diun patrimonio scientifico e storico ine-stimabile, riconosciuto a livello interna-zionale, oltre al già citato impatto occu-pazionale. (5-07273)

Interrogazioni a risposta scritta:

NESCI. — Al Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali, al Ministro dell’istruzione,dell’università e della ricerca. — Per sapere– premesso che:

secondo quanto si legge in GazzettaUfficiale, nella sezione relativa ai contrattipubblici, del 29 luglio 2013, la Se.g.i. srl,con sede a Montalto Uffugo (Cosenza), inun’ati (associazione temporanea di im-prese) con la Coral Service, ha vinto unbando di gara, indetto dall’università dellaCalabria, per « servizi di pulizia delle areeinterne, esterne e delle strutture ricettive »;

stando alla documentazione relativaallo stesso bando, la suddetta società,battendo la concorrenza di altre 32 ditte,si è aggiudicata l’appalto per un importopari a 2 milioni 378 mila 381 euro;

secondo quanto riportato dalla te-stata online Quicosenza, il 16 novembre2015, i dipendenti della Se.g.i. impiegatinell’espletamento del suddetto appalto dipulizie, hanno dato vita ad un sit-in diprotesta davanti agli uffici del rettorato;

la ragione di tale manifestazione con-sisterebbe nel fatto che « l’azienda che daoltre un anno si occupa delle pulizie edella manutenzione di interni, aule, bagnie giardini pare continui a pagare i lavo-ratori in ritardo. Un problema che siripropone periodicamente mettendo in dif-ficoltà i dipendenti retribuiti con salari

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 21 DICEMBRE 2015

che variano, in base alle ore lavorative,dalle duecento alle trecentocinquanta euromensili »;

i lavoratori, in una nota, hanno pun-tato il dito, appunto, contro il « ritardocostante con cui la società Segi s.r.l che hain affidamento il servizio eroga i salari [...]Se i salari sono frutto di poche ore dilavoro ed in quanto tali già ridotti alminimo sindacale, si capisce bene cheritardo equivale a disagio sociale e diffi-coltà familiari »;

tale gravosa situazione si sta pro-traendo nei mesi, sebbene il titolare –Andrea Guccione, cugino dell’ex assessoredella giunta guidata da Mario Oliverio eattuale consigliere regionale, Carlo – ne-ghi, affermando che « abbiamo ritardi neipagamenti perché Asp e Regione non cipagano »;

dalla documentazione di gara, però, èevidente che il contratto sia stipulato traSe.g.i. e università della Calabria, nonessendoci alcun minimo riferimento néall’azienda sanitaria provinciale di Co-senza né alla regione Calabria;

preme sottolineare che, stando an-cora al resoconto giornalistico, il rettoratoha precisato che non si registrano ritardinei pagamenti alla Se.g.i.;

secondo quanto riportato ancora daQuiCosenza, sono dunque « inspiegabili iritardi dell’azienda che, a sua discrezione,sceglierebbe di volta in volta quando ero-gare gli stipendi ai propri dipendenti. Ilrettorato ha quindi convocato nei giorniscorsi Guccione per chiarire la vicenda. Aseguito dell’incontro l’azienda si è impe-gnata a retribuire i propri dipendenti,come da contratto, al 15 di ogni mese, apartire da dicembre. Qualora ciò nondovesse avvenire i sindacati hanno giàannunciato e discusso con il dirigente delrettorato Scarpelli di chiedere l’immediatarescissione dal contratto con conseguenteperdita dell’appalto da parte della Se.g.i.srl »;

ad oggi, secondo quanto risulta al-l’interrogante, nonostante i succitati impe-

gni assunti dal titolare della Se.g.i. srl, idipendenti continuano a ricevere i propristipendi in ritardo;

secondo quanto si evince, infatti, dauna nota sindacale del 16 dicembre 2015firmata da Filcams Cgil, Uiltrasporti eFisascat Cisl, « ad oggi i lavoratori nonhanno ricevuto il salario relativo al mesedi novembre già maturato », pur essendoormai a fine dicembre, in prossimità dellefeste natalizie e, dunque, dovendo riceverei dipendenti la mensilità relativa a dicem-bre stesso, più eventuale tredicesima –:

quali iniziative di competenza inten-dano assumere per salvaguardare i dirittidei lavoratori e delle loro famiglie edevitare che si determinino situazioni diforte criticità sul piano sociale. (4-11529)

GREGORI e FASSINA. — Al Ministrodel lavoro e delle politiche sociali. — Persapere – premesso che:

la vicenda lavorativa dei medici fi-scali Inps ha inizio nel 1986 in forza di undecreto attuativo (decreto ministeriale 15luglio 1986) della legge n. 638 del 11novembre 1983, cui seguirono altri cinqueprovvedimenti attuativi, compreso quelloattualmente in vigore (decreto ministerialeLavoro 8 maggio 2008) che è appuntoscaduto da più di 7 anni;

la legge n. 638 dell’11 novembre1983, nell’istituire il controllo medico do-miciliare per i lavoratori assenti per ma-lattia, individuò nelle Usl e nell’Inps gliistituti preposti e distinse le figure profes-sionali da destinare al servizio medesimo;

la medicina fiscale, emanazione dellamedicina legale, cui fa riferimento l’arti-colo 5 della legge n. 300 del 20 maggio1970, può essere attuata soltanto attra-verso i servizi ispettivi degli istituti previ-denziali competenti, i quali sono tenuti acompierli a richiesta del datore di lavoroe degli enti assicuratori;

per le Usl, furono destinati al serviziomedici dipendenti o convenzionati con ilSsn, mentre per l’Inps non fu individuatauna figura univoca;

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presso l’Inps furono così istituite listedi medici disponibili all’effettuazione delservizio (le cosiddette liste speciali) dacui l’istituto attingeva per l’assegnazioned’incarichi occasionali, con retribuzione« a notula »;

tale stato di fatto mutò radicalmentenel 1996 (decreto ministeriale 18 aprile1996). Nel 1996, i medici furono final-mente inseriti, mediante selezione per ti-toli di servizio e accademici, nella orga-nizzazione delle sedi territoriali dell’Isti-tuto nazionale della previdenza sociale eassoggettati a potere direttivo verticaliz-zato e sottoposti al coordinamento (peresempio strutturazione di orari e di di-sponibilità telefonica per improvvise esi-genze di servizio, rotazione sui festivi, ealtro) e controllo quotidiano;

è da considerarsi stabile, per i medicititolari dell’incarico, l’inserimento nellaorganizzazione delle sedi Inps (la dimo-strazione è l’attività di servizio quotidianaed ininterrotta che per molti di costoro, èiniziata, più di 20 anni fa). Tali medici,dal momento della sottoscrizione dell’ac-cettazione dell’incarico, furono (e sono)tenuti ad osservare le prescrizioni di unmansionario (« criteri per lo svolgimentodel servizio »), stilato dall’Inps, che preve-deva (e sostanzialmente prevede: a) L’ob-bligo di garantire l’esecuzione delle visiteassegnate giorno per giorno dall’istituto,secondo le esigenze di servizio, senza lagaranzia di un numero minimo di incari-chi (da cui derivò, necessariamente l’oneredi recarsi quotidianamente nei locali del-l’Istituto anche due volte al giorno); b)L’obbligo d’effettuazione delle visite, daeseguirsi nelle fasce orarie previste (10:00-12:00 e 17:00-19:00), tutti i giorni del-l’anno, compresi i festivi. Non furonogiudicati ammissibili impedimenti al ser-vizi, nell’arco della settimana o del mese,in quanto il rapporto di lavoro avrebbedovuto avere caratteristica continuativa edesclusiva (in particolare, non fu permessaalcun altra attività lavorativa con diversodatore di lavoro pubblico o privato, anchein una dimensione di collaborazione coor-dinata e continuativa), né poteva essere

oggetto di rifiuto, da parte del medicoincaricato, l’eventuale disagevole ubica-zione dei controlli da eseguire, pena lasospensione o revoca dell’incarico; c) L’ob-bligo di sottostare alla assegnazione dellevisite da effettuarsi « per fascia di reperi-bilità », messa poi in atto dalle sedi, inmodo da evitare sostanziali esenzioni dal-l’impegno in uno dei periodi temporaligiornalieri previsti (vincolo bi-quotidiano);d) L’obbligo di reperibilità, anche telefo-nica; e) L’obbligo per i medici di lista dicomunicare, con congruo anticipo, i pe-riodi di astensione dal servizio, peraltrocontingentati in un periodo di comportooltre il quale fu prevista la decadenzadall’incarico; f) L’obbligo di provvedere aimezzi necessari per raggiungere il luogofisico ove espletare la prestazione, con ilriconoscimento di un rimborso forfettario(1/5 del costo della benzina per chilome-tro);

la finalità specifica del servizio « vi-site mediche » di controllo sullo stato disalute dei lavoratori assenti dal lavoro permalattia » (di seguito Vmcd) è fondamen-talmente mirato all’abbattimento del « fe-nomeno assenteismo », accertando la sus-sistenza della condizione di malattia cer-tificata dal medico curante, tenuto contodell’onere degli istituti previdenziali, com-preso l’INPS, di corrispondere il tratta-mento economico di malattia;

dunque scopo dell’Inps nel serviziodi visite mediche di controllo domiciliari(Vmcd) non può tradursi ed essere cir-coscritta nella valutazione e quantifica-zione dell’immediato ritorno economico,che pure esiste (dall’emanazione del de-creto ministeriale 18 aprile 1996, l’ente diprevidenza nazionale ha fornito presta-zioni per il corrispettivo di ben oltre unmiliardo di giornate lavorative perse percausa di malattia, le quali sono stateoggetto di attestazione di circa duecentomilioni di certificati medici che hannoprodotto un esborso di oltre trenta mi-liardi di euro, a titolo di sostituzione delreddito per i lavoratori malati);

il fine istituzionale dell’ente Inps nelsettore « malattia » si concretizza, in ef-

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fetti, ad un estremo, nella repressionedegli abusi e, a l’altro estremo, nellapresenza dello Stato accanto a cittadini incondizioni di bisogno, attraversando econsiderando gli interessi della società,delle imprese e le esigenze di bilancioeconomico degli istituti previdenziali;

il servizio ispettivo Vmdc è svolto sulterritori, esclusivamente e quotidiana-mente dai « medici fiscali Inps » o altri-menti detti « medici di lista », quella del« medico fiscale » è dunque una figuraprofessionale che si distingue dal semplice« osservatore del fenomeno » per la capa-cità tecnica di valutare, sotto il profilomedico legale e assicurativo, lo status dimalattia attraverso la propria facoltà/po-destà di compiere, nel rispetto della di-gnità e della libertà della persona, un attomedico completo per esserne stato abili-tato dalla legge e dall’esperienza. V’è dun-que perfetta coincidenza tra i fini istitu-zionali dell’ente ed il lavoro dei medicifiscali;

ecco come la norma dettata dallalegge n. 638 dell’11 novembre 1983 di-viene, a giudizio degli interroganti, ana-cronistica e la distinzione contrattuale tramedici fiscali delle Asl e dell’Inps, artifi-ciosa. Nel 2000, il rapporto di lavoro deimedici fiscali con l’Inps muta, in parte,nuovamente, prevalentemente nella statui-zione delle incompatibilità, in forza deldecreto ministeriale del 12 ottobre del2000. Rimangono invece sostanzialmenteimmutati gli elementi d’atipicità, perma-nendo la condizione lavorativa dei profes-sionisti a metà strada tra il lavoro para-subordinato e subordinato, ma definitodall’Inps, a tutti gli effetti (previdenziale,fiscale), lavoro autonomo. Una colloca-zione lavorativa particolarmente penaliz-zante secondo gli interroganti per i medicifiscali poiché capace di minimizzare idiritti ed i vantaggi di tutte le tipologie dilavoro citate, dando luogo ad un regimespeciale, privo di garanzie e protezioni;

attualmente è in vigore il decretoministeriale 8 maggio 2008, ma da alloranumerose circolari dell’Inps hanno intro-

dotto numerosi cambiamenti in termini diespletamento del lavoro non previsti daldecreto ministeriale del 2008;

il Presidente Boeri si è soffermatosull’aspetto del passaggio dai contratti pre-cari con poca formazione, bassi salari econ bassa produttività, a quelli a tempoindeterminato che, grazie agli sgravi e alletutele crescenti, potranno interrompere ilciclo vizioso che si era creato;

il Ministro del lavoro e delle politichesociali, Giuliano Poletti, in occasione dellaFesta dell’Unità Mezzogiorno, svoltasi aPalermo ha affermato: « I contratti precarihanno avuto un tremendo effetto dalpunto di vista previdenziale, perché con-tratti precari e carriere interrotte produ-cono un problema serio “ per le pensionifuture” » e, riferendosi al contratto a tutelecrescenti introdotto dal Jobs act... « ....Chi governa questo Paese deve prenderedelle decisioni sul versante del lavorostiamo facendo delle scelte che guardanoin questa direzione e cioè che i contrattiprecari diventino contratti stabili »;

in un recente articolo apparso sullarivista La Medicina Fiscale, autorizzato dalDirettore generale dottor Massimo Cioffi,nel quale è riportata l’intervista al profes-sor Massimo Piccioni, coordinatore gene-rale del centro medico legale dell’Inps diRoma, nel corso della quale questi, hafatto varie dichiarazioni e tra le altre leseguenti: « L’Inps ha evidentemente lavo-rato bene in questa ormai trentennaleattività di medicina fiscale e si può cercaredi esportare nel settore pubblico l’espe-rienza e la competenza dei nostri medicie gli strumenti informatici del nostroente ». « Del resto, i dati indicano un altolivello di assenze nel pubblico e un nu-mero di eventi di malattia percentual-mente superiori nel pubblico rispetto aquanto accade nel settore privato ».« Quello che è certo è che l’INPS conti-nuerà ad avvalersi dei propri medici fi-scali, presenti nella lista speciale ad esau-rimento, che hanno la priorità, per legge,a svolgere le visite fiscali ». « L’INPS con isuoi medici è pronta a raccogliere questa

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sfida e ha chiesto, quindi, di avere adisposizione risorse superiori a quelle fi-nora utilizzate per le visite fiscali visto checon questa cifra il lavoro svolto non èstato soddisfacente » « si dovrà avere unaumento anche delle visite nel settoreprivato: attualmente il numero di visite aidipendenti privati è diminuito troppo equesto non potrà essere continuato »;

la riforma della Pubblica ammini-strazione prevede di porre in capo all’Inpsil controllo dello stato di malattia deidipendenti pubblici, con conseguente uni-formità degli accertamenti al fine di con-trollare al meglio l’assenteismo nel settorepubblico ed ottenere risultati più in linearispetto a quelli raggiunti nel settore pri-vato, almeno fino al 2012, « con la previ-sione del prioritario ricorso alle liste di cuiall’articolo 4, comma 10-bis, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito,con modificazioni, dalla legge 30 ottobre2013, n. 125, e successive modificazioni »,cioè avvalendosi prioritariamente dei me-dici di controllo in forza all’Inps;

è recente lo scandalo che ha coin-volto l’Inps con riguardo alle indennitàpercepite dei propri dirigenti corrispon-denti, per la grande maggioranza, ad unterzo dello stipendio complessivo. Tra l’al-tro, si fa notare che, proprio nel 2013,anno in cui l’istituto ha erogato 361 mi-lioni di euro per retribuzioni di risultato,ha contemporaneamente annullato e poiridotto del 90 per cento i controlli sullostato di malattia dei lavoratori del privato,intervenendo su un capitolo di spesa ob-bligatorio e che costava, sì all’Inps fino al2012 circa 55 milioni di euro l’anno, maricavando un corrispondente introito,sotto forma di sanzioni e altro, di più di25 milioni di euro annui;

venendo all’attualità dei controlli chel’Inps sta facendo, occorre far notare che,a quanto risulta agli interroganti, nono-stante il diritto all’indennità di malattiadecorra (inizio malattia) dal 4o giorno (iprimi 3 giorni sono di « carenza » e, seprevisto dal contratto di lavoro, verrannoindennizzati a totale carico dell’azienda) e

cessi con la scadenza della prognosi (finemalattia), capita sempre più spesso chel’istituto stabilisca di far fare controlli alterzo giorno di malattia su certificati di 4o 5 giorni di prognosi perdendo la possi-bilità di recuperare una cifra fino a quelladata in caso di assenza ingiustificata dellavoratore e al massimo recuperando inmedia 40 euro per ogni eventuale giorno diriduzione della prognosi che possa venirdecisa, con una corrispondente spesa perl’effettuazione della visita di più di 40euro. Nel caso di assenza ingiustificata aguadagnarci sarebbe, secondo gli interro-ganti, solo il datore di lavoro che sipotrebbe avvalere di un tale risultato ma-gari per licenziare il dipendente per giustacausa nel caso arrivasse a tre assenzeingiustificate;

è infine recente la pubblicazione diun nuovo bando per il reclutamento dimedici per l’effettuazione delle verifiche diinvalidità che vede, tra l’altro, precludere« ai medici fiscali » la possibilità di acce-dervi, stante tutta una serie di paletti(punteggio per specializzazioni e pubbli-cazioni scientifiche non quantificati so-prattutto per quest’ultime). Per questo finl’Inps ha trovato in passato i fondi neces-sari (esattamente corrispondenti a quantoha « risparmiato » sospendendo e poi ri-ducendo i controlli di malattia) e adesso,a quanto consta agli interroganti, mette sultavolo per questo bando 34,8 milioni dieuro per un anno per 900 medici. Tuttoquesto succede annualmente, a scadenzadel bando precedente, nonostante anchetutte le perplessità e osservazioni fattedalla Corte dei conti, che ha evidenziatoripetutamente la scarsa se non nulla va-lenza economica delle verifiche sulle in-validità –:

se il Ministro interrogato intenda va-lutare la sussistenza dei presupposti perpromuovere iniziative ispettive in meritoalle risorse umane e informatiche messe adisposizione per il sistema gestito dall’Inpsdelle visite d’ufficio, con particolare rife-rimento alla riduzione dei controlli inmerito alle visite su prognosi brevi, all’as-segnazione delle indennità di reperibilità e

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disponibilità e agli impegni presi in temadi rifinanziamento del capitolo di spesaobbligatorio delle visite di controllo sullavoro privato. (4-11531)

* * *

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:

MINNUCCI. — Al Ministro dello svi-luppo economico, al Ministro del lavoro edelle politiche sociali, al Ministro dell’eco-nomia e delle finanze. — Per sapere –premesso che:

la Uptime spa (con partecipazione del50 per cento Gepin, 30 per cento Omegae 20 per cento Dda) nasce nel 2003 da unacessione di ramo d’azienda, che vede coin-volti circa 140 lavoratori;

le attività cedute riguardano l’assi-stenza clienti dedicati Sda, la rispostatelefonica numero verde di Poste italiane el’assistenza clienti per i reclami per paccocelere 1, paccocelere 3, pacco ordinario edhelp desk Sda;

a febbraio 2015, successivamente del-l’arresto del dottor Zavaroni, presidentedella Gepin (società azionista di maggio-ranza della Uptime), è stato venduto allasocietà immobiliare « Samo » il ramo con-tact della società Uptime spa;

a seguito di questa vicenda PosteItaliane ha deciso di dismettere la parte-cipazione azionaria in Uptime spa, dete-nuta attraverso Sda, affidando a gara leattività che Uptime spa esercitava perconto di Poste Italiane;

in seguito alla preassegnazione del 25novembre 2015 Poste Italiane ha proce-duto alla spartizione delle attività, prece-dentemente gestite da Uptime in lotti, tradiverse società ad un prezzo talmentebasso (tra i 29 e 33 centesimi) da renderepraticamente impossibile il pagamento diqualsiasi lavoratore, essendo inferiore aquello previsto dal Contratto nazionale dellavoro relativo;

le conseguenze sono ricadute sui 100lavoratori Uptime i quali, pur essendodipendenti della società Sda operanti comepersonale di Poste Italiane, rischiano lachiusura del rapporto di lavoro alla finedel periodo di utilizzo degli ammortizza-tori sociali;

per questi motivi, i lavoratori stessihanno avviato sia azioni legali, sia azionidimostrative nei confronti di Poste Italianeal fine di rappresentare la grave situazionenella quale si sono trovati e di salvaguar-dare i propri diritti –:

se i Ministri interrogati siano a co-noscenza della situazione in cui versano ilavoratori della società Uptime spa equali iniziative urgenti di competenza in-tendano intraprendere al fine di garantireil diritto al lavoro per tutti i dipendenticoinvolti. (5-07274)

Atti Parlamentari — 32195 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 21 DICEMBRE 2015

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