ATTIDICONTROLLOEDIINDIRIZZO -...

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397. Allegato B ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO INDICE PAG. ATTI DI INDIRIZZO: Risoluzioni in Commissione: IX Commissione: Minnucci ................................. 7-00635 23061 XI Commissione: Prataviera ............................... 7-00634 23062 ATTI DI CONTROLLO: Presidenza del Consiglio dei ministri. Interrogazioni a risposta in Commissione: Ciprini ..................................... 5-05108 23064 Ciprini ..................................... 5-05109 23065 Interrogazioni a risposta scritta: Catanoso ................................. 4-08516 23066 Sorial ...................................... 4-08518 23067 Daga ........................................ 4-08519 23068 Ambiente e tutela del territorio e del mare. Interrogazione a risposta in Commissione: Zaratti ..................................... 5-05112 23070 PAG. Beni e attività culturali e turismo. Interrogazioni a risposta scritta: Di Lello .................................. 4-08515 23071 Brescia .................................... 4-08521 23072 Economia e finanze. Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento): Brunetta .................................. 2-00906 23075 Interrogazione a risposta in Commissione: Ciprini ..................................... 5-05100 23079 Infrastrutture e trasporti. Interrogazione a risposta in Commissione: Ciprini ..................................... 5-05106 23080 Interrogazione a risposta scritta: Costantino .............................. 4-08517 23081 Interno. Interrogazioni a risposta scritta: Battaglia .................................. 4-08520 23082 Cariello ................................... 4-08523 23083 Atti Parlamentari 23059 Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA ALLEGATO B AI RESOCONTI SEDUTA DEL 23 MARZO 2015 N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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397. Allegato B

ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO

I N D I C E

PAG.

ATTI DI INDIRIZZO:

Risoluzioni in Commissione:

IX Commissione:

Minnucci ................................. 7-00635 23061

XI Commissione:

Prataviera ............................... 7-00634 23062

ATTI DI CONTROLLO:

Presidenza del Consiglio dei ministri.

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Ciprini ..................................... 5-05108 23064

Ciprini ..................................... 5-05109 23065

Interrogazioni a risposta scritta:

Catanoso ................................. 4-08516 23066

Sorial ...................................... 4-08518 23067

Daga ........................................ 4-08519 23068

Ambiente e tutela del territorio e del mare.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Zaratti ..................................... 5-05112 23070

PAG.

Beni e attività culturali e turismo.

Interrogazioni a risposta scritta:

Di Lello .................................. 4-08515 23071

Brescia .................................... 4-08521 23072

Economia e finanze.

Interpellanza urgente

(ex articolo 138-bis del regolamento):

Brunetta .................................. 2-00906 23075

Interrogazione a risposta in Commissione:

Ciprini ..................................... 5-05100 23079

Infrastrutture e trasporti.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Ciprini ..................................... 5-05106 23080

Interrogazione a risposta scritta:

Costantino .............................. 4-08517 23081

Interno.

Interrogazioni a risposta scritta:

Battaglia .................................. 4-08520 23082

Cariello ................................... 4-08523 23083

Atti Parlamentari — 23059 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anchele risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

PAG.

Istruzione, università e ricerca.

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Ciprini ..................................... 5-05103 23085

D’Uva ...................................... 5-05113 23086

Lavoro e politiche sociali.

Interrogazione a risposta orale:

Zaccagnini .............................. 3-01382 23088

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Ciprini ..................................... 5-05099 23090

Ciprini ..................................... 5-05101 23090

Ciprini ..................................... 5-05102 23091

Ciprini ..................................... 5-05105 23091

Ciprini ..................................... 5-05107 23093

Politiche agricole alimentari e forestali.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Zaccagnini .............................. 5-05114 23094

Salute.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Di Vita .................................... 5-05110 23095

PAG.

Sviluppo economico.

Interrogazione a risposta orale:

D’Alia ...................................... 3-01381 23099

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Ciprini ..................................... 5-05104 23100

Sgambato ................................ 5-05111 23101

Interrogazione a risposta scritta:

Vitelli ...................................... 4-08522 23103

Apposizione di una firma ad una mozione ... 23104

Apposizione di firme ad una interroga-zione ......................................................... 23104

Pubblicazione di un testo riformulato .......... 23104

Interrogazione a risposta scritta:

Vargiu ..................................... 4-08507 23104

Ritiro di documenti del sindacato ispet-tivo ............................................................. 23105

Trasformazione di documenti del sindacatoispettivo ..................................................... 23105

Atti Parlamentari — 23060 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:

La IX Commissione,

premesso che:

la sicurezza stradale costituisce unobiettivo prioritario per l’Europa, che daanni promuove presso gli Stati una fortepresa di coscienza per mettere in campoazioni volte a ridurre gli incidenti sullastrada e conseguentemente ad azzerare ilnumero delle vittime;

l’Unione europea ha in questi anniribadito più volte i suoi obiettivi per lasicurezza stradale, sfruttando il progressotecnico, incoraggiando gli Stati al miglio-ramento delle infrastrutture stradali e sen-sibilizzando gli utenti ad un comporta-mento più corretto;

nonostante i progressi realizzati,tuttavia, si pone la necessità di ulteriorisforzi volti a garantire una riduzione delnumero di incidenti e vittime sulle strade;

tra le azioni che il nostro Paesedeve mettere in campo per il raggiungi-mento degli ambiziosi obiettivi posti insede europea assume un’importanza deci-siva il miglioramento della rete viaria, dalmomento che gran parte degli incidentiche si registrano su tale rete sono causatidalla attiva manutenzione delle strade;

i dati diffusi da Siteb — Associa-zione dei costruttori e manutentori dellestrade — evidenziano come i consumi diconglomerato bituminoso (più noto comeasfalto), per la manutenzione ordinaria estraordinaria della rete stradale italiana, sisono dimezzati rispetto al periodo prece-dente alla crisi economica in atto, pas-sando dai 44 milioni di tonnellate del 2006a 22,3 nel 2014. Un dato che ha riportato ilnostro Paese ai consumi del 1985, quandola rete stradale del Paese era meno svilup-pata e le vetture in circolazione molto menonumerose rispetto ad oggi;

lo stesso studio dimostra come, perla manutenzione ordinaria della rete stra-dale del nostro Paese, occorrerebbe chevenissero impiegate 40 milioni di tonnel-late di asfalto annue, circa 18 in piùrispetto quelle utilizzate lo scorso anno;

tale riduzione si ripercuote diret-tamente sulla mobilità e la sicurezza deicittadini e delle merci, poiché strade privedella manutenzione ordinaria, sono stradepiù lente e pericolose e spesso costitui-scono un elemento determinante nella di-namica degli incidenti stradali;

non investire sulla manutenzioneordinaria e straordinaria delle nostre retistradali rischia di peggiorare ulterior-mente il primato italiano in materia diincidenti stradali: basti pensare che solonel 2013 si sono registrati 181 mila episodicon ben 3.385 morti e con costi sociali peril nostro Paese stimabili in circa 26.000milioni di euro. Gran parte di questeoccorrenze potrebbero essere evitate se siprocedesse ad una manutenzione costanteed efficace delle strade e al mantenimentoin essere di una segnaletica più accurata;

la sentenza 48216/2012 della Cortedi Cassazione ha sancito che gli enti digestione delle strade sono tenuti a evitareinsidie e rischi occulti per gli automobilistie a rispondere dei danni per sinistri dovutia loro negligenze;

le arterie nelle quali si registra unaminore manutenzione, sono quelle comu-nali — urbane ed extraurbane — a causadelle sempre più scarse risorse a disposi-zione dei comuni e quelle provinciali, cherisentono anche delle incertezze a livellodi competenza dovute dalla ristruttura-zione amministrativa delle ex provinceancora in atto;

non procedere alla manutenzionedelle strade costituisce un falso risparmio,dal momento che i problemi di messa insicurezza che non si affrontano oggi sa-ranno ancora più costosi e complicati darisolvere in futuro. In moltissimi casi in-fatti, il degrado del manto stradale èdovuto al collasso degli strati di base e

Atti Parlamentari — 23061 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

sottostanti e alla pratica diffusa pur sescorretta di ripristinare il manto stradalericoprendolo con un nuovo strato di con-glomerato bituminoso, con il risultato che,non essendo risanato il fondo, la lesionerisale dal basso verso l’alto danneggiandoanche lo strato appena posato;

la messa in sicurezza della retestradale è la vera « grande opera » che ilnostro Paese dovrebbe affrontare. Un’ope-razione che oltre a rendere un servizioevidente e tangibile ai cittadini, rilance-rebbe settori fondamentali per l’economiaitaliana molto colpiti dalla crisi, senzaperaltro consumare ulteriore suolo;

l’Italia detiene inoltre un primatonegativo quanto a riciclo del fresatod’asfalto utilizzato nelle pavimentazionistradali, collocandosi al terz’ultimo postoin Europa con una media di recupero parial 20 per cento, seguita solo RepubblicaCeca e Turchia, dal momento che la nor-mativa vigente classifica il fresato d’asfaltocome rifiuto non riciclabile, con gravi costieconomici e paesaggistici per il nostroPaese,

impegna il Governo:

ad attribuire carattere prioritario allaricerca e allo stanziamento di risorse perla manutenzione ordinaria e straordinariadella rete stradale italiana in modo daaumentare la sicurezza nei trasporti erilanciare un settore fondamentale perl’economia italiana;

ad assumere iniziative per risolverel’incertezza relativa alle competenze sullamanutenzione delle strade provinciali chesi è creata in seguito alla recente riformadelle province.

(7-00635) « Minnucci, Bargero, Bergonzi,Berlinghieri, Berretta, Boc-cuzzi, Paola Boldrini, Capoz-zolo, Carella, Carloni, Carre-scia, Chaouki, Coccia, Cu-lotta, D’Arienzo, D’Ottavio,Fabbri, Folino, Ginoble, Giu-liani, Gregori, Gribaudo, LaMarca, Maestri, Marchetti,

Marchi, Mazzoli, Melilli, Mi-siani, Moscatt, Paris, Porta,Ribaudo, Romanini, Rosso-mando, Giovanna Sanna,Scuvera, Simoni, Taranto,Taricco, Tidei, Valeria Va-lente, Ventricelli, Preziosi ».

L’XI Commissione,

premesso che:

secondo il rapporto Istat 2013, trarecessione e austerity, i lavoratori auto-nomi sono la forza che, proporzional-mente, ha pagato il prezzo più alto nelquinquennio di crisi: dal 2008 sono statipersi oltre 400mila posti di lavoro e bru-ciati quasi 68 miliardi di reddito imponi-bile;

anche dal punto di vista della tu-tela previdenziale e assistenziale i lavora-tori autonomi sono i più penalizzati: conl’istituzione della gestione separata cosid-detto « Inps 2 » di cui all’articolo 2, comma26, della legge n. 335 del 1995, la contri-buzione è pagata per 1/3 dai collaboratoricoordinati e continuativi e/o a progetto (e2/3 a carico del committente), mentre peri liberi professionisti titolari di partita Ival’onere contributivo è a carico interamentedegli stessi;

l’articolo 2, comma 57, della legge28 giugno 2012, n. 92, ha disposto che, peri soggetti iscritti in via esclusiva alla ge-stione separata di cui all’articolo 2, comma26, della legge n. 335 del 1995, l’aliquotacontributiva e di computo è elevata al 30per cento subendo un aumento di 3 puntipercentuali (nel 2014 era pari al 27 percento);

con circolare n. 27 del 5 febbraio2015, l’Inps ha, dunque, comunicato l’ali-quota contributiva 2015 per i soggetti nonassicurati presso altre forme pensionisti-che obbligatorie in 30,72 per cento, con-fermando in 0,72 per cento l’ulteriorealiquota contributiva, istituita dall’articolo59, comma 16, della legge n. 449 del 1997,per il finanziamento dell’onere relativo

Atti Parlamentari — 23062 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

alla maternità, agli assegni per il nucleofamiliare, alla degenza ospedaliera, allamalattia ed al congedo parentale e indi-cando, altresì, per il medesimo anno 2015,in euro 15.548,00 il minimale di redditoprevisto dall’articolo 1, comma 3, dellalegge n. 233 del 1990 ed in euro100.324,00 il massimale di reddito previstodall’articolo 2, comma 18, della leggen. 335 del 1995;

tale aliquota è destinata ad aumen-tare di 1 punto percentuale nel prossimotriennio per raggiungere quota 33,72 percento nel 2018, ma solo per i collaboratoricoordinati e continuativi e/o lavoratori aprogetto o occasionali;

per effetto dell’articolo 10-bis deldecreto-legge 31 dicembre 2014, n. 142 –cosiddetto milleproroghe –, infatti, l’ali-quota contributiva per i lavoratori auto-nomi titolari di partitari Iva ed iscritti invia esclusiva alla gestione separata Inps èstata modificata in riduzione, rimanendoper il 2015 nella stessa percentuale giàprevista per il 2014! (cioè pari al 27 percento) e salendo al 28 per cento per l’anno2016 e al 29 per cento per l’anno 2017;

tali nuove aliquote sono state giàcomunicate dall’Inps con circolare n. 58dell’11 marzo 2015, a modifica e sostitu-zione di quanto illustrato con la prece-dente circolare n. 27 del 2015 succitata;

nonostante l’intervento contenitivooperato dal predetto articolo 10-bis deldecreto-legge « Milleproroghe », le aliquotecontributive dei lavoratori autonomi e li-beri professionisti iscritti all’Inps 2 restanodi gran lunga elevate rispetto a quellepreviste per la generalità degli autonomied è indubbio che il forte aumento subitonel corso degli anni non è stato compen-sato da alcuna miglioria in termini ditutela previdenziale e/o assistenziale;

è altrettanto assodato che sinora illegislatore, nel tentativo di riportare inautomatico verso il lavoro dipendente il« falso autonomo », ha provveduto ad ele-vare solo i contributi e i valori soglia,aggravando di fatto chi è realmente auto-nomo;

ogni intervento normativo si è ri-velato a scapito dei lavoratori autonomi,già fortemente penalizzati dalla vigentelegislazione contributiva, previdenziale, as-sistenziale e fiscale;

anche l’ultimo intervento norma-tivo – peraltro ancora in itinere – rischiadi avere un effetto boomerang sul colla-boratore. Trattasi del decreto legislativo diriforma delle tipologie contrattuali, in at-tuazione di una delle deleghe contenutenella cosiddetta riforma del lavoro jobsact, che prevede la cancellazione tout courta decorrere dal 1o gennaio 2016 dei con-tratti di collaborazione coordinata e con-tinuativa e a progetto in favore del con-tratto a tempo indeterminato cosiddetto« a tutele crescenti »;

la predetta modifica contrattualecomporta, secondo la vigente normativa, ilpassaggio dei lavoratori iscritti alla ge-stione separata « Inps 2 » nella gestione deilavoratori dipendenti « Inps 1 »,

impegna il Governo:

a garantire i contributi versati dailavoratori con contratto di collaborazionecoordinata e continuativa, a progetto e/ooccasionali il cui rapporto di lavoro ètrasformato in contratto a tutele crescenti,adottando le opportune iniziative norma-tive atte a consentire la ricongiunzione atitolo non oneroso, anche verso altra cassao fondo di previdenza, ovvero la totaliz-zazione di tutti i periodi contributivi ver-sati nella gestione Inps 2, anche se infe-riori a tre anni;

ad adottare le iniziative di compe-tenza per l’equiparazione e l’armonizza-zione della tutela assistenziale dei lavora-tori autonomi iscritti alla gestione separata« Inps 2 » a quella riconosciuta alle altrecategorie di lavoratori autonomi;

ad assumere iniziative per prevedere,in particolare, in caso di malattia dellavoratore iscritto all’Inps 2, ovvero allagestione artigiani e commercianti, mecca-nismi di tutela che contemplino: a) lasospensione degli obblighi contributivi e

Atti Parlamentari — 23063 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

fiscali e l’esclusione dagli studi di settorenei casi di patologia grave la cui condi-zione impedisce la continuazione dell’at-tività, e conseguente rateizzazione dellesomme dovute alla ripresa dell’attività; b)l’erogazione dell’indennità di malattia ailavoratori autonomi titolari di partita Ivaanche fuori dai casi di ricovero ospeda-liero; c) l’equiparazione dell’indennità dimalattia e dell’indennità per degenza ospe-daliera nei casi di malattie oncologiche el’accredito contributivo figurativo di taliperiodi;

ad intraprendere le iniziative di com-petenza per un intervento strutturale chericonduca le aliquote contributive dei la-voratori iscritti all’Inps 2 a quelle previsteper la generalità dei lavoratori autonomi;

ad assumere le opportune iniziativenormative volte ad omogeneizzare la di-sciplina relativa alla tutela della maternitàper le libere professioniste iscritte allagestione separata a quanto previsto per lealtre lavoratrici autonome;

ad assumere iniziative per risolverein maniera definitiva, con riguardo allacategoria degli artigiani e commercianti, laproblematica relativa alla doppia contri-buzione previdenziale obbligatoria (al-l’Inps e all’Enasarco).

(7-00634) « Prataviera, Fedriga ».

* * *

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZADEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CIPRINI e GALLINELLA. — Al Presi-dente del Consiglio dei ministri, al Ministrodell’istruzione, dell’università e della ri-cerca. — Per sapere – premesso che:

da un articolo apparso su Il FattoQuotidiano dell’11 dicembre 2014 e da un

altro precedentemente apparso su Il Mes-saggero dell’Umbria rispettivamente afirma di Emiliano Liuzzi e di Italo Car-mignani Fabrizi, in riferimento al MinistroStefania Giannini per una vicenda legataall’acquisto di un edificio da parte del-l’università per stranieri di Perugia di cuil’attuale Ministro dell’istruzione, dell’uni-versità e della ricerca era rettore, si ap-prende che: « Come quello dell’acquisto diun edificio a due milioni e mezzo di euro,che l’università di Perugia decise di pren-dere dalla provincia e che, ancora oggi, èun santuario nel deserto, una strutturaabbandonata. Non serviva a niente allorae tantomeno serve oggi, visto che non èben chiaro a cosa volessero destinarlo, leie il cda che guidava, al momento dell’ac-quisto;

l’articolo fa riferimento a fatti acca-duti quando l’attuale Ministro dell’istru-zione, dell’università e della ricerca rive-stiva l’incarico di rettore dell’universitàper stranieri di Perugia: in particolarel’università per stranieri acquistò dallaprovincia di Perugia (il cui presidente eraGuasticchi) una palazzina (l’ex senologiasita al parco Santa Margherita di Perugia)per oltre due milioni di euro « ma oragiace serena e inutilizzata perché le suemura sono spesse ottanta centimetri.Quindi l’intervento per ricavarne delleaule è titanico » (così Italo Carmignani sulMessaggero dell’Umbria);

sulla vicenda dell’acquisto della sud-detta palazzina e della sua destinazione daparte dell’università per stranieri, di cuiattuale Ministro era rettore, occorre che ilGoverno fornisca dei chiarimenti –:

se corrisponda al vero quanto espostoe se non si intendano fornire i chiarimentie le delucidazioni necessarie in merito aifatti descritti in premessa;

se il Ministro possa chiarire in basea quale valutazione l’università per stra-nieri di Perugia, di cui l’attuale Ministrodell’istruzione, dell’università e della ri-cerca era rettore, adottò la decisione diacquistare la suddetta palazzina;

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se e quali iniziative intenda intra-prendere al riguardo il Governo, nell’am-bito delle proprie competenze, a tuteladell’interesse pubblico. (5-05108)

CIPRINI e GALLINELLA. — Al Presi-dente del Consiglio dei ministri, al Ministrodell’economia e delle finanze. — Per sapere– premesso che:

l’assemblea legislativa dell’Umbria indata 4 aprile 2014 ha approvato la leggen. 4 recante « Disposizioni per la forma-zione del bilancio annuale di previsione2014 e del bilancio pluriennale 2014-2016 » e la legge n. 6 recante norme del« Bilancio di previsione annuale per l’eser-cizio finanziario 2014 e bilancio plurien-nale 2014-2016 »;

è noto che le regioni, secondo lanormativa vigente, devono assicurare ilpareggio di bilancio anche in coerenza conl’evoluzione della governance economicaeuropea; lo Stato italiano, oltre ad averridisegnato la propria disciplina contabileordinaria – attraverso la legge n. 196 del2009 – ha provveduto con legge costitu-zionale 20 aprile 2012, n. 1, ad introdurrenella Carta Costituzionale i principi delpareggio di bilancio e della sostenibilitàdel debito, cui è seguita la legge di attua-zione n. 243 del 24 dicembre 2012;

l’articolo 97 della Costituzione, per-tanto, ha previsto che « Le pubbliche am-ministrazioni, in coerenza con l’ordina-mento dell’Unione europea, assicuranol’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità deldebito pubblico » così estendendo tale ob-bligo anche alle regioni;

infine, l’articolo 119, comma 6, dellaCostituzione ha stabilito che le regioni e glialtri enti territoriali « possono ricorrereall’indebitamento solo per finanziare speseper investimento, con la contestuale defi-nizione di piani di ammortamento e acondizione che per il complesso degli entidi ciascuna Regione sia rispettato l’equi-librio di bilancio. È esclusa ogni garanziadello stato sui prestiti dagli stessi con-tratti »;

con l’esercizio finanziario 2014 anchela regione dell’Umbria è tenuta al rispettodelle regole che prevedono il « pareggio dibilancio », rispettando il divieto di ricor-rere all’indebitamento stipulando mutuiper far fronte ad eventuali disavanzo digestione;

tuttavia, la regione Umbria, all’arti-colo 2 della legge n. 4 del 2014 ha previstoche: « Per l’anno 2014 il livello massimo delricorso al mercato finanziario, determinatodalla mancata contrazione dei mutui e pre-stiti degli anni precedenti, è fissato fin al-l’importo di euro 296.673.622,38 »; all’arti-colo 10, comma 1 e 3, della legge n. 6 del2014 si è stabilito che: « 1. Per far fronte alpresunto disavanzo finanziario alla chiu-sura dell’esercizio 2013, determinato dallamancata stipulazione dei mutui autorizzaticon l’articolo 11, comma 1, della legge re-gionale 9 aprile 2013, n. 9 (Bilancio di pre-visione annuale per l’esercizio finanziario2013 e bilancio pluriennale 2013-2015),come modificati dall’articolo 2, della leggeregionale 25 settembre 2013, n. 18 (Asse-stamento del bilancio di previsione perl’esercizio finanziario 2013, ai sensi degliarticoli 45 e 82 della legge regionale dicontabilità 28 febbraio 2000, n. 13 (Disci-plina generale della programmazione, delbilancio, dell’ordinamento contabile e deicontrolli interni della Regione dell’Umbria),è rinnovata l’autorizzazione alla Giunta re-gionale ad assumere, a norma dell’articolo63 della legge regionale 13 del 2000 uno opiù mutui ovvero ad effettuare altre opera-zioni di indebitamento fino all’importocomplessivo di euro 296.673.622,38 per unadurata massima di trenta anni a decorreredal 2014 ed entro il limite di spesa di euro9.619.000,00 per l’anno 2014 e di euro20.528.000,00 per gli anni successivi » e che« 3. Per gli effetti di cui all’articolo 10,comma 1 della legge 16 maggio 1970, n. 281(Provvedimenti finanziari per l’attuazionedelle Regioni a statuto ordinario), i mutui ele altre forme di indebitamento di cui alcomma 1 sono diretti al finanziamentodelle spese indicate nella Tabella H) alle-gata alla presente legge », la quale prevedela destinazione del suddetto mutuo di euro296.673.622,38 al ripiano dei bilanci 2006-

Atti Parlamentari — 23065 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

2007-2008-2009-2010-2011 a copertura divari interventi e spese e di diverso importoa partire dall’anno 2006;

dunque, con la suddetta disposizione(articolo 10 legge regionale n. 6 del 2014)verrebbe rinnovata l’autorizzazione allagiunta regionale ad assumere uno o piùmutui ovvero ad effettuare altre operazionidi indebitamento fino all’importo comples-sivo di euro 296.673.622,38 « per far fronteal presunto disavanzo finanziario alla chiu-sura dell’esercizio 2013, determinato dallamancata stipulazione dei mutui autorizzaticon l’articolo 11, comma 1, della legge re-gionale 9 aprile 2013, n. 9 »;

l’articolo 119, comma 6, della Costitu-zione consente il ricorso all’indebitamentosolo per finanziare spese di investimentocon la contestuale definizione di piani diammortamento e a condizione che per ilcomplesso degli enti di ciascuna regione siarispettato l’equilibrio di bilancio;

l’articolo 3, commi 16-21, della leggen. 350 del 2003 – che costituiscono normedi principio di coordinamento della fi-nanza pubblica a cui le regioni devonoattenersi – stabilisce i limiti e le modalitàentro i quali è possibile il ricorso all’in-debitamento da parte dell’ente;

invece, con la legge regionale n. 6 del2014 la regione Umbria autorizza il nuovoricorso al mercato finanziario per coprirela mancata stipulazione di mutui e prestitiautorizzati negli anni precedenti ma nonstipulati entro il termine di esercizio conl’effetto di autorizzare la stipula di mutuiautorizzati a suo tempo ma già scaduti;

secondo gli interroganti la disposi-zione presenterebbe profili di contrastocon i principi sanciti dall’articolo 81 e 119della Costituzione nonché dalle altrenorma in materia legittimanti le condi-zioni per il ricorso all’indebitamento poi-ché le autorizzazioni date a suo temposono da ritenersi scadute e non proroga-bili –:

alla luce di quanto riportato in pre-messa, quali siano i motivi per i quali ilGoverno non abbia ritenuto di sollevare la

questione di legittimità costituzionale inrelazione alle leggi regionali sopra richia-mate. (5-05109)

Interrogazioni a risposta scritta:

CATANOSO. — Al Presidente del Con-siglio dei ministri, al Ministro del lavoro edelle politiche sociali, al Ministro dell’eco-nomia e delle finanze. — Per sapere –premesso per:

come sta denunciando in manieraegregia da alcuni mesi il segretario gene-rale della Fialp-Cisal, a cui si sono aggiuntile altre sigle sindacali, il Governo, alloscopo di razionalizzare l’attività ispettivaoggi demandata a soggetti diversi (Inps,Inail e Ispettorati provinciali del lavoro)avrebbe previsto l’istituzione dell’Agenziaunica per le ispezioni del lavoro chedovrebbe unificare, appunto, le compe-tenze, le strutture, il personale e le attivitàdei tre soggetti di cui sopra;

i funzionari ispettivi dei tre enti uni-ficati andrebbero tutti nella istituendaAgenzia ed il personale amministrativoattualmente a supporto degli ispettori edin esubero sarebbe ricollocato pressol’Inps, l’Inail e le prefetture;

in base al progetto governativo,l’Agenzia unica avrà una direzione gene-rale a Roma, ovviamente, e 18 sedi terri-toriali la cui dislocazione è rimessa afuturi decreti della Presidenza del Consi-glio dei ministri, così come l’individua-zione degli immobili offerti allo scopo atitolo gratuito dagli enti pubblici coinvolticome dagli altri presenti nei territori diriferimento;

sull’Agenzia ricadrebbero solamente,a detta del Governo, i costi concernentil’adattamento dei locali e le utenze ordi-narie;

a giudizio dell’interrogante e dellaFialp-Cisal, non sono poche le incon-gruenze di tale proposta, condivisibile nelmerito ma che presenta numerose ano-malie ed inefficienze;

Atti Parlamentari — 23066 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

innanzitutto, se il fine dichiarato èmigliorare l’attività ispettiva, non si com-prende perché si interferisce con i processigià efficaci ed efficienti affidati all’Inps eall’Inail: efficacia ed efficienza certificataogni anno dallo stesso Ministero del lavoroe delle politiche sociali;

da quanto si può facilmente ricavaredal « Rapporto annuale dell’attività di vi-gilanza in materia di lavoro e di legisla-zione sociale » presentato lo scorso mesedi febbraio dal Ministero del lavoro e dellepolitiche sociali, la lettura « verticale »della tabella appalesa le differenze sostan-ziali di performance fra gli autori delleispezioni: l’Inps, con 1.350 ispettori, harecuperato 1.316.766.000 euro. L’Inail, con360 ispettori, ha recuperato 91.296.473euro. Il Ministero del lavoro, con 3.030ispettori, ha recuperato 100.541.783 euro;

fatti i dovuti riscontri, non addebita-bili certamente ai funzionari ministerialiprivi dei mezzi necessari a svolgere il lorocompito, l’ambito « governativo » non co-pre nemmeno i costi dell’attività ispettiva;

a giudizio dell’interrogante e dellaFialp-Cisal, v’è il timore che siffatto pro-getto, oltre che a mortificare le professio-nalità di Inps ed Inail, finirà per dare il viaallo smantellamento di tutto il compartodegli enti pubblici non economici;

i risvolti di natura economici dellanuova Agenzia unica ispettiva, poi, sareb-bero del tutto irrisori con effetti disastrosisull’intero sistema dei controlli e dellavigilanza, fino al rischio concreto di vedereproliferare aziende che, agendo in unazona franca e in assenza di riferimentinormativi in grado di razionalizzare l’in-tero settore, danneggerebbero in un colposolo aziende oneste, cittadini e lavoratori;

anche la pretesa eliminazione dellapresunta duplicazione delle ispezioni sem-bra una motivazione inconsistente inquanto, già oggi, ogni ente interviene incoordinamento con gli altri enti ed al soloscopo della lotta all’evasione fiscale e con-tributiva e al rispetto delle norme per lasicurezza dei luoghi di lavoro;

a giudizio dell’interrogante e dellaFialp-Cisal, un ulteriore miglioramentodell’efficacia dei controlli di cui sopra,inclusa l’eventuale maggiore razionalizza-zione degli interventi, dovrebbe scaturiredalla valorizzazione dell’esistente e giàfunzionante, nonché dal rafforzamento dipiù razionali forme di coordinamento trasoggetti diversi;

i due enti previdenziali coinvolti, Inpsed Inail, anche in virtù del loro elevatolivello tecnologico, sono i più idonei adoffrire le maggiori garanzie di successo inordine alla titolarità del coordinamento;

questa soluzione eviterebbe qualsiasirischio di rallentamento, se non di interru-zione, di un’attività ispettiva già collaudata,mentre non si pregiudicherebbe il gradualetrasferimento dalle direzioni territoriali dellavoro verso gli istituti previdenziali di per-sonale, incentivandolo con un valido sup-porto formativo e con un adeguato tratta-mento economico accessorio;

inoltre, dando immediato compi-mento alle disposizioni del decreto legi-slativo n. 124 del 2004, si porterebbeall’irrisorio 0,1 per cento la percentualedi possibili duplicazioni degli interventiispettivi –:

quali iniziative intendano adottare iMinistri interrogati per risolvere le proble-matiche esposte in premessa. (4-08516)

SORIAL, D’INCÀ, CASO, BRUGNE-ROTTO, CARIELLO, CASTELLI e COLON-NESE. — Al Presidente del Consiglio deiministri, al Ministro dell’economia e dellefinanze, al Ministro per la semplificazione ela pubblica amministrazione. — Per sapere– premesso che:

il comma 611 della legge 23 dicembre2014, n. 190, legge di stabilità 2015, sta-bilisce che « al fine di assicurare il coor-dinamento della finanza pubblica, il con-tenimento della spesa, il buon andamentodell’azione amministrativa e la tutela dellaconcorrenza e del mercato, le regioni, leprovince autonome di Trento e di Bolzano,

Atti Parlamentari — 23067 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

gli enti locali, le camere di commercio,industria, artigianato e agricoltura, le uni-versità e gli istituti di istruzione universi-taria pubblici e le autorità portuali, adecorrere dal 1o gennaio 2015, avviano unprocesso di razionalizzazione delle societàe delle partecipazioni societarie diretta-mente o indirettamente possedute, inmodo da conseguire la riduzione dellestesse entro il 31 dicembre 2015, anchetenendo conto dei seguenti criteri:

a) eliminazione delle società e dellepartecipazioni societarie non indispensa-bili al perseguimento delle proprie finalitàistituzionali, anche mediante messa in li-quidazione o cessione;

b) soppressione delle società che ri-sultino composte da soli amministratori oda un numero di amministratori superiorea quello dei dipendenti;

c) eliminazione delle partecipazionidetenute in società che svolgono attivitàanaloghe o similari a quelle svolte da altresocietà partecipate o da enti pubblici stru-mentali, anche mediante operazioni difusione o di internalizzazione delle fun-zioni;

d) aggregazione di società di servizipubblici locali di rilevanza economica;

e) contenimento dei costi di funzio-namento, anche mediante riorganizza-zione degli organi amministrativi e dicontrollo e delle strutture aziendali, non-ché attraverso la riduzione delle relativeremunerazioni;

a tal fine, il successivo comma 612prevede che « i presidenti delle regioni edelle province autonome di Trento e diBolzano, i presidenti delle province, i sin-daci e gli altri organi di vertice delleamministrazioni di cui al comma 611, inrelazione ai rispettivi ambiti di compe-tenza, definiscono e approvano, entro il 31marzo 2015, un piano operativo di razio-nalizzazione delle società e delle parteci-pazioni societarie direttamente o indiret-tamente possedute, le modalità e i tempi diattuazione, nonché l’esposizione in detta-glio dei risparmi da conseguire. Tale

piano, corredato di un’apposita relazionetecnica, è trasmesso alla competente se-zione regionale di controllo della Corte deiconti e pubblicato nel sito internet istitu-zionale dell’amministrazione interessata »;

il piano operativo di razionalizza-zione delle società e delle partecipazionisocietarie di cui in premessa, non sem-brerebbe dare nessun risultato concreto,pur rimanendo di estrema urgenza il ri-dimensionamento delle società prevista lasempre più critica situazione economicadel nostro Paese; più in generale, l’interoprocesso di revisione della spesa pubblicanon appare, allo stato, soddisfacente ecomunque tale da portare rapidamente arisultati concreti –:

come si intenda proseguire nel pro-cesso di spending review e di razionaliz-zazione e semplificazione della pubblicaamministrazione. (4-08518)

DAGA, BUSTO, TERZONI, MANNINO,VIGNAROLI, ZOLEZZI, DE ROSA e MI-CILLO. — Al Presidente del Consiglio deiministri, al Ministro della salute. — Persapere – premesso che:

il 22 marzo 2015 ricorre la giornatamondiale dell’acqua istituita dall’Onu nel1992;

sul sito ufficiale delle nazioni unite ein particolare dell’agenzia onu che si oc-cupa del tema delle risorse idriche cam-peggia lo slogan water is health, l’acqua èsalute;

il diritto all’accesso all’acqua potabilee sicura ed ai servizi igienici rappresen-tano un diritto umano essenziale al pienogodimento della vita e di tutti i dirittiumani. Il diritto umano all’acqua è fon-damentale e irrinunciabile;

l’acqua è un bene essenziale ed in-sostituibile per la vita e, pertanto, ladisponibilità e l’accesso all’acqua potabilee all’acqua necessaria per il soddisfaci-mento dei bisogni collettivi costituisconoun diritto inviolabile dell’uomo, un diritto

Atti Parlamentari — 23068 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

universale, indivisibile, che si può anno-verare fra quelli di cui all’articolo 2 dellaCostituzione;

il Parlamento europeo, con la riso-luzione del 15 marzo 2006 sul IV Forummondiale dell’acqua, ha dichiarato che« l’acqua è un bene comune dell’umanità »e ha chiesto che siano esplicati tutti glisforzi necessari a garantire l’accesso al-l’acqua alle popolazioni più povere entro il2015, insistendo affinché « La gestionedelle risorse idriche si basi su un’impo-stazione partecipativa e integrata, checoinvolga gli utenti ed i responsabili de-cisionali nella definizione delle politiche inmateria di acqua a livello locale e in mododemocratico »;

l’ONU, con la risoluzione dell’Assem-blea generale del 28 luglio 2010 (GA/10967), ha dichiarato il diritto all’acqua undiritto umano universale e fondamentale;la risoluzione sottolinea ripetutamente chel’acqua potabile e per uso igienico, oltre adessere un diritto di ogni uomo, concerne ladignità della persona, è essenziale al pienogodimento della vita, ed è fondamentaleper tutti gli altri diritti umani; la mede-sima risoluzione raccomanda gli Stati adattuare iniziative per garantire a tuttiun’acqua potabile di qualità, accessibile, aprezzi economici; l’importante atto è statoapprovato dall’Assemblea generale con 122voti favorevoli – compresa l’Italia – 41astensioni e nessun contrario;

al di là delle dichiarazioni di facciataè uno dei molti diritti sotto attacco, poichéun diritto può essere tale solo se non vienemesso sul mercato, perché le conseguenzedi una gestione volta al profitto sonoqualità del servizio sempre più al ribasso,tariffe in aumento e pratiche odiose comequelle dei distacchi idrici sempre più dif-fuse e aggressive;

è notizia di questi giorni infattiquanto emerso dal Rapporto della Publicservices International;

sono alcuni anni che i gestori delservizio idrico integrato hanno intrapreso

la esecrabile pratica dei distacchi delleutenze come segnalato in molti articoliapparsi sulla stampa;

l’inchiesta sulle condizione igienichee sanitarie dei comuni del Regno volutadal Parlamento italiano e pubblicata nel1886 mise in rilievo che degli 8258 comuniche componevano allora il nostro Paeseben 6404 (pari al 77 per cento del totale)non disponevano di fognature, dei restanti1854 comuni solo 97 (pari all’1 per cento)erano forniti di un sistema che servivatutto l’abitato, mentre altri 444 eranodotati di una canalizzazione parziale e irestanti 1313 possedevano solo fognaturedestinate alle acque bianche. D’altra parteper tutto l’800 la stessa acqua potabilerimase anche in molte grandi città unmiraggio. Sino alla prima metà del 1900gran parte della popolazione italiana be-veva perciò acqua di pozzo o di cisternache sovente risultava inquinata. Le pato-logie che derivavano dall’utilizzo di questeacque infette assumevano perciò spessocarattere endemico colpendo principal-mente le classi infantili;

il servizio igiene e sanità pubblica, inacronimo SISP, è la struttura organizza-tiva del dipartimento di prevenzione strut-tura tecnico funzionale, definita dal de-creto legislativo n. 502 del 1992 e succes-sive modificazioni e integrazioni, prepostaalla promozione della tutela della saluteindividuale e collettiva, dell’ASL, strutturaoperativa territoriale del servizi sanitarinazionali, che si occupa della tutela dellasalute dei cittadini, della salubrità degliambienti di vita e della promozione dicorretti stili di viti;

il servizio di igiene e sanità pubblicasvolge attività di prevenzione garantendoai cittadini specifiche prestazioni sanitariepreviste nei livelli uniformi di assistenzastabiliti dai piani sanitari regionali;

la programmazione sanitaria stabilitadal Piano sanitario nazionale e dal Mini-stero della salute, i pronunciamenti e leindicazioni impartite dall’Istituto supe-riore di sanità; ed i principi di program-mazione ed organizzazione regionale sono

Atti Parlamentari — 23069 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

di fondamentale importanza nello svolgi-mento delle funzioni del servizio di igienee sanità pubblica –:

se il Governo non ritenga urgente apromuovere l’approvazione di una norma-tiva tesa:

a) a considerare l’acqua un dirittoinviolabile alla stregua di quanto stabilitodall’articolo 2 della Costituzione, ricono-scendole la peculiarità di « bene comune »e di diritto umano universale non assog-gettabile a meccanismi di mercato;

b) ad affermare la proprietà e lagestione pubblica del servizio idrico, il cuiesercizio dovrà essere ispirato a criteri diequità, solidarietà e rispetto degli equilibriecologici;

c) a promuovere tutti gli interventinecessari per l’immediata e duratura so-luzione della grave contaminazione delleacque potabili di molti comuni italiani, inparticolare a causa della concentrazione diarsenico, floruri e vanadio;

d) ad assicurare che venga garan-tito il quantitativo minimo vitale ovvero 50litri al giorno per persona;

e) a fornire linee guida ministerialiaffinché i gestori del servizio idrico inte-grato, dovendo tenere in considerazione lebasilari norme di tutela dell’igiene e dellasalute pubblica, non procedano col di-stacco nei casi in cui siano presenti negliimmobili anziani, bambini, disabili, per-sone con certificate condizioni di saluteprecarie. (4-08519)

* * *

AMBIENTE E TUTELADEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:

ZARATTI. — Al Ministro dell’ambiente edella tutela del territorio e del mare. — Persapere – premesso che:

con decreto legislativo 13 marzo 2013n. 30, l’Italia ha emanato la norma di

attuazione della direttiva 2009/29/CE, chemodifica la direttiva 2003/87/CE, al fine diperfezionare ed estendere il sistema co-munitario per lo scambio di quote diemissione di gas a effetto serra;

ai sensi dell’articolo 19 del citatodecreto legislativo la messa all’asta dellaquantità di quote determinata con deci-sione della Commissione europea, ai sensidell’articolo 10, paragrafo 2, della direttiva2003/87/CE, è disciplinata dal regolamentosulle aste. A tale fine il gestore del servizioelettrico svolge il ruolo di responsabile peril collocamento di cui al regolamento astee pone in essere a questo scopo tutte leattività necessarie, propedeutiche, con-nesse e conseguenti, ivi incluse quellefinalizzate a consentire alla piattaformad’asta di trattenere le risorse necessarieper il pagamento del sorvegliante d’asta, inconformità al citato regolamento e aglieventuali indirizzi e norme dei Ministericompetenti;

i proventi delle aste sono versati algestore del servizio elettrico in un appositoconto corrente dedicato « Trans-EuropeanAutomated Real-time GrossSettlement Ex-press Transfer System » (« TARGET2 »). Ilgestore del servizio elettrico trasferisce iproventi delle aste ed i relativi interessimaturati su un apposito conto accesopresso la tesoreria dello Stato, intestato aldipartimento del tesoro, dandone conte-stuale comunicazione ai ministeri interes-sati e gli stessi sono successivamente ver-sati all’entrata del bilancio dello Stato peressere riassegnati ad appositi capitoli perspese di investimento, con vincolo di de-stinazione in quanto derivante da obblighicomunitari;

alla ripartizione delle risorse si prov-vede con decreti del Ministero dell’am-biente e della tutela del territorio e delmare (MATTM), di concerto con i Ministridello sviluppo economico (MSE) e dell’eco-nomia e delle finanze (MEF) da emanarsientro il 31 maggio dell’anno successivo aquello di effettuazione delle aste, nellamisura del 70 per cento a favore delMinistero dell’ambiente e della tutela del

Atti Parlamentari — 23070 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

territorio e del mare e del 30 per cento afavore del Ministero dell’economia e dellefinanze;

il 50 per cento dei proventi delle asteè destinato alle attività per ridurre leemissioni dei gas ad effetto serra, svilup-pare le energie rinnovabili, rafforzare latutela degli ecosistemi terrestri e marini edaltre attività in campo ambientale;

il 9 maggio 2014, ai sensi del comma4 del su citato articolo 19 è stata firmatala Convenzione tra il Ministero dell’eco-nomia e delle finanze e Gestore del ser-vizio elettrico che disciplina le modalitànelle quali il Gestore del servizio elettricoadempie al proprio ruolo di responsabiledel collocamento delle quote italiane, nelrispetto di quanto già previsto dalla rego-lazione europea di settore e in particolaredal regolamento aste;

secondo quanto reso noto dal Gestoredel servizio elettrico tramite il rapportoannuale sulle aste di quote europee di emis-sione 2014 al 31 dicembre 2014, in coerenzacon quanto previsto dalla Convenzione,sono stati trasferiti alla Tesoreria delloStato proventi per oltre 464 milioni di eurorelativi alle aste e agli interessi maturati nelcorso degli anni 2012 e 2013;

i ricavi complessivamente generatidalle aste nell’anno 2014, circa 365 milionidi euro resteranno sotto la temporanea cu-stodia del Gestore del servizio elettrico finoal loro trasferimento alla tesoreria delloStato che, in conformità con le indicazionidella Convenzione del Ministero dell’econo-mia e delle finanze — Gestore del servizioelettrico del 9 maggio 2014, avverrà entro enon oltre il 20 maggio 2015 al netto dei costidi gestione –:

quale sia l’attuale utilizzo dei pro-venti, per oltre 464 milioni di euro, relativialle aste e agli interessi maturati nel corsodegli anni 2012 e 2013 già trasferiti allatesoreria dello Stato;

se il Ministero dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare abbiaprovveduto, ai sensi del comma 3 dell’ar-

ticolo 19 del decreto legislativo 30 del2013, ad emanare gli appositi decreti perla ripartizione delle risorse;

quali enti e/o istituti siano coinvoltiper la realizzazione delle attività e inparticolare quanto sia destinato all’istitutosuperiore per la protezione e la ricercaambientale (ISPRA) date le competenze ele responsabilità ad essa assegnate nellostesso citato decreto legislativo 30 del 2013dagli articoli 42 comma 2 e 4 e dall’arti-colo 28 comma 1 e per quanto disposto alpunto a) del comma 6 del su citato articolo19; « (...) favorire l’adattamento agli im-patti dei cambiamenti climatici e finan-ziare attività di ricerca e di sviluppo eprogetti dimostrativi volti all’abbattimentodelle emissioni e all’adattamento ai cam-biamenti climatici (...) » e al punto 4dell’articolo 6 del medesimo decreto legi-slativo n. 30 del 2013 dove si individua ladestinazione per le « iniziative contro icambiamenti climatici nella Unione euro-pea e nei Paesi terzi, e « (...) per finanziarela ricerca e lo sviluppo ai fini della miti-gazione e dell’adattamento (...) » ambiti dieccellenza per ISPRA;

se non si intenda prevedere, qualoral’Ispra non risulti beneficiario di quotaparte delle suddette risorse, che quotadelle risorse ripartite con decreto inter-ministeriale venga assegnata anche all’Isti-tuto superiore per la protezione e laricerca ambientale per lo svolgimento deisuoi compiti istituzionali, in quanto fun-zionali agli obiettivi di cui al suddettodecreto legislativo 30 del 2013. (5-05112)

* * *

BENI E ATTIVITÀ CULTURALIE TURISMO

Interrogazioni a risposta scritta:

DI LELLO. — Al Ministro dei beni edelle attività culturali e del turismo, alMinistro della giustizia. — Per sapere –premesso che:

il programma per l’accelerazionedella spesa dei fondi europei ha consentito

Atti Parlamentari — 23071 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

di finanziare un progetto di centro poli-funzionale « Casa del Pellegrino » presen-tato dal comune di Eboli, da realizzarsinell’area adiacente al santuario dei SantiCosma e Damiano del valore di circa 6milioni di euro assegnati dalla RegioneCampania;

l’area prescelta per la costruzione ditale centro polifunzionale è di proprietàdel comune ed è già destinata a funzionidi servizio per il centro storico di Eboli male cui attrezzare sono interamente dariqualificare data l’assenza di manuten-zione. Tale area è situata inoltre nellevicinanze del Castello Colonna e del com-plesso monumentale di San Pietro alliMarmi;

Castello Colonna fu edificato sopraun preesistente fortilizio longobardo e ri-costruito nella seconda metà dell’XI se-colo, probabilmente all’epoca del dominiofeudale del primo signore di Eboli, Gu-glielmo d’Altavilla, fratello di Roberto ilGuiscardo, Principe di Salerno. Il castelloospita da qualche anno un istituto dicustodia attenuata di proprietà del Mini-stero della giustizia, i cui poteri gestorisono in capo al dipartimento amministra-zione penitenziaria;

appresa la notizia del finanziamentoalcuni cittadini hanno costituito un comi-tato allo scopo di denunciare ritrovamentiarcheologici proprio nella zona dei lavorie il pericolo di crolli per il Castello Co-lonna, privo da anni della dovuta manu-tenzione, data la sua vicinanza con ilcantiere;

in data 8 marzo 2015, dopo giorni dipioggia battente, parte della cinta murariae del torrino del Castello Colonna cedono,crollando su un lampione e su alcune autoparcheggiate. Secondo alcuni esperti tec-nici tra le cause del crollo, oltre allapioggia e al taglio di alcuni alberi nellazona circostante, ci sarebbero le sollecita-zioni meccaniche provocate dall’uso dimartelli pneumatici e vibrazioni per ivicini lavori al centro polifunzionale –:

quali iniziative, per quanto di com-petenza, il Governo intenda assumere al

fine sia della messa in sicurezza dellacinta muraria del Castello Colonna perevitare ulteriori crolli in caso di maltempoo sollecitazioni meccaniche, sia alla rico-struzione del Castello Colonna nelle sueparti crollate e, infine, alla manutenzioneordinaria di tutta la struttura;

se il Governo intenda valutare sesussistano i presupposti per assumere ini-ziative finalizzate a una sospensione deilavori del vicino centro polifunzionale fin-tanto che non sarà garantita la messa insicurezza dell’intera zona e per accertare,per quanto di competenza, se siano stateadottate tutte le cautele previste dallalegge. (4-08515)

BRESCIA. — Al Ministro dei beni e delleattività culturali e del turismo, al Ministrodell’istruzione, dell’università e della ri-cerca. — Per sapere – premesso che:

il 27 maggio 2008 il Sultano del-l’Oman donava 3 milioni di euro al « con-servatorio » Piccinni di Bari per offrireborse di studio agli allievi meritevoli;

nel maggio 2010 nasceva la Fonda-zione « Giovanni Paolo II » con la finalitàdi gestire tale fondo in favore degli stu-denti del conservatorio di Bari e di portareavanti ben cinque progetti, secondo unpiano di lavoro che era stato presentatoanche al Ministero: una borsa di studiodestinata a un giovane ricercatore italianodi etnomusicologia; 60 borse di studio perla formazione di professori d’orchestra; 5borse di studio per la realizzazione diun’indagine socio-musicale sui bambinidagli 8 ai 13 anni per creare poi il primocoro di voci bianche; 5 dottorati di ricercain collaborazione con l’Università di Na-poli; infine iniziative per la celebrazionedel trentennale di Nino Rota. Tale Fon-dazione nasceva all’insaputa del consiglioaccademico del conservatorio Piccinni, delcollegio dei docenti e dei rappresentantidegli allievi;

Atti Parlamentari — 23072 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

nel verbale del consiglio accademicodel 14 dicembre 2010 si legge: « In rela-zione al XIII punto all’ordine del giorno, ilDirettore, Mo Francesco Monopoli, in-forma il consiglio accademico di averpreso atto, dopo la sua nomina a direttore,della nascita di una fondazione, sorta nelconservatorio Piccinni di Bari, su iniziativadel consiglio di amministrazione, che hainteso creare un organismo di gestione delFondo donato al conservatorio dal Sultanodell’Oman. Il direttore informa i membridel consiglio accademico relativamentealla composizione del consiglio di ammi-nistrazione della Fondazione intitolata« Giovanni Paolo II »: presidente è statonominato il professor Aldo Loiodice. Delconsiglio di amministrazione fanno parteanche l’avvocato Raffaele Guido Rodio e ilDirettore Generale del Comparto AFAMdottor Giorgio Bruno Civello. Inoltre,fanno parte di diritto della medesimaFondazione, il Presidente pro-tempore delconservatorio, dottor Stefano Carulli, ilDirettore pro-tempore del conservatorio diBari, Mo Francesco Monopoli, insieme conun Rappresentante dei Docenti, nella per-sona della Professoressa Giovanna Valentee un Rappresentante degli Studenti delconservatorio, nella persona della studen-tessa Angela Trentadue. Presidente Ono-rario della Fondazione è stato nominato ilprefetto di Bari, dottor Carlo Maria Schi-lardi. Tale organismo è sorto per finan-ziare iniziative a favore degli studenti delconservatorio. Il Direttore, Mo FrancescoMonopoli comunica altresì che la suaadesione a tale Organismo è comunquesubordinata al fatto che gli indirizzi pro-grammatici di azione della stessa sianoindicati al CdA della Fondazione dal Con-siglio Accademico del Conservatorio »;

a quanto consta all’interrogante nonè stata mai presentata alcuna relazionesull’attività svolta dalla Fondazione neglioltre quattro anni trascorsi dalla nascitaad oggi;

in data 29 settembre 2012 il consiglioaccademico del conservatorio di Bari,dopo aver ampiamente discusso, eragiunto alle seguenti determinazioni: preso

atto delle mancate risposte della fonda-zione alle diverse richieste e proposteinoltrate dal direttore, dal consiglio acca-demico e dagli studenti dell’istituzione,valutata la perdurante inattività della sud-detta fondazione, ritenendo inutile il per-sistere di tale organismo, chiede lo scio-glimento immediato della fondazione e larestituzione dei fondi al conservatorio perutilizzarli immediatamente ed esclusiva-mente per iniziative destinate agli studenti,nonché la rendicontazione dettagliata, gliatti relativi all’utilizzo del fondo e i relativiinteressi maturati dalla donazione ad oggi;

ad oggi, di quei fondi, risulta sianostati spesi meno di 200.000 euro con bandisaltuari, privi di una progettualità e diqualsiasi collegamento con i progetti strut-turati per il Ministero; l’ultimo bandorisale all’11 marzo 2013;

se già negli anni precedenti si erafatto pochissimo per distribuire agli alunnitale donazione con iniziative degne di notabisogna sottolineare che da marzo 2013 adoggi, quindi da quasi due anni, la fonda-zione Giovanni Paolo II per il tramite delconservatorio non elargisce alcuna sommadi denaro agli allievi del conservatorioPiccinni;

il già direttore generale dell’alta for-mazione artistica, musicale e coreutica(Afam) presso il Ministero dell’istruzione,dell’università e della ricerca fino ad ot-tobre 2014, dottor Giorgio Bruno Civello,che doveva esercitare il potere disciplinarenei confronti dei docenti di conservatorio,ai sensi dell’articolo 55-bis, comma 1,secondo periodo, del decreto legislativon. 165 del 2001, introdotto dal decretolegislativo n. 150 del 2009, risultava al-meno fino al 2013 essere componente delconsiglio di amministrazione della fonda-zione Giovanni Paolo II; e questo, a pareredell’interrogante, configura una situazionedi conflitto di interessi in potenziale con-trasto con i principi di buon andamento eimparzialità della pubblica amministra-zione;

Atti Parlamentari — 23073 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

il 19 dicembre 2013 alcuni membridel consiglio accademico chiedevano loscioglimento della fondazione mentre altriobiettavano che solo il consiglio di ammi-nistrazione della stessa fondazione potevadeciderne lo scioglimento. Le parole deldirettore riportate nel verbale sono: « ildirettore suggerisce di ribadire in un do-cumento unitario principalmente le pre-rogative già esistenti negli organi istituzio-nali del conservatorio, non rilevando lanecessità di duplicazione in analoga strut-tura come risulta essere la fondazione ».Per la seconda volta quindi il consiglio diamministrazione del Piccini chiede lo scio-glimento della fondazione;

da gennaio 2014 non e più possibilevisualizzare online i verbali del consiglio diamministrazione del conservatorio Pic-cinni se non con apposite credenziali di-stribuite ai docenti;

il nuovo direttore del Piccinni, il Mo

Schiavo a gennaio 2014 si impegnava pub-blicamente a fare chiarezza sulla gestionedella fondazione Giovanni Paolo II;

non è ad oggi più visibile nel nuovosito internet del conservatorio Piccinni lafinestra dedicata alla fondazione GiovanniPaolo II; tale fondazione risulta quindiirreperibile online con la conseguente im-possibilità di conoscerne le deliberazionidell’ultimo anno;

per assolvere ai suoi scopi, il conserva-torio (socio fondatore) pare avesse attri-buito alla fondazione un contributo inizialeal fondo di gestione di 175.000 euro fino al31 dicembre 2010; poi si impegnava ad elar-gire 350.000 euro all’anno fino al raggiungi-mento dei 2.450.000 euro per un totale di 7anni. La cosa certa è che i 350.000 euroannui da utilizzare per gli alunni del Pic-cinni non sembrerebbero mai stati resi di-sponibili se non in modesta misura;

l’articolo 25 del codice civile « Con-trollo sull’amministrazione delle fonda-zioni » recita così: « L’autorità governativa

esercita il controllo e la vigilanza sull’am-ministrazione delle fondazioni; provvedealla nomina e alla sostituzione degli am-ministratori o dei rappresentanti, quandole disposizioni contenute nell’atto di fon-dazione non possono attuarsi; annulla,sentiti gli amministratori, con provvedi-mento definitivo, le deliberazioni contrariea norme imperative, all’atto di fondazione,all’ordine pubblico o al buon costume; puòsciogliere l’amministrazione e nominareun commissario straordinario, qualora gliamministratori non agiscano in confor-mità dello statuto o dello scopo dellafondazione o della legge –:

quali iniziative si intendano adottareper consentire l’utilizzazione immediatadegli importi donati nel 2008 al « Conser-vatorio » Piccinni di Bari per gli scopi notidi supporto economico agli studenti delconservatorio;

quali sono le precise responsabilitàdel consiglio di amministrazione della fon-dazione Giovanni Paolo II e quali quelledel consiglio di amministrazione del con-servatorio Piccinni per la mancata distri-buzione di 3 milioni di euro donati peruno specifico scopo e sottratti, invece, inmaniera non trasparente ad una istitu-zione di alta formazione pubblica;

quali siano le responsabilità dell’exdirettore AFAM Civello, facente parte delconsiglio di amministrazione della fonda-zione e fino a pochi mesi fa in nettoconflitto di interessi;

premesso che lo statuto della fonda-zione Giovanni Paolo II all’articolo 1 diceche « La Fondazione risponde ai principied allo schema giuridico della Fondazionedi Partecipazione, nell’ambito del più vastogenere di Fondazioni disciplinato dagliarticoli 14 e seguenti del Codice Civile »,quali azioni il Governo intenda intrapren-dere secondo l’articolo 25 del codice civile« Controllo sull’amministrazione delle fon-dazioni ». (4-08521)

* * *

Atti Parlamentari — 23074 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza urgente(ex articolo 138-bis del regolamento):

Il sottoscritto chiede di interpellare ilMinistro dell’economia e delle finanze, persapere – premesso che:

il tema dei titoli derivati stipulati dalTesoro italiano per ridurre l’incertezza sulservizio del debito pubblico è un argo-mento caratterizzato da straordinaria opa-cità e mancanza di informazioni; si tratta,infatti, di un tema carsico di cui si discuteda tempo (sono numerose le interrogazionied interpellanze parlamentari e le indaginiconoscitive che si sono susseguite neglianni), ma sul quale la verità è ancoralontana dall’essere svelata;

ciò di cui oggi si è, a fatica, alcorrente è soltanto che il totale di titoliderivati sottoscritti dallo Stato italianoammonta a circa 160 miliardi di euro (dicui il 72 per cento sono « interest rateswap »; il 12 per cento sono « swaption »;14 per cento sono « cross currency swap »;il 2 per cento altri titoli derivati legati adoperazioni specifiche), pari a un decimodel prodotto interno lordo del nostroPaese; che le controparti sono le stessebanche che acquistano sul mercato pri-mario i titoli di Stato italiani; che nel 2012il Governo Monti ha « chiuso » un con-tratto in essere con Morgan Stanley rea-lizzando perdite per 2,6 miliardi di euro eche, sull’intero ammontare, si rischianoperdite superiori a 40 miliardi di euro;

troppa opacità sull’argomento, qualequella che emerge non solo dalle dueaudizioni presso la commissione finanzedella Camera (10 e 26 febbraio 2015) dellaresponsabile della gestione del debito pub-blico italiano, dottoressa Maria Cannata,ma anche dal processo sulle agenzie dirating in corso a Trani, con particolare –riferimento al « caso Morgan Stanley »,risulta del tutto ingiustificata e ingiustifi-

cabile. Così come ingiustificati e ingiusti-ficabili sono i ripetuti appelli del Tesoroalla « riservatezza » delle informazioni perevitare la reazione dei mercati;

un articolo pubblicato su Il Corrieredella Sera del 23 dicembre 2014 da MilenaGabanelli, si chiedeva l’istituzione di unacommissione parlamentare d’inchiesta,con gli stessi poteri dell’autorità giudizia-ria, per chiarire la posizione finanziariadell’Italia in relazione a questi pericolosi,e costosi, titoli in portafoglio. Quella stessacommissione d’inchiesta che Forza Italiachiede da tempo per chiarire le vicende, lecause e le responsabilità, anche interna-zionali, che nell’estate-autunno del 2011portarono alla speculazione finanziaria suldebito sovrano del nostro Paese e allesuccessive dimissioni del Governo Berlu-sconi, l’ultimo legittimamente eletto daicittadini;

il tema dei derivati, infatti, è stret-tamente collegato a quanto avvenuto inquei mesi del 2011; il downgrade anomalodel debito pubblico dell’Italia da partedelle agenzie di rating innescò la corsa alrialzo dello spread tra i rendimenti deititoli decennali del debito pubblico italianoe i corrispondenti titoli del debito pubblicotedesco. E la corsa a rialzo dello spreadaumentò il potere contrattuale delle ban-che con cui lo Stato aveva in esserecontratti derivati, ai fini della loro rine-goziazione, o, come è avvenuto nel 2012,proprio con il Presidente del Consiglio deiministri pro tempore Monti, per « chiu-derli », alla cifra di 2,6 miliardi di euro;

downgrade e spread sono stati, infatti,utilizzati, da un lato, a livello politico, perportare alle dimissioni del Governo Ber-lusconi e, dall’altro, a livello finanziario,dai mercati, per speculare sui titoli deldebito pubblico italiano e dalle banche,per aumentare il proprio guadagno nelrinegoziare i titoli derivati stipulati con loStato italiano;

i soggetti che sono dietro tutte e trequeste operazioni sono gli stessi o sonofortissimamente collegati tra loro: nel pa-norama di quell’autunno del 2011 gli in-

Atti Parlamentari — 23075 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

vestitori-speculatori, che con le loro azioniconcordate e concertate potevano far scen-dere a loro piacimento i prezzi dei titolidel debito sovrano dei Paesi e aumentarei rendimenti, erano anche gli stessi soggetti(banche, fondi di investimento e altro) checontrollavano le agenzie di rating, chegiudicavano la credibilità e il merito dicredito degli emittenti dei titoli che lorostessi scambiavano sui mercati;

e sono sempre gli stessi soggetti in-vestitori (banche, fondi e altro) che sonopassati all’incasso quando gli Stati, gli entipubblici o le imprese con cui avevanosottoscritto contratti derivati, stremati dal-l’aumento degli spread, e quindi dei ren-dimenti dei titoli con il collasso dei relativivalori e il downgrade del loro rating,rischiavano di non essere solvibili;

sono circa 20 grandi banche o fondidi investimento che giocano sui mercatifinanziari internazionali, orientandonel’andamento a loro piacimento e specu-lando, al solo fine di ottenere ingentiguadagni. Il tutto sulla pelle degli ignaricittadini, su cui queste operazioni si ri-percuotono come anello finale della ca-tena;

nel corso dell’audizione in Commis-sione finanze, la dottoressa Cannata haaltresì affermato che oggi non esistono piùall’interno dei contratti derivati clausoleunilaterali, ma « ciò non vuol dire che, susingole posizioni, non ci sia qualche clau-sola di chiusura anticipata, ma si trattasempre di clausole mutual ovvero eserci-tabili da entrambe le parti ». Dal 2011 adoggi, il numero di operazioni con clausoledi questo tipo sarebbe stato ridotto (da 35a 13) e solo in due casi è avvenutol’esercizio da parte della controparte, nelgiugno e nel dicembre 2014; la dottoressaCannata non ha però specificato chi hachiuso i due derivati e quanto è costato; nési conoscono i contenuti dei contratti diderivati dello Stato italiano ancora inessere; chi siano le controparti e per qualiimporti; quando siano stati stipulati e dachi; con quali clausole. Inoltre, non si haevidenza pubblica della relazione seme-

strale che il Ministero dell’economia edelle finanze dovrebbe inviare alla Cortedei conti sulla gestione del debito, previstadal decreto del Ministero del tesoro del 10novembre 1995, che fornisca un resocontodettagliato dell’operatività in derivati,esplicativo delle strategie e degli obiettiviperseguiti, nonché di come vi si sianoinquadrate le singole operazioni realizzate;

nell’attesa che il Governo garantiscasul tema la piena attuazione del principiodi total disclosure, pubblicando in versioneintegrale tutti i contratti derivati in esseredello Stato italiano, al fine di rendere notea tutti tutte le informazioni in merito aglistessi, sono molte le domande che siintendono rivolgere al Ministro interpel-lato) –:

posto che l’ISDA sottoscritto dallaRepubblica deroga alla legge regolatriceinglese a favore di quella Italiana, qualisiano i motivi per cui invece non soloalcuni grandi comuni e province ma anchegrandi regioni italiane che hanno adottatoquesto standard non lo hanno fatto, e se ilMinistero dell’economia e delle finanzeavrebbe potuto suggerire questa impor-tante deroga, visti i problemi che sonoevidentemente emersi (e del tutto preve-dibili);

a quanto ammontassero i maggiorioneri connessi all’operatività con i veicoliche poi sono stati abbandonati post Leh-man e se il Ministero possa fornire undato in « basis point » medi ad operazione;

se intenda confermare che, trattan-dosi sempre di operazioni di copertura delrischio di tasso/cambio, ogni nuova ope-razione era (ed è) riferita sempre ad unpreciso sottostante definito a priori (casoclassico: emissione di un titolo), se possanoessere state fatte operazioni senza definireil sottostante o attribuendolo solo succes-sivamente, e se sia possibile che qualcheoperazione sfruttando la variabilità deitassi sia stata effettuata allo scopo diottenere benefici di cassa nel breve pe-riodo;

in merito alle swaption vendute, seconferma la ragione sottostante a tali

Atti Parlamentari — 23076 — Camera dei Deputati

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operazioni ovvero, in sostanza, il sensibilepeggioramento dell’esposizione creditiziadelle banche verso la Repubblica;

se le banche abbiano « suggerito » o« invitato » il Tesoro affinché riducesse leproprie esposizioni utilizzando proprio le« swaption », e se siano state valutate so-luzioni alternative;

come le swaption modificassero ilprofilo di rischio rispetto al mantenere ivecchi IRS, se il Ministero abbia docu-menti di analisi a supporto delle decisioniprese e delle possibili alternative, e se, nelcaso, intenda fornirli;

se la scelta di attribuire la coperturaalla componente variabile dei CCT eur siastata piuttosto una scelta « ex post » percercare in qualche modo di giustificare lacorrelazione di copertura a questo puntoevidentemente saltata (posto che non c’eraalcuna modifica del sottostante);

quanto siano costate queste ristrut-turazioni e quale sia il procedimento au-torizzativo;

quale sia l’attuale rischio che questeswaption vengano effettivamente esercitatedalle controparti;

quali siano le risorse accantonate afondo rischi per farvi fronte;

se esista un database di monitoraggioquantitativo delle clausole di « early ter-mination », e se il Ministero dell’economiae delle finanze sia in possesso di unacontabilizzazione dei rischi prospettici le-gati a queste clausole;

qualora questi rischi siano corretta-mente monitorati, quando ed in che ter-mini vengono quantificati e trasmessi allaragioneria dello Stato per la loro conta-bilizzazione;

se vengano istituiti o siano stati isti-tuiti opportuni fondi rischi a fronte deipotenziali obblighi/rischi connessi alleclausole ma anche ai contratti in genere;

se sia ipotizzabile che invece talirischi o parte di essi non trovino alcuna« disclosure » al di fuori degli uffici del

tesoro e quindi non siano neppure conta-bilizzati nel bilancio dello Stato (notaintegrativa e budget economico);

a quanto ammontasse il corrispon-dente Fondo rischi per Morgan Stanley,posto che il « termination event » era giàattivabile da parte della banca da anni eper valori di decine di volte superiori allasoglia, e, quindi, se ci sia stato uno sbi-lancio rispetto a quanto accantonato;

qualora non ci fosse alcun fondorischi (magari perché non previsto dallalegge), se esista un sistema di monitoraggioquantitativo ed una informativa non soloqualitativa, ma anche quantitativa per ilBilancio dello Stato ed alla Corte deiConti;

quale sia il rischio statistico di per-dita massima attesa su queste clausole, sesia stato calcolato, e a quanto ammonte-rebbe oggi qualora fosse calcolato al 95percentile (come fanno anche medieaziende);

posto che è stata in più occasionisostenuta la necessità di collateralizza-zione delle operazioni (articolo 33 legge distabilità 2015) per « indubbi benefici » eper avvicinarsi alle prassi internazionali,se è stato valutato l’impatto di questanorma in relazione alle operazioni passate,se sia stimato l’ammontare del rischio dicredito che andrebbe restituito dalle ban-che al Tesoro in quanto già pagato a suotempo come elemento di costo delle ope-razioni, per evitare una sostanziale doppiagaranzia, e se non ritenga che tale normatuteli piuttosto le controparti e i lorodiritti di credito;

poiché l’attuale mark to market(MTM) con le banche e pesantementenegativo per circa 37 miliardi, se nonritenga che questi collaterali fungano piut-tosto da anticipo della liquidazione delleperdite ed una garanzia per le banche dipoter eventualmente esercitare le swaptionfavorevoli;

quale sia la composizione del teamaddetto specificatamente alle attività di« pricing » e quindi di calcolo dei rischi,

Atti Parlamentari — 23077 — Camera dei Deputati

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quali siano le qualifiche di ciascuno diquesti soggetti, chi sia il responsabile delleanalisi quantitative e il suo curriculum;

dato che sono necessarie solidissimebasi di finanza matematica e quantitativa,quale sia il curriculum di queste personee dove si siano in particolare specializzate,se si tratti di esperti con caratura inter-nazionale almeno pari a quelli abitual-mente presenti nelle sale operative dellegrandi banche internazionali controparti,quali siano i nomi, quanti abbiano avutouna esperienza di rilievo come responsa-bili di « desk » operativi delle banche, qualisiano i criteri di selezione ed impiego diquesti maxi esperti, quali e quanti concorsisiano stati fatti finora, quali siano lecompetenze in ambito di stima quantita-tiva e probabilistica dei rischi finanziari,se queste persone abbiano un riconosci-mento internazionale e quali pubblicazionio a quali convegni abitualmente interven-gano;

come venga misurato e stimato ilrischio finanziario prima di procedere anuove sottoscrizioni ed a maggior ragionein sede di rinegoziazione di contratti pre-gressi;

se il Ministro dell’economia e dellefinanze abbia mai chiesto il supporto con-sulenziale di soggetti terzi per la valuta-zione dei rischi finanziari connessi a que-ste operazioni, e, se sì, quali siano i criteridi selezione ed impiego di questi esperti,quali siano i nominativi e curriculum;

se le banche abbiano fatto attività diconsulenza al Tesoro e con quali modalità;

quali siano le dotazioni tecniche re-lative alle attività di pricing dei contrattidell’ufficio preposto, quali software ven-gano utilizzati (nome tecnico e caratteri-stiche), se siano stati prodotti interna-mente o acquistati o forniti da terzi sog-getti, e, se fossero stati forniti da terzi, inbase a quali fattori è stata operata lascelta, quali siano le criticità esaminate inun bando di gara, e se sia possibile averecopia di tali bandi;

posto che la direttiva EMIR, tra lealtre proprio in tema di mitigazione dei

rischi, impone sistemi di pricing alternativie concorrenti da affiancare a quelli giàesistenti, come fanno tutte le banche sel’ufficio preposto presso il Tesoro utilizzisoluzioni alternative ed indipendenti diconfronto per le analisi di prezzo e ri-schio, e se sì, da quanto tempo e comesiano stati selezionati;

se le dotazioni complessivamenteconsiderate siano almeno pari a quelle diuna grande banca internazionale (visti gliimporti ed i rischi in gioco), e, qualora nonfosse così, se sia stato fatto uno studio perstimare cosa è necessario per colmare uneventuale gap, e se il Parlamento sia statoinformato dell’importanza di avere dota-zioni almeno pari a quelle delle contro-parti;

come siano gestiti i rischi operativiall’interno degli uffici del tesoro, e, inparticolare, come siano gestiti i rischi difrodi da parte dei dipendenti, i rischi suerrate valutazioni, i rischi sulla riserva-tezza e sui conflitti di interesse;

se il Ministro interpellato escluda checi sia stata una iniziativa o sorta dipressione di tipo « commerciale » dellebanche nei confronti del Governo per farenuove operazioni, che ha avuto l’iniziativadella sottoscrizione delle swaption, e se lebanche proponessero o propongano nuoveoperazioni; se si, cosa avvenga in questicasi, e se le banche offrissero o analisi eprospetti per valutare la convenienza diqueste operazioni o rimodulazioni;

se siano state fatte operazioni susuggerimento o, rectius, consulenza daparte delle controparti, e in caso positivo,come siano state valutate, da chi e chi neabbia avuto la responsabilità;

poiché le controparti dei derivatierano anche specialisti in titoli di Stato, sesia stata valutata la possibilità che questaduplice veste delle controparti avrebbeattribuito loro una posizione di forza nellacontrattazione delle nuove operazioni;

perché non siano state utilizzate lesemplici opzioni cap che avrebbero assi-curato il tesoro al superamento di soglie

Atti Parlamentari — 23078 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

predeterminate e con un costo certo edammortizzabile, opzioni che sono le uni-che ammesse per gli enti locali.

(2-00906) « Brunetta ».

Interrogazione a risposta in Commissione:

CIPRINI. — Al Ministro dell’economia edelle finanze, al Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali. — Per sapere – premessoche:

il signor Valerio Galmacci, nato aPerugia il 28 febbraio 1961, residente aBettona (Perugia), è legale rappresentantedell’Associazione culturale Perugia ClubFilosofi;

a seguito di un accertamento delladirezione provinciale del lavoro di Perugian. 051002/043 del 21 febbraio 2005 checontestava al signor Galmacci di aver« provveduto ad affidare un incarico dicollaborazione professionale occasionaledi cameriera nonostante il rapporto dilavoro instaurato presenta caratteristichedi continuità e di subordinazione », l’INPSirrogava allo stesso due sanzioni, una peril recupero della tassa sulla salute ed unaper l’« evasione connessa a registrazioni odenunce obbligatorie omesse o non con-formi al vero », ai sensi dell’articolo 116della legge n. 388 del 2000 a cui seguivanole cartelle esattoriali n. 080 20060025563144000 dell’importo di euro1.149,20 e n. 080 2005 01268030 62 000dell’importo di euro 40.778,96 della exSorit (oggi Equitalia Centro spa), attual-mente contenute nell’intimazione di paga-mento n. 080 2013 9004627289000 en. 080 2013 9004627188000 della Equita-lia Centro spa per l’asserita mancata re-golarizzazione del suddetto rapporto lavo-rativo in qualità di cameriera intercorsocon la signora G. Z.;

il signor Galmacci, dopo aver propo-sto ricorso avverso la cartella esattorialen. 080 2005 01268030 62 che veniva re-spinto perché presentato oltre i termini

previsti, chiedeva una rateizzazione deldebito corrispondendo la somma di euro15.998,39 a Equitalia;

nel frattempo il signor Galmacci haricevuto ragione dal tribunale di Perugia,sezione lavoro, nella causa civile n. 297/2005, che con sentenza n. 327 del 2013 –definitiva il 6 novembre 2013 – ha esclusol’esistenza del rapporto di subordinazionetra la signora G. Z. e l’Associazione Cul-turale Club Filosofi e sulla cui presuntaesistenza l’INPS e poi Equitalia hannoemesso le suddette cartelle di pagamento;

in data 19 settembre 2013, a seguitodi un colloquio con il dottor AntonioCrisanti della Equitalia Centro di Perugia,il Galmacci chiedeva la sospensione deiruoli e in data 21 marzo 2014 chiedeva losgravio delle cartelle poiché emesse sullabase della presunta sussistenza di un rap-porto di lavoro poi dichiarato dal tribu-nale inesistente;

tuttavia la società Equitalia respin-geva la richiesta poiché le cartelle « sonodivenute definitive » e « la sentenza non fastato tra le parti e non è opponibile aquesto Istituto rimasto estraneo al giudi-zio »;

ad oggi il signor Valerio Galmacci,nonostante il tribunale abbia riconosciutola insussistenza del presunto rapporto dilavoro tra l’Associazione e la signora G. Z.sulla cui esistenza Equitalia fonda il sud-detto credito, risulta debitore nei confrontidi Equitalia della somma di euro 42.000,00circa e reclama inutilmente la restituzionedei quasi 16.000,00 euro già versati;

la vicenda ha avuto una forte ecosulla stampa locale: il signor Galmacci sitrova a dover pagare notevoli somme didenaro per contributi INPS nonostante ilgiudice del tribunale abbia sentenziato lainesistenza di un rapporto di lavoro e vivela vicenda come « una spada di Damocleche non gli permette di fare progetti »(Corriere dell’Umbria del 3 giugno 2014);

l’articolo 2-quater, comma 1, del de-creto-legge n. 564 del 1994, convertito, conmodificazioni, nella legge n. 656 del 1994

Atti Parlamentari — 23079 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

ha riconosciuto il potere-dovere degli uf-fici finanziari di porre in essere provve-dimenti di annullamento di ufficio o direvoca, « anche in pendenza di giudizio oin caso di non impugnabilità, degli attiillegittimi o infondati »;

inoltre ai sensi del comma 1-bis delsuddetto decreto-legge, « Nel potere di an-nullamento o di revoca di cui al comma 1deve intendersi compreso anche il poteredi disporre la sospensione degli effettidell’atto che appaia illegittimo o infon-dato »;

infine, nel caso in cui il debitoreabbia già provveduto al pagamento, èprevisto il rimborso dell’indebito versa-mento, ai sensi dell’articolo 26 del decretolegislativo n. 112 del 1999;

pertanto, il contribuente che ritienel’addebito infondato, può presentare le suecontestazioni all’ufficio titolare del credito.L’ufficio, se riscontra l’illegittimità o in-fondatezza dell’atto, è tenuto ad annul-larlo in base alle norme sull’autotutela edeffettuare lo sgravio, togliendo efficaciaalla cartella;

è evidente, a parere dell’interrogante,che le pretese creditorie portate dallecartelle di pagamento Equitalia fruttodelle sanzioni INPS siano oltre che ingiu-ste anche infondate poiché si fondanosulla presunta esistenza di un presuntorapporto di lavoro del quale il tribunale diPerugia ha accertato invece l’inesistenza;

ad avviso dell’interrogante, un prov-vedimento di autotutela da parte dell’am-ministrazione competente ristabilirebbeanche un principio di equità e un lealerapporto di collaborazione tra contri-buente e amministrazione –:

se i Ministri, ciascuno per quanto dicompetenza, siano a conoscenza della si-tuazione esposta;

se il Governo ritenga condivisibile e/ocorretto l’operato dell’INPS e della societàEquitalia di non procedere agli sgravirichiesti dal signor Valerio Galmacci equali determinazioni intenda adottare al

riguardo anche promuovendo l’annulla-mento in autotutela o la revoca dellecartelle emesse dall’INPS e/o dalla societàEquitalia poiché adottate sulla base di fattiriconosciuti insussistenti o infondati pereffetto della pronuncia dell’autorità giudi-ziaria;

se il Governo non intenda assumereulteriori iniziative, anche di tipo norma-tivo, volte a prevedere il diritto agli sgraviin situazioni analoghe a quella esposta.

(5-05100)

* * *

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

CIPRINI. — Al Ministro delle infrastrut-ture e dei trasporti, al Ministro dell’econo-mia e delle finanze. — Per sapere – pre-messo che:

Rete ferroviaria italiana del gruppoFerrovie dello Stato riveste il ruolo digestore dell’infrastruttura ferroviaria na-zionale con il compito – tra gli altri – disviluppare la tecnologia dei sistemi e deimateriali, assicurare la piena fruibilità edil costante mantenimento in efficienzadelle linee e delle infrastrutture ferrovia-rie, destinare gli investimenti al potenzia-mento, all’ammodernamento tecnologico eallo sviluppo delle linee e degli impiantiferroviari;

RFI, svolgendo attività mirate a svi-luppare l’infrastruttura ferroviaria nazio-nale, ha una rete ferroviaria che si estendesu tutto il territorio nazionale, occupandocirca 27.000 dipendenti in tutta Italia. Ciòha comportato per l’azienda uno sviluppoorganizzativo fortemente caratterizzato dauna copertura capillare del territorio;

le unità produttive dislocate sul ter-ritorio sono 16 e assumono il nome dicompartimenti;

Atti Parlamentari — 23080 — Camera dei Deputati

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ciascun compartimento ha la facoltàdi operare assunzioni di personale;

accade che molti dipendenti, assuntida un compartimento (che comprendeanche il territorio di più regioni) con sedein una determinata regione, permanganonel territorio ove ha sede il comparti-mento con la speranza e l’aspettativa dipoter fare ritorno nella regione di resi-denza facendo successivamente domandadi trasferimento in altro compartimento;

l’articolo 45, comma 7, del contrattocollettivo nazionale della mobilità dell’at-tività ferroviaria prevede che: « È facoltàdel lavoratore fare domanda di trasferi-mento. Nel caso di più domande di tra-sferimento per la medesima località avan-zate dai lavoratori, le aziende, a parità dicaratteristiche professionali richieste ter-ranno conto nell’ordine: a) della maggioreanzianità maturata nella figura professio-nale rivestita; b) della maggiore anzianitàdi servizio complessiva in azienda; c) dellamaggiore età anagrafica; d) del numero deifigli minori a carico. A livello aziendalesaranno definiti i criteri per valutare leanzianità di cui alla precedente lettera a)nel caso di cambio di figura professio-nale »;

ogni compartimento sarebbe tenuto apubblicare la graduatoria dei dipendentiche chiedono il trasferimento dando contodell’applicazione dei criteri previsti e del-l’ordine della graduatoria;

ciascun compartimento RFI può pro-cedere all’assunzione di nuovo personale emancherebbe una verifica preliminaredella presenza di eventuali dipendenti chehanno fatto richiesta di trasferimentonella zona di pertinenza del Comparti-mento che procede alla nuova assun-zioni –:

quali iniziative intenda assumere ilMinistro al fine di verificare la correttezza,la trasparenza e la pubblicazione in localiidonei delle graduatorie dei dipendentiRFI che richiedono il trasferimento da uncompartimento all’altro;

se il Ministro sia a conoscenza delnumero dei dipendenti di RFI che richie-dono il trasferimento da un comparti-mento all’altro;

se il Ministro interrogato ritenga op-portuno assumere iniziative volte a favo-rire la mobilità dei dipendenti che pre-sentano domanda di trasferimento tracompartimenti RFI. (5-05106)

Interrogazione a risposta scritta:

COSTANTINO, RICCIATTI, DURANTI,MELILLA, KRONBICHLER, SANNICAN-DRO e SCOTTO. — Al Ministro delle in-frastrutture e dei trasporti. — Per sapere –premesso che:

in data 2 febbraio 2015 la SocietàFerrovie dello Stato spa le cui azionisono controllate dallo Stato attraverso ilMinistero dell’economia e delle finanze,convocando le sigle sindacali interessate,ha ufficializzato che, a partire dal 13giugno 2015, all’avvio del nuovo orarioprogrammato, verranno soppressi 4 Inter-city giorno e l’Intercity notte che colleganola Sicilia al resto del continente;

la soppressione dei treni a lungapercorrenza comporterà anche la cancel-lazione della continuità territoriale garan-tita dalla presenza di ferryboat che ope-rano tra la città di Messina e quella diReggio di Calabria, che consentivano aipasseggeri dei treni a lunga percorrenza diattraversare lo stretto di Messina senzatrasbordi presso il porto di Messina etrasferimento su nuovo treno presso lastazione di Villa San Giovanni;

già negli ultimi anni Rete ferroviariaitaliana, che gestiva le navi traghetto diBluvia come risorsa garante della conti-nuità territoriale, aveva rinunciato ad am-modernare e velocizzare le manovre dicarico e scarico del materiale rotabile sullenavi traghetto, salvo per, l’acquisizionedella nave « Messina », avvenuta nell’apriledel 2013, destinata al trasporto di convogliferroviari sullo Stretto costata 49,5 milionidi euro, spesa avvenuta solo due anni fa e

Atti Parlamentari — 23081 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

che oggi risulta incomprensibile alla lucedella cancellazione del trasporto treni viamare tra Calabria e Sicilia;

le viaggiatrici e i viaggiatori dovrannoaffrontare un cambio complesso e faticososcendendo dal treno presso la stazioneferroviaria di Messina, proseguire il viag-gio via Metromare verso Villa San Gio-vanni, sbarcare e da lì prendere i treni perproseguire il viaggio. Tutto ciò è ancorapiù complicato per disabili, anziani edeventuali accompagnatori;

a questo si aggiunga che le scelte deigoverni nazionali e locali hanno portato ledue regioni dirimpettaie ad uscire dal« Corridoio 1 » europeo, vista l’assenzaistituzionale ai tavoli di discussione euro-pea sulla mobilità tenutisi nel 2014;

che nel 2011 era già stato soppressoil servizio « Auto al seguito » dalla Calabriae dalla Sicilia, depotenziando così un tra-sporto meno impattante a Livello ambien-tale e sfavorendo il rientro di molti citta-dini emigrati da quelle regioni, nonostantele ben note difficoltà per il trasporto suauto rispetto all’autostrada Salerno-ReggioCalabria, ancora non completata;

la Sicilia aveva già subito un taglio aiconvogli: in Sicilia si è passati nel tempoda 14 a 5 treni, di cui solo uno proseguivada Roma a Milano con una conseguenteperdita del 60 per cento dei posti dilavoro, i quali con quest’ultima decisionesubiranno ulteriori tagli;

sulla situazione estremamente pena-lizzante per il trasporto in cui versa iltratto ferroviario ionico della Calabria l’in-terrogante ha già depositato l’interroga-zione parlamentare a risposta scritta4–06997;

la strategia di risparmio effettuata dauna società controllata dallo Stato nonpuò abbattersi sul diritto alla mobilitàdelle cittadini e dei cittadini italiani, so-prattutto sul sud Italia, già ampiamentepenalizzato in numerosi servizi essenziali,perché la continuità territoriale è un ser-

vizio essenziale e per questo non puòsottostare a logiche di mercato che hannogià ampiamente penalizzato –:

come intenda il Ministro interrogato,in concorso con società Ferrovie delloStato spa e Rete ferroviaria italiana, ga-rantire il diritto alla mobilità sancito nel-l’articolo 16 della Costituzione italiana edall’articolo II-105 della Carta dei dirittidell’Unione europea, garantire la conti-nuità territoriale e se intenda potenziare iltrasposto eco-sostenibile a discapito diquello su gomma, favorendo il ripristinodel servizio « auto a seguito ». (4-08517)

* * *

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

BATTAGLIA e BURTONE. — Al Mini-stro dell’interno. — Per sapere – premessoche:

nel corso delle ultime settimane si èregistrata nei pressi del quartiere residen-ziale di Pisticci Scalo in provincia diMatera la presenza costante di nomadi;

da tempo poiché presso tale centro visono alcune isole non urbanizzate di pro-prietà del consorzio di sviluppo industrialenumerosi nuclei di nomadi italiani e stra-nieri ne fanno spesso area di sosta;

come è facile immaginare non essen-dovi servizi igienici così come altro tipo diservizio l’area diventa ricettacolo di rifiutidi ogni natura;

pochi giorni fa il parco giochi perbambini a pochi metri di distanza dal-l’area in gestione ha subito una serie didanneggiamenti e non è purtroppo laprima volta che accade; si tratta di attivandalici, così come in altre circostanze,come denunciato già a suo tempo al pre-fetto di Matera dottor Pizzi, si sono regi-strati danni al patrimonio pubblico (fon-tana, panchine e altro);

Atti Parlamentari — 23082 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

la comunità locale per quanto asso-lutamente ospitale esprime, in considera-zione del ripetersi di tali fenomeni, unaevidente preoccupazione che chiama incausa la responsabilità delle istituzionipubbliche –:

se il Governo, al fine di rassicurare icittadini, intenda verificare attraverso laprefettura di Matera quanto sta accadendo,rafforzando il presidio del territorio daparte delle forze dell’ordine. (4-08520)

CARIELLO e DE LORENZIS. — AlMinistro dell’interno. — Per sapere – pre-messo che:

sia nell’area della città metropolitanadi Bari che nel comune di Bitonto mol-teplici sono stati, e ancora oggi sono, i fatticriminosi, a fronte dei quali, i cittadini disuddette zone geografiche, rimangono vit-time quotidianamente. Nel sentire comunesi diffonde un senso di profonda insicu-rezza e di totale assenza di tutela allasicurezza da parte dello Stato, garante aisensi dell’articolo 22 della Costituzioneitaliana;

da fonti di cronaca del periodo dafine novembre 2014 ad oggi si evidenziaquanto segue:

in data 27 novembre 2014 rima-neva vittima in una rapina il titolare diun’autofficina che da malviventi venivaderubato di un auto in riparazione pressola sua struttura e investito, riportandotripla frattura alla gamba sinistra;

in data 29 novembre 2014 venivanofermati predoni nelle campagne del co-mune di Bitonto in possesso di 150 chi-logrammi di olive e 2 quintali di legna;

in data 4 dicembre 2014 la Guardiacampestre riusciva, a seguito di un inse-guimento con spari, a recuperare un’autorubata e 5 quintali di olive;

in data 6 dicembre 2014 venivaarrestato in flagranza di reato per furtoaggravato in un appartamento GiulianoPazienza, pregiudicato;

in data 7 dicembre 2014 due rapi-natori a volto coperto rapinavano titolaredi un bar sito in piazza Cavour, per unarefurtiva del valore di 1.000 euro, feren-dolo, provocando all’uomo lesioni guaribiliin 7 giorni con ricovero ospedaliero;

in data 2 dicembre 2014 atti divandalismo provocavano, nella notte, l’in-cendio doloso di due auto;

in data 9 dicembre 2014 venivaprelevata cassaforte, dopo aver sfondatoparete del distributore di benzina CAMERsito sulla strada provinciale n. 218 (Poli-gonale di Bitonto);

sempre in data 9 dicembre 2014veniva aggredito in strada e derubato ti-tolare di una tabaccheria dell’incasso delgiorno per un valore di 500 euro;

in data 11 e 15 dicembre 2014agenti dei vigili rurali arrestavano indivi-dui con carico di olive di refurtiva;

in data 17 dicembre 2014 un’auto,condotta da Gaetano Cozzella, di età di 26anni di Bitonto, non si fermava alla inti-mazione di ALT dei carabinieri; le forzedell’ordine veniva minacciate e contro diloro veniva puntato un fucile a cannemozze; le forze dell’ordine a loro voltarispondevano aprendo il fuoco e recupe-rando così l’auto, Audi A3, che risultatarubata a Matera;

in data 30 dicembre 2014 venivanosottratti, per terza volta in un mese, cavidi rame dalla linea ferroviaria della trattaTerlizzi-Bitonto delle Ferrovie dello zonanord dell’area barese;

in data 30 dicembre 2014 venivaaggredito il sindaco di Bisceglie con unpugno all’orecchio, che causava una le-sione grave al timpano, da un cittadinoche in preda alla disperazione chiedeva unposto di lavoro e denaro;

in data 4 gennaio 2015 si verificavail terzo episodio, a pochi giorni di distanzal’uno dall’altro, di ordigni esplosivi pressotabaccherie con finalità di rapina;

Atti Parlamentari — 23083 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

in data 5 gennaio 2015 venivanoarrestati dai carabinieri di Paolo del Colle,in provincia di Bari, padre e figlio mag-giorenne già noti alle forze dell’ordine, conl’accusa di concorso in tentato furto ag-gravato. Gli uomini, colti in flagranza direato, caricavano la propria auto con in-fissi in acciaio sottratti ad un’aziendadismessa ubicata lungo la strada statalen. 96;

in data 7 gennaio 2015 numerosicommercianti della città di Bitonto veni-vano truffati da due individui, che agivanoin connivenza e complicità, acquistandomerce con denaro falso;

in data 7 gennaio 2015 veniva com-piuto un furto in un esercizio commercialeal dettaglio di Bitonto, denominato « Gla-mour » sito in via Matteotti;

sempre in data 8 gennaio 2015venivano arrestati dai carabinieri dellacompagnia di Molfetta e della stazione diBitonto due pregiudicati di rispettivamente50 e 43 anni e un incensurato di 27 chetentavano di rubare cavi elettrici e tubi inrame di un’azienda in disuso;

in data 16 gennaio 2015 venivanoarrestati da una pattuglia di carabinieritre giovanissimi dopo un inseguimentosulla strada statale n. 31, per aver chiestodenaro in cambio di un’auto, tipo FiatPunto, appena rubata nelle campagne delRuvo;

in data 17 gennaio 2015, in Ruti-gliano, veniva sventato un colpo controuno sportello bancomat con ordigni esplo-sivi, fumogeni e chiodi da gettare in stradaper ostacolare l’arrivo delle forze dell’or-dine;

in data 18 gennaio 2015 venivaarrestato « baby » rapinatore dopo un folleinseguimento, per le strade dell’hinterlandbarese dove il mezzo dei carabinieri venivapiù volte speronato;

in data 19 gennaio veniva sventatodai carabinieri un tentativo di rapinapresso la stazione di servizio Esso sullastrada provinciale 231;

in data 23 gennaio 2015 avvenival’ennesimo rogo di auto nella città diBitonto durante la notte, modalità adot-tata dalle associazioni malavitose crimi-nali, al fine di creare disordine e agireindisturbatamente nel compimento dipiani e azioni criminose;

in 26 gennaio 2015 veniva arrestatodai carabinieri un ragazzo di 23 anni diBitonto in flagranza di reato per spacciodi sostanze stupefacenti: dalla conseguenteperquisizione venivano rinvenute, nelle suetasche, 5 dosi di marijuana, 10 di cocainae 310 euro in contanti;

sempre in data 26 gennaio 2015venivano arrestati cinque cittadini geor-giani, con precedenti penali, dalla poliziadi San Pasquale di Bari. La banda, avevaeffettuato un foro in una parete adiacentead un bar tabacchi per furto/rapina;

in data 27 gennaio 2015 venivatratto in arresto il titolare, di 43 anni econ precedenti penali, di un’autofficinaabusiva dove erano state rinvenute auto epezzi di ricambio rubati;

sempre in data 27 gennaio la po-lizia di Stato aveva dato esecuzione adun’ordinanza di custodia cautelare delgiudice per le indagini preliminari (GIP)del tribunale di Bari, nei confronti di settepersone (4 agli arresti in penitenziario e 3agli arresti domiciliari), per furto aggra-vato, ricettazione ed estorsione. La bandaera dedita al furto di veicoli e mezziagricoli estorcendo denaro con la tecnicadel « cavallo di ritorno »;

in data 28 gennaio 2015 i carabi-nieri della tenenza di Terlizzi intercetta-vano furgone rubato con refurtiva per unvalore di 122.000,00 euro, sottratti ad unasala ricevimenti di Cassano Murge;

sempre in data 28 gennaio 2015 inuna sparatoria a Castellaneta Marina ve-niva catturato latitante barese;

in data 29 gennaio 2015 il nucleo,mobile dei carabinieri di Bari recuperavala refurtiva di un furto avvenuto in un bar

Atti Parlamentari — 23084 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

per un importo di 2.600,00 euro arre-stando i tre responsabili della condotta inparola;

in data 30 gennaio venivano sotto-posti a sequestro n. 15 immobili, sul lun-gomare di Bari, adibiti a case di appun-tamento e indagate n. 15 persone;

in data 31 gennaio 2015 si regi-stravano furti e rapine in diversi esercizicommerciali, tra i quali tabaccherie esupermercati;

in data 4 febbraio 2015 rimanevaucciso in una sparatoria un pregiudicatodi 35 anni;

sempre in data 4 febbraio 2015un’altra sparatoria, per regolamento diconti, interessava piazza Robustina di Bi-tonto, senza nessun ferito;

in data 6 febbraio 2015 venivasventato un ulteriore furto di rame a cuiconseguivano sei arresti;

in data 6 febbraio 2015 si conclu-deva un’operazione della guardia di fi-nanza, con sequestro tre quintali dihashish nascosti tra un carico di banane.Ne conseguiva l’arresto di due cittadinispagnoli;

in data 7 febbraio 2015 la poliziaprocedeva in Bari a 4 arresti;

in data 10 febbraio 2015 si con-cludeva inchiesta della direzione distret-tuale antimafia (DDA), avviata conseguen-temente all’uccisione di Mario Rizzo aRutigliano, freddato con diversi colpi diarma da fuoco alla testa, con l’arresto di13 persone coinvolte in una guerra traclan malavitose per il controllo di estor-sioni e traffico di droga –:

se, alla luce di quanto enucleato, ilMinistro interrogato intenda, seppur nel-l’ambito della riorganizzazione e raziona-lizzazione dei Corpi di polizia e dei Corpiarmati, garantire un maggior presidio delleforze dell’ordine nelle zone del Mezzo-giorno maggiormente interessate da feno-meni di criminalità organizzata e quindiadottare provvedimenti al fine di poten-

ziare, nella città di Bari e in tutto il territo-rio pugliese, l’organico delle medesime inmodo da poter fronteggiare e contrastareefficacemente fenomeni criminali garan-tendo alla cittadinanza e alla popolazione laconcreta attuazione del diritto alla sicu-rezza, riconosciuto dalla Carta Costituzio-nale italiana, all’articolo 22, ed eliminare,altresì, gli ostacoli e disincentivi, che lecondotte criminose di specie comportanoalle attività commerciali e imprenditorialidella zona. (4-08523)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CIPRINI, CHIMIENTI e GALLINELLA.— Al Ministro dell’istruzione, dell’universitàe della ricerca. — Per sapere – premessoche:

in seguito al recente aggiornamentotriennale delle graduatorie ad esaurimentodella scuola dell’infanzia e della primariasi è verificato il fenomeno del trasferi-mento e dell’inserimento nelle graduatorieprovinciali di alcune regioni – in partico-lare delle regioni del centro nord e nellospecifico della provincia di Perugia – dinumerosi docenti provenienti da gradua-torie di altre regioni con l’effetto deva-stante per i docenti già presenti da nu-merosi anni nelle graduatorie verso lequali sono confluiti i nuovi inserimenti, disubire un forte « scivolamento » verso ilbasso della graduatoria;

addirittura secondo i dati dei sinda-cati della scuola – Cgil, Cisl, Uil, Snals eGilda di Perugia – nella graduatoria del-l’infanzia della provincia di Perugia cisono stati ben 116 nuovi insegnanti inseritinella suddetta graduatoria pari al 24 percento della consistenza e di questi 43nuovi docenti occupano la posizione dalla1a alla 43a; anche nella graduatoria dellascuola primaria della provincia di Perugia

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

ci sono stati 74 nuovi inserimenti prove-nienti da altre province di cui 15 occupanole posizioni dalla 1a alla 15a;

lo scivolamento dei docenti presentigià da tempo nelle graduatorie producel’effetto di escludere i suddetti docentidall’assunzione in ruolo e anche dall’as-segnazione della supplenza annuale;

la regione dell’Umbria ha assuntoalcuni provvedimenti come il controllocapillare e non a campione sui titoli, ipunteggi e le idoneità dei riservisti pre-sentate dai neo assunti e dagli incaricatiannuali;

occorre tuttavia un intervento delGoverno che possa tutelare il personaleprecario della scuola presente da piùtempo nelle graduatorie provinciali (inparticolare nelle graduatorie della provin-cia di Perugia ove il fenomeno si è ma-nifestato in maniera forte) e che si vedonolesi nella propria aspettativa di assunzioneal ruolo e all’attribuzione dell’incarico an-nuale –:

se il Ministro sia a conoscenza diquanto esposto;

quali provvedimenti intenda assu-mere il Ministro per tutelare quei decenti– anche ai fini di una stabilizzazionefacendo riferimento alle graduatorie adesaurimento precedenti ai nuovi inseri-menti – che da più tempo si trovano epermangono nella graduatoria ad esauri-mento della stessa provincia;

se il Governo intenda assumere ini-ziative normative volte a salvaguardare gliinsegnanti da più tempo inseriti nellegraduatorie ad esaurimento della stessaprovincia anche consentendo a quegli in-segnanti che non hanno avuto assegna-zione di incarichi di cattedre a seguitodello « scivolamento », di integrare il pun-teggio individuale ovvero con l’acquisi-zione di un « bonus » (punteggio aggiun-tivo) per chi ha garantito nel tempo lacontinuità didattica permanendo nelle gra-duatorie ad esaurimento della stessa pro-vincia per almeno due trienni. (5-05103)

D’UVA, SIMONE VALENTE, VACCA,MARZANA, BRESCIA, LUIGI GALLO,CHIMIENTI e DI BENEDETTO. — Al Mi-nistro dell’istruzione, dell’università e dellaricerca. — Per sapere – premesso che:

la lettura coordinata degli articoli 3 e34 della Costituzione mostra come la Re-pubblica italiana abbia il dovere di rimuo-vere tutti gli ostacoli di ordine economicoe sociale che, limitando l’uguaglianza deicittadini, non favoriscono le condizioni perl’accesso all’istruzione superiore e, in par-ticolare, non consente ai capaci e ai me-ritevoli, anche se privi di mezzi, di rag-giungere i gradi più alti degli studi;

per il raggiungimento di tali fini lastessa Repubblica, nel proprio impiantonormativo, prevede l’introduzione di stru-menti e servizi i quali, attraverso la loropiena, efficace ed uniforme attuazione,assicurano su tutto il territorio nazionalela più ampia partecipazione agli studiuniversitari dei cittadini italiani;

il decreto legislativo 29 marzo 2012,n. 68, concernente la « Revisione dellanormativa di principio in materia di di-ritto allo studio e valorizzazione dei collegiuniversitari legalmente riconosciuti, in at-tuazione della delega prevista dall’articolo5, comma 1, lettere a), secondo periodo, ed), della legge 30 dicembre 2010, n. 240, esecondo i principi e i criteri direttivistabiliti al comma 3, lettera f), e al comma6 », ha cercato di introdurre nell’ordina-mento italiano strumenti utili a garantirel’applicazione dei citati principi costituzio-nali;

le disposizioni contenute nel decretocostituiscono, in particolare, l’attuazionedel titolo V della parte II della Costitu-zione, in quanto individuano gli strumentie i servizi necessari per assicurare a tuttii cittadini il diritto allo studio, nonché irelativi livelli essenziali delle prestazioni(LEP), da garantire uniformemente sututto il territorio nazionale, secondo re-quisiti di eleggibilità per l’accesso a taliprestazioni;

l’articolo 9, del decreto legislativo 29marzo 2012, n. 68, prevede che « ai fini

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

della graduazione dell’importo dei contri-buti dovuti per la frequenza ai corsi dilivello universitario, le università statali ele istituzioni di alta formazione artistica,musicale e coreutica, denominate Istitu-zioni, valutano la condizione economicadegli iscritti secondo le modalità previstedall’articolo 8, comma 3, e possono tenereconto dei differenziali di costo di forma-zione riconducibili alle diverse aree disci-plina »;

l’articolo 8, comma 3, dello stessodecreto, dispone che le condizioni econo-miche dello studente iscritto o che intendaiscriversi a corsi di istruzione superiore sututto il territorio nazionale, vengano indi-viduate sulla base dell’indicatore della si-tuazione economica equivalente, di cui aldecreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109,e successive modificazioni;

ciò che più rileva, ad avviso degliinterroganti, risulta tuttavia il secondoperiodo dello stesso comma 3, il qualeprevede che nella calibrazione della quotache lo studente dovrà versare quale tassauniversitaria per l’accesso al corso distudi, si tenga in debito conto « la situa-zione economica del territorio in cui hasede l’università o l’istituzione di alta for-mazione artistica, musicale e coreutica »;

ai sensi dell’articolo 3, comma 1, deldecreto legislativo 29 marzo 2012, n. 68,sono previste modalità integrative di sele-zione quali l’Indicatore della situazioneeconomica all’estero e l’Indicatore dellasituazione patrimoniale equivalente, calco-lando la in base alle fascia di redditolegata al sistema ISEE/ISEEU la rata deiconguagli;

a tal fine si ritiene necessario richia-mare il « Rapporto sullo stato dell’univer-sità e della ricerca in Italia », presentato il18 marzo 2014, l’Agenzia nazionale divalutazione del sistema universitario edella ricerca (ANVUR), il quale ha eviden-ziato un quadro generale assolutamenteallarmante sullo stato del nostro sistemauniversitario nazionale e, più in generale,della nostra offerta formativa;

l’Agenzia nazionale di valutazione delsistema universitario e della ricerca hariportato i dati provenienti dalla distribu-zione geografica delle immatricolazioni,facendo così emergere ulteriori preoccu-pazioni sulla reale efficienza del nostrosistema universitario;

dal « Rapporto sullo stato dell’univer-sità e della ricerca in Italia » è possibileverificare come le immatricolazioni risul-tino in calo del 10 per cento nelle regionidel Nord Italia, del 25 per cento nelleregioni del Centro e, infine, del 30 percento nel Mezzogiorno;

da tali percentuali si sono evidenziatenuove condizioni socio-economiche chehanno costretto, in questi anni, i giovanidiplomati delle regioni dell’Italia meridio-nale a non considerare il conseguimentodel titolo di studio universitario qualeconcreta possibilità per il proprio futuroprofessionale, aumentando inevitabilmenteil divario del sistema formativo nel terri-torio della Repubblica, in antitesi con iprincipi costituzionali sopra richiamati;

secondo la stessa Agenzia nazionaledi valutazione del sistema universitario edella ricerca, le ultime riforme, tra le qualilo stesso decreto legislativo 29 marzo 2012avrebbero si attenuato, ma non risolto, legravi criticità del sistema universitarionazionale, afflitto da un abbandono deicorsi molto elevato, con una percentuale diiscritti che non conclude il proprio corsodi laurea triennale pari al 40 per centoanche a causa di un sistema di contributiassolutamente inefficiente, che costringegli atenei a far gravare i costi di fun-zionamento sugli studenti e sulle lorofamiglie;

attualmente il sistema di attribuzionedei punti organico non prevede alcunefficace meccanismo che tenga conto dellesingole condizioni del territorio in cui sitrova l’Ateneo di riferimento, penaliz-zando, di fatto, gli atenei che operano interritori svantaggiati e aumentando la for-bice, nonostante quanto stabilito dall’arti-colo 8, comma 3, del decreto legislativo 29marzo 2012, n. 68, costringendo le uni-

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

versità ad aumenti assolutamente spropor-zionati delle quote di contribuzione deglistudenti;

si ricordi, infatti, che secondo quantodisposto dal decreto ministeriale del 18dicembre 2014, n. 907, solo per gli ateneicon un indicatore di spese di personaleinferiore all’80 per cento è attribuito uncontingente assunzionale base pari al 20per cento delle cessazioni dell’anno 2013 e,allo stesso tempo, è attribuito un contin-gente assunzionale aggiuntivo, fino a con-correnza del 50 per cento massimo alivello di sistema, facendo ricadere suglistudenti i costi del funzionamento dell’in-tero sistema;

si consideri, inoltre, che l’attuale si-stema premiale italiano, il quale prevede ilfinanziamento degli Atenei virtuosi attra-verso l’utilizzo di una quota proporzionaledel Fondo di finanziamento ordinario, hacostretto, ad ogni aumento della misurapremiale, una contestuale riduzione delfinanziamento ordinario di quelle univer-sità che presentano oggi difficoltà di bi-lancio;

tale meccanismo, aumenta, inevitabil-mente, la differenza tra gli atenei meri-dionali e centro-settentrionali, con un in-nalzamento delle quote dei contributi uni-versitari in misura non più sostenibile;

tra i tanti casi di aumenti dei con-tributi universitari che stanno interes-sando gli atenei dell’Italia meridionale, siapprende come l’università degli studi diMessina, che ha in questi giorni reso notele quote della prima rata del conguaglio daversare, così come pubblicate nel portaled’Ateneo « Esse3 », abbia riportato au-menti che arrivano a toccare il 300 percento se rapportati agli stessi contributirichiesti per l’anno accademico 2013/2014;

si ricordi, infine, che a oggi nessunreale strumento di controllo risulta atti-vato a garanzia dell’osservanza delle di-sposizioni riguardanti la normativa diprincipio in materia di diritto allo studio,nonostante lo stesso decreto legislativo 29marzo 2012, n. 68, prevedesse, a norma

dell’articolo 20, comma 1, l’istituzionepresso la direzione generale per l’univer-sità, lo studente e il diritto allo studiouniversitario, l’Osservatorio nazionale peril diritto allo studio universitario –:

se sia a conoscenza dei fatti esposti inpremessa;

nelle more dell’attuazione dell’Osser-vatorio nazionale per il diritto allo studio,quale sia lo stato di attuazione delladisciplina di cui all’articolo 8, comma 3,del decreto legislativo 29 marzo 2012,n. 68, il quale assicura in sede di commi-surazione dei contributi universitari, purnel rispetto dell’autonomia universitaria,un’attenta valutazione della situazioneeconomica del territorio in cui ha sedel’ateneo, nel pieno rispetto dei principicostituzionali dettati dagli articoli 3 e 34;

se intenda attivare quanto primal’Osservatorio nazionale per il diritto allostudio universitario, in conformità aquanto disposto dall’articolo 20, comma 1,del citato decreto legislativo. (5-05113)

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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:

ZACCAGNINI, RICCIATTI, NICCHI,SANNICANDRO, MELILLA, AIRAUDO ePLACIDO. — Al Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali, al Ministro dell’economia edelle finanze. — Per sapere – premesso che:

Italia Lavoro è una società per azioni,totalmente partecipata dal Ministero del-l’economia e delle finanze. Opera, perlegge, come ente strumentale del Ministerodel lavoro e delle politiche sociali per lapromozione e la gestione di azioni nelcampo delle politiche del lavoro, dell’oc-cupazione e dell’inclusione sociale; l’og-getto sociale dell’azienda, è « la promo-zione e la gestione di azioni nel campodelle politiche del lavoro, dell’occupazionee dell’inclusione sociale »;

Atti Parlamentari — 23088 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

in data 12 marzo 2015, il quotidianoIl Fatto quotidiano con un articolo a firmadi Salvatore Cannavò dal titolo « I 900co.co.pro. In bilico del Ministero del la-voro » descriveva come: « Sono circa 900 ilavoratori a termine o con contratti aprogetto che rischiano il posto. La cosabuffa è che sono dipendenti del Ministerodel lavoro e dell’economia o, meglio, dellasocietà per azioni, Italia Lavoro da lorointeramente partecipata e diretta. I lorocontratti scadranno il 31 marzo [...] I 900lavoratori – generalmente dottorati, concompetenze certificate e curricula impec-cabili – sono per due terzi dei co.co.pro eper un terzo contrattualizzati a termine.Solo che il loro capo indiretto, il ministroGiuliano Poletti, ha appena varato undecreto attuativo del Jobs Act, che stabi-lisce proprio la soppressione dei co.co.pro.La situazione di Italia Lavoro era giàemersa lo scorso anno quando stava peravvicinarsi la scadenza dei contratti al 31dicembre 2014. Scadenza dettata dallaparticolare situazione finanziaria in cuiversa la società. I progetti attivati, infatti,devono realizzare occasioni favorevoli allacreazione di posti di lavoro, in particolareper soggetti e aree svantaggiate, e perse-guono “gli obiettivi prioritari indicati dalFondo sociale europeo”, i fondi strutturalimessi a disposizione dall’Unione europeaper sostenere l’occupazione negli Statimembri. I fondi Fse vengono attuati me-diante i Programmi operativi nazionali(Pon) di cui è titolare il ministero. Soloche i programmi sono scaduti e gli ufficidi Poletti hanno voluto prendere tempo, inossequio alle nuove norme europee, primadi presentare i nuovi progetti. Sull’ondadella mobilitazione dei lavoratori, però,qualcosa si è mosso e due grandi progettisono stati attivati. Però non basterannoper tutti e il timore diffuso è che anche trai contrattualizzati a tempo indeterminato,circa 400 persone, possano prodursi degliesuberi [...] Quello che si è venuto a crearesembra un imbuto da cui dovranno pas-sare per forza solo alcune figure mentrealtre saranno espulse. Con il rischio dellacontrapposizione tra lavoratori “garantiti”e non. Ma c’è, soprattutto, un ginepraio di

contraddizioni inestricabile. Ci sono infatticentinaia di figure professionali che daanni, anche da dieci, lavorano per crearelavoro e ora rischiano di andare a casa.Queste stesse figure, inoltre, vivono me-diante contratti a progetto che, però, do-vranno essere eliminati. Alla scadenza delloro contratto, nel caso dovessero essereriassunti, con quale strumento lo saranno?Difficile prevederlo. Il tutto si inserisce nelquadro della nuova riorganizzazione dellepolitiche per il lavoro. Il Governo punta acostituire un’Agenzia nazionale dell’occu-pazione dove dovrebbero confluire societàcome Italia Lavoro o Isfol. Ma tutti ilavoratori sono convinti che questa rior-ganizzazione produrrà degli esuberi »;

nel comunicato, a firma di diverserealtà sindacali, dal titolo « Chi tutelaItalia Lavoro? » è precisato come il Go-verno non abbia offerto garanzie, in as-senza di un piano organico, si dovrebberosuperare i centri per l’impiego, strutturareun’Agenzia nazionale che, però, per fun-zionare deve avere radici territoriali eregionali. Strutture che, nelle intenzionidel Jobs Act, dovranno presidiare anchel’erogazione dei nuovi ammortizzatori so-ciali, Naspi, Asdi e DisColl. Si tratta diprogetti che, a oggi, non sono ancoraprecisati e coordinati –:

se i Ministri interrogati siano a co-noscenza dei fatti esposti e quali azioniintendano intraprendere;

se in vista della scadenza dei con-tratti dei dipendenti di « Italia Lavoro »,prevista per il 31 marzo 2015; i Ministrinon reputino opportuno tutelare i lavora-tori stessi, visto il paradosso, così comedescritto in premessa, con il quale chi crealavoro rischia di perdere il lavoro, met-tendo in campo politiche utili a regolariz-zare questa classe di lavoratori e dare aglistessi maggiori garanzie sindacali ed oc-cupazionali;

se non reputino opportuno salvaguar-dare tutti i progetti in essere anche al finedi eliminare il rischio di bloccare i fondieuropei, già stanziati, destinati a finan-ziare i progetti che fanno capo ad Italia

Atti Parlamentari — 23089 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

Lavoro, elaborando altresì un piano orga-nico, attualmente assente e comunque nonin grado di garantire sia l’occupazione cheil futuro dei centri per l’impiego;

se i Ministri interrogati non repu-tino opportuno dare una risposta, perquanto di competenza, alle istanze deilavoratori di « Italia Lavoro » che speci-ficano come in Italia gli operatori per iservizi per l’impiego sono molti di menorispetto ai colleghi europei e questo nonpermette di garantire i servizi di base aisoggetti disoccupati o in cerca di occu-pazione. (3-01382)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CIPRINI. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali, al Ministro delleinfrastrutture e dei trasporti. — Per sapere– premesso che:

la legge 12 giugno 1990, n. 146, di-sciplina l’esercizio del diritto di scioperonei servizi pubblici essenziali e la salva-guardia dei diritti della persona costitu-zionalmente tutelati nonché l’istituzionedella Commissione di garanzia dell’attua-zione della legge;

il 23 luglio 2014 l’organizzazione sin-dacale ADL associazione difesa lavoratricie lavoratori Varese – sindacato di base, inpersona del segretario provinciale dellaADL Varese, con lettera avente ad oggetto:« denuncia di atto intimidatorio e richiestadi chiarimenti e accertamenti » indirizzataalla direzione polizia Malpensa, a Sea spa,Sea Handling spa, alla prefettura e que-stura di Varese, ha denunciato presunticomportamenti della società SEA in con-trasto con il regolare esercizio del dirittodi sciopero e delle disposizioni in materiaemanate dalla Commissione di garanziaposti in essere dai responsabili della me-desima società durante lo sciopero di 24ore del 20 luglio 2014 nell’aeroporto diMilano Malpensa;

l’organizzazione sindacale con la sud-detta lettera ha evidenziato che durante losciopero del 20 luglio 2014 alle ore 17,30

circa « tre lavoratori autisti bus (tra cui unnostro associato) sono stati convocatipresso gli arrivi A dalla responsabile diturno [...] e, in tale occasione tre agenti dipolizia di Malpensa chiedevano l’identifi-cazione con relativa richiesta di docu-menti, chiedendo insistentemente spiega-zioni sul perché gli stessi non eseguisseroil lavoro loro assegnato essendo regolar-mente in turno e dipendenti di SEA »;

la ADL ha contestato tale condotta daparte dei responsabili di SEA e degli agentiin servizio precisando che i lavoratoridurante lo sciopero non si erano rifiutatidi svolgere la loro attività lavorativa per ivoli programmati da Enac, ma si eranosoltanto dichiarati indisponibili a servirevoli che fossero non garantiti, essendo isuddetti dipendenti « lavoratori comandatiin servizio »;

non è la prima volta che la asso-ciazione sindacale ADL denuncia pre-sunte condotte antisindacali e in viola-zione della legge sull’esercizio del dirittodi sciopero da parte di SEA e anche lainterrogazione a risposta scritta dell’in-terrogante (n. 4-04573 del 18 aprile 2014)è rimasta priva di riscontro –:

se, nell’ambito delle rispettive com-petenze, i Ministri interrogati abbianointenzione di verificare i fatti esposti coni modi e i mezzi che riterranno piùopportuni;

quali iniziative intendano assumereal fine di garantire il rispetto della leggesullo sciopero e una corretta gestione dellerelazioni sindacali ed evitare il ripetersi ditali comportamenti lesivi dei diritti deilavoratori che esercitano il diritto di scio-pero garantito dalla Costituzione.

(5-05099)

CIPRINI e GALLINELLA. — Al Ministrodel lavoro e delle politiche sociali. — Persapere – premesso che:

l’azienda Grifo Latte appartenente algruppo Grifo Agroalimentare – societàagricola cooperativa con sede in Ponte San

Atti Parlamentari — 23090 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

Giovanni (Perugia) – produce e commer-cializza prodotti lattiero-caseari dal lattealimentare (fresco di alta qualità e UHT)alle materie grasse (burro, panna, mascar-pone);

l’intero gruppo Grifo occupa circa150 dipendenti e conta numerosi stabili-menti nel territorio umbro;

dalla stampa on line (www.perugia-today.it del 5 agosto 2014) si apprende chel’azienda Grifo Latte del tutto inaspetta-tamente ha comunicato la decisione diesternalizzare la gestione del magazzino diPerugia (che occupa 15 lavoratori) chie-dendo ai dipendenti di mettersi in mobilitàper poi passare ad un’altra cooperativanon meglio specificata;

i sindacati hanno criticato duramentela decisione assunta dall’azienda e « noncontrattabile » di apertura della proceduradi mobilità e di esternalizzazione del ser-vizio di magazzino in quanto « inaccetta-bile nel merito e nel metodo », annun-ciando lo stato di agitazione dei lavoratori;

la decisione assunta dall’azienda ap-pare discutibile poiché non offrirebbe aidipendenti la garanzia della continuità delrapporto di lavoro e del mantenimento deidiritti di cui attualmente godono, conside-rato che gli stessi si troverebbero a svol-gere le medesime mansioni ma verosimil-mente a condizioni contrattuali e per unaimpresa diversa –:

se non ritenga di assumere ogni ini-ziativa di competenza al fine di favorireun serio confronto nonché una correttagestione delle relazioni industriali e sin-dacali tra la direzione aziendale di GrifoLatte e le organizzazioni sindacali chescongiuri la prospettata apertura dellamobilità, individuando soluzioni condiviseper evitare il processo di esternalizzazionee attivando gli strumenti previsti dallanormativa vigente volti al mantenimentodella garanzia della continuità lavorativa edella tutela dei diritti dei lavoratori;

quali iniziative, anche di tipo norma-tivo, intenda intraprendere a tutela deidipendenti e delle corrette relazioni sin-

dacali per disciplinare e sanzionare l’usoimproprio di esternalizzazioni. (5-05101)

CIPRINI e GALLINELLA. — Al Ministrodel lavoro e delle politiche sociali, al Mi-nistro dello sviluppo economico. — Persapere – premesso che:

la Antonio Merloni Spa si trova inamministrazione straordinaria e ai lavo-ratori (oltre 2.300) delle sedi di Fabrianoe Nocera Umbra nel maggio del 2014 èstata concessa la cassa integrazione inderoga a seguito dell’accordo dell’aprile2014 presso il Ministero dello sviluppoeconomico;

tuttavia – come si apprende dal co-mitato dei lavoratori della ex Merloni –nonostante l’accordo, i lavoratori della A.Merloni da diversi mesi non hanno ancorapercepito il trattamento di cassa integra-zione e versano in una condizione di fortedifficoltà economica;

è necessario che il Governo inter-venga e sblocchi al più presto l’erogazionedel trattamento di cassa integrazione afavore dei lavoratori che sono privi diqualsiasi forma di sostegno economico –:

se sia vero quanto esposto e qualiurgenti iniziative i Ministri, ciascuno per leproprie competenze, intendano adottareper sbloccare l’erogazione del trattamentodi cassa integrazione a favore dei lavora-tori della A. Merloni;

quali misure a tutela dei lavoratoriintendano adottare in vista della immi-nente scadenza del trattamento di cassaintegrazione prevista per il 12 ottobre2014. (5-05102)

CIPRINI e GALLINELLA. — Al Ministrodel lavoro e delle politiche sociali. — Persapere – premesso che:

in Italia lavora solo il 16 per cento(circa 300.000 individui) delle persone condisabilità fra i 15 e i 74 anni, contro il 49,9per cento del totale della popolazione.Solo l’11 per cento, poi, delle persone con

Atti Parlamentari — 23091 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

limitazioni funzionali che lavorano ha tro-vato occupazione attraverso un centropubblico per l’impiego. E ancora, le per-sone con limitazioni funzionali che sonoinattive rappresentano una quota quasidoppia rispetto a quella osservata nell’in-tera popolazione (l’81,2 per cento contro il45,4 per cento), mentre la percentuale dichi non è mai entrato nel mercato dellavoro e che non cerca di entrarvi (250.000persone, per la quasi totalità donne) èmolto più elevata tra chi ha limitazionifunzionali gravi (il 18,5 per cento) control’8,8 per cento di chi ha limitazioni fun-zionali lievi;

la signora R.C., nata il 4 settembre1958 a Baunei (OG), residente a Perugia, èaffetta da una malattia rara (morbo diWilson) consistente nella mutazione di ungene che porta all’accumulo sistemico dirame nell’organismo, con particolare rile-vanza nel cervello e nel fegato. E unamalattia progressiva che colpisce una per-sona ogni 30.000;

in Italia il morbo di Wilson è rico-nosciuto malattia rara nel regolamento dicui al decreto del Ministro della sanitàn. 279 del 2001;

la signora C., pur percependo una(contenuta) pensione di invalidità, si trovain serie difficoltà economiche e nell’agostodel 2013 ha fatto domanda per accederealle agevolazioni previste dalla legge n. 68del 1999 al fine di trovare un lavoro e,ottenuto il riconoscimento di una invali-dità del 75 per cento da parte dellacommissione medica, è iscritta negli elen-chi del centro per l’impiego di Perugiadall’ottobre del 2013;

la legge 12 marzo 1999, n. 68, riguar-dante « Norme per il diritto al lavoro deidisabili » ha come finalità la promozionedell’inserimento e dell’integrazione lavora-tiva delle persone disabili nel mondo dellavoro attraverso servizi di sostegno e dicollocamento mirato. Il comma 1 dell’ar-ticolo 3 di tale legge, stabilisce che i datoridi lavoro pubblici e privati sono tenuti adavere alle loro dipendenze lavoratori ap-partenenti alle categorie protette con

quote di riserva proporzionali al numerototale dei dipendenti dell’azienda. Le am-ministrazioni provinciali, attraverso i cen-tri per l’impiego, svolgono un ruolo fon-damentale nell’attività di orientamento, tu-toraggio e ricerca occupazionale dedicatespecificatamente alle persone disabili;

la legge prevede che in un’aziendache abbia tra i 15 e 35 dipendenti ci siaun disabile, due fino a 50 dipendenti e perle aziende più grandi sia riservato a loroil 7 per cento dei posti disponibili;

il punto critico che emerge lungo ilpercorso di integrazione lavorativa ri-guarda dunque le opportunità di inseri-mento in termini di disponibilità di quotadi riserva, cioè di posti riservati per leggeai disabili, nonché di compatibilità con lemansioni segnalate dalle imprese;

a fronte di tale quadro normativo, idati resi disponibili dalla seconda rela-zione al Parlamento sullo stato di attua-zione della legge n. 68 del 1999, predispo-sta dal Ministero del lavoro e delle poli-tiche sociali con la collaborazione del-l’ISFOL, evidenziano che i disabili iscrittiagli elenchi provinciali risultavano esserenel 2003 oltre 475.000 (rapporto ISFOL « Iservizi di inserimento lavorativo per idisabili nell’ambito dei sistemi di welfarelocale » relativo all’anno di programma-zione 2000-2006);

nel 2011 sono stati oltre 22.023 idisabili avviati al lavoro in Italia. Gliiscritti alle liste speciali del lavoro risul-terebbero poco più di 644 mila, di cuiquasi 65.800 nuovi iscritti (ISFOL, rela-zione sullo stato di attuazione delle normeper il collocamento obbligatorio e miratodelle persone disabili relativo al biennio2010-2011);

rimane forte il divario tra il numerodelle assunzioni obbligatorie previste perlegge e il numero dei disabili iscritti nelleliste;

nella realtà le quote di scopertura,delle imprese potrebbero coprire buonaparte dell’offerta lavorativa ma ciò nonaccade;

Atti Parlamentari — 23092 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

inoltre, i dati, relativi a sole 72 pro-vince rispondenti, evidenziano che laquota di riserva totale era nel 2003 di149.648 unità, con una netta preponde-ranza dei posti disponibili rinvenibile nellafascia dimensionale delle imprese con ol-tre 50 dipendenti. A fronte di questo datole stesse imprese denunciavano una sco-pertura di 84.462 posti di lavoro corri-spondente, pur tenendo conto della di-versa distribuzione delle risposte, a circa il56 per cento del totale della quota diriserva;

è verosimile che oggi tali dati, con lacrisi economica che morde l’Italia, sianopeggiorati;

la legge n. 68 del 1999, ha lo scopodi promuovere l’inserimento e l’integra-zione lavorativa delle persone disabili nelmondo del lavoro ma appare – in tali casi– frustrata e recentemente – con sentenzan. C-312/11 del 4 luglio 2013 – la Corte digiustizia dell’Unione europea – ha con-dannato l’Italia per essere venuta meno alsuo obbligo di recepire correttamente ecompletamente la direttiva n. 2000/78/CE,stabilendo che lo Stato « non ha adottatotutte le misure necessarie per garantire unadeguato inserimento professionale dei di-sabili nel mondo del lavoro e la invita aporre rimedio a questa situazione al piùpresto »;

la signora C. e tutte le persone inabiliiscritte nelle liste dei centri per l’impiegohanno diritto, in conformità a quantoprevisto dalla Costituzione e dalla leggen. 68 del 1999, all’inserimento lavorativo eall’avviamento professionale che permettaloro la garanzia di una vita dignitosa;

il lavoro per le persone disabili nonè solo fonte di reddito, ma è anche prin-cipalmente momento d’inserimento so-ciale;

già con interrogazione a rispostascritta (n. 4-01495) l’interrogante avevasollecitato l’iniziativa governativa in mate-ria senza alcun riscontro –:

se il Ministro sia a conoscenza dellasituazione descritta e dei dati aggiornati

del numero dei disabili iscritti nelle listespeciali e del numero dei disabili avviati allavoro in base alla legge n. 68 del 1999;

se il Ministro interrogato non ritengaopportuno intervenire per predisporre ul-teriori iniziative volte a favorire un inse-rimento reale dei lavoratori disabili nelmondo del lavoro, anche valutando l’op-portunità di modificare favorevolmente lanormativa riguardante i centri per l’im-piego. (5-05105)

CIPRINI e GALLINELLA. — Al Ministrodel lavoro e delle politiche sociali, al Mi-nistro dello sviluppo economico. — Persapere – premesso che:

l’azienda Liomatic s.p.a. con sede aPerugia opera nel settore della distribu-zione automatica di bevande e alimenti eha conquistato una posizione leader nelCentro e Sud Italia;

come si apprende dagli organi distampa, la proprietà ha varato un piano diriorganizzazione che prevede tagli al per-sonale;

L’azienda ha comunicato alle orga-nizzazioni sindacali l’apertura della pro-cedura di mobilità per 151 addetti su uncomplessivo di 609 dipendenti distribuitiin 6 regioni; in particolar sono previstioltre 60 esuberi nelle unità operative diPerugia, Terni e San Giustino;

nonostante un incontro tra l’aziendae i sindacati, la direzione aziendale haconfermato il piano dei licenziamenti; talescelta è stata criticata dalla delegazionesindacale ad avviso della quale i licenzia-menti non sono giustificabili sia in fatto diconti sia per la mancanza di un pianoindustriale che se redatto potrebbe salvarel’occupazione e ridurre gli sprechi e settoriin difficoltà;

la situazione sarebbe particolarmentegrave, poiché per l’impresa non sarebbepossibile associare ammortizzatori socialida poter utilizzare per gestire gli esuberiin quanto l’azienda non è beneficiaria di

Atti Parlamentari — 23093 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

trattamento di cassa integrazione straor-dinaria a seguito di un inquadramentoInps particolare;

a tutt’oggi rimane forte la preoccu-pazione tra i dipendenti delle unità ope-rative situate a Perugia e in Umbria inmerito al proprio futuro occupazionale eper la mancanza di tutele adeguate –:

se il governo intenda attivare un ta-volo di confronto — coinvolgendo le istitu-zioni locali e regionali — al fine di indivi-duare la soluzione più adeguata che portiad un ripensamento delle scelte aziendali,anche facendosi promotore di un nuovopiano industriale che abbia come obiettivoprioritario la salvaguardia dei livelli occu-pazionali e il rilancio dell’attività econo-mica del gruppo Liomatic. (5-05107)

* * *

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARIE FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

ZACCAGNINI, RICCIATTI, NICCHI,SANNICANDRO e MELILLA. — Al Mini-stro delle politiche agricole alimentari eforestali, al Ministro della salute. — Persapere – premesso che:

in data 28 febbraio 2015, rispon-dendo ad un’iniziativa pensata proprio perExpo e promossa dalle Fondazioni Catella,Trussardi e da Confagricoltura, 5000 vo-lontari, tra cui moltissimi bambini hannopartecipato alla semina, volta alla realiz-zazione dell’enorme campo di grano nelquartiere di Porta Nuova, in piazza GaeAulenti a Milano;

in merito all’iniziativa il settimanaleL’Espresso con un articolo a firma diFrancesca Sironi dal titolo Expo, la de-nuncia: « Usati semi nocivi ai bimbi »L’azienda: « Innocui, solo sacchi prestam-pati », descriveva come: « Cinquemila vo-lontari sono andati a seminare un campo

per l’esposizione milanese. Ma una donnaha scoperto che sul sacco delle sementic’era l’avvertenza di non usarle a maninude, come fatto da centinaia di bimbi. Ilproduttore risponde: erano naturali, sol-tanto portati in confezioni con la diciturasbagliata (...) Le tre foto pubblicate dallamamma con la dizione dei semi. Si trat-terebbe infatti di semi conciati, industriali,rivestiti di farmaci per renderli resistenti.« Anche gli operai specializzati maneg-giano questo tipo di sementi utilizzando iguanti », spiega Mario Salvi, responsabiletecnico di Confagricoltura, fra le promo-trici del progetto, ma per quanto riguardaun frutteto che verrà piantumato in fu-turo: « Dare in mano questi semi a deibambini, a mani nude, è assolutamentepoco responsabile, almeno ». Eppure sem-bra esattamente quello che è successo:centinaia di bambini a mani tese davantial sacco aperto, per diventare contadiniper un giorno. Possibile ? I commenti adAlessandra sono decine, sempre più preoc-cupati. La notizia inizia a girare in Rete.« Abbiamo contattato i referenti del pro-getto e la ditta che ha fornito i semi »,risponde allora su Twitter a un attivistaNo-Expo, Abo, il comune di Milano: « Pro-duttori Sementi Bologna ha dichiarato cheper la Festa della semina sono stati usatisolo semi non trattati in quanto tali,assolutamente adatti a essere maneggiatida chiunque, anche dai bambini, senzaalcun pericolo ». « Tutti i sacchi del-l’azienda PSB sono prestampati », continuail comune: « e, da direttiva ESA, conten-gono le indicazioni di sicurezza. Per lasemina tutti i sacchi PSB presenti eranonuovi. Sono stati riempiti esclusivamentecol seme non trattato ». La ProduttoriSementi Bologna ha scritto anche aL’Espresso. « Ci teniamo a rassicurare lacittadinanza milanese intervenuta sull’as-soluta sicurezza dei semi utilizzati », spie-gano in un commento: « Come già comu-nicato, per l’evento abbiamo utilizzatosemi non trattati e quindi perfettamenteadatti a essere maneggiati da chiunque amani nude, senza correre alcun rischioper la propria salute. I sacchi, riportanti leindicazioni conformi alle direttive sulla

Atti Parlamentari — 23094 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

possibile nocività delle sementi, eranonuovi e mai utilizzati per il trasporto o lostoccaggio. La loro presenza sul luogodell’evento era finalizzata al solo scopopromozionale per dare visibilità al-l’azienda ». « Una volta di più ci teniamo arassicurare », continua la nota: « tutte lefamiglie che hanno partecipato a questoimportante evento cittadino sul fatto chein nessun caso la loro salute e quella deiloro cari è stata messa a repentaglio » –:

se i Ministri interrogati siano a co-noscenza dei fatti esposti in premessa equali iniziative per quanto di competenza,intendano intraprendere;

se non reputino opportuno, anchevista la natura dell’iniziativa volta a pro-muovere un evento come Expo, basato sulcibo e la sua genuinità, effettuare deicontrolli sulle sementi utilizzate nell’am-bito dell’iniziativa al fine di dipanare ognidubbio circa la nocività dei semi utilizzati,se realmente non nocivi rispetto a ciò cheinvece era riportato in etichetta;

se non intenda assumere ogni inizia-tiva di competenza per dare piena attua-zione alle disposizioni introdotte dal Re-golamento (CE) 1169/2011, sull’etichettadegli alimenti e delle sementi che obbligaad una corretta informazione. (5-05114)

* * *

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:

DI VITA, GRILLO, MANTERO, DAL-L’OSSO, CECCONI, SILVIA GIORDANO eLOREFICE. — Al Ministro della salute. —Per sapere – premesso che:

con la locuzione « disfunzione del-l’ATM » viene genericamente indicata unapatologia a carico dell’articolazione tem-poro-mandibolare determinata dalla per-dita dei naturali rapporti anatomici esi-stenti tra i capi articolari, quello dellamandibola (condilo), quello dell’osso tem-

porale (fossa glenoide) e il menisco arti-colare tra loro interposto allo scopo direndere congrue le superfici articolari;

tale si caratterizza per una serie didisturbi clinici quali: cefalea, mal dischiena, vertigini, nausea, acufeni, rumoriarticolari (click), limitazione dei movi-menti mandibolari, algie facciali, cervical-gia, riduzione dell’udito, dolori irradiatiall’orecchio, agli zigomi, fischi o ronziiall’udito, capogiri, torcicollo, bruxismo, pa-restesia alle spalle, agli arti superiori, allemani, fastidio o dolore alla deglutizione,blocco articolare acuto o cronico (limita-zione di apertura, fino al blocco in aper-tura e chiusura della bocca), sindromisimil-trigeminali (dolori trafittivi o ascossa elettrica in zona cranio-facciale),malocclusione, asimmetria di crescita cra-nio-facciale, respirazione orale, traumi di-retti o indiretti cranio-cervico-mandibo-lari, vizi di postura, patologie ortopedichee/o fisiatriche, con coinvolgimento dellapostura cranio-cervicale, ansie e stress,attacchi di panico, aperture esagerate dellabocca, parafunzioni (digrignare o serrare identi, masticare gomme, mordicchiare un-ghie e/o oggetti), lassità legamentosa (iper-mobilità articolare, frequente nelle donne),parestesie agli arti inferiori, disturbi dellafonazione, eccetera; condizioni, queste,che possono presentarsi singolarmente,oppure variamente sovrapposte;

le forme di dolore cronico possonoarrivare a determinare una compromis-sione delle interazioni di lavoro o sociali,con conseguente riduzione della qualità divita generale della persona;

il campo delle disfunzioni dell’artico-lazione temporo-mandibolare è salito allaribalta proprio perché sono in aumento ipazienti che lamentano tale tipo di di-sturbi. Studi epidemiologici rivelano infattiche le disfunzioni temporo-mandibolaricolpiscono almeno il 70 per cento dellapopolazione, in maggioranza le donne conun rapporto di 1 a 4, evidenziando idisturbi maggiormente tra i 15-45 anni;tuttavia, già dal 2000 uno studio condottodall’università di Perugia ne documentavala gravità e l’incidenza sulla popolazione;

Atti Parlamentari — 23095 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

in letteratura, tuttavia, sono diverse econtroverse le definizioni riconducibili aisuddetti disturbi: disfunzione temporoman-dibolare (DTM), sindrome dolorosa miofa-sciale mandibolare, disturbo delle articola-zioni temporomandibolari, o anche disor-dine cranio-cervico-mandibolare (DCCM);

negli ultimi anni sono altresì molti-plicati gli studi riguardanti le possibilicorrelazioni tra malocclusioni dentali, al-terazioni del rachide cervicale e alcuneforme di cefalee facciali. Nonostante glisforzi della ricerca, tuttavia, il campo delledisfunzioni temporo mandibolari presentaancor oggi molte zone d’ombra;

anche se l’articolazione temporo-mandibolare risulta essere una delle strut-ture del corpo umano più importanti, perle peculiarità che presenta e per la suacomplessa anatomia, è soltanto recente-mente, infatti, che alcuni studiosi hannomesso in evidenza le relazioni che leganoquesta articolazione con il sistema musco-lare e i meccanismi neurologici di con-trollo. Infatti, diversi specialisti, tra cuiodontoiatri, ortopedici, ortodontisti, otori-nolaringoiatri, fisiatri, neurologi si sonoritrovati a studiare, dal loro punto di vista,i complessi rapporti esistenti tra l’appa-rato stomatognatico e il resto dell’organi-smo, facendo ricorso esclusivo alle proprieconoscenze mediche pregresse, preso attodella mancanza di protocolli terapeutici oindicazioni univoche da parte delle istitu-zioni e/o della medicina ufficiale;

in Italia i professionisti implicati e,dunque, consultati nel controllo e nellacura dell’apparato masticatorio sono pre-valentemente gli odontoiatri, più di re-cente, gli gnatologi; in presenza dei sin-tomi acuti sopra descritti, il loro approccio« terapeutico » (se così può essere definito,atteso che non esiste una terapia che curiquesta « condizione umana ») prevede es-senzialmente l’utilizzo di farmaci antin-fiammatori e miorilassanti per alcunigiorni, cui si accompagna la valutazionedell’utilizzo di un dispositivo mobile dainterporre tra le arcate dentali tipo bite-

plane, allo scopo di ripristinare l’equilibrioocclusale e, conseguentemente, di tutto ilcorpo;

è opportuno evidenziare, però, chequelli dell’articolazione temporo-mandibo-lare si caratterizzano come i classici di-sturbi di confine poiché generalmente essinon si presentano con una sintomatologiaevidente: ciò che si verifica pressoché nellamaggioranza dei casi, infatti, è che i pa-zienti che accusano uno o più sintomi sirivolgono per una valutazione, appunto,del sintomo e dei più sintomi accusati, adun numero variabile di specialisti quali,solo per citarne alcuni, i dentisti, gli odon-toiatri, gli gnatologi, gli otorinolaringoiatri,i neurologi, gli ortopedici-fisiatri o lostesso medico generico, con il risultatopressoché ordinario, dato il quadro sinto-matologico spesso di difficile interpreta-zione diagnostica, di analisi molto costosedall’interpretazione opinabile e/o di pre-scrizioni di lunghi, inutili o, peggio ancora,errati e potenzialmente dannosi, tratta-menti sintomatici, anche a base di psico-farmaci; ciò al netto di una descritta vastasintomatologia che rende altamente com-plessa, e non senza ripercussioni per lasalute del paziente, l’attività di diagnosi daparte del medico specialista che, nellaquasi totalità dei casi, non riconduce lastessa sintomatologia ad una disfunzionedell’articolazione temporo-mandibolare, senon in ultima istanza;

è evidente che le disfunzioni temporomandibolari versano ancora nell’incertezzapiù totale dal punto di vista medico e ciòemerge chiaramente nella recente lettera-tura scientifica: l’Announcement of NewScience Information Statement on TMDS,approvato nel marzo del 2010 dall’Ameri-can Association for Dental Research(AADR), dal titolo « Management of Patientswith TMDs: A New « Standard of Care »,evidenzia sostanzialmente che ancora nonsono state trovate terapie efficaci; la Euro-pean Academy of Craniomandibular Disor-ders con le sue « Recommendations for exa-minations, diagnosis, management of pa-tients with temporomandibular disorders adorofacial pain by the general dental practi-

Atti Parlamentari — 23096 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

tioner », in particolare nel paragrafo rela-tivo alle terapie praticabili, afferma che nonè possibile trovare una terapia basata sul-l’eziologia poiché questa non è ancora benconosciuta; viene altresì evidenziato che so-lamente pochissimi studi hanno approfon-dito i risultati terapeutici dovuti a una solaterapia occlusale. In entrambi gli studi ci-tati, in conclusione, si afferma che non visono certezze al riguardo, ma, soprattutto,che non si possiedono basi scientifiche certee che le terapie risultano efficaci o menovariabilmente a seconda del paziente;

nelle raccomandazioni del Ministerodella salute in odontostomatologia del2014, alla pagina 155, si legge: « Nono-stante i fattori eziologici dei vari disordinitemporomandibolari non siano ancoracompletamente chiariti, non vi sono cor-renti evidenze che malocclusioni, perditadi denti, interferenze occlusali causino inmaniera diretta disordini temporomandi-bolari ». Vi si legge subito dopo circa leterapie praticabili: « dispositivi intraorali(placche occlusali: non esiste un disegno diplacca che si sia dimostrato chiaramentesuperiore ad altri; è sempre consigliabileuna costruzione individuale accompagnatada istruzioni personalizzate e seguita daattento monitoraggio) ». A pagina 216 , poi,con riferimento alle « problematiche ver-ticali » viene solo timidamente asserito che« Ancora discusso è il ruolo del deep bitenella patogenesi dei disordini cranio-man-dibolari »;

anche le linee guida emanate dalMinistero della salute in materia (qua-derno della salute n. 7 Gen-Feb 2011)presentano confusione nei dati in questocampo. Alla pagina 81, infatti, a giudiziodegli interroganti in contraddizione conquanto apoditticamente prescritto nellepagine precedenti, si legge: « Nei pazienticon disordini posturali, in base ai datiforniti dalla letteratura, non è possibilel’attuazione di terapia odontoiatriche voltealla correzione degli stessi. Allo stato at-tuale mancano ancora prove scientifichecerte e, quindi, le relative evidenze chedimostrino la natura delle relazioni traocclusione, disfunzioni temporo-mandibo-

lari e postura. È comunque il caso disegnalare che, nell’evidenza clinica, vi sonoriscontri di pazienti con sintomatologieriferibili a disordini posturali che hannoconfermato il miglioramento della sinto-matologia successivamente al riequilibrioocclusale. La spiegazione di tali eventi ètuttora nel campo delle ipotesi e nessundato scientifico ne è a supporto »;

è una circostanza paradossale che,nonostante l’altissima incidenza di questa« condizione » nella popolazione e i fortis-simi disagi che essa provoca, l’assistenzaodontoiatrica pubblica nell’ambito di talepatologia risulti del tutto carente; ciò puòritenersi in parte frutto dell’applicazionedel decreto del Presidente del Consiglio deiministri del 29 novembre 2001, il qualestabilisce che le cure odontoiatriche pub-bliche siano rivolte soltanto ad alcunecategorie di persone, mentre per tutte lerestanti non resta altra soluzione cherivolgersi ai liberi professionisti privati;

con particolare riferimento, poi, allalocuzione del disordine cranio-cervico-mandibolare (DCCM), spesso distinta-mente utilizzata nella letteratura scienti-fica, si constata che ancora oggi essa nonrisulta presente nell’elenco delle patologiecroniche riconosciute dal Ministero dellasalute; tale circostanza alimenta ancor piùil dubbio che le istituzioni non abbianoancora provveduto a classificare netta-mente la « condizione » come una patolo-gia propriamente detta;

dal 2002, con l’introduzione dei Lea(livelli essenziali di assistenza) le cureodontoiatriche sono a carico della regione,che ha l’obbligo di garantire la preven-zione (per la fascia d’età 0-14) e di assi-stere i malati gravi. Nessun tipo di assi-stenza, servizio o professionalità è peròprevista per i pazienti affetti da disordinecranio-cervico-mandibolare, nonostantesul sistema sanitario regionale siano in-tervenuti prima il Ministero della salute epoi una Commissione parlamentare d’in-chiesta (presieduta dall’attuale sindaco diRoma, Ignazio Marino) che hanno stabilitocome invece la sanità pubblica deve (odovrebbe) garantire l’accesso alle cure;

Atti Parlamentari — 23097 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

la comunità scientifica sembra dun-que non essere ancora giunta a creare unprotocollo terapeutico definitivo per ilcontrasto specifico del disordine cranio-cervico-mandibolare, pertanto non esiste-rebbe ancora una vera e propria cura, cosìcome la gnatologia non ha approfonditodel tutto i nessi causali tra la disfunzionee l’ampio spettro di sintomi che causa –:

se intenda illustrare quale sia lo statodell’arte nei riconoscimenti scientifici uf-ficiali per patologie complesse come lasindrome algico disfunzionale e, più ingenerale, per la disfunzione cranio cervicomandibolare, quali siano le relative cure eterapie fornite dal servizio sanitario na-zionale e quale sia lo stato attuale dellaricerca;

se esista una definizione ufficiale didisordine cranio-cervico-mandibolare, seessa sia classificata come « patologiaumana » e, in tal caso, come venga effet-tuata la diagnosi e perché risulti ancoradunque così difficile per dentisti e gnato-logi procedere ad una diagnosi certa non-ché, soprattutto, documentata di tale pa-tologia, e perché non esistano atti ufficialidel Ministero che ne forniscono una de-finizione univoca;

se esista una distinzione chiara tradisordine cranio-cervico-mandibolare, di-sturbi dell’articolazione temporo-mandi-bolare, sindrome algico-disfunzionale,tutte definizioni, queste, che sembranoriferirsi alla stessa patologia ma che rive-lano le grandi controversie in materiaesistenti tuttora in questo campo;

se sia mai stata condotta una speci-fica sperimentazione scientifica;

se esistano, e quali siano, le terapieufficialmente riconosciute che hanno por-tato a risultati sicuri, quindi sperimentati;

se non si ritenga di dover avviare unaricerca mirata in questo campo vista laquasi totale mancanza nella letteraturascientifica, anche internazionale, dellastessa definizione di disordine cranio-cer-vico-mandibolare, di cure e terapie, dalmomento che « disordini dell’articolazione

temporo-mandibolare » si dimostra essereuna definizione troppo generica, conside-rato che non si è certi della correlazionetra sintomi e patologia;

se la problematica sia almeno oggettodi ricerca degli Istituti di ricerca e cura acarattere scientifico o, in caso contrario, seintenda includerla urgentemente visto chela percentuale della popolazione colpita daquesti disturbi ammonta a circa il 70-80per cento della popolazione di cui il 35 percento sintomatici, spesso invalidanti;

se sia a conoscenza del fatto chespesso le persone affette da disordinecranio-cervico-mandibolare, non riu-scendo a reperire uno specialista che dia-gnostichi chiaramente tale patologia e, nonpotendo, nei casi più gravi, svolgere gli attiquotidiani della vita, si ritrovano oltretuttonell’impossibilità di richiedere il ricono-scimento dell’invalidità civile, e cosa in-tenda fare al riguardo;

se sia stata condotta una ricognizionedei pazienti che in Italia soffrono di questidisturbi e che risultano tuttora senza cura,a fronte del fatto che nei casi di disordinecranio-cervico-mandibolare il servizio sa-nitario nazionale non fornisce alcuna as-sistenza odontoiatrica, non risultando essanemmeno compresa nei Lea, e se nonritenga opportuno avviarla al più presto,considerato il fatto che le prime cure cuigli italiani rinunciano in periodi di crisisono proprio quelle dentistiche, perché piùcostose;

se sia a conoscenza del fatto chemolti pazienti, come accennato in pre-messa, spesso dopo lunghi e inutili esamie accertamenti che abbracciano numerosediscipline, vengono addirittura curati at-traverso la prescrizione di psicofarmaci;

se non ritenga doveroso e urgenteassumere iniziative per disporre a caricodei professionisti sanitari che offrono leproprie cure e terapie per questa patolo-gia, un generale obbligo di informazionedel paziente sul reale stato dell’arte;

se il Ministero disponga di dati inrelazione all’efficacia, ai benefici e agli

Atti Parlamentari — 23098 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

eventuali effetti pregiudiziali delle terapieprescritte dagli studi odontoiatrici privaticontro tali disturbi, e se intenda promuo-vere iniziative al fine di verificare se ipazienti in cura traggano effettivamentebenefici o se, al contrario, vengano ulte-riormente danneggiati, come molti pur-troppo lamentano;

a che titolo gli odontoiatri fornisconocure, terapie e dispositivi ortotici se ilMinistero stesso non ha riconosciuto al-cuna terapia ufficiale;

se sia consapevole del fatto che ilmancato riconoscimento di una terapiaufficiale consente agli specialisti di faredelle vere e proprie sperimentazioni suipazienti tramite l’uso di bite e ortoticicostruiti solo sulla base di conoscenze edesperienza personali del medico, senzanessuna evidenza scientifica al riguardo e,spesso, senza informarne il paziente;

se abbia contezza delle numerosesegnalazioni, inoltrate in questi anni, deicittadini che denunciano questa problema-tica, se abbia già risposto loro, e come sisia eventualmente attivato per farvi fronte;

come venga realmente inquadrata labranca della gnatologia che, non essendouna disciplina medica a tutti gli effetti,non prevede nemmeno una scuola di spe-cializzazione pubblica in Italia;

se sia a conoscenza delle molte dif-ficoltà che i pazienti affetti da tali disturbiincontrano nel tentativo di individuarecure o terapie adeguate alla propria con-dizione, tra le numerose, anche contra-stanti, offerte e rese facilmente accessibilisul web da numerosi dentisti, e non perforza gnatologi, i quali omettono spesso diavvisare e informare esplicitamente gliutenti del fatto che ad oggi non esisteancora alcuna terapia scientificamente ri-conosciuta, e cosa intenda fare al ri-guardo;

se il problema sia oggetto di studiodel gruppo tecnico sull’odontoiatria, dapoco rinnovato dallo stesso Ministero, o se,

in caso contrario, non ritenga doverososottoporlo a tale gruppo al più presto;

se non sia il caso di prendere ur-gentemente in considerazione l’avvio diuna ricerca ad hoc sul campo coinvol-gendo, oltre le diverse figure professionaliinteressate, data la interdisciplinaritàdella problematica, che investe gnatologi,posturologi, osteopati, odontoiatri, fisiote-rapisti, farmacologi, ricercatori, ancheesperti di branche scientifiche comple-mentari qual è, ad esempio, l’ingegneriabiomedica, o discipline affini che possanocomunque integrare e ausiliare la ricercanella individuazione esatta delle cause e,quindi, di una cura specifica, nonchépazienti con anni di esperienza allespalle, che possano fornire la propriatestimonianza. (5-05110)

* * *

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta orale:

D’ALIA. — Al Ministro dello sviluppoeconomico. — Per sapere – premesso che:

da ormai cinque anni si verificano,nella città di Cumiana, in provincia diTorino, gravi disservizi postali. L’Autoritàper le garanzie nelle comunicazioni(AGCOM), su istanza di un gruppo dicittadini, ha riconosciuto i frequenti ri-tardi nel recapito della posta ordinaria,con gravi disagi per la collettività;

Poste s.p.a. ha spiegato all’AGCOMche i disservizi nel servizio postale eranodovuti al riordino del settore postale e hagarantito che il problema del disserviziosarebbe stato risolto;

contrariamente a quanto affermatodal Poste s.p.a., la situazione del recapitodella posta, a quanto consta all’interro-gante, non è purtroppo migliorata. Tral’altro, la cittadina di Cumiana è nel-l’elenco dei comuni nei quali Poste s.p.a.ha previsto la distribuzione della corri-spondenza in soli tre giorni la settimana;

Atti Parlamentari — 23099 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

pertanto il servizio, già insufficiente,è peggiorato ulteriormente anche per lamancanza degli operatori che effettuano ilservizio;

si consideri che l’amministrazionecomunale non ha effettuato, attualmente,alcuna iniziativa diretta a risolvere lasuddetta situazione –:

quali iniziative intenda adottare pergarantire un regolare espletamento del ser-vizio postale nella cittadina di Cumiana alfine di non penalizzare l’utenza. (3-01381)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CIPRINI e GALLINELLA. — Al Ministrodello sviluppo economico, al Ministro dellavoro e delle politiche sociali. — Persapere – premesso che:

la cooperativa sociale AIDAS di Ternioccupava circa 170 – 180 persone tra socilavoratori e dipendenti;

la AIDAS ha fatto parte di una cor-data di imprese con capofila la societàACTL, guidata da Sandro Corsi esponentedel Partito Democratico temano; quest’ul-tima da sola o in associazione con altrecooperative, per conto del comune o dellaAsl, opera anch’essa nel campo dell’assi-stenza ai disabili, agli anziani e nellagestione di alcuni centri diurni;

a seguito di difficoltà economiche, neldicembre del 2013 la AIDAS è stata com-missariata dal Ministero ed ora la dotto-ressa Marcella Galvani è stata nominatacommissario governativo e la AIDAS sitrova in liquidazione coatta amministra-tiva;

nonostante la nomina del nuovocommissario governativo, forte è la preoc-cupazione tra i soci lavoratori in meritoalle scelte che sono state assunte dalcommissario: infatti il commissario dotto-ressa Marcella Galvani ha presentato unbando per affitto di ramo di azienda dellacooperativa AIDAS con sede in Terni, viaAlfieri n. 3, – in particolare della strut-tura per anziani di Collerolletta del co-

mune di Terni – il cui articolo 5 dispone:« I rapporti di lavoro a tempo indetermi-nato (con esclusione quindi dei dipendentiin Cassa Integrazione straordinaria e diquelli in astensione per maternità), attual-mente in essere con la cooperativa socialeAIDAS, continueranno con l’aggiudicatarioil quale dovrà mantenere sussistenti dettirapporti di lavoro per tutto il periodo divigenza del contratto d’affitto di ramo diazienda... »;

la scelta del commissario di escluderedal bando i dipendenti in cassa integra-zione e soprattutto le lavoratrici in asten-sione per maternità dalla possibilità dicontinuare a lavorare con l’aggiudicatarioappare, ad avviso dell’interrogante, iniqua,ingiustificata e lesiva dei diritti delle la-voratrici in maternità;

anche il sindacato della Uil di Terninella persona di Gino Venturi ha dura-mente criticato tale scelta: « Con il pas-saggio di gestione rimarrebbero senza illoro lavoro. Essere penalizzate per la ma-ternità ci sembrerebbe cosa di altri tempied è singolare che il bando sia emanato daun commissario governativo. E pensareche lo stesso bando deve essere stato alungo meditato visto che è stato emanatocon mesi di ritardo. » (da www.umbria24.itdel 21 agosto 2014);

a ciò si aggiunga che per un « erroretecnico » anche dodici persone – tuttelavoratrici della cooperativa AIDAS – nonpotranno accedere alla cassa integrazione:infatti come si apprende dall’articolo pub-blicato in www.umbria24.it del 25 settem-bre scorso dal titolo « Terni, cassa inte-grazione negata all’Aidas. Sindacati infu-riati: “Tutta colpa del commissario” », il 4settembre u.s. « il Ministero del lavoro hanegato la cassa integrazione “straordina-ria” alle lavoratrici perché la cooperativanon aveva i requisiti necessari e dovevainvece essere richiesta quella in deroga peril periodo giugno – agosto nel quale ledodici persone erano state estromesse dallavoro »;

Atti Parlamentari — 23100 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

i sindacati hanno denunciato la cri-ticità della situazione in cui versano ora lelavoratrici che si trovano non solo senzastipendio ma anche senza ammortizzatorisociali: inoltre « Del provvedimento mini-steriale di 20 giorni fa, sia le organizza-zioni sindacali, sia le lavoratrici interes-sate, sono state tenute all’oscuro. Le lavo-ratrici non dovranno essere penalizzate diun solo euro. Chi ha provocato il dannoora se ne deve assumere le responsabilitàe farsene carico » (www.umbria24.it del 25settembre 2014);

ora i sindacati si sarebbero rifiutati,in accordo con le lavoratrici, di sottoscri-vere un accordo per la cassa in deroga inquanto, per effetto della clausola delbando emanato dal Commissario (articolo5 sopra riportato), le lavoratrici verreb-bero escluse anche dal poter lavorare perla nuova gestione;

dunque verranno escluse e non po-tranno essere assunte dalla nuova gestionedel futuro aggiudicatario secondo quantoprevede l’articolo 5 del bando non solo lelavoratrici in astensione per maternità maanche le lavoratrici che sottoscrivesserol’eventuale accordo di cassa integrazione;

è necessario un intervento forte etrasparente per tutelare i diritti delle la-voratrici affinché venga loro garantito ildiritto alla conservazione del posto dilavoro e delle quali è messo a rischio ilfuturo occupazionale –:

se i Ministri interrogati siano a co-noscenza dei fatti esposti;

i Ministri, ciascuno per le propriecompetenze, ritengano legittimo l’operatodel commissario Marcella Galgani e ilbando per l’affitto di ramo di aziendaemanato dal medesimo commissario con ilquale sono stati esclusi i dipendenti incassa integrazione straordinaria e quelli inastensione per maternità dal poter conti-nuare a lavorare con l’aggiudicatario delbando;

quali urgenti iniziative intendano as-sumere i Ministri, ciascuno per le propriecompetenze, anche sensibilizzando a talfine il commissario nominato, per assicu-rare il mantenimento del reddito e lacontinuità dei rapporti di lavoro anche aquei dipendenti che si trovano in asten-sione per maternità e in cassa integrazionee al fine di trovare una soluzione condivisache ne eviti l’esclusione dal ciclo produt-tivo e dal lavoro e che porti ad unripensamento del contenuto dell’articolo 5del bando. (5-05104)

SGAMBATO, MANFREDI e VALERIAVALENTE. — Al Ministro dello sviluppoeconomico. — Per sapere – premesso che:

Poste italiane spa è una società in-teramente partecipata dal Ministero del-l’economia e delle finanze, che gestisce iservizi postali in una condizione di realemonopolio e che, sulla base di un con-tratto di programma siglato con lo Stato,assicura l’espletamento del servizio uni-versale, in cui la società si impegna araggiungere determinati obiettivi di qua-lità, tra cui anche quelli concernenti l’ade-guatezza degli orari di apertura degli spor-telli;

il piano di riorganizzazione previstoda Poste italiane spa, come dichiaratodall’AD Caio in Audizione in Parlamento,dovrebbe diventare effettivo dal 13 aprilenell’ambito dell’avviato processo di priva-tizzazione, e prevede a livello Nazionale lachiusura di 455 uffici postali e la ridu-zione degli orari di apertura in 608 uffici;

nella regione Campania sembranodestinati alla chiusura, entro il 13 aprileprossimo, 21 uffici postali, e altri 39interessati dalla riduzione delle giornate diapertura;

in particolare, sembrerebbe che nellasola provincia di Caserta ciò comporte-rebbe interventi di chiusura per almeno 7uffici tra i comuni di Vairano Patenora,Caserta, Marzano Appio, Teano, due aSessa Aurunca, e Pontelatone; e nellaProvincia di Napoli, tra gli altri, nei Co-

Atti Parlamentari — 23101 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

muni di Agerola e Seiano di Vico Equense;unitamente ad altre operazioni di razio-nalizzazione;

è evidente che questo piano contrastafortemente con la tradizione di vocazionesociale di Poste italiane, di diffusione deiservizi sul territorio, di aumento dei disagiper i cittadini specie nelle zone menoricche;

inoltre, questa razionalizzazione ri-schia di tradursi in gravi disservizi soprat-tutto per i residenti anziani, che si trove-ranno a non poter usufruire di serviziessenziali quali il pagamento delle bolletteo la riscossione della pensione, con laconseguenza di essere costretti a fare lun-ghe file nei giorni di apertura, ritardare leoperazioni o affrontare frequenti e difficilispostamenti, su territori particolarmentedisagiati;

i servizi postali, in particolare per lefamiglie e le imprese, sono fondamentalinello svolgimento di moltissime attivitàquotidiane, come il pagamento delleutenze, il ritiro del denaro contante daparte dei titolari di conto corrente postalee l’invio di comunicazioni soggette al ri-spetto perentorio di scadenze, soprattuttoquelle di carattere legale;

il 22 gennaio 2014 il presidente del-l’Autorità per le Garanzie nelle comuni-cazioni rispondendo a specifica missiva delPresidente dell’Intergruppo parlamentareper lo sviluppo della montagna ha ricor-dato che con apposita delibera l’Authorityha « ritenuto opportuno inserire (...) spe-cifici divieti di chiusura di quegli uffici cheservono gli utenti che abitano nelle zoneremote del Paese (...) ritenendo prevalentel’esigenza di garantire la fruizione delservizio nelle zone disagiate anche a frontedi volumi di traffico molto bassi e di alticosti di esercizio »;

la delibera dell’AGCOM n. 342/14/Cons del 26 giugno 2014 ha integrato icriteri elencati nell’articolo 2 del decretoministeriale 7 ottobre 2008, prescrivendo

all’articolo 2 relativo ai comuni rurali emontani, il divieto di chiusura di ufficipostali situati in comuni rurali (quelli condensità abitativa inferiore a 150 abitantiper chilometro quadrato) che rientranoanche nella categoria dei comuni montani(quelli contrassegnati come totalmentemontani), ed escludendo dal citato divietosoltanto i comuni in cui siano presenti piùdi due uffici postali e il rapporto abitantiper ufficio postale sia inferiore a 800;

inoltre, la medesima delibera obbligaPoste italiane ad avviare con congruoanticipo con le istituzioni locali delle mi-sure di razionalizzazione per avviare un,confronto sulle possibilità di limitare idisagi per le popolazioni interessate indi-viduando soluzioni alternative più rispon-denti allo specifico contesto territoriale;

il Ministero dello sviluppo economicoin data 12 febbraio 2015, a margine del-l’incontro tenutosi tra il Sottosegretarioalle Comunicazioni Antonello Giacomelli,l’amministratore delegato di Poste italianeFrancesco Caio e il presidente dell’Auto-rità per la garanzia nelle comunicazioniAngelo Cardani aveva dichiarato che re-gioni e comuni sarebbero stati coinvoltinel piano di chiusura degli uffici postali eche Poste italiane avrebbe coinvolto re-gioni ed enti locali per spiegare comeservizi innovativi avrebbero assicurato latutela del servizio universale per i citta-dini –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza dei fatti sopra esposti, e se intendaintervenire al fine di aprire una concer-tazione tra la direzione di Poste italianespa e le amministrazioni locali, garan-tendo il rispetto dei disposti stabiliti dal-l’Autorità per il garante delle comunica-zioni;

se non ritenga altresì appurare chePoste italiane, in vista di questa riorga-nizzazione aziendale, si sia attivata nelcomunicare le proprie decisioni ai citta-dini interessati. (5-05111)

Atti Parlamentari — 23102 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

Interrogazione a risposta scritta:

VITELLI. — Al Ministro dello sviluppoeconomico. — Per sapere – premesso che:

47 comuni del Piemonte occidentale,con baricentro la città di Pinerolo, socidella srl ACEA Pinerolese Energia (APE),intendono dar vita ad una comunità ener-getica finalizzata all’autoproduzione e au-toconsumo di energia diffusa e da fontirinnovabili, con scambio tra i soci e scam-bio delle eccedenze positive e negative colresto della rete di distribuzione nazionale;

il territorio corrispondente ai sud-detti comuni conta poco meno di 150.000abitanti e su di esso sono presenti nume-rosi impianti per la produzione di energiada fonti rinnovabili: pannelli fotovoltaicicomunali, di imprese, di privati; APE pro-duce biometano da rifiuti urbani e energiaidroelettrica da un paio di centrali, unadelle quali lungo le condotte dell’acque-dotto della Val Chisone;

una comunità energetica è un enteeconomico associato (giuridicamente asso-migliante ad una cooperativa) che puòraggruppare enti pubblici (comuni), im-prese (APE), privati, con l’obiettivo diprodurre energia per l’autoconsumo scam-biando poi le eccedenze positive o negativecon la rete esterna;

in concreto, i comuni interessati costi-tuirebbero la comunità aprendola alla par-tecipazione anche di soggetti imprendito-riali e singoli privati presenti sul territoriodi riferimento, tanto in veste di produttoridi energia (in quanto titolari di impiantidomestici o aziendali), che di semplici con-sumatori. L’energia prodotta in modo dif-fuso verrebbe prioritariamente ridistribuitafra i soci della comunità che poi provvede-rebbe a scambiare, a condizioni di mercato,e come soggetto plurale unico, eccedenzepositive e negative con la rete esterna;

il quadro normativo attuale non pre-vede questo tipo di soggetto associato.Sono invece considerate e definite variefattispecie di produttori/consumatori (in-dividuate da sigle come SEU e ASAP) che

però non rivestono la qualifica di distri-butori: in pratica la trasmissione dell’ener-gia deve avvenire al di fuori della retepubblica e in generale si tratta di un unicosoggetto che gestisce la produzione e/o diun unico destinatario finale;

vi è però l’eccezione di cooperative econsorzi storici: i consorzi riguardano sog-getti industriali, le cooperative invece coin-volgono amministrazioni pubbliche (co-muni) e privati. Le cooperative storiche (iltermine « storiche » significa che dovevanogià esistere alla data del 1o aprile 1999)sono le cooperative di produzione e di-stribuzione dell’energia elettrica di cuiall’articolo 4, numero 8, della legge 6dicembre 1962, n. 1643, la cui attività(scambio di energia fra i soci) non vieneconsiderata attività di distribuzione, bensì,ai sensi del decreto legislativo n. 79 del1999, attività di autoproduzione;

esistono casi di simili cooperative adesempio nel comune di Prato allo Stelvio(Bolzano), nei comuni del Primero e Vanoi(Trento), nei comuni di Paluzza, Sutrio,Cercivento, Ligosullo, Ravascletto e Sutrio(Udine);

la disparità tra cooperative « stori-che » e analoghe cooperative che volesserocostituirsi successivamente pare all’inter-rogante configurare una violazione delprincipio costituzionale di uguaglianza deicittadini di fronte alla legge ed anche unadistorsione del mercato dell’energia –:

se trovi conferma che le esperienzecitate, sulla base delle norme vigenti inmateria di autoproduzione e autocon-sumo, non siano replicabili altrove, e inparticolare nel pinerolese;

considerato che la progressiva ridu-zione della dipendenza energetica da fontinon rinnovabili è senza dubbio un obiet-tivo fondamentale per la sostenibilità del-l’economia nazionale (ed europea), se nonsi ritenga di dover assumere iniziative perrimuovere gli ostacoli normativi che sifrappongono alla generalizzazione dellaproduzione e consumo di energia distri-buiti e diffusi sul territorio. (4-08522)

Atti Parlamentari — 23103 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

Apposizione di una firma ad una mozione.

La mozione Famiglietti e altri n. 1-00685, pubblicata nell’allegato B ai reso-conti della seduta del 3 dicembre 2014,deve intendersi sottoscritta anche dal de-putato Amoddio.

Apposizione di firmead una interrogazione.

L’interrogazione a risposta scritta So-rial n. 4-08475, pubblicata nell’allegato Bai resoconti della seduta del 19 marzo2015, deve intendersi sottoscritta anchedai deputati: D’Incà, Caso, Brugnerotto,Cariello, Castelli, Colonnese.

Pubblicazione di un testo riformulato.

Si pubblica il testo riformulato dellainterrogazione a risposta scritta Vargiun. 4-08507, già pubblicata nell’allegato Bai resoconti della seduta n. 396 del 20marzo 2015.

VARGIU. — Al Ministro dell’economia edelle finanze, al Ministro per la semplifi-cazione e la pubblica amministrazione, alMinistro dell’interno. — Per sapere – pre-messo che:

al fine di corrispondere alle esigenzedi razionalizzazione delle risorse disponi-bili e di quelle connesse all’espletamentodei compiti istituzionali delle Forze dipolizia, nelle more della definizione delleprocedure contrattali e negoziali di cuiall’articolo 9, comma 17, del decreto-legge78 del 2010, convertito con modificazionidalla legge 122 del 2010 recante « Misureurgenti in materia di stabilizzazione fi-nanziaria e di competitività economica », ilcomma 266 dell’articolo 1 della legge 23dicembre 2014, n. 190 « Disposizioni perla formazione del bilancio annuale e plu-riennale dello Stato » avvia le procedureper la revisione dell’accordo nazionale

quadro in deroga dell’articolo 30 del de-creto del Presidente della Repubblica 164del 2002;

il comma 267 dell’articolo 1 dellalegge di stabilità 2015 stabilisce che larevisione di tali accordi deve tenere contodel mutato assetto funzionale, organizza-tivo e di servizio derivante dalle misure dicontenimento della spesa pubblica previstedai provvedimenti in materia finanziariadall’anno 2010, con particolare riferimentoa quelle del parziale blocco del turn overnelle Forze di polizia e alla conseguenteelevazione dell’età media del personale inservizio;

le norme sopra richiamate interven-gono significativamente sul comparto si-curezza e prevedono, a decorrere dal 1o

gennaio 2015, lo sblocco dei contratti degliaddetti delle Forze di polizia e degli as-segni loro spettanti (passaggio di grado,anzianità di servizio, assegno funzionale a17, 27 e 32 anni di servizi, omogeneizza-zione stipendiale, eccetera) sospesi dal2011 al 2014 secondo quanto stabilito daldecreto-legge 78 del 2010;

tali previsioni non hanno tuttaviaeffetti retroattivi, pertanto i commi 266,267 e 268 della legge di stabilità 2015 nonriconoscono al personale in pensione gliarretrati degli assegni loro spettanti ma-turati durante il periodo ricadente tra il 1o

gennaio 2011 e il 31 dicembre 2014, adifferenza di quanto invece verrà ricono-sciuto al personale ancora in servizio adecorrere dal 1o gennaio 2015;

tale penalizzazione – se non modifi-cata attraverso il ricalcolo dell’assegno dipensione mensile percepito ed il tratta-mento di fine rapporto liquidato in base aidiritti maturati dal 1o gennaio 2015 –rischia di introdurre una inaccettabile dif-formità di trattamento tra il personale dipari grado e pari anzianità ancora inservizio ed il personale attualmente inpensione;

si stima che il personale delle Forzedi polizia andato in pensione durante il

Atti Parlamentari — 23104 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

periodo di blocco contrattuale si aggiriintorno alle quattromila unità –:

quali iniziative normative intendanotempestivamente proporre al fine di rico-noscere gli assegni spettanti al personaledelle forze di polizia attualmente in pen-sione maturati tra il 1o gennaio 2011 ed il31 dicembre 2014. (4-08507)

Ritiro di documentidel sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati ritiratidai presentatori:

interpellanza Brunetta n. 2-00903del 19 marzo 2015;

interpellanza urgente Russon. 2-00870 del 3 marzo 2015.

Trasformazione di documentidel sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati cosìtrasformati su richiesta dei presentatori:

interrogazione a risposta scritta DiVita e altri n. 4-04922 del 26 maggio 2014in interrogazione a risposta in Commis-sione n. 5-05110;

interrogazione a risposta scritta Ci-prini n. 4-05669 del 24 luglio 2014 ininterrogazione a risposta in Commissionen. 5-05099;

interrogazione a risposta scritta Ci-prini n. 4-05777 del 5 agosto 2014 ininterrogazione a risposta in Commissionen. 5-05100;

interrogazione a risposta scritta Ci-prini e Gallinella n. 4-05824 del 6 agosto2014 in interrogazione a risposta in Com-missione n. 5-05101;

interrogazione a risposta scritta Ci-prini e Gallinella n. 4-05992 dell’11 set-tembre 2014 in interrogazione a rispostain Commissione n. 5-05102;

interrogazione a risposta scritta Ci-prini e altri n. 4-06034 del 16 settembre2014 in interrogazione a risposta in Com-missione n. 5-05103;

interrogazione a risposta scritta Ci-prini e Gallinella n. 4-06174 del 26 set-tembre 2014 in interrogazione a rispostain Commissione n. 5-05104;

interrogazione a risposta scritta Ci-prini e Gallinella n. 4-06246 del 2 ottobre2014 in interrogazione a risposta in Com-missione n. 5-05105;

interrogazione a risposta scritta Ci-prini n. 4-06292 del 7 ottobre 2014 ininterrogazione a risposta in Commissionen. 5-05106;

interrogazione a risposta scritta Ci-prini e Gallinella n. 4-06638 del 29 otto-bre 2014 in interrogazione a risposta inCommissione n. 5-05107;

interrogazione a risposta scritta Ci-prini e Gallinella n. 4-07410 del 5 gennaio2015 in interrogazione a risposta in Com-missione n. 5-05108;

interrogazione a risposta scritta Ci-prini e Gallinella n. 4-08168 del 26 feb-braio 2015 in interrogazione a risposta inCommissione n. 5-05109.

Atti Parlamentari — 23105 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 23 MARZO 2015

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