Magazine Arpa Campania Ambiente n. 13 del 15 luglio 2016

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BIO-ARCHITETTURA A AMBIENTE & SALUTE L’Ente Idrico Campano Femiano a pag.3 Gaudioso a pag.9 I progetti sostenibili nelle aree verdi Palumbo a pag.11 Sono passati quaranta anni dal disastro che ha segnato la storia della protezione ambientale World Population Day Siamo più di 7 miliardi SEVESO, PER NON DIMENTICARE Un altro viaggiare: estate 2016 de-posizionatevi tutti Pronti, partenza, via! Estate XVI del terzo millennio, stagione dell’anno at- tesa e desiderata da chi ha bisogno di diradare il tempo, diminuire il ritmo, allargare gli orizzonti e incontrare altre realtà. Uomini liberi e liberati, sappiate che l’ideale sarebbe de-posi- zionarsi, cioè saltare oltre il pacchetto turistico preconfezionato che replica ad ogni latitudine lo stesso cibo, la stessa camera da letto, lo stesso modo di con- sumare. In tutto questo nostro vivere vogliamo poi omettere di parlare di Fa- cebook, come si può. Tafuro a pag.19 I sintomi della meningite da non sottovalutare Negli ultimi anni, in tutto il mondo è cre- sciuta molto la paura nei confronti della meningite, in special modo dopo diversi episodi ravvicinati che hanno portato alla morte dei soggetti affetti da questa patologia. Prima di provare ad analiz- zare la malattia, è necessario definirla: la meningite è un’infiammazione che in- teressa le meningi, vale a dire le mem- brane che rivestono sia il cervello che il midollo spinale. Cuoco a pag.13 La presenza dei cetacei in Campania Abbiamo intervistato Rossana Tenerelli, responsabile comunicazione e relazioni esterne dell’organizzazione Oceanomare Delphis Onlus. L’organizzazione no profit è dedita allo studio e alla conservazione dei cetacei nel bacino del Mediterraneo e conduce da più di vent’anni “Ischia Dolphin Project” (IDP) che costituisce un programma di ri- cerca e conservazione dei cetacei nel Tirreno centrale. Il programma si sviluppa so- prattutto nell’area di mare tra Ischia e Ventotene che comprende il sistema di canyon sottomarini di Cuma, inclusa l’Area Marina Protetta denominata “Regno di Nettuno”... Morlando pagg. 5 e 6 ISTITUZIONI INTERVISTA Quanti sanno che c’è un giorno sul calendario in cui tutti, proprio tutti i cittadini del mondo, sono riuniti e con- siderati idealmente allo stesso modo in quanto abi- tanti di questo pianeta? AMBIENTE & DINTORNI Un’interessante intervista agli esperti dell’Oceanomare Delphis Onlus In Regione Campania, il su- bentro dell’istituzione del- l’Ente Idrico Campano viene prescritta dalla L.R. n. 15 del 2 Dicembre 2015 in attua- zione del D.Lgs. n. 152/2006... Novità per il parco archeologico di Paestum Il Parco Archeologico di Paestum, iscritto dal 1998 nella lista del patri- monio mondiale UNESCO, dal 2014 è un complesso museale autonomo del Ministero dei beni e delle attività cul- turali e del turismo. È composto dal Museo e dagli Scavi. Miracolosamente giunti in ottime condizioni, tanto da es- sere considerati esempi unici dell'ar- chitettura magno-greca, sono i tre templi di ordine dorico edificati nelle due aree santuariali urbane, dedicate rispettivamente ad Hera e ad Athena. Matania a pag.15 È stata definita la Chernobyl italiana, anche se le conse- guenze, per fortuna, non fu- rono altrettanto tragiche, e le cause del tutto diverse. A qua- ranta anni dal disastro di Se- veso, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato come questo inci- dente abbia contribuito, in Ita- lia e non solo, a far maturare tra i cittadini e nelle istituzioni una coscienza ambientale. Come nel giorno del quaran- tennale, anche il 10 luglio 1976 splendeva il sole in Brianza. Era sabato, e la fabbrica Ic- mesa era in stop per manuten- zione, quando alle 12:37 lo scoppio di un reattore provocò la fuoriuscita di Tcdd. Poche centinaia di grammi di dios- sina, capaci di propagare nel- l’atmosfera una irrespirabile «nuvola rosa», come l’hanno de- scritta i testimoni dell’inci- dente.A risultare contaminati furono aree abitate comprese tra Meda, il comune che ospi- tava l’impianto, e le vicine Se- veso e Cesano Maderno. Mosca a pag.7 1976-2016

Transcript of Magazine Arpa Campania Ambiente n. 13 del 15 luglio 2016

BIO-ARCHITETTURAAAMBIENTE & SALUTE

L’Ente Idrico Campano

Femiano a pag.3

Gaudioso a pag.9

I progetti sostenibilinelle aree verdi

Palumbo a pag.11

Sono passati quaranta anni dal disastro che ha segnato la storia della protezione ambientale

World Population DaySiamo più di 7 miliardi

SEVESO, PER NON DIMENTICARE

Un altro viaggiare: estate2016 de-posizionatevi tutti

Pronti, partenza, via! Estate XVI delterzo millennio, stagione dell’anno at-tesa e desiderata da chi ha bisogno didiradare il tempo, diminuire il ritmo,allargare gli orizzonti e incontrarealtre realtà. Uomini liberi e liberati,sappiate che l’ideale sarebbe de-posi-zionarsi, cioè saltare oltre il pacchettoturistico preconfezionato che replica adogni latitudine lo stesso cibo, la stessacamera da letto, lo stesso modo di con-sumare. In tutto questo nostro viverevogliamo poi omettere di parlare di Fa-cebook, come si può.

Tafuro a pag.19

I sintomi della meningiteda non sottovalutare

Negli ultimi anni, in tutto il mondo è cre-sciuta molto la paura nei confronti dellameningite, in special modo dopo diversiepisodi ravvicinati che hanno portatoalla morte dei soggetti affetti da questapatologia. Prima di provare ad analiz-zare la malattia, è necessario definirla:la meningite è un’infiammazione che in-teressa le meningi, vale a dire le mem-brane che rivestono sia il cervello che ilmidollo spinale.

Cuoco a pag.13

La presenza dei cetacei in Campania

Abbiamo intervistato Rossana Tenerelli, responsabile comunicazione e relazioniesterne dell’organizzazione Oceanomare Delphis Onlus. L’organizzazione no profit èdedita allo studio e alla conservazione dei cetacei nel bacino del Mediterraneo e conduceda più di vent’anni “Ischia Dolphin Project” (IDP) che costituisce un programma di ri-cerca e conservazione dei cetacei nel Tirreno centrale. Il programma si sviluppa so-prattutto nell’area di mare tra Ischia e Ventotene che comprende il sistema di canyonsottomarini di Cuma, inclusa l’Area Marina Protetta denominata “Regno di Nettuno”...

Morlando pagg. 5 e 6

ISTITUZIONI INTERVISTA

Quanti sanno che c’è ungiorno sul calendario in cuitutti, proprio tutti i cittadinidel mondo, sono riuniti e con-siderati idealmente allostesso modo in quanto abi-tanti di questo pianeta?

AMBIENTE & DINTORNI

Un’interessante intervista agli esperti dell’Oceanomare Delphis Onlus

In Regione Campania, il su-bentro dell’istituzione del-l’Ente Idrico Campano vieneprescritta dalla L.R. n. 15 del2 Dicembre 2015 in attua-zione del D.Lgs. n. 152/2006... Novità per il parco

archeologico di Paestum

Il Parco Archeologico di Paestum,iscritto dal 1998 nella lista del patri-monio mondiale UNESCO, dal 2014 èun complesso museale autonomo delMinistero dei beni e delle attività cul-turali e del turismo. È composto dalMuseo e dagli Scavi. Miracolosamentegiunti in ottime condizioni, tanto da es-sere considerati esempi unici dell'ar-chitettura magno-greca, sono i tretempli di ordine dorico edificati nelledue aree santuariali urbane, dedicaterispettivamente ad Hera e ad Athena.

Matania a pag.15

È stata definita la Chernobylitaliana, anche se le conse-guenze, per fortuna, non fu-rono altrettanto tragiche, e lecause del tutto diverse. A qua-ranta anni dal disastro di Se-veso, il presidente dellaRepubblica, Sergio Mattarella,ha ricordato come questo inci-dente abbia contribuito, in Ita-lia e non solo, a far maturaretra i cittadini e nelle istituzioniuna coscienza ambientale.Come nel giorno del quaran-tennale, anche il 10 luglio 1976splendeva il sole in Brianza.

Era sabato, e la fabbrica Ic-mesa era in stop per manuten-zione, quando alle 12:37 loscoppio di un reattore provocòla fuoriuscita di Tcdd. Pochecentinaia di grammi di dios-sina, capaci di propagare nel-l’atmosfera una irrespirabile«nuvola rosa», come l’hanno de-scritta i testimoni dell’inci-dente.A risultare contaminatifurono aree abitate compresetra Meda, il comune che ospi-tava l’impianto, e le vicine Se-veso e Cesano Maderno.

Mosca a pag.7

1976-2016

Fabiana Liguori

Il Ministero delle politiche agri-cole alimentari e forestali hareso noto che è stato approvatodefinitivamente dal Senato ilcollegato agricoltura già appro-vato alla Camera. Con questoprovvedimento si apre unanuova fase di riforme tese adare slancio all’agricoltura e allacompetitività dell'agroalimen-

tare made in Italy. Ma vediamo,nel dettaglio, alcune novità in-trodotte dal documento. Sono,principalmente, tre gli ambiti“segnati” in positivo: le sempli-ficazioni e i controlli, il ricambiogenerazionale e l’innovazione.Per quanto attiene il primopunto sono stati ridotti da 180 a60 giorni i tempi per aprireun'azienda agricola.Vengono tagliati i termini del si-lenzio assenso entro i qualil'Amministrazione pubblicadeve adottare il provvedimentofinale dal ricevimento della ri-chiesta presentata dal Centro diassistenza agricola (CAA). Èprevista meno burocrazia nellaproduzione dell'olio con l'elimi-nazione del fascicolo aziendaleper i produttori la cui produ-zione è inferiore ai 350 kg e l’in-troduzione di sanzioni in caso dimancata iscrizione all'Anagrafeapistica. Per quanto riguarda ilsecondo punto, è stata determi-nata la Delega al Governo perdisciplinare le forme di affianca-mento tra agricoltori over 65 o

pensionati e giovani tra i 18 e i40 anni che non siano proprie-tari di terreni agricoli. Inoltre, spazio alla formazioneaziendale per favorire l'ingressodei giovani alla guida delle im-prese. Infine, è stata definital’inclusione dell'innovazione tec-nologica e informatica e del-l'agricoltura di precisione, non-ché il trasferimento di cono-scenze dal campo della ricerca al

settore primario, tra gli ambitioperativi del sistema di consu-lenza per i beneficiari dei contri-buti PAC. Le politiche per lefiliere, indicate nel collegato, ri-guardano principalmente labirra artigianale, il pomodoro, ilriso e il biologico. Per la prima volta nell'ordina-mento italiano viene introdottala definizione di birra artigia-nale come "birra prodotta dapiccoli birrifici indipendenti enon sottoposta, durante la fasedi produzione, a processi di pa-storizzazione e di microfiltra-zione". Per tutelare e promuo-vere la qualità delle produzionidi pomodoro vengono previstedisposizioni specifiche sulla de-finizione dei prodotti derivatidalla trasformazione del pomo-doro, sui relativi requisiti, sul-l'etichettatura e sul confeziona-mento, nonché sulle sanzioni.Sostegno del settore riso attra-verso la tutela delle varietà tipi-che italiane e sostegno almiglioramento genetico dellenuove; valorizzazione della pro-

duzione come espressione delvalore culturale paesaggistico eambientale di un territorio; tu-tela del consumatore; istitu-zione di un registro per laclassificazione delle nuove va-rietà. Vengono promossi, altresì,sistemi volontari di tracciabilitàattraverso strumenti innovativiche possano dare maggiori in-formazioni ai consumatori sul-l'origine del prodotto.

Determinato, infine, il tagliodella burocrazia attraverso lasemplificazione informatica conla creazione del Sistema infor-mativo per il biologico (SIB). Il collegato prevede, inoltre,l’adozione di uno o più decreti le-gislativi per il riordino deglistrumenti di gestione del rischioin agricoltura e per la regola-zione dei mercati. Per migliorare la spesa dei fondieuropei, le PA forniranno gra-tuitamente ai soggetti che ri-chiedono i contributi europeil'assistenza e le informazioni ne-cessarie per strutturare meglioi progetti di investimento. Inoltre saranno elaborate speci-fiche procedure per gestire lenuove richieste, agevolando lafruizione degli aiuti. È prevista, inoltre, l’istituzione,presso ISMEA, della Bancadelle terre agricole con l'obiet-tivo di creare un inventario deiterreni agricoli disponibili acausa dell'abbandono dell'atti-vità agricola e di prepensiona-menti.

Approvato definitivamente ilcollegato agricoltura Martina

Giulia Martelli

Secondo il Rapporto "Consumo di suolo in Italia 2016"presentato a Roma dall’Ispra, ammontano a circa 800milioni di euro i costi occulti che gli italiani pagano ognianno a causa del consumo di suolo nel paese. Nonostante in Italia, nell’ultimo triennio, il tasso di con-sumo sia diminuito, scendendo ad appena 4 metri qua-drati al secondo, ovvero circa 35 ettari al giorno, per untotale di circa 250 kmq, i costi ecologici di questo flussodi cemento sono comunque altissimi. I ricercatori del-l'Ispra hanno, infatti, calcolato un costo medio di circa55 mila euro per ogni ettaro di terreno sottratto alla na-tura. Si tratta di un costo medio, che può, tuttavia, va-riare a seconda del tipo di utilizzo a cui il terreno“violato” poteva essere destinato o al tipo di habitat na-turale che lo caratterizzava. Ad esempio, per le produ-zioni agricole perse, il danno ammonta a 400 milioni dieuro, per il mancato stoccaggio di carbonio (la conver-sione fatta dalle piante attraverso la fotosintesi dell'ani-dride carbonica presente in atmosfera) si parla di circa150 milioni di euro. Dalla protezione dell'erosione (oltre120 milioni), ai danni provocati dalla mancata infiltra-zione dell'acqua (quasi 100 milioni) e dall'assenza di im-pollinatori (quasi 3 milioni).Solo per la regolazione del microclima urbano (ad un au-mento di 20 ettari per km2 di suolo consumato corri-sponde un aumento di 0,6 °C della temperaturasuperficiale) è stato stimato un costo che si aggira in-torno ai 10 milioni all'anno. Milano (45 milioni), Roma(39 milioni di euro), e Venezia (27 milioni) sono le cittàmetropolitane con i costi annuali più alti. Nonostante lacrisi, l'Italia perde ancora terreno: dal 2012 al 2015 ilterritorio sigillato è aumentato dello 0,7%, invadendofiumi e laghi (+0,5%), coste (+0,3%) ed aree protette(+0,3%), avanzando anche in zone a pericolosità sismica(+0,8%), da frana (+0,3%) e idraulica (+0,6%). Il dato più triste, venuto fuori dall’indagine Ispra, è chela maggior parte della superficie invasa dalle costruzioniè di buona qualità: lo studio condotto in Abruzzo e in Ve-neto, ha dimostrato che i suoli modificati sono quelli conmaggiore potenzialità produttiva. Inoltre, la coperturaartificiale non deteriora solo il terreno direttamentecoinvolto, ma produce impatti notevoli anche su quellocircostante. Gli effetti, le perdita di parte delle funzionifondamentali, si ripercuotono sul suolo fino a 100 metridi distanza. In altri termini, oltre la metà del territorionazionale (56%) risulta compromesso. Fermarsi, questaè l’unica cosa da fare.

Ispra: il territorio italiano è soffocato dal cemento

Uno strumento operativo per innovare e semplificare nel settore primario

Consumati oltre 200 Kmq di suolo al giorno

Rossella Femiano

In Regione Campania, il suben-tro dell’istituzione dell’EnteIdrico Campano (EIC) vieneprescritta dalla L.R. n. 15 del 2Dicembre 2015 in attuazione delD.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii.La L.R. n. 15/2015,recantenorme in materia di riordino delservizio idrico integrato, si inse-risce nel seguente quadro nor-mativo:- Legge 5 gennaio 1994, n. 36(Legge Galli) in attuazione deiprincipi di salvaguardia delle ri-sorse idriche dettati dalle Diret-tive europee, con l’istituzione delServizio Idrico Integrato (S.I.I.)al fine dirazionalizzare la con-duzione dei servizi idrici di ac-quedotto, fognatura edepurazione, riducendo ilfrazio-namento delle gestioni me-diante il perse- guimento digestioni unitarie a livello di Am-bito;- L. R. n. 14 del 21 maggio1997,“Direttive per l’attuazionedel Servizio Idrico Integrato aisensi della Legge n. 36 del05.01.94”, con la delimitazione-degli Ambiti Territoriali Otti-mali per il ciclo integrato delleacque e l’individuazionedellemodalità di costituzione delle-Autorità di Ambito;- L’Art. 1 comma 1-quinquiesdella Legge 26 marzo 2010 n. 42con la soppressione del soggettogiuridico “Autorità d’Ambito” edil rinvio della riorganizzazionedei soggetti cui affidare le com-petenze in materia di governo

degli ATO. L’EIC, organismo digoverno regionale, ha un pro-prio Statuto approvatocon Deli-bera n. 885 del 29 dicembre2015 e pubblicato sul BURC n.16 del 9 marzo 2016. Tale Statuto regola l’ordina-mento dell’Ente, le modalità dipartecipazione degli Enti Localiagli organi dell’Ente (elezionedei componenti e regole di fun-zionamento), il criterio di ri-parto tra gli Enti locali deiconferimenti patrimoniali in fa-vore dell’Ente Idrico (in propor-zione alla popolazione resi-denziale al 29/12/2015).In particolare, all’EIC, essendol’Ente cui partecipano obbligato-riamente tutti i Comuni del ter-ritorio campano costituiti inconsorzio obbligatorio di fun-zioni (Art.1 comma 3 dello Sta-tuto), spetta l’esercizio delleseguenti competenze in materiadi:a) gestione delle risorse idriche;b) organizzazione, affidamento econtrollo della gestione del ser-vizio idrico integrato, secondo i

dettami del D.Lgs 152/2006 ess.mm.ii. e della normativa eu-ropea in vigore per l’affidamentodei servizi pubblici a rete;c) programmazione e tutela diacquedotti, fognature, impiantidi depurazione e altre infra-strutture idriche di pubblica uti-lità.In relazione alle suddette com-petenze, vengono altresì definitinello Statuto gli obiettivi priori-tari dell’attività dell’EIC:a) la salvaguardia e la valoriz-zazione della qualità e dellaquantità del patrimonio idrico,privilegiando le azioni volte alrisparmio idrico e al riutilizzodelle acque reflue;b) la tutela del consumatore edin particolare, attraverso mec-canismi di perequazione tariffa-ria, dei cittadini “deboli” neiconfronti del soggetto gestore;c) la rimozione di possibili fat-tori di diseconomia nella produ-zione dei servizi e la garanzia diuniformità di livello dei serviziforniti in tutti i comuni dell’am-bito territoriale ottimale.

L’Ente Idrico Campano

Nel 2007, con l’adozione del do-cumento “Energia per unmondo che cambia”, l’UE si èimpegnata a ridurre le proprieemissioni di CO2 del 20% entroil 2020 e ad incrementaredel20% il livello di efficienza ener-getica e la conseguente quota diutilizzo delle fonti di energiarinnovabile sul totale del mixenergetico. Nell’ottica di sensi-bilizzare e coinvolgere gli EntiLocali e le Comunità, durantela Settimana Europea del-l’Energia Sostenibile, nel gen-naio 2008, la CommissioneEuropea ha lanciato l’iniziativadel “Covenant of Mayors –Patto dei Sindaci”. In Campania, i tanti Comuniaderenti, si impegnarono alla

promozione della sostenibilitàenergetica in applicazione delprogramma dell’UE per un di-stretto regionale dell’Energiaattraverso:1- La predisposizione di un in-ventario delle emissioni di CO;(baseline), mediante il censi-mento delle emissioni prodotteda consumi finali di energia,

produzione locale di elettricità,generazione locale di riscalda-mento e raffrescamento, altrefonti di emissioni (ad es. im-pianti di trattamento rifiuti),analisi della mobilita;2- La stesura e l’adozione delPiano d’Azione per l’EnergiaSostenibile (SEAP/PAES);3- La predisposizione di unostrumento informatico di sup-porto all’individuazione/simu-lazione di scenari volti alladefinizione di politiche;4- L’avvio di azioni informativeper la diffusione del Patto deiSindaci. Nel 2015, in occasionedella cerimonia congiunta delCovenant of Mayors e Mayor-sAdapt (Strategia di adatta-mento dell’UE ai cambiamenti

climatici) è stato lanciato uffi-cialmente il nuovo “Patto deiSindaci integrato per il Clima el’Energia”. L’iniziativa ha comequadro di riferimento il nuovocontesto della politica europea(Pacchetto 2030 su Clima edEnergia, la Strategia di adatta-mento dell’UE adottata dagliStati membri dell’UE e la Stra-tegia dell’Unione dell’Energia)e definisce una visione condi-visa per il 2050 al fine di affron-tare le seguenti sfideinterconnesse:a) Accelerare la decarbonizza-zione dei nostri territori, contri-buendo così a mantenere ilriscaldamento globale medio aldi sotto di 2°C;b) Rafforzare le nostre capacità

di adattarsi agli impatti degliinevitabili cambiamenti clima-tici, rendendo i nostri territoripiù resilienti;c) Aumentare l’efficienza ener-getica e l’utilizzo di fonti ener-getiche rinnovabili sui nostriterritori, garantendo così l’ac-cesso universale a servizi ener-getici sicuri, sostenibili eaccessibili a tutti.Gli impegni fissati dal Patto deiSindaci per il Clima e l’Energiaprevedono:a) un obiettivo di riduzionedelle emissioni di CO2 di al-meno il 40% entro il 2030;b) l’integrazione delle politichedi adattamento agli impatti deicambiamenti climatici.

Ros.Fe.

Rosa Funaro

Secondo una ricerca promossa dall'Università di Bologna e pre-sentata in occasione del lancio della sesta edizione di "SprecoZero 2016", campagna europea per la riduzione degli sprechialimentari, in Italia lo spreco alimentare domestico vale oltre13 miliardi di euro ogni anno, circa l'1% del PIL. La ricerca pro-mossa dall'Università di Bologna è stata condotta dall'Osser-vatorio Waste Watcher, costituito dalla società di sondaggiSWG e da Last Minute Market, col sostegno del Ministero del-l'Ambiente e di Unicredit. Il valore dello spreco alimentare nelpianeta è di 1.000 miliardi di dollari, che ogni anno sale ad oltre2.600 miliardi di euro. Senza contare l’impatto negativo, equindi i costi, inerenti all’acqua e all’ambiente. Nella solaUnione Europea si gettano 88 milioni di tonnellate di cibo al-l'anno e ogni giorno si sprecano 720 Kcal di cibo a persona (datiFusions 2016). Una situazione paradossale, inaccettabile, sepensiamo, invece, a tutte quelle persone che nella stessa UE, ocomunque nel mondo, non hanno nulla per soddisfare la pro-pria fame. Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market, ri-corda che "sono le pattumiere domestiche a detenere il recorddello spreco di cibo, 47 milioni di tonnellate per i cittadini Ue:un costo che per gli italiani è stimato in 8,4 miliardi di euro al-l'anno (6,7 euro settimanali a famiglia)". L'iniziativa SprecoZero 2016 propone proprio una serie di buone pratiche di pre-venzione degli sperperi alimentari. Tra le novità del 2016, larealizzazione di un indagine a campione, i "Diari di Famiglia”:con la quale, sono stati distribuiti dei formulari da compilare aun certo numero di famiglie. Per una settimana i nuclei parte-cipanti hanno avuto il compito di annotare il cibo gettato adogni pasto, con annessa motivazione e il metodo di smaltimentoapplicato. Per Segrè: "studiare meglio le cause e i comporta-menti dei consumatori è il primo passo per garantire policiesadeguate di prevenzione dello spreco. Fra gli obiettivi dellacampagna, inoltre, c'è la creazione dell'Anno Europeo sulloSpreco alimentare: la questione è globale e va affidata al coor-dinamento degli Stati membri della Ue".

Al via la campagna europea “Spreco Zero 2016”

Il Patto dei Sindaci per il clima e l’energia

Per la salvaguardia e la valorizzazione della risorsa acqua

Tina Pollice

Più volte abbiamo scritto dieconomia circolare che hacreato almeno 199mila nuoviposti di lavoro in Italia. Quell'economia virtuosa chefa leva su riciclo, rigenera-zione, bioeconomia, innova-zione nell’industria alimen-tare, chimica, farmaceutica,dei prodotti confezionati dilargo consumo e nell’industriabiotecnologica. A Roma, il 6 luglio scorso, èstato presentato il RapportoRifiuti Speciali Edizione 2016giunto alla sua quindicesimaedizione e frutto di una com-plessa attività di raccolta ana-lisi ed elaborazione dati daparte del Servizio Rifiuti del-l’ISPRA, in esecuzione del-l’art.189 del D. Lgs.n.152/2006. Alla Presenta-zione del Rapporto RifiutiSpeciali – Edizione 2016 hapartecipato Antonio Borbone,Presidente dell’AssociazioneNazionale Gestori AmbientaliANGAM.Presidente, perché la parteci-pazione dell'ANGAM?Voglio ricordare che l’Associa-zione, nata nel 2015, si pre-figge di promuovere e valo-rizzare l’imprenditorialità e leprofessionalità delle impreseche operano nel settore dei ge-stori ambientali, sia a livellonazionale che internazionale,ma, soprattutto vigilare sullanormativa vigente e sulleeventuali prospettive future.La materia dei rifiuti è statacaratterizzata da un iter nor-mativo travagliato se si pensaai tanti provvedimenti modifi-canti la parte IV del CodiceAmbientale. La finalità prevalente è farechiarezza sui problemi di in-terpretazione del Testo UnicoAmbientale D. Lgs. 152 del2006. Infatti, è importante cheil T.U. sia omogeneo ed uni-forme nella sua applicabilità.Esempio indicativo di quantovi sia da fare è quello del rici-clo tessile, che a livello nazio-nale ha un’applicabilità diso-mogenea, e, questo comportaconcorrenza sleale nel tessutoproduttivo e occupazionale,perché laddove vi è una sensi-bilità degli enti competenti adinterpretare la legge in ma-niera arbitraria, si penalizzacoloro che ne attuano le pre-

scrizioni autorizzatorie inmodo corretto (Napoli e Ca-serta). Altra criticità è rappre-sentata dai tempi biblici dellaP.A. che rallentano notevol-mente le opportunità che la

green economy oggi presenta.Per l’emissione di una valuta-zione di impatto ambientale itempi medi previsti vanno dai6 ai 9 mesi e qualcuno addirit-tura superiore ad un anno.

L’autorizzazione per l’aper-tura di un impianto di recu-pero è prevista mediamente in12 mesi. Sommando i tempi, un iter sicompleta in 24 mesi. Troppiper un’economia che corre ve-loce. Se non vi è omogeneitànell’applicazione dei decretiambientali non solo non vi èsviluppo, ma, depauperizza-zione perché si emigra “al-trove” e questo, prosegueBorbone, è un pericolo dascongiurare. La piena attuazione delle in-dicazioni UE in termini di ri-fiuti consente di risparmiare72 miliardi di euro l'anno, in-crementando di 42 miliardi dieuro il fatturato annuo delsettore che gestisce i rifiuti edel settore del riciclaggio cre-ando oltre 400 mila posti di la-voro entro il 2020 e noidell'ANGAM cerchiamo didare nel migliore dei modi ilnostro contributo. Sebbene giovane, l'associa-zione ha al suo attivo molteiniziative alcune delle qualicon il Patrocinio del Ministerodell’Ambiente e della RegioneCampania:il I° ConvegnoANGAM – “Analisi e prospet-tive sulla Gestione dei Rifiuti

e delle Bonifiche nell’ambitodel “Codice Ambientale” - 18aprile 2015 Grand Hotel“Vanvitelli” - Caserta e il II°Convegno ANGAM – “GreenEconomy, Piano Regionalesulla Gestione dei Rifiuti edelle Bonifiche: limiti e oppor-tunità d’impresa” 16 aprile2016 Grand Hotel “Vanvitelli”- Caserta ed in quell'occasionele proposte formalizzate dal-l'ANGAM al Ministro del-l’Ambiente Galletti, sono statela richiesta di un tavolo tec-nico istituzionale di concerta-zione ambientale permanentepresso il ministero dell’am-biente e la richiesta di ade-sione formale di una propriarappresentanza all’interno delComitato Nazionale dell’AlboNazionale Gestori Ambientaliai sensi del Dlgs n.152/06Capo I dell’art.3 comma 1 DM120/2014. Inoltre vi sono statela partecipazione a TraspoDay Fiera Logistica e Distri-buzione 2016 a CAPUA dal 17al 20/03/2016 e la partecipa-zione a Energymed Recycle2016 (Napoli. 31 marzo - 2aprile) che si è tenuta pressola Mostra d’Oltremare di Na-poli. (Foto in basso da julienews.it)

Anche l'ANGAM alla presentazione del Rapporto Rifiuti Speciali Edizione 2016

Angelo Morlando

Abbiamo intervistato RossanaTenerelli, responsabile comu-nicazione e relazioni esternedell’organizzazione Oceano-mare Delphis Onlus. L’organizzazione no profit èdedita allo studio e alla con-

servazione dei cetacei nel ba-cino del Mediterraneo e con-duce da più di vent’anni“Ischia Dolphin Project” (IDP)che costituisce un programmadi ricerca e conservazione deicetacei nel Tirreno centrale. Il programma si sviluppa so-prattutto nell’area di mare tra

Ischia e Ventotene che com-prende il sistema di canyonsottomarini di Cuma, inclusal’Area Marina Protetta deno-minata “Regno di Nettuno” esi propone di fornire dati rela-tivi alla presenza e distribu-zione delle sette specie dicetacei che frequentano l’area

(stenella striata, delfino co-mune, tursiope, grampo, globi-cefalo, capodoglio e bale-nottera) attraverso tecnichevisive ed acustiche. L’analisi dei dati raccolti per-mette di modellare l’utilizzodell’habitat e, quindi, identifi-care aree critiche per alimen-

tazione, riproduzione e riposodelle diverse specie.Quali sono i risultati dellevostre ricerche?“Ad oggi, Oceanomare DelphisOnlus ha ottenuto numeroseinformazioni sulle popolazionidelle specie di cetacei presentinell’area e sulle loro abitudini. In generale, è stato dimostratoche le acque tra Ischia e Vento-tene rappresentano un impor-tante hotspot per i cetacei ditutto il Mediterraneo. L’origine vulcanica di questeisole ha generato una diversitànella morfologia dei fondaliche comprendono: canyon,montagne sottomarine, secchee praterie di Posidonia. Of-frendo, inoltre, habitat a di-verse specie marine, plancton,cefalopodi, pesci e grandi pre-datori pelagici (cetacei, tonni,pescespada, squali, mante).Le specie monitorate indicanoun alto livello di fedeltà al-l’area di studio, sia per le atti-vità di alimentazione che diriproduzione e allevamento deipiccoli. Per due specie, il delfino co-mune e il globicefalo, è statotuttavia registrato un dram-matico trend di diminuzionedegli avvistamenti”.

Segue a pag.6>>

La presenza dei cetacei in Campania Un’interessante intervista agli esperti dell’Oceanomare Delphis Onlus

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Ha destato clamore e pre-occupazione la notizia ap-parsa recentemente su “Ilvenerdì di Repubblica”, se-condo la quale, si cita: “ildelfino comune… si staestinguendo”.“Già dal 2003, la sottopopola-zione di delfino comune, èstata definita ‘endangered’(minacciata) ed inserita nellaLista Rossa degli animali inpericolo dell’IUCN (Unione In-ternazionale per la Conserva-zione della Natura). L’ultimoavvistamento di questa specienell’area di studio si era regi-strato nel 2013, ma qualchegiorno fa - notizia recentissimae positiva - l’equipe di ricerca-tori attualmente presente aIschia ha confermato l’avvista-mento di due esemplari di del-fino comune all’interno di ungruppo di un centinaio di ste-nelle (Stenella coeruleoalba) incorrispondenza delle testatedel canyon di Cuma.”Cosa è il canyon di Cuma?“Il canyon di Cuma e � unampio sistema che parte anord di Ischia, dalle aree pros-sime ai Campi Flegrei, e ter-mina in una valle sottomarina(che raggiunge una profonditàmassima di 850 m) tra Ischiae Ventotene. L’asse principaledel canyon è orientato sudo-vest-nordest e da esso si dipar-tono parecchi canali tributariminori (Canyon di Punta Cor-nacchia, Canale erosionale diForio, Canyon di Punta Chia-rito, etc.). Questo canyon rap-presenta un grande bacinosedimentario per i materialiche vengono trasportati lungola costa dai fiumi Volturno eGarigliano (Golfo di Gaeta).La morfologia del canyon au-menta la velocità di upwelling(risalita di acque profonde) efunge anche da condotto diconvogliamento alle acque delbacino profondo (Pennetta etal., 1998). I canyon sottoma-rini giocano un importanteruolo negli eventi biologici esono delle aree di alta biodi-versità marina e di grandeconcentrazione di fauna pela-gica per via dello loro caratte-ristiche oceanografiche.”Lo scorso aprile, l’isolad’Ischia è stata teatro in-ternazionale per la Scienzae la Natura con l’obiettivodi tutelare il delfino co-mune e proteggere un pa-trimonio marino di inesti-mabile valore. La regia èstata proprio di Oceano-mare Delphis Onlus. Cosaè, quindi, il Patto di Ischiae chi sono i soggetti coin-volti?“Oceanomare Delphis Onlus –ha proseguito Rossana Tene-

relli - in collaborazione con ilBiological Conservation Rese-arch Foundation (Bicref -Malta) e Oceancare (Svizzera)ha promosso il 1° Workshop In-ternazionale sul delfino co-

mune tenutosi a Ischia dal 13al 15 aprile 2016 per valutarelo status della popolazione me-diterranea di questa specie,comprendere le minacce a cui èsottoposta e definire le azioni di

conservazione. Il Workshop hariunito 14 nazioni che si affac-ciano sul Mediterraneo percondividere dati e informazionisulle specie nelle aree di studioda loro presidiate. Ne è emersoun quadro complessivo checonferma il trend in declino dipresenza e abbondanza dellaspecie già evidenziato nel 2003dall’IUCN. Per tali motivi, du-rante il Workshop è stata for-malmente costituita una taskforce mediterranea di ricerca-tori, che hanno deciso di contri-buire, con le proprieconoscenze, alla definizione diun nuovo piano di conserva-zione condiviso tra le parti e sisono impegnati a promuoverele sue raccomandazioni e stra-tegie con i governi di apparte-nenza, declinandole a secondodella particolarità e problema-tiche del singolo caso.”

In conclusione di intervista,siamo riusciti a raccogliereanche una breve dichiarazionedi Barbara Mussi, vice presi-dente di Oceanomare DelphisOnlus e responsabile di IschiaDolphin Project: “Le principaliminacce a cui è sottoposto ildelfino comune in Mediterra-neo, e che impattano maggior-mente sul benessere di questianimali, sono rappresentateprincipalmente da attività an-tropiche come il sovrasfrutta-mento delle risorse ittiche e leinterazioni con la pesca, l’in-quinamento chimico e acustico,e il degrado dell’habitat.”Per saperne di più, vi invi-tiamo a visitare lo stupendosito dell’organizzazione:- http://www.oceanomaredel-phis.org(Foto dell’Oceanomare DelphisOnlus)

Luigi Mosca

È stata definita la Chernobyl italiana,anche se le conseguenze, per fortuna,non furono altrettanto tragiche, e lecause del tutto diverse. A quarantaanni dal disastro di Seveso, il presi-dente della Repubblica, Sergio Matta-rella, ha ricordato come questoincidente abbia contribuito, in Italia enon solo, a far maturare tra i cittadinie nelle istituzioni una coscienza am-bientale. Come nel giorno del quaran-tennale, anche il 10 luglio 1976splendeva il sole in Brianza. Era sa-bato, e la fabbrica Icmesa era in stopper manutenzione, quando alle 12:37lo scoppio di un reattore provocò la fuo-riuscita di Tcdd. Poche centinaia digrammi di diossina, capaci di propa-gare nell’atmosfera una irrespirabile«nuvola rosa», come l’hanno descritta itestimoni dell’incidente. A risultarecontaminati furono aree abitate com-prese tra Meda, il comune che ospitaval’impianto, e le vicine Seveso e CesanoMaderno. Particolare forse non cono-sciuto da tutti: l’acronimo Icmesa staper Industrie chimiche meridionalis.a.. «Meridionali» perché il primo sta-

bilimento italiano, messo in funzioneda questa società svizzera negli anniVenti del Novecento, aveva sede a Na-poli. Poi, negli anni Quaranta, la sceltadi avviare un sito produttivo inBrianza. Una fabbrica al centro di pre-occupazioni e contestazioni, già primadel disastro del ’76. Ma in quei giornifatidici, non tutti compresero subito laportata dell’incidente. L’allora sindacodi Seveso, Francesco Rocca, raccontò diessere stato informato dei rischi di con-taminazione dell’ambiente dopo oltreventiquattro ore dall’esplosione. Solo il15 luglio, cinque giorni dopo la fuoriu-scita di diossina, vennero emanate leprime ordinanze: scattò il divieto, tra

l’altro, di consumare le colture locali, eper alcuni residenti addirittura l’in-giunzione di restare chiusi in casa. Iprimi giornalisti giunsero nell’areacontaminata solo il 16 luglio, allertatidallo stesso sindaco di Seveso. Le cro-nache di quei giorni contengono sceneraccapriccianti: centinaia di animalimorti nei campi e per le strade, vege-tazione rinsecchita in un raggio dimolti chilometri, e uccelli scomparsi,probabilmente fuggiti. Centinaia dipersone accusarono sintomi di avvele-namento, però non si registrarono de-cessi collegati con certezza allacontaminazione da diossina. Il partico-lare più drammatico: la cloracne che

colpì decine di bambini, una partico-lare forma di dermatite, assimilabile auna ustione, fortunatamente nongrave. Le foto dei piccoli volti deturpatifecero il giro del mondo, e restano an-cora oggi nell’immaginario di milioni dipersone. A fine luglio furono evacuateoltre 700 persone, e in seguito alcuneabitazioni furono demolite. L’area eva-cuata fu recintata con il filo spinato epresidiata dalle Forze armate. Cosaresta oggi di quella terribile espe-rienza? C’è una tragedia nella trage-dia, quella di Paolo Poletti, dirigentedello stabilimento Icmesa ucciso aMonza nell’’80 da tre terroristi di“Prima linea”. Ci sono le direttive “Se-veso” adottate dalla Cee e dall’Unioneeuropea per ridurre il rischio di inci-denti industriali: la prima nell’82, re-cepita in Italia solo nell’’88. Ci sono irisarcimenti versati dalla multinazio-nale svizzera proprietaria dell’Icmesa,che secondo alcune stime ammontereb-bero a oltre 200 miliardi di lire versatea circa duecento parti civili. Si ricor-dano poi le polemiche sugli aborti, cheil governo consentì alle donne dell’areacontaminata, in deroga alle leggi del-l’epoca, per scongiurare la nascita dibambini con malformazioni. Gli effettidi lungo periodo sulla salute della po-polazione locale sono, ancora oggi, nondel tutto chiariti. Si è detto, ad esem-pio, che dalle persone interessate dal-l’incidente sarebbero nati molte piùfemmine che maschi, rispetto a quantoci si aspetterebbe. Un’anomalia oggettodi diversi studi. C’è infine il Bosco dellequerce, che sorge oggi nei luoghi colpitidall’incidente, a cavallo tra i comuni diSeveso e Meda: lo scenario più ovvio, eanche più appropriato, per tutte le ini-ziative promosse in memoria della“Chernobyl italiana”.

(Foto da www.boscodellequerce.it)

SEVESO, PER NON DIMENTICARE

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 luglio 2016 - Anno XII, N.13Edizione chiusa dalla redazione il 15 luglio 2016

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOF. Clemente, F. Cuoco, F. De Capua, G. De Cre-scenzo, D. Matania, A. Esposito, R. Fanelli, R. Fe-miano, R. Funaro, G. Loffredo, R. Maisto, A.Morlando, A. Palumbo, A. Paparo, S. Patrizio, T.PolliceSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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Sono passati quaranta anni dal disastro che ha segnato la storia della protezione ambientale

1976-2016

Salvatore Patrizio*

Leggera, flessibile, arrotolabile, biodegradabile, indossabile e moltealtre cose ancora. Questi sono solo alcuni dei tanti termini con cui pos-siamo identificare i circuiti elettronici del prossimo futuro, innovativicircuiti in cui la plastica, strano ma vero, è la componente principale.Tradizionalmente le plastiche sono considerate materiali inadatti allosviluppo di circuiti elettronici. Infatti, la fabbricazione dei dispositivielettronici convenzionali richiede alte temperature di processo e il si-licio, il materiale principale su cui si basa la moderna microelettronica,ha proprietà molto diverse rispetto ai materiali plastici. Di recente,però, è stato messo in evidenza che tra i numerosi tipi di plastica neesistono alcuni, quali i polimeri a base di carbonio, capaci di traspor-tare cariche elettriche e, per questa ragione, impiegati per la realizza-zione delle componenti attive di dispositivi elettronici, come diodi,transistor e sensori. Dall’unione della ricerca scientifica con la compo-nente artistica ed in occasione della III edizione del workshop scienti-fico SINFO- “Surfaces, Interfaces and Functionalization Processes inOrganic Compounds and Applications”, convegno organizzato dalC.N.R. e ospitato dalla Scuola Politecnica e delle Scienze di Base,presso l’Università di Napoli “Federico II” il 27/29 giugno 2016, è sca-turita l’idea della mostra “Elettronica di plastica” che si tiene dal 28giugno al 22 luglio 2016 presso la Fondazione Plart di Napoli. I conte-nuti e le applicazioni del percorso espositivo riguardano lo sviluppo didispositivi elettronici flessibili, con interesse applicativo in tre specificicampi di attività: bioelettronica e biosensing, sistemi elettro-ottici/con-versione di energia, dispositivi e circuiti elettronici avanzati. I prodottiospitati nella mostra sono stati messi a disposizione da varie Univer-sità ed Enti di ricerca. Per quanto riguarda il C.N.R. gli Istituti parte-cipanti sono: Imem, Imm, Ipcb, Irc, Isasi, Ismn, Isof, Nanotec, Spin.L’organizzazione della mostra è stata curata dal C.N.R.-Direzione Ge-nerale, Ufficio Comunicazione, Informazione e Urp e dal C.N.R.-Spincon il Dipartimento di Fisica-Università di Napoli “Federico II” (prof.Antonio Cassinese); il referente organizzativo è la dr.ssa FrancescaMessina del C.N.R. La Fondazione Plart si trova in via G. Martuccin. 48 – Napoli. Giunti alla mostra sarete accolti in maniera affabiledallo staff interno composto dalle gentilissime Antonella, Laura e Pina.

*C.N.R. – Napoli

Elettronica di plasticaIl C.N.R. in “mostra” presso la Fondazione Plart di Napoli

Anna Gaudioso

Quanti sanno che c’è ungiorno sul calendario in cuitutti, proprio tutti i cittadinidel mondo, sono riuniti e con-siderati idealmente allo stessomodo in quanto abitanti diquesto pianeta? Undici luglio2016: Giornata Mondialedella Popolazione, una datache rappresenta tutta l’uma-nità. Quest'anno coincide con laprevisione di un traguardoimportante: la nascita delsette miliardesimo abitantedella terra. Poco più di cin-quanta anni fa un altro mo-mento di straordinariaimportanza: la DichiarazioneUniversale dei Diritti Umaniadottata dalle Nazioni Uniteil 10 Dicembre 1948, per laprima volta nella storia un do-cumento, considerato di va-lore universale, che continuaad avere grande efficacia nellavita dei popoli di tutto ilmondo. È un’occasione per celebrarela nostra unità in quanto es-seri umani e la nostra diver-sità nei suoi aspetti più ampi.Perciò un richiamo alla nostraresponsabilità condivisa diprenderci cura gli uni deglialtri e del nostro pianeta.Questa giornata si celebra intutto il mondo e nei modi piùvari. La stragrande maggio-ranza della gente aspira ad ot-tenere diritti universali,diritti che le Nazioni Unite so-stengono costantemente. Inoccasione del raggiungimentodi “quota sette miliardi”,l’Onu sta lanciando la campa-gna per «7 miliardi di azioni»,per contribuire a un mondomigliore. Infatti con l’ azionedi ognuno sarebbero già «7 mi-liardi di azioni» a partecipareal nostro futuro comune. Lepersone che abbracciano lasperanza sono tante ma an-cora poche. Mettere fine alla povertà, alladisuguaglianza, favorire unavita prospera, la pace, proteg-gere il nostro pianeta, tutelarele risorse naturali che sono ilnostro sostentamento: questisono gli Obiettivi di Sviluppodel Millennio da promuoverecon tutte le nostre forze. Ilsette miliardesimo bambinoarriverà nel nostro mondo

pieno di complessità e di con-traddizioni. Abbiamo abba-stanza cibo per tutti, eppurequasi un miliardo di personesoffre la fame. Abbiamo mezziper debellare molte malattie,eppure continuano a diffon-dersi. Graziati da un am-biente naturale ricco, eppureaggredito e sfruttato. Ogni persona di coscienzasogna la pace, eppure unaparte troppo grande delmondo è in guerra. Ognuno dinoi dovrebbe mettere in giocoil meglio di sé per superare

queste sfide e intraprendereazioni per creare un futuromigliore per le generazioni fu-ture. Troppe battaglie sonoancora aperte. Antonio Cas-sese ha scritto un libro, “ilSogno dei diritti umani”, incui evidenzia le principaliquestioni del nostro tempotravagliato. Egli avverte sem-pre un’illuministica aspetta-tiva di cambiamento e unadomanda ansiosa e sotterra-nea: «perché tanta malvagitànel mondo? Cosa ci spinge aessere animali così crudeli?».

World Population Day Siamo più di sette miliardi

Rosemary Fanelli

Vegetariani, ma solo per ungiorno: fa bene al Pianeta ealla salute. Eliminando carnee derivati una volta la setti-mana, oltre ad adottare un re-gime alimentare sano, sicontribuirà a ridurre gli ecces-sivi consumi di carne, a causadei quali si stima che la produ-zione mondiale dovrà raggiun-gere i 200 milioni di tonnellateentro il 2050, con effetti deva-stanti per l’ambiente. Bastipensare che per produrre unkg di carne occorrono 15 milalitri di acqua, la stessa quan-tità necessaria per 12 chili digrano o 118 chili di carote. Inrealtà, già da tempo è partitauna vera e propria campagna

di demonizzazione della carne,in parte dettata da una modaalimentare, che vede il prolife-rare di vegani e sostenitoridella dieta macrobiotica. Unatendenza parzialmente aval-lata dalla comunità scientifica,che ha verificato come la peri-colosità della carne sia dettatada molteplici fattori, quali lemodalità di conservazione e dicottura, la presenza di antibio-

tici utilizzati negli allevamentiintensivi, ma anche l’eccessivapresenza di grassi saturi e diferro del gruppo eme. In dosieccessive, queste sostanze sti-molano l’aumento di coleste-rolo, i livelli di insulina nelsangue e l’infiammazione deltratto intestinale. Il gruppoeme, inoltre, stimola la produ-zione di sostanze cancerogene,aumentando la possibilità disviluppare tumori al colon-retto. Un recente studio del-l’Università di Oxford haevidenziato che, se tutto ilmondo adottasse una dietastrettamente vegana ovveropriva di derivati di origine ani-male, quali carne, latte, uova epesce, si risparmierebbero 8,1milioni di morti premature da

qui al 2050, mentre limitandoil consumo di carni rosse acirca 300 grammi alla setti-mana si eviterebbero 5 milionidi morti. Pur essendo acclaratii vantaggi legati al consumo divegetali, bisogna comunqueconsiderare che la carne con-tiene alcuni nutrienti, quali lavitamina B12 e il ferro, pre-ziosi per l’organismo. Dalpunto di vista biochimico, inol-tre, la carne è ricca di aminoa-cidi e di proteine, qualil’emoglobina e mioglobina, in-dispensabili per catturare lemolecole di ossigeno per la pro-duzione di energia. Modifica-zioni troppo drastiche delproprio regime alimentare po-trebbero pertanto avere effettidevastanti sull’organismo.

Un giorno da vegetariani per l’ambiente

Attraversando un secolo e mezzo di storia, la popolazione ita-liana ha subito profondi mutamenti. Lo rileviamo anche dai datidell’Istituto Statistico Nazionale, che ha pubblicato gli indicatoridemografici della popolazione italiana inerenti all’anno 2015.Al 1° gennaio 2016 la popolazione in Italia risulta essere pari a60 milioni 656 mila residenti. Si riduce di 139 mila unità rispettoall’anno precendete. Gli stranieri censiti sono stati 5 milioni e 54 mila, pari a una per-centuale dell'8,3% della popolazione totale, subendo, quindi, unincremento rispetto al 2014 di 39mila unità.In 150 anni la popolazione del Centro-Nord è triplicata, mentrequella del Mezzogiorno è solo raddoppiata, a causa delle forti mi-grazioni Sud-Nord del passato e della preferenza dei migrantistranieri che prediligono insediarsi nelle regioni settentrionali.La nostra popolazione, dall’Unità d’Italia in poi, ha subito quellache gli studiosi chiamano la “transizione demografica”: cioè altie bassi di natalità e mortalità, valori sensibilmente più bassi edi nuovo assai vicini o, com’è in Italia negli ultimi anni, con ilnumero di decessi che supera quello delle nascite. Poi, la natalitàsi è mantenuta più alta della mortalità, che è calata prima e finoa quando l’invecchiamento della popolazione non l’ha livellata. Il crollo della natalità è invece più recente, mentre il tasso di na-talità ha avuto una certa ripresa nel secondo dopoguerra (baby-boom degli anni ’60).L'analisi della struttura per età di una popolazione considera trefasce di età: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65anni ed oltre. A.G.

Intanto gli italianinel 2015 sono diminuiti

Quest’anno è stata superata un’importante soglia demografica

Ilaria Buonafanti

Da qualche anno molti stabili-menti balneari d’Italia, danord a sud, hanno mutatoforma diventando finalmenteaccessibili a tutti e consen-tendo anche alle persone condisabilità di godersi una va-canza al mare.Largo dunque a rampe e pas-serelle che consentano a chi hadeficit motori di raggiungere ilmare, a servizi igienici utiliz-zabili anche da chi è in carroz-zina e ad appositi parcheggi,affinché le spiagge possano es-sere posti liberi e sicuri a mi-sura di tutti. Liguria e Toscana le regionipiù virtuose dove i tratti dicosta accessibili sono semprepiù diffusi. Tra gli stabilimentibalneari ricordiamo la spiag-gia Tangram, a Follonica, do-tata di sedie a rotelle specialiper muoversi sulla sabbia e divarie rampe che consentono achi è in carrozzina di spostarsiautonomamente e di raggiun-gere il mare.Il lido Tangram è studiato,inoltre, per consentire l’accessoalle persone non vedenti. Si-tuato nella stessa zona ancheil Bagno Nettuno, uno stabili-mento privo di barriere checonsente a chi ha un deficitmotorio di usufruire di unospeciale pedalò, azionato solocon la forza delle braccia.In Emilia Romagna, a Viserbadi Rimini, il bagno Egisto 38 èattrezzato da anni per tutti.Due rampe d’accesso facilitanol’ingresso alla struttura; duecarrozzine con passerella con-sentono di raggiungere ilmare. Anche le attrezzature daspiaggia sono studiate per ognitipo di cliente: i cammina-menti laterali permettono diraggiungere facilmente gli om-brelloni e i lettini sono oppor-tunamente rialzati, perfavorire il passaggio delle car-rozzine. Inoltre il bagno Egisto38 ha aderito al progetto“Friendly Autismo Beach a Ri-mini”, garantendo accesso epermanenza sicuri anche aibambini colpiti da autismo.Tra gli accorgimenti messi adisposizione dallo stabilimentovi è la possibilità di prenotareun ombrellone in una zonatranquilla, lontana dai rumorie dalla musica, l’installazione

di punti di riferimento sem-plici, visivi e pratici per ilbimbo e, in ultimo, la presenzadi uno staff formato per soddi-sfare tutte le esigenze dei pic-coli e della famiglia.Meta turistica per eccellenza,anche il Salento si dimostra at-tento al tema disabilità. A SanFoca, in provincia di Lecce, dal2014 è attivo il progetto IOPOSSO “La Terrazza Tutti almare!”, sostenuto dall’Associa-zione italiana sclerosi lateraleamiotrofica (Aisla) a favore

delle persone colpite da SLA.In forte crescita, anche inCampania, le spiagge “dogfriendly” dove i cani e i loro ac-compagnatori possono diver-tirsi insieme. Gli ospitipossono utilizzare in tranquil-lità e sicurezza postazionispiaggia dotate di ombrelloni,lettini e brandine per i cani,cabine, toilette, docce, area ri-storo, corner shop e tuttoquanto serve per trascorrere almeglio una giornata di va-canza al mare.

Spiagge per tutti: la vacanza senza barriere

Gennaro Loffredo

Il mese di Luglio ci traghettanel pieno dell’estate mediterra-nea. Per molte regioni, il pe-riodo in questione risulta ilmeno piovoso dell’anno e le on-date di caldo possono essere ta-lora intense e fastidiose.Quest’anno la stagione estiva(ricordo che meteorologica-mente parlando inizia il 1 giu-gno) è stata nella sua faseiniziale caratterizzata da in-stabilità e temperature che sisono mantenute in linea o pocoal di sotto del valore normale.Le regioni che, in questa primafase dell’estate, sono state in-teressate da questa situazionemeteorologica sono quelle cen-

tro settentrionali della peni-sola italiana; mentre le regionimeridionali sono state spessoinfluenzate da brevi ma in-tense ondate di caldo portatedall’anticiclone africano alter-nate a rinfrescate anche note-voli. La causa è imputabile alla po-sizione anomala dell’antici-clone delle Azzorre, il qualetende ad essere spesso e volen-tieri sbilanciato verso nord afare da scivolo alle correnti ci-cloniche oceaniche. Giugno,primo mese dell’estate meteo-rologica, è stato quindi un ap-pendice della primavera. Conil mese di Luglio, invece, la cir-colazione atmosferica europeaha subito alcune modifiche. Le

correnti umide oceanichehanno subito un graduale in-debolimento e gli anticiclonihanno acquistato la forza ne-cessaria per interessare tutto ilbacino del Mediterraneo e granparte dell’Europa centro-meri-dionale, dando il via ufficial-mente all’estate 2016. Standoall’elaborazione di alcuni mo-delli matematici la secondaparte dell’estate potrebbe es-sere fisiologicamente e statisti-camente più stabile dellaprima e di stampo pienamenteestivo, anche se bisogna met-tere in conto che in meteorolo-gica la legge della persistenzapotrebbe favorire l’alternarsi diperiodi di tempo stabile o an-cora spesso inaffidabili, specie

sul Nord-Italia. Rispetto agliultimi anni, tuttavia, la pre-senza più invadente dell’anti-ciclone delle Azzorre (iltermoregolatore per eccellenzadelle estati mediterranee) po-trebbe favorire una secondaparte dell’estate calda masenza particolari eccessi, inter-vallata di tanto in tanto dapassaggi più freschi ed insta-bili e da sporadiche quantobrevi rimonte nord-africane,così come avevano prospettatoi giapponesi agli albori dellastagione estiva. Vedremo nel corso delle pros-sime settimane se tale evolu-zione sarà confermata osmentita dagli eventi atmosfe-rici.

Dopo una prima parte fresca ed instabile, come proseguirà l’estate 2016?

Alessia Esposito

Esistono guide per qualsiasi tipo di viaggio. Poteva dunque man-carne una per coloro che decidono di affrontarne uno utilizzandocome solo mezzo di trasporto i propri piedi?Ecco così il decalogo del viaggiatore a piedi elaborato dalla Com-pagnia dei Cammini, associazione no profit che opera nel settoredel turismo responsabile. Il primo consiglio è quello di liberarsidalle preoccupazioni lasciando che il cammino contribuisca a eli-minare stress lavorativi e ansie personali. Questo perché, comesottolinea la seconda regola, durante il viaggio a piedi è neces-sario portar con sé lo spirito di adattamento che permette di ap-prezzare nuove esperienze e di trovare nuove risorse in se stessi.Il terzo consiglio è valorizzare l’incontro con le persone e con lanatura, il quarto è portare con sé solo l’indispensabile. Questovale per il bagaglio, che deve essere necessariamente leggero,ma ha anche un significato psicologico. Quinta regola è accettaregli imprevisti come perdersi o non rispettare la tabella di marcia,tenendo lontana l’ansia di avere sempre tutto sotto controllo.Sesto: non aver paura di rendersi irreperibili. Staccare il telefonoper poter davvero “staccare la spina”. Settimo must quello di im-parare a vivere in gruppo, mettendo a disposizione le propriecompetenze e lasciando il giusto spazio agli altri. Ottava regolaè non correre verso la meta, ma godersi il viaggio e il proprioritmo, così come, ed è la nona regola, il silenzio e i suoni dellanatura. Ultimo consiglio è utilizzare la figura della guida per ri-solvere problemi, ma senza avere un’ansia da prestazione diviaggio. Tra le mete italiane suggerite dalla Compagnia, il per-corso sulla gran balconata del Cervino o quello del Parco Nazio-nale d’Abruzzo con i suoi “tratturelli”. Cammini storici cheripercorrono i sentieri partigiani sono invece quelli del Parco Re-gionale dell’Alpe Veglia e Alpe Devero. Per chi fosse amante delmare, invece, c’è la via Cretese in Grecia il cui punto d’arrivo èal monastero di Chrisoskalitisa, a picco sul mare, che si candidaa diventare un must di tutti i viaggiatori a piedi.

Il decalogo del viaggiatore a piedi

Diversamente abili, bimbi autistici, animali domestici: il mare è un diritto!

Antonio Palumbo

La bellezza e la varietà delterritorio italiano - e, segnata-mente, dei nostri parchi edelle nostre aree protette - co-stituiscono ancora, dal puntodi vista naturalistico, un im-menso ed inestimabile patri-monio e, sotto l’aspetto dellosviluppo economico e turistico,una grande attrattiva per ri-lanciare e valorizzare contestie comunità locali. È necessa-rio, dunque, seguire percorsicapaci di mirare continua-mente - attraverso l’adozionedi pratiche progettuali at-tente, qualificate ed ecocom-patibili - al conseguimento diuna sempre maggiore sosteni-bilità ambientale.La tematica trattata presentarisvolti estremamente com-plessi. Essi muovono dalle ri-flessioni di Park ed Innis sulconflitto innescato dal para-digma newtoniano tra uomo enatura; passano per gli studidi Giddens e Jonas sull’omolo-gazione concettuale dei ter-mini “territorio”, “ambiente” e“paesaggio” - la quale ha favo-rito progressivi (e sempre piùmarcati) processi di disembed-ding tra gli uomini ed i propriluoghi di appartenenza - sin-tetizzata dal “villaggio glo-bale” di Marshall McLuhan;giungono al riconoscimentodel problema ambientale (conun contemporaneo e progres-sivo accantonamento delleistanze globalizzanti) - che, daoltre un ventennio, tenta dipromuovere un nuovo pattoplanetario, “sostenibile” ed“identitario”, per il ri-conosci-mento e la ri-considerazione,da parte di tutte le comunitàumane, delle specifiche va-lenze dei luoghi naturali edelle loro diversità - definitodalla “triade ecologica” diPierre-Félix Guattari e dalla“nuova alleanza” proposta daIlya Prigogine e Isabelle Sten-gers. È noto come ai territoridei parchi si attribuiscano,ormai comunemente, funzionirelative alla “tenuta” dei pae-saggi e degli insediamenti sto-rici, oltre che alla tuteladell’ambiente naturale e allaconservazione della biodiver-sità: specialmente in relazionea queste istanze permangononumerosi interrogativi, legatialla trattazione delle temati-che comuni alla pianificazione

ambientale e alla progetta-zione nelle aree protette, ed èoggi convinzione condivisa cheessi non possano più essere li-quidati come “particolari tra-scurabili” e che meritinoinvece analisi approfondite erisposte esaurienti, a partiredalle questioni attinenti allerelazioni, spesso molto com-plesse, tra le problematicheda affrontare con gli inter-venti e le caratteristiche degli

specifici contesti naturali incui ci si trova ad operare.A molti di questi interrogativinon solo è difficile poter for-nire risposte univoche maanche poterle fornire in ter-mini di certezza - acclaratal’impossibilità di predefinirepercorsi di studio e di ricercavalidi una volta per tutte - do-vendo piuttosto assumere l’in-certezza come fattore-guidanella costruzione di un pro-

cesso di «mobilitazione di co-noscenze multiple orientate alprogetto», al cui interno anchele comunità e le istituzioni lo-cali possano diventare prota-goniste assieme agli espertiportatori di competenze disci-plinari plurali. Ciò vale amaggior ragione in un territo-rio come quello della Campa-nia, dove, specialmente negliultimi decenni, le questioniinerenti alla salvaguardia del-

l’ambiente e del paesaggiosono diventate urgenti, vastee complesse e dove, il più dellevolte, si fa fatica a trovare il‘bandolo della matassa’quando si affrontano (o si ten-tano di affrontare) i temi dellatutela e della valorizzazionedei territori: è soprattutto qui,dunque, che il progetto in areaparco va ridefinito secondomodalità nuove ed approcciecocompatibili ed integrati.

I progetti sostenibili nelle aree verdiUn immenso ed inestimabile patrimonio per rilanciare contesti e comunità locali

Fabiana Clemente

Bibite fredde in lattine ad im-patto ambientale zero? Si intra-vede, dagli Usa, uno spiraglio diluce per consumare bevanderinfrescanti senza gravare sulprecario equilibrio ambientale.Un must have rinfrescante diogni estate e non solo. Gettonatesulle spiagge, presenti in ogniaperitivo della giornata. Ergo,enormi quantità di plastica elatta sprecate ogni giorno. In-genti quantitativi riversati inmare, aggravano maggiormentela piaga dell’inquinamento –compromettendo lo stato di sa-lute dei pesci e di conseguenzaanche il nostro. Come scongiurare tale pericolo?In che modo ridurre lo spreco ditali materiali deleteri per l’am-biente? Una proposta al pro-blema sembra provenire dallaSaltwater Brewery – una pic-cola azienda della Florida, pro-duttrice di birra, fondata dapescatori e surfisti. Nella fatti-specie, la soluzione messa apunto riguarda uno degli imbal-laggi maggiormente pericolosi,

ovvero gli anelli di plastica checonfezionano insieme le lattineal supermercato. La Saltwater Brewery ha decisodi puntare sul riutilizzo di ma-teriale di scarto della lavora-zione della birra. E in secondabattuta, si è dedicata alla realiz-zazione di imballaggi in grado didecomporsi facilmente senza in-quinare, bensì diventando fonte

di nutrimento per le forme divita marine. Dunque, lattinebiodegradabili e compostabili al100%. Le materie prime impiegatenella realizzazione di tali pro-dotti sono orzo e grano – piùesattamente i residui di scartoderivati dalla produzione dibirra. Materiali che non avreb-bero nessun impatto nocivo sui

pesci, tartarughe e uccelli, bensisarebbero per loro una fonte disostentamento. Una soluzione ecosostenibileche apre la strada a nuovi oriz-zonti, nuovi modi di pensaregreen, nuove soluzioni consape-voli di acquisto e di consumo.Non più oggetti dannosi perl’ecosistema ambientale, mavero e proprio cibo per gli abi-

tanti animali. Purtroppo il viaalla realizzazione si scontra conproblemi di carattere econo-mico. I costi di produzione risul-tano essere troppo elevatirispetti ai più comuni anelli diplastica. Per questo motivol’azienda ha chiesto ai suoiclienti di fare una scelta etica,accettando di pagare un po’ dipiù pur di tutelare l’ambiente.

Un’agricoltura più produttiva,salutare per l’uomo e sosteni-bile per l’ambiente? Non è piùutopia! La realtà dei comunifertilizzanti chimici fa parteoramai del passato. A dimo-strarlo sono le recenti ricercheincentrate su alternative ecoso-stenibili, a ridotto impatto am-bientale. Basti pensare allascoperta di nuovi fertilizzantibiodegradabili e innocui perl’uomo, ottenuti dall’esoschele-tro di artropodi - come crostaceied insetti. La ricerca è stataportata avanti da un team diricercatori del Centro di Biotec-nologie vegetali e Genomicadell’Università Politecnica diMadrid – con a capo la Dr.ssaMarta Berrocal – in collabora-zione con altri ricercatori del-l’Università di Amburgo. Nellospecifico, si tratta di una verae propria scoperta scientificache ha sviluppato una nuovametodologia per ottenere dallachitina – costituente essenzialedegli esoscheletri di crostacei einsetti, un fertilizzante orga-nico, ma insolubile, capace dirigenerare i suoli eccessiva-mente sfruttati dall’agricol-

tura. Queste categorie di ani-mali appartengono al phylumartropodi, caratterizzati dallapresenza di uno scheletroesterno a protezione del corpo.Sono composti che possono es-sere utilizzati in quantità infe-riori rispetto ai compostiazotati inorganici, in quantonon vengono eliminati conl’evaporazione o la liscivia-zione. I ricercatori hanno notato, du-rante le varie sperimentazioni,che nelle piante trattate contali composti si registrava unaumento di circa il 10% delcontenuto totale di azoto e car-bonio e un aumento significa-tivo delle radici. Risultatiottimali da poter pensare ad

un impiego dei biofertilizzantisu ampia scala. Dalle specievegetali a quelle forestali. Que-sto permetterà ai suoli di riac-quisire sostanze nutrientiperdute a causa dell’eccessivosfruttamento del terreno. Inol-tre, la loro essenza ecososteni-bile offre un’alternativa noninquinante, rispetto agli agentitossici rilasciati nell’ambientedai fertilizzanti azotati inorga-nici. Un altro vantaggio risulta es-sere quello economico. Bastipensare che l’utilizzo dei nuovicomposti comporterebbe un ri-sparmio di circa il 10% rispettoai fertilizzanti comuni. Ergo,una metodologia green, ecolo-gica ed economica. F.C.

Le lattine di birra ecosostenibili

Petrorov, il robot che aiutaad esplorare il suolo

Anna Paparo

Da oggi fare rilievi geologicied analisi del suolo sarà piùfacile. Il merito è di Petrorov,il nuovo progetto di PetroLo-gic Synergy, azienda spin offdell'Università di Siena. Lastart up sta completando ilprogetto e la costruzione delprimo prototipo di questa in-novativa piattaforma robotiz-zata ispirata al concetto deirobot Viking e Curiosity, chehanno esplorato il suolo diMarte. La sua peculiarità èquella di poter acquisire mol-teplici dati ambientali, petro-logici e geofisici su suolo esottosuolo, fondamentali inogni campo, dall’agraria almonitoraggio ambientale,dalla geotecnica all’archeolo-gia. Inoltre, il primo esem-plare ha già a bordo glistrumenti per misurare inmodo preciso resistività e su-scettività magnetica, i para-metri più usati nel mondonelle prospezioni, nelle ricer-che di acqua nel sottosuolo,nelle ispezioni di archeologiapreventiva. L’idea si deve ad

Eleonora Strada, dottore di ri-cerca in Scienze polari e paleo-magnetismo dell’Universitàsenese, aiutata da FrancoMaria Talarico, docente deldipartimento di Scienze fisi-che, della Terra e dell'am-biente e dalla collaborazionedi Riding Engineering srl, co-struttore di mini-dumper. Peri sensori geofisici collabore-ranno Dario Albarello, do-cente di Geofisica, e TommasoColonna di GeoExplorer, spinoff del Centro di Geotecnolo-gie dell’Ateneo, mentre il si-stema di rete e la partehardware e software sarannoa cura di Alessandro Pozze-bon, ricercatore di Ingegneriadell'informazione e Scienzematematiche. L’obiettivo è quello di imple-mentare tecnologie innova-tive, sviluppando progetti eservizi in grado di migliorarele interazioni tra ricerca, inse-gnamento, monitoraggio e so-luzioni ambientali per igeomateriali in diversi set-tori, da quelli dell'energia aquelli dell'edilizia e dell'inge-gneria civile.

Dall’esoscheletro di crostacei e insetti,nuovi fertilizzanti biodegradabili

Imballaggi realizzati con orzo e grano in grado di decomporsi facilmente senza inquinare

Fabio Cuoco

Negli ultimi anni, in tutto ilmondo è cresciuta molto lapaura nei confronti della me-ningite, in special modo dopodiversi episodi ravvicinati chehanno portato alla morte deisoggetti affetti da questa pato-logia. Prima di provare ad ana-lizzare la malattia, è necessariodefinirla: la meningite è un’in-fiammazione che interessa lemeningi, vale a dire le mem-brane che rivestono sia il cer-vello che il midollo spinale.Esistono diverse forme di me-ningite, più o meno gravi:quella di tipo virale, conosciutacome “meningite asettica” ed èuna forma molto lieve di questamalattia. I sintomi di questa ti-pologia di meningite possonoessere confusi con quelli di unabanale influenza e, per questo,molte persone non sanno nep-pure di averla contratta. Di-verso, invece, è il caso della“meningite batterica”, unaforma più aggressiva e che, senon diagnosticata e curata intempo può anche portare allamorte. Anche in questo caso, isintomi sono molto generici,come stanchezza, mal di testa,irritabilità e nausea, e per que-sto possono essere scambiatiper “avvertimenti” di patologiemeno gravi. Ciononostante, èsempre possibile accorgersi diaver contratto la meningitebatterica, facendo attenzione adiversi sintomi più specifici eche permettono di individuareil problema in tempo ed evitareconseguenze più gravi. Laprima cosa a cui prestare at-tenzione è la febbre: se il sog-getto fa registrare unatemperatura molto alta, in-torno ai 40°, bisogna subitoconsultarsi con un medico, spe-cie se tale status è accompa-gnato da rigidità in alcuneparti del corpo, come la nuca,tale da non permettere il con-sueto movimento del collo.Altro sintomo da non sottova-lutare è la comparsa di even-tuali convulsioni, le quali,anche nel caso non si trattassedi meningite, possono portare agravi conseguenze. In altri casi,si verificano veri e propri statidi confusione mentale, accom-pagnati da stanchezza, sonno-lenza, impossibilità dirimanere concentrati e, a volte,difficoltà nel parlare. Inoltre,

è necessario allertare il propriomedico nei casi in cui il sog-getto manifesta una ipersensi-bilità alle fonti di luce, ovveroquando i suoi occhi provano fa-stidio in presenza di luci forti.Per quanto concerne, poi, ibambini molto piccoli od i neo-nati, i sintomi possono risul-tare ancora più difficili daindividuare rispetto a quellidegli adulti. Anche in questocaso, però, è necessario pre-stare attenzione a qualchecampanello d’allarme: se il pic-colo dorme più spesso del solito,soffre di irritabilità e piange di

frequente, oppure se si identi-fica un preoccupante ingrossa-mento della testa nella zonacorrispondente alla cosiddetta“fontanella”, è consigliabileconsultare immediata- mente ilproprio pediatra di fiducia. Nonbisogna dimenticare, infine,che questa patologia è conta-giosa: pertanto chi è stato acontatto con persone affette dameningite, deve recarsi dal me-dico di base per sottoporsi allaprofilassi di routine e scongiu-rare, in questo modo, la possi-bile comparsa della malattia.

(Foto da www.intoscana.it)

I sintomi della meningiteda non sottovalutare

Di fanatismo alimentare sof-frono almeno 300mila italiani,ossessionati dal mangiaresano. L’ortoressia, dal greco Or-thos (giusto) e Orexis (appe-tito), è la frontiera delle nuovemalattie alimentari. Comel’anoressia e la bulimia, è indicedi una ossessione morbosa neiconfronti del cibo, basata sullaqualità, piuttosto che sullaquantità ingerita, che arriva adindurre disprezzo nei confrontidi chi non mangia sano. Ilprimo a coniare questo terminefu Steven Bratman, che già nel1997 individuò dei comporta-menti tipici del disturbo, qualiil trascorrere almeno tre ore algiorno a pensare ossessiva-

mente al cibo, selezionandolo inbase ai benefici sulla salute enon per il gusto, il sentirsi incolpa se non si segue la dietaabituale, il sentirsi padroni dise stessi solo se si mangia “cor-rettamente”. Tutti fattori chepermettono di collocare l’Orto-ressia nella categoria dellenuove dipendenze a carattereossessivo-compulsivo. Dallascelta dei prodotti “bio” alla ne-cessità di scegliere con cura glialimenti, leggendo e rileggendole etichette, per evitare l’assun-zione di carne, latticini, olio dipalma, pesticidi o organismigeneticamente modificati, alcoltivare in prima persona ver-dure e ortaggi, alla prepara-

zione del cibo secondo proce-dure particolari, ritenute esentida rischi per la salute (cotturaparticolare, utilizzo di un certotipo di stoviglie). Questi com-portamenti, nel tempo, indu-cono insoddisfazione edisolamento sociale, perché la

necessità di salvaguardare leregole alimentari finiscono conil somatizzare dei veri e propridisturbi fisici, inducendo indi-gestioni, nausea e vomito, oltread un’ansia sempre più cre-scente. Il paradosso dell’Orto-ressia risiede nel fatto che glistessi comportamenti alimen-tari che si adottano per control-lare la propria vita nelladirezione del benessere, arri-vano a controllare il soggettostesso, con l’illusione che tuttala salute dipenda dal cibo, men-tre viene precluso quel benes-sere che apportano sanerelazioni sociali, fondate sullacondivisione delle differenze.

Ros.Fa.

L’ortoressia, la frontiera delle nuove malattie alimentari

Negli ultimi decenni, l’uso dei telefoni cellulari è aumentatoesponenzialmente: per lavoro o per piacere, si passano ore adutilizzare lo smartphone sia per telefonate che per utilizzo diapp di messaggistica. Al di là degli effetti collaterali che leonde elettromagnetiche possono provocare ai nostri organivitali, la cui entità non è ancora ben definita, i ricercatoridell’Istituto di Neurologia dell’Università Cattolica del SacroCuore, in collaborazione con la Fondazione Policlinico Uni-versitario Gemelli di Roma, hanno appurato, attraverso di-versi studi, che l’utilizzo prolungato degli apparecchitelefonici potrebbe provocare danni meccanici agli arti supe-riori. In particolare, sia per le telefonate che per l’utilizzodello smartphone in generale, il gomito resta piegato perlungo tempo, causando uno stress meccanico del nervo ul-nare, posizionato proprio dietro il gomito. Ad ogni modo, èpossibile accorgersi se si sta esagerando con l’utilizzo dellosmartphone: il sovraccarico del nervo ulnare, infatti, com-porta un fastidioso formicolìo alle ultime due dita della mano,che sono collegate proprio al nervo in questione. I ricercatorihanno effettuato lo studio su un campione di 58 pazienti, iquali avevano dichiarato di riportare sintomi di sofferenza alnervo ulnare: utilizzando la tecnica neurografica, duranteuna simulazione di telefonata col cellulare della durata mas-sima di 18 minuti, gli scienziati hanno rilevato una condu-zione del segnale nervoso molto ridotta, nel tratto del nervoche passa sotto il gomito, solo dopo pochissimi minuti dal-l’inizio della simulazione. Anche per questo motivo, dunque,si consiglia l’utilizzo dell’auricolare per le telefonate, anchedi breve durata, contribuendo anche a salvaguardare il cer-vello da eventuali danni elettromagnetici. Fa.Cu.

Gli smartphone provocanodanni a braccia e gomiti

Sebbene possano sembrare sintomi generici, bisogna imparare a riconoscerli

Il primo a coniare questo termine fu Steven Bratman

La ricerca dell’Istituto di Neurologia di Roma

Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

L’arrivo di Carlo di Borbone aNapoli e la conseguente indi-pendenza del Regno nel 1734aprirono uno dei periodi piùsplendidi sotto l’aspetto sto-rico-politico e culturale. Na-poli diventò una delle pochecapitali del mondo e il Sette-cento vide fiorire la lettera-tura, la musica, il teatro,l’architettura come gli studiscientifici, giuridici o econo-mici. Naturali i riflessi anchesulla lingua. Accanto ad unacultura ufficiale e ai suoi espo-nenti più famosi si affermòuna nuova cultura del teatroradicandosi presso gli stratipiù alti e presso gli strati piùbassi della società napoletanacon varie e molteplici forme diespressione. Dai successi e dai primati delTeatro San Carlo a quelli delSan Carlino, dai teatranti distrada al Largo del Castello aquelli delle “guarattelle”, dalleopere buffe di autori come Ni-cola Corvo (sua la Patrò Ca-liennno de la Costa rappre-sentata nel 1709 al Fiorentini)

alla Canzona di Zeza (rappre-sentazioni improvvisate car-nevalesche) o alle centinaia dicommedie di Pietro Trincherao Antonio Palomba, dai poe-metti come L’Assedio de Par-naso di Francesco Oliva(1720) o La Ciucceide (1726),poema eroico in quattordicicanti o arragliate, di NicolaLombardi, dalla prima can-zone sacra in lingua napole-tana, Quanno nascette Ninno,di Sant’Alfonso de’ Liguori(1696-1787) alle canzone car-nevalesche (sotto forme di co-pielle o di Storielle de coppa alu muolo) o ai “cartelli per lequatriglie” (carri a quattro ca-valli delle varie corporazionidi mestieri che sfilavano perla città), dai tentativi distampa in napoletano dellaRepubblica del 1799 ai menoconosciuti ma significativicomponimenti popolari legatial successo della parte cri-stiana, napoletana e borbo-nica nel corso degli stessieventi.Il Settecento si presenta comesecolo ancora tutto da stu-diare sotto l’aspetto liguistico-letterario anche per il

consolidamento della stessalingua napoletana soprattuttonell’uso legato a certi stili e acerte espressioni letterarie.L’Ottocento e gli inizi del No-vecento si presentano come glianni della continuità per lastoria del teatro napoletanonelle sue diverse forme; conti-

nuità che collega in manieranaturale le opere del Ma-striani a quelle di Viviani, idrammi di Di Giacomo allecommedie di Eduardo, le“opere dei pupi” alle sceneg-giate.È anche il tempo, però, deicambiamenti e dei passaggi,

di una unificazione italiananon sempre chiara nella suaevoluzione, per le premesse eper le conseguenze,con una capitale che diventauna delle tante province di unregno nuovo, con un popolo alquale “non potendo dare il ne-cessario si dà il superfluo”.Nella seconda metà dell’Otto-cento, infatti, si diffonde lamoda della cultura popolare,la diffusione di ricerche chehanno come oggetto proprio letradizioni o il folclore, si af-ferma (con le Piedigrotte e lerelative “copielle” delle can-zoni) la canzone napoletana aNapoli, in Italia e al’estero:tentativo di offrire dal-l’esterno una possibilità diespressione certo non ri-schiosa e dall’interno di rifu-giarsi (chiudendosi quasi in sestessi) in un mondo altret-tanto tranquillo e tranquilliz-zante di ricordi e nostalgie. Chiurazzi, Molinaro DelChiaro, D’Ambra o lo stessoDi Giacomo, ad esempio, rac-colgono poesie, canti, vocaboli,oggetti legati a modi di vivere,di lavorare o di parlare popo-lari. (Sesta parte)

Il Rinascimento artistico e letterarioOttocento e inizio Novecento: gli anni della continuità per la storia del teatro napoletano

Domenico Matania

Il Parco Archeologico di Pae-stum, iscritto dal 1998 nellalista del patrimonio mondialeUNESCO, dal 2014 è un com-plesso museale autonomo delMinistero dei beni e delle atti-vità culturali e del turismo. Ècomposto dal Museo e dagliScavi. Miracolosamente giuntiin ottime condizioni, tanto daessere considerati esempi unicidell'architettura magno-greca,sono i tre templi di ordine do-rico edificati nelle due aree san-tuariali urbane, dedicaterispettivamente ad Hera e adAthena.Di notevole valenza storica è ilMuseo Archeologico Nazionaledi Paestum, considerato tra iimportanti musei archeologicidell'Italia Meridionale. È si-tuato all'interno della città an-tica ed è organizzato in modo danarrare, attraverso i repertiesposti, la storia di Paestum,dapprima colonia greca con ilnome di Poseidonia e poi cittàlucana e romana, e del suo ter-

ritorio. Nel 600 a. C. Poisedo-nia, antico nome di Paestum, fufondata dai greci e tra il 400 e il273 a.C. fu occupata dalla popo-lazione italica dei lucani. Ilnome Paestum risale al 273 a.C. quando la città divenne colo-nia romana. La riscoperta diPaestum risale al 1762, quando

fu costruita la strada modernache l’attraversa tuttora. Le piùantiche testimonianze di que-sta presenza sono state rinve-nute nei santuari urbani, nelletombe individuate nelle con-trade di Arcioni e Laghetto, anord-ovest e a nord-est dellacittà e nel santuario di Hera Ar-

giva alla foce del Sele. Nell'areadella città, fin dal suo sorgere,furono distinte nella fascia cen-trale di uso pubblico aree condiverse funzioni: due zonesacre, il santuario settentrio-nale e quello meridionale, conal centro lo spazio politico del-l'agora sulla cui parte meridio-

nale si imposterà il Foro di etàromana. L’attuale direttore Ga-briel Zuchtriegel ha annunciatobelle notizie per i visitatori:dopo essere stati interdetti alpubblico per 20 anni, i templi diPaestum saranno riaperti atutti i turisti interessati. In par-ticolare la cosiddetta Basilica, iltempio più antico dei tre monu-menti dorici di Paestum, sarà ilprimo ed unico tempio greco,così ben conservato in tutto ilMediterraneo, ad essere acces-sibile senza barriere architetto-niche grazie ad un percorsosperimentale realizzato dalParco. Oltre all’accessibilità aitempli, la novità sarà la mostrarealizzata dal Parco Archeolo-gico di Paestum sul tema deitrafugamenti, scavi clandestinie falsi di antichità a Paestum,che metterà l’accento sugliaspetti storico-artistici di que-sto fenomeno. “Possessione -trafugamenti e falsi di antichitàa Paestum” è il titolo della mo-stra che sarà aperta al pubblicoda sabato 2 luglio nella salacella del Museo Archeologico.

Felicia De Capua

Un connubio tra arte e architet-tura, tra disegno e spazio ur-bano, tra bianco e neroe colori che spiccano: queste lecaratteristiche che si fanno no-tare nelle opere di FrancescoCamillo Giorgino, artista distrada acclarato a livello inter-nazionale con il nome Millo. Un brillante percorso di studi inarchitettura e concrete possibi-lità di sbocco professionale in di-versi ambienti lavorativi, ma unsolo desiderio sin da bambino:disegnare. E lo ha fatto in grande: disegnigiganteschi, che gli son valsipremi e riconoscimenti interna-zionali, tappezzano i muri e lepareti di palazzi e case in ogniposto del mondo: da Milano, To-rino e Roma alle città europee diParigi, Londra, Vienna, Barcel-lona, Bialystok, da Casablancaa Minsk, da Shanghai a Rio deJaneiro a Koh Samui, per ritor-nare poi alla natia Mesagne,l’antica città messapica in pro-vincia di Brindisi, allo scopo diriqualificare il nuovo parco diVia Sasso. Cinque i lavori rea-lizzati lo scorso giugno nell’am-bito del progetto “Come dice il

proverbio”: attraverso i muralesi proverbi in dialetto mesagnesesono tradotti nella società mo-derna in messaggi istantanei

percepibili anche dai giovani edagli stranieri. Il passato chetramanda al futuro la saggezzaattraverso il presente, la tradi-

zione unita al modernismo, l’im-mobilismo unito al cambia-mento. Tra i proverbi in dialettouno su tutti “Cugghi l’acquaquando chiovi”, in italiano“Prendi l’acqua quando piove”,che invita a cogliere le opportu-nità quando si presentano,senza lasciarle scappare, rife-rendosi alla purezza dell’ele-mento naturale dell’acqua, chepure ricorre nei disegni di Millo.Dunque comune denominatore:opere che si innestano nell’am-bito di progetti di riqualifica-

zione urbana, realizzati perlo-più nelle aperte periferie citta-dine, le stesse periferie chepossono diventare intime, quelledell’anima, che si traducono inesseri umani che vivono in unambiente-spazio cresciuto più infretta di loro, “bambini giganti”che si inventano i giochi cer-cando di superare con fluidità lesovrastrutture e gli schemi pre-determinati della società at-tuale, inventandosi essi stessisalvagente per scollarsi dallelinee del mondo.

Novità per il parco archeologico di Paestum

Millo: l’architetto “artista” e l’artista “architetto”

La Basilica sarà presto accessibile senza barriere architettoniche grazie ad un percorso sperimentale

Rosario Maisto

Ultimamente, stanno facendonotizia gli animali che interferi-scono con il regolare andamentodella vita urbana e dei cittadini,ma cosa sta succedendo? Se leguardiamo con l’occhio e la pro-spettiva di un animale selva-tico, le città sono dei postaccipieni di umani pericolosi, ma-leodoranti e offrono pochi rifugi,allo stesso tempo però c’è cibo e,umani a parte, i predatori scar-seggiano. Quindi, per un ani-male debole che non riesce atrovare il suo posto nella sua so-cietà, e in aree selvatiche, lecittà sono un’opzione da nonsottovalutare, se c’è in gioco lavita o la morte, ora la crescentetendenza all'urbanizzazionedell'uomo si basa esattamentesullo stesso principio. Così nellenostre città, costruite al solo usoe consumo degli esseri umani, sisono via via popolate di animaliselvatici, prime tra tutte le spe-cie più antropofile, come ratti etopolini delle case, che non ve-diamo quasi mai ma ce ne ac-corgiamo solo grazie ai cartelli“area derattizzata”,poi sono ar-rivati i colombi domestici, la cuicontroparte selvatica colonizzale scogliere e le pareti rocciose,mentre i colombi cittadiniusano gli edifici allo stessoscopo, con i risultati che cono-sciamo, e così il numero delle

specie con cui conviviamo è incontinuo aumento.Ultimi arri-vati dopo volpi, scoiattoli, gab-biani, cornacchie e tanti altrisono i cinghiali, che per lorosfortuna non sono esattamentebestioline poco appariscenti.Trieste, Torino, Genova, Roma,Savona, Livorno, Bari e tantealtre città italiane hanno vistoquesti animali selvatici far ca-polino negli spazi verdi citta-dini, guardati da molti con

curiosità e sorpresa, e da qual-cuno con preoccupazione. Unparticolare episodio è accadutoa Genova, dove una mammascrofa con dieci cinghialetti hadeciso di migliorare la propriacultura e trasferirsipresso la fa-coltà di Scienze Politiche del-l’Università di Genova, la suapresenza in allattamento tutta-via non è stata gradita dalle au-torità… (Prima parte)

(Foto dawww.blueplanetheart.it)

Anche gli animali selvatici vengono a vivere in città

L’estate è arrivata e con lei ilcaldo non ha tardato a farsisentire, soprattutto in questeultime settimane in cui la co-lonnina di mercurio ha toccatopicchi da record. E così oltre aisoliti consigli sul bere tantaacqua e mangiare frutta frescadi stagione, arriva il vademe-cum per sfruttare al meglio inostri amici, nonché nemici delcaldo, i condizionatori. A darciuna mano in questo è statal’Enea, Agenzia per l’efficienzaenergetica, che ha pubblicatoon line 10consigli pratici sul-l’impiego efficiente e sostenibiledei climatizzatori, in grado di

garantire un raffrescamentoottimale degli ambienti senzasalare troppo la nostra bolletta.Ma quale comprare? C’è solol’imbarazzo della scelta, ma pergli esperti no. Vincono i modelli

in classe energetica A o supe-riore, in particolare quelli conla tecnologia “inverter”, inquanto adeguano la potenza al-l'effettiva necessità e riduconoi cicli di accensione e spegni-

mento. Non dimentichiamo cheper l'acquisto di una pompa dicalore, se destinata a sostituireil vecchio impianto termico, sipuò usufruire dell'Ecobonus, ladetrazione dall'Irpef, oppuredel Conto termico, un incentivoche varia in base alla dimen-sione dell'impianto. Passiamoalla posizione del climatizza-tore. Per gli esperti non ci sonodubbi: non vanno posizionatidietro divani o tende, perché siverrebbe a creare l’effetto-bar-riera bloccando la diffusionedell’aria fresca. E ancora, impo-stare 2 o 3gradi in meno ri-spetto alla temperatura

esterna; non lasciare porte e fi-nestre aperte facilita il compitodel climatizzatore. Usando iltimer e la funzione 'notte', inol-tre, si riduce al minimo iltempo di accensione dell'appa-recchio. Una buona pratica ècoibentare i tubi del circuito re-frigerante all'esterno dell'abita-zione. Fondamentali, infine, lapulizia e la corretta manuten-zione. I filtri dell'aria e le ven-tole devono essere puliti allaprima accensione stagionale ealmeno ogni due settimaneperché lì si annidano muffe ebatteri dannosi per la salute.

A.P.

Alessia Esposito

Si chiama Hartenstraat ed è la via dello shopping di Amster-dam dove non sarà possibile acquistare più pelli e pellicce. Sitratta infatti dell’ultima novità della capitale olandese che inau-gura in Europa la prima via dello shopping fur free, come sot-tolinea la scritta “Bontvrije winkelstraat” (“Strada di shoppingsenza pellicce”) posta accanto al nome della strada.I negozi animal friendly non sono anonimi: l’operazione ha coin-volto brand come Fred Perry, Karl Lagerfeld e Timberland.L’innovazione nasce dall’input dell’associazione animalistaolandese Bont voor Dieren che è riuscita ad avere l’approva-zione di tutti i diciannove negozi presenti in Hartenstraat, unadelle famose Negen Straatjes (nove stradine) di Amsterdam.“Speriamo che questo ci porterà più vicino alla fine dello sfrut-tamento degli animali per la moda”, dichiara il politico LaurensIvens. Un segnale importante per gli animalisti, soprattuttoper sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione e per di-mostrare che una moda animal friendly, anche di classe, è pos-sibile e più che mai viva.Del resto, contestazioni a parte, ilmovimento della moda animalista - grazie alle azioni delle as-sociazioni dedicate - si sta estendendo sempre di più trovandosupporto tra i grandi marchi. Ad aderire all'International FurFree Retailer Program (il programma dei rivenditori senza pel-licce animali seguito da organizzazioni internazionali per laprotezione degli animali) sono infatti ormai brand come Ar-mani, American Appareal, Asos, Geox, H&M, Zara, Zalando.Una conversione dello spirito aziendale o volta solo a venire in-contro alle simpatie dei consumatori? Chi vivrà vedrà. Nel frat-tempo un giro per la nuova strada fur free può essere un’ottimascusa per un week end ad Amsterdam.

La nuova via dello shopping animal friendly

Il vademecum contro le alte temperature

Prime tra tutte le specie più antropofile, come ratti e topolini

Nella capitale olandese

Dieci consigli su come sfruttare al meglio i condizionatori

Cristina Abbrunzo

Gli Hobbit sono personaggi difantasia nati dall’universo im-maginario dello scrittore in-glese J.R.R. Tolkien. Fannoparte di quella letteratura fan-tasy che racconta di folletti,fate, gnomi ed elfi che popolanoboschi e foreste incantate, nellospecifico il termine “hobbit” ap-pare per la prima volta nel ro-manzo "Lo Hobbit" di Tolkien.La parola è ispirata all'espres-sione inglese "hole-builders"(costruttore di buchi) e, in ef-fetti, gli Hobbit vivono appenasottoterra, in case che al-l'esterno potrebbero ricordarela tana di qualche animale, mache dentro sono accoglienticome un cottage vittoriano. Fuproprio dall'idea di un bucoscavato nel terreno che ebbeinizio il racconto: "In a hole inthe ground there lived an hob-bit" (In un buco sotto terra vi-veva un hobbit). Così nacque iltermine e con esso uno dei ro-manzi fantasy più famosi almondo. Dopo il successo delfilm Lo Hobbit, tanti si sonochiesti come sarebbe vivere inuna casa così piccola e intimacome quelle rappresentatenella storia cinematografica. Intanti hanno provato poi a ripro-

durne le fattezze costruendoabitazioni a metà strada tra unrifugio di campagna e la tanadi un folletto, ma quello che hafatto l’azienda Green MagicHomes non ha precedenti!Questa azienda infatti si è spe-cializzata proprio nella realiz-zazione di prefabbricati in stile

Hobbit house dal costo basso edalle forme modulabili. Sonocasette ecologiche, economichee davvero molto graziose se siama il genere, accessibili anchegrazie ai finanziamenti con-venzionati che si possono ricer-care anche online. Questi mini appartamenti mo-

dulari realizzati con particolaripannelli a incastro sono fatti dimateriali compositi e rinforzaticon fibra. Le pareti dei moduli sono lisce,lavabili e con linee curve daldesign davvero particolare.Ogni modulo ha una misura dicirca 35 metri quadri e unen-

doli tra loro si può avere unavera casa con tutti gli spazigiusti. Ma qual è la peculiaritàdelle case Green Magic Home?Possono essere montate prati-camente ovunque, in campa-gna, al mare e perfino neldeserto! Ogni struttura va poiricoperta, nel caso della campa-gna con torba, oppure sabbia,ma sono molto suggestiveanche quelle con la neve nellelocalità di montagna. Il mo-dello standard si chiama Wai-kiki ed ha un costo di soli15.000 euro. Queste casehanno un basso impatto sul-l’ambiente e permettono di ot-timizzare i consumi: infattiricoperte dalla terra, sono na-turalmente termoisolate, percui si potrà risparmiare tantis-simo sui consumi di energiaelettrica. Per quanto riguardai cavi, vengono cablati primadella messa in posa della terra,così come le tubature idrichevengono montate in una faseprecedente. Inoltre sono sicu-rissime, in grado di resistere aun terremoto di magnitudo 10della scala Richter oltre ai nor-mali agenti atmosferici ehanno una durata garantita dioltre 100 anni senza alcun tipodi manutenzione. Insomma,qui si tratta di case verdi e ma-giche, di nome e di fatto chemagari diventeranno a breve leabitazioni del futuro. Speriamonon sia solo una favola!!! (Foto da www.designrulz.com)

Oasis eco resort: quando il lusso si fa green

La realizzazione di opere eco-logiche in qualsiasi situazioneambientale sfruttando le ri-sorse del territorio è tra lesfide che molti architettistanno affrontando. Non sem-pre sono idee economiche esemplici, ma in alcuni paesi laquestione monetaria non è unproblema. Uno studio di archi-tettura londinese ha lanciatoil progetto che prevede entro il2020 la realizzazione diun'oasi verde ecologia in pienodeserto nei pressi di Dubai.È difficile immaginare che ilresort più green al mondo sor-gerà proprio nel deserto, magli Emirati Arabi ci hanno abi-tuati a progetti assurdi e spet-tacolari: sarà la prima oasiartificiale nel deserto comple-tamente eco-sostenibile. Pro-gettata dallo studio BaharashArchitecture, l'Oasis Eco Re-

sort sorgerà tra le dune diLiwa Oasis, nel sud di AbuDhabi, e vanterà una serie dicaratteristiche sostenibilicome 145 metri quadrati dipannelli solari capaci di pro-durre energia sufficiente peralimentare l'intero resort. Do-tata di culture, un alleva-mento di pesci e un habitatnaturale per la fauna locali,questa struttura si propone di

essere completamente auto-noma. I piatti saranno pro-dotti localmente. L’energiaelettrica sarà prodotta intera-mente da pannelli solari; L’ac-qua proverrà da un pozzoprofondo e sarà costruitoanche un sistema di riciclag-gio delle acque di scarico. Sarà un resort di lusso unicoal mondo fornito di ben 84suite super comfort, centro fit-

ness e terrazza panoramica.Non mancheranno un propriocentro di trattamento dei ri-fiuti e una struttura azien-dale e di ricerca – in cui cisaranno studiosi, biologi e per-sonale per la conservazioneche si occuperanno di garan-tire la continuità di armoniatra il resort, i suoi clienti, laterra e le creature che lo abi-tano. A quanto affermano isuoi sviluppatori, l'Oasi EcoResort nasce dalla volontà difornire molto di più che bene-fici economici e socio-culturali:vuole offrire lavoro e diversifi-cazione dell'economia, preser-vando il patrimonio dellaregione e interagendo mag-giormente con la tradizione ela cultura dei nativi; il tuttoall’insegna di uno stile di vitapiù sostenibile. A.C.

(Foto da inhabitat.com)

Green magic home: le case degli hobbit sono realtàEcologiche, economiche e soprattutto adorabili

L’hotel più ecologico al mondo in pieno deserto

ACQUAIn relazione alle infrastrutturepubbliche cc. dd. “a rete” l’impo-sizione da parte dell’ente localedi un canone non ricognitorio èlegittima per il tratto di tempodurante il quale le lavorazionidi posa e realizzazione dell’in-frastruttura a rete impedisconola piena fruizione della sedestradale, ma non si rinvieneuna giustificazione di legge perammettere che una siffatta im-posizione possa proseguireanche indipendente- mente daquesta occupazione esclusiva,cioè durante il periodo succes-sivo (che può essere anche plu-ridecennale) durante il quale lapresenza in loco dell’infrastrut-tura di servizio a rete non impe-disce né limita la pubblicafruizione della sede stradale.Consiglio di Stato, Sez. V Sen-tenza del 12/05/2016 n. 1926.INQUINAMENTOIl reato di getto di cose perico-lose, di cui all'art. 674 Codice

Penale, ha di regola carattereistantaneo e solo eventual-mente permanente. La perma-nenza va ravvisata quando leillegittime emissioni sono con-nesse all'esercizio di attivitàeconomiche e legate al ciclo pro-duttivo, mentre, con riguardospecifico all'emissione molestadi gas, di vapori o di fumo, lacontravvenzione di cui all'art.674 Cod. Pen., è un reato nonnecessariamente, ma solo even-

tualmente permanente, in di-pendenza cioè della durata,istantanea o continuativa, dellacondotta che provoca le emis-sioni stesse. Cassazione PenaleSez. III, Sent., (ud. 06/04/2016)15-06-2016, n. 24817.SALUTE E SICUREZZANEI LUOGHI DI LAVORODispositivi di protezione indivi-duale non idonei per l'attivitàsvolta. Nel caso di specie, G.R.ha patito l'infortunio mentre

svolgeva la sua ordinaria atti-vità di lavoro utilizzando mezzidi lavoro messigli a disposizionedall'azienda. Pertanto la circo-stanza che la persona offesa,presa dalla routine del lavoro eda un imprudente eccesso di si-curezza, abbia utilizzato unamotosega a catena, non costi-tuisce comportamento abnormeidoneo ad interrompere il nessocausale tra la condotta omissivadel datore di lavoro e l'evento,condotta connotata da colpa, te-nuto conto che le cauteleomesse (l'uso delle scarpe anti-taglio) era proprio preordinatoad evitare il rischio specifico chepoi concretamente si è materia-lizzato nell'infortunio in danno.Cass. Pen. Sez. IV, Sent., (ud.19/05/2016) 23-06-2016, n.26165. Macchinario non sicuroe valutazione dei rischi carente.Va considerato che il profilo dicolpa contestato dal PubblicoMinistero e ritenuto sussistentedai giudici di merito attiene non

soltanto alla mancata installa-zione dei ripari prima dell'avviodelle operazioni di verifica maanche, e con pari efficacia cau-sale rispetto all'infortunio oc-corso, alle circostanze di averemesso a disposizione un'attrez-zatura non sicura, in quanto lalinea di molatura bilaterale divetri piani presentava un varcotra la prima molatrice e lastruttura denominata "troncag-gio dinamico" di ampiezza taleda consentire l'accesso degli artisuperiori in una zona ontologi-camente pericolosa, perchézona di imbocco e di trascina-mento del vetro piano molatoper mezzo di rulli gommati con-trapposti, e, comunque, di nonavere correttamente preventi-vato e valutato tale rischio, pe-raltro essendo la società alcontempo utilizzatrice e co-struttrice del macchinarioCass. Pen. Sez. IV, Sent., (ud.

25/05/2016) 23-06-2016, n.26182 A.T.

Felicia De Capua

Il modello FOIA (Freedom ofInformation Act), adottato nelledemocrazie liberali, si fonda sulright to know e mira al perse-guimento di tre finalità: con-sentire un controllo diffusosull’operato delle amministra-zioni, anche allo scopo di preve-nire fenomeni di corruzione(accountability); garantire unapartecipazione consapevole deicittadini alle decisioni pubbli-che (partecipation); rafforzarela legittimazione delle stesseamministrazioni che devonoagire in assoluta trasparenza alservizio della collettività (legi-timacy). Dal punto di vista sto-rico l’area scandinava è stata«la culla del diritto di accesso»alle informazioni: leggi in ma-teria di accesso sono state adot-tate dapprima in Finlandia nel1951, poi in Danimarca e Nor-vegia nel 1970. Nel 1966 negliStati Uniti è stato adottato ilFreedom of Information Actche è divenuto il prototipo peraltri paesi di cultura anglosas-sone (Australia, Canada,Nuova Zelanda). Nell’Europa continentale iprimi paesi a disciplinare l’isti-tuto dell’accesso mediante l’ap-provazione di leggi sono state laFrancia nel 1978, la Grecia nel1986, l’Austria nel 1987 ed, in-

fine, l’Italia nel 1990. Leggimodellate sul modello FOIAsono state adottate in Olandasin dal 1980, in Spagna nel1992, in Portogallo nel 1993, inBelgio nel 1994, in Irlanda nel1997, nel Regno Unito nel2000, in Svizzera nel 2004, inGermania nel 2005, in Russianel 2009 e in altri paesi dell’Eu-ropa orientale. Il citato modelloha ispirato il legislatore ita-liano nell’attuale riforma inmateria di trasparenza ed ac-

cesso ai dati, ai documenti ealle informazioni detenutedalle pubbliche amministra-zioni. Prima del decreto attua-tivo la differenza tra il modelloFOIA e la disciplina di cui ald.lgs. 33 del 2013 risiedevanella presenza di una serie dilimiti al right to know relativa-mente agli ambiti concernentil’attività amministrativa noncoperti da un obbligo di pubbli-cazione. Tale differenza apparesuperata con l’introduzione

della nuova forma di accesso ci-vico aperta ai dati e ai docu-menti detenuti dalle pubblicheamministrazioni, ulteriori ri-spetto a quelli oggetto di pub-blicazione (novellato c. 2dell’art. 5 del d.lgs. 33 del2013). Tuttavia nel FOIA la re-gola generale è la pubblicità, ri-spetto alla quale la riservatezzarappresenta un’eccezione, chele amministrazioni devono in-terpretare in senso restrittivo.Per contro, nell’ordinamento

italiano la pubblicità non è laregola generale ed opera solonei limiti in cui è imposta dallalegge, ovvero come una regoladi diritto positivo. Con la ri-forma Madia la pubblicità nondiviene la regola generale ma,attraverso il riconoscimentodell’accessibilità anche ai dati eai documenti non oggetto di ob-bligo di pubblicazione, si accor-ciano le distanze tra il modellointrodotto nel nostro ordina-mento e il modello FOIA.

Viaggio nelle leggi ambientali

Il modello di riferimento della riforma MadiaIl FOIA nel decreto attuativo

Andrea Tafuro

Pronti, partenza, via! Estate XVI del terzo millen-nio, stagione dell’anno attesae desiderata da chi ha bisognodi diradare il tempo, dimi-nuire il ritmo, allargare gliorizzonti e incontrare altre re-altà. Uomini liberi e liberati,sappiate che l’ideale sarebbede-posizionarsi, cioè saltareoltre il pacchetto turistico pre-confezionato che replica adogni latitudine lo stesso cibo,la stessa camera da letto, lostesso modo di consumare. Intutto questo nostro vivere vo-gliamo poi omettere di parlaredi Facebook, come si può. Daquando lo frequento, michiedo qual è l’oscuro motivoper cui si tende a condivideresolo l’aspetto positivo dellapropria esistenza. Già vedo nella mia fervidafantasia interi servizi fotogra-fici delle vacanze, postati,bloggati, selfiati. Tutti in posacon il costumino griffato oavendo sullo sfondo la monta-gna trendy. Sarà forse chesiete portati a nascondere illato o i lati vulnerabili dellavostra vita? Insomma, dovetrova sfogo la perenne tri-stezza della vostra esistenza,i pensieri più autentici e di-retti? K. McKenna e J. A.Bargh asseriscono in La psico-logia della condivisione, che larete è il mezzo ideale per defi-nire e ri-definire la nostraidentità. Per ottenere un sup-porto, un riconoscimento so-ciale alle nostre esperienze

positive, condividiamo. Desi-deriamo amplificare la gioiaassorbita nel nostro vissuto,in pratica… e si torna semprelì… cerchiamo la felicità. Sicuramente altri studi con-fermeranno l’esatto oppostoelaborato dai due autori. Maper quest’estate voglio faremia la tesi di McKenna eBargh. ma, quali sono le dina-miche, soggettive e sociali, chedeterminano la felicità dellepersone? Perché continuiamoa considerare il PIL come in-dicatore di benessere di unpaese? Possiamo usare il mar-keting, il più delle volte utiliz-zato come strumento pergenerare desideri e aumen-tare i consumi in modo indi-scriminato, per orientare eguidare le persone verso unapresa di consapevolezza collet-tiva”sulle reali fonti della feli-cità? A queste e altre domandeprova a dare risposta FulvioFortezza in Marketing, felicitàe nuove pratiche di consumo.È questo un lavoro sulle dina-miche sociali che caratteriz-zano il cambiamento chestiamo vivendo, sulle nuovemodalità di accedere alle ri-sorse, che passano sempremeno per il mercato e per laproprietà e sempre di più peril riciclo, il riuso e la condivi-sione. Qual è l’ incrocio tramarketing e felicità? Se da unlato, la crisi accelera i processidi distacco dai beni materiali,a favore dei beni relazionali edesperienziali, nonché verso laricerca di un senso di sobrietàe di comunità, dall’altro le tec-

nologie e il social web abili-tano questi fenomeni, met-tendo in connessione persone,aziende e i decisori politici. Suquesto terreno si sviluppa ilconsumo collaborativo nellesue molteplici forme e declina-zioni, che vanno dalle reti disolidarietà, fino al baratto eall’autoproduzione. Dinami-che che non toccano soltanto ibeni e i servizi in sensostretto, ma che coinvolgonoanche stili di vita e di lavoro,guidati da un maggiore equi-librio tra le entrate, vedi allavoce stipendio e tempo libero,tra valorizzazione della prpo-pria interiorità e ristrettezzeeconomiche, per non parlarepoi delle scelte abitative edell’educazione dei figli. È indispensabile fare un ser-rio esame di coscienza e tro-vare delle soluzioni su comegestire il precario equilibriotra denaro, lavoro e tempo divita. Come sarebbe bello seguardassimo, durante que-st’estate, la nostra vita da unaltro punto di vista e riuscis-simo a lasciare la zona co-moda e sicura della nostraesistenza disimparando la re-ligione del comfort per condi-videre tempi, spazi, logiche emeccanismi di relazione conchi ha un concetto diverso delvivere in comunità e la comu-nità. Come vedremmo la no-stra vecchia vita?

La vorremmo ancora? Viprego, fate le valigie, partiteper un viaggio alla scoperta diun mondo capovolto dove alcentro è possibile ritrovare lanatura, i suoi tempi e neces-sità. Abbiate il coraggio dicambiare il tempo anomicodelle vostre giornate passate,fuori casa, per poi ritrovarsi lasera a cena sfiniti a parlare dispesa e bollette, organizzandoun'altra giornata di sopravvi-venza. È questo il modello diverità che state trasmettendo

ai vostri figli? Per l’Estate 2016 desidero do-nare ai miei figli l’esperienzadi un paese di uomini, donne ebambini che all’omologazionerispondono vivendo la propriaesistenza aprendosi alla diver-sità per realizzare un cambia-mento vivificante che siaforiero di una proposta di di-sobbedienza etica e liberatoriaper tutti gli abitanti dellaTerra sfiancati dalla propriavita ripetitiva e che da sempreanelano a vivere un’altra vita.

L’ALTRO VIAGGIO O IL VIAGGIO DELL’ALTRO?

Ai viaggiatori e a chi approfitta della loro ne-cessità di mettersi in viaggio.Ai viaggiatori e alle sporche politiche che fa-voriscono la libera circolazione delle merci ma ostacolano la circolazione delle persone.Ai viaggiatori, il cui percorso è costellato diostacoli e pericoli. Ai viaggiatori, che vagano verso una mèta ir-raggiungibile e sono costretti a sostare in unmortificante e umiliante limbo. Ai viaggiatori e a chi offre loro possibilità diviaggiare con dignità.

Perché chi sopravvive alla fatica di un tragittomortificante lascia per strada brandelli diumanità e arriva con gli orizzonti offuscati.

UN ALTRO VIAGGIARE: ESTATE 2016 DE-POSIZIONATEVI TUTTI

Ogni anno, da otto anni, la scuola calcio ASD Intercasertana or-ganizza a Caserta nei primi giorni di Giugnoun torneo di calciotra le più importanti squadre giovanili. Una marea di bambiniimpegnati nello sport più bello del mondo, sotto l’occhio attentoanche di osservatori nazionali ed internazionali, tanto è diventatoimportante l’evento. L’organizzatore Edoardo Scalera dice al Cor-riere dello Sport <<da anni ci cimentiamo nella crescita di questamanifestazione, nata per non dimenticare mai mio figlio Gianni.Il suo pensiero è sempre vivo nelle persone che lo hanno cono-sciuto e spero che lo stessa avvenga anche in quelle che ne com-memorano il ricordo in manifestazioni come il Memorial>>. Edoardo ed Antonella, insieme a tutto lo staff dell’ADS Interca-sertana fanno qualcosa di più: promuovono una raccolta fondi perDiamoUnaMano Onlus, associazione di volontariato che operanello stesso reparto dove Gianni nel 2008 ha perso la sua battagliacontro la leucemia. Anche quest’anno, grazie al Memorial Gianni Scalera, DiamoU-naMano riuscirà a portare un intero reparto di oncologia pedia-trica al parco di divertimenti Rainbow Magic di Roma, riuscendoa regalare ai bambini attualmente in cura e alle loro famiglie unagiornata di completo divertimento. Detta così è una bella notizia. Niente di più. Ma tu che leggi devi fare lo sforzo di immedesimarti: - in un bambino malato di leucemia, che da mesi ha perso ognicontatto con la vita reale, fatta di uscite in giardino con il cane,giornate a giocare a calcio con gli amici, di gite con la famiglia;- in un papà o una mamma di un bambino malato di leucemia cheha dovuto abbandonare il lavoro, perchè impegnato notte e giornoad assistere in tutto e per tutto il suo più grande tesoro. Per un giorno, bambini e genitori dimenticheranno la loro vita, leloro paure, le loro preoccupazioni, e daranno spazio a sensazioniquasi dimenticate: il divertimento puro. Ci piace pensare che è tutto merito di Gianni.

Quando destini fondi ad un’associazione di volontariato pulita,

che realizza l’impossibile!