SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… ·...

72
RESOCONTO STENOGRAFICO 308. SEDUTA DI LUNEDÌ 13 OTTOBRE 2014 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO INDI DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI INDICE RESOCONTO STENOGRAFICO ...................... 1-70 PAG. Missioni ............................................................ 1 Petizioni (Annunzio) ....................................... 1 Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre asso- ciazioni criminali, anche straniere (Modi- fica nella composizione) ............................. 3 PAG. Mozioni Scotto ed altri n. 1-00537 e Pisic- chio n. 1-00609: Iniziative per il rilancio economico e occupazionale del Mezzo- giorno, con particolare attenzione alla si- tuazione della Campania (Discussione) .... 3 (Discussione sulle linee generali) ................... 3 Presidente ..................................................... 3 Currò Tommaso (M5S) ............................... 10 Atti Parlamentari I Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA DISCUSSIONI SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 N. B. Il RESOCONTO SOMMARIO è disponibile on line già nel corso della seduta, alla pagina “Resoconti” del sito della Camera dei deputati. Il Resoconto Sommario è corredato di collegamenti ipertestuali verso il Resoconto Stenografico (Vedi RS) ed ai documenti di seduta (Vedi All. A). N. B. Sigle dei gruppi parlamentari: Partito Democratico: PD; MoVimento 5 Stelle: M5S; Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL); Scelta Civica per l’Italia: SCpI; Sinistra Ecologia Libertà: SEL; Nuovo Centrodestra: (NCD); Lega Nord e Autonomie: LNA; Per l’Italia (PI); Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN); Misto: Misto; Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all’estero-Alleanza per l’Italia: Misto-MAIE-ApI; Misto-Centro Democratico: Misto-CD; Misto-Minoranze Linguistiche: Misto- Min.Ling; Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l’Italia (PLI): Misto-PSI-PLI; Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED): Misto-LED.

Transcript of SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… ·...

Page 1: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

RESOCONTO STENOGRAFICO

308.

SEDUTA DI LUNEDÌ 13 OTTOBRE 2014PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

INDI

DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

I N D I C E

RESOCONTO STENOGRAFICO ...................... 1-70

PAG.

Missioni ............................................................ 1

Petizioni (Annunzio) ....................................... 1

Commissione parlamentare d’inchiesta sulfenomeno delle mafie e sulle altre asso-ciazioni criminali, anche straniere (Modi-fica nella composizione) ............................. 3

PAG.

Mozioni Scotto ed altri n. 1-00537 e Pisic-chio n. 1-00609: Iniziative per il rilancioeconomico e occupazionale del Mezzo-giorno, con particolare attenzione alla si-tuazione della Campania (Discussione) .... 3

(Discussione sulle linee generali) ................... 3

Presidente ..................................................... 3

Currò Tommaso (M5S) ............................... 10

Atti Parlamentari — I — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014

N. B. Il RESOCONTO SOMMARIO è disponibile on line già nel corso della seduta, alla pagina “Resoconti”del sito della Camera dei deputati. Il Resoconto Sommario è corredato di collegamenti ipertestualiverso il Resoconto Stenografico (Vedi RS) ed ai documenti di seduta (Vedi All. A).

N. B. Sigle dei gruppi parlamentari: Partito Democratico: PD; MoVimento 5 Stelle: M5S; Forza Italia - Il Popolodella Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL); Scelta Civica per l’Italia: SCpI; Sinistra Ecologia Libertà:SEL; Nuovo Centrodestra: (NCD); Lega Nord e Autonomie: LNA; Per l’Italia (PI); Fratelli d’Italia-AlleanzaNazionale: (FdI-AN); Misto: Misto; Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all’estero-Alleanza perl’Italia: Misto-MAIE-ApI; Misto-Centro Democratico: Misto-CD; Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling; Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l’Italia (PLI): Misto-PSI-PLI; Misto-Libertà eDiritti-Socialisti europei (LED): Misto-LED.

Page 2: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

PAG.

Famiglietti Luigi (PD) ................................. 5

Palese Rocco (FI-PdL) ................................ 8

Rostellato Gessica (M5S) ............................ 13

Scotto Arturo (SEL) .................................... 3

(Intervento del Governo) ................................ 16

Presidente ..................................................... 16

Amici Sesa, Sottosegretario alla Presidenzadel Consiglio dei ministri ........................... 16

Mozioni Tinagli, Carfagna, Giuliani, DorinaBianchi, Binetti, Di Salvo ed altri n. 1-00272 e Mucci ed altri n. 1-00611: Inizia-tive a sostegno delle politiche di genere(Discussione) ................................................. 17

(Discussione sulle linee generali) ................... 17

Presidente ..................................................... 17

Binetti Paola (PI) ........................................ 26

Gregori Monica (PD) ................................... 25

Nicchi Marisa (SEL) ................................... 20

Palese Rocco (FI-PdL) ................................ 28

Rostellato Gessica (M5S) ............................ 22

Tinagli Irene (SCpI) .................................... 17

(Intervento del Governo) ................................ 28

Presidente ..................................................... 28

Amici Sesa, Sottosegretario alla Presidenzadel Consiglio dei ministri ........................... 28

Sull’ordine dei lavori ...................................... 30

Presidente ..................................................... 30

Cecconi Andrea (M5S) ................................ 30

(La seduta, sospesa alle 13,15, è ripresa alle16,15) ............................................................. 30

Missioni (Alla ripresa pomeridiana) ............ 30

Proposte di inchiesta parlamentare: Istitu-zione di una Commissione parlamentare diinchiesta sul sistema di accoglienza e diidentificazione (Doc. XXII, nn. 18-19-21-A) (Discussione del testo unificato) .... 31

(Discussione sulle linee generali – Doc. XXII,nn. 18-19-21-A) ............................................ 31

PAG.

Presidente ..................................................... 31

Campana Micaela (PD) ............................... 35

Cozzolino Emanuele (M5S) ........................ 37

Fratoianni Nicola (SEL) ............................. 40

Invernizzi Cristian (LNA) ........................... 43

Migliore Gennaro (Misto-LED), Relatore . 31

Palese Rocco (FI-PdL) ................................ 40

(Repliche del relatore e del Governo – Doc.XXII, nn. 18-19-21-A) ................................. 45

Presidente ..................................................... 45

Migliore Gennaro (Misto-LED), Relatore . 45

Mozioni Nicoletti ed altri n. 1-00603, San-terini ed altri n. 1-00604 e Manlio DiStefano ed altri n. 1-00605: Iniziative inmateria di diritti dei richiedenti asilo e deirifugiati, con particolare riferimento allarevisione del regolamento dell’Unione eu-ropea noto come « Dublino III » (Discus-sione) ............................................................. 46

(Discussione sulle linee generali) ................... 46

Presidente ..................................................... 46

Chaouki Khalid (PD) .................................. 57

Di Stefano Manlio (M5S) ........................... 51

Invernizzi Cristian (LNA) ........................... 54

Nicoletti Michele (PD) ................................ 46

Santerini Milena (PI) .................................. 49

Proposte di legge (Proposta di trasferimentoa Commissioni in sede legislativa) ........... 60

Ordine del giorno della seduta di domani . 60

Testo integrale degli interventi dei deputatiPaola Binetti e Rocco Palese in sede didiscussione sulle linee generali delle mo-zioni concernenti iniziative a sostegnodelle politiche di genere ............................ 62

Testo integrale dell’intervento del deputatoRocco Palese in sede di discussione sulle li-nee generali (Doc. XXII, nn. 18-19-21-A) .... 68

N. B. I documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assemblea non lette in aula sonopubblicati nell’Allegato A.Gli atti di controllo e di indirizzo presentati e le risposte scritte alle interrogazioni sono pubblicatinell’Allegato B.

SEDUTA PRECEDENTE: N. 307 — VENERDÌ 10 OTTOBRE 2014

Atti Parlamentari — II — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 3: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTELUIGI DI MAIO

La seduta comincia alle 11,05.

CLAUDIA MANNINO, Segretario, leggeil processo verbale della seduta del 10ottobre 2014.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensidell’articolo 46, comma 2, del Regola-mento, i deputati Angelino Alfano, Gioac-chino Alfano, Alli, Amici, Baldelli, Bella-nova, Biondelli, Bobba, Bocci, MicheleBordo, Borletti Dell’Acqua, Boschi, Bratti,Bressa, Brunetta, Bruno, Casero, Casti-glione, Cicchitto, Cirielli, Costa, Dam-bruoso, De Girolamo, Del Basso De Caro,Dellai, Di Gioia, Di Lello, Di Salvo, GianniFarina, Fedriga, Ferranti, Fico, GregorioFontana, Fontanelli, Formisano, France-schini, Frusone, Giacomelli, GiancarloGiorgetti, Gozi, Librandi, Lorenzin, Lotti,Lupi, Madia, Merlo, Mogherini, Morassut,Nicchi, Nizzi, Orlando, Pes, Piras, Pisic-chio, Pistelli, Portas, Rampelli, Ravetto,Realacci, Domenico Rossi, Rughetti, Scal-farotto, Sisto, Tabacci, Taglialatela, Valen-tini, Velo, Vignali, Vito e Zanetti sono inmissione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessi-vamente settantasei, come risulta dal-l’elenco depositato presso la Presidenza eche sarà pubblicato nell’allegato A al re-soconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all’Assembleasaranno pubblicate nell’allegato A al reso-conto della seduta odierna.

Annunzio di petizioni (ore 11,07).

PRESIDENTE. Invito il deputato segre-tario a dare lettura delle petizioni perve-nute alla Presidenza, che saranno tra-smesse alle sottoindicate Commissioni.

CLAUDIA MANNINO, Segretario, legge:

MARINA ELENA CHIRU, da Pavia,chiede: nuove norme in materia di dirittoagli studi universitari e di riduzione delletasse universitarie in relazione alle condi-zioni economiche e sociali degli studenti(743) – alla VII Commissione (Cultura);

CHRISTIAN OSELLA, da Torino,chiede: che, nell’ambito della riforma co-stituzionale in corso di esame, la Repub-blica italiana assuma un ordinamento ditipo federale (744) – alla I Commissione(Affari costituzionali);

GABRIELLA CUCCHIARA, da Roma,chiede:

nuove norme sulle modalità di ele-zione e sui requisiti del presidente delConsiglio nazionale forense e per la mo-difica della sede del medesimo Consiglio(745) – alla II Commissione (Giustizia);

che i condomini possano autono-mamente provvedere a proprie spese ainterventi di manutenzione degli spazi co-muni (746) – alla II Commissione (Giu-stizia);

RESOCONTO STENOGRAFICO

Atti Parlamentari — 1 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 4: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

ANTONIO MORONE, da Roma,chiede:

nuove norme sui livelli di qualitàdelle informazioni fornite su richiesta de-gli utenti, in via telematica, dai soggettiche erogano servizi pubblici (747) – alla ICommissione (Affari costituzionali);

nuove norme in materia di limitimassimi e divieto di cumulo dei tratta-menti pensionistici (748) – alla XI Com-missione (Lavoro);

MASSIMILIANO VALDANNINI, daRoma, chiede:

misure per garantire il rispettodelle prescrizioni relative all’utilizzo diuniformi, distintivi e autoveicoli da partedel personale degli istituti di vigilanzaprivata (749) – alla I Commissione (Affaricostituzionali);

nuove norme per contrastare l’uti-lizzo di apparecchi cellulari durante laguida in violazione del codice della strada(750) – alla IX Commissione (Trasporti);

MAURIZIO TACCOLA, da Pontedera(Pisa), chiede: l’immissione in servizio delpersonale ausiliario delle Forze armaterisultato idoneo alla ferma quadriennale,ma non prescelto (751) – alla IV Com-missione (Difesa);

DANIELE BELLU, da Albignasego(Padova), chiede: una revisione organicadella Costituzione, volta all’istituzionedello Stato cooperativo federale italiano(752) – alla I Commissione (Affari costi-tuzionali);

ROSANNA OCCHIODORO, da An-cona, chiede: nuove norme in materia didichiarazione giudiziale della paternità,per eliminare ogni discriminazione tra figli(753) – alla II Commissione (Giustizia);

STEFANIA CROGI, da Roma, e nu-merosissimi altri cittadini chiedono: ini-ziative urgenti per garantire la completaapplicazione delle norme in materia ditutela della salute e della sicurezza nei

luoghi di lavoro anche nel settore dellapesca (754) – alle Commissioni riunite XI(Lavoro) e XII (Affari sociali);

MICHELE VECCHIONE, da Alatri(Frosinone), chiede: nuove norme in ma-teria di targhe degli autoveicoli dei citta-dini delle città metropolitane (755) – allaIX Commissione (Trasporti);

MATTEO LA CARA, da Vercelli,chiede:

la soppressione dei vitalizi dei par-lamentari e dei consiglieri condannati perparticolari reati (756) – alla I Commis-sione (Affari costituzionali);

nuove norme in materia di moda-lità di esame delle petizioni presentate allaCamera dei deputati (757) – alla Giuntaper il Regolamento;

SALVATORE ACANFORA, da Roma,chiede:

norme più restrittive in materia diapertura di « fast food » nel centro storicodi Roma (758) - alla X Commissione (At-tività produttive);

nuove norme in materia di incan-didabilità dei magistrati (759) – alle Com-missioni riunite I (Affari costituzionali) e II(Giustizia);

disposizioni in materia di incom-patibilità tra gli incarichi di vertice deipartiti politici e l’assunzione di cariche diGoverno (760) – alla I Commissione (Affaricostituzionali);

l’abolizione del voto segreto e dellapossibilità di astenersi nelle votazionipresso la Camera dei deputati (761) – allaGiunta per il Regolamento;

iniziative per autorizzare l’impiegosperimentale in ospedale del cosiddetto« metodo Stamina » (762) – alla XII Com-missione (Affari sociali);

misure contro la prostituzione mi-norile (763) – alla II Commissione (Giu-stizia);

iniziative affinché le emittenti tele-visive riducano gli spazi di approfondi-

Atti Parlamentari — 2 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 5: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

mento politico a favore di programmi dicarattere culturale e di varietà (764) – allaVII Commissione (Cultura);

SPYRIDION MAZARAKIS, da Roma,e altri cittadini chiedono: iniziative pergarantire la tempestiva copertura delleposizioni di vertice della Lega navale ita-liana (765) – alla IV Commissione (Difesa);

IVAN VADORI, da San Vito al Ta-gliamento (Udine), e numerosi altri citta-dini espongono: la necessità di conoscerele ragioni che hanno portato al trasferi-mento del capitano Gregorio De Falco(766) – alla IX Commissione (Trasporti).

Modifica nella composizione della Com-missione parlamentare d’inchiesta sulfenomeno delle mafie e sulle altre as-sociazioni criminali, anche straniere.

PRESIDENTE. Comunico che il Presi-dente del Senato ha chiamato a far partedella Commissione parlamentare d’inchie-sta sul fenomeno delle mafie e sulle altreassociazioni criminali, anche straniere, ilsenatore Francesco Bruni, in sostituzionedel senatore Donato Bruno, dimissionario.

Discussione delle mozioni Scotto ed altrin. 1-00537 e Pisicchio n. 1-00609 con-cernenti iniziative per il rilancio eco-nomico e occupazionale del Mezzo-giorno, con particolare attenzione allasituazione della Campania (ore 11,12).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala discussione delle mozioni Scotto ed altrin. 1-00537 e Pisicchio n. 1-00609 concer-nenti iniziative per il rilancio economico eoccupazionale del Mezzogiorno, con par-ticolare attenzione alla situazione dellaCampania (vedi l’allegato A – Mozioni).

Avverto che lo schema recante la ri-partizione dei tempi riservati alla discus-sione delle mozioni è pubblicato in calce alvigente calendario dei lavori dell’Assem-blea (vedi calendario).

Avverto che è stata presentata la mo-zione Covello ed altri n. 1-00612 che,

vertendo su materia analoga a quella trat-tata dalle mozioni all’ordine del giorno,verrà svolta congiuntamente. Il relativotesto è in distribuzione (vedi l’allegato A –Mozioni).

(Discussione sulle linee generali)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la di-scussione sulle linee generali delle mo-zioni.

È iscritto a parlare il deputato ArturoScotto, che illustrerà anche la sua mozionen. 1-00537. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO. Presidente, noi ab-biamo immaginato, utilizzando lo stru-mento della mozione, di potere aprire undibattito, una riflessione pubblica rispettoa un dato che non sarà sfuggito ai più eche, però, talvolta è dimenticato, seppellitonella memoria pubblica. Un’Italia spaccatain due, come ci dice la Svimez, il divorziotra il resto del Paese e il Mezzogiornod’Italia, una lenta ma, come dire, ineso-rabile fuoriuscita dall’agenda politica degliultimi tre Governi della questione meri-dionale. Questa non è semplicemente unadimenticanza. Talvolta, si rivela una verae propria forma di impotenza, un’ammis-sione, da parte delle classi dirigenti diquesto Paese, che c’è un’area che è desti-nata progressivamente a un impoveri-mento produttivo e sostanzialmente ancheal cambiamento di abitudini sociali.

Basta guardare i dati. Il divario delprodotto interno lordo, tornato a diecianni fa, negli anni della crisi. I consumisono crollati del 13 per cento, gli investi-menti nell’industria e nel manifatturierocrollati addirittura, nel quinquennio ter-ribile della crisi, di oltre il 53 per cento.In cinque anni le famiglie povere dellaCampania e del Mezzogiorno d’Italia sonoaumentate due volte e mezzo e il settoremanifatturiero ha ridotto di un quarto ilproprio prodotto e i propri addetti. Bastipensare, poi, a un fenomeno che assumeaddirittura dimensioni direi bibliche e, percerti aspetti, addirittura superiore, dal

Atti Parlamentari — 3 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 6: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

punto di vista qualitativo e quantitativo,all’indomani del secondo dopoguerra dellamigrazione sud-nord.

Dal 2001 al 2013 un milione e mezzo digiovani hanno lasciato il Sud, il Mezzo-giorno. Si moltiplicano le chiusure e ifallimenti di negozi. Non è un caso chel’assenza di una politica per il Mezzo-giorno, come dimostrano i dati, abbiaaumentato il livello di marginalità sociale,abbia prodotto dati di emigrazione fortis-simi, fuga di risorse, capitali e investi-menti, e una criminalità che rialza la testae riprende a sparare.

Bankitalia ci dice che settori comel’edilizia e tutti i settori non metalliferi, inuna regione come la Campania, ma intante altre regioni del Mezzogiorno d’Ita-lia, faticano a uscire dalla crisi, perdonoindotto e perdono posti di lavoro. Nullisono i segnali della ripresa nel settorecantieristico e dell’automotive, nonostantele magnifiche sorti e progressive annun-ciate da Marchionne dopo la vicenda diPomigliano. Assenza della regione Campa-nia nel rapporto con Finmeccanica: bastipensare alla vicenda Ansaldo, alla vicendaAlenia, alla vicenda Irisbus.

E vediamo, in una regione come laCampania, addirittura una riduzione dra-stica dell’utilizzo degli strumenti normalidella mobilità urbana, con il taglio altrasporto pubblico locale, che non ci au-guriamo venga ulteriormente incrementatonella prossima legge di stabilità. Parliamodi bacini importanti, come Fincantieri, cheattende ancora il bacino di carenaggio.

Parliamo del porto di Napoli, dove unoscontro all’interno della maggioranza, nelcorso dell’ultimo anno e mezzo, ha rin-viato sine die la nomina del presidentedell’autorità portuale, perché, come sap-piamo, il presidente Caldoro aveva inte-resse a mettere un uomo suo dentro la piùgrande, probabilmente, istituzione produt-tiva di Napoli, e abbiamo perso 150 mi-lioni di fondi europei.

Ci troviamo di fronte a un dato, cheemerge in maniera fortissima, di incapa-cità di spesa dei fondi strutturali, legata aduna cattiva programmazione e, talvolta, ad

un uso discrezionale dei fondi strutturali,che ha portato la Campania ad esserefanalino di coda.

La Svimez parla, in prospettiva, neiprossimi anni, di mutamenti sociali strut-turali. Parliamo di un paesaggio produttivoe urbano che verrà modificato in manieradrastica, e i processi di industrializzazionenon si portano solo appresso posti dilavoro, ma si portano appresso sicurezza,si portano appresso coesione sociale, siportano appresso istanze di cittadinanza,che scompaiono.

Noi abbiamo la necessità di metteremano. Per questo, abbiamo prodotto que-sto lavoro, costruito insieme al concorsodelle forze sociali, dei sindacati, delleimprese, chiedendo non soltanto un im-pegno, non provando soltanto a lanciareun allarme, ma chiedendo una svolta alGoverno Renzi sulle politiche per il Mez-zogiorno.

E questo significa che nella program-mazione 2014-2020 non potremo fare ilbis degli anni precedenti. Dobbiamo rea-lizzare un documento di programmazionee finanza, un DPEF, per il Mezzogiorno.Dobbiamo inserire dentro quelle lineeguida una salvaguardia fondamentale del-l’apparato produttivo e delle politiche in-dustriali. Dobbiamo dare autonomia al-l’Agenzia per la coesione territoriale, eanche poteri sostitutivi, laddove le regioninon siano in grado di spendere i fondi.Occorre un monitoraggio severo anche perla programmazione attuale, 2007-2013.

Sono state realmente sfruttate le ri-sorse ? Sono state finalizzate allo sviluppoe all’occupazione ? Quali sono i risultatiche sono stati trovati ? Occorrono stru-menti di programmazione nuovi per ilMezzogiorno, che vadano nella direzionedi un rilancio del turismo sostenibile, deibeni culturali, che sono un patrimonioassoluto, di un’innovazione tecnologica chestenta a decollare, di un ammodernamentodelle politiche di welfare, a partire dall’in-troduzione della sperimentazione del red-dito di cittadinanza.

E occorre, penso alla Campania, nellaprogrammazione dei fondi residui, unapolitica molto più seria rispetto ai rischi

Atti Parlamentari — 4 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 7: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

vulcanici che sono una vera e propriamannaia che rischia di essere scagliata sulMezzogiorno, e sull’intero Paese, e chesembra completamente fuori dalla pro-spettiva del Governo, tant’è che nello« sblocca Italia », che, come lei ben sa,Presidente, stiamo discutendo in questeore, addirittura si autorizzano le trivella-zioni al largo di Capri e Ischia, come senon si sapesse che quella è un’area vul-canica.

Allora, il tema, per quello che ci ri-guarda, è quello di una svolta. Lo chie-diamo in questa mozione, non si può piùimmaginare di civettare, e questo il Go-verno Renzi non dovrà più farlo, con lepolitiche recessive e ragionieristiche delgovernatore Caldoro. Non possiamo im-maginare che il Presidente Renzi producamezza campagna elettorale per StefanoCaldoro, ad esempio autorizzando il com-missariamento di Bagnoli e dando piùpotere alla regione e destituendo il co-mune dei propri poteri in materia urba-nistica.

Non è immaginabile che ci sia tantaindulgenza rispetto a quella che nel corsodegli ultimi anni è stata una forma didisprezzo nei confronti della cosa pubblicae anche, aggiungerei io, di una classedirigente profondamente compromessanelle relazioni tra impresa parassitaria,apparato pubblico clientelare e talvoltaanche forme di connessione e di collusionecon la criminalità organizzata, vedi il casoCosentino e tanti altri.

Abbiamo un consiglio regionale profon-damente compromesso; questa regione,questa compagine, non è in grado diguidare la svolta della Campania. Occorresubito mettere in campo un’iniziativa cheeviti che, nel corso dei prossimi anni,questa regione torni di nuovo nel baratrosul piano politico, sul piano sociale, sulpiano produttivo e sul piano ambientale(Applausi dei deputati del gruppo SinistraEcologia Libertà).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ilcollega Famiglietti, che illustrerà la mo-zione Covello ed altri n. 1-00612, di cui ècofirmatario. Ne ha facoltà.

LUIGI FAMIGLIETTI. Signor Presi-dente, la scorsa settimana il sottosegreta-rio Delrio nella sua informativa, tenutaproprio in quest’Aula, sull’utilizzo deifondi comunitari ci ha illustrato un qua-dro assai complesso, non ha lesinato cri-tiche, ha richiamato tutti alla responsabi-lità e a prospettato, tuttavia, una grandeopportunità.

Sulla base dei dati aggiornati al 16settembre, infatti, il residuo di spesa finoal 31 dicembre 2015 è complessivamentepari a 20,2 miliardi di euro, di cui 15,3miliardi nelle sole regioni convergenza.Quindici miliardi nelle cinque regioni diconvergenza possono tradursi, come hadetto lo stesso sottosegretario, nella pos-sibilità di spendere un miliardo al mesesolo dei fondi finanziati dall’Unione euro-pea. È una disponibilità che va declinatacon la massima operatività e la massimaurgenza. È anche un’opportunità per ri-scattare un colpevole ritardo, per dimo-strare che ce la possiamo fare con ungrande sforzo collettivo a superare anchei limiti di chi considera ineluttabile chequeste risorse vadano perse.

Sappiamo che la Commissione euro-pea ha invitato l’Italia, sulla base deirisultati fin qui avuti, a ridurre al mi-nimo il cofinanziamento, di contenerlo,per evitare che queste risorse nazionalivadano perdute.

E sappiamo anche che questo è ilmotivo per il quale, non senza preoccu-pazioni da parte dei territori, il Governoitaliano ha presentato, insieme alle regioni,tassi minimi pari al 25 per cento per tuttii POR e per tutti i PON, ad eccezione deiPON istruzione e occupazione. È unascelta che punta a sottrarre alle scadenzeannuali della regola del disimpegno auto-matico risorse che devono, comunque, ri-manere in quella che il Governo ha chia-mato programmazione parallela. Ed è suquesto rafforzamento che l’atto di indi-rizzo del Partito Democratico intende in-tervenire e lo intende fare sottraendo ladiscussione dei fondi comunitari a formedi speculazione politica di breve respiro,tant’è che tra gli obblighi che intendiamofar assumere al Governo, vi è quello di

Atti Parlamentari — 5 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 8: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

proporre al CIPE, entro 30 giorni dall’ap-provazione della presente mozione, un’ap-posita delibera per la formalizzazionedelle questioni legate al cofinanziamento,assicurando che tutte le risorse del cofi-nanziamento sottratte al 50 per centorimangano, comunque, a disposizionedelle regioni a cui erano originariamentedestinate.

Quindi, non deve esserci alcuna sottra-zione di risorse per le regioni del sud. Èun punto sul quale vogliamo chiarezza perevitare ogni equivoco di fondo, e cioè chesi getti la spugna perché non si è in gradodi spendere.

Inoltre, si chiede al Governo di impe-gnarsi a relazionare al Parlamento, ogni seimesi, circa l’impiego delle citate risorse.

Svimez ci dice che con il volume dellerisorse disponibili l’impatto macroecono-mico sarebbe molto significativo; tali in-vestimenti potrebbero attivare nel Mezzo-giorno un incremento occupazionale paria 34 mila unità, in questo scorcio di 2014,e ad oltre 82 mila unità nel 2015, con unacrescita del PIL di 1,3 punti. Sono cifrenon da poco, se consideriamo che, per ilnumero di occupati, il sud è tornato alivelli di quarant’anni fa. Per questi nu-meri non possiamo sbagliare per tuttequeste attese che si registrano.

Le criticità riscontrate fino ad ora an-che dalla Commissione europea le cono-sciamo tutti. La dispersione delle risorsein un numero eccessivo di progetti, lamancanza di garanzie ex ante di efficaciae di efficienza, i limiti della capacitàamministrativa e l’assenza di piani speci-fici settoriali hanno fin qui caratterizzatola gestione dei fondi europei nel nostroPaese, in particolare nelle regioni meri-dionali.

Oggi, sempre secondo Svimez, circa il65 per cento dei comuni meridionali haalmeno un progetto finanziato dai fondistrutturali, tutto ciò grazie alla frammen-tazione delle risorse tra molti soggetti.Però non dobbiamo dimenticare che ciò èavvenuto perché i fondi strutturali sonoandati sempre più sostituendosi a quelliordinari, spesso bloccati dal Patto di sta-bilità interno o da altre esigenze di finanza

pubblica, e quindi hanno perso la lorocaratteristica di risorse aggiuntive in gradodi imprimere una spinta al processo disviluppo.

Nei prossimi sette anni, come ha avutomodo di esplicitare sempre Delrio, la pro-grammazione poggerà su tre pilastri:Fondo di sviluppo e coesione, Piano diazione per la coesione e Fondi strutturaliveri e propri. In questo quadro, secondo ilPartito Democratico, diventa fondamentaleavere una cabina di regia politica nazio-nale, che affianchi le regioni obiettivo 1 eabbia anche poteri sostitutivi, qualorafosse necessario.

Come ricordato dalla stessa Commis-sione europea, anche per superare i pre-cedenti limiti programmatori, appare fon-damentale rafforzare una struttura cen-trale di coordinamento in tema di audit econtrollo, con personale tecnicamente ade-guato nelle autorità di gestione e negliorganismi intermedi, e che, più in gene-rale, costituisca un presidio forte, capacedi rimuovere tutte le inefficienze mostratedalla pubblica amministrazione. Per que-sto bisogna dare immediata operativitàall’Agenzia per la coesione territoriale, chedeve essere chiamata a svolgere la suafunzione di semplificazione e deve avereanche un ruolo di coordinamento e dipungolo all’impiego di tutte le risorse adisposizione.

Vogliamo assicurazioni che questo stru-mento sia effettivamente operativo, perchévi sono grandi attese e costituisce dalpunto di vista amministrativo la chiave divolta per velocizzare ulteriormente i pro-cessi di programmazione.

Occorre un rilancio delle politiche in-dustriali nel Mezzogiorno, partendo dalmonitoraggio delle risorse già stanziate enon ancora impiegate. Per esempio, sonoferme tantissime risorse legate ancora aicontratti d’area, ai patti territoriali e aicontratti di localizzazione.

È indispensabile un rilancio delle po-litiche di infrastrutturazione e per questoprevediamo nella nostra mozione la costi-tuzione di un apposito osservatorio sulleinfrastrutture del Mezzogiorno, partendodalle importanti opere già inserite nell’am-

Atti Parlamentari — 6 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 9: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

bito dello sblocca-Italia e non trascurandole potenzialità della macroregione adriati-co-ionica ed in generale le potenzialità deicorridoi transeuropei che attraversano ilsud: il Corridoio 8, da Napoli a Bari, e ilCorridoio 1, che arriva da Berlino fino aPalermo.

Ci sono interi comprensori in agonia,perché manca una prospettiva di svi-luppo. Ci sono interi settori economici,come quello edilizio, che necessitano diinvestimenti pubblici per rilanciare l’in-tera economia. Io credo che sia inaccet-tabile che il 50 per cento dei disoccupatirisieda nell’area in cui vive un terzo dellapopolazione di questo Paese e che il 30per cento di essa viva al di sotto dellasoglia di povertà. Dal 2008 ad oggi, insette anni, 800 mila persone hanno persoil lavoro al sud.

Queste risorse devono consentire anchedi ridisegnare complessivamente un wel-fare che fa acqua da tutte le parti, inparticolare al sud. L’obiettivo tematicon. 9, esplicitato da Delrio, è una dellepriorità e intendiamo vincolare il Governosu questo.

È giunto ormai anche il tempo dirivedere il tema della spesa storica, anchein vista della modifica del Titolo V dellaCostituzione, ed individuare meccanismicorrettivi e perequativi. In estate, in oc-casione del riparto del Fondo per i serviziall’infanzia, si è palesato l’ennesimo para-dosso, che è costato al sud 700 milioni dieuro. In un territorio con una popolazioneinfantile più numerosa si è visto un rap-porto di investimenti nettamente inferiore,proprio per il criterio della spesa storica.Non è perché non ci sono asili nido chedevono essere date meno risorse ! Perchécompito degli amministratori del sud deveessere quello di recuperare il gap, ma sequesto gap lo si assume a criterio, alloraè chiaro che scatta un cortocircuito chepenalizza esclusivamente le fasce debolidel Mezzogiorno.

Questo lo dico premettendo la doverosaautocritica di chi ammette anche le pro-prie responsabilità per i ritardi accumu-lati. Abbiamo avviato una discussione con

il Governo e credo ci siano i presuppostiper superare quest’atavica questione dellaspesa storica.

Priorità va data alla messa in sicurezzae al contrasto ai fenomeni di dissestoidrogeologico, alla valorizzazione dei beniambientali e culturali e alle attività dibonifica di aree SIN e di siti caratterizzatida particolari lavorazioni. Questi sono gliimpegni che chiediamo al Governo e que-ste sono le proposte che avanziamo comegruppo del PD, per cogliere quest’ultimaopportunità che ci viene data dai residuidella precedente programmazione e dallerisorse del periodo 2014-2020.

Avverto, da meridionale, un’ansia le-gata alla drammatica condizione in cuivive un’ampia fascia di popolazione. Scri-veva Manlio Rossi-Doria nel 1944 al suoamico avvocato irpino Guido Dorso: « Inquesto momento a me una sola cosaimporta: capir dentro a questo oscuroprocesso che vedo in atto (...). Per questosono preso da una vera frenesia di girare,di vedere, di prendere contatto con laterra. E non vedo l’ora di tornare giù nelMezzogiorno, di girare paese per paese ».

Dobbiamo riprendere contatto con ilsud, bisogna favorire, come diceva GuidoDorso, il ricambio delle classi dirigenti.Dobbiamo individuare i 100 uomini d’ac-ciaio, con il cervello lucido e l’abnegazioneindispensabile per lottare per una grandeidea, per lo sviluppo del sud. Dobbiamofare in modo che non un solo euro vengaperso e che i progetti consentano al sud eall’Italia di superare l’attuale fase storica.

L’Italia riparte se cresce il sud, non seil nord corre più forte, come molti hannodetto in passato e purtroppo come moltipensano ancora oggi. Ed è per questo checi auguriamo che il Governo voglia ac-cogliere la nostra mozione e lavorare perconsentire davvero quel cambio di passoormai divenuto indispensabile. Non cisono ricette miracolose, ma, di questitempi, l’ordinario è già qualcosa distraordinario.

PRESIDENTE. Avverto che è stata testépresentata la mozione Palese n. 1-00614,che, vertendo su materia analoga a quella

Atti Parlamentari — 7 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 10: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

trattata dalle mozioni all’ordine delgiorno, verrà svolta congiuntamente. Ilrelativo testo è in distribuzione (vedi l’al-legato A – Mozioni).

È iscritto a parlare il deputato Palese,che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00614. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Signor Presidente,onorevoli colleghi, rappresentante del Go-verno, non c’è dubbio che la situazione delPaese, di una grande area del Paese, cheè il Mezzogiorno, che vive uno stato diemergenza, ha un alto livello di preoccu-pazione. E non sto qui a riprendere tuttii dati allarmanti di Svimez, della Bancad’Italia, di tutti i vari organismi e di tuttii vari studi inoppugnabili, in cui l’emer-genza purtroppo viene alla luce in manierainequivocabile.

Così come non può sfuggire che lanostra Costituzione, sia nel testo prece-dente sia nel testo novellato con la modi-fica del Titolo V, sancisce in manierainequivocabile che il Paese, il Governo delPaese, il Parlamento, lo Stato devono inogni modo cercare di attuare politiche perla riduzione degli squilibri, per la ridu-zione di tutte le difformità riguardo lacapacità di sviluppo e le grandi differenze,il divario che c’è tra il nord e il sud.Divario – ahimè ! – che negli ultimi anniè aumentato ed è aumentato vistosamente.

E non c’è dubbio, Presidente, che cisono anche ragioni ataviche, certamentele più importanti, legate ai motivi dellafinanza pubblica, al contenimento dellaspesa, per un motivo molto semplice:perché la Costituzione prevede che, perqueste regioni in difficoltà di sviluppo,per ridurre gli squilibri lo Stato dovrebbestanziare annualmente, sulla base di unaprogrammazione seria, fondi aggiuntivi,straordinari, che si aggiungono a quelliordinari. Io penso che sono più di quin-dici anni che i fondi ordinari di trasfe-rimenti finalizzati alla riduzione del di-vario nord-sud sono completamentescomparsi e sono stati interamente, in-tegralmente sostituiti dai fondi strutturali,

dai fondi comunitari, che sono le unichee sole risorse destinate a una ipoteticariduzione del divario nord-sud.

Io penso che questa sia la base dipartenza, senza immaginare minimamenteche si voglia ritornare a sistemi tipo Cassadel Mezzogiorno o, peggio ancora, a in-terventi straordinari per il Mezzogiorno,che negli anni Ottanta finanziarono con120 mila miliardi di vecchie lire infra-strutture e quant’altro dovevano occorrereper ridurre il divario.

Ma partiamo dall’oggi. Oggi noi rite-niamo che per stimolare crescita ed oc-cupazione necessarie per tutto il Paese,per ridurre soprattutto la disoccupazione,occorre utilizzare al meglio le risorse co-munitarie, sia quelle che residuano, an-cora non spese, fino al 31 dicembre 2015,da parte delle regioni e da parte anche dimolti Ministeri, che ammontano a circa 30miliardi di euro, sia anche le risorse delprogramma 2014-2020 che, tra il pro-gramma ordinario di sviluppo europeo e lerisorse destinate al piano di sviluppo ru-rale, cioè all’agricoltura e alla pesca, am-montano a 150 miliardi di euro. Sonorisorse importanti. A mio avviso, peraltro,per i motivi di finanza pubblica, sono leuniche risorse disponibili nel bilanciodello Stato per questi anni e anche per iprossimi, fino al 2020, che sono presenticome competenza e cassa senza la neces-sità di avere queste risorse attraversoaumenti di tasse o, peggio ancora, tagli dispesa. Sono le uniche risorse certe, quindi,che noi abbiamo.

In questo contesto, io penso che ilGoverno farebbe bene a mettere al centrodella sua politica, al centro delle suedecisioni, come priorità assoluta, visto cheil problema della crescita e dell’aumentodell’occupazione è il problema prioritarioper il Paese, la migliore attuazione possi-bile di questi fondi comunitari, il checoincide con la possibilità di cercare diavere uno sviluppo abbastanza sostenutonei tempi e anche nell’attuazione delleregioni più in difficoltà, che sono le regionidel sud. Un’autocritica bisogna pure farla.Se le risorse stanziate con i programmicomunitari, più quelle degli interventi di

Atti Parlamentari — 8 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 11: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

Cassa del Mezzogiorno, straordinari, ecce-tera, per il sud, fossero state utilizzate almeglio e nei tempi giusti e con interventiqualificati, il sud sarebbe stato asfaltatod’oro. Non solo: come a suo tempo, nelgiro di dieci anni, le differenze tra Ger-mania Est e Ovest sono state ridotte,facendo i programmi straordinari,avremmo potuto ottenere gli stessi risul-tati. Purtroppo, questo non è accaduto.Però sappiamo anche grossomodo i motiviprincipali. Quindi, raccomandiamo al Go-verno di cercare di intervenire, in manieramolto forte e in maniera immediata sullasituazione del sud (e mi riferisco anchealle regioni ricomprese, tutte insieme, nel-l’obiettivo 1, cioè Campania, Puglia, Cala-bria e Sicilia, sono queste le regioni conmaggiori difficoltà), attraverso un miglioreutilizzo dei fondi comunitari; intanto, cer-cando di perdere quanto meno possibile ifondi che ancora devono essere spesi al 31dicembre 2015, che sono circa 30 miliardidi euro. È bene che il Governo intervengacon l’Unione europea per poterli ripro-grammare d’intesa con le regioni. Facciodegli esempi: spesso e ben volentieri èstato utilizzato il Fondo sociale europeoper la cassa integrazione. Noi dal bilancioordinario dello Stato abbiamo necessità distanziare risorse apposite per questo pro-blema. E allora tanto vale, d’intesa con leregioni, addirittura accreditando poi e tra-sferendo queste risorse sempre alle stesseregioni, come è stato fatto nel passato,stipulare un accordo con cui si cerca dievitare poi il definanziamento.

Per il 2014-2020, invece, bisogna in-nanzitutto concentrare gli interventi. Pocofa ho affermato un dato storico, ossia che,se le risorse fossero state utilizzate, quellestanziate dai fondi comunitari, per bene enei tempi giusti, il sud l’avremmo asfaltatod’oro. Bene, uno dei motivi è stata laframmentazione degli interventi. Allora, sequesto elemento è riconosciuto da tutti,senza distinzione alcuna, il Governo èautorizzato ad intervenire immediata-mente su una concentrazione degli inter-venti, soprattutto per le infrastrutture.Sappiamo che le regioni non spendono eanche i soggetti attuatori dei programmi

comunitari, comuni e quant’altro, hannonecessità di essere accompagnati, di essereaiutati nella governance. In questo l’Agen-zia, che è ancora, però, nello stato em-brionale – è stato nominato sì e no ildirettore dopo un anno e passa –, po-trebbe essere un pacemaker, un avviatoredi questa nuova azione politico-ammini-strativa e anche di controllo.

Infatti, risulta che sui fondi comunitariprecedenti siamo al primo posto comefrodi e corruzione. Anche questo è unproblema da tener presente.

Poi, c’è il problema del Patto di stabi-lità. Sia chiaro che la battaglia vitale perl’utilizzo per bene di questi fondi comu-nitari, che sono essenziali per il sud maanche per la crescita e l’occupazione delPaese, sia quella di ottenere dalla comu-nità europea la nettizzazione dei fondi delPatto di stabilità, facendo la proposta piùlogica: se il nostro Paese versa annual-mente, per il bilancio dell’Europa, 16 mi-liardi di euro e ne ritornano 12, almeno cinettizzassero, dal punto di vista quantita-tivo, le risorse che noi versiamo comePaese – risorse derivanti dalle tasche deicittadini italiani –, cioè 16 miliardi di euroall’Europa, che sarebbero – guarda caso –proprio quelli sufficienti, i 4 miliardi al-l’anno, di quota di cofinanziamento danettizzare rispetto al Patto di stabilitàinterno.

Dico questo, perché non si può preten-dere che le regioni, di giorno, siano invi-tate a rispettare il Patto di stabilità dal-l’Europa e, di notte, dicano, invece, chedevono spendere per forza i fondi europeiperché, altrimenti, vengono definanziati.Le due cose vanno insieme. Abbiamo vistoun accenno da parte della Merkel a questapossibilità, anche se era riferita solo alproblema dell’occupazione e della « garan-zia giovani »: noi, invece, riteniamo che ciòdebba essere, per forza di cose, affrontato.

Quindi, caro Presidente, io concludoquesto mio intervento, raccomandandoanche al rappresentante del Governo chela situazione del sud è di un’emergenzasenza precedenti, con una disoccupazionegaloppante, soprattutto quella giovanile,dove si perdono risorse importanti dal

Atti Parlamentari — 9 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 12: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

punto di vista della qualità: i giovanivanno tutti via all’estero, quelli che pos-sono avere questa possibilità. C’è un’emer-genza sociale, aumento della povertà, au-mento dei casi di usura, aumento deifallimenti. E, poi, c’è anche un fenomenoche non dovrebbe essere estraneo com-pletamente alle attenzioni da parte delGoverno.

Da qualche anno, c’è il fenomeno co-siddetto dell’evasione di necessità o disopravvivenza, soprattutto sulle tasse lo-cali. Al sud, la povertà e la capacità fiscalesono enormi, a differenza delle regioni delnord, e c’è tanta, tanta gente che è co-stretta o a pagare l’IMU o a non comprareil pane per i propri figli, oppure pagare lebollette dell’energia elettrica. E si sta in-nestando il fenomeno, che è sempre piùvasto, non di un’evasione di natura delit-tuosa o criminale, bensì di un’evasione dinecessità o di sopravvivenza.

Per questo motivo, noi riteniamo che ilGoverno debba avere attenzione alle mo-zioni che sono state presentate da piùparti, da più gruppi, portando al centrodell’azione della politica del Governo ilMezzogiorno, perché riteniamo che tutti iproblemi debbano essere affrontati nell’in-terezza dell’interesse del Paese, perché ilPaese cresce solo se si è insieme.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Currò. Ne ha facoltà.

TOMMASO CURRÒ. Signor Presidente,oggi abbiamo un’occasione importante perdiscutere del tema del Mezzogiorno d’Ita-lia, di cercare nel nostro piccolo di ripor-tare al centro della discussione un temache è stato abbandonato dalla politicanazionale: la questione meridionale.

Il tema del ritardo di sviluppo delMezzogiorno accompagna la storia del no-stro Paese dall’inizio dell’unità d’Italia: lafamosa questione meridionale, appunto,ha perso negli ultimi decenni quella cen-tralità che aveva un tempo. Certamente,l’avvento delle rivendicazioni secessionistee autonomiste della Lega hanno contri-buito non solo ad affievolire il dibattito sucome colmare il divario tra nord e sud, ma

ha, anzi, determinato il diffondersi di unachiave di lettura del problema antisolida-ristica e pregiudiziale, che ha impedito losviluppo di un ragionamento teso allacoesione nazionale e all’individuazione dipossibili soluzioni. D’altra parte, la classepolitica del sud non ha, in questi anni,saputo ridare centralità al problema.

Dalle pubblicazioni sui conti economiciregionali dell’ISTAT emerge un’Italia an-cora oggi spaccata tra centro-nord e cen-tro-sud; un Paese nel quale il PIL procapite passa da 31 mila euro nel nord-ovest ai 30 mila del nord-est ai 27 milaeuro del centro, un livello ben lontano daquello al quale si colloca il prodotto in-terno lordo pro capite del Mezzogiorno,con un valore di 17 mila euro, che risultaessere inferiore di ben 42 punti percen-tuali rispetto a quello delle regioni delcentro-nord. Un breve raffronto tra l’eco-nomia del nord Italia rispetto a quella delMezzogiorno nel periodo di crisi 2008-2013 mostra che l’economia meridionale ècalata di circa il doppio rispetto al restodel Paese: -13 per cento rispetto al -7 delcentro-nord. Il Mezzogiorno appare imbri-gliato in un equilibrio statico di minoreproduttività, minore occupazione e quindiinevitabilmente minore benessere. Le re-gioni meridionali fanno fatica a mante-nersi agganciate all’economia del centro-nord, che nel dopoguerra sono state tra lepiù sviluppate e di maggiore crescita inEuropa. Nel corso del 2013, secondo levalutazioni di preconsuntivo della Svimez,il PIL è sceso del 2,1 per cento nelnord-est mentre la flessione è stata rela-tivamente minore nel nord-ovest e al cen-tro, con un -1,2 e -0,8 rispettivamente. NelMezzogiorno, invece, la caduta del pro-dotto nel 2013 si è accentuata, giungendoal 3,5 per cento, affrontando così il sestoanno di crisi interrotta, e diversamente dalcentro-nord non si intravedono per il sudsegnali di inversione di tendenza per ilprossimo biennio. Secondo le stime effet-tuate con il modello di previsione regio-nale Svimez/Irpet, il PIL del Mezzogiornodovrebbe, infatti, risultare ancora in calo,sia pur più moderato, sia nel 2014 che nel2015, a fronte di una crescita nel centro-

Atti Parlamentari — 10 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 13: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

nord dell’1,1 e dell’1,7 per cento nel 2015.Cerchiamo adesso di fare un focus suifattori di crisi che attanagliano il sud-Italia. Mentre il nord d’Italia conta su unadomanda interna in costante aumento e sudomanda estera che dipende da fattoriinternazionali e geopolitici, il sud-Italia, alcontrario, non solo è geograficamente estrutturalmente lontano dai mercati esteri,risentendo così solo debolmente di questotipo di domanda, ma a causa dell’emigra-zione ha una domanda interna in continuocalo. I migliori giovani lasciano il sudoffrendo il proprio intelletto al nord-Italiae all’Europa, aggravando ulteriormente lacrisi sociale ed economica. Il Mezzogiornoha subito tra il 2008 ed il 2013 una cadutadell’occupazione del 9 per cento, quattrovolte superiore a quella del centro-nord;dei circa 985 mila posti di lavoro persi inItalia nello scorso sessennio, ben 583 mila,il 59 per cento, sono nel sud. L’impattosulla caduta dell’occupazione è stato cosìforte da provocare un crollo nei consumidelle famiglie meridionali di quasi 13punti percentuali, di oltre due volte mag-giore di quello registrato nel resto delPaese. Il sud d’Italia ha perso investimentiprivati con un aggravio del 33 per cento,quasi 9 punti percentuali in più rispetto alcentro-nord. Gli investimenti fissi lordihanno segnato anche nel 2013 una cadutamaggiore al sud che al centro-nord. Lacaduta degli investimenti ha interessatotutti i settori dell’economia, assumendo inparticolare dimensione epocale nell’indu-stria in senso stretto, crollata al sud, nelsessennio di crisi 2008-2013, addiritturadel 53 per cento, una riduzione più chedoppia rispetto a quella, pur di per séassai grave, del centro-nord. Un così mas-siccio fenomeno di disinvestimento ha ul-teriormente aggravato la già scarsa com-petitività dell’area e ha comportato unforte ridimensionamento dell’estensionedelle dimensioni dell’apparato produttivo,favorendo nella sostanza un processo didownsizing e al tempo stesso di diversifi-cazione dei territori meridionali. Sap-piamo, infatti, che uno dei temi centrali didebolezza del nostro sistema produttivo ein particolar modo quello del sud è pro-

prio la dimensione, l’aspetto dimensionaledelle aziende. Noi dovremmo adottaredelle politiche economiche che favori-scono, invece, l’accrescimento dimensio-nale delle aziende, per renderle più com-petitive nello scenario internazionale, so-prattutto per quanto riguarda il sud ed ilMezzogiorno d’Italia. A tale proposito, sipalesa la necessità, dunque, di predisporreiniziative volte a modificare struttural-mente il sistema bancario, creando ad hocun sistema bancario regionale che sia ingrado di finanziare maggiormente l’econo-mia reale. L’attuale sistema è troppoorientato a produrre profitti nei mercatifinanziari e, visto che l’Italia è caratteriz-zata prevalentemente da PMI, l’enormeliquidità di cui dispongono le banche vieneper lo più investita a favore delle impresequotate in Borsa, imprese quindi che nonrisultano essere italiane. Fattore poten-ziale di crescita è l’ampia disponibilità delrisparmio finanziario generato nell’areadel Mezzogiorno, per il quale occorrecreare i presupposti per un assorbimentointerno e attuare politiche settoriali mirateche consentirebbero di attirare risparmioverso attività produttive locali. Noi oggipresenteremo una mozione in tal senso,che cerca appunto di affrontare il pro-blema e di proporre una soluzione incen-tivante per il regionalismo bancario, pro-prio per cercare di guardare al sud Italiae al Mezzogiorno e per dare il nostrocontributo affinché questo divario vengacolmato definitivamente. A ciò si lega,come fattore di concausa, la riduzionedella spesa pubblica.

Il fattore spesa pubblica è legato aiterritori in quanto agevola la ripresa eco-nomica, grazie all’attrazione di investi-menti privati e di indotto.

Prosegue in particolar modo la com-pressione delle spese in conto capitale,maggiormente accentuata per il Mezzo-giorno: la distribuzione territoriale dellaspesa pubblica complessiva in conto capi-tale delle amministrazioni pubbliche mo-stra una quota del Mezzogiorno pari al 35per cento nel 2012. Si tratta di valori

Atti Parlamentari — 11 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 14: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

ormai stabilmente al di sotto del peso delMezzogiorno in termini di valore mediotra popolazione e superficie.

Ad aggravare la situazione concorronopoi le imprese pubbliche nazionali e locali,la cui attività di investimento presenta unaconcentrazione ancora maggiore nel cen-tro-nord. Si tratta di enti e società par-tecipate dallo Stato, da enti locali a cavallotra il pubblico e il privato, che hanno unapresenza rilevante nel panorama econo-mico locale e nazionale. La loro impor-tanza può riassumersi in alcune cifre: alivello nazionale gli investimenti delle im-prese pubbliche nazionali e locali sonostati pari nel 2012 in valori correnti a 25miliardi di euro, a fronte di un ammon-tare di spese in conto capitale della pub-blica amministrazione pari a 49 miliardi,quindi il 51 per cento. Il loro contributorisulta ancora più elevato nel centro-nord,con 19 versus 31,5 miliardi, quindi il 63per cento. Nel Mezzogiorno invece la spesaè stata rispettivamente pari a 5,6 miliardiper le imprese pubbliche e a 17, 7 miliardiper le spese in conto capitale: quindi il 31per cento.

L’Italia è storicamente divisa in dueeconomie, dunque: il nord da sempreorientato per il sistema produttivo, ed ilsud orientato verso un’economia prevalen-temente agricola e turistica. La crisi delsud è stata aggravata da diversi fattoriesogeni, spesso legati al nord Italia pur-troppo: infatti la produzione agricola, edin particolar modo le eccellenze meridio-nali come ad esempio la mozzarella dibufala, hanno subito forti contrazioni acausa dell’inquinamento ambientale, do-vuto allo smaltimento illegale dei rifiutitossici delle imprese anche nel nord Italia.Il turismo d’arte e balneare risente del-l’assenza di un sistema infrastrutturale edell’assenza di investimenti pubblici e pri-vati, in grado di valorizzare le città d’artee le zone costiere più belle. Si reputanecessaria una riforma che consenta unaefficace tracciabilità e corretto smalti-mento dei rifiuti tossici, ed interventi mi-rati dello Stato che consentano di poten-ziare l’apparato strutturale, ferrovie edautostrade del sud Italia; ma in particolar

modo interventi volti a potenziare l’eco-nomia turistica, amplificando questo set-tore produttivo anche al fine di evitarel’emigrazione: e solo in questo modo èpossibile porre rimedio ai problemi didomanda interna, che così possono risol-levarsi grazie alla domanda turistica e alblocco dell’immigrazione.

Ed a tale proposito, a maggior ragionecon il perdurare della crisi si è sviluppatala dinamica forse più allarmante: unaspirale di depauperamento del capitaleumano, determinata da immigrazione,lunga persistenza in uno stato di inoccu-pazione e scoraggiamento ad investirenella formazione più avanzata. La debo-lezza della domanda di lavoro qualificatoaccentuatasi durante la crisi, oltre allespecifiche difficoltà nella transizione trascuola e lavoro, alle crescenti difficoltàeconomiche delle famiglie a sostenere icosti dell’istruzione e ai limiti interni delsistema formativo, contribuisce a ridurregli incentivi ad investire in formazione econoscenza. E sappiamo bene ad esempiocosa succede anche in Sicilia con il temadella formazione: di recente cronaca è ilcaso ad esempio dell’onorevole Genovese,il quale si è reso responsabile di unutilizzo dei fondi destinati alla forma-zione, oserei dire sconsiderato ed illegale.

È evidente che il sud si trova in unacondizione di marginalità geografica cherispetto all’Europa rende più difficile ilcammino dello sviluppo: difficilmente amio avviso i contributi dei fondi strutturaliriusciranno a provocare una ripresa cheabbia natura endogena. Fintanto che imercati saranno localizzati nelle aree geo-grafiche del nord Europa, il sud si troveràperennemente in una condizione di falli-mento del mercato, ed avrà bisogno delsostegno e dell’intervento pubblico.

Il primo gap da colmare è senz’altroquello infrastrutturale: Ferrovie delloStato non ha interesse ad investire nel sud,molte stazioni ferroviarie di località turi-stiche sono all’abbandono. Come possiamoimmaginare di portare turisti e visitatorinei centri di eccellenza paesaggistica eculturale del Mezzogiorno ? Le trazzerevengono dismesse in Sicilia. Ricerca ed

Atti Parlamentari — 12 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 15: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

innovazione sono forse le uniche duestrade in grado di aiutare il sud nelprocesso di internazionalizzazione del-l’economia del Mezzogiorno. Esistono al-cuni distretti di eccellenza, cari colleghi:ed esempio quello della valle dell’Etna, laSilicon Valley italiana. In questi distretti siha la possibilità di un’opportunità di svi-luppo straordinaria, attraverso una inte-razione ed una sinergia che dovrebbecoinvolgere le amministrazioni pubbliche,le università e le società private. Di recenteun giovane ricercatore, Giuseppe Cali-gnano, ha effettuato uno studio proprio suquesto tema, cercando di mettere in evi-denza come la mancanza di raccordi in-formativi, in assenza di reti di informa-zione tra diversi attori di uno scenariodistrettuale, siano la causa principale delsottosviluppo e del fallimento dei distrettiall’interno del Mezzogiorno d’Italia.

Altra questione: cosa dire di TerminiImerese ? In quello scenario industriale,che si è avviato ormai verso il tramonto,Invitalia aveva iniziato una operazione diriqualificazione.

Cosa ne è stato di quella vicenda ?Passiamo adesso al tema dell’impiego deifondi europei. La velocità attuativa è fra lepeggiori d’Europa, i primi cicli di pro-grammazione sono stati caratterizzati daperformance molto negative. Il ciclo 2000-2006 ha segnato un netto miglioramentofino al 2008, ma purtroppo poi dal 2008 irisultati sono nuovamente peggiorati.

La velocità di spesa è minore nelleregioni del Mezzogiorno rispetto a quelledel centro-nord anche se con uno scartoinferiore rispetto a quello normalmentepresentato e con differenze da caso acaso. Nel periodo 2007-2013 i fondi strut-turali hanno finanziato oltre 739 milainterventi per un ammontare pari a 51miliardi di euro di cui oltre il 70 percento, appunto, destinato al Mezzogiorno.Si tratta di fondi destinati a colmare ildeficit di sviluppo presente in molte areedel Paese e sulla cui efficacia, soprattuttoin questa fase di avvio della nuova pro-grammazione 2014-2020, si è aperto unacceso dibattito: in presenza di incertezza

in merito alla loro efficacia c’è chi sug-gerisce di utilizzarne parte per ridurre lapressione fiscale.

Alcuni osservatori puntano l’indicecontro la lentezza delle procedure dispesa, e concludo Presidente, altri sulladimensione finanziaria degli interventigiudicati insufficienti da attivare stabiliprocessi di sviluppo.

Io ritengo signori che trasparenza epartecipazione possono rappresentare duesfide per ricondurre l’operato delle ammi-nistrazioni su binari di legalità ed effi-cienza. Soltanto in questo modo sarà pos-sibile sfruttare al meglio i finanziamentieuropei al fine di potenziare la crescitaeconomica del Mezzogiorno d’Italia. Iltempo stringe e il rischio è quello diperdere l’ennesimo treno per lo sviluppodel territorio. Mi auguro che...

PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

TOMMASO CURRÒ. Concludo subito.Mi auguro veramente si possa uscire dauna stereotipata immagine di un sud chenon vuole crescere per una indole innataall’emarginazione e al lassismo. Giova, econcludo davvero, far notare che unacomponente forte della domanda di benidal nord è sostenuta dal sud Italia e cheper ogni 100 euro di risparmio raccoltonelle regioni del sud il 60 per cento èconvogliato verso l’economia del nord tra-sformandosi in impegni produttivi ed in-vestimenti. Speriamo questa sia l’occasionefinalmente per ritrovare un senso di unitàche si è definitivamente perso, purtroppo.

PRESIDENTE. È iscritta a parlarel’onorevole Rostellato. Ne ha facoltà.

GESSICA ROSTELLATO. Signor Presi-dente, siamo ancora qui dopo tanti anni aparlare della questione del sud. Sono statispesi i fondi ma non si sono raggiunti irisultati sperati, forse perché non si volevaveramente ottenerli. Il problema del sudha origini lontane e possiamo pure direche tutto ha avuto origine dall’unità d’Ita-lia. Il sud è stato conquistato, perché diconquista si è trattata, è stato spogliato

Atti Parlamentari — 13 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 16: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

delle sue ricchezze per rimpinguare lecasse dell’allora regno sabaudo e poi èstato abbandonato. Per poi stupirsi del-l’infiltrazione delle mafie, ma le mafieriescono ad annidarsi e a crescere dove loStato è assente e nel Mezzogiorno lo Statoè stato assente per troppo tempo.

Probabilmente a qualcuno avrà fattocomodo che ci fosse questo sud, perchémilioni di persone che hanno bisogno dilavoro e servizi, sono più deboli e ricat-tabili e quindi in balia dei politici chehanno vita facile a racimolare così i votimagari in cambio di qualche promessa diun posto di lavoro.

Oggi con questa mozione che stiamoandando a presentare si vuole chiedere unprogetto serio per lo sviluppo del sud aquesto Governo. Io credo che sia arrivatoveramente il momento di impegnarci,senza se e senza ma, nell’unico progettocon cui forse possiamo risollevare il nostroPaese. Sì, perché se riusciamo a sollevareil sud da questa situazione, tutto il nostroPaese ne avrà enorme beneficio, tutto,compreso il nord. Se questo progetto fossestato portato avanti da quelle forze poli-tiche che negli ultimi vent’anni hannovoluto creare la questione nord controsud, magari il risultato che queste forze siproponevano sarebbe stato raggiunto enon servirebbero ora indipendenze e re-ferendum vari.

Al di là delle polemiche questo Governodeve rendersi conto che finché il sud nonverrà messo al pari del nord, molte dellepolitiche che vengono messe in atto sa-ranno inutili. In questo anno e mezzo inCommissione lavoro ci siamo resi conto diquanto sia difficile scrivere una legge chevada bene per tutto il Paese, perché ognicosa che si propone in ambito di lavoroprivilegia e penalizza allo stesso tempo ledue parti del Paese. Non si può fareun’unica legge per un Paese che va a duevelocità e che ha necessità estremamentediverse tra nord e sud.

Mettere in piedi un progetto serio disviluppo del sud significa che il Ministerodello sviluppo economico deve studiare ilterritorio, capire quali sono i punti forti diesso – e ce ne sono tanti – e quali i punti

deboli, ed elaborare un grande progettoche abbia già un tempo preordinato, chesiano anche dieci o vent’anni, ma che dopoquesto periodo l’obiettivo venga raggiunto.Ciò significa che il progetto non deveguardare al bene della politica, ma al beneesclusivo del Paese. Significa che il pro-getto deve essere portato avanti anche deiGoverni che si susseguiranno e non che iGoverni successivi cancellino ciò che quelliprecedenti hanno fatto, come avviene nor-malmente nel nostro Paese. Il Mezzo-giorno è una terra piena di risorse am-bientali, culturali e climatiche. Quantevolte ci diciamo che potrebbe vivere disolo turismo ? Eppure ci sono zone delsud, chilometri di spiagge non valorizzate,monumenti abbandonati, riserve naturaliche vengono distrutte per i più disparatimotivi. E poi mancano le infrastrutture,abbiamo regioni in cui il sistema ferro-viario è a livelli pietosi, per percorrere lestesse distanze da Roma verso sud ci siimpiega il doppio del tempo che versonord, perché l’alta velocità è un miraggio.Mancano strade e autostrade, ci sonocentinaia di opere incompiute. Ci sonostrutture sportive, come velodromi e au-todromi, non valorizzate, che potrebberodiventare punto di riferimento a livellonazionale per alcune discipline, potreb-bero attrarre sportivi e tifosi da tutto ilPaese e dall’estero, ma tutto ciò va ricom-preso nel progetto di valorizzazione delPaese sulla base di una visione comples-siva del territorio. Per creare lavoro ènecessario creare attività produttive chespazino in tutti i settori, anche se l’agri-coltura e il turismo dovrebbero esserequelli privilegiati e che dovrebbero esseremaggiormente incentivati, nel rispetto peròdell’ambiente esistente. Creare impresaperò non è una cosa semplice e va inse-gnato, tanto più in una zona in cui fareimpresa non è l’ordinarietà. Per questo sidovrebbe iniziare fin dalle scuole ad in-segnare ai giovani come si può creareimpresa, come scegliere l’attività giusta,come fare un business plan, quali possonoessere le difficoltà e come superarle.Creare progetti d’impresa magari sullabase di attività già avviate. Sulla stessa scia

Atti Parlamentari — 14 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 17: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

dovrebbe essere impostata anche la garan-zia giovani, che soprattutto al sud do-vrebbe puntare sull’autoimprenditorialità,sul creare la propria impresa, prevedendoanche stage e periodi di esperienza inregioni del centro-nord per conoscere davicino attività che funzionano e idee im-prenditoriali che possono essere esportate.Spesso il problema fondamentale per igiovani è proprio la mancanza di espe-rienza, che in questo modo potrebbe es-sere colmata. Oggi i giovani del sud vannoa lavorare al nord o all’estero e lì fannoesperienza, ma non riescono poi a ritor-nare nella loro terra perché le condizionipolitiche, economiche e sociali non sonoad oggi terreno fertile per impiantareun’attività. Il progetto garanzia giovanipotrebbe essere un ottimo punto di par-tenza per riportare i giovani al sud, per farvivere l’esperienza al nord come un pe-riodo di approfondimento e di crescitapersonale, ma con l’intento poi di ripor-tare quello che si è imparato nella propriaterra. Tutto ciò non può prescindere daaiuti dello Stato in mille forme, che nondevono essere solo ed esclusivamente eco-nomiche, ma ad esempio sul fatto disapere di poter contare sullo Stato perquanto riguarda la sicurezza e la lottacontro le mafie. Chi crea impresa deveavere fiducia nello Stato e nelle forzedell’ordine e questa fiducia deve esserericambiata per non ricadere nel circolovizioso in cui si è finiti finora. La lotta allemafie deve essere dura, le forze dell’ordineo i politici o i funzionari che in qualchemodo favoriscono le mafie devono esserepuniti duramente. Non vi deve essere piùnessuna pietà per chi non rispetta leregole. In questo, lo Stato dovrà essereintegerrimo e questa è condizione neces-saria perché il progetto vada a buon fine.Oltre a ciò lo Stato dovrà fare tutto quelloche è in suo potere per garantire i cittadinidel sud degli stessi standard di servizi chevengono forniti al nord. Pensiamo adesempio alla sanità: non è possibile che uncittadino del sud debba rivolgersi allestrutture del nord per essere curato per-ché nella sua regione non vengono fornitiservizi adeguati. Idem per la scuola, an-

cora troppi giovani scelgono di andare astudiare al nord per la migliore qualità diinsegnamento. Perché invece non puntarenel creare centri di studio di eccellenza delsud, che potrebbero diventare anche polidi attrazione per i giovani che vivonosull’altra sponda del Mediterraneo ? Po-tremmo colmare il bisogno di cultura deiPaesi del Maghreb offrendo ai loro giovaniun’istruzione moderna, questo porterebbeun beneficio al nostro Paese, sia in terminidi movimentazione di persone che in pro-spettiva per ridurre la crescita di massefondamentaliste. L’istruzione è la leva percostruire nuovi ponti fra l’Italia e MareNostrum, creare un circolo virtuoso distudenti stranieri come viene fatto adesempio negli Stati Uniti, Inghilterra, Ger-mania e Francia, può aprirci le porte aserie opportunità di fare impresa nei Paesidel nord Africa.

Tornando al turismo non dobbiamodimenticare che in questa fase, in cuimolti dei nostri settori produttivi sonomessi in grave difficoltà dalla globalizza-zione e dalla concorrenza dei Paesi emer-genti, l’unica cosa su cui possiamo puntaree che nessuno potrà toglierci è il nostroterritorio, il nostro clima e la nostracultura che tutto il mondo ci invidia.

Quando si parla di Italia all’estero, aglistranieri brillano gli occhi dall’emozione,eppure i dati relativi al turismo nel Me-ridione sono paradossali: su cento stra-nieri che visitano l’Italia, meno di uno vain Calabria, ancora meno in Molise, inBasilicata e in Abruzzo. Sommando le ottoregioni meridionali, includendo Sicilia eSardegna si arriva al 13,2 per cento deituristi.

Fa di più il solo Trentino Alto Adigecon il 14 per cento. Ciò significa che lepolitiche del turismo per il Mezzogiornosono fallimentari e vanno riviste total-mente. Va incentivato l’arrivo di stranierianche attraverso lo sviluppo di aeroporti einfrastrutture e il miglioramento dei ser-vizi di trasporto. Spiagge attrezzate, alber-ghi, villaggi turistici e negozi potrebberoportare milioni di posti di lavoro al Sud.Io credo che non possiamo più accettareche tanti cittadini del Sud siano costretti

Atti Parlamentari — 15 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 18: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

ad abbandonare la loro terra perché que-sta, pur avendo mille risorse, non offreloro la possibilità di vivere e lavorarci.Non è più accettabile il fatto che tantepersone soffrano perché devono viverelontano dalla loro famiglia e dalla loroterra.

Nella mozione che stiamo andando apresentare diamo molti elementi di spuntoal Governo, tutti tesi allo sviluppo delMezzogiorno. Lo sviluppo del Sud è unprogetto arduo, ma necessario, un progettoche deve essere intrapreso al più prestoper il bene del nostro Paese e dei nostricittadini.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscrittia parlare e pertanto dichiaro chiusa ladiscussione sulle linee generali delle mo-zioni.

(Intervento del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare ilsottosegretario di Stato alla Presidenza delConsiglio dei ministri, Sesa Amici.

SESA AMICI, Sottosegretario di Statoalla Presidenza del Consiglio dei ministri.Signor Presidente, intervengo perché sa-rebbe davvero grave, dopo una discussioneche mi pare abbia rimesso al centro unagrande questione, non esprimere parole digrande soddisfazione per un dibattito, che,proprio per la natura della stessa mozione,poteva dare adito ad una contrapposi-zione, quasi rivendicativa, rispetto allaquestione meridionale, in particolare delMezzogiorno d’Italia.

Ho ascoltato – per il Governo questo ègià un elemento di grande soddisfazione –un dibattito che ha avuto, dal punto divista dei profili culturali e anche politici,la grande consapevolezza che, in una si-tuazione come quella italiana, pensare allacrisi e alla fuoriuscita dalla crisi è possi-bile solo in via unitaria, avendo una vi-sione unitaria dei problemi e anche rico-noscendo al Mezzogiorno d’Italia non sonole potenzialità, ma anche la consapevo-

lezza che proprio da quelle regioni puòvenire un contributo decisivo nella storiadi questo Paese.

Del resto, lo ricordava da ultimo ilcollega Currò, la questione meridionale harappresentato nel corso della storia diquesto Paese grandi momenti, a volte ne-gativi, ma anche di straordinaria impor-tanza: basterebbe pensare semplicementealla straordinaria capacità delle classi di-rigenti, che intorno al professor Saraceno,riuscirono a fare del Mezzogiorno unagrande questione nazionale, proprio den-tro quella visione unitaria.

Il tempo è passato, ma gran parte deiproblemi del Sud oggi assumono questadimensione nei toni e anche negli impegniche si chiedono al Governo, con qualcheconcretezza in più.

Io credo – e lo posso affermare proprioa nome del Governo – che questo avvienecon grande attenzione, grazie anche allacornice istituzionale che qui è stata rap-presentata dalla comunicazione del sotto-segretario Delrio, quando ha spiegato l’uti-lizzo dei fondi comunitari, con una collo-cazione dei tre pilastri, quasi ad indicare,proprio dentro quella gestione, una nuovamissione che da parte del Governo si deveavere perché quei fondi non si disperdanoin mille rivoli; si chiede alla classe ammi-nistrativa, sopratutto regionale ma anche aquella degli enti locali, un salto di qualitàe di responsabilità non solo per le proprieregioni, ma per l’intero Paese, e che queifondi e la parte anche di cofinanziamentoda parte del Governo non vengano di-spersi, ed ancora che lo strumento che èstato messo in essere, proprio per unagestione più mirata dell’Agenzia, trovi unosviluppo molto più concreto.

Proprio alla luce di queste brevissimecomunicazioni, che sentivo di darvi inrelazione a questo dibattito, credo che, perquanto riguarda il Governo, l’esame saràmolto attento e forse al momento dellevotazioni delle mozioni potremo avere an-che – come dire – la consapevolezza distare scrivendo una nuova pagina per ilMezzogiorno d’Italia e per l’Italia intera.

Atti Parlamentari — 16 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 19: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

PRESIDENTE. Il seguito della discus-sione è rinviato ad altra seduta.

Discussione delle mozioni Tinagli, Carfa-gna, Giuliani, Dorina Bianchi, Binetti,Di Salvo ed altri n. 1-00272 e Muccied altri n. 1-00611 concernenti inizia-tive a sostegno delle politiche di genere(ore 12,10).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala discussione delle mozioni Tinagli, Car-fagna, Giuliani, Dorina Bianchi, Binetti, DiSalvo ed altri n. 1-00272 (Nuova formu-lazione) e Mucci ed altri n. 1-00611 con-cernenti iniziative a sostegno delle politi-che di genere (vedi l’allegato A – Mozioni).

Avverto che lo schema recante la ri-partizione dei tempi riservati alla discus-sione delle mozioni è pubblicato in calce alvigente calendario dei lavori dell’Assem-blea (vedi calendario).

Avverto che sono state, altresì, presen-tate le mozioni Nicchi ed altri n. 1-00613e Speranza ed altri n. 1-00615 che, ver-tendo su materia analoga a quella trattatadalle mozioni all’ordine del giorno, ver-ranno svolte congiuntamente. I relativitesti sono in distribuzione (vedi l’allegato A– Mozioni).

(Discussione sulle linee generali)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la di-scussione sulle linee generali delle mo-zioni.

È iscritta a parlare la deputata IreneTinagli, che illustrerà anche la sua mo-zione n. 1-00272 (Nuova formulazione). Neha facoltà.

IRENE TINAGLI. Presidente, Governo,questo Parlamento quest’anno si è occu-pato, in alcune occasioni anche impor-tanti, delle tematiche legate alla situazionefemminile in Italia, soprattutto per quantoriguarda la violenza di genere. Quindi,ricordo, anche con piacere e con orgoglio,la ratifica della Convenzione di Istanbul,che, da quel punto di vista, mette il nostro

Paese tra i Paesi avanzati anche se adessorestano aperti molti punti sull’attuazione esull’implementazione, ma certamente èstato un passo importante.

Tuttavia, io credo che non possiamopensare di fermarci lì; non possiamo pen-sare che le tematiche legate all’inclusione,all’integrazione, all’emancipazione delledonne nella società si possano fermare alpur importantissimo argomento della vio-lenza di genere. Dobbiamo lavorare persuperare molte altre barriere, che releganospesso le donne ai margini della società,della vita economica e della partecipazioneal mondo del lavoro. Queste sono temati-che fondamentali, perché è proprio l’in-clusione nel tessuto economico, sociale enella vita lavorativa che aiuta a superarei divari, che aiuta a rendere le donne piùforti, più autonome, più indipendenti, piùcapaci di reagire alle situazioni di dipen-denza, di violenza, di pressione psicologicae fisica che spesso subiscono dagli uominio dagli altri soggetti che approfittano dellaloro debolezza e della loro fragilità, chespesso ha natura economica. Quindi, suqueste basi noi volevamo chiedere al Go-verno un impegno e ragionare insiemesulle possibili azioni per potere superarequesti divari.

Il Global gender gap del World Econo-mic Forum dell’anno scorso, che esaminaogni anno il problema delle pari oppor-tunità in molti ambiti, quindi dalla sanitàal lavoro, come dicevo prima, evidenziacome l’Italia sia davvero molto indietro,all’ultimo posto tra i Paesi europei. Tratutti i 136 Paesi analizzati siamo al set-tantunesimo posto ed è veramente unaposizione difficile su tantissimi fronti, an-che se, diciamo, i dati dell’ISTAT del 2013ci mostrano un leggero aumento dell’oc-cupazione femminile, in realtà per largaparte ascrivibile anche all’aumento delleoccupate straniere nel nostro Paese, eall’aumento, magari, dell’occupazione fem-minile in lavori di bassa mansione e altriaspetti non particolarmente incoraggianti.Ma, nonostante questo leggero migliora-mento che si registra dalle statistiche,ancora la quota delle donne occupate inItalia rimane di gran lunga la più bassa di

Atti Parlamentari — 17 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 20: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

tutta l’Unione europea. Siamo al 47 percento, contro il 58,6 per cento della mediaeuropea. Poi, chiaramente ci sono Paesi inEuropa che hanno dati molto superiori,anche vicini al 70 per cento.

Le donne, inoltre, sappiamo che conti-nuano anche ad essere pagate meno ri-spetto agli uomini, con un differenziale digenere italiano nelle retribuzioni che èmisurato dall’Unione europea intorno aquasi il 6 per cento e con dei divari chesi rivelano ancora più elevati e più evidentiquando si confrontano le occupazioni an-che a parità di livello d’istruzione.

Quindi, gli uomini laureati guadagnanoil 20 per cento in più degli uomini diplo-mati; per le donne la laurea ha un valoreinferiore, questo maggiore premio al-l’istruzione non si rivela così marcato.Quindi, ci sono tutta una serie di sintomiche ci fanno vedere come ancora le donnesoffrano una situazione di svantaggio, equesto si riflette in un problema non soloper questioni di parità fra donna e uomo,di diritti, ma in delle opportunità econo-miche per il Paese.

Nel 2010 la Banca d’Italia aveva sti-mato che, se l’Italia si fosse adeguata aglistandard del Trattato di Lisbona, che au-spicava un livello di occupazione femmi-nile del 60 per cento, questo avrebbeimplicato, comportato, un aumento delPIL fino al 7 per cento; addirittura, se inItalia il tasso di occupazione femminilefosse lo stesso di quello maschile, si sti-mava un incremento del PIL di 12 puntipercentuali. Quindi, vediamo come questaassenza, questa difficoltà delle donne adessere integrate nella vita economica delPaese, abbia riflessi enormi proprio sulpotenziale di crescita del nostro Paese.

Ci tengo anche a sottolineare alcunifattori che frenano la partecipazione delledonne, che non sono una scarsa propen-sione delle donne a lavorare e ad impe-gnarsi, perché, in realtà, ci sono indaginie ricerche che ci mostrano – come, peresempio, dati recenti dell’OCSE – comeuna donna italiana lavori in media 58 oree mezzo alla settimana contro le 47,7 diun uomo. Qual è il problema ? Che, diqueste 58,6 ore, i due terzi, 36 ore, sono

di lavoro non retribuito, quindi sono legatealla cura dei bambini, degli anziani, allacucina, alle pulizie domestiche, e solo 22ore, in media, sono quelle retribuite.

Una situazione che è diametralmenteopposta a quella che si verifica tra gliuomini, e questo è uno dei dati peggiori ditutta l’Unione europea. Questo ci fa capirecome uno dei problemi, uno dei freni allapartecipazione femminile al mondo dellavoro sia legato anche alle politiche diwelfare che noi abbiamo nel nostro Paese,e quindi al fatto che vi siano delle carenzeenormi, soprattutto in alcune aree delPaese, sul fronte del supporto alla fami-glia, e anche alla donna, che, purtroppo,come vediamo, in Italia resta il perno delleattività di cura familiari.

Vediamo, quindi, inefficienze su varifronti: per esempio, i dati dell’ISTAT evi-denziano come l’offerta pubblica sul ter-ritorio di asili nido sia non solo media-mente insufficiente e più bassa rispetto aquella di altri Paesi europei, ma, soprat-tutto, estremamente sperequata sul terri-torio. Nel 2012 i dati ci fanno vedere comesi vada dall’80 per cento di copertura inregioni come l’Emilia-Romagna o il FriuliVenezia Giulia al 13 per cento della Ca-labria, che ha il livello più basso. E,guarda caso, sono proprio le regioni delSud quelle dove le donne soffrono mag-giormente dell’esclusione dal mondo dellavoro, di difficoltà di inserimento e diemancipazione economica.

Ci sono stati in Italia, nel tempo, anchese con grandi ritardi, tentativi di interve-nire con misure per colmare questi divari,ma sono sempre misure molto frammen-tate, magari ridotte nell’ambizione, e poi,più che altro, sono spesso misure che siarenano nella fase attuativa e implemen-tativa, e, soprattutto, su cui mancano an-che attività serie e costanti di monitorag-gio e di valutazione, che possano consen-tire, anche a noi stessi, che dobbiamolegiferare su questi temi, di capire qualisiano le misure a maggiore impatto, qualisiano le misure che riescono a superare dipiù questi ostacoli, ad aiutare di più ledonne ad essere inserite nel mondo dellavoro.

Atti Parlamentari — 18 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 21: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

Faccio alcuni esempi: la legge di sta-bilità per il 2013 ha introdotto la possi-bilità di frazionare ad ore la fruizione delcongedo parentale. Questa è una misuramolto importante, che può aiutare moltedonne a conciliare vita e lavoro, che, comedicevamo prima, è un elemento di grandefreno. In merito alle modalità di fruizionedel congedo su base oraria, ai criteri dicalcolo e all’equiparazione di un determi-nato monte ore alla singola giornata la-vorativa, è stato demandato il tutto allacontrattazione collettiva di settore.

E lì si è arenata, di fatto, per cui,ancora, manca una determinazione praticache possa consentire un’effettiva fruizioneda parte delle donne in molti settori.

Ci sono altri esempi che vorrei citare:l’articolo 4, lettera b), della legge n. 92del 2012, che aveva previsto per il trien-nio 2013-2015 la possibilità per le madrilavoratrici di richiedere al termine delcongedo maternità, in alternativa al con-gedo parentale, un contributo di 300 euromensili per l’acquisto di voucher e per iservizi di babysitting e asili nido pubblicio privati.

Questa era una misura importante cheandava incontro alle esigenze delle donneche stavano uscendo dalla maternità e, traparentesi, ricordo che questo è uno deimomenti più critici per le donne che sononel mercato del lavoro, in particolare inItalia, perché noi abbiamo il 22 per centodelle donne che, due anni dopo la mater-nità, non rientrano nel mondo del lavoro,ed è un dato che è andato peggiorandonegli anni, non migliorando. Questa erauna misura che poteva aiutare ad alleviarequesto problema.

La legge istitutiva della misura avevagarantito 20 milioni di euro a copertura diquesta operazione che, all’epoca, franca-mente, io stessa ed altre parti ritenevamoestremamente ridotta, assolutamente in-sufficiente, e tuttavia all’avvio di questamisura, il contributo ha riscosso pochis-simo successo, come testimoniano lescarse richieste pervenute: a fronte dipotenziali 11.111 beneficiari, solo 3.762lavoratrici, secondo i dati INPS, sarebberostate ammesse al beneficio, e altrettanto

poche sono le strutture che sono stateaccreditate per il servizio, meno di unterzo degli asili pubblici o privati nazionalisi sono convenzionati con lo Stato.

Questo ci deve far capire quanto siaimportante fare delle azioni serie, con-crete, di follow-up, seguire queste misure,non basta scriverle sulla carta, non bastaun decreto, e nemmeno un fondo stan-ziato, ci vuole un’azione concertata, co-stante, che quotidianamente si relazionialle associazioni datoriali, con le scuole,con gli asili, con tutti i soggetti che pos-sono contribuire attivamente a rendereoperative le misure che vengono prese aRoma, portarle nei territori, diffonderle,comunicare con le famiglie, con le madri,con i soggetti che spesso sono anche quellipiù esclusi, che meno hanno accesso alleinformazioni.

Dobbiamo avere un surplus di atten-zione verso queste persone per far sì chevengano a conoscenza delle opportunitàche hanno per potersi emancipare. Lostesso, per esempio, per i 40 milioni cheerano stati stanziati nel 2009 con decretoministeriale, per la realizzazione di unsistema di interventi a favore della conci-liazione dei tempi di vita e di lavoro. Unamisura certamente meritoria, interessante.Le regioni hanno poi sottoscritto dei pro-tocolli, hanno dato vita a delle attività, adelle azioni, e, con il coordinamento delDipartimento per le pari opportunità, sonostate messe in piedi numerose iniziative.

Però, ad oggi, non esiste un monitorag-gio sul livello nazionale chiaro, completo,che ci consenta di vedere quali sono sututto il territorio nazionale le iniziativemesse in piedi, come sono stati spesiquesti soldi e, soprattutto, in relazione airisultati.

Può darsi che ci sia una carenza diaggiornamento sul sistema di Internet, maquello che ho potuto verificare sul sito delDipartimento delle pari opportunità, è cheil gruppo di lavoro che avrebbe dovutomonitorare su questi interventi e produrreun report, ha fatto l’ultima riunione il 20gennaio del 2012: c’è una paginetta diverbale in cui vengono semplicemente ri-portate le cifre spese e liquidate dalle

Atti Parlamentari — 19 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 22: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

regioni, ma nessuna informazione sui ri-sultati, sul tipo di programmi, sull’impattoche hanno avuto sull’occupabilità e l’oc-cupazione delle donne. Forse, è anche perquesto motivo che noi, nel 2014, ancorafacciamo i conti con una emarginazionecosì forte delle donne dal mercato dellavoro.

Quindi, in conclusione, noi chiediamoche vi sia una rinnovata attenzione aqueste tematiche, soprattutto sul frontedell’inclusione sociale, dell’inclusione eco-nomica, dei servizi per la famiglia, peraiutare le donne ed anche gli uomini,perché molto spesso la cura della famiglia,per fortuna, oggi in alcuni casi è condivisae ci auguriamo che lo sia sempre di più.

Ma le famiglie da sole non possonofarcela e alla fine questa fragilità, que-st’assenza dei servizi, si riversa spessosulle donne, allontanandole dal mondodel lavoro e minandone l’autonomia, l’in-dipendenza e facendone permanere lafragilità.

PRESIDENTE. Deputata Tinagli, haesaurito il tempo.

IRENE TINAGLI. Bisogna intervenirerazionalizzando gli interventi, potenziandoil monitoraggio, accertandosi che le misureattuate vengano poi implementate nelladirezione e con i risultati auspicati.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare ladeputata Nicchi, che illustrerà anche lasua mozione n. 1-00613. Ne ha facoltà.

MARISA NICCHI. Signor Presidente,comincio subito da un’affermazione: a noiinteressa molto discutere dei temi che oggiaffrontiamo, abbiamo presentato una no-stra mozione e abbiamo letto e ancheascoltato proposte sicuramente interes-santi. Però mettiamo subito le maniavanti. Noi non possiamo fermarci, difronte a questi temi, a richieste generiche,ad una giaculatoria stanca di cosiddettepolitiche di parità di genere, importanti,ma che talvolta rimangono semplicementedei gusci vuoti.

Credo che sia importante questa discus-sione e noi vogliamo lavorare per questo, sesi riesce a individuare quelle che sono dellepriorità concrete per realizzare gli impegnie le volontà che sono genuine e che hannomotivato tale discussione.

Dico subito, per esempio, che ho unadifficoltà a riconoscere positivo il fatto diparlare di parità. Non solo perché laparità implica comunque l’idea che uominie donne siano sullo stesso piano e annul-lino nella loro neutralità le diverse sog-gettività – che noi, invece, vogliamo valo-rizzare – ma perché la parità in questonostro Paese, invocata come « parità », haportato ad una delle misure più penaliz-zanti per le donne.

La apro come discussione, perché biso-gna chiarirsi su questo. Penso a tutta lascelta che è stata fatta di parificare, peresempio, l’età pensionabile delle donne, siadelle dipendenti pubbliche che private.Credo che quello sia un esempio di paritàpunitiva e, quindi, in questo senso, noicome gruppo prendiamo le distanze, perchédiscutiamo, però a noi interessa innanzi-tutto l’interesse e la condizione delle donne.

« Punitiva »: mi ci voglio soffermare,visto anche il contesto del job act e delladiscussione in atto nel Paese e che èaperta al Senato. « Punitiva », perché dauna parte si predica, durante l’arco dellavita, la massima flessibilità, per cui, perchi ha lavoro, c’è mano libera, mano liberaed una cosiddetta flessibilità selvaggia:modi di lavorare omologanti, con carichidi lavoro pesanti, orari lunghi, competiti-vità esasperata, sottomissione. Da unaparte, quindi, c’è questa flessibilità selvag-gia, dall’altra, invece, quando si arriva nelfinale della vita, c’è il modello unico diuscita dal lavoro per accedere alla pen-sione: tutti sempre più in alto, tutti nellostesso modo, come se tutte le vite e tuttele condizioni fossero le stesse.

Ho richiamato questo tema dello sfrut-tamento, perché in questo Paese è veroche manca drammaticamente il lavoro, mamolto spesso, chi ce l’ha, viene sottopostoa forme di sfruttamento molto forte eall’interno di questo noi troviamo tantedonne lavoratrici, tante donne operaie.

Atti Parlamentari — 20 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 23: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

Questo tipo di parità, che annulla,come è successo con l’innalzamento del-l’età pensionabile, il riconoscimento dellavoro femminile, della soggettività femmi-nile, a noi non interessa, perché è un’ideaparitaria punitiva, che cancella le diversesoggettività e cancella la qualità diversadel lavoro che esiste tra uomini e donne.Noi proponiamo alcune misure concrete,le proponiamo avendo letto e ascoltatomolte proposte che provengono dalle stu-diose, molte proposte del movimento delledonne, dei sindacati, con cui serve unainterlocuzione per capire, mirare meglio inostri obiettivi.

La prima è la tutela della maternità, inmodo che tutte le donne possano ricevereun’indennità a prescindere dal lavoro chefanno. L’altra è il riequilibrio della pen-sione a chi, nel corso della vita, ha dedi-cato energia e cura all’accudimento dipersone, figli o anziani. Terzo, il temadella possibilità di scelta da parte deigenitori di accedere a una pluralità disoluzioni (servizi sociali, in primis gli asilinido, interventi diretti), in modo tale chetutta questa dimensione della cura, del-l’accudimento non sia in contrapposizioneo in alternativa al lavoro, non costringacioè i soggetti, uomini e donne, ad abban-donare il lavoro.

L’altro tema che proponiamo è l’affron-tare la questione del superamento del-l’ostilità delle aziende – quelle piccole inparticolare – alla maternità e al lavorofemminile e del sostegno e dello stimolo aigiovani padri a usare i congedi parentali inmodo, quindi, da valorizzare la maternità,sostenere una nuova paternità, in un ri-pensamento del rapporto tra vita e lavoro,che è una grande sfida di innovazione, cheimplica risorse pubbliche, risorse di idea-zione sociale, capacità di mobilitazione, diprotagonismi e di autogestione da partedei soggetti.

Queste su cui noi abbiamo presentatola nostra mozione sono misure che, infatti,prefigurano un welfare universale, perdonne e uomini che lavorano e curano,che, proprio per questo, tende a favorire –ripeto – la presenza dei padri nel lavorodi cura, e prefigurano un welfare che

metta in grado tutti i soggetti di dare ilcontributo alla vita e all’economia secondole proprie capacità, un welfare che, quindi,offre libertà di scelta secondo strategiepersonali e familiari diverse.

Ecco, ripeto, tra i nostri obiettivi vi èun’indennità universale per tutte le madri.Partiamo dai dati: la maggioranza delledonne italiane sotto i 30 anni o il 40 percento delle donne sopra i 40 anni non hacoperture di tutele. Apro qui una paren-tesi. Quest’Aula ha approvato un’impor-tante legge che preveniva una piaga so-ciale, quella delle dimissioni in bianco.L’abbiamo approvata, questa legge è statainabissata nel job act del Senato, ha persodi forza e non si sa che fine farà. E alloranoi non è che possiamo riproporre mo-zioni, impegni nuovi sul tema, per esem-pio, delle politiche di genere e non fare iconti coerentemente con gli impegni presirispetto a un tema che tutti insieme ab-biamo considerato importante e rispetto alquale tutti insieme abbiamo presentatouna proposta di legge ed una soluzione,che al Senato è stata inabissata. Infatti,questa maggioranza non regge quel tipo diimpostazione al Senato, visti le maggio-ranze e gli incroci politici diversi checertamente restringono i diritti quando sipassa al Senato.

L’altro grande tema riguarda – ne haparlato l’onorevole Tinagli – i congediparentali. Mettiamoci al livello dell’Eu-ropa, è l’occasione: siamo nel semestreeuropeo. Mettiamo gli sforzi e la rifles-sione sui congedi parentali sulla scia delleesperienze europee. Oggi, è vero, noi do-vremmo chiedere, giustamente, un moni-toraggio di quello che è stato fatto finora,al di là degli impegni delle regioni. Credoche noi dovremmo utilizzare anche questodibattito per dare un impulso su questo.

Io credo che dall’esperienza che è statafatta, dagli studi che sono venuti fuori, ilproblema è che questi congedi sono statiusati troppo poco dai padri, perché troppopoveri e troppo poco flessibili, anche se lamisura della spalmatura oraria ha aiutatocertamente una maggiore flessibilità. Io

Atti Parlamentari — 21 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 24: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

credo che questo sia un tema su cui si puòuscire da questa discussione con precisiimpegni.

Altro tema: noi non possiamo nonaffrontare il grande tema delle pensioni edel fatto che si debba considerare il tempoche tante donne soprattutto, ma ancheuomini, quindi che donne e uomini –sempre più uomini – dedicano alla cura enon possiamo non affrontare l’idea chequesto tipo di lavoro di cura, fatto dalledonne, ma anche dagli uomini, debbaavere un riconoscimento ai fini pensioni-stici e non debba rappresentare un creditoproprio per i fini pensionistici, anche per-ché noi sappiamo che oggi accade questo.

E, quindi, è necessario che venganoriconosciuti come lavorativi quei periodiche donne e uomini dedicano all’accudi-mento dei figli o ad un anziano nonautosufficiente, e che si ripensi il sistemapensionistico secondo un criterio di mag-giore flessibilità e di riconoscimento dilibertà di scelta in modo tale da permet-tere, quindi, un’azione di autoregolamen-tazione.

Pensiamo, poi, al grande tema deglisgravi fiscali per le piccole e micro im-prese perché noi sappiamo che, per esem-pio, la maternità è un costo per tantepiccole imprese e questo costo è allaradice di molte forme di discriminazione eanche di tanti alibi di mobbing che ven-gono operati sulle donne, quelle che ri-tornano a lavorare dopo il primo figlio,tant’è che i dati dimostrano che moltospesso dopo la nascita del primo figlio c’èun abbandono del lavoro da parte delledonne. Pensiamo, per esempio, a forme diincentivo per una riorganizzazione del-l’orario di lavoro, anche di riduzione, perla rottura di un modello unico di orario,giostrato, standardizzato sull’idea, ormaiche non ha più presa con la realtà, cheesiste un orario di lavoro rappresentatosul lavoratore maschio che va a lavorare esta a lungo. Perché, invece, non pensare aforme di flessibilizzazione, di nuova orga-nizzazione contro la competizione, l’ideache la produttività significa stare tanto inun luogo di lavoro e puoi avere invece altritipi di valutazione.

E poi il grande tema del rilancio delwelfare, del rilancio dei servizi educativi,sociali, sanitari, in particolare dei nidi. Iocredo che noi vogliamo qui – e con questomi permetta le ultime considerazioni ge-nerali – rappresentare...

PRESIDENTE. Sì, ma si avvii a con-clusione, per favore.

MARISA NICCHI. ... la ricchezza che ledonne producono con il lavoro, pagato enon pagato, obbligato, gratuito, cosiddettodi cura. Un lavoro di cura da bilanciarecon gli uomini che, come sappiamo, par-lando di quelli italiani, sono particolar-mente fannulloni sul lavoro di cura, e dasostenere con un welfare più ricco, che èanche fonte di buon lavoro.

È anche da riconoscere come una di-mensione umana che non sarà mai elimi-nata del tutto dalla vita delle donne, mauna dimensione umana che oggi non è incontraddizione, ma che vive con una re-gola che è la base al momento dell’inno-vazione sociale, ossia che la donna a casa,la cosiddetta donna casalinga, di cui ognitanto qualcuno evoca l’immagine, non esi-ste più, non è la regola che presiede ilmondo. Al contrario, ci sono donne sem-pre più istruite che esprimono aspettativedi autonomia e di realizzazione e chevogliono lavorare.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare ladeputata Rostellato, che illustrerà anche lamozione Mucci ed altri n. 1-00611, di cuiè cofirmataria. Ne ha facoltà.

GESSICA ROSTELLATO. Signor Presi-dente, siamo qui oggi per chiedere alGoverno un impegno chiaro sulle politichedi genere perché siamo ancora un Paesedove di fatto un terzo delle mamme dopoil parto non torna più sul luogo di lavoro,dove le donne sono soltanto il 6,5 percento degli ambasciatori, il 31,3 per centodei prefetti, il 14 per cento dei primari, il20 per cento dei professori. Sempre inItalia, più di cinque donne su dieci sonosenza reddito da lavoro e, per quelle cheil reddito lo hanno, la retribuzione media

Atti Parlamentari — 22 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 25: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

si ferma sotto i 25 mila euro all’anno,mentre quella di un uomo sfonda il tettodei 31 mila. Chiediamo quindi un impegnoin questo senso, che si concretizzi ineffettive politiche di conciliazione tra vitafamiliare e lavoro.

Ma partiamo dall’antefatto. Il 1o agostoscorso è entrata in vigore la Convenzionedel Consiglio d’Europa sulla prevenzione ela lotta contro la violenza nei confrontidelle donne e contro la violenza dome-stica, approvata nel 2011 a Istanbul, fir-mata da trentadue Paesi e ratificata datredici. Tale accordo costituisce un impor-tante strumento internazionale giuridica-mente vincolante per gli Stati. La recentelegge 15 ottobre 2013, n. 119, arricchisceil codice di nuove aggravanti e amplia lemisure a tutela delle vittime di maltrat-tamenti e violenza domestica. Ma la pro-tezione non serve, serve dare opportunitàdi indipendenza. Gli Stati che hanno ra-tificato la Convenzione di Istanbul devonomettere in campo adeguate risorse finan-ziarie ed umane tali da realizzare i pro-grammi e le politiche volte a combattere ilfenomeno della violenza sulle donne, es-sendo altresì tenuti a istituire un organi-smo che coordini e monitori tutte lemisure destinate allo scopo in quantopreviste della Convenzione medesima. Equesto lavoro di monitoraggio e di com-petenza esecutiva non può restare in capoalla Presidenza del Consiglio. Servono re-sponsabilità e sinergia tra tutti gli attoriche ruotano attorno al tema. Non è nep-pure sufficiente nominare una consiglieradella Presidenza. Per un lavoro organico estrutturato serve un Ministro con un Mi-nistero, uno staff di esperti e un pro-gramma puntuale con risorse e obiettivi.

In questa mozione che vado oggi aillustrare chiediamo quindi come primoimpegno al Governo quello di istituire conurgenza il Ministero delle pari opportunitàperché crediamo che, nonostante tutto, adoggi nel nostro Paese non siano assoluta-mente garantite le pari opportunità in tuttigli ambiti in cui è necessario lottare per-chè tutti abbiano gli stessi diritti. Solo lapresenza di un Ministro e, quindi, di una

volontà politica può aiutarci nel portareavanti tutte le battaglie che ancora sidevono fare.

Abbiamo focalizzato la nostra mozionein particolare sulle politiche per il lavoroin quanto le pari opportunità nel mondodel lavoro costituiscono, tra le altre cose,l’humus necessario a contrastare ogniforma di violenza a danno della donna, inquanto trattasi di violenza psicologica fi-nalizzata alla subordinazione e alla pre-varicazione che nella maggior parte deicasi costituisce l’incubatore della violenzafisica vera e propria. Si tenga conto che laviolenza psicologica a danno della donnaattecchisce in primis nell’ambito familiare,con comportamenti del partner, solita-mente l’uomo, caratterizzati da una sottile,ripetuta e perversa forma di violenza,appunto psicologica, che protratta neltempo tende ad annullare la personalitàdella vittima sino al suo annientamento. Sitratta di una fattispecie poco esplorata, siadalla sociologia, che dalla giurisprudenza,a cui non si è prestata sufficiente atten-zione, ma che riveste, sotto il profilodell’incidenza sociale, significativo rilievo eche deve essere urgentemente affrontatacon tutti i mezzi a disposizione. Taletipologia di violenza si interseca con quellaperpetrata sui luoghi di lavoro dove lafigura della donna appare ancora in molticasi posta in una posizione di fragilità esubordinazione rispetto all’uomo. Sarebbeopportuno determinare delle fattispecienormative ad hoc, tanto in relazione allaviolenza psicologica endofamiliare, quantorispetto a quella che si perpetra nei luoghidi lavoro.

Come detto, nel nostro Paese le donnearrivano ancora con difficoltà a posizionidi rilievo in ambito lavorativo. General-mente, a parità di mansioni, la donnapercepisce retribuzioni inferiori all’uomo ele vengono applicati maggiormente con-tratti atipici o a tempo determinato; e viè ancora un gap occupazionale notevolefra i due sessi che va ampliandosi piùaumenta il numero di figli. In questoquadro, già di per sé tutt’altro che con-fortante, si inseriscono discriminazioninelle discriminazioni che colpiscono le

Atti Parlamentari — 23 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 26: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

donne residenti nel sud d’Italia, basti pen-sare che quasi la metà dei residenti nelMezzogiorno è a rischio di povertà. Davarie indagini si evince che la situazionelavorativa del sud Italia è molto più dif-ficile rispetto a quella del centro e delnord Italia sia dal punto di vista occupa-zionale sia da quello retributivo. In par-ticolare, si registra un elevato differenzialetra la disoccupazione del sud e del nord eun aumento del flusso migratorio dalleregioni del sud verso il nord ed unasignificativa disparità retributiva, tenutoconto che, per chi lavora al nord, laretribuzione risulta superiore dell’8,2 percento rispetto a chi lavora nel Meridione.Tali discriminazioni tra uomini e donne inambito lavorativo, maggiormente evidential sud, si spiegano con varie cause, chel’Isfol brevemente riassume in questomodo: le cause della disoccupazione fem-minile risiedono, oltre che in una dise-guale divisione tra i partner dei carichi dilavoro familiari, nell’inadeguatezza dell’at-tuale modello di welfare, connotato dallacarenza di servizi pubblici per l’infanziaoltreché di reti informali di supporto, econ un’organizzazione del lavoro pococonciliante e caratterizzata dalla rigiditàdei tempi e degli orari, specie in relazioneal periodo successivo al parto.

Le politiche governative in ambito diwelfare sono state quasi assenti e, quandoapplicate, pressoché fallimentari, bastipensare agli incentivi alle assunzioni o allaGaranzia Giovani, che non tiene contodelle peculiarità dell’inserimento e delmantenimento del posto di lavoro per legiovani donne, o al voucher per i serviziall’infanzia, poco pubblicizzato, limitatonel tempo e nelle risorse e comunquerivolto a una fascia troppo ristretta difamiglie. Quest’assenza di serie e concretepolitiche per la conciliazione, la mancanzadi servizi o aiuti da parte dello Statocontinuerà a richiedere aiuto alle famigliedi origine e imporrà ancora più carico dilavoro alle donne anziane, che, con l’in-cremento dell’età pensionabile previstadalla cosiddetta legge Fornero, dovranno

conciliare lavoro e famiglia per un numeromaggiore di anni: un vero e proprio cir-cuito che deve essere arrestato.

Il Jobs Act, quindi, può diventare inquesto momento uno strumento impor-tante per trovare veramente una soluzioneseria ai problemi delle famiglie e intro-durre in via definitiva concrete misure dipromozione dell’occupazione femminile,anche attraverso nuovi strumenti di con-ciliazione tra attività di cura e lavoro. Trale misure flessibili in funzione conciliativadelle esigenze delle lavoratrici, non po-tranno non considerarsi le opportunitàche riserva il telelavoro, il quale, grazieall’uso della tecnologia, permette un ele-vato grado di flessibilità e autonomia nellascelta degli spazi e nei tempi. L’invocataflessibilità, finalizzata alla conciliazionedei bisogni familiari con i tempi di lavoro,deve riguardare anche l’attuale disciplinadei congedi di maternità, che dovrannoessere più liberamente gestiti dalla donnacome meglio crede, affinché si possa giun-gere ad un bilanciamento tra l’esigenzadella lavoratrice di conservare il propriopatrimonio professionale, evitando perioditroppo lunghi di assenza dal lavoro, e lavolontà di dedicarsi ai figli per una certaparte della giornata o della settimana.Bisogna altresì provvedere ad una rivisi-tazione dell’istituto degli assegni per ilnucleo familiare, perché venga concessoanche alle lavoratrici autonome, così comerisulta opportuno introdurre ogni misurautile ad incentivare il lavoro a tempoparziale ed il lavoro autonomo. A ciò deveaffiancarsi il rafforzamento di adeguatiincentivi fiscali e sgravi contributivi sia peri genitori che assumono direttamente per-sonale specializzato per la cura dei bam-bini e delle persone adulte non autosuf-ficienti sia per i datori che assumonopersonale in sostituzione dei lavoratori incongedo. Politiche ad hoc e risorse devono,inoltre, prevedersi per i datori di lavoroche investono nella realizzazione di asili obaby parking aziendali ovvero che stipu-lano convenzioni con ludoteche o asiliprivati. Ci aspettiamo veramente da questo

Atti Parlamentari — 24 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 27: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

Governo un impegno serio e strutturale inquesto ambito, è urgente agire subito, nonc’è più tempo da aspettare.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare ladeputata Gregori, che illustrerà anche lamozione Speranza ed altri n. 1-00615, dicui è cofirmataria. Ne ha facoltà.

MONICA GREGORI. Signor Presidente,oggi discutiamo di un tema di particolareattualità: non tanto per le numerose ini-ziative internazionali ed europee che sonostate messe in campo in tema di parità digenere e diritti delle donne in questoperiodo, certamente necessarie e pregevoli,e complementari alle azioni che Governo eParlamento programmeranno in questamateria; quanto, per l’appunto, per lanecessità di imporre un tratto deciso al-l’azione politica, che sappia invertire larotta regressiva adottata negli ultimi anni,che rischia di invalidare gli importantiprogressi che il nostro Paese è riuscito acompiere in tema di parità di genere.

Le mozioni danno tutte bene il senso diquesta situazione, facendo riferimento siaalle cifre e i rapporti degli organismiinternazionali, sia alle statistiche del-l’ISTAT che per l’appunto, dipingono unquadro tutt’altro che favorevole.

In questo senso, mi preme sottolinearecome l’impalcatura dei diritti, delle tutelee delle opportunità delle donne sia oramessa a repentaglio sotto un dupliceaspetto. Da un lato, la più grave crisieconomica, sociale, industriale e finanzia-ria dei nostri tempi ha consentito ungenerale arretramento del grado di atten-zione sulla tutela della parità di genere edei diritti delle donne. Le donne sonol’anello più debole nelle politiche di au-sterità e rigore: lo sono state le madri,costrette ad abbandonare il proprio postodi lavoro, lo sono state le figlie, strettenella morsa di una disoccupazione, che hatagliato loro ogni prospettiva di futuro.

Del resto, la sollecitazione a riconside-rare con forte attenzione il rischio di unaperdita di quota della donna nella vitasociale e lavorativa, è venuta con forza direcente anche dal mondo cattolico, dai

suoi più alti vertici: un richiamo alle classipolitiche e dirigenti volto a ripensare,insieme ai modelli di famiglia, il ruolo chele donne sono chiamate a svolgere nellasocietà sempre più attenta e sensibile alleproblematiche riguardanti i diritti fonda-mentali della donna in tutte le dimensionidel suo impegno, in controtendenza all’im-magine femminile impressa dai precedentiGoverni, un’immagine che ha fatto vederela donna solamente come merce.

Ecco dunque che è responsabilità delPartito Democratico, come forza princi-pale del Paese, tenere dritta la barra delriformismo, stimolando comportamenti,politiche e linee d’indirizzo che sappianodare effettivo peso sociale alla parità digenere e ai diritti delle donne. Occupan-domi di lavoro e società, credo dalla miamodesta esperienza di poter affermareche, nell’esperienza italiana ed europea deisistemi del mercato del lavoro, introdurremeccanismi di penalizzazione dei dirittidel lavoro significa rischiare di andare acolpire per prime proprio le donne; e nonce lo possiamo permettere !

Ecco perché ribadisco con forza anchein questa occasione la necessità che ilParlamento e le Commissioni competentiavviino al più presto un’indagine conosci-tiva sugli effetti che la legislazione attual-mente in vigore ha avuto in termini diparità di genere e diritti delle donne. Ilmondo del lavoro è elemento qualificanteper il progresso di questo Paese, perchésupportato da dati e contenuti che ciconsentono di leggere la realtà.

Solo mettendo il lavoro al primo postocome promozione della persona riusci-remo a restituire veramente dignità ad unimpegno politico e legislativo sulla paritàdi genere. Questo Governo ha già assuntoimpegni e provvedimenti a tutela e pro-mozione dell’occupazione femminile, in-tervenendo su elementi cruciali quali re-tribuzioni, pensioni, accesso al mercato dellavoro, conciliazione vita-lavoro. La ri-forma del lavoro al vaglio delle Camere èla finestra giusta per introdurre una seriedi meccanismi di incentivazione al lavorofemminile per le imprese: sgravi fiscali perchi assume manodopera femminile, abbas-

Atti Parlamentari — 25 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 28: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

samento del cuneo fiscale per le lavora-trici, in particolare quelle a partita IVA olibere professioniste, cambiamento del pa-radigma delle politiche attive del lavoro edel sistema nazionale di collocamento,visto che nel quadro della domanda edell’offerta di lavoro, l’offerta femminilerappresenta caratteristiche di flessibilità epeculiarità che devono necessariamenteessere tenute in considerazione. Tutti temiche stanno a cuore al Partito Democratico,e che ha avuto modo di ribadire anche inoccasione della presentazione di questamozione.

Da prima firmataria di una proposta dilegge in materia di congedi per la forma-zione so bene quanto sia necessario ade-guare la nostra legislazione al tema dellaconciliazione tra vita e lavoro e all’esseremadri, alla propria educazione e così via.

Su questo tema anche il Governo e ilParlamento possono fare la loro partenell’avviare una nuova fase di dialogo traimprese, associazioni datoriali e parti so-ciali per ridisegnare un modello indu-striale che sia più vicino alle esigenze delledonne, partendo dal tema del congedo, chepotrebbe essere rimodulato, ulteriormentefrazionato nel tempo, per consentire alledonne di avere una maggiore elasticità enon doversi sentire minacciate dalla per-dita del lavoro.

Come non parlare poi del Fondo na-zionale per l’imprenditoria, giustamentecitato dalle mie colleghe presentatrici efirmatarie delle mozioni che è stato permolto tempo una bandiera della parità digenere ma che, a mio avviso, non ha maiottenuto la piena attenzione da parte pub-blica. Il semestre europeo a guida italianapotrebbe essere in questo senso una buonaoccasione per orientare il finanziamentocomunitario a rilanciare il fondo per l’im-prenditoria, io ad esempio, ho suggerito alPremier Renzi di utilizzare il tema delrifinanziamento della Garanzia giovani,che va rifinanziata in maniera più robusta,per avviare schemi di project bond desti-nati esclusivamente all’occupazione fem-minile giovanile e alle start up femminili.

Se non partiamo da questi punti e daaltri altrettanto cruciali presenti nelle mo-

zioni – penso al tema del coordinamentotra i vari ministeri che si occupano di pariopportunità, alla diffusione di contenuticulturali a favore della parità di genere,anche attraverso l’utilizzo della televisionepubblica – il tema della parità di generesarà sempre di più relegato ad un meroesercizio di politica da talk show e dasalotto e sempre meno invece ad interventisolidi, efficaci e concreti capaci di incidereveramente sulla vita delle donne.

PRESIDENTE. È iscritta a parlarel’onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, èstato interessante ascoltare le mozionipresentate dalle colleghe di altri gruppiperché è totalmente singolare vedere unaconvergenza assoluta di diagnosi dei pro-blemi, di possibilità di interventi, di criteridi priorità. Evidentemente sul tema delledonne c’è una trasversalità forte che me-rita di essere segnalata, peccato che fos-simo solo donne e solo noi ad esserepresenti qua dentro e che l’esponente delGoverno, la cui sensibilità è nota a tutti suquesto fronte, conosca già perfettamentequesti problemi.

La cosa singolare di queste mozioninon è l’elemento di innovazione, osereidire che non ci sono dati nuovi cheabbiamo portato c’è la conferma dei datima questo paradossalmente invece di es-sere rassicurante è drammaticamente in-quietante perché ti dà l’idea di una sortadi tragedia annunciata, la famosa profeziache si autoavvera, al termine delle qualinoi troveremo ancora una volta la solitu-dine delle donne nel mondo del lavoro, lasolitudine delle donne in questo luogostraordinario – a volte mi sembra che siail non luogo per eccellenza – quello che ledonne occupano spostandosi dalla famigliaal luogo del lavoro, in questa sensazionesempre radicale di non riuscire a raggiun-gere molte volte con pienezza gli obiettiviné in un ambito né in un altro. È la verasofferenza delle donne questa, la conce-zione forte di quello che è il senso dellaloro mission specifica nel campo del la-voro e nel campo della famiglia e la

Atti Parlamentari — 26 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 29: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

sensazione profondamente realista di nonriuscire a far fronte all’una o all’altro conla qualità con cui desidererebbe per lasemplice ragione che gli strumenti norma-tivi di cui dispone sono strumenti norma-tivi spezzati, sono strumenti normativi che,per esempio, debbono fare i conti con unamancata conoscenza degli stessi da partedel datore di lavoro. Una mancata cono-scenza reale, una mancata conoscenza cheforse non è poi così in buona fede comevorrebbe apparire.

Eppure questo è il 2014, è l’anno chel’Europa ha definito e in qualche modo hadedicato alla conciliazione dei tempi difamiglia e lavoro. Sono molto interessantii documenti dell’Europa relativi a questopunto, tra l’altro sono documenti cheinglobano in questa problematica dellaconciliazione dei tempi famiglia-lavoro an-che gli uomini perché anche lì si vuolecercare quella sorta di maggiore bilancia-mento dell’impegno personale, dell’impe-gno professionale, proprio a vantaggio diuna effettiva positiva, concreta collabora-zione con la figura materna, con la moglie,con la padrona di casa, con quella personache da sempre è preposta al lavoro dicura. Quindi, il 2014 l’anno della conci-liazione dei tempi di lavoro-famiglia, maanche l’anno del più grande silenzio sottoquesto punto.

Noi stessi non abbiamo avuto la capa-cità di intervenire in maniera creativa epropositiva, abbiamo fatto un lavoroenorme in questo Parlamento dal mo-mento stesso in cui si è insediato contro laviolenza sulla donna. Abbiamo letto ilTrattato di Istanbul quasi prioritariamentein questa dimensione di lotta e non ab-biamo dedicato pari attenzione, pari im-pegno a tutto quello che doveva essere infondo la valorizzazione del lavoro femmi-nile, sotto il profilo dell’accesso alla for-mazione, e di questo mi sia concessoessere contenta, dichiarare la mia felicitàdel premio Nobel concesso a Malala, unaragazzina, il più giovane premio Nobel perla pace che sia stato concesso, a unadonna e a una donna che chiede culturae istruzione per tutte le donne. Non è uncaso che l’altra parte del premio Nobel sia

stata concessa a un uomo che in qualchemodo da sempre si batte per i diritti deibambini. Ecco, noi siamo dalla parte dav-vero di una promozione del femminile. Seavessi dovuto dare un titolo a questamozione io avrei detto « dalla discrimina-zione alla valorizzazione della donna »,non ci basta più rimuovere gli ostacoli,abbiamo bisogno di porre degli interventipositivi, non ci basta affermare una cosache è ovvia, che le donne contribuiscono inmaniera significativa e forte alla crescitadel prodotto interno lordo. Non ci bastasapere che nei luoghi in cui le donne sonopresenti in numero significativo il climache si respira in quei luoghi è un climameno competitivo, meno conflittivo ed èinvece un clima più cooperativo e piùcollaborativo, non ci basta sapere che illavoro della donna è un lavoro che vera-mente si declina in modo multitasking,perché lo declini in tutti i contesti pro-fessionali più svariati che ci sono, maanche lo declini sempre in quel contestoche è la casa, che è l’attenzione aglianziani, che è l’attenzione ai bambini, cheè l’attenzione ai disabili. Sappiamo per-fettamente come molte volte è la donna inuna famiglia che si fa carico dei proprigenitori a un certo punto della vita chequasi sempre coincide con l’età dell’ado-lescenza più calda, più bollente dei figli,contemporaneamente c’è anche la neces-sità dell’attenzione ai propri genitori, maanche ai propri suoceri. Gravano sulladonna, molte volte a fronte di una ma-ternità discreta, contenuta – un figlio, duefigli, un figlio e mezzo, come dicono lestatistiche – gravano anche invece i quat-tro anziani di cui lei si prende cura e sene prende cura fortunatamente in tempidiversi, in modo diverso, ma a volte questocrea una situazione di stress che non èindifferente. Ora io credo che a fronte diun accordo così profondo come quello cheè possibile, anche se siamo così pochi, miauguro che tutti poi prendano in manoquesto fascicolo in cui sono contenutetutte le mozioni e possano coglierne...

PRESIDENTE. Onorevole Binetti, la in-vito a concludere.

Atti Parlamentari — 27 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 30: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, miavvio alla conclusione. Mi sembra che laconvergenza del femminile dovrebbe es-sere la nostra forza e io mi auguro che siauna forza che si traduca riflettendo sulJob Act quando arriverà qui, che sia unaforza riflettendo sul documento di pro-grammazione economico-finanziaria, sullalegge di stabilità, perché noi possiamoavere il Ministro delle pari opportunità,ma non è quello il punto. Il punto è cheogni Commissione, ogni Ministero assumacome punto di osservazione privilegiatol’impatto che le leggi, gli stili, gli orarihanno attraverso il femminile su quellache è la famiglia, altrimenti, signori – èl’ultima cosa che voglio dire – non cipotremo lamentare se la famiglia va incrisi, non ci potremo lamentare se citroviamo davanti a indici di separazioni,ma indici proprio semplicemente di quelloche viene considerato un po’ la fine dellafamiglia da alcuni. Questo perché quelloche è l’asse, la pietra angolare su cui siregge la famiglia è molte volte soggetta adun’azione di tensione e di frizione rispettoalle quali lo stesso dissesto idrogeologicorappresenta una metafora molto significa-tiva di quello che accade. Quindi io credoe spero con tutto il cuore che il Governoassuma un’iniziativa, non solo apprez-zando il lavoro che si è fatto, non solospingendo i mezzi di comunicazione acominciare dalla stessa RAI, visto che,come diceva la collega – che è abbastanzabuffo – degli 11.111 voucher previsti adisposizione delle donne, ne siano stateutilizzati solo tremila.

Ma chi le ha informate ? Ma chi èintervenuto dalle parte delle donne ancheda questo punto di vista ? Quindi, noipuntiamo anche su una presa di posizionepositiva da parte dei mezzi di comunica-zione e ci auguriamo che da questo possaderivarne solo un grande bene per tutto ilPaese.

Signor Presidente, chiedo che la Presi-denza autorizzi la pubblicazione in calceal resoconto della seduta odierna del testointegrale del mio intervento (La Presidenzalo consente, sulla base dei criteri costan-temente seguiti).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Signor Presidente,chiedo, a nome del gruppo di Forza Italia,che la Presidenza autorizzi la pubblica-zione in calce al resoconto della sedutaodierna del testo integrale del mio inter-vento (La Presidenza lo consente, sulla basedei criteri costantemente seguiti).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscrittia parlare e pertanto dichiaro chiusa ladiscussione sulle linee generali delle mo-zioni.

(Intervento del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare ilsottosegretario di Stato alla Presidenza delConsiglio dei ministri, Sesa Amici.

SESA AMICI, Sottosegretario di Statoalla Presidenza del Consiglio dei ministri.Signor Presidente, è difficile – lo ricordavapoc’anzi la collega Binetti – per chi viparla in questo momento provare a di-stinguere la propria esperienza culturale epolitica con cui è arrivata in quest’Auladel Parlamento e rispondere invece a mo-zioni che pongono, non tanto un temagenerale, quanto l’articolazione e la capa-cità da parte del Governo di verificare, conconcretezza ed efficacia, gli strumenti nor-mativi che ha messo in essere.

Non c’è dubbio – proprio alla luce diquesto, se me lo si può permettere – chenoi ci troviamo più che di fronte a mo-zioni, quasi alla richiesta di un bilancio, diun bilancio all’inizio di questa legislatura,contrassegnata da una notevole presenzadi donne e con alcuni atti che segnano unospartiacque; uno spartiacque che è, primaancora che politico, culturale, del ricono-scimento, verso le donne italiane, di tantastrada fatta, molta ancora da fare, nonchédegli intoppi e degli intralci dentro quellastrada che si trovano ancora nell’espri-mere fino in fondo non solo un processoliberazione e di valorizzazione, ma anchedi soggettività femminile.

Atti Parlamentari — 28 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 31: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

All’inizio di questa legislatura, il temadella violenza ha fatto sicuramente dacornice, lo ha fatto dentro una dinamica,che era quella dell’affermazione dell’ele-mento dei diritti umani e sapendo che,dietro la questione dei diritti, è davverosingolare non ipotizzare il diritto allalibertà e il diritto a non subire violenzainsieme all’affermazione di un diritto so-ciale (le due cose vanno insieme). Operare– come spesso accade anche nel dibattitopubblico – una sorta di separazione, io laritengo, e la ritiene così il Governo perl’azione che ha messo in essere, una si-tuazione sbagliata.

I diritti sociali, i diritti economici e idiritti di libertà rappresentano la cornicedentro la quale noi ci dobbiamo muovere;ha ragione la collega Tinagli: troppenorme vengono semplicemente citate, mamai era stato fatto un monitoraggio circala loro attuazione, circa la loro efficacia el’impatto che hanno nel migliorare le con-dizioni di vita.

È del tutto evidente che queste mozionihanno un nucleo centrale, al quale iocredo il Governo debba rispondere e credoche lo debba fare alla luce di una deter-minazione molto chiara anche delle re-sponsabilità perché gran parte dei quesitiposti, sia rispetto alle questioni del lavoro,che rispetto questioni poste dalle collegheche sono intervenute, corrispondono esat-tamente ad una delega che questo Governoha dato, ad un’autorevolezza politica, cheè quella data presso il Ministero del lavoroal sottosegretario Bellanova a cui spettaproprio l’implementazione di una serie dipolitiche conciliative sul tema del lavoro edella conciliazione, nonché la questionedegli incentivi all’occupazione.

Dentro questo, ci sono anche degli atti– lo dico soprattutto alla collega Tinagli,che con la sua mozione questo aspetto loha colto nel senso più pregnante – chedimostrano come, ad esempio, con ri-guardo alle convenzioni relative all’im-prenditoria femminile, nel momento peg-giore della crisi della storia italiana, leimprese dirette da donne abbiano rettomeglio, quand’anche a conduzione piccolae piccolissima, ed abbiano dimostrato,

proprio nella capacità della relazione sog-gettiva delle donne dentro quel contestolavorativo, come l’essere donna non siasemplicemente un’affermazione generica,ma un modo concreto di affrontare i nodidella crisi.

La convenzione, che è stata fatta tra ilMinistero dello sviluppo economico e ilDipartimento delle pari opportunità, hamesso a disposizione delle risorse e, se siva su quel sito, si vede come è possibilefare le domande e come si accompagna inquesta operazione di start-up.

Credo che noi allora avremo bisognonon solo del bilancio, ma di far sì chedentro i nuovi strumenti, che discuteremonei prossimi giorni, ci sia la possibilitàconcreta di vedere qualche passo in avantiin più.

Perché c’è la forza delle donne, la lorocapacità di tessere la rete dei piccoli passidentro i quali emerge con nettezzaun’idea, una visione, un progetto, che è ilprogetto del proprio benessere, che è di-ventato il benessere di tutti, perché questole donne italiane lo hanno insegnato al-lorquando si sono fatte carico – e lo fannoancora in una dimensione molto negativa– solo ed esclusivamente loro del lavoro dicura, non pensando, invece, alle relazioniumane, che valgono e diventano anchemigliorative quando stanno insieme fra idue sessi.

Il lavoro di cura, abbinato alle donne,ha corrisposto spesso in questo Paese,negli anni precedenti, in maniera assai piùgrave, a una fuoriuscita dello Stato dallasua responsabilità. La funzione pubblicadi alcuni servizi di welfare ha prodotto, difatto, un elemento di regressione anche diquesto processo di grande responsabilitàdelle donne nei confronti, come dire, dellacapacità di immettersi nel lavoro e di faredi quel lavoro non semplicemente un ele-mento di sostentamento e di salario ma dimiglioramento complessivo delle relazionifra i due sessi.

Il tema, come voi ben capite, sarebbemolto lungo. Io credo che, proprio per lequestioni molto precise di bilancio – sonostati chiesti finanziamenti, fondi –, vi siala possibilità da parte del Governo italiano

Atti Parlamentari — 29 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 32: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

di avere un ruolo preminente in questosemestre, dove il tema del lavoro si èimposto anche come tema di risposta apolitiche di austerità, chiedendo quindiall’Europa una diversa responsabilità.Credo che dentro quel dato del lavoro noidovremo – ed è l’intenzione del Governo– avere una specificità. Il lavoro, anchequesto, non è mai neutro; forse, un puntodi vista dell’Europa sul lavoro femminile ela loro capacità di implementare con ele-menti innovativi può essere una straordi-naria occasione per cui queste mozioni dabilancio possono diventare, invece, lo sti-molo ad un progetto nuovo e più avanzatoper le donne italiane.

PRESIDENTE. Il seguito della discus-sione è rinviato ad altra seduta.

Sull’ordine dei lavori (ore 13,12).

ANDREA CECCONI. Chiedo di parlaresull’ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA CECCONI. Presidente, il no-stro Paese da tre giorni si trova davanti auna nuova emergenza, un’emergenza cheormai è diventata la prassi in questoPaese. La natura si ribella alla violenza eall’incuria dell’uomo, perché qui si trattadi vera e proprio violenza, anche se cihanno abituati a pensare che la natura siaviolenta contro l’uomo.

Le persone muoiono e le nostre città ei nostri cittadini si trovano, per l’ennesimavolta, in ginocchio e senza una speranza.Quello che avviene nel nostro territorio èil risultato di una politica che non haavuto la volontà di stanziare i fondi suf-ficienti e produrre le leggi necessarie af-finché certe tragedie non si verificasseropiù. Il Parlamento è colpevole, i partitisono colpevoli e il MoVimento 5 Stelle, inquanto gruppo in Parlamento, si assume lasua parte di responsabilità recandosi aGenova, mettendo le proprie braccia e ilproprio cuore a disposizione dei cittadini.

Per voi è finito il tempo delle passe-relle. Non è più tempo di parole e dipromesse che troppe volte sono state di-sattese: è tempo di agire ! Il MoVimento 5Stelle chiede che la città di Genova ritorniil prima possibile alla normalità. Il fangova spalato nei fatti e non con le parole.Chiediamo formalmente la convocazionedi una Conferenza dei presidenti digruppo per modificare il calendario deilavori, che sospenda i lavori d’Aula e cipermetta di recarci a Genova a fianco deicittadini.

PRESIDENTE. La sua richiesta saràinoltrata alla Presidente e ovviamente avràle risposte direttamente dalla Presidenza.

Prendo atto che il deputato Rosato, cheaveva chiesto di parlare, rinuncia all’in-tervento.

A questo punto sospendo la seduta, cheriprenderà alle ore 16 con la discussionesulle linee generali del testo unificato delleproposte di inchiesta parlamentare sul-l’istituzione di una Commissione parla-mentare d’inchiesta sul sistema di acco-glienza e di identificazione, nonché sullecondizioni di trattenimento dei migrantinei centri di accoglienza (CDA), nei centridi accoglienza per i richiedenti asilo(CARA) e nei centri di identificazione edespulsione (CIE).

La seduta, sospesa alle 13,15, è ripresaalle 16,15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTELAURA BOLDRINI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensidell’articolo 46, comma 2, del Regola-mento, i deputati Causin e Scotto sono inmissione a decorrere dalla ripresa pome-ridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessi-vamente settantotto, come risulta dal-

Atti Parlamentari — 30 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 33: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

l’elenco depositato presso la Presidenza eche sarà pubblicato nell’allegato A al re-soconto della seduta odierna.

Discussione del testo unificato delle pro-poste di inchiesta parlamentare: Fra-toianni ed altri; Marazziti ed altri;Fiano: Istituzione di una Commissioneparlamentare di inchiesta sul sistemadi accoglienza e di identificazione, non-ché sulle condizioni di trattenimentodei migranti nei centri di accoglienza(CDA), nei centri di accoglienza perrichiedenti asilo (CARA) e nei centri diidentificazione ed espulsione (CIE)(Doc. XXII, nn. 18-19-21-A) (ore 16,16).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala discussione del testo unificato delleproposte di inchiesta parlamentare Doc.XXII, nn. 18-19-21-A, di iniziativa dei de-putati Fratoianni ed altri; Marazziti edaltri; Fiano: Istituzione di una Commis-sione parlamentare di inchiesta sul si-stema di accoglienza e di identificazione,nonché sulle condizioni di trattenimentodei migranti nei centri di accoglienza(CDA), nei centri di accoglienza per ri-chiedenti asilo (CARA) e nei centri diidentificazione ed espulsione (CIE).

Avverto che lo schema recante la ri-partizione dei tempi è pubblicato in calceal resoconto stenografico della sedutadell’8 ottobre 2014.

(Discussione sulle linee generali– Doc. XXII, nn. 18-19-21-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la di-scussione sulle linee generali.

Avverto che il presidente del gruppoparlamentare MoVimento 5 Stelle ne hachiesto l’ampliamento senza limitazioninelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell’ar-ticolo 83, comma 2, del Regolamento.

Avverto, altresì, che la I Commissione(Affari costituzionali) si intende autoriz-zata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore,deputato Gennaro Migliore.

GENNARO MIGLIORE, Relatore. Si-gnora Presidente, colleghe e colleghi, itragici eventi e i naufragi avvenuti a largodi Lampedusa nell’ottobre scorso, nell’ot-tobre del 2013, hanno imposto all’atten-zione del mondo la drammatica emer-genza dell’immigrazione che è avvenutaattraverso gli sbarchi di migranti prove-nienti dalla sponda sud del Mediterraneo.Non erano le prime e, ahimè, non sonostate le ultime tragedie, ma quella fu unatragedia che cambiò nel senso comune ditanti uomini e di tante donne anche l’at-tenzione e il senso di marcia di tanteopinioni che si sono consolidate nel tempoe che faticosamente cercheremo di cam-biare. Nel 2014 l’afflusso di immigrati si èmantenuto sostenuto e, ahimè, altri graviepisodi sono accaduti, come nel caso delnaufragio del 12 maggio del 2014 e quellorecentissimo al largo delle coste libiche. Aquesto proposito, intendo innanzitutto ri-volgere un pubblico ringraziamento a tuttele forze impegnate nell’operazione di sal-vataggio di Mare Nostrum, alla loro dedi-zione, che ho avuto la fortuna di poterverificare di persona in una recente visitaalla nave San Giusto con l’intergruppomigranti coordinato dal collega KhalidChaouki, come ringrazio non formalmentela Presidente Boldrini per il suo imman-cabile sostegno e sprone alle attività legi-slative e politiche tese a far cambiare ilclima politico e l’opinione pubblica verso iltema delle migrazioni. Le istituzioni dopoun periodo di enfasi e stigmatizzazione delfenomeno delle migrazioni si stanno avvi-cinando ad un obiettivo diverso, ancorainsufficiente intendiamoci, che è quello direndere il nostro Paese – ed è questo ilnostro intendimento – un luogo di acco-glienza, di rispetto e di tutela delle per-sone. Salvare la vita ad un naufrago,rendere la libertà a chi cerca di scampareal rischio della propria stessa vita da unasituazione di persecuzione o di rischioimminente – vite minacciate in Siria, inEritrea, in Iraq, in Libia, in Sudan eovunque si moltiplicano come macchieindelebili i conflitti e le guerre nel nostropianeta – deve diventare una priorità delnostro Paese e dell’Europa intera. Nel

Atti Parlamentari — 31 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 34: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

corso dell’anno sono giunti in Italia viamare quasi 126 mila stranieri e le richiestedi protezione internazionale sono statecirca 38 mila, segno che ci si trova difronte ad un’immigrazione motivata, comedicevo poc’anzi, in larga parte dalla gravesituazione politica e di violazione sistema-tica dei diritti fondamentali nei Paesi diprovenienza. Proprio in questo momentosi sta svolgendo un’importante sessione diuna riunione connessa al semestre di Pre-sidenza italiana relativa ai diritti fonda-mentali e credo che questa nostra discus-sione accada in un momento utile all’in-tero Paese. Così è stato per l’operazioneMare Nostrum, che è stata introdotta il 18ottobre 2013 all’indomani di quei naufragi,e in questo caso bisogna riconoscere chequell’attività è riuscita nel compito enco-miabile e necessario di salvare diretta-mente oltre 91 mila persone da un nau-fragio sicuro e alle quali vanno aggiuntequelle salvate dai mezzi marini civili chevengono comunque coordinati dall’opera-zione Mare Nostrum stessa.

Purtroppo, come dicevo, non ci sonoancora incoraggianti elementi che tendanoa confortarci per il fatto che non cisaranno più questo tipo di tragedie. Perquanto riguarda le attività che si sonosvolte in questa Camera – ovviamente,faccio una brevissima premessa, in questosenso, rispetto all’oggetto specifico dellanostra discussione – è di particolare ri-lievo, in relazione, in particolare, allanostra attività, il fatto che vi sia statal’abrogazione del reato di ingresso e sog-giorno illegale, trasformato in illecito am-ministrativo, prevista dalla legge n. 67 del2014, con una votazione che, il 2 aprile2014, ha cancellato quella che era unanorma, per molti versi, non degna di unPaese come il nostro.

Essa, però, è ancora incompleta, perchéreca una delega che non è stata ancorarealizzata, così come tante altre deleghe incapo al Governo, e io considero, comecredo quasi tutti coloro che sono quidentro, indispensabile che si possa attuarerapidamente, questa come altre, ma que-sta più di altre, perché è una delega cheha a che vedere con la condizione della

dignità delle persone che vengono, in que-sto senso, ancora, come accadde proprio aisuperstiti e ai sopravvissuti del naufragiodel 3 ottobre, incriminati per immigra-zione clandestina.

Nel corso di questa nostra attività par-lamentare, ci sono state varie iniziativepositive, come quella dell’istituzione dellaGiornata nazionale in memoria delle vit-time dell’immigrazione, proprio il 3 otto-bre, oltre ad una serie di attività, comequelle che vengono previste per la modi-fica della normativa vigente sui minoristranieri non accompagnati e tutte le pro-poste che invocano una legge organica perl’attuazione dell’articolo 10 della Costitu-zione in materia di diritto di asilo.

In questo senso, noi abbiamo una po-derosa attività che necessita, più che altro,di un’accelerazione dei tempi, ed è perquesto che – veniamo all’argomento di cuioggi sono relatore – è assolutamente fon-damentale predisporre tutti gli strumentiche vadano nella direzione di un riaggior-namento, per quanto mi riguarda – e quiesprimo una posizione puramente perso-nale – di una riscrittura complessiva, delleleggi che regolano la materia delle personemigranti.

In questo senso, a me sembra che lamaggiore novità in corso in questo mo-mento, in relazione ai centri di identifi-cazione ed espulsione, sia la norma che èstata introdotta alla Camera, al disegno dilegge europea 2013-bis, Atto Camera1864-B, che ha ridotto a 180 giorni, poidiminuiti, ulteriormente, a 90 giorni nelladiscussione del Senato, il periodo massimodi permanenza degli stranieri nei CIE.

In questo senso, il nostro lavoro, quelloche proficuamente – mi permetto di dire,molto proficuamente – è stato realizzatoin Commissione, ha visto la Commissioneaffari costituzionali terminare il propriolavoro il 1o ottobre, esaminando le pro-poste istitutive di una Commissione par-lamentare monocamerale di inchiesta chesono state inizialmente presentate da Ni-cola Fratoianni, da Mario Marazziti e daEmanuele Fiano, relativamente ai Doc.XXII, nn. 18, 19 e 21, che ringrazio moltoper il contributo fondamentale che hanno

Atti Parlamentari — 32 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 35: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

dato per l’avvio di questa discussione; uncontributo che è stato poi recepito attiva-mente da un comitato ristretto, che haelaborato una proposta di testo unificatoche ha avuto, sostanzialmente, il compitodi integrare queste tre proposte, che,quindi, non ha di molto aggiunto, ma harazionalizzato quelli che erano gli indirizzigià previsti all’interno di queste proposte,largamente concorrenti, e che ha avuto lacapacità di mettere in positivo il contri-buto anche di quei gruppi parlamentariche non sono stati coinvolti direttamentenella presentazione di proposte legislative:il MoVimento 5 Stelle, il Nuovo Centro-destra, anche, ovviamente, Forza Italia, laLega stessa e tutte le altre formazioni che,nel corso della discussione del comitatoristretto, hanno dato un contributo fattivoe unanime alla definizione di questo testo.

Sul testo elaborato dalla Commissionesono state espressi pareri di competenzadelle Commissioni bilancio e giustizia, pa-reri che hanno perfezionato anche la con-gruità della proposta legislativa, in parti-colare per quanto riguarda la Commis-sione bilancio un parere relativo al cor-retto esercizio finanziario per ilfinanziamento della Commissione e uno dimero coordinamento, ma necessario, for-male da parte della Commissione giustiziaper indicare che questa Commissione diinchiesta, in ogni suo articolo, si dovesseoccupare sia dei CIE, sia dei CARA, chedei centri di accoglienza. Il testo che,quindi, presentiamo all’esame dell’Assem-blea prevede, dunque, l’istituzione di unaCommissione monocamerale di inchiestasul sistema di accoglienza e di identifica-zione, nonché sulle condizioni di tratteni-mento dei migranti nei centri destinatiall’accoglienza e al trattenimento di im-migrati, che in Italia sono – come dicevoprima – riconducibili a tre tipi di strut-ture: i centri di identificazione ed espul-sione, i centri di accoglienza e i centri diaccoglienza per richiedenti asilo. I centridi identificazione ed espulsione i cosiddettiCIE, che sono gli ex CPTA, sono luoghi ditrattenimento del cittadino straniero inattesa di esecuzione di provvedimenti diespulsione, disciplinati dall’articolo 14 del

Testo unico in materia di immigrazione. Iltrattenimento disposto con provvedimentodel questore per un periodo massimo di 30giorni prorogabile – e qui la discussioneche è in corso – oggi fino a 18 mesi,nell’approvazione del testo che in questomomento è al Senato al massimo 90giorni. I motivi di possibile trattenimentoche deve essere convalidato dall’autoritàgiudiziaria sono i seguenti (li richiamo,perché spesso vengono ignorati dall’opi-nione pubblica): procedere al soccorsodello straniero, fare accertamenti supple-mentari in ordine alla sua identità onazionalità ovvero all’acquisizione di do-cumenti per il viaggio, oppure per l’indi-sponibilità di un vettore o di un altromezzo idoneo. In tali strutture lo stranierodeve essere trattenuto con modalità daassicurare la necessaria assistenza ed ilpieno rispetto della sua dignità. Questo è,e dovrebbe essere, per il legislatore, e perchi applica la norma, l’unica guida. Iopersonalmente non sono d’accordo, ovvia-mente, con questa legislazione, ma ritengo,ed è per questo che c’è stata una seriaconvergenza di tutte le forze politiche nelrealizzare questa Commissione d’inchiesta,che si debba rispettare sempre la legge,anche nel momento in cui questa prevedeelementi che possono garantire, comun-que, il trattamento degno delle persone. Inquesto momento, secondo i dati più re-centi di ottobre del Ministero dell’interno,sono aperti cinque CIE dei dieci che eranoaperti fino a qualche mese fa. Alcuni diquesti sono stati chiusi, o riconvertiti incentri di accoglienza per richiedenti asilo,il che dà conto anche di quello che sta,concretamente, accadendo nel nostroPaese. Nel corso del 2013 sono state 5.431le persone recluse nei centri di identifica-zione, tra queste 585 erano donne. Inquesto caso bisogna affrontare il temadelle strutture, facendo un’osservazioneche è quella che ritengo sarà oggetto diun’ulteriore verifica da parte della Com-missione di inchiesta e cioè che dopo annidi questo sistema che adotta i centri diidentificazione ed espulsione, oggi, all’in-terno di queste strutture, sono detenuti,

Atti Parlamentari — 33 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 36: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

scusate sono trattenuti, è un lapsus freu-diano, meno persone di quelle che lacapienza prevede effettivamente.

Mentre, per esempio, nei CARA la si-tuazione è esattamente opposta, cioè moltesituazioni nei CARA vedono un sovraffol-lamento, così come in alcuni Centri diaccoglienza.

In questo senso dobbiamo necessaria-mente adeguare – e questo è l’intentoanche che ci portiamo in capo a questaCommissione – le effettive capacità diintervento che lo Stato può produrre at-traverso questi strumenti, che sempre dipiù dovranno diventare strumenti a tuteladei migranti che soggiornano nel nostroPaese, pur in una condizione in cui vengaaccertata la necessità della loro espulsione.

Esistono, inoltre, altre due tipologie,appunto, i CARA e i CDA, che sonorispettivamente utilizzate. I CARA, istituitinel 2008, ospitano per un periodo limitatolo straniero richiedente asilo e privo didocumenti di riconoscimento e che si èsottratto al controllo di frontiera, perconsentire l’identificazione. I CDA sonocentri di prima accoglienza.

In questo senso l’elenco dei centri diidentificazione e dei centri di accoglienzaè periodicamente e correttamente, ovvia-mente, aggiornato dal Ministero dell’in-terno, nell’ambito anche del programmaSPRAR, che più generalmente si occupadel servizio di protezione dei richiedentiasilo e rifugiati.

L’oggetto dell’inchiesta, ferme restandole competenze e le attività del Comitatoparlamentare di controllo sull’attuazionedell’accordo di Schengen e di vigilanzasull’attività di Europol di controllo e vigi-lanza in materia d’immigrazione, è quindicosì definito dal testo: accertare eventualicondotte illegali e atti lesivi dei dirittifondamentali della dignità umana all’in-terno dei centri, con particolare riguardoa trattamenti disumani o degradanti; ri-costruire puntualmente le circostanze incui si siano, nel caso, verificati tali atti;indagare sui tempi e sulle modalità diaccoglienza dei CDA e dei CARA e sullemodalità di trattenimento nei CIE; ri-guardo ai CIE verificare, altresì, l’effettiva

applicazione delle disposizioni della diret-tiva 2008/115/CE, con particolare riguardoalle garanzie previste e alle eventuali re-sponsabilità (detta norma impone norme eprocedure comuni da applicarsi negli Statimembri per i soggiornanti irregolari el’articolo 1 di questa direttiva stabilisce ilrimpatrio nel rispetto dei diritti fonda-mentali); rispettare il principio, inoltre,fondamentale di non respingimento per irichiedenti asilo, che possano essere ga-rantiti del diritto a vedere esaminata laloro domanda; verificare l’adeguata tenutadei registri di presenza delle persone trat-tenute all’interno dei CIE, con informa-zioni complete nonché la trasparenza dellestesse; valutare l’efficacia del funziona-mento dei CIE ai fini dell’identificazionedelle persone trattenute, in relazione siaalla durata massima del periodo di trat-tenimento all’interno dei centri sia alla suaproporzionalità; verificare le procedureadottate per l’affidamento della gestionedei centri ai rispettivi enti; esaminare –questo è un dato molto importante – leconvenzioni stipulate con gli enti gestori alfine di accertare eventuali responsabilitànella carenza dei servizi, che devono ga-rantire standard adeguati di qualità erispetto dei diritti; verificare l’effettivo ri-spetto dei criteri di gestione all’internodelle strutture riguardo ai servizi di orien-tamento nonché di tutela legale e socialeerogati, con specifica attenzione alle pre-stazioni sanitarie, al rispetto della disci-plina sul diritto di asilo e alla tutela deisoggetti più vulnerabili; valutare l’operatodelle autorità preposte al controllo deicentri e delle convenzioni stipulate; valu-tare la sostenibilità del sistema sotto ilprofilo economico anche riguardo a pos-sibili nuove soluzione normative per lagestione della questione immigrazione an-che e soprattutto, ovviamente, a parità dirisorse impiegate.

La durata dei lavori della Commissioneè pari ad un anno e qui vorrei fare uninciso: abbiamo scelto deliberatamente chefosse di un anno e non si protraesse oltre,perché riteniamo che in un anno un’atti-

Atti Parlamentari — 34 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 37: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

vità serrata di una Commissione siffattapossa acquisire i dati che consentono diagire.

Questo è molto importante per poter,nel corso di questa legislatura, acquisiretutti gli strumenti che questa Camerapotrà riconoscere attraverso questa Com-missione. Infatti, viene presentata unarelazione finale, come previsto dall’arti-colo 2.

Questa Commissione è composta da 21deputati e deputate, nominati dalla Presi-dente della Camera in proporzione alnumero dei componenti i gruppi parla-mentari, assicurando, però, la presenza diun rappresentante comunque per ciascungruppo. Con i medesimi criteri e proce-dure si provvede alle eventuali sostituzioni,a seguito di dimissioni, cessazione dallacarica o altre cause di impedimento. Nellaprima seduta, convocata dalla Presidentedella Camera entro 10 giorni, si procedealla nomina dei componenti.

È importante che vengano esaminate lelimitazioni ai poteri della Commissione diinchiesta e anche ciò che prevede il poteredi questa Commissione di inchiesta, richia-mando quanto già previsto dall’articolo 82della Costituzione in merito a procederecon gli stessi poteri e limiti dell’autoritàgiudiziaria. Ci rifacciamo ovviamente atutta la normativa vigente relativamente aquestioni come il segreto di Stato e allapossibilità di rendere pubbliche le attivitàdella Commissione.

Riteniamo che, con questa Commis-sione, si possa avvantaggiare l’elemento diconoscenza approfondita di quelle chesono anche le procedure che vengonorealizzate per il mantenimento di questicentri. Inoltre, la Commissione si doterà diun regolamento interno – richiesta che èstata fortemente voluta all’interno delladiscussione della Commissione – per or-ganizzarne al meglio l’attività, secondo unprincipio di economicità e di risparmiodelle risorse della Camera assoluto, per cuilo stanziamento, pur prevedendo unaspesa massima pari a 50 mila euro perciascuno degli anni 2014 e 2015 nell’eser-cizio delle sue attività, voglio ricordarlo, è

di molto inferiore a quelli previsti ancheper altre analoghe Commissioni d’inchie-sta.

Infine, vorrei ringraziare gli uffici, inprimo luogo quelli della I Commissionedella Camera, che come al solito sono statiindispensabili per la redazione e per larealizzazione di questo progetto, e tutti igruppi parlamentari. Auspicando che lacelerità nell’approvazione di questa normatenga conto non tanto di un’esigenza po-litica, ma di un’esigenza delle persone cheverranno in qualche modo favorite e ga-rantite dalla presenza di una Commissionedel genere, noi ci aspettiamo che, suquesto terreno, quest’Aula, con la stessaautorevolezza che in altre occasioni èriuscita a dimostrare, possa realizzare unpiccolo passo, ma necessario per la rea-lizzazione di diritti fondamentali (Applausidei deputati dei gruppi Partito Democratico,Sinistra Ecologia Libertà e Misto-Libertà eDiritti – Socialisti europei – LED).

PRESIDENTE. Prendo atto che il rap-presentante del Governo si riserva di in-tervenire nel prosieguo del dibattito.

È iscritta a parlare la deputata MicaelaCampana. Ne ha facoltà.

MICAELA CAMPANA. Signor Presi-dente, onorevoli colleghi, a pochi giornidal 3 ottobre, giornata che ancora tienevivi i ricordi della tragedia immane veri-ficatasi l’anno scorso, al largo di Lampe-dusa, dove persero la vita 366 migranti,siamo chiamati ancor di più a prendereconsapevolezza dell’importanza del feno-meno migratorio, attraverso iniziative le-gislative come questa.

L’immigrazione verso il continente eu-ropeo non può essere un tema italiano,come spesso si è fatto credere, e la geo-politica ci dimostra che è un fenomenoche i tecnici definiscono strutturale. Negliultimi anni, l’immigrazione nel nostroPaese ha assunto una veste ben precisa edimpone a noi legislatori di adeguare lanormativa vigente ai cambiamenti che sisono registrati nel movimento dei flussimigratori.

Abbiamo bisogno di una politica orga-nica, di interventi chiari e precisi, di un

Atti Parlamentari — 35 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 38: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

più attento coordinamento a livello inter-ministeriale e certamente di prestare mag-giore attenzione alle condizioni in cuivivono e si integrano gli immigrati sulnostro territorio.

L’istituzione di una Commissione mo-nocamerale di inchiesta sul sistema diaccoglienza e di identificazione, nonchésulle condizioni di trattenimento dei mi-granti nei centri destinati all’accoglienzaed al trattenimento di immigrati, oltre acostituire un segno di grande civiltà, ci facapire che non possiamo più sorvolare sutematiche quali l’applicazione dell’articolo5 della Dichiarazione universale sui dirittidell’uomo (« Nessun individuo potrà esseresottoposto a tortura o a trattamento o apunizioni crudeli, inumani o degradanti »).

Abbiamo degli obblighi dai quali nonpossiamo tirarci indietro. Il tema del fun-zionamento e soprattutto delle condizionidi permanenza all’interno dei centri diidentificazione ed espulsione e in quelli diprima accoglienza per gli stranieri giuntiillegalmente nel nostro Paese non è cer-tamente la prima volta ad essere oggetto didiscussione in questa Assemblea.

Primi accenni ci furono già in seguitoalla diffusione, lo scorso anno, delle im-magini che riprendevano le modalità in cuigli immigrati del centro di Lampedusavenivano sottoposti ai trattamenti anti-scabbia ed anche in seguito alla sutura-zione della bocca messa in atto da alcunimigranti presso il centro di identificazioneed espulsione di Ponte Galeria, strutturain cui mi sono recata personalmente in-sieme ad altri colleghi.

Nonostante ciò, però, non vi è alcundubbio sul fatto che l’attuale sistema digestione e controllo non sia del tutto inlinea con i requisiti richiesti dall’Unioneeuropea e dalle norme di diritto interna-zionale e che bisogna intervenire, al fine dimigliorare ulteriormente, sotto variaspetti, dal sovraffollamento alle condi-zioni igieniche, all’assistenza medica.

In relazione all’efficacia delle proce-dure di identificazione ed espulsione, bi-sogna considerare che attualmente un sog-getto può restare all’interno di un centrodi identificazione ed espulsione fino a 18

mesi, senza a volte giungere definitiva-mente alla sua identificazione. La stessasituazione si registra nei centri di acco-glienza e nei centri di accoglienza perrichiedenti asilo. Anche in relazione aquesti centri, è obbligatoria un’attenta ri-flessione ed analisi sullo stato in cui vi-vono all’interno i migliaia di migranti.

La proposta di cui stiamo discutendoha l’obiettivo di far luce su quanto accadequotidianamente in questi centri.

Il mancato rispetto delle garanzie mi-nime di assistenza degli stranieri, nonchéquelle per l’identificazione, fa sì che siadiventato di interesse pubblico ed è perquesto che si giustifica l’istituzione dellaCommissione oggetto della discussione dioggi.

Per questi motivi, il Partito Democra-tico ha voluto con forza e salutato congrande soddisfazione la riunione, all’in-terno di un unico testo, della proposta diistituzione della Commissione monocame-rale di inchiesta non solo sui centri diidentificazione ed espulsione, come pre-sentato originariamente attraverso il do-cumento XXII dell’onorevole Fiano, bensìanche sui centri di accoglienza e di acco-glienza per richiedenti asilo come propo-sto dall’onorevole Fratoianni e dall’onore-vole Marazziti.

Nonostante tra alcuni esponenti di que-sta Assemblea alberghi la convinzione chela condizione in cui vivono le migliaia diesseri umani che giungono sul nostro ter-ritorio non debba coinvolgere la discus-sione di questa Camera, il Partito Demo-cratico non intende più sorvolare e disat-tendere le norme basilari riguardanti lagaranzia minima di tutela dei diritti umanie la verifica della trasparenza degli entiche gestiscono questi centri.

Gli ultimi dati forniti dal Ministerodell’interno, circa due settimane fa, cidicono che i rifugiati presenti sul territorionazionale sono 61.000, di cui 10.000 pre-senti nei centri di accoglienza.

Tra le regioni ospitanti spiccano, alprimo posto, la regione Sicilia, con il 24per cento, al secondo posto la regione

Atti Parlamentari — 36 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 39: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

Lazio, con il 13 per cento, ed al terzoposto la regione Puglia, con il 10 percento.

I dati ci forniscono la rappresentazionedi un fenomeno che necessita di interventisu più fronti, da Mare Nostrum a Triton,alla rivisitazione necessaria di Dublino2003, alla costituzione di corridoi umani-tari.

La Commissione, di durata di un anno,come sottolineava il mio collega, ha comeoggetto dell’inchiesta accertare eventualicondotte illegali ed atti lesivi dei dirittifondamentali della dignità umana; inda-gare sui tempi e sulle modalità di acco-glienza; verificare le procedure di rimpa-trio, come stabilito dall’articolo 1 delladirettiva (devono essere eseguite nel ri-spetto dei diritti fondamentali); verificarel’adeguata tenuta dei registri di presenzadelle persone trattenute all’interno dei CIEcon informazioni complete; valutare l’ef-ficacia del funzionamento dei CIE ai finidell’identificazione delle persone tratte-nute; esaminare le convenzioni stipulatecon gli enti gestori, al fine di accertareeventuali responsabilità della cadenza deiservizi; verificare l’effettivo rispetto deicriteri di gestione all’interno delle strut-ture; valutare l’operato delle autorità pre-poste al controllo dei centri e valutare lasostenibilità del sistema sotto il profiloeconomico.

Il Partito Democratico, mediante laproposta di istituzione della Commissioneoggetto della nostra discussione, pone leproblematiche relative al processo di im-migrazione al centro della propria agendapolitica. Ci sono pagine bellissime dellanostra tradizione che parlano del Medi-terraneo: Mediterraneo come mare dipace, come mare di opportunità. Ecco, alcentro delle politiche comunitarie dob-biamo riportare non soltanto i Paesi delcentro Europa, ma è tempo che l’Europaguardi più a sud: il Mediterraneo dovràessere di nuovo un mare di pace e diopportunità sia per i migranti sia per ilnostro Paese.

Gli interventi nazionali – ed è questoquello per cui il Partito Democratico havoluto fortemente, in tempi rapidi, l’isti-

tuzione di questa Commissione – devonogarantire il rispetto dei diritti umani e latrasparenza nella gestione dei centri. AldoMoro scriveva che: « Nessuno è chiamato ascegliere tra essere in Europa ed essere nelMediterraneo, perché l’intera Europa è nelMediterraneo ».

La Presidente Boldrini, a cui va ilringraziamento di tutto il Partito Demo-cratico per la sensibilità sui temi deidiritti, ha detto una frase che a mepersonalmente ha commosso e che do-vrebbe essere la nostra linea di discussionepolitica e di azione politica. Agli immigratiche arrivano nel nostro Paese bisogne-rebbe dire: « benvenuti in un posto si-curo ». Ecco, un posto sicuro in cui nonsolo si è lontani dalla guerra: un postosicuro significa un posto in cui, final-mente, ci si può sentire pienamente esseriumani, pienamente esseri umani dotati deidiritti fondamentali (Applausi dei deputatidei gruppi Partito Democratico, SinistraEcologia Libertà e Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED)).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

EMANUELE COZZOLINO. Signor Pre-sidente, le migrazioni, i grandi spostamentidi masse di uomini e donne che, da unacerta zona del mondo, tentano di raggiun-gerne un’altra, costituiscono una dinamicasociale che è nata, potremmo dire, con lacomparsa dell’essere umano su questaterra.

Se vogliamo fare un esempio emblema-tico in questo senso possiamo citare lapotenza militare, economica e politica,attualmente più forte del mondo, gli StatiUniti d’America, che si è costituita aseguito di un ingente flusso di migrantieuropei sulle coste occidentali del nordAmerica, un flusso che, ad ondate pro-gressive, prima dalla sola Inghilterra, poida diversi Stati europei, ha portato, nelcorso degli anni, alla colonizzazione totaledi quelle terre fino alla costa pacifica.

I motivi di quella migrazione furono lalibertà religiosa, alla quale ambivano i 102padri pellegrini della Mayflower, ai quali

Atti Parlamentari — 37 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 40: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

seguirono speranza di miglioramento dellecondizioni economiche e fuga da guerredevastanti per chi decise successivamentedi solcare le acque dell’Atlantico.

Libertà religiosa e libertà politica, po-vertà e speranza di condizioni di vitamigliore, incolumità della vita messa arischio da guerre civili e sempre più dagenocidi etnici sono stati, e costituisconoancora oggi, i motivi principali dello spo-stamento di masse di uomini e donne daun continente ad un altro.

Un fenomeno e una dinamica più an-tropologica che sociale, che si è trasfor-mata ormai in un’istanza politica o, sevogliamo essere più brutali ma concreti, inun problema politico, che gli Stati checostituiscono il punto di arrivo, o anchesolo di transito di queste migrazioni, sonochiamati ad affrontare e risolvere.

In questo senso, colleghi, l’Italia per lasua posizione geografica, quasi di pontetra l’Europa e le coste nordafricane, sitrova, e non solo da oggi, in prima lineasul fronte immigrazione. La politica digestione dell’immigrazione, dunque, da unpunto di vista geopolitico, dovrebbe costi-tuire un asset strategico per il Governoitaliano, qualsiasi governo e di qualunquecolore politico, proprio al fine di ridurrel’impatto delle emergenze che si verificanoquando, ciclicamente, in Africa, scoppianoguerre tra Stati o tra etnie di uno stessoStato, quando carestie e crisi economicarendono ancora più povera l’economia diquelle terre.

Ovviamente, questo scenario che hoillustrato in maniera molto sintetica esenza alcuna pretesa di esaustività, nonimplica un giudizio di valore o l’imposi-zione di una scelta tra una politica digestione dei flussi migratori rispetto allealtre, tra una politica che, genericamentee anche impropriamente, potremmo defi-nire esclusivamente umanitaria, dunqueuna politica orientata al sostegno e all’am-pia accoglienza dei migranti che giungonosulle nostre coste, piuttosto che una poli-tica che, in questo caso, genericamente eimpropriamente, potremmo definire re-

strittiva e volta a limitare il più possibilel’arrivo e la permanenza sul nostro terri-torio.

In questo senso, ogni forza politica haun proprio orientamento, un proprio pro-gramma, degli impegni assunti davanti alcorpo elettorale al momento delle elezionie, dunque, ogni forza politica è libera diporre in essere le misure che più ritieneutili, consapevole che, poi, saranno sotto-poste ad un giudizio democratico comequello del voto.

Ho voluto fare questo accenno allepolitiche, ed anche alla propaganda cheogni forza politica pone in essere su que-sto tema perché, personalmente, ritengoche, se partissimo proprio dalle posizioni,ci tengo a ribadire legittime, che ognuno dinoi ha sull’immigrazione in quest’Aula pervalutare quello che oggi stiamo esami-nando, commetteremmo un grave errore.

Oggi non siamo chiamati, infatti, a dareun giudizio sulla politica posta in campodal Governo nei confronti dell’emergenzaimmigrazione, oppure a pronunciarci se lapolitica di amicizia con la Libia posta inessere dal Governo Berlusconi, al fine dicontrollo dei flussi migratori, fosse daapprezzare, come ha sostenuto qualchesettimana fa il Presidente Casini, oppurefosse eticamente inaccettabile, comehanno sostenuto altri. Noi oggi siamochiamati ad esprimere una valutazione e,successivamente un voto, su un temamolto diverso e ben preciso, quello diistituire una Commissione di inchiesta –tra l’altro solo di questa Camera – chesvolga un’indagine a trecentosessanta gradisul sistema dei CIE, dei CARA e dei centridi accoglienza, sul loro funzionamento esulla loro validità, per capire se questestrutture vanno bene così come sono, sedebbono essere modificate in parte o ad-dirittura superate. Il giudizio di merito sultesto che è arrivato in Aula lo esprimeròa breve, ma ci tengo a sottolineare unacosa: una delle tre proposte di istituzionedi Commissione di inchiesta dalle quali èscaturito questo articolato di sintesi (credola proposta del collega Fiano) diceva espli-citamente che questa inchiesta doveva ser-

Atti Parlamentari — 38 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 41: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

vire a valutare anche eventuali interventilegislativi volti a riformare l’attuale si-stema.

Ho fatto cenno a questo passaggio,senza nulla togliere agli altri due testi chepersonalmente ho trovato altrettanto ap-prezzabili in diverse parti, perché questa èl’impostazione, sempre a mio modesto av-viso, che deve avere un’inchiesta parla-mentare. E lo dico anche alla luce del fattoche, nell’esame per l’istituzione della Com-missione Moro, della quale oggi sono com-ponente, ho sostenuto in prima persona,prima all’interno del mio gruppo, e poi inCommissione e Aula, una posizione con-traria a quella Commissione. Rispetto al-l’inchiesta sui CIE, invece, la mia posizionee quella del gruppo al quale appartengo èstata fin da subito, se non favorevole,certamente non contraria. Questo perchéun’inchiesta parlamentare come quellasulla quale saremo chiamati a pronun-ciarci sembra incarnare la natura e lafinalità più vera di questo importantissimoistituto riconosciuto alle Assemblee parla-mentari di tutto il mondo. Se andiamo avedere le prime inchieste parlamentarivarate dal Parlamento repubblicano (nonmi vergogno a dire che io l’ho fatto perdocumentarmi su una cosa che non co-noscevo), vediamo come, nella I legisla-tura, il Parlamento avviò inchieste sulladisoccupazione e sulla miseria, nella IIsulle condizioni dei lavoratori. Temi fon-damentali, temi che in quegli anni lapopolazione di uno Stato che era stato inparte letteralmente distrutto dalla guerraviveva quotidianamente sulla propriapelle. Temi dunque drammaticamente at-tuali che i nostri colleghi di allora, con-sentitemi di dirlo, con grande senso diumiltà, vista la caratura di molti di loro,hanno ritenuto di approfondire e di dovertoccare con mano. Oggi, con un’inchiestaparlamentare su un tema come i centri diaccoglienza, ci si può ricollegare a quellospirito, perché, con queste strutture e conuna primissima gestione dei migranti, noidobbiamo comunque fare i conti e valu-tare quali siano le soluzioni migliori adisposizione, sia che abbiamo una visionefortemente restrittiva, sia che abbiamo

una visione ampiamente tollerante dell’im-migrazione, perché, né in un caso né in unaltro, si può pensare di lasciare a piedelibero sul nostro territorio uomini e donnenon identificati e di cui non conosciamo lemete finali o gli obiettivi di vita. I centridi identificazioni ed espulsione sono statiintrodotti nel nostro ordinamento ormaidal 2008, con uno dei decreti sicurezzadell’allora Ministro Maroni. L’articolo 9 diquel decreto, relativo ai CIE, non ha fattoaltro che sostituire queste strutture aicentri di permanenza temporanea intro-dotti addirittura dalla legge n. 286 del1992.

Poiché, dunque, sono funzionanti or-mai da molti anni strutture finalizzate alprimo concentramento di migranti chedebbono essere identificati e poiché so-vente in queste strutture si sono verificatiepisodi che hanno attirato l’attenzionedelle cronache a seguito di maltrattamenti(fughe o rivolte, a seconda dei casi), l’ipo-tesi di fare il punto, di procedere ad unasorta di tagliando per capire se, ad anni didistanza, tali strumenti abbiano prodottol’effetto per il quale sono stati istituiti,misurarne l’efficienza e valutare sulla basedei fatti l’ipotesi di soluzioni alternative èuna tesi certamente valida e che merita diessere valutata con attenzione. Anche per-ché, al di là della propaganda, è nostrodovere toccare con mano e capire se, inrealtà, c’è, a nostra insaputa, una sorta di« arcipelago gulag » – ovviamente di bassaintensità –, se c’è in piedi invece unsistema che magari non lede i dirittiumani ma funziona male e soprattuttosperpera risorse, o se invece il sistemaregge.

Colleghi, io francamente non lo so, hodelle opinioni o meglio delle sensazioniche nascono dalla lettura di qualche ar-ticolo, ma se la Camera dei deputati riescea definire un quadro ben preciso e docu-mentato di queste realtà, credo sia van-taggioso non solo per tutti noi, ma inprimo luogo per i cittadini, che, se lovorranno, potranno documentarsi nel me-rito. D’altronde, che il tema dei CIE sia alcentro dell’attenzione del Parlamento lodicono le statistiche degli atti prodotti

Atti Parlamentari — 39 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 42: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

nella scorsa legislatura e in quella attuale.Nella XVI legislatura i soli atti di indirizzoe controllo su questo tema sono stati 167alla Camera dei deputati e 102 al Senato.Nella legislatura in corso attualmenteerano, all’inizio dell’iter in Commissione,43 alla Camera e 41 al Senato. Avviandomia concludere, perché, al di là dei tempiconcessi dal calendario, sono stato giàabbastanza lungo, si è capito dalle mieargomentazioni che la posizione delgruppo MoVimento 5 Stelle è favorevole aquesta proposta di istituire una Commis-sione d’inchiesta.

Siamo favorevoli perché riteniamo chein Commissione, ed in particolare in sededi Comitato ristretto, si sia svolto un buonlavoro da parte di tutti i gruppi interessatiad offrire un contributo costruttivo.

Pur non avendo una nostra propostadepositata sul tema, siamo stati noi aproporre la costituzione di un Comitatoristretto e, in quella sede, ad offrire uncontributo attivo per arrivare ad un testodi sintesi esaustivo. In questo senso debboriconoscere e dare atto agli altri gruppiche molte delle istanze che avevamo postosono state accolte.

Proprio alla luce dei risultati ottenuti,voglio dare atto al relatore, onorevoleMigliore, di aver svolto un lavoro eccel-lente, per non aver svolto il suo ruolo sullabase di un indirizzo già determinato apriori, ma con apertura al confronto nelmerito alle proposte di metodo e di meritogiunte dalle diverse parti. Lo voglio sotto-lineare questo, purtroppo, che la gestionedel ruolo di relatore in I Commissione èstata spesso, se non quasi sempre, volta inmaniera troppo orientata politicamente,anche su temi sui quali si poteva arrivare,almeno per quanto attiene alla redazionedi un testo unificato, ad una maggiorecollaborazione e soprattutto da parte no-stra (si veda la legge elettorale e il conflittodi interessi).

Concludendo, signor Presidente, la va-lutazione del gruppo MoVimento 5 Stelle èfavorevole rispetto all’istituzione di unaCommissione di inchiesta su CIE, CARA ecentri di accoglienza, ed è per questo cheposso annunciare fin da ora che presen-

teremo un numero molto limitato diemendamenti sul solo articolo 5, per porreun principio e sollecitare una riflessioneche riteniamo di sottoporre all’Aula nelsuo plenum, principio sul quale avrò mododi tornare e illustrare quando arriveremoalla fase emendativi (Applausi dei deputatidei gruppi MoVimento 5 Stelle e Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti delSecondo ciclo didattico Giovanni XXIII diTriggiano, Bari, che stanno assistendo ainostri lavori dalle tribune (Applausi).

È iscritto a parlare il deputato RoccoPalese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Signor Presidente,onorevoli colleghi e rappresentanti del Go-verno, il gruppo di Forza Italia condividela proposta che è stata presentata perl’istituzione di una Commissione di inchie-sta sui centri di identificazione ed espul-sione e sui centri di accoglienza per ri-chiedenti asilo.

Senza ripetere tutte le motivazioni chehanno determinato i colleghi che hannopresentato questa proposta di legge diistituzione di questa Commissione, rite-nendo di sposare le motivazioni chestanno a monte di questa iniziativa, chiedoche la Presidenza autorizzi la pubblica-zione in calce al resoconto della sedutaodierna del testo integrale del mio inter-vento (La Presidenza lo consente, sulla basedei criteri costantemente seguiti).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Nicola Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI. Signor Presi-dente, signor sottosegretario, colleghi, col-leghe, la legislazione italiana in materia diimmigrazione è fondata su due assuntientrambi incapaci di rispondere ad unavicenda complessa come quella di cui oggidiscutiamo. Da un lato, una legislazionenata nel segno dell’esclusione della culturadel respingimento, della chiusura dei ru-binetti nel segno di una idea: quella per laquale sia possibile – se non, per alcuni,addirittura auspicabile – impedire i flussi

Atti Parlamentari — 40 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 43: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

migratori, cioè lo spostamento di grandimasse da un Paese all’altro in cerca dicondizioni migliori talvolta, spesso sempredi più, in fuga da condizioni invivibilicome quelle che si producono nelle zonedi conflitto o in quelle zone in cui lapersecuzione, per cause religiose o razzialiè fenomeno perfino endemico. Pensandoche appunto sia possibile, se non auspi-cabile, impedire che questo fenomeno siproduca, è del tutto impensabile immagi-nare che un fenomeno strutturale desti-nato non solo a durare, ma ad esserenorma nel mondo globalizzato, possa es-sere impedito a partire da qualsivoglialegislazione.

Dall’altro, le nostre politiche sono im-prontate a certe esigenze, anche quandoproducono risultati importanti. Lo vogliodire con chiarezza qui al Governo e allamaggioranza, penso a Mare Nostrum, unosforzo positivo che ha avuto il meritoindubbio e importantissimo di salvare mi-gliaia di vite umane dal ripetersi – peri-colo peraltro non scongiurato, come haricordato anche il relatore all’inizio diquesta discussione – di tragedie comequella che dette il « la » all’operazione« Mare Nostrum », quella del 3 ottobre diun anno fa, la più grande tragedia del MarMediterraneo, almeno di quelle conosciutee recensite. Ma anche una scelta comequella di Mare Nostrum vive nell’ambito diquello che è il secondo pilastro dellanostra politica in materia di dichiarazione:quello dell’emergenza.

Anche qui, vede, signor sottosegretario,la cultura dell’emergenza non risponde innessun modo alle caratteristiche del feno-meno che abbiamo di fronte, avremo perquesto bisogno di riscrivere completa-mente la nostra normativa sull’immigra-zione, a cominciare dagli aspetti che nedefiniscono le politiche di accoglienza, daldiritto d’asilo, di cui peraltro discuteremoal termine di questo dibattito a propositodi alcune mozioni presentate su questo. Inparticolare, la vicenda delle strutture diaccoglienza e, se posso dirlo, dei CIE,rappresenta il punto di caduta di questodoppio errore. I CIE sono luoghi di so-

spensione della democrazia, delle libertàfondamentali, della dignità della persona.

Vede, io sono molto contento che oggisi avvii in quest’Aula la discussione suquesta proposta di legge e per questovoglio ringraziare tutti coloro e tutte co-loro che vi hanno partecipato, a comin-ciare dal relatore e da tutti i deputati e ledeputate della I Commissione, dalla Pre-sidenza della Camera, che ne ha favoritola calendarizzazione, non solo perché sonouno di coloro che ha avanzato per primouna proposta di legge in merito, ma per-ché penso che forse i risultati ottenuti dauna Commissione d’inchiesta di questoParlamento avranno una voce più autore-vole di quella di chi, come me e comemolti altri in queste Aule, da quando èstato eletto e molto prima, quando non eradeputato, ha provato a raccontare quelloche nei CIE succede.

Vedete, i compiti di questa Commis-sione, definiti da un ottimo lavoro disintesi delle tre proposte di legge, che hapreso il meglio dei tre testi che erano statipresentati, sono per la verità compiti i cuiesiti sono già conosciuti da parte di chi haavuto anche la possibilità, se non la vogliae il coraggio, di andarci in qualche CIEqualche volta a vedere quello che succede.Si dice nel testo di questa legge che questaCommissione dovrà verificare se nei CIE cisiano comportamenti o atti illegali cheledono la dignità delle persone lì tratte-nute. Il relatore, l’onorevole Migliore, hadefinito un lapsus la parola « detenuti »,ma in realtà non è un lapsus, è la verità:chi si trova in un CIE non è lì trattenuto,è un detenuto in condizioni perfino peg-giori di quelle che vive chi si trova dete-nuto in un carcere, dove almeno esiste undiritto carcerario che stabilisce in modopreciso quali sono i diritti e i doveri di chivive la condizione dell’espiazione di unapena. Ecco, chi sta in un CIE non sanemmeno questo, nei CIE non è regolatonemmeno questo.

Allora, chi farà parte di questa Com-missione farà molto presto a verificare neicinque rimasti – lo voglio dire non perchéci sia stato qualche illuminato intervento,sono rimasti in cinque perché gli altri

Atti Parlamentari — 41 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 44: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

cinque sono stati chiusi dalla dignità edalla resistenza di chi lì era detenuto etrattenuto, dalle loro rivolte, che hannopiù volte provocato feriti e qualche voltaanche qualche decesso – scoprirà prestoche lì di atti illegali ce ne sono tutti igiorni, sono gli atti illegali che innanzituttoviolano la norma, perfino la norma cheera stata scritta per far funzionare quellestrutture. Sono atti illegali che hanno ache fare con la condizione che non haniente a che vedere con la parola dignitàdi chi vi è rinchiuso, in condizioni igieni-che spesso molto precarie, in condizioninelle quali la possibilità di accedere aiservizi minimi, da quelli che hanno a chefare con la tutela della salute, in partico-lare quella mentale, che hanno a che farecon la possibilità di avere relazioni con-tinue e qualificate con i propri legali, cioècon chi dovrebbe verificare la possibilità diciascuno di difendersi e di testimoniaredella propria condizione, ma sarà facileverificare come la dignità sia lesa dal fattoche chi si trova lì si trova spesso lì nonperché ha compiuto un reato, ma perchési è trovato nella condizione, spesso nondipendente anzi, quasi mai dipendentedalla propria volontà, di non avere undocumento di riconoscimento, cioè nonnella condizione di chi commette unacolpa, ma di chi è vittima di una condi-zione non voluta e non scelta. Ecco, chifarà parte di questa Commissione faràpresto a verificare come questi centri nonsolo non siano una risposta, ma siano lapeggiore soluzione anche dal punto divista economico, perfino dal punto di vistadella bilancia commerciale.

Questo è un Paese – bisognerebbericordarlo anche a coloro che non hannoparticolare sensibilità per questo tema –che continua ogni anno a guadagnare dallapresenza dei migranti che pagano le tasse,che lavorano qui, che spesso e volentierimandano parte del proprio stipendio neipropri Paesi e che quasi mai usufruiscono,anche quando hanno la fortuna di otte-nere dei contratti regolari, dei beneficipensionistici che si ottengono a un certopunto della vita, quando spesso e volen-

tieri quei migranti sono tornati nel loroPaese o hanno magari cercato un altroposto dove vivere.

Ecco, io spero – come dicevo all’inizioe concludo subito – la voce di una Com-missione d’inchiesta possa ottenerel’ascolto che le centinaia di atti di sinda-cato ispettivo, che prima venivano ricor-date dal collega del MoVimento 5 Stellenon hanno mai ottenuto, che possanoottenere l’ascolto le infinite notizie dicronaca sui casi di autolesionismo. Viricordate, solo qualche mese fa, al CIE diponte Galeria, gli immigrati che si cucionoletteralmente la bocca, non in senso me-taforico, per testimoniare una situazioneinsopportabile da ogni punto di vista ?Ebbene, nessuna di queste vicende haottenuto l’ascolto necessario, quello cheavrebbe dovuto far fare una cosa semplicea un Governo capace di intervenire inmodo radicale su una questione comequesta e cioè chiudere quelle strutture edare il via ad una riorganizzazione radi-cale del sistema di accoglienza, rivederepersino in strutture come i CARA, com-pletamente diverse, e da non confondere,i meccanismi che hanno determinato ungigantismo, che anche in questo caso de-termina un peggioramento delle condizionidi vita, persino un peggioramento dellecondizioni di chi lì opera, che siano agentidi pubblica sicurezza o personale dellecooperative che spesso li gestiscono.

Spero che questa Commissione possafinalmente far luce sul sistema di appaltie di convenzioni, che è quasi sempre pocotrasparente. Persino quando ho avuto lafortuna, da qualche mese da deputato, dipoter svolgere le ispezioni che svolgevoprima in altra funzione, o che cercavo disvolgere in altra funzione, ho avuto diffi-coltà ad accedere al dettaglio delle con-venzioni che regolano i rapporti tra loStato e gli enti gestori di questi centri.

Ecco, io spero che alla fine di questolavoro – un anno anche a me sembra untempo sufficiente, a patto che il lavoro siaserrato e sereno, con il piglio e la deter-minazione necessaria – una volta raccoltoun risultato che – ripeto – purtroppo, nonlo dico per sicumera, io, come molti altri

Atti Parlamentari — 42 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 45: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

conosciamo già – e dico purtroppo perchéconoscerlo già significa che da troppotempo si denuncia una situazione a cuinon si dà risposta – quando quel risultatosarà finalmente, e sulla base del lavorodella Commissione di inchiesta, patrimo-nio del Parlamento, spero che allora fi-nalmente si possa mettere in campo anchequalche soluzione che cancelli questa ver-gogna, che faccia di questo un Paese unpo’ più civile.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

CRISTIAN INVERNIZZI. Signora Pre-sidente, il lavoro di una Commissione diinchiesta sui centri di accoglienza, centridi accoglienza per richiedenti asilo e centridi identificazione ed espulsione sarà sicu-ramente complesso perché dovrà tenereconto delle diverse funzioni dei centrisopra indicati, in pratica dei diversi scopiper cui viene disposto il trattenimento,quali siano le cause ostative, e rimuoverlese gli stessi non raggiungono gli obiettiviprefissati dalle leggi, e bisogna considerareanche la loro capienza e operatività.

C’è un denominatore comune però,come dispongono anche le fonti normativeeuropee, sia che si tratti di richiedentiasilo, sia che si tratti di clandestini inattesa di espulsione, e cioè che le personeospitate hanno diritti, ma anche obblighi.

L’articolo 16 della direttiva Rimpatri(2008/115/CE) per i CIE dispone il tratte-nimento « di norma in appositi centri dipermanenza temporanea » o se lo Statonon possa anche « in un istituto peniten-ziario » separatamente dai detenuti ordi-nari, al comma 5 parla espressamente di« diritti » ma anche di « obblighi » di cui itrattenuti debbano essere informati.

L’articolo 20, comma 5, della nuovadirettiva Accoglienza (2013/33/UE) per irichiedenti asilo: dispone che « gli Statimembri possono prevedere sanzioni appli-cabili alle gravi violazioni delle regole deicentri di accoglienza ».

Questo è importante ribadirlo, affinchéil lavoro della Commissione non sia falsatonelle conclusioni a cui arriverà.

Con riguardo alla capienza, operativitàed anche sulle condizioni di trattenimento,occorrerà tenere presente, inoltre, il com-portamento dei trattenuti, se hanno dan-neggiato le strutture o le hanno rese nonagibili o incapaci di dare adeguata acco-glienza, se si sono fatti autori di atti diviolenza nei confronti delle forze dell’or-dine e hanno dimostrato la totale man-canza di integrazione e volontà di rispet-tare le regole del Paese ospitante. Occor-rerà tenere presente anche la necessità diadeguare le politiche in materia di immi-grazione alla capacità recettiva e ai costi enon viceversa.

Se non possiamo accogliere in manieraadeguata oltre un certo numero di richie-denti asilo, se non riusciamo a espellere iclandestini, allora occorrerà vigilare piùattentamente sulle frontiere e chiudere gliingressi. Caso emblematico è quello deiCIE. La necessità della presenza dei CIE,ossia, appunto, centri di identificazione edaccoglienza, è disposta dalle stesse normedell’Unione europea che, in base alla di-rettiva n. 2008/115/CE, cosiddetta appunto« rimpatri », impone agli Stati aderenti, tracui l’Italia, il trattenimento nei CIE deisoggetti clandestini e irregolari. La diret-tiva, infatti, così dispone: « fatto salvol’arresto iniziale da parte dell’autorità in-caricata dell’applicazione della legge, iltrattenimento dovrebbe avvenire pressoappositi centri di permanenza tempora-nea ».

Di più, la direttiva 2008/115/CE ponecome obbligo agli Stati quello di procedereal rimpatrio « di qualunque cittadino di unPaese terzo, il cui soggiorno nel loroterritorio è irregolare » – punto 1, articolo6 – « al fine di agevolare la procedura dirimpatrio si sottolinea la necessità di ac-cordi comunitari e bilaterali di riammis-sione con i Paesi terzi » (punto 7).

La Commissione straordinaria per latutela e promozione dei diritti umani hasvolto, nel corso del 2013 e nei primi mesidel 2014, uno studio sistematico sullasituazione dei centri di identificazione edespulsione. Nel 1998 i centri, allora deno-minati CPT, erano addirittura 23. Attual-mente, dagli 11 centri di identificazione ed

Atti Parlamentari — 43 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 46: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

espulsione presenti in Italia – Bari, Bolo-gna, Brindisi, Caltanissetta, Crotone, Go-rizia, Milano, Roma, Torino, Trapani eTrapani Milo – solo 5 sono funzionanti; 21sono temporaneamente chiusi per lavori operché in attesa della definizione delleprocedure di aggiudicazione della gestione;il CIE di Trapani è in via di riconversionein centro di accoglienza per richiedentiasilo; i centri di Bologna e di Milano, dalmese di agosto 2014, sono utilizzati comecentri di prima accoglienza. È dunqueassolutamente necessario che venga ripri-stinata la funzionalità del CIE e che ven-gano rimosse tutte le cause ostative ad unaloro piena operatività.

Dai dati del Ministero dell’interno, al 4febbraio 2014, su una capienza comples-siva di 1.791 posti, risulta che la capienzaeffettiva, cioè i posti disponibili, è di soli842 posti. Al 13 febbraio 2014 le presenzeerano 460, al 4 marzo 469. A luglio 2014il Ministro dell’interno, Angelino Alfano,ha dichiarato che i posti disponibili aquella data erano 500.

La maggior parte dei centri che eranooperativi in quella data funzionava a scar-tamento ridotto per ragioni di sicurezza operché molti settori erano inagibili oppuredanneggiati. Tutti i centri visitati dallaCommissione ospitavano un numero diimmigrati ben inferiore alla loro effettivacapienza. Il CIE di via Corelli a Milano èstato chiuso per lavori di ristrutturazionealla fine di dicembre 2013 e poi è statotramutato in CARA. I CIE di Trapani equello di Brindisi sono stati chiusi nelgiugno 2012; il centro di Lamezia Terme èstato chiuso nel novembre 2012. I CIEdell’Emilia Romagna sono stati chiusi afebbraio (Bologna) e agosto 2013 (Modena)per lavori di ristrutturazione, dopo che leprefetture, di fronte a esiti critici relativialle condizioni di vita dei trattenuti e allagestione complessiva, avevano revocato gliappalti all’ente che se li era aggiudicaticon gare al ribasso. I centri di Bologna edi Milano, dal mese di agosto 2014, sonoutilizzati come centri di prima accoglienzatemporanei per i profughi sbarcati sullecoste siciliane.

Secondo i dati del Ministero dell’in-terno, gli stranieri trattenuti nei CIE, nelcorso del 2013, sono stati 6.016 (5.431uomini e 585 donne), dei quali 2.749 sonostati effettivamente rimpatriati. Nel 2014,al 9 luglio, i trattenuti risultano essere2.124, di cui 1.036 rimpatriati.

Nel 2012 sono stati 7.944 i trattenuti intutti i CIE e di questi solo la metà, 4.015,sono stati rimpatriati. Il tasso di efficacia,quindi il rapporto tra rimpatriati e trat-tenuti, nel 2013 è risultato inferiore del 5per cento rispetto all’anno precedente, valea dire 45,7 per cento nel 2013 rispetto al50,5 per cento nel 2012.

Nella prima metà del 2014, periodoquindi che va da gennaio a giugno, i tempimedi di permanenza nei vari CIE sonostati i seguenti: 55 giorni nel CIE di Bari;24 giorni in quello di Caltanissetta; 32giorni nei CIE di Roma e di Torino; 50giorni nel CIE di Trapani.

Confrontando i dati sui rimpatri effet-tivi con quelli sui tempi di permanenza, èchiaro che le proposte, da ultimo, diridurre i tempi di permanenza nei CIE anovanta giorni, mentre – ricordo – è lastessa « direttiva rimpatri » a stabilirne iltermine in diciotto mesi al fine di giungereall’effettivo allontanamento dal territoriodello Stato, non fanno che inficiare ilcompito e il ruolo di tali centri.

Occorre invece riportare tali centri alloro originario e legittimo ruolo, valutandoeventualmente anche la possibilità di adot-tarne uno per ogni regione e valutandoquali strumenti più idonei siano necessariper dare attuazione o rinnovare gli accordicon i Paesi di origine.

Mancando un’azione comune a livellocomunitario, occorre, infatti, da parte deiGoverni, una rigorosa legislazione di con-trasto all’immigrazione clandestina, conti-nua cooperazione internazionale con iPaesi di origine per la stipula o il rinnovodi accordi sia con riguardo alle operazionidi controllo dei confini, soprattutto diquelli costieri, sia per velocizzare e age-volare le operazioni di rimpatrio dei clan-destini; anche in questo caso, sono i nu-meri a dimostrare la validità di tale si-stema: ad esempio, dal maggio 2009, a

Atti Parlamentari — 44 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 47: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

seguito dell’accordo stipulato dal Ministrodell’interno pro tempore Maroni tra l’Italiae la Libia, prima della guerra, il flusso disbarchi di immigrati era quasi cessato,passando da 39 mila persone nel 2008 a450 nel 2009.

Infine e con riguardo agli altri centri diaccoglienza, occorre riflettere su chistiamo accogliendo e perché: secondo gliultimi dati pubblicati sul sito del Ministerodell’interno in merito alle richieste diasilo, tra le principali nazionalità dei ri-chiedenti asilo, sia per il 2013 che per il2014, non compare né la Siria né l’Eritrea,mentre da agosto 2013 a settembre 2014 levariazioni percentuali più consistenti, os-sia l’aumento delle richieste di asilo, sonostate registrate da Bangladesh (più 615 percento), Senegal (più 556 per cento), Gam-bia (più 508 per cento), mentre la Siria haavuto un calo delle domande del 17 percento e l’Eritrea del 76 per cento. Conriguardo agli esiti delle domande, a luglio2014 su 4.135 domande esaminate a 376 èstato riconosciuto lo status di rifugiato,cioè a meno del 10 per cento.

Quindi, in conclusione, signora Presi-dente, anche noi siamo più che contentiche vi sia l’istituzione di una Commissioneper analizzare approfonditamente un si-stema di accoglienza nel nostro Paese.Sentendo però gli interventi che mi hannopreceduto, siamo convinti che magari allespalle di questa decisione vi è la volontà diandare ad analizzare il sistema dei CIEnon tanto per valutarli insieme in mododa far sì che diventino più funzionali edefficaci, quanto magari per ravvisarne tuttiquegli elementi necessari alla giustifica-zione di una loro definitiva chiusura. Noipertanto, come Lega Nord, collaboreremosicuramente e in modo leale a tutta l’ope-razione. Annuncio fin da ora che, a dif-ferenza di altri gruppi politici e non permero istinto di ostruzionismo, presente-remo tanti emendamenti appunto per farsì che questa importante – ripeto – ope-razione che coinvolge tutta l’Aula abbia lafinalità non tanto di chiudere semplice-mente i CIE e gli altri centri ad essi inqualche modo paragonabili, ma per far sì

che un sistema di identificazione e diespulsione all’interno del nostro Paese siasempre più razionale ed efficace.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscrittia parlare e pertanto dichiaro chiusa ladiscussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo– Doc. XXII, nn. 18-19-21-A)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare ilrelatore, deputato Migliore.

GENNARO MIGLIORE, Relatore. Si-gnora Presidente, la mia sarà una replicamolto breve. Ringrazio coloro i quali sonointervenuti e anche chi ha depositato l’in-tervento.

È evidente che l’appello che mi sento dirivolgere è quello ad accelerare i tempi perla definitiva approvazione di questa Com-missione; ovviamente, valuteremo con se-renità tutti i contributi emendativi cheverranno portati avanti. È chiaro che,nella condizione nella quale ci troviamo,indipendentemente dalle posizioni di par-tenza, poter avere in campo, già in tempibrevi, una Commissione di inchiesta che,insisto nel dire, ha un mandato moltolimitato, quello di un anno, è utile soprat-tutto per accertare la verità.

Conoscere per agire è sempre un prin-cipio al quale dovremmo ispirarci, e, inquesto senso, auspico che i presidenti deigruppi, la Conferenza dei presidenti digruppo possa definire già nei prossimigiorni il calendario per la discussione el’approvazione. Grazie a tutti e rinnovo iringraziamenti agli uffici e a coloro i qualihanno fattivamente collaborato – ovvia-mente, in primo luogo, i colleghi di tutti igruppi parlamentari – alla realizzazionedi questo primo passaggio.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rap-presentante del Governo rinunzia alla re-plica.

Il seguito del dibattito è rinviato adaltra seduta.

Atti Parlamentari — 45 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 48: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

Discussione delle mozioni Nicoletti ed al-tri n. 1-00603, Santerini ed altrin. 1-00604 e Manlio Di Stefano ed altrin. 1-00605 concernenti iniziative inmateria di diritti dei richiedenti asilo edei rifugiati, con particolare riferi-mento alla revisione del regolamentodell’Unione europea noto come « Du-blino III » (ore 17,20).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala discussione delle mozioni Nicoletti edaltri n. 1-00603, Santerini ed altri n. 1-00604 e Manlio Di Stefano ed altri n. 1-00605, concernenti iniziative in materia didiritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati,con particolare riferimento alla revisionedel regolamento dell’Unione europea notocome « Dublino III » (vedi l’allegato A –Mozioni).

Avverto che lo schema recante la ri-partizione dei tempi riservati alla discus-sione delle mozioni è pubblicato in calce alresoconto stenografico della seduta dell’8ottobre 2014.

Avverto che sono state altresì pre-sentate le mozioni Palazzotto ed altrin. 1-00616, Dorina Bianchi e Misuracan. 1-00617 e Matteo Bragantini ed altrin. 1-00618, che, vertendo su materia ana-loga a quella trattata dalle mozioni all’or-dine del giorno, verranno svolte congiun-tamente. I relativi testi sono in distribu-zione (vedi l’allegato A – Mozioni).

(Discussione sulle linee generali)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la di-scussione sulle linee generali delle mo-zioni.

È iscritto a parlare il deputato MicheleNicoletti, che illustrerà anche la sua mo-zione n. 1-00603. Ne ha facoltà.

MICHELE NICOLETTI. Signor Presi-dente, colleghe e colleghi, la mozione cheabbiamo presentato e oggi discutiamo, na-sce da un’iniziativa analoga che con ladelegazione italiana all’Assemblea parla-mentare del Consiglio d’Europa abbiamo

messo in atto e che aspira a mettere inatto iniziative simili all’interno di altriParlamenti, per richiamare, ancora unavolta, l’attenzione dei nostri Governi suldramma dei richiedenti asilo e dei rifugiatie sulla necessità di una risposta unitaria ecoordinata da parte dell’Unione europea.

Si tratta ormai di centinaia di migliaiadi persone – è stato ricordato più volteanche nel dibattito precedente – che letragedie della guerra e delle persecuzionimettono in condizione di fuggire e dichiedere rifugio e asilo nel nostro e inmolti altri Paesi europei, e si tratta anchedelle difficoltà dei nostri Paesi di rispon-dere in modo adeguato a questo dramma.

Il primo scopo di questa mozione èproprio richiamare l’attenzione su questasofferenza. Anche a questo servono leistituzioni parlamentari, a dare voce, nelcuore della sovranità popolare, alle soffe-renze delle persone. Per questo, mi per-metto di dire che noi non siamo tra coloroche pensano che, se il Parlamento chiu-desse per sei mesi, nessuno se ne accor-gerebbe.

Noi la pensiamo come Cavour, che eraanch’egli di Torino, che usava dire che lapeggiore delle Camere è sempre da pre-ferirsi alla migliore delle anticamere e chenon era mai così inquieto come quando laCamera era chiusa.

Se la nostra Camera, con tutti i suoidifetti, le sue debolezze, non chiude mai èperché rimane fedele a quell’idea che icittadini devono poter avere sempre unluogo aperto, dove poter far sentire la lorovoce, attraverso coloro che hanno eletto. Eper questo è sembrato a noi urgente,necessario, tornare a richiamare l’atten-zione su questo tema, e ringraziamo laPresidenza della Camera per la sensibilitàche ha dimostrato, accogliendo la nostrarichiesta anche in tempi molto brevi, non-ché per le indicazioni concrete sul temache, a più riprese, ci ha offerto.

Questa mozione si propone di impe-gnare il Governo ad un’incisiva azione direvisione della disciplina europea del di-ritto d’asilo prevista dalla cosiddetto Re-golamento di Dublino III. L’urgenza è datadal desiderio di rafforzare l’azione del

Atti Parlamentari — 46 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 49: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

Governo italiano in sede europea duranteil semestre di Presidenza, per chiedere conforza una politica comune all’altezza delrispetto dei diritti. A dire il vero, Presi-dente, maggiore forza avrebbe il nostroPaese nel chiedere, se avesse provveduto adarsi una legge organica sul diritto d’asiloche, come sappiamo, è ben scritto dentrola nostra Costituzione, ma non può pog-giare ancora su una legislazione efficace ecoerente. Questa mozione vorrebbe richia-mare anche il Parlamento al suo dovere dilegiferare in materia. Da più parti lanostra Assemblea legislativa, e spesso aragione, è fatta oggetto di critiche per ilsuo immobilismo in materia di diritti, noivorremmo uscirne. Noi crediamo chespetti al Parlamento, in primo luogo, le-giferare in materia di diritti fondamentalie che tale compito vada svolto con ri-guardo esclusivo alla preoccupazione dimeglio tutelare le persone; non è questa,in primo luogo, materia di Governo. Ènella sede del Parlamento che può trovarespazio quella discussione plurale e quellaricerca di mediazioni legislative che non èfrutto di scambio, ma di bilanciamento trai diversi diritti, come insegnato dalla no-stra Costituzione. Non abbia, dunque,paura il Governo a fare ciò che in altritempi, altri Governi, hanno fatto materiadi diritti, lasciando al Parlamento tutta lasua responsabilità in materia.

L’obiettivo della mozione è, dunque,quello di definire un più adeguato sistemadi asilo europeo, superando l’attuale di-sciplina. È un obiettivo che in sede diAssemblea del Consiglio d’Europa ha tro-vato un accordo trasversale di diverseforze politiche sia nazionali che europee, eper questo ci auguriamo che, attraverso ladiscussione di questa mozione e delle altremozioni, anche nel nostro Parlamento sipossa giungere a forti convergenze.

Dobbiamo dire, innanzitutto, che que-sta iniziativa si basa sulla riaffermazionedel valore fondamentale del riconosci-mento e della tutela del diritto di asilo.Nella discussione su questi temi, l’abbiamosentito in Aula anche la settimana scorsa,emergono ogni tanto posizioni che paionomettere in discussione il diritto di asilo, in

quanto tale, che vorrebbero farci ritornareal sistema dell’indifferenza, al chiudere gliocchi, oltre che le frontiere, a quantialtrove sono perseguitati. Dovrebbe esseresuperfluo ricordare che su questo punto,le tradizioni laiche e religiose, che sonoalla base della nostra civiltà, convergonounanimemente. Di fronte alla tragediadella guerra che colpisce gli inermi, creavittime e fuggiaschi, di fronte alla tragediadei regimi oppressivi che violentano lepersone e impediscono loro di esserestesse se, ciò che noi chiamiamo umanità,ciò che noi chiamiamo civiltà, ha elaboratonei secoli solo una risposta, quella delprendersi cura. I principi del diritto in-ternazionale cosmopolitico l’hanno sancitocon chiarezza, da più di duecento anni,individuando proprio in questo punto,quello della non indifferenza nei confrontidella violazione del diritto in qualsiasiparte del globo, e dell’obbligo di ricono-scere ad ogni individuo il suo status dicittadino del mondo e, dunque, il suodiritto di cercare altrove un rifugio al-l’eventuale oppressione, il necessario com-plemento al diritto interno degli Stati altradizionale diritto delle genti. Il dirittoglobale nasce anche, e proprio, sulla ri-sposta alla sofferenza di coloro che sonoprivi della protezione del loro Stato diappartenenza. Il più recente diritto inter-nazionale continua a muoversi sulla sciadi questo obbligo, quello della responsa-bilità di proteggere.

Se il diritto di asilo si trova scritto nelledichiarazioni e nelle carte dei diritti alivello internazionale europeo, se si trovacodificato nella nostra e in altre Costitu-zioni, è il frutto di una reazione al sistemadella persecuzione e al sistema dell’indif-ferenza che ha prevalso nelle pagine neredei regimi totalitari della Seconda guerramondiale. Persone e popoli, spogliati deiloro elementari diritti di cittadinanza al-lora, si sono trovati spogliati della loroumanità e, di fronte a questo, i nostriordinamenti hanno tentato di reagire.

Chi, dunque, pensa di tornare ai re-spingimenti sbaglia, non solo perché sipone al di fuori di queste tradizioni etiche,giuridiche, che sono alla base della nostra

Atti Parlamentari — 47 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 50: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

vita collettiva, ma anche perché ignora chenegli anni recenti la pratica dei respingi-menti ci ha valso condanne della Corteeuropea dei diritti umani ed è costante-mente rigettata da tutte le direttive del-l’Unione europea in materia.

Mare Nostrum non è, come qualcunoha detto, « male nostrum », ma è un’ope-razione che, oltre ad avere salvato migliaiadi vite umane, ha riabilitato l’immaginedel nostro Paese, che ha testimoniato, difronte a tutta l’Europa, la sua volontà dirimanere fedele a se stesso, Paese del-l’umanesimo e non della disumanità.

Ciò che noi, però, oggi chiediamo conforza, è un sistema di asilo europeo. Ladimensione del fenomeno lo richiede, perrispetto a chi chiede asilo ed anche aiPaesi che devono farsi carico dell’acco-glienza. Non è una stravaganza. Così comeil Trattato europeo sta definendo progres-sivamente lo status di cittadino europeo,così oggi si tratta di arrivare allo statuseuropeo di rifugiato. Lo prevede il Trattatostesso, che considera questa materia comemateria comune, e lo prevede con chia-rezza il Programma di Stoccolma, che nelsuo Piano di azione, deliberato nel 2010dalla Commissione europea, afferma conchiarezza: nei prossimi anni occorreràconcentrarsi sul consolidamento di un’au-tentica politica comune di immigrazione edi asilo. L’attuale crisi economica non puòintralciare le ambizioni e la determina-zione dell’Unione europea in questocampo. Occorre osservare gli obblighi cheimpongono il rispetto del diritto fonda-mentale all’asilo, compreso il principio delnon respingimento. L’istituzione del si-stema europeo comune di asilo e dell’Uf-ficio europeo di sostegno per l’asilo devonogarantire uno status uniforme, norme diprotezione comuni nell’Unione europea dilivello elevato ed una procedura comunedi asilo, tenendo presente l’obiettivo alungo termine del riconoscimento reci-proco. La solidarietà tra Stati membri econ quanti subiscono persecuzioni nelmondo sarà al centro della politica di asiloe di ricollocazione. Come si vede in questodeliberato del 2010 della Commissioneeuropea, è la stessa Commissione che

afferma con chiarezza il principio delriconoscimento reciproco, che il Governoitaliano ha posto con forza in sede diConsiglio europeo e che noi vogliamo riaf-fermare nella mozione.

Non chiediamo all’Unione europeanulla di nuovo, se non l’attuazione diquanto da lei stessa deliberato. In questosenso dobbiamo riconoscere che la revi-sione del regolamento di Dublino nel 2013è stata un’occasione perduta: si sono in-trodotti elementi di elasticità ma del tuttoinsufficienti rispetto alle dimensioni delproblema. La rigidità del principio delPaese di prima accoglienza, come Paesecompetente a valutare la domanda di asiloe a garantire protezione in via esclusiva,ha posto i problemi che tutti conosciamoin ordine all’identificazione ed al controllodei richiedenti asilo.

I nostri partner ci richiamano oggigiustamente ai doveri di identificazione deirichiedenti asilo. Senza questo è difficileassistere le persone e sottrarle ai trafficiclandestini e al tempo stesso costruire unsistema basato sulla mutua fiducia tra gliStati. Ma, per potere fare questo senzamisure lesive dell’integrità fisica delle per-sone, occorre costruire un sistema piùaccogliente.

Sulla necessità di costruire un sistemaintegrato si è soffermato il Consiglio eu-ropeo del 26 e 27 giugno scorso e ancheil Consiglio Giustizia e Affari interni del 9e 10 ottobre scorso, in cui di nuovo laPresidenza italiana si è impegnata peravviare un dibattito di medio-lungo pe-riodo sul mutuo riconoscimento delle de-cisioni di asilo, punto di arrivo nellacostruzione del sistema di asilo comuneeuropeo.

Per questo la nostra mozione impegnail Governo a rivedere il regolamento « Du-blino III », ponendo al centro il rispetto ela protezione dei diritti umani dei rifu-giati, compatibilmente con le possibilitàdei Paesi ospitanti, provvedendo efficace-mente alla loro identificazione.

Si chiede un omogeneo sistema euro-peo, che preveda la possibilità, anche al difuori del territorio dei Paesi membri, incollaborazione con l’Alto Commissariato

Atti Parlamentari — 48 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 51: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

per i rifugiati delle Nazioni Unite, dicollaborare a questo sistema comune. Sipropone di passare a un sistema perquote, definite sulla base degli indici de-mografici ed economici, in modo da ri-spondere secondo un criterio di efficacia edi solidarietà.

Si chiede un sistema di mutuo ricono-scimento, in modo da garantire una libertàdi stabilimento del beneficiario compati-bilmente con le possibilità dei diversiPaesi. E, infine, si chiede l’istituzione diun’Agenzia europea per l’asilo e l’immi-grazione anche al di fuori del territoriodell’Unione europea, favorendo l’utilizza-zione delle sedi diplomatiche già esistentiin alcuni Paesi africani.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTELUIGI DI MAIO (ore 17,37)

MICHELE NICOLETTI. Su questi im-pegni e su altri, che saranno arricchitidalle mozioni a questa collegate, noi ciauguriamo che si possa sviluppare un’am-pia discussione e che il Governo possarispondere positivamente a queste aspet-tative.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare ladeputata Santerini, che illustrerà anche lasua mozione n. 1-00604. Ne ha facoltà.

MILENA SANTERINI. Signor Presi-dente, colleghi, in questi giorni il mondo èscosso dagli eventi che si stanno verifi-cando in Iraq, in Siria, complessivamentenel medio e vicino Oriente. E le immaginidella città siriana di Kobane, al confinecon la Turchia, sul punto di cadere permano dell’esercito islamico, senza che ilmondo si muova, e le immagini di Aleppoassediata, città simbolo di una secolareconvivenza multiculturale, ci raggiungonoe ci interrogano.

Alla commozione, però, non seguespesso un’azione concreta, rapida e inci-siva; anzi, avviene una curiosa amnesia: sipiange per la guerra là, ma spesso non sidà sostegno concreto qui a chi scappadalla stessa guerra. Parlo dei profughi e

sfollati dalla Siria, dall’Iraq, ma anchedall’Eritrea. Ma parlerei anche dei Paesiafricani, del Mali, di altri Paesi instabili einsicuri. Aggiungo che spesso gli sfollati dinazionalità pakistana o bengalese, che ar-rivano sulle nostre coste, sono fuggiti dallaLibia, ormai in profonda crisi, perchélavoravano in quel Paese.

Le decine di migliaia di persone chesono sbarcate sulle coste italiane, quindi, edi cui parliamo in questa mozione, nonsono altro che le vittime di questo disor-dine globale, ma anche dell’insicurezzadavanti a cui i Paesi europei non possonochiudere gli occhi, anche perché spesso nesono, magari indirettamente, corresponsa-bili.

L’Europa è ormai sottoposta a pres-sioni migratorie strutturali e questa crisimostra la necessità di rivedere le proce-dure, le norme che ci siamo consensual-mente dati, anche fosse quel regolamento« Dublino III », apparentemente intocca-bile, da poco varato, perché la storiacambia e non ci aspetta. È stato poc’anziben detto che lo stesso diritto d’asilonecessita di una revisione normativa or-ganica. Abbiamo ancora pochi mesi diPresidenza italiana del Consiglio del-l’Unione europea. Sono mesi in cui lavo-rare per il rafforzamento della tutela didiritti fondamentali, attraverso un’efficacepromozione della migrazione sicura, indi-viduando strumenti operativi.

Secondo i dati dell’Ufficio europeo disostegno all’asilo dei giorni scorsi, si èregistrato nei primi otto mesi un aumentodi quasi il 30 per cento delle domande diasilo presentate all’Unione europea, ri-spetto allo stesso periodo del 2013.

Secondo i dati del Ministero dell’in-terno, il numero dei richiedenti asilo siattestava a quasi 50 mila, con un aumentodel 150 per cento. E nell’ultimo annol’Italia ha accolto, tra questi, 32 milasiriani richiedenti asilo ed altrettanti eri-trei.

Il tragico naufragio di oltre 300 mi-granti, lo scorso 3 ottobre (e devo dire chedavvero la Presidenza di questa Camera, laPresidente Boldrini, va ringraziata per ilsuo impegno per una memoria di una

Atti Parlamentari — 49 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 52: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

strage che è diventata impegno politico):da lì è nata l’operazione militare umani-taria italiana Mare Nostrum, che ha co-stituito un esempio efficace per gestire inmodo consapevole lo stato di emergenzanello stretto di Sicilia.

L’operazione Mare Nostrum ha contri-buito a salvare vite umane in pericolo inmare ed anche a contrastare il trafficoillegale di migranti.

Secondo i dati dell’Agenzia rifugiatidell’ONU, le navi di Mare Nostrum hannosalvato circa il 70 per cento dei migrantie richiedenti protezione internazionalesbarcati da gennaio ad oggi in Italia.

Anche io ero sulla nave San Giusto conalcuni colleghi la settimana scorsa, e hopotuto verificare davvero direttamente lacompetenza professionale ed umana dellanostra Marina militare in quell’opera-zione, anzi direi che navi costruite per ladifesa trovano un utilizzo non incoerentenel salvataggio, perché in tempo di pace illoro compito è proprio difendere la vita ditutti e costruire la convivenza.

A partire dal prossimo mese di novem-bre avrà inizio la futura operazione Fron-tex Plus, con obiettivi diversi, legati ad unamaggiore vigilanza della frontiera meridio-nale dell’Unione e sarà operativa solonell’area marittima rientrante nella giuri-sdizione italiana, senza realizzare inter-venti di salvataggio in acque internazionalio nelle acque di altri Paesi, che nonriescono a gestire la propria zona diricerca.

Siamo preoccupati di questo, che è unallargamento, ma speriamo che non sia undepotenziamento. Dobbiamo riuscire arendere complementari le due operazioni,senza che Frontex sostituisca Mare No-strum, perché Mare Nostrum non è altroche un tassello di una strategia comples-siva, che si deve comporre attraverso di-verse azioni.

Quindi l’obiettivo, lo sappiamo, è quellodi promuovere la partecipazione dei sin-goli Paesi europei, perché l’Italia è statatroppo sola. Ma allo stesso tempo MareNostrum svolge un compito di salvataggiod’urgenza rapido, che è irrinunciabile eche ci dobbiamo impegnare a continuare.

Negli ultimi anni si sono accentuate ledifferenze sostanziali tra i sistemi di pro-tezione dei diversi Paesi, sia per quantoriguarda le misure di accoglienza, sia re-lativamente alle percentuali di riconosci-mento, dell’asilo, alle procedure di esamedella domanda.

Dobbiamo convergere nella promozionedell’integrazione europea delle politichemigratorie.

Con il Regolamento « Dublino III » si èvoluto realizzare un sistema di asilo eu-ropeo basato su criteri omogenei di rico-noscimento del diritto d’asilo dei richie-denti, per evitare disparità nel trattamentodelle persone e nell’esame delle loro do-mande, ma non era previsto lo tsunami,potremmo dire, intanto delle crisi inter-nazionali, della crisi in Medio Oriente,della crisi in nord Africa. Non possiamofermarci su norme ed irrigidirle.

Quindi l’applicazione del regolamentoha evidenziato varie criticità.

Per questo noi abbiamo chiesto e chie-diamo al Governo intanto di agire sul-l’emergenza e garantire una forma diprotezione temporanea ad alcuni richie-denti asilo, o meglio, chiediamo al Go-verno di farsi parte attiva nella trattativacon i Paesi europei, con i partner europei,per quanto riguarda alcuni specificigruppi. E quali ? Quelli Provenienti dallaSiria anzitutto, o dall’Eritrea, o – perchéno ? – dall’Iraq, attraverso la concessionedi un permesso per motivi umanitari, unpermesso temporaneo, in applicazionedella direttiva n. 55 del 2011, che noiabbiamo recepito nel 2013, ed è relativaalla concessione della protezione tempo-ranea in caso di afflusso massiccio disfollati e la promozione di equilibrio deglisforzi tra gli Stati membri che ricevono glisfollati e subiscono le conseguenze dell’ac-coglienza degli stessi.

Quindi una ridistribuzione degli sforzinei vari Paesi, in tutti i Paesi, perché nonstiamo neanche facendo appello soltantoai soliti Paesi, che si sono distinti nell’ac-coglienza – come la Germania, la Dani-marca, la Svezia – ma anche a tutti glialtri Paesi europei.

Atti Parlamentari — 50 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 53: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

Vorrei sottolineare che la protezionetemporanea non pregiudica il riconosci-mento dello status di rifugiato, ai sensidella Convenzione di Ginevra, e la duratadella protezione temporanea è pari adanno: quindi, stiamo parlando di alcunispecifici Paesi per un periodo di tempolimitato. Quindi, dovremmo approvarlasolo per alcuni, come procedura eccezio-nale.

Ma possiamo prevedere anche altremisure di riconoscimento, come – erastato citato dal collega Nicoletti – il mutuoriconoscimento europeo delle decisioni dirilascio dello status di protezione interna-zionale, in modo che chi arriva e lo ottienein un Paese possa circolare anche neglialtri.

Ma noi vorremmo anche chiedere alGoverno di promuovere, in sede europea ein collaborazione con l’Agenzia ONU per irifugiati, la creazione di centri di acco-glienza nei Paesi di transito. Pensiamo allaTunisia, all’Egitto, al Marocco, all’Etiopia,alla Giordania: certo, Paesi fragili, cheaccolgono già un enorme numero di rifu-giati, ma che possono essere coinvolti neldiventare sedi di domande di protezioneinternazionale.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MILENA SANTERINI. Infine – ed èquesto il punto su cui convergiamo anchein appoggio alle misure del Consiglio d’Eu-ropa –, chiediamo di sostenere presso lecompetenti sedi europee la necessità diuna revisione del regolamento « DublinoIII ».

Le misure che noi portiamo all’atten-zione del Governo richiedono un forteimpegno, lo sappiamo, una condivisione. Ilgruppo Per l’Italia è pronto a far conver-gere le diverse istanze contenute nellapropria mozione in quelle di altri gruppi,purché si raggiunga lo scopo di creare unavera Europa dell’asilo, degna dei principi edei diritti su cui è nata.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare ildeputato Manlio Di Stefano, che illustreràanche la sua mozione n. 1-00605. Ne hafacoltà.

MANLIO DI STEFANO. Signor Presi-dente, arriviamo a questa mozione con unlavoro, come diceva il collega Nicoletti,partito, in realtà, in sede di Consigliod’Europa: una dimostrazione del fatto chequando c’è un intento comune si riesceanche a lavorare bene. Abbiamo presen-tato, poi, come gruppi, ovviamente, tantemozioni differenti, perché su alcuni det-tagli anche dell’impianto non avevamosicuramente le stesse vedute, ma sicura-mente c’è una gran parte dell’impianto ditutte le mozioni che abbiamo presentatoassolutamente comune.

Io credo che tutti i gruppi parlamen-tari, inclusi quelli che, a volte, sulle te-matiche legate ai flussi migratori sono piùestremisti, siano d’accordo su un principio:il principio che garantire la vita, l’incolu-mità dei migranti sia un diritto e undovere del Paese che li riceve. Su questonon ci piove. Il punto è che – ed è un po’l’ottica della nostra mozione – dobbiamoanche iniziare a chiederci se quello chegarantiamo ai migranti non crei difficoltàal Paese che li riceve. Mi spiego meglio,perché così può sembrare che non ci sivoglia prendere la responsabilità dei flussimigratori. L’Europa, per come è concepita– lo abbiamo sempre detto più volte ecredo anche su questo siamo d’accordo –,dovrebbe mostrarsi come una comunitàanche nella gestione dei flussi migratori. Enoi quello che abbiamo visto – perché orasiamo a « Dublino III », ma siamo passatiattraverso « Dublino I » e « Dublino II » –,quello che abbiamo potuto percepire èche, in realtà, non c’è una reale attenzionecomunitaria alla gestione dei flussi. Per-ché ? Perché, evidentemente, l’Inghilterrasubisce meno il dramma dei flussi migra-tori che subisce l’Italia in quanto portodell’Europa.

Quello che hanno fatto i Governi finoad oggi, probabilmente, è non fare atten-zione a questo piccolo dettaglio, perchéquello che sicuramente c’è da dire relati-vamente a « Dublino » è che si basa su unconcetto – tra i tanti positivi, per carità –che non può essere accettato dall’Italia,per la sua posizione geografica, così a cuor

Atti Parlamentari — 51 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 54: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

leggero: ovvero, il principio che chi primariceve gestisce l’iter, anche burocratico, delmigrante.

Sentivo il collega Nicoletti poc’anzi direche l’Europa ci chiede di identificare imigranti anche per una questione di mag-giore facilità, poi, nel gestirli; ma, para-dossalmente, è qui che si blocca il sistema,perché il migrante che viene identificato inItalia, in realtà, spesso e volentieri, inItalia non vuole rimanere. Di conseguenza,avere questo vincolo di « chi identifica,gestisce » fa sì che il migrante arrivi a gestiestremi come quelli che abbiamo già visto:di gente che si passa la carta vetrata sullemani per togliere le impronte digitali,azioni molto forti; migranti che si sonodati fuoco alle mani, delle cose veramenteinumane.

Questo perché ? Perché i migrantispesso – non spesso, potrei dire sempre –partono con un obiettivo ben preciso, cheè quello o del ricongiungimento familiareo di andare a trovare una vita migliore –quindi, anche in Africa, purtroppo, è ar-rivata la notizia che in Italia non ce lapassiamo più tanto bene e quindi voglionoandare in Germania, Svezia, appunto neiPaesi dove la situazione sociale è migliore– o per un ricongiungimento linguistico,perché difficilmente un migrante africanoparla italiano, quindi preferiscono andarein posti dove si parla francese o inglese, oricongiungimento religioso, perché alcunecomunità musulmane in altri Paesi sonomolto più ampie delle nostre. Quindi, unsistema con un impianto fatto come « Du-blino III », che non è cambiato per nullarispetto a « Dublino II » relativamente aquesta parte che vi ho appena illustrato, fasì che il migrante diventi paradossalmenteun problema per il nostro Paese. C’èun’altra questione ancora. Vi invito a ve-dere anche il mio background in tal senso,sono la persona più distante possibile daogni concetto relativo alla parola stessa di« razzismo », ma con chiunque si parli inItalia la gente dice – e diciamocela a cuorleggero questa cosa, perché è vera –: « nonsono razzista, ma sono troppi ». Cosa si-gnifica questo ? Significa che sono perce-piti anche come troppi. Perché ? Perché li

gestiamo male: non siamo in grado diintegrarli, non siamo in grado di fornire aimigranti una condizione sociale che lifaccia sentire davvero integrati nella no-stra società. Poi, un dato che abbiamoriportato nella nostra mozione è che imigranti per lo più richiedono asilo incinque Paesi: Germania, Francia, Inghil-terra, Italia e Spagna. Che significa que-sto ? Che è facile per gli altri Paesi dellaComunità europea parlare di « Dublino » efirmarla e meno facile per questi cinquePaesi. È per questo motivo, ad esempio,che abbiamo inserito nella nostra mozionela richiesta che si inizi a parlare di quote.Paesi considerati universalmente come de-mocratici quali gli Stati Uniti d’Americahanno delle quote per i migranti; significache più di un tot non possono entrare, ele quote sono divise addirittura per citta-dinanza di origine: noi italiani stessi nonpotremmo andare tutti in America do-mani, se lo decidessimo; ci sono dellequote oltre le quali ci respingerebbero.Dobbiamo sicuramente, allora, ragionarein questi termini: ragionare in cosa ren-derebbe « Dublino » adatta al nostro Paese,perché il Paese Italia è totalmente diffe-rente dagli altri Paesi nella gestione deimigranti, per quello che vi ho detto finora.Per le cose più importanti, infatti, chiederòin sede di votazione di questa e di tutte lealtre mozioni, la votazione per parti se-parate, perché credo che per tanti puntipossiamo essere assolutamente d’accordo– e questo porterebbe a quello che era ilnostro auspicio quando abbiamo pensato aquesta mozione in sede di Consiglio d’Eu-ropa, quindi avere dei punti in comune suiquali il Parlamento si esprime all’unisono,perché darebbe più forza anche in vistadel Consiglio europeo dove si parlerà an-che della Convenzione di Dublino – ma,magari, su altri punti che nelle vostremozioni non sono stati citati, possiamogiungere ad un voto comunque unitario daparte del Parlamento perché crediamosiano assolutamente razionali. C’è un pro-blema di base al punto che dobbiamo farein modo – è anche un auspicio che poi sitraduce non solo in azioni legislative maanche in quello che il Governo dichiara e

Atti Parlamentari — 52 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 55: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

quello che il Governo fa su tutte le leggiche promuove relativamente alla gestionedi migranti – che il migrante sia vistocome un dovere per il Paese che l’accogliema anche come qualcosa di gestibile e diintegrabile, altrimenti i cittadini non l’ac-cetteranno mai. E stiamo arrivando a unasituazione in cui i fenomeni di razzismoavvengono in contesti nei quali prima nonavvenivano, per il semplice fatto che ilGoverno, lo Stato, viene percepito comenon in grado di gestire i migranti. Eprobabilmente è anche un po’ vero, oggicome oggi, perché nel solo 2014 la mis-sione Mare Nostrum, che ha salvato tan-tissime vite e di questo ovviamente siamograti, ha fatto sì anche che i flussi in realtàaumentassero e non diminuissero, perchénon sono ovviamente missioni di respin-gimento ma missioni di accoglienza. Però,poi, questi flussi sono assolutamente nongestiti in terra. A questo si lega la que-stione delle malattie, di cui in questi giornisi discute sempre di più. Oggi – poifortunatamente è stato smentito, era unfalso allarme – si è parlato di un primocaso di ebola a Roma: io mi metto nel-l’ottica in cui questo caso non fosse statosmentito, e si fosse trattato di un caso verodi ebola. Tra l’altro, il Ministro Lorenzin,che abbiamo audito in Commissione affariesteri, su questo ci ha lasciato a dir pocobasiti, perché ha annunciato che nonc’erano voli diretti tra Paesi colpiti daebola e l’Italia, ma abbiamo fatto unasemplice ricerca sul sito dell’Alitalia eabbiamo trovato un volo Roma-Lagos, e inNigeria ci sono casi di ebola. Quindi, intermini di protezione non siamo assolu-tamente coperti, addirittura risulta che ilfenomeno in Italia non si è ancora diffusoper il semplice fatto che i migranti pro-venienti da Paesi dove ci sono focolai diebola tendono ad andare in altri Paesi,come in Inghilterra, e non in Italia.Quindi, sostanzialmente siamo al sicuro« per fortuna » e basta, non per preven-zione.

Allora, questo potrebbe scatenare unacondizione reale di diffusione di fenomenidi razzismo legati ad una semplice inca-pacità di gestire la cosa. Proviamo per-

tanto a presentare una mozione e poi sispera che il Governo realizzi quello che glidiciamo di fare, perché ricordo che, nelParlamento italiano, di tutte le mozionipresentate (che sono oltre 150), neanchel’8 per cento è stato poi convertito inqualcosa di concreto, in atti legislativi daparte del Governo. Quindi, sarebbe ancheil caso, oltre a spingere, come maggioranzaPD e altri partiti alleati, per calendariz-zare questa mozione, che spingeste ancheper farla realizzare al Governo e mi rife-risco a quella che uscirà poi dal voto inAula perché, altrimenti, saranno sempreparole al vento, come tante che abbiamospeso quest’anno.

Allora, gli aspetti che distinguono lamozione del MoVimento 5 Stelle dallealtre ve li ho già detti, quindi la logicadelle quote, il superamento del concetto dichi prima riceve prima si prende l’onere digestire, e poi sentivo la collega Santerinidire una cosa giustissima: ossia legare iflussi migratori alle guerre. Però dicoanche, e lo dico veramente nella speranzache possa cambiare in futuro questa lo-gica, che, quando ci mettiamo in questaottica, dobbiamo avere la stessa otticaanche quando votiamo per gli interventimilitari perché questa Aula ha comunquevotato e ho notato un grande fervore neldibattito sulle varie missioni internazionaliche il nostro Paese ha portato avanti inquesto anno e mezzo. Quindi, mettiamocianche nell’ottica di rispettare ciò che af-fermiamo e non slegare i due provvedi-menti come fossero a sé stanti.

Quando si è votato per gli interventi inSiria, il MoVimento 5 stelle, non dico siastato l’unico, perché non me lo ricordo,ma sicuramente i partiti della maggio-ranza erano tutti d’accordo. E poi i sirianisono i primi migranti richiedenti asilo inItalia. Allora, facciamoci un attimo duedomande e diamoci anche una rispostaperché la colpa spesso è nostra.

Quindi, chiediamo il superamento diDublino III e questa è una cosa che è allabase di tutte le nostre mozioni; le quote vele ho già annunciate. Dopo di che, unacosa fondamentale, secondo noi, è la crea-zione di basi europee (le abbiamo chia-

Atti Parlamentari — 53 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 56: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

mate con un nome, dato così), ossia dellezone finanziate, gestite dalla comunitàeuropea sul territorio e ciò andrebbe poi,tramite un’agenzia, stabilito in terminichiari; basi in cui il richiedente asilo puòchiedere asilo direttamente senza doversiimbarcare in viaggi della morte. Perchéovviamente, se non li mettiamo nella con-dizione di chiedere asilo in partenza, simetteranno in condizioni di rischio e saràun rischio anche poi per le loro vite.

Quindi, questa potrebbe essere unabuona idea probabilmente nei Paesi nordafricani o comunque l’agenzia avrebbe ilcompito di identificare le zone migliori epotrebbero essere anche le ambasciate e iconsolati già esistenti sul territorio. Ovvia-mente tutto questo, ribadisco, finanziatodalla Comunità europea.

Poi una cosa fondamentale è rivedere,all’interno del Ministero dell’interno, i fi-nanziamenti dei bandi interministerialedestinati alla prima accoglienza e allagestione dei servizi connessi, con partico-lare riguardo ai criteri di spesa. Perché noiabbiamo fatto una piccola analisi e c’è unagran confusione tra tutti i bandi intermi-nisteriali che hanno a che fare con lagestione dei flussi migratori, con le societàdi terze parti che si occupano dei flussi equindi tutto quel mondo lì. Quindi ab-biamo inserito un punto anche in questamozione per spingere il Governo a farquesto.

In ultimo – è una provocazione, manon tanto, perché siamo in un Paese in cuiuna famiglia su sei è sotto la soglia dipovertà – si chiede di verificare la possi-bilità di promuovere interventi per assi-curare beni e servizi per le famiglie ita-liane meno abbienti con il fine di evitaretensioni tra italiani e richiedenti asiloall’interno della comunità. Non è unaprovocazione perché, oggi, uno dei tantimotivi per cui, e basta confrontarvi con icittadini per strada, il migrante viene vistomale è perché ti dicono la frase (poiovviamente andrebbe analizzato ciò che viè dietro in termini normativi): « non èpossibile che un migrante che arriva oggi

abbia pari, se non più, diritti di me chesono sotto la soglia di povertà ». Unafamiglia su sei, ripeto, lo è già.

Quindi, questo è l’impianto della nostramozione; io vi annuncio già, come detto,che chiederò la votazione per parti sepa-rate e vi chiedo quindi di prestare davveroattenzione ai punti che abbiamo inseritonell’impegno perché potrebbe essere unabuona occasione per votarla in modo con-giunto e sicuramente noi prenderemo inconsiderazione i vostri perché non ab-biamo mai avuto preclusioni in tal senso.

PRESIDENTE. È iscritto a parlarel’onorevole Invernizzi, che illustrerà anchela mozione Matteo Bragantini ed altrin. 1-00618, di cui è cofirmatario. Ne hafacoltà.

CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presi-dente, ci troviamo nella seconda occasionein poco più di una settimana in quest’Aulain cui si discute di politiche per l’immi-grazione; l’ultima volta lo abbiamo fattocon un atto formale, mi riferisco ovvia-mente al decreto contro la violenza neglistadi che, nella seconda parte comunquedel suo testo, si occupava anche di poli-tiche di immigrazione, il che fa, in qualchemodo, capire, in modo più che chiaro,come questo Governo, questa attuale mag-gioranza stia affrontando il problema del-l’immigrazione. Noi ci aspetteremmo chesu quello che viene definito giustamentecome qualcosa di epocale, questa incredi-bile massa di persone che si sta muovendoin particolar modo dall’Africa ma ancheda Oriente verso le coste occidentali, inparticolar modo quelle italiane – appuntoè qualcosa di epocale – venga affrontatoquindi da quest’Aula, da questa maggio-ranza, da questo Parlamento con unarisposta conforme, cioè qualcosa di im-portante. Dovrebbe essere qualcosa cheviene posta all’attenzione di tutte le partiche compongono questo Parlamento, ilGoverno in primo luogo, soprattutto per-ché, vorrei ricordarlo a tutti, il PremierRenzi, in questo momento, è anche pre-sidente dell’Unione europea e, fra pochimesi, comunque questo mandato scade;

Atti Parlamentari — 54 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 57: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

abbiamo già superato ormai la metà deltempo rispetto a quando, verso la fine digiugno, si parlava della presidenza italianadell’Unione europea e ci si aspettavachissà cosa o meglio; la stessa maggio-ranza, lo stesso Primo ministro dichiaravaai quattro venti che avrebbe utilizzatoquesto semestre per risolvere tutte le que-stioni che in Europa non vanno e miriferisco per inciso al Patto di stabilità, alFiscal compact e alla questione dell’immi-grazione. Siamo ormai quasi a metà ot-tobre, fra poco arriviamo a dicembre,scadrà il termine della presidenza italianain Europa e, oltre che sul Fiscal compacte sul Patto di stabilità, anche sull’immi-grazione passi avanti non ne verrannofatti, e questo dispiace sicuramente. Co-munque, dicevo, si è affrontato il temadell’immigrazione con 4 o 5 articoli all’in-terno di un decreto che nulla c’entra conl’immigrazione, vale a dire il decreto sullaviolenza negli stadi, e poi con una mozioneche, come ha ricordato giustamente ilcollega che ha preceduto il mio intervento,sappiamo tutti che valore ha. Sicuramenteha un’importanza politica di un certorilievo, ma assai difficilmente poi si tra-durrà in un’azione concreta e ciò mi fapensare che, probabilmente, l’immigra-zione, sotto questo Governo, sotto questamaggioranza, continuerà ad essere solo edesclusivamente fonte di problemi e nonverrà quindi realizzata, all’interno di unquadro chiaro, organico, forte ed impor-tante, una sistemazione, come, ripeto, unmovimento epocale, come viene continua-mente definito, invece necessiterebbe.Molte volte, quando si parla di immigra-zione, anzi, quasi sempre quando si parladi immigrazione, ci si scontra – così comeè giusto che sia – tra posizioni differentie pare, con ogni evidenza, che questamaggioranza, malgrado al suo interno visia qualcuno che si autodefinisce compo-nente di un’area ideologica chiara, il cen-trodestra, mi riferisco ovviamente al par-tito che esprime il Ministro dell’interno,nei confronti dell’immigrazione si pongacon una chiara, palese ed evidente atten-zione, soprattutto da parte della sinistradell’arco parlamentare; quindi come anche

nella vostra mozione, vi sono quelle in cuivi sono delle manifestazioni di intenti,manifestazioni che sottolineano il fatto chevi sia una parte buonista che vede nel-l’immigrazione soltanto aspetti positivi,quindi attenzione all’accoglienza, all’inte-grazione, il riconoscimento che tutti coloroche sbarcano sulle nostre coste comunquevengano qui animati da buonissimi senti-menti e cerchino di scappare solo edesclusivamente da una vita infelice e ab-biano come volontà quella di realizzare inmodo pacifico e sereno le proprie più altee nobili ambizioni all’interno della nostracomunità.

Ci si scontra, purtroppo, con situazionidi fatto che – se anche a qualcuno dàfastidio sentirselo ripetere – avvengono el’immigrazione comporta purtroppo anchedei problemi sociali che paradossalmentevengono poi vissuti sulla propria pelle, nondagli strati più ricchi della nostra popo-lazione, ma proprio da quelli che, sevogliamo, anche in questo momento, sof-frono maggiormente gli strali o meglio glieffetti di una crisi economica senza pre-cedenti e che già hanno problemi siaeconomici che sociali, i quali, nel loroconfronto quotidiano con l’immigrazione,vengono esacerbati.

Recenti casi, qui a Roma – che èinutile stare a ripetere – lo dimostrano: cisono i casi delle periferie e delle grandicittà del nord Italia, nei quali l’immigra-zione viene vissuta, la maggior parte dellevolte, non come qualcosa che porteràricchezza alla comunità, ma come qual-cosa che, nell’immediato, comporta anziun aumento dei reati, soprattutto preda-tori e una situazione di degrado della zonanella quale si vive e dalla quale difficil-mente si riesce ad uscire.

Ecco, perché io penso che la mozione,per carità, presenta alcuni aspetti condi-visibili e noi la condivideremo e auspi-chiamo che, in qualche modo, venga ac-colta dal Governo come sprone per far sìche, in Europa, ci sia effettivamente un’as-sunzione di responsabilità globale. Non cicrediamo perché ormai siamo stanchi disentirci ripetere che il fenomeno dell’im-migrazione non riguarda solo l’Italia.

Atti Parlamentari — 55 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 58: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

Noi come Governo facciamo presenteall’Europa che gli sbarchi avvengono, maquesta è una questione europea e picchie-remo i pugni e andremo a Bruxelles e aStrasburgo e ribaltiamo i tavoli e poi allafine ci troviamo con l’operazione MareNostrum che non ha risolto assolutamenteil problema, che è costata parecchio allecasse dello Stato, di uno Stato in cui –vorrei ricordarlo a tutti – vivono attual-mente cittadini che soffrono in modo de-vastante le conseguenze della crisi econo-mica. Quindi, probabilmente noi, comeStato, dovremmo occuparci principal-mente di quelle famiglie che, fino a pocotempo fa, avevano un reddito e oggi unreddito non lo hanno più, che si trovanoin una situazione disperata e che, difficil-mente, riescono a capire come sia possi-bile che, in una situazione in cui lo Statonon riesce a dare risposte minime aipropri cittadini, però si faccia quasi bellonei confronti della comunità internazio-nale, dicendo che noi, comunque, acco-glieremo centinaia di migliaia di cittadiniextracomunitari, che portiamo qui da noie gli daremo tutto quello di cui hannobisogno. Queste sono le realtà con le qualidobbiamo confrontarci, a fronte di unasituazione nella quale l’Europa ce lo hafatto capire in tutti i modi possibili eimmaginabili, al di là delle dichiarazioni diprincipio e al di là dei commissari, cheprovengono da realtà nelle quali l’immi-grazione non arriva neanche perché, vor-rei ricordare che, su 28 Paesi dell’Unioneeuropea, soltanto dieci accolgono gli im-migrati, mentre invece gli altri diciottodicono che sono problemi di chi ce li ha.Poi arrivano questi commissari, magari dalNord Europa, e dicono: « complimenti perl’operazione Mare Nostrum, che dà sicu-ramente lustro alla vostra organizzazionee al vostro Stato; poi però si giranodall’altra parte e se ne fregano altamentedi ciò che avviene.

Noi, siccome non crediamo che questaEuropa si occuperà dell’immigrazione econtinuerà a restare sulle nostre spalle,siccome riteniamo che, al di là delle di-chiarazioni del Premier Renzi, il semestreeuropeo si concluderà così come è iniziato,

ossia con un nulla di fatto, chiediamo che,quanto meno, si prenda atto che l’Italia, inquesta battaglia epocale, è sola e siamoassolutamente soli; si prenda atto di que-sta realtà e si faccia tutto il possibile perfar sì che si affronti la situazione, che giàdi per sé è grave. Ripeto: ci sono situazioninelle grandi periferie, ma anche nei piccolipaesi che ormai sfuggono al controlloanche delle forze istituzionali; qualchevolta, capiamo che i prefetti si trovano inuna situazione anche difficile: quella difunzionari dello Stato che devono correrecome disperati in giro per la provincia acercare qualche sindaco che si assuma laresponsabilità di ricevere trenta, quaranta,cinquanta, sessanta immigrati e non sannocome uscirne. Ecco, la situazione nellaquale ci troviamo è questa.

Visto che l’Europa, pertanto, se nedisinteressa in modo ormai conclamato,riteniamo che sia fondamentale innanzi-tutto che lo Stato si occupi dei propricittadini, si occupi anche degli immigratiche già sono qui e ai quali già non si riescea dare risposte perché mi sembra – e lodichiarate anche voi della maggioranza –che si pensi continuamente a come por-tarne sempre di più e a come, quindi,barattare il senso di sicurezza, anche eco-nomica, dei propri cittadini per non soquale alto riconoscimento internazionaleper cui magari l’Organizzazione delle Na-zioni unite ci fa il plauso, l’Europa cistringe la mano e ci dà una pacca sullaspalla.

Ebbene, se voi siete contenti di questocontinuate così, portate qui più gentepossibile. Io vi dico che secondo la LegaNord invece la situazione è ormai alcolmo, non soltanto nei confronti dei no-stri cittadini ma, come dite voi, anche neiconfronti degli immigrati che già sono qui.Ci sono immigrati che, come dite, fannoatti di autolesionismo, si trovano in con-dizioni quasi, anzi di assoluta povertà,diventano manovalanza a costo bassissimoper la criminalità organizzata, sono fontecontinua di lavoro nero, situazione questaa cui non si riesce a porre un freno.

Di fronte a tutto questo noi chiediamo:che l’operazione Mare Nostrum venga de-

Atti Parlamentari — 56 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 59: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

finitivamente chiusa; che si guardi bene aquello che vuole fare l’Europa, a cui noncrediamo e non crederemo, con Frontexplus, Triton (e a cui non so quale altronome vorranno dare); che un sistema checomunque funzionava, anche se certoaveva delle pecche, come tutto – e miriferisco a quello dei CIE –, possa essererimesso in forma, possa essere ricompostoe possa fare quello per cui è nato, cioèidentificare gli immigrati extracomunitarie permettere, quindi, che si proceda conl’espulsione di coloro che non hanno titoloper fermarsi in Italia, cioè di coloro chenon hanno il diritto di asilo.

Questo è quello che noi chiediamo conla nostra mozione e chiediamo, visto cheè presente anche il sottosegretario e sonopresenti esponenti del Partito Democra-tico, quindi del partito di maggioranzarelativa all’interno di questo Governo, chemagari per una volta, anziché fare unamozione sull’immigrazione o poi magariquattro, cinque, sei, sette, otto ordini delgiorno o tre, quattro articoli, buttati al-l’interno di un decreto-legge, ci sia magarila capacità e la voglia di confrontarsiserenamente su un testo che sia chiaro, suun testo che poi possa servire anche acoloro che in questo momento ci gover-nano, per andare in Europa con propostechiare e concrete, perché altrimenti con il« decreto stadi » e con le mozioni il pro-blema dell’immigrazione continueremo adaverlo e, soprattutto, continuerà ad esserepagato pesantemente dai nostri cittadini,soprattutto da quelli delle fasce di redditobasse.

PRESIDENTE. Avverto che è stata testépresentata la mozione Brunetta ed altrin. 1-00619. Il relativo testo è in distribu-zione (vedi l’allegato A – Mozioni).

È iscritto a parlare il deputato Chaouki.Ne ha facoltà.

KHALID CHAOUKI. Presidente, misembrava giusto testimoniare innanzituttoil nostro ringraziamento al collega Nico-letti e alla Presidenza per avere introdottofinalmente questo tema anche nell’ordinedel giorno, in vista degli impegni europei

del nostro Governo e cercando di sfruttareal massimo questa opportunità, che è laPresidenza del semestre europeo, per por-tare avanti quella che è l’evoluzione di unadiscussione riguardante il tema dell’asilodei rifugiati in un contesto, che è benericordarlo anche qui, ci vede davanti a unatragedia umanitaria che riguarda milionidi persone a pochi passi da noi.

Noi oggi dobbiamo parlare di « DublinoIII » richiamando l’Europa anche al ri-spetto delle proprie responsabilità, cioè aquello che sta avvenendo appunto – ed èstato ricordato qui dalla collega Santerini– nella città di Kobane, quello che staavvenendo appunto in Iraq, con la perse-cuzione e la pulizia etnica nei confronti dicristiani, yazidi, sciiti e di tantissimedonne e uomini che vengono oggi uccisi,che vengono oggi schiavizzati in nome diuna loro fede, in nome di una loro etnia.Questo oggi noi non possiamo più vederlosemplicemente come una parentesi a cuiguardare con indifferenza.

Io credo, e crediamo, che sia unanostra responsabilità oggi quella di fareattenzione a non ripetere quello che èsuccesso nella storia, anche relativamenterecente, del nostro continente. Non stiamoparlando di immigrazione, non stiamoparlando di persone che vengono qui percercare un lavoro, ma stiamo parlando dicentinaia di persone che sono in fuga dauna morte certa.

E se forse rispetto alle tragedie del-l’Africa subsahariana, rispetto a quello cheavveniva e avviene in Somalia, in Eritrea,in Sudan, lo riteniamo un po’ distante –forse la comunicazione non è stata ingrado di illustrarcelo bene – quello che staavvenendo invece in Siria e in Iraq è unarealtà purtroppo talmente tragica, difronte alla quale noi non possiamo perniente essere complici di chi oggi in modoirresponsabile invoca di girarci dall’altraparte, invoca l’indifferenza, invoca il re-spingimento.

Questo penso non possa essere oggiaccettabile, non dico da parte di una forzapolitica, ma dico dalla civiltà, grazie allaquale l’Europa è quella che è, nonostante

Atti Parlamentari — 57 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 60: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

tutti i suoi limiti, e di fronte a quelleresponsabilità noi vogliamo oggi richia-marla. Qualche giorno fa abbiamo ricevutoqui delegazioni di donne curde provenientiproprio da Kobane, abbiamo ricevutoun’altra delegazione di cristiani da Ninivee tutti quanti oggi ci chiedono accoglienza,ci chiedono un’accoglienza temporanea –voglio dire – perché sperano ovviamentedi poter rientrare nelle loro case appenapossibile.

E allora, di fronte a questo, davvero ilmio invito e l’auspicio è quello di fare unfronte unico per una volta, una volta pertutte, per cercare di rispondere a quelloche è appunto un dovere morale e direianche un dovere della nostra Costituzione.

Non c’è più il collega Di Stefano, ma aicittadini che ovviamente faticano moltevolte a comprendere il perché di questoflusso enorme noi dovremmo avere anchela responsabilità e il ruolo semmai dispiegare che l’Europa è quello che è per-ché è anche frutto di un’evoluzione di unaciviltà, di un’umanità, di un credo per chiè credente, e queste non sono semplice-mente solidarietà e carità, sono anchevalori del diritto.

E proprio il nostro Parlamento oggiospita quello che è un vertice importan-tissimo dal punto di vista del responsabiledei diritti fondamentali all’interno delleistituzioni europee. E allora, noi dobbiamoavere la responsabilità oggi di guidarel’opinione pubblica europea e nazionaleverso quella che è una consapevolezza checi pone di fronte a delle sfide sicuramenteepocali, che fanno i conti con una crisieconomica, con quelle che sono le diffi-coltà della nostra società, ma guai a noi sefossimo solo per un millesimo complicinell’alimentare queste paure, queste diffi-denze e questa guerra tra poveri. Il nostrocompito semmai è alimentare una culturadei diritti sempre più ampi per tutti,quello di alimentare una cultura dellasolidarietà che però appunto tragga so-stanza dalle nostre norme, da quello chescrissero anche i padri fondatori dellanostra Costituzione e della Carta europeadei diritti umani, così come della Cartadelle Nazioni Unite.

Noi dobbiamo oggi tener presente cheabbiamo una grande possibilità che èquella di guidare l’Europa ad essere final-mente una vera Europa dei popoli cheriesca finalmente a farsi corresponsabile ecompartecipe anche di fronte alla sfidadella accoglienza. Non sono chiacchiere lenostre e devo dare atto al lavoro delcollega Nicoletti, alla delegazione italianaal Consiglio d’Europa, di cui mi onoro difar parte, e a quello che è il lavoro delGoverno italiano che ha introdotto nelvocabolario anche dei documenti e delleconclusioni degli ultimi vertici dei Ministrieuropei le parole: salvare le vite umane,che sono rientrate come elemento di prio-rità. Non è un elemento scontato nellapurtroppo grave ipocrisia che oggi ci vede,anche nelle discussioni, negoziare con im-barazzo con i colleghi europei rispetto aquello che è un dovere di tutti di salvarele vite umane, oltre a quello, ovviamente,di rafforzare i controlli nei confronti dichi alimenta oggi la criminalità organiz-zata e il traffico di esseri umani, oltre checercare di negoziare con questi nuoviGoverni nel Mediterraneo la possibilità digestire insieme la lotta al traffico di esseriumani e a costituire in quei luoghi, comesi chiede anche nelle mozioni, in tutte lemozioni direi, centri di accoglienza neiPaesi di transito. Dico che non sono chiac-chiere come è stato invece qui detto; sonofinalmente parole nuove che entrano in unvocabolario ribadito anche – e ci fa pia-cere – dal neocommissario delegato al-l’immigrazione, l’ex Ministro greco, cosìcome appunto nei documenti ufficiali eu-ropei, così come attraverso l’operazioneTriton che include comunque un supportoimportante all’operazione Mare Nostrum,che auspichiamo possa conseguire unacornice europea, introducendo gli elementiche noi chiediamo oggi, cioè una divisionein quote a livello di Paesi europei deiprofughi che comunque inevitabilmentearriveranno e che almeno noi non vo-gliamo assumerci la responsabilità di la-sciare morire in mare, perché di questo sitratta.

Chi oggi dice « chiudiamo Mare No-strum » deve dirci qual è l’alternativa. È

Atti Parlamentari — 58 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 61: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

quella di lasciarli morire in mare ? Dico:abbiate la responsabilità di poterlo affer-mare. Credo che, ovviamente, chiunquecondivida la civiltà degli esseri umani e ladignità delle persone non possa affermare,ovviamente, una tale cattiveria, e quinditroviamo insieme delle soluzioni, ma evi-tiamo di buttarla in propaganda, perchéMare Nostrum, oggi, è tutt’altro che ucci-dere delle persone, come è stato detto inpassato.

Noi dobbiamo, semmai, ringraziare glioperatori del mare, i pescatori, la Marinamilitare, le capitanerie di porto per ilgrande lavoro, il sacrificio e la forza chehanno tutti i giorni nel salvare vite umane.Solo chi ha visto quegli sguardi e haascoltato quelle storie può oggi capire lafunzione di Mare Nostrum, con tutte le suedifficoltà – nessuno dice che sia un’im-presa facile, né banale, né scontata, enemmeno gratuita, perché, purtroppo,comporta anche un sacrificio – e nessuno,oggi, può negare che quella operazionesicuramente porti una grande medaglia sulpetto a tutti quanti, a tutta l’Italia e a tuttigli italiani, indipendentemente dal colorepolitico e dall’orientamento ideologico.

È una medaglia, finalmente, sul petto ditutti gli italiani, perché, per la prima voltanella storia del Mediterraneo, vi è un’ope-razione portata avanti dalla Marina mili-tare che ha salvato più di 140 mila per-sone. Questo penso debba essere ricono-sciuto per onestà da tutti. Non basta, etutti quanti lo diciamo. Per questo, rite-niamo sia fondamentale e prioritario ne-goziare con forza per rivedere il protocollodi Dublino, un protocollo che, da quandoè stato attuato in tutte le sue modifiche...Vi sono stati Governi di destra, quindi nonvoglio adesso scendere in polemica, peròdobbiamo anche interrogarci sul perché,in tutte le varie sedi, evidentemente, chiavrebbe dovuto anche chiedere, preten-dere, un aggiustamento, vista anche lanostra esposizione nel Mediterraneo, inquei momenti, in quelle sedi, non abbiaavuto la forza di farlo, come oggi, final-mente, invece, viene posto all’ordine delgiorno, in modo anche trasversale, concolleghi di tutti i partiti, affinché vi sia una

revisione, e questa revisione pensiamo checi sarà nei prossimi mesi e sarà un risul-tato di tutti, e non solo del Partito De-mocratico o delle forze che sono statetradizionalmente a favore di una modificain tal senso.

Concludo dicendo che noi, nei con-fronti di quello che sta succedendo oggi inMedio Oriente, in Siria e in Iraq, dob-biamo chiedere che la Turchia, immedia-tamente, possa aprire un corridoio uma-nitario per i profughi e gli esuli; però,nello stesso momento, l’Europa non puòfare orecchie da mercante, perché sap-piamo anche che il 90 per cento degli esulidalla Siria...

PRESIDENTE. Deputato Chaouki, con-cluda.

KHALID CHAOUKI. ... in questi ultimiquattro anni – concludo – pesano suiPaesi confinanti. Quindi, la Turchia, comealtri Paesi, già hanno sui loro territori piùdel 90 per cento dei profughi che sono infuga e che sono stati in fuga in questiquattro anni dalla guerra sanguinosa inSiria.

Quindi, non possiamo sicuramente li-mitarci a chiedere alla Turchia di aprireun corridoio umanitario, ma ci rivolgiamocon urgenza al Governo affinché si facciarappresentante di una richiesta di unamodalità nei confronti di tutti i Paesieuropei, affinché vi sia una possibilità,anche temporanea, di apertura per almenole minoranze religiose, e le minoranzecristiane in particolare, perché, altrimenti,rischiamo di trovarci di fronte ad una crisisenza precedenti, che, purtroppo, po-tremmo ritrovarci sulla coscienza tuttiquanti.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscrittia parlare e pertanto dichiaro chiusa ladiscussione sulle linee generali delle mo-zioni.

Prendo atto che il rappresentante delGoverno si riserva di intervenire nel pro-sieguo del dibattito.

Il seguito della discussione è rinviato adaltra seduta.

Atti Parlamentari — 59 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 62: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

Proposta di trasferimento a Commissioniin sede legislativa di proposte di legge.

PRESIDENTE. Comunico che saràiscritta all’ordine del giorno della seduta didomani l’assegnazione, in sede legislativa,delle seguenti proposte di legge, delle qualile sottoindicate Commissioni, cui eranostate assegnate in sede referente, hannochiesto, con le prescritte condizioni, iltrasferimento alla sede legislativa, che pro-porrò alla Camera a norma del comma 6dell’articolo 92 del Regolamento:

alla XII Commissione (Affari sociali):

S. 1176. – Senatori CIAMPI ed altri:« Istituzione del “Giorno del dono” » (Ap-provata dal Senato) (2422) (La Commis-sione ha elaborato un nuovo testo);

alla XIII Commissione (Agricoltura):

CIRIELLI e TOTARO: « Disposizioniin materia di interventi di ripristino, re-cupero, manutenzione e salvaguardia degliagrumeti caratteristici del territorio insu-lare e delle fasce costiere di particolarepregio paesaggistico e a rischio dí dissestoidrogeologico » (55);

CATANOSO GENOESE: « Disposi-zioni per il recupero, il ripristino, lamanutenzione e la salvaguardia dei limo-neti di Acireale » (341);

MONGIELLO ed altri: « Disposizioniper il ripristino, il recupero, la manuten-zione e la salvaguardia degli agrumeticaratteristici del territorio insulare e dellefasce costiere » (440);

OLIVERIO e IACONO: « Disposizioniper la salvaguardia degli agrumeti carat-teristici » (741);

RUSSO e FAENZI: « Disposizioni perla salvaguardia degli agrumeti caratteri-stici dei territori soggetti al rischio didissesto idrogeologico e di particolare pre-gio paesaggistico, storico e ambientale »(761);

CAON ed altri: « Disposizioni in ma-teria di interventi di ripristino, recupero,manutenzione e salvaguardia dei limonetidel lago di Garda » (1125);

CATANOSO GENOESE: « Misure peril recupero e la salvaguardia dei limoneticaratteristici » (1399) (La Commissione haelaborato un testo unificato).

Vi erano delle richieste d’intervento difine seduta. Constato l’assenza della de-putata Locatelli e del deputato Fraccaro, siintende che vi abbiano rinunziato.

Ordine del giornodella seduta di domani.

PRESIDENTE. Ricordo che domani,martedì 14 ottobre, è convocato alle ore11, il Parlamento in seduta comune perl’elezione di due giudici della Corte costi-tuzionale e per l’elezione di un compo-nente del Consiglio superiore della magi-stratura. Comunico l’ordine del giornodella seduta di domani.

Martedì 14 ottobre 2014, alle 16:

1. – Assegnazione a Commissione insede legislativa della proposta di leggen. 2422.

2. – Assegnazione a Commissione insede legislativa delle proposte di leggenn. 55, 341, 440, 741, 761, 1125 e 1399.

3. – Esame della nota di aggiorna-mento del documento di economia e fi-nanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis).

4. – Seguito della discussione della pro-posta di legge:

CAUSI ed altri: Disposizioni in ma-teria di emersione e rientro di capitalidetenuti all’estero nonché per il potenzia-mento della lotta all’evasione fiscale. Di-

Atti Parlamentari — 60 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 63: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

sposizioni in materia di autoriciclaggio (C.2247-A).

e dell’abbinata proposta di legge: CA-PEZZONE (C. 2248).

— Relatori: Sanga, per la maggioranza;Busin, di minoranza.

5. – Seguito della discussione della pro-posta di legge:

CAPEZZONE: Riforma della disci-plina delle tasse automobilistiche e altredisposizioni concernenti l’imposizione tri-butaria sui veicoli (C. 2397-A).

— Relatore: Fregolent.

6. – Discussione del testo unificatodelle proposte di legge:

BRESSA; FRACCARO ed altri; CI-VATI ed altri; TINAGLI ed altri; DA-DONE ed altri; SCOTTO ed altri: Dispo-sizioni in materia di conflitti di interessidei titolari delle cariche di Governo. De-lega al Governo per l’adeguamento delladisciplina relativa ai titolari delle carichedi Governo locali (C. 275-1059-1832-1969-2339-2652-A).

— Relatore: Sisto.

7. – Discussione del disegno di legge:

Disposizioni per l’adempimento degliobblighi derivanti dall’appartenenza del-l’Italia all’Unione europea – Legge europea2013-bis (Approvato dalla Camera e modi-ficato dal Senato) (C. 1864-B).

— Relatori: Michele Bordo, per la mag-gioranza; Borghesi, di minoranza.

8. – Seguito della discussione dei dise-gni di legge:

S. 1242 – Ratifica ed esecuzione delProtocollo aggiuntivo (n. 2) all’Accordosulla sede tra il Governo della Repubblicaitaliana e l’Istituto universitario europeo,con Allegato, fatto a Roma il 22 giugno2011 (Approvato dal Senato) (C. 2420).

— Relatore: Cassano.

Ratifica ed esecuzione della Conven-zione europea per la protezione del pa-trimonio archeologico, fatta alla Valletta il16 gennaio 1992 (C. 2127-A).

— Relatore: Chaouki.

S. 1219 – Ratifica ed esecuzionedell’Accordo di cooperazione fra il Go-verno della Repubblica italiana ed il Go-verno della Repubblica di Estonia sullalotta contro la criminalità organizzata, ilterrorismo ed il traffico illecito di droga,fatto a Tallinn l’8 settembre 2009 (Appro-vato dal Senato) (C. 2421).

— Relatore: Cimbro.

S. 1336 – Ratifica ed esecuzione delProtocollo di modifica della Convenzionerelativa ai trasporti internazionali ferro-viari (COTIF) del 9 maggio 1980, fatto aVilnius il 3 giugno 1999 (Approvato dalSenato) (C. 2621).

— Relatore: Cimbro.

S. 1300 – Ratifica ed esecuzionedell’Accordo di cooperazione in materia dinavigazione satellitare tra l’Unione euro-pea e i suoi Stati membri e il Regno diNorvegia, fatto a Bruxelles il 22 settembre2010 (Approvato dal Senato) (C. 2277).

— Relatore: Cassano.

9. – Seguito della discussione dellemozioni Scotto ed altri n. 1-00537, Pisic-chio n. 1-00609, Covello ed altri n. 1-00612, Palese n. 1-00614 e Baldassarre edaltri n. 1-00621 concernenti iniziative peril rilancio economico e occupazionale delMezzogiorno, con particolare attenzionealla situazione della Campania.

10. – Seguito della discussione dellemozioni Tinagli, Carfagna, Giuliani, Do-rina Bianchi, Binetti, Di Salvo ed altrin. 1-00272, Mucci ed altri n. 1-00611, Nic-chi ed altri n. 1-00613, Speranza ed altrin. 1-00615 e Rondini ed altri n. 1-00620concernenti iniziative a sostegno delle po-litiche di genere.

Atti Parlamentari — 61 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 64: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

11. – Seguito della discussione del testounificato delle proposte di inchiesta parla-mentare:

FRATOIANNI ed altri; MARAZZITIed altri; FIANO: Istituzione di una Com-missione parlamentare di inchiesta sulsistema di accoglienza e di identificazione,nonché sulle condizioni di trattenimentodei migranti nei centri di accoglienza(CDA), nei centri di accoglienza per ri-chiedenti asilo (CARA) e nei centri diidentificazione ed espulsione (CIE) (Doc.XXII, nn. 18-19-21-A).

— Relatore: Migliore.

12. – Seguito della discussione dellemozioni Nicoletti ed altri n. 1-00603, San-terini ed altri n. 1-00604, Manlio Di Ste-fano ed altri n. 1-00605, Palazzotto edaltri n. 1-00616, Dorina Bianchi e Misu-raca n. 1-00617, Matteo Bragantini ed al-tri n. 1-00618 e Brunetta ed altri n. 1-00619 concernenti iniziative in materia didiritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati,con particolare riferimento alla revisionedel regolamento dell’Unione europea notocome « Dublino III ».

PROPOSTE DI LEGGE DI CUI SI PRO-PONE L’ASSEGNAZIONE A COMMIS-

SIONE IN SEDE LEGISLATIVA

alla XII Commissione (Affari sociali):

S. 1176 – Senatori CIAMPI ed altri:« Istituzione del “Giorno del dono” » (Ap-provata dal Senato) (2422).

(La Commissione ha elaborato unnuovo testo);

alla XIII Commissione (Agricoltura):

CIRIELLI e TOTARO: « Disposizioniin materia di interventi di ripristino, re-cupero, manutenzione e salvaguardia degliagrumeti caratteristici del territorio insu-lare e delle fasce costiere di particolarepregio paesaggistico e a rischio di dissestoidrogeologico » (55);

CATANOSO GENOESE: « Disposi-zioni per il recupero, il ripristino, lamanutenzione e la salvaguardia dei limo-neti di Acireale » (341);

MONGIELLO ed altri: « Disposizioniper il ripristino, il recupero, la manuten-zione e la salvaguardia degli agrumeticaratteristici del territorio insulare e dellefasce costiere » (440);

OLIVERIO e IACONO: « Disposizioniper la salvaguardia degli agrumeti carat-teristici » (741);

RUSSO e FAENZI: « Disposizioni perla salvaguardia degli agrumeti caratteri-stici dei territori soggetti al rischio didissesto idrogeologico e di particolare pre-gio paesaggistico, storico e ambientale »(761);

CAON ed altri: « Disposizioni in ma-teria di interventi di ripristino, recupero,manutenzione e salvaguardia dei limonetidel lago di Garda » (1125);

CATANOSO GENOESE: « Misure peril recupero e la salvaguardia dei limoneticaratteristici » (1399).

(La Commissione ha elaborato un testounificato).

La seduta termina alle 18,30.

TESTO INTEGRALE DEGLI INTER-VENTI DEI DEPUTATI PAOLA BINETTIE ROCCO PALESE IN SEDE DI DISCUS-SIONE SULLE LINEE GENERALIDELLE MOZIONI CONCERNENTI INI-ZIATIVE A SOSTEGNO DELLE POLITI-

CHE DI GENERE

PAOLA BINETTI. Disparità di genere(o discriminazione ?) versus Valorizza-zione della donna.

Premessa: l’articolo 8 del trattato sulfunzionamento dell’Unione europea hacome obiettivo l’eliminazione di tutte lediscriminazioni nei confronti delle donnee la promozione della parità tra uomini edonne. Gli articoli 21 e 23 della Carta dei

Atti Parlamentari — 62 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 65: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

diritti fondamentali dell’Unione europeaconsiderano la parità a pieno titolo frauomini e donne come il principio fonda-mentale del diritto comunitario, principioda applicarsi ovviamente anche in materiadi occupazione e di impiego.

Tra i programmi comunitari per ilperiodo 2014-2020 l’Unione europea hastanziato 439 milioni di euro per progettilegati alla lotta contro la discriminazionee la parità fra donne e uomini. Le prioritàidentificate sono quattro: pari indipen-denza economica, pari retribuzione, paritànel processo decisionale, contrasto allaviolenza di genere.

Valorizzare le donne non ha solo unadimensione etica – ha ricordato più volteil Presidente Napolitano – ma è impor-tante anche sul piano economico, comedimostra la capacità delle donne di dare ilproprio contributo in tutti i campi,quando vengono superati vincoli e pregiu-dizi sociali.

Secondo il Trattato di Istanbul, ratifi-cato dal nostro Parlamento nel giugno2013, la violenza contro le donne, inquanto violazione di diritti umani, rappre-senta il principale ostacolo al raggiungi-mento di una uguaglianza tra i sessi dejure e de facto e per questo sono necessarieazioni forti e concrete di contrasto allaviolenza di genere.

I dati: secondo il Global Gender GapReport 2013 del World Economic Forumche ha esaminato il problema delle pariopportunità in diversi ambiti, dalla sanitàalle possibilità di sopravvivenza, all’ac-cesso all’istruzione, alla partecipazionealla vita lavorativa, sociale e politica l’Ita-lia è all’ultimo posto tra i Paesi europei edè 71o sui 136 Paesi analizzati.

Il rapporto ISTAT 2013 evidenzia unaumento del tutto particolare dell’occupa-zione femminile, che attribuisce in parteall’aumento delle donne straniere nellemansioni a bassa specializzazione e inparte alla concentrazione del lavoro femmi-nile nel part time involontario. Risultanoparticolarmente interessanti quattro dati:

le donne occupate in Italia sonomolto meno di quelle dell’Unione europea(47,1 per cento contro 58,6 per cento);

le donne continuano a essere pagatemeno rispetto agli uomini (tra 15 e 25 percento in meno);

esiste un demansionamento delledonne, impegnate spesso in ruoli di livelloinferiore rispetto ai loro curricula, alleloro competenze effettive e alla qualità dellavoro svolto;

l’Italia è al primo posto tra i 34 PaesiOcse per differenza uomo-donna nelladistribuzione del lavoro non retribuito(circa 24 ore non retribuite in più per ledonne); nettamente davanti a Francia(12,6 ore non retribuite in più per ledonne), Gran Bretagna (12,2 ore in più),Usa (9,5 ore) e Germania (6,6 ore). Sitratta soprattutto di lavoro di cura fami-liare.

Pur essendo l’imprenditorialità femmi-nile l’architrave della tenuta delle piccolee piccolissime imprese, secondo datiUnioncamere le imprese al femminile evi-denziano una maggiore fragilità finanzia-ria: il 72 per cento opera con un capitalesociale di meno di 10 mila euro.

I dati ISTAT evidenziano come l’offertapubblica di asili nido ha enormi disparitàgeografiche, andando dall’80 per cento dicomuni coperti dal servizio in regionicome l’Emilia-Romagna, il Friuli-VeneziaGiulia e la Valle d’Aosta fino al 13 percento della Calabria, che presenta il livelloregionale più basso di copertura. La ca-renza di servizi per l’infanzia e per glianziani, per i disabili e i malati cronici èun forte ostacolo all’occupazione femmi-nile.

In Italia le politiche per le pari oppor-tunità sono state avviate con forte ritardorispetto ad altri Paesi europei. Solo neglianni settanta i legislatori hanno iniziato,dapprima molto timidamente, a ricono-scere il principio della parità nelle diversesfere della vita sociale:

la legge n. 125 del 1991 dispone dirimuovere gli ostacoli che di fatto impe-discono la realizzazione di pari opportu-nità;

Atti Parlamentari — 63 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 66: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

il decreto legislativo n. 61 del 2000fissa le norme sul lavoro a tempo parziale;

la legge n. 53 del 2000 tratta deltema della conciliazione tra i tempi fami-glia-lavoro;

la legge n. 120 del 2011 fissa le quoterosa nei consigli di amministrazione dellesocietà per azioni quotate.

Outcam positivi della professionalitàfemminile. Uno studio condotto dallaBanca d’Italia nel 2010 afferma che l’au-mento del tasso di occupazione femminileinfluenzerebbe positivamente il PIL. Ilconseguimento dell’obiettivo del Trattatodi Lisbona di un tasso di occupazionefemminile al 60 per cento comporterebbeun aumento del Pil fino al 7 per cento, cheraggiungerebbe i 12 punti se l’occupazionefemminile fosse uguale a quella maschilein ogni regione.

Un’indagine McKinsey nei Paesi del-l’Unione europea ha rilevato come le per-formance economiche delle imprese doveci sono molte donne in azienda è migliorerispetto alle altre: il ritorno sul capitaleinvestito è superiore del 10 per centorispetto alla media e l’utile quasi raddop-pia.

I programmi di flessibilità favorisconol’accesso delle donne ai vertici aziendali ela flessibilità ha stimolato nuovi modelliorganizzativi e maggiore creatività. NeiPaesi europei più avanzati il 36 per centopuò accedere a strumenti di flessibilità, inItalia solo il 10 per cento ha questapossibilità.

Il giudizio dell’Europa sull’Italia: nel2012 la Commissione europea fece all’Ita-lia la seguente raccomandazione: « Adot-tare provvedimenti per incentivare la par-tecipazione delle donne al mercato dellavoro, in particolare fornendo servizi perl’infanzia e l’assistenza agli anziani nella[...] ».

Nella raccomandazione del 2013 laCommissione europea afferma che: « Lapartecipazione delle donne al mercato dellavoro resta modesta e l’Italia presentauno dei maggiori divari di genere nell’oc-cupazione a livello di UE ».

Nelle previsioni di stanziamento per il2014-2020 per l’erogazione dei fondi QSC,la Commissione europea ha proposto unnuovo approccio per l’utilizzo dei fondi, inlinea con le priorità politiche dell’AgendaEuropa 2020, suggerendo in particolareall’Italia di porre tra gli obiettivi di prio-rità di finanziamento la parità tra uominie donne e la conciliazione tra vita profes-sionale e vita privata/familiare.

Il Governo italiano – Ministero Pariopportunità. Con decreto del Ministro perle pari opportunità del 12 maggio 2009,furono erogati 40 milioni di euro, dadistribuire alle regioni, per la realizza-zione di « un sistema di interventi perfavorire la conciliazione dei tempi di vitae di lavoro ». Le regioni hanno avutol’opportunità di realizzare un sistema diinterventi per favorire la conciliazione tratempi di vita e di lavoro e per consolidare,estendere e rafforzare iniziative volte apromuovere la partecipazione delle donneall’interno del mercato del lavoro, favo-rendo pari opportunità e contribuendo adaccrescere la produttività delle imprese.

L’articolo 4, comma 24, lettera b), dellalegge n. 92 del 2012 ha previsto, per iltriennio 2013-2015, la possibilità per lemadri lavoratrici di richiedere, al terminedel congedo di maternità e in alternativaal congedo parentale, un contributo di 300euro mensili per l’acquisto di voucher eper i servizi di babysitting e asili nidopubblici o privati. La legge ha garantito 20milioni di euro a copertura dell’operazioneper il triennio sopra indicato. Tuttavia ilcontributo ha riscosso pochissimo suc-cesso, come testimoniano le poche richie-ste pervenute. Tra le principali cause siannovera la scarsa pubblicizzazione del-l’iniziativa lasciata soltanto a comunicatistampa, senza un’adeguata promozione suiluoghi di lavoro e senza coinvolgimento disindacati e associazioni.

L’Ufficio nazionale della consigliera diparità del Ministero del lavoro e dellepolitiche sociali ha stanziato e usato ilpiccolo fondo a disposizione per organiz-zare e realizzare vari incontri territorialiper donne disoccupate e inoccupate suvarie città in tutta Italia e per sensibiliz-

Atti Parlamentari — 64 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 67: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

zare le studentesse nelle scuole mediesuperiori, anche attraverso la distribu-zione di guide per studenti per impararead affrontare il mercato del lavoro.

La legge di stabilità 2013 (articolo 1,comma 339, legge 24 dicembre 2012,n. 228) dà attuazione alla direttiva del-l’Unione europea n. 2010/18/UE, con lapossibilità di frazionare ad ore il congedoparentale, demandando tutto alla contrat-tazione collettiva di settore.

La mozione impegna il Governo:

a sostenere, nel semestre europeo, lepolitiche di genere quale priorità per lacrescita sostenibile e l’occupazione sup-portando gli investimenti in capitaleumano e strumentale;

ad applicare una prospettiva di ge-nere nella programmazione, nelle politichedi bilancio e nella allocazione di risorseper attività varie;

ad una razionalizzazione e valoriz-zazione degli organismi di parità italianicome indicato dalle direttive europee;

a sostenere lo sviluppo dell’impren-ditoria femminile attraverso il sostegnoall’accesso al credito delle imprese fem-minili e una valutazione attenta delle po-litiche economiche di genere;

ad assumere ogni iniziativa di com-petenza affinché le parti sociali procedanoa una rapida definizione delle modalità difruizione del congedo parentale su baseoraria;

a mettere in campo tutti gli strumentinecessari per incentivare le politiche diconciliazione attraverso il potenziamentodelle politiche attive per l’occupazionefemminile e dei servizi per il welfare, conparticolare attenzione alla realizzazione diun numero adeguato di asili nido su tuttoil territorio nazionale, al telelavoro, alpart-time e alla promozione degli orari dilavoro flessibili;

a sensibilizzare il servizio pubblicoradiotelevisivo ad una maggiore attenzioneverso la qualità della immagine delladonna quale emerge anche dalla pubbli-

cità, a promuovere l’occupazione femmi-nile, in collaborazione con gli organismi dipari opportunità, sottolineandone il con-tributo positivo anche in termini di poli-tiche familiari, a valorizzazione l’impren-ditorialità e la creatività femminile. Inaltri termini se per il raggiungimento diquesti obiettivi urgono politiche economi-che adeguate, sono indispensabili ancheinterventi innovativi sul piano comunica-tivo.

ROCCO PALESE. Signor Presidente, si-gnor rappresentate del Governo, onorevolicolleghi !

« Il vostro è uno dei Paesi della zonaeuro che incoraggiano meno la partecipa-zione delle donne al mercato del lavoro.Un cambiamento di rotta, a parte ogniconsiderazione di progresso sociale, po-trebbe avere effetti benefici sulla produ-zione di reddito aggiuntivo e, quindi, sul-l’uscita da un periodo di stagnazione ».

Sono state queste le parole pronunciatenei confronti dell’Italia da Christine La-garde, direttrice del Fondo monetario in-ternazionale, in un’intervista dello scorsoaprile al Corriere della Sera.

Sono parole dure, che pesano come unmacigno nel nostro Paese. Purtroppo, sonosolo l’espressione della realtà.

Dai vari dati citati nella mozione oggiall’esame dell’Aula, vorrei quindi partiredal tema « lavoro », e dai numeri chemettono in evidenza una situazione dram-matica sul fronte occupazione, in partico-lare per le donne.

Basta esaminare gli ultimi dati Istatdiffusi a luglio, per avere conferma dellapesante differenza di genere che si evi-denzia nel nostro Paese sul fronte lavoro.

L’Italia ha infatti aperto il semestre dipresidenza dell’Unione europea con l’en-nesimo dato negativo.

A soffrire, oltre i giovani, sono le donnecon un tasso che tocca il 13,8% a maggioscorso, ai massimi rispetto all’anno 2004,momento di inizio delle rilevazioni. Iltasso di disoccupazione maschile, invece, ècirca del 12,5%.

E il tasso di inattività è un altroparametro che la dice lunga su quanto le

Atti Parlamentari — 65 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 68: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

donne non lavorino perché disincentivatedalle condizioni del mercato, schiacciatespesso in una condizione familiare cheimpedisce loro di trovare convenienza inun lavoro diverso da quello domestico. Seinfatti il tasso di inattività tra i 15 e i 64anni è del 26,7% tra i maschi, quasiraddoppia, arrivando al 46,1%, tra ledonne. Significa brutalmente che a frontedi 5 milioni di inattivi maschi, in Italia cisono quasi 10 milioni di donne che nonsono impegnate in alcuna attività, e chehanno smesso pure di cercarla.

Qualcosa cambia, ma molto lenta-mente: l’inattività nell’ultimo anno è cre-sciuta tra gli uomini (+1,2%) e diminuitatra le donne (-0,7%). Ma si tratta di piccolipassi.

Le cause sono, come sempre, molte-plici, ma ci sono problemi oggettivi diinfrastrutture e servizi che mancano.

I divari nella partecipazione femminileal mercato del lavoro potrebbero infattiessere ridotti considerevolmente attraversopolitiche mirate di welfare, con efficaciservizi all’infanzia e alla famiglia, comedimostrano esperienze di altri Paesi euro-pei.

In Italia infatti solo il 18% dei bambinitrova posto negli asili nido pubblici, ren-dendo difficile coniugare impiego e fami-glia. L’offerta pubblica sul territorio diasili nido non solo è mediamente insuffi-ciente, ma purtroppo si caratterizza ancheper enormi disparità geografiche, andandodall’80 per cento di comuni coperti dalservizio in regioni come l’Emilia-Romagna,il Friuli Venezia Giulia e la Valle d’Aostaal 13 per cento della Calabria, che pre-senta il livello regionale più basso dicopertura.

La crescita costante delle famiglie cheusufruiscono degli asili – più 35,2% – èdovuta infatti, quasi esclusivamente, al-l’aumento del ricorso al privato (con irelativi costi che comporta), cresciuto ver-tiginosamente in questi anni. Al contrario,il nido pubblico resta un miraggio, ancheperché manca una legge che obblighi icomuni ad assicurare una copertura mi-nima.

La statistica Eurostat non lascia spazioa dubbi: dopo il primo figlio, in Italia lametà delle donne non lavora più.

Per le giovani donne italiane, entratequasi sempre nel mercato del lavoro conun contratto non standard, la situazionelavorativa è infatti peggiorata con gli anni,visto che a partire dal 2012 persino illavoro atipico, in particolare le collabora-zioni a progetto, è ripreso a calare, e ogginon sono poche le mamme che lavorano apartita IVA.

Troppo spesso infatti la vita quotidianadelle madri è destinata a diventare unequilibrio faticoso, reso possibile solo at-traverso il part time (che spesso però sitraduce in un dimezzamento del reddito ein una marginalizzazione lavorativa delledonne), oppure, quando c’è, al ricorso alwelfare familiare: il famoso aiuto deinonni, demograficamente però sempre piùanziani.

Ad aggravare questo quadro a tintedrammatiche, destinato a peggiorare manomano che le giovani madri lavoratrici dioggi si troveranno ad avere genitori daassistere, ci sono anche stereotipi culturaliche faticano a cambiare: come quellosecondo il quale, appunto, la conciliazionetra lavoro e cura di bambini e anzianiresta un problema delle donne e non,anche, degli uomini. Se è vero infatti chei padri di oggi aiutano più che in passato,una vera simmetria è lontana.

Ma quel che è più inquietante è l’en-nesima conferma di un trend purtropponoto che vede il nostro Paese diviso. Conle regioni del nord dove, secondo 1’Istat,risulta occupato il 56,5% delle donne.Quelle del centro, dove risulta occupato il53,2% delle donne contro il 68% degliuomini. Mentre nel Mezzogiorno appena il30% delle donne a fronte di un 53,4% dimaschi ha un’occupazione.

Non solo. Il nostro continua ad esserecomunque un Paese fortemente discrimi-nante per le donne in carriera. È donnasolo il 6,5% degli ambasciatori, il 31,3%dei prefetti, il 14,6% dei primari, il 20,3%dei professori ordinari e, nei ministeri, il33,8% dei dirigenti di prima fascia. Unica

Atti Parlamentari — 66 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 69: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

eccezione, il mondo della scuola, con idirigenti scolastici con il 58,6% di donne.

Davanti a questi dati scoraggianti, ciaspettiamo risposte e, soprattutto, politi-che attive da parte del Governo. I prov-vedimenti dell’Esecutivo non sembranoperò rispondere a questa primaria esi-genza. Un esempio su tutti: basta leggeretra le norme del decreto « Sblocca Italia »,che, per reperire le risorse utili al rifi-nanziamento degli ammortizzatori sociali,utilizza fondi destinati proprio a colmareil drammatico gap occupazionale che vedeil nostro Paese protagonista in negativo.

Ciò che risulta infatti dalla relazionetecnica del testo del DL Sblocca Italia èche il Governo prevede di usare 231 mi-lioni di euro, destinati all’occupazione gio-vanile, femminile e nel Mezzogiorno, perrifinanziare politiche occupazionali pas-sive (articolo 40 co. 2, lett. a, b, c). Inpoche parole, un cane che si morde lacoda: vengono depauperati fondi per ilsostegno alle politiche occupazionali, enon per mettere in campo politiche attivee mirate per creare occupazione, ma perfinanziare ammortizzatori sociali.

Ciò che è certo è che non si possonochiedere altri sacrifici a chi negli ultimi 3anni ha pagato già caro il prezzo dellacrisi. La difficile situazione finanziaria edeconomica sia nazionale che internazio-nale non può essere una scusante per nonapplicare anche nel nostro Paese una realeparità di genere e un possibile modello diconvivenza globale.

I giovani dovrebbero essere il trampo-lino da cui riparte l’economia, non l’am-mortizzatore che subisce l’urto di politicheoccupazionali inadatte a dare una rispostaenergica alla crisi; e una maggiore occu-pazione femminile, in particolare, e tornoad utilizzare le parole della DirettriceLagarde, offrirebbe nuovo slancio al mer-cato del lavoro, finalizzato alla produzionedi reddito aggiuntivo.

La maggiore presenza delle donne nellavita economica, sociale e politica non puòche offrire straordinari contributi alla cre-scita del Paese: ed è compito del Governo

e delle Istituzioni tutte promuovere unamaggiore partecipazione delle donne at-traverso politiche attive.

Il testo della mozione in discussioneoggi, sottoscritto da deputate e deputatiappartenenti a diverse forze politiche pre-senti in Parlamento, è un appello accoratoal Governo per dire ancora una volta« basta », e ancora una volta « impegno ».

Basta alle minacce, purtroppo ancorapresenti nel nostro Paese, all’uguaglianzadi genere, alla parità di trattamento incampo lavorativo, alla riduzione della po-vertà, al raggiungimento dell’istruzione eal miglioramento della salute delle donne.

Impegno, che parta dal Governo e daognuno di noi, per dare priorità allacrescita sostenibile e all’occupazione sup-portando gli investimenti in capitaleumano e strumentale in un’ottica di ge-nere.

Impegno, per applicare una prospettivadi genere nella programmazione e nellepolitiche di bilancio, a partire dai futuriesercizi di bilancio e comunque dai pros-simi provvedimenti utili di allocazione dirisorse e di programmazione di attività;impegno, per mettere in campo tutti glistrumenti necessari per il potenziamentodelle politiche attive per l’occupabilitàfemminile e dei servizi per il welfare, conparticolare attenzione alla realizzazione diun numero adeguato di asili nido su tuttoil territorio nazionale, al telelavoro, alpart-time e alla promozione degli orari dilavoro flessibili.

Impegno, per favorire lo sviluppo del-l’imprenditoria femminile attraverso il so-stegno all’accesso al credito delle impresefemminili e una valutazione attenta dellepolitiche economiche di genere.

In un Paese in cui ci sono sempre menonascite, e sono troppe le donne e gliuomini che devono, forzatamente, rinun-ciare a un desiderio di maternità o pa-ternità, reso impraticabile da una societàche sembra aver dimenticato che la que-stione della nascita e della crescita deibambini, così come della loro qualità dellavita, è una questione politica e socialefondamentale, abbiamo il dovere di met-tere in campo ogni possibile iniziativa che

Atti Parlamentari — 67 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 70: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

contribuisca ad eliminare le barriere cheoggi purtroppo si trova davanti chi hadeciso di seguire un desiderio tanto sem-plice quando fondamentale: mettere almondo un figlio. La prima barriera, oggipiù di ieri, è soprattutto quella del lavoro,ed è per questo che chiediamo al Governodi partire dall’implementazione delle op-portunità di crescita professionale e diconciliazione tra vita e lavoro delle donne,che non può che favorire la tenuta eco-nomica e sociale del nostro Paese.

TESTO INTEGRALE DELL’INTERVENTODEL DEPUTATO ROCCO PALESE INSEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEEGENERALI DEL DOC. XXII, nn. 18-19-

21-A

ROCCO PALESE. Onorevoli colleghi ! Ildocumento all’esame di quest’Aula ha loscopo di istituire una Commissione d’in-chiesta sui centri di identificazione edespulsione e sui centri di accoglienza perrichiedenti asilo. Con riguardo a tale ma-teria l’Italia, a partire dal 1998, ha intro-dotto nel proprio ordinamento la possibi-lità di limitare i movimenti di stranieriirregolari allo scopo di identificarli e diconsentirne l’espulsione, e ha contestual-mente eretto un sistema di strutture spe-cializzate per il loro trattenimento.

Nella terminologia delle direttive euro-pee questa politica è denominata admini-strative detention, detenzione amministra-tiva, perché non costituisce l’esito di unasanzione conseguente alla commissione diun reato. Dunque non è disposta al ter-mine di un processo e non richiede unasentenza del giudice, ma è di competenzadella giurisdizione amministrativa ed èdisposta dal questore.

L’urgenza di affrontare il tema delfunzionamento, dell’efficacia e soprattuttodelle condizioni di detenzione amministra-tiva all’interno dei centri di identificazioneed espulsione e in quelli di prima acco-glienza per gli stranieri giunti illegalmentenel territorio nazionale, è stata ripropostaper l’ennesima volta dai fatti avvenuti allafine dello scorso anno presso il centro di

prima accoglienza di Lampedusa, ove lasomministrazione delle terapie antiscabbiasarebbe avvenuta in condizioni degradantile cui immagini, riprese occultamente dauno degli immigrati ivi ospitati, hannoavuto larga diffusione nei mezzi d’infor-mazione nazionali e internazionali, siapresso il centro di identificazione edespulsione di Ponte Galeria, alle porte diRoma, dove nove immigrati ivi trattenutihanno posto in atto una clamorosa pro-testa suturandosi la bocca.

L’interesse manifestato da più partidella classe politica, la costante vigilanzadegli organismi internazionali e la spiccatasensibilità dell’opinione pubblica verso itemi dell’immigrazione irregolare hannodeterminato, soprattutto negli ultimitempi, una sovraesposizione del problema,accrescendo l’attenzione e il controllo so-ciale dell’attività svolta in materia dall’Am-ministrazione pubblica. In realtà, l’ondatadi manifestazioni e rivoluzioni, che haavuto inizio in Tunisia nel dicembre 2010,e che poi si è allargata a tutta la spondanord-africana del Mediterraneo, meglioconosciuta come « Primavera Araba », hacomportato un notevole incremento dellapresenza di immigrati irregolari o nonidentificati in Italia, creando difficoltà enuovi interrogativi sulla gestione dei Centridi identificazione ed espulsione e sullepolitiche migratorie adottate al riguardo.Tuttavia, l’organizzazione di queste strut-ture, che deve essere basata su standard diqualità che siano elevati, omogenei e ve-rificabili, è improntata a criteri di econo-micità ed efficienza, se risulta migliorabile,si rivela ancora, allo stato, come un si-stema del quale la nostra amministra-zione, posta di fronte alla sfida del cre-scente numero di immigrati irregolari checontinua ad affluire in Italia, non può farea meno.

Attesa l’esigenza di affrontare taluniproblemi organizzativi e gestionali emersidal costante monitoraggio cui sono sotto-posti i C.I.E., e allo scopo di migliorare lecondizioni delle persone in essi ospitate,già il Ministro Cancellieri, nel 2012, istituìuna task force interna al Ministero, con ilcompito di analizzare la situazione in cui

Atti Parlamentari — 68 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 71: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

versavano i CIE italiani, relativamente agliaspetti di ordine normativo, organizzativoe gestionale, allo scopo di elaborare unquadro d’insieme e di formulare proposteidonee a migliorarne l’operatività e adassicurare l’uniformità complessiva del si-stema di accoglienza nei Centri medesimi.La finalità del trattenimento degli stranieriirregolari è di rimuovere gli ostacoli che,transitoriamente, impediscono di eseguireil rimpatrio, laddove ricorrano una o piùdelle seguenti condizioni: il rischio che lapersona da allontanare si renda irreperi-bile; l’esigenza di accertare la sua identità,poiché priva di passaporto; la necessità diacquisire un mezzo di trasporto idoneo alrimpatrio.

L’attuale sistema non è assolutamentein linea con i requisiti minimi di rispettodei diritti umani fondamentali, stabilitidall’Unione europea e dalle norme di di-ritto internazionale, e presenta innumere-voli criticità sotto diversi punti di vista,non ultimo quello della sua efficacia sottoil profilo delle procedure di identificazioneed espulsione: basti pensare che, attual-mente, un soggetto sottoposto a detenzioneamministrativa, può restare all’interno diun centro di identificazione ed espulsionefino a diciotto mesi, senza che si giungautilmente alla sua identificazione e, ricor-rendone i presupposti, all’espulsione, esenza che siano riconosciuti neppure idiritti minimi previsti dall’ordinamentopenitenziario in favore dei detenuti !

È bene dunque chiarire che l’intentosotteso alla presente proposta di istitu-zione di una Commissione parlamentaremonocamerale di inchiesta è, non soltantoquello di disporre di dati aggiornati sullecondizioni di permanenza all’interno deicentri di identificazione ed espulsione, masoprattutto quello di giungere, attraversoquesti dati, ad elaborare nuove e adeguatesoluzioni normative. Infatti le drammati-che notizie sulle pessime condizioni deisoggetti trattenuti all’interno dei centri,che spesso rappresenterebbero veri e pro-pri trattamenti disumani o degradanti perpersone sottoposte ad una mera deten-zione amministrativa, non sono certo unanovità e sono ormai all’ordine del giorno

dei fatti di cronaca. Quelle che ancoramancano sono invece le risposte adeguate,in termini di vivibilità ed efficienza, allediverse criticità denunciate. Si genera unaspirale caratterizzata dalla produzionecontinua di provvedimenti espulsivi cherisultano ben difficilmente eseguibili sia inragione del loro numero eccessivo, sia inragione del generarsi di un circolo viziosodi contrapposizione tra la Pubblica Am-ministrazione e lo straniero il quale, nonvedendo la convenienza di un comporta-mento di trasparenza e di collaborazionecon le Autorità, mette in atto diversestrategie di resistenza, prime tra tutte,l’occultamento dell’identità. L’espulsionedovrebbe essere un provvedimento neces-sario da applicarsi come ultima ratio !

Onorevoli colleghi ! La Commissioned’inchiesta che si intende istituire do-vrebbe perseguire determinate finalità trale quali quelle più rilevanti sono: accertarese nei CDA, nei CARA e nei CIE si sianoverificati condotte illegali e atti lesivi deidiritti fondamentali e della dignità umanae se, in particolare, siano stati perpetratitrattamenti disumani o degradanti neiconfronti dei migranti ivi accolti o tratte-nuti; ricostruire in maniera puntuale lecircostanze in cui si siano eventualmenteverificati gli atti lesivi della dignità umana;indagare sui tempi e sulle modalità diaccoglienza nei CDA e nei CARA e sullemodalità di trattenimento nei CIE e veri-ficare l’adeguata tenuta di registri di pre-senza delle persone trattenute all’internodi ciascun centro di identificazione edespulsione, che contengano altresì infor-mazioni precise e dettagliate sul tempo dipermanenza dei soggetti trattenuti, sulleloro condizioni di salute o sulla dipen-denza da sostanze psicotrope, sulla loroeventuale precedente permanenza in car-cere o in altri centri di identificazione edespulsione, nonché la trasparenza di taliinformazioni e la loro adeguata messa adisposizione, in particolare nei riguardidelle autorità amministrative, di polizia egiudiziarie interessate al fenomeno del-l’immigrazione regolare o irregolari; veri-ficare l’effettivo rispetto dei criteri di ge-stione previsti dalle vigenti disposizioni

Atti Parlamentari — 69 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308

Page 72: SEDUTADILUNEDÌ13OTTOBRE2014documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0308/steno… · resocontostenografico 308. sedutadilunedÌ13ottobre2014 presidenza del vicepresidente

normative e regolamentari per ciò cheattiene ai servizi di orientamento, nonchédi tutela legale e sociale erogati nei CDA,nei CARA e nei CIE, con particolareattenzione alle prestazioni sanitarie, alrispetto della disciplina relativa al dirittod’asilo e alla tutela dei soggetti più vul-nerabili.

Ci si aspetta tuttavia che la Commis-sione di inchiesta sui centri di identifica-zione ed espulsione e sui centri di acco-glienza per richiedenti asilo, che sarebbepreposta a compiti analoghi a quelli giàrientranti nelle competenze del Comitatoparlamentare di controllo sull’attuazione

dell’accordo di Schengen, di vigilanza sul-l’attività di Europol, di controllo e vigi-lanza in materia di immigrazione, colla-bori con il Comitato in cui sono oltretuttorappresentati tutti i gruppi parlamentari.In tal modo i due organismi si potrebberointegrare in un’attività di controllo sicu-ramente più efficiente ed incisiva.

IL CONSIGLIERE CAPODEL SERVIZIO RESOCONTI

ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE

DOTT. VALENTINO FRANCONI

Licenziato per la stampa alle 20,35.

Stabilimenti TipograficiCarlo Colombo S. p. A.

€ 4,40 *17STA0003120**17STA0003120*

Atti Parlamentari — 70 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 OTTOBRE 2014 — N. 308