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RESOCONTO STENOGRAFICO 149. SEDUTA DI VENERDÌ 10 GENNAIO 2014 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI INDICE RESOCONTO STENOGRAFICO ....................... 1-53 PAG. Missioni ............................................................ 1 Interpellanze urgenti (Svolgimento) ............. 1 (Iniziative di competenza volte ad incentivare e accrescere l’utilizzo in Italia degli stru- menti finanziari messi a disposizione dalla Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa – n. 2-00327) ................................................... 1 Bergamini Deborah (FI-PdL) ..................... 1, 5 Legnini Giovanni, Sottosegretario alla Pre- sidenza del Consiglio dei ministri ............. 4 (Iniziative di competenza per la piena attua- zione della normativa in tema di traspa- PAG. renza della RAI, con particolare riferimento alla comunicazione del costo annuo del personale utilizzato – n. 2-00353) ............ 6 Brunetta Renato (FI-PdL) .......................... 6, 9 Legnini Giovanni, Sottosegretario alla Pre- sidenza del Consiglio dei ministri ............. 8 (Chiarimenti e iniziative in merito alle criti- cità della gestione della Consip emerse nel corso del programma televisivo Report n. 2-00357) ................................................... 10 Gallo Luigi (M5S) ........................................ 10, 15 Legnini Giovanni, Sottosegretario alla Pre- sidenza del Consiglio dei ministri ............. 14 Atti Parlamentari I Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA DISCUSSIONI SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 N. B. Il RESOCONTO SOMMARIO è disponibile on line già nel corso della seduta, alla pagina “Resoconti” del sito della Camera dei deputati. Il Resoconto Sommario è corredato di collegamenti ipertestuali verso il Resoconto Stenografico (Vedi RS) ed ai documenti di seduta (Vedi All. A). N. B. Sigle dei gruppi parlamentari: Partito Democratico: PD; MoVimento 5 Stelle: M5S; Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL); Scelta Civica per l’Italia: SCpI; Sinistra Ecologia Libertà: SEL; Nuovo Centrodestra: (NCD); Lega Nord e Autonomie: LNA; Per l’Italia (PI); Fratelli d’Italia: FdI; Misto: Misto; Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all’estero-Alleanza per l’Italia: Misto-MAIE-ApI; Mi- sto-Centro Democratico: Misto-CD; Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling; Misto-Partito Sociali- sta Italiano (PSI) - Liberali per l’Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

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RESOCONTO STENOGRAFICO

149.

SEDUTA DI VENERDÌ 10 GENNAIO 2014

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

I N D I C E

RESOCONTO STENOGRAFICO ....................... 1-53

PAG.

Missioni ............................................................ 1

Interpellanze urgenti (Svolgimento) ............. 1

(Iniziative di competenza volte ad incentivaree accrescere l’utilizzo in Italia degli stru-menti finanziari messi a disposizione dallaBanca di sviluppo del Consiglio d’Europa –n. 2-00327) ................................................... 1

Bergamini Deborah (FI-PdL) ..................... 1, 5

Legnini Giovanni, Sottosegretario alla Pre-sidenza del Consiglio dei ministri ............. 4

(Iniziative di competenza per la piena attua-zione della normativa in tema di traspa-

PAG.

renza della RAI, con particolare riferimentoalla comunicazione del costo annuo delpersonale utilizzato – n. 2-00353) ............ 6

Brunetta Renato (FI-PdL) .......................... 6, 9

Legnini Giovanni, Sottosegretario alla Pre-sidenza del Consiglio dei ministri ............. 8

(Chiarimenti e iniziative in merito alle criti-cità della gestione della Consip emerse nelcorso del programma televisivo Report –n. 2-00357) ................................................... 10

Gallo Luigi (M5S) ........................................ 10, 15

Legnini Giovanni, Sottosegretario alla Pre-sidenza del Consiglio dei ministri ............. 14

Atti Parlamentari — I — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014

N. B. Il RESOCONTO SOMMARIO è disponibile on line già nel corso della seduta, alla pagina “Resoconti”del sito della Camera dei deputati. Il Resoconto Sommario è corredato di collegamenti ipertestualiverso il Resoconto Stenografico (Vedi RS) ed ai documenti di seduta (Vedi All. A).

N. B. Sigle dei gruppi parlamentari: Partito Democratico: PD; MoVimento 5 Stelle: M5S; Forza Italia - Il Popolodella Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL); Scelta Civica per l’Italia: SCpI; Sinistra Ecologia Libertà:SEL; Nuovo Centrodestra: (NCD); Lega Nord e Autonomie: LNA; Per l’Italia (PI); Fratelli d’Italia: FdI; Misto:Misto; Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all’estero-Alleanza per l’Italia: Misto-MAIE-ApI; Mi-sto-Centro Democratico: Misto-CD; Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling; Misto-Partito Sociali-sta Italiano (PSI) - Liberali per l’Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

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PAG.

(Chiarimenti in merito al naufragio di unpeschereccio carico di profughi siriani af-fondato tra Lampedusa e Malta l’11 ottobre2013 – n. 2-00330) ..................................... 17

Alfano Gioacchino, Sottosegretario per ladifesa ............................................................. 19

Frusone Luca (M5S) ................................... 17, 21

(Intendimenti circa l’estensione delle agevola-zioni in materia di « microimpresa » anchealle ditte individuali, alle società di capitali,alle cooperative, alle società di fatto e allesocietà aventi socio unico – n. 2-00341) . 22

Cancelleri Azzurra Pia Maria (M5S) ....... 23, 24

Vicari Simona, Sottosegretario per lo svi-luppo economico .......................................... 23

(Elementi e iniziative in merito alla vicendadella sottrazione di una minore, cittadinaitaliana, da parte del padre, cittadino si-riano colpito da un mandato di catturainternazionale – n. 2-00342) ..................... 24

Di Stefano Manlio (M5S) ........................... 24, 29

Pistelli Lapo, Viceministro degli affari esteri 26

(Chiarimenti in merito alla recente pubblica-zione sul sito della Presidenza del Consigliodei ministri di Linee guida per un’informa-zione rispettosa delle persone lesbiche, gay,bisessuali, transessuali e transgender –n. 2-00346) ................................................... 30

Guerra Maria Cecilia, Viceministro del la-voro e delle politiche sociali ...................... 32

Roccella Eugenia (NCD) ............................. 30, 34

(Iniziative volte a salvaguardare i livelli oc-cupazionali presso gli stabilimenti delleaziende STMicroelectronics e Micron pre-senti in Italia – n. 2-00356) ..................... 35

PAG.

Currò Tommaso (M5S) ............................... 37

Guerra Maria Cecilia, Viceministro del la-voro e delle politiche sociali ...................... 36

Tripiedi Davide (M5S) ................................ 35

(Iniziative urgenti in merito alle condizionidei migranti nel Centro di soccorso e diprima accoglienza di Lampedusa e ad unariforma complessiva dei centri di identifi-cazione ed espulsione e dei centri di acco-glienza – n. 2-00355) .................................. 40

Manzione Domenico, Sottosegretario perl’interno ......................................................... 42

Migliore Gennaro (SEL) ............................. 40, 44

(Chiarimenti in merito alla nomina di uncomponente del consiglio d’amministrazionedel Formez PA – n. 2-00354) .................... 46

Amici Sesa, Sottosegretario alla Presidenzadel Consiglio dei ministri ........................... 48

Romano Andrea (SCpI) .............................. 46

Tinagli Irene (SCpI) .................................... 49

(Elementi in merito all’ampliamento di unadiscarica sita nel comune di Torrazza Pie-monte (Torino) – n. 2-00349) ................... 50

Bonomo Francesca (PD) ............................. 50, 52

Cirillo Marco Flavio, Sottosegretario perl’ambiente e la tutela del territorio e delmare .............................................................. 51

Gruppo parlamentare (Modifica nella com-posizione dell’ufficio di presidenza) ......... 52

Ordine del giorno della prossima seduta ... 52

N. B. I documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assemblea non lette in aula sonopubblicati nell’Allegato A.Gli atti di controllo e di indirizzo presentati e le risposte scritte alle interrogazioni sono pubblicatinell’Allegato B.

SEDUTA PRECEDENTE: N. 148 — GIOVEDÌ 9 GENNAIO 2014

Atti Parlamentari — II — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTEROBERTO GIACHETTI

La seduta comincia alle 9.

FERDINANDO ADORNATO, Segretario,legge il processo verbale della seduta diieri.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensidell’articolo 46, comma 2, del Regola-mento, i deputati Caparini, Chaouki, Dam-bruoso, Ferranti, Fontanelli, Ravetto, Spe-ranza e Tabacci sono in missione a de-correre dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessi-vamente sessantadue, come risulta dal-l’elenco depositato presso la Presidenza eche sarà pubblicato nell’allegato A al re-soconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all’Assembleasaranno pubblicate nell’allegato A al reso-conto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze urgenti(ore 9,05).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recalo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Iniziative di competenza volte ad incen-tivare e accrescere l’utilizzo in Italia deglistrumenti finanziari messi a disposizionedalla Banca di sviluppo del Consiglio

d’Europa – n. 2-00327)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Bergamini ed altri n. 2-00327, concernente iniziative di compe-tenza volte ad incentivare e accrescerel’utilizzo in Italia degli strumenti finan-ziari messi a disposizione dalla Banca disviluppo del Consiglio d’Europa (Vedi l’al-legato A – Interpellanze urgenti).

Chiedo all’onorevole Bergamini se in-tenda illustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

DEBORAH BERGAMINI. Signor Presi-dente, sul tema cui lei faceva riferimento,la Banca di sviluppo del Consiglio d’Eu-ropa, avevo già presentato una mozionequalche mese fa. Poi, dopo l’audizioneavvenuta lo scorso 3 dicembre presso ladelegazione italiana all’assemblea parla-mentare del Consiglio d’Europa del pro-fessor Guglielmino, che è vice governatoredella Banca di sviluppo del Consiglio d’Eu-ropa, ho ritenuto di presentare un’inter-pellanza al Governo. Penso infatti, anchealla luce delle affermazioni in sede diaudizione del professor Guglielmino e inbase ai dati che esporrò, che sia assolu-tamente importante un intervento urgentedel Governo affinché il nostro Paese possatornare a beneficiare della propria parte-cipazione a questa istituzione finanziaria.

La Banca di sviluppo del Consigliod’Europa, che chiamerò CEB, è una bancamultilaterale a vocazione esclusivamente

RESOCONTO STENOGRAFICO

Atti Parlamentari — 1 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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sociale, una delle più antiche istituzionifinanziarie internazionali europee.Quando fu creata, sulla base di un accordoparziale tra gli Stati membri del Consigliod’Europa – era l’aprile del 1956 – lo scopoprioritario era quello di fornire aiuti fi-nalizzati a risolvere i problemi dei rifu-giati. Da allora, il campo d’azione dellaBanca si è progressivamente esteso ed oggicontribuisce in modo significativo al raf-forzamento della coesione sociale in Eu-ropa.

La CEB è uno strumento chiave dellapolitica di solidarietà europea, che, attra-verso prestiti, partecipa al finanziamentodi progetti sociali, risponde inoltre a con-dizioni di emergenza, concorre al miglio-ramento delle condizioni di vita e allacoesione sociale nelle regioni meno avvan-taggiate del continente europeo. Questo èuno dei cardini dell’attività politica delConsiglio d’Europa, lo voglio ricordare.

La Banca accorda i suoi prestiti inEuropa e opera aiutando gli Stati membri– attualmente sono quaranta – a perse-guire una crescita sostenibile ed equa,finanziando progetti di investimento so-ciale che sono suddivisi in tre ambiti,stabiliti nel 2006 dal consiglio d’ammini-strazione della Banca: il primo è il raf-forzamento dell’integrazione sociale, il se-condo è la gestione ambientale e il terzoè il sostegno alle infrastrutture pubblichea vocazione sociale, e ci torneremo frapoco.

Nel perseguimento dei suoi fini oggi laBanca interviene in particolare a favoredei ventuno Paesi dell’Europa centrale,orientale e del sud-est che costituiscono,conformemente agli orientamenti strate-gici del piano di sviluppo 2010-2014, unobiettivo prioritario. Questo a mio parereè un primo elemento di criticità, che vogliosottolineare.

Nel decennio 2002-2011 sono stati ap-provati progetti per oltre 21 miliardi dieuro ed erogati oltre 16 miliardi di euro diprestiti. Tra i principali Paesi beneficiari visono la Polonia, l’Ungheria e la Romania.

Ora penso che, in un periodo di gravecrisi dell’economia reale, quale quello chestiamo attraversando, gli obiettivi priori-

tari forse non dovrebbero più essere fissatidalla Banca su base geografica, ma su basetematica. È inoltre innegabile che ad oggialcuni Paesi dell’Europa occidentale si tro-vano a far fronte a situazioni di crisi piùgravi di quelle di altri paesi dell’Europaorientale. La situazione macroeconomicadel Portogallo, tanto per fare un esempio,non è certo migliore di quella della Polo-nia in questo momento. Penso dunque chela Banca dovrebbe adattare i propri obiet-tivi con elasticità alle nuove priorità e allenuove necessità del continente europeo. Lafrattura della coesione sociale, infatti, ogginon segue più un confine facile comequello tra oriente e occidente, ma ha unandamento puntinato su tutto il conti-nente, lo definirei a « macchia di leo-pardo ». L’intervento della Banca, dunque,deve divenire chirurgico, atto ad operarenelle situazioni e nelle aree specifiche dimaggior disagio e soprattutto di maggiorenecessità.

Sempre nel decennio 2002-2011 il con-siglio d’amministrazione della Banca haapprovato prestiti a favore dell’Italia perun volume totale di 1,9 miliardi di euro, dicui 1,6 miliardi di euro già erogati, prin-cipalmente a favore di piccole e medieimprese, per interventi di ricostruzione aseguito di catastrofi naturali, nonché nelcampo dell’istruzione, nella sanità e nelleinfrastrutture locali, ma anche per inter-venti in favore del patrimonio storico edell’edilizia sociale nonché aiuti a favoredi rifugiati e migranti. Tuttavia, pratica-mente l’ultimo progetto di sviluppo dellaBanca in Italia risale al biennio 2007-2009:siamo nel 2014, lo ricordo, anche se nonè necessario farlo.

Nel 2011, su 2,11 miliardi di euro diprogetti approvati, nessuno coinvolgeval’Italia. Su 1,85 miliardi di euro di prestitiapprovati, sempre nello stesso anno, solo16 milioni di euro, vale a dire lo 0,9 percento, riguardavano il nostro Paese. Ana-logamente, dei 28 progetti approvati nel2012 dal consiglio di amministrazionedella Banca, per un totale di 1.798 milionidi euro, nessuno riguardava l’Italia.

Fra il 2011 e il 2013 sono stati appro-vati 11 progetti (per un volume di circa

Atti Parlamentari — 2 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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mezzo miliardo di euro) a favore di al-trettante sussidiarie di banche italiane (In-tesa Sanpaolo e Gruppo Unicredit) inEuropa centrale, orientale e sudorientale,quindi, non in Italia.

Nel primo quadrimestre del 2013 laBanca ha approvato undici richieste difinanziamento, per un importo comples-sivo che supera i 600 milioni di euro. Diquesti progetti, due terzi (400 milioni)sono volti a potenziare la coesione socialee tre a supporto di infrastrutture pubbli-che con fini sociali (scuole, centri di ri-cerca e carceri). Anche in questo caso nonvi sono progetti provenienti dal nostroPaese.

Solo nello scorso mese di novembre èstato approvato un progetto di interventosul nostro territorio. Si tratta di un finan-ziamento di appena 6 milioni di euro afavore di PerMicro, intermediario finan-ziario attivo a livello nazionale con 13agenzie in 10 regioni e specializzato nelmicrocredito a favore di immigrati.

Da questi dati, che ovviamente nonsono esaustivi, ma ci danno un’immaginemolto chiara, emerge il fatto che negliultimi anni il nostro Paese non ha usu-fruito dei prestiti provenienti dalla Bancadi sviluppo del Consiglio d’Europa, al cuifinanziamento tuttavia contribuisce in ma-niera a dir poco sostanziosa e questo èavvenuto proprio in un contesto di mas-sima crisi economica nella storia del no-stro Paese.

L’Italia, insieme a Francia e Germania,è il maggiore azionista della Banca: al 31dicembre 2012 il nostro Paese deteneva il16,77 per cento del capitale sottoscritto, eper questo l’Italia svolge o dovrebbe svol-gere un ruolo centrale nel processo deci-sionale. In quanto azionista della Bancal’Italia partecipa alle riunioni degli organidi governo della Banca stessa, con rap-presentanti del Ministero dell’economia edelle finanze e del Ministero degli affariesteri. Credo che in queste sedi i nostrirappresentanti forse dovrebbero raffor-zare il loro impegno per promuovere uncambio di rotta nella strategia di azione diquesta banca, incentivando già a partireda questo anno programmi di intervento

trasversali, basati su specifiche aree tema-tiche e non più su obiettivi territoriali.

Penso inoltre che sia quanto mai ur-gente e necessario promuovere una mi-gliore conoscenza della Banca in Italia, alfine di incentivare, promuovere, accrescerel’utilizzo degli strumenti finanziari messi adisposizione dagli Stati che ne fanno parte,in particolare attraverso strumenti idoneidi orientamento e supporto dei soggettiinteressati ai finanziamenti, nonché ado-perarsi per rimuovere ogni possibile osta-colo burocratico, amministrativo, formaleche possa aggravare o ostacolare le pro-cedure di intervento della Banca di svi-luppo del Consiglio d’Europa a favore delnostro Paese.

I potenziali settori di intervento dellaBanca riguardano, infatti, aree che rispon-dono massimamente ad esigenze su cuil’attenzione è particolarmente alta in que-sto momento nel nostro Paese, anche daparte dell’opinione pubblica: su tutti, iltema della prevenzione delle catastrofinaturali e di protezione e tutela del ter-ritorio e gli interventi di ricostruzione; mapoi azioni in favore di rifugiati e migranti,istituti penitenziari (quanto ne stiamo par-lando in questi mesi) e infine salvaguardiae protezione del patrimonio storico e cul-turale del nostro Paese.

Ritengo dunque per questo che il Go-verno potrebbe anche avviare approfondi-menti con la Banca per verificare la pos-sibilità di procedere ad interventi straor-dinari in Italia rivolti proprio in partico-lare all’edilizia scolastica, all’ediliziacarceraria, alla salvaguardia del patrimo-nio storico e culturale e alla prevenzionedi catastrofi naturali e protezione delnostro territorio.

Infine, e concludo, stante il fatto che laBanca non finanzia direttamente i progettiselezionati, ma opera per il tramite dialtre banche nazionali, credo che sia ne-cessario valutare se piuttosto il nostroPaese non dovrebbe farsi promotore di uncambiamento degli statuti della Banca, inmodo che questa possa in futuro essere ingrado di finanziare direttamente le istitu-

Atti Parlamentari — 3 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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zioni e gli enti pubblici senza dover ne-cessariamente ricorrere all’intermedia-zione di istituti bancari privati.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato alla Presidenza del Consiglio deiministri, Giovanni Legnini, ha facoltà dirispondere.

GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario diStato alla Presidenza del Consiglio dei mi-nistri. Signor Presidente, con l’ interpel-lanza urgente n. 2-00327 appena espostal’onorevole Bergamini ed altri sollecitano,come abbiamo ascoltato, iniziative volte adincentivare e accrescere l’utilizzo deglistrumenti finanziari messi a disposizionedalla Banca di sviluppo del Consiglio d’Eu-ropa (CEB) in Italia: obiettivo che il Go-verno ovviamente condivide per le moti-vazioni che sono state analiticamenteesposte dall’onorevole interpellante, ancheconsiderando le finalità, come diceval’onorevole poco fa, qualitativamentemolto rilevanti che sono state indicate eche costituiscono l’oggetto degli interventifinanziari da parte di tale banca di svi-luppo.

In merito ai quesiti posti si osserva, inprimo luogo, che la Banca di sviluppo delConsiglio d’Europa non promuove progettima li finanzia, come la stessa onorevoleBergamini ha chiarito, e che le domandepervenute dall’Italia negli ultimi due annisono state approvate, seppure privile-giando interventi verso Paesi obiettivodella Banca di sviluppo del Consiglio d’Eu-ropa (CEB) nell’Europa dell’Est, sulla basedi orientamenti decisi dal consiglio didirezione della Banca stessa (organismo diindirizzo strategico ove siedono gli amba-sciatori presso il Consiglio d’Europa aStrasburgo). Tra il 2011 e 2013 la Bancadi sviluppo del Consiglio d’Europa (CEB)ha approvato 11 progetti per un totale dieuro 515 milioni intermediati da bancheitaliane nell’Europa dell’Est. Inoltre, unprimo tentativo di rilancio di qualità sul-l’Italia stessa è rappresentato dal finan-ziamento di 6 milioni di euro per unprogetto altamente sociale a favore diPerMicroSpA (Torino) nel campo del mi-crocredito.

In riferimento al secondo quesito siprecisa che si continuerà, come si stafacendo peraltro con la Banca Europeaper gli investimenti (BEI), a promuovereiniziative volte ad ottenere i finanziamentinei settori di intervento rientranti nell’am-bito delle competenze e degli obiettividella Banca di sviluppo del Consiglio d’Eu-ropa (CEB). In proposito si fa presenteche, nel corso del presente anno, si sonotenute numerose riunioni presso la Presi-denza del Consiglio dei Ministri con glialtri Ministeri, e anche con la presenza dirappresentanti della Banca di sviluppo delConsiglio d’Europa (CEB), al fine di riav-viare un’adeguata operatività degli inter-venti che sono stati sollecitati.

Sul terzo quesito è necessario eviden-ziare che l’incentivare su base tematiche enon territoriali è una posizione che l’Italiapuò indicare a livello degli organi dellaBanca (consiglio di direzione e consigliod’amministrazione); allo stato prevale uncriterio di indirizzo con obiettivi territo-riali, e cioè 60 per cento delle operazionida destinare ai finanziamenti nei Paesiobiettivo dell’Europa dell’Est, come dicevoall’inizio.

Per quanto concerne il quarto quesito,si segnala che il Governo ha emanato ildecreto-legge n. 104 del 2013, convertitodalla legge n. 128 del 2013 che, all’articolo10, prevede, al fine di favorire interventiper l’edilizia scolastica e universitaria, lapossibilità per le regioni di stipulare mu-tui, con oneri di ammortamento a totalecarico dello Stato, con la Banca di Svi-luppo del Consiglio d’Europa. Detta normaè attualmente in corso di attuazione.

Per quanto attiene, infine, all’ultimoquesito, risulta che la Banca di Sviluppodel Consiglio d’Europa (CEB) ha avviatocontatti con il Ministero degli affari esteriper discutere sia il tema del sovraffolla-mento nelle carceri italiane che quelloriguardante i centri di identificazione eespulsione (in particolare le problematichelegate ai minori) per caldeggiare un ruoloprogettuale delle autorità preposte e rin-novare la disponibilità della Banca di

Atti Parlamentari — 4 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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sviluppo del Consiglio d’Europa (CEB) afinanziare progetti in questi settori inItalia.

Concludo, ribadendo che le sollecita-zioni e le osservazioni che formulaval’onorevole interpellante sono assoluta-mente condivise dal Governo italiano.

PRESIDENTE. L’onorevole Bergaminiha facoltà di dichiarare se sia soddisfattoper la risposta alla sua interpellanza.

DEBORAH BERGAMINI. Signor Presi-dente, ringrazio il rappresentante del Go-verno per la sua risposta e, dunque,prendo atto della condivisione che havoluto manifestare nei confronti dei temisollevati da questa interpellanza. Io miauguro e faccio davvero una preghiera alrappresentante del Governo in questosenso: che ci sia un impegno strutturato enon discontinuo – prima parlavo di « mac-chia di leopardo » – su un fronte che, perquella che è la mia esperienza, risultapressoché sconosciuto alle istituzioni delnostro Paese, perché la funzionalità e lapotenzialità della CEB è materia oscura,ignota. Ho fatto un piccolo test, che ov-viamente non ha nessuna valenza, ma horiscontrato che veramente non si conosceneppure l’esistenza di questa possibilità,l’esistenza di questa banca. È compitodello Stato far sì che ciò accada, nelmomento in cui noi siamo azionisti diquesta banca con ben quasi il 17 per centoe, dunque, paghiamo un costo per parte-cipare a questa banca e poi non riusciamominimamente a trarne benefici per lenostre aziende e per il nostro Paese.

I sei milioni che lei ricordava, signorsottosegretario, sono veramente una goccianel mare. Io temo che qui vi sia un cortocircuito. Noi scontiamo la nostra tradizio-nale, purtroppo, incapacità di accedere atutti i vari sistemi di finanziamento daparte dell’Unione europea per progetti chestanno a cuore e che sono necessari nelnostro Paese. La scontiamo e forse faparte – è un costo che noi dobbiamopagare – della nostra inefficienza comesistema Paese: anche questa è una formulastra-abusata, ma purtroppo efficace, però

non possiamo più permettercelo. Lostiamo vedendo con i dati economici che civengono messi dinanzi agli occhi ognigiorno ormai. Allora, qui si tratta diun’operazione al contrario: noi paghiamoper non avere niente in cambio.

A me ha colpito molto il fatto che quelpoco che ci è arrivato in questi ultimi anniè arrivato dalle banche italiane, che lohanno utilizzato, tuttavia, per finanziareprogetti in Europa orientale. Ora, questacosa qui ha senso o non ce l’ha ? A mesembra che non ce l’abbia. Noi paghiamoe poi, formalmente, le nostre banche ita-liane prendono denaro dalla CEB perinvestirlo, però, attraverso le loro sussi-diarie, in Paesi che non sono l’Italia. Percarità, lo spirito di solidarietà all’internodell’Europa non va messo minimamente indiscussione e il nostro Paese, nel corso deidecenni, ha dato grandissima prova di séin questo senso, ma qui qualcosa nonfunziona.

Allora, da una parte, io credo che – equesta è la preghiera che rivolgo al Go-verno – si debba fare un cambio di passo,si debba cercare di più di imporre, là doveconcordato, dei miglioramenti al funzio-namento di questa Banca, che peraltrosembra ben funzionare (purtroppo, però,non funziona bene per i nostri interessinazionali, almeno non negli ultimi anni).Quindi, andare a discutere come rivederemeglio, ecco, il suggerimento, di concen-trarsi su criteri tematici e non più geo-grafici, per fare fronte a una situazioneoggettiva di crisi di cui il nostro Paese,purtroppo, è uno dei protagonisti in sensonegativo.

Dall’altra parte, forse, dovremmo anchecercare di sistemare un po’ meglio lanostra capacità di rendere note le poten-zialità che ci vengono offerte da questaBanca e di promuoverne la conoscenzapresso le istituzioni, soprattutto e tantopiù alla luce del fatto che questa Bancaper statuto ci sta dicendo: noi possiamofinanziare progetti che riguardano cala-mità naturali – e il nostro Paese ne èattraversato costantemente, purtroppo, datesta a piedi –, edilizia sociale, dunquescuole e carceri (e quante volte noi ci

Atti Parlamentari — 5 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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ritroviamo di fronte all’emergenza cheriguarda l’edilizia scolastica e l’ediliziacarceraria), nonché la salvaguardia, la va-lorizzazione e il potenziamento delle pic-cole e medie imprese. Dunque, stiamoparlando di tre elementi cardine dellanostra economia, del nostro sviluppo, op-pure, se vogliamo dirla e interpretarladall’altra parte, della recessione che ci staattraversando. E non ultimo, poi, inter-venti a favore – lo ricordava poco fa lei,signor sottosegretario – anche, per esem-pio, dei centri di identificazione per gliimmigrati. Quindi, vediamo che proprio ilcampo di attività di questa banca sembraproprio riflettere perfettamente o quasiperfettamente molte delle priorità, anzidirei delle emergenze, del nostro Paese.

Dunque, con tutto l’impegno – e iocredo che anche la delegazione parlamen-tare presso il Consiglio d’Europa, di cui hol’onore di fare parte, potrà collaborare –,perché non studiamo ? Lei ha detto che cisono state riunioni a Palazzo Chigi chehanno visto rappresentanti dei vari Mini-steri interessati e rappresentanti dellaBanca in oggetto a partecipare per cercaredi valutare un ruolo progettuale più forteproprio per quello che riguarda i centri diidentificazione e le carceri. Benissimo,però cerchiamo di sistematizzare questolavoro, perché non possiamo più permet-terci di disperdere risorse in questa ma-niera o, addirittura, di rendere ineffi-ciente, a nostro danno, un processo vir-tuoso.

Allora, io do – parlo in questo sensoper tutta la delegazione parlamentare delConsiglio d’Europa – anche la disponibi-lità a coordinarci con il Governo, in mododa far presente questa istanza anche nellesedi che ci competono, vale a dire all’in-terno dell’Assemblea plenaria del Consigliod’Europa, affinché noi non ci dobbiamopiù presentare – e ovviamente, l’annoprossimo presenterò analoga interpellanzaper verificare lo stato dell’arte – con unquadro della situazione che è oggettiva-mente umiliante per il nostro Paese.

Noi finanziamo gli aumenti di capitaledella Banca e nulla riusciamo a far tor-nare nel nostro Paese, lo ripeto, in un

contesto di crisi economica, di crisi dellanostra economia reale, che ci vede in unadifficoltà, ormai, che sta travolgendo tuttoil nostro sistema produttivo e il nostrosistema di sviluppo. Quindi, da questopunto di vista, io rimarrò sul tema, con-tinuerò a sollecitare il Governo, nell’attesadi avere una prima seria, sensata inver-sione di tendenza.

(Iniziative di competenza per la piena at-tuazione della normativa in tema di tra-sparenza della RAI, con particolare riferi-mento alla comunicazione del costo annuo

del personale utilizzato – n. 2-00353)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Brunetta n. 2-00353, con-cernente iniziative di competenza per lapiena attuazione della normativa in temadi trasparenza della RAI, con particolareriferimento alla comunicazione del costoannuo del personale utilizzato (Vedi l’al-legato A – Interpellanze urgenti).

Chiedo all’onorevole Brunetta se in-tenda illustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

RENATO BRUNETTA. Signor Presi-dente, buongiorno signor sottosegretario,con l’interpellanza urgente di cui sonofirmatario ho voluto porre all’attenzionedel Governo una questione di cui si parlada diverso tempo, ma che non ha maitrovato una risposta soddisfacente accom-pagnata da misure di attuazione concrete:quella della pubblicazione degli stipendierogati dalla società concessionaria delservizio pubblico radiotelevisivo, la RAI.

Anche l’attuale contratto di servizio2010-2012, tuttora in vigenza in regime diprorogatio, all’articolo 27, comma 7, recala previsione secondo la quale: « La RAIdeve pubblicare gli stipendi percepiti daidipendenti e dai collaboratori, nonché in-formazioni sui costi della programmazionedi servizio pubblico ». Tuttavia, non si èmai dato corso alle modalità applicativedell’obbligo in questione, anche dopo pa-reri critici di Antitrust e Garante per laprivacy.

Atti Parlamentari — 6 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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Il Garante per la protezione dei datipersonali, fin dal parere del 30 giugno2010, reso proprio alla RAI in ordine alladivulgazione dei dati relativi ai compensierogati dalla medesima società, ha ram-mentato che « la normativa di protezionedei dati personali non può ritenersi osta-tiva alla pubblicazione, da parte della RAI,dei compensi erogati, sempre che risultinoessere osservati i principi stabiliti dall’ar-ticolo 11 del codice e purché venga osser-vata la specifica modalità di divulgazioneattraverso il sito web ».

Sullo stesso tema si è pronunciata percompetenza anche l’Autorità garante dellaconcorrenza e del mercato, che ha tra-smesso, lo scorso 7 luglio 2010, al Mini-stero dello sviluppo economico e alla Com-missione di vigilanza RAI, una propriasegnalazione in merito, sottolineando leimplicazioni di carattere concorrenziale,riconoscendo tuttavia l’esigenza di accoun-tability del servizio pubblico radiotelevi-sivo e l’importanza di assicurare la tra-sparenza dei costi connessi alla gestionedei servizi pubblici, il cui finanziamento èa carico dei cittadini.

Il tema è stato però – e questo è ilpunto nodale, signor sottosegretario – ri-proposto con forza all’interno di una spe-cifica disposizione normativa prevista al-l’interno del cosiddetto « decreto PA » ap-provato lo scorso mese di ottobre, quindipochi mesi fa. Infatti, la disposizione con-tenuta all’interno dell’articolo 2 del decre-to-legge 31 agosto 2013, n. 101, così comemodificato dalla legge di conversione 30ottobre 2013, n. 125, recante « Disposi-zioni urgenti per il perseguimento di obiet-tivi di razionalizzazione nelle pubblicheamministrazioni », ha esteso in manierainequivoca, definitivamente, alla societàconcessionaria del servizio pubblico – in-dividuandola per nome – in generale,radiotelevisivo, l’obbligo di comunicare –l’obbligo di comunicare – al Dipartimentodella funzione pubblica della Presidenzadel Consiglio dei ministri e al Ministrodell’economia e delle finanze il costo an-nuo del personale utilizzato relativamenteai singoli rapporti di lavoro dipendente eautonomo.

Non, quindi, solo il costo annuo macro,ma anche relativamente ai singoli rapportidi lavoro dipendente e autonomo.

Per la RAI viene, quindi, introdotta unadisposizione specifica. Per la società con-cessionaria del servizio pubblico radiote-levisivo, infatti, che già comunque sarebberientrata nell’ambito delle società nonquotate partecipate o direttamente o in-direttamente, a qualunque titolo, dallepubbliche amministrazioni, e che quindisarebbe stata comunque soggetta agli ob-blighi di comunicazione del costo del per-sonale, viene specificato che la comunica-zione deve essere relativa ai singoli rap-porti di lavoro dipendente e autonomo. Adifferenza delle altre società che rientranonella disposizione di cui all’articolo 2,comma 11, del suddetto decreto-legge con-vertito in legge, la RAI, quindi, dovràspecificare, in virtù di una precisa norma,il costo dei singoli rapporti di lavorodipendente e autonomo.

Quindi, dobbiamo conoscere tutto, daFazio a Ballarò, ai singoli conduttori, aigrandi giornalisti, ai medi giornalisti, aipresidenti della RAI, ai direttori generalidella RAI, ai conduttori, alle star. Si trattadi un onere aggiuntivo per la societàconcessionaria del servizio pubblico, cheperò non comporta nuovi o maggiori oneriper la finanza pubblica. Per questo motivol’emendamento approvato dalla Cameradei deputati che ha introdotto tale dispo-sizione ha avuto il nulla osta della Com-missione bilancio. Pertanto, alla luce del-l’approvazione della citata disposizione dicui all’articolo 2, comma 11, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, si chiede aiMinistri interpellati, il Ministro dell’eco-nomia e delle finanze, il Ministro per lapubblica amministrazione e la semplifica-zione e quindi alla Presidenza del Consi-glio, quali misure, nell’ambito della pro-pria competenza, intendano assumere conurgenza al fine di dare piena e immediataattuazione alle previsioni normative intema di trasparenza che riguardano laRAI.

Siccome, signor sottosegretario, su que-sto punto c’è stato un muro di gomma daparte della RAI in tutti questi anni, che

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non ha mai risposto agli obblighi di leggeche già erano presenti nella passata nor-mativa, oggi non ci sono più alibi, perchéla normativa che ho citato più volte,recente, del mese di ottobre, prevedeespressamente, nei confronti della RAI,questo obbligo di trasparenza e di pub-blicazione. E non dica la RAI che c’è unproblema di mercato, di concorrenza, diriservatezza aziendale e così via, perché laRAI, lo ricordiamo, è soggetto pubblico,destinataria di un canone, e che quindi hadegli obblighi ulteriori, come soggetto pub-blico, come società pubblica, nei confrontidei cittadini.

Grande, poi, è l’attenzione da partedell’opinione pubblica per gli stipendidelle cosiddette star che tutti i giorni sonopresenti sui nostri televisori, sui nostricanali di comunicazione e quindi, que-st’obbligo di trasparenza prevale su qual-siasi altra considerazione. Su questo chie-derei proprio, alla Presidenza del Consiglioe alla sua sensibilità, in particolare, di direuna parola definitiva, in maniera tale daeliminare qualsiasi comportamento oppor-tunistico ostativo da parte dell’attuale di-rigenza RAI, che si è dimostrata assolu-tamente insensibile e assolutamente re-frattaria a rispettare la legge. Non è pen-sabile che la presidente Tarantola e ildirettore Gubitosi in tutti questi mesiabbiano sempre detto di no, anche inmaniera insultante, nei confronti del Par-lamento, ma soprattutto insultante neiconfronti dell’opinione pubblica.

I dati sugli stipendi, sulle remunera-zioni e sui costi dell’intero sistema RAIdevono essere pubblicati in base alla legge,rispettando la legge e rispondendo allagrande domanda di trasparenza che vienedall’opinione pubblica. Spero che lei inquesta sede, signor sottosegretario – nonne dubito –, dirà una parola definitiva alriguardo.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato alla Presidenza del Consiglio deiministri, Giovanni Legnini, ha facoltà dirispondere.

GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario diStato alla Presidenza del Consiglio dei mi-

nistri. Signor Presidente, con l’interpel-lanza urgente appena esposta l’onorevoleBrunetta chiede di conoscere, come hamotivatamente esposto, quali misure in-tendano assumere i Ministri interpellati eanche la Presidenza del Consiglio al fine didare piena e immediata attuazione alleprevisioni normative in tema di traspa-renza che riguardano la RAI, in partico-lare alla luce della recente approvazionedella disposizione di legge che è statadiffusamente richiamata.

Come noto, tale norma, quella conte-nuta nella legge di conversione del decre-to-legge n. 101 del 31 agosto 2013, haintegralmente sostituito, a decorrere dal 1o

gennaio 2014, l’articolo 60, comma 3, deldecreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165,che nella precedente formulazione preve-deva che gli enti pubblici economici e leaziende che producono servizi di pubblicautilità nonché gli enti e le aziende di cuiall’articolo 70, comma 4, sono tenuti acomunicare alla Presidenza del Consigliodei ministri – Dipartimento della funzionepubblica – e al Ministero del tesoro, delbilancio e della programmazione econo-mica, il costo annuo del personale comun-que utilizzato, in conformità alle proce-dure definite dal MEF.

L’intervento operato dal decreto-leggen. 101 del 2013, come diffusamente illu-strato dal presidente Brunetta, integra inprimo luogo l’ambito soggettivo di riferi-mento del suddetto articolo 60, estendendola platea dei soggetti tenuti al rispettodell’obbligo di comunicazione previsto an-che alle società non quotate partecipatedirettamente o indirettamente, a qualun-que titolo, dalle pubbliche amministra-zioni di cui all’articolo 1, comma 3, dellalegge 31 dicembre 2009, n. 196, diverse daquelle emittenti strumenti finanziari quo-tati in mercati regolamentati e dalle so-cietà dalle stesse controllate e dalla societàconcessionaria del servizio pubblico gene-rale radiotelevisivo.

Detto intervento opera, inoltre, sul con-tenuto informativo dell’obbligo stesso, an-dando a specificare che il costo annuo delpersonale comunque utilizzato ed oggettodella comunicazione deve ritenersi riferito

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ai singoli rapporti di lavoro dipendente oautonomo, come abbiamo ascoltato dal-l’onorevole interpellante.

Tali interventi vanno inquadrati all’in-terno del processo di estensione alle so-cietà controllate dalle pubbliche ammini-strazioni ed a partecipazione pubblica diuna serie di obblighi e vincoli in materiadi finanza pubblica e trasparenza la cuiintroduzione ha avuto luogo a partire daldecreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, ed èsuccessivamente proseguita con ulteriorimisure introdotte con il decreto-legge 31maggio 2010, n. 78, e con il decreto-legge6 luglio 2012, n. 95.

Successivamente, con i commi 39 e 40dell’articolo unico della legge 6 novembre2012, n. 190 è stato previsto, oltre che perle amministrazioni pubbliche di cui all’ar-ticolo 1, comma 1, del decreto legislativon. 165 del 2001, anche per le aziende e lesocietà partecipate dallo Stato e dagli altrienti pubblici, l’obbligo di comunicare alDipartimento della funzione pubblica, inoccasione del monitoraggio posto in essereai fini dell’articolo 36, comma 3, del me-desimo decreto legislativo n. 165 del 2001,tutti i dati utili a rilevare le posizionidirigenziali attribuite a persone, ancheesterne alle pubbliche amministrazioni, in-dividuate discrezionalmente dall’organo diindirizzo politico senza procedure pubbli-che di selezione. In tal modo, il legislatoreha di fatto esteso anche alle aziende edalle società partecipate dallo Stato e daglialtri enti pubblici il monitoraggio ed irelativi obblighi informativi previsti dalcitato articolo 36.

In virtù di tale disposizione, pertanto,anche la RAI, in quanto società conces-sionaria del servizio pubblico radiotelevi-sivo, è tenuta a comunicare alla Presi-denza del Consiglio dei ministri – Dipar-timento della funzione pubblica – e alMEF il costo annuo del personale comun-que utilizzato, con riferimento ai singolirapporti di lavoro dipendente o autonomo,in conformità a specifiche procedure de-finite d’intesa con i predetti dicasteri. Atale riguardo, relativamente alla concretaattuazione della disposizione di cui all’ar-ticolo 2, comma 11, del decreto-legge 31

agosto 2013, n. 101, faccio presente che ilDipartimento della Ragioneria generaledello Stato ha già predisposto una primabozza di documento di lavoro per ladefinizione delle procedure di acquisizionedei dati utili a soddisfare le necessitàinformative previste dalla norma che, pe-raltro, riguarda una pluralità di soggetti.

Sulla base di tale bozza di documento,nella giornata di ieri, 9 gennaio 2014, èstata svolta la prima riunione di coordi-namento tra rappresentati del Diparti-mento della Ragioneria generale delloStato e del Dipartimento della funzionepubblica della Presidenza del Consigliocon il quale è stato avviato il percorsoattuativo della norma per verificare lemodalità di rilevazione più idonee all’in-terno del suddetto sistema conoscitivo che,comunque, con riferimento alla RAI, inordine alla quale la norma prescrive l’ac-quisizione di informazioni di maggior det-taglio (come dicevo, costo annuo dei sin-goli rapporti di lavoro), richiederà unaspecifica modalità di trattazione.

Successivamente, per la piena operati-vità della norma, si provvederà ad imple-mentare il sistema informativo Sico (Si-stema conoscitivo del personale dipen-dente dalle amministrazioni pubbliche) eda svolgere tutte le attività propedeuticheall’avvio della rilevazione, che sarà realiz-zata senza nuovi o maggiori oneri per ilbilancio dello Stato.

In conclusione, la disciplina normativache è stata puntualmente richiamata saràattuata, come è doveroso fare, entro itempi tecnici strettamente necessari e conle procedure che sono state richiamate.

PRESIDENTE. L’onorevole Brunetta hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatto perla risposta alla sua interpellanza.

RENATO BRUNETTA. Signor Presi-dente, nel dichiararmi soddisfatto per larisposta del sottosegretario Legnini, vorreisolo aggiungere una clausola, signor sot-tosegretario, che è quella dei tempi: perchécome lei ben sa, come ho ricordato, questanormativa era già presente, ancorché inmaniera non così chiara, e a questa nor-

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mativa, almeno negli ultimi quattro ocinque anni, non è stata data alcunarisposta effettiva da parte della RAI, ac-campando di volta in volta comitati pari-tetici che non si sono mai riuniti, o pareridifformi da parte delle authority, pretestivari che hanno portato alla non traspa-renza, e quindi al venir meno del rispettodella legge.

Oggi voglio essere tranchant su questopunto. Tra qualche settimana ci sarà ilFestival di Sanremo, e voglio essere po-polare e determinato su questo. Vorreiche, con riferimento a tutto quello che leiha detto, che io approvo e di cui laringrazio, vale a dire le modalità, le forme,i meccanismi, i due Dipartimenti, cioè ilDipartimento della funzione pubblica, cheben conosco, come il Dipartimento dellaragioneria e così via, che si sono trovatiieri, penso anche in ragione delle interro-gazioni e dell’interpellanza urgente di que-st’oggi, siano in grado di predisporre lemodalità di attuazione della legge tali percui si possa arrivare nei prossimi giorni, onelle prossime settimane, ad avere l’espli-citazione dei compensi da parte della RAIcome previsto della legge, a partire daicompensi per i conduttori del Festival diSanremo.

Questo è un elemento di grande chia-rezza e di grande sensibilità per quantoriguarda l’opinione pubblica: un fatto sim-bolico. E le preannuncio già, signor sot-tosegretario, che il prossimo mese presen-terò un’altra interpellanza urgente, iden-tica a quella che ho già presentato oggi,chiedendo conto di questo, o dandole attodell’attuazione del suo impegno. Perché ilsuo impegno ottiene la mia piena appro-vazione, se solo si realizzerà nei prossimigiorni e nelle prossime settimane.

So benissimo che non è facile, avendofatto anch’io il suo mestiere, so benissimoche ci sono ostacoli i più diversi, peròl’opinione pubblica non ne può più diquesta opacità da parte di una societàpubblica che ha il dovere totale dellatrasparenza. Trasparenza totale è chiestaa quest’Aula, e quest’Aula la sta dando,l’ha data, ai singoli parlamentari, ai singoli

uomini di Governo; trasparenza però noichiediamo a tutti gli enti pubblici, in virtùdella legge.

Per cui, sottosegretario, io la ringrazio.Concordo e sono soddisfatto della suarisposta, con questa clausola di specifica-zione: aspetto i dati e i risultati così comeprevisti dalla legge nei prossimi giorni, e lepreannuncio già un’altra interpellanza ur-gente per i primi giorni di febbraio, inmaniera tale da poterle dare atto della suarisposta, che io auspico essere positiva.

(Chiarimenti e iniziative in merito allecriticità della gestione della Consipemerse nel corso del programma televisivo

Report – n. 2-00357)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Luigi Gallo n. 2-00357, con-cernente chiarimenti e iniziative in meritoalle criticità della gestione della Consipemerse nel corso del programma televisivo« Report » (Vedi l’allegato A – Interpellanzeurgenti).

Chiedo all’onorevole Gallo se intendaillustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

LUIGI GALLO. Signor Presidente, si-gnor sottosegretario, oggi siamo in que-st’Aula a parlare di Consip. Ma cos’èConsip ? Spieghiamolo ai cittadini: è unasocietà partecipata al 100 per cento dalMinistero dell’economia e delle finanze,istituita in origine per gestire le attivitàinformatiche riservate allo Stato in mate-ria di contabilità e finanza pubblica, poidiventata centrale di committenza nazio-nale, con il fine di razionalizzare gli ac-quisti nella pubblica amministrazione.

Questi i fini nobili, ma le sorti pro-gressive del Paese sono purtroppo affidatea logiche di ben altro tipo. Per fortuna inItalia, in un sistema mediocre e di semi-libertà dell’informazione, ci sono corag-giosi giornalisti che fanno il vero lavororischioso in questo Paese: ricercare laverità. L’inchiesta di « Report », trasmis-sione del servizio pubblico, mostra, nellavicenda che sto per illustrare, una malata

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connessione tra poteri politici e affari.Partiamo dalla Campania, la regione dacui provengo, per arrivare in tutta Italia.

L’inchiesta denuncia il cosiddetto « si-stema Romeo », che fa capo all’imprendi-tore campano Alfredo Romeo, proprietariodella Romeo Gestioni, una società di ser-vizi che si è aggiudicata una larga fetta delmiliardo e 34 milioni di euro di appaltigestiti da Consip per conto di svariati entipubblici. Tali servizi riguardano la ge-stione di pulizia, facchinaggio e manuten-zione di enti, quali il Senato della Repub-blica, la Presidenza del Consiglio, comuni,province e regioni, tribunali e altri. Talesistema si fonderebbe sulla capacità delRomeo, uomo condannato in secondogrado per corruzione in concorso e tur-bativa d’asta dalla Corte d’appello di Na-poli, accusato di tessere strette relazionicon influenti politici locali e nazionali, lequali garantirebbero un occhio di riguardonei confronti delle società dello stessoRomeo per l’aggiudicazione di alcune garedi appalto.

Ma chi è Romeo ? Un uomo della PrimaRepubblica, definito il « ragazzo d’oro diNapoli », che inizia la sua ascesa negli anniOttanta come agente immobiliare – miricorda qualcuno – e uno dei vecchi amiciè Antonio Napoli, del PC di allora, che nel2000 lo portò come cliente a Reti, lasocietà di comunicazione fondata da Clau-dio Velardi. Un sodalizio finora mai in-terrotto: l’uomo ottiene appalti nelle mag-giori città d’Italia, Napoli, Venezia, Milano,Firenze e altre ancora. La Global Servicedi Romeo gestisce servizi per il Quirinalee per il Senato, per una prima commessadi un importo di 22,385 milioni di europer quattro anni. Il suo rapporto con lapolitica è sempre stato vivo: dal PCI, alPDS fino ai DS, pronto a sostenere No-misma, il pensatoio di Romano Prodi al-lorquando l’ex Premier lanciò un « SOS »per una leggera crisi finanziaria. Ma ad uncerto punto Romeo inizia a diversificare lesue cospicue sponsorizzazioni a politici,rivolgendosi un po’ a tutti gli schieramenti.Tra le uscite dalle casse della società delRomeo ci sarebbero: 25 mila euro persostenere le elezioni politiche di Italo

Bocchino, 40 mila euro per Alleanza Na-zionale, 50 mila euro per Goffredo Bettiniper le elezioni politiche del 2013, 50 milaeuro per Francesco Rutelli per le elezionicomunali 2008, 230 mila euro a NicolaZingaretti per le elezioni provinciali del2008, 98 mila euro ai Democratici diSinistra nel 2006, 30 mila euro a NicolaLatorre per le politiche del 2013, 25 milaeuro al Centro Democratico, la nuovaforza politica che con la sua percentualeha permesso di avere il premio di mag-gioranza al centrosinistra, per le politichedel 2013 e 60 mila euro alla fondazioneBig Bang nel 2013.

Tra gli appalti gestiti da Consip che siè aggiudicato c’è quello della sanità pu-gliese. Il sindaco di Bari asserisce che:« Consip ci aveva messo nelle mani unapersona indegna e sotto indagine », rife-rendosi all’inchiesta della procura di Barisugli appalti truccati nella sanità, nonavendo mezzi per liberarsi del contraente,lamentando che il sistema delle conven-zioni non permette agli enti di rivalersi.

La gestione in autonomia della proce-dura pubblica, come riferisce alle teleca-mere il sindaco, ha fatto risparmiare al-l’ente due milioni di euro rispetto alprecedente contratto, a causa del fatto cheConsip avrebbe inserito nel pacchetto diforniture alcuni servizi di cui il comune diBari non necessitava. Ed arriviamo a que-sto paradosso: in diversi casi, in Italia, leesternalizzazioni sono fallite. L’affida-mento di servizi a ditte esterne non farisparmiare i cittadini, né rende il serviziopiù efficiente. Sappiamo che ora lei ci diràche, in media, la Consip ha ridotto i costi.È vero, ma cosa facciamo con le esterna-lizzazioni che ci costano di più ?

Parliamo del caso emblematico dei ser-vizi di pulizia nelle scuole: per anni iGoverni hanno speso centinaia di milioniin più rispetto ai costi necessari per svol-gere lo stesso servizio con personale in-terno, lavoratori stabilizzati e con pienidiritti. Ora si vuole correre ai ripari, maè un tentativo disperato, perché non sivuole rinunciare alle esternalizzazioni,

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non si vuole rinunciare a concedere ap-palti alle potenti ditte italiane che offronoservizi.

E così, oggi, ci ritroviamo a continuarea spendere di più. Ce lo dimostrano lecontinue deroghe rispetto a quello appro-vato nel « decreto del fare » e i continuirinvii, perché la soluzione delle esterna-lizzazioni, in questo caso, non riuscirà agarantire, contemporaneamente, qualitàdel servizio e risparmi di spesa, per nonparlare dei diritti dei lavoratori, che ven-gono massacrati.

Oggi gli appalti che stanno vincendo leditte con una quantità di risorse cosìesigue non riescono a garantire la salu-brità dei luoghi pubblici dove mandiamo inostri figli, le scuole. Ma andiamo avanticon l’inchiesta televisiva, che ci mostra ilsistema di una spartizione di grossi appaltipubblici tra cooperative « rosse », impreseamiche della politica e cooperative ricon-ducibili a Comunione e Liberazione.

Dario Maniglia, presidente della coope-rativa Fiorita, condannato per lo scandalodegli appalti delle ASL pugliesi, in un’in-tercettazione, durante un colloquio con ilfratello, a proposito degli appalti gestiti daConsip, afferma che: « Il livello è esatta-mente quello che abbiamo fatto per 10anni in Puglia con le ASL » e poi: « Nel-l’arco di due anni, tre anni, non esiste-ranno più le gare ».

Sì, perché poi Consip, quando non siraggiunge l’offerta minima che stabilisce,affida in modo diretto la gara alle aziendeConsip. Maniglia, intercettato al telefonocon il fratello, confessa di essere in « si-nergia » con la cooperativa Manutencoopdi Bologna, la principale concorrente dellacooperativa Fiorita nel campo dei servizidi pulizia, manutenzione e facchinaggioper enti pubblici, come se ci fossero ac-cordi tra soggetti che, invece, dovrebberoconcorrere.

È questo il secondo quesito che lepongo, signor sottosegretario: quali inizia-tive normative intenda adottare per con-trastare il fenomeno degli accordi anticon-correnziali, cosiddetti « cartelli di im-prese », perché, se Consip vuole raggiun-gere veramente il suo obiettivo di

risparmio di spesa, e quindi di risparmiodei soldi dei cittadini, il Ministero deve intutti i modi ostacolare tali pratiche.

Parlavamo di Manutencoop: i giornali-sti, nell’inchiesta, affermano che la coope-rativa, dal 2004, ha speso 350 mila europer sponsorizzare quei partiti che oggisono confluiti nel Partito Democratico. LaManutencoop è associata del Consorzionazionale dei servizi e, nell’ultimo anno, siè aggiudicata tre dei tredici lotti dell’ap-palto che riguarda la fornitura dei servizidi pulizia per le scuole di tutto il territorionazionale, mentre altri tre lotti se li èaggiudicati il Consorzio nazionale dei ser-vizi.

È notizia di questi giorni che la coo-perativa si è aggiudicata nuovi appalti deiservizi di pulizia nelle scuole e l’appaltospecifico è quello del lotto nove, relativoalle regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto.Sta già producendo enormi disagi, sotto-segretario, nei comuni di queste regioni.L’orario dei lavoratori è stato ridotto del70 per cento. Alcune persone fanno turnidi un’ora e 50 minuti, un’ora e mezza odue ore al giorno, per pulire un’interascuola, con la conseguenza che o i lavo-ratori devono operare oltre il proprioorario di lavoro, senza retribuzione, pergarantire la pulizia degli istituti scolasticifrequentati dai nostri figli, o le scuolerestano lerce e i sindaci sono costretti acorrere ai ripari, chiudendole per disinfe-stazioni straordinarie, come sta già acca-dendo.

Caro sottosegretario, è da giugno chedenunciamo che la vostra soluzione nonfunziona per svariati motivi e anche per inumerosi conflitti sociali che sta facendonascere in tutta Italia, dove lavoratori chevedono il loro stipendio a 400 euro almese occupano tangenziali e prefetture.

Il problema delle esternalizzazioninella scuola in questa legislatura è statoaffrontato inizialmente con l’esame del« decreto del fare »; lì avete espresso unprincipio di risparmio di spesa che, comeMoVimento 5 Stelle, condividiamo: la cifraper i servizi di pulizia nelle scuole nonpuò essere superiore a quella che si so-sterrebbe per coprire i posti di collabora-

Atti Parlamentari — 12 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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tore scolastico accantonati per far partirele esternalizzazioni dei servizi di pulizia aisensi dell’articolo 4 del decreto del Presi-dente della Repubblica n. 119 del 2009. Inrelazione a questi ultimi dispone ancheche, a decorrere dal medesimo anno sco-lastico 2013-2014, il numero di posti ac-cantonati non deve essere inferiore aquello dell’anno scolastico 2012-2013. Illimite di spesa annuale è stimato in circa280 milioni di euro derivante dal prodottodel numero dei posti di collaboratorescolastico accantonati nell’anno scolastico2012-2013, pari a 11.851, e lo stipendioannuale lordo di un collaboratore scola-stico supplente pari 23.581 euro, a frontedi una spesa attuale, cioè quella del 2013,di 390 milioni di euro.

Il gruppo MoVimento 5 Stelle relativa-mente a questa disposizione e a quellesuccessive ha assunto una posizione con-traria presentando al riguardo sia emen-damenti che ordini del giorno, respinti. Inparticolare, gli emendamenti del MoVi-mento 5 Stelle mirano a ridurre e adeliminare completamente la possibilità diricorrere alle esternalizzazioni a vantaggiodelle assunzioni dirette dei collaboratoriscolastici, in quanto risulta evidente chedalle esternalizzazioni dei servizi non de-riva alcun vantaggio economico per lecasse dello Stato o degli enti; pertanto,vengono a cadere gli stessi presupposti chegiustificherebbero le esternalizzazionistesse, riconoscendo la possibilità, in de-roga rispetto ai titoli di accesso, dell’inse-rimento in graduatorie di istituto del sud-detto personale dipendente delle ditteesterne assunto con contratti di collabo-razione in virtù del servizio prestatopresso le scuole. Non è possibile che loStato per decenni ha adoperato i lavora-tori delle ditte esterne sul ruolo ATA e poipossa decidere con l’internalizzazione diliberarsene come stracci consumati.Quindi, o prima non erano adeguati acoprire quel ruolo di collaboratore scola-stico con le ditte esterne, cioè o non losono mai stati o lo sono.

Ma andiamo all’ultima parte dell’in-chiesta di « Report » e parliamo di Cap-gemini, amministrata da Maurizio Mon-

dani. In una gara di 4 milioni di euro, chevede protagonista il Ministero dell’econo-mia riguardante la digitalizzazione deidocumenti, si chiede che, a partire dallarichiesta della ditta non aggiudicataria aConsip, sia verificata la congruità dei re-quisiti posseduti dalla Capgemini. L’am-ministratore delegato di Consip, DomenicoCasalino, dà mandato ad un consulenteesterno di verificare tali requisiti e que-st’ultimo relazionerebbe, a detta del testi-mone anonimo intervistato nell’inchiesta,negativamente sulla base dei documentianalizzati.

Casalino, il 28 febbraio 2013, con unatto formale, ha invece dichiarato congruele prove documentali fornite da Capgeminie firmato il contratto con la stessa. Aquesto si aggiunge che l’amministratoredelegato di Capgemini Italia, MaurizioMondani, risulta indagato per corruzioneprivata dalla procura di Milano, secondola quale avrebbe corrisposto o promessodenaro all’ex presidente della Banca po-polare di Milano, Massimo Ponzellini, alfine di favorire la sua società nell’aggiu-dicazione di crediti e per ricompensarloper una presunta attività di lobby (lobby,vi ricordate di questa parola ?).

Tutti questi gravi atti, a nostro avviso,lanciano più di un’ombra – e sto utiliz-zando un eufemismo – sull’efficacia delleprocedure Consip ai danni dell’intera col-lettività. Sono necessari provvedimenti ur-genti da intraprendere anche sul processodi nomina di Consip attivando processitrasparenti e pubblici di selezione, sot-traendoli alla volontà politica del suo Mi-nistero, del Ministero dell’economia:troppe sono le indicibili commistioni traaffari e partiti.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato alla Presidenza del Consiglio deiministri, Giovanni Legnini, ha facoltà dirispondere, non prima, però, che io abbiasalutato, anche a nome vostro, gli alunni ei docenti dell’Istituto comprensivo statale« Via Tedeschi » di Roma che assistono ainostri lavori dalla tribuna. Prego, sottose-gretario Legnini.

Atti Parlamentari — 13 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario diStato alla Presidenza del Consiglio dei mi-nistri. Signor Presidente, con l’interpel-lanza urgente appena illustrata dall’ono-revole Luigi Gallo, l’onorevole Gallo stessoed altri hanno posto quesiti multipli inmerito alla puntata della trasmissione te-levisiva « Report » del 2 dicembre scorso,che ha trattato il tema degli appalti pub-blici e si è occupata di alcuni appaltiaggiudicati dalla Consip Spa, che come ènoto è una società partecipata al 100 percento dal MEF, che opera ai sensi dellanormativa vigente in qualità di centrale dicommittenza nazionale per la razionaliz-zazione degli acquisti della pubblica am-ministrazione.

In merito a quanto esposto dagli inter-pellanti, la società Consip ha relazionato ilMinistro dell’economia e delle finanze edil Presidente del Consiglio, fornendo ele-menti informativi sui contenuti della tra-smissione televisiva « Report », ove tra l’al-tro venivano riportati alcuni accadimentiapparentemente riferiti all’attualità ma inrealtà risalenti al 2003, tra cui le inter-cettazioni telefoniche di tale Dario Mani-glia, riportate anche dagli interpellanti edoggetto di giudizi penali, in cui la societàConsip era costituita come parte offesa dalreato e che si sono conclusi senza alcunacondanna di amministratori o dipendentidella Consip medesima.

Inoltre la stessa società, a fronte dispecifiche domande poste dalla redazionedella trasmissione « Report », ha fornitonei tempi richiesti dalla medesima reda-zione le relative risposte, anche se latrasmissione non ne ha dato atto, divul-gando così notizie già documentalmentesmentite.

Le domande poste dalla redazione dellatrasmissione televisiva e le relative rispostefornite dalla società sono state successi-vamente pubblicate sul sito istituzionaledella società medesima all’indirizzowww.consip.it.

Nella predetta informativa al Ministrodell’economia e delle finanze ed al Presi-dente del Consiglio e nelle citate rispostepubblicate sul sito della Consip vengonopuntualmente confutate le critiche mosse

da « Report » alla correttezza dell’operatodella società, operato che comunque ècostantemente monitorato dai preposti or-gani del MEF. Va inoltre precisato che leprocedure di gara, di cui si fa cennonell’interpellanza, sono state tutte sotto-poste al parere preventivo dell’Autoritàgarante della concorrenza e del mercato eche il contenzioso amministrativo, in queicasi in cui è stato proposto ricorso, si èsempre risolto a favore della società Con-sip.

Le medesime procedure vengono inol-tre svolte con il più ampio ricorso asistemi di negoziazione telematica, checontribuiscono a garantire la più ampiatrasparenza e tracciabilità delle opera-zioni.

Aggiungo in particolare che i soggettitenuti a rendere le dichiarazioni sul pos-sesso dei requisiti per la Romeo GestioniSpa, che viene richiamata dagli interpel-lanti, non avevano e non hanno, allo statoattuale, sentenze di condanna passate ingiudicato e, pertanto, ove la Romeo Ge-stioni risultasse aggiudicataria di qualun-que gara bandita da qualsiasi stazioneappaltante, oggi la sentenza a cui « Re-port » fa riferimento non può precluderel’aggiudicazione della gara.

In merito alle valutazioni di opportu-nità sull’esternalizzazione dei servizi,preme preliminarmente sottolineare cheogni scelta in materia compete alle pub-bliche amministrazioni interessate ed ilruolo della centrale di committenza na-zionale Consip è invece quello di ricercare,attraverso un adeguato confronto compe-titivo, le migliori condizioni tecniche edeconomiche per l’approvvigionamento deiservizi attraverso il mercato.

Per quanto riguarda i servizi di puliziadelle scuole citati dagli interpellanti ecoerentemente con la considerazione so-pra esposta, si rammenta che, tenutoconto del previo accantonamento dei postidi collaboratore scolastico e della necessitàdi mantenere detti accantonamenti, non-ché della scadenza dei precedenti appaltiper la pulizia delle scuole e della notevolecomplessità delle relative procedure digara, il Ministero della istruzione, dell’uni-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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versità e della ricerca coinvolgeva, sullabase delle vigenti disposizioni di legge, laConsip nella realizzazione della necessariaprocedura di gara ed invitava gli istitutiscolastici a prorogare l’affidamento deiservizi sino alla conclusione della proce-dura di gara europea curata dalla Consip.

Si precisa inoltre che una componenterilevante della razionalizzazione dellaspesa per beni e servizi è costituita dallacentralizzazione dei procedimenti di ac-quisto su base nazionale e regionale se-condo un modello ormai ampiamente dif-fuso a livello comunitario ed internazio-nale. Tale approccio consente di ottenereimportanti risultati sia dal punto di vistaqualitativo che economico. In particolare,nel caso della centrale di committenzaConsip, l’ISTAT ha certificato un rispar-mio medio rispetto ai prezzi di acquistodelle pubbliche amministrazioni del 24 percento.

Gli interventi messi in atto dalla societàprevedono comunque massimali contenuti,in modo tale da tenere conto della naturae dell’assetto del mercato di fornitura edal fine di mantenere e salvaguardare lacompetitività dello stesso. A tale propositova rilevato che la spesa per beni e servizitransitata attraverso convenzioni banditedalla Consip è stata inferiore al 10 percento della spesa della pubblica ammini-strazione per beni e servizi analoghi. In-fine, si fa presente che per quanto ri-guarda la governance della società Consip,alla stessa è applicata la disposizione dicui all’articolo 4, comma 4, del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito dalla leggen. 135 del 2012, secondo cui il consiglio diamministrazione è composto da non più ditre membri, di cui due dipendenti dell’am-ministrazione titolare della partecipazioneo di poteri di indirizzo e vigilanza, sceltid’intesa tra le amministrazioni medesime,mentre il terzo membro svolge le funzionidi amministratore delegato.

La stessa società è inoltre dotata, findal 2003, di un modello di organizzazionee gestione e di un organismo di vigilanza,istituito ai sensi dell’articolo 6 del decretolegislativo n. 231 del 2001, composto dadue componenti esterni e da un compo-

nente interno. Si soggiunge, inoltre, che lasocietà Consip è sottoposta al controllodella Corte dei conti. Ad ulteriore garanziadi trasparenza, la società ha inoltre isti-tuito la funzione di internal audit e hanominato il dirigente preposto alla reda-zione dei documenti contabili societari.

Inoltre la Consip, in qualità di societàin house del Ministero dell’economia edelle finanze è soggetta, per tutte le fun-zioni attribuite da statuto, al controlloanalogo dell’amministrazione affidante at-traverso una propria struttura. Per quantoattiene in particolare alla sua attività digestione del Programma di razionalizza-zione degli acquisti per conto del Mini-stero medesimo e quindi delle attività aisensi dell’articolo 26 della legge n. 488 del1999, è costantemente monitorata dagliuffici competenti dell’amministrazione, siain fase di definizione del piano delleattività, sia in fase dell’esecuzione dellostesso, pur rimanendo in capo agli organisocietari la responsabilità in ordine alleprocedure contrattuali, essendo a tutti glieffetti essa stessa amministrazione aggiu-dicatrice.

Peraltro, all’esito dei controlli svoltidagli organi a ciò deputati, non risultanoillegittimità accertate riguardanti le rela-tive procedure di gara. Nel corso delconsiglio d’amministrazione della societàConsip, tenutosi in data successiva allapuntata di Report in questione, l’ammini-stratore delegato ha relazionato sulle si-tuazioni di criticità sopra citate, fornendorassicurazioni sull’infondatezza di ogni ad-debito.

Infine, con riferimento alla gara dellagestione documentale, non sono attivaticontenziosi avverso le deliberazioni di ag-giudicazione, e per gli altri appalti citatinella trasmissione relativi al facility ma-nagement degli uffici, i relativi contenziosi,quando attivati, si sono conclusi con esitofavorevole per la Consip.

PRESIDENTE. L’onorevole Luigi Galloha facoltà di dichiarare se sia soddisfattoper la risposta alla sua interpellanza.

LUIGI GALLO. Signor Presidente, sot-tosegretario, non posso dichiararmi sod-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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disfatto della risposta, visto che a tutti etre i quesiti il sottosegretario afferma cheva tutto bene e bisogna procedere cosìcome già stabilito. Non è possibile restareinerti dinanzi al proliferare di inchieste econnessioni tra affari e partiti, come de-nunciato da questa interpellanza urgente.La vostra politica, il vostro Governo, stacontinuando a marcare un solco di di-stanza tra l’istituzione e l’etica e la moralepolitica, continuando così ad inasprire irapporti con i cittadini, che sono semprepiù disgustati da questa inerzia, da questomuro « di gomma », da questa – posso dire– strafottenza, non solo dei problemi deicittadini, ma di quel rigore etico di cui lapolitica dovrebbe farsi portatrice.

I problemi dei cittadini che denunciavonell’interpellanza sono anche le condizionidi lavoro e, poi, in alcuni casi, l’assenza direddito o la totale riduzione del reddito. Iproblemi dei cittadini sono quelli di potermandare i propri figli in scuole pulite e cisono altri problemi che adesso non af-fronterò in questo ambito. Ma dobbiamoriflettere sulle risposte del sottosegretario.Si dice che Dario Maniglia non è statocondannato, cioè non vi è stata condannaper quel processo, però dalle intercetta-zioni noi sentiamo lui stesso parlare disinergia con la ditta concorrente, e questoci dovrebbe comunque far preoccupare,dovrebbe far preoccupare le istituzioni ela Consip che decide su questo. Io le parloda cittadino, da persona che parla conaltre persone che lavorano anche con lapubblica amministrazione e che diconocome funzionano le cose. E se forse non losa, ma ne dubito, gliele presento. Leaziende devono caricare il costo di unasiringa su Consip; potrebbero caricare ilcosto reale di quella siringa (50 centesimi),solo che quel costo reale di quella siringalo vedono anche le altre ditte e, quindi,quando poi si va a fare la gara sul costodi quella siringa, è chiaro che le altre dittesarebbero in difficoltà a poter procedere aun ribasso reale sul prezzo reale. E quindisi fa cartello: la ditta x mette che la siringacosta 10, la ditta y mette che la siringacosta 15, e di conseguenza vi è un prezzofasullo. Il risparmio di spesa, come già

avevo annunciato nella presentazione del-l’interpellanza, c’è stato e noi non lomettiamo in discussione, però lei poi nonrisponde quando le dico che per quantoriguarda le esternalizzazioni dei servizi dipulizia, lì non c’è stato risparmio di spesa.È chiaro che la Consip non è responsabiledella decisione che viene presa da questoGoverno e da questo Parlamento, ma lei èanche sottosegretario del Ministero del-l’economia e delle finanze che ha presen-tato il « decreto del fare », dove vi eraquella misura che noi contestiamo e dovenoi presentavamo un’alternativa che ci èstata bocciata. Quindi voi continuate avoler spendere di più e a fornire menoqualità nel servizio. Io dico che noi vo-gliamo far crescere le imprese, il Ministerodell’economia e delle finanze è ottimista –poi non viene mai ai question time, non sisa perché –, però poi con la corruzionesappiamo che vi è una stima di 100miliardi di euro di costi della corruzione,che sarebbero venti finanziarie. Quandointerveniamo sui costi della corruzione ?Perché a pagare sono le imprese oneste,cioè noi facciamo i vantaggi di quellecorrotte, ma a pagare sono le impreseoneste che si trovano sempre di più achiudere giorno dopo giorno. Oggi i de-putati del MoVimento 5 Stelle, Valente eVacca, della Commissione cultura sononella città di Mira perché il sindaco diMira ci ha chiamato e ha dovuto chiuderele sue scuole, perché quello che le hoprima detto a proposito della Manuten-coop, la ditta che si è aggiudicata il lotto9, è reale, cioè i lavoratori devono pulirele scuole in un’ora e mezzo e non ciriescono, non ci riescono a quelle condi-zioni economiche, non ci potranno mairiuscire. Le scuole sono sporche e il co-mune ha dovuto chiudere le scuole. Questosuccede anche nei comuni limitrofi. Oggisono lì a denunciare la cosa e a dimostrareche ci troveremo a parlare purtroppo diquesto argomento ancora. I lavoratori inquesti giorni hanno occupato la prefetturadi Venezia per questo problema. Allora,quando non c’è l’inchiesta, lei mi dice che

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non ci sono problemi, quando c’è l’inchie-sta che continua e la condanna definitiva,lo stesso la risposta non cambia.

Io volevo concludere dicendo che leproposte noi le abbiamo fatte qui in sedeistituzionale e abbiamo parlato anche conil Ministro e i capi di gabinetto, ma non c’èla volontà di procedere ad un tavolo diconfronto su questo aspetto.

La avverto che adesso anche i sindacilanceranno una proposta di apertura di untavolo di confronto su questo perché poiloro, sui territori, pagano le nostre sceltee arriveranno a chiederci un tavolo suquesto. Spero che ci sia un ripensamentoda parte del Ministero e si cerchi diaffrontare la proposta del MoVimento 5Stelle che è l’unica che garantirebbe qua-lità del servizio e risparmio di spesa, i 290milioni di euro che lo Stato potrebbespendere con i collaboratori interni, quelliassunti attraverso le graduatorie ATA.

(Chiarimenti in merito al naufragio di unpeschereccio carico di profughi sirianiaffondato tra Lampedusa e Malta l’11

ottobre 2013 – n. 2-00330)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Artini n. 2-00330, concer-nente chiarimenti in merito al naufragio diun peschereccio carico di profughi sirianiaffondato tra Lampedusa e Malta l’11ottobre 2013 (Vedi l’allegato A – Interpel-lanze urgenti).

Chiedo all’onorevole Frusone se in-tenda illustrare l’interpellanza di cui ècofirmatario o se si riservi di intervenirein sede di replica.

LUCA FRUSONE. Signor Presidente,innanzitutto questa interpellanza riguardai fatti accaduti l’11 ottobre 2013, a 113chilometri da Lampedusa e a 218 chilo-metri da Malta. Queste cifre sono impor-tanti da ricordare visto che farò unacronistoria di quello che è accaduto du-rante quei giorni. Appunto parlo di questoaffondamento di un peschereccio che haportato alla morte di centinaia di profughisiriani tra cui molti bambini. L’interpel-

lanza riguarda più che altro i problemisorti nell’azione di soccorso e le discor-danze che ci sono tra le dichiarazioni dialcuni sopravvissuti ed i soccorritori. Leperipezie di queste persone sono incredi-bili. Infatti, dalla ricostruzione dei soprav-vissuti, si imbarcano alle dieci di sera delgiorno prima. Quasi subito vengono af-fiancati da una motovedetta e vengonointimati di rientrare in porto. In quelperiodo noi avevamo chiesto maggior con-trollo. Lo scafista, pensando di esseredinanzi ad un tentativo di rapina, mette imotori al massimo e inizia l’inseguimento.Successivamente, dopo ore di insegui-mento, prima che il sole albeggiasse, lamotovedetta si rifà sotto e inizia a sparare,dapprima nell’acqua e poi sullo scafo,danneggiandolo irrimediabilmente, cer-cando di uccidere lo scafista. Da questa« pratica » nasce la nostra prima domanda.Visto che ci sono trattati di addestramentoe cooperazione militare in merito al soc-corso in mare con le Forze armate delluogo, la domanda è semplice: è normaleche vengano usate armi contro peschereccicarichi di migranti e soprattutto di bam-bini ?

Per il seguito del discorso mi rifaccioall’inchiesta del giornalista Fabrizio Gattipubblicata su L’espresso. Infatti, successi-vamente a questo scontro a fuoco, natu-ralmente unilaterale da parte di questamotovedetta, che tengo a precisare chenaturalmente non era italiana, alle ore 11dal dottor Jammo, primario del reparto diterapia intensiva dell’ospedale di Aleppo,parte una prima telefonata alla centrale dicoordinamento di Roma del comando ge-nerale della capitaneria di porto, unastruttura della Marina militare, inqua-drata nel Ministero delle infrastrutture edei trasporti della Guardia costiera. Que-sta è l’unica chiamata la cui esistenza èsmentita dall’ammiraglio Felice Angrisanoe sulla quale la ricostruzione dei fatti noncoincide con la dichiarazione del dottorJammo. Infatti, secondo l’ammiraglio An-grisano, solo alle ore 12,26 dell’11 ottobre« giunge da apparato telefonico satellitarealla centrale operativa una chiamata for-temente disturbata e a tratti incompren-

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sibile. Dopo cinque minuti di tentativi dicomunicare la linea cade. L’esperienzamaturata induce comunque a contattare,come già fatto in centinaia di casi, ilgestore della rete Thuraya che ha sedenegli Emirati Arabi Uniti ».

Otto minuti dopo, alle ore 12,39, ildottor Jammo richiama e la telefonataprosegue fino alle ore 12,56. La voce è piùcomprensibile, tant’è che è possibile de-scrivere da parte del dottor Jammo lasituazione che c’è in quel momento, spie-gando quante persone sono all’interno delpeschereccio, la situazione in cui si tro-vano, dove si trovano e anche che ci sonodei feriti a bordo e che la nave staimbarcando acqua proprio per via diquelle raffiche di mitra di cui ho accen-nato prima. Questi profughi siriani inrealtà erano stati tenuti prigionieri dal 7 al10 ottobre 2013, in un casolare di Zuwara,in Libia, e da quel posto obbligati a salirea bordo del peschereccio dei fratelli Kha-led e Mohamed, noti trafficanti di esseriumani che si sono arricchiti con l’emer-genza dei profughi.

Qui iniziano i problemi perché infatti,anche ignorando la chiamata delle ore 11,non confermata dall’ammiraglio Angri-sano, alle ore 13 c’è ancora tutto il tempoper far partire le motovedette e i pattu-gliatori da Lampedusa e per interessare lanave Libra della Marina militare sui cuiradar la nave dei profughi è visibile che,secondo la ricostruzione giornalistica sitrova tra le 27 e le 10 miglia; quindi,ipotizzando fossero 10 miglia, a mezz’oradi navigazione, se fossero state 27, con unanave del genere che all’incirca come ve-locità massima dovrebbe fare 20 nodi, madato che comunque è una nave un po’vetusta mettiamo anche 16-17 nodi, do-vrebbe arrivare sul posto in un’ora emezzo. Quindi, come dicevo, alla velocitàmassima di un’ora e mezzo di viaggiodoveva essere lì. La Libra arriverà, invece,solo alle ore 18, perché soltanto dopol’affondamento della nave dei profughi ilcoordinamento di Malta chiede alla cen-trale operativa di Roma il concorso degliitaliani.

La cosa più imbarazzante è, però laconfusione su chi doveva intervenire traMalta e l’Italia. Alle ore 13 dell’11 ottobreera ancora possibile salvare tutti i nau-fraghi, ma la centrale operativa di Romarinunciava all’intervento diretto e passavala richiesta di soccorso a Malta – ancheperché la zona Search and rescue (SAR) è,appunto, di competenza maltese – anchese, come ho ribadito prima, la distanza eradi 113 chilometri da Lampedusa e di 218chilometri da Malta, quindi era molto piùvicina a Lampedusa che a Malta, nono-stante questa zona SAR.

Nel suo resoconto scritto, l’ammiraglioAngrisano sostiene che « l’unità si trovanell’area di responsabilità di Malta equella centrale di coordinamento vienepertanto interessata alle 13 dalla centraleoperativa della Guardia costiera che co-munica di aver anche individuato nellazona due navi mercantili, più prossimealle unità dei migranti, rispettivamente a25 e 70 miglia ».

Secondo l’inchiesta del giornalista, alleore 13,34 di quel pomeriggio si nasconde-rebbe un altro retroscena incredibile. È ilmomento in cui l’avviso ai naviganti delcentro operativo di Roma viene diramatoa tutto il mondo: la nota « hydrolant2545 » chiede alle navi in transito diassistere, se possibile, il peschereccio deiprofughi: alle navi in transito ma non allanave Libra. Naturalmente questa è unanota che riguardava anche la nave Libra,anche se la nave, naturalmente, essendoun’unità militare, aspetta un ordine direttoda chi è preposto a fare questo.

Alle ore 16,22, l’autorità di Malta in-forma Roma che un proprio aereo haindividuato il peschereccio alla deriva. Alleore 17,07 sempre da La Valletta avvertonoche si è capovolto e chiedono aiuto al-l’Italia. Soltanto alle ore 17,51 arriva sulposto la prima nave soccorso, il pattuglia-tore maltese P61, che doveva essere par-tito, date le distanze e data la velocità diquesto pattugliatore, molto tempo prima.Verso le ore 18 si unisce la Libra, maormai è troppo tardi. Ed è per questo chesono qui oggi per chiedere determinatecose.

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A questo punto, l’applicazione pedisse-qua della convenzione di Amburgo nelcaso in questione a me risulta inoppor-tuna, proprio per via delle distanze che cisono tra Lampedusa e Malta e, nonostantequesto, ragionevolmente doveva esseretutto sotto il controllo di Lampedusa e,invece, per queste zone SAR, ci troviamosotto il controllo di Malta.

Vorremmo sapere perché non sianostate impartite – anche alla luce delleripetute emergenze in quel tratto di marein quei drammatici giorni – precise istru-zioni al coordinamento di Roma del co-mando generale delle capitanerie di porto,struttura della Marina, inquadrata nel Mi-nistero delle infrastrutture e dei trasporti,da cui dipende l’attività della Guardiacostiera, affinché le richieste di soccorsofossero immediatamente diramate alleunità dislocate a Lampedusa e in pattu-gliamento in quel tratto di mare.

Poi naturalmente bisogna interrogarcisu questa nota, l’« hydrolant 2545 », concui è stato richiesto il soccorso alle navi intransito e perché non sia stato opportu-namente ordinato alla nave Libra di re-carsi immediatamente sul luogo.

E poi ritorno alla prima domanda,quella sulle pratiche utilizzate nelle ope-razioni di soccorso delle Forze armatelibiche, che in questo caso, appunto,avrebbero fatto fuoco contro questo pe-schereccio.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato per la difesa, Gioacchino Alfano, hafacoltà di rispondere.

GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretariodi Stato per la difesa. Signor Presidente, ioseguirò, leggendo la nota dell’interpellanzarivolta al Ministero della difesa e a quellodelle infrastrutture e dei trasporti, perchéè ovvio che le riflessioni devono servirenon solo a riportare a verità quello che èsuccesso, ma a fare in modo che questonon possa ripetersi.

Come tutti sanno, le regole internazio-nali in materia di ricerca e salvataggiodelle vite umane in mare discendono dallaConvenzione internazionale di Amburgo,

sottoscritta nel lontano 1979, che è stataratificata in Italia con la legge 2 aprile1989, n. 147.

Sul piano attuativo, a livello nazionale,l’organizzazione, di cui al decreto delPresidente della Repubblica n. 662 del1994, recante il regolamento di attuazionedella legge n. 147, attribuisce al Ministrodelle infrastrutture e dei trasporti il ruolodi autorità nazionale responsabile dell’ese-cuzione della Convenzione.

Per effetto delle fonti normative citate,il comando generale del Corpo delle ca-pitanerie di porto assicura il coordina-mento generale dei servizi di soccorsomarittimo, svolti in ossequio alle previsionioperative del piano SAR, approvato dalMinistro delle infrastrutture il 25 novem-bre del 1996, autorità in capo alla qualericade la responsabilità politica delle atti-vità SAR in quelle parti di mare che leistesso ha citato.

L’aspetto organizzativo condiviso inambito internazionale discende dalla Con-venzione di Amburgo e prevede la stipuladi accordi regionali per la delimitazionetra Stati frontisti e contigui alle rispettivezone SAR, in modo tale da includere, oltrealle rispettive acque territoriali di ogniPaese, porzioni di alto mare, al fine dioffrire massima tutela alla vita umanaprevedendo, senza soluzione di continuità,una copertura completa degli spazi navi-gabili con l’individuazione della singolaautorità SAR competente.

L’interazione, continua e ricorrente traautorità SAR competenti su aree limitrofe,è regolata dal principio secondo il quale,allo scopo di non ingenerare pericolosivuoti decisionali dovuti all’incertezza suchi debba esercitare il coordinamento,deve poter essere individuato, in ogni cir-costanza, un unico centro di soccorso,responsabile di coordinare le operazioniper la propria area e al quale sono riser-vate le scelte operative e le relative pia-nificazioni, inclusa la richiesta di supportoad altra autorità SAR, qualora ritengainsufficienti le risorse a propria disposi-zione.

In relazione alla ricostruzione deglieventi evidenziata nell’interpellanza, tutta

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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la documentazione inerente – che trovaoggetto in quello che è stato detto e,quindi, viene riportata dagli atti dellacentrale operativa del comando generaledel Corpo delle capitanerie di porto che ècompetente – è stata già integralmentetrasmessa, a suo tempo, alla competenteautorità giudiziaria inquirente, che è laprocura della Repubblica di Agrigento.

Da tali atti, che comprendono anche leregistrazioni telefoniche, emerge che l’or-ganizzazione SAR nazionale ha impron-tato la propria azione – come del restosuo preciso compito istituzionale – allatutela della vita umana in mare e haprestato fattiva collaborazione all’autoritàmaltese, nelle cui acque di responsabilitàsi è verificato il sinistro. Quindi, nellafattispecie sono stati mantenuti tutti quegliassetti di sistema che, da tempo collaudati,hanno finora permesso di soccorrere piùdi 300 mila migranti.

Si ritiene, inoltre, opportuno sottoli-neare che, ogniqualvolta il centro di coor-dinamento maltese, ritenendo insufficientile risorse a propria disposizione, ha ri-chiesto l’intervento di mezzi a supporto,l’Italia, logicamente, ha prontamente for-nito i propri assetti. In particolare, solonel 2013, gli interventi che noi abbiamosvolto nell’area maltese sono stati quasicento, precisamente novantotto.

Con specifico riferimento, infine, aiquesiti posti dagli onorevoli firmatari del-l’interpellanza, si rileva che, con riferi-mento alle considerazioni circa l’applica-zione precisa della Convenzione di Am-burgo, si osserva che tale strumento in-ternazionale prevede che in ciascuna areaSAR vi sia una sola autorità responsabiledel coordinamento degli interventi di soc-corso, ponendo un insieme di regole nonsoggette a deroghe discrezionali da partedelle singole autorità SAR che non pos-sono, peraltro, esercitare alcuna supervi-sione sull’operato degli altri Stati nellerispettive aree di competenza. Questo sem-pre per ottimizzare il soccorso.

L’adesione alla citata Convenzione in-ternazionale non consente ad un’organiz-zazione nazionale SAR di sostituirsi ad

un’altra nella condotta delle operazioniche, peraltro, nel caso di specie erano giàin atto.

Con riferimento al quesito che attienealle istruzioni che si ritiene dovesseroessere fornite al Comando generale delcorpo delle capitanerie di porto, si eviden-zia che quest’ultimo opera istituzional-mente quale centro di coordinamento delsoccorso marittimo direttamente respon-sabile per l’area SAR italiana – e ciò inossequio alle menzionate disposizioni in-ternazionali – secondo le precise modalitàoperative tradotte nel piano SAR nazio-nale – modalità, queste, la cui puntualeesecuzione ha consentito e consente tut-t’ora di operare con successo nel salva-taggio di naufraghi e profughi. In meritoalle considerazioni sul contenuto e la va-lenza della nota hydrolant, si fa presenteche la stessa costituisce il rilancio di unmessaggio di avviso ai naviganti origina-riamente trasmesso dal world wide navi-gational warning service e non già, in taleformulazione, dal centro di coordinamentodel soccorso marittimo di Roma. Infatti, ilmessaggio originato dalla centrale opera-tiva di Roma, nel riportare le informazionisull’ubicazione dell’unità che richiede as-sistenza, non reca istruzioni destinate allenavi in transito che avrebbero costituitoesclusiva prerogativa del competente cen-tro di coordinamento maltese.

Quanto al riferimento, infine, alla rife-rita prassi della marina libica di aprire ilfuoco sulle unità dei migranti, nessunaevidenza o informazione risulta esser stataregistrata al riguardo agli atti del Co-mando generale delle capitanerie di porto.Per quanto riguarda, in ultimo, l’attività dinave Libra, si rappresenta che, non ap-pena informata dall’organo competente,che era la centrale operativa del Comandogenerale delle capitanerie di porto, Guar-dia costiera, delle attività di ricerca esoccorso in atto a cura del competentecentro di coordinamento maltese, per li-nea di comando, la centrale operativadella Marina militare presso il comando incapo della squadra navale di Roma hadisposto, di propria iniziativa, che naveLibra, a circa 15 miglia nautiche dal

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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natante in difficoltà, dirigesse verso ilpunto segnalato, impiegando anche il pro-prio elicottero che, come noto, giungevasul luogo e avviava le operazioni di soc-corso con lancio di salvagenti e zattera.

Relativamente agli accordi posti in es-sere tra le Forze armate italiane e quellelibiche, si specifica che è attualmente inessere un memorandum d’intesa tra ilMinistero della difesa della Repubblicaitaliana e il Ministero della difesa di Libiasulla cooperazione nel settore della Difesa,firmato il 28 maggio 2012, in funzione delquale è stato fornito supporto alle Forzearmate e di sicurezza libiche, con attivitàaddestrative e formative prevalentementemirate alle forze di terra e di poliziamilitare (ciò a cura dei Carabinieri).

Poi, il 28 novembre 2013 è stata, altresì,anche in funzione di queste brutte espe-rienze, firmata un’intesa tecnica tra ilMinistero della difesa della Repubblicaitaliana e il Ministero della difesa dellaLibia relativa ad attività di addestramentodi personale libico su territorio libico eitaliano, funzionale all’addestramento dicirca 2 mila unità di forze di terra, inaccordo a quanto offerto nell’ambito delSummit G8 che si è svolto il 17-18 giugno2013.

PRESIDENTE. L’onorevole Frusone hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatto perla risposta alla sua interpellanza.

LUCA FRUSONE. Signor Presidente,ringrazio il sottosegretario, nonostantenon sia soddisfatto della risposta. Questainsoddisfazione, però, non nasce da ungioco politico di opposizione tra forzepolitiche, ma perché effettivamente unavera risposta non c’è stata. Lei sa che leinterpellanze, le domande che poniamo, lefacciamo per avere risposta e non percavalcare l’onda emotiva e mediatica, an-che perché parliamo di fatti dell’11 otto-bre. Se avessimo voluto avere spazio suigiornali avremmo dovuto fare tutto ciòmolto tempo fa. Anzi, abbiamo anchepermesso il rinvio di questa interpellanzaproprio perché ci teniamo ad avere infor-mazioni. Le dico sin da subito che questa

è solo la prima di una serie di iniziative suquesto tema e quindi ci torneremo piùavanti, anche perché il nostro compito ècapire. Anzi, un pochino mi ha sollevato lasua premessa quando ha detto, appunto,che queste nostre attività servono proprioper evitare che qualcosa del genere siripeta.

In questo caso ci sono stati centinaia dimorti. Attraverso il lavoro dei giornalisti,che fino alla fine fanno il loro lavoro,abbiamo conosciuto anche le storie diqueste persone. Nonostante una parte diquesto Parlamento voglia far passare que-sti disperati come persone che vengonoqui per delinquere, per validare la lorolinea ideologica e raccattare ancora qual-che voto, in realtà queste persone cerca-vano un futuro migliore per la loro fami-glia. Il dottor Jammo, quello che chiama isoccorsi, era appunto un dottore, primarioad Aleppo, anestesista. Mazen Dahhan, unaltro sopravvissuto che, come il dottorJammo ha perso la famiglia in questoincidente, era un neurochirurgo, entrambiscappati dalla Siria con le loro famiglie,visto che uno dei due era stato ancheincarcerato perché voleva fare semplice-mente il medico, cioè curare tutti.

Le loro professionalità li hanno portatiad avere anche lavoro in Libia, ma sap-piamo che quel luogo non è sicuro per unlibico, figuriamoci per dei siriani. A quelpunto hanno tentato di raggiungere laSvezia semplicemente per dare un futuromigliore ai loro figli e per non rischiare disalutarli una mattina quando escono dicasa e non rivederli mai più tornare.

Chi può biasimare un padre di famigliaper una cosa del genere ? Chi non avrebbefatto la stessa identica cosa ? È per questoche continueremo a porre domande, achiederci perché una nave che può fare,come ho detto prima, 17 nodi, ha impie-gato 4 ore per raggiungere il luogo quandopoteva farlo tranquillamente in un’ora emezza; e soprattutto, perché quella nota,come dicevamo prima, possiamo chia-marla « hydrolant » o possiamo dire che èvenuta da qualsiasi parte, che affermava:« assist if is possible », assistere se è pos-sibile ... e penso che una nave incaricata

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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proprio di fare quel lavoro debba appunto« assistere ». Con questo non voglio certocolpevolizzare qualcuno, io ho conosciutoi marinai che lavorano nel canale diSicilia, io ho visto come lavorano. Quellepersone, con un ordine impartito, a costodi distruggere la nave per le vibrazioni,non esiterebbero un attimo a recarsi nelposto indicato.

Quindi, la mia domanda è sempre lastessa: che cosa non ha funzionato ? Inol-tre, successivamente sono sorti anchenuovi fatti da tenere in considerazione.Infatti, il Primo Ministro maltese, Muscat,qualche settimana fa in televisione, haparlato di una conversazione con il co-mandante delle Forze armate maltesi ilquale gli riferisce che le persone stannoannegando e gli altri non intervengono. Aquel punto, si chiedono: « che cosa fac-ciamo ? » ed, allora, lui decide di interve-nire. Quindi, chiaramente ci troviamo inuna situazione di stallo dove i compiti nonsono ben definiti e questi sono i risultati.E ciò porta sempre a farci la stessadomanda: che cosa non ha funzionato inquesto momento ? Oggi spendiamo centi-naia di milioni per Mare Nostrum; quelgiorno, una nave era nelle prossimità delbarcone. Perché non è partito subito l’eli-cottero ? Successivamente è partito pergettare dei salvagenti ma, alle 13, perchénon è partito un elicottero ? Un elicottero27 miglia le fa in pochissimo tempo,poteva anche vedere se si trattava sempli-cemente di un falso allarme, come neaccadono molti. Quando sono stato su unodi quei pattugliatori, abbiamo ricevutodelle segnalazioni che, alla fine, con l’eli-cottero, abbiamo visto che non erano vere.Quindi, perché non c’è stato lo stessoscrupolo in un certo senso ?

Poi lei mi ha parlato anche di Am-burgo. Certo, come posso dire, pacta suntservanda, bisogna rispettare i patti. Ma noipossiamo permetterci la morte di centi-naia di bambini per rispettare delle parolescritte su un pezzo di carta ? La zona Sarmaltese poi è enorme, spropositata perun’isola di quelle dimensioni. Quindi, an-che questo chiedo al Governo: di iniziarea parlare seriamente di queste Sar, di

ridefinire queste Sar, perché sinceramentequella zona è sproporzionata per le capa-cità dell’isola di Malta.

Poi, ritorno a quel giorno: che cosa nonha funzionato ? Ritorno a quella nota cheè stata diramata a tutti. Forse non èarrivata sulla Libra, forse non funzionavail navtex in quel giorno ? Non lo sappiamo,queste sono tutte supposizioni. Però, noispendiamo 6 miliardi di euro per nuovenavi, ma se non funzionava forse quelgiorno – ripeto, sono supposizioni –, ve-ramente: non possiamo spendere qualchecentinaio di euro per un sistema di co-municazione ? Non lo sappiamo, ripetosempre, sono delle supposizioni, ma èproprio con questo spirito che siamo ve-nuti oggi. Noi ne abbiamo fatte mille disupposizioni e volevamo semplicementeuna risposta.

Infatti, noi non siamo qui per metteresotto accusa qualcuno. Siamo qui sola-mente a porre certe domande, perchésemplicemente cerchiamo una cosa che èpiù grande di me, di lei e di tutta questaAula: semplicemente la verità. Non lofacciamo per una caccia al colpevole, loripeto, ma per capire dove le cose nonfunzionano, per evitare che tutto questo sipossa ripetere, per migliorare queste pro-cedure, per essere veramente le sentinelledel Mediterraneo e preservare al meglio lacosa che è più importante al mondo: lavita in qualsiasi sua forma e in qualsiasisuo genere.

(Intendimenti circa l’estensione delle age-volazioni in materia di « microimpresa »anche alle ditte individuali, alle società dicapitali, alle cooperative, alle società difatto e alle società aventi socio unico –

n. 2-00341)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Cancelleri n. 2-00341, con-cernente intendimenti circa l’estensionedelle agevolazioni in materia di « microim-presa » anche alle ditte individuali, allesocietà di capitali, alle cooperative, allesocietà di fatto e alle società aventi sociounico (Vedi l’allegato A – Interpellanzeurgenti).

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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Chiedo all’onorevole Cancelleri se in-tenda illustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI.Signor Presidente, signora sottosegretario,con la presente interpellanza chiediamo diconoscere le intenzioni del Governo circale future iniziative riguardo l’attività del-l’Agenzia nazionale per l’attrazione degliinvestimenti e lo sviluppo di impresa In-vitalia. La citata agenzia svolge un ruoloimportante, in particolare in un momentodi crisi come quello che stiamo vivendo,dato che, su mandato del Governo, puntaad accrescere la competitività del Paese,ed in particolare del Mezzogiorno, soste-nendo i settori strategici per lo sviluppodell’economia tramite gli aiuti per l’inno-vazione e la crescita del sistema produt-tivo, l’attrazione degli investimenti e lavalorizzazione delle potenzialità dei terri-tori, come in Sicilia, in cui proprio Invi-talia, insieme a Vodafone, investirà 50milioni per lo sviluppo della banda larga.

Per questi motivi, Invitalia risulta essereun valido ed efficace strumento di finanzia-mento alle imprese e di sviluppo dell’econo-mia; non comprendiamo, quindi, perchéporre dei limiti stringenti alle potenzialitàdell’Agenzia. Per esempio, negli ultimi annia livello normativo sono state introdottedelle semplificazioni per le società a re-sponsabilità limitata, facilitandone la costi-tuzione e riducendone i costi dell’avvio:perché allora non estendere le agevolazioniInvitalia anche ad altre fattispecie societa-rie, come appunto la società a responsabi-lità limitata semplificata ? Lo sforzo persostenere la maggiore spesa sarebbe ricam-biato dall’enorme beneficio di cui godrebbela nostra economia. Si chiede quindi unimpegno nel breve periodo, per sostenereuna politica di ripresa di lungo periodo.

Inoltre, il 10 per cento del totale del-l’investimento è riservato alle spese diristrutturazione, ma non è chiaro se traqueste siano incluse anche le spese perl’acquisto di pannelli solari, di impianti digeotermia e condizionatori, che andreb-bero inclusi poiché permetterebbero alleimprese di ridurre i costi di gestione.

Tale interpellanza si è resa urgentevisto il momento storico in cui viviamo:Invitalia interviene per ampliare la com-petitività del Paese, che vive soprattuttograzie alle piccole e medie imprese, cheoggi sono quelle che più subiscono la crisie che quindi più di tutti hanno bisogno diun sostegno. Per questi motivi chiediamose il Governo intenda assumere iniziativeal fine di stanziare nuove risorse finan-ziarie all’Agenzia Invitalia, anche se negliultimi atti esaminati dal Parlamento, chesono successivi al deposito dell’interpel-lanza, si è già fatto qualcosa in merito; seintenda estendere le agevolazioni per lemicroimprese anche alle ditte individuali,alla società di capitali, alle cooperative ealle società di fatto e a socio unico; e seintenda ricomprendere nella quota del 10per cento del totale dell’investimento perle spese di ristrutturazione anche quellesostenute per l’acquisto dei pannelli solari,impianti di geotermia e condizionatori. Inaltri termini, stiamo chiedendo se questoGoverno ha interesse, intenzione di aiutarela ripresa economica delle piccole imprese.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato per lo sviluppo economico, SimonaVicari, ha facoltà di rispondere.

SIMONA VICARI, Sottosegretario diStato per lo sviluppo economico. SignorPresidente, onorevoli colleghi, rispetto almomento di presentazione dell’interpel-lanza il Governo oggi è in grado di riferireche le risorse disponibili concernenti lemisure agevolative previste dal decretolegislativo 21 aprile 2000, n. 185, nonrisultano più esaurite. Difatti, nell’ambitodelle misure urgenti per l’occupazione gio-vanile e contro la povertà nel Mezzo-giorno, sono stati destinati 80 milioni dieuro per gli interventi per l’autoimpiego el’autoimprenditorialità, di cui al decretolegislativo n. 185 del 2000, così ripartiti:26 milioni per il 2013, 26 milioni per il2014 e 28 milioni per l’anno 2015. Desti-natarie delle suddette risorse sono le re-gioni del Mezzogiorno come definite dalPiano di azione e di coesione, cioè

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania,Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

A ciò può aggiungersi che il Ministerodello sviluppo economico ha provveduto,con atto convenzionale sottoscritto in data5 dicembre 2013, a destinare una dota-zione aggiuntiva di 18 milioni di euro avalere sulle risorse del Programma opera-tivo interregionale « Attrattori culturali,naturali e turismo », per il finanziamentodi iniziative con i vincoli territoriali etematici propri del suddetto Programma.

La nuova dotazione finanziaria è con-cretamente operativa a seguito del comu-nicato pubblicato dall’Agenzia nazionaleper l’attrazione degli investimenti e losviluppo d’impresa nella Gazzetta Ufficialedel 16 dicembre 2013, che ha ripartito itermini per la presentazione delle do-mande, con decorrenza dal 17 dicembre.

Per quanto attiene al quesito relativoall’estensione delle agevolazioni per le mi-croimprese, non di diretta competenza delMinistero dello sviluppo economico, allostato il quadro normativo risulta esserequello rappresentato dagli onorevoli inter-pellanti. La competenza specifica rispettoalle eventuali iniziative normative solleci-tate afferisce al Ministero dell’economia edelle finanze e al Ministero del lavoro. IlGoverno valuterà, ad ogni modo, con at-tenzione l’opportunità e la possibilità delleauspicate estensioni anche alla luce dellaloro compatibilità con il complessivo qua-dro normativo e finanziario.

Con riferimento, infine, al quesito dicui al punto c), ugualmente non di direttacompetenza del Ministero dello sviluppoeconomico, trattasi di questione interpre-tativa al momento disciplinata da circolaridell’Agenzia delle entrate. Il Governo siriserva, comunque, di fornire più puntualielementi di informazione, alla luce dell’ac-quisizione degli orientamenti degli altriMinisteri competenti, richiesti ma non an-cora pervenuti.

PRESIDENTE. L’onorevole Cancelleriha facoltà di dichiarare se sia soddisfattaper la risposta alla sua interpellanza.

AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI.Signor Presidente, sì, sono soddisfatta per-

ché, come avevo detto già nella fase diillustrazione, in seguito alla mia interpel-lanza abbiamo vagliato qui degli atti cheappunto andavano verso la direzione chea me e ai miei colleghi interessava e quindiper questo sono soddisfatta e sono con-tenta che anche il Governo, come il miogruppo, ritenga Invitalia un valido stru-mento soprattutto per il Mezzogiorno, maormai l’accesso al credito è diventataun’utopia anche per le altre regioni d’Ita-lia.

Per quanta riguarda gli altri punti, vistoche sono di competenza di altri Ministeri,continueremo con la richiesta di informa-zioni, perché riteniamo che attività comequelle di Invitalia, nonostante delle lucioscure anche nella parte dirigenziale comespesso accade nel nostro Paese, siano co-munque una delle attività da sostenere equindi continueremo sia con la richiesta diinformazioni, sia con un’attività, speroanche collaborativa, con il Governo.

(Elementi e iniziative in merito alla vi-cenda della sottrazione di una minore,cittadina italiana, da parte del padre,cittadino siriano colpito da un mandatodi cattura internazionale – n. 2-00342)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Manlio Di Stefano n. 2-00342, concernente elementi e iniziative inmerito alla vicenda della sottrazione diuna minore, cittadina italiana, da parte delpadre, cittadino siriano colpito da unmandato di cattura internazionale (Vedil’allegato A – Interpellanze urgenti).

Chiedo all’onorevole Manlio Di Stefanose intenda illustrare la sua interpellanza ose si riservi di intervenire in sede direplica.

MANLIO DI STEFANO. Signor Presi-dente, ringrazio il Viceministro Pistelli quipresente. Intanto un po’ di storia: in data18 dicembre 2011 a Vimercate il signorKharat Mohammed, di origine siriana, exmarito della signora Alice Rossini, si recaappunto in casa della signora Rossini erapisce la loro figlia, Houda Emma Kha-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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rat, di soli due anni, e fa perdere le suetracce. La minore, secondo fonti che nonsono giudiziarie bensì semplicemente diorigine stampa, si troverebbe vicino adAleppo, in Siria.

Alla luce della vicenda la signoraRossini intraprende chiaramente delleazioni, legate alla Convenzione dell’Aja eai vari tribunali ai quali si è appellata, chesfociano in alcuni atti, tra i quali unprovvedimento di decadenza della potestàgenitoriale dell’ex marito, Kharat Moham-med, nei confronti della figlia e poi l’af-fidamento esclusivo della minore, HoudaEmma, in favore della madre. Questi sonoi due principali, chiaramente.

In seguito, per i fatti sui quali procede,la procura della Repubblica emana undecreto di latitanza nei confronti dell’im-putato, questo sempre nel 2012, ordina lacustodia cautelare in carcere e un man-dato di arresto internazionale. Quindi,parliamo di un soggetto che è sotto man-dato di arresto internazionale.

Dopo due anni, durante i quali non siè saputo più nulla e vi è stata solamente,mi viene da dire, da parte del Governoitaliano, la piena disponibilità – questo,per carità, va riconosciuto – ad aiutare dalpunto di vista logistico e diplomatico lasignora Rossini, non si ottiene nulla.

In questi due anni vi era stata, addi-rittura, anche la convocazione di un av-vocato siriano che dovesse poi aiutare lasignora Rossini a svolgere delle pratiche.Non si ottiene nulla. Il 12 novembre 2013va in onda, sul famoso programma Le iene,un’intervista al signor Kharat. Quindi, so-stanzialmente, in appena due settimane daquando si è avviata la ricerca da parte deigiornalisti de Le iene, si riesce non solo atrovare e a localizzare il signor Kharat, eprobabilmente la bambina, ma anche, ad-dirittura, a intervistarlo.

Egli, con candido splendore, confermatutte le accuse mosse e, in cambio dellapromessa di far rivedere, nemmeno ria-vere, la minore alla madre, chiede unpassaporto italiano – che, tra l’altro, è unarichiesta alquanto insensata, perché, chia-ramente, per la legge italiana, si deve averela cittadinanza italiana per avere un pas-

saporto, ed egli non ce l’ha – e la remis-sione di tutte le querele a suo nome.

La cosa incredibile è che questa storiacontiene anche dei passaggi di forte preoc-cupazione di sicurezza nazionale, e li vadoa esporre. Il signor Kharat, infatti, con-ferma di essersi imbarcato su un voloEasyJet diretto ad Atene senza alcun mi-nimo controllo di frontiera – questo lopossiamo dire con tranquillità e con cer-tezza, perché il signor Kharat era sprov-visto di un documento valido – insiemealla bambina, anch’essa sprovvista di undocumento, e alla signora Sabrina Colna-ghi, che, non sappiamo se in modo conscioo inconscio, risultava la madre della bam-bina durante questo viaggio; probabil-mente, era una cosa concordata.

Questo è il fattore di preoccupazionenazionale. Vi è anche un altro fattore: labambina viene portata in un Paese che,come purtroppo sappiamo tutti, è deva-stato da una guerra civile. Non solo, è unPaese che, per via della sharia, la leggeattuata in Siria, non riconosce alla minorealcun tipo di diritto, perché il matrimonionon è stato « trasferito » anche in Siria, equindi la bambina risulta figlia di unpadre non sposato.

Di conseguenza, è un concepimentoextra coniugale e di conseguenza la bam-bina non ha alcun tipo di diritto in Siria:risulta esclusivamente cittadina italiana.Ora, con memoria del 18 novembre 2013,la signora Rossini chiedeva l’esecuzione ditutte le attività necessarie al rimpatriodella minore e rivolgeva queste richiestesia alla procura della Repubblica sia alMinistero degli affari esteri sia alle auto-rità italiane interessate alla vicenda,quindi i Ministeri dell’interno e della giu-stizia, e agli organi internazionali, quindil’Interpol.

Noi ci chiediamo, sostanzialmente, conquesta interpellanza, intanto come siastato possibile il fatto che una trasmis-sione televisiva sia arrivata dove, in dueanni, non è arrivata né la Polizia di Stato,né l’Interpol, né l’ambasciata d’Italia aDamasco; come sia possibile che una per-sona sprovvista di un documento di iden-tità valido – capisco che questa non sia

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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prettamente materia del Ministero degliaffari esteri, però, siccome, purtroppo, leinterpellanze non si possono fare a un« multi Ministro », mi auguro che lei cifornisca qualche dettaglio in più, altri-menti ci riserveremo un’interpellanza spe-cifica all’altro Ministro – e con due de-nunce a carico per violenza domestica eaggressione abbia lasciato l’Italia bypas-sando ogni controllo; come il Governointenda intervenire, a fronte delle richiestedell’uomo, per riportare a casa la piccolaHouda Emma.

Queste, sostanzialmente, sono le nostrerichieste. Ci tengo a dire che noi chiara-mente, oltre a ritenere la bambina inpericolo di vita, essendo in un territorioabbastanza pericoloso in questo momento,ci siamo fatti carico della voce, in realtà,della madre, che, da ormai due anni, vivecon l’angoscia di non sapere in che con-dizioni sia sua figlia: sa che è viva dal-l’intervista de Le iene, ma non sa null’al-tro. Quindi, continueremo a monitorarequesta questione, speriamo in una strettacollaborazione con il Ministero degli affariesteri e con tutti quegli attori che possanoaiutarci in tale caso.

PRESIDENTE. Il Viceministro degli af-fari esteri, Lapo Pistelli, ha facoltà dirispondere.

LAPO PISTELLI, Viceministro degli af-fari esteri. Signor Presidente, grazie al-l’onorevole Di Stefano. Come l’onorevoleDi Stefano sa, questa vicenda è stata giàoggetto di altri atti di sindacato ispettivo alSenato nel corso del 2012 e quindi ab-biamo, diciamo, un aggiornamento sul fa-scicolo. È evidentemente una vicenda cheha profili umanitari molto delicati e, comegià Di Stefano ha detto, io in questo casofaccio da porte-parole rispetto a un com-plesso di competenze che riguardano pre-valentemente la giustizia e l’interno per-ché, come l’onorevole Di Stefano sa, laFarnesina non ha né competenza specificasulle procedure di collaborazione con leforze di polizia e le magistrature di altriPaesi, e questo è l’ambito in cui si inqua-dra la questione del mandato di cattura

internazionale spiccato nei confronti delcittadino siriano padre della minore, diHouda Emma, né ha competenza – inquesto caso è l’interno – per il controllodi frontiera sull’uscita dal Paese.

A questo purtroppo aggiungo – e que-sto è l’elemento di aggiornamento reale,diciamo così, per quanto riguarda gli af-fari esteri – che l’azione in Siria oggi èsostanzialmente resa, diciamo con un eu-femismo, complessa a causa della sospen-sione delle attività dell’ambasciata a Da-masco, a partire dal 14 marzo 2012.Quindi, se nel precedente atto, che altrocollega pose al Senato, potevamo dire altempo di avere operato da Damasco e poisuccessivamente diramato, tramite noteverbali e informazioni, alle sedi diploma-tiche e consolari dei Paesi limitrofi – benventi – le informazioni a nostra disposi-zione, oggi in Siria questo è reso eviden-temente molto, molto più complicato.

Quindi, in questo quadro tengo a sot-tolineare che la Farnesina, nell’ambito diqueste competenze, ha seguito, come hapotuto, fin dall’inizio e con il massimoimpegno, la vicenda di Houda Emma,ripeto prima tramite l’ambasciata italiana,quando era aperta, sollecitando le autoritàsiriane a fornire ogni possibile assistenzae mantenendo i contatti con i legali dellasignora Rossini, con l’Interpol e con lealtre autorità coinvolte, sia italiane chesiriane. Successivamente, da quel mo-mento in poi, tramite le ambasciate deiPaesi limitrofi, in particolar modo Tur-chia, Giordania e Libano.

Sui punti sollevati, il primo punto,come sia stato possibile che una trasmis-sione televisiva sia arrivata dove in dueanni non è arrivata la polizia di Stato nél’Interpol né l’ambasciata, sull’ambasciataho già detto. Il secondo punto è come siapossibile che il padre della minore abbialasciato l’Italia bypassando il controllo.Qui metto insieme, diciamo così, elementiche vengono dal Ministero dell’interno eda quello della giustizia. Dati gli accerta-menti che sono stati eseguiti dall’ufficio dipolizia di frontiera di Milano Malpensa,presso EasyJet, emerge questa ricostru-zione: il 18 dicembre 2011, come richia-

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mato, Mohammed Kharat, cittadino si-riano, unitamente alla figlia di due anni,Houda Emma, e alla signora Sabrina Col-naghi, lascia il territorio nazionale direttoad Atene. In particolare, è accertato che ilgruppo si presenta direttamente al gate diimbarco, atteso che le operazioni di webcheck-in erano state effettuate dall’agenziadi viaggio direttamente il giorno prima edè la stessa agenzia che aveva provvedutoad emettere i biglietti di sola andata afavore dei due adulti in quanto, come leisa, i minori sino ai due anni sono soltantosoggetti al pagamento delle tasse aeropor-tuali. Ulteriori verifiche permettono diaccertare che il Kharat in data 17 novem-bre si era già recato ad Atene, con par-tenza dallo scalo di Malpensa, facendorientro il giorno successivo e testando,appunto, la possibilità, con il web check-in,di passare in questo modo.

Alla luce delle direttive che regolanooggi le modalità di accettazione sui volicon destinazione nei Paesi Schengen, que-ste consentono ai passeggeri di presentarsidirettamente al gate di imbarco muniti divalido documento di viaggio e di carta diimbarco. Ora, Kharat si è presentato conHouda Emma all’imbarco per il volo diAtene, dove le attività sono poste in esseredal personale della compagnia e dal per-sonale della società di gestione aeropor-tuale. La piccola Houda Emma al mo-mento dell’imbarco, il 18 dicembre 2011,risulta titolare di una valida carta diidentità – valida –, rilasciata dal comunedi Cornate D’Adda, con assenso conte-stuale di entrambi i genitori e di un validopassaporto emesso dalla questura di Mi-lano. Infatti, la madre della minore, lasignora Rossini, che voi avete seguito e chenoi stiamo seguendo, ha presentato larevoca all’assenso dell’espatrio della bam-bina presso il commissariato di pubblicasicurezza di Monza il successivo 24 di-cembre, cioè 6 giorni dopo che la bam-bina, con valido documento di identità, eragià andata via e avendo il precedentegiorno 19, cioè il giorno dopo la partenzadella bambina, sporto querela presso la

stazione dei carabinieri di Trezzo sul-l’Adda nei confronti di Kharat per sottra-zione, appunto, di minore.

Dice a questo punto il Ministero dellagiustizia: su questa vicenda l’autorità cen-trale, competente ai sensi della Conven-zione dell’Aja del 1980 sugli aspetti civilidella sottrazione internazionale di minori,ha reso noto di aver ricevuto il 21 gennaio2012 una richiesta di avvio della proce-dura per il rimpatrio della minore. Duegiorni dopo, il 23 gennaio, la stessa auto-rità ha informato telefonicamente il rap-presentante legale della signora Rossiniche la procedura convenzionale di rimpa-trio non poteva essere attivata, in quantola Siria non rientra tra gli Stati aderentialla citata Convenzione dell’Aja del 1980.Dunque, a quel punto, l’autorità centraleha reso noto che le indagini comunquecondotte in Siria per rintracciare la mi-nore – è immaginabile – erano risultatevane, come riportato poi puntualmentedalle informative dell’Interpol.

Ritorno agli interni. Il 21 aprile 2012 ilgiudice per le indagini preliminari diMonza emette, nei confronti del padredella minore siriano, un’ordinanza di cu-stodia cautelare in carcere, che è statarichiamata, per il reato di sottrazione etrattenimento di minore all’estero – arti-colo 574-bis del codice penale – nonché, il2 maggio successivo – siamo sempre nel2012 – mandato di arresto europeo. Il 10maggio 2012 il Ministero della giustiziaitaliano inoltra alle autorità siriane do-manda di ricerca e di arresto provvisorio,ai fini estradizionali, sempre nei confrontidi Kharat.

Quindi, prima il tema, come si vede,passa attraverso il tentativo di esperire leprocedure dell’Aja e poi, dopo, si arriva adun mandato di cattura. Si aggiunge chel’Arma dei carabinieri viene delegata, dallaprocura della Repubblica presso il tribu-nale di Monza, all’espletamento di tutte lenecessarie attività investigative, che sonotuttora coperte da segreto istruttorio.

La vicenda è stata più volte oggetto didiscussione e analisi nell’ambito della task

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force interministeriale che si occupa dellesituazioni particolarmente critiche sui mi-nori contesi all’estero. Il servizio per lacooperazione internazionale di polizia hapoi provveduto ad interessare l’esperto perla sicurezza in Ankara, in Turchia, al finedi coinvolgere le autorità turche, in modoche fossero effettuati, se possibile, degliaccertamenti mirati all’interno del campoprofughi, che si chiama « Bab al-Salam »,che è quello sito in località Azaz, in Siria,in prossimità del confine turco. Questo peruna ragione, che una bambina rassomi-gliante a Houda Emma sarebbe stata ri-conosciuta nel febbraio di quell’anno dadue operatori dell’associazione umanitaria« Time4Life », che erano impegnati in at-tività di assistenza presso il campo pro-fughi che ho appena richiamato e che sierano dunque dichiarati disponibili a col-laborare con le autorità italiane per laricerca della minore.

Il Ministero a quel punto aveva segna-lato al servizio per la cooperazione inter-nazionale di polizia che la madre dellabambina aveva riconosciuto durante unatrasmissione televisiva, La Storia siamonoi, dal titolo « Siria 2.0: la battaglia diAleppo », che era andata in onda l’8 ot-tobre 2012, che sia la figlia sia il padre,Kharat, erano appunto stati inquadrati inquesto campo profughi ubicato presso ilconfine turco. Non è la risposta certa delperché la trasmissione televisiva è andatalì, però a me risulta che anche, appunto,gli operatori umanitari e la madre stessaavevano riconosciuto, in una trasmissionesulla Siria, l’inquadratura della bambina edel padre. Da qui, immagino, che questosia stato il canale poi seguito anche dal-l’altra trasmissione televisiva.

Nello scorso mese di aprile la compa-gnia dei carabinieri di Vimercate, a seguitodell’indagine svolta e delegata dalla pro-cura di Milano, e sempre con l’ausiliodello stesso servizio, direzione centraledella polizia criminale del servizio per lacooperazione internazionale di polizia, haappurato che il cittadino siriano YaserHazwani, parente di questo catturando, èentrato più volte in territorio turco per poi

fare ingresso in Siria, notizia confermatadall’ufficio dell’ambasciata italiana adAnkara al legale di fiducia della signoraRossini.

Dunque, appositamente informata, aquesto punto l’autorità giudiziaria ha de-legato i carabinieri ad acquisire ogni utileinformazione circa gli spostamenti di que-sto signore, di questo Hazwani, dall’Italiaalla Turchia, al fine di concordare, per iltramite di questo servizio di cooperazioneche ho citato, con le autorità turche un’at-tività di verifica dei luoghi di destinazioneper la ricerca del catturando: se io seguoil parente, arriverò prima o poi anche alpadre.

Questo è quello che è stato fatto e laspiegazione del perché, secondo noi, ri-mettendo insieme le informazioni, la tra-smissione televisiva abbia seguito di fattoaltre trasmissioni televisive, cioè questoriconoscimento di immagini fatto da LaStoria siamo noi e quello che si è fatto eper quale ragione è stato possibile, neldicembre di due anni fa sostanzialmente,l’uscita da Milano Malpensa utilizzandoquesta griglia normativa relativa al webcheck-in e a documenti di identità altempo validi, denunciati e revocati sol-tanto successivamente all’uscita della bam-bina.

Punto tre: come intende il Governo aquesto punto operare per riportare a casala piccola. Qui faccio riferimento ad in-formazioni che sono sostanzialmente delMinistero della giustizia. Il Dipartimentoper la giustizia minorile del Ministerodella giustizia ha trasmesso, il 15 lugliodell’anno scorso ormai, all’omologa auto-rità di Ankara, in Turchia, ai sensi degliarticoli 3 e 7 della Convenzione dell’Ajasugli aspetti civili della sottrazione inter-nazionale dei minori, l’istanza presentatadalla Signora Rossini e finalizzata al rim-patrio della figlia.

Sulla vicenda la procura della Repub-blica presso il tribunale di Monza ciriferisce che è pendente un procedimentopenale iscritto in relazione alle reciprochedenunce per violazione dell’articolo 574

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del codice penale, cioè sottrazione di per-sone incapaci, presentate reciprocamentefra i due coniugi, Alice Rossini e Moham-med Kharat.

Nell’ambito di questo procedimento èstata stralciata la posizione della signoraRossini ed è stata fatta richiesta di archi-viazione, che è già stata accolta con de-creto di archiviazione del GIP nel marzo2013, mentre a questo punto il signorKharat, già colpito da misura cautelare incarcere, emessa nell’aprile dell’anno scorsodal GIP presso il tribunale di Monza,latitante, risulta in questo momento rin-viato a giudizio davanti al medesimo tri-bunale. Informo l’onorevole Di Stefanoche la prima udienza di questo procedi-mento è fissata per il 30 gennaio diquest’anno.

Questo è il quadro fino a qui. È chiaroche tramite la cooperazione fra i dueMinisteri, soprattutto a questo punto ilMinistero di giustizia e gli omologhi neiPaesi che ho citato, noi rimaniamo allaricerca sia del padre latitante che dellafiglia, sapendo però – voi lo comprendetebene – che la criticità della situazione inSiria è in questo momento assolutamenteelevatissima. Posso dire che in tutte lenostre articolazioni noi non lasceremoniente di intentato e continueremo a in-centivare la cooperazione fra i tre Mini-steri per fare ogni possibile sforzo al finedi riportare in Italia la piccola HoudaEmma.

PRESIDENTE. L’onorevole Manlio DiStefano ha facoltà di dichiarare se siasoddisfatto per la risposta alla sua inter-pellanza.

MANLIO DI STEFANO. Signor Presi-dente, chiaramente ringrazio il Vicemini-stro Pistelli per la dettagliata ricostruzionee mi dichiaro parzialmente soddisfatto, nelsenso che chiaramente si apprezza il fattoche la situazione venga monitorata e chela signora possa avere assistenza da partedel Governo italiano. Quello che continuaa preoccuparmi è sostanzialmente la faci-lità con la quale tutto il piano si ècompiuto. Nel senso che da quello che mi

risulta non mi è sembrato onestamente –poi magari avrò la relazione – troppochiaro da capire: la bambina aveva questodocumento, che però non era valido perl’espatrio. Io sapevo una carta di identità,verificheremo questo chiaramente, poimagari mi darà la relazione, così la ri-leggo.

Ma la cosa preoccupante è che mi sidice che sostanzialmente il vulnus è laprocedura del check-in elettronico in so-stanza, che per me in realtà non dovrebbecompromettere la sicurezza dell’ingresso edell’uscita da un Paese e dei controlli difrontiera. Quindi, evidentemente, abbiamodei nuovi canali da andare a controllare,se una procedura aeroportuale permettesostanzialmente l’uscita di una bambina didue anni con il genitore per andare inSiria senza assolutamente alcun controlloparticolare.

Tant’è che lui stesso, il signor Kharat,sapendo di dover fare qualcosa che nonera esattamente legale, aveva fatto un testprima di compiere l’atto, quindi evidente-mente c’è un vulnus nel nostro sistemafrontaliero che va evidentemente monito-rato. In questo caso chiaramente non èquesto il nodo della mia interpellanza, cheappunto serve e deve servire di più atranquillizzare la signora Rossini. Però,anche lì, va bene che l’ambasciata a Da-masco non è più operativa, ma – ribadisco– credo che neanche Le Iene avesseroun’ambasciata di riferimento. Di conse-guenza, loro hanno agito sostanzialmente;non sono né diplomatici né autorità,quindi non hanno l’assistenza che puòavere un’autorità governativa, ma nono-stante tutto sono riusciti – tranquilla-mente mi viene da dire – a trovare ilpadre e a intervistarlo.

Quindi, io chiedo: ok che non c’è l’am-basciata, ma possiamo fare qualcosa dalpunto di vista della pressione internazio-nale affinché probabilmente l’Interpol siprenda davvero carico di questa azione ela compia in modo più determinato ? Per-ché evidentemente, se ci riesce un giorna-lista, ci poteva riuscire anche l’Interpol

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con un po’ più di intenzione e di volontà.Non credo che ci dovremmo trovare fra unaltro anno a fare l’interrogazione diretta-mente a Le Iene. Speriamo di farlo conuna risposta positiva direttamente al Go-verno.

Quindi, noi rimaniamo con questidubbi, che sicuramente trasmetteremo poial Ministero dell’interno per quanto ri-guarda la fase di gestione frontaliera e lechiediamo, in qualità di Ministero degliaffari esteri, di continuare ad aggiornare,non dico necessariamente l’Aula, ma ilnostro gruppo e la signora – cosa che fategià, immagino – su tutti i progressi che cisaranno. Specialmente chiedo, a nomedella signora Rossini e degli avvocati dellasignora Rossini, di fare pressione sul-l’Interpol nella ricerca di questa bambina,perché è vero che è stata riconosciuta inun campo profughi, ma è vero anche chel’intervista, a quanto pare, da parte de LeIene è stata effettivamente al confine tur-co-siriano, quindi in prossimità del campoprofughi di cui parlavamo. Probabilmente,in effetti la bambina, si trova lì, e diconseguenza dovrebbe essere alquanto fa-cile rintracciarla, quanto meno. Poi nonsarà magari altrettanto facile riportarla inItalia, nonostante – tengo a ricordare – labambina abbia esclusiva cittadinanza ita-liana e quindi in questo momento sia unanostra minore rapita in un altro Paese.Quindi, ok le convenzioni Aia, che nonsono siglate dalla Siria, ma qui si apronotanti altri capitoli di interesse diplomaticotra i due Paese che dovremo portareavanti.

PRESIDENTE. La ringrazio. Ne appro-fitto per salutare gli alunni e i docentidella scuola elementare Pablo Neruda diRoma e dell’Istituto comprensivo statalevia Soriso di Roma, che stanno assistendoai nostri lavori dalle tribune (Applausi).Grazie per essere qui a seguire i nostrilavori. Oggi siamo in una fase di sindacatoispettivo, quindi partecipano i colleghi de-putati che sono presentatori di interpel-lanze urgenti.

(Chiarimenti in merito alla recente pub-blicazione sul sito della Presidenza delConsiglio dei ministri di Linee guida perun’informazione rispettosa delle personelesbiche, gay, bisessuali, transessuali e

transgender – n. 2-00346)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Roccella ed altri n. 2-00346,concernente chiarimenti in merito allarecente pubblicazione sul sito della Presi-denza del Consiglio dei ministri di Lineeguida per un’informazione rispettosa dellepersone lesbiche, gay, bisessuali, transes-suali e transgender (Vedi l’allegato A –Interpellanze urgenti).

Chiedo all’onorevole Roccella se in-tenda illustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

EUGENIA ROCCELLA. Signor Presi-dente, vorrei sottolineare che questa in-terpellanza è stata firmata da tutto ilgruppo del Nuovo Centrodestra ed è statapresentata anche identica al Senato, sem-pre firmata da tutto il gruppo del NuovoCentrodestra anche al Senato. Perché que-sta unanimità ? Perché qui non si tratta,secondo noi, di sostenitori della famiglia osostenitori delle unioni di fatto, sostenitoridi eterosessuali o omosessuali, e non sitratta soprattutto di lotta contro la discri-minazione. Qui si tratta di qualcosa chesecondo noi dovrebbe unire tutti, cioè deldiritto alla liberà di espressione. Noi cisiamo trovati di fronte alla pubblicazionesul sito della Presidenza del Consiglio diun documento prodotto dall’UNAR chedovrebbe essere l’Ufficio nazionale controle discriminazioni razziali, che è statofatto in applicazione della direttiva comu-nitaria 2000/43/CE, e che invece si occu-pava di tutt’altro e ha prodotto, appunto,questa specie di codice denominato « Lineeguide per un’informazione rispettosa dellepersone LGBT », ma più che di linee guidasi tratta, secondo noi, di un codice diautocensura. Questo senza che nessunanorma di legge abbia previsto l’allarga-mento delle competenze dell’UNAR ancheal tema in questione, cioè alle persone

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LGBT. Il Viceministro Guerra ha difeso ilcodice quando ci sono stati alcuni attacchisulla stampa, non soltanto attacchi politici,ma attacchi di giornalisti, dicendo che sitratta di strumenti per riflettere.

Ma a me sembra appunto che non sitratta di un strumenti per riflettere, sitratta di un decalogo con un vocabolarioche mette al bando vocaboli precisi e lo faa un livello istituzionale cioè con il poterepervasivo che possono avere strategie,campagne e programmi di questo tipo.Un’iniziativa condotta tra l’altro con ilpatrocinio dell’ordine dei giornalisti –questo mi stupisce moltissimo essendo io,tra l’altro, una giornalista professionistaiscritta all’ordine – e mirata a rilevare lecosiddette scorrettezze anche in rapportieventuali e additarle evidentemente all’or-dine o magari, come è stato scritto sullastampa, ma di questo chiedo proprio con-ferma al Viceministro, chiedendo all’or-dine di attivare procedimenti sul pianodeontologico contro chi contravviene allelinee guida dell’UNAR.

Dentro queste linee guida c’è una seriedi indicazioni che fanno capire in chedirezione ci si muove con molta chiarezza:la direzione è l’eufemismo e la censura. Lacreazione di un vocabolario non solo po-liticamente corretto, ma che sostanzial-mente mascheri la verità finché, comediceva Chesterton, saremo tutti costretti acombattere per affermare delle verità ele-mentari come che l’erba sia verde. Alcuneindicazioni sono magari pignole, ma so-stanzialmente inoffensive come l’esamedettagliato del genere degli articoli con cuidefinire i trans oppure sono eufemismiassolutamente accettabili come « lavora-trici del sesso » al posto di altre definizioniche possono suonare offensive. Altre sonovolutamente astratte, come il fatto che sichiede di non parlare di adozioni e ma-trimonio gay e in questo modo si raggiungeuna falsa neutralità, cioè si mettono tuttele famiglie sullo stesso piano semantico,annullando ogni differenza perché, a que-sto punto, il giornalista non può nemmenosegnalare la differenza tra una famiglia

composta da due persone dello stessosesso o una famiglia, invece, composta dapersone di differente sesso.

Mi domando a questo punto anchecome si possa accettare la definizionedella famiglia contenuta alla nostra Costi-tuzione, cioè come società naturale fon-data sul matrimonio. Infatti nel codice ladefinizione viene considerata scorretta,anche se non si cita la Costituzione, per-ché l’aggettivo « naturale » va eliminato.C’è un apposito paragrafetto, a pagina 15,se non sbaglio, si considera l’aggettivo« naturale » improponibile.

Però due punti mi hanno veramentecolpito e dico anche scandalizzato. Ilprimo è la volontà di cancellare la dizione« utero in affitto » quando si parla deicontratti di affitto e compravendita delcorpo femminile che riguardano le nuovetecniche di procreazione assistita. Questolo ritengo davvero grave prima di tuttocome donna. Bisogna parlare, invece, dimadri surrogate, di gestazione per altri,eccetera. Tutti eufemismi che cancellanoin questo caso la semplice verità del mer-cato che si crea sul corpo della donna ognivolta che si accede a questo tipo di tec-niche, cioè sostanzialmente alla feconda-zione eterologa. Un mercato che si ècreato sul corpo delle donne, trattato damero contenitore, che chiunque può veri-ficare semplicemente facendo un giro suInternet. Tra l’altro, un mercato che con-siste in una forma di sfruttamento gravenei confronti delle donne povere, spesso diPaesi terzi, che ha prodotto anche alcunimorti, soprattutto nel caso dell’ovodona-zione e, quindi, dei trattamenti ormonalirelativi alla sovrapproduzione di ovocitiper le donne che devono vendere questiovociti sul mercato. Io ho già combattutocontro la falsità del termine bugiardo diovodonazione perché anche qui non insi-ste una donazione, neanche di gametimaschili che sarebbe molto più facile, nonparliamo di ovociti che richiedono tratta-menti ormonali pesanti e un piccolo in-tervento.

Si tratta, appunto, di forme di sfrutta-mento. Tra l’altro, cancellando la dizione« utero in affitto », si vuole negare sempli-

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cemente la realtà di questo mercato, che,tra l’altro, vorrei sottolineare al Vicemini-stro, avviene con forti connotazioni razzi-ste. Su questo, forse, probabilmente, l’Uf-ficio nazionale antidiscriminazioni razziali(UNAR), che avrebbe il compito di vigilareproprio sulle discriminazioni etniche erazziali, potrebbe anche aprire una rifles-sione, perché gli ovociti delle donne dicolore non hanno lo stesso valore sulmercato degli ovociti delle donne bianche.

La seconda questione che mi ha moltocolpito è la teorizzazione dell’assenza dicontraddittorio. Questo codice è stato sti-lato in collaborazione solo con associa-zioni del mondo LGBT, senza quindi lacaratteristica, l’imparzialità, che è chiestaanche che nella norma di legge con cui siè costituito l’UNAR, all’UNAR stesso, maqui si teorizza proprio l’assenza di con-traddittorio. A pagina 19 ci si chiede: maquando serve il contraddittorio ? Io direiche serve sempre ! Che serve sempre ilconfronto delle idee, che serve sempre ilcontraddittorio. E quindi ritengo estrema-mente pericoloso, per delle linee guidadirette ai giornalisti, che si ritenga chel’assenza di contraddittorio sia un fattonormale e che si possa tranquillamentepresentare solo una faccia della medagliae ignorare l’altra.

Quindi, noi chiediamo a quale titolo,prima di tutto, l’UNAR si interessi dellepersone LGBT, avendo come missione,invece, quella di occuparsi delle discrimi-nazioni di ordine razziale ed etnico; e poise il Governo appoggi sostanzialmente letesi contenute in questo documento, vistoche non solo l’UNAR agisce all’interno,sotto il controllo della Presidenza del Con-siglio, ma che, appunto, il documento èstato pubblicato sul sito della Presidenzadel Consiglio.

PRESIDENTE. La Viceministra del la-voro e delle politiche sociali, CeciliaGuerra, ha facoltà di rispondere.

MARIA CECILIA GUERRA, Vicemini-stro del lavoro e delle politiche sociali.Signor Presidente, con l’interpellanza pre-sentata dall’onorevole Roccella, si chiede

al Governo di illustrare a quale titolol’UNAR – istituzionalmente deputato agarantire la parità di trattamento e ilcontrasto delle discriminazioni fondatesulla razza e l’origine etnica – si occupianche del contrasto delle discriminazionibasate sull’orientamento sessuale e sul-l’identità di genere.

Preliminarmente vorrei ricordare che ilcontrasto alle discriminazioni basate sul-l’orientamento sessuale e sull’identità digenere è materia di competenza del Di-partimento delle pari opportunità, di cuil’UNAR è una articolazione.

L’articolo 16 del decreto del Presidentedel Consiglio dei ministri del 1o ottobre2012 prevede, infatti, che il Dipartimentoper le pari opportunità, all’interno delquale opera l’UNAR, cito testualmente « èla struttura di supporto al Presidente cheopera nell’area funzionale inerente allapromozione ed al coordinamento dellepolitiche dei diritti della persona, dellepari opportunità e della parità di tratta-mento e delle azioni di Governo volte aprevenire e rimuovere ogni forma e causadi discriminazione. »

Peraltro, queste funzioni sono statericonfermate nella delega in materia dipari opportunità al Ministro del lavoro edelle politiche sociali, nella quale è pre-visto che il Ministro sia delegato a – citoancora testualmente – « promuovere ecoordinare le azioni di Governo in tema didiritti umani delle donne e diritti dellepersone nonché le azioni di Governo voltea prevenire e rimuovere tutte le forme didiscriminazione per cause direttamente oindirettamente fondate sul sesso, la razza,l’origine etnica, la religione o le convin-zioni personali, la disabilità, l’età, l’orien-tamento sessuale e l’identità di genere »;« promuovere e coordinare le attività fi-nalizzate all’attuazione del principio diparità di trattamento, pari opportunità enon discriminazione nei confronti dellepersone disabili, degli anziani e delle per-sone LGBT ».

In secondo luogo, va sottolineato che lanormativa del 2003, citata dagli onorevoliinterpellanti, attribuisce dei compiti al-l’UNAR. Ciò non impedisce che ulteriori

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compiti possano essere attribuiti all’uffi-cio, nell’ambito dell’attività propria delDipartimento di pari opportunità. In par-ticolare, l’articolo 8 del decreto ministe-riale del 4 dicembre 2012, ha riconosciutoall’UNAR la funzione di garantire « l’effet-tività del principio di parità di trattamentotra le persone, di vigilare sull’operativitàdegli strumenti di tutela vigenti controdiscriminazioni, nonché di contribuire arimuovere le discriminazioni fondate sullarazza e l’origine etnica ».

Inoltre, le direttive generali per l’azioneamministrativa e la gestione del Diparti-mento per le pari opportunità per gli anni2012 e 2013 hanno previsto l’assegnazioneall’UNAR dell’obiettivo operativo « Pro-gramma di prevenzione e contrasto dellediscriminazioni basate sull’orientamentosessuale e sull’identità di genere e promo-zione della inclusione sociale delle personeLGBT ». L’elaborazione di questo pro-gramma, che poi è stato denominato« strategia » è avvenuta attraverso il con-fronto con le associazioni più rappresen-tative delle persone LGBT, che sono l’og-getto delle discriminazioni che la strategiaintende rimuovere secondo una prassi se-guita anche per le altre strategie rivolte arimuovere altre forme di discriminazione,quali ad esempio quelle fondate su moti-vazioni di discriminazione etnica o raz-ziale, che sono state messe a punto con ilconfronto con le associazioni che si occu-pano di questi temi.

Voglio sottolineare che la Strategia na-zionale LGBT – piano programmatico peril triennio 2013-2015 – rientra negli im-pegni assunti dal Governo italiano a se-guito della sua adozione, con decreto mi-nisteriale del 16 aprile 2013.

La Strategia, quindi, indica come unodei quattro assi prioritari di interventoproprio l’asse « media e comunicazione »,sottolineando l’importanza del ruolo deimedia nella prevenzione e nel contrastodelle discriminazioni per orientamentosessuale e identità di genere, in conside-razione della potenzialità che i mediapossono avere, da un lato, nel promuoverela conoscenza dei fatti e dei dati sulladiscriminazione, ma, dall’altro, anche, in-

volontariamente, nel veicolarne gli stereo-tipi. Anche involontariamente: può esserevolontario o involontario. È nell’ambito diquesto asse che sono state...

PRESIDENTE. Scusi Viceministro. Col-leghi, per favore. Prego.

MARIA CECILIA GUERRA, Vicemini-stro del lavoro e delle politiche sociali. Ènell’ambito di questo asse che sono stateelaborate le « linee guida per un’informa-zione rispettosa delle persone LGBT ». Inparticolare, queste linee guida sono stateredatte nel percorso di attuazione di unprogetto finanziato dal Consiglio d’Europa,in attuazione del Programma « Combatterele discriminazioni basate sull’orientamentosessuale e sull’identità di genere », a cuil’Italia ha aderito, in linea con la racco-mandazione del 2010, n. 5. Nell’ambito diquesto progetto è stato realizzato un ciclodi seminari dal titolo « L’orgoglio e ipregiudizi », patrocinati dalla Federazionenazionale della stampa, oltre che dall’Or-dine dei giornalisti. I quattro seminari chesi sono tenuti l’ottobre scorso a Milano,Palermo, Napoli e Roma hanno vistoun’ampia partecipazione di giornalisti,blogger ed esperti della comunicazione. Daquesti seminari è emerso che il linguaggio,da un lato, ha una forza straordinaria nelveicolare gli stereotipi e i pregiudizi, chesono alla base della discriminazione, dal-l’altro, ha il potere di diffondere messaggipositivi di rispetto ed inclusione socialeche fanno già parte del patrimonio cultu-rale di uno Stato democratico.

In ragione del forte interesse suscitatodai seminari e dai laboratori svolti nel-l’ambito del progetto, che porta il logo delConsiglio di Europa, si è deciso di tradurrei risultati ed i punti comuni emersi daldibattito in un documento che potesseaiutare chiunque desideri affrontare e co-noscere i delicati temi LGBT. Le lineeguida, quindi, non sono, non vogliono enon potrebbero essere una carta deonto-logica: sono semplicemente uno strumentodi lavoro, il cui scopo è quello di aiutaread evitare che l’informazione professionaleveicoli stereotipi e pregiudizi. Quindi, non

Atti Parlamentari — 33 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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c’è nessuna imposizione, nessuna possibi-lità di fare ricorso all’Ordine, nessunaprevisione di multe, di condanne, niente ditutto questo: è uno strumento di lavoro,che è frutto di un confronto seminarialefatto con la stampa, patrocinato dall’Or-dine dei giornalisti e dalla Federazionedella stampa, con il patrocinio del Consi-glio d’Europa.

Il fatto che la stampa abbia accoltoesattamente nel senso in cui doveva esserequesto strumento, lo ravviso anche nelleparole che sono state dette, scritte dalpresidente della Federazione nazionaledella stampa, Giovanni Rossi, che, par-lando, appunto, delle linee guida, ha so-stenuto che « saper trattare questo temacon la necessaria delicatezza e responsa-bilità, rifuggendo dai luoghi comuni non èuna limitazione al libero esercizio dell’at-tività giornalistica, ma l’espressione di unapiù alta qualità professionale ».

Aggiungo – non voglio entrare nel me-rito di ciascuna delle cose che sono scrittenelle linee guida – che non si sostengonodelle tesi, si propone un linguaggio, sotto-lineando come alcuni termini che vengonousati possono risultare offensivi per lepersone LGBT. Quindi, anche l’espressione« utero in affitto » e la trattazione che deltema che si fa non è finalizzata a soste-nere che la « gestazione d’appoggio » siauna cosa che debba essere legittima ogiusta, non ci si pone neppure nell’ambitodi questo problema.

Si sottolinea che il termine « utero inaffitto » ha un connotato in sé, cometermine utilizzato, offensivo, sia per ladonna, che viene appunto ridotta al suoutero, sia per le persone che ritengono dipoter ricorrere a questo strumento perperseguire la finalità di avere un figlio.Dopodiché, si può discutere del merito,cioè di quel tipo di attività o di gestazione,ma qui ci si limita a considerare soltantoil problema dal punto di vista del linguag-gio. Quindi, il percorso che è stato seguitoè un percorso che ha avuto varie valida-zioni da vari Ministri, quindi anche da variGoverni, e il proposito non è un proposito

di indottrinamento, di Minculpop, comemolti hanno detto, ma al contrario diservizio.

PRESIDENTE. L’onorevole Roccella hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatta perla risposta alla sua interpellanza.

EUGENIA ROCCELLA. Signor Presi-dente, ringrazio il Viceministro Guerra emi dispiace dire che non sono soddisfatta,ma non lo sono. Entro un attimo, visto chelo ha fatto il Viceministro, nel merito dellaquestione dell’utero in affitto: non è iltermine che è offensivo, è la realtà che èoffensiva. Quindi, se si nasconde il ter-mine, cioè se si nasconde attraverso untermine eufemistico la realtà, non si puònemmeno lottare contro questa realtà, nonsi può nemmeno giudicare questa realtà.Invece, la comunicazione e la professionedel giornalista serve a offre elementi digiudizio. Se lei dice che tutto questo deveservire a fornire strumenti di riflessione,rispettare la verità mi sembra fondamen-tale, quindi dare, offrire, termini che in-dichino le cose come stanno e non cer-chino invece di mascherarle.

Ma questo è un discorso che potremmoaprire in altra sede. Io vorrei dire, invece,che da quello che dice il Viceministro misembra che ci sia un problema su questoallargamento dell’UNAR ad altri scopi,altri compiti e ad altre competenze, perchénon c’è, da quello che ho sentito, unanorma di pari rango rispetto a quella concui è stata costituita l’UNAR. Quindi, l’al-largamento di competenza mi sembra so-stanzialmente illegittimo visto che è statocostituito con un decreto legislativo.Quindi, per allargare i compiti credo servauna norma perlomeno di pari rango. Iopenso, invece, che sia fondamentale ancheevitare che il Governo venga implicato intemi così delicati e soprattutto che coin-volgono proprio la libertà di espressione.Quindi, non si tratta, come ha detto prima,di dividersi tra chi sostiene la famiglia echi sostiene le unioni di fatto o chi lottacontro le discriminazioni, perché su quelloinvece potremo sicuramente trovare deimodi più coinvolgenti per tutti, più con-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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divisi, per lottare contro le discrimina-zioni, su cui non credo ci sia un disac-cordo, assolutamente. Credo che, invece,qui si tratti della libertà di espressione,quindi di tutt’altro tema, e credo che nonsi faccia la lotta contro le discriminazioniattraverso l’autocensura o attraverso l’in-vito a censurare. Temo che, invece, inquesto decalogo, in queste linee guida dicensura sostanzialmente si tratti.

(Iniziative volte a salvaguardare i livellioccupazionali presso gli stabilimenti delleaziende STMicroelectronics e Micron pre-

senti in Italia – n. 2-00356)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Tripiedi n. 2-00356, concer-nente iniziative volte a salvaguardare ilivelli occupazionali presso gli stabilimentidelle aziende STMicroelectronics e Micronpresenti in Italia (Vedi l’allegato A – In-terpellanze urgenti).

Chiedo al deputato Davide Tripiedi seintenda illustrare la sua interpellanza.

DAVIDE TRIPIEDI. Signor Presidente,premetto che sono preoccupatissimo per ilavoratori di STM, che è un’azienda mul-tinazionale leader nel settore dello svi-luppo e della produzione di semicondut-tori su scala mondiale e tra le più impor-tanti al mondo nell’ambito delle memorienon volatili; e siamo orgogliosi che siaun’azienda partecipata dallo Stato cheguarda al futuro. In Italia, STM impiega4.500 dipendenti nel sito di AgrateBrianza, 1.000 a Cornaredo, 4.000 a Ca-tania, 300 divisi tra Napoli, Palermo eLecce, per un totale di 9.800 dipendenti.

Nel luglio 2007, presso il Ministerodello sviluppo economico, è stato siglatoun protocollo d’intesa nel quale, oltre aprevedere investimenti e dare prospettivaai siti italiani, si è accompagnata l’opera-zione di cessione del ramo delle memoriedi ST all’alleanza ST-Intel-Francisco Part-ners dalla quale è nata Numonyx.

Con tale protocollo il Governo si è fattogarante dell’intera operazione, sia perquanto riguarda la conservazione dei li-

velli occupazionali, sia per il manteni-mento delle attività produttive e di ricercanel territorio italiano. Nello stesso incon-tro, il Governo si è impegnato, tramitel’allora Ministro del tesoro, ora Ministrodell’economia e delle finanze, al manteni-mento della partecipazione azionaria dellaSTMicroelectronics, controllandola prati-camente con lo Stato francese. Nello stessoaccordo, ST si è impegnata ad affrontareeventuali problemi occupazionali per ilquadriennio successivo, rinnovando taleimpegno successivamente alla vendita aMicron presso il Ministero dello sviluppoeconomico.

Nel 2008, ST ha acquisito NXP Wirelesse poi, con un’alleanza con Ericsson mobileplatform, ha formato la società ST-Erics-son con l’obiettivo di diventare numerouno nel settore. Tale operazione ha peròportato ad importanti perdite economiche.

Nel 2010, ST, il Governo italiano eNumonyx decidono di cedere tutte le quotedella società in maniera definitiva a Mi-cron, multinazionale americana, che di-chiarerà da subito di non voler sfruttare ilcontratto di programma che prevedevainvestimenti al sud e al nord del nostroPaese, evitando così vincoli di permanenzain Italia. Tali operazioni hanno avuto unnotevole impatto industriale e un nontrascurabile risvolto sul sistema economicodel Paese.

La vendita di Numonyx ha significatocedere a una multinazionale americana unbagaglio tecnologico di brevetti, prodottiall’avanguardia e capacità professionali di-stribuiti nel più grande e innovativo centrodi ricerca tecnologico del Paese situato adAgrate Brianza, a cui vanno aggiunti i duecentri di progettazione di Arzano e diCatania, per un totale di 1.600 lavoratori,di cui 700 ad altissimo profilo professio-nale.

Le dirigenze di ST e Numonyx prima edi Micron poi avevano dichiarato di volergarantire lunga vita al settore della ricercanei siti italiani, grazie anche ad un ac-cordo di programma firmato con il Mini-stero dello sviluppo economico, il Mini-stero dell’istruzione, dell’università e dellaricerca e le regioni interessate di Lombar-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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dia e Sicilia, che avrebbero dovuto assi-curare alla Numonyx-Micron un finanzia-mento di 180 milioni di euro su genericiprogetti di ricerca. Tale progetto, così pocodefinito dalle aziende, a tutt’oggi ha creatola conseguenza di avere oltre mille posti dilavoro a rischio.

Micron ha annunciato una riduzionedel personale del 5 per cento a livellomondiale, equivalente a 1.500 dipendenticirca, che coinvolgerà anche i siti italiani,in particolare quello di Agrate, con laperdita di posti di lavoro di diverse cen-tinaia di dipendenti causata dal calo delfatturato e delle sovrapposizioni determi-nate dall’acquisto della multinazionalegiapponese Elpida che possiede centriavanzatissimi di ricerca e sviluppo inGiappone.

Micron ha annunciato l’intento di de-localizzare. A livello europeo, l’operazionedi acquisizione di NXP e la nascita diST-Ericsson hanno determinato uno squi-librio occupazionale a favore della Franciache ha visto crescere i dipendenti del-l’azienda a 11.000, facendo scendere quelliitaliani a 8.500. Lo Stato francese haadottato, in questi anni, una politica mi-rata di incentivi al settore della microe-lettronica, riuscendo a preservare e arafforzare i progetti nazionali del settore.

STMicroelectronics, oltre che ad essereuna controllata dello Stato francese, lo èanche dello Stato italiano attraverso unapartecipazione azionaria del 27,6 percento; il Governo italiano vorrebbe cederela quota di STMicroelectronics per 700milioni di euro. Cedere la quota cheattualmente lo Stato italiano possiede si-gnifica dirottare milioni di euro di inve-stimenti fuori dall’Italia nei siti presenti inFrancia e nel Sud-est asiatico, dove laconcorrenza sui costi non ha eguali ri-spetto a quella di un Paese come il nostroad alto costo del lavoro, fatto con produ-zione in assenza, nella maggior parte deicasi, di innovazione.

Se il Ministro interpellato ritenga op-portuno avviare una fase di mediazionenei confronti di STM e Micron per latutela dei posti di lavoro, coinvolgendo altempo stesso le istituzioni, a partire da

quelle locali, affinché ciascuno per le pro-prie responsabilità eserciti il proprio ruoloper garantire il mantenimento dell’occu-pazione in prospettiva futura; e se lostesso Ministro, a fronte degli intenti didelocalizzazione all’estero di parte dellaproduzione dei diversi siti delle aziende inquestione, intenda adottare misure pre-ventive atte ad assicurare un futuro lavo-rativo certo di tutti i dipendenti italianiattualmente impiegati nelle aziende STM eMicron.

PRESIDENTE. Il Viceministro del la-voro e delle politiche sociali, CeciliaGuerra, ha facoltà di rispondere.

MARIA CECILIA GUERRA, Vicemini-stro del lavoro e delle politiche sociali.Signor Presidente, l’interpellanza è rivoltaal Ministero del lavoro e delle politichesociali e al Ministero dello sviluppo eco-nomico; abbiamo quindi acquisito infor-mazioni presso tutti e due i Ministeri.L’interpellanza concerne la situazioneaziendale ed occupazionale della STM Srle della Micron Semiconductor Italia.

La STM è una nota società italo-fran-cese, partecipata in misura paritaria dairispettivi Governi nazionali, che opera nelsettore della ricerca e produzione di com-ponenti elettronici. La predetta società,avente sede legale ed amministrativa adAgrate Brianza e unità produttive dislo-cate sul territorio nazionale, occupa circa9 mila dipendenti.

In merito alle vicende societarie, facciopresente che la competente Direzione ter-ritoriale del Ministero che rappresento, ilMinistero del lavoro e delle politiche so-ciali, ha evidenziato in primo luogo chenegli ultimi tre anni non vi è stato alcunsignificativo ricorso agli ammortizzatorisociali, a riprova della stabilità dei livellioccupazionali. Soltanto nei primi mesi del2013 è stata attivata una procedura dicassa integrazione ordinaria che ha inte-ressato poche unità lavorative nello stabi-limento di Catania, ma attualmente questaprocedura si è già conclusa senza alcunriflesso sull’impiego dei lavoratori.

Per quanto invece concerne la MicronSrl, società appartenente alla holding sta-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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tunitense che opera nel settore dei semi-conduttori a livello mondiale, è presente inItalia con cinque siti produttivi, al mo-mento ubicati nelle stesse aree utilizzatedalla STM. La Micron Srl è attiva essen-zialmente nel mercato delle memorie perdispositivi industriali, fra cui i telefonicellulari, lettori MP3 e fotocamere digitali.Il competente ufficio territoriale di questoMinistero ha sottolineato che la predettasocietà sta effettivamente vagliando l’ipo-tesi di un eventuale trasferimento dell’at-tività produttiva svolta ad Agrate in altristabilimenti limitrofi alla medesima sede,motivando questa decisione con la finalitàdi conseguire minori oneri gestionali.

In merito alla situazione occupazionale,la Direzione territoriale del lavoro di Mi-lano ha evidenziato che la società haavviato, nel dicembre 2012, la proceduradi mobilità per riduzione di personale aisensi della legge n. 223 del 1991. Questaprocedura, terminata lo scorso 31 dicem-bre 2013, ha interessato 11 lavoratori nellostabilimento di Agrate e 9 in quello diCatania, ed era articolata sul criterio dellanon opposizione individuale, che preve-deva la riallocazione del lavoratore inte-ressato alla procedura presso reparti incui si creavano disponibilità per la cessa-zione di altri dipendenti. Al termine dellaprocedura gli 11 lavoratori di Agratehanno ripreso l’attività lavorativa, mentresu Catania 3 unità lavorative sono stateriallocate e le restanti 6 sono, al momento,inutilizzate pur rimanendo in forza all’im-presa.

Allo stato la Micron non ha previsto ilricorso agli strumenti di integrazione sa-lariale previsti dalla vigente normativa.Tuttavia, i responsabili aziendali hannoevidenziato che le strategie aziendali sononecessariamente assunte dalla holdingamericana che controlla la società italiana.

Il Ministero dello sviluppo economico –che abbiamo appunto interessato dellaquestione – ha fatto sapere che lo scorso11 dicembre si è svolto un incontro cuihanno partecipato rappresentanti del Mi-nistero dello sviluppo economico, deglienti territoriali e i vertici aziendali, lerappresentanze sindacali dei lavoratori,

riguardante la situazione della STM. Intale sede il rappresentante del Ministerodello sviluppo economico ha chiarito alleorganizzazioni sindacali che per il Go-verno il settore della microelettronica è unsettore strategico, non ci sarà disimpegno;in tal senso è già previsto, per il prossimo23 gennaio, un tavolo di settore sullamicroelettronica.

Ha chiarito anche che la partecipazionein STM è basata su accordi con lo Statofrancese, e per modificare la partecipa-zione italiana occorrerebbe quindi un ac-cordo con la Francia, che non è previsto:non ci saranno infatti modifiche degliaccordi in essere, e la partecipazione re-sterà paritetica con la Francia; qualsiasimodifica non potrebbe che avvenire inaccordo con il Governo francese, e sedovessero cambiare le quote cambiereb-bero in modo paritetico per entrambi gliStati.

Da ultimo, nel rilevare che ad oggi –questo è il punto importante per il nostroMinistero – non è stato richiesto dalleparti sociali alcun incontro per l’esamedella situazione occupazionale, posso,però, assicurare la massima attenzione delMinistero che rappresento, unita alla di-sponibilità ad un confronto con tutte leparti coinvolte, al fine di individuare lesoluzioni più idonee per i lavoratori inte-ressati, mettendo in campo tutti gli stru-menti previsti dalla normativa vigente asalvaguardia dei livelli occupazionali edelle condizioni reddituali delle personecoinvolte.

PRESIDENTE. L’onorevole Currò hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatto perla risposta all’interpellanza Tripiedi n. 2-00356, di cui è cofirmatario.

TOMMASO CURRÒ. Signor Presidente,noi ci dichiariamo insoddisfatti delle ri-sposte e innanzitutto esprimiamo la nostrasolidarietà a tutti quei lavoratori che oggiaffrontano le difficoltà appunto connessealle crisi che sono state oggetto dellanostra interpellanza.

Vorrei dire al Ministro, che la ringrazioinnanzitutto per aver ricordato la que-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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stione della CIG che è stata fatta a catenanel 2013 e dell’incontro che si è avutopresso il MISE l’11 dicembre. Siamo con-tenti che adesso, il 23 gennaio, si aprirà untavolo sul tema della microelettronica equindi del comparto dei semiconduttori.In merito alla questione che il Ministrosottolineava rispetto alla cessione di questequote e ai rapporti paritetici con la Fran-cia, devo dire che ciò che preoccupa – nonsoltanto noi, ma i lavoratori e le siglesindacali – è il fatto di quali saranno poile evoluzioni di quelle operazioni. Ci au-guriamo appunto che dietro l’ufficialità diqueste operazioni non si nascondano enon si annidino poi altri più oscuri e menochiari interessi e propositi che anche lìabbiano altri risvolti.

Allora, mi permetta di fare un ragio-namento più ampio rispetto a quello chelei ha qui testé sottolineato, perché vede,caro Ministro, il settore ed il compartodella microelettronica è un comparto in-dustriale ed una ricchezza manifatturieradel nostro Paese che a mio avviso e anostro avviso oggi è sotto-considerata dallapolitica. Noi rileviamo una distanza side-rale tra la concezione che la politica ha diquesto settore, dei potenziali innovativi etecnologici e, come sottolineava il collega,anche relativi alle risorse umane e alknow-how che è impiegato.

Prendo un attimo adesso traccia delmio discorso e dico che da più parti siodono proclami da parte di esponentiillustri dei partiti di maggioranza inerentila necessità di porre il lavoro al centrodell’agenda politica. Qui bisogna chiarire ilfatto che i cittadini devono aspettarsi dallapolitica una chiara e netta posizione infavore dei lavoratori e del lavoro in senoad un’azienda come la STMicroelectronics.Non si tratta qui di mantenere in piediposti di lavoro con logiche assistenziali,come si è fatto e si continua a fare anchecon altri comparti manifatturieri del no-stro Paese e per mantenere anche il nostrotessuto produttivo italiano, ma si tratta ditenere salda in mano al nostro Paesel’opportunità di investire in un settoreproduttivo di eccellenza, di altissimo pro-filo per il valore aggiunto dei suoi prodotti.

Si tratta di sostenere la crescita, quellafamosa crescita di cui tanto teorizzate –ma appunto solo teorizzate – attraverso illavoro e partendo dal lavoro, nonché daun piano di politiche di sviluppo chepossono e devono vedere lo Stato svolgereattivamente il proprio ruolo di indirizzosulle politiche di investimento delle suestesse partecipate. Nel settore della mi-croelettronica e nella ST in modo parti-colare ce n’è l’opportunità, signor Mini-stro. Diciamolo a chi ci ascolta, cerchiamodi chiarire il quadro: ST rappresenta unasocietà multinazionale sana, che ha saputofare della sostenibilità socio-economica eambientale un valore centrale, imponen-dosi come un soggetto credibile e affida-bile che produce ricerca e sviluppo intecnologie avanzate e che procura sulterritorio nazionale notevoli opportunitàdi sviluppo.

Non so se ci ricordiamo di cosa stiamoparlando, parliamo di quella storia im-prenditoriale, industriale e manageriale laquale, in un periodo in cui era ancoralontana anni luce l’idea che la sostenibilitàambientale potesse essere coniugata conl’idea di profitto, ebbene la ST lo dimo-strava al mondo intero e ne suggeriva unmodello da adottare per tutti.

Era il lontano 1997 e da allora ci siaspettava una progressiva crescita del set-tore nel nostro Paese, che non vi è stata.Al Sud, poi, rappresenta, senza paura dismentita – lo dico con piena chiarezza –la più avanzata e brillante realtà indu-striale. Un tempo la politica parlava di« questione meridionale » per indicare lostorico problema del mancato sviluppo delMezzogiorno. Poi, il termine è caduto indisuso, ma la questione è sempre lì, si-gnori. La ripropongo io alla politica, lariproponiamo noi alla politica, in unachiave propositiva e innovativa, la que-stione meridionale. Esiste una Silicon Val-ley italiana: si chiama « Etna Valley », undistretto tecnologico che potrebbe essereper il Mezzogiorno e per il Paese interouna via di emancipazione storica.

Non facciamola morire, per favore ! Èun patrimonio di cui andare orgogliosi,signor Viceministro. Il Governo attui ed

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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eserciti le proprie attribuzioni e i propridiritti e poteri partecipativi sociali; incidasulla Regione siciliana, per esempio, inmodo serio e immediato. Vi è una lati-tanza inaccettabile, da questo punto divista. Indirizzi le politiche di investimento,ponendo a priorità i progetti ed i pianiindustriali. La invito a far visita ai plant diproduzione catanesi e di Agrate: uscirà dalì dentro entusiasta e contribuirà ad av-vicinare la politica alla percezione diquella realtà manifatturiera.

Sa che meraviglia vedere dentrol’azienda, a Catania, le fotografie delledonne degli anni Sessanta che già lavora-vano li, perché all’epoca poi l’azienda ebbeun’evoluzione: impiantò i primi plant, ne-gli anni Sessanta si facevano vecchi tran-sistor. Ebbene, queste donne, giovanissime,vivevano una stagione di emancipazionesociale. Attorno a quella realtà industriale,cioè, si viveva un’emancipazione socialedelle donne. Quindi, al Sud, quello rap-presentava un faro per lo sviluppo. Ogginoi dobbiamo assolutamente conservarequel patrimonio storico e sociale.

L’errore che il Governo italiano stafacendo, signori, è quello di non conside-rare che ST, oltre a quanto detto, èun’azienda che genera utili, che ogni annoapporta dividendi per circa 40 milioni dieuro al bilancio dello Stato ed ulteriorimilioni di euro in tasse e contributi. Oggigli intendimenti sono quelli di rinunciarea questa voce di entrata per adempiereagli impegni di cassa del Patto di stabilità ?Occhio, signori, è uno scenario già visto eche presenta profili di rischio sui qualiquesta forza politica non lesinerà alcunosforzo di controllo.

Vi stiamo con il fiato sul collo. Ilavoratori dei siti di Agrate, Brianza, Cor-naredo, Catania, Napoli, Palermo e Leccechiedono chiarezza, laddove, e non è cir-costanza di poco conto, la STMicroelectro-nics impiega un considerevole numero didipendenti nelle realtà del Sud Italia, dovealtresì, solo attraverso proclami, ma noncon i fatti, come dicevo poc’anzi, questoGoverno paventa iniziative per il rilanciodell’occupazione. La Commissione euro-pea, signor Viceministro, ha varato una

campagna per coordinare gli investimentipubblici – è questo un punto importan-tissimo – nel settore della micro e nanoe-lettronica, il famoso Horizon 2020, conl’obiettivo di espandere la base manifat-turiera europea di punta.

La cosa grave è che, in un momento incui la UE decide di investire in questosettore 100 miliardi di euro, che si stimapossano creare, negli Stati membri, 250mila nuovi posti di lavoro, noi decidiamodi scendere da questo treno e siamo oggicostretti a discutere di rischi occupazionaliin seno ad una realtà aziendale sana e perdi più ricca di prospettive, come ho sot-tolineato, ma non per una crisi di settore– faccio notare che ultime rilevazioni suMicron parlano di rally sui mercati azio-nari e anche la STMicroelectronics pre-senta utili di fatturato –, non perché nesussista alcuna effettiva necessità, ma soloa causa di scelte strategiche che risulte-rebbero improbe ed illogiche, se non ad-dirittura subordinate a dinamiche estraneeagli interessi nazionali, nel momento incui prevedessero svendite e dismissioni,con relative possibili ricadute sul pianooccupazionale per la STMicroelectronics,nonché per il comparto in genere.

Allora, occorre difendere l’italianità,caro Viceministro, quando già altri Paesimembri lo fanno. Veda Francia e Germa-nia: la Francia difende questo settore, se lotiene come un gioiello; la Germania, aDresda, riesce ad attuare politiche di svi-luppo eccezionali. Hanno una capacità diattrazione dei capitali che è fantastica. Noirestiamo sempre indietro, non si capisceperché.

PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

TOMMASO CURRÒ. Termino, termino,Presidente. La ringrazio. Allora bisognadare segnali chiari in tal senso; già questodarebbe fiducia ai lavoratori, agli impie-gati, alle loro famiglie. Non pensate cheabbiano diritto di sentirsi difesi e tutelatidallo Stato ?

Perché deve sempre giungere loro unmessaggio di schiavitù a rigori contabili ?Non lo riusciamo a comprendere questo ?

Atti Parlamentari — 39 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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Se siete in buona fede spiegatelo conchiarezza a loro ed a noi. Ed allora, signorMinistro, concludo chiedendo di non sot-tovalutare l’enorme opportunità che ci sipresenta dinanzi garantendo standard oc-cupazionali relativamente al settore vera-mente strategico e brillante dei semicon-duttori e della microelettronica. Sono si-curo che ST saprà cogliere le opportunitàche saranno offerte dalle politiche europeedi coesione e sviluppo, ma il Governofaccia la sua parte, noi – siccome nonpossiamo e non dobbiamo perdere questaoccasione – vi staremo con il fiato sulcollo (Applausi dei deputati dei gruppi Mo-Vimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Li-bertà).

(Iniziative urgenti in merito alle condi-zioni dei migranti nel Cento di soccorso edi prima accoglienza di Lampedusa e aduna riforma complessiva dei centri diidentificazione ed espulsione e dei centri

di accoglienza – n. 2-00355)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Fratoianni ed altri n. 2-00355, concernente iniziative urgenti inmerito alle condizioni dei migranti nelCento di soccorso e di prima accoglienzadi Lampedusa e ad una riforma comples-siva dei centri di identificazione ed espul-sione e dei centri di accoglienza (Vedil’allegato A – Interpellanze urgenti).

Chiedo all’onorevole Migliore se in-tenda illustrare l’interpellanza Fratoiannin. 2-00355, di cui è cofirmatario, o se siriservi di intervenire in sede di replica.

GENNARO MIGLIORE. Signor Presi-dente, grazie signor sottosegretario, inquesto momento ritengo sia assolutamenteprioritario che il Governo e il Parlamentointervengano per una modifica comples-siva della legislazione vigente riguardo lamateria concernente l’afflusso dei mi-granti, la loro condizione di vita – e spessodi detenzione – sul nostro territorio, lanostra capacità di interpretare questo mu-tamento epocale che ormai si protrae da

molti decenni, alla luce delle esigenze eanche del riconoscimento di uno Stato chedovrebbe ritenersi realmente civile.

Per questo motivo noi, immediatamenteall’indomani di quelle che furono imma-gini scioccanti riprese dal servizio pub-blico nazionale, dal TG2, presentammoquesta interpellanza urgente. I motivi diurgenza di questa interpellanza, legati allacondizione del centro di Lampedusa, inparte sono stati affrontati anche dal Go-verno, e questo lo riconosciamo. Ad ognimodo, all’indomani della più grandestrage, almeno tra quelle conosciute, checolpì e funestò il Mar Mediterraneo e checi portò lì, assieme alla Presidente dellaCamera Laura Boldrini e ad una delega-zione di parlamentari, tra i quali il collegaCurrò che ha appena parlato, noi verifi-cammo le condizioni davvero intollerabilidel centro di Lampedusa. Si tratta dicondizioni largamente denunciate e previ-ste che vedevano un sovraffollamento te-stimoniato solo dopo molti mesi e l’enne-sima denuncia sul servizio pubblico na-zionale davanti a milioni di cittadine ecittadini offesi e sgomenti rispetto a quelloche dovrebbe essere il dovere di uno Stato.

Per questo motivo io penso che il casodi Lampedusa, rispetto al quale il Governoha operato un parziale svuotamento – oggiè sostanzialmente al di sotto anche dellacapacità di accoglienza –, debba essereutilizzato da noi per interrogare il Go-verno sugli interventi strutturali e perma-nenti relativamente alla politica di acco-glienza. Ovviamente, per quanto ci ri-guarda, il primo intervento dovrebbe con-templare una revisione complessiva dellanormativa a partire dalla Bossi-Fini cheha istituito una serie di reati alcuni deiquali si sono aggiunti anche in corsod’opera dopo la prima approvazione: miriferisco al reato di clandestinità ed alladefinizione di una serie di centri concen-trazionali che vanno ben al di là dellostesso mandato previsto dalla legge. Siconsente ad una serie di appaltatori digestire questi centri traendone grossi pro-fitti, senza la presenza dei servizi minimi

Atti Parlamentari — 40 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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da rendere ai migranti, spesso appenaapprodati sul nostro territorio dopo fati-cosi e pericolosi viaggi.

Noi quindi siamo convinti che si debbatrovare un intervento assolutamente strut-turale. È necessario chiudere i CIE, bastiricordare anche gli ultimi accadimenti,quelli che hanno visto la rivolta dellebocche cucite a Ponte Galeria e ciò che èaccaduto in tanti altri centri. È necessarioche non vengano più considerati dei veri epropri ghetti i CARA, come il CARA diMineo, che è in questo momento con unapopolazione stimata di qualche migliaio dipersone, oltre al doppio della capacità diaccoglienza. È necessario che i centri diaccoglienza siano davvero dei centri diprima accoglienza, nei quali la perma-nenza non possa superare che qualchegiorno.

Quindi, nelle more di una revisionecomplessiva della materia e anche dellalegislazione vigente, di una normativa ade-guata relativamente al diritto di asilo ealla possibilità di concedere, in una nuovariorganizzazione di queste politiche, anchedei permessi per ricerca di lavoro innan-zitutto ai migranti che affluiscono sulnostro territorio, io penso che si debbaintervenire sulle condizioni con un moni-toraggio, così come è stato fatto a Lam-pedusa, che non necessiti l’arrivo delletroupe dei TG.

Peraltro, noi abbiamo fatto nel corso diqueste settimane una serie di interventi edispezioni a sorpresa e come gruppo di SELsiamo stati presenti in molti centri perdenunciare le condizioni che in manierapiù eclatante sono state manifestate allapopolazione italiana appunto da quel ser-vizio del TG2. Ed è per questo motivo cheio ritengo che non siamo né al sicurorispetto a quelli che sono i doveri di unoStato nei confronti di persone che nonpossono essere detenute – in ragione delfatto che sono migranti magari richiedentiasilo –, ma eventualmente solo identifi-cate, e che si debba essere attenti anche invirtù dei numerosi moniti che sono statilanciati dalla Commissione europea ri-

spetto alla condizione nei nostri centri,condizione – ripeto – che è ormai al di làdi ogni tollerabilità.

Questo è il motivo per il quale mirivolgo con grande intensità al Ministerodell’interno, al Ministero per l’integrazioneed in generale a tutto il Governo. Si trattadi una questione che ha pari valore edignità rispetto alla stessa condizione or-mai insopportabile ed inumana nelle car-ceri italiane. Infatti in questi centri, difatto, si pratica un regime detentivo e nonpossono, questi centri, esercitare un re-gime detentivo, con una serie di limita-zioni della libertà personale – al di là diquella di movimento – che non possonoessere contemplate in un Paese civile.

Questo è il motivo per il quale noi lainterpelliamo, perché vorremmo che ogninostra sollecitazione costituisse un incen-tivo a risolvere i problemi a legislazionevigente e un indirizzo rispetto a quelle chesono le scelte che dovranno essere com-piute dal Parlamento in maniera da rive-dere tutta la normativa.

Per questo motivo, peraltro, ritengo chesi debba essere molto più incisivi anche allivello europeo. Siamo alla vigilia di un’im-portante competizione elettorale, comequella delle elezioni europee. Credo che iltema di quale Europa vogliamo sia untema centrale, che sta a cuore a molte ea molti di noi, in particolare a coloro iquali respingono la crescita dei naziona-lismi e del populismo, che si alimenta,come è ben noto, da pulsioni xenofobe. Exenofobe sono le leggi dello Stato italiano,che sono state realizzate in un clima dixenofobia al Governo, clima che io auguro,pur dall’opposizione a questo Governo,possa essere respinto da questo Esecutivo.

Questo clima, che è stato prima politicoe poi normato da leggi dello Stato, oggideve essere invertito, sia con una campa-gna all’interno dell’opinione pubblica, chedia il dovuto rispetto alle persone, indi-pendentemente dalla loro provenienzageografica, sia con la possibilità di inter-venire sulla scena europea alla vigilia deldelicato semestre europeo alla Presidenzaitaliana, nel quale noi non ci possiamopresentare né con questa condizione delle

Atti Parlamentari — 41 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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carceri – insisto a dirlo – né con lacondizione, che registriamo quotidiana-mente, dei centri di accoglienza, dei centridi identificazione ed espulsione e dei cen-tri per i richiedenti asilo, che sono sulnostro territorio.

Cosa volete fare ? Questa è la nostrainterpellanza. Non ci venga a dire chequello che è stato già fatto a Lampedusaè sufficiente. È meno di quello che eratollerabile, visto che noi avevamo denun-ciato esattamente le stesse cose immedia-tamente dopo il grande naufragio dei mesiscorsi. Quindi, ci dica il Governo cheintende fare dal punto di vista sistemico,complessivo, stabile, rispetto al nostroPaese. Noi lo chiediamo con pacatezza econ fermezza ed è il motivo per il qualenon smetteremo mai di presentare né attidi sindacato ispettivo né proposte di leggené interventi che mirino a sottolinearequesto come uno dei punti centrali da cuiripartire per dare dignità non tanto aquelle che sono delle iniziative di unpartito, ma alle persone alle quali questadignità è stata negata e allo Stato, il nostroStato, che questa dignità l’ha perduta.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato per l’interno, Domenico Manzione,ha facoltà di rispondere.

DOMENICO MANZIONE, Sottosegreta-rio di Stato per l’interno. Signor Presidente,con l’interpellanza all’ordine del giorno glionorevoli Fratoianni, Migliore ed altri –l’onorevole Migliore l’ha appena illustrata– riportano al centro dell’attenzione unepisodio che si è verificato a Lampedusa epiù in generale, traendo spunto da quello,la situazione dei CIE e dei centri diaccoglienza. Per quanto riguarda l’episodiodi Lampedusa, la rabbia e l’indignazioneper la vicenda, sulla quale aveva già rife-rito in quest’Aula il Ministro dell’interno,impongono una risposta immediata perevitare che fatti del genere ovviamenteabbiano a ripetersi.

In questa ottica – l’ha già detto ilMinistro Alfano e lo ripeto oggi io – èstata immediatamente avviata una proce-dura di risoluzione della convenzione con

la cooperativa affidataria della gestione delCentro per grave inadempienza contrat-tuale, alla quale farà seguito l’affidamentoad un nuovo gestore, che potrebbe essereindividuato in un soggetto di indiscussacapacità e di assoluto prestigio internazio-nale, come per esempio la Croce Rossaitaliana.

Ovviamente questa strada va verificatadal punto di vista della praticabilità giu-ridica per l’ottima ragione che, come l’in-terpellante sa, i centri sono affidati, aseguito di gara d’appalto, a struttura pri-vata e non sono gestiti direttamente dalMinistero dell’interno.

Nella stessa direzione, però, traendospunto da quell’episodio, sono state forniteprecise indicazioni alle singole prefettureinteressate, che sono poi gli organismideputati al controllo del rispetto dei ca-pitolati, che, per l’appunto, consentano diverificare l’adempimento di tutti gli obbli-ghi cui i privati gestori sono tenuti, affin-ché, tramite queste indicazioni, di intesacon le organizzazioni umanitarie aderential progetto Praesidium, dispongano unpiano straordinario di ispezioni più inci-sive possibilmente di quelle che ci sonostate fino ad ora, volte a verificare chenell’espletamento dei servizi erogati agliospiti delle strutture di accoglienza siasempre tutelata la dignità dei migranti,nonché garantite le condizioni di sicurezzaall’interno dei centri.

Sotto un profilo più generale – vistoche era questo il secondo obiettivo del-l’interpellanza – dall’inizio di questa legi-slatura posso segnalare che sono stateavviate molte iniziative sul tema dell’asiloe dell’accoglienza sia sul piano operativo,sia su quello normativo, anche in rispostaal massiccio afflusso di migranti verifica-tosi sulle nostre coste, dal momento che,bene o male, con i numeri bisogna poi indefinitiva confrontarsi. In effetti, lo scorsoanno sono giunti oltre 43 mila stranieri dicui più di 14 mila sono sbarcati a Lam-pedusa.

In particolare, sono state attivate circa60 strutture temporanee di primissimaaccoglienza ed è prevista la prossima isti-tuzione, a San Giuliano di Puglia, di un

Atti Parlamentari — 42 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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nuovo centro governativo dedicato ai mi-granti vulnerabili, famiglie e minori inparticolare, nel quale potranno essereospitate fino a 1.000 persone.

Nei prossimi mesi dovranno pure con-cludersi i lavori di ristrutturazione delCentro di soccorso e prima accoglienza diLampedusa, iniziati il 10 novembre scorso,che consentiranno di ampliarne la ca-pienza fino a più di 350 posti.

Queste iniziative avranno positive ri-percussioni sulla gestione del Centro, ri-ducendo la possibilità che si verifichinocondizioni di sovraffollamento e di ecces-siva sollecitazione della ricettività dellastruttura, come quelle che l’interpellanteevidenziava dinanzi.

In ogni caso voglio ricordare che, nel-l’ambito del piano dei trasferimenti pre-disposto dal competente dipartimento delMinistero dell’interno, i cittadini stranierigiunti sull’isola di Lampedusa vengonorapidamente condotti, a mezzo nave o volicharter, verso altri centri e strutture dellarete SPRAR dislocati sul territorio nazio-nale.

Per quanto riguarda le presenze diimmigrati nel Centro, negli ultimi giornisono stati ospitati diciassette cittadini stra-nieri. Mi preme sottolineare però che sitratta di cittadini stranieri a disposizionedell’autorità giudiziaria per esigenze pro-cessuali, cioè che non si trovano lì per unascelta del Ministro dell’interno o del Mi-nistero dell’interno, bensì per scelte –sulle quali non è possibile da parte nostrainterferire – dell’autorità giudiziaria.

Il cittadino siriano, autore del videotrasmesso dagli organi di informazione, siè allontanato arbitrariamente dal Centronella mattina del 29 dicembre scorso conuna nave diretta a Porto Empedocle, men-tre nella giornata di ieri tre cittadini dinazionalità eritrea sono stati trasferiti alCentro di Pozzallo dopo aver partecipato aun’udienza presso il Tribunale di Agri-gento.

Attualmente, quindi, in conclusione,presso il Centro di Lampedusa risultanopresenti 13 persone, e sono tutte personea disposizione dell’autorità giudiziaria,come rammentavo prima. Questi migranti,

infatti, parteciperanno nelle prossime set-timane a due udienze presso il Tribunaledi Palermo, a conclusione delle quali sa-ranno accompagnati presso il predettoCentro di Pozzallo.

Più specificatamente, venendo alle fasisuccessive alla prima accoglienza e aipercorsi preordinati all’inclusione sociale,mi preme evidenziare gli sforzi, anchefinanziari, sostenuti per l’ampliamento delSistema di protezione per richiedenti asiloe rifugiati, cosiddetto SPRAR. Il Sistema,che garantisce già oggi quasi diecimilaposti in accoglienza (erano tremila neglianni scorsi), sarà ulteriormente potenziatofino a raggiungere nel corso del prossimotriennio la non trascurabile cifra di sedi-cimila posti.

Gli enti locali restano comunque ob-bligati a garantire una percentuale di postiaggiuntivi, qualora se ne ravvisi l’esigenza,sulla base di un modello di accoglienzavolto sempre più al coinvolgimento attivoe responsabile dei territori.

In questo contesto, ricordo anche che èstata potenziata la rete delle Commissioniterritoriali per il riconoscimento della pro-tezione internazionale, con l’istituzione, inaggiunta alle dieci Commissioni esistenti,di sei sezioni, che potranno essere ulte-riormente aumentate fino a un massimo didieci.

L’impegno del Ministero dell’internoproseguirà con la revisione del capitolatogenerale di appalto per la gestione deicentri di accoglienza, in un’ottica di ra-zionalizzazione e di miglioramento deiservizi attualmente resi.

Nel contempo, sarà emanata una di-rettiva di carattere generale sulle buoneprassi individuate dalle organizzazioniumanitarie che curano il monitoraggio sulfunzionamento dei centri per immigrati efornite indicazioni sui correttivi da appor-tare per una migliore organizzazione deiservizi e ovviamente per rendere la disci-plina omogenea su tutto il territorio na-zionale, visto che oggi, quando diventa unproblema di ordine pubblico, tende adessere singola per ogni singolo centro.

Saranno poi rivisti i prezzi posti a basedelle gare per l’affidamento della gestione

Atti Parlamentari — 43 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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dei centri, anche in rapporto alla lorocapienza, al fine di elevare da una partegli standard dei servizi erogati, dall’altra diconsentire di una maggiore partecipazionee – da augurarsi – una partecipazione ilpiù possibile qualificata dei soggetti chepoi gestiranno i centri medesimi.

Voglio anche assicurare che sarà curadel Ministero dell’interno accelerare itempi di attuazione delle nuove direttivecomunitarie in materia di accoglienza deirichiedenti la protezione internazionale(cosiddetta « direttiva accoglienza ») e diprocedure comuni ai fini del riconosci-mento e della revoca dello status di pro-tezione internazionale (cosiddetta « diret-tiva procedure »). Ciò consentirà di giun-gere, nel minor tempo possibile, a unadefinizione più puntuale delle regole chepresiedono al sistema di accoglienza ita-liano, anche con riguardo all’attività dimonitoraggio e alla regolamentazione degliaccessi ai centri, mediante l’introduzionedi norme che semplifichino le proceduredi esame delle domande di protezioneinternazionale, anche al fine evidente-mente di accorciare i tempi di perma-nenza in queste strutture.

Il Governo è consapevole che i pro-blemi segnalati dagli onorevoli interpel-lanti vanno affrontati con decisione eintende farlo in questa logica, promuo-vendo, pur nelle attuali ristrettezze dibilancio, un significativo miglioramentodegli standard di accoglienza e un maggiorlivello di sicurezza degli stranieri e deglioperatori dei centri.

Per quanto riguarda la riforma com-plessiva dell’intero sistema (sul quale pe-raltro vi sono state due mozioni con ilparere favorevole del Governo approvatein quest’aula che costituiscono un po’ unaroad map di quelli che saranno i passisuccessivi) ovviamente le modifiche nor-mative richiedono un percorso normativodi più ampio respiro, in quanto necessi-tano di un sostanziale contributo da partedi quest’Aula, in considerazione della par-ticolarità della materia, destinata inevita-bilmente ad incidere sul delicato equilibriotra sicurezza e diritti fondamentali dellapersona.

PRESIDENTE. L’onorevole Migliore hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatto.

Prima però mi consenta di salutare glialunni e i docenti dell’Istituto comprensivostatale « Via Anagni » di Roma, che stannoassistendo ai nostri lavori dalle tribune(Applausi).

Prego, onorevole Migliore.

GENNARO MIGLIORE. Signor Presi-dente, signor sottosegretario, no, non sonosoddisfatto, non siamo soddisfatti proprioper la conclusione del suo intervento. Leiha illustrato con metodica precisione qualisono gli interventi che il Governo intendefare e ha ribadito che è in quella logica,cioè nella logica di potenziare le struttureche in questo momento sono delle vere eproprie strutture detentive, dei veri e pro-pri luoghi concentrazionali, che si intendeagire. Sarebbe necessario, davvero urgente,visto che voi siete abituati a fare tantidecreti, intervenire su questa materia spe-cifica che non riguarda solo il sistemacomplessivo dell’accoglienza degli immi-grati ma riguarda specificamente la con-dizione nella quale vengono trattenuti cit-tadini di provenienza straniera extracomu-nitaria e sarebbe opportuno che si inter-venisse nella via più celere e, quindi, nondemandando semplicemente al Parla-mento.

Avete fatto decreti su tutto, su moltequestioni che non avevano alcun caratteredi urgenza; persino il Presidente dellaRepubblica vi ha redarguito fino al puntotale che avete ritirato uno di quei decreti,quello cosiddetto salva Roma, che erastato « imbottito » di una serie di misureinutili. Non voglio ripercorrere quellastrada. Però cosa c’è di più urgente dipersone alle quali viene privato il diritto diessere persone libere e persone alle qualivengono riconosciuti gli standard minimiumanitari sulla base di quella che è lanormativa e anche il buonsenso interna-zionale e nazionale che in questo mo-mento, invece, vengono detenuti in unacondizione atroce ? Lei stesso ha ricordatoche saranno aperti nuovi centri nei qualisi immagina di avere capienze fino a millepersone. Se l’esempio è quello del CARA

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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di Mineo in Sicilia, queste mille divente-ranno duemila perché il problema nonpuò essere risolto e affrontato in questitermini. E le do anche un suggerimento e,tramite lei, a tutto il Governo: ci sarebbeun grande risparmio per le nostre casse,per il bilancio dello Stato se si adottasseuna politica di accoglienza completamentediversa.

Molte di queste persone sono qui per-ché intendono transitare sul nostro terri-torio, magari per ricongiungersi ad altrepersone, loro familiari, che sono in altriPaesi d’Europa. Vi è il fatto che l’Italia èun tramite e il fatto che noi, come Stato,col vostro Governo, non abbiamo fattonulla rispetto, per esempio, ad un inter-vento che potesse garantire a queste per-sone una celere possibilità di attraversa-mento del nostro territorio, anche in sedeeuropea e anche negoziando – come erastato detto – un sistema di accoglienza aLampedusa che coinvolgesse gli altri Paesieuropei e non solamente che fosse consi-derato un fatto italiano, aggiungerei io unfatto dei cittadini di Lampedusa e dellaloro sindaca, che hanno dimostrato unagrandissima sensibilità umana, una capa-cità che il nostro Stato nel suo complessonon è riuscito a dimostrare.

Se, come giustamente ha dettol’Espresso, l’uomo dell’anno è quella per-sona che è andata in mare a salvare gliimmigrati, che stavano affondando insiemealla loro carretta del mare, se a Natalesono stati ospitati dalle famiglie di Lam-pedusa, io non capisco per quale motivo loStato italiano non provveda non a consi-derare il sistema di accoglienza dei co-muni come utilizzabile nel momento in cuisi va in sovranumero, ma a destinarepiccoli gruppi, piccoli gruppi anche fami-liari, ai tanti comuni italiani (sono più di8 mila) che in questo modo potrebberodimostrare – e sono sicuro che se netroverebbero tante di persone di buonavolontà, nelle amministrazioni locali e trale famiglie italiane che più del Governoitaliano sarebbero in grado di dimostrareciò – qual è una buona pratica di acco-

glienza e qual è il biglietto da visita chel’Italia può mettere in campo rispetto almondo.

Perché questi migranti sono cittadinidel mondo, sono cittadini del mondo evanno rispettati per questo. Non hannofatto nulla e vorrei sapere, visto che lei hariferito che ci sono, per esempio, ancora aLampedusa delle persone a disposizionedell’autorità giudiziaria, se per caso questepersone sono incriminate per reato diclandestinità, un reato per il quale siprocede d’ufficio e che ha visto, con lavergogna del nostro Paese, i superstiti diun naufragio, che ha visto morire oltre 300persone e 150 persone sono sopravvissute,ritrovarsi ad essere di fronte a un tribu-nale, invece che di fronte ad uno Stato cheli accogliesse nel momento in cui avevanoscampato la morte.

Questo è il punto rispetto al quale ilnostro Stato deve dare una risposta, eparlo dello Stato perché per me questa èuna responsabilità che deve essere in capoa tutta la nostra amministrazione: il Par-lamento, il Governo, le strutture ammini-strative. Anche il fatto – che lei giusta-mente ha ricordato – che questa nostralegge prevede che le strutture di acco-glienza siano gestite da privati, ma checos’è, se non la volontà di esercitare unasorta di rimozione delle responsabilità delnostro Paese ? Intanto si dà a qualcuno,poi bisognerebbe andare a vedere di chisono queste strutture appaltanti, qualisono le parentele, le amicizie, i motivi peri quali ci sono alcune posizioni e alcuneaziende che la fanno da padrone in questosettore in tutta Italia. Ma questo è un altroaspetto, che magari esamineremo in un’al-tra interrogazione. Ma che cos’è, se non lavoglia di liberarsi di questo problema ?Almeno su questo punto dovreste interve-nire con urgenza.

Fallito ! È fallito il sistema di delegaalle strutture appaltanti private, è fallito !Non ce n’è uno, di centro, che voi possiateesibire come un modello. Non ce n’è uno !E siccome sono ormai tanti e la capacitàdi accoglienza l’ha detta lei, non è che iodevo dimostrare quali sono quelli chevanno male, siete voi che dovete dimo-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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strare quali sono quelli che funzionano eper quale motivo per questi appalti avetela necessità addirittura di vedere tutto ilcapitolato. Voi avete applicato un dispo-sitivo biopolitico di controllo di rimozionesistematica del problema.

Prendete le persone, non possono es-sere inserite nel tessuto sociale e, quindi,devono essere affidate a carcerieri, perchéquesta è la struttura. Basta andare aparlare proprio con quelle strutture uma-nitarie a cui lei faceva riferimento. Io hoparlato con quelli del presidio e ci hannoraccontato che la situazione non era so-stenibile, che sono sprecati tantissimi soldiall’interno di questa politica che, ormai, èdiventata un gigantesco affare, mentre,invece, dovrebbe essere una gigantescaresponsabilità.

Io la sfido: il nostro modello alterna-tivo, che è quello che prevede la chiusuradei CIE e la definizione di altri strumentiper l’identificazione e per consentire aqueste persone di avere l’opportunità an-che di permanere sul nostro territorio,costerebbe molto, molto, molto meno e,soprattutto, avrebbe un altissimo valoreaggiunto rispetto alla dignità delle per-sone.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GENNARO MIGLIORE. Poi mi lascidire un’altra cosa, e concludo. Voi doveteaffrontare il tema di Frontex, cioè deldispositivo che avete messo, tutto militaree repressivo, che, di fatto, pattuglia lenostre zone. Voglio qui ringraziare i mi-litari, quelli della Guardia costiera, chesono impegnati nel salvare le persone,perché sono uomini di mare e sannobenissimo che non si lascia affogare unapersone inerme. Ma il dispositivo è sba-gliato, perché bisognava intervenire, comeera stato detto e ricordato anche dallaPresidente della Camera, anche con inter-venti che andavano ad aprire uffici per irichiedenti asilo in territorio libico, garan-tire passaggi che non fossero affidati atrafficanti di uomini e avere la possibilitàdi un flusso regolare.

Lei ha detto che sono arrivati ben 40mila immigrati. E che cosa sono 40 mila

immigrati ? Lo sa quali sono i numeri ? Losa meglio di me, perché lei studia, diciamocosì, i numeri di altri Paesi dall’osserva-zione privilegiata del suo Ministero: sonotre, quattro, anche dieci volte tanti. E noidobbiamo essere in grado di dare unarisposta civile, non burocratica, a questaemergenza e – insisto – avete anche glistrumenti per farlo, anche quello delladecretazione d’urgenza. I CIE vanno chiusie vanno rispettate le persone che lì sonodetenute.

(Chiarimenti in merito alla nomina di uncomponente del consiglio d’amministra-

zione del Formez PA – n. 2-00354)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Andrea Romano n. 2-00354,concernente chiarimenti in merito allanomina di un componente del consigliod’amministrazione del Formez PA (Vedil’allegato A – Interpellanze urgenti).

Chiedo all’onorevole Andrea Romanose intenda illustrare la sua interpellanza ose si riservi di intervenire in sede direplica.

ANDREA ROMANO. Signor Presidente,illustrerò questa nostra interpellanza,credo, utilizzando solo una parte deltempo che ci è stato concesso. La nostrarichiesta al Governo riguarda il Formez. IlFormez è un’istituzione di nobile storia edi nobilissime funzioni: nacque negli anniSessanta, nel quadro di una intensa emeritoria attività dello Stato italiano per ilrilancio delle pubbliche amministrazionisoprattutto nel Mezzogiorno d’Italia e,quindi, di supporto anche alle riformedell’innovazione amministrativa, in quelloche doveva essere allora – e per lungotempo fu – uno strumento essenziale peril buon funzionamento dello Stato e dellapubblica amministrazione nel nostroPaese.

Nel 2010, il Formez, dopo un periodoprolungato di attività, venne ristrutturatoattraverso un intervento del Governo voltoa renderlo ancora più efficiente, quindi,volto a dotarlo di strumenti più aggiornati

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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rispetto a quelle che erano, negli anniSessanta, funzioni relative all’Italia e allapubblica amministrazione italiana di que-gli anni – per l’appunto gli anni Sessanta– che, invece, nel decennio che è in corsosono naturalmente cambiate.

In questo quadro, nel quadro del de-creto legislativo del 25 gennaio 2010, n. 6,volto appunto a rilanciare il Formez,venne deciso saggiamente, a nostro parere,che i componenti dell’organismo di go-verno del Formez, quindi, del consiglio diamministrazione del Formez, dovesseroessere scelti due dal Ministero della pub-blica amministrazione e due dall’assem-blea dei soci del Formez e dovesseroessere scelti tra esperti di qualificata pro-fessionalità nel settore vocazionale delFormez e, quindi, della formazione e del-l’organizzazione delle pubbliche ammini-strazioni.

Nello specifico, mi permetto, Presi-dente, di citare un passaggio del decretolegislativo 25 gennaio 2010, n.6. Nellospecifico – cito – « i componenti delconsiglio di amministrazione di FormezPA sono scelti – recita questo decreto –tra persone di elevata e comprovata pro-fessionalità specifica nelle materie di com-petenza dell’associazione Formez, e dun-que – cito ancora –, magistrati ordinari,amministrativi e contabili, avvocati delloStato, consiglieri parlamentari, docentiuniversitari, dirigenti di prima fascia sta-tali, regionali, provinciali o comunali eprofessionisti che abbiano ricoperto peralmeno 10 anni ruoli apicali nelle pubbli-che amministrazioni ». Questo per quantoattiene al Formez.

La nostra interpellanza, Presidente, ri-guarda la decisione presa dal Ministro perla pubblica amministrazione nel settembrescorso, quindi nel settembre 2013, di de-signare Mauro Libè come membro delconsiglio di amministrazione di FormezPA e con questo passaggio di completarel’organigramma apicale dell’associazioneFormez PA. Dunque, la domanda che noirivolgiamo al Governo riguarda, appunto, icriteri per i quali il Ministro ha ritenutodi procedere alla nomina di Mauro Libè inquesta funzione, che ho descritto appunto

poc’anzi come una funzione che il decretolegislativo che rilancia il Formez definiscein modi – mi pare – molto stringenti, nelsenso che personalmente non siamo riu-sciti a rintracciare, sul sito del Formez oin altre informazioni di pubblico dominio,il profilo professionale, per l’appunto, diMauro Libè. Ci domandiamo – e questa èla domanda che rivolgiamo al Governo –se si tratti, per l’appunto, dello stessoMauro Libè che ha svolto in passato unaonorevolissima carriera politica, di cuiricordo i principali passaggi: segretarioregionale dell’UDC in Emilia Romagna;consigliere, dal 2001, dell’allora Presidentedella Camera, l’onorevole Pier FerdinandoCasini; poi, capo della segreteria politica eresponsabile degli enti locali dello stessopartito UDC; poi, naturalmente senatorenella XV legislatura; deputato nella XVIlegislatura, iscritto al gruppo parlamentaredell’UDC; infine, candidato al Senato, nellacircoscrizione Emilia-Romagna, alle ele-zioni del 24 e 25 febbraio scorso, marisultato non eletto.

Se così fosse, onorevole Presidente, cidomandiamo se sia stata, la scelta diMauro Libè – non ci permettiamo di diresia stata una cattiva scelta –, una scelta inconflitto con quelli che dovrebbero esserei criteri che ispirano o dovrebbero, aquesto punto, ispirare il governo di For-mez PA e, nello specifico, la nomina deicomponenti del consiglio di amministra-zione. Al di là del dato personale, di cuinaturalmente qui non si parla, noi rite-niamo che la politica sia naturalmente unmestiere nobile a cui – soprattutto inquesto periodo, in cui si tratta di unmestiere un po’ bistrattato, se mi permettela battuta – occorre restituire dignità eprestigio. Noi, a partire dal sottoscritto,che abbiamo l’onore di sedere e di inter-venire in quest’Aula, sappiamo quanto siaimportante svolgere questa funzione con lamassima trasparenza e cercando sempredi conquistare o spesso di riconquistare, apartire dal sottoscritto, la fiducia dei cit-tadini che ci hanno votato e anche diquelli che non ci hanno votato.

Però, in questo passaggio così difficile,riteniamo che possa essere un impedi-

Atti Parlamentari — 47 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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mento, un ostacolo a questa riconquista didignità da parte della politica, fare con-fusione tra chi politica la fa e chi political’ha fatta, come nel caso di Mauro Libè, e,invece, la funzione di governo di organi-smi, come nel caso di Formez, che sonoesplicitamente definiti come organismi ilcui governo deve essere affidato a personeche politici non sono e che nemmeno losono stati. Riteniamo che, se così si trat-tasse, se si trattasse appunto dello stessoLibè che ha svolto una onorevole carrierapolitica, per quanto temporaneamenteconclusasi con la non elezione al Senatodella Repubblica, si tratterebbe, appunto,di una scelta che potrebbe configurare, noiriteniamo, un detrimento sia alla credibi-lità del Formez sia, appunto, alla onora-bilità della politica in questo Paese.

Se invece, diversamente – e questa è laseconda domanda che rivolgiamo al Go-verno –, vi siano nelle motivazioni chehanno portato il Ministro alla nomina diMauro Libè le intenzioni di rilanciare ilFormez, anche attraverso la nomina diMauro Libè, in quest’ultimo caso doman-diamo al Governo di informare il Parla-mento di quali sono stati i criteri attra-verso i quali si è arrivati alla nomina diMauro Libè, in base a quali presupposti dicurriculum, di professionalità, di prece-denti esperienze, si è ritenuto di farequesta scelta escludendo, invece, la sceltadi figure, come appunto sono quelle citatedal decreto legislativo del 2010, che hannoevidentemente un profilo del tutto diversoda quello onorevolissimo che invece rico-pre e ha svolto l’ex, a questo punto,onorevole Mauro Libè.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato alla Presidenza del Consiglio deiministri, Sesa Amici, ha facoltà di rispon-dere.

SESA AMICI, Sottosegretario di Statoalla Presidenza del Consiglio dei ministri.Signor Presidente, il collega Romano nellapremessa della illustrazione della sua in-terpellanza ha ricordato anche la vicendapiù complessiva dell’idea che ha sottesonel 2010 anche una riforma del Formez,

istituto molto importante, dentro il qualesi erano annidati nel corso del tempoanche alcuni elementi di riflessione sullastessa sua propria funzione. All’interno diquesto ha esplicitato i contenuti delle suainterpellanza, alla quale io oggi rispondoper conto del Ministro competente e chesta alla luce intorno soprattutto ai quesitidi merito posti nella parte finale della suaillustrazione. Ritengo che, proprio allaluce di questo, non sfugga al collega Ro-mano che l’articolo 12 dello statuto diFormez PA disciplina la composizione delconsiglio di amministrazione ed è statomodificato a seguito dell’entrata in vigoredella legge di conversione 7 agosto 2012,n. 135, del decreto-legge 6 luglio 2012,n. 95, la quale recava disposizioni urgentiper la revisione della spesa pubblica coninvarianza dei servizi ai cittadini.

Attualmente, infatti, il consiglio di am-ministrazione di Formez PA è, pertanto,composto, oltre che dal Presidente, dalcapo dipartimento della Funzione pub-blica e da tre membri, di cui uno designatodal Ministro per la pubblica amministra-zione e la semplificazione e due designatidall’assemblea tra esperti di qualificataprofessionalità nel settore della forma-zione e dell’organizzazione delle pubblicheamministrazioni.

Nel merito, per quanto riguarda lascelta di Mauro Libè quale membro delconsiglio di amministrazione, si è ritenutoin merito alla nomina avvenuta da partedel Ministro per la pubblica amministra-zione e la semplificazione con decreto del30 luglio 2013, in sostituzione di Alessan-dra Gasparri, che ha rassegnato le propriedimissioni dalla carica di consigliere aseguito dell’incarico di Responsabile dellaprevenzione della corruzione per la Pre-sidenza del Consiglio dei Ministri, che talenomina è stata effettuata in ottemperanzaa quanto disposto dall’articolo 4, comma6-bis, del citato decreto-legge n. 95 del2012, che prevede che uno dei membri siadesignato dal Ministro per la pubblicaamministrazione e la semplificazione traesperti nel settore della formazione e del-l’organizzazione delle pubbliche ammini-strazioni.

Atti Parlamentari — 48 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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Quanto alle perplessità manifestate dal-l’onorevole Romano circa le competenzetecniche e professionali di Libè, occorrerilevare che lo stesso è sicuramente, per iprofili e le questioni che verranno lette diseguito, in possesso dei requisiti necessaria ricoprire questo incarico. Infatti, è vero,il Libè ha svolto una funzione parlamen-tare dentro la quale è possibile ravvisareproprio negli atti, nell’esercizio di quellafunzione, una attenzione particolare attra-verso iniziative legislative in tema di ser-vizi pubblici locali, organizzazione terri-toriale, innovazione amministrativa, am-bientale e sistema energetico, in linea conle azioni strategiche dell’Istituto così comevengono declinate nel suo piano triennaleche riguardano non solo la formazionepresso gli enti locali, ma anche una pro-pria mission. Proprio all’interno di questosi evidenzia che a Mauro Libè, oltretutto,non è stata conferita alcuna delega ope-rativa né lo stesso percepisce alcun com-penso per l’incarico di consigliere, secondoquanto disposto dal succitato articolo 4,comma 6-bis, ai sensi del quale « Ai mem-bri del consiglio di amministrazione nonspetta alcun compenso quali componentidel consiglio stesso, fatto salvo il rimborsodelle spese documentate ».

È del tutto evidente che nella partefinale della illustrazione del collega Ro-mano si poneva una riflessione ulteriore,che è il secondo quesito di merito che èstato posto nell’interpellanza e che ri-guarda se alla luce di quello che emerge,anche con riferimento alla modifica dellostatuto di Formez, non debba avveniredentro questa dimensione ulteriori speci-ficazioni di quali funzioni questo organi-smo deve avere nei confronti di una lineastrategica del Governo.

A tal proposito, ritengo che è giustoesprimere in questa sede che ulteriorielementi di disponibilità a riferire difronte ad altre iniziative sollecitate dagliinterpellanti circa il ruolo del Formezvedranno la disponibilità piena, secondo iprincipi di leale collaborazione tra il Go-verno e il Parlamento, e quindi la dispo-nibilità piena del Ministro a rispondere.

PRESIDENTE. L’onorevole Tinagli hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatta perla risposta all’interpellanza Andrea Ro-mano ed altri n. 2-00354, di cui è cofir-mataria.

IRENE TINAGLI. Signor Presidente,noi siamo parzialmente soddisfatti, perchécapisco, capiamo che ci sono dei regola-menti, e uno si attiene a far sì che nonvengano infranti; però ci poniamo due tipidi problemi.

Un problema di opportunità politica edi segnali che noi lanciamo ai cittadini. Sitratta di posizioni apicali di organi impor-tanti come il Formez, che – ricordo –sono alta formazione per tutto il nostropersonale, dei funzionari degli enti locali,delle regioni, che dovrebbero a nostroavviso ricevere un tipo di servizi di for-mazione di enti completamente limpidi eavulsi dalle logiche e dalle dinamiche po-litiche. Quindi, quando si vanno ad inse-rire lì persone che invece hanno un tra-scorso politico di qualsiasi tipo, di unpartito come di un altro, penso che agliocchi dei cittadini si dia questa impres-sione, di perpetrare il vecchio vizio delleporte girevoli: si esce da una porta e sirientra dall’altra.

Il secondo problema che noi ci pone-vamo (io anche, in particolare, venendodal mondo della formazione e dell’univer-sità): noi, negli ultimi anni abbiamo cer-cato, proprio come sistema-Paese, di faredegli sforzi enormi per cercare di innal-zare la qualità dei nostri sistemi formativi.Noi oggi imponiamo ai nostri docenti, ainostri professori universitari di avere nonsolo una laurea, ma di avere master, diavere dottorati, di fare dei corsi di spe-cializzazione ulteriori, per assicurarcidella qualità della formazione che noioffriamo, sia ai nostri giovani che ai nostrifunzionari. Non è elegante entrare neidettagli personali dei curricula delle sin-gole persone; però noi ci auguriamo cheanche il Formez, che – ripetevamo – haun profilo di altissimo livello, possa se-guire queste linee guida e assicurarsi,magari anche rivedendo eventualmente unsuo statuto, che le persone che ci sono

Atti Parlamentari — 49 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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dentro abbiano non solo esperienza sulcampo, anzi che magari evitino questofenomeno delle porte girevoli, ma cheabbiano le competenze tecniche, i requi-siti, i titoli, a partire dalla laurea, ma nonsolo, per garantire quella preparazioneche è fondamentale per il buon funziona-mento della nostra pubblica amministra-zione; perché altrimenti noi non faremomai quel salto di qualità che noi dobbiamoal nostro Paese e ai nostri cittadini.

(Elementi in merito all’ampliamento diuna discarica sita nel comune di Tor-razza Piemonte (Torino) – n. 2-00349)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Bonomo ed altri n. 2-00349,concernente elementi in merito all’amplia-mento di una discarica sita nel comune diTorrazza Piemonte (Torino) (Vedi l’allegatoA – Interpellanze urgenti).

Chiedo all’onorevole Bonomo se in-tenda illustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

FRANCESCA BONOMO. Signor Presi-dente, signor sottosegretario, onorevolicolleghi, vorrei portare alla vostra atten-zione, in modo particolare al Ministerodell’ambiente e della tutela del territorio edel mare, una questione di rilevante im-portanza per il territorio da cui provengo,la provincia di Torino: che ha un impattosoprattutto per il Canavese, per l’areanord-orientale limitrofa alla provincia diVercelli, ma che può in realtà ricoprireanche una valenza nazionale, per le ra-gioni che si evincono dall’interpellanza chesto per illustrarvi.

Si tratta infatti di un caso che ad unprimo sguardo può apparire relativamentepiccolo, ma dal quale potrebbero, e percerti versi dovrebbero, derivare alcuni fon-damentali chiarimenti normativi, chesiano di indirizzo per analoghi casi, pre-senti e futuri, distribuiti poi su tutto ilterritorio nazionale. Peraltro, l’argomentoè anche di strettissima attualità, sia per lenote vicende giudiziarie, che ancora ieri eanche oggi riempiono le cronache, sia

perché stiamo affrontando e affronteremo,anche in quest’Aula, un confronto relativoal processo di semplificazione e di chia-rimento dei livelli amministrativi. Vengodunque ad illustrarvi appunto il caso.

Nel comune di Torrazza Piemonte èsita una discarica per rifiuti speciali, in-dustriali, pericolosi e non, di proprietàdella società « La Torrazza Srl », il cuicontrollo è riconducibile alla impresa mul-tinazionale Green Holding Spa. La sopra-detta discarica è formata da 8 celle, di cui7 sono esaurite ed una, di 360 mila metricubi, di recente realizzazione. Il volumetotale dell’impianto è di 800 mila metricubi, distribuiti su una superficie comples-siva di 150 mila metri quadri. La capacitàcomplessiva di raccolta rifiuti è pari ad 1milione di tonnellate.

Nel 1996 il Ministero dell’ambiente edella tutela del territorio e del mare sipronunciò sulla richiesta di conferire 700mila metri cubi nella cella 8, tramite ildecreto di valutazione di impatto ambien-tale n. 2392 del 22 febbraio 1996, richiestache è stata poi recepita dalla regionePiemonte con la delibera di giunta regio-nale 17 gennaio 2000, n. 9-29155, cheautorizzava la costruzione dell’ottava va-sca, di 346.600 metri cubi.

Nell’anno seguente, in data 30 ottobre1997, la provincia di Torino, con unadetermina dirigenziale, ha rilasciato l’au-torizzazione integrata ambientale alla di-scarica per rifiuti non pericolosi nella cella8, sita in località Fornace Nigra, comunedi Torrazza Piemonte e sei anni dopo, condetermina del dirigente del servizio piani-ficazione e gestione rifiuti, bonifiche esostenibilità ambientale della provincia diTorino del 18 giugno 2013, questa auto-rizzazione è stata aggiornata autorizzandoanche il conferimento di rifiuti pericolosi.

Il 23 luglio 2013 la società La Torrazzasrl ha depositato in provincia di Torino glielaborati del progetto definitivo di amplia-mento della cella n. 8, chiedendo quindil’autorizzazione a portare nella cella n. 894 mila metri cubi di nuovi rifiuti tramiteun ampliamento volumetrico realizzato

Atti Parlamentari — 50 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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con deposito soprastante ai rifiuti giàesistenti. Poiché la discarica in oggetto sitrova in un contesto ambientale già de-gradato per la presenza di numerose cavee nei comuni limitrofi insistono numerosediscariche, già la VIA n. 2392 del 22febbraio 1996 riconosceva la difficoltà diamministrazioni e popolazioni, autoriz-zando espressamente quindi il conferi-mento di massimo di 350 mila metri cubie chiarendo come colmata la vasca inprogetto, doveva cessare sul sito l’attivitàdi discarica, punto che era stato poi ri-badito anche dalla delibera della giuntaregionale del 17 gennaio 2000.

La provincia di Torino ha comunicatopoi le sue intenzioni di nuova interpreta-zione e rivalutazione della valutazione diimpatto ambientale n. 2392 del 1996 alMinistero dell’ambiente con la lettera del28 novembre 2012, lettera però a cui laprovincia di Torino sostiene non sia arri-vata risposta, il che sarebbe interpretatocome un silenzio-assenso. Il comune diTorrazza Piemonte ed il comune limitrofodi Verolengo hanno ripetutamente richie-sto alla provincia di Torino, alla regionePiemonte ed al Ministero dell’ambiente edella tutela del territorio e del mare qualefosse però la corretta interpretazione dellavalutazione di impatto ambientale, rite-nendo che le prescrizioni a suo tempopreviste dallo Stato, e poi confermate dallaregione, configurino poi come illegittimoqualsiasi aumento di volumetria oltre aquello originariamente previsto. A tutt’oggiperò non sembra esser arrivata rispostadal Ministero dell’ambiente né alla regionePiemonte, né alla provincia di Torino, chene aveva fatto domanda, e nemmeno aicomuni di Torrazza Piemonte e Verolengo.

Per questo appunto la domanda cherivolgo al Governo è quale risposta ilMinistero dell’ambiente e della tutela delterritorio e del mare intenda fornire circal’interpretazione data dagli uffici dellaprovincia di Torino della dichiarazione diimpatto ambientale n. 2392 del 1996 sul-l’ampliamento appunto della volumetriaoriginariamente prevista. E poi, al casosingolo mi permetterei appunto infine diaggiungere, rivolgendomi anche a lei, si-

gnor Presidente, il suggerimento di appro-fondire comunque la possibilità di indivi-duare una soluzione funzionante ed effi-cace da applicare poi a casi analoghi e chepotrebbe poi essere inserita anche neldibattito sulla revisione dei livelli ammi-nistrativi, sempre nell’ottica di metterecomunque le pubbliche amministrazioni,nelle loro diverse articolazioni, in grado difornire risposte efficienti, senza tuttavia,ovviamente, travalicare i limiti legislativi.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato per l’ambiente e la tutela del terri-torio e del mare, Marco Flavio Cirillo, hafacoltà di rispondere.

MARCO FLAVIO CIRILLO, Sottosegre-tario di Stato per l’ambiente e la tutela delterritorio e del mare. Signor Presidente,con riferimento all’interpellanza urgenten. 2-00349 presentata dagli onorevoli Bo-nomo ed altri, concernente la discarica dirifiuti speciali, industriali, pericolosi e nonpericolosi, sita nel comune di TorrazzaPiemonte in provincia di Torino, si rap-presenta quanto segue.

Nel febbraio 1995 la società « La Tor-razza srl » ha presentato al Ministerodell’ambiente la richiesta di pronuncia dicompatibilità ambientale per il progettodella predetta discarica e con decreto VIAdel 22 febbraio 1996, ai sensi dell’articolo6 della legge n. 349 del 1986, il Ministeroha espresso parere positivo con prescri-zioni.

Successivamente a tale data, sono in-tervenute modifiche normative sia in temadi VIA sia in tema di rifiuti, con unanuova ripartizione delle competenze di-sposte dal decreto legislativo n. 152 del2006, che ha affidato alle regioni/provincele competenze in materia di rifiuti. Questoè bene evidenziarlo, c’è un passaggio perlegge, completamente, di competenze.

Pertanto, con istanza del 26 giugno2012, la società « La Torrazza Srl » hapresentato alla provincia di Torino, entedelegato dalla regione Piemonte, richiestadi avvio di verifica di assoggettabilità a

Atti Parlamentari — 51 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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VIA relativamente al progetto di nuovaconfigurazione morfologica del corpo di-scarica, con aumento di volumetria pre-sunto di 94.400 metri cubi.

In seguito a tale fatto, la provincia diTorino, con nota del 28 novembre 2012, hainformato il Ministero dell’ambiente sulladecisione di assoggettare a VIA il progettodefinitivo di modifica della discarica inparola, con aumento di volumetria, rite-nendo di poter eventualmente rivalutare insede di procedimento istruttorio le pre-scrizioni a suo tempo formulate con ildecreto VIA n. 2392 del 22 febbraio 1996suddetto.

Sempre nella suddetta nota, la stessaprovincia faceva presente di rimanere inattesa di un: « eventuale cortese cenno diriscontro alla presente, in assenza delquale si procederà secondo la normativavigente ». Nel ritenere condivisibile e cor-retto il percorso configurato dalla provin-cia di Torino, non si è pertanto datoriscontro alla nota suddetta.

In merito, poi, alla richiesta del co-mune di Torrazza Piemonte sulla correttainterpretazione della VIA, si ritiene chel’aumento di volumetria della discaricapossa considerarsi come modifica impian-tistica sostanziale e che, pertanto, comestabilito peraltro dalla provincia di Torino,debba essere sottoposto a procedura diVIA ai sensi del decreto legislativo n. 152del 2006, e successive modificazioni eintegrazioni.

PRESIDENTE. L’onorevole Bonomo hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatta perla risposta alla sua interpellanza.

FRANCESCA BONOMO. Signor Presi-dente, mi dichiaro soddisfatta perché, fi-nalmente, si chiarisce nel caso specificochi doveva decidere sull’ampliamento delladiscarica. Quindi, in questo caso mi paredi capire che la responsabilità della deci-sione sia della provincia; poi, eventual-mente, il Ministero, se aveva delle osser-vazioni da fare, poteva farle. In assenza diosservazioni, comunque, la competenza èa livello provinciale, a questo punto.

Resta comunque, al di là del singolocaso, l’opportunità di individuare, comun-

que di concerto tra Governo e Parlamento,su quali provvedimenti sia utile anchestudiare e predisporre – anche alla lucedelle esperienze seguite all’introduzionedelle norme europee e successivamentealla riforma anche del Titolo V dellaCostituzione – delle chiarificazioni, ancheperché non si ripetano in futuro, soprat-tutto nel settore delle valutazioni di im-patto ambientale, delle ambiguità nel pro-cesso decisionale.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svol-gimento delle interpellanze urgenti all’or-dine del giorno.

Modifica nella composizione dell’ufficiodi presidenza di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che, con let-tera pervenuta in data 9 gennaio 2014, ilpresidente del gruppo parlamentare NuovoCentrodestra ha reso noto che è statanominata vicepresidente la deputata Do-rina Bianchi.

Ordine del giornodella prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l’ordine delgiorno della prossima seduta.

Lunedì 13 gennaio 2014, alle 11:

1. – Discussione della mozione Ai-raudo ed altri n. 1-00196 concernente ini-ziative volte alla salvaguardia dell’interessenazionale in relazione agli assetti proprie-tari di aziende di rilevanza strategica perl’economia italiana.

2. – Discussione della mozione Ciprinied altri n. 1-00292 concernente iniziativein ambito europeo e nazionale per larevisione dei vincoli derivanti dal Trattatonoto come « fiscal compact ».

Atti Parlamentari — 52 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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3. – Discussione delle mozioni Gigli,Sereni, Cimmino ed altri n. 1-00254,Bobba, Luigi Cesaro, Scotto, Antimo Ce-saro, Binetti ed altri n. 1-00058 e Di Salvoed altri n. 1-00295 concernenti iniziativeper il contrasto alla povertà.

4. – Discussione della proposta di legge:

MADIA ed altri: Modifiche al codicedei beni culturali e del paesaggio, di cui aldecreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42,

in materia di professioni dei beni culturali(C. 362-A).

— Relatore: Ghizzoni.

La seduta termina alle 12,55.

IL CONSIGLIERE CAPODEL SERVIZIO RESOCONTI

ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE

DOTT. VALENTINO FRANCONI

Licenziato per la stampa alle 15,30.

Atti Parlamentari — 53 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 10 GENNAIO 2014 — N. 149

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