Arpa Campania Ambiente anno VIII n.55

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Non passa giorno che non leggiamo dalla stampa quoti- diana o siamo informati dai mass media in generale di nuovi attacchi all’ambiente. Da discariche sconosciute e fuori legge, agli incendi bo- schivi, all’avvelenamento dei terreni coltivati, al mare in- quinato per l’incuria del- l’uomo e per gli sversamenti di liquami dannosi alla fauna marina. Lo Stato e gli Enti preposti cercano con ogni mezzo di ar- ginare questi che sono veri e propri attentati alla vita degli uomini. L’ambiente, nel suo com- plesso, non è una cosa astratta, al di fuori della no- stra realtà. E’ tutto ciò che ci circonda e in cui viviamo. Se pensassimo solo che l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, il cibo che inge- riamo sono parti integranti del sistema ambientale sa- remmo forse tutti molto più accorti non solo a evitare di danneggiarlo ma pronti anche a denunciare coloro che lo fanno. È tempo di prendere piena coscienza che la cura dell’eco- sistema è integrante con la cura della nostra salute. Un ambiente sano, pulito, sa- lubre migliora di gran lunga la qualità della vita. Baste- rebbe pensare soltanto alle allergie che un ventennio fa colpivano poche persone e che oggi invece interessano milioni di cittadini. E più in- quineremo il pianeta più metteremo in pericolo noi stessi. È una coscientizza- zione che non può essere più rinviata pena l’aumento dei danni diretti e indiretti sulla nostra esistenza. Siamo tutti coinvolti, nessuno escluso: le istituzioni preposte alla di- fesa dell’ambiente ma in pri- mis ognuno di noi a nostra stessa protezione. Pietro Funaro PRIMO PIANO 2012: calo nella raccolta di RAEE pag.3 Dopo il Nevada anche la Ca- lifornia guarda alle cybercar; il governatore Brown, ha fir- mato nella sede di Google la legge SB1298, che stabilisce le regole di sicurezza e di ope- ratività per i test e la circola- zione dei veicoli autonomi. pag.5 SharkLife: un progetto per preservare gli squali Il Mediterraneo è un mare di squali ma non per questo stanno bene. È in corso quindi, un nuovo pro- gramma scientifico per sal- vare gli squali del Mare Nostrum, studiarne gli spo- stamenti, le abitudini, gli stili di vita. pag.8 In Italia un bambino su quat- tro è obeso. A denunciare il fenomeno sono i più autore- voli nutrizionisti del nostro paese. Tra le cause che indu- cono all’obesità, vi è in primis una cattiva alimentazione. pag.12 I vantaggi dell’architettura in pallet pag.15 Accordo siglato da Prefettura di Napoli, Regione, Provincia e Comuni Obesità infantile, come contrastarla Intesa sulla “Terra dei fuochi” con la partecipazione di Arpac Un protocollo “contro la Terra dei fuochi” è stato siglato lo scorso 17 ottobre a Napoli da varie istituzioni, tra cui Arpac. L’accordo punta a sradicare il fenomeno degli sversa- menti di rifiuti in periferie e campagne, e so- prattutto a evitare gli incendi di immondizia. Gli interventi saranno coordinati dalla Pre- fettura di Napoli, che ha divulgato una serie di dati preoccupanti: in due anni, sono stati contati circa 10mila roghi di rifiuti in tutta la provincia. Centocinquanta le persone arre- state dalle Forze dell’ordine per reati am- bientali, ottocento i denunciati. La nuova intesa coinvolge 25 comuni del Vesuviano e del Napoletano. L.M. a pag.6 Shoppers biodegradabili: in arrivo le multe È lotta al sacchetto selvaggio. Da quasi un anno i consumatori italiani sono abituati a trovare nelle attività commerciali il famoso shopper biodegradabile. Di tutte le taglie, forme, colori e materiali. Davvero difficile fidarsi in questa giungla multi-cromatica perché, diciamoci la verità, spesso e volentieri il sacchetto non sembra per niente ecologico. D’Auria a pag.3 Scuotto (Confindustria): «Bene la semplificazione, ma non basta» Controlli e procedure ambientali: come li vivono le piccole im- prese in Campania? Ne abbiamo parlato con Bruno Scuotto, presidente della Pic- cola Industria di Confindustria Cam- pania. Che osserva: «la semplificazione aiuta, ma gli imprenditori scontano un certo deficit culturale. Perciò occorrono interventi di educazione». E i controlli? «Chiediamo che aumentino, per scoraggiare la concorrenza sleale». Intanto il governo ha varato un nuovo ddl sulle semplificazioni, con lo slogan «meno carta, più sicurezza». Mosca a pag.7 Liguori a pag.13 Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico In una valle collocata tra i Monti Picentini e Lattari e la costiera Amalfitana, troviamo una delle città più suggestive e ricche di storia e di cultura: Cava de’ Tir- reni. De Crescenzo - Lanza a pag.14 La Fedelissima Città della Cava Paesaggi, chiese, tradizioni ed eroi Guidati soltanto dalla tecnologia! DAL MONDO NATURA & BIO BIO-ARCHITETTURA AMBIENTE & SALUTE AMBIENTE & TERRITORIO AMBIENTE & TRADIZIONE ARPAC L’ambiente va difeso

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magazine istituzionale Arpa Campania

Transcript of Arpa Campania Ambiente anno VIII n.55

Non passa giorno che nonleggiamo dalla stampa quoti-diana o siamo informati daimass media in generale dinuovi attacchi all’ambiente.Da discariche sconosciute efuori legge, agli incendi bo-schivi, all’avvelenamento deiterreni coltivati, al mare in-quinato per l’incuria del-l’uomo e per gli sversamentidi liquami dannosi alla faunamarina. Lo Stato e gli Enti preposticercano con ogni mezzo di ar-ginare questi che sono veri epropri attentati alla vitadegli uomini.L’ambiente, nel suo com-plesso, non è una cosaastratta, al di fuori della no-stra realtà. E’ tutto ciò che cicirconda e in cui viviamo.Se pensassimo solo che l’ariache respiriamo, l’acqua chebeviamo, il cibo che inge-riamo sono parti integrantidel sistema ambientale sa-remmo forse tutti molto piùaccorti non solo a evitare didanneggiarlo ma prontianche a denunciare coloroche lo fanno. È tempo di prendere pienacoscienza che la cura dell’eco-sistema è integrante con lacura della nostra salute. Un ambiente sano, pulito, sa-lubre migliora di gran lungala qualità della vita. Baste-rebbe pensare soltanto alleallergie che un ventennio facolpivano poche persone eche oggi invece interessanomilioni di cittadini. E più in-quineremo il pianeta piùmetteremo in pericolo noistessi. È una coscientizza-zione che non può essere piùrinviata pena l’aumento deidanni diretti e indiretti sullanostra esistenza. Siamo tutticoinvolti, nessuno escluso: leistituzioni preposte alla di-fesa dell’ambiente ma in pri-mis ognuno di noi a nostrastessa protezione.

Pietro Funaro

PRIMO PIANO2012: calo nella raccolta di RAEE

pag.3

Dopo il Nevada anche la Ca-lifornia guarda alle cybercar;il governatore Brown, ha fir-mato nella sede di Google lalegge SB1298, che stabiliscele regole di sicurezza e di ope-ratività per i test e la circola-zione dei veicoli autonomi.

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SharkLife: un progetto per preservare gli squali

Il Mediterraneo è un maredi squali ma non per questostanno bene. È in corsoquindi, un nuovo pro-gramma scientifico per sal-vare gli squali del MareNostrum, studiarne gli spo-stamenti, le abitudini, glistili di vita.

pag.8

In Italia un bambino su quat-tro è obeso. A denunciare ilfenomeno sono i più autore-voli nutrizionisti del nostropaese. Tra le cause che indu-cono all’obesità, vi è in primisuna cattiva alimentazione.

pag.12

I vantaggi dell’architettura in pallet

pag.15

Accordo siglato da Prefettura di Napoli, Regione, Provincia e Comuni

Obesità infantile,come contrastarla

Intesa sulla “Terra dei fuochi”con la partecipazione di Arpac

Un protocollo “contro la Terra dei fuochi” èstato siglato lo scorso 17 ottobre a Napoli davarie istituzioni, tra cui Arpac. L’accordopunta a sradicare il fenomeno degli sversa-menti di rifiuti in periferie e campagne, e so-prattutto a evitare gli incendi di immondizia.Gli interventi saranno coordinati dalla Pre-fettura di Napoli, che ha divulgato una serie

di dati preoccupanti: in due anni, sono staticontati circa 10mila roghi di rifiuti in tutta laprovincia. Centocinquanta le persone arre-state dalle Forze dell’ordine per reati am-bientali, ottocento i denunciati. La nuovaintesa coinvolge 25 comuni del Vesuviano edel Napoletano.

L.M. a pag.6

Shoppers biodegradabili:in arrivo le multe

È lotta al sacchetto selvaggio. Da quasi unanno i consumatori italiani sono abituati atrovare nelle attività commerciali il famososhopper biodegradabile. Di tutte le taglie,forme, colori e materiali. Davvero difficile fidarsi in questa giunglamulti-cromatica perché, diciamoci la verità,spesso e volentieri il sacchetto non sembraper niente ecologico.

D’Auria a pag.3

Scuotto (Confindustria): «Bene la semplificazione, ma non basta»Controlli e procedureambientali: come livivono le piccole im-prese in Campania?Ne abbiamo parlatocon Bruno Scuotto,presidente della Pic-cola Industria diConfindustria Cam-pania. Che osserva: «la semplificazioneaiuta, ma gli imprenditori scontano un certodeficit culturale. Perciò occorrono interventidi educazione». E i controlli? «Chiediamo cheaumentino, per scoraggiare la concorrenzasleale». Intanto il governo ha varato unnuovo ddl sulle semplificazioni, con lo slogan«meno carta, più sicurezza».

Mosca a pag.7

Liguori a pag.13

Borsa Mediterranea delTurismo Archeologico

In una valle collocata tra i MontiPicentini e Lattari e la costieraAmalfitana, troviamo una dellecittà più suggestive e ricche distoria e di cultura: Cava de’ Tir-reni.

De Crescenzo - Lanza a pag.14

La Fedelissima Città della CavaPaesaggi, chiese, tradizioni ed eroi

Guidati soltanto dalla tecnologia!

DAL MONDO

NATURA & BIO

BIO-ARCHITETTURA

AMBIENTE & SALUTE

AMBIENTE & TERRITORIO AMBIENTE & TRADIZIONE

ARPAC

L’ambienteva difeso

Accordi per gestire le risorse idricheLo sfruttamento attuale delle acque mondiali non è più sostenibile

Angelo Morlando

I ritmi sono sempre più serratiper il raggiungimento di un ac-cordo quadro europeo entro il2020 e si moltiplicano le inizia-tive per sostenere il settoredelle risorse idriche.L'importanza dell'innovazionenella gestione delle risorseidriche è stata stabilita già nel2011 dal Consiglio dell'UnioneEuropea che ha invitato laCommissione Europea "a stu-diare un partenariato per l'in-novazione in materia di acquein stretta cooperazione con gliStati membri, al fine di rag-giungere un uso sostenibile edefficiente delle risorse idriche".I partenariati, quindi, costitui-scono una scelta chiara e indi-scussa per la condivisione dellecompetenze e delle risorse ri-spetto alle priorità politiche.Ciò si potrà attuare tramite leconnessioni tra tutte le partiinteressate, affinché i cittadinipossano usufruire immediata-mente dei vantaggi derivantidai progressi ottenuti ancheattraverso percorsi innovativi.La Commissione Europea,inoltre, sta elaborando unpiano per la salvaguardia dellerisorse idriche europee, cherappresenta una tappa fonda-mentale nella tabella di mar-cia verso l'efficienza nell'im-piego delle stesse. Il docu-

mento sarà presentato entro lafine del 2012, con lo scopo prin-cipale di risolvere i problemi ele lacune lasciate in ereditàdall'attuale quadro per la ge-stione delle risorse idriche del-l'UE. Brutte notizie su tutti i fronti;infatti, studi recenti dimo-strano che entro il 2030 sipotrà verificare una carenzaidrica pari al 40% in tutto il

mondo e che una percentualeimportante delle acque dolcieuropee rischia di non rag-giungere gli obiettivi di qualitàentro il prefissato termine del2015. Il partenariato europeoper l'innovazione, quindi, ser-virà ad agevolare la ricerca disoluzioni a sostegno di un'effi-cace politica idrica e contri-buirà a liberare il potenzialedel settore industriale e com-

merciale, conferendo a que-st'ultimo un vantaggio compe-titivo. Sarà, quindi, possibileutilizzare anche nuovi ap-procci nei settori del finanzia-mento, delle TIC, dellagovernance, della pianifica-zione territoriale, delle istitu-zioni, della gestione e di altrediscipline oppure avvalersi diun nuovo modello di intera-zione. Partendo da queste pre-

messe, il partenariato europeoper l'innovazione si prefigge diraggiungere i seguenti obiet-tivi imperativi entro il 2020:- tutti piani di gestione dei ba-cini idrografici dovranno es-sere attuati entro il 2015. - Le perdite idriche dovrannoessere ridotte al di sotto del20%. Per saperne di più:- http://www.isprambiente.it

A Poggiomarino nasce “La casa dell’acqua”“La casa dell’acqua” è davveroun gran bel nome. Casa eacqua, sono due delle primis-sime parole che quasi sicura-mente ci verrebbero in mentepartecipando a una discus-sione tra amici sulle “cose es-senziali della vita”. ..Circa due settimane fa, con iltaglio del nastro del sindacoLeo Annunziata e la benedi-zione di padre Aldo D’Andria,è stato inaugurato un partico-lare chiosco che distribuisceacqua a prezzi quasi “strac-ciati”! La Casa dell’Acqua, è così chesi chiama la struttura, sitrova presso l’ area parcheg-gio di via Nuova San Marzanoed stata realizzata dalla so-cietà Acquatec, che si occu-perà anche della gestione edella manutenzione. Il chio-sco, uno dei pochi esempi pre-

senti in Campania, è dotatodi due erogatori di acqua fil-trata e refrigerata, naturale ogasata, posti in una zona co-perta ed aperta al pubblico.L’acqua viene distribuita a

soli a 3 centesimi al litro, senaturale, e a 5 centesimi, segasata. L’iniziativa è di grande im-portanza, non solo per il note-vole risparmio economico di

cui i cittadini beneficeranno,ma anche dal punto di vistaambientale, dato che si verifi-cherà di conseguenza unaforte riduzione dell’uso dellebottiglie di plastica.È possibile usufruire dell’ero-gazione dell’acqua grazie al-l’utilizzo di una schedaelettronica ricaricabile da in-serire al momento nel distri-butore. Nel corso della cerimonia diinaugurazione della Casa del-l’Acqua, i cittadini hanno po-tuto da subito apprendere evalutare il funzionamentodell’impianto, utilizzando leschede già in circolazione.L’impianto è aperto e prontoper l’uso tutti i giorni, 24 oresu 24, ed è dotato anche diuno schermo dove possono es-sere proiettati spot pubblici-tari.

Il Comune di Poggiomarinoha, inoltre, deciso di omag-giare le famiglie virtuose,ossia in regola con il paga-mento della Tarsu, distri-buendo gratuitamente delleschede prepagate con un im-porto di 2 euro (fino ad esau-rimento scorte), ma ulteriorischede non in promozione sa-ranno comunque messe a di-sposizione di tutti i cittadinidal gestore del servizio ver-sando una cauzione di 3 euroed effettuando una ricaricaminima di 2. Le famiglie che hanno già ri-tirato la card sono davverotante, perché tanto è il biso-gno di iniziative che, final-mente, non gravino su di loro,ma che siano di sostegno, so-prattutto a quelle meno ab-bienti.

F.L.

Risparmio economico e vantaggi ambientali per gli abitanti del comune vesuviano

Paolo D’Auria

È lotta al sacchetto selvaggio.Da quasi un anno i consuma-tori italiani sono abituati atrovare nelle attività commer-ciali il famoso shopper biode-gradabile. Di tutte le taglie,forme, colori e materiali. Davvero difficile fidarsi in

questa giungla multi-croma-tica perché, diciamoci la ve-rità, spesso e volentieri ilsacchetto non sembra perniente ecologico. Proprio questo è il punto:quali sono le caratteristicheambientali degli shopper? Lanorma EN 13432:2002 fissa i“requisiti per gli imballaggirecuperabili mediante compo-staggio e biodegradazione” estabilisce, univocamente, ilconcetto di biodegradabilità“determinata misurando la ef-fettiva conversione metabolicadel materiale compostabile inanidride carbonica”. Il livellodi accettazione è pari al 90%da raggiungere in meno di seimesi.La norma, vero punto di rife-rimento per i produttori delsettore, è stata recepita dal-l’ordinamento italiano che,nel decreto Ambiente n. 2 del2012, fissava anche i terminiper il regime sanzionatorio daadottare ai materiali che nonrispettavano i requisiti; lemulte sarebbero scattate apartire dal 1° gennaio 2014.Tuttavia il decreto Sviluppobis emanato dal Governo conl’art. 34 comma 19 sposta lelancette indietro esattamentedi un anno. Dal prossimo gen-

naio i produttori che non ri-spetteranno la 13432:2002 sa-ranno oggetto di sanzioni.Il provvedimento, a dirlatutta, sembra più uno stru-mento per batter cassa cheun’azione di politica verde. E puntuali sono arrivate lecontrodeduzioni delle associa-zioni di categoria. “Non è da

escludere che l’Europa san-zioni l’Italia per una similemisura lesiva di libera circola-zione interna dei prodotti” af-ferma Claudio Maestrini,presidente di Assoecoplast,che rappresenta i produttoridi plastica biodegradabile. Se-

condo Maestrini, inoltre “Que-sto tentativo di anticipazionedelle sanzioni non costituisceun vantaggio per l’ambiente”.Anzi, aggiungiamo noi, ob-bliga tutti i produttori ad ade-guarsi alle nuove disposizioniin pochissimo tempo, contutto il caos che ne può conse-guire.

Le multe andranno dai 5milaai 25mila euro, cifra che puòquadruplicare se l’aziendaproduttrice basa più del 30%del proprio fatturato nellaproduzione degli shopper.Una ghiotta opportunità fi-scale, a quanto pare.

Shoppers biodegradabili:in arrivo le multe

Rosa Funaro

Ci avviciniamo alla fine del-l’anno e come sempre ci siprepara a tirare le somme;anche per l’ambiente è tempodi fare i primi bilanci e, quellorelativo alla raccolta e allosmaltimento dei RAEE, pur-troppo non risulta positivo. Ilsettore degli ingombranti hasubito infatti per il 2012 uncalo totale del 9% in terminidi raccolta e smaltimento.Nonostante le varie campa-gne ed iniziative messe inatto da istituzioni e imprese,il raggruppamento di lava-trici, lavastoviglie e forni hasubito un calo del 14%, quellocomprendente televisioni emonitor è sceso del 9%, men-tre la performance migliore è

risultata quella delle lampa-dine. Per tentare di limitare idanni, le aziende che rici-clano hanno provato ad am-pliare il raggio di raccolta cosìda trattare più o meno glistessi quantitativi dell’annopassato, purtroppo, però, imateriali giunti al centro

RAEE sono spesso risultati discarsa qualità in quantosvuotati da “soliti ignoti” in-golositi dalle materie primeda essi ricavabili quali: rame,alluminio, acciaio e ferro.Questo “sventramento” ille-cito costituisce un danno peril sistema di raccolta ma so-

prattutto per l’ambiente per-ché in questi casi il materialeè trattato con mezzi inade-guati che causano rilasci disostanze nocive nell’am-biente. Inoltre, da una re-cente indagine condotta daIpsos per Ecodom (il consor-zio dedicato alla raccolta e alriciclaggio dei grandi elettro-domestici formato dai 33principali produttori), una fa-miglia media italiana pos-siede quasi 47 apparecchi dicui il 19% non viene né utiliz-zato nè buttato via costi-tuendo così una piccolaminiera di RAEE che se en-trasse nel sistema del riciclopotrebbe migliorare la sua so-stenibilità oltre, ovviamente,a liberare preziosi spazi incasa.

Anna Paparo

“Il mondo che ti piace. Con il clima che ti piace”. Nonè uno slogan come tutti gli altri. È il titolo dellanuova campagna di comunicazione salva-climadell’Unione Europea per diffondere e attivare lebuone pratiche a beneficio del nostro Pianeta e delnostro portafoglio. Con questa iniziativa ognuno avràla possibilità di dare il proprio contributo. E proprioperché tutti devono fare la propria parte, è statamessa a disposizione una piattaforma web,http://world-you-like.europa.eu/en/ , disponibile nelle23 lingue dell’UE, dove tutti potranno promuovere leeco-soluzioni più innovative e votarle. E alla primaclassificata, che avrà ricevuto il maggior numero diconsensi, o come si dice in gergo tanti “mi piace”,andrà il low carbon award (a basso contenuto di car-bonio). Così, tutta l’Europa si è messa all’opera. Bastipensare a Stoccolma, dove la stazione centrale con-verte il calore corporeo dei pendolari e lo utilizza perriscaldare uffici situati nelle vicinanze, riducendo leemissioni di CO2 e generando risparmi del 20-25%sulla bolletta energetica. E ancora, in Danimarca, lascuola Gedved, a Horsens, riesce a risparmiare30.000 euro all'anno sulla bolletta grazie all'energiasolare. A Marsaskala invece, nell'isola di Malta, unimpianto di trattamento dei rifiuti genera correnteelettrica per 1.400 famiglie, mentre il calore prodottoriscalda una piscina vicina, che così può rimanereaperta tutto l'anno. In Polonia la flotta più modernadel servizio taxi di Varsavia si chiama EcoCar: i vei-coli sono elettrici e alimentano un pannello internetcon touch screen, il telefono e un video. Anche l’Italiaè pronta a promuovere l’iniziativa, infatti è fra iPaesi Ue che ospiterà un evento ad hoc per l’occa-sione: secondo la tabella di marcia di Bruxelles è pre-visto nel 2013.

Il mondo che ti piacecon il clima che ti piace

2012: CALO NELLA RACCOLTA DI RAEE

Dal prossimo anno le sanzioni per chi non rispetta i requisiti di compostabilità

Proporre eco-soluzioni sul web

Emissioni e biocarburanti: nuovi obiettivi per l’UE

Si prevede la dismissione di un patrimonio di 308 mila ettari di terreni coltivabili

LIBERALIZZAZIONI: TERRE AI GIOVANI

Rimpinguare le casse deglienti locali, contribuire ad unarazionale riorganizzazione delterritorio e, nel contempo, ri-durre i tassi di disoccupazione.Non è più un trinomio impos-sibile. Il decreto liberalizza-zioni presentato dal governoMonti a inizio anno, infatti, hareso possibile questo sogno. L’ idea è quella di individuarei terreni a vocazione agricolanon utilizzabili per altre fina-lità istituzionali, di proprietàdello Stato e degli enti pubblicinazionali, da alienare a curadell’Agenzia del Demanio, as-sicurando agli under 40 il di-ritto di prelazione nelleprocedure di cessione. Si trattadi dare alle nuove generazionila possibilità di crearsi un fu-turo riscoprendo e valoriz-

zando l’imprenditoria agricolama soprattutto di rispondereconcretamente alle difficoltàsia di ordine economico che bu-rocratico di questi ultimi,nell’acquisire il bene-terra einfine, last but not least, didare nuova vita ai terreni deldemanio che in tutti questianni hanno vissuto nell’abban-dono. Questo tipo di iniziativaè un’opportunità significativapurché si rispettino alcunecondizioni fondamentali comela destinazione agricola percontrastare l’assalto della spe-culazione e la trasparenzanell’assegnazione per evitareinfiltrazioni della criminalitàorganizzata. Nel decreto sonocontenute alcune direttive fon-damentali: prima di tutto, l’ab-bassamento della soglia del

ricorso a trattativa privata, ledismissioni, infatti, devono es-sere effettuate mediante astapubblica per terreni di valorepari o superiore a 100.000euro. A ciò si aggiunge la du-rata del vincolo di destinazioned’uso agricolo che è fissata in20 anni, invece dei 5 previsti inprecedenza. Nel Sannio, il presidente pro-vinciale della Cia (Confedera-zione italiana agricoltori), nelpromuovere questo tipo di ini-ziativa ha auspicato una diver-sificazione in senso ambientaledell’offerta: non solo spazio al-l’imprenditoria agricola maanche a tutte quelle attivitàche possano contribuire alladifesa ed al riassetto del terri-torio.

G.M.

Minori emissioni, minorispese e maggiore qualità delcarburante. È quanto afferma un recentestudio di Transport & Envi-ronment, secondo cui l’attualeproposta di regolamento dellaCommissione Ue, che prevededi passare ad una media diemissioni di 95 grammi diCO2 per km entro il 2020, èuna soluzione che andrà sì avantaggio del portafogli deicittadini Ue, ma anche dell’oc-cupazione, con la creazione dioltre 100mila nuovi posti dilavoro.Ad esempio, per un veicolocon emissioni di 60 grammi diCO2 per km, si parla di un ri-sparmio di almeno mille eurol’anno, cifra che diventa di

765 euro quando le emissionisono di 80 grammi per km,per arrivare a 535 euro con 95grammi per km. I primi a trarne un vantaggiodiretto saranno i consuma-tori, che potranno ammortiz-zare in pochi anni i maggioricosti per l’acquisto di un’autopiù efficiente nei consumi,proprio grazie al risparmiosulla spesa alla pompa di ben-zina. Si va da 2,3 anni per illimite di emissione dei 95grammi per km, ai 2,9 per 80grammi per km e 3,5 per i 60grammi per km. Per questo gli ambientalistirivolgono un appello allaCommissione Ue.“Vogliamo un obiettivo per il2020 di 80 grammi di CO2 per

km e di 60 grammi di CO2per km al 2025” afferma GregArcher di Transport & Envi-ronment, secondo cui questascelta “porterà tecnologieavanzate sul mercato e assi-curerà all’Europa di mante-nere la sua leadership” nelsettore low carbon.

Ma non basta. La Commis-sione Europea lancia forti se-gnali anche alle aziendeproduttrici di biocarburanti.Limitare la produzione diquelli di prima generazione(derivati da colture alimen-tari come mais e colza) per fa-vorire la produzione di

biocarburanti “sostenibili” –frutto di ricerche più recenti –che possono essere estratti daalghe, rifiuti, paglia ed altritipi di residui, le cui emissionisono inferiori ai carburantifossili e non interferiscono conla produzione alimentare. Un deciso giro di vite perquanto riguarda la “qualità”dei biocarburanti.Dopo il 2020 la CommissioneUe ritiene che i biocarburantidebbano ricevere un incentivofinanziario “solo se compor-tano sostanziali riduzionidelle emissioni di gas a effettoserra e non sono prodotti dacolture destinati all’alimenta-zione dell’uomo o degli ani-mali”.

P.D’A.

Vendita dei terreni

del demanio: opportunità

per agricoltoriunder 40

Alessia Esposito

Il 16 ottobre si è celebrata laGiornata mondiale dell’ali-mentazione: qual è il puntodella situazione? I dati del rap-porto Fao sulla fame delmondo sembrano a prima vistaincoraggianti: una generale di-minuzione, pur rimanendoinaccettabile che nel mondosiano ancora 870 milioni lepersone che soffrono la man-canza di cibo (nel 1990 eranoben 132 milioni in più). Esseper lo più vivono nei Paesi invia di sviluppo, ma 16 milionidel totale popolano invece ilmondo “ricco”. Se la situazione dell’Africa nonmigliora, come invece sta for-tunatamente accadendo inaltre aree povere del mondo, lanovità del Sofi 2012, questo ilnome dello studio, è infatti cheil rischio fame sta aumentandonei Paesi industrializzati. Si èverificato un passaggio da 13milioni del 2004-2006 ai 16 del2010-2012. Trend negativo dicui causa macroscopica nonpuò non essere individuatanella crisi economica generalee che non risparmia, anzi col-pisce in maniera grave il no-stro Bel Paese. I dati Fao sullasicurezza alimentare, elaboratiannualmente dagli esperti Ma-plecroft, vanno a formare unamappa dei Paesi a rischio, il

Food Security Risk Index:l’Italia quest’anno è passatadall’essere un Paese a basso ri-schio a Paese a rischio medio,come Kazakistan, Jugoslavia,Sudafrica e vaste aree dellaRussia. Al di sotto ci sono learee a rischio elevato: Etiopia,Somalia e Afghanistan.Incrociando questi dati conquelli di Coldiretti si può trac-ciare un quadro più particola-reggiato di come, in questocontesto, si collochi la situa-zione italiana: è ben il 5 % deinostri connazionali che si ri-volge associazioni di benefi-cenza per avere un paccoalimentare. Le contraddizioni

come sempre non mancano. Lamano invisibile dell’economiaagisce impietosa: gli sprechi ri-guardano ben un terzo dellaproduzione, 1,3 miliardi di ton-nellate l'anno. Ogni personaannualmente in Europa eNord America spreca cibo per95-115 kg, in Africa sub-saha-riana e nel Sud/Sud-Est asia-tico “soltanto” 6-11 kg. I problemi infatti non riguar-dano solo il cibo che non vieneacquistato in eccesso e che fini-sce in pattumiera, bensì anchela filiera produttiva. Le causepossono essere difetti commer-ciali (ad esempio prodotti dan-neggiati da eventi atmosferici)

o situazioni legate in manierapiù stretta ai prezzi di mer-cato: a un agricoltore può nonconvenire raccogliere prodottia basso costo di mercato chenon diano margini di guada-gno. In Italia è il 3,2% dellaproduzione agricola (oltre 15milioni di tonnellate di pro-dotti ortofrutticoli) ad andaresprecata. Per quanto riguarda l’aspettodel consumo, in Italia il 16%della spesa alimentare vienegettata nella spazzatura: an-nualmente il tasso di sprecoper famiglia si attesta sui 40kg. Bisogna ripartire innanzi-tutto dalla riduzione degli

sprechi da parte della produ-zione, della distribuzione e delconsumatore, dal riciclo, dalsostegno ai piccoli imprendi-tori e ai mercati alternativi,dalla scelta dei prodotti a kmzero e del rispetto dell’am-biente così che madre Terra cicontinui a fornire in abbon-danza le materie prime. “Se le nazioni si impegnerannoad aumentare i loro sforzi perridurre la fame nel mondo, puòancora essere raggiunto l'obiet-tivo di sviluppo del millenniodi dimezzare la proporzione dipersone affamate entro il2015'' ha affermato direttoreFao, Josè Graziano da Silva.

Sicurezza alimentare: Italia a rischio medioFame nel mondo. I Paesi industrializzati sempre più coinvolti

Guidati soltanto dalla tecnologia!Allo studio le nuove auto senza conducente

Giulia Martelli

Dopo il Nevada anche la California guarda alle cy-bercar; il governatore Jerry Brown, ha infatti fir-mato nella sede di Google la legge SB1298, chestabilisce le regole di sicurezza e di operatività per itest e la circolazione dei veicoli autonomi. Tra qualche anno, nel 2015 precisamente, passeg-giando per le strade di Santa Cruz potremo salire abordo di un taxi elettrico che viaggia senza condu-cente; ma attenzione, non siamo sul set della cele-berrima commedia fantascientifica “Il dormiglione”di Woody Allen, ambientata nell’America del 2173.È infatti in corso lo sviluppo di una nuova tecnologiache, attraverso l'uso di computer, sensori e altri si-stemi, permetterà ad un veicolo a motore di viag-giare senza il controllo attivo e il monitoraggiocontinuo da parte di un operatore umano, come ri-porta il disegno di legge. Non è obbligatorio però andare oltreoceano per fareun’esperienza del genere. Ad esempio a Daventry, una tranquilla cittadina in-glese a nord di Londra, è quasi del tutto attivo unrivoluzionario progetto di mobilità urbana: arrivaun taxi senza conducente, si sale a bordo e via. Gui-dati soltanto dalla tecnologia! Anche i viaggiatori in

arrivo o in partenza dall’aeroporto inglese di Hea-throw hanno la possibilità di sperimentare l’innova-tivo sistema di trasporto che collega il Terminal 5alle aree parcheggio. Lì, dove fino agli anni scorsi simuovevano due bus-navetta a diesel, fanno oggibella mostra di sé 22 nuove pod cars, piccoli e silen-ziosi veicoli elettrici che trasportano ogni giornoquasi 800 passeggeri sugli oltre 2,4 chilometri di bi-nari di collegamento. A bordo niente autista, nientevolante, nessun rumore né spazio compresso, solo ilposto per quattro persone e bagagli, un display in-formativo ed un pulsante di start per avviare ilmezzo. Anche a Roma, qualche anno fa, è stato pos-sibile avvistare alcuni di questi veicoli autonomi, sitrattava della sperimentazione del veicolo intelli-gente BRAiVE progettato e realizzato dal Labora-torio VisLab dell'Università di Parma diretto dalprof. Alberto Broggi. Tra le funzionalità sviluppate dal prototipo lo"Stop&Go", sistema che permette di gestire la guidain colonna in totale autonomia: pensato per l'am-biente urbano, lo "Stop&Go" interviene regolando lavelocità di spostamento del veicolo in base a quelladel veicolo precedente la cui traiettoria viene seguitaagendo sullo sterzo (video dell’esperimento romanosu www.gazzettadiparma.it).

È stato battezzato sui mediacome “protocollo contro laterra dei fuochi”. Lo scorso 17ottobre è stata siglata pressola Prefettura di Napoli un'in-tesa che punta a contrastarel'abbandono selvaggio di ri-fiuti sul territorio, e in parti-colare a evitare il famigeratofenomeno degli incendi di im-mondizia. Un primo proto-collo era stato firmato loscorso marzo, e ora l'accordoviene esteso ad altri otto co-muni, che si aggiungono agliiniziali diciassette (tutti com-presi nell'hinterland napole-tano e vesuviano). Inoltre, nelgruppo di soggetti impegnatonella lotta alla “terra dei fuo-chi”, si aggiungono diverseassociazioni ambientaliste, esoprattutto l'Arpa Campaniapiù tre Asl. I compiti assegnati ad Arpacdal protocollo, firmato perl'Ente dal direttore generaleAntonio Episcopo, consistononell'effettuare sopralluoghi,«secondo modalità e tempiche saranno definiti in un ap-posito disciplinare tecnico».Questi interventi, prevedel'accordo, «avranno lo scopodi accertare lo stato dei luo-ghi e le eventuali misure dimessa in sicurezza da attuare

nei casi in cui ci sia il rischiodi compromissione delle ma-trici ambientali». L'intesa ha obiettivi ambi-ziosi: tra questi, sradicarecompletamente il fenomenodegli sversamenti e dei roghidi rifiuti. Con il coordina-mento della Prefettura, leistituzioni coinvolte si impe-gnano in una serie di attività.La Regione, ad esempio,dovrà attenersi alle indica-zioni del protocollo, nella ste-sura di piani e programmiche riguardano l'ambiente.Inoltre, l'ente di PalazzoSanta Lucia si prepara ad at-

tivare degli stage per le forzedell'ordine comunali e provin-ciali, attraverso la Scuola re-gionale di polizia locale. LaProvincia di Napoli e i Co-muni coinvolti, dal canto loro,dovranno assicurare unaserie di attività di vigilanza econtrollo sul territorio. Secondo i dati divulgati dallaPrefettura nel corso di unaconferenza stampa, in dueanni, da ottobre 2010 al set-tembre 2012, sono stati con-teggiati circa 10mila roghi dirifiuti in tutta la provincia.Un numero impressionante,che non include gli incendi di

rifiuti urbani durante le in-terruzioni della raccolta deirifiuti, ma solo i roghi di im-mondizia abbandonata nelleperiferie e nelle campagne. Inquesti due anni, le Forze del-l'ordine hanno arrestato cen-tocinquanta persone per reatiambientali, e ne hanno de-nunciato più di ottocento.Sono state elevate oltre 3milae cinquecento contravven-zioni per trasporto illegale dirifiuti speciali, e sequestratioltre duecentocinquanta beni,tra veicoli, capannoni e areedemaniali.

L.M.

«Non rientrano nella reteregionale di monitoraggioambientale le centralinedell'Arpac che sono statespente nei giorni scorsi peresigenze di manuten-zione».Così l'assessore all'Am-biente della Regione Cam-pania Giovanni Romano, inmerito alle notizie distampa relative al black-outdi alcune stazioni di rileva-mento della qualità del-l'aria.«Nonostante si tratti di im-pianti ereditati dal Commis-sariato rifiuti», sottolineal’assessore in una nota dif-fusa da Palazzo SantaLucia lo scorso 19 ottobre,«abbiamo ritenuto di finan-ziare con 1 milione di euro ilavori necessari all'adegua-mento e manutenzionestraordinaria delle 41 cen-traline: i fondi sono statistanziati il 15 ottobrescorso».«Nessun allarme - precisaancora l'assessore - per iltermovalorizzatore diAcerra, poiché l'impianto ècostantemente monitoratogià nel processo interno,così come la normativa im-pone, con la registrazioneistantanea dei dati di emis-sione, oltre che dall’ Arpaccon i controlli alla cimi-niera».

È stato pubblicato sul Burcdello scorso 22 ottobre ilnuovo Regolamento regio-nale che detta i criteri di as-similazione alle acquereflue domestiche. In basealle nuove norme, possonoessere dichiarate equiva-lenti agli scarichi domesticile acque reflue provenientida attività produttive, se-condo una serie di criteriche vengono definiti dal Re-golamento. Se rispettanoquesti requisiti, dunque, leacque di risulta provenientida strutture produttive pos-sono essere inquadrate, dalpunto di vista giuridico,come se provenissero dalleabitazioni. Di conseguenza,per queste acque la trafiladelle autorizzazioni e deicontrolli sarà identica aquella che si applica alleacque provenienti dallecase (più semplice, quindi,di quella che viene imposta,ad esempio, alle acque re-flue industriali).

L’intesa è stata siglata, tra gli altri, da Regione, Provincia, Arpac e diversi Comuni

Terra dei fuochi: il contrasto ai roghi di rifiutisarà coordinato dalla Prefettura di Napoli

Qualità dell’aria, fondi alle centraline

Dalla Regione

Iniziative di educazione ambientale: si riparte da PaganiAnna Gaudioso

Ecco, anche quest’anno ritor-niamo alla “Rodari” (foto), suc-cursale del plesso “Manzoni”del primo circolo didattico diPagani, retto dal preside LuigiRainone. Abbiamo scelto dicontinuare il nostro percorsoinformativo-educativo con lestesse scolaresche che l’annoscorso hanno iniziato il loro iti-nerario scolastico con la fre-quenza alla prima classeelementare. L’intento è quello di verificare,alla fine del ciclo elementare,se siamo riusciti a trasferire ea condizionare comportamentifavorevoli verso l’ambiente.Come l’anno scorso, abbiamotrattato un argomento sugge-rito dall’Unesco. Anche quest’anno, difatti, ab-biamo sentito il richiamo perla settimana sull’EducazioneSostenibile organizzata dal-l’agenzia delle Nazioni unite.

Così, se il tema del 2011 èstato “A come Acqua”, per il2012, invece, il tema è "MadreTerra: Alimentazione, Agri-coltura ed Ecosistema". Que-sto, infatti, è il titolo dellaSettimana Unesco di Educa-zione allo Sviluppo Sosteni-bile che si terrà come ognianno a novembre, dal 19 al25. Tanti gli argomenti cheverranno trattati: agricoltura,rispetto del territorio, biodi-versità, salute, gestione dellerisorse naturali, riduzionedegli sprechi, diminuzionedell'impronta ecologica, mo-delli equi e sostenibili di pro-duzione e consumo, filieracorta, chilometro zero, ridu-zione degli imballaggi, tradi-zioni e saperi dellepopolazioni, distribuzione glo-bale delle materie prime edegli alimenti. La nostrascelta è caduta sulla voce“tradizioni e saperi delle po-polazioni”. Il titolo del lavoro

che andremo a svolgere nelleclassi di Pagani è “Storia tra-dizioni saperi e sapori dellacostiera amalfitana patrimo-nio Unesco”. Come cittadini diquesto pianeta non possiamonon partecipare alle possibi-lità di migliorare la nostravita senza pregiudicare quellafutura. Ed è per questo che cidobbiamo sforzare di pensareed agire per promuovere solu-zioni utili, dalla conoscenza econsapevolezza dei nostri ter-ritori alle nostre forme di con-sumo, dalla ricercaall'innovazione nel settoreagroalimentare. Come pos-

siamo immaginare insiemenuovi modelli di sviluppo chetengano presente le esigenzedi sostenibilità del nostro ter-ritorio? Tutti coloro che sonoa vario livello impegnati nel-l'educazione alla sostenibilitàsul territorio dovrebbero es-sere sensibili a questo ri-chiamo. A scegliere il temadell'anno è il 'Comitato nazio-nale Dess' che si compone ditutte le principali realtà cheoperano a ogni livello in Italiaper promuovere la "culturadella sostenibilità": istitu-zioni, associazioni, rappresen-tanze socio-economiche, Ong,centri di ricerca e formazione,reti di scuole, agenzie am-bientali. Del resto, come di-mostra l’esperienza diPagani, anche il nostro contri-buto è sempre presente lad-dove c’è da educare percercare di condizionare i com-portamenti quotidiani nel ri-spetto dell’ambiente.

Prefetto. A Napoli dall’agostodel 2010 a ottobre 2012, An-drea De Martino lascerà l’inca-rico di prefetto a inizionovembre. Gli succederà Fran-cesco Musolino, calabrese, 61anni, attuale prefetto di Ge-nova.

Acque reflue: nuovo Regolamento

Luigi Mosca

Semplificazione, procedure piùchiare, controlli più mirati. Il rap-porto tra istituzioni e imprese (speciequelle più piccole) potrebbe cambiarecome effetto delle recenti riforme in-trodotte dal governo. La legge sempli-ficazione, approvata in primavera,attende la definitiva approvazione delregolamento attuativo, che introduce,tra l'altro, l'autorizzazione unica am-bientale per le piccole e medie im-prese. Un nuovo disegno di legge sul temasemplificazioni, come è noto, è statopoi varato nei giorni scorsi, con novitàanche in materia ambientale. «Perònon è solo una questione di regole: al-cuni imprenditori scontano anche unritardo culturale rispetto a questitemi». Bruno Scuotto, imprenditorenel settore degli impianti elettrici, èpresidente della Piccola industria diConfindustria Campania. Per lastessa categoria di imprese, detieneanche la delega per il Mezzogiorno alivello nazionale. Con il nostro maga-zine ha accettato di discutere di am-biente, di regole per le imprese. «Si tratta di un tema che riguardal’Italia intera», spiega, «ma nella no-stra regione abbiamo qualche pro-blema in più, nel rapporto tra impresee autorità ambientali. Sarebbe faciledire: è colpa delle istituzioni. Invece,in questa difficoltà di rapporto, ci sonoresponsabilità condivise. È bene dirlo,

qui scontiamo un certo deficit cultu-rale da parte delle imprese. Spesso, sitratta di realtà molto piccole, dove gliimprenditori gestiscono tutto in primapersona, perché non possono permet-tersi di rivolgersi a un consulente.Inevitabile una certa difficoltà aorientarsi tra norme e procedure. Ènoto, ad esempio, che dalle nostreparti le certificazioni ambientali sonoancora poco diffuse».In campo ambientale, quali sem-plificazioni chiedono le piccoleimprese?«Mi sembra che le misure approntatedal governo siano un passo avanti. Setutte le procedure vengono accorpatein una sola norma, questo aiuta lacomprensione e viene incontro a queldeficit culturale di cui parlavo prima.Però la chiarezza della normativa nonè l'unico fattore in gioco». Probabilmente, con le ristret-tezze indotte dalla crisi, gli im-prenditori sono meno attenti neiconfronti dell'ambiente. «Infatti ritengo che sia veramentemarginale, la quota di piccole impreseche non si conforma alle norme am-bientali per puro menefreghismo. Inmolti casi, l’imprenditore non applicale norme semplicemente perché nonsa. Oppure, entra in gioco una certamentalità: quando si è in difficoltàeconomiche, vengono tagliate speseconsiderate a torto superflue, comequelle per la sicurezza e l’ambiente,che invece per noi sono una base im-prescindibile del fare impresa. Poi nonc’è sufficiente consapevolezza del fattoche questi obblighi non dipendono dalfatturato, o dall’ampiezza del sito pro-duttivo. Che io abbia un piccolo localeo un grande capannone, sono tenuto arispettare le prescrizioni. Alcuni pen-sano, invece: ma perché proprio io, chesono così piccolo?»

Però, con controlli rigorosi, le im-prese più corrette vengono tute-late dalla concorrenza sleale. Ono? «Proprio qui volevo arrivare. Noi scon-tiamo un differenziale di competiti-vità, che premia i meno corretti.Perciò le riforme all’insegna dellasemplificazione debbano procedere dipari passo con un aumento dei con-trolli. Se una di queste due cose va perconto suo, si dilata la forbice di com-petitività tra chi è corretto e chi nonlo è». Quali sono, a suo avviso, gli stru-menti più idonei con cui le istitu-zioni possono sensibilizzare gliimprenditori?«Dalla mia esperienza, è meglio nonlimitarsi a un convegno o a un semi-

nario divulgativo. Altrimenti, quandol'imprenditore torna in azienda, vienesommerso dalla quotidianità e dimen-tica le informazioni che ha ricevuto.Gli incontri possono invece servire adattivare dei collegamenti permanentitra imprenditori e istituzioni, adesempio dei desk informativi a cui iltitolare dell'azienda si può rivolgereanche in seguito».In quale settore produttivo sisente di più la necessità di un in-tervento di educazione?«Credo che nei servizi e nelle costru-zioni ci sia già adesso un certo gradodi consapevolezza. Probabilmente ilsettore manifatturiero necessita piùdi altri di un intervento culturale,anche se ormai è un settore residualenel nostro sistema produttivo».ARPA CAMPANIA AMBIENTE

del 31 ottobre 2012 - Anno VIII, N.55Edizione chiusa dalla redazione il 26 ottobre 2012

DIRETTORE EDITORIALEAAntonio EpiscopoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroIN REDAZIONEPaolo D’Auria, Salvatore Lanza, Fabiana Liguori, Giulia Martelli, Luigi MoscaHANNO COLLABORATOCristina Abbrunzo, Savino Cuomo, EleonoraFerrara, Andrea Tafuro SEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 7- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/426/427 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

Le riforme

«Meno carte, più sicurezza». È lo slo-gan coniato dal governo per illustrarele nuove misure in tema di semplifica-zione. Si intitola infatti “Nuove dispo-sizioni di semplificazioneamministrativa a favore dei cittadini edelle imprese”, il disegno di legge va-rato dal Consiglio dei ministri nelcorso della seduta del 16 ottobre.Queste proposte, ora sottoposte alvaglio del Parlamento, seguono lalegge sulla Semplificazione già ap-provata in primavera (la n. 35), e i re-golamenti attuativi in corso didefinizione. L’ultimo disegno di legge prevede ilmeccanismo del silenzio-assenso perle richieste di chi intende costruire in

presenza di un vincolo ambientale,culturale o paesaggistico (su questopunto hanno espresso riserve autore-voli commentatori, tra cui il profes-sore Salvatore Settis). Il testo punta aintervenire, tra l’altro, sulle proceduredi Autorizzazione integrata ambien-tale (Aia) e Valutazione di impattoambientale (Via). Si propone infatti dimofiicare il Codice dell’ambiente eli-minando alcune duplicazioni presentinelle procedure: si vuole evitare, adesempio, che il richiedente debba av-viare due procedimenti diversi in dueuffici separati del ministero dell’Am-biente. Infine, alcune norme riguar-dano specificamente le terre e lerocce da scavo (lm).

Nel nuovo ddl sulle semplificazioniil governo propone modifiche alla Via

«Controlli ambientali, ma anche educazione»Colloquio con il presidente della Piccola Impresa di Confindustria Campania

Scuotto: «Spese per l’ambiente a torto considerate “superflue”, sul territorio scontiamo un deficit culturale»

L’imprenditore

Bruno Scuotto è presidente della Pic-cola Industria di Confindustria Campa-nia, e a livello nazionale èvicepresidente Confindustria Piccola Im-presa, con delega al Mezzogiorno. Ingegnere, napoletano, 49 anni, Scuottoè amministratore unico di un’aziendache opera nel settore degli impianti elet-trici.

Ilaria Buonfanti

Il Mediterraneo è un mare disquali ma non per questostanno bene. È in corsoquindi, un nuovo programmascientifico per salvare glisquali del Mare Nostrum,studiarne gli spostamenti, leabitudini, gli stili di vita.“SharkLife” è un progetto

Life+ dell’Unione Europeache si propone di contribuirealla conservazione deglisquali con attività mirate inparticolare allo squalo ele-fante e al trigone viola, duespecie che sono spesso vit-time di catture accidentali, ead altre quali palombo,squalo volpe, verdesche e spi-narolo, che vengono catturatidurante le gare di pesca spor-tiva. SharkLife è affidato adiversi soggetti tra cui il Cts,un’associazione specializzatanella tutela della biodiversitàmarina che si avvale anchedel contributo dei pescatori.La Federazione Italianapesca sportiva e attività su-bacquee, partner di Shar-kLife, ha infatti modificato ilregolamento di pesca spor-tiva che adesso prevede il ri-lascio in mare di quei circa300 squali che ogni anno ven-gono pescati. Gli elasmobranchi (squali erazze) sono tra le specie piùsensibili agli effetti di unapesca eccessiva e quindi nonecosostenibile, perché, ri-spetto alla maggior parte

delle altre specie ittiche,hanno cicli di vita più lenti.Gli elasmobranchi hanno in-fatti tassi di crescita moltobassi, raggiungono la matu-rità sessuale in età avanzata,hanno bassi livelli di fecon-dità e lunghi periodi di gesta-zione e inoltre danno alla lucepochi piccoli. Tali caratteri-stiche li rendono particolar-

mente vulnerabili inpresenza di una pesca ecces-siva, che non permette di ri-stabilire il normale equilibrionumerico degli stock di popo-lazione della specie in tempibrevi. L’obiettivo principale

di SharkLife è quello di con-tribuire alla conservazionedei pesci cartilaginei, con unaparticolare attenzione per losqualo elefante e i trigoniviola. Si spera di ottenere quantoprima una riduzione del100% della pesca agli elasmo-branchi durante le competi-zioni nazionali di pescasportiva, attraverso l’ado-zione del sistema “tag and re-lease”. Il sistema “tag andrelease” consiste nell’appli-

care una targhetta agli esem-plari catturati e rilasciarlivivi in acqua. Nella targhettasono registrati dati qualidata, ora e luogo di cattura.In questo modo si riesce a co-struire un data base sullapresenza delle diverse specienel Mediterraneo. In seguito,grazie alla collaborazione deipescatori, nel caso di ricat-

tura di un esemplare “tag-gato”, è possibile aggiungereulteriori dati ed informazionifondamentali per i ricercatoriper capire quali sono gli spo-stamenti, il tasso di crescitaecc.Per ridurre la mortalità deglisquali elefante e di eventualialtre specie marine protette,in caso di cattura accidentalenelle reti da pesca, si intendeprogettare un particolarecongegno in grado di rilevaree segnalare istantaneamentel’avvenuta cattura nelle retidi questi animali.Per i tre anni di progetto, ver-ranno utilizzati 5 pescherecciper 4 sessioni ciascuna e 15barche per successive 60 ses-sioni di pesca e studio. Per raggiungere l’obiettivo disalvaguardia degli squali,oltre alle azioni concrete diconservazione, è necessarioaumentare la sensibilità e laconsapevolezza da parte delgrande pubblico riguardol’importanza degli squali pergli ecosistemi marini. Lo squalo non è un pericoloma una meravigliosa risorsa!

SharkLife: un progetto per preservare gli squali

Applicare unatarghetta agli

esemplari catturati

e rilasciarli vivi

Salvatore Allinoro

Un seed saver (trad. protettore di sementi) è un attivista cheopera nella salvaguardia della biodiversità.Dedica il suo tempo a piantare semi di specie rare.Il suo raggio d’azione sono l’orto, il campo oppure il balconeche tiene sotto stretta osservazione per un periodo sufficientea garantire alla varietà il tempo sufficiente a svolgere il suociclo vitale. Gira con scatole preziosissime nelle quali trovanoordinatamente posto collezioni di molecole di DNA sottoforma di semi rari in rappresentanza delle specie minacciatedi sparire. I tegumenti danno rifugio ai geni di cui riman-gono pochi esemplari. A loro volta sigillati in involucri divetro o plastica che li tengono al riparo da parassiti, beccateinsidiose di uccelli troppo curiosi e roditori. Tra i compiti piùimpegnativi per un seed saver, far giungere a maturazionele piante in condizioni tipiche di un sistema chiuso, per otte-nere questo risultato la semina è seguita dalla costruzionedi protezioni. Piccole gabbie vengono issate intorno al fustoper scongiurare la riproduzione incrociata con geni di varietàpiù comuni. Quando è possibile si ricorre all’autoimpollina-zione. Il contesto urbano si propone come un valido alleatoscarso di pollini atmosferici rispetto alle campagne, può es-sere un luogo ideale per le esigenze di chi mira a conservarel’integrità genetica. In una sola stagione il numero di semi

può essere moltiplicato cen-tinaia di volte. Da un unicoesemplare si può ricavareuna manciata di semi rarida riprodurre in vivaio o incampo. Una pratica irrinun-ciabile è la selezione deisemi, come durante il ritoreligioso del Rosario, le col-lezioni vengono passate alsetaccio un seme alla volta-per scongiurare la presenza

di marciumi, muffe, insetti. Solo i semi perfetti vengono con-servati. Nel ‘900 la monocoltura ha operato un ulteriore ta-glio nella gamma delle varietà utilizzando escusivamentequelle più adatte all’agricoltura intensiva. La tendenza at-tuale cerca di invertire il flusso in favore del recupero delladiversità genetica. Gli incontri dei seedsavers sono eventi co-lorati ed appassionanti. Sui tavolini delle fiere è possibile am-mirare forme decisamente inusuali. Odori e sapori a cui inostri sensi fanno fatica ad abituarsi, fenomenali esempi diadattabilità dotati di forme e caratteri da scoprire. I piùesperti nel frattempo danno consigli per la coltivazione e perl’essiccazione dei semi di ogni singola rarità. Il prossimo ra-duno si terrà a Livorno dal 25 al 27 Ottobre. Tra gli argo-menti che saranno più dibattuti ci sarà il caso Kokopelli: ilseed saver francese che vendeva senza regolari autorizza-zioni per destinare i proventi al terzo mondo condannato insecondo grado. Dalla sua odissea giudiziaria è apparsa evi-dente l’esigenza di regolamentale il settore. Il compromessoè stato trovato velocemente. Oggi chi vuole aggiungere allabanca dei semi una varietà antica può farlo gratuitamente,chi invece ha selezionato una varietà incrociando specie giàclassificate, deve pagare quattromila euro.

Seed Savers: i custodi di semi rari

Pratiche di resistenza agricola

Brunella Mercadante

I suoli vulcanici sono sempredi estremo interesse in agri-coltura sia per l’elevata ferti-lità che per le sostanzeminerali di cui sono ricchi; efra le colture vulcaniche chepiù caratterizzano il nostroPaese vanno certamente an-noverate quelle della zona delVesuvio in particolare le albi-cocche.L’albero dell’albicocco è origi-nario, con ogni probabilità,della Cina settentrionale, maè dal Caucaso che i Romani lointrodussero, nel primo secoloa.C., nel bacino del Mediterra-neo. In particolare, in Campa-nia ci sono indizi di una suapresenza a partire dal IV se-colo, anche se la prima operaa parlarne dettagliatamente èil Suae Villae Pomarium diGian Battista della Porta,anno domini 1583. Questi di-stingue fra le bericocche e lepiù pregiate crisomele, cui ca-ratteristica comune è la polpanon aderente a nocciolo. Daqui il termine dialettale di cri-sommole utilizzato per indi-care il frutto. Oggi nei 19 comuni vesuvianici sono circa duemila ettari dialbicoccheti, che produconomediamente 30.000 tonnel-late di frutti, circa il 60% deltotale della Campania e pocomeno di un quinto dell’interoraccolto nazionale. Le varietàautoctone individuate sonouna quarantina, fre cui le piùrilevati sono Ceccona, Polum-mella, S. Castrese, Vitillo,Fracasso, Pellecchiella, Boc-cuccia Liscia e Boccuccia Spi-nosa. La più pregiata è probabil-mente la Pellecchiella, varietàtardiva di forma ellittica e dicolori giallo aranciato con sfu-mature rosse; si distingue perl’eccezionale dolcezza dellapolpa e l’acidità contenuta. Diparticolare rilevanza anche laBoccuccia Liscia, di formaovale con tenui punteggiaturerosse, e la Vitillo, che si distin-gue per il sapore più aspro. Circa un quarto delle albicoc-che vesuviane viene consu-mato fresco, prevalentementesul mercato locale; la maggiorparte della produzione vieneutilizzata per la produzione disucchi, nettari e confetture.Il suolo vulcanico è particolar-mente ricco di potassio, ele-mento che oltre a conferire aifrutti una spiccata sapidità è

anche prezioso dal punto divista nutrizionale, soprattuttoin estate quando con la traspi-razione se ne perdono grossequantità. Rilevante è anchel’apporto di fosforo, calcio, ma-gnesio e vitamine A e C. In-somma, il frutto ideale peraffrontare i caldi estivi.Peccato che per i coltivatori dialbicocche la situazione nonsia così rosea. Quest’anno c’èstata una sovrapproduzionein tutta Europa, con conse-guente impatto sui prezzi,specialmente per i frutti de-stinati alla trasformazione,laddove quelli di qualità supe-riore, destinati al consumocome prodotto fresco, hannoretto meglio.A questo si aggiungano le epi-demie di sharka, la peste delledrupacee, malattia virale tra-

smessa dagli afidi, incurabilee con una sola prognosi: l’ab-battimento della pianta.Ci sono poi problemi struttu-rali ed endemici: la frammen-tazione degli appezzamenticon conseguente assenza dieconomie di scala, il regola-mento del Parco del Vesuvioche, ad esempio, vieta di ter-razzare, gli elevati costi diproduzione nell’areale vesu-viano cui non corrisponde unpremio a causa del mercatonon sufficientemente infor-mato su quest’ eccellenza agri-cola, misteriosamente inattesa della certificazione Igp–che di certo male non fa-rebbe- da anni. Insidie non in-feriori alle malattie, per lasalute dei frutteti vesuvianiche meriterebbero maggiorevisibilità.

Le albicocche del VesuvioFrutta di qualità sotto il vulcano

Roberta Schettini

L’inizio della stagione dei fun-ghi apre le porte al vero au-tunno: quello un po’uggioso,pieno di profumi di terra, disagre gustose, schioppettii dicaldarroste e cucina “inver-nale”. Il fungo in sé, forse, èproprio il maggior rappresen-tante di un lungo periodo del-l’anno in cui si cercano piatticaldi, con forti sapori e pro-fumi e l’associazione non è solomentale. I funghi, infatti, conil loro contenuto di vitamine(E, gruppo B -più elevato neifunghi coltivati-, PP, etc.), mi-nerali (potassio, fosforo, man-ganese, calcio, ferro, rame,zolfo, selenio) e betacaroteni,contribuiscono a rinforzare ilsistema immunitario proprionel periodo di maggior biso-

gno. Per non parlare, poi, di unfungo, in particolare, di prove-nienza orientale, che ha gua-dagnato l’appellativo di “elisirdi lunga vita”: lo shiitake.Questo fungo contiene germa-nio (rinforza il sistema immu-nitario), lentinano (con azioneantivirale e antitumorale), ealtri fito-componenti con pro-prietà anticoagulanti, anti-età(usati nelle creme di bellezza)

e “anti-colesterolo”. In realtàquasi tutti i funghi, essendoricchissimi di fibre, aiutano acontrollare i livelli di coleste-rolo nel sangue (oltre all’assor-bimento dei grassi in generale)e ad abbassare la pressione ar-teriosa. Da non trascurare,inoltre, il tenore proteico qua-litativamente importante datala presenza di amminoacidiquali lisina e triptofano, che,

insieme al bassissimo poterecalorico e all’assenza di grassi,li rende ottimi alleati in tutti iregimi alimentari. Dal puntodi vista gastronomico, infine, ifunghi rappresentano un car-dine della cucina italiana (edestera), soprattutto nelle re-gioni di montagna dove lamaggiore disponibilità ha ali-mentato ricettari ricchi e va-riegati. Per quanto riguarda l’approv-vigionamento, sono consigliatii soli mercati autorizzati allavendita dei prodotti spontanei(provvisti di certificati) oppurei funghi coltivati presenti intutti i supermercati e mercatiortofrutticoli. I prodotti surgelati, poi, sonouna discreta alternativa aifunghi freschi data la loroscarsissima shelf-life.

Funghi: preziosi alleati in cucina e nelle diete

Le castagne quest’anno subiranno un rincaro.I boschi centenari sono stati colpiti dal Cinipide Galligeno,un imenottero di provenienza asiatica che ha ridotto la pro-duzione ad un quinto rispetto agli standard.Il venti per cento della produzione mondiale veniva dallemontagne dell’avellinese fino a due anni fa, i produttori simuovono compatti verso la ricerca di una soluzione chescongiuri il calo senza ricorrere agli insetticidi. Preservareil gusto del frutto dotato di marchio IGT è una priorità alpari della ricerca di un azione efficace che riequilibri il bi-lancio economico. Pulizia del sottobosco e manodopera trale voci in uscita da bilanciare con un’ondata di frutta suimercati italiano ed estero da oggi fino a Dicembre.Già dall’anno scorso la Regione Campania ha iniziato la li-berazione del Turipide, un predatore naturale del Cinipide.I risultati sono stati modesti, nel Giugno del 2013 la lottabiologica sarà molto più serrata.Ogni vespa depone mille uova, attacca le gemme del frutto,le castagne non arrivano a formarsi. La perdita conse-guente è più grave di quella dovuta ai parassiti storica-mente presenti nelle castagne, come il Balanino, o vermebianco, che scava l’interno dell’achenio già formato alte-randone il sapore.Nel frattempo la raccolta è diventa più impegnativa.I tummuli, i quarti di ettaro del castagneto, sono battutipalmo a palmo dalle squadre di raccoglitori.Le castagne sono molto più distanziate rispetto a qualcheanno fa, la raccolta è dispendiosa anche dal punto di vistafisico.La premitura dei ricci ancora chiusi era una pratica stori-camente riservata al ruzzolo, l’ultima fase della raccolta,quest’anno si preferisce strizzare i ricci più grandi anchedurante le raccolte di metà Ottobre.Il segreto per una raccolta efficace sta nel tenere gli occhisulle castagne ancora da raccogliere lasciando alle canzonipopolari il compito di stabilire i ritmi.

S.A.

La raccolta delle castagneUna specie aliena mette a dura prova l’Irpinia

“Vac from the sea”, letteral-mente un aspirapolvere dalmare. Questo il nome del pro-getto svedese che prevede ilriciclo di bottiglie ritrovate inmare aperto e/o sulle spiaggeal fine di costruire un aspira-polvere totalmente “green”.Il nuovo aspirapolvere nascecome un vero e proprio pro-getto sociale che vive attra-verso il passaparola sul web epartito dalla pagina facebookdell’azienda che l’ha prodotto,la svedese Electrolux.Sul blog e sulla pagina di fa-cebook dedicata, chiunquepuò informarsi e capire detta-gliatamente in cosa consistel’iniziativa ed esserne diretta-mente coinvolto. La raccoltadei rifiuti avviene infatti conmodalità diverse a secondache si effettui con immersionisubacquee o direttamentesulla superficie del mare. Per un futuro sostenibile èdunque necessario un diversoapproccio culturale da partedi tutti i consumatori e delleaziende, entrambe parti coin-volte allo stesso modo. Par-tendo dal mondo virtuale difacebook e youtube è possibile

condividere ed interessarsi aprogetti ed iniziative impor-tanti per il futuro dell’uma-nità. Attualmente questiprodotti ecosostenibili co-prono circa il 70% delle ven-dite complessive dell’aziendae l’obiettivo nel medio periodo

è di raggiungere il 100%.Secondo i calcoli produrre unaspirapolvere ricorrendo amateriale plastico riciclatoconsente di risparmiare finoa 80 litri d’acqua utilizzatinel processo che va dall’estra-zione del petrolio alla produ-

zione della plastica. Il ricorsoalla plastica riciclata quindi,salva in media il 90% d’acquae l’80-90% dell’energia gene-ralmente impiegate nella pro-duzione di plastica “vergine”.L’operazione volta alla puli-zia marina avrà risvolti

anche in altri ambiti. Il pros-simo obiettivo è infatti quellodi liberare anche la monta-gna dai rifiuti di plastica di-spersi nell’ambiente.L’esigenza di utilizzare mate-riale riciclabile è largamentesentita dalle aziende. Attual-

mente infatti la domanda su-pera di gran lunga l’offerta. Ivantaggi dell’utilizzo di pla-stica riciclata sono molteplici:alla tutela ambientale si uni-sce una maggiore facilitànello smaltimento dei nuoviprodotti sostenibili. Stoc-colma si distingue oltre cheper la produzione di elettro-domestici “ecologici” ancheper essere un gioiello al-l’avanguardia nel campodell’eco-urbanistica. La cittàinfatti progetta la creazionedi nuove aree residenzialifrutto di precise politiche am-bientali. Plastica e innova-zione tecnologica assieme adun’urbanistica green sono ot-timi ingredienti per “cucinarela ricetta ideale” per il nostrofuturo. Altrimenti il nostropianeta è “fritto”!

I.B.

« Il prossimo obiettivo

è quello di liberare

anche la montagna

dai rifiuti di plastica

dispersi nell’ambiente»

Un elettrodomestico ecosostenibile prodotto in Svezia con la plastica ed i prodotti in PET recuperati

L’aspirapolvere che viene dal mare

È il primo studio al mondo sulla pre-senza di microplastiche nel corpo diplancton e cetacei quello svolto dal-l’Università di Siena. Finanziata dalMinistero dell’Ambiente, la ricerca,pubblicata sul Marine Pollution Bul-letin, si riferisce al Mar Mediterra-neo, in particolare al Mar Ligure. Irisultati ottenuti sono allarmanti eancor più preoccupante è che la si-tuazione negativa interessa anchel’area marina protetta del Santuariodei Cetacei. Se la situazione peggioreè nel Mar Ligure con una presenza dimicroplastiche sette volte superiorerispetto a quella del Mar di Sarde-gna, “il valore medio [dell’interazona, compreso il Santuario n.d.r.] di0,62 particelle di microplastica permetro cubo, è simile a quello riscon-trato nelle isole di spazzatura chegalleggiano nell'Oceano Pacifico”.Ma cosa sono le microplastiche?Nient’altro che un prodotto dell’in-quinamento ambientale: il risultatodella degradazione dei nostri scartidi plastiche. Queste micro particellepenetrano negli organismi, nel casospecifico di cetacei e plancton (di cui

le balene si nutrono): gli ftalati, lemicroplastiche più nocive, alterano ilfunzionamento del sistema endo-crino, sviluppando casi di ermafrodi-tismo con evidenti conseguenze sullacapacità di riproduzione delle bale-nottere. Esse sono una delle specieprincipali a filtrare l’acqua del maree, oltretutto, già a rischio estinzione.

A fare da campione sono state alcunebalene spiaggiate e diciotto in libertàa cui è stata prelevata tramite undardo ed in maniera del tutto inno-cua per l’animale - una piccola partedi pelle ed adipe sottocutaneo percondurre analisi tossicologiche, con-frontando poi i risultati con il Maredi Cortez in Messico, standard quali-tativo ottimale.Il gruppo di ricerca, guidato da MariaCristina Fossi, ha ora proposto al-l’Unione Europea di prendere questigiganti del mare insieme alle tarta-rughe Caretta Caretta come indica-tore dello stato di salute delMediterraneo, in corrispondenzadell’obiettivo europeo di riportarlo aun buono stato ambientale entro il2020.Ma i ricercatori non si fermano qui:come le balene, molti altri esseri vi-venti potrebbero subire danni e mu-tamenti genetici a causa dellemicroplastiche disperse nel mare. Alvia dunque le analisi proprio sulletartarughe, sugli squali elefanti esulle sogliole.

A.E.

Le balene minacciate dalle microplasticheFatali microscopici nemici per i giganti del mare

Nuovi materiali per la macchina del futuroLa fibra di carbonio protagonista dell’ingegneria automobilistica

Valentina Passaro

Macchine futuristiche ed effi-cienti? Non solo una realtà dafilm dove le vediamo accom-pagnare supereroi o perso-naggi fantastici; da oggiprototipi di macchine co-struite secondo la tecnologiapiù avanzata e avanguardi-stica diventano protagonistidella "nostra" realtà, al fiancodi uomini 'comuni'.Il "modello" di alta tecnologiache potrebbe diventare l'ini-ziatore di un nuovo periodoper il settore dell'ingegneriaautomobilistica è stato pre-sentato da "Ford Motor Com-pany" durante CompositesEurope 2012, la settima fieraeuropea dedicata ai compo-siti, la tecnologia e le applica-zioni, tenutasi a Dusseldorf(Germania). In particolare, la Ford, hapresentato un 'cofano' di unmodello Focus prodotto inplastica rafforzata in fibra dicarbonio; materiale che abi-tualmente viene utilizzato perle componenti di automobiliad elevata performance, op-

pure per la rifinitura delleparti interne. Il cofano infibra di carbonio, risultato diun lungo studio dei ricercatoriingegneri della Ford, po-trebbe rappresentare una ri-voluzione dei nostri tempi dalpunto di vista della diminu-zione dei consumi di carbu-rante; visto che pesa più del50% in meno rispetto alleusuali varianti in acciaio.

Dato che è ben noto che dalladiminuzione del peso di unmezzo di trasporto può conse-guire un vantaggio in con-sumi, la vera rivoluzioneprospettata dal centro di ri-cerca Ford, consiste nel fattoche i ricercatori sono stati ingrado di concretizzare il mo-dello in tempi abbastanza ce-leri, tale da immaginarel'avvio della produzione indu-

striale. Una caratteristicafondamentale del nuovo co-fano è delineata dal rapportoforza-peso dell'elemento infibra di carbonio che è impa-reggiabile: cinque volte piùresistente dell'acciaio e duramolto di più, il doppio. Grazie a questa soluzione eall'impiego di altri materialisperimentali che il produttoreprogetta di sviluppare in

breve tempo, si può diminuiresecondo Ford, il peso delle au-tomobili di 340 kg entro lafine del decennio. Questoavanguardistico 'disegno'potrà realizzarsi grazie allacollaborazione del "Ford Eu-ropean Research Centre" al-l'interno di (Hightech.NRWresearch project), una collabo-razione che segue all'unionecon "Dow Automotive Sy-stems" (dichiarata all'iniziodel 2012), con il fine di pro-durre moderne pratiche ma-nifatturiere e nello stessotempo, materiali nuovi ed in-novativi. La collaborazionetra Ford e Dow, nella fattispe-cie, mira alla nascita di un de-finito mercato per glielementi in fibra di carboniodestinato all'industria delleautomobili e, contemporanea-mente, mira all'attivazione dischemi di fabbricazione adalto volume. Questi ultimidue elementi sono essenzialiper permettere l'espansionedel settore delle auto a batte-rie elettriche e quello delleauto ibride, settori descritticome decisivi dal produttore.

Le bicilette mettono le ali: a Londra nasce skycicle

Un’innovativa rete ciclabile sopraelevata

È proprio vero, la realtà a volte su-pera la fantasia. Protagonista è lacittà di Londra, che ha deciso di rin-novare il suo sistema di mobilità peri ciclisti, creando un modo alternativoe “green” per spo-starsi sulle dueruote, magari 3metri sopra ilcielo. E così, a pro-porre un nuovoschema di mobilitàciclistica a con-sumo zero di suoloci ha pensato illandscape archi-tect inglese SamMartin, la cui im-maginazione hapartorito un pro-getto alquanto in-novativo. Si tratta di una reteciclabile sopraelevata che funge dacollegamento tra le varie principalistazioni metropolitane di Londra. Siannuncia la nascita di un nuovo pae-saggio urbano: strutture tubolari invetro, prive di copertura, avvolgonouna gabbia elicoidale la cui formacrea percorsi fluidi e dinamici che po-polano tetti di edifici e vecchie linee

ferroviarie. Un percorso mozzafiatoper gli estimatori della bellezza deipanorami, forse un po’ meno apprez-zato per chi soffre di vertigini. Restail fatto che la convenienza per gli

users sarà anche,e soprattutto, eco-nomica: meno diuna sterlina atratta, ovveromeno della metàdel costo del bi-glietto medio dimetro o bus, suuna pista desti-nata esclusiva-mente al trafficociclistico. E già sista lavorando alprogetto del primotratto che colle-

gherebbe Stratford con la City, pas-sando per Liverpool e FenchurchStreet. Ma non è tutto oro quello cheluccica. Infatti c’è chi mette in discus-sione l’impatto ambientale della neo-struttura sul paesaggio londinese,manifestando la paura della nascitadi un ecomostro o forse solo paura delfuturo. Ai posteri l’ardua sentenza.

A.P.

Moderazione del traffico, piste ciclabili e nuovi prototipi

Mobilità sostenibile: gli italiani riscoprono la biciclettaElvira Tortoriello

Dai dati ufficiali (Aci e Ancma) del2011 risulta che le vendite di biciclettehanno superato la vendita di auto inItalia. A questo si aggiunge che 6,5 mi-lioni di italiani usano regolarmente labici per lavoro e studio, mentre 10,5milioni la usano occasionalmente pernecessità e per diporto. Ovviamente seguardiamo la situazione in tutta Eu-ropa notiamo che l'Italia si sposta incittà su due ruote per il 3,8% contro lamedia Ue di 9,5 (la Danimarca è al18%, i Paesi Bassi addirittura al 27%).E ancora, nel nostro paese la biciclettaha una diffusione di 25 milioni dipezzi, contro i 72 milioni della Germa-nia. Ma l’importante è incominciare,soprattutto considerando la diversamorfologia territoriale della nostra na-zione. Sia per questo motivo sia perconsentire alla più ampia fascia di po-polazione di usare questo mezzo(anche anziani), sono stati progettati imodelli ibridi in grado di prevedere incaso di necessità un aiuto motorizzatoricaricabile elettricamente. A questoproposito Salvaiciclisti, Legambiente,Fiab (Federazione Italiana Amici dellaBicicletta)-Ciclohobby e Comune di

Reggio hanno organizzato un incontroper fare il punto con gli Stati Generalidella Bicicletta e della Mobilità nuova.Si sono confrontate le tendenze euro-pee e si è concluso che serve la mode-razione del traffico (le zone 30 km/ora)come a Friburgo, Berlino, Londra. Inqueste aree è infatti possibile l'inte-grazione dolce auto/bici mentre lepiste ciclabili sono indispensabili nellearee a scorrimento veloce. Inoltre anche le nanotecnologie comin-ciano ad interessarsi a questo mezzodi trasporto infatti si sta sperimen-tando l'applicazione di un materialed'avanguardia la cui scoperta è valsanel 2010 il premio Nobel agli scien-ziati Andre Geim e Konstantin Novo-selovi: il grafene. Il suo impiego nelleruote permette un miglioramentodella tenuta sul bagnato, della resi-stenza alla lacerazione, alla perfora-zione, all'abrasione e all'usura.Consente inoltre la sostituzione fino adieci parti di carbon black, il cui pro-cesso di produzione è estremamenteinquinante ed è considerato un fattoredi cancerogenesi.Con questi presupposti non ci restache montare in bici e lasciare l’auto ingarage. Buona pedalata a tutti!

Fabiana Clemente

Verde, giallo e rosso! Sonoquesti i colori del benessere edella salute. Sin da bambinile nostre mamme hanno in-ventato mille giochetti a ta-vola per farci socializzare coni cibi più colorati. Carote a

forma di orsetto, zucchine inpastella, spinaci alla “Bracciodi ferro”! Tanti trucchettisimpatici per farci apprez-zare il cibo sano, ricco di vita-mine, acqua libera e fibre.Inoltre, tra le molteplici pro-prietà benefiche, quelle piùimportanti per la salute delnostro organismo sono gli an-tiossidanti. Piccole molecolecon un grande potenziale,quello di neutralizzare i radi-cali liberi, responsabili di at-taccare le cellule e diconseguenza di provocarnel’invecchiamento. Quindi gliantiossidanti sono i nostri mi-gliori alleati nella preven-zione di numerose patologiedovute al processo di ossida-zione delle cellule del corpo. È possibile contrastare i radi-cali liberi con una dieta equi-librata? Ovviamente si! Ilsucco di carota o di aranciarossa conferiscono il pieno divitamine A, C e di antiossi-danti. A colazione i cereali in-tegrali e una manciata disemi di girasole o di sesamosono ideali per assimilare vi-tamina E, vitamina che giocaun ruolo attivo nell’apporto diantiossidanti. È fondamen-tale assumere ingenti por-

zioni di frutta e verdura, einoltre si consiglia di consu-mare sempre prodotti di sta-gione per beneficare almassimo dei loro vantaggi eper assicurarci che il nostrocorpo li assimili in modo com-pleto. Inoltre è preferibileuna cottura breve per non al-

terare le caratteristiche nu-tritive e per conservareintatto il sapore di ogni ortag-gio. Dopotutto anche il palatovuole la sua parte! Idratano,depurano il fegato, regolanol’attività intestinale, proteg-

gono da malattie cardiocirco-latorie, contrastano colite,diabete, artrite e colesteroloalto. Sono alcuni dei beneficiche potremo trarre dai donidi madre natura. Qualorauna sana alimentazione nondovesse bastare il mercatofarmaceutico ed erboristico

dispongono di una vastagamma di integratori sottoforma di compresse, sciroppie bevande. Non possiamo farealtro che prenderci più curadi noi stessi, iniziando daun’alimentazione multicolor.

Perché assumere gli antiossidanti

Alessia Giangrasso

Il rapporto scuola – bambinoha assunto un ruolo determi-nante negli ultimi tempi, inparticolare con il passaggiodalla generazione educata adapprendere in famiglia ed ascuola in stretta collabora-zione ed affinità tra loro aquest’ultima che vede sem-pre più genitori pretendereistruzione ed educazione insenso ampio dagli inse-gnanti, o, quantomeno, im-porre a loro modo proprieregole. Il risultato è rappre-sentato, in tal senso, dal ri-schio di ledere il beneprimario del bambino, oltrequello proprio istruttivo, checonsiste nella salute psico fi-

sica dello stesso. Sicura-mente, la famiglia e la scuolavedono il bambino in modo di-verso, per il diverso contestoambientale in cui il bambinoagisce, la diversa predisposi-zione psicologica di chi lo os-serva e la diversa funzioneeducativa. In generale, la so-cietà attuale cosiddetta “delbenessere” o, ancora, “dell’ap-parenza”, è proiettata versola realizzazione di un indivi-duo-bambino vincente. Il suc-cesso sociale, perseguito oggicome obiettivo, è un debitoche si paga alla società del-l’apparire, piuttosto che aduna società dell’essere. Per-tanto, anche nel contesto sco-lastico, accade spesso che siscontrino due diverse visioni

educative: quella del genitoree quella dell’insegnante, deli-neandosi un contesto compe-titivo difficile da impedire eda controllare. Si discute, trale voci interne alla scuolaistituzione, come oggi la ca-pacità attentiva del bambinosia sempre più scarsa e,dall’attenta analisi prospet-tata dalla maestra nellaveste di educatrice scolastica,emerge una diffusa eccessivaconcentrazione di attività ex-trascolastiche, in cui prevalel’obiettivo di eccellere, e a cuiconsegue un deficit di atten-zione quale effetto prodottodall’iperattività. È importante, invece, che ilbambino non sia spinto a faremolte cose e o cose compli-

cate. È bene assicurarel’equilibrio psico fisico delbambino da un rapporto col-laborativo scuola famiglia,consentendogli di star benecon gli altri, di sviluppare leproprie potenzialità, di acqui-sire progressivamente sem-pre maggiore autonomia, didivenire consapevole di sestesso. Nel rapporto scuola famiglia,lo sforzo maggiore oggi èquello di evitare le conflittua-lità, perché entrambe devonoagire doverosamente per ilbene del bambino, nella coe-renza educativa comune,frutto di dialogo e collabora-zione, una sorta di patto edu-cativo dove ognuno svolge ilproprio ruolo.

In Italia un bambino su quattro è obeso. A denunciare ilfenomeno sono i più autorevoli nutrizionisti del nostropaese. Tra le diverse cause che inducono all’obesità, vi èin primis una cattiva alimentazione, caratterizzata dauna predilezione per merendine e snack preconfezionaterispetto a spuntini a base di frutta, da uno spropositatoconsumo di bevande gassate e, spesso, da un odio incon-dizionato per le verdure. Nella maggioranza dei casi lafonte di queste abitudini malsane è la famiglia stessa. Igenitori, sempre più oberati di lavoro, non riescono a de-dicare molte attenzioni alle abitudini alimentari dei lorofigli. Assegnano, di conseguenza, il ruolo di nutrizionistiai nonni, i primi ad infrangere molte regole a tavola purdi accontentare i nipotini. Anche la scuola ha parte dellaresponsabilità. Dilagano, infatti, distributori di meren-dine e succhi alla portata non solo degli insegnanti maanche dei bambini. Inoltre sono sporadici i progetti di-dattici riguardanti una sana e corretta alimentazione.Scarsa attività fisica e sedentarietà sono ulteriori fattoridi rischio. Last but not least, vi sono i fattori di eredita-rietà e casi di ipotiroidismo e disfunzioni surrenali.So-vrappeso e obesità hanno notevoli conseguenze sullasalute, che in età adulta potrebbero sfociare in patologiepiù serie. Le prime conseguenze immediate potrebberointeressare l’apparato digerente, le articolazioni inferiorie soprattutto la sfera psicologica. Disagio, diversità,scarsa autostima e difficoltà nella socializzazione sonocondizioni che rafforzano il legame con il cibo, basato suun rapporto di dipendenza-sfogo. Di natura ben più seriasono le patologie in età adulta: problemi cardiocircola-tori, all’apparato muscoloscheletrico, al metabolismo, percitarne alcuni. Per prevenire problematiche di questotipo è necessario far leva sulla cultura della sana alimen-tazione e avvicinare i bambini allo sport, ottenendo unduplice risultato ovvero strutturare il fisico ed inciderein modo significativo sul livello di autostima.

F.C.

Obesità infantile,come contrastarla

La tutela della salute del bambino a scuola

Tutti i benefici di un’alimentazione “multicolor”

Borsa Mediterranea del Turismo ArcheologicoA Paestum la XV edizione della kermesse

Fabiana Liguori

Dal 15 al 18 novembre 2012,avrà luogo a Paestum (SA) laXV edizione della Borsa Me-diterranea del Turismo Ar-cheologico. L’evento è promosso e realiz-zato dalla Provincia di Sa-lerno in collaborazione con laRegione Campania sottol’Alto Patronato del Presi-dente della Repubblica e ilpatrocinio del Ministro delTurismo. La manifestazione nasce conl’intento di valorizzare desti-nazioni e siti archeologici, difavorire la commercializza-zione di prodotti turistici spe-cifici, di contribuire alladestagionalizzazione e di in-crementare le opportunitàeconomiche e gli effetti occu-pazionali del settore. Nel rafforzare sempre piùl’importanza che il patrimo-nio culturale ha come fattoredi dialogo interculturale, d'in-tegrazione sociale e di svi-luppo economico, ogni annoquesto evento favorisce lacooperazione tra i popoli at-traverso la partecipazione elo scambio di conoscenze edesperienze diverse. Nel salone espositivo, infatti,saranno presenti rappresen-tanti ed esperti di trentapaesi esteri tra cui, per laprima volta, il Kenya e la Fe-derazione Russa. Paeseospite di quest’anno l’Arme-nia. In calendario, tanti gli ap-

puntamenti: dai filmati e idocumentari volti a mostrarei “misteri” delle civiltà delpassato nell’ambito di Ar-cheoFilm ai più innovativiprogetti multimediali e speri-mentazioni di realtà virtualidella sezione ArcheoVirtual,dagli incontri di ricostruzionedella cultura antropologica emateriale dell’antichità, conriproduzione delle tecnicheutilizzate dall’uomo per rea-lizzare i manufatti di usoquotidiano, dei Laboratori diArcheologia Sperimentale alPremio Paestum Archeologiaassegnato a quanti contribui-scono con il loro impegno allavalorizzazione del patrimonioculturale nel Mediterraneo ealla cooperazione tra i paesi.E poi, ArcheoLavoro, l’incon-tro per l’orientamento aiCorsi di Laurea e ai Masterin Archeologia, alle figureprofessionali e alle compe-tenze emergenti, le visite gui-date e tanto altro.Dato l’enorme Patrimonio ar-cheologico della Campania ele grandissime problematichee difficoltà che, spesso, argi-nano le attività e le iniziativeper la tutela e la valorizza-zione delle innumerevoli esuggestive testimonianze sto-riche presenti sul territorio,l’appuntamento salernitanoci sembra davvero un’occa-sione da non perdere, per tro-vare nuovi spunti e possibilistrategie a salvaguardia diun glorioso passato che vive edi un futuro da costruire.

Cambiamenti climatici: a rischio il valore delle foreste UEI cambiamenti climatici po-trebbero costare caro all’Eu-ropa.È quanto si può dedurre dauno studio degli effetti econo-mici sulle superfici forestali inEuropa in conseguenza delsurriscaldamento climatico. Lostudio paneuropeo è stato con-dotto da un consorzio scienti-fico internazionale guidato daMarc Hanewinkel dell’Istitutofederale svizzero di ricerca perla foresta, la neve e il paesag-gio (WSL). Il valore economicodelle foreste potrebbe scen-dere tra il 14 e il 50% a causadei cambiamenti climatici, condanni per diverse centinaia dimiliardi di euro. Lo studio haanalizzato le possibili conse-

guenze sugli alberi del cam-biamento di temperature epiogge nei prossimi decenni.I ricercatori svizzeri, tedeschi,finlandesi e olandesi hannopreso in esame un aumentodelle temperature compresotra gli 1,4 e i 5,8 gradi. Il la-voro, pubblicato per interosull’edizione on-line della rivi-sta Nature Climate Change afine settembre scorso, rivelache un aumento anche mi-nimo avrebbe un impattosulla maggior parte delle spe-cie adattate ai climi freddi emesofite, come l’abete rosso.La specie più pregiata dellaflora europea, che attual-mente fornisce una gran partedel valore economico delle fo-

reste, a lungo termine po-trebbe subire una significativacontrazione delle zone di pre-senza. L’incremento delletemperature, infatti, farebbespostare l’abete rosso più anord, mentre favorirebbe ladiffusione di alberi che si sonoadattati alla siccità ma chesono lenti a crescere in areemediterranee, come il leccio ela sughera. Queste specie,dall’11% attuale, andranno adoccupare in media oltre il 32% dell’area forestale Europea,Russia esclusa, se dovesse at-tuarsi lo scenario di cambia-mento moderato, oltre il 28 %con lo scenario di cambia-mento modesto e oltre il 40 %nel caso dello scenario

estremo. In pratica, i ricerca-tori ritengono che i cambia-menti climatici andranno amodificare la distribuzionedelle specie arboree. Entro il2100, quando l’abete rosso po-trebbe essere sparito in molteregioni, gran parte dei terreniforestali europei sarannoadatti solo per una bosco ditipo mediterraneo, con un ri-torno economico inferiore perl’industria del legno.Accanto alla perdita econo-mica, sottolineano gli espertiinoltre, questo tipo di forestea crescita lenta assorbirà unquantitativo inferiore di ani-dride carbonica rispetto alleforeste attuali.

P.D’A.

Rafforzare l’importanza che il patrimonio culturaleha come fattore di dialogo interculturale,

d'integrazione sociale e di sviluppo economico »«

Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

In una valle collocata tra iMonti Picentini e Lattari e lacostiera Amalfitana, “al piededei più pittoreschi gruppi diboschi e di rocce e sotto d’unamontagna stupenda, che spic-cava mirabilmente nel cielodi fronte a noi” (usando lepoetiche parole di Goethe),troviamo una delle città piùsuggestive e ricche di storia edi cultura: Cava de’ Tirreni. Sono molti gli elementi chefanno di questa piccola citta-dina della provincia salerni-tana una delle località piùbelle della Campania e nonsolo: un’abbazia che ha fe-steggiato i suoi mille anni nel2011, un castello, moltechiese, un parco naturale (ilparco Diecimare), i famosisbandieratori, la “disfida deitrombonieri” (archibugiericinquecenteschi), una lungaserie di episodi storici e difeste annuali religiose e civili,i portici caratteristici che as-secondano passeggiate e vitanotturna... Cava può essereuna validissima meta per unturismo culturale, religioso e“classico”. Di origini tirrenico-etrusche e già apprezzata inepoca romana, la “terra dellaCava” ebbe titolo di “città” e

l’onore del vescovo nel 1394.Famoso un episodio cheavrebbe caratterizzato anchela sua storia successiva: il 7luglio del 1460, il Re di Na-poli Ferdinando d’Aragonaera stato accerchiato dai ne-mici angioini presso Sarno. Una squadra di volontari ca-vesi piombò dalle montagnesui francesi e liberò al re spa-gnolo la via verso Nola everso la capitale salvandoglivita e regno. Il sindaco fu con-vocato dopo qualche setti-mana in Castel Nuovo per laconcessione di una “perga-mena bianca” sulla quale i ca-vesi avrebbero potutoindicare qualsiasi tipo di ri-chiesta: scelsero, però, di la-sciarla bianca e il Re,riconoscente, concesse allacittà il titolo di “fedelissima”insieme ad una lunga serie diprivilegi ed esenzioni. Ancora oggi, nel Palazzo diCittà, si può ammirare queldocumento originale e forseunico al mondo. Curiosa-mente, ma forse non casual-mente, gli stessi cavesi sisarebbero resi protagonisti diun altro atto di “fedeltà” allaCorona (borbonica) e alla re-ligione cristiana quando, nel1799, respinsero eroicamentele truppe ancora francesi du-rante i fatti della Repubblica

Napoletana. Ritornando in-dietro nel tempo, ma re-stando nell’ambito di unareligiosità radicata e diffusain quelle terre, l’Abbazia diCava è uno dei fari della ci-viltà cattolica nel mondo. Nata intorno alla SantaGrotta della Santissima Tri-nità materializzatasi miraco-losamente agli occhi diSant’Alferio con tre raggi lu-minosi che partivano da unasola roccia, nella magia diluoghi naturali ancora in-tatti, custodisce un patrimo-nio enorme di pergamene edocumenti che rappresentanouna sintesi della cristianità:prestigiosi e illustri gli abatiche la guidavano a partire daquel Beato Balsamo cheseppe conservare rapporti digrande privilegio sia con ilPapa che con l’Imperatore Fe-derico II di Svevia. Ancoraoggi lo splendore del passatoresiste nella Cattedrale (fac-ciata barocca in pietra vulca-nica) e nei suoi marmiintarsiati, nel chiostro roma-nico inserito nella montagna,nelle cripte, nelle celle origi-narie, in un cimitero longo-bardo con resti di epocaromana. E in tanti, anche in Campa-nia, non sono mai neanchepassati per Cava...

Il Santuario Francescano diSan Francesco e Sant'Anto-nio è stato da sempre puntodi riferimento importantis-simo della vita religiosa e cul-turale della città di Cava edella Campania. Fondatoalla fine del Quattrocento, fuarricchito nel Seicento e nelSettecento ed è stato oggettodi un lungo ed efficace re-stauro dopo le devastazionidel terremoto del 1980. Ria-perto definitivamente nel2009 grazie al contributo diun immenso popolo di fedeli,è stato dichiarato Santuariodella Risurrezione dal Mini-stro Generale dell'Ordine deiFrati Minori, padre José Ro-

driguez Carballo. È visitatoannualmente da decine dimigliaia di persone che siraccolgono in preghierapresso le Reliquie di S. Anto-nio, il monumentale presepe,la ricostruzione di Assisi inminiatura. Tradizionale,ormai, la “Vestizione” di SanFrancesco con il Toson d’orodel Re Ferdinando di Bor-bone, nel ricordo dell’intensorapporto che la dinastia ebbecon il Santuario e con Cava.Attivissime, al suo interno,l’Opera Fratelli Bisognosi, laCasa del Pellegrino, laMensa dei Poveri. Attualerettore è Padre Luigi Pe-trone.

La Fedelissima Città della CavaPaesaggi, chiese, tradizioni ed eroi

Santuario Francescano di San Francesco e Sant'Antonio

I vantaggi dell’architettura in palletSostenibilità ed economicità le caratteristiche principali

Antonio Palumbo

Per pallet si intendono quellepiattaforme quadrangolari,rappresentate da assi dilegno di dimensioni standar-dizzate, utilizzate per facili-tare la movimentazione dimerci e materiali all’internodei piazzali e dei grandi spaziproduttivi e commerciali.I pallet (detti anche, comune-mente, “bancali”) sono leg-geri, facilmente trasportabiliin grandi quantità, resistentiai carichi e realizzati, per lopiù, con legno riciclato, costi-tuito dagli scarti generati daprocessi di trasformazione in-dustriale. La tendenza ad utilizzarequeste semplici piattaformeper costruire edifici, partico-larmente legata all’ultimo de-cennio, si è rivelata unapproccio all’architettura eco-compatibile che presenta nu-merosi ed importanti caratteridi sostenibilità. Essa si è sviluppata a partiredall’Austria, grazie all’operadi Gregor Pils e AndreasClaus Schnetzer - due archi-tetti viennesi che hanno ap-punto pensato al pallet comebase della loro progettazione- ed è oggi interessata da unadiffusione sempre più ampiae da progressive sperimenta-zioni in ogni parte del mondo:i disegni delle loro “palle-thaus” stanno praticamentefacendo il giro del mondo, ri-scuotendo successi e ricono-scimenti ovunque. Un’abitazione realizzata inpallet è ecologica e straordi-nariamente economica: adesempio, per una casa stan-dard di 60 mq occorrono circa800 pallet, già puliti e trat-tati, del costo di 8 euro cia-

scuno. Nelle intercapedini deipallet passano sostegni e palidi supporto, fili e tubaturedegli impianti, isolamentitermo-acustici, ecc. In ordinea quest’ultimo aspetto, le spe-rimentazioni sono varie ed in-teressanti e la tipologia deimateriali e degli elementi iso-lanti impiegati può variareda paese a paese: per esem-pio, negli slum del Cairo le in-tercapedini vengono riempitecon sabbia; in molti paesi eu-ropei si utilizza la cellulosa,le fibre di vetro o la lana dipecora; in Sudafrica i riempi-menti si effettuano con la pa-glia; e così via. In Europa lapiattaforma in pallet si è dif-

fusa con due misure stan-dard: la prima, conosciutacome “Pallet EUR”, presentalati di 80x120 cm; la seconda,nota come “Pallet Philips”,con lati di 100x120 cm. In en-trambi i casi, alla base dellepiattaforme sono presenti 9tasselli, uniti inferiormentetra loro, a gruppi di tre, me-diante listelli in legno di spes-sore 22 mm posizionati nelsenso della dimensione mag-giore. Tra le opere architet-toniche in pallet piùinteressanti degli ultimi anniva citata la Palettenhaus diPils e Schnetzer. L’edificio,oltre ad avere un costo com-plessivo straordinariamente

basso, si presenta con carat-teristiche altamente ecologi-che, grazie al diffuso utilizzodi prodotti ecosostenibili perl’isolamento ed alla riduzioneal minimo dell’uso di altrimateriali. Grazie agli ele-menti isolanti inseriti nelleintercapedini dei pallet e adun efficace sistema di ventila-zione, alla Palettenhaus diPils e Schnetzer occorre po-chissima energia: 24kWh/mqall’anno per il riscaldamentodell’edificio, parametro chepuò essere ulteriormente mi-gliorato. Inoltre, alla realizzazionedella Palettenhaus ha attiva-mente collaborato il GruppoSaint-Gobain - che da oltre 60anni produce i migliori com-ponenti e materiali per l’iso-lamento termico ed acustico -il quale ha voluto fortementesponsorizzare l’opera dei duearchitetti austriaci, ritenendole loro realizzazioni in palletsuscettibili di innumerevolied interessanti sperimenta-zioni in campo architettonico.Altra struttura significativa,di grande impatto visivo, è ilPallet Pavillon, ideato dall’ar-chitetto tedesco MatthiasLoebermann: si tratta del pa-diglione temporaneo realiz-zato per il Campionato delMondo di Sci Alpino in Ger-mania, utilizzato come salamultimediale e spazio di in-contro tra atleti ed addetti ai

lavori, composto da 1300 pal-let fissati con cinghie e ti-ranti. La struttura presentadimensioni piuttosto impo-nenti: 6 m di altezza x 18 mdi lunghezza x 8 m di lar-ghezza. Infine, vogliamo ci-tare il magazzino “The Wallof Zudaji”, realizzato in Giap-pone dallo Studio 403Archi-tecture, gruppo progettualespecializzatosi nell’uso deimateriali di scarto. Le paretidi questo “green building”sono composte dai pezzi dilegno ricavati dai pallet ado-perati dagli spedizioneri,mentre gli altri componentisono costituiti da materialiprovenienti dagli scarti di treprecedenti progetti. Oltre alle sempre più diffusesperimentazioni in campo ar-chitettonico, i pallet vengonoutilizzati per i rivestimentiinterni alle abitazioni (le co-siddette pareti in pallet) oquali componenti di arreda-mento, generando soluzioniparticolarmente interessantie sempre di notevole effetto.In tal modo, le piattaforme inpallet sono impiegate per larealizzazione tanto di arredida interno quanto, soprat-tutto, per gli spazi esterni:qui, ad esempio, vengono fre-quentemente adoperate perricavare panche e sedute sin-gole o multiple, tavoli e tavo-lini ed elementi adattiall’alloggiamento di piante.

Linda Iacuzio

Il 2 marzo 1668 giunse al-l’ombra del Vesuvio CosimoGalilei - nipote del celebreastronomo Galileo - sacerdoteappartenente alla Congrega-zione della Missione, societàdi vita apostolica fondata daSan Vincenzo de Paoli a Pa-rigi nel 1625. La venuta delGalilei a Napoli rispondeva aun preciso desiderio del car-dinale Innico Caracciolo, cheaveva conosciuto i “Pretidella Missione” - detti anche,dal nome del loro fondatore,“Vincenziani” - a Roma nel1666. In tale occasione il fu-turo presule era rimasto edi-ficato “dalla vita esemplaredei Missionari di Montecito-rio, e dal loro tratto umile,semplice e devoto”.Diventato cardinale, il Carac-ciolo pensò subito di invitarei Vincenziani a risiedere aNapoli, ritenendo che la loropresenza avrebbe giovato“alla formazione spiritualedel clero ed alla evangelizza-zione delle popolazioni ru-rali”.Dopo alcune sistemazioni

provvisorie, i Preti della Mis-sione si stabilirono presso l’exconvento dei PP. Crociferi,sito nel borgo dei “Vergini”,fuori porta San Gennaro,nell’attuale quartiere Sanità.

L’edificio si presentava, al-l’epoca, in condizioni al-quanto precarie: dopo lasoppressione dei Crociferi, in-fatti, era rimasto a lungo di-sabitato, prima di essere

occupato da sbandati e daaltri saltuari, poco raccoman-dabili inquilini.Ben presto i Vincenziani siresero conto della necessità dicostituire un’insula abitativa

propria, acquistando e colle-gando i vari edifici che circon-davano la Casa. Nel 1724 arrivò da Roma unconfratello esperto in archi-tettura, P. Giovanni Andrea

Garagni, il quale portò a ter-mine in tre anni un progettoche “salvaguardava le esi-genze di sobrietà e funziona-lità proprie dellaCongregazione”. Al Garagni si deve la pater-nità di gran parte del gran-dioso complesso così come lovediamo ancor oggi; l’archi-tetto vincenziano, fra l’altro,sfruttò gli spazi del coro edella sacrestia dell’adiacenteparrocchia di Santa Mariadei Vergini per la costruzionedella chiesa interna alla Casadei Missionari. Morto Gara-gni nel 1743, dopo una fase diinerzia durata circa un de-cennio, i lavori ripresero aritmo costante sotto la dire-zione di Michelangelo Giusti-niani; a questi successe, dal1764, il grande Luigi Vanvi-telli.

«Nel 1724 iniziò il progetto di

salvaguardia e restaurodel complesso,

terminato nel 1764 da Luigi Vanvitelli»

Dopo alcune sistemazioni provvisorie si stabilirono presso l’ex convento dei Padri Crociferi

I Missionari Vincenziani alla Sanità

Lorenzo Terzi

Nel 1699 François-Jacques Deseinepubblicò a Lione un’opera in due vo-lumi, frutto dei suoi viaggi in Italia:Nouveau voyage d’Italie contenantune description exacte de toutes sesProvinces, Villes, & lieux considera-bles, & des Isles qui en dépendent. Illibro non è propriamente un diario diviaggio; si configura, piuttosto, comeuna guida dei luoghi visitati, nellaquale vengono descritti “…le strade ei percorsi pubblici […], la distanzadei luoghi e delle cose notevoli […],l’origine e fondazione delle città, lerarità che si vedono nelle chiese, con-venti, collegi, ospedali, palazzi pub-blici e privati, gabinetti, biblioteche,tesori, il governo politico dei diversiStati, i nomi degli uomini illustri natiin ciascun luogo, e delle famiglieprincipali”.Il ventesimo capitolo del Nouveau vo-yage si intitola “Descrizione dellacittà di Napoli Capitale del Regno” esi apre con l’evocazione dell’amenitàdel sito in cui sorge l’antica Parte-nope. Essa, a levante, “ha una bella

pianura che si estende per molto den-tro il Regno di Napoli: quella chechiamano Campagna Felice. Versosettentrione e occidente vi sono variecolline che la proteggono dai ventisfavorevoli di tramontana, sicché il

clima è così dolce e temperato che visi trova in ogni tempo ogni sorta difrutti in abbondanza. Vi si vedono piselli e carciofi nel mesedi gennaio, e poi ancora vi sono rose,meloni, uva”.Deseine, quindi, compie un eruditoexcursus sulla storia napoletana;passa poi in rassegna le più impor-tanti testimonianze dell’architetturacivile e religiosa che si offrivano al-l’ammirazione del viaggiatore, incittà, nella seconda metà del Sei-cento. Prima di parlare dei borghi si-tuati nei dintorni della Capitale, loscrittore ferma la propria attenzionesul Vesuvio, “utile ai Napoletani perla fertilità delle sue colline, ove nasceun eccellente vino rosso detto La-cryma Christi”, ma al tempo stesso“funesto per gli abitanti delle vici-nanze a causa delle fiamme e dellepietre che esso erutta, assai spessoseguite da orribili terremoti che rovi-nano non solo le città e i villaggi in-torno, ma la stessa città di Napoli,facendo danni incredibili in tutta laTerra di Lavoro e anche in tutto ilRegno”.

François-Jacques Deseine a NapoliUn diario di viaggio che si configura come una guida dei luoghi visitati

Cristina Abbrunzo

La tendenza oggi sembra es-sere, anche per le strutturesanitarie, quella di promuo-vere maggiore eco-sostenibi-lità e maggiore attenzione albenessere di pazienti e perso-nale.Forse non ci abbiamo maipensato, ma un ospedale è unorganismo complesso e puòessere considerato tra gli edi-fici più “energivori”, se si ri-flette sul numero di personeche ci lavorano e sui pazientiche entrano ed escono, contutte le esigenze e gli elevaticonsumi che ne derivano: il ri-scaldamento degli ambienti, iltrasporto dei pazienti, l’illu-minazione, l’impiego idrico ela produzione di rifiuti, anchetossici. Ecco allora che, in unfuturo che potrebbe esseremolto prossimo, ci sarannoospedali progettati secondocriteri di risparmio energe-tico,con materiali eco-compa-tibili e riciclabili, gestiti conprocedure operative raziona-lizzate, sfruttando i ritrovatipiù recenti della tecnologia.L’obiettivo sarà curare le per-sone senza far ammalarel’ambiente.Come? Con accorgimenti attia migliorare l’efficienza e di-minuire gli sprechi, partendodalla riduzione dell’energianecessaria al funzionamento

delle strutture, arrivando alsoddisfacimento dei fabbiso-gni energetici attraverso lerinnovabili, e ancora, limi-tando la produzione dei rifiutie migliorandone la gestione,progettando gli edifici nuoviin modo da ridurne l’impattoambientale, organizzandomense con prodotti genuini elocali. Tutti questi propositioccupano le pagine della Glo-bal Green and Healthy Hospi-tals Agenda, iniziativa cheraccoglie gli sforzi di diversienti sanitari sparsi in tutto ilmondo per promuovere nelsettore i principi della soste-nibilità e della salute pub-

blica ambientale. Tra le indicazioni, una parteimportante è quella di ridurrel’impronta di carbonio e inte-grare negli edifici elementi didesign che permettano agliospiti di sentirsi più a loroagio. Inoltre, secondo statisti-che elaborate a livello inter-nazionale, la bioedilizia èdestinata sempre più a cre-scere, sia per lo sviluppo dinuove soluzioni che per la ri-strutturazione del patrimonioospedaliero esistente. All’or-dine del giorno anche l’imple-mentazione di strategie chepermettano di gestire al me-glio i rifiuti, una voce pesante

negli equilibri degli ospedali.Il primo ospedale italiano adiventare green è statol’Ospedale Pediatrico AnnaMeyer di Firenze che qualcheanno fa si è trasferito in unastruttura eco compatibile, do-tata di impianto fotovoltaicoe un bioparco certificato pergarantire la salubrità deglispazi esterni per i fruitori (siapazienti che personale medicoe non), utilizzando i principidell’agricoltura biologica ap-plicati al verde ornamentale estorico. Ma se il Mayer è statoil pioniere, in Italia c’è un rin-novato fermento intorno allaprogettazione di nuove strut-

ture sanitarie che, secondo gliesperti, sanno tenere il con-fronto con quelle francesi o te-desche. Tra le opere piùinteressanti realizzate c’èl’ospedale di Mestre di Altierie Emilio Ambasz, quello dellaVersilia, quelli di Alba e Ber-gamo di Aymeric Zublena,quello di Legnano realizzatoda Techint, e ancora quello diGubbio-Gualdo Tadino del-l’architetto Lamberto Rossi.Finalmente una realtà vir-tuosa tutta italiana che dimo-stra come non sia necessarioandare sempre a cercare al-l’estero per trovare progettiesemplari di eco-sostenibilità!

La rivoluzione “verde” raggiunge la sanità italianaAnche nel nostro paese nascono gli ospedali green

Green oncology: la lotta ai tumori si fa eco-sostenibileSi associa alla cura del paziente una mentalità ambientale

Dal Congresso Nazionale dell’organismo, riunito re-centemente a Cosenza, sono emersi i prodromi di unprogetto interessante: Green Oncology.In campo medico si sta facendo strada un approcciodiverso per la cura dei tumori: un nuovo modo di af-frontare la malattia che mette al centro la sosteni-bilità economica e ambientale. Ma, una simile nobile e, allo stesso tempo, necessa-ria esigenza di contenimento dello sfruttamento delpianeta, è comprensibile o consigliabile anchequando il nemico da sconfiggere sia il peggiore deimali: il tumore? La lotta al cancro può permettersidi “lesinare” su materiali, tecnologia, ricerca e sullerisorse umane, nella misura in cui sia acclarato ildanno che si cagiona all’ecosistema Terra?Secondo il documento Survey Green Oncology, unasorta di vero e proprio Manifesto presentato dal Col-legio Italiano Primari Oncologi Medici Ospeda-lieri(CIPOMO), curare meglio e sprecare meno èpossibile e sono molti i primari di Oncologia italiania mettere al centro questo doppio parametro. La loro presa di posizione muove da una sempliceconstatazione: se esiste senza dubbio una compo-nente ereditaria all'origine delle neoplasie, è indub-bio che la maggior parte dei tumori è legataall'inquinamento ambientale. Oggi coloro che trat-

tano queste patologie cercano, attraverso protocolli,più scrupolosi dal punto di vista ambientale e piùsostenibili sul piano economico, di aggiungere allafunzione di cura anche quella di prevenzione. Si tratta, in poche parole, di un cambiamento di pa-radigma che associa alla cura del paziente una men-

talità più sostenibile. Diversi i punti passati in ras-segna che connotano l'oncologia verde. Tra gli altri:l'impiego mirato delle tecnologie radiologiche e scin-tigrafiche nei controlli periodici, allo scopo di ridurrel'inquinamento ambientale da radiazioni; l'atten-zione al ciclo di vita dei farmaci oncologici, in parti-colare al loro smaltimento; l’utilizzo, quandoconsentito, di nuove forme di chemio prevenzionecon farmaci non tossici; l'uso oculato delle risorse inambulatorio, il riciclo e il riuso delle materie postconsumo, compatibilmente con le esigenze igienichee di profilassi del paziente; l'uso di detersivi non tos-sici e non inquinanti per la pulizia dei locali.Il Manifesto per la Green Oncology traccia la rotta.I passi successivi verranno compiuti da un vero eproprio network di esperti di salute e ambiente:oltre a CIPOMO, parteciperanno ISDE (Internatio-nal Society of Doctors for Environment), il circuito"Città Sane", Agenda 21, il Working Group Preven-zione dell'Associazione Italiana di Oncologia Me-dica. Sperando che questo nuovo interesse per lasostenibilità in campo medico possa portare a unamaggiore consapevolezza sulla necessità di fare tuttiuno sforzo per ridurre, in ogni ambito, il nostro im-patto ambientale.

C.A.

Antonio BalzanoEleonora Ferrara

Con la sentenza n. 223 depo-sitata l’11.10.2012, la CorteCostituzionale ha dichiaratol’incostituzionalità dei tagliagli stipendi dei dipendentipubblici, previsti con la ma-novra economica 2011-2012.L’art. 9, comma 2, del D.L. n.78 del 31.5.2010, stabiliva,infatti, che i trattamenti eco-nomici dei dipendenti pub-blici dovessero essere ridottidel 5% per la parte eccedentei 90.000 euro lordi, nonchèdel 10%, per la parte ecce-dente i 150.000 euro.Più precisamente, la Leggen.122/2010 “Misure urgentiin materia di stabilizzazionefinanziaria e di competitivitàeconomica", di conversionedel D.L. n.78/2010, sanciva -nella parte bocciata dallaConsulta - che " in considera-zione della eccezionalità dellasituazione economica inter-nazionale e tenuto conto delleesigenze prioritarie di rag-giungimento degli obiettivi difinanza pubblica concordatiin sede europea, a decorreredal 1 gennaio 2011 e sino al31 dicembre 2013 i tratta-menti economici complessividei singoli dipendenti, anchedi qualifica dirigenziale, pre-visti dai rispettivi ordina-menti, delle amministrazionipubbliche, inserite nel contoeconomico consolidato dellapubblica amministrazione,come individuate dall’Istitutonazionale di Statistica(ISTAT), ai sensi del comma3 dell’articolo 1, della legge31 dicembre 2009 n. 196, su-periori a 90.000 euro lordiannui sono ridotti del 5 percento per la parte eccedente ilpredetto importo, fino a150.000 euro, nonché del 10per cento per la parte ecce-dente 150.000 euro; … ".Al riguardo, la Corte ha sta-bilito che la norma è incosti-tuzionale in quanto, comesostenuto dai T.A.R., nellatrasmissione della questione,

essa non consiste in unamera riduzione del tratta-mento economico, ma intro-duce un vero e proprio“tributo occulto ” a carico deisoli dipendenti pubblici . I supremi giudici hanno af-

fermato che non si è in pre-senza di una " modificazioneunilaterale del contenuto delrapporto di lavoro ", ma diun tributo, cioè di " un pre-lievo a carico del dipendentepubblico ", stabilito " in viaautoritativa ", il cui ricavatoè destinato al bilancio delloStato, con l'obiettivo finale diraggiungere " la diminuzionedel debito pubblico ".In conseguenza di ciò, laCorte costituzionale ha cosìconcluso: " la normativa nonpuò considerarsi una ridu-zione delle retribuzioni, comesostiene l'Avvocatura delloStato, ma è un'imposta spe-ciale prevista nei confrontidei soli pubblici dipendenti equesto fatto viola il principiodella parità di prelievo a pa-rità di presupposto d'imposta,poiché " il prelievo è ingiusti-ficatamente limitato ai solidipendenti pubblici ".Inoltre, la Consulta osservache il risultato sul bilancio“sarebbe potuto essere ben di-verso e più favorevole per loStato, laddove il legislatoreavesse rispettato i principi dieguaglianza dei cittadini e disolidarietà economica, anchemodulando diversamente un

universale intervento imposi-tivo”. Infine, i giudici costitu-zionali hanno bocciato anchel’articolo 12, comma 10, deldecreto in questione, nellaparte in cui non esclude l’ap-plicazione a carico del dipen-dente della rivalsa pari al2,50% della base contribu-tiva, prevista dall’art. 37,comma 1, del decreto del Pre-sidente della Repubblica 29dicembre 1973, n. 1032 ( Ap-provazione del testo unicodelle norme sulle prestazioniprevidenziali a favore dei di-pendenti civili e militari delloStato.).

INQUINAMENTODecreto 24 maggio 2012. Modifica dell'Alle-gato II del decreto legislativo 24 giugno2003, n. 209 in recepimento della direttiva2001/37/UE del 30 marzo 2011 in materia diveicoli fuori uso. Gazzetta Ufficiale n. 236del 9 ottobre 2012. RIFIUTILa Corte di Cassazione Pe-nale Sez. III con la Sentenzan. 25358 del 27 giugno del2012. ha stabilito che glipneumatici usati, cioè quelliutilizzabili rispetto ai qualinon risulti l'obiettiva volontàdi disfarsene da parte delpossessore, non rientrano nelnovero dei rifiuti. Diversa-mente i pneumatici fuori uso,che il legislatore espressamente individuacome tali e che, per degrado o altre condi-zioni, abbiano perso la loro funzione origina-ria.INQUINAMENTO VASCHE RAC-COLTA PERCOLATOLa Corte di Cassazione Penale Sez. III conla Sentenza n. 36611 del 21 settembre 2012(Cc. 29 mag. 2012), ha deliberato che in casodi sequestro preventivo di vasche di raccoltadel percolato, l'esigenza di evitare l'ulterioreprotrarsi dell'illecita condotta non può es-sere soddisfatta mediante l'adozione delleprescrizioni e cautele puntualmente detta-gliate dallo stesso pubblico ministero nelprovvedimento di autorizzazione all'utilizzodelle vasche, perché non esiste alcuna normadell'ordinamento che consenta al pubblicoministero di imporre prescrizioni all'inda-gato, in mancanza di un provvedimento disequestro.

FRAZIONE ORGANICA DI RIFIUTI SO-LIDI URBANI (FORSU)La prima sezione del Tribunale AmministrativoRegionale del Piemonte con sentenza n. 987 del30 agosto 2012, ha disposto che il fatto che laFrazione Organica di Rifiuti Solidi Urbani

(FORSU), come altri rifiuti bio-degradabili, possa qualificarsicome biomassa ai fini della ap-plicabilità delle norme in mate-ria di produzione di energiarinnovabile non toglie che essaè e continua ad essere un ri-fiuto sino a che non viene defi-nitivamente trasformata in unprodotto secondario. L’energiaprodotta dall’ attività di recu-pero dei rifiuti biodegradabilicostituisce solo una utilità che

si affianca a quella insita nel recupero dei rifiutistessi, e che tale utilità possa costituire il mo-tivo principale che induce il gestore alla aper-tura dell’impianto non altera la natura dellaattività, che resta pur sempre anche una atti-vità oggettivamente deputata al recupero deglistessi. Il trattamento dei rifiuti biodegradabiliutilizzati per la produzione di energia rinnova-bile ne garantisce il corretto recupero solo oveassoggettato interamente alla normativa sui ri-fiuti, la quale costringe il gestore dell’impiantoa non disinteressarsi dei rifiuti trattati dopoaverne sfruttato le capacità energetiche.VIA Il Tribunale Amministrativo Regionale delFriuli Sez. I sentenza n.342 del 3 settembre2012, dispone che la verifica di compatibilità diun progetto con gli strumenti di pianificazioneterritoriale non è estranea alla V.I.A. (Valuta-zione Impatto Ambientale)

A.T.

LLAVORO E PREVIDENZA

Incostituzionalità dei tagli agli stipendi nella P.A.

Viaggio nelle leggi ambientali

Andrea Tafuro

Non lavoro più nello stessoposto, ho cambiato posta-zione all’interno dell’ufficio.Nello stesso momento stavoleggendo che nel 2050 sa-remo più di nove miliardi adabitare il pianeta, circa unterzo in più di oggi e per sod-disfare la domanda di ciboavremmo bisogno di aumen-tare la produzione agricoladel 70% rispetto a quella at-tuale. Intanto tolgono, con laforza, la Terra ai poveri. Ehsi! La Terra è il terzo pianetain ordine di distanza dal Soleed è il più grande dei pianetiterrestri del sistema solare,sia per quanto riguarda la

massa che per il diametro. Èil pianeta su cui vivono tuttele specie viventi conosciute,l'unico corpo planetario delsistema solare adatto a so-stenere la vita. Ma tutti inuovi colonizzatori, in nomedel progresso, hanno iniziatouna nuova corsa all’oro.Grandi investitori, banche,Stati stanno investendo let-teralmente montagne di mi-liardi. Ma l’oro, stavolta, nonè né il prezioso metallogiallo, né tantomeno il petro-lio: sono null’altro che i ter-reni agricoli, un bene vecchioche fino a qualche anno favaleva poco e non interes-sava nessuno. E’ il fenomenodel land grabbing, letteral-mente traducibile con: acca-parramento della terra.

Un’incetta di terreno dovutaalla pressione socio-ambien-tale dovuta all’esplosionedella popolazione, al cambia-mento climatico, alla scar-sezza dell’acqua. Chi hapotenza, chi ha protezione,chi ha denaro acquista ter-reni a più non posso. Laterra dell’ Africa, dell’Asia edell’America Latina è un’as-sicurazione per il futuro oper produrre biocarburanti.Per la precisione, secondol’International Land Coali-tion, la terra venduta intutto il mondo, negli ultimidieci anni, è stata di 203 mi-lioni di ettari di terreno, 106dei quali in paesi in via disviluppo. Nei paesi più po-veri ogni 4 giorni un’area diterra più grande dell’interacittà di Roma viene vendutaad investitori stranieri. Que-sti terreni, se fossero colti-vati potrebbero dar damangiare al miliardo di es-seri umani che oggi soffronola fame. Ma due terzi deinuovi proprietari prevedonodi esportare tutto quello chesu queste terre viene e verràprodotto. Quasi il 60% diquesta terra inoltre è desti-nata a colture utilizzabili peri biocarburanti. Sfruttandole popolazioni che la vivonoda millenni in pace e prospe-rità. Ritornando a noi. Intutto ciò cosa fa la BancaMondiale? Investe massic-ciamente in terreni agricoli,funge da consulente permolte operazioni di landgrabbing, tanto che dal 2008sono stati presentati ven-tuno reclami per violazionedei diritti sulla terra da

parte delle comunità. Quelche è peggio, è che spesso ipiù poveri vengono sfrattati,anche con la violenza, per-dendo le loro case e l’accessoalla terra che è la loro fontedi cibo e guadagno. Senza es-sere consultati né risarciti.Sono decisamente contrarioa Malthus, che nel 1798 pub-blicò: “Saggio sul principiodella popolazione e i suoi ef-fetti sullo sviluppo futurodella società”, in cui sostenneche l'incremento demograficoavrebbe spinto a coltivareterre sempre meno fertili conconseguente penuria di ge-neri di sussistenza per giun-

gere all'arresto dello svi-luppo economico, poiché lapopolazione tenderebbe acrescere in progressione geo-metrica, quindi più veloce-mente della disponibilità dialimenti, che crescono invecein progressione aritmetica.Questa forma di concorrenzatra cibo e carburante, ancor-ché più sostenibile dal puntodi vista delle emissioni di gasserra se paragonato ai tradi-zionali benzina e diesel, nonè tuttavia accettabile e lacombatto con tutte le mieforze, considerando che mi-lioni di persone potrebberonutrirsi con quelle quantità

di cibo. Eppure qualsiasicrisi ha sempre dato luogo acambiamenti. La sfida vera,anche sul lavoro, è quella disaper intercettare il cambia-mento e disegnare la stradaverso una nuova prosperità,fatta di cooperazione al postodell’ attuale società liquida-marcata dalla competizioneconsumistica, in cui il benes-sere di tutti viene dopo l'in-teresse di pochi. Lottiamoper l’abolizione delle misuredi sostegno ai biocarburantiche, ad oggi, costano circa 20miliardi di dollari l'anno eche portano il 40% del maisstatunitense nei serbatoidelle auto e non nelle pancedella gente. Assicuriamo gliinvestimenti ai piccoli pro-duttori dei Paesi più poveri,assicurando loro l'accessoalle risorse naturali e ai mer-cati. Infine, ma più impor-tante, bisogna modificare icomportamenti di aziende econsumatori dei Paesi ricchidove un quarto del cibo vienesprecato. In fondo non hai bi-sogno di proiettili per ucci-dere le persone. Quandoporti via il cibo da un villag-gio distruggendo le loro terree le loro coltivazioni, stai af-famando tutta la comunità.Queste cose bisogna fer-marle.

La terra vi concede generosamente i suoifrutti, e non sarannoscarsi se solo saprete

riempirvi le mani.E scambiandovi i donidella terra scoprirete

l’abbondanza e saretesaziati. Ma se lo

scambio non avverrà inamore e in generosa

giustizia, renderà gli uniavidi e gli altri affamati.

...E non tollerate chetratti con voi chi ha lamano sterile, perché virenderà chiacchiere incambio della vostra

fatica.Gibran Kahlil

CHI CI PRENDE LA TERRA, CI PRENDE LA VITA?LA CORSA ALLA TERRA STA AFFAMANDO UN MILIARDO DI PERSONE

Partecipa al dibattito inviandoun commento all’indirizzo:

[email protected]

24 Ottobre 2012 - XI edizione del concorso letterario “Subway Letteratura”

È partita la distribuzione gratuita dei racconti tascabili vincitori nelle principali stazioni di metrò e funicolari

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