Arpa Campania Ambiente n.2 del 2013

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Il sindaco di Napoli De Magi- stris annuncia ai microfoni di radio Città Fujiko di Bologna che da un anno e mezzo l’emergenza rifiuti a Napoli è finita. Giusto a Bologna po- teva dirlo perché qui nella nostra città capoluogo questa affermazione avrebbe fatto trasalire chiunque. Ma come, l’Unione Europea minaccia continuamente l’Italia di sanzioni perché la Campania non è attrezzata adeguata- mente per lo smaltimento dell’immondizia, i lavoratori dell’Asia – azienda addetta alla raccolta nel napoletano- sono in agitazione perché te- mono lo slittamento del pa- gamento degli stipendi, qua e là per strada montagnelle di rifiuti abbandonati a se stessi e… l’emergenza è fi- nita? È vero che viviamo nell’era del trionfo mediatico e che, purtroppo, conta più ciò che i mass media trasmet- tono all’opinione pubblica, che i fatti reali ma c’è un li- mite ad ogni cosa. Negare che l’ormai endemica emergenza sia alle nostre spalle è davvero da fanta- scienza. La verità è che i pro- blemi di ieri, relativi alla soluzione soddisfacente del ciclo dei rifiuti solidi urbani, restano tali e quali oggi. Se non si affrontano compiu- tamente i nodi da sciogliere dalla raccolta allo smalti- mento con impianti e mezzi idonei l’emergenza non potrà mai essere ritenuta supe- rata. Invece sembra prefe- rirsi la politica dei pannicelli caldi: ora tamponiamo que- sta falla, domani quell’altra rinviando, non si sa fino a quando, l’avvio di un pro- cesso compiuto di riorganiz- zazione dell’intera filiera rifiuti. Ad ognuno la sua parte di re- sponsabilità Comune di Na- poli in testa. Pietro Funaro Che relazione c’è tra l’au- mento di casi di determinate malattie e l’inquinamento sul territorio? Per indagare sul fenomeno, la Regione Campania ha istituito di re- cente un gruppo di esperti con la partecipazione del- l’agenzia ambientale. ARPAC Inquinamento e malattie: nuovo gruppo di lavoro pag.7 pag.9 L’ambientazione stradale nel progetto delle parkway Le numerose ed interessanti tematiche legate all’ambien- tazione delle strade, nei nuovi progetti di infrastrutture per la mobilità territoriale ten- dono a non considerare più l’arteria stradale nei suoi meri aspetti funzionali di asse di scorrimento. pag.10 Chi l’avrebbe mai detto che esiste un legame tra l’in- quinamento dell’aria e il diabete di tipo 2, cioè quello che si sviluppa in età adulta. pag.13 Rusalka: la sirena ecologista pag.17 Approvato il provvedimento regionale per la prossima stagione balneare Lo smog tra le cause del diabete di tipo 2 Dodici km di nuove aree campane idonee alla balneazione nel 2013 Con una recente deliberazione, la Regione Campania ha definito la qualità delle acque adibite alla balneazione per la stagione bal- neare 2013. La valutazione, elaborata con il consueto contributo della Direzione Tecnica Arpac, avviene sulla base dei controlli ese- guiti dai Dipartimenti Provinciali dell’Agen- zia negli ultimi quattro anni. Sono definite acque “non idonee alla balneazione” quelle di classe “scarsa” ai sensi del d.lgs. 116/08 (nuova normativa) e, indipendentemente dal- l’esito della classificazione, anche quelle in- terdette alla balneazione in base all’articolo 7 del Dpr 470/82 (vecchia normativa). Per queste ultime, i Comuni possono chiedere la “riammissione” alla balneazione entro il 1 marzo. Lionetti a pag.6 Protocollo d’intesa “Parchinsieme” “Abbiamo la Terra non in eredità dai geni- tori, ma in affitto dai nostri figli”. Poche semplici parole di un proverbio in- diano a sottolineare ancora una volta l’im- portanza della tutela ambientale, quella tutela che dovrebbe essere scontata, che do- vrebbe accompagnare la vita di ognuno di noi sempre. Buonfanti a pag.2 E-cig: il calumet del terzo millennio C’è chi la regala, chi la prova per smettere e chi la vuole solo per essere al passo coi tempi. Stiamo parlando della sigaretta elettronica. O, per i più “modaioli” dell’e-cig. I dati parlano chiaro: dal 2010, inizio della dif- fusione massiccia, sono oltre 320 mila nel no- stro Paese i fumatori elettronici. D’Auria a pag.3 Liguori a pag.16 Il nuovo progetto per l’Albergo dei Poveri Nel riprendere il nostro di- scorso sulla storia plurimille- naria di Napoli, questa volta parleremo di quel periodo, tra i più belli e il meno cono- sciuto. De Crescenzo - Lanza a pag.14 Storia della Campania Dalla Napoli greco-romana al Ducato di Napoli Scarichi nell’Irno: migliaia di pesci morti BIODIVERSITÀ A RISCHIO ARTE & CULTURA GREEN AMBIENTE & SALUTE RIQUALIFICAZIONE DEL TERRITORIO AMBIENTE & TRADIZIONE Napoli, sempre emergenza rifiuti! BIO-ARCHITETTURA

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Magazine dell'Agenzia Regionale Protezione Ambientale Campania

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Page 1: Arpa Campania Ambiente n.2 del 2013

Il sindaco di Napoli De Magi-stris annuncia ai microfoni diradio Città Fujiko di Bolognache da un anno e mezzol’emergenza rifiuti a Napoli èfinita. Giusto a Bologna po-teva dirlo perché qui nellanostra città capoluogo questaaffermazione avrebbe fattotrasalire chiunque. Ma come,l’Unione Europea minacciacontinuamente l’Italia disanzioni perché la Campanianon è attrezzata adeguata-mente per lo smaltimentodell’immondizia, i lavoratoridell’Asia – azienda addettaalla raccolta nel napoletano-sono in agitazione perché te-mono lo slittamento del pa-gamento degli stipendi, qua elà per strada montagnelle dirifiuti abbandonati a sestessi e… l’emergenza è fi-nita? È vero che viviamonell’era del trionfo mediaticoe che, purtroppo, conta piùciò che i mass media trasmet-tono all’opinione pubblica,che i fatti reali ma c’è un li-mite ad ogni cosa. Negare che l’ormai endemicaemergenza sia alle nostrespalle è davvero da fanta-scienza. La verità è che i pro-blemi di ieri, relativi allasoluzione soddisfacente delciclo dei rifiuti solidi urbani,restano tali e quali oggi.Se non si affrontano compiu-tamente i nodi da scioglieredalla raccolta allo smalti-mento con impianti e mezziidonei l’emergenza non potràmai essere ritenuta supe-rata. Invece sembra prefe-rirsi la politica dei pannicellicaldi: ora tamponiamo que-sta falla, domani quell’altrarinviando, non si sa fino aquando, l’avvio di un pro-cesso compiuto di riorganiz-zazione dell’intera filierarifiuti. Ad ognuno la sua parte di re-sponsabilità Comune di Na-poli in testa.

Pietro Funaro

Che relazione c’è tra l’au-mento di casi di determinatemalattie e l’inquinamentosul territorio? Per indagaresul fenomeno, la RegioneCampania ha istituito di re-cente un gruppo di esperticon la partecipazione del-l’agenzia ambientale.

ARPACInquinamento e malattie:nuovo gruppo di lavoro

pag.7

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L’ambientazione stradalenel progetto delle parkway

Le numerose ed interessantitematiche legate all’ambien-tazione delle strade, nei nuoviprogetti di infrastrutture perla mobilità territoriale ten-dono a non considerare piùl’arteria stradale nei suoimeri aspetti funzionali di assedi scorrimento.

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Chi l’avrebbe mai detto cheesiste un legame tra l’in-quinamento dell’aria e ildiabete di tipo 2, cioè quelloche si sviluppa in etàadulta.

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Rusalka: la sirena ecologista

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Approvato il provvedimento regionale per la prossima stagione balneare

Lo smog tra le causedel diabete di tipo 2

Dodici km di nuove aree campaneidonee alla balneazione nel 2013

Con una recente deliberazione, la RegioneCampania ha definito la qualità delle acqueadibite alla balneazione per la stagione bal-neare 2013. La valutazione, elaborata con ilconsueto contributo della Direzione TecnicaArpac, avviene sulla base dei controlli ese-guiti dai Dipartimenti Provinciali dell’Agen-zia negli ultimi quattro anni. Sono definiteacque “non idonee alla balneazione” quelle di

classe “scarsa” ai sensi del d.lgs. 116/08(nuova normativa) e, indipendentemente dal-l’esito della classificazione, anche quelle in-terdette alla balneazione in base all’articolo7 del Dpr 470/82 (vecchia normativa). Perqueste ultime, i Comuni possono chiedere la“riammissione” alla balneazione entro il 1marzo.

Lionetti a pag.6

Protocollo d’intesa“Parchinsieme”

“Abbiamo la Terra non in eredità dai geni-tori, ma in affitto dai nostri figli”. Poche semplici parole di un proverbio in-diano a sottolineare ancora una volta l’im-portanza della tutela ambientale, quellatutela che dovrebbe essere scontata, che do-vrebbe accompagnare la vita di ognuno di noisempre.

Buonfanti a pag.2

E-cig: il calumet del terzo millennio

C’è chi la regala, chi la prova per smettere echi la vuole solo per essere al passo coi tempi.Stiamo parlando della sigaretta elettronica. O,per i più “modaioli” dell’e-cig.I dati parlano chiaro: dal 2010, inizio della dif-fusione massiccia, sono oltre 320 mila nel no-stro Paese i fumatori elettronici.

D’Auria a pag.3

Liguori a pag.16

Il nuovo progetto perl’Albergo dei Poveri

Nel riprendere il nostro di-scorso sulla storia plurimille-naria di Napoli, questa voltaparleremo di quel periodo,tra i più belli e il meno cono-sciuto.

De Crescenzo - Lanza a pag.14

Storia della Campania Dalla Napoli greco-romana al Ducato di Napoli

Scarichi nell’Irno: migliaia di pesci morti

BIODIVERSITÀ A RISCHIO

ARTE & CULTURA GREEN

AMBIENTE & SALUTE

RIQUALIFICAZIONE DEL TERRITORIOAMBIENTE & TRADIZIONE

Napoli, sempreemergenza rifiuti!

BIO-ARCHITETTURA

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Ilaria Buonfanti

“Abbiamo la Terra non in ere-dità dai genitori, ma in affittodai nostri figli”. Poche semplici parole di unproverbio indiano a sottoli-neare ancora una volta l’im-portanza della tutela ambie-ntale, quella tutela che do-vrebbe essere scontata, che do-vrebbe accompagnare la vitadi ognuno di noi sempre. Ognipensiero, gesto, parola do-vrebbe essere nel rispettodegli altri e del territorio;ognuno dovrebbe comportarsicome se ogni singola parte delmondo fosse casa propria e si-curamente tutti ne trarreb-bero giovamento.La nostra regione, tanto splen-dida quanto contradditoria,negli ultimi anni si sta muo-vendo in tal senso, promuo-vendo iniziative a favoredell’ambiente, coinvolgendosoprattutto i cittadini.Un ottimo esempio di collabo-razione è stato dato da alcuniPresidenti dei parchi e riservenaturali del casertano che il13 dicembre scorso hanno fir-mato un protocollo d’intesa daltitolo “Parchinsieme”. I presidenti in questione sonotre: il dott. Alessio Usai, Pre-sidente dell’Ente Riserve Na-turali Regionali “Foce Vol-turno – Costa di Licola” e

“Lago di Falciano”, il dott.Umberto De Nicola, Presi-dente dell’Ente Parco Regio-nale del “Matese” e l’avv.Giovanni Corporente, Presi-dente dell’Ente Parco Regio-nale “Roccamonfina-Foce Gari-gliano”.I Presidenti si impegnano acollaborazioni ed attività si-nergiche ed hanno stilato unprogramma delle finalità di“Parchinsieme”:• la diffusione della comunica-zione istituzionale, per quantopossibile, congiunta fra gli

Enti, mediante l’attivazione diiniziative comuni, anche amezzo stampa;• la realizzazione di iniziativeterritoriali che portino la co-noscenza del Parco e delle suefinalità, con particolare ri-guardo alla conservazionedella Natura ed alla Tuteladella Biodiversità;• il raccordo nella creazione dipiani e regolamenti perquanto possibile omogenei fragli Enti;• individuazione di forme perl’autofinanziamento, tenendo

conto della attuale situazioneeconomica ed al fine di nongravare ulteriormente sui bi-lanci della pubblica ammini-strazione;• l’informazione e la diffu-sione della cultura e del valoredei Parchi fra i giovani e glianziani;• attività sinergiche fra gliEnti che possano sostenere letradizioni rurali al fine di in-crementare l’economia soste-nibile;• l’avvio di manifestazioni iti-neranti che possano portare

sui territori reciproci la cono-scenza e la diffusione delParco e delle sue finalità isti-tutive;• la collaborazione fra gli EntiParco per la realizzazione diun servizio comune di vigi-lanza ambientale, anche vo-lontaria, a seguito di oppor-tuna formazione gestita daglistessi Enti.Un’iniziativa intelligente, unesempio da seguire, la cer-tezza che il nostro territorioha voglia di rinascere con laconsapevolezza che la diffi-coltà maggiore sarà educare ilsingolo cittadino affinchépossa agire sempre e comun-que nel massimo rispetto am-bientale. I Presidenti, lavorando in re-gime armonioso e con obiettivicomuni, hanno anche indivi-duato il logo di “Parchin-sieme” contenente i simbolidell’aria, della terra, del fuocoe dell’acqua per evidenziareche la tutela ambientale haun legame stretto ed impre-scindibile con lo sviluppo so-stenibile. “Il protocollo d’intesanasce come presa d’atto dellefinalità e delle problematichecomuni alla gestione dellearee protette - concordano iPresidenti -è la linea guidache intendiamo perseguire,che racchiude gli obiettivi car-dine dei nostri programmi”.

Protocollo d’intesa “Parchinsieme”Tre “Aree protette” della Campania unite per un progetto ambientale comune

Rivoluzione in materia di protezione civile Resta il problema del coordinamento dei piani d’emergenza

Gennaro CuomoAngelo Morlando

Con la legge n. 100/2012 è stato ri-voluzionato il sistema di prote-zione civile nazionale. Un aspettointeressante è quello che ri-guarda la pianificazione inerentela gestione, il risanamento e la tu-tela dei territori (PRG, PUC, PTPetc.) che devono essere coordinaticon i piani di emergenza comu-nali e regionali.Per piano di emergenza si in-tende lo strumento di preven-zione che individua l’insiemedelle azioni che le diverse strut-ture di protezione civile devonorealizzare per fronteggiare l’ap-prossimarsi o il verificarsi di unevento tale da determinare unasituazione di emergenza. In par-ticolare il piano individua gliobiettivi, i tempi nei quali le

azioni si devono compiere, i sog-getti che devono intervenire e leprocedure secondo le quali biso-gna operare, in modo da garan-tire una risposta tempestiva ecoordinata all’emergenza anchenel caso di eventi non prevedibili.Stando alla Legge, entro il 14 ot-tobre 2012, i Comuni avrebberodovuto approvare con delibera diConsiglio Comunale i rispettivipiani di emergenza. In Campaniaal momento (dati aggiornati al 28dicembre 2012) sono 214 su 551 iComuni che hanno un piano diprotezione civile. Non sono an-cora disponibili dalla RegioneCampania i dati. In seguito, sidovrà verificare quanti di questipiani sono conformi alle norme vi-genti, se sono redatti secondo ledirettive impartite dal DPC e na-turalmente se sono stati adottaticon Delibera di Consiglio Comu-

nale. Inoltre, alcuni Comuni, inparticolare quelli dell’area Vesu-viana e Flegrea, si troveranno co-munque a dover aggiornare il loroPEC in relazione al nuovo pianonazionale per i rispettivi rischivulcanici (al momento in fase diaggiornamento).Dunque, la succitata Legge evi-denzia il carattere dominante deipiani di emergenza rispetto aipiani territoriali, con i quali si de-vono coordinare. Si apre, per-tanto, una problematica giuridicacirca la validità degli strumentiterritoriali in vigore e non coordi-nati con i piani di emergenza e cisi chiede se sia possibile da partedi chi ne avesse interesse, pro-porre ricorso innanzi ai tribunaliamministrativi per gli atti ema-nati dalle PP.AA. in base a pianiterritoriali, in linea teorica, nonconformi alla Legge.

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Paolo D’Auria

C’è chi la regala, chi la provaper smettere e chi la vuolesolo per essere al passo coitempi. Stiamo parlando dellasigaretta elettronica. O, per ipiù “modaioli” dell’e-cig.I dati parlano chiaro: dal2010, inizio della diffusionemassiccia, sono oltre 320 milanel nostro Paese i fumatorielettronici. E il dibattito si infervora. Siparla di salute, certo, maanche di interessi e legisla-zione. Due i dati certi: nonproducono fumo “vero” ma,allo stesso modo, non garanti-scono di smettere di fumare.Se, infatti, le e-cig consentonodi eliminare le oltre quattro-mila sostanze tossiche gene-rate della combustione, non ègarantito che chi le usa possaliberarsi dalla dipendenza danicotina. Mario Del Donno,pneumologo dell’OspedaleRummo di Benevento, af-ferma: “Il risultato non è altroche quello di perpetuare la ge-stualità tipica del fumatore,continuando ad assorbire dosipiù o meno controllate di nico-tina, con il rischio di tornareprima o poi al fumo non elet-tronico”. E anche l’Istituto Su-periore di Sanità vuole vedercichiaro. Poco prima di Natalegli esperti dell’istituto hannoconsegnato al ministro Bal-duzzi un corposo dossier. Che,però, non è riuscito a farechiarezza. Lo stesso ministro,nel dubbio, ne ha vietato lavendita ai minori di 16 anni, ipiù esposti al rischio di diven-tare fumatori. Già, perchéproprio il fascino di un gadgettecnologico e alla moda po-trebbe attirare anche queisoggetti che finora non ave-vano mostrato interesse per iltabacco. Ma all’interno dellacomunità scientifica vi è unaprofonda frattura. RiccardoPolosa, professore di MedicinaInterna dell’Università di Ca-tania sostiene che “proprio lagestualità tipica del fumatore,unita all’evidente assenza dieffetti collaterali, può esserel’arma in più per aiutareanche i tabagisti più accaniti”.Polosa basa le sue afferma-zioni sui risultati di un suostudio, pubblicato su BMCPublic Health, durante ilquale i partecipanti hanno ri-

dotto di oltre il 50% l’uso delle“bionde”. Tuttavia, gli studi fi-nora condotti sono da rite-nersi parziali. Il nodofondamentale resta l’assun-zione di nicotina. Che, con lee-cig, può addirittura essereincontrollata se si usano di-spositivi di dubbia fattura o siacquistano “ricariche” fabbri-cate in paesi con sistemi dicontrollo poco accurati o deltutto assenti. La battaglia,però, si combatte anche sulmercato. Non è ancora chiarose le e-cig vadano considerateveri e propri farmaci (persmettere di fumare) o un pro-dotto di tabaccheria. La diffe-renza non è minima. Nelprimo caso il circuito di distri-buzione sarebbe quello me-dico-farmaceutico, più control-lato ma più “elitario” con con-seguente levitazione dei costi.Nel secondo, il rischio è che in

un regime spinto di libera con-correnza si potrebbero com-mercializzare prodotti scadentie pericolosi.In Europa si procede in ordinesparso: Germania, Belgio,Portogallo, Svezia e altri sonodell’opinione che si tratti di unfarmaco. In Francia le e-cigsono regolamentate solo seutilizzate a scopo terapeutico.Il Regno Unito sta adottandouna propria regolamenta-zione. E in Italia? In attesa dicapirci di più, ognuno fa leproprie regole. Nel comune diLomazzo, in Lombardia, il sin-daco le ha bandite degli ufficipubblici equiparandole, difatto, alle sigarette “vere”.Sulla stessa lunghezza d’ondaAlitalia e Trenitalia: a bordonon è permesso fumare, sia si-garette tradizionali che elet-troniche.Caso chiuso?

E-cig: il calumet del terzo millennio

Alessia Giangrasso

Capri compie un primo passoavanti nella prospettiva di unmiglioramento dell’isola az-zurra sotto il profilo ambien-tale. In particolare, il sindacoha emesso un’ordinanza af-fissa all’albo pretorio del Co-mune di Capri, in vigore dall’1gennaio 2013 e sull’intero ter-ritorio comunale, che prevedesanzioni fino a 500 euro per ifumatori distratti o semplice-mente maleducati! Il divietosancito di gettare cicche aterra rappresenta un’impor-tantissima svolta in un terri-torio che ospita il mondointero e che talvolta ha offertoun’immagine molto poco allet-tante sotto il profilo igienicoambientale. L’ordinanza ri-corda quella del sindaco di Ac-

ciaroli, Angelo Vassallo, cheaveva anticipato i tempi giàda qualche anno e che in ma-teria di ambiente e saluteverrà sempre prima di tutti,seppure oggi soltanto nel ri-cordo, essendo venuto meno a

causa probabilmente del suosano senso civico. La cittadinanza caprese hareagito in maniera molto posi-tiva al provvedimento emessodal sindaco nella considera-zione che finalmente il territo-

rio potrà essere più pulito.Nell’ordinanza, però, mancal’elemento fondamentale delmonitoraggio del territorio.Infatti, così come anche nel co-mune di Napoli, la polizia mu-nicipale ha il compito diverbalizzare quei reati am-bientali per i quali è sancita lasanzione ma non possiede ilcompito di vigilare affinchènon venga commesso il reato.Quindi, da un lato si impone ilrispetto della regola ambien-tale ma dall’altro non si pre-cisa chi ha il dovere diesercitare l’attività di con-trollo appartenente solo allafigura della guardia ambien-tale. Capri, dunque, resta inattesa di tale ultima fase perpoter completare il processoamministrativo necessarioalla tutela dell’ambiente.

Anche a Capri stop alle “cicche selvagge”

Fumare è una pandemia. Nuoce gravemente a te, a chiti sta intorno ed all’ambiente. I campi di tabacco sonoinsostenibili: erbicidi, pesticidi, fungicidi raggiungono lefalde idriche. Gli additivi per il trinciato hanno un forteimpatto ambientale. Per fabbricare un pacchetto ci vo-gliono plastica, carta clorata, colori tossici, colla e me-tallo. Smaltirlo correttamente richiede tre diversicassonetti per la raccolta differenziata: il contenitore perla plastica nel quale va l’involucro esterno, il recipienteper la carta per il cartoncino ed il sacco dell’indifferen-ziato per i filtri incatramati. La cenere conserva la tos-sicità degli alcaloidi e va tenuta lontana da compost epacciamatura. Danneggia le catene di DNA, possiamoutilizzarla solo come disinfettante. Ogni anno sette mi-liardi di chili di foglie ustionano l’atmosfera. La caoticitàdelle spirali di fumo forma un crescendo sonoro di espet-torazioni rauche. Per inquinare meno il fumatore devecercare confezioni decorate con piccoli simboli. L’alberostilizzato è il logo della FSC (Forest Stewardship Coun-cil) che garantisce la gestione responsabile delle forestesfruttate per la produzione della legna da usare per pro-durre carta e cartone. Le aziende che aderiscono algruppo piantano nuovi alberi dopo ogni abbattimento edaffidano il trasporto dei tronchi alle zattere fino a valle.Lo stemma dell’agricoltura biologica certifica l’esistenzadi un’alternativa più ecocompatibile. Le corporations chepuntano al target degli ambientalisti fanno marketingimplementando il packaging con green news: scrivonodi aver coltivato le piantagioni senza concimi chimici.Altri marchi usano metodi naturali di essiccazione. Nelsettore dell’hand rolling trovano sempre più spazio filtribiodegradabili riconoscibili dal colore beige e cartine pro-dotte con gomma arabica.

S.A.

Educazione ambientale sui pacchetti di sigarette

Prosegue il dibattito sul fumo elettronico tra salute, interessi e legislazione

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Fotovoltaico: la Campaniadice sì. Il Consiglio regionaleha approvato all'unanimitàuna legge di iniziativa popo-lare sulla “Cultura e diffu-sione dell'energia solare”. Il provvedimento vede defini-tivamente la luce al termine

di un lungo iter di approva-zione portato avanti dal comi-tato promotore “La civiltà delsole”, che ha accolto la notiziacon motivata soddisfazione. “Mai in Italia vi è stata unalegge regionale di iniziativapopolare che abbia avuto untale consenso” si legge in unanota del comitato.Il testo della legge è frutto diuna collaborazione tra diverserealtà del mondo associativooperanti sul territorio cam-pano, dall’Anci alla Federcon-sumatori, da Legambiente aiVas e al Wwf. La stesura delprovvedimento, inoltre, hacoinvolto le Università e altrienti di ricerca, imprese, siglesindacali e singoli cittadini. “Quella del sole è un’energiapulita a costo zero, eterna,che la natura ha donato al-l’umanità: è la fonte della vitaed è possibile annullare lefonti fossili come il carbone eil petrolio – ha commentatoAntonio D’Acunto, presenta-tore e primo firmatario dellalegge – È assurdo pensare chedebba arrivare energia dallaRussia e dall’Africa, l’ab-biamo qui ed è del tutto pos-sibile”. La nuova legge regionale pre-vede che il 30% dell’attualefabbisogno energetico della

Campania sia soddisfatto dal-l'energia solare a brevissimotermine, con l’obiettivo di ar-rivare al 60% entro il 2021. Il consigliere regionale Anto-nio Marciano spiega: “La Re-gione dovrà ancheprogrammare a breve un

piano di dismissione degli at-tuali impianti di produzionetermoelettrica da fonte fos-sile, oltre che una diminu-zione progressiva della quotaenergetica importata, mentrei nuovi insediamenti e lenuove costruzioni dovrannotendere all’autosufficienza

energetica a partire dal2014”. Gli edifici adibiti apubblico servizio, inoltre, do-vranno essere completamenteautosufficienti entro il 2015. Sul fronte dell’edilizia, invece,la legge prevede che tutte lenuove costruzioni garanti-

scano l’autosufficienza ener-getica quando alimentate dafonte solare, pena la non con-cessione della loro agibilità.Prevista infine l'istituzione diuna Biennale del sole e dellabiodiversità del Mediterra-neo.

P.D’A.

Il sole splenderà forte in Campania

Terna, gestore della reteelettrica nazionale, ha recen-temente messo in esercizioin località Pianotaverna-Va-scavino del territorio aria-nese una moderna stazioneelettrica che convoglia e im-mette in rete i 10 MW dienergia prodotta dal parcoeolico “Gongolo srl”. Energiadisponibile per tremila fami-glie.Il raccordo tra il campo cheospita le pale eoliche, in loca-lità Campoverde, e la sta-zione (distante alcuni chilo-metri) è stato realizzato conun cavidotto interrato, senzaalcun impatto per l’am-biente.La stazione occupa una su-perficie di circa 4mila metri

quadrati ed è predispostaper accogliere, in futuro,nuovi collegamenti con im-pianti eolici della zona. Èstata inoltre realizzata conmoduli compatti multifun-zione, per limitare l’impiegodi suolo e mitigare l’impattovisivo in un territorio a forteconnotazione naturalistica.

Interventi di recupero per circa due milioni di euro cheriguarderanno oltre quattrocento metri di mura, con an-nesse postierle (le piccole porte d’accesso ai cammina-menti militari) e torre di guardia. Il tutto da realizzarein un anno. Questi i lavori previsti per il ripristino dellemura greche di Paistos. Il piano, messo a punto dalla“Fondazione Paestum”, ha come obiettivo il ripristino delparamento murario su ambedue le facciate (lato mare einterno) e per l’occasione verrà creato un percorso di vi-sita interno alle mura analogo a quello già realizzato inun precedente intervento, riguardante il tratto che vadalla “Torre 28” a “Porta della Sirena”. Marina Cipriani,direttrice del museo di Paestum e responsabile dell’areaper la Soprintendenza archeologica di Salerno ci tiene aprecisare che “l’intervento rispetterà integralmente ilmonumento”. Ciò significa che non verrà attuato il recu-pero in alzato del muro ma si effettueranno integrazionisolo dove saranno necessarie per motivi di statica e perdare continuità al tratto.L’intervento, inoltre, consentiràdi capire se le mura si sviluppassero in maniera omoge-nea lungo tutta la cinta. Infatti, di una verosimile cor-tina difensiva a protezione della greca Paistos non v’èpiù traccia. Si presume fosse realizzata con doppia cintamuraria in massicci blocchi squadrati, distanziati traloro di sette metri. Restauro e indagini, spiega ancora laCipriani, serviranno sia per una maggiore conoscenzascientifica del monumento che per attrezzare un per-corso fruibile sul campo da turisti e visitatori. Ma, so-prattutto, per mettere in campo una serie di apparatimultimediali da proporre a chi vorrà visitare il museo ele testimonianze pestane in esso contenute.

Parte il restauro dellacinta muraria greca

Energia verde per il comune di Ariano Irpino

Entro il 2021 il 60% dell’energia dovrà essere solare

Paestum

“M’illumino di meno”Festa del risparmio energeticoRadio 2 e Caterpillar sonoriusciti ad organizzare lanona edizione della giornatadel risparmio energetico conl’iniziativa “M’illumino dimeno”.Obiettivi semplici e con-creti: ridurre i consumi edeliminare gli sprechi.Quest’anno la data pre-scelta è prossima alle ele-zioni nazionali, quindi, lasimpaticissima e arguta re-dazione ha creato ancheuna parodia dell’evento consimboli, manifesti, schedeelettorali e kit per il candi-dato, affinché l’attivista “il-lumenista” dia il suocontributo. Appuntamento per tuttidalle ore 18 del 15 febbraio,

con lo spegnimento simbo-lico di monumenti, piazze,vetrine, uffici, aule e pri-vate abitazioni.

A.M.

Page 5: Arpa Campania Ambiente n.2 del 2013

Valentina Passaro

Oggi, la tendenza ad impie-gare sempre più fonti rinno-vabili, sta diventando unarealtà sempre più concreta erealizzabile in tutte le sferedel pianeta. Istituzioni divaria natura scendono incampo, si adoperano sinergi-camente per mettere in attoprogetti di un certo spessoreavendo come fine ultimo, lacura del nostro ambiente. Tra

i progetti che rientrano inquesto campo di influenza,troviamo quello che l'Univer-sità di Milano-Bicocca ha in-trapreso da poco pressol'atollo di Faafu, nello splen-dido arcipelago delle "Mal-dive", ("Benefici dall'uso dellerinnovabili"). Tra gli obiet-tivi: diminuzione della di-pendenza da combustibilefossile, diminuzione del de-grado ambientale e in ultimo,maggiore autosufficienzaenergetica, principalmenteper le isole più lontane. Ilprogramma, che dura unanno, è organizzato da PaoloGalli, ricercatore del Diparti-mento di biotecnologie e bio-scienze dell'Ateneo; ha uncosto complessivo di duecen-todiecimila euro, appoggiatoda Caritas Italiana con cento-

cinquantamila euro. Per di-minuire le emissioni inqui-nanti, utilizzando maggior-mente fonti rinnovabili comeil sole, il vento e le biomasse,gli ideatori del programmahanno impiegato 'strumenti'speciali: pannelli solari, lam-padine a basso consumo ener-getico e percorsi sullasostenibilità. Il progetto del-l'Università Milano-Bicoccaprevede principalmente l'in-stallazione di pannelli solari.

Ad oggi, il consumo medioquotidiano di energia è all'in-circa 40-50 kWh. Se si tieneconto che verranno collocatialcuni pannelli, capaci disomministrare 30 kWh, e,che ogni 3 kWh di elettricitàgenerata dai pannelli solariconsente di economizzare unlitro di gasolio; non è arduocomprendere che l'installa-zione è in grado di diminuiredi circa il 50%, il necessario dicombustibile fossile. Inoltre,il progetto prevede che tuttele lampadine antiche posizio-nate sia in luoghi pubblici,sia nelle abitazioni private,verranno rimpiazzate conmoderne lampadine di ultimagenerazione a basso consumoenergetico. Quindi, con 1.000 punti lucecorredati con i moderni led, si

avrà un ulteriore e beneficorisparmio energetico di circa20 kWh. Tutto questo, unprogramma di nobile eleva-tura, sarà possibile grazieanche ad un progetto di 'edu-cazione' chiamando in primapersona le popolazioni locali:così facendo le Maldive diven-teranno davvero rinnovabili.In merito, l'Università Mi-lano-Bicocca, organizzerà deiseminari incentrati sulle con-seguenze del cambiamento

climatico, spronando le popo-lazioni ad atteggiamenti vir-tuosi e giusti. Una vera e propria novità,un'azione di sensibilizzazionea tematiche ambientali, è ilcoinvolgimento degli stu-denti della scuola di Magoo-dhoo in questo progetto. Glistudenti, infatti, dovrannorealizzare video dimostrativi(in inglese e divheli), che sa-ranno poi utilizzabili sullepiù importanti piattaforme distreaming, come You Tube.Infine saranno coinvoltianche a scrivere su un blog,dove illustreranno la loroemozionante e nuova espe-rienza. Anche in luoghi così remotidunque, è possibile tutelare esalvaguardare il nostro pia-neta!

Le Maldive verso unasvolta "rinnovabile"

Alessia Esposito

Dal primo gennaio 2013 tutti i residenti della città diTallin, in Estonia, possono usufruire gratuitamente deltrasporto pubblico. È la prima capitale europea a com-piere un passo del genere. Se già da metà 2011 il tra-sporto pubblico era gratuito per gli anziani, oggi ognunodegli oltre 400.000 abitanti è stato dotato, dietro il pa-gamento di simbolici 2 euro, di una card personalizzatache permette di salire su autobus e tram. Se si pensa che la decisione ha portato circa 12 milionidi perdite nelle casse comunali, si potrebbe pensare aduna scelta avventata. In realtà è stata ben ponderataed anticipata da un referendum che ha visto i cittadinischierarsi in larga parte a favore dell’iniziativa. Oltre alla volontà popolare si è poi dimostrato, secondoi dati diffusi dalla BBC, che in realtà il pagamento deibiglietti forniva solo il 33% dei fondi utili per far fun-

zionare il trasporto pub-blico. E allora perché noncercare di recuperare queldenaro grazie ad un ri-torno sull’investimento intermini di benefici portatidalla mobilità sostenibile? La libera circolazione con iltrasporto pubblico sta por-tando indubbiamente molticittadini a lasciare le autoa casa con una diminu-zione notevole dell’inqui-namento (anche quello

acustico) che migliorerà lo standard di vivibilità.Un’aria più pulita inciderà sicuramente in maniera po-sitiva sui costi del sistema sanitario (per malattie con-nesse o per incidenti stradali). Si aggiunge poiun’ulteriore ragione sociale: più utilizzo del mezzo pub-blico vuol dire anche un risparmio del cittadino (deter-minante per i ceti meno abbienti) e maggiorsocializzazione tra le varie classi sociali. Una città conmeno rumore di clacson, ma con più vociare. “Questo servizio – dichiara il sindaco Savisaar – rendela città il fiore all’occhiello dei movimenti verdi d’Eu-ropa”. L’opposizione si schiera contro la scelta del par-tito di centro sinistra e la ritiene una manovradispendiosa per guadagnarsi le simpatie dell’elettoratoin vista delle elezioni di dicembre. Lungi dall’affermareche è una scelta da prendere a qualunque costo, si devericordare che a un servizio con maggior affluenza sideve accompagnare una buona gestione operativa. Èstato ad esempio necessario aumentare la frequenzadelle corse per evitare sovraffollamento (con nuovicosti). Per il momento quindi la situazione è ancora infase di monitoraggio ed è presto per trarre le prime con-clusioni di carattere economico, ma se le cose andrannobene, Tallin, da un punto di vista ambientale, è la cittàdel futuro.

Da quest’anno aTallin trasporti gratis

“Parla italiano” il progetto iniziale

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Emma Lionetti

Con una recente delibera-zione, la Regione Campaniaha definito la qualità delleacque adibite alla balnea-zione per la stagione bal-neare 2013. Come prevede lanormativa, ogni “acqua dibalneazione” viene classifi-cata come “scarsa”, “suffi-ciente”, “buona” o“eccellente”. La valutazione, elaboratacon il consueto contributodella Direzione TecnicaArpac, avviene sulla base deicontrolli eseguiti dai Diparti-menti Provinciali dell’Agen-zia dal primo aprile al 30settembre delle ultime quat-tro stagioni balneari (dal2009 al 2012). Così sul Burcn.4 del 21 gennaio è statapubblicata la delibera diGiunta Regionale n.772 del2012. Nel provvedimento,vengono definite acque “nonidonee alla balneazione”quelle considerate di classe“scarsa” ai sensi del decretolegislativo 116/08 (nuovanormativa) e, indipendente-mente dall’esito della classi-ficazione, anche quelleinterdette alla balneazionein base all’articolo 7 del de-creto del Presidente della Re-pubblica 470/82 (vecchianormativa). Sono poi indicatecome “acque di nuova classi-ficazione” quelledi nuova istitu-zione e quelle re-cuperate nelcorso delle sta-gioni balneari2011 e 2012 eperciò sottratteal vincolo dell’ar-ticolo 7 del DPR470/82. La retedi monitoraggioattuale è compo-sta da 331“acque di bal-neazione” (42 in provincia diCaserta, 151 in provincia diNapoli e 138 in provincia diSalerno). La rete è stata ride-finita a inizio stagione bal-neare 2012 con lacollaborazione di Regione eComuni costieri, per perve-nire a una delimitazione diciascuna acqua di balnea-zione quanto più aderentealla realtà ambientale delluogo. Per effettuare i pre-lievi, Arpac dispone di unaflotta di sette imbarcazioni,tra cui il battello oceanogra-fico Helios. I campioni prele-vati vengono analizzati neilaboratori dei Dipartimenti

Provinciali dell’Agenzia se-condo i criteri definiti dallanormativa vigente e i risul-tati resi pubblici in temporeale sul web di Arpa Campa-nia e sul Portale Acque delMinistero della Salute. In base alla più recente valu-tazione della balneabilità, perla stagione 2013 risulterannointerdetti circa 42 chilometridi tratti costieri per inquina-mento e circa 57 chilometriper cause indipendenti daesso (foci e torrenti di fiuminon risanabili, aree portuali earee marine protette). I datirimarcano la presenza di in-quinamento in prossimità dei

centri abitati enelle vicinanze difiumi, torrenti ecanali. Persiste lanecessità di ri-muovere le causedi inquinamentodei corpi idrici chesi immettono inmare e di renderepiù efficienti i si-stemi di colletta-mento edepurazione perrestituire alla bal-

neabilità zone costiere di cosìelevato pregio ambientale erinomata vocazione turistica. Rispetto ai 54 chilometri dicosta vietati per lo scorsoanno si registra nel 2013 untrend in ogni caso più confor-tante. Il miglioramento è do-vuto al recupero delle areevietate alla balneazione aisensi dell’articolo 7 della vec-chia normativa: per questearee, il verificarsi delle condi-zioni di cui al decreto mini-steriale 30.3.2010 (art. 2, c. 5)ha consentito il ripristinodella balneazione. In altre pa-role, quattro campionamentidedicati a queste aree, ed ef-

fettuati con cadenza quindici-nale anziché mensile, hannodato esiti favorevoli. I cam-pionamenti sono stati ese-guiti in riscontro alla

comunicazione che i Comunihanno trasmesso alla Re-gione, in cui hanno dichiaratol’avvenuto risanamento e lemisure di miglioramento

messe in atto. Così è statopossibile revocare i divieti dibalneazione di tratti di costa“storicamente non balnea-bili”.

Balneabili quest’anno 12 km in più in CampaniaNel nuovo elenco approvato dalla Regione sono 42 i chilometri non idonei alla balneazione a causa dell’inquinamento

La quasi totalità dei divieti dibalneazione sul litorale dellaCampania riguarda zone di-sciplinate dall’articolo 7 dellavecchia normativa sul tema(il DPR 470/82). Queste aree sono per lo piùcomprese nella provincia diCaserta, il cui li-torale si estendelungo circa qua-rantacinque chi-lometri dalfiume Gari-gliano al lagoPatria. Tutta-via, per molti diquesti tratti laclassificazione,elaborata stati-sticamente suidati di monito-raggio dell’ul-timo quadriennio, comeprevede la nuova normativa(decreto legislativo 116/08),ha raggiunto l’obiettivo diqualità, a dimostrazione deimiglioramenti avvenuti negliultimi anni. Le condizioni previste dallanuova normativa affinché learee “in articolo 7” siano re-cuperate alla balneazione (ar-ticolo 2, comma 5 del DM30.3.2010) si sono verificate,nel corso della stagione bal-neare 2011, per 22 aree (16del Comune di Castelvol-turno, tre di Mondragone,una di Portici, una di Minori

e una di San Giovanni aPiro). Queste aree sono stateriammesse alle attività bal-neari con ordinanze dei sin-daci, a fronte di quattrocampionamenti con esiti fa-vorevoli effettuati con ca-denza quindicinale anziché

mensile, a partiredal mese diaprile, dopo che ilComune compe-tente ha segna-lato l’avvenutorisanamento at-traverso la co-m u n i c a z i o n edelle misure dimiglioramentomesse in atto.Ciò ha consen-tito, nel rispettodella norma, di

revocare i divieti di balnea-zione di tratti di costa cosid-detti “storicamente nonbalneabili” per l’ articolo 7 delDPR 470/82. A questi si ag-giungono (vedi tabelle) i tre-dici tratti di costa “riabilitati”l’anno scorso con lo stessomeccanismo, per un totale ditrentacinque “riaperture” indue anni. Invece, tre aree inprovincia di Salerno (una delComune di Salerno e due diVietri sul mare) restano an-cora chiuse alla balneazione,per il riscontro negativo diuno dei quattro prelievi ese-guiti. Le aree riammesse con

questa procedura sono defi-nite a norma di legge “dinuova classificazione”. Perqueste acque la campagna dimonitoraggio è proseguitanormalmente con un prelievoogni mese su tutti i punti dicampionamento fino al 30settembre 2012. I Comuniche non hanno ancora atti-vato la procedura di revocadell’art. 7 - DPR 470/82 po-tranno inviare le istanze intal senso alla Regione, docu-mentando le misure messe inatto per la rimozione dellecause di inquinamento. Il ter-mine è il primo marzo 2013se sei vuole essere presi inconsiderazione per l’avviodella prossima stagione bal-neare. Al fine di garantirel’informazione al pubblicosancita dalla normativa vi-gente, Arpac ha dedicato unasezione tematica, intitolata“Balneazione”, sul sito webistituzionale (www.arpacam-pania.it). La sezione consentela consultazione in temporeale degli esiti della campa-gna di monitoraggio, dell’ar-chivio storico dei dati per glianni che hanno generato laclassificazione delle acque dibalneazione, la rappresenta-zione georeferenziata dellearee di balneazione e la docu-mentazione normativa di ri-ferimento.

E.L.

Le norme. La “riammissione” viene chiesta dai Comuni entro il primo marzo

In due anni recuperate 35 aree

Portici. Il tratto deno-minato “Spiaggia li-bera Mortelle” è statoriammesso nel 2011.

Foce Lambro. Iltratto di mare a Pali-nuro è stato “riabili-tato” nel 2012.

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Che relazione c’è tra l’aumento di casidi determinate malattie e l’inquina-mento sul territorio? A rispondere aquesto e ad altri quesiti sono chiamatigli esperti del Gruppo di lavoro su sa-lute e ambiente istituito di recentedalla Regione Campania. Del gruppodi esperti entrerà a far parte, tra glialtri, il direttore tecnico di Arpa Cam-pania, Marinella Vito. Il nuovo organismo tecnico, i cui com-ponenti svolgeranno la loro funzione atitolo gratuito, è stato avviato con unarecente delibera della Giunta regio-nale, pubblicata sull’edizione del 14gennaio del Bollettino ufficiale dellaRegione Campania. Il provvedimentodell’esecutivo regionale parte dallaconstatazione che, da oltre quarantaanni, le indagini della magistratura in-dicano alcune aree del territorio cam-pano come terminale di traffici illecitidi rifiuti provenienti in particolare dal-l’Italia settentrionale. D’altronde, sisottolinea nella delibera, numerosistudi sembrano indicare un peggiora-mento di alcuni indicatori di salute inCampania; sebbene – puntualizza il

provvedimento – non è stata stabilitauna relazione certa con le problemati-che ambientali. Il gruppo di lavoro ha dunque il com-pito di chiarire queste eventuali rela-zioni tra problemi sanitari e problemiambientali, soprattutto con riferi-mento a patologie che suscitano al-larme sociale, come tumori emalformazioni congenite. Inoltre dovràproporre modelli di intervento, in par-ticolare sul piano della prevenzione edelle bonifiche. Sempre secondo la de-libera, il nuovo gruppo di esperti dovràelaborare un set di indicatori per mo-

nitorare lo stato di salute della popola-zione e lo stato dell’ambiente, verifi-candone le variazioni anche inrelazione agli interventi ambientalimessi in campo. A coordinare l’organi-smo sarà un dirigente regionale del-l’Assessorato alla Sanità. Oltre aldirettore tecnico Arpac, ne farannoparte un dirigente regionale dell’As-sessorato all’Ambiente, un esperto diepidemiologia oncologica del Serviziosanitario regionale, due dirigenti mi-nisteriali, sei docenti universitari, in-fine un esperto di bonifiche.

L.M.

Gara tra i commercianti per riciclare la carta

Secondo Comieco, a Napoli la raccolta di rifiuti a base cellulosica è aumentata dell’1% nel 2012

Anna Gaudioso

“Non rompere le scatole, riciclale!” Èquesto il titolo che ha dato il via aNapoli alla raccolta differenziata dicarta e cartone durante le feste diNatale. Tra i mesi dell’anno, dicem-bre è infatti il mese in cui si fa unospreco esagerato di carta e cartone.L’iniziativa, promossa da Comune diNapoli, Asìa, Ascom/Confesercenti,Comieco e Conai, ha animato i nego-zianti e dato la possibilità di fare undono alla città e all’ambiente con laraccolta straordinaria di carta e car-tone in cui sarà premiato il distrettocommerciale più “riciclone”.Partita il 15 dicembre e terminata il19 di gennaio, la gara ha coinvolto inegozi dei dieci distretti commerciali

della città di Napoli e i cittadini par-tenopei che, chiamati a raccoglierepiù carta e cartone possibile, hannodato vita al riciclo. Il responsabiledell’Area recupero e riciclo di Co-mieco, Roberto di Molfetta, ha dichia-rato che la gara tra i negozianti miraad aumentare non solo la quantità,ma anche la qualità della raccolta, eal tempo stesso stimolare i cittadinia consolidare la buona abitudine diseparare i rifiuti e differenziarli. Il compito dei negozianti in gara è diseparare il cartone dagli altri mate-riali e di eliminare le frazioni estra-nee da imballaggi e scatole (adesempio nastri adesivi, punti metal-lici e plastica), migliorando, di conse-guenza quantità e qualità dellaraccolta differenziata. A questa ini-

ziativa hanno partecipato anche i cit-tadini, avviando a riciclo le confezionidei regali, le scatole dei panettoni deipandori, e in generale di tutto ciò cheviene acquistato – prestando però at-tenzione alla separazione della con-fezione in cartone dal cellophane chela avvolge. Dalle dichiarazioni del di-rigente Comieco è emerso che «a Na-poli quest’anno registriamo un lieveaumento della raccolta (pari all’1%),realizzato anche grazie all’effettotrainante delle Cartoniadi, svolte amaggio, con una media procapite chesi attesta sui 31,5 kg/ab: un dato al disopra della media registrata in tuttala Regione (circa 25 kg/ab) e la Pro-vincia (pari a 27 kg/ab)».Nell’ambito di questa iniziativa ilpresidente dell’Asìa Raffale Del Giu-

dice ha sottolineato l’importanza chepuò avere il gioco di squadra, perchéconsente non solo la riuscita dell’ini-ziativa ma dà uno slancio in più al si-stema della raccolta differenziatanonostante la crisi economica. Uno sforzo di educazione ambientaleche dura nel tempo. Nel novembre2010, ad esempio, con “RicicloAperto” il Consorzio nazionale recu-pero e riciclo degli imballaggi a basecellulosica aprì le porte di oltre uncentinaio di filiere cartarie per mo-strare il loro operato. In questa occa-sione anche l’Arpac partecipò ainiziative di educazione ambientaleper il riciclo della carta nelle scuole egrazie a Comieco abbiamo fatto visi-tare a molte scolaresche le filiere peril riciclo di carta e cartone.

Ambiente e salute, gruppo di lavoro regionale con Arpac

Si è chiusa l’iniziativa promossa dal Comunepartenopeo per promuovere la differenziata tra gli esercenti

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 31 gennaio 2013 - Anno IX, N.2Edizione chiusa dalla redazione il 25 gennaio 2013

DIRETTORE EDITORIALEAntonio EpiscopoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroIN REDAZIONEPaolo D’Auria, Salvatore Lanza, Fabiana Liguori, Giulia Martelli, Luigi MoscaHANNO COLLABORATOCristina Abbrunzo, Savino Cuomo, EleonoraFerrara, Andrea TafuroSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 7- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/426/427 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Brunella Mercadante

Il concetto di agricoltura so-stenibile è molto recente. Laparola “sostenibilità”, in agri-coltura, significa pianificare epraticare il lavoro della terrain modo tale che i suoi obiet-tivi e i suoi metodi non si scon-trino con le caratteristichespecifiche dell’ambiente, maanzi vadano il più possibilenella medesima direzione.Esprimendo lo stesso concettocon parole diverse, si può direche per fare un’agricolturaequilibrata si devono mini-mizzare i costi (ambientali,economici, sociali, ecc.) e mas-simizzare le rese e la conser-vazione dell’ambiente. Dalpunto di vista pratico, l’inte-resse primario di un agricol-tore dovrebbe essere quello digarantirsi la fertilità dellaterra per un tempo che sia ilpiù lungo possibile. Per taleobiettivo si sono dimostratemolto utili alcune praticheagricole come per esempio ilricorso a forme molto leggeredi aratura e lavorazione delterreno. In altri casi si è vistoche nei campi coltivati la pre-senza costante di una bassacopertura vegetale può garan-tire la buona tessitura deisuoli grazie all’ “effetto te-nuta” prodotto dalle radici. Inaltri casi ancora, è stato dimo-strato che la fertilità viene fa-vorita dalla rotazione ciclicadi piante coltivate con altreche fanno aumentare l’ap-

porto di nutrienti nel terreno,migliorando le sue proprietàchimiche, in termini di pH,minerali e sostanza organica:tutti aspetti importanti, checonsentirebbero di diminuireil bisogno di fertilizzanti chi-mici e altri apporti esterni.Molti studi, inoltre, hanno evi-denziato che il ricorso ai pesti-cidi chimici si può diminuiree, in alcuni casi, addiritturaeliminare, mettendo in operauna corretta lotta biologica.Quest’ultima tecnica si basasul principio che molti paras-siti delle coltivazioni agricolepossono essere combattuti fa-cendo in modo che nei campisi stabiliscano le condizioniappropriate per l’insedia-mento dei loro predatori natu-rali, come per esempio moltespecie di insetti e di ragni, edei loro patogeni, come alcunibatteri e funghi non pericolosiper l’uomo. Per poter ottenerequesti risultati, però, è indi-spensabile un investimento dilungo periodo di biodiversità.Investimento di lungo periodoin biodiversità vuol dire che ilprimo passo per arrivare aun’agricoltura sostenibiledeve essere fatto proprio dagliagricoltori, i quali dovrebberosforzarsi di generare, all’in-terno dei loro poderi, piccolefasce incolte di territorio ingrado di ospitare piante e ani-mali di vario tipo (arbusti,siepi, alberi, insetti e altri in-vertebrati, uccelli, micro-mammiferi, rettili, ecc.). Pur

non contribuendo agli utili,questi piccoli appezzamentioffrirebbero in cambio enormiguadagni ecologici (e indiret-tamente anche economici),perché consentirebbero di farcircolare molte specie biologi-che “amiche” dell’agricoltura.In termini estesi, per agricol-tura sostenibile si intendeanche la capacità dell’interaproduzione agroalimentaremondiale di far fronte alla do-manda globale dei Pesi in viadi sviluppo. È vero che tra glianni Cinquanta e gli anni Ses-santa, per far fronte al pro-blema della fame nel mondo,si portarono nuove varietà dicolture (più resistenti e piùproduttive, grazie anche almassiccio uso di fertilizzanti)e nuove tecniche agricole in

Paesi come Messico, India ePakistan; l’iniziale successoaveva fatto ben sperare, manon si era considerato il tipodi ambiente fragile e difficilesu cui le nuove tecniche veni-vano applicate.Ci si trovò così con i Paesi in-dustrializzati, ricchi di terrenicoltivati e con problemi di ec-cedenza; e i Paesi in via di svi-luppo, poveri di terrenicoltivati, di mezzi tecnici e dicapitali, costretti ad allargarela superficie coltivata me-diante il disboscamento e lamessa a coltura di terre mar-ginali.Per creare le condizioni ade-guate ad uno sviluppo sosteni-bile, sarà necessarioprocedere a cambiamenti ra-dicali nella politica agricola,

ambientale e macro-econo-mica, a livello nazionale e in-ternazionale. L’agricolturasostenibile prevede di aumen-tare la produzione sulle terregià sfruttate ed evitare di in-fierire ancora su quelle terreche non sono adatte alla colti-vazione; prevede di assicurareun accrescimento effettivodella produzione alimentare edi migliorare la sicurezza ali-mentare. L’agricoltura soste-nibile vuole arrivare alconcetto di permacultura,un’agricoltura che è arrivata asignificare di più che autosuf-ficienza per l’alimentazionedella famiglia, integrando ilbenessere delle persone conquello della Terra anche constrategie legali e finanziarieappropriate.

Il futuro dell’agricoltura è sostenibile

Quando l’agricoltura diventa cura del territorioL’Oceania il continente con più terreni biologici. Senza dimenticare i Paesi in via di sviluppo

Trentasette milioni di ettari di terreno nel mondoquelli destinati all’agricoltura biologica. Questo èquanto emerge del rapporto “Organic AgricultureContributes to Sustainable Food Security” del Wor-ldWatch Institute firmato dalle ricercatrici Cathe-rine Ward e Laura Reynolds. Il rapporto analizzagli effetti sull’ambiente e sulla sicurezza alimentaredelle pratiche biologiche sui terreni. I risultati sonoriferiti al 2010, l’ultimo anno di cui sono disponibilii dati. La buona notizia è che dal 1999 la superficiedestinata alle pratiche biologiche è triplicata, la cat-tiva è che è ancora molto relativa rispetto a quelleconvenzionali. Il continente sul podio per il maggiornumero di terreni destinati al biologico è l’Oceania(12,1 milioni di ettari), seguita da Europa (10 mi-lioni) e America Latina (8,4 milioni), infine Asia (2,8milioni) e Africa (1 milione). Sono necessarie alcune precisazioni: se l'Europa trail 2009 e il 2010 è il continente che più di tutti haaumentato la superficie destinata alle attività bio-logiche (+9%), gli Usa, pur se dietro nella produ-zione, sono il Paese in cui la vendita è in più rapidacrescita con 31,5 miliardi di dollari di fatturato.

I dati, tuttavia, riguardano solo le superfici certifi-cate, mentre bisogna ricordare che una gran fettadell’agricoltura biologica è quella praticata nei Paesiin via di sviluppo da contadini e indigeni, tanto permotivi di sussistenza che di vendita. Lo studio mette in luce che le pratiche biologiche

provocano al momento un abbassamento della pro-duttività (e quindi della redditività) dei suoli, mache ne aumentano il ciclo di vita, rendendoli più pro-fittevoli su lungo periodo.L’agricoltura industriale infatti implica spesso unosfruttamento oltre misura del territorio provocan-done riduzione della fertilità, inquinamento dellefalde, erosione e perdita della biodiversità. Il rap-porto evidenzia che nei territori dove si pratical’agricoltura biologica si registra un livello di biodi-versità superiore del 30%.Inoltre se sfrutta di più il lavoro umano, costa menoin termini di energia (e quindi impatto ambientale):50% in meno di combustibili fossili utilizzati, graziead una cura del territorio basata sulla rotazionedelle colture e sul mantenimento di arbusti perennie alberi nelle aziende agricole che aumenta la sta-bilità dei terreni e migliora la ritenzione idrica.Cura del territorio che preferisce concimi organici ainput sintetici come fertilizzanti chimici e pesticidi.Tutto ciò apporta benefici alla genuinità del pro-dotto e quindi alla sicurezza alimentare.

A. E.

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I pesci ghiacciolo sono in pericolo:lo afferma uno studio dell’Università di Padova

Anna Rita Cutolo

Un vero e proprio disastro eco-logico con migliaia di pescimorti, dovuto ad una spessacoltre di materiale mucillaggi-noso formatasi sulle acque delfiume Irno, in provincia di Sa-lerno, in località Acquamela diBaronissi, nei laghetti dellaparte alta del Parco Urbanodell’Irno, a causa di sversa-menti fognari. La denuncia,presentata dai responsabili lo-cali di Legambiente alla finedi dicembre, è ora al vagliodella magistratura e dei sin-daci dell’intero comprensoriodel fiume Irno. Si tratta di undisastro ambientale senza pre-cedenti nell’intera zona, doveè stato seriamente compro-messo il “Progetto Macro-stigma”, ovvero il programmadi reintroduzione della trota diceppo mediterraneo, iniziatonel 2010 e tuttora in corso,oltre al “Progetto di reintrodu-zione della Tinca”, avviato di-versi mesi fa nell’intera area.Non esistono parole per un si-mile scempio- ribadiscono inuna nota stampa i vertici lo-cali di Legambiente - Non èpossibile che esistano reti fo-gnarie che ancora oggi, nel2012, presentano dei “troppopieni” in prossimità di fiumicosì delicati come l’Irno e cheavvengano disastri del genere.Speriamo che questa volta iresponsabili paghino tutti icosti dovuti ai danni causati.

Da oltre tre anni, nella zona èstato avviato un progetto mi-rante alla riqualificazionedelle specie ittiche dell’Irno,determinate anche dalla inco-raggiante situazione delleacque in determinati punti delcorso del fiume, con notevoliinvestimenti economici e co-spicuo utilizzo di risorse

umane. Per questo, la vista dimigliaia di pesci morti galleg-gianti o spiaggiati lungo illetto fiume, ha allarmato note-volmente ambientalisti e citta-dini che ora temonoripercussioni disastrose nel re-stante tratto dell’Irno.Nellarelazione effettuata il 26 di-cembre scorso dal personale in

servizio presso il Nucleo diProtezione Civile di Pellez-zano, si legge della“presenzadi numerosi pesci morti nelleacque dei laghetti della partealta del Parco Urbano del-l’Irno, in località Acquamela diBaronissi. Il fortissimo odorenauseabondo, di chiara originefognaria, ha immediatamente

fatto pensare ad un possibilescarico più a monte. Infatti,poco dopo, veniva accertato losversamento proprio all’al-tezza del ponte di Acquamela.Alla presenza del personaledella Protezione Civile e degliagenti della Guardia Fore-stale, precedentemente aller-tati dai responsabili del Parco,alcuni operatori sono interve-nuti per porre fine allo sversa-mento di reflui civili, checontinuava a defluire diretta-mente nel fiume Irno”. Sem-pre secondo gli espertiintervenuti, il fenomeno sa-rebbe durato almeno duegiorni, visti gli effetti sull’eco-sistema: oltre ai pesci morti eall’odore, anche una spessacoltre di materiale mucillagi-noso dovuto all’azione batte-rica sulla sostanza organicariversata in acqua. Le conse-guenze sono state disastrose,senza precedenti per il territo-rio in termini ecologici: mi-gliaia di pesci morti omoribondi accalcati lungo lesponde lacuali. La maggiorparte si è lasciata trasportaredalla corrente ed è morta are-nandosi nell’acqua bassa. Im-mediate le misure adottateper contenere il disastro, comel’attivazione di diverse pompeper convogliare l’acqua di al-cune sorgenti vicine che haconsentito di riossigenare gra-dualmente le acque e potercosì salvare i pochissimi pescisuperstiti.

Scarichi nell’Irno: migliaia di pesci morti

La natura non smette propriodi meravigliarci e ogni voltariserva sempre nuove sor-prese. Stavolta è il turno diuna specie di pesci, che vivein Antartide, i cosiddetti“pesci ghiacciolo”, che devonoil nome al loro sapersi adat-tare ai climi estremi e alfreddo polare. A sentirli no-minare sembrerebbe unoscherzo della natura, eppureesistono davvero. E a quantopare sono anche in pericolo. Ildato emerge da uno studio,pubblicato sulla rivista “Ge-nome Biology and Evolution”,sull’evoluzione del genoma dipesci antartici, noti anchecome “pesci ghiacciolo”, svoltointeramente dall’Universitàdi Padova e coordinato dallo

studioso Tomaso Patarnello.La ricerca ha messo in lucequali sono i meccanismi evo-lutivi, che hanno permesso ai”pesci ghiacciolo” di sopravvi-vere dovendo far fronte allecondizioni climatiche estremedell’Antartide. Questo gruppodi pesci, che ha impiegato mi-lioni di anni per potersi adat-tare all’ambiente più estremodel nostro pianeta, è oggi mi-nacciato dai repentini cam-biamenti climatici in corso.Secondo la ricerca, infatti,l'aumento della temperaturaterrestre rischierebbe, in par-ticolar modo nelle regioni po-lari, di compromettere queste"macchine biologiche" fruttodi milioni di anni di evolu-zione. Il team di ricercatori,

che ha condotto questi studi,ha focalizzato la propria at-tenzione sul trascrittoma mu-scolare, ovvero l’intero set digeni attivi nel muscolo deipesci ghiacciolo, evidenziandola duplicazione di geni, chehanno il ruolo di migliorarel’efficienza della produzionedi energia, processo alquantocomplesso e difficile da at-tuarsi alle basse tempera-ture. In particolare, i geniduplicati sono coinvolti nelfunzionamento dei mitocon-dri, piccoli organi cellulariche rappresentano una vera epropria “centrale termica edenergetica” di ogni cellula,una sorta di micro-generatoribiologici, che hanno un ruolofondamentale, appunto, per

quanto riguarda l’adatta-mento alle basse tempera-ture. E così, ancora una voltale meraviglie della Terra sonoin pericolo e ancora una voltahanno bisogno di noi: dob-

biamo aiutarla e salvaguar-darla, cercando di ridurre alminimo tutto ciò che di nocivoviene prodotto. Insomma,diamoci una mossa!

A.P.

Un vero e proprio disastro ecologico in localitàAcquamela di Baronissi, nei laghetti

della parte alta del Parco Urbano dell’Irno

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L’ambientazione stradale nel progetto delle parkway

Furono introdotte dallo statunitense Gilmore D. Clarke

Antonio Palumbo

Le numerose ed interessanti temati-che legate all’ambientazione dellestrade, nei nuovi progetti di infra-strutture per la mobilità territoriale- specie per quei tratti che interes-sano aree dotate di particolari va-lenze naturalistiche - tendono a nonconsiderare più l’arteria stradale neisuoi meri aspetti funzionali di assedi scorrimento, ma, soprattutto,come elemento di composizione deipaesaggi attraversati, con unagrande attenzione ai fattori ecologici.E il caso delle “parkway”, il cui con-cetto fu introdotto dallo statunitenseGilmore D. Clarke: con la propriaopera, Clarke influenzò tutto il pae-saggio americano del 20° secolo e, nel1920, all’interno della Contea di We-stchester, progettò la prima parkwaydel mondo, la Bronx River Parkway,adoperata per collegare insieme unavasta rete regionale di riserve fore-

stali, parchi giochi e spiagge.Particolarmente nell’ultimo decen-nio, anche in Italia si sono susse-guite numerose esperienze diurbanistica del paesaggio caratteriz-zate dall’utilizzo delle parkway.Per il disegno della nuova città diArezzo, ad esempio, il Piano Struttu-rale ha individuato 4 linee strategi-che, dette “Schemi Direttori”, lequali costituiscono gli assi di svi-luppo urbanistico destinate a quali-ficare la città: MetropolitanaUrbana, Tangenziale, Parkway, Par-chi Urbani. In particolare, perquanto riguarda lo Schema Direttoredelle Parkway, i progetti dovrannotendere al potenziamento e al miglio-ramento del sistema del verde e delleattrezzature collettive per lo sport eil tempo libero, finalizzate all’incre-mento del livello di fruibilità dei con-testi naturalistici e della lorocapacità di integrazione con le com-ponenti di carattere più propria-

mente urbano. Particolarmente inte-ressante anche l’esperienza che ilParco Regionale del Conero, perprimo in Italia, ha scelto di intra-prendere in ordine alla realizzazionedelle parkway: qui il tema in discus-sione ha significato, fin da subito, ri-flettere sul ruolo-chiave che alcunielementi di connessione infrastrut-turale possono (e devono) assumere,valutandone segnatamente il rap-porto con le risorse naturalistiche. All’interno dell’area protetta, l’arte-ria che assolve meglio alle funzionidi una parkway è la Strada Provin-ciale del Conero, la quale, grazie adalcuni importanti progetti di miglio-ramento e regolarizzazione del trac-ciato, ultimamente realizzati, sipresta a molteplici possibilità di in-tervento, finalizzate ad individuarele porte di accesso al parco, le aree disosta e parcheggio e, soprattutto, lemodalità di fruizione visiva dei luo-ghi. Da ultimo, citiamo il recente

progetto per il Passante Verde diMestre, dove l’intervento si è confi-gurato come una grande opera di ri-disegno territoriale, che, attraversola riscoperta di una progettazionepaesaggistica di grande scala, ha in-teso conferire forma, identità e fun-zioni a luoghi altrimenti destinati adiventare marginali. La strada,lunga circa 30 km e pensata altresìquale elemento di connessione idealedei sistemi fluviali del Brenta e delSile, costituendo l’ossatura di ben 5parchi di grandi dimensioni - situatinelle aree nodali di Vetrego, Mirano,Spinea, Martellago e Campocroce -mira, in definitiva, a determinare unsistema unitario, dove le componentiecologiche ed ambientali riescano adinteragire nel modo migliore conquelle antropiche: in tal senso, ilProgetto per il Passante Verde diMestre assume i caratteri di un veroe proprio “progetto multidisciplinaredi parkway”.

A Milano: “Cenni di Cambiamento”Elvira Tortoriello

A Milano sarà inaugurato ilpiù grande progetto di ediliziaresidenziale d’Europa, deno-minato “Cenni di Cambia-mento” dal nome della stradaCenni in cui sorgerà, e dal de-siderio di avviare un cambia-mento. La zona interessata èdi 17.000 metri quadrati. Ilcomplesso sarà formato daquattro edifici di nove pianiper un totale di 124 apparta-menti in classe energetica A.Le strutture portanti sono inlegno ed in pannelli X-Lam latecnica costruttiva che pre-vede l'uso di pannelli multi-strato, composti interamentein legno tramite l’incollaggio astrati incrociati di tavole di

spessore medio di 2 cm. La di-sposizione incrociata delle la-melle longitudinali etrasversali, permette di ri-durre i fenomeni di rigonfia-mento e ritiro del pannello,aumentandone la resistenzastatica e la stabilità dimensio-nale. Molti sono i benefici peri futuri abitanti: dal comfort,alla sicurezza sismica, dal ri-

sparmio economico a quelloenergetico, fino al rispetto del-l’ambiente (il legno provienedalle foreste certificate del-l’Austria). Inoltre il progettopromuove la vita collettiva efacilita la creazione di unarete di rapporti di buon vici-nato attraverso l'inserimentodi una serie di servizi ricrea-tivi e culturali. Per facilitare

questo scopo è stata data par-ticolare importanza alla pro-gettazione e distribuzionedegli spazi comuni, pensaticome una serie di circuiti espazi articolati in modo da es-sere utilizzabili nei vari mo-menti della giornata dallevarie categorie di abitanti. Perrafforzare questo intento sonostati progettati alcuni ele-menti architettonici (ballatoi,scalinate, ponti, portinerie,androni e i corpi scala) desti-nati a diventare spazi di rela-zione dove la comunità potràincontrarsi e relazionarsi. Ilfulcro del progetto è la corteinterna,con funzione di piccoloparco, aperto anche ai citta-dini, che avrà al suo internoaree gioco, spazi di sosta e

pergolati. I futuri abitantisono principalmente i giovani,intesi sia come nuovi nucleifamiliari che come singleuscenti dalle famiglie d'ori-gine. Il complesso dovrebbefacilitarli nell’acquisto dellaloro prima casa: gli apparta-menti saranno posti in affittoa canone controllato o conpatto di futuro acquisto. Ma lagrande novità del progetto diVia Cenni è la possibilità diseguire interattivamente lostato di avanzamento dei la-vori, strategia che coinvolgeattivamente i cittadini nellefasi di realizzazione del com-plesso edilizio, anticipando laformazione del forte senso dicomunità, che caratterizzeràl’intervento.

La prima parkway del mondo, la BronxRiver Parkway, collega una vasta reteregionale di riserveforestali, parchi giochie spiagge

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L’Unione Europea ricominciadalla tutela delle acque desti-nando nel 2013 un finanzia-mento di 40 milioni di euroalla realizzazione di soluzioniinnovative per la gestione del-l'oro blu. L'obiettivo del bandoUe, che fa parte del settimoprogramma quadro per la ri-cerca, è quello di risponderecon vigore alle sempre mag-giori sfide del settore, rag-giungendo, come prefissato,traguardi importanti entro il2020. È possibile, quindi pre-sentare le proprie proposte oprogetti entro il 4 aprile 2013.Sono cinque i settori d’inter-vento individuati: riuso e rici-clo dell'acqua, trattamento diacqua e reflui, acqua ed ener-gia, gestione dei rischi con-nessi ad eventi eccezionalilegati all'acqua e servizi degliecosistemi. La Commissioneha messo in campo una taskforce d’eccellenza proprio peraffrontare tali tematiche. Se-condo quanto riferito da JanezPotocnik, commissario euro-peo per l'Ambiente: "Occor-rono nuove idee per risolverele problematiche in materia diacqua e contribuire a realiz-zare gli obiettivi del Piano perla salvaguardia delle risorseidriche europee recentementeadottato".Altra importante iniziativamessa in atto dalla UE ad ini-zio anno è stata quella di adot-tare il protocollo della conven-zione di Barcellona per la pro-tezione del Mare Mediterra-neo. Tale documento imponealle parti di utilizzare le mi-sure necessarie a ridurre il piùpossibile l'inquinamento deri-vante dalla esplorazione e dallosfruttamento della piattaformacontinentale, del fondo delmare e del suo sottosuolo. En-trato in vigore nel 2011 e rati-ficato finora da Albania, Cipro,Libia, Marocco, Siria e Tunisia,il protocollo affida agli Statimembri e alle loro autorità in-caricate, oltre alle competenzegià comprese nelle normativeeuropee e in particolare nel re-golamento proposto dalla Com-missione sulla sicurezza delleattività offshore di prospe-zione, esplorazione e produ-zione di idrocarburi, anchequelle in materia di autorizza-zione, valutazione di impattoambientale ed anche della ca-pacità tecnico-finanziaria deglioperatori.

F.L.

L’Unione Europea e la difesadelle acque e dell’ambiente

Fabio Schiattarella

Grande successo per la primacampagna Acqua for Life lan-ciata la scorsa primavera gra-zie alla preziosacollaborazione del gruppoGiorgio Armani Parfums eGreen Cross, connubio che haportato al superamento del-l’obbiettivo di raccogliere 40milioni di litri d’acqua a bene-ficio dei bambini del Ghana edelle loro comunità. Infatti,Giorgio Armani ha conse-gnato un assegno equivalentea 43 milioni di litri d’acquache andranno a sostegno delprogetto in Ghana SmartWater for Green Schools. Ilfamoso stilista ha dichiaratodi essere molto legato all’Africa e al suo popolo. Il me-

rito dello straordinario risul-tato di questa campagna va achi ha aderito alla sfida lan-ciata da Armani sviluppatasisoprattutto sulla communityweb dove i sostenitori del pro-getto si sono mobilitati congrande entusiasmo offrendo lapropria solidarietà ai bambinidel Ghana. Tutti coloro che inquesti mesi hanno acquistato

le fragranze firmate Armani“Acqua di Giò” e “Acqua diGioia” hanno contribuito allaraccolta fondi, infatti perognuno di queste fragranzesono stati donati 100 litri d’ac-qua potabile. Elio Pacilio, pre-sidente di Green Cross Italia,ha affermato di avere moltoapprezzato l’impegno perso-nale di Giorgio Armani ilquale oltre a costruireun’azione di charity, ha lan-ciato un’importante campa-gna di sensibilizzazione epresa di coscienza sulla fragi-lità della risorsa acqua. Il su-peramento dell’obiettivoprefissato permetterà al pro-getto di essere ampliato adaltre sedici comunità che ve-dranno disponibili nuovi pozzie nuove cisterne per la rac-

colta dell’acqua piovana. L’ac-qua potabile è già resa dispo-nibile in dieci di questecomunità, per le prossime seiil passo è davvero breve. I be-neficiari di questa campagnasono circa 27.000 persone etra queste circa 3.500 sonobambini. Le collettività ver-ranno anche istruite in meritoalla manutenzione degli im-pianti, circa 110 membri dellecomunità, in prevalenzadonne, muratori e meccanici,verranno formati per mante-nere e rinnovare i sistemi ga-rantendone un uso ottimale esostenibile nel tempo. Questogenere di progetti è di vitaleimportanza per la collettivitàafricana affinché possa la-sciarsi alle spalle la “povertàd'acqua”.

“Acqua for life”: nuovi pozzi e cisterne in GhanaModa e solidarietà unite per l’Africa

La seconda edizione di “AquaMed”, la mostra-convegnodedicata all’industria dell’acquacoltura, si svolgerà il19 febbraio 2013 presso il centro congressi dell’HotelMichelangelo di Milano. L’evento è dedicato e riservatoagli operatori dell’industria euro-mediterranea dell’ac-quacoltura, una delle attività di produzione alimentarea più alto tasso di crescita nel mondo. L’acquacolturapuò rappresentare una scelta molto vantaggiosa ri-spetto alle altre attività zootecniche per quanto ri-guarda il rapporto tra alimento impiegato e prodottoottenuto. Infatti, sono diversi i vantaggi rispetto allatradizionale pesca: maggiore sostenibilità ambientale,minore consumo energetico e prezzi più vantaggiosi.La manifestazione rappresenta un momento di con-fronto tra tutti gli addetti ai lavori coinvolti nella filiera:dall’allevamento, lavorazione e trasformazione fino alladistribuzione e consumo, e si propone come una buonaopportunità di incontro tra domanda e offerta, oltre chedi aggiornamento professionale e networking.Le sessioni verranno dedicate, infatti, a temi quali l’ac-quacoltura, il consumo di pesce e la salute dell’uomo,l’innovazione tecnologica per un’acquacoltura sosteni-bile e il futuro dell’alimentazione in acquacoltura.Il rapporto The State of World Fisheries and Aquacul-ture 2012 della Fao prevede, nel prossimo decennio, unaumento dell'allevamento di pesci, crostacei e alghe del33%. Entro il 2018, per la prima volta i pesci d'alleva-mento dovrebbero superare quelli catturati e, nel 2021,rappresenteranno il 52% dei pesci destinati al consumoumano. L’appuntamento di Milano è di certo un’ottimaoccasione per conoscere da vicino il settore e tutte le suepotenzialità.

AquaMed 2013: forum sull’acquacoltura

Destinati 40 milioni di euro alla tutela dell’oro blu

Rosa Funaro

Invitare gli studenti a confrontarsi sulla questione acqua comebene da tutelare e preservare, realizzando una serie di opera-zioni incentrate sul suo utilizzo come risorsa primaria e comefonte di energia, sui diversi possibili impieghi e sulla necessitàdi evitarne assolutamente e drasticamente gli sprechi. E' que-sto l'obiettivo di “Io non me ne lavo le mani”, il grande concorsonazionale per le scuole italiane lanciato dal Consorzio Obbli-gatorio degli Oli Usati con il patrocinio del Ministero dell'Am-biente e del Ministero dell'Istruzione, in collaborazione conLegambiente. I giovani delle scuole primarie e secondarie diprimo grado sono chiamati a gareggiare, realizzando: ricerche,foto e disegni, filmati, documentari, spot o racconti. Le classiche realizzeranno le opere più interessanti e significative, sa-ranno premiate con buoni spesa per l'acquisto di materiale di-dattico e per visite guidate. Per i più piccoli i cosiddetti under6, è previsto un concorso specifico, ''Oggi riciclo io'', incentratosulla divulgazione e sull’attuazione della raccolta differenziata.Queste sono quelle occasione che riempiono il cuore e che fannosperare per il futuro. I nostri figli, quelli che domani avrannoin prestito il nostro pianeta, faranno meglio di noi e sarannopiù rispettosi del mondo che vivranno. Per la partecipazione aiconcorsi basta iscriversi a Scuola Web Ambiente, uno dei pro-getti di educazione ambientale del Consorzio Obbligatorio degliOli Usati. I bandi sono pubblicati sul sito: www.scuolawebam-biente.it.

Acqua: via al progetto “Io non me ne lavo le mani”

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Roberta Schettini

Lo svezzamento rappresenta una fasedelicatissima nella crescita e nello svi-luppo di un bambino e l’utilizzo di lio-filizzati e omogeneizzati semplificatale approccio sotto molti punti divista. Tali prodotti costituiscono, in-fatti, una grandecomodità per lemamme che, giàprovate dall’espe-rienza materna, fa-ticano meno nelpreparare le temu-tissime “primepappe” ai lorobimbi. La qualitàdegli ingredienti,in primo luogo, èassicurata dallecertificazioni digrandi brand: ali-menti microbiolo-gicamente sicuri, provenienti da areenon contaminate e freschissimi all’ori-gine vengono sottoposti a trattamentipoco invasivi (cottura al vapore, adesempio) che ne preservano le pro-prietà nutrizionali e trattamenti ter-mici (sterilizzazione dei vasetti) che negarantiscono la sicurezza microbiolo-gica. La scelta degli alimenti, poi, èguidata grazie alle etichette sulle con-fezioni che riportano la fascia d’età per

la quale è appropriato ogni tipo di pro-dotto aiutando le mamme a orientarsitra gli ingredienti consigliati in ognispecifica fase dello svezzamento. Tragli altri vantaggi: rappresentano unnutrimento costante per il bambinopoiché sono accuratamente bilanciatinella composizione nutrizionale; non

contengono (perlegge) coloranti econservanti; con-sentono di speri-mentare tantisapori grazie allavasta gamma diprodotti offerti;sono già pronti daaggiungere allapappina di base ri-sparmiando allemamme le noiosefasi di approvvigio-namento, pulizia,cottura e tritura-

zione (finissima e senza bolle d’aria) iltutto rispettando rigorosissime normeigieniche. Liofilizzati e omogeneizzaticostituiscono, dunque, validi elementiper le fasi iniziali dello svezzamento enell’inserimento di nuovi alimentinell’alimentazione del neonato. Suc-cessivamente è meglio inserire nelladieta alimenti “veri” (non contenenti“carne al 40%”) con cui preparare gu-stose (ed economiche) pappe fresche.

Pro e contro delle pappe fatte in casa

Per il biologico, come per il convenzionale, non tutto è bianco o nero

Cibo biologico non sempre sostenibilePiù genuini, più buoni e piùrispettosi del pianeta. Questoè quello che pensano gli ita-liani riguardo ai cibi biologiciil cui consumo, nonostantel’evidente crisi in cui versa ilnostro paese, cresce incredi-bilmente. L’italiano spendequasi il doppio per portare intavola la sicurezza del biolo-gico, si sente tranquillo ed inarmonia con la natura. A ben vedere, però, le cose nonstanno esattamente così. Bio-logico non è sinonimo di soste-nibile (non sempre,perlomeno) e neppure garan-zia di qualità nutrizionali su-periori (anche se è proprioquesto l’equivoco su cui fannoleva le campagne di marke-ting).“I principi tradizionalidel biologico si fondano sul ri-spetto dell’ambiente e la tu-tela di acque, suolo, animali: èvietato l’uso di fertilizzanti epesticidi chimici; è favorita larotazione delle colture cherende il terreno fertile e pro-tegge la biodiversità; è esclusoil ricorso ad allevamenti in-

tensivi, come pure ad antibio-tici e ormoni”, spiega MauroGamboni, responsabile delprogetto “Agricoltura sosteni-bile” del Cnr. In altre parole èlecito farsi alcune domande.Come può essere sostenibile,per dire, la frutta esotica chearriva da coltivazioni biologi-che del Sud America? Davveropossiamo considerare le ver-dure bio dei grandi marchicommerciali più green di po-modori, insalata e carote ac-quistati al mercato rionale?Anche se i calcoli precisi sonocomplessi, le risposte appa-iono quasi scontate. “Il carbu-rante è uno dei fattori chepesa di più nel Life Cycle As-sessment, l’analisi ambientaledel ciclo di vita di un pro-dotto”, conferma Gamboni. Ilfatto è che biologico non ne-cessariamente implica locale(cioè prodotto nel raggio dipochi chilometri), stagionale eper l’appunto, sostenibile. Inpassato, questi concetti anda-vano a braccetto fra loro. Conla svolta industriale degli ul-

timi anni (il mercato è esploso,segnando +11,5% nel 2011 inItalia), il biologico rischia divendersi l’anima al diavolo etradire gli ideali d’origine. Lodenuncia anche una recenteinchiesta del New York Timesche svela il lato oscuro dei po-modori bio, tondi, freschi erossi che ogni giorno riforni-scono i negozi americani: pro-vengono infatti dal deserto delMessico, dove sono coltivati

sfruttando la manodopera lo-cale, con metodi d’irrigazioneintensiva e devono percorreremigliaia di chilometri a bordodi aerei o camion per giungerea destinazione. Non è vero poiche il cibo bio è più ricco di nu-trienti, come vitamina C, an-tiossidanti e minerali.Secondo alcune ricerche sì,ma altre hanno dato risultatidi segno opposto. Il contenutodi antiossidanti e micronu-

trienti nell’ortofrutta dipendeda numerosi fattori: varietà,freschezza, latitudine, condi-zioni climatiche; questi ele-menti influiscono più delmetodo di coltivazione. Fa eccezione il latte biologico,che è naturalmente più riccodi acidi grassi omega tre. Unvantaggio probabilmente le-gato al pascolo delle mucche,che si nutrono di erba e non dimangimi.Il paradigma del biologico, chenegli ultimi decenni si è affer-mato come alternativa alla ri-voluzione verde basata sumetodi intensivi, ora an-drebbe esteso anche alla di-stribuzione, favorendo lafiliera corta e locale, i piccoliproduttori e i gruppi di acqui-sto solidale.Quindi, chi volesse sentirsi ve-ramente in armonia con la na-tura e contribuire alla tuteladel territorio dovrebbe sce-gliere sicuramente il biologicoma dovrebbe anche accertarsiche sia sostenibile!

I. B.

Omogeneizzati: meglio fai da te?L’Air Terminal di Roma Ostiense è ri-tornato a nuova vita grazie all’aper-tura di un altro Eataly. Sono ormai 19gli Eataly nel mondo: nove in Giap-pone - tutti a Tokio - uno a New Yorke nove in Italia. Il primo nel 2007 aTorino, città dello slow food, al Lin-gotto e poi in via Lagrange, poi Pine-rolo, Ponticello, Asti, Milano,Bologna, Genova e ora Roma , doveOscar Farinetti nell’ex stazione diOstiense ha realizzato il suo ultimoEataly. Un format davvero unico nelsuo genere, nel quale converge unapluralità di indirizzi e formati com-merciali: ristorazione, spazio expo,vendita al dettaglio, cultura e forma-zione, produzione. Compito di Eatalysembra essere non solo diffonderel’immagine e la cultura del cibo ita-liano nel mondo, ma anche rivitaliz-zare ex immobili industriali, comel’ex stabilimento Carpano a Torino, il

cinema Ambasciatori a Bologna, laterrazza di Palazzo Millo a Genova eora il Terminal di Roma Ostiense, cheancora conserva la suggestiva strut-tura esterna stile post-moderno di LaFuente. Infatti l’Air Terminal fu ri-strutturato per i mondiali di Italia 90con un progetto di Julio La Fuente,estremamente suggestivo a comin-ciare dal maestoso ingresso. Abban-donato per oltre vent’anni ritornaora a nuova vita con Eataly. Svilup-pato su quattro piani per ben 17.000mq. con 23 luoghi dedicati alla risto-razione, 40 aree didattiche ( molto di-vertente la ruota dei cibi stagionali),14.000 referenze, 8 luoghi destinatialla produzione a vista, molto attrat-tiva l’area destinata all’ortofrutta,così come l’enoteca e i ristoranti. Un grande successo, in crescente e co-stante aumento.

B.M.

Eataly ha rivitalizzato Roma OstienseIl cibo made in Italy ridà vita a edifici in disuso

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Anna Paparo

Chi l’avrebbe mai detto cheesiste un legame tra l`inqui-namento dell`aria e il dia-bete di tipo 2, cioè quello chesi sviluppa in età adulta. Eppure è quanto emerge dauno studio condotto dai ricer-catori del Children`s Hospi-tal di Boston, guidati daJohn Pearson and JohnBrownstein. Basandosi sulfatto che la correlazione per-siste nonostante l`aggiusta-mento per altri fattori dirischio come obesità, predi-sposizione al movimento fi-sico e origine etnica, lo studiosi è concentrato sul partico-lato ultrafine PM2,5 (parti-celle con diametro tra0,1-2,5nanometri), uno deicomponenti principali deifumi e dei gas di scarico deiveicoli a motore e delle pro-duzioni industriali. Per ogniaumento di 10µg (micro-grammo, ovvero milionesimodi grammo) per metro cubod`aria analizzata è stato rile-vato un aumento dell`1%della prevalenza di diabete. Eravamo tutti abituati apensare all'inquinamento

dell'aria come a una causascatenante per le malattierespiratorie, ma il nuovo stu-dio ha scombussolato l'am-biente scientifico in quantoha messo in luce come laqualità di ciò che respiriamoincida su tutto l'organismo enon solo sull'apparato respi-

ratorio. Il legame tra smog ediabete è rimasto invariatoanche dopo l'eliminazionedei fattori di rischio comeobesità e etnia. Allison Gol-dfine, ricercatore del JoslinDiabetes Center e coautoredello studio, ha osservato chemolti fattori ambientali pos-

sono contribuire al diabetenegli Stati Uniti e nelmondo. Mentre molta attenzione èstata correttamente attri-buita a comportamenti, comel'eccesso calorico e la seden-tarietà, altri fattori possonofornire nuovi approcci nella

prevenzione del diabete, tracui l’inquinamento da pol-veri sottili.I ricercatori statunitensi chehanno elaborato lo studio“Association between fineparticulate matter and dia-betes prevalence in the U.S.”sono cinque e provengono da

istituzioni importanti, qualiil Mit di Boston, l'HarvardMedical School, la Yale Uni-versity di New Haven, Con-necticut. Le conclusioni, cui sonogiunti gli studiosi americani,sono particolarmente preoc-cupanti. Quindi, oltre a curare il no-stro corpo attraverso unacorretta alimentazione etanti attività fisica, si devonotenere sotto controllo anchealtri aspetti, tra cui l’inqui-namento dell’aria. Purtroppo si sottovalutano leconseguenze dovute a cattiveabitudini e a una pessima (oin alcuni casi inesistente)educazione ambientale. Insomma, ne vale non solo lasalute del pianeta, ma anchela nostra e quella delle gene-razioni future.

«Lo studio si è concentrato sul particolato

ultrafine PM2,5»

È quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori del Children`s Hospital di Boston

Lo smog tra le cause del diabete di tipo 2

Fabiana Clemente

Per anemia si intende una condizionefisica che presenta una diminuzionedella quantità di emoglobina – pro-teina contenuta nei globuli rossi tra-sportatrice di ossigeno a tessuti edorgani - presente nell’organismo. Se-condo i dati raccolti dall’Inran, l’entepubblico italiano per la ricerca in ma-teria di alimenti e nutrizione vigilatodal Ministero per le Politiche Agricole,Alimentari e Forestali, la percentualedi donne italiane che soffre di una ca-renza di ferro è decisamente più ele-vata rispetto alla percentuale diuomini. Infatti da un recente studio-pubblicato su “European Journal ofClinicalNutrition”– il progetto euro-peo HELENA condotto dall’Inran,per la valutazione della carenza diferro negli adolescenti europei -emerge una prevalenza di anemia si-gnificativamente più elevata tra le ra-gazze. Le cause dell’anemia possonoessere molteplici, ad esempio un au-mento del fabbisogno durante la pu-

bertà,la gravidanza, l’allattamento,l’invecchiamento, oppure stati patolo-gici quali malattie genetiche, tumori,carenza di vitamina B12, di ferro, diacido folico. Il primo step per contra-starla è imparare a riconoscere i sin-tomi, tra cui i più evidenti sonodebolezza, malessere, pallore, facileaffaticamento, dispnea, fragilità diunghie e capelli, tachicardia, emicra-nie persistenti e vertigini. In presenzadi uno o più sintomi sopracitati è op-

portuno effettuare indagini accurate,consultare prima di tutto il medico dibase ed eseguire successivamente testdi laboratorio, ovvero l’emocromo chevaluta le principali costituenti nelsangue. In caso di anemia conclamatabisogna correre ai ripari. I farmaci an-tianemici maggiormente usati nelleterapie sono il ferro, la vitamina B12e l’acido folico. Tuttavia è uno stile ali-mentare adeguato a detenere un ruolostrategico. Bisogna modificare la pro-pria alimentazione integrando unaquantità considerevole di cibi ad altocontenuto di ferro quali cereali inte-grali, legumi, spinaci, carne rossa (inparticolare il fegato), alcuni tipi dipesce quali calamari, seppie, vongolee ostriche, ancora farina di soia, tuorlod’uovo e polvere di cacao amaro. Ov-viamente sono tante le fonti alimen-tari da cui attingere per reperire unabuona dose di ferro. Consultare unnutrizionista può aiutarci a capire inche modo strutturare un regime ali-mentare specifico e decisamente piùsalubre. Anemia? Mandala via!

Anemia: cause, sintomi e strategie per combatterlaL’alimentazione ha un ruolo chiave nel contrastare questa patologia

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Nel riprendere il nostro di-scorso sulla storia plurimille-naria di Napoli, questa voltaparleremo di quel periodo, trai più belli e il meno cono-sciuto.Allorquando i romani sconfis-sero, ma non domarono i San-niti, ebbero via libera allaconquista graduale dellaCampania: inizia così il pe-riodo greco-romano.Neapolis fu una città fede-rata, ed anche con la promul-gazione della Lex Julia del90 a.C. che istituiva “i muni-cipia” e quindi riduceva dimolto la libertà legislativa lo-cale; conservò sempre unanotevole autonomia, continuòa battere moneta propria, conl’effigie della testa di Pallade,si continuò a parlare e a sti-lare documenti in greco; si ce-lebravano i ludi lampadici inonore di Partenope. Nel frat-tempo, Neapolis si era dotatadi mura solidissime e divenneinespugnabile.Rimase sempre fedelissima aRoma, anche nei momentipiù avversi e più sfortunatidella seconda guerra punica elo stesso Annibale alla vistadelle sue potenti mura di di-fesa rinunziò alla sua conqui-sta. Inoltre Napoli aveva unflotta potentissima che erasempre pronta al servizio dei

Romani. Si dice che per co-struire la loro flotta i napole-tani disboscarono quasicompletamente la Silva Gal-linaria (corrispondente all’at-tuale Licola e cosi chiamata

per la presenza di galline sel-vatiche.). La città, poi, nei successivisecoli di vita tranquilla, ebbeun progressivo sviluppo urba-nistico secondo gli schemi ip-

podamei e che tutt’oggi sonovisibili nel suo centro storico.La moderna archeologia hacercato di determinare l’ubi-cazione delle sue mura inparte convenendo con glistudi del grande Bartolom-meo Capasso (il più grandestudioso di Napoli di tutti itempi) che nel suo libro sullaNeapolis greco-romana, daun tracciato che da alcunioggi è messo parzialmente indiscussione. Verosimilmentetali mura si estendevano daPiazza Cavour (dei resti sonovisibile alle spalle di quelloedificio oggi adibito a scuola ead uffici comunali), prosegui-vano per via Costantinopoli,l’Acropoli era senz’altro doveci sono le vecchie cliniche uni-versitarie, ed il posto è chia-mato: Sant’Aniello aCaponapoli. Scendevano perpiazza Bellini, lungo ViaMezzocannone, deviavanoper l’attuale piazza San Gio-vanni Maggiore e arrivavanodove è Piazza della Borsa edove un tempo arrivava ilmare. Il porto grande si sten-deva lungo tutto l’attualecorso Umberto (il Rettifilo)costeggiava piazza NicolaAmore e arrivava all’incrociodi Via Pietro Colletta .Qui iniziava la parte dellemura che da Piazza delleMura Greche, proseguivanodove attualmente è il CastelCapuano e salendo per via

Oronzio Costa si congiunge-vano con quelle di Piazza Ca-vour. Ogni tanto, le muraerano interrotte da porte dicui si ricorda la porta Cu-mana che era ubicata doveora c’è Port’Alba. Attraversola Porta Cumana si raggiun-geva l’antica Via Antiniana ,con la quale si superava l’at-tuale collina del Vomero e sipotevano raggiungere iCampi Flegrei e quindiCuma. I tre Decumani sono cosìcome lo erano duemila anniorsono: il superiore và da Sa-lita della Sapienza, Via del-l’Anticaglia, Largo DonnaRegina fino alla Via SantaSofia. Il decumano medio omaggiore da Piazza Miraglialungo Via dei Tribunali finoa Castel Captano. Il decumano inferiore è la co-siddetta Spaccanapoli: daPiazza del Gesù, Via Croce,Via San Biagio dei librai finoa Via Forcella. Ai tre Decu-mani si intersecano i cardini:Via del Sole, Via Atri,ViaNilo. In tutte queste vie,tutt’ora sono visibili i resti diantiche costruzioni inglobatein strutture successive.Anche a causa del terremotodel 62 d.C. e dell’eruzione delVesuvio del 79 d.C. a Napolici fu un’ intensa attività co-struttiva.(segue nella prossima edi-zione)

Dalla Napoli greco-romana al Ducato di NapoliStoria della Campania

Probabilmente uno dei periodi più belli per la nostra Terra

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Palazzo Albertini di CimitileMagnifico protagonista dello spazio urbano di Capodimonte

Linda Iacuzio

Gérard Labrot, raffinato “let-tore” dell’edilizia civile napo-letana, cita palazzo Albertinidi Cimitile, sito al numero 76di via Santa Teresa degliScalzi, quale esempio tipicodel principio costruttivo su cuisi basano i palazzi di CarloVanvitelli, figlio di Luigi, defi-niti dallo studioso francese“d’importazione”. Questi ul-timi, infatti, ambiscono a di-ventare magnifici protagonistidello spazio scenico-urbanocircostante, spingendosi versoluoghi aperti, ben in vista, inmodo da arrogarsi il ruolo di“poli d’attrazione, capaci di or-ganizzare ed anche di condi-zionare lo sviluppo urbanoimmediato e futuro delle zonedove essi si accampano”. In ef-fetti la massa orgogliosa diquest’importante costruzionedel tardo Settecento attrael’attenzione di chiunque salgaverso Capodimonte, presen-tandosi quale perno intorno acui il quartiere può svilup-parsi. Tale impressione vienerafforzata dall’imponente ba-samento a due piani, realiz-zato in età murattiana perovviare all’abbassamento delpiano stradale, verificatosi in

seguito all’apertura di CorsoNapoleone. Sul predetto basa-mento si erge, in posizione ar-retrata, la facciata del palazzoche, secondo Chiara Garzya,manifesta, pur nell’impiantoancora barocco, “una linea digusto più rigorosa ed essen-ziale”. Il saggio dedicato a pa-lazzo Albertini dalla Garzyacostituisce il frutto di una me-ticolosa ricerca archivisticache ha permesso di salvaredall’oblio parecchi nomi di ar-tisti e artigiani impegnatinella fabbrica dell’edificio; èstato altresì possibile cono-scere le competenze specifichedi questi artefici, definire lefasi della costruzione, e infinerecuperare notizie ineditesull’aspetto degli interni e sulloro arredo. Veniamo dunquea sapere che in data 1 febbraio1774 Giovanni Battista Alber-tini, principe di Cimitile, sti-pulò un contratto con CarloAcquaviva d’Aragona dei contidi Conversano; la scritturaprevedeva l’acquisto, da partedel principe, di “fabriche inco-minciate” nel largo “all’incon-tro la Chiesa di S. Maria dellaVerità de’ Padri AgostinianiScalzi sopra li Regij Studij”,ovvero alle spalle dell’odiernoMuseo Nazionale. Si trattava

dei resti di una costruzionevoluta da Ridolfo Acquavivad’Aragona, padre di Carlo, erimasta incompiuta allamorte del committente, avve-nuta nel 1755. I lavori di rifa-cimento furono intrapresi benpresto dal principe di Cimitile,

il quale ne affidò inizialmentel’esecuzione all’architetto Ni-colò Carletti; già nel 1775, tut-tavia, gli subentrò il “regioingegnere” Giuseppe Fulchi-gnoni, che - stando alle fontiarchivistiche esaminate dallaGarzya - avrebbe portato ef-

fettivamente a termine la co-struzione. Non sembra, co-munque, che l’intervento delFulchignoni si sia esteso al-l’ornamentazione degli in-terni, realizzata moltoprobabilmente dalle mae-stranze artigiane.

Santa Brigida di Svezia a NapoliLorenzo Terzi

La futura santa Brigida diSvezia giunse a Napoli nel1365, quando aveva già ses-santadue anni. Era nata, in-fatti, nel giugno 1303 nelcastello di Finsta presso Upp-sala, in Svezia, da genitori dinobile origine, appartenentialla stirpe reale dei Folkun-ghi. Crebbe dunque in un am-biente aristocratico, caratte-rizzato da una profonda e sin-cera religiosità. Giovanis-sima, sebbene avesse unanaturale vocazione per la vitaconsacrata, rispettò la volontàdel padre, andando sposa aUlf Gudmarsson, uomo - pe-raltro - buono, mite e assai de-voto. Visse la sua nuovacondizione in maniera esem-plare per tutta la durata delmatrimonio, generando con ilmarito ben otto figli.Rimasta vedova nel 1344,

diede inizio a un periodo dellasua vita intensamente mi-stico, che si può dire termi-nato solo con la morte,sopraggiunta nel 1373. Fruttodella sua ascesi è il libro delleRivelazioni, da lei ricevuteper bocca di Cristo stesso edettate a un monaco cister-cense che le tradusse in la-tino. A un’ispirazione celestefu dovuta anche la decisionedi Brigida di recarsi nelRegno di Napoli allo scopo divisitare i santuari sparsi nelsuo territorio. Nell’autunnoinoltrato del 1365 la pia sve-dese arrivò nella capitale delRegno angioino. Soggiornòqui due anni “per portare atermine in nome di Dio molte-plici compiti”. A Napoli, in-fatti, esercitò numerose operedi misericordia corporali espirituali. Fra l’altro ella am-monì la regina Giovanna I,donna di facili costumi; la so-

vrana accolse con rispetto ilmonito di Brigida, riconoscen-done l’origine divina, ma benpresto ricadde nelle sue debo-lezze.Nel novembre del 1371 Bri-gida passò nuovamente perNapoli, in attesa di imbar-carsi alla volta della Terra-santa. Mentre attendeva ilmomento opportuno per in-traprendere la traversata, ilfiglio Karl, che l’accompa-gnava, contrasse la peste emorì, il 12 marzo 1372. Al ri-torno da Gerusalemme, nelfebbraio del 1373, Brigida sitrovò per l’ultima volta nellacittà partenopea, dove ebbeun’ennesima apparizione chele preannunciava il ritornodefinitivo del papa a Romadopo la “cattività avignonese”;questo avvenimento si veri-ficò effettivamente poco più ditre anni dopo la morte dellasanta svedese, nel 1377.

Frutto della sua ascesi è il libro delle Rivelazioni, dettate a un monaco cistercense che le tradusse in latino

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Fabiana Liguori

L’Albergo dei Poveri di Napolidiventerà un punto di riferi-mento per i senzatetto e i biso-gnosi. Questo è quantoprevede un progetto presen-tato dal Comitato Albergo deiPoveri e proposto dal Comunedi Napoli circa due settimanefa. I lavori di ristrutturazionecominceranno da subito. La-vori che, negli auspici dell'am-ministrazione napoletana, sidovrebbero concludere entrosei mesi. Per quanto ci ri-guarda preferisco rimanere coni piedi ben saldi per terraprima di esaltarci perché, inItalia, molto spesso, un pro-getto annunciato, non è mai unprogetto concretizzato neitempi previsti. Ma vediamonel dettaglio di cosa si tratta. Ilpiano, esteso su 3mila metriquadri del complesso, prevedela realizzazione di due lotti,diurno e notturno. Lo spaziodiurno comprenderà le aree diascolto e di accoglienza attrez-zate con docce, lavanderia/sti-reria, punto di offerta ristoro,di generi di vestiario e di primanecessità, deposito bagagli esala ritrovo munita di giornali,radio e TV. Ma non solo. Unavolta realizzata l’opera e ini-ziate le varie attività in loco,sarà possibile per i senza tetto“ospiti” della struttura far ri-chiesta di un recapito postalee della residenza anagrafica.La stipula, poi, di un protocollod´intesa con l´Azienda Sanita-ria Napoli 1 e l'Ordine dei Me-dici di Napoli permetterà difornire, in via preferenziale,anche un servizio di interventosanitario a favore di coloro chesi rivolgono al Centro. Il Comi-

tato, inoltre, ha proposto unpunto di consulenza legale, conl'attivazione di uno sportello:"Avvocati di strada", con pro-fessionisti presenti in sede ingiorni prestabiliti e eventual-mente reperibili per urgenti edimprorogabili necessità. L’areanotturna, invece, darà alloggioa 40/50 persone; avrà un in-gresso autonomo e sarà realiz-zata con blocchi di piccoledimensioni (max 5/10 ospiti) alfine di evitare concentramentieccessivi. Ciascun modulo saràmunito di letti singoli, con ar-madi sufficienti, con propri(seppure condivisi) servizi igie-nici (orinatoi, docce e bagni);spazi per cucinare e per lavan-

deria/stireria. Una Comunitàdi Accoglienza Residenziale,poi, sarà riservata ad ospitareun numero limitato di senzadimora orientati ad intrapren-dere un cammino diverso dalla“Street life”, fatto di condivi-sione e reinserimento sociale eprofessionale. Nel cortile in-terno, contiguo all'area desti-nata al circuito di accoglienza,invece, dovrà essere realizzatoun “Orto cittadino”, con colturebiologiche, la cui cura natural-mente toccherà a quanti fre-quenteranno o vivranno nelCentro. “Con l'apertura di que-sto cantiere, ha dichiarato Ser-gio D’Angelo, assessore alWelfare del Comune di Napoli,

compiamo un passo in avantisignificativo nella costruzionedi una città accogliente, soli-dale. Per la prima volta, forse,offriamo a queste persone untetto, un punto di riferimento.Un posto dove poter consu-mare un pasto caldo, o fruiredi servizi di assistenza sanita-ria, medica e legale". Il pro-getto è davvero ambizioso.Nato dalla collaborazione dicittadini e Istituzioni. Sarebbegiusto, a questo punto, al finedi portare avanti quanto “an-nunciato” e realizzare l’operain tempi brevi e nel migliormodo possibile, continuare inquesta direzione. Secondo lestime sono oltre 1.500 le per-

sone che vivono in strada a Na-poli. Forse tentare di trovaresoluzioni, strutture e serviziper proteggere e sostenere que-ste persone sarebbe un passodavvero significativo. Siamoconvinti che potenziare i ser-vizi civili, avvalendosi anchedell’ ausilio e della partecipa-zione di cittadini comuni, di co-mitati e associazioni impegnateattivamente nel sociale, rap-presenti, da parte delle Istitu-zioni, un segnale diconcretezza, serietà, ma so-prattutto di propensione alcambiamento: migliorare in-sieme le cose, immaginare unfuturo diverso e farlo unica-mente per amore della città.

A ognuno la sua vocazione:l'Albergo dei Poveri accoglierà i senza dimora

Gli interni destinati al progetto

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Salvatore Allinoro

A via Santa Sofia, al civico 7c’è un piccolo portone verde.Pigiare sul pulsante del cito-fono è come schiacciare unciak. Varcata la soglia en-triamo nel mondo della cul-tura gratis per tutti. Films,CD musicali, DVD di appro-fondimento, libri. Il centro èaperto tutti i giorni dalle 9.30alle 13.30. Per richiedere latessera bastano un documentoed una fototessera. Le star cisorridono dalle locandine e cidanno il benvenuto nel-l’Olimpo dello spettacolo. Sce-gliere tra la fonoteca, lavideoteca e la biblioteca imba-razza la nostra sete di sapere.Possiamo passare tutta lamattina a sognare nella saladi proiezione oppure chiederein prestito per due settimanei capolavori dei maestri del ci-nema. Scuole ed associazionihanno a disposizione decine dimigliaia di titoli per trasfor-mare le lezioni in uno spetta-colo.

Si può studiare la storia inter-vistando uomini illustri.La filosofia è ipertestuale.La letteratura si confonde conla recitazione. I documentarioffrono le emozioni di un sa-fari. I professori possono gio-strare abilmente le risorse cheoffre il centro di documenta-zione e trasformarsi in VJ(Video Jokers). Alternare unfilm d’avventura ad un docu-

mentario sul funzionamentodegli ecosistemi tiene alta l’at-tenzione della classe, suscitadomande ed emoziona.Attraverso le immagini glistudenti possono ottimizzare itempi dell’apprendimento.Meglio mostrare che descri-vere, spiega l’esperta di comu-nicazione AnnaMaria Testanel saggio “Farsi Capire”.Le nuove generazioni sono tal-

mente abituate al PC che pos-sono perdere empatia con gliinsegnanti ancorati ai metodipedagogici del millennio pas-sato. Invece la tartaruga pro-iettata a tutto schermo chemuore affogata da una bustadi plastica spiega in un mi-nuto il motivo per il quale ilMediterraneo quest’anno erazeppo di meduse. Basta consultare il menu, cer-

care “L’incredibile viaggiodella tartaruga”, il film del2009 diretto da Nick Stringere premere play per formareuna classe di cittadini respon-sabili. Per cercare le pellicolesi può scorrere il database del-l’ufficio con l’aiuto degli impie-gati. L’alternativa vecchio stampoè il catalogo voluminoso pub-blicato su carta riciclata. I do-cumentari sono strumentiindispensabili. E’ giusto che in aula sianoproiettate le istruzioni peradattare il nostro comporta-mento quotidiano alle varia-zioni del clima edall’incremento demograficonegli stessi luoghi nei quali cisi diverte con le commedie diEduardo de Filippo.Nel frattempo i vecchi VHSingialliscono, il laser assicurale informazioni sui CD percentinaia di anni ma la cellu-losa tende ad ossidarsi co-munque, forse è arrivato ilmomento di pensare ad unHub.

La mediateca “Santa Sofia”Il fiore all’occhiello della comunicazione pubblica

Rusalka: la sirena ecologista

Spettacolo ambientalista al San Carlo

Pochi sanno che il Teatro SanCarlo di Napoli è la primafondazione lirica al mondo adaver ottenuto il premio spe-ciale “Ecologicamente” perl’impegno costantemente pro-fuso nel diffondere e promuo-vere politiche ambientaliste. Ultima iniziativa in talsenso, il debutto al Massimopartenopeo dell’opera liricaRusalka di Antonin Dvoràk(in scena fino a qualchegiorno fa) che si è rivelataun’occasione particolare perrivisitare il rapporto trauomo e natura in chiave con-temporanea. Tutto lo spettacolo seguiva ilfilone dell’ecologia, a partiredagli abiti di scena creatidalla stilista slovena MatejaBenedetti e realizzati conmateriali di riciclo. L’ambiente e il recupero sonostati protagonisti il giornodella prima dello spettacolo,che è stata anticipata da unasfilata di abiti green realiz-zati con materiali di scartodagli studenti degli istituti

Caracciolo e Isabella d’Estedi Napoli, su un “Blue car-pet” allestito per l’occasionementre, nei foyer del teatro,erano presenti due posta-zioni di trucco bio dove, du-rante gli intervalli, ilpubblico femminile ha po-tuto provare i cosmetici na-turali prodotti da H&M.Cultura-moda-ambiente: untrinomio vincente che parteda Napoli.

G.M.

Giulia Martelli

The House Of Marley,l’azienda fondata da qualcheanno da Rohan Marley, unodei figli del celebre Bob, rea-lizza prodotti dedicati al-l'ascolto caratterizzati da unaqualità particolarmente altae molto curati, grazie a mate-riali riciclati ed utilizzati sa-pientemente per dare vita aprodotti apprezzatissimi intutto il mondo. Durante ilCES 2013 di Las Vegas, il “fi-glio d’arte” ha deciso di offrireal pubblico una panoramicasui nuovi sistemi audio edecosostenibili in arrivo neiprossimi mesi sul mercato;molti di questi prodotti, ca-ratterizzati dalla tecnologicawireless Bluetooth, utiliz-zano il tessuto upcycled cono-sciuto come REWIND,realizzato con cotone orga-nico e canapa recuperata,combinate a fibre ottenute ri-ciclando bottiglie d'acqua, edoffrono l'esperienza perfettaagli utenti che adorano la

musica ma sono attenti al-l'impatto ambientale. Tra letante, spiccano le cuffie over-ear Rise Up™ (Prezzo indica-tivo €149,90), realizzate conmateriali earth-friendly comefibra morbida di bambù per ipadiglioni auricolari con rive-stimento in tessuto e allumi-nio riciclabile. «Avremmopotuto creare i nostri prodotticosì come fanno in tanti – silegge su Corriere.it – ma fareattenzione all’impatto che ab-biamo sul pianeta è fonda-mentale. Perché non si trattasolo di fare buone cuffie o al-toparlanti, ma di come li pro-

duci».Quindi si può fare? Ehgià! Certo costa di più, comedice lo stesso Rohan, ma al-meno si può essere orgogliosidi se stessi. Ma non è tutto, la società èanche legata ad un progettobenefico che si chiama 1Lovea cui viene devoluto il 5% deisuoi profitti annuali. In Italiail progetto sostiene “Sos Vil-laggi dei Bambini”. One love,one heart, dunque, parafra-sando le parole del celebre ge-nitore che ha trasmesso aRohan la filosofia di “daresempre indietro quanto si èricevuto”.

Musica nuova per le nostre orecchie

Le cuffie RASTA eco e solidali

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Cristina Abbrunzo

Oggi, un europeo consumamediamente 50.000 KWh dienergia, 500 volte di più diquello che è in grado di pro-durre. Siamo in una fase cru-ciale ed è sotto gli occhi ditutti, anche attraverso il co-stante aumento del prezzo delpetrolio, che tutto ciò che di-venta raro diventa caro. Unasemplice legge di mercato.Secondo dati recenti l’Italia èuno tra i paesi industrializzaticon costo dell’energia più ele-vato. Ciò nonostante, l’anda-mento dei consumi perabitante di energia elettricarisulta sistematicamente increscita, sia per le famiglie siaper le imprese.E allora cosa fare? La parolad’ordine è risparmio energe-tico. Risparmio energetico si-gnifica ridurre i consumi dienergia necessaria per i nostribisogni e le nostre attività e,

l’attuale boom della cosiddettagreen economy e i messaggiche lancia all’esterno, ci por-tano istintivamente a identifi-care questo termine con leopportunità di fonti di energiaalternative e rinnovabili chesono oggi a disposizione ed increscente sviluppo o, tutt’alpiù, con l’adozione di compor-tamenti e abitudini virtuoseed intelligenti da applicare nelnostro quotidiano domestico enon (ad esempio, acquistareelettrodomestici ecocompati-bili, ridurre l’uso dello standby degli stessi, fare attenzionea spegnere le luci non neces-sarie etc.) Ahimè, purtroppo aparole tutto questo sembra fa-cilmente realizzabile, ma nelpratico si è costretti ad incon-trare non poche difficoltà.Molte possibilità di risparmioenergetico proposte dalleenergie alternative, come adesempio l’utilizzo di pannellifotovoltaici, scoraggiano per-

ché troppo onerose e con un ri-scontro di ammortizzamentodei costi, e quindi di effettivorisparmio, solo a lungo ter-mine. Inoltre, molte di quellecondotte virtuose, che è co-munque importante assu-

mere, nell’immediato non con-sentono un chissà quanto con-siderevole risparmio economicoe richiedono un’attenzione co-stante ai nostri gesti quoti-diani. Ma ecco comparireall’orizzonte un’idea innova-tiva e rivoluzionaria che ri-sponde all’esigenza di unrisparmio energetico ed econo-mico garantito ed immediato.Il tutto ad un costo estrema-mente contenuto! Si chiamaEcomenowatt ed è un disposi-tivo elettronico di nuova gene-razione (che rispetta lenormative CEE) progettato ecostruito per l'ottimizzazionedei consumi elettrici. Ma cosasignifica ottimizzare i con-sumi elettrici?Non tutti sanno che molteutenze elettriche per funzio-nare hanno bisogno di prele-vare dalla rete anche energiareattiva induttiva, in partico-lare le apparecchiature chefunzionano creando campimagnetici (motori, trasforma-tori, etc). Questa energia inrealtà non viene consumata,

ma continuamente scambiatatra la rete e l’impianto. Permettere a disposizione questaenergia induttiva gli impiantidi generazione e le linee elet-triche devono gestire una cor-rente maggiore (a parità dienergia attiva) che crea mag-giori costi di produzione e digestione. Installare Ecomeno-watt al contatore di casa puòevitare questo fenomeno di“spreco” energetico, consen-tendo quello che si suole defi-nire rifasamento, ovvero unprocedimento che permette didiminuire le perdite d'energiae di ridurre l'assorbimento dipotenza apparente. Il che si traduce con un note-vole risparmio in bolletta chepuò raggiungere anche il 40%.Questa è solo una delle fun-zioni di questo rivoluzionariostrumento che, oltre a evitaregli sbalzi e stabilizzare i livellidi tensione, contribuisce a mi-gliorare la power-quality com-plessiva della rete, interve-nendo sulla riduzione delle ar-moniche che si riversano sullarete stessa. In parole semplici,ancora una volta, questo si-gnifica minori consumi.Come procurarsi questo pic-colo alleato del risparmio?La Prometheus EcoDifferent,un’azienda giovane e compe-tente si occupa di far cono-scere, distribuire ed instal-lare, Ecomenowatt in tutte lecase, le aziende e attività com-merciali che lo richiedano.(www.prometheuseco.com)Sono queste le ecoinvenzioniche ci fanno ben sperare perun futuro più sostenibile.Per una volta tanto, far beneall’ambiente e alla propriatasca risulta più semplice chemai!

È un campo in continua evo-luzione quello delle energiealternative e così le ricerchescientifiche puntualmenteoffrono nuovi spunti. Questavolta parliamo di particolaripannelli fotovoltaici, battez-zati Gigs, che sono in gradodi risolvere i problemi legatiagli spazi nei quali debbanoessere installati.Li ha progettati l’italianoLuciano Paletti che ha pen-sato bene di collocarli làdove non darebbero fastidioa nessuno, ossia lungo i bloc-chi di cemento che dividono

le carreggiate delle auto-strade. Grazie alle loro com-ponenti questi pannellirisultano molto elastici equindi sono adattabili adogni tipo di forma. Così non

si dovrebbero sottrarre spaziall’agricoltura né ad altriutilizzi dei terreni nei qualinormalmente sono collocati ipannelli.Dopo aver sfruttato in modoavveduto e gli spazi inutiliz-zati delle grandi città, larete delle autostrade, dellestrade extraurbane e dellestrade comunali, possonorappresentare un’altra al-ternativa “intelligente” perpermettere uno sfrutta-mento maggiore dell’energiaalternativa offerta dal sole.

C.A.

Riduci i consumi elettrici con EcomenowattIl piccolo genio del risparmio energetico

GGigs: le autostrade energeticheLa promettente tecnologia fotovoltaica tutta italiana

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Eleonora Ferrara

Il comma 1 dell’art. 39 dellanostra Costituzione esprimechiaramente il principio di li-bertà sindacale, nel momentoin cui afferma che “ L’orga-nizzazione sindacale è li-bera”.Anche fonti internazionali,come l’art. 23 della “Dichiara-zione dei diritti dell’uomo” del1948, proclamano questoprincipio, in base al qualeogni individuo ha diritto difondare sindacati e di ade-rirvi per la difesa dei propriinteressi.Dal punto di vista delle fontieuropee, si può certamenteaffermare che con la carta diNizza il diritto di negozia-zione e di azione collettiva, ilcui presupposto risiede nellalibertà di organizzarsi sinda-calmente, è stato del tuttoesplicitato. In effetti si trattadi quel caposaldo necessario,di un ordinamento liberale,completamente contrappostoal regime di repressione delventennio fascista.In tutti i regimi autoritari, in-fatti, la libertà sindacale èsempre stata disconosciuta.Esistono casi, tuttavia, comela convulsa realtà cinese, incui il sindacato cerca di affer-mare, in ogni caso, una pro-pria autonomia.È evidente che quella sancitadall’art. 39, c.1, si può defi-nire come la libertà di essereparte di un’organizzazionecaratterizzata dal persegui-mento di un fine di naturasindacale.Non viene indicato chi sia iltitolare di questa libertà, ap-pare, comunque, evidente chesia, in primis, il lavoratoresubordinato.Il termine sindacale sta adindicare un atto o un’attivitàper l’autotutela di interessiconnessi a relazioni giuridi-che, nelle quali sia dedottaun’attività lavorativa. Stori-camente, il lavoro subordi-nato è alla base di forme di

organizzazione collettiva degliinteressi. Non si può disconoscere, peròche titolare della libertà sin-dacale possa essere qualsiasialtro lavoratore, come av-viene nel caso dei sindacatidegli agenti di commercio edei collaboratori coordinati econtinuativi. Si ritiene, in generale, che lagaranzia costituzionale nonvalga per gli imprenditori,anche se essi, in virtù dellanorma generale sulla libertàdi associazione contenutanell’art. 18 Cost., che è ilgenus da cui deriva la speciesdella libertà sindacale, siano,comunque, liberi di asso-ciarsi. La convinzione scaturisce dalconsiderare l’art. 39 della Co-stituzione, rivolto unica-mente ai lavoratori, perbilanciarne la condizione diminorità sociale.L’ordinamento tutela, quindi,la libertà sindacale e nel mo-mento in cui il lavoratore è li-bero di organizzarsi, da ciònon può che discenderne che

l’organizzazione, una voltacostituita, è libera di esistere,articolata anche in forme oc-casionalmente esigue.Bisogna tenere presente cheil concetto di organizzazioneè più ampio di quello di asso-ciazione, che ne costituisceuna forma più strutturata eperfezionata.Il sindacato è un’associa-zione, per cui, a maggior ra-gione, un’organizzazione.Viceversa, organizzazioni deltutto elementari, non possonoessere considerate associa-zioni. L’essenza della libertà sinda-cale, non si esaurisce nella li-bertà di organizzarsi o diassociarsi, ma implica la li-bertà di agire sindacalmente,non solo esistere, quindi, maoperare per il raggiungi-mento di quegli scopi atti-nenti all’autotutela collettiva.

RIFIUTIRelazione finale del Gruppo di Lavoro exD.M. 24.07.2012 - Situazione epidemiolo-gica della regione Campania ed in partico-lare delle province di Caserta e Napoli (cittàesclusa), con riferimento all’incidenza dellamortalità per malattie oncologiche. Scarica-bile sul sito:www.salute.gov.itDecreto Legge 14gennaio 2013, n. 1.Disposizioni ur-genti per il supera-mento di situazionidi criticità nella ge-stione dei rifiuti edi taluni fenomenidi inquinamentoambientale. Gaz-zetta Ufficiale n.11del 14/01/2013.ARIA - AGENTIFISICICommissione parla-mentare di inchie-sta sulle attivitàillecite connesse al ciclo dei rifiuti (istituitacon legge 6 febbraio 2009, n. 6). Relazionesulla gestione dei rifiuti radioattivi in Italiae sulle attività connesse. Scaricabile su: http://documenti.camera.itAMBIENTEIn conformità ai criteri individuati da CorteCost., 20 maggio 1999 n. 179, vanno confi-gurati come conformativi i vincoli che inci-dono su di una generalità di beni, neiconfronti di una pluralità indifferenziata disoggetti, in funzione della destinazione

dell’intera zona in cui i beni medesimi rica-dono in dipendenza delle sue caratteristicheintrinseche, ovvero del rapporto per lo piùspaziale, con un’opera pubblica. Viceversa, si configurano quali vincoli pre-ordinati all’espropriazione, ovvero aventicarattere sostanzialmente espropriativo,

quelli segnata-mente incidenti subeni determinati edimposti in funzionenon già di una ge-nerale destinazionedi zona ma ai finidella localizzazionedi un'opera pubblica,ovvero tali da impli-care uno svuota-mento incisivo dellaproprietà . In tale contesto lagiurisprudenza ri-conosce natura con-formativa, con laconseguenza del-l’inapplicabilità in

tale evenienza dell’istituto della decadenzadi cui all’art. 2 della L. 1187 del 1968 e, ora,dell’art. 9 del T.U. 327 del 2001, alle desti-nazioni a: “parco urbano”; “verde pub-blico”;“verde urbano” o “verde attrezzato”,posto che, usualmente, tale destinazionenon impedisce ogni possibilità di utilizza-zione dei terreni da parte dei proprietari.Consiglio di Stato, Sez. IV n. 6094 del 29 no-vembre 2012 . Fonte: F. Albanese su lexam-biente

A.T.

La libertà sindacale nella Costituzione

Viaggio nelle leggi ambientali

Page 20: Arpa Campania Ambiente n.2 del 2013

Andrea Tafuro

Perchè l’uomo contempora-neo deve per forza sceglieretra affetti o legami? I primi pensati come appor-tatori di autenticità e i se-condi di obblighi. Veniamosoggiogati dal mito del-l’estemporaneità, siamo allaricerca della genuinità degliaffetti allentando i legami, ecosì facendo giochiamo, inmodo compulsivo d’azzardo ecome in tutte le scommessenon ci viene mai restituitoquanto ci è stato promesso. Ho provato a interrogare mestesso su cosa voglia dire es-sere cittadino europeo. Sonotrascorsi, già, vent’anni dal-l’istituzione della cittadi-nanza dell’Unione, con iltrattato di Maastricht. Il 2013è stato ufficialmente procla-mato Anno europeo dei citta-dini con la Decisione da partedel Parlamento e del Consi-glio Europeo. Questi due Or-gani istituzionali si sonoprefissi di rafforzare la consa-pevolezza e la conoscenza deidiritti e delle responsabilitàconnessi alla cittadinanzadell’Unione, così da permet-tere ai cittadini di esercitarepienamente i propri diritti,con particolare riferimento aldiritto di circolare e di sog-giornare liberamente nel terri-torio degli Stati Membri.Bella cosa! Ma vi chiedo vo-gliamo essere inquilini o cit-tadini? Premetto che ilconcetto di europeo mi stastretto, mi sento di apparte-nere all’umanità. Conservo,però, delle identità essenzialie identificative che transitanoper quella europea, per quellagenovese e per quella nolana,ereditate dai miei genitori,che sicuramente non si esclu-

dono. Cercando di mettere deipunti fermi, quello che mi fasentire europeo è il fatto di es-sere parte di una storia poli-tica che è nata qui: il pensierodemocratico, poiché ogni miaposizione è rispettata e ga-rantita. Sicuramente la citta-dinanza europea, comesentimento, non esiste ancorae va costruita. Il concettodell’essere cittadino è artico-lato e complesso, figurarsi perla cittadinanza europea che èqualcosa di aleatorio. Fac-ciamo fatica a definirci euro-pei, ci attacchiamo alla nostraidentità italiana in opposi-zione a quella tedesca, tantoper citarne una. Ecco il guaio,cerco di costruire la mia citta-dinanza e dunque la co-scienza di un’identità europeain negativo e non coltivo, in-vece, le affinità. È possibile vi-vere insieme nella diversità,nell'Europa plurale di oggi?La risposta è che non si puòtracciare una via di integra-zione nuova e mai sperimen-tata se non fondandola su unpunto di equilibrio tra plura-lismo e coesione civile. Ho bi-sogno di metterci le mieenergie per costruire unanuova etica pubblica, attra-

verso parole irrinunciabilicome educazione, identità,cittadinanza, laicità, am-biente. Il rispetto reciprocodeve essere alla base del vi-vere insieme, ecco la sfida acui è chiamata l’ etica pub-

blica nella crisi di civiltà chestiamo attraversando, acausa della perdita di ruolodella politica e del disorienta-mento della famiglia, dellascuola e della chiesa stessa.Tutti noi dobbiamo convin-

cerci che si prenda sul seriol'obiettivo di uscire dall'indi-vidualismo esasperato, dallanevrosi dell'identità perso-nale e solitaria. Come in uncorto circuito, si è interrottala trasmissione dei valori, dei

saperi e della partecipazione,che si tramandavano da unagenerazione all’altra. Si èspezzato il filo della memorialasciando campo libero all'in-flusso di altri canali comuni-cativi che riescono a imporrenuovi modelli di riferimentopiù seducenti e più adattabilialle esigenze del mercato edella società liquida. In nomedell'individualismo abbiamotutti ballato al funerale dellacultura dei legami e al vin-colo di solidarietà, che eranostati al centro della vecchiapaideia greca che nel quintosecolo avanti Cristo signifi-cava allevamento e cura deifanciulli, sinonimo di culturae di educazione mediante lacultura. Lo spirito di cittadi-nanza e di appartenenza co-stituivano infatti un

elemento fondamentale allabase dell’ordinamento poli-tico-giuridico delle città gre-che. L’identità dell’individuoera pressoché inglobata daquell’insieme di norme e va-lori che costituivano l’iden-tità del popolo stesso. Lascuola dei miei figli, la miaparrocchia, è orfana di per-suasivi idealità e vigorosemotivazioni, per non parlaredella tanto invocata famiglia.Ripartiamo dagli obiettivi ge-nerali che la CommissioneEuropea per l’ Anno europeodei cittadini si pone, cioè:sensibilizzare il pubblico suldiritto di risiedere libera-mente nell’Unione europea;informare meglio su comepoter beneficiare al massimodei diritti e delle politichedell'UE e incentivare la partecipazione attiva dei citta-

dini al processo decisionaledell'Unione; stimolare il di-battito sulle ripercussioni esulle potenzialità del dirittoalla libera circolazione, so-prattutto per quanto ri-guarda il rafforzamento dellacoesione e la reciproca com-prensione. Gustav Mahler hadetto: “ Tradizione non è ado-razione della cenere ma cu-stodia del fuoco”. Custodiamocon cura il fuoco, come il sag-gio faceva anticamente cheaveva a cuore la comunitàper proteggerla e traman-dare la conoscenza accumu-lata. Negli ultimi vent’anniabbiamo sempre adempiutocon dignità a questo compito?

Occorre essere consapevoli che, mentre abitiamo "il locale" dellanostra origine, del nostro ambiente, del nostro paese, gli orizzonti di ri-ferimento si sono ampliati. Non è sicuramente facile, per delle nazionirimaste così a lungo separate da sistemi valoriali e di governo diversi,con tradizioni religiose e culturali differenti, giungere ad una unita-rietà totale di visione, ma i valori fondamentali del dialogo, della me-diazione, della valorizzazione delle diversità sono sicuramente alla basedel lungo cammino che la Comunità Europea allargata deve poter in-traprendere. Tuttavia, solo un'Europa capace di realizzare una demo-crazia efficace e di valorizzare la partecipazione delle diversità in uncontesto di pace e di sviluppo può divenire soggetto autorevole a livellointernazionale e rappresentare quello "spazio transnazionale nel qualei cittadini dei paesi diversi possono discutere quelle che a loro pareresono le grandi sfide dell'Unione".

(Commissione Europea, Libro bianco sulla Governance Europea).

2013 - ANNO DEI CITTADINI EUROPEI QUALE EUROPA VOGLIAMO?

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ai Commissari europei!