Arpa campania ambiente 2013 18

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P PRIMO PIANO Buttare cibo nella spazzatura è come buttar via la vita Liguori a pag.2 Amazzonia peruviana: gli indigeni Mashco-Piro Negli spazi più remoti della foresta amazzonica, in Perù, vivono ancora delle tribù in- digene che non hanno mai avuto contatti con l’esterno. La riserva Nahua-Nanti è la casa degli Indiani Nahua, Nanti, Matsigenka e Ma- shco-Piro. Esposito a pag.4 Ogni anno ci si stupisce di quanto i cambiamenti clima- tici riescano ad incidere sulla vendemmia. Era settembre 2012 quando, proprio dalle pagine del nostro magazine, apprendevamo che quella di allora era stata la seconda vendemmia italiana più scarsa dal 1950. Martelli a pag.8 Nuove tecnologie energetiche e salvaguardia dei beni culturali Palumbo a pag.16 Un documento programmatico elaborato da regioni e enti locali Vendemmia 2013: Sud al top “Piano verde” per rilanciare l’Italia Sono 360.000 le aziende (il 23% del totale) che negli ultimi tre anni hanno investito in tec- nologie 'green' e 240.000 posti di lavoro (il 38% delle assun- zioni del 2012) sono stati creati da imprese della green eco- nomy. Per cogliere questa op- portunità, Regioni ed enti locali hanno elaborato un do- cumento programmatico che individua un percorso scandito in 5 punti: programmazione dei Fondi strutturali per svi- luppare l'innovazione nelle im- prese e nei territori; mercati verdi pubblici e privati; credito e fiscalità ambientale; sviluppo di partnership pubblico-pri- vato; tutela e valorizzazione dei territori. Un "Piano verde" per rilanciare l'Italia che è stato presentato in occasione di "Regioni ed Enti Locali per la green economy". a pag.2 Ambiente Urbano, IX Rapporto Presentazione l’11 ottobre Giunge alla nona edizione il consueto Rapporto dell’Ispra sulla Qualità dell’ambiente urbano. Quest’anno è toccato ad Arpac coordinare il Co- mitato di redazione del Rapporto, che presenta i dati relativi ai principali temi ambientali in sessanta città italiane. Arpac ha collaborato anche alla stesura di diversi capitoli. Il docu- mento verrà presentato a Roma l’11 ottobre. A introdurre i lavori, in programma alle 9 all’Ac- quario Romano di piazza Fanti, sarà il mini- stro dell’Ambiente Andrea Orlando. Mosca a pag.7 Un dato inaspet- tato. L’osservatorio di SosTariffe.it, che si è occupato di ve- rificare la velocità delle connessioni Adsl italiane, ha mappato il feno- meno sulla cartina d’Italia. E il Sud, isole comprese, si distingue con una velocità media di 5,3 Mbps, rispetto ai 4,9 del Nord. L’analisi si basa sugli oltre 500mila speed test effettuati sul portale negli ultimi tre anni. Un altro strumento per verificare le prestazioni del proprio collegamento domestico è quello messo a disposizione dall’Agcom. D’Auria a pag.10 Clemente a pag.13 Grassi a tavola: come riconoscerli Nel 1955 fu pubblicata a Oxford un’opera intitolata The diary of John Evelyn, che rac- coglieva le memorie di viaggio dello scrittore citato nel titolo. In Viaggiatori britannici a Napoli tra ’500 e ’600 Giovanni Capuano ri- porta alcune pagine di Evelyn su Napoli, Terzi a pag.15 Il viaggio di John Evelyn a Napoli L’ospitalità e le bellezze partenopee negli scritti dell’autore inglese AMBIENTE & TERRITORIO NATURA & BIODIVERSITÀ AMBIENTE & CULTURA Digital Divide: il sorpasso del Sud SCIENZA & TECNOLOGIA AMBIENTE & TRADIZIONE Con il ritorno dei Borbone, molti dei protagonisti della Repubblica furono processati e condannati. Forse quelle “idee” rivoluzionarie erano troppo lontane dalla religio- sità cristiana e dalle tradi- zioni popolari e troppo spesso quelle tradizioni e quella reli- giosità erano state dimenti- cate o offese dai rivoluzionari; in troppe case, poi, si ricorda- vano i saccheggi e i massacri compiuti dai francesi (oltre ottomila morti in pochi giorni) e nel resto del regno (sessantamila i caduti): certo è che furono mesi durante i quali la città sembrò, come non lo era mai stata, divisa in due partiti contrapposti e in- conciliabili e tutti i sogni fu- rono spazzati via da baionette, cannoni e patiboli.. De Crescenzo-Lanza a pag.14 Il ritorno dei legittimi Sovrani BIO-ARCHITETTURA AMBIENTE & SALUTE

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magazine istituzionale dell'Arpa Campania

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Page 1: Arpa campania ambiente 2013 18

PPRIMO PIANO

Buttare cibo nellaspazzatura è comebuttar via la vita

Liguori a pag.2

Amazzonia peruviana:gli indigeni Mashco-Piro

Negli spazi più remoti dellaforesta amazzonica, in Perù,vivono ancora delle tribù in-digene che non hanno maiavuto contatti con l’esterno.La riserva Nahua-Nanti è lacasa degli Indiani Nahua,Nanti, Matsigenka e Ma-shco-Piro.

Esposito a pag.4

Ogni anno ci si stupisce diquanto i cambiamenti clima-tici riescano ad incidere sullavendemmia. Era settembre2012 quando, proprio dallepagine del nostro magazine,apprendevamo che quella diallora era stata la secondavendemmia italiana piùscarsa dal 1950.

Martelli a pag.8

Nuove tecnologie energetiche e salvaguardia

dei beni culturali

Palumbo a pag.16

Un documento programmatico elaborato da regioni e enti locali

Vendemmia 2013: Sud al top

“Piano verde” per rilanciare l’ItaliaSono 360.000 le aziende (il23% del totale) che negli ultimitre anni hanno investito in tec-nologie 'green' e 240.000 postidi lavoro (il 38% delle assun-zioni del 2012) sono stati creatida imprese della green eco-nomy. Per cogliere questa op-portunità, Regioni ed entilocali hanno elaborato un do-cumento programmatico cheindividua un percorso scanditoin 5 punti: programmazionedei Fondi strutturali per svi-luppare l'innovazione nelle im-prese e nei territori; mercativerdi pubblici e privati; creditoe fiscalità ambientale; sviluppodi partnership pubblico-pri-vato; tutela e valorizzazionedei territori. Un "Piano verde"per rilanciare l'Italia che èstato presentato in occasionedi "Regioni ed Enti Locali perla green economy".

a pag.2

Ambiente Urbano, IX Rapporto Presentazione l’11 ottobre

Giunge alla nona edizione il consueto Rapportodell’Ispra sulla Qualità dell’ambiente urbano.Quest’anno è toccato ad Arpac coordinare il Co-mitato di redazione del Rapporto, che presentai dati relativi ai principali temi ambientali insessanta città italiane. Arpac ha collaboratoanche alla stesura di diversi capitoli. Il docu-mento verrà presentato a Roma l’11 ottobre. Aintrodurre i lavori, in programma alle 9 all’Ac-quario Romano di piazza Fanti, sarà il mini-stro dell’Ambiente Andrea Orlando.

Mosca a pag.7

Un dato inaspet-tato. L’osservatoriodi SosTariffe.it, chesi è occupato di ve-rificare la velocitàdelle connessioniAdsl italiane, hamappato il feno-meno sulla cartinad’Italia. E il Sud,isole comprese, si distingue con una velocitàmedia di 5,3 Mbps, rispetto ai 4,9 del Nord. L’analisi si basa sugli oltre 500mila speed testeffettuati sul portale negli ultimi tre anni. Unaltro strumento per verificare le prestazionidel proprio collegamento domestico è quellomesso a disposizione dall’Agcom.

D’Auria a pag.10

Clemente a pag.13

Grassi a tavola: come riconoscerli

Nel 1955 fu pubblicata a Oxford un’operaintitolata The diary of John Evelyn, che rac-coglieva le memorie di viaggio dello scrittorecitato nel titolo. In Viaggiatori britannici aNapoli tra ’500 e ’600 Giovanni Capuano ri-porta alcune pagine di Evelyn su Napoli,

Terzi a pag.15

Il viaggio di John Evelyn a NapoliL’ospitalità e le bellezze partenopee negli scritti dell’autore inglese

AMBIENTE & TERRITORIO

NATURA & BIODIVERSITÀ

AMBIENTE & CULTURA

Digital Divide: il sorpasso del Sud

SCIENZA & TECNOLOGIA AMBIENTE & TRADIZIONE

Con il ritorno dei Borbone,molti dei protagonisti dellaRepubblica furono processatie condannati. Forse quelle“idee” rivoluzionarie eranotroppo lontane dalla religio-sità cristiana e dalle tradi-zioni popolari e troppo spessoquelle tradizioni e quella reli-giosità erano state dimenti-cate o offese dai rivoluzionari;in troppe case, poi, si ricorda-vano i saccheggi e i massacricompiuti dai francesi (oltreottomila morti in pochigiorni) e nel resto del regno(sessantamila i caduti): certoè che furono mesi durante iquali la città sembrò, comenon lo era mai stata, divisa indue partiti contrapposti e in-conciliabili e tutti i sogni fu-rono spazzati via dabaionette, cannoni e patiboli..

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Il ritorno dei legittimiSovrani

BIO-ARCHITETTURA

AMBIENTE & SALUTE

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IL “PIANO VERDE” PER RILANCIARE L’ITALIA

Sono 360.000 le aziende (il 23% del to-tale) che negli ultimi tre anni hanno in-vestito in tecnologie 'green' e 240.000posti di lavoro (il 38% delle assunzionidel 2012) sono stati creati da impresedella green economy. Per cogliere questaopportunità, Regioni ed enti locali hannoelaborato un documento programmaticoche individua un percorso scandito in 5punti: programmazione dei Fondi strut-turali per sviluppare l'innovazione nelleimprese e nei territori; mercati verdipubblici e privati; credito e fiscalità am-bientale; sviluppo di partnership pub-blico-privato; tutela e valorizzazione deiterritori. Un "Piano verde" per rilanciarel'Italia che è stato presentato in occa-sione di "Regioni ed Enti Locali per lagreen economy", tema della decima e ul-tima assemblea programmatica nazio-nale in preparazione degli Stati Generalidella Green Economyorganizzati dal Consi-glio Nazionale dellaGreen Economy, in col-laborazione con i mini-steri dell'Ambiente edello Sviluppo Econo-mico e con il supportotecnico della Fonda-zione per lo SviluppoSostenibile (6 e 7 no-vembre a Rimini nel-l'ambito di Ecomondo).Ecco i 5 punti nello spe-cifico. Nel ciclo 2007-2013 i fondi strutturali(Fesr, Fse e Feasr)

hanno messo a disposizione risorse a li-vello nazionale pari a circa 66 miliardi dieuro intercettando settori che rientranonel campo della green economy. Per raf-forzare un percorso verde dei Fondi, il do-cumento propone che le Regioniconvergano nel proporre misure coordi-nate a livello nazionale sulla green eco-nomy; si coordinino per implementare unsistema di monitoraggio omogeneo; siutilizzino risorse per intervenire sullaCapacity Building degli Enti locali. Mer-cati verdi pubblici e privati: nel 2010 laspesa della Pa per acquisto di prodotti eservizi ammontava al 16,3% del Pil (peruna spesa di circa 252 miliardi di euro).Credito e Fiscalità ambientale: il docu-mento propone di dare orizzonte tempo-rale pluriennale agli strumenti diincentivo più efficaci come il bonus fiscalidel 65% e 55%; riformulare il mix di stru-

menti fiscali per privi-legiare la produzione eil consumo eco-compa-tibile; sviluppare formedi fiscalità proporzio-nali all'effettivo sfrut-tamento delle risorseambientali ed energeti-che; attivare nuovistrumenti e prodotti fi-nanziari. Per quanto ri-guarda lo sviluppo dipartnership pubblico-privato, Regioni ed entilocali possono assu-mere un ruolo strate-gico. Le proposte per

questo capitolo prevedono di dare im-pulso a livello nazionale per la trasfor-mazione dei distretti industriali ineco-distretti; di stabilire e incentivareforme di partecipazione pubblico privateche facilitino la ricerca e lo sviluppo di in-novazione green; di sostenere attivitàspecifiche per la valorizzazione dei pro-dotti italiani anche sotto il profilo dellaqualificazione ambientale. Infine, la tu-tela e la valorizzazione dei territori: il do-cumento propone di definire meccanismie strumenti per sbloccare la possibilità diintervento degli enti locali consentendo,

ad esempio, di derogare al patto di stabi-lità per spese di interventi di preven-zione, tutela e messa in sicurezza delterritorio; prevedere idonee premialitàper gli Enti pubblici in grado di dimo-strare il proprio impegno al migliora-mento degli aspetti ambientali,territoriali e paesaggistici; applicare perla gestione integrata dei rifiuti la diret-tiva quadro 98/08/CE e il principio di re-sponsabilità del produttore; finanziareprogetti sperimentali per favorire nuoveopportunità di sviluppo economico soste-nibile dei territori. (dal web)

BUTTARE CIBO NELLA SPAZZATURAÈ COME BUTTAR VIA LA VITA

Fabiana Liguori

Secondo il "Rapporto sulle con-seguenze ambientali dellospreco di prodotti alimentari"presentato dalla Fao: ognianno 1,3 miliardi di tonnellatedi generi alimentari finiscononella spazzatura. Questo ciboha un costo economico stimatodi 565 miliardi di euro. Datiinquietanti, considerando ilcontesto di crisi socio-econo-mica diffusa e i 900 milioni diaffamati al mondo. Non volendo addentrarsi,però, in discorsi semplice-mente umanitari per non ca-dere nel baratro del luogocomune o del sentimentalismospicciolo, ci limitiamo a riba-dire l’unico concetto su cui valesempre la pena riflettereprima di buttare gli avanzidella propria tavola nei casso-netti dell’immon- dizia: “C’è

chi di fame: muore”. A farne le spese, anche l’am-biente. Ma in che termini? Perprodurre il cibo, destinato a di-ventare spazzatura vengonoemesse 3,3 miliardi di tonnel-late di anidride carbonica.L'impatto negativo, purtroppo,non si limita alle emissioni inatmosfera, ma coinvolge anchela qualità del suolo, le riserved'acqua e la biodiversità. Per esempio, l’agricoltura in-tensiva, che non consente pe-riodi di riposo per i campi,diminuisce la fertilità dei ter-reni e induce all'uso di fertiliz-zanti chimici che, a loro volta,provocano inquinamento e ri-ducono le terre coltivabili. Inmedia ogni anno si utilizzano1,4 milioni di ettari per pro-durre alimenti che non sa-ranno mai consumati. Unasuperficie pari al territoriodella Federazione Russa per

rendere l’idea! Stesso scempioper l'acqua: se ne spreca unaquantità pari a circa 250 chi-lometri cubi. Immaginate leacque del lago di Ginevra, laquantità stimata è all’incircaquella! Significativi anche idanni sulla biodiversità. Il cibosperperato influisce sulla defo-restazione. Ogni anno, infatti,9,7 milioni di ettari di boscovengono distrutti per produrreprodotti alimentari non sem-pre destinati alla tavola. Im-pressionante poi il massacro dipesci ributtati in mare dopoessere stati pescati con la tec-nica a strascico: si parla del70% del pescato. A gravaresulle spese è in larga parte lospreco di verdure (23%), se-guito da carne (21%), frutta(19%) e cereali (18%). La dissipazione della carnepesa, soprattutto, a causa deicosti di produzione: ne viene

buttato il 4%, ma l'incidenzaeconomica è cinque volte mag-giore. Mentre il discorso è in-verso per i cereali: la quantità"buttata" è maggiore del va-lore economico. C'è invece uncerto equilibrio per frutta everdura. Il volume globaledello spreco è stimato in 1,6miliardi di tonnellate di "pro-dotti primari" e in 1,3 miliardi

di tonnellate di cibo commesti-bile. Le regioni in cui la piaga“spreco” è più profonda e dolo-rosa sono: l'Asia industrializ-zata, il Sud Est asiatico(rispettivamente circa il 28 e il22% di cibo prodotto), e l'Eu-ropa con circa il 15%. Le re-gioni più parsimoniose, invece:America del Nord, Oceania,Nord Africa e Asia centrale.

Un documento programmatico elaborato da regioni e enti locali

Rapporto Fao sulle conseguenze ambientali dello spreco di alimenti

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SOSTENIBILITÀ FUTURA PER L’ACQUACOLTURAPubblicato dall’Unione Europea un documento strategico

Angelo Morlando

La Commissione Europea ha recente-mente pubblicato una comunicazionedal titolo: “Orientamenti strategici perlo sviluppo sostenibile dell’acquacol-tura nell’UE” in quanto, da una re-cente stima, la produzione del settoreammonta a oltre 1 milione di tonnel-late all'anno per un fatturato globalesuperiore ai 3 miliardi di euro. La pro-duzione europea è pari a circa il 2%della produzione mondiale. Proprio infunzione di una rapida analisi di que-sti numeri, si può intendere, sia il ti-tolo, sia l'obiettivo dell'UnioneEuropea: bisogna puntare alla qualitàinvestendo risorse idonee affinchétutto il comparto risulti sostenibile. Ef-fettivamente il semplice confronto conl'aumento delle produzioni asiatichenon è sufficiente (si stima che la pro-duzione europea sia rimasta staziona-ria negli ultimi anni, mentre nel restodel mondo, in particolare in Asia, lacrescita è stata estremamente rapida).È molto più importante, invece, sapereche il 10% dei prodotti ittici consumatiin Europa proviene dall’acquacoltura,il 25% dalle attività di pesca dell’UE eil 65% da importazioni da paesi terzi.Questi dati hanno fornito ottimi spuntiper impostare le strategie per il futuro,soprattutto perché va aggiunto che lariduzione della produzione delle atti-vità da pesca in Europa è stata com-pensata proprio dalla produzioneattraverso acquacoltura. Un ultimodato utile è sapere che ad ogni au-

mento di punto percentuale del con-sumo europeo prodotto internamentecon l’acquacoltura corrispondono circa3.000 / 4.000 nuovi posti di lavoro conreali garanzie che possano essere atempo pieno e indeterminato. Si citano i principi fondamentali espo-sti nella comunicazione, così come sin-tetizzati dalla fonte "Press releases"dell'Unione Europea: "Gli orienta-menti presentati aiuteranno a coordi-nare gli sforzi di tutti gli Stati membricreando nuovi obblighi giuridici e pre-

sentando una serie di iniziative volon-tarie per promuovere un’industria chesia sostenibile sotto il profilo econo-mico, sociale e ambientale e che offraai consumatori prodotti ittici sani e diqualità. La Commissione ha indivi-duato quattro problemi principali cheil settore dell’acquacoltura si trova adaffrontare: la necessità di ridurre glioneri amministrativi e le incertezzeper gli operatori; l’esigenza di agevo-lare l’accesso allo spazio e all’acqua; lanecessità di incrementare la competi-

tività del settore e l’esigenza di crearecondizioni di concorrenza più equesfruttando il vantaggio competitivo deiprodotti ittici “made in EU”".Sono state delineate anche una seriedi misure ed azioni che possono sinte-tizzarsi nell'individuare le miglioripratiche per ridurre i tempi di rilasciodelle licenze e promuovere un approc-cio integrato all'attività riducendo nelcontempo al minimo l’impatto sull’am-biente e sulle altre attività economi-che.

NOVITÀ GREEN PER IL TRASPORTO DELLE MERCINovità sul fronte trasporti. LaCommissione Europea, infatti,ha avanzato la proposta disfruttare fiumi e canali per iltrasporto di merci in giro perl’Europa. Si tratta di vie navi-gabili più sicure, con menotraffico e, soprattutto, onlygreen rispetto alle tradizionalimodalità di trasporto via terra.Basti pensare che le emissionidi CO2 e il consumo di carbu-rante di una grande imbarca-zione per la navigazioneinterna, secondo Bruxelles,rappresentano soltanto unterzo di quelli del corrispon-dente trasporto su strada.Quindi, si è passato al vaglioalla ricerca dei mezzi più so-stenibili per l’ambiante edenergicamente più efficienti.Ne è venuto fuori che a vincerequesto primato sono le chiatte,che al momento, purtroppo,

vengono impiegate solo per ilsei per cento delle merci tra-sportate in Europa nel corsodell’anno. L’obiettivo di Bru-xelles, dunque, è quello disfruttare al massimo il poten-ziale inutilizzato di oltre tren-tasette mila chilometri di vienavigabili interne. Del resto, icinque maggiori porti marit-timi dell’Ue, compreso quellodi Rotterdam, sono connessi afiumi e canali. E ancora, oltrealla modernizzazione di con-che, ponti e canali, la Commis-sione europea riesaminerà ilimiti di emissione per i motorinuovi e prenderà in esame ul-teriori limiti per quelli esi-stenti, modificando inoltre lenorme che consentono l'uso digas naturale liquido come car-burante per la navigazione in-terna. Questa proposta siconcentra, poi, su quattro di-

versi punti; primo fra tutti,l’eliminazione delle strozza-ture, ossia di tutti quei fattoriche ostacolano lo sviluppo deltrasporto su acqua. In secondoluogo si procederà all’incenti-vazione della sostenibilità am-bientale, attraverso nuovenorme volte a incoraggiare in-vestimenti su motori “ totalgreen” e lo stanziamento difondi per sostenere la ricerca el’innovazione in questo ambito.Altro punto è il miglioramentodell’interconnessione con lealtre forme di trasporto, comequelle su strada e rotaie. In ultimo c’è bisogno di inve-stire nelle competenze dellaforza lavoro, con l’obiettivo pri-mario di aiutare a crescere iltrasporto sulle vie navigabili,diventando, così, a lungo ter-mine un settore di qualità.

A.P.

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La situazione drammatica che attana-glia la Terra dei Fuochi, l’area che com-prende alcune province di Napoli eCaserta avvelenata da decenni e de-cenni di sversamenti di rifiuti illegali etossici, è giunta oramai al capolinea. In-tervenire è l’urgenza del momento. Asostegno della “tesi”, nasce il Movi-mento “Terra mia”, un movimento apo-litico di cittadini e volontari decisi afermare l'olocausto causato dall'inqui-namento da rifiuti attraverso una retedi sensibilizzazione ed attiva collabora-zione. Riprendere in mano le redini delproprio destino e del proprio territorioè l’obiettivo. Il Movimento è aperto a chiunque vo-glia dare il proprio contributo. Qual-siasi iniziativa (manifestazioni, presidi,lettere aperte, incontri, ricerche, forum,etc.) può risultare utile per il raggiun-

gimento dell’obiettivo comune.Il Movimento intende porsi come inter-locutore di ciascuna zona interessata,utilizzando la rete come piattaforma so-ciale per mettere tutti in comunica-zione, in maniera immediata, ecollocando in ciascuna delle aree mag-giormente colpite referenti e presidi vi-gili. L’intento è di allearsi e dicoordinarsi con tutti i gruppi, le asso-ciazioni, gli altri movimenti e chiunquestia lottando da tempo e con incidenzacontro questo problema, diventatoquasi irreversibile, e che sta distrug-gendo una delle più belle regioni d’Ita-lia. Il Movimento mira, come giusto chesia, ad ottenere nell’imminente la di-chiarazione di “disastro ambientale” ela completa bonifica del territorio. Perinformazioni e adesioni, su facebook èdisponibile la pagina web.

Nasce un movimento di cittadini a difesa del territorio

Lasciamoci insegnare dai popoli indigeni il rispetto e l’amore per la nostra terra

Amazzonia peruviana: gli indigeni Mashco-Piro Alessia Esposito

Negli spazi più remoti della fo-resta amazzonica, in Perù, vi-vono ancora delle tribùindigene che non hanno maiavuto contatti con l’esterno. Lariserva Nahua-Nanti è la casadegli Indiani Nahua, Nanti,Matsigenka e Mashco-Piro.Si tratta di popoli vulnerabili.La loro sopravvivenza dipendeda quella della foresta. Il lorosistema immunitario non rea-gisce a molte delle malattieportate dagli stranieri chetroppo spesso si addentranoper veri e propri “safariumani”. Fondamentale è chevenga riconosciuto il rispettodel loro spazio vitale. Troppevolte questo è minacciato dairischi del narcotraffico, defore-stazioni illegali e compagniepetrolifere. Secondo SurvivalInternational – l’organizza-zione che si occupa della difesadi queste tribù – con il bene-placito del governo peruvianole aziende del petrolio si sono

appropriate di più del 70%dell’Amazzonia peruviana,abitata in gran parte dalle po-polazioni indigene. Quest’estate, così, più di centoMashco-Piro, contrariamenteai loro usi, hanno deciso diuscire allo scoperto e combat-tere per la propria terra controle compagnie petrolifere: l’ar-gentina Pluspetrol, l’ameri-cana Hunt Oil e la spagnolaRepsol. Si sono schierati sullesponde del fiume Las Piedras,armati di bastoni, lance efrecce e lì hanno combattutoper i propri diritti affrontandoforestali e ranger. Il gigante da combattere sta-volta è il progetto Casimea,che include estrazione, tra-sporto e distribuzione di gasnaturale e provoca deforesta-zione, inquinamento delleacque e dell’aria (per il passag-gio frequente di aerei a bassaquota). L’area interessata sitrova nel cuore di una riservacreata proprio per la salva-guardia delle tribù locali, cosic-

ché era stato stilato un rap-porto sui pericoli del progetto,pubblicato dal dipartimentogovernativo responsabile degliaffari indigeni. Qualche ora dopo il rapporto èscomparso dal sito del Mini-stero, suscitando la reazionedelle organizzazioni indigene,della stampa peruviana e l’in-dignazione mondiale. Alcuni

politici si sono dimessi, aquanto pare per le pressioni ri-cevute perché l’espansione delprogetto Casimea continuasse. Ma c’è di più. Il progetto è fi-nanziato con dei fondi Bancainteramericana di sviluppo cheal Perù sono stati garantiti allacondizione di “non concederenuovi diritti per l’uso delle ri-sorse naturali”. Così non è. È

possibile firmare una petizionein loro difesa alla paginahttp://www.survival.it/su/cami-sea. Del resto, non siamo di-versi da loro. Tutti noidipendiamo dalla sopravvi-venza dell’ambiente in cui vi-viamo. Loro, in fondo, lottanoanche per noi. E noi possiamofarlo per loro. Usciamo anchenoi allo scoperto.

Terra dei fuochi, terra mia!Un paio di settimane fa in moltecittà italiane c’è stata la pedalatapolare. Ambientalisti e amantidella natura hanno partecipato,sfilando in maglia bianca in sellaalle proprie bici, per dire no alletrivellazioni petrolifere che met-tono a repenta-glio l’ecosistemaartico. L’inizia-tiva rientra nelprogramma diG r e e n p e a c e ,“Save the Ar-ctic”. A fine agostouno dei momentipiù significativi.La nave rompi-ghiaccio dell’or-g a n i z z a z i o n eArctic Sunrise, in quanto con-forme ai criteri di sicurezza, si eraspinta sulla rotta del Mare delNord nonostante il mancato per-messo del governo russo. Il 26 agosto quattro membri dellaguardia costiera sono saliti abordo per un’ispezione e, sotto laminaccia di ricorrere all’uso dellaforza e delle armi, hanno costrettol’Arctic Sunrise a fare dietrofront. Ciò è avvenuto dopo che alcuni at-tivisti avevano aperto banner conlo slogan Save the Arctic accanto

alla Geolog Dmitry Nalivkin, navenoleggiata dalla compagnia petro-lifera Rosneft (di proprietà dellostato russo) e da quella statuni-tense Exxon Mobil. Ma non finisce qui. Il 18 settem-bre, nell'Artico russo, due attivisti

sono stati arre-stati dopo esserestati sparati,come “avverti-mento”, con un-dici colpi di armada fuoco. La lorocolpa consistenell’aver scalatola piattaformapetrolifera Prira-zlomnaya dellaGazprom, com-pagnia che ini-

zierà la nuova produzione nelprimo trimestre del 2014, aumen-tando il rischio di fuoriuscite dipetrolio. Con loro sono stati fer-mati altri 27 attivisti, per un to-tale di trenta. Le proteste, si sa,per quanto pacifiche, fanno pauraperché rischiano di portare atten-zione sulla questione. E i quasi 4milioni di sostenitori (le cui firmealla pagina http://www.savethear-ctic.org/) aumentano ogni minutodi più.

A.E.

L’”Artic Sunrise” costretta a rientrareMinacce a chi difende la casa degli orsi polari

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Google Street View sbarca sulle GalapagosAnna Paparo

Google street View non smette di rega-lare nuovi posti da visitare comoda-mente seduti davanti a un pc e allaportata di un click. E stavolta è il turnodel paradiso della biodiversità, le isoleGalapagos, che, sulle orme di CharlesDarwin, potremmo esplorare a trecen-tosessanta gradi grazie al servizio diGoogle Maps. Ora a farla da padronanon sarà più il grigiore del cemento,ma i milioni di colori della natura checaratterizza questi luoghi stupendi eincontaminati. Allora, tutti pronti perfare tesoro di questa nuova esperienza:un viaggio virtuale attraverso foto pa-noramiche e un breve video documen-tario dell'esperienza di Google,realizzata con la Direzione del ParcoNazionale delle Galapagos e la CharlesDarwin Foundation. In occasione del centosettantottesimoanniversario della scoperta delle Gla-

pagos da parte del famoso scienziato,che ha dato la vita alla teoria dell’evo-luzionismo, Google ha deciso di farequesto piccolo grande “regalo”, un tourmultimediale nel cuore della naturaincontaminata di un paradiso terrestredai mille colori e dalle mille specie diflora e fauna. Basta lasciarsi traspor-tare dalla bellezza unica che solo que-sti luoghi sanno regalare,un’avventura panoramica, che imma-gine dopo immagine cattura l’atten-zione lasciandoci a bocca aperta. Adesplorare l'arcipelago per l'uomo sonostati gli occhi del Trekker, lo specialerobot di Google, durante un viaggiosvoltosi a maggio di quest'anno. Navi-gando con Street View si potranno am-mirare anche le tantissime e svariatespecie animali. Inoltre, grazie al par-tner Catlin Seaview Survey, Google haraccolto immagini subacquee della vitamarina al largo dell'isola Floreana. In-somma, non manca proprio nulla, per

rendere questa visita, anche se vir-tuale, piena e viva. Come ha ben spie-gato il colosso Google, la sua iniziativaè a sostegno della ricerca sull'am-biente, la conservazione, i modelli dimigrazione degli animali e l'impattodel turismo, per questo ha deciso di vo-lare fin nel Pacifico per mappare l'ar-cipelago celebre per il suo ecosistema.Mettendoci tutto l’entusiasmo possi-bile e sulla scia dell’attento Darwin,anche le fotocamere di Google hannoregistrato tutto in modo accorto e av-veduto e hanno raccolto immagini, datisu flora e fauna. In auto o in barca,sono state immortalate tutte le bel-lezze naturali e gli animali che abitanole isole, partendo dagli iguana e dalletartarughe giganti, fino ad arrivarealle "sule dalle ali azzurre" e alle fre-gate dalla gola rossa. E nelle zone piùimpervie, che possono essere raggiuntesolo a piedi, si sono muniti del trekker,lo zainetto con fotocamere che scattano

a trecentosessanta gradi. Un modo persetacciare palmo a palmo queste terreincontaminate, senza tralasciare nem-meno un centimetro, neanche glisplendidi fondali. Un modo per avereun'immagine più che dettagliata dellabellezza delle Galapagos, ben sapendoperò che lo stupore di Darwin che videdal vivo l'arcipelago equadoriano è unacosa che nemmeno la più sofisticata fo-tocamera probabilmente può resti-tuire. Un primo approccio seduti inpoltrona davanti al proprio computernon è male, ma soprattutto non si deveperdere di vista il reale scopo del pro-getto, ossia il sostegno a una campa-gna contro i disastri ambientali.Questo tour vuole essere un modo at-traverso cui conoscere le infinte bel-lezze che madre natura ci offre e, diconseguenza, smuovere le coscienze af-finché questi luoghi restino incontami-nati e non vengano distrutti dallamano dell’uomo.

In Giappone “l’olocausto delle balene”In questo periodo si sta consu-mando una delle più granditragedie che riguarda l’uma-nità, tragedia che potremmo agiusta ragione definire come“l’olocausto delle balene”.Anche se nessuno ne parla,basta esplorare il sito web co-smostv.org per trovare la pub-blicazione dei risultati di unrapporto nazionale del governogiapponese che a sua volta de-scrive la situazione del disastrodi Fukushima ,un fatto grave econ ripercussioni che riguarde-ranno l’Oceano Pacifico. Il testodice che la situazione nello sta-bilimento della centrale nu-cleare è andata a peggiorare,migliaia di tonnellate di rifiutiradioattivi sono stati scaricativerso l’Oceano Pacifico e questoha causato una spropositata

contaminazione delle acque.Basta accedere a vari forumche trattano l’argomento perleggere centinaia di commentiche vanno a confermare questavicenda. Dal villaggio di Fuku-shima arrivano in rete dei re-port che raccontano dellapresenza di centinaia di car-casse di balene morte che sitrovavano lungo le spiaggedelle coste giapponesi, davantia Fukushima al mattino pre-sto. Successivamente le car-casse si sono diffuse lungo tuttala costa. Una vera strage di ba-lene e delfini si sta consu-mando giorno dopo giorno e lacausa sono i rifiuti radioattiviversati in mare che saranno lacausa di una strage in brevetempo. Intervenire sarà impos-sibileanche perchè questi ri-

fiuti viaggeranno per tuttol’Oceano seminando morte,anche tra gli abitanti delleIsole che sopravvivono graziealla pesca. Il governo giappo-nese e gli altri governi mondialisembrano ignorare questa si-tuazione di enorme rilevanza.Due scienziati giapponesi in-tervenuti sulla spiaggia dove sitrovavano le balene morte, af-fermano che il governo fa silen-zio perché nessuno avrebbepotuto immaginare le conse-guenze che questo fenomenoavrebbe avuto sia a livello lo-cale che globale. Gli stessiscienziati riconoscono che ciòche sta accadendo ora è moltoimportante e grave,ma ancheloro possono solo intuire cosaaccadrà domani.

F.S.

Un tour multimedialenel cuore della naturaincontaminata di un paradiso terrestre dai mille colori

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Meteo: analisi e tendenze dei prossimi mesiRRaccontiamo il meteo. Per gli esperti l’autunno potrebbe essere un po’ più freddo e instabile della norma

Gennaro Loffredo

Il primo mese dell’autunnometeorologico è oramai allespalle. Rispetto alle annateprecedenti, il mese di settem-bre si è mostrato con caratte-ristiche più autunnali cheestive, fatta eccezione per laprima settimana e per qual-che giorno nell’ultima decadedel mese. Forse eravamo benabituati alle durature e tar-dive performance dell’antici-clone africano, capace diprolungare la stagione estivafino a settembre inoltrato. Lesue apparizioni, invece, sonostate sporadiche e concen-trate nel periodo clou dellastagione estiva, e probabil-mente, anche nel corso deiprossimi mesi autunnali nonsubiremo eccessivamente leavanzate di questa figura in-gombrante sul bacino del Me-diterraneo. Le correntioceaniche saranno le assolute

protagoniste dello scenariometeorologico dei mesi di ot-tobre e novembre. Durantequesto periodo, in effetti, di-minuisce notevolmente l’elio-fania, cioè la duratadell’illuminazione diretta daparte del sole, e il vortice po-lare (quella figura di bassapressione che risiede sullezone polari) torna ad appro-fondirsi e ad acquisire forza.L’anticiclone delle Azzorretenderà ad arretrare, po-nendo il suo fulcro principalein aperto oceano Atlantico. Leperturbazioni atlantiche, così,saranno costrette a scivolaresul bacino del mediterraneosenza essere ostacolate daalte pressioni, interessando apiù riprese la nostra penisola.Secondo alcune proiezioni ela-borate dalle mappe di ricercadella statunitense NOAA(National Oceanic and Atmo-spheric Administration), sipuò ritenere che il trimestre

autunnale possa manifestarsileggermente più freddo e in-stabile della norma a causa diuna persistente circolazionedi aria fresca proveniente dalnord Europa. Le precipita-zioni dei prossimi mesi sa-ranno più frequenti suiversanti occidentali della no-stra penisola e potranno assu-

mere carattere di forte inten-sità. E’impossibile stabilire seci saranno accumuli precipi-tativi eccessivi; i centri di cal-colo matematico non possonodecifrare quali zone sarannopiù soggette ad eventi impor-tanti. I periodi di bel tempo sarannolimitati a pochi giorni e co-

munque possibili specie ad ot-tobre grazie alle classiche ot-tobrate romane. Lafenomenologia tenderà poi adiminuire nel corso della se-conda parte del mese di no-vembre, probabilmente acausa della formazione di pos-senti blocchi anticiclonicisull’Europa occidentale, iquali bloccheranno le miti epiovose perturbazioni atlanti-che ed esporranno gran partedell’Europa centro-orientale el’Italia alle prime incursionifredde provenienti dall’Articoe dalla Russia. Secondo gli ultimi aggiorna-menti degli indici climatici,anche la prossima stagioneinvernale 2013-2014 potrebbeessere più fredda della media.Tuttavia data la grandissimadistanza temporale, questeproiezioni devono essere con-siderate come tendenze gene-rali, soggette ovviamente asensibili cambiamenti.

A settembre picco di fulmini sulla CampaniaA metà mese la regione attraversata da temporali con molti lampi

L’autunno, secondo il calenda-rio meteorologico, è il periododell’anno che inizia il primogiorno di settembre e terminal’ultimo giorno di novembre.Quasi sempre, in coincidenzadell’equinozio di autunno (22-23 settembre), la circolazioneatmosferica assume nel nostroemisfero una spiccata instabi-lità. L’aria fredda in arrivo dalnord-Atlantico irrompe nelMediterraneo per la primavolta dopo la quiete estiva el’Italia subisce il primo intensopeggioramento di stampo au-tunnale, denominato anchecome la ”tempesta equino-ziale”, che sancisce il definitivocambio di stagione. Il mare, grazie alle alte tempe-rature della stagione estiva,assume via via un ruolo diprimo piano nello sviluppo diuna serie di depressioni chedanno vita a maestosi sistemitemporaleschi, capaci di sfor-nare grossi quantitativi dipioggia cumulata in un lasso ditempo brevissimo oltre che aprovocare un quantità sempremaggiore di fulmini pericolosi.La superficie marina, in effetti,rappresenta un vero serbatoiodi energia. Le prime infiltra-

zioni fredde in arrivo da nordimpattano su questo immensolago caldo alimentandone sen-sibilmente i contrasti. Se nellastagione estiva le zone bersa-gliate dai temporali eranoquelle prospicienti le catene

montuose e le aree internedella nostra penisola, nellastagione autunnale sono lecoste quelle maggiormente col-pite dai temporali marittimi. Imesi di ottobre e di novembresono quelli che dispensano un

maggior numero di temporaliperché si accentua sensibil-mente il divario tra il nord-Eu-ropa, già in vesti pienamenteinvernali, e le zone mediterra-nee ove permangono sacche diaria calda di origine sub-tropi-cale. La nostra penisola è statagià investita nel corso del mesedi settembre dai primi intensitemporali autunnali. In parti-colare intorno al 10 settembre2013 la Campania è stata inte-ressata da una cella tempora-lesca che ha scaricato a terracirca 60mm di pioggia nel-l’area di Battipaglia e zone li-mitrofe. Un classico temporaleda fronte freddo che ha coin-volto gran parte del territorioregionale, provocando vari di-sagi anche a Napoli, Caserta eBenevento, raggiunte da unatempesta di fulmini che ha let-teralmente messo fuori usol’intera rete elettrica e di tele-comunicazioni. Ma come rico-noscere i temporali piùpericolosi? Una fitta rete distazioni meteorologiche postesu vari punti della RegioneCampania, fornisce ognigiorno una grande mole di datiadottata dai centri di calcoloper l’inizializzazione dei mo-

delli fisico-matematici. L’atti-vità di monitoraggio vienesvolta mediante l’ausilio dicentraline “in situ” e attra-verso un radar meteorologico.Quest’ultimo offre la possibi-lità di stimare in tempo realela quantità di pioggia con unarisoluzione di 300m e di indivi-duare i fronti temporaleschifino a una distanza di 72 kmdal Golfo di Napoli. Grazie alsupporto di computer e modellimatematici ad altissima riso-luzione, questi strumenti per-mettono insomma di stabilirele condizioni meteo-marine chesi verificheranno a breve emedio termine. Poi, con l’ausi-lio di mappe di fulminazioni edi immagini satellitari intempo reale, è possibile conlargo anticipo individuarel’esatta evoluzione e direzionedelle celle temporalesche piùviolente e in questo caso saràcompito della protezione civilestimare ed emettere un even-tuale avviso di allerta meteo.L’autunno, insomma, è unastagione molto dinamica, chesa alternare periodi di fortemaltempo a giornate assolatepiù tipiche della tarda estate.

G.L.

Grafico1: Mappe fulminazioni del 10 settembre 2013 ricavate da http://www.ilmeteo.it/portale/fulmini

Grafico 2: Immagini satellitari SAT24.COM. Si nota il grosso sistema temporalescoche lo scorso 10 settembre ha colpito pesantemente il Lazio e la Campania

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Anna Gaudioso

Ed eccoci pronti ad affrontare unnuovo anno scolastico a contatto con lescolaresche più aperte e ricettive versole tematiche ambientali. Si ricomincia!Riprende il cammino: riparte il nostroprogetto itinerante di informazione ededucazione ambientale rivolto a tuttele scuole della Regione Campania diogni ordine e grado. Perché parlaretanto di educazione ambientale? Per-ché serve per costruire una società so-stenibile, per formare cittadiniconsapevoli attraverso la promozionedi comportamenti critici e propositiviverso l’ambiente. L’Educazione Am-bientale si rivela una strategia forma-tiva che opera mettendo in relazione lepersone con l'ambiente con l’obiettivodi sviluppare comportamenti positiviper la conservazione del patrimonioambientale, naturale, storico e cultu-rale. L’educazione ambientale duratutta la vita e non ha limite di età.Educare all’ambiente non significasomministrare “saperi”o fare semplicivisite nel bosco per imparare come è

fatta una foglia o quanti anni ha un al-bero. Educare all’ambiente significasalvaguardare, proteggere e curarel’ambiente in cui viviamo, sdegnarsi seun bosco viene incendiato, non spor-care il mare in cui nuotiamo, non spre-care le risorse che abbiamo adisposizione senza misura. Anche l’ac-qua d’altronde è un bene prezioso pertutti e per tutte le generazioni presentie future. Il concetto di educazione am-

bientale è stato citato per la primavolta nel 1965 alla Conferenza di Ban-gkok come uno degli strumenti a cuifare ricorso per la conservazione dellanatura. A dire il vero non esiste unadata di nascita ufficiale dell’Educa-zione Ambientale, ma possiamo direche è una disciplina nata dalla sensi-bilità delle persone, è in continua evo-luzione, ed è soggetta a una continuae costante revisione critica sia sui me-todi che utilizza che sugli obiettivi chesi prefigge. Da sempre l’EducazioneAmbientale si caratterizza per il fattodi proporre, in relazione alla sensibi-lità delle persone, dimensioni educa-tive profonde e rivolte al cambiamentosociale e personale nel rispetto delledifferenze e per la costruzione di unmondo solidale, responsabile e mi-gliore.Le scuole interessate a collaborare aiprogetti di educazione ambientaledell’Arpa Campania possono scrivere [email protected], [email protected],oppure telefonareallo 081/2326297 oppure allo081/2326401, dal lunedì al venerdì.

IX Rapporto dell’Ispra sull’ambiente urbano

L’edizione 2013 del documento verrà presentata a Roma l’11 ottobre. Prevista la presenza del ministro

LuigiMosca

Giunge alla nona edizione il consuetoRapporto dell’Ispra sulla Qualità del-l’ambiente urbano. Quest’anno è toc-cato ad Arpa Campania coordinare ilComitato di redazione del Rapporto,che presenta i dati relativi alle princi-pali tematiche ambientali in sessantacittà italiane capoluogo di provincia.Inoltre i tecnici di Arpa Campaniahanno contribuito alla stesura di di-versi capitoli. Il documento verrà pre-sentato a Roma il prossimo 11 ottobre.A introdurre i lavori, programmati apartire dalle 9 all’Acquario Romano dipiazza Fanti, sarà il ministro dell’Am-

biente Andrea Orlando. Frutto del la-voro coordinato e condiviso dall’interoSistema Agenziale Arpa/Appa, e dellacollaborazione con Enti e Istituti di li-vello nazionale, l’edizione 2013 delRapporto Ispra sulle aree urbane pre-senta i dati relativi a temi come con-sumo di suolo, mobilità, verde, qualitàdell’aria, energia, rifiuti. «L’obiettivo ─ si legge in una nota dif-fusa dall’Ispra ─ è divulgare la miglioreinformazione ambientale disponibile alivello nazionale, anche al fine di resti-tuire ai vari soggetti interessati (ammi-nistratori, tecnici, cittadini) un corpusdi informazioni sempre più completo,solido, confrontabile e utile ad appron-tare politiche di sostenibilità alla scalalocale».Ad accompagnare il Rapporto aree ur-bane, anche quest’anno un Focus di ap-profondimento tematico su “Acque ed

ambiente urbano” ricco di contributiscientifici multidisciplinari sulla piani-ficazione e gestione sostenibile di que-sta preziosa risorsa naturale. Tra lecittà considerate dal Rapporto, ci sonole campane Napoli, Salerno e Caserta.Tra i temi toccati, anche la comunica-zione, che d’altronde figura tradizional-mente tra gli argomenti dello studiocoordinato dall’Ispra. Anche que-st’anno, per valutare la comunicazioneambientale sul web messa in campo daicomuni, vengono adoperati una serie diindici. Nel grafico proposto in questapagina, si fa riferimento ai dati pubbli-cati l’anno scorso nell’ottava edizionedel Rapporto, in particolare ai punteggiche i comuni considerati dal Rapportohanno ottenuto sull’indice Sicaw23(Strumenti di Informazione e Comuni-cazione Ambientale sul Web, che com-prende ventitrè variabili): nel grafico

viene calcolata la media dell’indice perregione. È evidente che le prestazionisi dispongono, in ordine decrescente,lungo l’asse Nord-Sud, con alcune si-gnificative eccezioni: tra queste la Lom-bardia (in negativo) e la Campania, inpositivo, grazie alle buone performancedi Napoli e Salerno. Insomma, secondoi dati della scorsa edizione del Rap-porto, le più importanti città campanehanno messo in campo una comunica-zione adeguata sul loro sito web istitu-zionale. Alla presentazione delrapporto è prevista la partecipazione,tra gli altri, di Bernardo de Bernardi-nis, presidente dell’Ispra, e del diret-tore generale dell’Istituto, StefanoLaporta. Nel corso del convegno di pre-sentazione verrà annunciata la Confe-renza del Sistema nazionale per laprotezione dell’ambiente, prevista peril 2014.

Riparte il programma Arpac di educazione ambientale

Arpac ha collaborato all’elaborazione del dossier, che contiene dati su Napoli, Salerno e Caserta

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 30 settembre 2013 - Anno IX, N.18Edizione chiusa dalla redazione il 25 settembre 2013

DIRETTORE EDITORIALEAntonio EpiscopoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOS. Allinoro, I. Buonfanti, F. Clemente, P. D’Au-ria, G. De Crescenzo, A. Esposito, E. Ferrara,R. Funaro, A.Gaudioso, L. Iacuzio, G. Loffredo,B. Mercadante, A. Morlando, A. Palumbo, A.Paparo, F. Schiattarella, L. TerziSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 7- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/426/427 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Giulia Martelli

Ogni anno ci si stupisce diquanto i cambiamenti clima-tici riescano ad incidere sullavendemmia. Era settembre2012 quando, proprio dalle pa-gine del nostro magazine, ap-prendevamo che quella diallora era stata la secondavendemmia italiana piùscarsa dal 1950, con uve incalo del 3,5% rispetto all'annoprecedente e dell'8% in con-

fronto alla media dei 5 anni. Ilcaldo torrido che aveva inve-stito la nostra penisola, infatti,aveva dato vita a un’annata li-mitata, ma probabilmente piùpregiata degli anni passati. Cisi trovò di fronte ad una nettaseparazione tra nord e Sudpoiché l’unico trend positivoaveva riguardato Campania eSicilia con un incremento del10%. Nonostante quest’anno ilclima sia stato meno secco iprimi dati del 2013 hanno ri-marcato ancora di più questadifferenza, tanto da prevedereche le regioni meridionali po-tranno presto brindare ad unameravigliosa annata. Sonodunque giorni di ottimismoper i vignaioli italiani.Un'estate perfetta che potràdare una vendemmia perfetta.Quest'anno non serve correretra i filari per anticipare i

tempi. Niente caldo tropicale oondate di temperature bollentiche costringono a raccogliereal più presto le uve. La buonaqualità prevista per la ven-demmia del 2013 è stata riba-dita anche dal presidente diFedervini Vallarino Gancia:“Confermo, per quanto ab-biamo visto finora, le previ-sioni: soprattutto, quest’annodovremmo avere, oltre cheuna buona quantità, ancheuna ottima qualità delle uve.

Questo è dovuto al fatto cheabbiamo goduto di un’estatecon un clima caldo durante ilgiorno, ma più fresco la sera.In particolare - sottolinea an-cora Vallarino Gancia - saràparticolarmente buona la qua-lità delle uve aromatiche. Inpiù - precisa - se l’anno scorsoabbiamo dovuto avere ven-demmia anticipata per causeclimatiche, quest’anno siamotornati alla normalità. In-somma - conclude - chi ha benlavorato in vigna verrà quindipremiato. Sarà una buona an-nata per i vini d’annata, maanche per i vini da tavola”.Con l’inizio della vendemmiain Italia si attiva un motoreeconomico che genera oltre mi-liardi di fatturato solo dallavendita del vino. La vendem-mia 2013 - ricorda la Coldi-retti - coinvolgerà 60 mila

ettari di vigne e oltre 250milaaziende viti-vinicole, dove que-st’anno si prevede la presenzadi un maggior numero di ita-liani rispetto agli extracomu-nitari, come confermano lerichieste di lavoro. L’Italia conla vendemmia 2013 diventa -sostiene ancora la Coldiretti -il secondo produttore mon-diale di vino dopo la Francia,al terzo posto la Spagna, se-guita da Stati Uniti e Cina. Sicandida a “Reginetta italiana

della vendemmia 2013” laCampania, che può gioire nonsolo per l’aumento di produ-zione del 15% ma anche per gliincoraggianti dati sulle espor-tazioni. È da poco iniziata laraccolta nell’Agro Aversanodelle uve di Asprinio e delFiano nel Cilento, si prose-guirà nel beneventano con laFalanghina per poi continuarenell’avellinese verso la metà diottobre con Fiano e Greco diTufo. Nei Campi Flegrei laraccolta del Piedirosso negliultimi giorni di ottobre mentrel’ultima varietà ad essere ven-demmiata sarà quella diAglianico per la produzionedella Docg Taurasi, nellaprima decade di novembre.Non solo Campania, però,anche in Sicilia, Basilicata eCalabria la crescita si è atte-stata attorno al 10%.

Vendemmia 2013: Sud al top

Preferire l’agricoltura alla carriera. Sono in costanteaumento i giovani che ripongono lauree e master inun cassetto per dedicare la loro vita alla natura. Lacrisi c’entra ma relativamente, è il richiamo dellaterra, del creato che spinge a stravolgere le proprieesistenze e a guardare la vita da una prospettiva di-versa, non più proiettata al business o al successo maalla tradizione e alla qualità. Così, mani che corre-vano veloci sulle tastiere di un computer adesso spro-fondano nel terreno, scavano, seminano e raccolgono

seguendo il ritmodelle stagioni e ilciclo della vita. Se-condo un’elabora-zione di Coldirettisu dati Swg sonoben 58.663 leaziende agricoleitaliane guidate daunder 35; di que-ste, circa il 70%opera in attivitàmultifunzionali: siva dall’agrituri-smo alle fattoriedidattiche, dallavendita diretta dei

prodotti tipici alla trasformazione aziendale del lattein formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio manon solo … tradizione e modernità si fondono ognigiorno dando vita a nuove idee. Ecco allora sperimen-tare coltivazioni particolari come la manna (un dol-cificante a basso contenuto di glucosio e fruttosio),studiare cosmetici naturali che utilizzino semplice-mente i prodotti della terra o, ancora, mitigare il di-sagio sociale e la disabilità grazie all’ortoterapia. Afavorire questo “ritorno alle origini” il recente decretodel fare che ha agevolato non solo l’avvio dell’attivitàagricola ma anche la commercializzazione dei pro-dotti derivanti da questa attività. Poco importa se perquesti “moderni temerari” il richiamo della terraabbia dato vita ad una scelta o se sia stata semplice-mente un’esigenza da assecondare, quello che contaè la passione e la dedizione che questo percorso ri-chiede, il bisogno implacabile e genuino di sporcarsile mani…di terra, s’intende.

G.M.

Gli agricoltori del terzo millennio

Quest’anno buona quantità ed ottima qualità delle uve

Quando il richiamo della natura ti stravolge la vita

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Salvatore Allinoro

Per imparare a nutrirsivegan c’è bisogno di studiare.Il nuovo arrivato nel mondodegli ultra-vegetariani deveaffidarsi ad un’ottima guidase intende cambiare rapida-mente il modo di scegliere icibi. Attratto da orizzonti dietica, sapendo che dimagriràrapidamente risparmiandomolti soldi, va incontro a crisidi rigetto del tutto fisiologi-che; deve prepararsi. Per esempio, dopo un abbondante pasto abase di anguria, mai mangiare mele; i due frutti acidificano ec-cessivamente lo stomaco provocando una digestione poco racco-mandabile; sarà l’ultimo tentativo di abbassare il costo ecologicodei nostri pasti. Il mahatma Gandhi racconta delle sue storichebattaglie pacifiche per la conquista dei diritti civili nel libro “Lamia vita per la libertà” e imbastisce le pagine di una trama diconsigli indispensabili per chi intende uscire indenne da pratichedi digiuno. La “grande anima” dell’India era un’icona esile graziea pasti non troppo complessi,con frutta e verdura come uniche epiù sostenibili basi energetiche delle sue giornate. L’uomo che haliberato una nazione grande come un continente era vegetarianoe le sue lotte sono iniziate contro le tasse coloniali che l’India pa-gava su un prodotto a km 0: il sale estratto lungo le sue coste. Indieci giorni Roma ospita 3 raduni per combattere i cambiamenticlimatici rimanendo comodamente seduti a pranzo: si inizia conil Fruit Fest al Parco Caffarel; si continua con una festa crudista,il 22 settembre, presso il Centro curiosamente chiamato “il mat-tatoio”; se ve li siete persi, Etica e cibo organizza per il 3 ottobreil raduno dei mangiatori di mele, un gruppo piccolo e combattivoche dovrà fare i conti con i nutrizionisti di tutto il Paese ed il lorobagaglio di dati a supporto dei benefici della Piramide Mediter-ranea, i cui mattoni sono le portate.

S.A.

SSICUREZZA ALIMENTARE MINACCIATA

Ilaria Buonfanti

Che il global warming fosse responsabiledei cambiamenti nelle distribuzioni dispecie in tutto il mondo, era già noto. Maun nuovo studio realizzato dalle univer-sità britanniche di Exeter e Oxford, hascoperto che anche i parassiti si stannovia via spostando dall’equatore verso ipoli. Gli ecologisti hanno già documentatoun tale cambiamento in molte specie sel-vatiche. Tuttavia, la velocità di sposta-mento varia notevolmente tra i diversigruppi e le singole specie. Funghi, coleot-teri, insetti, acari, farfalle e falene si spo-stano verso latitudini più alte, mentre ivirus e i vermi nematodi verso latitudinipiù basse. La loro diffusione nelle zonetemperate, unitamente alla crescita dellapopolazione, pone una seria minaccia allasicurezza alimentare globale. La ricerca delle università appena pub-blicata su Nature Climate Change mo-stra che i cambiamenti climatici stannomodificando gli habitat di centinaia dispecie parassite: insetti, aracnidi, batterie funghi. La velocità media di deriva daitropici verso nord è di 2,7 ± 0,8 km al-l’anno a partire dal 1960; tuttavia ci sonodifferenze significative tra le centinaia di

specie parassite prese in esame dall’inda-gine. È importante sottolineare che la ri-cerca ha preso esclusivamente inconsiderazione specie parassite che colpi-scono i raccolti agricoli o gli allevamenti,con un’attenzione particolare a quelle dimaggiore impatto economico negativo edè derivato che la perdita dei raccolti cau-sata da parassiti e dalle malattie da essiveicolate, potrebbe essere tra il 10 e il16%. Secondo Dan Bebber dell’universitàdi Exeter, che ha guidato il nuovo studio,

l’espansione delle popolazioni di parassitiin nuovi territori aumenta il rischio chequesti organismi possano sfuggire al no-stro controllo. Tra le più grandi minaccevi sono funghi e oomiceti, gruppi similima distinti di microrganismi che causanogravi malattie alle piante. Diversi ceppialtamente virulenti di funghi sono emersinegli ultimi anni in tutto il mondo. Beb-ber e i suoi colleghi hanno utilizzato i do-cumenti del CABI (Center of AgriculturalBioscience International), che documen-

tano i parassiti e le malattie in tutto ilmondo dal 1822 ad oggi.Uno dei parassiti più temibili è il fungodel riso (Magnaporthe grisea) che di-strugge ogni anno una quantità di rac-colto in grado di sfamare 60 milioni dipersone; le condizioni ideali di crescita delfungo sono: temperatura superiore ai 25-28 °C, suolo arido ed eccesso di fertilizza-zione azotata. Cambiamenti climatici eagricoltura industriale stanno insommapreparando la “tempesta perfetta”.

Adotta una mucca a distanza: l’idea di un contadino austriaco

Chi vuole assicurare alla pro-pria tavola un formaggio ge-nuino da oggi può adottaredirettamente.. la mucca. L’ideaè di Mathias Erath, un conta-dino austriaco del Vorarlberg,land al confine con la Svizzera.L’uomo ha deciso di aguzzarel’ingegno per combattere la crisi.L’originale business ha il fulcrosul web: ci si collega al sitowww.kuhforyou.at e si sceglie lamucca che si preferisce. In questo modo, con una spesadi circa 29 euro a settimana perun periodo di circa due mesi, cisi garantisce un approvvigiona-mento di 8 kili di formaggio chesarà recapitato direttamente adomicilio. Inoltre ci si può recaredirettamente sul posto per farvisita al bovino adottato, con lapossibilità di essere ospitato incase contadine, in modo da as-sistere al pascolo e alla mungi-tura, per essere poi rifocillaticon i prodotti caseari offertidalla propria mucca. Il conta-dino ha poi pensato anche a chi,per lontananza eccessiva o man-canza di tempo, non può recarsisul posto a verificare le reali

condizioni e lo stile di vita dellamucca adottata. Il problema èrisolto grazie a una webcam si-tuata nella stalla che consentiràdi osservare il proprio bovino inogni momento della giornata eassicurarsi della vita sana checonduce. Insomma un sistemasui generis per garantire al100% la tracciabilità. Senza farmancare, per i più affettuosi, laspedizione di una foto ricordodella mucca adottata. Un’ottimaidea per chi vive in città, lontanodal contatto con la natura: si hal’opportunità di mangiare pro-dotti sani e di cogliere l’occa-sione per una visita incampagna. In alternativa, si

tratta di un’ottima idea regalo.Simile iniziativa anche in Italia,nella trentina valle Valsugana.Anche qui si può adottare unamucca per 60 euro, ricevendonein cambio prodotti caseari per50, mentre i restanti 10 vengonoofferti in beneficenza. Qui non èpossibile seguire la mucca viaweb, mentre è richiesta invecela visita all’amica a quattrozampe da metà giugno a metàsettembre per osservare l’alpeg-gio e i metodi tradizionali concui si produce il formaggio. Oltreall’esperienza, ci si porta con séuna varietà di formaggi freschie stagionati, ricotte, burro, to-sella e latte fresco. È possibileadottare una mucca anche nellaTenuta di Rocca Priora (AN),dove il target privilegiato sono ibambini, con lo scopo di far av-vicinare anche i più piccoli almondo agricolo e alle sue bontà.Adottare una mucca a distanzapare sia dunque una tendenzain crescita. L’idea del contadinoaustriaco di controllarla via webpotrà aprire la strada alla ge-nuinità.. anche ai più diffidenti!

A.E.

I parassiti sono favoriti dai cambiamenti climatici

IL GENITORE ADOTTIVO PUÒ SCEGLIERE IL BOVINO ANCHE IN BASE AL CARATTERE Raduno vegan a Roma

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Un dato inaspettato. L’osser-vatorio di SosTariffe.it, che siè occupato di verificare la ve-locità delle connessioni Adslitaliane, ha mappato il feno-meno sulla cartina d’Italia. Eil Sud, isole comprese, si di-stingue con una velocitàmedia di 5,3 Mbps, rispetto ai4,9 del Nord. L’analisi si basa sugli oltre

500mila speed test effettuatisul portale negli ultimi treanni. Un altro strumento perverificare le prestazioni delproprio collegamento dome-stico è quello messo a disposi-zione dall’Agcom.Secondo i dati emersi dallapiattaforma di SosTariffe, alivello regionale a distin-guersi è la Toscana, con unavelocità di 5,6 Mbps a benefi-cio delle famiglie, il 72% diquelle residenti nella Re-gione, che hanno una connes-sione a banda larga. Secondo i dati emersi dallapiattaforma di SosTariffe, alivello regionale a distin-guersi è la Toscana, con unavelocità di 5,6 Mbps a benefi-cio delle famiglie, il 72% diquelle residenti nella Re-gione, che hanno una connes-sione a banda larga. LaLiguria, dove a navigare conl'Adsl è il 71% delle abita-zioni, segue praticamente apari merito, cambia solo qual-che cifra lontana dalla vir-gola. Il terzetto successivo ècomposto da Puglia (5,5Mbps), Sardegna (5,5) e Cam-pania (5,4). Sud e isole,

quindi. Si posiziona beneanche la Sicilia con una velo-cità media di 5,3 Mbps. Stessodato per il Lazio, che impre-ziosisce la sua scheda conl'81% delle famiglie connessea banda larga: la percentualepiù alta dell'intero Paese.Lombardia ed Emilia Roma-gna sono in perfetta medianazionale, 5,1, con una pene-

trazione della soluzione di, ri-spettivamente 72% e 69%.Chiudono la graduatoria Ve-neto e Abruzzo, 4,1 Mbps perentrambe e il 68 e il 65% diabitazioni collegate. A livello provinciale si regi-

stra la conferma di Firenze, intesta con una media di 6,8Mbps. Seguono Isernia (6,7),Genova (6,2), Caltanissetta(6,1) e Oristano (6,1). MaleVerona (3,8) e Campobasso(3,9). In questo caso a pren-dere forma è una diffusione "amosaico". Mettendo la lente diingrandimento sulle città conpiù 100mila abitanti si scorge

l'ottima prestazione di Napolialle prese con le Adsl a 7Mega: la media è di 5,3. Per i20 Mega è (ancora) Firenze afarla da padrona con una ve-locità di 10,5 Mbps.

P.D’A.

Digital Divide: il sorpasso del Sud

I ricercatori del MIT hannomesso a punto una batteriapotenzialmente rivoluziona-ria: costa poco ed è efficiente,potrebbe essere usata perstoccare grandi quantità dienergia prodotta da eolico e fo-tovoltaico. Il segreto? E’ unafuel cell senza membrana.Le grandi batterie ricaricabilimoderne, solitamente, sonocostruite intorno a un polo po-sitivo e uno negativo separatida una membrana. Le so-stanze chimiche imprigionatetra gli strati accumulanol’energia durante la fase di ri-carica e la cedono durantel’uso della batteria. Il problema è che di solito siusano elementi chimici rari o

costosi, quindi è praticamenteimpossibile costruire batteriedi grandi dimensioni e ca-pienza senza toccare costiastronomici. I ricercatori delMIT, però, forse hanno avutol’idea buona. L’elemento chi-mico che sta alla base dellanuova batteria è il bromo, pre-sente in abbondanza nel

mondo e poco costoso. Unitoall’idrogeno il bromo dà vita auna reazione chimica che pro-duce energia elettrica, come inuna normale cella a combusti-bile. Fino a oggi, però, tutte lesoluzioni basate sulla coppiabromo-idrogeno hanno datoproblemi perché la membranadella batteria rallentava lareazione chimica, allungava itempi di ricarica e abbassavadi molto la vita utile dell’accu-mulatore. La soluzione delMIT è apparentemente sem-plice: togliamo la membrana evediamo che succede. E cosìhanno fatto, con ottimi risul-tati: se idrogeno e bromo ven-gono mantenuti indeterminate condizioni am-

bientali, infatti, si separanoda soli creando due flussi chenon si miscelano mentre pro-ducono o accumulano energia. Bingo: la nuova batteria è trevolte più capiente rispetto allealtre soluzioni bromo-idrogenoe persino migliore delle benpiù costose batterie agli ioni dilitio. Al momento ne esistesolo un prototipo di piccole di-mensioni, sta nel palmo diuna mano. Ma siccome co-struirla è molto economico,questa nuova batteria si can-dida seriamente a diventare lostandard per gli accumuli dienergia prodotta dalle fontirinnovabili come eolico e foto-voltaico.

I.B.

Rosa Funaro

Nelle passate edizioni abbiamo accennato ai sistemi diearly warning, apparati automatizzati in grado di inter-venire con prontezza in caso di disastri naturali, aller-tando le autorità competenti in tempo utile, ad esempio,oppure bloccando gli impianti industriali ad elevato ri-schio per la salute e l’ambiente, come le centrali nucleari.Risultati positivi arrivano, ora, dai test del sistema diearly warning contro i maremoti nel Mediterraneo. Il pro-getto, finanziato dalla Ue, si chiama Nearest, ed è statorealizzato dall’Istituto di Radioastronomia di Bologna.“Abbiamo sviluppato un nuovo dispositivo, chiamato ‘tsu-namometro’, posizionandolo il più vicino possibile ai luo-ghi in cui sappiamo sia molto probabile si generi unmaremoto” ha spiegato Francesco Chierici, fra gli autoridella ricerca. Lo tsunamometro può essere posizionato vi-cino alle faglie geologiche responsabili di terremoti e,quindi, di tsunami. Il rilevamento di tsunami vicino allasorgente è cruciale, sostengono i ricercatori, soprattuttoin ambienti particolari come il Mediterraneo, in cui i ma-remoti si generano molto vicino alle coste. Ogni disposi-tivo è collegato con una boa di superficie e ospita una seriedi strumenti che raccolgono diversi tipi di dati. Questi in-cludono l’accelerazione locale, la pressione dell’acqua, leonde sismiche e , in particolare , le onde acustiche gene-rate dallo tsunami. In questo modo, gli tsunami possonoessere distinti dal rumore di fondo utilizzando uno speci-fico algoritmo matematico che si interpreta i dati. Nel-l’ambito del progetto, lo ‘tsunamometro’ è stato già testatoper un anno al largo del Golfo di Cadice, in Spagna, aduna profondità di 3.200 metri.

Difesa delle coste: arriva lo tsunamometro

È in arrivo una nuova super batteria

Connessioni ADSL più veloci nelle regioni meridionali

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Il riuso come base del vivere ecologicoDa 2 a infinito

Fabio Schiattarella

Città del Messico ha trovato ilmodo di educare gli abitantidella sua megalopoli, produt-trice quotidianamente di mi-gliaia di tonnellate di rifiuti,alla cultura della racconta dif-ferenziata in tempi record.Dopo essere stata costretta achiudere l’enorme discarica acielo aperto di Bondo Po-niente nel 2011, l’ammini-strazione comunale ha dovutoin poco tempo fronteggiare ilrischio sanitario dato dallapresenza di pericolosi cumulidi spazzatura abbandonata indecomposizione, ma anchecon una popolazione di oltre20 milioni di persone poco de-dita alle pratiche del riciclo.La soluzione escogitata dalgoverno locale è stata la crea-zione di una piazza di scam-bio del “Mercado de Trueque”letteralmente mercato del ba-ratto, nata all’inizio del 2012per insegnare il valore nasco-sto dei rifiuti ed educare allaraccolta differenziata. Daormai più di un anno chiun-que porti rifiuti recuperabili,come carta, vetro, plastica oalluminio, ottiene in cambiodei “punti verdi”, una sorta dimoneta creata appositamenteper lo scambio con prodottialimentari di aziende agricolelocali. Ogni scarto ha un suodato valore che può andaredai tre punti al chilo per ilvetro ai trenta punti al chilo

del PET, con un limite mas-simo di dieci chili di rifiuti acittadino. Cosa si ottiene in cambio?Frutta e verdura di stagione,ma anche formaggi, dolci opiccole piante, tutti prodottirigorosamente “bio” e a km0.A beneficiare dell’iniziativasono anche gli agricoltori lo-

cali a cui l’amministrazionecittadina, di volta in volta, ac-quista tutti i prodotti, pagan-doli ad un prezzo superiorerispetto a quello di mercato. Imateriali riciclabili, portati almercato dagli abitanti, sonoselezionati e pesati dai “vo-luntariosverdes” un ampiaschiera di volontari. Si tratta

di ottanta giovani provenientidalla Divisione del Centro dieducazione ambientale chedurante le giornate di mer-cato sono impegnati anche afornire informazioni sul rici-clo e caricare i rifiuti sui ca-mion perché siano consegnatialle società di riciclaggio lo-cale. Negli ultimi mesi la por-

tata del progetto sta aumen-tando, sono stati inclusi cosìnel baratto anche i piccoliRAEE da scambiare conpranzi o cene, sempre a curadei ristoratori locali. Questainiziativa si tiene l’ultima do-menica di ogni mese e ciò damodo agli abitanti della me-galopoli di accumulare rifiutie quindi aumentare la portatadella loro “spesa”. I cittadinipopolano il mercato fin dalleprime ore del mattino e conmolta facilità ad ora di pranzoi prodotti di scambio sono giàterminati. Liliana Balcazar,un’amministratrice munici-pale, sottolinea che l’inizia-tiva vuole innanzituttoinsegnare alle persone comemettere da parte i rifiuti, e in-culcare nella loro mente cheessi hanno molto valore. Bal-cazar sottolinea come questosistema ha dato modo di recu-perare nell’ultimo anno oltrecentoventi tonnellate si rifiutiriciclabili. Inoltre il mercato èdivenuto luogo di gioia e so-cializzazione, facilmente sitrovano donne con bambini enonni con nipoti. I fruitorisono talmente tanti chespesso i prodotti agricoli ter-minano prima del previsto.Questo progetto rientra nelprogramma “Piano Verde”volto alla riqualifica ambien-tale di una delle città conside-rate tra le più inquinate dellaterra, uno stigma da sconfig-gere assolutamente.

Il “Mercato del baratto” di Città del Messico

Il riuso può abbassare ilP.I.L. (prodotto internolordo),ma accresce il benes-sere. È un vortice contro gliuragani dovuti al clima checambia. Le bottiglie d’acqua conser-vano i nostri campioni biolo-gici per sempre, ma solo se liabbiamo disidratati.Nelle civiltà contadine i ba-rattoli per le conserve passa-vano come un cimelio allesuccessive generazioni in-sieme ai trucchi per steriliz-zare le riserve multi-vitaminiche.Le bolle d’acqua in cui glispaghetti seguono il motoconnettivo fino a cuocersisgrassano perfettamente –che meglio non si può.

Le buste in tessuto per laspesa ormai sono un sim-bolo;hanno riconquistato ilmercato in un paio di anni, ascapito delle buste in pla-stica.Il cellofan, se ripulito, puòsterilizzare i nostri pic nic; ti-rando bene i lembi puoi pas-sarlo in una vaschetta pienad’acqua imitando il movi-mento del fotografo nella ca-mera oscura; avvolto intornoad un cucchiaio è impermea-bile ad ogni forma di sporco.Gli stecchini dei ghiacciolisono imperituri mattoni perpresepi da far costruire aibambini, che imparerannoanche così le basi del vivereecologico.

S.A.

In cambio di rifiuti recuperabili: verdure,formaggi e dolci rigorosamente biologici

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Paolo D’Auria

Marsiglia: seconda città dellaFrancia. Meta spesso contro-versa per i visitatori, dal fa-scino ambiguo. Come un tronodecadente impreziosito daperle di rara bellezza: il VieuxPort, il Panier (il quartierestorico), la cattedrale di SantaMaria Maggiore, Notre Damede la Garde… Una città dimare, come Napoli, alla cuibellezza fanno spesso da con-traltare scenari di degrado ur-bano.Dimenticate questaMarsiglia, perchéquella del 2013, laCapitale Europeadella Cultura, può fi-nalmente entrare apieno merito tra legrandi città europee.Quelle che vale dav-vero la pena di visi-tare. L’occasione,come detto, è la cor-nice di eventi e mani-festazioni organizzate percelebrare la cultura nel 2013.E il tema, ovviamente, non po-teva essere altro che la “cul-tura del Mediterraneo”,crogiolo di popoli e civiltà,come nella storia così nella

contemporaneità.Non solo Marsiglia, ma tuttala Provenza fanno da sceno-grafia per l’arte in tutte le sueconiugazioni: Aix-en-Pro-vence, Avignone, Arles e lamiriade di piccoli borghi che

rendono questa regione di unabellezza mozzafiato. Per il pa-trimonio naturalistico, perl’elevata densità di monu-menti storici e per la capacità

(magistralmente esercitata,va detto) di organizzare e cu-rare continuamente nuovi polidi eccellenza artistica: dallapittura alla fotografia, dalladanza fino al teatro.E così Marsiglia e la Provenzasi trasformano – e si trasfor-meranno –, arricchite da operedi architetti di tutto il mondo:Boeri, Fuksas, Gehry, Hadid,Foster. Proprio allo studio Fo-ster si deve l’intervento che èil vero e proprio biglietto da vi-sita della città. La riqualifica-zione e pedonalizzazionedell’area del Vieux Port, checulmina in una copertura diacciaio inossidabile in cui si ri-flettono il mare e i viaggiatori.Si crea, così, una nuova di-mensione, in cui il mare scon-fina nel cielo e viceversa, asottolineare la poliedricità delluogo: il porto, incontro di vite,culture, popoli e geografie ingrado di coesistere e fondersi.Punta di diamante è, sicura-mente, il MuCEM: il Museodelle Civiltà d’Europa e delMediterraneo ad opera diRudy Ricciotti. Una scatola diacciaio e vetro racchiusa da un“velo” di calcestruzzo foratocon motivi di ispirazionearaba. Un “contenitore” ditutto rispetto per esposizionisignificative: il “Bazar duGenre”, celebrazione della di-versità in tutte le sue formema anche dell’integrazione, e“Le Noir et le Bleu” dedicataal sogno mediterraneo del

viaggio, della conquista e dellascoperta della civiltà durantele storia.Fittissima l’agenda deglieventi per tutto l’anno. Dagennaio a maggio il tema èstato “Marseille Provence ac-coglie il mondo” con manife-stazioni dedicate all'ospitalitàe alle culture urbane. Da giu-gno ad agosto, invece, com-plice il bel tempo, il leitmotivè stato “Marseille Provence acielo aperto”, con itinerari tu-ristici, festival en plein air espettacoli sotto le stelle. In-fine, per i ritardatari del caso,da settembre a dicembre iltema sarà “Marseille Pro-vence dai mille volti”, coneventi dedicati alla gastrono-mia e alla convivialità.Inoltre, per gli appassionatid'arte, dal 13 giugno al 13 ot-tobre si svolge il “Grand ate-lier du Midi”, con dueimportanti mostre: Da VanGogh a Bonnard, al Museodelle Belle Arti, e Da Cézannea Matisse, al Museo Granet diAix-en-Provence.E l’atmosfera è così poco for-male, così fruibile, così paren-tale che, tra una passeggiatasulla Canebière e un aperitivonella piazza dei vecchi arse-nali, potrebbe capitarvi di bal-lare sulle note di motivi tribaliin mezzo ad una folla sconfi-nata, guardando il riflessodegli occhi del Mediterraneosotto la copertura del VieuxPort.

Marsiglia: capitale europea della cultura

LLA REGIONE CAMPANIA PUNTASUL TURISMO E LA CULTURAPotenziare il circuito turistico evalorizzare i beni archeologici eculturali della Regione per in-crementare il flusso dei visita-tori e dei turisti durante tuttol’anno. Questo l’obiettivo del car-tellone di eventi presentatodall’assessore al Turismo e aiBeni culturali della Campania,Pasquale Sommese. Il pro-gramma, finanziato da PalazzoSanta Lucia, grazie ai fondiPOR Campania FESR 2007-2013, è di grande importanza evigore. Previste oltre 60 date,con quasi 200 appuntamentitra: concerti, visite guidate, wor-kshop, degustazioni di prodottitipici, convegni e laboratori diartigianato. Gli eventi si artico-leranno in due tranche: da set-tembre a maggio 2014, e dagiugno a dicembre 2014. Nellaprima parte, inoltre, sarannorealizzati 15 progetti di restauroe sviluppo, distribuiti nelle varieprovince della Campania. Maandiamo nel dettaglio, con al-

cuni eventi da non perdere: le vi-site guidate del progetto “EffettoMuseo” , ad esempio, sono unaserie di gli itinerari musealinati con l’obiettivo di arricchirela fruizione museale di eventicomplementari e di stimolare iflussi turistici verso un’espe-rienza museale diversa: non sitratterà della solita visita pas-siva ai reperti storici e ai luoghinaturali, ma di un percorsocreativo finalizzato al godi-mento, all’abitabilità e alla per-cezione di un unicum diconoscenze interconnesse tra diloro. Le location: Villa Pigna-telli, Museo di Capodimonte eVilla Floridiana. Poi ancora,altra bella avventura in calen-dario a dicembre è: “Le stradedel Veseri”, un insieme di atti-vità e manifestazioni per la va-lorizzazione delle aree culturalie paesaggistiche site all’internodel comune di Ottaviano (NA). Ipercorsi di luci ed alberi natalizicon visita alle storiche chiese

dell’area, gli stand espositivipresso i quali saranno simulatele antiche professioni svolte nelcomune e quelli enogastrono-mici, dove sarà possibile deli-ziare il palato con assaggi diprodotti tipici locali, caratteriz-zeranno le principali piazze delcentro storico. Escursioni conguide turistiche saranno orga-nizzate gratuitamente pergruppi di visitatori che vorrannoaddentrarsi all’interno del ParcoNazionale del Vesuvio. Nel mesedi febbraio, invece, è in pro-gramma: “Magie delle Quadri-glie, dei Carri e dei Sapori nelleAntiche Terre del Nocciolo” uncontenitore di iniziative che rac-chiude e ripropone simboli, mo-venze e gestualità, tradizioni evalori, prodotti tipici e sapori,storia, cultura e beni archeolo-gici di cinque Comuni dell’AgroNolano: Palma Campania, Sa-viano, Carbonara di Nola, Pagodel Vallo di Lauro e Taurano.

F.L.

Per tutto l’anno itinerari, festival e spettacoli en plein air

Presentato il cartellone degli eventi culturali in programma tutto l’anno

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Brunella Mercadante

La voglia di naturalità, il desiderio di contribuire a ri-spettare il nostro pianeta e le sue risorse, l’etica nelfar si che i processi produttivi si possano perpetuareanche in futuro e che le prossime generazioni possanogodere liberamente della bellezze e delle risorse natu-rali hanno costituito la base culturale che nei decenniha fatto da supporto allo sviluppo del concetto di bio-logico. Un concetto che è partito dall’agricoltura biolo-gica e trova la sua piena applicazione in questo metodoproduttivo e nelle produzioni agroalimentari biologi-che, fresche e trasformate, che ne derivano. Nei paesidi lingua di derivazione latina come il nostro si sonoconsumate tante polemiche per l’uso di un terminepercepito come generico qual è “biologico” che, nesiamo consapevoli, sta a indicare un qualcosa di “vivo”,vitale, nei Paesi anglosassoni il termine organic, cheha lo stesso significato, ha senz’altro ingenerato menopolemiche. Tuttavia il riferimento a qualcosa di vivoha contribuito a radicare nel consumatore, e di conse-guenza nel sistema produttivo, il desiderio di poter ri-trovare i valori del “biologico” non solonell’alimentazione, ma anche in altri campi produttivi,i cosiddetti “no food”, nei quali sono collocati i prodotti

della cosmesi, i tessili etc. Se per i prodotti biologiciappartenenti all’agroalimentare i principi e i criteri dautilizzare nelle fasi della produzione, della prepara-zione, della commercializzazione e del controllo sonoormai in quasi tutti i Paesi e nei mercati più significa-tivi oggetto dei normativa pubblica e, quindi, discipli-nati da leggi, (ad esempio il regolamento Ce 834/2007,che disciplina le produzioni biologiche a livello comu-nitario) questi, relativamente, nuovi settori sono rego-lati solamente da norme private, numerose e in talunicasi fra loro contrastanti. Tuttavia, pur con il limitedella mancanza di una normativa comunitaria o na-zionale in grado di disciplinare il concetto naturale etanto meno quello di biologico, il settore della cosmesinaturale e biologica è stato uno dei primi ad avere ac-colto la tematica della naturalità che il consumatoreha premiato con un incremento nella domanda. A li-vello europeo nel 2008 il segmento dei prodotti per lacura del corpo fatturava circa 1,5 miliardi di euro, nel2015 si prevede di superare i 3 miliardi; in tale conte-sto l’Italia rappresenta la terza Nazione europea per iconsumi di prodotti naturali per la cura del corpo, al-l’interno dei quali si colloca il biologico. Ciò nonostantetanta ingannevole pubblicità che spesso spaccia ter-mini e immagini che richiamano la naturalità per pro-

dotti che di naturale rischiano di avere solo la fotogra-fia della ciliegia o della fragola oppure, ancor peggio,che si parli di prodotti biologici con decine di richiamial termine “biologico” a fronte di contenuti minimi diingredienti e di modalità di ottenimento che non sonoeffettivamente tali. Nonostante questo, il mercato ècresciuto e la tendenza è di un ulteriore rafforzamento.Per questo, e per far sì che la crescita sia ancor più si-gnificativa, si auspicano riferimenti chiari a livellonormativo. (prima parte)

Fabiana Clemente

Durante la giornata, dalla co-lazione alla cena, assimiliamoun quantitativo di grassi cheinevitabilmente incide sullanostra salute. Dal latte al crois-sant, dal piatto di pasta alla bi-stecca, ottime fonti di energieper affrontare al meglio la gior-nata, ma portatrici sane di in-sidie per la nostra salute. Sonoi grassi, infatti, i principali re-sponsabili di malattie cardio-vascolari e di sovrappeso eobesità.Nonostante tale etichetta – le-gata soprattutto ad abitudinialimentari erronee – anche i li-pidi svolgono un ruolo struttu-rale e metabolico ben preciso. Ela dieta mediterranea –promo-trice di carboidrati, proteine,fibre, vitamine, zuccheri egrassi, in porzioni adeguate alfabbisogno nutritivo - si fa por-tavoce anche delle funzionidegli odiati grassi. Ovviamentebisogna fare una distinzionetra grassi di origine vegetale –olio ottenuto da frutti e semi –e di origine animale – burro,panna e strutto. Per compren-dere la differenza sostanzialein termini di impatto sulla no-stra salute, è importante stu-

diarne la composizione chi-mica. Gli acidi grassi saturi,sono solidi e più ricchi di idro-geno, presenti in carni rossegrasse, insaccati, fritture,burro, strutto, latte, formaggi,latticini e uova. A suddettigrassi è possibile imputare unalunga lista di patologie cardio-vascolari, quali cardiopatiaischemica, infarto, ictus, an-gina pectoris. In una dieta ali-mentare di 2000 kcal èopportuno rispettare un rangedi 15 – 22 grammi di grassi sa-turi. Tenersi alla larga dal cibo

spazzatura è la prima regolada osservare per scongiurare isopracitati problemi di salute.Veniamo ora ai grassi di ori-gine vegetale, noti come acidigrassi insaturi, caratterizzatida una consistenza più liquida.Sono più salubri in quanto nonincidono sul colesterolo Ldl. Imonoinsaturi e i polinsaturisono due sottocategorie daglieffetti benefici sorprendenti. Iprimi – presenti nell’olio d’olivacontenente omega 9 –ripuli-scono il sangue dal colesterolocattivo appena formatosi. I se-

condi sono gli omega 3 – pre-senti nel salmone, olio di semi,frutta secca e legumi – sono po-tenti antiossidanti, capaci cioèdi contrastare i radicali liberi.Abbassano, inoltre, i livelli pla-smatici di trigliceridi, allonta-nando il rischio di trombosi.Tra i polinsaturi esistonoanche gli omega 6 – presentinell’olio di mais, girasole e soia– in grado anche loro di ridurrela colesterolemia. Tuttavia en-trambe le categorie lipidichesvolgono ruoli importanti perla funzionalità del nostro orga-

nismo. In primis, sono ottimiproduttori di energia, e a diffe-renza dei carboidrati, le riserveenergetiche derivanti daigrassi sono illimitate, assicu-rando pertanto una fonte co-stante di energia. Capaci,inoltre, di proteggere il corpodalle aggressioni dei radicali li-beri. Sono regolatori del si-stema cardiovascolare, delsistema nervoso, della regola-rità intestinale, della funzionerenale, della coagulazione delsangue e del sistema immuni-tario. Ridurre drasticamente ilconsumo di grassi è disfunzio-nale per la produzione ormo-nale, sia negli uomini che nelledonne. Si pensi ai casi di ame-norrea e di osteoporosi in gio-vane età, in gran parteassociati ad un’insufficienteapporto lipidico. Anche la pelletrae giovamento dalla pre-senza dei grassi, conferendole,insieme ad un ingente apportodi acqua, morbidezza ed elasti-cità. In definitiva nel nostroregime alimentare – comeesplicitato dalla dieta mediter-ranea – è fondamentale inse-rire tutti i cibi regolandone laquantità a seconda del sesso edell’età. Quindi a ciascuno lagiusta dose lipidica!

Grassi a tavola: come riconoscerliSe consumati senza eccedere non risultano dannosi per la salute

In crescita la cosmesi naturaleL’Italia rappresenta la terza nazione europea per il consumo di cosmetici bio

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Con il ritorno dei Borbone,molti dei protagonisti della Re-pubblica furono processati econdannati.Forse quelle “idee” rivoluzio-narie erano troppo lontanedalla religiosità cristiana edalle tradizioni popolari etroppo spesso quelle tradizionie quella religiosità erano statedimenticate o offese dai rivolu-zionari; in troppe case, poi, siricordavano i saccheggi e imassacri compiuti dai francesi(oltre ottomila morti in pochigiorni) e nel resto del regno(sessantamila i caduti): certo èche furono mesi durante iquali la città sembrò, come nonlo era mai stata, divisa in duepartiti contrapposti e inconci-liabili e tutti i sogni furonospazzati via da baionette, can-noni e patiboli...Gli anni che seguirono alla ri-voluzione napoletana e allasanguinosa guerra che ab-biamo già commentato furonoanni di transizione e confu-sione legati alle figure di Fer-dinando IV e del figlio chediventò Re come Francesco I.Re Ferdinando tornò a Napolisolo nel 1802 e fino ad alloraaveva governato il principeereditario, Francesco.Si cercò in ogni di modo, co-munque, di “pacificare” la si-

tuazione interna e di far di-menticare le guerre e i contra-sti. Il 13 giugno, giornodedicato a S. Antonio di Pa-dova, fu dichiarato giorno fe-stivo per celebrare la vittoriacontro i repubblicani. Alla finedi gennaio del 1801 tre giornidi festa avevano salutato l’ar-rivo del principe ereditarioFrancesco nella capitale men-tre il clima restava ancora tesocon le truppe napoletane impe-gnate in Toscana contro quellefrancesi. “Macchine e illumina-zioni” avevano accompagnatoil ritorno di Ferdinandol’estate successiva: sbarcatoalla Villa Reale della Favorita,era entrato in città cavalcando“in mezzo a pomposo corteggiodi generali fino alla Reggia diNapoli”. Già nel 1800, nono-stante tutto, era ripresa l’atti-vità governativa e nell’ottobre,ad esempio, era stata intro-dotta la “Vaccinazione obbliga-toria per uffici, ufficiali,ospedali, case pubbliche dipietà”. Fu fondato nello stessoperiodo un Museo Mineralo-gico annesso alla Regia Uni-versità degli Studi, mentre sifesteggiava il matrimonio dellafiglia del Re, la principessaMaria Antonietta, con il prin-cipe ereditario di Spagna.La grande Biblioteca Realepresso il Palazzo degli Studi(attuale Museo ArcheologicoNazionale di Napoli) era stata

aperta al pubblico. Ma l’Eu-ropa non era ancora tranquillae Napoleone avrebbe bussatopresto anche alle porte di Na-poli... Per sette anni, allora, Ferdi-nando riebbe il suo trono mal’impero francese stava perportare il suo esercito ancorauna volta dalle nostre parti: lafamiglia reale ritornò a Pa-lermo e tra il 1806 e il 1815 ilregno fu governato da Giu-seppe e da Gioacchino Murat

(fratello e cognato di Napo-leone). Nel segno di una so-stanziale continuità tra lapolitica precedente e quellache sarebbe poi seguita, inquegli anni fu costruito il corsoNapoleone (dal Museo a Capo-dimonte con il Ponte della Sa-nità), fu creato un OrtoBotanico, furono fondati varieducandati ed istituti di cul-tura e per lo sviluppo delle in-dustrie e dell’economia.L’agricoltura restava sempre

l’attività principale nel Regnoe alcune leggi cercarono di ri-solvere molti dei problemi deicontadini troppo spesso sfrut-tati dai proprietari terrieri.In particolare GioacchinoMurat, marito di Carolina Bo-naparte, sorella di Napoleone,continuò la politica di riformee opere pubbliche già avviatain precedenza e non fu deltutto indifferente ai napole-tani: piacquero il suo modo unpo’ eccentrico e fantasioso divestirsi e di comportarsi(amava molto cavalli e cap-pelli) e le sue capacità militari.Cercò di conservare il tronoanche senza il consenso di Na-poleone e anche dopo che nel1815 il Congresso di Vienna,dopo la sconfitta definitiva del-l’imperatore, aveva riportato ilmondo nella stessa situazioneche precedeva quelle rivolu-zioni: fu battuto dagli Au-striaci a Tolentino ma,sbarcato con un gruppo di se-guaci a Pizzo Calabro, fu arre-stato, processato e condannatoa morte nel locale castello. Unantico proverbio dice che “Gio-acchino emise una legge e Gio-acchino stesso fu impiccato”: seera vera la legge che avrebbepunito con la morte i traditoridello stato, è vero che Murat,vittima della stessa legge, fufucilato e non impiccato in quelcastello a picco sul mare dellaCalabria.

Il ritorno dei legittimi SovraniVerso sessant’anni di primati economici e sociali

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Pianura e la sua storia, spunti di riflessioneLinda Iacuzio

I pochi studiosi che si sono oc-cupati della storia di Pianura,sia in passato sia ai giorni no-stri, non hanno potuto faraltro se non raccogliere notiziesparse, probabilmente ancheper la difficoltà di reperirefonti documentarie, letterarie,archeologiche che ne avesseroconservata la lunga memoria. Tuttavia alcuni punti fermisono stati fissati, ed è par-tendo da essi che si può ten-tare di arricchire la storia diPianura di nuovi contributi odi ricostruirla sistematica-mente. Il punto di partenza èrappresentato senz’altro dalladenominazione che Pianuraebbe, si può dire, fin dalle sueorigini, e che ancora oggi con-serva sostanzialmente in-tatta. Già in altra occasioneabbiamo avuto modo di evi-denziare gli appellativi con cuiessa fu chiamata nel passato:Planura, con le varianti diPlanuria, volgarizzata inChianura, o Planurium, VillaPlanuriae Majoris, TerraPlana, il cui significato etimo-logico era strettamente colle-gato alla morfologia del suoterritorio che, in contrasto conle colline circostanti, si pre-sentava pianeggiante e fertile.L’umanista Giovanni Pon-tano, nella sua prima egloga,

definì Pianura “generosa sororLeucogidis albae” (“generosasorella della bianca Leuco-gida”), personificata cometutti gli altri luoghi di Napolie dintorni partecipanti allenozze tra Sebeto (antico fiumeoggi scomparso) e Partenope.Il nome Leucogida allude pro-babilmente ai colli Leucogenidi Agnano, dai quali fin dal-l’antichità si estraeva l’al-lume, sostanza utilizzata inmolte attività produttive e in

medicina.Pianura, con il suo territoriopianeggiante, si prestò,quindi, fin dai tempi più anti-chi all’agricoltura e allo svi-luppo di insediamenti rurali;essa si trovava, inoltre, lungoimportanti tracciati viari, tracui la via Antiniana, che colle-gavano Roma con Napoli equest’ultima con le coloniegreche dei Campi Flegrei, spe-cialmente Cuma e Pozzuoli. Ilpassaggio attraverso la valle

tra Pianura e Soccavo per rag-giungere le suddette colonie,rinomate mete di villeggia-tura degli antichi romani, eraobbligato. Pianura, i cui primiinsediamenti sono riconduci-bili al periodo della colonizza-zione greca (VII-VI sec. a. C.),se non addirittura a una faseanteriore, insieme con tutte lealtre zone limitrofe di Napolicostituì, soprattutto durantel’età augustea, l’entroterraagricolo della città parteno-

pea, essendo parte integrantedi essa. Solo successivamentevi sarebbe stata invece unanetta e irreversibile separa-zione tra Napoli e le circo-stanti zone campestri. Ciòavrebbe determinato l’abban-dono totale o parziale delleterre e avrebbe condizionatolo sviluppo futuro non sol-tanto di Pianura ma di tuttigli altri luoghi di quella chechiamiamo oggi “periferia”.

(prima parte)

Il viaggio di John Evelyn a NapoliLorenzo Terzi

Nel 1955 fu pubblicata a Oxfordun’opera intitolata The diary ofJohn Evelyn, che raccoglieva lememorie di viaggio dello scrittorecitato nel titolo. In Viaggiatori bri-tannici a Napoli tra ’500 e ’600Giovanni Capuano riporta alcunepagine di Evelyn su Napoli, trat-teggiando un profilo biografico del-l’autore. Questi nacque nellacontea del Surrey, nell’Inghilterrasud-orientale, il 31 ottobre 1620.Nel 1643 si recò in Francia; nel1644 in Italia, raggiungendoRoma in novembre. Agli inizi del1645 venne a Napoli, per poi ritor-nare a Roma, dove soggiornò finoal maggio seguente. Tornato in In-ghilterra, si occupò di giardinaggioe ricoprì diverse cariche pubbliche.Fu anche segretario della Royal

Society.Dalle pagine del Diary appren-diamo che Evelyn entrò a Napoli amezzogiorno del 31 gennaio 1645,prendendo alloggio ai “Tre Re”, unalocanda che il viaggiatore inglese ri-corda con piacere per l’ospitalità el’abbondanza del cibo servito: “in-fatti non ci fu quasi giorno in cuinon ci portarono in tavola meno di18 o 20 piatti della carne e dellafrutta più squisite che si possanomai gustare”.Il pomeriggio del giorno seguente fudedicato alla visita della città:Sant’Elmo, Castel Nuovo e il Molo,“una strada sulla banchina o terra-pieno costruito nel mare per la sicu-rezza delle galee all’ancora, similea quello di Genova”. Qui Evelyn os-servò una splendida fontanaadorna di varie statue in rame cheversavano grossi getti d’acqua in

una grande conchiglia “fatta com-pletamente di metallo fuso e dalcosto incalcolabile”. Nei pressi diquesta mirabile opera d’arte, sitaall’entrata del Molo, lo scrittore in-contrò molti nobili venuti a godersiil fresco, poiché il luogo si trovavain una posizione particolarmentefavorevole per l’aria buona e labella veduta.Una data memorabile del diario diEvelyn è quella del 4 febbraio 1645,giorno in cui il gentiluomo britan-nico ebbe modo di ammirare ilmuseo di Ferdinando Imperato“pieno di incomparabili rarità”. Fraqueste si annoveravano due esem-plari di camaleonte, un pellicano,uno straordinario grosso cocco-drillo, e poi dei papiri, tavole di cor-teccia d’albero con scrittegiapponesi, un cristallo e una “reteda pesca pietrificata”.

L’ospitalità e le bellezze partenopee negli scritti dell’autore inglese

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Antonio Palumbo

Tra gli obiettivi del Trattatodi Maastricht vi è quello dipromuovere la conservazionee la fruizione sostenibile deibeni culturali. In tal senso, laquestione, sempre più forte-mente avvertita, dell’utilizzodel patrimonio culturale comeveicolo per rilanciare e raffor-zare l’identità dei territori egenerare sviluppo economicosi incrocia con quella relativaalla ricerca di inedite strate-gie e modalità progettuali perapplicare ai monumenti lenuove tecnologie energetiche.Tali percorsi non possonoprescindere dai concetti diaccountability (ossia, di “re-sponsabilità”, sia sociale cheprofessionale) e di sustaina-bility, posti in stretta rela-zione tra loro: sotto questoaspetto, la sostenibilità dellacultura rappresenta un puntocritico, o molto spesso proble-matico, rispetto alla prassioperativa, non solo contempo-ranea. Infatti, sostenere sem-plicemente che il patrimonioculturale, particolarmentericco ed articolato, dell’Italiarappresenta un elemento difondamentale importanza inchiave di sviluppo futuro delPaese appare ormai nulla piùche una “enunciazione ba-nale”.Tuttavia, negli ultimi anni siè riscontrata una maggiorepresa di coscienza ed una mi-gliore qualità della prassi ope-

rativa rispetto alla tematicain trattazione, con particolareriferimento a due elementi digrande importanza.Il primo punto attiene alle ap-plicazioni delle nuove tecnolo-gie energetiche ai monumentied al patrimonio culturale ingenere.Il tema dell’integrazione delfotovoltaico, ad esempio, dapiù tempo oggetto di speri-mentazioni in questo specificocampo, rappresenta una dellequestioni di maggiore impe-gno ed interesse per la ricercae la progettazione. La capacitàdi integrare correttamente ilfotovoltaico, infatti, può con-sentire di produrre energiapulita e a costo zero preser-vando le qualità estetichedegli spazi interessati: le pic-cole dimensioni degli elementie la loro corretta collocazioneconsentono spesso di valoriz-zare le caratteristiche e lequalità della struttura su cuiessi vengono impiantati e pos-sono arricchirla di nuovi signi-ficati. In altri casi si puòutilizzare un’integrazione “peroccultamento”, come avviene,ad esempio, per i piccoli pan-nelli in silicio con viraggiorosso inseriti nei coppi utiliz-zati nei centri storici toscani,“per analogia morfologica” o“per sovrapposizione formale”.Le applicazioni delle ICT (letecnologie che provengonodallo sviluppo dell’informa-tica) costituiscono l’altrogrande tema di tale dibattito.

Particolarmente negli ultimianni, le nuove tecnologie in-formatiche stanno rivoluzio-nando il concetto disalvaguardia dei beni cultu-rali, rivelandosi particolar-mente preziose: in materia digovernance, consentendo unamigliore gestione (più efficacee a minor costo); rispetto alla“diagnosi” del patrimonio cul-turale e artistico, di cui taliapplicazioni consentono dimonitorare, in modo semprepiù approfondito e preciso, lostato di conservazione (o de-grado); nell’ambito del “re-stauro”, in quanto, grazie alloro apporto, i risultati otte-nuti sono caratterizzati, dianno in anno, da maggiori va-lenze scientifiche. Inoltre, intema di tutela e controllo, dicomunicazione/divulgazione epromozione dell’offerta, di for-mazione e fruizione, le ICTforniscono un indiscusso con-tributo alla tutela ed alla com-plessiva conservazione evalorizzazione del nostro pa-trimonio culturale.Esiste infatti, in questo set-tore, uno spazio enorme e dialtissima qualità per l’innova-

zione. Il compito di tornare a“far comunicare” i beni cultu-rali, con metodi e linguaggi at-tinenti ai processi di vitacontemporanei, si articolamolto bene con le tecnologiedigitali di ultima generazione,basate sull’immagine e sull’in-terattività, producendo quelrapporto di continuità e siner-

gia, conosciuto come VirtualCultural Heritage, che può re-almente rappresentare, nelpanorama ancora sostanzial-mente approssimativo dellatutela e valorizzazione del no-stro patrimonio culturale, ilpunto di svolta per un svi-luppo virtuoso e sostenibiledel sistema Italia.

NNUOVE TECNOLOGIE ENERGETICHEE SALVAGUARDIA DEI BENI CULTURALI

Responsabilità e sostenibilità i concetti chiave

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Cristina Abbrunzo

Costruire edifici sempre piùmoderni ed avveniristici con unocchio di riguardo per l’am-biente. È questa la nuova ten-denza del momento che hacoinvolto anche le grandi strut-ture sportive ad investimenticonsiderevoli destinati a durarenegli anni e a generare profittoe crescita per il territorio e lacomunità che li accoglie.Una teoria messa in praticadagli stadi di ultima genera-zione attorno a cui ruotano in-genti capitali. A smuovere gli investimentimaggiori e, di conseguenza, iprogetti più all’avanguardia,sono ovviamente i grandieventi, Olimpiadi e Mondiali dicalcio in primis. Eventi che no-toriamente generano un mag-giorato ed elevato tassod’inquinamento durante il lorosvolgimento. Basti pensare chei mondiali di calcio di SudAfrica2010 hanno prodotto più di2.750.000 tonnellate di CO2. Bene, evitare questi rischi di-venta sempre più possibile,grazie alla progettazione e dif-fusione di stadi eco-sostenibili.È già da qualche anno che, inEuropa e non solo, si sta svilup-pando sempre maggior atten-zione alla salvaguardiadell’ambiente nella costruzionee/o ristrutturazione di campisportivi in cui il verde non rap-presenti solo il colore dell’erba,naturale o sintetica, su cui sisvolgono le gare, ma anche unafilosofia di vita da adottare ediffondere. Giusto per com-piere un breve viaggio tra le

strutture sportive in giro per ilmondo che già godono dell’ap-pellativo “green”, è opportunomenzionare, ad esempio, lo sta-dio di Kaiserslautern in Ger-mania (il Fritz Walter, dovel’Italia giocò l’ottavo di finalecontro l’Australia del suo glo-rioso torneo) che ha un im-pianto fotovoltaico fatto di 5000pannelli capace di produrre 1MW di elettricità. O ancoraquello di Berlino, dove gli Az-zurri alzarono la Coppa delMondo, l’Olympiastadion, do-tato di un sistema di irriga-zione che sfrutta solo l’acquapiovana, riciclandola.

Se poi vogliamo parlare di re-cord, però, dobbiamo superaremolti fusi orari verso oriente, fi-nendo a Kaoshiung, Taiwan. Costruito per ospitare i WorldGames del 2009 ed in grado diaccogliere 55mila spettatori,l’impianto è completamente au-tonomo dal punto di vista ener-getico, grazie ai quasi 9000pannelli solari che rivestono lasua copertura. Può generare1,14 milioni di kWh all’anno ecopre fino all’80% delle neces-sità energetiche del quartiere,evitando l’emissione di 660 ton-nellate di CO2. E l’Italia? Beh,finora il paragone con la Ger-

mania e Taiwan non regge. Maabbiamo anche noi i nostri assinella manica. A Verona la co-pertura dello stadio Bentegodiè divenuta, da circa un paiod’anni, il più grande impiantofotovoltaico su una strutturasportiva d’Italia. Oltre 13.300pannelli solari fotovoltaici pro-ducono circa 1 MW di energiapulita all’anno (il fabbisogno di400 famiglie) ed evitano l’emis-sione di oltre 550 tonnellate diCO2. E chiudiamo con quellache, finora, è la nota più lietadell’architettura calcistica ita-liana: lo Juventus Stadium.L’impianto è stato inaugurato

l’8 settembre 2011. La societàbianconera ha di fatto riciclatoil vecchio stadio Delle Alpi diTorino, emblema dello sprecodel denaro pubblico, dopo soli20 anni dalla sua costruzione.Gran parte del calcestruzzodelle tribune è stato infatti riu-tilizzato per il nuovo impianto,con un risparmio complessivodi 500.000 euro.Ma siamo pur sempre in Italia,nel Paese delle contraddizioni.E non mancano, puntuali, pro-getti tanto enfatizzati, quantoincompiuti che si auspica tro-vino concretezza e realizza-zione a breve.

Brasile 2014 :una coppa del mondo “verde”Si progetta lo stadio più ecologico di sempre

Dando un’occhiata al futuro degli stadi eco-sostenibili, fa ben sperare il progetto alvaro per i Mondiali di Brasile 2014.L’evento sportivo e mediatico più seguitodel pianeta, ovvero la Coppa del Mondo dicalcio, verrà ospitato, tra un anno circa, dalBrasile. Si tratta di una grande occasioneper il definitivo salto di qualità di questopaese, che da tempo sta affrontando unpercorso di sviluppo economico e sociale,anche se spesso a discapito dell’ambiente.L’organizzazione dei Campionati Mondialidi calcio porta con sé un grande giro d’af-fari; inoltre ogni edizione è accompagnatadalla costruzione di nuovi stadi, semprepiù avveniristici e dalle tecnologie innova-tive. Abbandonata l’idea di costruire ex-novo uno stadio per l’occasione, si è decisodi ristrutturare l’Estadio Nacional di Bra-silia che vedrà, innanzitutto, un notevole

ampliamento degli spazi arrivando ad unacapienza di 70.000 spettatori e diventandocosì la seconda arena in ordine di capienzadella Coppa del Mondo. Ma l’innovazionepiù interessante non sarà questa, bensìtentare di rendere l’arena il primo stadio“a energia zero” al mondo, ottenendo la cer-tificazione LEED Platinum.Per arrivare a questo prestigioso riconosci-mento, il progetto dello studio Castro MelloArchitects, gruppo di progettazione specia-lizzato in edifici sportivi e arene, sta adot-tando diverse soluzioni innovative.Innanzitutto è previsto il rivestimentodella copertura con pannelli fotovoltaiciche provvederanno al sostentamento ener-getico dell’intero stadio (da qui il nome di“stadio a energia zero”), mentre l’energiaelettrica prodotta in eccesso verrà immessanella rete nazionale e venduta, ottenendo

un rientro dell’investimento quantificato in12 anni. Inoltre un sistema che sfrutteràla pendenza delle linee dello stadio, inca-nalerà l’acqua piovana, in modo da utiliz-zarla per innaffiare il campo e irrigarel’area circostante il complesso.Senza contare altri due elementi che carat-terizzeranno l’Estadio Nacional, come i3.500 parcheggi riservati alle bici, di cui1.000 nell’area vip e una membrana ca-pace di assorbire l’anidride carbonica ealtre sostanze nocive presenti nell’am-biente. Le innovazioni costeranno, e molto:alla fine della costruzione lo stadio costeràpiù di 400 milioni di dollari.C’è da augurarsi che, visto il costo elevato,non rimanga una “cattedrale nel deserto”alla fine della manifestazione, come pur-troppo spesso avviene.

C.A.

Gli stadi diventano ecocompatibiliPer un futuro “sportivamente” a impatto zero

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Eleonora Ferrara

La normativa previdenzialecambia continuamente, alpunto che il lavoratore dipen-dente avverte questo continuodivenire come qualcosa che, inun futuro, non sarà più ingrado di garantirgli una pen-sione adeguata per la soddisfa-zione dei propri bisogni e diquelli del proprio nucleo fami-liare.Le continue riforme pensioni-stiche hanno determinato, spe-cialmente tra i dipendentipubblici, la convinzione che lapensione sia destinata a rive-stire, nel tempo, il ruolo di pre-stazione minima di base, percui il ricorso a forme di previ-denza complementare vieneconsiderato, come una necessa-ria integrazione, che avvienecon il versamento, per un certonumero di anni, di un determi-nato capitale. Si verifica che icontributi versati vengono ac-cantonati e rivalutati nel tempoe utilizzati con la finalità di co-stituire la pensione integrativadel lavoratore, che avrà dirittodi percepire una rendita vitali-zia, frutto del capitale versato,di un coefficiente di calcolo,connesso alla data di iniziodella rendita vitalizia - saràmaggiore se la rendita inizieràpiù avanti negli anni - nonchèdal sesso dell'individuo. La donna, infatti, a parità dicondizioni avrà una rendita vi-talizia minore a causa di unaaspettativa di vita maggiore ri-spetto all’uomo.Per i dipendenti delle regioni,delle autonomie locali, delle ca-mere di commercio e della sa-nità è stato istituito il FondoPensione complementare Per-seo, finalizzato all’erogazione ditrattamenti pensionistici com-plementari del sistema previ-denziale obbligatorio.L’ I.N.P.S., con la Circolare 13settembre 2012 n. 109, ha pre-cisato che le modalità di ade-sione da parte degli interessati,gli adempimenti a carico deldatore di lavoro e la relativamodulistica sono descritte, det-

tagliatamente, nella Circolareoperativa n. 1 del 4 settembre2012 e Manuale operativo delFondo Perseo, pubblicati in al-legato alla medesima CircolareINPS.Possono aderire al Fondo,quindi, i dipendenti ricompresinei suddetti comparti che ab-biano:•Contratto a tempo indetermi-nato;•Contratto part-time a tempoindeterminato;•Contratto a tempo determi-nato, anche part-time e ognialtra tipologia di rapporto di la-voro flessibile, secondo la disci-plina legislativa e contrattualevigente nel tempo, di duratapari o superiore a tre mesi con-tinuativi. Tra coloro che pos-sono aderire, è annoveratoanche il personale apparte-nente alle aree dirigenziali sa-nitarie III (amministrativa,sanitaria, tecnica e professio-nale) e IV (medica e veterina-ria). La Nota informativaPERSEO, per i potenziali ade-renti – depositata in data 12febbraio 2013 presso la Covip –precisa che le modalità di con-

tribuzione al fondo sono stabi-lite dai singoli contratti/accordicollettivi, con quote a carico deldatore di lavoro e dei lavora-tori, nonché quote di tratta-mento di fine rapportomaturate nell’anno.Inoltre, l’iscrizione al Fondo de-corre dalla sottoscrizione delmodulo di adesione da parte deldatore di lavoro e la contribu-zione a carico del lavoratoreiscritto viene trattenuta, men-silmente, e versata a Perseocontestualmente a quella a ca-rico del datore di lavoro entro ilquindicesimo giorno del mesesuccessivo a quello cui si riferi-sce, con la precisazione che, nelcomparto pubblico, l’obbligocontributivo, rispettivamente acarico del datore di lavoro e dellavoratore, decorre, trascorsidue mesi dalla data in cui è ap-posto il timbro sul modulo diadesione da parte del datore dilavoro, dal primo giorno delmese successivo.

RIFIUTI – SISTRICon la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale,Serie Generale n.204 del Decreto Legge n. 101del 31 agosto 2013, dal titolo: “Disposizioni ur-genti per il perseguimento di obiettivi di razio-nalizzazione nelle pubbliche amministrazioni”,entra in vigore dal 1 settembre 2013, il nuovosistema di tracciabilità dei rifiuti (SISTRI). Ledate di partenza sono: - dal 1 ottobre 2013 solo per igestori di rifiuti pericolosi (tra-sportatori, smaltitori, recupe-ratori, commercianti,intermediari) con o senza de-tenzione, compresi i nuovi pro-duttori (nuova definizioneintrodotta dal decreto secondocui è “nuovo produttore” chiun-que effettua operazioni di pre-trattamento, di miscelazione oaltre operazioni che modifichino la natura o lacomposizione dei rifiuti, dunque che già esi-stono, e si distingue da “produttore iniziale” cheè colui che per primo genera il rifiuto nell'eser-cizio della propria attività;- dal 3 marzo 2014 partiranno i produttori di ri-fiuti pericolosi; tuttavia per consentire ulteriorisemplificazioni, sarà possibile un ulteriore pro-roga di sei mesi se a tale data le semplificazioninon saranno operative. In questa fascia sono ri-compresi anche i comuni e le imprese di tra-sporto dei rifiuti urbani del territorio dellaregione Campania.SVILUPPO SOSTENIBILEIl TAR Campania, Sez. VII, Sentenza n. 3707,

del 16 luglio 2013, ha stabilito che è illegittimoil parere negativo della Soprintendenza per larealizzazione di un impianto di produzione dienergia elettrica da fonte fotovoltaica. L’impattoterritoriale degli impianti per la produzione dienergie alternative, sicuramente rilevante e taleda giustificare l’esercizio dei poteri urbanistici epaesaggistici, non è tuttavia un elemento da

considerare in via esclusiva,dovendo la suddetta attivitàconfrontarsi altresì con l’inte-resse nazionale, costituzional-mente rilevante, all’approvvi-gionamento energetico, per dipiù, in forme non inquinanti.In questo senso si è affermatal’esigenza per la pubblica am-ministrazione di operare un“bilanciamento d’interessi diequivalente natura costituzio-

nale e di rilevanza comunitaria”, si è condivisi-bilmente rilevato come nella valutazione dellacompatibilità paesaggistica degli impianti desti-nati alla produzione di energia eolica, non va-dano trascurati le finalità di interesse pubblico:la riduzione delle emissioni di gas ad effettoserra attraverso la ricerca, promozione, sviluppoe maggiore utilizzazione di fonti energetiche rin-novabili e di tecnologie avanzate e compatibilicon l’ambiente, tra i quali rientrano gli impiantieolici, costituisce un impegno internazionale as-sunto dallo Stato italiano e recepito nell’ordina-mento statale dalla legge 1° giugno 2002, n. 120,concernente Ratifica ed esecuzione del Proto-collo di Kyoto.

Viaggio nelle leggi ambientali

La previdenza complementareLLAVORO E PREVIDENZA

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Andrea Tafuro

Il nostro amato pianeta bluogni giorno continua a mu-tare, colpa sia dei nostri com-portamenti irrispettosi einsensati sia per i cambia-menti naturali. Gli esperti cidicono che tutto ciò avvienenella più assoluta indiffe-renza ed inerzia della mag-gior parte delle persone. Nel2001 con il supporto delle Na-zioni Unite è stato lanciato, ilMillennium Ecosystem Asses-sment, letteralmente Valuta-zione degli Ecosistemi delMillennio, il cui acronimo uti-lizzato generalmente è MA,esso è un progetto di ricercache ha cercato di identificarei cambiamenti subiti dagliecosistemi e di svilupparedegli scenari per il futuro, ba-sandosi sul trend dei cambia-menti. I risultati, pubblicatidopo quattro anni di lavoro eil coinvolgimento di più dimille esperti e scienziati diquasi tutto il mondo, hannoaffermato che il mondo sta de-pauperando le proprie risorsenaturali, evidenziando che leconseguenze di questa regres-sione cresceranno in manierasignificativa nei prossimi cin-quant’ anni. E’ possibile leg-gere il Rapporto su:http://www.unep.org/maweb/en/Synthesis.aspx. Madove si vedono gli effetti di-retti dei cambiamenti clima-tici? A tavola, sostiene LesterR. Brown presidente dell'Earth Policy Institute in “9miliardi di posti a tavola.La nuova geopolitica della

scarsità di cibo”. E’ il casodi dire afferra la portata, nonnel senso di allungare lamano per agguantare ilpiatto, bensì per capire quelloche sta succedendo nel nostrogiardino. Il mondo infatti èpassato da una fase in cuic'era abbondanza di cibo auna fase di scarsità, dove lacapacità produttiva è minac-ciata da diversi fattori. Sonosotto i nostri occhi i danniprovocati dall'erosione delsuolo, dal calo delle falde ac-quifere, dagli eventi meteoriciestremi, dal calo delle precipi-tazioni e dall'aumento dellatemperatura globale. Il titolooriginale di questo libro è"Full Planet, Empty Plates",cioè il nostro pianeta si stariempiendo di persone, esem-plificativo a questo proposito.L'autore ci spiega dove si ve-dono gli effetti diretti deicambiamenti climatici e delsolito modo di lavorare/farebusiness/operare/gestire l'im-presa, gli intellettuali direb-bero business as usual, atavola appunto. Sfamare lapopolazione mondiale è in-fatti sempre più difficile e chinon riesce a coltivare le pro-prie terre sta correndo al-l'estero ad accaparrarsenealtre, comprandole o affittan-dole. Si tratta del fenomenodel land grabbing, ovvero ilsaccheggio di terre coltivabili.Con questo libro LesterBrown lancia un forte allarmesulla questione alimentare,criticando aspramente l’atteg-giamento politico dei governie dei leader politici mondiali,

del tutto inadeguati a farfronte alla gravità del pro-blema. L’autore scrive: “Per-ché non sanno nulla dibiologia, di idrologia, di pro-duzione agricola: seguono soloragionamenti economici vec-chi, storici, di corto respiro,che non bastano a descrivereciò che sta succedendo e nonriescono a modificare il mododi pensare”. In uno scenario diquesto tipo si capisce che ilpotenziale di conflitti è alto, ilcibo scarseggia e il tempo perinvertire questa situazioneanche. In conclusione, “9 mi-liardi di posti a tavola” è unappello a invertire le ten-denze attuali, a smettere difare finta di niente e a sce-gliere come e dove vogliamo

andare. Ma cari lettori diArpa Campania Ambiente, sipuò pensare e fare economia(ri)mettendo al centro l'uomo,l'ambiente, il lavoro? O recu-perare temi come la cura e lafesta, il dono e la comunità?O, ancora parlare di valori?Di bene e non solo di beni? Èpossibile coniugare economiae gratuità? Mercato e dono?Crescita e beni comuni? La-voro e giovani?... Qual è ilsenso e i limiti del Pil? E chefine ha fatto la politica, sosti-tuita ormai dagli indici diBorsa? La vita economica ogginon è più quella che conosce-vamo fino agli anni Settanta.Il mercato è diventato la prin-cipale grammatica delle rela-zioni sociali, anche nellescuole e negli ospedali. Lagrande crisi attuale dovrebbeportare a riscrivere intera-mente i manuali di economiae di finanza, aggiornandolima anche cancellando i teo-remi e i dogmi errati che l'-hanno provocata. L'economianon riguarda un ambito sepa-rato della vita, di competenzadegli addetti ai lavori. Cariesperti dalle larghe intese, èurgente investire nell'educa-zione economico-finanziariadi tutti. Luigino Bruni in“Economia con l'anima”,EMI editrice, aiuta la nostraalfabetizzazione. Con questolibro, partendo dai problemi edalle domande vere, suggeritequotidianamente, dalle crona-che di questi anni, ci fa risco-prire le radici umanedell'economia. L’attività eco-

nomica è arte di governare lacasa comune e dobbiamo lot-tare tutti insieme perché devetornare ad essere economiacivile. E poi ci sono le paroleper credere e per crescere, inprimis lavoro, quello che nondà solo da vivere, ma dà sensoe direzione alla vita. E vo-gliamo parlare dell’imprendi-toria? Bisogna inventare unmodo nuovo o forse antico diconcepire l' attività d’impresa,essa deve essere alimentatada ideali e visioni grandiquanto i profitti. Insegniamoai nostri figli il rispetto e lavalorizzazione della terra edel territorio, e dunque ditutto ciò che ha a che fare conil cibo, le materie prime el'energia, così facendo si con-solidano nuovi modelli di svi-luppo e stili di vita, che sitraducano in solidarietà e ser-vizio, gratuità e merito. L’ul-timo bene da coltivare che,suggerisce il professor Bruni,è libertà. Una parola che as-sociata al tema dell'economiarimanda direttamente al con-cetto di responsabilità. Nonsolo di chi manovra l'econo-mia, ma soprattutto di noi cit-tadini comuni, che questalibertà dobbiamo conquistar-cela anche attraverso unamaggiore e migliore culturaeconomica. Solo se saremo ca-paci di scelte consapevoli e in-formate potremo pretendere econtribuire a costruire, unmercato e un'economia e unmondo veramente civili, luo-ghi di libertà, di vita e di fu-turo. Buona lettura!

9 MILIARDI DI POSTI A TAVOLA, IL CIBO È POTERESi può fare economia (ri)mettendo al centro l'uomo, l'ambiente, il lavoro?

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16-22 SETTEMBRE 2013: "Settimana Europea della Mobilità Sostenibile"

22 settembre – Napoli, la giornata ecologica dedicata alla bicicletta

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