Arpa Campania Ambiente del 15 marzo 2014

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P PRIMO PIANO Città della Scienza: arriva l’accordo tanto atteso Buonfanti a pag.2 La scuola che insegna ad amare la terra C’è un grande prato verde dove nascono speranze...para- frasando una nota canzone po- tremmo dire che c’è una scuola in Campania dove nascono speranze, dove la cultura e l’educazione si fondono con la sostenibilità, stiamo parlando dell’Istituto Teodoro Gaza di San Giovanni a Piro (Sa). Martelli a pag.4 I dolcificanti sono additivi usati sia per conferire un gusto dolce ai prodotti ali- mentari che come edulcoranti da tavola. Tutti gli additivi alimentari devono essere ri- portati nell'elenco degli ingre- dienti sulle etichette dei prodotti alimentari. Palumbo a pag.12 Cavallo a pag.13 A Castel Volturno un vivo confronto sulle recenti misure del Governo Gli additivi alimentari: i dolcificanti Incontro in Terra dei fuochi tra istituzioni e cittadini Prove di dialogo tra istituzioni e cittadini, a Castel Volturno, dove giovedì scorso esponenti del governo, magistrati e rap- presentanti delle forze dell'or- dine hanno incontrato associazioni e comitati che ope- rano nella Terra dei fuochi. Nel- l'auditorium del Corpo forestale dello Stato, intitolato a don Giu- seppe Diana, si è fatto il punto sui provvedimenti recente- mente adottati del governo. L'ultimo, siglato pochi giorni fa, è il decreto interministeriale che circoscrive una serie di terreni non idonei per i prodotti orto- frutticoli. A illustrare i conte- nuti del decreto sono arrivati sul litorale domizio il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e il suo omologo all'Agricoltura, Maurizio Martina. Mosca a pag.7 Nuova legge regionale sui rifiuti in Campania La Legge Regionale n. 5 del 24 gennaio 2014, che riordina il servizio di gestione dei rifiuti, è stata già approvata dal Consiglio Regionale e, quindi, è stata promulgata dal Presidente della Giunta Regionale e pubblicata sul B.U.R.C. n. 7 del 27 gennaio 2014. Tale legge è una modifica e integrazione della prece- dente Legge Regionale n. 4 del 28 marzo 2007, ma, di fatto, trasforma in maniera so- stanziale tutto il ciclo dei rifiuti. Morlando a pag.4 Il Consiglio Europeo della Ricerca (CER) desti- nerà un finanziamento di due milioni di euro al progetto “Chronos”. Si tratta di un importante passo verso la preven- zione e lo studio delle eruzioni vulcaniche. Incon- triamo l’ideatore e responsabile del progetto: Diego Perugini, ricercatore del Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia. Liguori a pag.10 De Crescenzo-Lanza a pag.14 Il marchio Capodimonte famoso in tutto il mondo Sotto l'azzurro fitto del cielo qualche uccello di mare se ne va; né sosta mai: ché tutte le cose pare sia scritto: “più in là”. Sono gli ultimi versi di Mae- strale stupenda poesia di Eugenio Montale. Tafuro a pag.19 Dove si trova la mia ricchezza? Lettera d’amore con foto scritta alla mia terra AMBIENTE & SALUTE Prevenzione e studio delle eruzioni vulcaniche LAVORO & PREVIDENZA Sono convinta che, l’apparte- nenza dell’Italia al contesto comunitario, abbia influito, non poco, sulla scelta del pre- mier di adottare un anglici- smo, per rendere,il più possibile confacente alla poli- tica europea, il concetto di piano per il lavoro, che si in- tende seguire nel nostro Paese. I puristi della lingua storcono il naso e nel tirare in ballo le teorie più disparate, scomodando perfino il diritto americano, asseriscono che non sia di facile risoluzione il problema dell’esatta tradu- zione, perdendosi in sottili in- dagini linguistiche, nella ricerca affannosa di possibili significati da attribuire alla parola Act. Ferrara a pag.18 Il Job Act e il taglio del cuneo fiscale AMBIENTE & TRADIZIONE NATUR@MENTE ISTITUZIONI BIO-ARCHITETTURA Le case sotterranee di Gary Neville

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Transcript of Arpa Campania Ambiente del 15 marzo 2014

PPRIMO PIANOCittà della Scienza: arriva

l’accordo tanto atteso

Buonfanti a pag.2

La scuola che insegna ad amare la terra

C’è un grande prato verdedove nascono speranze...para-frasando una nota canzone po-tremmo dire che c’è una scuolain Campania dove nasconosperanze, dove la cultura el’educazione si fondono con lasostenibilità, stiamo parlandodell’Istituto Teodoro Gaza diSan Giovanni a Piro (Sa).

Martelli a pag.4

I dolcificanti sono additiviusati sia per conferire ungusto dolce ai prodotti ali-mentari che come edulcorantida tavola. Tutti gli additivialimentari devono essere ri-portati nell'elenco degli ingre-dienti sulle etichette deiprodotti alimentari.

Palumbo a pag.12

Cavallo a pag.13

A Castel Volturno un vivo confronto sulle recenti misure del Governo

Gli additivi alimentari:i dolcificanti

Incontro in Terra dei fuochitra istituzioni e cittadini

Prove di dialogo tra istituzioni ecittadini, a Castel Volturno,dove giovedì scorso esponentidel governo, magistrati e rap-presentanti delle forze dell'or-dine hanno incontratoassociazioni e comitati che ope-rano nella Terra dei fuochi. Nel-l'auditorium del Corpo forestaledello Stato, intitolato a don Giu-seppe Diana, si è fatto il puntosui provvedimenti recente-mente adottati del governo.L'ultimo, siglato pochi giorni fa,è il decreto interministeriale checircoscrive una serie di terreninon idonei per i prodotti orto-frutticoli. A illustrare i conte-nuti del decreto sono arrivati sullitorale domizio il ministro dellaGiustizia, Andrea Orlando, e ilsuo omologo all'Agricoltura,Maurizio Martina.

Mosca a pag.7

Nuova legge regionalesui rifiuti in Campania

La Legge Regionale n. 5 del 24 gennaio 2014,che riordina il servizio di gestione dei rifiuti,è stata già approvata dal Consiglio Regionalee, quindi, è stata promulgata dal Presidentedella Giunta Regionale e pubblicata sulB.U.R.C. n. 7 del 27 gennaio 2014. Tale leggeè una modifica e integrazione della prece-dente Legge Regionale n. 4 del 28 marzo2007, ma, di fatto, trasforma in maniera so-stanziale tutto il ciclo dei rifiuti.

Morlando a pag.4 Il Consiglio Europeo della Ricerca (CER) desti-nerà un finanziamento di due milioni di euro alprogetto “Chronos”. Si tratta di un importante passo verso la preven-zione e lo studio delle eruzioni vulcaniche. Incon-triamo l’ideatore e responsabile del progetto:Diego Perugini, ricercatore del Dipartimento diFisica e Geologia dell’Università di Perugia.

Liguori a pag.10

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Il marchio Capodimontefamoso in tutto il mondo

Sotto l'azzurro fitto del cielo qualcheuccello di mare se ne va; né sosta mai:ché tutte le cose pare sia scritto: “piùin là”. Sono gli ultimi versi di Mae-strale stupenda poesia di EugenioMontale.

Tafuro a pag.19

Dove si trova la mia ricchezza?Lettera d’amore con foto scritta alla mia terra

AMBIENTE & SALUTE

Prevenzione e studio delleeruzioni vulcaniche

LAVORO & PREVIDENZA

Sono convinta che, l’apparte-nenza dell’Italia al contestocomunitario, abbia influito,non poco, sulla scelta del pre-mier di adottare un anglici-smo, per rendere,il piùpossibile confacente alla poli-tica europea, il concetto dipiano per il lavoro, che si in-tende seguire nel nostroPaese. I puristi della linguastorcono il naso e nel tirare inballo le teorie più disparate,scomodando perfino il dirittoamericano, asseriscono chenon sia di facile risoluzione ilproblema dell’esatta tradu-zione, perdendosi in sottili in-dagini linguistiche, nellaricerca affannosa di possibilisignificati da attribuire allaparola Act.

Ferrara a pag.18

Il Job Act e il tagliodel cuneo fiscale

AMBIENTE & TRADIZIONE NATUR@MENTE

ISTITUZIONI

BIO-ARCHITETTURA

Le case sotterranee diGary Neville

Ilaria Buonfanti

Poche ore. Questo il tempoimpiegato dalle fiamme perdistruggere uno dei più im-portanti poli scientifici d’Eu-ropa. 120.000 metri quadri distruttura, lavori, sogni e spe-ranze andati completamente

in fumo nonostante l’arrivoimmediato dei vigili del fuoco.Oggi, ad un anno di distanza,le indagini della procura diNapoli continuano a seguireun’unica pista, quella cosid-detta “interna”, perché il rogofu doloso, come dimostraronomolte tracce di benzina e 6

probabili punti d’innesco.Il 4 marzo scorso, in occasionedell’anniversario del disastro,si sarebbe dovuto firmare l’ac-cordo per la ricostruzione diCittà della Scienza ma, consorpresa e delusione, l’accordòsaltò all’ultimo momento. “Civorrà qualche giorno ancora,ci sono ancora dettagli da li-mare”, provò a stemperare latensione il consigliere di Cittàdella Scienza, Vincenzo Li-pardi, prima che emergessechiaro lo scontro politico. Unoscontro politico tra Comune eRegione, il nodo è ancora unavolta la bonifica di Bagnoliche il Comune vorrebbe all’in-terno dell’accordo. In realtà infatti, ci sarebberodue accordi distinti: uno sullaricostruzione di Città dellaScienza ed un altro relativoalla bonifica della spiaggia e

del mare di Bagnoli. “Per noi,-ha spiegato il vicesindaco So-dano- scindere la ricostru-zione di Città della Scienzadalla bonifica di Bagnoli èinaccettabile”.In effetti, la bo-nifica e la riqualificazione ditutta l’aera di Coroglio-Ba-gnoli è un dovere nei con-fronti di tutti i cittadininapoletani e non solo. Ma fortunatamente, qualchegiorno fa, a Roma presso il Di-partimento dello Sviluppo edella Coesione, l’accordo èstato raggiunto. Al tavolo sisono riuniti i rappresentantidel ministero dello SviluppoEconomico, del ministerodelle Infrastrutture, del mini-stero dell’Ambiente, della Re-gione Campania, del Comunedi Napoli, della Provincia diNapoli e di Città dellaScienza - Fondazione Idis.I

responsabili amministratividelle diverse istituzioni parte-cipanti al tavolo hanno defi-nito e condiviso tutti gliaspetti dell’accordo di pro-gramma quadro sulla rico-struzione di Città dellaScienza e del Protocollo di in-tesa per la riqualificazione diBagnoli. Il sindaco de Magi-stris, sereno e fiducioso ha di-chiarato: “Siamo ad un passoda una svolta storica per lacittà. Dobbiamo tutelare la ri-costruzione di luoghi feriti damani criminali e bonificare fi-nalmente un territorio ferito,salvaguardando la salute cit-tadini. Dobbiamo anche rico-struire la spiaggia, stiamorecuperando tempo prezioso.Servono tutte le risorse neces-sarie per fare queste opera-zioni, quelle che le parti chefirmano si impegnano a tro-vare”. Che si sia imboccata ladirittura finale è confermatoanche dal vice presidentedella Provincia di Napoli, CiroAlfano, presente al tavolo diriunione. “Siamo molto soddi-sfatti di aver contribuito, conun’azione silenziosa ma de-terminata, alla definizionedegli accordi raggiunti”.E così, si eleva una fumatabianca, che segna l’inizio diun percorso che porterà loScience Centre di Città dellaScienza a comportarsi comeuna fenice, risorgendo dalleproprie ceneri.

Città della Scienza: arriva l’accordo tanto attesoAd un anno dall’incendio che la devastò, Città della Scienza è finalmente pronta a rinascere

Il primo passo verso la lottaall’illegalità e all’abbandono in-driscriminato dei rifiuti vafatto all’insegna della cono-scenza. È questa la linea adot-tata dal Comune di Lusciano,in provincia di Caserta. Sulsito istituzionale dell’Ente, in-fatti, è stato di recente pubbli-cato il registro delle areesoggette ad abbandono incon-trollato e al rogo di rifiuti.Ben quattordici le aree censitein collaborazione con l’Arpac.Le aree sono catalogate in basealla zona e corredate con infor-mazioni circa la natura dei ma-teriali depositati, con allegatirilievi fotografici. Tutte le zonesono state messe in sicurezza edue di esse risultano già boni-ficate. Tristemente vario ilcamponiario delle sostanzepresenti: rifiuti urbani, perico-losi e tossici, onduline di eter-nit, combusti, ingombranti,inerti, pellami, pneumatici e

miscele bituminose, olii esau-sti, batterie. Pericolosi già pernatura propria, questi rifiutidiventano letali quando datialle fiamme. “Non bisogna ab-bassare la guardia – affermaMimmo Mottola, vice presi-dente WWF Agro aversano,Napoli Nord e Litorale Domizio– siamo ancora ostaggio dell’at-tività criminale di questi sog-getti che non si rendono contodel danno che arrecano all’am-biente e, soprattutto alla salutedegli abitanti delle aree inte-ressate. Nel quadrilatero deiroghi (Aversa, Lusciano, Paretee Trentola-Ducenta) l’inquina-mento atmosferico, secondo idati di una nostra indagine, haraggiunto livelli altissimi edintollerabili”.Il territorio è sotto la lente diingrandimento dell’opinionepubblica e della politica nazio-nale. “Allo stato dei risultati at-tuali e delle informazioni

complessivamente disponibili”il 2 per cento dei terreni pre-senti in 57 comuni della cosid-detta Terra dei fuochi inCampania è da considerarearea a sospetto rischio.“Su un totale 1076 km2 terrenimappati, si tratta di 21,5 km2,dei quali 9,2 destinati all’agri-coltura”, ha detto il ministrodelle Politiche agricole, alimen-tari e forestali, Maurizio Mar-tina, presentando la map-patura dei terreni disposta inseguito all'approvazione del dln.136 del 2013 per fronteggiarel’emergenza ambientale inquesta zona della Campania.L’indagine è stata recente-mente presentata a PalazzoChigi, alla presenza anche delministro della salute, BeatriceLorenzin, il ministro dell'Am-biente, Gian Luca Galletti, e ilpresidente della Regione Cam-pania, Stefano Caldoro.

P.D’A.

La pubblicazione dell'ISPRA n.102 / 2013, è il risultato del la-voro congiunto dell'ISPRA (au-tori: Salvatore Curcuruto, DelioAtzori, Enrico Lanciotti, France-sca Sacchetti, Rosalba Silvaggioe Giuseppe Marsico) e delleARPA Lombardia (MaurizioBassanino, Mauro Mussin, Ales-sandra Balestreri) dell'ArpaLazio (Tina Fabozzi) e dellaSACBO S.p.A. – Aeroporto Ber-gamo Orio al Serio (Paolo DeForza). Il manuale è costituitoda cinque capitoli più tre appen-dici per complessive 94 pagine icui contenuti possono riassu-mersi citando integralmentel'introduzione:"La normativa in materia di ru-more aeroportuale e dei relativisistemi di monitoraggio... costi-tuisce un corpus particolar-mente complesso; la successionedei provvedimenti e la loro spe-cificità, nonché gli interventigiurisprudenziali, non consen-tono una lettura lineare dellenorme. Occorre quindi provve-dere all'emanazione di una seriedi indicazioni tecnico/praticheche, nell'osservanza delle singoledisposizioni, garantiscano losvolgimento in maniera efficaceed efficiente delle funzioni di

monitoraggio e controllo del ru-more generato dagli aerei. A tal proposito, il presente docu-mento costituisce la linea guidadi riferimento per la progetta-zione e la gestione delle reti dimonitoraggio acustico aeropor-tuale degli aeroporti italiani."

Il "Capitolo 1 - Generalità" com-prende 5 sottoparagrafi che de-scrivono i seguenti argomenti:componenti del sistema di moni-toraggio, gestione del sistema,verifica e audit, flusso informa-tivo. Il "Capitolo 2 - Progettazione"

comprende 3 sottoparagrafi chedescrivono i seguenti argomenti:le stazioni di misura (numero eubicazione delle postazioni, stru-menti e loro caratteristiche, ope-ratività) stazioni per l’acqui-sizione dei dati meteo climatici,il Centro di Elaborazione Dati(CED) con le specifiche indica-zioni per trasmissione e requisitidel sistema.Il "Capitolo 3 - Gestione del si-stema" comprende 2 sottopara-grafi che descrivono i seguentiargomenti: manutenzione (sta-zione e centro) ed elaborazionedati (identificazione degli eventiacustici, acquisizione dei dati re-lativi ai voli, correlazione deglieventi ai voli, determinazionedell’indice LVA e validazione,determinazione del rumore nonaeronautico).Il "Capitolo 4 - Verifica dell'effi-cienza del sistema" comprende 3sottoparagrafi che descrivono iseguenti argomenti: verifica deirequisiti di sistema, verificadell’efficienza della gestione(manutenzione ed elaborazione)e validazione dei dati.Il "Capitolo 5 - Informazione ereporting" comprende 4 sottopa-ragrafi che descrivono i seguentiargomenti: rapporti periodici

(rapporti redatti dal gestore delsistema, rapporti redatti daARPA) informazione al pubblico,gestione delle lamentele e proce-dure antirumore e contestazionedelle eventuali violazioni. Unparagrafo di particolare inte-resse per l'informazione pub-blica è proprio la "Gestione dellelamentele" presentate dai citta-dini che si distinguono in due ca-tegorie: circostanziate egeneriche. A ogni lamentela deve seguire,da parte della Società di ge-stione dell’aeroporto, una proce-dura che porti alla correlazionedella lamentela con il sorvoloche l’ha causata. A seguito delleverifiche volte a identificare conesattezza l’episodio lamentato,dovrà essere fornita al recla-mante, e per conoscenza al Sin-daco del Comune competentenonché al Direttore della Circo-scrizione Aeroportuale, oppor-tuna risposta. Per le segnalazioni anonime larisposta va indirizzata al Sin-daco del comune interessato. Le segnalazioni generiche, in-vece, possono richiedere alcuniapprofondimenti specifici, infunzione del contenuto.

A.M.

Il monitoraggio acustico aeroportualeGuida alla gestione e alla progettazione degli interventi

Siti a rischio: il comune di Lusciano pubblica i dati sul webTerra dei Fuochi: continua l’azione di monitoraggio

NUOVA LEGGE REGIONALE SUI RIFIUTI IN CAMPANIA

Angelo Morlando

La Legge Regionale n. 5 del 24 gen-naio 2014, che riordina il servizio digestione dei rifiuti, è stata già appro-vata dal Consiglio Regionale e, quindi,è stata promulgata dal Presidentedella Giunta Regionale e pubblicatasul B.U.R.C. n. 7 del 27 gennaio 2014.Tale legge è una modifica e integra-zione della precedente Legge Regio-nale n. 4 del 28 marzo 2007, ma, difatto, trasforma in maniera sostan-ziale tutto il ciclo dei rifiuti. L'iter istituzionale è stato il seguente:• Disegno di legge ad iniziativa del-l'Assessore Giovanni Romano adottatodalla Giunta Regionale con delibera-zione n. 221 del 5 luglio 2013 (BURCn. 44 del 12 agosto2013).• Depositato in Consi-glio regionale in data26 agosto 2013, doveha acquisito il n. 474del registro generaleed assegnato alla VIICommissione consi-liare permanente perl'esame e alla I e II• Commissione consi-liare permanente non-chè alla CommissioneConsiliare Specialeper il controllo sullebonifiche ambientali esui siti di smaltimentorifiuti e ecomafie e

riutilizzo dei beni confiscati per il pa-rere.• Approvato dall'Assemblea legisla-tiva regionale nella seduta del 16 gen-naio 2014. Si tratta di una leggesnella, composta da complessivi 18 ar-ticoli, oltre note e rimandi specifici allaprecedente legge regionale, di cui,come detto, ne costituisce una sostan-ziale integrazione. Abbiamo chiesto unprimo parere al prof. Giovanni Perillo,docente di ingegneria ambientale al-l'Università Parthenope ed esperto nelsettore, che ha seguito per l'ANCI (As-sociazione Nazionale Comuni Italiani)la stesura della Legge: "È possibile af-fermare che, finalmente, la RegioneCampania ha un sistema come tutte lealtre regioni italiane, nonostante le re-

sistenze e le interfe-renze dei Comuni.Dopo oltre 15 anni dicommissariamento, laresponsabilità ritornain capo ai Comuni.Questa è la grandenovità. Ai comunispetterà sia l'attivitàdi igiene urbana, siaquella di smalti-mento; con tutti glioneri e gli onori. Man-cano ancora i decretiattuativi della Re-gione e poi ci saràl'entrata in vigore." Molti comuni giàstanno puntando i

piedi, affinché i tempi si allunghino,ma dal Ministero dell'Ambiente sem-bra che non si accetteranno più proro-ghe. I comuni, quindi, sono incondizione di essere operativi tra circasei mesi, visto che non ci saranno ul-teriori proroghe? "Le province napole-tane e casertane destano le maggioriansie, infatti, ANCI promuoverà a

breve una serie di seminari conoscitiviper supportare gli enti locali. Sussi-stono, infatti molte preoccupazioni inmerito alle attività da espletarsi entroil 30 giugno 2014." Nel prossimo nu-mero approfondiremo specifici articolicon le relative note per rendere ancorpiù chiaro il funzionamento del nuovosistema. (prima parte)

LA SCUOLA CHE INSEGNA AD AMARE LA TERRA

Giulia Martelli

C’è un grande prato verde dovenascono speranze...parafra-sando una nota canzone po-tremmo dire che c’è una scuolain Campania dove nascono spe-ranze, dove la cultura e l’educa-zione si fondono con lasostenibilità, stiamo parlandodell’Istituto Teodoro Gaza diSan Giovanni a Piro, in provin-cia di Salerno, dove la dirigentescolastica Maria De Biase hadeciso di inserire nel pro-gramma curricolare una serie diiniziative green sposando in totoi principi di Paul Connet relativialla “Strategia rifiuti zero” equelli del movimento “Transi-tion Town” cui ha aderito. Arri-vata nel 2007 da Marano,(comune dell’hinterland napole-tano tristemente noto alle cro-

nache perché parte della Terradei Fuochi) a capo dell’istitutocomprensivo cilentano, la pre-side De Biase ha ottenuto che,assieme a lei, alunni, insegnantie genitori si rimboccassero lemaniche e iniziassero a curaredei piccoli orti, superando concoraggio e tenacia i timori e leresistenze iniziali dovuti soprat-tutto al fatto che le persone chevivono in zone rurali, oramai af-francatesi, rifuggono la neces-sità di coltivare. Oggi gli ortiproduttivi sono sei, alcuni siner-gici che promuovono meccani-smi di autofertilità del suolo ealtri biologici tradizionali. I ri-sultati sono davvero esaltanti ein ogni momento della giornatascolastica è ben visibile l’im-pronta ecologica che la presideha deciso di imprimere al suoistituto. Così, anche il momento

della merenda condivisa daibambini diventa speciale: sitratta di un eco-spuntino a basedi pane condito di volta in voltacon olio, marmellata, fave, broc-coletti e fagioli (rigorosamenteautoprodotti). Le bottigliette diplastica sono state vietate, tuttibevono l’acqua delle sorgenti delParco nazionale del Cilento chearriva direttamente ai rubinettidella scuola, oppure una spre-muta di arance locali. Banditidunque gli spuntini industrialie abolito il falso mito per cuitutto ciò che è imballato e confe-zionato sia più salutare e nutri-zionalmente valido basandosisul principio per cui una scuolapuò decidere di introdurre eco-pasti che evitino imballaggi in-quinanti e cibo spazzatura, apatto che rispetti indicazioniigieniche basilari. Anche il

pranzo all’istituto Gaza è at-tento all’ambiente e alla salute:le stoviglie sono lavabili così daridurre a zero la produzione dirifiuti, gli scarti alimentari fini-scono nelle compostiere realiz-zate ad arte dai bambini e dallebambine con reti metalliche ealtri materiali poveri di riuso. Persino gli oli residuali della cu-cina possono diventare risorsa,e il Gaza ha allestito il primo eunico punto di raccolta dellazona, dove si reca tutta la popo-lazione per il conferimento. Il li-quido viene poi impiegato per lacreazione di saponette all’in-terno dei laboratori gestiti dai

ragazzi sotto l’attenta e amore-vole supervisione delle nonne. Iprodotti risultanti da questatrasformazione vengono poivenduti e il ricavato utilizzatoper finanziare ticket mensa elibri per i meno abbienti maanche per sostenere progetti disolidarietà in India e in Senegal.10 e lode allora in pagella allaTeodoro Gaza e al suo staff, cheha deciso di puntare sulle nuovegenerazioni per creare e diffon-dere una coscienza ecologistache possa essere d’esempioanche per altre realtà e chesiamo certi, sta già dando i suoifrutti.

Il Prof. Giovanni Perillo dell’ANCI chiarisce il ruolo dei comuni

Orti, pasti bio, riciclo e compostaggio: nel Cilento un istituto modello

Gli abitanti delle “isole di plastica”

Anna Paparo

Dal nome sembrerebbe inno-cua, ma la “plastisfera” è unanuova nicchia ecologica ma-rina, popolata da un tipo di co-munità del tutto nuove epotenzialmente pericolose. Sitratta di organismi che vivonosulle isole di plastica galleg-gianti nei mari. L’anno appena trascorso havisto questa sensazionale sco-perta di un gruppo di scien-ziati della Woods HoleOceanografic Institu-tion, la più grande isti-tuzione privata diricerca oceanograficadel mondo. Studiando al microsco-pio i rifiuti plastici chegalleggiano suglioceani (46 mila pezziper chilometro qua-drato in base a unastima Onu), si è messoin luce che queste pic-colissime isole sonoabitate da micro- orga-nismi, che danno vitain acqua a una vera e propriacomunità, a cui è stato dato,appunto, il nome di “plasti-sfera”. Ma vediamo più da vi-cino in cosa consiste questaclamorosa scoperta. I ricerca-

tori della W.H.O.I. sono venutia conoscenza che queste microcomunità ospitano anche bat-teri conosciuti come nocivi pergli animali e per l’uomo, cheprosperano indisturbati suqueste isolette artificiali. Ma

non finisce qui. A quanto pare,tra gli oltre mille tipi di micro-organismi identificati esistanoi cosiddetti “super-colonizza-tori” in grado di formare comu-nità compatte nel giro di pochiminuti. A ciò si aggiunge chespesso la plastisfera cresce sudetriti di dimensioni assai ri-dotte, inferiori ai 5 millimetri.Questo tipo di rifiuto, la mi-croplastica, viene frequente-mente ingerito dai pesci o daaltri animali marini. La teoriadi Tracy Mincer, biologa ma-rina del W.H.O.I., è che i mi-croorganismi presenti sullaplastica galleggiante, una voltaingeriti, digeriti ed espulsi, neuscirebbero più in forma diprima. Ulteriori indagini, so-stiene Tracy Mincer, permette-ranno agli scienziati diconoscere meglio la plastisfera,il meccanismo che porta allasua formazione e i percorsi daessa tracciati; sarà, poi, possi-bile datare la formazione delleisole galleggianti e determi-narne l’origine. Quindi, lo stu-dio congiunto di vari ricercatoriin tutto il pianeta potrebbe aiu-tare a creare una carta di iden-tità delle varie “comunitàplastisferiche”, secondo il prin-cipio che i diversi tipi di pla-stica ospitano abitanti diversi.

24a edizione del “Clean Up Day” in AustraliaPiù di cinquecento quaranta vo-lontari australiani, armati diguanti sacchetti e rastrelli,hanno raccolto in questi giornioltre 15.700 tonnellate di rifiutiin circa 7mila località in giro perl’Australia in occasione della24a edizione del “Clean UpDay”. Tra i materiali più raccoltici sono i contenitori di bevandee le cicche di sigarette, i nemicidi sempre dell’ambiente. L’exvelista Ian Kiernan, ideatoredell’evento, ha messo in luce ilfatto che si debba puntare su si-stemi pubblici di riciclaggio, lacui base è caratterizzata da in-centivi per i contenitori di be-vande, che quest’anno sono inpole position tra i rifiuti dispersinell’ambiente. Ma, in moltipaesi del mondo, i cittadinihanno la possibilità di usufruiredi un incentivo economico seconsegnano agli enti preposti icontenitori vuoti di bevandecome le lattine e le bottiglie diplastica e vetro. Tutto ciò è ma-teriale tossico e non degradabile,

che continua ad accumularsi, ri-portando gravi danni alla na-tura e all’ambiente circostante.Proprio per questi motivi, Kier-nan ha chiesto nuovamente chevenga adottato su scala nazio-nale lo schema di riciclaggio, ca-ratterizzato da depositirimborsabili sui contenitori dibevande, da molti anni in vigorenello stato del Sud dell’Austra-lia, la capitale Adelaide, dove iltasso di recupero sui contenitoridi bevande supera di gran lungal’85%, mentre nel resto del con-tinente australiano è al di sottodel30%. Ma l’ex velista, che direcente ha ricevuto una laureaad honorem in Scienze dall’Uni-versità del Nuovo Galles delSud, non si è fermato con le ri-chieste. Infatti vorrebbe l’intro-duzione di norme checostringano i fabbricanti a riti-rare e a far riciclare i prodottielettronici obsoleti, che finiscononelle discariche a un tasso triplorispetto all’altra immondizia.

A.P.

NUOVE COMUNITÀ DI MICRORGANISMI HANNO DATO VITA ALLA PLASTISFERA

UNA DIGA LETALE PER I DELFINI DEL MEKONG

La costruzione di una grande diga a scopi idroe-lettrici, nel Sud del Laos, in pieno habitat delleorcelle asiatiche, l’ Orcaella brevirostris, incredi-bile specie di delfino che vive lungo le coste delSud e Sud-Est Asiatico, rischia di condannareall’estinzione questa specie che vive indisturbatalungo il corso di tutto il Mekong. Stime del WWFhanno calcolato che nel Mekong siano rimastimeno di 100 esemplari di questi meravigliosi ani-mali. La realizzazione della diga prevede l’estra-zione di milioni di tonnellate di roccia conesplosivi: le onde sonore generate dalle esplosionipotrebbero uccidere i delfini che possiedono ap-parati acustici altamente sensibili. Inoltre, l’au-mento della navigazione fluviale, i cambiamentinella qualità dell’acqua e il degrado dell’habitatrappresentano altri importanti rischi diretti peri delfini. Isabella Pratesi, direttore Conserva-zione del WWF Italia, afferma che i piani per co-struire la diga Don Sahong, in un canaleimmediatamente a monte dell’habitat dei delfini,potrebbe provocare la loro scomparsa dal Me-kong. Gli impatti della diga sulla vita dei delfiniprobabilmente non potranno essere mitigati, ecertamente non attraverso i piani limitati evaghi delineati nella valutazione di impatto am-bientale del progetto. Le orcelle asiatiche o del-fini di Irrawaddy del fiume Mekong sono semprepiù a rischio estinzione, costretti nel tratto difiume Mekong , 190 km, tra il Laos meridionalee il nord-est della Cambogia. I delfini sono giàminacciati dall’impatto accidentale con le reti,

dall’inquinamento e dal basso tasso di sopravvi-venza dei piccoli. Ulteriori pressioni sulla popo-lazione potrebbero causarne la definitivascomparsa. Nel settembre scorso il Laos ha an-nunciato la sua decisione di procedere con la digaDon Sahong nel Mekong, bypassando il processodi consultazione del Mekong River Commission(MRC ). La costruzione dovrebbe iniziare prestoe finire nei primi mesi del 2018. Il WWF sottoli-nea come esistano alternative alla diga Don Sa-hong, come il progetto Thako, che potrebbegenerare la stessa quantità di energia elettricama a costi inferiori e con minori impatti ambien-tali. I delfini del Mekong hanno anche un grandesignificato culturale per le comunità locali inquanto essi sono portatori di tangibili beneficiper il loro sostentamento. I tour di avvistamentodei delfini d’acqua dolce sono un importante con-tributo alla crescita economica considerato cheportano gli introiti necessari alle comunità locali.

F.S.

Anna Gaudioso

Proteggere l’ambiente è undovere di tutti, ma per proteg-gere una cosa bisogna cono-scerla, e non solo: bisognaamarla. Esplorare l’ambienteche ci circonda per scoprirnela bellezza, la ricchezza e l’im-portanza è fondamentale perproteggerlo. Noi abbiamo par-lato dell'aria agli alunni dellascuola elementare Rodari diPagani. Il nostro obiettivo èquello di costruire un percorsodi conoscenze e di consapevo-lezza del meraviglioso mondonaturale che ci circonda.L’ambiente è tutto ciò che cicirconda e ne fa parte anchel’aria, che c’è ma non si vede.Non ha odore, non ha sapore,non ha colore ma è importan-tissima perché gli esseri vi-venti ne hanno bisogno pervivere. Abbiamo detto chel’aria trasporta il suono e chesenza aria, ad esempio, nonpotremmo ascoltare la mu-sica, il canto degli uccellini ele nostre voci. Abbiamo ag-giunto che l’aria ha un volumee occupa uno spazio. Infattiabbiamo eseguito un piccoloesperimento: preso un bic-chiere di plastica trasparente,abbiamo accartocciato un fo-glio di giornale formando unapallina e lo abbiamo posizio-nato sul fondo del bicchiere.Immergendo il bicchiere inuna bacinella con dell’acquaabbiamo fatto notare ai bam-bini che tra il bicchiere e lapallina di carta restava unostrato asciutto dove l’acqua

non arrivava, perché tra il bic-chiere e la pallina di cartac’era ancora aria. I bambinihanno ritagliato delle imma-gini su questo tipo di esperi-mento e le hanno incollate sulcartellone. Il percorso infor-mativo continua con l’atten-zione e la partecipazione deibambini, che è attenta e inte-ressata. Abbiamo spiegato aipiccoli alunni che l’aria è ungas e che è composta da treelementi importanti: l’ossi-geno, che permette agli esseriviventi di respirare, l’anidridecarbonica e l’azoto che sonoimportanti per la crescitadelle piante e degli animali.Questi gas sono presenti in di-verse quantità e mescolati traloro. È un po' come quando lamamma fa la torta: mescolagli ingredienti in quantitàprecise seguendo la ricetta. La“ricetta” dell'aria è Azoto78%,Ossigeno 21%, Anidride car-bonica 0,04%, poi una piccolapercentuale di altre sostanzecome argon, neon, elio, me-tano, kripton, xeno, idrogeno,ozono e vapore acqueo. Eb-bene, a questo punto i giovanipartecipanti si sono sbizzar-

riti a intervenire anche conracconti divertenti. Uno diloro insisteva particolar-mente: nell’aria, a suo dire, cisarebbe anche il “gas” di uncompagno; e citava il pareredella nonna, secondo la qualenella pancia gonfia c’è il gas!Il sette marzo scorso abbiamoiniziato il nostro percorso in-formativo in un’altra classe, laterza D. Insieme all’inse-gnante Margherita Attanasioabbiamo avviato questo nuovoincontro sulle tracce dell’altraclasse. Gli alunni si sono mo-strati interessati all’argo-mento e hanno collaborato aritagliare e incollare il mate-

riale procurato per loro, dopola nostra discussione interat-tiva, in cui tutti avevano qual-cosa da dire o da chiedere.Prossimamente continueremocon un gioco e con l’esperi-mento dei palloncini per dimo-strare che un palloncino pienod’aria pesa rispetto ad un pal-

loncino vuoto. Presi due palloncini: uno gon-fiato e l’altro no saranno legatialle estremità di un’asta. Di-mostreremo cosi che quellopieno d’aria risulterà più pe-sante. Gli incontri si conclude-ranno con un questionario diverifica.

A scuola, piccoli esperimenti sull’ariaProsegue il programma dell’Agenzia sull’educazione ambientale in classe

Gennaro Loffredo

Il mese di marzo, per antono-masia, rappresenta il mesedi transizione tra gli ultimirigori dell’inverno e l’inci-piente primavera. Le ore diluce tendono gradualmentead aumentare, tant’è che trail 20 e il 21 marzo, giorno del-l’equinozio di primavera, leore del dì sono praticamenteallineate con quelle dellanotte. Dopo un inverno prati-camente assente, il primomese della primavera è ini-ziato all’insegna del freddo edelle nevicate che per laprima volta in questa sta-gione si sono spinte fin versol’Appennino a quote relativa-mente basse. Dopo una faseestremamente instabile, lecondizioni del tempo poi sonoandate gradualmente miglio-rando grazie alla presenza diun vasto anticiclone che si èimpossessato di gran partedell’Europa, compreso il ba-cino centrale del Mediterra-

neo. Le condizioni atmosferi-che sono diventate pretta-mente primaverili su granparte del continente con iprimi e diffusi 20°C regi-strati su tutto il settentrione.Tuttavia nel corso delle pros-sime settimane il promonto-rio anticiclonico tenderà aspostare i suoi massimi inaperto Atlantico e questa si-tuazione consentirà unanuova discesa di correntimolto fredde di matrice ar-tica, le quali punteranno so-prattutto l’Europa centrale eorientale e parzialmenteanche la nostra penisola, de-terminando nuovi ritorni diinstabilità e clima tardo in-vernale.Insomma marzo, dopo tanteanomalie, sta seguendo i ca-noni tradizionali di mesepazzerello, fatto di alter-nanza di periodi estrema-mente perturbati tipicidell’inverno e primi assaggidi tempo stabile e gradevoledi stampo primaverile.

Cronaca meteorologicadi un incerto mese di marzo

Luigi Mosca

Prove di dialogo tra istituzioni e cit-tadini, a Castel Volturno, dove gio-vedì scorso esponenti del governo,magistrati e rappresentanti delleforze dell'ordine hanno incontrato as-sociazioni e comitati che operanonella Terra dei fuochi. Nell'audito-rium del Corpo Forestale dello Stato,intitolato a don Giuseppe Diana, si èfatto il punto sui provvedimenti re-centemente adottati dal governo.L'ultimo, siglato pochi giorni fa, è ildecreto interministeriale che inprima battuta circoscrive una serie diterreni i cui prodotti ortofrutticoli nonpotranno essere messi in commercio.A illustrare i contenuti del decretosono arrivati sul litorale domizio ilministro della Giustizia, Andrea Or-lando, titolare dell'Ambiente fino apoche settimane fa, e il suo omologoall'Agricoltura, Maurizio Martina.Quest'ultimo, di fronte a una plateamolto affollata, ha definito le misuredel governo «un primo passo, non uncapitolo finale». Per la prima volta, ha sottolineato ilministro, si è tracciata una perime-trazione delle aree più a rischio. Sitratta, come è stato riportato da tutti

i giornali, di 51 siti, che coprono ap-pena il 2% dei 57 comuni campanimessi sotto osservazione. Poi nell'arco di novanta giorni si con-durranno altri accertamenti sui ter-reni classificati a livelli di rischio piùbassi. Martina ha indicato due obiet-tivi, che non si escludono a vicenda:presidiare il territorio, garantendo lasicurezza dei prodotti agricoli, ma allostesso tempo preservare la reputa-zione delle produzioni di qualità. In-fatti più di un rappresentante delleaziende agroalimentari è intervenutoal convegno organizzato da Legam-biente, lamentando un notevole calodi fatturato dopo l'allarme sulla terradei fuochi, in un periodo già difficileper la crisi. All'incontro hanno parte-cipato anche gli enti che hanno con-tribuito, con i loro dati e la lorocompetenza tecnica, a determinare icontenuti del decreto. Tra questi, ilCorpo Forestale dello Stato, l’Ispra,l'Arpa Campania, l'università di Na-poli Federico II, l'Agea, Agenzia perle erogazioni agricole. La dott.ssa Ma-rinella Vito, direttore tecnico Arpac,ha illustrato il modello scientifico cheha portato alla classificazione dei ter-reni a rischio. Questo lavoro è stato condotto in duemesi, dopo i decreti approvati a di-cembre, mettendo insieme i dati inpossesso di diversi enti: un primo im-portante passo, con la prospettiva diestendere e di approfondire gli accer-tamenti. Nutrita la presenza istitu-zionale al convegno: oltre ai già citatiministri, sono intervenuti, tra glialtri, i magistrati Francesco Greco(capo designato della procura di Na-

poli Nord), Corrado Lembo, procura-tore capo a Santa Maria Capua Ve-tere, Giovanni Colangelo, che rivestela stessa funzione a Napoli, oltre alProcuratore nazionale antimafiaFranco Roberti. Tra le altre presenze istituzionali, ilviceministro all'Agricoltura AndreaOlivero, l'assessore regionale all'Agri-coltura Daniela Nugnes, il coman-dante provinciale della Forestale aNapoli, Sergio Costa, e il responsabiledella Divisione sicurezza agroalimen-tare, Giuseppe Vadalà. Molto pre-senti le associazioni e i movimenti:oltre agli esponenti di Legambiente,che organizzava l'evento, sono inter-venuti don Maurizio Patriciello, par-roco di Caivano da anni in lotta sui

temi ambientali, poi Enrico Fontana(Libera) e Lucio Iavarone del Coordi-namento comitati fuochi. Durante lasessione pomeridiana ha fatto irru-zione il comitato di protesta per la di-scarica di Chiaiano.

Confronto tra istituzioni in Terra dei fuochi A Castel Volturno si è fatto il punto sulle misure adottate dal governo

Diversi sono i provvedimenti del go-verno che si sono succeduti nelle ul-time settimane per fronteggiare iproblemi della cosiddetta “Terra deifuochi”. A inizio dicembre è stato ap-provato un decreto legge (n.136/2013) sulle emergenze ambien-tali, poi convertito in legge dal Par-lamento. Il decreto ha previsto laclassificazione dei terreni dellaTerra dei fuochi, secondo diversi li-velli di rischio, in modo da indivi-duare quelli adatti alla coltivazionedi prodotti agroalimentari, e quelliinvece dove è opportuno prevedereforme diverse di utilizzo, ad esempiole colture “no food”, non destinate aprodurre alimenti. È stato introdottoil reato di combustione illecita dei ri-fiuti, con pene più severe per chi in-cendia immondizia o scarti comerisultato di un’attività organizzata.Inoltre si prevede un apposito scree-ning sanitario per la popolazionedell’area interessata da roghi e sver-samenti di rifiuti. Il 23 dicembrescorso è arrivata la direttiva mini-steriale che ha dato avvio alla map-patura dei terreni di 57 comunicampani, per consentire la classifica-zione richiesta dal decreto 136. Altermine del lavoro condotto da ungruppo con rappresentanti di variEnti, si è arrivato al decreto intermi-nisteriale più recente, che ha circo-scritto i terreni più a rischiobloccando la messa in commercio deiprodotti ortofrutticoli coltivati inquesti suoli.

Le misure

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 marzo 2014 - Anno X, N.5Edizione chiusa dalla redazione il 14 marzo 2014

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOS. Allinoro, I. Buonfanti, S.Cavallo, F. Clemente,P. D’Auria, G. De Crescenzo, A. Esposito, E. Fer-rara, R.Funaro, A. Giangrasso, G. Loffredo, B. Mercadante, A. Morlando, A. Palumbo, A.Paparo, F. SchiattarellaSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 7- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/426/427 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

“…devastazione e distruzioneche mira a danneggiare o di-struggere l’ecologia di areegeografiche a danno di tutte leforme di vita, umana, animaleo vegetale…” così, nel 1970 aWashington, prima della Con-ferenza sulla guerra e sulla re-sponsabilità nazionale, ilprofessor Arthur Galston de-finì l’ecocidio, chiedendone ilriconoscimento a livello inter-nazionale.Oggi, a ben 44 anni di di-stanza, l’ecocidio non è ancoraun crimine! Con questo ter-mine consideriamo la distru-zione estensiva, il danno o laperdita di ecosistemi di undato territorio da parte diagenti umani o altre cause aun livello tale da compromet-tere seriamente il pacifico go-dimento degli abitanti diquesto territorio.Ma perché è tanto importantericonoscere legalmente l’ecoci-

dio? Attraverso il riconosci-mento dell’ecocidio, i responsa-bili dei danni ambientalisaranno puniti penalmente enon se la caveranno più sola-mente attraverso una multa.Inoltre, chi causerà il dannosarà responsabile del ripri-stino ambientale dell’area in-teressata. Non da ultimo,l’ecocidio verrà riconosciutoanche per i danni da grandi ca-tastrofi naturali e questo per-metterà di valutare leresponsabilità degli Stati nellatutela del territorio e li costrin-gerà al ripristino delle zonecolpite. Oggi un gruppo di gio-vani europei sta portandoavanti l’iniziativa End Ecocideper raccogliere un milione difirme (attraverso il sitowww.endecocide.eu) e far rico-noscere l’ecocidio in Europa,attraverso lo strumento del-l’ICE. L’ICE è l’Iniziativa deiCittadini Europei, ovvero una

modalità attraverso la quale icittadini dell’UE, raccogliendoun milione di firme entro unanno da un minimo di settepaesi diversi, possono proporreo suggerire nuovi emenda-

menti alla legislazione che laCommissione Europea ha ilpotere di cambiare. E’ indispensabile introdurreuna legge che riconosca il di-ritto alla vita, che protegga la

biodiversità, e che unisca tuttele forme di danno ambientaleesteso con una definizioneunica. I direttori, i capi di go-verno, le banche, ecc. devonoassumersi la responsabilità diprendere in considerazionel’effetto delle loro decisioni inmateria ambientale.La direttiva renderebbe l’eco-cidio perseguibile su territorioeuropeo, saranno anche illegaliattività commesse da aziendeo cittadini europei al di fuoridell’Ue e le aziende non euro-pee che commettono ecocidionon potranno più vendere queiprodotti all’interno dell’UnioneEuropea.Un giorno, speriamo nontroppo lontano, l’ecocidio saràun crimine, questa è una cer-tezza. Tutta l’umanità dipendedagli ecosistemi per la sua so-pravvivenza, dopotutto anchenoi ne facciamo parte.

I.B.

Fabiana Clemente

Pensare al termine biodiversitàrichiama alla mente immaginidi immense foreste, distese diprati fioriti, laghi, fiumi, ruscellie cascate. Scenari di habitat in-contaminati dove numerosespecie animali – conosciute emeno conosciute – tra molte dif-ficoltà, semplicemente vivono esi riproducono. Pensare a questipaesaggi da favola richiama allamente un unico e solo incipit:“C’era una volta”. C’era unavolta il rinoceronte di Sumatra,di cui ormai si contano meno dicento esemplari. C’era una voltail bradipo pigmeo, il quale mi-nacciato dalla caccia e defore-stazione, non vanta unafamiglia numerosa. C’era unavolta il camaleonte tarzan, avvi-stato per la prima volta in Ma-dagascar nel 2010, il cui habitatversa in pessime condizioni. Ne-anche lo stato di conservazionedei lemuri del Madagascar èrassicurante. Il peculiare gruppo di primati èun bersaglio facile da parte dicacciatori e animali più grossi.Tutte le specie endemiche diquesto stato vedono giorno dopogiorno compromettere il proprio

ambiente naturale. Il cinopitecodi Tonchino, l’otarda indiana, lacuriosa rana trasparente, il sim-patico koala australiano. Sonosolo alcuni nomi elencati in unadocumentazione presentata alWorld Conservation Congress,relativa alla preoccupante con-dizione del nostro pianeta cheminaccerebbe l’incolumità deisuoi abitanti. Nei prossimivent’anni di queste specie po-trebbero rimanere solo imma-gini sbiadite. In Italia lasituazione non è poi così diversa.The day after? È un’incognitaanche per alcuni animali no-strani. Nuovo allarme lanciatodall’Ispra circa le numerose spe-cie nel nostro paese a rischio diestinzione. I dati raccolti e resipubblici nel III Rapporto Diret-tiva Habitat 2007-2012 fannoun quadro della situazione perniente rassicurante. Il 50% dellepiante, il 51% degli animali e il67% degli habitat non godono diun adeguato stato di conserva-zione. Poco più di 40 esemplaridell’orso marsicano. La lince e lafoca monaca contano dai 3 ai 5esemplari. Pipistrelli e anfibi, lacui sopravvivenza è seriamentecompromessa dall’uso sproposi-tato di pesticidi. Tra le specie in

calo rientrano il gallo cedrone, lapernice bianca, la coturnice, lagallina prataiola, la tartaruga dimare, la testuggine d’acqua, latestuggine di Hermann e l’ulu-lone. Un barlume di speranza siintravede dai segnali di recu-pero registrati dal lupo appen-ninico, dall’orso delle alpi, dalcervo sardo, dal fenicottero e dalcamoscio appenninico. In ognicaso non dobbiamo abbassare laguardia. Il WWF chiarisce treobiettivi fondamentali: ridurre

le minacce per le specie a livellolocale, eco regionale e globale,stimolare governi e istituzioni apromuovere interventi di con-servazione e incoraggiare le co-munità locali a preservare lespecie. Impegnarci a rivalutareil nostro modus vivendi e adot-tare comportamenti ad hoc nonsolo garantirebbe la prolifera-zione di diverse ed incantevolispecie animali, ma salvaguarde-rebbe anche l’incolumità del-l’uomo. La riforestazione del

pianeta è l’unica strada per ri-durre in modo significativo la di-spersione di CO2 nell’atmo-sfera. Basti sapere che un al-bero, in un ciclo di vita media,assorbe circa 700 kg di anidridecarbonica. La valorizzazione e la tutela delnostro patrimonio naturalisticoè un percorso obbligato per regi-strare un’inversione di marcia.Gli animali godono di pochi di-ritti, ma hanno il nostro stessodiritto di esistere.

Biodiversità: una parola a rischio di estinzione? In Italia il 50% delle piante, il 51% degli animali e il 67% degli habitat non godono di un adeguato stato di conservazione

Ecocidio: un crimine ambientale che va riconosciuto!Riconoscere questo reato per punire penalmente i responsabili

Fabio Schiattarella

La Mostra Convegno sulleAgro-energie, svoltasi a Tor-tona e giunta al suo settimoanno, anche quest’anno hafatto il punto su un settore cheriunisce i distretti legati a bio-masse, biogas e biocarburanti,come ad esempio il biometano,che genera 4 miliardi di fattu-rato e crea occupazione perventiquattromila addetti. Mat-tirolo, amministratore dele-gato di Agro-energia, facendoun bilancio complessivo delsettore è soddisfatto. Le Agro-energie sono cresciute in modoesponenziale fino al punto dicollocarsi al secondo posto, pre-cedute dall’ energia solare, re-gistrando una crescita chetocca quasi il 5% per i bioli-quidi rispetto all’anno 2008.Numerosi i temi affrontati maanche le questioni aperte:struttura degli incentivi, legi-slazione incompleta, opposi-zioni locali agli impianti dimaggiore taglia, mancanza dipiani di approvvigionamentocerti. Alessandro Marangoni,di Althesys, la società di ri-cerca e consulenza a cui si rife-risce l’Osservatorio diAgro-energie sito a Tortona,riferisce che secondo le stimegiunte dalle ricerche dell’ Os-servatorio 2014, questo settorerappresenta circa un quintodel giro d’affari del compartodelle fonti rinnovabili, com-parto dominato dal sole e dal-l’idroelettrico. Gli impiantialimentati a biomasse solide econ la frazione organica dei ri-fiuti solidi urbani rappresen-tano il 38% della potenzainstallata, il biogas è in cre-scita molto sostenuta ed è ar-rivato al 35%, mentre i liquidisono al 27%. Insieme, si trattadi 12,4 miliardi di chilowattoraprodotti. Secondo Mattirolo,l’Osservatorio si avvale delcontributo di una serie di im-portanti attori accademici, isti-tuzionali e aziendali, conspecifiche competenze nei ri-spettivi settori. In questogruppo di lavoro è nato l’inter-rogativo sullo stato presentedella filiera in cui operano esulla sostenibilità di lungo pe-riodo. Il risultato è uno statodell’arte di un comparto inforte evoluzione, anche in fun-zione delle sensibili modificheintervenute nel contesto nazio-

nale ed europeo. Mattirolo spe-cifica che essendo delle fontiprogrammabili, il ruolo delleagro-energie è di importanzastrategica nel mix delle rinno-vabili, perché offrono un poten-ziale di stabilizzazione dellarete che negli anni a venire po-trebbe essere sfruttato e com-pensato dal mercato, anchequando gli incentivi sarannofiniti. La crescita delle agro-energie genera posti di lavoroe indotto, con ricadute sul Pil.La valorizzazione dei sottopro-dotti agricoli e zootecnici porta

al contempo benefici economicie ambientali. Inoltre, il minorimpiego di combustibili fossiliporta non solo a una diminu-zione delle emissioni, maanche del fuel risk per il Paese.In conclusione, le agro-energiecostituiscono un'importanteoccasione di sviluppo econo-mico e di politica ambientaleper il nostro Paese, la cui cre-scita è un tassello importantedelle politiche italiane per leenergie rinnovabili e un'oppor-tunità per il settore agricolo eindustriale italiano.

L’importanza delle agro-energie in Italia

Alessia Esposito

Numeri da record quelli rag-giunti dal turismo in bicicletta.La FIAB (Federazione ItalianaAmici della Bicicletta) diffondei dati relativi al 2012 e formulaprevisioni sui risultati del2014. Ben 44 miliardi di euro ilgiro d’affari delle due ruote inEuropa, secondo le stime delParlamento Europeo. I dati sistanno confermando in ascesaanche per il 2013 e il 2014, se-condo le stime, sarà “l’anno delcicloturismo”. L’acquisto dellebici, ecologiche, salutari, ma so-prattutto economiche, in questiultimi due anni di crisi ha su-perato quello delle autovetture.

L’indotto generato dalle dueruote si estende infatti anche alturismo. Due miliardi di viaggicomplessivi e un totale di 20milioni di pernottamenti intutta Europa. Per chi vuol viag-giare risparmiando e avendoun contatto diretto con la na-tura. La FIAB promuove la cul-tura della mobilità sostenibileorganizzando gite e viaggi.Circa trenta i partecipanti perogni “uscita” e 50 i km percorsi.Il totale annuale è di 4.200escursioni a breve e lungo rag-gio, in Italia e all'estero, incompagnia di accompagnatoriesperti e volontari. I percorsisono articolati secondo varigradi di difficoltà. I parteci-

panti in Italia sono circa130.000. Le prossime vacanzepreviste sono le Cinque Terre aPasqua e la Basilicata tra iponti del 25 aprile e del 1 mag-gio. A supportare la FIAB c’èanche il servizio www.alberga-bici.it, strutture ricettive cheoffrono servizi dedicati a turistiitaliani e stranieri che viag-

giano in bicicletta. DichiaraGiulietta Pagliaccio, presidenteFIAB: ''Per l'Italia il cicloturi-smo rappresenta senz'altro unsegmento strategico da inco-raggiare attraverso una seriedi politiche ad hoc. Per questo motivo siamo dasempre impegnati in una forteattività di ricerca, informa-zione e sensibilizzazione suitemi della mobilità sostenibile,del miglioramento della ciclabi-lità del territorio e dell'inter-scambio tra bici e altri mezzi ditrasporto pubblici, per renderel'Italia una meta sempre piùcompetitiva e attraente per itanti appassionati, anche stra-nieri”.

Cicloturismo: da due anni si registranonumeri da record

La battuta d’arresto che la produzione industriale hasubìto in questi anni di recessione, ha provocato – sep-pur con una lieve risonanza – un cambiamento chepuò farci sperare in una rivalutazione delle priorità.Un’inversione di marcia che si traduce nel ritorno allecampagne. Cresce l’occupazione nei settori dell’agri-coltura. Nel 2013 si è registrato un aumento del 9% eun terzo delle aziende agricole è gestito d giovani. Se-condo una ricerca della Coldiretti tre giovani su quat-tro hanno scelto la campagna per soddisfare ambizioniprofessionali e per una rinnovata coscienza bucolica.I dati emersi dall’Istat, relativi all’anno 2013, hannoregistrato un aumento di tale fenomeno in Friuli Ve-nezia Giulia. Il passo dalla passione alla creatività èbreve. Ed in quest’ottica di controtendenza nascononuove figure professionali ad hoc. Agritata, agriscul-tore, muratore ecologico, erborista 2.0, tutor dell’orto,annaffiatore di formaggi, l’addetto al recupero dellacanapa. Non sono nomi di fantasia, bensì nuovi me-stieri dai connotati decisamente green. Presentatiall’Assemblea elettiva dei Giovani Coldiretti nell’am-bito dell’Open Space su “Il lavoro possibile nel tempodella crisi”, evidenziano il binomio perfetto tra creati-vità e opportunità di business. Un’ulteriore confermadi questa recente tendenza è data dall’incrementodelle iscrizioni alle Facoltà di scienze agrarie. In chemodo si manifesta la creatività agricola? Basti pen-sare al muratore ecologico. Di cosa potrà mai avvalersiper creare un mattone? La risposta è il riutilizzo diogni scarto agricolo. Di cosa si occupa un agrierbori-sta? Cura in ogni aspetto tutte le fasi del ciclo di vitadi una pianta, dalla coltivazione fino alla sua trasfor-mazione in prodotti per il benessere, la salute e la bel-lezza. In tempi di crisi rivolgiamoci a Madre Natura:abbiamo bisogno di lei, come lei ha bisogno di noi.

F.C.

DALLA CITTÀ ALLA CAMPAGNA:RITORNO ALLE ORIGINI

Ridurre i combustibili fossili e il fuel risk del paese

Fabiana Liguori

Il Consiglio Europeo della Ri-cerca (CER) destinerà un finan-ziamento di due milioni di euroal progetto “Chronos”. Si trattadi un importante passo verso laprevenzione e lo studio delleeruzioni vulcaniche. Incon-triamo l’ideatore e responsabiledel progetto: Diego Perugini, ri-cercatore del Dipartimento diFisica e Geologia dell’Univer-sità di Perugia.D: Prof. Perugini in che cosaconsiste esattamente “Chro-nos”?R: CHRONOS è un progetto diricerca mirato a gettare le fon-damenta di un nuovo modo distudiare e monitorare i vulcani.Il progetto integra diverse meto-dologie e i più moderni approcciper avvicinarsi al fine ultimodella ricerca vulcanologica: pre-vedere le eruzioni vulcaniche.Prima di arrivare a questo peròè necessario compiere alcunipassi fondamentali. Il primo fratutti è quello di trovare un modoper stabilire quali sono le tem-pistiche delle eruzioni vulcani-che. Quello che abbiamoscoperto recentemente è che du-rante le maggiori eruzioni che sisono verificate su questo pia-neta, si è riscontrato un processodi mescolamento fra duemagmi, in profondità, all’in-terno della camera magmaticache si trova al di sotto dell’edifi-cio vulcanico osservabile in su-perficie. Questo fenomeno èassociato a tutte le eruzioni cheabbiamo studiato e quindi rap-presenta un filo conduttore chepuò essere sfruttato per avvici-narsi al difficile problema dellastime delle eruzioni vulcaniche.In particolare, una volta avve-nuta l’eruzione, il processo di

mescolamento viene “congelato”nel tempo, un po’ come un orolo-gio rotto segna l’ora dell’inci-dente sulla scena di un crimine.Sarà compito di CHRONOScercare di leggere questo orolo-gio e determinare il tempo im-piegato dal vulcano perscatenare un’eruzione. Oggi nonabbiamo informazioni suquanto tempo impieghi un vul-cano a passare da uno stato diquiescenza a uno di attività.

Questo è vero per ogni vulcanodel mondo e quindi il primopasso è quello di costruire un in-ventario di tempistiche delleeruzioni per il pianeta Terra.Naturalmente non è pensabileraggiungere questo obiettivo conun solo progetto. In CHRONOSabbiamo scelto alcuni vulcaniattivi di riferimento, il Vesuvio,i Campi Flegrei, Vulcano nelleisole Eolie e il vulcano di Sou-friere Hills, nei Caraibi, che è ineruzione dal 1995. Il modelloche applicheremo su questi casidi studio, come accennavoprima, sarà costruito inte-grando modelli concettuali al-l’avanguardia che fanno usoanche di tecniche che derivanoda campi di ricerca innovativi

con riferimento alla GeometriaFrattale e alla Teoria del Caos.È proprio quest’ultimo ambitodi ricerca che ci ha permesso, re-centemente, di ideare una mac-china in grado di replicare,attraverso lo sviluppo di un me-scolamento di tipo caotico fradue magmi, quello che può av-venire nella camera magmaticaprima e durante l’inizio diun’eruzione.D: Questa macchina “mescola-

trice di magma”, fulcro del pro-getto, è in fase di costruzione.Quando sarete pronti a levarel’ancora e a partire per questolungo viaggio “al centro dellaterra”?R: L’inizio del progetto è previ-sto per il primo Maggio 2014. Inquesto momento, anche graziealla grande sensibilità e dispo-nibilità del Magnifico Rettoredell’Università di Perugia, Prof.F. Moriconi, stiamo ristruttu-rando i locali che ospiteranno ilaboratori e il personale che faràparte del progetto. La macchinache costruiremo è unica nel suogenere. Sarà in grado di mesco-lare, in modo completamentecontrollato del punto di vistafluidodinamico, magmi con

composizioni naturali ad ele-vate temperature per riprodurrenel modo più fedele possibile iprocessi di mescolamento cheavvengono durante le eruzioniesplosive. Vorrei inoltre sottolineare che,grazie al finanziamento europeodi CHRONOS, saremo in gradocostruire, per i prossimi cinqueanni, un nuovo gruppo di ri-cerca costituito esclusivamenteda giovani studiosi (3 ricerca-tori a tempo determinato, quat-tro dottorandi, e due borsisti)che lavoreranno a tempo pienoper raggiungere gli obiettivi diCHRONOS. Questo è unaspetto di cui vado particolar-mente orgoglioso ed è in contro-tendenza rispetto alla fuga dicervelli italiani a cui abbiamoassistito negli ultimi anni.D: Lei ha esplorato nel corsodella sua carriera tanti vulcani,attivi e non. Ci racconti dei “gi-ganti della Terra”: aneddoti estraordinarietà dei suoi “incon-tri”…R: Trovarsi di fronte ad unvulcano è sempre un eventostraordinario. Si ha come l’impressione di es-sere di fronte a qualcosa di in-sondabile. Si percepiscono leimmense forze che sono in giocoe che sono del tutto incontrolla-bili da parte degli esseri umani.Ricordo un passaggio del “Pic-colo Principe” di Antoine deSaint-Exupery in cui il principespazza la cima dei suoi vulcaniperché altrimenti diventano pe-ricolosi. Questo noi non lo pos-siamo fare. Ma non ci si può farprendere dallo sconforto. Dob-biamo utilizzare tutti i mezzi anostra disposizione, anche at-traverso approcci multidiscipli-nari, per cercare di comprenderefino in fondo questi oggetti geo-

logici che sono tanto pericolosiquanto fondamentali per tenerein vita il nostro pianeta. Du-rante le nostre ricerche sui vul-cani ci siamo spesso imbattutiin situazioni pericolose o biz-zarre. Ricordo con particolareinteresse un evento accaduto du-rante una visita alle isole Az-zorre, internamente costituite davulcani e dai loro prodotti. Altermine di una conferenzaaperta al pubblico durante laquale ho estesamente utilizzatoil termine “petrologia”, il cui si-gnificato è “studio delle rocce”,ho rilasciato un’intervista perun quotidiano locale. La giorna-lista, dopo diverse domande, miha chiesto “Allora, dove preve-dete di iniziare i sondaggi per laricerca del petrolio?”. Lì ho ca-pito che bisogna essere moltocauti e utilizzare la massimachiarezza quando si tenta ditrasferire la conoscenza scienti-fica ai non addetti ai lavori … !D: Un ultima domanda, “diparte” ovviamente: che cosa puòdirci del gigante partenopeo?R: Il Vesuvio non è solo un vul-cano, è IL vulcano. Generazionidi scienziati hanno studiato lesue eruzioni e un enorme lavoroè stato svolto, specialmente daicolleghi dell’Osservatorio Vesu-viano. Questi studi hanno fornito datie risultati fondamentali chehanno permesso di comprendereil “carattere” di quello che èsenza dubbio il vulcano più fa-moso del mondo. Faremo tesorodi tutte queste conoscenze percercare di dare il nostro contri-buto per compiere un altro passoavanti nella direzione dellestime delle tempistiche delleeruzioni di questo vulcano cherappresenta una vera e propriabomba ad orologeria.

Prevenzione e studio delle eruzioni vulcanicheParte “Chronos”. Incontriamo Diego Perugini, responsabile del progetto

Sheer wind: novità sul fronte dell’eolico

Salvatore Allinoro

Cattura il vento a trecentosessantagradi. È un tronco di ferro di appenaventi metri, molto più basso rispettoai soliti apparecchi eolici, assomigliadel tutto ad un gigantesco imbuto ro-vesciato. Sembra una griglia di gra-vità che si diparte da un nucleo dimassa di ogni sole o pianeta come neimodelli dei fisici quantistici.Il prototipo è bianco ed ha le guarni-zioni ben dipinte di rosso per guidareverso una comprensione istantaneadel funzionamento dell’impianto, èuna grande novità. In futuro potrebbeessere utile ridipingere per abbassareulteriormente il disturbo in termini diimpatto. Le pareti curve del pezzo nelcentro convogliano il vento verso ungrande tubo di raccolta dove proseguespedito e accelerato fino a incontrarele eliche. Il movimento rotatorio delleturbine viene trasformato in correnteelettrica che sarà poi distribuita inrete. Ha una potenza quattro voltemaggiore rispetto ai soliti impianti eun costo contenuto. Sembra unagrande idea per ottimizzare le rese eprodurre energia a prezzi ragionevolisia in termini economici che ecologici.Lo sheer wind è una delle vie d’uscitaper emanciparsi da fornitori di greg-gio che nei loro stati soffrono una co-stante instabilità politica e sono poco

sviluppati in termini di democrazia ediritti civili. Le strategie per non di-pendere più da risorse non rinnovabilihanno un nuovo stimolo, una nuovaidea per rifornire miliardi di utentismaniosi di corrente elettrica. Tutte lestrade meritano di essere esplorate:fotovoltaico, biogas, energia da onde,eolico. Molto meglio che continuare abruciare risorse facendo sollevare inaria concentrazioni di biossido di car-bonio difficili da gestire e pericolose inquanto a conseguenze sulle variazionidel clima. Un progetto da finanziarein modo lungimirante invece di for-nire nuovi sovvenzionamenti ad operedi riarmo in ottica di conquista geo-politica dei territori che abbondano dirisorse non rinnovabili.Energia pulita, un cantiere attorno acui far crescere un indotto che svi-luppi tecnologie sempre più leggere efattibili. Per esempio migliorando leleghe usate per fabbricare i vari pezzidell’impianto unendo ricerca chimicae industrie o diminuendo gli attriti inun prodigio di ingegneria applicata.Lo sheer wind è una soluzione ai pro-blemi dei nostri giorni che merita at-tenzione da parte dei politici e deveattrarre il coraggio degli investitoriprivati perché diventi un’idea in gradodi ispirare le giovani menti ansiose diprocurare nuove voci in attivo nelvasto mondo delle energie.

Ha una potenza quattro volte maggiore rispetto ai soliti impianti e un costo contenuto

Paolo D’Auria

Trasformare il rifiuto in risorsa. Unsemplice slogan, a dire il vero forseanche un po’ inflazionato, ma che dasempre rappresenta il mantra degliambientalisti più convinti ed unrompicapo per gli amministratoripiù responsabili. Il secondo (maanche terzo e così via) ciclo di vitadelle materie di uso e consumo è unaspetto sul quale da sempre vi è unforte dibattito e su cui gli addetti ailavori cercano di impegnarsi semprepiù a fondo con un unico obiettivo: ri-durre la quantità di rifiuti destinatialle discariche. Diminuendo, quindi,sensibilmente l’inquinamento ma,aspetto di non secondaria impor-tanza, ottimizzando le risorse per laproduzione delle materie “nuove”.Una notizia interessante arrivadall’oltreoceano. A rispondere al pro-blema rifiuti di New York potrebbero

presto pensarci le isole di compostag-gio. Uno studio di architettura haproposto un nuovo progetto molto ac-cattivante che mira a destinare il30% dei rifiuti organici prodotti dallefamiglie della Grande Mela non piùa discariche in altri Stati ma sustrutture create sulle acque anti-stanti. Secondo quanto riporta il sitoufficiale della città, ogni anno i ne-wyorkesi producono più di 14 milionidi tonnellate di rifiuti che di solitovengono inviate nelle discarichefuori dallo Stato per una spesa an-nuale di 300 milioni di dollari per iltrasporto su gomma. Una cifra rite-nuta folle da spendere per scaricarel'immondizia in altri stati, in parti-colare Virginia, Ohio e Pennsylva-nia. Oltre al fatto che il trasporto sugrandi camion generalmente pro-duce molto inquinamento per i chilo-metri percorsi. Così ai giovani dellostudio Present Architecture è venuta

una grande idea: un piano per tra-sformare i rifiuti organici di NewYork in isole polifunzionali intornoad ognuno dei cinque distretti.Il progetto, chiamato Green Loop,cerca di abbattere il costo - sia econo-mico che ambientale - del trasportodei rifiuti in discarica producendoanche nuovi spazi verdi. Una rete diisole nelle acque antistanti laGrande Mela ciascuna con impiantidi compostaggio a livello sotterraneoe poi “coperta” con un parco pubblicopensile, dove potrebbero nascere orticomuni, strutture educative, e addi-rittura campi di sci di fondo durantel'inverno, stando non solo alla vi-sione futurista dei progettisti maanche ai rigidi e nevosi inverni ne-wyorkesi. Secondo gli ideatori, in to-tale “la rete aggiungerebbe 125ettari di aree verdi pubbliche al ter-ritorio di New York riducendo traf-fico, rumore ed inquinamento”.

UN ANELLO VERDE PER LA GRANDE MELA

Al via il progetto delle “isole di compostaggio”

Antonio Palumbo

Buona l’idea! Non è venuta -come sarebbe stato lecito at-tendersi - ad uno dei volti notidella bioarchitettura né aduno dei migliori e più blaso-nati rappresentanti della pro-gettazione paesaggistica alivello mondiale, ma niente-meno che a Gary Neville, excalciatore del ManchesterUnited, al quale dobbiamoquesto sorprendente quantoefficace stratagemma per rea-lizzare abitazioni totalmentecompatibili con il paesaggio.L’ex bandiera e capitano delManchester United e dellanazionale inglese è diventato,nel corso degli anni, un con-vinto ecologista, dopo aver co-minciato a costruirsi da solole proprie case.Il progetto per l’ultima dellesue creazioni è stato realiz-zato nella contea di Bolton, anord ovest di Manchester, edaffidato a uno dei più notistudi di architettura dellaGran Bretagna, i Make Archi-tects. La nuova dimora dellafamiglia Neville è parzial-mente interrata, costruita in-teramente sotto il livello delpiano di campagna e la piantaha la forma di un fiore con deigrandi petali, la cui configu-razione è finalizzata a far fil-trare la luce nel pianosottostante. L’obiettivo principale del pro-getto è stato quello di ridurreal minimo l’impatto visivosulla zona circostante: erba epiante nascondono anche leporzioni di tetto dell’abita-zione. In buona sostanza, la

casa si sviluppa in sotterra-neo, intorno ad una serie dipatii a forma di petalo, sotto-posti rispetto al piano di cam-pagna. A fornire elettricità eriscaldamento ci pensano unaturbina alta 39 metri ed al-cune pompe di calore. La “eco-house” ideata da Ne-ville - il quale si è impegnatoattivamente nella redazionedel progetto, appassionandosisoprattutto alla difesa ed allaconservazione della bellezzadella zona - mira a rispettaretutte le nuove norme ambien-tali introdotte, a partire dal2012, dal governo inglese ed èquindi, praticamente, unacasa ad impatto zero.«Sono sempre stato interes-sato alle costruzioni e alle ri-strutturazioni di case», hadichiarato Neville in una in-tervista alla BBC. «Ho co-struito da solo la mia primacasa quando avevo 22 anni ene ho poi costruita un’altraquando avevo 26 anni». L’exterzino, che ora ha assunto ilruolo di ‘ambasciatore’ dellasua ex squadra e della nazio-nale, ha raccontato chequando stava costruendo lasua seconda casa si rese contoche stava facendo un “grandeerrore”, ma il progetto eraormai a uno stadio troppoavanzato per essere modifi-cato. «Tutti si stavano alloramuovendo verso una mag-giore eco-sostenibilità; le co-struzioni stavano cambiandoe le regole del costruire sta-vano cambiando ancor più ve-locemente. Fu allora che miresi conto di aver fatto deglierrori e che volevo mutare ra-

dicalmente il mio stile divita». La nuova casa in cui lafamiglia Neville si è trasferitaè completamente eco-compa-tibile e raggiunge il livello 6del Codice per la sostenibilitàdelle case.L’idea di Neville su quella chepotrebbe essere la futuracasa-tipo ecologica è sostan-zialmente legata ad un con-cetto molto semplice: renderecompatibili al massimo con ilpaesaggio le costruzioni del-l’uomo. Questo grande spazio- da lui realizzato utilizzandomateriali locali perfettamenteecocompatibili - è l’ennesima(ed estremamente interes-sante) versione di uno strata-gemma architettonico eco-sostenibile già proposto primae dopo di lui. Si possono citarebrevemente, solo a titolo diesempio, la casa progettata aVals (Svizzera) da SeARCHin collaborazione con l’archi-tetto Christian Müller; ilmotel di Woodlyn Park, inNuova Zelanda, provvisto distanze spaziose scavate diret-tamente nella collina e capacidi accogliere fino a sei personeciascuna; il Bella Vista Hotel,disegnato da Matteo Thun inAlto Adige; la casa scavata inuna caverna a Festus, in Mis-souri (USA); il villaggio diPeter Vetsch a Dietikon, inSvizzera. Dunque, non sitratta di una storia nuova:oltre alla Casa del Ritiro Spi-rituale di Siviglia (Spagna),progettata da Emilio Ambasznel 1975 (ma edificata solo nel2004), basterebbe pensaresemplicemente ai Sassi diMatera.

Le case sotterranee di Gary Neville

GLI ADDITIVI ALIMENTARI: I DOLCIFICANTIStefania Cavallo

I dolcificanti sono additivi usati siaper conferire un gusto dolce ai pro-dotti alimentari che come edulcorantida tavola. Tutti gli additivi alimentaridevono essere riportati nell'elencodegli ingredienti sulle etichette deiprodotti alimentari. Il regolamentoCE n. 1333/2008 relativo agli additivialimentari, entrato in vigore nel gen-naio 2010, ha istituito un elenco UEdegli additivi autorizzati. L'elenco, che include il nome degli ad-ditivi alimentari e i rispettivi codici E,gli alimenti nei quali gli additivi ali-mentari possono essere utilizzati e lecondizioni d'uso, è stato pubblicatoall’interno del regolamento UE1129/2011 ed è entrato in vigore il 1°giugno 2013. Prima dell'autorizza-zione all'immissione in commercio,l'EFSA stabilisce (quando sono dispo-nibili informazioni sufficienti) unadose giornaliera ammissibile (DGA)per ciascun additivo alimentare. LaDGA è la quantità di una sostanzache un individuo può consumare quo-tidianamente, nell'arco della vita,senza rischi apprezzabili per la saluteed è espresso in milligrammi o micro-grammi per kg di peso corporeo algiorno (mg/kg o µg/kg di peso corpo-reo/die). Nell’eseguire una nuova va-lutazione degli additivi alimentari giàautorizzati, l’EFSA può confermareoppure modificare una DGA già stabi-lita, o anche ritirarne l'autorizzazioneesistente, in seguito al riesame ditutte le informazioni scientifiche a di-sposizione.Aspartame. L'aspartame (E 951) èun edulcorante artificiale intensivo, abasso contenuto calorico. In Europa

ne è autorizzato l'uso come additivoalimentare in diversi prodotti alimen-tari e come edulcorante da tavola. Nel maggio 2011 la Commissione eu-ropea ha chiesto all'EFSA di antici-pare la nuova valutazione completadella sicurezza dell'aspartame, origi-nariamente prevista per il 2020. Neldicembre 2013 l'EFSA ha pubblicatola sua prima, completa valutazionedel rischio associato all’aspartame.Nel parere si conclude che l'aspar-tame e i suoi prodotti di degradazionesono sicuri per la popolazione in gene-

rale (compresi i neonati, i bambini ele donne in gravidanza).Glicosidi steviolici. I glicosidi ste-violici (E960) sono usati come dolcifi-canti ed estratti dalle foglie dellapianta Stevia. Questo dolcificante èfino a 300 volte più dolce dello zuc-chero, ma ha un effetto pressoché tra-scurabile sui livelli di glucosioematico; per questo motivo alcuni loritengono una valida alternativa allozucchero. All'additivo alimentare èstato assegnato il codice "E960" ed èstato aggiunto all'elenco UE degli ad-

ditivi alimentari autorizzati. Dato cheil parere scientifico dell'EFSA ha in-dicato che i forti consumatori potreb-bero superare la DGA, laCommissione potrà chiedere all'EFSAdi effettuare una nuova, più detta-gliata, valutazione dell'esposizioneche tenga conto, una volta che talidati saranno disponibili, degli usireali dei glicosidi steviolici nelle diffe-renti sottocategorie di prodotti ali-mentari nei quali l'uso del dolcificanteè stato autorizzato. Fonte dati EFSA

Palazzo di Giustizia di Napoli: rispettare il divieto di fumo

Alessia Giangrasso

La “piazza coperta” al CentroDirezionale che ospita il Tri-bunale di Napoli, è ogni giornoinvasa di professionisti, traavvocati e giudici, oltre che dauna vasta utenza che, neglianni, hanno confuso l’areacome spazio a cielo aperto! Inparticolare, era consuetudine,grave e lamentata, fumare no-nostante il divieto richiamatoper legge ed affisso visibil-mente in alcuni punti dellavasta area del Palazzo di Giu-stizia, dalla quale si accedealle aule delle udienze, conse-guendone un fastidioso cattivoodore mal sopportato anche

dalla Polizia Penitenziariache ubica i loro uffici ai pianialti laddove il fumo necessa-riamente saliva.L’art.51 della Legge n.3/2003a tutela della salute dei nonfumatori era purtroppo spessotrasgredito. Ad imporre il ri-spetto di questa norma è statoil nucleo della Polizia Munici-pale, guidato dal CapitanoEnrico Fiorillo il quale nonsolo ha imposto i controlli maanche le relative sanzioni aciascuno dei trasgressorisenza discriminazioni ed in-viando un rapporto al Procu-ratore Generale. Nell’arco di quasi un mese laPolizia Municipale di Napoli

ha elevato oltre 110 verbaliper violazione del divieto difumo nel Palazzo di Giustiziaed in tutti gli Uffici della Pro-cura. Il Capitano Enrico Fiorillo ènoto per aver conseguito moltibuoni propositi in tema di si-curezza e tutela dell’am-biente. Infatti, porta la sua firma l’in-tera bonifica dell’area circo-stante il Centro Direzionale,un tempo immagine di spaz-zatura, verde incolto ed ab-bandono totale da parte delleistituzioni competenti. Il rior-dino coinvolse anche parti distrade carreggiabili ad oggicompletamente risanate.

La legge è uguale per tutti!

Circa una trentina le vetreriee le cristallerie con una pro-duzione di bottiglie, fiaschi,damigiane e bicchieri e vetrivari, in grado comunque disoddisfare i quattro quintidella crescente richiesta lo-cale e di esportare a Tunisi,ad Algeri, a Malta e in Ame-rica. La vetreria più impor-tante, comunque, era quelladi Vincenzo Nelli che nel 1822ebbe la privativa per fabbri-care cristalli in lamine e diogni altra maniera. La fab-brica fu aperta “alle faldedella ridente collina di Posil-lipo nel vasto edificio volgar-mente appellato diDonn’Anna: dopo pochi annile nostre lamine di cristallosostenevano non senza gloriail confronto di quelle giusta-mente vantate di Francia o diGermania e il Regno si sot-traeva al tributo che era usopagare agli stranieri e glioscuri vetri della maestra Ve-nezia sparivano anche dalle

finestre delle nostre più pic-cole terre. Nel lusso semprecrescente di questa città no-stra i sacri templi, la Reggia,i pubblici e privati edifizi pre-sto erano forniti solo di la-mine di cristallo della nostrafabbrica […]. Oggi questabella manifattura, vinti tuttigli ostacoli, è fatta nazionale:gli operai venuti di Franciadivennero napoletani pernozze contratte ed i loro fi-gliuoli, ammaestrati inun’arte della quale i padriserbano tenacemente i segreticome patrimonio di famiglia,sono già nel numero dei lavo-ratori e non saprebbero ab-bandonare la terra dovesortirono la culla ed a cui sonolegati con tenaci vincoli di af-fezione e di sangue… Nostresono le materie adoperate econ somma diligenza si vacercando di rinvenire nelRegno al finissima silice chesiamo obbligati a far veniredalla Francia”.

Le porcellane della Real Fab-brica di Capodimonte rappre-sentano un altro prodotto digrande prestigio internazio-nale che il Regno potevavantare. Le Reali Manifatture furonoil frutto della fusione di tra-dizioni artigianali e di sensi-bilità artistica dei ceramisti,della capacità organizzativaindustriale degli imprendi-tori, della precisa volontà diCarlo di Borbone e di tuttol'ambiente culturale napole-tano. Con l'organizzazione diJoan Joachin di Montealegree la sperimentazione di LivioVittorio Schepers e del figlioGaetano si arrivò alla compo-sizione di una pasta teneradefinita “porcellana”, mistodi "terre bianche" provenientida Atri già usate in Abruzzoe un'altra dalle falde delMonte Maiella, la prima"gessosa, salina e plumbea,l'altra alcalina, assorbente eleggiera". Singolare la vi-cenda personale dello Sche-pers: gelosissimo della suaopera, lavorava in segretomentre componeva l’impasto;perse la fiducia del re soloquando fu accusato di scorret-tezze amministrative per ap-prontare la dote della figliache si era innamorata di unmodellatore della fabbrica.Tutti gli esperimenti di chi-

mica e mineralogia effet-tuati furono successiva-mente codificati da unacommissione scientifica versola fine del secolo, con Ferdi-nando IV di Borbone. Con ri-cerche scientifiche simili peri colori furono raggiunti livellidi produzione di grande qua-lità. La struttura compren-deva: la Galleria del Modello(o delle forme), la Galleriadella Pittura, una Cameradegli Intagliatori, una Ca-mera dei Tiratori di ruota

(per lo stampo delle forme); vilavoravano, oltre al composi-tore ed al suo assistente, mo-linari (per la macinazionedelle materie prime), forna-ciari (addetti all'accensionedel forno e al mantenimentodel suo calore), battitori d'oro(per la macinazione dell'orousato nei colori), giornalieri,garzoni di stalla e custodidel magazzino. Vi si produ-cevano "zuccheriere, ciotole,cafettiere, chicchere, piat-tini, ciotole alla genovese,boccali, boccalini, fiaschetti,tabacchiere, cornetti e pomidi bastone, scatole a conchi-glia di mare, scatole lavorate,cucchiaini" e statuine raffigu-ranti persone, animali, fruttio fiori. Prodotte anche nellealtre fabbriche presenti nelRegno, le stoviglie napoletanediventarono tra le primed’Europa anche grazie all’abi-lità dei disegnatori che ripro-ducevano forme e colori deivasi greci e romani spessoestratti dagli scavi di Pompeied Ercolano. Produzioni si-mili, tra quelle artistiche eartigianali-industriali, eranoquelle di piastrelle di cotto (lefamose "riggiole") smaltate edecorate nel napoletano enel salernitano ed esportatein molti paesi del Mediterra-neo..

Il marchio Capodimonte famoso in tutto il mondoLe Reali Manifatture furono il frutto della fusione di tradizioni artigianali e di sensibilità artistica dei ceramisti

Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Vetri e cristalliPorcellane e ceramiche

Brunella Mercadante

È stato finalmente raggiuntofra l’Europarlamento e il Con-siglio UE l’accordo sulle nuoveregole per la lotta alla diffu-sione di specie aliene invasive;entro marzo, se adottato dagliStati Membri, il nuovo Rego-lamento sarà sottoposto alvoto in Commissione Am-biente dell’Europarlamento.La nuova legislazione puntaad un’azione coordinata a li-vello europeo, prevedendo unalista nera in cui sono indivi-duate una serie di specie dan-nose di rilevanza comunitaria,che pertanto non possono es-sere introdotte, trasportate,messe sul mercato o liberatenell’ambiente. È ormai purtroppo accertatala pericolosità di questi orga-nismi alieni, veri e propri fla-gelli, animali o vegetali, ingenere di piccole o medie di-mensioni, che introdotti più omeno accidentalmente in unambiente diverso dal proprio,prosperano ai danni dellespecie autoctone diffonden-dosi in modo incontrollato,provocando gravi danni, de-predando, infettando oppure

soppiantandosi nella competi-zione per il cibo con una con-seguente forte riduzione dellabiodiversità .Le attuali informazioni dispo-nibili sulle specie aliene sonotuttora scarse e largamenteincomplete. Di tutte le specie

presenti sulla terra, il cui nu-mero varia a seconda dellestime da 5 a 30 milioni, nesono state identificate e de-scritte non più di un milione emezzo e dei tipi descritti solopochi sono stati oggetto distudi sulla distribuzione e la

consistenza delle popolazioni.Dopo la perdita di habitat rap-presentano il maggior rischioper la biodiversità, tanto a li-vello globale che locale. Sonoresponsabili inoltre di nume-rosi problemi legati alla saluteumana- allergie e danni cuta-

nei di vario genere-, riduconole rese in agricoltura, causanodegradazioni dei suoli, pos-sono portare al declino di beniricreativi e culturali. In Europa è stato calcolatoche le specie invasive provo-cano un danno di almeno 12

miliardi l’anno, di qui l’impor-tanza dell’accordo che, seadottato da Consiglio e Parla-mento, doterà l’Europa di unsistema effettivo di preven-zione dell’introduzione nel-l’UE di nuove specie invasivee di gestione di quelle già pre-senti che sono un rischio perl’ambiente e per la saluteumana. L’accordo raggiuntoprevede che i Paesi UE pro-ducano analisi sull’introdu-zione e diffusione di questespecie, creino sistemi di sorve-glianza, piani di azione e au-mentino i controlli allefrontiere, restando comunqueessenziale e cruciale una realeed effettiva cooperazione, inquanto le misure prese daisingoli stati spesso non fun-zionano perché queste speciepurtroppo non rispettano con-fini geografici.

Siglato l’accordo europeo per la lotta alla diffusione di organismi invasivi

Alieni invasori, le specie dannose

La Marina Militare Italiana si tinge diverde. In collaborazione con Eni, la no-stra Marina sarà la prima in Europa adutilizzare i biocarburanti con il progetto“Flotta Verde”. Dopo auto, aerei, e pe-scherecci, anche portaerei e cacciatorpe-dinieri saranno alimentati conbiocarburanti. Dopo numerose ricerche esperimentazioni, a fine gennaio, c’è statoil primo test in mare. Il pattugliatore“Foscari”, salpato dal porto siciliano diAugusta, ha navigato per diverse ore uti-lizzando per la propulsione e la produ-zione dell’energia elettrica a bordo uncombustibile sostenibile. Il carburante ècomposto per almeno il 50 per cento dalGreen Diesel ricavato da materie primerinnovabili. Grazie a questo bellissimoprogetto, l’Italia è la prima in Europa eall’avanguardia all’interno della Nato:«Davanti a noi ci sono solo gli Usa, che,però, hanno investito in questo ambitodiversi miliardi di dollari. Noi abbiamoottenuto un ottimo risultato con unaspesa molto minore, trecento mila euro»,spiega il capitano di fregata PasqualeTripodi, capo dell’ufficio apparati motori

del Genio navale. Lo scopo fondamentaleche si è prefissato la Marina è quello diavere tra due anni un’intera flotta in na-vigazione alimentata con il biocombusti-bile. La transizione verde interesseràuna decina di imbarcazioni di base a Ta-ranto. Saranno tutte unità di primalinea, tra cui la portaerei Cavour e duecacciatorpedinieri Orizzonte. Entro il2020 si prevede di ridurre del quaranta

per cento le emissioni inquinanti e diCO2 della squadra navale. Per quantoriguarda il versante del trasporto aereo,si sta lavorando con Eni per arrivare alprimo volo militare alimentato con com-bustibile ottenuto al cinquanta per centoda fonti sostenibili. Un obiettivo non im-possibile. Dopo i test in laboratorio e leprove al banco motori, una parte impor-tante delle sperimentazioni nel centro ri-cerche di San Donato Milanese dell’Eniha riguardato la formulazione: una mi-scela ottimale costituita al cinquanta percento da Green Diesel ottenuto da mate-rie prime rinnovabili e per l’altra metàda combustibile derivato dal petrolio. Ilbiocarburante ha dovuto adattarsi allecaratteristiche particolari dei propulsoriusati sui mezzi navali e alle specifichepreviste dalla Nato per i combustibili peruso militare. Visto il rispetto di questistandard, anche i Paesi dell’Alleanzaatlantica potranno utilizzare il biocarbu-rante prodotto da Eni a Porto Marghera,aprendo prospettive importanti per l’in-dustria italiana.

A.P.

Futuro green per la Marina MilitareItaliana con il progetto “flotta verde”

Terza edizione del Concorsointernazionale di idee “Solevento e mare - Le energierinnovabili per le isole mi-nori e le aree marine pro-tette italiane” che premia leinnovazioni in tema di ri-sparmio energetico che me-glio si conciliano con latutela della bellezza paesag-gistica del Mediterraneo. Lecategorie sono quattro: mobi-lità sostenibile, aree por-tuali, edifici e, per la primavolta, fari. L’iniziativa è promossa daMarevivo insieme a ENEA,GSE, Ministero dei beni edelle attività culturali e delturismo, al Ministero del-l'Ambiente e della Tutela delTerritorio e del Mare e alCentro di Ricerche Citeradell'Università di Roma LaSapienza. Protagoniste le piccole isoleitaliane e le aree marine pro-tette. Le isole minori, 36 co-muni, devono affrontare unsovraccarico di difficoltà du-rante la stagione estiva. Lerisorse naturali, come acquaed energia, diventano tropposcarse, mentre aumenta l’in-quinamento marittimo e co-stiero. Ecco così alcune idee che simuovono nell’ottica di unosviluppo sostenibile. Ci sonole “taxi boat” ad energia so-lare ed eolica per Ponza, pon-tili elettrici scomponibili inbase all'afflusso vacanzieroed un faro energeticamenteautosufficiente che diventaun osservatorio a Strombo-licchio. Infine il CannizzoBlu, un altro impianto foto-voltaico che si nasconde gra-zie ad una copertura dibambù.E le idee non rimangono solosulla carta: a Capri presto sipotrà vedere un muro "so-lare" (in cui è presente unaresina “nata” nell’edizione2010) di due metri costruitocon materiali che si inte-grano perfettamente conl’ambiente, rendendo invisi-bile il generatore fotovol-taico. Il prototipo saràinstallato nei prossimi mesisull’isola azzurra e permet-terà così di illuminarne untratto suggestivo, senza mo-dificarne l’aspetto paesaggi-stico.L’augurio è che per moltealtre idee ci sia lo stesso lietofine. A.E.

Concorso Marevivo: le ideegreen per le isole minori

I saponi standard contengonograndi quantità di compostichimici dannosi per gli ecosi-stemi. Un loro elenco è stam-pato sul retro di tutte leconfezioni di bagnoschiumadisponibili in commercio. Pos-siedono un elevato potere pu-lente ma proprio questacaratteristica fa delle bollicineun residuo inquinante estre-mamente resistente. Addirit-tura per legge il dieci percento degli ingredienti con-sentiti nelle industrie è am-messo pur non essendobiodegradabile. Il negozio “Kiphy” di via SanDomenico Maggiore a Napolivende detergenti per il corpomolto profumati e decisa-mente sostenibili.A disposizione dei clienti c’èuna vasta gamma di prodotti

ottenuti tenendo fede ad anti-che ricette in cui per avviareil processo di saponificazionesi usano solo due ingredientidi base: grasso e soda cau-stica. Le fragranze sono nu-merose e vengono aggiunte apartire da olii profumati tantodiverse da poter accontentareogni esigenza dei clienti. Si

può scegliere tra decine di tipiesposti su un tavolino stu-diato per favorire le prove diolfatto quando si è ancora in-decisi, con le idee vaghe ri-guardo a cosa acquistare.Un test da sommelier dellescaglie saponate dilegua idubbi rapidamente e ci indicail pezzo che darà il giusto

aroma ai quotidiani, piace-voli, momenti di igiene.Stavolta senza inquinare.Anche i colori sono molto at-traenti. Patchouli, erbe delmediterraneo, arancia, sonosolo esempi delle essenze. Datestare l’effetto scrub dei pre-parati contenenti pezzi di car-bone sminuzzato.Chi volesse provare a fare ilsapone a casa può farlostando attento a evitare diportare il mix a temperaturetroppo elevate. C’è il rischio diprodurre soprattutto fuoco efiamme anche usando pocasoda caustica.Passeggiando per le vie delcentro un profumo delizioso cisaprà indicare senza ombra didubbio che abbiamo indivi-duato il posto giusto per loshopping sostenibile. S.A.

Kiphy: i saponi per l’eco shopping

Rosa Funaro

Eliodomestico è un distillatore open source che grazie all’ener-gia solare può fornire acqua potabile alle popolazioni dei paesiin via di sviluppo. Ideato dal designer milanese Gabriele Dia-manti, si tratta di un modo semplice per la produzione diacqua dolce partendo da acqua salata o salmastra. Il disposi-tivo è in grado di produrre 5 litri di acqua al giorno funzio-nando senza filtri, né elettricità e richiedendo solamente unamanutenzione minima.Caratteristica questa che lo ha postotra le invenzioni più accreditate per risolvere il grande pro-blema della carenza idrica globale. Eliodomestico funzionariempiendo una caldaia nera con acqua di mare il mattino estringendo il tappo. Man mano che la temperatura e la pres-sione aumentano il vapore viene forzato a passare attraversoun tubo di collegamento che raccoglie l’acqua evaporata dalcoperchio e che funge da condensatore trasformando l’acquasalata in dolce. Una volta stabilito che il sistema funzionassenel migliore dei modi Diamanti si è occupato di dare un sensoestetico e funzionale a Eliodomestico. “Il mio obiettivo eraquello di realizzare un oggetto semplice da usare e riconosci-bile da chiunque”, spiega Diamanti e continua: “Il processo ditrasformazione dell’acqua è tutto naturale, mentre la suaestetica è curata in ogni dettaglio e ogni dettaglio sta lì perun determinato motivo. Così come la forma e le tecniche diproduzione rappresentano un compromesso fra innovazionee tradizione.” “Ho cercato di creare uno strumento che sia ge-stibile direttamente da una famiglia senza che possano esi-stere intermediari o organizzazioni che distribuiscano ilprodotto finale”. Eliodomestico ha recentemente vinto il pre-mio di Core77 Award for Social Impact e ha ricevuto nume-rose menzioni internazionali e nel breve termine il designerspera di modificare il progetto per sfruttare i materiali di co-struzione facilmente disponibili nell’ambiente di utilizzo.

Eliodomestico: desalinizzarel’acqua grazie al sole

A Capri si sta concretizzando una proposta lanciata nell’edizione 2010

Cristina Abbrunzo

Ultimamente si assiste a unavera e propria rivoluzione nelmondo domestico, perché ognicosa ora deve essere bio, ecolo-gica; tutti sono alla ricerca deiprodotti meno dannosi per la sa-lute e l’ambiente e designer e ar-chitetti propongono continuesoluzioni ed innovazioni sultema. Non potevano quindimancare gli utensili ecologiciper la cucina. Molti ne parlanocome una moda, una tendenza,piuttosto che di una vera e pro-pria presa di coscienza, ma benvenga se serve a frenarel’enorme impatto inquinanteprodotto dalla nostra vita quoti-diana. In cucina, poi, l’utilizzodi prodotti e utensili ecologici èfondamentale anche per la sa-lute di chi consuma i cibi. Fortu-natamente oggi le alternativenon mancano, a partire dagli at-trezzi più semplici per finire apadelle e pentole. Particolar-mente ricercati e funzionalisono tutti gli utensili in silicone,ottimi per le temperatureestreme, sia basse che alte, perle capacità di antiaderenza e perla facilità di pulizia e di sistema-zione negli scaffali e sulle di-spense (la loro flessibilitàpermette infatti di impilarli eschiacciarli senza problemi). Un altro materiale ecologico concui sono realizzati alcuni uten-sili è il bambù, molto diffusonelle cucine orientali, ma utiliz-zato oggi anche in occidente; tro-viamo, infatti, piatti, posate,scodelle e bicchieri in bambù,ideali anche come elementi de-

corativi. L’ultima frontiera del-l’eco-cucina vede protagonista illegno di bambù, una pianta lacui coltivazione è assai sosteni-bile dal punto di vista ambien-tale: gli arbusti impieganoinfatti solo quattro anni a rag-giungere la maturità, possonosvilupparsi in pochissimo ter-reno e nelle condizioni meteoro-logiche più difficili, avendobisogno di pochissima acqua diirrigazione. Inoltre, le piantesono naturalmente dotate diproprietà antibatteriche, che by-passano l’utilizzo di dannosi fer-tilizzanti e/o pesticidi. Un altro

punto a favore delle coltivazionidi bambù è il fatto che consu-mano molta più anidride carbo-nica della media degli altrivegetali, producendo fino al 35%di ossigeno in più! Molto diffusonelle cucine orientali, ma utiliz-zato oggi anche in occidente èun materiale versatile per larealizzazione di piatti, posate,scodelle e bicchieri in bambù,ideali anche come elementi de-corativi. Meno conosciuto ma al-trettanto scenico e funzionale èil sughero, con il quale si pos-sono realizzare meno utensili acausa delle sue caratteristiche

non adeguate alle temperaturedi cottura. Infatti, non sono rea-lizzabili pentole e padelle, ma dicerto con il sughero si può darevita a vassoi, piatti per antipastifreddi, cestini per la frutta e laverdura. Il sughero è molto resi-stente per natura e, se opportu-namente trattato, èantimacchia e lavabile a freddo.Anche le pentole realizzate interracotta e in ceramica sonoecologiche e non dannose per lasalute o la composizione dei cibi,però non devono essere rivestitecon colori e smalti tossici come ilpiombo, il cadmio e il selenio.

La terracotta naturale è inveceecocompatibile, meno bella e lu-cida nell’aspetto ma di sicuronon rilascia sostanze nocive du-rante la cottura ad alte tempe-rature. Un discorso analogo sipuò fare anche per la ceramicache può essere combinata conalluminio e silicone per creareun prodotto completo. L’internoè, infatti, di ceramica, antiade-rente ed ecologico, all’esternol’alluminio conferisce resistenzae solidità, mentre il silicone, uti-lizzato per i manici, garantisceuna presa salda e l’isolamentodalle fonti di calore.

Cibi ecocompatibili, dalla barretta energetica al ketchupAnche il food si fa green ed eco-friendly

Sorgo, cioccolato fondente e vinaccioli.Sono gli ingredienti base della barrettaSocrock, ideata dagli studenti di Agra-ria dell'Università Cattolica di Piacenzae premiata al primo posto da EcoTro-phelia Europa, il concorso dei miglioriprototipi di prodotti alimentari indu-striali eco-innovativi ideati da studentiuniversitari, organizzato nell'ambito diAnuga, la più importante fiera europeadell'agroalimentare. La caratteristicavincente di SOcrock è la scelta di ingre-dienti eco-compatibili. Il sorgo è un ce-reale simile al mais, ma resiste allasiccità e ha modeste pretese d'acqua; ivinaccioli da distilleria sono invece sot-toprodotti dell'industria alimentare.Alla sostenibilità dello snack concor-rono la produzione pressoché priva discarti e l'approvvigionamento delle ma-terie prime a poca distanza dal sito pro-duttivo. Caratteristiche che si

completano con un packaging completa-mente riciclabile al quale gli studentihanno abbinato un'etichetta ambien-tale che comunica al consumatore l'im-patto del prodotto sull'ecosistema intermini di emissioni di gas serra e sfrut-tamento delle risorse.Ma questa non è stata l’unica eco novitàlegata al settore alimentare: la stessastruttura universitaria si è aggiudicata

anche il secondo posto al concorsi conuna salsa ketchup anti spreco. L’innovativo prodotto viene realizzato apartire dagli scarti della lavorazione delpomodoro che, nonostante siano spessoconsiderati un problema sia dal latoambientale che economico, contengonoancora nutrienti importanti per il be-nessere dei consumatori finali.Dai semi scartati si estrae infatti unolio con caratteristiche nutritive impor-tanti, mentre dalle bucce si ricavano,dopo l'estrazione del licopene, pelletscombustibili. Insomma, «la filosofia difondo che ispira entrambi i prodotti -conclude il preside della facoltà di Agra-ria, Lorenzo Morelli - è che partendodalla materia prima tutto viene utiliz-zato, senza scarti finali. Non era mai ac-caduto nella storia del concorso che lostesso ateneo portasse a casa duepremi». C.A.

Datemi un cucchiaio di bambù e solleverò il mondoUtensili green per una cucina sostenibile

Eleonora Ferrara

Sono convinta che, l’apparte-nenza dell’Italia al contesto co-munitario, abbia influito, nonpoco, sulla scelta del premierdi adottare un anglicismo, perrendere,il più possibile confa-cente alla politica europea, ilconcetto di piano per il lavoro,che si intende seguire nel no-stro Paese.I puristi della lingua storconoil naso e nel tirare in ballo leteorie più disparate, scomo-dando perfino il diritto ameri-cano, asseriscono che non siadi facile risoluzione il pro-blema dell’esatta traduzione,perdendosi in sottili indaginilinguistiche, nella ricerca af-fannosa di possibili significatida attribuire alla parola Act.Alcuni, infatti, ritengono chela suddetta parola, associataall’altra, Job, tragga originedal discorso che il presidenteamericano, Obama, fece, a retiunificate, per presentare il suoAmerican Jobs Act, che nondiventò legge. Sicuramente,Renzi ha avvertito la necessitàdi adottare una terminologia,del tutto sintetica ed efficace,per indicare quel primo prov-vedimento che intenderà adot-tare per cercare di risolvere ildilagante problema della di-soccupazione, il cui tasso nonè stato mai così alto come negliultimi trentacinque anni, toc-cando, tra la popolazione piùgiovane, il tasso del 42,4 percento. Sono state fatte, al ri-guardo, molteplici ipotesi,come quella del taglio dell’Ir-pef, che si affianca all’altra chepropone di intervenire sul ca-rico fiscale che pesa sulle im-prese, sostenuta sia da partedel vice ministro dell’economiache da parte del vice ministrodello Sviluppo economico, chechiedono, entrambi, di interve-nire sul taglio dell’Irap. Inogni caso l’orientamento sa-rebbe quello di indirizzare l’in-tervento su una sola misura,quella di destinare i dieci mi-liardi agli sgravi ai lavoratorio ridurre di circa il 30 percento l’imposta regionale sulleattività produttive.Il presidente di Confindustria,relativamente al taglio delcuneo fiscale, ha affermato chea suo avviso è prioritario ri-durre il costo del lavoro, inquanto solo mediante detta ri-duzione, le aziende italianepotranno rimanere competi-tive, sussistendo ancora unapossibilità di attrarre investi-tori esteri o facendo in modo

che essi mantengano gli inve-stimenti che hanno già in Ita-lia. In definitiva, la riduzionedel cuneo fiscale e del costo dellavoro dovrebbero convogliareverso la ripresa economica, at-traverso lo stimolo ai consumi.In effetti, si tratterebbe didare una boccata di ossigenoalle imprese. Meno tasse,quindi, e meno spesa pubblica.Il taglio dell’Irpef comporte-rebbe benefici in busta paga,di circa cento euro per i lavo-ratori. Questa ipotesi è appro-vata dai sindacati, cheritengono sia un risultato im-portante, la restituzione fi-scale ai lavoratori. Renziritiene, inoltre, che sia fonda-mentale intervenire sullescuole, che rappresentano illuogo in cui si attua la forma-zione dei nostri ragazzi, chie-dendo aiuto, a tal proposito,all’architetto Renzo Piano.Con un disegno di legge verràimposta la riorganizzazionedegli strumenti di ammortiz-zazione sociale, con la previ-sione dell’assegno di disoccu-pazione. A tal proposito, il pre-mier chiede al disoccupato lacollaborazione nelle cose cheservono, invece che permanerenell’inattività.

EMISSIONINon tenere il registro di autocontrollodelle emissioni è una violazione formalesanzionata a prescindere dalla avvenutalesione di interessi concreti. Lo haricordato la Corte di Cassazionenella sentenza 17 gennaio 2014, n.1786. La Suprema Corte confermala condanna del ricorrente permancata tenuta del registro degliautocontrolli delle emissioni, nono-stante fosse stata eseguita l'atti-vità di autocontrollo delleemissioni. Il Legislatore ha rite-nuto di punire tali condotte, comela mancata tenuta del registro diautocontrollo delle emissioni, inconsiderazione del potenziale peri-colo dello svolgimento di determi-nate attività, che giustifica larichiesta della scrupolosa osser-vanza di prescrizioni anche mera-mente formali.RIFIUTIL'affidamento dei servizi locali nonconformi alla normativa Ue in scadenzaal 31 dicembre 2013 può proseguire finoal 31 dicembre 2014. Lo stabilisce il Dl150/2013, convertito in legge 15/2014(Milleproroghe). L'articolo 13 del Dl150/2013 convertito in legge 27 febbraio

2014, n. 15 stabilisce una deroga alla di-sciplina del Dl 179/2012, convertito inlegge 221/2012 che prevede la decadenzaal 31 dicembre 2013 per quegli affida-

menti di servizi locali non conformi alladisciplina europea che non si siano ade-guati. In seguito all'intervento legisla-tivo, se l’Ente di governo dell’ambito obacino territoriale ottimale e omogeneoha già avviato le procedure di affida-

mento, il servizio locale è espletato dalgestore o dai gestori già operanti fino alsubentro del nuovo gestore, in ogni casonon oltre il 31 dicembre 2014. Inoltre se

la Regione non istituisce o designal'Ente di governo degli ambiti o ba-cini ottimali per lo svolgimento deiservizi a rete, compreso il serviziorifiuti, entro il 30 giugno 2014,provvede il Prefetto entro il 31 di-cembre 2014.CERTIFICATI BIANCHIL’ Enea ha diffuso la prima Guidaoperativa 2014 su come ottenere ititoli di efficienza energetica, certi-ficati bianchi, per gli interventi diefficientamento negli impianti digestione rifiuti. La Guida, emanatadall'Enea ai sensi del Dm 28 dicem-bre 2012, non è un manuale sull'ef-ficienza energetica, ma ha lo scopodi aiutare i gestori degli impianti ditrattamento rifiuti a conseguire ititoli di efficienza energetica for-nendo un quadro degli interventi di

razionalizzazione energetica, che pos-sono essere realizzati nel settore.Link alla Guida: http://blogcertificati-bianchienea.weebly.com/uploads/1/9/4/8/19485057/go_rifiuti_web.pdf

A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

Il Job Act e il taglio del cuneo fiscaleLLAVORO E PREVIDENZA

Andrea Tafuro

Sotto l'azzurro fittodel cielo qualche uccello di mare se ne va;né sosta mai: ché tutte le cose pare sia scritto:“più in là”.Sono gli ultimi versi di Mae-strale stupenda poesia di Eu-genio Montale. Riassaporo lamia vita genovese e mi rivedomentre scendo verso il marepassando accanto alla casa delpoeta in Corso Dogali. Mi ri-torna in mente il bellissimoscorcio panoramico soffuso diintenso azzurro trasmesso dalmare, di questi versi mi colpi-sce il rapido volo degli uccellimarini che si ricollega al motoinarrestabile del mare, vividoesempio dell'Umano desideriodi evadere dal mondo....Sognando su questi versi miritrovo a immaginare su dovepossa essere il luogo del miotesoro. Qual’ è e dove si trovala mia ricchezza? L'uccellodella poesia pare rispondere...più in là, molto piùin là delle mie ta-sche, molto più inlà delle banche!Vola l'uccello,migra, sosta suuno scoglio o sullaspiaggia in riva almare, si tuffa frale onde per pe-scare, e poi ri-prende a volarecome se tutto lorendesse felice, maniente lo riuscissead appagare...Ogni tesoro che in-contra, gli ricordache ce ne è uno piùgrande... più in là!Credo che sarebbediversa la nostravita se riuscissimoa riconoscere lavera ricchezza.Certamente la mi-seria, il degrado, l'abbandonovanno sempre denunciati ecombattuti, ma esistono anchedei poveri che definirei diver-samente ricchi ... penso a chinon è nato povero, ma scegliela povertà perché spera, crede,vive e lotta per un più in là.Penso a Frodo, il protagonistade Il Signore degli Anelli che,invece di andare alla ricerca diun tesoro come tutti gli eroiche si rispettino, riconosce ilpotere malefico dell'anello,causa di divisioni, morti,guerre e lotta contro tutti,

anche contro sé stesso,pur di distruggerlo. Tutti diversamentericchi, ma veramenteliberi, come un uccelloche si libra gioioso nelcielo godendo dell'aria,del sole, della spiaggiae del mare, ma con losguardo sempre ri-volto verso l'Orizzonte... più in là!Nel nostro mondo re-lativo viviamo nelladimenticanza, siamodiventati clandestininella memoria. Avetedimenticato di quandosi manteneva l’atten-zione sui fatti e sui va-lori che contavano enon ci si distraevamai... sono sempre glistessi di oggi. Testi-moniavamo la nostraciviltà con l’urgenzadel dovere e non deldiritto, anche perchéesisteva una gerarchianella trasmissione

delle testimonianze, oggi alcontrario invece l’immaginedella fila di chilometri perprendere il pane in Siria è du-rata meno di un giorno. Cisiamo abituati ad assecondarei potenti di turno… il me-dioevo è tra noi e ci stiamodentro benissimo. Sebastião Salgado ci offre lapossibilità di vedere il nostrovero mondo con: Dalla miaterra alla terra. L’autore così si esprime:“Adoro la fotografia, adoro fo-tografare, tenere in mano la fo-

tocamera, giocare con le inqua-drature e con la luce. Adoro vi-vere con la gente, osservare lecomunità e ora anche gli ani-mali, gli alberi, le pietre. Èun’esigenza che proviene dalprofondo di me stesso. È il de-siderio di fotografare che mispinge di continuo a ripartire.Ad andare a vedere altrove. Arealizzare sempre e comunquenuove immagini”. Dalla mia Terra alla Terra è ilprimo libro che raccoglie le ri-flessioni scritte in prima per-sona da Sebastião Salgado, è

un lungo raccontoorientato alla sensi-bilità ecologica delfotografo brasilianoin cui descrive la rea-lizzazione dell'Insti-tuto Terra in Brasilee il suo percorso diuomo e testimone delnostro tempo. Le fo-tografie di SebastiãoSalgado hanno fattoil giro del mondo. Inquesto volume il fo-tografo ce le rac-conta: il bianco enero di ritratti di uo-mini e donne scono-sciuti, di lavoratori orifugiati, e più di re-cente il suo progettoGenesi volto allaconservazione deiluoghi più belli delnostro pianeta. Con

una gentilezza e una sempli-cità disarmanti, Salgado rico-struisce il suo percorso, esponele sue convinzioni, ci rendepartecipi delle sue emozioni.Viene fuori così il suo talentodi narratore e l’autenticità diun uomo che sa coniugare mi-litanza e professionismo, ta-lento e generosità. All’internodel volume ci sono i raccontiappassionanti dell’Africa, delBrasile, delle Americhe, delMozambico e del Ruanda e poiancora la nascita dell’InstitutoTerra, del reportage Genesi,

dall’agenzia Magnum Photosfino ad Amazonas Images.Guardare una foto di Seba-stião Salgado non vuol diresolo fare l’incontro dell’altro,ma anche fare l’incontro di sestessi. Vuol dire fare l’espe-rienza della dignità umana,capire ciò che significa essereuna donna, un uomo, un bam-bino. Sicuramente Sebastiãonutre un amore profondoverso le persone che fotografa,ci aiuta a farcele sentire pre-senti, vive e fiduciose e cisprona a costruire quel sensodi fraternità. Nella foto disopra si sente e si vede la vitanegli occhi degli uomini e delledonne, nelle loro mani, nellegno di un albero, si sente chela vita viene tutta da lì, dallanatura e che siamo tutti in-sieme qui sulla Terra. Do-vremmo ricordarcelo piùspesso… Ai pirati della poli-tica e dell'economia lasciamopure le perle, ma teniamocistretto il mare, perché lì c'è lagrandezza. La perla è la vuotavanità, il mare è la promessadell'uguaglianza nelle diffe-renze, significa pensare chedomani faremo qualcosa di mi-gliore... solo così diventeràsopportabile l’insostenibileleggerezza del portafoglio.

LETTERA D’AMORE CON FOTO SCRITTA ALLA MIA TERRA

DOVE SI TROVA LA MIA RICCHEZZA?

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Sebastião Salgado, Isole South Sandwich, 2009- © Sebastião Salgado/Amazonas Images

Sebastião Salgado, Brasile, 2009 © Sebastião Salgado/Amazonas Images

12 marzo 2014 – A Napoli fa tappa Clet Abraham,

l’artista bretone che trasforma i cartelli stradali in simpatiche opere d'arte

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