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P PRIMO PIANO Nuova legge regionale sul servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati Morlando a pag.2 Frane e rischio in Costa d’Amalfi e Cilento Dopo le ultime piogge la si- tuazione sembra stia degene- rando; per arginare il fenomeno franoso e mettere in sicurezza le strade provin- ciali di Costa d’Amalfi e Ci- lento maggiormente sensibili al rischio idrogeologico, la giunta regionale della Cam- pania ha stanziato circa 28 milioni di euro. Martelli a pag.4 Prosegue l'azione del Com- missario straordinario del- l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'ambiente in Campania (ARPAC) Dr. Pie- tro Vasaturo, nell'attività continua e costante di moni- toraggio e controllo del terri- torio della Campania. a pag.6 Simboli e sostenibilità nel progetto di paesaggio Palumbo a pag.15 Il decreto “Terra dei fuochi” passa l’esame del Parlamento Terra dei fuochi: ultimi interventi dell’Agenzia La legge sulle emergenze ambientali I media l'hanno ribattezzata “Legge sulla terra dei fuochi”. In realtà, però, il decreto sulle emergenze ambientali, da pochi giorni convertito in legge, è un complesso dispositivo che non riguarda solo la Campania e che fornisce nuovi strumenti per migliorare la qualità del territorio e la sicurezza dei pro- dotti agroalimentari. Uno di questi strumenti, senza dub- bio, è il reato di combustione il- lecita di rifiuti, che questo decreto ha introdotto nel nostro ordinamento e che comporta sanzioni penali non trascura- bili. La norma punisce chiun- que fuoco a rifiuti abbandonati o depositati in maniera incontrollata. Le pene si inaspriscono se si tratta di ri- fiuti pericolosi oppure se i roghi vengono compiuti all'interno di attività organizzate. Mosca a pag.3 Il progetto CCM 2010 “Salute e rifiuti” Si intitola “Salute e rifiuti: ricerca, sanità pub- blica e comunicazione” il progetto a cui ha preso parte, tra gli altri, Arpac, e i cui risultati sono stati illustrati lo scorso 6 febbraio nel corso di un convegno a Roma. L’obiettivo dello studio è con- tribuire a comprendere attraverso quali mecca- nismi, nei territori caratterizzati da una gestione illegale dei rifiuti, possono nascere effetti nocivi per la salute della popolazione residente. Marro-Bardari a pag.7 Già Plinio aveva scritto la storia delle nostre viti, della grande varietà delle nostre uve e dei metodi che caratterizzavano la produzione dei vini ma “un tempo, e ne sono fresche le memo- rie, noi arrossivamo di vestir pannine o portar cappelli o avere arnese qualunque che non fosse opera di mani straniere... De Crescenzo-Lanza a pag.14 Colarusso a pag.13 Gli additivi alimentari Il Teatro San Carlo di Napoli è stato negli ultimi tempi al centro di una dolorosa que- relle. Si è toccato il fondo lo scorso 23 gen- naio, quando a causa della protesta dei lavoratori del Massimo napoletano è saltata la replica del 'Barbiere di Siviglia'. Matania a pag.16 Teatro San Carlo: nuovo commissariamento La querelle che sta travolgendo il massimo napoletano ISTITUZIONI AMBIENTE & CULTURA I vini della Campania Felix Due millenni di tradizioni NATUR@MENTE I figli sono la pupilla dei no- stri occhi… Che ne sarà di noi se non ci prendiamo cura dei nostri occhi? Come potremo andare avanti? Le parole di Papa Francesco riescono sempre ad inqua- drare i problemi, queste pa- role mi sono tornate in mente l’altro giorno. Ero sul treno, per raggiungere il la- voro, quando ho visto una ragazzina in lacrime, per- ché non aveva avuto il co- raggio di farsi interrogare in Greco. Appartengo alla genera- zione che in treno guarda il paesaggio, scopre nuove amicizie, riscopre il gusto del dialogo e non compulsa sulla tastiera del telefonino solitariamente. Tafuro a pag.19 Cultura dell'incontro o cultura dello scarto? BIO-ARCHITETTURA SICUREZZA ALIMENTARE AMBIENTE & TRADIZIONE ARPAC

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PPRIMO PIANO

Nuova legge regionalesul servizio di gestione deirifiuti urbani e assimilati

Morlando a pag.2

Frane e rischio in Costad’Amalfi e Cilento

Dopo le ultime piogge la si-tuazione sembra stia degene-rando; per arginare ilfenomeno franoso e metterein sicurezza le strade provin-ciali di Costa d’Amalfi e Ci-lento maggiormente sensibilial rischio idrogeologico, lagiunta regionale della Cam-pania ha stanziato circa 28milioni di euro.

Martelli a pag.4

Prosegue l'azione del Com-missario straordinario del-l'Agenzia Regionale per laProtezione dell'ambiente inCampania (ARPAC) Dr. Pie-tro Vasaturo, nell'attivitàcontinua e costante di moni-toraggio e controllo del terri-torio della Campania.

a pag.6

Simboli e sostenibilità nelprogetto di paesaggio

Palumbo a pag.15

Il decreto “Terra dei fuochi” passa l’esame del Parlamento

Terra dei fuochi: ultimi interventi dell’Agenzia

La legge sulle emergenze ambientaliI media l'hanno ribattezzata“Legge sulla terra dei fuochi”.In realtà, però, il decreto sulleemergenze ambientali, dapochi giorni convertito in legge,è un complesso dispositivo chenon riguarda solo la Campaniae che fornisce nuovi strumentiper migliorare la qualità delterritorio e la sicurezza dei pro-dotti agroalimentari. Uno diquesti strumenti, senza dub-bio, è il reato di combustione il-lecita di rifiuti, che questodecreto ha introdotto nel nostroordinamento e che comportasanzioni penali non trascura-bili. La norma punisce chiun-que dà fuoco a rifiutiabbandonati o depositati inmaniera incontrollata. Le penesi inaspriscono se si tratta di ri-fiuti pericolosi oppure se i roghivengono compiuti all'interno diattività organizzate.

Mosca a pag.3

Il progetto CCM 2010“Salute e rifiuti”

Si intitola “Salute e rifiuti: ricerca, sanità pub-blica e comunicazione” il progetto a cui ha presoparte, tra gli altri, Arpac, e i cui risultati sonostati illustrati lo scorso 6 febbraio nel corso di unconvegno a Roma. L’obiettivo dello studio è con-tribuire a comprendere attraverso quali mecca-nismi, nei territori caratterizzati da una gestioneillegale dei rifiuti, possono nascere effetti nociviper la salute della popolazione residente.

Marro-Bardari a pag.7

Già Plinio aveva scritto la storia delle nostreviti, della grande varietà delle nostre uve e deimetodi che caratterizzavano la produzione deivini ma “un tempo, e ne sono fresche le memo-rie, noi arrossivamo di vestir pannine o portarcappelli o avere arnese qualunque che nonfosse opera di mani straniere...

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Colarusso a pag.13

Gli additivi alimentari

Il Teatro San Carlo di Napoli è stato negliultimi tempi al centro di una dolorosa que-relle. Si è toccato il fondo lo scorso 23 gen-naio, quando a causa della protesta deilavoratori del Massimo napoletano è saltatala replica del 'Barbiere di Siviglia'.

Matania a pag.16

Teatro San Carlo: nuovo commissariamentoLa querelle che sta travolgendo il massimo napoletano

ISTITUZIONI

AMBIENTE & CULTURA

I vini della Campania FelixDue millenni di tradizioni

NATUR@MENTE

I figli sono la pupilla dei no-stri occhi… Che ne sarà dinoi se non ci prendiamocura dei nostri occhi? Comepotremo andare avanti?Le parole di Papa Francescoriescono sempre ad inqua-drare i problemi, queste pa-role mi sono tornate inmente l’altro giorno. Ero sultreno, per raggiungere il la-voro, quando ho visto unaragazzina in lacrime, per-ché non aveva avuto il co-raggio di farsi interrogare inGreco. Appartengo alla genera-zione che in treno guarda ilpaesaggio, scopre nuoveamicizie, riscopre il gustodel dialogo e non compulsasulla tastiera del telefoninosolitariamente.

Tafuro a pag.19

Cultura dell'incontro ocultura dello scarto?

BIO-ARCHITETTURA

SICUREZZA ALIMENTARE

AMBIENTE & TRADIZIONE

ARPAC

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Alessia Esposito

È il gip di Taranto Patrizia To-disco il personaggio ambiente2013. Il magistrato firmatariodi molti provvedimenti control’Ilva con l’accusa di disastroambientale, ha vinto il ricono-scimento assegnato tramitevotazione popolare sul sitowww.personaggioambiente.it .Il premio è stato istituito nel2010 per dare un riconosci-mento al personaggio che, nelcorso dell’anno trascorso, si èmaggiormente distinto per “laproposizione di idee, pratiche,informazioni, politiche, im-prese” in tema di difesa del-l’ambiente. La rosa dei nomi è proposta daun Comitato tecnico composto

da esperti della materia (diret-tori di testate giornalisticheambientali, giornalisti am-bientali, responsabili di siti te-matici, blogger e associazionidi settore) per essere poi sotto-posta al giudizio degli inter-nauti. Quest’anno tra 19 nomiha spiccato, con il 46,9% deivoti ricevuti su una base di6.850 totali, quello di PatriziaTodisco, lo comunica con unanota stampa il presidente dellaonlus "Fondo Antidiossina Ta-ranto", Fabio Matacchiera.Il Comitato tecnico si riserva,comunque, di esprimere unapreferenza tramite una Men-zione Speciale che per il 2013è stata assegnata a CristianD’Alessandro, attivista dellacampagna “Save the Arctic” di

Greenpeace che è stato tratte-nuto nelle carceri russe per 65giorni in seguito alla protestapacifica contro le trivellazionipetrolifere. Il napoletano ri-sulta anche medaglia dibronzo nella classifica gene-rale. Al secondo posto si trova in-vece Maria De Biase, dirigentescolastica dell'Istituto TeodoroGaza di San Giovanni a Piro(Sa), con il 24,7% dei voti. Ilmerito è di aver inserito nellasua scuola programmi e atti-vità “green”: permacultura,l'orto sinergico, laboratori diautoproduzione, recupero e va-lorizzazione delle tradizioni lo-cali, raccolta degli olii esaustie loro trasformazione in sa-pone, compostaggio, eco-me-renda (pane e verdura),mercatini della solidarietà.Tra i personaggi della politicasi aggiudica l’1,4% dei voti ilpresidente dell'Uruguay, JosèMujica, esempio di buona poli-tica; mentre tra i politici no-strani l’unico nome presente èquello del sindaco di Lampe-dusa Giusy Nicolini che ottienelo 0,3% delle preferenze (avevagià ottenuto la menzione spe-ciale Comitato Tecnico nellaprecedente edizione).La premiazione è avvenutapresso le scuderie di PalazzoRuspoli, a Roma. Nell’occa-sione Stefania Todisco, nipotedel gip di Taranto, ha ritiratoil primo premio e riportato ilcommento del giudice: ''Rin-

grazio di cuore tutti coloro checon il loro voto hanno volutoesprimere fiducia e sostegnoall'operato della magistraturatarantina tutta, che nell'adem-pimento del proprio dovereistituzionale è chiamata ad oc-cuparsi dell'assai dolorosa edelicata vicenda Ilva. Dedico il

premio ai bambini della cittàdi Taranto''. L’anno scorso la medagliad’oro era andata ad AlessioCiacci, assessore all’ambientedel Comune di Capannori, ilprimo comune in Italia ad averaderito alla strategia interna-zionale Rifiuti Zero.

Nuova legge regionale sul servizio digestione dei rifiuti urbani e assimilati

Personaggio Ambiente 2013: il gip che si è occupato del “caso Ilva”

La Legge Regionale N° 5 del24 gennaio 2014, che riordinail servizio di gestione dei ri-fiuti, è stata già approvatadal Consiglio Regionale e,quindi, è stata promulgatadal Presidente della GiuntaRegionale e pubblicata sulB.U.R.C. n° 7 del 27 gennaio2014. Tale legge è una modi-fica e integrazione della pre-cedente Legge Regionale n. 4del 28 marzo 2007, ma, di

fatto, trasforma in manierasostanziale tutto il ciclo dei ri-fiuti. Data l'importanza del-l'argomento, nei prossiminumeri proporremo uno spe-ciale nel quale saranno detta-gliatamente analizzati isingoli articoli della Legge,anche grazie al contributo diesperti del settore, chiedendo,inoltre, un parere alle auto-rità istituzionali preposte.

A.M.

Regione Campania

Tra i provvedimenti di Patrizia Todisco il sequestro dell’area a caldo dello stabilimento

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La nuova legge sulle emergenze ambientali Il decreto “Terra dei fuochi” passa l’esame del Parlamento. Previste pene per chi incendia rifiuti

Luigi Mosca

I media l'hanno ribattezzata“Legge sulla terra dei fuochi”.In realtà, però, il decreto sulleemergenze ambientali, dapochi giorni convertito inlegge, è un complesso disposi-tivo che non riguarda solo laCampania e che fornisce nuovistrumenti per migliorare laqualità del territorio e la sicu-rezza dei prodotti agroalimen-tari. Uno di questi strumenti,senza dubbio, è il reato di com-bustione illecita di rifiuti, chequesto decreto ha introdottonel nostro ordinamento e checomporta sanzioni penali nontrascurabili. La norma punisce chiunquedà fuoco a rifiuti abbandonatio depositati in maniera incon-trollata. Le pene si inaspri-scono se si tratta di rifiutipericolosi oppure se i roghivengono compiuti all'internodi attività organizzate (adesempio quando vengono si-stematicamente incendiati gliscarti di lavorazioni indu-striali). Per prevenire e con-trastare questo tipo dicomportamenti, i prefetti cam-pani potranno avvalersi anchedell'esercito, in via straordina-ria e non oltre il 31 dicembredel 2014. L'altro grande fronte di inter-vento è il monitoraggio dellasituazione ambientale e sani-taria nella nostra regione.Una serie di enti (tra cuiArpac, ma non solo) sono chia-mati a condurre indagini perla mappatura dei terreni de-stinati all'agricoltura: occorreinfatti chiarire quali di questi

terreni sono contaminati acausa di abbandoni o incendidi immondizia, o comunquecome conseguenza di una ge-stione scorretta dei rifiuti. Inbase all'esito delle indagini, iterreni potranno essere inse-riti in una particolare lista disuoli destinati a colture nonagroalimentari e vigilati dalCorpo forestale dello Stato: inaltre parole, i prodotti coltivatisu questi terreni non sarannoimmessi nella catena alimen-tare, ma indirizzati ad usi di-versi, ad esempio allaproduzione di carburante bio-

logico (le cosiddette colture “nofood”). I proprietari devonorendere i propri terreni acces-sibili ai tecnici incaricati delleindagini: infatti, secondoquanto sembra indicare il de-creto, i terreni a cui viene ne-gato l'accesso finisconoautomaticamente nella lista“no food”. Questo per quanto riguarda icontrolli ambientali. Poi c'èl'aspetto sanitario: all'Istitutosuperiore di sanità viene asse-gnato il ruolo di aggiornare lostudio epidemiologico “Sen-tieri” sull'incidenza di tumori

e malformazioni congenite inCampania. Inoltre, viene ci-tata l'esigenza di avviare inuovi registri sanitari dellanostra regione (sulla que-stione anche il Consiglio regio-nale ha approvato pochi giornifa nuove norme). Viene poiprevista un'ulteriore campa-gna di controlli sanitari sullapopolazione della Terra deifuochi. Come chiarisce una di-rettiva approvata dal governo,lo screening sanitario della po-polazione riguarda al mo-mento 57 comuni delleprovince di Napoli e Caserta.

A livello governativo viene poiistituito un comitato per coor-dinare le attività previste daldecreto: il comitato, presiedutodallo stesso presidente delConsiglio, prevede la parteci-pazione del governatore dellaCampania. Le reazioni politiche al nuovoprovvedimento sono state pre-valentemente positive. Alcunigruppi di attivisti lo hannotuttavia valutato insufficiente.Inoltre alcuni sindaci hannoprotestato per l'esclusione deipropri comuni dal programmadi screening sanitario.

Caserta e Sun: protocollo per monitorare le aree agricoleRosa Funaro

Programmare attività e ini-ziative per dare notizie sicureai cittadini nel campo della tu-tela dell’ambiente, dei suoli edei prodotti agroalimentari.Questo l’obiettivo del proto-collo d’intesa siglato a finegennaio scorso a palazzo Ca-stropignano tra il sindaco diCaserta Pio del Gaudio e il Di-partimento di Scienze e Tec-nologie ambientali, biologichee farmaceutiche (DiSTABiF)della Sun. “Puntiamo - hadetto il professore Elio Cop-pola, uno dei docenti presenti

in rappresentanza dell’Uni-versità - ad affermare su que-sto territorio divenuto oggettodi allarmi e denunce il presi-dio dell'agricoltura, indispen-sabile ad una tutela che losalvaguardi per sempre. Il no-stro Dipartimento rende di-sponibili saperi e competenzeper contribuire a fare chia-rezza sui prodotti agroalimen-tari coltivati e orientarecorrettamente le future politi-che di tutela del territorio. Av-vieremo una serie diinterventi, tra cui la caratte-rizzazione dei suoli nell’areacompresa tra Lo Uttaro e la

zona pedemontana di SanClemente. Questo casertano èun territorio di cui molto si èparlato e molti allarmi sonoormai diffusi, noi dobbiamodare certezze sulla situazionereale, come quella di infor-mare che ci sono 1400 Kmq diterritorio soggetti a normeparticolari di controllo, daprima del 2000”. L’auspicio èche anche le associazioni delmondo dell' agricoltura inten-dano collaborare a questo pro-getto per la tutela delconsumatore e di un'economiapurtroppo duramente colpitadagli effetti mediatici.

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FFRANE E RISCHIO IN COSTA D’AMALFI E CILENTO

Giulia Martelli

Dopo le ultime piogge la situa-zione sembra stia degenerando;per arginare il fenomeno fra-noso e mettere in sicurezza lestrade provinciali di Costad’Amalfi e Cilento maggior-mente sensibili al rischio idro-geologico, la giunta regionale

della Campania sotto la spintadell’ assessore regionale ai La-vori pubblici, Protezione civilee Difesa del suolo Edoardo Co-senza, ha stanziato circa 28 mi-lioni di euro. Questi importantiinterventi si aggiungono aglialtri lavori di manutenzionestradale già programmatidalla Provincia di Salerno su

cinque tratte di propria compe-tenza in diversi Comuni delterritorio, nonché a quelli resipossibili grazie al preleva-mento dal fondo di riserva dellasomma di euro 375.000,00 deli-berato dalla giunta provincialelo scorso 16 dicembre. « È un’importantissima risposta dellaRegione Campania ai problemidei cittadini della provincia diSalerno - ha dichiarato Co-senza - Gli interventi sono pos-sibili grazie ai fondi europei perl'accelerazione della spesa (sul-l'Obiettivo Operativo 1.6 delPOR Campania FESR 2007-2013) e, quindi, hanno coper-tura immediata. La Regioneinterviene dunque con i fondieuropei, per sussidiarietà, sustrade provinciali». Cosenza hapoi sottolineato la grande si-nergia istituzionale con la Pro-vincia di Salerno che ha messoa disposizione le progettazionicosì da rendere le opere imme-diatamente appaltabili». Oltrea ciò sono poi stati stanziati600mila euro per l’installazionedi 20 nuove stazioni pluviome-triche nei territori della Co-stiera Amalfitana e del Cilentoper un più capillare controllodelle precipitazioni e la tuteladelle popolazioni dal rischiofrane e alluvioni. “Le 20 nuovestazioni automatiche si aggiun-gono – ha proseguito Cosenza –alle 200 attualmente in eserci-

zio che costituiscono la rete uf-ficiale di protezione civile ge-stita dall’Assessorato. Tutte le apparecchiature sonocollegate alla sala di controllodel Centro Direzionale: i datirilevati in tempo reale dallestazioni vengono utilizzati perl’allertamento delle popolazioniesposte al rischio idrogeologicoe per supportare, in linea con lenormative vigenti, le decisionidei sindaci rispetto, ad esem-pio, ad una eventuale evacua-zione preventiva del territorio.

Le stazioni misurano l’inten-sità delle piogge, elaborano idati aggregati confrontandolicon le soglie di allarme prefis-sate nei modelli e li trasmet-tono al Centro multirischi dellaRegione e alla Sala Italia delDipartimento Nazionale diProtezione civile: nel caso in cuii valori limite vengano supe-rati, si adottano le misure di si-curezza necessarie a tutela delcittadino, avvisando tempesti-vamente le autorità compe-tenti”.

In arrivo 28 milioni per le strade dissestate e 20 nuovi pluviometri

Discarica So.Ge.Ri: autorizzato l'avvio dei lavori di messa in sicurezza

Sul B.U.R.C. n° 7 del 27 gennaio2014, è stato ripubblicato il de-creto dirigenziale che approvadefinitivamente la progettazionedefinitiva della messa in sicu-rezza della discarica So.Ge.Ri. inlocalità Bortolotto nel Comune diCastel Volturno. Sono stati ancheautorizzati i lavori, ma la SogesidS.p.A. (società in house del Mini-stero dell'Ambiente incaricata della progettazione e delle proce-dure di gara e della verifica dell'esecuzione dei lavori) deve indiretutte le procedure di gara che probabilmente si svolgeranno conla procedura dell'appalto integrato. E' giusto parlare di ripubbli-cazione, perché il decreto regionale annulla quello già predispostoil 12 dicembre 2013 con numero 344.La Regione, infatti, ha richiesto erroneamente alla Sogesid S.p.A.la garanzia finanziaria che ovviamente spetta in danno alla so-cietà So.Ge.Ri. s.r.l.In verità tutti i costi sostenuti e da sostenere sono in danno dellaSo.Ge.Ri. s.r.l. anche se è difficile capire se un giorno qualcunoveramente pagherà anche per il danno ambientale.Attendiamo la pubblicazione dell'avviso pubblico della proceduradi gara per fornire un ulteriore aggiornamento.

Le strade interessate: SP 82 Policastro - Santa Marina;SP101;SR ex SS n. 447 nel Comune di San Mauro la Bruca;Viadi fuga/esodo da Siano all’A30;SP 93 nel Comune di Ro-frano;SP 430 nel Comune di Agropoli;SP 269 nel Comune diAscea;SP 430 nel Comune di Montano Altilia;SP 11 nel Co-mune di Albanella;SP 16 nei Comuni di Casaletto Spartano,Totrorella, Torraca e Vibonati;SP 210 nel Comune di Mori-gerati;SS 488 nel Comune di Roccadaspide;SP 342 b Rosci-gno - Corleto Monforte; SP 12 e SP342a Sacco – CorletoMonforte;SP 84 Futani - San Mauro la Bruca; SR ex SS447Pisciotta – Palinuro; SP 430 Roccagloriosa Roccagloriosa;SP 54 Vibonati – Morigerati; SP 17 Celle di Bulgheria; SP257 Pisciotta – Rodio – Ceraso; SP 269 Ascea-Ceraso; SP 365Pattano – Metoio; SP 16 Torraca; SP 17b Acquavena –S.Gio-vanni a Piro; SP 18b Rofrana Sanza; SP 18 a Rofrano Lau-rito; SP 273 Padula; SP 35/b Petina-Polla; SP 94 Auletta; SRex SS 562 S. Giovanni a Piro; SP 10 a Palomonte – Contursi;SP 249 Contursi Terme; SP 48 a Pollica – Pioppi; SP 15 Pol-lica – Acciaroli; SP 10 b Buccino; SP 355 Buccino; SP 35 Si-cignano degli Alburni; SP 143 Montano Antilia-Abatemarco;SP 198 Montano Antilia; SP 346 Abatemarco –Massicelle;SP ex SS 407° Confine Provincia; SP 91 Castelnuovo diConza; SP 381 Laviano; SP 33 Santomenna; SP 26 GiffoniSei Casali; SR ex SS 103 Confine Provincia.

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Il vertical village di DubaiAntonio Palumbo

Ideato per la città di Dubai da GraftArchitects, il Vertical Village ha il suopunto di forza nella rilevante capacitàdi approvvigionarsi di energia dalsole. Realizzato su un imponente ba-samento a forma di foglia - provvistodi numerose venature, che riparti-scono il campo solare in diverse aree -ricoperto pressoché interamente dapannelli fotovoltaici di ultima genera-zione, questo avveniristico complessoresidenziale è capace di autoalimen-tarsi quasi completamente rispetto alproprio fabbisogno energetico.Al di sopra della piastra di base si ele-vano 4 torri ad orientamento differen-ziato, che costituiscono la parteemergente dell’organismo: edificato ascopo residenziale, alberghiero e di in-trattenimento, il Vertical Village è do-tato di sale cinematografiche e di unteatro, e, inoltre, di negozi, ristorantie di numerose altre facilities.I lati nord, est e ovest del complessosono auto-ombreggiati, per aumen-tare la schermatura dal sole, mentre,di contro, il lato sud è interamente ri-coperto da collettori solari, in grado diorientarsi automaticamente nella di-rezione che favorisce il maggiore as-sorbimento di energia. Grazieall’ampiezza del campo dei collettori,il Vertical Village può fornire allastruttura energia ed acqua calda co-

prendo il fabbisogno per circa l’80%del necessario. Da questo punto divista, la “gonna” solare del basamentoè, senza dubbio, l’elemento più inte-ressante dell’intero progetto. Infatti,grazie alla sua adozione, Graft Archi-tects realizza il duplice obiettivo di te-nere la struttura in ombra da unaparte, mentre, dall’altra, si attua lamassima esposizione della stessa.Questo stratagemma consente di con-tenere al minimo il fabbisogno ener-getico per il raffrescamentodell’imponente complesso, permet-tendo, nel contempo, di massimizzarel’approvvigionamento di energia dalsole. Tale condizione viene ottenutaaltresì grazie al sistema di auto-om-breggiatura - escogitato per il mar-gine settentrionale del sito - che, a suavolta, abbassa l’angolo di sole, ridu-cendone la penetrazione.Altre soluzioni adottate per il maggiorcontenimento dei consumi energeticiincludono il riscaldamento naturaledell’acqua, che, raccolta sul tetto,viene immessa nuovamente in circolonegli edifici.La presenza, all’interno della strut-tura, del grande centro commerciale edelle numerose attrezzature necessa-rie per lo svago, consente infine aquanti utilizzano il Vertical Village dilimitare al massimo l’utilizzo deimezzi per spostarsi nel centro diDubai.

Il fotovoltaico copre l’80% del fabbisogno energetico

Fabio Schiattarella

In India, per le fasce più povere deilavoratori, quelli che lavorano incampagna e che per farlo sono co-stretti a fare molti chilometri algiorno per raggiungere le terre, si staprospettando una nuova opportunitàdi riscatto sociale, i veicoli elettrici.Possedere un veicolo di questo tipovuol dire meno fatica e maggior ca-pacità di spostamento. Le biciclette, da sempre, sono ilmezzo di trasporto privilegiato: le at-tività lavorative, spesso erranti fravillaggi diversi situati a km di di-stanza, sono direttamente influen-zate dalla capacità di spostamentodelle persone ed in questo, più si è fi-sicamente forti, più si è in grado diguadagnare. Questo discorso valeper tutti i lavori. Spostarsi vuol direaver la possibilità di raggiungereclienti. Le compagnie Ampere Vehi-cles Pvt. Ltd., ed Hero Electric, che

producono e importano veicoli elet-trici in India lo hanno capito e stannofacendo degli ottimi affari. Ecco dun-que un innovazione che arriva repen-tina dalle campagne. In alcune aree il ritmo di vendita perle due ruote elettriche è salito sinoalle 600 unità al mese, non male ri-spetto alle 2.500 auto elettriche ven-dute in tutta l’India da Mahindra dal1990 ad oggi. La stessa SMEV (So-ciety of Manufacturers of Electric Ve-hicles) riporta il passaggio dalle40.000 unità di scooter elettrici del2009 alle oltre 100.000 del 2011. Leragioni dominanti sono il prezzo cherisulta più basso di una moto tradi-zionale, e il costo per ogni km per-corso, circa un terzo di un due ruotea carburante. Un cambiamento in larga scala ap-pare possibile ma sarà inevitabil-mente lungo e complesso seconsideriamo come gli scooter elet-trici costano ancora troppo e sicura-

mente chi è povero non può permet-tersi di acquistarne uno. Inoltre lebanche non danno incentivi per l’ac-quisto di veicoli di questo tipo inquanto in India essi possono circo-lare senza targa, patente e immatri-colazione dunque divengonoirrintracciabili. Se in Europa l’acquisto del veicoloelettrico è mosso dall’idea di volerpreservare l’ambiente (prezzo ben-zina a parte) in India l’unico mo-vente è la possibilità di guadagnaredi più e spostarsi con maggiore faci-lità nelle estese campagne dove leauto neanche esistono. Dati aggiornati al 2013 ci dicono chela richiesta di bici elettriche è au-mentata del 30%.L’energia accumu-lata dal sistema dinamo permette alveicolo di avvalersi di una buona il-luminazione nelle ore notturne vistii frequenti blackout di alcune città el’assenza di illuminazione nelle zonerurali.

LO SVILUPPO DEI VEICOLI ELETTRICI IN INDIA

Una nuova opportunità di riscatto sociale

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Gennaro Loffredo

Il mare è da sempre conside-rato uno dei parametri fon-damentali per formulare unaprevisione meteorologica cor-retta, visto che condizionapesantemente i fenomeni at-mosferici. Quando si parla di previsionedel tempo a livello europeo,la penisola italiana viene eti-chettata, giustamente, comeun paese dove è molto diffi-cile fare previsioni. Questa difficoltà è dovuta inparte dalle catene montuoseche deformano i fronti e bloc-cano le masse d’aria e dallapresenza di un grande spec-chio d’acqua, il Mediterra-neo.Se si osserva, infatti, il com-portamento di una perturba-zione quando entra sul Marenostrum, si può notare che ilmare esercita un’azione im-portantissima. Il Mediterraneo ha una tem-peratura mediamente piùalta di quella dell’OceanoAtlantico e questo consente

alle perturbazioni di esserealimentate da questa nuovafonte di energia. Ecco, allora,che un fronte apparente-mente innocuo, nel momentoin cui entra a contatto con leacque più calde del nostromare può trasformarsi ununa linea temporalescamolto insidiosa, che nasce sul

posto, è molto difficile da pre-vedere ed è capace di scari-care enormi quantitativi dipiogge in un lasso di tempomolto breve. È quello che sta accadendonelle ultime settimane: la no-stra Penisola è stata interes-sata da un via vai diperturbazioni atlantiche, le

quali si sono rifornite di ener-gia dalle tiepide acque delMediterraneo, che in questafase della stagione sono supe-riori alla media stagionaleper l’assenza di irruzionifredde di origine russo-sibe-riana.Questo discorso però vale perl’autunno e l’inverno, quandola terraferma ha le tempera-ture più basse di quella del-l’acqua. Il mare, infatti, ècome un serbatoio che imma-gazzina calore durante i mesiestivi e li cede pian piano, adifferenza della terrafermache lo cede immediatamentee si raffredda subito. Quindi nei mesi di ottobre enovembre e in gran partedella stagione invernale,mentre la terra è già comple-tamente raffreddata, il mareconserva ancora un po’ di ca-lore estivo, che è carburanteper i temporali e i nubifragiche saltuariamente inve-stono l’Italia.In primavera ed in estatequesto carburante viene inparte a mancare ed allora itemporali prediligono le zonedi terra che si riscaldano piùfacilmente e rapidamente. Ilmare, in questo caso, si tra-muta in una sorta di stabiliz-zatore del tempo, grazie auna temperatura più freddadelle sue acque che inibisce,in parte, la formazione deitemporali. Insomma nel benee nel mare le piogge che inte-ressano le nostre zone sonosensibilmente condizionateda un mare che può rivelarsialleato o nemico della naturastessa.

Terra dei fuochi:ultimi interventi dell’Agenzia

Prosegue l'azione del Com-missario straordinario del-l'Agenzia Regionale per laProtezione dell'ambiente inCampania (ARPAC) Dr. Pie-tro Vasaturo, nell'attivitàcontinua e costante di moni-toraggio e controllo del terri-torio della Campania.È di ieri, infatti, la notizia del-l'istituzione del Nucleo Ope-rativo "Terra dei Fuochi",coordinato dai direttori deiDipartimenti Provinciali inte-ressati, con la supervisionedel Direttore Tecnico del-l'Ente dott.ssa MarinellaVito.Il Nucleo Operativo è costi-tuito dal personale apparte-nente alle Aree territoriali deiDipartimenti Provinciali, inpossesso di adeguata com-petenza e professionalità inmateria di suolo, rifiuti eacque. L'obiettivo è garan-tire la presenza di risorseumane, mezzi e capacitàoperative e decisionali ingrado di affrontare con lamassima tempestivitàl'emergenza ambientale incorso. È da evidenziare chetutte le attività poste in es-sere dal Commissario sonosvolte nel rispetto del conte-nimento della spesa, in ar-monia con le direttivedell'Assessore all'AmbienteGiovanni Romano e del Pre-sidente della Regione l'on.Stefano Caldoro.Un'azione condivisa in ma-niera bipartisan dal Consi-glio regionale mentre si"riattribuisce" all'Agenzia ilsuo ruolo tecnico di monito-raggio, fondamentale per laprevenzione, il controllo e latutela della qualità del terri-torio regionale e favorire, fi-nalmente, il superamentodelle molteplici criticità am-bientali che hanno visto laregione Campania sulleprima pagine dei giornali ditutti il mondo. Capacità organizzativa,competenza tecnica, coe-sione e sinergia tra i vari di-partimenti dell'Agenzia, sullabase anche dei nuovi equili-bri raggiunti tra manage-ment e istituzioni regionali,costituiscono la base delprezioso lavoro che l'Arpacsvolge quotidianamente dal1998 in maniera sistematicaper la difesa della nostraCampania felix. (11 febbraio 2014)

RRaccontiamo il meteo. Il Mediterraneo è stato più caldo del solito in questo inverno

Il mare: alleato o nemico della pioggia?Le acque tiepide favoriscono i temporali

Comunicato

Gli esperti hanno previsto un inverno freddo ma la meteorologia non è scienza esatta

L’inverno meteorologico termina tra quindicigiorni e a breve sarà tempo di giudizi. C’è davvero poco da dire. Inverno praticamenteassente su tutte le nostre regioni del centro-sudItalia. Lo sanno bene i nostri operatori turistici chestanno vivendo una delle annate peggiori degliultimi decenni. Anche i mesi più freddi dell’anno hanno delusoe la neve è quasi praticamente assente allequote medio-basse di tutti i comprensori mon-tuosi dell’Appennino centro-meridionale.Eppure i grandi esperti meteo si sono più volteespressi già ad inizio autunno con affermazionidel genere: «prepariamoci all’inverno piùfreddo del secolo», o interrogativi del tipo «saràl’inverno 2013/14 più freddo degli ultimi 100anni?», solo per citarne due. Dopo aver assaporato per mesi la forza del-l’Atlantico possiamo dire che è stato uno degliinverni più miti del secolo. Sono mancate le classiche irruzioni fredde danord-est, in quella che si sta definendo unaanomalia eclatante di questa stagione inver-nale. Gli indici, che scienziati e meteorologi analiz-zano, possono dare solo una tendenza sulla

stagione che verrà, ma nessuna certezza,come abbiamo potuto constatare. La meteorologia è una delle scienze dell’atmo-sfera che studia i fenomeni fisici che avven-gono nell’atmosfera terrestre e sonoresponsabili del tempo atmosferico. È una scienza inesatta, di difficile interpreta-zione e soprattutto piena di sorprese. A volte la previsione risulta difficile anche a

pochi giorni dall’evento. Sono anni che si cerca di studiare l’andamentodel clima, ma anche tra grandi scienziati si re-gistrano tesi diverse a riguardo. Per molti basta fare notizia, e su questo i massmedia ci vanno a nozze, creando quasi sempredisinformazione. Un vero peccato insomma. Sarebbe meglio viverla alla giornata questapassione. È chiaro, quindi: anche un episodio invernale afine mese o a marzo non rivaluterebbe la tesidi chi ha incautamente profetizzato l’inverno piùfreddo del secolo. E del resto, c’è da scommettere: a breve sicu-ramente ricorreranno voci sull’estate più caldadel secolo.

Ge.Lo.

Il commento

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Si intitola “Salute e rifiuti: ricerca, sa-nità pubblica e comunicazione” il pro-getto promosso dal ministero dellaSalute, i cui risultati sono stati illustratilo scorso 6 febbraio nel corso di un con-vegno a Roma. L’obiettivo dello studio,a cui hanno preso parte, tra gli altri, l’Istituto superiore di sanità e Arpa Cam-pania, è contribuire a comprendere at-traverso quali meccanismi, nei territoricaratterizzati da una gestione illegaledei rifiuti, possono nascere effetti nociviper la salute della popolazione resi-dente. Al convegno hanno partecipato ildirettore tecnico Arpac, dott.ssa Mari-nella Vito, e il dott. Claudio Marro, di-rigente dell’Unità operativa Rifiuti e usodel suolo. Pubblichiamo a seguire unasintesi delle risultanze del convegno,della relazione presentata dal dott.Marro e dei dati elaborati dall’Iss.

Claudio MarroRoberto Bardari

Una molteplicità di studi epidemiolo-gici ha riscontrato, in Europa e nonsolo, eccessi di casi di determinate pa-tologie in prossimità di siti dove sonostati interrati o incendiati illegalmenterifiuti. Le patologie in eccesso com-prendono soprattutto alcuni tumori emalformazioni congenite. In partico-

lare, in Campania sono stati riscon-trati, da diversi ricercatori, eccessi ditumori e malformazioni congenite inuna fascia di comuni a cavallo tra leprovince di Napoli e Caserta. Si è ipo-tizzato che l’incidenza anomala di que-ste patologie sia legata alla presenzadi siti di smaltimento illegale di rifiuti,concentrati in questa area (come mo-stra la mappa pubblicata in questa pa-gina). Dalle evidenze scientifichedisponibili emerge un quadro comples-sivo a supporto dell’ipotesi di un im-patto sulla salute delle popolazionidelle province di Napoli e Casertaascrivibile a siti di smaltimento ille-gale dei rifiuti e alle pratiche di ince-nerimento incontrollato, anche se nonsono stati accertati specifici nessi ca-suali. Se però c’è un limite di questistudi epidemiologici, è la difficoltà distimare adeguatamente l’esposizione aspecifici agenti chimici presenti nellediverse matrici ambientali dei territoriin esame. Perciò il progetto promossodal ministero della Salute ha previstol’elaborazione di protocolli per caratte-rizzare le sostanze volatili emesse daisiti di smaltimento illegale dei rifiutipericolosi, e le deposizioni al suolo delmateriale particellare in prossimità diquesti siti. Con questo scopo, Iss eArpac hanno individuato due siti dautilizzare come casi di studio. Si trattadell’ex discarica Resit, nel territorio diGiugliano in provincia di Napoli, e delsito in località Caselle Pisani a Pia-nura, nella periferia occidentale del ca-poluogo campano. La Resit, discaricaformalmente autorizzata, è stata uti-lizzata dal 1980 al 2004 per lo smalti-mento illegale di rifiuti urbani especiali, anche pericolosi. Il sito in lo-calità Caselle Pisani, invece, è stato inpassato utilizzato come discarica com-pletamente illegale di rifiuti da demo-lizione e costruzione, rifiuti speciali ed

urbani. Per quanto riguarda il sito aGiugliano, già in passato sono stati ri-scontrati nelle acque prelevate daipozzi spia superamenti di mercurio,fluoruri, idrocarburi totali, 1,2-dicloro-propano, tricloroetilene, tetracloroeti-lene, mentre alcuni suoli indagati nellarelativa area vasta hanno mostrato su-peramenti delle concentrazioni sogliadi contaminazione (Csc) per arsenico,metalli pesanti e inquinanti organici. Con questo progetto, si è provveduto aeffettuare un monitoraggio delle so-stanze organiche volatili nell’arco del2012 e del 2013. I campionamenti sonostati effettati mediante campionatoripassivi (Radiello) per periodi di circa15 giorni a diverse altezze dal fondodella discarica di località Caselle Pi-sani. Per quanto riguarda la Resit,dove si è notato in più punti fumo e/ovapore sollevarsi dal corpo della disca-rica, sono stati posizionati due campio-natori passivi, uno sulla discarica el’altro presso un capannone industrialeall’interno del sito stesso, più un terzopresso un fondo agricolo a circa 500metri dalla discarica. Inoltre in seguitoad alcuni episodi di incendio (probabil-mente di autocombustione) è stato po-sizionato un quarto campionatorepassivo lungo il perimetro opposto al-l’ingresso della discarica stessa. Per il sito di Pianura, non è stato presoin considerazione il prelievo delle de-posizioni atmosferiche perché si è rite-nuto che difficilmente, vista laprofondità dell’invaso, potesse esserciun risollevamento eolico delle polveridal fondo. Diverso è il caso della disca-rica ex-Resit, che si estende sul pianocampagna in una zona pianeggiante.Qui si è deciso di realizzare due posta-zioni, la prima all’interno della disca-rica e la seconda presso il fondoagricolo esterno già utilizzato per posi-zionare il campionatore. Per quanto

riguarda le sostanze organiche volatilisi sono prese in considerazione le con-centrazioni di Benzene rilevate nelledue discariche; nel sito di Pianura (Ca-selle-Pisani) le medie calcolate per l’in-tero periodo di campionamento vannoda 1,26 a 2,22 µg/m³ in linea con il li-mite annuale per l’aria ambiente paria 5 µg/m³, nel sito di Giugliano (ex-Resit) le postazioni presso il capan-none ed il fondo agricolo presentanoconcentrazioni medie pari a 3,25 µg/m³e 2,74 µg/m³, anch’esse in linea con illimite annuale mentre nelle due posta-zioni situate sulla discarica i valori diconcentrazione medi dell’intero pe-riodo sono pari a 20,5 µg/m³ e 36,8µg/m³ decisamente superiori al limiteconsiderato. Per ciò che riguarda ilflusso delle polveri sedimentabili rile-vate nei due siti i valori rilevati sonoinferiori al limite riportato nella nor-mativa tedesca (TA-Luft) di breve du-rata di 650 mg/m2d e di 350 mg/m2dcome media annuale. Per i metalli, lacaratterizzazione delle polveri sedi-mentabili hanno evidenziato un flussodi deposizione caratterizzato da elevaticontenuti di mercurio che, per il sitoex-Resit, presenta un valore medio an-nuale di 1,28 µg/m²d e per il sito fondoagricolo un valore di 0,81 µg/m²d. I va-lori degli altri metalli risultano decisa-mente inferiori (di circa 10 volte) aquelli che sono i valori (media annuale)presenti in alcuni paesi europei.Per le PCDD/F+PCBDL, sulla base deidati rilevati, il flusso medio mensile dideposizione risulta, nel sito ex-Resit,compreso tra 3,25 e 74,1 pg[TEF]/m²d)con un valore di punta sensibilmentesuperiore al valore guida di 21 pgWHO-TE/m2 al giorno suggerito dalBelgio come media mensile; per il sitopresso il fondo agricolo il valore medioè contenuto tra 0,44 e 2,83pg[TEF]/m²d .

Il progetto CCM 2010 “Salute e rifiuti”Pubblichiamo una sintesi dei risultati dello studio a cui hanno partecipato Arpa Campania e Iss

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 febbraio 2014 - Anno X, N.3Edizione chiusa dalla redazione il 13 febbraio 2014

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Siti di abbandonoincontrollatodei rifiuti in Campania

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È cosa risaputa che il DNA, ilfamosissimo acido desossiribo-nucleico, sia la chiave di letturadi ogni cosa, grazie al quale sipossono reperire le informazionigenetiche necessarie alla bio-sintesi di RNA e delle proteine,molecole indispensabili per losviluppo e il corretto funziona-mento della maggior parte degliesseri viventi. Ed ora scende incampo anche per la fauna ma-rina. Infatti, si potranno ricono-scere migliaia specie di pesci insolo bicchiere d’acqua. Non èuno scherzo, ma è quanto èstato fatto da un gruppo di ri-cercatori dell’Università di Wa-shington, che hanno analizzatoil DNA disciolto in un piccolocampione di acqua prelevato da

uno dei dieci acquari più grandidel mondo, ossia quello di Mon-terey Bay in California. I risul-tati di questo bizzarro, marivoluzionario, esperimento èstato illustrato sulla rivistascientifica Plos One, sottoline-andone il vantaggio e cioè chequesta tecnica può essere im-piegata negli oceani, così da ot-tenere un attendibile edettagliato censimento di tuttala fauna marina. «L’acqua è unazuppa di cellule rilasciate dagliorganismi che la vivono», cosìdefinisce l’ambiente acquatico ilcoordinatore dello studio, Dot-tor Ryan Kelly. Quindi, le cel-lule, che derivano dallosfaldamento della pelle e deitessuti danneggiati dei pesci,

vengono rilasciate nell’acqua econtengono DNA, attraverso ilquale con i giusti strumenti sipuò tranquillamente risalirealla specie di appartenenza, cosìda poter capire quali tipi dipesci popolavano quella deter-minata zona presa in esame.Più nello specifico, i ricercatoristatunitensi hanno rintracciato

il cosiddetto DNA ambientale,ovvero e-DNA, usando dellesonde molecolari, detti primer,che sono in grado di riconosceree rintracciare il DNA degli ani-mali vertebrati. Una volta im-merse in una piccola quantità diacqua, pari a 2 bicchieri dapinta, prelevata dall'acquario,le sonde hanno permesso di

identificare gli otto pesci osseipresenti nella vasca, svelandoche tonni e sardine costitui-scono la maggior parte dellabiomassa totale. Inoltre, la tec-nica è talmente sensibile che hapermesso di identificare anche ipesci lavorati e usati come man-gime. Ora si sta cercando diperfezionare i primer ancora dipiù: il prossimo obiettivo saràquello di riuscire ad applicare latecnica del DNA ambientale alcensimento totale della faunaoceanica, ammortizzando i costie svelando la presenza di speciealiene e invasive che potrebberorisultare dannose per il delicatoequilibrio marino.

A.P.

Angelo Morlando

Si tratta di una pubblicazionerecentissima, in quanto risale afine gennaio scorso.Per gli appassionati e specializ-zati della materia, costituisceuna lettura piacevole ed utile.Per chi, come me, è cresciuto"fronte mare" e ha visto soprav-vivere o scomparire dune sab-biose millenarie, resta ilrimpianto e il rammarico che gliautori non siano nati 30 anniprima, perché questa pubblica-zione avrebbe consentito la con-servazione di un patrimonioambientale e naturalisticounico al mondo. Nel titolo c'è giàconferma di questo rammarico:"opere di difesa costiera". E' laconferma che quasi la totalitàdelle coste italiane e mediterra-nea necessita di una difesa, per-ché aggredita o distrutta dagliinterventi antropici, soprattuttoquelli di speculazione edilizia. Ilmanuale è costituito da sei ca-pitoli oltre la bibliografia e l'im-postazione generale puòriassumersi citando integral-mente parte dell'introduzione:"...la fascia costiera costituisceuna delle zone più critiche, sog-gette a degrado ambientale, siaper gli interessi conflittuali chevi si accentrano, sia per la fra-gilità tipica di ogni ambiente ditransizione... Tale fragilità è ac-centuata dai fenomeni erosiviche oggi colpiscono il 15% delle

coste europee, ovvero circa15.000 km su un totale di101.000 km di coste (EURO-SION, 2004; Southerland,2010)."Il "Capitolo 1 - Opere di difesacostiera e principali effetti fisicisull’ambiente" comprende 8 sot-toparagrafi che descrivono tuttii sistemi di difesa costiera (ade-renti rigide, aderenti morbide,distaccate, trasversali) ripasci-menti, by-pass, drenaggio e in-terventi di ripristino eprotezione delle dune. Il "Capitolo 2 - Principali effettiambientali delle opere di difesacostiera" è molto discorsivo eforse meritava un maggior ap-profondimento.Il "Capitolo 3 - Norme di prote-zione ambientale" è una rac-colta completa ed esaustiva

delle norme vigenti.Il "Capitolo 4 - Identificazione eclassificazione degli habitat co-stieri protetti ai sensi direttivahabitat" in cui sono riportai icriteri di classificazione e le ca-tegorie fisiografiche e macroam-bienti (Habitat marini, Habitatacquatici ed umidi alofili, Habi-tat dunali, Habitat rupestri).Il "Capitolo 5 - Definizione deicriteri di associazione delle spe-cie di flora e fauna protette allecategorie fisiografiche" sono ri-portate le specie di flora e faunaprotette, sensibili e/o minac-ciate. Questo capitolo, sono

certo, attrarrà le maggiori sim-patie e ilarità, in quanto si de-scriverà il cakileto... Il "Capitolo 6 - Matrici“opera/impatto vs habitat e spe-cie” è la parte più ingegneristicadi tutto il manuale in quanto èproposta la sintesi, in forma dimatrici, degli impatti tra leopere e l'habitat, inteso in sensogenerale. E' giusto puntualiz-zare che la matrice è un modelloe il modello è quanto di piùadattabile ai diversi casi chepossono presentarsi, pertanto,le tabelle devono leggersi comeuna serie di campi già riempiti,

ma anche e soprattutto come in-finiti campi da riempire in fun-zione delle specificheinformazione ricavate a seguitodell'approfondita conoscenzadei luoghi e delle opere da rea-lizzare. Tutti i capitoli e para-grafi sono accompagnati da unadescrizione grafica estrema-mente esaustiva e chiara. *"Paganelli D., La Valle P., Er-cole S., Lisi I., Teofili C., Nico-letti l., 2014 - Linee guida per glistudi ambientali connessi allarealizzazione di opere di difesacostiera. ISPRA, Manuali eLinee Guida 105/2014: 73 pp."

Manuale ISPRA sulla salvaguardia dei litoraliStudi per la realizzazione di opere di difesa costiera

L’acqua è una zuppa di cellule:DNA ambientale per censire la fauna marina

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“Il paradiso naturalistico della Valle Telesina”

IL PARCO RASCOLAGATTI DI CASTELVENERE

Fabiana Liguori

Ogni volta che torno a “viaggiare”, ognivolta che la mia terra, la Campania, miaccoglie tra le sue braccia, mi ritrovo da-vanti agli occhi posti e scenari inesplorati:ricchi di colori e forme che mai avrei pen-sato di trovare, di avere così vicini. Il comune di Castelvenere si colloca nel-l’ambito della Valle Telesina, a confinecon i comuni di Telese Terme, Solopaca,Guardia Sanframondi, Cerreto Sannita eS.Lorenzello, appartenenti alla provinciadi Benevento. In quest’area “pulsa”,“vive”, un grande sito di interesse natu-ralistico: il parco Rascolagatti la cui su-perficie, di circa 10 ettari, è quasiinteramente coltivata a bosco quercino.Sono presenti, inoltre, diverse specie dipiante e di arbusti tipici della macchiamediterranea. L’ambiente, piuttosto inte-gro, ha permesso la conservazione di una

rigogliosa fauna. Orme silenziose di spe-cie come il riccio, la talpa, la volpe, iltasso, “rallegrano” le fertili terre e la ve-getazione folta, caparbia, si inerpica finoa tuffarsi nel cielo. Meraviglioso restarestesi col naso all’insù a guardare questogroviglio d’amore. Alcune varietà di uc-celli come il merlo, la cinciallegra, il gufo,la civetta, il fagiano, il passero, la ghian-daia e la gazza intonano inni alla vita euccelli migratori come lo storno, il tordo,la tordella, la beccaccia, il colombaccio,trovano accoglienti dimore prima di ri-prendere il proprio volo. Molto suggestivisono i costoni tufacei che si ergono mae-stosi e che caratterizzano l’ambienteunico nella valle telesina. Lo scorso annoil comune di Castelvenere ha presentatoil proprio Piano Regolatore ricevendograndissimi elogi e consensi. Si tratta diun progetto di recupero e valorizzazionesia del Parco che del centro storico, luogo

di grande valenza storico-culturale. En-trambi posizionati lungo il corso del tor-rente Seneta.Il piano adottato, prevede per quanto ri-guarda il Rascolagatti una vera e propriarevolution! Pulizia e messa in sicurezza,segnaletica, aree di sosta panoramiche eattrezzate, illuminazione, servizi, deli-neamento sentieri e percorsi di educa-zione ambientale. E poi ancoracensimento delle specie vegetali esistentie realizzazione di strutture ricreative, ga-stronomiche e didattiche come le “animalhouse”, dove ospitare animali da alleva-mento, da cortile e lavoro, tipici dell’am-biente agricolo. Le idee su carta nonmancano, la volontà di fare nemmeno.Ma come per ogni buon proposito, l’ osta-colo più grande è di natura finanziaria. Sicercano i “mezzi” per realizzare il tutto.L’augurio è che presto questo sogno possadiventare realtà!

Nelle prime giornate di pri-mavere, il 22 e 23 marzo, inoccasione della ventiduesimaedizione delle Giornate FAI diPrimavera, Ferrarelle SpAinaugura ufficialmente l’OasiFerrarelle FAI di Riardo.Dopo l’apertura pilota del2013 e la conclusione degli ul-timi lavori, l’azienda di imbot-tigliamento e il FAI - FondoAmbiente Italiano celebranoquest’anno il battesimo del-l’Oasi che porta i loro nomi,un’area di 145 ettari, che so-vrasta le fonti delle acque mi-nerali Ferrarelle, Natia eSantagata e impone sui co-muni di Riardo, Teano, Roc-chetta e Croce, nell’altaCampania, ai confini con Mo-lise e Lazio. Un luogo dalla

natura rigogliosa ed inconta-minata nel quale il FAI ha pa-trocinato un’importante operadi valorizzazione realizzatada Ferrarelle SpA che ha con-sentito di mettere l’Oasi a di-sposizione della collettivitàattraverso visite guidate, pas-seggiate, attività ludico-didat-tiche e servizio di ristorazionedi qualità. Per la prima voltail FAI ha avviato una par-tnership con un’azienda pri-vata, accogliendo l’invito diFerrarelle a rendere questosuo patrimonio naturale og-getto di un piano di valorizza-zione culturale epaesaggistica finalizzato nonsolo alla tutela della risorsaidrominerale e del territorioda cui essa ha origine, ma

anche all’incentivazione del-l’interesse collettivo nei con-fronti della risorsa acqua,affinché possa essere cono-sciuta e vissuta dal pubblico

in maniera stimolante ed in-novativa. Per continuare agarantire l’incontaminatezzadi questi luoghi e non interfe-rire con le falde acquifere sot-

tostanti, sull’area dell’Oasisono presenti solo colture ge-stibili con l’acqua, attraversol’innaffiamento, come gliulivi, alberi dalla fibra moltoforte, che non necessitano diconcimazione o pesticidi, lecui radici danno consistenza ecompattezza al terreno.L’Oasi ospita e custodisceinoltre altre diverse specie flo-ristiche, tra cui querce e ca-stagni, e aree boschive dimacchia mediterranea. Anchele specie faunistiche che popo-lano l’area non interferisconocon il terreno: si tratta di uc-celli, tra cui rapaci ed aironi,e soprattutto api, straordinariindicatori biologici della salu-brità ambientale.

(Ansa.it)

L’Oasi Ferrarelle FAI di Riardo

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LA PIANURA PADANA SOFFOCATroppe polveri sottili e ultrafini nell’aria

Anna Paparo

La Pianura Padana sta soffocando. Arivelarlo è stata, lo scorso 22 gennaio,la ricerca del progetto Upupa, Ultra-fine Particles in Urban Piacenza Area,del Laboratorio Energia e ambientePiacenza (Leap), Centro di ricerche delPolitecnico di Milano, incentrata sulparticolato delle polveri sottili. In treanni, l’attività di ricerca è stata soste-nuta dalla Fondazione di Piacenza eVigevano, con lo scopo fondamentaledi dimostrare la minaccia rappresen-tata da quelle componenti ultrafini,ossia migliaia di nano particelle, come,per esempio, solfato e nitrato di am-monio e tracce di metalli presentinella massa delle polveri, che non soloattualmente non trovano posto in nes-suna normativa, ma che proprio per laloro ridottissima dimensione, inferioredi 100 volte a una particella di Pm10,sono pericolose per la salute umana. Sisono, così, delineati i contorni di unquadro poco piacevole per l’ambiente,invitando a correre ai ripari. Un veroe proprio S.O.S. per le condizioni di sa-lute della Pianura Padana, che restala zona più inquinata d’Europa, se-condo i dati dell’ultimo rapporto del-l’Agenzia comunitaria. La presenza dipolveri sottili e ultrasottili è oramaifuori controllo. Una situazione alquanto delicata, acui ora si aggiungono i risultati di que-sta ricerca del Leap. Il campiona-mento dell’aria è stato condotto nonsolo con le postazioni fisse in diverse

luoghi di città e provincia, ma abbi-nata anche a rilevamenti in movi-mento - effettuati grazie a sofisticatimacchinari che i ricercatori portavanoin uno zainetto - fatti lungo i percorsicittadini. Il tutto, poi, è stato confron-tato con l’esposizione umana alle pol-veri ultrafini, a seconda del mezzo ditrasporto (piedi, bici, autobus e mac-china) utilizzato. Dati che ora, nelclima già di ripensamento urbano delterritorio, potrebbero rivelarsi una va-lida chiave di partenza per possibili so-

luzioni a questo delicato e spinoso pro-blema. «Grazie alla nanotecnologia»,spiega Michele Giugliano, direttoredelle ricerche e docente d’inquina-mento atmosferico del Politecnico diMilano, «ora abbiamo a disposizionedei dati anche sulle componenti nanoparticellari delle polveri e sulla loroconcentrazione nei vari ambienti». Quantità, infatti, che cambia parec-chio non solo a seconda del contesto,ma anche a seconda della stagione incui ci si trova. Per esempio l’inverno

rappresenta la stagione peggiore, nonsolo per il traffico, le emissioni indu-striali e dei sistemi di riscaldamento,ma anche perché le polveri ultrafininon sono immesse da nessuna fonteesterna ma si trasformano nell’atmo-sfera. Insomma, c’è un urgente biso-gno di un impegno nazionale,collettivo per riuscire a recuperare ea rimettere in sesto una zona partico-larmente svantaggiata a livello clima-tico e non solo, qual è la PianuraPadana.

SMOG: ANCHE BATTERI E FUNGHI DANNEGGIANO LA SALUTESono trascorsi più di 100 annidalla prima volta in cui il ter-mine “Smog” ha fatto la suacomparsa. Oggi lo smog, intesocome inquinamento atmosfe-rico, è uno dei problemi piùpreoccupanti a livello mon-diale. L’inquinamento infatti,causa nel mondo oltre tre mi-lioni di morti ogni anno. InItalia, Milano ha riconfermatoad inizio anno il suo triste pri-mato di “Capitale dello smog”insieme a Torino. Gli esperti hanno più voltelanciato l’allarme: “Lo smogprovoca malattie respiratorie,ma anche trombosi, infarto,ictus ed embolia polmonare edi conseguenza una riduzionedell’aspettativa di vita di 2-3anni rispetto alla media”.Ma non ci sono solo le polverisottili a danneggiare la salutenelle giornate di smog. Se-

condo uno studio della Tsin-ghua University di Pechino,considerata una delle più pre-stigiose università cinesi,

nell’aria che respiriamo ab-bondano anche numerose spe-cie di batteri e funghialtamente pericolose per il no-

stro organismo. I ricercatoriuniversitari hanno raccolto 14campioni in sette giorni conse-cutivi con valori particolar-mente alti di polveri sottili,analizzando il Dna presentedirettamente, senza cioè colti-varlo in laboratorio, in mododa evitare di “perdere” alcunespecie durante l’esame.Nei campioni sono state iden-tificate ben 1.300 specie micro-biche, di cui la maggior partenon pericolose, ma con diversiceppi altamente nocivi ingrado di provocare allergie ealtri problemi respiratori.Il microrganismo più abbon-dante è risultato il Geoderma-tophilus obscurus, un comunebatterio del suolo, ma quantitàsignificative sono state trovateanche di Streptococcus pneu-moniae, che può causare lapolmonite, e di Aspergillus fu-

migatus, un fungo particolar-mente allergenico, e di nume-rose specie di batteri fecali.“La frequenza e l’abbondanzarelativa di diversi allergeni re-spiratori e patogeni, scrivonogli autori dello studio pubbli-cato da EnvironmentalScience and Technology, au-menta nei giorni di maggiorsmog e questo costituisce pro-babilmente un’ulteriore fontedi rischio soprattutto per le ca-tegorie più deboli come i bam-bini e gli anziani”. Per contrastare questi numerinon ci sono ricette particolari,bisogna pensare di mettere incampo azioni concrete al finedi ridurre drasticamente iltraffico che compromette l’ariadelle nostre città e considerareil ruolo non trascurabile del-l’inquinamento nelle case.

I.B.

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Ilaria Buonfanti

Il suo nome è e-QBO ed è uncubo interamente fotovoltaicoche ha fatto il suo debutto in-ternazionale il mese scorsonegli Emirati Arabi. Dal 20 al22 gennaio infatti, ad AbuDhabi si è tenuto il World Fu-ture Energy Summit, il forumche rappresenta il più impor-tante avvenimento nel settore

delle rinnovabili. L’e-QBO, èfrutto di un progetto tutto ita-liano, nato dall’ingegno del-l’architetto Romolo e da unlavoro collettivo effettuatodalla società RSE del gruppoGse, dall’associazione SD4SC-Smart Design for Smart Ci-ties e dalla start up T. Red. Ilcubo fotovoltaico ha un lato di5 metri e grazie ai pannelli so-lari integrati nelle vetrate chedelineano la struttura è ingrado di produrre fino a 50chilowattora di elettricità algiorno, pari al fabbisogno quo-tidiano medio di 3 famiglie.Molto versatile, si presta adesempio a ricaricare delleauto elettriche in un parcheg-gio o ad assicurare docce caldein un campeggio o in un’areapicnic. Grazie al sistema distoccaggio integrato, inoltre,l’energia fotovoltaica in sur-plus può essere conservata eusata nelle ore notturne.L’e-QBO è quindi un’architettura

autosufficiente pensata per lacittà del futuro. Ha la capa-cità di ospitare al suo internomostre, eventi e quanto si de-sidera e nel contempo quella,grazie ai pannelli fotovoltaicidi cui è coperta, di immagaz-zinare energia e rilasciarlaper utenti interni ed esterni.Lo spazio interno può essereutilizzato per diverse fun-zioni: è stato già installato in

diverse parti d’Italia e haavuto la funzione di galleriaespositiva, di bar e tantoaltro. Ad Abu Dhabi e-QBOha svolto la funzione di centrodi incontro, una sala riunioni,con sedute e proiezioni. Pen-sate che la struttura e-QBOpuò essere installata ovun-que, anche all’interno di unparco e offrire energia gratisagli utenti del parco stesso,per ricaricare un cellulare ouna macchina elettrica, peresempio. “L’e-QBO è quantodi più concreto possa esisterecome simbolo della “smartiz-zazione” delle città, dice Ste-fano Besseghini, direttorescientifico del progetto. Lecittà italiane sono ancora pocosmart e dal punto di vistaestetico non lo sono perniente: le città di oggi sonouguali a quelle di ieri. L’e-QBO è riconoscibile subitocome smart, per forma, percolore e per illuminazione.

Inoltre non ha fondamenta,viene solo appoggiato: è smartanche in questo!” E’ un og-getto urbano che può pro-durre energia in modocontinuativo ed è flessibileperché è un oggetto architet-tonico infatti ci sono già ri-chieste: lo sta comprando ilcomune di Piacenza; saràusato per un centro residen-ziale turistico in Libano e al-

cune aziende sportive e di altamoda lo stanno valutando perfarne dei temporary shop. “GliEmirati hanno fatto unascelta strategica, costruireuna piattaforma dedicata allerinnovabili in un territorioche è baricentro di tutta unavasta area. Loro sono all’iniziodel processo di sviluppo dellerinnovabili e hanno bisogno diacquisire due elementi su cuigli italiani sono avanti: ge-stire la componente tecnica eil meccanismo degli incentivi”,spiega Besseghini, che ag-giunge: “Negli ultimi 2-3 anniabbiamo visto aumentare lenostre imprese, in altrettantianni possiamo rafforzare que-sta posizione”. Per questi mo-tivi, l’Italia è a caccia diinvestimenti negli EmiratiArabi nel settore delle energierinnovabili: il Paese del Golfo,infatti, offre molte opportu-nità che le aziende italianesembrano pronte a cogliere.

Nasce e-QBO: il cubo fotovoltaico

Nel 2009 l'Unione Europea ha deciso l'abolizione progres-siva delle lampadine tradizionali a favore di quelle a ri-sparmio energetico, l'introduzione delle nuove lampadeè stata estremamente incoraggiata poiché consentono dirisparmiare grosse quantità di energia: consumano in-fatti l'80% in meno rispetto a quelle convenzionali, con-sentendo così di ridurre le emissioni di CO2. Nonostantequesti evidenti immediati vantaggi non sono mancatenell'opinione pubblica perplessità relative a rischi sullasalute per il loro utilizzo, sopratutto riguardo ai campielettromagnetici generati, alle radiazioni UV emesse e alcontenuto di mercurio. Al riguardo studi recenti hannoprovato che non devono essere considerate assolutamentepericolose, infatti se è vero, ad esempio, che campi ma-gnetici di bassa e media frequenza possono generare nelcorpo umano correnti elettriche, la densità di correntimassime indotte dalle lampadine a risparmio energetico,anche nell'ipotesi peggiore- una distanza tra il corpo e la

lampada di soli 2 cm- èinferiore ai limiti pre-scritti dalle norme co-munitarie, inoltre piùaumenta la distanzaminore è la densità dicorrente. Per quanto at-tiene le radiazioni UV,le lampadine a bassoconsumo con tubo fluo-rescente a vista la-sciano filtrare, invero,una piccola parte di UVe possono generare

qualche problema a distanze inferiori ai 20 cm; nessunproblema invece se c'è un secondo bulbo, attraverso ilquale i raggi UV non riescono a filtrare. Riguardo al mer-curio le lampadine fluorescenti compatte ne contengonouna piccola quantità, rientrante comunque nei limiti im-posti dall'Unione Europea, che non comporta alcun peri-colo durante l'uso e se la lampada è intatta; nel caso dirottura invece ci può essere l'uscita di una quantità dimercurio pari a qualche milligrammo, un quantitativoquasi impercettibile se lo si paragona ai vecchi termome-tri che ne contenevano 500 milligrammi, ma che comun-que richiede qualche accorgimento per evitare rischi,come arieggiare il locale, adoperare guanti per evitare ilcontatto ecc. Per evitare qualsiasi pericolo si possono poiscegliere altri tipi di lampade, come quelle a incande-scenza migliorate con tecnologia alogena oppure quelle aLED, il cui contenuto massimo di mercurio è 0,25, ma chegeneralmente ne hanno un contenuto inferiore a 0,1mg.Per evitare qualsiasi rischio è bene comunque adottarealcuni accorgimenti scegliendo, ad esempio, modelli dilampade a doppio involucro, mantenendo sempre una di-stanza di almeno 30 cm per evitare l'esposizione a raggiUV e a campi elettromagnetici o comprando lampadineLED o CFL.

B.M.

Le nuove lampade ecologiche

Una novità originale nel campo delle energie rinnovabili

Bassi consumi e bassi rischi

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Rimedi naturali per un buon sonnoBrunella Mercadante

Dormire è una funzione essen-ziale del nostro organismo,come mangiare e respirare, vi-ceversa se non riposiamo bene,si abbassano le difese immuni-tarie, aumenta il rischio di ma-lattie cardiovascolari, si hannodifficoltà di memoria e appren-dimento. Il sonno, d’altronde,non è uno stato passivo, anzi èun processo del tutto in conti-nuità con la veglia, biologica-mente necessario perconsentirci di interagire cor-rettamente con l’ambiente cir-costante.I nostro cervello durante ilsonno non riposa: elabora glistimoli raccolti nel corso dellagiornata, archivia i dati, eli-mina le nozioni superflue, or-ganizza e predispone l’attivitàcerebrale per lo stato di veglia.L’insonnia, il dormire poco omale, non consente di trarre ildovuto beneficio dal riposo;non si tratta di una malattiaunivoca, anzi, spesso l’insonniaè più un sintomo che una ma-lattia e può manifestarsi in

modi diversi, acuti e cronici.Nella maggior parte dei casinon dipende da una malattiaorganica, ma è l’espressione diun disturbo funzionale asso-ciabile ad uno stato di disagioemotivo. E’ purtroppo un di-sturbo non circoscritto solo alleore dedicate al sonno, ma chesi ripercuote su tutta la gior-nata, comportando affatica-mento, energie ridotte nellosvolgere i propri compiti quoti-diani: cefalea, deficit d’atten-zione, concentrazione ememoria, sonnolenza, irritabi-lità e sbalzi di umore. Tantisoffrono cronicamente di in-sonnia e le motivazioni sonoper buona parte lo stress, l’an-sia, la depressione e negli ul-timi tempi è sempre dimaggiore evidenza che l’au-mento dei problemi legati alsonno è spesso dovuto ai ritmiche ci imponiamo, si dormemeno per lavorare di più uncircolo vizioso e paradossale inquanto meno si dorme, meno siè produttivi ed efficienti. Per quanto comuni, però, i di-sturbi del sonno sono spesso

sottovalutati: pochi si affidanoa trattamenti professionali,spesso perché non li si ritienegravi, ma forse sopratutto pernon ricorrere a medicinali ip-notici, temendo le controindi-cazioni in fatto di tollerabilitàe dipendenza. Perché quindi non ricorrere arimedi naturali, alternativi o amedicinali a base di erbe, ri-

guardo ai quali, invero, c’è uncrescente interesse forse pro-prio perché sono percepiti prividi effetti collaterali. Un equilibrato rapporto ve-glia/sonno ad esempio può es-sere assicurato ricorrendo aprodotti naturali come la Va-leriana officinalis e la Passi-flora incarnata che hanno unazione ipnoinducente, che

unita all’azione rilassante diL Teanina, un aminoacidoestratto dal te’ verde, possonocostituire una terapia efficaceper tutti i tipi di insonnia, sti-molando un sonno di qualitàalla base di una sana attivitàdiurna, perché è innegabileche una migliore qualità dellavita inizia da un buon riposonotturno.

Bacca Maqui: farmaconaturale dalle mille risorse La bacca Maqui, conosciutaanche come mirtillo dellaPatagonia, è un frutto conte-nente importanti proprietàmedicinali. Classificatasi alprimo posto della Scala Orac– che misura il livello di an-tiossidanti negli alimenti enelle sostanze chimiche – ècomposta da antociani, unpotente antiossidante il cuivalore supera di gran lungamolte verdure e altre bacchemiracolose. Neutralizza i radicali liberi,riduce le infiammazioni alleossa e congiunture, accelerail metabolismo. Sono solo al-cuni dei benefici che pos-siamo trarre da questofrutto. Aiuta ad eliminaretossine e sostanze chimichedal nostro organismo,

agendo positivamente comecoadiuvante di una dietaipocalorica. Il potere astrin-gente del suo succo è utilenei casi di dissenteria. Lasua azione antiossidanterafforza il sistema immuni-tario e contrasta l’insorgeredi malattie degenerative eforme tumorale. L’alta percentuale di polife-noli contrasta l’invecchia-mento cellulare, restituendoall’epidermide lucentezza ecompattezza. Apprezzataanche in ambito sportivo, labacca maqui è un preziososupporto per combatterel’ossidazione da attività fi-sica. Dalla natura un con-centrato di benessere a tuttotondo!

F.C.

Fabiana Clemente

La depressione – intesa comeun disturbo dell’umore – hasicuramente cause genetiche.Un bambino con un genitoredepresso è più incline a svi-luppare questa patologia. Ov-viamente i fattori sociali eambientali giocano un ruolodeterminante. Cosa si puòfare per attenuare le formelievi di malumore? Perché ri-correre ai farmaci per ritro-vare un equilibrio psicofisico?Sono tanti gli alimenti checontengono e producono sero-tonina, ormone coinvoltonella regolazione dell’umore.Prodotto nel sistema nervosocentrale grazie all’assimila-zione di sostanze nutritivepresenti in alcuni alimenti, laserotonina è un neurotra-smettitore comunemente co-nosciuto come “ormone delbuonumore”, la cui azione ri-lassante serve a regolare iritmi di sonno e veglia. Ilcioccolato fondente, antide-pressivo per antonomasia,

contiene 2,9 microgrammi diquesta molecola per ognigrammo di prodotto. Se neconsiglia un consumo quoti-diano – in piccole quantità –per assicurarsi un costanteapporto di serotonina e di an-tiossidanti. Altri alimenticontengono triptofano - am-minoacido che intervienenella sintesi della serotonina– quali uova, formaggi fre-schi, carne bianca, legumi,cereali integrali, ananas,frutti di bosco, patate e latte.Un pietanza a base di cereali– ricchi di carboidrati com-plessi – abbinata ad una por-zione di latticini - fornisce alcervello un regolare riforni-mento dell’ormone in que-

stione. Vitamina B, sodio,magnesio, calcio, ferro,omega 3 e 6 giocano un ruolodi primaria importanza neltrasporto di ossigeno al cer-vello. Quali i cibi da evitareper allontanare aggressivitàe ansia? Ovviamente la carnerossa! Responsabile di au-mentare i livelli di tirosina,un amminoacido precursoredi dopamina e adrenalina, edi sedimentare tali ormoninel cervello – maggiori impu-tati nelle manifestazioni diiperattività e aggressività.Un consumo eccessivo di pro-teine animali comporta unasignificativa diminuzionedella serotonina. I due fattoricombinati tra loro inibisconoatteggiamenti positivi e otti-misti e, di conseguenza com-portano una scarsapropensione a sviluppare re-lazioni sociali sane. La corre-zione di abitudini alimentarimalsane è sicuramente unavalida strategia di coping perrestituire armonia e serenitàalla nostra psiche.

Cibi antidepressione:la psiche ringrazia

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Gli additivi alimentari Germana Colarusso

Per "additivo alimentare" si intendequalsiasi sostanza, normalmente nonconsumata come alimento in quanto talee non utilizzata come ingrediente tipicodegli alimenti, indipendentemente dalfatto di avere un valore nutritivo, ag-giunta intenzionalmente ai prodotti ali-mentari, per un fine tecnologico, nellefasi di produzione, trasformazione, pre-parazione, trattamento, imballaggio,trasporto o immagazzinamento degli ali-menti, che si possa ragionevolmente pre-sumere diventi, essa stessa o i suoiderivati, un componente di tali alimentidirettamente o indirettamente. L’uti-lizzo degli additivi è da far risalire atempi remoti ossia a quando l’uomo co-minciò a sentire l’esigenza di conservarei cibi. Basti pensare all’impiego della sa-latura o dell’affumicamento per conser-

vare carni o pesce, l’aggiunta di salnitronelle carni insaccate o ancora l’impiegodi spezie e coloranti per conservare e mi-gliorare l’aspetto dei cibi. Gli additivi ali-mentari svolgono svariate funzioni chesono spesso date per scontate. Gli ali-menti sono soggetti a molte variabili am-bientali, che ne possono modificare lacomposizione originaria: gli additivi ali-mentari sono essenziali per conservarele qualità e le caratteristiche degli ali-menti che i consumatori richiedono emantenere il cibo sicuro, nutriente e ap-petitoso dal campo alla tavola. Questesostanze sono oggetto di una rigorosa re-golamentazione e per poter essere im-piegate devono avere una comprovatautilità, essere sicure e non confondere ilconsumatore. L’aggiunta di additivi rap-presenta un'esigenza tecnologica conse-guente all’evoluzione industriale, almutare delle abitudini alimentari, che

hanno enormemente influenzato il cicloproduttivo e distributivo degli alimenti.Oggi la produzione, lo stoccaggio e la di-stribuzione dei prodotti alimentari pos-sono essere realizzati in aree geografichemolto distanti; e tutto ciò è possibile gra-zie all’uso degli additivi. Nell’Unione eu-ropea (UE) tutti gli additivi alimentarisono identificati da un numero prece-duto dalla lettera E. Gli additivi alimen-tari vengono sempre menzionatinell’elenco di ingredienti degli alimentiin cui sono presenti. Le etichette dei pro-dotti devono riportare sia la funzionedell’additivo nell’alimento finito (conser-vante, etc) sia la sostanza specificausata, utilizzando il riferimento al rela-tivo numero E o alla sua denominazione(ad esempio, E 260 o acido acetico). Tuttigli additivi alimentari, oltre ad avereun’utilità dimostrata, devono essere sot-toposti ad una valutazione di sicurezza

completa e rigorosa prima di essere ap-provati per l’uso. Tali valutazioni si ba-sano sull’esame di tutti i datitossicologici disponibili grazie ai qualiviene stabilito il livello massimo di addi-tivi che non abbia effetti tossici dimo-strabili. Spesso l’utilizzo degli additiviviene considerato dai consumatori comeun aspetto negativo della produzionenella convinzione che questi possanoavere effetti nocivi sulla salute. Sebbenesia stato dimostrato che tali convinzionisi basano più spesso su equivoci che sureazioni negative effettivamente identi-ficabili, tuttavia è anche vero che alcunesostanze sono in grado provocare unavera risposta allergica (immunologica)come ad esempio i coloranti,isolfiti,l’aspartame ed il glutammato mo-nosodico. Da qui l’esigenza di rispet-tarne i limiti di utilizzo e indicarlicorrettamente in etichetta.

Il distributore automatico di “cibi sani”Nutrirsi nei fast food solita-mente non è da considerarsiuna modalità d’alimentazionecorretta sia in termini di saluteche in chiave ecologica maforse il nuovo distributore au-tomatico istallato a Chicago po-trebbe far cambiare l’opinionedi tutti coloro che la pensano inquesto modo. Stiamo parlandodel FarmerFridge, un distribu-tore automatico in grado di of-frire insalate fresche, frutta,semifreddi, yogurt e bastoncinidi verdura assolutamente fre-sca. FarmerFridge forniscefrutta e verdura locale equando possibile anche di pro-venienza biologica. Conside-rato il freddo invernale dellacittà, non è semplice ottenere

un buon raccolto e questorende i prodotti ancora più pre-giati. Giorno dopo giorno il di-stributore viene rifornito conprodotti agricoli freschi, inoltreè previsto uno sconto di $ 1.00

sulle insalate vendute dopo lesei del pomeriggio, inoltre tuttociò che rimane in giacenzanell’erogatore, viene puntual-mente donato ad una mensaper senzatetto. L’idea è decisa-

mente innovativa come lo è lapresentazione del prodotto.Ogni verdura è confezionata incontenitori di plastica dal mo-derno design. Non è un errorepensare che la cura nella pre-sentazione del prodotto lorende sicuramente molto invi-tante. Il creatore di questo di-stributore innovativo, LucaSaunders, sottolinea che il rici-clo dei contenitori in plastica erestituzione dei vuoti è un fat-tore a cui si darà sempre piùspazio. Visitando il sito web diFermerFridge possiamo leg-gere anche i risultati positiviche da il distributore in terminidi consumo energetico, esso in-fatti utilizza meno di 10 dollarial mese di elettricità. Attual-

mente in città sono stati istal-lati solo due distributori che sitrovano uno presso la FoodCourt Garvey e l’altro al LakeForestTollway Oasis. Anni faanche l’Italia provò ad istallareun distributore di questo tipo,esattamente a San Donato Mi-lanese, presso un grande ospe-dale lombardo. Si trattava diun erogatore di cibo fresco, in-salate e yogurt, tutto a chilo-metro zero, ma il prodotto nonè mai davvero decollato. Staremo a vedere se in Ame-rica questo genere di abbina-mento sano e “ fast food”riuscirà finalmente ad affer-marsi e dunque diventare dimoda.

F.S.

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Già Plinio aveva scritto la sto-ria delle nostre viti, dellagrande varietà delle nostreuve e dei metodi che caratte-rizzavano la produzione deivini ma “un tempo, e ne sonofresche le memorie, noi arros-sivamo di vestir pannine oportar cappelli o avere arnesequalunque che non fosseopera di mani straniere: edavevamo vergogna ad imban-dire le nostre mense di vini in-digeni. Re Ferdinando imprese a ven-dicare l’onore delle nostrevigne nelle sue Reali Delizie,ogni cura adoperando peravere vini fatti come l’espe-rienza, di utili metodi sagacemaestra, e le novelle teorichedella chimica consigliavano.Ma già gli amatori lodano acielo il bianco del Ponte dellaValle o dell’arse terre che co-pruono le estreme falde del

Vesuvio o i vini bianchi dellafamosa Capri e quelli del dolcemonte di Posilipo dolcementegenerosi, pieni di gradevoleprofumo e perciò da un grecopoeta appellati Vini di Giove,ristoratori della salute e ralle-gratori del cuore”. Un’appo-sita Società Enologica erastata istituita per raccoglierenotizie sui siti e sull’esten-sione delle vigne, sulla quan-tità di vino che esseproducevano, sul gusto e sulprofumo che distinguevano unvino dall’altro, sui possibilitrapianti di uve, sui metodi dicoltivazione e di produzione,sulle ragioni che rendevano ivini più o meno pregiati, suimetodi di trasporto per maree per terra. Tra le qualità divini più famose a Napoli e inprovincia “un vino eccellentechiamato greco, un vino legge-rissimo acquoso che la minutagente chiama marano, unaltro assai dolce detto lambic-cato; e ci viene udito che un

tempo si facea la malvasia aTorre del Greco e che alcuniproprietari fanno del buonmoscato a Posillipo”. Il vinogreco, assai pregiato e resi-stente, era di colore roseo e ivitigni per produrlo si trova-vano principalmente alle faldedi Somma e del Vesuvio; aPortici e a Resina venivaanche definito lagrima (omezza lagrima unendolo adaltre uve bianche); a Portici, aResina e a Torre del Grecoerano pregiati anche l’aglia-nico e il piede’e palumbo. Da un elenco molto parziale diuve che venivano coltivatesolo nei dintorni di Napoli sievidenzia già la grande va-rietà varietà delle uve stesse(e dei corrispettivi vini). L’im-poverimento dell’agricoltura ela vera e propria estinzione dimolte varietà di produzioni lo-cali è uno dei problemi più at-tuali del nostro territorio mala qualità di molti vini resta eresiste.

I vini della Campania FelixDue millenni di tradizioni

I vini tipici della Campania

In Campania i vini a Denominazione di Origine Control-lata (DOC) sono 15, più 4 a Denominazione di OrigineControllata e Garantita (DOCG). A questi si aggiungono 10 vini ad Indicazione GeograficaTipica (IGT).

VINI D.O.P./D.O.C.G. (Denominazione di Origine Con-trollata e Garantita)1. Taurasi2. Greco di Tufo3. Fiano di Avellino4. Aglianico del Taburno

VINI D.O.P./D.O.C. (Denominazione di Origine Control-lata)1. Ischia2. Capri3. Vesuvio4. Cilento5. Falerno del Massico6. Castel San Lorenzo7. Aversa8. Penisola Sorrentina9. Campi Flegrei10. Costa d'Amalfi11. Galluccio12. Sannio13. Irpinia14. Casavecchia di Pontelatone15. Falanghina del Sannio

VINI AD INDICAZIONE GEOGRAFICA TIPICA(I.G.T.)1. Colli di Salerno2. Dugenta3. Epomeo4. Paestum5. Pompeiano6. Roccamonfina7. Beneventano8. Terre del Volturno9. Campania10. Catalanesca del Monte Somma

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SIMBOLI E SOSTENIBILITÀ NEL PROGETTO DI PAESAGGIO

Il valore simbolico degli elementi chesostanziano ed esaltano le caratteristi-che di una buona architettura del pae-saggio definisce l’opera dei più noti edapprezzati paesaggisti a livello interna-zionale: da Andreas Kipar a João Fer-reira Nunes, da Gilles Clément aCharles Jencks, ciascuno di questi au-tori imprime alle proprie creazioni, contratto del tutto personale, i segni più ri-correnti e riconoscibili di una peculiaresensibilità progettuale, anche in ter-mini di ecosostenibilità.Esiste infatti, per ogni determinatopaesaggio, un rapporto tra il suo ap-prezzamento estetico - riferibile, per lopiù, alla presenza di particolari ele-menti e simboli, naturali e/o artificiali,che lo caratterizzano (animali, alberi erocce, giardini, fon-tane, edifici, elementistorico-archeologici,elementi di arredo,ecc.) - e la sua inte-grità ecologica, intesacome “qualità ambien-tale intrinseca” di unpaesaggio ed esprimi-bile tramite principi(non ancora chiara-mente definiti) come la“resilienza” ed il“grado di naturalità”.I tratti che determi-nano l’apprezzamentodi un paesaggio sono,infatti, da una parte la

presenza di ricchezza di fattori diversi- naturali e artificiali - posti in un rap-porto comprensibile tra loro, e, dall’al-tra, la possibilità di immaginare e discoprire qualcosa comprendendo come“muoversi” nell’ambiente circostante.Tali condizioni si identificano nella per-cezione di alcuni elementi specifici eprimitivi, come la presenza di conchiu-sure o di viste prospettiche, di acquafresca e pulita, di alcune caratteristichedella vegetazione, che, ad un tempo,definiscono i caratteri e la strutturaecologica di un paesaggio e ne influen-zano fortemente l’apprezzamento/nonapprezzamento in funzione della storiadell’osservatore, della sua capacità dielaborazione personale e della ereditàculturale sua o del suo gruppo sociale.

Ogni paesaggio - nonsolo quelli urbani - ècaratterizzato dallapresenza di simboli,del tutto naturali o ar-tificiali, che collegano,per l'appunto, il signi-ficante al significato:questi collegamentisono indubbiamentediversificati in fun-zione dell'apparte-nenza di ciascuno acomunità, società eluoghi che determi-nano il senso della“identità”. Tali ele-menti, messi in conve-

niente relazione tra loro, possono in-fluenzare il giudizio di ciascuno sulpaesaggio che si percepisce.Negli ultimi decenni - segnatamenteattraverso l’opera di molti architetti delpaesaggio (tra cui si inseriscono, apieno titolo, le personalità sopra citate)- tale rapporto tra i simboli e gli ele-menti, per lo più di matrice progettualee artificiale, inseriti nel paesaggio e lecaratteristiche ecologiche di quest’ul-

timo ha assunto un’importanza cen-trale nella lettura integrata delle diver-sità che ne definiscono la strutturaportante.Ciò ha condotto, progressivamente, aduna progettazione del paesaggio parti-colarmente attenta ad accrescerne lariconoscibilità e le qualità artistico-per-cettive, preservandone tutte le caratte-ristiche naturali ed ecologiche.

A.P.

CASE DI TERRA: ABITARE TRA MURA DI PAGLIA E FANGO

Salvatore Allinoro

Si chiamano case di terra crudaperché i mattoni non vengonocotti nei forni, si aspetta che ilsole asciughi gli impasti di fangoe paglia, il processo di evapora-zione lento aumenta resistenzae durabilità.Le atmosfere dei cantieri sonointense e spesso piene di mu-sica, serve ad accompagnare imuratori così che si sforzinomeno. Agire a piedi e mani sco-perti è consigliato per goderedelle abrasività delle argille.Quando si mischiano terraacqua e paglia il cumulo vienemovimentato con i millenarigesti tipici delle vendemmie,quando si formano i mattonipassano per le mani le stessemorbide sostanze che si ritro-vano nei centri benessere.

Sono case anticrisi, strumenti emezzi in uso sono molto econo-mici, si risparmia addiritturasui DPI (dispsitivi di protezione)perché in certe situazioni, peresempio quando si impasta, bi-sogna stare senza scarpe esenza guanti.Le costruzioni sono davvero af-fidabili, per questo le culturemillenarie in cui le societàodierne sono state incubate sisono adoperate in tecniche sem-pre più perfezionate. Le case interra resistono centinaia d’annie richiedono pochissima manu-tenzione. Oggi i luoghi in cuisono più attive le ditte che co-struiscono in terra cruda di so-lito sono dislocati nelle fattorie,negli spazi ampi è più semplicericevere autorizzazioni e c’è piùspazio per immaginare pareticurve abbastanza semplici da ti-

rare su. Ricevere forniture elet-triche è comunque semplicis-simo quasi ovunque.Ogni suggerimento creativo è ilbenvenuto, si può richiederemolta duttilità ai mattoni diterra cruda: cupole, pareti si-nuose tra oblò di vetro in cui siinfiltrano i raggi del sole, trannei grattacieli si può fare di tutto.Semplicità e sicurezza vannod’accordo mentre si costruisce.Gli incidenti non sono frequentie può essere inserita manodo-

pera non preparata. I livelli dicoibentazione nelle case di terrasono molto efficienti, le muraspesse trattengono tantissimaumidità accogliendoci in internisecchi e confortevoli. In fase dirifinitura è semplice aggiungerebassorilievi o intarsi, agendosulle pareti come su sculturemorbide. In quindici giorni lenostre opere seccheranno e di-venteranno dure come pietra.

Per iniziare si può pensare di co-struire forni per le pizze o sosti-tuire singole pareti adottandotecniche sostenibili. È consigliabile iniziare duranteun workshop per apprendere ra-pidamente tutti i consigli del ca-pocantiere.Le case di terra costano poco edinquinano ancora meno.Per ulteriori informazioni visi-tate il sito www.casediterra.it.

Accrescerne la riconoscibilità preservandone tutte le caratteristiche naturali

Costano poco e inquinano meno

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Domenico Matania

Correva l’anno 1770 quandoWolfgang Amadeus Mozartsoggiornò a Napoli, insieme alpadre Leopold. Cosa mai po-teva spingere l’eccelso Geniodella musica a spingersi fino inCampania? Napoli era Capi-tale del Regno, tappa fissa delGrand Tour Europeo nonchécentro indiscusso dal punto divista musicale: il valore dellaScuola Musicale napoletanadel '700 si basava sulla pre-senza di un gran numero dimaestri e musicisti di rilievo,in concomitanza ai diversiTeatri (primo tra tutti il SanCarlo) ed ai Conservatori mu-sicali presenti in città. Lostesso Mozart evidenziò nellediverse lettere inviate alla so-rella ed alla madre l’impor-tanza di recarsi a Napoli peremergere, affermarsi ed en-trare in contatto con le eccel-lenze musicali attive a Napolinella seconda metà del XVIIIsecolo. Sono proprio le lettereche i Mozart inviavano a Sali-sburgo a costituire una fonte diindiscusso valore: dalle parole

di Wolfgang Amadeus e delpadre Leopold emergonoaspetti interessanti sul sog-giorno in terra campana, dalpunto di vista musicale manon solo. Provenendo da Roma

i Mozart fecero tappa a Sessaed a Capua, dopodiché giun-sero a Napoli il 14 maggio1770 soggiornando nella zonadi San Giovanni a Carbonaraprima nel Monastero Agosti-

niano, poi in un appartamento.Ebbero modo di conoscere i So-vrani Borbonici e di frequen-tare i Teatri cittadini entrandoin contatto con i migliori mae-stri presenti in città. Dalle let-

tere non emergono solo aspetti“musicali”, Wolfgang Amadeusfu incuriosito dal popolo napo-letano: «Napoli è bella, mapiena di gente come Vienna eParigi. E per quanto riguarda

l`impertinenza del popolo aLondra e a Napoli, non so seNapoli non abbia la meglio suLondra». Fu allo stesso tempoattratto dalle bellezze dei luo-ghi e dei paesaggi, WolfgangAmadeus e Leopold visitarono,tra l’altro, la zona dei CampiFlegrei, il Vesuvio, Pompei,Ercolano, Caserta e Capodi-monte. Il 25 giugno 1770 i Mo-zart lasciarono Napoli per farritorno a Roma; queste furonole emblematiche parole di Wol-fgang Amadeus quando il sog-giorno a Napoli stava pervolgere a termine: «La posi-zione del luogo,la fertilità, lavivacità, le rarità ecc.: centocose belle rattristano la miapartenza da Napoli».

«La posizione delluogo,la fertilità,

la vivacità, le raritàecc.: cento cosebelle rattristano la mia partenza

da Napoli»

Tappa fissa del Grand Tour nonché centro indiscusso dal punto di vista musicale

Quando Napoli ammaliò Mozart

Il Teatro San Carlo di Napoli è statonegli ultimi tempi al centro di una do-lorosa querelle. Si è toccato il fondo loscorso 23 gennaio, quando a causadella protesta dei lavoratori del Mas-simo napoletano è saltata la replicadel 'Barbiere di Siviglia' con il pub-blico presente in sala inviperito. Èstato solo l’episodio culminante di unavicenda di cattiva gestione che vaavanti da tempo e che non sembra av-viarsi, almeno per il momento, a con-clusioni concrete e definitive. IlSindaco di Napoli Luigi De Magistris,presidente della Fondazione che ge-stiva il Teatro, ha deciso di non ade-rire al Decreto Valore Culturaproposto dal Ministro Bray, una leggecon pro e contro, come è inevitabileche sia. Lo scopo del Decreto è quellodi valorizzare e rilanciare le Fonda-zioni Lirico - Sinfoniche indebitate,grazie ai 75 milioni di euro messi a di-sposizione. De Magistris, d’accordocon lavoratori e sindacati si è oppostofermamente all’adesione al Decretoimputando la sua scelta al fatto che inrealtà la Legge imporrebbe un taglio

dei salari dei lavoratori e dei lavora-tori stessi. D’accordo con lavoratori esindacati, ma non con il Consigliod’amministrazione del Teatro che hascelto la strada delle dimissioni: delConsiglio dimissionario faceva parte

anche il Presidente della RegioneCampania Stefano Caldoro. E alloraquale soluzione? Per il momento il Mi-nistro Bray ha imposto il Commissa-riamento del Teatro, scegliendoMichele Lignola come Commissario:solo due anni fa il San Carlo era uscitodal Commissariamento. Alla deci-sione del Ministro sono seguite durereazioni da parte del Sindaco di Na-poli che spera «di ritornare quantoprima alla presidenza della fonda-zione, funzione dalla quale sono statoesautorato con un provvedimento ille-gittimo». Di risposta al Commissaria-mento il Comune di Napoli ha dato ilvia libera alla ricapitalizzazione e lostesso De Magistris punta ad unatempestiva soluzione. Intanto il Com-missario Michele Lignola ha incon-trato le organizzazioni sindacalidando vita ad un confronto utile alriassestamento della situazione. Fineultimo dell’incontro è stato quello didefinire quanto prima un piano indu-striale condiviso da tutte le parti ingioco.

D.M.

Teatro San Carlo: nuovo commissariamentoLa querelle che sta travolgendo il massimo napoletano

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Cristina Abbrunzo

Sembra fantascienza, ma nonlo è. Entro tre anni potrebberoarrivare sul mercato batterieallo zucchero molto più effi-cienti, convenienti ed ecologi-che rispetto a quelle attuali. Ad annunciarlo è l'articolopubblicato sulla rivista NatureCommunications dal gruppo diricerca coordinato da PercivalZhang, dell'università dellaVirginia. Le batterie allo zuc-chero hanno una densità dienergia senza pari rispetto allebatterie convenzionali ed inol-tre sono più economiche, rica-ricabili e biodegradabili.Il Litio, sostanza di cui sonocomposte le comuni pile, è unminerale presente in quantitàmolto scarse e soprattutto nonrinnovabile, dannoso sia perl'uomo durante l'estrazione cheper l'ambiente. La sua scarsitàlo rende anche costoso: ricerca-tori di tutto il mondo quindistudiano sistemi alternativi inprevisione di una futura sosti-tuzione del litio. E lo zuccherosembrerebbe una valida alter-nativa.In realtà non è la prima voltache le molecole di glucosio siprestano a questo tipo di ricer-che ma, come spiega PercivalZhang, uno degli autori dellostudio, la pila firmata VirginiaTech mostra una carica senzaprecedenti. “In natura lo zucchero è unperfetto composto per lo stoc-caggio di energia” affermaZhang. “Quindi è logico cercaredi sfruttare questo potere na-

turale in un modo ecologico perprodurre una batteria”.Il funzionamento è complesso,ma efficiente. Un composto enzimatico interagisce con ilcarbonio contenuto nello zuc-chero: si viene a creare un pro-cesso di catalizzazione in unacella a combustibile enzima-tica, dove le maltodestrine –estratte dall’idrolisi dell’amido– e l’aria attivano lo scambio.

Diversamente dalle celle acombustibile idrogeno e quellea metanolo, la soluzione zuc-cherina non è né esplosiva néinfiammabile e possiede unamaggiore densità di immagaz-zinamento energetico.Inoltre gli enzimi e i combusti-bili utilizzati per costruire il di-spositivo sono biodegradabilial 100%. La batteria infine èricaricabile aggiungendo sem-

plicemente dello zucchero,come si fa con l'inchiostro perle cartucce di stampa.Questa nuova e originale piladovrebbe essere sul mercatoentro tre anni e servirà perdare potenza a telefoni cellu-lari, tablet, videogiochi e glialtri gadget elettronici che,possedendo sempre maggiorifunzioni, richiedono semprepiù energia. Secondo l'Agenzia

per la Protezione dell'Am-biente, solo negli Stati Unitiogni anno vengono gettate viamiliardi di batterie tossicheche minacciano l' ambiente e diconseguenza la salute del-l'uomo. Le nuove pile allo zuc-chero potrebbero evitare checentinaia di migliaia di tonnel-late di batterie finiscano nelladiscarica e assicurare all’am-biente un futuro più “dolce”.

Acquacell: le rivoluzionarie batterie greenSi attivano in acqua e non inquinano

Basta qualche minuto a “bagnomaria” inacqua e la rivoluzionaria pila è prontaall’uso. Si chiama Aquacell ed è un’ interessantesoluzione proposta nel campo dell'energiasostenibile e prodotta dall'omonimaazienda svizzera e ideata da uno scien-ziato olandese, Niels Bakker, insieme adun team di colleghi studiosi.Ci sono voluti quasi quattro anni di ri-cerca e sviluppo per raggiungere una piladal design pulito, che contiene pochissimimetalli pesanti e che funziona dopo cin-que minuti di immersione in acqua. Daallora, una fabbrica situata nella provin-cia di Guangdong in Cina produce tra i 3e i 5 milioni di batterie al mese.E' leggera(pesa solo 12 grammi), proget-tata sulla base di polveri organiche noninquinanti e, una volta confezionata, ècompletamente scarica, senza alcun tipodi tensione o amperaggio. Soltanto dopo la sua immersione in acquala pila viene 'attivata' ed è in grado di for-nire energia utile a dispositivi elettronicicon un consumo medio come le torce

LED, i telecomandi e i giocattoli per bam-bini.'Aquacell' è stata, inoltre, realizzatasenza utilizzare l'acciaio, ma realizzandoun involucro costituito completamente inplastica riciclata. Non ha bisogno diacqua per essere fabbricata, eliminandoin questo modo a monte anche il pro-blema del trattamento dei liquidi reflui etossici di produzione. Grazie a questi ac-corgimenti, la novella batteria può esserericiclata a basso costo fino all'85% (le pileconvenzionali invece si possono recupe-rare solo fino al 50%) e non ha una datadi scadenza, contrariamente alle conven-zionali pile alcaline che durano in media8 anni. L'unico inconveniente è che unavolta attivate, durano un pò meno temporispetto alle batterie tradizionali e sonoleggermente meno potenti.Acquacell non è ancora disponibile incommercio in Italia, ma sul sito svizzerodell'azienda produttrice si trova già invendita e presto verrà distribuita intutta Europa.

C.A.

Basta un poco di zucchero e…la batteria funzionaArrivano le pile al glucosio: efficienti, economiche ed ecologiche

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Eleonora Ferrara

La retribuzione costituisce il di-ritto fondamentale del lavora-tore subordinato e, paralle-lamente, l’obbligo preminentedel datore di lavoro.Emerge, quindi, la natura corri-spettiva del contratto di lavorosubordinato, dato che la retribu-zione rappresenta il corrispet-tivo del lavoro effettuato.Da questo principio di corrispet-tività dovrebbe scaturire che illavoratore avrebbe diritto allaretribuzione, unicamente nelcaso di effettivo svolgimento delproprio lavoro. Tuttavia, esi-stono ipotesi normative nellequali il lavoratore ha, comunquediritto a percepire la normale re-tribuzione, in mancanza di unaprestazione lavorativa.Sono le ipotesi di sospensionepreviste dall’ordinamento, qualila malattia, la maternità, i per-messi sindacali ecc..Viene riscontrata, in questocaso, la funzione sociale della re-tribuzione, accanto a quella cor-rispettiva, determinata dallacondizione di bisogno in cuiversa il lavoratore in un deter-minato periodo, oppure da inte-ressi meritevoli di tutela.La duplice funzione della retri-buzione – corrispettiva e sociale– si evince chiaramente dai prin-cipi costituzionali in tema di re-tribuzione. Sicuramente fonda-mentale è l’articolo 36 comma 1della Costituzione, che garanti-sce al lavoratore una retribu-zione sufficiente che assicuri,tanto a lui quanto alla sua fami-glia, un’esistenza libera e digni-tosa, comportando, indiret-tamente l’estensione a tutti i la-voratori dell’efficacia delle clau-sole retributive dei contratticollettivi nazionale di categoria.Pertanto, la retribuzione baserappresenta il parametro di rife-rimento del concetto di suffi-cienza del compenso spettante.Nel nostro Paese è garantital’unità retributiva delle diversearee, anche grazie all’orienta-mento della giurisprudenza diCassazione, in tal modo si è an-dati ben oltre il concetto delle co-siddette “gabbie salariali”.Naturalmente l’unità retribu-tiva non implica l’identità dellepaghe su tutto il territorio nazio-nale, garantendosi, di fatto, soloi minimi tariffari. Intervegono,quindi,altri fattori che defini-scono meglio il corrispettivo ef-fettivamente spettante allavoratore, come per esempio ilcosto della vita che può esseresuperiore al Nord rispetto alSud, in cui sussiste una più

bassa diffusione della contratta-zione territoriale o aziendale in-tegrativa. Inoltre l’art. 36comma 1 della nostra Costitu-zione stabilisce, peraltro, il di-ritto del lavoratore ad unaretribuzione che sia proporzio-nata alla quantità ed alla qua-lità del lavoro. La determinazione di questi ele-menti è demandata alla contrat-tazione collettiva, che fissa iparametri di riferimento dellaretribuzione oraria o mensile edei sistemi di inquadramentoprofessionale, al fine di consen-tire l’articolazione della strut-tura della retribuzione.Risulterebbe difficile che un giu-dice possa pronunciarsi nelsenso di riconoscere ad un lavo-ratore, piuttosto che ad un altro,la non sufficienza della retribu-zione percepita per la qualità dellavoro prestato, poiché non sa-rebbe facile riscontrare l’entitàdella qualità della prestazioneeffettuata, pur nella negazionedi un esplicito riconoscimentodella inderogabilità della regoladi parità di trattamento.In effetti le uniche regole di pa-rità, assunte dall’ordinamento,sono quelle che derivano dai di-vieti di discriminazione previstedalle norme imposte.

AMBIENTELegge 6 febbraio 2014, n. 6. Conversionein legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136, recantedisposizioni urgenti dirette a fronteg-giare emergenze ambientali e indu-striali ed a favorire lo sviluppo delle areeinteressate. Gazzetta Ufficiale Serie Ge-nerale n.32 del 82-2014BENI AMBIENTALIE’ vietata la privatizzazione dei terreniad uso civico ricadenti in aree naturaliprotette. Ai sensi dell’art. 1 della L.R. n.11 del 18/2/05 la Regione Lazio ha vie-tato la privatizzazione dei terreni di pro-prietà collettiva di uso civico ricadenti inaree sottoposte a vincoli, a tutela deiparchi e delle aree protette. Inoltre, se-condo la giurisprudenza formatasi inmateria, il provvedimento di legittima-zione pur in presenza delle condizionifissate dalla legge, tra cui la esecuzionedi migliorie sostanziali e permanenti,che in ogni caso debbono consistere inopere preordinate alla coltivazione o co-munque allo sfruttamento agricolo ozootecnico del suolo ed alla soddisfazionedell'interesse agrario della collettività,rimane pur sempre un atto a carattereeccezionale, cui è possibile pervenire solo

attraverso un adeguato apprezzamento,rimesso al potere discrezionale del Com-missario, di tutti gli interessi pubblicieventualmente ostativi alla legittima-zione. TAR Lazio (RM), Sez. I-Ter, n.9846, del 18 novembre 2013RIFIUTIE’ illegittimo l’imposizione alla ricor-rente dell’obbligo di elaborare un pianointegrativo considerante anche il limitedel MTBE nelle acque di falda pari a 40μg/l. Si deve concordare con quella giu-risprudenza che ha giudicato insuffi-cienti le spiegazioni dell’I.S.S. perfondare l’assimilazione del MTBE ai va-lori limite degli idrocarburi, concludendo

per l’illegittimità del limite fissato nelparere del 2001 relativamente alleacque sotterranee (10 µg/l): ciò, inquanto, considerata la dubbia assimila-zione tossicologica tra MTBE ed idrocar-buri totali, smentita successivamentedallo stesso I.S.S., il limite in discorsopare esser stato ispirato da un ingiusti-ficato eccesso di prudenza, in violazionedel principio di proporzionalità. Sostan-zialmente irrilevante appare poi il fattoche il parametro relativo al limite delMTBE nelle acque di falda sia stato con-siderato, nella misura di 40 μg/l in luogodella più restrittiva 10 µg/l. TAR To-scana, Sez. II, n. 1617, del 26 novembre2013DIFESA CONSUMATORIMinistero delle politiche agricole ali-mentari e forestali. Decreto 23 dicembre2013 . Disposizioni nazionali concer-nenti l'attuazione del regolamento diesecuzione (UE) n. 299/2013 della Com-missione del 26 marzo 2013, recante mo-difica del regolamento (CEE) n. 2568/91,relativo alle caratteristiche degli olid'oliva e degli oli di sansa d'oliva nonchéai metodi ad essi attinenti. Gazzetta Uf-ficiale Serie Generale n.32 del 8-2-2014.

A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

La retribuzioneLLAVORO E PREVIDENZA

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Andrea Tafuro

I figli sono la pupilla dei no-stri occhi… Che ne sarà di noise non ci prendiamo cura deinostri occhi? Come potremoandare avanti?Le parole di Papa Francescoriescono sempre ad inqua-drare i problemi, queste pa-role mi sono tornate in mentel’altro giorno. Ero sul treno,per raggiungere il lavoro,quando ho visto una ragaz-zina in lacrime, perché nonaveva avuto il coraggio di farsiinterrogare in Greco. Appartengo alla generazioneche in treno guarda il paesag-gio, scopre nuove amicizie, ri-scopre il gusto del dialogo enon compulsa sulla tastieradel telefonino solitariamente. Ma ritornando alla studen-tessa, quelle lacrime mihanno colpito molto… io eropiù forte in latino e ricordo cheeducare deriva da ex-ducere,che significa tirare fuori. Allaprof di quella studentessa vor-rei solo dire che l’ educatore ècome un’ostetrica, non portaun figlio in grembo quindi nonpuò donare vita, ma può aiu-tare a farla nascere, cosìquell’educaprof può aiutare a

prendere consapevolezza deipropri talenti da sfruttare nelgrande gioco della relazionecon gli altri. Albert Einsteinha detto che: “Ogni persona èun genio. Ma, se giudichi unpesce dalla sua capacità discalare un albero, passeràtutta la sua vita pensando diessere stupido”.Un rapporto dell’Ocse hamesso in evidenza la pauradegli studenti di alzare lamano e rispondere a una do-manda rischiando di esserepresi in giro. Da questa consi-derazione è nato a Parigi “IlFestival dell’errore”. L’idea difondo è che i ragazzi debbanoimparare a sbagliare e non vi-ceversa imparare dagli sbagli,cioè bisogna insegnare ai no-stri figli l’importanza dei passifalsi, quante volte il probabilenon si è realizzato e l’improba-bile invece sì. Il probabile, nelnostro moderno mondo li-quido, è la convinzione dipoter controllare la natura,ma non i mercati. Tutti siamoaccecati dalla certezza che sipossa manipolare un organi-smo che opera magistral-mente da tre miliardi e mezzodi anni, ma si ritiene impossi-bile cambiare un tipo di econo-

mia creata dall’uomo stesso.L’economia che fa girare ilmondo, cari tuttologi, è infattiun’invenzione recente, i mer-cati sono sempre esistiti, manon l’economia dell’uso inso-stenibile della natura. I capi-bastone dell’economia dimercato erano convinti che se-guendo le sue leggi naturali cisarebbe stato benessere pertutti, restarono allibiti quandoscoprirono che la crescitadella ricchezza della società edelle classi al potere portavacon sé la miseria di estesefasce di popolazione… nonavevano messo in conto i po-veri. Questi stupratori intel-lettuali ritengono, tuttora, chel’economia non è soggetta allamorale, tentano di dimostrarel’inutilità del bene pubblico,tanto è compito di una manoinvisibile, che opera nel cuoredei processi economici regola-mentare il tutto. Ci hanno convinti che il pro-cesso di emancipazione che ciha guidati nella modernità èda attribuire a uno spazio si-stemico, l’economia, e che essoagisca indipendentementedagli altri ambiti dell’attivitàumana. La produzione, la ri-partizione e l’utilizzo delle ric-chezze costituirebbero unmondo a sé, un mondo a parteche possiede una coerenza in-terna orientata al bene del-l’uomo… tutte fandonie. Peruscire dall’impasse civile incui questa crisi mi ha cacciatofaccio mie la parole di Era-clito: “Senza la speranza è im-possibile trovare l'insperato”.

Ecco, io come padre e quindicome educatore spero l’inspe-rato ogni giorno e lo faccio contenacia… senza grandi cer-tezze. Eppure sono convintoche sia possibile scovare glistrumenti per leggere la miaattuale condizione di vita, èvero che ho smarrito i quadriteorici che mi hanno sorrettoin passato e non mi resta cheinventare quotidianamente lavita come un’opera d’arte“difficile trovar parole moltoserie, tenterò di disegnare...come un pittore, farò in mododi arrivare dritto al cuore conla forza del colore”, recita unacanzone. Come un esploratoresono alla ricerca di tracce e di-rezioni per dare un senso allacontinua costruzione di condi-visioni e significati in unmondo complesso e mutevole.Non inseguo certezze, nep-pure nella fede, ma indica-zioni preziose che miconsegnano ogni giorno i mieicompagni strada, anche dallastudentessa che piange, lasperanza è riconoscere checome padre sono un genera-tore di energia positiva per ilfuturo e convinto di poter at-tuare progetti di convivenza edi incontro. “Generare la vitaè generare il futuro anche e so-prattutto oggi, nel tempo dellacrisi; da essa si può usciremettendo i genitori nella con-dizione di realizzare le loroscelte e i loro progetti”, è partedel messaggio per la giornatadella vita che si è celebrata loscorso 2 febbraio. Di qui, ac-canto alla sottolineatura che

“la società tutta è chiamata ainterrogarsi e a decidere qualemodello di civiltà e quale cul-tura intende promuovere”, lascelta della vita, sempre: “Selamentiamo l’emorragia dienergie positive che vive il no-stro Paese con l’emigrazioneforzata di persone, spesso gio-vani, dotate di preparazione eprofessionalità eccellenti, dob-biamo ancor più deplorare ilmancato contributo di coloroai quali è stato impedito di na-scere”. Analoga considera-zione il Messaggio lo dedicaalla “esclusione che tocca inparticolare chi è ammalato eanziano, magari con il ricorsoa forme mascherate di eutana-sia”, per concludere riaffer-mando “il senso dell’umano ela capacità del farsi carico...fondamento della società”. Lanostra società ha bisogno oggidi solidarietà rinnovata, di uo-mini e donne che la abitinocon responsabilità e sianomessi in condizione di svol-gere il loro compito di padri emadri, impegnati a superarel’attuale crisi sociale e demo-grafica e, con essa, tutte leforme di esclusione. Per porrei mattoni del futuro siamo sol-lecitati ad andare verso le pe-riferie esistenziali dellasocietà, sostenendo donne, uo-mini e comunità che si impe-gnino, come afferma PapaFrancesco, per un’autenticacultura dell’incontro.

«In una stanza silenziosa c’erano quattro candele ac-cese. La prima si lamentava: “Io sono la pace. Ma gli uo-mini preferiscono la guerra: non mi resta che lasciarmispegnere”. E così accadde. La seconda disse: “Io sono lafede. Ma gli uomini preferiscono le favole: non mi restache lasciarmi spegnere”. E così accadde. La terza candelaconfessò: “Io sono l’amore. Ma gli uomini sono cattivi eincapaci di amare: non mi resta che lasciarmi spegnere”.All’improvviso nella stanza comparve un bambino che,piangendo, disse: “Ho paura del buio”. Allora la quartacandela disse: “Non piangere. Io resterò accesa e ti per-metterò di riaccendere con la mia luce le altre candele:io sono la speranza”.» Parabola ebraica

CULTURA DELL'INCONTRO O CULTURA DELLO SCARTO?LA SOCIETÀ È CHIAMATA A INTERROGARSI E A DECIDERE SU QUALE MODELLO DI CIVILTÀ PROMUOVERE

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13 febbraio 2014 – Napoli: finalmente si “viaggia” verso il cambiamento!

Ecco la nuova stazione della metropolitana in piazza Garibaldi

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