Arpa campania ambiente 2014 20

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Reti di monitoraggio delle acque Morlando a pag.8 Il Living Planet Report è il do- cumento biennale presentato dal WWF che scatta la foto- grafia dello stato di salute del nostro pianeta. Il rapporto monitora essen- zialmente due fattori: la biodi- versità e l’impronta ecologica. Esposito a pag.9 Cohousing: nuovo modo di abitare sostenibile Il “cohousing” si sta affer- mando come strategia di so- stenibilità: se da un lato, infatti, la progettazione par- tecipata e la condivisione di spazi, attrezzature e risorse agevola la socializzazione... Palumbo a pag.11 Martelli a pag.13 Dynamo Camp: il campo di terapia ricreativa per piccoli pazienti A Pomigliano si è fatto il punto delle indagini con Arpac, Asl e Università Costruire un'adeguata cono- scenza scientifica della situa- zione ambientale e sanitaria della cosiddetta “Terra dei fuo- chi”: questo è l'obiettivo di una serie di istituzioni che stanno lavorando sul territorio, a par- tire dall'agenzia ambientale campana. A un anno, o quasi, dall'approvazione del decreto “Terra dei fuochi”, l'associa- zione culturale Binà ha orga- nizzato una tavola rotonda sul tema, che si è tenuta lo scorso 18 ottobre nel distretto cultu- rale La Distilleria di Pomi- gliano d'Arco. Mosca a pag.7 Per chi ha pensieri verdi, il 2014 è un anno un po’ speciale, soprattutto per l’educazione ambientale. Ricorrono infatti eventi e anni- versari significativi, ad esempio i venti anni del sistema nazionale Infea (nel suo signifi- cato di informazione, formazione ed educa- zione ambientale). Gaudioso a pag. 6 Amalfi e i suoi caratteristici limoni Il limone di Amalfi, noto anche come "sfusato amalfitano", viene prodotto nei comuni appar- tenenti alla Costiera Amalfitana, ovvero Amalfi, Atrani, Cetara, Conca dei Marini, Fu- rore, Maiori, Minori, Positano, Praiano, Ra- vello, Scala, Tramonti, Vietri sul Mare. De Crescenzo-Lanza a pag.14 a pag.16 Matera, Capitale Europea della Cultura 2019 Fra i numerosi lavori dello sto- rico, erudito e insegnante Mas- simo Salvatore Fabi (Parma, 1819 - Marsala, 1866), conobbe particolare fortuna la Corografia d’Italia (1854). Terzi a pag.15 Massimo Salvatore Fabi a Napoli Lo scrittore emiliano incantato dall’ineguagliabile bellezza di Partenope Rapporto biennale WWF sulle condizioni della Terra Le detrazioni per le ristrutturazioni edilizie e l’efficientamento energetico saranno disponibili anche il prossimo anno, con gli stessi livelli. A darne conferma è lo stesso Enrico Morando, vice ministro dell’Economia, al Verona Efficiency Summit... D’Auria pag.3 Efficienza energetica: incentivi anche nel 2015 Infea: venti anni di educazione ambientale BIO-ARCHITETTURA AMBIENTE & SALUTE AMBIENTE & CULTURA CURIOSITÀ Terra dei fuochi: esperti a confronto PRIMO PIANO Liberare la Terra, progettando futuro NATUR@MENTE La raccolta differenziata, il riuso e il riciclo sono temi ricor- renti nella divulgazione dedi- cata ai bambini, ma pochi autori per ragazzi hanno pro- vato a indagare l’immondizia in una prospettiva storica. È il caso di Mirco Maselli e della sua Storia dell’immondizia che riempie finalmente un vuoto offrendo al lettore molti spunti di riflessione su un aspetto tanto importante quanto poco “appetibile” della quotidianità. Tafuro a pag.19 NATURA & BIODIVERSITÀ LAVORO & PREVIDENZA Ferrara a pag.18 Il 25 ottobre scorso, la CGIL è scesa in piazza per manife- stare contro il Jobs Act del Governo Renzi. In piazza S. Giovanni, Su- sanna Camusso ha dichiarato “Continueremo le nostre ini- ziative con tutte le forme ne- cessarie” ritenendosi, comun- que soddisfatta per la parteci- pazione di un gran numero di persone. Se ne sono stimate, infatti, un milione. La Cgil manifesta contro il Jobs Act DAL MONDO Eni: altri due blocchi petroliferi in Asia Cuoco a pag.5 L’Eni, una delle più grandi compagnie energetiche ita- liane, continua a rafforzare i propri rapporti commerciali... SCIENZA & TECNOLOGIA

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Reti di monitoraggio delle acque

Morlando a pag.8

Il Living Planet Report è il do-cumento biennale presentatodal WWF che scatta la foto-grafia dello stato di salute delnostro pianeta. Il rapporto monitora essen-zialmente due fattori: la biodi-versità e l’impronta ecologica.

Esposito a pag.9

Cohousing: nuovo modo di abitare sostenibile

Il “cohousing” si sta affer-mando come strategia di so-stenibilità: se da un lato,infatti, la progettazione par-tecipata e la condivisione dispazi, attrezzature e risorseagevola la socializzazione...

Palumbo a pag.11

Martelli a pag.13

Dynamo Camp: il campodi terapia ricreativa per piccoli pazienti

A Pomigliano si è fatto il punto delle indagini con Arpac, Asl e Università

Costruire un'adeguata cono-scenza scientifica della situa-zione ambientale e sanitariadella cosiddetta “Terra dei fuo-chi”: questo è l'obiettivo di unaserie di istituzioni che stannolavorando sul territorio, a par-tire dall'agenzia ambientalecampana. A un anno, o quasi,dall'approvazione del decreto“Terra dei fuochi”, l'associa-zione culturale Binà ha orga-nizzato una tavola rotonda sultema, che si è tenuta lo scorso18 ottobre nel distretto cultu-rale La Distilleria di Pomi-gliano d'Arco.

Mosca a pag.7

Per chi ha pensieri verdi, il 2014 è un announ po’ speciale, soprattutto per l’educazioneambientale. Ricorrono infatti eventi e anni-versari significativi, ad esempio i venti annidel sistema nazionale Infea (nel suo signifi-cato di informazione, formazione ed educa-zione ambientale).

Gaudioso a pag. 6

Amalfi e i suoi caratteristici limoni

Il limone di Amalfi, noto anche come "sfusatoamalfitano", viene prodotto nei comuni appar-tenenti alla Costiera Amalfitana, ovveroAmalfi, Atrani, Cetara, Conca dei Marini, Fu-rore, Maiori, Minori, Positano, Praiano, Ra-vello, Scala, Tramonti, Vietri sul Mare.

De Crescenzo-Lanza a pag.14

a pag.16

Matera, Capitale Europea della Cultura 2019Fra i numerosi lavori dello sto-

rico, erudito e insegnante Mas-simo Salvatore Fabi (Parma,1819 - Marsala, 1866), conobbeparticolare fortuna la Corografiad’Italia (1854).

Terzi a pag.15

Massimo Salvatore Fabi a NapoliLo scrittore emiliano incantato dall’ineguagliabile bellezza di Partenope

Rapporto biennale WWFsulle condizioni della Terra

Le detrazioni per le ristrutturazioni edilizie e l’efficientamentoenergetico saranno disponibili anche il prossimo anno, con glistessi livelli. A darne conferma è lo stesso Enrico Morando, viceministro dell’Economia, al Verona Efficiency Summit...

D’Auria pag.3

Efficienza energetica: incentivi anche nel 2015

Infea: venti anni di educazione ambientale

BIO-ARCHITETTURA

AMBIENTE & SALUTE

AMBIENTE & CULTURA CURIOSITÀ

Terra dei fuochi: esperti a confronto

PRIMO PIANO

Liberare la Terra,progettando futuro

NATUR@MENTE

La raccolta differenziata, ilriuso e il riciclo sono temi ricor-renti nella divulgazione dedi-cata ai bambini, ma pochiautori per ragazzi hanno pro-vato a indagare l’immondiziain una prospettiva storica. È ilcaso di Mirco Maselli e dellasua Storia dell’immondiziache riempie finalmente unvuoto offrendo al lettore moltispunti di riflessione su unaspetto tanto importantequanto poco “appetibile” dellaquotidianità.

Tafuro a pag.19

NATURA & BIODIVERSITÀLAVORO & PREVIDENZA

Ferrara a pag.18

Il 25 ottobre scorso, la CGIL èscesa in piazza per manife-stare contro il Jobs Act delGoverno Renzi.In piazza S. Giovanni, Su-sanna Camusso ha dichiarato“Continueremo le nostre ini-ziative con tutte le forme ne-cessarie” ritenendosi, comun-que soddisfatta per la parteci-pazione di un gran numero dipersone. Se ne sono stimate,infatti, un milione.

La Cgil manifesta contro il Jobs Act

DAL MONDO

Eni: altri due blocchipetroliferi in Asia

Cuoco a pag.5

L’Eni, una delle più grandicompagnie energetiche ita-liane, continua a rafforzare ipropri rapporti commerciali...

SCIENZA & TECNOLOGIA

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RAEE: online il registro degli impianti

Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche

Fabiana Liguori

Qualsiasi piaga che attanaglia una comu-nità, può essere sanata in un solo modo:fare tutti la propria parte in modo onestoed efficiente, contribuendo alla ripresa delproprio territorio di appartenenza. Di pic-coli passi in Italia, per quanto riguarda ilsettore rifiuti, se ne stanno facendo. Anchela gente comune alza la voce, stanca deicontinui soprusi. Niente più indolenti si-lenzi. Si scende in piazza, inneggiando al“cambiamento”. Le mete più grandi per es-sere raggiunte necessitano di tempo e co-stanza. I miracoli sono un'altra cosa.Secondo il Decreto legislativo 49/2014, cherecepisce la nuova Direttiva Europea, tuttigli impianti di trattamento e i centri distoccaggio del Paese che gestiscono rifiutielettrici ed elettronici dovranno iscriversial Portale del Centro di CoordinamentoRAEE: https://www.cdcraee.it . Non solo,l’articolo 33 del decreto stabilisce, inoltre,che tutti i soggetti che trattano RAEE, sia

a livello professionale che domestico,avranno l’obbligo di comunicare al Centrodi Coordinamento i dati sulle quantitàprodotte o trattate ogni anno. La navigazione sul sito del Centro, risultaestremamente semplice e funzionale. Cio-nonostante, dato che in Italia, sono diversecentinaia le strutture interessate dal prov-vedimento, sul portale è stato realizzatonell’area riservata, un percorso ad hoc perle aziende che consente di iscriversi al Re-gistro in pochissimi minuti e senza alcunonere. “La scelta di creare il Registro di-rettamente online – spiega Fabrizio Lon-goni, Direttore Generale del CdC RAEE –fa parte della nostra cultura che, neglianni, ha permesso di semplificare al mas-simo gli aspetti burocratici della gestionedi questi rifiuti. Gli impianti di tratta-mento potranno perfezionare l’iscrizione inpochi click e, successivamente, comunicarei dati con estrema facilità. Questo ci per-metterà di averli disponibili in tempo realee utilizzarli per le elaborazioni e per la re-

portistica, una parte importante del nostrolavoro”.“L’iscrizione al Portale – sottolinea Fabri-zio D’Amico, Presidente del Centro di Co-ordinamento RAEE – consentirà di fareun vero e proprio censimento degli im-pianti di messa in riserva e trattamento diquesta particolare tipologia di rifiuti. An-cora più importante sarà, poi, la raccoltadei dati sui quantitativi trattati che, in ag-giunta ai dati già in possesso del CdCRAEE, permetterà di avere una fotografiasulla situazione e sui trend di questo im-portante settore della green economy”.Sono previsti, inoltre, per gli stabilimentiche non seguiranno le direttive e non ri-sulteranno in regola delle sanzioni da unminimo di 2.000 a un massimo di 20.000euro, con diffida ad eseguire la procedurad’iscrizione. Nel caso in cui, venisse igno-rato questo ulteriore avviso, sarà revocatal’autorizzazione al prosieguo dell’attivitàlavorativa. Le verifiche sugli impianti sa-ranno affidate alle Regioni e alle Province.

Più lavoro grazie a LIFEBrunella Mercadante

La green economy è certa-mente una delle soluzioni allacrisi economica e grazie al pro-gramma LIFE (The FinancialInstrument for the Environ-ment) la transizione verso uneconomia più sostenibile harappresentato una opportu-nità anche per la creazione dinuovi posti di lavoro, diretta-mente o indirettamente, legatial settore ambientale. Il pro-gramma LIFE, creato comestrumento specifico del-l'Unione Europea per l'am-biente , dal suo avvio nel 1992,ha coofinanziato oltre quattro-

mila progetti e sebbene la crea-zione di posti di lavoro e lo svi-luppo di competenze non eranoannoverati tra gli obiettivi spe-cifici, o almeno tra quelli di-retti e valutati, il programmaè stato fondamentale in questiambiti. Tra l'altro la forma-zione e gli effetti benefici sonoandati ben oltre la durata deifinanziamenti stessi: le ener-gie rinnovabili, il riciclaggio dirifiuti, l'industria pesante, ilsettore forestale, quelli agri-colo, edile, ma anche l'ingegne-ria e l'industria aerospaziale,tutti ambiti di competenzaLIFE, hanno aiutato a crearenell' Unione Europea posti di

lavoro durevoli, a svilup-pare competenze e sensibi-lità ambientali, adacquisire nuove tecnichenonché ad riorientare me-todi e processi produttiviesistenti. I progetti LIFEhanno in effetti dimostratola capacità di stimolarecompetenze verdi, di contri-buire alla nascita di greenjobs, di promuovere la transi-zione verso un'economia piùverde e più sostenibile, non ascapito dell'ambiente e conuna gestione sostenibile del ca-pitale. Numerosi progettiLIFE hanno, inoltre, incenti-vato soluzioni per migliorare le

competenze dei professionistiorientandole verso pratichepiù rispettose dell'ambiente. Irisultati dei progetti hanno di-mostrato che più "green" sonoi processi e più efficiente è lagestione delle risorse, e mag-giori saranno le opportunità disviluppo socio-economico con

la conseguente creazione diposti di lavoro duraturi.Attualmente il programmaeuropeo per l'ambienteLIFE è stato rinnovato esono previsti due periodi diprogrammazione -2014/2017 e 2018/2020 -per un ammontare totale di2.592 milioni di Euro. Nel2014 lo stanziamento pre-

visto ed individuato per lo svi-luppo e l'attuazione disoluzioni innovative che ri-spondano alle sfide ambientali,con particolare riguardo versola biodiversità e l'efficienzadelle risorse, è di 238,86 mi-lioni di Euro.

Obbligo

di iscrizione

al portale per

tutti i soggetti

interessati

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Paolo D’Auria

Le detrazioni per le ristruttu-razioni edilizie e l’efficienta-mento energetico sarannodisponibili anche il prossimoanno, con gli stessi livelli. A darne conferma è lo stessoEnrico Morando, vice ministrodell’Economia, al Verona Effi-ciency Summit che si è svoltonella prima giornata di SmartEnergy Expo, lo scorso 8 otto-bre. L’indirizzo del governo,però, è quello di non renderepermanente questo tipo distrumento: “Dubito che siautile, perché in tempi di crisisono un valido supporto per ilsettore edilizio e delle energierinnovabili: dare l’idea che sipossono rimandare ad annisuccessivi è controproducente”ha aggiunto Morando.Migliorare l’efficienza energe-tica delle apparecchiature elet-triche, delle nostre case e deisistemi di produzione è unodegli obiettivi della direttivaeuropea 20-20-20 (uno dei “20”in questione riguarda proprio ilmiglioramento del 20% dell’ef-ficienza energetica con dea-

dline 2020) sottoscritta anchedall’Italia. Non solo una sceltasostenibile ma anche pura-mente economica, conside-rando che ogni puntopercentuale in più di efficienzasi traduce nella diminuzionedel 2,6% delle importazioni digas. Tema delicato quest’ul-timo, in quanto l’Italia – comeafferma Federico Testa, com-missario Enea e presidente delcomitato scientifico di SmartEnergy Expo – “ha tutte lecompetenze. Serve solo la vo-lontà e una politica che favori-sca questa rivoluzione diprospettiva energetica”.“Serve fornire sempre più ener-gia o dobbiamo cercare un’altrastrada, e altre soluzioni?” sichiede, invece, Maria van derHoeven, direttore esecutivodell’Agenzia internazionaledell’energia (Aie) presentandoil rapporto Energy EfficiencyMarket Report 2014 a 40 annidalla nascita di Aie. Dal 1990 aoggi l’Europa ha ridotto del28% l’intensità dell’energia.“L’Italia ha programmi sul mi-glioramento energetico in tuttii settori”, conferma van der

Hoeven “dall’edilizia ai servizi,dall’industria ai trasporti, at-traverso i quali intende rispar-miare 13 mtoe/anno (milioni ditonnellate equivalenti di petro-lio), risparmi che valgono 9 mi-liardi di euro. Con queste cifrel’Italia si pone come un Paeseleader nel settore dell’effi-

cienza energetica”.Ma, oltre i proclami positivi eottimisti c’è anche un’altra re-altà: quella della mancata con-divisione degli obiettivi e delloscarso impegno di alcuni stati.Tra il 1995 e il 2010 il consumomedio di carburante delle autonuove è diminuito del 27%, gli

edifici nuovi consumano il 40%di energia in meno rispetto a20 anni fa. Ma solo otto Statimembri hanno recepito com-pletamente la direttiva 20-20-20 sull’efficienza energetica, glialtri hanno ricevuto una proce-dura d’infrazione. La strada èancora lunga.

Efficienza energetica: incentivi anche nel 2015

Farnesina “Ministero green” Brunella Mercadante

Le sedi diplomatiche italianesi stanno impegnando per unamaggiore sostenibilità ambien-tale: grazie al progetto denomi-nato Farnesina Verde, ilMinistero degli Affari Esterista attuando infatti, nelle Am-basciate e sedi consolari, unaserie di iniziative ecologiche.Il piano d'azione del progetto èpartito proprio dalla sede ro-mana della Farnesina, dove èentrato in funzione un im-pianto fotovoltaico che garan-tisce l'autoproduzione dell'energia elettrica per l'illumina-zione esterna dell'edificio: gra-zie all'installazione di 84pannelli fotovoltaici a cella po-licristallina (che nel 2013hanno prodotto 43,39 MWh) siè registrata una riduzione delleemissioni pari a circa 23 ton-nellate di anidride carbonica,oltre al risparmio di 9.457,21litri di petrolio. Progressiva-mente si stanno poi sosti-tuendo le vecchie lampadinecon nuove a minor consumo e

si stanno installando sistemiautomatici di accensione e spe-gnimento delle luci all'internodegli spazi comuni. Anche lamensa ministeriale ha iniziatoun percorso di sostenibilità conacquisti di prodotti a Km 0,una raccolta differenziata di ri-fiuti organici, una riduzionedell'uso della plastica con il ser-vizio di "free beverage", grazie

al quale il personale può attin-gere direttamente agli appositidistributori che erogano acquamicrofiltrata e bevande pro-dotte con materie prime ita-liane di qualità o derivanti dacommercio equo e solidale. Per promuovere poi la culturadella mobilità sostenibile, invia sperimentale, sono statelanciate anche diverse inizia-

tive come il bike-parking non-ché una campagna di abbona-menti agevolati per incentivarel'uso dei mezzi pubblici nel tra-gitto casa-lavoro dei dipen-denti. Dopo l'input dato dalla Farne-sina anche altre sedi hannomesso in campo ed adottatomisure ecologiche. A Vienna ilfabbisogno elettrico dell'Amba-

sciata, dell'Istituto di Cultura edella Rappresentanza perma-nente presso le OrganizzazioniInternazionali è attualmenteassicurato da fonti rinnovabili,per l'80% da energia idroelet-trica e per il restante 20% daenergia eolica. A Teheranl'Ambasciata ha messo in fun-zione un nuovo impianto foto-voltaico di 36 pannelli da 250Watt. A Brasilia, oltre ai pan-nelli fotovoltaici l'Ambasciatasi è dotata anche di un im-pianto di fitodepurazione delleacque reflue, che vengono riu-tilizzate per l'irrigazione dellearee verdi. Il Consolato Generale di Istan-bul ha, invece, provveduto a so-stituire le luci notturne ad altoconsumo energetico con nuovilampioni e fari a LED. Anche aRio de Janeiro sulla tettoia del-l'edificio patrimoniale Casad'Italia è stato istallato un im-pianto fotovoltaico che con 120pannelli, capaci di generare 30kwp, assicurano il 20% del fab-bisogno energetico del Conso-lato.

Italia all’avanguardia nel settore, ma servono nuove politiche

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Parte da Napoli l’iniziativa che avvicina i giovani all’arte

“Opere d’arte nelle scuole”: il progetto del Mibac

Rosario Maisto

Ci sono troppi abitanti nellazona rossa, si trasferiranno?Il rischio che il Vesuvio eruttiormai non è più una favola,anche se il gigante dorme pro-fondamente per ora non signi-fica che non sia attivo,quindiserve un percorso parallelo aipiani di emergenza. Di questo e molto altro si èparlato durante la giornatasulla riduzione dei disastrinaturali organizzata dall'or-dine dei geologi a Castel del-l'Ovo a Napoli.Per affrontare il rischio vulca-nico del Vesuvio è necessarioun percorso parallelo ai pianidi emergenza, che abbia comeobiettivo il diradamento dellapopolazione nelle aree a ri-schio. Questa è l’unica strada dapercorrere per evitare unfiume di profughi alla dispe-rata ricerca di alloggi e so-stentamento. Si è rilevato che tutto il terri-torio della Campania è classi-ficato a rischio sismico e che,su 551 comuni, ben 129 rica-dono in aree ad alto rischio e360 in aree a rischio medio. In queste aree vive oltre il90% della popolazione e cisono circa 900.000 edifici pub-blici e privati; di queste strut-ture, più del 70% non sonostate costruite con criteri an-tisismici. Al nuovo piano di evacua-

zione e di emergenza si do-vrebbe affiancare un progettoper il diradamento delle popo-lazioni in quelle aree, ma èproblematico, perché si do-vrebbero gestire nell’emer-genza 700.000 persone chevivono nella zona rossa, ma lacifra arriverebbe a 2.000.000

con quelli che vivono nellearee circostanti, fino alle pro-vince di Avellino e Caserta. Sulle costruzioni abusivenelle aree a rischio, ci sonomigliaia di edifici da control-lare per verificarne la tenuta,ma anche la posizione, perchépotrebbero trovarsi in terri-

tori a rischio idrogeologico. Sidovrebbe intervenire di piùcon politiche sull’allontana-mento, ma non è facile perchénessuno si vuole spostare,inoltre, l’abusivismo non sa-nato dovrebbe essere abbat-tuto senza impedimento, e gliedifici condonati messi in si-

curezza.La “zona rossa” è l’area percui l’evacuazione preventiva èl’unica misura di salvaguar-dia della popolazione. A differenza di quella indivi-duata nel Piano del 2001, lanuova zona rossa comprendeoltre ad un’area esposta all’in-vasione di flussi piroclastici,definita “zona rossa 1”, ancheun’area soggetta ad elevatorischio di crollo delle coper-ture degli edifici per l’accu-mulo di depositi piroclastici(ceneri vulcaniche e lapilli),definita “zona rossa 2”.Queste sono state ampliate ri-spetto al Piano vigente, e si èconfrontata, l’area indivi-duata nel documento con i piùrecenti studi svolti sul tema. Il Piano nazionale di emer-genza potrà diventare infattiuno strumento operativo soloquando i criteri e le strategiegenerali troveranno applica-zione nelle pianificazioni ditutti i soggetti coinvolti,quindi, si suppone siano a ri-schio in caso di eruzione e chequindi sono soggetti ad unpiano di sicurezza straordina-rio (anche Pozzuoli, Bacoli,Monte di Procida, Quarto,parte di Marano, una piccolazona di Giugliano e alcunezone di Napoli: Bagnoli, Fuo-rigrotta, Pianura, Soccavo,Posillipo, Chiaia, una parte diArenella, Vomero e Chiaiano,e una piccolissima parte diSan Ferdinando).

Rischio Vesuvio: evacuazione preventiva?

Domenico Matania

Il Ministro dei Beni CulturaliDario Franceschini ha an-nunciato la partenza del pro-getto “Opere d’arte nellescuole”. Il Ministro era pre-sente a Napoli al Convegnosvoltosi al teatrino di Corte diPalazzo Reale in occasione deitrent’anni della Fondazione“Napoli Novantanove”. Que-ste le parole di Franceschini:“Il Presidente della Commis-sione europea Josè ManuelBarroso ha riconosciuto chesu Pompei stiamo lavorandobene e rispettando i tempi,inoltre da Napoli partirà ilprogetto ‘Opere d’arte nellescuole’ per cui porteremo leopere d’arte in classe e la

prima sarà la Madonna di Co-stantinopoli di Mattia Preti.Facciamo girare le nostreopere, spesso ossessivamente,nelle mostre, ma ora mandia-mole a scuola”. Si tratta diun’iniziativa lodevole che sipropone l’obiettivo di avvici-nare i più giovani all’arte: os-servare un’opera a pochi passipiuttosto che da un libro ditesto incuriosisce ed appas-siona di sicuro in manieramaggiore, tanto più se èl’opera a raggiungere gli stu-denti in un’aula di scuola. Ini-ziativa senza dubbiointeressante, ma nello stessotempo di difficile attuazionein termini di tempi logistici ecosti. Innanzitutto, come sot-tolinea lo stesso Ministro

Franceschini, lo spostamentodelle opere dovrà avvenirenella salvaguardia dellestesse, senza intaccare mini-mamente la loro incolumità.Per ora il “viaggio” dellaprima opera, la Madonna di

Costantinopoli, sarà unasorta di giro di prova; attual-mente non sono ancora in pro-gramma altri spostamenti.L’idea di partire da Napoli èanche un omaggio all’impe-gno e alla dedizione delle mi-

gliaia di giovani che con lafondazione Napoli Novanta-nove hanno dato vita al pro-getto “Adotta unmonumento”. Il progetto“Opere d’arte nelle scuole”sarà inserito nelle attivitàpreviste dal protocollo d’in-tesa firmato tra il ministerodei Beni Culturali e quellodell’Istruzione guidato da Ste-fania Giannini. Prosegue inol-tre Franceschini: “Portareun’opera d’arte a scuola è unmodo per riavvicinare ed edu-care gli studenti alla grandebellezza del nostro patrimo-nio culturale”. A breve infattisi attende la reintroduzione eil rafforzamento dello studiodella storia dell’arte nellescuole secondarie superiori.

Per affrontare il rischio Vesuvio è necessario il diradamento della popolazione nelle aree a rischio

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Eni: altri due blocchi petroliferi in AsiaFabio Cuoco

L’Eni, una delle più grandi compagnieenergetiche italiane, continua a raffor-zare i propri rapporti commerciali conl’Asia. Dopo aver raggiunto diversi ac-cordi per lo sfruttamento di blocchi pe-troliferi in Indonesia, Timor Est eMyanmar negli scorsi anni, la societàfondata da Enrico Mattei sta consoli-dando i rapporti anche col Vietnam: ledue piattaforme, sulle quali la societàitaliana comincerà a lavorare, sonomolto vicine ad altri quattro blocchicontrollati dall’impresa del “cane a seizampe” già dal 2012.Nei giorni scorsi, l’AmministratoreDelegato dell’Eni, Claudio Descalzi, equello di Petrovietnam, Do Van Hau,hanno siglato due Product SharingContract (PSC), cioè contratti perl’esplorazione dei blocchi 116 e 124, si-tuati al largo delle coste vietnamite. Il primo di questi copre una superficie

di circa cinquemila chilometri qua-drati nel bacino di Song Hong, inacque di profondità che variano daidieci ai centoventi metri. Tale bloccosarà sfruttabile esclusivamente da Eniper un periodo esplorativo di setteanni. L’altra piattaforma, invece, rag-giunge i seimila chilometri quadratinel bacino di Phu Khanh, in acque diprofondità che va dai cinquanta aiduemilaseicento metri. Il 124, però, adifferenza del 116, è partecipato daEni solo per il 60% della quota, mentreil 40% resta alla Santos Vietnam. De-scalzi ha poi incontrato il vice premiervietnamita Hoang Trung Hai, il quale,in veste di responsabile commerciale alivello nazionale, ha fornito interes-santi ed incoraggiati aggiornamentidelle attività e dei progetti che la Pe-trovietnam sta portando avanti inquesti anni. "La partecipazione in que-sti due nuovi blocchi ad alto potenziale– ha dichiarato Descalzi – consoliderà

la nostra presenza nell'area e la nostracrescita nel bacino del Pacifico. La lorovicinanza ai blocchi in cui già ope-riamo – ha proseguito l’ad di Eni – ciconsentirà di sfruttare al meglio le si-nergie logistiche e operative, con note-vole risparmio in termini di tempo e dicosti". Il progetto “Asia per Eni”, dun-que, procede bene, tenendo conto, so-prattutto, del fatto che si tratta dieconomie in costante crescita e chehanno un grosso fabbisogno di gas,specie in prospettiva futura: in Viet-nam, ad esempio, il PIL cresce inmedia del 7% annuo e per questo mo-tivo, dal 2025, il paese farà registrareun deficit di gas pari a 1,5 miliardi dimetri cubi l’anno. La più grande scommessa dell'Eni,però, riguarda l'Indonesia, dove l’indu-stria italiana è presente da quasiquindici anni. L'attività di perfora-zione è concentrata prevalentementein quatto aree: quelle offshore, nella

zona orientale e dell’isola di Sumatra,e quelle onshore, nelle zone del Kali-mantan orientale e del West Timor eWest Papua. Inoltre, proseguono le at-tività di sviluppo dei progetti operatinei giacimenti Jangkrik e Jau, nell'off-shore del Paese, dove Eni è presentecon percentuali maggioritarie. InTimor Est, infine, l'Eni lavora dal2006, con una quota dell'80% in benquattro blocchi esplorativi offshore.Qui, nel 2008, attraverso i pozzi esplo-rativi Kitan-1 e Kitan-2, il colossoenergetico italiano ha effettuato unasignificativa scoperta petrolifera e, nel2010, ha avviato lo sviluppo del giaci-mento a olio di Kitan, operativo dal-l’ottobre 2011. Tutte queste operazioni hanno raffor-zato ulteriormente la presenza e le op-portunità di crescita di Eni nelle areead alto potenziale dei bacini asiatici,rendendo il colosso energetico italiano,di fatto, il primo partner commerciale.

L’agricoltura diventa digitale, nasce il digital mappingDa oggi mappare il territorio,analizzarne i dati e stamparesul suolo il modello digitaleprogrammato si può. Tuttomerito del rivoluzionario digi-tal mapping applicato sui ter-reni agricoli. Nato da unacooperazione tra la sperimen-tazione di tecnologie digitali einterazioni multidisciplinari,questa pratica trasformal’agricoltura in una vera e pro-pria attività altamente digi-tale. Un esempio pratico civiene dato dal progetto di Be-nedikt Groß Avena + TestBed, realizzato nel 2013. Unparticolare trattore assem-blato che deposita semi sulterreno seguendo un disegnoprogettato al computer: la su-

perficie da coltivare è un fogliodi carta e il veicolo rappre-senta la stampante a gettod’inchiostro, che imprime di-segni e varietà vegetali. Il pro-getto pilota sperimenta talitecnologie di agricultural

printing grazie ai sistemi GPSe GIS su un’area di circa 12ettari situata nella Germaniameridionale. Il modello digi-tale è stampato, dopo unamappatura del suolo e un pro-cessing data, con una suddivi-

sione in 85% di avena e il 15%con diverse specie floreali. Idati vengono salvati su unachiavetta usb e il file distampa per il trattore è suddi-viso a seconda del colore(avena e il mix di fiori) e con-vertito in codice binario peressere letto dal macchinario.Il disegno speculativo di Großesplora le interazioni tra lafabbricazione digitale e l’agri-coltura, consentendo un con-trollo algoritmico dellasemina e un considerevole au-mento della diversità coltu-rale. Una nuova rivoluzioneagricola che coinvolge anchela tecnologia, trasformandol’agricoltura in “precision far-ming”, un’agricoltura di preci-

sione, dove ognuno fa la suaparte. Il sistema mappato con-sentirebbe, quindi, un uso ri-spettoso dell’ambiente in concriteri di biodiversità e produ-zioni energetiche. Di conse-guenza, rispetto al modellotradizionale, si potrebbe ritro-vare un nuovo equilibrio trafauna e flora, evitare lo sfrut-tamento del terreno e soprat-tutto creare le cosiddette zonedi compensazione ambientali.Da oggi anche l’agricolturaavrà il suo lato tecnologico, di-ventando una pratica di preci-sione regalando nuoveprospettive ad una pratica an-tichissima che ora tenta dimettersi al passo coi tempi.

A.P.

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Anna Gaudio so

Per chi ha pensieri verdi, il2014 è un anno un po’ speciale,soprattutto per l’educazioneambientale. Ricorrono infattieventi e anniversari significa-tivi, ad esempio i venti anni delsistema nazionale Infea (nelsuo significato di informazione,formazione ed educazione am-bientale) e ricorrono anche iventicinque anni di .eco, la rivi-sta italiana di riferimento delsettore. Per la cultura della so-stenibilità, dunque, il 2014segna un momento di significa-tive ricorrenze. La nostra at-tenzione è incentrata sulsistema Infea, che come ab-biamo già accennato è l’acro-nimo di “Informazioneformazione ed educazione am-bientale”. Il sistema Infea, cheha preso vita nel 1994 con ilProgramma triennale per la tu-tela ambientale 1994-96 (Ptta1994-1996), è strutturato su trelivelli: quello nazionale, che

comprende le politiche di indi-rizzo ministeriale e i progettinazionali; quello regionale,dove si prevede di attivare unCentro o un Laboratorio di rife-rimento; quello locale, cioè a li-vello provinciale o comunale,dove vanno creati o rafforzatielementi come i Centri o Labo-ratori di educazione ambien-tale, i Centri visita di parchi, iprogetti o i programmi di varianatura, l’associazionismo, leguide, eccetera che possano fa-vorire la costruzione della retelocale di educazione ambien-tale. Il programma Infea nascesu iniziativa del Ministero del-l'Ambiente ed è finalizzato a

diffondere sul territorio strut-ture di informazione, forma-zione e educazione ambientale,favorendo un colloquio continuocon i soggetti impegnati nelmondo dell’educazione ambien-tale. Inoltre, anche grazie al so-stegno finanziario, hacontribuito a diffondere sul ter-ritorio nazionale strutture estrumenti per orientare leazioni nella direzione della co-struzione di un Sistema nazio-nale per l’educazione, laformazione e l’informazioneambientale. Lo Stato, le Re-gioni e le Province autonome,pertanto, si impegnano a raf-forzare e sviluppare la propriaazione nell’ambito dell’educa-zione ambientale e dello svi-luppo sostenibile, mediante lastipula di accordi di pro-gramma concertati e cofinan-ziati con risorse regionali,nazionali e comunitarie che ri-lancino e incrementino il Si-stema nazionale.L’Educazione allo sviluppo so-

stenibile (Ess) non riguardasolo l’ambiente, ma anche l’eco-nomia (consumi, povertà, norde sud del mondo) e la società(diritti, pace, salute, diversitàculturali). L’Ess è un processoche dura per tutta la vita, in-duce alla riflessione, non si li-mita all’apprendimento“formale”, ma si estende per as-sicurare una completa azione diinformazione che raggiungatutti i cittadini. L’Ess toccatutti gli aspetti della vita e i va-lori, al centro dei quali vi è il ri-spetto per gli altri, inclusiquelli delle generazioni pre-senti e future, per la diversità,per l’ambiente, per le risorsedella Terra. L’Italia può van-tare da tempo un livello elevatodi documenti sull’EA, giàespresso nella circolare n.149/1996 (La Ferla) del Mini-stero della Pubblica Istruzione,dove si proponeva un’EA comecollegamento tra natura e cul-tura, e nella Carta dei principidi Fiuggi del 1997, un docu-

mento firmato dal Ministro del-l’Istruzione e dal Ministrodell’Ambiente, in cui si enun-ciavano le caratteristiche diun’Educazione Ambientaleorientata allo sviluppo sosteni-bile e consapevole. Nella suc-cessiva strategia Unece l’EA èconsiderata un pre-requisitoper lo sviluppo sostenibile, unostrumento per il buon governoe per i processi decisionali,parte dalla visione dei valori co-muni di solidarietà, equità e ri-spetto reciproco. In camposcolastico, il Ministero del-l’Istruzione, dell’Università edella Ricerca ha sostenutotante iniziative. Sono state de-lineate le “Linee guida perl’Educazione Ambientale e perlo sviluppo sostenibile” indiriz-zate alle scuole per promuoveretra i giovani l’educazione am-bientale e il consumo sosteni-bile. Il progetto si inserisceall’interno della nuova materiadi “Cittadinanza e Costitu-zione”.

Infea: venti anni di educazione ambientaleIl sistema “a rete” nasce nel 1994 su iniziativa del ministero dell’Ambiente

L’uragano Gonzalo, tempesta mediatica d’ottobreGennaro Loffredo

Molti di noi, dopo il boom diquesto prezioso strumentoormai di uso quotidiano che èInternet, hanno cominciato agirare per la rete a caccia di sitimeteorologici per appagare lanostra sete di curiosità e cono-scenza. Intorno al 20 ottobre ècircolata la notizia dell’arrivo diGonzalo in Italia; un uraganodi notevole intensità cheavrebbe provocato morte e di-struzione, specie sulle nostreregioni centro-meridionali. In-somma un allarme lanciato conlo scopo di fare sensazionalismoe gettare nel panico la popola-zione che purtroppo ancora oggisi ostina a cliccare su questi siticommerciali, gestiti da personeche senza dubbio non hanno lecompetenze nel settore meteo-rologico. Purtroppo, con l’at-tuale legislatura nessuno puòdire niente; ognuno è libero discrivere ciò che vuole. Sta al-l’utente fare la scelta giustacercando di capire chi si occupadi meteorologia per fare unasana divulgazione scientifica echi, invece, lo fa solo per atti-

rare il lettore, per fare quattrinie gettare fango sulla meteorolo-gia. Per fare chiarezza, quindi,l’uragano Gonzalo non è unpersonaggio della Disney. Esso è stato davvero una tem-pesta, nata sui Caraibi allametà di Ottobre e che nei giornisuccessivi si è intensificata inprossimità delle Bermuda tra-sformandosi in uragano di cate-goria 4; però, passando sulleacque fredde dell’Atlantico, haperso consistenza declassan-dosi in ciclone extra-tropicale.Gonzalo, oramai, giunto in Eu-ropa come semplice depres-sione atlantica è stato, però, lacausa dell’importante cambiodi circolazione il quale ha favo-rito il passaggio di stagione,dopo l’eccezionale fase di caldoanomalo che da circa un mesestava interessando la nostrapenisola. Ci sono stati fortiventi soprattutto sui versantioccidentali dell’Italia e sullezone alpine e padane spessocon raffiche prossime ai100km/h, ma niente a che ve-dere con l’intensità dei venti diun uragano.

Ma c'è anche da dire che una si-mile situazione si è verificatapiù volte in passato nella terzadecade di ottobre, con freddoprecoce e le prime nevicatesulle cime dell’Appennino. Que-st’anno c’è stata più difficoltà adigerire il cambiamento acausa del lungo periodo simil-estivo e di caldo che si è pro-

tratto fino alla metà di ottobre,dopo un’estate davvero biz-zarra. Gli eventi estremi me-teorologici nel Mediterraneostanno gradualmente pren-dendo il sopravvento, mettendoin evidenza purtroppo l’incuriaumana sul nostro fragile terri-torio. Inoltre i cambiamenti cli-matici stanno senz’altro

aiutando questi ciarlatani a dif-fondere notizie poco consone enon attinenti alla meteorologia;in effetti ritornando all’uraganoGonzalo: tra il dire e il fare c’èdi mezzo il mare. E nelle pros-sime settimane Gonzalo saràsolamente un mesto ricordo e ilciclo continuerà (immagine ac-cuweather.com).

Raccontiamo il meteo. Il ciclone partito dai Caraibi ha influito sul nostro meteo, ma non ha fatto disastri

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Luigi Mosca

Costruire un'adeguata conoscenzascientifica della situazione ambien-tale e sanitaria della cosiddetta“Terra dei fuochi”: questo è l'obiettivodi una serie di istituzioni che stannolavorando sul territorio, a partire dal-l'agenzia ambientale campana. A unanno, o quasi, dall'approvazione deldecreto “Terra dei fuochi”, l'associa-zione culturale Binà ha organizzatouna tavola rotonda sul tema, che si ètenuta lo scorso 18 ottobre nel di-stretto culturale La Distilleria di Po-migliano d'Arco. All'incontro hannopartecipato la dott.ssa MarinellaVito, direttore tecnico dell'Arpa Cam-pania, il dott. Mario Fusco, direttoredel registro tumori dell'Asl Napoli 3Sud e la prof.ssa Maria Triassi, diret-tore del dipartimento di Salute pub-blica della Federico II. Il titolo dell'iniziativa, “Terra mia: ta-vola rotonda su ambiente e tumori”,ha richiamato numerosi partecipanti,tra cui molti amministratori locali,data anche l'indubbia risonanza deltema. Preceduta da un saluto del sin-daco di Pomigliano d’Arco, RaffaeleRusso, e da un'introduzione di Gio-vanni Corbisiero dell'associazioneBinà, la dott.ssa Vito ha sintetica-

mente illustrato a che punto sono i la-vori di indagine condotti da un pool diistituzioni che comprende, oltre adArpac, anche Corpo forestale delloStato, Ispra, Istituto superiore di sa-nità, Consiglio Nazionale per la Ri-cerca in Agricoltura, UniversitàFederico II, Istituto zooprofilatticosperimentale del Mezzogiorno, Re-gione Campania e Agea. La prima fase del lavoro si è svolta al-l'inizio del 2014: all'interno dei primi57 comuni individuati dalla DirettivaMinisteriale attuativa del DecretoTerra dei fuochi, gli esperti hannoclassificato i terreni in base a un in-dice di rischio, per individuare quellisu cui vietare, almeno temporanea-mente, le produzioni agricole, in at-tesa della esecuzione degli ulterioriaccertamenti sulle matrici ambientalie vegetali. I risultati di questa primafase sono stati ampiamente divulgatidai media e riassunti in un dossierpubblicato in primavera sul sito delministero dell'Agricoltura (www.poli-ticheagricole.it/flex/cm/pages/Serve-BLOB.php/L/IT/IDPagina/7367). Il direttore tecnico dell'Arpac ha ri-cordato che questa prima mappaturaè stata condotta in soli due mesi, met-tendo insieme i dati disponibili davarie fonti, ma in presenza di lacune,anche di carattere normativo, vistoche, ad esempio, nell'ordinamento ita-liano non è previsto un limite di con-centrazione specifico, per gliinquinanti nei terreni a uso agricolo.Si è dunque approntato un modelloscientifico il cui metodo viene illu-strato nel dossier pubblicato sul sitodel ministero dell'Agricoltura.Nei mesi successivi a questa primafase, si è passati a condurre prelievisui terreni e sulle acque a partire dai

siti classificati più a rischio, con l'im-piego costante di cinque squadre co-stituite, tra l'altro, da agenti dellaForestale e da tecnici dell'Arpac. I tec-nici dell'Asl hanno inoltre prelevatocampioni dei vegetali coltivati sui ter-reni a rischio. Per la pubblicazione dei risultati è incorso di allestimento un portale delministero dell'Agricoltura. All'agenzia ambientale sono ovvia-mente affidate le analisi sulle matriciambientali. È importante tuttavia di-stinguere tra la contaminazione deisuoli e la salubrità delle produzioniagricole, due aspetti che non coinci-dono necessariamente. Per la cono-scenza completa della situazioneoccorrerà dunque attendere gli esitidelle analisi sui vegetali, affidate al-

l'Istituto zooprofilattico sperimentaledel Mezzogiorno. Nel corso dell'incontro, è toccato aldott. Fusco delineare un quadro dellapresenza di tumori nell'area dell'AslNapoli 3 Sud, che comprende oltre unmilione di abitanti. L'esperto ha evi-denziato come, in questo territorio,l'incidenza di quasi tutti i tumori siain linea con il dato nazionale. Tuttavia, fino a pochi decenni fa, nelMezzogiorno i tumori erano relativa-mente più rari che nel resto d'Europa,mentre oggi questo “vantaggio” si èperso. Inoltre, nell'area dell'Asl Na-poli 3 Sud, i tassi di mortalità per tu-more calano meno che nel restod'Italia. Questi, in estrema sintesi, al-cuni degli aspetti evidenziati dall'ar-ticolato intervento del dirigente Asl.

“Terra mia”: confronto su ambiente e saluteIncontro a Pomigliano sulla Terra dei fuochi con esperti di Arpac, Asl Na 3 Sud e Federico II

II relatori dell’incontro “Terra mia” che si è tenuto a Pomigliano lo scorso 18 ottobre. Tema della tavola rotonda: ambiente e tumori.

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 31 ottobre 2014 - Anno X, N.20Edizione chiusa dalla redazione il 31 ottobre 2014

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, F. Clemente, P. D’Auria, F. Cuoco,G. De Crescenzo, A. Esposito, E. Ferrara, R.Funaro, L. Iacuzio, G. Loffredo, R. Maisto, D.Matania, B. Mercadante, A. Morlando, A. Pa-lumbo, A. Paparo, L. TerziSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Angelo Morlando

Citiamo la pubblicazione comerichiesto: GdL “Reti di monito-raggio e Reporting Direttiva2000/60/CE”: Progettazione direti e programmi di monito-raggio delle acque ai sensi delD.Lgs. 152/2006 e relativi de-creti attuativi – ISPRA – Ma-nuali e Linee Guida 116/2014.Questo manuale è uno deitanti risultati conseguiti dalConsiglio Federale delle Agen-zie Ambientali (ARPA/APPA)che ha prioritariamente rior-ganizzato le attività dei gruppidi lavoro suddividendo l’in-sieme delle attività tecnico-scientifiche in quattro Aree diAttività: armonizzazione deimetodi di analisi, campiona-mento e misura; monitoraggioe controlli ambientali; elabora-zione, gestione e diffusionedelle informazioni ambientali;attività integrate di sistema.L’attività del GdL “Reti di mo-nitoraggio e Reporting Diret-tiva 2000/60/CE” è stataorientata verso l’armonizza-zione dei criteri per la defini-zione delle reti e deiprogrammi di monitoraggiodelle acque superficiali, sotter-ranee, marino costiere e ditransizione ai sensi della Di-rettiva 2000/60/CE e delle suc-cessive direttive figlie e dellarelativa normativa nazionaledi recepimento e di attuazione.Hanno partecipato pratica-mente tutte le ARPA e moltepersonalità dell'ISPRA; siamolieti di citare anche il contri-buto del dott. Tommaso DiMeo dell'Arpa Campania.La pubblicazione si sviluppasu cinque capitoli: "Fiumi","Laghi", "Acque di Transi-zione", "Acque marino co-stiere" e "Acque Sotterranee"e tratta i seguenti argomenti:definizione e tipologia dellarete di monitoraggio; fattoridai quali dipende il numero diCorpo Idrico (CI) da monito-rare; definizione della rete diSorveglianza, della Rete Nu-cleo e della Rete Operativa ecosa prevede il monitoraggio;come attribuire le diversecomponenti chimiche, biologi-che, idromorfologiche; sceltadegli elementi di qualità biolo-gica (EQB); definizione delprotocollo analitico chimico edel monitoraggio idromorfolo-gico; frequenze annuali di mi-

sura per gli elementi di qua-lità e criteri per il raggruppa-mento dei corpi idrici; comeeffettuare operativamente ilraggruppamento dei CorpiIdrici; analisi di rischio; inter-pretazione dei dati di monito-raggio; classificazione dellostato di qualità, dello statoecologico e dello stato chimico;considerazioni sul calcolo degliindici e modalità di classifica-

zione; verifica della con-gruenza tra risultati dellaclassificazione e analisi dellepressioni.La situazione attuale italiananon è delle peggiori, ma biso-gna fare di più e meglio per laclassificazione, l'analisi dei ri-schi e il monitoraggio. Questapubblicazione potrà essere cer-tamente un'utile guida per col-mare queste lacune.

Reti di monitoraggio delle acque

Con 17.000 specie descritte, il20% circa delle quali non sitrova in nessun altro luogo almondo, il Mediterraneo è con-siderato un hotspot della bio-diversità biologica. A fronte ditanta ricchezza, tuttavia, lespecie alloctone sono una mi-naccia molto concreta, con lapotenzialità di distruggere ildelicato equilibrio attuale.Negli ultimi 50 anni soprat-tutto, il Mare Nostrum ha su-bito una vera e propriainvasione aliena a causa del-l’apertura del Canale di Suez,dei metodi di acquacoltura enaturalmente del riscalda-mento globale. Si tratta dellapiù grande invasione attual-mente in corso sul pianetaTerra e sono ormai quasi mille

le specie aliene tra pesci, cro-stacei e alghe che vi sono arri-vate per stabilirsi in modopermanente, veicolate dalleattività antropiche. Tra gliesempi più ricorrenti ci sono ipesci delle specie Siganus luri-dus e Siganus rivulatus, perci-formi arrivati dall’OceanoIndiano fino al Mediterraneoorientale, dove brucano le fo-reste di alghe marroni conconseguenze devastanti per lespecie animali che, prima di

loro, popolavano l’ecosistema.Anche le alghe verdi fanno laloro parte: Caulerpa cylindra-cea, ad esempio, che formandospessi tappeti di oltre 15 cen-timetri priva le specie sotto-stanti, invertebrati, coralli ealghe native, non solo dellaluce ma anche di ossigeno ecibo. Con l’apertura del Ca-nale di Suez sono arrivateoltre 400 specie aliene di pesci,e in seguito i ricercatori hannoscoperto che sono circa 60 lespecie marine, principalmentealghe, introdotte in manieraaccidentale solo tramite l’ac-quacoltura. Le aree più toccatesono quella di Venezia e lacosta sud-occidentale dellaFrancia. La composizionedelle comunità marine, che in

passato veniva modellata sola-mente dal clima, dall’am-biente e dalle barriereoceaniche, ora è strettamentelegata alle attività umane. Inmolte aree la navigazione, l’ac-quacoltura e l’apertura di ca-nali sono diventate i driverprincipali per la distribuzionedelle specie. Bisogna stabilireal più presto una gestione cor-retta dell’introduzione dellespecie aliene in modo da pre-venire l’arrivo di nuove speciealloctone. Le conseguenze,spiegano gli esperti, non ri-guarderanno solamente la bio-diversità in sé: il cambiamentotoccherà anche il turismo, leattività costiere e l’approvvi-gionamento di cibo.

I.B.

L’invasione “aliena” nel Mediterraneo

La Marina Militare ha aderito al progetto “Port and CoastalSurvey (PaCS)”che ha lo scopo di garantire il libero e sicuroutilizzo delle vie di comunicazione marittime e si propone dicondurre un’attività di controllo, monitoraggio e mappaturadei fondali portuali e costieri, con l’identificazione e rimozionedegli oggetti estranei all’ambiente marino e la realizzazionedi un database dei fondali. Il progetto è stato finanziato per il50% con risorse provenienti dal Fondo Europeo di SviluppoRegionale (FESR) e per il restante 50% con fondi nazionaliassegnati al Ministero degli Interni. Le regioni interessate daquesto progetto sono: la Calabria, la Campania, la Puglia e laSicilia. In particolare i porti soggetti a monitoraggio con mezzie uomini specializzati della Marina Militare sono quelli di Ta-ranto, Bari, Brindisi, Napoli, Gioia Tauro, Messina, Palermo,Catania ed Augusta. In alcuni di questi l’attività già è statasvolta, negli altri lo sarà entro la fine del corrente anno. Pereseguire queste attività di controllo e di monitoraggio degliambiti portuali, la Marina Militare utilizzerà dei veicoli deltipo “Unmanned Surface” (senza equipaggio a bordo) come ungommone a chiglia rigida dotato di doppio Side Scan Sonar etelecamera, in grado di muoversi su percorsi pre-pianificatiautonomamente o con telecomando, un veicolo subacqueo fi-loguidato per la scoperta, identificazione e distruzione di og-getti, equipaggiato con sonar, telecamera a colori e braccimanipolatori ed un veicolo subacqueo autonomo, capace dioperare su percorsi pre-programmati, per la mappatura delfondale e la scoperta di oggetti. Una volta eseguito il precisorilievo dei fondali e delle vie d’acceso ai diversi ambiti por-tuali, la Marina Militare sarà in grado, su chiamata delle Au-torità di Polizia e/o della Magistratura, di effettuare inbrevissimo tempo dei controlli mirati al fine di evidenziare unpossibile rilascio in mare (effettuato in modo fraudolento op-pure casuale) di oggetti estranei all’ambiente marino e poten-zialmente pericolosi come, ad esempio, fusti contenentimateriali inquinanti oppure esplosivo, droga o altro. G.M.

Progetto “Port andCoastal Survey”

Direttiva 2000/60/CE

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Alessia Esposito

Il Living Planet Report è il do-cumento biennale presentatodal WWF che scatta la foto-grafia dello stato di salute delnostro pianeta. Il rapporto monitora essen-zialmente due fattori: la biodi-versità e l’impronta ecologicadell’uomo. Per quanto riguarda la prima,

il WWF ha studiato le popola-zioni di oltre 10.000 specie divertebrati dal 1970 al 2010utilizzando il Living PlanetIndex, un database realizzatodalla Zoological Society ofLondon. L’impronta ecologicadell’uomo è invece misuratasecondo il Global FootprintNetwork. Il dato che emergedal Living Planet Report èpurtroppo sconfortante per en-trambi i fattori risultando inpeggioramento continuo ri-spetto ai precedenti rapporti.La biodiversità è infatti in dra-stico calo: “le popolazioni dipesci, uccelli, mammiferi, an-fibi e rettili sono diminuite del52% dal 1970 ad oggi. Le spe-cie di acqua dolce hanno sof-ferto un declino del 72%, unaperdita quasi doppia rispettoalle specie terrestri e marine.”Colpevoli pesca, caccia (conannesso bracconaggio) e cam-biamenti climatici che distrug-

gono gli habitat naturali dellespecie animali. Dichiara, a talproposito, Gianfranco Bolo-gna, Direttore scientifico delWWF Italia: “Sebbene il rap-porto mostri come la situa-zione sia critica vi sono ancoraspazi per la speranza, ma è ne-cessario non perdere altrotempo. Per proteggere la na-tura è necessaria un’azioneincentrata sulla conservazione

attiva, la volontà politica e unchiaro e significativo supportoda parte delle imprese”. Tra irimedi che si sono mostratipiù efficienti per salvaguar-dare la fauna ci sono le areeprotette che presentano buonepratiche di gestione (come ac-cade in Nepal per le tigri): se-condo il report le specie quipresenti soffrono meno dellametà del tasso di declino. E mente la biodiversità dimi-nuisce, cresce, in maniera in-versamente proporzionale,l’impronta ecologica dell’uomo,ovvero il ritmo di sfruttamentoche egli fa delle risorse natu-rali. Si registra che ad oggi losfruttamento è del 50% mag-giore rispetto a quanto i si-stemi naturali consentano dirigenerare. È il cosiddettoOvershoot (il sorpasso): ta-gliamo più alberi di quanti necrescano, sprechiamo acquapiù di quanto ce ne sia a dispo-

sizione, immettiamo più inqui-namento di quanto la naturasia in grado di assorbire. Sarebbe necessario, secondoquesto ritmo, almeno un pia-neta e mezzo per soddisfare leesigenze dell’uomo. Nella topten dei Paesi con la più altaimpronta ecologica ci sono:Kuwait, Qatar, Emirati ArabiUniti, Danimarca, Belgio, Tri-nidad e Tobago, Singapore,

Stati Uniti d'America, Ba-hrein e Svezia. Tutti i Paesidell’UE, comunque, vivonooltre le loro possibilità di “im-pronta” gravando su altriPaesi che invece vivono in con-dizioni di scarsità di acqua ecibo (che l’overshoot da partedei Paesi più industrializzatipotrebbe aggravare). L’im-pronta ecologica dell’Europapesa per il 50% su quella to-tale: se tutti avessero un’im-pronta simile servirebbero ben2,6 pianeti per permettere lavita. Fondamentale è un ac-cordo per diminuire l’utilizzodei combustibili fossili, primacausa del peso eccessivo del-l’impronta ecologica. Prossimeoccasioni: il pacchetto “climaed energia” dell'UE fino al2030; la Conferenza delleParti della Convenzione suiCambiamenti Climatici ONUdi Lima nel mese di dicembree quella di Parigi nel 2015.

Rapporto biennale WWFsulle condizioni della Terra

Un team internazionale di ricercatori, coordinato dallaSezione di Biodiversità Tropicale del MUSE (Museo delleScienze di Trento), ha scoperto in anni di lavoro 27 nuovespecie di vertebrati (23 di essi sono rettili e anfibi) sullemontagne dell’Africa orientale. Lo studio della lungaesplorazione ha rivelato la ricchezza faunistica delle fo-reste presente nel cosiddetto Arco Orientale, una lungacatena di monti che va dall’Etiopia alla Tanzania in cuila biodiversità è elevatissima. Il gruppo di ricercatori conduce da più di dieci anni ricer-che e progetti di conservazione ambientale nell’area gra-zie al supporto del Critical Ecosystem Partnership Fund,un fondo globale dedicato alla biodiversità contribuendocosì a scoprire una grandissima mole di dati scientifici ein particolare faunistici che dimostrano come le monta-gne (vere isole di natura in un mare di territorio coloniz-zato dall’uomo), siano importantissime per lo studiodell’ecologia e dell’evoluzione e la protezione delle specie.Oltre a raccogliere le specie descritte, la ricerca rag-gruppa per la prima volta quelle scoperte nella zona Tan-

zaniana dai moltienti differenti chehanno collaborato.Sono montagne moltoantiche, nelle qualici sono ancora condi-zioni di “forestaumida”. L’età, la stabilitàdegli ambienti fore-stali e la storia evo-lutiva delle forestedell’Arco Orientalehanno creato le con-dizioni ideali peruna grande diversifi-

cazione di specie, che è stata particolarmente importanteper gli anfibi e i rettili e queste foreste sono attualmenteil luogo più importante a scala continentale per questidue gruppi di vertebrati. Lo studio indica quanto poco co-nosciamo delle aree già ritenute importanti e inseritenella lista dei 34 hotspotglobali di biodiversità e dimostracome ancora oggi,basilari inventari delle specie presentiin un’area, siano essenziali alla conoscenza del patrimo-nio biologico del Pianeta.Questo ha fatto sì che la zonasia stata rivalutata a tal punto che gli zoologi chiedonola protezione dell’area ed il governo della Tanzaniaprende in considerazione la sua candidatura nella listadei siti naturali sotto il patrocinio dall’UNESCO.Il Museha in atto da anni progetti di ricerca in Africa, e gestisceanche una stazione di ricerca e monitoraggio ecologico,assieme a progetti di educazione ambientale.Questo è un ecosistema che sta scomparendo, ma che quiha garantito la stabilità necessaria per una straordinariadiversificazione biologica.

R.M.

Il MUSE di Trento scopre nuovespecie di vertebrati in Africa

Risorse e biodiversità: il futuro in pericolo

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Una vernice spray fatta diamidi naturali biodegradabiliper 'foderare' il terreno ed evi-tare che crescano piante infe-stanti. Il gruppo di ricercadiretto da Mario Malinconico,dell'Istituto di chimica e tecno-logia dei polimeri (Ictp) delConsiglio nazionale delle ricer-che, ha messo a punto una so-luzione acquosa, contenenteuna miscela di polisaccarididerivabili da alghe, crostacei,frutta e residui dell'industriaconserviera che si solidifica,come uno strato di vernice,sotto gli occhi dell'agricoltoreed è una soluzione non inqui-nante per sostituire la diffusapratica agricola della paccia-matura. Questa prevede che ilterreno da coltivare venga co-perto con una plastica nera cheserve a bloccare la radiazione

solare fotoattiva, impedendo lacrescita delle erbe spontanee.Solo nei fori praticati lungo ilfilm, dove viene impiantato ilseme o la piantina, la luce so-lare continua a operare. Per lapacciamatura oggi vengonoimpiegati soprattutto polieti-lene (PE) ecopolimeri etilene-vinilacetato (EVA). Per unasuperficie di 100.000 ettari, il

consumo annuale è di circa65.000 tonnellate. Una voltarimosse, queste pellicole spor-che e contaminate da diser-banti e fertilizzanti, non sonoeconomicamente appetibili peroperazioni di riciclo e per lamaggior parte (circa l'80%)vengono abbandonate sul ter-reno o bruciate in modo incon-trollato, con conseguente

immissione di sostanze nocivenell'atmosfera e nel suolo. Lavernice spray per la pacciama-tura è stata sviluppata all'in-terno del progetto europeo Life'Biocoagri', che ha coinvoltoanche l'Istituto di cibernetica'E. Caianiello' del Cnr, le Uni-versità di Napoli (Federico II),Bari e Osnabrueck in Germa-nia, la società svedese PSS cheproduce rivestimenti polime-rici per la conservazione deimonumenti. Come sub contra-enti hanno partecipato anchel'azienda Novamont di Novarae la PolyEur di Benevento. Ilbrevetto è in fase di deposito.La vernice spray può esseredepositata sul terreno, oppor-tunamente lavorato per limi-tare le asperità, tramite unospruzzatore che può esseremanuale (quando le estensioni

sono limitate) o tramite unmacchinario (una pompa mon-tata su trattore). In ogni caso,prove effettuate dall'Ictp e daisuoi partner hanno mostratoche dopo 2 mesi dalla fresaturanon si trovano tracce del poli-mero. La resa del raccolto, insperimentazioni condotte sufragole, asparagi, pomodori elattuga, è stata in alcuni casisuperiore rispetto alla paccia-matura. Il prodotto, secondoMalinconico, è pronto per l'usonella florovivaistica, un settoredove c'è molto valore aggiuntoe alti costi per diserbare i vasi(attualmente l'unico metodo èquello di strappare le erbaccea mano). Da questi esperi-menti, che dovrebbero pro-trarsi per almeno due stagionicolturali, dipenderà il tempo dicommercializzazione.

Anna Paparo

Direttamente da Singapore ar-riva una nuova invenzione.Diamo il benvenuto alle fine-stre intelligenti. E, così, comed’incanto, l’edilizia si colora digreen. Completamente auto-sufficienti, esse non hanno bi-sogno di alcuna batteriaesterna, ma cambiano colore aseconda della luce, accumu-lando energia sufficiente perautori-caricarsi. Il progettorappresenta, quindi, un passodavvero importante dell’edili-zia verso il rispetto dell’am-biente, colorandosi di verde,come è stato ben descritto sullaRivista Nature Communica-tions. Il merito va tutto algruppo di ricerca coordinatodal Dottor Xiao Wei Sun, delPolitecnico di Nanyang, opera-tivo a Singapore, che è riuscitoa dare vita a un’idea così rivo-luzionaria e particolare, gua-dagnandosi il plauso delmondo intero. Vediamo nellospecifico di cosa si tratta. Inpratica, il progetto di ricercaprevede la creazione di fanta-stiche finestre in grado di cam-biare colore utilizzandobatterie ricaricabili, senzaavere la necessità di essere ali-mentate dall’esterno. L’ingre-

diente segreto di questa mira-colosa “ricetta sostenibile” stanell’impiego di materiali attra-verso i quali sono create, e cioèi cosiddetti materiali elettro-cromici. Ma cosa sono? Non bi-sogna spaventarsi. Non sitratta di una brutta parola.Ma con questo termine al-quanto difficile sono designatitutti quei materiali in grado dicambiare colore in risposta astimoli esterni di natura elet-trica. Grazie ad essi potremmodire addio agli inutili fili e adogni sottospecie di batterieesterne, in quanto in piena au-tonomia sono in grado di im-magazzinare ioni ed elettroni.

Nel nostro caso quello utiliz-zato è il famigerato “Blu diPrussia”, impiegato da genera-zioni come colorante e ottenutodalla reazione tra il ferrocia-nuro di potassio e particelle ca-riche (cioè ioni) di ferro. Per iricercatori il risultato rappre-senta un passo importante inavanti verso la possibilità dimettere in commercio finestredi questo tipo, anche se sononecessari ancora degli inter-venti di carattere tecnico piùspecifici, tutti da studiare. Tut-tavia, nel momento in cui di-venteranno di uso comune,queste finestre intelligenti po-tranno contribuire in modo im-

portante e rilevante al bilancioenergetico di tutti i nostri edi-fici. Infatti, i vetri capaci dicambiare colore a secondadella luce permetteranno di ri-durre sia l’uso dei condiziona-tori sia il riscaldamento, conun risparmio di energia elet-trica non indifferente. In-somma, una vera e propriarivoluzione che mette al primoposto il comfort dell’uomo, ma,cosa fondamentale di questitempi, non tralascia la salutedell’ambiente. L’unica pecca ècaratterizzata dall’elevatocosto di realizzazione e di pro-duzione, che ha frenato la pos-sibile resa a breve termine di

un’opera simile. Comunque èauspicabile in un futuro nonlontano la possibilità dell’affer-marsi sul mercato delle fine-stre intelligenti. Quindi,l’edilizia a impatto zero esiste,è una realtà molto più vicina diquanto pensiamo. Basterà solocrederci. Basterà aspettare chei tempi maturino. Basteràsemplicemente dare spazio aidee innovative come questa ead investire nella ricerca,dando la possibilità di realiz-zare opere only green che rie-scano a coniugare le esigenzedella natura e dell’uomo in unperfetto rapporto osmotico na-turalmente a impatto zero.

A Singapore nascono le finestre intelligentiCambiano colore a seconda della luce, accumulando energia sufficiente per autori-caricarsi

Lo spray biodegradabile per la pacciamatura dei suoliDal Cnr una soluzione ecologica per gli agricoltori

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Antonio Palumbo

Il “cohousing” si sta affer-mando come strategia di so-stenibilità: se da un lato,infatti, la progettazione par-tecipata e la condivisione dispazi, attrezzature e risorseagevola la socializzazione e lamutualità tra gli individui,dall'altro questa pratica, uni-tamente a nuovi “approcci” -quali, ad esempio, la costitu-zione di gruppi d’acquisto so-lidale, il car sharing o lalocalizzazione di diversi ser-vizi - favoriscono il risparmioenergetico e diminuisconol'impatto ambientale della co-munità. L’abitare insiemeunisce i vantaggi tradizionalidell’essere padrone del pro-prio spazio abitativo conquelli di avere in co-proprietàcerti altri servizi, che consen-tono di intrattenere rapportistretti con i vicini di casa.Questi quartieri o borghi coo-perativi - sia quelli specifica-mente per gli anziani chequelli pensati per la convi-venza di persone di differentietà - sono una delle soluzionipiù interessanti per le sfidesociali e ambientali di oggi.Il concetto è nato negli anniSettanta in Danimarca, dovesi sono sviluppate le prime“Cohouses” o “Bofœllesska-ber”: oggi si trovano oltre 600comunità di “Cohouses” inDanimarca - dove si avviaperfino la costruzione di interiquartieri della città seguendoil modello “cohousing” (unvero revival del borgo tradi-zionale) - più di un centinaionegli Stati Uniti e molte nestanno nascendo in diversiPaesi dell’Europa, RegnoUnito, Olanda, Svezia e Ger-mania inclusi. Il “cohousing”è un stile di abitazione colla-borativo e sostenibile, checerca di superare l’emargina-zione contemporanea dell’in-dividuo nel quartiere, in cuinessuno conosce bene il pro-prio vicino e dove non si ri-scontra nessun senso dellacomunità. Nella società dioggi molti individui si trovanolontani dalle proprie famigliee dagli amici storici, con unaconseguente crisi per l’impos-sibilità di una assistenza af-fettiva ai figli, perl’isolamento sociale e per unagenerale mancanza di tempo.Le comunità cohousing sono

una risposta efficace a tuttociò: offrono le case private conle loro cucine, soggiorni, ca-mere da letto, ecc., ma in piùhanno dei servizi in comune,che sono progettati in mododa facilitare lo sviluppo delrapporto di amicizia e di co-munità. È sempre presente il“common house” - la casa co-mune - che comprende unaampia camera da pranzo, cu-cina, soggiorno, camere dariunione, biblioteca, salotto

per la TV, laboratori e spaziper i ragazzi. Inoltre c’èspesso un orto comune,campi, lavatrici in comune emagari anche la co-proprietàdi alcune automobili e attrez-zature. Di solito le comunitàcohousing sono progettate eamministrate dai residentistessi, persone che si impe-gnano a vivere in unità con ivicini, sfruttando una logicadi “abitare sostenibile” che fa-cilita il contatto sociale.

Una tipica comunità cohou-sing ha tra 20 e 30 case pri-vate. I residenti spesso hannola possibilità di partecipareagli eventi e alle iniziative so-ciali varie volte alla setti-mana, nella casa comune, masenza obblighi. Il vero vantag-gio, però, sono i rapporti infor-mali che si sviluppano inqueste comunità, dove si av-verte meno la differenza d’etàtra bambini piccoli e ragazzipiù grandi e dove gli anziani

non si sentono dipendenti daipropri familiari, in quanto c’èsempre qualcuno disposto adaiutarli. Per chi vuole informarsi dipiù sul “cohousing” è consi-gliabile la lettura dei dueprincipali testi pubblicati fi-nora sull’argomento: “Cohou-sing: A ContemporaryApproach to Housing Oursel-ves” e “The Cohousing Han-dbook: Building a Place forCommunity”.

Cohousing: un nuovo modo di abitare sostenibileAgevolare la socializzazione e la mutualità tra gli individui

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Traffic light: informazioni nutrizionali sulle etichette

Fabiana Clemente

Alimentazione equilibrata, cibi light,costante attività fisica. Sono tanti iconsigli che ci propinano ogni giornomass media e professionisti accredi-tati. Ma come spesso accade, ri-schiamo di perderci nei meandri diun’incompleta o inadeguata informa-zione. Per una rinnovata consapevo-lezza, bisogna modificare il nostromodo di essere consumatori. Parola d’ordine: attenzione all’eti-chetta. Percentuale di sale, zuccheri egrassi. Sappiamo davvero la dose giornalierache è consentita assumere? Ma so-prattutto, abbiamo la consapevolezzadi cosa in realtà stiamo mangiando?Quanti conoscono il GDA’s - Guideli-neDailyAmounts? Sulla confezionedegli alimenti è riportata un’informa-zione nutrizionale sintetica che indicail quantitativo in percentuale di unaporzione di alimento, rispetto al fab-bisogno medio giornaliero di kcalgrassi, proteine, carboidrati. Ma anche in ambito alimentare l’evo-luzione ha fatto il suo corso. E il risul-tato è il sistema semaforo – Trafficlight labelling – made in Regno Unito.Altro non è che uno strumento di in-formazione, che segnala al consuma-tore – attraverso i colori tipici di unsemaforo – cosa consumerà acqui-stando un determinando alimento. La luce verde, posta sull’etichettaturadegli alimenti, segnala se ciò che

stiamo acquistando sia un alimentosalubre e quindi è un incentivo al con-sumo. La luce gialla insinua qualchedubbio. La luce rossa invece indica la pre-senza di un alimento ricco di ingre-dienti poco raccomandati. Accantoalle informazioni nutrizionali – con lequali oramai abbiamo una certa fami-liarità – è possibile avere un resocontoulteriore, attraverso il sistema a se-maforo, sulle percentuali di acidigrassi saturi, sale e zuccheri. Ovviamente questi dati sono rappor-tati al fabbisogno nutrizionale di unapersona adulta. In parole povere unquadro generale della presenza ditutti quei nutrienti nemici per la no-stra salute. Quest’ultima iniziativadel Governo inglese nasce per contra-stare il dilagante fenomeno dell’obe-sità. Basti pensare che l’ultimaHealthSurvey del 2010 ha diffuso datipreoccupanti. Sono obesi o in sovrap-peso 3 adulti su 4 e 1 bambino su 3. Contrastare abitudini malsane e favo-rire uno stile alimentare sano ed ade-guato alla fascia d’età: sono questi iprincipi guida alla base di questo me-todo innovativo.Un metodo che aiuta soprattutto co-loro che una dieta sana sono costrettia seguirla. Chi deve drasticamente ri-durre il colesterolo ldl, chi invece sof-fre di diabete e deve tenere sottocontrollo i livelli di glicemia nel san-gue. Per salvaguardare la nostra sa-lute iniziamo a leggere l’etichetta!

Per riuscire a modificare il nostro modo di essere consumatori

Secondo un rapporto della Coldiretti,elaborato in collaborazione col Cen-sis, otto italiani su dieci non buttanovia i prodotti già scaduti, consu-mando le pietanze anche oltre ladata consigliata sulle confezioni.Questo dato, in realtà, è soltanto unaconseguenza della cattiva organizza-zione degli acquisti alimentari: circa8,2 milioni di famiglie italiane, in-fatti, hanno l’abitudine di acquistaregrosse quantità di prodotti in offertao soggette a promozioni, anche senon ne hanno la concreta necessità.Al fine di evitare che questa “modadelle scorte”, che ricorda molto lostile di vita tipico dei periodi bellici,metta a repentaglio la sicurezza ali-mentare, la Coldiretti ha redatto unaguida, fornendo degli utilissimi con-sigli da tener presente durante l’ac-quisto e la conservazione dei prodottigastronomici. La prima indicazione

offerta dalla guida è quella che con-cerne la differenza tra il TermineMassimo di Conservazione (TMC) el’effettiva data di scadenza del pro-dotto: la prima, che ritroviamospesso nella dicitura “Da consumarsipreferibilmente entro”, è la data finoalla quale il prodotto alimentare con-serva le sue proprietà organolettichee gustative. Nel caso questa datavenga superata, a patto che si trattidi pochi giorni, ciò non comportagrossi pericoli per l’organismo, seb-bene col passare del tempo venganoa mancare i requisiti di qualità delprodotto, quali il sapore, l’odore e lafragranza. Il secondo, invece, è il ter-mine perentorio entro cui l’alimentodeve essere assolutamente consu-mato, correndo, altrimenti, rischi im-portanti per la salute. La guida dellaColdiretti, inoltre, fornisce ancheconsigli utili per la conservazione dei

prodotti alimentari, in particolaresul giusto utilizzo del frigorifero: unsegnale che indica il non correttofunzionamento dell’elettrodomesticoè la formazione di ghiaccio sulle con-fezioni esterne dei prodotti. La brina,infatti, sta ad indicare un’effettivainterruzione del freddo all’internodel vano, che deve dissuadere dallaconsumazione del prodotto interes-sato. Attenzione, infine, alla forma-zione della muffa su formaggi esalumi: anziché tagliare via la partedell’alimento attaccata dai funghi econsumarne il resto, sarebbe neces-sario evitare di mangiare il prodottoper intero, data la presenza di micro-tossine che potrebbero danneggiarela salute di che ne assume. Discorsoa parte, invece, per la frutta e la ver-dura: è importante eliminare i pezziavariati, affinché non facciano mar-cire anche quelli integri. F.Cu.

LA CRISI È ANCHE A TAVOLA: L’80%DEGLI ITALIANI MANGIA CIBI SCADUTI

Conseguenza di una cattiva gestione degli acquisti alimentari

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PROGETTO MAPEC-LIFE: INQUINAMENTO E BAMBINI

Ilaria Buonfanti

L’aria delle nostre città, si sa, non sem-pre è pulita. E se si dice spesso che afarne le spese sono le persone che ci vi-vono, un aspetto che a volte sfugge èche ci sono cittadini più o meno sensi-bili ai danni delle sostanze tossiche.Glieffetti nocivi dell’inquinamento atmo-sferico sulla salute sono ben documen-tati; i bambini, in particolare, sono iprimi a risentire degli effetti negatividei composti cancerogeni che respi-rano. Essi infatti, sono più vulnerabilidegli adulti agli effetti degli agentiaero-dispersi, per diverse ragioni: mag-giore attività fisica, più tempo al-l’aperto, maggiore quantità di ariainalata per unità di peso, immaturitàdi alcuni organi, tra cui i polmoni, e deimeccanismi di ripara-zione cellulare.Per capire qualcosa dipiù su questo feno-meno sta per partire lafase operativa del pro-getto Mapec-Life: i ri-cercatori di 5università italiane(Brescia, Lecce, Peru-gia, Pisa e Torino) an-dranno nelle scuoleelementari delle ri-spettive città per mi-surare gli effettidell’inquinamento at-mosferico su 1.000bambini di età com-

presa tra i 6 e li 8 anni. “Faremo duediversi tipi di campionamento, unosull’aria e l’altro direttamente sui bam-bini”, racconta Annalaura Carducci, re-sponsabile dell’unità di ricercadell’ateneo pisano. Per il primo campio-namento, quello ambientale intornoalla scuola, i ricercatori piazzerannonei dintorni dell’edificio uno strumentoche preleverà campioni di aria. “Ancheil prelievo di campioni sui bambini nonsarà invasivo”, prosegue Carducci “Cilimiteremo a strusciare lo spazzolinoda denti sull’interno guancia e a prele-vare piccole quantità di saliva”. I biologi poi scruteranno questi cam-pioni ai microscopi alla ricerca di piccoliframmenti di Dna fuori dal nucleo dellecellule. I micronuclei, questo il nomedei pezzettini di Dna sfuggiti dal nucleo

dove di solito è concen-trata tutta l’informa-zione genetica, rap-presentano gli effettidell’aria che respi-riamo. Queste minimealterazioni cellulari,infatti, non sono dan-nose per i bambini,ma è stato dimostratoche la loro presenzadipende dall’espo- si-zione a sostanze no-cive. In un fumatore,per esempio, se ne tro-vano più della media.Imicronuclei di Dnanon provocano il can-

cro, ma la loro presenza indica che pro-babilmente il paziente vive in un am-biente che a lungo andare potrebbecomprometterne la salute. In questo modo i bambini stessi diven-tano bioindicatori della situazione am-bientale che li circonda. Rispetto agliadulti, infatti, sono più sensibili e re-cettivi agli effetti dell’inquinamentoperché le loro cellule sono in continuoaccrescimento.Per spiegare ai bambini che cosastanno facendo, gli scienziati hanno

preparato una serie di ausili didattici,come schede, video, giochi e persino uncartone animato.“Purtroppo i bambinicon l’inquinamento ci dovranno semprefare i conti per tutta la vita. Partecipare a questo progetto li aiuteràa diventare più consapevoli sull’argo-mento”, conclude Carducci.I dati delle prime analisi sono attesiper il prossimo inverno, mentre il risul-tato finale sarà un modello di rischioper valutare l’effetto biologico precocedegli inquinanti in età infantile.

DYNAMO CAMP: IL CAMPO DI TERAPIARICREATIVA PER PICCOLI PAZIENTI

Giulia Martelli

Sembrava un pomeriggio cometanti altri, attraversavo di-strattamente una piazzaDante brulicante di turisti erimbombante delle grida fe-stose di scugnizzi impegnati asegnare l’ennesimo gol facendoslalom tra i passanti, quando,la mia attenzione è stata cat-turata da un enorme autocarroverde parcheggiato proprio alcentro della slargo. Un po’ perdeformazione professionale,un po’ per curiosità mi sono av-vicinata e subito sono statacontagiata dall’ entusiasmo edall’allegria di alcuni giovani,all’incirca miei coetanei che mihanno raccontato di una realtàdi cui ignoravo l’esistenza finoa quel momento. Erano i vo-lontari di Dynamo Camp: uncampo di Terapia Ricreativa

appositamente strutturato perospitare gratuitamente per pe-riodi di vacanza e svago bam-bini e ragazzi dai 6 ai 17 anniaffetti da patologie gravi e cro-niche, in terapia o nel periododi post ospedalizzazione. Hoscoperto che Paul Newman, dicui ricordavo lo sguardo ma-gnetico e che avesse vinto treOscar, e svariati Golden Globe,nel 1988 ha fondato l’Associa-zione "Hole in The WallCamps", la prima ad istituireun progetto del genere in Con-necticut fino poi ad espandersiin tutti i continenti ed arrivareanche in Italia, nel 2007 (gra-zie alla Fondazione Dynamo) aLimestre (Pt) dove oggi hasede proprio Dynamo Camp, inun’oasi di protezione provin-ciale affiliata al WWF. Data lacondizione dei piccoli ospiti,all’interno del Camp è pre-

sente un’infermeria attrezzatain cui medici ed infermieri pro-fessionisti gestiscono diretta-mente le procedure di routine24 ore su 24. La filosofia èquella di avere la componentemedica sempre presente e ingrado di intervenire tempesti-vamente ma in modo discretomentre gli obiettivi principalisono quelli di riappropriarsidella propria infanzia, ritro-vare e acquisire fiducia in sestessi e nelle proprie potenzia-

lità, sperimentare numeroseattività creative e sportive acontatto con la splendida na-tura dell’oasi, condividere mo-menti indimenticabili con tantiragazzi che hanno vissutoesperienze simili alle propriesenza sentirsi diversi. DynamoCamp è finanziato in modoquasi interamente privato e laraccolta fondi è organizzata inuffici che hanno come interlo-

cutori individui, imprese, fon-dazioni, enti pubblici. Ognunodi noi può supportare le atti-vità di Dynamo sia con una do-nazione sia offrendo il propriotempo per svolgere volonta-riato per il progetto. Bastadare uno sguardo al sito inter-net www.dynamocamp.org perscoprire quest’isola felice dove“la vera cura è ridere e la me-dicina è l'allegria”.

I bambini sono ottimi indicatori biologici in quanto altamente recettivi

“Dove la vera cura è ridere e la medicina è l'allegria”

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Il limone di Amalfi, notoanche come "sfusato amalfi-tano", viene prodotto nei co-muni appartenenti allaCostiera Amalfitana, ovveroAmalfi, Atrani, Cetara, Concadei Marini, Furore, Maiori,Minori, Positano, Praiano,Ravello, Scala, Tramonti, Vie-tri sul Mare. Le sue caratteri-stiche sono uniche e lorendono uno dei prodotti piùfamosi e apprezzati nelmondo. Buccia di spessoremedio, colore giallo chiaro, ca-rico di oli essenziali e di acidoascorbico (la preziosa vita-mina C), polpa succosa e leg-germente acida, scarsapresenza di semi, è coltivatonei cosiddetti “giardini di li-moni” che caratterizzanotutto il paesaggio con i loro co-lori e anche con i loro profumie che sorsero anche in luoghiimpervi lungo le colline. Ilraccolto medio è di ottomilatonnellate all’anno. Viene rac-colto tutto l'anno ma in parti-colare è nei mesi tra marzo eluglio che si raccolgono i fruttimigliori. Può essere utilizzatoper le insalate o come condi-mento per antipasti, pesce ocarni oltre che per la produ-zione di limoncelli o di dolci ti-pici della zona (dal babà allecapresi). Da popolo di naviga-tori, quello amalfitano avevabisogno di fronteggiare loscorbuto legato alle carenze divitamina C per i viaggi dilungo corso: di qui la neces-sità di grandi scorte di limonia bordo e la possibilità di ven-dere il prodotto nel resto deipaesi italiani e del mondo peri suoi fondamentali beneficicurativi e preventivi. Amalfi,antica repubblica marinara,non ha certo bisogno di pre-sentazioni. Incastonata tra iMonti Lattari e il mare, laPorta della Marina, ilDuomo, realizzato nel IX se-colo, il Chiostro del Paradiso,il Museo della Carta, gli Anti-chi Arsenali, sono tra i luoghipiù suggestivi di un centroantico delizioso per la vista eper il gusto (basti pensareanche solo ad un salto in unadelle pasticcerie con le vetrinecariche di scorzette di fruttasecca e spesso, molto spesso,ricoperte di cioccolato). A poca

distanza un esempio eccezio-nale di bellezza naturalistica:la Grotta dello Smeraldo. Scoperta da un pescatore delluogo nel 1932, è un antromagnifico che fonde le carat-teristiche di una grotta car-sica e le caratteristiche di unagrotta marina, frutto dell’in-nalzamento della tempera-tura terrestre e di diversifenomeni di bradisismo con lacreazione quasi magica, performe e per colori, di colonne,stalattiti e cortine bizzarre eche si prestano a “letture”fantasiose e differenti. All'in-

terno anche il suggestivo pre-sepe sommerso in ceramicadella vicina Vietri che ognianno, a Natale, molti subac-quei provenienti da tutta Ita-lia omaggiano con unaprocessione forse unica almondo. Dai limoni ai luoghi, diffusa epalpabile la sensazione de-scritta da Renato Fucini allafine dell’Ottocento: “Per gliamalfitani il giorno in cui an-dranno in Paradiso sarà ungiorno come tutti gli altri: per-ché il paradiso ce l'hanno giàqui, a casa loro"…

Amalfi e i suoi caratteristici limoniUn luogo e un prodotto vanto della Campania

- 700 ml di acqua- 500 ml di alcol 95°- 500 g (circa 6) di limone non trattato- 600 g di zucchero

Materiale Occorrente- Pelaverdure- Bottigliette di vetro- Contenitore a chiusura ermetica- Tagliere- Coltello in ceramica- Colino- Imbuto- Casseruola- Cucchiaio di legno- Alluminio oppure sacchetto di carta

Lavare accuratamente i limoni biologici ed asciugarli conun panno. Sbucciare i limoni con uno sbucciaverdure,avendo cura di non rimuovere la parte bianca perchéamarotica. Tagliare la scorza a piccoli pezzi, utilizzandopreferibilmente un coltello in ceramica. Versare l’alcolpuro in un contenitore ermetico insieme alle scorzette dilimone ridotte a piccoli pezzi. Lasciare in macera le scorzedi limone per 3 settimane, avendo cura di rivoltare spessoil contenitore per facilitarne l’estrazione dei principi at-tivi. Considerando che i principi attivi contenuti nel li-mone sono fotosensibili e termolabili (sensibili alla luceed al calore) si consiglia di avvolgere il contenitore invetro con un foglio di alluminio, oppure di preferire un re-cipiente di vetro scuro. Per la stessa ragione, è preferibileconservare l’alcol con le scorze di limone in un ambientefresco, lontano dalle fonti di calore.Trascorse le 3 settimane, procedere con la preparazionedello sciroppo. Portare l’acqua ad ebollizione e sciogliervi lo zucchero. La-sciar completamente raffreddare.Unire lo sciroppo raffreddato all’alcol ed alle scorze di li-mone. Lasciare in macera per altri 7 giorni. Filtrare dun-que il liquore dalle scorze di limone (che nel frattempoavranno ceduto la maggior parte dei principi attivi), im-bottigliare e servire ghiacciato. Il limoncello si può conservare il congelatore: l’alcol e lozucchero contenuti all’interno ne impediscono il congela-mento.Fonte http://www.my-personaltrainer.it/Tv/Ricette/Li-quori_grappe/limoncello.html

Limoncellola ricetta perfetta

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Lorenzo Terzi

Fra i numerosi lavori dello sto-rico, erudito e insegnante Mas-simo Salvatore Fabi (Parma,1819 - Marsala, 1866), conobbeparticolare fortuna la Corogra-fia d’Italia (1854). CamilloMarcolini, amico dell’autore,nel 1867 celebrò la sua memo-ria nella prefazione a un’anto-logia: Notizie intorno alla vitae agli scritti di Massimo Fabi.Qui la Corografia viene ricor-data come una voluminosaopera in tre tomi, “contenentila storia, la geografia e la sta-tistica delle città, de’ borghi ede’ villaggi di tutta la peni-sola”. Lo stesso Fabi ne curò lesuccessive ristampe ed edi-zioni. La decima, largamenterivista, ricevette il titolo diViaggio in Italia. Nuovissimaguida descrittiva storico - stati-stica; essa vide la luce in unanno fatidico per le sorti di Na-poli e del Mezzogiorno: il 1861.Il Viaggio in Italia è, appunto,una guida destinata ai visita-

tori della Penisola. Non sor-prende, perciò, che l’autoreabbia accompagnato la vera epropria trattazione sugli edificisacri e profani e su alcunestrade e piazze dell’ex Capitaledelle Due Sicilie con l’elencodegli “alberghi principali”, dei“restaurants”, dei caffè, degli“appartamenti mobigliati”, dei“bagni”, delle vetture, delle li-brerie, dei teatri, e perfino dei“cabarets”. Tra questi ultimi,Fabi cita il “Frisi”, la “Tavernadella Fontana del Lione”, la“Taverna dello Scoglio di Virgi-lio”, tutti situati a Posillipo; il“Vomero”, nella zona del Belve-dere; la “Birreria”, alla Trinitàdegli Spagnoli. La descrizione del panoramadell’antica Partenope, topos deiviaggiatori e degli autori diguide, si arricchisce, nellaprosa dello scrittore parmi-giano, di accenti non conven-zionali di sincero entusiasmo:“Superbo e magnifico, quantomai possa dirsi è il prospettoche offre di sé la città di Napoli.

Siede essa sul declivio di ame-nissime colline, e all’ingiro surun golfo che conta sedici migliadi ampiezza; il promontorio diMiseno a dritta, e quello diMassa a sinistra, ne contermi-nano due lati, mentre le isole diCapri e di Procida sembranochiudere il golfo, lasciando peròche l’occhio si spazii per grandeestensione sul suo placido e ce-ruleo mare. Al golfo pare facciacorona la città, la quale s’inalza[sic] ad anfiteatro sulle collinedi Posillippo [sic], di S. Ermo ed’Agnano ad oriente, e disten-desi sopra terreno più piano adoccidente, sparso di casini eville, dalla Maddalena fino aPortici, ov’è il Palazzo Reale, eal di là, il Vesuvio. È qui dovel’occhio si arresta maravigliatodi tanta bellezza di panorama,da non esservi altra che laeguagli non che la superi. VediNapoli e poi muori. E ben a ra-gione; perché questa città pre-senta il complesso delle piùsorprendenti bellezze della na-tura e dell’arte”.

Massimo Salvatore Fabi a NapoliLo scrittore emiliano incantato dall’ineguagliabile bellezza di Partenope

LA BIBLIOTECA AULISIO DI GIUNGANO

Presentazione libro

Il 7 novembre 2014, alle ore 10.30, presso la“Domus Laeta” di Giungano (SA), sarà presen-tato il libro “LA BIBLIOTECA AULISIO DIGIUNGANO”, evento organizzato dalla DomusLaeta di Giungano, dall’Istituto di Studi sulleSocietà del Mediterraneo (ISSM) del ConsiglioNazionale delle Ricerche di Napoli, dalla Fon-dazione “Giambattista Vico” di Vatolla (SA) edall’Osservatorio per lo Sviluppo Sostenibiledella Val di Comino (OS.VA.COM.) di Alvito(FR).L’importanza del lavoro svolto, che può essereriproposto per altre biblioteche private storichee non site in Cilento è nell’ottica dello sviluppodi una “economia sostenibile” indispensabile edessenziale in contesti ricadenti in Aree NaturaliProtette di cui il Parco Nazionale del Cilento,Vallo di Diano e Alburni (Patrimonio Mondialedell’UNESCO) è uno dei massimi esempi ita-liani.

Linda Iacuzio

Su via dei Tribunali, poco dopo lapiazzetta di Sedil Capuano, sorgela chiesa intitolata a Santa Mariadella Pace. L’edificio fu costruitoa partire dal 1629 su progettodell’architetto Pietro De Marino eterminato nel 1659. L’interno, acroce latina, con navata unica etre cappelle per ciascun lato, pre-senta una ricca decorazione instucco. Questa fu realizzata tra il1738 e il 1742, in occasione dei la-vori di restauro avviati dopo il ter-remoto del 1732 e direttidall’architetto, ingegnere e inci-sore Nicola Tagliacozzi Canale, incollaborazione con l’architetto Do-menico Antonio Vaccaro. Lachiesa conserva diversi riferi-menti all’Ordine Ospedaliero diSan Giovanni di Dio, in quanto aesso appartenne insieme conl’Ospedale della Pace, quest’ul-timo nato dal riadattamento delpalazzo di Giovanni - detto “Ser-gianni” - Caracciolo, acquistatodai frati Ospedalieri verso la finedel secolo XVI. Nella volta della navata dellachiesa è collocato, infatti, un affre-sco settecentesco raffigurante

L’elemosina di San Giovanni diDio. Tra le decorazioni in stucco,di pregio sono le coppie di angeliposte nei “peducci” della cupolache reggono lo stemma ospeda-liero. Altri simboli dell’Ordine re-ligioso, come la melagrana, sitrovano nel pavimento, costituitoda un impiantito in cotto sulquale vi sono disegni realizzati inmarmo, tra cui una rosa dei venti.A sinistra della chiesa, dal portalegotico originale del palazzo di Ser-gianni Caracciolo, si accede al cor-tile dell’Ospedale e al chiostro delconvento. Quest’ultimo, di epocasettecentesca, è situato su di unpiano leggermente inferiore ri-

spetto a quello del cortile, corri-spondente al livello del vicoNuovo Pace. Nel passaggio tra ilcortile e il chiostro è posta l’iscri-zione “Dio m’arrassa da invidiacanina da mali vicini, et da bugiad’homo da bene”, che secondo latradizione è riferita a un uomo ac-cusato falsamente di omicidio daivicini di casa e condannato amorte, il quale lasciò la sua ere-dità all’Ospedale della Pace.Il grande salone al primo pianodell’Ospedale, conosciuto anchecome il Lazzaretto, è ornato dagliaffreschi di Giacinto Diano, dedi-cati alle Storie di S. Giovanni diDio.

LLa SS.V. IIll.ma èè iinvitata aa ppartecipare aalla ppresentazione ddel llibro

LA BIBLIOTECA AULISIO

DI GIUNGANO

Ferdinando Jannuzzi con la collaborazione di G. Capezzuto e A. Patrizio

La Chiesa di Santa Maria della Pace

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Matera, Capitale Europea della Cultura 2019

Alessia Esposito

Trovarsi a Matera il giornodopo la sua proclamazione aCapitale Europea della Cul-tura è stata un’esperienza cheha aiutato chi scrive a capire. Acapire le lacrime del sindaconel momento in cui Dario Fran-ceschini ha designato la cittàvincitrice, a capire i salti digioia dei materani in piazza,davanti a un maxi schermo. Seper le altre candidate (Siena,Ravenna, Cagliari, Lecce) lanomina sarebbe stataun picco di celebrità,per Matera si tratta diun vero e proprio Ri-sorgimento. Era il1948 quando la citta-dina della Basilicata fudefinita “vergognad’Italia”: gli abitanti vi-vevano ancora neiSassi, grotte spessocon un unico ambiente,in compagnia deglianimali. Le condizioniigieniche precarie por-tarono De Gasperi a emanarenel 1952 una legge per sgom-brarli. I Sassi vennero dunqueabbandonati, ma una giustapolitica di recupero fece sì chenel 1993 fossero dichiarati Pa-trimonio UNESCO. Da allora

tanta strada è stata fatta. Moltisono andati via da queste terre,ma coloro che sono rimasti sisono rimboccati le maniche.Come il giovane ingegnereedile che ci guida alla Criptadel Peccato Originale, anticachiesa rupestre. Ci dice di aver

firmato con pochi altri, nel2008, il documento per la can-didatura di Matera a Capitaledella Cultura 2019. Era, al-l’epoca, un’utopia di pochi. Oggiè realtà di tutti. Nel frattempola visita molto suggestiva allaCripta ci offre immagini di unpassato lontano. L’importo delbiglietto viene devoluto inbuona parte ai lavori di re-stauro, ci spiega “così si può at-tivare un processo virtuoso perla valorizzazione del territorioe del patrimonio artistico”. Èquesta l’ottica da cui partireoggi. I finanziamenti europeisono l’occasione di una vita. Jo-seph Grima, direttore artisticodel progetto dichiara che sa-ranno utilizzati per “Open Fu-ture”, un progetto artisticoculturale basato sulla condivi-sione, una culla di cultura acielo aperto. Perché la ric-chezza di Matera è nella suaessenza tormentata sotto gliocchi di tutti, come pare sugge-rire lo scenario del Parco natu-rale delle Murgie, con le alturea strapiombo sul fiume Gra-vina, ammirato da uno degli al-berghi più belli del mondo. Incui vengono turisti da ognidove per dormire in una grotta.Per vivere questa città sospesatra passato e presente.

In Sardegna due nuoviparchi regionali protetti

La Sardegna ha due nuovi Parchi regionali: Gutturu Mannu eTepilora. Dopo “appena” 15 anni dal 26 gennaio del 1999quando, il Consiglio Regionale istituì i parchi di Molentargius-Saline e di Porto Conte. Da allora, niente più iniziative in ri-guardo. Ma in questi giorni, qualcosa è cambiato.L’amministrazione regionale ha, infatti, approvato all’unani-mità i due disegni di legge presentati lo scorso maggio dallaGiunta e l’assessore regionale all’ambiente, Donatella Spano.Ma vediamo nel dettaglio le due nuove aree verdi: il neo Parcoregionale di Gutturu Mannu si estende su 19.685 ettari e in-clude i territori dei Comuni di Pula, Villa San Pietro, Siliqua,Domus De Maria, Assemini, Santadi, Capoterra, Sarroch eTeulada. È inserito in una delle foreste più antiche ed estesedel Mediterraneo, dove vivono specie endemiche tra le più rap-presentative della fauna sarda come, ad esempio, il cervo,l’astore, il gatto selvatico e il geotritone. Sull’area esistono treoasi di protezione faunistica dove vige il divieto di caccia ed èpresente l’Ente foreste della Sardegna che gestisce, a vario ti-tolo, la quasi totalità del patrimonio forestale. Inoltre nel parcosono presenti la Zona di protezione speciale (Zps) e il Sito di in-teresse comunitario (Sic) Foresta di Monte Arcosu della ReteNatura 2000. Il Parco di Tepilora, invece, ha un’estensione di7900 ettari, è compreso nei Comuni di Bitti, Lodè, Posada eTorpè ed occupa la parte più settentrionale della Barbagia edella Baronia, in Provincia di Nuoro. Collega le zone internecon quelle costiere, utilizzando il fiume come una vera infra-struttura naturale, un elemento di connessione con una seriedi attività legate al turismo e alla tutela dell’ambiente.

RIVALUTAZIONE ARTISTICA E TERRITORIALE: L’ESEMPIO ARRIVA DALLA BASILICATA

A SUD L’ENERGIA RINNOVABILE PRENDE QUOTA!

Rosa Funaro

Il Sud Italia è pieno di energia. E non solo insenso metaforico! Nel 2013 l’utilizzo delle rin-novabili ha sopperito, in alcuni giorni, a oltrel’80 per cento dei consumi di elettricità dellapopolazione. La strada intrapresa è davveroincoraggiante. Se questa nuova tendenza, in-fatti, diventasse una semplice consuetudine,il tanto schernito Meridione, comprese le isole,sarebbe destinato ad essere, grazie proprio allasua naturale forza territoriale (vento, sole,mare e così via) sempre più produttore maanche esportatore di energia. Puntando sulsettore, anche l’occupazione, l’economia e l’am-biente ne trarrebbero importanti benefici.Questi, sono alcuni dei dati diffusi dall’associa-zione Greenpeace, nel corso di una conferenzastampa a Napoli, a bordo della nave ‘RainbowWarrior’ arrivata dalla Sicilia dove sono statidenunciati i rischi e l’infondatezza economicadelle trivellazioni in mare. Secondo il rap-porto, realizzato da Althesys per conto di Gre-enpeace, a livello nazionale, l’impattoeconomico e occupazionale per lo sviluppo dellefonti rinnovabili nelll’anno 2013 è stato forte:le ricadute economiche complessive per ilPaese sono state pari a oltre 6 miliardi di euro(di cui oltre 4 miliardi di euro sono valore ag-giunto diretto). I lavoratori coinvolti nelle di-verse attività ammontano a oltre 63 mila (di

cui circa 50 mila legati all’occupazione diretta).“Una politica basata sulla ‘rivoluzione energe-tica’ farebbe crescere l’occupazione a 100 milaunità nel 2030: se già oggi gli occupati direttidelle rinnovabili sono 2 volte quelli di FiatAuto, nel 2030 si potrebbe mantenere que-st’impiego di risorse umane e farlo crescere ul-teriormente fino al triplo di quanto oggi occupaFiat Auto in Italia”, commenta, a tal proposito,Luca Iacoboni, responsabile clima ed energiadi Greenpeace Italia. Grazie, inoltre, alle tec-nologie rinnovabili, sempre nel 2013, è stataevitata l’immissione in atmosfera di 38 milionidi tonnellate di CO2, pari a 169 milioni di eurorisparmiati. I settori trainanti sono stati: il fo-tovoltaico, l’eolico on-shore e le bioenergie.

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Cristina Abbrunzo

Cento anni, è il tempo che civorrà per creare la bibliotecadel futuro. “Future Library” è ilprogetto di un artista scozzese,Katie Paterson, e si svilupperàin Norvegia, con la scrittura di100 libri entro il 2114. La Peter-son, classe 1981, è consideratauna delle più innovative e ta-lentuose artiste contempora-nee. Grazie alla collaborazionecon scienziati e ricercatori difama internazionale i suoi pro-getti uniscono l’arte alla scienzae indagano il ruolo dell’uomosulla Terra nell’attuale e con-troverso contesto geologico incontinuo mutamento. FutureLibrary è un’iniziativa, piutto-sto ingegnosa, alla quale parte-ciperanno autori famosi chescriveranno un romanzo cia-scuno, partendo da zero. Contemporaneamente verrannopiantati mille alberi nella fore-sta Nordmarka, a Oslo, e lacarta prodotta usando questenuove piante, servirà da sup-porto per i nuovi titoli. Nell’at-tesa della chiusura del progetto,che come abbiamo detto av-verrà tra ben 100 anni, i libriconclusi saranno conservati inuna stanza speciale all’internodella nuova biblioteca pubblicadi Deichmanske, che aprirà nel2018 nel quartiere di Bjorvika a

Oslo. La prima ad essere statacontattata e ad aver aderito alprogetto è la 74enne MargaretAtwood, grande autrice di nar-rativa utopica, che ha vinto nu-merosi premi letterari. Lascrittrice ha iniziato a lavorareal nuovo libro, che consegneràentro il 2015, durante una ceri-monia speciale, e nel frattempoavrà tutta la libertà e la tran-quillità per costruire la propria

storia. Parteciperanno al pro-getto con le loro opere (100 ro-manzi per 100 anni) autori diogni età e nazionalità, e i libriapparterranno a qualsiasi ge-nere letterario, senza alcun tipodi discriminazione. Ciò che piùlascia perplessi è il fatto chemolti degli scrittori che done-ranno le loro opere per la “Fu-ture Library” probabilmentenon sono ancora nati. La At-

wood ha dichiarato che la possi-bilità di non essere più in vitaquando il suo libro verrà pubbli-cato la rende piuttosto felice: inquesto modo eviterà giudizi ecritiche, sia positivi che nega-tivi. L’affascina anche l’idea chesta alla base di questa biblio-teca del futuro, che al momentotiene nascosti i propri libri comefossero gemme di valore inesti-mabile, di cui si può conoscere

solo titolo e nome dell’autore.Per il resto bisognerà aspettare100 lunghi anni, come in unasorta di caccia al tesoro perbambini, dove si seppellisconooggetti nel terreno nella spe-ranza che un domani venganotrovati. Margaret Atwood èanche convinta che, quando infuturo i romanzi saranno messia disposizione di tutti, serviràun paleo-antropologo perché “incento anni il linguaggio saràcambiato, magari non come trail 1400 e oggi, ma in qualchemodo sarà diverso.”Insomma, un progetto innova-tivo ma che non renderà moltofelici i lettori contemporaneidella Atwood e degli altri scrit-tori che, negli anni a venire, de-cideranno di partecipare.Bisognerà aspettare un bel po’di tempo per tenere fisicamentetra le mani i prodotti del loro in-gegno e della loro penna, ma nelfrattempo, idealmente, ciascunodegli alberi che verrà piantatosarà il custode di una grandeopera di narrativa, un’opera chedeve ancora essere scritta. Por-tare nel futuro i pensieri di oggie assicurarci la loro conserva-zione su un supporto in contro-tendenza, ma eterno e realecome la carta, per me è un’ideasemplicemente eccezionale!Speriamo davvero che tuttaquesta attesa, per quelli cheavranno la fortuna di vedere labiblioteca del futuro realizzata,venga ripagata. Non ci restache dire, mai come in questocaso, chi vivrà, vedrà.

Biblioburro: un’insolita biblioteca itineranteQuando a diffondere cultura ci pensano gli asini

La biblioteca ambulante e'ormai l'elemento base di moltisistemi bibliotecari territorialie nasce con l'obiettivo di por-tare i libri a chi non ha mododi accedere al servizio di per-sona. Tuttavia, in molte partiremote del mondo i mezzi dilocomozione tradizionali, comeautobus o camion, non sempresi prestano allo scopo per lepessime condizioni del si-stema stradale e la mancanzadi fondi. Ecco allora nasceresoluzioni alternative originalicome il BiBlioburro ( o biblio-asino) un progetto di promo-zione alla lettura nato a LaGloria in Colombia nel 1990grazie a un maestro dellascuola primaria di nome LuisSoriano. “El profesor”, così lochiama la gente, che in com-pagnia dei suoi due asini, Alfa

e Beto, ha realizzato una verae propria biblioteca rurale am-bulante che presta libri di vil-laggio in villaggio nellaconvinzione che la lettura,una delle più importanti espe-rienze formative e trasforma-trici, debba essere accessibileanche per chi abita lontanodalle città, in territori impervi

e irraggiungibili dai serviziculturali. Funziona così. So-riano carica i suoi asinelli e siarrampica su per le montagnecon un tavolo pieghevole dapicnic dove sta scritto Biblio-burro, 4 ore all'andata e 4 alritorno per portare i libri abambini che non hanno al-cuna struttura bibliotecaria a

disposizione. Quando arriva,legge loro delle storie e li aiutanei compiti, così possono ap-prezzare la lettura di testi al-trimenti fuori dalla loroportata. Grazie a questi libri,spiega il maestro, i bambinihanno la possibilità di vedereluoghi e persone diverse, im-parano a riconoscere i propridiritti e doveri e l'impegnoverso la società. E grazie a talebagaglio di conoscenza pos-sono dire no alla violenza ealla guerra. Partito con unasettantina di libri, ora, dopodieci anni, c’è una bibliotecaviaggiante di 4.800 titoli checircola in una delle regioni piùdifficili del Paese. La storia diSoriano e dei biblio-asini èstata raccontata dal New YorkTimes ed è diventata anche uncortometraggio. C.A.

Vorrei sfogliarti tra cent’anni…Future Library: la foresta dei libri viventi

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Eleonora Ferrara

Il 25 ottobre scorso, la CGIL èscesa in piazza per manife-stare contro il Jobs Act delGoverno Renzi.In piazza S. Giovanni, Su-sanna Camusso ha dichiarato“Continueremo le nostre ini-ziative con tutte le forme ne-cessarie” ritenendosi, comun-que soddisfatta per la parteci-pazione di un gran numero dipersone. Se ne sono stimate,infatti, un milione.Dal canto suo Renzi, impe-gnato alla Leopolda a Fi-renze, ha dichiarato in un’intervista “Quando ci sonomanifestazioni come questanon c’è da dire nulla, maascoltare una piazza bella,importante. Ci confronte-remo, ascolteremo, ma poi an-dremo avanti, non è pensabileche una piazza blocchi ilPaese”. Camusso, intanto, ha spie-gato chiaramente le inten-zioni del sindacato cherappresenta, ribadendo che siandrà avanti con la mobilita-zione, fino all’indizione dellosciopero generale che, ha sog-giunto, sarà definito “ con ilpasso giusto che usa la nostraforza” .In ogni caso si sa, la linguabatte dove il dente duole, percui l’argomento centrale restasempre la disputa sull’art. 18ritenuto, dal Segretario dellaCGIL, “ un diritto che ci sta edeve essere esteso a chi nonce l’ha”, aggiungendo ancora“Questa piazza non è una pas-serella di qualcuno per vederechi c’è o non c’è, è una piazzadel lavoro e rivendica rispo-ste”.Quest’ultima è, senz’altro,una decisa replica alle affer-mazioni di Renzi che consi-dera la Leopolda “un luogodove c’è chi crea lavoro”.A Roma, la Camusso con-clude, quindi, il suo inter-vento alla manifestazione dipiazza San Giovanni, conpoche ma decise parole “ Lu-nedì abbiamo l’incontro con ilGoverno sulla stabilità … nonabbiamo rimpianti sulla con-certazione. Per farla bisognacondividere gli obiettivi per ilPaese e noi i suoi non li condi-vidiamo”.In effetti, la Leopolda di Mat-teo Renzi, rappresenta ilnuovo corso che, natural-mente, non può prescindere

dalla tanto sbandierata “ rot-tamazione”, altrettanto con-trastata dall’altra parte delPD, che ha preferito affian-care il sindacato nella prote-sta di Roma, contro il JobsAct e la legge di stabilità.Alla manifestazione di Romahanno aderito anche nume-rosi studenti, sia medi cheuniversitari, che hanno fattosentire la propria voce al Go-verno Renzi, relativamente aitemi del lavoro e del dirittoallo studio, prendendo le di-stanze da un futuro di preca-rietà e di contrazione deidiritti.Gli studenti, perciò, rappre-sentati dai propri coordina-tori, hanno dichiarato:“Vogliamo solo studiare, acce-dere ai più alti gradi del-l’istruzione, vogliamo avere,tutti, le stesse possibilità diriscattarci, a prescinderedalle condizioni socio - econo-miche delle nostre famiglie,vogliamo un futuro non pre-cario, vogliamo un lavoro chesia dignità e non sfrutta-mento”.In ogni caso, il Premier si dicedeciso ad andare avanti e ri-vendica, per l'Italia, un ruoloforte in Europa, affermando,

senza alcuna titubanza chel’art. 18 “È una regola deglianni Settanta che la sinistraallora non aveva nemmenovotato, siamo nel 2014 è come

prendere un Iphone e diredove metto il gettone? Comeprendere una macchina foto-grafica digitale e provare ametterci il rullino. È finita

l'Italia del rullino”. Si avverte chiaramente, nelleparole di Renzi, la contrappo-sizione netta tra vecchio enuovo.

SVILUPPO SOSTENIBILELa priorità dei principi di sosteni-bilità energetica e di prevalenzadell'utilità derivante dalla realiz-zazione di impianti di energia afonti rinnovabili di cui alla diret-tiva Ce n. 2001/77 ed al d.lgs. n.387 del 2003, comporta che sia il-legittimo imporre limiti alla pro-duzione di energia elettricaderivante da fonte eolica sia pervia legislativa in ragione dellaprevalenza del diritto comunita-rio su quello nazionale sia utiliz-zando il pregiudiziale esistematico rinvio alla valuta-zione VIA come strumento diostruzionismo per rinviare ulte-riormente la definizione delle ri-chieste di autorizzazione unicaper la realizzazione e l'esercizio diun impianto di energia elettrica di fonteeolica. Tale comportamento procedi-mentale si pone infatti in diretta viola-zione del "favor" della normativaeuropea, emanata anche in relazioneagli impegni assunti con il protocollo diKyoto, per lo sviluppo, l'incremento e la

promozione delle fonti energetiche rin-novabili. Consiglio di Stato, Sezione IV,n. 4566, del 9 settembre 2014.INQUINAMENTO ACUSTICOSignificativo indice di rilevazione dellapotenziale idoneità lesiva di una fontesonora è dato dalla incidenza del feno-meno in rapporto alla media sensibilità

del gruppo sociale in cui esso siverifica, mentre sono irrilevantie di per sé insufficienti le lamen-tele di una o più singole persone.Corte di Cassazione Sezione IIIn. 40329 del 30 settembre 2014(Udienza 22 maggio 2014).RIFIUTILe materie fecali (tra cui rientrala pollina) sono escluse dalla di-sciplina dei rifiuti di cui alD.Lgs. n.152 del 2006 a condi-zione che provengano da attivitàagricola e che siano effettiva-mente riutilizzate nella stessaattività (nel caso di specie, lapollina proveniva da attivitàagricola ed era effettivamenteriutilizzata nella medesima atti-vità. Secondo la Corte il fattorientra nella nuova previsione

del comma 2 dell'art. 29-quattuordecies,Decreto Legislativo n. 152/2006, conconseguente intervenuta depenalizza-zione). Cassazione Sezione III n. 40532del 1 ottobre 2014 (Udienza 11 giugno2014).

A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

La Cgil manifesta contro il Jobs ActLLAVORO E PREVIDENZA

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“Liberare la terra” Un’ecoteologia per un domani possibile

Liberare la Terra, progettando futuroLa misura è colma. Cosa succede a chi trasgredisce le regole?

La storia raccontata nel ro-manzo di impronta fanta-scientifica è quella di unaciviltà futurista nella qualeogni esigenza è proiettataverso la ricerca, la conserva-zione e l’utilizzo dell’acqua.Sarah, giovane medico e fi-glia di un importante uomopolitico che detiene le redinidel governo, si ritroverà dipunto in bianco in una cittàassediata, dove non vi saràcarità neppure per gli am-malati dell’ospedale nelquale lavora con impegno ecostanza. I ribelli voglionorovesciare il governo e rivol-tarsi contro le condizioni divita cui sono costretti a sot-tostare da chi è al potere.Gael invece, è un ragazzo disoli 15 anni che ha cono-sciuto presto la crudeltàdella vita e le privazioni dicui sono vittime tutti coloroche vivono dall’altra partedelle mura della città. Suopadre è un giornalista che si

batte sfidando il pericolo,per cercare di portare infor-mazione là dove il regimecerca di vietarlo. Due esi-stenze totalmente diverseche il destino porterà a in-contrarsi, quello di Gael e diSarah, una città protagoni-sta e specchio della civiltàumana diviene il luogo di-sperato dove cercare una viadi scampo. Perché l’acqua èdiventato un bene così pre-zioso? E perché solo i ricchipossono farne uso? Cosa suc-cede a tutti coloro che tra-sgrediscono alle regole?Sullo sfondo di una civiltàormai allo sfacelo, dove lamancanza di acqua segnaun’involuzione della societàstessa, un giovane povero euna donna ricca cerche-ranno di unire le proprieforze per non soccombereagli eventi. Un romanzo chepotrebbe essere previsionedi una piaga che rischia dicolpire l’umanità su scala

mondiale, la disperata ri-cerca verso una risorsaestinguibile come quella del-l’acqua, risorsa cui tutti oggidiamo per scontato. Un lin-guaggio a tratti crudo e rac-capricciante per addentrarsicon realtà e timore in unmondo futuro che forse qual-cuno di noi conoscerà. È vie-tato: 1. immergersi in acqua;2. riempire d'acqua orci, sec-chi, bottiglie e qualsiasi tipodi recipiente; 3. immagazzi-nare acqua, in qualsiasimodo; 4. bere; 5. vivere,aveva inciso qualcuno infondo alla lastra d'acciaio.

“E poi la sete”

La raccolta differenziata, ilriuso e il riciclo sono temi ricor-renti nella divulgazione dedi-cata ai bambini, ma pochiautori per ragazzi hanno pro-vato a indagare l’immondiziain una prospettiva storica. È ilcaso di Mirco Maselli e dellasua Storia dell’immondiziache riempie finalmente unvuoto offrendo al lettore moltispunti di riflessione su unaspetto tanto importantequanto poco “appetibile” dellaquotidianità. Maselli ha allespalle un’esperienza venten-nale di autore e di illustratoredi fumetti – le avventure diLupo Alberto e di Cattivikhanno anche la sua firma – edello stesso umorismo permeala pubblicazione, che ripercorrele epoche principali della storia

occidentale raccontandole dalpunto di vista inedito dei ri-fiuti, fotografati nel susseguirsidelle civiltà. A partire da quelledell’antichità, si pensi alleprime discariche pubbliche del-l’isola di Creta, dove già nel3000 A.C. si scavavano grandipozzi, che venivano riempiti dastrati di immondizia e ricopertidi terra, fino all’epoca medioe-vale quando le persone usa-vano disfarsi di ciò che non eraloro necessario gettandolo di-rettamente per la strada (conconseguenze immaginabili dalpunto di vista igienico-sanita-rio!), sino a arrivare all’epocamoderna, all’invenzione dellaplastica, non biodegradabile,che segna un punto di svoltanella storia dell’immondizia.(a cura di Andrea Tafuro)

C’è, nel Paese, un’anomaliada interpretare e sciogliere.L’indignazione è maggio-ranza, schiacciante maggio-ranza. Basta vederel’andamento del voto nelle ul-time tornate elettorali o sfo-gliare i sondaggi di tutti gliistituti di ricerca. Ancor più,è sufficiente passeggiare inun mercato e viaggiare sutram o treni (quelli dei pen-dolari: frequentati dal 90 percento degli italiani e ignoratida chi governa promettendodevastanti e improbabililinee ad alta velocità...). Ep-pure quell’indignazione, al-meno ad oggi, non contanulla a livello istituzionale.Oppure veicola movimentipopulisti e pieni di contraddi-zioni: di contenuti soprat-tutto, ché le incongruenzetattiche sono, a ben guardare,poca cosa. Così cresce il ri-schio che l’indignazione sichiuda in se stessa e producasfiducia e rassegnazione an-

ziché resistenza e progettua-lità. Sciogliere l’anomalia, su-

perarla, è la sfida, ineludibile,dei prossimi mesi: mesi, nonanni, ché la misura è colma.Per farlo serve mettere or-dine nelle ragioni dell’indi-gnazione e predisporre,settore per settore, una cas-setta degli attrezzi utile aguidare il cambiamento o ilrilancio di ciò che va mante-nuto e che molti vorrebberocancellare, dalla Costituzioneal welfare. Serve una gram-matica, sospesa tra analisi eproposta.

“La crisi ecologico-sociale ci co-stringe a ripensare la crescitae lo sviluppo. Invece del bino-mio crescita-sviluppo si im-pone la visione dellaprosperità senza crescita at-traverso il miglioramentodella qualità della vita, del-l’educazione, dei beni non tan-gibili”. È quanto sostiene

Leonardo Boff, nel libro Libe-rare la terra. Un’ecoteolo-gia per un domanipossibile (Editrice Missiona-ria Italiana, pp. 64). Boff af-fronta in questo saggio brevel’emergenza ambientale e le ri-sposte che la società, la politicae le religioni devono dare perassicurare un futuro all’uma-nità e al pianeta. Secondo l’au-tore è necessario cambiareparadigma: “Non ha più sensoperseguire il proposito cen-trale del pensiero unico econo-mico industriale consumista ecapitalista, che poneva la do-manda “come guadagnare dipiù?” e presupponeva il domi-nio della natura in vista delprofitto economico. Oggi la do-manda è un’altra: “Come pro-durre vivendo in armonia conla natura, con gli esseri vi-venti, con gli esseri umani e ilTrascendente?”. La rispostasta in un cambio di prospettivaradicale: “La principale preoc-

cupazione si orienterà anzi-tutto verso la vita, l’umanità ela Terra vivente piuttosto cheverso un progresso o un’accu-mulazione illimitati. L’econo-mia si metterà al servizio diqueste realtà. Deve emergereuna biociviltà che preferisca lavita al lucro, il bene collettivoai profitti individuale, la coo-perazione alla competizione”.Attraverso un’analisi serratadei cambiamenti necessari dafare, incentrati su alcune pa-role chiave come sviluppo, so-stenibilità, spiritualità, Boffchiede un’alleanza tra tecno-scienze e religioni: “Le reli-gioni aiuteranno la scienza adessere etica e al servizio dellavita e non del mercato. La tec-noscienza aiuterà la religioni asuperare il loro fondamentali-smo e ad essere pedagogicheverso l’umanità, insegnando ilrispetto non solo dei libri e deiluoghi sacri, ma di tutti gli es-seri e di tutto il creato”.

“Grammatica dell’indignazione”

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Lo scorso 29 ottobre ci siamo recati presso la Chiesa di Santa Maria delRifugio a Napoli dove è stato presentato il progetto “Culture in Volo”per il Forum Universale delle Culture,nato da un’idea del maestro Ric-cardo Dalisi, artista e designer di fama internazionale. Si tratta di unpiano d'installazione urbana sostenibile che prevedeva la realizzazionedi sei opere, in ferro zincato, da collocare, poi, tra piazzetta Sedil Ca-puano e Castel Capuano. A tal fine, dallo scorso anno, grazie al sostegnodell’Associazione culturale “Intraprendere” e dell’Associazione Samb eDiop del Centro Missionario Diocesano di Napoli, è stato possibile av-viare un laboratorio creativo guidato dal Dalisi in collaborazione conl’architetto Marco Cecere, che ha portato alla creazione di queste piccoleopere d’arte, “donate” con gioia alla città di Napoli. Ricevute poi, sim-bolicamente dallo scrittore partenopeo Maurizio De Giovanni durantela serata. I giovani allievi, un gruppo di ragazzi africani, hanno seguitoil corso con passione e dedizione, imparando l’arte di forgiare e decorarecon le proprie mani. La disponibilità e la tenerezza con cui siamo statiaccolti nella parrocchia che ha ospitato l’incontro di presentazione alpubblico dei manufatti, ci ha procurato nelle viscere un’incredibile ener-gia positiva. L’integrazione, la diversità che arricchisce, il disinteres-sato dono, la cooperazione, tutte cose narrate, troppo spesso, comechimere del secolo, si sono materializzate ai nostri occhi, in volti e sorrisisconosciuti fino a quel momento. Allora, rientrando a casa, illuminatilungo il cammino dalle nuove e suggestive istallazioni artistiche in viadei Trubunali… abbiamo cominciato a guardarci intorno e a sorrideredei pensieri che, d’improvviso, balenavano nella testa: oggi, per lestrade, c’è un barlume di speranza in più. Allora, forse, domani è ancoratutto possibile… F.L.

PPROGETTO “CULTURE IN VOLO”: L’ARTE COME MOTORE DI TRAINO VERSO IL CAMBIAMENTO

Metti insieme un gran maestro, energici volontari e un gruppo di simpatici allievi…

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