Arpa campania ambiente 2014 21

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Differenziata a Napoli tra ricorsi e primati Martelli a pag.4 Gli alogenuri organici pro- dotti dall’industria e dal- l’agricoltura sono dei pericolosi inquinanti am- bientali. Uno studio del- l’Università di Manchester, pubblicato sulla rivista... Buonfanti a pag.9 Una macchina del tempo per il clima Lo studio del meteo, del clima e delle sue variazioni è estremamente complesso, i modelli statistici sono diffi- cili da elaborare,spesso ci sono gap piuttosto significa- tivi nei dati storici e sta ai ri- cercatori colmarli, nonché intervenire sugli errori. a pag.10 Bove a pag.13 Antibiotico-resistenza È necessario intervenire tempestivamente per evitare che la situazione precipiti Il riscaldamento globale è quasi com- pletamente causato dall’uomo, che ha contribuito attraverso la combustione dei carboni fossili e la deforestazione e per limitarne l’impatto è necessario intervenire tempestivamente, ridu- cendo in maniera drastica le emis- sioni di CO 2 nell’atmosfera. È quanto emerso dal rapporto sul ri- scaldamento globale dell’ONU, pre- sentato ad inizio Novembre dal Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), durante la riunione a Copenhagen delle Nazioni Unite, la penultima prima della tappa cruciale di Parigi 2015. Cuoco a pag.3 Novembre è sempre stato nella tradizione della meteorologia italiana uno dei mesi più piovosi dell’anno. Ma è anche vero che negli ultimi de- cenni le piogge sono cadute in maniera spropo- sitata, a carattere di nubifragio, collocandolo come mese a più alto potenziale alluvionale sul- l’Italia. Quest’anno lo conferma tragicamente. Loffredo a pag. 6 Capuzzelle, torroni e zucche: Novembre tra ‘A livella e Halloween Ogni anno il 2 novembre c’è l’usanza di an- dare al cimitero. È il celeberrimo incipit de “’A Livella” di Totò. L’usanza di commemorare i defunti è più an- tica dell’uomo stesso; anche due millenni or sono si usava ricordare e “venerare” i propri avi quasi come divinità che avevano il potere di proteggere la famiglia ancora in vita. De Crescenzo-Lanza a pag.15 Abbrunzo a pag.18 Fairphone: il cellulare equo e solidale Nella prospettiva di un miglior li- vello di comfort climatico nelle città, una delle problematiche su cui si sta concentrando l’attenzione dei piani- ficatori è l’isola di calore urbano (Urban Heat Island - UHI). Palumbo a pag.17 Come abbattere le isole di calore Un fenomeno che rende sempre più invivibili le abitazioni Rimedi biologici contro gli inquinanti «Dopo venticinque anni di denunce, inchieste giudiziarie, studi epide- miologici, a che punto siamo?». Il sottotitolo chiarisce il significato del se- minario organizzato lo scorso 5 novembre a Città della Scienza, a Napoli. Tra i partecipanti, il direttore tecnico Arpac, la dott.ssa Marinella Vito. Mosca a pag.7 Forum sulla Terra dei Fuochi a Bagnoli Le alluvioni ricorrenti del mese di novembre SCIENZA & TECNOLOGIA AMBIENTE & SALUTE BIO-ARCHITETTURA AMBIENTE & TENDENZE Rapporto ONU sul riscaldamento globale ARPAC Cambiare punto di vista sul mondo e migliorare NATUR@MENTE Si spiffera che nelle relazioni interpersonali sui luoghi di la- voro, sono ricordate forme oc- casionali di gentilezza. Tutti sono alla ricerca di segnali provenienti dall’aldilà. A dire il vero sul lavoro, qualcuno che collaudi la possibilità di essere gentile ogni tanto lo incontro. Ma passa subito per un povero debole demente. L’archetipo che nel mestiere delle relazioni umane sia an- cora avverabile, la remota pos- sibilità di calarsi nei panni altrui è valutata bislacca. In fondo la crisi economico/so- ciale, che ha bruciato la vostra vita, vi ha rinsecchito il porta- fogli solo perché da tempo aveva già corroso i vostri cuori. Tafuro a pag.19 ISTITUZIONI NATURA & BIODIVERSITÀ CURIOSITÀ Matania pag.16 Sono trascorsi trent’anni dalla scomparsa di Eduardo De Fi- lippo ed in questi giorni si suc- cedono le iniziative per ricordare uno dei più grandi uo- mini di cultura del ventesimo secolo. Si sprecano le definizioni, le frasi, gli epiteti e le etichette per Eduardo: drammaturgo, at- tore teatrale, attore cinemato- grafico, regista teatrale, regista cinematografico, sceneggiatore e poeta, ebbe ed ha il merito di portare in alto la cultura napo- letana intrisa di contraddizioni e superstizioni senza mai cadere nello stereotipo “napoletano”. A trent’anni dalla scomparsa di Eduardo De Filippo

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Differenziata a Napolitra ricorsi e primati

Martelli a pag.4

Gli alogenuri organici pro-dotti dall’industria e dal-l’agricoltura sono deipericolosi inquinanti am-bientali. Uno studio del-l’Università di Manchester,pubblicato sulla rivista...

Buonfanti a pag.9

Una macchina del tempo per il clima

Lo studio del meteo, delclima e delle sue variazioni èestremamente complesso, imodelli statistici sono diffi-cili da elaborare,spesso cisono gap piuttosto significa-tivi nei dati storici e sta ai ri-cercatori colmarli, nonchéintervenire sugli errori.

a pag.10

Bove a pag.13

Antibiotico-resistenza

È necessario intervenire tempestivamente per evitare che la situazione precipiti

Il riscaldamento globale è quasi com-pletamente causato dall’uomo, che hacontribuito attraverso la combustionedei carboni fossili e la deforestazionee per limitarne l’impatto è necessariointervenire tempestivamente, ridu-cendo in maniera drastica le emis-sioni di CO2 nell’atmosfera. È quanto emerso dal rapporto sul ri-scaldamento globale dell’ONU, pre-sentato ad inizio Novembre dalGruppo intergovernativo di espertisul cambiamento climatico (IPCC),durante la riunione a Copenhagendelle Nazioni Unite, la penultimaprima della tappa cruciale di Parigi2015.

Cuoco a pag.3

Novembre è sempre stato nella tradizione dellameteorologia italiana uno dei mesi più piovosidell’anno. Ma è anche vero che negli ultimi de-cenni le piogge sono cadute in maniera spropo-sitata, a carattere di nubifragio, collocandolocome mese a più alto potenziale alluvionale sul-l’Italia. Quest’anno lo conferma tragicamente.

Loffredo a pag. 6

Capuzzelle, torroni e zucche: Novembre tra ‘A livella e Halloween

Ogni anno il 2 novembre c’è l’usanza di an-dare al cimitero. È il celeberrimo incipit de“’A Livella” di Totò. L’usanza di commemorare i defunti è più an-tica dell’uomo stesso; anche due millenni orsono si usava ricordare e “venerare” i propriavi quasi come divinità che avevano il poteredi proteggere la famiglia ancora in vita.

De Crescenzo-Lanza a pag.15

Abbrunzo a pag.18

Fairphone: il cellulareequo e solidale

Nella prospettiva di un miglior li-vello di comfort climatico nelle città,una delle problematiche su cui si staconcentrando l’attenzione dei piani-ficatori è l’isola di calore urbano(Urban Heat Island - UHI).

Palumbo a pag.17

Come abbattere le isole di caloreUn fenomeno che rende sempre più invivibili le abitazioni

Rimedi biologici contro gli inquinanti

«Dopo venticinque anni di denunce, inchieste giudiziarie, studi epide-miologici, a che punto siamo?». Il sottotitolo chiarisce il significato del se-minario organizzato lo scorso 5 novembre a Città della Scienza, a Napoli.Tra i partecipanti, il direttore tecnico Arpac, la dott.ssa Marinella Vito.

Mosca a pag.7

Forum sulla Terra dei Fuochi a Bagnoli

Le alluvioni ricorrentidel mese di novembre

SCIENZA & TECNOLOGIA

AMBIENTE & SALUTE

BIO-ARCHITETTURA AMBIENTE & TENDENZE

Rapporto ONU sul riscaldamento globale

ARPAC

Cambiare punto di vista sul mondo e migliorare

NATUR@MENTE

Si spiffera che nelle relazioniinterpersonali sui luoghi di la-voro, sono ricordate forme oc-casionali di gentilezza. Tuttisono alla ricerca di segnaliprovenienti dall’aldilà. A direil vero sul lavoro, qualcuno checollaudi la possibilità di esseregentile ogni tanto lo incontro.Ma passa subito per un poverodebole demente. L’archetipo che nel mestieredelle relazioni umane sia an-cora avverabile, la remota pos-sibilità di calarsi nei pannialtrui è valutata bislacca. Infondo la crisi economico/so-ciale, che ha bruciato la vostravita, vi ha rinsecchito il porta-fogli solo perché da tempoaveva già corroso i vostri cuori.

Tafuro a pag.19

ISTITUZIONI

NATURA & BIODIVERSITÀ

CURIOSITÀ

Matania pag.16

Sono trascorsi trent’anni dallascomparsa di Eduardo De Fi-lippo ed in questi giorni si suc-cedono le iniziative perricordare uno dei più grandi uo-mini di cultura del ventesimosecolo. Si sprecano le definizioni,le frasi, gli epiteti e le etichetteper Eduardo: drammaturgo, at-tore teatrale, attore cinemato-grafico, regista teatrale, registacinematografico, sceneggiatore epoeta, ebbe ed ha il merito diportare in alto la cultura napo-letana intrisa di contraddizionie superstizioni senza mai caderenello stereotipo “napoletano”.

A trent’anni dalla scomparsa di Eduardo De Filippo

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RAPPORTO ECOSISTEMA URBANO 2014

Alessia Esposito

È giunta alla ventunesima edizione l’ini-ziativa di Legambiente “Ecosistema Ur-bano”, la ricerca sulla vivibilità dei nostricapoluoghi effettuata in collaborazionecon l'Istituto di Ricerche Ambiente Italiae Il Sole 24 Ore. Quest’anno EcosistemaUrbano concentra l’attenzione sulle poli-tiche ambientali messe in atto dalle am-ministrazioni locali per quanto riguardala salvaguardia del proprio territorio. Icriteri della classificazione vanno dallaqualità dell’aria (concentrazioni di pol-veri sottili, biossido di azoto e ozono) allamobilità (tasso di motorizzazione auto emoto, modale share, indice di ciclabilitàe isole pedonali), dalla gestione idrica(consumi, dispersione della rete e depu-razione) a quella dei rifiuti, dal trasportopubblico all’incidenta-lità stradale fino ai datisull’energia consumi ediffusione rinnovabili).In generale l’anda-mento migliore lo fannoregistrare comunque lecittà medio-piccole, so-prattutto del nord Ita-lia. I risultati migliori siregistrano a Verbania,Belluno, Bolzano,Trento e Pordenone,ma anche qui non man-cano i problemi, sin-tomo del grave stato incui versa l’ecosistemaItalia.

Secondo quanto si legge sulla pagina diLegambiente, ad esempio, a Trento, ri-sultano eccessivi i valori del biossido diazoto, Verbania e Belluno perdono unterzo dell’acqua immessa in rete, Porde-none depura poco più della metà dei suoiscarichi fognari. Ben peggiore la situa-zione per i fanalini di coda della classi-fica: Agrigento e Isernia, Crotone eMessina, Catanzaro e Reggio Calabria.L’inquinamento atmosferico è tuttora alivelli di emergenza: Trieste, Milano, To-rino e Roma fanno registrare valori dibiossido di azoto oltre i 50 μg/mc. In sin-tonia con questo dato aumentano anche(seppur leggermente) i numeri degli spo-stamenti in auto e moto. Solo a Bolzanole politiche di mobilità sostenibile sonoriuscite a limitare gli spostamenti privatiad un terzo del totale. Mentre 26 sono le

città in cui questi supe-rano i due terzi del to-tale. A confermare irisultati, lo scarso usodel trasporto pubblico aBari, Catania, Napoli,Palermo (complice ilcattivo stato del servi-zio). Per quanto ri-guarda la raccoltadifferenziata le città in-vece si dividono: unterzo dei comuni nonraggiunge nemmeno iltraguardo del 35% pre-visto per il 2006, men-tre altre (come lecampane Benevento e

Salerno) hanno raggiunto o superatol’obiettivo di legge del 65%. Per quantoriguarda la dispersione dell’acqua la ma-glia nera va all’88% di Foggia e al 77% diCosenza. Ma sono ben 52 in totale le cittàin cui più del 30% dell’acqua immessanella rete viene dispersa. Certo, come so-stiene il presidente di Legambiente Vit-torio Cogliati Dezza “Non mancano isegnali di cambiamento: il successo dellaraccolta differenziata a Milano e Andria,il car-sharing a Roma e Milano, le pedo-

nalizzazioni a Bologna, la mobilità a Bol-zano. Pochi i segnali positivi in una si-tuazione bloccata”. Aggiunge però che“Serve un piano nazionale che assegnialle città un posto di primo piano nel-l’agenda politica che superi la frammen-tazione dei singoli provvedimenti emostri una capacità politica di pensareun modo nuovo di usare e vivere le città.Purtroppo, il decreto SbloccaItalia rap-presenta solo l'ennesima occasione persa.E le città pagheranno anche questo”.

FORESTE MOLISANE, SVERSAMENTI ILLECITI E LATTE SCADUTO IN COMMERCIOÈ stata un’inchiesta della pro-cura di Santa Maria Capua Ve-tere, in provincia di Caserta, aportare ai domiciliari l’impren-ditore casertano Giuseppe Gra-vante, impegnato da oltre 40anni nel settore zootecnico, expatron di Latte Matese, proprie-tario di allevamenti e di ungrande stabilimento nel comunedi Gioia Sannitica. Disparate leaccuse: vendita di latte scadutomischiato con quello in lavora-zione, animali sommersi dai loroliquami, sversamenti illeciti di-rettamente nel fiume Volturno.Il marchio Foreste Molisane co-stava dunque, con la sua produ-zione, un livello di inqui-namento pari a quello di unacittà di 24mila persone.L’indagine è partita dalle di-chiarazioni di un ex dipendente,la cui versione è stata confer-

mata da altri operai del-l’azienda. Gli stessi operai cheper anni (dal 1994) sarebberostati costretti a mantenere il si-lenzio sotto minaccia di licenzia-mento. Secondo le testimo-nianze nel Volturno sarebberofiniti, attraverso un sistema dipompe idrauliche e canalizza-zioni, escrementi degli animali,reflui delle sale di mungitura,acque di lavaggio delle stallecontaminate da detergenti eacidi fortemente tossici; sareb-bero poi stati interrati o bruciatigli scarti dell’attività di imbotti-gliamento per un totale di circa6,5 quintali di rifiuti al giorno.Gli sversamenti illegali avreb-bero fatto risparmiare al patrondi Foreste Molisane circa un mi-lione di euro in quindici anni diattività. Come riporta il FattoQuotidiano, secondo un ex ad-

detto “la situazione era insoste-nibile, gli animali erano som-mersi di liquami, e intanto ilGravante riceveva un sussidiopubblico di 70 euro per il benes-sere di ciascun animale”. Il sistema era ben architettato,gli sversamenti erano effettuatisoprattutto di sera o nelle orenotturne, tanto che le autorità,nonostante le denunce delWWF sul pessimo stato del Vol-turno, non avevano finora ri-

scontrato il gravissimo dannoall’ambiente provocato dal-l’azienda di Gioia Sannitica. Lostesso comune aveva conferitonel 2007 a Gravante la cittadi-nanza onoraria col titolo di "redel latte". Del resto proprio iproprietari e i gestori delle im-prese agricole dovrebbero custo-dire e tutelare il patrimonionaturale, fonte di ricchezza e be-nessere. E invece, come scrive il

Gip nell’ordinanza di arresto,“L’indagato in realtà non volevaproprio sentir parlare del pro-blema dei rifiuti. Pretendevache gli scarichi fossero elimi-nati”. Proseguono tuttora, anchecon la collaborazione dei tecnicidell’Arpac, le operazioni di mo-nitoraggio del sottosuolo per rin-venire i dati precisi delloscandalo Foreste Molisane.

A.E.

Verbania, Belluno e Bolzano top. Benevento e Salerno prime città per la differenziata

Scandalo nel casertano: il fiume Volturno utilizzato come discarica

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Fabio Cuoco

Il riscaldamento globale èquasi completamente causatodall’uomo, che ha contribuitoattraverso la combustione deicarboni fossili e la deforesta-zione e per limitarne l’impattoè necessario intervenire tem-pestivamente, riducendo inmaniera drastica le emissionidi CO2 nell’atmosfera.

È quanto emerso dal rapportosul riscaldamento globaledell’ONU, presentato ad inizioNovembre dal Gruppo intergo-vernativo di esperti sul cam-biamento climatico (IPCC),durante la riunione a Copen-hagen delle Nazioni Unite, lapenultima prima della tappacruciale di Parigi 2015.Secondo quanto emerso dalrapporto, tra il 1880 ed il 2012,la temperatura del pianeta èaumentata di ben 0.85°C, unritmo troppo veloce che porte-rebbe, nel giro di un secolo, alraggiungimento della soglia dipericolo dei 2°C, alla quale siverificherebbe uno stato di ir-reversibilità che porterebbeallo scioglimento dei ghiacciai,al surriscaldamento delleacque oceaniche ed all’innalza-mento del livello del mare, conconseguenze dannose per gliesseri viventi.Il rapporto, oltre ai tre prece-

denti studi portatati avanti inquesti anni dall’IPCC, riportale tematiche sviluppate nelquarto ed ultimo lavoro, dovesi pone l’accento sui rimedi, daapplicare tempestivamente,per mantenere la temperaturaterrestre sotto la soglia di sicu-rezza. In particolare, sarà difondamentale importanza ri-durre drasticamente le emis-sioni di gas serra nel corso del

secolo, seguendo le tappe sug-gerite dagli esperti: abbatti-mento delle emissioni del40%-70% entro il 2050, seguitoda un taglio pressoché totaleentro il 2100.“L'influenza umana sul si-stema climatico è chiara – hadichiarato il segretario gene-rale delle Nazioni Unite, BanKi-Moon - dobbiamo agire ra-pidamente e in modo decisivo,e abbiamo i mezzi per limitarecambiamenti climatici e co-struire un futuro migliore”.La lotta contro le emissioni digas serra, inoltre, è da semprecaratterizzata da un duro con-fronto tra i Paesi industrializ-zati e quelli in via di sviluppo.La stessa frattura si è ripre-sentata con il nuovo rapportopresentato dall’IPCC: in me-rito al testo, infatti, i delegatidelle diverse nazioni nonhanno trovato un accordo sualcuni punti, i quali sono stati

stralciati, creando non pochediscussioni in merito.I Paesi sviluppati, infatti, nonritengono ammissibile igno-rare alcuni passi importantidel rapporto, come ribadito dalSegretario di Stato americano,John Kerry: “Chi decide diignorare e contestare questidati mette in una situazione dipericolo tutti noi, ma anche inostri figli e nipoti”.

Dal proprio canto, invece, ipaesi in via di sviluppo conti-nuano a sostenere che le na-zioni più ricche hannomaggiori responsabilità in me-rito alla condizione attuale e,per compensare a questa man-canza, dovrebbero sostenerequelle più povere a far fronteall’impatto del riscaldamentoglobale.Secca, infine, la risposta diMarc Oppenheimer, uno deiprincipali autori del rap-porto:“Se i governi voglionoche l’IPCC faccia il suo lavoro,non devono farsi coinvolgerein lotte che non hanno nulla ache fare con il gruppo intergo-vernativo”.Sembra, dunque, che la verasfida sia quella di convinceretutti gli stati a collaborare e didecidere chi dovrà fare cosa,possibilmente nel più brevetempo possibile, prima che ilfenomeno diventi irreversibile.

Rapporto ONU sulriscaldamento globale

Rosa Funaro

Gli ambientalisti europei scrivono al nuovo esecutivo Ue gui-dato da Jean Claude Juncker. A stilare l'elenco delle prioritàè il gruppo dei Green 10, l'alleanza delle organizzazioni am-bientaliste che rappresentano oltre 20 milioni di cittadinieuropei, dal Wwf a Greenpeace e BirdLife. Il messaggio è in-dirizzato a Juncker, ma è chiaramente rivolto a tutta la suasquadra, a partire da due nuove figure chiave: il commissa-rio Ue all'ambiente, affari marittimi e pesca, Karmenu Vellae il commissario Ue per clima ed energia, Miguel Arias Ca-nete. Nella lista delle azioni urgenti presentata al primoposto compare la necessità di "mettere lo sviluppo sostenibileal cuore dell'agenda Ue". Un concetto su cui batte in parti-colare Toney Long, direttore del Wwf Ue. "Questa Commis-sione dovrà provare che è in grado di assumere il compito ditirare fuori l'Europa dalla crisi e di creare posti di lavoro ebenessere, come promesso ai cittadini" afferma Long. Lachiave per riuscirci sarà quella di intraprendere "uno svi-luppo sostenibile, o in altre parole, un uso più saggio delle

risorse naturali" sot-tolinea il direttore delWwf Ue. Per andarein questa direzione ecrescere nei limitidelle risorse disponi-bili, secondo Green10il maxi-pacchetto diinvestimenti di 300miliardi di euro pro-messo da Junckerdovrà andare a "solu-zioni verdi e 'basatesulla natura'". In que-sta logica, la Com-missione europeadovrà anche presen-

tare proposte legislative efficaci per tagliare le emissioni digas serra, aumentare le rinnovabili e l'efficienza energetica."Juncker e la sua squadra devono dimostrare di non parlarea vuoto, ma di agire per portare l'Europa verso posti di la-voro sostenibili, energia pulita e risparmio energetico"spiega Jorgo Riss, direttore di Greenpeace Ue, ricordandoche "Juncker ha detto che vuole un'Europa leader nelle rin-novabili: dimostri il suo impegno e abbracci la rivoluzioneenergetica voluta dai cittadini europei". Fra le priorità sot-tolineate da Green10 nella lettera ci sono anche lo stop aisussidi nocivi all'ambiente, politiche sull'uso delle risorse edi gestione dei rifiuti, meno pesticidi e sostanze chimiche pe-ricolose, più limiti all'inquinamento dell'aria. Niente accordidi libero scambio con Usa e Canada poi, se possono pregiu-dicare gli standard sociali e ambientali raggiunti in Europa.Se queste richieste rimarranno o meno lettera morta sarà lanuova Commissione Ue a chiarirlo. Intanto si sa solo che almessaggio dei Green 10, assicurano i portavoce di Bruxelles,"verrà dato appropriato seguito".

Gli ambientalisti scrivonoalla Commissione UE

È necessario intervenire tempestivamente

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Futuro Remoto: un mare di idee ed iniziative

Fabiana Liguori

“Se il rumore del mare sovrastaquello dei pensieri, sei nel postogiusto”. Lo scorso 7 novembre ci siamorecati presso Città dellaScienza, sede della XXVIII edi-zione di “Futuro Remoto”, laprima manifestazione di divul-gazione scientifica in Italia, conuna missione: fare della scienzaun sapere non solo per espertima un’occasione di diverti-mento e conoscenza partecipataper tutti. Tema del 2014: ilmare, affrontato nei suoi diversiaspetti e problematiche, coin-volgendo tutti i principali entiscientifici, gli istituti di culturae ricerca della città, i sempliciappassionati e le generazionifuture. L’atmosfera che sentiamo ad-dosso durante il nostro viaggionel “Futuro Remoto” è, silenzio-samente, magica. Attratti datanta grazia, tutto è quiete, par-tecipazione, progresso. E comenon gioire delle tante scolare-sche presenti che, con energia espensieratezza, “rallegrano” igiardini antistanti le sale. A guidarci nel nostro itinerariodi “bordo” verso le due princi-

pali mostre in programma: Gu-glielmo Maglio, responsabile deiprogetti scientifici della manife-stazione. La prima esposizioneche visitiamo “Gnam Mare” èstata voluta dall’Assessorato al-l’Agricoltura, Foreste, Caccia e

Pesca della Regione Campania,nell’ambito delle azioni di co-municazione e promozione dellaMisura 3.4 del FEP Campania2007/2013, per informare i con-sumatori sui prodotti dellapesca e dell’acquacoltura, coin-volgendo in primis i più giovani.Una mostra scientifica in 750mq, pensata come un accatti-vante percorso per imparare lediverse tecniche di pesca, inva-sive e non, e per avvicinare ipiù piccoli al consumo del pro-dotto ittico, attraverso “l’incon-

tro” con gli organismi che popo-lano il nostro Mediterraneo eche da sempre sono legati allatradizione gastronomica. In-stallazioni interattive, acquari,vasche tattili e tecnologie mul-

timediali inebriano i nostrisensi…. Il nostro simpatico e gentile Ci-cerone, ci accompagna, poi,nelle aree che ospitano l’altraesposizione: “Orizzonte Mare”,realizzata nell’ambito del pro-getto europeo PIER (Public In-volvment with Exhibition onResponsible Research and Inno-vation). Questa mostra affronta, invece,i temi “caldi” del mare del fu-turo: dai fenomeni atmosferici ebiologici a i segreti delle piccolealghe, che rappresentano un’in-credibile risorsa, dalle tecnolo-gie utilizzate da vulcanologi egeofisici per studiare i fondalimarini e prevedere gli effetti difenomeni vulcanici sottomarinialle energie rinnovabili, dallabiodiversità marina ai trasportimarittimi e ai nuovi materiali eprodotti ottenuti dal riciclo dellerisorse marine. Ma a tal proposito, il quesitoposto è uno: può la ricerca aiu-tare a preservare il Mediterra-neo dalle tante e diverseminacce presenti sul Pianeta?Ai visitatori l’ardua sentenza!La peculiarità di “OrizzonteMare, inoltre, è che si tratta diuna mostra frutto della proget-tazione partecipata: cittadini escienziati hanno lavorato, nelcorso degli ultimi mesi, nell’in-dividuazione degli argomentiarticolati in 8 sezioni espositive.Un’applicazione multimediale,scaricabile all’ingresso, utilizza-bile su smartphone e tablet,

consente al visitatore di intera-gire con gli exhibit e realizzareun vero e proprio “diario dibordo” da condividere con i pro-pri amici attraverso i social net-work o da “scolpire” sul murovirtuale in sala . Altro bello e in-teressante spazio ludico-didat-tico è “l’Officina dei bambini”,uno spazio organizzato in cin-que settori dove i piccoli parte-cipanti, accolti da Bit, ilburattino virtuale di Città dellaScienza, sono coinvolti in unaserie di attività divertenti e for-mative su vari temi: dal con-fronto tra sé e gli altri, a partiredalla cognizione del propriocorpo, alla conoscenza dell’in-fanzia vissuta in altre realtà delmondo; dall’esplorazione dellamateria ( argilla, materiali di ri-ciclo o riuso e così via) allo stu-dio dei fenomeni naturalisticiutilizzando: piante, microscopi,reagenti chimici e software di-dattici. Lo spazio “Tutti giù per terra!”,infine, è riservato ai bambini da0 a 3 anni, dove colori vivaci,forme morbide, superfici piace-voli al tatto, suoni e luci… sti-molano l’attenzione sensoriale eil contatto fisico. In calendario,tanti documentari, racconti,spettacoli e altri eventi, chehanno reso la manifestazionescientifica ancor più bella e ap-passionante. Anche quest’anno, infatti, l’af-fluenza e la partecipazione dellescuole sono state all’altezzadelle attese e forse anche più.

Differenziata a Napoli tra riscorsirespinti e primati nazionali

Giulia Martelli

È di qualche giorno fa la notiziache la Corte europea di Giusti-zia ha respinto definitivamenteun ricorso dell’Italia contro ilmancato pagamento, da partedella Commissione europea, diuna parte dei fondi strutturaliUe che nel 2000 erano stati de-stinati alla Campania per con-tribuire alla predisposizione –mai attuata – di un sistema re-gionale efficace di raccolta, ge-stione e smaltimento dei rifiuti.Nell’ambito di una procedurad’infrazione contro l’Italia av-viata nel 2007 e sfociata in unacondanna della Corte nel 2010per violazione della direttiva suirifiuti, la Commissione avevadichiarato inammissibile e rifiu-tato di pagare un contributo Ue(dal Fondo europeo di Svilupporegionale – Fesr) pari a18.544.968 euro, motivazionedel rifiuto del pagamento: laconstatazione che le autorità re-gionali non avevano creato una

rete integrata e adeguata di im-pianti di smaltimento, che ga-rantisse una gestione dei rifiutisenza pericolo per la salutedell’uomo e senza danni all’am-biente. Nel 2013, dopo la con-danna della Corte del 2010,l’Italia aveva adito il Tribunaledi primo grado dell’Ue contro laCommissione ma il ricorso erastato respinto, l’Italia aveva al-lora fatto appello alla Corte eu-ropea di Giustizia. Con lasentenza da poco emessa laCorte ha respinto tutti gli argo-menti dell’Italia e il ricorso nelsuo complesso e confermato de-finitivamente il rifiuto al paga-mento. Come al solito a farne lespese sia in termini economiciche di salute e tutto ciò fa an-cora più riflettere poiché questasentenza arriva all’indomanidella pubblicazione del rapporto“Comuni Ricicloni 2014” di Le-gambiente che ha visto la Cam-pania piazzarsi tra le primeposizioni della classifica dei co-muni italiani con la maggiore

percentuale di raccolta differen-ziata. Secondo il Rapporto solo 8municipi sui 358 censiti in re-gione hanno una percentualeminore del 35% mentre 230 su-perano il 55% di differenziata etra questi ben 143 vanno oltre il65%. La Campania complessi-vamente (come segnala anchel’ultimo rapporto di Ispra) ha al-lungato il passo raggiungendouna quota di raccolta differen-ziata pari al 44% che le ha per-messo di superare regioni comela Toscana e l’Emilia Romagnaed eguagliare la Valle D’Aosta.L’auspicio è che la strada intra-presa possa rivelarsi quella giu-sta e che mai ci si possa trovaredi nuovo di fronte ad un provve-dimento del genere.

Fare della scienza un sapere con partecipazione e allegria

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Ocean Atlas: quando arte e ambiente si alleano

Anna Paparo

Ocean Atlas, questo è il nome del gi-gante buono che veglia immerso nelleprofondità marine, sotto le onde, nonlontano dalle coste delle Bahamas. Sitratta della più grande scultura sotto-marina del mondo installata al largodi New Providence e raffigura una ra-gazza che sembra tenere tutto il pesodel mare sulle sue bellissime spalle.Figlia dell’estro geniale dell’artista in-glese Jason de Caires Taylor, OceanAtlas rappresenta un vero e proprioreef artificiale, attraverso il quale sivuole trasmettere anche un messag-gio di conservazione dei mari e dellabiodiversità. Il mese scorso si trovavaal largo di Nassau. Traendo ispira-zione dal mito greco del titanoAtlante, che per punizione divina è co-stretto a sorreggere il mondo sulle suespalle, “Ocean Atlas” è alta quasi seimetri e pesa ben sessanta tonnellate.Nonostante la grandezza di questaspettacolare scultura sia impressio-nante, la statua non vuole essere sem-plicemente un piacere visivo per chipratica immersioni e fa snorkeling,ma, come ha ben spiegato l’artista a“Live Science”, la sua creatura, OceanAtlas, vuole essere funzionale a livelloconservativo, nonostante sia statocreato un reef artificiale attraversoqueste sculture. Quindi, il lavoro

dell’artista inglese ha lo scopo prima-rio di dimostrare come le persone, edin particolare le nuove generazioni,siano in grado di supportare i nostrimari ed impedirne il loro collasso.Inoltre, per non creare danni all'eco-sistema e per simulare ambienti ma-rini reali, è stato utilizzato nell’operadi Taylor un ingrediente molto spe-ciale, un particolare tipo di “cementomarino” a ph neutro molto resistente,che non richiede rinforzi in metallo,che si possano corrodere sott'acquanel corso del tempo. È cosa risaputache la maggior parte delle barriere co-ralline si forma su formazioni rocciosenaturali e per questo motivo si ha bi-sogno di un oggetto estremamente so-lido la cui superficie sia strutturata inmodo che i polipi corallini possanounirsi e, quindi, ancorarsi. Su questebasi nasce l’idea del giovane artistainglese. E ancora, la scultura - ha con-tinuato l’inglese Taylor - deve essereposizionata a valle delle barriere co-ralline naturali, in modo tale che il co-rallo embrionale alla derivaattraverso l'acqua raggiunga e riescaa colonizzare l’intera struttura. In-somma, ci troviamo di fronte ad unbellissimo esempio di alleanza per-fetta, dove arte e natura si unisconocreando un bellissimo rapporto osmo-tico senza che nessuna danneggi l’al-tra.

Alle nuove generazioni il compito di “supportare” e salvaguardare i nostri mari

L’estate è davvero finita. Edanche in Cina arriva l’autunno,paese che emette la maggiorequantità globale di gas serra (mase si calcolano le emissioni pro ca-pite la Cina è dodicesima in unaclassifica dominata da Australiae Usa). Qui, smog e fumo vengonoormai associati alla grande mag-gioranza delle città cinesi, dovel’aria è spesso irrespirabile. Manon dobbiamo fare di tutta l’erbaun fascio. Infatti, non tutta laCina porta questo marchio. Bastipensare che in certe zone i coloridell’autunno sono splendidi, evi-denziato dalle tantissime imma-gini apparse negli ultimi giornisui circuiti delle agenzie interna-zionali, tra le quali ricordiamoquelle della foresta di Hengren aBenxi, nella provincia di Liao-ning (Xinhua/Cui Zhishuang).Inoltre, tradizione che affonda lesue radici in un antico passato(circa tremila anni fa) è quella

della festa di metà autunno, unadelle più importanti del calenda-rio cinese insieme alla festa diprimavera (il capodanno). Chia-mata anche Festa della Luna, sicelebra ogni anno nel quindice-simo giorno dell'ottavo mese delcalendario lunare cinese (tra laseconda metà di settembre e iprimi giorni di ottobre del calen-dario gregoriano), in corrispon-denza della Luna piena. Vienecelebrata rinnovando numerosetradizioni, rimaste intatte nei se-coli: si accendono lanterne, si bru-ciano incensi, si regalano i “dolcidella Luna” ad amici e cono-scenti, si piantano alberi, ci si esi-bisce nella danza del dragoneinfuocato e si osserva la Lunapiena insieme alla famiglia riu-nita per l'occasione. Quest'annola ricorrenza, che dal 2008 è festanazionale in Cina, è stata cele-brata l'8 settembre. I festeggia-menti riempiono ogni angolo

della Cina, da Pechino, HongKong e Yichun. Nonostante ciò, ilproblema dell’inquinamentodell’aria non è scomparso, anzicontinua a farsi sentire, soprat-tutto a Pechino, tanto che il go-verno cinese ha ordinato unasettimana di stop di lavoro pertutti, la circolazione a targhe al-terne, incoraggiando gli agenti diviaggio ad offrire sconti specialiai loro clienti così da favorire lepartenze dalla città. Una libertàcoatta con un preciso obiettivorendere un po’ più respirabilel’aria. Inoltre, in questi giorni(fino al 12 novembre) la capitalecinese sta ospitando il verticeApec dei paesi dell’Asia/Pacifico.E la storica maratona di Pechinoquest’anno, il 19 ottobre, ha vistoi corridori partecipanti con unanuova divisa: una maschera anti-gas. Un vero e proprio contro-senso che ha fatto il giro delmondo. A.P.

L’AUTUNNO IN CINA TRA SMOG, FUMO E LUNA PIENA

Nonostante l’inquinamento un Ottobre dai colori stupendi

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Gennaro Loffredo

Novembre è sempre stato nella tradi-zione della meteorologia italiana unodei mesi più piovosi dell’anno. Ma èanche vero che negli ultimi decenni lepiogge sono cadute in maniera spropo-sitata, a carattere dinubifragio, collocan-dolo come mese a piùalto potenziale allu-vionale sull’Italia. In questo mese ilmare è ancora tiepidoe fornisce troppaenergia alle perturba-zioni provenientidall’Atlantico; inoltre,la quota neve troppoalta favorisce l’ingros-samento della portatadei fiumi a valle. Im-putare la colpa esclusivamente alclima è semplicistico: l’uomo, neglianni, ha messo il carico da novanta. Ein un paese come l’Italia, tanto splen-dido quanto fragile, il cattivo utilizzodel territorio amplifica gli effetti delleondate di maltempo. Non a caso, infatti, tali eventi hannosubito una forte accelerazione negli ul-timi anni. Basta menzionare le recentialluvioni che hanno colpito la Liguria,come quella del 4 novembre 2011,quando Genova fu martoriata dalleinondazioni e il bilancio fu dramma-

tico: sei vittime. Il 2012 fu ancora peg-gio: l’11 novembre l’alluvione di MassaCarrara, il 12 toccò all’Umbria e allaMaremma, il 28 di nuovo Carrara. Intotale persero la vita 7 persone. Nel 2013 la tragica alluvione in Sar-degna: venne interessata in partico-

lare la fascia orientaledell’isola, dove Olbia siritrovò in un mega-temporale mai visto epersero la vita circa di-ciotto persone. La Liguria e la To-scana risultano le re-gioni più penalizzate,complice l’esposizioneorografica ai ventimolto umidi e miti pro-venienti dai quadrantimeridionali. E ancheoggi stiamo a raccon-

tare l’ennesimo disastro su Chiavari enel Tigullio di pochi giorni fa, con au-tomobili bloccate nel fango, case com-pletamente sommerse dalle acque deifiumi, e inoltre, disgraziatamente, di-verse vittime. Un film già visto e rivisto e che si ri-presenta con una frequenza disar-mante. Da qui subentra la psicosi chead ogni fronte atlantico in arrivo sulnostro Belpaese possa succedere qual-cosa. Si lanciano le allerta meteo comefossero coriandoli e cresce la paura:chiuse scuole, strade, parchi, cimiteri,

chi più ne ha più ne metta. Il clima stacambiando, non c’è ombra di dubbio,ma l’uomo no. La noncuranza, l’ingestibilità del ter-ritorio, e anche la troppa foga da partedei mass-media nel lanciare allarmi,non aiuta di certo il popolo a fronteg-giare un’eventuale emergenza. La gente è così terrorizzata dall’arrivodi queste bombe d’acqua che un temposi chiamavano semplicemente pioggiao temporali. Insomma, i pericoli esistono, è inutilenasconderlo, ma bisognerebbe incul-care nella mentalità dell’italiano

quella giusta cultura per la preven-zione che limiterebbe parecchio idanni della natura. Ora che le grandipiogge incombono (lo dicono i modellidi previsione) sarebbe il caso che chi didovere si desse da fare per scongiuraretragedie annunciate. La nostra spe-ranza, ovviamente, è che le piogge ri-mangano tali. Nessun diluvio, nessunnubifragio e nessuna bomba d’acqua.Solamente le tanto care, vecchiepiogge atlantiche. (nella foto blogo-sfere.it, un’immagine di Genova du-rante la recente alluvione; mappaarchivio accuweather.com).

RRaccontiamo il meteo. Tragico riepilogo dei temporali devastanti sulle regioni tirreniche in anni recenti

Novembre, mese delle «configurazioni alluvionali»

Campania in prima fila per la Settimana del Pianeta TerraAnna Gaudioso

È stata celebrata di recente laseconda edizione della setti-mana del Pianeta Terra, svol-tasi dal 12 al 19 ottobre 2014.La prima edizione, che risaleal 2012, ha contato migliaia dipartecipanti. Durante la laboriosa setti-mana sono stati moltissimi glieventi che si sono succeduti:infatti, ci sono stati 160 eventidistribuiti sull’intero territo-rio nazionale e migliaia sonostati i partecipanti alla mani-festazione, che si è svolta pre-sentando una vastità di temi.La "Settimana del PianetaTerra" è una iniziativa che sisvolge ogni due anni, in tuttaItalia: difatti quest’anno iltema è stato "L’Italia alla sco-perta delle Geoscienze". Essa nasce con lo scopo di dif-fondere tra il grande pubblicola cultura geologica, il rispettoper l’ambiente, la cura per ilterritorio; far conoscere l’im-menso patrimonio che l’Italia

possiede, non solo dal punto divista artistico e monumentale,ma anche ambientale, geolo-gico, proponendolo come stru-mento di promozione turi-stico-culturale.Tra gli obiettivi c’è anchequello di stimolare l'entusia-smo per la ricerca e la sco-perta scientifica; fare in mododi far crescere il dialogo trascienziati e tecnici da unaparte, e politici e decisoridall’altra. È indubbio che in-vestendo su ambiente, ener-gia, clima, alimentazione,salute, risorse e riduzione deirischi naturali, si possa mi-gliorare qualità della vita e si-curezza del nostro territorio.La Settimana del PianetaTerra si è articolata in variemanifestazioni, dette “GeoEventi”, che si sono svolte sul-l'intero territorio nazionale:escursioni sul terreno, passeg-giate nei centri urbani e sto-rici, porte aperte ai Musei,visite guidate, esposizioni, at-tività didattiche, attività spe-

rimentali di laboratorio perbambini e ragazzi, attivitàmusicali e artistiche, degusta-zioni conviviali, conferenze,convegni, workshop, tavole ro-tonde. La grande diffusione ela forte partecipazione sututto il territorio ha dato aquesto evento una forte visibi-lità tanto da non poter essereignorato dai mezzi di comuni-cazione. In effetti un eventocosì largamente diffuso sututto il territorio nazionalenon può passare inosservato,e magari, perché no?, alimen-tare la speranza che le voci ar-

rivino fino a chi di dovere per-ché questa iniziativa non ri-manga solo materia perspecialisti ma arrivi al grandepubblico. Lo scopo di questoevento è quello di aumentarela visibilità delle geo scienze edimostrare la possibilità diapplicare le scienze della terraalla vita quotidiana. Forse non è scontato ripetereche tematiche come ambiente,energia, clima, salute, risorsee riduzione dei rischi naturali,possano contribuire ad ali-mentare la speranza di vivereuna vita più sana, così comealla ripresa e allo sviluppoeconomico del Paese. Diversi gli appuntamenticampani fatti registrare a ot-tobre da questa iniziativa na-zionale. A Capri il Museo delcentro caprense Ignazio Cerioha organizzato un tour allascoperta dell’isola, in partico-lare delle sue rocce e dei suoifossili. A Napoli il Centromusei delle scienze naturali efisiche della Federico II ha al-

lestito un’esposizione intito-lata “Rocce e minerali per ilprogresso dell’umanità: dallapreistoria a oggi”. L’Osserva-torio vesuviano, dal canto suo,ha promosso un tour del GranCono del Vesuvio, sulle ormedi Giuseppe Mercalli, a centoanni dalla scomparsa delgrande sismologo, che è statodirettore dell’istituto vulcano-logico campano dal 1911 al1914, anno appunto della suamorte. A Bacoli, con il coordinamentodel professore GiuseppeLuongo, a sua volta ex diret-tore dell’Osservatorio vesu-viano, si sono tenute una seriedi escursioni tra i coni eruttividei Campi Flegrei. Anche in questo caso, ovvia-mente, l'evento è occorso ametà ottobre, nell’ambitodella Settimana del PianetaTerra, a testimonianza dicome la nostra regione facciasentire la sua presenzaquando vengono lanciate ini-ziative su determinati temi.

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Luigi Mosca

«Dopo venticinque anni di denunce,inchieste giudiziarie, studi epidemio-logici, a che punto siamo? ». Forse il sottotitolo, più che il titolo,chiarisce il significato del seminarioorganizzato dall’Associazione ita-liana di epidemiologia lo scorso 5 no-vembre a Città della Scienza, aNapoli. Il tema è, ancora una volta, quel com-plesso di fenomeni di degrado am-bientale riuniti sotto il nome di“Terra dei fuochi”. L’appuntamento è stato intitolato in-fatti “I dati ambientali e gli effettisulla salute degli smaltimenti illegalidei rifiuti pericolosi in Campania” eha contato, tra i partecipanti, rappre-sentanti di istituzioni impegnate inprima linea nel contrasto e nello stu-dio di questi fenomeni: tra questi, ilcomandante regionale del Corpo fore-stale dello Stato, il gen. Sergio Costa,e il direttore tecnico dell’Arpa Cam-pania, la dott.ssa Marinella Vito. Tra i presenti, esponenti del mondoscientifico, così come di associazionie dei portatori di interessi: ad esem-pio il presidente di LegambienteCampania, Michele Buonomo, il pre-sidente di Confagricoltura Campa-

nia, Michele Pannullo, poi FabrizioBianchi del Cnr di Pisa, il presidentedell’Associazione italiana di epide-miologia, Paola Michelozzi. Hanno inoltre partecipato PietroComba e Lucia Fazzo dell’Istituto su-periore di sanità, il responsabile delRegistro tumori dell’Asl Napoli 3

Sud, Mario Fusco il giornalista scien-tifico Luca Carra, e Paola Dama, co-ordinatrice del progetto Pandora. La dott.ssa Vito ha fatto il puntosulle indagini svolte dal gruppo di la-voro istituito dal Governo alla finedell’anno scorso: gruppo di lavoro checomprende, come è noto, svariati

enti, tra cui Corpo forestale e Arpac.Gli esiti della prima fase di indaginisono stati pubblicati la scorsa prima-vera sul sito del ministero dell’Agri-coltura alla pagina http://www.poli-ticheagricole.it/flex/cm/pages/Serve-BLOB.php/L/IT/IDPagina/7367. Il direttore tecnico dell’agenzia cam-pana ha illustrato sinteticamente al-cuni dei risultati della seconda fasedi indagini sui comuni della Terra deifuochi. Sul territorio sono state coinvoltesquadre composte da tecnici Arpac eAsl e da agenti della Forestale ed èprevisto, per la pubblicazione dei ri-sultati, l’allestimento di un portaleweb da parte del governo. Sia il presidente di LegambienteCampania che il rappresentantedegli agricoltori della regione hannomanifestato apprezzamento per il la-voro svolto dagli enti di controllo. Il generale Costa, dal canto suo, hadistinto il lavoro di indagine scienti-fica da quello svolto dalle forze di po-lizia. L’ufficiale ha ricordato comequeste ultime si dedichino a rico-struire le filiere criminali attive neltraffico e nello smaltimento illegaledi rifiuti: filiere diverse, come è noto,agiscono nel caso dei roghi di rifiutiin superficie e nel caso delle discari-che sepolte nel terreno. Il presidente di ConfagricolturaCampania ha ricordato come i con-trolli sulle produzioni agricole cam-pane abbiano finora escluso casi dicontaminazione, e ha sottolineatocome spesso, a danneggiare gli agri-coltori, sia piuttosto la consueta im-magine, poco edificante, delle stradedi campagna costeggiate da rifiuti.

Forum sulla Terra dei fuochi a Bagnoli“Dopo venticinque anni di indagini, a che punto siamo?” Questa la domanda al centro delle riflessioni

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 novembre 2014 - Anno X, N.21Edizione chiusa dalla redazione il 14 novembre 2014

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, D. Bove, F. Clemente, P. D’Auria,F. Cuoco, G. De Crescenzo, A. Esposito, R. Fu-naro, G. Loffredo, R. Maisto, D. Matania, B.Mercadante, A. Morlando, A. Palumbo, A. Pa-paro, F. SchiattarellaSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Angelo Morlando

Pubblicazione n° 110 del 2014i cui autori sono Simona DeMeo (ISS), Floriana Grassi(ISS), Stefania Marcheggiani(ISS), Camilla Puccinelli(ISS),Claudia Vendetti (ISS),Laura Mancini (ISS), CristinaMartone (ISPRA), StefaniaBalzamo (ISPRA), Maria Belli(ISPRA) e il contributo di Mau-rizio Battegazzore (ARPA Pie-monte) e Rosalba Padula(ARPA Umbria). È un ma-nuale molto tecnico e specifico,ma costituisce una cataloga-zione importantissima conschede di grande dettaglio. Gliargomenti principali trattatisono: chiavi dicotomiche realiz-zate per l’identificazione a li-vello di genere; vetrini diriferimento; schede delle speciedi diatomee relative a campionidella regione centrale e medi-terranea. Dopo la messa apunto dei protocolli di campio-namento (APAT, 2007) , delmetodo di classificazione (Man-cini & Sollazzo, 2009) e dellalista delle diatomee italiane(Puccinelli et al., 2012) il pas-

saggio successivo è stato quellodi fornire una guida iconogra-fica per l’identificazione dellediatomee bentoniche. L’atlantecomprende la descrizione di200 specie e sono da conside-rarsi materiale di riferimento ivetrini in cui esse sono state in-dividuate. Le motivazioni dellapubblicazione sono da ritro-varsi nella stessa introduzioneche si cita: "Con l’emanazionedel D.lgs 152 del 2006... e deisuccessivi decreti attuativi... glielementi biologici hanno as-sunto un ruolo fondamentalenell’analisi dello stato di salutedegli ecosistemi fluviali; infatti,la valutazione dello stato ecolo-gico si basa principalmentesull’analisi delle comunità ve-getali e animali che popolano icorsi d’acqua. Le attuali normein vigore per valutare lo statoecologico dei corpi idrici, preve-dono l’indagine di tutti i livellidella catena trofica partendodai produttori primari, fitoben-thos, fitoplancton e macrofite,ai consumatori macroinverte-brati e pesci... per il fitobenthossono state scelte come rappre-sentative di questo elemento

biologico le comunità diatomi-che..." Le Diatomee si dividono neidue grandi ordini delle Centra-les (Diatomee centriche) e Pen-nales (Diatomee pennate); inparticolare l’identificazionedelle diatomee viene effettuataanalizzando i seguenti ele-menti tassonomici: forma, po-larità e simmetria delle valve;presenza/assenza del rafe (fes-sura longitudinale che attra-versa la faccia valvare inposizione centrale o eccen-trica); presenza/assenza, di-mensioni e forma dell’areaassiale e dell’area centrale;presenza e disposizione delleornamentazioni; dimensioni enumero di strie.Anche se fa molto "R.I.S." o"C.S.I. - Scena del crimine", lediatomee sono molto impor-tanti e utili nella medicina le-gale, infatti, la loro ricerca è unesame base per le ipotesi dimorte con annegamento, ovvia-mente in acqua dolce. Con ul-teriori indagini specifiche sipuò anche sapere da quantotempo è avvenuto il decesso.Buona visione...

Atlante delle diatomee bentoniche dei corsi d'acqua italiani

Ripopolare la fauna del Parco D’AbruzzoRosario Maisto

Enti e associazioni hanno decisodi lavorare insieme per ripopo-lare la fauna dell'Appennino,focalizzando la propria atten-zione sulla conservazione del-l'orso marsicano. Il 17 ottobre èstato firmato un accordo tra ilParco Nazionale d'Abruzzo,Lazio e Molise e RewildingA-pennines, partner di RewildingEurope, associazione che sipone l'obiettivo di conservare earricchire le zone naturali delvecchio continente. L'obiettivoprincipale è quello di reinte-grare e conservare specie stori-camente presenti nel parco.Fondato nel 1923, il Parco Na-zionale d'Abruzzo è una delleprime aree protette d'Italia,una bellezza unica che attiratantissimi visitatori ognianno,ospita l'ultima popola-zione di orso appenninico, oorso bruno marsicano, insiemead altri animali selvatici comecamoscio, lupo, cervo e cin-ghiale. In questo rigoglioso

parco, tra borghi storici e pa-scoli, si trovano anche alcunidei più antichi boschi di faggid'Europa. La cooperazione traEnte e associazione sarà fonda-mentale per affrontare sfidecruciali per la tutela ambien-tale, come il problema dell'orso

marsicano a rischio estinzione,coinvolgendo anche le popola-zioni locali. RewindingApenni-nes si è concentrato susoluzioni innovative per risa-nare l'area, partendo dalla co-struzione di corridoi ecologici, aoggi non ancora protetti, che

collegano il Parco d'Abruzzoalle altre grandi aree protettedegli Appennini italiani. La creazione di corridoi di col-legamento sicuri consentirebbeagli orsi di ricolonizzare più fa-cilmente questi settori e am-pliare il numero complessivo

degli esemplari presenti sulterritorio. La popolazione ur-sina non ha registrato crescite,nonostante gli sforzi sia finan-ziari che umani compiuti negliultimi decenni, e risulta sem-pre a rischio, in virtù anche albasso tasso riproduttivo.Il suoterritorio si estende per vastearee, e per questo è soggetto abracconaggio, tramite fucila-zione diretta. Questi fenomeni accadono sianelle aree protette, che inquelle non protette, general-mente adiacenti i confini deiparchi frequentati dalla specie.Questo accordo quindi, è unpasso avanti importante, pen-sando sia alla conservazionedella natura, alle imprese, allavoro e alla comunità, vol-gendo al futuro un approcciopiù sereno e di salvaguardiaper queste aree, con interventidi monitoraggio della faunaselvatica, il coinvolgimento deicacciatori e lo sviluppo di unturismo che vada alla scopertadegli animali selvatici.

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Paolo D’Auria

Nuove e sempre più “green” leapplicazioni nell’ambito dellabioedilizia, a testimonianzadella vivacità del settore edello sviluppo di uno coscienzaambientalista da parte di tec-nici ed cittadini.Ultimo ritrovato in quest’am-bito è un particolare isolantetermico “verde”. Si tratta di unmateriale ecocompatibile, conproprietà isolanti e a prova diincendio, sviluppato combi-nando materiali diversi. L’haottenuto un gruppo di ricercainternazionale del quale faparte il Politecnico di Torino,nell’ambito di una ricerca fi-nanziata dalla Swedish strate-gic foundation e pubblicatasulla rivista Nature. Produrre materiali isolanti da

fonti rinnovabili con alte pre-stazioni è sempre più necessa-rio nell’ambito dellecostruzioni, che devono esseresostenibili sia dal punto divista energetico che ambien-tale (l’isolamento termico degliedifici contribuisce al 10% delconsumo globale di energia). Imateriali tradizionali, come ilpolistirene espanso, non per-mettono infatti di raggiungeregli standard necessari per lacostruzione di abitazioni abasso impatto energetico. Per risolvere il problema i ri-cercatori hanno studiato larealizzazione di un nuovo iso-lante combinando materiali ditipo diverso, come sospensionidi nanocellulosa, ossido di gra-fene e nanoparticelle di sepio-lite, tutti rinnovabili eabbondanti. In questo modo

sono riusciti a produrreschiume ultraleggere con no-tevoli proprietà di isolamentotermico, resistenza allafiamma e capacità isolante su-periori a quelle dei materialitradizionali. Le schiume sonoanche ecosostenibili, rispetto

ai materiali tradizionali percui vengono utilizzati additiviper la protezione dal fuoco cherisultano essere tossici e dan-nosi per l’uomo e l’ambiente.Il gruppo di lavoro ha studiatola realizzazione di questonuovo materiale attraverso un

particolare processo chiamato“freezecasting”, ovvero la com-binazione proprio di sospen-sioni di nanocellulosa, ossidodi grafene e nanoparticelle disepiolite (che sono tutti mate-riali rinnovabili e abbondanti),che ha permesso la produzionedi schiume caratterizzate daestreme proprietà di isola-mento termico e resistenzaagli incendi. Si tratta dischiume ultra-leggere dallacapacità isolante superiore ri-spetto ai materiali tradizio-nali. Anche dal punto di vistadell'applicazione di unafiamma, questi nuovi mate-riali si dimostrano in nettocontrasto con le proprietà deimateriali tradizionali che sta-tisticamente risultano invecela causa principale dei roghinelle abitazioni.

Ilaria Buonfanti

Gli alogenuri organici prodottidall’industria e dall’agricolturasono dei pericolosi inquinantiambientali. Uno studio del-l’Università di Manchester,pubblicato sulla rivista Na-ture, ha dimostrato che esi-stono dei microrganisminaturali in grado di diminuirela tossicità di questi inqui-nanti.Gli alogenuri sono molecolenelle quali è presente un ele-mento alogeno, nella fattispe-cie fluoro, cloro, bromo, iodiooppure astato. Nella lista deglialogenuri organici compaionoalcuni composti dalla compro-vata tossicità per la salute eper l’ambiente, come la dios-sina e i policlorobifenili (PCB).Questi ultimi, si presentano informa di solidi cristallini inco-lori, mentre le miscele di usoindustriale sono liquidi viscosi,la cui viscosità è generalmenteproporzionale al tenore di cloropresente. Benché le loro pro-prietà fisiche varino all’internodella classe, tutti i PCB sonocaratterizzati da una bassa so-lubilità in acqua e da unabassa volatilità. Sono inoltretutti molto solubili in sostanzeidrofobe come oli e grassi. Sonosostanze molto stabili, che pos-

sono essere distrutte solo perincenerimento o attraversoprocessi catalitici. I PCB, labando negli Stati Uniti dal1970, sono stati regolamentatiin tutto il resto del mondodalla Convenzione di Stoc-colma sugli inquinanti orga-nici persistenti del 2001.Cercando delle valide soluzioniper abbattere la tossicità diquesti composti il gruppo di ri-cercatori inglesi, guidati daDavid Leys, ha scoperto che

esistono dei batteri in grado diridurre il livello di tossicitàdegli alogenuri grazie alla vi-tamina B12. “Sappiamo che al-cuni tra gli inquinanti piùtossici contengono elementialogeni e sappiamo anche chela maggior parte dei sistemibiologici non sa come trattarequesti composti”, spiega Leys.“Tuttavia, esistono degli orga-nismi che possono rimuoverequesti atomi usando la vita-mina B12.” La chiave di voltadi questa ricerca, durata 15anni, è stata l’identificazionedi una classe di batteri chepossedevano nella loro mem-brana un enzima in grado dirimuovere gli atomi “incrimi-nati”, grazie all’azione della vi-tamina B12. Questi enzimisono stati poi clonati all’in-terno di una classe di micror-ganismi in grado di replicarsimolto più velocemente dei pre-cedenti e la loro azione è stataconfermata tramite cristallo-grafia 3D. “Conoscere i dettaglidi questo meccanismo di detos-sificazione significa che siamoora nella posizione di poterloreplicare. Speriamo che nuovimetodi per combattere le piùpericolose tossine del mondopossano essere ora sviluppatipiù rapidamente e efficace-mente” conclude Leys.

Rimedi biologici contro gli inquinantiBatteri ridurranno il livello di tossicità degli alogenuri usando la vitamina B

Dalla nanocellulosa un nuovo isolante greenCellulosa, ossido di grafene e nanoparticelle di sepiolite gli attori di questa originale idea

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Lo studio del meteo, del climae delle sue variazioni è estre-mamente complesso, i modellistatistici sono difficili da ela-borare,spesso ci sono gap piut-tosto significativi nei datistorici e sta ai ricercatori col-marli, nonché interveniresugli errori. I dati riguardoalle precipitazioni degli anniprecedenti di cui siamo in pos-sesso, non possono dirci tutto,non possono chiarire gli innu-merevoli dubbi e quello chesappiamo è che le precipita-zioni possono raccontarci sola-mente una parte della storia;elaborare una ricostruzione alcomputer, al contempo, èmolto complicato. I modellistatistici sono difficili da ela-borare, spesso ci sono gappiuttosto significativi nei datistorici e sta ai ricercatori col-marli, nonché interveniresugli errori. Il tutto basandosisui (pochi) dati registrati, li-mitati solo a una piccola partedella superficie del pianeta.Queste complicazioni fanno sìche siano ben pochi gli scien-ziati che si occupano di climache possono affidarsi a modelliaccurati sulle precipitazionistoriche. Una situazione chepotrebbe tuttavia cambiaremolto presto, grazie a un soft-ware elaborato dal team di

Samuel Shen, della San DiegoState University. Il suo nomeè SOGP 1.0 ed è basato sullinguaggio di programma-zione MATLAB, molto utiliz-zato sia nella ricercascientifica che in ingegneria.“In passato solamente unaventina di scienziati sareb-bero stati in grado di elabo-rare ricostruzioni simili”,spiega Shen, esperto nella mi-

nimizzazione dell’errore neimodelli di simulazione. “Orachiunque può usare questosoftware user-friendly, sfrut-tandolo per improntare la suaricerca e sviluppare nuoveipotesi e modelli. Questonuovo strumento renderàsemplice un tipo di scienzache finora era estremamentecomplicata”. Lo studio è statopubblicato sul Journal of At-

mospheric Sciences.SOGP 1.0 è in grado di rico-struire le precipitazioni chehanno riguardato l’intero pia-neta (ad eccezione delle re-gioni polari) tra il 1900 e il2011, permettendo ai ricerca-tori di studiare “da vicino” fi-nestre temporali moltoristrette o aree geografiche li-mitate. Periodi molto umidi odi spiccata siccità, ad esempio,

se durano molto a lungo pos-sono predire l’arrivo di feno-meni climatici come El Nino oLa Nina. Il problema che si ri-scontra con i modelli storici èproprio il fatto che dati storicidavvero affidabili esistono so-lamente per una piccola partedella superficie terrestre.Circa l’84% della pioggia cadenel bel mezzo dell’oceano,dove nessuno ne tiene traccia,e le tecnologie satellitari dedi-cate hanno solo pochi decenni.Esiste poi una piccola area nelmezzo del Pacifico, spiegaShen, che solitamente lam-peggia di rosso sullo schermo.Questo indica la presenza disiccità estrema. Altre volte in-vece lampeggia di blu, il chesignifica un’annata insolita-mente piovosa. Quando si ve-rifica una di queste duecircostanze, commenta il lea-der della nuova ricerca, èquasi sicuro che il clima del-l’America del nord sarà ade-rente alla “previsione”,mantenendo tali condizionianche per alcuni anni. La con-ferma arriva dal DustBowl,un lungo periodo di sic-cità che, durante gli anniTrenta, ha compromesso i rac-colti e modificato di molto ladistribuzione della popola-zione sul territorio: confron-tando le informazionielaborate dal modello con idati storici a noi pervenuti, iricercatori sono stati in gradodi mostrare in maniera retro-attiva i “segnali” climatici chehanno preceduto il Dust Bowl.

I.B.

Un nuovo software per studiare e capire il clima degli ultimi 100 anni

Una macchina del tempo per il clima

I nuovi smartphone, quelli che hannorimpiazzato i telefoni cellulari tradi-zionali, sebbene abbiano aumentato leproprie funzionalità, inevitabilmentehanno fatto registrare anche dellegrandi limitazioni, come, ad esempio,la ridotta autonomia della batteria.La problematica è talmente sentitache, ormai da anni, le case produttricitentano in diversi modi di aumentarel’affidabilità dei propri prodotti, cer-cando il miglior modo per potenziarele batterie a litio senza, però, ingran-dirle rendendo, di conseguenza, pocomaneggevole anche lo stesso telefo-nino. Dopo anni di tentativi, la Nokia,in collaborazione con i ricercatoridella Queen Mary University di Lon-dra, è riuscita a trovare il metodo giu-sto per permettere agli utenti diricaricare il proprio smartphone inqualunque luogo ed in qualunque mo-mento della giornata, grazie alle vi-brazioni causate dalla propria voce.Un prototipo di questo prodotto di

nuova generazione è già stato imple-mentato: esteticamente non presentaalcuna differenza con i dispositivi oggiin commercio, ma all’interno è statorealizzato con l’ossido di zinco, un ma-teriale che trasforma le onde prodottedal rumore della propria voce in ener-gia. Il materiale piezoelettrico, però,per essere introdotto all’interno delterminale, ha dovuto subire manipo-lazioni: dapprima è stato ridotto in

nanotubi e nanofili, i quali, però risul-tavano ancora troppo grandi per es-sere inseriti nel dispositivo. Iricercatori hanno, quindi, provvedutoa trasformarne lo stato, da solito a li-quido, e spruzzarlo su dei fogli di pla-stica che, riscaldati a 90°, hannoprovocato l’espansione del ossido dizinco su tutta la superficie.La produzione di energia, tra l’altro,

può essere causata non soltanto dalsuono della voce, ma da tutti i tipi divibrazione: da quello delle casse am-plificatrici fino al classico caos am-bientale che, purtroppo, caratterizzatutte le giornate della vita cittadina.Vedremo, dunque, che impatto fa-ranno registrare sul mercato questidispositivi “intelligenti” al momentodella loro commercializzazione, di si-curo si tratterà di una vera e propriarivoluzione, in un segmento che è trai più dinamici e vivaci dell’intero set-tore tecnologico.

F.C.

Arriva il cellulare che si ricarica con la voceIl primo prototipo è stato realizzato dall’Azienda Nokia

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Brunella Mercadante

Il rumore di fondo che accompa-gna, come una colonna sonora,quasi ogni momento della vitacostituisce al pari di alcune so-stanze chimiche e particelle con-tenute negli alimenti, neidetersivi, nell'aria che respi-riamo, una forma di inquina-mento. Questo tipo di smog fanascere e alimenta un certo nu-mero di disturbi, la cui impor-tanza clinica è variabile edipende da fattori di sensibilitàsoggettiva. Esso contribuisce alquadro di quello che potremmodefinire, citando un noto caro-sello televisivo, “il logorio dellavita moderna”. Il fenomeno va comunque di-stinto dal cosidetto “pericolo ru-more” che rappresenta invece,la causa di ben definiti danni al-l'organo dell'udito e del quale èparadossalmente più facile di-fendersi. L'inquinamento acu-stico è dato dall'insieme deirumori ambientali, o di fondo, diqualsiasi genere essi siano o puòessere costituito da singoli suoniche disturbano. Un fenomenoche, come è importante rimar-care, non determina danni al-l'organo dell'udito, essendocostituito da suoni che per in-tensità non raggiungono la so-glia dei 90 decibel (dB),considerata critica. Per questol'inquinamento acustico deve es-sere distinto dal “pericolo ru-more” che, superando talevalore limite, provoca, invece,danni uditivi specifici. Unostesso suono può esser parte delrumore di fondo o diventare “pe-ricolo rumore”, semplicementein funzione della distanza a cuici si trova da esso. E' il caso , adesempio, di una sirena, che suo-nando con un intensità di 110dB è dannosa per chi si trovi aduna distanza di dieci metri, solofastidiosa per chi sia a 300metri.All'aperto, in un bosco o inun giardino silenzioso, si perce-pisce il fruscio delle foglie che haun'intensiotà di circa 20 dBA. Ilrumore di fondo in un ambientetranquillo come una biblioteca oun soggiorno varia tra i 35 e i40-45 dBA., il valore sale in casodi conversazione o per il volumedella televisione arrivando acirca 60 dBA e può elevarsi finoa 80 dBA in un ristorante affol-lato o per il traffico intenso. Indiscoteca, in treno o a un con-

certo rock il rumore arriva agli80- 115 dBA. L'inquinamento acustico puòdar vita ad un ampia gamma disintomi aspecifici. Non tutti nerisentono allo stesso modo, l'in-tensità dei disturbi è infatti con-dizionata dalla sensibilitàindividuale. In linea di massimaun rumore può iniziare ad es-sere fastidioso quando è supe-riore ai 40 dBA di giorno e ai 30di notte. I problemi più comunisono i disturbi del sonno, i di-sturbi della concentrazione, ilsenso di affaticamento e stress,l'insorgere di stati ansiosi, diproblemi dell'apparato cardio-circolatorio, digestivo e respira-

torio, di condizioni di irritabilità,di disturbi dell'apparato visivo egenitale.La maggior fonte di inquina-mento acustico è rappresentataoggi dal traffico automobilistico.,molto attuali sono altresì le pro-blematiche sollevate dai centriurbani che sorgono in prossi-mità degli aereoporti, delle au-tostrade, delle fabbriche.Purtroppo sempre di più l'inqui-namento acustico assume il ca-rattere di un problema socialestrettamente legato alla vita deicentri urbani e alla convivenza-tra gli individui, nonché ovvia-mente al rispetto delle norme dieducazione.

Il fenomeno dello smog sonoro

Fabio Schiattarella

Nella Caserta della “terra deifuochi” composta ormai da gio-vani che sempre più decidonodi andar via nella convinzioneche non ci può essere futuro, c’èun'altra Caserta, quella di chiha deciso di restare per cercare,nel proprio piccolo di cambiarele cose, ripartendo proprio dallaterra. Queste sono le storie diManuel che ha deciso di dedi-carsi all’agricoltura o Vincenzoche ricerca semi di specie a ri-schio oppure i fratelli Barbieroche producono un pomodoro dalsapore antico,perduto, il pomo-doro riccio.Ragazzi che credononel riscatto del proprio territo-rio e sono pronti ad accoglierti

nel territorio con unsorriso.Manuel Lombardi vivetra alberi in fiore, vigneti e pe-core al pascolo, nell’agriturismodi cui è titolare, nelle campagneintorno al borgo di Castel diSasso, nella zona preappenni-nica della provincia di Caserta,non lontano dai monti del Ma-tese. Geograficamente questamartoriata provincia è divisa indue aree divise dal fiume Vol-turno. A sud ovest troviamo lapianura che include l’area diCaserta, l’Agro Aversano ed illitorale domizio cioè le zone piùdilaniate dallo scarico di rifiutitossici. A Nord-Est la morfolo-gia del territorio è differente, siincontrano prima le colline epoi i monti. Una zona dove si

respira aria pura, dove la na-tura è incontaminata e i cibiconservano gli antichi sapori diun tempo. Sembra di essere inToscana ma siamo nel caser-tano. In questi territori Manuelha riscoperto il formaggio piùantico della nostra penisola, ilconciato romano, oggi rivalu-tato e diventato presidio slowfood della provincia di Caserta.Un antica tecnica che vede lacaglia rotta a mano salata asecco e inserita in una concia estagionata in contenitori di ter-racotta fino a 20 mesi. Non lon-tano da Castel di Sasso, aPiana di Monte Verna, i fratelliBarbiero titolari di un aziendaagricola messa su un po’ permancanza d’alternative un po’

per ricalcare le orme dei nonni,hanno recuperato, seguendo icontadini locali, le vecchie tec-niche di coltivazione, adattan-dole ai tempi moderni.Attualmente producono con-serve di qualità, coltivano il po-modoro riccio, le zucche, ifagioli. Salendo sui monti tro-viamo V. Coppola, agronomoche offre consulenza in campoagricolo nel suo territorio, pre-scrivendo fitofarmaci per ri-durre l’utilizzo di pesticidi.L’agronomo ha scelto di rima-nere nel suo territorio e com-battere per il mantenimentodella biodiversità, contro ilmercato di multinazionali. Sto-rie di chi resta per provare acambiare le cose.

Giovani imprenditori per la “Terra dei Fuochi”

Si chiama #TerraCivica ed è il progetto varato da Coldiretti Sa-lerno per valorizzare gli oltre 124mila ettari di terreno gravatida diritti di uso civico, nei comuni della Provincia di Salerno.Un Piano che, messo in atto, potrebbe assicurare 12mila nuoviposti di lavoro nel campo dell’agricoltura. Secondo i dati elabo-rati dall’Ufficio Studi della Coldiretti Salerno, a fronte di unasuperficie complessiva della provincia di Salerno che ammontaa 491.700.00.00 ettari, ben il 25% (e dunque 124mila 776 ettari)è in uso civico, tra terreni destinati al bosco/pascolo e terreni aduso agricolo. “Ed è proprio all’interno di questa percentuale –spiega il presidente di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio -che è possibile intravedere il futuro sviluppo del territorio, inquanto, da una semplice simulazione fatta, abbiamo visto come,potenzialmente, la valorizzazione di questi terreni attualmentenon utilizzati potrebbe generare circa 1000 aziende agricoleper un’occupazione di circa 12mila nuovi occupati. In tempi dicrisi, in cui si parla solo di attività che chiudono, offrire la pos-sibilità a tanti giovani di aprire un’azienda agricola, a costi ri-dotti, su terreni ad uso civico, è una possibilità straordinaria”.I comuni con più terreni ad uso civico sono Sanza (con oltre7mila ettari), Casaletto Spartano, Montesano sulla Marcellana,Corleto Monforte, fino a Giffoni Valle Piana (3100 ettari). Il Co-mune di Camerota è stato tra i pionieri dell’iniziativa (circaventi i nuovi allevatori che hanno deciso di intraprendere que-sta attività su terreni ad uso civico) ma tanti altri comuni sonopronti ad aderire all’iniziativa della Coldiretti Salerno. Macome valorizzare questi terreni? Si potrebbero promuovere im-prese forestali che sfruttando il diritto di legnatico piuttosto chequello di fungatico, tartufatico o del sottobosco, assumono ma-nodopera, stipendiata utilizzando i proventi della gestione deldemanio stesso; porzioni del patrimonio demaniale potrebberoessere date in concessione a cooperative agricole o a società inhouse capaci di svolgere azioni di salvaguardia e recupero del-l’ambiente e al tempo stesso esercitare azioni di presidio di areemontane e diventare, più generalmente, “custodi del territorio”.“Coldiretti Salerno – conclude Sangiorgio – mette a disposizionela sua struttura per fornire assistenza giuridica e tecnico-eco-nomica sia per la creazione di modelli di gestione sia per lo svi-luppo di aziende agro-socio-ambientali che siano idonee allaconduzione dei terreni in uso civico. Ovviamente Coldiretti sipropone anche per accompagnare i Comuni in questo processocon la sottoscrizione di appositi protocolli d’intesa”.

PROGETTO #TERRACIVICA: 124MILA ETTARI DISPONIBILI

Contribuisce al “logorio della vita moderna”

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Scelta di vita, stile alimentare o semplicemente una moda da seguire

In aumento vegetariani e vegani

Daniela Bove

In molti Paesi occidentali,come anche in Italia, si è veri-ficata una progressiva diffu-sione di esercizi di ristorazioneche somministrano questo tipodi alimento a base di pescecrudo. Il Sushi è tipico dellatradizione culinaria giappo-nese, a base di riso con pesce,alghe, vegetali o uova, con ri-pieno crudo, cotto o marinatoed avvolto da alghe e riso op-pure esclusivamente da riso oancora inserito in un piccolopezzo di tofu ( formaggio a basedi latte di soia). Il riso impie-gato è di tipo giapponese(Kome), a chicco piccolo e adelevato contenuto in amido.Anche il sashimi come il sushiè un piatto di tradizione nippo-nica e consiste in sottili fette dipesce crudo o molluschi fre-schissimi serviti generalmentecon alcune salse di accompa-gnamento.Le specie ittiche utilizzate inItalia per la preparazione diqueste varietà gastronomichesono rappresentate soprattuttoda anguilla d’acqua dolce, sal-mone, tonno rosso, branzino,sgombro ecc.Dal punto di vista della sicu-rezza alimentare, in questi ali-menti a base di pesce crudo opoco cotto il pericolo per la sa-lute umana, a parte l’aspettomicrobiologico, è rappresentato

dall’Anisakisiasi, zoonosi do-vuta a forme larvali di nema-todi ascaridoidei appartenentiai generi Anisakis e Pseudoter-ranova (Famiglia delle Anisa-kidae); questo nematode è dicolore bianco o rosato, sottile

come un capello e lungo da 1 a3 cm ed è visibile ad occhinudo. I mammiferi marini,ospiti definitivi, si infestano in-gerendo pesci e/o cefalopodi pa-rassitati. L’uomo, come ospiteaccidentale, contrae l’infesta-

zione cibandosi degli ospiti in-termedi naturali (pesci e cefa-lopodi: come acciughe, sardine,sgombri, totani e calamari).La larva una volta ingeritaspesso muore o non dà sintomi.In alcuni casi, invece, possono

comparire:dolori addominali,nausea, vomito ed occasional-mente febbre, sintomi a voltescambiati per altre patologiegastrointestinali. Ma come puòtutelarsi il consumatore? Èbuona norma verificare senell’esercizio commerciale siapresente, ben in vista, un car-tello , come impone la legge(Decreto del Ministero dellaSalute del 17 Luglio 2013), conl’indicazione dell’avvenuto ab-battimento di temperatura sututti i prodotti da sommini-strare crudi o poco cotti, tratta-mento questo in grado discongiurare pienamente il ri-schio da parassiti.Il cartello deve avere le se-guenti indicazioni “In caso diconsumo crudo, marinato onon completamente cotto ilprodotto deve essere preventi-vamente congelato per almeno96 ore a – 18 °C in congelatoredomestico contrassegnato contre o più stelle”. Premesso cheil trattamento con limone oaceto non distrugge il paras-sita, un alimento che subisceun abbattimento termico non èassolutamente scadente dalpunto di vista qualitativo poi-ché, il congelamento, se effet-tuato correttamente e contecnologie recenti, non influi-sce sulle qualità organolettichedelle materie prime e, quindi,non ne implica il deprezza-mento.

Sushi e Sashimi: la tutela del consumatore

Brunella Mercadante

Divenire vegetariani o ve-gani, per molti è una scelta divita, per altri una scelta le-gata all'alimentazione, perqualcuno una moda. La dietavegetariana è considerata, co-munque, da molti esperti unadelle più salutari per vivere alungo e in buona salute, sem-pre però con alcune accor-tezze. I vegetariani basano laloro dieta su tutti gli elementidel mondo vegetale, limitandoin modo più o meno severo icibi di origine animale. Proprio in base all'entità del-l'esclusione si distinguono: inpuri o vegani, che non consu-mano né utilizzano nulla chederivi da animali; in lattove-getariani che includono nellaloro alimentazione anche

latte e prodotti caseari e inlatto-ovo-vegetariani, che as-sumono, oltre al latte e i suoiderivati, anche le uova. Non si tratta di differenze dipoco conto, in quanto le pro-teine contenute nella carne,nel pesce, nelle uova e nei lat-ticini non sono uguali aquelle contenute nei cereali,

nei legumi, nella verdura enella frutta, anche secca. Leprime hanno infatti il grandepregio di fornire proteine no-bili, ad alto valore biologico,in quanto complete di tutti gliaminoacidi, indispensabiliper formare quella miriade diproteine - enzimi, ormoni, an-ticorpi, molecole di sostegnodi tessuti e di struttura deimuscoli- che quotidianamentesono essenziali per il nostroorganismo, che non è in gradodi sintetizzarli autonoma-mente, ma deve necessaria-mente introdurli con glialimenti della dieta. Chisegue, come scelta di vita,una dieta vegetariana pura,vegana, con l'esclusione ditutti gli elementi di origineanimale, compresi uova, latte,yogurt e formaggi, può però

rischiare una carenza diferro, calcio e vitamina B 12,in quanto le proteine delmondo vegetale mancano dialcuni aminoacidi essenziali.In questi casi per aumentareil valore biologico, si possonounire insieme, ad esempio, ce-reali e legumi, anche se restasempre il problema della ca-renza di altre sostanze, cherende necessario l'assunzionedi integratori di vitamine esali minerali. Adottare invece una dieta ve-getariana, pianificata in ma-niera attenta e bilanciata,non rigida- senza l'esclusionedi latte,uova e prodotti ca-seari- può avere effetti posi-tivi nella prevenzione dimolte malattie. È infatti dimostrato lo strettolegame fra patologie gravi e

cattiva alimentazione e i van-taggi al contrario del man-giare regolarmente frutta,verdura e proteine vegetali ingenere. L'alimentazione latto-ovo-vegetariana ha inoltrel'enorme pregio di forniremeno grassi saturi (a pattoche non si esageri coi for-maggi) meno sodio, più potas-sio e, naturalmente, unabuona quantità di fibre solu-bili e insolubili. Per un adultosano una simile dieta noncompromette lo stato di sa-lute, non è così invece per ibambini, gli adolescenti, glisportivi, gli anemici e per par-ticolari periodi della vitacome la gravidanza, l'allatta-mento, la convalescenza o incaso di malattie che aumen-tano i fabbisogni energetici enutrizionali.

I consumatori per tutelarsi devonoaccertarsi che i prodotti crudi sianostati abbattuti in base alle norme

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La diffusione dell’antibiotico-resistenza nelle infezioni zoo-notiche è un importante pro-blema di salute pubblica chedeve essere affrontato nellaprospettiva “one health” perchécoinvolge settori della SanitàPubblica Veterinaria edUmana, dal momento che inte-ressa sia la sanità animale chela sicurezza alimentare.Che cos’è l’antibiotico-resi-stenza?Come è noto la cura delle ma-lattie infettive è stata rivolu-zionata dall’avvento degliantibiotici, e più in generaledegli antimicrobici, che hannorappresentato un traguardofondamentale per il migliora-mento delle condizioni di sa-lute dell’uomo e degli animali.L’antibiotico resistenza rappre-senta una grave minaccia a li-vello mondiale per la salute ela vita delle persone. Letteral-mente il termine indica la ca-pacità dei batteri di resistereall’azione di un antibiotico.Il fenomeno della resistenzapur essendo un naturale pro-cesso evolutivo, può essere ag-gravato da un uso improprio

dei farmaci antibioticiI fenomeni di antibiotico- resi-stenza sono da attribuire es-senzialmente all’uso indi-scriminato degli antimicrobici,pratica ricorrente sia in medi-cina umana che veterinaria. Inzootecnia, in passato, gli anti-microbici venivano utilizzatinon solo a scopo terapeuticoma anche a scopo auxinico cioè,come promotori di crescita.Quest’ultima pratica è ampia-mente diffusa negli Stati Unitie fa sì che tali sostanze sommi-nistrate a lungo a basso dosag-gio creino un ambientefavorevole per lo sviluppo dibatteri resistenti. I ceppi sensi-bili vengono distrutti, mentrequelli resistenti cominciano amoltiplicarsi, aumentano dinumero e trasmettono la resi-stenza dagli animali all’uomo,di generazione in generazioneanche al di fuori dell’alleva-mento. Attualmente l’Organiz-zazione Mondiale della Sanità(OMS) ha allertato gli espertievidenziando che la resistenzaagli antibiotici si sta diffon-dendo a livello mondiale, pro-vocando gravi conseguenze per

la salute. Alcune polmoniti, adesempio, che prima venivanocurate senza troppa difficoltàgrazie alla penicillina ora inmolti casi non rispondono più aquesto farmaco. Per questo mo-tivo se non si interviene rapi-damente potrà accadere fraqualche decennio che il mondonon riuscirà a curare nemmenoinfezioni batteriche lievi.L’Unione Europea per fermare

il rischio di molecole resistentisi è attivata emanando diversiprovvedimenti legislativi fina-lizzati a regolamentare l’uti-lizzo degli antibiotici in ambitoveterinario e a vietare l’usodegli stessi come promotoridella crescita.Con l’auspicio che vengano alpiù presto individuati farmacidi nuova generazione di cui ab-biamo urgente bisogno, per li-

mitare i danni dovuti a questofenomeno occorre una prescri-zione più limitata di queste so-stanze ed il singolo individuodovrà usare l’antibiotico solo incaso di necessità e non, comespesso succede, per curare lievipatologie stagionali come il raf-freddore o l’influenza, visto chegli antibiotici non curano ivirus.

D.B.

Antibiotico-resistenza

Insufficienza venosa: sintomi e cure naturali Fabiana Clemente

Prurito, formicolio, gambe gon-fie, macchie scure, comparsa divasi bluastrie edemi cutanei.Sono alcuni sintomi che deno-tano la presenza di un’insuffi-cienza venosa. Pesantezza,gonfiore e dolore possono ac-centuarsi in casi di gravi-danza, ciclo mestruale eortostatismo. L’insufficienza del circolo ve-noso provoca un rallentamentodel flusso sanguigno, con unconseguente ristagno del san-gue nella parte inferiore dellegambe. Si riduce quindi anchel’apporto di ossigeno e di so-stanze nutritive.Oltre a con-sultare il proprio medico dibase, si può giungere ad unadiagnosi precisa attraverso unecodoppler – una tecnica noninvasiva che descrive la situa-zione morfologica e funzionaledei vasi sanguigni, arteriosi evenosi, e del cuore.Sovrappeso,età avanzata, gravidanza, fat-tori ereditari, ritenzione idrica,consumo di contraccettivi or-

monali e stitichezza sono daconsiderarsi fattori di rischio.Cosa è possibile fare nel quoti-diano per contrastare l’insuffi-cienza venosa? Per migliorarela circolazione è fondamentalemodificare il proprio stile divita e adottare comportamentiad hoc. Abolire il fumo e cam-

minare il più possibile sono iprimi accorgimenti da osser-vare. Per chi è predisposto eper le donne in gravidanza siconsiglia indossare abitual-mente calze elastiche a com-pressione graduale in modo daridurre il gonfiore e favorire lafunzionalità dei vasi. Inoltre

sono da considerarsi buoneabitudini evitare posizioni sta-tiche, camminare e muoveregli arti inferiore in modo da fa-vorire il ritorno del sangue alcuore, non lavarsi con acquamolto calda. Ma anche la na-tura ci può dare dei rimedi.Esistono infatti piante medici-

nali in grado di rinforzare l’ela-sticità dei vasi. Centella asia-tica, vite rossa, pungitopo,mirtillo, meliloto, equiseto,anice, maggiorana, amamelidee ginkgo biloba. Sono tra iprincipali alleati per preveniree curare il problema nella faseiniziale. È possibile attingervisia in modo naturale che sinte-tico, attraverso tisane, creme,compresse e oli. In casi piùgravi occorre un consulto me-dico per valutare come interve-nire per scongiurare il rischiodi ulteriori complicanze – qualidistrofie o ulcere cutanee,ischemia e varicoflebite. Saràun esperto a valutare se è suf-ficiente una cura farmacolo-gica, attraverso anti-coagulanti, o invece interve-nire chirurgicamente conl’iniezione nella vena in que-stione di una sostanza irri-tante oppure procedere con losfilamento del vaso. Avvistati iprimi sintomi si consiglia dinon sottovalutarli e indagare ilprima possibile circa il dafarsi.

Un fenomeno legato soprattutto all’uso indiscriminato degli antimicrobici

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

I comuni di Cerreto Sannita edi San Lorenzello in provin-cia di Benevento sono famosiper la produzione di cerami-che. La ceramica “cerretese”e “laurentina” ha origini an-tichissime anche se il periododi massimo splendore è allafine del Seicento. La ricostru-zione che seguì il devastanteterremoto del giugno del1688, infatti, richiamò daquelle parti molti artisti-arti-giani anche da Napoli e iltutto confluì in una sapientemiscela che portò alla cera-mica fastosa e barocca cono-sciuta nel mondo anche oggi.La tesi secondo la quale“nella nuova e vecchia Cer-reto han sempre gli stovi-glieri manipolato vasi ancorgrandi, invetriati e varia-mente dipinti”, testimo-nianza di un antico storicolocale, sarebbe confermatadal ritrovamento di numerosiframmenti ritrovati tra i ru-deri della Cerreto distruttadal sisma. “A Cerreto talearte nella incertezza di sueregole e quantunque ne sianostati molti i cultori solo alcunisi distinsero per la delica-tezza delle tinte e per laforma”, ribadisce lo stesso

storico. “Vasai e pignatari”,allora, nel tempo impararonotecniche che li avrebbero resioriginali e unici nelle loroproduzioni. Importante unapresenza: quella di AntonioGiustiniani, legato ad un’an-tica famiglia di decoratori pa-vimentali (presenti conimportanti fabbriche anche aNapoli), che realizzò agli inizidel Settecento diverse operetra le quali il pannello neltimpano del portale dellaChiesa della Congregazionedella Sanità in San Loren-zello. Il Museo Civico dellaCeramica cerretese fornisceun valido supporto per unaricostruzione della storia enumerosi esempi delle capa-cità di quei ceramisti tra pas-sato e presente. Da tempo è

attivo un vero e proprio itine-rario dalle “faenzere”, antichiluoghi di produzione, alle at-tuali botteghe artistiche. Davisitare a San Lorenzello, tral’altro, la Chiesa di San Do-nato, la chiesa di San Lo-renzo Martire, la chiesa diSan Sebastiano, il Conventodei Carmelitani. A Cerreto lachiesa Cattedrale, la Colle-giata di San Martino Ve-scovo, la chiesa diSant'Antonio di Padova. Dalpunto di vista naturalisticorilevante tutta la valle del Ti-terno, il fiume che arrivanell’area cerretese dopo avereattraversato l’angusta golacalcarea tra i monti Erbano eCigno. Era quel fiume, delresto, a fornire l’argilla ai ce-ramisti locali.

Cerreto, San Lorenzello e le ceramicheUn prodotto, un luogo della Campania

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Ogni anno il 2 novembre c’èl’usanza di andare al cimi-tero. È il celeberrimo incipitde “’A Livella” di Totò. L’usanza di commemorare idefunti è più antica dell’uomostesso; anche due millenni orsono si usava ricordare e “ve-nerare” i propri avi quasicome divinità che avevano ilpotere di proteggere la fami-glia ancora in vita. Negli ul-timi anni sembra quasi dimoda il conflitto Halloweenvs Ognissanti/Commemora-zione dei defunti, spesso presirispettivamente come sim-bolo del male e del bene, delprofano e del sacro. Eppurecon un’analisi meno estremae più attenta, si nota come inrealtà le diverse interpreta-zioni culturali della festa nonsiano poi così distanti. Come piccola premessa po-trebbe bastare che a Napoliesiste(va) non una commemo-razione dei defunti ma unvero e proprio culto (marchiod’infamia con cui si etichet-tano gli anglosassoni seguacidi Halloween). A Napoli si ve-neravano le “capuzzelle”, i te-schi dei defunti abbandonatiai quali i napoletani presta-vano devozione in cambio diprotezione sulla terra. Se-condo la credenza popolare loscambio di favori era reci-proco: il defunto “proteg-geva”, il devoto “rinfrescava”e ripuliva il teschio del morto,pregando per lui e velociz-zando quindi i tempi di tra-passo dal Purgatorio alParadiso. Da qui la celebre espressione“Rinfresca l’anima ‘o Priato-rio!”. Come ogni festa che sirispetti, anche il periodo dei“morti” conserva una tradi-zione gastronomica ben pre-cisa, che varia a seconda delleregioni italiane. Si parte dalnostro torrone, da dove arrivaquesta tradizione? Sembrache nei tempi del dopoguerra,nei quartieri popolari siusava andare in giro con unacassetta di cartone a forma dicassa da morto, detta "’o ta-vutiello" e si gridava"Famme bene, pe' li muorte:dint'a ‘sta péttula che ‘cepuórte? Passe e ficusecche‘nce puórte e famme bene, pe'li muorte" (traduzione:Fammi del bene per i morti:in questo grembiule che ci

porti? Uva passa e fichi sec-chi porti e fammi del bene,per i morti). Ebbene, come non ricondurrela forma del torrone a quelladi una cassa da morto! Paeseche vai, tradizione che trovi,e si scopre inaspettatamenteche in Calabria commemora-zione dei defunti ed Hallo-ween hanno molte cose incomune: a Serra San Bruno,ad esempio, in provincia diVibo Valentia, esiste la tradi-zione del "Coccalu dimuortu": i ragazzini sono so-liti modellare la zucca dandovita ad un teschio ("coccalu dimuortu"); poi girano per le

vie del paese con in mano ilteschio appena creato, escla-mando "Mi lu pagati lu coc-calu?" ("Me lo pagate ilteschio?"), che non è troppolontano da "trick or treat?"("dolcetto o scherzetto?") ti-pico di Halloween. Anche inFriuli Venezia Giulia ed inVeneto la tradizione privile-gia la zucca: in Friuli si usaintagliare zucche con fattezzedi teschio, in Veneto invece siprepara il risotto di zucca e siutilizza la stessa svuotata perprodurre una lanterna. In-somma, tra capuzzelle, tor-roni e zucche … ogni mondo èpaese! G.D.C. e S.L.

Capuzzelle, torroni e zucche: Novembre tra ‘A livella e Halloween

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Domenico Matania

Sono trascorsi trent’anni dallascomparsa di Eduardo De Fi-lippo ed in questi giorni si suc-cedono le iniziative perricordare uno dei più grandi uo-mini di cultura del ventesimosecolo. Si sprecano le definizioni,

le frasi, gli epiteti e le etichetteper Eduardo: drammaturgo, at-tore teatrale, attore cinemato-grafico, regista teatrale, registacinematografico, sceneggiatore epoeta, ebbe ed ha il merito diportare in alto la cultura napo-letana intrisa di contraddizionie superstizioni senza mai caderenello stereotipo “napoletano”.Eduardo nasce il 24 maggio del1900 nella zona della Riviera diChiaia, se a via Bausan o a viaAscensione non ci è dato sapere.Il padre è Eduardo Scarpetta,attore e commediografo, ma siaEduardo che la sorella Titina eil fratello Peppino ereditano ilcognome della madre Luisa, poi-ché tra Scarpetta e la De Filipposi trattava di una relazioneextra coniugale. Fatto sta chepartendo dall’influenza delpadre e muovendo i primi passicon la compagnia del fratella-stro Vincenzo Scarpetta,Eduardo darà il via alla suabrillante carriera. A trent’annidalla sua scomparsa, Eduardo èriconosciuto come simbolo dicultura a livello nazionale e nesono la prova le innumerevoliiniziative in suo onore. Innanzi-tutto la Rai ha inserito nel suo

palinsesto un programma dieventi dedicati a De Filippo at-traverso una retrospettiva sud-divisa in più cicli tematici:L’eredità di Eduardo, Eduardoin scena, Eduardo e la musica eUn anno con Eduardo. A partiredallo scorso 25 ottobre fino amaggio 2015 Rai5 dedicherà

Speciali alla figura di Eduardo:già la prima serata del 31 otto-bre, giorno della scomparsatrent’anni fa di Eduardo, è statainteramente dedicata al dram-maturgo napoletano con docu-mentari ed approfondimenti

sulla sua vita, la sua carriera edi luoghi a lui più cari. Domenica2 novembre nella fasciad’ascolto pomeridiana è andatain onda in diretta dal TeatroSan Ferdinando (luogo simbolodi Eduardo) “Le voci di dentro”con Toni Servillo e la regia diPaolo Sorrentino ottenendo un

incredibile successo di pubblico.Non solo la Rai: svariate le ini-ziative in allestimento a Napolinell’ambito del Forum Univer-sale delle Culture che hannocome figura simbolo l’indimen-ticato Eduardo De Filippo.

A trent’anni dalla scomparsadi Eduardo De Filippo

Una mela al giorno toglie ilmedico di torno. Errata cor-rige: toglie il dietologo di torno.È proprio il caso di dirlo,stando a quanto afferma la ri-vista FoodChemistry. Un re-cente articolo ha pubblicato,infatti, uno studio – condottoda un equipe di ricercatoridella Washington State Uni-versity - secondo cui la mela omeglio i suoi composti non di-geribili aiuterebbero a preve-nire l’obesità. Nello specifico,le maggiori fautrici della causasono le mele verdi granny-smith, grazie al basso conte-nuto di carboidrati.Fibrealimentari e polifenoli, presen-tiin elevate quantità, raggiun-gono il colon superando gli

enzimi e gli acidi grassi e lì ri-ducono l’infiammazione cro-nica – uno dei fattori checausano l’alterazione dellaflora intestinale e il conse-guente accumulo di grasso.Giunti a destinazione, fermen-tano e facilitano la crescita dibatteri buoni nell’intestino.

Particolarmente ricca di pec-tina, fibra solubile che aiuta acontrollare i livelli di coleste-rolo, contribuisce a regolariz-zare la funzionalità intestinalee tiene sotto controllo l’appe-tito. E’ preferibile consumareoltre alla mela anche la suabuccia – dove si concentrano

importanti principi nutritivi efibre. Basti pensare che unamela con la buccia contienecirca 4 grammi di fibre, men-tre senza appena la metà. Incaso di diete ipocaloriche, sonosoprattutto le bucce a favorireil processo di dimagrimento.Aumenta infatti il senso di sa-zietà. Per non parlare poi delpotere antiossidante che ci re-gala la quercetina – sostantepresente esclusivamente al-l’esterno. Meglio consumare una mela afine pasto per riequilibrare ilph dello stomaco, favorendopertanto la digestione. Per ini-ziare a dimagrire…iniziamodalla frutta!

F.C.

Fabio Schiattarella

In Europa l’inquinamento atmosferico conta un elevatis-simo numero di vittime: oltre 400.000 all’anno. Da conside-rare che il costo medico per le cure delle malattiedell’apparato respiratorio raggiunge, sempre in Europa, iltetto dei 380 miliardi di Euro all’anno. Se da un lato le mi-sure di contrasto a questo fenomeno contenute nella nor-mativa europea, come in quella nazionale, risultano neifatti altamente insufficienti a migliorare un quadro così al-larmante, l’analisi ravvicinata dei dati recenti preoccupaancora di più, soprattutto se guardiamo ai dati italiani. Ilnostro patrimonio architettonico è stato costruito nei secolicon molti differenti tipi di materiali lapidei sia naturalicome granito, porfido e calcare, sia artificiali come il lateri-zio e altri generi di materiali ceramici e le malte. In moltepubblicazioni scientifiche si analizzano gli effetti degliagenti inquinanti sulle pietre, in sintesi si può affermareche ogni composto chimico in grado di diminuire il pH del-l’acqua può svolgere un ruolo significativo nella corrosionedei materiali a base di carbonato di calcio. Per tutelare ilpatrimonio cittadino l’unica soluzione possibile è quella dimonitorare costantemente sia lo stato dei monumenti, siala qualità dell’aria che li circonda, così da riuscire ad inter-venire quando i danni sono ancora di piccola entità e i lavoridi conservazione non troppo complessi da progettare e icosti ancora sostenibili. Bisogna perseguire con tenacia po-litiche e programmi lungimiranti per il miglioramento dellaqualità dell’aria e la riduzione dell’inquinamento dovutoalle attività umane. Per la salute dei cittadini,per la tuteladella biodiversità, garantendoci il futuro e la memoria..

Gli effetti degli agenti inquinanti sui monumenti

La mela, un frutto anti-obesità

Identificabile solo con il nome, come tutti i grandi!

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Antonio Palumbo

Nella prospettiva di un mi-glior livello di comfort clima-tico nelle città, una delleproblematiche su cui si staconcentrando l’attenzione deipianificatori è l’isola di caloreurbano (Urban Heat Island -UHI), fenomeno microclima-tico che provoca un significa-tivo incremento dellatemperatura nell’ambito ur-bano rispetto alle aree ruralicircostanti: una sorta di “localwarming” che attanaglia i no-stri centri urbani fin daquando l’uomo ha smesso diprogettare in sintonia con iluoghi e le specificità climati-che. Il fenomeno è dovuto soprat-tutto al maggior assorbimentodi energia solare da parte dellesuperfici asfaltate e del ce-mento degli edifici. In estate,nelle ore più assolate, le stradee i tetti delle case possono rag-giungere spesso temperaturesuperiori a 60-90°C. Inoltre, ilsuolo urbano presenta unascarsa capacità di trattenereacqua: ne consegue una mi-nore evaporazione, che riduceulteriormente il raffresca-mento dell’aria in prossimitàdel terreno. Anche alcuni pa-rametri meteorologici risul-tano modificati: i fenomenitemporaleschi, ad esempio, ri-sultano essere aumentati del10-15% rispetto agli ambientirurali, mentre il vento, per lapresenza delle abitazioni, ri-sulta diminuito (in condizionidi brezza) del 20-30%.L’isola di calore, inoltre, è il ri-sultato di un’altra forma dicambiamento climatico, di ori-gine prettamente antropica,ovvero il riscaldamento dovutoall’urbanizzazione dello stratolimite (Boundary Layer), lostrato atmosferico più vicinoal suolo, la cui altezza varia dapoche decine di metri a circa1000-2000 metri. In ambitourbano il Boundary Layer ècondizionato dalla presenzadell’Urban Canopy Layer, lostrato climatico che va dallalinea di terra (0 metri) finoall’altezza degli edifici, chepresenta caratteristiche in-trinseche e differenti da cittàa città (altezza degli edifici,materiali da costruzione difacciate e tetti, tessuto urbano,rapporto tra aree verdi, areelibere e aree edificate, ecc.). Il

risultato dell’interazione tra ilBoundary Layer, il CanopyLayer e la superficie urbana(Surface Layer) è la presenzasopra la città di un’isola di ca-lore. All’interno del CanopyLayer l’intensità dell’isola dicalore - e, quindi, la tempera-tura - cresce durante la gior-nata con un massimo nelle orenotturne, effetto del rilascio dicalore assorbito durante le orediurne dagli elementi che com-pongono la città.L’effetto ‘isola di calore’ rendesempre più invivibili ed ener-givore le abitazioni cittadine espinge all’utilizzo dei climatiz-zatori, che rigettano al-l’esterno flussi caldi,ostacolando ulteriormente ilraffrescamento notturno del-l’aria. Circa metà della popola-zione mondiale, attualmente,vive nelle città, con proiezionidi ulteriore crescita: si prevedeche nel 2030 la percentualesalga al 63%. Di conseguenza,in futuro, un sempre maggiornumero di persone sarà espo-sto al fenomeno. Due dei me-todi della bioedilizia piùefficaci degli ultimi anni, ado-perati per contrastare le isoledi calore, sono dati dall’utilizzodei cosiddetti “Cool Roofs” e“Green Roofs”. I Cool Roofssono tetti che si scaldano poco,

grazie ad un’elevata capacitàdi riflettere la radiazione so-lare incidente e, al contempo,di emettere energia termicanell’infrarosso. I Green Roofs (Tetti Verdi, oCoperture a Verde) sono su-perfici inverdite che riduconol’effetto ‘isola di calore’, poichésostituiscono le superfici cheassorbono il calore con piante,arbusti e piccoli alberi, che rin-frescano l’aria attraversol’evapotraspirazione.

Come abbattere le isole di caloreUn fenomeno che rende sempre più invivibili le abitazioni cittadine

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Cristina Abbrunzo

Dopo il cibo e l'abbigliamentosembra che il concetto del-l’equo e solidale abbia invasoanche il campo dell'elettro-nica, come dimostra il pro-getto FairPhone.FairPhone è il nome di unosmartphone prodotto da unafondazione omonima olandesenata nel Marzo 2011 con lospecifico intento di produrrecellulari in condizioni diequità per i lavoratori e l'am-biente coinvolti nella produ-zione. Molto poco seguito èstato dato in passato a questoprogetto, in quanto nell'am-bito dell'elettronica di con-sumo, i concetti di equo esolidale sembrano molto piùdifficili da applicare che inaltri settori produttivi. Nel settore delle telecomuni-cazioni, infatti, imporre unacatena di produzione comple-tamente equa è difficilissimo,in quanto i problemi etici diuno smartphone comincianodall'estrazione delle materieprime per produrre i compo-nenti fino allo smaltimentodei rifiuti elettronici.Queste difficoltà non hannocomunque fermato FairPhoneche, nonostante tutto e inbarba ai grossi produttorimondiali e ai loro impegni for-

mali spesso non concretizzati,ha finalmente ufficializzato losmartphone etico e ne haaperto la prevendita in Eu-ropa, con consegna garantitaper questo inverno. Questo smartphone, proget-tato in Olanda qualche annofa, è stato assemblato po-nendo grandi attenzioni versol’ambiente e verso il sociale,impiegando materiali ben

controllati e servendosi diaree di lavoro in cui i dipen-denti non vengono sfruttati e“schiavizzati”, ma godono in-vece di buone condizioni lavo-rative. Del resto, il nome ladice già lunga a riguardo:“Fairphone“, infatti, letteral-mente significa telefono“equo”, “etico”, “giusto”.L'eticità di FairPhone iniziadalle materie prime: l'associa-

zione ha collaborato con Con-flict-Free Tin Initiative pertrovare minerali (cobalto, Co-lumbite-tantalite, stagno)"senza sangue" in Congo, pro-venienti da miniere che nonsfruttino il lavoro minorile,che mantenga la dignità ditrattamento, orario e salarialedei lavoratori e che non ali-mentino il flusso di soldi versoi signori della guerra civile.

Dal punto di vista tecnico,FairPhone avrà un processoreMediatek 6589 quadcore, undisplay da 4.3 pollici, Android4.2, due fotocamere da 8 e 1.3megapixels e 16 GB di memo-ria interna e dual SIM.La connettività è garantita dauna connessione USB, mentrel'espandibilità avverrà tra-mite microSD.Tutto questo è offerto onlinesul sito Web. Il primo blocco dismarphone è stato consegnatoad un costo di 325 euro mesifa e ha avuto un ottimo riscon-tro. Attualmente è in prepara-zione un nuovo blocco di pre-notazioni per la messa inproduzione dello smartphone.Acquistabile ad un prezzo di310 euro (un prezzo legger-mente inferiore perchèl’azienda non ha bisogno di ri-petere le certificazioni e itest), il Fairphone ha comeobiettivo quello di raggiun-gere le 35.000 unità, su 26.714attualmente raggiunte.Insomma, vale davvero lapena darci un’occhiata e, per-chè no, procedere all’acquisto. Spesso non ce ne rendiamoconto, ma sapete quanto sfrut-tamento lavorativo c’è dietrola produzione di uno smar-tphone o conoscete l’originedei materiali impiegati? Porrel’attenzione su questi due que-siti dovrebbe invitarci a riflet-tere, piuttosto che correredietro alle ultime proposte of-ferte dalle grandi marche.

Vivibici: hai voluto il cellulare…e ora pedala!La nuova app che trasforma i km in traffico telefonico

Convertire i chilometri per-corsi in bicicletta o a piedi intraffico telefonico per chia-mare e navigare in internetgratis dallo smartphone…oggi si può! Chi pedala, gua-dagna e risparmia. E' l'ideaalla base dell'iniziativa Vivi-Bici, che è stata presentata inoccasione della Smart CityExhibition 2014, a Bologna afine ottobre. ViviBici è unaapp proposta da CoopVoce,l'operatore di telefonia mobileCoop. I clienti potranno con-vertire i chilometri percorsi inbicicletta e a piedi in trafficotelefonico e internet gratuito.In occasione della fiera è stataofferta agli utenti la possibi-lità di testare l'applicazionesu tablet, cellulari e smar-tphone per comprenderne me-glio il funzionamento. La

novità riguarda sia i clienti diCoopVoce sia chi vorrà diven-tarlo. I chilometri percorsi apiedi o in bici si trasformanoin "chilometri voce", cioè inminuti di conversazione per lechiamate nazionali o in mega-byte di traffico internet nazio-nale gratuito. Allapromozione Chiamatutti Bicisarà possibile sommare men-

silmente 200 minuti di chia-mate e 1000 megabyte di traf-fico internet con un massimodi 200 "chilometri voce" per-corsi a piedi o in bici. La appsarà scaricabile gratuita-mente in tutta Italia sia dalPlay Store di Android sia dal-l'App Store di Apple. L'obiet-tivo principale dell'iniziativa èpromuovere uno stile di vita

più sostenibile che possa trac-ciare sia l'attività motoria deipartecipanti sia i punti di in-teresse incontrati lungo il per-corso. In tempi di crisi ognioccasione per risparmiare dicerto fa gola, soprattuttoquando si tratta di internet echiamate, dato che la maggiorparte di noi usa cellulare esmartphone abitualmente siaper telefonare che per navi-gare. Inoltre, ecco un'ulterioremotivazione per uscire a fareuna passeggiata a piedi o inbici e per muoversi di più du-rante la giornata. Il progetto ènato in collaborazione con ilportale Ciclisti Urbani di FiabOnlus, la Federazione italianaamici della bicicletta, che si èoccupata dei dettagli tecniciche saranno d'aiuto per i cicli-sti. C.A.

Fairphone: il cellulare equo e solidaleIn vendita il primo smartphone “eticamente corretto”

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Andrea Tafuro

Si spiffera che nelle relazioniinterpersonali sui luoghi di la-voro, sono ricordate forme oc-casionali di gentilezza. Tuttisono alla ricerca di segnaliprovenienti dall’aldilà. A direil vero sul lavoro, qualcuno checollaudi la possibilità di esseregentile ogni tanto lo incontro.Ma passa subito per un poverodebole demente. L’archetipo che nel mestieredelle relazioni umane sia an-cora avverabile, la remota pos-sibilità di calarsi nei pannialtrui è valutata bislacca. Infondo la crisi economico/so-ciale, che ha bruciato la vostravita, vi ha rinsecchito il porta-fogli solo perché da tempoaveva già corroso i vostri cuori.Per non uscire di pista nellaspericolata gara della globaliz-zazione, vi hanno propinatol’intero menu per imporsi nelmondo, le cui portate com-prendono l’avere padronanzadi sé, il mostrarsi superiori etotipotenti, per cui non spre-cate tempo per dedicarvi aqueste cose. “C’è gente tal-mente povera che non hanient’altro che il denaro epensa che la statura morale diuna persona equivale al suocapitale. E c’è gente che vuoletutto quello che gli passa sottoil naso perché non sa cosavuole”. In un mondo legato all’appa-renza, dove lo sfoggio di benisuperflui e l’accumulo indisci-plinato di oggetti accessori,rendono inutile ogni qualitàetica, le persone desideranoogni cosa senza desiderio, vit-time inconsapevoli di un po-tere insensibile chiamato

denaro.“C’è gente che è così comica,ma si prende un po’ troppo sulserio e non troverà mai una ve-rità nemmeno se gliela mette-ranno in mano. E c’è gente cheha un ascensore nella testa euna scala a pioli nel cuore. C’èchi non ha più curiosità epiano piano cerca di invec-chiare”.La verità è nelle mani di chi savalorizzarsi senza cadere nelridicolo, di chi riesce a vivereequilibrando razionalità e fol-

lia e negando alla smania diarrivismo di ostruire le ragionidel cuore, di chi non permetteal tempo di togliere anni allescoperte e alle sorprese di ognitappa dell’esistenza.C’è genteche è così immobile che frangei flutti del destino e non pro-verà mai una novità nemmenose gli passerà vicino. E c’ègente che pensa di avere sba-gliato tutto nella vita e pensasolo al passato, che non com-prende che si può rinascereogni giorno se fai la cosa giu-

sta adesso. Spesso gli errori ciinchiodano al passato, ren-dendo invisibile ai nostri occhiogni ancora di salvezza che ildestino ci porge, trasformandoil presente in un luogo senzaopportunità. Invece, devonoessere proprio le scelte quoti-diane a smuovere le nostre esi-stenze svuotate di senso,permettendoci di nuotareverso il futuro senza paura diannegare. Il salvagente, inquesto burrascoso cambio dirotta, è già in noi.Quando co-mincerai a vedere il mondo inun modo diverso il mondo co-mincerà a cambiare. Così re-cita insistente il ritornello delbrano, a sottolineare la neces-sità di guardare al mondo conocchi diversi, aspirando a uncambiamento che parta da noistessi per dare una scossa al-l’immobilità di un mondo fattodi persone che non sanno piùsorprendersi e sorprenderci.Perché allora disquisire sulnobile concetto della genti-lezza? Perché la vostra bella societàin cui dominano la arroganzae l’ingiustizia è dopata comeun malato terminale. Urgonopacchi di flebo per ripristinarei corretti parametri del FIL(Felicità Interna Lorda).

SSalva Gente

C'è gente talmente poveraChe non ha nient'altro che il denaro E pensa che la

statura morale di una persona Equivale al suo capitale E c'è gente che

vuole tutto quello che glipassa sotto il naso

Perché non sa che cosa vuoleQuando cominceranno a vedere il mondo in

un modo diverso, il mondo comincerà a cambiare c'è

gente che è così comica ma siprende un po' troppo sul serio e non troverà mai una verità

nemmeno se gliela metteranno in manoe c'è gente che ha

un ascensore nella testae una scala a pioli nel cuorec'è chi non ha più curiosità

e piano piano cerca di invecchiare. Quando

comincerai a vedere il mondoin un modo diverso, il mondo

comincerà a cambiareQuando comincerai a

vedere il mondo in un modo diverso, il mondo comincerà

a cantare. Quando comincerai a vedere il

mondo in un modo diverso, il mondo comincerà a cambiare. Quando

comincerai a vedere il mondo in un modo

diverso, il mondo comincerà a cantare e

la gente che non si sorprende è la gente

che non riesce a sorprenderci più e la gente

che non si sorprende è la gente che non riesce

a sorprenderci più c'è genteche è cosi immobile

dei frangiflutti del destinoe non troverà mai una novità nemmeno se gli

passerà vicino c'è gente che pensa di aver sbagliato

tutto nella vita e pensa solo alpassato e non comprende chesi può rinascere ogni giorno se

fai la cosa giusta adesso.Quando comincerai

a vedere il mondo in un mododiverso, il mondo

comincerà a cambiareQuando comincerai a

vedere il mondoin un modo diverso,il mondo comincerà

a cantare e la gente che non si sorprende è la

gente che non riesce a sorprenderci più e la gente

che non si sorprende è la gente che non riesce a

sorprenderci più.

Marta sui tubifeat Franco Battiato (2014)

CAMBIARE PUNTO DI VISTA SUL MONDO E MIGLIORAREGli atti di gentilezza pesano quanto tutti i comandamenti. (Talmud)

Tre cose sono importantinella vita umana:la prima è essere gentili,la seconda è essere gentilie la terza è essere gentili

Henry James

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7 novembre 2014 – A Napoli la XXVIII edizione di Futuro Remoto dedicata al mare

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