Arpa campania ambiente 2015 4

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P PRIMO PIANO Al via il Trenoverde 2015 Mercadante a pag.2 Gli USA rischiano la siccità Allarme rosso per gli Stati Uniti che a breve saranno col- piti da una siccità mai regi- strata prima. Infatti, un processo di inaridimento epo- cale flagellerà le terre del- l’Ovest nella seconda parte dell’attuale secolo, dando vita ad una serie di cambiamenti catastrofici che coinvolgerà la vivibilità di tutta l’area. Paparo a pag.5 Campania alle stelle… E non in senso figurato! Si è infatti svolta con successo la mis- sione suborbitale del veicolo spaziale europeo IXV lanciato l'11 febbraio con il vettore VEGA dallo spazioporto di Kourou (Guyana francese) con l’obiettivo di verificarne la ca- pacità di rientro nell’atmo- sfera terrestre in maniera controllata e il cui “cuore”... Martelli a pag.9 A caccia di glutine negli alimenti Patrizio a pag.12 Un pezzo di Campania in orbita Rischio Vesuvio: approvata la nuova zona gialla Procede il percorso di piani- ficazione dell’emergenza le- gata al rischio vulcanico del Vesuvio. Dopo l’individua- zione della zona rossa e la messa a punto di un piano di evacuazione della popola- zione dei comuni vesuviani, è stata approvata, con una delibera della giunta regio- nale, la mappa che include paesi e aree esposte al ri- schio ceneri. Territori che ve- dranno un’emergenza di serie B, ma che devono do- tarsi di un piano adeguato per fronteggiare le conse- guenze e adeguare la piani- ficazione del territorio al rischio. “Sono 63 i comuni in- clusi nella nuova zona Gialla del Vesuvio insieme ai quar- tieri di Barra, San Giovanni e Ponticelli del comune di Napoli”. Buonfanti a pag.4 Gelo al Sud, un inverno che ha sorpreso Che sarebbe stato un in- verno freddo e instabile l’avevamo percepito mesi fa dalle proiezioni stagionali dei modelli matematici... Loffredo a pag.7 Senza alcun dubbio il rapporto tra Napoli, il Sud e il mare è stato sempre un rapporto im- portante. Basterebbe anche solo dare un oc- chio a qualche dato relativo alla “politica del mare” progettata e attuata più o meno un se- colo e mezzo fa. Napoletana era stata la prima nave a vapore, napoletana anche la prima compagnia di navigazione nel Mediterraneo fondata nel 1823. De Crescenzo-Lanza a pag.14 Terzi a pag.11 Gustave Bascle de Lagrèze a Napoli Si chiama Dead Drops l’ul- tima tendenza lanciata dalla Grande Mela per promuovere il libero scambio di informa- zioni fra le persone. In cosa consiste? Abbrunzo a pag.17 Dead drops: memorie usb nei muri della città DAL MONDO AMBIENTE & TENDENZE Napoli, il Sud e il mare I primati del capoluogo partenopeo LAVORO & PREVIDENZA Finalmente il Consiglio dei Ministri ha emanato i due decreti legislativi sul con- tratto a tutele crescenti e sul nuovo ammortizzatore so- ciale: la NASPI. A partire, quindi, dal 1° marzo pros- simo, si assumerà in base alla nuova normativa che sancisce il cambio di mecca- nismo negli strumenti di tu- tela, con la previsione dell'indennizzo in caso di li- cenziamento.A decorrere, in- vece, dal 1° maggio prossimo, viene introdotta la NASPI, ossia il nuovo sussidio per la disoccupazione involontaria. “Questo è un giorno atteso da un'intera generazione. Fi- nora la politica ha fatto la guerra ai precari senza fare la guerra al precariato. Ferrara a pag.18 Jobs act: scatta l'operatività AMBIENTE & SALUTE AMBIENTE & CULTURA AMBIENTE & TRADIZIONE Educazione ambientale a scuola, come funzionerà? Il Governo è intenzionato a inserire l’educa- zione ambientale tra le materie obbligatorie a scuola. Mentre si attendono i dettagli di que- sto innovativo progetto, occorre esprimere al- cune considerazioni su come questa disciplina possa sensibilizzare le nuove generazioni. Gaudioso a pag.6 ARPAC SCIENZA & TECNOLOGIA

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Page 1: Arpa campania ambiente 2015 4

PPRIMO PIANO

Al via il Trenoverde2015

Mercadante a pag.2

Gli USA rischiano la siccità

Allarme rosso per gli StatiUniti che a breve saranno col-piti da una siccità mai regi-strata prima. Infatti, unprocesso di inaridimento epo-cale flagellerà le terre del-l’Ovest nella seconda partedell’attuale secolo, dando vitaad una serie di cambiamenticatastrofici che coinvolgerà lavivibilità di tutta l’area.

Paparo a pag.5

Campania alle stelle… E nonin senso figurato! Si è infattisvolta con successo la mis-sione suborbitale del veicolospaziale europeo IXV lanciatol'11 febbraio con il vettoreVEGA dallo spazioporto diKourou (Guyana francese) conl’obiettivo di verificarne la ca-pacità di rientro nell’atmo-sfera terrestre in manieracontrollata e il cui “cuore”...

Martelli a pag.9

A caccia di glutinenegli alimenti

Patrizio a pag.12

Un pezzo di Campania in orbita

Rischio Vesuvio: approvatala nuova zona gialla

Procede il percorso di piani-ficazione dell’emergenza le-gata al rischio vulcanico delVesuvio. Dopo l’individua-zione della zona rossa e lamessa a punto di un piano dievacuazione della popola-zione dei comuni vesuviani,è stata approvata, con unadelibera della giunta regio-nale, la mappa che includepaesi e aree esposte al ri-schio ceneri. Territori che ve-dranno un’emergenza diserie B, ma che devono do-tarsi di un piano adeguatoper fronteggiare le conse-guenze e adeguare la piani-ficazione del territorio alrischio. “Sono 63 i comuni in-clusi nella nuova zona Gialladel Vesuvio insieme ai quar-tieri di Barra, San Giovannie Ponticelli del comune diNapoli”.

Buonfanti a pag.4

Gelo al Sud, un inverno che ha sorpreso

Che sarebbe stato un in-verno freddo e instabilel’avevamo percepitomesi fa dalle proiezionistagionali dei modelli matematici...

Loffredo a pag.7

Senza alcun dubbio il rapporto tra Napoli, ilSud e il mare è stato sempre un rapporto im-portante. Basterebbe anche solo dare un oc-chio a qualche dato relativo alla “politica delmare” progettata e attuata più o meno un se-colo e mezzo fa. Napoletana era stata la primanave a vapore, napoletana anche la primacompagnia di navigazione nel Mediterraneofondata nel 1823.

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Terzi a pag.11

Gustave Bascle de Lagrèze a Napoli

Si chiama Dead Drops l’ul-tima tendenza lanciata dallaGrande Mela per promuovereil libero scambio di informa-zioni fra le persone. In cosaconsiste?

Abbrunzo a pag.17

Dead drops: memorieusb nei muri della città

DAL MONDO

AMBIENTE & TENDENZE

Napoli, il Sud e il mareI primati del capoluogo partenopeo

LAVORO & PREVIDENZA

Finalmente il Consiglio deiMinistri ha emanato i duedecreti legislativi sul con-tratto a tutele crescenti e sulnuovo ammortizzatore so-ciale: la NASPI. A partire,quindi, dal 1° marzo pros-simo, si assumerà in basealla nuova normativa chesancisce il cambio di mecca-nismo negli strumenti di tu-tela, con la previsionedell'indennizzo in caso di li-cenziamento.A decorrere, in-vece, dal 1° maggio prossimo,viene introdotta la NASPI,ossia il nuovo sussidio per ladisoccupazione involontaria.“Questo è un giorno atteso daun'intera generazione. Fi-nora la politica ha fatto laguerra ai precari senza farela guerra al precariato.

Ferrara a pag.18

Jobs act: scatta l'operatività

AMBIENTE & SALUTE

AMBIENTE & CULTURA

AMBIENTE & TRADIZIONE

Educazione ambientale a scuola, come funzionerà?Il Governo è intenzionato a inserire l’educa-zione ambientale tra le materie obbligatorie ascuola. Mentre si attendono i dettagli di que-sto innovativo progetto, occorre esprimere al-cune considerazioni su come questa disciplinapossa sensibilizzare le nuove generazioni.

Gaudioso a pag.6

ARPAC

SCIENZA & TECNOLOGIA

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Brunella Mercadante

È un edizione speciale quelladel Trenoverde 2015, dedi-cata all'agricoltura e all'ali-mentazione, temi cruciali perl'ambiente, per la green eco-nomy e per la qualità dellavita. L'evento quest'annoverrà attuato, però, con unparziale cambio di natura edeclinazione: infatti, in occa-sione dell'EXPO 2015 - il cuitema è proprio Nutrire il Pia-neta - l'obiettivo del Treno-verde è quello di portare ingiro tutte le buone pratiche inmateria di agricoltura sosteni-bile, di orti sociali, di prodottibiologici e a filiera corta, delladieta mediterranea e di tuttiquegli esempi virtuosi chepossono aiutare il nostroPaese ad uscire dalla crisi at-traverso la sostenibilità dellecolture e dell'alimentazione.L'ormai storico convoglio diLegambiente e del GruppoFerrovie dello Stato, sui bi-nari d'Italia dal 18 febbraioall'11 aprile, racconterà, in-fatti, le eccellenze dei territorie le migliori esperienze del-l'agricoltura italiana di qua-

lità in un viaggio, intenso ericco di novità, verso MilanoEXPO 2015. Il convoglio am-bientalista farà tappa in 15città italiane, dalla Sicilia allaLombardia, e ogni fermata

sarà occasione per lanciarenuove sfide e proposte insiemea chi vive il territorio, nonchéun'opportunità di scoperte evalorizzazione di luoghi, di re-altà e di storie significative a

livello locale che possono evi-denziare la presenza di buonepratiche, di progetti attivi e distartup in termini di impren-ditorialità agricole innovativee sostenibili (Km 0 biologico,

sociale), di progetti attuati oin fase di progettazione, diesperienze significative a li-vello associativo sui temi del-l'agricoltura sociale e soste-nibile, o semplicemente di re-

altà che possono creareun'economia sana e responsa-bile in tema di agricoltura ealimentazione; ma anche divertenze contro modelli pro-duttivi dannosi per la salute eper l'ambiente. La campagnadi quest'anno, realizzata sem-pre grazie al patrocinio delMinistero delle Politiche Agri-cole, Alimentari e Forestali,del Ministero dell'Ambiente ela Tutela del Territorio e delMare e il Padiglione della So-cietà Civile- Cascina Triulza-con questa edizione specialevuole, in effetti, ribadire pro-prio l'importante contributoche l'agricoltura può dare allariduzione dei cambiamenti cli-matici, al biologico, alla qua-lità dello sviluppo dell'econo-mia verde, all'innovazione,alla cultura rurale, alla cor-retta alimentazione.

Edizione dedicata all’agricoltura e all’alimentazione in vista dell’Expo

Al via il Trenoverde 2015

Tra mille polemiche è giunto l’annodell’Expo di Milano, l’Esposizione Uni-versale che l’Italia ospiterà dal primomaggio al 31 ottobre 2015. Si tratta delpiù grande evento mai realizzato sull’ali-mentazione e la nutrizione. Per sei mesiMilano diventerà vetrina mondiale in cuii Paesi mostreranno il meglio delle pro-prie tecnologie per dare una risposta con-creta all’esigenza di garantire cibo sano,sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nelrispetto del Pianeta e dei suoi equilibri.Ma Milano non sarà l’unica protagonista. Lo scorso 19 febbraio infatti a Napoli allasede di Eccellenze Campane in via Brinil Console Generale USA per il Sud ItaliaColombia Barosse e il Console Generalestatunitense a Milano, Philip Reekerhanno presentato il Padiglione USA chesarà esposto durante Expo 2015. “Per meè un onore essere qui a Napoli, dove sonostate tante volte come turista”, ha dettoil Console Reeker. “Secondo noi l’Expo èun’opportunità per promuovere non soloi prodotti americani ma anche i prodottiitaliani. Secondo il presidente Obama iltema ‘Nutrire il Pianeta’ è molto impor-tante, perchè nel 2050 saremo 9 miliardi

di persone nel mondo, ed è questa forsela questione più importante di questaedizione dell’Esposizione Universale, in-sieme anche alla questione del trattatotransatlantico (Ttip) sugli scambi traUsa ed Europa”. Per il console americanoa Napoli, Colombia Barrosse, “I prodottidella Campania, dell’Italia, sono moltoimportanti e interessano molto gli ame-ricani: in un tempo come questo – hadetto – in cui il cibo ancora più che inpassato diventa un’arte, la possibilità diusare prodotti campani è senz’altro im-portante”. Il titolo scelto dagli Stati Uniti

per il Padiglione è indicativo: “AmericanFood 2.0: United to Feed the Planet”.Presente alla conferenza anche il Presi-dente di Eccellenze Campane, Paolo Scu-dieri che ha sottolineato che anche laCampania avrà un ruolo di rilievo:“I pro-dotti della regione rappresentano dei fat-tori di tradizione e cultura di questaterra e andranno mostrati al meglio du-rante l’Esposizione Universale. C’è statoun gran polverone – ha aggiunto – sullaTerra dei fuochi che ha enormemente pe-nalizzato i nostri prodotti e la nostra eco-nomia”. D.M.

EXPO 2015: presentato a Napoli il padiglione USA

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Fabiana Liguori

Oceani, questi meravigliosi“sconosciuti”. Se noi, piccoliumani, cominciassimo a consi-derarci, gli uni con gli altri,semplicemente come oceani …allora sì, che la continua vogliadi conoscersi e scoprirsi, perquanto immensi, cancelle-rebbe ogni altra “malattia” digiudizio, intolleranza o “po-chezza”, di cui, purtroppo,spesso, ci si ammala. Pochi giorni fa, si è svoltopresso il Palazzo Marigny diParigi, il Summit “Francia-Ita-lia 2015”. Due i temi chiavedell’incontro: l’ambiente e icambiamenti climatici.Grande valenza nello studio enella tutela dell’ecosistema,hanno senz’altro gli oceani.Essi, infatti, hanno un ruolodeterminante non solo per lacomprensione delle alterazionidel clima, per l’osservazionedegli ecosistemi e la salvaguar-dia della biodiversità, maanche per l’esplorazione e losfruttamento soste- nibile dellerisorse e delle materie primedelle profondità oceaniche eper la valorizzazione dell’am-biente costiero. Ed è proprio

nell’ambito della ricerca ma-rina che, l’Istituto nazionale digeofisica e vulcanologia (Ingv)e l’Istituto francese di ricercaper l’esplo- razione sostenibiledel mare (Ifremer), hanno, nel-l’occasione, siglato un accordobilaterale di cooperazionescien- tifica per lo sviluppo e ilpotenziamento di osservatorimultidisciplinari sottomarini.Presenti alla sottoscrizione: ilMinistro dell’Istruzione, del-l’Università e della ricerca,Stefania Giannini, e il Mini-stro francese per l’Istruzionesuperiore e la ricerca, Gene-vieve Fioraso. Dal 2006 i dueIstituti firmatari sono impe-gnati per conto dei loro rispet-tivi Paesi nell'infrastruttura diricerca europea, Emso (Euro-pean Multidisciplinary Sea-floor and water-column Obser-vatory), voluta dalla Commis-sione Europea e costituita dauna rete di osservatori di fon-dali marini per l’acquisizionedi dati utili allo studio dei pro-cessi geologici, geochimici, geo-fisici e oceanografici ambien-tali che influenzano intensa-mente la vita del Pianeta.“L’Ifremer e l’Ingv hannomesso a frutto la loro coopera-

zione anche promuovendo loscambio di ricercatori tra ledue istituzioni – ha commen-tato Laura Beranzoli, diri-gente tecnologo e coordinatorescientifico di Emso per l’Ingv -Si è così contribuito all’arric-chimento delle conoscenze ebuone pratiche dei gruppi di ri-

cerca e favorito nuove opportu-nità di collaborazione scienti-fica”.Le due istituzioni sono anchepartner nel progetto europeoMARsite (2013-2015) coordi-nato dalla Turchia per lo stu-dio di una zona di comuneinteresse, il Mar di Marmara.

Dal 2009, infatti, osservatorisottomarini francesi e italianiforniscono informazioni pre-ziose sulle attività del seg-mento sommerso della FagliaNord-Anatolica, con partico-lare attenzione alle possibilirelazioni tra sismicità ed emis-sione dei fluidi.

Cambiamenti climatici: siglato nuovo accordoitalo-francese per lo studio degli oceani

I satelliti: guardiani spaziali dei mari

Paolo D’Auria

Quando la tecnologia non è de-molitrice della natura, quandoviene impiegata in attività ditutela dell’ambiente, diventa,ai nostri occhi, molto meno in-vasiva e più tollerabile, nono-stante se ne faccia un utilizzoasfissiante in ogni ambito eluogo. I satelliti che ogni giorno “sor-volano” l’Italia vigilerannoanche sulla qualità del nostromare ed in particolare sullearee occupate dalle piatta-forme per l’estrazione degliidrocarburi lungo le nostrecoste. Questo è quanto stabilitonell’accordo che il Ministerodell’Ambiente ha stipulato conl’Agenzia Spaziale Italiana(ASI) e la società E-geos. Sa-ranno elaborate ed inviate

dallo spazio alla Terra intempo reale (Near RealTimem entro 30 minuti dal-l’acquisizione) le immaginiradar dei quattro satelliti ita-liani della COSMO-SkyMed,per accertare l’eventuale pre-senza di idrocarburi sulla su-perficie del mare. “Il mare èuna risorsa preziosissima perl’Italia – ha dichiarato il mini-stro dell’Ambiente, Gian LucaGalletti - e il nostro impegnodeve essere quello di tutelarloutilizzando tutte le tecnologiedisponibili. L’attività dei satel-liti ci consentirà un monito-raggio quotidiano, allertatempestiva e quindi interventicontro l’inquinamento più ve-loci e più efficaci in caso di di-spersione di sostanze nocive.Una garanzia in più anche perle popolazioni della costa chevedono con diffidenza le atti-

vità di ricerca nel nostromare”. Le rilevazioni satelli-tari delle aree dove sono si-tuate le piattaforme petro-lifere copriranno dai 23 a i 25giorni al mese. Per quanto riguarda i restantigiorni è in fase di attivazioneuna copertura aerea da partedelle Capitanerie di porto. In più, lungo l’intero perime-tro costiero nazionale sta perpartire un sistema di pattu-gliamento a mezzo di motove-dette delle stesse Capitaneriein collaborazione con la Guar-dia di Finanza. L’attività dimonitoraggio satellitare saràfinanziata con i fondi dellequote di royalty (percentualesugli utili) versate dai conces-sionari delle piattaforme e chesono destinate proprio all’im-plementazione della tuteladall’inquinamento.

Stipulato l’accordo tra il Ministero dell’Ambiente, l’ASI e la società E-geos

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Ilaria Buonfanti

Procede il percorso di pianifica-zione dell’emergenza legata alrischio vulcanico del Vesuvio.Dopo l’individuazione dellazona rossa e la messa a puntodi un piano di evacuazionedella popolazione dei comunivesuviani, è stata approvata,con una delibera della giuntaregionale, la mappa che in-clude paesi e aree esposte al ri-schio ceneri. Territori chevedranno un’emergenza diserie B, ma che devono dotarsidi un piano adeguato per fron-teggiare le conseguenze e ade-guare la pianificazione delterritorio al rischio. “Sono 63 icomuni inclusi nella nuovazona Gialla del Vesuvio in-sieme ai quartieri di Barra,San Giovanni e Ponticelli delcomune di Napoli”. Queste leparoledell’assessore regionalealla Protezione civile EdoardoCosenza, sull’approvazionedella nuova proposta di delimi-tazione dell’area approvatadalla Giunta regionale e defi-nita in accordo con il Diparti-mento nazionale dellaProtezione civile. La zonagialla include i comuni che ri-cadono all’interno o sono inter-secati dalla curva diprobabilità di superamento del5% del carico di 300 kg/mq de-terminato dall’accumulo di ce-neri vulcaniche. La definizionedi quest’area, cui si è giunti inraccordo con il Dipartimentodella Protezione civile, si basasu recenti studi e simulazionidella distribuzione a terra diceneri vulcaniche prodotte daun’eruzione sub-Pliniana, infunzione della direzione varia-bile del vento. L’emissione delleceneri vulcaniche all’iniziodell’eruzione è molto abbon-dante e, in poche ore, porta adaccumuli considerevoli a 10-15Km dal vulcano. Spessori di de-posito maggiori di 10 cm pos-sono coprire aree a distanza di20-50 km dal vulcano; ovvia-mente, l’estensione dell’areaesposta alla ricaduta di ceneridipende dall’altezza della co-lonna eruttiva e dalla direzionedei venti al momento dell’eru-zione.I comuni della zona gialla sonostati definiti considerando lestatistiche storiche del vento inquota, statistiche che indicanole direzioni est e sud-est come

quelle dove il vento spira piùgiorni all’anno: perciò, nelloscenario eruttivo considerato,quest’area è considerata quellacon una probabilità maggioredi essere coinvolta nella rica-duta di ceneri vulcaniche con ilpossibile conseguente crollo deitetti. I 63 comuni interessatidovranno tener conto del pro-blema nei piani di emergenzarecentemente finanziati dallaRegione Campania, identifi-cando le strutture sicure stati-camente per un pronto ricoverodei cittadini e seguendo le indi-cazioni regionali e nazionaliche verranno successivamenteprodotte, nel caso che si debbaprovvedere a evacuare la popo-lazione, in tutto o in parte,fuori dal comune. Di seguitol’elenco dei 63 comuni: Agerola,Angri, Avella, Baiano, Braci-gliano, Brusciano, Camposano,Carbonara di Nola, Casal-

nuovo di Napoli, Castel di SanGiorgio, Castellammare di Sta-bia, Castello di Cisterna, Cavade’ Tirreni, Cimilite, Comi-ziano, Corbara, Domicella, Fo-rino, Gragnano, Lauro,Lettere, Liveri, Mariglianella,Marigliano, Marzano di Nola,Mercato San Severino, Meta,Monteforte Irpino, Moschiano,Mugnano del Cardinale, No-cera Inferiore, Nocera Supe-riore, Nola, Pagani, Pago delValle di Lauro, Pimonte, Pomi-gliano d’Arco, Positano, Quin-dici, Ravello, Roccapiemonte,San Marzano sul Sarno, SanPaolo Bel Sito, San ValentinoTorio, San Vitaliano, SantaMaria la Carità, Sant’AntonioAbate, Sant’Egidio del MonteAlbino, Sarno, Saviano, Scala,Scisciano, Siano, Sperone,Striano, Taurano, Tramonti,Tufino, Vico Equense, Vi-sciano, Volla.

Rischio Vesuvio: approvatala nuova zona gialla

Rosa Funaro

In Italia la raccolta differen-ziata continua per diversiaspetti ad essere una chimera.Per molti no. Tanti parlano dipassi avanti. Altri, rimangonomolto scettici, soprattutto,quando si incamminano per lestrade della propria città, dovegli “scenari”, restano più omeno, sempre uguali. La gestione immondizia, nelBel Paese, resta, a nostro pa-rere, sempre un’incognita. Ma, se proviamo a considerarele singole conquiste, realizzatenel corso degli anni, allora… lasperanza vive. E noi,come sem-pre, preferiamo puntare sul

cambiamento di rotta, su unafutura pianificazione efficace ecoordinata del settore. Sul fronte della raccolta deglipneumatici fuori uso, ad esem-pio, nel 2014 si sono registratecifre da record. Rispetto al2013, infatti, è stata recuperatauna quantità di pneumatici del15,9% superiore, pari a ben19.453 tonnellate. Il 100% deipneumatici demoliti è stato av-viato al riciclo. Questi, sono idati divulgati dal Comitato diGestione costituito presso l'Au-tomobile Club d'Italia dal mini-stero dell'Ambiente. Secondo ilreport emerge che in Italia laregione in cui sono stati raccoltipiù copertoni è stata la Lom-

bardia, con 2.575 tonnellate.Seguono la Campania a quota2.376 e il Lazio a 2.341. Il ministro dell’Ambiente, GianLuca Galletti, ha espressogrande soddisfazione per il suc-cesso delle attività di recuperoe riciclo: “Il corretto riutilizzoriduce di fatto a zero la possibi-lità di smaltimenti illegali chenegli anni passati hanno disse-minato il nostro Paese di disca-riche abusive di pneumatici”.Galletti ha, poi, ricordato chesmaltire correttamente glipneumatici permette, non sol-tanto di proteggere l’ambiente,ma anche di recuperare mate-rie prime seconde da destinarea nuovi usi industriali, come il

granulato di gomma e l’acciaio.Il polverino, ottenuto dallosmaltimento delle gommetrova “seconda vita” in diverseproduzioni industriali: sotto-fondi stradali, pavimentazionisportive, pannelli fonoassor-benti. Quello con diametro molto pic-colo può anche essere mesco-lato ad asfalti e cementi. Lo scorso anno, grazie al riciclo,è stata risparmiata l’emissionein atmosfera di circa 39 milatonnellate di CO2 equivalente.Queste sono le notizie che cipiace raccontare perché fannobene all’ambiente ed aiutanonoi tutti ad aver fiducia nel fu-turo.

Raccolta e riciclo degli pneumatici al top

Alessia Esposito

Dagli inizi di febbraio è stato avviato a Napoli il progetto BikeSharing, promosso dall’associazione Cleanap con il patrociniodel Comune e finanziato dal Miur. Il servizio gratuito di “af-fitto e condivisione delle biciclette” ha attualmente all’attivo,nel capoluogo campano, cento biciclette e dieci ciclostazioni:Piazza Garibaldi, via Brin, Piazza Bovio, Piazzetta Nilo,Piazza Dante, Largo Enrico Berlinguer, Maschio Angioino,Castel dell’Ovo, piazza Vittoria e largo Donnaregina.Nonostante l’inverno inclemente, l’iniziativa sta avendo ungrande successo, tanto da sperare che riesca a superare imesi di sperimentazione che terminano a maggio. Il bike sharing è attivo sette giorni su sette, dalle ore 7 alle22. Per usufruirne è necessario andare sul sito www.bike-sharingnapoli.it e immettere il numero della carta di cre-dito/debito come garanzia (senza che venga effettuato alcunprelievo). Il passo succesivo è scaricare sul proprio smar-tphone l’app Bike Sharing Napoli che consente di interagirecon le pensiline, dotate di wi fi, delle ciclostazioni e avere in-formazioni sui percorsi consigliati. Ogni sessione può durarefino ad un massimo di 30 trenta minuti, tempo abbondante-mente necessario a coprire le distanze tra una stazione e l’al-tra. Chi supererà il limite verrà “penalizzato” per trentagiorni, mentre al superamento dei 60 minuti sarà definitiva-mente escluso. Per consentire la gratuità dell’operazione, sco-raggiando al contempo eventuali malintenzionati, è statoinserito, all’interno delle bici, un gps che ne consente la geo-localizzazione. L’obiettivo finale? Incrementare la mobilitàeco sostenibile, ma anche riappropriarsi, pedalando, di angolidella città troppo spesso tralasciati durante il tragitto in auto.Riscoprire la bellezza, facendo del bene al pianeta, rendendola viabilità della città più a misura di turista e di cittadino.Indispensabile, in questo scenario, l’integrazione con il tra-sporto pubblico (ancora troppo poco efficiente) in un quadrodi cooperazione che riesca davvero a fornire un’alternativaalle automobili.

Bike sharing: finalmente a Napoli

63 comuni coinvolti nell’eventuale ricaduta delle ceneri

Il successo della Campania, al secondo posto in Italia

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Gli USA rischiano la siccitàAnna Paparo

Allarme rosso per gli Stati Uniti chea breve saranno colpiti da una siccitàmai registrata prima. Infatti, un pro-cesso di inaridimento epocale flagel-lerà le terre dell’Ovest nella secondaparte dell’attuale secolo, dando vitaad una serie di cambiamenti catastro-fici che coinvolgerà la vivibilità ditutta l’area. Una vera e propria apo-calisse. Una massiccia carenza diacqua – bene fondamentale per la vitadi ogni essere vivente – colpirà l’eco-sistema danneggiando tutto e tutti,come anche l’agricoltura e ogni tipo diattività. Come un vero e proprio ora-colo, la Nasa attraverso modelli accu-rati è giunta a questo pronosticoalquanto catastrofico, accusando l'ef-fetto serra della mutazione climaticain arrivo. Quindi, come si evince dalrapporto, le probabilità che il feno-meno di una “mega-siccità” duri al-meno trentacinque anni e che colpiscatutto il Sud-Ovest e, di conseguenza,anche le Grandi Pianure entro l’annoduemila cento superano di gran lungal'ottanta per cento, soprattutto se ilmondo continuerà imperterrito nellasua traiettoria per quanto riguarda glieffetti delle emissioni di gas nocivi.Un connubio perfetto che ha coinvoltoe che ha visto a lavoro studiosi dellaNasa, della Columbia University e

della Cornell University. Il loro stu-dio, pubblicato recentemente sulla ri-vista specializzata “Science Advances”– ha messo in evidenza il fatto che,anche se i diversi paesi riducessero leemissioni della metà degli obiettiviprefissati, le probabilità di questa sic-cità “epocale” nelle Grandi Pianure sipotrebbero abbassare del solo ses-santa o settanta per cento, ma rimar-rebbero comunque dell’ottanta percento per la zona dell'Ovest. Come haben osservato il Dottor BenjaminCook, autore dello studio al Nasa God-dard Institute di New York, di frontead uno scenario del genere siamo co-stretti ad assistere allo scempio del-l’ambiente a causa dell’effetto serrache sta raggiungendo livelli semprepiù alti. Fenomeno questo che spin-gerà e costringerà queste zone a su-bire la peggiore siccità mai sofferta,imparagonabile con quella verificatasinel Medio Evo. Così, questa ricercamette in guardia dal crescente peri-colo di una tale secchezza della vege-tazione da produrre incendi di vasteproporzioni in parte della California enel sud dell'Arizona. Un vero e pro-prio allarme lanciato per salvare laTerra dallo scempio che le attivitàumane, consapevolmente ed inconsa-pevolmente, producono. Bisogna cor-rere ai ripari e fermare questoscempio, prima che sia tardi.

La Nasa lancia l’allarme di un processo di inaridimento epocale

“Hai voluto la bicicletta? E ora pe-dala”. Così recitava un vecchiodetto, preso alla lettera dai ciclistilondinesi, che da oggi potranno daresfogo alla loro voglia di pedalaregrazie alla pista più lunga d’Europa.Grazie al via libera dato dal sindacoBoris Johnson e all’approvazione delTransport for London (l’ente che sioccupa dei trasporti pubblici dellacapitale inglese), il progetto vedrà laluce a breve. Cycle SuperhighwayRoute 2, questo il nome di questafantastica pista ciclabiche, prevededue autostrade per sole biciclette: lepiste a due corsie, che saranno sepa-rate dal traffico motorizzato, attra-verseranno la capitale da nord a sud(da King's Cross a Elephant and Ca-stle) e da est a ovest (da Barking adAction) e si incontreranno proprionel centro della città. Diversamenteda come avviene oggi dove, in centrocittà, le piste ciclabili sono integrate

nella bus lane con rischi altissimiper i ciclisti. Secondo le stime delTfl, ogni percorso avrà una capacitàdi circa 3mila ciclisti all'ora, equi-valenti a 41 bus a due piani o 5trenidella metropolitana a pieno carico.Inoltre, le due autostrade fannoparte di un progetto da novecento-tredici milioni di sterline denomi-nato Road Modernisation Plan eannunciato nel 2013 per incentivarel'impiego delle bici nella capitale.Nonostante le preoccupazioni per unpossibile aumento del traffico do-vuto alla riduzione delle corsie perauto e bus, che determinerebbeanche un ulteriore aumento dellaCongestion Charge, l'iniziativa hariscosso successo e notevoli consensitra i londinesi. Basti pensare che in un sondaggio,che ha visto coinvolti la bellezza di21.500 cittadini, l’ottantaquattroper cento degli intervistati si è di-

chiarato favorevole alla costruzionedi questa rivoluzionaria infrastrut-tura. I lavori del primo tronco sonoiniziati il 9 febbraio e i primi “spadesin the ground” dovrebbero vedersigià ad aprile, stando ai documentidel board di Tfl. La parte centraledel percorso, tra Tower Hill e la A40Westway, prevede la costruzione diun cavalcavia che partirà da Pad-dington e sorvolerà ParliamentSquare. Il costo del primo tratto è stimato in-torno ai quarantadue milioni disterline e il termine dei lavori è pre-visto per l'aprile 2016. Il secondotratto costerà, invece, diciassettemilioni di sterline e i lavori inizie-ranno il due marzo prossimo. Unvera e propria rivoluzione da Guin-ness dei primati è quella che aspettaLondra, che inizierà a respirare apieni polmoni aria un po’ più pulita.

A.P.

A LONDRA SI PEDALA GRAZIE ALLAPISTA CICLABILE PIÙ LUNGA D’EUROPA

Sono previste due autostrade per sole biciclette

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Luigi Mosca

Cartellino giallo per Napolisul versante della mobilità so-stenibile. È questo il messag-gio che arriva dall’indagineEuromobility patrocinata dalministero dell’Ambiente, pre-sentata di recente. Ogni annol’indagine prende in conside-razione cinquanta città ita-liane, inclusi tutti i capoluoghidi regione. Oggetto di analisi,sono dati e indicatori che ri-guardano il sistema dei tra-sporti urbani: quanto sonosostenibili, le abitudini di spo-stamento in città, per la qua-lità dell’ambiente e della vita?Ebbene, Napoli si posiziona ametà classifica, aggiudican-dosi il 23esimo posto. Decisa-mente bocciata Salerno, che sipiazza al 45esimo posto. Ilrapporto curato da Euromobi-lity parte da un dato di fatto:la popolazione, in tutte le cittàconsiderate, è aumentata nel2013 rispetto al 2012, con l’ec-cezione della sola Messina.Napoli si conferma abbondan-temente come la città più den-samente popolata, con oltre

8mila abitanti per metro qua-drato. D’altra parte, in tutte lerealtà oggetto di questa ana-lisi, l’indice di motorizzazioneautomobilistica è salito ri-spetto all’anno precedente.Questo significa che in ognicittà aumenta il numero diauto immatricolate. La città più motorizzata non èsulle sponde del Mediterra-neo, ma nel cuore delle Alpi: sitratta infatti di Aosta, conquasi duecento auto ognicento abitanti. Venezia, pre-vedibilmente, è la città dove lequattro ruote sono più rare:risultano meno di quarantaauto immatricolate ogni centoabitanti. Napoli e Salerno siposizionano appena sotto lamedia delle città considerate,con circa 58 auto ogni centoabitanti. Tuttavia, se si analizza ladensità veicolare, cioè il nu-mero di auto in rapporto al-l’estensione del territorio,allora Napoli schizza al primoposto: la città partenopea faregistrare l’impressionantecifra di 4500 veicoli ogni chilo-metro quadrato (che non com-

prende, ovviamente, la quotadi veicoli che ogni giorno si ri-versano dalla provincia). Perdi più, il capoluogo campanofa registrare il parco automo-bili più vetusto: le auto constandard emissivo che va daeuro 0 a euro 3 totalizzanocirca il 70 percento delle autoimmatricolate; isolando solo leauto classificate come “euro 0”(quindi quelle più inquinanti)si arriva al 30%, il dato piùalto tra le città analizzate.

Però, paradossalmente, se siconsidera la quota di veicoli abasso impatto, cioè quelli ali-mentati a metano, gpl, o conun sistema elettrico-ibrido,Napoli fa meglio di molte altrecittà. All’ombra del Vesuvioqueste tre categorie totaliz-zano circa l’8% del parco auto,laddove a Roma e a Milano siattestano al 6%. Nella media, invece, il numerodi motocicli ogni cento abi-tanti (circa tredici), lontano

dal record di Livorno, dove unabitante su quattro possiedeuno scooter o una moto.Spetta invece a Milano, il re-cord di passeggeri che utiliz-zano i trasporti pubblici (alprimo posto con circa 700 pas-seggeri trasportati ogni annoin rapporto al numero di resi-denti). Con metropolitana, autobus esimili, Napoli muove circa 170passeggeri in rapporto alla po-polazione.

MMobilità sostenibile. Il rapporto patrocinato dal ministero dell’Ambiente analizza 50 città italiane

Troppe automobili, trasporti pubblici insufficientiCartellino giallo per Napoli da Euromobility

L’Educazione ambientale a scuola. Si attende l’attuazioneAnna Gaudioso

Questo nuovo anno è iniziatoe con sé ha portato nuoveidee, nuove proposte e unaquasi certezza: l’EducazioneAmbientale diventerà materiadi studio obbligatoria in tuttele scuole di ogni ordine egrado, dalla materna alla se-condaria superiore a partiredall’anno scolastico 2015-2016. Già in passato sono statifatti da parte del Governo al-cuni tentativi di introdurrel’educazione ambientale nelleaule scolastiche ma con scarsorisultato. Quest’anno l’ideanasce dal ministero dell’Am-biente, in concerto con il mini-stero dell’Istruzione, che hapianificato il progetto adat-tando la materia ambientaleai vari gradi scolastici e conl’impegno da parte del sottose-gretario Barbara Degani cheha sviluppato un piano perstudiarne l’applicazione aivari gradi scolastici. La proposta è di dieci argo-menti di base, dall’alimenta-

zione alla biodiversità, dall’in-quinamento alla tutela delmare, dai cambiamenti clima-tici alla gestione corretta deirifiuti,che saranno affrontatinell'ambito di altre materiecome: geografia, scienza, arte,in attesa di imporsi come ma-teria autonoma con l’assegna-zione di un orario riservatoall’educazione ambientale. «L’educazione ambientale, nelprogetto del ministero del-l’Ambiente, non dovrà esserepiù discrezionale come av-viene oggi nell’ambito dellematerie di educazione civica»,ha spiegato il sottosegretarioBarbara Degani. «Il progettoparte proprio dai bambini chesono il nostro futuro e po-tranno a pieno titolo esserechiamati “nativi ambientali”».Questa proposta di legge havisto d’accordo parlamentaridi schieramenti diversi, con-cordi nel riconoscere l’impor-tanza della formazione deigiovani, l'importanza dellaconservazione di un ambientesano e il rispetto del territorio,

oltre alla realizzazione ditutte le pratiche utili per l'at-tuazione di uno sviluppo so-stenibile.Ancora non sono state definitele regole e l’inquadramento ot-timale dell’educazione am-bientale come materiaspecifica nell’ambito del si-stema scolastico, con un suoorario e un programma, e d’al-tra parte non si sa ancora conquale qualifica si potrà inse-gnare. Al momento il cartelloci segnala “lavori in corso”.L’Italia è famosa nel mondoper il suo valore culturale epaesaggistico, questo valoreva difeso ed esaltato per cui èimportante che entri nella co-scienza di tutti gli italianicome un bene da proteggere etramandare. La migliore di-fesa ambientale è la preven-zione e partire dalla scuola,soprattutto dai più piccoli,aiuta a costruire una co-scienza ecologica e amore perle risorse ambientali.L’Educazione Ambientale deveentrare nelle scuole di ogni or-

dine e grado: solo così si potràancora chiamare l’Italia “BelPaese”, un’ espressione clas-sica dal suono poetico per in-dicare un territorio dal climamite, con i suoi paesaggi natu-rali, la sua cultura e la suastoria. Si sa che molto probabilmentefu Dante il primo a utilizzarequest'espressione: “del belpaese là dove ‘l sì suona,”(Dante Alighieri, Inferno,canto XXXIII, verso 80). E poil'abate Antonio Stoppani, nel1876, prendendo spunto daiversi del Petrarca - “Ch'Ap-pennin parte e 'l mar circondae l'Alpe"( Petrarca, Canzo-niere, CXLVI, versi 13-14) -scrisse un libro dal titolo “IlBel Paese, conversazioni sullebellezze naturali, la geologia ela geografia fisica d'Italia”.Ancora oggi con il termine “IlBel Paese” si indica l’Italia, edè giusto e doveroso mantenerealto il significato in tutta lasua ampiezza, quale sinonimodi cultura, bellezze paesaggi-stiche e scenari fantastici di

un terra baciata dal sole, dalmare e dalla natura. Noi non possiamo permettercidi trascurare questi aspetti edobbiamo con tutte le nostreforze contribuire a proteggereil patrimonio ambientale chemadre natura ci ha donato.Basta con i soprusi: costru-zioni vandaliche , sversamentidi rifiuti tossici, acque inqui-nate, aria inquinata, ondeelettromagnetiche che ci sfrec-ciano addosso a più non posso,utilizzo smodato di pesticidieccetera. L’uomo deve control-lare la sua incidenza negativasull’ambiente, lo deve fare persé e per lasciare ai posteri unmondo sano. In questo senso il nuovo pro-getto del ministero dell’Am-biente e del ministerodell’Istruzione promette digettare le basi per una salva-guardia del nostro Paese chenon sia affidata soltanto allaforza della legge, per quantoovviamente fondamentale, maanche radicata nei cuori deipiù giovani.

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Gennaro Loffredo

Che sarebbe stato un inverno freddoe instabile l’avevamo percepito mesifa dalle proiezioni stagionali dei mo-delli matematici, ma nessuno avrebbemai immaginato che la neve facessela sua comparsa sulle spiagge del sudItalia per ben due volte nello stessoinverno. Dopo la grande ondata digelo di fine anno ecco un'altra vio-lenta irruzione artica scagliarsi nellagiornata del 9 febbraio su tutto il cen-tro-sud, tanto che è stata percepitadai cittadini come una vera e propriaanomalia per l’entità di gelo e i feno-meni di maltempo avverso. Le tempe-rature sono crollate sotto le medie delperiodo di diversi gradi, con valori cheanche in pieno giorno erano prossimiagli 0°C, accompagnati da impetuosiventi di tramontana che hanno por-tato il Wind Chill (Raffreddamento davento) fino a -10°C sui litorali ( ed èquella la temperatura effettivamenteavvertita dal corpo umano). La neveha imbiancato molte località fin sullecoste, da Napoli a Reggio Calabria, daSalerno ai sobborghi di Catania, daCrotone a Taranto. La dama biancavisita il capoluogo partenopeo per laseconda volta in questa stagione finsul lungomare di Mergellina, seppure

senza accumulo, lasciando di stucco ituristi e i napoletani non abituati adassistere a uno spettacolo surreale esuggestivo in pieno giorno, da immor-talare e da condividere. La neve è ca-duta anche su Positano ed Amalfi,evento estremamente raro, ed in altreprovince costiere della Campania. L’analisi tecnica della nevicata èmolto simile a quella di fine anno, inquanto entrambe hanno interessatoquasi le medesime zone e anche que-sta più recente è avvenuta grazie allaformazione di estesi annuvolamentiche si sono staccati dalle zone appen-niniche e portati dalle correnti danord hanno raggiunto poi le aree co-stiere. Con molta probabilità gli ac-cumuli nevosi sui settori costieri sonostati irrisori, questa volta, perché av-venuti di giorno quando le tempera-ture erano già state riscaldate dalleore di sole della mattinata e dai valoriin quota (-10°C a 1400metri) che sonostati lievemente superiori rispetto aquelli del 30 Dicembre 2014 (-13°Calla stessa quota).Ma come mai le ondate di freddostanno prediligendo soprattutto lezone del medio versante adriatico equelle meridionali lasciando quasisempre a secco quelle settentrionali?La risposta sta nella dinamica dellecorrenti da nord, le quali quest’annostanno avendo una traiettoria di-versa. La presenza di un’anomala po-sizione dell’anticiclone delle Azzorresull’Europa centro-occidentale, in-fatti, sta deviando la traiettoria degliimpulsi artici che non si tuffano, comeavveniva in precedenza, sul bacinocentro occidentale del Mediterraneomitigandosi, ma ad est attraverso laporta della bora fino poi ad interes-sare le zone orientali e meridionalidella penisola italiana. Questa parti-colare configurazione sinottica è lacausa degli eventi insoliti che stannoripetutamente interessando tale areageografica del nostro territorio. Misento però di affermare che essi nondipendono dai cambiamenti climaticima da molti fattori atmosferici, un in-sieme di elementi di casualità e dina-miche proprie della meteorologia edella climatologia. Le intense nevicate che stanno coin-volgendo in maniera sempre più di-retta le regioni meridionaliappartengono per ora a casi isolati, diun’unica stagione e rientrano nellacasistica delle ondata di freddo tipi-che del periodo. Negli ultimi anni ilsud Italia ha vissuto degli inverni piùmiti ed è normale che dunque ancheuna precipitazione nevosa sia perce-pita dalle persone come un evento af-fascinante, raro ma comunquepossibile anche in zone poco avvezzea questo tipo di fenomeno.(foto in basso Napoli Today)

Gelo al Sud, un inverno che ha sorpresoLa neve ha imbiancato due volte le località di mare del Meridione

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 28 febbraio 2015 - Anno XI, N.4Edizione chiusa dalla redazione il 27 febbraio 2015

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, F. Clemente, F. Cuoco, P. D’AuriaG. De Crescenzo, A. Esposito, E. Ferrara, R.Funaro, L. Iacuzio, G. Loffredo, R. Maisto,D. Matania, B. Mercadante, A. Morlando, A.Palumbo, A. Paparo, S. Patrizio, L.TerziSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Rosario Maisto

A causa delle piogge burra-scose abbattutesi ininterrotta-mente in queste settimanesulle nostre province di Napolie Caserta, ci sono stati disagidi tutti i tipi, a partire dallestrade che ormai sono ridottead un colabrodo allo straripa-mento degli argini dei fiumi elaghi, in particolare Averno ePatria. Entrambi gli specchid’acqua, a causa del mal-

tempo, hanno danneggiato for-temente gli scavi archeologicidel Tempio di Apollo sul lagoD’Averno (Pozzuoli) e il Tem-pio di Scipione l’Africano sullago Patria (Giugliano), ma laquestione non è tutta qui, in-fatti, un’altra causa è stata ilforte abbandono di questezone dove la manutenzionedegli argini, bacini e la puliziadella foce manca totalmente,ed in alcuni casi come al lagoPatria, dove il disastro è statogià precedentemente annun-ciato più volte invano, il lagoingrossando gli argini esonda,invadendo anche la carreg-giata che lo circonda ormaicompletamente sott’acqua.Dal lato della Domitiana icommercianti hanno anche

loro un gran da fare dove i loroesercizi commerciali sono alla-gati e da anni combattono con-tro questo problema ed ilpunto anche qui è sempre lostesso ovvero la mancata puli-zia della foce sul lato di Castel-volturno, e solo dopo gliallagamenti e disastri sia inprovincia di Napoli (Melito,Mugnano, Giugliano, Quarto,Marano, ecc.) che di Caserta(Castelvolturno, Domitiana,Cancello ed Arnone, Marcia-

nise, ecc.), i disagi sono note-voli e strade e periferie sono inginocchio con buche profonde,spaccature e voragini, anchequi la manutenzione fognariae stradale manca del tutto. Isotto servizi sono nel caos to-tale, le riparazioni e i lavorivanno a rilento ed intanto bi-sogna fare i conti con gli in-genti danni e costi chegravano sui cittadini a causadi macchine rotte e ruote bu-cate, linee elettriche isolate ecosì via. Dal lato di Pompei in-vece, le forti piogge si sono por-tate via un altro pezzo distoria dagli scavi, ormai fa-mosi non più per l’archeologiabensì per il degrado che negliultimi anni li ha colpiti.Questavolta la furia del temporale si

è abbattuta sull’intonaco“Rosso Pompeiano” cadutodalla parete di ingresso dellabellissima domus di “Centena-rio” e oltre a questo ad accen-dere i riflettori sulla zona c’èstata l’ennesima offesa all’artecon il cedimento del terrenodel giardino della Casa di Se-verus ed il muro di conteni-mento della domus, lungo ilcostone roccioso meridionaledegli scavi di Pompei. La ri-sposta della Sovrintendenza è

che faranno di tutto per risol-vere queste problematiche. È lecito chiedersi in questi casidove siano le istituzioni, la So-vrintendenza, la Regione, gliEnti Locali, quando capirannoche la manutenzione è essen-ziale e soprattutto cosa fa-ranno per arginare tuttequeste spiacevoli situazioni?Devono mettersi in moto ed in-granare la marcia risolvendouna situazione ormai divenutainsostenibile. Dire addioanche a pezzi della nostra bel-lissima storia, arte e cultura acausa della negligenza umananon è accettabile, siano pezzistorici cittadini, monumentalio ambientali e per questo leAutorità se ne dovranno farecarico!!!

Fuori dagli argini!

Che sia tempo di settimana bianca o di vacanze al mare,gli italiani si dichiarano turisti attenti all’ambiente. È loscenario che emerge dal V Rapporto “Gli italiani, il turismosostenibile e l’ecoturismo” stilato da Ipr Marketing per laFondazione UniVerde e presentato alla Bit (Borsa Italianadel Turismo) 2015 di Milano. Su un campione di mille per-sone, i risultati emersi rivelano che sono molti a preferireil turismo verde, quello cioè che comporta il minimo im-patto sull’ambiente, che predilige i prodotti a km 0 e lestrutture che riciclano e utilizzano energia sostenibile. Trachi si dichiara attento alla sostenibilità, c’è anche chi, perassicurarsela, è disposto a pagare un po’ in più. Ci si iniziaa pensare al momento di prenotare: il 54% è condizionatonella scelta da garanzie di sostenibilità del luogo ed è il

50% degli intervistatiche è disposto a pagaretra il 10 e il 20% in più.Per verificare l’ecososte-nibilità gli italiani si af-fidano alle informazionidel web. Quali i critericon cui i nostri connazio-nali giudicano green unastruttura? Il 48% perl’utilizzo di pannelli foto-voltaici, il 36% per lapresenza della raccolta

differenziata, il 35% per una filiera di prodotti biologici e akm 0, più del 20% per l’utilizzo di soluzioni per il risparmioidrico ed elettrico. Cementificazione e la speculazione edi-lizia e l’inquinamento (62%), seguita da inquinamento(10%) e sfruttamento del territorio (10%), sono le preoccu-pazioni che incidono maggiormente sulle abitudini dei tu-risti italiani. Il 72% sostiene inoltre di preferire la sceltaecologica del treno, se la struttura è raggiungibile dallastazione. Ma, oltre alle preoccupazioni, ci sono le attrattiveche spingono al turismo green. Gli italiani preferiscono nel-l’ordine: i percorsi nel territorio, la scoperta delle tradizionilocali, gli itinerari enogastronomici e le escursioni, chespesso caratterizzano le strutture “eco”. E tra aree protettee parchi naturali l’ultima tendenza è l’horticultural tou-rism, il turismo che vede protagonisti i giardini all'italiana.Nel 2014 ben 8 milioni di visitatori solo nei giardini dellarete Grandi Giardini Italiani di cui fanno parte122 giar-dini, in 12 regioni, che ospitano grandi eventi in grado dicoinvolgere il grande pubblico. La rete si amplia con l’in-gresso di sei nuovi giardini che aderiscono al progetto “100Giardini per Expo 2015” per un rilancio dell’economia ba-sata sulle bellezze naturali del nostro Paese. Un settoreche si coniuga perfettamente con il trend green delle va-canze italiane e di cui potrebbe contribuire alla crescita.

A.E.

TTurismo: italiani green friendly?

Il Lago Patria e quello D’Averno straripano e regna il caos

Bit 2015, il rapporto sulle tendenze del Bel Paese

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Giulia Martelli

Campania alle stelle… E non insenso figurato! Si è infatti svoltacon successo la missione subor-bitale del veicolo spaziale euro-peo IXV lanciato l'11 febbraiocon il vettore VEGA dallo spa-zioporto di Kourou (Guyanafrancese) con l’obiettivo di veri-ficarne la capacità di rientronell’atmosfera terrestre in ma-niera controllata e il cui “cuore”è frutto del lavoro e dell’impe-gno dei ricercatori del Cira diCapua. Il velivolo IXV è statoportato alla quota di 320 km,dove si è separato dal suo vet-tore per continuare la suaascesa sino a 420 Km, quota allaquale è iniziata la sua vera epropria missione di rientronell’atmosfera terrestre ad unavelocità di 7,5 chilometri al se-condo, pari a 27 volte la velocitàdel suono. In volo autonomo pla-nato è ammarato nell'OceanoPacifico grazie ad un sistema diparacadute che ne ha attenuatol’impatto in mare.“È stato un test che probabil-mente segnerà la storia dell’ac-cesso allo spazio da partedell’Europa. Il programma si èsvolto, sia per la parte di lancio,

sia per la missione IXV, esatta-mente come previsto e rende noiitaliani orgogliosi di essere i piùgrossi contributori del pro-gramma e la nazione più impe-gnata nella ricerca e nellosviluppo di questa piattaforma.Come Presidente del CIRA, poi,sono orgoglioso per il contributodecisivo dato dal nostro Centro

alle fasi di progettazione, test eassistenza alla missione.” - hadichiarato il Presidente delCIRA, Luigi Carrino, all’annun-cio dello splash down dalla basedi Kourou. Le fasi più critichedella missione, lancio e amma-raggio, infatti, sono state se-guite in diretta al CIRA dove,per l’occasione, si è tenuto un

evento che ha visto la partecipa-zione di personalità del mondoistituzionale, scientifico, e indu-striale ma anche di semplici stu-denti. Nell’ambito di questoprogetto il CIRA, forte dellecompetenze e dei risultati acqui-siti con le due missioni eseguitenell’ambito del programma na-zionale USV (Unmanned Space

Vehicle), ha svolto un ruolo si-gnificativo perché ai suoi labo-ratori era stato affidato ilcontrollo di una delle parti vitalidel veicolo, lo scudo termico cheha il compito di proteggerlodalle altissime temperature ge-nerate dall’attrito con l’aria du-rante il rientro. I test diresistenza sono stati condottinel tunnel al plasma del Cira,che è la struttura del genere piùgrande al mondo, dalòle caratte-ristiche superiori anche a quelledella Nasa. Non è la primavolta che la Campania mette inluce la propria competenza inambito aerospaziale, basti pen-sare che due dei maggiori astro-nauti italiani: SamanthaCristoforetti e Luca Parmitanosi sono laureati in Scienze aero-nautiche presso l’università Fe-derico II di Napoli. La missionesta fornendo dati di straordina-ria importanza, fortemente at-tesi dalla comunità scientificaed industriale europea, sulle ca-ratteristiche estreme dei feno-meni aerotermodinamici tipicidel rientro in atmosfera che con-sentiranno all’Europa di com-piere un altro passo avantiverso un accesso autonomo allospazio.

Negli ultimi decenni i cambia-menti climatici verificatisi a li-vello globale hanno portatoall’aumento di catastrofi natu-rali. Dagli uragani ai terre-moti, dalle fitte grandinate alleinondazioni, nessun paese è alsicuro. In conseguenza di ciò,un gruppo di ingegneri haideato una struttura che sa-rebbe in grado di proteggere lecittà, o parti di esse, dai disa-stri naturali. La struttura èuna cupola, una cupola geode-tica, la cui resistenza e forzaaumentano con l’aumentaredelle dimensioni. Progetti si-mili sono stati già realizzati su“piccola” scala grazie all’ETFE(Etilene TetrafluoroEtilene)per esempio nelle coperturedegli stadi. In particolarel’ETFE è stato utilizzato per lacopertura dell’Eden Projectdello studio Grimshaw, in In-ghilterra e per il “Watercube”,in Cina. L’EFTE è leggeris-simo, ha un peso specifico di

soli 350 gr/mq, è praticamenteignifugo, perfettamente calpe-stabile, ma soprattutto è ingrado di resistere a venti di 290Km/h, caratteristica molto ap-prezzata in zone soggette aforti uragani. Ma adesso esisteun progetto per difendere lacittà di Houston, in Texas, per-ché secondo una ricerca sa-rebbe quella più a rischio didisastri ambientali. La quartacittà più popolata degli StatiUniti potrebbe trovarsi benpresto sotto una gigantesca cu-

pola trasparente. Sostanzial-mente una cupola di 1.500metri di altezza per un chilo-metro di diametro che possaproteggere la zona finanziariadi Houston, in pratica verreb-bero coperti 2.000.000 di metriquadrati. Ma come sarà realiz-zato il tetto più grande delmondo? I pannelli più grandi,in numero di 147,000, sarannodi 15 metri ciascuno. Poichénon è pensabile fermare la vitadella città per costruire la cu-pola, verrà utilizzato un grannumero di dirigibili per realiz-zare la costruzione dall’alto. Ilcupolone richiederà diversianni di lavoro e svariati mi-liardi di dollari, ma potrà pro-teggere la città da un uraganodi categoria 5.Nonostante il comprensibilescetticismo iniziale, l’idea ha isuoi meriti, basti pensare chemilioni di persone potrebberosalvarsi grazie ad una cupola.

I.B.

Un pezzo di Campania in orbitaFondamentale il contributo del CIRA nella missione del veicolo spaziale europeo IXV

Dalla Finlandia i paratiche producono energia

Una cupola per le città del futuroa difesa dei disastri ambientali

A distanza di diversi decennidalla loro scoperta, soltanto inquesti ultimi anni i pannelli fo-tovoltaici, che permettono dicreare energia elettrica indipen-dente sfruttando i raggi solari,sono stati apprezzati ed adottatida diverse famiglie europee.Tale invenzione, accolta come unpunto di arrivo per l’autosuffi-cienza energetica la propria casa,in realtà era soltanto uno deipunti di partenza: la produzionedi energia elettrica domestica,infatti, ha frontiere ancora ine-splorate. Gli ingegneri e gli altriricercatori della VTT – TechnicalResearch Centre of Finland, in-fatti, hanno ideato e collaudatouna particolare fonte di energiaelettrica che, presumibilmente,nel giro di pochi anni, potrebbeentrare nelle case di tutti: sitratta di una carta da parati cheproduce energia elettrica dallaluce esterna del sole e da quellainterna dell’appartamento. Sitratta di una sottile pellicola di

due millimetri su cui vengonostampanti dei pannelli solariflessibili a forma di foglia, com-posti da elettrodi e da strati diplastica che convogliano energiaelettrica, in modo da permettereun’emissione energetica conside-revole: basti pensare che, se unasingola “foglia” produce 0,05watt, un intero parato compostoda 200 mini pannelli organici,ciascuno di circa 0,0144 metriquadri, produrrebbe 10,4 watt. Ipannelli sono flessibili ed, ovvia-mente, riciclabili, utilizzabilianche sulle finestre, dove riflet-tono ancor di più i raggi solari, ri-sultando, dunque, più prolifiche.Una soluzione, dunque, alla por-tata di tutti: se l’impianto foto-voltaico, infatti, è installabilesolo su tetti di proprietà espostia sud per rendere al meglio, ipannelli organici possono essereuna soluzione adottata in qua-lunque casa, ad un prezzo conte-nuto rispetto ai tradizionalipannelli fotovoltaici. F.C.

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Antonio Palumbo

La riscoperta della canna pa-lustre, nella moderna archi-tettura ecosostenibile, èdovuta alla rivalutazionedelle sue buone qualità di iso-lamento termico ed acustico,oltre al fatto che si tratta diuna materia prima il cui uti-lizzo non comporta alcun im-patto ambientale: dopo iltaglio, infatti, la canna si ri-produce molto velocemente,assicurando una continuità diapprovvigionamento presso-ché illimitata.La canna comune (ArundoDonax) è una pianta erbaceaperenne, presente nell’interobacino del Mediterraneo e intutta la penisola italiana,adoperata come materiale indiversi campi, dall’edilizia ru-rale all’artigianato.Gli impieghi tradizionali piùcomuni sono, ad esempio, larealizzazione di incannucciatiper sottotetti e rivestimentiesterni o di pacchetti per l'iso-lamento termico delle mura-ture, la costruzione di piccolirecinti (come frangivento e tu-tori per orti) e la produzioneartigianale di oggetti. La pre-senza sul nostro territorio digrandi quantità di questapianta e la sua versatilitàcome materiale da costru-zione ha stimolato numerosistudi per utilizzarla nella rea-lizzazione di strutture archi-tettoniche.Oltre agli usi più tipici, quali,appunto, incannucciati o telaiintrecciati, un’altra stradache si può percorrere è quelladello sfruttamento delle capa-cità flessionali di questapianta, attraverso la realizza-zione di archi con la tecnica afasci, costruendo così unanuova visione dell'architet-tura vegetale, in cui la legge-rezza e la natura siconcretizzano in strutturesuggestive, di forte impatto,che fondono la semplicità delmateriale alla creatività delleforme fluide ed organiche ot-tenibili.Nella moderna progettazione‘green’ gli impieghi di questestrutture spaziano dal sem-plice sistema di ombreggia-mento a sistemi di coperturacomplessi, fino alla creazionedi vere e proprie opere di“land art”. Modellare gli ele-menti della natura e renderne

accessibile la bellezza e lacomplessità organica in conte-sti urbani, artificiali o sempli-cemente umani, divengonocosì gli obiettivi possibili diquesta architettura sempre inevoluzione, capace di cam-biare aspetto, sfruttando lemolteplici possibilità formali,funzionali o estetiche in rela-zione all'abbinamento con dif-ferenti materiali, dairivestimenti di terra e pagliao calce e canapa a strutture in

acciaio o legno. Per scoprire le sorprendentiopportunità offerte dall’uti-lizzo di questo materiale, abasso impatto ambientale edeconomico, basterà citare learchitetture locali delle zonepaludose dell’Iraq (in partico-lare, i mudhif). Infatti, la millenaria attivitàarchitettonica dei ma’dan -che, nell’odierno Iraq, utiliz-zano il sistema costruttivo afasci di canne - risale fino al-

l’età sumera e produsse unadelle architetture più affasci-nanti della storia del mondo.Non soltanto semplici abita-zioni, ma anche palazzi e am-bienti sacri. La costruzionedei mudhif consiste nel legareassieme le sottili canne palu-stri in fasci che raggiungonofino a 50 cm di spessore, svi-luppando archi a ferro di ca-vallo, con un’apertura che vadai 6 ai 12 metri. Gli archi, aloro volta, sono legati con lun-

ghi fasci di canne, che corronoin file orizzontali sul latolungo dell’edificio. Il tettoviene coperto con stuoie dicanne fittamente intrecciate,le pareti con un intrecciomeno fitto, per consentire ilpassaggio dell’aria. Il fondo diquesti edifici marcisce in 7-10anni: a quel punto, la baseviene tagliata via e l’edificioabbassato e adoperato per unaltro periodo prima di essereabbandonato.

Architetture in canna palustreUna materia prima con buone qualità di isolamento termico ed acustico

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Lorenzo Terzi

“Roma ha tutto da perdere nelcambiare il suo titolo di capi-tale del mondo cattolico conquello di capitale di un regnoitaliano, il suo titolo di cittàsanta con quello di città pro-fana, e a rinunciare a quel ca-rattere speciale che i Papihanno impresso alla metropolidella religione e delle bellearti, per gettarsi in non soquali pretese di rivalità impos-sibile con Parigi e Londra.Napoli, al contrario, avrebbetutto da guadagnare nel la-sciare il suo titolo di capoluogodi prefettura per riprenderequello di capitale. È la città piùnotevole d’Italia e una dellepiù grandi città del mondo. Lasua popolazione è doppia ri-spetto a quella di Roma. Le suecampagne sono fertili come lacampagna romana è triste. Isuoi numerosi palazzi reali at-tendono un re, e il suo belporto può prestarsi a tutti iprogressi del commercio e del-l’industria. Quando si studiada vicino la diversità dei co-stumi e delle razze, e le antipa-tie nazionali che dividono gliantichi piccoli stati della Peni-

sola, l’unità italiana sembraun sogno. Un colonnello pie-montese molto distinto mi di-ceva che dopo due mesi cheegli era di guarnigione a Na-poli, nemmeno un napoletanogli aveva rivolto la parola”. Queste acute osservazionisulle problematiche - ancoraoggi irrisolte - dell’unificazionestatale italiana assumono unvalore profetico se si tieneconto che vennero pubblicate adistanza di pochissimi anni dalconseguimento di quel pro-getto politico, nel 1864. Sonodovute alla penna di Marc Fla-vien Antoine “Gustave” Basclede Lagrèze, storico e giurista,nato a Pau, in Aquitania, il 23aprile del 1811. Membro corri-spondente dell’Accademia na-zionale di scienze, belle letteree arti di Bordeaux e membrodella Società di scienze, letteree arti di Pau e del Béarn, Ba-scle de Lagrèze fu anche cava-liere della Legion d’Onore eprocuratore presso il tribunaledi Lourdes. Fra le numeroseopere che egli diede allestampe, si annovera il diario diun viaggio da lui compiuto inItalia, Rome et Naples. Sim-ples notes, edito a Pau nel

1864, dal quale sono tratte lecitazioni sopra riportate.Proprio le annotazioni di na-tura “politica” - in senso lato -costituiscono la parte più inte-ressante delle Simples notes diLagrèze, che per il resto riper-corrono i consueti itineraridella letteratura odeporica.

Per esempio, prima di descri-vere le collezioni del Museo diNapoli, il letterato francese sidomanda: “La grande curiositàdi Napoli è il museo Borbone.Perché togliergli il suo nomeper dargli quello di museo Na-zionale? Perché rappresentarela dinastia decaduta come

ostile a tutti i progressi, per-fino nell’archeologia, laddoveessa ha fondato il museo piùinteressante che esista almondo, e ha spogliato i suoipalazzi di Roma per arric-chirlo delle più rare meravi-glie, raccolte nell’eredità deiFarnese?”

Gustave Bascle de Lagrèze a Napoli

IL CASTELLO DI ACERNO

Linda Iacuzio

L’esistenza del castello diAcerno - pur essendo abbon-dantemente attestata dallefonti documentarie - fino aepoca recente non sembravaaver lasciato tracce monumen-tali di alcun genere. Una ri-cerca effettuata dall’Universitàdella Calabria sotto la guidadel prof. Alessandro Di Muroha però portato alla luce alcuniresti della rocca, dai quali sipuò dedurre che l’edificio nonservì soltanto a scopi di difesa,ma venne adibito anche a usiresidenziali. Il sito abitato erafornito di due accessi, uno aovest e l’altro a sud. Il primoingresso, quello principale, eraprotetto da due torri, una dellequali a pianta pentagonale; ilsecondo da una torre a piantatriangolare e da una serie dicaditoie. Lo stesso Di Muro, inun saggio del 2012 intitolato

Dinamiche insediative nelMezzogiorno longobardo alto-medievale (secc. VI-VII). Unatraccia, attesta che l’insedia-mento era circoscritto da unacinta e organizzato in una seriedi terrazzamenti artificiali, perun’estensione di circa sei et-tari. All’interno dell’area re-

cintata sono state rinvenute levestigia di almeno venti edificicrollati. Il lavoro di scavo, inol-tre, ha permesso di ritrovaredel materiale ceramico data-bile fra i secoli VII e XI; sicchéè pensabile che la vita di que-sto complesso fortificato possaessere racchiusa entro i sud-

detti limiti cronologici. D’altraparte, scrive Di Muro: “l’ado-zione di un tipo di fortezza apianta pentagonale ricorda labeneventana Torre della Ca-tena e altre torri pentagonalidella stessa epoca”. Così pure,la tecnica costruttiva, la tessi-tura muraria e la planimetriaellittica adottate richiamanoalcuni esempi di fortificazionialtomedievali di quel periodo.Per comprendere il motivo chespinse i Longobardi a costruireun castrum ad Acerno, occorrerilevare l’importanza strate-gica del suo sito: “partendo diqui in direzione N-W, lungo levie che conducevano a Bene-vento seguendo le valli del Ca-lore e del Sabato, il castrumRotundae, la Civita di Ogliarae il castello di Montella costi-tuivano sin dall’alto Medioevole prime fortezze a controllo deitransiti”. Sull’altro versante, indirezione nord-est, verso

Conza, si raggiungeva il monteOppido di Lioni, “a controllodella valle dell’Ofanto, via na-turale per la Puglia”.Il forte di Acerno, dunque,venne a inserirsi al crocevia diuna rete di insediamenti d’al-tura che formavano un capil-lare sistema di vigilanza divalichi e valli fluviali realizzatonei primi decenni dell’età lon-gobarda nella regione deimonti Picentini. Fonte:A. DI MURO, Dinamiche insedia-tive nel Mezzogiorno longobardoaltomedievale (secc. VI-VII). Unatraccia, in A. DI MURO - F. LAMANNA, Mezzogiorno longo-bardo. Insediamenti e trasforma-zione del paesaggio tra i secoli VIe X, Olevano sul Tusciano, Itinera,2012, pp. 185-214. Sitografia:http://www.juppavitale.it/Cen-tro%20studi/castello-acerno.htm www.comune.acerno.sa.it/index.php/la-citta/storia

“I suoi numerosi palazzi reali attendono un re, e il suo bel porto può prestarsi a tutti i progressi del commercio e dell’industria”

Tracce longobarde nel cuore dei Monti Picentini

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Salvatore Patrizio*

La celiachia è una malattia au-toimmune dell’intestino a carat-tere ereditario. Essa simanifesta come una intolle-ranza permanente al glutine, uncomplesso lipoproteico costituitoprincipalmente da due classi diproteine: le Prolammine e leGluteline, rispettivamente glia-dina e glutenina nel frumento.Il glutine si forma durante l'im-pasto della farina di alcuni ce-reali, come grano, farro, segalee di conseguenza lo ritroviamoin alimenti come pane, pasta,pizza, biscotti, prodotti da forno,ecc.Durante la digestione intesti-nale il glutine viene frammen-tato in peptidi ed alcuni diquesti, considerati come agentiinfettivi nei soggetti celiaci, pro-vocano reazioni immunitariesproporzionate da parte dei lin-fociti B e T con danneggiamentoo distruzione dei villi intestinali,deputati all’assorbimento dellesostanze nutritive (lipidi, zuc-cheri, proteine, minerali e vita-mine). La loro parziale o mancata fun-zionalità porta l’individuo a sof-frire di diverse patologie comeritardo nell’accrescimento, ane-mia, perdita di peso, diarrea cro-nica, malattie autoimmuni dellatiroide e del fegato e, nei casi piùgravi, può causare l’insorgere ditumori all’intestino e allo sto-maco. Non esiste attualmenteuna terapia farmacologica.L'unico trattamento efficace èuna dieta priva di glutine. In-fatti, non appena si rinunciaagli alimenti contenenti questocomplesso proteico, la mucosaintestinale inizia a rigenerarsi

(in un periodo di tempo che puòoscillare da 3 mesi fino a 2 anni)e, nella maggior parte dei casi,permette la risoluzione di tutti isintomi. Per poter avere dei pro-dotti idonei al consumo dei ce-liaci è necessario che le aziendeproduttrici applichino un cor-retto piano di controllo delle ma-terie prime e del prodotto finito.Può capitare, però, che nono-stante tutte le precauzioni pos-sibili, per cause che possonosfuggire al controllo degli ad-detti al lavoro, minime quantitàdi glutine contaminino il ciboche ne dovrebbe essere privocreando, poi, dei seri problemi aiceliaci. Per questo è necessarioeffettuare sempre delle accurate

analisi sugli alimenti per vederel’eventuale presenza, anche intracce, di questa proteina.Ed è proprio in base a tale ne-cessità che un team di ricerca-tori, provenienti da vari Istitutidel Consiglio Nazionale delle Ri-

cerche della Campania (Istitutodi Cibernetica, Istituto di Bio-chimica delle Proteine, Istitutodi Scienze dell’Alimentazione,Istituto di Microelettronica eMicrosistemi) e coordinati dalladr.ssa Simonetta Grilli dell’Ist.di Cibernetica, ha sviluppatouna tecnica innovativa in gradodi rilevare la presenza di glutinenegli alimenti con una sensibi-lità cento volte superiore ai me-todi analitici attualmentedisponibili, come ad esempiol’ELISA (Enzyme-Linked Im-munoSorbent Assay).Tale procedura si basa sull’ef-fetto piroelettrico, cioè la forma-zione temporanea di caricheelettriche di segno opposto, chepermette di accumulare, su diun particolare supporto, mole-cole di glutine anche in quantitàinfinitesimali. Grazie a questoprocesso le molecole sono rileva-bili tramite uno strumento dilettura a scansione, come adesempio uno scanner in fluore-

scenza. Per comprendere meglioil procedimento si devono imma-ginare le proteine di gliadina,principali componenti del glu-tine, come delle piccole lampa-dine disperse in un liquido. Latecnica escogitata riesce ad ac-cumularle su di una superficiemicrometrica (1 millesimo dimillimetro), centuplicando, così,il livello di luce rilevabile ri-spetto a quanto avviene con undispensatore convenzionale. I ri-sultati ottenuti presentano unasensibilità di rilevazione pari a0.005 ppm di gliadine rispetto ai0.3 ppm delle migliori tecnicheoggi in uso.È evidente che questo sistemapuò essere di grande aiuto per lecase produttrici di alimenti eti-chettati “gluten free”’ che pos-sono, grazie a questa tecnica,garantire al consumatore l’as-senza di glutine.Obiettivo finale della ricerca èquello di miniaturizzare il si-stema di accumulo piroelettricoper renderlo più compatto efruibile da personale non specia-lizzato, senza ricorrere a lunghee dispendiose analisi in labora-torio.Si ricorda, infine, che il lavoro èstato realizzato con fondiMIUR-FIRB (Fondo per gli In-vestimenti della Ricerca diBase) ed è stato recentementepubblicato su Nature Commu-nications.*CNR-IBAF UOS Napoli

A caccia di glutine negli alimentiDai laboratori del CNR messa a punto una nuova tecnica per rilevarne la presenza

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Nuova pubblicazione IspraCriteri per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività

Angelo Morlando

Si propone di seguito una sin-tesi di una delle ultime guidetecniche dell'ISPRA (la nu-mero 29 della fine del 2014)inerente ad una tematicaestremamente importante: losmaltimento dei rifiuti radio-attivi. E' giusto precisare chequesta guida è un documentocon cui l’ISPRA diffondenorme di buona tecnica e chedefinisce le procedure di at-tuazione, sul piano tecnico-operativo, delle disposizioni dilegge in materia di sicurezzanucleare e di radioprotezione,stabilendo altresì i criteri e lemetodologie con cui intendesvolgere la sua azione di con-trollo. Le procedure generalisono stabilite nel Titolo III delDecreto Legislativo 15 feb-braio 2010, n. 31 e ss. mm. eii. per la localizzazione, la co-struzione e l’esercizio del De-posito nazionale, incluso in unParco Tecnologico.Le caratte-ristiche del sito nel qualeviene localizzato un impiantodi smaltimento di rifiuti ra-dioattivi a bassa e media atti-vità devono garantire ilconfinamento e l’isolamentodei radionuclidi dalla biosfera,al fine di assicurare nel tempola protezione della popola-zione, dell’ambiente e deibeni. Per lo smaltimento di ri-fiuti radioattivi a bassa atti-vità (tempo di dimezzamentoinferiore ai 30 anni) e a mediaattività (tempo dell’ordine dialcune centinaia di anni) sonoidonee anche strutture di de-

posito di tipo superficiale. Lefasi per la scelta del depositosono le seguenti. La primafase consiste in una selezionedi aree su scala nazionale se-condo criteri legati alle carat-teristiche fisiche, chimiche,naturalistiche e antropichedel territorio attraverso unaserie di indagini preliminari.La prima fase, quindi, con-duce alla individuazione di uninsieme di aree “potenzial-mente idonee”. La secondafase è finalizzata ad indivi-duare, nelle aree potenzial-mente idonee, i siti dasottoporre ad indagini di det-taglio. La terza fase è finaliz-zata alla caratterizzazionetecnica di dettaglio di uno opiù siti. Sono stati definiti anche i“Criteri di Esclusione” (CE) ei “Criteri di Approfondimento”(CA) per la cui formulazione,si è tenuto conto della stabi-lità geologica, della geomorfo-logia e delle condizioniidrauliche dell’area,della ti-pologia di confinamento, dellacompatibilità con i vincoli nor-mativi, dell'isolamento del de-posito da infrastruttureantropiche, attività umane erisorse naturali del sottosuolo,della protezione del depositoda condizioni meteorologicheestreme.In conclusione: le regole cisono, è necessario renderleesecutive. I dati illustrati nella guidatecnica sono disponibili nelsito: www.isprambiente.gov.it/it

Antibiotici: possibile impiego contro i tumori? Fabiana Clemente

Se fossero proprio gli antibio-tici l’arma vincente per con-trastare la proliferazione dellecellule tumorali? Ad avanzaretale provocazione il professorLisanti, in uno studio pubbli-cato in Oncotarget. La speri-mentazione è stata condottain collaborazione con un teamdi esperti dell’Albert EinsteinCollege of Medicine di NewYork dell’Kimmel CancerCenter di Philadelphia. Sonostati utilizzati cinque tipi diantibiotici – tra cui la doxici-clina comunemente impiegataper trattare l’acne – su lineecellulari di otto diversi tipi di

tumore. Il risultato è più cheincoraggiante! È stato rilevatoche quattro di essi hanno sra-dicato le cellule staminali delcancro in ogni test. Questicomprendevano il gliobla-stoma, il più aggressivo deitumori del cervello, la pro-stata, il seno e le ovaie, il pan-creas e il cancro della pelle.Inoltre, analisi di laboratoriohanno dimostrato la totaleinoffensività degli antibioticisulle cellule normali – basticonsiderare che sono farmacigià approvati per il consumo.Il professor Lisanti ha dichia-rato: “Questa ricerca dovrebbepermettere l’apertura dinuove sperimentazioni sugli

esseri umani per l’utilizzo diantibiotici per combattere ilcancro. Molti dei farmaci cheabbiamo usato erano estrema-mente efficaci, c’è stato poco onessun danno alle cellule nor-mali e gli antibiotici di sintesisono in uso da decenni e sonogià approvati dalla FDA perl’uso nell’uomo. Tuttavia, na-turalmente, sono necessari ul-teriori studi per validare laloro efficacia, soprattutto incombinazione con altre tera-pie convenzionali.” Tuttavia ilpotenziale degli antibiotici èuna rivelazione più datatadella recente sperimenta-zione. Precedenti studi clinici,in cui la somministrazione di

antibiotici aveva lo scopo di le-nire infezioni associate e con-seguenti a patologie tumorali,avevano già dimostrato effettiterapeutici positivi in pazientiaffetti da cancro. Prove rac-colte su pazienti con cancriavanzati o resistenti al tratta-mento. In pazienti affetti da

cancro del polmone, l’azitro-micina, l’antibiotico utilizzato,ha aumentato la sopravvi-venza dei pazienti dal 45% al75%. Sorte decisamente posi-tiva per i pazienti con linfomache, in seguito ad una terapiaa base di doxiciclina duratacirca tre settimane, hannomostrato una completa remis-sione della malattia. Risultatiincoraggianti che meritanoapprofondimenti e sperimen-tazioni ulteriori. Se gli anti-biotici risultassero esserel’agognata chiave di volta, citroveremmo di fronte ad unascoperta sensazionale. Debel-lare il cancro? Le speranze au-mentano!

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Senza alcun dubbio il rap-porto tra Napoli, il Sud e ilmare è stato sempre un rap-porto importante. Basterebbeanche solo dare un occhio aqualche dato relativo alla “po-litica del mare” progettata eattuata più o meno un secoloe mezzo fa. Napoletana erastata la prima nave a vapore,napoletana anche la primacompagnia di navigazione nelMediterraneo fondata nel1823. Nel 1854 la flotta mer-cantile risultava così suddi-visa: 4254 bastimenti nellacapitale, 1397 a Salerno, 257a Paola, 674 a Reggio, 339 aTaranto, 823 a Barletta, 155a Pescara, 603 a Gaeta. Ve-nivano utilizzati i porti prin-cipali di Napoli, Bari oSalerno ma anche quellimeno importanti ed ugual-mente funzionali di Castel-lammare, Torre Annunziata,Torre del Greco, Procida,Vasto, Pescara, Manfredonia,Gallipoli, Trani, Mola, Mol-fetta, Bisceglie, Monopoli,Brindisi, Taranto, ReggioCalabria, Catanzaro. 99.848erano i bastimenti del Regnonel 1860, per 259.910 tonnel-late complessive (17 i piro-scafi). Il cantiere diCastellammare, il più grande

in Italia, dava lavoro a 1800operai, aveva costruito le piùgrandi navi in legno in navi-gazione e aveva iniziato la ri-conversione necessaria perpassare alla costruzione dinavi in ferro verso la fine delRegno: tra il 1840 e il 1865erano uscite da Castellam-mare fregate, cannoniere, pi-rovascelli per 43.000tonnellate; ad esso era an-nessa anche una corderia acompletamento di un vero eproprio ciclo produttivo. Nelgiugno del 1860 era quasipronto per la consegna il pi-rovascello corazzato ad elica"Monarca" che con i suoi 70cannoni era la più grandenave da guerra costruita inItalia: con l'Unità diventò laprima corazzata della Marinaitaliana. Anche Castellam-mare visse problemi simili aquelli delle altre struttureproduttive: grazie alla forzadella struttura e alle capacitàdei famosi "maestri d'ascia", ilcantiere continuò a produrread un ritmo discreto ma solodopo un periodo di grave crisiche seguì alla politica gover-nativa italiana che privile-giava l'acquisto di corazzatedall'estero o dai cantieri di LaSpezia. La politica di Fedi-nando II aveva favorito ilcommercio marittimo e l'in-dustria cantieristica con un

"premio di costruzione" perla realizzazione di bastimentisuperiori alle 200 tonnellate:si istituì così una classe di ar-matori le cui navi raggiunge-vano regolarmente Boston,New York o il Brasile. Dome-nica 17 settembre 1854, in-vece, era stato inaugurato unporto creato praticamente dalnulla: quello di Ischia. La lan-cia reale, alcuni vascelli daguerra e decine di imbarca-zioni di tutti i tipi fecero festaper inaugurare uno dei portipiù sicuri del Regno. Fu risi-stemata tutta la zona por-tuale con strade, viali alberatie la costruzione della chiesadi Santa Maria di Portosalvo.Anche se condizionate da unavisione piuttosto romantica edalla ricerca di un’armoniacontinua di forme e colori, lestesse tele di Hackert dedi-cate proprio ai porti del Regnosono utili per capire il valoree l’importanza dell’intero si-stema portuale meridionalepreunitario. In somma, aconti fatti, il mare in epocaborbonica era considerato unavera risorsa con prospettive isviluppo positive e in ascesa.E’ così difficile imparare unpo’ dal passato e ritornare apuntare, per uno svilupposempre più urgente e neces-sario, sul nostro mare e suinostri veri punti di forza?

Napoli, il Sud e il mareI primati del capoluogo partenopeo

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Domenico Matania

Lo scorso sedici febbraio si èsvolta presso la Sala Riunionidella Perseveranza spa unariunione finalizzata a gettarele basi per costituire a Napoliun grande Museo del Mare.L’idea messa già a punto inaltre città in Italia ed in Eu-ropa coinvolge diverse parti incausa, a cominciare da un ne-cessario dialogo fra diversi at-tori della gestione politicoamministrativa. Presente allariunione il Presidente dell’As-sociazione Promotori Museidel Mare e della navigazionedi Genova, Pierluigi Ferrari.Sicuramente un ottimo mo-dello da seguire è quello geno-vese: circa diciannove anni fapersone dello shipping, del-l’armamento, delle istituzionisi sono determinate a creare ilMuseo del Mare di Genova co-stituendo l’Associazione Pro-motori del Museo del Mare.Decisivo in quel caso fu l’ap-porto delle autorità politiche,che vollero fermamente la na-scita di quella Realtà. Oggi l’Associazione degliAmici del museo si sostienecon 1000 euro al mese versatida tutti i componenti. Dalpunto di vista strutturale sonodisponibili dei Magazzini Ge-nerali su due livelli, che an-

drebbero naturalmente inte-ramente restaurati. Durantela riunione del 16 febbraio si èdiscusso anche circa lo statutoper la costituzione della Fon-dazione Museo del Mare. Sidarà vita ad un Comitato pro-motore articolato in tre rami-ficazioni: comitato tecnico,giuridico – amministrativo edelle Pubbliche Relazioni. Inseguito si procederà con la co-

stituzione della vera e propriaFondazione. Oltre al Padrone di casa diPerseveranza spa il coman-dante Peppino D’Amato, dalpunto di vista “istituzionale”erano presenti il Consiglierecomunale Gianni Formisano,Presidente della CommissioneTrasporti e Mobilità e Laprof.ssa Angela Procaccini,delegata dall’Assessore Enrico

Panini (Lavoro e Attività pro-duttive Comune di Napoli).Fondamentale, ad esempio,dal punto di vista logisticosarà il collegamento tra porto,stazione ed aeroporto che se-condo i programmi comunali

dovrebbe avvenire in tempinon lontanissimi. L’unità di intenti sarà fonda-mentale ai fini della realizza-zione di un progetto cheNapoli, da grande città dimare, merita.

Un grande museo del mare per NapoliUn progetto per il turismo seguendo il modello genovese

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““IL BACIO AZZURRO” INCANTA LOS ANGELES

L’Irpinia è il polmone verde dellaCampania. Un immenso oceano verdeche possiede nel suo ventre uno de ba-cini idrici tra i più grandi del pianeta,capace di 15000 mc/sec ed è tanto riccad’Acqua da poterla distribuire alle Re-gioni alle Province limitrofe. Nel2013 dalla mente del Direttore Gene-rale dell’Alto Calore, l’Ente che gesti-sce l’enorme ricchezza idricadell’Irpinia, scaturì il germe diun’idea. Quell’anno era particolarmente impor-tante: ricorreva il 75° anniversario diquell’Ente, e l’ONU lo aveva dichia-rato Anno Mondiale dell’Acqua!...Unacombinazione quasi alchemica dieventi per porre l’accento sull’impor-tanza dell’Acqua come Bene di tutti, esimbolo di Unità, di Libertà e di Pace.Un’occasione per educare ad usarla. Anon sprecarla. Il messaggio da lan-ciare era chiaro: Rispettare l’Acquaper rispettare il Mondo! Quell’idea em-brionale ha oggi un’identità, si trattadel film “Il Bacio Azzurro”, del registairpino Pino Tordiglione, presentatoqualche giorno fa all’Italia Film Fa-shion and art Festival di Los Angeles.La trama: Francesco è un ragazzino di11 anni vispo e curioso, più maturo deisuoi amici perché vive il peso della se-parazione dei genitori che gli provocaun vuoto dentro che lui riempie colti-vando la segreta speranza di una pos-sibile riconciliazione. L’unico aconoscere questo intimo desiderio diFrancesco è il nonno, Angelo ma, in

verità, Angelo non è l’unico. Complicedel nonno è una strana “Creatura”, si-lenziosa e misteriosa, che alla fine tra-sformerà quella speranza in realtà:l'Acqua.Grazie a un compito scolastico e allevacanze, nonno Angelo accompagnaFrancesco in un viaggio straordinariodi scoperta e di consapevolezza: cono-scerà il mondo magico dell’Acqua!...Ne coglierà l’Essenza. E apprenderàche l’Acqua non è solo quel liquido chebeviamo meccanicamente, senza chie-derci da dove viene. Bevendone l’Ac-qua ci rinnova un dono e ci ricorda chenoi non siamo padroni del mondo masemplici custodi, dobbiamo compren-dere la nostra grande responsabilitànei Suoi confronti, perché Ella ricambiallo stesso modo. Molti sono i prodottiaudiovisivi che parlano di Acqua e difiumi, di oceani e di mari, ma noncome “Il Bacio Azzurro” che, perciò, èanche un esperimento nuovo di Comu-nicazione. Il Progetto ha richiamato immediata-mente l’interesse dell’Onu e dell’Une-sco che hanno rilasciato il loro Alto ePrestigioso Patrocinio riconoscendolacome Opera essenziale per i grandidella Terra e per i cittadini comuni af-finché comprendano che l’Acqua è ditutti. Non ha padroni ed è libera, comeogni individuo! Se cerchiamo di impri-gionarla o renderla schiava, se cer-chiamo di farne materia di ricchezzaElla si ribellerà con la morte!

G.M.

Pet therapy e ruote da criceto: ecco come aumentare la produttività in ufficio

Lavorare in ufficio da seduti,senza uno svago e senza unpo’ di movimento può esseredeleterio sia per la psiche cheper il corpo. Ecco perché, al-cuni scienziati, hanno stu-diato degli espedienti permigliorare il proprio rapportocon il lavoro e divenire piùproduttivi. L’idea della pettherapy, seppur non recente,con gli anni ha rivelato moltialtri aspetti positivi: portarecon sé i propri animali dome-stici in ufficio, ad esempio, ri-duce lo stress ed incentiva lacollaborazione tra colleghi.Il proprio cane, ad esempio,distenderebbe i nervi e miglio-rerebbe il rapporto con i pro-pri colleghi, sempre ammessoche nel vostro ufficio ci sia unavera e propria pet policy. Inol-tre, avere il nostro fido con noi

tutta la giornata, aiuterebbeanche la nostra circolazione,visto che saremmo costretti afargli sgranchire le zampettedi tanto in tanto.Anche per i gatti, il discorso èanalogo: la Ferray Corpora-tion, un’azienda informaticagiapponese, ha addiritturaadottato un bonus cat, vale adire un incentivo, per chi nonha un gatto, ad adottarne uno

e portarlo con sé in ufficio.Se la pet therapy può sem-brarvi un po’ bizzarra, l’ideadi Rob Godshaw e Will Doen-len, allora, vi sembrerà com-pletamente assurda.Si tratta di una ruota, comequella solitamente posizio-nata nella gabbia dei criceti,ma a grandezza d’uomo, cheincorpora la scrivania ed ilcomputer e che permette di la-vorare mentre si cammina.Lavorare in piedi o, magari,camminando, aumenta la con-centrazione e migliora il ra-gionamento, per questo,passeggiando nella “ruota”,sarà possibile aumentare leproprie prestazioni lavorative,producendo anche energia ci-netica, utile per alimentare lapropria postazione di lavoro.

Fa.Cu.

L’Acqua protagonista del docufilm presentato negli Usa ed ambientato in Irpinia

ESPEDIENTI PER MIGLIORARE IL PROPRIO RAPPORTO CON IL LAVOROVino rosso: un portento

per allontanare i chili di troppoDa un recente studio condottodall’Università dell’Oregonnegli Stati Uniti e pubblicatodal Journal of NutritionalBiochemistry - bere vinorosso con moderazione po-trebbe migliorare la salutedelle persone in sovrappeso,aiutandole a bruciare i grassi.La sperimentazione portataavanti da Neil Shay, biochi-mico e biologo molecolare di Scienze Agrarie presso l’OSU, incollaborazione con il suo team di ricercatori, ha trattato cel-lule di fegato e di grasso umano coltivate in laboratorio conestratti di quattro sostanze chimiche presenti nell’uva rossoscura di una varietà tipica del Sud-est degli Stati Uniti. Ri-sultati interessanti emergono da questa ricerca. L’acido ella-gico - componente antiossidante presente non solo nell’uvama quasi in tutti i tipi di frutta e verdura - ha dimostrato po-tenzialità particolare contro l’obesità e disturbi metabolici. Èin grado infatti di rallentare significativamente la crescitadelle cellule adipose, contrastandone la proliferazione e po-tenziando inoltre il metabolismo degli acidi grassi nelle cel-lule epatiche. Ha inoltre il merito di abbassare il tasso dizucchero nel sangue. Ovviamente eccedere nel consumo dicibi eccessivamente calorici è comunque un’abitudine errataed inutile abbinare al consumo modico di vino rosso. Lungidall’essere un alimento miracoloso, uno stile di vita sano euna corretta alimentazione agevolerebbero di sicuro la fun-zione brucia- grassi del vino. F.C.

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Cristina Abbrunzo

Si chiama Dead Drops l’ul-tima tendenza lanciata dallaGrande Mela per promuovereil libero scambio di informa-zioni fra le persone. In cosaconsiste? Memorie flash ac-cessibili attraverso porte usbche fanno capolino tra i mat-toni, e alle quali chiunquepuò collegarsi per scaricare ifiles in esse contenuti.Il progetto è iniziato nel 2010,quando l'artista di BerlinoAram Bartholl, durante unsoggiorno a New York, hacreato le prime cinque ver-sioni. Da allora sono diven-tate centinaia, sparse in tuttoil mondo, e uno speciale regi-stro online ne attesta la posi-zione, la capienza, la data dicreazione. Al momento quellecensite sono 1.104, per un to-tale di 4.788 gigabyte. Quasicinque terabyte di informa-zioni che nessuno può otte-nere, se non connettendosidirettamente al muro. Perchéuna volta ideate, le DeadDrops, sono state impiantateai quattro angoli del pianetada migliaia di utenti di tuttele nazionalità, creando unastreet art 2.0. Il principio in-fatti è quello della partecipa-zione e condivisione: foto,musica, testi, video sono per

strada, a disposizione di tutticoloro che con un computervogliono scaricare questi con-tenuti anonimi. Per poi la-sciare traccia del propriopassaggio nella Dead Drop,caricando i propri file per ilprossimo fruitore. Il tutto av-viene, dunque, senza che gliutenti si incontrino o identifi-chino mai. Per questo il

nome: Dead Drops era il me-todo con cui le spie si scam-biavano documenti scottanti,depositati in un luogo segretoconcordato in precedenza. InItalia ci sono già 62 chiavetteche dagli angoli più impensa-bili della penisola, da Roma aMilano passando per Cagliarie Martina Franca, ad un oc-chio attento brillano tra i

mattoni. Ma non finisce qui.Il progetto sta prendendopiede sempre più veloce-mente in varie parti delmondo, tanto che Aram hapubblicato sul web un sito uf-ficiale con la mappatura mon-diale, città per città, deiluoghi dove poter accedereallo scambio di dati e un un“how to”, ovvero le istruzioni

per sollecitare chiunque a in-serire nei muri della città leproprie memorie e condivi-derle. Requisiti imprenscindi-bili per ogni nuova DeadDrop sono, così come sancitonel Dead Drops Manifesto,che ogni chiavetta sia situatain uno spazio pubblico, nelquale a malapena si noti. Perconnettersi non c'è bisogno dinulla, nessun plugin, nessuncavo: solo un portatile. OgniDead Drop, ovviamente, èunica nel suo genere e divaria capacità. La più grandefinora è stata installata aSydney ed è una pen drive da120GB. Inizialmente, gliutenti principali di DeadDrops sono stati i musicistiche hanno sfruttato l'idea percondividere le loro tracceaudio, consegnando alle pendrive nascoste tra i muri dellecittà le loro opere. Ma nelcorso degli anni, il progetto ècresciuto fino a includere varitipi di file, tra cui film, giochi,spettacoli televisivi e fumetti.E c'è anche chi condividevideo o foto di famiglia e pro-getti artistici. Cementare una chiavetta inun luogo pubblico (dovechiunque, con un pc portatile,può connettersi e scaricaremateriale gratuitamente) èun modo innovativo per in-crementare la creatività, leconnessioni fra le persone e illibero scambio di informa-zioni. All around the world.

S-cambia cibo: la dispensa virtualeSul web per condividere le eccedenze alimentari

Non tutti sono consapevoli disprecare cibo, ma anche chi loè, in genere, pensa alla suaarancia ammuffita, all’insa-lata che diventa una so-stanza melmosa, al pacco ditortellini ancora imballatoche finisce nella pattumierasenza passare dalla tavola.Non sembra poi così grave. Dicerto fa più impressione im-maginare 1,3 miliardi di ton-nellate di alimenti, che èquanto buttiamo in un annosecondo due rapporti dellaFao (2011 e 2014). Tradottoin vil denaro sono 560 mi-liardi di euro. Le perdite av-vengono in ogni fase dellafiliera e raggiungono il 42%in ambito domestico. Quasi lametà del problema, quindi,dipende da noi. Di spreco ali-mentare e soluzioni concrete

si parlerà lungamente adExpo 2015 di Milano, ma labuona notizia è che un rime-dio già c’è.Qualcuno penserà ai propo-siti per il nuovo anno di “farela spesa in modo più oculato”,ma sa già che probabilmentelo disattenderà, come la mag-gior parte dei progetti che sifanno i primi mesi dell’anno.In tal caso invece di rasse-

gnarsi, ci si può appuntarequesto nome: ScambiaCibo. Si tratta di una piattaforma,nata da un progetto made inItaly, fatta apposta per evi-tare che i vostri alimenti fini-scano nell’immondizia. Funziona così: caricate sulsito il prodotto ARS (ad altorischio spazzatura), metteteuna foto e le info necessarie(data di scadenza e caratteri-stiche); poi lo geolocalizzate easpettate che qualcuno vicontatti per mettervi d’ac-cordo per la consegna.ScambiaCibo implica ancheuna parte finale più fisica,con lo scambio che avvienematerialmente a casa di unodei due partecipanti, o in unluogo terzo che può essereadibito a deposito/magazzino:Il progetto per funzionare

prevede, dunque, una vici-nanza fisica o un luogo dovemettere il cibo che si scam-bia; la piattaforma è comun-que uno strumento che purpartendo dal web, facilita ilcontatto umano: si poten-ziano le reti del vicinato comenelle social street e si rispar-miano soldi per gli acquisti.Non si tratta di un baratto,ma della cessione di ecce-denze alimentari (senza in-termediazione di denaro) incambio di vantaggi econo-mici, ambientali e sociali.Nel manifesto i promotori di-chiarano di volere che il cibotorni ad avere ancora unavolta un valore sentimentale,“perché è più di una merce”.E attraverso la condivisionemangiare si trasforma in unatto etico. C.A.

Dead drops: memorie usb nei muri della cittàIl futuro è condivisione

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Eleonora Ferrara

Finalmente il Consiglio dei Mi-nistri ha emanato i due decretilegislativi sul contratto a tutelecrescenti e sul nuovo ammortiz-zatore sociale: la NASPI.A partire, quindi, dal 1° marzoprossimo, si assumerà in basealla nuova normativa che san-cisce il cambio di meccanismonegli strumenti di tutela, con laprevisione dell'indennizzo incaso di licenziamento.A decorrere, invece, dal 1° mag-gio prossimo, viene introdotta laNASPI, ossia il nuovo sussidioper la disoccupazione involonta-ria. “Questo è un giorno attesoda un'intera generazione. Fi-nora la politica ha fatto laguerra ai precari senza fare laguerra al precariato. Nel mo-mento in cui rottamiamo ico.co.pro. e superiamo l'art. 18riconosciamo proprio il dirittoad avere tutele maggiori. Parolecome mutuo, ferie, buonuscita ediritti entrano finalmente nelvocabolario di una generazioneche ne è rimasta sinora esclusain modo inaccettabile.” Questele parole di Matteo Renzi ri-guardo all'approvazione defini-tiva di questi primi due decretiattuativi. Sono ancora al vagliodel Consiglio dei Ministri altridue decreti legislativi .Si tratta, quindi, di rivederetutta la materia dei contratti,con l'abolizione delle collabora-zioni a progetto e l'emanazionedi nuove regole sulle mansioni,nonchè di nuove misure per mi-gliorare il rapporto vita-lavoro.Per quanto attiene, poi, i lavo-ratori assunti a tempo indeter-minato a tutele crescenti, èstato cambiato il regime di tu-tela, nell'eventualità interve-nisse il licenziamento regolatodall'art. 18 dello Statuto dei la-voratori. In effetti, al lavoratorelicenziato verrà pagato un in-dennizzo economico che aumen-terà in base all'anzianità diservizio, entro il limite delleventiquattro mensilità.Relativamente, invece, al rein-tegro nel posto di lavoro, è pre-visto che scatti solo nel caso dilicenziamenti discriminatori onulli o, ancora, disciplinari, al-lorquando si verifichi l'insussi-stenza del fatto materialecontestato al lavoratore, senzache venga valutata la spropor-zione del licenziamento.L'impresa potrà variare, inoltree se lo ritiene, le mansioni di undipendente, in caso di modificadegli assetti organizzativi, am-

pliando in tal modo il concettoespresso nella legge delega, checircoscriveva tale facoltà allesole eventualità di ristruttura-zione o riorganizzazione azien-dale. Col perseguire questiintendimenti, mediante l'attri-buzione unilaterale a nuovemansioni, non si potrà scenderesotto un livello d'inquadra-mento e non si dovrà modificarela retribuzione in godimento almomento della modifica dell'in-carico. Maggior rilievo viene at-tribuito alla contrattazionecollettiva, anche aziendale.Esclusa la possibilità di poterconsiderare nuove collabora-zioni a progetto, per le collabo-razioni viene definito il concettodi lavoro straordinario, quindiprestazioni ripetute secondo unorario stabilito dal commit-

tente, le quali vengono effet-tuate secondo ordini gerarchici.Terminato il periodo transito-rio, dal 1° gennaio 2016 le colla-borazioni a progetto in corso, aldi fuori di quelle oggetto di ac-cordi collettivi, nonché tutto ciòche è assimilabile al lavoro su-bordinato, sarà assorbito dalnuovo contratto a tutele cre-scenti. Continueranno a soprav-vivere le vere collaborazioniautonome e le vere partite IVA,in quanto a quelle deboli ver-ranno estese alcune tutele,come le prestazioni per la ma-ternità e la malattia. Le novità,infine, relative al regime di tu-tele introdotte dal contratto atutele crescenti, vengono estese,altresì, ai licenziamenti collet-tivi disciplinati dalla legge223/1991.

Jobs act: scatta l'operatività

TERRITORIOI Piani territoriali paesistici,concorrono come gli altri stru-menti urbanistici, ad intro-durre prescrizioni per unarmonioso sviluppo di interezone che si vogliono tutelareper la particolarità ed unicitàdella loro bellezza, assolvendodunque appieno una funzioneanche urbanistica. I piani ter-ritoriali paesistici sono stru-menti di disciplina di uso evalorizzazione dei territori as-soggettati a vincoli paesaggi-stici che, in attuazione delprincipio fondamentale di cuiall'art. 9 cost., prevalgono suipiani regolatori generali e suglialtri strumenti urbanistici e

possono certamente imporre li-mitazioni di carattere gene-rale, ovvero puntualiprescrizioni, con efficacia im-mediatamente precettiva a ca-rico dei proprietari, quandosiano ravvisate ragioni di tu-tela dei valori paesaggistici, dicui i piani stessi debbono arti-colare la disciplina. TAR Cam-pania (NA), Sez. VI, n. 5186,del 8 ottobre 2014.RIFIUTIIl Consiglio di Stato, Sez. V,con la sentenza n. 5619, del 17ottobre 2014 ha ritenuto ille-gittima l’ordinanza di smalti-mento dei rifiuti utilizzati perriempimento del piazzale aservizio dell’impianto indu-

striale, già utilizzati in pas-sato. La società avendo utiliz-zato per realizzare il contestatoampliamento del piazzale glistessi materiali di scarto, il cuiriuso era stato autorizzatodalla Provincia per il piazzaleampliato, confidava nella cor-rettezza sostanziale del pro-prio operato. Avendo la societàfornito prove adeguate circa imateriali utilizzati per l’operain questione (perizia giuratache evidenzia che il rifiuto uti-lizzato per modellare i piazzaliha le caratteristiche previstenegli atti autorizzativi, peral-tro molto simili a quelle delterreno sottostante), l’inter-vento non può non ritenersi

compatibile non solo sotto ilprofilo urbanistico - edilizio maanche sotto il profilo ambien-tale. Invero, il giusto rigore checaratterizza i procedimentivolti al riutilizzo dei rifiuti nonpuò tradursi in una preclu-sione assoluta di autorizza-zione postuma, ovvero asanatoria, ove vi sia la provaincontrovertibile che non sus-siste violazione delle norme so-stanziali, come nel caso inesame, in cui è indubbio che gliscarti usati per l’ampliamentodel piazzale sono gli stessi giàoggetto di autorizzazione in oc-casione della realizzazionedegli altri piazzali.

A.T. e E.F.

Eleonora Ferrara

“Non è un buon cristiano quello che non fa giustizia conle persone che dipendono da lui. E non è un buon cri-stiano quello che non si spoglia di qualcosa necessaria alui per dare ad un altro che abbia bisogno”.Questo è l'appello lanciato da Papa Francesco durantela messa officiata in Santa Marta, dovendo i cristiani, inspecial modo durante il periodo quaresimale, vivere coe-rentemente l'amore verso Dio e verso il prossimo.Il Santo Padre ha bacchettato, in tal modo, anche coloroche prodigandosi in offerte alla Chiesa, si comportanomale sia con la propria famiglia che all'interno del pro-prio contesto sociale.Il Pontefice ha assunto come punto di partenza della pro-pria riflessione, il brano di Isaia che induce a distinguerefra ciò che è formale e ciò che è reale.Difatti, secondo Francesco, non ha senso fare penitenzase non ci si comporta bene, sfruttando gli operai.Il Papa, quindi, stigmatizza il comportamento di coloroche pur se partecipano tutte le domeniche alla santamessa, non pagano adeguatamente i propri dipendenti,facendoli lavorare addirittura in nero, senza alcuna ga-ranzia per il futuro.Il cammino della Quaresima consiste perciò in un realepercorso di introspezione, proiettato verso il bene ed ilrispetto del prossimo e non in un digiuno del tutto for-male, del quale non si comprende nemmeno il vero si-gnificato.

Il Papa condanna il lavoro “in nero”

Viaggio nelle leggi ambientali

Dopo l’approvazione dei primi due decreti attuativi

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Donne Ammarolate

Donne Guerriere

Libere donne per padri che cambianoDimmi che contratto hai. Ti dirò che gravidanza avrai.

Nella dedica a: “L’taliadelle donne”,l’autrice AlidaArdemagni dopo la madre ele amiche più care, cita la fi-glia e le giovani donne comelei “che oggi più che maihanno bisogno di un inco-raggiamento. Abbiate fidu-cia in voi stesse. Abbiamofatto e faremo sempre la sto-ria di questo Paese (e nonsolo)”… Questo libro vuoledeclinare al femminile lastoria dell’Italia e alloralungo una raccolta di storiedi donne italiane, che è in-sieme un piccolo atlante diviaggio ci imbattiamo in set-tanta donne di ogni epoca,alcune molto famose e altrequasi sconosciute. Tutti co-noscono Artemisia Gentile-schi, Prada o MargheritaHack, Levi Montalcini oEleonora Duse, ma pochisanno chi sia Rosalba Car-riera, che pure è stata la piùstimata ritrattista dell’Eu-ropa del Settecento, o Vitto-

ria Colonna, una vera intel-lettuale del Rinascimentoammirata da Ariosto e Mi-chelangelo, o ancora MariaLai, una pittrice sarda scom-parsa l’anno scorso, moltoapprezzata in tutto il mondotranne che in Italia. Come siè intuito le donne attraver-sano con coraggio e talentosecoli di storia. Troviamo ledonne della storia antica concui si apre il libro, come levestali sacerdotesse romaneo le etrusche di Tarquinia,numerose donne rinasci-mentali e molte che sono vis-sute a cavallo fra Otto eNovecento. Non mancanodonne che ci hanno lasciatoda poco, come Alda Merini,la Montalcini, Gae Aulenti ealtre nostre contemporanee.In quest’ultimo caso sonostate privilegiate le impren-ditrici, come le sorelle No-nino, che hanno declinato lagrappa al femminile (gra-zie!), perché è proprio attra-

verso la loro affermazionenel mondo del lavoro chepossono essere di esempioalle giovani donne. Il libro èinfatti dedicato a loro, cheoggi si trovano di fronte a unfuturo incerto e hanno biso-

gno di un incoraggiamento.Le settanta italiane raccon-tate nel libro dimostrano chele donne sono state grandeprotagoniste della storia delnostro paese, a dispetto dichi le voleva sempre in se-conda fila, anche se spessopagando un prezzo troppoalto.

Donne Italiane

Il Padre Materno

E’ finita l’era del padre pa-drone, ci troviamo ora nel-l’epoca del padre materno,anche se le cronache di tantifemminicidi smentiscono que-st’affermazione. L’iconografiapubblicitaria, d’altro canto, cirifila una figura idealizzata dipadre mostrandoci, il più dellevolte, i corpi di un giovaneuomo e di un tenero neonatoavvinghiati in un cerchio diperfetta, immobile autosuffi-cienza. Il bizzarro capovolgi-mento dei ruoli garantisceautocompiacimento, ma nellarealtà sono moltissimi i padriche fanno da mamma ai loro

figli e le cose non sono così sem-plici come appare nella pubbli-cità. La stessa psicanalisi haspostato la sua attenzionedalla madre al padre, seguendoquesta tendenza si inseriscecon competenza e originalità“Il padre materno da SanGiuseppe ai nuovi mammi”,curato e scritto con altri, dallapsicoanalista Simona Argen-tieri. L’autrice si serve dellatradizione iconografica di S.Giusepp, investigandola allaluce delle angosce attuali in-torno alla funzione paterna.Un tempo i padri si difende-vano mantenendo la distanzaemotivamente dai loro bam-bini, affidati completamentealle cure femminili, ma il di-stacco non era così radicale. Amotivare la ricerca dell’Argen-tieri, è stato il restauro di ungrande quadro di famiglia, ri-salente al XVIII secolo, dove S.Giuseppe si occupa del neonatoGesù mentre la Madonna,sullo sfondo, appare impegnatanella lettura di un libro.(a cura di Andrea Tafuro)

“Con l’aiuto di stick e del ca-lendario, ho cercato di saltareesattamente i mesi nei qualirestare incinta avrebbe signi-ficato partorire al momentodel rinnovo del contratto…”.Sara, co.co.co in un’associa-zione no profit, neomamma.E’ una citazione estrattadalle pagine di: ”Guerriere.La resistenza delle nuovemamme italiane”, di Elisa-betta Ambrosi, che getta losguardo su quelle donne cherincorrono un equilibrio tralavoro, famiglia, figli e sestesse. Come riuscire a so-pravvivere, se lo Stato pro-mette servizi che nonmantiene e il lavoro dà sem-pre meno reddito? Una dellerisposte più importanti per latrasformazione di questa so-cietà la si trova nella dedicadel libro: “ai padri che sonocambiati”. La rivoluzionedeve partire dalla famiglia,rimboccarsi le maniche, tro-vare strategie alternative,

scegliere bene le battaglie dacombattere e indirizzare almeglio le energie. La prima afarlo è stata proprio l’autriceche ha deciso di indagare letattiche di sopravvivenzaquotidiana di amiche e donneconosciute attraverso il blog“Sex and (the) stress”, allequali ha chiesto di raccontarele loro giornate, la riparti-zione dei carichi in famiglia,la divisione dei ruoli con ilpadre, il percorso professio-nale, il lavoro attuale, lo sti-pendio e ciò che vorrebberodallo Stato.

“L’amore scontento. Madrie figli ammalorati” è un ro-manzo-verità ambientato neivicoli di Napoli per raccontare

le storie di bambini problema-tici…ammalorati. Compaiono nelle prime paginedue giovani donne, Betta e As-suntina, che si conoscono efanno amicizia nelle ore cheprecedono la loro partenza perun periodo di vacanza e chedecidono di rinunciarvi per an-

dare nel Rione Sanità e quiaprire un centro dedicato airagazzi disabili e alle loromadri. Da quell’incontro ca-suale nasce un percorso di vitadiverso, si avventurano nelrione, adagiato su smotta-menti, necropoli, terreni allu-vionali e rovine, ed esploranol’ovile dei bambini disabili:questi bimbi sono pezzi unici,irripetibili, sono piccoli eroiprotagonisti della vita delrione, ci riportano con le loromamme alla fondazione delmondo, quando si dovevanoancora ordinare le stagioni, icieli e la terra. “O forse, voibambini ammalorati siete igradini che salgono a dio? Op-pure, così incompiuti, siete unpoco divinità, un poco genio,un poco agnelli di Chagall chestanno sempre fuori posto e peril resto bambini? Matite chedurano molto meno dellagomma che cancella quantohanno scritto?”. I quattro prodidel libro hanno nomi simbolici,che sembrano alludere aiquattro elementi: Oceanina al-

l’acqua, Pietro alla terra, Mu-schillo all’aria e Cardillo alfuoco, ma sotto la specie dellamalattia/malora, ovvero dellapatologia che è anzitutto sven-tura, per essi che non se nerendono conto, e per le loromadri consapevoli. I figli am-malorati gravano sulle spalledelle madri, le consumano,sussistono solo grazie al loroindefettibile sostegno. Quelladi “Madri e figli ammalorati” èuna storia forte, dolorosa ecrudele dove le madri sono "ar-mate di pazienza, tanta, im-mensa come se dovesseroespugnare la più agguerritadelle fortezze…"."L'amore scontento" ci offre lospecchio più vero dove possaguardarsi, se ne ha il coraggio,una società che non sia ancoradiventata cieca. L’alterità diquesti ammalorati è totale, laloro cifra è l’incomprensibilitàradicale. Essi guardano ilmondo con occhi alieni,come losono i nostri stessi occhi cheguardano loro. Cosa abbiamodavanti a noi?

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Foto di Fabiana Liguori

“Shoot..s”,

la mostra dell’artista partenopeo

Luigi De Simone

Fino al 21 marzo

alla galleria Blu di Prussia

Napoli

In esposizione alcuni ritratti che rappresentanopersonaggi del mondo del cinema e della lette-ratura realizzati con tecnica mista. La serie dilavori in esposizione nasce dall'idea di riutiliz-zare frammenti di cartoni da imballaggio, ma-teriali poveri con una storia e un legame fortecon i luoghi; una sorta di ricognizione attornoalle aree periferiche della città di Napoli, conl'idea di dare alle cose abbandonate un senso euna continuità. Il ritratto è risultato essere ilmodo più congeniale all'artista per sottolinearela ricerca di una nuova identità e combinare as-sieme ready-made e pittura. I lavori sono rea-lizzati con cartone ritagliato e sagomatosfruttando talvolta il colore stesso dell'involucroe in altri casi intervenendo in modo essenzialecon la pittura per definire l'espressività e i par-ticolari dei volti raffigurati.