arpa campania ambiente n.9 del 2013

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Tra poco inizierà la stagione balneare. La Campania avrà ancora le sue bandiere blu e chilometri di costa invece proibiti per il mare inquinato. Da sempre, studiosi e non, hanno affermato che ogni ter- ritorio del Paese deve fare ri- ferimento alle proprie ricchezze naturali per orga- nizzare uno sviluppo armo- nico che possa promuovere anche l’economia e di conse- guenza l’impiego di risorse umane. Terra più felice in quanto a ri- sorse naturali della nostra re- gione non credo esista in Italia. Mare, monti, colline, isole e quant’altro sono state concentrate in questa parte dello Stivale in modo meravi- glioso. Tra tutti questi doni primeggia il mare, purtroppo spesso malato. I dati rilevati dagli entri preposti, in primis l’Arpac, non denunciano grandi variazioni di acque balneabili rispetto allo scorso anno ma restano comunque chilometri di costa non fruibili né per i campani né per gli eventuali turisti. Facciamo riferimento in par- ticolare al litorale domitio e perché no a quello che da Co- roglio arriva a Pozzuoli e a Napoli. Una lunga teoria di spiagge e pinete inutilizzate perché non risanate o, peggio, abbando- nate a se stesse. Un immenso tesoro naturale non curato che certamente potrebbe es- sere fonte di immensi introiti sia per l’industria turistica che per l’indotto che potrebbe mettere in moto. Il mare è dunque una risorsa perché non capirlo e realiz- zare un piano di risanamento serio e credibile che darebbe una spinta enorme all’econo- mia locale e allevierebbe non poco la piaga della disoccupa- zione? Pietro Funaro PRIMO PIANO Accesso più semplice ai fondi europei Morlando apag.2 La protezione della fascia li- toranea salernitana ha messo d’accordo Comune e Regione. Così, la difesa del- l’ambiente e del territorio ha dimostrato di non avere co- lore né bandiera ma un solo unico scopo: il bene comune. Martelli pag.4 Rifiuti spaziali: la pericolosa discarica intorno alla Terra Problemi di spazzatura non solo a Napoli e Palermo. La nuova “istantanea con ri- fiuti” non è più all’ombra del Vesuvio, ma viene dallo spazio... Esposito a pag.5 Il vulcano di Roccamonfina è il vulcano spento più grande della Campania. L’intera area del Parco di Roccamonfina- Foce Garigliano è dominata dal vulcano ed ha come limite geografico il fiume Garigliano. Buonfanti a pag.8 Il fotovoltaico termico ad alta concentrazione Clemente a pag.10 Nelle linee approvate dal Governo previsto l’intervento delle Agenzie Il Parco Regionale di Roccamonfina Piano nazionale amianto: controlli e bonifiche con un ruolo per le Arpa La proposta di Piano nazionale per l’amianto, approvata dal Consiglio dei ministri il 21 marzo scorso, prevede una serie di interventi per miti- gare i rischi da amianto in Italia. Tra questi, il rafforzamento della Rete dei laboratori di rife- rimento regionale per l’amianto, molti dei quali gestiti dalle Arpa. Si prevede poi di completare la mappatura dei siti che contengono amianto: finora ne sono stati individuati 34mila in Italia, ma si prevede di completare il censimento con il coinvolgimento delle Agenzie regionali. Alle Asl o alle stesse Arpa potrebbero essere affidati nuovi sportelli informativi sul tema amianto. Mosca a pag.7 Scandali alimentari e cibi al veleno Tracce di carne di cavallo nelle polpette di manzo e batteri nelle torte al cioccolato di IKEA, scatole di fagiolini contaminate da topi al Carrefour, insalata italiana con topicida trovata in Germania. Ma cosa mangiamo? Mercadante a pag.12 Tra il 1503 e il 1707 i viceré fu- rono oltre 50: al- cuni odiati dal popolo (per le tasse troppo pe- santi), altri dai nobili che spesso costringevano lo stesso re a sostituirli. Si trattava, comunque, di funzionari nominati dalla Spagna e i napo- letani continuavano a sentirsi legati solo e sempre al re, anche se lontano. Conservarono, per questo motivo, tutte le loro istituzioni pre- cedenti: i Sedili, la Camera della Sommaria (per le materie economiche e finanziarie), la Gran Corte della Vicaria (per la giustizia). De Crescenzo-Lanza a pag.14 Liguori a pag.15 Maggio dei Monumenti a Napoli Se n’è andato all’età di 93 anni Paolo Soleri, una delle figure più eminenti dell’architettura del Novecento e tra i rappresentanti più noti della “rivoluzione ecolo- gica”. Palumbo a pag.16 Paolo Soleri: antesignano dell’architettura ecologica Nuovi stanziamenti per la costa salernitana ISTITUZIONI DAL MONDO SCIENZA & TECNOLOGIA NATURA & BIODIVERSITÀ AMBIENTE & CULTURA BIO-ARCHITETTURA Campania, il mare è risorsa Il grande legame con i cugini spagnoli AMBIENTE & TRADIZIONE SICUREZZA ALIMENTARE

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magazine istituzionale dell'Arpa Campania

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Page 1: arpa campania ambiente n.9 del 2013

Tra poco inizierà la stagionebalneare. La Campania avrà ancora lesue bandiere blu e chilometridi costa invece proibiti per ilmare inquinato.Da sempre, studiosi e non,hanno affermato che ogni ter-ritorio del Paese deve fare ri-ferimento alle propriericchezze naturali per orga-nizzare uno sviluppo armo-nico che possa promuovereanche l’economia e di conse-guenza l’impiego di risorseumane.Terra più felice in quanto a ri-sorse naturali della nostra re-gione non credo esista inItalia. Mare, monti, colline,isole e quant’altro sono stateconcentrate in questa partedello Stivale in modo meravi-glioso. Tra tutti questi doniprimeggia il mare, purtroppospesso malato. I dati rilevatidagli entri preposti, in primisl’Arpac, non denuncianograndi variazioni di acquebalneabili rispetto allo scorsoanno ma restano comunquechilometri di costa non fruibiliné per i campani né per glieventuali turisti.Facciamo riferimento in par-ticolare al litorale domitio eperché no a quello che da Co-roglio arriva a Pozzuoli e aNapoli.Una lunga teoria di spiagge epinete inutilizzate perché nonrisanate o, peggio, abbando-nate a se stesse. Un immensotesoro naturale non curatoche certamente potrebbe es-sere fonte di immensi introitisia per l’industria turisticache per l’indotto che potrebbemettere in moto.Il mare è dunque una risorsaperché non capirlo e realiz-zare un piano di risanamentoserio e credibile che darebbeuna spinta enorme all’econo-mia locale e allevierebbe nonpoco la piaga della disoccupa-zione?

Pietro Funaro

PRIMO PIANOAccesso più semplice

ai fondi europei

Morlando apag.2

La protezione della fascia li-toranea salernitana hamesso d’accordo Comune eRegione. Così, la difesa del-l’ambiente e del territorio hadimostrato di non avere co-lore né bandiera ma un solounico scopo: il bene comune.

Martelli pag.4

Rifiuti spaziali: la pericolosa discarica

intorno alla Terra

Problemi di spazzatura nonsolo a Napoli e Palermo. Lanuova “istantanea con ri-fiuti” non è più all’ombradel Vesuvio, ma viene dallospazio...

Esposito a pag.5

Il vulcano di Roccamonfina èil vulcano spento più grandedella Campania. L’intera areadel Parco di Roccamonfina-Foce Garigliano è dominatadal vulcano ed ha come limitegeografico il fiume Garigliano.

Buonfanti a pag.8

Il fotovoltaico termicoad alta concentrazione

Clemente a pag.10

Nelle linee approvate dal Governo previsto l’intervento delle Agenzie

Il Parco Regionale di Roccamonfina

Piano nazionale amianto: controllie bonifiche con un ruolo per le Arpa

La proposta di Piano nazionale per l’amianto,approvata dal Consiglio dei ministri il 21 marzoscorso, prevede una serie di interventi per miti-gare i rischi da amianto in Italia. Tra questi, ilrafforzamento della Rete dei laboratori di rife-rimento regionale per l’amianto, molti dei qualigestiti dalle Arpa. Si prevede poi di completare

la mappatura dei siti che contengono amianto:finora ne sono stati individuati 34mila in Italia,ma si prevede di completare il censimento con ilcoinvolgimento delle Agenzie regionali. Alle Aslo alle stesse Arpa potrebbero essere affidatinuovi sportelli informativi sul tema amianto.

Mosca a pag.7

Scandali alimentari e cibi al veleno

Tracce di carne di cavallo nelle polpette dimanzo e batteri nelle torte al cioccolato diIKEA, scatole di fagiolini contaminate da topial Carrefour, insalata italiana con topicidatrovata in Germania. Ma cosa mangiamo?

Mercadante a pag.12

Tra il 1503 e il1707 i viceré fu-rono oltre 50: al-cuni odiati dalpopolo (per letasse troppo pe-santi), altri dainobili che spessocostringevano lostesso re a sostituirli. Si trattava, comunque,di funzionari nominati dalla Spagna e i napo-letani continuavano a sentirsi legati solo esempre al re, anche se lontano. Conservarono,per questo motivo, tutte le loro istituzioni pre-cedenti: i Sedili, la Camera della Sommaria(per le materie economiche e finanziarie), laGran Corte della Vicaria (per la giustizia).

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Liguori a pag.15

Maggio dei Monumentia Napoli

Se n’è andato all’età di 93 anniPaolo Soleri, una delle figure piùeminenti dell’architettura delNovecento e tra i rappresentantipiù noti della “rivoluzione ecolo-gica”.

Palumbo a pag.16

Paolo Soleri: antesignano dell’architettura ecologica

Nuovi stanziamenti per la costa salernitana

ISTITUZIONI

DAL MONDO

SCIENZA & TECNOLOGIA

NATURA & BIODIVERSITÀ

AMBIENTE & CULTURA BIO-ARCHITETTURA

Campania,il mare è risorsa

Il grande legame con i cugini spagnoli

AMBIENTE & TRADIZIONESICUREZZA ALIMENTARE

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Accesso più semplice ai fondi europeiIl nuovo sistema sarà tale da non ammettere incongruenze e ruberie

Angelo Morlando

I regolamenti finanziari sonodivenuti una base indispensa-bile per qualsiasi programma-zione e organizzazione degliinvestimenti, sia a livello na-zionale, sia a livello europeo.Altrettanto importante èavere a disposizione regola-menti snelli e chiari in meritoalle modalità di spesa deifondi. La versione adottata nel2002 è stata modificata nel2010, ma lo scorso 27 ottobrela Commissione Europea haadottato le nuove regole / mo-dalità di applicazione per iltesto di legge in vigore. Contali semplificazioni delle pro-cedure, già operative dal 1°gennaio scorso, sia le imprese,sia le Ong, sia i ricercatori e glistudenti, sia le città e altri entidestinatari di tale provvedi-mento, potranno accedere inmodo sicuramente più sem-plice a tutti i fondi UE.Laddove c’è semplicità e chia-rezza regna anche la traspa-renza e aumenta anche ilsenso di responsabilità di tutticoloro che provano ad accedereal sistema di finanziamento.In sintesi: non si potrà più direche non si era capito come fun-zionava… Il che significaanche che nei posti decisionaliin merito alla gestione delle ri-chieste di finanziamento do-

vranno essere collocate le pro-fessionalità con la massimacompetenza in materia. Tra icriteri di semplificazione, sal-tano immediatamente all’at-tenzione i seguenti: nuovepossibilità di utilizzo di im-porti fissi a tassi forfetari perpiccole somme; l’eliminazionedell’obbligo di fornire le stesseinformazioni e gli stessi docu-menti all’interno dello stesso

iter; possibilità di inoltrare ledomande on-line. È altret-tanto importante che con lanuova semplificazione sa-ranno ridotti drasticamente itempi tra l’invito a presentarele proposte e la conclusionedegli accordi di sovvenzione ei tempi di pagamento. Sonoanche previsti “premi di incen-tivo”, cioè tutti coloro che di-mostreranno di rispettare

tutti i parametri imposti po-tranno avere ulteriori benefici.Infine, tutti i beneficiari deifondi non avranno più l’ob-bligo di aprire conti bancarifruttiferi separati da quelli giàin possesso e, laddove fosseromaturati interessi, gli stessinon dovranno essere restituitial bilancio UE né saranno con-teggiati come ulteriori entratedel progetto presentato. È

ovvio che, di contro, il sistemasarà tale da non ammettereincongruenze e furberie inmodo da garantire alle attivitàeffettivamente produttive diporre delle serie basi per l’ot-tenimento dei necessari sov-venzionamenti anche per ilsuccessivo intervallo dal 2014al 2020.Per saperne di più:- http://ec.europa.eu

Cambio di vertice al Dicastero dell’AmbienteAndrea Orlando è il nuovo mi-nistro dell'Ambiente, della Tu-tela del Territorio e del Mare.Nato a La Spezia l'8 febbraio1969, è uno dei cosiddetti 'gio-vani turchi' del Pd. Ha comin-ciato l'attività politicagiovanissimo, diventando se-gretario provinciale della Fgcia 30 anni, nel 1989. Dal puntodi vista ambientale in questiultimi tempi si è particolar-mente impegnato per losblocco dei fondi alle zone allu-vionate in Liguria e ha appenaripresentato, all'inizio diaprile, una proposta di leggesulla pulizia dell'alveo deifiumi, che gli fu respinta nel2010. In precedenza si è occu-pato attivamente anche di eco-mafie. La prima cosa da faresarà “curare le ferite inferte daun cattivo sviluppo indu-striale”. Così, dalle pagine delSecolo XIX, il neoministro perl'Ambiente, ha parlato delle

priorità che intende dare al di-castero. “Bisogna dare risposteimmediate sulle calamità, suicrimini ambientali e pensarealle emissioni inquinanti, at-trezzare questo Paese per af-frontare le calamità naturali erimuovere gli elementi di dete-rioramento del territorio”.Dalle parole ai fatti il passo èstato per fortuna breve e così,il neo ministro, qualche giornofa è stato in visita ad uno deiluoghi più rappresentatividelle emergenze ambientali: la"terra dei fuochi" in Campa-nia. “La situazione osservataalla discarica Sogeri di CastelVolturno è risultata davveropreoccupante, - ha dichiaratoOrlando - ma dopo anni di di-sinteresse da parte delle istitu-zioni sono stati messi in campoda qualche mese degli inter-venti che potranno far migliorela situazione. Dobbiamo inver-tire la tendenza - ha concluso -

e servono altre risorse chestiamo cercando di trovare perattuare una reale bonifica delterritorio”. Soddisfatto il presi-dente della Commissione Re-gionale bonifiche e EcomafieAntonio Amato che ha dichia-rato: "La disponibilità al-l'ascolto e i primi impegniassunti dal nuovo ministro al-l'ambiente, rappresentano unottimo segnale. Ora devono seguire atti con-creti, innanzitutto per gli in-terventi di bonifica. Hopresentato ad Orlando lascelta del consiglio regionaledella Campania di promuovereuna modifica del riparto delfondo unico giustizia per utiliz-zare parte dei patrimoni confi-scati per la bonifica dei luoghidevastati dalle ecomafie. Ci ri-vedremo presto per definiretutte le possibili e necessariemodalità di cooperazione isti-tuzionale".

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Paolo D’Auria

Efficienza energetica e rispar-mio. Queste le parole chiavedi cui le istituzioni europeedovranno necessariamentetener conto nel prossimo fu-turo. La sfida è culturale,oltre che pratica. Ecco,quindi, che proliferano sem-pre più nuovi progetti a soste-gno della battaglia sullasostenibilità. È il caso di“Sunshine”, un avanzato si-stema informatico che integra

informazioni geografiche eprevisioni meteo per ridurre iconsumi di Pubblica ammini-strazione e cittadini. Il pro-getto promette una vera epropria rivoluzione per lecittà e gli edifici.Il programma anti-sprecoenergetico ha tra i suoi prota-gonisti Sinergis (società diDedagroupIct network), Fon-dazione GraphiTech (centrodi ricerca applicata operantenel settore della computergrafica), e Trentino network(gestore delle reti per le tele-comunicazioni dell’intero ter-ritorio provinciale); Sunshine- attraverso la creazione di unsistema basato sul monitorag-gio dei consumi, dati meteoro-logici e geografici - segna unfondamentale passo avantiper l’impegno di Pubblicheamministrazioni, imprese e

cittadini nel risparmio ener-getico. L’ambizioso obiettivodei promotori dell’idea è larealizzazione di un sistemaopen source (i cui autori, cioè,ne consentono la libera frui-zione), accessibile via web eattraverso tutti i principali di-spositivi mobili, per fornireinformazioni per la gestionedei consumi e modificare ilproprio comportamento perottimizzare l’utilizzo di ener-gia, mantenendo costante illivello di comfort.

Il progetto – già operativo dafebbraio 2013 e finanziato dalprogramma “Cip” della com-missione Europea - ha unadurata di tre anni e riunisce16 partner tecnologici e diecienti pilota per la sperimenta-zione. In questa fase di avvio,della durata di un anno, ci sidedicherà a sviluppo e inte-grazione dei sistemi tecnici;successivamente si procederàalla verifica dell’efficienza;nell’ultima fase avverrà lamessa a punto e la commer-cializzazione. Il tutto nel girodi tre anni. La forza di Sun-shine è nell’integrazione in-telligente di differentitecnologie e di dati prove-nienti da fonti eterogenee,grazie alla quale i soggetti chedeterminano i consumi pos-sono agire efficacemente sulproprio comportamento per

ridurli. In questo processo lacomponente ICT gioca unruolo fondamentale: la piatta-forma consente di analizzarein forma integrata i dati geo-grafici e i dati strutturali deifabbricati già a disposizionedegli enti locali (anno e tipo-logia di costruzione, posizionerispetto alla morfologia delterritorio, esposizione adagenti atmosferici, etc.), infor-mazioni metereologiche co-stantemente aggiornate e datisul consumo energetico, che

società come le ESCO(Energy Service Company,uno dei partner) gestisconoogni giorno. A partire da essii sistemi sono in grado di for-nire via web indicazioni con-crete per ridurre il consumodi energia. L’obiettivo è quellodi favorire buone pratiche diuso delle risorse da partedelle persone che possono in-cidere sul risparmio energe-tico, generando innumerevolivantaggi per comunità e citta-dini. Tre i principali scenaridi utilizzo per Sunshine: poli-tiche di riqualificazione delpatrimonio edilizio esistente;ottimizzazione dei sistemi diriscaldamento e condiziona-mento degli ambienti e la cor-retta gestione degli impianti;riduzione del consumo dienergia per l’illuminazionepubblica.

Sunshine: splende il sole della sostenibilità

“La lotta all’inquinamento passa anche attraversola riduzione e il riciclo degli imballaggi”. Questo èuno dei comandamenti del bravo ambientalista. Euno dei settori più bersagliati, si può tranquilla-mente dire, è quello delle bevande imbottigliate.Tuttavia l’acqua che si acquista in bottiglia “ha untasso ambientale tra i più bassi rispetto agli altri ali-menti e bevande”. Lo rivelano, in controtendenza ri-spetto al pensiero comune, gli esperti dellaEuropeanFederation of bottledwaters (EFBW), at-traverso il sito di In a Bottle (www.inabottle.it) de-dicato alle tematiche dell’acqua e della salvaguardiadell’ambiente. “L’EFBW - riporta In a Bottle - spiegacosa sta facendo l’industria dell’imbottigliamento sulversante della responsabilità ambientale. Il volumetotale dell’estrazione dell’acqua è marginale rispettoalla disponibilità totale: gli ultimi dati riferisconoche rappresenta meno dello 0,02% delle risorse di-sponibili. Ad oggi la maggior parte delle aziende ge-stisce l’estrazione della risorsa in maniera sostenibile

per garantire la prote-zione e la disponibilitàdella stessa per le ge-nerazioni a venire edevitare ogni impattonegativo sull’ambientenaturale circostante”. I parametri principaliper rilevare l’impattoambientale sono so-stanzialmente due: leemissioni di gas el’utilizzo di acquanella produzione. “In

pratica – spiegano gli esperti – le emissioni di gasderivanti dalla produzione di un litro di acqua inbottiglia sono pari a un millesimo di quelle prodottequotidianamente da una singola persona”. Perquanto riguarda il risparmio idrico, invece, “la pro-duzione della medesima quantità richiede media-mente meno di due litri supplementari di acqua,mentre per i prodotti di largo consumo e alcune ti-pologie di bevande la quantità per la loro prepara-zione sarebbe tra i 3.500 e 5.000 litri: per unbicchiere di birra, ad esempio, occorrono circa 300litri di acqua”. Tra le altre iniziative delle aziendeper rendere l’acqua in bottiglia ancora più sosteni-bile c’è la riduzione del peso dell’imballaggio: unabottiglia da 1,5 litro in PET pesa il 30% in meno dioggi rispetto a 20 anni fa. Infine, si promuove il rici-clo degli imballaggi e si ottimizzano i trasporti sugomma, “aumentando i carichi dei tir ma anche uti-lizzando di più il trasporto con mezzi ecologici”.

P.D’A.

Acqua in bottiglia: ciclodi produzione più verdeIl tasso ambientale è minore rispetto ad altre bevande

Page 4: arpa campania ambiente n.9 del 2013

Giulia Martelli

La protezione della fascia lito-ranea salernitana ha messod’accordo Comune e Regione.Così, la difesa dell’ambiente edel territorio ha dimostrato dinon avere colore né bandierama un solo unico scopo: il benecomune. Il presidente dellaRegione Campania StefanoCaldoro e il sindaco di SalernoVincenzo De Luca hanno in-fatti firmato un protocollo d’intesa per la realizzazione diopere a difesa del litorale delComune di Salerno. Il pro-getto, per una spesa di circa 26milioni di euro, prevede inter-venti di protezione e di rias-setto funzionale per quasi duechilometri, dal futuro Porto diPastena al Porto MarinaD'Arechi. Oltre 15 milioni sa-ranno utilizzati per opere didifesa della costa, mentre glialtri 11 milioni per il ripasci-mento del litorale eroso dallamareggiate, al fine di scongiu-rare pericoli di crolli con ri-schio di danni a persone eluoghi, come emerso a seguitodel sopralluogo congiunto ef-fettuato da Regione, Provin-cia, Comune ed Autorità di

Bacino a fine gennaio. “Ri-spondiamo - ha detto il presi-dente della Regione CampaniaStefano Caldoro - ad una ri-chiesta che è arrivata dal Co-mune di Salerno, per lasicurezza dei cittadini e per lavalorizzazione della vocazione

turistica della città. Il con-fronto con il Comune di Sa-lerno, su questo tema,conferma la linea della colla-borazione istituzionale che laRegione, fra mille difficoltà esituazioni complesse, portaavanti con gli Enti locali”. “La

stipula di questo accordo - haaggiunto poi il sindaco di Sa-lerno Vincenzo De Luca - èfrutto di un’ apprezzabile col-laborazione istituzionale epermette di liberare impor-tanti risorse per la salvaguar-dia dell’ambiente, la sicurezza

dei cittadini e degli edifici, lavalorizzazione delle potenzia-lità turistiche del litorale. Ilfronte mare è di certo l’assepiù importante della trasfor-mazione urbanistica chesiamo impegnati a realizzarecon il contributo delle grandi

firme dell’architettura inter-nazionale. Porti turistici,strutture per il tempo liberoed il commercio, nuovespiagge ed alberghi rappre-sentano il futuro di Salerno edella Campania ed in tale pro-spettiva la tutela della costa èfondamentale”, ha concluso ilsindaco. Interventi importantidunque per l'ambiente e per ilturismo, in tutto ciò la RegioneCampania si è impegnata a fi-nanziare le opere di difesadella costa, per oltre 15 milionidi euro, con fondi a valere sul-l'Obiettivo operativo "Messa insicurezza dei territori espostia rischi naturali" mentre il Co-mune, a sua volta, realizzeràle opere di protezione della fa-scia litoranea. Il protocollosarà vigente fino alla data dicompleta attuazione delleopere e comunque entro e nonoltre il 31 dicembre 2015.

«Il protocollo vigerà fino alla

completa attuazionedelle opere»

Accordo tra Regione Campania e Comune di Salerno per la difesa del litorale

Nuovi stanziamenti per la costa salernitana

Alessia Giangrasso

La storia della politica urbanisticasvela, molto spesso, i danni conse-guenti all’errata applicazione di que-gli atti destinati a creare unraggruppamento di costruzione e lororegolamentazione, nonché di principie regole precise destinate a favorirelo sviluppo fisico morale ed intellet-tuale dell’uomo che vive in società. Inparticolare, la politica invasiva deiprioritari doveri della “tecnica urba-nistica” può invece reprimere, inde-bolire le facoltà di una comunità diindividui e le loro attività produttive,generando sfavorevoli condizioni divita. Infatti, se l’urbanistica èun’arte, quella di saper costruire lecittà, la politica, quale insieme di in-teressi a volte in conflitto con quellicomuni al benessere di quanti ne be-neficiano di diritto, condiziona la cor-retta evoluzione di un progettomettendo a dura prova, negli anni,una convivenza sorta dalla volutainosservanza di valutazioni auto-nome. La periferia di Napoli ne èprova evidente! Ed oggi se ne osser-

vano i danni. Negli anni ‘50 e sinoagli anni ’70 si è assistito all’espan-sione della città con la realizzazioneex novo di nuovi quartieri, seguendola volontà politica di dare la possibi-lità a tutte le famiglie di possedereuna propria abitazione in proprietà.L’espansione è poi proseguita nei de-cenni successivi, assumendo connota-zioni diverse, più volte con laspeculazione edilizia che si concretiz-zava nel binomio abitazione – inve-stimento economico. L’idea che il“mattone” era un investimento sicuro

apparteneva al credo collettivo senzaessere messo in discussione. L’inte-resse speculativo del privato trovavaun altrettanto interesse economiconegli enti locali, i comuni, che pote-vano incassare con le nuove edifica-zioni, le lottizzazioni, sommerilevanti dagli oneri di urbanizza-zione e costruzione. Questo circolo vi-zioso, che ha investito anche lebanche, ha prodotto la cementifica-zione selvaggia della città, generandol’errore concettuale ed ambientaledell’arte urbanistica, oggi da rivederesotto la forma di “rigenerazione ur-bana”. Occorre, infatti, rivitalizzareil territorio che ha subito un processograve di degrado ambientale e socialecaratterizzando i nostri quartieri in“dormitori”, senza attrattiva e signi-ficato urbano in termini di qualità divita. Questa l’unica soluzione per ar-ginare anche la delinquenza, stretta-mente legata all’interesse abusivodella politica urbanistica, quest’ul-tima non più intesa come program-mazione di nuovi interventi bensìcome valorizzazione e rivitalizza-zione dell’esistente.

Un’efficiente politica urbanistica per valorizzare le nostre città

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Alessia Esposito

Problemi di spazzatura non solo a Napoli e Pa-lermo. La nuova “istantanea con rifiuti” non è piùall’ombra del Vesuvio, ma viene dallo spazio. La di-scarica (letteralmente “a cielo aperto”) è però sta-volta composta da “space debris”: frammenti divettori e vecchi satelliti, lasciti delle attività umaneche ora vagano in orbita intorno alla Terra. Ed anche qui la spazzatura provoca conseguenze:pericoli per le attività umane nello spazio, per i sa-telliti, per la Stazione Spaziale Internazionale e pergli astronauti. Lo dimostra il fatto che già il satel-lite russo Blitz è stato colpito dai rottami del satel-lite cinese Fengyum 1C. Il problema “space debris”interessa tutti e le Agenzie Spaziali del mondo sistanno preoccupando ora di trovare dei sistemi di"pulizia orbitale". L’interesse a rimediare è inoltreanche economico: le assicurazioni che coprono lemissioni spaziali sorvegliano il tutto pronte a rile-vare ogni eventuale rischio. L’allarme è stato lan-ciato durante la 17esima International SpaceConference dal tema: "L'impatto della meteorologiaspaziale e dello sfruttamento dello spazio nella so-cietà moderna – indicazioni di pericolo, previsione,prevenzione, attenuazione e rischio assicurativo a

livello internazionale". Il dibattito ha visto la pre-senza di circa 300 esperti provenienti da tutto ilmondo, delle maggiori Agenzie spaziali (Nasa, Esa,Inmarsat, Arianespace, Asi, Cnes, Dlr, Uk SpaceAgency) , delle industrie mondiali nel settore spa-ziale (tra cui le italiane Thales Alenia Space e Te-lespazio), delle agenzie di assicurazione e deirappresentanti del Parlamento e della Commis-sione Europea. Se l’argomento portante è statoquello della discarica spaziale, non è però statol’unico nei tre giorni della Conferenza. Si è discussodi tempeste solari, meteoriti, asteroidi e cyber-ter-rorismo. Inoltre attenzione sui rischi per la popo-lazione e per le grandi reti ed infrastrutture dovutiagli “space storms” e all’attività del Sole e una ri-cognizione delle misure di prevenzione presi daivari corpi nazionali di protezione civile.Per finire, la tavola rotonda “Oltre i confini dellaTerra. Vivere e viaggiare nel Sistema Solare”,aperta al pubblico italiano e soprattutto a giovanistudenti ed appassionati, ha trattato delle futuremissioni spaziali e della diffusione in Italia di ungiornalismo che presti maggior attenzione alle te-matiche spaziali. Più informazione, più interesse,più cultura sull’argomento. Noi vogliamo cogliereil messaggio.

Anna Paparo

È proprio vero che chi ben co-mincia è a metà dell’opera.Ma soprattutto è ancora piùvero che avviare le nuove ge-nerazioni verso una sensibiliz-zazione nei confronti delletematiche ambientali, in par-ticolare dei cambiamenti cli-matici, significa dare unchiaro ed evidente segnale diapertura verso un fenomenofondamentale per la vitadell’uomo e non solo, di tuttociò che ci circonda, anchedell’aria che respiriamo. Così,per la prima volta, tra i ban-chi di scuola, i ragazzi dellescuole americane potranno ri-cevere lezioni su vari argo-menti che riguardanol’ambiente, in particolare delclimate change nell'ambitodei piani di studio delle mate-rie scientifiche. Una serie dinuove linee guida ai pro-grammi di insegnamentodelle scienze, rivolti agli stu-denti delle scuole medie e su-periori di quaranta statimembri, è stata adottata oggie suggerisce di introdurre ilglobal warming tra i temi chenon possono assolutamentemancare in una discussione inclasse. Le nuove linee guidahanno in particolare lo scopodi supportare i professori

nell’insegnamento dei temi re-lativi ai cambiamenti clima-tici, la cui conoscenzapotrebbe essere minore ri-spetto ad altri settori dellascienza. In questo modo, perla prima volta, si raggiungeràun elevato grado di coesionenell’insegnamento della mate-ria in quasi tutto il Paese:oggi, infatti, gli standard pre-visti sono diversi da Stato inStato, per cui è altamente pro-

babile che in alcune scuole glistudenti possano diplomarsisenza avere alcuna nozione dibase sui cambiamenti clima-tici. Anche se l’adozione dellelinee guida non è obbligatoria,questo progetto rappresenta ilprimo caso in cui scienziati ededucatori trovano un minimocomune denominatore sucome portare il global war-ming nelle classi, avendo unpubblico così particolare e dif-

ficile. Tuttavia, anche se l’ideaè innovativa e rivoluzionaria,ha destato molte perplessitànell’ambiente degli ambienta-listi: rispetto alle proposte ini-ziali la versione approvataannacqua i contenuti dellebozze precedenti tagliando dicirca un terzo il tempo che do-vrebbe essere dedicato inclasse a un tema consideratocritico per le prossime genera-zioni. Nello specifico manca,

rispetto alle proposte iniziali,una messa in stato di accusaesplicita del ruolo umano nelcambiamento globale. In par-ticolare, secondo Mark McCaf-frey, il direttore politico delNational Center for ScienceEducation (Centro Nazionaleper l’Educazione Scientifica),è sparito quasi del tutto dallenuove linee guida il ruolodell’uomo come principale ar-tefice del global warming. «Glistandard sono molto più vaghisulle cause del cambiamentoclimatico – afferma McCaffrey– e tale mancanza di chia-rezza potrebbe spingere al-cuni professori a divulgare leloro personali opinioni anzi-ché la scienza».Nonostantetutto, tra varie incertezze emomenti di entusiasmo, trascetticismo e voglia di fare, c’èla speranza che si capisca re-almente la gravità del feno-meno di impatto ambientale ein particolare dei cambia-menti climatici, dovuti princi-palmente all’azione dell’uomo,così da far scattare nellenuove generazioni quellamolla che li spinga a tampo-nare questi fenomeni e a farfronte a tutto ciò, salvaguar-dando la nostra Terra e, natu-ralmente, la vita di tutti.Insomma, bisogna battere ilferro finché è caldo!

Negli Usa si va a scuola di climate changeNei programmi di scienze è stato inserito il global warming

Rifiuti spaziali: la pericolosa discarica intorno alla TerraSi cerca un accordo per liberare lo spazio dagli “space debris”

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Anna Gaudioso

Continua il nostro itinerarioinformativo alla scuola ele-mentare Gianni Rodari diPagani. Come abbiamo anti-cipato nello scorso articolo,altre classi si sono aggiunte aquesto progetto di informa-zione ambientale. Prendendospunto da uno dei tanti temiproposti dell’Unesco, ab-biamo puntando la nostra at-tenzione su uno dei luoghipiù amati e visitati al mondo.Di fatto Ravello, Amalfi, Po-sitano, Paiano, Furore, ecce-tera, sono località conosciutein tutto il mondo, ma spesso,troppo spesso, proprio i citta-dini campani non ne cono-scono l’esistenza o e neignorano le effettive bellezze. Con le classi incontrate ab-biamo parlato delle bellezzepaesaggistiche della costiera,nota anche come Costad'Amalfi o Divina Costiera,raccolto tante notizie, storie

e curiosità. Per fare un esem-pio, nel 1889, in occasionedella visita a Napoli del ReUmberto I e della ReginaMargherita di Savoia, Raf-faele Esposito infornò tre di-verse pizze. La preferitadella Regina era una pizzache evocava i colori della ban-diera italiana: verde (foglie dibasilico), bianco (mozzarella)e rosso (pomodori). Quello che si sa è che questacombinazione fu battezzata

Pizza Margherita in suoonore; ciò che pochi sanno,invece, è che il fior di latteusato da Raffaele veniva di-rettamente dai Monti Lat-tari, precisamente daTramonti, una delle tante cit-tadine della costiera amalfi-tana.Gli alunni della seconda B,accompagnati dall’ inse-gnante Margherita Saturno,hanno mostrato un alto inte-resse per i temi ambientali:nel corso degli incontri, sonoapparsi sempre più coinvoltie pronti a fare domande edesprimere una loro espe-rienza. Nei confronti delleimmagini mostrate sul moni-tor, hanno espresso un’au-tentica attrazione,testimoniata dalla richiesta,da parte dei bambini, dipoter avere la foto di uno spe-cifico panorama o di altriparticolari che coglievanonelle immagini proiettate. Inparticolare, hanno chiesto di

poter avere per loro vedutedella costa d’Amalfi, foto disalamandre, e poi ancoradella felce gigante, delle ca-scate, dei cavalli. Si sono poi divertiti e rita-gliare e incollare, realizzandodei cartelloni che attacche-ranno all’interno delle loroaule. Molti di loro, poi, hannofatto un regalo all’esperta ve-nuta ad educarli sui temiambientali: tanti bigliettini

affettuosi, ma soprattutto di-segni spontanei in cui raffi-guravano qualcosa di ciò cheavevamo detto. Questa èstata un’ottima e costruttivaconclusione: bisogna comin-ciare dagli alunni delle primeclassi elementari a trattaredi argomenti ambientali, per-ché sicuramente un giornosaranno uomini e donne cheavranno attenzione e sensibi-lità verso l’ambiente.

La Costiera si impara in classeProseguono gli incontri Arpac di educazione ambientale

La dinamica delle brezze, una costante dell’estateGennaro Loffredo

Quante volte capita, nelle piùcalde giornate estive, di volerfuggire dalla città per recarsial mare e godersi un clima si-curamente più rigenerante eventilato?In effetti, nelle giornate tardoprimaverili e in quelle di ini-zio estate, se si osserva la di-stribuzione delle temperaturemassime in Italia, si può cer-tamente notare che le zone co-stiere presentano delletemperature più basse equindi più fresche rispettoalle zone interne. A rendere letemperature “meno canico-lari” sulle coste sono le brezze.Gradevoli e rinfrescanti,smorzano il caldo estivo e al-lietano le notti con il loro fle-bile soffio.Questi venti si manifestanopiù frequentemente nei mesiestivi, con tempo bello e sta-bile, e sono generati dalla dif-ferenza di temperatura che siinstaura tra l’acqua del maree la terraferma. Infatti du-rante i mesi di maggio, giugnoe luglio la terraferma si scaldaquasi subito al sorgere del

sole, mentre l’acqua lo famolto lentamente.Si arriva in tarda mattinatache il divario tra le due tem-perature, quella dell’acqua equella della terra, diventa no-tevole: l’aria in prossimitàdello specchio di mare diventapiù densa e più fredda, men-tre in prossimità della terra-ferma risulta più calda e piùleggera.Da qui ne consegue, oltre cheun divario termico, anche undivario barico: in altre parole,la pressione risulta più bassadove l’aria è più calda e vice-versa. Poiché i venti tendonoa spirare dalle zona di altapressione a quelle di bassa,avremo brezze dirette dalmare verso le zone di terra du-rante il giorno, dalla terraverso il mare durante la notte.La massima intensità dellabrezza di mare si ha intornoalle prime ore del pomeriggio(circa le quindici), quando ilvento sfiora talvolta anche iquaranta chilometri orari, perpoi attenuarsi gradualmenteun paio d’ore prima del tra-monto. Le temperature delprimo pomeriggio risultano

così più elevate nelle zonedove la brezza non riesce aspingersi o dove l’orografia delterritorio non lo consente,spesso sulle zone interne sot-tovento o su quelle riparate dacatene montuose. Sulla nostraregione, in effetti, le brezzesono molto attive, grazie allaforte insolazione e alla vici-nanza delle montagne allecoste; quelle marine sonomolto sostenute sulle isole esulle zone costiere, ma spessopossono spingersi fino a qua-ranta chilometri dalla costa,apportando il loro influsso mi-tigatore anche in aree relati-vamente lontane dal mare,come in provincia di Bene-vento e Avellino. In questi casila brezza, nelle zone interne,si presenta come un vento ab-bastanza irruente a cui si ac-compagna anche un piccolofronte nuvoloso (fronte dellabrezza) e una diminuzionedella temperatura. La brezzadi terra è, invece, general-mente meno forte di quellamare, in quanto i contrastinon sono così accentuati comedi giorno. L’assenza dellebrezze sul litorale può far pen-

sare ad un cambiamento dellecondizioni meteorologiche e cisegnala comunque che la tem-peratura del mare e quelladella terraferma si equival-

gono. Insomma, di mare o diterra, leggere o sostenute, lebrezze sono le compagneideali delle nostre estati medi-terranee.

Raccontiamo il meteo. Il piacevole “venticello” dipende dalle differenze di temperatura tra terra e mare

Chi sa rispondere? La classe II B della scuola elementare Rodari

Il meccanismo della brezza di mare

Una rappresetazione della brezza di terra

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Luigi Mosca

La lotta alle conseguenze letali del-l’amianto passa anche attraverso lacomunicazione. Tra le proposte delPiano nazionale amianto, di recenteapprovato dal governo, c’è l’istitu-zione di sportelli informativi in ogniregione, con lo scopo di «limitarequanto più possibile il verificarsi disituazioni di rischio, in relazione alladiffusa presenza di materiali conte-nenti amianto». A organizzare glisportelli, secondo le indicazioni delPiano, dovrebbero essere le Asl e leArpa. Il documento del governo è stato ela-borato dal ministero della Salute, inbase alle considerazioni emerse du-rante la Seconda conferenza governa-tiva sull’amianto, che si è tenuta nelnovembre scorso a Venezia e a cuihanno partecipato anche esperti delleArpa. Adesso il Piano è all’esamedella Conferenza Stato-Regioni,prima della definitiva approvazione.La conferenza di Venezia si è tenutasulla scia della sentenza di Torino del2012, che ha formulato pesanti con-danne per i vertici della multinazio-nale Eternit, proprietaria di diversistabilimenti in Italia utilizzati in pas-sato per la produzione di amianto (ad

esempio a Casale in Piemonte e a Ba-gnoli alla periferia di Napoli). Sotto-posto a urti o altre sollecitazioni,l’amianto può rilasciare fibre imper-cettibili nell’ambiente, che a loro voltapossono penetrare nell’organismoumano.Secondo le stime contenute nel docu-mento governativo, tra il 2010 e il2025 le micidiali fibre di asbesto pro-durranno in Italia un picco di otto-cento-mille decessi all’anno tra imaschi, una cifra che dovrebbe decli-nare rapidamente negli anni succes-sivi (non sono disponibili stime sullapopolazione femminile). Le patologielegate all’amianto comprendono di-verse forme di tumore all’apparato re-spiratorio, tra cui il famigeratomesotelioma pleurico. Le vittime sicontano soprattutto tra gli operai inpassato impiegati nella lavorazionedel minerale, o anche tra i familiariche entravano in contatto con le tutecontaminate degli operai. Ma vienericonosciuto un rischio ancora attualeper i lavoratori che ancora adesso ma-nipolano l’amianto durante bonifichee lavori edili, e anche per le personeche abitano nei pressi di siti dove èpresente asbesto. Come molti sanno, dal ’92 sono ban-diti nel nostro Paese la produzione el’utilizzo di amianto. Milioni di ton-nellate del pericoloso minerale, tutta-via, sono ancora presenti sulterritorio nazionale. Come evidenziail Piano nazionale, i materiali conte-nenti asbesto si degradano con iltempo, perciò il rilascio di fibre nel-l’ambiente potrebbe aumentare con iltempo, se non vengono intraprese op-portune azioni di risanamento.L’amianto è concentrato soprattuttoin alcune categorie di cave, nei siti in-dustriali dismessi, in mezzi di tra-sporto (soprattutto navi), negli edifici,specialmente quelli pubblici, come ca-serme, scuole, ospedali. Se ne trova inabbondanza sparso sul territorio indiscariche abusive, oppure abbando-nato sul terreno, magari mescolato amateriali di risulta di cantieri. Il mi-nistero dell’Ambiente, con la collabo-razione delle Regioni, ha censito

34mila siti contaminati da amianto inItalia, di cui 380 considerati «a mag-gior rischio». Su questi, secondo ilPiano approvato dal governo, dovreb-bero concentrarsi, in via prioritaria,gli sforzi di bonifica. Ma il documentopunta anche a completare la mappa-tura dei siti contaminati da amianto,anche con azioni di telerilevamentoda aereo o da satellite, i cui dati an-drebbero incrociati con i le verifichein loco delle Arpa. D’altronde, c’è daaumentare la disponibilità di siti dovesmaltire l’amianto: attualmente neesistono pochi in Italia, e questo, oltrea far aumentare i costi della rimo-zione, moltiplica le tentazioni dismaltimento illegale. A questo propo-sito, il Piano suggerisce di semplifi-care le autorizzazioni per nuovi siti dismaltimento, e in generale di razio-nalizzare tutta la normativa di set-tore. Magari introducendo, comeavviene in Francia, l’obbligo di alle-gare una certificazione relativa all’as-senza o presenza di amianto, negliatti di compravendita di immobili(come già avviene oggi in Italia per lacertificazione energetica). Alcune pro-poste riguardano anche le Arpa: oltreall’idea di istituire sportelli informa-

tivi, c’è l’esigenza di rafforzare la retedi laboratori di riferimento regionaleper l’amianto, promuovendo in parti-colare le tecniche per l’analisi di cam-pioni di suolo potenzialmentecontaminato da asbesto.

Amianto, nuove linee di intervento nazionaliTra le proposte allo studio, l’obbligo di certificazione dell’amianto nelle vendite immobiliari

La proposta di Piano nazionaleper l’amianto è stata approvatadal Consiglio dei ministri lo scorso21 marzo, con il sottotitolo Linee diintervento per un’azione coordinatadelle amministrazioni statali e terri-toriali. Attualmente è al vaglio dellaConferenza Stato-Regioni. - 34mila sono i siti contaminati idaamianto in Italia individuati finoradal Ministero dell’Ambiente e dalleRegioni. La produzione di amiantonel nostro Paese è cessata nel ‘92,ma l’Italia è stata per molti anni ilprincipale produttore europeod’asbesto dopo l’Unione sovietica.Si stima che diversi milioni di ton-nellate del pericoloso mineralesiano ancora presenti sul territoriodella Penisola. - Tra 800 e mille decessi all’anno:è il picco di vittime atteso in Italianella popolazione maschile entro il2025, per le patologie collegateall’esposizione ad amianto. Suc-cessivamente la quantità di vittimedovrebbe declinare. - Il documento cita la necessità dirafforzare la Rete dei laboratoriregionali per l’amianto, alcuni deiquali gestiti dalle Arpa, in modo daintensificare i prelievi di campioni disuolo potenzialmente contaminatida fibre di asbesto. Altri capitoli, lasorveglianza sanitaria delle per-sone esposte al rischio-amianto, eun programma di bonifiche miratea 380 aree «prioritarie».

In breve

Una miniera di asbesto in una foto d’epoca (Archivio Getty Images)

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 maggio 2013 - Anno IX, N.9Edizione chiusa dalla redazione il 10 maggio 2013

DIRETTORE EDITORIALEAAntonio EpiscopoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOM. Alfano, S. Allinoro, I. Buonfanti, F. Cle-mente, G. Colarusso, P. D’Auria, G. De Cre-scenzo, A. Esposito, E. Ferrara, R. Funaro, A.Gaudioso, A. Giangrasso, G. Loffredo, A. Mor-lando, B. Mercadante, A. Palumbo, A. Paparo,F. Schiattarella, E. TortorielloSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 7- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/426/427 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Elvira Tortoriello

Il 20 e 21 aprile scorsi, Le-gambiente ha organizzatodue giornate dedicate allapromozione degli orti urbanievidenziandone l’importanzasia come buona pratica nelgarantire l’autoproduzione dicibo sano e di qualità, sia pertutelare il territorio, il pae-saggio urbano ed extra-ur-bano dai rischi derivanti dalconsumo di suolo, dalla ce-mentificazione e da fenomenidi degrado ed abbandono.E’ stato redatto un manifestoin cui vengono sintetizzati 10motivi per incentivare gli ortiin città per le amministra-zioni, ed altrettanti motiviper i cittadini.I 10 motivi per le ammini-strazioni sono i seguenti:1. Per prendersi cura dellacittà e sottrarre le aree ur-bane al degrado2. Per diffondere metodi dicoltivazione salutari e soste-

nibili3. Per favorire l’autoprodu-zione domestica4.. Per ridurre lo spreco dicibo5. Per privilegiare il consumodi prodotti di stagione6.Per combattere il consumodi suolo e dissesto idrogeolo-gico7. Per avviare processi di co-gestione urbana e extra-ur-bana8. Per stimolare progetti diformazione e partecipazionesociale9. Per migliorare la qualitàdella vita ed il benessere psi-cofisico10. Per custodire la biodiver-sità in città.Mentre i 10 motivi per i citta-dini sono:1. Perché amo la mia città2. Perché coltivare significamangiare sano3. Perché l’auto produzione èeconomica e divertente.4.. Perché chi coltiva non

spreca il cibo e le risorse5. Perché se la verdura è distagione è più buona e piùsana6. Perché condividere la terraè l’unico modo per abitarladavvero7. Perché coltivare vuol direpartecipare alla vita sociale8. Perché chi coltiva in cittàvive più a lungo9. Perché chi coltiva conosce ilvalore del suolo e sa rispet-tarlo10. Perché chi coltiva producebellezza. E proprio su quest’ ultimopunto che Legambiente haproposto una legge dedicataa fare della bellezza il fulcrodi ogni trasformazione ur-bana e paesaggistica, lachiave per ottenere prioritàed investimenti, per guardarein modo nuovo alle politicheper il territorio.Perché nei tanti aspetti cultu-rali e sociali della bellezza siracchiude l’aspetto migliore

della nostra identità e dellanostra storia ma soprattuttodel nostro futuro. Quindi tuttia coltivare un pezzo di terra

anche in un vaso sul balcone,la natura è generosa e ricom-pensa sempre chi le dedicadel tempo e del lavoro!

Parco Regionale Roccamonfina-Foce GariglianoNovità, progetti e iniziative a sostegno di una meravigliosa oasi naturale

Ilaria Buonfanti

Il vulcano di Roccamonfina èil vulcano spento più grandedella Campania. L’intera areadel Parco di Roccamonfina-Foce Garigliano è dominatadal vulcano ed ha come limitegeografico il fiume Garigliano.Strutturalmente il vulcano so-miglia tanto al Vesuvio ma neè molto superiore per dimen-sioni avendo un diametro dicirca 15 km! La fertilità delsuolo ha permesso la crescitanei secoli di fitti boschi di ca-stagni, che costituiscono laprincipale attività economicadegli abitanti del luogo, siaper la produzione dei fruttiche per la produzione dilegna. Il Parco, istituito nel1993, include 7 comuni, ed ilsuo Presidente, l’avv. Gio-vanni Corporente, sta svol-gendo un ottimo lavoro per lasalvaguardia e la tutela del-l’intera zona. “Con un decretodel 22 aprile scorso - affermail Presidente - è stata istituitauna “Consulta permanente diascolto”,intesa come momentodi incontro permanente tra icittadini delle comunità delParco, purchè associate, el’Amministrazione dell’Ente

Parco, per dar voce alle com-petenze presenti nellacomu-nità in materia di ambiente,cultura ed economia, promuo-vendo la partecipazione allavita democratica e la liberaespressione in merito alla tu-tela dell’ambiente e dei beniculturali e lo sviluppo del-l’economia e di tutte le attivitàe le iniziative, inerenti questi

temi presenti nell’area parco”.Dialogo, collaborazione ed in-tesa tra Enti e cittadinanzaper il raggiungimento di unascopo comune: la protezione ela conservazione della natura.“Inoltre - continua l’avv. Cor-porente -il Parco e il Comunedi Sessa Aurunca hanno chie-sto al Presidente Caldoro e alPresidente Zinzi di avviare le

procedure per la stipula diuno o più accordi con le se-guenti amministrazioni: Re-gione Lazio, Provincia diLatina, Soprintendenze benipaesaggistici di Latina e Ca-serta, comune di Minturno.La finalità degli accordi è con-sentire l’uniformità delle di-scipline di tutela per il fiumee la foce Garigliano, sia dal

lato campano che quello la-ziale. Da molti anni non è così:ciò che è vietato per il latocampano è consentito dal latolaziale. In Campania non si pesca,non si possono fare banchineper la nautica, ecc.; ciò com-porta irrazionalmente e inpoche decine di metri di di-stanza la conseguenza di unabusivismo in Campania e diuna compressione del possi-bile sviluppo economico”. Un’ulteriore novità è il trasfe-rimento della sede del Parcopresso il Complesso Monu-mentale di San Domenico inSessa Aurunca, luogo di pre-stigio, ricco di fascino, storia,arte e cultura. Adiacente al-l’ex convento vi è dagli anni‘50 un imponente manufattoedilizio della ex SIP oggi Tele-com, dismesso da anni. Il Presidente ha già chiesto lasua demolizione perchè incontrasto con le leggi in mate-ria di tutela del vincolo storicoed architettonico. Il Parco ha infiniti sentieri epercorsi interessanti, offrespunti d’osservazione e rifles-sione e regala ai visitatoricontinue e particolari emo-zioni.

Orti in festa: il verde va in città

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Alessia Esposito

Centomillesimo terremoto re-gistrato e, nell’occasione, re-soconto dell'Istituto nazionaledi geofisica e vulcanologia(Ingv). Picco di 1797 terre-moti in un mese sul territorioitaliano. Lo rileva il databaseIside (Italian Seismic Instru-

mental and parametric Data-basE). I dati di aprile, con 60terremoti in media al giorno,raddoppiano il record già toc-cato a marzo.Pur dovendo tenere sotto con-trollo costante l’attività si-smica in un territorio “fragile”come quello del nostro Paese,niente allarmismi, comunque,rassicurano dall’Ingv: « Natu-ralmente questo valore medioha delle oscillazioni notevoli,che possono passare da mi-nimi di una decina di evential giorno fino a punte di qual-che centinaia in occasione disequenze sismiche impor-tanti».I valori raggiunti ad aprile adesempio sono anche stati cau-sati dall’intensa attività si-smica che sta caratterizzandoCittà di Castello in provinciadi Perugia, circa 800 eventidal 20 al 30 aprile. Di questi,pochi sono stati avvertitidalla popolazione, mentre lamaggior parte registra livellidi magnitudo molto bassi. La Rete sismica nazionale for-nisce i parametri dei terre-moti ottenuti in tempo quasireale dalle stazioni sismiche(che forniscono la localizza-zione precisa degli eventi trai 40 secondi e i 5 minuti) con-frontati con i dati storici delBollettino Sismico Italiano.

Dati utili ai ricercatori, maconsultabili da tutti i cittadiniper tenersi informati sull’as-setto del proprio territorio se-lezionando i dati per areageografica, per classi di ma-gnitudo, per data e con altricriteri; con la possibilità inol-tre di osservarli sulla mappao su Google Earth.

Dal 16 aprile 2005, anno incui si abbandonò il solo si-stema analogico e si diedeavvio al nuovo sistema di ana-lisi dei dati sismici, la mediaannuale dei terremoti si ag-gira sui 12.000 fenomeni, ov-vero 1.000 terremoti al mesee circa 34 al giorno.Geograficamente la Sardegnaad oggi risulta la regionemeno interessata, mentre

«tutta l'Italia peninsulare ri-sulta attiva, con una fasciapressoché continua di epicen-tri dalla pianura padana allaSicilia. Anche l'arco alpino ri-sulta attivo, particolarmentenei settori occidentale e orien-tale. Il Mar Tirreno è caratte-rizzato da terremoti profondianche alcune centinaia di chi-

lometri a causa della “subdu-zione” della litosfera del MarIonio sotto la Calabria ».L’osservazione e lo studio deiterremoti è indispensabile inun Paese a forte rischio si-smico. Senza però dimenti-care la prevenzione: gli edificinon a norma e il dissesto idro-geologico causato dall’uomosono spesso i veri responsa-bili.

In Italia una media di34 terremoti al giorno

Rosa Funaro

Google ha annunciato la di-sponibilità di poter visionarecomodamente da casa, attra-verso la funzione street Viewdi Google Maps, luoghi cherappresentano il patrimoniostorico e culturale dell’Italia .Tra queste, da qualche giorno,anche le aree archeologichecampane riconosciute comepatrimonio dell’Unesco: l’areaarcheologica di Paestum equella di Velia. Attraverso unclick e stando comodamenteseduti in poltrona, infatti, èpossibile cominciare un tourvirtuale in questi due gioiellidell’arte nostrana. Le imma-gini 3d archiviate sul web

sono state raccolte dal triciclodi Google Street View, cono-sciuto anche come Trike: unbicicletta a tre ruote che incor-pora una speciale attrezza-tura fotografica. Il trike èstato ideato appositamenteper circolare nelle aree non ac-cessibili in automobile, comecentri storici e aree pedonali.Oltre ai gioielli campani è pos-

sibile effettuare visite “vir-tuali ” in tutta Italia (e nonsolo) tra questi: le residenzeSabaude di Palazzo Cari-gnano e Villa dellaRegina(Piemonte); San Gimi-gnano, San Quirico d'Orcia,Radicofani, Montalcino,Pienza (Toscana); Ville delPalladio (Veneto); Sirmione eGrotte di Catullo (Lombardia)o ancora, il Vittoriale degliItaliani, Salò, Limone delGarda, San Martino dellaBattaglia, la Rocca Borromeo,Forte di Fuentes, Forte diMontecchio Nord (tutte nelterritorio Lombardo), e Ca-stello di Rivalta (in Emilia Ro-magna). Con questo annuncio,che oltre all’Italia coinvolge

altri 13 Paesi, le immagini pa-noramiche di Google StreetView sono ora disponibili inpiù di tremila città in 50 Paesidiversi, dall’Antartide alGrand Canyon, coprendo oltre9 milioni di Km. Certamentequesto approccio interattivodifficilmente regalerà le stesseemozioni di una visita reale inquesti posti incantevoli, dovetutti i sensi, non solo la vista,vengono sollecitati ma può co-stituire un giusto compro-messo per chi non puòpermettersi, per ragioni siaeconomiche che personali, ma-gari, di attraversare l’oceanoper ammirare tesori artisticilontani migliaia di chilometridal proprio luogo di residenza.

Il Marsili si è svegliato! Ed il panico si diffonde! Ma è l’en-nesima notizia falsa, circolata sul web poche settimanefa. In realtà il vulcano non si è risvegliato in questo pe-riodo, ha però intensificato la sua attività, come del restoanche lo Stromboli e l’Etna ed i rischi potenziali riman-gono invariati. Sarebbe opportuno però adeguare le mi-sure di sicurezza del territorio dell’Italia meridionale afronte di ogni crescente pericolo.Il Marsili infatti è un vulcano sottomarino localizzato nelTirreno meridionale.Alto circa 3000 metri, non è un vul-cano spento, i suoi fenomeni vulcanici sono attivi e suifianchi si stanno sviluppando numerosi apparati vulca-nici satelliti. “E’ il più pericoloso tra i vulcani del mar Tir-reno” afferma Franco Ortolani, il suo più grande studioso,docente di Geologia alla Federico II. Nessuno esclude rischi potenziali anche molto seri ma almomentobisognerebbe agire con interventi strutturalipreventivi, attive misure di monitoraggio, di didattica eprotezione civile. Ortolani infatti afferma “alla luce dei ri-sultati dei miei studi si evince l’importanza di elaborarelinee guida per la valutazione del rischio da onda ano-mala delle aree costiere e dell’impatto ambientale sulleinfrastrutture di notevole rilevanza (aeroporti, porti, cen-trali elettriche, impianti industriali, strade e ferrovie)”. Vanno altresì messi a punto e attivati adeguati sistemidi educazione ambientale (per es. come comportarsi qua-lora ci si trovi su una spiaggia d’estate e si avverta un ter-remoto, oppure si noti un improvviso e sensibileabbassamento del livello dell’acqua), monitoraggio ma-rino e costiero ed elaborati piani di Protezione Civile Co-munali tesi soprattutto a proteggere la popolazionedurante il periodo balneare.Insomma prevenzione prima di tutto!

I. B.

“Risveglio” del Marsilitra finzione e verità

Con Google Maps Paestum e Velia in un click

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Fabiana Clemente

Uscita di scena per gli im-pianti fotovoltaici tradizionaliattualmente in commercio!La nuova generazione sta ar-rivando e con essa tante inno-vazioni, maggiori prestazionie una dose considerevole dienergia aggiunta. Può un si-stema essere capace di for-nire elettricità, acquapotabile e aria fredda nellearee dimenticate del nostropianeta? Non è più soltanto

un sogno, ma questa prospet-tiva potrebbe diventare re-altà. Ci riferiamo aipronostici dell’ultimo grandeprogetto firmato IBM Rese-arch, il sistema HCPVT – unprototipo di fotovoltaico ca-pace di catturare radiazioni2000 volte di più rispetto aisistemi presenti. La Commis-sione per la tecnologia e l’in-novazione svizzera sostiene ilprogetto con finanziamentiper un valore di 2,4 milioni didollari. Il principale punto diforza del sistema consistenell’utilizzo di una triplagiunzione di cellule fotovol-taiche capaci di intrappolareun ingente numero di radia-zioni. In altre parole è capacedi raccogliere l’80% di radia-zione in arrivo e trasformarlain energia utilizzabile. Il pro-

totipo del progetto HCPVT -attualmente in fase di speri-mentazione presso la sede diZurigo - si avvale dell’utilizzodi un’imponente parabola, ca-ratterizzata da un alto nu-mero di specchi che riflettonoi raggi del sole e li rimandanoa diversi ricevitori raffreddatia microcanali liquidi con chipfotovoltaici a tripla congiun-zione. Perché si parla di altaconcentrazione? Ogni chipdella grandezza di un centi-metro è capace di convertire

fino a 250 watt – ovviamentequesto avviene in una caldagiornata di sole – e un singolocollettore può produrre all’in-circa 25 kilowatt di elettri-cità. I moduli fotovoltaicisono in grado non solo di con-vertire in elettricità più del30% dell’energia solare rac-colta, ma anche – e in questoil progetto può dirsi sorpren-dente – evita la dispersione elo spreco del calore residuogarantendo un recupero dicirca il 50% e un successivoimpiego per la dissalazionedell’acqua. In questo modo siarriverebbe a produrre fino a40 litri di acqua potabile permetro quadro di superfice delricevitore al dì. Inoltre il si-stema HCPVT, mediante unamacchina frigorifera ad as-sorbimento alimentata termi-

camente, fornisce il condizio-namento dell’aria. Ma ora parliamo di benefitsin rapporto alle tecnologie so-lari attualmente sul mercato.L’alta concentrazione di ener-gia e i costi ridotti per la suaprogettazione conferiscono alneonato sistema una conve-nienza tre volte superiore ri-spetto a quelli preesistenti.Gli scienziati auspicano dipoter ottenere un costo perarea di apertura inferiore a250 dollari per metro quadro,

che tradotto in termini dicosti dell’energia corrispondea quasi 10 centesimi per chi-lowattora. Il lavoro svolto nei laboratoriIBM Research è il primo stepverso quella che si potrebbedefinire una rivoluzione ener-getico-ambientale. L’HCPVTpotrebbe segnare l’inizio diuna nuova era, un’era che ve-drebbe i combustibili fossilinon più come attori principalima mere comparse. Un’eranella quale il mito del DioSole – venerato nell’antichitàdagli Egizi, dagli Aztechi edagli Indù – acquisirebbeun’aura del tutto rinnovata,frutto di un ibrido di tecnolo-gia e sacralità. In quest’eradal volto decisamente piùgreen, la terra ricomince-rebbe a respirare.

Il fotovoltaico termicoad alta concentrazione

Fabio Schiattarella

Dopo i pannelli solari volti a ridurre l’utilizzo di com-bustibili fossili, le lampadine a basso consumo ener-getico e i veicoli elettrici che limitano le emissioni diCO2, nasce l’interesse di rendere ecologici anche itelefoni cellulari. Lo Smartphone oggi rappresenta,insieme ai computer, uno degli strumenti tecnologicidi maggior utilizzo, divenuto nel giro di poco tempoaccessibile a tutti, con funzioni sempre più detta-gliate ed efficienti. I nostri cellulari oltre a contenereuna serie di sostanze chimiche come lo Zinco, ilPiombo, il Cromo e il Ferro, si avvalgono di unaquantità significativa di petrolio, che serve per leplastiche utilizzate e per sostenere le filiere. L’Onu sostiene che entro il 2017 ci saranno più tele-fonini che persone, urge dunque una soluzione alproblema dell’inquinamento. La Samsung ha pro-

dotto un cellularecon materiali total-mente riutilizza-bili, parliamo delReclaim SPH-M560,un dispositivo pra-tico e leggero cheoffre una serie diapplicazioni ormaistandard quali Fa-cebook, Youtube eGoogle. Interes-sante sottolineareche l’imballaggio è

una scatola di cartone riciclabile e l’inchiostro sulmanuale d’uso è a base di soia, naturale e non inqui-nante. Punto debole è la bassa velocità 3G che ral-lenta la connessione ad internet. Alternativa,sempre di casa Samsung, è l’Evergreen SGH-A667costruito al 70% con materiale riciclabile e dotato ditastiera Qwerty, un classico ormai di ogni Smar-tphone. Anche qui la confezione è riciclabile ed il ma-nuale d’uso è stampato con inchiostro di soia.Un’altra casa produttrice che sostiene la causa eco-sostenibile è l’LG. Il marchio propone sul mercato ilRemarg, cellulare riciclabile all’ 87%, confezionatoin cartone e dotato di carica batterie a basso con-sumo energetico. Lo scorrimento dello schermo ri-vela una tastiera di tipo Qwerty estesa e spaziosaper facilitare la digitazione. Il materiale plastico lu-cido è disponibile in due combinazioni di colori: tur-chese con dettagli neri o nero con rifiniture argento.Sicuramente questi modelli attualmente hanno pocospazio sul mercato, ma il fatto che vengano prodottidimostra quanto le aziende siano sensibili nei con-fronti della causa eco-sostenibile.

I cellulari eco-sostenibili

Di Samsung e LG i primi modelli green

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CONTRO IL FEMMINICIDIO LA CARTA ONUUn cinquantasettenne ha inseguitocon la macchina la sua ex, anche leiin auto, tamponandola fino a farlaschiantare contro un muro. Con unascure, ha ridotto in frantumi il vetrodello sportello per colpire la donna,che è riuscita a ripartire e scappare.A Ferentino, in provincia di Frosi-none, una donna è stata ritrovata colcranio fracassato, massacrata dal suoconvivente. L’8 marzo di quest’annola Casa delle donne di Bologna hapubblicato i suoi dati, per cui i fem-minicidi nel 2012 sarebbero stati 124in Italia, un numero che si alza sevengono messe nel conto anche le vit-time collaterali di queste uccisioni,numeri e dati che vengono raccoltidalle stesse associazioni attraverso la

stampa e quindi non ufficiali… il mi-nistero degli interni non li raccogliecome dovrebbe. Sempre a marzo del corrente anno, il15, si è conclusa a New York la 57a“Commission on the Status ofWomen” delle Nazioni Unite, dove193 paesi del mondo hanno firmatouna carta storica contro la violenzasulle donne che seppur non vinco-lante è un altro tassello nel contrastoal femminicidio. Una dura condannaalle violenze ai danni di donne e bam-bine e la richiesta di protezione e pro-mozione dei diritti umani e dellalibertà fondamentale è stata rappre-sentata anche dalla portavoce egi-ziana, Mervat Tallawy, che hasfidato il volere dei Fratelli musul-

mani che avevano bocciato la Carta.Il testo di 17 pagine stabilisce glistandard globali per prevenire e met-tere fine a una delle più gravi viola-zioni dei diritti umani nel mondo: laviolenza commessa ai danni del ge-nere femminile. Come ribadito dalsegretario generale delle NazioniUnite, Ban Ki-moon, si auspica chel’accordo si trasformi in azioni con-crete. Nel testo del documento silegge che i firmatari condannano neitermini più duri la pervasiva vio-lenza contro donne e bambine, chie-dendo maggiore attenzione eaccelerazione per prevenire e rispon-dere. Tra le priorità della Carta cisono la creazione di servizi diversifi-cati a sostegno delle sopravvissute a

violenze, in campi quali: salute, aiutopsicologico e consulenza e la prote-zione del diritto alla salute sessualee riproduttiva. Si chiede che siamessa fine all'impunità dei responsa-bili di violenze, che sia messa periscritto l’affermazione che uomini edonne hanno diritto a uguali dirittiumani, esortando i governi sui temidi educazione sessuale e su servizicome contraccezione e aborti per vit-time di violenze. Ciò che manca è ilriferimento all’orientamento sessualee all’identità di genere. Il ruolo di protagonista della donnaper la giustizia sociale, i diritti, la di-gnità, la pace, la custodia del creato,sono piste irrinunciabili nel cam-mino verso un altro mondo possibile.

MARINA E LE PROTEINE ECOSOSTENIBILIIl 28 marzo di quest’anno, aParigi, si è svolto il PremioInternazionale L'Oreal-Une-sco For Women in Science2013. Tra le quindici ricerca-trici, a cui è stata assegnatauna borsa di studio, c’era unanapoletana: Marina Faiella.Alla scienziata, 28 anni, iquarantamila dollari del pre-mio serviranno a finanziaredue anni di ricerca nel campodelle energie pulite pressol'Università dell'Arizona.Studia le idrogenasi, enzimipresenti in natura e capaci diprodurre idrogeno, primalaureandosi in Chimica al-l’Università Federico II diNapoli, poi con una ricerca aDelft, in Olanda, e ora da fine2012 all’Arizona State Uni-versity. L’esperienza statuni-tense è un’opportunità per

fare studi di alto livello, gra-zie a tecnologie all’avanguar-dia e a una costante atten-zione ai risultati. La borsa distudio L’Oreal, le permetteràdi svolgere due anni di ri-cerca nel campo delle energiepulite nel polo universitario,in Arizona, dove si è svilup-pata grande attenzione sultema dei bio-carburanti,

sotto la guida di un’altrascienziata italiana, GiovannaGhirlanda. L’idrogeno è unafonte smisurata di combusti-bile pulito e questo può es-sere immagazzinato soloall’interno di svariate so-stanze, come l’acqua. Nellepiante e in alcuni batteri esi-stono delle proteine, chia-mate idrogenasi, che sono

capaci di convertire protoniin idrogeno molecolare.L’obiettivo del progetto, inrealizzazione, è di produrreidrogeno a costi contenuti esenza inquinare, creando deibio-reattori dove batteri co-muni, ad esempio l'escheri-chia coli, possano produrregrandi quantità di questeproteine. La fase conclusivaprevede di immobilizzarle sudei supporti per ricaricare lebatterie degli smartphone.Marina Faiella già nel 2010,a soli venticinque anni,aveva ottenuto il secondoposto dell’edizione italianadel premio L’Oreal Italia perle donne e la scienza, rice-vendo 15mila euro, servitiper portare avanti la ricerca:Modelli di metalloproteine:sviluppo di sistemi catalitica-

mente attivi, per indagare lepossibili applicazioni dinuove proteine sintetiche inprocessi industriali, farma-ceutici e diagnostici. La ricercatrice, in un’intervi-sta così presenta il suo la-voro: “Tramite la mia ricercanon cambierò il mondo al-meno per ora. Però spero dipoter essere utile ad altrigruppi a sviluppare diversetecnologie per arrivare al-l'energia pulita... Noi ricerca-tori non solo chimici, maanche fisici, biologi, stiamotutti cercando di dare unamano in quel senso. So chenel mondo ci sono altri graviproblemi, ma nel mio piccolocerco di dare il mio contri-buto per quanto riguardal'energia”.

A.T.

“Credo che sarà la mente delle bellezze, intese

come noi donne, a salvare il mondo”

Marina Faiella

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Scandali alimentari e cibi al velenoÈ importante fare acquisti consapevoli senza cedere alle lusinghe degli spot

Brunella Mercadante

Tracce di carne di cavallo nellepolpette di manzo e batterinelle torte al cioccolato diIKEA, scatole di fagiolini con-taminate da topi al Carrefour,insalata italiana con topicidatrovata in Germania. Ma cosamangiamo? Certo la fiducia deiconsumatori negli ultimi tempiè stata messa a dura prova. Maal di là degli scandali alimen-tari degli ultimi giorni non sipuò non constatare che il no-stro cibo quotidiano è pieno diadditivi, farmaci pesticidi, im-purità e anomalie biologiche.Secondo gli esperti tutto ciò èinevitabile se vogliamo mante-nere le nostre abitudini ali-mentari e un elevato tenore divita: la grande disponibilità dicarni e verdure tutto l’annonon può fare a meno delle tec-niche di allevamento ed agri-coltura intensiva. Ma a qualeprezzo? Ogni anno pare che as-sieme al “normale” cibo man-diamo giù più di 12 Kg disostanze chimiche. Se anchenon fossero tossiche, e a volte losono, si tratta comunque di so-stanze innaturali, che costrin-gono fegato e reni ad unsuperlavoro per eliminarle. Chigarantisce, poi, la loro inno-cuità? Il Ministero della Salute,invero, fornisce le liste degli ad-ditivi consentiti e sicuri, equindi dovremmo stare tran-quilli; però da trenta anni que-ste liste vengono aggiornate,cancellando ogni volta una opiù sostanze precedentementedichiarate sicure. Quindi chipuò escludere che in futuro lenuove scoperte non rivelino ri-schi oggi ancora ignoti? In-tanto sappiamo che moltiadditivi non sono in sé diretta-mente dannosi, ma lo diven-tano interagendo con altre frale centinaia di migliaia di so-stanze presenti nell’organismo,moltissime delle quali sono an-cora poco o per nulla cono-sciute. L’agricoltura intensivaè senz’altro la maggiore re-sponsabile dell’avvelenamentocollettivo: si usano quantitàterrificanti di pesticidi, anti-crittogamici, concimi sintetici,diserbanti e altro. In Italiasono attualmente in commercio35 tipi di pesticidi che secondol’EPA -l’Agenzia americana perla Protezione dell’Ambiente-sono considerati cancerogeni,eppure da noi sono vendutitranquillamente. Inoltre ben36 principi attivi presenti nei

pesticidi consentiti da giardinosono pericolosi per l’uomo e pergli animali, compresi pesci, uc-celli, insetti, batteri del suoloecc. Il grosso pericolo è peraltrol’accumulo: molti veleni sonodilavati dall’acqua e finiscononelle falde acquifere, i velenidall’acqua ritornano allepiante, poi negli erbivori e poinegli animali superiori e intutta la catena alimentare.Proprio poi per coloro che vor-remmo più protetti, i bambini,i rischi sono più alti, a causadei residui di fitofarmaci e ni-trati che rimangono negli ali-menti, infatti i bambiniassumono una quantità mag-giore di calorie per peso corpo-reo e il rischio di accumulo dicontaminati tossici è piùgrande. Eppure esistono addi-tivi naturali innocui comel’E140- la clorofilla-, l’E160-l’estratto di paprika- o l’E162-l’estratto di barbabietola- etanti altre possibilità, ma pur-troppo costano di più rispetto aquelle economiche di sintesi.Non dimentichiamo poi gli an-tibiotici. Ogni anno nell’Unioneeuropea vengono usate 5.000tonnellate di antibiotici nellazootecnia, quasi mai sommini-strati ad animali malati, bensìcostantemente mescolati almangime degli animali sani,per prevenire infezioni causatedallo stress. Tutti gli animalida allevamento intensivo,pesci, polli, conigli, pecore, ma-iali, mucche ecc. hanno in ef-fetti un sistema immunitariofortemente depresso a causadelle orrende condizioni di vita:spazio poco o nullo, luce conti-nua, alimentazione forzata emaltrattamenti vari derivantidalla meccanizzazione. Le po-vere bestie si ammalerebbero

di continuo se non venisserorimpinzate di antibiotici. Tra-lasciando le ovvie considera-zioni etiche sulla leicità di talipratiche, il problema è che fi-niamo inevitabilmente per as-sumere gli antibiotici checontengono, ed ecco che il no-stro sistema immunitario vienead essere alterato dalla co-stante ed ingiustificata pre-senza di piccole quantità diantibiotici nel sangue assimi-late mangiando carne o be-vendo latte. E non è tutto,compaiono, infatti, sempre piùspesso nuovi superbatteri pato-geni, più resistenti adattatisiper selezione naturale alla pre-

senza di antibiotici e divenutiimmuni. Di conseguenza questibatteri per essere sconfitti ne-cessiteranno sempre di nuoviantibiotici o di dosaggi mag-giori in un perverso circolosenza fine, dannoso per tuttitranne che per le industrie chi-mico-farmaceutiche. Un altrogrosso problema sono gli or-moni. A tutti sarà capitato diassistere al deprimente spetta-colo di una bistecca che mentrecuoce in padella, si restringequasi dimezzandosi, è certo chesi tratta di carne gonfiata conormoni della crescita, che pur-troppo finiamo per assimilaremangiandola, non senza conse-guenze. Eppure gli ormoni sonoillegali, ci sono tante leggi etanti provvedimenti a riguardoma anche tante illegalità comemacelli clandestini, veterinaricompiacenti, mercato nero deifarmaci. Le cose invero stannocambiando dopo e grazie allafamigerata BSE- la muccapazza-, al momento una certasicurezza è data solo dalle carniprovenienti da allevamenti bio-logici, perché controllatissimidagli stessi consorzi a cui ade-riscono. Non dimentichiamopoi la frutta e le verdure, masoprattutto i consigli dei nutri-zionisti che accortamente invi-tano a consumare solo frutta everdura di stagione. Giusta-mente perché i prodotti agricoli

fuori stagione sono coltivati inserra: questo vuol dire che lepiante non vedono mai il sole,non sono in un contesto natu-rale, sono trattate per evitaremalattie da sovraffollamento,sono iperconcimate e irroratecon fitormoni per stimolare lacrescita. Inoltre non solo assor-bono molte sostanze estranee,ma sono anche sensibilmentepiù povere di diversi elementi edi ciò possiamo accorgercenedal sapore. Si è calcolato, adesempio, che con l’industrializ-zazione negli ultimi decenni ilcontenuto nutritivo degli ali-menti sia diminuito del 50%,cioè se un arancia contenevaun certo quantitativo di vita-mina C ora ne contiene lametà. Dobbiamo impararequindi a fare acquisti consape-voli, non cedere alle lusinghedella pubblicità, rivedendoanche il nostro gusto estetico incampo alimentare. Infatti piùla frutta e le verdure sono belle,perfette, turgide e lucide piùsono state trattate con prodottichimici. Anche il fatto che du-rino di più deve farci riflettere,bellissimi fuori i frutti talvoltaall’interno iniziano a marcire,tutto il contrario del processonaturale, proprio perché sonostati abbondantemente trattaticon prodotti anticrittogamici,antibatterici, antiparassitariche li sterilizzano.

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Germana Colarusso

Gli idrocarburi policiclici aro-matici (IPA) costituisconouna vasta classe di compostiorganici potenzialmente ge-notossici e cancerogeni perl’uomo. Essi si formano prin-cipalmente nella combustioneo pirolisi incompleta di mate-ria organica e nel corso di variprocessi industriali. Le fontidi esposizione dell’uomo agliIPA sono molteplici: per i nonfumatori la via di esposizioneprincipale è costituita dalconsumo di alimenti, per i fu-matori può risultare significa-tiva l’assunzione dovuta alfumo. La contaminazione ali-mentare da IPA può avereuna duplice origine: ambien-tale e da tecnologia di produ-zione. Negli alimenti nonsottoposti a trasformazione,la presenza degli IPA è essen-zialmente dovuta a contami-nazione ambientale qualideposizione di materiale par-ticolato atmosferico, assorbi-mento da suolo o acque dimare o fiume contaminate.Sorgenti comuni di IPA neglialimenti trasformati o lavo-rati sono invece i trattamentitermici (cottura alla griglia eal forno e frittura) e alcuniprocessi di lavorazione qualil’affumicatura. Vi sono consi-derevoli variazioni nel conte-nuto di IPA negli alimentiaffumicati, anche nell’ambitodello stesso tipo di alimentoin relazione alla temperaturadi produzione del fumo, altipo di generatore, al tempo diaffumicatura, al tipo e lo smi-nuzzamento del materiale le-gnoso che dà origine al fumoed al contenuto di grassonell’alimento. In generale,più alta è la temperatura,maggiori quantità di IPA siformano. Quantità considere-voli di IPA sono state riscon-trate nella carne affumicatacon metodi casalinghi e nelformaggio affumicato. Le tec-niche di affumicatura tradi-

zionali, nelle quali il fumoprodotto dalla combustioneincompleta del legno arriva adiretto contatto con il pro-dotto, possono portare adun’elevata contaminazione daIPA. Per questo motivo, vieneoggi usato come alternativacommerciale l’affumicaturatramite aromatizzante(il“fumo liquido”), oppure l’af-fumicatura indiretta ossiatramite un generatore difumo esterno che opera auto-maticamente in condizionicontrollate. Nella carne e neiprodotti carnei, così come peri prodotti della pesca,la quan-tità di IPA formata durantela cottura dipende fortementedai metodi e dalle condizionidi cottura. In particolare, laformazione di IPA durante lacottura alla griglia su “carbo-nella” dipende dal contenutoin grasso della carne, daltempo di cottura e dalla tem-peratura. La formazione puòessere dovuta a varie cause:la combustione incompletadel carbone, la trasforma-zione di alcuni componentidell’alimento quali trigliceridie colesterolo, oppure (ed è lacausa più frequente degli altilivelli di IPA) il grasso fuso

della carne. Durante la gri-gliatura su carbone ad altetemperature, infatti, le goccedi grasso colano sul carbonerovente dando luogo a rea-zioni di pirolisi, con produ-zione di IPA che volatilizzanoe si depositano sulla superfi-cie della carne. La formazionedi IPA può essere minimiz-zata con alcuni accorgimenti:evitare il contatto direttodell’alimento con la fiamma,cucinare la carne a tempera-ture più basse per periodi piùlunghi, usare carne a bassocontenuto di grasso. Attual-mente è previsto in Italia uncontrollo continuo degli ali-menti per valutare il rispettodei limiti di IPA stabiliti dallanormativa comunitaria vi-gente.

Salvatore Allinoro

È l’alimento per eccellenza da trentamilaanni. Va consumato fresco. Ci si abitua gra-dualmente, bevendone piccole quantità peraiutare il nostro organismo ad integrare ledecine di batteri che gli danno sapore e dige-ribilità. Sgorga dalle mammelle sfiorando i37 °C, l’aroma dei vapori libera i profumi diun bouquet. Il sapore intenso invita a sorseg-giare con lentezza. Nel latte crudo possiamoindividuare toni e fragranze mai uguali,nella fattoria biologica la dieta di vacche,capre e pecore cambia con le stagioni e seguei picchi vegetativi determinati dal sole. Lemolecole odorose dei fiori hanno la forma dianelli intrecciati, sono il linguaggio chimicousato dalle piante per comunicare agli ani-mali che sono fertili. Passano inalterate at-traverso il rumine ed i tre stomaci dei bovidi,raggiungono le ghiandole mammarie dopoaver attraversato il circolo ematico ma nonresistono alla sterilizzazione. I batteri buoniche crescono nel latte, tecnicamente definitiprobiotici, vivono in simbiosi con l’uomo econtengono enzimi molto sensibili alle altetemperature. La lattoferrina lega il ferro e losottrae ai microorganismi patogeni, il sol-lievo che proviamo quando beviamo lattecaldo per far passare il mal di gola è legato

alla sua azione ed alla patina di grasso chericostituisce le pareti cellulari danneggiatedallo strofinio dei tessuti infiammati. La lat-toperossidasi annulla il potere distruttivodei radicali liberi, assorbe gli elettroni spa-iati che schizzano impazziti tra le molecoleorganiche facendoci invecchiare o ammalare.La pastorizzazione ne distrugge una frazionerilevante, le alte temperature tipiche dellatte UHT lasciano solo tracce delle molecolepiù benefiche del latte. La microfiltrazioneforza il latte attraverso un reticolo di metallomolto fitto nel quale i fili sono lontani ap-pena un millesimo di millimetro l’uno dall’al-tro. Nell’urto i batteri buoni vengonodanneggiati insieme al loro pool enzimatico.Nella medicina popolare il latte crudo erausato come antiinfiammatorio, antibiotico ericostituente. Il latte crudo è il primo alimento assunto datutti i mammiferi dopo la nascita, contieneuna copia del sistema immunitario dellamadre che si trasferisce al figlio mediante lasuzione ma per legge non può essere vendutodirettamente al pubblico. Il rischio di epide-mie è elevato nonostante i controlli mensilia cui sono sottoposti tutti gli animali chedanno latte. Possiamo farcene regalare qual-che litro dopo aver stretto un rapporto di fi-ducia con gli allevatori.

Costituiscono una vasta classe di composti organici potenzialmente genotossici e cancerogeni per l’uomo

Gli idrocarburi policiclici aromatici

Quantità considerevoli di IPA sono state riscontrate nella carne e nei formaggi affumicati

È buonissimo e fa molto bene alla salute

I benefici del latte crudo

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Tra il 1503 e il 1707 i viceréfurono oltre 50: alcuni odiatidal popolo (per le tasse troppopesanti), altri dai nobili chespesso costringevano lo stessore a sostituirli. Si trattava, co-munque, di funzionari nomi-nati dalla Spagna e inapoletani continuavano asentirsi legati solo e sempre alre, anche se lontano. Conser-varono, per questo motivo,tutte le loro istituzioni prece-denti: i Sedili, la Camera dellaSommaria (per le materie eco-nomiche e finanziarie), laGran Corte della Vicaria (perla giustizia). La popolazione, del resto, con-tinuava a dividersi in “no-biltà” (proprietari chevivevano di rendita) e “popolo”(dai piccoli proprietari ai com-mercianti, dai professionistiagli artigiani, dagli operai finoai nullatenenti). Nel 1532 arrivò a Napoli il vi-ceré più importante: Pedro Al-varez de Toledo. Don Pedro sidiede subito da fare e neglianni del suo vicereame, fino al1553, riformò la giustizia, mi-gliorò la situazione economicacon molti provvedimenti con-tro la nobiltà e a favore del po-

polo e riuscì a risolvere moltiproblemi urbanistici dandoalla città un nuovo assetto eun nuovo e positivo impulsoedilizio. Con lui furono pavi-mentate e ordinate le strade,furono ampliate le mura dellacittà, furono restaurati moltipalazzi e si impedirono costru-zioni “abusive” nelle zone piùbelle della città. Fece costruirei “quartieri spagnoli” per for-nire un alloggio a soldati e uf-ficiali spagnoli e quellabellissima strada a lui intito-lata: via Toledo. Nel 1536 lostesso imperatore Carlo V, invisita a Napoli, apprezzò queicambiamenti e il nuovo voltodella città. In quegli anni,lungo tutta la costa del regno,fu costruita anche una lungaserie di fortificazioni contro leincursioni arabe ma, nono-stante questo, nel 1563 i piratiguidati da Uccialì, sbarcarononell’attuale piazza Piedigrottae tentarono addirittura di as-saltare il Palazzo Reale. Tragli altri viceré ci piace ricor-darne uno dei meno famosi, adimostrazione del fatto chenon tutto il periodo del vicere-gno fu un periodo negativo eda dimenticare: don Gasparde Haro e Guzman, marchesedel Carpio, morto il 15 novem-bre del 1687. Fece molte leggi

contro il lusso e gli sprechi econtro gli abusi dei nobili edella delinquenza; numerosifurono anche i suoi provvedi-menti per favorire l’economiae i traffici commerciali proteg-gendo artisti e artigiani locali.Volle farsi seppellire sull’usciodella chiesa del Carmine conil volto rivolto con umiltàverso i piedi di quei napole-tani che aveva tanto amato e

rispettato nella sua vita.Quattro, comunque, sono gliavvenimenti che più deglialtri segnarono la storia dellacittà in questo periodo. Nel1547 la nobiltà e il popolo in-sorsero insieme contro il ten-tativo spagnolo di introdurrel’Inquisizione a Napoli: la rea-zione fu violenta come lo erastata già in precedenza e leautorità preferirono rinun-

ciare all’istituzione del severotribunale cattolico che si eradiffuso in tutta l’Europa. Perquesto motivo Napoli restòforse l’unica città al mondo anon contare vittime degli In-quisitori, nel nome di una li-bertà religiosa e morale anticae radicata. A seguire: l’eru-zione del Vesuvio del 1631, larivoluzione del 1647 e, infine,la peste del 1656.

Il grande legame con i cugini spagnoliDa don Pedro de Toledo a don Gaspar de Haro e Guzman

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Robert Doisneau: il bacio più famoso della storia della fotografiaNon mi sono mai chiesto perché scattassidelle foto. In realtà la mia è una battagliadisperata contro l'idea che siamo tutti desti-nati a scomparire. Sono deciso ad impedireal tempo di scorrere. È pura follia.” R. D.

Amava stare in strada, guardare lagente, stringere le dita sulla sua mac-china fotografica e click! “Impossessarsidei tesori che i suoi contemporanei tra-smettono inconsciamente”. Questo eraRobert Doisneau, un genio. Dal 24 mag-gio, arriva negli Appartamenti Storicidella Reggia di Caserta la grande rasse-gna antologica dedicata al fotografo fran-cese. Duecento scatti realizzati nella cittàdi Parigi tra il 1934 e il 1991. Si tratta per i visitatori di un’emozio-nante “camminata” nei giardini di Parigi,lungo la Senna, per le strade del centro edella periferia, e poi nei bistrot, negli ate-lier di moda e nelle gallerie d’arte dellaVille Lumiere. Qui, con riserbo e delica-

tezza, il fotografo immortalava donne,uomini, bambini, innamorati, animali eil loro modo di vivere la “città senzatempo”. La sua è una Parigi umanista,generosa ma anche nobile, a volte au-stera altre divertente. È nuda ai suoi

occhi. Il lavoro di intimo spettatore delDoisneau appare oggi come un grandis-simo “album di famiglia”, dove ciascunosi riconosce con emozione. La popolaritàdel fotografo francese comincia nel 1974,quando alla Galleria Chateaud’Eau diToulouse espongono i suoi scatti. Infatti,è a partire dagli anni Settanta, che ot-tiene i primi importanti riconoscimenti. Da allora le sue fotografie vengono pub-blicate, riprodotte e vendute in tutto ilmondo. Autore di un grande numero diopere, principalmente su Parigi, Doi-sneau è diventato il più illustre rappre-sentante della fotografia “umanista” inFrancia. “Le Baiser de l’Hôtel de Ville”scattata nel 1950, è la fotografia più fa-mosa dell’artista. I protagonisti sono dueragazzi che si baciano lungo le caotichevie di Parigi: Françoise Bornet, una stu-dentessa di teatro, e il suo ragazzo, Jac-ques Carteaud.

F.L.

Fabiana Liguori

Nel mese di maggio la città diNapoli è per eccellenza lacittà italiana dell’accoglienza,dell’arte e della cultura. Una realtà di incommensura-bile bellezza, dove cortili, pa-lazzi, chiostri e sagratidiventano palcoscenico di unaserie di performance ed eventidi grande impatto emozio-nale: il “Maggio dei Monu-menti” rappresenta l’occasioneperfetta per addentrarsi nelleviscere di Partenope, dovetutto è accaduto, dove tuttopuò accadere... Quest’anno sono oltre 200 isiti aperti ai visitatori. Il pro-gramma 2013, realizzato incollaborazione con associa-zioni e privati, prevede unalunga serie di appuntamentifino al 2 giugno. Due i percorsi speciali di que-sta edizione: il primo dedicatoa Giovanni Boccaccio, di cuiricorre il settecentenario. At-traverso una serie di incontridi reading, infatti, sarà “rac-contata” l’opera e la vita delloscrittore, con particolare ri-guardo al forte legame che louniva alla città partenopea. Ilsecondo, in collaborazione conla Rai, dedicato alla canzonee alla musica napoletana.Tra i tanti luoghi aperti alpubblico: Castel Capuano, ilChiostro di Santa Maria delCarmine Maggiore, il com-plesso monumentale dei Giro-lamini, i chiostri delconservatorio di San Pietro a

Majella, il cortile reale dellacasa Santa dell’Annunziata, ilCimitero delle Fontanelle, ilSagrato del Santuario diSanta Maria della Francescadelle Cinque Piaghe e il Con-vento dei Passionisti. Da nonperdere la visita guidata nar-rata a cura dell’associazioneViviquartiere: “Vergini & Sa-nità”, uno straordinario viag-gio nel tempo alla scopertadel Borgo dei Vergini, dellaSanità e delle prelibatezze ga-stronomiche del luogo. Il reli-gioso silenzio dei conventi edil fascino dei sotterranei, labellezza di Palazzo dello Spa-gnolo e Palazzo Sanfelice,l’imponenza ed il simbolismodella basilica di Santa Mariadella Sanità lasciano estasiatii visitatori. I ragazzi dell’asso-ciazione culturale Nartea, in-

vece, sono i pionieri di un’ap-passionante visita teatraliz-zata intitolata: "Le arti e itesori di Napoli nella Storia”.L’itinerario, proposto in colla-borazione con il ConsorzioAntiche Botteghe Tessili e ilConsorzio Antico Borgo Ore-fici, porta i visitatori alla sco-perta del Borgo degli Oreficiricreando l’atmosfera dellebotteghe della Napoli mer-cantile ed artigianale di untempo, centro del commerciomediterraneo e punto d’incon-tro e di scambio di diverse cul-ture. Non mancano poi,momenti di confluenza tra lamusica e i luoghi d’arte: mol-tissimi i concerti in cartellonea San Giovanni Maggiore, alconservatorio San Pietro aMajella e al Teatro Real SanCarlo. Infine, largo spazio ai

ragazzi: grazie all’impegnodella Fondazione “Napoli, No-vantanove” nel corso di tutti iweek-end del mese, gli alunnidegli istituti scolastici chehanno aderito al progetto “Lascuola adotta un monumento”diventano protagonisti. In al-cuni siti monumentali più si-gnificativi della città, tra glialtri le chiese di San Dome-nico Maggiore e dell’Annun-ziata, troverete le giovaniguide ad aspettarvi, per farviconoscere e amare questi in-cantevoli luoghi: "adottare unmonumento non significa soloconoscerlo ma anche pren-derlo sotto tutela spirituale edunque sottrarlo all'oblio e aldegrado, averne cura, tute-larne la conservazione, diffon-derne la conoscenza, promuo-verne la valorizzazione".

Il Cimitero delle Fontanelle

Il “Mercato del Seicento” in via Santa Chiara

Maggio dei Monumenti a Napoli

L’estemporanea di pitturanel Borgo Sant'Eligio e in Piazza Mercato

“Il Cimitero delle Fontanelle è un'an-tica cava di tufo di epoca aragonesesorta nel quartiere Sanità per rica-vare il materiale necessario alla co-struzione delle abitazioni. Il nome

"Fontanelle" deriva dalle abbondantisorgenti che sgorgavano in quellazona della città. Nel Seicento la

cava cominciò ad essere utilizzatacome cimitero per ospitare le per-

sone decedute a causa della peste,soprattutto quella del 1656, a cui fe-cero seguito carestie ed epidemie

che afflissero la città per tutto il XVIIIe parte del XIX secolo”.

Nel centro antico di Napoli è alle-stito dal 23 al 26 maggio un mer-cato napoletano con prodotti locali

enogastronomici ed artigianalid’eccellenza. Tanti gli incontri di

reading e slam poetry, i concerti, leperformance di artisti di strada e le

degustazioni di cibi tipici e vinicampani in programma.

Il 18 maggio è in programma lasettima edizione del “Concorso dipittura Estemporanea” nel BorgoSant’Eligio e in Piazza Mercato.

Artisti e semplici appassionati si ri-verseranno in strada muniti di tele,cavalletti e colori per deliziale con

le loro opere i visitatori. Il cuore di Napoli pulsa d’arte…

Un programma ricco di eventi nei chiostri e sagrati della città

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Paolo Soleri: antesignano dell’architettura ecologicaAntonio Palumbo

Se n’è andato all’età di 93 anni PaoloSoleri, una delle figure più eminentidell’architettura del Novecento e tra irappresentanti più noti della “rivolu-zione ecologica”. L’opera del grandemaestro, sospesa tra l’utopia ambien-tale e la definizione di nuovi e più so-stenibili sistemi di vita per le comunitàumane parte negli anni '40 del “secolobreve”, quando, dopo la laurea al Poli-tecnico di Torino (1946), si trasferiscenegli Stati Uniti: qui svolge per 18mesi un apprendistato a Taliesin Westcon Frank Lloyd Wright, il quale dicedi lui: «Ci sono molte strade verso l’ar-chitettura e Soleri ne potrebbe trovareuna, se è abbastanza paziente».Dopo di ciò Soleri torna per un breveperiodo in Italia, dove realizza unadelle sue opere più note, la Fabbrica diCeramiche Solimene a Vietri sul Mare,in provincia di Salerno. Il richiamo del-

l’America, però, è troppo forte: così, nel1955, Soleri si trasferisce definitiva-mente a Paradise Valley, in Arizona,per concretizzare il suo sogno di realiz-zare una ‘città perfetta’, istituendodapprima la Cosanti Foundation,scuola-cantiere autofinanziata in col-laborazione con l’università; in seguito,nel 1970, grazie all’aiuto della moglieColly e di ben 7000 volontari, realizzala comunità di Arcosanti, prototipo ur-bano pensato per accogliere 5000 per-sone sotto il segno dell’ecologia.A mio parere, la reale portata del-l’opera di Soleri può essere comparatasolo a quella di Le Corbusier, di cui egliriprende gli assunti ecologici più im-portanti: “densificazione urbana”, “tu-tela estesa del territorio non edificato”,“città ad impatto zero”, sono solo alcunidei concetti di Soleri, a suo tempo fret-tolosamente etichettati come ‘utopici’dagli anonimi e (ahinoi) numerosi so-stenitori dell’architettura del cemento

e dell’acciaio e dell’urbanizzazione dif-fusa ma che hanno successivamentepenetrato la coscienza di tante genera-zioni di architetti, per poi fiorire e mol-tiplicarsi nelle principali espressionicontemporanee di progettazione soste-nibile. Non una semplice attività diprogettazione o di mero ripensamento,per dir così, dei sistemi di aggregazioneumana, quella del grande architettoecologista che ci ha lasciati, bensì(molto di più) una lettura attenta e sa-gace, da un punto di vista multidisci-plinare, del mondo che ci circondatrasformata in progetto di evoluzionedel gruppo umano. Tra i grandi pensa-tori di habitat del XX secolo Soleri rap-presenta - in chiave ecologica - il piùconvinto sostenitore del modello me-dioevale della città europea, facendodiscendere da esso il proprio rifiuto diqualsiasi tipo di insediamento mono-funzionale o a carattere estensivo e lasua decisa vocazione per organismi ur-

bani a dimensione definita, complessie miniaturizzati, distribuiti su un ter-ritorio naturale non compromesso marispettato e valorizzato dalla presenzadell’uomo. La concezione ecologista diSoleri - conosciuta con il termine di“arcologia” - così radicalmente antite-tica alla vague funzionalistica dila-gante del suo tempo, tende a realizzareambienti della vita antropica ad imma-gine dell’uomo, in cui possa generarsiuna forma di equilibrio fisico, biologicoe psicologico delle comunità che li abi-tano.Come ci ricorda Jeffrey Cook, profes-sore di architettura alla Arizona StateUniversity: «Paolo faceva parte di ungruppo di utopisti sognatori che ave-vano una agenda ecologica e sociale su-periore. Mentre altri teorizzavano,Soleri se ne andò nel deserto e costruìla propria visione con le sue stessemani. Per questo divenne un eroe dellacontrocultura».

Da oggi il biocemento fioriràTutti conosciamo una bellis-sima canzone di Fabrizio DeAndrè che recita “dai dia-manti non nasce niente, dalletame nascono i fior”. E faproprio al caso nostro se al le-tame sostituiamo la parola“cemento”. Ebbene sì, non èuno scherzo, ma pura realtà:dal cemento davvero può na-scere verde, tanto da coloraredi svariate sfumature le fac-ciate degli edifici grazie allapresenza di microrganismipigmentati che nascono e cre-scono sulle pareti. Ci troviamodi fronte a una patina di pit-tura vivente in cui la natura el’architettura si fondono in-sieme, creando un binomioperfetto. E tutto ciò diventarealtà grazie allo studio dei ri-

cercatori dell’Università Poli-tecnica della Catalogna–Bar-celona Tech, che hannoabbattuto uno dei tabù dellasostenibilità, cioè rendere bio-logico il cemento. Questo

nuovo magico materiale, pro-gettato per climi mediterra-nei, supporta la naturalecrescita di alcune famiglie dimicroalghe, funghi, licheni emuschi. Per favorire l’attec-

chimento di queste forme divita è necessario che il pH delcemento sia più acido rispettoai tradizionali livelli. Gli stu-diosi hanno, così, deciso diconcentrare la loro attenzionesu di un calcestruzzo realiz-zato con cemento contenentefosfato di magnesio, un con-glomerato idraulico che nonrichiede alcun trattamentoper la riduzione del pH, per-ché è già leggermente acido.Già usato per le riparazionidegli edifici e come bioce-mento in medicina e odontoia-tria, la sua funzione disupporto per la crescita di or-ganismi è del tutto nuova.Una vera e propria rivolu-zione, che da un punto di vistaambientale permetterà di as-

sorbire e ridurre la CO2, gra-zie al suo rivestimento biolo-gico, e al tempo stesso dicatturare le radiazioni solari edi regolare in maniera natu-rale la temperatura internadegli edifici. L'obiettivo dellaricerca è accelerare il naturaleprocesso di colonizzazione perfar sì che la superficie diventigradevole esteticamente inmeno di un anno. Inoltre, gliesperti mirano alla creazionedi facciate mutevoli, in gradodi evolversi con il passare deltempo cambiando colore inbase al periodo dell'anno e allefamiglie di microrganismi pre-dominanti. Un nuovo modo dicostruire e di creare, onlygreen.

A.P.

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Cristina Abbrunzo

Nuova tendenza, che si vasempre più diffondendo, èquella di realizzare dei super-market che siano dei veri epropri “green building”, quasiautonomi nella produzione dienergia e costruiti secondo uncorretto utilizzo delle risorseambientali. Le grandi catenedella distribuzione sono sem-pre più interessate alla soste-

nibilità dei propri puntivendita e lo dimostrano pro-gettando e edificando nuovi“store” realizzati secondo iprincipi dell’eco-architettura edell’attenzione al risparmioenergetico. Questo genere disupermercati ha incontratoun grande favore sia in Eu-ropa che negli Stati Uniti,rappresentando un vero puntodi riferimento per chi intendecontribuire al rispetto dell’am-biente nell’ambito della vitaquotidiana attraverso piccolicomportamenti ecocompati-bili. Il supermercato più soste-nibile al mondo è consideratoquello aperto dalla catenaamericana Whole Foods a De-dham in Massachusetts, siaper caratteristiche dell’edifi-cio, che per le modalità disvolgimento di ogni attività, lascelta dei prodotti, e per laformazione dei dipendenti.Tutte le strutture in acciaio

della costruzione sono realiz-zate in materiale riciclato al100%. Il negozio è in grado diprodurre da solo il 90% circadel proprio fabbisogno di ener-gia elettrica ed il 100% del-l’energia necessaria per ilriscaldamento dell’acqua. E’inoltre in grado di ridurre,riutilizzare o compostarel’80% circa dei rifiuti comples-sivamente prodotti. E nonmancano, infine, iniziative “in

store” volte a sensibilizzare iclienti verso uno stile di vitapiù sostenibile. Ma anche lecatene europee fanno la loroparte. E’ stato infatti inaugu-rato a Sheffield in Inghilterrail “greenest ever store” diMarks&Spencer a marchioSimply Food. Anche in questocaso i criteri di sostenibilitàinteressano sia la costruzioneche il funzionamento dell’edi-ficio che è considerato il più“green” della Gran Bretagna easpira entro il 2015 a divenireil distributore più ecologico almondo. I materiali usati per lasua costruzione sono per lamaggior parte di recupero.L’edificio è inoltre dotato disoluzioni eco-friendly il rispar-mio dell’acqua, per il riscalda-mento e l’illuminazione.Ad esempio il calore dispersodagli impianti di refrigera-zione, verrà utilizzato per il ri-scaldamento dell’edificio. Già

da sola questa innovazioneconsentirà di ridurre del 23%le emissioni di CO2 dell’edifi-cio rispetto a qualsiasi nego-zio delle stesse dimensioni.Arriviamo infine al nostro BelPaese, dove la cultura nonchétendenza del “green super-market” si sta facendo semprepiù strada. Il primo supermer-cato ecologico d'Italia è dellacatena Simply Sma ed è statoinaugurato a Botticino (Bs)

qualche anno fa: carrelli otte-nuti da 4500 tappi di bottigliericiclate o cestini per la spesaricavati da 1500 tappi dellebottiglie, banchi e piastrelle inmateriale riciclato, buste bio-degradabili o in stoffa o in car-tone, impianto fotovoltaico perun consumo energetico pulitoed impianti per la raccolta e losfruttamento dell'acqua pio-vana. A tutto ciò si aggiunge un'of-ferta completa di prodotti akm 0, biologici, equosolidali esfusi (senza imballaggio).I supermercati nell’immagi-nario rappresentano i templidel consumo, le chiese dellareligione dello spreco e dellasuper produzione, ma con unavisione meno integralista econ l’impegno di chi vuoledare una mano all’ambiente,si può vedere del buono e delverde anche tra gli scaffalidella Grande Distribuzione.

Supermercati ad alta sostenibilità

E qualche volta succede. Succede che lo spirito di so-lidarietà e il rispetto per il valore della dignitàumana trionfino su una cieca e individuale guerraper la sopravvivenza.Le paure del nuovo millennio si chiamano fare laspesa tutti i giorni e riuscire ad arrivare alla fine delmese. L’umiliazione di offrire un piatto vuoto ai figlidi ritorno da scuola è il colpo più duro per i nuovi po-veri d’Italia, quasi 4 milioni nel 2013.Ma la crisi si vince con il coraggio delle idee. E degnadi merito è l’iniziativa nata a Modena dalla collabo-razione tra l’Associazione Servizi Volontariato, i Ser-vizi Sociali del Comune e oltre 30 partnerappartenenti al mondo dell’associazionismo e dell’in-dustria.Si tratta del primo Emporio Sociale, un luogo di rac-colta e distribuzione di beni di primaria necessita’,non soltanto alimentari, pensato per sostenere tutticoloro che si trovano in condizioni di difficoltà.Portobello, questo il nome scelto per lo store, sarà in

apparenza un nor-male supermercato:generi alimentari,prodotti per la casa el’igiene. Ma i clientiriceveranno una tes-sera a punti che racco-glieranno svolgendoservizi di volontariatoall’interno del marketstesso: tra gli scaffali,in magazzino, allacassa. La spesa saràper così dire gratis per

un anno, ma non ci sarà nessuna elemosina o carità:i punti si “pagheranno” offrendo in cambio il propriolavoro almeno una volta alla settimana.I nuclei familiari a cui si darà un aiuto sono circa450 e sono stati scelti, con l'ausilio dei servizi sociali,in base alle dichiarazioni del reddito ISEE tra quellefamiglie molto numerose, o che hanno perso improv-visamente il lavoro e vivono in condizioni di disagio:persone vulnerabili, insomma, che si trovano in im-barazzo anche a chiedere aiuto. La partecipazione di ogni famiglia al progetto du-rerà due anni e, se durante il biennio le condizionieconomiche dovessero migliorare, il beneficio saràceduto ad un'altra famiglia.L’Emporio Portobello sarà inaugurato a giugno e giàda tutta Italia le associazioni stanno guardando coninteresse all’iniziativa. Chissà che non si riesca, diaprire queste “botteghe di dignità” in tutto il nostrobisognoso Paese.

C.A.

La crisi si vince con il coraggio delle ideeA Modena il primo Emporio Solidale

Il circolo virtuoso degli store ecologici a 360 °

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Marco AlfanoEleonora Ferrara

La categoria dei diritti quesiticomprende quei diritti che,una volta entrati nella sferagiuridica di un soggetto, sonoimmutabili, e restano tali,anche rispetto ad eventualicambiamenti dell’ordina-mento. Difatti anche se si do-vesse verificare, in unmomento successivo, l’emana-zione di una legge che rego-lasse diversamente lamateria, oggetto dei diritti ac-quisiti, questi ultimi restereb-bero in ogni caso intangibili.L’art. 11, 1° comma delle di-sposizioni preliminari al co-dice civile soccorre in talsenso, stabilendo il principiogenerale dell’irretroattivitàdelle leggi, in base al quale lalegge non dispone che perl’avvenire e quindi non ha ef-fetto retroattivo. Con l’en-trata in vigore dellaCostituzione, nel 1948, taleprincipio assume valore diprecetto costituzionale, vinco-lante per le leggi penali, alquale espressamente si riferi-sce l’art. 25, 2° comma.Relativamente al diritto pri-vato, invece, l’irretroattivitàdella legge non è assoluta, maammette delle deroghe. Lalegge civile, infatti, è irretro-attiva, sempre che non vi siauna previsione contraria dellegislatore, esplicita o impli-cita. La volontà del legisla-tore, in ogni caso, può essere

sottoposta al controllo dellaCorte Costituzionale, atto agarantire il rispetto del prin-cipio costituzionale dell’ugua-glianza. Possono verificarsidei problemi per la disciplinadei rapporti giuridici ancorapendenti, sorti cioè sotto il vi-gore della vecchia normativae non ancora conclusi al so-pravvenire della nuova.Questi rapporti possono es-

sere risolti grazie all’inter-vento del legislatore, me-diante il diritto transitoriooppure, nel caso in cui talinorme mancassero, mediantel’individuazione di un criteriogenerale, atto a consentire larisoluzione di eventuali pro-blemi, sorti in seguito allasuccessione delle leggi neltempo e, di conseguenza, conl’individuazione della legge daapplicare al caso concreto.In base alla teoria dei dirittiquesiti, la nuova norma nonpuò privare un soggetto deidiritti già acquisiti in basealla normativa precedente, iquali diventano, pertanto, in-tangibili. La teoria di questidiritti sacrosanti, tanto sban-dierata dall’Illuminismo, cheaffonda, invece, le sue radicinel medioevo , nel corso deisecoli, è stata più volte riela-borata. E’ importante osser-vare che l’indeterminatezzadella definizione di dirittoquesito portò nel tempo, al-l’affermazione della teoria delfatto compiuto, per la quale lenuove norme non estendonola loro efficacia ai fatti com-piuti sotto il vigore della leggeprecedente, anche se ne sianopendenti gli effetti. Inoltre, una nuova legge nonpuò applicarsi a rapporti giu-ridici che abbiano esaurito, almomento della sua entrata invigore, i loro effetti in conse-

guenza di una sentenza pas-sata in giudicato. In materiaprevidenziale, poi, la CorteCostituzionale con la sen-tenza n. 390 del 26/07/1995,ha stabilito che il diritto que-sito pensionistico va valutatocon riferimento alla norma-tiva vigente al momento delperfezionamento del dirittoalla pensione. E’ senz’altroinevitabile, che il continuosusseguirsi di normative ge-neri un po’ di confusione,come si è verificato con l’en-trata in vigore del decretoBrunetta. Il decreto legisla-tivo n.150/2009 ha introdotto,infatti, alcune norme chehanno generato, in materia diprogressioni orizzontali e ver-ticali dei dipendenti pubblici,non poche incertezze.In tema di Autonomie locali,le progressioni orizzontalisono state introdotte con ilCCNL 31/03/1999 che ha de-terminato il nuovo ordina-mento professionale deidipendenti, sostituendo allequalifiche funzionali, le quat-tro categorie A, B, C, D. Nello stesso CCNL è conte-nuta una tabella di riparame-trazione tra qualifiche ecategorie che fa comprendereil meccanismo adottato per ilpassaggio dalle une alle altre.Con l’emanazione del decretoBrunetta, si è avuta una in-versione di tendenza, che ri-

sulta lampante dalla letturadegli artt, 19 e 23. L’art. 19che riguarda le tre fasce di di-pendenti alle quali attribuireo meno il salario accessorio el’art. 23, che risulta essere ilpiù difficile da comprendere,dato che parla di progressionieconomiche distinte dalle pro-gressioni di carriera di cuiall’art. 24. Emerge la differen-ziazione, nel decreto Bru-netta, fra progressioniorizzontali – che sono econo-miche – e verticali – che ri-guardano la carriera, senzaconsiderare che tanto leprime, quanto le secondefanno riferimento all’art. 52 c.1bis del d. lgs. n. 165/2001 –T.U. del pubblico impiego -così come modificato dall’art.62 del suddetto decreto, per ilquale i dipendenti pubblicisono suddivisi in tre aree fun-zionali e che le progressioniall’interno dell’area avven-gono mediante l’attribuzionedi fasce di merito ed altri cri-teri, mentre le progressionitra aree diverse avvengonoper concorso pubblico con pos-sibilità di riserva del 50% agliinterni. I problemi sorgononel momento in cui talenorma si applica alle autono-mie locali, poiché non è benchiaro cosa si intenda perarea e se questo concetto siaassimilabile a quello di cate-goria. Relativamente alle pro-gressioni verticali, ha trovatoapplicazione la normativacontrattuale, di cui all’art. 4del CCNL 31/03/1999, in cuisi afferma che gli enti discipli-nano, con propri ordinamenti,le procedure per il passaggiodei dipendenti alla categoriasuperiore. Il decreto Brunettaha introdotto l’art.24 progres-sioni di carriera, in cui si mo-difica la suddetta normativacontrattuale. Al riguardo ilTribunale del Lavoro di Trie-ste ha affermato, nella pro-pria sentenza, che le normedel decreto che riguardano lacontrattazione nazionale tro-vano applicazione solo in rife-rimento ai contratti nazionalistipulati dopo l’entrata in vi-gore della riforma, con la con-seguente salvezza degli effettidei contratti integrativi giàstipulati, che saranno cadu-cati non già per contrasto conle norme del decreto Bru-netta, bensì per il sopravvi-vere della disciplina di fontecollettiva successiva, realiz-zata nel contesto della nuovadisciplina legislativa.

L’immutabilità dei diritti acquisitiLLAVORO E PREVIDENZA

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Andrea Tafuro

E se provassi a parlare dellafesta della mamma e della fa-miglia? E’ il mese di maggio,mese mariano per eccellenza,pensiamo al cammino chefanno le donne. Don ToninoBello, ha scritto una meravi-gliosa poesia su quest’aspettodella femminilità: “Se i perso-naggi del vangelo avesseroavuto una specie di contachi-lometri incorporato, penso chela classifica dei più infatica-bili camminatori l'avrebbevinta Maria. Gesù a parte,naturalmente. Siccome alloraGesù è fuori concorso, a ca-peggiare la graduatoria è lei:Maria. La troviamo semprein cammino, da un punto al-l'altro della Palestina, conuno sconfinamento anche al-l'estero...Sempre in cam-mino…Santa Maria, donnadella strada, come vorremmosomigliarti nelle nostre corsetrafelate, ma non abbiamotraguardi. Siamo pellegrinicome te, ma senza santuariverso cui andare. Cammi-niamo sull'asfalto, e il bitumecancella le nostre orme. For-zati del camminare, ci mancanella bisaccia di viandanti lacartina stradale che dia sensoal nostro itinerare. E con tuttii raccordi anulari che ab-biamo a disposizione, la no-stra vita non si raccorda con

nessun svincolo costruttivo, leruote girano a vuoto suglianelli dell'assurdo, e ci ritro-viamo inesorabilmente a con-templare gli stessi panorami.Santa Maria, donna dellastrada, fa' che i nostri sentierisiano, come lo furono i tuoi,strumenti di comunicazionecon la gente e non nastri iso-lanti entro cui assicuriamo lanostra aristocratica solitu-dine. Liberaci dall'ansiadella metropoli e donaci l'im-pazienza di Dio. L'impa-zienza di Dio ci fa allungareil passo per raggiungere icompagni di strada. L'ansiadella metropoli, invece, cirende specialisti del sorpasso.Ci fa guadagnare tempo, maci fa perdere il fratello checammina accanto a noi.Santa Maria, donna dellastrada, segno di sicura spe-ranza e di consolazione per ilperegrinante popolo di Dio,facci capire come, più chesulle mappe della geografia,dobbiamo cercare sulle tavoledella storia le carovaniere deinostri pellegrinaggi…Pren-dici per mano e facci scorgerela presenza di Dio sotto il filodei giorni, negli accadimentidel tempo, nel volgere dellestagioni umane, nei tramontidelle onnipotenze terrene, neicrepuscoli mattinali di popolinuovi, nelle attese di solida-rietà che si colgono nell'aria.

Verso questi santuari dirigi inostri passi. Per scorgere sullesabbie dell'effimero le ormedell'eterno. Restituisci saporidi ricerca interiore alla nostrainquietudine di turisti senzameta. Se ci vedi allo sbando,sul ciglio della strada, fer-mati, Samaritana dolcis-sima, per versare sulle nostreferite l'olio della consolazionee il vino della speranza. E poirimettici in carreggiata…”Sono quel che sono e lo devoprincipalmente al complessodi elementi in cui sono cre-sciuto. Se ho imparato la lin-gua che parlo...a smozzico, sesono, più o meno, apparte-nente a un credo religioso, seho fatto affascinanti espe-rienze nell’infanzia. Se hocamminato assieme alla me-ravigliosa Roberta, alla stu-penda Iolanda e all’amataMaria, è grazie alla famigliain cui mi sono trovato a vi-vere. Un sinonimo di questoconcetto è radice. Si le radici

che abbiamo hanno contrad-distinto ciò che, nel bene e nelmale, siamo oggi.Ma sono e restano inviolabili! Questa canzone, le parole delDon, mi ringalluzziscono. Sicredo nei sogni, perché in essiintravedo una realtà a talpunto perfetta da attrarretutte le mie energie perché sipossa concretizzare. Credonei desideri, perché celanobisogni che comprendo mache non riesco ad appagare.Sono un visionario perchè, loso, alcuni rimarranno sempree solo tali: quelli sono i piùgracili. Uno su tutti quello diuna fraternità da riunire,blandendo la morte. Curoquesto sogno con affetto par-ticolare perché negli anni misono accorto di quanto siastato importante e per me vi-tale aver vissuto la mia fra-ternità, per ricaricarmi, percondividere, per confrontare econsegnare i miei bagagli. Ela cosa che più mi intenerisce

e mi affascina di questo sognoè la possibilità di dar vita atutto ciò grazie all’amore didue persone… Madonna Po-vertà e Francesco. Nella no-stra liquidità sociale si sa…non ci sono più certezze: le fa-miglie sono in crisi, lo sposa-lizio non è più realistico evogliamo parlare della mono-gamia? Chi è che non si di-letta a discettare su questi edaltri luoghi comuni! Io hopassato un’infanzia felice espensierata, coccolato damamma e papà. Certo papànon c’era mai, ma con chegioia ricordo Padre Diego, checon la sua Fiat Topolino ciscorazzava in giro. Non stopiangendomi addosso! La vita è continuata non sonomica stato lasciato solo. Il de-siderio di cercare qualcosache riempisse di senso la miaesistenza mi ha fatto ungiorno incontrare altri omi-nidi/sognatori. Finalmente hoconosciuto una donna chenon mi deluderà mai! Ho ca-pito che tutto serve, che è unAmore più grande che ci facrescere e ed è bello dirlo aglialtri. Ho conosciuto Roberta,Iolanda e ho camminato conloro. La famiglia che è venutafuori da me non è uscita colbuco. Non perché io sia piùbravo di Giovanni e Angela,miei genitori, ma solo perchého capito che da solo nonvado da nessuna parte!

IIO SONO

Le sette e già mi alzo, poi mi preparo il pranzo perchè non mangio a casa mai ed anche il mio ragazzo

si sbatte come un pazzo mi dice stai tranquilla e vaiperchè talvolta cedo e a volte non ci credo,

mi sembra tutto una bugia ma credo in certi sogni che sono dei bisogni e riempiono la vita mia.

E quando si organizza la serata tra un bicchiere e una risata fatta in compagnia mi rendo conto

che mi serve poco, che tutta questa vita è un grande gioco Io sono una donna che crede all’amore che vuole il suo uomo soltanto per sè voglio

essere mamma perchè la mia mamma è la cosa più bella che c’è mi piace il natale,

domenica al mare, poi alzarsi da tavola verso le tre perchè la famiglia a me

mi meraviglia, mi piglia, vorrei farne una da me.

La mia generazione se aspetta la pensione può darsi non arrivi mai col mutuo resti sotto allora c’è l’affitto

per una vita pagherai ma non mi piango addosso e accetto il compromesso,

mi godo quel che ho perchè la vita è un dono ed io credo nel buono di quel che ho fatto e che farò.

E quindi amici non si può mollare, io continuerò a sognare una casa che abbia un balconcino con le piante e un angolo cottura bello grande.

Arisa

ROBERTA IOLANDA MARIA IN CAMMINO SENZA CONTACHILOMETRI

Partecipa al dibattito inviandoun commento all’indirizzo:

[email protected]

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09.05.2013 Napoli, Maggio dei Monumenti 2013

“Tra Marte e l’Africa, c’è Napoli”

“Napoli è il mistero della vita, bene e male si confondono, comunque…pulsa”, Lucio Dalla

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