Arpa campania ambiente 2014 19

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P PRIMO PIANO È napoletano il brevetto del vaccino contro l’ebola Martelli a pag.3 In Amazzonia è in aumento la deforestazione Non c’è tregua per la foresta Amazzonica,dopo anni in cui sembrava esserci una ridu- zione della deforestazione, quest’anno, così come l’anno scorso, il taglio dei grandi al- beri ha ripreso quota. Alla fine di luglio il disbosca- mento è cresciuto del 29% ri- spetto all’anno precedente e solo un anno fa eravamo al 28% in più rispetto all’anno prima. Maisto a pag.5 “Un altro obiettivo raggiunto, un altro importante tra- guardo per l’Ente che pre- siedo!”. Queste le parole del dott. Alessio Usai, Presidente dell’Ente Riserve “Foce Vol- turno-Costa di Licola” e “Lago di Falciano”, parole piene di soddisfazione e di speranza. Buonfanti a pag.8 L'Europa a difesa delle acque sotterranee Morlando a pag.11 Utilizzare al meglio le risorse ed avviare importanti collaborazioni La prima stazione di monitoraggio della fauna Arpac, nuove attività al servizio dell’ambiente Continua l’opera di risanamento sia economico che sul piano dell’imma- gine dell’ Agenzia Regionale per la protezione dell’ambiente, messo in atto dal Commissario Straordinario dell’Ente Pietro Vasaturo. Tra gli in- terventi principali attuati per ri- durre i costi, il Commissario, come un padre esemplare, ha deciso di partire proprio da se stesso: niente segreteria particolare, niente auto di servizio se non quando vi è la neces- sità di recarsi in enti locati nelle zone limitate al traffico, fino ad ottenere un risparmio di circa 250mila euro riguardo i suoi stessi emolumenti. Vasaturo si dice soddisfatto di essere riuscito a trasmettere al personale uno spirito di cooperazione che pur- troppo mancava, rivalutando profes- sionalità sopite o accantonate ma so- prattutto riorganizzando al meglio le risorse umane disponibili. a pag.2 Sfamare il mondo. Alimentazione, agricoltura e ambiente Non immaginavo che dalla terrazza dell’Uni- versità Suor Orsola Benincasa, Napoli fosse così…vicina, racchiusa in un estasiante fermo immagine. Basterebbe un click, per raccontarla al mondo intero. Proprio così com’è: immediata, “silenziosa”, scompigliata. Una donna fanta- stica, piena di sfaccettature, geometrie e colori. Liguori a pag.4 La carta d'identità è un documento di riconoscimento dove sono conte- nuti i dati anagra- fici (cognome, luogo di nascita, residenza, ecc.) ed una foto che viene mostrata per pro- vare “chi siamo” nelle più svariate occasioni. Potrebbe capi- tarci, però, che se abbiamo con noi una botti- glia di olio extra vergine di oliva, alla richiesta di un pubblico ufficiale di fornire un docu- mento di riconoscimento, mostreremo due carte d’identità: una che riguarda noi ed una per l’olio. Patrizio a pag.12 De Crescenzo-Lanza a pag.14 Le stazioni intermodali urbane L’arte dell’intarsio è un’arte antichis- sima. Le sue origini risalgono alla civiltà egiziana e nel VI-VII secolo la troviamo nella penisola sorrentina grazie ai mo- naci benedettini che, rinchiusi nei propri studi, eseguivano i loro preziosi lavori. Sorrento e la tarsia Un luogo e un prodotto della tradizione NATURA & BIODIVERSITÀ Progetto CDI OEVO Carta d’identità per l’olio extra-vergine di oliva Dopo ventidue anni non ho goduto della felicità di parte- cipare attivamente alla festa di San Francesco. Ma che roba è la Felicità? L'etimolo- gia fa derivare la parola da: felix-icis, la cui radice fe si- gnifica abbondanza, ric- chezza, prosperità. In modo simile, l'origine del termine festa viene da festum, dun- que la festa richiama il con- cetto di felicità. La ricerca della felicità è argomento fi- losofico di tutti i tempi, tema centrale in tutte le culture, le arti, le religioni e nella vita di ogni individuo. Vi invito a leggere la lettera di Epicuro a Meneceo, nella quale il filo- sofo greco scrive che: “Non si è mai troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. Tafuro a pag.19 Felicità: quello che si è non quello che si ha NORMATIVA EUROPEA AMBIENTE & TRADIZIONE DAL MONDO BIO-ARCHITETTURA NATUR@MENTE LAVORO & PREVIDENZA Il 4 ottobre scorso, il Premier si è recato ad Assisi, con il ministro Giannini, per le ce- lebrazioni in onore di San Francesco, patrono d’Italia. L’occasione è stata vera- mente propizia per poter ri- spondere al pungente attacco della CEI.... Ferrara a pag.18 Palumbo a pag.15 Renzi e il tentativo di “riparare” l’Italia

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Transcript of Arpa campania ambiente 2014 19

PPRIMO PIANOÈ napoletano il brevetto

del vaccino contro l’ebola

Martelli a pag.3

In Amazzonia è in aumento la deforestazione

Non c’è tregua per la forestaAmazzonica,dopo anni in cuisembrava esserci una ridu-zione della deforestazione,quest’anno, così come l’annoscorso, il taglio dei grandi al-beri ha ripreso quota. Allafine di luglio il disbosca-mento è cresciuto del 29% ri-spetto all’anno precedente esolo un anno fa eravamo al28% in più rispetto all’annoprima.

Maisto a pag.5

“Un altro obiettivo raggiunto,un altro importante tra-guardo per l’Ente che pre-siedo!”. Queste le parole deldott. Alessio Usai, Presidentedell’Ente Riserve “Foce Vol-turno-Costa di Licola” e “Lagodi Falciano”, parole piene disoddisfazione e di speranza.

Buonfanti a pag.8

L'Europa a difesa delle acque sotterranee

Morlando a pag.11

Utilizzare al meglio le risorse ed avviare importanti collaborazioni

La prima stazione di monitoraggio della fauna

Arpac, nuove attività al servizio dell’ambiente

Continua l’opera di risanamento siaeconomico che sul piano dell’imma-gine dell’ Agenzia Regionale per laprotezione dell’ambiente, messo inatto dal Commissario Straordinariodell’Ente Pietro Vasaturo. Tra gli in-terventi principali attuati per ri-durre i costi, il Commissario, comeun padre esemplare, ha deciso dipartire proprio da se stesso: nientesegreteria particolare, niente auto diservizio se non quando vi è la neces-sità di recarsi in enti locati nelle zonelimitate al traffico, fino ad ottenereun risparmio di circa 250mila euroriguardo i suoi stessi emolumenti.Vasaturo si dice soddisfatto di essereriuscito a trasmettere al personaleuno spirito di cooperazione che pur-troppo mancava, rivalutando profes-sionalità sopite o accantonate ma so-prattutto riorganizzando al meglio lerisorse umane disponibili.

a pag.2

Sfamare il mondo. Alimentazione,agricoltura e ambiente

Non immaginavo che dalla terrazza dell’Uni-versità Suor Orsola Benincasa, Napoli fossecosì…vicina, racchiusa in un estasiante fermoimmagine. Basterebbe un click, per raccontarlaal mondo intero. Proprio così com’è: immediata,“silenziosa”, scompigliata. Una donna fanta-stica, piena di sfaccettature, geometrie e colori.

Liguori a pag.4

La carta d'identitàè un documento dir iconoscimentodove sono conte-nuti i dati anagra-fici (cognome,luogo di nascita,residenza, ecc.) eduna foto che vienemostrata per pro-vare “chi siamo”nelle più svariate occasioni. Potrebbe capi-tarci, però, che se abbiamo con noi una botti-glia di olio extra vergine di oliva, alla richiestadi un pubblico ufficiale di fornire un docu-mento di riconoscimento, mostreremo duecarte d’identità: una che riguarda noi ed unaper l’olio.

Patrizio a pag.12

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Le stazioni intermodaliurbane

L’arte dell’intarsio è un’arte antichis-sima. Le sue origini risalgono alla civiltàegiziana e nel VI-VII secolo la troviamonella penisola sorrentina grazie ai mo-naci benedettini che, rinchiusi nei propristudi, eseguivano i loro preziosi lavori.

Sorrento e la tarsiaUn luogo e un prodotto della tradizione

NATURA & BIODIVERSITÀ

Progetto CDI OEVOCarta d’identità per l’olio extra-vergine di oliva

Dopo ventidue anni non hogoduto della felicità di parte-cipare attivamente alla festadi San Francesco. Ma cheroba è la Felicità? L'etimolo-gia fa derivare la parola da:felix-icis, la cui radice fe si-gnifica abbondanza, ric-chezza, prosperità. In modosimile, l'origine del terminefesta viene da festum, dun-que la festa richiama il con-cetto di felicità. La ricercadella felicità è argomento fi-losofico di tutti i tempi, temacentrale in tutte le culture, learti, le religioni e nella vita diogni individuo. Vi invito aleggere la lettera di Epicuroa Meneceo, nella quale il filo-sofo greco scrive che: “Non siè mai troppo giovani o troppovecchi per la conoscenzadella felicità.

Tafuro a pag.19

Felicità: quello che siè non quello che si ha

NORMATIVA EUROPEA

AMBIENTE & TRADIZIONE

DAL MONDO

BIO-ARCHITETTURA

NATUR@MENTE

LAVORO & PREVIDENZA

Il 4 ottobre scorso, il Premiersi è recato ad Assisi, con ilministro Giannini, per le ce-lebrazioni in onore di SanFrancesco, patrono d’Italia.L’occasione è stata vera-mente propizia per poter ri-spondere al pungenteattacco della CEI....

Ferrara a pag.18

Palumbo a pag.15

Renzi e il tentativo di“riparare” l’Italia

Continua l’opera di risana-mento sia economico che sulpiano dell’immagine dell’Agenzia Regionale per la pro-tezione dell’ambiente, messoin atto dal Commissario Stra-ordinario dell’Ente Pietro Va-saturo. Tra gli interventiprincipali attuati per ridurre icosti, il Commissario, come unpadre esemplare, ha deciso dipartire proprio da se stesso:niente segreteria particolare,niente auto di servizio se nonquando vi è la necessità di re-carsi in enti locati nelle zone li-mitate al traffico, fino adottenere un risparmio di circa250mila euro riguardo i suoistessi emolumenti. Vasaturo si dice soddisfatto diessere riuscito a trasmettere alpersonale uno spirito di coope-razione che purtroppo man-cava, rivalutando profes-sionalità sopite o accantonatema soprattutto riorganizzandoal meglio le risorse umane di-sponibili. Oltre l’ ordinarietà,infatti, molte attività sonostate rafforzate e riconosciutein tutte le sedi istituzionaligrazie all’utilizzo di personalea pieno regime compresoquello della Società parteci-pata Multiservizi gestitadall’Arpac. Questi ultimi lavo-ratori attualmente fungono dasupporto per tutte le azioni afavore delle magistrature, traqueste gli interventi a Salernonell’ambito di una vasta inda-gine che parte da Positano edAgropoli fino a Sapri per ilcontrollo di eventuali scarichi

abusivi, abbandoni di mate-riale pericoloso e via dicendo.Tale intervento non è limitatosoltanto all’area costiera maabbraccia tutto l’entroterraanche in considerazione delfatto che la flotta di Arpac èstata potenziata al massimonon solo per quanto attiene ilmonitoraggio della balneabi-lità. Le future operazioni chesono sul punto di essere at-tuate tramite “blitz” (tipico in-tervento del Vasaturo “sbirro”)hanno lo scopo di scanda-gliare, almeno sino a 6 migliadalla costa, il fondale marinocon le apposite apparecchia-ture presenti sull’ammiragliaoceanografica Helios, alla ri-cerca di eventuali relitti utiliz-zati quali “tombe” per rifiutipericolosi. Inoltre, l’Arma deiCarabinieri si è resa disponi-bile, su richiesta di Vasaturo,ad ospitare il personale del-l’Agenzia, unitamente al pro-fessor Massimiliano Lega

(dell’Università degli StudiParthenope di Napoli) a bordodei propri elicotteri per moni-torare il territorio, così comeanche il Corpo della Guardiadi Finanza sta valutando difare lo stesso. Sempre in temadi risanamento economico ilCommissario ha assicuratoche il grave contenzioso di cuil’Agenzia è parte è stato af-frontato e risolto applicando lenorme pubblicistiche e di con-tabilità generale sulla defla-zione anche grazie allacomprensione dei creditori coni quali si è instaurato un rap-

porto di collaborazione e fidu-cia. Utilizzando i trasferimentifinanziari decisi e da decideredella Giunta regionale, pur nelpieno rispetto dei vincoli e deilimiti di spesa, inoltre, sonostati aggiornati i laboratori dianalisi dell’ Agenzia, acquisitenuove apparecchiature e sonostati promossi la formazione el’aggiornamento del personalecompletando l’organico.

L’oltre trentennale esperienzain diversi settori della pubblicaamministrazione del Commis-sario e la L. n°16 del 2014, chestabilisce che il direttore gene-rale dell’Agenzia vada sceltotra i dirigenti pubblici e nontra esterni come in passato, faauspicare che Vasaturo possarestare alla guida dell’Arpacpermettendo così il prosieguodel suo rilancio.

Arpac, nuove attività al servizio dell’ambienteUtilizzare al meglio le risorse ed avviare importanti collaborazioni

I VERTICI DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA A NAPOLI

Domenico Matania

Lo scorso 2 ottobre si è svolto a Napoliil vertice della BCE, la Banca CentraleEuropea. Ottima vetrina per la cittàche si è preparata ad accogliere autoritàprovenienti da tutta Europa, per laprima riunione mensile, per discuteredelle più spinose questioni economichee monetarie. Ad ospitare il summit èstato il Parco di Capodimonte con la suaReggia, che per l’occasione è statachiusa al pubblico, per consentire tuttii preparativi del caso. Fin dalla primamattinata la città si è predisposta permettere in moto la macchina organizza-tiva, a partire dal piano di traffico spe-ciale per evitare ingorghi nei pressi diCapodimonte. Una nota curiosa chenon è passata inosservata ha riguar-dato le condizioni di si-curezza dell’edificioborbonico all’internodel Parco. Fino a duegiorni prima del sum-mit, nella zona circo-stante la struttura,erano presenti avvisi(poi misteriosamentespariti) che ammoni-vano sulle precariecondizioni architetto-niche dell’edificio: “At-tenzione cadutamateriali” e “Stare lon-tani a breve sarannoeseguiti i lavori”. Leipotesi sono due: i car-

telli sono stati nascosti per l’occasione oin due giorni è stato messo in sicurezzalo stabile (magari!). Stabilità edilizia aparte non sono mancate le manifesta-zioni contro i vertici della Banca Cen-trale Europea. Nonostante siano statigli scontri a fare più notizia, la maggiorparte dei manifestanti ha contestato inmaniera del tutto pacifica. Presenti adaprire il corteo volti coperti dalle ma-schere di Pulcinella. Tra gli slogan gridati a gran voce: "Piùcase per tutti ma i banchieri nelle can-tine", "Block Bce perchè la spesa dei go-verni la decidiamo noi". "No Bce, noausterità, case e reddito per tutti". Se-condo una stima di massima erano pre-senti quattro mila manifestanti tradisoccupati, studenti o semplici citta-dini. Sul capitolo scontri, alcuni dei ma-

nifestanti si sonoposizionati a pochipassi dal Parco di Ca-podimonte ed a voltocoperto hanno comin-ciato a lanciare botti-glie e pietre; la poliziain assetto antisom-mossa ha risposto conidranti e lacrimogeni.Il vertice si è svolto adogni modo nella piùcompleta regolarità.Nella cena di gala cheha preceduto il giornodell’incontro, il presi-dente della Bce MarioDraghi ha chiamato in

causa la mitologia greca, paragonandole difficoltà economiche attuali alle "fa-tiche" di Ercole (la cena si teneva nellaSala di Ercole del Palazzo Reale)."Come quando lottava contro l'idra a

più teste, anche a noi sembra chequando superiamo una sfida, come lacrisi sui debiti pubblici, ne saltano fuoridue nuove, come la bassa inflazione e laripresa a rilento".

È NAPOLETANO IL BREVETTODEL VACCINO CONTRO L’EBOLA

Giulia Martelli

Ebola. Il virus ha varcato i con-fini africani ed ha purtropporaggiunto il Vecchio continente.Risale infatti a qualche giorno fala scoperta del primo caso accer-tato di contaminazione in Eu-ropa: vittima, un’infermieramadrilena contagiata da unmissionario che aveva contrattola malattia in Sierra Leone. I li-velli di allerta si sono dunque al-zati anche nel nostro Paese ementre i quotidiani “strillano”l’allarme, altre notizie, in ma-niera quasi inspiegabile “cam-minano sottovoce”. Ortaggicontaminati, pizza cancerogena(?), roghi e tumori riempiono leprime pagine di tutte le testatee, fermo restando la condivisi-bile volontà di mettere in guar-dia cittadini e consumatori, cisarebbe da chiedersi in quanti

sanno, invece, che sono nate e sisono svolte proprio in Campa-nia, a Napoli, nei laboratori delCeinge (Centro di IngegneriaGenetica), le ricerche della ita-liana Okairos che ha sviluppatoil brevetto per il vaccino control'ebola. Del resto non è un casoche la prima Facoltà di Biotec-nologie d’Italia sia targata “Fe-derico II”, così come non è uncaso che la Campania sia oggitra le regioni più ricche di strut-ture di ricerca specializzate ingenetica. Il CEINGE - Biotecno-logie Avanzate è una societàconsortile senza scopo di lucrocostituita nel 1983 e che ha tra isuoi soci la Regione Campania(attraverso l'Ente Funzionaleper l'Innovazione e lo SviluppoRegionale - E.F.I. S.p.A.), l'Uni-versità degli Studi di Napoli Fe-derico II, la Provincia di Napoli,la Camera di Commercio, Indu-

stria ed Artigianato di Napoli,ed il Comune di Napoli. In par-ticolare la Regione Campaniacostituisce il socio di maggio-ranza detenendo il 60% del ca-pitale sociale, attraverso l'E.F.I.S.p.A. che fa capo all'Assesso-rato Attività Produttive. La Okairos, invece, è stata ac-quisita lo scorso anno per 250milioni di euro dalla multinazio-nale GlaxoSmithKline (Gsk). La

notizia da evidenziare è cheentro dicembre verranno conse-gnate circa diecimila dosi di vac-cino all'Organizzazione Mon-diale per la Sanità (Oms) men-tre si sta trattando per la forni-tura, nel 2015, di un milione didosi del vaccino che, al mo-mento, appare l'unico disponi-bile. "Il Ceinge, che quest'annofesteggia i 30 anni dalla sua na-

scita – ha spiegato Franco Sal-vatore, da circa trent’annianima del Centro - è un grandeesempio di sviluppo economico estrutturale di un centro di ri-cerca. Nato come piccolo labora-torio universitario è oggi uncentro di eccellenza di fama in-ternazionale con oltre 20 gruppidi ricerca, 250 studiosi e un in-cubatore di imprese".

Tra proteste annunciate e slogan anti austerità

Ceinge: il centro di ricerca per cervelli non in fuga

Fabiana Liguori

Non immaginavo che dalla ter-razza dell’Università Suor Or-sola Benincasa, Napoli fossecosì…vicina, racchiusa in unestasiante fermo immagine.Basterebbe un click, per rac-contarla al mondo intero. Pro-prio così com’è: immediata,“silenziosa”, scompigliata. Unadonna fantastica, piena di sfac-cettature, geometrie e colori. Appena arrivata, davanti atanta bellezza, sapevo già chesarebbe stata una fantasticaavventura e così è stato. Nel-l’accogliente Aula Magna dell’Università si è svolto l’XIForum Internazionale dell’In-formazione per la Salvaguardiadella Natura organizzato dal-l'associazione GreenaccordOnlus in collaborazione conl'Assessorato all'Ambiente delComune. Si è trattato di un in-teressantissimo incontro discienziati, istituzioni e giorna-listi di tutto il mondo per discu-tere della situazione delmercato agricolo mondiale, deimodelli di sviluppo, del ruolodei produttori e distributori,ma anche di alcuni problemiche attanagliano il Pianeta,come la malnutrizione e lafame. I vari relatori che si sonoavvicendati sul palco, infatti,hanno illustrato la “fotografia”delle coltivazioni agricole, i datipiù aggiornati sulla denutri-zione e gli obiettivi di riduzionedella fame, dimostrando, nu-meri alla mano, i vantaggi degliinvestimenti a tutela degli eco-sistemi e delle produzioni agri-cole di qualità. Uno dei primiinterventi è stato quello di RenWang, vicedirettore Dip. Agri-coltura della FAO, che ha for-nito importanti spunti. Laprevalenza della malnutrizionea livello mondiale è scesa acirca l’11% dal 19 % di 20 annifa, e dal 23 % al 14 % nei paesiin via di sviluppo. Tuttavia,circa 805 milioni di persone ri-mangono denutrite, rispetto a 1miliardi nei primi anni 1990.Secondo le proiezioni delle Na-zioni Unite, inoltre, la popola-zione mondiale aumenteràraggiungendo entro il 2050 i9,15 miliardi. La FAO stimache la domanda alimentare,quindi, crescerà di almeno il60%. Secondo quanto detto daWang, però, il mondo, con tuttele sue risorse, è di certo ingrado di produrre la necessariaquantità di cibo per soddisfare

il fabbisogno collettivo, se solola produzione fosse fatta inmodo più sostenibile e scrupo-loso. Il degrado, i cambiamenticlimatici, l’uso sconsiderato delsuolo, delle acque e della biodi-versità sono il grave problemadell’umanità. Dello stesso av-viso, il professor Stefano Padu-losi, ricercatore del BioversityInternational, secondo il qualegli agricoltori potrebbero senzasaperlo contare su una grandediversità di colture, alberi especie vegetali selvatiche, ani-mali e acquatiche, soprattuttoper migliorare l’apporto nutri-tivo e i mezzi di sussistenza, inparticolare nelle zone menostabili dal punto di vista clima-tico e socio-economico. Oggi, in-fatti, la sicurezza alimentareglobale dipende solo da unmanciata di colture e varietà:riso, frumento, mais, fornisconopiù del 50% delle calorie di ori-gine vegetale del mondo (su

circa 7000 specie presenti sulPianeta). I due principali puntinegativi per la produzione agri-cola, invece, sono: l’urbanizza-zione e i cambiamenti climatici.Per quanto riguarda la prima,le previsioni sono molto pococonfortanti: secondo le stime,circa 5 miliardi di persone sitrasferiranno in città entro il2030, il 60 per cento della popo-lazione mondiale. Con tutte leconseguenze del caso: aumentodella domanda alimentare,dell’inquinamento cittadino,dello spreco energetico e dellacontemporanea diminuzione diterre e produzioni coltivate.Oggi, l'80% di tutte le aziendeagricole sono piccole aziende.Sono molto produttive, inve-stono in quello che fanno ecreano posti di lavoro. Circa il63% di tutti prodotti agricoli inEuropa, ad esempio, provieneda aziende a conduzione fami-liare. Tendono, per definizione,

ad essere tramandate di gene-razione in generazione, contutto il loro bagaglio di tradi-zioni e valori. Da qui la neces-sità di tutelare queste persone,questi habitat, queste produ-zioni necessarie alla sopravvi-venza del Pianeta. Per quantoattiene i cambiamenti clima-tici, la maggiore frequenza e in-tensità di alcuni eventi estremi(siccità, inondazioni, tempera-ture estreme e così via), cosìcome le alterazioni dei tempi edella distribuzione delle preci-pitazioni nell’ultimo decenniohanno creato non pochi dannialle produzioni agricole e po-trebbero avere man mano unimpatto sproporzionato sullepopolazioni più vulnerabili, adagricoltura-dipendenti e deipaesi in via di sviluppo. È im-portante attuare pratiche agri-cole che rafforzino la resilienzae l’adattamento a condizionimeteorologiche diverse, in par-ticolare per i piccoli agricoltori.Se da un lato del mondo, untassello dolente è senz’altro lospreco di cibo (1,3 miliardi ditonnellate di cibo è sprecato nelmondo ogni anno, circa un terzodella produzione mondialeannua), dall’altro è quello dellafame: la dottoressa AdrianaOpromolla, Responsabile Advo-cacy Caritas Internationalis,durante il suo intervento, hasegnalato con forza quali sono ifattori che incidono negativa-mente su questa terribilepiaga: mancanza di sistemi ali-mentari equi e sostenibili, ca-renza d’impegno da parte delle

istituzioni, deboli sistemi dimonitoraggio sui fattori che de-terminano la malnutrizione,impoverimento dei piccoli pro-duttori alimentari, e degradoambientale. La vera grandecausa del grande divario cheesiste tra ricchi e poveri, sazi edaffamati, però, non è tanto l’im-possibilità di produrre abba-stanza cibo per tutti ma quelladi “concedere” l’accesso al ciboa tutti, la distribuzione equadei prodotti alimentari. Bisogna che i Governi dianomezzi e supporti socio econo-mici ai vari Paesi, alle singolefamiglie, affinchè tutti siano ingrado di essere autosufficienti,producendo o acquistando ilcibo necessario al proprio so-sten- tamento. C’è un dirittoalla nutrizione che va regola-mentato. Ma, come sempre, ladomanda è una sola: “Chi è chedecide a favore dei poveri?”La cosa che ha reso la kermessemolto piacevole e stimolante, aparte i sostanziosi interventidei relatori (tra i quali ancheGary Gardner, Alison G.Power, Cinzia Scaffidi) è stataquella di poter ascoltare la vocedi tanti colleghi, provenienti daogni parte del mondo, chehanno posto interrogativi e rac-contato esperienze e difficoltàvissute nelle loro realtà locali.Ognuno, infatti, ha avuto lapossibilità di informarsi e con-frontarsi su temi di vitale im-portanza per il Pianeta: unmodo sano e costruttivo per ri-cominciare a pensare comeun’unica e grande famiglia.

Sfamare il mondo. Alimentazione, agricoltura e ambienteXI Forum Internazionale dell’informazione per la salvaguardia della natura

Rosario Maisto

Non c’è tregua per la forestaAmazzonica,dopo anni in cuisembrava esserci una ridu-zione della deforestazione,quest’anno, così come l’annoscorso, il taglio dei grandi al-beri ha ripreso quota. Alla finedi luglio il disboscamento ècresciuto del 29% rispetto al-l’anno precedente e solo un

anno fa eravamo al 28% in piùrispetto all’anno prima.I satel-liti mostrano che circa 6.000kmq di foresta, quasi due voltela superficie della Valle d’Ao-sta, sono stati ripuliti negli ul-timi 12 mesi. La deforestazione ha colpitogli stati di Para e MatoGrosso, dove si sta verificandouna crescita senza paragonidell’agricoltura.La deforestazione aveva toc-cato il suo massimo nel 2004quando vennero rasi al suolocirca 30.000 kmq di foresta,ossia un decimo della superfi-cie dell’Italia. Da quell’anno,una forte pressione internazio-nale fece prendere al governobrasiliano una serie di provve-dimenti per frenare lo scempioche ebbero effetto negli anni aseguire. Ma ora l’espansione

dell’agricoltura, il mercato dellegname di qualità, gli inte-ressi nelle società petrolifere,la richiesta di nuove strade edighe stanno facendo risalirela quota di foresta persa.Per quanto siano alti gli inte-ressi nella regione, affinché sipossa disboscare senza inter-ferenze esterne, si commet-tono anche gravi crimini,equesto lo sottolinea l’assassi-

nio avvenuto in questi giorni,di quattro attivisti peruvianiche lottavano contro il disbo-scamento e che erano partitidalla loro comunità di Saweto,in Perù, per incontrarsi con icapi indigeni che in Brasilelottano per la stessa causa.L'opinione condivisa è che laloro fine sia stata decisa perrallentare le pressione dellepopolazioni indigene che lot-tano per salvare le loro foreste.Anche l’Italia fa la sua parte,infatti ha recepito la disciplinaeuropea e il Consiglio dei mi-nistri ha approvato definitiva-mente il decreto legislativo delministero delle Politiche agri-cole sul divieto di importa-zione di legno tagliatoillegalmente. Non entrerannopiù nel nostro Paese tronchiprelevati e commercializzati in

maniera incontrollata vio-lando le leggi, tra le causeprincipali della distruzionedelle foreste. Infatti il legno illegale può es-sere anche “conflicttimber”(legno di guerra), ossia prove-niente da operazioni legate aconflitti armati alimentati o fi-nanziati con lo sfruttamentodelle foreste e il commercio dilegname, oppure nel caso di

conflitti emersi per il controllodi questa risorsa. Per questo motivo si è decisoche oltre ad avvalersi delCorpo forestale dello Stato perla sua alta professionalità,ren-dendo più efficaci i controlli etrasparenti i passaggi com-merciali creando un registrodegli operatori e fissando delledure sanzioni penali e ammi-nistrative,ci sarà anche la col-laborazione del Mipaaf con ilMinistero dell'Ambiente dellatutela del territorio e del mare,dove verrà istituito un organodi consultazione permanente,la Flegt (Forest Law Enforce-ment, GovernanceTrade) eTimberRegulation. Sperandodi arginare così un fenomenoche impatta negativamentesull’ambiente e sulla nostraeconomia.

In Amazzonia è in aumento la deforestazione

Anna Paparo

Record mondiale battuto per le Filippine. Si è riusciti nel-l’ardua impresa. In pratica, sono stati piantati circa 3,2milioni di alberi nell’arco di una sola ora, rientrando nel-l'ambito di un piano di rimboschimento generale che coin-volge l’intero territorio. Ci troviamo di fronte ad una verae propria impresa colossale, senza eguali, da annoverarenel libro dei Guinness dei primati. Battuta l’India che èriuscita a piantare circa due milioni di alberi il 15 agostodel lontano 2011, il mega-rimboschimento “flash” filip-pino è stato compiuto in sei regioni dell'isola meridionaledi Mindanao da centosessanta mila persone fra funzio-nari e studenti, come ha ben precisato il direttore regio-nale per l'Ambiente, il Dottor Marc Fragada. Inoltre, haaggiunto che non si fermeranno qui, ma nuove cifre sonoin arrivo, che potrebbero modificare leggermente il nu-mero ufficiale del dossier che verrà poi inviato alla com-missione dell Guinness dei primati per poter esserericonosciuta come impresa da record. I protagonisti sono

gli alberi. In partico-lare ad essere im-piantati sono statialberi di cacao, caffèe gomma, che sonostati scelti con lasperanza che gli abi-tanti li possano cu-rare per farlidiventare parte deiloro proventi.L'obiettivo originarioera quello di arri-vare a piantare 4,6

milioni di esemplari di alberi, cifra che al momento nonè stato ancora raggiunta, ma sicuramente verrà tagliatoquesto traguardo visto l’impegno e la caparbietà delleistituzioni delle Filippine. Purtroppo è cosa risaputa chel'arcipelago filippino ha perso la maggior parte delle pro-prie foreste a causa dello sviluppo economico, degli ab-battimenti e dell’agricoltura e questo rimboschimento harappresentato e rappresenta una vera e propria ancoradi salvezza. Il podio è tutto per le Filippine, che hannodimostrato presa di coscienza dei problemi legati al pro-gresso economico, che sotto certi aspetti non sempreporta una ventata di positività, anzi danneggia la naturasenza che nessuno guardi o se ne interessi. Il prendereatto di questa situazione catastrofica fa delle Filippineun esempio da emulare, cercando di migliorare le condi-zioni di salute legate alla natura, che continuamentechiede aiuto inviando messaggi e segnali che non sempresono colti dall’uomo che preferisce fare orecchie da mer-cante. L’uomo è sordo, è miope di fronte ai problemi legatiall’ambiente, senza comprenderne la gravità e l’impor-tanza vitale per la nostra Madre Natura ma soprattuttoper lui stesso.

Nelle Filippine parte ilrimboschimento flash

Luigi Mosca

Segnaliamo alcune iniziativedi carattere internazionale co-municate dalle agenzie am-bientali italiani nelle ultimesettimane. A inizio settembre a Bolognaè stato siglato un accordo traArpa Emilia Romagna e Co-mune di Pechino: oggetto del-l'intesa sono i sistemi dimonitoraggio della qualitàdell'aria. Come sappiamo la affollatacapitale della Repubblica po-polare è, da questo punto divista, una delle città più pro-blematiche al mondo, per lafrequente presenza di unadensa coltre di smog causatainnanzitutto dal traffico soffo-cante e dalle industrie. Le autorità cinesi sono consa-

pevoli del problema, tanto chela sola amministrazione co-munale di Pechino dispone diun fondo equivalente a circaquattrocento milioni di euro,da spendere ogni anno perprogrammi di protezione del-l'ambiente. La capitale d'altronde è dotatadi una sua autorità munici-pale di protezione ambientale,che in soli sei mesi, da marzoad agosto di quest'anno, hamultato ben 615 aziende, perun totale di circa un milione emezzo di euro in contravven-zioni elevate per illeciti am-bientali, così come riporta unanota diffusa a settembre dalcomune di Pechino. Dunque, da diversi anni, leautorità di questa grande me-tropoli si propongono di tute-lare i suoi cittadini dalla

cattiva qualità dell'aria. Nonsolo con la repressione, maanche con programmi di mo-nitoraggio. In questo senso, lacollaborazione con l'Italia èstorica. Nel 2011 quindici tec-nici dell'amministrazione co-munale sono stati inviati nelnostro Paese per un corso diformazione sulla gestione del

monitoraggio ambientale, nel-l'ambito del quale gli ospiti ci-nesi hanno visitato sedi delCnr, dell'Arpa Lazio, dell'ArpaEmilia Romagna e dell'ArpaVeneto. A settembre, come abbiamodetto, è stato siglato un ac-cordo di collaborazione trien-nale con l'agenzia emiliana:l'accordo prevede che l'Arpafornisca ai colleghi cinesi ilproprio modello di monitorag-gio e di previsione della qua-lità dell'aria. Come spiegal'agenzia emiliana sul suo sitoweb, verranno organizzatiinoltre seminari e incontri conil coinvolgimento delle dueparti. Stefano Tibaldi, diret-tore generale Arpa Emilia Ro-magna, ha sottolineato checollaborare al monitoraggiodella qualità dell'aria nella ca-

pitale cinese va consideratoun «grande onore». Salendo un po' più a nord, sisegnala un'iniziativa ospitatadall'Arpa Lombardia nellasua sede di Milano. Negli uf-fici della direzione generale,situati nello storico grattacieloPirelli, sono giunti a metà set-tembre i tecnici polacchi dellaDirezione generale per la pro-tezione ambientale, la strut-tura che a tutti gli effetti vaconsiderata come l'agenziaambientale governativa dellaPolonia. Anche in questo caso,oggetto del confronto sono i si-stemi di monitoraggio dellaqualità dell'aria. All'incontrohanno preso parte ancheAmat (l'azienda milanese dimobilità), il Joint ResearchCentre europeo e Finlom-barda.

Anna Gaudioso

Un' eccessiva esposizione adelevata intensità di suoni e ru-mori determina l’inquina-mento acustico. Oggigiorno sene parla tanto, probabilmenteperché, come riporta una pro-posta di direttiva europea del2000, una percentuale di popo-lazione dell’Ue pari almeno al25% ha sperimentato un peg-gioramento della qualità dellavita a causa dell’annoyance(sensazione di disturbo e fasti-dio genericamente intesa) euna percentuale compresa frail 5 ed il 15% soffre di seri di-sturbi del sonno dovuti al ru-more. Dunque potrebbe esserequesta la causa della diffusionedell’attuale attenzione versol’inquinamento atmosferico. Ilrumore è costituito dall'in-sieme dei suoni che possono ri-sultare indesiderati se diintensità eccessiva, fastidiosi, ecreare problemi e disagio allaconcentrazione delle personeesposte. Questo può avveniresia nelle città che in ambientinaturali. Il rumore si misura inDecibel. Il Decibel è una con-venzione, un’unità di misurarelativa e non assoluta. Se 0dBè la soglia teorica di udibilitàumana, più salgono i Decibelpiù si registra una sensazione

di fastidio fino a raggiungereuna sensazione di dolore. L'in-quinamento acustico può cau-sare nel tempo problemipsicologici, di pressione e distress alle persone che ne sonocontinuamente sottoposte. Trale fonti dell'inquinamento acu-stico ci sono sicuramente lefabbriche,, l’aeroporto,le auto-strade il traffico veicolare, fer-roviario e portuale,attivitàindustriali,discoteche,e localimusicali. L´inquinamento acu-stico è definito dalla Legge 447

del 26/10/1995 come «l´introdu-zione di rumore nell´ambienteabitativo o nell´ambienteesterno tale da provocare fasti-dio o disturbo al riposo ed alleattività umane, pericolo per lasalute umana, deterioramentodegli ecosistemi, dei beni mate-riali, dei monumenti, dell´am-biente abitativo odell´ambiente esterno o tale dainterferire con le legittime frui-zioni degli ambienti stessi».Oltre alla legge sopra indicataa regolare l’inquinamento acu-

stico c’è anche il DPCM del 14novembre del 1997 relativaalla Determinazione dei valorilimite delle sorgenti sonore; ildecreto del ministero dell’Am-biente del 16 marzo 1998 sulleTecniche di rilevamento e dimisurazione dell’inquinamentoacustico il D.Leg.n.194 del 19agosto 2005 relativo alla At-tuazione della direttiva2002/49/CE per la determina-zione e alla gestione del ru-more ambientale; L'inqui-namento acustico si è svilup-

pato nelle zone urbane ed è orauna delle problematiche chepiù preoccupano i cittadini. Sistima che circa il 20% della po-polazione dell'Europa occiden-tale (ovvero 80 milioni dipersone) subisca livelli di in-quinamento acustico conside-rati inaccettabili dagli esperti.Le conseguenze dell'esposi-zione al rumore possono va-riare da un individuo all'altro;tuttavia in una relazione del-l'Oms del 1996 sul rumore,l'ambiente e la salute si dà par-ticolare risalto ad effetti quali idisturbi del sonno, danni udi-tivi o fisiologici. Solitamente ilrumore viene definito sempli-cemente come un suono nongradito, non desiderato o comeuna «sensazione uditiva sgra-devole e fastidiosa o intollera-bile». Al riguardol’Organizzazione Mondialedella Sanità (OMS) definisce ilrumore come «suono non gra-dito». La definizione del sonoronon è espressa come concetto disonoro assoluto altrimenti sipasserebbe dal suono al ru-more. Le condizioni perchépossa sussistere un problemadi esposizione al rumore sonodunque la percettibilità di unsuono, il giudizio che se ne fa ilsoggetto percepente e la rea-zione che tale suono provoca.

Inquinamento acustico, un problema trascuratoÈ una fonte di stress ben nota alle persone, ed è oggetto di norme dettagliate

Patto tra l’agenzia emiliana e la città di PechinoLa “politica estera” delle Arpa. Gli enti ambientali fanno da tutor per programmi di organismi stranieri

Gennaro Loffredo

Circolano sempre con più insistenzagli annunci di un inverno eccezional-mente freddo su tutta la nostra peni-sola. Il caldo fuori stagione, lespiagge ancora affollate e le pioggetorrenziali in Liguria (come la re-cente alluvione a Genova) farebberopresagire una tropicalizzazione delclima Mediterraneo improntato atemperature sempre più alte e preci-pitazioni abbondanti. Le ondate di gelo e neve, invece, se-condo le ultime elaborazioni dei mo-delli di previsione stagionale,colpirebbero a ripetizione molte re-gioni, soprattutto durante il mese digennaio 2015. Responsabile di tuttociò sarebbe un’invasione di ariamolto fredda di origine siberiana.Su alcuni principali quotidiani on-line da qualche mese vengono redattiarticoli riguardanti le previsioni delprossimo inverno. Praticamente con4-5 mesi di anticipo sono riusciti aprevedere particolari schemi di con-figurazioni bariche sull’Europa, tal-mente difficili da realizzarsi cheancora oggi, con i più sofisticati mo-delli numerici di previsione, non èpossibile ipotizzare nemmeno a 7-10

giorni di distanza. Ma quello che stu-pisce di più è il modo con il qualevengono fatti questi annunci. Innan-zitutto con titoli sensazionalistici eda effetto che fanno sembrare non unaprevisione o una proiezione, bensìuna cosa certa. Le previsioni stagio-nali sono studi seri e sono ancora allostato sperimentale. Sono in grado ditracciare solo una linea di tendenzamolto approssimativa riguardantemacro-aree geografiche e non certa-mente singole nazioni. Invece questeprevisioni che circolano sui giornaliriguardano, manco a farla apposta,proprio l’Italia, una delle nazioni eu-ropee dove anche la previsioni apochi giorni sono molto complesse daelaborare a causa della posizionegeografica, dell’orografia del territo-rio e soprattutto della sua estensionein senso meridiano.Affinché il gelo e il freddo di originesiberiana giungano sull’Italia, cosìcome prospettano questi ”scienziati”,occorre un particolare schema baricosull’Europa costituito da tanti tas-selli ben incastrati: innanzitutto, unanticiclone delle Azzorre che tende arafforzarsi in Atlantico e a spingersiverso nord-est; poi occorre che sul-l’est Europa sia presente un serba-toio di aria gelida o un nocciolo diaria molto fredda giunto dalla Sibe-ria; e infine questo nocciolo freddodeve dirigersi proprio verso il Medi-terraneo ed entrare sull’Italia dallaporta della bora (Golfo di Trieste).Con questa configurazione il freddoe la neve sarebbero garantiti sul ver-sante adriatico. Il problema è la neve annunciata suRoma e Napoli. Qui le cose si complicano ulterior-mente poiché occorrerebbe l’inseri-mento di aria più tiepida ed umidadal basso Mediterraneo, il quale fa-vorirebbe (come diceva il ben notoEdmondo Bernacca) un incontro-scontro tra l’aria caldo umida equella molto fredda dalla Siberiadove si andrebbe a generare un cen-tro di bassa pressione sul Tirrenocentro-meridionale.Insomma chi prevede una simile con-figurazione sin da ora con simili in-castri è un ciarlatano dellameteorologia e i giornali che pubbli-cano queste notizie fanno parte dellameteo-spazzatura. Con questo non intendo dire che ilprossimo inverno non sarà freddo onevoso. Dico semplicemente che su basiscientifiche, simili proiezioni non sipossono fare. Occorre aspettare e procedere passodopo passo per cercare di capire, agrandi linee, quali potrebbe essere lereali intenzioni del prossimo invernosull’Italia.

Vivremo un inverno eccezionalmente freddo?Vantaggi e limiti delle previsioni stagionali

Raccontiamo il meteo

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 ottobre 2014 - Anno X, N.19Edizione chiusa dalla redazione il 15 ottobre 2014

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, F. Clemente, P. D’Auria, F. Cuoco,G. De Crescenzo, A. Esposito, E. Ferrara, R.Funaro, G. Loffredo, R. Maisto, D. Matania, B.Mercadante, A. Morlando, A. Palumbo, S. Pa-trizio, A. Paparo, F. SchiattarellaSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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Un viaggio lungo sette mesi,da maggio a novembre 2014:22 fermate, 11 paesi e un’unicasosta in Italia. È arrivata a Napoli giovedìscorso presso il Molo San Vin-cenzo la goletta Tara, protago-nista di Tara Méditerranée,una grande esplorazione scien-tifica per quantificare la pre-senza delle microplastiche nelMediterraneo e i conseguentieffetti sull’ambiente, sulla bio-diversità e sulla salute del-l’uomo. Lungo 37 metri, largo10 e pesante 130 mila tonnel-late il Tara è ormai sopranno-minato il "plancoton hunter", il"cacciatore di plancton". E' unosplendido esemplare di velierobialbero, con lo scafo intera-mente in alluminio (per resi-stere alla forte pressioneesercitata dalla banchisa del-

l'Artide e Antartide) che ha so-stato nelle acque del capoluogopartenopeo per un soggiorno dicarattere sia scientifico, con ri-cerche e prelievi di campioni di

microplastica nello specchiodel golfo, che di divulgazione,attraverso un fitto programmadi incontri, inseriti nel calen-dario di appuntamenti per il

Forum Universale delle Cul-ture e che si concluderà con laproiezione in anteprima (ve-nerdì 31 ottobre Città dellaScienza – ingresso libero ) diun film sulla tappa napoletanadi Tara e il lavoro dei ricerca-tori della Anton Dohrn. Questiultimi, infatti, hanno parteci-pato in prima persona alla spe-dizione, in particolare: DanieleIudicone (il cui compito è iden-tificare il ruolo delle correntimarine nel determinare la di-versità planctonica), MariaGrazia Mazzocchi (studiosa delplancton che vive insieme aiframmenti di microplastica),Gabriele Procaccini (esperto didiversità molecolare degli or-ganismi marini) e Adriana Zi-gone (che rileva al microscopiola biodiversità del fitoplanctonraccolto da Tara).

Duecentocinquanta miliardi diframmenti. Soltanto nel Medi-terraneo. È il numero dei de-triti di plastica che, si stima,siano sparsi nel nostro mare,c'è chi definisce la loro diffu-sione capillare come "microin-quinamento": quei piccoliframmenti parcellizzati, lun-ghi tra gli 0.3 e i 20 millimetri,impiegano circa trecento annia decomporsi, costituiscono unmostro ambientale, invisibileai nostri occhi, che si insinuain tutte le forme di vita cheabitano il mare, microplanctonincluso, minandone il delicatoecosistema. Mission di Tara èquindi quella di valutare l’im-patto di questo fenomeno e ca-pire come impostare eventualipolitiche per risolvere questotipo di inquinamento.

G.M.

Ilaria Buonfanti

“Un altro obiettivo raggiunto,un altro importante traguardoper l’Ente che presiedo!”. Que-ste le parole del dott. AlessioUsai, Presidente dell’Ente Ri-serve “Foce Volturno-Costa diLicola” e “Lago di Falciano”, pa-role piene di soddisfazione e disperanza. Il 4 settembre scorsoè stata istituita la Stazione diMonitoraggio della Fauna al-l’interno dell’Oasi dei Variconi,in seguito ad un Accordo di Pro-gramma tra l’Ente Riserve el’IGF (Istituto di Gestione dellaFauna). L’Oasi dei Variconi èinserita nell’ambito della ReteNatura 2000, sia come sito co-munitario (SIC), sia come Zonadi Protezione Speciale (ZPS),sia come Zona Umida Ramsar,e rappresenta un luogo ricco dibiodiversità. La Stazione diMonitoraggio, che sarà perma-nente, è la prima in Campaniae consentirà una costante os-servazione delle specie del ter-ritorio e dello stato diconservazione degli habitat, fa-vorendo la conoscenza delle di-namiche naturalisticheall’interno dell’area di inte-resse. Dal 2011, da quando ildott. Usai ha accettato la presi-denza, è stato svolto un impor-

tantissimo e costante progettodi inanellamento che ha coin-volto tecnici del settore, veteri-nari, naturalisti, volontari esemplici appassionati. 92 sonostate le specie inanellate finoad oggi e 2400 individui circasono stati misurati, pesati e na-turalmente inanellati. Il pro-getto vanta anche alcuniprimati, ad esempio la primacattura in Campania del Piglia-mosche pettirosso, apparte-nente all’ordine deiPasseriformi. La presenza diuna Stazione di Monitoraggiopermanente consentirà unmaggiore controllo del territo-rio su tutti i fronti e fornirà im-portanti dati per lo studio della

fauna campana. Gli obiettiviprefissi per il 2015 sono: unachecklist completa delle libel-lule presenti nell’Oasi ed unacatalogazione degli anfibi e deirettili. Inoltre è importante stu-diare e controllare le specie in-vasive che purtroppopotrebbero danneggiare più omeno seriamente le altre specieed il loro habitat. La nutria èuna specie invasiva di vecchiaconoscenza nell’Oasied il pro-blema sta nel suo impatto sugliecosistemi che frequenta: le suetane provocano l’indebolimentodegli argini e, alimentandosidella vegetazione palustre,causa la scomparsa di alcunespecie vegetali. Inoltre questa

specie è responsabile della di-struzione dei nidi e della preda-zione di uova e di pulli di uccelliche nidificano a terra (Ger-mano reale,Cavaliere d’Italia,Folaga etc). Nelle nostre zonenon ha antagonisti naturali, adifferenza di quanto avvienenei paesi d’origine, dove i cai-mani rappresentano i princi-pali predatori. Un’altra specieinvasiva altrettanto pericolosaè la tartaruga dalle orecchierosse, inserita nell’elenco delle100 specie esotiche invasive piùdannose al mondo. Non ci sonofondi al momento per la Sta-zione di Monitoraggio, il lavoroviene svolto esclusivamente daivolontari nella speranza che in

un prossimo futuro quest’areapossa portare lavoro a coloroche si occupano di natura e am-biente. “Finalmente un parcoche fa il Parco!” conclude il Pre-sidente Usai,“Un parco che ri-spetta le leggi della natura, unparco che accoglie i visitatori,che viene costantemente vigi-lato, che insegna alle scolare-sche, un parco che racconta lasperanza. Un parco in cui lespecie animali e vegetali ven-gono realmente protette e ora,grazie alla Stazione di Monito-raggio, verranno ulteriormentecontrollate e catalogate, ren-dendo quest’Oasi un vero e pro-prio Osservatorio dellaBiodiversità!”.

La prima stazione di monitoraggio della faunaA Castel Volturno, l’Oasi dei Variconi, esempio di conservazione della biodiversità

Il veliero Tara ha fatto tappa a NapoliA caccia di microplastiche nelle acque del golfo partenopeo

Alessia Esposito

Il bracconaggio non uccide sologli animali e la biodiversità,ma anche l'uomo a causa di unmix innescato fatto di violenze,guerre, terrorismo e malattie. Lo sottolinea il WWF lan-ciando la campagna "Stop aicrimini di natura - Da cheparte stai?", promossa in colla-borazione con Traffic. Molte lespecie rischiano l'estinzioneper colpa dei comportamentiscellerati dell'uomo: elefanti,rinoceronti, tigri, oranghi, uc-celli migratori, lupi e orsi e ce-tacei.Ecco alcuni numeri da brivido:22- 25mila elefanti uccisi nel2013, ovvero circa 70 al giorno,in Sudafrica dai 13 rinocerontiuccisi nel 2007 si è passati ai1.004 del 2013. Oltre 1.400 gliesemplari di tigre uccisi dal2000 al 2012, circa due a setti-mana. Il bracconaggio insiemealla deforestazione e alla pescaillegale è un business da 213miliardi di dollari, che ali-menta il traffico di droga e diarmi, il terrorismo e le guerreche affliggono Asia, Africa enon solo. Si tratta, come silegge sul sito del WWF, di veri“crimini di Natura: sanguinoserapine che sottraggono al no-stro Pianeta enormi risorseeconomiche su cui fondare unfuturo migliore.”Per sostenere la campagna einformarsi si può chiamare alnumero verde 800.990099 oandare sul sito web dedicatoall'iniziativa www.wwf/crimi-nidinatura e sottoscrivere lapetizione "Sanzioni più severecontro chi uccide specie selva-tiche". L'obiettivo ultimo dellacampagna è supportarel'azione di ranger, guardie evolontari del Wwf di tutto ilmondo dotandole di strumentidi ultima tecnologia per com-battere più facilmente i bracco-nieri. Oltre che, ovviamente,un modo per sensibilizzarel'opinione pubblica nei con-fronti dei pericoli che vengonodai trafficanti illegali. Dichiara a questo propositoDonatella Bianchi, presidentedel Wwf Italia: "Siamo tutticonnessi, l'umanità, le specieanimali, gli habitat, tutto è le-gato in una grande rete dellavita che viene strappata ognigiorno, ogni minuto in ogni an-golo del pianeta. Il mercato il-

legale di natura è un circolo vi-zioso che si alimenta grazie alvalore sempre più alto dellespecie che via via si estin-guono. Alla base di tutto c'èsempre un atto criminale deibracconieri e una domanda diprodotti illegali da parte dipaesi e consumatori. Contro lanuova piaga del millenniol'Italia deve dare un segnaleforte combattendo anche incasa propria il bracconaggio egli altri crimini di natura, contutte le forze e con l'aiuto ditutti". Lo stesso virus dell'Ebola puòessere trasmesso attraverso ilcommercio abusivo di animalicacciati nella foresta illegal-mente e utilizzati a fin alimen-tari. Come ad esempio accadenel caso di gorilla e scimpanzè. Il dossier WWF "Natura con-

nection" presentato insiemealla campagna approfondisce irischi per l'uomo e per la so-cietà. Ha commentato a tal propositoIsabella Pratesi, responsabiledel programma di Conserva-zione Internazionale del WwfItalia: "Mettendo in scena l'uc-cisione di un finto rinocerontea Milano abbiamo voluto por-tare sotto casa degli italiani unproblema che purtroppo moltisentono ancora lontanissimo.La scena del crimine è una fin-zione, ma in natura è unadrammatica realtà che si ri-pete incessantemente. Il sac-cheggio delle specie non soloindebolisce i sistemi naturalima devasta quelli sociali e po-litici, offende il senso della vitae rende tutti infinitamente piùpoveri''.

Al via la campagna WWFcontro il bracconaggio

La tigre di Giava, il dodo, ma-gari anche il mammut di nuovotutti tra noi. Potrebbe succederegrazie alla de-estinzione, unavera e propria “biologia della re-surrezione”, un intero filone diricerca che lavora per riportarein vita le specie animali ormaiscomparse, spesso scomparseproprio a causa dell’uomo. Una lista bella lunga, che contaesperimenti anche molto pro-mettenti in laboratorio, in cuiperò nessun esemplare è mai so-pravvissuto, se non nel casodello stambecco dei Pirenei doveil cucciolo, venuto alla luce gra-zie all’impiego del grembo diuna madre di un’altra specie(una capra), è rimasto però invita solo per una manciata di

minuti per malformazioni respi-ratorie. E allora risulta sponta-neo chiedersi: “E’ giusto? Equanto siamo pronti noi, comesocietà, ad accogliere un cam-biamento dall’impatto così radi-cale sul nostro ambiente?” Laquestione è estremamente com-plessa. Cosa manca a livelloprettamente scientifico-tecnolo-

gico agli scienziati per iniziaredavvero a ripopolare le specieestinte? Non moltissimo a lorodire, tanto da poter affermareche su questo piano siamo, senon quasi preparati, in fase dipreparazione. L’idea di base èutilizzare il dna recuperato dairesti delle specie estinte per fe-condare la femmina di una spe-cie diversa, anche se moltosimile. Se i rimasugli di dnadelle specie defunte non sonocompleti al 100% (cosa estrema-mente frequente in quelleestinte da molto tempo), questivengono integrati con tratti dimateriale delle specie ausiliarie.Se sul versante tecnico-scienti-fico il tema della de-estinzionesuscita un generale entusiasmo,

grosse curiosità e anche un certoottimismo, nel campo del dibat-tito etico e giuridico la situa-zione è ben più frenata. Glistessi scienziati invitano ad at-tente riflessioni sull’impatto, siain positivo che in negativo, diquesto tipo di pratiche, met-tendo in guardia sulla possibi-lità di un’imminente svoltaepocale. Ma finora con scarsi ri-sultati, con dibattiti che hanno(ma solo di recente) infiammatole aule delle università. Forseperché in generale la possibilitàche questo fenomeno possa real-mente verificarsi viene ancorapercepito come un’ipotesi re-mota e i “campanelli d’allarme”non hanno ancora davvero ini-ziato a suonare. I.B.

“Biologia della resurrezione”Riportare in vita animali ormai estinti, giusto o sbagliato?

La notizia delle eruzione di alcuni vulcanelli di fango in Sicilia,che ha provocato anche la morte di due bambini di 7 e 10 anni,ha destato l’interesse di mezzo mondo, alla luce anche degli altrieventi simili manifestatisi negli scorsi anni in Indonesia ed inaltre regioni asiatiche.Sebbene il fenomeno avesse già dei precedenti anche in Italia,come l’esplosione del 2008 nei pressi di Caltanissetta, non hamai incuriosito l’opinione pubblica come accaduto per l’eruzionedi un mese fa, probabilmente per la mancanza di una notizia dicronaca nera ad esso collegata. Di sicuro, l’argomento è moltointeressante e merita un approfondimento, a prescindere dalleconseguenze che può provocare.I vulcani di fango, in realtà, sono collinette, che, a causa dellarisalita di acqua e gas sotto pressione, eruttano periodicamenteargilla, resa molle dalla stessa acqua e da sostanze saline ed èaccompagnata spesso da gas metano ed idrocarburi.In Italia ne esistono due tipologie: la maccaluba, protagonistadelle eruzioni degli ultimi anni in Sicilia, e la salinella. Sebbenela manifestazione del fenomeno sia analoga per entrambe leforme, le stesse differiscono per l’origine: mentre la prima, in-fatti, è frutto di un fenomeno geologico chiamato vulcanesimosedimentario, consistente nella presenza di terreni argillosi elivelli di acqua salmastra che sovrastano bolle di gas metanosotto pressione, la seconda, secondo gli studi effettuati, è costi-tuita da lave bollose ricche di pirite.Nonostante la massiccia presenza in Italia di aree di fango sog-gette ad eruzioni, purtroppo, il fenomeno è poco studiato, tantoche l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vucalnologia (Ingv) hapiù volte dichiarato l’impossibilità di prevederle e la necessitàdi monitorare le aree a rischio, così come accade per terremotied attività vulcaniche. Sarebbe possibile, in realtà, prevenire leeruzioni, se lo Stato concedesse più fondi per la ricerca in questocampo, come richiesto dagli scienziati dell’Ingv.

F.Cu.

ORIGINI E CAUSE DELLEERUZIONI DI FANGO

Stop ai crimini di natura. Da che parte stai?

Fabio Schiattarella

Ormai la scienza mista all’in-novatività e alla creativitàpermette di raggiungere qual-siasi risultato. Così parlare diproduzione di energia pulitadalle nuvole non è una cosaimpensabile, un delirio dellamente. Oggi infatti è possibileprodurre energia pulita dallenuvole grazie ad un dirigibilecapace di condensare il lorovapore acqueo e riversarlo inun sistema idroelettrico che faormeggiare l’aerostato a terra.Stiamo parlando dell’idea diun ambizioso e preparato in-ventore russo di nome AndrewKazantsev,che si è posto que-sto obiettivo coinvolgendo nelsuo lavoro un team di espertiper mettere a punto un parti-colare dirigibile capace disfruttare le idrometeore inmodo tale da ottenere energiapulita da una parte e acquapotabile dall’altra. L’innova-tivo dirigibile, che prenderà ilnome di “Air Hes” nasce dallacommistione di due differentitipi di tecnologie. Da unaparte sfrutta una tradizionale

idroturbina volta alla produ-zione di energia pulita e dall’altra si avvale di uno specialedispositivo per condensare ilvapore acqueo. Per produrreenergia pulita, secondo il pro-getto del dott. Andrew Kazan-tsev, sarebbe sufficiente che ildirigibile, dopo essere accura-tamente connesso a terra at-traverso un cavo molto sottile,galleggiasse tra le nuvole, rac-cogliendo le particelle d’acquae inviandole all’impiantoidroelettrico localizzato allafine del cavo. Per funzionareefficacemente l’ “Air Hes“ do-vrebbe essere posizionato adun altezza di almeno 2.100metri da terra, in modo taleche possa raggiungere le nubidi medio livello nella tropo-sfera. Dotata di speciali ma-glie studiate per condensare ilvapore, dovrebbe produrreuna quantità d’acqua suffi-ciente a produrre 185KW dienergia pulita. Una volta raggiunta l’altezzanecessaria, una grande veladotata di maglie integrata in-sieme al dirigibile, condense-rebbe il vapore acqueo delle

nuvole, raccogliendo le parti-celle liquide e convogliandolenel tubicino sottostante, con-vogliando nell’idroturbina. Ilprossimo passo, spiegano i pro-gettisti, sarà quello di realiz-zare un sistema su scala reale

e completamente funzionantedel dirigibile. Nel frattempo èstata lanciata una campagnadi crowdfunding su Indiegogo,il sito internazionale di crowd-funding fondato nel 2008, conl’obiettivo di raccogliere i

14.000 dollari per realizzare ilprimo modello. Intanto inGran Bretagna viene presen-tato un prototipo di dirigibile,l’aeronave più grande delmondo. Il dirigibile è il 70%più verde di un aereo cargo.

Produrre energia pulita dalle nuvole

Il Tibet nuovo alleato per scoprire i segreti del climaIl Tibet da oggi sarà un validoalleato per comprendere me-glio il clima. Infatti, per laprima volta nella storia, saràmonitorato l'altopiano tibe-tano. Con l'uso di palloni me-teorologici, droni e sensori diterra si cercherà, appunto, dicapire la sua influenza sulclima ed in particolare suimonsoni asiatici. Con i suoicirca quattro mila e cinque-cento metri di altezza, l'alto-piano tibetano ricopre unruolo chiave nel sistema cli-matico mondiale, ma moltidettagli finora rimangono an-cora un mistero tutto da sco-prire. Perciò, da agosto, iricercatori della China Meteo-rological Administration edella National NaturalScience Foundation of Chinahanno deciso di iniziare a po-sizionare rilevatori di tempe-ratura e di umidità nel suolocostruendo torri alte 32metricariche di sensori in grado dimonitorare le proprietà dellenubi. Nelle ultime settimanela squadra ha, inoltre, inco-

minciato la distribuzione disensori montati su palloni me-teorologici e su velivoli senzapilota. I dati di queste ultimetecnologie dovrebbero contri-

buire a determinare la misurain cui le diverse tipologie disuperficie terrestre riscaldanol'aria sovrastante e come que-sto fenomeno potrebbe variare

in risposta a diversi fattori,quali la copertura nevosa e ilcambio di vegetazione, haspiegato Wu Guoxiong, autoreprincipale dello studio pubbli-

cato su Nature. Il monitorag-gio dell'altopiano è ritenuto,quindi, un passo significativonello studio dei sistemi clima-tici. Il nuovo progetto cineseda ben 49milioni di dollari po-trebbe aiutare, pertanto, aprevedere le diverse conse-guenze di fenomeni meteoro-logici estremi, tra cui anche imonsoni, per i quali l'alto-piano tibetano sembra svol-gere un ruolo predominante.E ancora, i ricercatori hannoben spiegato che l'altitudinedell'area in questione fa sì chericeva molta più luce solare edimmagazzini molto calore che,poi disperdendosi nella tropo-sfera superiore, influenza lacircolazione atmosferica. Taleriscaldamento intensifica imonsoni, che nascono proprioa causa di una differenza ditemperatura tra la terra e glioceani. La ricerca non siferma e continua a compierepassi da gigante, cercando didare una risposta ai misteridella natura.

A.P.

Un dirigibile condensa il vapore e lo riversa in un sistema idroelettrico

Angelo Morlando

A causa della sempre mag-giore importanza della tuteladelle acque è fondamentalecommentare la direttiva2014/80/UE della Commis-sione del 20 giugno 2014 chemodifica l'allegato II della Di-rettiva 2006/118/CE del Par-lamento Europeo e delConsiglio sulla protezionedelle acque sotterranee dal-l'inquinamento e dal deterio-ramento.Il primo punto fondamentaleè legato alla precedente diret-tiva che aveva lasciato degliargomenti correlati in so-speso, di cui si cita il primo:"...Sulla base della prima revi-sione a norma dell'articolo 10della direttiva 2006/118/CE,non sono disponibili informa-zioni sufficienti per determi-nare nuove norme di qualitàper le acque sotterranee di cuiall'allegato I della suddetta di-rettiva per gli inquinanti, ma,ai sensi dell'articolo 8 di taledirettiva, è necessario modifi-care l'allegato II alla luce degliadeguamenti tecnici..."In sintesi, la precedente diret-tiva, che aveva la necessità dinormare alcuni aspetti fonda-mentali, aveva chiaramenteindicato che l'Allegato I do-veva essere ampliato e com-pletato e di conseguenza,doveva essere modificatoanche l'Allegato II, stretta-mente correlato al primo.Dal punto di vista tecnico gliapprofondimenti dovevano ri-guardare: l'applicazioni diprincipi comuni per la deter-minazione dei livelli di fondo;la verifica della presenza edegli effetti di azoto e fosforonelle acque sotterranee con lanecessita di introdurre anchei nitriti e i fosfati tra le so-stanze da controllare; la ne-cessità di ottenere nuoveinformazioni e di adottareeventuali provvedimenti inmerito ad altre sostanze cherappresentano un potenzialerischio. La nuova Direttiva, inoltre,ha sentenziato che "...le infor-mazioni che gli Stati membrihanno fornito sugli inquinantie gli indicatori per i quali sonostati stabiliti valori soglia...sisono rivelati insufficienti,tanto che per i primi piani digestione dei bacini idrograficinon è stato possibile giungere

a una comprensione e a unconfronto adeguato dei risul-tati...".Le sostanziali modifiche e in-tegrazioni della nuova Diret-tiva possono così sintetizzarsi:"...la determinazione dei livellidi fondo dovrebbe essere ba-sata sulla caratterizzazione dicorpi idrici sotterranei ... e suirisultati del monitoraggiodelle acque sotterranee...";"...la strategia di monitoraggioe l'interpretazione dei dati do-vrebbero tenere conto del fattoche condizioni di flusso e lachimica delle acque sotterra-nee presentano variazioni a li-vello laterale e verticale...".Nella parte B, punto 1, sonostate aggiunti anche i nitriti ei fosfati tra le sostanze da mo-nitorare, scelta indispensabileper ridurre l'eutrofizzazionedei corpi idrici sotterranei.La parte C è sostituita e sonostati obbligati gli Stati Mem-bri "...a fornire informazionisu ciascuno dei corpi idrici ogruppi di corpi idrici sotterra-nei caratterizzati come a ri-schio, comprese le seguentiindicazioni: le dimensioni deicorpi; ciascun inquinante o in-dicatore di inquinamento in

base a cui i corpi idrici sotter-ranei sono caratterizzati comea rischio; gli obiettivi di qua-lità ambientale a cui il rischioè connesso, tra cui gli usi le-gittimi, reali o potenziali, delcorpo idrico e il rapporto tra icorpi idrici sotterranei e leacque superficiali connesse eagli ecosistemi terrestri chene dipendono direttamente;nel caso di sostanze presentinaturalmente, i livelli di fondonaturali nei corpi idrici sotter-ranei; informazioni sui supe-ramenti se i valori soglia sonooltrepassati..."Sempre nella parte C si obbli-gano gli Stati Membri a for-nire una serie di ulteriorielementi significativi com-presa "... qualsiasi informa-zione pertinente in materia ditossicologia, ecotossicologia,persistenza e potenziale dibioaccumulo nonché tendenzaalla dispersione degli inqui-nanti...".La nuova Direttiva presentasicuramente delle significa-tive modifiche, ma ci sonotroppi "condizionali". Si po-trebbe fare decisamente di piùe questo lo potrebbero fare isingoli Stati. Le direttive sono

delle linee guida, ma i singoliStati devono impegnarsi afare di più e a non fare solo ilcompitino... Le acque sotterra-nee sono a rischio e in Campa-nia, ad esempio, si rilascianoconcessioni macroscopichesenza studi idrologici e si-stemi di monitoraggio ade-guati all'importanza dellerisorse prelevate e che non ga-rantiscono la durabilità dellestesse risorse a medio / lungoperiodo. Il sistema attuale ètale che ci sono domande sem-plici a cui nessuno, in questo

momento, saprebbe rispon-dere: quanta acqua viene com-plessivamente estratta dalsottosuolo per l'imbottiglia-mento? Quanta ne viene rica-ricata e con quale qualità?Quale è il bilancio idrico com-plessivo delle acque sotterra-nee in Campania? Se si pensache nella Legge Regionaledella Campania si parla delleacque sotterranee come "gia-cimenti", è chiaro che, ancoraad oggi, si punta solo a garan-tire posizioni consolidate eprivilegiate.

L'Europa continua a difendere le acque sotterranee Commento alla nuova direttiva n. 2014/80

Salvatore Patrizio*

La carta d'identità è un docu-mento di riconoscimento dovesono contenuti i dati anagra-fici (cognome, luogo di nascita,residenza, ecc.) ed una foto cheviene mostrata per provare“chi siamo” nelle più svariateoccasioni. Potrebbe capitarci,però, che se abbiamo con noiuna bottiglia di olio extra ver-gine di oliva, alla richiesta diun pubblico ufficiale di fornireun documento di riconosci-mento, mostreremo due carted’identità: una che riguardanoi ed una per l’olio.Questo oggi è possibile grazieal progetto di ricerca denomi-nato CDI OEVO “Cartad’Identità (CDI) per la valoriz-zazione dell’Olio Extra Ver-gine di Oliva (OEVO) italianodi qualità”, finanziato dal Mi-nistero delle Politiche Agricolee Forestali nell’ambito di unBando OIGA (Osservatorioper l'Imprenditorialità Giova-nile in Agricoltura), che vedela proficua collaborazione delmondo della ricerca (con il La-boratorio di Termodinamicadell’Istituto per i Processi Chi-mico-Fisici del Consiglio Na-zionale delle Ricerche di Pisa- Resp.le dr. E. Tombari) ed ilmondo imprenditoriale (conl’Azienda Agricola “Podere de’Pardi” di Vicopisano-Pisa).La Carta di Identità OEVO haproprietà e finalità analogheal documento di identità per lepersone fisiche: contiene la de-scrizione e la “fotografia” delprodotto, associata a natura eprovenienza. La CDI è statastudiata e progettata per ac-compagnare ogni confezione diOEVO dall’origine (produt-tore, frantoio o confezionatore)fino allo scaffale del negozio,fornendo un valido strumentodi identificazione e tracciabi-lità e mettendo in stretto rap-porto il produttore con ilconsumatore.Il test messo a punto nel pro-getto CDI OEVO si basa sullacaratterizzazione calorime-trica delle transizioni di fase(solido-liquido e viceversa)dell’olio extra vergine di oliva.Registrando la solidificazionee la successiva fusione delcampione di olio, secondo unpreciso protocollo tempo-tem-peratura messo a punto nei la-boratori dell’IPCF edimpostato su di un Calorime-

tro Differenziale a Scansionedi temperatura (DSC), si ot-tiene un termogramma calori-metrico (la futura “fotografia”della CDI) frutto dei processifisici che si innescano durantela variazione di temperaturache sono, a loro volta, correlatialla composizione chimica ealle interazioni a livello mole-colare tra i diversi componentidell’olio.La Carta di Identità (corre-data di fotografia calorime-trica, delle caratteristichechimico–fisiche e organoletti-che e di un codice alfanume-rico univoco), viene associataal contenitore dell’olio mentretutti i dati presenti su di essavengono immessi in un si-stema di tracciabilità informa-tico che permette di verificareon line la conformità del pro-dotto in ogni momento.Ogni modifica della composi-zione chimica dell’olio provocaun cambiamento della curvacalorimetrica per cui tentatividi contraffazione o errate con-servazioni del prodotto sonofacilmente rilevabili ripetendol’analisi calorimetrica e con-frontando i risultati ottenuticon quelli presenti sulla cartad’identità e/o con quelli con-servati nella Banca Dati delGestore del Sistema CDIOEVO (l’Azienda Agricola Po-

dere de’ Pardi – www.guidao-lio.it ), consultabili via Inter-net.È importante sottolineare cheil test di conformità, che si ef-fettua con semplici apparec-chiature, ha il triplicevantaggio di essere rapido (30minuti), economico (60 euro) edi facile lettura.Se invece la falsificazione ri-guarda le etichette, c’è datener presente che ogni confe-zione ha un codice alfanume-rico specifico. Quello e soloquello da accesso allo specificotermogramma salvato inbanca dati.La calorimetria delle transi-zioni di fase si va, così, ad ag-giungere agli altri test giàesistenti nella lotta alla con-traffazione dell’OEVO, comead esempio l’analisi degli iso-topi stabili messo a punto dalCNR/Istituto di Biologia Agro-

ambientale e Forestale(IBAF). C’è da considerare,inoltre, che il concetto di cartadi identità è estendibile anchead altri prodotti alimentari dicui si vogliano riportare le “ca-ratteristiche” (anche di legge)di quel determinato alimentoe si voglia fornire, contempo-raneamente, una “impronta ouna fotografia” ricavata dauna analisi chimico-fisica spe-cifica che sia propria e univocadi quel prodotto. Un altrogrosso vantaggio della CDIOEVO è la possibilità di colle-gare Punti Vendita, Agrituri-smi e Ristoranti, in modo dapromuoverne le attività e

creare nuove sinergie tra pro-duttori e operatori del settorea tutto vantaggio del consu-matore. In conclusione l’obiet-tivo della CDI OEVO è quellodi offrire a tutti gli attori dellafiliera olivicola uno strumentosemplice, diretto e di facile let-tura (anche per i non addetti)che possa racchiudere e rias-sumere tutte le caratteristichedi quel prodotto, di promuo-verlo e di valorizzarlo per lesue specifiche peculiarità e digarantire al consumatore fi-nale la provenienza e la genui-nità dell’Olio Extra Vergine diOliva Italiano di qualità. *CNR/IBAF UOS Napoli

Progetto CDI OEVONasce la carta d’identità per l’olio extra-vergine di oliva

Fabiana Clemente

L'enotera - Oenotherabiennis, famigliadellOnagraceae - è una pianta erbaceaalta fino a 150 centimetri. E’ originariodel nord America e dell’Inghilterra.L'enotera è nota anche come bella dinotte, primula di sera, rapunzia ed ena-gra. Ma cosa nasconde questa pianta,dalle sembianze comuni, da suscitare lanostra attenzione?Illo tempore, gli in-diani d’America usavano questa piantaper curare ferite e problemi cutanei. Einfatti, i recenti utilizzi confermano lapropensione l’azione risolutrice dell’eno-tera in questi ambiti. Ovviamente la ri-cerca ha scoperto anche altro. Dai semidi questa pianta si ricava il famoso oliodi enotera, fonte importante di acidogamma-linolenico o GLA. L’elevata pre-senza di acidi grassi polinsaturi, ed inparticolare di GLA, rende questo pro-dotto particolarmente indicato in casi didermatite atopica, artrite reumatoide,diabete, patologie coronariche. A livelloepidermico riduce il bruciore causatodalla psoriasi, contrasta il prurito e lasecchezza provocati dall’eczema, contra-sta i brufoli da acne, ed è in grado anchedi lenire i dolori muscolari. Tuttavia ilsuo potere terapeutico va ben oltre! Fo-calizzando l’attenzione su malattie de-cisamente più preoccupanti, scopriamo

il vero potenziale di questa pianta. Lasua azione vasodilatatrice è un validosupporto per contrastare i problemi car-diovascolari. Riduce i livelli di coleste-rolo , inibisce la formazione di coaguli otrombi, e contribuisce al buon funziona-mento del sistema immunitario. Per imalati di diabete sarà utile sapere chequesto particolare olio ha azioni similiall’insulina e addirittura ne aumenta glieffetti. Non finisce qui! L’elevata pre-senza di Omega-6 garantisce un buonfunzionamento dei neuroni e delle tra-smissioni chimiche. Quindi risulta es-sere una risorsa preziosa per preveniree curare malattie quali alzheimer, de-pressione e sclerosi multipla. Un alleatofemminile grazie alla sua capacità di ri-durre i processi infiammatori, ricorrentidurante il periodo premestruale. Ergo,una risorsa a tutto tondo da che si pre-senta in più varianti. Infusi, olio o cap-sule. Ovviamente la posologia varia inbase alla fascia d’età. Enotera: una solasoluzione a molteplici problematiche!

Biologico non significa salutare a prescindere

ALIMENTAZIONE BIO: PRO E CONTRO

Fabio Cuoco

Da un po’ di tempo a questaparte è nata una vera e propriamoda del cibo biologico: moltepersone non si fidano più dellaprovenienza degli alimenti edalcune catene di supermercatimettono il proprio marchio suiprodotti “bio”, approfittando del-l’elevata richiesta dei consuma-tori. Ma come nasce questamoda e, soprattutto, come si faa capire se mangiando cibi bio-logici, si traggono degli effettivibenefici per il nostro organismo?Lo abbiamo chiesto al Dr. Bio-logo Nutrizionista Giuseppe DeCarlo, iscritto all’Ordine Nazio-nale dei Biologi (ONB). Dott. De Carlo, cosa vuoldire “alimento bio” e che dif-ferenza c’è con quelli tradi-zionali?Per alimento bio si intende unprodotto ottenuto da un’agricol-tura biologica, ossia nel rispettodi alcuni canoni di trattamento,come ad esempio l’assenza diqualsiasi tipo di diserbante o so-

stanza chimica che favorisca lacrescita dell’alimento stesso. Ladifferenza con i prodotti tradi-zionali sta, appunto, nei metodie nelle tecniche di coltivazione,oltre che nel rispetto della stagio-nalità, del terreno e del territo-rio.Come si riconoscono i pro-dotti bio sfusi, ossia senzaun contenitore su cui ci siariportata la provenienza?Le etichette a garanzia del con-sumatore sono fondamentali,quindi un alimento che non ri-porta alcuna etichetta, probabil-mente non ha subìto alcuncontrollo e, per questo, nessunopuò certificarne l’origine.Ed è possibile, nel caso incui ci fosse un’etichetta, chequesta sia contraffatta?Sul mercato è molto difficile tro-vare etichette contraffatte, inquanto la certificazione viene ve-rificata dai NAS, oltre a subirecontrolli HACCP.Chi mangia biologico ot-tiene dei vantaggi fisici,come ad esempio, la preven-

zione per alcune malattie?Innanzitutto un prodotto, perdefinirsi biologico, deve rispet-tare molte condizioni e in gene-rale è quasi impossibile fareagricoltura di questo tipo. Nel-l’ipotesi in cui un alimento fosseal 100% bio, allora sarebbe to-talmente naturale e, mangian-dolo, si godrebbe a pieno dellesue proprietà organolettiche enutrizionali. L’alimentazionebiologica può essere più salutaredi quella tradizionale, ma esclu-sivamente seguendo una sana e

corretta alimentazione, accom-pagnata da uno stile di vitasano.Quindi, ci sta dicendo chebiologico non vuol dire salu-tare a prescindere?Proprio così: se, ad esempio, ec-cediamo oltre gli standard calo-rici giornalieri richiesti dalnostro organismo, anche se lofacciamo con prodotti biologici,andremo comunque incontro amalattie collegate ad un’errataalimentazione. Non esiste cibo“bacchetta magica”, come si

crede sia quello biologico.Dati i prezzi molto elevatidei prodotti bio e alla luce diquanto ci ha appena detto,quali tipologie di alimenticonsiglierebbe a chi vuolemangiare un po’ più sanosenza spendere troppo?Sicuramente è bene controllarel’origine dei prodotti “dell’orto”,quindi frutta, verdura ed or-taggi, mentre sconsiglierei pro-dotti che già sono sottoposti acontrolli rigidi, come ad esempioi cereali.

Olio di enotera: dalla natura un alleato per la nostra salute Brunella Mercadante

La caduta dei capelli è sempre un'espe-rienza che viene vissuta con appren-sione, specialmente durante l'autunno,il periodo in cui il fenomeno tende no-tevolmente ad intensificarsi. In realtàla perdita dei capelli stagionale è un fe-nomeno temporaneo, naturale e rever-sibile, che vaaffrontato sempli-cemente, senzatroppi allarmismi,non facendosiprendere dal " pa-nico della cadutadei capelli", questacondizione, infatti,per via psicosoma-tica, ne accentua lacaduta. In effetti,quotidianamente, si perdono tra i 50 ei 70 capelli al giorno, ma nei mesi au-tunnali il numero aumenta visibil-mente. Nella maggior parte dei casi sitratta però di un fenomeno fisiologicodi ricambio naturale: i capelli hanno unloro ciclo che durante l'autunno, a volteanche in primavera, tende ad accele-rare a causa del cambiamento clima-tico. In questi casi la perdita dei capelliè un naturale e fisiologico "rinnova-mento", e tutto tende a tornare nor-male nel giro di poche settimane.Shampoo medicati e lozioni possonoessere utili e, in fase acuta, è possibile

agire sul problema anche assumendointegratori alimentari a base di vita-mine del gruppo B ed E e sali minerali,in modo da accelerare la fase di ricre-scita successiva alla caduta. Va postaattenzione, inoltre, all'alimentazioneche deve privilegiare frutta e verduradi stagione, pesci ricchi di omega 3,latticini, uova e legumi. I capelli, poi,

non dovrebbero es-sere lavati troppospesso, al massimodue lavaggi a setti-mana, usando pro-dotti delicati e nonaggressivi. Questirimedi possono ri-sultare efficaci siaquando la perditadei capelli è stagio-nale sia quando è

legata a fattori transitori come stress,stanchezza e scompensi ormonali, inaltri casi invece è sempre consigliabileapprofondire la causa. I rimedi, infatti,sono strettamente legati alle cause e ifattori responsabili della caduta dei ca-pelli sono veramente tanti: innanzi-tutto la predisposizione genetica, che èil fattore più importante, poi gli or-moni, o meglio la risposta dell'organi-smo agli ormoni, la carenza di ferroconseguenza di diete drastiche, e an-cora lo stress prolungato, gli interventichirurgici od anche traumi psichici e fi-sici.

Autunno: anche i capelli cadono

Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

L’arte dell’intarsio è un’arteantichissima. Le sue originirisalgono alla civiltà egizianae nel VI-VII secolo la troviamonella penisola sorrentina gra-zie ai monaci benedettini che,rinchiusi nei propri studi, ese-guivano i loro preziosi lavori.Si utilizzavano diverse qualitàdi legno (limone, arancio,noce, ulivo, tra gli altri, in con-siderazione di ciò che la na-tura forniva “in loco”). Latecnica della tarsia consistenell’assemblare piccoli pezzidi legno di varie tonalità, dicolore e di spessore inferioread un millimetro e incollarlisull’oggetto da decorare. E’così che oggetti e mobili ven-gono decorati per “raccontare”ai turisti gli splendidi pae-saggi e i costumi locali o scenedi vita quotidiana (“taran-tella” in testa). Quella com-plessa composizione di piccolipezzetti di legno diventa unelemento importante sotto ilprofilo turistico-culturale edeconomico. Dal 1999 un appo-sito museo, il Museo-bottegadella Tarsia Lignea nel centrostorico, presso via San Nicola,

è stato aperto nell’antico pa-lazzo dei Pomarici Santomasimacchinari, foto, documenti,quadri e oggetti sintetizzanola geniale e laboriosa attivitàdi molte generazioni di sor-rentini. Il museo, però, non èun museo ordinario e “sta-tico”: conserva il passato macerca anche di pensare al fu-turo con l’importante filonedella formazione, più che maiattuale in tempi di crisi lavo-rative. Mai forse come perSorrento dare indicazioni dicarattere turistico può esseresuperfluo: siamo di fronte aduno dei luoghi più belli e fa-mosi del mondo sia sotto ilprofilo storico-artistico-archi-tettonico che eno-gastrono-mico e naturalistico. Dopo unainteressante visita al Museo,allora, si può passeggiare perle piccole vie della città fon-data dai Fenici e che fu colo-nia prima greca e poi romana.Già gli antichi patrizi l’ave-vano scelta come destinazioneprivilegiata (e non a caso)delle loro villeggiature, comedimostrano le tante ville “ma-rittime”, sontuose e dotate diapprodi privati a mare. Pas-sato il Medioevo e i pericoli sa-raceni, tipi di tutta l’area,

Sorrento ritornò ad esseremeta preferita per i viaggia-tori del famoso Grand Toursettecentesco (i meravigliosiquadri di Hackert ce lo testi-moniano). Tutto ruota intorno allapiazza Tasso, dedicata alloscrittore che lì era nato e chefu dei padri più geniali dellaletteratura italiana nei suoitormenti controriformistici enei suoi sogni letterari chepreannunciano a tratti la mo-derna fantascienza. Frequen-tato e ricco di negozi, palazzisignorili e chiese, il corso Ita-lia con il parallelo, affollato esempre profumato dedalo diviuzze cariche di piccole botte-ghe, di bar e ristoranti. Da vi-sitare anche il MuseoCorreale, nel Palazzo Correaledi Terrranova, dono di Gio-vanna d’Angiò ai proprietari:24 stanze con reperti greci, ro-mani e medievali, e una colle-zione di porcellane italiane estraniere provenienti da varipaesi. Caratteristica anche laVilla Comunale che affaccia,immersa nel verde e adia-cente alla chiesa e al Chiostrodi S. Agostino, sul mare. Da lìl’accesso anche per il porto egli stabilimenti balneari.

Sorrento e la tarsiaUn luogo e un prodotto della tradizione

Antonio Palumbo

Le cosiddette Urban Hubssono delle stazioni intermo-dali urbane, mediante le qualisi possono realizzare, in ma-niera semplice, veloce ed effi-cace, una o più modalità discambio tra i vari sistemi ditrasporto, soprattutto nellecittà metropolitane. Tra le op-portunità più interessanti of-ferte dalle Urban Hubs visono l’utilizzo preminente deltrasporto collettivo, a tuttovantaggio di una significativariduzione delle emissioni in-quinanti, ed i vari meccani-smi di sviluppo economicogenerati dagli imponentiflussi di persone che le attra-versano giornalmente.Grazie alla capacità di con-densare infrastrutture, ser-vizi e spazi urbani al suointerno l’interscambio per-mette di definire ed organiz-zare i rapporti fisici con lacittà. La struttura gerarchiz-zata si basa solitamente sulladivisione in livelli, che con-sente una maggiore sinergiatra i diversi spazi, pur mante-nendo la chiarezza dei singolielementi; la verticalità all’in-terno dell’hub si trasforma poiin orizzontalità nei collega-menti col tessuto cittadino.Il continuo sviluppo delle cittàsta portando alla nascita ealla crescita di molte di que-ste strutture, e non è difficileimmaginare come esse pos-

sano diventare sempre piùimportanti in futuro e come ilrapporto tra organismo ur-bano e polo attrattivo si possainvertire, trasformando l’hubnel motore responsabile dellanascita e della crescita di unnuovo modello di città soste-nibile.Due progetti di Urban Hubs

già realizzati sono quello delloStudio di architettura UN perla Arnhem Station (Arnhem,Olanda) e quello dei Grim-shaw Architects per la Bi-jlmer Arena Station(Amsterdam, Olanda).Nella stazione di Arnhem lospazio interno sembra asse-condare in maniera equili-brata tutti i tipi di flussi chesi mescolano nel polo inter-modale: l’edificio che ne de-riva è caratterizzato da unaforma relativamente sem-plice, che non enfatizza il ca-rattere infrastrutturale, mache appare invece come unasorta di grande centro poli-funzionale. Il traffico su ro-taia non si mescola con lealtre funzioni e rimane mar-ginale rispetto all’edificio, cosìcome lo spazio dedicato agliautobus: questo permette aisingoli elementi di mantenereuna loro identità ben definita,a scapito forse del sistemaglobale, che appare non suffi-cientemente adeguato se siconsidera la struttura comeun polo intermodale.Nella Bijlmer Arena Stationla struttura prende formadall’organizzazione dei binari,attorno ai quali ruotano lagrande copertura e la pianta

del livello zero, tanto da farsembrare l’intero complessouna semplice stazione ferro-viaria. Le banchine rialzate al primolivello permettono il passag-gio dei flussi senza creare untaglio netto: particolare alquale l’architetto ha prestatomolta attenzione, per inserire

il progetto all’interno del tes-suto preformato. Il complesso, organizzato inlivelli, garantisce il minimospostamento per passare daun sistema all’altro e per-mette un’integrazione piutto-sto efficace, riuscendo a farconvergere tutte le compo-nenti al suo interno.

Le stazioni intermodali urbaneCondensano al loro interno infrastrutture, servizi e spazi urbani

In programma il prossimo 25ottobre l’inaugurazione dellapalestra “Green fitness “ chenasce sul suolo della coopera-tiva sociale “Al di là dei sogni”,sita in Maiano di Sessa Au-runca, su un terreno confi-scato alla camorra,precisamente al clan Moccia,in ricordo di Andrea di Marco,giovane ucciso dalla malavitae gettato nel fiume Garigliano.Dopo la pubblica consegnadelle licenze da parte del sin-daco Luigi Tommasino al pre-sidente della coop. SimmacoPerillo,la struttura è stata edi-ficata nel giro di un anno gra-zie ai finanziamenti di“Fondazione con il Sud ” cheha destinato 350 mila euro perla realizzazione della palestrae per la messa a punto di unostabilimento volto alla praticadella canoa e della para-canoapresso il Parco Ulisse, situatosu una sponda del fiume Gari-gliano, su un terreno di tre et-tari concesso in comodatod’uso dall’ Enel. Il ParcoUlisse, nasce in seno alla sto-

ria della cooperativa ed è le-gato allo sviluppo del territo-rio. Lo scorso 5 Ottobre si ètenuta la prima gara di para-canoa e questo è il primo ditanti eventi che verranno or-ganizzati. Nella palestra ver-ranno praticate tre disciplineprincipali: la canoa, lascherma ed il judo, oltre ad at-tività legate al fitness in ge-nere. In occasione dell’eventoinaugurale sono in pro-gramma dimostrazioni discherma e judo da parte diesperti del settore. La palestravuole dare continuità inver-nale alle attività di canoa chesi svolgono in primavera edestate sul Garigliano insiemeall’associazione ASD Ulisse.La rivalutazione del fiumeserve anche ad arginare gliatti vandalici di scarico rifiutilungo un corso d’acqua chetorna ad essere vivo e fruibileper la comunità. L’intento èquello di creare un centrod’aggregazione sportivo pertutta la comunità locale an-dando a creare anche occa-

sioni d’ incontro tra diversa-mente abili e normodotati.Sport come mezzo d’integra-zione sociale ed ambientale.La palestra risulterà anche

fonte, per gli utenti della coo-perativa, o meglio, soci lavora-tori, di inserimento lavorativoattraverso il sistema dei bud-get di salute che prevede un

progetto personalizzato ri-spondente ai bisogni del-l’utente, finanziato al 50%dall’Asl e al 50% dall’ente lo-cale. F.S.

Rosa Funaro

La prima Edizione della Bien-nale Internazionale d'ArteContemporanea ha aperto isuoi battenti lo scorso sabato(e li chiuderà il 25 ottobreprossimo) nel Centro Storicodi Salerno, presso PalazzoFruscione, in una cornice dimaestosa tradizione. La Biennale attribuirà premiprestigiosi, intitolati e dedicatia Trotula de Ruggiero, laprima donna medico della sto-ria, insigne nome della culturasalernitana, proprio per sotto-lineare la salernitanità dellamanifestazione e per connet-terla idealmente alla sua im-portante storia artistica,scientifica e culturale. Una rassegna internazionaled'Arte, a cadenza biennale, co-stituisce un evento - al di làdelle tante parole e delle ec-celse celebrazioni monografi-che di valenti artisti – in gradodi offrire una sofisticata ve-trina espositiva ad artisti notie meno noti e di instaurare undialogo con il pubblico e con glispecialisti del settore, met-

tendo a confronto esperienze erisultati diversi. La Biennalesi configura come un networkarticolato che coinvolge enti,gallerie, artisti indipendentied associazioni, con l'esigenzadi estrapolare i compartiespressivi dal ghetto delle spe-cializzazioni, sperimentandopercorsi multidisciplinari. Lapaternità dell'iniziativa spettaa Salerno in Arte, sui cui espo-nenti è gravato il compito dielaborare il progetto iniziale efungere da fulcro di tutta l'or-ganizzazione.Si tratta della prima Biennaled'Arte al mondo a sperimen-tare gli allestimenti e le sceno-grafie ecosostenibili: tutto ciòche è utilizzato all'internodelle sale espositive, dagli ar-

redi al punto ristoro, è comple-tamente realizzato attraversoil riciclo (artistico) dei rifiuti.Ottima è stata l'intuizionedegli organizzatori, l'avv. OlgaMarciano (Presidente di Sa-lerno in Arte) e l'arch. Giu-seppe Gorga (Vicepresidentedi Sart), che sono innanzituttodue artisti. Da anni si occu-pano di tematiche ambientali-ste proprio attraverso l'arte (ilPremio internazionale di pit-tura e design Rifiuti in cercad'Autore, una delle loro inizia-tive più importanti). Per voca-zione geografica, storica edantropologica, l'area campanaè chiamata a svolgere il ruolodi cerniera culturale fra l'Eu-ropa ed il bacino del Mediter-raneo, con una estensioneinevitabile alle altre culture:dell'Africa, dei Paesi dell'Est,del Medio Oriente e dell'Ame-rica Latina. A tal proposito,saranno riservati specificispazi ad artisti provenienti daaltre realtà e Paesi esteri che,a loro volta, ospiteranno ilTour della Biennale in un re-ciproco scambio d'esperienze edi mercato.

Il Garigliano rinasce grazie allo sportSarà inaugurata il 25 ottobre la palestra sorta su un territorio confiscato

Di Caprio messaggerodi pace ONU

Il nuovo Messaggero di Pacedelle Nazioni Unite è l'attorehollywoodiano Leonardo diCaprio. L'italoamericano èstato insignito dell'incaricoda parte del Segretario Gene-rale delle Nazioni Unite BanKi-moon. A portare agli onoridelle cronache la star italoa-mericana è il grandissimoimpegno profuso in questianni a favore dell'ambiente.Si segnala la sua donazionedi 7 milioni di dollari a favoredella salvaguardia deglioceani e la creazione dellaFondazione Leonardo di Ca-prio per la difesa delle areedel pianeta rimaste ancoraincontaminate. La nominaviene infatti assegnata all'at-tore proprio nel settore in cuiil suo operato si è maggior-mente distinto: la lotta alcambiamento climatico. L'investitura è commentatacosì da Ban Ki-moon: "MisterDiCaprio è una voce credibilenel movimento ambientalistae ha una piattaforma consi-derevole per amplificare ilmessaggio. Sono lieto cheabbia deciso di unire la sua

voce agli sforzi dell'ONU perinnalzare la consapevolezzadell'urgenza e dei beneficidell'azione immediata nelcombattere i cambiamenticlimatici". Leonardo Di Ca-prio afferma: "E' un onore ac-cettare il ruolo di Messaggerodi Pace dell'ONU per il Cam-biamento Climatico e suppor-tare il Segretario Generalenei suoi sforzi su uno deitempi più importanti che af-frontiamo come comunitàglobale. Sento l'obbligo mo-rale di parlare in questo mo-mento chiave della storiaumana, il momento di agire.Come risponderemo allacrisi, negli anni a venire,molto probabilmente deter-minerà il fato del Pianeta edell'Umanità stessa". A.E.

A Salerno la biennale d’arte ecosostenibile

Cristina Abbrunzo

Si chiama Freemarket e haaperto a Copenhagen recente-mente riscuotendo un suc-cesso oltre le aspettative. Si tratta di un supermercatoinsolito, dove puoi ricevereprodotti senza pagare. Free-market chiede alla propriaclientela pubblicità sui socialnetwork in cambio di prodottigratis. Quasi gratis, in-somma. Non si paga con il de-naro, ma con il tempodedicato a fare pubblicità alsupermercato e, natural-mente, con una parte dellapropria privacy. L’idea è stataquella di rimodellare vecchiestrategie di marketing, adat-tandole all'era del 2.0 e dellacondivisione.Il piccolo negozio danese èadatto a chi è aperto a nuovesperimentazioni e disponibilea cambiare le regole classichedel fare acquisti.L'idea è nata da un gruppo digiovani imprenditori che hadeciso di creare una startup,seguendo lo slogan "Provaprima di comprare". L'idea èdi promuovere un nuovomodo di fare la spesa.

In poche parole funziona così:si entra nel negozio e si la-sciano i propri dati personali,poi si scatta una foto ai pro-dotti scelti e la si pubblica suFacebook o su altri social,come Twitter e Instagram.

Ogni foto deve essere accom-pagnata da una descrizione eda un giudizio sul prodotto.Alla clientela che decide diusufruire del negozio è richie-sto solo il pagamento di unapiccola quota mensile, pari a

2,50 euro. Le aziende che de-siderano esporre i prodotti aFreemarket pagano a lorovolta una somma pattuita coni gestori, che contribuisce almantenimento del punto ven-dita.Cloetta, Storck, Läkerol,

San Pellegrino sono ad esem-pio aziende che hanno decisodi riempire gli scaffali del ne-gozio. E per loro il Freemar-ket è un'occasione per testarei propri prodotti e il loro im-patto su un mercato ridotto,analizzare il comportamentodi acquisto e fare una valuta-zione prima di lanciarli a li-vello nazionale. Quali sono ivantaggi? Oltre alla possibi-lità di avere a disposizione deiprodotti gratis, sono proprio iconsumatori a decidere lesorti del prodotto e quali mar-chi premiare o affondare conle loro recensioni e grazie allescelte personali. Il successo diun prodotto sarà dunque de-terminato soprattutto dalpassaparola e dai giudizi po-sitivi. Il negozio sta ottenendofeedback positivi: in meno diun mese è passato da 5.000 a10.000 clienti. Dopo aver su-perato la prova del nove conun paese come la Danimarca,paese notoriamente di spiritoconservatore rispetto alle in-novazioni, il fondatore diFreemarket Simon Taylor stagià pensando di aprire altrinegozi in Svezia , Finlandiaed Inghilterra entro il 2016.Pensate che un simile pro-getto sostenibile potrebbefunzionare anche in Italia? Vipiacerebbe fare la spesa gra-tis in cambio di un po' dellavostra privacy?

A Bolzano: apre “Passamano” il primo non-negozioSpazio libero di oggetti ed idee

Ma anche l’Italia ha i suoi assinella manica in merito alla ri-cerca di modi alternativi difare la spesa. E, in un mo-mento di crisi come quello chestiamo vivendo, la filosofiache i soldi non siano tutto,sembra non solo diventare re-altà, ma aprire nuove stradedi speranza verso un futuromigliore. Nasce a Bolzano, un"negozio" davvero particolaredove non servono banconote,né monete per prendere ciòche ti serve. Si chiama Passa-mano ed è il primo non-nego-zio basato sulla filosofia delrecupero e del riutilizzo, dovecioè si "compra" senza pagare,perché gli oggetti non hannoprezzo. Anzi, qui si possonoprendere e portare via senzadenaro in cambio. Nato graziea un gruppo di volontari chenon ricevono compenso e chechiedono solo una libera of-

ferta facoltativa per coprire lespese fisse del negozio, il pro-getto appartiene a una rete diiniziative che favoriscono ilriuso dei beni e un approcciopiù cosciente alle risorse e lot-tano contro gli sprechi, la so-cietà dei consumi, l'usa egetta. Ma come funziona?Semplice: ci vai, cerchi tra gliscaffali quello che ti piace e loprendi senza pagare niente.Potrai poi mettere a disposi-

zione qualcosa di tuo che nonutilizzi più o lasciare offertevolontarie per il pagamentodelle spese della strutturaL’idea alla base di Passamanoè che tutto può avere una se-conda vita e non è detto cheun oggetto non più utile perqualcuno non possa rivelarsiprezioso per qualcun altro.Chi vuole donare può portaregli oggetti che ha in casa e chenon gli servono più: l’impor-tante è che siano in ottimostato, puliti e perfettamentefunzionanti. Ogni personapuò inoltre prelevare gratui-tamente una volta a setti-mana fino a un massimo dicinque oggetti. Di successo lasezione “Passalibri”, in cui èpossibile prendere gratuita-mente fino 5 volumi tra cui ilibri scolastici e i dizionari,molto richiesti dagli studentiche non possono permettersi

di acquistarli nuovi. Ma nonfinisce qui. Passamano nellasua formula originaria vuoleanche essere una rete tra lepersone. Per questo motivo inquesto innovativo negozio nontrovano spazio solo gli oggetti,ma anche le idee, lo scambiodi saperi e di relazioni. E' quiinfatti possibile trovare infor-mazioni su vari argomenti einiziative che toccano i temidella decrescita economica,dell'ecologia, di forme di vitaalternative ed ecosostenibili.Comprende anche una biblio-teca e una sala riunioni da 30posti a sedere per serate e in-contri tematici. Ma soprat-tutto è un laboratoriocondiviso con chiunque vo-lesse dare il proprio contri-buto in termini di tempo,disponibilità e collaborazione.Perché i soldi non sono tutto.

C.A.

Freemarket: il supermercato dove non si pagaProdotti gratis in cambio di pubblicità sui social network

Eleonora Ferrara

Il 4 ottobre scorso, il Premier siè recato ad Assisi, con il mini-stro Giannini, per le celebra-zioni in onore di SanFrancesco, patrono d’Italia.L’occasione è stata veramentepropizia per poter rispondereal pungente attacco della CEI,secondo la quale “ Basta slo-gan, Renzi ridisegni l’agendapolitica. La Chiesa pensa chebisogna guardare con più rea-lismo alle persone che nonhanno lavoro e che cercano la-voro. Il dibattito su articolo 18sì, articolo 18 no, è meno cen-trale e si vedono troppe ban-diere che sventolano”.Monsignor Nunzio Galantino,segretario generale della CEI,ha auspicato, quindi, che si po-tesse raggiungere una solu-zione ottimale della questione,senza sterili antagonismi disorta, puntualizzando che ilcambiamento non deve avve-nire a scapito dei diritti, poichè“se la logica fosse modernizza-zione uguale minori diritti, iodirei non ci sto. C’è una diffe-renza d’approccio sostanzialetra un vescovo e i teorici dellamateria ”.La risposta immediata diRenzi, in visita alla FIATChrysler nel Michigan, è stataquanto mai laconica. “Difattirispetto ogni tipo di considera-zione, che venga dalla CEI o daaltri, ma commentare da qui èfuori luogo. …”.Il 4 ottobre, perciò, non appenaarrivato ad Assisi, accolto daPadre Mauro Gambetti e dopoaver preso parte alla santamessa officiata in Basilica, ilPremier ha tenuto il suo di-scorso, focalizzando, da subito,l’attenzione sul problema del-l’ambiente, con particolare at-tenzione non solo al modellosostenibile ma al modelloumano in cui “ l’uomo non èsolo un numerino”. Nella con-siderazione di stare effet-tuando il percorso inversorispetto a Francesco, uscitodalla sua città per andare aRoma a spiegare ad InnocenzoIII cosa stesse accadendo adAssisi, Renzi ha affermato diessersi recato ad Assisi “ perspiegare cosa stesse succe-dendo in Italia.”Ha ritenuto poi, consapevoledella molteplicità di cose da ri-parare in Italia, che il messag-gio francescano “ Va’ e riparala mia casa”, è del tutto atti-

nente all’azione dell’attuale go-verno per il Paese, in cui le trequestioni fondamentali da af-frontare restano lavoro, scuolae pubblica amministrazione.“Dovremmo fare nostro il con-cetto francescano della per-fetta letizia, oggi in Italiamolto difficile. Ci deve ricordare uno stile, unmodo di vivere” afferma il Pre-mier e soggiunge “Facciamouno sforzo per ricordarci che cichiamiamo Italia e non mol-liamo nel portare avanti il no-stro futuro e la nostra storia”.Sicuramente le parole di Renzisono rassicuranti e ci fannoben sperare, anche se, fino adoggi purtroppo non è stato an-cora trovato l’accordo sul temadel lavoro, con la minoranzaPD. In ogni caso, per il Go-verno è importante affrontarela staffetta generazionale,come ha precisato il ministroMaria Elena Boschi.Al riguardo, il ministro dellaPubblica amministrazione eSemplificazione, MariannaMadia, ritiene che con la pen-sione anticipata ai lavoratoristatali contenuta nella riformaP.A., si possano creare 15.000

nuovi posti di lavoro per i gio-vani nel pubblico impiego. In-tanto, il segretario generaledella FIOM CGIL, MaurizioLandini, ha dichiarato, du-rante la manifestazione contro

il vertice su lavoro e pensionidell'Unione Europea: “Le pro-poste del Governo Renzi sonosbagliate, perché peggiorano lecondizioni. Il vero cambiamento ha sog-

giunto poi in tema di riformadel lavoro e delle pensioni èestendere i diritti, far ripartiregli investimenti, combattere lacorruzione e andare a pren-dere i soldi dove ci sono”.

AMBIENTE E SICUREZZASecondo la Cassazione Penale, il presta-nome di un'azienda risponde per reati am-bientali e di sicurezza anche se non lagestisce di fatto.Con la sentenza del 1° ottobre 2014 n.40527, la Terza Sezione Penale della Su-prema Corte ha ribadito il principio se-condo cui sull'Amministratore di unaSocietà, benché estraneo alla gestione dellastessa, gravano i connessi doveri di vigi-lanza e controllo in virtù della semplice ac-cettazione della carica. La Cassazione comegià affermato in giurisprudenza, confermache "l'amministratore di una società, an-corché estraneo alla gestione dell'azienda -anche se esclusivamente riconducibile al-l'amministratore di fatto - risponde delreato omissivo contestatogli quale direttodestinatario degli obblighi di legge, dunqueanche se questi fa mero prestanome di altrisoggetti che abbiano agito quali ammini-stratori di fatto, atteso che la semplice ac-cettazione della carica attribuisce allostesso doveri di vigilanza e controllo."INQUINAMENTO ACUSTICOIl gestore di un esercizio commerciale è re-sponsabile del reato di cui all’art.659comma 1 c.p. per i continui schiamazzi erumori provocati dagli avventori dello

stesso, con disturbo delle persone. Infatti laqualità di titolare della gestione dell’eser-cizio pubblico comporta l’assunzione del-l'obbligo giuridico di controllare che lafrequentazione del locale da parte deiclienti non sfoci in condotte contrastanticon le norme concernenti la polizia di sicu-rezza. Perché, però, l’evento possa essereaddebitato al gestore dell’esercizio com-merciale è necessario che esso sia ricondu-cibile al mancato esercizio del potere dicontrollo e sia quindi collegato da nesso dicausalità con tale omissione. Cass. Sez.IIIn.37196 del 5 settembre 2014 (Ud 3 lug.2014).

SITI INQUINATI DI INTERESSE NA-ZIONALESulla G.U. n. 229 del 2 ottobre 2014 è pub-blicato il decreto del 7 agosto 2014 del Mi-nistero dello Sviluppo Economico, cheattua le disposizioni recate dall’art. 4,commi da 2 a 10 e 14, del D.L. n. 145/2013,convertito, con modificazioni, dalla L. n.9/2014, relativo all’istituzione di un creditod’imposta per le imprese sottoscrittrici diaccordi di programma nei Siti inquinati diinteresse nazionale. Il decreto stabilisce lecondizioni, i limiti, le modalità e i terminidi decorrenza per la concessione delle age-volazioni in favore delle imprese che inten-dano realizzare, nei siti inquinati nazionalidi preminente interesse pubblico per la ri-conversione industriale, progetti integratidi messa in sicurezza o bonifica nonché lariconversione industriale, al fine di pro-muoverne il riutilizzo in condizioni di sicu-rezza sanitaria e ambientale. Le imprese,specificate all’art. 2, possono beneficiare ditali agevolazioni nella forma di un creditod’imposta a decorrere dal periodo d’impostasuccessivo a quello in corso alla data di en-trata in vigore del medesimo D.L. n.145/2013, e fino alla chiusura del periodod’imposta in corso alla data del 31 dicem-bre 2015. A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

Renzi e il tentativo di “riparare” l’ItaliaLLAVORO E PREVIDENZA

Andrea Tafuro

Dopo ventidue anni non ho go-duto della felicità di parteci-pare attivamente alla festa diSan Francesco. Ma che roba èla Felicità? L'etimologia fa de-rivare la parola da: felix-icis, lacui radice fe significa abbon-danza, ricchezza, prosperità.In modo simile, l'origine deltermine festa viene da festum,dunque la festa richiama ilconcetto di felicità. La ricercadella felicità è argomento filo-sofico di tutti i tempi, temacentrale in tutte le culture, learti, le religioni e nella vita diogni individuo. Vi invito a leg-gere la lettera di Epicuro aMeneceo, nella quale il filosofo

greco scrive che: “Non si è maitroppo giovani o troppo vecchiper la conoscenza della felicità.A qualsiasi età è bello occu-parsi del benessere dell'anima.Chi sostiene che non è ancoragiunto il momento di dedicarsialla conoscenza di essa, o cheormai è troppo tardi, è come seandasse dicendo che non è an-cora il momento di essere fe-lice, o che ormai è passatal'età…”. Zygmunt Bauman af-ferma che nella cultura occi-dentale, durante le diverseepoche storiche, la felicità èstata vista come ricompensa(cristianesimo), diritto (illumi-nismo), dovere (post-moder-nità). Intervistato su cos'e' lafelicità, Baumann ha risposto:“Rispondere a questa do-manda e' difficile. Abbiamo leidee abbastanza chiare sul mo-mento in cui siamo felici. Sap-piamo riconoscere quando

attraversiamo questa dimen-sione. Dire cosa sia la felicitàe' molto più complicato. La fe-licità e' uno stato mentale, cor-poreo, che sentiamo in modoacuto, ma che e' ineffabile.Una sensazione che non e' pos-sibile condividere con altri.Ciononostante, la caratteri-stica principale della felicità e'quella di essere un'apertura dipossibilità, in quanto dipendedal punto di vista con il qualela esperiamo. Nell'antichità'la felicità era una ricompensaper pochi eletti selezionati. Inun momento successivo venneconcepita come un diritto uni-versale che spettava a ognimembro della specie umana.Successivamente, si trasformòin un dovere: sentirsi infeliciprovoca senso di colpa. Dun-que chi e' infelice e' costretto,suo malgrado, a trovare unagiustificazione alla propria

condizione esistenziale. Esistepoi una seconda linea di evolu-zione del concetto di felicità: lafelicità come stato finale, comeobbiettivo al quale dobbiamotendere. All'interno di questaseconda prospettiva, l'evolu-zione e' stata verso un'espe-rienza della felicità legatadirettamente al piano dellavita quotidiana, che nella con-temporaneità ha indebolitol'idea della felicità come obiet-tivo. A ciò si lega anche la pa-rallela evoluzione del concettodi desiderio. Ora, non ci siferma soddisfatti, e felici,quando un nostro desiderio sirealizza. Piuttosto, ci si spingesubito a desiderare qualcos'al-tro che ci possa soddisfare inmaniera migliore. Deside-riamo il desiderio più che larealizzazione di esso. Quest'at-teggiamento da' luogo ad unacatena tendenzialmente infi-

nita di frustrazioni e insoddi-sfazioni”. L'era moderna iniziòpropriamente con la proclama-zione del diritto universaledell'uomo alla ricerca della fe-licità e con la promessa di ren-dere tale ricerca agevole, facilee al tempo stesso più efficace,attestando così la supremaziadel nostro modo di vivere ri-spetto a quello precedente. Inquesta epoca storica, strana einconcludente, d’altra parte laparola attendere è diventataun vocabolo scostumato, poi-ché abbiamo disinserito dallanostra anima digitalizzata lanecessità dell'attesa e il corret-tore automatico ci impone disostituirla con l'aggettivoistantaneo. Felicità, riuscita,popolarità, vigore, compiaci-mento, dominio sono avvertiticome anelli di un’unica catena,se se ne spezza uno tutto si ri-duce in frantumi. In questomodo, ci si impedisce di viverela vita nella sua completezza ein tutto il suo confine estesofra terra e mare, compren-dente anche ciò che sommaria-mente viene annoverato erubricato come negativo: soffe-renza, conflitto, insuccesso,dolore, fallimento… Che cos’èdunque questo dovere di ricer-care la felicità che perseguita,invece di fare insorgere l’uomo globalizzato? Per cer-care una risposta a questo fa-melico e bulimico bisogno didesideri, mi rifugio nella mo-dernità del pensiero di SanFrancesco d’Assisi. In un

passo dei Fioretti, florilegiosulla vita del figlio di Pietro diBernardone e dei suoi disce-poli, Francesco spiega a frateLeone un concetto, che ci puòessere utile, quello della verae perfetta letizia. Per il santodi Assisi la letizia è il risultatodi un’esistenza che si sentepreservata dalla delicatezza diDio. In quest’ottica il momentodella crisi diventa opportunitàper fermarsi, è l’inizio dellatrasformazione che ti cambianel profondo dell’anima. La te-stimonianza di chi ha attra-versato la crisi e ora mette adisposizione la sua esperienzaè una ricchezza. L’incontrocon chi, pur nel dolore, si man-tiene lieto è un segno di spe-ranza, poiché la presenza diqualcuno che non ci lascia solie attraversa con noi il tempodella prova è una forza e hauna potenzialità davvero si-gnificativa. La relazione, il riconoscimentodel valore assoluto dell’altro,che parte dall’esperienza dellasolidarietà come modalità dicura reciproca possono offrireago e filo per ricucire glistrappi che lacerano il nostrotessuto sociale. Sono le unicheragioni per ricominciare a spe-rare, c’è una vita che nascedalla letizia, che non teme ildomani e questa vita è affidataalla libertà di ciascuno di noi. E allora perchè mi avete impe-dito di assaporare la felicitàdella mia festa di san France-sco...con Padre Eugenio?

FELICITÀ: QUELLO CHE SI È NON QUELLO CHE SI HA“Non si è mai troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità”

Progetto “Tara Méditerranée”

Goletta Tara a Napoli: un viaggio lungo 7 mesi per la salvaguardia del Mediterraneo

Foto di Fabiana Liguori