ATTIDICONTROLLOEDIINDIRIZZO - Camera

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271. Allegato B ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO INDICE PAG. ATTI DI INDIRIZZO: Mozione: Antezza ................................... 1-00561 15463 Risoluzioni in Commissione: VI e X Commissione: Causi ....................................... 7-00433 15464 VIII e XII Commissione: Zolezzi ..................................... 7-00437 15469 VIII Commissione: Busto ....................................... 7-00431 15471 Busto ....................................... 7-00432 15473 Zolezzi ..................................... 7-00436 15476 XIII Commissione: Mongiello ................................ 7-00434 15479 Benedetti ................................. 7-00435 15480 ATTI DI CONTROLLO: Presidenza del Consiglio dei ministri. Interpellanza: Giordano Giancarlo .............. 2-00641 15485 PAG. Interrogazioni a risposta scritta: Beni ......................................... 4-05661 15486 Di Stefano Marco .................. 4-05676 15487 Affari esteri. Interrogazione a risposta in Commissione: Ricciatti ................................... 5-03323 15488 Interrogazione a risposta scritta: Rosato ..................................... 4-05670 15489 Ambiente e tutela del territorio e del mare. Interrogazioni a risposta scritta: Nesci ........................................ 4-05663 15490 Zaratti ..................................... 4-05679 15493 Beni e attività culturali e turismo. Interrogazione a risposta in Commissione: Pes ........................................... 5-03327 15493 Interrogazioni a risposta scritta: Marchetti ................................ 4-05666 15494 Carbone .................................. 4-05675 15495 Atti Parlamentari 15461 Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA ALLEGATO B AI RESOCONTI SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014 N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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271. Allegato B

ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO

I N D I C E

PAG.

ATTI DI INDIRIZZO:

Mozione:

Antezza ................................... 1-00561 15463

Risoluzioni in Commissione:

VI e X Commissione:

Causi ....................................... 7-00433 15464

VIII e XII Commissione:

Zolezzi ..................................... 7-00437 15469

VIII Commissione:

Busto ....................................... 7-00431 15471

Busto ....................................... 7-00432 15473

Zolezzi ..................................... 7-00436 15476

XIII Commissione:

Mongiello ................................ 7-00434 15479

Benedetti ................................. 7-00435 15480

ATTI DI CONTROLLO:

Presidenza del Consiglio dei ministri.

Interpellanza:

Giordano Giancarlo .............. 2-00641 15485

PAG.

Interrogazioni a risposta scritta:

Beni ......................................... 4-05661 15486

Di Stefano Marco .................. 4-05676 15487

Affari esteri.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Ricciatti ................................... 5-03323 15488

Interrogazione a risposta scritta:

Rosato ..................................... 4-05670 15489

Ambiente e tutela del territorio e del mare.

Interrogazioni a risposta scritta:

Nesci ........................................ 4-05663 15490

Zaratti ..................................... 4-05679 15493

Beni e attività culturali e turismo.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Pes ........................................... 5-03327 15493

Interrogazioni a risposta scritta:

Marchetti ................................ 4-05666 15494

Carbone .................................. 4-05675 15495

Atti Parlamentari — 15461 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anchele risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

PAG.

Difesa.

Interrogazione a risposta scritta:

Benedetti ................................. 4-05668 15497

Economia e finanze.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Colletti .................................... 5-03331 15498

Interrogazione a risposta scritta:

Cancelleri ................................ 4-05667 15499

Giustizia.

Interrogazioni a risposta scritta:

Giachetti ................................. 4-05664 15500

Di Vita .................................... 4-05665 15501

Infrastrutture e trasporti.

Interpellanza:

Lombardi ................................ 2-00642 15502

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Carloni .................................... 5-03328 15505

Tullo ........................................ 5-03330 15508

Interrogazioni a risposta scritta:

D’Arienzo ................................ 4-05671 15509

Mura ....................................... 4-05674 15510

Interno.

Interrogazioni a risposta scritta:

Gigli ......................................... 4-05673 15511

Prataviera ............................... 4-05677 15513

D’Alessandro .......................... 4-05678 15513

Istruzione, università e ricerca.

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Albanella ................................. 5-03321 15514

Vacca ....................................... 5-03325 15515

Interrogazione a risposta scritta:

Fanucci ................................... 4-05672 15516

PAG.

Lavoro e politiche sociali.

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Boccuzzi ................................. 5-03326 15516

Scuvera ................................... 5-03329 15517

Interrogazioni a risposta scritta:

Quaranta ................................. 4-05658 15518

Ciprini ..................................... 4-05669 15519

D’Ambrosio ............................. 4-05680 15519

Politiche agricole alimentari e forestali.

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Terrosi .................................... 5-03319 15520

Gallinella ................................ 5-03322 15521

Interrogazioni a risposta scritta:

Narduolo ................................. 4-05660 15522

D’Incà ...................................... 4-05662 15523

Salute.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Gigli ......................................... 5-03320 15524

Interrogazione a risposta scritta:

Balduzzi .................................. 4-05659 15526

Sviluppo economico.

Interpellanze:

Marantelli ............................... 2-00639 15527

Boccuzzi ................................. 2-00640 15527

Interrogazione a risposta in Commissione:

Malpezzi ................................. 5-03324 15529

Apposizione di firme a mozioni ................ 15529

Apposizione di firma ad una mozione emodifica dell’ordine dei firmatari .......... 15529

Ritiro di un documento del sindacato ispet-tivo .............................................................. 15529

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ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,

premesso che:

il tema dell’« apertura » dei repartidi Terapia Intensiva (TI) si inserisce nellapiù ampia e delicata questione del rico-noscimento e del rispetto della dignità edei diritti del malato; la letteratura scien-tifica ha posto inequivocabilmente in evi-denza:

a) che non vi è alcuna solida basescientifica per impedire o limitare l’ac-cesso di familiari e visitatori in TI;

b) che la presenza in TI deifamiliari e delle persone care non com-porta alcun rischio per il paziente (inparticolare di tipo infettivo) ma rappre-senta anzi uno dei principali bisogni dellapersona malata;

studi scientifici hanno evidenziatocome l’« apertura » delle TI sia una sceltautile e motivata, una risposta benefica edefficace tanto ai bisogni del malato (pro-ducendo, ad esempio, una riduzione sta-tisticamente significativa degli indici or-monali di stress e delle complicanze car-dio-vascolari) quanto a quelli dei familiari(con una riduzione dei livelli di ansia);

le TI italiane, in base a recentistudi, presentano tuttora « politiche di vi-sita » tra le più restrittive (ad esempio soloil 2 per cento dei reparti consente lapresenza di familiari senza limitazioninelle 24 ore contro una percentuale del 70per cento della Svezia. Inoltre la media deltempo di visita è attualmente di solo dueore al giorno nelle TI per adulti e dicinque ore nelle TI pediatriche);

l’« apertura » dei reparti di TI èstata a più riprese ed autorevolmenteraccomandata dalla letteratura scientificainternazionale di settore;

nel 2013 il Comitato nazionale perla bioetica in uno specifico documento(Terapia intensiva « aperta » alle visite dei

familiari) ha affermato che: il modelloorganizzativo definito come TI « aperta »esprime con pienezza il « principio delrispetto della persona nei trattamenti sa-nitari » orientando l’organizzazione sani-taria in funzione del primato della dignitàe dei diritti della persona anche nel tempodi particolare fragilità e dipendenza rap-presentato dalla malattia grave che neces-sita di cure intensive;

la TI « aperta » è una scelta nonsolo utile ed efficace per dare risposta adalcuni importanti bisogni del paziente edella sua famiglia ma anche coerente coni principi di « autonomia, beneficialità enon maleficienza »;

l’organizzazione delle TI deve es-sere orientata a promuovere il diritto deipazienti ricoverati in TI alla presenzaaccanto a sé dei familiari o delle personecare da essi ritenute figure significative;

i familiari – e in particolar modoi genitori dei bambini ricoverati e i parentistretti degli anziani – e in generale lepersone indicate dal paziente devono poteravere la possibilità di stare accanto alpaziente in TI;

i pazienti in grado di esprimere laloro volontà devono essere consultati inmerito a quali persone essi desideranoaccanto a sé;

le TI devono adeguare la loro or-ganizzazione e le loro visiting policies almodello della TI « aperta »;

i piani nazionali e regionali diedilizia sanitaria devono prevedere spaziadeguatamente attrezzati per favorire lapresenza delle famiglie dei pazienti e deivisitatori;

l’amministrazione sanitaria, nellesue diverse articolazioni, deve impegnarsia favorire e sostenere la realizzazione delmodello della TI « aperta »,

impegna il Governo:

ad approntare, in collaborazione conle regioni, linee guida nazionali volte ad

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adeguare i reparti di Terapia Intensiva almodello della Terapia Intensiva « aperta »,coerentemente con quanto indicato anchedal Comitato nazionale per la bioetica;

a predisporre, per quanto di compe-tenza e in collaborazione con le regioni,un’adeguata e aggiornata formazione per ilpersonale medico, infermieristico e sani-tario in genere per quanto riguarda unaspecifica competenza professionale intema di comunicazione, gestione dei con-flitti, capacità di riconoscere e affrontarei bisogni dei familiari così come ansia ostress;

ad attivare piani nazionali di ediliziasanitaria, promuovendo, in raccordo conle regioni, quelli regionali, che prevedanospazi adeguatamente attrezzati per favo-rire la presenza delle famiglie dei pazientie dei visitatori.

(1-00561) « Antezza, Amoddio, Arlotti,Ascani, Amato, Albanella,Amendola, Basso, Baruffi,Bargero, Paola Bragantini,Capone, Iacono, Iori, Mar-telli, Mongiello, Oliverio, Pic-cione, Prina, Rubinato, PaoloRossi, Sbrollini, Romanini,Taricco, Ventricelli, Zanin,Zappulla ».

Risoluzioni in Commissione:

Le Commissioni VI e X,

premesso che:

il libro verde « Verso un mercatointegrato dei pagamenti » mira alla costru-zione graduale di un’area unica dei paga-menti in euro (AUPE) – basata cioè sulpresupposto che non vi sia distinzione trapagamenti elettronici al dettaglio (bonifici,addebiti diretti e carte di pagamento) ineuro, transfrontalieri e nazionali – attra-verso l’introduzione di misure che favori-scano la diffusione dei pagamenti elettro-nici;

requisito essenziale per il funzio-namento e lo sviluppo di un’economia è

l’efficienza dei sistemi di pagamento chedimostrino di rispondere ai requisiti ditrasparenza, sicurezza e velocità delletransazioni;

nell’attuale contesto di forte evolu-zione tecnologica, di progressiva demate-rializzazione e di interconnessione suscala globale delle dinamiche produttive efinanziarie, i pagamenti effettuati construmenti alternativi al contante, qualicarte di credito e debito, computer edispositivi mobili, stanno assumendo unruolo sempre più centrale, anche nel-l’agenda strategica degli Stati e delle isti-tuzioni sovranazionali;

accelerare la transizione verso si-stemi socio-economici non più principal-mente basati sull’uso della carta moneta èun passaggio obbligato per i Paesi avan-zati;

secondo quanto emerge dal rap-porto dello studio Ambrosetti, tra il 2001e il 2012 il numero delle transazionielettroniche nel mondo è più che raddop-piato, arrivando a 333 miliardi di transa-zioni, pari al 60 per cento del valore deipagamenti totali (oltre 20mila miliardi didollari); le economie emergenti in Asia,Africa, Est Europa e Sud America segnanotassi di crescita tra il 15 per cento e il 20per cento all’anno, mentre Europa e NordAmerica, pur con incrementi più moderati,pesano per i due terzi delle transazionicomplessive;

una recente ricerca del CNEL del23 gennaio 2014 intitolata « Moneta elet-tronica: osservazioni e proposte » sottoli-nea i benefici sociali della moneta elettro-nica, in termini di riduzione del costo delcontante (che la Banca d’Italia stima in 8miliardi di euro annui, pari allo 0,52 percento del prodotto interno lordo, di cui il49 per cento a carico delle banche e il 51per cento a carico delle imprese e dellefamiglie); tracciabilità di tutte le transa-zioni con evidenti riflessi positivi rispettoalla lotta alla evasione fiscale, al riciclaggioe alla corruzione; semplificazione dellacontabilità per le banche, le imprese e lapubblica amministrazione; riduzione dei

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costi sociali (furti, scippi, rapine); possibi-lità di creazione di nuove imprese dedicateall’implementazione di nuove tecnologie;stimolo alla diffusione di una cultura di-gitale;

in Italia l’uso del contante è ancorapredominante: anche se il numero di ope-razioni pro-capite effettuate con strumentielettronici ha mostrato un incremento nelcorso degli ultimi anni, esso è ancora al disotto della media dei Paesi europei;

la Banca d’Italia, tramite la segre-teria del Comitato interministeriale per ilcredito ed il risparmio, ha comunicato cheil nostro Paese si caratterizza nel contestoeuropeo per un’elevata propensione all’uti-lizzo del contante: in Italia, nel 2013, sonostate regolate 74 operazioni pro-capite construmenti alternativi al contante contro le194 dei Paesi dell’area dell’euro (ultimodato disponibile al 2012);

un impulso alla diffusione di stru-menti elettronici è in grado di produrreeffetti benefici per i consumatori, le im-prese, le amministrazioni pubbliche el’economia nel suo complesso; infatti, ilsommerso e l’economia criminale sonofortemente correlati con l’uso del contantee incidono per oltre il 27 per cento delprodotto interno lordo;

sempre secondo la Banca d’Italia,nel confronto internazionale e tra le re-gioni italiane emerge che tra le principalideterminanti del basso utilizzo di stru-menti di pagamento elettronici figurano ledifferenze nel reddito pro capite e nelgrado di sviluppo e di diffusione dei puntidi accettazione delle carte di pagamentopresso le imprese e i liberi professionisti;

l’Unione europea ha emanato nelluglio 2013, un pacchetto di proposte(COM (2013)547 def.) per facilitare l’usodei pagamenti via internet, che aggiorna ledisposizioni delle direttive sui sistemi dipagamento del 2007 (2007/64/CE) e sullamoneta elettronica del 2009 (2009/110/CE);

secondo il commissario per il mer-cato interno, nell’Unione europea il mer-

cato dei pagamenti è frammentato e caro:il suo costo supera infatti l’1 per cento delprodotto interno lordo della Unione euro-pea, ovvero 130 miliardi di euro l’anno;

la normativa nazionale dal 2007,con il decreto legislativo 21 novembre2007, n. 231 ha ridotto il limite all’uso delcontante e dei titoli al portatore da 12.500a 5.000 euro; la nuova soglia è rimasta invigore fino a quando l’articolo 32, comma1, lettera a) del decreto-legge 25 giugno2008, n. 112, convertito, con modifica-zioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, haripristinato il limite di 12.500 euro; suc-cessivamente, il legislatore è intervenutonuovamente sulla soglia di tracciabilità deipagamenti con il decreto-legge 31 maggio2010, n. 78, convertito, con modificazioni,dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, (articolo20, comma 2, lettera a)), che, a partire dal31 maggio 2010, ha riportato il valore a5.000 euro, cifra che è stata poi ridotta a2.500 euro dal decreto-legge 13 agosto2011 n. 138, convertito, con modificazioni,dalla legge 14 settembre 2011, n. 148 (ar-ticolo 2, comma 4); da ultimo, il decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 (cosiddettosalva Italia), convertito, con modificazioni,dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, hafissato, all’articolo 12, il limite all’uso delcontante e dei titoli al portatore, condecorrenza dal 6 dicembre 2011 ad unimporto inferiore ad euro 1.000;

l’articolo 34, comma 7, della legge12 novembre 2011, n. 183, legge di stabi-lità 2012, ha previsto dal 1o gennaio 2012la gratuità, sia per l’acquirente che per ilvenditore, delle transazioni regolate concarte di pagamento presso gli impianti didistribuzione di carburanti, di importoinferiore ai 100 euro;

l’articolo 12, comma 9, del citatodecreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, hastabilito che l’Associazione bancaria ita-liana, le associazioni dei prestatori diservizi di pagamento, la società Poste ita-liane s.p.a., il Consorzio Bancomat, leimprese che gestiscono circuiti di paga-mento e le associazioni delle imprese mag-giormente significative a livello nazionale

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definissero, entro il 1o giugno 2012, eapplicassero entro i tre mesi successivi, leregole generali per assicurare una ridu-zione delle commissioni a carico degliesercenti in relazione alle transazioni ef-fettuate mediante carte di pagamento, te-nuto conto della necessità di assicuraretrasparenza e chiarezza dei costi, nonchédi promuovere l’efficienza economica nelrispetto delle regole di concorrenza; ilcomma 10, del medesimo articolo 12 hastabilito che, in caso di mancata defini-zione e applicazione delle misure di cui alpredetto comma 9, le stesse fossero fissatecon decreto del Ministero dell’economia edelle finanze, di concerto con il Ministerodello sviluppo economico, sentite la Bancad’Italia e l’Autorità garante della concor-renza e del mercato;

l’articolo 27, comma 1, lettera d),del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1,convertito, con modificazioni, dalla legge24 marzo 2012, n. 27, ha stabilito che, finoalla pubblicazione del decreto che recepi-sce la valutazione dell’efficacia delle mi-sure definite ai sensi del comma 9, ovveroche fissa le misure ai sensi del comma 10,continua ad applicarsi il comma 7 dell’ar-ticolo 34 della legge 12 novembre 2011,n. 183, il quale stabilisce la gratuità deipagamenti presso gli impianti di distribu-zione di carburanti;

il Ministero dell’economia e dellefinanze, con decreto 14 febbraio 2014,n. 51, ha emanato il regolamento sullecommissioni applicate alle transazioni ef-fettuate mediante carte di pagamento, aisensi dei citati commi 9 e 10 dell’articolo12, che entrerà in vigore il prossimo 29luglio 2014 (l’entrata in vigore è stabilitadecorsi 120 giorni dalla pubblicazionenella Gazzetta Ufficiale), producendo lacessazione dell’efficacia della norma chestabilisce la gratuità dei pagamenti pressogli impianti di distribuzione di carburantidal 31 marzo 2014 (ovvero dalla data dipubblicazione del decreto);

secondo il citato regolamento i pre-statori di servizi di pagamento sono tenutia distinguere le commissioni da applicare

per ciascuna tipologia di carte di paga-mento - di debito, di credito, prepagate;tenuto conto dell’obiettivo di riduzionedelle commissioni applicate dal soggettoconvenzionatore all’esercente, nel con-tratto di convenzionamento è inserita unaclausola di revisione periodica, almenoannuale, delle commissioni correlata an-che al volume e al valore delle operazionidi pagamento effettuate presso l’esercente,nonché alla revisione delle eventuali com-missioni d’interscambio;

inoltre, al fine di promuovere l’uti-lizzo di strumenti alternativi al contante, ilmedesimo decreto prevede che i prestatoridi servizi di pagamento applichino ai pa-gamenti di importo non superiore a trentaeuro commissioni inferiori a quelle gene-ralmente applicate nel caso di operazionieffettuate, con qualunque modalità, tra-mite terminali evoluti di accettazione mul-tipla;

la legge 11 marzo 2014, n. 23,recante la delega al Governo per la ri-forma del sistema fiscale, all’articolo 9,comma 1, lettera f), prevede che il Go-verno introduca, entro marzo 2015, conuno o più decreti legislativi, norme perrafforzare la tracciabilità dei mezzi dipagamento per il riconoscimento, ai finifiscali, di costi, oneri e spese sostenuti, eprevedere disincentivi all’utilizzo del con-tante, nonché incentivi all’utilizzo dellamoneta elettronica;

l’articolo 15, comma 4, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito,con modificazioni, dalla legge 17 dicembre2012, n. 221, come da ultimo modificatodall’articolo 9, comma 15-bis, del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 150, convertito,con modificazioni, dalla legge 27 febbraio2014, n. 15, prevede che a decorrere dal30 giugno 2014, i soggetti che effettuanol’attività di vendita di prodotti e di pre-stazione di servizi, anche professionali,siano tenuti ad accettare anche pagamentieffettuati attraverso carte di debito;

in attuazione della citata disposi-zione il decreto ministeriale del 24 gennaio2014 ha disciplinato le definizioni e l’am-

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bito di applicazione dei pagamenti me-diante carte di debito, in particolare pre-vedendo l’obbligo di accettare pagamentieffettuati attraverso carte elettroniche pertutti i pagamenti di importo superiore atrenta euro disposti a favore dei soggettiesercenti l’attività di impresa o professio-nisti, per l’acquisto di prodotti o la pre-stazione di servizi; in sede di prima ap-plicazione, ovvero fino al 30 giugno 2014,il citato obbligo è stato tuttavia applicatolimitatamente ai pagamenti effettuati afavore dei soggetti il cui fatturato dell’annoprecedente a quello nel corso del quale èeffettuato il pagamento sia risultato supe-riore a duecentomila euro;

dal 1o luglio 2014 è dunque invigore l’obbligo, per gli esercenti attività diimpresa e professioni, di accettare anche ipagamenti effettuati attraverso carte didebito; bisogna tuttavia rilevare che, allostato attuale, non risulta associata alcunasanzione a carico dei professionisti chenon dovessero predisporre della necessariastrumentazione a garanzia dei pagamentieffettuabili con moneta elettronica;

occorre dare velocemente un im-pulso importante alla maturazione delmercato italiano dei pagamenti elettronicied avvicinarlo così agli standard europei;

anche alla luce della normativavigente si rende improrogabile la necessitàdi attuare misure che favoriscano l’ado-zione spontanea di terminali POS, fisici ovirtuali, da parte di commercianti e pro-fessionisti;

secondo un comunicato stampa dif-fuso l’8 luglio 2014 dal presidente diNetcomm – Consorzio del commercio elet-tronico italiano – lo sviluppo del commer-cio elettronico e dei servizi online rappre-senta un notevole potenziale portatore dibenefìci economici, sociali e societari;l’economia di internet crea 2,6 posti dilavoro per ogni lavoro perso e offre unamaggiore scelta ai consumatori anche nellezone rurali e remote;

secondo il citato comunicato, inItalia le imprese che vendono online sono

solo il 4 per cento del totale, l’accesso allabanda larga rimane carente e i finanzia-menti necessari per attivare gli investi-menti risultano problematici; i servizi di-gitali della pubblica amministrazione sonodi difficile accesso e una parte consistentedi italiani non ha fiducia negli acquistionline; è evidente che, in questo quadro, ladimensione delle imprese diventa un fat-tore abilitante; poche sono le aziendeitaliane che competono sul mercato inter-nazionale online;

la Commissione europea ha adot-tato una comunicazione che definisce 16azioni concrete volte a raddoppiare entroil 2015 la quota di e-commerce dellevendite al dettaglio – attualmente al 3,4per cento – oltre alla quota dell’economiaonline sul Pil europeo complessivo, che almomento è inferiore al 3 per cento;

il Parlamento europeo ha approvatoin prima lettura – nella seduta plenariadel 3 aprile 2014 – una proposta delregolamento del Parlamento e del Consi-glio relativa alle commissioni interbanca-rie tramite carta, con cui si perseguel’obiettivo di uniformare nei Paesi membridell’Unione massimo delle commissioni in-terbancarie con carte di credito e di de-bito, fissandolo allo 0,3 per cento per letransazioni effettuate con carte di creditoed allo 0,2 per cento per le transazionieffettuate con carte di debito ed applican-dolo alle operazioni transnazionali entrodue mesi dalla data di pubblicazione delprovvedimento ed a quelle domestiche en-tro due anni dalla medesima data,

impegna il Governo:

ad assumere iniziative per potenziarel’utilizzo delle carte di pagamento, incen-tivando – in particolare previa verificadella possibilità di un regime di detraibi-lità fiscale degli oneri connessi alla instal-lazione ed alla gestione dei POS – isoggetti che effettuano attività di venditadi prodotti e di prestazione di servizi,anche professionali, all’installazione di ter-minali POS, che prevedano il pagamentoanche tramite dispositivi mobili, al fine di

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attuare una rivoluzione dei comporta-menti dei consumatori che avrà beneficieffetti in termini di legalità, sicurezza etrasparenza;

a sostenere in sede europea – pro-fittando dell’opportunità del semestre ita-liano di Presidenza dell’Unione – il pro-cesso di più rapida definitiva approvazionedella proposta di isolamento in materia dicommissioni interbancarie per carte dicredito e di debito ed ad assumere inizia-tive per la sua più tempestiva adozione perle transazioni domestiche;

ad assumere iniziative per intro-durre, intanto, un pricing fisso per letransazioni effettuate presso gli impiantidi distribuzione di carburante e presso lerivendite di tabacchi per i servizi prestatidalle stesse per conto dello Stato;

ad assumere iniziative per prevedereche le commissioni pagate dagli esercentiche svolgano la funzione di intermediarinei confronti di soggetti pubblici o disocietà partecipate dagli enti pubblicisiano poste a carico della pubblica ammi-nistrazione beneficiaria del pagamento;

a istituire un tavolo di confronto trail Governo, le banche e i rappresentantidegli operatori economici e professionali,al fine di ridurre al minimo i costi diutilizzo delle carte di pagamento a caricodi commercianti, artigiani e professionisti,anche prevedendo la possibilità per lebanche di offrire contratti di comodatogratuito di terminali POS, nonché la pos-sibilità per le medesime banche di facili-tare le anticipazioni e i finanziamenti inrelazione alle operazioni transate o pre-notate con le carte di credito, nel rispettodel merito creditizio;

ad assumere iniziative per prevederemisure premiali per i consumatori cheutilizzino carte di pagamento e sistemi dipagamento avanzati, privilegiando carte esistemi a più contenuto costo totale e,dunque, perseguendo trasparenza e con-frontabilità della struttura dei loro costi edanche verificando, in questo contesto, l’op-portunità di una revisione della « non

discrimination rule » in linea con le indi-cazioni del libro verde della Commissioneeuropea del 2012 « Verso un mercato eu-ropeo integrato dei pagamenti », nonchépossibili misure premiali per gli esercenticorrelate all’incremento del fatturato ri-spetto all’anno precedente;

ad assumere iniziative per introdurreun « indicatore sintetico di costo » (ISC)che chiarisca il costo complessivo di tuttele spese sostenute dall’esercente nel corsodi un anno per il terminale POS e garan-tisca la vera trasparenza e il confronto tragli operatori;

a promuovere l’implementazione deisistemi di autenticazione (identità elettro-nica) per combattere le frodi telematiche;

a incentivare la possibilità per gliutenti di effettuare online i pagamenti deiservizi resi dalla pubblica amministrazionee consentire alle imprese di integrare lafatturazione elettronica verso le ammini-strazioni con le procedure di pagamento alfine di ridurre i costi di esecuzione delleattività amministrative, contabili e finan-ziarie;

a provvedere alla contestuale e ne-cessaria dotazione di POS presso tutte lestrutture della pubblica amministrazione;

a realizzare un’adeguata campagna dicomunicazione istituzionale volta a infor-mare i consumatori sui benefici socialideterminati della moneta elettronica e suilivelli di sicurezza delle carte, ad oggipercepiti come inadeguati dal pubblico,nonché per la familiarizzazione e il cor-retto uso dei nuovi strumenti di paga-mento;

ad assumere iniziative per definirestandard di sicurezza per le transazioni online orientati alla tutela del consumatore,al fine di migliorare la fiducia nell’utilizzodi piattaforme di acquisto telematico conparticolare riguardo alla trasparenza ealla chiarezza delle informazioni, alla ga-ranzia dei prodotti venduti e dei serviziofferti, nonché ad evitare le cosiddettetruffe telematiche a danno dei cittadini inconseguenza dei falsi annunci;

Atti Parlamentari — 15468 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

ad attuare iniziative per favorire l’in-terroperabilità nel settore dei pagamentimobili e dei pagamenti elettronici, distin-guendo tra interoperabilità tecnica e inte-roperabilità commerciale, ossia la possibi-lità per i commercianti di scegliere gliacquirer e per i clienti di scegliere gliemittenti, indipendentemente dal luogo incui operano;

ad attuare le necessarie iniziative volteal potenziamento delle tecnologie dell’in-formazione e della comunicazione previsteall’Agenda digitale europea che è stata pre-sentata dalla Commissione europea nelmaggio 2010 (comunicazione « Un’agendadigitale europea » (COM(2010)245) con loscopo di sfruttare al meglio il potenzialedelle tecnologie dell’informazione e dellacomunicazione (TIC) per favorire lo svi-luppo dell’e-commerce l’innovazione, lacrescita economica e la competitività, non-ché al fine del superamento del cosiddettodigital divide definito dal piano nazionaledella banda larga predisposto nell’ottobre2011 dal Ministero per lo sviluppo econo-mico.

(7-00433) « Causi, Benamati, Bargero,Basso, Marco Di Maio, MarcoDi Stefano, Folino, Frago-meli, Gutgeld, Lodolini, Mon-troni, Senaldi, Sberna, Ta-ranto, Tidei ».

Le Commissioni VIII e XII,

premesso che:

nel 1983, in un popoloso quartieredi Avellino denominato Borgo Ferrovia,aprì i battenti l’Isochimica s.p.a., aziendadell’imprenditore Elio Graziano con 330operai addetti a scoibentare carrozze evagoni di proprietà di Ferrovie dello Stato,provenienti dalle grandi officine di Foli-gno;

nei cinque anni di attività dellostabilimento sono state scoinbentate, cioèliberate dall’amianto, 499 elettromotrici e1740 vetture normali passeggeri. È statocalcolato che ogni carrozza contenesse tra

i 2000 e i 3000 chilogrammi di amianto: glioperai hanno lavorato, quindi, oltre 20.000quintali di materiale nocivo;

secondo la relazione dell’UniversitàCattolica del Sacro Cuore del 22 aprile1985, il capannone B era privo di impiantidi aereazione. I periti hanno rilevato unapresenza di amianto in misura anchecinquanta volte maggiore rispetto al valorelimite di soglia fissato dalla Comunitàeuropea e questo anche nell’infermeria,nella mensa, nel magazzino e nello spo-gliatoio;

il 15 settembre 1988 fu ordinata lasospensione temporanea delle attività la-vorative dell’Isochimica dall’allora sindacodi Avellino Enzo Venezia, anche se leoperazioni di scoibentazione continuaronoper altri 3 mesi fino a quando il procu-ratore della Repubblica di Firenze, Benia-mino Deidda, ne dispose l’effettiva chiu-sura;

negli interrogatori svolti dalla pro-cura di Firenze, nel 1989, furono descrittele diverse modalità di smaltimento del-l’amianto: gran parte del materiale scoi-bentato veniva interrato in buche pro-fonde 4-5 metri all’interno dello stabili-mento, altro era miscelato con del ce-mento prima di essere affossato oppureraccolto in sacchetti di plastica, caricatosu camion e smaltito in discariche esterne,altro ancora era convogliato nel silos;

lo stabilimento Isochimica insistein un contesto industriale definito dalletestate giornalistiche anche nazionali « lavalle dei tumori » a causa dei diversi datiscientifici che mettono in relazione leemissioni di sostanze inquinanti con ilboom di patologie neoplastiche;

dopo anni caratterizzati da pro-messe di bonifiche mai avvenute, il 3giugno 2013 il Corpo forestale dello Statodi Avellino ha eseguito il decreto di se-questro preventivo dell’intera area dell’exIsochimica disposto dalla procura dellaRepubblica di Avellino ai sensi dell’arti-colo 321, comma 3-bis, del codice diprocedura penale dichiarando nella rela-

Atti Parlamentari — 15469 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

tiva nota stampa diffusa che « gli oltre 500cubi di cemento armato friabile illecita-mente smaltiti sono inidonei a trattenerele fibre » (...) ne consegue un evento gravee complesso che, provocando effetti nocividi natura diffusiva, espone a concretopericolo, collettivamente, l’incolumità diun numero indeterminato di persone;

nel provvedimento di sequestrosono stati contestati a 24 indagati, a variotitolo, tra cui amministratori comunalidell’epoca, i reati di cui agli articoli 110 e434, comma 1 e 2, C.P. (concorso indisastro ambientale e doloso), di cui agliarticoli 113, 434 in relazione all’articolo449, comma 1, C.P. (cooperazione colposain disastro ambientale) e di cui all’articolo328 C.P.;

il 12 novembre 2013, nel corso diun incontro presso l’ufficio territoriale delGoverno ad Avellino alla presenza dell’al-lora prefetto Umberto Guidato, del presi-dente della commissione speciale per lebonifiche della regione Campania AntonioAmato, del sindaco di Avellino Paolo Foti,del direttore generale della azienda sani-taria locale Sergio Florio, di funzionari delConsorzio per l’area di sviluppo indu-striale della provincia di Avellino e del-l’assessorato all’ambiente della regioneCampania, fu deciso l’avvio di un testmedico-sanitario sulla popolazione resi-dente e scolastica di Borgo Ferrovia cheavrebbe dovuto coinvolgere almeno 3000persone potenzialmente a rischio a causadelle fibre di amianto disperse nell’am-biente, e prevedere anche indagini radio-logiche e di patologia clinica;

il 14 aprile 2014, a seguito del-l’incontro presso la prefettura di Avellinotra i dirigenti dell’ufficio territoriale diGoverno e il Comitato cittadino per labonifica, si è diffusa la notizia secondocui non sarà avviato alcun monitoraggiosulla popolazione residente perché taleintervento non sarebbe mai stato previstodal Ministero della salute e, anzi, l’areaex Isochimica addirittura non risulte-rebbe nell’elenco dei siti di interessenazionale da bonificare;

la suddetta informazione sarebbecontenuta in una nota che l’azienda sani-taria locale di Avellino avrebbe inviato il18 marzo 2014 alla prefettura in palesecontrasto con quanto emerso dal tavolodel 12 novembre 2013 e con le dichiara-zioni rilasciate pubblicamente dai dirigentidell’Asl, che più volte hanno annunciatol’avvio di una sorveglianza sanitaria pas-siva sugli abitanti adulti del quartiere,dopo aver effettuato il testing sulla popo-lazione infantile;

in seguito ai diversi sopralluoghiordinati dalla procura della Repubblica diAvellino, nell’ambito dell’indagine avviataper valutare il rischio di crolli e i livelli didispersione di fibre di amianto nell’aria, èstata disposta l’urgente messa in sicurezzadel silos esterno, in cui venivano convo-gliati i materiali di scarto della lavorazionedell’amianto;

in data 18 marzo 2014 il procura-tore della Repubblica di Avellino, RosarioCantelmo, è stato audito dalla Commis-sione igiene e sanità presso il Senato, inmerito all’indagine conoscitiva sugli effettidell’inquinamento ambientale sull’inci-denza dei tumori, delle malformazionifetoneonatali ed epigenetica in Campania,con secretazione dei relativi atti;

in virtù della legge 27 marzo 1992,n. 257, in materia di « Norme relative allacessazione dell’impiego dell’amianto », cheha stabilito il divieto di estrazione, com-mercializzazione e produzione di amianto,la bonifica degli edifici, delle fabbriche edel territorio, la improcrastinabile azionedi messa in sicurezza e di risanamentodell’area dove è allocata l’ex Isochimica,definita la fabbrica dei veleni, e il moni-toraggio epidemiologico dei residenti pros-simi allo stabilimento abbandonato neces-sitano di una assunzione di responsabilitàdel Governo centrale, come peraltro giàavvenuto in situazioni simili,

impegnano il Governo

a prevedere inserimento dell’area inquestione nei siti di interesse nazionale aisensi dell’articolo 252 del decreto legisla-

Atti Parlamentari — 15470 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

tivo 3 aprile 2006, n. 152, in ragionedell’elevato rischio sanitario ed ambientalein modo da impegnarsi direttamente nellabonifica necessaria e messa in sicurezzadell’intera area ex Isochimica, attraverso lostanziamento di fondi adeguati e a pro-cedere, in caso di rilevata mancata predi-sposizione degli interventi citati da partedel soggetto responsabile coordinamentodiretto del procedimento di bonifica daparte del Ministero dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare;

a promuovere il prima possibile adeffettuare uno screening medico sanitariogenerale in modo da avere un reale qua-dro delle condizioni di salute della popo-lazione residente in prossimità del sito inquestione, anche avvalendosi dell’istitutosuperiore per la protezione e la ricercaambientale (ISPRA), dell’istituto superioresanità e dell’E.N.E.A. nonché di altri sog-getti qualificati pubblici, ai sensi dell’arti-colo 252, comma 5, del citato decretolegislativo 3 aprile 2006, n. 152;

ad attivarsi al fine di assumere ini-ziative utili a consentire che i lavoratoridello stabilimento Isochimica affetti dapatologie asbesto-correlate di origine pro-fessionale, qualora non abbiano ancoraraggiunto i requisiti per la maturazionedel diritto alla pensione, anche dopo larivalutazione del periodo contributivo aisensi dell’articolo 13, comma 7, della legge27 marzo 1992, n. 257, e successive mo-dificazioni, « Norme relative alla cessa-zione dell’impiego dell’amianto », possanocomunque accedere al pensionamento an-ticipato, con il sistema contributivo, senzarinunciare alle altre provvidenze vigenti.

(7-00437) « Zolezzi, Grillo, Sibilia, Busto,Daga, De Rosa, Mannino, Mi-cillo, Segoni, Terzoni ».

L’VIII Commissione,

premesso che:

nel corso della seduta dell’8 no-vembre 2013, il Comitato interministerialeper la programmazione economica – CIPE

– ha approvato, con prescrizioni, il pro-getto preliminare del corridoio di viabilitàautostradale dorsale Civitavecchia-Orte-Mestre, relativo alla tratta E45-E55 Orte-Mestre;

tale opera è ricompresa nell’elencodelle infrastrutture strategiche di cui alladelibera CIPE del 21 dicembre 2001n. 121, in conformità a quanto previstodalla « legge obiettivo » (legge n. 443 del2001), e automaticamente inserita nelpiano generale dei trasporti e della logi-stica (PGTL), approvato con il decreto delPresidente della Repubblica 14 marzo del2001;

come noto, il soggetto promotoredel progetto autostradale risulta essere,insieme ad ANAS spa, una cordata diimprese e di banche, capeggiata dallasocietà GEFIP Holding, di proprietà dell’exeuroparlamentare Vito Bonsignore, e for-mata da Banca Carige S.p.A., EfibancaS.p.A., Egis Projects S.A., ILI AutostradaS.p.A., MEC S.r.L., Scetaroute S.A., Tech-nip Italy S.p.A. e Transroute InternationalS.A.;

l’autostrada Orte-Mestre, costitui-sce una delle opere più grandi e impattantipreviste nella legge obiettivo: copre unatratta di circa 396 chilometri, attraversocinque regioni (Lazio, Umbria, Toscana,Emilia Romagna e Veneto), 11 province e48 comuni e necessita di 139 chilometri diponti e viadotti, 64 chilometri di gallerie,20 cavalcavia, 226 sottovia, 83 svincoli, 2barriere di esazione e 15 aree di servizio;

il progetto prevede la realizzazioneex novo di una autostrada a quattro corsienel tratto Ravenna-Mestre e l’adegua-mento con varianti della superstrada E-45;

l’investimento complessivo previstoper la realizzazione dell’opera, è stimatoin quasi 10 miliardi di euro, circa 2miliardi e 600 milioni in più di quelliinizialmente preventivati dal CIPE;

Atti Parlamentari — 15471 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

tale infrastruttura, che presenta unprospetto finanziario a lunghissimo ter-mine, sarà affidata in concessione per 50anni e verrà realizzata integralmente inregime di project financing; la società chesi aggiudicherà l’appalto e la concessionedell’opera potrà inoltre beneficiare dell’ap-plicazione della normativa per la defisca-lizzazione delle opere di project financing,ai sensi della legge n. 183 del 2011, con uncredito di imposta, quantificabile in circa2 miliardi di euro, riconosciuto su Ires,Irap e Iva e valido per 15-20 anni;

i rimanenti 8 miliardi di euro ne-cessari per realizzare l’opera dovrebberoessere anticipati dalla stessa società pri-vata utilizzando il sistema di project fi-nancing e di project bond, fatto salvo ilsostegno pubblico, qualora le condizionipattuite in sede di convenzione sulla basedel piano economico e finanziario doves-sero venire meno (ad esempio, livelli ditraffico insufficienti);

la realizzazione dell’infrastrutturain regime di project financing comporteràinevitabilmente l’introduzione di un pe-daggio dell’arteria, considerata la naturadell’investimento da parte dei privati econsiderate le modalità scelte per il ri-torno del suddetto investimento;

il tracciato della nuova autostradainterferisce con importanti zone di inte-resse storico, paesaggistico ed ambientalecome, per esempio, il parco delle forestecasentinesi, la valle del Tevere, il delta delPo, le valli del Mezzano, la laguna diVenezia, la zona archeologica nei dintornidi Lova, la Riviera del Brenta; solo neltratto emiliano-veneto il consumo suolosarebbe stimato in 3.300.000 metri qua-drati di terreno, per la quasi totalitàagricolo ed il tracciato autostradale an-drebbe ad interessare 11.000 ettari di sitidi interesse comunitario (SIC), 5800 zonea protezione speciale (ZPS), e 8300 ettaridi parchi regionali;

come confermato dalla Commis-sione europea, il corridoio autostradaleCivitavecchia-Orte-Mestre non è ricom-preso tra i corridoi infrastrutturali e in-

termodali considerati strategici per lo svi-luppo delle vie di comunicazione in Eu-ropa ed è considerato solo come inter-vento secondario complementare allosviluppo delle reti TEN-T;

la strada statale 309 Romea, la cuigestione è in capo alla società ANAS spa,è stata classificata, come riportato dairilevamenti statistici dell’ACI e dell’ISTAT,come una delle strade più pericolose d’Ita-lia, secondo i parametri relativi al numerodi incidenti stradali per chilometro e alnumero di decessi per incidente;

Governo, regione Veneto e ANASspa demandano la risoluzione del pro-blema legato alla insicurezza dell’arteriastrada statale 309, alla realizzazione dellanuova autostrada Orte-Mestre, parallelaall’attuale Romea commerciale, ma il pro-getto preliminare approvato dal CIPE noncontiene alcun provvedimento significativodiretto alla riqualificazione e messa insicurezza della strada statale 309 Romea;inoltre, gli attuali flussi di traffico e lestime di quelli futuri che interesseranno lanuova autostrada Orte-Mestre non giusti-ficano assolutamente la costruzione di unanuova tratta autostradale di questa por-tata: stando a quanto riportato da asso-ciazioni e comitati, i dati del trafficocommerciale che interessa la Romea sa-rebbero infatti crollati dal 2008 circa del30 per cento;

la strada statale 309 Romea regi-strerebbe attualmente livelli di trafficobassissimi (circa 15-18 mila veicoli algiorno), inferiori a quelli della SR11 Bren-tana e quindi considerati tali da non potergiustificare la costruzione di un nuovotracciato autostradale di circa 400 chilo-metri le cui previsioni dei flussi di trafficosarebbero, alla luce di questi dati, inat-tendibili e sovrastimati,

impegna il Governo

a fronte delle gravi ripercussioni chela realizzazione della nuova autostradacomporterebbe in termini di consumo di

Atti Parlamentari — 15472 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

suolo, aumento dell’inquinamento atmo-sferico ed acustico, aumento del rischioidrogeologico, danni al settore agricolo eturistico, e all’insussistenza di stime ditraffico utili a giustificarla, ad assumereiniziative per il ritiro del progetto preli-minare del corridoio di viabilità autostra-dale dorsale Civitavecchia-Orte-Mestre– Tratta E45-E55 (Orte-Mestre);

ad assumere iniziative per avviare, intempi rapidi, un programma di interventiurgente per la messa in sicurezza deltracciato dell’attuale strada statale 309Romea e della superstrada E-45 finaliz-zato alla riqualificazione e al potenzia-mento delle infrastrutture esistenti, al finedi migliorare la viabilità è la sicurezza suqueste arterie;

ad aprire un tavolo di confronto, conle associazioni, i comitati, tutte le ammi-nistrazioni locali interessate dal tracciato,le associazioni di categoria, al fine diraccogliere debitamente le loro istanze edindividuare alternative più sostenibili dalpunto di vista ambientale, economiche edefficaci rispetto, alla realizzazione dellanuova autostrada, sia sul breve che sulmedio-lungo periodo.

(7-00431) « Busto, Spessotto, Daga, DeRosa, Mannino, Segoni, Ter-zoni, Zolezzi, Micillo, Vigna-roli, Colonnese, Nesci, Cozzo-lino, Lorefice, Silvia Gior-dano, Dall’Osso, Dadone, Ca-stelli, Dieni, Grande, DiBattista, Manlio Di Stefano,Sibilia, Di Benedetto, Brescia,Nicola Bianchi, Paolo NicolòRomano, Liuzzi, Dell’Orco,Brugnerotto, D’Uva, Artini,Frusone, Corda, Basilio, Al-berti, Pesco, Cancelleri, Villa-rosa, D’Incà, Businarolo,D’Ambrosio, Colletti, Baldas-sarre, Chimienti, Cominardi,Bechis, Tripiedi, Ciprini, Riz-zetto, Da Villa, Gallinella,Lupo, Benedetti, Mucci, Ga-gnarli ».

L’VIII Commissione,

premesso che:

il 10 luglio 1976 dallo stabilimentoIcmesa di Meda (MB) fuoriuscì una nubealtamente tossica contenente varie so-stanze tra cui la molecola di tetracloro-dibenzo-p-diossina (TCDD);

studi immediatamente susseguential disastro ambientale provarono che lanube contaminò 1810 ettari di territorionei comuni di Seveso (MB), Barlassina(MB), Cesano Maderno (MB), Meda (MB),Bovisio Masciago (MB) e Desio (MB);

a seconda del grado di contamina-zione riscontrato negli studi, l’area colpitadall’incidente venne suddivisa nelle zoneA, B ed R, a contaminazione del suolodecrescente;

negli anni successivi si sussegui-rono interventi di bonifica limitatamentealla zona A e studi epidemiologici sullapopolazione residente, nonché studi divalutazione dei rischi per la stessa popo-lazione;

nonostante l’area B fu sottopostaad un voluto trattamento di tipo agricoloal fine di diluire la diossina e favorirne lafotodegradazione, i livelli di diossina simantenevano superiori ai limiti previstiper i siti con destinazione d’uso verdepubblico e residenziale ed anche indu-striale, e per tale motivo nuovi interventisu quelle aree richiedono, a tutt’oggi, l’ef-fettuazione di indagini ed interventi pre-visti dal decreto legislativo 152 del 2006,richiesti anche specificatamente dal Comi-tato interministeriale per la programma-zione economica (CIPE);

la Pedemontana Lombarda, dettaanche sistema viabilistico pedemontano, èun insieme di tratte autostradali in fase dicantierizzazione che si sviluppa attraversole province di Varese, Como, Monza-Brianza, Milano e Bergamo, per un totaledi 86,7 chilometri di autostrada e 70chilometri di nuova viabilità provinciale ecomunale, comprendente anche le nuovetangenziali di Como e Varese;

Atti Parlamentari — 15473 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

è in fase di ultimazione la tratta Ae i primi lotti di tangenziali di Como eVarese del Sistema Viabilistico Pedemon-tano e sono appena iniziati i lavori dellatratta B1 tra Lomazzo (Como) e Lentatesul Seveso (MB);

i comuni di Bovisio Masciago eDesio disposti sulla progettata ma nonancora costruita tratta C, così come iComuni di Barlassina, Meda, Seveso eCesano Maderno disposti sulla progettatama non ancora costruita tratta B2, sonotutti inclusi all’interno di aree classificatecome contaminate a seguito del disastrodell’ICMESA;

nella tratta B2, l’autostrada Pede-montana si spingerà all’interno del Parconaturale del « Bosco delle Querce » diSeveso e Meda, anch’esso a tutt’oggi con-taminato dalla diossina di Seveso, ambitodi memoria creato sulle due enormi va-sche di contenimento nelle quali venneriposto tutto ciò che di contaminato erapresente nella zona A, compreso il terrenorimosso e i macchinari utilizzati per lademolizione e gli scavi;

nel periodo di primavera e autunno2008, Pedemontana spa, con la supervi-sione di regione Lombardia, ARPA e inaccordo con i comuni, ha effettuato cam-pionamenti ed analisi a supporto del pro-getto definitivo. La prima ha evidenziatoalcuni superamenti del limite industrialein 10 casi su 127 campioni, con unadistribuzione prevalentemente superficialedegli inquinanti;

nell’ottobre 2008, intorno ai puntidi superamento si è condotto l’approfon-dimento che ha confermato i precedentirisultati, portando ad affermare la neces-sità di una maggior attenzione nella mo-vimentazione dei terreni in fase di can-tierizzazione;

nell’anno 2011 è stato pubblicato lostudio: « Dioxin Exposur and CancerRiskin the Seveso Women’s Health Study » che,prima volta per un’indagine epidemiolo-gica, evidenzia che l’esposizione a diossinanel passato è significativamente relazio-

nata all’incidenza di ogni tipo di cancro;tali evidenze sono conseguenza del fattoche il tetraclorodibenzo-p-diossina(TCDD), più nota come « Diossina Seveso »,la più pericolosa tra le circa 200 diossinestabili conosciute, sia un inquinante orga-nico persistente, ovvero una sostanza chi-mica altamente tossica molto resistentealla decomposizione, tutt’ora presente apochi centimetri di distanza dal terrenocalpestabile nel sottosuolo delle zone so-pra indicate;

con l’opportunità di defiscalizzarel’opera che ad oggi risulta non essereinteramente finanziata, è stato impostatoun piano economico finanziario che per-mette di ridurre la ricapitalizzazione da1,2 miliardi a 850 milioni di euro, garan-tendo la copertura per le sole tratte A e B1sprovviste però delle per contratto previstecompensazioni ambientali, senza alcunacertezza per le tratte B2, C e D;

la società concessionaria ha decisodi gestire la direzione dei lavori al suointerno, in conseguenza delle difficoltàfinanziarie riscontrate e del recente an-nullamento del bando per l’affidamentodell’incarico di direzione lavori per il se-condo lotto della Pedemontana dove ilconcessionario ritiene di procedere persingole tratte in relazione alle disponibilitàeconomiche;

le ripetute aste per la cessione dellequote di provincia e comune di Milanodella società Serravalle Spa che detiene il78,97 per cento di Pedemontana Lom-barda, tutte andate deserte, mette a rischiola realizzazione di Pedemontana stessa; viè un minore interesse da parte degliistituti di credito a finanziare l’opera, invirtù della difficoltà a rientrare dai capi-tali investiti entro tempi certi;

nell’ultima seduta del Comitato in-terministeriale per la programmazioneeconomica (CIPE) del 30 giugno 2014, nonè stato destinato alcun finanziamento al-l’opera Pedemontana Lombarda come piùparti politiche avevano invece previsto, inprimis il presidente della regione Lombar-dia, Roberto Maroni;

Atti Parlamentari — 15474 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

in data 3 aprile 2013, l’assessorealle infrastrutture e trasporti della regioneLombardia, Maurizio Del Tenno, ha di-chiarato che « per Pedemontana sussistonosia problemi di carattere territoriali dovutiall’avanzamento dei cantieri come rumori,polveri e altro, sia criticità attinenti lacertezza della complessiva realizzazionedell’opera »;

i sindaci dei comuni disposti sullatratta B1 e B2, hanno mostrato una piùche evidente preoccupazione nel caso sidovesse completare la tratta B1 per l’ine-vitabile ed insostenibile congestionamentodell’esistente superstrada Milano-Medacausato dall’eccessivo traffico di veicoliprovenienti dalle province di Como e Va-rese; gli stessi sindaci hanno denunciato,tra le numerose incongruenze, la man-canza delle compensazioni ambientali al-l’opera promesse dalla società Pedemon-tana;

i cittadini dei comuni di BovisioMasciago, Cesano Maderno, Seveso e Desiohanno rilevato, a loro dire, diversi profilidi illegittimità del progetto definitivo dellatratta B2 e hanno inoltrato al TAR duericorsi contro la delibera di approvazionedel CIPE (delibera del 6 novembre 2009,pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 18febbraio 2010), contestando che il progettodefinitivo è stato modificato in sede diapprovazione per la tratta B2, prevedendola realizzazione del tracciato stradale fuoriterra a differenza di quanto previsto dalprogetto preliminare del marzo 2006 cheprevedeva, invece, una soluzione in inter-rato, come altresì indicato da regioneLombardia con DGR VII/17643;

tali modifiche non sono state as-sunte con il recepimento di prescrizioni oraccomandazioni impartite dal CIPE nelprogetto preliminare, bensì derivano dascelte del collegio di vigilanza dell’accordodi programma, sottoscritto il 19 febbraio2007;

nel ricorso presentato si è eviden-ziata, inoltre, la violazione della normativanazionale e comunitaria in materia ditutela ambientale e, in particolare, in re-

lazione alla procedura di Valutazione Am-bientale Strategica (VAS) dei P/P e aquella di Valutazione d’impatto ambien-tale (VIA);

il ricorso ha altresì evidenziato lapiù che discutibile approvazione dellalegge regionale 15 del 2008 denominata« Infrastrutture di interesse concorrentestatale e regionale » che consente, « inderoga » alla legge regionale 60 del 1985,l’attraversamento dell’opera Pedemontananel Parco naturale del Bosco delle Querce;

gli stessi cittadini, inoltre, da sem-pre ritengono non sia opportuno eseguirelavori così invasivi per territorio ed inter-venire su suoli così inquinati;

la provincia di Monza e Brianza,interessata dal passaggio prossimo dellamastodontica opera Pedemontana, risultaessere infatti quella con il più alto tasso disuperficie urbanizzata d’Italia e il suoindice medio di consumo di suolo, calco-lato come rapporto tra superficie urbaniz-zata e superficie totale, supera il 54 percento;

dall’inizio del concepimento del-l’opera Pedemontana risalente agli anni’50, il territorio interessato dal tracciato siè progressivamente deindustrializzato, l’in-quinamento atmosferico aumentato e ilsuolo rapidamente urbanizzato con la lo-gica conseguenza che gli scenari di mobi-lità che è oggi possibile prevedere noncoincidono con i valori considerati pergiustificare la realizzazione di quest’operainfrastrutturale, anche in ragione di unmutamento dei trasporti merci internazio-nali e interregionali,

impegna il Governo

ad intervenire al fine di limitare la rea-lizzazione dell’opera infrastrutturale Pede-montana Lombarda – « Collegamento au-tostradale tra Dalmine, Como, Varese, Va-lico del Gaggiolo ed opere connesse », allatratta A, tra lo svincolo di Cassano Ma-gnago sulla A8 e lo svincolo di Lomazzosulla A9 e le tangenziali di Varese e Comoesclusivamente per i lotti in via di realiz-

Atti Parlamentari — 15475 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

zazione così come individuati nel contrattosottoscritto il 26 agosto 2008 tra societàAutostrada Pedemontana Lombarda e lasocietà di progetto denominata Pedelom-barda Sepa, e ad assumere iniziative perinterrompere immediatamente i lavori ap-pena iniziati della tratta B1, spostando lerisorse economiche destinate alle tratteB1, B2, C e D verso investimenti di messain sicurezza, risanamento e potenziamentodel trasporto pubblico su ferro della re-gione Lombardia, previa attenta analisidelle reali necessità.

(7-00432) « Busto, Tripiedi, Daga, De Rosa,Mannino, Segoni, Terzoni,Zolezzi, Micillo, Carinelli,Manlio Di Stefano, Pesco, Al-berti, Sorial, Caso, Toninelli,Cominardi, Ciprini, Rizzetto,Fico, Di Battista, Spessotto,Crippa, Castelli, Dell’Orco,Prodani, Cristian Iannuzzi,Gallinella, Vallascas, PaoloBernini, Massimiliano Ber-nini, Liuzzi, D’Uva, Parentela,Cancelleri, Brugnerotto, Si-mone Valente, Marzana,Luigi Gallo, Battelli, Chi-mienti, Baldassarre, Turco,Villarosa ».

L’VIII Commissione,

premesso che:

con decreto del Presidente del Con-siglio dei ministri dell’11 febbraio 1994pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 35del 12 febbraio 1994 veniva dichiarato lostato di emergenza nel settore dello smal-timento dei rifiuti solidi urbani della re-gione Campania ai sensi e per gli effettidell’articolo 5, comma 1, della legge 24febbraio 1992, n. 225;

con ulteriore decreto del Presidentedel Consiglio dei ministri datato 7 ottobre1994, pubblicato sulla Gazzetta Ufficialen. 237 del 10 ottobre 1994, veniva proro-gato lo stato di emergenza precitato;

con ordinanza del Presidente delConsiglio dei ministri del 7 ottobre 1994,ulteriormente integrata con ordinanza delPresidente del Consiglio dei ministri 7novembre 1994, venivano prorogati al pre-fetto di Napoli, fino al 31 dicembre 1995,i poteri di cui all’ordinanza del Presidentedel Consiglio dei ministri 11 febbraio 1994,come modificati ed integrati con ordi-nanze 31 marzo 1994, 16 aprile 1994 e 23giugno 1994;

in data 6 dicembre 1994 il sub-commissario delegato viceprefetto di Avel-lino inviava al sindaco del comune diAriano Irpino copia del provvedimenton. P00819/DIS datato 22 novembre 1994,con cui il prefetto di Napoli, delegato exordinanza del Presidente del Consiglio deiministri 7 ottobre 1994, aveva approvato ilprogetto nonché l’esecuzione di un im-pianto di trattamento di rifiuti nel comunedi Ariano Irpino in località Difesa Grande;

nel suddetto provvedimento si te-neva conto che sulla base delle stimeeffettuate dalla regione Campania, assu-mendo una popolazione residente al 31dicembre 1989 di circa 395.000 unità,nella provincia di Avellino venivano pro-dotte circa 238 tonnellate al giorno dirifiuti complessivamente tra solidi urbani,speciali assimilabili agli urbani e altri dicui al punto 4.2.2. della deliberazioneassunta in data 27 luglio 1984 dal Comi-tato interministeriale di cui all’articolo 5del decreto del Presidente della Repub-blica 915 del 1982;

nel suddetto provvedimento si rite-nevano la necessità, l’urgenza e l’opportu-nità della realizzazione in Irpinia di unadiscarica controllata di 1a categoria per lostoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti deltipo sopra specificato, al fine di fronteg-giare la grave situazione di pericolo de-terminatasi nel territorio della regioneCampania nel settore dello smaltimentodei rifiuti solidi urbani, con la conseguentedeliberazione correlativamente assunta dal

Atti Parlamentari — 15476 — Camera dei Deputati

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Consiglio dei ministri nella seduta dell’11febbraio 1994 dello stato di emergenza aisensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225,e nella successiva seduta del 7 ottobre1994;

nel suddetto provvedimento siprendeva atto che, in relazione al progettofatto predisporre dalla società ASI-DEV-ECOLOGIA s.r.l. di Avellino concernentela realizzazione in una zona estesa percirca 40 ettari nel comune di ArianoIrpino, in località Difesa Grande, di unadiscarica di 1a categoria nella quale eser-citare attività di stoccaggio e smaltimentodella sopra riferita tipologia di rifiuti, ilcomitato tecnico, istituito ai sensi dell’ar-ticolo 3, comma 3 dell’ordinanza del Pre-sidente del Consiglio dei ministri 31 marzo1994 innanzi citata, aveva espresso – indata 19 maggio 1994 – parere favorevoleper l’approvazione;

nel suddetto provvedimento si di-sponeva l’approvazione dell’esecuzione diun impianto di trattamento dei rifiutiche, ai sensi e per gli effetti di cuiall’articolo 17, comma 8, della legge dellaregione Campania 10 febbraio 1993,n. 10, era assimilato ad infrastruttura diservizio (secondo la tipologia di operepreviste dalla regione Campania 31 ot-tobre 1978, n. 51) e dichiarato opera dipubblica utilità, urgente e indifferibile acui far affluire, fino alla sua saturazione,e per un periodo di anni 2 e per ilrelativo smaltimento, i rifiuti di cui alpunto 4.2.2. della deliberazione assuntadal Comitato interministeriale di cui al-l’articolo 5 del decreto del Presidentedella Repubblica n. 915 del 1982 (pub-blicata in Gazzetta Ufficiale n. 253 del 13settembre 1954). Nell’impianto di cui so-pra dovevano essere smaltiti i rifiuti delletipologie sopra specificate, prodotti nelterritorio della provincia di Avellino non-ché in quei comuni della regione Cam-pania indicati dal commissario;

il progetto originario della disca-rica di Difesa Grande dalla capacità mas-sima di 1.000.000 metri cubi di inertiveniva realizzato non solo senza apposita

concessione edilizia, ma in violazione dellenorme urbanistiche vigenti e in dispregiodel vincolo idrogeologico e paesaggisticodella zona, come risulta nella relazioneconclusiva della Commissione parlamen-tare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulleattività illecite ad esso connesse della Ca-mera dei deputati (allegato A), approvatal’11 marzo 1996;

il TAR della Campania, con sen-tenza n. 1635/96, dichiarava l’illegittimitàsia dell’ordinanza del Presidente del Con-siglio dei ministri del 7 ottobre 1994 siadel decreto prefettizio n. P00819/DIS cheautorizzava la realizzazione dell’impianto;

nonostante l’impegno di chiusuradel sito entro il 31 dicembre 1998 assuntodalla prefettura di Napoli in presenza delMinistro dell’interno fu l’allora sindaco diAriano Irpino a disporre, con ordinanzan. 132 del 22 dicembre 1998, la chiusuradella discarica per motivi di igiene pub-blica con la contestuale ingiunzione al-l’ASI-DEV-ECOLOGIA di demolire gli im-pianti, ripristinando lo stato dei luoghientro il termine di 90 giorni;

a partire dal 1998 i due invasirisultavano già riempiti per oltre il doppiodella capacità di conferimento progettual-mente consentita, con enormi danni allasalute dei cittadini e alla salubrità del-l’ambiente, in dispregio della vocazioneagricola del territorio arianese e dellasismicità della zona. Inoltre, numerosi econtinui erano i cedimenti strutturali deltelo di contenimento con fuoriuscita dipercolato direttamente nel suolo e nelsottosuolo tant’è che sia l’allora ASL AV 1sia l’Arpac di Avellino, dopo aver effet-tuato indagini di competenza, rilevavano ilsuperamento del limite massimo di accet-tabilità della contaminazione nel terreno enei pozzi spia nonché l’inquinamento delleacque da metalli pesanti. Nonostante ciò,l’apertura della discarica veniva prorogata;

nel settembre del 2001 il diparti-mento di prevenzione dell’ASL AV 1 di-chiarava ex decreto ministeriale n. 471 del1999 il sito inquinato chiedendo la messain sicurezza dell’impianto e la bonificadello stesso;

Atti Parlamentari — 15477 — Camera dei Deputati

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nel marzo del 2002 il dipartimentodi prevenzione e sanità pubblica dell’ASLAV1, con nota n. 376 del 12 marzo 2002,ribadiva lo stato di grave inquinamento delsito, precisando che la vasca principalericeveva il quadruplo dei rifiuti rispettoalla capacità per cui era stata progettata eper di più con l’utilizzo del sistema del-l’abbancamento in sopraelevazione;

la discarica, diventata vera e pro-pria bomba ecologica di oltre 2 milioni dimetri cubi di rifiuti interrati e abbancatiin elevazione su un’area di circa 16.000metri quadrati per oltre 23 metri di al-tezza, veniva chiusa temporaneamentedall’allora sindaco di Ariano Irpino conordinanza, del 4 maggio 2002, mentre laprocura della Repubblica di Ariano Irpinosottoponeva lo sversatoio a sequestro. Ilcommissario straordinario per l’emer-genza rifiuti emanava, infine, un provve-dimento di chiusura definitiva con l’in-giunzione della messa in sicurezza allasocietà ASI-DEV-ECOLOGIA;

il commissario straordinario perl’emergenza rifiuti, con ordinanza n. 52,del 2003, disponeva la riapertura del sitosostenendo che, per l’avvio del progetto dibonifica, fosse necessario « livellare » levasche di Difesa Grande, conferendovi unnumero imprecisato di « ecoballe », cioè dirifiuti già trattati, sulla cui reale compo-sizione, tuttavia, l’opinione pubblica hasempre avanzato più che un dubbio;

con ordinanza commissariale n. 96del 2003 si autorizzava il prosieguo del-l’attività di conferimento per 120 giorni,giustificandola con una presunta sistema-zione finale e messa in sicurezza delladiscarica: dovevano essere sversati altri100.000 metri cubi di frazione organicastabilizzata (fos) e sovvalli, ma in realtà sitrattava di altre 142.000 tonnellate dirifiuti, pari a circa 160.000 metri cubi;

nel marzo del 2004, il commissa-rio all’emergenza rifiuti, vista la perdu-rante emergenza in Campania, decidevala riapertura di Difesa Grande, per 30giorni e per un quantitativo non supe-riore a 60.000 tonnellate, promettendo

chiusure e bonifiche. La popolazionearianese e dei comuni limitrofi dava vitaad una grande mobilitazione per la chiu-sura della discarica, sostenuta dalle as-sociazioni ambientaliste e dai comitaticivici locali e proseguita per mesi;

il 7 giugno del 2004, il commissarioall’emergenza rifiuti prendeva atto che, intre mesi, erano stati comunque sversatipiù di 100.000 metri cubi di rifiuti e conordinanza n. 122 disponeva la cessazionedi ogni ulteriore smaltimento nella disca-rica di Difesa Grande;

il 15 giugno del 2007, a causa diuna nuova emergenza rifiuti in Campania,la discarica veniva aperta con ordinanzadel Presidente del Consiglio dei ministrin. 3596, per consentire l’abbancamentodei rifiuti per 20 giorni, chiudendo defi-nitivamente il 9 luglio 2007;

nella discarica sarebbero stati stoc-cati anche rifiuti indifferenziati, fanghi didepuratori civili e industriali, quintali dipneumatici triturati, medicinali scaduti,polveri di abbattimento dei fumi, ceneri dacombustione, pile esauste, pitture e vernicidi scarto;

nella discarica sarebbero stati sver-sati circa trenta milioni di chilogrammi difanghi provenienti dal CO.DI.SO. di Solo-fra, ossia residui chimici conciari ad altaconcentrazione di cromo esavalente;

la vicenda della discarica di DifesaGrande è stata caratterizzata da un sus-seguirsi di sequestri e dissequestri da partedella magistratura, dal coinvolgimento avario titolo di quasi tutti i livelli istituzio-nali italiani e da un processo iniziato,dopo un esposto alla procura della Re-pubblica di Ariano Irpino da parte delleassociazioni locali, nel maggio del 2011con 25 persone accusate di reati comedisastro ambientale, violazioni edilizie, al-terazione delle bellezze naturali, omissionedi atti di uffici, inquinamento di faldeacquifere e smaltimento illegale di rifiutisolidi. Molti capi di imputazione sonoandati, tuttavia, prescritti;

Atti Parlamentari — 15478 — Camera dei Deputati

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soltanto alla fine del 2012 sonoiniziati i lavori di carotaggio per la carat-terizzazione della discarica e la bonifica:lavori, però, interrotti e mai conclusi no-nostante lo stanziamento di 6.480.000 euroassegnati dal Ministero dell’ambiente edella tutela del territorio e del mareall’ASI-DEV-ECOLOGIA con accordo ope-rativo del 18 luglio 2011,

impegna il Governo:

a promuovere iniziative finalizzate averificare, anche attraverso il comandocarabinieri per la tutela dell’ambiente, lostato della discarica e il livello di inqui-namento dei luoghi, con particolare ri-guardo alle acque dei pozzi spia, alleemissioni di biogas, al sistema di raccoltadel percolato e alla situazione delle eco-balle esposte da un decennio alle intem-perie;

ad accertare, per quanto di compe-tenza, le cause tecnico-operative ostativedel mancato avvio della bonifica e soprat-tutto da chi, in che modo e per qualeentità sia stato impiegato finora lo stan-ziamento di 6.480.000 euro concesso dalMinistero dell’ambiente e della tutela delterritorio e del mare per il risanamento diDifesa Grande;

a valutare l’opportunità di procedereall’inserimento della discarica di DifesaGrande nei siti di interesse nazionale (SIN)ex lege n. 426 del 9 dicembre 1998, cosìintervenendo direttamente, entro tempicerti, per la messa in sicurezza e labonifica dell’intera area, nonché per ilripristino dei luoghi, prevedendo adeguatifondi al fine di consentire il completorisanamento di uno sversatoio il cui uti-lizzo, stabilito in origine in due anni, si èprocrastinato per un decennio a dannodella salute dei cittadini di Ariano Irpinoe della salubrità dell’ambiente, anche at-traverso opportuna caratterizzazione edesame delle falde.

(7-00436) « Zolezzi, Sibilia, Busto, Daga,De Rosa, Mannino, Micillo,Segoni, Terzoni ».

La XIII Commissione,

premesso che:

già dal mese di maggio 2014 si eraaccertato che con buona probabilità lagrande produzione di vino sfuso spagnolodell’ultima annata agraria avrebbe creatoproblemi sia allo stesso Stato della Spagnae sia agli altri Stati dell’Unione europea;

sebbene infatti i dati delle venditedi vino spagnolo per il primo trimestre2014 siano stati positivi (almeno perquanto concerne i volumi), il commerciodi sfuso già in quel periodo soffriva unasituazione di stallo;

secondo l’Agenzia delle entratedella Spagna, infatti, tra gennaio e marzo,le vendite di vino sono cresciute del 16,3per cento in volume (per un totale di 5,038milioni di ettolitri), calando del solo 1,7per cento in valore, per un fatturato totaledi 572.400.000 euro;

in tali circostanze, la più grandepreoccupazione degli operatori del settoreconsisteva allora, ed ancora di più adesso,nel fatto che a pochi mesi dal nuovoraccolto le scorte avrebbero potuto esserecosì consistenti da non poter immagazzi-nare il vino nuovo;

risulterebbe che attualmente circa3 milioni di ettolitri del vino sfuso spa-gnolo siano divenuti una eccedenza di cuii produttori iberici devono disfarsi urgen-temente. Va fatto presente al riguardo cheprima che entrasse in vigore la nuovaOrganizzazione comune di mercato (OCM)del vino del 2008, avvenuta con il Rego-lamento (CE) n. 479/2008 relativo all’or-ganizzazione comune del mercato vitivini-colo, in vigenza del Regolamento CEn. 1493/99, in corrispondenza di ecce-denze di vino presso le cantine, si potevaricorrere alla cosiddetta « distillazione dicrisi », cui gli agricoltori potevano accederetramite richiesta degli Stati interessati allaCommissione europea ed una volta accor-data, per tale tipologia di distillazionevenivano concessi determinati contributicomunitari in favore dei distillatori e deiviticoltori relativamente interessati;

Atti Parlamentari — 15479 — Camera dei Deputati

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con il nuovo regime della Organiz-zazione comune di mercato introdotto nel2008, per la distillazione di crisi non sonopiù stati riconosciuti aiuti pubblici, seppureper i primi quattro anni di nuovo regime(2008-2012), gli Stati membri avrebbero po-tuto ad ogni modo concedere aiuti ma inmaniera progressivamente decrescente;

la nuova Organizzazione comune dimercato vino 2008-2013, infatti, ha stabi-lito che poteva essere concesso un soste-gno fino al 31 luglio 2012 per la distilla-zione volontaria o obbligatoria di ecce-denze di vino decisa dagli Stati membri incasi giustificati di crisi, sia per ridurre oeliminare l’eccedenza e sia per garantire lacontinuità di rifornimento da un raccoltoall’altro, ma entro una spesa massimalimitata al 20 per cento della dotazionefinanziaria nazionale nel primo anno, al15 per cento nel secondo, al 10 per centonel terzo e al 5 per cento nel quarto anno;

si apprende dalle associazioni deiproduttori di vino che le predette eccedenzedella Spagna, pur di essere smaltite, stareb-bero per essere immesse sul mercato ita-liano a prezzi irrisori. Vi è pertanto unfortissimo allarme nei nostri operatori viti-vinicoli in quanto una tale operazione cree-rebbe forti squilibri nel mercato interno edrastici abbattimenti dei prezzi delle uve edei vini per la prossima vendemmia,

impegna il Governo:

ad intraprendere ogni utile iniziativa,tra cui in particolare un monitoraggiospecifico sugli andamenti commerciali neimercati del vino, volta ad evitare che sipossano verificare nel nostro paese possi-bili squilibri o fenomeni speculativi diret-tamente connessi a situazioni di crisi dellevendite di vini sfusi, come il caso delleeccedenze vinicole della Spagna che sivorrebbero introdurre a prezzi anomali edistorsivi sui mercati italiani;

ad adottare le misure di competenzaaffinché situazioni di mercato non ordi-narie nel settore vinicolo derivanti deci-sioni assunte da altri Stati membri del-

l’Unione europea nell’ambito del regimedell’organizzazione comune del mercatovitivinicolo, non comportino conseguenzeo ripercussioni negative sui produttori vi-tivinicoli italiani e sulla stabilità dei prezzidelle uve e dei vini relativi alla prossimavendemmia italiana del 2014.

(7-00434) « Mongiello, Oliverio ».

La XIII Commissione,

premesso che:

da alcuni anni la direzione gene-rale igiene e sicurezza degli alimenti enutrizione del Ministero della salute au-torizza, in « situazioni di emergenza sani-taria », alcuni prodotti fitosanitari in virtùdell’articolo 53 del regolamento (CE) 1107/2009; negli ultimi anni, il ricorso a questaprocedura di autorizzazione speciale inItalia è stato esponenziale: secondo quantoindicato sul sito del Ministero della salutesono 17 le istanze di « autorizzazioni ec-cezionali », ma in alcuni casi si vedonoreiterare, di anno in anno, le stesse ri-chieste per gli stessi prodotti e le stessecolture;

la maggior parte di queste sostanzeattive non sono più o non sono ancoraautorizzate dall’Unione europea (dicloro-propene, cloropicrina, propanile), e il mec-canismo dell’« autorizzazione speciale »consente di non effettuare l’iter previstodal sistema autorizzativo e la verificadell’impatto (ambientale e sulla salute)non essendo, le richieste, corredate delladocumentazione necessaria a tali scopi;

il PAN (piano di azione nazionaleper l’utilizzo sostenibile dei prodotti fito-sanitari), entrato in vigore il 13 febbraio2014, all’articolo 5.6.1 indica che in casodi deroga non si può ricorrere comunqueall’uso di prodotti fitosanitari che ripor-tano in etichetta determinate frasi di ri-schio. All’articolo 5.6.2 indica che in ognicaso è comunque escluso l’utilizzo di pro-dotti fitosanitari classificati tossici e moltotossici o che riportano in etichetta deter-minate frasi di rischio; queste sigle della

Atti Parlamentari — 15480 — Camera dei Deputati

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classe di rischio si trovano nelle schede disicurezza, e solo raramente si trovanonell’etichetta del prodotto, riportandonesolo alcune per esteso;

le autorizzazioni eccezionali sonoutilizzate, in particolare, per fitosanitariche nelle schede di sicurezza hanno prin-cipi attivi con classi di rischio nocive etossiche per l’uomo e l’ambiente; tale ri-schio, molto spesso, è più che ridimensio-nato nelle etichette approvate con i decretidirigenziali; l’atto 4/04948, ancora in at-tesa di risposta, riporta alcuni esempi diprodotti fitosanitari autorizzati nonostanteil divieto del PAN;

a parere dei presentatori i decretinon appaiono quindi conformi alla leggen. 150 del 2012 ed al PAN-2014, cheproibisce l’utilizzo dei prodotti T+ (moltotossici), T (tossici) ed elenca le frasi dirischio per le quali vige il divieto diautorizzazione;

il regolamento (CE) n. 1107/2009del Parlamento europeo e del Consiglio del21 ottobre 2009 all’articolo 30, comma 1,indica che « uno Stato Membro può dareun’autorizzazione provvisoria se la Com-missione non è giunta a una decisioneentro 30 mesi dalla accettazione del ap-plicazione – L’autorizzazione provvisoriaha validità per tre anni »;

a giudizio dei presentatori l’articolo30 del regolamento (CE) n. 1107/2009 èstato di fatto stravolto, visto che le auto-rizzazioni speciali si sono perpetuate benoltre i 3 anni previsti; appare inoltrescorretto il reiterarsi annuale dell’emer-genza che, diventando prassi, perde difatto la sua caratteristica fondante, comepure rischia di diventare un abuso ilricorso, anno dopo anno, all’articolo 53 delregolamento (CE) n. 1107/2009, relativo a« situazioni di emergenza sanitaria »;

in alcune regioni d’Italia (Veneto,Piemonte, Lombardia) i prodotti Aviozolfoe Aviocaffaro vengono autorizzati ininter-rottamente dal 2008 anno dopo anno perl’irrorazione aerea, nonostante l’articolo 9della Direttiva 2009/128/CE, recepita in

Italia con il decreto legislativo 14 agosto2012 n. 150, lo vieti; e limiti la deroga soloin condizioni estremamente circoscritte econtrollate, per esempio nel caso in cuinon ci fossero alternative praticabili ri-spetto all’uso degli elicotteri oppure incaso di evidenti vantaggi per la saluteumana e l’ambiente rispetto all’applica-zione dei fitosanitari da terra;

le autorizzazioni speciali annualifanno riferimento al regolamento CE/1107/2009, che all’articolo 53 « situazionidi emergenza fitosanitaria » recita: « Inderoga all’articolo 28, in circostanze par-ticolari uno Stato membro può autoriz-zare, per non oltre centoventi giorni, l’im-missione sul mercato di prodotti fitosani-tari per un uso limitato e controllato, ovetale provvedimento appaia necessario acausa di un pericolo che non può esserecontenuto in alcun altro modo ragione-vole »; a parere dei presentatori le deroghesi ispirano impropriamente a tale regola-mento in quanto non sussisterebbero taleemergenza fitosanitaria e neppure la ne-cessità del provvedimento di autorizza-zione « a causa di un pericolo che non puòessere contenuto in alcun altro modo ra-gionevole »;

la normativa vigente, tra cui ilPAN, indica una serie di misure di ge-stione dei rischi che i soggetti autorizzatie le autorità competenti devono attuare atutela dell’ambiente e della popolazione,come per esempio l’obbligo di avviso pre-ventivo dei residenti e le prescrizioni perla riduzione dell’effetto deriva; Il PANesclude l’utilizzo di prodotti fitosanitariclassificati tossici e molto tossici e/o cheriportano in etichetta determinate frasi dirischio, presenti anche nei prodotti Avio-zolfo e Aviocaffaro;

con atto n. 4/04886, ancora in at-tesa di risposta, si portava a conoscenzadel Ministro la situazione della provinciadi Treviso, dimostrando l’assenza dellecondizioni che consentono la deroga inquanto vi sarebbero alternative praticabili,rispetto all’uso degli elicotteri, e inoltrel’irrorazione aerea non comporterebbe al-

Atti Parlamentari — 15481 — Camera dei Deputati

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cun vantaggio per la salute umana el’ambiente, rispetto all’applicazione dei fi-tosanitari da terra;

l’utilizzo dell’elicottero sarebbe giu-stificato dal fatto che la pendenza dellecolline non consentirebbe i trattamenti daterra; ciononostante avvengono regolar-mente (in stagione) tutti i trattamenti daterra raccomandati con cadenza quindici-nale, come per esempio gli interventi an-tiperonosporici o acaricidi; l’irrorazioneaerea sarebbe quindi l’alternativa pratica-bile, facendo quindi decadere la condi-zione che giustifica la deroga; a dimostra-zione che le alternative sono possibili, 9dei 15 comuni del consorzio DOCG Pro-secco hanno vietato i trattamenti aereisull’intera area comunale;

nella provincia di Treviso, in alcunicomuni del consorzio DOCG Prosecco,zona nella quale avvengono spesso le ir-rorazioni aeree in deroga, le case, lescuole, gli orti privati, le strade, sonoconfinanti con i vigneti e pare che sianomolte le segnalazioni di residenti e turistiche lamentano di essere stati « irrorati »insieme ai vigneti, di non essere statiavvisati preventivamente e di non esseremai stati informati del tempo di carenzadi 48 ore, prima di poter accedere allazona irrorata dall’elicottero; inoltre, nellearee trattate non è mai stata posta ade-guata e visibile segnalazione;

considerando che la deriva dellanuvola irrorata dai trattamenti a terra nonè controllabile, a maggior ragione la derivarisulta ancor più incontrollabile, quandol’irrorazione avviene a 40 e più metri daterra e con correnti d’aria non misurabili;l’irrorazione aerea amplifica i rischi per lasalute umana e l’ambiente in quanto leirrorazioni dall’elicottero ovviamente sonomolto più invasive; la deriva dell’elicotterosi estende oltre i limiti del vigneto intrattamento; grazie all’azione del vento legocce più piccole vengono trasportatemolto più lontano; quindi, a parere deipresentatori, l’irrorazione aerea non puòrappresentare alcun vantaggio per la sa-lute umana e l’ambiente rispetto all’appli-

cazione di pesticidi a terra, facendo de-cadere la condizione che giustifica la de-roga;

a parere dei presentatori appareestremamente difficoltoso il rispetto delleprescrizioni specifiche di cui all’articoloA.4.5 del Pan, soprattutto per quanto ri-guarda il controllo del diametro mediodelle gocce delle miscele irrorate e l’ap-plicazione della scala di Beaufort, essendoprevista per misurazioni in pianura e nonper le misurazioni in collina;

i due prodotti Aviozolfo e Aviocaf-faro hanno una composizione che cono-sciamo solo in parte: l’85 per cento del-l’Aviozolfo e il 20 per cento dell’Aviocaf-faro; le percentuali sconosciute sono co-formulanti, che la dottoressa MaristellaRubbiani, dell’ISS – Istituto Superiore diSanità – definisce come « spesso più pe-ricolosi dei principi attivi ». A volte iprincipi attivi vengono registrati come co-formulanti, e quindi sfuggono al controllorendendo difficile la correlazione causaeffetto, in caso d’intossicazione, non po-tendo sapere cosa fa più male, se ilprincipio attivo studiato o il coformulantedi cui non si conosce la natura ed ilpericolo; entrambe i prodotti hanno frasidi rischio vietate dal Pan;

con atto 4/05099 in attesa di ri-sposta, si portava a conoscenza del Mini-stro una iniziativa dell’associazione WWFAltaMarca che ha proposto ai cittadini deicomuni dell’area DOCG Prosecco Cone-gliano Valdobbiadene di chiedere ai proprisindaci i dati relativi agli erbicidi utilizzatinelle aree urbane; dalle risposte ottenutedalle amministrazioni risulta che, comedocumentato nell’interrogazione citata, al-cuni comuni abbiano utilizzato prodottiche il PAN vieta all’articolo A.5.6.1; lostesso articolo prevede inoltre, nelle zonefrequentate dalla popolazione o da gruppivulnerabili, il divieto dei trattamenti di-serbanti, da sostituire con metodi alterna-tivi;

in alcuni comuni dell’area DOCGProsecco Conegliano-Valdobbiadene, comeper esempio il comune di Farra di Soligo,

Atti Parlamentari — 15482 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

le abitazioni sono confinanti con i vignetiirrorati con erbicidi e fungicidi vietati dalPAN; anche il traffico pedonale e auto-mobilistico è a diretto contatto con ivigneti irrorati; trattasi quindi di zonecostantemente frequentate dalla popola-zione e gruppi vulnerabili, come citati nelPAN all’articolo A.5.6; allo stesso articolovengono indicate le misure per la ridu-zione dei rischi derivanti dall’impiego deiprodotti fitosanitari nelle aree frequentatedalla popolazione o gruppi vulnerabili,conferendo alle autorità locali competentiil potere di determinare misure più re-strittive;

a parere dei presentatori è evidentela mancanza di un controllo efficace sullearee nelle quali il mezzo chimico puòessere usato, che garantisca il rispettodella normativa vigente a tutela della sa-lute dei cittadini e del loro ambiente;l’estrema vicinanza uomo-vigneti di fattoannulla la distinzione tra ambiente urbanoe ambiente agricolo, che il PAN distingue;trattasi infatti di un unico ambiente nelquale le due entità coesistono, richie-dendo, per questo, attenzioni particolariche, a parere degli interroganti, si tradu-cono nell’utilizzo di mezzi non chimici econtrollo biologico; anche a livello termi-nologico manca una adeguata definizionedegli ambienti in cui è assente il confineagricolo/urbano; per esempio non è chiarose i casi di vigneti a ridosso delle abita-zioni siano da considerarsi ambiente ur-bano o agricolo; è altresì necessario defi-nire in modo univoco chi siano concreta-mente le autorità locali competenti, chedovranno disporre del personale e deimezzi di controllo del territorio; il citta-dino infatti ha necessità di rivolgersi adun’unica autorità ben definita, per solle-citare controlli puntuali ed eventualmenteper segnalare infrazioni alla normativavigente, con la certezza di avere risposteadeguate;

il PAN, nell’indicare i divieti o leprescrizioni, fa più volte riferimento allefrasi di rischio indicate in etichetta, peresempio agli articoli A.5.6, A.5.6.1, A.5.6.2;anche le autorizzazioni in deroga dei pro-

dotti fitosanitari, disposte dall’articolo 53del regolamento (CE) 1107/2009, fannoriferimento alle etichette dei prodotti, chesi trovano nel database dei prodotti fito-sanitari del Ministero della salute e ven-gono allegate ai decreti dirigenziali;

a parere dei presentatori il riferi-mento alle etichette è pericoloso e fuor-viante, per l’utilizzatore e per il cittadinoche volesse informarsi correttamente, inquanto le informazioni sono incomplete equindi scorrette. Per esempio, riportanouna parziale composizione dei prodotti(tralasciando spesso proprio i principi at-tivi maggiormente presenti nel preparato ei coformulanti) e solo alcune frasi dirischio, tralasciando inoltre le frasi R;

con atto 4-05077, ancora in attesadi risposta, si riportavano alcuni esempi didati riportati nelle etichette di alcuni pro-dotti, confrontati con i dati dette corri-spettive schede di sicurezza del medesimoprodotto; dall’osservazione di numeroseetichette messe a confronto con le schededi sicurezza si nota che le etichette indi-cano normalmente un solo componentedella miscela e non sempre il più rappre-sentativo della tossicità o quello presentein maggior percentuale; inoltre le frasi dirischio sono riferite al componente dichia-rato, mentre quelle relative ai componentinon citati (spesso i più pericolosi e/omaggiormente presenti nella miscela) sonotralasciate; in alcuni casi viene riportatauna sola frase di rischio nonostante ilprodotto ne abbia più di una; questo fattoappare più evidente in alcune etichetteautorizzate in deroga con decreto dirigen-ziale; spesso le frasi di rischio mancanti inetichetta rientrano tra quelle vietate dalPAN; di fatto queste etichette ridimensio-nano la classe di rischio ben evidenziata,invece, nelle schede di sicurezza che ri-portano anche istruzioni dettagliate; infor-mazioni che ogni utilizzatore deve assolu-tamente conoscere;

a parere dei presentatori è di fon-damentale importanza che, a tutela dellasalute pubblica e dell’ambiente, i riferi-menti informativi a disposizione degli uti-

Atti Parlamentari — 15483 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

lizzatori dei prodotti e dei cittadini, cui fariferimento il Ministero e il PAN, sianoaffidabili e contengano tutte le informa-zioni complete e corrette sui prodottifitosanitari,

impegna il Governo

a interrompere immediatamente leautorizzazioni eccezionali dei prodotti fi-tosanitari vietati dal Pan;

a riconsiderare le classi di rischioassegnate alle etichette, autorizzate condecreto dirigenziale, adeguandole alleclassi di rischio indicate dalle schede disicurezza;

a ripensare l’iter di autorizzazionedei prodotti, sia in relazione ai criteri inbase ai quali vengono emanate tali auto-rizzazioni e quindi alla relativa situazionedi emergenza sanitaria, sia all’assunzionedelle eventuali responsabilità, valutando diprediligere, in ogni caso, soluzioni alter-native a quella dell’autorizzazione eccezio-nale che dovrebbe essere considerata l’ul-tima possibilità;

ad integrare, in occasione del seme-stre di Presidenza italiana dell’unione eu-ropea, il piano di azione nazionale nelleparti in cui si fa riferimento alle frasi dirischio riportate in etichetta, aggiungendoil riferimento alle schede di sicurezza;

a promuovere la revisione delle eti-chette dei prodotti fitosanitari, comple-tando le parti relative alla composizione ealle frasi di rischio;

ad allegare ai decreti dirigenziali, cheautorizzano in deroga i prodotti fitosani-tari, anche le schede di sicurezza, inse-rendole inoltre nel database ministerialedei prodotti fitosanitari;

a verificare la corretta e completacomposizione dei prodotti fitosanitari edelle corrispondenti frasi di rischio, visibilinelle schede di sicurezza, preliminarmenteall’eventuale autorizzazione in deroga deiprodotti;

a interrompere le autorizzazioni deiprodotti Aviozolfo e Aviocaffaro per l’ir-rorazione aerea nonché a verificare la

reale sussistenza delle condizioni che, adoggi, hanno consentito le deroghe per taliautorizzazioni;

a valutare la possibilità di renderemaggiormente stringente il ricorso a talideroghe così da non alterare il vero signi-ficato di emergenza sanitaria che, a causadel continuo ricorso allo strumento delladeroga, rischia di perdere completamenteil suo significato e il suo scopo;

a riconsiderare le prescrizioni speci-fiche di cui all’articolo A.4.5 del PAN,soprattutto per quanto riguarda il con-trollo del diametro medio delle gocce dellemiscele irrorate e l’applicazione della scaladi Beaufort, essendo prevista per misura-zioni in pianura e non per le misurazioniin collina;

a promuovere ed attuare tutte lemisure affinché nei territori avvenganotutti i controlli necessari a garanzia delrispetto della normativa vigente e dell’at-tivazione di tutte le misure previste per lagestione dei rischi, a salvaguardia dellasalute umana e dell’ambiente;

ad attuare tutte le azioni affinché leleggi attualmente in vigore in materia diprodotti fitosanitari siano rispettate intutte le loro parti e indicare con maggiorchiarezza chi siano le autorità preposte alcontrollo sulle sostanze utilizzate e alrispetto della normativa vigente, nonché irelativi ruoli e responsabilità;

ad assumere iniziative dirette a de-finire un’unica autorità che sia di riferi-mento per i cittadini, con funzione dicoordinamento di tutte le autorità di con-trollo previste nonché prevedere un im-plementazione del sistema di verifica sullaeffettiva attività svolta dalle autorità localicompetenti;

ad attuare le misure di tutela asalvaguardia dell’uomo e del suo ambiente,nei territori in cui ambiente agricolo eurbano non abbiano confini definiti masiano integrati, dando nuova definizione aquesti ambienti.

(7-00435) « Benedetti, Gagnarli ».

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Atti Parlamentari — 15484 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZADEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare ilPresidente del Consiglio dei ministri, ilMinistro dell’economia e delle finanze, ilMinistro dei beni e delle attività culturalie del turismo, per sapere – premesso che:

il compenso per la cosiddetta « copiaprivata », ovvero la riscossione da partedella SIAE di Royalty a favore di autori,artisti e produttori, sulla vendita di sup-porti/apparecchi vergini (attualmente: au-diocassette, cd, videocassette, DVD, BLURAY, USB, hardisk, memorie integrate inapparecchi multimediali audio video, ma-sterizzatori, telefoni cellulari, tablet, e al-tro) in cambio della possibilità per ilconsumatore-persona fisica di registrare eriprodurre per uso esclusivamente perso-nale opere protette dal diritto d’autore, èstato introdotto per la prima volta dallalegge 5 febbraio 1992, n. 93; gli articoli 9e 41 del decreto legislativo 9 aprile 2003,n. 68, hanno successivamente recato mo-difiche alla disciplina in materia;

il decreto del Ministro per i beni e leattività culturali del 30 dicembre 2009 hadeterminato per la prima volta il valoreeconomico dei compensi/royalty che, sog-getti ad una revisione triennale, devono/dovrebbero soprattutto tenere conto delladiffusione di tale fenomeno « alla lucedell’innovazione tecnologica intervenutanel periodo »;

il decreto del Ministro dei beni edelle attività culturali e del turismo del 20giugno 2014 ha recentemente ridetermi-nato il compenso per la « riproduzioneprivata di fonogrammi » introducendoadeguamenti che sono apparsi iperbolici.In generale il provvedimento è stato dif-fusamente criticato in quanto frutto di

una « periodicità » di natura remunerativaper altre categorie di lavoratori bloccatada anni, nonché disposto in una fase dideclinante utilizzo di tale « abitudine », lacopia privata, da parte dei privati per ildiffondersi di metodi alternativi di frui-zione legale dei contenuti, segnatamente lo« streaming »;

tale provvedimento è stato giudicato,quindi, come una forma di « ristoro » in-giustificato e corporativo, sollecitato a piùriprese e a gran voce dalla SIAE, a favoredei produttori/autori di contenuti, an-ch’essi colpiti dalla crisi economica cosìcome tutti i cittadini e i lavoratori delnostro Paese, nonché dai più, consideratocome un’ulteriore « tassa », e in aumentoesponenziale, definita dalla magistraturastessa come « una prestazione patrimo-niale imposta » assai simile, dunque, alle« tasse » e in assenza di qualsivoglia pre-giudizio per autori, artisti e produttorianche soltanto potenziale e meritevole diessere indennizzato;

la citata normativa, tuttavia, prevedel’esenzione dal pagamento delle royaltyper « copia privata » laddove l’utilizzo deisupporti vergini avvenga, in particolare daparte di professionisti, società e pubblicheamministrazioni a fini esclusivamente pro-fessionali;

per tale esonero-franchigia è previstoun sistema di esenzioni e rimborsi per larestituzione di quanto incassato da pro-muovere e gestire da parte della SIAE, chedel tutto arbitrariamente e non avendonela potestà, ha fissato i termini per richie-dere la retrocessione dei relativi importi in90 giorni dalla fine del trimestre nel qualeè stato versato l’equo compenso;

al riguardo non può sussistere alcundubbio che l’attrezzatura informatica e isupporti/apparecchi vergini acquistatidalle amministrazioni pubbliche siano fi-nalizzati esclusivamente a scopo non pri-vato e, per altro, è altrettanto noto quantola pubblica amministrazione e, quindi,Ministeri, comuni, regioni, province, uni-versità, scuole, ospedali, forze di polizia,tribunali e ogni altra amministrazione

Atti Parlamentari — 15485 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

dello Stato abbiano speso o investito nel-l’acquisto di computer e di supporti in-formatici;

tuttavia non risulta che la SIAE abbiamai provveduto ad adempiere a quanto lanormativa le impone, invece di tratteneresomme che non avrebbe neppure dovutoincassare, né si è a conoscenza comeaffermato di recente dal consigliere SIAEdottore Luca Scordino che: « Per le pub-bliche amministrazioni la quasi totalità deiprodotti sono commercializzati senza l’ap-plicazione del compenso. E ciò, per effettodelle esenzioni ex ante... »;

nel merito il sito della SIAE ad oggiriporta quanto segue: « Poiché è ancora incorso la definizione di protocolli applica-tivi con i soggetti obbligati alla correspon-sione del compenso per copia privata e/ocon le loro associazioni, che potrannoprevedere eventuali diverse modalità diesenzione, è tuttora vigente il sistema deirimborsi di seguito esposto » ed, inoltre,sempre nel sito, risulta anche contenutaapposita procedura con la quale, le pub-bliche amministrazioni, dopo aver pagatol’equo compenso, possono richiederne ilrimborso;

egualmente, d’altra parte, nell’appo-sita sezione del sito dedicata alle esenzioniin essere, non c’è traccia di alcuna esen-zione relativa alle vendite alle pubblicheamministrazioni –:

se tale situazione, considerate anchele eventuali nonché rilevanti cifre in que-stione, sia mai stata valutata dal Governo;

quali iniziative si intendano porre inessere per far eventualmente restituiredalla SIAE alla pubblica amministrazionequanto di diritto;

quali iniziative di competenza si in-tendano assumere per accertare le respon-sabilità delle eventuali mancate richiestedi restituzione.

(2-00641) « Giancarlo Giordano, Fra-toianni ».

Interrogazioni a risposta scritta:

BENI. — Al Presidente del Consiglio deiministri, al Ministro dell’istruzione, del-l’università e della ricerca. — Per sapere –premesso che:

nei giorni scorsi è stata diffusa dagliorgani di stampa la notizia relativa almancato rinnovo del contratto di unadocente dell’istituto comprensivo paritario« Sacro Cuore » di Trento, deciso a seguitodi un colloquio tenutosi con la direttrice,durante il quale le sarebbero stati chiestichiarimenti sul suo orientamento sessualesulla base di indiscrezioni circolate nel-l’ambiente scolastico sulla sua presuntaomosessualità;

la direzione dell’istituto ha, dap-prima, respinto l’accusa di discriminazionemossa dall’insegnante, affermando che lamotivazione del mancato rinnovo contrat-tuale era legata a generici problemi dinatura economica, per poi essere smentitadalle dichiarazioni della stessa madre su-periora circa l’applicazione di valutazionidi carattere etico-morale a tutela dell’am-biente scolastico – così come riportato daiquotidiani;

appare dunque evidente che attri-buire la causa del mancato rinnovo delcontratto a valutazioni di carattere etico-morale legate all’orientamento sessuale,sia da ritenere un grave atto di discrimi-nazione, lesivo della dignità umana e deiprincipi costituzionali;

alla luce di quanto accaduto, risultaindispensabile che le autorità competentisi attivino con la massima rapidità perverificare la sussistenza di atti discrimi-natori nei confronti di un’insegnate rite-nuta del tutto adeguata e irreprensibilesotto il profilo professionale –:

quali iniziative intenda assumere pergarantire negli istituti scolastici il rispetto ela tutela dei principi costituzionali di ugua-glianza e pari opportunità, affinché non siripetano atti discriminatori, come quelloriportato in premessa, basati sull’orienta-mento sessuale di un lavoratore. (4-05661)

Atti Parlamentari — 15486 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

MARCO DI STEFANO e BRANDOLIN.— Al Presidente del Consiglio dei ministri.— Per sapere – premesso che:

i commi 304-305 dell’articolo 1 dellalegge n. 147 del 2013 hanno introdottouna nuova procedura per la realizzazionee l’ammodernamento degli impianti spor-tivi, con particolare riguardo alla sicurezzadegli stessi impianti e degli spettatori, taliinterventi previsti dalla legge in paroladebbono essere realizzati prioritariamentemediante recupero di impianti esistenti orelativamente ad impianti localizzati inaree già edificate. La realizzazione dinuovi impianti sportivi riveste il dupliceeffetto di promozione e sviluppo dellapratica dello sport e di volano economicocon significative ricadute occupazionali;

nello specifico il comma 304 recita:« il soggetto che intende realizzare l’inter-vento presenta al comune interessato unostudio di fattibilità, a valere quale progettopreliminare, redatto tenendo conto delleindicazioni di cui all’articolo 14 del de-creto del Presidente della Repubblica 5ottobre 2010, n. 207, e corredato di unpiano economico-finanziario e dell’ac-cordo con una o più associazioni o societàsportive utilizzatrici in via prevalente. Lostudio di fattibilità non può prevedere altritipi di intervento, salvo quelli strettamentefunzionali alla fruibilità dell’impianto e alraggiungimento del complessivo equilibrioeconomico-finanziario dell’iniziativa e,concorrenti alla valorizzazione del terri-torio in termini sociali, occupazionali edeconomici e comunque con esclusionedella realizzazione di nuovi complessi diedilizia residenziale. Il comune, previaconferenza di servizi preliminare convo-cata su istanza dell’interessato in ordineallo studio di fattibilità, ove ne valutipositivamente la rispondenza, dichiara,entro il termine di novanta giorni dallapresentazione dello studio medesimo, ilpubblico interesse della proposta, moti-vando l’eventuale mancato rispetto dellepriorità di cui al comma 305 ed eventual-mente indicando le condizioni necessarieper ottenere i successivi atti di assenso sulprogetto ». Quindi una volta ottenuto da

parte dell’amministrazione comunale com-petente « all’interesse pubblico alla propo-sta », « il soggetto proponente presenta alcomune il progetto definitivo. Il comune,previa conferenza di servizi decisoria, allaquale sono chiamati a partecipare tutti isoggetti ordinariamente titolari di compe-tenze in ordine al progetto presentato eche può richiedere al proponente modifi-che al progetto strettamente necessarie,delibera in via definitiva sul progetto; laprocedura deve concludersi entro cento-venti giorni dalla presentazione del pro-getto. Ove il progetto comporti atti dicompetenza regionale, la conferenza diservizi è convocata dalla regione, che de-libera entro centottanta giorni dalla pre-sentazione del progetto. II provvedimentofinale sostituisce ogni autorizzazione opermesso comunque denominato necessa-rio alla realizzazione dell’opera e deter-mina la dichiarazione di pubblica utilità,indifferibilità e urgenza dell’opera mede-sima »; il successivo comma 305 recita:« Gli interventi di cui al comma 304,laddove possibile, sono realizzati priorita-riamente mediante recupero di impiantiesistenti o relativamente a impianti loca-lizzati in aree già edificate »;

nell’ambito dei predetti commi è per-venuto a Roma Capitale il 29 giugno 2014da parte dei proponenti (Eurnova Srl, ASRoma Spa e AS Roma SPV, LLc) lo studiodi fattibilità per la realizzazione di unostadio di calcio da 60000 posti circa; l’areascelta per la realizzazione dello Stadio hauna grandezza di circa 55 ettari, ed ècollocata nel quadrante sud di Roma, inparticolare ricade nell’area dell’ex ippo-dromo di Tor di Valle;

quindi Roma Capitale dovrà delibe-rare, entro il 27 agosto 2014 « l’interessepubblico della proposta » la quale prevedeanche la realizzazione, oltre che dellostadio, anche di spazi commerciali e spor-tivi per un totale di 341 milioni di euro;

dall’analisi economica finanziariapresentata dai proponenti, si evince che afronte di opere infrastrutturali necessariealla riqualificazione e messa in sicurezza

Atti Parlamentari — 15487 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

del quadrante oggetto della proposta, paria euro 270 milioni di euro, i proponenti sifaranno carico di soli 50 milioni di euro;per la sostenibilità economica e finanzia-ria dell’operazione la società proponente,in virtù dell’equivalenza economica con-sentita dal comma 304 ha chiesto di poterrealizzare circa un milione di metri cubicon destinazione commerciale, direzionale,ricettivo; le suddette cubature sono invariante al piano regolatore generale diRoma Capitale approvato nel 2008;

il comma 304 non esplicita chiara-mente quali sono gli organi dell’ammini-strazione deputati a « deliberare » sull’in-teresse pubblico della proposta –:

se si intendano assumere iniziativenormative volte a chiarire la portata delledisposizioni contenute nei commi 304-305dell’articolo 1 della legge n.147 del 2013,precisando in particolare se le procedurein questione, siano da considerarsi inderoga a tutte le leggi urbanistiche vigentie quali siano gli organi deputati a « deli-berare ». (4-05676)

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AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta in Commissione:

RICCIATTI, PALAZZOTTO e SCOTTO.— Al Ministro degli affari esteri. — Persapere – premesso che:

in data 11 luglio 2014 l’Alto Com-missariato delle Nazioni Unite per i Rifu-giati (UNCHR) ha pubblicato il rapporto« Siriani rifugiati in Europa: che cosa puòfare l’Europa per garantire protezione esolidarietà »;

il suddetto rapporto illustra le con-dizioni dei profughi siriani e ne analizza,tra le altre cose, i flussi verso i Paesieuropei;

il rapporto stima che dall’inizio delconflitto solo il 4 per cento dei sirianihanno cercato asilo nei Paesi europei,

esclusa la Turchia. Nel 2011 6.400 sirianiavevano fatto domanda di asilo in Europa;23.400 nel 2012; 51.500 nel 2013 e 30.700da gennaio a maggio 2014;

lo stesso UNCHR riporta la terribilecondizione dei profughi nei paesi limitrofialla Siria, Egitto, Libano, Iraq e Giordaniache raccolgono il maggior numero di si-riani in fuga dalla loro terra;

di particolare gravità, in queste aree,la condizione femminile. Si stima che piùdi 145.000 famiglie siriane, circa unquarto di tutte le unità familiari, hannoper capofamiglia una donna che deveaffrontare da sola la lotta per la soprav-vivenza;

i dettagli di questa particolare con-dizione sono riportati in uno specificorapporto intitolato « Donne sole — la lottaper la sopravvivenza delle donne rifugiatesiriane », che si basa sulle testimonianzedirette di 135 di queste donne, raccolte nel2014;

in questo secondo rapporto vengonoillustrate le difficoltà maggiori delle pro-fughe siriane nei Paesi limitrofi alla Siria,che avendo perso i loro compagni o pa-renti maschi prossimi, si trovano nellacondizione di dover prendersi cure di tuttele necessità familiari;

tra i problemi di maggior rilievol’insufficienza delle risorse economiche edalimentari per sostenere le proprie fami-glie e gli abusi verbali e fisici ai qualivengono spesso sottoposte;

altro aspetto drammatico della vi-cenda siriana è l’esodo verso le costeitaliane. Si stima, infatti, che tra i migrantiche approdano in Sicilia a bordo delle« carrette del mare » o che vengono soc-corsi dalla unità della Marina militarenell’ambito della missione Mare Nostrum,quella siriana è una delle provenienze piùfrequenti;

diverse inchieste giornalistiche, tra lequali una del settimanale L’Espresso del16 ottobre 2013, hanno ben evidenziatocome il nostro Paese sia ormai considerato

Atti Parlamentari — 15488 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

dai profughi siriani una « seconda Libia »,ossia una ulteriore tappa intermedia nelloro viaggio verso la speranza;

nell’articolo de L’Espresso citato, afirma della giornalista Raffaella Cosentino,si fa riferimento anche ad una rete illegalesviluppatasi attorno al fenomeno migrato-rio della « seconda tappa ». Si legge nel-l’inchiesta: « la microcriminalità offre di-versi servizi in cambio di commissioni elauti guadagni: ritirare soldi alla WesternUnion, prendere il biglietto dell’autobus odel treno, nel secondo caso viene chiestauna cifra più alta perché hanno bisogno difornire il loro nome ». Questo genere di« mediatori », ad avviso degli interroganti,proliferano dove lo Stato non è in grado digarantire percorsi legali per i profughi;

circostanza analoga e più volte rap-presentata anche per gli incidenti in mareoccorsi ai migranti, che in assenza dicorridoi umanitari sono costretti ad affi-darsi ad organizzazioni criminali ed af-frontare i rischi della traversata in con-dizioni al limite dell’umanità;

il fenomeno della « seconda Libia »non riguarda però solo il nostro paese. Dalrapporto « Siriani rifugiati in Europa: checosa può fare l’Europa per garantire pro-tezione e solidarietà » dell’UNCHR — giàcitato — emerge come un elevato numerodi siriani arriva in molti Stati europei conl’intenzione di proseguire il viaggio versoaltre destinazioni. Le ragioni che spingonoi siriani a proseguire il viaggio sono variee complesse: vanno dalle condizioni diaccoglienza inadeguate, alle difficoltà diaccesso alla procedura di asilo, alla pre-senza di legami familiari in altri Paesi, alle(vere o presunte) prospettive di assistenzae integrazione migliori in altri Paesi –:

quali iniziative il Ministro interrogatoabbia adottato o intenda adottare per farfronte al fenomeno illustrato e per poten-ziare le vie legali per i rifugiati siriani chegiungono in Europa, anche alla luce deidoveri di solidarietà e delle responsabilitàche scaturiscono dal diritto internazionale.

(5-03323)

Interrogazione a risposta scritta:

ROSATO e GREGORI. — Al Ministrodegli affari esteri, al Ministro per la sem-plificazione e la pubblica amministrazione.— Per sapere – premesso che:

il decreto-legge 1o gennaio 2010, n. 1,convertito con modificazioni dalla legge 5marzo 2010, n. 30, all’articolo 4, ha au-torizzato il Ministero degli affari esteri, inderoga alle disposizioni riguardanti ilblocco del turn over, a procedere all’as-sunzione di fino a 35 segretari di legazionein prova, attraverso un concorso annuo,per ciascuno degli anni compresi nel quin-quennio 2010-2014;

sulla base di questa previsione nor-mativa, negli anni, quindi, il Ministero habandito concorsi nel 2010, nel 2011, nel2012 e, da ultimo, nel 2013;

il decreto-legge 31 agosto 2013,n. 101, convertito con modificazioni dallalegge 30 ottobre 2013, n. 125, ha intro-dotto per le amministrazioni dello Stato,anche quelle ad ordinamento autonomo,l’obbligo – per procedere all’indizione diun nuovo bando di concorso – di verificadell’avvenuta immissione in servizio ditutti i vincitori collocati nelle proprie gra-duatorie vigenti e dell’assenza di idoneicollocati nelle graduatorie vigenti e appro-vate a partire dal 1o gennaio 2007;

questa novella normativa che è mo-tivata anche – ma non solo – da esigenzedi contenimento della spesa, è tesa amodificare la modalità di assunzione nellepubbliche amministrazioni dello Stato aprescindere dalla loro capacità assunzio-nale sia essa dettata dalla norma generaleo da una norma di settore;

il legislatore ha inteso porre fineall’annoso problema della pendenza dellegraduatorie, al mancato scorrimento dellegraduatorie e al mancato utilizzo dei can-didati risultati idonei all’interno delle gra-duatorie stesse (per le quali si ricorda lavalidità per legge di almeno tre anni,prorogata con decreto-legge 31 agosto2013, n. 101, sino al 31 dicembre 2016);

Atti Parlamentari — 15489 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

la circolare n. 5, del 21 novembre2013, del Dipartimento della funzionepubblica, sottolinea che la previsione nor-mativa contenuta nel decreto-legge 31 ago-sto 2013, n. 101, si applica a tutte leamministrazioni dello Stato e al punto 3.1precisa che sullo scorrimento delle gra-duatorie degli idonei, vigenti e approvatedal 1o gennaio 2007, « c’è un vincolo,previsto dal legislatore, allo scorrimentodelle stesse rispetto all’avvio di nuoveprocedure concorsuali », esplicitando lesole esclusioni del comparto sanità e delcomparto scuola;

il combinato disposto, quindi, tra ildecreto-legge 1o gennaio 2010, n. 1, e ildecreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, au-torizzerebbe il Ministero degli affari esteria procedere all’assunzione di fino ad unmassimo di 35 unità annue, attraverso loscorrimento delle graduatorie vigenti;

una simile interpretazione è rico-nosciuta dalla sentenza TAR Lazio (Se-zione 2) n. 10375, del 3 dicembre 2013,che ha confermato come il decreto-legge31 agosto 2013, n. 101, sia applicabileindistintamente a tutte le amministrazioni,senza limitazioni di carattere oggettivo osoggettivo;

il Ministero degli affari esteri, invece,disapplicando la normativa sullo scorri-mento delle graduatorie ha bandito unnuovo concorso nell’anno 2014;

il decreto-legge 31 agosto 2013,n. 101, non ha escluso alcun Ministero oalcuna amministrazione dello Stato dal-l’obbligo di scorrimento delle graduatorie,né esiste una norma di legge che escludeil Ministero degli affari esteri dall’appli-cazione delle norme sul pubblico impiego;non si capisce, quindi, su quale fontenormativa la direzione per le risorse el’innovazione abbia bandito un nuovo con-corso in vigenza di graduatorie, peraltrorecenti, per i medesimi profili professio-nali;

il Ministero, va precisato, ha assuntoun comportamento contraddittorio condette graduatorie in quanto: a) nel 2011 ha

bandito un concorso per 29 posti anzichéi 35 massimo consentiti in quanto hadeciso di assumere la restante parte delcontingente attraverso lo scorrimento dellagraduatoria dell’anno precedente, b) il Dis(Sistema di informazione per la sicurezzadella Repubblica) presso la Presidenza delConsiglio dei Ministri, su indicazione delMinistero degli affari esteri, ricorre a dettegraduatorie per il reclutamento nell’am-bito della collaborazione istituzionale –:

se i Ministri interrogati ritengano chel’amministrazione abbia violato il decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, bandendo unnuovo concorso in vigenza di più gradua-torie esistenti per i medesimi profili pro-fessionali;

visti i ricorsi avanzati avverso i con-corsi indetti in vigenza di graduatorieprecedenti e che vedono il Ministero degliaffari esteri parte in causa in questi pro-cedimenti, come il Ministro intenda inter-venire in autotutela al fine di evitare cherisulti violata una norma di legge.

(4-05670)

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AMBIENTE E TUTELADEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta scritta:

NESCI. — Al Ministro dell’ambiente edella tutela del territorio e del mare. — Persapere – premesso che:

in questi giorni la stampa calabresesta riportando più volte lamentele di tu-risti riguardanti un generale inquinamentodelle coste nelle varie province calabresi;

da anni Legambiente conduce unacampagna – « Goletta Verde » – dedicataal monitoraggio ed all’informazione sullostato di salute delle coste e delle acqueitaliane;

Atti Parlamentari — 15490 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

secondo quanto denunciato dall’asso-ciazione il 21 luglio 2014, dopo aver esa-minato e analizzato i dati relativi alleacque costiere calabresi anche grazie alcontributo del COOU (Consorzio obbliga-torio degli oli usati), la depurazione inCalabria rappresenta un’emergenza;

dagli esami effettuati emerge che sui24 punti monitorati ben 19 casi – inpratica l’80 per cento del totale – risul-tano « fortemente inquinati », giudizio cheindica una carica batterica almeno duevolte più alta di quella consentita dallalegge (decreto legislativo n. 116 del 2008 edecreto attuativo del 30 marzo 2010);

quanto emerso dalle indagini di Le-gambiente, d’altronde, fa eco alla proce-dura d’infrazione (procedura n. 2014/2059del 31 marzo 2014) aperta dall’Unioneeuropea proprio alla vigilia della stagionebalneare, per il mancato rispetto delladirettiva comunitaria sul trattamento delleacque reflue urbane (direttiva 91/271 CE),da cui emerge come la Calabria sia, ariguardo, tra le peggiori regioni italiane,poiché nella procedura si segnalano ben129 agglomerati urbani calabresi in cuifigurano « anomalie » sulla depurazione;

come infatti confermato pure da Le-gambiente, i suddetti agglomerati risultanonon conformi poiché una parte del caricodi acque reflue generato o non confluiscenel sistema fognario o, se vi confluisce,non arriva all’impianto di trattamento;

in altri casi, ancora, non risultanoimpianti costruiti;

la succitata procedura, peraltro, ar-riva dopo già due condanne inflitte dal-l’Unione europea a carico del nostroPaese;

al suddetto riguardo, si ricorda, perbrevità, soltanto l’ultima in ordine tempo-rale, del 19 luglio 2013, in cui la Corte diGiustizia europea condannò l’Italia per lamancata applicazione della direttiva 91/271 CE in oltre cento agglomerati italiani,18 dei quali comprendevano circa 90 co-muni calabresi;

lo stato emergenziale delle coste ca-labresi è stata già ampiamente descritto edenunciato nel dettagliato rapporto stilatoancora da Legambiente il 20 aprile 2013,« Depurazione in Calabria: tempo (quasi)scaduto », da cui è emerso, sulla basedell’ultimo censimento ISTAT riguardantei « Sistemi sulle Indagini sulle Acque »(dati 2009), che solo il 49,9 per cento delcarico inquinante è servito da un serviziodi depurazione adeguato e in linea, ap-punto, con quanto previsto dalle direttiveeuropee, inferiore alla già modesta medianazionale del 76 per cento e sotto la mediadelle regioni del Mezzogiorno, che si at-testa intorno al 66 per cento;

i motivi di tale criticità sono statiespressi in maniera chiara dalla relazionerelativa all’attività svolta dalla direzionemarittima della Calabria e della BasilicataTirrenica del 2013, secondo cui « l’esamedelle criticità riscontrate, valutate com-plessivamente con le risultanze dell’analisiprogrammatica dell’ambiente marino e co-stiero nella zona marittima di giurisdi-zione, ha messo in evidenza che l’inqui-namento delle acque marine della Calabriaderiva principalmente dal carente sistemafognario e depurativo »;

dalla documentazione di Legam-biente emerge che la peggiore coperturadel servizio di depurazione è quella diVibo Valentia con solo il 49,9 per cento diabitanti serviti da una adeguato sistema didepurazione;

accanto ai problemi e alle criticità giàricordate, nel territorio vibonese si segnalaanche la « pratica di mancato allaccio aidepuratori, che, restano cattedrali nel de-serto e non vengono utilizzati », comeemerso dalla relazione territoriale sulleattività illecite connesse al ciclo dei rifiutinella regione Calabria, realizzata dallacompetente Commissione parlamentare diinchiesta della XVI legislatura e approvatanel maggio 2011;

nella succitata relazione si insistesullo specifico « stato dell’arte » della pro-

Atti Parlamentari — 15491 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

vincia vibonese, da cui emerge ad esempioche « nel fiume Mesima confluiscono gliscarichi di 21 comuni [...] Dieci di questicomuni non risultano in possesso di im-pianti di depurazione, cinque comunihanno impianti sottodimensionati o obso-leti. In alcuni dei restanti comuni, cherisultano formalmente dotati di sistemi didepurazione, si registrano interi quartierio frazioni privi di sistemi di colletta-mento ». In altri casi (Briatico, Parghelia,Pizzo, Ricadi, Tropea) molti depuratoririsultano privi di autorizzazione allo sca-rico, altri invece sono ancora sottoposti asequestro giudiziario;

la situazione testé descritta non sem-bra essere cambiata di una virgola, datoche dai controlli effettuati da Legambientenella scorsa settimana è emerso che inprovincia di Vibo Valentia, su sei puntimonitorati, « fortemente inquinati » sonorisultati Pizzo Calabro (foce del fiumeAngitola, località Calamaio), Vibo Valentia(foce del fosso Sant’Anna, in località Bi-vona), Nicotera (foce torrente Britto), Jop-polo (alla foce del torrente Mandricelle,presso spiaggia di Coccorino, in localitàPorticello) e Ricadi (foce fiumara Ruffa, inlocalità Torre Ruffa);

a Ricadi i tecnici di « Goletta Verde »hanno analizzato anche un altro punto(Cascatelle sulla spiaggia in località For-micoli), prelevando proprio un campionealla sorgente per verificarne la caricabatterica, ma anche qui il risultato è stato« fortemente inquinato »;

della questione si è occupata anchel’autorità giudiziaria che, l’8 luglio 2014,ha denunciato trenta sindaci dell’area vi-bonese per scarico abusivo, al termine diun’indagine a tappeto condotta dalla ca-pitaneria di Porto di Vibo Marina che hamesso sotto osservazione gli impianti didepurazione del territorio provinciale, e dacui è emerso che i centri di Acquaro,Filandari, Francica, Gerocarne, Jonadi,Arena, Dasà, Dinami, Fabrizia, Filadelfia,Mileto, Nardodipace, Polia, San Calogero,Soriano, San Gregorio D’Ippona, San Ni-cola Da Crissa sono tutti sprovvisti dipiattaforme;

secondo la ricostruzione del quoti-diano La Gazzetta del Sud del 9 luglio,« dai controlli sarebbe emersa una situa-zione disastrosa che richiederà anni primadi essere sanata. Di fronte ad un sistemadepurativo che fa acqua da tutte le partinon bastano più le denunce e l’impegnodella Capitaneria di porto »;

secondo quanto ricostruito dallastampa, la situazione sarebbe disastrosa: ilservizio di depurazione nel vibonese co-prirebbe solo il 40 per cento della popo-lazione; i reflui del 60 per cento degliabitanti scorrerebbe a mare o in fossi etorrenti; su 50 comuni della provini diVibo ben 17 non sarebbero dotati diimpianti (altri 7, invece, obsoleti); granparte dei tronchi fognari scaricherebberole proprie acque, senza alcun tipo ditrattamento, nei corsi d’acqua che arri-vano a mare;

a tale situazione peraltro, come sem-brerebbe emergere anche dalle indaginigiudiziarie, fa da contraltare la mole difinanziamenti pubblici stanziati per com-pletare, adeguare e ripristinare il sistemadi fognatura e depurazione in Calabria;

in totale, secondo i dati raccolti daLegambiente, tra fondi CIPE, POR, fondidel Ministero dell’ambiente e della tuteladel territorio e del mare e altri fondistrutturali, si parla di 717 milioni di eurostanziati negli ultimi dodici anni e, diquesti, 42 circa per la provincia di ViboValentia –:

se sia a conoscenza dei fatti suespo-sti;

quali improcrastinabili e tempestiveiniziative intenda assumere, nell’ambitodelle rispettive competenze, al fine dimonitorare il livello di inquinamento delleacque costiere calabresi, con particolareriferimento a quelle vibonesi;

in che modo siano stati utilizzati i717 milioni di euro di fondi pubbliciricordati in premessa e se i lavori finan-ziati siano o meno giunti a termine.

(4-05663)

Atti Parlamentari — 15492 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

ZARATTI. — Al Ministro dell’ambiente edella tutela del territorio e del mare, alMinistro delle infrastrutture e dei trasporti,al Ministro dei beni e delle attività culturalie del turismo. — Per sapere – premessoche:

il comma 304, articolo 1, della legge27 dicembre 2013, n. 147 (legge di stabilità2014), ha introdotto delle disposizionivolte a favorire l’ammodernamento o lacostruzione di impianti sportivi;

la lettera a) del suddetto comma 304prevede – tra l’altro – che il soggetto cheintende realizzare l’intervento debba pre-sentare al comune interessato uno studiodi fattibilità, a valere quale progetto pre-liminare, e corredato di un piano econo-mico-finanziario e dell’accordo con una opiù associazioni o società sportive utiliz-zatrici in via prevalente;

il successivo comma 305 del mede-simo articolo 1, della legge di stabilitàdispone che i suddetti interventi per larealizzazione di impianti sportivi, « lad-dove possibile, sono realizzati prioritaria-mente mediante recupero di impianti esi-stenti o relativamente a impianti localiz-zati in aree già edificate. »;

il 29 maggio 2014 ai sensi del sud-detto articolo 1, comma 304, lettera a),della legge 27 dicembre 2013, n. 147, èstato presentato dalla proprietà AS Romae da rappresentanti del gruppo PARSITA-LIA al dipartimento pianificazione e at-tuazione urbanistica di Roma Capitale lostudio di fattibilità per la realizzazione delnuovo stadio della Roma nell’area di Tordi Valle;

il comune di Roma previa conferenzadi servizi preliminare dovrà esprimereentro il 27 agosto 2014 l’eventuale pub-blico interesse dell’opera;

si evidenzia che l’area, situata nel-l’ansa del Tevere, sarebbe classificata nelpiano stralcio n. 5 del piano assetto idro-geologico della regione Lazio come area diesondazione, nonché direttamente interes-sata da vincoli paesaggistici volti al man-

tenimento e alla conservazione di paesagginaturali e da altri vincoli di inedificabilitàassoluta;

secondo lo studio di fattibilità e perl’equilibrio economico finanziario del-l’opera oltre all’impianto sportiva e lecubature commerciali ad esso collegate,verrebbero previsti circa 1 milione di me-tri cubi di nuova edificazione a destina-zione uffici, alberghi e centri commercialia compensazione delle opere di urbaniz-zazione ed infrastrutturazione a carico delprivato;

l’intervento così come proposto as-sume la rilevanza di una nuova centralitàurbana dal forte peso urbanistico, in de-roga al piano regolatore generale di RomaCapitale, con elevato consumo di suolo,destinato a produrre un forte impattosull’ambiente e sull’assetto generale dellamobilità di quadrante, grave ipoteca sulriconoscimento dell’interesse pubblico del-l’opera –:

se i Ministri interrogati siano a co-noscenza dello studio di fattibilità presen-tato dalla proprietà AS Roma e da rap-presentanti del gruppo PARSITALIA per larealizzazione del nuovo stadio della ASRoma nell’area di Tor di Valle, di qualielementi dispongano sul rispetto dei vin-coli paesaggistici e se siano state stimate,anche per il tramite dell’autorità di ba-cino, le ricadute sul sistema idrogeologicodell’area sulla quale insisterebbe l’im-pianto. (4-05679)

* * *

BENI E ATTIVITÀ CULTURALIE TURISMO

Interrogazione a risposta in Commissione:

PES. — Al Ministro dei beni e delleattività culturali e del turismo. — Persapere – premesso che:

la necropoli di Tuvixeddu è la piùgrande necropoli fenicio-punica ancoraesistente, si estende per 25 ettari all’in-

Atti Parlamentari — 15493 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

terno della città di Cagliari, su tutto il colleomonimo, in essa si trovano diverse tombescavate nel calcare, in particolare del tipoa pozzo;

a seguito di alcune ricerche presso lasoprintendenza per beni archeologici perle province di Cagliari e di Oristano,risulta che le condizioni in cui versa il sitosono molto critiche e necessiterebbero diurgenti interventi strutturali di conserva-zione, che gli uffici tecnici di tutela hannogià predisposto con un progetto di re-stauro e valorizzazione di un primo lottofunzionale, collocato nell’area più vicinaalla zona di accesso al pubblico, la cuiprevisione di spesa ammonta a circa 3,5milioni di euro;

le condizioni precarie dell’area ar-cheologica suddetta, non solo sono notenel nostro Paese, ma anche all’estero enon a caso la stampa francese sul quoti-diano « Le Figarò » il 7 marzo 2014 hadedicato un articolo sul degrado di alcunisiti archeologici e monumenti italiani, de-finiti « in allarme rosso », tra cui il sitodella necropoli di Tuvixeddu;

nelle stesse condizioni si trova l’areaarcheologica di Sulky a Sant’Antioco,un’altra importante porzione di necropolidi età fenicia e punica, con tombe acamera ipogea fra le più interessanti dellaciviltà fenicia, che attualmente non è ac-cessibile al pubblico; anche per questosito, sono urgenti interventi di messa insicurezza e valorizzazione, il cui progettoammonterebbe a circa 700.000 euro, perun’auspicabile apertura a studiosi e turistiche desiderano visitarla;

sono precarie anche le condizionidell’area archeologica di Bithia, fra le cittàfenice più importanti della costa meridio-nale della Sardegna, la cui conoscenza èmolto frammentaria e solo recentemente,con un progetto di quattro campagne discavo, congiunto tra il Ministero dei benie delle attività culturali e del turismo e ilcomune Domus de Maria, è stata messa inluce la struttura di accesso all’acropolidella città, che appartiene all’architetturadal carattere scenografico di tradizioneellenistico-romana;

il contesto paesaggistico di Bithia lacolloca tra le baie più belle della Sardegna,meta turistica che potrebbe essere incre-mentata anche da necessari interventi direstauro, consolidamento e valorizzazionedell’area suddetta, i cui oneri ammonte-rebbero a circa 200,000 euro, tali daoffrire ai visitatori uno straordinario eimponente spaccato dell’area urbana –:

quali misure urgenti intenda adottareper salvaguardare i siti suddetti di grandeinteresse e valore culturale che possonoessere considerati di priorità strategica perlo sviluppo della cultura e del turismo delnostro Paese;

se possa valutare l’opportunità difavorire le opere necessarie e urgenti peri siti di Tuvixeddu, Sulky e Bithia, diestrema, importanza anche ai fini delconsolidamento della Candidatura dellaCosta dei Fenici quale sito UNESCO, inconsiderazione anche dell’accoglimento daparte del Governo dell’ordine del giornodell’interrogante per un impegno a porremaggiore attenzione ai siti archeologicipresenti nelle due isole maggiori postoall’articolo 7 « Piano strategico Grandiprogetti beni Culturali e altre misure ur-genti (..) » del decreto-legge 83 del 2014, insede di conversione in legge. (5-03327)

Interrogazioni a risposta scritta:

MARCHETTI e MORANI. — Al Ministrodei beni e delle attività culturali e delturismo. — Per sapere – premesso che:

con gli interventi di spending reviewattuati da ultimo con il decreto legge n. 66del 2014 si sta provvedendo alla riorga-nizzazione del Ministero dei beni e delleattività culturali e del turismo (MIBACT),in base al quale esso è tenuto a dotarsi diun nuovo regolamento di organizzazioneche recepisca le riduzioni di pianta orga-nica. Il Ministero dei beni e delle attività

Atti Parlamentari — 15494 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

culturali e del turismo adempie a taleobbligo e ridisegna se stesso in modoinnovativo, riducendo le figure dirigenziali;

l’adeguamento ai numeri della spen-ding review può essere per tale settoreun’opportunità per intervenire sull’orga-nizzazione del Ministero e porre rimedioad alcuni problemi che da decenni se-gnano l’amministrazione dei beni culturalie del turismo in Italia;

il Ministro interrogato ha presentatola proposta di riorganizzazione del Mini-stero dei beni e delle attività culturali e delturismo che prevede importanti innova-zioni per tutto il settore e tenta di risol-vere disfunzioni e lacune riconosciute edevidenziate dagli addetti ai lavori come:

a) la assoluta mancanza di integra-zione tra i due ambiti di intervento delMinistero, la cultura e il turismo;

b) la eccessiva moltiplicazione dellelinee di comando e le numerose duplica-zioni tra centro e periferia;

c) il congestionamento dell’ammi-nistrazione centrale, ingessata anche daitagli operati negli ultimi anni;

d) la cronica carenza di autonomiadei musei italiani, che ne limitano gran-demente le potenzialità;

e) il ritardo del Ministero nellepolitiche di innovazione e di formazione;

è positivo che il Governo voglia ri-solvere l’« ingorgo » burocratico venutosi acreare negli anni a causa della moltipli-cazione delle linee di comando e deifrequenti conflitti tra direzioni regionali esoprintendenze, ripensando l’amministra-zione periferica e mantenendo, secondoquanto previsto dall’ipotesi di riforma del-l’amministrazione centrale, il livello regio-nale quale ambito ottimale di riferimento;

nel decreto, nel rispetto della distri-buzione territoriale, si prevede che ven-gano quindi accorpate le soprintendenze

per i beni storico-artistici (quale è Urbino)con quelle per i beni architettonici epaesaggistici (quale è Ancona);

la Galleria nazionale delle Marchenon è stata inclusa tra i 20 siti museali aiquali è stato riconosciuto lo status ammi-nistrativo di « musei di rilevante interessenazionale », né di prima fascia né diseconda fascia e verranno creati a livelloregionale dei poli museali regionali, arti-colazioni periferiche della direzione gene-rali Musei –:

cosa intende fare il Governo pervalorizzare la città di Urbino, ad oggipatrimonio dell’umanità dell’Unesco, pre-vedendo magari l’introduzione della Gal-leria nazionale delle Marche tra i 20 museidi interesse nazionale ovvero se intendaindividuare l’ubicazione dell’unica soprin-tendenza della regione nella città di Ur-bino. (4-05666)

CARBONE, BRUNO BOSSIO, CEN-SORE, AIELLO, COVELLO, BONAC-CORSI, FANUCCI, PARRINI, GINEFRA,GRIMOLDI, PIERDOMENICO MARTINO,LATTUCA, LAINATI, MANTERO,STUMPO, ASCANI, FIORONI, ROSTAN,AMENDOLA, LEVA, SANI, PELUFFO,BINI, BENAMATI, MALPEZZI, RAMPI,TULLO, CINZIA MARIA FONTANA, MAR-TELLI, MARCO MELONI, BOSSA, MU-RER, ROSATO, VENITTELLI, CARNE-VALI, MASSA, LODOLINI, GRASSI, D’OT-TAVIO, MAGORNO, OLIVERIO, MAR-CHETTI, MINNUCCI, PELILLO,REALACCI, MORANI, SANTELLI, CALA-BRIA, FREGOLENT, CAROCCI, BOC-CUZZI, MICHELE BORDO, CAMPANA,MARCO DI STEFANO e PALESE. — AlMinistro dei beni e delle attività culturali edel turismo. — Per sapere – premesso che:

secondo quanto riportato nel propriobilancio relativo all’esercizio, approvatonei giorni scorsi dalla società e trasmessoalle autorità di vigilanza destinatarie dellapresente interrogazione, la SIAE nel 2013ha raccolto quasi 100 milioni di euro (86,6

Atti Parlamentari — 15495 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

per la precisione) in meno di quelli cheraccoglieva nel 2008 e oltre 30 milioni inmeno di quelli raccolti, nel 2010;

in particolare la Società ha raccolto,a titolo di diritto d’autore, appena 523milioni di euro a fronte di costi di gestionesuperiori a 183 milioni di euro;

il rapporto tra il valore della produ-zione e i costi di produzione, nell’esercizio2013 è stato di segno negativo per oltre 27milioni di euro;

l’utile di esercizio è stato di 1,5milioni di euro;

tale utile, tuttavia, non vi sarebbestato e la società avrebbe chiuso il propriobilancio con una perdita di oltre 60 mi-lioni di euro se non avesse incassato oltre35 milioni di euro per proventi finanziaried un analogo importo quale corrispettivodi servizi – estranei all’intermediazione egestione dei diritti d’autore – erogati infavore dell’Agenzia delle entrate, del-l’Agenzia dei monopoli di Stato e di altrienti;

i ricavi finanziari della società sonoessenzialmente dovuti alla circostanza chela SIAE trattiene, in deposito, per periodidi tempo che appaiono agli interrogantiabnormi, centinaia di milioni di euro de-stinati agli autori ed editori, ottenendonecosì ingenti interessi ed acquisendo l’op-portunità di compiere rilevanti investi-menti finanziari;

l’impressione che si ricava dall’esamedell’ultimo bilancio di esercizio è che lasocietà sia in una condizione di paleseinefficienza e che la sua precaria stabilitàeconomica sia esclusivamente dovuta aproventi estranei – se non addiritturaincompatibili – con la gestione ed inter-mediazione dei diritti d’autore –:

se il Ministro interrogato intenda ap-provare il bilancio loro trasmesso e qualiiniziative intenda intraprendere in ordinealla circostanza che:

a) la società alla quale lo Statoaffida, in regime di sostanziale monopolio,la gestione e l’intermediazione dei diritti

d’autore di oltre 100 mila autori italiani edi migliaia di editori si mostri palesementeinefficiente ed inidonea allo svolgimento ditali attività;

b) la società imponga agli autori ededitori italiani di sostenere costi abnormi,superiori ai 100 milioni di euro – traprovvigioni (quasi 90 milioni), quote sociali(oltre 13 milioni) e rimborsi costi di ge-stione del discusso equo compenso percopia privata (quasi 5 milioni di euro) –nel solo 2013, per garantire loro, la rac-colta di importi che, nella maggioranza deicasi, non coprono neppure il valore dellaquota sociale annuale che sono costretti aversare –:

se sia a conoscenza o se ritenga diacquisire conoscenza dalla SIAE circa leseguenti circostanze relative alla gestionedegli ingenti importi che la SIAE incassaogni anno a titolo di cosiddetto equocompenso per copia privata:

a) a quanto ammonterà l’importoche la SIAE tratterrà, a titolo di cosiddetto« rimborso per costi di gestione », suglioltre 150 milioni di euro che si stimaincasserà annualmente, dal prossimoanno, a titolo di equo compenso per copiaprivata a seguito dell’entrata in vigore deldecreto sull’aggiornamento delle relativetariffe e come tale importo è stato deter-minato;

b) a quanto ammonteranno i pro-venti finanziari che SIAE incasserà pereffetto della gestione ed intermediazionedel citato importo;

c) come SIAE procederà a ripartiretra i propri associati la quota di propriaspettanza di quanto complessivamenteraccolto a titolo di equo compenso percopia privata;

d) se alla luce di tali elementi ilGoverno ritenga necessaria una profondariforma di SIAE. (4-05675)

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DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

BENEDETTI, BASILIO, MASSIMI-LIANO BERNINI, PARENTELA, CRI-STIAN IANNUZZI, BUSTO e RIZZETTO.— Al Ministro della difesa, al Ministrodell’ambiente e della tutela del territorio edel mare. — Per sapere – premesso che:

l’utilizzo di sonar particolarmentepotenti, come quelli militari, può confon-dere e danneggiare il sistema di rileva-mento di diverse specie marine, rendendoalle stesse impossibile cibarsi, accoppiarsio addirittura facendole arenare sullespiagge. La letteratura scientifica docu-menta che l’affondo sonoro dei sonarmilitari spaventa i cetacei e li spinge aduna risalita troppo rapida, in cui trovanofrequentemente la morte;

i sistemi sonar civili e militari inter-feriscono con i sonar naturali utilizzati daimammiferi per comunicare tra loro, perorientarsi e per cacciare, tale inquina-mento acustico assorderebbe i cetacei, di-sorientandoli e portandoli a spiaggiarsi. Isonar utilizzati dalle flotte militari potreb-bero rappresentare un rischio molto piùserio per i cetacei di quanto precedente-mente immaginato, essi rappresentano undisturbo grave in quanto i mammiferimarini investiti dalla violenza di questeonde acustiche schizzano verso l’alto inpreda al panico, tanto velocemente dasviluppare un embolo che spesso risultamortale;

negli scorsi anni la Nato è stataautorizzata a sperimentare attrezzaturesonar subacquee addirittura nelle acque diPianosa, nel parco dell’Arcipelago Toscanoe dentro il Santuario dei Cetacei, violandole previste misure di protezione, tra lequali il divieto di catture deliberate e diturbative intenzionali per motivi di ricercae la lotta contro l’inquinamento;

l’operazione militare Proud Manta11, svoltasi nel febbraio 2011 al largo dellecoste orientali della Sicilia, considerata la

principale esercitazione per la lotta anti-sommergibile organizzata dalla Nato haimpiegato sei sommergibili e sofisticateapparecchiature sonar. Scopo dell’eserci-tazione era addestrare gli equipaggi nelletattiche anti-sommergibile e nelle opera-zioni per il contrasto alle attività illeciteperpetrate via mare con particolare atten-zione all’antiterrorismo. La Proud Manta11 rappresenta la continuazione delleesercitazioni della precedente serie, deno-minata Noble Manta, grazie alla quale lemarine dei Paesi membri hanno l’oppor-tunità di sperimentare nuove tecnologie etattiche nell’ambito della lotta sotto lasuperficie marina;

Greenpeace, insieme al velista Gio-vanni Soldini, denunciò lo spiaggiamentodi due cetacei, due rari esemplari di zifio,sulle coste vicino Siracusa, avvenuta pro-prio mentre era in corso questa esercita-zione della Nato che usava apparecchia-ture sonar. Greenpeace ha dichiarato chei sonar militari possono provocare effettisui cetacei fino a 100 chilometri di di-stanza, producendo non solo disorienta-mento, ma molto spesso danni fisici chepossono causarne anche la morte;

l’esperimento del team di ricerca an-glo-americano facente parte del Cto-Cmredi La Spezia (Centre for Maritime Researchand Experimentation Nato Science and te-chnology organisation), una sezione di ri-cerca della Nato, ha prodotto risultatichiari: l’impiego dei sonar per le eserci-tazioni militari produce un cambiamentonel comportamento dei cetacei; le fre-quenze dei dispositivi emettono suoni dielevata intensità sott’acqua che disturbanola comunicazione di questi animali, pro-vocando un’estensione dei tempi di im-mersione e il successivo intervallo di nonforaggiamento;

lo strumento utilizzato nella caccia aisottomarini si chiama Surtass (surveillancetowed array sensor system) e viene usatoper setacciare l’ottanta per cento delle

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acque mondiali. La marina sottolinea cheil Surtass trasmette a basse frequenze, chetra l’altro sono le stesse usate dalle baleneper comunicare, ma il suono verrebbecomunque trasmesso a più di 180 decibel,livello che molti studiosi ritengono suffi-ciente per arrecare danni fisiologici, egruppi di ecologisti come il Natural re-sources defense council, chiedono alla ma-rina statunitense di dimostrare la sicu-rezza ambientale del programma;

l’inquinamento acustico marino è unfenomeno che in questi ultimi anni haavuto un grande incremento, secondo laNOAA, l’Agenzia federale degli Stati Unitiche si occupa dello stato di salute deglioceani e dell’aria, e la nuova tecnologiasonar utilizzata sia per la mappatura delfondo dell’oceano che per l’individuazionedi bersagli sottomarini, emette vibrazionisonore percettibili fino a centinaia di chi-lometri di distanza. Quando una speciepiù sensibile come le balene o i delfini, sitrova in prossimità dell’emissione del ru-more subisce un vero e proprio traumache la spinge ad una fuga precipitosa,fatale quando è diretta verso la superficiedel mare. I cetacei infatti sono estrema-mente dipendenti dall’udito per la lorosopravvivenza –:

se la marina militare italiana abbiaintrapreso studi di sistemi di rilevamentoche permettano di avvistare in tempo icetacei evitando le grandi ripercussionisopra esposte;

se sia possibile porre restrizioni sul-l’utilizzo dei sistemi di prospezione conradar ad alta e bassa frequenza datal’estrema sensibilità dimostrata di questianimali ai disturbi sonori;

per quali motivi vengano autorizzateesercitazioni militari pericolose per i ce-tacei in aree protette come il Santuario deicetacei e quali misure si intendano attuarea salvaguardia delle aree marine di pro-tezione espressamente istituite. (4-05668)

* * *

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:

COLLETTI. — Al Ministro dell’economiae delle finanze, al Ministro dello sviluppoeconomico. — Per sapere – premesso che:

la società Sogin S.p.A. è partecipataal 100 per cento dal Ministero dell’econo-mia e delle finanze e il suo compito èquello di smaltire i rifiuti nucleari degliimpianti italiani, un’attività di grande im-portanza per garantire la sicurezza deicittadini, salvaguardare l’ambiente e tute-lare le generazioni future;

nella determinazione n. 21/2013, re-cante la « Relazione sul risultato del con-trollo eseguito sulla gestione finanziariadella Società gestione impianti nucleari(SO.G.I.N. S.p.A.), per l’esercizio 2011 », laCorte dei conti, in sezione di controllosugli enti, ha precisato che: « Nel com-plesso, la SO.G.I.N. è passata dal 4 percento di avanzamento delle attività dismantellamento a fine 2007 (0,6 per centoannuo), al 12 per cento a fine 2011, conuna media di circa il 2 per cento annuo »;

a causa dei continui rallentamenti deilavori, secondo la « Relazione sulla ge-stione dei rifiuti radioattivi in Italia e sulleattività connesse », approvata dalla Com-missione parlamentare di inchiesta sulleattività illecite connesse al ciclo dei rifiutinella seduta del 18 dicembre 2012, laspesa prevista attualmente è di 6,7 mi-liardi di euro. Per questi motivi il Movi-mento 5 Stelle, con l’interrogazione par-lamentare n. 3-00335 a prima firma delsenatore Girotto, a settembre 2013 avevachiesto al Governo la definizione di unnuovo metodo di finanziamento i cui onerinon fossero posti a carico dei clienti finalidel sistema elettrico;

ogni anno Sogin spende milioni dieuro in consulenze distribuite tra avvocati,ingegneri, tecnici e professionisti; i crono-programmi delle sue attività di smantel-lamento delle centrali nucleari e degliimpianti avviati nel 2001 prevedevano ilrilascio « a prato verde » dei siti nel 2020,a fronte di un costo previsto di 4,5 mi-

Atti Parlamentari — 15498 — Camera dei Deputati

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liardi di euro, quasi interamente a caricodei contribuenti grazie al sovrapprezzodella bolletta elettrica;

nella lista di incarichi, collaborazionie consulenze di Sogin tra il 2012 e il 2014compare l’avvocato Stefano Previti, figliodi Cesare Previti, il quale fu pagato il 28gennaio 2013 per un incarico di consu-lenza da 6 mila euro per « assistenza legalestragiudiziale »;

tra i consulenti legali figura ancheDonato Bruno, avvocato, senatore di ForzaItalia, che nelle intercettazioni dell’inchie-sta sull’Expo (allargata ai lavori per ilnucleare) viene indicato da GianstefanoFrigerio come « un altro amico » e quindicome parte della « squadra » compostaanche da « Gianni Letta e Cesare Previti »,in grado di condizionare le nomine nellesocietà pubbliche come Terna e Alitalia. Il7 marzo del 2013 Donato Bruno, in qualitàdi legale, ha ricevuto dalla Sogin un in-carico di consulenza da 30 mila euro peruna non meglio precisata « assistenza le-gale stragiudiziale ». Da notizie di stampasi apprende inoltre che Donato Bruno ècompreso fra i possibili candidati ai dueposti vacanti della Corte costituzionale;

appare quanto mai singolare che ledecine di consulenze legali esterne richie-ste dalla Sogin S.p.A. nel 2012 e 2013 sisiano ridotte a una soltanto nel 2014,affidata all’avvocato Lorenzo Parola, perpoco meno di 11 mila euro. Non si com-prende come mai la necessità di trovareaccordi e comporre liti fuori dai tribunali(assistenza legale stragiudiziale) sia statatanto forte negli anni precedenti e siapraticamente cessata nel 2014 –:

se i Ministri interrogati siano a co-noscenza dei fatti di cui in premessa;

se il Governo abbia verificato che leconsulenze richieste dalla Sogin sianostate tutte legittime e, in caso contrario, seritenga opportuno informare la Corte deiConti per accertare possibili profili diresponsabilità al fine del ristoro deglieventuali danni subiti;

se il Governo reputi necessario assu-mere iniziative per cambiare le modalitàdi finanziamento passando dall’attuale si-stema di prelievo sulla bolletta elettrica acarico dei cittadini ad un sistema checonsenta di erogare finanziamenti sola-mente in relazione allo stato di avanza-mento dei lavori, in tal modo benefician-done sia lo Stato sia soprattutto, i citta-dini. (5-03331)

Interrogazione a risposta scritta:

CANCELLERI. — Al Ministro dell’eco-nomia e delle finanze. — Per sapere –premesso che:

la situazione delle carceri italianeviola i diritti dei detenuti e l’Italia èobbligata a risolvere il problema entro ilmaggio del 2014, questo è il monito dellacondanna della Corte europea per i dirittidell’uomo di Strasburgo;

la popolazione carceraria non è fattadi soli detenuti, e delle condizioni didetenzione e del sovraffollamento ne fa lespese anche il personale della polizia pe-nitenziaria in servizio presso le carceriitaliane;

dal 2000, fa sapere Donato Capece,segretario generale del Sindacato auto-nomo di polizia penitenziaria, si sonoconsumati all’interno del corpo cento sui-cidi;

considerato che il lavoro degli agentidi polizia penitenziaria è un lavoro usu-rante come pochi, perché il carcere è terradi frontiera e di contraddizioni, accanto auna esposizione diretta al rischio c’è lapercezione del dolore altrui che non puònon colpire la sensibilità;

dagli ultimi dati disponibili risalenti acirca un anno fa, emerge che la carenza didirigenti era del 22,1 per cento (non a casoin molti istituti manca proprio il diret-tore), quella degli ex educatori, oggi fun-zionari giuridico-pedagogici, del 27,2 percento, quella di assistenti sociali addirit-tura del 35,1 per cento;

Atti Parlamentari — 15499 — Camera dei Deputati

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la carenza del personale di poliziapenitenziaria, come recita il report dell’os-servatorio Antigone è « solo » dell’8,9 percento, che tradotto in numeri significanocirca 3.700 agenti in meno rispetto alladotazione prevista;

visto che l’istituto palermitano di viaEnrico Albanese, è una struttura che sof-fre di una grave carenza di personale dipolizia penitenziaria, e questa carenzacomporta l’abbassamento della soglia disicurezza, e gli Agenti penitenziari dell’Uc-ciardone hanno sempre operato per ilbenessere dell’istituto in generale, metten-dosi a disposizione per una turnazione in3 quadranti anziché 4, lavorando otto orepiuttosto che sei;

ogni anno si ricorre alla mobilitàordinaria, ma non si attua un’integrazionedi organico ma solo sostituzioni di perso-nale che successivamente viene trasferitoin altre sedi –:

se non si intenda mettere in praticauna corretta integrazione del personale,per evitare che si lavori sotto organico,tenendo presente che molti agenti, cheoffrono servizio da svariati anni, sono inattesa di un trasferimento per avvicinarsialla propria casa. (4-05667)

* * *

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

GIACHETTI. — Al Ministro della giu-stizia. — Per sapere – premesso che:

sul sito Internet del Ministero dellagiustizia l’ultimo report disponibile detta-gliato per singolo istituto sui « Detenutipresenti e capienza regolamentare degliistituti penitenziari » risale al 31 dicembre1013; gli altri aggiornamenti mensili sonoforniti per regione e non istituto peristituto;

al 31 dicembre 2013, in merito allacapienza regolamentare di 47.709 posti, è

specificato con un asterisco che « (*) Iposti sono calcolati sulla base del criteriodi 9 mq per singolo detenuto + 5 mq pergli altri, lo stesso per cui in Italia vieneconcessa l’abitabilità alle abitazioni, piùfavorevole rispetto ai 7 mq + 4 stabiliti dalCPT. Il dato sulla capienza non tiene contodi eventuali situazioni transitorie che com-portano scostamenti temporanei dal valoreindicato »;

la specificazione che la « capienzanon tiene conto di eventuali situazionitransitorie che comportano scostamentitemporanei dal valore indicato », fa pre-supporre — come è stato rilevato da piùparti — che in diversi istituti ci sianoreparti (o sezioni, o celle) chiusi perchéinagibili o in fase di ristrutturazione o percarenza di personale;

secondo la sentenza della Corte diCassazione — I sezione penale n. 5728/2014 nel calcolo dello spazio vitale minimoche deve essere assicurato a ciascun de-tenuto, deve essere scomputata l’area degliarredi, con ciò confermando quanto sta-bilito dalla sentenza Torreggiani dellaCorte Europea dei Diritti dell’Uomo che l’8gennaio 2013 ha condannato l’Italia per« trattamenti inumani e degradanti » inviolazione dell’articolo 3 della Conven-zione;

la sentenza Torreggiani non si limi-tava alla questione « sovraffollamento »,ma per una detenzione « legale » secondola Convenzione, richiamava come neces-sari anche altri importanti parametri: « incause in cui il sovraffollamento non eracosì serio da sollevare da solo un pro-blema sotto il profilo dell’articolo 3, laCorte ha notato che, nell’esame del ri-spetto di tale disposizione, andavano presiin considerazione altri aspetti delle con-dizioni detentive. Tra questi elementi fi-gurano la possibilità di utilizzare i serviziigienici in modo riservato, l’aerazione di-sponibile, l’accesso alla luce e all’aria na-turali, la qualità del riscaldamento e ilrispetto delle esigenze sanitarie di base (sivedano anche gli elementi risultanti dalleregole penitenziarie europee adottate dalComitato dei Ministri) »;

Atti Parlamentari — 15500 — Camera dei Deputati

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il 27 maggio 2014 il Ministro inter-rogato ha dichiarato che « non ci sono piùdetenuti che vivono al di sotto di 3 metriquadrati »;

è fondamentale il monitoraggio co-stante della situazione carceraria non soloper consentire un controllo effettivo econtinuo da parte degli organismi e delleistituzioni europee e transnazionali che,dopo la sentenza Torreggiani, tengonosotto osservazione il nostro Paese, maanche — più in generale — per garantireil diritto dei cittadini alla conoscenza,basilare in democrazia;

sul sito del Ministero della giustiziaappare da alcuni mesi un banner deno-minato « schede istituti penitenziari », doveappare questa presentazione: « Schede tra-sparenza istituti penitenziari, aggiorna-mento: 9 giugno 2014 – Nelle schede visono informazioni sulla struttura, la storiae i servizi degli istituti penitenziari, indi-cazioni concrete sulle regole da rispettarenel rapporto con i detenuti per le visite, lecomunicazioni, l’invio e la ricezione dipacchi e denaro. Descrizioni delle attivitàlavorative, scolastiche, culturali e dei pro-getti in corso. Le informazioni sono a curadelle direzioni degli istituti penitenziari.La pubblicazione riguarda 154 strutture su203 tra istituti e ospedali psichiatrici giu-diziari » –:

quali siano, istituto per istituto, leattuali capienze regolamentari e il numerodei detenuti presenti;

quanti siano, istituto per istituto, iposti effettivamente disponibili al nettodelle celle, sezioni o reparti chiusi perinagibilità o lavori di manutenzione e/oristrutturazione o sezioni chiuse per in-sufficienza del personale;

se la dichiarazione « non ci sono piùdetenuti che vivono al di sotto di 3 metriquadrati » sia confermata e se lo spazio siastato calcolato al netto del mobilio e dellasuperficie destinata ai servizi igienici chedevono essere necessariamente separati daquello della cella;

quale sia la situazione, istituto peristituto, riguardo la possibilità di utilizzarei servizi igienici in modo riservato, l’aera-zione disponibile, l’accesso alla luce eall’aria naturali, la qualità del riscalda-mento e il rispetto delle esigenze sanitariedi base;

se non ritenga che nel banner del sitogiustizia.it « schede istituti penitenziari »debbano essere fornite, almeno settima-nalmente, per ciascun istituto, anche leinformazioni riguardanti le capienze rego-lamentari con tanto di specificazione dellecelle non disponibili per i motivi citati inpremessa, i detenuti presenti, il regola-mento d’istituto;

se non ritenga opportuna l’istituzionedi una anagrafe digitale pubblica degliistituti di prevenzione e di pena comeprevisto nella proposta di legge n. 986presentata il 17 maggio 2013. (4-05664)

DI VITA, AGOSTINELLI, MANTERO,GRILLO, LOREFICE, BONAFEDE, NUTI eCASTELLI. — Al Ministro della giustizia. —Per sapere – premesso che:

il 25 settembre 2011, dopo tre anni dilavori ed una spesa di circa 11 milioni dieuro, è stata inaugurata la nuova casa direclusione dell’isola di Favignana, strut-tura progettata per ospitare 120 detenuti;

gli uffici del vecchio istituto peniten-ziario, il Castel San Giacomo, sono statispostati alla nuova Casa di reclusione,ubicata proprio di fronte al vecchio car-cere;

l’opera si contraddistingue per lamancanza di una partizione opportuna-mente dedicata ad uso alloggio per ilpersonale della polizia penitenziaria, ciò afronte di un progetto iniziale del nuovocarcere che, invece, ne prevedeva, o checomunque avrebbero dovuto prevederne,la realizzazione;

allo stato attuale gli agenti della po-lizia penitenziaria continuano ad allog-giare dunque all’interno del Castel SanGiacomo e, oltretutto, sono sovente co-

Atti Parlamentari — 15501 — Camera dei Deputati

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stretti a prolungarvi la propria perma-nenza e pernottamento a causa delle con-dizioni meteorologiche avverse che non dirado colpiscono l’isola;

la struttura del castello complessiva-mente versa in condizioni a dir pocofatiscenti e certamente inadatte, anche esoprattutto da un punto di vista igienicosanitario oltreché di messa in sicurezza insé, ad ospitare il personale di servizio;

parallelamente, si auspica altresìun’autorevole e fruttuosa destinazione delvecchio istituto, il Castel San Giacomo,tutt’ora sede degli alloggi del personalepenitenziario, ritenendosi opportuno uti-lizzare sin da subito la struttura a favoredella intera comunità isolana, soprattuttoal fine di favorire il turismo;

la prima firmataria delle presenteinterrogazione, con nota datata 2 ottobre2013, ha inviato ai competenti uffici am-ministrativi una formale richiesta di ac-cesso alla documentazione riguardante lagara di appalto ed il progetto di costru-zione della casa di reclusione di Favi-gnana, cui però non è stato dato seguitopositivo;

appare non più procrastinabile l’in-dividuazione di una nuova ed adeguatastruttura ad uso alloggio per il personaledella polizia penitenziaria in servizio sul-l’isola –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza di quanto esposto in premessa;

quali siano motivi per cui nella co-struzione del nuovo carcere di Favignananon sia stata prevista e, di conseguenza,realizzata una partizione destinata aglialloggi del personale penitenziario;

quali opportuni ed urgenti provvedi-menti intenda prendere al fine di ovviarealla situazione di estremo disagio in cuiversano gli agenti della polizia penitenzia-ria distaccati sull’isola. (4-05665)

* * *

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare ilMinistro delle infrastrutture e dei tra-sporti, il Ministro dell’interno, per sapere– premesso che:

il piano urbanistico comunale (PUC)è uno strumento di gestione del territoriocomunale del nostro Paese, disciplinatodalla legislazione urbanistica e compostoda elaborati cartografici e tecnici che re-golano la gestione delle attività di trasfor-mazione urbana e territoriale del comunedi pertinenza;

nell’ambito del piano urbanistico co-munale, l’amministrazione comunale, se-condo la legge 18 aprile 1962, n. 167,predispone il cosiddetto Piano di ediliziaeconomica popolare (P.E.E.P.), un pianoattuativo che serve per programmare, ge-stire e pianificare tutti gli interventi ri-guardanti l’edilizia economica popolare;

gli alloggi realizzati nell’ambito deiPiano di edilizia economica popolare sonointeressati da alcune clausole limitative alloro utilizzo; in particolare, i limiti riguar-dano la locazione e l’alienazione perquanto concerne:

a) requisiti necessari per potereacquisire un alloggio;

b) iniziale non locabilità o inalie-nabilità;

c) successiva possibilità di locare oalienare, ma a canone o prezzo inferiorea quello di mercato;

le leggi 22 ottobre 1971 n. 865 e 17febbraio 1992 n. 179 contengono Normeper l’edilizia residenziale pubblica (o edi-lizia sociale, dall’inglese social housing) –ERP –, espressione con cui ci si riferiscea tre tipologie di operazioni edilizie chevedono l’attivazione della pubblica ammi-nistrazione statale, a livello nazionale e/olocale, per offrire ai consociati immobiliabitativi in proprietà, in locazione o insuperficie;

Atti Parlamentari — 15502 — Camera dei Deputati

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il ruolo concretamente svolto dalleamministrazioni pubbliche contribuisce adifferenziare le tipologie e, pertanto, sisuole distinguere in:

a) edilizia residenziale sovvenzio-nata di esclusiva proprietà pubblica;

b) edilizia residenziale agevolata inproprietà e/o a canone calmierato;

c) edilizia residenziale convenzio-nata in diritto di superficie o proprietà;

a) edilizia residenziale sovvenzio-nata di esclusiva proprietà pubblica: l’entepubblico edifica direttamente il fabbricato,mediante finanziamenti integralmentepubblici e le abitazioni così realizzatevengono cedute in locazione a canonimolto bassi a soggetti (nuclei familiari) inparticolare condizione di disagio econo-mico e sociale, identificati attraverso ap-positi bandi pubblici;

b) edilizia residenziale agevolatain proprietà e/o a canone calmierato:l’amministrazione incentiva l’edificazioneresidenziale attribuendo specifiche agevo-lazioni creditizie alle imprese costruttrici(finanziamenti pubblici – statali, regionalie/o comunali – sotto forma di contribuitiin conto capitale oppure di agevolazioniparticolari sui finanziamenti); anche inquesto caso i soggetti destinatari delleabitazioni devono possedere particolari re-quisiti di reddito minimo e massimo esoprattutto non possedere una casa diproprietà e generalmente sono individuatianch’essi attraverso appositi bandi chestabiliscono anche particolari requisiti dipreferenza (ad esempio giovani coppie,oppure anziani soli, e altre situazioni si-mili);

in tempi recenti i bandi pubblici difinanziamento per l’edilizia agevolata pro-pongono un nuovo modello: l’edilizia acanone calmierato, in pratica i promotoridegli interventi si impegnano, in cambio difinanziamenti pubblici in conto capitalee/o agevolazione anche tributarie (abbat-timento oneri urbanizzazione, o esonerodel pagamento IMU per un certo numerodi anni), a realizzare abitazione da cedere,

per periodi non inferiori a 8 anni, adaffitti calmiera predefiniti in sede dibando;

c) edilizia residenziale convenzio-nata in diritto di superficie o proprietà:l’ente pubblico non offre agevolazioni cre-ditizie, ma stipula una convenzione con icostruttori, con la quale, a fronte di con-cessioni da parte dell’Amministrazionepubblica (riguardanti l’assegnazione dellearee su cui edificare o la riduzione delcontributo concessorio), vengono assuntiobblighi inerenti l’urbanizzazione del com-parto e l’edificazione di alloggi di ediliziaeconomico popolare e dalla quale, inoltre,discendono vincoli incidenti sulla succes-siva circolazione degli alloggi così realiz-zati;

due sono le convenzioni che tradi-zionalmente si fanno rientrare nell’ambitodella « EDILIZIA RESIDENZIALE CON-VENZIONATA »:

I) la convenzione di attuazione diun piano di edilizia economico popolare(P.E.E.P.), convenzione che si pone nel-l’ambito del più ampio procedimento diedilizia residenziale pubblica tracciatodalla legge 22 ottobre 1971 n. 865; questaconvenzione è disciplinata dall’articolo 35suddetta legge n. 865 del 1971;

II) la convenzione per la riduzionedel contributo concessorio al cui paga-mento è subordinato il rilascio del per-messo di costruire; questa convenzione èdisciplinata dall’articolo 18 del decreto delPresidente della Repubblica 6 giugno 2001n. 380 (T.U. in materia edilizia) che sulpunto ha sostituito la disciplina in prece-denza dettata dalla « Legge Bucalossi »;

in molti comuni del nostro Paese,specie in grossi centri quali Roma e Fi-renze, i costruttori, dopo aver ricevutocontributi da parte della pubblica ammi-nistrazione per realizzare opere di ediliziaresidenziale pubblica, stipulano contrattidi locazione a canoni ben più elevati diquelli previsti dagli articoli 8-10 della leggen. 179 del 1992 in totale violazione dilegge;

Atti Parlamentari — 15503 — Camera dei Deputati

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così facendo, le cooperative ediliziee/o le imprese costruttrici, lungi dal con-siderare in alcun modo le finalità per cuivengono realizzati alloggi del genere –ovvero risolvere l’emergenza abitativa –ottengono indebiti vantaggi economici indanno dello Stato visti i finanziamentiincamerati e dei conduttori degli immobilii quali, percependo redditi molto bassi,non sono in grado di corrispondere canonitanto onerosi e sono frequentemente sfrat-tati per morosità;

nel marzo 2012 Asia Usb attraversouna denuncia penale presentata dall’avvo-cato Vincenzo Perticaro contestava unaserie di illegittimità nella procedura se-guita nell’applicazione dei canoni agli in-quilini, ma ancor di più nell’uso dei fi-nanziamenti pubblici da parte dei costrut-tori;

dopo tale denuncia la procura diRoma ha proceduto al sequestro di 326alloggi di costruiti da società che appar-tenevano al consorzio Vesta, assegnandonela custodia agli inquilini titolari del rela-tivo contratto di locazione;

il comune di Roma attraverso gliuffici preposti ha agito in autotutela peraccertare la correttezza della procedura,invero, accertava la mancata detrazionedel finanziamento regionale dal prezzomassimo di cessione, utilizzato per ladeterminazione del canone di locazionecon conseguente pagamento da parte deiconduttori di canoni ben al di sopra deicanoni dovuti per legge;

la regione Lazio, in data 2 dicembre2013, ha pubblicato sul sito istituzionale lenuove tabelle del corrispettivo di cessioneper le cooperative/imprese, al fine delcalcolo del canone di locazione annuo,trasmesse da Roma Capitale con canonimolto più bassi rispetto a quelli realmenteapplicati;

è emerso che gli inquilini degli im-mobili di edilizia residenziale pubblicaappartenenti alle fasce deboli vantano uncredito nei confronti delle società e coo-perative edilizie;

infatti, il contributo erogato dallaregione a fondo perduto doveva esseredetratto dal prezzo massimo di cessionepreso a base per il calcolo del canone dilocazione, così come ha determinato re-centemente anche dal TAR del Lazio conla sentenza N. 06800/2014 REG.PRO-V.COLL del 26 giugno 2014;

ne è derivato che la mancata detra-zione di quel contributo, al momento dellaapprovazione da parte degli uffici comu-nali della tabella di determinazione delprezzo di cessione e del conseguente ca-none di locazione degli alloggi delle societàe cooperative edilizie, ha generato uningannevole errore nei confronti degli in-quilini stessi, costretti a corrispondere ca-noni di locazione elevati, oggi invece ri-dotti della metà;

tuttavia, nonostante l’emanazionedelle suddette tabelle che hanno visto lariduzione dei canoni di locazione, a di-spetto delle numerosi violazioni poste inessere dai beneficiari dei finanziamentipubblici, sebbene il TAR del Lazio si siapronunciato statuendo l’illegittimità delleprocedure utilizzate per l’applicazione deicanoni di locazione, le stesse impresestanno diffidano gli inquilini a pagare ivecchi ed illeciti canoni pena lo sfratto permorosità e/o finita locazione, quindi lecooperative edilizie continuano a percepiredagli inquilini i precedenti importi;

ma cosa ancor più grave riguarda lacircostanza che, le stesse problematichesuindicate stanno interessando anche gliimmobili costruiti ex articolo 18 del de-creto-legge n. 152 del 1991 convertito, conmodificazioni, dalla legge 12 luglio 1991,n. 203;

tale norma che prevede la realizza-zione di un programma straordinario diedilizia residenziale da concedere in loca-zione o in godimento ai dipendenti delleamministrazioni dello Stato, quando èstrettamente necessario alla lotta alla cri-minalità organizzata, con priorità per co-loro che vengono trasferiti per esigenze diservizio;

Atti Parlamentari — 15504 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

sul punto e sulle irregolarità sollevatesi è pronunciato anche il Consiglio di Statocon sentenza n. 1125/2014 REG.PRO-V.COLL del 10 marzo 2014 riconoscendotutte le ragioni degli inquilini, compresal’illegittimità del canone applicato;

eppure tali soggetti, sono dipendentidello Stato, con compiti delicatissimi svoltinell’intesse dello Stato stesso, nonostantela pronuncia dei giudici di Palazzo Spada,ancora oggi si trovano a pagare canoni dilocazione in totale contrasto con quantodisciplinato dalla legge stessa e senza al-cuna tutela da parte delle istituzioni;

solo per ricordarlo, gli immobili og-getto di contestazione, si trovano soprat-tutto nella città di Roma, e si trovano inzone in cui non sono garantiti i minimistandard urbanistici (verde pubblico, ser-vizi, e altro) ed in alcuni casi mancano lebasilari dotazioni di un abitato, quali l’il-luminazione esterna e il manto stradale;

per le violazioni oggetto della pre-sente interrogazione sono stati presentatianche esposti – dal sindacato Asia Usbnella persona di Angelo Fascetti – allaprocura regionale della Corte dei Conti diRoma, proprio per far emergere sia leresponsabilità individuali che il danno era-riale –:

quali iniziative intenda assumere ilMinistro delle infrastrutture e dei trasportialla luce dei gravi episodi riportati nellasentenza del Tar del Lazio n. 06800/2014reg. prov. coll. del 26 giugno 2014 relativaa costruzioni finanziate ex lege n. 179 del1992, in merito alle violazioni poste inessere dai beneficiari dei finanziamenti;

quali iniziative intenda assumere ilMinistro dell’interno alla luce dei graviepisodi riportati nella sentenza del Consi-glio di Stato n. 1125/2014 reg. prov. coll.del 10 marzo 2014 relativa alle costruzionifinanziate ex articolo 18 del decreto-leggen. 152 del 1991 convertito, con modifica-zioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203,anche con l’ausilio delle prefetture com-petenti, in merito alle violazioni delleconvenzioni poste in essere dai beneficiari

dei finanziamenti, quali iniziative i Mini-stri interrogati intendano assumere al finedi tutelare gli inquilini ex lege n. 179 del1992 ed ex articolo 18 del decreto-leggen.152 del 1991 convertito, con modifica-zioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203visto che gli stessi sono stati costretti apagare canoni di locazione in violazione dilegge costringendo così le proprie famigliea mutare le proprie condizioni di vitacome dimostrato dalla sentenza n. 1125del 2004 del Consiglio di Stato;

quali iniziative normative, alla luce diquanto accaduto, i Ministri interrogati in-tendano assumere per porre in essere idovuti accorgimenti per evitare il ripetersidi tali situazioni.

(2-00642) « Lombardi, Daga, De Rosa, Riz-zetto, Bechis, Tripiedi, Comi-nardi, Ciprini, Baldassarre ».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CARLONI, AMENDOLA, BOSSA, CA-POZZOLO, CHAOUKI, COCCIA, FAMI-GLIETTI, SALVATORE PICCOLO, SGAM-BATO e VALERIA VALENTE. — Al Mini-stro delle infrastrutture e dei trasporti. —Per sapere – premesso che:

l’articolo 16 del decreto-legge n. 83del 2012 – che reca disposizioni urgentiper la continuità dei servizi di trasporto –con i commi da 5 a 10 interviene inmateria di trasporto ferroviario regionalecampano, delineando una procedura diaccertamento dei disavanzi e una conse-guente procedura di definizione del pianodi rientro, da realizzarsi nel termine di 5anni, necessarie a riorganizzare e riqua-lificare il sistema di mobilità regionale suferro della regione Campania;

per l’attuazione delle misure relativealla razionalizzazione e al riordino dellesocietà partecipate regionali, recate dalpiano di stabilizzazione finanziaria dellaregione Campania, al fine di consentirel’efficace realizzazione del processo di se-parazione tra l’esercizio del trasporto fer-roviario regionale e la proprietà, gestione

Atti Parlamentari — 15505 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

e manutenzione della rete, salvaguardandoi livelli essenziali delle prestazioni e latutela dell’occupazione, nel citato articolo16 comma 5 si dispone che il Commissarioad acta nominato ai sensi dell’articolo 14del decreto-legge n. 78 del 2010 per ilriordino delle società partecipate dellaregione Campania, provveda alle necessa-rie azioni di riorganizzazione, riqualifica-zione o potenziamento del sistema di mo-bilità regionale su ferro;

il comma 6, per garantire la conti-nuità dell’erogazione dei servizi di tra-sporto pubblico regionale, consente alcommissario, nelle more dei tre mesi pre-visti per la predisposizione del piano dirientro, di adottare ogni atto necessario adassicurare lo svolgimento della gestione delservizio da parte di un unico gestore alivello di ambito o bacino territoriale ot-timale, coincidente con il territorio dellaregione, con il vincolo di garantire comun-que il principio di separazione tra lagestione del servizio e la gestione e ma-nutenzione delle infrastrutture;

il comma 9 del medesimo articolo 16ha previsto, per il finanziamento del pianodi rientro, l’incremento automatico del-l’addizionale regionale IRPEF e dell’IRAP,incremento fino ad allora previsto, aisensi, da ultimo, del decreto-legge n. 78del 2010, per il finanziamento del rientrodal disavanzo sanitario; per il finanzia-mento del piano di rientro, è stato previstoaltresì l’utilizzo, nel limite di 200 milionidi euro per gli anni 2012 e 2013, dellerisorse del fondo di sviluppo e coesione,assegnate alla regione Campania; per lamedesima finalità, altre risorse sono statedisposte dall’articolo 1, comma 9-bis deldecreto-legge n. 174 del 2012, che ha isti-tuito un fondo di rotazione per la con-cessione di anticipazioni alle regioni insituazione di squilibrio finanziario desti-nato, oltre che alle regioni in situazioni dideficit sanitario, anche al finanziamentodel piano di rientro della regione Campa-nia nel settore del trasporto regionaleferroviario nonché dall’articolo 11, comma13, del decreto-legge n. 76 del 2013 che haautorizzato l’utilizzo, per l’attuazione del

piano di rientro dai debiti del settore deltrasporto ferroviario regionale campanti,anche delle somme anticipate alla regioneCampania ai sensi del decreto-legge n. 35del 2010 (cosiddetto « debiti PA ») per ilpagamento dei debiti della pubbliche am-ministrazioni; l’articolo 13, comma 9-bisdel decreto-legge n. 145 del 2013 (cosid-detto « destinazione Italia ») ha destinatorisorse, nel limite di 5 milioni di euro, perl’acquisto di materiale rotabile al fine digarantire la funzionalità del contratto diservizio ferroviario regionale nella regioneCampania, per il biennio 2014-2015;

nel contempo, per assicurare lo svol-gimento delle attività di cui al citatocomma 5 e l’efficienza e continuità delservizio di trasporto, il comma 7 hadisposto il blocco delle azioni esecutive edei pignoramenti nei confronti delle so-cietà a partecipazione regionale esercentiil trasporto ferroviario regionale fino al27 giugno 2013, termine successivamenteprorogato dalla legge di stabilità a tuttoil 2013; l’articolo 17, comma 5, del de-creto-legge n. 16 del 2014 (cosiddetto« Salva Roma 3 ») ha prorogato fino al 30giugno 2014 il blocco delle azioni ese-cutive, anche in considerazione della si-tuazione del trasporto ferroviario regio-nale campano, nei confronti delle societàa partecipazione regionale esercenti iltrasporto ferroviario regionale, sullesomme anticipate alla regione Campaniaper il pagamento dei debiti dell’ammini-strazione regionale e destinate anche alpiano di rientro nel settore del trasportoferroviario regionale campano, sulle ri-sorse derivanti dall’incremento dell’addi-zionale regionale IRPEF e IRAP che, adecorrere dal 2013, sono incrementateper finanziare il medesimo piano di rien-tro; sulle somme del fondo di rotazioneper la concessione di anticipazioni alleregioni in situazione di squilibrio finan-ziario, espressamente destinato anche alfinanziamento del piano di rientro dellaregione Campania nel settore del tra-sporto regionale ferroviario;

Atti Parlamentari — 15506 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

tali disposizioni sono state adottateper garantire il fondamentale diritto degliutenti alla mobilità e la continuità deiservizi ferroviari nella, regione Campania;

nel quadro della riorganizzazione delservizio, l’ente autonomo Volturno (EAV),con atto di fusione del 27 dicembre 2012,ha incorporato le 3 società esercenti iltrasporto ferroviario – società Circumve-suviana, Metro Campania Nord-Est e Se-psa – partecipate dalla regione Campania– costituendo la società EAV Srl, esercenteil trasporto ferroviario e su gomma nellaregione Campania; la medesima societàprovvede alla realizzazione delle opere dimanutenzione, ammodernamento e poten-ziamento della rete ferroviaria regionale ealla gestione del patrimonio infrastruttu-rale; l’EAV offre inoltre supporto allaregione nelle attività di pianificazione,progettazione, programmazione degli inve-stimenti regionali nel campo della mobilitàe del trasporto;

il tavolo tecnico istituito presso ilMinistero delle infrastrutture e i trasportiai sensi dell’articolo 16, comma 8, delcitato decreto-legge n. 83 del 2012, il 24dicembre 2013 ha raggiunto l’accordo sulpiano di rientro dal disavanzo e sul pianodei pagamenti, successivamente adottatidalla regione Campania con delibera digiunta n. 130 del 2 maggio 2014;

il blocco delle procedure esecutive èun provvedimento anche a tutela dei cre-ditori dell’Ente autonomo Volturno (EAV)che con atto di fusione del 27 dicembre2012, ha incorporato le 3 società esercentiil trasporto ferroviario – società Circu-mvesuviana, Metro Campania Nord Est eSepsa – partecipate dalla Regione Cam-pania – costituendo la società EAV Srl,esercente il trasporto ferroviario e sugomma nella regione Campania; non po-tendo infatti quest’ultima garantire il pa-gamento di tutti i debiti scaduti, le azioniesecutive avrebbero – come conseguenza– il pignoramento delle somme necessarieall’attuazione del piano di rientro per unammontare complessivamente superiorealle disponibilità, con il conseguente, ine-

vitabile blocco del medesimo piano: unpregiudizio degli interessi dei creditori benpiù grave – i crediti sarebbero, di fatto,inesigibili – della mera dilazione tempo-rale derivante dal blocco delle procedureesecutive funzionale alla continuità delservizio e della gestione in vista del pos-sibile obiettivo del riequilibrio finanziario;

il tribunale di Napoli ha sentenziatola non assoggettabilità a fallimento del-l’ente autonomo volturno, in quanto so-cietà in house della regione Campaniaassimilabile a un ente pubblico;

anche nel caso in cui la sezionefallimentare cambi orientamento acco-gliendo un eventuale ricorso per il falli-mento dell’ente, i creditori ne ricavereb-bero un danno evidente, atteso che leprocedure fallimentari consentono il ri-storo dei creditori solo dopo molti anni ein percentuali minime rispetto ai creditivantati;

la Corte Costituzionale, con sentenza186/13, si è pronunciata su una fattispecieanaloga, valutando con favore la predispo-sizione di meccanismi diretti proprio al-l’effettiva soddisfazione dei crediti scatu-renti da titoli esecutivi; parimenti, l’appro-vazione del piano dei pagamenti e il suoeffettivo avvio, nelle ultime settimane, faritenere che non venga violato nemmenol’articolo 6 par. 1 della Convenzione eu-ropea per la salvaguardia dei diritti del-l’uomo, stipulata a Roma il 4 novembre1950, che garantisce il giusto processoanche nella fase di attuazione concreta deidiritti, attesa la garanzia, con il piano dirientro, del soddisfacimento del diritto deicreditori a ottenere quanto di loro spet-tanza entro termini sicuramente ragione-voli e per intero, a differenza di quantoavverrebbe in caso di fallimento o conaltra procedura concorsuale –:

quali urgenti iniziative intenda assu-mere nell’interesse pubblico, degli utentidel servizio di trasporto della regioneCampania e degli stessi creditori dell’EAV,per accordare, anche mediante opportuneiniziative legislative, una proroga del ter-mine del 30 giugno 2014 di blocco delle

Atti Parlamentari — 15507 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

azioni esecutive nei confronti di Ente au-tonomo volturno Srl almeno fino al 31marzo 2015, allo scopo di conseguirel’obiettivo di garantire l’attuazione delpiano di rientro elaborato dal Commissa-rio ad acta e approvato dagli organi com-petenti. (5-03328)

TULLO, D’ARIENZO e ROTTA. — AlMinistro delle infrastrutture e dei trasporti,al Ministro del lavoro e delle politichesociali. — Per sapere — premesso che:

la grave crisi che coinvolge il com-parto del trasporto aereo sta ridisegnandoil sistema del segmento economico di cuisi tratta;

come è noto, infatti, la compagniaaerea Etihad è interessata all’acquistodella quota di maggioranza della compa-gnia aerea Alitalia e il Ministro del lavoroe delle politiche sociali ha garantito cheper gli esuberi della compagnia di ban-diera – pari a circa 2.500 – sarannopredisposti specifici ammortizzatori so-ciali;

la seconda compagnia aerea italiana,privata anch’essa come l’Alitalia, è Meri-diana che ha base di armamento a Olbiae sedi a Cagliari, Milano e Verona. Que-st’ultima è l’unica base con attività co-stante nel corso dell’anno e meno patiscela fluttuazione della domanda in ragionedei picchi stagionali, tanto che vi lavoranostabilmente 300 dipendenti da 17 anni;

la compagnia aerea Meridiana fly spaa decorrere dal mese di settembre del2011, ha collocato in cassa integrazioneguadagni straordinaria integrata 1290 la-voratori appartenenti alle categorie delpersonale di terra (350), degli assistenti divolo (760) e dei piloti (180);

nel medesimo periodo, però, Meri-diana acquisisce Air Italy, che gradual-mente è divenuto il principale competitor« interno » di Meridiana. Si è verificato, difatto, un costante processo di dumpinginterno dove la controllata ingloba l’atti-vità di volo della controllante;

la società Meridiana ha comunicatorecentemente il piano industriale che pre-vede un riorientamento delle proprie at-tività necessario ad evitare il fallimentodella società. Nel dettaglio, emerge l’esu-bero di oltre 1.200 persone tra il personaledi volo e quello di terra;

per i lavoratori di Meridiana fly lacassa integrazione guadagni straordinariaterminerà nel giugno 2015 e, pertanto, èpresumibile che a partire da quella data cisarà il ricorso al licenziamento;

pare sia in atto un vero e propriospostamento di diverse attività da Meri-diana fly verso altri vettori. Meridiana flyspa, infatti, starebbe facendo volare sumolte rotte del proprio network, oltre adaeromobili ed equipaggi della società AirItaly, controllata dalla holding Meridianaspa, anche mezzi e personale di altresocietà, in particolare dell’est europeo. Ciòdimostrerebbe una certa attrattività sulmercato, oltre al fatto che non apparecomprensibile come questo possa avvenirecontemporaneamente alla cassa integra-zione;

pare che nella riorganizzazione di cuisi tratta la sede operativa di Verona saràcancellata, con grave danno per il terri-torio e per le centinaia di lavoratori in-teressati. Rispetto alla possibile chiusura,inoltre, appare incomprensibile in rap-porto alle enormi potenzialità che il ter-ritorio veronese offre termini di appetibi-lità turistica ed economica;

in merito, i firmatari temono che ilpeso della ristrutturazione graverà sostan-zialmente sul personale che rischia diessere licenziato;

infatti, se il piano industriale preve-drà di incrementare l’attività in Airitalynonché la riduzione di aerei in Meridianafly con conseguente messa in mobilità ditutti i dipendenti in esubero, appare paleseche gli stessi esuberi saranno sostituiti dalpersonale Airitaly e che in quest’ultimasaranno ripristinate tutte le attività dellacapogruppo;

Atti Parlamentari — 15508 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

alla fine del processo, quindi, po-trebbe essere completata la fusione socie-taria fra i due COA (quello della casamadre e quello della new entry), la com-pagnia avrebbe ancora le stesse rotte com-merciali, lo stesso numero di aerei epotrebbe chiamarsi ancora allo stessomodo, ma resterà in azienda personalediverso e con contratti decisamente piùconvenienti per la società. Al contrario, sela fusione avvenisse subito al momentodella acquisizione, per legge il contratto diriferimento dei dipendenti sarebbe il mi-gliore fra i due, verosimilmente quello diAiritaly, e la lista di anzianità sarebbe datadalla anzianità di provenienza delle duesocietà —:

quali iniziative intendano assumereper evitare il fallimento della secondacompagnia di bandiera del nostro Paeseche in termini di proprietà si trova in unaposizione del tutto analoga a quella diAlitalia;

se e come intendano intervenire alfine di chiarire l’aspetto concernente lascelta di spostare le attività di volo in altreaziende, anche esterne al perimetro delgruppo, a fronte della contemporaneafruizione degli ammortizzatori sociali peril proprio personale, peraltro posta a ca-rico dello Stato. (5-03330)

Interrogazioni a risposta scritta:

D’ARIENZO, DAL MORO, ROTTA eZARDINI. — Al Ministro delle infrastrut-ture e dei trasporti. — Per sapere – pre-messo che:

le ormai abbondanti piogge unite alloscioglimento dell’innevamento invernalealimentano a dismisura il Lago di Gardache ad ogni stagione supera o rischia disuperare la soglia massima prevista dailivelli di regolamentazione stabiliti dal Mi-nistero dei lavori pubblici ancora nel lon-tano 1965 e che fissano per il periodoestivo come livello massimo 1,35 metrisullo zero idrometrico;

gli attuali livelli, appunto stabiliti nel1965, rispondono a ben altre condizioniambientali ed economiche; dai livelli sca-turiscono il moto ondoso, che oltre adallagare le passeggiate delle località lacualiche presentano quote inferiori, provoca lasistematica erosione delle spiagge e delterritorio e difficoltà nella defluizionedelle acque piovane attraverso i canaliesistenti;

i danni per l’economia locale, esclu-sivamente a carattere turistico, per il pae-saggio, per i pontili e le strutture diprotezione del collettore nonché per lefinanze degli enti locali di tutta l’area dellago di Garda sono evidenti;

il lago di Garda è da sempre consi-derato il bacino idrico a sostegno dell’agri-coltura intensiva del sottostante territoriomantovano e da ciò discendono le volontàdi mantenere i livelli normalmente in lineacon questa esigenza, normalmente più altidel livello minimo;

si ritiene che il Governo debba af-frontare la situazione e avviare un per-corso volto al riesame del contesto efinalizzato all’attualizzazione dei livellidelle acque del lago di Garda;

per la salvaguardia dell’ambiente edin ragione del fatto che l’area del Garda siè arricchita d’insediamenti per il tempolibero occorre una riconsiderazione delsistema lacuale revisionando i livelli ope-rativi minimo e massimo e riducendo illimite di erogazione media;

in questa direzione, le proposte avan-zate nel tempo dalla comunità del Gardaappaiono idonee a garantire lo scopo (co-dificazione del principio di proporziona-lità, nel senso che « gli apporti a monte delLago devono supportare le esigenze idri-che del lago nei periodi di magra » e,correlativamente, le erogazioni a caricodel lago devono essere proporzionalmentealle disponibilità dello stesso; razionaliz-zazione dei sistemi d’irrigazione, così daevitare o almeno ridurre gli sprechi;un’opportuna regolamentazione dei rilascid’acqua dai bacini idroelettrici a monte

Atti Parlamentari — 15509 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

del Garda; il riordino delle utenze irrigue;la limitazione dell’apertura dello scolma-tore Adige-Garda esclusivamente ai casi diassoluta necessità per eventi di pienestraordinarie; interventi infrastrutturali dicanalizzazione dell’acqua del fiume Adigenel Mincio e nel sistema irriguo, senzapassare attraverso il lago; revisione dellecolture agricole e privilegio per quellemeno « idrovore »;

gli enti locali gardesani, veronesi ebresciani, ancora a fine estate 2013 hannoraggiunto un’intesa sul documento di re-visione della regolazione dei livelli idro-metrici del lago di Garda con il quale si èdeciso di sperimentare, per cinque anni, lariduzione di 15 centimetri del livello sta-bilito nel lontano 1965 per il periodo danovembre a marzo di ogni anno;

che la sperimentazione in questionenon è ancora partita –:

al fine di accelerare la definizionedella grave situazione, se il Ministro in-tenda avviare con urgenza un’istruttoria inmerito – come si ritiene opportuno –nell’ambito della quale considerare le pro-poste avanzate dalla comunità del Garda edal documento richiamato in premessa loscopo di riesaminare il contesto e giungerealla definizione dei livelli corrispondentialle esigenze contemporanee.

(4-05671)

MURA e CANI. — Al Ministro delleinfrastrutture e dei trasporti, al Ministrodel lavoro e delle politiche sociali. — Persapere – premesso che:

l’intero comparto aereo italiano sof-fre da anni per le conseguenze della crisiinternazionale, ma certamente anche pererrori manageriali e scelte gestionali chestanno ricadendo sul personale e sullaqualità stessa del servizio offerto ai viag-giatori;

vanno considerati l’importanza per il« sistema Paese » dell’operazione Alitalia-Etihad e l’impegno con il quale il Governosta seguendo da vicino i difficili passaggi

della transazione, in particolare la que-stione legata agli esuberi, per i qualisembra assodato che saranno predispostispecifici ammortizzatori sociali;

non solo Alitalia è in forte sofferenza,ma anche Meridiana, la seconda compa-gnia aerea italiana privata, che da settem-bre 2011, ha collocato in cassa integra-zione guadagni straordinaria integrata1290 lavoratori appartenenti alle categoriedel personale di terra (350), degli assistentidi volo (760) e dei piloti (180);

la stessa compagnia ha nei mesiscorsi presentato un piano industriale,mirante ad evitare il fallimento e cheprevede circa 1300 esuberi, definiti daivertici come « strutturali »;

sempre secondo Meridiana, « l’attualelivello di attività non è in grado di man-tenere i livelli occupazionali del passato,ulteriormente incrementatisi a seguito dicentinaia di reintegri di personale che, neldecennio precedente, avevano lavorato inazienda a tempo determinato, talora soloper periodi brevissimi »;

nel frattempo, però, la compagnia staattuando una riorganizzazione delle atti-vità e dei servizi, che coinvolge altri vettoricontrollati dalla holding Meridiana spa esocietà terze, utilizzate per fare fronte allerichieste di un mercato che non sembracosì in crisi come sostengono i vertici dellacompagnia;

la sopravvivenza di Meridiana è im-portante per Olbia, la Gallura, Cagliari el’intera Sardegna, ma anche per città comeVerona e Milano dove attualmente sonopresenti sedi operative;

costituisce un passo avanti significa-tivo l’impegno assunto nei giorni scorsi dalGoverno per l’apertura, a settembre, di untavolo interministeriale con la regione Sar-degna –:

se e quali iniziative il Governo in-tenda assumere per evitare il fallimentodella seconda compagnia di bandiera del

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

nostro Paese che in termini di proprietà sitrova in una posizione del tutto analoga aquella di Alitalia;

se e come si intenda intervenire, perquanto di competenza, al fine di chiarirel’aspetto concernente la scelta di spostarele attività di volo in altre aziende, ancheesterne al perimetro del gruppo, a frontedella contemporanea fruizione degli am-mortizzatori sociali per il proprio perso-nale. (4-05674)

* * *

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

GIGLI e SBERNA. — Al Ministro del-l’interno, al Ministro della giustizia. — Persapere – premesso che:

in data 14 luglio 2013, a Napoli,presso palazzo San Giacomo, alla presenzadel sindaco Luigi de Magistris, è statotrascritto nel registro dell’anagrafe citta-dina, un matrimonio contratto all’esterofra persone dello stesso sesso: tale atto èstato possibile grazie ad una direttiva delsindaco che consente all’anagrafe cittadinal’operazione di trascrizione;

il sindaco, secondo autorevoli fonti distampa, avrebbe dichiarato: « Siamo con-vinti che il sindaco abbia il diritto e ildovere di far trascrivere presso gli ufficidell’anagrafe e dello stato civile i matri-moni che, purtroppo, per ora possonoessere celebrati soltanto all’estero », asse-rendo inoltre che: « Questa trascrizione haun valore anche giuridico: mette a parilivello un matrimonio etero e uno omo-sessuale, per esempio per partecipare allepolitiche sociali della città oppure all’as-segnazione delle case »;

il 17 luglio anche il sindaco di Roma,Ignazio Marino, ha deciso di riconoscere imatrimoni gay celebrati all’estero, dichia-rando: « Quando si tratta di diritti civilinon arretriamo davanti a nessuno. Io nonho paura della parola matrimonio e noi

riconosceremo, o almeno io chiederò chepossano essere riconosciuti, i matrimoni,qualunque sia il sesso degli sposi, che sonocelebrati all’estero »;

lunedì 21 luglio 2014 anche il sindacodi Bologna Virginio Merola ha emanatouna direttiva che permetterà, a partire dal15 settembre 2014, di trascrivere nei re-gistri di stato civile del comune le unionigay celebrate all’estero;

il primo caso di riconoscimento delmatrimonio tra persone dello stesso sessoavvenuto all’estero si è avuto nel 2012 aGrosseto: una coppia omosessuale, dopoaver contratto matrimonio a New York nel2012, ha chiesto all’ufficiale dello statocivile la trascrizione di tale matrimonio;

l’ufficiale di stato civile coinvoltonella vicenda ha rifiutato la trascrizione,richiamando, a sostegno delle proprie ar-gomentazioni, la normativa italiana chenon consente il matrimonio di personedello stesso sesso, nonché la sentenza dellaCorte di Cassazione n. 4184 del 15 marzo2012 in cui viene sottolineato il ruolo el’importanza delle funzioni dell’ufficialedello stato civile, a cui « sono attribuitepenetranti poteri di controllo sulla trascri-vibilità degli atti di matrimonio celebratiall’estero »;

la stessa sentenza è stata poi richia-mata dal tribunale nelle sue motivazioni,per arrivare però a conclusioni opposte equindi autorizzare la trascrizione: nellasentenza n. 2184/2012 Corte Cass. vienecitata la giurisprudenza della Corte euro-pea per i diritti dell’uomo, al fine dievidenziare come il diritto al matrimoniodi cui all’articolo 9 CEDU non sia limitatoal matrimonio tradizionale;

rimane in ogni caso chiara evidenzagiuridica che sia compito del legislatorenazionale intervenire, disciplinando le di-verse ipotesi negli ordinamenti nazionali;

va ricordato peraltro che la famosasentenza della Corte Europea dei Diritti

Atti Parlamentari — 15511 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

dell’Uomo n. 510 del 24 giugno 2010, ri-chiamata nella sentenza già citata n. 2184/2012 Corte Cass., ha rigettato il ricorsoSchalk et Kopf contro Austria, in quantolo Stato austriaco, pur non riconoscendoin alcun modo il matrimonio omosessuale,non ha affatto violato la Carta europea deidiritti dell’uomo, avendo riconosciuto ildiritto alla convivenza omosessuale;

la sentenza del tribunale di Grossetoè stata impugnata dalla procura dellaRepubblica;

nel maggio scorso, a Fano, una cop-pia omosessuale che aveva contratto ma-trimonio in Olanda ha presentato formaleistanza al sindaco per la trascrizione delproprio matrimonio, allegando copia del-l’atto; i dipendenti dell’ufficio dello statocivile non hanno ritenuto legittima la tra-scrizione, ma successivamente è stato lostesso sindaco, svolgendo direttamente lapropria funzione di ufficiale di governo edi ufficiale dello stato civile, ai sensidell’articolo 1 del decreto del Presidentedella Repubblica n. 396 del 2000, a pro-cedere alla trascrizione del matrimonio,sottoscrivendo personalmente l’atto;

con sentenza n. 170, 11 giugno 2014,la Corte costituzionale, su giudizio inci-dentale sollecitato dalla Corte di cassa-zione, si è pronunciata su un matrimoniodi una coppia eterosessuale regolarmentesposata nella quale però l’uomo decide dicambiare sesso: la coppia decide di rima-nere unita risultando così composta dapersone dello stesso sesso;

in tale caso, l’ufficiale dello statocivile, dopo avere ricevuto sentenza direttificazione di sesso di uno dei coniugi,dietro indicazioni della prefettura e delMinistero dell’interno, aveva disposto ilcosiddetto « divorzio automatico »; i co-niugi hanno presentato ricorso al tribu-nale di Modena che aveva accolto il ri-corso; il Ministero dell’interno aveva espo-sto reclamo in corte di appello di Bolognache lo aveva accolto; la coppia presentaricorso in Cassazione; la Corte di Cassa-zione con ordinanza n. 14329 del 6 giugno2013 ha disposto remissione degli atti alla

Corte costituzionale, avendo riscontratodubbi di legittimità costituzionale degliarticoli 2 e 4 della legge 14 aprile 1982,n. 164 (Norme in materia di rettificazionedi attribuzione di sesso);

la Consulta, pur nel dichiarare l’il-legittimità costituzionale degli articoli 2 e4 della legge 14 aprile 1982, n. 164(Norme in materia di rettificazione diattribuzione di sesso), con sentenza ma-nipolativa additiva volta a prevedere che« la sentenza di rettificazione dell’attri-buzione di sesso di uno dei coniugi, cheprovoca lo scioglimento del matrimonio ola cessazione degli effetti civili conse-guenti alla trascrizione del matrimonio,consenta, comunque, ove entrambi lo ri-chiedano, di mantenere in vita un rap-porto di coppia giuridicamente regolatocon altra forma di convivenza registrata,che tuteli adeguatamente i diritti ed ob-blighi della coppia medesima, con lemodalità da statuirsi dal legislatore », purconsiderando al punto 5.5 che « nellanozione di formazione sociale – nel qua-dro della quale l’articolo 2 Cost. disponeche la Repubblica riconosce e garantiscei diritti inviolabili dell’uomo – è daannoverare anche l’unione omosessuale,intesa come stabile convivenza tra duepersone dello stesso sesso, cui spetta ildiritto fondamentale di vivere libera-mente una condizione di coppia », haperò molto chiaramente sottolineato alpunto 5.1 dei considerata che « la situa-zione [...] di due coniugi che, nonostantela rettificazione dell’attribuzione di sessoottenuta da uno di essi, intendano noninterrompere la loro vita di coppia, sipone, evidentemente, fuori dal modellodel matrimonio – che, con il venir menodel requisito, per il nostro ordinamentoessenziale, della eterosessualità, non puòproseguire come tale »;

in sintesi, la nostra Suprema Corte siè tenuta ben lungi dal considerare legit-timo il matrimonio omosessuale nel nostroordinamento costituzionale;

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

di conseguenza, sembra molto arduoconsiderare legittimo il riconoscimentogiuridico da parte delle nostre istituzioninazionali e locali del matrimonio omoses-suale, pur se celebrato all’estero –:

quali considerazioni possano i Mini-stri trarre dalla su esposta premessa, inmerito al riconoscimento da parte di isti-tuzioni italiane dei matrimoni omosessualiavvenuti all’estero e se in particolare in-tendano rilevarne l’illegittimità della con-dotta dei sindaci coinvolti;

quali urgenti iniziative, anche di na-tura normativa, intendano porre in essereal fine di colmare un evidente vuotonormativo in merito, seguendo il dettatodell’articolo 29 della Costituzione che im-pone alla Repubblica il riconoscimento dei« diritti della famiglia come società natu-rale fondata sul matrimonio », tenendoconto del principio da ultimo espresso conla sentenza Corte Cost. n. 170 del 2014,ove si dichiara con estrema chiarezza cherequisito essenziale del matrimonio è la« eterosessualità » della coppia. (4-05673)

PRATAVIERA e MATTEO BRAGAN-TINI. — Al Ministro dell’interno. — Persapere – premesso che:

in data 22 luglio 2014, provenientedalla Sicilia, è giunto all’aeroporto diMarco Polo di Venezia un gruppo di 100migranti irregolari africani, in massimaparte eritrei;

di questi 100 migranti, 20 sono statiimmediatamente avviati verso Pesaro;

i rimanenti 80, invece, dovevano es-sere trasferiti a Jesolo, per essere ospitatiin una struttura di accoglienza gestitadalla croce rossa italiana in via Levantina;

il personale della croce rossa italianaha tuttavia obiettato di aver soltanto 60posti disponibili, ingaggiando un braccio diferro con la prefettura di Venezia che si èprotratto per ore, durante le quali si sonoregistrati anche dei momenti di tensione;

alla fine, è stato deciso di distribuiregli 80 migranti su varie località venete:Chioggia, Padova, Treviso, Verona e Vi-cenza –:

in che modo il Governo intenda ov-viare all’evidente sovraccarico delle strut-ture preposte all’accoglienza dell’eccezio-nale numero di migranti irregolari e ri-chiedenti asilo che stanno raggiungendo ilnostro Paese anche per effetto della mis-sione Mare Nostrum ed in che modo siconti di garantire che la dispersione deiclandestini in varie località non ne facilitil’eventuale fuga. (4-05677)

D’ALESSANDRO. — Al Ministro dell’in-terno, al Ministro delle infrastrutture e deitrasporti. — Per sapere – premesso che:

la cronaca quotidiana testimonia ilgrave problema di una città invasa dairom e dagli extracomunitari che, soprat-tutto nelle stazioni ferroviarie della nostracapitale popolate da turisti e dai nostricittadini che viaggiano per lavoro o dilettoe dai pendolari, rubano, scippano, minac-ciano indisturbati ed hanno dato vita adun vero e proprio racket dei bagagli e deibiglietti automatici;

a Roma alcuni nomadi non si limi-tano a sfilare il portafoglio al distrattoturista che transita nelle stazioni ferrovia-rie (e su questa pratica ci sarebbe moltoda dire), ma come risulta dalla stampabraccano le persone, le seguono e le inti-midiscono se queste si rifiutano di soddi-sfare le loro richieste senza alcun con-trollo o repressione;

alla stazione Termini, dopo avercompiuto il viaggio Fiumicino-Roma suquello che l’interrogante giudica uno deipiù vergognosi treni navetta del nostroPaese (il Leonardo Express), si arriva in unvero e proprio suk, fatto di immondizia,senzatetto e rom che si appostano peraspettare i viaggiatori, di fatto costringen-doli a prenderli come facchini, in unaressa incredibile con tanto di liti e spar-tizione di clientela. Puntano gruppi dituristi e li circondano non appena scen-

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

dono dal treno e nella migliore delleipotesi impongono il loro aiuto, nella peg-giore li derubano;

per il viaggiatore è un’impresa anchecomprare un biglietto ferroviario ai distri-butori elettronici perché sono piantonatida rom che si insinuano nell’operazione diacquisto pigiando i pulsanti facendo fintadi aiutare l’acquirente, ma in realtà perrichiedere soldi per aver prestato il loroaiuto non richiesto o arrivando a derubareil viaggiatore più distratto;

per quanto riguarda le banchine deglieurostar, che dovrebbero essere il fioreall’occhiello delle Ferrovie italiane, si ècreata una sorta di mafia tra rom edextracomunitari che si spartiscono i vagoni(soprattutto di prima classe), azzuffandositra loro per il territorio di competenza,litigandosi il cliente che viene portato dauna parte all’altra della stazione per pren-dere un taxi perché in quel momento ilviaggiatore è come una merce al mercato;

il tutto avviene senza che, come inpassato o come avviene in altre stazioniitaliane, ci sia alcun tipo di filtro perl’accesso ai vagoni, con controllori cheautorizzano il passaggio solo all’esibizionedel biglietto;

sempre a Termini, extracomunitari erom impediscono ai viaggiatori di scendereo salire se non si accetta la loro assistenza,salvo poi attendere lo svuotamento deiconvogli (specie di prima classe) per sac-cheggiare in particolar modo i vagoni diprima classe;

tutto questo avviene senza il minimocontrollo, con i pochi rappresentanti delleforze dell’ordine che – non certo perresponsabilità loro – hanno serie difficoltàa presidiare la stazione. Stazione che, èbene ricordarlo, dovrebbe essere e rappre-sentare il primo, immediato biglietto davisita della città –:

se i Ministri interrogati intendanoprendere immediati provvedimenti per farfronte all’incredibile situazione di degradoin cui versa una delle stazioni più impor-tanti della Capitale per garantire un mag-

gior controllo sulla sicurezza dei viaggia-tori sia sui convogli che sulle banchine enegli altri locali delle stazioni ferroviarie.

(4-05678)

* * *

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

ALBANELLA. — Al Ministro dell’istru-zione, dell’università e della ricerca. — Persapere – premesso che:

il liceo delle scienze umane ed eco-nomico sociale di Castiglione di Sicilia(Catania), sede associata dell’I.I.S., M.Amari di Giarre (Catania) costituisce e hacostituito da oltre cinque decenni un cen-tro culturale e formativo di notevole im-portanza sia per il comune stesso sia peri comuni dell’hinterland (S. Domenica Vit-toria, Roccella Valdemone, Malvagna,Moio, Randazzo, Linguaglossa, Graniti,Francavilla, Gaggi) in quanto unico istitutocon indirizzi specifici di scienze umane-economico sociale su tutto il territorio;

inoltre, rappresenta l’unico e natu-rale proseguimento di studi per gli stu-denti del comune incidendo in manieraconsiderevole sulla limitazione della di-spersione scolastica;

il comune di Castiglione di Sicilia èconsiderato comune montano ai sensidella legge 1o marzo 1957 n. 90 e richia-mato articolo 1, legge 25 luglio 1952,n. 991; per ordinanza del TAR di Cataniadicembre 2005 continua a essere tale e al30 giugno 2014 risulta inserito nell’elencodei comuni italiani redatto dall’ISTAT conle indicazioni « T » (ovvero comune total-mente montano);

le scuole dei comuni montani nonpossono considerarsi come semplice tra-sposizione del modello impoverito dellescuole di città in quanto costituiscono pergli stessi la matrice identitaria, il naturale

Atti Parlamentari — 15514 — Camera dei Deputati

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luogo di aggregazione, di crescita e con-divisione del senso di appartenenza terri-toriale;

lo scorso 12 maggio 2014 i docentidell’istituto suddetto sono stati informatidal Dirigente Scolastico della soppressionedelle classi I, II e III ai sensi della C.M.n. 34 del 1o aprile 2014 (oggetto: Dotazioniorganiche del personale docente per l’a.s.2014/2015) e di conseguenza individuati insoprannumero e invitati a presentare do-manda di mobilità condizionata;

la necessità per gli studenti delleclassi in oggetto di iscriversi in altri istitutidello stesso indirizzo, parecchio distanti enon facilmente raggiungibili con i mezzipubblici, determinerebbe nella maggiorparte dei casi un aggravio di spese, ancheperché non tutti i comuni del compren-sorio riescono a provvedere al trasportogratuito degli studenti le cui spese quindisono spesso interamente a carico dellefamiglie –:

quali provvedimenti il Ministro inter-rogato intenda adottare in merito allasoppressione delle classi I, II e III del liceodelle scienze umane ed economico socialedi Castiglione di Sicilia (Catania) al fine ditutelare i giovani residenti di quel dirittoallo studio sancito dalla Costituzione.

(5-03321)

VACCA, LUIGI GALLO, MARZANA,CHIMIENTI, SIMONE VALENTE, DI BE-NEDETTO, BATTELLI, BRESCIA eD’UVA. — Al Ministro dell’istruzione, del-l’università e della ricerca. — Per sapere –premesso che:

negli ultimi giorni gli organi distampa informano che il sottosegretarioReggi sta lavorando ad una bozza didisegno di legge che abolirebbe le chia-mate esterne per supplenze, assegnando leassenze ai docenti di ruolo e, di fatto,eliminando le graduatorie di istituto;

a questo si aggiunge l’ipotesi di tagliodi un anno del percorso formativo dellescuole superiori che dovrebbe ridursi da 5a 4 anni;

per fare ciò pare che il Governovoglia chiedere ai docenti un impegnoorario fino a 36 ore settimanali e diffe-renziare le retribuzioni per mezzo di mag-giori poteri dei dirigenti scolastici ancheattraverso l’incrocio dei test INVALSI;

queste ipotesi dovrebbero compor-tare un taglio di 1,5 miliardi di euro allespese per l’istruzione che si aggiungono aidrammatici tagli operati dal Ministro Tre-monti nel 2008;

la valorizzazione della professionedei docenti, di cui il Sottosegretario al-l’istruzione all’università e alla ricercaReggi e il Ministro Giannini hanno parlatoin molte interviste, in realtà è già possibilesenza alcun intervento normativo for-nendo alle scuole le risorse finanziarienecessarie per attuare l’ampliamento del-l’offerta formativa prevista dall’autonomiadidattica attualmente vigente;

i fondi d’istituto (FIS) e quelli per ilmiglioramento dell’offerta formativa(MOF) hanno subito negli anni pesantidecurtazioni che hanno messo in difficoltàle istituzioni scolastiche anche nella ge-stione ordinaria delle proprie attività;

nella scuola italiana ci sono oltre 150mila precari storici che ogni hanno ven-gono chiamati a coprire ruoli di docenza,spesso con supplenze annuali;

tale sistema provoca innumerevoliconseguenze negative sia per il lavoratore-insegnante che per l’attività didattica, pre-giudicando soprattutto l’offerta formativaagli studenti;

a ciò si aggiungono le aspettativedelle varie categorie di abilitati e docentiprecari non abilitati create nell’ultimo de-cennio e le aspettative dei neolaureati che,allo stato attuale, attraverso i percorsi diTFA aspirano alla professione di inse-gnante;

da un articolo di giornale apparso su« Tempi » della scorsa settimana parrebbeche il Ministro interrogato punti diretta-mente a quella che agli interroganti ap-

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

pare una destrutturazione della scuolastatale a vantaggio della scuola paritaria;

nel contempo è in atto una campagnadi propaganda mediatica contro gli inse-gnanti per far leva sull’opinione pubblicaattraverso l’errato messaggio che le orelavorative di un insegnante della scuolasecondaria siano solo le 18 ore di lezionefrontale, con l’intento di arrivare ad unnuovo contratto degli insegnanti con basseretribuzioni e con aumenti retributivi soloper pochi, sempre nell’ottica dei tagli;

i tagli operati dalla riforma « Gelmi-ni-Tremonti » non solo hanno provocatouna riduzione dell’offerta formativa nellescuole, ma hanno anche provocato l’au-mento del rapporto studenti docenti oltrei limiti consentiti causando il fenomenodelle classi pollaio –:

se le iniziative ricordate in premessacomportino un risparmio per lo Stato aidanni del comparto istruzione e, quindi,rientrino nei tagli del piano di Cottarellinell’ambito della spending review.

(5-03325)

Interrogazione a risposta scritta:

FANUCCI. — Al Ministro dell’istruzione,dell’università e della ricerca, al Ministrodella salute. — Per sapere – premesso che:

la figura sanitaria del massofisiote-rapista è una figura attualmente ricono-sciuta dalla legge n. 403 del 1971;

in seguito alla legge n. 42 del 1999,che ha riformato le professioni sanitarie,ha stabilito la sola equipollenza tra idiplomi e gli attestati conseguiti primadella riforma e il diploma universitario difisioterapista;

il decreto del Presidente del Consigliodei ministri 26 luglio 2011 ha stabilito icriteri e le modalità per il riconoscimentodell’equivalenza ai diplomi universitaridell’area sanitaria dei titoli del pregressoordinamento, prevedendo la esclusionedalla procedura di valutazione ai fini delriconoscimento dell’equivalenza, fra l’al-

tro, i « titoli di massofisioterapista conse-guiti dopo l’entrata in vigore della legge 26febbraio 1999, n. 42 »;

la normativa, quindi, non prevedel’equipollenza dei diplomi di massofisiote-rapista al diploma universitario di fisiote-rapista, ma soltanto nei limiti in cui talidiplomi siano stati conseguiti in base allanormativa precedente a quella attuativadell’articolo 6, comma 3, del decreto legi-slativo n. 502 del 1992;

diverse sentenze del Consiglio diStato, per ultima la 3325/2013, fannoriferimento alla figura del massofisiotera-pista, ma senza la necessaria chiarezza inmerito al ruolo e alle mansioni professio-nali che la figura può svolgere in riferi-mento alla normativa vigente;

in particolare, la normativa non sta-bilisce modo puntuale se, per un masso-fisioterapista che ha conseguito il titolosuccessivamente al 1999, sia possibile l’uti-lizzo di elettromedicali senza un « costantecontrollo » del medico e se la figura deldirettore sanitario sia essenziale per lagestione di uno studio medico privato –:

se il Governo non intenda chiarire icompiti, le mansioni e il ruolo degli ope-ratori sanitari che hanno conseguito laqualifica di massofisioterapista in seguitoalla legge n. 42 del 1999. (4-05672)

* * *

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

BOCCUZZI, GNECCHI, BARUFFI, GIA-COBBE, MAESTRI, BERLINGHIERI, AL-BANELLA, DELL’ARINGA, ZAPPULLA,PARIS, GREGORI, GRIBAUDO, INCERTI,GIORGIO PICCOLO, CINZIA MARIAFONTANA, CARRA, MOSCATT e POR-TAS. — Al Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali. — Per sapere – premessoche:

l’articolo 24, comma 10, del decreto-legge n. 201 del 2011 convertito, con mo-

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dificazioni, nella legge n. 214 del 2011 hadisposto che sulla quota di trattamento dipensione calcolata con il sistema retribu-tivo relativo all’anzianità maturata fino al31 dicembre 2011 sia applicata una ridu-zione percentuale qualora il pensiona-mento anticipato avvenga prima del com-pimento dell’età di 62 anni. Tale riduzioneè pari all’1 per cento all’anno per i primidue anni mancanti al raggiungimento dei62 anni ed elevata al 2 per cento per gliulteriori anni mancanti alla suddetta etàcalcolati alla data del pensionamento;

l’articolo 6, comma 2-quater del de-creto-legge n. 216 del 2011, convertito, conmodificazioni, dalla legge n. 14 del 2012ha altresì disposto che la riduzione di cuisopra non trova applicazione limitata-mente ai soggetti che maturano il requisitodi anzianità contributiva entro il 31 di-cembre 2017, qualora la contribuzionederivi esclusivamente da prestazione effet-tiva di lavoro, includendo i periodi diastensione obbligatoria per maternità, perl’assolvimento degli obblighi di leva, perinfortunio, malattia e cassa integrazioneguadagni ordinaria e successive modifica-zioni positive;

pur essendo sufficientemente chiarala norma, l’Inps nel liquidare la pensioneanticipata di anzianità alle donne, con etàinferiore a 62 anni, non riconosce il pe-riodo di astensione obbligatoria per ma-ternità, quando lo stesso sia intervenutofuori dal rapporto di lavoro, comportandocome conseguenza le percentuali di ridu-zione applicate per la determinazionedella pensione;

se questa è la ratio con la quale l’Inpssta applicando la norma succitata, dob-biamo immaginare che l’Inps non consi-deri come prestazione effettiva, anche l’as-solvimento degli obblighi di leva, quandolo stesso si sia svolto prime o fuori dalrapporto di lavoro;

la manovra Fornero sulle pensioni ègià stata particolarmente punitiva nei con-fronti delle donne e questa ennesima in-terpretazione restrittiva dell’Inps, colpisce

nuovamente le donne, nonostante la ma-ternità sia ampiamente tutelata dalle leggidello Stato –:

se non ritenga il Ministro interrogatodi intervenire urgentemente nei confrontidell’Inps, per rimuovere questa ulteriorepenalizzazione, vero accanimento nei con-fronti delle pensioni delle donne. (5-03326)

SCUVERA. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

dagli organi di stampa si apprendeche i 135 lavoratori dello stabilimentoGuala Closures Group di Torre d’Isola, inprovincia di Pavia, multinazionale italianaleader nella produzione di chiusure perbevande alcoliche, nei giorni scorsi hannoappreso dall’azienda, tramite sms e senzaalcun preavviso, dell’imminente chiusuradello stabilimento pavese nonché dellarisoluzione dei loro rapporto di lavoroentro i termini del preavviso contrattuale,cioè da metà settembre, mentre è stataavviata la procedura di mobilità;

la motivazione addotta da Guala Clo-sures Group risiede nella mancata reddi-tività del sito secondo le attese e non inuno stato di crisi dell’azienda locale;

l’azienda ha comunicato altresì lavolontà di delocalizzare l’impianto in Po-lonia, dove il costo dei lavoro è minore, eha dichiarato in una nota stampa cheprevede di poter offrire occupazione ad unnumero significativo di persone pressoaltri siti produttivi;

dopo aver appreso la notizia dellachiusura di Guala Closures Group pavese,i lavoratori hanno occupato la fabbricacon un presidio permanente volto ad evi-tare che l’azienda smantelli lo stabilimentoa partire dai macchinari;

presso la prefettura di Pavia è statoaperto un tavolo di crisi con le istituzionilocali, le organizzazioni sindacali el’azienda, ma al primo incontro il respon-sabile delle risorse umane ha confermatol’intenzione di chiudere lo stabilimento e

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di continuare con la procedura di mobi-lità, con la possibilità di ricollocare partedei lavoratori di Torre d’Isola in altristabilimenti, in Italia come all’estero –:

se il Ministro sia al corrente di cosasta accadendo al Guala Closures Group diTorre d’Isola, come intenda affrontarequesta ennesima crisi occupazionale chevede altri 135 disoccupati ingrossare le filadei licenziati nel territorio pavese, su cuigravano anche altre crisi, come Maugeri, ese non ritenga necessario convocare untavolo ministeriale che accompagni e age-voli la trattativa tra le parti sociali e ivertici dell’azienda nella direzione dellatutela di tutti i posti di lavoro e dell’in-sediamento produttivo. (5-03329)

Interrogazioni a risposta scritta:

QUARANTA. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali, al Ministro delleinfrastrutture e dei trasporti. — Per sapere– premesso che:

il settore del trasporto su gommaaffronta, ormai da qualche anno, una crisiche ne minaccia fortemente la tenuta eche, soprattutto, rischia di avere pesantiricadute occupazionali in un settore che inItalia, fornisce lavoro direttamente ad ol-tre 400.000 addetti, oltre ai lavoratoridell’indotto;

tale crisi trova le sue origini in unamolteplicità di fattori: oltre al difficileciclo economico ed ai costi fissi semprecrescenti che le aziende si trovano adaffrontare (carburanti, pedaggi autostra-dali, e altro) sui quali, nonostante nume-rosissime richieste d’intervento ad ogginon si sono ricevute risposte convincenti;

una ulteriore fonte di preoccupazioneè il cosiddetto distacco transfrontaliero.Con tale illegittima pratica si genera unfenomeno di concorrenza sleale a caricodegli operatori che si trovano a doveraffrontare concorrenti che possono otte-nere, a parità di orario di lavoro, costimolto inferiori di manodopera;

il meccanismo è tanto semplicequanto perverso: si apre una ditta in unpaese dell’Est, che ha contratti di lavorocon salari minimi (se previsti) molto bassie lì si assumono lavoratori, anche italiani,con contratto di lavoro locale. Sfruttandoistituti molto simili all’indennità di tra-sferta, si garantisce a tali lavoratori unaretribuzione in linea con quella italiana,ma con un carico contributivo del tuttorisibile e con un risparmio di almeno il 35per cento. Tali lavoratori, in virtù delprincipio di libertà di stabilimento, po-tranno operare in tutta l’Unione europea,con un evidente vantaggio per chi li im-piega. Tale vantaggio, però, comporta chegli ignari lavoratori avranno contributi piùbassi e quindi pensioni più basse e minoritutele assistenziali. INPS ed INAIL subi-scono una evasione contributiva notevole ele imprese che operano correttamente sitrovano di fronte concorrenti che riesconoa praticare prezzi più bassi. Tutto questoper non parlare delle condizioni di lavoroe degli orari a cui sono costretti gli autisti,con evidente pericolo per tutti gli utentidella strada;

codesta pratica sarebbe però vietata,in quanto già il Ministero del lavoro edelle politiche sociali, con interpello 33 del2010 ha evidenziato che la direttiva euro-pea 96/71/CE recepita dal decreto legisla-tivo 72 del 2000 ha stabilito che in materiadi distacco transnazionale, per lavoratorioperanti in Italia, vi debba essere paritàsalariale e non vi possano essere discri-minazioni di sorta. A quanto risulta, sia leorganizzazioni sindacali dei lavoratori, siale associazioni del trasporto hanno evi-denziato tali problematicità, ricevendoperò risposte evasive e non riscontrandomai la reale volontà di reprimere talefenomeno –:

se siano a conoscenza di questa gravesituazione che coinvolge lavoratori,aziende, Inps e Inail e cosa intendano fareper contrastare tali pratiche illegittime alfine ripristinare un corretto regime di

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

concorrenza nel settore dell’autotrasportoa tutela delle aziende, degli istituti previ-denziali, ma soprattutto dei lavoratorioperanti nel settore. (4-05658)

CIPRINI. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali, al Ministro delleinfrastrutture e dei trasporti. — Per sapere– premesso che:

la legge 12 giugno 1990, n. 146, di-sciplina l’esercizio del diritto di scioperonei servizi pubblici essenziali e la salva-guardia dei diritti della persona costitu-zionalmente tutelati nonché l’istituzionedella Commissione di garanzia dell’attua-zione della legge;

il 23 luglio 2014 l’organizzazione sin-dacale ADL associazione difesa lavoratricie lavoratori Varese – sindacato di base, inpersona del segretario provinciale dellaADL Varese, con lettera avente ad oggetto:« denuncia di atto intimidatorio e richiestadi chiarimenti e accertamenti » indirizzataalla direzione polizia Malpensa, a Sea spa,Sea Handling spa, alla prefettura e que-stura di Varese, ha denunciato presunticomportamenti della società SEA in con-trasto con il regolare esercizio del dirittodi sciopero e delle disposizioni in materiaemanate dalla Commissione di garanziaposti in essere dai responsabili della me-desima società durante lo sciopero di 24ore del 20 luglio 2014 nell’aeroporto diMilano Malpensa;

l’organizzazione sindacale con la sud-detta lettera ha evidenziato che durante losciopero del 20 luglio 2014 alle ore 17,30circa « tre lavoratori autisti bus (tra cui unnostro associato) sono stati convocatipresso gli arrivi A dalla responsabile diturno [...] e, in tale occasione tre agenti dipolizia di Malpensa chiedevano l’identifi-cazione con relativa richiesta di docu-menti, chiedendo insistentemente spiega-zioni sul perché gli stessi non eseguisseroil lavoro loro assegnato essendo regolar-mente in turno e dipendenti di SEA »;

la ADL ha contestato tale condotta daparte dei responsabili di SEA e degli agenti

in servizio precisando che i lavoratoridurante lo sciopero non si erano rifiutatidi svolgere la loro attività lavorativa per ivoli programmati da Enac, ma si eranosoltanto dichiarati indisponibili a servirevoli che fossero non garantiti, essendo isuddetti dipendenti « lavoratori comandatiin servizio »;

non è la prima volta che la asso-ciazione sindacale ADL denuncia pre-sunte condotte antisindacali e in viola-zione della legge sull’esercizio del dirittodi sciopero da parte di SEA e anche lainterrogazione a risposta scritta dell’in-terrogante (n. 4-04573 del 18 aprile 2014)è rimasta priva di riscontro –:

se, nell’ambito delle rispettive com-petenze, i Ministri interrogati abbianointenzione di verificare i fatti esposti coni modi e i mezzi che riterranno piùopportuni;

quali iniziative intendano assumereal fine di garantire il rispetto della leggesullo sciopero e una corretta gestione dellerelazioni sindacali ed evitare il ripetersi ditali comportamenti lesivi dei diritti deilavoratori che esercitano il diritto di scio-pero garantito dalla Costituzione.

(4-05669)

D’AMBROSIO. — Al Ministro del lavoroe delle politiche sociali, al Ministro per gliaffari regionali e le autonomie, al Ministrodell’interno. — Per sapere – premesso che:

in virtù della legge n. 56 del 7 aprile2014, dal primo gennaio 2015, la provinciadi Milano muterà in città metropolitana;

ai lavoratori impiegati a tempo de-terminato presso l’attuale provincia di Mi-lano, per effetto della legge del 125 del2013 (di conversione del decreto-legge 101del 2013), è stato prorogato il contrattofino al 31 dicembre 2014;

la provincia di Milano, non verràcompletamente dismessa e dovrà, invece,garantire continuità di erogazione del ser-vizio;

Atti Parlamentari — 15519 — Camera dei Deputati

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i soggetti attualmente impiegati, purse con contratto a tempo determinato,hanno maturato esperienza e professiona-lità specifiche, ricoprendo ruoli indispen-sabili anche per il futuro assetto della cittàmetropolitana;

la situazione descritta in premessapotrebbe riprodursi anche in altre realtàcon notevoli ripercussioni sul piano occu-pazionale –:

se il Governo abbia un quadro ag-giornato circa il numero e le categorie dilavoratori dipendenti dalle province, conparticolare riguardo a quelli a tempo de-terminato, di quali elementi disponga circal’impatto delle riforme di cui in premessasul piano occupazionale e quali iniziativeintenda assumere, per quanto di compe-tenza, per evitare squilibri e garantire unrecupero delle professionalità interessate.

(4-05680)

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POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARIE FORESTALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

TERROSI, OLIVERIO, LUCIANO AGO-STINI, VENITTELLI, COVA, CENNI e ZA-NIN. — Al Ministro delle politiche agricolealimentari e forestali. — Per sapere –premesso che:

ISMEA, l’istituto dei servizi per ilmercato agricolo alimentare svolge diverseattività sia relative ad analisi dei mercatidei diversi comparti produttivi sia per losviluppo e il sostegno di impresa attra-verso l’attivazione di vari strumenti qualiil subentro in agricoltura agevolando l’in-sediamento di giovani agricoltori, la rias-segnazione dei terreni agricoli per bando agiovani laureati e diplomati, la vendita diterreni agricoli per asta pubblica e lariassegnazione dei terreni agricoli asse-gnati per bando;

ISMEA persegue l’obiettivo di cuisopra anche attraverso l’attivazione di

strumenti finanziari quali il fondo di rias-sicurazione e l’attivazione di garanzie perl’accesso al credito;

in particolare, lo strumento notocome ex cassa per la piccola proprietàcontadina, aiuta gli agricoltori ad accedereal bene primario per lo svolgimento del-l’attività agricola: la terra;

l’agevolazione, come noto, consistenella « vendita rateale agli agricoltori conriserva della proprietà a favore di Ismea »;il periodo di ammortamento è stabilito inmassimo 30 anni, l’assegnatario Ismea —che ha l’obbligo della conduzione direttaper 5 anni — acquista la proprietà con ilpagamento dell’ultima rata;

negli ultimi anni, a causa della crisieconomica che ha reso più difficili lecondizioni di mercato per molti settoriproduttivi, compreso quello agricolo, gliimprenditori agricoli sempre di più hannoriscontrato difficoltà nel pagamento dellerate di ammortamento;

ISMEA, secondo quanto riportatodalla stessa struttura, per far fronte alledifficoltà economiche connesse alla per-durante crisi del mercato agricolo, e nonsolo, ha deciso di porre in essere, già dal2011, urgenti misure a sostegno degli as-segnatari;

in presenza di specifiche e documen-tate situazioni di crisi produttiva e/o com-merciale, ha previsto la sospensione dellerate e il conseguente adeguamento delpiano di ammortamento a beneficio delleaziende agricole e, in particolare di:

a) aziende colpite da calamità na-turali o da avversità atmosferiche di ca-rattere eccezionale alle infrastrutture, allestrutture aziendali o alla produzione agri-cola situate nelle zone delimitate da de-creto emanato ai sensi dell’articolo 2 dellalegge n. 185 del 1992, che abbiano subitodanni non inferiori al 35 per cento dellaproduzione lorda vendibile, esclusa quellazootecnica;

b) aziende colpite da epizoozie ofitopatie riconosciute con provvedimento

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dell’Autorità competente e che, conseguen-temente, abbiano subito sospensione del-l’attività produttiva, riduzione del redditoe costi per l’abbattimento dei capi e losmaltimento delle carcasse;

c) aziende che abbiano la produ-zione lorda vendibile prevalentemente co-stituita da produzioni colpite da crisi dimercato (la cui gravità risulti anche dafatto notorio, oltre che da provvedimentidell’Autorità competente) previa determi-nazione degli indicatori economici di ri-ferimento;

con appositi atti regolamentari del-l’ISMEA, a seconda della gravita del-l’evento o del perdurare dell’evento mede-simo, sono stabilite modalità e tempi disospensione delle rate e di adeguamentodel piano di ammortamento;

l’analisi del dato relativo alle moro-sità dell’ultimo quindicennio, riferita alleassegnazioni di terreni con piano di am-mortamento, evidenziano un tasso di in-solvenza medio nazionale dell’8 per cento,con valori differenti a livello regionale. Inparticolare l’Abruzzo presenta una per-centuale media di default del 15 per cento,la Sicilia del 14 per cento, la Basilicata del13 per cento, la Toscana e la Calabria del12 per cento, le Marche dell’11 per cento,la Campania, il Lazio, la Liguria e l’Um-bria del 9 per cento, il Molise dell’8 percento, la Puglia del 7 per cento, il Venetodel 6 per cento, la Sardegna del 4 percento, l’Emilia Romagna e il Piemonte del3 per cento, la Lombardia del 2 per cento,il Friuli Venezia Giulia dell’1 per cento esolo il Trentino Alto Adige dello 0 percento;

nel calcolo dell’insolvenza mediasono compresi diversi livelli di morosità,con aziende morose per una o poche rate,e aziende che hanno maturato un debitopiù consistente o che hanno già avuto unasentenza passata in giudicato che puòdeterminare la rescissione del contrattocon ISMEA e la perdita dei terreni asse-gnati e non riscattati –:

se il Governo confermi i dati relativiall’insolvenza delle aziende e, in partico-

lare, anche al fine di individuare i com-parti agricoli maggiormente coinvolti,quali iniziative intenda assumere per:

a) reintegrare tali dati con altri chediano conto della consistenza del debitoresiduo da ammortizzare, con indicazionedel numero e tipologia di aziende per ognidiverso livello di morosità nonché delnumero e tipologia di quelle destinatariedi provvedimenti passati in giudicato, nellediverse regioni;

b) evitare la perdita dei terreniassegnati e la chiusura dell’azienda per gliagricoltori in condizioni di reiterata mo-rosità — anche con sentenza passata ingiudicato — qualora sia documentato edocumentabile che la morosità reiteratache ha condotto alla situazione debitoriaestrema sia incolpevole, perché effettiva-mente dovuta ad una delle cause in pre-messa nonché al perdurare e all’inasprirsidella crisi economica;

c) prevedere l’accesso di ISMEA,per la quota di morosità incolpevole degliagricoltori, a fondi di garanzia pubblica « aprima richiesta », esplicita, incondizionatae irrevocabile in grado di coprire, neilimiti dell’importo massimo garantito,l’ammontare dell’esposizione di ISMEA neiconfronti degli agricoltori. (5-03319)

GALLINELLA, GAGNARLI e L’AB-BATE. — Al Ministro delle politiche agri-cole alimentari e forestali. — Per sapere –premesso che:

come è noto, l’Italia continua adessere deficitaria di sementi per l’agricol-tura; nel 2013, in base ad elaborazioni diAssosementi su dati Istat, il valore delleesportazioni italiane è rimasto infatti so-stanzialmente stabile a 255 milioni dieuro, confermando il risultato raggiuntonel 2012;

nel 2013 le importazioni di sementicome quelle da orto (141 milioni di euro),

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foraggere (52 milioni di euro), mais ibridodolce (44 milioni di euro), patata da se-mina (30 milioni di euro) e sementi di soia(8 milioni di euro) sono cresciute del 13per cento, attestandosi a 350 milioni, afronte dei 310 milioni dell’anno prece-dente;

le sementi italiane sono riconosciutenel mondo come sinonimo di alta qualità;particolarmente apprezzate sono le se-menti da orto, stabili nelle esportazionicon un valore di 91 milioni, e quantitati-vamente destinate per il 50 per cento aiPaesi dell’Unione europea e per l’altro 50per cento a Paesi extra-Ue; 61 milioni dieuro è il valore del mercato dell’esporta-zione delle sementi foraggiere; 31 milioniquello delle sementi di barbabietole dazucchero, 30 milioni quello di mais ibridodolce e 11 milioni quello di semi digirasole, per un totale di 255 milioni dieuro, che comunque, risulta inferiore alvalore delle importazioni di sementi ana-loghe –:

di quali ulteriori elementi disponga ilMinistro in relazione a quanto espresso inpremessa e quali azioni intenda intrapren-dere al fine di garantire, per quanto pos-sibile, l’autosufficienza del nostro Paesenella produzione delle principali sementi.

(5-03322)

Interrogazioni a risposta scritta:

NARDUOLO, D’ARIENZO e NACCA-RATO. — Al Ministro delle politiche agri-cole alimentari e forestali. — Per sapere –premesso che:

per l’Italia uno dei fondamentali pre-supposti per la tutela dei nostri prodotti dieccellenza in diversi settori produttivi, dallusso (scarpe, vestiario, pellame, ecc.) al-l’agroalimentare di grandissima qualità, èda tempo quello del riconoscimento alivello europeo del marchio di origine deiprodotti il cosiddetto « made in »;

ciò che per la nostra cultura produt-tiva è considerato normale ovvero il fattoche, pur nella piena libertà della circola-

zione delle merci, si riconosca senza equi-voci o zone grigie l’origine dei prodotti e,più in generale, si tutelino i consumatorieuropei garantendoli anche sulla sicurezzae la qualità delle merci che acquistano,non è considerato tale da molti statieuropei;

dopo diversi tentativi solo recente-mente, e cioè il 15 aprile 2014, il Parla-mento europeo ha approvato le norme perrendere obbligatoria l’etichettatura « madein » sui prodotti non alimentari venduti sulmercato comunitario;

che recentemente (10 luglio 2014) laCamera dei deputati ha approvato mozionied ordini del giorno che, oltre a ripercor-rere le tappe del difficile confronto in senoall’Europa su tali temi, impegnano il Go-verno a proseguire con determinazione labattaglia per il rafforzamento di questenorme e per l’introduzione dell’etichetta-tura anche per i prodotti alimentari;

tutto il mondo dell’agroalimentareitaliano ed in particolar modo i coltivatorie gli allevatori denunciano il fatto che leloro merci (in particolare quelle legate aiprodotti DOP e IGP) giustamente assog-gettate a rigide regole di produzione ven-gono spesso « sostituite » da chi confezionail prodotto finale con materie completa-mente estranee alle filiere produttive in-dicate nei protocolli e acquistate a bassocosto anche da paesi extra dell’Unioneeuropea –:

quali siano le azioni che il Governoitaliano intenda dispiegare su questo ver-sante durante il semestre di presidenza delConsiglio dell’Unione europea;

quali siano attualmente i sistemi dimonitoraggio sulle filiere dei prodotti dieccellenza e come venga applicata e fattarispettare la legge dello Stato italianon. 4 del 3 febbraio 2011 relativa all’eti-chettatura con la finalità di promuoveree difendere il nostro sistema produttivoper il quale la qualità è un elementostrettamente collegato all’origine territo-riale delle materie agricole e dell’alleva-mento. (4-05660)

Atti Parlamentari — 15522 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

D’INCÀ, BUSINAROLO, ROSTELLATO,SILVIA GIORDANO e BRUGNEROTTO. —Al Ministro delle politiche agricole alimen-tari e forestali, al Ministro dell’economia edelle finanze. — Per sapere – premessoche:

la Commissione europea ha inoltratoil 10 luglio 2014 un parere motivato, aisensi dell’articolo 258 del trattato sul fun-zionamento dell’Unione europea, per ilmancato rispetto degli obblighi di garan-tire l’effettiva riscossione del prelievo sulleeccedenze di latte, istituito con regola-mento (CE) n. 856/84, successivamenteabrogato e sostituito attraverso l’adozionedi una complessa normativa del Consiglioe della Commissione che ha progressiva-mente prorogato l’applicazione del regimedelle « quote latte » per ulteriori periodi eda ultimo fino al 31 marzo 2015;

il parere motivato ha per oggettol’accertata mancata riscossione di quantoposto a carico dei produttori di latte che,a decorrere dalla campagna 1995/96,avendo superato le quote loro assegnate,non hanno poi corrisposto, per l’accertatacommercializzazione di quantità ecceden-tarie, le somme dovute a titolo di prelievosupplementare;

dalla iniziale costituzione in mora lecifre relative ai mancati recuperi hannosubito l’evoluzione che risulta dalla notaeuropea ed in particolare: l’ammontaretotale del prelievo ripartito corrisponde acirca 2,264 miliardi di euro; l’ammontaredel prelievo recuperato al di fuori deipiani di rateizzazione è di 264 milioni dieuro; il prelievo tuttora da riscuotere al difuori dei piani di rateizzazione è di 1,552miliardi di euro; dei 1,552 miliardi di euroancora dovuti, circa 158 milioni sono statidichiarati non recuperabili; l’ammontareancora da recuperare risulta pari a 1,395miliardi di euro;

il mancato recupero di tali somme,oggi poste a carico di non più di 700produttori, ha creato per anni non soloingenti danni all’immagine dell’Italia maanche distorsioni della concorrenza nelmercato del latte a danno della maggio-

ranza delle aziende produttrici (assom-manti oggi, dopo i consistenti abbandoniche si sono registrati nel corso degli anni,a circa 30.000 unità) che si sono invececonformate alle disposizioni comunitarieproducendo entro le quantità assegnate,acquisendo a caro prezzo diritti produttivi,corrispondendo il prelievo dovuto in casodi produzione eccedentaria anche, se delcaso, in modo rateale;

la Commissione ha invitato il Go-verno italiano a rispondere esaustivamentealle domande di informazioni, già più volteavanzate e nuovamente formulate nel pa-rere motivato, entro due mesi dal ricevi-mento del medesimo ed a prendere, entroil medesimo arco temporale, le misurenecessarie per conformarsi al parere;

la Commissione, in assenza di rispo-ste esaurienti e di iniziative e misurenecessarie ad assicurare e garantire ilrecupero del prelievo esigibile dovuto, pro-seguirà l’iter della procedura d’infrazione;

in caso di conclusione sfavorevoledella procedura d’infrazione la conse-guente condanna potrebbe comportarel’imposizione, a carico dell’amministra-zione italiana, di ulteriori sanzioni finan-ziarie, mentre l’imposizione di tali san-zioni non farebbe che aggravare l’onerefinanziario già sostenuto da tutti i con-tribuenti italiani a seguito dei recuperiper compensazione applicati nel corsodegli anni dalle istituzioni comunitariesui trasferimenti finanziari disposti a di-verso titolo dalle normative europee versol’Italia –:

se nella mancata applicazione delregime non si ravvisino, oltre a genericheresponsabilità politiche, elementi di dan-no per le casse dello Stato;

se e quali azioni intendano intra-prendere, al fine di scongiurare un ulte-riore contenzioso ed ulteriori penalizza-zioni economiche, e come intendano ri-spondere ai motivati e puntuali rilieviavanzati dalla Commissione europea;

se e quali azioni intendano intra-prendere per risolvere definitivamente

Atti Parlamentari — 15523 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

l’annosa vicenda del recupero dellesomme, al di fuori dei piani di rateizza-zione, a carico di quegli allevatori chehanno « splafonato » le quote loro asse-gnate, prima che queste diventino inesigi-bili, anche in considerazione che la ces-sazione del sistema di contingentamentoproduttivo, prevista per l’aprile 2015, po-trebbe rappresentare, una volta valicatotale termine temporale, un ulteriore ele-mento di difficoltà. (4-05662)

* * *

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:

GIGLI. — Al Ministro della salute. —Per sapere – premesso che:

il Parkinson è una patologia neuro-degenerativa, ad evoluzione lenta ma pro-gressiva, che coinvolge principalmente al-cune funzioni quali il controllo dei movi-menti e dell’equilibrio ed è considerata lapiù frequente tra le malattie rientranti nelgruppo dei « disordini del movimento ».Quando, a seguito della perdita di neuroni,i livelli di dopamina si riducono di oltre il60-80 per cento compaiono i sintomi dellamalattia, sintomi motori e sintomi nonmotori. I sintomi non motori possonodiventare rilevanti nelle fasi più avanzate,assumendo un ruolo determinante sulladisabilità e sulla qualità della vita delpaziente e della famiglia;

si stima che attualmente in Italia230.000 persone siano affette da parkin-sonismo, di cui due terzi presentano lamalattia di Parkinson, mentre gli altrisono affetti dai cosiddetti parkinsonismi,quali atrofia multisistemica (MSA), para-lisi sopranucleare progressiva (PSP) e de-generazione corticobasale (CBD). Le pato-logie neurodegenerative aumentano conl’età, per cui si prevede che, con il pro-gressivo invecchiamento della popolazione,entro il 2030 il numero di persone affetteda parkinsonismo raddoppi, raggiungendoquasi mezzo milione;

l’esordio della malattia avviene me-diamente in età lavorativa, intorno ai55-60 anni, ma la malattia di Parkinsonpuò comparire a qualsiasi età. In circa il5 per cento dei casi, soprattutto quando viè una componente ereditaria, compare inetà giovanile, anche tra i 20 e 40 anni. Unesordio prima dei 20 anni è molto raro;

la malattia di Parkinson si colloca interza posizione, fra 35 patologie oggetto dianalisi dei dati di health search 2010-2011,per numero di contatti/paziente/anno conun valore di 7,86 subito dopo le malattieischemiche del cuore (8,47) e il diabetemellito di tipo II (8,06), e precedendo tuttele altre patologie, molte delle quali hannonotoriamente una prevalenza superiorenella popolazione generale (fibrillazioneatriale 7,64; scompenso cardiaco congesti-zio 6,82; ipertensione non complicata 6,70e così via);

la diagnosi è essenzialmente clinica,viene effettuata in base all’anamnesi (sto-ria clinica), ai sintomi ed al loro anda-mento nel tempo. Nei primi anni di ma-lattia la diagnosi non è facile. In caso disintomi non ben definiti il paziente so-prattutto nelle prime fasi di malattia vieneerroneamente inviato ad altri specialisti(ortopedico, fisiatra e altri) prima dell’in-vio ad un neurologo esperto. Infatti, itempi necessari per ottenere una diagnosidi malattia di Parkinson sono in media di16,8 mesi;

ad oggi non esiste un trattamentorisolutivo, la terapia farmacologica è es-senzialmente una terapia sintomatica cheha lo scopo di ovviare alla carenza didopamina. La terapia deve essere il piùpossibile personalizzata ed impostata inbase alle caratteristiche del paziente. Nonesistono infatti linee guida univoche sultrattamento della fase iniziale a sottoli-neare come non esista una terapia stan-dardizzata, idonea per tutti i pazienti;

la velocità della progressione dellamalattia varia considerevolmente da pa-ziente a paziente. Con le terapie modernei pazienti parkinsoniani, soprattutto quelli

Atti Parlamentari — 15524 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

con esordio giovanile, possono vivere alungo e convivere con la malattia per 30anni e oltre;

la gestione del paziente si modifica infunzione della storia naturale della ma-lattia, in fase precoce, intermedia o avan-zata, e in relazione alla associazione disintomi non motori che appaiono deter-minanti, soprattutto nelle fasi più avan-zate, per la disabilita e la qualità della vitadel paziente;

la malattia di Parkinson, in quantofortemente invalidante, ha elevati costidiretti sanitari ed indiretti sia a carico delpaziente sia a carico dei familiari che sene prendono cura (ad esempio esami dia-gnostici, trasferimento del malato, visite eterapie di supporto ed altro). I costi deltrattamento aumentano con la progres-sione della patologia, la presenza di disci-nesie, di fluttuazioni motorie, di sintominon motori e l’aumento del tempo in OFF;

un paziente affetto da Parkinson instadio avanzato (caratterizzato da discine-sie ed elevata percentuale del tempo inOFF), costa al servizio sanitario nazionalecirca 73.303,84 euro all’anno comprensividi costi diretti sanitari costi indiretti eassistenza specializzata;

la « Carta dei diritti del Parkinso-niano » presentata dall’Associazione ita-liana Parkinson (AlP) presso la Camera deideputati l’8 maggio 2014; individua trecategorie di problemi cui vanno incontro imalati di Parkinson e le relative famiglie:la difficoltà a ottenere in tempi ragionevolie senza spostamenti troppo gravosi dia-gnosi accurata e impostazione e gestionenel tempo della terapia presso centri o retispecializzate; la difficoltà a ottenere ser-vizi di sostegno sociale e socio-sanitarioadeguati a compensare per quanto possi-bile la perdita di autonomia e di qualitàdella vita; la carenza di risorse per laricerca scientifica finalizzata a combatterela malattia e i suoi esiti invalidanti;

la stessa « Carta dei diritti del Parkin-soniano » chiede ai decisori politici di:avere una visione a 360o della malattia di

Parkinson; riqualificare e potenziare l’of-ferta territoriale di servizi sanitari e socio-sanitari per ridurre le diseguaglianze nel-l’accesso alla diagnosi, al trattamento ealla gestione della malattia di Parkinson;identificare delle strutture ospedaliere diriferimento che consentano un più rapidoaccesso alle cure per i pazienti con ma-lattia di Parkinson e in particolare neipazienti in stadi più avanzati della malat-tia; migliorare e riqualificare il finanzia-mento per la ricerca scientifica nell’ambitodelle malattie neurodegenerative; favorirela formazione e la sensibilizzazione aglispecifici problemi della malattia di Parkin-son del personale sanitario e dei servizisociali, oltre che degli amministratori dienti locali e dei componenti di tutti gliorgani di decentramento; coinvolgere erecepire le indicazioni dei malati e delleloro famiglie;

sebbene una delle priorità del servi-zio sanitario nazionale sia quella di offrireal paziente un modello di assistenza chegarantisca appropriatezza terapeutica econtinuità assistenziale, è assente un do-cumento nazionale programmatorio speci-fico per la malattia di Parkinson né lastessa è oggetto di specifica attenzione neidocumenti di programmazione più recen-temente approvati, quali il piano sanitarionazionale 2006-2008 e il piano nazionaledi prevenzione 2010-2012 –:

quali siano le iniziative che intendeintraprendere per ridurre le disegua-glianze sul territorio nell’accesso alla dia-gnosi, al trattamento e alla gestione dellamalattia di Parkinson durante tutta la suaevoluzione, ad esempio mediante la defi-nizione di percorsi diagnostici terapeuticiassistenziali (PDTA);

in particolare se intenda includere lamalattia di Parkinson in un piano nazio-nale delle malattie croniche o all’internodel patto della salute;

se sia possibile assumere iniziativeper identificare delle strutture ospedaliere

Atti Parlamentari — 15525 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

di riferimento che consentano un piùrapido accesso alle cure per i pazienti conmalattia di Parkinson e, in particolare, neipazienti in stadi più avanzati della malat-tia. (5-03320)

Interrogazione a risposta scritta:

BALDUZZI. — Al Ministro della salute.— Per sapere – premesso che:

la disciplina della professione diodontotecnico trova la propria disciplinadi base nel risalente regio decreto 31maggio 1928, n. 1334, che la riconoscequale arte ausiliaria delle professioni sa-nitarie, mostrando già in tale qualifica-zione, ormai obsoleta, la propria inade-guatezza rispetto all’effettiva evoluzionedella figura professionale in questione. Losviluppo delle tecnologie sanitarie legatealla protesica dentaria ha infatti richiestoe determinato un’elevata professionalizza-zione dell’odontotecnico, il quale, respon-sabile ai sensi della normativa comunitariaper la conformità dei dispositivi medici dalui progettati e realizzati, nonché inserito,pur in assenza di obblighi formativi, neiprogrammi del sistema ECM, può eserci-tare in proprio soltanto alla conclusione diun ciclo di studi superiori quinquennale edopo il superamento di un esame di abi-litazione;

la necessità di un compiuto aggior-namento del suo profilo professionale èavvertita ormai da alcuni anni e l’ordina-mento ne era fatto per la prima voltacarico tra il 2001 e il 2002, con l’appro-vazione di uno schema di regolamentorecante il riconoscimento e la disciplinadella professione sanitaria di odontotec-nico; tale regolamento, tuttavia non vennemai emanato per l’intervenire della revi-sione del Titolo V di cui alla legge costi-tuzionale n. 3 del 2001, che privò lo Statodella potestà regolamentare nelle materiedi competenza legislativa concorrente,quale è la materia « professioni » ai sensidell’articolo 117, comma 3, Cost. (cfr. ilparere Consiglio di Stato n. 67 del 2002che rilevò tale novum normativo);

a questa novazione del riparto costi-tuzionale delle competenze conseguì lalegge n. 43 del 2006, la quale, all’articolo5, demanda l’individuazione di nuove pro-fessioni sanitarie – ovvero di professionidiverse da quelle riconosciute diretta-mente dalla legge – ad accordi sanciti inConferenza Stato-regioni, previo pareretecnico-scientifico di specifiche commis-sioni istituite presso il consiglio superioredi sanità, da recepirsi successivamente esu deliberazione del Consiglio dei Ministrida parte di decreti del Presidente dellaRepubblica;

conformemente alla nuova disciplina,nel 2007 il Ministero della salute si attivòper avviare la procedura finalizzata all’in-dividuazione della professione di odonto-tecnico, con relativo aggiornamento delprofilo professionale; lo schema di accordofu sottoposto al parere tecnico-scientificodi un’apposita commissione insediatapresso il Consiglio Superiore di Sanità, laquale si espresse favorevolmente, propo-nendo alcune modifiche che vennero re-cepite nello schema medesimo, poi tra-smesso alla Conferenza Stato-Regioni; sultesto in questione, che presentava ancoraalcuni profili controversi, non fu peròtrovato l’accordo in Conferenza, che nellaseduta del 2 dicembre 2009 ne rinviòl’esame in attesa di acquisire approfondi-menti;

da allora, le resistenze rispetto allaconclusione dell’iter a suo tempo avviatonon sono state superate; in particolaredopo alcune iniziative adottate, anche aseguito di atti informativi parlamentari (adesempio l’interrogazione atto Cameran. 5-06468 Molteni, XVI leg.), dal Mini-stero nel 2012 nell’ambito di una com-plessiva azione sui percorsi formativi e iprofili di alcune professioni sanitarie, vaconstatato il successivo stallo in cui èricaduta la vicenda in questione;

allo stato, appare opportuno e neces-sario che le predette resistenze, ricondu-cibili specialmente alle responsabilità (chepotrebbero essere maggiori) poste in capoall’odontotecnico e ai suoi rapporti con i

Atti Parlamentari — 15526 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

medici odontoiatri, siano affrontate defi-nitivamente, ricercando un punto di equi-librio certamente possibile e anche dove-roso, da un punto di vista del pari trat-tamento delle categorie professionali, allaluce dei riconoscimenti che nel frattempostanno acquisendo altre figure coinvoltenella cura dell’apparato dento-parodon-tale, come quella dell’assistente di studioodontoiatrico, il cui profilo professionale èoggetto di uno schema di accordo recen-temente approdato all’attenzione dellaConferenza Stato-Regioni;

le associazioni rappresentative degliodontotecnici, il 13 marzo 2014, hannoinviato ai presidenti di regione e agliassessori alla sanità e alle, attività produt-tive, una nota congiunta ad illustrazionedella problematiche della categoria;

che, a seguito di tale iniziativa, cheha ricevuto riscontri ancora preliminarima positivi presso alcuni consigli regionali,la posizione delle parti regionali al ri-guardo potrebbe andare incontro a signi-ficative evoluzioni –:

quale sia lo stato attuale della vi-cenda descritta in premessa e se vi sianonuovi sviluppi rispetto alla situazione notaa quest’aula;

quali iniziative il Ministro intendaassumere per promuoverne la soluzione,anche nell’ottica di invitare le parti regio-nali ad una considerazione della questionepari a quella mostrata nei confronti dialtri profili professionali il cui riconosci-mento è attualmente in discussione.

(4-05659)

* * *

SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanze:

Il sottoscritto chiede di interpellare ilMinistro dello sviluppo economico, persapere – premesso che:

il Gruppo CASTI è in situazione pre-fallimentare, con accertato stato di insol-venza da parte del tribunale di Varese;

per tentare di evitare il fallimento ènecessario intervenire immediatamente se-condo i disposti della legge Marzano conun intervento di amministrazione straor-dinaria;

il tribunale di Varese ha già datoparere favorevole a tale procedura indivi-duando un commissario straordinario chepossa operare con un « Piano di Conti-nuità »;

è già stata depositata istanza in talsenso presso il Ministero dello sviluppoeconomico;

rischiano di essere compromessi cen-tinaia di posti di lavoro in una provinciache ha il tasso di disoccupazione più altodella regione Lombardia –:

se intenda ammettere il gruppo CA-STI alla procedura prevista dalla legge,nominando il commissario straordinarionei tempi più rapidi.

(2-00639) « Marantelli ».

Il sottoscritto chiede di interpellare ilMinistro dello sviluppo economico, il Mi-nistro del lavoro e delle politiche sociali,per sapere – premesso che:

nel corso degli ultimi due anni, ilsettore della produzione di acciai inossi-dabili in Italia ha registrato cambi pro-prietari, ri-acquisizioni e annunci di pianidi ridimensionamento produttivo che su-scitano molte incertezze e preoccupazioniper il futuro di produzioni ad alto conte-nuto tecnologico nel nostro paese;

il 31 gennaio 2012, il gruppo finlan-dese Outokumpu acquista per 2.7 miliardidi euro Inoxum, la Divisione Acciai Inos-sidabili di ThyssenKrupp, di cui fa parteThyssenKrupp Acciai Speciali Terni. Tut-tavia, tale acquisizione è stata subordinatadall’Antitrust europeo alla cessione delleattività italiane di Inoxum, al fine discongiurare la costituzione di una posi-zione dominante sul mercato europeo del-l’inox;

Atti Parlamentari — 15527 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

per tali ragioni, il 12 febbraio scorso,la Commissione europea ha ufficializzatoil ri-acquisto dell’AST e VDM da parte diThyssenKrupp, e il Commissario europeoper la concorrenza, Joaquin Almunia, hamotivato tale operazione pronosticandoche il gruppo Thyssen avrebbe fatto diTerni un concorrente forte e credibile diOutokumpu, così riuscendo a « proteggerela concorrenza nel mercato europeo del-l’acciaio inossidabile »;

il 17 luglio 2014, ThyssenKrupp haannunciato un piano che, di fatto, caleràla scure dei tagli su Acciai Speciali Terni,prevedendo una riduzione di costi intutte le aree (operative, strutturali, ven-dita e organico) di oltre 100 milioni dieuro l’anno e un ridimensionamento delpersonale di circa 550 dipendenti, oltreche la chiusura del secondo forno entroil 2015-16;

secondo l’azienda, che è stata inte-grata nella divisione Business Area Mate-rials Services « al fine di beneficiare nelmiglior modo della presenza di Thys-senKrupp sul mercato internazionale », èstato deciso di intraprendere un « piano diazione strategico globale, in grado di rista-bilire la profittabilità sostenibile del-l’azienda, nonostante il difficile quadro delmercato caratterizzato da un’esistente so-vraccapacità ». Indicando, inoltre, « unmaggiore focus sui laminati a freddo e unincremento delle vendite rivolte agli utentifinali e presuppone un cambiamento nellaproduzione che deve limitare i propri vo-lumi in base alle vendite redditizie. Ciòcomporta l’incremento delle capacità nellaproduzione dei laminati a freddo affiancatada un’ottimizzazione dell’efficienza nellafase liquida e una contemporanea chiusuradel secondo forno entro il 2015/2016 ». Lachiusura del secondo forno potrebbe esserericonsiderata – avverte l’azienda – solo sele condizioni di mercato miglioreranno no-tevolmente e tutti gli obiettivi saranno statiraggiunti. La società ha dichiarato di essere« fermamente convinta che tali misuresiano ben ponderate e indispensabili pergarantire il futuro di Acciai Speciali Temi eil suo valore per i propri stakeholder »;

le reazioni delle organizzazioni sinda-cali, del sindaco della città di Terni, delpresidente della provincia e della regioneUmbria sono state di immediata contesta-zione di tale approccio definendolo « irrice-vibile », trattandosi di un « piano che diindustriale ha davvero poco, perché pre-vede esclusivamente un taglio drastico siain termini di dipendenti che di salario, sca-ricando così tutto il costo sociale soltantosui lavoratori delle acciaierie, in un territo-rio già duramente colpito in passato dapiani di ridimensionamento delle acciaieriee su tutto il sistema delle imprese dell’in-dotto. Peraltro, ciò a fronte di un peso delcosto complessivo del lavoro all’interno delbilancio di Tk che è assai marginale, atte-standosi attorno al quattro per cento. Unasproporzione che è indice di un’assolutamancanza di strategia industriale da partedi Tk per ciò che riguarda il sito di Terni »senza « alcuna significativa voce relativa ainvestimenti che possano, anche in minimaparte, supportare le supposte strategie dirilancio di Ast che il management ha inmaniera troppo sommaria riferito di volerperseguire », ricordando inoltre come« l’approvazione della Commissione Euro-pea dell’operazione di retrocessione di Astda Outokumpu a Tk fosse anche il frutto dirassicurazioni in ordine alla conservazionedella potenzialità produttiva del sito, allarealizzazione di investimenti e del necessa-rio sostegno finanziario »;

con una nota ufficiale del Ministrointerrogato si evidenzia come: « Così co-m’è, il piano industriale per Ast presentatooggi proprio non va ... è da rivedere nei suipunti centrali perché manca di prospet-tiva, non lascia cioè intravedere, dopo treanni di incertezze gestionali, quale possaessere il futuro delle acciaierie di Temi »,cioè di un impianto di interesse nazio-nale –:

quali siano le strategie del Governorelativamente all’obiettivo di mantenerenel nostro paese un importante presidio diproduzione di acciai speciali ad alto con-tenuto tecnologico;

quali ulteriori iniziative intendanoassumere, oltre all’avvio del tavolo di con-

Atti Parlamentari — 15528 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 LUGLIO 2014

fronto con l’azienda, i sindacati e le am-ministrazioni territoriali interessate, alfine di assicurare le migliori condizioniper il rafforzamento di comparti strategiciper il sistema industriale, oltre che per lacontinuità produttiva di detti impianti e lasalvaguardia dei livelli occupazionali.

(2-00640) « Boccuzzi ».

Interrogazione a risposta in Commissione:

MALPEZZI e CINZIA MARIA FON-TANA. — Al Ministro dello sviluppo eco-nomico, al Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali. — Per sapere – premessoche:

Aastra Italia spa è la filiale italiana diMitel Networks Corporation, società mul-tinazionale operante nel mercato delletelecomunicazioni con sede a Ottawa inCanada, leader mondiale nelle comunica-zioni per l’impresa;

Aastra Italia spa opera in Italia at-traverso tre unità locali site a Cernusco sulNaviglio (Milano), Roma e Napoli ed im-piega n. 54 dipendenti e n. 1 dirigente;

in data 16 maggio 2014 la societàAastra ha avviato la procedura per ridu-zione di personale attraverso l’aperturadella mobilità per n. 28 dipendenti;

preme agli interroganti evidenziare ilrischio del graduale disimpegno della so-cietà multinazionale dal nostro Paese, vistele incognite sul futuro –:

quali urgenti iniziative i Ministri in-terrogati intendano attivare al fine di pre-servare i livelli occupazionali di AastraItalia spa;

se sia noto quale strategia e qualeprogetto industriale la società multinazio-nale canadese intenda attuare in Italia;

quali iniziative di competenza i Mi-nistri intendano assumere al fine di indi-viduare un percorso di rilancio di unsettore strategico per il Paese quale quellodelle telecomunicazioni. (5-03324)

Apposizione di firme a mozioni.

La mozione Ginefra e altri n. 1-00134,pubblicata nell’allegato B ai resoconti dellaseduta del 3 luglio 2013, deve intendersisottoscritta anche dai deputati: Alfreider,Vezzali.

La mozione Scotto e altri n. 1-00537,pubblicata nell’allegato B ai resoconti dellaseduta dell’11 luglio 2014, deve intendersisottoscritta anche dal deputato Bossa.

Apposizione di firma ad una mozionee modifica dell’ordine dei firmatari.

La mozione Ottobre ed altrin. 1-00291, pubblicata nell’allegato B airesoconti della seduta del 20 dicembre2013, deve intendersi sottoscritta anchedal deputato Leone e, contestualmente conil consenso degli altri sottoscrittori, l’or-dine delle firme deve intendersi così mo-dificato: « Ottobre, Giachetti, Fabrizio DiStefano, Leone, Kronbichler, Marcolin,Dellai, Corsaro, Pisicchio, Di Lello, Bruno,Nicoletti, Alfreider, Binetti, Capelli, Ca-rella, Catalano, De Menech, Di Gioia, Faut-tilli, Furnari, Galgano, Gallo, Gebhard,Ginoble, Labriola, La Marca, Lacquaniti,Latronico, Locatelli, Marguerettaz, Mi-gliore, Paglia, Palmizio, Pastorelli, Piepoli,Plangger, Realacci, Rossi, Rostan, Gio-vanna Sanna, Sberna, Scanu, Schullian,Stumpo, Tabacci, Tacconi, Vargiu, Zacca-gnini ».

Ritiro di un documentodel sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritiratodal presentatore: interrogazione a rispostascritta Lombardi n. 4-05657 del 23 luglio2014.

Atti Parlamentari — 15529 — Camera dei Deputati

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