Arpa campania ambiente 2013 24

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A ARPAC DAL MONDO In Kenya e ad Hong Kong le scuole più green Paparo a pag.5 David Gee (Aea) ha illu- strato il concetto di “avverti- menti precoci” nel corso di un convegno che si è tenuto al Cnr, a Roma. Mosca a pag.6 Le nuove rotte aeree sostenibili L’esigenza mondiale della ra- zionalizzazione della ge- stione del traffico aereo è dettata dalla necessità di mantenere e, se possibile, au- mentare i livelli di sicurezza, risparmiare sui costi e abbas- sare l’impatto ambientale. Buonfanti a pag.9 Palumbo a pag.11 L’architettura organica di Gregory Burgess Pietro Vasaturo nominato Commissario dell’Agenzia Lo scorso 9 dicembre la Giunta Regionale della Campania ha nominato il dott. Pietro Vasaturo Commissario dell’Agenzia Regio- nale per la Protezione Ambientale della Cam- pania. Vasaturo, volto noto dell’Agenzia poiché già Direttore Amministrativo del- l’Ente, succede ad Antonio Episcopo che per motivi strettamente giuridici ha lasciato l’in- carico di Direttore Generale. Classe 1956, il neo Commissario Vasaturo, gode della stima e della fiducia di lavoratori e management ed anche per questo è stato indicato come “tra- ghettatore” dell’Arpac in un momento parti- colarissimo, visto il ruolo chiave che l’Agenzia ricopre nella gestione delle innumerevoli pro- blematiche ambientali che quotidianamente attanagliano la nostra regione. Ampio il cur- riculum vitae del nuovo vertice Arpac, che spazia da incarichi di natura tecnico-ammi- nistrativa alle dipendenze della Pubblica Am- ministrazione, Tecnico di fiducia della PG in numerose attività Giudiziarie, Funzionario, per oltre un decennio, responsabile dei Rap- porti con la Corte dei Conti, di Uffici Giudi- ziari c/o una Procura di un Tribunale Ordinario tra i più impegnati alla lotta al cri- mine organizzato, ad impegni di carattere so- ciale (essendo un fervente cattolico) quale vice-commissario del Comitato Regionale della Campania dell’Ente Croce Rossa Ita- liana, Consigliere della Fondazione per le ri- cerche sul cancro T. e L. de Beaumont Bonelli, nata il 3-1-1978, con elezione in ente morale da parte del Pres. della Repub. (G.U. n. 56 del 25/2/1978), diretta dal Prof. Tarro e passando, infine, per innumerevoli collabo- razioni universitarie. L’augurio al dott. Vasa- turo, esperto di Contabilità Pubblica, Revisore dei Conti e specializzato in Diritto ed Economia UE, che ha da sempre dimo- strato nell’esercizio delle proprie funzioni umanità ed assoluta dedizione nella gestione delle vicende agenziali, è che possa lavorare in serenità favorendo una politica di rilancio dell’Ente e dando risposte positive e concrete a questioni rimaste purtroppo sinora irrisolte come quella del precariato oramai storico. È fine anno, di solito è tempo di bilanci. A leg- gere i giornali o a guardare la tv, negli ultimi mesi, davvero la Campania non ha quasi nulla di cui andare fiera. Bersaglio preferito di cam- pagne mediatiche che, a torto o a ragione, ne enfatizzano, guarda caso, sempre le negatività e le mancanze… Martelli a pag. 4 Verso i nostri giorni… L’origine della cosiddetta “questione meridionale” Dopo una grave epidemia di colera scop- piata nell’estate del 1884 a Napoli e in molte altre città italiane, il governo cercò di adot- tare dei provvedimenti urgenti per “risa- nare” i quartieri più poveri, anche se in maniera parziale e superficiale. De Crescenzo-Lanza a pag.14 Abbrunzo a pag.17 La magia della semplicità della Disney “Questa strada, che si considera come un sobborgo, poiché è all’estremità della città, è, ancora, una di quelle che abbelliscono Napoli; è grande, e misura circa tremila passi di lunghezza a partire dalla strada di Santa Lucia fino all’ingresso di Posillipo. Terzi a pag.15 Adolphe Pezant a Napoli Lo scrittore francese “rapito” dall’idilliaco panorama del golfo “Early Warnings” a Roma “Le voci di fuori”… tutta un’altra Campania SCIENZA & TECNOLOGIA BIO-ARCHITETTURA AMBIENTE & CULTURA Architetto australiano dalle spiccate propensioni paesag- gistiche (nato a Newcastle l’8 agosto 1945), Gregory Bur- gess rappresenta certamente uno dei maggiori talenti dell’odierna architettura or- ganica. AMBIENTE & TENDENZE Via al rilancio dell’Arpac Il procedimento disciplinare LAVORO & PREVIDENZA La dignità del lavoratore è stata sempre oggetto della massima tutela da parte dell’ordinamento. È nell’ottica di questa tutela, che va inquadrata la portata dell’articolo 7 dello Statuto dei lavoratori, che attribuisce una valenza garantista sia dal punto di vista sostanziale, che procedurale, al potere di- sciplinare del datore di lavoro, il quale, in tal modo, non può più prevedere infrazioni e san- zioni a proprio piacimento, do- vendo ricorrere, obbligatoria- mente, all’applicazione delle norme dei CCNL che preve- dono il codice disciplinare. Viene così tutelato il lavora- tore, con la preventiva statui- zione delle ipotesi di legittimo esercizio del potere sia come infrazioni alla previsione di legge, che come sanzioni da applicarsi per quella infra- zione. Morlando a pag.2 Ferrara a pag. 18 PRIMO PIANO Rischio biologico nelle Agenzie ambientali Lo U.S. Green Building Council (Usgbc), un’associa- zione impegnata nell’educa- zione e nella diffusione di una cultura green, ha pre- miato gli edifici scolastici più verdi al mondo, riconosciuti nelle strutture della scuola primaria Uaso Nyiro in Kenia e in quella della secon- daria Sing Yin a Hong Kong. L'ultima pubblicazione del- l'ISPRA è la numero 93 ed è frutto del lavoro congiunto del- l'ARPA FVG (Agenzia leader) delle ARPA Lazio, Liguria, Marche, Piemonte e Toscana e il contributo dell'INAIL - Dire- zione Regionale Liguria.

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Magazine quindicinale d'informazione ambientale dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania

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AARPAC

DAL MONDO

In Kenya e ad Hong Kong le scuole più green

Paparo a pag.5

David Gee (Aea) ha illu-strato il concetto di “avverti-menti precoci” nel corso diun convegno che si è tenutoal Cnr, a Roma.

Mosca a pag.6

Le nuove rotte aeree sostenibili

L’esigenza mondiale della ra-zionalizzazione della ge-stione del traffico aereo èdettata dalla necessità dimantenere e, se possibile, au-mentare i livelli di sicurezza,risparmiare sui costi e abbas-sare l’impatto ambientale.

Buonfanti a pag.9

Palumbo a pag.11

L’architettura organicadi Gregory Burgess

Pietro Vasaturo nominato Commissario dell’AgenziaLo scorso 9 dicembre la Giunta Regionaledella Campania ha nominato il dott. PietroVasaturo Commissario dell’Agenzia Regio-nale per la Protezione Ambientale della Cam-pania. Vasaturo, volto noto dell’Agenziapoiché già Direttore Amministrativo del-l’Ente, succede ad Antonio Episcopo che permotivi strettamente giuridici ha lasciato l’in-carico di Direttore Generale. Classe 1956, ilneo Commissario Vasaturo, gode della stimae della fiducia di lavoratori e management edanche per questo è stato indicato come “tra-ghettatore” dell’Arpac in un momento parti-colarissimo, visto il ruolo chiave che l’Agenziaricopre nella gestione delle innumerevoli pro-blematiche ambientali che quotidianamente

attanagliano la nostra regione. Ampio il cur-riculum vitae del nuovo vertice Arpac, chespazia da incarichi di natura tecnico-ammi-nistrativa alle dipendenze della Pubblica Am-ministrazione, Tecnico di fiducia della PG innumerose attività Giudiziarie, Funzionario,per oltre un decennio, responsabile dei Rap-porti con la Corte dei Conti, di Uffici Giudi-ziari c/o una Procura di un TribunaleOrdinario tra i più impegnati alla lotta al cri-mine organizzato, ad impegni di carattere so-ciale (essendo un fervente cattolico) qualevice-commissario del Comitato Regionaledella Campania dell’Ente Croce Rossa Ita-liana, Consigliere della Fondazione per le ri-cerche sul cancro T. e L. de BeaumontBonelli, nata il 3-1-1978, con elezione in entemorale da parte del Pres. della Repub. (G.U.n. 56 del 25/2/1978), diretta dal Prof. Tarro e passando, infine, per innumerevoli collabo-razioni universitarie. L’augurio al dott. Vasa-turo, esperto di Contabilità Pubblica,Revisore dei Conti e specializzato in Dirittoed Economia UE, che ha da sempre dimo-strato nell’esercizio delle proprie funzioniumanità ed assoluta dedizione nella gestionedelle vicende agenziali, è che possa lavorarein serenità favorendo una politica di rilanciodell’Ente e dando risposte positive e concretea questioni rimaste purtroppo sinora irrisoltecome quella del precariato oramai storico.

È fine anno, di solito è tempo di bilanci. A leg-gere i giornali o a guardare la tv, negli ultimimesi, davvero la Campania non ha quasi nulladi cui andare fiera. Bersaglio preferito di cam-pagne mediatiche che, a torto o a ragione, neenfatizzano, guarda caso, sempre le negativitàe le mancanze…

Martelli a pag. 4

Verso i nostri giorni… L’origine della cosiddetta “questione meridionale”

Dopo una grave epidemia di colera scop-piata nell’estate del 1884 a Napoli e in moltealtre città italiane, il governo cercò di adot-tare dei provvedimenti urgenti per “risa-nare” i quartieri più poveri, anche se inmaniera parziale e superficiale.

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Abbrunzo a pag.17

La magia della semplicità della Disney

“Questa strada, che si considera come unsobborgo, poiché è all’estremità della città,è, ancora, una di quelle che abbellisconoNapoli; è grande, e misura circa tremilapassi di lunghezza a partire dalla stradadi Santa Lucia fino all’ingresso di Posillipo.

Terzi a pag.15

Adolphe Pezant a Napoli Lo scrittore francese “rapito” dall’idilliaco panorama del golfo

“Early Warnings”a Roma

“Le voci di fuori”… tutta un’altra Campania

SCIENZA & TECNOLOGIA

BIO-ARCHITETTURA

AMBIENTE & CULTURA

Architetto australiano dallespiccate propensioni paesag-gistiche (nato a Newcastle l’8agosto 1945), Gregory Bur-gess rappresenta certamenteuno dei maggiori talentidell’odierna architettura or-ganica.

AMBIENTE & TENDENZE

Via al rilancio dell’Arpac

Il procedimento disciplinare

LAVORO & PREVIDENZA

La dignità del lavoratore èstata sempre oggetto dellamassima tutela da partedell’ordinamento. È nell’ottica di questa tutela,che va inquadrata la portatadell’articolo 7 dello Statutodei lavoratori, che attribuisceuna valenza garantista siadal punto di vista sostanziale,che procedurale, al potere di-sciplinare del datore di lavoro,il quale, in tal modo, non puòpiù prevedere infrazioni e san-zioni a proprio piacimento, do-vendo ricorrere, obbligatoria-mente, all’applicazione dellenorme dei CCNL che preve-dono il codice disciplinare.Viene così tutelato il lavora-tore, con la preventiva statui-zione delle ipotesi di legittimoesercizio del potere sia comeinfrazioni alla previsione dilegge, che come sanzioni daapplicarsi per quella infra-zione.

Morlando a pag.2

Ferrara a pag. 18

PRIMO PIANO

Rischio biologico nelleAgenzie ambientali

Lo U.S. Green BuildingCouncil (Usgbc), un’associa-zione impegnata nell’educa-zione e nella diffusione diuna cultura green, ha pre-miato gli edifici scolastici piùverdi al mondo, riconosciutinelle strutture della scuolaprimaria Uaso Nyiro inKenia e in quella della secon-daria Sing Yin a Hong Kong. L'ultima pubblicazione del-

l'ISPRA è la numero 93 ed èfrutto del lavoro congiunto del-l'ARPA FVG (Agenzia leader)delle ARPA Lazio, Liguria,Marche, Piemonte e Toscana eil contributo dell'INAIL - Dire-zione Regionale Liguria.

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Rischio biologico nelle Agenzie ambientaliAngelo Morlando

L'ultima pubblicazione del-l'ISPRA è la numero 93 ed èfrutto del lavoro congiunto del-l'ARPA FVG (Agenzia leader)delle ARPA Lazio, Liguria,Marche, Piemonte e Toscana eil contributo dell'INAIL - Dire-zione Regionale Liguria.Il manuale è costituito da com-plessivi tredici capitoli e 167 pa-gine i cui contenuti possonoriassumersi citando integral-mente l'introduzione: "Questapubblicazione ... rappresenta ilrisultato di una estesa fase distudio svolta dal Centro Intera-genziale Igiene e Sicurezza econtribuisce a rendere ulterior-mente attuale e performantel’obiettivo del Sistema Agen-ziale nell’affrontare le difficilisfide che gli addetti alla sicu-rezza si trovano ad affrontarenella loro attività. È uno studioparticolarmente complesso che,partendo dalla struttura, dal-l’esposizione e dalla classifica-zione degli agenti biologici,affronta la valutazione del ri-schio attraverso uno speciale al-goritmo messo a punto daltavolo tecnico. Non manca diesaminare nel dettaglio le si-tuazioni di rischio che gli opera-tori delle Agenzie incontranodurante l'attività lavorativa sulterritorio e in laboratorio. For-

nisce, infine, gli strumenti ope-rativi necessari a chi deve espri-mere un giudizio sull'entità delrischio e individuarne le rela-tive contromisure per la tuteladella salute umana e nel ri-spetto delle norme di sicurezzadel lavoro". Il secondo capitolo èdedicato alla "Esposizione adagenti biologici", definendo iluoghi/ambienti di lavoro e gliagenti biologici. Sono approfon-dite le tematiche inerenti alladefinizione degli Agenti Biolo-gici interessati dalla valuta-zione dei rischi, alla lorotrasmissione, all'individuazionedelle sorgenti e dei serbatoi, allecaratteristiche biologiche, allevie di eliminazione, alle vie dicontagio o di penetrazione, allemodalità di trasmissione, allecondizioni dell’ospite che favori-

scono la penetrazione e alle con-dizioni dell’ospite che peggio-rano gli effetti. Il terzo capitoloè dedicato alla "Struttura degliagenti patogeni" e costituisceun ottimo testo riepilogativosulle basi di chimica e biologiain materia. Il quarto capitolo èdedicato al "Sistema immunita-rio" approfondendo gli aspettiinerenti all'anatomia, ai mecca-

nismi di difesa, all'immunitàaspecifica e specifica, alle rea-zioni immunitarie. Il quinto capitolo riguarda la"Classificazione degli agentibiologici", mentre il sesto capi-tolo è un utile riepilogo della"Valutazione del rischio" se-condo il D.Lgs. 81/2008 e le ss.mm. e ii. Il settimo capitolo, in-vece, riguarda la "Valutazione

del rischio da esposizione adagenti biologici" di grande inte-resse in quanto è una tematicaper la quale sussistono sempredelle difficoltà per evitare sog-gettivismi che potrebbero por-tare ad una sottostima o unasovrastima dei rischi. I sottoc-paitolo, infatti, individuano,prima di tutto le attività in pre-senza ed attività con uso diagenti biologici, definendo, diconseguenza anche le relativecondizioni di lavoro. Nell'ottavocapitolo sono proposti degli in-teressantissimi "Algoritmi perla valutazione del rischio daesposizione ad agenti biologici"Il nono capitolo serve a proporrela "Descrizione delle attività conrischio biologico delle Agenzie",individuando, ad esempio, le at-tività di prelievo, monitoraggioe sopralluogo sul territorio e leattività di laboratorio. Il decimocapitolo, di interesse generale,riguarda la "Prevenzione e pro-tezione dagli agenti biologici",individuando gli interventi pre-ventivi e protettivi sulle sor-genti, gli interventi preventivi eprotettivi sui serbatoi, i mezzifisici, i mezzi chimici, gli inter-venti preventivi e protettivi neiconfronti dei vettori (animati einanimati) l'adozione di bar-riere collettive ed individuali.L'undicesimo capitolo è ine-rente al "Monitoraggio Micro-biologico" che, pur essendomolto tecnico, è di facile letturae comprensione e può essere digrande utilità anche in settoridiversi da quelli definiti nellapubblicazione.

AAl via il piano di risanamento dei fiumi e delle sorgenti in IrpiniaRosa Funaro

Grandi progetti: al via la garada 31,7 milioni di euro per ladepurazione delle aree internedella Campania. I fondi cisono. Adesso bisogna “fare”. Èstato pubblicato sulla Gaz-zetta Ufficiale, il bando di garaper l'affidamento della proget-tazione e della realizzazionedei lavori del "Lotto Funzio-nale Provincia di Avellino" delGrande Progetto "Risana-mento ambientale corpi idricisuperficiali delle aree interne".Le offerte dovranno esserepresentate entro il 14 aprile2014. “Questo lotto - ha dichia-rato l'assessore regionale Edo-ardo Cosenza - riguardainterventi da effettuare nei co-muni di Aiello del Sabato,Atripalda, Ariano Irpino, Ba-

gnoli Irpino, Casalbore, Ca-stelbaronia, Flumeri, Fonta-narosa, Frigento, Gesualdo,Grottaminarda, Manocalzati,Melito Irpino, MirabellaEclano, Montecalvo, Monte-forte Irpino, San Nicola Baro-nia, San Potito Ultra, Sturno,Villamaina, Villanova del Bat-

tista e Zungoli. Si affianca aquello attualmente in corso erelativo ad analoghi interventinella provincia di Benevento,per un valore di 32 milioni dieuro”. “Questo piano - ha ag-giunto Cosenza - è fondamen-tale per il correttofunzionamento del sistema didepurazione in un’area digrande valore naturalisticocome la provincia di Avellino,ma anche per il litorale Domi-zio: i reflui non trattati prove-nienti dall'Irpinia, attraversoil Calore, l'Ufita, l'Isclero, ilMiscano ed altri affluenti,confluiscono nel Volturno econtribuiscono all'inquina-mento delle acque marino-co-stiere: è necessario agire econvogliarli adeguatamente”. Il progetto è ambizioso. LaCampania merita di essere

tutelata nel miglior modopossibile, senza mezzi ter-mini, senza troppe chiac-chiere. Grande soddisfazioneha espresso anche l'assessoreall'Ambiente della Regione,Giovanni Romano: “È unaltro fondamentale passoavanti nell'attuazione delpiano strategico dell'Assesso-rato, finalizzato a migliorarela depurazione e la qualitàambientale delle acque ma-rino-costiere per favorire losviluppo di una economia so-stenibile dell'accoglienza e delturismo di qualità. Infattil'intervento è correlato aquelli già in fase di gara cheriguardano i Litorali Domitioe Flegreo e a quello di pros-sima pubblicazione riguar-dante il comprensorio deiRegi Lagni”.

La valutazione avviene attraverso uno speciale algoritmo

Aperto il bando di gara per l’affidamento dei lavori

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La pericolosità dei fanghi di cementoFabio Schiattarella

Secondo una sentenza della Corte diCassazione, breccia e sabbione deri-vanti dalle operazioni di lavaggio dellebetoniere, non sono sottoprodotti. Ladirettiva comunitaria 2011/571 ri-guardante i sottoprodotti, recepitadall’ Italia con l’articolo 184–bis delTesto Unico Ambientale, ha datogrande rilievo alla prevenzione controla produzione di rifiuti. Il cittadino siaspetta dunque un contesto norma-tivo che asseconda le finalità comuni-tarie. Un sottoprodotto viene definitotale quando soddisfa quattro condi-zioni: essere parte integrante del pro-cesso, avere un utilizzo certo, l’ impegodovrà essere diretto (senza alcun ulte-riore trattamento), deve rientrare neirequisiti che la legge richiede ai pro-dotti. Quando parliamo di sottopro-dotti, in edilizia, ci riferiamofacilmente ai fanghi di cemento come

sabbioline e breccia. Essi derivanodalle operazioni di lavaggio delle beto-niere e sono molto comuni nell’indu-stria edile. Secondo una sentenzadella Corte di Cassazione questi de-vono essere considerati come rifiutispeciali, dunque smaltiti come tali. Loha scritto la terza sezione penale dellaCorta di Cassazione in una sentenzadello scorso ottobre. Tale decisionepare sia stata presa per la salvaguar-dia del territorio e la salute di lavora-tori e cittadini. Questo tipo dimateriale, infatti, non lo si può trat-tare come materia prima secondariané come sottoprodotto. I giudici hannocosì confermato le decisioni dellaCorte di Appello del Tribunale di Na-poli, che aveva condannato un auto-trasportatore per aver viaggiato conun mezzo carico di breccia e sabbione.In particolare, si legge nella sentenzanumero 42338 “ una sostanza per es-sere considerata un sottoprodotto, ai

sensi del Codice dell’Ambiente, deveessere utilizzata direttamente senzaalcun ulteriore trattamento diversodalla normale pratica industriale eche soddisfi tutti i requisiti riguar-danti la protezione della salute e del-l’ambiente. Deve, inoltre, essereoriginata da un processo di produ-zione, di cui costituisce parte inte-grante, e il cui scopo primario non è lasua produzione”. Secondo i giudici, perquel che riguarda i fanghi di cemento,mancano entrambe queste condizioni.Soprattutto, ai fini del loro riutilizzosarebbe necessario un trattamentopreventivo consistente nella pulituraper eliminare i residui di cementostesso e non si tratterebbe per altro disostanze originate da un processo pro-duttivo. La differenza è di sostanzialeimportanza, perché, in quanto rifiutospeciale, deve essere gestito e trattatosecondo norme che, se disattese, pos-sono far incorrere i soggetti che utiliz-

zano queste sostanze in pesanti san-zioni penali oltre che pecuniarie. I sot-toprodotti, infatti, sono riutilizzabili ecommerciabili, quindi non hanno biso-gno di smaltimento e dei relativi costiin quanto fanno parte del ciclo produt-tivo aziendale e non sono un semplicescarto di cui disfarsi. Entrando solonel merito delle quattro condizioniprima elencate e limitandoci a consi-derare quella che ammette sui residuisolo i trattamenti rientranti nella nor-male pratica industriale la Commis-sione Ue ha precisato che sonoconsentiti soltanto quegli interventiche “ nella catena del valore del sotto-prodotto risultano necessari per poterrendere il materiale riutilizzabile ”. Lacommissione spiega che all’ atto pra-tico il sottoprodotto può essere lavato,omogeneizzato, essiccato, nonché do-tato di caratteristiche particolari otte-nute con l’aggiunta di altre sostanzenecessarie al suo riutilizzo.

Nuovi fiori sul terreno della legalitàAlessia Giangrasso

Non molto tempo fa quandoun commerciante denunciavagli aguzzini del racket, il suonegozio si svuotava. La genterifuggiva dal farvi acquistiper quella sorta di omertàservile e preventiva cheostentava una indifferenza,una esplicita dichiarazione dinon schierarsi a favore di chiaveva osato sottrarsi ad unasorta di stato di necessità.Qualche anno fa un gruppo digiovani palermitani tappezzòle mura della città e le vetrinedei negozi con un semplicemanifesto sul quale si leggeva“un popolo che paga il pizzo èun popolo senza dignità”. La

FAI, Federazione Italiana As-sociazioni Antiracket ed An-tiusura, ha trasformato ilgesto di riscossa che sta cam-biando l’assenza di dignità innuova stagione di orgoglio eriscatto. Da quel manifesto è

sorto un Movimento. Giova ri-cordare, al riguardo, ciò chediceva Giovanni Falcone e cheil Procuratore Nazionale An-timafia, dott. Franco Roberti,ha riportato nella risposta aduna intervista sul ruolo del-l’associazionismo. “La retecontro la mafia si basa su trepilastri: l’antimafia giudizia-ria, quella politica e l’antima-fia sociale, che nelleassociazioni e sul territoriotrova la sua espressione mi-gliore. E su questa strada–continua il Procuratore– la Faiha fatto e sta facendo tantis-simo, fornendo un importantecontributo”. A contribuire adun’efficace azione di contrastonasce oggi l’editoriale “Linea

Diretta”, la nuova rivistadella federazione Italiana An-tiracket, che rappresenta unmezzo per comunicare libera-mente le esperienze vissutecol fenomeno estorsivo. Inparticolare, alla sede dell’Or-dine dei Giornalisti dellaCampania, in conferenzastampa, si è presentato ilprimo numero di “Linea Di-retta” sotto la guida del Diret-tore, Tano Grasso, e delDirettore Responsabile, Giu-seppe Crimaldi, che hanno os-servato come la newsletter siauno strumento di comunica-zione più adeguato ed efficacedel movimento antiracket, fi-nalizzato ad organizzare il co-raggio dei commercianti e

promuovere iniziative di di-versa forma sul terreno dellalegalità. Ma la rivista, ricca dinotizie, aggiornamenti ed ap-profondimenti, non vuole li-mitarsi soltanto alla fasciadei commercianti, bensì vuolefare ingresso nei diversi con-testi di vita, nelle case, nellescuole, nelle università enella Chiesa. Fabio Giuliani,referente del coordinamentonapoletano dell’associazione“Libera”, definisce la rivistaun profumo di giustizia, nelsenso che attraverso lo stru-mento della narrazione vieneraccontata l’esperienza vis-suta da chiunque “in diretta”,per l’appunto “la diretta” ditutti!

Breccia e sabbione derivanti dalle operazioni di lavaggio delle betoniere devono essere considerati come rifiuti speciali

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“Le voci di fuori”… tutta un’altra CampaniaDalla stampa straniera l’iniezione di fiducia per poter ripartire

Fabiana Liguori

Altro che “Terra dei fuochi”, lanostra Campania è: “Terra deicuochi”! L’iniziativa di Legam-biente, in collaborazione conPollica, capitale della Dieta Me-diterranea e il MedEatResearch(Centro di Ricerche Sociali sullaDieta Mediterranea) dell' Uni-versità Suor Orsola Benincasadi Napoli, nasce per promuoveree valorizzare l'eccellenza deiprodotti campani colpiti dai con-tinui attacchi, mediatici e non,relativi all'interramento dei ri-fiuti tossici in alcune zone dellaregione. Il progetto vuole essereuna vera e propria “chiamata

alle forchette” per i grandi Chefperché si facciano testimoni, conuna loro ricetta, della qualità,nella legalità, dei prodotti dellaTerra Felix. Le “proposte culina-rie”, con ingredienti esclusiva-mente campani, vanno inviatevia email all’indirizzo:[email protected] per poi essere pubblicate suisiti www.legambiente.it ewww.legambiente.campania.it.Con le ricette raccolte sarannoorganizzati momenti di incon-tro, degustazioni e laboratori delgusto, per ridare vigore e visibi-lità ai prodotti, ai piatti antichie alle tradizioni campane, uni-che al mondo. Primo compagno

di viaggio della propaganda diLegambiente è stato AlfonsoIaccarino, celebre chef pluristel-lato del ristorante Don Alfonso1890 di Sant'Agata sui DueGolfi, che, con la ricetta "Vesu-vio di rigatoni…dedicato aMaria Orsini Natale”, ha ade-rito subito all'iniziativa: “La miaterra, il mio Sud mi stanno par-ticolarmente a cuore – ha di-chiarato lo chef - e penso chequesta ricetta rappresenti moltobene la nostra terra”. Non di-mentichiamo e non facciamo di-menticare che la Campania è laregione, per eccellenza, simbolodella dieta mediterranea: sana,gustosa, fatta di prodotti di

grande qualità. Un piatto di pa-stasciutta, una pizza marghe-rita con tanto basilico, una fettadi pane fresco con un filo d’oliodi oliva extravergine oggi evo-cano nell’immaginario la dietamediterranea. La Campania èanche la regione dove sono pro-dotti 25 Dop e Igp certificati, tracui l’albicocca vesuviana, lapizza napoletana, la mozzarelladi bufala campana, la noce diSorrento, 15 vini Doc e Docg tracui il Lacryma Christi, il Vesu-vio Doc, e i limoni di Amalfi. Bi-sogna, quindi, in questo difficilemomento per gli agricoltori e gliaddetti ai lavori dei settori agro-alimentare ed eno-gastrono-

mico, unire le forze. Le Istituzioni e le varie organiz-zazioni locali hanno il dovere disostenere il comparto in ognimodo possibile, affinché si con-tinui a produrre sul territoriocontribuendo, con orgoglio, alMade in Italy sul piano econo-mico, sociale e culturale. Ricor-diamo che proteggere ilterritorio significa non solo col-tivare con un modello agricolosempre più pulito e sostenibilema anche segnalare eventualiillegalità e cattive azioni: chenessuno mai si renda ancora“complice silenzioso” di disastriambientali come quello della“Terra dei fuochi”.

Prende il via “la Terra dei cuochi”, il progetto di Legambiente

Chiamata alle forchette per i grandi chef!

di Giulia Martelli

È fine anno, di solitoè tempo di bilanci. Aleggere i giornali o aguardare la tv, negliultimi mesi, davverola Campania non haquasi nulla di cuiandare fiera. Bersa-glio preferito dicampagne mediati-che che, a torto o aragione, ne enfatiz-zano, guarda caso,sempre le negativitàe le mancanze…Roghi tossici, maglienere a gogò, prodotticontaminati, acqueavvelenate e chi piùne ha più ne metta,

altro che “TerraFelix!” sembra quasidi vivere in unasorta di anticameradell’inferno. Senzaentrare, adesso, nelmerito, non si puònon osservare che citroviamo dinnanzi aquesta che a trattiappare una vera epropria opera deni-gratoria con l’in-tento di colpire i dueasset strategici dellaregione (e del Meri-dione in generale): ilturismo e l’agroali-mentare. Il compitodi noi giornalisti èovviamente quellodi riportare la realtà

e, per quanto mi ri-guarda, oggi, quasicome buon auspicioper il futuro, hol’esigenza di ripar-tire dal positivo, dalbuono che, anche sea volte non sembra,è pur esso presentee reale in questo ter-ritorio e, poiché èlungi da me la logicadel “se la cantano ese la suonano…” mibasterà dare voce areportage e studiscientifici che pro-vengono, purtroppoo per fortuna, al difuori dei confini nonsolo regionali maanche nazionali.

“Più di Firenze, Roma e Venezia, Napoli è una

delle città più romanti-che del mondo”

Un lungo articolo è stato pubblicatonei giorni scorsi dal New York Times,titolato “Sedotti da Napoli”. La firmaè di Rachel Donadio, inviata in Eu-ropa per il prestigioso quotidiano ame-ricano, prima a Roma e ora a Parigi.E proprio dal suo soggiorno romano lagiornalista ha iniziato a conoscere davicino la città partenopea: “Ogni voltache potevo allontanarmi da Roma,città paludosa e sempre capace di se-durti, ma mai di sorprenderti, venivoa Napoli, una scarica di adrenalinainfallibile, uno schiaffo in faccia, asolo un’ora di treno a Sud”. Comespesso accade da un punto di vistapurtroppo straniero, la Donadio hacancellato la banalità, pur non na-scondendo le insidie di cui anche a Na-poli bisogna difendersi, esaltando unluogo sorprendente: “La sua magiapuò essere potente. Più dell’elegante esobria Firenze o della sgargianteRoma e dell’ultraterrena Venezia, direiche è Napoli ad essere una delle cittàpiù romantiche del mondo”.

“La mozzarella campanadop è sana al di là di

ogni dubbio”

Contro le paure e le campagnestampa sensazionalistiche c'è unacertezza granitica: la mozzarella dopè sicura, sicurissima. I dati parlanodi stime di un quinto al di sotto diogni limite di legge, non perché lo af-fermano il Consorzio o gli enti certifi-catori pubblici, ma perché vienecertificato da Tuv, un laboratorio spe-cializzato che opera a Siegen. E perevitare ogni illazione, si è deciso difar raccogliere i campioni ai rappre-sentanti delle associazioni dei consu-matori: Federconsumatori, UnioneNazionale dei Consumatori, Codici eAdusbef. La raccolta è proseguitatutto il mese di Dicembre e nessunosapeva dove e quando sarebbero statiraccolti i campioni, in qualche caso èstata fatta anche nella immediataprossimità di un ettaro già concla-mato inquinato. I risultati diffusi aRoma nella conferenza stampa aigiornalisti di tutto il mondo sono ine-quivocabili: la mozzarella dop è unodei prodotti più sicuri in commercio.

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IN KENYA E AD HONG KONG LE SCUOLE PIÙ GREEN

Lo U.S. Green Building Council(Usgbc), un’associazione impegnatanell’educazione e nella diffusione diuna cultura green, ha premiato gli edi-fici scolastici più verdi al mondo, rico-nosciuti nelle strutture della scuolaprimaria Uaso Nyiro in Kenia e inquella della secondaria Sing Yin aHong Kong. Tenendo conto e valutandole scuole per uso efficiente delle risorsee ridotto impatto ambientale, incre-mento della salute degli studenti, edu-cazione alla sostenibilità e allaconservazione delle risorse, gli istitutisono stati proclamati vincitori del con-corso Greenest School on Earth, aggiu-dicandosi ognuna un premio da 5 miladollari a sostegno di progetti da attuarein futuro. Per quanto riguarda ilKenya, gli architetti inglesi Jane Har-rison e David Turnbull hanno dato vitaa un edificio autosuffi-ciente per la produ-zione di acquapotabile. L’Africa è, in-fatti, il luogo emble-matico del problemadella mancanza diacqua potabile, dimezzi per la raccolta,il filtraggio e la manu-tenzione di essa. Così,la scuola Uaso Nyiro,che si trova su un alto-piano centrale delKenia, una regionecon precipitazioni con-centrate in particolari

e limitati periodi dell’anno, è stata co-struita con materiali locali e ha unastruttura facilmente replicabile in altriluoghi: al centro di essa si trova un ser-batoio di stoccaggio che raccoglie l’ac-qua piovana che viene poi filtrataattraverso uno strato di argilla inte-grato con segatura e rivestito con ar-gento, che agisce come antibiotico. Lascuola raccoglie circa 350 mila litri diacqua all’anno, una quantità suffi-ciente per soddisfare il bisogno di stu-denti e insegnanti e anche per irrigaregli orti scolastici. La scuola è poi circon-data da un alto muro di recinzione checrea un microclima e tiene all’esternogli animali. Ora ci si sta occupandodella costruzione di una mensa, undormitorio e uno stadio per 1.500 per-sone, strutture tutte in grado di racco-gliere acqua piovana per il

sostentamento dellestrutture stesse. Pas-siamo ora ad HongKong. Qui la conser-vazione delle risorse èstata la molla che haspinto la scuola pub-blica Sing Yin a met-tere in atto unapolitica scolastica attaa sensibilizzare glistudenti alla curadell’ambiente. Questastruttura, infatti, oltrea essere dotata di pan-nelli solari, turbineeoliche, tetti verdi e il-

luminazione a Led, promuove corsieducativi per i ragazzi e le loro fami-glie. Rachel Gutter, direttrice del Cen-ter for Green Schools, ha sottolineatoche gli studenti sono impegnati e sonoparte attiva a livello curriculare ed ex-tracurriculare per quanto riguarda lasalvaguardia della salute del nostropianeta. Tutti gli impianti installatinella scuola sono, infatti, sfruttati a fini

didattici ed educativi. A Sing Yin èanche attivo un programma di promo-zione del risparmio energetico nellecase degli studenti. Insomma, come haaffermato Gutter, ci troviamo di frontea due chiari esempi di ritorno alla sem-plicità a cui si deve guardare conumiltà, ma soprattutto che bisognaemulare.

A.P.

NUOVI QUARTIERI VERDI: MODELLI ABITATIVI CONTEMPORANEIAntonio Palumbo

Sono ormai numerosissimi,anche nel nostro Paese, i pro-getti di nuovi “quartieri verdi”,in cui gli aggregati abitativisono definiti da criteri proget-tuali informati da una elevataqualità e sostenibilità ambien-tale, tanto a livello compositivoe tecnologico quanto dal puntodi vista della ecocompatibilità.Si segnalano qui solo alcuni deiprogetti più interessanti ultima-mente realizzati. Tra essi, si an-novera certamente il quartiereVauban di Friburgo, caratteriz-zato dalla presenza di un altonumero di unità abitative cosid-dette “Energy plus”, ossia capacidi produrre più energia diquanta in realtà gliene occorra,le cui aree verdi sono state pen-sate e sviluppate insieme ai fu-turi residenti, in modo da

rendere possibile la libera fre-quentazione da parte dei bam-bini di molte strade e spazipubblici. Altri interventi degnidi nota - entrambi in corso direalizzazione - sono i quartieriZuidas e GWL di Amsterdam:in particolare, lo sviluppo delprimo è stato programmato inaltezza, grazie all’edificazione dialcuni grattacieli, affinché possasorgere ai suoi piedi il maggiornumero possibile di aree verdi,tra cui il Parco Vivaldi; in ordineal secondo, nato dal recupero diun’area industriale dismessa,obiettivo principale è statoquello di rendere l’area “car-free”, mentre, per rafforzare almassimo il rapporto degli abi-tanti con il verde, l’accesso aigiardini privati avviene in ma-niera diretta e chi non ne avessea disposizione uno al pianter-reno possiede, in alternativa,

uno spazio verde sul tetto. InItalia, sempre solo a titolo diesempio, ricordiamo il nuovoquartiere Milanofiori Nord,sorto ad Assago, nel quale cia-scuna residenza è caratterizzatadalla presenza di particolari“serre bioclimatiche”, prospi-cienti ai giardini interni, le qualirivestono una doppia funzione:la prima di tipo microclimatico,finalizzata a regolare la tempe-ratura interna delle abitazioni;

la seconda di tipo compositivo,tesa a creare una ideale “con-giunzione verde” tra l’interno el’esterno delle unità edilizie.Per finire, vogliamo menzionareil quartiere denominato Le Al-bere, realizzato, su un ambi-zioso progetto dell’architettogenovese Renzo Piano, nell’areadell’ex fabbrica Michelin di

Trento. Qui la nota distintiva,come ha sottolineato lo stessoPiano, è stata quella della «tra-sformazione dei brownfields, iterreni industriali dismessi, ingreenfields: un terreno cemen-tato che diventa in gran parteverde, l’opposto di quello che siè fatto per tanti anni nellecittà».

Due chiari esempi di ritorno alla semplicità che bisogna emulare

A Friburgo, Amsterdam ma anche a Milano e Trento

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Anna Gaudioso

Alla Badia Fiesolana, alleporte di Firenze, dal 4 all’8giugno 2001 si riunì ilgruppo dei referenti di Edu-cazione Ambientale, compo-sto da esponenti interni alleagenzie che si interessavanodi EA. Le agenzie ambientali sierano ramificate considere-volmente in tutte le regioniitaliane e alla sigla Arpa ve-niva aggiunta l’iniziale dellaregione di appartenenza, ciòper identificare un ruolo co-mune e un territorio diverso.Si diede così l’avvio a questanuova fase di confronto econdivisione di idee sul fareeducazione ambientale, conla stipula della cosiddettaCarta di Fiesole. Si convenne che per riuscirenel raggiungimento degli ob-biettivi delle varie agenzie,su cui concordava il gruppodi lavoro dei referenti di EA,cioè per incidere positiva-mente sulle abitudini del cit-tadini e delle masse a favoredell’ambiente, bisognavapartire dalla formazione. Dopo il primo ciclo di semi-nari, si giunse alla consape-

volezza che coloroche operano nel set-tore dell’EA all’in-terno delle Agenziepossono contribuireallo sviluppo d’inno-vazione sia nel mododi attuare i compitiistituzionali che ilSistema delle agen-zie ambientali èchiamato a svolgere,sia nel migliorare ladimensione di inter-faccia con gli enti, leorganizzazioni e icittadini le cui sceltequotidiane hannouna diretta conse-guenza sulla com-plessità dei sistemiambientali. In conclusione si convenneche favorire lo sviluppodell’EA all’interno del Si-stema delle agenzie di prote-zione dell’ambiente èimportante e che era neces-sario sostenere un lavoro ba-sato sulla formazionecontinua in cicli di seminariperiodici. Questo si è rivelato digrande utilità per il raggiun-gimento degli obiettivi ini-ziali: creare un gruppo

nazionale di Agenzie che,partendo da diverse espe-rienze, fossero in grado distrutturare ambiti condivisidi lavoro e di confronto teo-rico. In questi ultimi anni, poi, sisono rafforzate ed incremen-tate tutte quelle attività dicomunicazione, informa-zione, formazione ed educa-zione, che rendono possibileil trasferimento del patrimo-nio conoscitivo prodotto edelle competenze acquisite

verso tutti i potenziali frui-tori sociali. In questo, leAgenzie ambientali appor-tano un significativo contri-buto nella realizzazione diquel processo virtuoso che fa-vorisce il cammino della so-stenibilità, supportando siala promozione di una culturascientifica dell’ambiente, sial’adozione di pratiche di tu-tela dell’ambiente parteci-pata da parte della società. In particolare nel campodell’educazione ambientalele Agenzie per la protezionedell’ambiente promuovono egestiscono numerose inizia-tive rivolte a diversi soggetti,dagli alunni delle scuole agliinsegnanti, agli operatoriambientali, al personale dienti e amministrazioni. Con la costituzione di unaRete di Referenti di Educa-zione ambientale del Si-stema nazionale diprotezione ambientale si èvoluta cogliere l’occasione divalorizzare queste realtà e difar conoscere ad un pubblicopiù ampio alcune delle espe-rienze realizzate in questocampo. Il Gruppo di Lavoro “Cife”del sistema agenziale, concompetenze sulla Comunica-zione, Informazione, Forma-zione ed Educazioneambientale, il quale intendefavorire l’interscambio delleinformazioni, il rafforza-mento delle competenze, ladefinizione di un piano stra-tegico delle iniziative e la col-laborazione ed integrazionedelle Agenzie per la prote-zione dell’ambiente nei si-stemi locali, nazionali edinternazionali, oggi è deno-minato Eos, educazioneorientata alla sostenibilità.

Gli “Early Warnings”dell’Aea

Luigi Mosca

David Gee, scienziato del-l’Agenzia europea per l’am-biente, è stato uno degliospiti di una conferenza or-ganizzata a inizio dicembrea Roma, nella sede del Cnr,nell’ambito del progettoEra-Envhealth. Al centro delsuo intervento, il rapporto“Late lessons from earlywarnings” edito dall’Aea al-l’inizio del 2013. La tradu-zione del titolo, “lezionitardive da avvertimenti pre-coci”, rende abbastanzal’idea centrale di questo stu-dio giunto alla seconda edi-zione. Gli “early warnings”,o avvertimenti precoci, sonoi primi segnali preoccupantiche emergono dall’utilizzodi nuove tecnologie dan-nose per l’ambiente o per lasalute umana, prima che iloro effetti nocivi diventinopienamente evidenti. Sonoinsomma campanelli d’al-larme che, se presi seria-mente in considerazione,possono salvare viteumane. Il rapporto Aeaelenca una serie di espe-rienze passate dove questiindizi sono stati trascurati:dall’utilizzo del piombo neicarburanti, all’impiego di te-tracloroetilene negli acque-dotti, dal rilascio dimetilmercurio da parte delleindustrie chimiche, all’espo-sizione al berillio dei lavora-tori nell’industria nucleare,dalla problematica del fumopassivo all’uso del clorurodi vinile in alcune produ-zioni industriali, e altro an-cora. Tutti questi temi nonhanno solo un valore sto-rico. In realtà, nelle inten-zioni degli autori delrapporto, forniscono lezioniper le questioni di oggi, inparticolare quelle emer-genti, legate all’utilizzo dinuove tecnologie industriali,a cui il rapporto dedica unaspecifica parte. Questioninei confronti delle quali, se-condo l’Aea, andrebbe ap-plicato il principio diprecauzione, regolandol’utilizzo di tecnologie daglieffetti non del tutto cono-sciuti, nell’attesa che leconseguenze del loro im-piego vengano studiate conaccuratezza. Il corposo rap-porto (oltre 700 pagine) puòessere scaricato all’indirizzowww.eea.europa.eu/publi-cations/late-lessons-2.

LLa storia. Nel 2001 fu siglata la Carta di Fiesole, un riferimento per la sostenibilità

Non c’è tutela ambientale senza educazioneIl convegno

Risparmio idrico nei regolamenti edilizi Una “buona pratica” arriva da Contursi

Angelo Morlando

Usare l’acqua con maggiore accortezza non èpiù un vessillo sbandierato solo da pochi, in-fatti, sta divenendo un’autentica necessità permolti territori in Italia affetti da potenziali scar-sità delle risorse idriche. Per tale motivo, ilFocus su "Acque e Ambiente Urbano", pubbli-cato di recente dall’Ispra a corredo del "NonoRapporto sulla Qualità dell’Ambiente Urbano",fa il punto sulla questione, studiando i Rego-lamenti edilizi adottati dai Comuni. Come sottolinea il Focus, sono 570 i comuniitaliani che prevedono norme per il risparmioidrico all’interno dei propri Regolamenti edilizi.Quasi la metà di questi comuni (239, per laprecisione) si trova in Lombardia, che si pro-pone, almeno dal punto di vista normativo,come regione leader su questo fronte. Sonopurtroppo pochi i comuni del Sud che hannoseguito questa strada: appena sette in Cam-pania. Dalla nostra regione arriva però una «buonapratica» in materia di recupero dell’acqua pio-vana, realizzata dal Comune di ContursiTerme, in provincia di Salerno, che, come silegge nel capitolo curato da Giorgio Zampettie Gabriele Nanni (Legambiente) stabiliscequanto segue: «è obbligatorio recuperare le

acque piovane in proporzione alla superficiedell’edificio e per non meno di 50 litri a metroquadrato, grazie al regolamento edilizio deldicembre del 2011». In forza di queste norme, contestualmentealla realizzazione di nuovi edifici, si devonorealizzare, come opera di urbanizzazione pri-maria, anche cisterne di raccolta dell’acquapiovana e una rete di distribuzione per l’uti-lizzo di queste acque, ad esempio, in prossi-mità di parcheggi pubblici o aree verdi. Per gli edifici già esistenti, nota il rapporto,«l’acqua proveniente dalle coperture dovràessere convogliata in apposite condutture sot-tostanti la rete stradale», da installare quandoviene rifatta la pavimentazione stradale o ven-gono eseguiti lavori su altre infrastrutture arete. Sono 550 i comuni italiani che prevedono, al-l’interno dei regolamenti edilizi, norme per ilrecupero dell’acqua piovana: solo sei di que-sti si trovano in Campania. E sempre con riferimento alla nostra regione,sono sette i comuni che hanno inserito neipropri regolamenti edilizi il recupero delleacque grigie, cioè di parte delle acque dome-stiche scaricate dalla cucina, dalla doccia,dalle vasche da bagno e dai lavandini.

(1 - segue)

Focus “Acque”

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Gennaro Loffredo

La stagione invernale è da sempreconsiderata il periodo più entusia-smante per tutti gli appassionati dellameteorologia. Infatti evoca scenari da brividi equipa-rabili solo alle distese gelate delgrande Nord: scenari capaci di farguizzare sui divani sonnecchiantispettatori delle previsioni meteo e difar nascere in loro immacolati sogniinvernali.L’Italia si trova immersa nel tiepidobacino del Mar Mediterraneo, il qualerappresenta una sorta di termoregola-tore che mitiga le temperature di tuttoil trimestre invernale, specie lungo lecoste. Anche le Alpi sono da conside-rarsi una barriera naturale contro ilflusso freddo in arrivo dal Polo nord. Nonostante ciò, la nostra penisola puòessere coinvolta da condizioni pertur-bate, favorite dai contrasti, che si ge-nerano sul Mediterraneo, con lecorrenti gelide provenienti dalle lati-tudini artiche. Sono due le parole chiave che determi-nano un inverno gelido e nevoso sul-l’Italia: l’aria polare e l’aria artica,ognuna delle quali può essere di na-tura marittima o continentale. Nello specifico, l’aria polare marittimasi origina nell’Atlantico settentrionale

e nella regione del Ca-nada. Con un antici-clone ben sviluppatoin aperto OceanoAtlantico e con unadepressione di Islandaben sviluppata, talearia è in grado di so-spingere fronti atlan-tici sull’Italia, deter-minando un severoguasto del tempo, connevicate sulle Alpi esugli Appennini non aquote eccessivamentebasse.La variante continen-tale dell’aria polare èpiù secca ma anchepiù fredda, visto che siorigina sul continente. Generalmente giungesull’Italia scivolandolungo il bordo orien-tale dell’anticiclonerusso-siberiano concalo termico marcatoma precipitazioni digran lunga inferiori, acausa del basso conte-nuto di umidità. Questo fenomeno riguarda principal-mente le regioni del medio-bassoAdriatico e il Sud. L’aria artico marit-tima, invece, è in grado di valicare ca-tene montuose come le Alpi e i Pirenei,a causa di uno spessore verticale dellamassa di aria molto elevato. In pre-senza di un robusto anticiclone groen-landese e di un anticiclone delleAzzorre molto sviluppato lungo i me-ridiani, questa massa d’aria, che siorigina sui mari dell’Artico è in gradodi gettarsi nel Mediterraneo entrandoattraverso la famigerata valle del Ro-dano. Così può far registrare fenomeninevosi anche in pianura, fenomeni chepossono interessare le regioni setten-trionali e persino alcuni tratti delle re-gioni tirreniche. In pratica puònevicare a Firenze, Roma e raramentesu Napoli (nella foto la storica nevicatadel 1956) e sulla costa occidentalesarda. Ma se neppure questo freddoper voi è sufficientemente gelido e vo-lete proprio sentirvi come dei ghiac-cioli nel freezer, niente paura, in giococ è ancora l’aria artica continentale.Come per la sua cugina polare, anchequesto alito glaciale scende lungo ilbordo orientale del temuto anticiclonesiberiano. In particolare se quest’ultimo deci-desse di collegarsi con la parte più oc-cidentale dell’anticiclone delleAzzorre, formando un vero ponte dicollegamento, permetterebbe unamassa cosi fredda e secca di arrivaresull’Europa e sull’Italia contrastandocon le miti acque del Mediterraneo,con risvolti esplosivi, come ci ricordanole famose ondate di gelo del 1929,1956, 1985.

Campania costiera e aree interneGennaio a due facce per la regione

Gennaio è il mese centrale dell’in-verno; le temperature sono basse ele piogge frequenti. Tuttavia grazie alla bassa latitudinein cui si trova la nostra regione(42°N), i valori termici non sono ri-gidi. In particolare, lungo le coste,grazie all’effetto mitigatore del mare,le temperature sono quasi semprepositive e di giorno si arriva spessoai 10°C.Un discorso diverso va fatto per learee interne e i settori appenninici,dove l’influenza del mare è minore,per cui tali settori sono spesso sog-getti ad ondate fredde provenientidai Balcani che fanno crollare letemperature anche su valori negativie consentono alle nevicate di ca-dere a quote piuttosto basse.Sono molto rare, invece, le nevicatesulla zona costiera. Infatti l’Appennino ci difende dalleincursioni di aria siberiana prove-nienti da nord-est, tipiche del pe-riodo, e le condizioni atmosferichetendono ad essere quasi semprestabili, seppure con clima moltofreddo e ventoso.L’abbigliamento è quello pesante in-vernale, con cappotti e giacconi im-bottiti e anche durante le giornate

soleggiate il clima è comunquefreddo. In realtà le giornate tendonolentamente ma inesorabilmente adallungarsi e gli effetti più evidenti co-minciano ad essere visibili durantel’ultima parte del mese. Nonostante ciò le terre emerse con-tinuano a raffreddarsi e raggiungonoil picco negativo durante gli ultimi tregiorni, nei cosiddetti ”giorni dellamerla” (ipiù freddi dell’anno).I venti sono spesso moderati o fortie provengono mediamente dai qua-dranti settentrionali, anche se, du-rante le perturbazioni, si hannotemporaneamente dei rinforzi dasud-ovest. I mari sono mossi e durante il pas-saggio delle perturbazioni possonoessere anche agitati.Le ondate di freddo in Campaniasono più frequenti nel mese di feb-braio, grazie ad un mare che oramaiha perso gran parte del calore accu-mulato durante l’estate precedente.Tuttavia è memorabile, ancora oggi,la famosa ondata di gelo che inte-ressò la nostra penisola nel gennaio1985, dove la dama bianca com-parve con accumulo (stimati circa10cm) persino sul lungomare diMergellina (ge.lo.).

L’analisi storica

L’influsso delle correnti del Nord sull’invernoRRaccontiamo il meteo. Artico o polare, marittimo o continentale: tutte le sfumature del freddo

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 31 dicembre 2013 - Anno IX, N.24Edizione chiusa dalla redazione il 23 dicembre 2013

DIRETTORE EDITORIALEPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOS. Allinoro, I. Buonfanti, F. Clemente, G. De Cre-scenzo, A. Esposito, E. Ferrara, R.Funaro, A.Giangrasso, L. Iacuzio, G. Loffredo, B. Merca-dante, A. Morlando, A. Palumbo, A. Paparo, F.Schiattarella, L. Terzi, E. TortorielloSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 7- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/426/427 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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La necessità di poter arrivare a siglare un accordoglobale sul clima sembra ancora un’utopia. Ma, so-prattutto dopo i recenti eventi, a cui abbiamo assi-stito, mostrandoci e toccando con mano quanto glieffetti dei cambiamenti climatici possano essere de-vastanti, questa voglia di alleanza tutta “green” stadiventando ancora più urgente e scalpita sempredi più, visto che, nel caso in cui non si corresse airipari in tempo, il futuro dell’intero pianeta edanche il nostro potrebbe essere in serio pericolo. Edè per questo motivo, che a Varsavia il segretariogenerale dell’Onu, Ban Ki Moon, ha dichiarato agran voce che, per salvare il clima del nostro pia-neta, ci vuole la cosiddetta “solidarietà globale”, dalmomento che nessun paese può risolvere questoproblema da solo, motivo per cui tutti devono allar-gare i propri orizzonti e guardare la situazione nonsolo dal proprio punto di vista. Per la serie, bisognaguardare al di là del proprio naso. Con l’auspicioche il vertice in corso, che ha al centro il problemadei cambiamenti climatici, raggiunga risultati po-sitivi e concreti e possa rappresentare un passo im-portante verso la conferenza di Parigi, prevista peril duemilaquindici, durante la quale è prevista in“scaletta” la firma dell’accordo globale sulla difesa

del clima, Ban Ki Moon ha, poi, parlato di unasorta di miopia dei vari paesi di fronte alle situa-zioni che non colpiscono i loro spazi e che oltrepas-sano i loro confini e, rivolgendo un appello ai paesisviluppati affinché si facciano carico di tutto ciò eguidino questo processo caricandosi della respon-sabilità di portarlo a termine e dando l’esempio conl’abbassamento delle emissioni di CO2, ha invi-tato il mondo ad aprire gli occhi e ad allargarequelli che sono i propri orizzonti, le proprie prospet-tive. Inoltre, il segretario ha espresso l'apprezza-mento alla Polonia che, nonostante la particolaresituazione del paese (dove l’ottantasette per centodell’energia necessaria viene prodotto dal carbone),realmente e attivamente sta lavorando a favore diun razionale ed effettivo compromesso per la difesadel clima e di conseguenza della vita dell’uomo sulnostro pianeta. Un monito che giunge alle orecchiedi tutti, nessuno escluso. La Terra continua a chie-derci aiuto attraverso segnali, che sta a noi cogliereper poi correre ai ripari prima che sia troppo tardi.È in gioco la nostra salute, quella del nostro pia-neta e quella delle generazioni future. “Chi hatempo, non aspetti tempo!”

A.P.

Anna Paparo

La natura è un miracolo che siperpetua ogni giorno davantiai nostri occhi, e noi spesso nonriusciamo a vedere. (StephenLittlewor)È cosa risaputa che l’anno due-milatredici, che stiamo per sa-lutare, è stato davvero difficileper noi italiani e per tutto ilmondo, per le crisi economichevere o presunte, quelle politi-che e così via, che si sono sus-seguite nel corso dei mesi.Verrà sicuramente ricordato,ma non solo per questo. Infatti,passerà alla storia anche comeil settimo anno più caldo a par-tire dal milleottocentocin-quanta, cioè da quando hannoavuto inizio le misurazioni e glistudi del clima con una certaregolarità e costanza. Questo è il dato che è statoreso noto dall’Organizzazionemeteorologica mondiale (Wmo)in un comunicato diffuso allaconferenza Onu sul clima incorso a Varsavia. Il Wmo, inuna stima provvisoria, comu-nica che i primi nove mesidell’anno competono con lostesso periodo del duamilatreper il settimo anno più caldo,con temperature medie globali

registrate in terraferma e sullasuperficie dei mari di 0,48gradi centigradi (°C) sopra lamedia, registrata tra il mille-novecentosessantuno e il mille-novecentonovanta. In ogni caso, l’organizzazioneprevede che il duemilatredicifinirà tra i dieci anni più caldi,che sono tutti compresi dal mil-lenovecentonovantotto in poi.Considerando l’aumento delleemissioni dei gas serra e il loro

accumulo nell’atmosfera, af-ferma Michel Jarraud, segre-tario generale del Wmo, ilriscaldamento nei prossimianni è ormai inevitabile. Tragli avvenimenti estremi del-l’anno, vengono citati nello stu-dio preliminare del Wmo, ilsupertifone Haiyan nelle Filip-pine, una delle più forti tem-peste della storia, l’ondata dicalore che ha investito l’Au-stralia, le alluvioni in Sudan e

in Europa centrale (inizio giu-gno). L’Organizzazione meteo-rologica mondiale ha tenuto aprecisare, inoltre, che il tifoneHaiyan non può essere diretta-mente collegato agli effettidella variazione climatica, mache in ogni caso l’aumento dellivello dei mari rende le popo-lazioni, che vivono sulle coste,più vulnerabili alle tempeste.Il livello dei mari si è alzato in-fatti diventi centimetri in un

secolo. Il numero di cicloni tro-picali registrati quest’annofino all’inizio di novembre,ossia ottantasei, è in linea conla media del periodo millenove-cento ottantuno - duemiladieci,pari a ottantanove. Purtropposi prospetta un cielo pieno dinubi per la Terra e il suo statodi salute. Nonostante ci sianostati segnali forti e devastantida parte della natura in ripo-sta al global warming scaglian-dosi contro l’uomo, si è ancorafermi in cerca di una reale epossibile soluzione. Ma sicura-mente arriverà. Ci sono troppecose in ballo: la nostra vita, masoprattutto quella delle gene-razioni future, che non devonoessere private di tutto ciò chedi più bello ci può offrire la na-tura che ci circonda, spettacolimeravigliosi da mozzare ilfiato, e ancora la flora e lafauna che riempiono i nostriocchi di magia e di colori. No,non è un film “fantastico”, maè la realtà. È la nostra “fanta-stica” natura che ci chiede soloun po’ di rispetto e di accor-tezza. Potrà sembrare poco, maper lei è davvero tanto. Perciò,è tempo di passare all’azione.Il pianeta ha bisogno di cure, ilpianeta ha bisogno di noi.

Allarme rosso: il riscaldamento globale è inevitabile!Il 2013 è stato il settimo anno più caldo a partire dal 1850

Solidarietà globale per salvare il climaL’Onu invita tutti i paesi a collaborare per ridurre le emissioni di CO2

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Le nuove rotte aeree sostenibili

L’esigenza mondiale della razionalizza-zione della gestione del traffico aereo èdettata dalla necessità di mantenere e,se possibile, aumentare i livelli di sicu-rezza del volo incrementando la capa-cità dello spazio aereo riducendo il piùpossibile il consumo di carburante siaper risparmiare sui costi di esercizio,sia per abbassare l’impatto ambientale.Per far fronte a questa ormai urgentenecessità, le principali organizzazioniinternazionali di settore, hanno recen-temente individuato delle linee diazione che la comunità dell’aviazione èchiamata a condividere e realizzare conla cooperazione di ciascun attore.E proprio da una collaborazione traEnav, Skyguide e Dsna e le compagnieaeree Alitalia e Air France è nato il pro-getto We Free (Weekend Free Route forEnvironmental Efficency) per verifi-care la possibilità di nuove rotte aereesostenibili. Nato due anni fa, il progettoha l’obiettivo di studiare e utilizzarerotte dirette per i voli dall’aeroporto diParigi Charles de Gaulle verso otto de-stinazioni italiane (Roma Fiumicino,Milano Linate, Venezia Tessera, To-rino Caselle, Verona Villafranca, Ge-nova, Bologna e Pisa). E’ natonell’ambito dell’iniziativa SESAR (Sin-gle European Sky ATM Research), lan-ciata dalla Commissione Europea conl’obiettivo di realizzare un nuovo si-stema di gestione del traffico aereo

omogeneo per tutti i Paesi Ue e per au-mentare l’efficienza del sistema di ge-stione del traffico aereo nell’area dimassima densità di voli al mondo, conpunte di oltre 33.000 aeromobili algiorno. Sperimentate nei fine setti-mana del 16 e 17 novembre e 23 e 24novembre 2013, le nuove rotte hannopermesso di percorrere fino a 35 miglianautiche in meno, con un risparmio dicirca 200 chilogrammi di carburante euna conseguente riduzione di emissionipari a 600 chilogrammi di CO2. “Un ri-sultato complessivo di rilievo, rileval’Enav, considerando che per il solo Pa-rigi-Roma ci sono 10 collegamenti algiorno”. Soddisfatto l’amministratoreunico dell’Enav, Massimo Garbini:“Siamo estremamente soddisfatti dellavoro sinergico svolto con gli altri par-tner e di aver dimostrato concreta-mente che la riforma del SingleEuropean Sky, in cui abbiamo semprecreduto molto, grazie alla ricerca e al-l’innovazione del programma Sesar,porterà dei benefici di valore assoluto atutto il sistema di trasporto aereo siain termini di efficienza economica chedi rispetto per l’ambiente. Peraltro,l’Enav già dal 2008, ha attuato unpiano di ristrutturazione del propriospazio aereo grazie al quale i vettorihanno risparmiato carburante per oltre60 milioni di euro.

I. B.

Test positivi per tragitti più corti e con minor spreco di carburante

Fabiana Clemente

Pavimenti solari calpestabili? Daoggi si può. Il fotovoltaico si rein-venta con ulteriori ed notevoli inter-pretazioni della sua concezioneprimordiale. Dalla George Washin-gton University – Virginia - l’ultimarealizzazione in ambito di efficienzaenergetica. Un gruppo di brillantistudenti si è cimentato nell’ideazionedi un programma dal caratteregreen, per la riduzione dei consumidi energia dell’ateneo. Si tratta di unpavimento solare calpestabile all’in-terno del campus che, in seguito alpassaggio e ai passi della gente chelo attraversa, produce energia rinno-vabile utilizzata per soddisfare il fab-bisogno energetico necessarioall’Università. Il progetto innovativoè improntato sull’obiettivo di sosti-tuire l’elettricità acquistata dallarete con energia verde prodotta in-

tramoenia, al fine di ottenere un du-plice risultato – riduzione dei con-sumi energetici da un lato el’adozione di una politica ecososteni-bile dall’altro. Il risultato di tale ini-ziativa – realizzato dall’aziendaspagnola Onyx – ha previsto l’istal-lazione di 27 pannelli solari semitra-sparenti – ognuno dei quali misura60 centimetri per lato - per una po-tenza di 400 watt, dando forma ad unviale fotovoltaico. Questi pannellisono capaci di convertire i raggi so-lari in energia elettrica attraversodei semiconduttori in grado di ali-mentare le 450 luci a led posizionateal di sotto dei pannelli fotovoltaici.Allo stato attuale i moduli antiscivolooccupano un’area di circa 10 metriquadrati. In attesa di estendere gliimpianti ad ulteriori aree della strut-tura. Il Solar Walk – primo pavi-mento solare calpestabile al mondo -è quindi un progetto “made in Eu-

ropa”, pur istallando il prototiponegli Stati Uniti. La camminata so-lare, ideata dagli studenti, è stata in-tegrata dall’ideazione di pensiline –ad opera di Studio39 Landscape Ar-chitecture – per catturare i raggi so-lari ed ottenere in questo modo unincremento della produzione energe-tica. Oltre ai tetti rivestiti da pan-nelli solari si stanno cercando nuovesoluzioni da poter integrare a tutti icontesti urbani. Un segnale che sot-tolinea la rinnovata consapevolezzadi voler tagliare i ponti con gli erroridel passato e interpretare il presente,nonché il futuro, con una chiave de-cisamente sostenibile. Il recente pro-getto vede impegnarsi in questosenso alcuni due dei paesi più inqui-nanti al mondo. Nonostante il note-vole ritardo sulla tabella di marcia,le recenti tendenze ci fanno sperareche un futuro sostenibile non è piùutopia!

SOLAR WALK – PROGETTO SOSTENIBILE MADE IN EUROPA

I pavimenti solari che producono energia

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La lampadina a candeggina: una luce per chi ne ha più bisogno

Ilaria Buonfanti

Generalmente, quando unprogetto porta la firma diRenzo Piano è una garanzia.Architetto a livello internazio-nale è stato il primo italianoad essere inserito dal Time,nel 2006, nella Time 100,l’elenco delle 100 personalitàpiù influenti del mondo, non-ché tra le dieci più importantidel mondo nella categoria“Arte ed intrattenimento”. E così, dalla mente geniale diquesto architetto è nata la“Libellula”, un’innovazionenel campo dell’energia eolica.Libellula è una turbina mi-nieolica sviluppata in collabo-razione con Enel GreenPower, la costola di Enel de-dicata alle rinnovabili ed è en-trata in fase presso il campoprova di Molinetto di Pisa.Il prototipo oggetto della spe-rimentazione, che sta dimo-strando di funzionare anchecon venti a bassa intensità,ha già prodotto circa 1.200Kwh, immessi nella rete di di-stribuzione; le prove an-dranno avanti per alcunimesi, sottolinea la societàsenza però precisare la road-map, dopodiché scatterà lafase di produzione in serie invista della commercializza-zione. Sottilissimo e dotato didue sole pale (al posto delletradizionali tre che caratteriz-

zano gli impianti eolici), l’ae-rogeneratore progettato daPiano, alla cui realizzazionehanno collaborato la societàFavero & Milan di Veneziaper la progettazione esecutivae l’azienda Metalsistem di Ro-vereto (Tn), è totalmente “mi-

metico”. La forma allungatalo rende quasi invisibile nelpaesaggio, in particolare intotale assenza di vento,quando l’impianto si riduce auna sottile linea verticale da20 metri di altezza e un dia-metro di appena 35 cm, in

funzionamento le due pale,che simulano nella forma leali di una libellula, non supe-rano i 16 metri quando alli-neate a bandiera. L’impianto minieolico, dallapotenza di circa 55 kw, reagi-sce bene anche ai venti di

bassa intensità (fino a duemetri al secondo, una misuraimpercettibile da parte dellepale tradizionali) grazie al-l’uso di materiali ultraleggericome le fibre di carbonio e ilpolicarbonato. Tre i generatori di energiaelettrica, di cui due (quelliprincipali) allineati lungol’asse della navicella e colle-gati sia meccanicamente siaelettricamente in serie, e ilterzo di minore dimensione,collocato nel mozzo del rotoredi coda. Secondo le stime an-nunciate un anno fa da EnelGreen Power, Libellula avràun costo orientativo di150mila euro. L’energy company punta suaziende agricole e agrituri-smo ma anche porti turistici epiccoli insediamenti indu-striali e commerciali localiz-zati in Italia ma ancheoltreconfine nei Paesi del-l’area del Mediterraneo e ol-treoceano in America Latinae Stati Uniti.“Disegnare il prototipo non èstato facile, ha spiegato RenzoPiano, perché doveva essereun elemento di un sistema di-verso da quelli giganteschi delpassato, basati sul grande im-pianto. L’asse della turbina èorizzontale e l’altezza dellatorre è di circa 20 m, mentreil diametro della pale non su-pera i 16 m e pesa 60 kg”.

Eolico: la “libellula” di Renzo Piano

Un’idea “brillante” quella diAlfredo Moser, meccanico bra-siliano. E che dalla sua inven-zione ha fatto molta strada. Sitratta della lampadina a can-deggina. Un sistema sempliceed economico che sta portandola luce nelle periferie delmondo. Viene chiamata in-fatti anche “lampadina dei po-veri”: basta una bottiglia diplastica riempita d’acqua acui si aggiunge un po’ di can-deggina per preservarla dallealghe. Viene poi immessa inun foro praticato sul tetto fis-sandola con resina poliestere.E voilà: luce è fatta. Wit, que-sto il nome dell’invenzione,sfrutta il riflesso della luce delsole nell’acqua ed è moltoutile per edifici e baracche chequasi non hanno finestre e incui bisogna pensare all’illumi-

nazione anche durante le oredel giorno. E non è soggetta ablack out di corrente, eventoche portò Moser ad idearla nel2002. La potenza della lampa-dina a candeggina raggiungei 40/60 watt, a seconda dell’in-tensità della luce del sole.Moser alla BBC commenta:“Non costa un centesimo ed èimpossibile che si fulmini.”Inoltre, completamente ecoso-stenibile, perché non c’è emis-sione di anidride carbonica.Moser non ha mai brevettatola lampadina a candeggina,non traendone quindi alcunprofitto se non da piccole in-stallazioni. Ad oggi però lasua invenzione viene sfrut-tata in circa 15 Paesi tra cuiIndia, Bangladesh, Fiji e Tan-zania. A farne uso da un paiod’anni anche la fondazione fi-

lippina My Shelter, specializ-zata in costruzioni alterna-tive; il direttore esecutivo,Illac Angelo Diaz, prevede unincremento del loro utilizzostimando che entro l’inizio delprossimo anno saranno quasiun milione le case, perlopiùbaracche, che faranno di Witla loro fonte di luce giorna-liera.A chi obietta che una luce dasfruttare solo durante ilgiorno serva a poco, si ri-sponde con le parole di Moserche ben conosce le realtà incui Wit viene utilizzata: “Co-nosco un uomo che ha inseritole bottiglie e in un mese avevarisparmiato abbastanza percomprare beni di prima neces-sità per il loro bambino ap-pena nato”.

A.E.

Un aerogeneratore bi-pale che potrebberivoluzionare il mondo dell’eolico

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L’architettura organica di Gregory BurgessAntonio Palumbo

Architetto australiano dalle spiccatepropensioni paesaggistiche (nato aNewcastle l’8 agosto 1945), GregoryBurgess rappresenta certamente unodei maggiori talenti dell’odierna archi-tettura organica, insignito, tra l’altro,nel 2004 della RAIA Golden Metal, ilpiù importante riconoscimento per ar-chitetti in Australia. Nella sua conce-zione l’opera architettonica può benrapportarsi ad un determinato contestosolo realizzando una piena integra-zione delle strutture con il paesaggio: ilprincipio da cui scaturisce tutto ciò cheegli progetta muove dalla consapevo-lezza che anche l’architettura sosteni-bile, nella maggior parte dei casi, nonriesce ad affrontare in modo adeguatoil problema, in quanto lo inquadra perlo più da un punto di vista tecnicisticoe materialistico. In realtà, secondo Bur-gess, la sostenibilità architettonica è

data dalla sintesi (o, se vogliamo, dallamescolanza) di elementi tipici, ricono-scibili e popolari con strutture e solu-zioni d’avanguardia: la capacità“organica” del maestro australiano valetta sostanzialmente, volta per volta,nelle originali interpretazioni di questadicotomia. Tale metodo è poi sempre le-gato alla sperimentazione di una “pro-gettazione partecipata”, finalizzata asviluppare un’architettura comunitariae per il luogo, mediante il coinvolgi-mento di maestranze, artigiani ed arti-sti locali e nel profondo rispetto dellanatura e del paesaggio, delle popola-zioni residenti e delle culture indigene.Per Burgess appare soprattutto ur-gente «che l’umanità cominci a ripen-sare il modo in cui esercita il suodominio sul pianeta, coniugando valori,identità e risorse. (…) a tal fine è indi-spensabile controllare il processo pro-gettuale della forma, salvaguardando evalorizzando i luoghi».

Nello stesso modo, l’integrazione pae-saggistica, da lui continuamente ricer-cata, è direttamente legata adun’estetica e a un metodo capaci di ri-conciliare l’uomo con l’ambiente e conil circostante, offrendo una rispostaquanto mai efficace al crescente de-grado spirituale e culturale e ai semprepiù marcati processi di disembeddingin atto nella società australiana. NelCentro Comunitario di Boxhill (Mel-bourne, NSW), Burgess, dopo aver av-viato un lungo ciclo di consultazioni contutti i membri, le maestranze e gli ar-tisti della comunità locale, attua la sin-golare scelta di integrare le opere diartigianato direttamente nel processocostruttivo piuttosto che aggiungerle aposteriori. In ordine poi all’applicazione di mate-riali e procedimenti costruttivi tradizio-nali, la tecnica dell’adobe (o delmattone crudo), con il coinvolgimentodelle maestranze locali, viene da lui

utilizzata per la realizzazione del-l’Uluru-Kata Tjuta Cultural Centre(Ayers Rock, NT): qui Burgess adoperamurature di blocchi formati ed essiccatial sole in cantiere, associate ad altrimateriali naturali, come paglia e legnoin tronchi, insieme ad elementi di tipoindustriale, quali louvres di vetro.Altra sua importante opera è il Padi-glione del Platypus (l’ornitorinco), rea-lizzato per il Bio-parco di Healesville,nel territorio del NSW: in questo caso,egli si consulta a lungo con i custodidegli animali e con il personale delparco, per riuscire a realizzare unastruttura di circa 700 mq - costruitaimpiegando materiali naturali, qualiargilla cruda e legno - concepita comeun mezzo di graduale avvicinamentoalla vita dell’ornitorinco (animale raroda scorgere, notoriamente appartato enotturno), che il visitatore può qui am-mirare nel suo particolare ambientenaturale.

Il quartiere Milanofiori: ecosostenibilità a MilanoElvira Tortoriello

Negli anni ’60 le città italiane hanno subito enormitrasformazioni e certo non a favore del benesseredegli abitanti. Il suolo è stato oggetto di speculazioneedilizia selvaggia ed i quartieri che venivano pro-gettati e costruiti alienavano i propri fruitori. Perfortuna grazie ad una inversione di tendenza ed auna maggiore consapevolezza si cerca di non ripe-tere gli errori del passato . Ed ecco quindi che lentamente anche qui in Italia in-cominciano a prendere forma realizzazioni ecososte-nibili.È il caso del quartiere Milanofiori ad Assago ( Mi-lano) basato su criteri di elevata qualità e sostenibi-lità ambientale sia a livello compositivo chetecnologico. Il complesso prevede, oltre alla presenzadi edifici residenziali, la realizzazione di struttureterziarie e commerciali tra cui uffici, centri direzio-nali, un cinema multisala, un centro commerciale,un hotel e un centro fitness e benessere.Il modello abitativo si sviluppa in tre settori che ab-bracciano il giardino interno con una conformazione

a C, una facciata interna ed una esterna . Lo studiodelle facciate è diverso sui due fronti: internamentesi affaccia sul parco pubblico e viene trattato con tra-sparenze e serre solari che permettono di estenderela zona giorno degli appartamenti verso il verde pub-blico , ha inoltre funzione di termoregolazione del-l’abitazione mentre il fronte sulla strada vienesuddiviso in cornici che individuano le singole unitàabitative creando dei peristili tra la zona notte el’esterno. All’interno la ricerca di spazi elastici e fles-sibili ha portato alle soluzioni efficienti di spaziaperti/coperti come nel caso delle serre solari, all’usodi pareti attrezzate in particolare in cucina, all’usodi pareti mobili che permettono la creazione di con-figurazioni spaziali diverse a seconda delle esigenze.Ogni appartamento ha un doppio affaccio tra internoed esterno, garantendo una migliore ventilazione na-turale e illuminazione interna. Il verde è presente con la copertura verde che as-sorbe il calore diminuendo il fabbisogno termico in-vernale, assorbe l’acqua piovana riducendo il caricodella rete fognaria e filtra l’aria riducendo le polverisottili e l’anidride carbonica.

Si tratta di coinvolgeremaestranze, artigianied artisti locali nel rispetto della natura e delle popolazioni residenti

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È stato pubblicato da poco il manuale n° 89 dell'ISPRA(Direzione per la Protezione della Natura e del Mare -Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio edel Mare) e siamo stati immediatamente attratti dallastupenda copertina riportante una bellissima tartarugamarina. Un lavoro complesso e completo al quale ha par-tecipato anche la dott.ssa Flegra Bentivegna della "no-stra" Stazione Zoologica Anton Dohrn. Sette capitoli etre allegati per complessive 72 pagine da leggere congrandissima intensità. Il primo capitolo introduttivoriassume lo scopo della pubblicazione che è quello didare contributi concreti alla conservazione delle tarta-rughe marine e quindi all’attuazione della Strategia Na-zionale della Biodiversità (SNB). Il secondo capitolo èdedicato ai "Riferimenti normativi (internazionali e na-zionali) inerenti alle tartarughe marine presenti neimari italiani" ed è un ottimo riepilogo di tutte le normevigenti. Il terzo capitolo è dedicato allo "Stato attualedelle Specie" dl qule si evince che fondamentalmente ledue specie presenti e più diffuse sono la tartaruga co-mune [Caretta caretta (Linnaeus, 1758)] e la tartarugaverde [Chelonia mydas (Linnaeus, 1758)]. Una terzaspecie [Dermochelys coriacea (Vandelli, 1761)] vienesporadicamente avvistata, mentre esistono rare segna-lazioni di tartaruga embricata [Eretmochelys imbricata

(Linnaeus, 1766)] e di tartaruga di kemp [Lepidochelyskempii (Garman, 1880)]. La tartaruga comune, Carettacaretta, è la specie di tartaruga marina più abbondantedel Mediterraneo e l’unica che si riproduce abitualmentelungo le coste italiane, anche sulle coste campane e la-ziali. La frequente ricattura di femmine nidificanti e ilritrovamento di individui adulti indicano il mare Adria-tico come un’importante area di alimentazione e sver-namento per individui giovani e adulti in fase neritica.Infine recenti studi ecologici e di biotelemetria hannoidentificato significativi siti di alimentazione anche nelTirreno Meridionale e nello Ionio. Il quarto capitolo, si-curamente il più interessante per i cittadini comuni, èinerente alle "Norme comportamentali in caso di recu-pero e manipolazione delle tartarughe marine" di cui neriportiamo una sintesi operativa. Ogni segnalazione re-lativa al ritrovamento di uno o più esemplari di tarta-ruga marina deve essere comunicata all’AutoritàMarittima competente per territorio, oppure a quella piùvicina (per l’elenco e i riferimenti dei vari comandi peri-ferici della CCPP, consultare il sito: http://www.guar-diacostiera.it/organizzazione/strutturaperiferica.cfm).La detenzione temporanea di tartarughe marine, cattu-rate accidentalmente, da parte di pescatori, non è con-siderata reato qualora questi abbiano notificato la

cattura accidentale e la detenzione dell’esemplare allaCCPP competente per territorio, collaborando con lastessa e/o purché siano in contatto e collaborino, in tuttele fasi della manipolazione con il gruppo di ricerca/centrodi recupero tartarughe locale. Il quinto capitolo è dedi-cato alla "Definizione e ai requisiti che devono possederei Centri di recupero", mentre, infine, il sesto capitolo èdedicato ai "Protocolli operativi". A.M.

Brunella Mercadante

Negli ultimi decenni la difesachimica delle colture ha subitoun profondo cambiamento sullaspinta dell’approccio integrato egrazie alla messa a punto dinuove tipologie di principi attiviad elevata efficacia, attivi a dosiestremamente basse rispetto aiprodotti tradizionali e con mec-canismi di azione assai sofisti-cati. A ciò si è aggiunto ilprocesso di revisione europeodei prodotti fitosanitari (Diret-tiva 414/99 eReg.CE 1107/09)che, per motivi tossicologici, haportato all’esclusione dal mer-cato di numerosi principi attiviche, in parte, sono stati sosti-tuiti da nuovi e più performantiprincipi attivi dotati di mecca-nismi d’azione diversi. Pur-troppo, a causa di meccanismid’azione sempre più specifici,l’uso ripetuto di questi principiattivi ha portato in diversi casiad una perdita progressivadella loro efficacia fino alla verae propria resistenza sia daparte di patogeni fungini che dilitofagi e di erbe infestanti. Conil termine resistenza ci si riferi-sce a riduzioni stabili ed eredi-tabili della sensibilità di unorganismo patogeno nei con-

fronti di un principio attivo.Alla base del fenomeno vi è unamutazione genetica e le muta-zioni riguardanti la comparsadi resistenza ad una sostanzaattiva possono avvenire sponta-neamente, senza essere indotteda alcun trattamento muta-geno specifico. Mutanti resi-stenti a un principio attivopossono essere presenti nellapopolazione prima che il princi-pio attivo stesso sia impiegatocome risultato delle mutazioniche spontaneamente occorrono

in natura. La maggioranza diquesti mutanti tende però ascomparire in assenza del prin-cipio attivo a cui sono resistentia meno che essi trovino condi-zioni ambientali particolar-mente favorevoli. Quandoinvece il principio attivo è pre-sente, esso esercita una pres-sione selettiva favorevole neiriguardi dei ceppi resistenti,che risultano avvantaggiati ri-spetto a quelli sensibili. Questosembra essere il meccanismopiù comune di sviluppo della re-

sistenza. Nel passato i prodottiper cui si era evidenziata unaresistenza venivano sostituiti intempi sufficientemente rapididai nuovi principi attivi. Oggi,sia a causa degli elevati costi,sia del lungo tempo richiestoper la sintesi e lo sviluppo e laregistrazione delle nuove mole-cole, questa sostituzione non èpiù immediata e non c’é la ga-ranzia di una tempestiva dispo-nibilità di prodotti in grado disostituire quelli “vecchi” dive-nuti inefficaci. Nella situazione

attuale è prevedibile che la pre-venzione e la gestione del ri-schio di resistenza agliagrofarmaci diventerà un pro-blema centrale del prossimo fu-turo. Sarà pertanto necessariomettere a punto delle specifichestrategie fitoiatriche che ten-dano a preservare l’attività deiprodotti disponibili. Per rag-giungere questo obiettivo è ne-cessario però che venganoseguite delle regole come adesempio: abbandonare l’im-piego dei prodotti per i quali èaccertata la resistenza; misce-lare i principi attivi con partnerefficaci a diverso meccanismod’azione; rispettare scrupolosa-mente i dosaggi; rispettare ilnumero di applicazioni consen-tite per stagione o ciclo coltu-rale ecc. Queste indicazioni,fino a pochi anni fa, non eranoconsiderate nel processo di re-gistrazione in Europa ma oggicon la Direttiva 91/414/Ceedell’UE, e poi con il Regola-mento 1107/2009, il rischio dicomparsa di resistenza deve es-sere considerato attentamentenel processo di registrazione etutte le mitigazioni del rischiodi comparsa di resistenza de-vono essere ben illustrate sul-l’etichetta di ogni formulato.

Rischio resistenza: problema del prossimo futuroOggi non c’é la garanzia di una tempestiva disponibilità di prodotti in grado di sostituire quelli divenuti inefficaci

Linee guida per il recupero, soccorso, affidamento e gestione delle tartarughe marine ai fini della riabilitazione

Devastato il nuovissimo centro di accoglienza delle tartarughe marine a Bagnoli Futura

L’11 Dicembre scorso è stata ufficializzata lanotizia della devastazione del “Turtle Point –Centro Esposizione del Mare”, opera in attesadi inaugurazione presso l’area di Bagnoli Fu-tura a Napoli. Un’opera praticamente conclusaè stata letteralmente distrutta, sia nelle operecivili, sia nelle opere impiantistiche. Maggior-mente colpiti gli impianti, forse per il recuperodel prezioso rame. Distrutti anche gli impiantiantincendio. È l’ennesima pagina dolorosa perun’area che dovrebbe rappresentare il rilanciodell’intera città.

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Solo un bambino su cento mangia sanoAlessia Esposito

L’Osservatorio nazionale sullasalute dell’infanzia e dell’adole-scenza (Paidòss) avverte: i nostripiccoli hanno cattive abitudinialimentari. Lo studio degli esperti Paidòssrileva che solo l’1% dei bambinitra i 6 e i 10 anni mangia in ma-niera sana. Il dato è stato pre-sentato in occasione della 7thInternational Conference onchildren's health and the envi-ronment a Gerusalemme ed evi-denzia la connessionecon uno sfruttamentointensivo del suolo. Cosìal danno per la salute siaggiunge quello ecolo-gico: una cattiva dietaha infatti ripercussioninegative per l’ambiente.Per produrre un chilo dicarne bovina sono ne-cessari 118 metri qua-drati di suolo, perprodurre un chilo dipasta, invece, i metri quadratidiventano 12. Ancora migliori irisultati per una dieta a base difrutta e verdura che sfrutta solo2 metri quadrati di terreno. Ilcosto di ogni cibo in termini disostenibilità valuta l’intero iterdalla produzione, alla tavola finoallo smaltimento. E a vincere ilpremio di cibi green sono stati

proprio quelli che il Barilla Cen-ter for Food & Nutrition consi-glia “a chi cresce”: la ricerca delPaidòss si basa infatti sulla pi-ramide alimentare proposta dalCentro che vede frutta e verduraprimi (alla base della piramide),seguiti dalla pasta e dai legumi.Adnkronos riporta il commentodel presidente di Paidòss, Giu-seppe Mele: "La piramide ali-

mentare insegna che mano amano che si sale verso il verticedeve progressivamente dimi-nuire il consumo delle varie ca-tegorie di alimenti indicati inmodo da garantire la necessariavarietà nutrizionale all’organi-smo. Solo di recente è stato stu-diato, strutturando unapiramide ambientale, quanto co-stano al territorio i cibi presentisulla nostra tavola”. I piccoliconsumatori di una ricca e variadieta mediterranea fanno quindibene a sé stessi e all’ambiente incui diventeranno grandi. "Il no-stro obiettivo in relazione aun'azione di salute pubblica ealla preservazione del territorioper le generazioni future e deinostri figli è quello di arrivare acontenere le conseguenze discelte alimentari scorrette e aorientare gli stili di vita e ali-mentari verso modalità di con-sumo più sostenibili per lasalute, l'ambiente e l'integritàsociale. Un impegno, quello dellabuona e sana tavola, che devecominciare dalle filiere e dalleaziende agricole e/o produttricicon una particolare attenzionealla comunicazione e alla qualitàdei prodotti ed estendersi anchealla scuola che può svolgere, findall'infanzia, una funzione fon-damentale nella formazionedelle abitudini alimentari''.

Ospedali ecosostenibili: Perugia dà il buon esempio L’Azienda Ospedaliera “Santa Maria della Misericordia” di Perugia,in collaborazione con Cofely Italia – società del gruppo Gdf Suez , di-venta ecosostenibile. Gestione, manutenzione, riqualificazione delparco impiantistico, installazione di un sistema fotovoltaico. Sonoquesti i progetti previsti dal programma energetico da realizzare i 7anni. Un programma da ben 45 milioni di dollari, in previsione delfuturo aumento del fabbisogno energetico e di una rinnovata atten-zione alle esigenze ambientali. Risale a pochi mesi fà la realizzazionedi un impianto fotovoltaico da 190 kWhp - il cui obiettivo, in terminidi produzione, è generare annualmente 205 MWh di energia e ridurredi conseguenza le emissioni di CO2 per un totale di 136 tonnellateall’anno. Ma il fotovoltaico non è l’unico traguardo da raggiungere.Questo progetto verrà affiancato da una centrale di trigenerazione,per la produzione congiunta di elettricità – di energia termica per l’in-verno e frigorifera per l’estate. Per un totale di potenza elettrica paria 1.487 KWe e termica di 3.568 KWt. Grazie al duplice progetto si ot-terrà un taglio superiore al 50% di CO2 e una significativa riduzionedi impiego di petrolio. Walter Orlandi, direttore generale dell’AziendaOspedaliera, sottolinea l’importanza non solo della cura dei pazientie della struttura che li ospita, ma anche di una rinnovata responsa-bilità nei confronti dell’ambiente. Una scelta green che ha preso il vialo scorso anno e che interesserà le 52 costruzioni di cui si compone ilcomplesso ospedaliero. Le fonti rinnovabili provvederanno quindi allacopertura di circa metà dei consumi energetici. Un buon esempio checostringe ad un’attenta analisi. Il caso perugino – in ottemperanzaalle normative europee in materia ambientale - deve far riflettere leistituzioni circa ridefinizione delle priorità sulle quali investire. I se-gnali positivi verso una produzione sostenibile di energia sono evi-denti a tutti. Imperativo categorico: cavalcare l’onda! F.C.

I CIBI CONSIGLIATI PER LA DIETA DEI PICCOLI SONO I PIÙ SOSTENIBILI

OSPEDALE COTUGNO: WORKSHOP PER LA MEDICINA PROTETTA

Tanti i professionisti relatori al workshop “LeUU.OO. di Medicina Protetta – Gestione dellepolmoniti e della TBC e nuove strategie terapeu-tiche in HIV”, tenutosi all’Ospedale Cotugno,sotto la guida del Prof. Raffaele Pempinello, Di-rettore dell’UOC Malattie Infettive OspedaleCotugno Azienda dei Colli, e della dott.ssa MariaDonata Iannece responsabile per i ricoveri deidetenuti nell’Ospedale Cotugno, segretario re-gionale e membro del consiglio direttivo delSIMPSe. In particolare, si è discusso come, inpiena epoca antibiotica, ancor oggi, le polmonitie le broncopolmoniti occupano uno dei primiposti tra le cause di morte, soprattutto nelle etàestreme e nel sesso maschile, anche nei repartidi medicina Protetta. Si sono approfondite le di-verse forme di Polmoniti, batteriche, virali, mi-cotiche e le polmoniti nosocomiali. Tra le patologie aereo trasmissibili, la tuberco-losi, uno degli argomenti più complessi di sanitàpubblica; circa un terzo della popolazione mon-diale presenta una infezione latente da Myco-bacterium tubercolosis e sono centinaia iricoveri, presso il reparto di medicina protettadel Cotugno, di persone provenienti dalle carcericon quadri clinici che vanno dalle forme polmo-nari classiche alle forme sistemiche. Providerdell’evento è stata il SIMSPe, la società Italianadi Medicina e Sanità Penitenziaria, di naturascientifica ed onlus, le cui finalità sono rivolteall’affermazione della Medicina e Sanità peni-tenziaria intesa come branca di studio, ricerca e

didattica teorico pratica. Infatti, si osservano trale finalità che la società stessa persegue, la pro-mozione di studi, ricerche e pubblicazioni rela-tive alle patologie da carcerazione, alla loroprevenzione, terapia e riabilitazione al fine so-prattutto di impedire che con la carcerazionevengano ad assommarsi alla perdita della li-bertà danni sia fisici che psicologici irreversibili.Inoltre, promuovere ricerche e rilevamenti sta-tistico epidemiologici sulle patologie che si ma-nifestano durante la detenzione ed eventualiloro modificazioni conseguenti allo stress da pri-gionia, promuovere e diffondere concetti e mo-delli organizzativo assistenziali per garantirealle persone detenute una compiuta assistenzamedica, sia generica che specialistica, anche alfine di evitare che una pena detentiva possa tra-sformarsi in una condanna a morte. Infine, svi-luppare lo studio di soluzioni per il rispetto deiconcetti fondamentali dell’igiene moderna, delmicroclima ambientale, della strutturazione deiservizi sanitari, in aderenza alle disposizioni le-gislative, perché nella progettazione e ristruttu-razione degli Istituti tali soluzioni siano tenutein considerazione. A.G.

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Dopo una grave epidemia dicolera scoppiata nell’estatedel 1884 a Napoli e in moltealtre città italiane, il governocercò di adottare dei provve-dimenti urgenti per “risa-nare” i quartieri più poveri,anche se in maniera parzialee superficiale. Sono di questi anni la costru-zione di strade come il Retti-filo (o corso Umberto) che“sventrò” i quartieri tra lazona della Ferrovia e quelladel porto, la costruzione diospedali come il vecchio Poli-clinico nel centro storico (suiresti di alcuni antichi mona-steri) o la successiva costru-zione della Galleria UmbertoI di fronte al San Carlo, avve-nuta tra mille polemiche (inmolti definirono quell’edificio“un mostro di ferro e vetro”).Si cercò anche di favorire l’in-dustrializzazione della cittàsoprattutto con la creazione difabbriche che col tempo, però,si sarebbero rilevate troppocostose e troppo inquinanticome nel caso delle acciaierieimpiantate sulle splendidespiagge di Bagnoli.

Non si pensò, però, ad esem-pio, alla valorizzazione delpaesaggio e del turismo, nonfurono protette le fabbrichelocali, non fu difesa in ma-niera adeguata l’agricoltura

che pure dava prodotti digrande qualità (pomodori,olive, grano, limoni, arance,mele, uva e frutta varia). Tutti questi problemi legatiall’economia e alla mancanza

di lavoro, insieme a quellidella criminalità organizzata(la famosa “camorra”), in granparte risultano ancora irri-solti e sono conosciuti con ilnome di “questione meridio-

nale”: centinaia di studiosi edi esperti sono ancora alla ri-cerca delle strade giuste perassicurare a Napoli e alletante e popolose città del Sudun futuro sereno.

Verso i nostri giorni…L’origine della cosiddetta “questione meridionale”

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ADOLPHE PEZANT A NAPOLILo scrittore francese “rapito” dall’idilliaco panorama del golfo

Lorenzo Terzi

“Questa strada, che si consi-dera come un sobborgo, poichéè all’estremità della città, è,ancora, una di quelle che ab-belliscono Napoli; è grande, emisura circa tremila passi dilunghezza a partire dallastrada di Santa Lucia fino al-l’ingresso di Posillipo.La sua collocazione sulla rivadel mare e davanti alla passeg-giata della villa reale, l’ariapura che vi si respira, la vistamirabile che si ha sul golfo, nefanno un soggiorno tra i piùgradevoli di questa capitale”.Così apparve la via di Chiaia aun viaggiatore francese, Adol-phe Pezant, che lasciò testimo-nianza del suo soggiorno inItalia in un volume stampato aParigi nel 1839, Voyage pitto-resque a Pompeï, Herculanum,au Vésuve, a Rome et a Naples.Alla metà degli anni trentadell’Ottocento si poteva a buondiritto affermare, come ap-punto fece Pezant, che il quar-tiere fosse abbellito da edifici“abitati da famiglie nobili, daambasciatori, e dalle legazionidelle diverse potenze delglobo”. Nell’odierna Villa Na-zionale si riuniva la bella so-cietà, per respirare il frescodella sera e prendere dei gelatialla Sorbetière presso l’entrata

della Villa. Lo scrittore fran-cese ricorda le deliziose seratetrascorse in questo sito incan-tevole, ascoltando il mormoriodelle onde mentre queste s’in-frangevano sulla riva e respi-rando lo zefiro che dava nuovavitalità ai suoi sensi abbattutiper il caldo e le corse della gior-nata. La meditazione inducevaPezant alle riflessioni filosofi-che: il suo sguardo si esten-deva sull’immensa massad’acqua del mare, che gli uo-

mini avevano fatto servire allaloro gloria e ai loro interessi,sebbene vi avessero spesso tro-vato la morte. Eppure nei suoiricordi di viaggiatore le im-pressioni che prevalgono sonoquelle di una immobilità idil-liaca: “ora la superficie dell’ac-qua rifletteva lo scintillio dellestelle, ora la luna nel suo me-ridiano la faceva brillare dellosplendore dei suoi raggi d’ar-gento; niente turbava questacalma imponente, che contri-

buiva a donare un carattere ditranquillità a questo quadrosublime e romantico, che iocontemplavo con rapimento”.Quando d’inverno non era pos-sibile andare in Villa, napole-tani e stranieri camminavanoper la strada di Toledo, la viapiù ricca e più grande dellacittà, “tanto per la sua esten-sione e la quantità di belle caseche si designano con il nome dipalazzo […], che per il numerodi botteghe d’ogni specie e l’af-

fluenza della gente e del movi-mento tumultuoso che l’ani-mano senza interruzione”.Toledo era pavimentata, cometutte le strade di Napoli, congrandi lastre di pietra lavica,alquanto scomode per gli zoc-coli dei cavalli. Ciò nonostante,aggiunge Pezant, le carrozze visi affollavano al punto che, nonesistendovi marciapiedi per ipedoni, si era esposti a essereferiti per l’ingente numerodelle vetture che circolavano.

IL CASTELLO DI TORELLA DEI LOMBARDILinda Iacuzio

All’origine del castello di To-rella dei Lombardi vi è il con-flitto tra i longobardi Radelchie Siconolfo per il possesso delPrincipato di Benevento. Sico-nolfo era fratello del principeSicardo, ucciso a tradimentonell’839 dal suo tesoriere, perl’appunto Radelchi.Dopo alterne vicende, la di-sputa fu composta da LudovicoII, figlio dell’imperatore diGermania Lotario. Giunto aBenevento, Ludovico divise ilprincipato beneventano in due,assegnando a Siconolfo Sa-lerno e a Radelchi Benevento.Il nuovo principe di Salerno,per difendere i suoi confini, co-struì le fortificazioni di Guar-dia dei Lombardi, Sant’Angelodei Lombardi, Monticchio deiLombardi e, infine, Torella.Nel 1076 il feudo di Torella

passò sotto il dominio nor-manno. Da allora, nel corso ditre secoli, il castello subì nu-merosi rifacimenti. A seguitodel terremoto del 1466 furonocostruite le due torri cilindri-che con base a scarpa; esse in-corporarono le primitive torriquadrangolari.Poco dopo la conquista deiNormanni il territorio feudaledi Torella e di Girifalco venneassegnato alla famiglia Sara-ceno, la cui esistenza è atte-stata sin dal XII secolo. NelCinquecento i Saraceno, schie-ratisi dalla parte dei Francesinella guerra contro la Spagnadi Carlo V, persero i suddettiterritori; essi vennero alloraceduti ad Alfonso della Rosache a sua volta li vendette allafamiglia Caracciolo per lasomma di 31.000 ducati. Nel1638 questi ultimi ricevetteroil titolo di “principi di Torella”.

In conseguenza dell’estinzionedella famiglia, avvenuta nel1920, il castello passò a Ca-millo Ruspoli, nipote dell’ul-timo discendente. Nel 1959Terry Margherita Blanc, ve-dova di Camillo, lo cedette allacittà di Torella.A seguito del terremoto del1980 la fortezza andò quasicompletamente distrutta.Venne però sottoposta, succes-sivamente, a un radicale inter-vento di ricostruzione.Attualmente è sede del Co-mune; ospita, inoltre, unmuseo archeologico che racco-glie reperti rinvenuti in varielocalità, tra cui Girifalco e lostesso castello. Gli scavi con-dotti presso la fortezza hanno,infatti, permesso di riportarealla luce manufatti da cucina eda mensa in ceramica, risa-lenti al tardo Medioevo e ai se-coli XVII e XVIII.

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WWWW.ENDECOCIDE.EU UNANIMI NEL DISSENSO

Salvatore Allinoro

www.endecocide.eu è un sito internetdavvero interessante. Si clicca peresprimere un veto o discutere un emen-damento. Un milione di firme obbligagli euro-rappresentanti dei 28 paesimembri a dibattere le proposte di leggesostenute di promotori. Unico vincolo, ifogli elettronici devono provenire da unminimo di sette nazioni. È un vero eproprio voto.Le ICE(Iniziative dei Cit-tadini Europei) sono uno strumentogiuridico molto utile per diffondereforme di partecipazione democraticamai sperimentate in passatotra le cen-tinaia di milioni di persone unite piùdagli estatici inni di Beethoven che daun diffuso senso di appartenenza. Pos-siamo farci sentire anche se il momentodelle elezioni è lontano. Un cartone ani-mato semplice ed eloquente ci porta ascoprire tutti i dettagli dell’emenda-mento suggerito: pene severe per chi in-quina, basta con le multe, così semplicida pagare.Le informazioni si dipananocontemporaneamente ai fanta-tratti dimatita del video divulgativo su youtube,tutto da vedere.Manca ancora un mese,poi scadranno i termini.I clic sono an-cora deficitari, ne mancano 900.000.Solo uno sforzo di comunicazione dav-vero efficace e senza frontiere potrebbecambiare le sorti di questo pseudo-refe-rendum in tempi brevi.Già molte idee per rendere più etico l’or-dinamento giuridico europeo negli ul-timi anni sono transitate come meteore

nel cosmo del web senza riuscire a im-pattare con efficacia tra i banchi deglieletti.Diritti delle mucche, liste antivi-visezioniste, comitati che difendono leacque pubbliche da ogni tipo di sfrutta-mento, non hanno saputo trovare unnumero adeguato di sostenitori.Le leggidei grandi numeri ci spiegano che è deltutto ovvio. Un’innovazione ha bisognodi molto tempo prima di riuscire a im-porsi. Le battaglie degli internauti perespandere il diritto di voto a tutti i cy-

bernauti nel frattempo stanno prepa-rando il terreno a un uso sempre piùimmediato e frequente delle piatta-forme web in ambito democratico. Unanno a disposizione per raggiungere iltetto del milione i firme può essere suf-ficiente ma per capire come recuperare2.740 voti ogni giorno i comitati di basedovranno fare moltissima esperienza.Intanto si moltiplicano le staffette dilink, si organizzano assemblee pubbli-che per far conoscere le opere degli at-

tivisti e le newsletterraggiungono le ca-selle di posta elettronica di tutta Eu-ropa. Si cerca di costituire unacomunità di intenti ben connessa perarginare le devastazioni. Le foreste deitropici sono citate come esempio: Cen-tinaia di ettari delle riserve del SudAmerica vengono abbattuti ogni giornoper cercare oro da inviare nei paesi ric-chi, eliminando a un tempo i serbatoi dibiodiversità e gli habitat delle civiltà in-digene.

Coibentare con i tappi di sugheroIn bioedilizia si usano pannellidi sughero per abbattere i con-sumi delle case, gli esperti delriuso invece preferiscono usarei tappi delle bottiglie. Ne uni-scono abbastanza da formareuna superficie compatta resi-stente ai cambi di temperatura.Conviene iniziare da zero, co-struendo piccoli porta foto o ta-volette porta documenti fatti incasa, di quelli a cui vanno ap-plicate le punesse per mante-nere i foglietti degliappuntamenti. Quasi tutti con-servano i tappi di sughero perricordare i momenti felici, gliinneschi per iniziare una colle-zione utile e divertente sonopresenti dappertutto, espostisulle mensole o custoditi gelo-samente in un cassetto. Ini-ziano ad avere un ruolo tra inostri ricordi dopo essere statimandati in orbita spinti da agi-tate propulsioni ai vapori di

etanolo, con tanto di fragorosevoci festanti a seguirne il motoparabolico in fase di ascen-sione, vengono inseguiti e recu-perati da zuffe di contendenti.Oppure vengono chiesti corte-semente ai sommellier profes-sionisti dopo il delicato “puff”,silenzioso in ossequio a regoledi forma. Vengono annusati dachi ne capisce di vino quando

ancora si intravede lo spiraglioa forma di elica nel soffice earioso tessuto di rivestimentodel quercetto da cui deriva. Ap-pena ne abbiamo abbastanzapossiamo legarli insieme. Comebioplimero il sughero è multifunzione: è una coperta termoresistente anche in natura,quando è presente nel collo diuna bottiglia indica un prodottodi fattura superiore ed è statoscelto come elemento base deipresepi, qui confonde le scenesacre con il paesaggio, collega iconcetti di felicità ed ecosi-stema integro. Anche le botti-glie vuote offrono buonicoefficienti termici di coibenta-zione ma occupano un volumemaggiore. Unite, diventanouna superficie morbida. I bam-bini più discoli potranno sfre-narsi in una stanza tiepida esicura.

S.A.

Cliccare per cambiare legge: un milione di voti per fermare gli ecocidi

IDEE SEMPLICI PER ABBATTERE I CONSUMI E RISPARMIARE LE FORESTELe proprietà benefiche del salice

Il salice è una pianta molto importante per i popoli abituati aifreddi estremi.Masticare pezzi di corteccia abbassa le febbri epreviene le influenze.Cresce sui rilievi dove trova abbondanzad’acqua. Si riconosce da molto lontano perché presenta unachioma di un verde più chiaro e luccicante rispetto agli esempidi bosco misto a cui appartiene. Frequentemente costituisce uncorridoio sgargiante sui due bordi di un fiume. È conosciuto eapprezzato da tutte le etnie scandinave, immancabili consuma-trici di tisane a base di pezzi di corteccia fresca.I viaggi in navedei vichinghi in direzione delle terre gelide e inesplorate non sa-rebbero mai stati possibili senza i suoi prodigiosi acidi medica-mentosi.Deve sobbollire per una ventina di minuti ed eccopronto un decotto con le funzioni di una proto aspirina. Ha unsapore tenace, forte ma non troppo persistente, vagamente ter-roso. Il colore verde-marrone è rispecchiato nel gusto fibroso maaromatico. Dicembre è un ottimo periodo per assaggiarne unbrodo massimizzandone gli effetti benefici. È anche un buon ter-reno di coltura per i probiotici, abbinato con un buon combuchàfacilita molto i compiti delle difese immunitarie.

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Cristina Abbrunzo

Non bisognerà guardare ilgrande schermo per assistereal nuovo capolavoro tecnolo-gico della Disney. La notissima azienda infatti,oltre ad essere leader mon-diale per la produzione di filmd’animazione e lungometraggi,ha anche un suo reparto dedi-cato alla ricerca e all’innova-zione tecnologica.Ed è proprio dai laboratoridella Walt Disney Companyche nasce l’innovativo progettodedicato al mondo del low-tech. Gli ingegneri hanno svi-luppato un sistema di catturadell’energia che, dal semplicetocco delle dita su un pezzo dicarta, può generare abba-stanza corrente elettrica perattivare delle luci LED o atti-vare uno schermo. Il design diquello che è stato subito ribat-tezzato “Paper Generator” hail suo punto di forza nella sem-plicità: è composto da un sot-tile foglio flessibile di teflon tradue strati conduttivi di polie-stere metallizzato che funzio-nano da elettrodi. La caricaelettrica si accumula sul fogliodi teflon quando vi viene stro-finata contro della carta. Pre-mendo con le dita sulgeneratore, gli elettrodi si av-vicinano e si genera così unapiccola corrente alternata chepuò essere utilizzata per ali-mentare un display a LED o a

inchiostro elettronico, cicalinisonori e dispositivi di comuni-cazione ad infrarossi.L’entusiasmo per il web e lemolte invenzioni che stanno ri-voluzionando il mondo non cipossono mai far dimenticareche la tecnologia della batteriache le sostiene è piuttostoferma, usiamo ancora il litioche non garantisce durate ec-cezionali e che deve essereestratto dalle miniere in modo

spesso inquinante. Mentreaspettiamo materiali quali ilgrafene, le batterie fatte con lefibre di legno o lo zucchero,questa originale idea chesfrutta semplicemente le leggidella fisica, sembrerebbe nonpoco interessante.Infatti questa particolare cartacomposta di elettreti, corpi checonservano una carica elet-trica semipermanente, unita amateriali conduttori poveri in

intensità elettrica ampère mamolto alti in voltaggio, sono ingrado di produrre una caricaabbastanza potenti da accen-dere 12 LED tutti nello stessomomento.Grazie a questa scoperta e alridottissimo spessore dei"fogli" così realizzati è possibiledotare di interattività tuttauna serie di prodotti che, finoa oggi, per poterla avere dove-vano disporre di batterie: dei

poster, per esempio, o dei libriper bambini. Addirittura que-sti “paper generator”, applicatisu vestiti o oggetti da indos-sare potrebbero sfruttarel’energia dei nostri movimentiper produrre una carica elet-trica. Come sostengono i ricer-catori Disney, questa ideadimostra come la semplicitàsia importante quanto le sco-perte fondamentali dellascienza.

Miracoli delle energie rinnovabiliIl vino che si trasforma in elettricità

Si dice che un buon bicchiere di vinorosso, una volta ogni tanto e con modera-zione, faccia bene alla salute. Oggi, grazieal progresso delle energie rinnovabili checontinuano a stupirci, ci sarebbe da ag-giungere che il vino fa bene alla salute,ma anche al risparmio energetico.Questa volta, infatti, in quanto genera-tore non convenzionale di potenza ener-getica, tocca proprio a un bicchiere divino, usato per alimentare energetica-mente uno strumento di cui oramai quasitutti non possiamo proprio fare a meno,per lo svago quotidiano come per il lavoro:il PC. Nei laboratori della Intel, la famosae grande corporation statunitense pro-duttrice di microprocessori e circuiti disupporto informatico e per le telecomuni-cazioni, è stato dato il via ad un incredi-bile progetto: l'accensione delmicroprocessore di un personal computer

ottenuta esclusivamente grazie all'ali-mentazione fornita da un bicchiere divino rosso. Si tratta di una ricerca sullosviluppo di nuovi processori super effi-cienti e a basso consumo energetico, illu-strata dagli ingegneri della Intel duranteil consueto Developer Forum aziendale aSan Francisco, sulla base della quale èstata dimostrata l'incredibile capacità di

un circuito di trasformare dell'alcool inelettricità.Il PC del futuro potrebbe quindi alimen-tarsi attraverso l’energia contenuta in unsemplice bicchiere di vino. Grazie alle ri-cerche della Dott.ssa Bell infatti, è statopossibile inserire due elettrodi nel bic-chiere, che hanno reagito con l’acido ace-tico presente nel vino rosso producendouna piccola quantità di elettricità, inmodo da alimentare un piccolo processorea bassa potenza e uno schermo e-ink (lostesso display usato per gli e-book).Il PC alimentato dal vino rosso rappre-senta certamente un primo tentativo perottenere, nel campo delle tecnologie infor-matiche del futuro, dei congegni mobilidal bassissimo consumo energetico, ingrado di ricaricarsi con estrema facilitàsenza utilizzare la rete elettrica.

C.A.

La magia della semplicità della DisneyLa carta che cattura l’energia delle dita

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Eleonora Ferrara

La dignità del lavoratore è statasempre oggetto della massimatutela da parte dell’ordina-mento. È nell’ottica di questatutela, che va inquadrata la por-tata dell’articolo 7 dello Statutodei lavoratori, che attribuisceuna valenza garantista sia dalpunto di vista sostanziale, cheprocedurale, al potere discipli-nare del datore di lavoro, ilquale, in tal modo, non può piùprevedere infrazioni e sanzionia proprio piacimento, dovendoricorrere, obbligatoriamente,all’applicazione delle norme deiCCNL che prevedono il codicedisciplinare. Viene così tutelatoil lavoratore, con la preventivastatuizione delle ipotesi di legit-timo esercizio del potere siacome infrazioni alla previsionedi legge, che come sanzioni daapplicarsi per quella infrazione.L’articolo 7 dello Statuto dei la-voratori prevede, quindi, unaprocedura di irrogazione dellasanzione disciplinare, al fine diconsentire al prestatore di la-voro di potersi difendere difronte ad un eventuale provve-dimento in tal senso. Questaprocedura si applica, special-mente, alle sanzioni di tipo “con-servativo”, quelle cioè che noncomportano la risoluzione delrapporto di lavoro, ma può es-sere applicata anche al licenzia-mento, se di caratteredisciplinare. In tal senso si èespressa prima la giurispru-denza Costituzionale e poiquella di Cassazione, limitata-mente alle fasi della contesta-zione e della difesa, nonapplicandosi, invece, al licenzia-mento, la parte relativa all’im-pugnazione in sede arbitrale.In tal modo viene garantita lamassima tutela per la conserva-zione del posto.Il procedimento disciplinare siesplica nel modo seguente;• Contestazione dell’addebito,mediante comunicazione scrittaal lavoratore, da parte del da-tore di lavoro, del comporta-mento disciplinarmenterilevante che si intende sanzio-nare;• Difesa del lavoratore, che neltermine di cinque giorni devepresentare, per iscritto o chie-dendo di essere ascoltato, even-tualmente avvalendosi dell’assi-stenza di un rappresentantesindacale, le proprie difese inordine all’addebito contestato.Dal canto suo, il datore di lavorodeve consentire il pieno eserciziodi tale diritto di difesa;

• Irrogazione della sanzione seil datore di lavoro ritenga inat-tendibili o inadeguate le giusti-ficazioni addotte, o sia trascorsoil termine a difesa senza chesiano state presentate giustifi-cazioni. In tal caso, qualora eglisia convinto della responsabilitàdel dipendente, potrà procedereall’adozione della sanzione me-diante una comunicazionescritta inviata allo stesso. Inogni caso la sanzione non è ob-bligatoria, potendo concludersiil procedimento con l’archivia-zione della contestazione;• Impugnazione, da parte dellavoratore, della sanzione, siaper ragioni sostanziali, inquanto il fatto addebitato nonsussiste, che procedurali, peresempio per omessa affissionedel codice disciplinare, oppureper mancato rispetto del ter-mine di cinque giorni o, ancora,per qualsiasi altro motivo di na-tura procedurale. L’impugna-zione per annullare la sanzionecomminata in violazione diquanto statuito, può essere pro-posta al giudice del lavoro, op-pure davanti al collegioarbitrale previsto dall’art.7 c. 6e 7, presso la Direzione Provin-ciale del Lavoro.

ELETTROSMOGE’ illegittimo il diniego alla ri-chiesta di autorizzazione al-l'installazione di nuovoimpianto di tele-radiocomuni-cazione sul territorio comu-nale per difformità rispetto alPiano di localizzazione degliimpianti presentato dalla so-cietà. I programmi ex art. 8comma 1 L.R. 19/04 della Re-gione Piemonte costituisconoatti collaborativi non vinco-lanti, aventi la funzione diconsentire al Comune di te-nere conto, nella propria atti-vità, dei programmi deigestori onde evitare, perquanto possibile, interfe-renze. Peraltro, in mancanzadi una norma che colleghi lalegittimità degli impianti alfatto di essere specificamenteprevisti nei programmi in ar-gomento, questi ultimi deb-bono ritenersi modificabili;correlativamente l’inseri-mento di un impianto nel pro-gramma annuale non nedetermina, ipso facto, la legit-

timità, che deve comunqueessere di volta in volta verifi-cata. TAR Piemonte, Sez. I, n.1062, del 9 ottobre 2013.RIFIUTIE’ legittimo il provvedimentodi diniego emesso dalla Pro-vincia per la realizzazione diun impianto di trattamentorifiuti in via bonifica per lapresenza di un’area del PianoAssetto idrogeologico soggettaad esondazione; la distanza(almeno 500 mt) dal centroabitato; il parere contrario delSindaco; la contrarietà allostrumento urbanistico e lapresenza di imprese che trat-tano gli stessi codici rifiutoentro il raggio di 5 km. TARMarche, Sez. I, n. 629, del 13settembre 2013.VAS (Valutazione Ambien-tale Strategica)La valutazione ambientalestrategica (VAS) di cui allaDirettiva 42/2001/Ce del Par-lamento europeo, è volta a ga-rantire che gli effettisull'ambiente di determinati

piani e programmi siano con-siderati durante l'elabora-zione e prima dell'adozionedegli stessi, così da anticiparenella fase di pianificazione eprogrammazione quella valu-tazione di compatibilità am-bientale che, se effettuata(come avviene per la valuta-zione di impatto ambientale)sulle singole realizzazioniprogettuali, non consenti-rebbe di compiere un'effettiva

valutazione comparativa,mancando in concreto la pos-sibilità di disporre di solu-zioni alternative per lalocalizzazione degli insedia-menti e, in generale, per sta-bilire, nella prospettiva dellosviluppo sostenibile, le moda-lità di utilizzazione del terri-torio. Consiglio di Stato, Sez.IV, n. 4200, del 21 agosto2013.

A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

Il procedimento disciplinareLLAVORO E PREVIDENZA

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Andrea Tafuro

“Gli angeli che annunciano lapace portino ancora guerraalla vostra sonnolenta tran-quillità incapace di vedere chepoco più lontano di unaspanna, con l’aggravante delvostro complice silenzio, si con-sumano ingiustizie, si sfrattala gente, si fabbricano armi, similitarizza la terra degli umili,si condannano popoli allo ster-minio della fame”. Dalla provo-cazione di questo scomodoprete, don Tonino Bello, partoper riflettere sulla libertà.Una volta mi trovai solo in unachiesa dove non c’era niente diparticolare: quattro mura, untavolo, un po’ di banchi… Siccome non c’era niente daascoltare e niente da fare, co-minciai a pensare... già questomi stupì. La prima cosa che mivenne in mente fu la frase chemi disse un vecchio frate e dicui ancora non avevo capito ilsignificato: “Non ha senso chie-dere alle nuove generazioni ilrispetto dell’ambiente, se l’edu-cazione e le leggi non le aiutanoprima a rispettare se stesse. C’èun’ecologia umana da pro-porre, perché un’ecologia am-bientale risulti efficace”.Questo frate mi faceva quasiridere. Dicevo a me stesso: “Che vuol dire ecologia umana,se tutto è buio, e ecologia am-bientale, se tutto è silenzioso?Che ci faccio qui?”.Cominciò così una battagliatra me e il vuoto di quellachiesa. Mi facevo delle do-mande stupide, però mi sfor-zavo di dare risposte coerenti(?) e così continuò e si appro-fondì il discorso che si svolgevatra me e me. Dopo un po’ ditempo riuscii a capire che erastato il silenzio a indurmi a ri-

flettere: certi discorsi e certe ri-sposte non li avevo mai formu-lati. Mi sembrava che ilsilenzio fosse qualcosa di più… Esco dall'autobus e vedo unuomo con una sigaretta inmano. Un mozzicone, pronto acadere per terra. Davanti aquell'uomo, parlo di 50 centi-metri, c'era un secchio del Co-mune, di quelli in ghisa, contanto di posacenere. Cinquanta centimetri vi dico,eppure il signore ha preferitogettare la cicca per terra. Ha preferito contribuire, con lasua pigrizia e inezia morale, asporcare la città ancor più diquanto non lo sia, con tutte lesostanze chimiche, cancero-gene e radioattive che un moz-zicone contiene.Ecco il solito predicozzo di fineanno… ma, cosa ti proponi difare Andrea? Non voglio parlare sempre diabbattere gli sprechi. Mi pro-pongo di ri-vedere i desideri. A proposito! Per augurare ilnuovo anno avete fatto i re-gali? È un bene fare regali, perchéogni dono parla di noi, ci ri-porta a un Dono più grande.Ma, come fare per non cedereal consumismo e trarre il me-glio da questo atto così conso-lidato nelle nostre tradizioni?Cosa raccontano di noi i regali?L’atto del donare quali dinami-che innesca? Già sento i mega intellettua-loidi, che hanno deciso di nonfare regali in segno di sfida alconsumismo che vuole snatu-rare questa festività. La rispo-sta giusta me l’ha data miofiglio Matteo: “Non è questionedi quanti soldi spendiamo,l’importante è capire che i donicreano quei legami buoni che cirimandano al grande coman-

damento dell’amore e della tol-leranza”.E’ vero, nella vostra culturacriptico capitalistica la figuradel dono non ha molta impor-

tanza. Anzitutto, perché, l’eco-nomia ha un peso enormenella nostra vita, le leggi delmercato sono diventate cosìconvincenti che abbiamo as-sassinato la dimensione del do-nare. In secondo luogo, lanostra è divenuta una societàopportunistica nelle relazioni:noi pretendiamo di incassareinfinite cose, perché è un no-stro diritto averle. Non sarebbe più bello e utilefare un regalo a qualcuno, pertrasmettere affetto, amicizia,benevolenza? Il dono è il portavoce dei nostrisentimenti positivi, esprime ilnostro bisogno/desiderio direndere felice l’altro. Donandovoglio costruire e approfondirela relazione affettiva con lamia Maria, secondo uno stileche è quello della gratuità.

Quando porgiamo un dono aqualcuno, noi non offriamo soloqualcosa, ma ci espropriamo diuna parte di noi per darla al-l’altro. Mio padre definiva il re-

galo un presente, perchéquando faceva un regalo rima-neva presente, lui stesso dona-tore, perchè aveva dato sestesso. L’amore e la saggezzadella vita dei miei genitori midice che il dono è un processo,ma quando ha termine? Quando l’altro lo accoglie.Anche l’atto di ricevere è in-cluso nel processo del donare,approfondisce qualitativamenteil legame tra me e colui che ri-ceve. Nell’esperienza del do-nare, insieme al nostro bisognodi riconoscimento ri/scopriamola nostra identità. Mi spiego! Con i regali noi de-sideriamo offrire anche noistessi all’altro. Ebbene, fa-cendo così scopriamo la ric-chezza della nostra persona ela nostra identità, l’essere ca-paci di amare e di donare.

Don Gallo diceva che donan-doci, ci riceviamo in dono.Come chi fa volontariato af-ferma di ricevere molto di piùdi quello che offre, è proprioper questo motivo. La nostraidentità può manifestarsi soloin un contesto intersoggettivo.Evviva chi ha fatto e fa regali!!! Pensate alla radiosità che ve-diamo accendersi sul volto dichi ce la fa nella vita anchegrazie a qualcosa che noi gliabbiamo dato, cure, pensieri,competenze. Quando siamotoccati dalla felicità di un altro,felici dei suoi successi, allaquale abbiamo contribuitoanche a costo di sacrifici, noisiamo parte di una catena.Inizia il nuovo anno, non sen-tirti autorizzato a diventarescettico e a lasciarti andare,quasi che la libertà sia perl’uomo e la donna un miraggioinutile, un inganno per potercontinuare a vivere. Perché dipende da noi farcischiavi o uomini liberi. La libertà non la riceviamocome un pacco dono o un capi-tale già confezionato, né la vin-ciamo alla lotteria, ma è ilrisultato di una conquista per-sonale interiore. Nasce dentrodi te, attraverso un camminodi maturazione. Pensierinuovi, forse parole e idee chenon trovano spazio facilmentesul lavoro e nemmeno alla te-levisione o sui giornali. Ancheper questo c’è chi reagisce conla frustrazione, deluso delleproprie possibilità limitate, didover scendere a patti con ipropri desideri. Nessuno puòessere del tutto originale.

“Ma perché, Jon, perché?” gli domandò sua madre.“Perché non devi essere un gabbiano come gli altri, Jon?

Ci vuole tanto poco! Ma perché non lo lasci ai pellicani il voloradente? agli albatri? E perché non mangi niente?

Figlio mio, sei ridotto penne e ossa!” “Non m’importa se sono penne e ossa, mamma.

A me importa soltanto imparare che cosa si può fare su peraria, e cosa no: ecco tutto. A me preme soltanto di sapere.”“Sta’ un po’ a sentire, Jonathan” gli disse suo padre, con le

buone. “Manca poco all’inverno. E le barche saranno pochine, e i pesci nuoteranno più profondi, sotto il pelo

dell’acqua. Se proprio vuoi studiare, studia la pappatoria e ilmodo di procurartela! ‘Sta faccenda del volo è bella e buona,

ma mica puoi sfamarti con la planata, dico bene? Non scordarti, figliolo, che si vola per mangiare.”

Ma Jonathan sapeva di essere nato per la libertà, e che è suodovere lasciar perdere tutto ciò che intralcia, che si oppone alla sua libertà, vuoi superstizioni, vuoi

antiche abitudini, vuoi qualsiasi altra forma di schiavitù.

È UN BENE FARE REGALI... CI RENDE LIBERIOgni dono parla di noi, ci riporta a un Dono più grande

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21 dicembre 2013 – Metroart Speciale Natale 2013: tour guidati gratuiti

nelle stazioni della metropolitana di Napoli con i volontari di Legambiente