Arpa campania ambiente 2014 8

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P PRIMO PIANO Rischio Campi Flegrei: estesa la zona rossa Martelli a pag.3 Il ruolo delle montagne nel bilanciamento della CO 2 La vita sulla terra si sarebbe estinta nel giro di 5-10 mi- lioni di anni se non ci fossero state le montagne. È possi- bile fare questa previsione dopo aver letto l’articolo comparso il 20 marzo scorso su Nature. Buonfanti a pag.8 Come sta il Mare Nostrum? Ora la diagnosi la daranno i satelliti. Il team di studiosi e scienziati, coinvolti nel pro- getto Medina, ha dato il via alle indagini dell’ecosistema del Mar Mediterraneo lungo le coste nordafricane grazie all’ausilio dei satelliti. Paparo a pag.10 Intolleranze ambientali: fonti e agenti inquinanti Mercadante a pag.13 Tra le novità, l’introduzione dei livelli essenziali delle prestazioni Mediterraneo sorvegliato speciale Riforma delle agenzie ambientali: il testo approvato dalla Camera La Camera dei deputati ha approvato all’unani- mità il disegno di legge che istituisce il Sistema nazio- nale a rete per la prote- zione dell’ambiente. Il testo, che ora passa al- l’esame del Senato, punta a rendere più omogeneo il funzionamento delle agen- zie ambientali su tutto il territorio nazionale. L’in- tento è rafforzare il ruolo di coordinamento del- l’Ispra e introdurre i Lepta, i livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali. Il ddl risulta dall’unificazione di tre di- verse proposte, presentate da varie forze parlamen- tari nel corso delle ultime legislature. Mosca a pag.6 Le città delle reti intelligenti Si stanno affermando nuovi modelli di “città diffusa”. Città che si espandono fisicamente e funzionalmente sul territorio, integran- dosi con altri sistemi urbani e di area vasta, per dar vita ad organismi insediativi total- mente innovativi, diffusi e fortemente inter- connessi, a tutto vantaggio della sostenibilità. Palumbo a pag.11 "Rivolsi dunque al- trove le mie mire e pensai di ridurre quella Popolazione, che sempre più au- menta, utile allo Stato, utile alle fa- miglie ed utile fi- nalmente ad ogni individuo di esse in particolare [...]. Utile allo Stato, in- troducendo una manifattura di sete grezze e lavorate di diverse specie fin ora qui poco o malamente conosciute, procurando di ridurle alla migliore perfezione possibile, e tale da poter servir di modello ad altre più grandi. De Crescenzo-Lanza a pag.14 Iacuzio a pag.15 Teggiano, la città museo I buoni propositi del premier si stanno concretizzando. A maggio, è previsto in busta paga, per i dipen- denti con reddito tra otto e ventisei- mila euro lordi, un bonus pari ad ottanta Euro. Ferrara a pag.18 La riorganizzazione della spesa SCIENZA & TECNOLOGIA Le sete delle meraviglie San Leucio Capitale mondiale dell’arte serica Nell’enciclica Evangelii gau- dium, Papa Francesco usa il termine diseguità per riassu- mere lo scandalo della dise- guaglianza connesso alla sperimentazione dell’ingiusti- zia. Non ho tutto l’acume dei cattolici perfetti, ma secondo me Francesco ha voluto evi- denziare lo scandalo delle mille forme di esclusione, di dolorosa miseria, materiale, morale e spirituale in cui è fi- nito il nostro bel mondo. Cer- tamente per affrontare la crisi possiamo servirci di analisi sociologiche ad alta precisione statistica, tuttavia, finché non ci schiereremo dalla parte della dignità della persona, faremo solo accademismo e fastidioso paternalismo! Tafuro a pag.19 L’agricoltura familiare può sfamare il mondo AMBIENTE & SALUTE AMBIENTE & CULTURA NATURA & BIODIVERSITÀ LAVORO & PREVIDENZA NATUR@MENTE

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PPRIMO PIANORischio Campi Flegrei:estesa la zona rossa

Martelli a pag.3

Il ruolo delle montagne nelbilanciamento della CO2

La vita sulla terra si sarebbeestinta nel giro di 5-10 mi-lioni di anni se non ci fosserostate le montagne. È possi-bile fare questa previsionedopo aver letto l’articolocomparso il 20 marzo scorsosu Nature.

Buonfanti a pag.8

Come sta il Mare Nostrum?Ora la diagnosi la daranno isatelliti. Il team di studiosi escienziati, coinvolti nel pro-getto Medina, ha dato il viaalle indagini dell’ecosistemadel Mar Mediterraneo lungole coste nordafricane grazieall’ausilio dei satelliti.

Paparo a pag.10

Intolleranze ambientali:fonti e agenti inquinanti

Mercadante a pag.13

Tra le novità, l’introduzione dei livelli essenziali delle prestazioni

Mediterraneo sorvegliato speciale

Riforma delle agenzie ambientali:il testo approvato dalla Camera

La Camera dei deputatiha approvato all’unani-mità il disegno di legge cheistituisce il Sistema nazio-nale a rete per la prote-zione dell’ambiente. Iltesto, che ora passa al-l’esame del Senato, puntaa rendere più omogeneo ilfunzionamento delle agen-zie ambientali su tutto ilterritorio nazionale. L’in-tento è rafforzare il ruolodi coordinamento del-l’Ispra e introdurre iLepta, i livelli essenzialidelle prestazioni tecnicheambientali. Il ddl risultadall’unificazione di tre di-verse proposte, presentateda varie forze parlamen-tari nel corso delle ultimelegislature.

Mosca a pag.6

Le città delle reti intelligenti

Si stanno affermando nuovi modelli di “cittàdiffusa”. Città che si espandono fisicamentee funzionalmente sul territorio, integran-dosi con altri sistemi urbani e di area vasta,per dar vita ad organismi insediativi total-mente innovativi, diffusi e fortemente inter-connessi, a tutto vantaggio dellasostenibilità.

Palumbo a pag.11

"Rivolsi dunque al-trove le mie mire epensai di ridurrequella Popolazione,che sempre più au-menta, utile alloStato, utile alle fa-miglie ed utile fi-nalmente ad ogniindividuo di esse inparticolare [...].Utile allo Stato, in-troducendo una manifattura di sete grezze elavorate di diverse specie fin ora qui poco omalamente conosciute, procurando di ridurlealla migliore perfezione possibile, e tale dapoter servir di modello ad altre più grandi.

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Iacuzio a pag.15

Teggiano, la città museo

I buoni propositi del premier sistanno concretizzando. A maggio, èprevisto in busta paga, per i dipen-denti con reddito tra otto e ventisei-mila euro lordi, un bonus pari adottanta Euro.

Ferrara a pag.18

La riorganizzazionedella spesa

SCIENZA & TECNOLOGIA

Le sete delle meraviglieSan Leucio Capitale mondiale dell’arte serica

Nell’enciclica Evangelii gau-dium, Papa Francesco usa iltermine diseguità per riassu-mere lo scandalo della dise-guaglianza connesso allasperimentazione dell’ingiusti-zia. Non ho tutto l’acume deicattolici perfetti, ma secondome Francesco ha voluto evi-denziare lo scandalo dellemille forme di esclusione, didolorosa miseria, materiale,morale e spirituale in cui è fi-nito il nostro bel mondo. Cer-tamente per affrontare la crisipossiamo servirci di analisisociologiche ad alta precisionestatistica, tuttavia, finché nonci schiereremo dalla partedella dignità della persona,faremo solo accademismo efastidioso paternalismo!

Tafuro a pag.19

L’agricoltura familiarepuò sfamare il mondo

AMBIENTE & SALUTE

AMBIENTE & CULTURA

NATURA & BIODIVERSITÀ

LAVORO & PREVIDENZA

NATUR@MENTE

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Diminuiscono le emissioni di CO2Per la sensibile riduzione dei consumi energetici

Angelo Morlando

La pubblicazione n. 107/2014 èil frutto del lavoro degli autoriBuffagni A. ed Erba S. delCNR-IRSA – Istituto di Ri-cerca Sulle Acque ed è a curadi Archi F. , Bussettini M. ePiva F. dell'ISPRA – Diparti-mento Tutela delle Acque In-terne e Marine ed è inerente alprocesso di classificazione dellostato ecologico dei corsi d’acquaper la componente macroben-tonica (a partire dal campiona-mento fino al calcolo dellaclasse di qualità). Le lineeguida rappresentano uno stru-mento di raccordo e integra-zione dei diversi documenti cheesistono in materia e una parteimportante delle stessa è statadedicata al processo di valida-zione dei siti di riferimento flu-viali. L’approccio allavalidazione, essendo basatosull’analisi delle pressioni, po-trebbe essere utilizzato a tuttigli elementi di qualità, anchese da modificare. Tale lavoronasce nel 2011, anno in cuil'ISPRA ha stipulato con ilCNR IRSA un contratto di ri-cerca inerente “Studi speciali-stici relativi a metodologie diclassificazione, controllo, moni-toraggio delle acque interne edegli aspetti connessi alla ge-

stione delle risorse idriche”.Nel corso del contratto sonostate sviluppate, con riferi-mento ai macroinvertebratibentonici nei corsi d’acqua, me-

todiche per un’omogenea inter-pretazione della normativa eper la corretta applicazionedelle diverse fasi operative delprocesso di classificazione. Nel

presente manuale sono conte-nute le indicazione di tutti i do-cumenti di riferimento utili alprocesso di classificazione, glielementi integrativi di alcunefasi della classificazione, i cri-teri tecnici per operare dellescelte metodologiche, i chiari-menti su alcuni aspetti appli-cativi del processo chepresentavano elementi di criti-cità, i problemi operativi ri-scontrati in campo per i qualisono state individuate e pro-spettate soluzioni, le indica-zione degli orientamenti futuriin merito ad alcuni aspetti delprocesso di classificazione an-cora in via di sviluppo ed ela-borazione. Nel "Capitolo 1 - Sitidi riferimento" sono contenutii riferimenti e lo schema dellaprocedura, la procedura per laselezione dei Siti di Riferi-mento, l'esplicitazione dei cri-teri per definire le condizioni diriferimento secondo quanto de-scritto nel Notiziario IRSA2008 e i parametri per i grandifiumi. Nel "Capitolo 2 - Condi-zioni biologiche di riferimento"sono inserite le definizionedelle condizioni biologiche diriferimento e delle condizionibiologiche benchmark. Nel "Capitolo 3 - Campiona-mento" sono fornite le defini-zioni di fiumi guadabili e non

guadabili, la pianificazione delcampionamento e verifica delmesohabitat atteso, la valuta-zione delle alterazioni di habi-tat e idrologiche, le indicazionirelative allo smistamento delcampione e le specifiche perfiumi temporanei. Nel "Capi-tolo 4 - Classificazione", il piùcomplesso e completo, sono ri-portate le specifiche generali,le modalità per l'esecuzionedella classificazione e una seriedi casi particolari e specificicome i fiumi con origine dagrandi laghi, i fiumi parzial-mente asciutti (per ragioni nonnaturali), campioni da meso-habitat diversi in stagioni dicampionamento diverse, corpiidrici con campionamento inpiù di una stazione. Alla finesono riportati gli allegati A, B,C e D che contengono la tabelladi verifica dei criteri per la se-lezione di siti di riferimentofluviali per la direttiva2000/60/ec, la predisposizioneelenco siti di riferimento, la ve-rifica dei siti di riferimento e lataratura del sistema MacrO-per (sistema che consente diderivare una classe di qualitàper gli organismi macrobento-nici, utile per la definizionedello Stato Ecologico) che saràdescritto con maggiori dettaglinel prossimo numero.

Linee guida per la valutazione dellacomponente macrobentonica fluviale

Paolo D’Auria

Buone notizie sul fronte emis-sioni. Incoraggianti, infatti, idati dell’ultimo inventarioemissioni diffuso da Ispranell’ambito dell’Unfccc, UnitedNations framework conven-tion on climate change. Standoal rapporto, il nostro Paese haridotto nel 2012 di oltre cinquepunti percentuali le emissionirispetto all’anno precedente. Ilrisultato complessivo rispettoal 1990 (base di confronto ri-spetto al protocollo di Kyoto) èuna diminuzione dell’11,4%.Le interpretazioni circa questorisultato sono diverse e, a direil vero, il merito è fortementedovuto anche a fattori collate-rali e non solo alle buone pra-

tiche messe in essere dai citta-dini e dalle imprese.“La diminuzione - spiegal’Ispra - riscontrata in partico-lare dal 2008 è conseguenzasia della riduzione dei con-sumi energetici e delle produ-zioni industriali a causa dellacrisi economica e della deloca-lizzazione di alcuni settori pro-duttivi, sia della crescita dellaproduzione di energia da fontirinnovabili (idroelettrico edeolico) e di un incrementodell’efficienza energetica”. Inoltre, sempre secondo l’Isti-tuto, dal 1990 in poi “le emis-sioni di tutti i gas serraconsiderati dal protocollo diKyoto sono passate da 519 a460 milioni di tonnellate diCO2 equivalente; variazione

ottenuta principalmente gra-zie alla riduzione delle emis-sioni di CO2, che contri-buiscono per l’84% del totale erisultano nel 2012 inferiori del4,6% rispetto al 1990”. Il mag-giore apporto di gas serra èimputabile ai settori della pro-duzione di energia e dei tra-

sporti. Essi, infatti, “contribui-scono alla metà delle emis-sioni nazionali di gasclimalteranti”. Rispetto al1990, “le emissioni di gas serradel settore trasporti sono au-mentate del 2,9%; sempre ri-spetto al 1990 nel 2012 leemissioni delle industrie ener-

getiche sono diminuite dell’8%a fronte di un aumento dellaproduzione di energia termoe-lettrica da 178,6 Terawattora(TWh) a 217,6 TWh, e dei con-sumi di energia elettrica da218,7 TWh a 307,2 Twh”.Nello stesso periodo le emis-sioni energetiche dal settoreresidenziale sono aumentatedell’8,2%. L’industria manifat-turiera, invece, fa segnare un-36,8%, cui fa eco il -26,5% deiprocessi industriali. Le emis-sioni dei gas fluorurati, in par-ticolare di quelli utilizzati perla refrigerazione e per l’ariacondizionata, sono invece au-mentate del 244,3% dal 1990.In calo del 16% anche le emis-sioni dovute ad attività agri-cole.

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Legambiente: una costruzione su dieci è abusiva

Alessia Esposito

Abusiva una casa su dieci di quelle co-struite nell’ultimo anno, il 13% dellenuove costruzioni. Si parla di circa26000 nuovi immobili illegali solo nel2013. È questo l’impietoso datoemerso dal dossier di Legambientesull’abusivismo edilizio. La maglia nera va alla Sicilia concirca 476 illeciti, 725 persone denun-ciate e 286 sequestri. Al gran numero di immobili fuorileggenon corrisponde però un altrettantogran numero di demolizioni degli “eco-mostri” . Queste superano di poco il10%. Nel primo decennio degli anni2000, infatti, sono state 46.760 le or-dinanze di demolizione, ma solo 4.956sono state eseguite."E se il 2013 è stato un anno ricco didemolizioni - anche molto importanticome gli scheletri di Lido Rossello e diScala dei Turchi sulla costa agrigen-tina, rimossi dopo vent'anni di batta-glie legali - lo scorso anno è statoanche denso di tentativi per appro-vare in Parlamento un nuovo condonomascherato sotto le forme più di-verse", ha sottolineato Rossella Mu-roni, direttore generale diLegambiente.Oltre al danno paesaggistico operatoa spese di coste e montagne, non biso-gna dimenticare che giustificare ocondonare il cemento illegale vuol direfare sconti all’ecomafia che aumenta

così i propri affari. Mentre le cassedello Stato (e dunque dei cittadini)vengono penalizzate a causa di man-cate entrate del fisco. Senza contareche si tratta di immobili spesso impi-gnorabili. Spiega Laura Biffi, dell’OsservatorioNazionale Ambientale e legalità diLegambiente, che “l’abusivismo edili-zio rappresenta un’autentica piaganazionale, prospera indisturbato dadecenni e non conosce crisi, nutren-dosi di alibi e giustificazioni. Ogni ipo-tesi di sanatoria alimenta nuovocemento, come è successo con i trecondoni edilizi, quelli del 1985, del1994 e del 2003. Se, per certi versi, lacondanna sociale dell’abusivismo edi-lizio ha raggiunto una certa maturità,il ripristino della legalità attraverso larimozione del corpo del reato è unprincipio che non ha ancora sfondatoculturalmente, tanto che quando simuovono le ruspe il fronte in difesadei proprietari degli immobili è sem-pre ampio, compatto e, spesso, politi-camente trasversale”.Eppure dovrebbe essere interesse ditutti, e prima di tutto degli imprendi-tori del settore turistico, preservare labellezza del nostro paesaggio, ric-chezza inestimabile dell’Italia. E in-vece proprio questi sono spessoprotagonisti di costruzioni fuorilegge.Questioni lunghe trent’anni come loscheletro di Ostuni, costruito come al-bergo e solo adesso demolito.

Ma gli ecomostri nel nostro paese non vengono più abbattuti

Giulia Martelli

Meglio tardi che mai. E così, dopoanni di discussioni e ricerche, l’As-sessore alla protezione civile dellaRegione Campania Edoardo Co-senza ha annunciato che entrol’estate prossima sarà presentato ilnuovo piano di evacuazione e rischiovulcanico per l'area dei Campi Fle-grei. «Il piano - ha detto Cosenza - ènella fase finale di discussione dellacommissione grandi rischi, prote-zione civile e Regione Campania.Stiamo definendo gli ultimi dettagli.Lo scenario dei Campi Flegrei è resocomplicato dal fatto che la boccaeruttiva storicamente si è aperta inposti molto diversi mentre sul Vesu-vio è più nota. Dalla storia degli ul-timi quattromila anni è possibile,seppur non probabile, che si aprauna bocca eruttiva spostata più

verso Fuorigrotta, per questo sicu-ramente ci sarà un'estensione dizona rossa ad altre parti di Napoliche, oltre ad Agnano, Bagnoli e Fuo-rigrotta, comprenderà anche Posil-lipo e Chiaia (tutta o in parte).L'allargamento delle aree di rischio- ha ribadito Cosenza - è importanteper garantire un'evacuazione anchenelle zone della città di Napoli chepotrebbero essere interessate dalloscavalco dei flussi». Il direttore del-l'Osservatorio Vesuviano, GiuseppeDe Natale, ha spiegato: «Nel 2012c'è stato un sollevamento di circa 3-4 centimetri che ha riguardato prin-cipalmente la zona del porto diPozzuoli. La situazione attuale è chedal 1944 c'è un vulcano quiescenteche ha avuto periodi di notevole at-tività sismica alla fine degli anni ‘90ma che nell'ultimo decennio è statamolto blanda. In questo momento

non c'è alcun allarmismo per il Ve-suvio, le dichiarazioni del vulcano-logo giapponese Nakada Setsuyasono ovvie: è un vulcano attivo equindi è lecito pensare che prima opoi erutterà e che bisogna fare ipiani d'emergenza». Giuseppe Ma-strolorenzo, ricercatore dell’Osser-vatorio Vesuviano, ha infineribadito: «C’è da prestare massimaattenzione ai Campi Flegrei ancheperché abbiamo verificato l’esi-stenza di un’unica camera magma-tica comune a quell’area e alVesuvio. In essa il magma è diffe-renziato, il che potrebbe abbreviarei tempi di manifestazione di un’eru-zione a partire dai primi segnali».L’auspicio è che il nascente piano siasupportato da infrastrutture ade-guate così da consentire un’evacua-zione agevole della popolazioneverso le regioni gemellate.

RISCHIO CAMPI FLEGREI: ESTESA LA ZONA ROSSA

Entro l’estate sarà presentato il nuovo piano di evacuazione

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(ultima parte)Nella successiva ultima partedella sintesi, ovunque compareuna scadenza di data del tipo"entro 30, 60, 90 giorni..." è stataomessa la dicitura "dalla data dientrata in vigore della presentelegge".Nel "Titolo III – Disposizionitransitorie e finali" sono conte-nuti gli articolo dal numero 11al 16."Art. 11 - (Regime transitorio)1. La Giunta regionale... adottalo schema tipo delle convenzionientro trenta giorni ... e loschema tipo dei regolamenti difunzionamento delle Conferenzed’ambito entro i successivitrenta giorni.2. ... la Regione emana, entronovanta giorni ... linee guida perla redazione dei piani d’ambitoe fissa gli obiettivi ambientali disettore e di servizio...3. La Regione provvede agli ade-guamenti del PRGR ...4. Nella fase transitoria ... le soleattività di raccolta, di spazza-mento e di trasporto dei rifiuti edi smaltimento o recupero ine-renti alla raccolta differenziatacontinuano ad essere gestite daiComuni...5. ... è fatto divieto dalla data dientrata in vigore della presentelegge di indire nuove proceduredi affidamento dei servizi ... Èammessa la facoltà di rinnovodei contratti in essere a taledata, alle medesime condizionie per un tempo predeterminatoe limitato, nel solo caso in cuiessa sia prevista ab origine negliatti di gara e sia esercitata inmodo espresso e con adeguatamotivazione.6. ... si può procedere alla pro-roga del servizio per una duratanon superiore al periodo inter-corrente tra la scadenza dellagestione e la conclusione dellaprima procedura di affidamentoper l’intero ATO o STO...7. La frazione organica biostabi-lizzata prodotta negli Stabili-menti di Tritovagliatura edImballaggio Rifiuti (STIR) eclassificabile con codice CER19.05.03 è utilizzabile per la ri-composizione ambientale dellecave abbandonate e dismessedel territorio regionale...Art. 12 - (Gestione post-opera-tiva delle discariche e dei siti distoccaggio)1. Dal trentunesimo giorno suc-cessivo alla data di insedia-mento delle Conferenzed'ambito le funzioni di organiz-

zazione relative alla gestionepost-operativa delle discariche edei siti di stoccaggio provvisoriodi rifiuti sono trasferite nellecompetenze delle medesime.2. Per l’esercizio delle attivitàgestorie post-operative delle di-scariche e dei siti di stoccaggioprovvisorio dei rifiuti ... è utiliz-zato il personale dei consorzi dibacino, delle società da essi par-tecipate ed il personale delle so-cietà provinciali. ... la Regionepredispone, entro il 30 settem-bre di ogni anno, il piano di ri-parto dei relativi costi in base alnumero degli abitanti di ognisingolo ATO...Art. 13 - (Personale dei consorzidi bacino)1. Fino al completo reimpiegodelle unità di personale dei con-sorzi di bacino della RegioneCampania ... è vietato procederea nuove assunzioni per lo svol-gimento del servizio di gestionedei rifiuti.2. Le unità di personale dei con-sorzi di bacino della RegioneCampania ... e delle società daessi partecipate, già dipendentialla data del 31 dicembre 2008...sono assegnate e trasferite me-diante passaggio di cantiere,agli affidatari dei servizi comu-nali di gestione dei rifiuti, anchese svolti in economia medianteamministrazione diretta dandopriorità al personale assuntoalla data del 31 dicembre 2001.3. Il personale di cui al comma 2è utilmente impiegato per l’as-solvimento dei compiti di vigi-lanza ambientale, diprevenzione del fenomeno di ab-bandono incontrollato dei rifiuti,di controllo della qualità del ser-vizio e di gestione degli impiantia supporto del ciclo, con partico-lare riferimento ai centri di rac-colta, agli impianti divalorizzazione delle diverse fra-zioni merceologiche e di tratta-mento della frazione organica;in particolare, il personale tec-nico-amministrativo è utilizzatoin via prioritaria presso gli uffici

comuni delle Conferenze d’am-bito...5. Per i Comuni della RegioneCampania che non hanno rag-giunto entro la data del 31 di-cembre 2012 l’obiettivo diraccolta differenziata ... e chegestiscono le attività di raccolta,di spazzamento e di trasportodei rifiuti e di smaltimento o re-cupero inerenti alla raccolta dif-ferenziata... è condizione per laconcessione di contributi o fi-nanziamenti regionali per ilciclo di gestione dei rifiuti... Art.14 - (Tracciabilità dei rifiuti)1. ... la Regione Campania ga-rantisce la tracciabilità dei ri-fiuti utilizzando comeinterfaccia del sistema di con-trollo (SISTRI) l’ARPAC e l'Os-servatorio regionale sullagestione dei rifiuti (ORR)...Art. 15 - (Transizione al nuovomodello organizzativo – gestio-nale)1. Entro novanta giorni... le so-cietà provinciali concludono leprocedure per il definitivo accer-tamento della massa attiva edella massa passiva riguardoalle attività svolte e trasmettonole risultanze alle Conferenzed'ambito territorialmente com-petenti per l’esercizio delle com-petenze di organizzazione delservizio ad esse attribuite dallalegge.2. Entro i medesimi termini ...sono trasmessi alle Conferenzed'ambito territorialmente com-petenti: a) gli archivi afferentialla Tassa per lo Smaltimentodei Rifiuti Solidi Urbani(TARSU), alla Tariffa di IgieneAmbientale (TIA) e al Tributocomunale sui rifiuti e sui servizi(TARES), con specifica indica-zione dei rispettivi flussi finan-ziari suddivisi per eserciziofinanziario; b) la documenta-zione relativa ai servizi e alle ge-stioni affidate o svolte ineconomia; c) la documentazionerelativa agli impianti nella pro-pria responsabilità di gestione.

A.M.

Nuova Legge Regionale sui rifiuti in Campania

Fabiana Liguori

Dall’ 8 all’11 maggio si terrà in piazza del Plebiscito, aNapoli, la quarta edizione di “EcoLogicaMente -Green&Smart 2014”, l’evento dedicato alla green eco-nomy. Si tratta di un importante momento di incontro econfronto tra: produttori, aziende, enti, associazioni e cit-tadini, che operano nel rispetto dell'ambiente e a sup-porto delle tematiche sociali. Diverse e convincenti leproposte d’offerta presenti alla manifestazione per i con-sumatori che desiderano vivere in modo ecocompatibile:dalle aziende che si occupano di energia rinnovabile,bioedilizia, eco-design e mobilità sostenibile a quelle diartigianato che utilizzano materiali riciclati; dai prodottia km 0 all'agricoltura biologica fino ai prodotti equo-so-lidali. Tanto spazio riservato ai ragazzi con delle attivitàriguardanti la scuola: sezioni di orientamento alle nuoveprofessioni dalla green economy e seminari riguardantila chimica verde e i nuovi materiali. E poi, per finire: "La Festa della Scuola", una giornatadi presentazione e premiazione dei migliori progetti por-tati avanti dalle scolaresche sulle tematiche dell'am-biente e dell'ecosostenibilità. Diversi i meeting in programma: dal workshop sulle so-luzioni innovative per l’efficientamento energetico aquello sulla dieta mediterranea e la lotta all’obesità in-fantile, da quello sugli orti urbani e sociali al convegnoriguardante le bioraffinerie e così via. Non mancheranno i momenti destinati al sociale insiemeai rappresentanti del terzo settore, presenti in piazza inun'apposita area. Quest’anno anche lo sport sarà grandeprotagonista! In calendario, infatti, il 10 maggio unacorsa stracittadina solidale non competitiva di 3,5 km,corredata da una serie di attività ludico-sportive inpiazza (tiro con l’arco, boxe, mini-tennis, calcetto etc.); eper i più piccoli, l’11 maggio, una passeggiata "in com-pagnia", la Kids-Walking. Inoltre nel corso della mani-festazione, grazie alla collaborazione con l'ASL, saràdisponibile per i visitatori un “Villaggio della Preven-zione”, rivolto in particolare ai giovani.

PER UN CONSUMO CRITICO E UNO SVILUPPO SOSTENIBILE

4a edizione dell’evento dedicato alla green economy

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La scuola che produce energia

Elvira Tortoriello

Un'edilizia scolastica vecchia econ problemi di sicurezza.Tante le emergenze irrisolte,poche le eccellenze. La situa-zione dell’edilizia scolastica inItalia è abbastanza disastrosa:quasi la metà degli edifici sco-lastici non possiede le certifi-cazioni di agibilità, più del65% non ha il certificato diprevenzione incendi e il 36%degli edifici ha bisogno d'inter-venti di manutenzione ur-genti. Senza contare che il32,42% delle strutture si trovain aree a rischio sismico e un10,67% in aree ad alto rischioidrogeologico. Notoriamente lescuole italiane rappresentanodei veri colabrodo di energia ,sempre mal climatizzate con-sumano una quantità enormedi energia specie nei mesi in-vernali.Ma fortunatamente esistono leeccezioni, ed ecco la scuolaDante Alighieri di S. Agostino,provincia di Ferrara, la primascuola media in Italia che pro-duce piu’ energia di quella checonsuma!L’edificio, distrutto dal terre-moto in Emilia del 2012, èstato velocemente ricostruito( 2 mesi e mezzo!) rispettandoi criteri di sostenibilità.Oggi occupa una superficie di

2.300 metri quadrati ed è unprefabbricato in legno e ospitanove aule, cinque laboratori,una biblioteca, una sala proie-zioni, una mensa, uffici ammi-nistrativi e una palestra: lastruttura intera necessita unfabbisogno energetico di 29,6kWh/m² all’anno.Ogni ambiente ha pareti e sof-fitto isolati termicamente,

l’impianto fotovoltaico fornisceenergia elettrica e viene usatoanche per il riscaldamento apavimento e per l’impianto diriciclo dell’aria che ne garan-tisce la salubrità, i colori deimuri interni sono stati stu-diati per favorire la concentra-zione degli studenti; ogni aulae la palestra sono disposte inmodo da ottenere più luce na-

turale possibile. Infine il giar-dino della scuola ospita unorto da utilizzare come labora-torio verde.Rappresenta anche il primoedificio pubblico e scolasticoEnergy Più in Italia, cioè perla prima volta nel nostroPaese è stata assegnata laclassificazione ClimAbita perl’altissima efficienza energe-

tica (superiore alla classe A).I costi di gestione diventanouna voce di attivo della scuolada utilizzare per il finanzia-mento di attività extrascola-stiche o il sostegno di progettirivolti alle famiglie degli stu-denti.È sicuramente una strada dapercorrere, senza aspettareun terremoto!

Le Filippine si illuminano d’immenso…con un litro di luceA liter of Light, questo è ilnome del nuovo progetto dellaMy Shelter Foundation, cheha portato alla realizzazionedi una vera e propria rivolu-zione luminosa. Partendodalla base creata dal Massa-chussetts Institute of techno-logy, che aveva creato bulbi dilampadine riutilizzando botti-glie di plastica, l’idea è statamodificata e ampliata, illumi-nando la vita di oltre 10milapersone delle baraccopoli nelleFilippine. Nello specifico la MyShelter Foundation ha am-pliato la sua campagna IsangLitrong Liwanag, con l’obiet-tivo di portare un milione diquesti “litri di luce”, ottenutigrazie ad una buona pratica diriciclo e creatività a buon mer-cato, nelle case e nelle barac-copoli di Manila. Il tuttofinalizzato a dimostrare come

una bottiglia di plastica pienad’acqua ed un goccio di can-deggina può trasformare mi-gliaia di baracche buie e scurein luoghi più sani e più sicuri.A Liter of Light utilizza la

semplice tecnologia concepitaoriginariamente da AlfredoMoser in Brasile e modificatadagli studenti del MIT percreare un cambiamento so-ciale nelle zone svantaggiate e

meno fortunate delle Filip-pine, regalando a tutte unospiraglio di luce. Con i finan-ziamenti di alcune multinazio-nali, l’organizzazione spera diriuscire a trasformare le vitedi oltre un terzo dei Filippiniche attualmente vivono albuio, illuminandoli d’im-menso. Oltre tre milioni diutenti di questo stato del sud-est asiatico non dispongono diun allacciamento alla rete na-zionale, pertanto non sono for-niti di un’illuminazioneadeguata. Inoltre l’ufficio dellaProtezione dagli Incendi so-stiene che molti roghi, dovutimolto probabilmente alla pre-senza di collegamenti difettosi,possono essere prevenutianche in presenza di un’ade-guata azione del governo nelcontrollo degli insediamentiinformali. Tutti questi pro-

blemi potrebbero trovare unasoluzione nell’utilizzo di lam-padine ricavate con bottigliesolari, facili da realizzare.Basta poco, quindi: una botti-glia di plastica da un litroriempita con acqua e candeg-gina installata su di un tettodi metallo. Il gioco è fatto. Eluce fu! La plastica riflette laluce e la spinge ad ogni angolodelle piccole case negli slum,analogamente a quanto fa-rebbe una tipica lampada. Econ appena un litro si può ot-tenere l'equivalente di unostandard da sessanta watt diuna lampadina, che può es-sere installato in meno diun'ora e dura fino a cinqueanni. Chi l’avrebbe mai detto:una luce artificiale senzaalcun costo aggiuntivo e a im-patto ambientale zero.

A.P.

L’impianto fotovoltaico fornisce energia elettrica e viene usato anche per il riscaldamento

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Luigi Mosca

È più vicino l’obiettivo di dareall’Italia un nuovo sistema diprotezione dell’ambiente. Loscorso 17 aprile la Camera deideputati ha approvato all’una-nimità la riforma della reteIspra-Arpa. Il disegno dilegge, che passa ora all’esamedel Senato, risulta dall’unifi-cazione di tre proposte presen-tate nel corso delle ultimelegislature da diverse forzeparlamentari. Il testo licen-ziato pochi giorni prima dallaCommissione Ambiente diMontecitorio è stato legger-mente modificato durante ladiscussione in Aula. Tra gliemendamenti approvati, lapossibilità che il personaleispettivo delle agenzie vengaallertato con segnalazioni deicittadini o di associazioni. Peril resto, i punti salienti di que-sto disegno di legge sonoquelli già noti da tempo, e daanni all’esame del Parla-mento. Prima di tutto, l’uffi-cializzazione di quel sistemanazionale “a rete” per la pro-tezione dell’ambiente, che permolti aspetti è già una realtà,ma che non ha ancora avutouna piena consacrazione nelnostro ordinamento. L’obiet-tivo, come dichiara lo stessotesto del ddl, è garantire un si-stema di controlliambientali «effi-ciente» e «omoge-neo» da regione aregione, in modoche tutti i citta-dini, da Nord aSud, abbiano lostesso livello ditutela, e allostesso tempo leimprese possanocontare su un si-stema di regolecerto e più sem-plice in tutto ilterritorio nazio-nale. Il primotentativo per ri-formare il sistema nazionaledelle agenzie ambientali, chequest’anno compie venti anni,risale al 2006, con una propo-sta di legge avente comeprimo firmatario Ermete Rea-lacci. Una nuova proposta,promossa, dagli altri, dal par-lamentare ed ex dg di ArpaEmilia Romagna, AlessandroBratti, è stata depositata allaCamera nel 2013: nel frat-tempo, infatti, è cambiato ilquadro istituzionale, con la

creazione, tra l’altro, del-l’Ispra, che ha raccolto strut-ture precedenti, tra cui l’Apat. In ultimo, un terzo testo èstato presentato a inizio 2014dal deputato Massimo DeRosa (attuale vicepresidentedella Commissione Ambientedi Montecitorio) con altri col-leghi. I contenuti del ddl dapoco approvato dalla Camerasono stati così sintetizzatidallo stesso Realacci, attualepresidente della CommissioneAmbiente di Montecitorio:«nel corso dell’esame del testoin Commissione, le funzionidel Sistema nazionale sonostate rafforzate con l’inseri-mento di capacità autorizza-

tive e sanzio-natorie autonome,non ché con atti-vità di supportoall'individuazionee quantificazionedel danno am-bientale. Oltre acompiti di indirizzoe coordinamento, -ha aggiunto il par-lamentare-am-bientalista- l’Ispraè competete ancheper la realizza-zione e la gestionedel sistema infor-mativo nazionaledell’ambiente. Il

nuovo sistema verrà finan-ziato con un contributo sta-tale, attraverso una quota delFondo sanitario nazionale eanche attraverso i contributilegati al rilascio dei parerisulle domande di autorizza-zione e allo svolgimento deisuccessivi controlli». Silvia Velo, sottosegretarioall’Ambiente, ha sottolineatoche il disegno di legge con-sente di «rendere più omoge-neo e più efficace il sistema di

controllo, potenziando, tra lealtre cose, le attività di ri-cerca e di diffusione delle in-formazioni». Il testo appro-vato dalla Camera, ha osser-vato l’esponente del governo,«permetterà di rendere mag-

giormente trasparente e credi-bile il rapporto tra Stato e cit-tadino attraverso la regola-mentazione di strumenti dipartecipazione pubblica.  In-fine -ha aggiunto il sottosegre-tario- con l’introduzione dei

Lepta, i Livelli essenziali delleprestazioni tecniche ambien-tali, avremo un sistema vera-mente innovativo che porteràall’individuazione di livelliomogenei per la qualità am-bientale nel nostro Paese».

La riforma delle Arpa approvata dalla CameraAll’unanimità l’Aula di Montecitorio ha dato il via libera al ddl sul Sistema di protezione ambientale. Adesso è al Senato

Tra gli obiettivi della riformadelle agenzie ambientali, ap-provata in prima lettura allaCamera, c’è quello di renderepiù «omogeneo» il funziona-mento delleArpa da regionea regione. Lostrumento perottenere questorisultato, nelleintenzioni deipromotori deltesto, è fornitodai Lepta, i li-velli essenzialidelle prestazionitecniche am-bientali. Il ddl prevedeche l’intero si-stema nazionaledelle agenzieambientali siasottoposto alla programma-zione dell’Ispra, le cui fun-zioni di coordinamentoverrebbero così rafforzate. I Lepta, se la riforma andràin porto nella versione at-tuale, saranno determinaticon un provvedimento del go-verno. Si tratta di parametri«quantitativi e qualitativi»che stabiliscono quelle pre-stazioni minime che il si-stema delle agenzieambientali deve garantire su

tutto il territorio nazionale.Le attività necessarie al rag-giungimento dei Lepta ver-ranno qualificate come«attività istituzionali obbli-

gatorie». Ogni agenzia re-gionale potrà poiimpegnarsi in at-tività ulteriori: ditipo istituzionale,o anche, comeprevede l’articolo7, comma 5, «infavore di soggettipubblici o pri-vati, sulla basedi specifiche di-sposizioni nor-mative ovvero diaccordi o conven-zioni, applicandotariffe definitecon decreto del

Ministero dell’ambiente». Ciòa patto che queste attività«non interferiscano con ilpieno raggiungimento deiLepta» e non configurino unconflitto di interessi con lefunzioni di controllo attri-buite alle agenzie. Il testo propone anche alcunenovità in materia di finanzia-mento delle attività delleagenzie. Ad esempio c’è lapossibilità che i pareri per leautorizzazioni e i successivi

controlli, o anche alcuni in-terventi in materia di boni-fica dei siti inquinati, sianopagati dai gestori. Così come, secondo questotesto, le attività di supportoalle indagini dell’autoritàgiudiziaria sarebbero spesatedal Ministero della giustizia.Tuttavia il disegno di legge èarticolato ed è necessarioconsultarlo nel suo insieme,ad esempio sul sito del Se-nato, che ora dovrà esami-narlo. Tra i contenuti più rilevanti,ci sono sicuramente l’istitu-zione di una Rete nazionaledei laboratori accreditati (ar-ticolo 12) e le disposizioni sulpersonale ispettivo delleagenzie (articolo 14). A proposito di personaleispettivo, il ddl prevede che icittadini possano segnalarepresunti illeciti ambientalialle agenzie: nel concreto, sirimanda a un regolamentoadottato dal governo il com-pito di definire come può es-sere esercitata questapossibilità. Il testo lascia poiaperta la possibilità che, al-l’interno del personale delleAgenzie, siano individuati di-pendenti che operano con laqualifica di ufficiale di poliziagiudiziaria.

I contenuti. Il disegno di legge mira a dare più omogeneità alla Rete

I Lepta come “obiettivi minimi”

Il ddl “unificato” è ilfrutto di tre diverseproposte depositatenel corso delle ul-time legislature davari parlamentari.

I Lepta, livelli essen-ziali delle prestazionitecniche ambientali,dovrebbero fissaregli standard minimivalidi su tutto il terri-torio nazionale.

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Gennaro Loffredo

Siamo alla vigilia del terzo ponte fe-stivo primaverile dopo quello pasqualee della liberazione. Stilando un bilan-cio possiamo certificare una certa pre-valenza dell’instabilità sia nel periodopasquale, sia in questi ultimi giorni.La causa è imputabile alla concomi-tante lontananza dell’anticiclone delleAzzorre e alla vigoria delle perturba-zioni atlantiche. Nel corso dei prossimigiorni, tuttavia, non si scorgono impor-tanti cambiamenti della circolazioneatmosferica. L’Italia rimarrà espostaalle perturbazioni provenienti danord-ovest e gli apporti di aria insta-bile non consentiranno un convincentemiglioramento. Sarà bene tenere aportata di mano l’ombrello, anche nelponte del primo maggio. Il ponte fe-stivo vedrà succedersi acquazzoni,temporali e schiarite, in quel quadrodi variabilità tipicamente primaverile. Questa situazione, molto probabil-mente, scoraggerà le prime affluenzedi stagione verso le località balneari,le quali saranno costrette a rinviarel’apertura stagionale a data da desti-narsi. Le piogge e i temporali, ancorauna volta, saranno più intensi e insi-stenti soprattutto sulle zone mon-tuose, con la stagione oramai avanzatache amplifica, con il contributo dellaradiazione solare, la genesi di focolai

temporaleschi durante il passaggiodelle perturbazioni. Le temperaturetenderanno gradualmente a dimi-nuire, specie tra sabato e domenica,quando la nostra penisola sarà rag-giunta da una corrente più fredda pro-veniente da nord. Ulteriori sbalzitermici, piogge, schiarite e giornate as-solate e miti saranno, quindi, gli ingre-dienti principali dell’evoluzione meteodei prossimi giorni e questa situazionefavorirà una recrudescenza dei ma-lanni tipici della stagione invernale.L’instabilità primaverile, la sostenutaventilazione e l’arrivo delle piogge, tut-tavia, favoriranno il rimescolamento eil ricambio d’aria, consentendo una di-minuzione sia delle sostanze inqui-nanti in atmosfera sia del livello diconcentrazione dei pollini. Insommaper l’estate c è tempo.

Italia esposta alle perturbazioni atlanticheTempo instabile previsto nel fine settimana

Raccontiamo il meteo. Il “ponte” del primo maggio sarà caratterizzato da temporali e schiarite.

Ultimo mese della “primavera meteo”Maggio è l’ultimo mese della prima-vera meteorologica e spesso mostra iprimi caratteri dell’estate, con i gio-vani che iniziano a fare i primi bagnial mare. In effetti non è sempre così ea volte il caldo estivo stenta a farsisentire. Comunque le temperaturesono molto miti, le giornate si allun-gano ulteriormente e, grazie ancheall’ora legale, possiamo goderci dellebelle ore di sole fino al tardo pomerig-gio. E’ il momento opportuno per ri-porre cappotti ed indumenti pesantianche perché l’aria è tiepida sulla no-stra penisola e pure sull’Europa cen-trale, per cui non si corre il pericolo disgradevoli invasioni di aria fredda danord. Le precipitazioni possono esserefrequenti nella prima parte del mese,specie sulle regioni settentrionali, chesi trovano ancora all’interno della fa-scia dove scorrono le perturbazioniatlantiche. Al centro e al sud Italia, in-vece, la pressione comincia ad aumen-

tare, grazie all’avvicinarsi dell’antici-clone delle Azzorre e di conseguenza lepiogge tendono gradualmente a dimi-nuire, in particolare nella secondaparte del mese. Statisticamente dopola metà del mese, sulle zone pianeg-gianti del nord, le massa d’aria a con-tatto con il suolo raggiungonofacilmente i 25°C, che è una tempera-

tura veramente gradevole, permet-tendo di stare all’aperto anche in ca-micia a maniche corte. Le invasioni diaria fredda sono molto rare. Al sud l’aria è abbastanza calda e pia-cevole, in genere si sta all’aperto a ma-niche corte. A volte possono verificarsidelle invasioni di aria calda ma, inogni caso, non si rischiano le condi-zioni di afa, in quanto è sempre pre-sente una certa ventilazione. Nellegiornate più calde i più intraprendentipossono già fare i primi bagni al mare,seppure la temperatura superficialedell’acqua mostra valori ancora abba-stanza bassi. E’il periodo stagionaledove risulta significativa l’instabilitàpomeridiana sui rilievi. Durante le orepomeridiane, infatti, il forte riscalda-mento diurno favorisce la formazionedi nubi convettive che sfociano spessonei classici temporali di calore o estivie che interessano principalmente lenostre montagne della penisola.

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 30 aprile 2014 - Anno X, N.8Edizione chiusa dalla redazione il 30 aprile 2014

DIRETTORE EDITORIALEPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOS. Allinoro, I. Buonfanti, F. Clemente, P. D’Auria,G. De Crescenzo, A. Esposito, E. Ferrara, R.Fu-naro, L. Iacuzio, G. Loffredo, B. Mercadante, A.Morlando, A. Palumbo, A. Paparo, F. Schiatta-rella, L. Terzi, E. TortorielloSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 7- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/426/427 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Ilaria Buonfanti

La vita sulla terra si sarebbeestinta nel giro di 5-10 milionidi anni se non ci fossero statele montagne. È possibile farequesta previsione dopo averletto l’articolo comparso il 20marzo scorso su Nature. Laricerca condotta da geochimicidella Southern CaliforniaUniversity in collaborazione

con l’università di Nanjing inCina, ha rivelato che è tuttomerito delle montagne se i li-velli di diossido di carbonio(CO2) uno dei gas serra piùpericolosi, sono rimasti co-stanti per decine milioni dianni.Se è preoccupante l’eccessivoaumento della CO2 in atmo-sfera perché provoca l’innal-zamento della temperaturaterrestre, altrettanto perico-loso è l’eccessivo consumo diCO2 responsabile del raffred-damento climatico. Solo il per-fetto equilibrio tra le duecondizioni è compatibile conla vita sul nostro pianeta.Che le montagne avessero unruolo nel consumo di CO2 eraun meccanismo noto dalpunto di vista chimico:quando le catene montuose siinnalzano, portano in superfi-cie rocce che prima eranonegli strati più profondi dellaterra. È così che viene esposta

all’atmosfera una grandequantità di calcio, di cui lerocce neo-formate sono ricche.Il calcio si combina con la CO2atmosferica, si trasforma incalcare per poi essere dilavatonei mari quando arrivano lepiogge. Se questo meccanismonon fosse stato bilanciato inqualche modo durante la for-mazione di catene quali leAnde, l’Himalaya o le Monta-

gne Rocciose, la Terra sarebbecaduta in un inverno troppolungo in seguito a un consumoeccessivo di CO2.E il fatto che ciò non sia acca-duto non è nemmeno giustifi-cabile con l’attività vulcanica,una delle principali fonti didiossido di carbonio. Quandosi innalzano le montagne, unaltro minerale sale in superfi-cie: la pirite, conosciuta anchecome “oro matto” per il suo co-lore giallo ottone e per la lu-centezza metallica. La pirite ècostituita da solfato di ferro e,se esposta all’aria, si combinacon l’ossigeno generando uncomposto capace di alteraregli altri minerali di cui è costi-tuita una roccia, liberando inatmosfera CO2. Il fenomeno,noto come meteorizzazione, èun’alterazione delle rocce af-fiorate sulla superficie terre-stre a causa del contatto conl’atmosfera, e non si pensavafosse così massiccio da concor-

rere al bilanciamento del dios-sido di carbonio in atmosfera.C’è pirite a sufficienza nellecatene montuose di più re-cente formazione per giustifi-care questo fenomeno?Secondo la stima dei geochi-mici della Southern Califor-nia University, la risposta èaffermativa. Un viaggio sulle Ande e il con-fronto dei campioni raccolti

con i dati provenienti dalleacque dei fiumi di altre 4 zonericche di pirite, sono stati ipunti di partenza per i ricer-catori americani. A questo hafatto seguito un salto nel pas-sato: gli elementi chimici dellerocce di 65 milioni di anni fahanno raccontato ai ricerca-tori lo scenario di quell’epoca,tanto che gli studiosi sono ar-rivati a stimare i livelli globalidi solfuro.La comparazione dei dati hapermesso di stimare che il40% del solfuro (e quindi indi-rettamente di CO2) derivatodai minerali sarebbe stato ori-ginato dall’attività di forma-zione e meteorizzazione dellezone montuose analizzate,sebbene queste costituiscanosolo il 2% della superficie ter-restre. Certo altre fonti con-corrono al mantenimentodell’equilibrio della CO2, male montagne risultano moltoimportanti in questo.

L’importanza delle montagnenel bilanciamento della CO2

Salvatore Allinoro

Il battito dell’ala di una farfalla fa sentire il suo ef-fetto dall’altra parte del pianeta, così diceva JamesLovelok. Oggi il padre della teoria di Gaia sugli equi-libri della terra aggiunge la sua voce agli allarmi delriscaldamento climatico e dice: “non c’è più tempoper salvare la terra”. Londra, museo di scienze na-turali, in questi giorni si rende omaggio ad un genioche è stato capace di vedere il pianeta con occhinuovi. James Lovelok, chimico inglese classe 1919,protagonista della ricerca in America, si autodefini-sce scienziato indipendente. Il suo primo laboratorioera in un granaio. Poverissimo fece fatica a laure-arsi. Questo, dice, mi permise di non diventare su-bito iperspecializzato e di avere una visione piùampia che tutto il mondo conosce come la teoria diGaia. Lovelok capì per primo, erano gli anni ses-santa, che il pianeta è un gigantesco sistema inter-dipendente che si mantiene in equilibrioautoregolandosi. Ogni evento, in ogni parte dellaterra, ha un effetto sul tutto. Ma ora quell’equilibrioè saltato per sempre. Lo afferma lui, pioniere asso-luto, da Londra a novantacinque anni, nello stessomomento in cui da Berlino la IPCC, il gruppo discienziati dell’ONU che studiano il cambiamento cli-matico, lanciano l’ennesimo disperato allarme: leemissioni di gas serra sono alle stelle, cinquanta mi-liardi di tonnellate di CO2 l’anno. A questo puntotagliarle per evitare gli eventi più catastrofici signi-fica che non possiamo più continuare con il mondoche conosciamo, si impongono sacrifici immediati.Tra il 2000 e il 2010 le economie mondiali hanno mi-gliorato l’efficienza nell’uso dell’energia, questo hatagliato le emissioni di tre miliardi di tonnellate manel frattempo la popolazione è aumentata e anchel’uso di energia.C’è spazio per agire, però afferma il rapporto dellaIPCC, anche se è sempre più difficile. James Love-lok, il padre di Gaia, intanto nella sua mostra os-serva gli strumenti che inventò per la NASA perstudiare i CFC e l’atmosfera di Marte e commenta:“Impossibile dire cosa succederà tra un secolo”. Ealla domanda: pensa che sarà possibile trovare unasoluzione politica al riscaldamento climatico? Ri-sponde: “Secondo me assolutamente no”.Un punto di vista sicuramente autorevole e credibileche spinge tutti a riflettere sulle responsabilità in-dividuali nei confronti dei cambiamenti climatici.Diminuire gli impatti dei singoli individui è una ne-cessità che va di pari passo con la ricerca di leggiambientali efficaci che diminuiscano l’inquinamentocon effetto immediato.

Riscaldamento globale“Fate presto!”

Un inverno troppo lungo in seguito a un consumo eccessivo di CO2

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Pubblicato il più grande rap-porto sulle api e l’apicoltura alivello europeo. Lo studio è diGreenpeace International ereca il significativo nome di“Api, il bottino avvelenato”. Irisultati sono infatti allar-manti: i due terzi del pollineraccolto nei campi europei eportato agli alveari contienepesticidi tossici. “Il rapportoconferma un recente studiodell'Autorità europea per la si-curezza alimentare che evi-denzia vaste lacuneconoscitive sulla salute delleapi e degli impollinatori” re-cita il comunicato. Si tratta dicirca 53 sostanze chimiche trainsetticidi, acaricidi, fungicidied erbicidi. Sono cento i cam-pioni analizzati provenienti daben dodici Paesi. In Italia si ri-scontra in particolare un’ele-vata concentrazione difungicidi del polline raccoltovicino i vigneti, in Polonia diinsetticidi, in Spagna il peri-colo maggiore è il Dde (un pro-dotto di degradazione del Ddt,tossico e bioaccumulabile, inGermania la sostanza tossicapiù presente è invece il neoni-cotinoide thiacloprid. "Il rap-porto conferma l’elevataesposizione di api e altri im-pollinatori a un pesante cock-tail di pesticidi tossici. C'è qualcosa di fondamental-mente sbagliato nell’attualemodello agricolo, basato sul-l'uso intensivo di pesticidi tos-sici, monocolture su largascala e un preoccupante con-trollo dell'agricoltura da partedi poche aziende agrochimichecome Bayer, Syngenta & Co"dichiara Federica Ferrario, re-sponsabile campagna agricol-tura sostenibile di Green-peace. Il dato ha spinto Green-peace a chiedere alla Commis-sione Europea l’abolizione deipesticidi che si rivelano killerper le api e gli altri impollina-tori. Inoltre chiede di promuo-vere azioni per la lorosalvaguardia e di stimolare laricerca per la diffusione di tec-niche biocompatibili per la ri-duzione dei parassiti. Greenpeace punta il dito sulleindustrie agrochimiche, primeresponsabili del cocktail di pe-sticidi tossici. Significativo aquesto proposito è lo striscioneinnalzato da alcuni attivistisul tetto della Bayer e simbo-licamente retto da due api:“Smettila di ucciderci”.

A.E.

La denuncia di Greenpeace: api sterminate dai pesticidi killer

Fabio Schiattarella

TribewantBioECoGeo,laprima comunità per turismoeco sostenibile in Italia natada un network internazionaledopo le analoghe esperienzein Sierra Leone e Fiji, apre aMonestevole, vicino ad Um-bertide, il primo “Laboratoriodella sostenibilità” grazie allacollaborazione con la Roose-velt International Academy.Monestevole è arrivata al suosecondo anno di attività inItalia e con questa iniziativaamplia la sua gamma di atti-vità dedicate al turismo ecosostenibile sulla scia delgrande successo riportatonella prima stagione. A giu-gno sono previsti due semi-nari di due settimane ognuno,in cui si imparerà con lezioni

teoriche e con esercitazionipratiche in loco sul tema del“sustainable design”, ovverocome costruire e gestire tuttele attività di una comunitàecosostenibile, dall’agricol-tura all’allevamento, alla ge-stione dell’energia, dell’acqua,dei rifiuti, eccetera.Il corso èaperto a 30 studenti per semi-nario e si terrà in inglese: pergli studenti italiani è previsto

uno sconto del 50% sulla ta-riffa che, oltre alle lezioni,comprende anche vitto a al-loggio a Monestevole per duesettimane. Inoltre, Tribewan-ted offre anche 10 schoolar-ships a ragazzi locali, perdare a loro la possibilità dipartecipare in un’esperienzainternazionale nella propriacomunità.I professori ven-gono dalla Yale University,

BrownUniversity e HarvardUniversity e i corsi si rivol-gono in particolare ai giovanidai 18 a 24 anni, che sono pro-prio le persone che più di altrehanno la responsabilità di co-struire un futuro a impattozero per l’ambiente. In particolare, gli studentiavranno la possibilità dicreare, imparare e costruireinsieme a quattro prestigiosiesperti di ingegneria eco-so-stenibile.Gli studenti parteci-peranno a una full-immersionsu temi di design sostenibile,inclusi temi quali appropriatetechnology, , design e archi-tettura innovativa, energierinnovabili, permacultura, euno stile di vita comunitarioed eco-sostenibile, con unfocus creativo sulle varie di-scipline.

La prima comunità per turismo eco sostenibile

Rosa Funaro

Nel Vallo di Lauro, in provincia di Avellino, nasceed opera il gruppo “Mo BasTA”, Movimento di Baseper la Tutela dell'Ambiente. L’obiettivo è vigilaresul territorio e denunciare ogni tipo di crimine con-tro l'ambiente. Il Movimento, infatti, vuole essereun valido strumento di lotta, a supporto delle Au-torità Competenti, contro chi trasforma campi, ter-reni isolati e boschi in discariche abusive a cieloaperto, ma anche un punto di riferimento per ognilibero cittadino che voglia contribuire alla causa in-viando segnalazioni, dati o reclami. Caratteristica del team è quella di andare in giroper le montagne, a caccia di azioni ed omissioni il-lecite, relative allo smaltimento di rifiuti, in bici-cletta! I ciclisti-ambientalisti, infatti, hanno unitola passione per le due ruote, all’amore per il proprioterritorio, e quello che ne è scaturito è davvero lo-devole. Condottiero del gruppo è Isidoro Siniscalchi,un semplice appassionato di passeggiate in moun-tain bike! Le nuove ronde ecologiche volontarie, hanno già col-pito! Diverse le località segnalate, dove il selvaggioabbandono di immondizia sta deturpando, datempo, l’area e il meraviglioso paesaggio naturali-stico. L’intento immediato è quello di organizzaredelle ispezioni sistematiche, programmate con cura,in modo tale da non solo tenere sotto controllo learee più “a rischio”, ma scoraggiare queste avvilentiazioni. Associare poi, a tali attività anche iniziativedi educazione ambientale nelle scuole, insegnare aproteggere la propria terra, è un altro importanteproposito del gruppo.

Andare in bicicletta vigilando sul territorio

Dossier europeo: 53 sostanze chimiche minacciano il polline

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Sostenibilità a 360°, lungo tuttala filiera produttiva. Quando sidice “dal produttore al consu-matore” si intende ridurre alminimo (possibilmente azze-rare!) l’impatto ambientale ren-dendo “sostenibile” ogni tappadel processo. Ruolo fondamen-tale nella filiera produttivasvolgono gli imballaggi, i conte-nitori all’interno dei quali vieneposizionata la merce pronta allavendita.Così, il consorzio Bestack, unente no profit promosso all’in-terno di GIFCO (associazione dicategoria dei produttori di im-ballaggi in cartone ondulato),negli ultimi anni ha infatti fi-nanziato la ricerca in collabora-zione con il Politecnico diMilano e con l’Università di Bo-logna per contribuire a ridurrel’impatto ambientale e per mi-

gliorare le condizioni igienicosanitarie dei prodotti alimen-tari ed in particolare ortofrutti-coli.L’analisi si è concentrata sullediverse tipologie di imballaggiopresenti sul mercato e sulle loromodalità di impiego, analiz-zando gli specifici flussi logisticiper valutare i rischi di contami-nazione e l’impatto ambientaledei vari tipi di imballaggi. Inparticolare è emerso che le cas-sette in cartone ondulato concertificazione Bestack hanno irisultati migliori sia in terminidi impatto ambientale, che diigiene.Secondo i ricercatori del Dipar-timento di scienze e tecnologiealimentari dell’Università diBologna, utilizzare contenitoridi cartone ondulato come pac-kaging per il trasporto della

frutta e della verdura fornisceun grado di conservabilità delprodotto fino al 20% superiorenel caso di prodotti fortementedeperibili come le fragole. Inoltre la produzione di cartoneondulato sembra essere la fi-liera più sostenibile, prima ditutto perché utilizza un mate-

riale naturale perennementerinnovabile come la fibra ver-gine di derivazione legnosa, poiperché le materie prime impie-gate hanno sempre più la certi-ficazione di sostenibilità fore-stale che garantisce i piani diimpianto degli alberi sono supe-riori ai tagli. In particolare que-

ste certificazioni prevedono cheper ogni albero tagliato se nepiantino da 3 a 5.“Quello che a noi interessa at-traverso la diffusione di questirisultati, spiega Claudio Dal-l’Agata, Managing Directorpresso il Consorzio Bestack èfare cultura. Far sì che le logi-che competitive del settore orto-frutticolo si allarghino intermini di sistema paese e checonsiderino sempre più temiquale la sottolineatura dellaprovenienza del singolo produt-tore, della qualità del prodottoin termini organolettici e digusto, della garanzia di igiene,fino alla massima attenzionealla sostenibilità. Tutto questoperché l’Italia continui a difen-dere la propria offerta di orto-frutta nel mondo”.

I.B.

Anna Paparo

Come sta il Mare Nostrum?Ora la diagnosi la daranno isatelliti. Il team di studiosi escienziati, coinvolti nel pro-getto Medina, ha dato il viaalle indagini dell’ecosistemadel Mar Mediterraneo lungole coste nordafricane grazieall’ausilio dei satelliti. E at-traverso il telerilevamento dialcuni parametri, tra i qualila temperatura della superfi-cie del mare, la trasparenzadell’acqua, la presenza di so-stanze organiche e la concen-trazione della clorofilla,intendono sostenere l’attivitàdi biologi marini e delle istitu-zioni di Marocco, Algeria, Tu-nisia, Libia ed Egitto permigliorate la gestione dei pro-blemi ambientali e la tuteladella biodiversità. Ma di cosasi tratta? Medina (MarineEcosystem Dynamics and In-dicators for North Africa) è unprogetto finanziato con 3,5milioni di euro dalla Commis-sione europea e coinvolge 12partner del vecchio conti-nente e nordafricani, tra iquali l’Agenzia spaziale euro-pea e il Consiglio nazionaledelle ricerche. Come benspiega Roberto Pastres, coor-

dinatore del progetto e profes-sore di chimica ambientale al-l’Università Ca’ Foscari diVenezia, i satelliti Meris,Modis, Landsat danno la pos-sibilità di accedere a tuttauna serie di informazioni che,opportunamente integratecon dati di campo e risultatidi simulazioni al computer,consentono di valutare lostato dell’ambiente marino epianificare opportuni inter-venti per la salvaguardiadella biodiversità lungo lecoste meridionali del Mediter-raneo. Cinque sono i casi stu-diati e presi in esame dairicercatori coinvolti. Il Golfodi Gabès, in Tunisia, i cui fon-dali, un tempo, erano rico-perti di Posidonia oceanica, lapiù diffusa pianta marina me-diterranea, che oggi invece èin forte declino a causa dellapressione esercitata da indu-stria chimica, turismo e pescaa strascico. Questa pianta èmolto importante per il fun-zionamento dell’ecosistema:ha un ruolo simile a quellodelle foreste sulla terraferma,ossia mitigano i fenomeni ero-sivi. In Tunisia è emerso ap-punto che le distese dipraterie marine di Posidoniasono state nel tempo distrutte

da diverse azioni antropiche.Ma non tutto è perduto. In-fatti dalla ricerca è emersoanche che è possibile favo-rirne la ricolonizzazione delgolfo. E ancora la lente di in-grandimento di questogruppo di studiosi si è posataanche sull’ecosistema del lagocostiero Burullus, sulla la-guna di Nador in Marocco, sul

golfo di Sirte in Libia e sullabaia di Bèjaia in Algeria.Ognuno con una patologia di-versa: ad esempio, la lagunadi Burullus è messa forte-mente sotto pressione dalleintense attività di pesca e ac-quacoltura che stanno degra-dando l’ambiente, e così via.Grazie all’elaborazione deidati raccolti, il gruppo di ri-

cerca sta mettendo su unaserie di mappe che eviden-ziano le principali pressioniantropiche che rischiano dicompromettere l’ambientemarino. Un monitoraggio con-tinuo e scrupoloso, che potràportare benefici alla natura ea noi stessi, regalandoci pae-saggi meravigliosi e preser-vando tesori inestimabili.

Mediterraneo sorvegliato specialeScovare i problemi ambientali grazie al telerilevamento

Imballaggi sostenibili: premiato il cartone ondulatoQuesto tipo di conservazione diminuisce gli sprechi e preserva la freschezza del prodotto più a lungo

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Antonio Palumbo

Si stanno affermando nuovimodelli di “città diffusa”.Città che si espandono fisica-mente e funzionalmente sulterritorio, integrandosi conaltri sistemi urbani e di areavasta, per dar vita ad organi-smi insediativi totalmente in-novativi, diffusi e fortementeinterconnessi, a tutto vantag-gio della sostenibilità.Obiettivo principale di questotipo di città è quello di adot-tare soluzioni, tecnologie eprogetti che consentano di mi-gliorare la qualità di vita deicittadini, favorendo, nel con-tempo, lo sviluppo dei terri-tori in chiave ecosostenibile.Le parole d’ordine sono: cre-scita, coesione e creatività.Ma che cosa si intende, inparticolare, con l’espressione“città intelligente”? Ci si riferisce segnatamenteal concetto secondo cui i nuoviorganismi urbani devono es-sere capaci di erogare, in mi-sura sempre maggiore, servizibasati su tecnologie cosid-dette “intelligenti”, finalizzatiad immettere appunto ‘intel-ligenza’ nella struttura fun-zionale della città, in modo daestendere l’efficacia deglistessi servizi ad un costo infe-riore.Tali capacità possono ora es-sere applicate ad una molte-plicità di funzioni, dalmonitoraggio della produ-zione di energia elettrica e ot-timizzazione del consumo diacqua ed elettricità alla crea-zione di un sistema di pedag-gio senza barriere o aperto

sulle strade urbane. In ag-giunta a questo tipo di capa-cità, supportate dallatelematica e dalle etichetteRFID, esistono altre impor-tanti tecnologie, quali le cen-trali elettriche intelligenti, oSmart Grid, che incoraggianouna produzione e un’eroga-zione migliore dell’energia,software e servizi intelligentie reti di comunicazione adalta velocità, che colleganotutte le funzioni alla città, aicittadini e alle imprese corre-lati: sono tutte componentidel contesto tecnologico gene-rale di una città, quello cheAccenture chiama “infrastrut-tura intelligente”.Come sottolineavamo all’ini-zio, inoltre, uno dei requisitiche rendono una città davvero“intelligente” attiene al fattoche tutte le tecnologie adot-tate possono divenire efficacisolo se sviluppate o imple-mentate in modo coordinatoall’interno di sistemi di areavasta (regioni, nazioni). Questo fatto è adeguata-mente sottolineato dalla re-sponsabile per le fontienergetiche nuove e rinnova-bili, l’efficienza energetica el’innovazione della ComunitàEuropea, Marie Donnelly:l’organizzazione della Don-nelly pianifica ed esegue pro-grammi come quelli per leSmart Cities and Smart Com-munities e per l’IntelligentEnergy Europe, che mira arealizzare gli obiettivi “20-20-20”. Al tempo stesso, tuttavia,le città devono affrontaresfide impegnative per poterintegrare e sfruttare queste

tecnologie, lottando contro si-stemi obsoleti, generalmentebasati su infrastrutture e tec-nologie proprietarie chiuse: intal senso, la sfida dell’integra-zione riguarda tutto l’insiemedei servizi e delle attività. In ultima analisi, la necessitàdi integrazione si estende atutto ciò che rende la città so-stenibile del futuro un luogoideale dove vivere.

LLE CITTÀ DELLE RETI INTELLIGENTIAdottare soluzioni, tecnologie e progetti che consentano di migliorare la qualità di vita dei cittadini

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LA PROGETTAZIONE GREEN DELL’INTERIOR DESIGN

La questione ecologica relativa al rici-claggio e al riutilizzo di componenti emateriali nella progettazione architet-tonica non riguarda più soltanto la rea-lizzazione di edifici e strutture, ma, adogni livello, si estende in modo ormaisignificativo all’allestimento di am-bienti interni, segnatamente perquanto riguarda la creazione di singo-lari e sorprendenti showroom.Tale filosofia green - anche attraversoun network di aziende innovative especializzate, che si sta particolar-mente consolidando nel settore del ri-ciclo/recupero - sta riscuotendo grandesuccesso in tutto il mondo, scelta dacommittenti, investitori e progettistiper realizzazioni che spaziano dalla ca-tegoria Luxury fino al migliore LowCost Design. Si tratta di un nuovomodo per ideare e rea-lizzare gli ambienticollettivi, combinandole nuove tendenzedell’architettura e deldesign con la ricercadi soluzioni e mate-riali ecosostenibili.Sono moltissimi i pre-stigiosi studi di archi-tettura che, in tutto ilmondo, disegnano am-bientazioni 100% eco-friendly di nuovishowroom: l’obiettivogenerale è quello distaccarsi dai modi tra-dizionali di creare al-

lestimenti per proporre soluzioni alter-native attraverso l’utilizzo di svariatimateriali esistenti abbinati al riuti-lizzo di materiali basici quali cartone epolistirolo, gomma, plastica, legno emetalli ricercati nei contesti indu-striali locali. Le varie creazioni, originali ed ecoso-stenibili, di interior design, studiate inogni dettaglio, si propongono di spon-sorizzare in modo alternativo i propribrand, attirando la clientela grazie allacomposizione di spazi sorprendenti edemozionanti e, nel contempo, funzio-nali. In questi ultimi anni, infatti, as-sistiamo ad una sempre più marcata eseria presa di coscienza da parte dellepersone nei confronti dei problemi le-gati allo smaltimento dei rifiuti e al ri-ciclo: in ragione di ciò, si sta facendo

strada la consapevo-lezza che l’utilizzarenei propri ambientiespositivi elementi diarredo realizzati conimpatto ambientaleminimo può attirarele simpatie e riceverei consensi di quellalarghissima fetta dipopolazione che hagià sviluppato unanotevole sensibilitàsull’argomento.Solo a titolo di esem-pio, segnaliamo dueprogetti estrema-mente significativi in

questo settore. Uno è quello per loshowroom di abiti e accessori Eclai-reur di Martine & Armand Hadida:uno spazio espositivo di 450 mq rea-lizzato a Parigi, nel quartiere di Ma-rais, in Rue de Sévigné. Gli internistile green di questo negozio sono statiallestiti grazie all’utilizzo di ben 2 ton-nellate di assi di legno riciclati e di la-stre di stampa, con il cui sapienteaccoppiamento è stato creato un effetto

estremamente suggestivo. L’altro progetto è quello per il ManilaGrace Store, realizzato dallo studio Gi-raldi Associati in un edificio storico diBologna, mediante il ricorso ad una fi-losofia compositiva esclusivamente in-centrata sul recupero del legno,accoppiato a materiali ugualmente ri-ciclati, quali il ferro, il corten e ilbronzo.

A.P.

IN SUDAN TRIONFA IL MADE IN ITALY

Sudan: una zona perifericadella città di Port Sudan,un’area estremamente poveracon una forte concentrazione diprofughi in fuga dal deserto edai conflitti. Proprio in questo luogo sorgeun presidio ospedaliero pedia-trico che rappresenta pertutta l’area sub-sahariana unasfida ed un rinnovamento. Ilcentro offre assistenza sanita-ria gratuita ed accanto a que-sta funzione fondamentale si èaggiunto il valore architetto-nico e progettuale della strut-tura, realizzata da un teamitaliano Tamassociati vincitoredel premio Aga Khan awardfor Architecture 2013. Tra lemotivazioni leggiamo “L’ospe-dale prova a risolvere con ot-timi risultati ed una buonaarchitettura, i temi principali

della contemporaneità: cioècome realizzare edifici ad altocomfort con tecnologie semplicie non costose, in luoghi dallecondizioni climatiche e socialiestreme e dove l’energia e l’ac-qua sono beni preziosi”.Inorgoglisce certamente que-sto premio che rappresenta unimportante riconoscimentoall’eccellenza progettuale ita-liana coniugata ad un contestodal forte senso etico.Il progetto ha utilizzato mate-riali locali per mantenere icosti e rispettare la sostenibi-lità, morfologicamente ha ri-preso l’architettura domesticatipica della zona, arricchen-dola di un grande giardino ir-rigato dalle acque reflue: ilverde ha qui anche un signifi-cato simbolico enorme : la pre-messa di una vita migliore per

l’infanzia oltre adessere diventato unluogo centrale pergiocare, incontrarsi,organizzare il mer-cato, vivere. Tecnologie avanza-tissime si affian-cano al recupero ditecniche costruttivetradizionali, mentreimpianti a bassis-simo consumo si intrecciano asistemi di raffrescamento na-turali, creando macchine ter-miche per ombreggiamento eventilazione perfette, semplicied efficaci.“La convivenza tra la miglioresanità possibile e il miglior ap-proccio ecologico – affermano iTamassociati – rappresentauna delle grandi sfide del fu-turo, non solo per il continente

africano. L’esperienza africanaci insegna a immaginare lasemplicità come una sintesitra tecnologie moderne e tradi-zionali, capace di privilegiarebuon senso, durevolezza e mi-sura, in una strategia generaledi riduzione del progetto,senza perdere di vista l’idea dibenessere. La semplicità comestrategia è stata ed è un modoper affrontare ogni decisione di

natura tecnologica e impianti-stica, che si ripercuote sensibil-mente sui costi finalidell’intervento e sugli oneri dimanutenzione. Comportamenti volti al ri-sparmio, sommati a unabuona efficienza dell’edificio ea scelte energetiche appro-priate, hanno permesso diraggiungere performance dieccellenza”. E.T.

Si tratta di un nuovo modo per ideare e realizzare gli ambienti collettivi

L’ospedale pediatrico ad alto comfort

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Dieta dei carboidrati: benessere e gusto a tavola Le diete iperproteiche sono continuamente oggetto di critiche

Brunella Mercadante

Negli ultimi cinquant'anni,nei paesi industrializzati, sista assistendo ad un notevoleaumento di casi di sensibiliz-zazione verso sostanze chimi-che presenti nei prodotti diuso comune, anche se nonsempre si può parlare di sin-drome da intolleranze am-bientali e siano diagnosticatecome tali. La sindrome da intolleranzaambientale in effetti sembrasvilupparsi da una serie difattori; fonti e agenti inqui-nanti possono essere- Particelle PM10 i cui agentiinquinanti sono fumo da ta-bacco, forni a legna e camini,aria esterna, carte autoco-pianti, materiali da rivesti-mento, fotocopiatrici ,stampanti. - Monossido di carbonio (CO)con agenti inquinanti fumo ditabacco, fornelli a gas, riscal-damento a gas e a kerosene,forni a legna e camini.- Biossido di azoto (NO2) conagenti inquinanti fornelli agas, riscaldamento a gas e akerosene, scarichi di autovei-coli, idrocarburi policicliciaromatici. - Radon i cui agenti inqui-nanti sono scarichi di autovei-coli, fotocopiatrici estampanti.- Composti organici volatili(VOCs) con agenti inquinantiil fumo di tabacco, prodotti

chimici per la pulizia degliambienti e disinfettanti, mo-bili e prodotti per la casa, ma-teriali da costruzione,materiali isolanti, acqua sani-taria, fotocopiatrici,stam-panti.

- Folmaldeide con agenti in-quinanti materiali da costru-zione, acqua sanitaria, infissiermetici, condiziontori, lam-pade fluorescenti. - Fenolo (pentaclorofenolo) cuiagenti inquinanti sono rive-

stimenti in legno, prodottichimici per la pulizia degliambienti e disinfettanti. - Cloro e piombo con agenteinquinante il riscaldamento akerosene. - Agenti biologici (muffe, fun-

ghi, poliini ecc) con agenti in-quinanti condizionatori,uomo, animali piante. - Alcool, fluorocarburi,toluenei cui agenti inquinanti sonoprodotti chimici per la puliziadegli ambienti, disinfettanti.- Antiparassitari con agentiinquinanti rivestimenti inlegno, piante, aria esterna.- Absesto con agenti inqui-nanti materiali isolanti, ma-teriali da costruzione, acquasanitaria- Gas nocivi i cui agenti in-quinanti sono colle, resine,vernici per rivestimento.- Trielina- benzene con agentiinquinanti smacchiatori , sol-venti usati da tintorieNaturalmente l'azione degliinquinanti per lo sviluppo diintolleranze ambientali è de-terminato e commisurato aduna serie di altri fattori qualila scarsa ventilazione degliambienti, l'eccessiva sec-chezza e umidità dell'aria, lapresenza di polvere eccessivae l'utilizzo di prodotti per lapulizia di scarsa qualità, lascarsa manutenzione di im-pianti di climatizzazione econdizionamento , la pre-senza di miceti negli am-bienti e in atmosfera, laconcentrazione di sostanzechimiche e ovviamente il piùgenerale inquinamento del-l'aria, divenuto negli ultimianni uno dei maggiori pro-blemi degli abitanti dellecittà.

Intolleranze ambientali: fonti e agenti inquinanti

Prima di iniziare una dieta èopportuno sapere cosa puògiovare le funzionalità del no-stro organismo e cosa, invece,può provocare danni e fastidi.Impegnarsi a trattare concura i nostri organi è il primostep per ottenere da una dietadimagrante buoni risultati.Le diete iperproteiche sonocontinuamente oggetto di cri-tiche per i rischi legati alla sa-lute. Riduzione della funzionalitàtiroidea, affaticamento deireni e aumento del colesterolocattivo sono solo alcune dellecontroindicazioni. E i carboi-drati che ruolo giocano in unasana e corretta alimenta-zione? La formula chimica del

carboidrato – CH2O – ci fa ca-pire che si tratta di una mole-cola ricca di acqua. Ergo, è unalimento che idrata. Idratatessuti e muscoli, favorisce lacircolazione sanguigna ed haimportanti benefici sulla toni-cità del derma. Tuttavia unadieta incentrata su un con-sumo quotidiano di pasta epane non ci aiuterà a rag-giungere i risultati desiderati.Occorre una delucidazione suicarboidrati giusti da portare atavola. Frutta e verdura, ce-reali integrali e legumi sonogli alimenti da prediligere.Occasionalmente la pasta.Essendo un alimento ottenutoda farina, è sottoposto ad unprocesso di raffinazione che

provoca una perdita significa-tiva di fibre. L’obiettivo prio-ritario da raggiungere, perritrovare la forma fisica diuna teenager, è conquistareun benessere intestinale. Me-glio lavora l’intestino, più fa-cilmente rientreremo nei

nostri jeans preferiti. Quoti-dianamente è opportuno inte-grare la nostra dietaalimentare con circa 110grammi di carboidrati, suddi-visi tra verdure, legumi, panee pasta. Privilegiare verduree ortaggi, definiti carboidrati

non glicemici – in quanto lefibre presenti non comportanoun aumento glicemico – ral-lentano l’assorbimento delglucosio. Inoltre aiutano a ri-trovare la funzionalità dell’in-testino. Insomma ripristinanoil motore del metabolismo.Piccoli accorgimenti possonofare la differenza. Sostituire ilpane bianco con quello di se-galo. Tostare le fette di paneper contrastare la colite.Mandorle e noci oltre ad es-sere buone sono anche un’ot-tima e più salubre fonteproteica. Basta a rinunciareai nostri piatti preferiti. I car-boidrati: energia per l’organi-smo e nutrimento per lapsiche. F.C.

Si sta assistendo ad un notevole aumento di casi di sensibilizzazione verso sostanze

chimiche presenti nei prodotti di uso comune

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

"Rivolsi dunque altrove le miemire e pensai di ridurrequella Popolazione, che sem-pre più aumenta, utile alloStato, utile alle famiglie edutile finalmente ad ogni indi-viduo di esse in particolare[...]. Utile allo Stato, introdu-cendo una manifattura disete grezze e lavorate di di-verse specie fin ora qui pocoo malamente conosciute, pro-curando di ridurle alla mi-gliore perfezione possibile, etale da poter servir di mo-dello ad altre più grandi.Utile alle famiglie, allevian-dole de' pesi che ora soffronoe portandole ad uno stato dapotersi mantener con agio[...] togliendosi loro ogni mo-tivo di lusso con l'uguaglianzae semplicità di vestire; e dan-dosi a’ loro figli fin dalla fan-ciullezza mezzo da lucrar col

travaglio per essi e per tuttala famiglia, del pane da po-tersi mantenere con comodo epolizia". Sono le parole usatenel 1789 da Ferdinando IV diBorbone per introdurre leregole per la manifattura e lacolonia di San Leucio, pressoCaserta, luogo "ameno e se-parato dal rumore della

Corte". Il progetto era giàstato avviato circa quindicianni prima, dopo il comple-tamento di quello vanvitel-liano della reggia e delle sueadiacenze voluto da Carlo diBorbone. A San Leucio, allora,si prevedono case ("con tuttociò che è necessario pe' co-modi della vita"), scuole,parrocchia, organi di governoe elezioni, diritti e doveri, mo-dalità di assunzione per gli"artisti esteri", orari di lavoro,fino alle modalità per i ma-trimoni e le promesse di ma-trimonio. Successivamente,verso il 1860, la Real Fabbricadi tessuti di seta possedeva114 bacinelle a vapore , 9 fi-latoi, diversi incannatoi diseta grezza, una tintoria contre grandi caldaie, diversi or-ditoi con la capacità di corri-spondere ai bisogni di oltre150 telai in opera, 130 telaiper le sete, 80 per i cotoni.600 i lavoranti nella comu-nità: il ciclo produttivo eracompleto e andava dall'alleva-mento del baco da seta ad unprodotto finito che per la qua-lità delle trame e dei disegnifu apprezzato in tutto ilmondo e presso le più grandicorti europee, dove lo si puòammirare ancora oggi. Alcuniantichi setifici sono stati re-staurati e altri ancora sonoda restaurare e con essi telai,strumenti e oggetti vari dellestoriche produzioni sericheleuciane. Una maggiore valo-rizzazione di tutto il sito po-trebbe essere fondamentaleanche per le seterie ancoraattive, non numerose ma ingrado di esportare prodottiancora apprezzati soprattuttoall'estero per la loro tradizio-nale qualità.

Le sete delle meraviglieSan Leucio Capitale mondiale dell’arte serica

La tradizione delle seterie diSan Leucio, nonostante tuttele conseguenze che il meri-dione d’Italia ha subito conl’unificazione, è sopravvis-suta grazie alla presenza sulterritorio leuciano di aziendeseriche che hanno prodottofino a pochi anni fa.All'interno della fabbrica ori-ginaria voluta dal grande delre Ferdinando IV (poi I), c’èla sede del "Museo dellaseta" che conserva ancora al-cuni dei macchinari originalidi fine Settecento ancora

perfettamente funzionanti.È particolare la famosa

“Casa del tessitore”, esempiodi abitazione colonialed'epoca. L’esperimento “so-ciale” di San Leucio fu unqualcosa di avveniristico, undecennio prima della Rivolu-zione Francese esisteva uncomunità che viveva con ilprincipio dell’uguaglianza econ i “servizi sociali” o megliogli asili nido sul posto di la-voro. Oggi paradossalmentemancano gli asili nido eanche i posti di lavoro.

SSan LeucioPillole di storia

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Linda Iacuzio

Nel Vallo di Diano, altopianoposto a 450 metri sul livellodel mare, a sud della Campa-nia e al confine con la Basili-cata, tra i comuni di notevoleimportanza storica, religiosa,artistica e monumentale vi èTeggiano. La cittadina, che nel IV se-colo d.C. assunse la denomi-nazione di Dianum, poiDiano, da cui deriva il nomedel Vallo, è di antichissime eincerte origini. Essa conservatestimonianze storiche e ar-cheologiche di epoca arcaica,romana e medievale, tra lequali resti di mura megaliti-che e di fortificazioni an-gioine e aragonesi. Teggiano, importante centrodurante il periodo romano, futeatro, in epoca medievale, diun famoso avvenimento sto-rico. Nel castello normanno deiPrincipi Sanseverino, oggiCastello Macchiaroli, fu or-dita nel 1485-1486 la Con-giura dei Baroni, capeggiatasoprattutto da Antonello San-severino, contro Ferdinando Id’Aragona. Il maniero, che aveva fama diessere inespugnabile, non fudifatti preso nemmeno du-rante l’assedio del 1497 daparte dell’esercito dell’allorare Federico I d’Aragona, cheoffrì e ottenne la resa dalprincipe di Sanseverino. Oltre al castello, dal quale sigode la vista di tutta la valle,è da menzionare la Chiesa diS. Maria Maggiore, Catte-drale della Diocesi Teggiano-Policastro. Inaugurata e aperta al cultonel 1274, si ipotizza che esi-stesse fin dai primi tempi cri-stiani. Ricostruita in seguitoai danni del terremoto del1857, conserva, dell’impiantoprecedente, il portale, realiz-zato dall’architetto Mel-chiorre di Montalbano, datatotra la fine del 1200 e l’iniziodel 1300, così come il pulpito,opera dello stesso Melchiorre,autografato e datato al 1271.Tra le pregevoli sculture e trale quattro tombe presenti al-l’interno della chiesa, si con-serva il monumento funebredi Enrico Sanseverino, GranConnestabile del Regno diNapoli, opera della bottega

scultorea di Tino da Ca-maino.Nell’ex chiesa di S. Pietro, diepoca angioina, sorta sui ru-deri di un antico tempio dedi-cato al dio Esculapio, èospitato il Museo Diocesano.Teggiano è sede di altri tremusei: il Museo delle Erbedove si conservano semi, erbee piante, utilizzate dalla sa-

pienza popolare e traman-date da generazioni; il Museodegli usi e delle tradizioni,dove sono esposti strumenti eoggetti utilizzati dagli antichiartigiani della zona, ricostru-zioni di ambienti di vita fami-liare e fotografie d’epoca;infine il Museo di San Cono,monaco benedettino e santopatrono della città.

Nel castello normanno fu ordita la Congiura dei Baroni

Lorenzo Terzi

Nel 1995 l’editore napoletanoAlfredo Guida pubblicò unestratto de Il Deserto e dopo(1961) di Giuseppe Ungaretti,opera in cui il grande poeta -nato nel 1888 ad Alessandriad’Egitto da genitori lucchesi -aveva rielaborato, “a lume difantasia”, le prose d’arte e diviaggio. Gli scritti estrapolatinell’edizione Guida e curati daFrancesco Napoli presero il ti-tolo di Viaggio nel Mezzogiorno,anche se la raccolta non com-prende le pagine dedicate allaPuglia.Lo sguardo di Ungaretti su Na-poli rivela una straordinariapotenza evocativa. La parola,come accade solo ai grandi ta-

lenti poetici, si fa luce e colore.Sotto la data del 3 luglio 1932,per esempio, l’autore descrivecosì l’ambiente del porto: “brac-cia muscolose, calzoni rimboc-cati, gambe pelose, piedi scalzi,sudore, mescolanza di urlameccaniche e umane che por-tano via l’anima, e la violenzaimpassibile delle pietre geome-triche che afferrano il marecome una testolina geometricada spaccare (uocchie che acca-rezzano nelle loro ombre d’an-tenne e di carene le mani diOtello)”. Le due piazze contiguedel Carmine e del Mercato ap-paiono, poi, a Ungaretti “luoghisinistri ed epici”, a causa delletragedie che nel corso della sto-ria vi hanno avuto luogo comein un enorme scenario. “Epici e

sinistri” sì, ma anche “pazzi digioia”; entrando in piazza Mer-cato, il poeta si avvicina ai ban-chi dei pescivendoli che,“novelli Persei”, “tuffano lebraccia nude nei catini, pieni dipolipi grossi una bracciata” e,“con un grido tenorile acco-rato”, li offrono agli avventori.

Tra questi lo scrittore nota unagiovane e procace popolana in-tenta a contrattare sul prezzo,la quale a un certo punto pro-rompe in uno scoppio di voce“così ridente e voluttuoso che lapiazza, illuminata a strappi daun gran sole”, sembra caderepiù a fondo in sé e assumere unaspetto ancor più malinconico.Un altro particolare stupisceUngaretti, tanto da fargli invo-care la presenza dei pittori dinature morte: “Con due filzeverticali di quei crostacei chechiamano cozziche […], qual-che fronda di limone, uno o duelimoni e, nel centro, l’internaspirale carnicina d’una conchi-glia da cammei, un pesciven-dolo sa disporre la sua merce inmodo incantevole”.

Giuseppe Ungaretti a Napoli

Domenico Matania

Mentre il Comune di Napoli porta avanti iniziative “dalbasso” come l’ormai celebre “Adotta un’aiuola”, don AlessioMallardo, sacerdote presso la parrocchia di Sant’AntonioAbate, si è fatto promotore di un progetto altrettanto lodevoleed interessante. Complice il pessimo stato delle opere d’artepresenti all’interno della parrocchia sita in via Foria, donAlessio ha dato vita ad un’iniziativa di fund-raising con loscopo di accumulare fondi per restaurare le opere e salvarledall’incuria. Finora, in particolare, è stato messo a punto ilrestauro di un’opera pittorica del Trecento raffigurante lacrocifissione con Sant’Antonio ai piedi del Cristo. Per farfronte alla continua mancanza di fondi utili alla conserva-zione dell’arte, don Alessio e la comunità di Sant’AntonioAbate hanno pensato di riservare le offerte di ogni ultima do-menica del mese alla raccolta fondi per l’arte. L’iniziativa dalnome “Una messa per l’Arte” è riuscita a coinvolgere la IVMunicipalità del Comune di Napoli e la stessa Soprinten-denza, grazie alla quale è stato possibile chiamare in causavalidi restauratori di opere d’arte. La Chiesa di Sant’AntonioAbate affonda le sue origini in epoca medievale; negli ultimisecoli la struttura ha avuto una storia molto travagliata, finoa diventare addirittura sede di un’officina per fabbro. Moltedelle opere di assoluto valore artistico presenti all’internosono andate perdute sia perché abbandonate all’incuria deltempo, sia perché trafugate dalla parrocchia. Pertanto l’ini-ziativa del giovane sacerdote assume un valore tanto più em-blematico e simbolico. Anche il Presidente della IVMunicipalità Giovanni Parisi ha espresso la soddisfazioneestrema per il risultato ottenuto. L’obiettivo è quello di pro-seguire con l’iniziativa per restaurare anche un altro affrescodi Sant’Antonio Abate che necessita di un intervento urgenteed in seguito due statue del Cinquecento. E perché non pren-dere spunto da “Una messa per l’Arte” per portare avanti ini-ziative simili anche in altre realtà ...

FUNDRAISING ALLA CHIESADI SANT’ANTONIO ABATE

Teggiano, la città museo

Una messa per l’arte

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Fabiana Clemente

Secondo l’OrganizzazioneMondiale della Sanità, laquantità di sale che potremmoassumere quotidianamente èdi circa 5 grammi. Tuttaviaquesto limite è statisticamenteoltrepassato da tutti. La mag-gioranza dei cibi preconfezio-nati contiene già una certe

dose di sale, che addizionata aquella che aggiungiamo percondire i cibi, raggiunge livellidavvero elevati. Il Centro Na-zionale di Epidemiologia, Sor-veglianza e Promozione dellaSalute ha stabilito che un indi-viduo adulto maschio consumain media 11 grammi di sale algiorno. Per contro, la donna neconsuma circa 8.5 grammi. Main che modo può incidere sullasalute? Quali gli alimenti por-tatori sani di sale? Il sale dacucina – cloruro di sodio – è ilprincipale responsabile dell’au-mento della pressione arte-riosa, a sua volta imputatadell’insorgere di patologie re-nali e cardiovascolari. Ergo, siconsiglia a coloro che soffronodei problemi citati o che, sonogeneticamente predisposti, dilimitare in modo significativol’apporto di sale e dei cibi in cuil’ingrediente è presente in ec-cessive quantità. L’AmericanHeart Association ha effet-tuato una ricerca ad hoc, rile-vando e rivelando qualialimenti tenere a debita di-stanza. Brutte notizie per gliamanti del pane. Ebbene ri-

sulta essere il primo alimentosotto accusa. Anche la pizzanon è, per così dire - un’alleata.Dopo aver mangiato due fettedi pizza abbiamo raggiunto laquantità massima consigliata.A seguire i salumi, la cui lavo-razione richiede l’impiego di in-genti quantità di sale. Eccospiegata l’irrefrenabile sensa-zione di dover bere dopo

averne consumata una por-zione. Carne, minestre pronte,dadi vegetali e non, salse pre-parate, cibi in scatola qualitonno, mais, condimenti perriso e pasta, ma anche me-

rende, grissini, creakers. In-somma il sale si insinua un po’ovunque, anche in quei pro-dotti famosi per il ridotto quan-titativo di sodio.Raccomandare di ridurlo nonpuò che apportare anche deibenefits estetici. Il sale è re-sponsabile, infatti, di tratte-nere i liquidi dando forma cosìa depositi adiposi. In altre pa-

role, la cosiddetta bucciad’arancia. Salute e bellezzapossono trarne giovamenti dal-l’eliminazione del sale a tavola.Uno stile sano inizia dal condi-mento.

Sale: un condimento nemico della salute

L’associazione culturale let’sthink ha presentato il progettoun ponte oltre i muri duranteun aperitivo con tanto di dj setnel parco del Poggio. Socializ-zazione ed integrazione sonostati favoriti attraverso la mu-sica, l’arte, l’allegria di chi hacontribuito. Il progetto “unponte oltre i muri” nasce dallavoglia di riqualificare i non luo-ghi della nostra città per riscat-tarli dal degrado e dalladevianza facendoli rifiorire at-traverso l’arte e la cultura perrestituirli ai cittadini sottoforma di luoghi di aggregazioneper poterli condividere e socia-lizzare con gli altri. Il progettoprevede la partecipazione at-tiva dei minori a rischio segna-

lati dal tribunale dei minori diNapoli e dei diversamente abilidel territorio. L’arte diventa lostrumento di socializzazione edi rivendicazione dei diritti

umani nel rispetto della diver-sità culturale, fisica e ambien-tale. L’estro dei minori e deidiversamente abili diventa laforma di comunicazione socialeper comunicare tali valori. Unponte oltre i muri è un percorsoitinerante finalizzato alla colo-razione del ponte della metro-politana di Chiaiano edell’ingresso esterno della sta-zione di via Emilio Scaglione.Dopo Chiaiano si procederà coni muri della fermata dei colliAminei lungo via SaverioGatto. Oltre i muri dell’indiffe-renza, dell’ipocrisia, del de-grado, dell’abbandono, dellapaura, dell’egoismo, della cor-ruzione. Per la colorazione deimuri delle metropolitane sono

in corso d’opera laboratori dipittura con i minori diversa-mente abili di altre associazionilocali. Hanno come obiettivo ladiffusione della psicologia e ladiffusione della cultura inCampania. Questo progetto hacome finalità il recupero dispazi urbani attraverso unacrescita educativa e psicologica,trasmette emozioni attraversol’arte. Oltre i muri del pregiu-dizio e della burocrazia il pro-getto unisce i giovani di tutti iquartieri con un obiettivo co-mune. Oltre i muri della con-venzionalità ricorda chepossono essere superati i pre-giudizi nei confronti dei disabilie del disagio.

S.A.

Calzini vecchi, borse, libri tubi di bici e nastro adesivo sonopreziosi se stai cercando qualcosa per racchiudere e proteg-gere il tuo amato iPhone. Possiamo utilizzare materiali direcupero per costruire una particolare custodia fai da te peril nostro smartphone! Come? Vediamo. Borse e vestiti:prima di abbandonare per sempre la tua borsa o i tuoi vec-chi vestiti, considera l'idea di come poterli trasformare.Anche le calze vanno benissimo, sono molto versatili, si po-trebbe sperimentare il loro utilizzo ricavandone oggetticome delle collane! Tra l'altro per far sì che diventino unacustodia per smartphone non avrete nemmeno bisogno diuna cucitura laterale. Basta usare la parte "tubo", cucire ilfondo, e aggiungere un bottone o una chiusura lampo nellaparte superiore. Tessuti vari ed eventuali: tappezzeria, vec-chi cuscini, coperte, ecc, sono i tessuti più rigidi e sono per-fetti! Una volta che hai recuperato il tuo materiale, un po'di taglio e cucito, e se ti va qualche applicazione, magari dibottoni o perline, per decorarlo. Libri: è possibile utilizzareun notebook di piccole dimensioni o altri piccoli libri per farequalcosa di simile a un libro con vano segreto, così il tuosmartphone sarà al sicuro tra le pagine della cultura. Car-tone:un ottimo modo per riciclare. Se prediligi la funzionesulla forma, andrà benissimo e avrai molto di cui parlarecon i tuoi amici. Nastro adesivo:ci si può fare alcune cosepiuttosto interessanti con questo fissativo industriale. Algiorno d'oggi, del nastro adesivo è disponibile in tantissimicolori divertenti e fantasiosi. Cravatte:fare una custodia periPhone con una cravatta vecchia è una delle soluzioni piùbelle ed originali per le caratteristiche di semplicità, fun-zionalità e versatilità, a seconda della parte che si usa.

F.S.

Le custodie per smartphone“fai da te”

Let’s think, l’integrazione sociale attraverso l’arte

Il sale da cucina è il principale responsabile dell’aumento della pressione arteriosa

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Cristina Abbrunzo

L’olio da frittura e gli altri oliiesausti non vanno buttati nei la-vandini perchè finiscono nellefalde acquifere dove formanouna pellicola al di sotto dellaquale niente può rimanere invita dato che impedisce gliscambi di ossigeno fra aria eacqua. L’olio “esausto” (arrivatoa una temperatura di oltre200°C) si trasforma chimica-mente, diventando un fluidodenso e appiccicoso difficile dasmaltire. Dunque, che farne? Lesoluzioni proposte iniziano adessere tante. Dopo l'idea di uti-lizzarlo come carburante per ali-mentare gli aerei, l'ultimatrovata viene da Haifang Wen,professore di Ingegneria Civiledella Washington State Univer-sity, che ha ideato una tecnolo-gia per produrre l'asfaltoutilizzando proprio tali scartidella cucina. Sostituire il petro-lio greggio usato tradizional-mente per la copertura delmanto stradale con il rifiuto pereccellenza delle cucine ha datocome risultato un bioasfalto so-stenibile che, secondo il suoideatore, non ha nulla da invi-diare al suo lontano parente abase di petrolio. Meno petrolioda utilizzare e un nuovo modoper smaltire un rifiuto “ingom-brante” come l'olio della frittura:vantaggi duplici dall'idea delprof. Wen, che è più vicina allarealtà di quanto si possa imma-

ginare. Nel prossimo futuro, gliautomobilisti di Washington po-trebbero essere i primi a guidaresu strade e autostrade pavimen-tate con asfalto a base di olio dacucina. Al vaglio l’ipotesi di fareuna prova su strada entrol'estate del 2014, probabilmenteper almeno un quarto di miglio(circa 400 metri). Di fronte aiprezzi crescenti del petrolio, allenuove normative ambientali e aicambiamenti nel processo di raf-finazione del greggio, l'asfalto

sta diventando sempre di piùuna merce rara e costosa. Rea-lizzato dal residuo lasciato dal-lla produzione di benzina,plastica e altri materiali,l'asfalto costa ancora 700-800dollari per tonnellata (€ 509-582), secondo le stime del Prof.Wen:“Ogni anno negli StatiUniti , usiamo circa 30 milionidi tonnellate di asfalto per lestrade”. Secondo l'esperto, nel-l'ultimo decennio l'industria del-l'asfalto verde ha iniziato a dare

i suoi frutti. È accaduto in Iowa,dove un team di scienziati hacreato un bioasfalto a base dimais e dal residuo rimasto dopola produzione di etanolo. InNorth Carolina, ha avuto lastessa sorte il letame di originesuina. Il legante bituminoso, ossia ilcollante appiccicoso che tienepietrisco e sabbia per formare lapavimentazione, rappresentasolo circa il cinque per cento del-l'asfalto finale, che viene distri-

buito dal rullo compressore cre-ando nuove corsie e viali. Dopoquattro anni di lavoro insiemead un chimico e “regolando la ri-cetta,” Wen è finalmente riu-scito a creare il suo asfaltoverde, pari a quello prodotto colpetrolio. E la sua attività è stata seguitacon interesse dalle agenzie stra-dali federali e statali.Buoni propositi, dunque, per unfuturo green…liscio come l’olio!umano sono fondamentali.

Una green city riscaldata con gusci di pistacchioDalla Turchia un’idea originale per vivere verde

Non solo sono utili contro l’ ipertensionee lo stress, i pistacchi, o meglio le loro"bucce", possono essere riutilizzati anchecome "combustibile" per riscaldare interiedifici. Sì, proprio così… Gusci di pistac-chi per riscaldare una intera città e co-struire in questo modo case ecologicheAccade nella Turchia del Sud, in un'areadi 3.200 ettari tra la città di Gaziantep eKilis, al confine con la Siria, dove si stacreando una vera e propria Green City.Qui il pistacchio la fa da padrone: Gazian-tep, infatti, è la terza città produttrice almondo di pistacchi della varietà Antep,ad oggi una delle principali fonti di gua-dagno economico della regione. L'idea l'haavuta la società d'ingegneria franceseBurgeap, che del piccolo prezioso fruttoha deciso di non buttare via niente e hapensato di sfruttare i gusci dei pistacchi,

per bruciarli e produrre energia pulita inloco. Gli ingegneri francesi hanno in pra-tica capito che i gusci del pistacchio diAntep con il loro potere calorifico di 19,26Megajoule per chilogrammo rappresen-tano la fonte di energia che meglio si puòutilizzare nella zona. Secondo Burgeap,infatti, questo valore calorifico della bio-massa prodotta dai pistacchi basterebbea riscaldare ben 55 ettari di edifici pub-

blici. Ebbene, entro il mese prossimo lamunicipalità di Gaziantep dovrebbe rice-vere lo studio di fattibilità del progetto,per poi passare alla fase operativa che po-trebbe concludersi in soli 5 anni.Il responsabile dell'energia di Gaziantep,Aysegul Tekerekoglu, ha spiegato che lacittà sarà un modello anche per altre pra-tiche green, come l'uso dei pannelli solari,il corretto smaltimento dei rifiuti e la rac-colta e il recupero delle acque piovane. Inattesa che l'ambizioso progetto prendacorpo, a Gaziantep la rivoluzione ecolo-gica è già cominciata da tempo, con la co-struzione di una serie di bioarchitetturead alta efficienza che hanno già ricevutopremi e riscosso interesse a livello inter-nazionale. Via alla svolta green dellaTurchia, dunque. E largo al signor Pistac-chio. C.A.

Per un futuro green…liscio come l’olio!Riciclare l’olio da frittura per un bioasfalto sostenibile

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Eleonora Ferrara

I buoni propositi del premier sistanno concretizzando. A mag-gio, è previsto in busta paga, peri dipendenti con reddito tra ottoe ventiseimila euro lordi, unbonus pari adottanta Euro. Renzi, grazie alla riorganizza-zione della spesa, sembra essereveramente soddisfatto, diriu-scire a smentire tutti coloro chehanno sempre remato contro.Infatti, il Presidente del Consi-glio, finita la lunga riunione, haesclamato “Sono felice, abbiamosmentito i gufi. Diamo gli 80euro in busta paga fin dal mesedi maggio. Il taglio all'Irpef èstrutturale e riduciamo l'Irapdel 10%. ". Pare che non ci sianostati tagli alla Sanità, e questoè veramente consolante.A questo punto, la frase "Stiamodando agli italiani qualcosa cheè degli italiani. E lo facciamostringendo la cinghia alla poli-tica e allo Stato che in questianni hanno speso troppo", puòperfino riempire il cuore ditanta soddisfazione. Inoltre,Renzi ha soggiunto"C'erano dueipotesi, la prima dare 10 mi-liardi a 10 milioni di personecome annunciato a marzo; la se-conda prevedeva l'allargamentoagli incapienti con una ridu-zione del bonus. Ma abbiamoscelto di mantenere la prima op-zione per coerenza.".Il fatto che l’aumento arrivisotto forma di bonus, implicache non sianomodificate le ali-quote IRPEFed al contempo,che non sussista nessun inter-vento sui contributi. Le coper-ture necessarie a finanziarel'operazione ammontano a 6,9miliardi per il 2014, che diven-tano 14 miliardi alla fine del-l'anno prossimo. La garanziadelle coperture deriverà da unastretta alla spesa pubblica,anche mediante il taglio agli sti-pendi dei dirigenti dello Stato,dei militari e dei magistrati.In effetti, il premier auspicandoun Paese più equo, asserisce chesi vive benissimo anche con ven-timila euro al mese, con l’abbas-samento del tetto massimo, datrecentoundicimila a duecento-quarantamila EURO, e precisache " Per le società non quotatesarà così da subito, per le quo-tate proporremo il tetto alla re-munerazione dei presidentenelle assemblee degli azionisti.Sarebbe bello se anche le Ca-mere si adeguassero.". Renzi sottolinea la serietà delprovvedimento: "Siamo statiprudenti sulle stime delle coper-

ture. Qui non ci sono tagli dinessun tipo, ma soldi che en-trano nelle tasche degli italiani.Con gli 80 euro inizia una rivo-luzione strutturale per ilPaese.". Il Presidente del Consi-glio ha confermato, infine, che lemisure per il prossimo anno sa-ranno inserite nella legge diStabilità. A tal proposito, haspiegato il ministro dell’Econo-mia Padoan, che “ per le coper-ture non c'è problema. Anzi,avremo un margine di spesa, 4miliardi per nuovi interventi: ilsogno di chiunque faccia politicaeconomica". Non resta, quindi,che augurarsi con il premier chenelle altre capitali della UnioneEuropea si dica “Finalmentel’Italia è tornata in Europa daprotagonista”.Naturalmente, ciò è possibile,anche in considerazione dellatabella di marcia dell’esecutivoper i prossimi sei mesi con unnuovo intervento sulle tasse conil "quoziente familiare" da inse-rire nella delega fiscale alla ri-forma della giustizia, civile epenale e con l’abolizione di qual-siasi legge ad personam, inter-venendo anchesui Tar dato che"il loro sistema non funziona.

RIFORMA DELLE AGENZIE AMBIENTALI Sono passati ormai quasi dieci anni etre legislature dalla presentazione delleprime proposte di riforma delsistema delle agenzie ambien-tali, istituite venti anni fa,Legge n.61 del 1994, in seguitoall’esito del referendum popo-lare. Il 23 aprile scorso, tra-smesso dalla Camera, èapprodato al Senato, il disegnodi legge “Istituzione del Si-stema nazionale a rete per laprotezione dell'ambiente e di-sciplina dell'Istituto superioreper la protezione e la ricercaambientale. Il testo introduce iLepta, ovvero i livelli essenzialidi prestazioni tecniche ambien-tali, che rappresentano glistandard qualitativi e quanti-tativi che devono essere garan-titi in modo omogeneo in tuttoil territorio nazionale perquanto riguarda le attività cheil Sistema nazionale è tenuto ad assicu-rare, anche ai fini del perseguimentodegli obiettivi di prevenzione collettivaprevisti dai livelli essenziali di tutela

sanitaria. Obiettivi del provvedimentoè un riordino delle agenzie per la prote-zione dell’ambiente: rafforzare il si-stema dei controlli ambientali in Italia,

dare certezza ai cittadini e alle imprese,difendere l’ambiente e la salute, pro-durre un’economia più avanzata e pu-lita. Il Sistema nazionale delle agenzie

ambientali contribuisce, inoltre, al rag-giungimento degli obiettivi di svilupposostenibile e alla piena realizzazione delprincipio del chi inquina paga.

La proposta legislativa al-l’esame dell’Assemblea rappre-senta uno strumento concretoper rafforzare la capacità delleistituzioni ambientali di lavo-rare insieme, di mettere in co-mune esperienze e buonepratiche, di creare una rete mo-derna di laboratori altamentespecializzati, di condividere si-stemi informativi a beneficiodella conoscenza dei cittadini ea supporto delle decisioni pub-bliche. Il Parlamento ha dun-que l’opportunità di mettere adisposizione del Paese unalegge che dà maggiore credibi-lità ed autonomia alle istitu-zioni ambientali e che, perquesta via, contribuisce concre-tamente a riattivare quel cir-cuito di fiducia tra i cittadini e

le istituzioni pubbliche, che è alla basedella forza, dell’autorevolezza e della vi-talità stessa della democrazia.

A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

La riorganizzazione della spesaLLAVORO E PREVIDENZA

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Andrea Tafuro

Nell’enciclica Evangelii gau-dium, Papa Francesco usa il ter-mine diseguità per riassumerelo scandalo della diseguaglianzaconnesso alla sperimentazionedell’ingiustizia. Non ho tuttol’acume dei cattolici perfetti, masecondo me Francesco ha volutoevidenziare lo scandalo dellemille forme di esclusione, di do-lorosa miseria, materiale, mo-rale e spirituale in cui è finito ilnostro bel mondo. Certamenteper affrontare la crisi possiamoservirci di analisi sociologichead alta precisione statistica, tut-tavia, finché non ci schiereremodalla parte della dignità dellapersona, faremo solo accademi-smo e fastidioso paternalismo! Nel frattempo che partorivoquesti profondi pensieri, mi ècapitato di leggere l’ultimo rap-porto di Oxfam, Working for TheFew (Lavorare per pochi) e sco-pro che su questo delizioso econfortevole pianetino ci sono85, dico ottantacinque, esseriniumani che posseggono il 50, dicoil cinquanta per cento della ric-chezza posseduta dall’altrametà del mondo. Cioè lo zero-virgola-moltissimi-zeri-virgola-uno è fornito di una ricchezzapari a quella di tre miliardi emezzo di persone. Proviamo afare un grafico e scopriamo chein qualunque paese del mondo

c’è una rappresentazione condue linee ben distinte: unaschizza verso l’alto, ed è la quotadi ricchezza dei pochissimisuper-ricchi, l’altra precipitaverso il basso, ed è l’aumento

della povertà dei moltissimi piùpoveri. Negli ultimi trent’anni laparte di ricchezza detenuta dapochi è aumentata ovunque e laquota di povertà distribuita tratutti gli altri,è aumentata a di-smisura. Evviva come sono fe-lice! La lotta di classe esisteancora, non si è fermata un at-timo… ma i nababbi miliardarihanno vinto dieci a zero, super-coppa, giro di campo e champa-gne negli spogliatoi, questa è laloro risposta al mito di cartoneche ci propinano da decenni: ”Seaumenta la ricchezza diminui-sce la povertà, il ricco darà dalavorare e migliorerà le condi-zioni dei poveri”. Boutade (battuta di spirito), poi-ché come ci dicono le cifre i ric-chi sono più ricchi e i poveri piùpoveri e più numerosi. Poveri ditutto il mondo unitevi il tempodella Sovranità Alimentare è ar-rivato! Il 2014 è l’Anno internazionaledell’agricoltura familiare,un’iniziativa proposta da più di360 organizzazioni della so-cietà civile. La sua celebra-zione mondiale, sostenutadalla FAO e dichiarata dall’As-semblea Generale delle Na-zioni Unite, punta a innalzareil profilo dell’agricoltura fami-liare richiamando la debole at-tenzione dell’opinione pubblicainternazionale sul suo contri-buto alla lotta contro la fame e

la povertà, alla sicurezza ali-mentare, al miglioramento dellecondizioni di vita e alla prote-zione dell’ambiente e della bio-diversità. La questione èsignificativa non solo nei paesi

del sud del mondo, ma ancheper l’Europa, che ha attivatoconsultazioni e tavoli di appro-fondimento sul tema.Sono lontani i tempi in cui pen-sando all’incubo atavico dellafame era comodo rifugiarsi colpensiero in paesi lontani, ma-gari in Africa, sebbene anche inItalia il problema non sia maistato del tutto cancellato. Comedimostrano i dati diffusi dalBanco alimentare, la fame abitasempre più tra noi, anche nelleregioni dove la qualità dellavita, nonostante la crisi, si èmantenuta più alta che altrove.Come afferma la FAO, oltre840milioni di persone nelmondo soffrono la malnutri-zione, la preoccupazione mag-giore di una persona su otto èriuscire a fare almeno un pastoal giorno. Il dogma secondo cuibasta aumentare la produzioneper arrivare alla sicurezza ali-mentare è in parte sbagliato, omeglio insufficiente, a spiegareil tutto. Il nodo vero è come de-bellare la povertà e quindi comegarantire un più equo accesso alcibo. Dei progressi ci sono, l’im-pegno di tutti noi sta portandodei risultati concreti. Nel 1990le persone malnutrite nelmondo erano oltre 1 miliardo,un miglioramento di questa si-tuazione c’è stato, grazie ad unaserie di misure adottate a livellointernazionale e locale, com-presi i progetti di sviluppo delleOng. Restano, però, irrisolte al-cune questioni fondamentali,prima fra tutte quella che ruotaattorno al problema degli agrocombustibili, cioè combustibiliprodotti a partire da piante, pro-dotti agricoli e forestali, essi sipresentano come una rispostaalla scarsezza di combustibilefossile e al riscaldamento glo-bale. Senza dubbio, molti scien-

ziati e istituzioni oggi ricono-scono che questa fonte di ener-gia avrà effetti limitati se nonaddirittura dannosi per l'am-biente. Senza dubbio, il mondoeconomico sta spingendo versoquesto nuovo mercato che entradirettamente in competizionecon i bisogni alimentari delle po-polazioni. Gli agro combustibiliindustriali sono una assurditàeconomica, sociale e ambientale,il loro sviluppo deve essere arre-stato e la produzione agricoladeve direzionarsi verso l'alimen-tazione. La seconda questioneriguarda i costi dei prodotti agri-coli. I prezzi record registrati intutto il mondo colpiranno i con-sumatori, ma contrariamente aquello che si può pensare, di talecosa non ne beneficeranno i pro-duttori, i contadini vendono iloro prodotti a prezzi moltobassi rispetto a ciò che pagano iconsumatori. Veramente pen-sate che i prezzi degli alimentisi abbassano se i prezzi dei pro-dotti agricoli diminuiscono?Forse non sapete che le grandicompagnie sono in grado di im-magazzinare grandi quantità dialimenti e di immetterli sulmercato quando i prezzi sonoalti. Di fronte alle prospettivedell'aumento della popolazionemondiale fino al 2050 e alla ne-cessità di affrontare i cambia-menti climatici, nei prossimianni il mondo dovrà produrremolti più alimenti e i contadinisono in grado di assumersi que-sta responsabilità come hannogià fatto nel passato, nei fatti lapopolazione mondiale si è rad-doppiata nel corso degli ultimi50 anni e i contadini hanno au-mentato ancora più rapida-mente la produzione di cereali.Per evitare una maggiore crisialimentare, i governi e le istitu-zioni pubbliche devono adottare

obiettivi politici specifici cheproteggano la più importanteproduzione di energia delmondo: il cibo! L'Anno Interna-zionale dell'Agricoltura Fami-liare deve favorire discussioni diampio raggio ed una coopera-zione a livello nazionale, regio-nale e globale per aumentare laconsapevolezza e la compren-sione delle sfide affrontate daipiccoli produttori e per aiutare aidentificare modi efficaci per so-stenerli. Il modo più efficace per sconfig-gere la carestia e la malnutri-zione è la produzione di cibovicino al consumatore, operaesclusiva dell’agricoltura a li-vello familiare, non dei grandiinvestitori itineranti. Per valo-rizzare il lavoro di milioni di fa-miglie di agricoltori in tutto ilmondo è quindi necessario che ipaesi assicurino l’accesso allaterra, all’acqua, al mare e adaltre risorse naturali, ricono-scendo il diritto dei popoli a pro-durre il proprio cibo. Sia nelmondo sviluppato che nei paesiin via di sviluppo, oltre 500 mi-lioni di aziende agricole a con-duzione familiare (definite comeaziende che si basano principal-mente sui membri familiari perlavoro e gestione) produconocibo per sfamare miliardi di es-seri umani. In molti paesi in via di sviluppo,quelle a conduzione familiarerappresentano in media l’80 percento del totale delle aziendeagricole, eppure i membri diquelle stesse famiglie divengonovittime dell’ insicurezza alimen-tare a causa di un accesso limi-tato a risorse naturali, politichee tecnologiche.

AGRICOLTURA FAMILIARE le parole‐chiave

Dirittialla terra, al cibo, a una vita dignitosa

Sicurezza e Sovranità Alimentareadozione di obiettivi politici specifici a difesa della produzione di cibo

Sviluppo economicoaccesso al credito, a mezzi di produzione, al mercato

Biodiversità e filiere localivarietà tradizionali, naturalmente migliorateAmbientetecniche per contrastare l’erosione delle terre e la desertificazione,coltivazioni sostenibili

Resilenzala capacità della comunità di anticipare, rispondere e riprendersi daicambiamenti climatici e dalle cause dell’insicurezza alimentare peruscire gradualmente dalla fame e dalla povertà

Legami sociali e valore aggiuntospesso generato dal lavoro delle donne

Nutrizione sanai bambini malnutriti non saranno mai adulti autonomi, il loro sviluppofisico e cognitivo è compromesso con effetti itrreversibili

L’AGRICOLTURA FAMILIARE PUÒ SFAMARE IL MONDO

Partecipa al dibattito inviandoun commento all’indirizzo:

[email protected]

LO SCANDALO DELLA DISEGUAGLIANZA È PORTATORE DI INGIUSTIZIA

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27 aprile 2014 - Pastorano (CE) - 10a edizione di “Fiera agricola” Coltiviamo la ripresa!

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