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533. Allegato B ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO INDICE PAG. ATTI DI INDIRIZZO: Mozioni: Vargiu ..................................... 1-01075 31561 Nizzi ........................................ 1-01076 31563 Iannuzzi Cristian ................... 1-01077 31566 Guidesi .................................... 1-01078 31568 Risoluzioni in Commissione: III Commissione: Spadoni ................................... 7-00858 31569 XIII Commissione: Parentela ................................ 7-00857 31570 ATTI DI CONTROLLO: Presidenza del Consiglio dei ministri. Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento): Di Vita .................................... 2-01191 31571 Interrogazioni a risposta scritta: Fedriga .................................... 4-11326 31574 Costantino .............................. 4-11344 31574 PAG. Affari esteri e cooperazione internazionale. Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento): Airaudo ................................... 2-01188 31575 Interrogazione a risposta scritta: Sberna ..................................... 4-11327 31579 Ambiente e tutela del territorio e del mare. Interrogazioni a risposta immediata: Palese ...................................... 3-01885 31580 Zaratti ..................................... 3-01886 31582 Gigli ......................................... 3-01887 31583 Borghesi .................................. 3-01888 31584 Interrogazioni a risposta scritta: Maestri Andrea ...................... 4-11328 31585 Sorial ...................................... 4-11335 31588 Beni e attività culturali e turismo. Interrogazioni a risposta scritta: Merlo ....................................... 4-11325 31589 Gagnarli .................................. 4-11330 31589 Atti Parlamentari 31559 Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA ALLEGATO B AI RESOCONTI SEDUTA DEL 1 O DICEMBRE 2015 N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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533. Allegato B

ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO

I N D I C E

PAG.

ATTI DI INDIRIZZO:

Mozioni:

Vargiu ..................................... 1-01075 31561

Nizzi ........................................ 1-01076 31563

Iannuzzi Cristian ................... 1-01077 31566

Guidesi .................................... 1-01078 31568

Risoluzioni in Commissione:

III Commissione:

Spadoni ................................... 7-00858 31569

XIII Commissione:

Parentela ................................ 7-00857 31570

ATTI DI CONTROLLO:

Presidenza del Consiglio dei ministri.

Interpellanza urgente

(ex articolo 138-bis del regolamento):

Di Vita .................................... 2-01191 31571

Interrogazioni a risposta scritta:

Fedriga .................................... 4-11326 31574

Costantino .............................. 4-11344 31574

PAG.

Affari esteri e cooperazione internazionale.

Interpellanza urgente

(ex articolo 138-bis del regolamento):

Airaudo ................................... 2-01188 31575

Interrogazione a risposta scritta:

Sberna ..................................... 4-11327 31579

Ambiente e tutela del territorio e del mare.

Interrogazioni a risposta immediata:

Palese ...................................... 3-01885 31580

Zaratti ..................................... 3-01886 31582

Gigli ......................................... 3-01887 31583

Borghesi .................................. 3-01888 31584

Interrogazioni a risposta scritta:

Maestri Andrea ...................... 4-11328 31585

Sorial ...................................... 4-11335 31588

Beni e attività culturali e turismo.

Interrogazioni a risposta scritta:

Merlo ....................................... 4-11325 31589

Gagnarli .................................. 4-11330 31589

Atti Parlamentari — 31559 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 1ODICEMBRE 2015

N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anchele risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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PAG.

Difesa.

Interrogazione a risposta immediata:

Vito .......................................... 3-01883 31591

Interrogazione a risposta in Commissione:

Basilio ..................................... 5-07132 31591

Economia e finanze.

Interrogazione a risposta immediata:

Pesco ....................................... 3-01880 31592

Interrogazione a risposta in Commissione:

Rubinato ................................. 5-07129 31593

Giustizia.

Interpellanze urgenti

(ex articolo 138-bis del regolamento):

Mazziotti Di Celso ................ 2-01189 31594

Brunetta .................................. 2-01192 31596

Interrogazioni a risposta scritta:

Nuti ......................................... 4-11340 31598

Scotto ...................................... 4-11341 31598

Infrastrutture e trasporti.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Brescia .................................... 5-07134 31599

Interrogazioni a risposta scritta:

Nuti ......................................... 4-11339 31602

De Lorenzis ............................ 4-11343 31603

Interno.

Interpellanze urgenti

(ex articolo 138-bis del regolamento):

Galgano ................................... 2-01190 31604

Di Stefano Manlio ................ 2-01193 31606

Interrogazione a risposta immediata:

Fiano ....................................... 3-01884 31607

Interrogazione a risposta in Commissione:

Labriola .................................. 5-07133 31608

PAG.

Interrogazioni a risposta scritta:Naccarato ............................... 4-11329 31609

Zan .......................................... 4-11334 31611

De Mita .................................. 4-11338 31612

Di Maio Luigi ........................ 4-11342 31613

Istruzione, università e ricerca.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Fratoianni ............................... 5-07130 31615

Interrogazione a risposta scritta:

Bernini Massimiliano ............ 4-11332 31615

Lavoro e politiche sociali.

Interrogazioni a risposta scritta:

Borghesi .................................. 4-11323 31617

Camani .................................... 4-11333 31618

Politiche agricole alimentari e forestali.

Interrogazioni a risposta scritta:

Ricciatti .................................. 4-11324 31619

Di Battista .............................. 4-11331 31620

Salute.

Interrogazioni a risposta immediata:

Sottanelli ................................ 3-01881 31622

Lupi ......................................... 3-01882 31623

Interrogazione a risposta scritta:

Miotto ..................................... 4-11337 31624

Sviluppo economico.

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Da Villa .................................. 5-07128 31625

Covello .................................... 5-07131 31627

Interrogazione a risposta scritta:

Gallinella ................................ 4-11336 31628

Apposizione di firme ad interrogazioni ... 31629

Ritiro di documenti del sindacato ispet-tivo ............................................................ 31629

ERRATA CORRIGE ........................................ 31629

Atti Parlamentari — 31560 — Camera dei Deputati

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ATTI DI INDIRIZZO

Mozioni:

La Camera,

premesso che:

le patologie cosiddette « rare » rap-presentano una vera e propria frontiera diciviltà nell’erogazione di prestazioni diassistenza di qualità perché impegnano ilsistema sanitario a garantire un appro-priato fiancheggiamento di pazienti spesso« difficili », sia nel primo, corretto inqua-dramento diagnostico che nel successivotrattamento terapeutico;

le patologie rare rappresentano an-che una sfida di sostenibilità economicaper il nostro sistema di welfare in quantorichiedono specificità di approccio, spessotarata su pochi casi o, addirittura, sulsingolo caso;

l’aggiornamento dell’elenco dellemalattie rare è uno degli « step » più attesied impegnativi delle azioni di innovazionein programma presso il Ministero dellasalute;

le patologie rare rappresentano al-tresì una sfida per la verifica delle capa-cità di integrazione dei sistemi sanitariregionali italiani, in quanto spingono versola strutturazione di sistemi di rispostaramificati e a rete, che abbiano punti diriferimento che vanno ben oltre i tradi-zionali bacini di utenza regionali;

le patologie rare rappresentanoinoltre una scommessa che può aiutare adisegnare i primi passi di un sistema diwelfare sanitario di dimensione europea.Le più recenti direttive dell’Unione euro-pea sulla mobilità sanitaria transfronta-liera e sulla libera circolazione del pa-ziente in ambito europeo accelerano in-fatti l’esigenza di un nuovo confronto trale diverse filosofie di risposta sanitaria deiPaesi dell’Unione europea e suggerisconoforme di collaborazione immediata checonsentano la concertazione di una rispo-sta sanitaria europea adeguata, per pato-

logie che hanno numeri e frequenze cherendono assai difficile la strutturazione dicentri di eccellenza di dimensione nazio-nale;

nell’ambito delle patologie raresono ricompresi anche i « tumori rari »,che in Italia sono trattati nell’ambitodelle reti oncologiche e sono pertantoesclusi dall’elencazione classica delle« malattie rare »;

la XII Commissione (Affari sociali)della Camera dei deputati, nei mesi pre-cedenti all’estate 2015, ha svolto un’inda-gine conoscitiva sulle malattie rare, com-pendiata da un’ampia fase di audizioni,nel corso della quale sono stati sentitianche i referenti delle associazioni diriferimento per i tumori rari;

la stessa XII Commissione (Affarisociali) della Camera dei deputati ha suc-cessivamente approvato una risoluzionefinalizzata a ottenere il massimo impegnodel Governo per il decollo delle attività deinetwork europei di riferimento per lemalattie rare (ERN);

lo stesso impegno appare necessa-rio per l’attivazione delle reti europee diriferimento per i tumori rari;

analogamente alle « malattie rare »,anche i « tumori rari » sono spesso effet-tivamente « rari » se conteggiati singolar-mente, ma non lo sono affatto nel lorocomplesso, al punto di rappresentare difatto circa il 23 per cento delle comples-sive nuove diagnosi di tumore in Italia, concirca 86.000 nuovi casi l’anno;

le forme di tumore raro sono oggioltre 200, compendiate in dodici famiglie:dieci famiglie di tumori solidi dell’adulto acui si aggiungono la famiglia dei tumorirari pediatrici e quella dei tumori rariematologici;

circa 600.000 italiani convivonooggi con un « tumore raro »;

oggi in Italia, a fronte di talemassiccia presenza di patologie oncolo-

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giche « rare », sono purtroppo attive sol-tanto le due reti di riferimento del-l’AIEOP (ematologie e oncologiapediatrica) e del GINEMA (ematologiadell’adulto). È invece ancora atteso ildefinitivo decollo delle attività della Retedei tumori rari (RTR) che fin qui si èoccupata molto di sarcomi, ma sta pro-gressivamente allargando il suo interessea tutte le 10 famiglie dei tumori rarisolidi dell’adulto, che costituiscono circail 15 per cento dei nuovi casi di tumore.La Rete dei tumori rari, che pure erastata considerata un obiettivo prioritariodell’intesa Stato-regioni, non ha ancoraavuto la definitiva istituzionalizzazione edopera pertanto in regime non ufficiale,con significativi limiti organizzativi, dirisorse e di autorevolezza;

la nascita e la crescita delle reti,oltre che rappresentare un solido punto diriferimento per le esigenze del paziente,costituisce anche uno stimolo alla rela-zione e alla ricerca clinica tra « centri diriferimento » che possono mettere in co-mune esperienze e best practice, collabo-rando tra loro, scambiandosi know how econoscenze, correlando le esperienze diricerca e contribuendo alla formazionedelle risorse umane dedicate;

il ritardo nella strutturazione dellereti e nel loro potenziamento si traduce inuna riduzione di qualità della risposta alleesigenze del paziente che, spesso, nontrova i punti di riferimento indispensabiliper un approccio più sereno alla gestionedella propria patologia;

il ritardo nella strutturazione dellereti si accompagna al deficit nell’indivi-duazione dei centri di riferimento e nellavalutazione dell’appropriatezza delle cureerogate dalle singole strutture, con com-plessiva perdita di qualità della rispostaal singolo paziente, che spesso ha diffi-coltà persino ad individuare la strutturadel servizio sanitario nazionale più ido-nea a fornire risposte diagnostiche eterapeutiche di qualità al proprio pro-blema oncologico;

tale situazione di ritardo organiz-zativo è stata più volte segnalata dalleorganizzazioni che tutelano l’interesse deipazienti oncologici al punto che la Fede-razione italiana delle associazioni di vo-lontariato in oncologia (Favo), il 30 ottobre2015, ha organizzato un momento di in-contro con l’intergruppo parlamentare chesegue le malattie rare, finalizzato a sen-sibilizzare le istituzioni parlamentari allanecessità di accelerare i provvedimentiindispensabili per modificare la capacitàdi risposta del nostro servizio sanitarionazionale all’emergenti esigenze dei malatiaffetti da tumore raro;

in tale circostanza, la stessa Fede-razione italiana delle associazioni di vo-lontariato in oncologia ha ancora unavolta sottolineato la difficoltà nella repe-ribilità e nell’utilizzo dei farmaci oncolo-gici ad alto costo (Fac), conseguente aldiverso regime autorizzativo reso possibiledalla disomogeneità della normativa inmateria di disponibilità dei farmaci nelledifferenti regioni italiane;

in tale occasione, la stessa Federa-zione italiana delle associazioni di volon-tariato in oncologia ha ancora denunciatocon forza la necessità di dirimere quantoprima le difficoltà applicative del decretoministeriale dell’8 maggio 2003, che disci-plina l’uso terapeutico dei medicinali sot-toposti a sperimentazione clinica, ren-dendo possibile il cosiddetto « uso com-passionevole » dei farmaci spesso indispen-sabili a dare nuova speranza ai pazientiaffetti da tumore raro;

le difficoltà interpretative dellenorme nazionali e le differenze di ero-gazione di prestazioni e presidi nellediverse regioni italiane rendono ancorapiù urgente ed indispensabile la crea-zione di centri di riferimento per i tu-mori rari e delle reti di relazioni nazio-nali ed internazionali, finalizzate allaqualità e omogeneità delle prestazionierogate, che garantiscano nella sostanza iprincipi di equità e universalità che

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stanno alla base della legge n. 833 del1978, che ha fatto nascere il nostro si-stema sanitario nazionale,

impegna il Governo

ad inserire le iniziative di tutela deimalati oncologici rari negli obiettivi prio-ritari dell’attività del Ministero della sa-lute:

a) stabilendo tempi e metodologiaper l’individuazione e l’accreditamento deicentri nazionali di riferimento per i tu-mori oncologici rari;

b) potenziando le reti dei tumorirari già esistenti (AIEOP e GIMEMA) eistituzionalizzando e dotando di risorseadeguate la Rete dei tumori rari, giàoperativa di fatto dal 1997;

c) potenziando l’infrastrutturazioneinformatica e l’aggiornamento delle risorseumane che consenta ai centri di riferi-mento di ottimizzare le proprie capacità dicomunicazione attraverso la tecnologia,contribuendo a « spostare le informazionie le conoscenze » senza « spostare il pa-ziente »;

d) promuovendo l’integrazionedelle Reti dei tumori rari nazionali conanaloghe iniziative europee, orientate al-l’organizzazione di veri e propri network(ERN) in grado di orientare e accompa-gnare i pazienti verso le eccellenze certi-ficate di livello europeo;

e) ponendo in carico all’Agenas(Agenzia nazionale per i servizi sanitariregionali) il ruolo di promozione e dicoordinamento di tali attività di rete equello di contatto con le società scientifi-che e le associazioni di tutela dei diritti deipazienti;

f) attivando rapporti di collabora-zione e di confronto con il mondo scien-tifico e l’industria del farmaco per poten-ziare la capacità di ricerca sia in ambitoepidemiologico, che clinico favorendo tuttele attività di sperimentazione finalizzate alprogresso delle conoscenze specifiche e dinuove opportunità terapeutiche, in parti-

colare per le patologie con numeri piùbassi, meno attrattive di capitali per laricerca;

g) promuovendo, in collaborazionecon l’Agenas, con i registri tumori e con leassociazioni dei pazienti, le specifiche at-tività di sanità pubbliche rivolte alla iden-tificazione della migliore organizzazionedei servizi e dei modelli di presa in caricodei pazienti a livello individuale e fami-liare;

h) favorendo la crescita qualitativae l’omogeneizzazione dei trattamenti deipazienti affetti da tumori rari su tutto ilterritorio nazionale, anche intervenendosulle politiche del farmaco oncologico adalto costo (FAC) per facilitare l’accessoall’innovazione in modo uniforme, in tuttele regioni italiane;

i) disponendo il puntuale aggiorna-mento del decreto ministeriale dell’8 luglio2003, per garantirne l’efficacia e per di-rimere ogni dubbio di interpretazione nor-mativa che possa rendere difficoltoso l’ac-cesso dei pazienti alla sperimentazionefarmacologica di tipo « compassionevole »;

l) garantendo la piena collabora-zione con le associazioni di tutela deimalati oncologici, finalizzata alla cono-scenza e al superamento con adeguatiinterventi organizzativi, interpretativi enormativi delle difficoltà incontrate daipazienti affetti da tali gravi patologie.

(1-01075) « Vargiu, Monchiero, Vecchio,Catania, Matarrese, Dam-bruoso, Capua, Librandi,Galgano, Vezzali, MazziottiDi Celso, Rabino, D’Agostino,Sottanelli, Oliaro, Pinna ».

La Camera,

premesso che:

i tumori rari sono neoplasie che sipossono sviluppare in un numero ristrettodi persone, con il rischio che talvoltavengano impropriamente associati allemalattie rare. Rispetto agli altri tumori,

Atti Parlamentari — 31563 — Camera dei Deputati

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l’unica differenza delle patologie tumoralirare è la loro scarsa diffusione; non èsemplice individuare una definizione uni-voca, ma generalmente, viene presa a ri-ferimento la soglia incidenza utilizzatadalla Rete dei tumori rari in 6 casi su100.000 persone;

i ricercatori del progetto Rarecare(Surveillance of rare cancers in Europe)che è uno dei due progetti coordinatidall’Italia, ne hanno individuati oltre 250.I tumori rari rappresentano, purtroppo,oltre il 20 per cento di tutti i tumoridiagnosticati ogni anno nell’Unione Eu-ropea (il 23 per cento dei nuovi casi ditumore maligno diagnosticati) e riguar-dano, in questo territorio, più di 4 mi-lioni di persone. Si tratta di oltre 500mila nuove diagnosi ogni anno in Europae almeno 10 mila in Italia (dati Asso-ciazione italiana dei registri tumori –AIRTUM);

fanno parte dei tumori rari tutta lafamiglia dei tumori pediatrici, molti dellafamiglia dei tumori ematologici e alcunitumori solidi dell’adulto. Il fatto che siparli di un tumore raro non significa chesia incurabile o che le possibilità di gua-rigione siano più limitate rispetto a quelledi un tumore più comune: alcune neopla-sie rare hanno infatti percentuali di gua-rigione o di controllo della malattia supe-riori a tumori molto più diffusi;

sicuramente, la rarità di questemalattie crea una serie di problemi come,per esempio, la difficoltà di effettuare ladiagnosi o di incontrare medici veramenteesperti nella scelta e nella gestione dellaterapia e l’incertezza di medici e ricerca-tori sulle strategie di cura, legata soprat-tutto alla mancanza di studi clinici sunumeri elevati di pazienti;

la diagnosi è un momento crucialenel percorso di una persona che si con-fronta con il cancro: una diagnosi pre-coce e precisa permette, infatti, in molticasi, di affrontare la malattia con glistrumenti più adatti a sconfiggerla o atenerla sotto controllo. Nel caso dei tu-mori rari, però, la diagnosi arriva spesso

in ritardo, dopo che il paziente si èsottoposto a diverse visite o esami clinici.La ragione principale di questo ritardo èla difficoltà che incontrano i medici ariconoscere una patologia rara;

in occasione della conclusione diun’indagine conoscitiva condotta nella XIICommissione (Affari sociali) della Cameradei deputati sulle malattie rare, nel luglio2015, è stato affermato: « per quanto con-cerne specificatamente la rete dei tumorirari, essa funziona dal 1997 come colla-borazione permanente tra centri oncolo-gici distribuiti sul territorio nazionale. Nel2012 la linea progettuale n. 4 degli obiet-tivi del piano sanitario nazionale inten-deva istituzionalizzare la Rete come ri-sorsa permanente. Gli obiettivi di pianodel 2013 hanno ribadito il progetto del-l’anno precedente, prevedendo un finan-ziamento globale di euro 55.000.000 per laRete dei tumori rari e Rete delle malattierare ». Dal 2014 nel riparto del fondosanitario è venuto meno lo stanziamentodedicato e vincolato con il rischio diindebolire la Rete che faticosamente erastata creata, anche alla luce di quantoprevede il piano nazionale sulle malattierare 2013-2016 che al punto 2.2 afferma:« Al momento i tumori rari sono in granparte esclusi dall’elenco delle malattierare, allegato al decreto ministerialen. 279 del 2001, tuttavia è necessario ri-valutare tale situazione anche alla luce deirisultati delle sperimentazioni in corso, alfine di integrare modelli organizzativi eprocessi assistenziali tra le reti esistenti inanalogia a quanto avviene negli altri Paesieuropei »;

la Rete nazionale delle malattierare, che è stata istituita in Italia nel2001, prevedeva già da allora il Registronazionale delle malattie rare (Rnmr) eregolamentava l’esenzione da una serie dicosti, per le patologie inserite in unadeterminata lista, stabilita dal decretoministeriale n. 279 del 2001. La lista daallora non è stata più aggiornata. Dopol’istituzione della Rete nazionale hannofatto seguito due importanti accordi Sta-to-regioni, dopo i quali si è purtroppo

Atti Parlamentari — 31564 — Camera dei Deputati

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assistito ad un progressivo rallentamentodelle iniziative in favore dei malati con-siderati rari;

la Rete dei tumori rari è unacollaborazione permanente tra centri on-cologici su tutto il territorio nazionale,finalizzata al miglioramento dell’assi-stenza ai pazienti con tumori rari, at-traverso la condivisione a distanza di casiclinici, l’assimilazione della diagnosi e deltrattamento secondo criteri comuni, ilrazionale accesso dei pazienti alle risorsedi diagnosi e cura. Attualmente, la Reteconsidera « rare » le neoplasie con inci-denza annuale inferiore o uguale a6/100.000. Questa è peraltro una defini-zione conservativa, rispetto, in partico-lare, a quella in uso per le malattie rarein genere (basata sulla prevalenza, intesacome inferiore a 50/100.000). Ciò che èimportante, nella sostanza, è che i tumorirari sono molti, e dunque i casi, ancor-ché pochi per ogni tumore, sono nume-rosi globalmente;

il problema dei tumori rari è so-cialmente rilevante, paradossalmente pro-prio in termini quantitativi, oltre natural-mente a costituire una priorità per motivietici. Sotto il profilo etico, infatti, non ègiusto che i pazienti con tumore raroabbiano a soffrire discriminazioni dovutealla bassa incidenza della loro malattia,come invece può accadere. I tumori rari,come le malattie rare in genere, compor-tano difficoltà particolari. Le competenzecliniche sui tumori rari non sono reperibilicon facilità dalla persona malata, inquanto i centri che ne dispongono sonopochi e dispersi geograficamente. Inoltre,il trattamento dei tumori rari richiedespesso approcci multidisciplinari, e dun-que la dispersione geografica delle com-petenze risulta ancora più frequente. Difatto, i tumori rari sottendono un elevatogrado di migrazione sanitaria, all’interno everso l’esterno del Paese;

in questo senso, i costi sociali deitumori rari sono impressionanti, se ap-punto si considera la migrazione sanitaria.La migrazione sanitaria all’interno del

Paese, talora verso l’esterno, è notoria-mente un problema maggiore dell’ambitooncologico italiano, ma naturalmente essadiventa ancora più importante se si con-siderano i tumori rari;

la Rete dei tumori rari è dunqueuna collaborazione permanente tra strut-ture sanitarie con lo scopo di migliorare laqualità di cura ai pazienti con « tumoreraro »;

per migliorare la qualità di curanell’ambito dei tumori rari sono obiettiviprimari della Rete:

a) assimilare la diagnosi e il trat-tamento nei centri partecipanti secondocriteri comuni (si definisce « logico direte » il paziente il cui caso viene affron-tato nell’ambito della Rete secondo critericondivisi);

b) realizzare la condivisione adistanza di casi clinici fra i centri parte-cipanti (si definisce « virtuale di rete » ilpaziente il cui caso sia condiviso a di-stanza nell’ambito della Rete);

c) promuovere un razionale ac-cesso alle risorse di diagnosi e cura, limi-tando se e quanto possibile la migrazionedel paziente;

d) contribuire alla ricerca clinicasui tumori rari;

e) contribuire alla diffusionedella conoscenza sui tumori rari;

f) fungere da modello metodolo-gico e tecnologico per la collaborazione inrete geografica nell’ambito oncologico edelle malattie rare;

nelle scorse settimane è stata in-cardinata, presso la XII Commissione(Affari sociali) della Camera dei deputati,una proposta di legge per promuoverel’« Istituzione e la disciplina del Registronazionale e dei registri regionali dei tu-mori ». In Italia, i registri dei tumorisono nati su base volontaristica per ini-ziative spontanee di singoli clinici, epi-demiologi, patologi o operatori della sa-nità pubblica che hanno inizialmente

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portato alla costituzione di nuclei disorveglianza di dimensioni medio-piccole;

l’attività dei registri dei tumori hagià dimostrato in maniera diffusa l’utilitàdi un sistema di sorveglianza delle pato-logie oncologiche. Infatti, i registri deitumori raccolgono, valutano, organizzanoe archiviano in modo continuativo e siste-matico le informazioni più importanti sututti i casi di tumore e le relative varia-zioni territoriali e temporali attraversomisure di incidenza, sopravvivenza per idiversi casi e mortalità, fornendo così unindicatore fondamentale della qualità deiservizi diagnostici e terapeutici nei diversiterritori. I registri dei tumori sono stru-menti fondamentali per l’organizzazione ela valutazione dell’efficacia degli interventianche di prevenzione in aree o per popo-lazione ad alto rischio,

impegna il Governo:

a definire in maniera univoca qualisiano i tumori che devono essere ricono-sciuti come rari, predisponendo conse-guentemente, un prospetto aggiornato ditali patologie, nell’ambito dell’elenco dellemalattie rare;

ad individuare i centri di eccellenzaper la prevenzione, la diagnosi e la terapiadei tumori rari, con particolare riferi-mento alla loro presenza capillare sulterritorio nazionale;

a promuovere l’inserimento delle pa-tologie tumorali rare tra le 21 ERN (Eu-ropean Reference Network), che accedonoai fondi comunitari per le malattie rare eche la Commissione europea dovrà costi-tuire nel 2016;

a dare continuità alla Rete nazionaleper la prevenzione, la sorveglianza, ladiagnosi, cura e terapia delle malattie rare,inserendo in questo ambito anche i tumorirari, anche dando seguito agli accordiStato-regioni, dopo i quali si era verificatoun rallentamento delle iniziative a favoredei malati di tumore raro.

(1-01076) « Nizzi, Occhiuto ».

La Camera,

premesso che:

Ferrovie dello Stato S.p.a. è la piùimportante società operante nel trasportoferroviario italiano e per tale motivo co-stituisce una delle più grandi realtà indu-striali del Paese, con un fatturato di 8,4miliardi di euro, 70 mila dipendenti chegestiscono oltre 8 mila treni al giorno, 600milioni di passeggeri e 50 milioni di ton-nellate-merci all’anno su una rete di oltre16.700 chilometri;

le Ferrovie dello Stato S.p.a. sonostate istituite con la legge 22 aprile 1905,n. 137, assumendo a totale carico delloStato la proprietà e l’esercizio della mag-gior parte delle linee ferroviarie nazionali,fino ad allora in mano a varie societàprivate. Già nel 1945 l’azienda autonomadelle Ferrovie dello Stato, sotto il controllodel Ministero dei trasporti, dal 1o gennaio1986 fu trasformata in ente pubblico eco-nomico in applicazione della legge n. 210del 1985, che istituiva l’ente Ferrovie delloStato. Il 12 agosto 1992 l’ente fu trasfor-mato in società per azioni con partecipa-zione statale totale attraverso il Ministerodell’economia e delle finanze;

con il contratto di programma1994-2000 e con le direttive del Presidentedel Consiglio dei ministri del 30 gennaio1997 e del 18 marzo 1999 si è scelto diprocedere alla separazione delle attività digestione dell’infrastruttura da quelle digestione dei servizi di trasporto: attual-mente Ferrovie dello Stato italiane Sparappresenta una holding cui fanno caposia RFI S.p.a., la società di gestione delleinfrastrutture, che Trenitalia S.p.a., l’im-presa di trasporto, la cui separazione le-gale, amministrativa, contabile e gestionaleè garantita e vigilata dallo Stato;

le ferrovie rappresentano un benestrategico per il Paese e appare inspiega-bile la decisione del Governo di privatiz-zare una società in crescita non solo nelmercato nazionale ma anche europeosenza previa consultazione del Parlamentoche avrebbe dovuto esercitare la sua fun-

Atti Parlamentari — 31566 — Camera dei Deputati

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zione di controllo e indirizzo politico vistoche Ferrovie dello Stato italiane S.p.a. nonsolo è una società controllata dallo Stato,ma è anche un’impresa partecipata pub-blica che ha contribuito a sviluppare perl’Italia un grande progetto di mobilità e dilogistica, nel rispetto dell’ambiente, ed hadato un forte impulso alla crescita delPaese tale da rappresentare un fiore al-l’occhiello della nazione;

il 23 novembre 2015 il Ministrodelle infrastrutture e dei trasporti, Gra-ziano Delrio, ha annunciato che sarà av-viata la procedura di privatizzazione diFerrovie dello Stato italiane, specificandoche non potrà andare oltre il 40 per cento:secondo il decreto avverrà attraversoun’offerta pubblica di vendita rivolta alpubblico dei risparmiatori in Italia, inclusii dipendenti del gruppo Ferrovie delloStato, e ad investitori istituzionali italianie internazionali, e quotazione sul mercatoazionario. Come nel caso di Poste italianepotranno essere previste forme di incen-tivazione, tenuto conto anche della prassidi mercato e di precedenti operazioni diprivatizzazione, in termini di quote del-l’offerta riservate (tranche dell’offerta ri-servata e lotti minimi garantiti) e di prezzoo di modalità di finanziamento;

nella stessa occasione, il Ministrodelle infrastrutture e dei trasporti Delrioha annunciato che l’infrastruttura di reterimarrà pubblica e che la procedura cheverrà avviata terrà conto della complessitàdi gestione di Ferrovie dello Stato, dellanecessità di aumentare gli obblighi diservizio pubblico nonché il diritto di ac-cesso a tutte le società private;

la questione della separazione del-l’infrastruttura, che è inserita nel bilanciodelle Ferrovie dello Stato a un valore di 30miliardi di euro, è da sempre oggetto discontro tra l’ex presidente Messori e l’examministratore delegato Michele MarioElia. Messori, in una lettera inviata nel-l’estate 2015 al Ministro dell’economia edelle finanze, Pier Carlo Padoan, ha di-chiarato che privatizzare una parte del-l’intero gruppo senza prima scorporare le

reti e alcune controllate si tradurrebbe inuna « svendita »: lo Stato, secondo l’eco-nomista, rischia di incassare non più di 4miliardi di euro conto i 10-11 miliardi dieuro di introito potenziale. Su questaposizione si è consumata la rottura conElia, favorevole alla vendita in blocco;

effettivamente le società private cheoffrono servizi di trasporto, come Ntv,potrebbero utilizzare la rete infrastruttu-rale senza discriminazioni rispetto a Tre-nitalia, che del gruppo Ferrovie dello Statofa parte, come peraltro richiesto più voltedall’Autorità per la regolazione dei tra-sporti anche senza un vero e proprioscorporo societario di Rfi, la società chene è proprietaria, operazione che però nonconsentirebbe allo Stato gli introiti auspi-cati pur garantendo però la libera con-correnza tra i diversi operatori di tra-sporto ferroviario;

si esprime una forte contrarietàrispetto al prospettato processo di priva-tizzazione,

impegna il Governo:

a chiarire come l’annunciato progettodi privatizzazione costituisca un’opportu-nità di crescita e di sviluppo per l’interosistema del trasporto ferroviario italiano,con particolare riguardo al rispetto delprincipio di libera concorrenza, e non unamera operazione economico-finanziaria;

a presentare al Parlamento, prima diproseguire con la procedura di privatiz-zazione, una relazione che illustri in modopuntuale tutti gli aspetti e le conseguenzeindustriali, economiche, occupazionali, so-ciali e relative alla qualità del servizioderivanti dall’annunciato piano di aliena-zione del gruppo;

ad assicurare che il piano di priva-tizzazione messo in campo garantisca laproprietà pubblica della rete infrastruttu-rale a vantaggio di una completa indipen-denza e terzietà del gestore della reterispetto a tutti gli operatori ferroviari edintermodali operanti sul mercato del tra-sporto;

Atti Parlamentari — 31567 — Camera dei Deputati

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a salvaguardare il servizio pubblico ela maggioranza piena dell’azionariato delloStato;

a garantire che il piano di privatiz-zazione non determini un ulteriore dete-rioramento della qualità e dell’efficienzadel servizio erogato, e a ridiscutere, raf-forzandolo ed inasprendolo, il meccanismodi pagamento di penali a seguito di gravidisservizi;

ad adoperarsi affinché, anche a se-guito del processo di privatizzazione, siapotenziato il servizio nei confronti di di-sabili, ciclisti e trasporto intermodale;

ad investire maggiori risorse e a darepriorità al trasporto pubblico locale.

(1-01077) « Cristian Iannuzzi, Segoni, Ar-tini, Baldassarre, Bechis,Turco, Furnari, Pastorino,Brignone, Civati, AndreaMaestri, Matarrelli ».

La Camera,

premesso che:

Ferrovie dello Stato S.p.a. rivesteun ruolo di primaria importanza nel pa-norama delle aziende pubbliche, gestendoopere e servizi nel trasporto ferroviarioche vengono utilizzati quotidianamenteper lo spostamento di persone e merci sulterritorio nazionale e internazionale;

l’azienda ha un fatturato di 8,4miliardi di euro, maggiorato di 2 puntipercentuali rispetto al 2014, impiega circa70.000 dipendenti per un totale di 16.700chilometri di rete ferroviaria, di cui circa1.000 ad Alta velocità;

a fronte di questi numeri, chefanno del gruppo Ferrovie dello Statoitaliane S.p.a. una delle aziende italianepiù appetibili dal punto di vista econo-mico, l’azienda risulta comunque al dodi-cesimo posto nella classifica delle ferrovieeuropee per percorrenza media chilome-trica per abitante: i settori più problema-tici, anche perché meno redditizi, sonoquelli relativi al trasporto su intercity e

regionali, e quindi quelli a servizio deicittadini e dei tanti pendolari che utiliz-zano il treno come mezzo di trasportoprivilegiato per raggiungere le postazionidi lavoro e di studio;

nonostante l’azienda abbia usu-fruito di cospicui contributi pubblici, lastessa non ha mai realmente investito nelmigliorare la qualità dei servizi di tra-sporto ferroviario e le prestazioni gestio-nali, accumulando negli anni un gap ri-spetto alle concorrenti, il quale rappre-senta oggi un ostacolo allo sviluppo com-petitivo del settore del trasporto, sia merciche passeggeri;

il Governo ha recentemente resonota la scelta di procedere alla messa sulmercato del 40 per cento delle Ferroviedello Stato italiane dando il via ad unprocesso di privatizzazione che suscitaperplessità per la mancanza di un quadrochiaro e completo sui futuri scenari che siandrebbero a delineare, soprattutto in ter-mini di qualità del servizio offerto alpubblico;

infatti, sia Trenitalia (l’impresa ditrasporto passeggeri e merci) sia Rfi (so-cietà che si occupa della gestione dell’in-frastruttura) sono partecipate della societàpubblica Ferrovie dello Stato S.p.a. equindi sembra fondamentale che il pro-getto di privatizzazione chiarisca qualesiano gli ambiti coinvolti nella vendita, pernon incorrere nel rischio che si cedanoalla proprietà privata gli asset a maggiorredditività e rimangano in mano pubblicai rami diseconomici;

nel bilancio delle Ferrovie delloStato, l’infrastruttura ferroviaria ha unvalore di 30 miliardi di euro e questarilevanza dovrebbe essere tenuta in debitoconto nell’ambito del processo di privatiz-zazione ai fini degli introiti economici chepotrebbero derivarne e dei potenziali as-setti societari determinanti per il mante-nimento degli equilibri concorrenziali sulmercato, perché l’accesso alla rete deveessere garantito ad eque condizioni a tuttigli operatori;

Atti Parlamentari — 31568 — Camera dei Deputati

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per evitare che sia solo un’opera-zione economico-finanziaria e garantireche sia, invece, un momento di crescita esviluppo per l’intero sistema del trasportoferroviario, un’eventuale privatizzazionedeve essere accompagnata da specificheclausole a salvaguardia della qualità delservizio offerto agli utenti, soprattutto neisettori a maggior richiesta che presentanoattualmente profili di grosse criticità. A talfine, è necessario che i futuri contratti diservizio prevedano la garanzia di standardminimi nel numero e nella qualità deiservizi offerti ai cittadini e che i pro-grammi e gli accordi europei, strategici peril Paese, sul trasporto ferroviario di mercivengano salvaguardati e sostenuti nei fu-turi piani industriali;

il servizio del trasporto pubblicolocale rappresenta un servizio fondamen-tale sia sotto il profilo economico sia sottoil profilo sociale perché attraverso di essodeve essere garantita la possibilità di ef-fettuare gli spostamenti necessari per losvolgimento delle attività principali dellavita economica e sociale, assicurando co-munque un livello adeguato di prestazionisu tutto il territorio;

le privatizzazioni in Italia hannosempre diviso l’opinione pubblica per lenumerose incognite e gli interessi che nepossono scaturire, che non sempre rispon-dono a criteri di maggiore efficienza ecompetitività, sia rischiando di non appor-tare reali benefici per gli utenti sia met-tendo a rischio l’universalità di un servizioche, seppur gestito da privati, svolge unruolo di fondamentale importanza per ilpubblico,

impegna il Governo:

a rendere noti i dettagli del pro-gramma di privatizzazione che interessa larete ferroviaria italiana, chiarendo, in par-ticolare, quali siano i ricavi attesi dall’ope-razione affinché questi stessi possano es-sere impiegati a favore del trasporto pub-blico locale, garantendo che il serviziovenga svolto su tutto il territorio nazionalenel rispetto di più alti criteri di qualità ea prezzi sostenibili per i cittadini;

a tenere informato il Parlamento sul-l’evolversi della vicenda di cui in premessae sui possibili scenari che da essa nepotrebbero scaturire, chiarendo, in parti-colare, quali rami del trasporto ferroviariosaranno interessati dall’eventuale privatiz-zazione e se questa sarà accompagnata daun intervento di scorporo della rete infra-strutturale;

ad assumere iniziative per inserirenei prossimi contratti di servizio appositeclausole di impegno per l’ente gestore delservizio ferroviario atte a garantire il buonfunzionamento del servizio stesso, ancheper quanto concerne i servizi a minoreprofitto;

a far valere, in qualità di azionista diriferimento, le decisioni che interessanostrategie funzionali allo sviluppo del Paesenell’ambito dei programmi e degli accordieuropei.

(1-01078) « Guidesi, Fedriga, Allasia, Atta-guile, Borghesi, Bossi, Busin,Caparini, Giancarlo Giorgetti,Grimoldi, Invernizzi, Molteni,Gianluca Pini, Rondini, Sal-tamartini, Simonetti ».

Risoluzioni in Commissione:

La III Commissione,

premesso che:

la Repubblica islamica dell’Iran hacondannato a morte più di 500 personeper reati legati alla droga nel 2015, conmolte esecuzioni che si svolgono in pub-blico, secondo i dati raccolti dalla Onginternazionale Iran Human Rights;

il 12 ottobre 2015 il presidente ira-niano Rouhani ha difeso la pena di morteper reati di droga in un’intervista al Cor-riere della Sera, sostenendo che: « Se abolis-simo la pena di morte rafforzeremmo iltraffico di droga fino ai Paesi europei equesto sarebbe pericoloso per voi »;

l’Italia ha contribuito con più di 2milioni di euro ai programmi per la lotta

Atti Parlamentari — 31569 — Camera dei Deputati

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al narcotraffico gestiti dall’Ufficio delleNazioni unite contro la droga e il crimineche sostengono l’arresto di trafficanti didroga in Iran, tra cui più di 1 milione dieuro per l’UNODC per il « Programmaregionale per l’Afghanistan e i paesi limi-trofi 2011-2014 »;

un rapporto ufficiale dei risultatiottenuti con questo programma mostrache, l’anno successivo rispetto all’ultimocontributo italiano, il programma ha per-messo l’arresto di almeno 10 persone inpossesso di quantità di stupefacenti checomporta una condanna a morte secondola legge iraniana;

la politica dei diritti umani del-l’UNODC raccomanda che « se a seguito dirichieste di garanzie e di un interventopolitico di alto livello, le esecuzioni perreati legati alla droga continuassero,UNODC dovrebbe assumere due decisioni:un blocco temporaneo o il ritiro del so-stegno »;

il finanziamento da parte di RegnoUnito, Irlanda e Danimarca è stato unila-teralmente ritirato per le operazioniUNODC in Iran sulla base del fatto che,secondo le parole del Ministro per losviluppo danese, « le donazioni stannoportando alle esecuzioni »;

l’8 ottobre 2015 il Parlamento eu-ropeo ha votato, con 569 voti a favore e 38contrari, una risoluzione che invita gliStati membri dell’Unione europea a « riaf-fermare il principio categorico che gli aiutie l’assistenza europea, anche per i pro-grammi antidroga UNODC, non possonofacilitare le operazioni delle forze dell’or-dine che portano a condanne a morte el’esecuzione delle persone arrestate »;

nonostante questi avvertimenti,UNODC sta sollecitando donazioni dagliStati europei per nuovi programmi nazio-nali pluriennali in Iran,

impegna il Governo:

ad accogliere l’invito contenuto nellarisoluzione del Parlamento europeo;

a sostenere l’abolizione della pena dimorte per reati legati alla droga comecondizione preliminare per qualsiasiforma di assistenza finanziaria, assistenzatecnica, capacity building e altre tipologiedi sostegno per la politica antidroga;

a vincolare i futuri finanziamenti afavore dei programmi antidroga dell’Uffi-cio delle Nazioni unite contro la droga eil crimine alla capacità di quest’ultimo didimostrare in che modo i principi fonda-mentali dei suoi orientamenti in materiadi diritti umani saranno applicati nellagestione dei finanziamenti e, in partico-lare, in che modo tali finanziamenti sa-ranno congelati o ritirati qualora il Paesebeneficiario si ostini a condannare a mortechi commette reati di droga;

a confermare che non verrà finan-ziato alcun programma dell’UNODC na-zionale, regionale o internazionale per lalotta al narcotraffico che possa facilitaregli arresti per droga nei Paesi in cui siapplica la pena di morte per tali reati;

a pubblicare un resoconto annuale ditutti i precedenti contributi italiani aiprogrammi antidroga nei Paesi che appli-cano la pena di morte per reati di droga;

a sollecitare l’adozione di una riso-luzione presso l’Ufficio delle Nazioni unitecontro la droga e il crimine di Viennachiedendo la pubblicazione da parte delmedesimo UNODC di un resoconto an-nuale su come la sua politica sui dirittiumani sia stata attuata negli Stati chericevono finanziamenti programmatici.

(7-00858) « Spadoni, Manlio Di Stefano,Sibilia, Grande, Scagliusi, DiBattista, Del Grosso ».

La XIII Commissione,

premesso che:

il regolamento (CEE) n. 2568/91della Commissione dell’11 luglio 1991 re-lativo alle caratteristiche degli oli d’oliva edegli oli di sansa d’oliva nonché ai metodiad essi attinenti stabilisce i metodi di

Atti Parlamentari — 31570 — Camera dei Deputati

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valutazione di tali caratteristiche e i valorilimite degli stessi che vengono aggiornatiperiodicamente sulla base del parere degliesperti chimici e conformemente all’atti-vità svolta in sede di Consiglio oleicolointernazionale (COI);

il metodo di rilevazione della pre-senza di oli vegetali estranei negli oli dioliva di cui all’allegato XX-bis del regola-mento (CEE) n. 2568/91 non è più utiliz-zato, infatti, il Regolamento delegaton. 2015/1830 della Commissione dell’8 lu-glio 2015 ha apportato alcune modifichecon l’intento di garantire l’applicazione alivello dell’Unione delle più recenti normeinternazionali stabilite ddl COI;

nel regolamento delegato sopraci-tato, all’allegato I « caratteristiche degli olidi oliva » vengono indicati i limiti sullacomposizione degli acidi grassi stabiliticon l’intento di impedire le sofisticazionidell’olio extra vergine con altri oli vegetali;

non di rado capita che l’olio otte-nuto dalle olive prodotte dalle aziendeagricole nazionali, una volta analizzato,presenti valori non conformi all’allegato I;pertanto non è consentita la vendita come« olio di oliva » salvo che non sia miscelatocon altri oli perdendo così tutto il valoreaggiunto che gli conferiscono le informa-zioni relative alla propria storia, origine edidentità ovvero la sua tracciabilità;

quanto sopra esposto è riscontra-bile, ad esempio, per gli oli calabresiderivanti dalle cultivar maggiori come laCarolea che superano i limiti consentiti diacido eptadecenoico (0,30 punti percen-tuali) senza che tuttavia tale superamentocostituisca tentativo di sofisticazione,

impegna il Governo

ad assumere urgentemente iniziativepresso le competenti sedi comunitarie af-finché le prescrizioni recate dal regola-mento delegato n. 2015/1830 con riferi-mento alle analisi sulla composizione inacidi grassi ed i parametri di conformitàstabiliti dal Consiglio oleicolo internazio-nale non vadano ad impattare negativa-

mente sulla già precaria economia delleaziende agricole italiane che hanno volon-tariamente scelto l’assoggettamento ad unsistema di certificazione di qualità deiprodotti, ovvero la tracciabilità.

(7-00857) « Parentela, Benedetti, Massimi-liano Bernini, Gagnarli, Gal-linella, L’Abbate, Lupo, Nesci,Dieni ».

* * *

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZADEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente(ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare ilPresidente del Consiglio dei ministri, persapere – premesso che:

l’UNAR, Ufficio nazionale antidiscri-minazioni razziali, è un organismo deldipartimento per le pari opportunità dellaPresidenza del Consiglio dei ministri chevigila, in attuazione della normativa euro-pea, sull’operatività degli strumenti di tu-tela vigenti contro le discriminazioni e checontribuisce a rimuovere le discrimina-zioni svolgendo, più in particolare, la fun-zione di garantire, in piena autonomia digiudizio e in condizioni di imparzialità,l’effettività del principio di parità di trat-tamento fra le persone ai sensi dell’arti-colo 7, comma 2, del decreto legislativo 9luglio 2003, n. 215, di recepimento delladirettiva comunitaria n. 2000/43 CE, e deldecreto del Presidente del Consiglio deiministri dell’11 dicembre 2003;

l’FSE è uno dei cinque fondi strut-turali e di investimento europei (ESIF).Tali fondi rappresentano la principalefonte di investimenti a livello unionale peraiutare gli Stati membri a ripristinare eincrementare la crescita garantendo al

Atti Parlamentari — 31571 — Camera dei Deputati

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contempo uno sviluppo inclusivo per unaforte coesione del tessuto sociale, in lineacon gli obiettivi di Europa 2020;

da fonti stampa del 20 novembre2015 – il riferimento è all’articolo onlinepubblicato da L’Espresso dal titolo « Pariopportunità, ritardo sulle nomine. E ifondi europei sono bloccati » – gli inter-pellanti hanno appreso che l’Unar sarebbeprivo dell’organo direttivo dallo scorsosettembre in conseguenza della polemicainnescata dalla parlamentare Giorgia Me-loni;

difatti – come verificabile dalla se-zione web trasparenza del Governo – allascadenza del triennio, il dirigente prepostoMarco De Giorgi non è stato confermatonella direzione dell’ufficio. Così da più didue mesi – si legge – la nomina delsuccessore non sarebbe ancora arrivata.La pagina del sito istituzionale dove c’erail curriculum di De Giorgi – proseguel’articolo – dice solo « in aggiornamento ».Da palazzo Chigi farebbero sapere che èstata avviata la procedura di interpello, lacall interna destinata ai dirigenti chehanno i titoli. Lo stesso De Giorgi pareabbia presentato la candidatura;

L’Espresso riferisce altresì dell’ulte-riore mancanza di 15 esperti incaricatialla cura di progetti europei e di moltedelle attività dell’UNAR. La cosa chepreoccupa maggiormente è il depotenzia-mento dell’ufficio poiché l’assenza di que-st’ultimi potrebbe compromettere le rego-lari procedure di finanziamento di circa50 milioni di euro di fondi comunitari,una porzione dei fondi che l’Europa stan-zia per l’Italia attraverso il fondo specialeeuropeo, fondi – si legge – per cui l’Italiasarebbe in ritardo e a cui quindi, almenoin parte, potrebbe finire col rinunciare,essendo pari a zero la spesa per 2014 e2015 a valere sul Pon inclusione sociale;

in merito palazzo Chigi avrebbe fattosapere che l’incarico dei 15 esperti è giàcessato nel giugno 2015;

il 2015 è il primo anno in cui in-spiegabilmente non si fa luogo, nel mese di

ottobre, alla consueta settimana contro lediscriminazioni nelle scuole così comeprevista dal Protocollo con il Ministerodell’istruzione, dell’università e della ri-cerca del 30 gennaio 2013;

nel complesso dei fondi europei perla programmazione del settennato prece-dente – la cui rendicontazione scade adicembre – l’Italia ad oggi si starebbepreparando a restituire circa 6 miliardi dieuro, rende noto l’approfondimento deL’Espresso;

come se non bastasse recentementela deputata Giovanna Martelli si è dimessadall’incarico di consigliere per le pariopportunità del Governo;

a rischio, dunque, potrebbe esserenon solo il pieno corretto funzionamentodell’Unar, ma dell’intero dipartimento perle pari opportunità;

in più occasioni la Commissione delConsiglio d’Europa contro il razzismo el’intolleranza (ECRI), in merito alla strut-tura dell’UNAR, ha chiesto al Governoitaliano « un ulteriore rafforzamento sia intermini di risorse umane e finanziarie, cheda punto di vista giuridico, prevedendonel’ampliamento formale dell’operatività atutti gli altri ambiti discriminatori e l’in-nalzamento del livello di autonomia finan-ziaria ed amministrativa »;

in merito gli interpellanti reputanonecessario che il Governo intervenga ur-gentemente in merito, in particolare alfine ultimo di conseguire l’allocazione delsuddetto finanziamento europeo di 50 mi-lioni di euro – cifra non certo da disper-dere – destinato alla realizzazione di pro-getti che mirerebbero ad esempio all’in-clusione sociale, all’occupazione e al con-trasto delle discriminazioni delleminoranze, dai rom alle vittime di tratta,dalle discriminazioni per l’orientamentosessuale alle vittime di omotransfobia;

per quei fondi, rivela tuttaviaL’Espresso, mancherebbero ancora la con-venzione con cui l’autorità di gestione, ilministero del lavoro e delle politiche so-

Atti Parlamentari — 31572 — Camera dei Deputati

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ciali, dovrebbe incaricare della correttaspesa il dipartimento delle pari opportu-nità per il ciclo in corso 2014-2020;

l’articolo non lesina di denunciare inconclusione anche la vacatio di un nuovocapo dell’intero dipartimento delle pariopportunità di palazzo Chigi. Risulterebbescaduto, infatti, l’interim assegnato alladirettrice del dipartimento per le politichedella famiglia Ermenegilda Siniscalchi;

nell’attuale delicato momento storico,in cui la tensione sociale tra etnie eculture diverse, percepite perfino comeuna minaccia per la sicurezza nazionale, èmessa a dura prova soprattutto dopo lestragi terroristiche dei giorni appena tra-scorsi, è necessario che le diverse confes-sioni religiose esprimano invece con ancorpiù voce i valori di pace e di rispetto perla persona che sono propri di ciascunafede;

in tale ottica l’Unar si trova oggi piùche mai in prima linea nel dover far frontealla richiesta sociale di favorire l’integra-zione razziale attraverso ogni iniziativa,quale ad esempio l’alfabetizzazione reli-giosa e il dialogo interreligioso e culturale,utile ad evitare una strumentalizzazionedella religione e del sentimento religiosodegli uomini e delle donne in Italia;

il Dipartimento per le pari opportu-nità ha il compito di prendere in carico lesituazioni di disagio sociale e di indivi-duare e fornire gli strumenti adatti alsuperamento degli ostacoli che impedi-scono il conseguimento di uguaglianza edequità sociale;

sovente la prima firmataria del pre-sente atto si è trovata nel corso dellalegislatura ad affrontare questioni ine-renti alle pari opportunità e a presentarenumerosi atti parlamentari in merito, apartire da una risoluzione che, anzitutto,si proponeva di impegnare il Governo, giàin tempi non sospetti, a proporre lanomina di un nuovo Ministro per le pariopportunità; in particolare la risoluzionein commissione 7-00147 del 29 ottobre2013, seduta n. 107, depositata in Com-

missione affari sociali, impegnava il Go-verno all’indomani delle dimissioni delMinistro per le pari opportunità JosefaIdem, a individuare un nuovo Ministro alquale assegnare anche la delega alla fa-miglia, avendo questa materia molte at-tinenze con le competenze del diparti-mento;

nel luglio 2014 la prima firmatariadel presente atto ha inoltre avviato lapetizione on-line « Si nomini subito unministro per le pari opportunità » (sul sitowww.change.org), diretta in special modoal Premier Matteo Renzi, in cui venivanoelencate le principali emergenze inerentialle pari opportunità segnalate da citta-dini, giornalisti, associazioni, politici, che ilGoverno avrebbe dovuto affrontare al piùpresto;

prendendo le mosse da tale petizionela prima firmataria del presente atto hainfine depositato alla Camera nell’ottobre2014 la mozione n. 1-00649;

purtroppo, dopo oltre un anno, lasituazione appare sostanzialmente immu-tata; le suddette iniziative parlamentari esollecitazioni sono rimaste inascoltate, nonavendo ricevuto alcun riscontro, se nonqualche cenno di apprezzamento e condi-visione sfociati poi, numerose volte, in unnulla di fatto;

per le ragioni sopracitate si ritieneopportuno e necessario che il Governorivolga maggiore attenzione all’intero di-partimento delle pari opportunità – tut-t’oggi privo di un Ministro con delega chepossa rappresentare un solido punto diriferimento, operativo ed efficace, nel di-spiego delle necessarie iniziative socialiche ai temi citati fanno riferimento –cominciando col rimediare all’inaccetta-bile depotenziamento dell’Unar in cui,per converso, si ritiene occorrerebbe in-vestire maggiori risorse che consentanoall’ufficio di non ritrovarsi d’ora in poi inbalia di ulteriori adempimenti burocraticiinsanati, quali quelli sopraenunciati –:

in relazione alle circostanze espostein premessa, quali iniziative abbia medio

Atti Parlamentari — 31573 — Camera dei Deputati

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tempore intrapreso, o intenda prontamenteintraprendere, per assicurare il pieno fun-zionamento del dipartimento per le pariopportunità e dell’Unar e garantire inoltrel’allocazione dei suddetti fondi europei;

considerate le peculiarità dell’attualecontesto storico sia nazionale che inter-nazionale, nonché in ragione delle recentidimissioni del consigliere per le pari op-portunità del Governo, Giovanna Martelli,se il Governo non ritenga doveroso pro-porre nel più breve tempo possibile lanomina di un Ministro senza portafogliocui affidare la delega relativa alle politichedelle pari opportunità, individuando cosìun nuovo membro del Governo, che possarappresentare un solido punto di riferi-mento, operativo ed efficace, nel dispiegodelle necessarie iniziative sociali che aitemi citati fanno riferimento;

se possa indicare le ragioni per cuidal 14 settembre 2015 l’UNAR sia privo diun direttore nonostante la disponibilità dirisorse umane interne;

per quali motivi non si sia ancoraproceduto alla stipula della succitata con-venzione per l’utilizzo dei fondi europei avalere sul fondo sociale europeo e sul Poninclusione sociale 2014-2020 lasciandopari a zero la spesa per gli anni 2014-2015, con un evidente spreco di risorse;

per quali ragioni non si sia procedutoalla sesta settimana di azione contro lediscriminazioni nelle scuole prevista nelmese di ottobre dal succitato protocollo;

quali siano le motivazioni del forteridimensionamento di personale espertodell’Unar nei temi di antidiscriminazionee pari opportunità con conseguente ri-duzione delle attività.

(2-01191) « Di Vita, Colonnese, Grillo, Sil-via Giordano, Baroni, Lore-fice, Mantero, Carinelli, Caso,Castelli, Chimienti, Ciprini,Colletti, Cominardi, Corda,Crippa, Da Villa, Daga, Dal-

l’Osso, De Lorenzis, De Rosa,Della Valle, Dell’Orco, Di Be-nedetto, Luigi Di Maio,D’Incà, D’Uva, Fantinati, Fer-raresi, Fico, Fraccaro ».

Interrogazioni a risposta scritta:

FEDRIGA. – Al Presidente del Consigliodei ministri, al Ministro della giustizia. —Per sapere – premesso che:

il codice penale prevede per il reatodi vilipendio nei confronti delle Camere,del Governo e della magistratura una penapecuniaria da mille a cinquemila euro;

viceversa, per gli stessi fatti posti neiconfronti del Capo dello Stato prevede unapena detentiva da un anno a cinque anni;

ciò è probabilmente dovuto al fattoche, in origine, il reato era previsto neiconfronti della « sacra » persona del Re;

con l’avvento della Repubblica, laCamera dei deputati, il Senato della Re-pubblica, la magistratura, ad avviso del-l’interrogante, hanno pari se non maggioredignità rispetto al Capo dello Stato, inquanto sono tutti organi costituzionali, mail Parlamento è immediata rappresentanzadella democrazia, essendo esso diretta-mente eletto dai cittadini, mentre il Capodello Stato è eletto in modo indiretto –:

se, stante quella che appare all’inter-rogante una irragionevole differenza san-zionatoria, il Governo intenda porvi rime-dio, assumendo iniziative normative al finedi una riforma sul punto. (4-11326)

COSTANTINO, ZARATTI, PELLE-GRINO, SCOTTO, RICCIATTI e DURANTI.— Al Presidente del Consiglio dei ministri,al Ministro dell’ambiente e della tutela delterritorio e del mare. — Per sapere –premesso che:

a partire dal 31 ottobre 2015, unaforte ondata di maltempo ha colpito laregione Calabria, in particolare nelle suezone montane e nell’area ionica dellaprovincia di Reggio Calabria e nell’acque-dotto della città capoluogo;

Atti Parlamentari — 31574 — Camera dei Deputati

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si considera che in due giorni si siariversata una quantità di pioggia che me-diamente in quel territorio si riversa inquasi un anno (600 millilitri d’acqua);

sono stati spazzati interi tratti dellalinea ferroviaria che va da Roccella Jonicaa Monasterace (esondato il torrente Fer-ruzzano che ha interrotto non solo la lineaferroviaria, ma anche la circolazione sullastrada statale 106, isolando di fatto interipaesi); è morto un uomo, Salvatore Co-mandé, di 43 anni, travolto dalla piena diun torrente mentre si trovava nella suaauto a Taurianova, in provincia di ReggioCalabria;

Anas ha fatto sapere che, a causa dialcune frane prodotte dalle forti precipi-tazioni, è stato necessario chiudere mo-mentaneamente al traffico quattro diversitratti della strada statale 106 Jonica: inentrambe le direzioni, dal chilometro 50 alchilometro 65 è chiuso il tratto compresotra Palizzi Marina e Brancaleone Marina,il secondo tratto interessato va dal chilo-metro 65,8 al 67,20 in località Marinella diFerruzzano, poi dal chilometro 83 al 92tra Bovalino e Ardore. Il quarto trattochiuso è compreso fra chilometro 121 e ilchilometro 122 tra Marina di Caulonia eRiace Marina; nella città di Reggio Cala-bria i vigili del fuoco hanno effettuato 200interventi di soccorso, sono intervenutianche per la messa in sicurezza di alcunecase a Vibo Valentia. Centocinquanta intotale gli interventi effettuati nella provin-cia, 110 quelli nel territorio di Catanzaro.Il torrente Catona è esondato nel comunedi Laganadi, nel comune di Reggio Cala-bria, provocando forti danni. Cinque fa-miglie che abitavano a poca distanza dalluogo dell’esondazione sono state evacuate;

ancora una volta, in presenza diforti e insistenti piogge, il nostro Paese sitrova a dover fare i conti con frane,cedimenti di infrastrutture, argini chenon riescono più a trattenere l’impattocon le acque; le forti piogge hanno de-vastato ampi tratti del litorale e impeditoil regolare deflusso delle piene dei fiumi,causando ingenti danni alle infrastrutture

pubbliche e private e alle attività pro-duttive localizzate sulla costa;

in una regione in cui il rischio idro-geologico riguarda praticamente il suo in-tero territorio, già profondamente pena-lizzato da una forte carenza di infrastrut-ture e investimenti, emerge con ancora piùforza la necessità di spostare l’asse degliinterventi di messa in sicurezza dei terri-tori da una logica emergenziale ad unalogica di lungo periodo –:

se non si ritenga di deliberare quantoprima lo stato di emergenza per le pro-vince calabresi e per i territori colpiti dallaforte ondata di maltempo iniziata il 31ottobre 2015, stanziando le prime risorsevolte al ristoro dei danni subiti dai privatie dalle attività produttive, per la messa insicurezza delle aree colpite, e più in ge-nerale per il contrasto al dissesto idrogeo-logico dell’intero territorio nazionale, an-che attraverso la previsione per le areecolpite di cui in premessa, dell’esclusionedal patto di stabilità interno delle risorsenecessarie per gli interventi post-calamitàprovenienti dallo Stato, nonché delle spesesostenute dagli enti locali a valere surisorse proprie o provenienti da donazionidi terzi. (4-11344)

* * *

AFFARI ESTERIE COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interpellanza urgente(ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare ilMinistro degli affari esteri e della coope-razione internazionale, per sapere – pre-messo che:

in data 1o dicembre 2015 Il Sole 24Ore ha pubblicato un’inchiesta a firmaClaudio Gatti sul traffico d’armi interna-zionale e in particolare sulla fornitura diarmi a formazioni estremiste legate alterrorismo e i ruoli di Turchia, Qatar eStati uniti d’America;

Atti Parlamentari — 31575 — Camera dei Deputati

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da quanto emerge nell’inchiesta, ri-sulta evidente che non solo Turchia eQatar hanno interessi in contrasto con lamission della coalizione internazionale, os-sia sconfiggere il terrorismo, ma hanno inquesti anni armato le formazioni estremi-stiche legate al terrorismo;

dall’inchiesta, supportata da altre in-vestigazioni attivate in ambito ONU, daprecedenti articoli del New York Times eda altre fonti attendibili emerge che ad-dirittura gli Stati uniti abbiano agevolatole forniture di armi a dette formazioniterroristiche;

l’inchiesta è incentrata su un episodioche ha visto protagonisti a vario titoloTurchia, Qatar e Stati uniti, su una seriedi voli C-17, aerei da trasporto militare delQatar;

secondo quanto accertato dall’inchie-sta dell’ONU, tra il 1o gennaio e il 30aprile 2013, l’Aeronautica militare del Qa-tar ha operato 28 voli tra Doha e Ankarae uno tra Doha e Gaziantep. Tutti i voli inrealtà partivano da Tripoli o Bengasi e aDoha e ripartivano per la Turchia dopoaver fatto una tappa intermedia alla basedi Al Udeid, ovvero il cosiddetto « quartiergenerale avanzato » del comando medio-rientale delle Forze armate americane, ilCentral Command, che oltre a ospitare il379o stormo dell’Usaf è sede anche dell’83o

stormo della Raf, l’Aeronautica militarebritannica;

per il gruppo d’inchiesta ONU ai volida Tripoli e Bengasi a Doha era statoconcesso uno speciale nullaosta diploma-tico-militare, solitamente utilizzato per iltrasporto di armi o equipaggiamento bel-lico;

poiché, come si legge nel rapporto,« per ottenere il numero di nullaosta di-plomatico-militare il richiedente deve ge-neralmente fornire dettagli precisi sullanatura dei voli e sul carico trasportato »,gli esperti ONU hanno chiesto chiarimentie dettagli alle autorità di tre Paesi i cuispazi aerei erano lungo la rotta percorsa

– Grecia, Egitto e Arabia Saudita – e allasocietà responsabile dei piani di volo,ottenendo scarsi risultati;

« La Grecia ha risposto di non avertraccia di alcuna richiesta o concessione dinullaosta diplomatico-militare per queivoli, comunicando però che il 14 e 15gennaio un aereo della Aeronautica mili-tare qatariana è volato ai margini dellospazio aereo greco », si legge nel rapporto.« L’Egitto ha risposto che il Qatar harichiesto un numero di nullaosta diploma-tico-militare al fine di procedere alla ro-tazione del personale di guardia dell’am-basciata qatariana a Tripoli. L’Arabia Sau-dita non ha risposto »;

più reticente di tutti è risultata lasocietà responsabile dei piani di volo. Gliesperti hanno chiesto i dettagli sui nul-laosta diplomatici per i voli in questione,i manifesti di carico e l’elenco di tutti i volioperati dall’Aeronautica militare del Qatarda e verso la Libia a partire dal luglio2012. Ma non hanno ricevuto risposta sunulla. « La società ha detto di non averpartecipato alle procedure per l’otteni-mento dei nullaosta e di non conoscere ilcarico di quei voli. Né ha fornito l’elencodei voli richiesti dal Gruppo », hannoscritto gli esperti;

secondo l’inchiesta de Il Sole 24 Ore:« A far pensare che Washington non solosapesse di quei voli e del loro carico mali avesse assistiti, è un dettaglio notato daIl Sole 24 Ore: la società responsabile dellapianificazione dei voli di quei C-17 era laJeppesen. Non è una società qualsiasi,bensì la controllata di Boeing, un colossoindustriale che deve il 30 per cento del suofatturato al Pentagono, scelta dalla Cia peruna delle delicate operazioni degli ultimi15 anni: la campagna di extraordinaryrendition, cioè la cattura extragiudiziariadi soggetti che dopo la strage dell’11settembre erano sospettati di rapporti conal Qaeda »;

contattata da Il Sole 24 Ore, la sus-sidiaria della Boeing non ha voluto nésmentire né confermare di aver dato sup-

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porto logistico a quei voli, mentre la Ciaha riferito alla testata di « non poter farecommenti »;

il sospetto che quegli aerei traspor-tassero armi non è finora stato suffragatoda prove concrete, ma alcuni dati sonostati accertati. Si sa per esempio che iC-17 utilizzati per la spedizione eranoqatariani, che i destinatari dei carichitrasportati erano turchi e che a fornirepianificazione e logistica per quei voli sonostati degli americani. Ma per l’appuntonon americani qualsiasi, bensì funzionaridi una società che tempo fa è stata chia-mata dai media statunitensi « l’agente diviaggio della Cia », ovvero la Jeppesen.Tutto ciò fa dedurre che il carico di quegliaerei non consistesse in beni umanitari,ma in armi e munizioni;

questa lettura sarebbe supportatadalle evidenze riportate in questi ultimianni sul comportamento di Turchia eQatar che evidentemente hanno interessiopposti a quelli del mondo occidentale nelcontrastare il terrorismo;

nel 2009, in un messaggio classificato« segreto » ma reso pubblico da Wikileaks,il dipartimento di Stato definiva il grado dicollaborazione del Qatar nell’antiterrori-smo « il più basso della regione ». Nell’ot-tobre dell’anno scorso, l’allora sottosegre-tario al Tesoro Usa David Cohen ha chia-mato il Qatar « permissivo » in materia difinanziamento al terrorismo;

nel rapporto consegnato nel marzodel 2013 al Consiglio di sicurezza dell’Onudal cosiddetto « gruppo di esperti » sullaLibia, si legge che il Qatar ha giocato « unruolo fondamentale » nelle forniture dimateriale bellico — armi e munizioni —alle forze ribelli libiche. E che nonostantele smentite delle autorità qatariane, « ilQatar ha violato l’embargo sui materialimilitari »;

la Turchia non sembra essere statada meno nella partita, e secondo diversefonti ha continuato ad armare le forzeislamiste di Tripoli fino all’inizio di que-st’anno. Abdullah al-Thinni, primo mini-

stro del Governo di Tobruck, nel febbraioscorso dichiarava che « La Turchia stacontinuando a esportare armi in Libia »,ribadendo quanto era stato detto qualchetempo prima dal presidente del Parla-mento di Tobruck, ossia che « la Turchiaancora supporta le milizie terroristiche inLibia »;

ci sono evidenze che la Turchia abbiaspedito armi tra il 2013 e la fine del 2014in Libia, in aperta violazione dell’embargoprevisto dalla risoluzione 1970, approvataall’unanimità dal Consiglio di sicurezzadell’Onu il 26 febbraio 2011;

in un rapporto recente il gruppo diesperti dell’Onu ha confermato che il 20febbraio 2013 armi e munizioni sono statetrovate dalla polizia doganale greca abordo di una nave proveniente dalla Tur-chia, diretta in Libia e appartenente a unarmatore siriano condannato per trafficod’armi;

così come ha confermato che a bordodel mercantile Nour M, diretto a Tripoli eperquisito dai doganieri greci nel novem-bre del 2013, sono stati trovati 55 contai-ner con 1.103 tonnellate di munizionidirette a Tripoli. Dalla documentazionesequestrata in quell’occasione è emersoche il cargo proveniva dalla Ukrinmash,società di armamenti ucraina e che a fareda broker era stata la Tss Silah, unasocietà turca che in una nota interna resapubblica da Wikileaks il Dipartimento diStato definisce « broker di armi turco »;

il gruppo di esperti ha inoltre ripor-tato al Consiglio di sicurezza di averricevuto informazioni riguardanti il tra-sporto di materiale militare su un AirbusA320 della linea aerea libica Afriqiyah cheil 17 settembre 2014 è volato da Istanbula Tripoli: « Il Gruppo ha intervistato unpasseggero di quel volo che ha confermatodi aver visto casse di materiale militarescaricate dall’aereo. Un tipico Airbus A320può accomodare 150 passeggeri ma iltestimone ha spiegato che solo 15 bagaglisono stati scaricati e quando i passeggerisi sono lamentati perché i loro bagagli

Atti Parlamentari — 31577 — Camera dei Deputati

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erano stati lasciati a Istanbul, i milizianihanno ordinato loro di lasciare l’aero-porto »;

ancora più recente la segnalazioneriguardante un volo operato da un’altralinea aerea libica che il 13 novembre 2014da Istanbul è arrivato a Misurata e che gliesperti sospettano abbia trasportato ma-teriale militare;

il gruppo di esperti dell’Onu ritieneche la Turchia ha doppiamente violato larisoluzione 1970 del Consiglio di sicurezza,la quale vieta sia l’importazione di armi inLibia sia l’esportazione dalla Libia. Silegge nel rapporto: « A detta di fontiattendibili, dalla Libia sono state traspor-tate armi in Siria con voli decollati dal-l’aeroporto Mitiga di Tripoli o da quello diBenina a Bengasi e atterrati ad Ankara oAntakya e con navi approdate a Mersin eIskenderun. Da lì il materiale sarebbestato trasferito su camion che avrebberoattraversato la frontiera con la Siria aReyhanli e Kilis. Membri dell’opposizionesiriana e combattenti libici reduci dellaSiria ascoltati dal Gruppo hanno detto chea supervisionare il trasferimento e la con-segna delle armi a elementi dell’opposi-zione siriana sono stati funzionari turchi »;

interpellato dagli esperti dell’Onu ilGoverno di Ankara ha negato « di essere aconoscenza di trasferimenti di armi dallaLibia alla Turchia ». Ma la vicenda delpeschereccio libico al-Entisar pone pesantiinterrogativi sull’operato del Governo diAnkara;

infatti nel settembre del 2012 il NewYork Times aveva riportato che quel pe-schereccio era salpato da Bengasi e avevatrasportato un carico di armi a Iskende-run, sulla costa meridionale turca, poco anord del confine con la Siria. Il gruppo hachiesto dettagli alle autorità turche e si èsentito rispondere che « trattandosi di beniumanitari, non è stata condotta alcunaispezione del carico ». Ma pochi mesidopo, il 21 aprile 2013, lo stesso pesche-reccio è arrivato nel porto di Istanbul conun carico diretto in Libia che di umani-tario non aveva proprio nulla. Come si

legge nel rapporto degli esperti Onu, ilcosiddetto « manifesto di carico » inclu-deva infatti « due maschere antigas, 199pistole da 7,65 millimetri, 214 pistole da 9millimetri, 1.000 fucili a pompa, 5.000munizioni da 7,65 mm e 251 mila cartucceper fucili »;

chi abbia realmente orchestratoquella spedizione non è stato mai stabilitoma il forte sospetto è che sia stato il Mit,ovvero il servizio di intelligence di Ankara;

secondo il quotidiano di opposizioneCumhuriyet, il Mit, sarebbe responsabile diun convoglio di camion casualmente in-tercettato dalla polizia al confine con laSiria nel gennaio del 2014 con un caricodi casse piene di armi e munizioni. Perquelle rivelazioni, il 26 novembre 2015 ildirettore di Cumhuriyet Can Dundar e ilcapo della redazione di Ankara Erdem Gulsono stati arrestati su richiesta del tribu-nale di Istanbul. A innescare la reazionegiudiziaria era stato lo stesso presidenteErdogan, il quale ha prima promesso chei due avrebbero « pagato un duro prezzo »e poi ha presentato di persona una de-nuncia per tradimento e divulgazione disegreti di Stato ai due giornalisti;

ad opinione degli interpellanti, se inquelle casse ci fossero stati beni umanitari,come Ankara ha sempre sostenuto, quelleaccuse non si spiegherebbero. Invece oggii due giornalisti rischiano l’ergastolo;

oltre le specifiche vicende del convo-glio intercettato al confine, turco-siriano, ècertamente impensabile che quella che èstata ribattezzata come la cosiddetta « au-tostrada della Jihad », ossia la rotta che ilCaliffato ha per anni usato per portareforeign fighters e rifornimenti dalla Tur-chia in Siria, non fosse monitorata dalleforze di sicurezza del Governo di Ankara.Ci sono molte testimonianze che provanola collaborazione del Mit e dell’esercitoturco con le formazioni jihadiste, anche infunzione anti-curda, così come numerosesono quelle che provano la partecipazionedella Turchia nel contrabbando di petroliodalla Siria e Iraq od opera di Daesh;

Atti Parlamentari — 31578 — Camera dei Deputati

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in aggiunta, è difficile credere chetutte queste iniziative turco-qatariane siain Libia che in Siria siano passate inos-servate agli Stati uniti d’America. Al con-trario, e come dimostrato dalla vicenda deiC-17 qatariani, ci sono molti elementi cheportano a sospettare che il Governo diWashington le abbia assecondate;

infatti, dopo aver saputo di una di-rettiva presidenziale segreta di BarackObama che agli inizi del 2011 autorizzavala Cia ad armare i ribelli anti-Gheddafi, ilNew York Times ha rivelato che, « pochesettimane dopo aver patrocinato l’invio diarmi dal Qatar in Libia nella primaveradel 2011, la Casa Bianca ha cominciato aricevere informazioni che quelle armi sta-vano andando a militanti islamisti ». Nellostesso articolo si diceva che in Siria le coseerano o meno andate nello stesso modo:« Quando il Qatar ha cominciato a inviareaiuti militari a gruppi dell’opposizione si-riana, l’amministrazione Obama non hafatto obiezioni. Ma adesso ci sono cre-scenti preoccupazioni che, come in Libia,i qatariani stiano equipaggiando i combat-tenti ″sbagliati″ »;

agli interpellanti non può che venirein mente l’inquietante parallelo conquanto avvenuto con Al Qaeda che ilGoverno degli Stati uniti aveva aiutato nelcombattere l’invasore sovietico in Afgha-nistan negli anni ’80 e che poi è diventatala principale minaccia degli Stati unitistessi –:

quale sia la posizione del Governorispetto ai fatti esposti in premessa;

quali iniziative intenda assumere neiconfronti di Qatar e Turchia alla luce diquanto esposto in premessa e del lororuolo nell’ascesa e crescita di Daesh e dellealtre formazioni jihadiste;

se non intenda intraprendere urgentiiniziative per impedire la vendita di armiai Paesi responsabili di aver supportatodirettamente o indirettamente Daesh e senon intenda proporre in sede europea enei consessi internazionali una moratoriasulla vendita di armi e un embargo ai

Paesi coinvolti direttamente o indiretta-mente nei conflitti o che sono sospettati diaver armato o finanziato gruppi terrori-stici;

se non intenda assumere iniziative,anche in collaborazione con gli altri part-ner internazionali per interrompere i flussidi finanziamento a Daesh, prevedendo ri-gide sanzioni per gli Stati che finanzianodirettamente o indirettamente il terrori-smo o che facilitano, con legislazioni« opache », la raccolta di donazioni « pri-vate » destinate alle organizzazioni terro-ristiche;

quali iniziative intenda adottare perarginare il flusso dei foreign fighters esoprattutto se non intenda assumere ini-ziative politico-diplomatiche nei confrontidella Turchia e se non ritenga opportunochiedere che al confine tra Turchia e Siriavenga dislocato un controllo internazio-nale della frontiera sotto mandato del-l’ONU.

(2-01188) « Airaudo, Franco Bordo, Co-stantino, D’Attorre, Duranti,Daniele Farina, Fassina,Fava, Ferrara, Folino, Fra-toianni, Carlo Galli, Gian-carlo Giordano, Gregori,Kronbichler, Marcon, Melilla,Nicchi, Paglia, Palazzotto,Pannarale, Pellegrino, Piras,Placido, Quaranta, Ricciatti,Sannicandro, Scotto, Zaratti,Zaccagnini ».

Interrogazione a risposta scritta:

SBERNA. — Al Ministro degli affariesteri e della cooperazione internazionale, alMinistro della difesa, al Ministro dell’in-terno. — Per sapere – premesso che:

secondo alcuni organi stampa e tra-smissioni televisive, negli ultimi cinqueanni, l’export italiano di armi verso MedioOriente e Nord Africa è cresciuto del 30per cento; non da ultimo il cargo 4K-SW888 Boeing 747 della compagnia aereaSilk Way Airlines, decollato da Cagliari il

Atti Parlamentari — 31579 — Camera dei Deputati

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30 ottobre 2015 carico, secondo le orga-nizzazioni non governative, di diverse ton-nellate di bombe della RWM Italia desti-nate all’Arabia Saudita/paese guida dellacoalizione che – senza mandato interna-zionale – sta bombardando lo Yemen;

in Yemen è in corso un conflitto cheha già causato più di 5.700 morti di cuialmeno 830 tra donne e bambini e 20 milaferiti. Una vera e propria « catastrofe uma-nitaria », con oltre un milione di sfollati e21 milioni di persone che necessitano diurgenti aiuti. Sui molteplici attacchi indi-scriminati contro le infrastrutture civili, inparticolare quelle sanitarie e le scuole haespresso una grande preoccupazione an-che il Consiglio, Europeo. Sotto le bombea Sa’dah, il 26 ottobre 2015 è infatti finitoanche un ospedale di Medici senza fron-tiere;

la Rete italiana per il disarmo, Am-nesty International Italia e l’Osservatoriopermanente sulle armi leggere e politichedi difesa e sicurezza (OPAL) di Bresciahanno chiesto al Governo di sospenderel’invio di bombe e armamenti nei Paesimilitarmente impegnati nel conflitto inYemen, anche in osservanza della leggen. 185 del 1990 che vieta espressamentel’esportazione di armamenti « verso i Paesiin stato di conflitto armato;

secondo l’Osservatorio Opal di Bre-scia, nell’ultimo quinquennio, le autoriz-zazioni all’export di armi da guerra a Paesinon dell’Unità europea, né della Nato sonosalite al 62,9 per cento, e tra i primi 20destinatari, solo 7 sono « democrazie com-plete » secondo la classifica del DemocracyIndex stilato dall’Economist. Amnesty In-ternational, inoltre, denuncia le incoerenzedella comunità internazionale rispetto altema delle violazioni dei diritti umani inArabia Saudita. Da un lato, infatti, essa simobilita contro il rischio che venga messoa morte un attivista minorenne e premiaun blogger dissidente. Dall’altro, tace suicrimini di guerra commessi in Yemen e,anzi, li alimenta con trasferimenti irre-sponsabili di armi;

assicurare la trasparenza in casicome questi, significa, secondo l’interro-

gante, specificare, ad esempio, il genere di« velivoli » utilizzati (se elicotteri per laricerca di dispersi o Mangusta da attacco),i destinatari e il dettaglio delle operazionibancarie (non si conosce, ad avviso del-l’interrogante, la banca che gestisce letransazioni tra RWM e Arabia Saudita); inparticolare, specificare se si tratti di espor-tazioni che rispondono a nuove e recentiautorizzazioni, oppure a quelle rilasciatenegli anni scorsi, è assolutamente neces-sario in momenti come quello attuale incui è elevato lo stato di preoccupazione acausa degli attacchi terroristici;

non si può trascurare il fatto che,secondo un’analisi dell’Institute for econo-mics and peace di Sidney, l’80 per centodelle vittime del terrorismo si verifica inPakistan, Afghanistan, Irak, Siria e Nige-ria. E, secondo molti analisti, l’ArabiaSaudita ospita i finanziatori della guerradel Daesh contro Assad –:

quali iniziative di competenza inten-dano promuovere per assicurare la tra-sparenza e una maggiore chiarezza inmerito alla situazione descritta in pre-messa ed eventualmente, per bloccare lavendita di armi alla coalizione guidatadall’Arabia Saudita. (4-11327)

* * *

AMBIENTE E TUTELADEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta immediata:

PALESE. — Al Ministro dell’ambiente edella tutela del territorio e del mare. — Persapere – premesso che:

in questo periodo si sta provvedendoad adeguare all’indice Istat la tariffa che icomuni, quindi i cittadini, versano ai ge-stori degli impianti di conferimento per iltrattamento e lo smaltimento dei rifiuti;

tale adeguamento risulta particolar-mente oneroso e sta causando notevoli

Atti Parlamentari — 31580 — Camera dei Deputati

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preoccupazioni per numerosi sindaci pu-gliesi e della provincia di Lecce in parti-colare;

i contratti sottoscritti dal commissariostraordinario per l’emergenza rifiuti in Pu-glia con i soggetti gestori degli impianticomplessi di biostabilizzazione di Pog-giardo (Lecce), di Ugento (Lecce) e dell’im-pianto di produzione CDR di Cavallino(Lecce) prevedono una clausola di revisionedella tariffa che così recita: « La tariffa saràaggiornata, a partire dal 2o (secondo) annodi esercizio, entro il 28 (ventotto) febbraiodi ciascun anno con conguaglio e valere dal1o (uno) gennaio precedente sulla base del-l’indice ISTAT dei prezzi della produzionedei prodotti industriali »;

i soggetti gestori degli impianti, ai finidel calcolo della revisione tariffaria, riven-dicano l’applicazione dell’indice Istat deiprezzi alla produzione dei prodotti indu-striali – mercato interno, serie E « Forni-tura di acqua; reti fognarie, attività ditrattamento dei rifiuti e risanamento », inquanto trattasi di indice specifico riferitoalla tipologia di attività svolta ed in quantoil loro codice Ateco di impianto è ricom-preso nell’elenco di codici attribuiti alsopradetto indice;

a seguito di specifiche analisi daparte della struttura tecnica dell’Ato dellaprovincia di Lecce, è emerso che l’Istatnella formulazione dell’indice specifico dicui alla serie E non valuta le componentidi costo riferite ai servizi di trattamento esmaltimento dei rifiuti, bensì i costi riferitiai servizi di fornitura delle acque; è statoposto all’Istat il seguente quesito: « Conriferimento all’Indice ISTAT dei prezzialla produzione dei prodotti industriali –Mercato interno, Serie E “Fornitura diacqua; reti fognarie, attività di trattamentodei rifiuti e risanamento” si chiede alloSpett.le Ente destinatario del presentequesito, se il suddetto indice fornisce in-formazione in merito alle variazioni men-sili del costo del servizio di trattamentodei rifiuti. Si chiede, altresì, di conoscerei prodotti industriali valutati per la defi-nizione dell’indice in questione con parti-

colare riguardo alle attività di trattamentodei rifiuti »;

al quesito formulato seguiva la se-guente risposta: « In riferimento alla ri-chiesta in oggetto si comunica che all’in-terno della sezione E “Fornitura di acqua;reti fognarie, attività di gestione dei rifiutie risanamento”, dei prezzi alla produzionedei prodotti industriali è quotata solo ladivisione 36 che contempla la “Raccolta,trattamento e fornitura di acqua, quindibuona parte dell’articolazione tariffariadelle società che gestiscono la fornitura diacqua. Lo smaltimento dei rifiuti si trovanella Divisione 38 delle attività economi-che che non è considerata nel campionedei prezzi alla produzione” »; ;

un consorzio Ato della provincia diLecce (ex Consorzio ATO LE/2), sempre inmerito alla medesima problematica, po-neva all’Istat il seguente quesito: « A qualecategoria di indice nazionale devo fareriferimento per aggiornare una tariffa diconferimento ribiostabilizzatore ? ». L’Istatcosì rispondeva: « Scusandoci per il ritardonella risposta dovuto ad un errore nellasegnalazione della richiesta pervenuta, leinvio il file con gli indici dei prezzi e levariazioni tendenziali per la voce « rac-colta dei rifiuti » (indice dei prezzi alconsumo per l’intera collettività (base2010=100)). È l’unico indice diffuso sullaraccolta rifiuti »;

le riflessioni effettuate dai tecnici Atoin merito all’attinenza della serie E del-l’indice Istat dei prezzi della produzionedei prodotti industriali con le attività ditrattamento e smaltimento dei rifiuti sonostate confermate dall’Istat specificandoche, pur con una denominazione riferitaalle « attività di trattamento dei rifiuti erisanamento », la formulazione dell’indiceprende in considerazione esclusivamentel’articolazione tariffaria delle società cheeffettuano attività di « raccolta, tratta-mento e fornitura di acqua »;

emergerebbe, pertanto, in manieraevidente come l’applicazione dell’indiceIstat dei prezzi alla produzione dei pro-dotti industriali – mercato interno, serie E

Atti Parlamentari — 31581 — Camera dei Deputati

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« Fornitura di acqua; reti fognarie, attivitàdi trattamento dei rifiuti e risanamento »al settore dell’impiantistica del tratta-mento e smaltimento dei rifiuti risulti nonrispondente alle reali variazioni tariffarieche interessano quest’ultimo settore;

altrettanto, inappropriata potrà es-sere l’applicazione dell’unico indice Istatsui rifiuti « raccolta dei rifiuti » (indice deiprezzi al consumo per l’intera collettività(base 2010=100)), in quanto riferibile atipologie di servizi completamente diversidal trattamento/smaltimento dei rifiuti;

infine, si rileva come l’indice Istat deiprezzi alla produzione dei prodotti indu-striali – Mercato interno, serie E « Forni-tura di acqua; reti fognarie, attività ditrattamento dei rifiuti e risanamento » ri-sulta essere caratterizzato da variazioniestremamente rilevanti nei valori mensilicon conseguenti sopravvalutazioni dellevariazioni tariffarie di conferimento deirifiuti solidi urbani –:

alla luce delle problematiche e delleincongruenze sollevate dall’Ato della pro-vincia di Lecce e, di fatto, in parte con-divise anche dall’Istat, se il Governo nonritenga di doversi adoperare affinchévenga fornito, agli enti pubblici, un indiceche possa essere espressione reale dellevariazioni tariffarie che interessano gliimpianti di trattamento e smaltimento deirifiuti solidi urbani, calcolato sulla basedelle effettive variabili di costo che inte-ressato tale settore. (3-01885)

ZARATTI, PELLEGRINO, MELILLA,SCOTTO, ZACCAGNINI e KRONBICH-LER. — Al Ministro dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare. — Persapere – premesso che:

il 30 novembre 2015, è iniziata aParigi la Conferenza Onu sul clima COP21, che si concluderà l’11 dicembre. Par-tecipano 147 Capi di Stato e di Governo e195 delegazioni nazionali, con l’obiettivoauspicato di arrivare a un accordo uni-

versale, con obblighi precisi e costrittiviper i tutti i Paesi, per limitare il riscal-damento climatico;

durante la prima giornata dei lavori,il Presidente del Consiglio dei ministriRenzi ha dichiarato che « l’Italia vuolestare tra i protagonisti della lotta all’egoi-smo, dalla parte di chi sceglie valori nonnegoziabili come la difesa della nostramadre terra. (...) Siamo tra i protagonistidella green economy »;

tra le sue dichiarazioni, spicca quellanella quale il Presidente del Consiglio deiministri afferma che « con la legge distabilità abbiamo stanziato 4 miliardi sulclimate change da qui al 2020 »;

dalla lettura della legge di stabilità, inqueste ore all’esame del Parlamento, nonemerge alcuno stanziamento consistenteper la lotta ai cambiamenti climatici, emen che meno i 4 miliardi dichiarati dalPresidente del Consiglio dei ministri;

peraltro, le scelte finora decise dalGoverno in materia di sviluppo sostenibileindicano una direzione diversa da quelladi incentivare le energie alternative e diabbandonare gradualmente l’uso dei com-bustibili fossili;

la strategia energetica nazionale pre-vede sì un capitolo rinnovabili ma si basaancora sul petrolio e sulla riduzione degliincentivi alle fonti energetiche rinnovabili.E in questa direzione va tutta l’azione diGoverno;

se le fonti rinnovabili hanno avuto unruolo affatto trascurabile nel panoramaenergetico nazionale, lo si deve – pur contutti i loro limiti – alle incentivazioniintrodotte nei Governi Prodi;

nella XVII legislatura si è inveceassistito a un costante ridimensionamento,fino all’azzeramento degli incentivi per ilfotovoltaico, e a interventi di annacqua-mento degli stessi diritti acquisiti daglioperatori delle rinnovabili, attraverso ilcosiddetto decreto « spalma-incentivi » cheha cambiato « in corso d’opera », con evi-

Atti Parlamentari — 31582 — Camera dei Deputati

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denti elementi di incostituzionalità, il si-stema di incentivazione alla corrente pro-dotta dal fotovoltaico;

il nostro Paese continua invece a soste-nere e mantenere con sussidi e diversi regimidi incentivazione la produzione di combusti-bili fossili: dal CIP6; ai termovalorizzatori;all’autotrasporto; all’approvvigionamentodei servizi di interrompibilità ed altro;

in controtendenza alla Conferenza diParigi, il decreto-legge « sblocca Italia » ha,quindi, dato il via a misure volte adagevolare – scavalcando le regioni – de-creti di compatibilità ambientale per nuovipermessi di ricerca e concessioni di estra-zione petrolifera;

« Ombrina mare », progetto di estra-zioni petrolifere nell’Adriatico al largodell’Abruzzo, è in attesa dell’imminenteconcessione; il progetto ’Vega B’ nel Ca-nale di Sicilia; decreti di compatibilitàambientale per nuovi progetti di ricerca edestrazione petrolifera per la Shell nel golfodi Taranto che si aggiungono a quelli chegià ci sono. Solo la Puglia è stata interes-sata ultimamente da 4-5 decreti di com-patibilità ambientale per ottenere il rila-scio dei titoli minerari; il progetto diprospezione della società inglese SpectrumGeo nel Mare Adriatico è il più grande inassoluto ed altro;

è peraltro di queste ore il rapportodell’Agenzia europea dell’Ambiente (Aea),secondo il quale l’Italia è il primo tra ipaesi dell’Unione europea per morti perinquinamento atmosferico. Nel 2012 inItalia ci sono stati 84.400 decessi su untotale di 491 mila vittime a livello diUnione europea –:

dove siano rinvenibili i 4 miliardi finoal 2020 stanziati dal Governo per la lottaai cambiamenti climatici, secondo le di-chiarazioni richiamate in premessa, e senon si ritenga indispensabile, anche allaluce di quanto esposto in premessa, av-viare tutte le iniziative necessarie perrendere finalmente le politiche del Go-verno pienamente coerenti con gli obiettividella Conferenza di Parigi. (3-01886)

GIGLI. — Al Ministro dell’ambiente edella tutela del territorio e del mare. — Persapere – premesso che:

il ritardo dell’Italia nel ciclo del ri-fiuto urbano costa caro: si tratta di unagrande opportunità che rischia di andarepersa non solo sul fronte dell’ambiente,ma anche per quanto riguarda la crescitaeconomica e occupazionale;

questo è l’allarme lanciato da unostudio, pubblicato nell’aprile 2015, del La-boratorio Spl (Servizi pubblici locali) diRef Ricerche-Confesercenti, il quale pre-cisa, altresì, che da un miglioramento delciclo di trattamento dei rifiuti urbani sipossono attendere 10 miliardi di euro dirisparmi di costo all’anno e la creazione di60 mila posti nel riciclo e nel trattamento.Il solo recupero energetico dei rifiuti smal-titi in discarica vale un miliardo di euroall’anno;

nel confronto europeo il Paese, se-condo lo studio citato, non è tra i virtuosi:ad esempio, nell’Unione europea a 28membri, a fronte di una produzione dirifiuti pari a 489 chilogrammi per abi-tante, l’Italia si situa a quota 505 chilo-grammi. Inoltre riesce a trattarne solo 476chilogrammi per abitante, ossia il 94 percento (davanti solo a Bulgaria, Slovenia,Romania, Polonia ed Estonia), mentre unadozzina di Paesi arriva al 100 per cento.Ma c’è di peggio: il 41 per cento dellefrazioni trattate va a finire ancora indiscarica (contro una media europea del34 per cento e una Germania a zero) edè fermo al 18 per cento il ricorso altrattamento termico, contro un valore me-dio del 27 per cento nell’Unione europeaa 28, con Danimarca e Olanda al 52 e al49 per cento;

questi dati spiegano anche il perchédelle numerose procedure di infrazionerelative alla normativa comunitaria a ca-rico dell’Italia in materia ambientale, men-tre è chiaro che, se oltre il 40 per centodei rifiuti urbani viene smaltito in disca-rica, non si favorisce alcuna iniziativaverso soluzioni in grado di generare qua-lità, crescita e valore per la collettività.

Atti Parlamentari — 31583 — Camera dei Deputati

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Tutto questo nonostante che la direttivadel 1999 abbia imposto la chiusura dellediscariche non a norma e abbia vietato dismaltire in discarica i rifiuti urbani nontrattati;

l’articolo 35 del decreto-legge 12 set-tembre 2014, n. 133, convertito, con mo-dificazioni, dalla legge 11 novembre 2014,n. 164 (cosiddetto « Sblocca Italia »), pre-vede la realizzazione di una rete nazionaleintegrata di impianti di trattamento, la cuiindividuazione è stata affidata alla Presi-denza del Consiglio dei ministri, supe-rando in tal modo i problemi di coordi-namento tra gli attori in campo (regioni,enti locali, gestori);

dal punto di vista geografico la si-tuazione attuale è molto eterogenea: dei 44impianti di incenerimento attivi, 28 sonoal Nord, nove al Centro e otto al Sud. Inparallelo con lo sviluppo infrastrutturalecala il ricorso alla discarica: vi è conferitoil 20 per cento dei rifiuti urbani al Nord,contro il 56 per cento al Sud e il 44 percento al Centro. Lombardia, Friuli VeneziaGiulia e Veneto sono le aree più virtuose(rispettivamente 10 per cento, 7 per centoe 9 per cento). Sul lato opposto finisconoin discarica il 93 per cento e il 71 percento dei rifiuti in Sicilia e in Calabria;

tale disomogeneità si riflette anchesul piano degli oneri medi di raccolta esmaltimento dei rifiuti urbani, passandodai 34 ai 33 eurocent al chilogrammo alSud e al Centro, mentre il Nord resta sottoi 29;

la Conferenza mondiale sul climaattualmente in corso a Parigi ribadisce conforza la necessità non più procrastinabiledi attuare politiche di salvaguardia del-l’ambiente, con particolare riferimento adun utilizzo sempre maggiore delle energierinnovabili;

nel campo delle energie rinnovabili ilnostro Paese ha fatto molto ma può faredi più anche in considerazione delle suacaratteristiche climatiche;

se la discarica resterà la modalità ditrattamento più conveniente, questo signi-

ficherà l’invio di segnali tariffari che nonincentiveranno gli operatori (gestori eutenti) a prendere altre direzioni, in gradodi generare qualità, crescita e valore per lacollettività, come testimoniano alcuneaziende già esistenti, eccellenze in ambitonazionale e internazionale. Per un Paeseche è la patria del bello, della buonaalimentazione e del turismo, l’ambientedeve essere il centro di una strategiaindustriale, un volano di sviluppo –:

quali tempestive iniziative, nell’am-bito delle sue competenze, intenda adot-tare al fine di promuovere l’ottimizzazionedel ciclo del rifiuto urbano, dando seguito– altresì – a quanto previsto dal citatoarticolo 35 del decreto-legge n. 133 del2014, convertito, con modificazioni, dallalegge n. 164 del 2014 in un’ottica di tuteladell’ambiente ma anche di crescita occu-pazionale ed economica. (3-01887)

BORGHESI, FEDRIGA, ALLASIA, AT-TAGUILE, BOSSI, BUSIN, CAPARINI,GIANCARLO GIORGETTI, GRIMOLDI,GUIDESI, INVERNIZZI, MOLTENI,GIANLUCA PINI, RONDINI, SALTAMAR-TINI e SIMONETTI. — Al Ministro del-l’ambiente e della tutela del territorio e delmare.— Per sapere – premesso che:

la direttiva 79/409/CEE del Consiglio,del 2 aprile 1979, oggi direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e delConsiglio del 30 novembre 2009, concernela conservazione di tutte le specie diuccelli viventi naturalmente allo stato sel-vatico nel territorio europeo degli Statimembri al quale si applica il trattato;

nessun articolo della direttiva uccelli2009/147/CE vieta espressamente il com-mercio tout court di tutte le specie diuccelli legittimamente allevate ed impor-tate dai Paesi extraeuropei, ne tantomenonessuna sentenza o normativa europea ointernazionale lo ha richiesto;

l’articolo 21 della legge 11 febbraio1992, n. 157, così come modificato daldecreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, con-vertito, con modificazioni dalla legge 11

Atti Parlamentari — 31584 — Camera dei Deputati

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agosto 2014, n. 116, concernente « Dispo-sizioni urgenti per il settore agricolo, latutela ambientale e l’efficientamento ener-getico dell’edilizia scolastica e universita-ria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese,il contenimento dei costi gravanti sulletariffe elettriche, nonché per la definizioneimmediata di adempimenti derivanti dallanormativa europea », vieta a chiunque divendere, detenere per vendere, trasportareper vendere, acquistare uccelli vivi omorti, nonché loro parti o prodotti deri-vati facilmente riconoscibili, anche se im-portati dall’estero, appartenenti a tutte lespecie di uccelli viventi naturalmente allostato selvatico nel territorio europeo degliStati membri dell’Unione europea, ad ec-cezione di germano reale, pernice rossa,pernice di Sardegna, starna, fagiano ecolombaccio;

di fatto, questa normativa impediscedi cucinare in tutti i luoghi pubblici ilsecolare e tradizionale spiedo bresciano, lapolenta e osei bergamasca, piuttosto chetutti i piatti tradizionali tipici dell’arteculinaria di molte province italiane chehanno come ingrediente fondamentale lapiccola selvaggina, una vera e propria« ghigliottina » per i ristoratori bresciani;

tutto ciò non lascia molti spazid’azione a centinaia di ristoratori chehanno impostato la loro attività su diun’arte culinaria con piatti tipici locali neiquali figurano i piccoli volatili. Il dannoeconomico e sociale che sta creando lanorma, così modificata, a migliaia di eser-centi e ristoratori anche in termini di postidi lavoro, è di estrema gravità – negliultimi due anni, ha prodotto un conse-guente danno economico quantificato inun mancato incasso di circa il 40 per cento– mettendo così a rischio di chiusuramoltissime attività commerciali con il con-seguente licenziamento di migliaia di di-pendenti;

in un momento di crisi economicacome quella che si sta affrontando, pen-sare di vietare senza motivo il commerciodi uccelli o parti di essi legittimamentecatturati o abbattuti in altri Paesi, a pa-

rere degli interroganti è poco lungimirantee sicuramente dannoso per l’economia delnostro Paese;

durante la discussione in Parlamentodella legge europea 2014, risulta agli in-terroganti che il Governo, visto che laquestione non è priva di interesse ed èinvece meritevole di approfondimenti, ab-bia assunto un impegno formale percreare un « tavolo tecnico », dove dovreb-bero essere coinvolti province, comuni,associazioni di categoria e rappresentantidella Camera di commercio;

nel mese di luglio 2015 a Brescia siè svolto un incontro alla presenza delMinistro interrogato dove sembra che que-sti abbia invitato le associazioni e i risto-ratori a fornire un contributo tecnico,raccogliendo quanti più dati e informa-zioni possibili a difesa del piatto nostrano,al fine di poter trattare con l’Unioneeuropea una deroga per i territori cheutilizzano questo piatto tipico, per rimar-care una presenza non solo produttiva maanche di tradizione e territorialità –:

quale sia lo stato dei lavori del sopracitato « tavolo tecnico » e a quale soluzionesi voglia addivenire per risolvere il pro-blema, anche in sede europea. (3-01888)

Interrogazioni a risposta scritta:

ANDREA MAESTRI, BRIGNONE e PA-STORINO. — Al Ministro dell’ambiente edella tutela del territorio e del mare, alMinistro della salute. — Per sapere –premesso che:

nel territorio compreso tra Rocca-secca, Colfelice, San Giovanni Incarico ePontecorvo, nella provincia di Frosinone, èpresente una situazione estremamentepreoccupante per la tutela del territorio eper la salute dei cittadini dovuta dallapresenza degli impianti di gestione e trat-tamento dei rifiuti gestiti dalle societàMAD s.r.l. e SAF s.p.a.;

la discarica di Cerreto, località sitaall’estremo margine del comune di Roc-

Atti Parlamentari — 31585 — Camera dei Deputati

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casecca, nasce nel 2002, quando il presi-dente della giunta regionale del Lazio,nella sua qualità di commissario delegatoper l’attuazione degli interventi per ilsuperamento dell’emergenza socio-econo-mico-ambientale nel settore dei rifiuti ur-bani, speciali e speciali pericolosi nel ter-ritorio della città di Roma e provincia,nonché nelle province di Frosinone, La-tina, Rieti e Viterbo, con ordinanza n. 2del 28 novembre 2002, approvò il progettoper la realizzazione e la gestione di unadiscarica provvisoria per rifiuti urbani eassimilati sita in Roccasecca (Frosinone),località Cerreto;

la suddetta ordinanza disponeva:« con separato decreto l’avvio delle proce-dure per la progettazione, realizzazione egestione dell’intera discarica definitivacomprensoriale della provincia di Frosi-none che verrà affidata nel rispetto diprocedure che, pur adeguando taluni pro-fili operativi all’eccezionalità della situa-zione, garantiscono, in ogni caso, il neces-sario confronto concorrenziale tra gli ope-ratori del settore ». Il suddetto separatodecreto non è stato mai emanato dalpresidente della giunta regionale del Lazio,in qualità di commissario delegato;

in nome dell’emergenza, grazie aipoteri straordinari, ad avviso degli inter-roganti, si sono di fatto ignorate tutte leleggi di tutela ambientate e alla salute. Aicittadini residenti nei territori limitrofiagli impianti di Colfelice e Roccasecca sisono imposte decisioni, non è mai statagarantita un’informazione preventiva emai è stata permessa una partecipazioneeffettiva nei percorsi di definizione e diattuazione dei piani e dei progetti sullagestione dei rifiuti;

dal 2002 ad oggi, sono stati creati ben4 invasi con due soli risultati: il deturpa-mento dei territori di Roccasecca, Colfe-lice, San Giovanni Incarico e dei comuniattigui, e la contaminazione dell’area dasostanze tossiche rischiose per la saluteumana, oltre che per l’ambiente;

all’ingente carico ambientale dovutodall’attività della discarica Cerreto è ne-

cessario aggiungere, inoltre, l’immenso la-voro dell’impianto TMB (trattamento mec-canico biologico) di Colfelice, situato adappena 100 metri dalla discarica, che oltreal trattamento dei rifiuti della Ciociaria,da circa 2 anni riceve anche l’immondiziada Roma;

il 22 aprile 2015 è apparso sul sitodella regione Lazio – sezione ambiente, ilprogetto per l’ampliamento della discaricadi rifiuti non pericolosi Bacino V in Lo-calità Cerreto, a Roccasecca (Frosinone).La richiesta avanzata da MAD s.r.l. pre-vede 4,5 ettari da destinare a discarica,500 tonnellate al giorno di rifiuti, unvolume finale complessivo pari ad 1 mi-lione di metri cubi;

nella sintesi non tecnica allegata allarichiesta della MAD è scritta una motiva-zione agghiacciante che ha sollevato preoc-cupazioni e proteste da parte della popola-zione residente. Nella sintesi è così scritto:« Proprio la vicinanza dell’impianto di Col-felice ha rappresentato, e tutt’oggi ancorarappresenta, fattore trainante e di ottimaratio logistica oltre che di ottimizzazione diimpatto ambientale piuttosto che non ef-fetto cumulo con accezione “negativa”:come già più volte evidenziato, infatti, lamaggior parte delle volumetrie in ingressoall’impianto di Cerreto (che non meno del50 per cento) sono costituite proprio daicosiddetti “sovvalli” che rappresentano, insostanza, lo scarto delle lavorazioni operatepresso l’impianto di pretrattamento di Col-felice [...] si riscontrano una serie di ele-menti di indubbia positività che appaionochiaramente dare giustificazione ambien-talmente ottimale al prospettato intervento.[...] L’intera area di impianto, e quindi an-che l’ampliamento di cui trattasi, trovanocollocazione all’interno di una realtà terri-toriale già fortemente compromessa dal-l’uomo, ancor prima dell’insorgenza dellepioniere realizzazioni impiantistiche. Dalpunto di vista della qualità ambientale talecircostanza costituisce, anzitutto e di per séstessa, un fatto positivo per l’evidente mo-tivo legato al consumo di territorio già com-promesso piuttosto che non di altro territo-rio potenzialmente vocato a sfruttamenti

Atti Parlamentari — 31586 — Camera dei Deputati

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“maggiormente nobili” rispetto a quello dicui trattasi ». Come se non bastasse, c’èdell’altro: « Per quanto riguarda, invece, laproduzione futura sia di percolato sia dibiogas, i quantitativi di tali sostanze poten-zialmente impattanti sono inevitabilmentedestinati a crescere (p. 71) » e « si può pre-sumere che l’impianto in questione pro-durrà senz’altro odori, per il tipo specificodi rifiuti smaltiti. [...] In particolare, le esa-lazioni maleodoranti e mefitiche, prove-nienti dalle sostanze organiche deposi-tate, sono dovute a gas prodotti durante ladecomposizione delle sostanze stesse »;

da un recente Rapporto Arpa Laziosulla discarica MAD viene rilevato che:

dall’esame dei risultati relativi alcampionamento delle acque di prima piog-gia in corrispondenza del punto di scaricodenominato MI1 effettuato in data 15gennaio 2013, si evince un valore delparametro « Azoto Ammoniacale » pari a15.5 mg/l, superiore al valore limite pre-scritto, fissato dalla Tabella 3 Allegato 5parte III del decreto legislativo n.152 del2006 e smi, pari a 15 mg/l per gli scarichiin corpi idrici superficiali;

è presente uno scarico non auto-rizzato. Dal campionamento delle acque discarico nel punto denominato « SF2 » ef-fettuato in data 12 novembre 2014 si rilevache il suddetto punto di scarico non ri-sulta autorizzato sulla base della determi-nazione n. C2099/2010. Trattasi, pertanto,salvo diversa indicazione e valutazione chepotrà, allo scopo, fornire la regione Lazioquale autorità competente, di uno scaricoin corpo idrico superficiale non autoriz-zato;

dall’esame dei risultati delle analisitrasmesse dalla Ditta MAD srl sono statiriscontrati per i parametri « Ferro, Man-ganese, Arsenico, Nitriti, Solfati » valori diconcentrazioni superiori alle concentra-zioni soglia di contaminazione nelle acquesotterranee previste dalla legge;

inoltre, l’Arpa aggiunge che: « Nono-stante nel corso dei citati monitoraggi delleacque di falda siano stati riscontrati valori

superiori alle concentrazioni soglia di con-taminazione previste dalla Tabella 2 – Alle-gato 5 alla Parte IV del decreto legislativon. 152 del 2006, non risulta che la Dittaabbia attivato le procedure previste dallanormativa vigente in materia di bonifica deisiti contaminati »;

il 4 giugno 2015 il NOE (nucleooperativo ecologico) di Roma veniva inve-stito di delega indagini dalla pocura dellaRepubblica presso il tribunale di Cassino,circa la compromissione delle acque difalda sottostanti la zona sulla quale insi-stono gli impianti di gestione rifiuti RS, inparticolare il sito di discarica gestito dallasocietà MAD s.r.l. e l’impianto di tratta-mento TMB gestito dalla società SAFs.p.a.;

il nucleo operativo ecologico, in se-guito a un sopralluogo congiunto con ArpaLazio, ha confermato i preoccupanti datigià forniti in precedenza dall’agenzia re-gionale e, in data 3 settembre 2015, hainviato una comunicazione ai sindaci diRoccasecca, di Colfelice e di San GiovanniIncarico, oltre che alla provincia di Fro-sinone e alla regione Lazio, comunicandoi risultati delle sue indagini. Nella suarelazione dichiara: « I dati ottenuti dalleanalisi di laboratorio hanno riscontratonelle acque sotterranee valori di concen-trazione superiori ai valori limite stabilitipari alle concentrazioni soglie di contami-nazione prescritte di cui alla Tabella 2Allegato 5 al Titolo V alla parte IV deldecreto legislativo n. 152 del 2006 e s.m.i.Alla luce di essi l’area in questione èpotenzialmente contaminata e presentadegli indici di rischio per la salute umana,oltre che per l’ambiente »;

sia la relazione dei Noe, sia il pre-cedente rapporto dell’Arpa sono statimessi in dubbio dalla regione Lazio, cheha convocato per il prossimo 4 dicembre2015 un tavolo tecnico per rivalutare ivalori di fondo per verificare l’esattezzadei dati emersi;

alla luce di quanto emerso, per gliinterroganti è incomprensibile pensare diautorizzare un ulteriore ampliamento

Atti Parlamentari — 31587 — Camera dei Deputati

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della discarica Cerreto. Nel 2015 un si-stema di rifiuti efficiente non può e nondeve essere basato sull’utilizzo delle disca-riche, che rappresentano un retaggio delpassato, altrove ampiamente superato(questa in discussione è per esempio de-stinata ad esaurirsi in 68 mesi), mentre èprioritario difendere il territorio e pro-porre modelli di gestione completamentediversi, moderni ed efficienti, in cui irifiuti possano essere finalmente conside-rati come una risorsa e la tutela dell’am-biente la condizione imprescindibile perqualsiasi ulteriore discorso –:

se il Governo sia a conoscenza dellasituazione oggetto di cui in premessa edelle legittime richieste e preoccupazionidegli abitanti del Frusinate per la propriasalute e per la tutela del loro territorio e,nell’ambito delle sue competenze, qualiiniziative intendano assumere per appro-fondire i dati diffusi a seguito del sopral-luogo congiunto del nucleo operativo eco-logico e dell’Arpa Lazio, messi in dubbiodalla regione Lazio. (4-11328)

SORIAL, ALBERTI e COMINARDI. —Al Ministro dell’ambiente e della tutela delterritorio e del mare, al Ministro dellasalute. — Per sapere – premesso che:

la tangenziale-circonvallazione cheunisce Orzivecchi a Pompiano è un’operacostata 9 milioni di euro e sequestrata nel2010 da parte del nucleo operativo ecolo-gico del Ministero dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare causa dellescorie smaltite nel sottofondo stradale;

la variante della provinciale 235 diOrzivecchi nel 2009 era stata affidata a unconsorzio di imprese riconducibili algruppo Locatelli di Bergamo, lo stesso chein quei mesi stava lavorando sui cantieridell’autostrada Brebemi;

in data 3 novembre 2015 si è conclusoil processo in primo grado con cui l’impren-ditore bergamasco Pierluca Locatelli è statocondannato a 6 anni per i reati di frode inpubbliche forniture e traffico illecito di ri-fiuti: secondo quanto emerso dal processo,

in quel tratto di strada si troverebbero 187mila tonnellate di scorie di fonderia chedevono essere smaltite facendo lievitare icosti a oltre 10 milioni di euro, per ultimarel’opera e poter ottemperare alla bonificadelle sostanze rinvenute, quali cromo esa-valente e fluoruri;

la provincia, che aveva chiesto 14milioni di euro danni se ne è vista rico-nosciuti dalla sentenza complessivamente627 mila, cifra decisamente insufficienti acoprire i 10 milioni di euro che servireb-bero per la bonifica e la conclusionedell’opera, e che non basterebbero nem-meno a finire i lavori di asfaltatura;

secondo fonti di stampa, in un do-cumento del settore viabilità della provin-cia di Brescia, i tecnici hanno evidenziatoche l’opera andrà completamente demolitae ricostruita e il materiale dovrà esseresmaltito in discarica come rifiuto: « Il pocofatto era talmente pessimo che deve esseredistrutto e rifatto di sana pianta – hasottolineato il pubblico ministero SilviaBonardi davanti ai giudici del Tribunale diBergamo nella sua requisitoria – così sibuttano i soldi nel nostro Paese»;

il giudice del tribunale di Bergamo,Vito Di Vita, non ha ordinato il ripristinodello stato dell’ambiente e non ha impostola bonifica;

secondo il capitolato d’appalto, latangenziale di Orzivecchi doveva esserecostruita con la ghiaia estratta da unacava, ma le imprese Origini Srl, LocatelliGeom. Gabriele Srl e Tecnofrese Srl, chesi sono aggiudicate i lavori, hanno misce-lato la ghiaia con scorie di fonderia: peranni avrebbero trasportato e trasferitoscorie industriali, chimiche e siderurgiche,rifiuti e scarti arrivati anche da fuoriprovincia e da fuori regione;

l’uso delle scorie sarebbe stato resopossibile da una variante in corso d’opera(il « verbale di concordamento nuoviprezzi » del 2 dicembre 2009) firmata da unfunzionario della provincia di Brescia im-putato nel processo per truffa e frode;

Atti Parlamentari — 31588 — Camera dei Deputati

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secondo la ricostruzione del pubblicoministero gli scarti delle fonderie bre-sciane, contaminate principalmente dacromo esavalente e fluoruri, anziché es-sere trattati da Locatelli nel suo impiantobergamasco di Biancinella, finivano diret-tamente in cantiere o passavano nell’im-pianto solo per pochi minuti, giusto iltempo di cambiare la bolla di trasporto;

occorrerebbe chiarire in che modo siintenda procedere e quali siano i tempiprevisti per portare a compimento le ne-cessarie operazioni di bonifica –:

se i Ministri in indirizzo siano alcorrente dei fatti esposti in premessa;

se il Governo non ritenga opportunoassumere ogni iniziativa di competenzaanche per il tramite dell’istituto superioreper la protezione e la ricerca ambientalee l’istituto superiore di sanità; per appro-fondire l’analisi della situazione ambien-tale e i relativi potenziali danni per lasalute degli abitanti della zona dovuti allapresenza delle scorie pericolose, tra cui, inparticolare, cromo esavalente e floruro ein che modo intendano informare la cit-tadinanza circa i possibili pericoli relativialla presenza di tali sostanze, per salva-guardarne al salute;

se non ritengano opportuno assumereiniziative, per quanto di competenza, perlimitare la produzione di scorie di fonderiae per escludere totalmente la possibilità diutilizzare rifiuti, ed in particolare tali scoriedi fonderia, su aree non destinate al lorosmaltimento o come inerti per fondi stra-dali. (4-11335)

* * *

BENI E ATTIVITÀ CULTURALIE TURISMO

Interrogazioni a risposta scritta:

MERLO e BORGHESE. — Al Ministrodei beni e delle attività culturali e delturismo. — Per sapere – premesso che:

in Europa e nel mondo ci si chiedeche ruolo, oggi, giocherà il patrimonio

artistico-culturale della maggior partedelle città culturali dell’Italia, nella societàfutura;

la questione del patrimonio artistico-culturale è particolarmente attuale nel-l’agenda politica in Italia, in ragione diquella che appare agli interroganti unacieca politica di drastici tagli che la pros-sima legge di stabilità si prepara ad at-tuare per la cultura, partendo anche dallaprivatizzazione del patrimonio culturale edall’alleggerimento degli enti di tutela sto-rica attualmente vigenti;

nel nostro Paese, il patrimonio sto-rico-artistico, però, appartiene in parte acittadini privati che si trovano allo stato difatto, in una situazione preoccupante e ciòanche a causa di inadempienza e disap-plicazioni di leggi precedentemente ema-nate;

non è stato corrisposto ai proprietariinteressati quanto dovuto (circa 100 mi-lioni di euro a quanto consta agli inter-roganti), a titolo di contributo ex articolo31 del decreto legislativo n. 42 del 2004per gli interventi di restauro o conservativiautorizzati e già collaudati da diversi anni,eseguiti su beni d’interesse storico-arti-stico –:

quale sia la ragione per la quale ifondi di cui in premessa non sono statierogati ai proprietari che ne avevano di-ritto;

se non ritenga che debbano essereelargiti almeno acconti a coloro che, puravendone diritto, ancora non hanno rice-vuto nulla, così da poter permettere ai pro-prietari di tali beni storici, specialmentenelle più belle città storiche d’Italia, la loroconservazione, in modo da non provocareulteriori deterioramenti di beni che ven-gono amati da tutto il mondo per la lorobellezza storica. (4-11325)

GAGNARLI. — Al Ministro dei beni edelle attività culturali e del turismo. — Persapere – premesso che:

la recente inaugurazione del Museodella Città di Cortona, dove sono collocati

Atti Parlamentari — 31589 — Camera dei Deputati

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numerosi reperti provenienti dalle aree diCamucia negli anni passati oggetto di dan-neggiamenti collegati a cantieri edili, hariproposto all’attenzione dell’opinionepubblica la vastità dell’area archeologicacamuciese e la grande occasione perduta acausa dell’ignavia di chi doveva esercitarela tutela di tale patrimonio culturale;

in una lettera inviata al Ministrointerrogato, lo storico e studioso aretinoSantino Gallorini ha ripercorso nel lorocomplesso le varie scoperte per renderetutti consapevoli del danno ormai fatto eper cercare, quindi, di evitare che nelfuturo accadano fatti simili;

fin dall’Ottocento, scrive Gallorini,archeologi illustri o semplici abitanti,spesso in maniera casuale, hanno effet-tuato ritrovamenti di oggetti, di tombe, diepigrafi ed altri materiali davvero impor-tanti. Si potrebbe accennare al tumulofunerario, detto il Melone di Camucia,scavato nel 1842 da Alessandro François,alla corniola con incise le lettere PEL IUST, alle tombe ad inumazione presso laFonte di Boarco, contenenti bronzi, alsepolcro « con pietre grandissime » ed un« orciolo » rinvenuto presso la via perCortona, all’epigrafe circolare su lastronedi arenaria, alle varie tombe romane allacappuccina rinvenute nel XX secolo nelleproprietà Bistarelli e Schippa;

di recente si sono aggiunte le piùclamorose scoperte della cosiddetta TabulaCortonensis, la ormai celebre lastra dibronzo contenente ben 40 righe di testoetrusco rinvenuta da Giovanni Ghiottini, edella vasta area sacra di Camucia situataa cavallo della strada statale 71, dopo ilcentro del paese, andando verso Terontola,un abitato immerso in un’area ricca disantuari e strutture culturali abbracciantiun vastissimo arco temporale;

in due siti archeologici individuati,scrive lo storico aretino, lo scavo stratigra-fico è stato fatto solo dopo che le ruspeavevano pesantemente devastato il contestoe quindi le testimonianze, che potenzial-mente potevano essere restituite dalle aree

archeologiche, sono state in buona partedistrutte (http://www.informarezzo.com);

in questi giorni a Camucia si rinnovail rischio, per l’ennesima volta, di ripeterela distruzione o obliterazione di strutturearcheologiche tardo etrusche, ed il comunedi Cortona dovrebbe farsi portatore del-l’interesse al recupero nei luoghi deputatialla tutela e alla valorizzazione del patri-monio storico e artistico;

è noto che, su chi dirige i siti ar-cheologici e su chi vigila, vengono eserci-tate forti pressioni dettate dall’impulsoimprenditoriale; tuttavia, sui due appez-zamenti di territorio rimasti liberi cherientrano in quell’area di rilevanza ar-cheologica individuata a monte e a valledella strada statale 71, uno pubblico (laMaialina) e uno privato, è necessario al-zare il livello di attenzione;

il sistema legislativo italiano prevede,con l’articolo 840 del codice civile, che « Laproprietà del suolo si estende al sotto-suolo, con tutto ciò che vi si contiene, e ilproprietario può fare qualsiasi escavazioneod opera che non rechi danno al vicino.Questa disposizione non si applica aquanto forma oggetto delle leggi sulleminiere, cave e torbiere. Sono del parisalve le limitazioni derivanti dalle leggisulle antichità e belle arti, sulle acque,sulle opere idrauliche e da altre leggispeciali. In virtù di tale disposizione ilproprietario del suolo non può opporsi adattività di terzi che si svolgano a taleprofondità nel sottosuolo o a tale altezzanello spazio sovrastante... »;

a monte della strada statale 71 sonostati recentemente eseguiti, come previstodal piano regolatore, dei saggi esplorativisotto la supervisione della Sovrintendenzadurante i quali ci sono stati dei primiritrovamenti, prelevati e trasferiti altroveper il loro studio e datazione;

si ritiene, insieme all’Associazione tu-tela Valdichiana ed allo storico aretinoSantino Gallorini, che quest’area nondebba essere sottratta alla comunità ca-

Atti Parlamentari — 31590 — Camera dei Deputati

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muciese, che debba essere esplorata erecuperata al godimento pubblico e allastoria ed eventualmente trasformata in unparco archeologico fruibile a tutti –:

se il Ministro interrogato non ritengaurgente intervenire, nell’ambito delle suecompetenze, per assicurare un’efficacecontrollo delle tutele previste dalle leggivigenti, al fine di salvaguardare questoultimo fazzoletto dell’area sacra etrusca diCamucia da ulteriori cementificazioni.

(4-11330)

* * *

DIFESA

Interrogazione a risposta immediata:

VITO, BRUNETTA e VELLA. — Al Mi-nistro della difesa. — Per sapere – pre-messo che:

dal 19 febbraio 2012, i due fucilieri diMarina Massimiliano Latorre e SalvatoreGirone, sono trattenuti ingiustamente eillegalmente in India, salvo il permesso permotivi di salute dato il 12 settembre 2014a Massimiliano Latorre di rientrare inItalia per un periodo di quattro mesi, percurarsi da un ictus che lo ha colpito,permesso successivamente prorogato e chescadrà a metà gennaio 2016;

solo in data 26 giugno 2015 è statoattivato l’arbitrato internazionale sul casodei marò nel quadro della Convenzionedelle Nazioni Unite sul diritto del mare,rivolgendosi, quindi, al Tribunale interna-zionale del diritto del mare di Amburgo;

nel frattempo Salvatore Girone hacontratto un’infezione da virus dengue e gliaspetti sanitari subentrati a seguito dell’in-fezione hanno accresciuto le ragioni per lequali si contestano i vincoli imposti dall’In-dia alla libertà di movimento del fuciliere,che potrebbe, restando nella stessa zonasub-tropicale, avere una recidiva con graviconseguenze sulla sua salute;

organi di stampa hanno riportato chela prova dell’innocenza dei due marò ita-liani prigionieri in India è contenuta neglistessi documenti che lo Stato indiano hadepositato ad Amburgo presso il Tribunaleinternazionale del diritto del mare –:

quali iniziative intenda intraprendereil Governo, anche in sede di arbitratointernazionale in corso, per il rapido edefinitivo rientro dei fucilieri italiani diMarina, Massimiliano Latorre e SalvatoreGirone. (3-01883)

Interrogazione a risposta in Commissione:

BASILIO, RIZZO, CORDA, FRUSONE eTOFALO. — Al Ministro della difesa. — Persapere – premesso che:

la legge 12 gennaio 2015, n. 2, re-cante « Modifica all’articolo 635 del codicedell’ordinamento militare, di cui al decretolegislativo 15 marzo 2010, n. 66, e altredisposizioni in materia di parametri fisiciper l’ammissione ai concorsi per il reclu-tamento nelle Forze armate, nelle Forze dipolizia e nel Corpo nazionale dei vigili delfuoco », entrata in vigore il 6 febbraio2015, introduce un nuovo importanteprincipio nei criteri di selezione per ilreclutamento del personale delle Forzearmate, rappresentato dalla valutazione diparametri fisici correlati alla composizionecorporea, alla forza muscolare ed allamassa metabolicamente attiva;

i predetti nuovi criteri, che sostitui-scono – di fatto superandolo – il prece-dente requisito « oggettivo » dei limiti dialtezza, dovranno essere specificati conapposito regolamento attuativo, da adot-tarsi entro sei mesi dall’entrata in vigoredella legge, di concerto con i Ministri delladifesa, dell’interno, dell’economia e dellefinanze e delle politiche agricole, alimen-tari e forestali;

nel corso della conferenza stampatenuta a margine della seduta del Consi-glio dei ministri del 31 luglio 2015, ilPresidente del Consiglio ha espressamente

Atti Parlamentari — 31591 — Camera dei Deputati

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annunciato l’adozione, entro breve tempo,del regolamento attuativo alla legge n. 2del 2015;

ad oggi, a distanza di oltre nove mesidall’entrata in vigore della predetta legge ea distanza di oltre quattro mesi dall’an-nuncio alla stampa da parte del Presidentedel Consiglio, il Governo non ha ancoraprovveduto all’adozione del regolamentoattuativo;

la mancata adozione del predettoregolamento in tempi brevi potrebbe ge-nerare una pericolosa, disparità di tratta-mento tra i partecipanti ai prossimi con-corsi per l’accesso alle Forze armate, postoche continuerebbero ad essere applicati iparametri fisici dei limiti di altezza, puressendo già in vigore una nuova legge delloStato che di fatto li abolisce –:

se il Governo intenda adottare ilregolamento attuativo alla legge n. 2 del2015 in tempi brevissimi, considerandoche risultano già ampiamente superati itermini previsti dalla legge;

in attesa delle nuove disposizioni re-golamentari, quali parametri sarannoadottati per l’ammissione ai concorsi diaccesso alle Forze armate, al fine di evi-tare disparità di trattamento e forme didiscriminazione tra i concorrenti, nel ri-spetto della legge vigente. (5-07132)

* * *

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta immediata:

PESCO, VILLAROSA, ALBERTI,RUOCCO, PISANO e FICO. — Al Ministrodell’economia e delle finanze. — Per sapere– premesso che:

con il decreto legislativo 16 novembre2015, n. 180, è stata data attuazione alladirettiva 2014/59/UE del Parlamento euro-peo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, cheistituisce un quadro di risanamento e riso-luzione degli enti creditizi e delle imprese

di investimento e che modifica la direttiva82/891/CEE del Consiglio, e le direttive2001/24/CE, 2002/47/CE, 2004/25/CE,2005/56/CE, 2007/36/CE, 2011/35/UE,2012/30/UE e 2013/36/UE e i regolamenti(UE), n. 1093/2010 e (UE) n. 648/2012, delParlamento europeo e del Consiglio;

la Sezione III del Capo IV del TitoloIV del suddetto decreto legislativo ha in-trodotto nell’ordinamento giuridico nazio-nale la disciplina sul bail-in preposta aripristinare il patrimonio delle banche edelle società finanziarie per il rispetto deirequisiti prudenziali mediante la riduzionedel valore nominale degli strumenti finan-ziari e di deposito sottoscritti dai rispar-miatori;

lo strumento del bail-in, a giudiziodegli interroganti, non è corretto sul pianomorale nei confronti dei cittadini e so-prattutto implica rilevanti questioni di le-gittimità costituzionale, infatti:

a) potrebbe violare l’articolo 47della Costituzione in quanto il primocomma del medesimo articolo sancisceesplicitamente: « La Repubblica incoraggiae tutela il risparmio in tutte le sue forme;disciplina, coordina e controlla l’eserciziodel credito ». Da quanto si desume laRepubblica ha il dovere di incoraggiare etutelare il risparmio, in ogni forma attra-verso la quale viene depositato presso gliistituti di credito, ed a tal fine disciplina,coordina e controlla l’esercizio del credito.Quindi, giusto per precisare, l’esercizio delcredito deve essere disciplinato, coordinatoe controllato proprio al fine di non arre-care ogni genere di pregiudizio al rispar-mio (o meglio alla gestione del risparmio).Sulla base di quanto asserito non siesclude che la disciplina del bail-in possadar seguito a numerose azioni giudiziariepreposte ad affermare l’inviolabilità delledisposizioni costituzionali;

b) potrebbe violare l’articolo 42della Costituzione in quanto il terzocomma del medesimo articolo sancisceesplicitamente: « La proprietà privata puòessere, nei casi preveduti dalla legge, esalvo indennizzo, espropriata per motivi

Atti Parlamentari — 31592 — Camera dei Deputati

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d’interesse generale ». L’applicazione delbail-in sul piano sostanziale si materia-lizza in un « esproprio per motivi d’inte-resse generale » finalizzato, nel caso spe-cifico, alla stabilità del sistema bancario efinanziario nel suo complesso. Il sopra-detto decreto legislativo 16 novembre2015, n. 180, non prevede forme di inden-nizzo « dell’esproprio subito » in quanto icrediti vengono trasformati in capitale dirischio ovvero compensati con le passivitàsubite dalla banca a prescindere dal mo-mento in cui tali passività sono stateemesse;

l’articolo 106 del decreto legislativo16 novembre 2015, n. 180, prevede che ladisciplina sul bail-in di cui alla Sezione IIIdel Capo IV del Titolo IV del medesimodecreto legislativo entrerà in vigore il 1o

gennaio 2016 –:

visto che le disposizioni del capo IIdel titolo IV del decreto legislativo n. 180del 2015 rinviano integralmente alle di-sposizioni di cui alla Sezione III del CapoIV del Titolo IV del medesimo decretolegislativo che entrerà in vigore solo il 1o

gennaio 2016, se il Governo, il Ministrodell’economia e delle finanze e la Bancad’Italia abbiano assunto provvedimentisulla base di una normativa non ancora invigore ed in caso affermativo per qualiragioni non siano state poste in esseremisure più garantiste verso i creditori edobbligazionisti. (3-01880)

Interrogazione a risposta in Commissione:

RUBINATO e NACCARATO. — Al Mi-nistro dell’economia e delle finanze. — Persapere – premesso che:

ai sensi dell’articolo 21, comma 14,del decreto legislativo n. 504 del 1995, leaccise sui carburanti vengono versate alloStato sui volumi alla temperatura di 15o

Celsius ed alla « pressione normale »(101.325 Pa);

il ricorso all’impiego del volume mi-surato a 15o C per la tassazione deiprodotti energetici, già contemplato dal-

l’ordinamento nazionale (decreto ministe-riale 9 ottobre 1979), risponde al dettatodella specifica disposizione dell’Unione eu-ropea;

in particolare, la misurazione deivolumi di prodotto da accertare ai finidella determinazione del relativo caricofiscale va effettuata alla predetta tempe-ratura a norma dell’articolo 12, paragrafo2, della direttiva 96/2003/CE del Consigliodel 27 ottobre 2003 (prima ancora exarticolo 3 della direttiva 92/81/CEE del 19ottobre 1992);

tale indicazione è stata recepita conl’articolo 17, comma 4, del decreto-leggen. 331/93 convertito in legge n. 427/93,poi confluito nell’articolo 21, comma 14,del sopra richiamato decreto legislativon. 504/95;

ai fini della corretta individuazionedei volumi soggetti alle accise, nei docu-menti di accompagnamento dei carburanti(documenti di accompagnamento sempli-ficato, denominati in seguito DAS), è pre-visto l’obbligo di indicare la densità spe-cifica a 15o Celsius e alla pressione nor-male e il peso del prodotto, con ciòindividuando l’esatta quantità soggetta atassazione;

sempre nei DAS è indicato (casella13) il volume a temperatura ambiente deicarburanti che normalmente è diverso daquello a 15o Celsius;

inoltre nei DAS è presente lo spazio(casella 10) per indicare il volume a 15o

Celsius, tale indicazione è facoltativa, nonobbligatoria;

i carburanti sono soggetti alla varia-zione di volume dell’uno per mille per ognigrado di temperatura, variazione apparen-temente insignificante ma di notevole im-portanza visti i quantitativi di carburanticommercializzati in Italia;

i fornitori, compagnie petrolifere ogrossisti, consegnano e fanno pagare aigestori di pompe di carburante, non ivolumi a 15o Celsius, ma i volumi atemperatura ambiente ovvero alla tempe-

Atti Parlamentari — 31593 — Camera dei Deputati

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ratura di caricamento in deposito che,nell’arco dell’anno, sono generalmente su-periori a quelli per i quali gli stessi paganole accise allo Stato;

questa pratica è frutto di una lacunadell’attuale normativa del settore e haconseguenze negative per gestori e consu-matori;

inoltre, tale pratica genera una zonagrigia di elusione fiscale;

rispetto ai gestori la detta praticacrea problemi di carattere economico e diregolare tenuta delle scritture contabiliobbligatorie;

infatti, le cisterne interrate dei distri-butori di carburanti hanno una tempera-tura inferiore a quella del prodotto allaconsegna, con una conseguente perdita divolumi (litri), dovuta al raffreddamentodel carburante una volta immesso in ci-sterna;

da ciò il gestore subisce un dannoeconomico dovuto alla perdita di litri, maquel che è più grave è che queste perditecomportano dei gravi problemi con l’am-ministrazione fiscale in quanto in sede diverifica della guardia di finanza in molticasi le perdite vengono considerate dellevendite in evasione di imposta con laconseguente stesura di verbali e relativesanzioni da parte dell’Agenzia delle en-trate;

tali verbali comportano notevoli costi,in caso di impugnazione, e, purtroppo, inmolti casi, il costo del contenzioso è mag-giore della sanzione per cui il gestore sitrova a pagare non avendo evaso le tassein alcun modo;

anche i consumatori sono penalizzatidall’attuale sistema, visto che nella mediadei rifornimenti annuali pagano più pro-dotto di quanto ne abbiano realmenteacquistato;

ciò si comprende se si pensa che ilprodotto « caldo » viene erogato al clienteappena travasato dall’autobotte alla ci-sterna e servono giorni perché il carbu-

rante raggiunga la stessa temperatura delsottosuolo, che comunque non sempre èpari o inferiore ai 15o Celsius;

in generale, circa i 2/3 del prodottocaldo vengono venduti ai consumatori;

i consumatori quindi pagano per unprodotto che non hanno acquistato deter-minando, su base nazionale, un valorepiuttosto considerevole visto che soltanto 1grado superiore ai 15o Celsius vale ben 57milioni di euro tenuto conto dell’attualeprezzo di vendita al pubblico dei carbu-ranti;

le compagnie petrolifere rimborsano icali di carburanti ai gestori solamente afronte di un notevole impegno burocraticoe sono previste percentuali di penalizza-zioni nel caso le procedure non sianototalmente rispettate;

inoltre al massimo, viene rimborsatala differenza tra i volumi fatturati e quellieffettivamente venduti ovvero al massimoun terzo della differenza tra i volumi a 15o

Celsius e quelli fatturati a temperaturaambiente –:

se il Ministro sia a conoscenza deifatti descritti;

quali iniziative il Ministro intendaassumere per rendere più trasparente ilrapporto tra compagnie petrolifere, ge-stori, fornitori e consumatori e per farcessare le procedure denunciate in pre-messa. (5-07129)

* * *

GIUSTIZIA

Interpellanze urgenti(ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare ilMinistro della giustizia, per sapere – pre-messo che:

il decreto del Presidente della Repub-blica 8 luglio 2005, n. 169, regola il rior-dino del sistema elettorale e della compo-

Atti Parlamentari — 31594 — Camera dei Deputati

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sizione degli organi degli ordini dei dottoriagronomi e dottori forestali, degli archi-tetti, pianificatori, paesaggisti e conserva-tori, degli assistenti sociali, degli attuari,dei biologi, dei chimici, dei geologi e degliingegneri;

all’articolo 2, comma 4, il decreto delPresidente della Repubblica stabilisce chei componenti dei consigli territoriali re-stino in carica quattro anni a partire dalladata della proclamazione dei risultati enon possono essere eletti per più di duevolte consecutive;

all’articolo 5, comma 1, il decreto delPresidente della Repubblica stabilisce inol-tre che il consiglio nazionale degli ordiniè costituito da quindici componenti, cherestano in carica cinque anni;

il comma 4-septies dell’articolo 2 deldecreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225convertito dalla legge 26 febbraio 2011,n. 10 (cosiddetto decreto Milleproroghedel 2010) ha stabilito che l’articolo 2,comma 4, del regolamento di cui al de-creto del Presidente della Repubblica 8luglio 2005, n. 169, si applicasse ai com-ponenti degli organi in carica alla data dientrata in vigore della legge di conversionedel decreto, con il limite massimo didurata corrispondente a tre mandati con-secutivi;

l’aumento da due a tre mandati dellimite di legge, previsto dal « decreto Mil-leproroghe » del 2010, ha consentito laricandidatura a componenti degli organiche altrimenti non avrebbero potuto farlodopo aver raggiunto tale limite;

il limite dei due mandati, poi am-pliato a tre, rappresentava una garanzia diricambio della governance degli ordiniprofessionali a fronte di un sistema elet-torale assolutamente maggioritario;

gli articoli 3 e 5 del decreto del Presi-dente della Repubblica n. 169 del 2005 de-scrivono infatti una combinazione tra lemodalità di espressioni di voto e la tradu-zione dei voti in seggi che sostanzialmenteincoraggia la concentrazione del consensosu candidati coalizzati ad excludendum e

incentiva processi di aggregazione dei con-senso dall’alto verso il basso, penalizzandola partecipazione democratica alle elezionie l’autonomia dei consigli territoriali e an-nullando la presenza di una anche minimaminoranza;

sono in scadenza gli organi di go-verno degli assistenti sociali, nel 2016scadranno gli organi di governo di inge-gneri, architetti, pianificatori, paesaggisti econservatori e dei chimici, mentre nel2017 andrà in scadenza il consiglio nazio-nale dei biologi;

risulta sia allo studio del Ministerodella giustizia un intervento normativo,rubricato come « Riforma del sistema elet-torale Professioni tecniche ed Ordine degliassistenti sociali. Modifica al decreto delPresidente della Repubblica n. 169 del2005 », recante al suo interno una normache, emendando il suddetto decreto delPresidente della Repubblica, permette-rebbe a chi, « alla data in vigore deldecreto », ha assunto uno o più mandatinel consiglio territoriale o nazionale diassumerne un altro;

il riferimento all’entrata in vigore deldecreto rende la norma poco comprensi-bile. Non si coglie facilmente, infatti, laratio giuridica di un intervento normativoche avrebbe l’effetto di emendare unadisposizione del 2005 permettendo l’assun-zione di un nuovo mandato, dal 2005 inpoi, a chi alla data del 26 agosto 2005(data di entrata in vigore del decreto)aveva assunto uno o più mandati;

con lo stesso intervento normativo allostudio del Ministero, che parrebbe sostan-ziarsi in un decreto del Presidente dellaRepubblica verrebbero abbassati i quorumrichiesti per la validità dell’elezione deiconsigli territoriali e nazionali e si modifi-cherebbero meccanismi e procedure divoto, mantenendo ancora una volta la pos-sibilità di indicare un numero di preferenze(di norma 15 ogni votante) pari a quello deiconsiglieri da eleggere e così pervenendo avere e proprie « liste » di soggetti votati,attribuendo direttamente al consigliouscente la scelta degli scrutatori e permet-

Atti Parlamentari — 31595 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 1ODICEMBRE 2015

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tendo la sommatoria delle schede che ri-portano i voti espressi in prima votazionealle schede della seconda convocazione;

l’abbassamento del quorum, dal 33 al25 per cento in prima convocazione e dal20 per cento a qualunque sia il numerodei votanti in seconda votazione, ridur-rebbe ancora di più la partecipazione,lasciando il processo elettorale in mano apochi a tutto detrimento della legittima-zione dei candidati eletti e di riflesso dellaeffettiva rappresentatività dell’ordine rap-presentato;

la possibile apertura alla sommatoriadelle schede che riportano i voti espressiin prima votazione alle schede della se-conda convocazione pone rilevanti que-stioni relativi alla regolarità delle proce-dure di voto, esposte a una possibilemanipolazione alla luce del dubbio pro-cesso di conservazione della scheda;

il mantenimento della possibilità cheogni elettore indichi un numero di prefe-renze pari al numero dèi consiglieri daeleggere perviene alla definizione di « listedi fatto » le quali, con solo il 50 per centodei voti, possono facilmente ottenere il 100per cento dei seggi con la totale elimina-zione delle minoranze, una patologia giàoggi presente e che, con l’emanando de-creto del Presidente della Repubblica, ri-sulterebbe rafforzare ancora di più laconcentrazione del consenso in capo apochi;

sotto il profilo giuridico-formale an-drebbe chiarito il tipo di atto che auto-rizza la modifica del regolamento;

risulta agli interroganti che il Mi-nistero della giustizia abbia trasmesso iltesto ad alcuni, ma non a tutti gli ordinioggetto del decreto del Presidente dellaRepubblica 8 luglio 2005, n. 169. Vi sa-rebbe quindi stata una consultazione in-formale e parziale, non adeguata per unidoneo approfondimento delle conse-guenze e delle implicazioni dell’eventualeprovvedimento –:

se le informazioni esposte in pre-messa rispondano al vero;

se ritenga di chiarire quale tipo diatto verrà adottato per modificare il de-creto del Presidente della Repubblica 169del 2005 e se tale atto normativo saràeventualmente autorizzato da un’iniziativalegislativa;

se non ritenga di chiarire la ratiodella norma all’oggetto dello studio delMinistero che, modificando il decreto delPresidente della Repubblica 169 del 2005,permetterebbe a chi, alla data di entratain vigore del decreto, ha assunto uno o piùmandati nel consiglio territoriale o nazio-nale di assumerne un altro;

quali siano gli intendimenti generalidel Governo nell’adozione di tale provve-dimento;

se non ritenga necessario assumereiniziative per riformare il sistema eletto-rale degli ordini in modo da incoraggiarela partecipazione degli iscritti e la legitti-mazione e la rappresentatività degli eletti,garantire la rappresentanza e la tuteladelle minoranze (ad esempio, limitando ilnumero di preferenze esprimibili per cia-scun votante alla metà oppure ai due terzidei consiglieri da eleggere) e preferire, incaso di parità, il candidato più giovaneanziché quello più anziano.

(2-01189) « Mazziotti Di Celso, Mon-chiero ».

Il sottoscritto chiede di interpellare ilMinistro della giustizia, per sapere – pre-messo che:

l’articolo 111 della Costituzione, cosìcome modificato con legge costituzionale23 novembre 1999. n. 2, sancendo i prin-cipi del « giusto processo », stabilisce cheogni processo debba svolgersi di fronte adun giudice indipendente, terzo e impar-ziale;

l’articolo 24 della Costituzione, ga-rantendo la possibilità per tutti di agire ingiudizio e sancendo quindi l’inviolabilitàdel diritto di difesa, pone le basi essenzialidella tutela giudiziaria e di conseguenzadel diritto ad un giudizio imparziale;

Atti Parlamentari — 31596 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 1ODICEMBRE 2015

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l’articolo 6 della Carta europea deidiritti dell’uomo, sancisce il diritto di ognipersona a che la sua causa sia esaminataequamente e da un tribunale terzo eimparziale;

i requisiti di imparzialità e terzietàdel giudice sono definiti in modo presso-ché unanime da giurisprudenza e autore-vole dottrina come caratteristica di neu-tralità del giudice, che deve agire libero daogni tipo di interesse, pregiudizio e pre-concetto;

la Corte di cassazione, con sentenzan. 32619/2014, ha stabilito che il giudiced’appello deve rinnovare l’istruttoria sevuole dare una diversa valutazione dellaprova testimoniale, sia nel caso egli vogliariformare in peius la sentenza di assolu-zione di primo grado, che nel caso in cuivi sia già stata condanna;

la Corte europea dei diritti dell’uomo,interpretando l’articolo 6 della Carta, consentenza del 5 luglio 2011 (Dan c. Mol-davia), ha sancito l’obbligo del giudiced’appello di riesaminare il testimone, qua-lora intenda utilizzare in modo difformedal giudice di primo grado la sua dichia-razione, per « ascoltarlo personalmente ecosì valutarne l’attendibilità intrinseca »;

alla luce del differente giudizio dellaCorte di appello, in contrasto con quantoaffermato dalla Corte di cassazione con lacitata sentenza n. 326 19/2014, il Ministrodella giustizia dovrebbe chiarire comepossa essere assicurato il rispetto dei prin-cipi affermati dalla Corte di cassazionemedesima, e dovrebbe provocare una mag-giore e più approfondita riflessione sultema del ribaltamento delle sentenze ed inparticolare sul ribaltamento dell’assolu-zione, soprattutto laddove questo vengafatto dipendere da una diversa valutazionedei fatti;

il 27 ottobre 2014, la terza Corted’appello di Roma ha condannato a 2 annie 6 mesi per peculato (dopo che i pubbliciministeri avevano chiesto 2 anni di reclu-sione) il senatore in carica Augusto Min-zolini, parlamentare di Forza Italia, dopo

che era stato assolto in primo grado, nelfebbraio 2013, il giudice ha fissato ancheper lo stesso periodo l’interdizione daipubblici uffici;

il 12 novembre 2015, la VI sezionepenale della Corte di cassazione ha poiconfermato la condanna a due anni emezzo e l’interdizione dai pubblici ufficiper la durata della pena, come stabilitodalla Corte d’Appello di Roma il 27 otto-bre 2014;

giova, inoltre, evidenziare la gravecircostanza che ha visto la presenza, al-l’interno del collegio giudicante in appello,del magistrato Giannicola Sinisi, ex par-lamentare dell’Ulivo, nonché sottosegreta-rio per l’interno durante il primo governoProdi, e nel primo Governo D’Alema;

risulta inoltre all’interpellante che, atre giorni dalla data fissata per l’udienzapresso la Corte di cassazione, sia statamodificata la composizione del collegiogiudicante, sostituendone il Presidente –:

se il Governo intenda assumere ogniiniziativa di competenza, anche di tiponormativo, al fine di chiarire e comunqueescludere che un esponente politico, se-duto in Parlamento dal 1996 al 2008,sottosegretario all’interno durante il primoGoverno Prodi e D’Alema, quando a capodel Ministero dell’interno vi erano primaGiorgio Napolitano e poi Rosa Russo Ier-volino, possa far parte di un collegio diCorte d’Appello che giudica un esponentepolitico eletto in un partito avversario. Uncollegio che, infliggendo una pena supe-riore a quella richiesta dal pubblico mi-nistero, nei fatti decreta la decadenzadell’avversario politico imputato dalla ca-rica di parlamentare;

se il Governo intenda assumere ogniiniziativa di competenza, anche di tiponormativo, al fine di chiarire e comunqueescludere che lo stesso collegio di Corted’appello, composto fra gli altri dal giudiceavente le caratteristiche sopra citate, nelgiudicare lo stesso imputato, capovolga lasentenza di assoluzione emessa dal giudicedi primo grado, emettendo una condanna

Atti Parlamentari — 31597 — Camera dei Deputati

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senza prima procedere alla riapertura del-l’istruttoria, riascoltando i testimoni o as-sumendo nuove prove, come invece previ-sto dall’articolo 6 della Convenzione eu-ropea per la salvaguardia dei diritti del-l’uomo e delle libertà fondamentali;

se il Ministro della giustizia titolaredell’azione disciplinare, non intenda aprireun procedimento nei confronti di questomagistrato che, ad avviso dell’interpel-lante, ricorrendone le condizioni, non si èastenuto dal partecipare al collegio diCorte di appello.

(2-01192) « Brunetta ».

Interrogazioni a risposta scritta:

NUTI, DI BENEDETTO, DI VITA,LUPO e MANNINO. — Al Ministro dellagiustizia. — Per sapere – premesso che:

come descritto all’interno di un co-municato stampa del Ministero della giu-stizia del 2 settembre 2015, il Ministro,tramite proprio decreto, avrebbe dispostol’istituzione, presso il proprio ufficio digabinetto, di una commissione con l’inca-rico di elaborare uno schema di riformadella disciplina legale in materia di costi-tuzione e funzionamento del Consiglio su-periore della magistratura, tenendo contoanche delle iniziative di « autoriforma » edelle proposte elaborate dallo stesso Con-siglio superiore della magistratura;

di questa commissione, composta da12 membri, fa parte anche il magistratodottor Tommaso Virga, già membro delConsiglio superiore della magistratura edattualmente con incarico presso il tribu-nale di Palermo;

il dottor Virga attualmente risultaessere sotto procedimento disciplinare daparte del Consiglio superiore della magi-stratura per fatti legati allo scandalo cheha investito la sezione misure di preven-zione del tribunale di Palermo e che havisto come protagonista il magistrato Sil-vana Saguto e l’amministratore giudiziarioGaetano Cappellano Seminara;

in particolare, secondo quantoemerge dalle indagini e dagli articoli distampa, all’interno del sistema di gestioneillegittima dei beni sequestrati e confiscatialla mafia messo in atto dalla dottoressaSaguto, il dottor Virga avrebbe preso parteattiva in quanto avrebbe evitato l’avvio diun procedimento disciplinare a caricodella Saguto e avrebbe ottenuto la nominadel proprio figlio per incarichi di ammi-nistratore giudiziario;

inoltre, per i fatti sopra descritti ildottor Virga sarebbe indagato per indu-zione alla concussione dalla procura diCaltanissetta;

ancorché il Consiglio superiore dellamagistratura non si sia espresso in ma-niera definitiva in merito al procedimentoaperto nei confronti del dottor Virga, se-condo gli interroganti appare del tuttoinopportuno, anche alla luce degli evidentie documentati rapporti con la dottoressaSaguto, che il magistrato possa continuarea far parte della commissione ministerialedi riforma della disciplina legale in ma-teria di costituzione e funzionamento delConsiglio superiore della magistratura, inquanto ciò rischierebbe di delegittimaresin dall’inizio i risultati che verranno pro-dotti dalla sopra citata commissione, oltrea costituire un potenziale elemento diconflitto di interesse –:

se non intenda procedere alla rimo-zione del magistrato dottor TommasoVirga dalla commissione ministerialeavente l’incarico di elaborare uno schemadi riforma della disciplina legale in ma-teria di costituzione e funzionamento delConsiglio superiore della magistratura.

(4-11340)

SCOTTO e FAVA. — Al Ministro dellagiustizia. — Per sapere – premesso che:

da quanto a conoscenza degli inter-roganti, sembrerebbe che il magistratoche, in appello, dovrebbe giudicare Vin-cenzo De Luca per abuso d’ufficio in

Atti Parlamentari — 31598 — Camera dei Deputati

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relazione alla vicenda del termovaloriz-zatore di Salerno – che, come noto, inprimo grado, ha visto la condanna dellostesso ad un anno di reclusione e l’ap-plicazione della legge Severino – sia ildottor Michelangelo Russo;

tempo fa fu avviato un procedimentonei riguardi del dottor Russo, nonché deldottor Luciano Santoro, entrambi magi-strati presso la procura della Repubblicadi Salerno, per aver cercato di accedere alcomputer del tribunale di Salerno al finedi verificare se fossero in corso procedi-menti penali a carico di Vincenzo De Luca,quando pubblico ministero era la dotto-ressa Gabriella Nuzzi e il procuratorecapo di Salerno il dottor Luigi Apicella;

il dottor Apicella presentò al ri-guardo un esposto al Consiglio superioredella Magistratura che avviò gli accerta-menti di competenza; il dottor Michelan-gelo Russo nel frattempo fu trasferito, susua richiesta, ad altra sede e ad altroincarico, per poi tornare con incarico aSalerno, con ciò destando forti perplessità;

a parere degli interroganti, non puòche suscitare forti dubbi e preoccupazionicirca il rispetto della legalità – e, inparticolare, delle norme vigenti in tema dicorretto esercizio delle funzioni – il fattoche lo stesso magistrato che qualche annofa aveva cercato di adoperarsi in favore diVincenzo De Luca, sia incaricato di giu-dicare (nel gennaio 2016) la stessa personaper cui si adoperò, qualche anno fa;

la questione sarà affrontata verosi-milmente nell’ambito del processo;

ad avviso degli interroganti, tuttavia,questioni siffatte non dovrebbero nem-meno sorgere, dovendo provvedere la leggead escludere la loro insorgenza –:

se non ritenga di adottare iniziativenormative volte a rendere più stringenti imeccanismi di incompatibilità dei magi-strati. (4-11341)

* * *

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

BRESCIA. — Al Ministro delle infra-strutture e dei trasporti, al Ministro deibeni e delle attività culturali e del turismo.— Per sapere – premesso che:

nel quartiere San Nicola della città diBari, conosciuto anche con il nome « BariVecchia », più precisamente nell’area de-maniale interna alla zona portuale adia-cente al Castello Normanno-Svevo, sonoattualmente in corso i lavori per la rea-lizzazione di « straordinaria manutenzionee ampliamento dell’edificio sede degli uf-fici OO.MM. del Provveditorato interregio-nale alle OO.PP. di Puglia e Basilicata »;

il nuovo edificio, la cui costruzioneprevede una spesa pari a 3.345.722 euro,si articola su tre piani più seminterrato,con un’altezza di circa 12 metri e unacubatura di 9.451,40 metri cubi, ed èprossimo al completamento della strutturaal rustico e all’esecuzione di lavori diimpiantistica e di sistemazioni interne;

fin dall’avvio dei lavori nel gennaio2014, i cittadini baresi residenti nel quar-tiere San Nicola si sono mobilitati creandoun « Comitato di quartiere Bari Vecchia »contrario alla costruzione della nuova sededegli uffici OO.MM. del provveditoratointerregionale alle opere pubbliche di Pu-glia e Basilicata;

secondo il Comitato, la nuova palaz-zina comprometterebbe la visuale verso ilCastello Normanno-Svevo, già danneggiatadalla presenza di altri edifici. Inoltre,l’insediamento dei nuovi uffici OO.MM.comporterebbe la creazione di nuove areedi parcheggio a discapito del giardino checirconda la struttura preesistente, conge-stionando ulteriormente la viabilità dellazona;

nell’estate 2014 il Comitato si è ri-volto al sindaco di Bari Antonio Decaro eall’assessore all’urbanistica Carla Tedesco,i quali hanno da subito condiviso le cri-

Atti Parlamentari — 31599 — Camera dei Deputati

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tiche e le perplessità dei cittadini in meritoall’intervento di manutenzione e amplia-mento di cui sopra;

a seguito di alcune ricerche condottedall’assessore all’urbanistica Carla Tede-sco, è stata attestata l’esistenza di unvincolo del Castello e della zona adiacente,risalente al 1930 e riconosciuto come an-cora valido dalla direzione regionale per ibeni e culturali e paesaggistici;

il decreto di vincolo di rispetto, fir-mato in data 15 maggio 1930 dal Ministroper l’educazione nazionale, decreta la« necessità di preservare da mutamenti, ascopi edilizi, la zona circostante il Castellomedioevale di Bari e d’impedire che connuove costruzioni o con qualsiasi altraopera si alteri la visione generale delCastello stesso »;

richiamando l’articolo 3 della legge23 giugno 1912, n. 688, secondo cui « neiluoghi nei quali si trovano monumenti ocose immobili soggette alle disposizionidella presente legge, nei casi di nuovecostruzioni, ricostruzioni ed attuazione dipiani regolatori, possono essere prescrittedall’autorità governativa le distanze, lemisure e le altre norme necessarie, affin-ché le nuove opere non danneggino laprospettiva e la luce richiesta dai monu-menti stessi », il decreto del 1930 stabiliscei limiti della « zona di rispetto » intorno alCastello sottoposta a vincolo da parte degliorgani competenti;

l’assessore all’urbanistica di Bari haquindi chiesto che i lavori di edificazionedella nuova palazzina fossero bloccati eche fosse indetta una nuova conferenza diservizi per riesaminare l’intero progettoalla luce del decreto del 1930 preceden-temente ignorato;

nella nota n. 5225 del 14 giugno 2010di « Accertamento della conformità urba-nistica » ad opera della Soprintendenza diBari si attestava che « il progetto riguardal’ampliamento di un fabbricato risalenteagli anni 1957-58 [...] » e che « l’area su cuiesso insiste non è sottoposta a vincoli dicompetenza », per cui le opere di amplia-

mento e manutenzione sono « accettatefavorevolmente, in quanto il nuovo fab-bricato si pone in addossamento al pree-sistente senza modificare l’assetto plano-volumetrico »;

alla richiesta dell’assessore Tedescola Soprintendenza ha risposto con l’« Ap-profondimento istruttorio » del 19 agosto2014 in cui, facendo riferimento al decretodel 1930, ha dichiarato che il fabbricatorientra solo parzialmente all’interno del-l’area sottoposta a vincolo di rispetto e chegià in occasione della Conferenza Servizidel 2010, pur non rilevando allora alcunvincolo, ci si era premurati di eseguire unavalutazione per considerare un eventualeimpatto negativo dell’opera, suggerendoperò di piantare « nuove alberature inprosecuzione di quelle esistenti sul fronteverso il mare »;

in questo approfondimento, inoltre,la Soprintendenza richiama l’articolo 2 delvincolo del 1930 nel quale è sancito che « iproprietari o possessori a qualsiasi titolodi aree e di fabbricati compresi nel peri-metro della zona monumentale, i qualiintendano costruire nuovi edifici o in qua-lunque modo apportare modificazioni edinnovazioni in dette aree e fabbricati,devono farne domanda al Ministero dellaEducazione Nazionale indicando le limi-tazioni e le modalità delle costruzioni edei lavori », con lo scopo di dimostrare cheil decreto in questione non fissa un vincolodi inedificabilità, bensì è da considerarsiun provvedimento per il controllo delleattività edilizie che sarebbe possibile svol-gere nella zona del Castello;

in virtù di tali considerazioni, laSoprintendenza conclude l’approfondi-mento esprimendo « ora per allora » il suoparere favorevole all’ampliamento dell’edi-ficio del provveditorato interregionale alleOO.PP. di Puglia e Basilicata, in quanto èritenuto compatibile con gli obiettivi ditutela previsti dal vincolo e non va amodificare le condizioni di godibilità delCastello;

ulteriori ricerche condotte dal Comi-tato nei versi archivi locali e in quello

Atti Parlamentari — 31600 — Camera dei Deputati

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centrale di Roma hanno peraltro dimo-strato che anche la struttura preesistentedel Provveditorato alle OO.PP. costituisceun caso di dubbia conformità alla norma-tiva edilizia;

la richiesta presentata nel 1954 perl’edificazione della prima palazzina per gliuffici OO.MM. fu infatti rifiutata dal Mi-nistro competente proprio perché situatain un’area sottoposta a vincolo. Spostandodi una decina metri la posizione degliuffici e dichiarando in tal modo che lacostruzione non sarebbe rientrata nel-l’area vincolata del Castello, l’edificio fucomunque realizzato nel 1955 con discu-tibili modalità;

dopo aver ritrovato il decreto di vi-colo di rispetto del 1930 con le relativecarte in scala 1:500, il comitato e ilcomune di Bari hanno effettuato il riportodel perimetro del suddetto vincolo, eviden-ziando in maniera inequivocabile che siala palazzina del 1955 che quella in co-struzione ricadono in area vincolata e che,poiché prive delle necessarie autorizza-zioni, sarebbero da ritenersi costruzioniabusive;

a quanto consta all’interrogante afine maggio 2015 anche la Soprintendenzaha effettuato un riporto del perimetro delvincolo, confermando tuttavia che en-trambe le palazzine ricadono nell’areasottoposta a vincolo soltanto in parte;

il Comitato ha provveduto a conse-gnare tutta la documentazione di cui sopraalla procura di Bari e al TAR Puglia chenel luglio 2015 ha rigettato il ricorsoperché ritenuto tardivo rispetto alla datadi inizio dei lavori, senza tuttavia esami-nare i documenti che attesterebbero l’abu-sività delle due costruzioni e non rilevandoquindi quella che all’interrogante apparel’illegittimità di un parere dato « ora perallora » dalla Soprintendenza nell’« Appro-fondimento istruttorio » del 19 agosto2014;

in riferimento alla sentenza di rigettoda parte del TAR Puglia, motivata con latardività del ricorso rispetto all’avvio dei

lavori per la realizzazione della secondapalazzina a gennaio 2014, è necessariospecificare che il Comitato è venuto aconoscenza dell’esistenza del vincolo dirispetto del 1930 soltanto a luglio 2014 eche solo allora ha potuto rivolgersi altribunale mostrando prove effettive di unabuso edilizio perpetrato a partite dallontano 1955. Sarebbe stato perciò auspi-cabile che, ad avviso dell’interrogante, ilTAR avesse valutato il ricorso del Comi-tato in base alla data di ritrovamento delvincolo e non in riferimento a quella diavvio dei lavori;

non da ultimo, è necessario far no-tare che i due edifici del provveditoratoalle OO.PP di Puglia e Basilicata sorgonoin una zona, quella del Castello e dintorni,che secondo la relazione generale delpiano particolareggiato della città vecchiaapprovato nel 2001, avrebbe potuto esseredestinata alla realizzazione di un parcodel Castello di Bari;

nella relazione generale, infatti, silegge che « l’insieme delle aree verdi at-torno al Castello [...] può essere pensato,in prospettiva, come un vero e proprio″sistema″ di verde attrezzato. [...] si po-trebbe pensare ad una vasta area verde epedonale costituita da: il verde attual-mente di pertinenza della Capitaneria diporto-Demanio marittimo, lo slargo dipiazza Ruggero il Normanno, i giardiniIsabella D’Aragona, i fossati del Ca-stello » –:

se i Ministri interpellati siano a co-noscenza dei fatti esposti in premessa e se,alla luce degli stessi, non ritengano op-portuno intervenire al fine di chiarire ledinamiche che hanno portato alla realiz-zazione in un’area sottoposta a vincolo dirispetto di entrambi gli edifici del prov-veditorato alle OO.PP. di Puglia e Basili-cata, il primo nel 1955 e il secondo, ancorain fase costruzione, nel 2014;

se non ritengano indispensabile, perquanto di competenza, avviare verifiche alfine di individuare eventuali responsabilitàda parte degli uffici coinvolti nei fattiesposti in premessa, da cui dipenderebbe

Atti Parlamentari — 31601 — Camera dei Deputati

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la costruzione delle due palazzine di fattoin contrasto con le norme vigenti, nell’areaadiacente al Castello Normanno-Svevo diBari e sottoposta per legge a vincolo dirispetto. (5-07134)

Interrogazioni a risposta scritta:

NUTI, GRILLO, DELL’ORCO, DI BE-NEDETTO, DI VITA, LUPO e MANNINO.— Al Ministro delle infrastrutture e deitrasporti, al Ministro dell’interno. — Persapere – premesso che:

la società Tecnis s.p.a. è stata ulti-mamente al centro delle cronache in se-guito all’arresto di alcuni suoi esponenti eper l’interdittiva antimafia rilasciata dalprefetto di Catania;

in particolare, a seguito dell’indaginedenominata « Dama nera », relativa allagestione di alcuni appalti per lavori gestitida A.N.A.S., risulterebbe che due membridel consiglio di amministrazione della Tec-nis s.p.a., nonché proprietari della stessa,Francesco Domenico Costanzo e ConcettoBosco Lo Giudice, abbiano ottenuti appaltipubblici per lavori relativi ad importantiinfrastrutture nazionali, quali, ad esempio,autostrade e porti, grazie ad uno scambiodi tangenti;

negli ultimi anni la Tecnis s.p.a. e lesocietà comunque riconducibili agli im-prenditori Costanzo e Bosco Lo Giudice, sisono aggiudicati numerosissimi appalti, so-prattutto nel meridione, tant’è che Tecnisarriva ad impiegare circa 1.200 dipendentie per questo viene considerata una tra lepiù importanti imprese del Sud Italia;

alcune di queste opere, tuttavia,hanno subito ritardi o gravi problemi; adesempio, Tecnis ha partecipato, assieme adaltre aziende, alla realizzazione del via-dotto Scorciavacche 2, sulla strada statale121 Palermo-Agrigento, che a fine dicem-bre è parzialmente crollato; ha partecipatoai lavori al porto di Messina, in particolareprovvedendo ai lavori di allargamentodelle banchine Vespri e Colapesce, utiliz-zando calcestruzzo depotenziato; simil-

mente nei lavori per la realizzazione dinuove gallerie attigue al porto di Salernoè stata riscontrata una miscela differenteda quella prevista; più recentemente, il 27novembre 2015 i carabinieri, su richiestadella direzione distrettuale antimafia diCaltanissetta hanno provveduto al seque-stro del viadotto Salso e della gallerianaturale Caltanissetta, in quanto, tra l’al-tro, sarebbe stato utilizzato calcestruzzonon conforme, utilizzato materiale per larealizzazione di pali non conformi, occul-tato alla Direzione dei Lavori difficoltàtecniche ed irregolarità;

recentemente, come detto, la prefet-tura di Catania ha emesso un provvedi-mento interdittivo antimafia nel confrontidella Tecnis s.p.a.; le motivazioni non sonoancora note in quanto coperte da segretodi ufficio;

secondo gli interroganti, considerati iproblemi tecnici in alcuni appalti vintidalla Tecnis, nonché i problemi giudiziariche sta affrontando, in parte legati anchealla criminalità organizzata di tipo ma-fioso, vi potrebbe essere il concreto rischioche anche altre opere, già terminate o incorso, possano risultare instabili e quindicostituire grave minaccia per l’incolumitàdelle persone –:

se si intendano assumere iniziative,per le parti di competenza, volte ad ef-fettuare verifiche tecniche sull’esecuzionedelle opere in corso ovvero a controllare leopere già terminate da parte di Tecniss.p.a. o comunque riconducibili agli im-prenditori Francesco Domenico Costanzoe Concetto Bosco Lo Giudice;

quali siano gli appalti statali, anchefornendo la relativa documentazione, ese-guiti o in esecuzione da parte di Tecniss.p.a. o società comunque riconducibiliagli imprenditori Francesco Domenico Co-stanzo e Concetto Bosco Lo Giudice, anchein forma consorziata, ed eventuali sub-appalti connessi. (4-11339)

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DE LORENZIS e PETRAROLI. — AlMinistro delle infrastrutture e dei trasporti,al Ministro del lavoro e delle politichesociali. — Per sapere – premesso che:

il diritto alla mobilità, che gode digaranzia di rango costituzionale di cuiall’articolo 16, si realizza anche in forzadel servizio pubblico di trasporto, qualestrumento per il miglioramento della vi-vibilità urbana e rimedio contro l’inqui-namento atmosferico;

nell’ambito delle materie di cui al-l’articolo 117 della Costituzione, è statodisposto, ai sensi dell’articolo 4, comma 4,della legge n. 59 del 15 marzo 1997, ilconferimento alle regioni di funzioni ecompiti in materia di trasporto pubblicolocale, anche ferroviario, attuato con ildecreto legislativo n. 422 del 19 novembre1997, per quanto concerne la programma-zione e la gestione regolata da specificicontratti di servizio, che definiscono, tral’altro, il volume e le caratteristiche deiservizi da effettuare, sulla base delle ri-sorse economiche rese disponibili, nonchéi relativi standard qualitativi ed i mecca-nismi di penalità da applicare nei casi dieventuali difformità dai parametri contrat-tualmente stabiliti;

restano attribuite alla competenzastatale i peculiari profili attinenti allaconcorrenza (articolo 117, secondocomma, lettera e)), al controllo (articolo117, secondo comma, lettera l)), e alladeterminazione dei livelli essenziali delleprestazioni (articolo 117, secondo comma,lettera m));

in materia, tuttavia, si assiste a con-siderevoli tagli sui servizi pubblici, speciedal 2011, in maniera particolarmente in-cisiva con riferimento ai trasporti;

con la previsione di cui all’articolo16-bis del decreto-legge n. 95 del 6 luglio2012, convertito con modificazioni dallalegge n. 135 del 7 agosto 2012, così sosti-tuito dall’articolo 1, comma 301, dellalegge n. 228 del 24 dicembre 2012, è statoistituito il Fondo nazionale per il concorsofinanziario dello Stato agli oneri del tra-

sporto pubblico locale, anche ferroviario,nelle regioni a statuto ordinario, con loscopo di incentivare le regioni a ripro-grammare i servizi, tra l’altro indivi-duando e riducendo quelli scarsamenteutili e sovrapposti, o prodotti con modalitàeccessivamente onerosa in relazione alladomanda esistente;

detta riprogrammazione deve avve-nire secondo criteri oggettivi di efficienta-mento e razionalizzazione, uniformi a li-vello nazionale, definiti con il decreto delPresidente del Consiglio dei ministridell’11 marzo 2013, consistenti in:

a) un’offerta di servizio più idonea,efficiente ed economica per il soddisfaci-mento della domanda di trasporto pub-blico;

b) il progressivo incremento delrapporto tra ricavi da traffico e costioperativi;

c) una progressiva riduzione deiservizi offerti in eccesso in relazione alladomanda e il corrispondente incrementoqualitativo e quantitativo dei servizi adomanda elevata;

d) una definizione dei livelli occu-pazionali appropriati;

e) una previsione di idonei stru-menti di monitoraggio e di verifica;

compete, in particolare, al Ministrodelle infrastrutture e dei trasporti, di ve-rificare, anche per il tramite dell’Osserva-torio istituito ai sensi dell’articolo 1,comma 300, della legge 244 del 2007, chela regione proceda alla riprogrammazionedei servizi, secondo i predetti criteri, alfine di ovviare alle criticità riscontratedall’utenza. Gli esiti della verifica sonoprodromici al riparto, tra le regioni astatuto ordinario, delle somme stanziatesul citato fondo, essendo prevista, se delcaso, una penalizzazione pari al massimoal 10 per cento delle risorse alla stessadestinate;

in difformità dalla volontà popolare,che in occasione del referendum abroga-tivo del 2011 si era espressa contro i

Atti Parlamentari — 31603 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 1ODICEMBRE 2015

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processi di privatizzazione dei servizi pub-blici di rilevanza economica, comportandol’abrogazione dell’articolo 23-bis del de-creto-legge 112 del 2008, convertito inlegge 133 del 2008, si è continuato aprocedere nel percorso di privatizzazione;

la regione Toscana, in particolare, ha– da ultimo in materia – disposto unagara, conclusasi di recente, per la scelta diun gestore unico per il trasporto pubblicolocale su gomma con lotto unico in misuraregionale, richiedendo, a fini partecipativi,fusioni e aggregazioni dei soggetti in unaunica società per azioni. Elemento cheaveva anche sollecitato perplessità sul pro-filo della concorrenza;

con tale meccanismo procedurale,tuttavia, la trasformazione in società perazioni, con l’ingresso del socio privato,rischia di comportare un impoverimentosia del potere decisionale pubblicistico, siadel relativo potere di controllo della ge-stione e dei bilanci dei soggetti economici;

sul fronte del servizio, inoltre, rischiadi realizzarsi un peggioramento dellostesso con aumento delle tariffe e dei titolodi viaggio;

le relative riorganizzazioni aziendali,dovute alle necessarie aggregazioni e fu-sioni, rischiano di comportare altresì, si-tuazioni di conflitti di interesse, da uncanto, e esuberi di personale, precarizza-zione e diminuzione dei posti di lavoro,dall’altro –:

se il Ministro interrogato possa rife-rire con riferimento alla richiamata pro-cedura di evidenza pubblica posta in es-sere dalla regione Toscana, ogni utile ele-mento circa i finanziamenti statali stan-ziati e la misura in cui si attinga al Fondonazionale per di concorso finanziario delloStato agli oneri del trasporto pubblicolocale anche ferroviario, nelle regioni astatuto ordinario;

se si sia proceduto alla verifica, an-che per il tramite dell’Osservatorio isti-tuito ai sensi dell’articolo 1, comma 300,

della legge 244 del 2007, della riprogram-mazione dei servizi della regione, secondoi criteri previsti dalla legge;

se il Governo intenda promuovereiniziative normative in tema di qualità,efficienza, economicità del servizio, dieventuali situazioni di conflitto di interessinonché in materia di trasparenza e con-trollo dei bilanci;

se i Ministri interrogati possano for-nire informazioni a garanzia del mante-nimento dei posti di lavoro e quali inizia-tive ritengano opportuno adottare, perquanto di competenza, al fine di assicu-rare i diritti dei lavoratori. (4-11343)

* * *

INTERNO

Interpellanze urgenti(ex articolo 138-bis del regolamento):

Il sottoscritto chiede di interpellare ilMinistro dell’interno, per sapere – pre-messo che:

il fenomeno della radicalizzazionedelle comunità islamiche ha assunto di-mensioni decisamente preoccupanti: il re-cente aumento di correnti radicali all’in-terno dell’Islam, il sostegno teoretico elogistico della Jihad globale e le ripetuteminacce di attacchi terroristici sul suoloitaliano sollevano questioni di sicurezzanazionale;

sono oltre ottocento i luoghi di cultosparsi in tutta Italia, da Nord a Sud, isolecomprese, definiti impropriamente mo-schee: una diffusione capillare che siestende per tutto il territorio nazionale,ma che quasi sempre utilizza strutture(comunque « tollerate », perché sono defi-nite « associazioni culturali ») in cui man-cano i requisiti minimi essenziali per es-sere riconoscibili come posti in cui siprega;

a parte la Grande Moschea di Roma,e poche altre, come quella di Segrate,

Atti Parlamentari — 31604 — Camera dei Deputati

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Catania e Colle Val d’Elsa (che sono in-dividuabili anche architettonicamente), ilresto è costituito da garage, scantinati ecantine che raccolgono fedeli all’occor-renza: una galassia che rimane semprenella penombra e che espone alla mercé diimam, tabligh itineranti e predicatorid’odio, la parte moderata dell’islam, ten-tando di inculcare la dottrina fondamen-talista;

oltre alle moschee riconosciute come« moderate », di cui fanno parte i musul-mani devoti alla preghiera, al digiuno eall’elemosina, è da segnalare la presenzaanche di quelle più inquietanti dei reclu-tatori e delle « cellule in sonno » (oltre5,500 attivabili autonomamente in qual-siasi momento), più volte oggetto di inda-gini dei servizi di intelligence e delle forzedi polizia;

un monitoraggio dell’Antiterrorismoha identificato, in tutta Italia, 184 mo-schee. Solo a Roma quelle censite sonopoco più di 30, ma in realtà sfiorano quota100 i garage in cui si riuniscono musul-mani per pregare; in alcuni di questicentri, infatti, la preghiera è solo unacopertura per poter indottrinare allaguerra santa con il grave rischio di infil-trazioni terroristiche;

dal 2001 al 2011 sono state 146 lecondanne di terroristi islamici « italiani ».È appena il caso di segnalare comestiano tornando a circolare personaggiche frequentarono l’ex imam di Cremona,Mourad Trabelsi, condannato con sen-tenza definitiva con l’accusa di terrori-smo internazionale di matrice islamica. Ocome Hamed Gouran, predicatore in Ca-labria, finito in manette perché incitavafedeli alla cacciata dei miscredenti innome di Allah. A Vicenza, poi, la Digosha monitorato ingenti somme di denaroinviate all’estero che potrebbero esserestate utilizzate per finanziare campagneterroristiche in Medioriente. Roma, poi,ha visto la presenza di numerosi soggettivicini al terrorismo islamico, come ilfinanziatore Aweys Dahir Ubeidullah, cit-tadino somalo già residente a Roma, a

Casalbertone, anch’egli incluso nella blacklist degli Stati Uniti, stilata successiva-mente ai fatti dell’11 settembre 2001;

si rivela, dunque, una rete fitta e avolte impenetrabile quella degli estremistiislamici, che negli ultimi venti anni ècambiata e si è arricchita anche grazie alprogresso tecnologico che facilita le comu-nicazioni tra le varie reti di jihadisti;

il « Dossier sulla comunità islamicaitaliana: indice di radicalizzazione », pub-blicato dal Cemiss, Centro militare di studistrategici del ministero della Difesa, fa ilpunto sulla penetrazione dell’estremismonella comunità islamica italiana, compostada 1,6 milioni di persone (circa un terzodegli stranieri presenti, cui si aggiungono60 – 70 mila italiani convertiti);

l’analisi tiene conto del fatto chel’Italia non ha subito gravi attacchi dalterrorismo islamista ma non può conside-rarsi al sicuro, soprattutto se si considerache da tempo molti imam predicano odio,dozzine di centri islamici sono impegnatinel proselitismo e nel finanziamento agruppi terroristici e che dall’Italia partonovolontari per i teatri bellici del Jihad; peranni, secondo lo studio, ha esportato ka-mikaze nei teatri di guerra quali Afgha-nistan, Cecenia, Balcani e Iraq;

il panorama dell’Islam italiano, dun-que, fatto di realtà sommerse, conta al suointerno centinaia di potenziali estremistiche orbitano nelle moschee non autoriz-zate, divenute il centro di accoglienza esmistamento di immigrati arrivati sul ter-ritorio senza documenti e quindi senzaidentità;

per quel che concerne la sicurezzanazionale, non vi è alcun dubbio sul fattoche la radicalizzazione della comunitàislamica rappresenti una potenziale seriaminaccia, poiché visioni estremiste hannopenetrato varie moschee ed organizza-zioni sociali (è opportuno sottolineare chedal 2001 in Italia vi sono stati 13 tentativie piani per compiere attentati, 6 sono statieffettuati ma non sono riusciti);

Atti Parlamentari — 31605 — Camera dei Deputati

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in certi casi, il radicalismo si limitaalla retorica ma in altri, sostiene attiva-mente o passivamente il terrorismo: uncerto numero di leader sociali e religiosipredica versioni wahabite e salafite del-l’islam, odio razziale, intolleranza religiosae promozione della jihad attraverso reclu-tamento di martiri, fondi ed armi;

con decreto ministeriale del 23 aprile2007, l’allora Ministro dell’interno haadottato la carta dei valori della cittadi-nanza e integrazione – condivisa da nu-merose comunità religiose, tra cui alcunerappresentate anche nel Comitato perl’Islam italiano – al fine di « dare unconcetto unitario di cittadinanza e di con-vivenza tra le diverse comunità nazionali,etniche, e religiose, che si sono radicatenegli ultimi anni sul territorio italiano »,ponendo le basi per « un patto tra cittadinie immigrati, in vista di una integrazioneche vuole conciliare il rispetto delle dif-ferenze di cultura e di comportamentolegittime e positive con il rispetto deivalori comuni »;

al fine di evitare futuri scontri sulpiano culturale, sociale e religioso la col-laborazione tra ufficiali e forze politicheassume un ruolo di estrema importanzanel fronteggiare la radicalizzazione dellesocietà islamiche –:

se intenda adottare in tempi rapidis-simi incisive ed efficaci misure per con-trastare l’estremismo islamico e la suainfiltrazione nella società e procedere, an-che con la collaborazione della comunitàislamica, ad una mappatura delle mo-schee, verificando che le loro sedi e leattività che vi si svolgono siano in regolacon la normativa vigente e, qualora non lofossero, assumere per quanto di compe-tenza gli opportuni provvedimenti.

(2-01190) « Galgano, Monchiero ».

I sottoscritti chiedono di interpellare ilMinistro dell’interno, per sapere – pre-messo che:

il Ministro interrogato ha in molte-plici circostanze, anche nelle aule parla-

mentari, ribadito di essere stato all’oscurodell’intera vicenda della rendition dellasignora Shalabayeva e delle sua figliolettadi sei anni, fatto avvenuto alla fine dimaggio del 2013;

circa una settimana fa si è appresoche la procura della Repubblica di Peru-gia, in relazione alla vicenda Shalabayeva,ha inviato numerosi avvisi di garanzia persequestro di persona e/o altre ipotesi direato a dirigenti, funzionari e agenti dipolizia nonché al magistrato di pace ro-mano Levore;

il quotidiano Il Manifesto del 29 no-vembre 2015 così riporta: « La Procura diPerugia e i Ros, che hanno iscritto nelregistro degli indagati sette poliziotti, trefunzionari dell’ambasciata kazaka e la giu-dice di pace Stefania Levore, hanno ac-certato che per sette volte, da quandovenne « prelevata » con la figlia dalla suaabitazione di Casal Palocco il 29 maggio2013 a quando, il 31 maggio, venne cari-cata a forza sull’aereo diretto in Kazakhi-stan, la moglie del dissidente MuktharAblyazov chiarì la propria posizione. Illu-strò, implorò, parlò delle torture subite dalmarito in patria, ripeté che sarebbe stataconsiderata dal regime del « presidente »(da 25 anni) Nazarbaev un ostaggio, invocòinvano il rispetto della legge. La legge inquei tre giorni era però sospesa: almenosu questo c’è certezza. Per ordine di chi,e con quali complicità, invece resta oscuro,e pochi, nel Palazzo, sembrano interessatiad accertarlo (...) Neppure gli agenti inservizio nell’ultima fase del rapimento, conShalabayeva che già sulla scaletta dell’ae-reo tentava ancora una volta di difendereil proprio diritto a restare in Italia, cre-devano che il tutto fosse stato partorito daun gruppetto di poliziotti troppo solerti:« Tutto è già stato deciso ad alto livello ».Senza contare che l’indagine di Perugia haaccertato che aereo e pilota erano statimessi a disposizione, sia pur per via in-diretta, dall’Eni. Basta e avanza per esserecerti che in quella rendition erano avverocoinvolti interessi di altissimo livello, e che

Atti Parlamentari — 31606 — Camera dei Deputati

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il petrolio kazako la faceva da protagoni-sta. Però per smuovere la polizia trasfor-mando gli agenti in complici attivi di unsequestro di persona a livello internazio-nale non basta nemmeno l’interessamentodell’Eni. L’ordine deve aver seguito le viegerarchiche. Deve essere stato dato daqualcuno a cui gli agenti non potevanonon obbedire;

Ruotolo, ne La Stampa del 28 no-vembre 2015, a proposito del presuntoforte intimorimento esercitato sul giudiceLevore, scrive « i suoi interlocutori al te-lefono avrebbero detto « mi avrebberoschiacciato », « ho fatto pippa », « non hosputtanato nessuno ». Frasi che gli inqui-renti di Perugia interpretano a confermadella sua consapevolezza che convalidandoil trattenimento al Cie, Alma Shalabayevasarebbe stata rimpatriata con la forza »;

ad avviso degli interpellanti, in unaRepubblica democratica non è ammissibileche un magistrato possa aver taciuto os-sequiosa su chi la obbligherebbe a veniremeno al giuramento di fedeltà; altresì inuna Repubblica democratica non è accet-tabile anche la sola ombra che il Ministrodell’interno non sia a conoscenza delleazioni poste in essere da dirigenti, funzio-nari e agenti di polizia e se, effettivamente,tali azioni sono state poste in essere senzainformarlo, non può essere accettata l’esi-stenza di una catena di comando apicaleparallela, a quella ufficiale e legale; né ècredibile che dirigenti di polizia di espe-rienza possano aver deciso di nuoceregratuitamente, come mossi da impulsi per-sonali, alla Signora Shalabayeva –:

se a fronte delle circostanze eviden-ziate dalla procura della Repubblica diPerugia e riportate diffusamente dagli or-gani della stampa non intenda chiarirepubblicamente e formalmente quali sianostate le linee di comando attraverso lequali sono stati impartiti gli ordina nellavicenda di cui in premessa.

(2-01193) « Manlio Di Stefano, Nuti, DelGrosso, Di Battista, Grande,Scagliusi, Sibilia, Spadoni,Cecconi, Cozzolino, Dadone,

D’Ambrosio, Dieni, Toninelli,Agostinelli, Alberti, Baroni,Basilio, Battelli, Benedetti,Massimiliano Bernini, PaoloBernini, Nicola Bianchi, Bo-nafede, Brescia, Brugnerotto,Businarolo, Busto, Cancelleri,Cariello ».

Interrogazione a risposta immediata:

FIANO, ROBERTA AGOSTINI, BER-SANI, CUPERLO, MARCO DI MAIO, FAB-BRI, FAMIGLIETTI, FERRARI, GASPA-RINI, GIACHETTI, GIORGIS, GULLO,LATTUCA, LAURICELLA, MARCO ME-LONI, MIGLIORE, NACCARATO, NARDI,PICCIONE, POLLASTRINI, RICHETTI,FRANCESCO SANNA, MARTELLA, CIN-ZIA MARIA FONTANA e BINI. — AlMinistro dell’interno.— Per sapere – pre-messo che:

i drammatici fatti di Parigi hannopurtroppo evidenziato un netto e definitivoinnalzamento del grado di violenza edefferatezza della minaccia terroristica,che, costituendo ormai una gravissima in-sidia per la sicurezza interna di diversiStati, richiede una capacità di rispostaglobale attraverso misure sia sul versanteinterno, che su quello internazionale, ca-paci di offrire una risposta strategica-mente efficace e duratura nel tempo;

in questo quadro, come già annun-ciato dal Presidente del Consiglio dei mi-nistri e dal Ministro interrogato, occorreinnanzitutto incrementare le misure ca-paci di prevenire il reclutamento, l’orga-nizzazione e l’azione delle organizzazioniterroristiche, perseguendo nell’azione dicontrollo sul territorio nazionale e su tuttele modalità di comunicazione;

come è noto, il vicinissimo svolgi-mento del Giubileo straordinario che siterrà a Roma costituisce uno dei maggiorielementi di attenzione del sistema di si-curezza italiano;

recentemente lo svolgimento di Expoa Milano ha dimostrato la capacità com-

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plessiva del nostro sistema di coordina-mento di tutte le competenze interessateatte a garantire la sicurezza di un cosìgrande e complesso evento che ha visto lapartecipazione di oltre 20 milioni di visi-tatori provenienti da tutto il mondo;

particolarmente importante, a questoscopo, appare il potenziamento in terminidi mezzi, personale e risorse, già attuatosin qui dal Governo e che, come dichiaratodal Presidente del Consiglio dei ministri,sarà ulteriormente incrementato nellalegge di stabilità attualmente in discus-sione in questo ramo del Parlamento, inun’ottica di azione quanto più possibileintegrata tra le attività di intelligence e leforze di polizia dei diversi Paesi europei;

del resto, lo stesso Ministro interro-gato, all’indomani dei fatti di Parigi eBruxelles, ha prontamente dichiarato l’ele-vazione dello stato di allerta nazionale allivello 2, consentendo così un massicciodispiegamento di forze civili e militari asalvaguardia degli obiettivi ritenuti mag-giormente sensibili, e in un’informativaurgente in questo ramo del Parlamento haricordato come nel comitato nazionale perla sicurezza e l’ordine pubblico, presiedutodal Presidente del Consiglio dei ministri, siè deciso di anticipare l’arrivo a Roma delcontingente di 1.000 uomini delle Forzearmate già previsti per il Giubileo –:

quale sia la valutazione del Ministrointerrogato sullo stato complessivo del si-stema di sicurezza italiano, anche alla lucedei recenti episodi di matrice terroristica.

(3-01884)

Interrogazione a risposta in Commissione:

LABRIOLA. — Al Ministro dell’interno.— Per sapere – premesso che:

come ormai noto dalle notizie dicronaca, gli attentati del 13 novembre2015 a Parigi sono stati attacchi terrori-stici ad opera di gruppi armati ricollegabiliall’autoproclamato Stato islamico (ungruppo terroristico islamista attivo in Siriae Iraq, il cui attuale capo, Abu Bakr

al-Baghdadi, nel giugno 2014 ha unilate-ralmente proclamato la nascita di un ca-liffato nei territori caduti sotto il suocontrollo);

tali attentati sono stati compiuti indiversi luoghi pubblici della capitale fran-cese, fra i quali il più significativo èavvenuto presso il teatro Bataclan, dovesono rimaste uccise ottantanove persone.Si è trattato della più disastrosa aggres-sione in territorio francese dalla secondaguerra mondiale e del secondo più graveatto terroristico nei confini dell’Unioneeuropea dopo gli attentati dell’11 marzo2004 a Madrid;

la Francia, dall’inizio del 2015, èstata vittima di numerosi attentati terro-ristici di matrice islamica, compiuti dasostenitori di Al-Qaeda e dello Stato Isla-mico. Infatti, a gennaio erano stati attac-cati la redazione del giornale satiricoCharlie Hebdo, a Parigi, e un supermercatokosher a Porte de Vincennes. Inoltre, comeriportato dalla cronaca francese, nel corsodell’anno si sono verificati ulteriori attac-chi minori;

da un articolo del 26 giugno 2015,pubblicato da il giornale.it, si apprendeche, dopo gli attacchi alle Torre Gemelledell’11 settembre del 2001, per l’Italia ilViminale avesse stilato una lista di 13 milaobiettivi sensibili di potenziali bersagli de-gli estremisti islamici, tra cui il sito Expo2015; per tale motivo il prefetto di MilanoFrancesco Paolo Tronca avrebbe disposto« una massima intensificazione delle mi-sure di sicurezza » nell’ambito dell’opera-zione « strade sicure »;

secondo l’articolo nella lista degliobiettivi sensibili rientrerebbero dicasteri,ambasciate, gruppi finanziari, sedi NATO,scuole americane, aeroporti, stazioni fer-roviarie, metropolitane e luoghi di culto, inparticolare sinagoghe;

inoltre, risulterebbe che negli ultimimesi siano rientrati in Europa oltre 400combattenti addestrati in Siria dai mili-ziani del Califfato e che in generale si siapassati da una strategia terroristica orga-

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nizzata di matrice qaedista ad attacchi deicosiddetti « lupi solitari » e dei « foreignfighter » molto più imprevedibili e incon-trollabili;

in un articolo pubblicato il 30 no-vembre 2015 dal quotidiano on line stret-toweb.com si sostiene che la Sicilia e laCalabria siano divenute basi logistiche del-l’Isis e che precedenti operazioni condottedalle forze dell’ordine avessero portato giànel 2013 alla scoperta di operazioni legateal terrorismo presso la Moschea di SelliaMarina, vicino Catanzaro, e nelle campa-gne alle pendici dell’Etna;

da articoli de il quotidiano.it. e La-gazzettadelmezzogiorno.it, pubblicati indata 30 novembre 2015, si apprende chel’Isis punterebbe sui porti ed in particolaresui porti di Brindisi e di Bari;

in particolare, secondo l’articolo deLagazzettadelmezzogiorno.it, il Ministro in-terrogato avrebbe, a seguito di un verticesulla sicurezza nella provincia di Bari,dichiarato che il porto del capoluogo pu-gliese sia ritenuto dall’intelligence « unapossibile porta di ingresso per aspirantijiadisti » e che non siano da sottovalutarele conseguenze derivanti dalla sentenza del24 settembre da parte del tribunale di Baricon cui ha condannato cinque presuntepersone componenti la cellula terroristicainternazionale facente capo all’imam tu-nisino della moschea di Andria, HosniHachemi Ben Hassem, accusato anche diistigazione all’odio razziale (arrestato inBelgio nell’aprile 2013), alias ‘Abu Ha-ronnè di 47 anni;

l’interrogante, a seguito dell’allarmeterrorismo derivante dai fatti di Parigi,ritenendo tutti i porti pugliesi possibiliaccessi per cellule terroristiche, ha inviatouna richiesta formale alla prefettura diTaranto per avere contezza della presenzadegli stranieri immigrati nella città e pro-vincia, soprattutto a seguito degli ultimisbarchi avvenuti nell’ambito dell’opera-zione « Triton »;

dai dati trasmessi dalla prefettura siapprende che al 19 novembre 2015 il

numero complessivo dei cittadini stranieriresidenti sia pari a 6396, di cui 3560uomini e 2836 donne e che, nel corso del2015, nell’ambito dell’operazione Triton,siano avvenuti 20 sbarchi di navi civili emilitari con un totale di 9025 migranti, dicui 7401 uomini, 1634 donne e 643 minorinon accompagnati –:

se non ritenga il porto di Tarantouno tra i probabili obiettivi dell’Isis epunto d’ingresso delle cellule terroristiche;

di quali ulteriori dati disponga;

se intenda fornire informazioni det-tagliate sulla sistemazione e sull’alloggia-mento dei migranti sbarcati nella città nelcorso del 2015 e su quali siano le lorodestinazioni;

se siano in corso controlli sulle atti-vità degli stranieri presenti sul territoriodella provincia di Taranto e come intendagarantire la sicurezza dei cittadini italianidell’intera area che già vivono disagi do-vuti alla crisi economica e dal Commissa-riamento dell’ILVA;

se sia stato disposto un piano perintensificare i servizi di controllo del ter-ritorio e quali ne siano le modalità;

se reputi necessario, alla luce dei fattiespressi in premessa, un coordinamentocongiunto degli uffici territoriali del Go-verno delle regioni Puglia, Calabria e Si-cilia, per la messa a punto di azioni mirateper il controllo dei punti di accesso viamare ed in che modo intenda procedere.

(5-07133)

Interrogazioni a risposta scritta:

NACCARATO. — Al Ministro dell’in-terno. — Per sapere – premesso che:

il 26 novembre scorso la direzioneinvestigativa antimafia di Padova ha noti-ficato ad alcune aziende padovane i pro-cedimenti di confisca relativi ad un prov-vedimento di sequestro emesso dal tribu-nale di Catania il 12 febbraio 2013;

Atti Parlamentari — 31609 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 1ODICEMBRE 2015

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il decreto della direzione investigativaantimafia di Catania riguarda beni e quotesocietarie per circa 7 milioni di euro traVeneto e Sicilia;

l’indagine si è concentrata su Giu-seppe Faro, 58 anni, imprenditore ope-rante nei settori dell’edilizia e del movi-mento terra, ritenuto vicino al clan LaRocca, affiliato alla famiglia Santapaola diCatania;

Faro è stato già condannato a treanni di reclusione per estorsione in con-corso con l’aggravante del metodo mafioso,per una serie di rapine ai danni di auto-trasportatori su cui si è concentrata l’ope-razione di polizia denominata « Calatino »,condotta dalla direzione investigativa an-timafia di Catania nel 2000 nei confrontidel clan operante nel territorio di Calta-girone capeggiato dal boss Francesco LaRocca;

dalle intercettazioni ambientali di-sposte in passato, nell’ambito dell’opera-zione « Iblis », Faro veniva inoltre indicatocome il riferimento del boss VincenzoAiello, all’epoca rappresentante di « CosaNostra », e rappresentava il tramite perl’illecita aggiudicazione di gare di appalto;

tra il 1992 ed il 2011, le indagini sullasua capacità di reddito dell’imprenditorehanno permesso di accertare una fortesproporzione tra i redditi dichiarati ed ilpatrimonio dell’imprenditore;

da tali indagini è emerso, inoltre,come Faro, dopo l’arresto del 2001, hadelegato alla moglie Maria Tomaselli e aifigli il compito di incrementare il patri-monio di famiglia;

con quest’ultimo provvedimento Faroè stato sottoposto alla misura di preven-zione della sorveglianza speciale per dueanni;

nel corso di questi anni, pur essendonota la posizione di Giuseppe Faro, l’im-prenditore ha continuato a fare affariattraverso le imprese riconducibili alla suafamiglia coinvolgendo anche società pado-vane e venete che hanno lavorato in as-

sociazioni temporanee d’impresa o in so-cietà con altre ditte collegate all’impren-ditore per il quale il tribunale di Cataniaaveva ravvisato legami con le organizza-zioni criminali;

la confisca riguarda quota del 25 percento dell’azienda 3MG immobiliare, consede legale ad Albignasego (Padova), diproprietà di Maria Tomaselli, la quota del40 per cento) di Edil Adriatica srl, consede a Cona nel Veneziano, di proprietàdella Tomaselli, il 49,5 per cento di TeoloResidence srl, con sede legale ad Albigna-sego (Padova) anch’essa della Tomaselli;

l’indagine ha coinvolto anche la so-cietà Edil Guizza srl, con sede legale in viaGuizza 91 a Padova, con capitale socialediviso a metà tra la moglie di GiuseppeFaro e il figlio;

inoltre il provvedimento della dire-zione investigativa antimafia è stato noti-ficato alle aziende Sep snc di FranchinStefano e Rostellato Lucio di Selvazzano(Padova), la Favaretti srl di Padova e laEdilCrivellin di Albignasego;

questa confisca è il risultato di unaimportante operazione della direzione in-vestigativa antimafia di Catania risalente adue anni fa sulla quale tuttavia l’opinionepubblica ha manifestato sensibilità sol-tanto oggi, mostrando ancora una volta unatteggiamento di generale sottovalutazionerispetto alla presenza della mafia in taleterritorio;

anche questa vicenda, al contrario,conferma una presenza stabile e struttu-rata della mafia in Veneto e nel tessutoproduttivo dell’area: da un lato, le orga-nizzazioni criminali entrano nelle impreselocali per ampliare la sfera di influenza eingrandire il volume di affari, dall’altroimprenditori veneti cercano capitali pernuove operazioni, rivolgendosi anche asoggetti collegati alla Criminalità organiz-zata;

le operazioni messe a segno dalleforze dell’ordine negli ultimi anni testimo-niano che in Veneto si è ormai costituitoun sistema strutturato di legami tra im-

Atti Parlamentari — 31610 — Camera dei Deputati

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prenditori locali e imprese riconducibilialle cosche che fanno affari, partecipanoalla realizzazione di appalti pubblici ericiclano denaro sporco attraverso opera-zioni finanziarie nel nostro territorio;

questo fenomeno altera le regoledella concorrenza e penalizza le impreseoneste che tentano di rimanere sul mer-cato nel rispetto della legge –:

se il Ministro sia al corrente dei fattisopra esposti;

quali iniziative di competenza, ancheper il tramite degli uffici territoriali delGoverno, intenda adottare per prevenire econtrastare la presenza della criminalitàorganizzata in Veneto. (4-11329)

ZAN, CAMANI, CASELLATO, CRIVEL-LARI, D’ARIENZO, GINATO, MARTELLA,MOGNATO, MORETTO, MURER, NACCA-RATO, NARDUOLO, ROSTELLATO,ROTTA, RUBINATO e ZARDINI. — AlMinistro dell’interno. — Per sapere – pre-messo che:

la notte del 26 novembre 2015 si sonoregistrati blitz del Fronte VenetoSkinheads davanti alla sede del Pd aVigonza, in provincia di Padova, e dellaCaritas a Padova: gli attivisti neonazistihanno posizionato davanti all’ingresso deidue edifici sagome tricolori di morti emanifesti funebri per protestare control’accoglienza dei migranti;

nella sede vigontina del Pd sono statirinvenuti inoltre due fori nel vetro dellaporta di accesso, evidentemente provocatinel tentativo di fare irruzione nell’ufficio;

nella notte del 24 novembre 2015 lesedi della Caritas e del Pd a Como, Bre-scia, Crema, Lodi, Reggio Emilia-Gua-stalla, Piacenza-Bobbio, Trento, Vicenza,Treviso, Oderzo erano state analogamenteprese di mira da azioni definite « dimo-strative » dagli stessi autori;

episodi analoghi si sono verificati lenotti del 24 e 25 novembre nel veneziano,

coinvolgendo la sede della Caritas di viaQuerini a Mestre e le sedi del Pd di SanDonà di Piave e Quarto D’Altino;

« Masse di stranieri ci stanno inva-dendo »: così il Veneto Fronte Skinheadsaveva rivendicato la partecipazione al blitznella notte del 24 novembre. Anche da-vanti a tali sedi erano stati lasciati al-l’esterno degli edifici manifesti funebri esagome di cadaveri con i colori dellabandiera italiana contro lo ius soli e il« favoreggiamento di un’invasione pianifi-cata di orde di immigrati extraeuropei »;

la rivendicazione delle intimidazioniè stata pubblicata sul sito del gruppoVeneto Fronte Skinheads (http://www.ve-netofronteskinheads.org/) insieme alle fotodelle azioni con un comunicato intitolato« Guerra ai nemici della nostra terra ! ».Nel testo scrivono che « di fronte ai tiepidi,rari e scarni festeggiamenti per l’anniver-sario della vittoria della Prima guerramondiale, l’associazione culturale VenetoFronte Skinheads intende rivendicare leazioni tenutesi nella notte di ieri, volte adenunciare chi continua a condurre unchiaro disegno politico finalizzato all’an-nientamento dell’identità italiana »;

« Associazioni come la Caritas – so-stengono ancora gli estremisti di destra –in nome di un ipocrita umanitarismo difacciata e un falso filantropismo, trovanomotivo di speculazione ed interesse, pro-ponendo un pericolosissimo modello diintegrazione volto solo ed esclusivamente aridurre i popoli in una poltiglia indiffe-renziata, sradicandoli dalle loro radici edalle loro tradizioni, in nome e per contodi un multiculturalismo dominante »;

già nel settembre del 2015 in provin-cia di Pavia, la notte tra l’8 e il 9settembre, erano state prese di mira sedidel Pd a Pavia, Vigevano, Mortara, Stra-della e Dorno da « Progetto Nazionale »,associazione politica di destra con sede aVerona e con collegamenti con il VenetoFronte Skin;

prendendo di mira le sedi Caritas èevidente che il danno prima di tutto

Atti Parlamentari — 31611 — Camera dei Deputati

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coinvolga direttamente gli italiani che vi-vono in condizioni di estrema difficoltàeconomica e precarietà abitativa; a piùriprese la Caritas ha chiesto il sostegnodello Stato a tali vili attacchi;

a parere degli interroganti si tratta diazioni squadriste e intimidatorie che con-trastano con i più basilari diritti costitu-zionali di libertà e che si pongono comeuna vera e propria istigazione alla delin-quenza e all’odio razziale;

la legge 25 giugno 1993, n. 205, me-glio nota come legge Mancino, è oggi ilprincipale strumento legislativo che l’or-dinamento italiano offre per la repressionedei crimini d’odio, sanzionando e condan-nando gesti, azioni e slogan legati all’ideo-logia nazifascista e aventi per scopo l’in-citazione alla violenza e alla discrimina-zione per motivi razziali, etnici, religiosi onazionali;

il nostro ordinamento vieta ogni or-ganizzazione, associazione, movimento ogruppo avente tra i propri scopi l’incita-mento alla discriminazione o alla violenzaper motivi razziali, etnici, nazionali oreligiosi. E si prevede che chi partecipi atali organizzazioni, associazioni, movi-menti o gruppi, o presti assistenza allaloro attività, sia punito, per il solo fattodella partecipazione o dell’assistenza, conla reclusione da sei mesi a quattro anni;analogamente, coloro i quali promuovonoo dirigono tali organizzazioni, associa-zioni, movimenti o gruppi sono puniti, perciò solo, con la reclusione da uno a seianni;

è stata prevista inoltre la procedibi-lità d’ufficio « in ogni caso » dei reatiaggravati dalla finalità di discriminazionerazziale –:

se il Ministro sia a conoscenza deifatti esposti in premessa, se non intendaintensificare le misure di sicurezza per lesedi Caritas presenti sul territorio nazio-nale, per prevenire ulteriori blitz da partedei gruppi neonazisti;

quali iniziative urgenti, per quanto dicompetenza, il Ministro intenda assumere

affinché venga assicurato il rispetto nelnostro Paese della « legge Mancino » e,conseguentemente, vengano contrastatetali azioni, riconducibili al gruppo FronteVeneto Skinheads. (4-11334)

DE MITA. — Al Ministro dell’interno. –per sapere – premesso che:

in data 10 luglio 2015 il Ministerodell’interno rispondeva con la nota n. 300/a/5072/15/127/34 del 10 luglio 2015 ad unquesito formulato dalla prefettura di Fer-rara avente ad oggetto « Pagamento san-zioni codice della strada con bonificobancario ex articolo 6-ter, decreto-leggen. 5 del 2012 volto ad individuare l’effet-tiva scadenza del termine di cui al citatoarticolo nel caso di pagamento effettuatoon line con bonifico bancario »;

in pratica, si chiedeva al Ministero seil pagamento effettuato nei cinque giorni,ma accreditato nel conto corrente dellapolizia il giorno successivo (6o giorno)fosse in linea con il dettato normativo;

il Ministero, con la suddetta nota del10 luglio 2015, uniformandosi ad un pa-rere reso dal Ministero dell’economia edelle finanze del 14 gennaio 2015 dispo-neva che: « diversamente dal pagamento inconto corrente postale, che ha valore li-beratorio per la somma riportata sullarelativa ricevuta dalla data in cui il ver-samento è stato eseguito, nei pagamentitramite conto corrente e bonifico bancarioovvero con strumenti di pagamento elet-tronico, l’effetto liberatorio per il pagatore,e quindi la definizione del verbale, si haalla data di accredito dell’importo sulconto del destinatario, ossia dell’organo diPolizia stradale »;

sulla base di tale nota, il comune diLecce, per il tramite della polizia munici-pale, ha notificato numerosissime letterepre-ruolo per la riscossione di somme aseguito di pagamenti effettuati « in ritardotramite bonifico bancario » addirittura ri-ferentesi a multe del biennio 2013/2014,sanzionando i cittadini che avevano effet-

Atti Parlamentari — 31612 — Camera dei Deputati

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tuato il pagamento della contravvenzionenei cinque giorni, ma con valuta accredi-tata il giorno successivo;

pertanto, l’amministrazione di Lecceha applicato tale nota in modo retroattivoin malam partem;

tutte le Amministrazioni locali ita-liane, sempre ai fini dell’adozione di taleinterpretazione, dovrebbero, comunque,chiedere alle società che emettono le san-zioni e gli avvisi di pagamento di inserirela specificazione secondo la quale il pa-gamento effettuato il quinto giorno non èvalido se la valuta non è parimenti di talegiorno spendendo comunque ingentisomme –:

se, trattandosi di pagamenti effettuatinei termini e che sono accreditati nelconto corrente del beneficiario al massimocon un giorno di ritardo rispetto al ter-mine previsto ex lege e considerato che lagiurisprudenza considera – unanimemente– le circolari ministeriali inidonee adinnovare l’ordinamento giuridico, si in-tenda confermare tale interpretazione cheappare all’interrogante ingiustificatamentepenalizzante per i cittadini, i quali ope-rando il bonifico nei termini dovrebberoessere liberati dall’obbligazione. (4-11338)

LUIGI DI MAIO, RUOCCO, SIBILIA, DIBATTISTA e FICO. — Al Ministro dell’in-terno. — Per sapere – premesso che:

la società municipalizzata per a ge-stione dei rifiuti (A.AM.P.S.) del comune diLivorno ha allo stato attuale circa 42milioni di uro di debiti: secondo quantorisulta, le amministrazioni precedenti ave-vano fatto a meno di riscuotere la tassa suirifiuti, dal momento che l’A.AM.P.S. era« tenuta in vita » da una serie di banche,tra cui il Monte dei Paschi di Siena, cheuna volta eletto un sindaco del MoVimento5 Stelle di fatto hanno « chiuso i rubi-netti »;

nel giro di pochi mesi la situazione èdegenerata e il sindaco di Livorno FilippoNogarin ha attualmente due possibilità:

ricapitalizzare l’azienda, sottraendo al bi-lancio quasi 11 milioni di euro nel 2016,gravando così sui servizi essenziali, ta-gliando in maniera pesante, anche dapunto di vista occupazionale, esponendo ilcomune al rischio del dissesto finanziarioe coprendo le responsabilità di chi hacreato questa situazione oppure, in alter-nativa, avviare un concordato preventivoin continuità, capace di risanare l’aziendaattraverso l’intervento dei commissari egarantendo al massimo i creditori, i postidi lavoro di tutti gli operai e i lorostipendi;

ovviamente, la giunta di Filippo No-garin ha puntato sulla seconda opzione,scegliendo di non gravare sui cittadini,tutelare i dipendenti e far emergere leresponsabilità delle precedenti ammini-strazioni;

occorre a questo proposito segnalareche la gestione del reclutamento, neglianni, è sempre stata legata a logichediverse da quelle della meritocrazia edell’efficienza: come si legge nel rapportopredisposto nel maggio 2015 dal dottorAndrea Marzovilla, « gran parte del per-sonale è confluito in azienda in epochenelle quali la selezione del personale nonseguiva propriamente le regole base dellameritocrazia e per i quali il posto fissoall’interno di una azienda pubblica rap-presentava sicurezza, solidità, e garanziecontrattuali. Tutto ciò a prescindere dairisultati aziendali e dalle capacità indivi-duali e dall’impegno richiesto durante losvolgimento della propria mansione »;

sempre in tale rapporto, il dottorMarzovilla denuncia la totale assenza dialcuni dei fondamentali elementi di ge-stione del personale: « - totale assenza digestione inter-aziendale: Assenza di coor-dinamento tra i reparti. Assenza di bree-fing settimanali tra i responsabili di area,per il coordinamento e la programmazionedelle attività. – Totale assenza di gestionedel personale: in Assenza di un ufficio digestione del personale in grado di orga-nizzare al meglio le risorse umane pre-senti in azienda. – Totale assenza di

Atti Parlamentari — 31613 — Camera dei Deputati

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programmazione organizzativa: Assenza divisione programmatica delle attività dasvolgere, salvo quelle di ordinaria gestione,routine quotidiana o a breve termine.Totale mancanza di programmazione delleattività straordinarie. – Totale assenza divisione strategica: Nessuna attività di pro-gettazione delle iniziative strategiche teseal consolidamento, miglioramento, cre-scita, dell’azienda. Totale mancanza dipiani aziendali a medio/lungo periodo. –Totale assenza di obiettivi in termini diefficienza produttiva: Non ci sono traccedi una politica aziendale che fissi obiettivipremianti circa target di produttività daconseguire. Sebbene alcuni settori godanodi una sostanziale, sana e indiscutibileefficienza, questo lo si deve esclusivamentealla professionalità, scrupolo e compe-tenza dei singoli capi area. – Totale as-senza di Team-working: Ogni sezione del-l’azienda lavora a compartimenti stagni.Nessuna attività che preveda cooperazionetra le varie aree in una logica di gruppo.L’estrema sindacalizzazione dell’aziendaha dato luogo, in qualche caso, al feno-meno dei ″recinti interni″: piccoli potentatinei quali l’obiettivo perentorio è il man-tenimento dello status quo »;

interessanti sono anche i dati relativial numero di amministrativi che, secondoquanto risulta all’interrogante, sarebbe del50 per cento, laddove normalmente inaziende di questo tipo sarebbe di circa il15 per cento. Il numero degli operativisarebbe, quindi, di gran lunga inferiorealla media;

nonostante questi dati, il sindaco No-garin si è più volte impegnato pubblica-mente per la salvaguardia dei posti dilavoro;

alla luce di quanto fino ad ora esposto,appare evidente come quella che l’interro-gante ritiene una ignobile gazzarra media-tica sollevata dalle forze politiche responsa-bili dello scempio attuale sia dettata daltimore che emergano gravissime responsa-bilità, a parere di chi scrive potenzialmenteanche penali, delle precedenti amministra-zioni e a gettare discredito sull’attuale am-

ministrazione, l’unica che, dopo decenni digestioni dissennate, ha cercato di porre unargine allo sfacelo;

nella giornata di lunedì 30 novembresi è svolta una lunga riunione del consigliocomunale che ha ratificato la decisionedella giunta di procedere alla secondaopzione;

in vista di tale appuntamento istitu-zionale, l’assemblea dei lavoratori diA.AM.P.S., così come si apprende da uncomunicato stampa pubblicato sul sito webdell’azienda, il 28 novembre ha indettouno stato di agitazione e ha sospeso peralcuni giorni le attività di rimozione deirifiuti, creando così un grave problema diigiene pubblica: è evidente come tale si-tuazione non si possa protrarre avanti neltempo senza che la pubblica incolumitàsia messa in grave pregiudizio;

nella mattinata del 1o dicembre la FPCGIL di Livorno ha annunciato la ripresadelle attività di pulizia, ma la situazionerimane sempre molto tesa e saranno ne-cessari alcuni giorni per ripristinare unasituazione igienicamente accettabile;

è opportuno che, qualora dovesseriprendere l’astensione dal lavoro sia re-pentinamente considerata l’opportunità diavviare le procedure di cui all’articolo 8della legge 12 giugno 1990, n. 146, checonducano il prefetto di Livorno ad ema-nare, se necessario, misure precettive checostringano i lavoratori dell’A.AM.P.S. adinterrompere quella che l’interrogante giu-dica una loro scriteriata astensione dallavoro –:

se non si intenda assicurare, perquanto di competenza, una attenta vigi-lanza affinché, qualora si dovessero ripre-sentare problemi analoghi a quelli degliultimi giorni sia tempestivamente attiva-ta la la procedura di cui all’articolo 6della legge 12 giugno 1990, n. 146, pergiungere alla precettazione dei dipendentidell’A.AM.P.S. che, con la loro astensionedal lavoro rischiano di creare un gravepregiudizio alla salute pubblica e allapubblica incolumità. (4-11342)

* * *

Atti Parlamentari — 31614 — Camera dei Deputati

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:

FRATOIANNI e PANNARALE. — AlMinistro dell’istruzione, dell’università edella ricerca. — Per sapere – premessoche:

l’Accademia delle belle arti di Barivive una situazione drammatica. Gli 850iscritti svolgono le attività formative in unpalazzo in via Re David a Bari, che non hale caratteristiche idonee ad ospitare inmaniera adeguata gli studenti e i lavora-tori;

molto spesso i professori sono co-stretti a ripetere le lezioni per consentireagli studenti di seguire, suddivisi in gruppi,dal momento che gli spazi interni possonocontenere solo pochi studenti;

l’Accademia ha anche un patrimoniodi circa 9000 titoli, tra monografie, cata-loghi e riviste di settore. Una biblioteca,inoltre, aperta anche a studiosi esterni. Maai locali sotterranei della biblioteca non sipuò entrare in più di tre persone perchéc’è il deposito del gasolio del condominioe i vigili del fuoco hanno imposto dellelimitazioni per ragioni di sicurezza;

a questo si aggiunge anche una si-tuazione economica disastrosa, dal mo-mento che i locali di via Re David sono diproprietà della ex provincia, che vanta uncredito di circa 5 milioni di euro dall’Ac-cademia delle belle arti, costretta, quindi,a pagare un fitto. Ma l’Accademia non harisorse sufficienti;

le attività dell’Accademia sono, per-tanto, a forte rischio, anche perché daanni si cerca un immobile a Bari o inprovincia, adeguato a ospitare gli studenti,senza risultato –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza della situazione e quali iniziativeurgenti di competenza intenda adottareper garantire che l’Accademia delle bellearti di Bari abbia una struttura adeguataalle attività. (5-07130)

Interrogazione a risposta scritta:

MASSIMILIANO BERNINI, GALLI-NELLA, BENEDETTI, GAGNARLI e PA-RENTELA. — Al Ministro dell’istruzione,dell’università e della ricerca. — Per sapere– premesso che:

la cosiddetta « fuga dei cervelli » inambito scientifico, riguardante l’espatriodelle migliori « menti » in cerca di occu-pazione all’estero, non sembra arrestarsied è generato dalla difficoltà dei ricerca-tori italiani di trovare un lavoro stabile eduraturo e/o a proseguire le sperimenta-zioni per le quali si sono formati e spe-cializzati presso gli ambiti di ricerca pub-blici o privati del nostro Paese. In questomomento pare difficile indurre cambia-menti strutturali tali da arrestare taleemorragia;

il fenomeno è aggravato anche dalfatto che i ricercatori italiani sono indottia pubblicare in lingua Inglese e soprattuttosu riviste straniere, perché così previsto daun regolamento dello Stato italiano. Alla« fuga dei cervelli » si aggiunge quindi la« fuga delle idee » prodotte in Italia epagate dai contribuenti italiani. In questomodo è evidente che si limita la possibilitàdel Paese di accedere a contributi scien-tifici fondamentali per lo sviluppo e lacompetitività delle imprese italiane;

la ricerca in ambito forestale e delverde ornamentale non è esente da questavera e propria emorragia. È quindi più chemai necessario promuovere iniziative per″trattenere″ in Italia la conoscenza pro-dotta, onde evitare di perdere competiti-vità sia sul piano nazionale che su quellointernazionale;

ciò che spinge studiosi e ricercatoriitaliani a pubblicare all’estero i risultatidel proprio lavoro è legato alle regole divalutazione della ricerca stessa che si èdate lo Stato italiano. In pratica il prin-cipale metodo di valutazione della ricercaè di tipo bibliometrico e prevede che unricercatore debba avere il proprio lavorocitato, da altri ricercatori, in riviste scien-

Atti Parlamentari — 31615 — Camera dei Deputati

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tifiche internazionali pubblicate quasiesclusivamente in inglese e dotate di Im-pact Factor (IF);

l’IF è un sistema valutativo, made inUSA, basato sul numero di « citazioni » chericeve ciascun articolo; i docenti universi-tari, i ricercatori e i relativi dipartimenti eistituti vengono valutati, per la loro car-riera o per l’ottenimento di finanziamenti,principalmente attraverso questo sistema.Per comprendere le proporzioni basti pen-sare che la valutazione di articoli IF puòportare ad ottenere fino a 75 punti, men-tre la creazione di uno spin-off che dàlavoro e trasferisce i risultati nel nostroPaese, al massimo può portare un puntoalla quantificazione dei risultati; Io stessodicasi per tutti gli altri aspetti che richie-dano sforzi organizzativi con ricadute be-nefiche sul territorio, sull’occupazione esulla competitività che di fatto non ven-gono valutati ai fini dell’Impact Factor;

ai fini della bontà di una ricercadovrebbero essere valutati anche libri, di-dattica universitaria, articoli in riviste peerreview, convegni scientifici e molto altroancora, oltre alla capacità di proporreprogetti concreti con ricadute dirette sulbenessere dei cittadini oltre alla capacitàdi raccogliere e gestire risorse su scalalocale, regionale, nazionale, europea e in-ternazionale, nonché dell’abilità nel gestireteam complessi e nel valorizzare le per-sone;

è opinione degli interroganti che ilsistema valutativo attuale, ossia incentratoquasi esclusivamente sull’IF spinge ad ap-profondire solo gli argomenti che possanoincontrare l’interesse di colleghi ricerca-tori di altre nazioni, più che affrontareproblematiche di interesse nazionale oregionale, ma anche a non investire temponella divulgazione del proprio operato inItalia;

urge l’esigenza di migliorare il tra-sferimento di conoscenza tra chi la pro-duce a chi può applicarla anche nel nostroPaese, in particolar modo per quelle di-scipline nelle quali gli studi hanno unarilevanza forzatamente legata alla situa-

zione locale o nazionale, a causa di con-dizioni geografiche, stazionali, climatiche,socioeconomiche non riscontrabili in con-testi internazionali, e tra queste si ribadi-sce il caso eclatante delle scienze forestalie ambientali;

dare molto peso all’IF, soprattuttonel settore forestale e del verde ornamen-tale, può distorcere i contenuti dell’attivitàdi ricerca allontanandoli dall’interesse deicittadini e del territorio. Tra l’altro questoproblema non riguarda solo l’Italia e nep-pure solo i settori citati. Basti sapere cheanche il premio Nobel per la medicina del2013, Randy Schekman durante l’assegna-zione del premio, ha affermato: « Le prin-cipali riviste scientifiche distorcono il pro-cesso scientifico e rappresentano una “ti-rannia” che va spezzata »;

per queste ragioni, le due riviste diriferimento che si rivolgono ai settoriforestale e del verde ornamentale, rispet-tivamente « Sherwood Foreste » ed « AlberiOggi » e « ACER », hanno promosso unapetizione rivolta a chiedere il cambia-mento del metodo di valutazione dellaricerca italiana nel settore forestale e delverde ornamentale;

la petizione è diretta alle istituzioniresponsabili delle scelte attuali e nellospecifico al Ministero dell’istruzione, del-l’università e della ricerca (MIUR), al-l’Agenzia nazionale di valutazione del si-stema universitario e della ricerca (AN-VUR), al Consiglio nazionale delle ricerche(CNR) e al Consiglio per la ricerca e lasperimentazione in agricoltura (ex CRAora CREA) con l’obiettivo di prevenire lafuga delle idee e dei risultati che questiproducono, modificando le regole di valu-tazione e includendo, con pari dignità ladivulgazione dei risultati anche attraversoefficaci canali e strumenti di divulgazionein lingua italiana;

la petizione di cui sopra ha raccolto1.088 firme, provenienti da tutta Italia eda tutte le categorie di portatori d’inte-resse, compresi molti ricercatori che sitrovano a dover rispondere al suddettosistema di valutazione;

Atti Parlamentari — 31616 — Camera dei Deputati

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l’appello è stato ripreso recentementeper raccogliere il sostegno da parte diassociazioni, enti e gruppi di rappresen-tanza del settore e ad oggi ha ricevuto ilsostegno ufficiale da parte di undici im-portanti associazioni quali:

AALSEA (Associazione italiana ar-boricoltura da legno sostenibile per l’eco-nomia e l’ambiente);

AFI (Associazione forestale ita-liana);

AIEL (Associazione italiana energieagroforestali);

AIFOR (Associazione italianaistruttori forestali);

CoNalBo (Coordinamento nazionaleimprese boschive);

EFESC Italia (European Forestry andEnvironmental Skills Council);

ETIFOR s.r.l. (Spin-off università diPadova);

FMMF (Foresta modello delle mon-tagne fiorentine);

FSC Italia (Forest Stewardship Coun-cil);

PEFC Italia (Programme for Endor-sement of Forest Certification schemes);

Pro Silva Italia –:

se ritenga fondate le osservazioni ri-guardanti la metodologia valutativa basatasull’IF sollevata dalle due importanti rivi-ste forestali e sostenute attraverso la pe-tizione che ha visto oltre mille sottoscri-zioni l’adesione di 11 associazioni di set-tore;

se consideri necessario assumere ini-ziative per assumere iniziative per riva-lutare il « peso » della metodologia basatasull’IF nel determinare la carriera e ifinanziamenti della ricerca, adottandometodi oggettivi che tengano conto anchedi libri, convegni, attività didattiche, ar-ticoli o altri prodotti della divulgazione

scientifica sviluppati in lingua italiana, ein caso affermativo, con quale iniziativanormativa;

se non ritenga, opportuno intrapren-dere le iniziative di competenza finalizzatea facilitare l’accesso ai risultati della ri-cerca in ambito forestale e del verdeornamentale alle imprese e ai cittadiniitaliani. (4-11332)

* * *

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:

BORGHESI. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

il sistema sanzionatorio dell’INPS suicontributi, previdenziali omessi o versatiin ritardo vigente ante 2000 prevedeva,oltre agli interessi legali, « multe » pari al200 per cento; tale sistema ha subitoprofonde modifiche con la legge finanzia-ria per il 2001 legge 23 dicembre 2000,n. 388 ai sensi dell’articolo 116, commi8-18;

in particolare, l’articolo 118 della pre-detta legge dispone che per i crediti accer-tati al 30 settembre 2000 le sanzioni sonodovute nella misura e secondo le modalitàpreviste dalla previgente normativa (commi217, 218, 219, 220, 221, 222, 223 e 224dell’articolo 1 della legge 23 dicembre 1996,n. 662) e che il maggiore importo versato –quale differenza fra quanto dovuto secondola previgente normativa e quanto calcolatoin base alla nuova normativa sanzionatoria– avrebbe costituito un credito contributivonei confronti dell’ente previdenziale, daporre a conguaglio ratealmente nell’arco diun anno;

la Corte di Cassazione sezione civilecon sentenza 7981 del 5 aprile 2006, haprecisato che il sistema sanzionatorio piùgrave previsto dall’articolo 1, comma 217,della legge 662 del 1996, si applica, allastregua dell’articolo 116, comma 18, della

Atti Parlamentari — 31617 — Camera dei Deputati

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legge n. 388 del 2000, ai « crediti accer-tati e in essere al 30 settembre 2000 »,considerando come crediti accertati quelliammessi espressamente nella denunciaresa dal contribuente prima della dettadata, con ciò cassando la decisione dimerito che aveva applicato il regime san-zionatorio più lieve previsto dalla leggen. 388 del 2000, sul presupposto dellanotifica della cartella esattoriale in epocasuccessiva al settembre 2000 e ribaltandoquanto precedentemente affermato nellasentenza n. 6680 del 9 maggio 2012 sem-pre resa dalla Corte di Cassazione, se-zione civica;

inevitabilmente tale decisione haavuto ricadute più che pesanti su coloroche, anche per mancanza di disponibilitàimmediata di liquidità, si sono ritrovatinell’impossibilità di chiudere la propriaposizione debitoria nei confronti dell’Inpsa causa della « riattivazione » del regimesanzionatorio più grave e pregiudica ol-tremodo le ditte cessate, per le quali lalegge non si è pronunciata, provocando unevidente vuoto normativo, ditte che, aparte la difficoltà di pagare ingentisomme, non potrebbero comunque piùbeneficiare del cosiddetto « credito contri-butivo » previsto dalla legge;

evidente disparità di trattamento de-terminata dal tempo (crediti accertati e inessere o non accertati al 30 settembre2000) e dalla pronta disponibilità di liqui-dità si pone in palese contrasto con laCarta costituzionale in particolare con gliarticoli 3 e 53 –:

quali iniziative di competenza i Mi-nistri interrogati intendano assumere perrisolvere un problema di così ampia por-tata ed evitare che l’interpretazione giuri-sprudenziale provochi forme discrimina-zione;

se il Governo non ritenga opportunoassumere iniziative per riaprire i terminiper i soggetti che non hanno potutobeneficiare della possibilità di sanare,allora, la propria posizione debitoria, pe-raltro nel frattempo aggravatasi ulterior-mente, con ciò perseguendo la duplice

finalità di salvaguardare realtà occupa-zionali e garantire più certe entrate nelbilancio dello Stato. (4-11323)

CAMANI, ZAN, MIOTTO, NARDUOLO,NACCARATO e ROSTELLATO. — Al Mi-nistro del lavoro e delle politiche sociali, alMinistro dell’economia e delle finanze, alMinistro della salute. — Per sapere –premesso che:

il 27 novembre 2015 una operazionecongiunta tra la polizia locale di AbanoTerme e i carabinieri ha scoperto ungruppo di persone che occupavano abusi-vamente l’Hotel Magnolia di via Volta adAbano Terme;

gli occupanti sono stati identificaticome cittadini di nazionalità tunisina emarocchina e tra questi anche una ra-gazza, di vent’anni, di Nervesa della Bat-taglia in provincia di Treviso con unabambina di un anno;

una delle persone fermate è statacondotta in isolamento in quanto affettada tubercolosi, a testimonianza delle con-dizioni malsane in cui viveva il gruppo;

un altro degli occupanti è destinata-rio di un decreto di espulsione;

nell’albergo sono state trovate traccedi sangue sul pavimento, segni di un falòacceso, medicinali e oggetti sparsi per icinque piani dell’albergo;

la struttura alberghiera è dismessa damolto tempo e abbandonata in situazionedi degrado;

l’hotel Magnolia, insieme ad altre trestrutture alberghiere dismesse, è di pro-prietà di ENPAM – Ente nazionale diprevidenza ed assistenza medici, Fonda-zione, che si occupa di previdenza e as-sistenza per medici e odontoiatri, sottopo-sta alla vigilanza del Governo;

anche gli altri alberghi di proprietàdell’ENPAM, in particolare l’Orologio adAbano e gli hotel Montecarlo e Caesar aMontegrotto Terme, versano in precariecondizioni e, ad oggi, non vi è notizia della

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volontà dell’ente di predisporre un pianostrategico per riqualificare le strutture odestinarle al mercato privato;

questa situazione ha generato forteallarme nell’amministrazione comunale enella comunità locale;

la vicenda suscita particolare preoc-cupazione presso gli interroganti ancheperché non si tratta del primo episodio didegrado scoperto dalle forze dell’ordine, inquesti immobili e appare evidente che inmancanza dell’intervento della proprietàdi ENPAM fatti analoghi potrebbero ripe-tersi generando anche problemi di ordinepubblico –:

se i Ministri siano al corrente deifatti sopra esposti;

se intendano assumere iniziative af-finché l’Ente nazionale di previdenza edassistenza medici adotti provvedimentivolti a evitare che si ripetano simili situa-zioni di degrado;

quali iniziative di competenza in-tenda adottare affinché l’Ente nazionale diprevidenza ed assistenza medici predi-sponga un piano di riqualificazione o dialienazione degli immobili di sua proprietànei comuni di Abano e MontegrottoTerme. (4-11333)

* * *

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARIE FORESTALI

Interrogazioni a risposta scritta:

RICCIATTI, FRANCO BORDO, FO-LINO, PIRAS, QUARANTA, FERRARA,COSTANTINO, SANNICANDRO, DU-RANTI, MELILLA e KRONBICHLER. — AlMinistro delle politiche agricole alimentarie forestali. — Per sapere – premesso che:

la testata il Resto del Carlino (edi-zione di Pesaro) del 28 novembre 2015,riporta la notizia del termine di unacomplessa operazione denominata « Verti-cal Bio », volta a smantellare una organiz-

zazione dedita ad attività di importazionedi prodotti alimentari falsamente indicaticome biologici;

le indagini sono state condotte dal,Comando provinciale della guardia di fi-nanza di Pesaro e dall’ispettorato repres-sione frodi (ICQRF) del Ministero dellepolitiche agricole alimentari e forestali,diretti dalla procura della Repubblica diPesaro;

l’attività investigativa ha consentito diindividuare due complesse associazioniper delinquere, composte da imprenditoriitaliani, attivi, attraverso collaborazioni avario livello, a Pesaro, Campobasso, Pia-cenza e Verona;

secondo gli inquirenti l’organizza-zione si avvaleva di due organismi dicertificazione compiacenti, con sede aFano (PU) e Sassari, che si occupavano delcontrollo dei prodotti falsamente attestaticome « biologici »;

il sistema di frode consisteva nellaproduzione di granaglie in Paesi terzi,quali Moldavia, Ucraina, Kazakistan, chevenivano qualificate come « biologiche »dagli organismi di certificazione locali, macontrollati dai soggetti italiani collegati agliimprenditori attivi nel sodalizio suddetto.In un secondo momento le granaglie ve-nivano importate in Italia, anche per iltramite di una società con sede a Malta,che importava i prodotti nel mercato co-mune, eludendo i controlli italiani;

gli inquirenti stimano che il sistemaabbia fruttato alle società coinvolte, nelperiodo dal 2007 al 2013, un fatturato di1.26 milioni di euro, con proventi illecitipari a circa 32 milioni di euro;

il quantitativo di granaglie introdotte(mais, soia, grano, colza, semi di girasole)è stimato in circa 350.000 tonnellate;

l’inchiesta ha portato al rinvio agiudizio di 33 persone –:

quali iniziative di competenza in-tenda adottare il Ministro interrogato alfine di rafforzare i controlli sulle filiererelative a prodotti « biologici »;

Atti Parlamentari — 31619 — Camera dei Deputati

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quali iniziative intenda assumere perrendere più stringenti le verifiche sullaconformità di tali prodotti, importati inItalia da società con sedi in altri Paesidell’Ue. (4-11324)

DI BATTISTA e MASSIMILIANO BER-NINI. — Al Ministro delle politiche agricolealimentari e forestali, al Ministro dell’am-biente e della tutela del territorio e delmare, al Ministro della salute. — Per sa-pere – premesso che:

il Corpo forestale dello Stato è unaforza di polizia dello Stato ad ordina-mento civile, specializzata nella tutela del-l’ambiente e dell’ecosistema;

l’articolo 3, comma 4, della legge 36del 2004 dispone testualmente che « Ilcapo del Corpo forestale dello Stato ènominato ai sensi dell’articolo 25 del de-creto del Presidente della Repubblica 30giugno 1972, n. 748 »;

l’articolo 25 del decreto del Presi-dente della Repubblica 748 del 1972 pre-vede che: « La nomina a dirigente generale,o a qualifiche superiori, è conferita, neilimiti delle disponibilità di organico, condecreto del Presidente della Repubblicaprevia deliberazione del Consiglio dei Mi-nistri, su proposta del Ministro compe-tente. La nomina può essere conferitaanche ad impiegati di altri ruoli o di altreAmministrazioni, ovvero a persone estra-nee all’Amministrazione dello Stato, salvole riserve di posti previste da specialidisposizioni in favore di funzionari delleAmministrazioni interessate »;

l’attuale Capo del Corpo forestaledello Stato è Cesare Patrone, nominato dalConsiglio dei ministri in data 28 aprile2004, oltre 11 anni e mezzo fa;

gli interroganti hanno già sottoposto,con precedenti atti di sindacato ispettivo,alcuni aspetti al Governo che dovrebberoportare ad un avvicendamento al verticedel Corpo forestale dello Stato;

innanzitutto, la permanenza al ver-tice di una forza di polizia per un periodopari ad oltre 11 anni risulta assolutamentepriva di giustificazione;

a ciò si aggiungano una serie divicende personali che vedono coinvoltol’ingegner Cesare Patrone;

in primo luogo, come già esposto inprecedenti interrogazioni, nelle selezioni aiconcorsi di allievi e agenti e di vice ispet-tori del Corpo forestale dello Stato sonorisultati vincitori numerosi figli di coman-danti, dirigenti o persone legate al Capodel Corpo forestale, Cesare Patrone;

in particolare alla nipote del Capodel Corpo forestale, nel 2008, sarebbe statariconosciuta l’idoneità al concorso daprimo dirigente, nonostante si sia classi-ficata quarta su tre posti disponibili non-ché, con riferimento al concorso per ilgrado di « vice-ispettore » le cui selezioni sisono tenute a Roma in data 7, 8, e 9maggio 2008, sempre secondo quanto ri-portato nella suddetta inchiesta giornali-stica, tra i vincitori risulterebbero essercipersone riconducibili al Capo del Corpoforestale come il fratello, la cognata, l’au-tista nonché diverse persone provenientidalla sua segreteria;

in secondo luogo, l’ingegner CesarePatrone è stato condannato per dannoerariale in due differenti pronunce dallaCorte dei Conti: con una prima sentenza(n.148/2012/R) la Corte dei Conti, SezioneGiurisdizionale della Basilicata, ha con-dannato l’ingegner Cesare Patrone al pa-gamento in favore del Corpo Forestaledella Stato della somma di 16.307,08 euro,per aver disposto e mantenuto, al di fuoridelle previsioni di legge, in oneroso di-stacco a Roma, presso la Cassa Mutua delCorpo, un assistente in servizio presso ilCoordinamento locale di Lagonegro; conuna seconda sentenza (n. 454/2012) laCorte dei Conti, Sezione Giurisdizionaledel Lazio, ha condannato l’ingegner Pa-trone a risarcire allo Stato la somma di50.000,00 euro oltre interessi e rivaluta-zione, per aver affidato ad uno studiolegale l’incarico di consulenza per la ge-

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stione della flotta elicotteristica ed il con-tenzioso radicato per contrasti insorti consocietà fornitrici, affidamento che, se-condo la magistratura contabile, è risul-tata in larga parte inutile in quanto aventead oggetto attività che rientrano « indub-biamente nell’ambito delle funzioni ordi-narie, per lo svolgimento delle quali l’am-ministrazione pubblica non può fare ri-corso a contratti di collaborazione e con-sulenza esterna » ... e che « avrebbe potutoessere svolta da funzionari del Corpo Fo-restale »;

a ciò si aggiunga, in terzo luogo, chel’ingegner Cesare Patrone ha altresì subitoun procedimento penale per il reato p. ep. dall’articolo 361 del codice penale per-ché, in qualità di pubblico ufficiale, qualeCapo del Corpo Forestale dello Stato,ometteva di denunciare all’autorità giudi-ziaria i fatti costituenti reato di cui avevaavuto notizia nell’esercizio delle sue fun-zioni;

in esito al predetto procedimentol’ingegner Patrone, è stato condannato daltribunale ordinario di Roma, sezione pe-nale, in composizione monocratica, consentenza portante n. 14351/13 del 19/07/2013, che ha dichiarato « Patrone Cesarecolpevole del reato ascrittogli e, concessele attenuanti generiche, lo condanna allapena di gg. Venti di reclusione, oltre cheal pagamento delle spese processuali »;

in aggiunta a quanto appena espostosono emersi nuovi aspetti di rilievo chedevono necessariamente essere portati aconoscenza del Governo dal quale, questavolta, sarebbe finalmente utile riceveredelle risposte che, ad oggi, non sono maiarrivate;

in particolare organi di stampahanno riportato come l’ingegner CesarePatrone sembra non aver detto la veritàdavanti alla Commissione di inchiesta an-timafia in merito ai suoi rapporti conCipriano Chianese, condannato in primogrado per estorsione nonché sotto pro-cesso per associazione mafiosa, disastroambientale e avvelenamento delle acque inCampania;

organi di stampa riportano addirit-tura come la procura consideri Chianese« l’inventore e ideatore dell’Ecomafia inCampania » che, insieme al vertice del clandei Casalesi, in particolare Francesco Bi-dognetti, conosciuto come Cicciotto ‘emezzanotte, avrebbe imbastito il grandeaffare del pattume tossico;

nello specifico, nel mese di luglio2015, l’attuale capo del Corpo forestaleavrebbe dichiarato, davanti alla predettaCommissione bicamerale, di non ricordarechi fosse Cipriano Chianese;

organi d’informazione, primo fratutti Il Fatto Quotidiano, hanno però datoatto dell’informativa consegnata alla pro-cura di Napoli nel marzo 2013 dal poli-ziotto Roberto Mancini, dalla quale emer-gerebbero familiarità proprio tra Patronee Chianese;

da alcune intercettazioni, sempre se-condo Il Fatto Quotidiano nell’articolo afirma di Luca Ferrari e Nello Trocchia,risalenti al 1994, emergerebbe come irapporti tra i due fossero assolutamentefamiliari e colloquiali: Patrone si riferiscea Cipriano Chianese con espressioni deltipo « Come stai caro ? », « Cipriano tiabbraccio »;

la vicenda appena esposta è stataaltresì oggetto di un altro atto di sindacatoispettivo e, nello specifico dell’interroga-zione a risposta in Commissione, a primafirma della deputata Terzoni, n. 5-07062;

a prescindere dai rilievi penali dellavicenda appena esposta, gli interrogantiritengono comunque inopportuno, da unlato, che il capo del Corpo forestale possanon aver detto la completa verità innanzialla Commissione bicamerale d’inchiesta e,dall’altro lato, ove confermati, che esistanorapporti, anche se datati, tra un soggettocoinvolto in processi di ecomafie e chi èinvece, a capo di un corpo di poliziaspecializzato nella tutela dell’ambiente edell’ecosistema che ha il compito di per-seguire reati ambientali;

la questione assume ancor più im-portanza laddove si consideri che i tre

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Ministri competenti in materia di controllinella cosiddetta « Terra dei fuochi », ilMinistro dell’ambiente e della tutela delterritorio e del mare, e il Ministro dellasalute, unitamente all’allora presidentedella regione Campania, hanno concordatodi individuare, nella persona del Capo delCorpo forestale, ingegner Cesare Patrone,il nuovo coordinatore del gruppo di lavoro(istituito in base alla direttiva intermini-steriale del 23 dicembre 2013) relativo agliinterventi necessari al rapido completa-mento delle indagini (dirette e indirette)nei siti classificati come a rischio –:

se i Ministri interrogati siano a co-noscenza dei fatti di cui in premessa ed inparticolare della sentenza di condanna perdanno erariale e della sentenza di con-danna per il reato di cui all’articolo 361del codice penale emesse nei confrontidell’ingegner Cesare Patrone;

quali siano le ragioni per cui l’inge-gner Cesare Patrone continui a ricoprirel’incarico di capo del Corpo forestale delloStato, nonostante le circostanze eviden-ziate in premessa e quelle portate inevidenza da ormai numerosi atti di sin-dacato ispettivo, presentati anche dagliinterroganti;

quali iniziative il Ministro delle po-litiche agricole alimentari e forestali abbiaassunto ed intenda assumere alla lucedelle vicende descritte, tenuto conto che ilCorpo forestale dello Stato è posto alle suedirette dipendenze ai sensi dell’articolo 3della legge 6 febbraio 2004, n. 36;

se il Ministro delle politiche agricolealimentari e forestali non consideri oppor-tuno, sulla base delle argomentazioni dicui in premessa, sottoporre immediata-mente la proposta di un nuovo capo delCorpo forestale dello Stato al Consiglio deiministri;

se i Ministri interrogati, alla luce diquanto esposto nelle premesse che prece-dono, non ritengano di procedere allarevoca dell’incarico dell’ingegner CesarePatrone quale coordinatore del gruppo dilavoro sulla « Terra dei Fuochi ». (4-11331)

* * *

SALUTE

Interrogazioni a risposta immediata:

SOTTANELLI. — Al Ministro della sa-lute. — Per sapere – premesso che:

con il decreto 7 ottobre 2015, n. 96,del presidente della regione Abruzzo, inqualità di commissario ad acta, avente adoggetto « Art. 30 del decreto legislativo 23giugno 2011 n. 118: Finanziamento degliinterventi operativi per la qualificazione eil potenziamento della Rete di EmergenzaUrgenza Territoriale e delle Prestazioni del118 », la regione Abruzzo ha riorganizzatola rete dell’emergenza urgenza territorialee delle prestazioni del 118;

il piano prevede che la postazione del118 del comune di Isola del Gran Sassod’Italia venga privata dell’infermiere con ildimezzamento delle ore di volontariato delsoccorso nella stessa sede, con la conse-guente e grave riduzione della sicurezza,in termini di sopravvivenza e salute per icittadini dei comuni di Isola del GranSasso d’Italia, Castelli, Colledara, CastelCastagna e Tossicia, oltre che dei numerosipellegrini – oltre un milione e mezzo ognianno – che visitano il santuario di SanGabriele ubicato nello stesso comune e ditutti i turisti dell’area montana;

tale scelta allontana pericolosamentele aree più interne della provincia diTeramo dalla postazione di soccorso sa-nitario più vicina, visto che anche nelcomune di Bisenti nella Val Fino il pianoprevede di privare la postazione del 118del personale infermieristico e visto chel’area citata dista dai 25 ai 50 minutidall’ospedale del comune capoluogo diTeramo;

questa decisione ha destato l’indigna-zione della popolazione montana del GranSasso, preoccupata per la tutela dellapropria incolumità fisica e per il rischio diuna reale squalificazione e perdita di si-curezza sanitaria per l’entroterra, sicu-

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rezza conquistata e mantenuta per 15 anniche ha consentito fin qui di salvare nu-merose vite;

è evidente il pericolo che correràchiunque – vecchio o giovane che sia,residente, pellegrino o turista – che do-vesse subire un arresto cardiorespiratorio,dal momento che dovrà attendere troppoa lungo il soccorso del 118 per un inter-vento salvavita, da una postazione 118 chediventerà troppo lontana;

dopo diversi anni nei quali sono statiraggiunti e rispettati, per l’emergenza sa-nitaria, gli standard europei dei tempi diarrivo dei soccorsi, dal momento dellachiamata del 118 (8 minuti in area urbanae 20 minuti in area extraurbana), se lapostazione venisse chiusa, l’area montanacorrerebbe il serio rischio di essere retro-cessa ad area « extraurbana » con unadrammatica involuzione e un serio rischioper la vita dei cittadini;

a una verifica sulle conclusioni dellostudio dell’Agenas, su cui si fonda l’attoregionale di revisione della rete dell’emer-genza sanitaria da parte dell’allora com-missario ad acta della regione Abruzzo, sievince che nello studio medesimo non si ètenuto conto della notevole differenza dirichieste telefoniche di soccorso afferentialle centrali del 118 tra Teramo eL’Aquila, ma solo della popolazione ana-grafica. In realtà, tale dato dimostra chemolta parte della popolazione aquilanadopo l’evento sismico del 2009 si è tra-sferita in provincia di Teramo e vi èevidentemente rimasta, indipendentementedalla residenza fiscale. Il dato è dimo-strato proprio dalla mole di richieste disoccorso al 118 di Teramo, di molto su-periore a quelle della centrale aquilana;

la situazione è ulteriormente aggra-vata dall’individuazione, nell’organizza-zione del Giubileo della Misericordia, delsantuario di San Gabriele dell’Addoloratain Isola del Gran Sasso d’Italia come unicaporta giubilare della diocesi di Teramo,che comporterà un notevole ulteriore in-cremento del flusso turistico pellegrinonell’area. Inoltre, la diocesi di Pescara-

Penne ha individuato come chiesa giubi-lare aggiuntiva quella di Santa Maria diRonzano, nel comune di Castel Castagna,sempre nel bacino intercomunale servitodalla postazione 118 del comune di Isoladel Gran Sasso d’Italia;

considerato che nella riorganizza-zione è prevista la contestuale apertura didue ulteriori postazioni medicalizzate, nonsi comprende quale sarebbe il risparmioeconomico, né tantomeno il principio dirazionalizzazione che, di fatto, peggiora lacopertura territoriale del 118; basti pen-sare alla certezza che da ogni evento« tempo-dipendente » che comporti il de-cesso del paziente, o una sequela di dannicerebrali permanenti per ritardo nel soc-corso, deriverebbe un aumento considere-vole della spesa sanitaria;

il progetto di riorganizzazione dellarete dell’emergenza sanitaria prevede unanuova postazione medicalizzata a Val Vo-mano (uscita Basciano della A 24); questa,ad avviso dell’interrogante, non incide-rebbe affatto in modo sostanziale sull’ab-battimento dei tempi di soccorso per ilbacino servito dalla postazione di Isola delGran Sasso d’Italia –:

quali urgenti iniziative di competenzaintenda assumere, anche per il tramite delcommissario ad acta per l’attuazione delpiano di rientro dai disavanzi sanitari, perimpedire la chiusura della postazione del118 di Isola del Gran Sasso d’Italia, che, adavviso dell’interrogante, comporterebbeseri rischi per la garanzia dei livelli essen-ziali di assistenza e per la sicurezza e latutela della salute pubblica, non solo degliabitanti del posto, ma anche dei turisti cheogni anno vi accorrono. (3-01881)

LUPI, BINETTI e CALABRÒ. — AlMinistro della salute. — Per sapere –premesso che:

il 3 dicembre ricorre la giornatainternazionale delle persone con disabilità:la ricorrenza risale al 1981, anno inter-nazionale delle persone disabili; dal mesedi luglio del 1993, il 3 dicembre è diven-

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tato anche la giornata europea delle per-sone con disabilità, a seguito dell’iniziativadella Commissione europea;

l’iniziativa è volta a promuovere unapiù diffusa e approfondita conoscenza deiproblemi correlati alla disabilità, per so-stenere la piena inclusione delle personecon disabilità in ogni ambito della vita,allo scopo di superare ogni forma didiscriminazione e violenza;

si è avuto già modo di apprezzare lasensibilità del Governo dimostrata conmodalità trasversali su tutti i problemicorrelati allo stato della disabilità, nonsolo nei riguardi delle persone diretta-mente interessate ma anche nei riguardidelle famiglie;

nel disegno di legge di stabilità per il2016, si è avuto modo di apprezzare sia ladisposizione recata dall’articolo 1, comma218, che istituisce presso il Ministero del-l’economia e delle finanze un fondo, conuna dotazione di 90 milioni di euro adecorrere dall’anno 2016, destinato al fi-nanziamento di misure per il sostegnodelle persone con disabilità grave, in par-ticolare stato di indigenza e prive di le-gami familiari di primo grado, che ledisposizioni di cui al comma 220, finaliz-zate ad integrare lo stanziamento delfondo per le non autosufficienze, anche aifini del finanziamento degli interventi asostegno delle persone affette da sclerosilaterale amiotrofica di 150 milioni di euroannui a decorrere dall’anno 2016; tenutoconto che la legge n. 190 del 2014, (leggedi stabilità per il 2015) aveva fissato dal2016 lo stanziamento del fondo in 250milioni di euro annui, lo stanziamento aregime, a decorrere dal 2016, risulta paria 400 milioni di euro;

si ritiene che sia opportuno menzio-nare in questo contesto anche il Patto perla salute 2014-2016, che all’articolo 6 de-dica una particolare disciplina e atten-zione all’assistenza socio sanitaria, preve-dendo, allo scopo, che le regioni discipli-nino i principi e gli strumenti per l’inte-grazione dei servizi e delle attività socio

sanitarie e sociali, particolarmente per learee della non autosufficienza e delladisabilità –:

quali siano le ulteriori iniziative e leprospettive future che il Governo vorràmettere in campo, in un settore di parti-colare delicatezza e sensibilità, quale è ilsettore dell’assistenza socio sanitaria perle persone con disabilità. (3-01882)

Interrogazione a risposta scritta:

MIOTTO. — Al Ministro della salute. —Per sapere – premesso che:

l’epatocarcinoma (HCC) è una dellepiù frequenti e letali forme di cancro, alquarto posto per tasso di incidenza nelmondo;

il tasso di sopravvivenza a 5 anni, dalmomento della diagnosi, è inferiore al 5cento per cento con una prognosi spessofatale. Purtroppo una diagnosi precoce èancora difficile dal momento che mancanobiomarcatori in grado di operare unadistinzione dell’HCC dalle lesioni epatichebenigne, con livelli di specificità e sensi-bilità diagnostiche accettabili;

finora, il marcatore di riferimentoper la diagnosi dell’epatocarcinoma è statol’afetoproteina (AFP), che risulta elevata inun discreto numero di pazienti con HCC(30- 60 per cento), ma manca di specificitàdiagnostica (40-80 per cento);

occorre rilevare che lo screening degliepatopatici a rischio di HCC viene effet-tuato con esecuzione periodica di ecogra-fia epato-biliare, indagini strumentali e dilaboratorio onerose e solo parzialmenteutili ad una corretta diagnosi. Talvolta imalati vengono avviati al trattamento chi-rurgico, incluso il trapianto di fegato, lacui efficacia viene valutata alla fine deltrattamento;

anche la recente immissione nel pron-tuario di farmaci efficaci contro l’epatite C,caratterizzati peraltro da alto costo, inducela necessità di un utilizzo appropriato degli

Atti Parlamentari — 31624 — Camera dei Deputati

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antivirali in pazienti colpiti da epatiti cro-niche di origine virale che potrebbero evol-vere in cirrosi ed HCC;

sarebbe utile perciò sviluppare laricerca nel campo di nuovi bio-marcatoriin grado di monitorare i pazienti a rischio,evitando il disagevole e costoso ricorso adindagini strumentali e di laboratorio per ipazienti;

notizie di stampa riferiscono peraltrodi costi molto contenuti di tali dispositivi,nell’ordine di poche decine di euro;

studi di efficacia sono stati condottiin numerosi centri specialistici pubblicidel sistema sanitario nazionale e sono statisottoposti all’attenzione dei competenti or-gani ministeriali, senza peraltro ottenerel’inserimento nel nomenclatore tariffarionazionale che ne consentirebbe l’utilizzonella pratica clinica;

una iniziativa in questo campo ap-pare utile ai pazienti e necessaria ai finidella sostenibilità del sistema sanitarionazionale –:

se sia a conoscenza delle iniziativesottoposte all’attenzione degli organi mi-nisteriali competenti, riguardanti l’utilizzodi nuovi bio-marcatori utili per la correttadiagnosi dell’epatocarcinoma (HCC), di cuiin premessa;

quali iniziative intenda porre in essereper l’accesso ai predetti bio-marcatori nelsolo interesse dei pazienti e come contri-buto alla sostenibilità del sistema sanitario.

(4-11337)

* * *

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta in Commissione:

DA VILLA. — Al Ministro dello sviluppoeconomico, al Ministro dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare. — Persapere – premesso che:

in data 3 febbraio 2015, la provinciadi Venezia ha emanato la determina

n. 333/2015 di non assoggettamento allaprocedura di valutazione impatto ambien-tale dell’ampliamento del deposito di oliminerali mediante realizzazione di unostoccaggio di GPL di 9000 metri cubiproposto dalla società Costa bioenergie srl,situato a 300 metri dal centro storico diChioggia, condizionando il provvedimento« all’approvazione da parte dell’autoritàcompetente delle necessarie varianti con-seguenti all’introduzione del traffico dinavi gasiere alla struttura organizzativa egestionale del porto, emergenti dal pianodi sicurezza »;

per quanto risulta all’interrogante:

in data 2 ottobre 2015, presso lastazione dei carabinieri di Chioggia sotto-marina è stato depositato un appositoesposto;

nel verbale del comitato tecnicoregionale del 30 giugno 2014 per l’integra-zione dell’esame preistruttorio del rap-porto preliminare di sicurezza, fase « nullaosta » di fattibilità, per la realizzazione diun nuovo deposito costiero di GPL aChioggia, località Val da Rio, si analizza-vano le distanze delle strutture più vicineal deposito GPL, e ne risultava che: 1) adistanza inferiore, ai 500 metri dall’excittadella della giustizia si trovano la sta-zione ferroviaria è il supermercato Euro-spin; 2) a distanza tra i 500 e 600 metri,si trovano lo stadio Ballarin, il cimitero, labiblioteca e le scuole elementari. Inoltre, ilverbale riportava il parere del gruppo dilavoro secondo cui il deposito ha unelevato livello di sicurezza, ma andrebbevincolato a varie prescrizioni ulteriori darecepire nel progetto particolareggiato;

nel verbale del comitato tecnicoregionale n. 1359 del 2 settembre 2014, sileggeva che « nella valutazione della desti-nazione d’uso di terreni in prossimità distabilimenti a rischio d’incidente rilevante,ad integrazione dei criteri di compatibilitàesposti nel decreto ministeriale del 15maggio 1996, le autorità preposte allapianificazione territoriale ed urbanistica

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debbano tenere in debita considerazione lapresenza o la previsione di elementi par-ticolarmente vulnerabili soggetti a grandiaffollamenti, ovvero stante il grado d’in-certezza delle analisi delle frequenze edella magnitudo degli scenari incidentali,si auspica che non venga utilizzato unapproccio esclusivamente di tipo determi-nistico nella pianificazione territoriale.Inoltre, la destinazione di aree a possibilegrande affollamento, anche se compatibili,in prossimità di stabilimenti a rischiod’incidente rilevante, rende indispensabileun’accurata pianificazione dell’emergenzaesterna »;

la capitaneria di porto di Chioggia,in data 18 giugno 2014 con notan. 0011913, affermava che al momento nelporto di Chioggia era autorizzata la mo-vimentazione di gas GPL (classe 2) solo incolli e in quantità molto limitate, come daordinanza n. 60/1999 della Capitaneriastessa;

inoltre, la Capitaneria asseriva chela valutazione sulla realizzabilità del pro-getto avrebbe dovuto essere effettuata nel-l’ambito di una proposta di variante alpiano regolatore portuale, ai sensi dell’ar-ticolo 5 della legge n. 84 del 1994;

il comune di Chioggia, con notan. 41898 del 10 settembre 2012 firmatadal dirigente all’urbanistica, nel riconfer-mare il parere favorevole precedentementecomunicato alla regione Veneto con notan. 30350 del 10 giugno 2009, ritenevadoveroso ed importante precisare che l’in-stallazione e l’esercizio del deposito co-stiero per i carburanti nella zona portualedi Val da Rio non doveva comportare lacostituzione di una fascia di rispetto e/ovincolo di edificabilità tale da compromet-tere le previsioni dell’amministrazione co-munale per la realizzazione del nuovomercato ittico nell’area adiacente al sito incui sorge il deposito costiero della società;

il comune di Chioggia, con notan. 28369 del 16 giugno 2014, firmata daldirigente all’urbanistica, comunicava dinon poter partecipare alla conferenza deiservizi, convocata dal Ministero dello svi-

luppo economico con nota n. 10828 del 4giugno, per l’autorizzazione all’amplia-mento del deposito costiero di prodottienergetici ad uso commerciale, confer-mando altresì il proprio parere favorevolealla richiesta di ampliamento a condizioneche fossero risolte le problematiche di cuialle sanatorie edilizie in corso e rispettatele condizioni indicate nella nota n. 41898del 10 settembre 2012;

il comune di Chioggia, con notan. 38997 del 22 agosto 2014 firmata daldirigente all’urbanistica, comunicava checon l’adozione della delibera di Giuntan. 136 del 19 giugno 2013 era stato indi-viduato un nuovo sito denominato « Ale-ghero » per l’ubicazione del mercato itticoall’ingrosso e che pertanto non sussiste-vano più le condizioni poste nel prece-dente parere, espresso con la citata notan. 418989 del 10 settembre 2012, indicantiche « l’installazione e l’esercizio del depo-sito costiero per i carburanti nella zonaportuale di Val da Rio, non deve compor-tare la costituzione di una fascia di ri-spetto e/o vincolo di edificabilità tale dacompromettere le previsioni dell’Ammini-strazione Comunale per la realizzazionedel nuovo mercato ittico nell’area adia-cente al sito in cui sorge il depositocostiero della società in oggetto »;

il comune di Chioggia, con notan. 8979 del 3 marzo 2015 firmata daldirigente all’urbanistica, comunicava dinon poter partecipare alla seconda confe-renza di servizi, convocata dal Ministerodello sviluppo economico con nota n. 3061del 16 febbraio 2015, per l’autorizzazioneall’ampliamento del deposito costiero diprodotti energetici ad uso commerciale datenersi il 3 marzo 2015 presso lo stessoMinistero, e confermava i pareri prece-dentemente espressi in data 16 giugno2014, prot. n. 28369, e in data 22 agosto2014, prot. n. 38997;

nel già citato verbale del comitatotecnico regionale del 30 giugno 2014, nel-l’elencare le distanze dagli altri edificicircostanti, non si citava o si ometteva chea 300 metri sono situate le prime abita-zioni del centro storico di Chioggia;

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a giudizio dell’interrogante, inoltre,dal piano della sicurezza ed evacuazionenon si evinceva il coinvolgimento dei re-sidenti nel centro storico di Chioggia (circa10.000 abitanti) che, invece, è fondamen-tale anche in virtù della morfologia del-l’impianto urbanistico del centro storico,dove l’eventuale incendio di alcune abita-zioni potrebbe facilmente propagarsi aglialtri edifici contigui;

sembra all’interrogante contradditto-ria la linea seguita dal comune di Chioggiain merito alla scelta che ha portato aindividuare la futura ubicazione del mer-cato ittico all’ingrosso, richiamando indata 22 agosto 2014 la delibera di giuntan. 136/2013 già in essere quando il co-mune stesso, con la seconda nota n. 28369del 16 giugno 2014, ha confermato ilproblema delle distanze dal deposito diGPL –:

se i Ministri interrogati indirizzosiano a conoscenza dei fatti esposti;

come si intenda conciliare, perquanto di competenza, tale progetto con lepeculiarità di una zona collocata in pienalaguna di Venezia, a 300 metri dal centrourbano di Chioggia e in un’area sottopostaa salvaguardia e al piano di area dellalaguna e dell’area veneziana;

quali iniziative di competenza inten-dano intraprendere per risolvere le criti-cità connesse al traffico navale all’internodel porto di Chioggia che, a giudizio del-l’interrogante, verrà condizionato dal tran-sito delle navi gasiere in ingresso dal portodi Chioggia, nonché relative al grado dipericolo dovuto alla navigazione di talinavi, che transiteranno a poche decine dimetri dal centro abitato;

se non ritengano opportuno attivarsi,nell’ambito delle proprie competenze, perimpedire che il deposito di GPL da 9.000metri cubi sia situato a circa 300 metri dalcentro storico di Chioggia, che da tale fattoverrebbe irrimediabilmente deturpato;

se non ritengano opportuno attivarsi,per quanto di propria competenza, al finedi predispone un piano di sicurezza e di

evacuazione, anche via acqua verso lalaguna, che consenta agli abitanti del cen-tro storico di Chioggia di mettersi in salvo,in caso di necessità, nel minor tempopossibile;

se non ritengano, per quanto di com-petenza, di dover verificare l’effettivo fon-damento delle motivazioni per cui, nono-stante i pareri non positivi espressi dallacapitaneria di porto di Chioggia, che spe-cifica che la movimentazione di gas GPLpuò essere effettuata solo in colli e inquantità molto limitate come da ordinanzan. 60/1999, sia stata rilasciata l’autorizza-zione alla costruzione del deposito GPL.

(5-07128)

COVELLO, MAGORNO, BRUNO BOS-SIO e AIELLO. — Al Ministro dello svi-luppo economico. — Per sapere – pre-messo che:

da alcuni giorni è in atto una pro-testa da parte dei lavoratori dello stabili-mento Italcementi di Castrovillari a se-guito della volontà aziendale di procederealla trasformazione dell’impianto cala-brese in centro di macinazione;

la decisione aziendale comporterebbeun ridimensionamento dei livelli occupa-zionali inaccettabile per il territorio;

nel momento in cui il Governo na-zionale sta ponendo in essere misure fi-nalizzate al rilancio dell’economia delMezzogiorno richiamando tutti ad unamaggiore responsabilità e attenzione versoquesto territorio risulta agli interrogantigrave ed inconcepibile un atto unilateraleda parte del gruppo Italcementi –:

quali iniziative intenda promuovere ilGoverno per attivare in sede ministerialeun tavolo di confronto finalizzato a scon-giurare un piano che attualmente pena-lizza Io stabilimento di Castrovillari e atrovare soluzioni di profilo industriale chesalvino la produttività del sito e assicurinoil mantenimento dei livelli occupazionali.

(5-07131)

Atti Parlamentari — 31627 — Camera dei Deputati

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Interrogazione a risposta scritta:

GALLINELLA e DA VILLA. — Al Mi-nistro dello sviluppo economico, al Mini-stro dell’economia e delle finanze. — Persapere – premesso che:

il rating di legalità è uno strumentointrodotto nel 2012 per le imprese italiane,volto alla promozione e all’introduzione diprincipi di comportamento etico in ambitoaziendale, tramite l’assegnazione di un« riconoscimento » – misurato in « stel-lette » – indicativo del rispetto della lega-lità da parte delle imprese che ne abbianofatto richiesta e, più in generale, del gradodi attenzione riposto nella corretta ge-stione del proprio business;

esso è stato disciplinato con deliberaAGCM 14 novembre 2012, n. 24075, hadurata di due anni dal rilascio ed èrinnovabile su richiesta;

all’attribuzione del rating l’ordina-mento collega vantaggi in sede di conces-sione di finanziamenti pubblici – le pub-bliche amministrazioni in sede di predi-sposizione dei provvedimenti di conces-sione di finanziamenti alle imprese,tengono conto del rating di legalità ad esseattribuito, secondo le modalità stabilite neldecreto medesimo, prevedendo almenouno dei seguenti sistemi di premialità perle imprese in possesso del rating: a) pre-ferenza in graduatoria; b) attribuzione dipunteggio aggiuntivo; c) riserva di quotadelle risorse finanziarie allocate e agevo-lazioni per l’accesso al credito bancario; lebanche, inoltre, considerano il rating dilegalità nella determinazione delle condi-zioni economiche di erogazione, ove neriscontrino la rilevanza spetto all’anda-mento del rapporto creditizio;

i requisiti per accedere a questoimportante strumento sono sostanzial-mente due: essere iscritti da almeno 2 annial registro imprese e raggiungere un fat-turato non inferiore ai 2 milioni di euronell’esercizio chiuso l’anno precedente ri-spetto alla richiesta di rating;

proprio quest’ultimo requisito è unodei punti di maggiore criticità dello stru-mento; infatti, da un’indagine condotta daASSEPRIM emerge come l’imposizione ditale soglia di accesso esclude automatica-mente dall’accesso al rating gran partedelle aziende non solo del terziario, ma dimolta parte del sistema economico delnostro Paese;

le imprese presenti in Italia, infatti,sono 4.351.018, mentre quelle con fattu-rato superiore ai 2 milioni di euro sonosoltanto 133.897, il 3,1 per cento del totale;

l’attenzione delle imprese per questostrumento, in un’ottica sempre maggioredi contrasto alla corruzione e alla crimi-nalità, è in crescita e per questo sarebbenecessario renderlo più efficace, trovaresoluzioni per aprirlo maggiormente alleimprese e tararlo su quella che è la realtàitaliana, in cui sono proprio le piccole emedie imprese quelle che avrebbero mag-giore bisogno di agevolazioni per l’accessoal credito bancario e per le quali sarebbenecessario incentivare la partecipazione abandi e finanziamenti pubblici –:

se, in base a quanto esposto in pre-messa, il Governo non intenda assumereiniziative normative per rivedere lo stru-mento del rating di legalità così da ren-derlo concretamente utilizzabile dallamaggior parte delle imprese italiane otte-nendo il duplice risultato di una maggioresensibilizzazione alla legalità e di unaagevolazione concreta alle imprese piùpiccole;

se, in alternativa, il Governo nonritenga di assumere iniziative per intro-durre criteri di premialità che non dan-neggino, nel caso di richiesta di accesso adun finanziamento pubblico/privato o diaccesso al credito bancario, le imprese cheper fatturato inferiore ai 2 milioni di euronon possono avere accesso al rating equindi non entrare in possesso delle « stel-lette » di riconoscimento. (4-11336)

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Apposizione di firme ad interrogazioni.

L’interrogazione a risposta in Commis-sione Oliverio n. 5-06060, pubblicata nel-l’allegato B ai resoconti della seduta del 15luglio 2015, deve intendersi sottoscrittaanche dal deputato Fossati.

L’interrogazione a risposta in Commis-sione Guidesi n. 5-06325, pubblicata nel-l’allegato B ai resoconti della seduta del 9settembre 2015, deve intendersi sotto-scritta anche dal deputato Rondini.

Ritiro di documentidel sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati ritiratidai presentatori:

interrogazione a risposta orale Sot-tanelli n. 3-01829 del 10 novembre 2015;

interpellanza Costantino n. 2-01166del 16 novembre 2015;

interrogazione a risposta in Commis-sione Sottanelli n. 5-07002 del 17 novem-bre 2015;

interrogazione a risposta scritta Pa-lese n. 4-11170 del 18 novembre 2015;

interrogazione a risposta in Commis-sione Ciprini n. 5-07043 del 18 novembre2015;

interpellanza Brunetta n. 2-01182del 26 novembre 2015;

interpellanza Brescia n. 2-01186 del30 novembre 2015.

ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta in Commis-sione Scuvera n. 5-06603 pubblicata nel-l’Allegato B ai resoconti della sedutan. 498 dell’8 ottobre 2015.

Alla pagina 29479, prima colonna, allariga ventottesima deve leggersi: « libertànon è un dono », a cura della dottoressa »e non come stampato.

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