Arpa campania ambiente 2014 2

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M METEO Un inverno troppo mite Perlomeno fino ad ora Loffredo a pag.6 Il primo rapporto WWF sulla biodiversità Il pianeta Terra, ricchissimo di vita, abitato da circa 6 mi- lioni di specie animali e vege- tali, con 18.000 nuove specie descritte ogni anno e 49 sco- perte al giorno negli angoli più remoti del pianeta, a for- mare un sistema che sup- porta la vita, non solo della natura ma anche dell’uomo. Buonfanti a pag.8 I giorni 10, 11 e 12 giugno 2014 si terrà a Parigi “Tran- sports publics 2014”, il Sa- lone europeo della mobilità, che riunisce, i responsabili e gli operatori del settore dei trasporti urbani, interur- bani e regionali di Francia e d'Europa. Liguori a pag.10 L’architettura di Matteo Thun Palumbo a pag.12 La proposta della Commissione scontenta sia ambientalisti che industriali Curitiba: città modello dell’America Latina Europa: nuovi obiettivi per emissioni e rinnovabili L’Europa fissa i nuovi obiet- tivi da perseguire con politi- che comunitarie. Emissioni di CO 2 ridotte del 40% e rinno- vabili al 27%. La decisione spetta ora ai capi di Stato e di governo che dovranno pro- nunciarsi durante il vertice del 20 e 21 marzo a Bruxelles. “Un taglio del 40% nelle emis- sioni di gas serra rappresenta un obiettivo particolarmente ambizioso, ma è la pietra mi- liare più efficace in termini di costi nel nostro percorso verso un’economia a basse emis- sioni”, ha affermato il presi- dente della Commissione, José Manuel Barroso, secondo cui “anche l’obiettivo di rag- giungere il 27% di energie rin- novabili è un segnale importante. D’Auria a pag.3 Napoli Est tra sogno e realtà Napoli Est. Est come affermazione dell’essere. Est come punto cardinale che geograficamente indica il levante e figurativamente quella parte di cielo dove si vede nascere il sole, o Oriente. Nel nostro caso, dunque, l’area Orientale di Napoli, cerniera con tutti i comuni della fascia vesuviana, un tempo eccellenza dell’industria nazionale e poi, dopo lo spartiacque del terre- moto dell’Ottanta, simbolo della desertifica- zione produttiva del meridione. Martelli a pag.4 Intolleranze am- bientali è un ter- mine ad ombrello sotto il quale si pos- sono classificare una serie di malat- tie, ancora in gran parte poco note, causate diretta- mente dall’esposi- zione a sostanze (principalmente sol- venti organici, pe- sticidi ed additivi anche in low dose) in grado di innescare fenomeni di tossicità cellulare con au- mento dell'enzima nitrossido-sintetasi e della produzione di ossido di azoto, potente ossidante. Mercadante a pag.11 Terzi a pag.13 Fines Moryson a Napoli Cento anni fa, scoppiava il primo conflitto mon- diale la guerra per finire tutte le guerre, come la definì Herbert George Wells. La tendenza umana ad eliminarsi reciprocamente ha avuto ragione dell’ottimismo dello scrittore britannico, da allora il mondo ha conosciuto centinaia di conflitti. Tafuro a pag.19 L’Europa va verso lo sviluppo sostenibile? Non ti nascondere dietro il destino. Il destino è il pretesto dei falliti MOBILITÀ SOSTENIBILE Le intolleranze ambientali Cause e sintomi LAVORO & PREVIDENZA Sembra quasi inutile sottoli- neare quanto la previdenza sia una fonte inesauribile di continui aggiornamenti, a volte anche abbastanza com- plessi. È per questo motivo che in questa rubrica si cerca di dare, anche se in modo sintetico, delle infor- mazioni utili al riguardo, cercando di renderle, il più possibile, immediatamente fruibili. Nell’esporre, quindi, le novità relative all’anno in corso, si procederà anche ad un breve riepilogo, pura- mente sistematico. La ri- forma Fornero, ha stabilito il passaggio al sistema contri- butivo dal primo gennaio 2012 per tutti i lavoratori. Ferrara-Balzano a pag.18 Previdenza 2014: riepilogo e novità BIO-ARCHITETTURA AMBIENTE & CULTURA NATUR@MENTE NATURA & BIODIVERSITÀ

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MMETEOUn inverno troppo mitePerlomeno fino ad ora

Loffredo a pag.6

Il primo rapporto WWFsulla biodiversità

Il pianeta Terra, ricchissimodi vita, abitato da circa 6 mi-lioni di specie animali e vege-tali, con 18.000 nuove speciedescritte ogni anno e 49 sco-perte al giorno negli angolipiù remoti del pianeta, a for-mare un sistema che sup-porta la vita, non solo dellanatura ma anche dell’uomo.

Buonfanti a pag.8

I giorni 10, 11 e 12 giugno2014 si terrà a Parigi “Tran-sports publics 2014”, il Sa-lone europeo della mobilità,che riunisce, i responsabilie gli operatori del settoredei trasporti urbani, interur-bani e regionali di Francia ed'Europa.

Liguori a pag.10

L’architettura di Matteo Thun

Palumbo a pag.12

La proposta della Commissione scontenta sia ambientalisti che industriali

Curitiba: città modellodell’America Latina

Europa: nuovi obiettivi per emissioni e rinnovabili

L’Europa fissa i nuovi obiet-tivi da perseguire con politi-che comunitarie. Emissioni diCO2 ridotte del 40% e rinno-vabili al 27%. La decisionespetta ora ai capi di Stato e digoverno che dovranno pro-nunciarsi durante il verticedel 20 e 21 marzo a Bruxelles.“Un taglio del 40% nelle emis-sioni di gas serra rappresentaun obiettivo particolarmenteambizioso, ma è la pietra mi-liare più efficace in termini dicosti nel nostro percorso versoun’economia a basse emis-sioni”, ha affermato il presi-dente della Commissione,José Manuel Barroso, secondocui “anche l’obiettivo di rag-giungere il 27% di energie rin-novabili è un segnaleimportante.

D’Auria a pag.3

Napoli Est tra sogno e realtà

Napoli Est. Est come affermazione dell’essere.Est come punto cardinale che geograficamenteindica il levante e figurativamente quella partedi cielo dove si vede nascere il sole, o Oriente. Nel nostro caso, dunque, l’area Orientale diNapoli, cerniera con tutti i comuni della fasciavesuviana, un tempo eccellenza dell’industrianazionale e poi, dopo lo spartiacque del terre-moto dell’Ottanta, simbolo della desertifica-zione produttiva del meridione.

Martelli a pag.4

Intolleranze am-bientali è un ter-mine ad ombrellosotto il quale si pos-sono classificareuna serie di malat-tie, ancora in granparte poco note,causate diretta-mente dall’esposi-zione a sostanze(principalmente sol-venti organici, pe-sticidi ed additivi anche in low dose) in grado diinnescare fenomeni di tossicità cellulare con au-mento dell'enzima nitrossido-sintetasi e dellaproduzione di ossido di azoto, potente ossidante.

Mercadante a pag.11

Terzi a pag.13

Fines Morysona Napoli

Cento anni fa, scoppiava il primo conflitto mon-diale la guerra per finire tutte le guerre, come ladefinì Herbert George Wells. La tendenza umanaad eliminarsi reciprocamente ha avuto ragionedell’ottimismo dello scrittore britannico, da allorail mondo ha conosciuto centinaia di conflitti.

Tafuro a pag.19

L’Europa va verso lo sviluppo sostenibile?Non ti nascondere dietro il destino. Il destino è il pretesto dei falliti

MOBILITÀ SOSTENIBILE

Le intolleranze ambientaliCause e sintomi

LAVORO & PREVIDENZA

Sembra quasi inutile sottoli-neare quanto la previdenzasia una fonte inesauribile dicontinui aggiornamenti, avolte anche abbastanza com-plessi. È per questo motivoche in questa rubrica sicerca di dare, anche se inmodo sintetico, delle infor-mazioni utili al riguardo,cercando di renderle, il piùpossibile, immediatamentefruibili. Nell’esporre, quindi,le novità relative all’anno incorso, si procederà anche adun breve riepilogo, pura-mente sistematico. La ri-forma Fornero, ha stabilito ilpassaggio al sistema contri-butivo dal primo gennaio2012 per tutti i lavoratori.

Ferrara-Balzano a pag.18

Previdenza 2014: riepilogo e novità

BIO-ARCHITETTURA

AMBIENTE & CULTURA NATUR@MENTE

NATURA & BIODIVERSITÀ

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Campania: squadre addestrate contro i disastri Un pool di cento professionisti sorveglierà le zone a rischio

Angelo Morlando

La pubblicazione dell'ISPRAdi novembre 2013, n. 103 è ilrisultato del lavoro congiuntodell'Istituto (Salvatore Curcu-ruto, Delio Atzori e GiuseppeMarsico) e delle ARPA To-scana, Veneto, Abruzzo, Mo-lise, Umbria, Basilicata eSicilia. Il manuale è costituitoda tre parti più un appendiceper complessive 91 pagine icui contenuti possono riassu-mersi citando integralmentel'introduzione: "Scopo del do-cumento è fornire una meto-dologia standard di misurafinalizzata all'analisi e allavalutazione dell'impatto acu-stico prodotto durante l'eser-cizio di impianti eolici (oparchi eolici), composti dauno o più dispositivi di gene-razione a turbina eolica (aero-generatori) anche ai fini delloro monitoraggio acustico. Irisultati ottenuti applicandola presente metodologia di ac-quisizione dati dovranno es-sere elaborati secondo laprocedura descritta nella se-conda parte delle presentiLinee guida, al fine di otte-nere una stima dei parametrinecessari per il confronto coni limiti normativi di cui alla L.n. 447/95 e al D.P.C.M.14/11/1997 e quindi per la ve-rifica dell'impatto acustico di

questi impianti. La metodolo-gia descritta può anche esserepresa a riferimento per l’ela-borazione di un nuovo stru-mento normativo specifico perla sorgente costituita dai ge-neratori eolici. La proceduraproposta è stata testata indue siti con orografia com-

plessa con presenza di ricet-tori parzialmente schermatirispetto alla sorgente prepon-derante di rumore, permettedi estrapolare dai dati di ru-more misurati (livelli di ru-more ambientale) il livello dirumore residuo,quello diemissione degli aerogenera-

tori e il livello differenzialesenza necessità di interrom-pere il funzionamento dell’im-pianto. In concomitanza allamisura dei livelli di rumore ènecessario acquisire diretta-mente i dati meteo (in parti-colare: velocità e direzione delvento) in prossimità del ricet-tore, anche al fine di stimarela rumorosità residua del sitodirettamente collegata alvento (rumore della vegeta-zione, interazione con osta-coli). Tale approccio permettedi superare i problemi che siincontrano quando la vento-sità locale è poco correlataalla ventosità in quota, inparticolare nel caso di ricet-tori schermati o con valori divento locali molto bassi". La "Parte I - Procedure e tec-niche di misura" comprende 8capitoli che descrivono i se-guenti argomenti: campo diapplicazione, riferimenti nor-mativi, definizioni, generalitàe inquadramento della proce-dura, fase conoscitiva prelimi-nare, individuazione deiricettori, caratterizzazioneanemologica del sito, caratte-rizzazione di altre sorgenti so-nore, valori limite, strumen-tazione, procedura di misura(parametri da acquisire, po-stazioni di misura, tempi dimisura, condizioni di misura,misure supplementari) e va-

lutazione dei risultati e reda-zione del report finale. La "Parte II - Elaborazione deidati di misura" comprende 4 ca-pitoli che descrivono i seguentiargomenti: riferimenti norma-tivi, definizioni e procedura dielaborazione dei dati (predispo-sizione della banca dati, primastima del livello di rumore resi-duo al ricettore per bassi valoridel vento a terra, avvio dellaprocedura iterativa: creazionedelle matrici di calcolo, avviodella procedura iterativa: ma-trice dei livelli di emissione al ri-cettore, avvio della proceduraiterativa: matrice dei livelli dirumore residuo al ricettore,stima finale dei livelli di rumoreresiduo e dei livelli di emissioneal ricettori, verifica dei limitinormativi). La "Parte III - Me-todi per la stima delle incer-tezze" comprende 4 sotto-paragrafi che fondamental-mente sono di specifica naturastatistica. La "Appendice - Statodell'arte" comprende 14 capitoli.Una pubblicazione completa cheaffronta l'impatto acustico degliimpianti eolici sotto tutti gliaspetti. Restiamo in attesa diuna prossima pubblicazione ine-rente a tutti gli impatti prodottidagli stessi impianti, soprat-tutto quello dell'ombreggiaturaalternata causata dal movi-mento delle pale sugli edifici cir-costanti.

Linee guida per la valutazione e il monitoraggiodell’impatto acustico degli impianti eolici

Rosa Funaro

Avviato, in Campania, l’ ad-destramento finalizzato allacreazione di presidi territo-riali per la difesa del suolo ela prevenzione delle frane. Un "pool" di 100 professioni-sti, ossia 50 coppie di geologi,ingegneri ambientali o civili,impegnati per prevenire i di-sastri e le catastrofi naturali. "Le squadre saranno prepa-rate ad attuare la preven-zione del rischio frane ealluvioni direttamente sulcampo - ha dichiarato l'asses-sore regionale alla Protezionecivile, Edoardo Cosenza - incaso di preallarme meteo sirecheranno sul posto per te-

nere d'occhio le zone critiche esegnalare, tempestivamente,il pericolo. I tecnici prepareranno, da su-bito, la carta di crisi, ossia lamappa delle aree da sorve-gliare in caso di condizionimeteo-avverse. Una valutazione al livellomicro, di dettaglio, fatta pas-sando al setaccio il territorio.Ad addestramento terminato,saranno poi inviati diretta-mente sul territorio per vigi-lare le zone criticheprecedentemente individuate:pendii, torrenti, fiumi, canali,ma anche - ha aggiunto - sot-topassi e tratti tombati. In caso di pericolo, avverti-ranno i sindaci, che potranno

assumere decisioni di prote-zione civile in modo consape-vole". I primi 50 gruppi disentinelle esperte andranno acoprire l'area franosa intornoal Vesuvio, da Sarno a Gra-gnano, e anche la costiera sor-rentina ed amalfitana, cherappresenta la più pericolosaper la presenza di materialepiroclastico responsabile difrane con colate di fango, tipoquella di Sarno. Subito dopo partiranno analo-ghe attività di addestramentoper attivare il controllo capil-lare di tutte le otto zone di al-lerta (aree geografiche omo-genee per caratteristiche geo-morfologiche ed ambientali)in cui è suddivisa la regione.

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Paolo D’Auria

L’Europa fissa i nuovi obiet-tivi da perseguire con politi-che comunitarie. Emissioni diCO2 ridotte del 40% e rinno-vabili al 27%. La decisionespetta ora ai capi di Stato e digoverno che dovranno pro-nunciarsi durante il verticedel 20 e 21 marzo a Bruxelles.“Un taglio del 40% nelle emis-sioni di gas serra rappresentaun obiettivo particolarmenteambizioso, ma è la pietra mi-liare più efficace in termini dicosti nel nostro percorso versoun’economia a basse emis-sioni”, ha affermato il presi-dente della Commissione,José Manuel Barroso, secondocui “anche l’obiettivo di rag-giungere il 27% di energie rin-novabili è un segnaleimportante: rappresenta sta-bilità per gli investitori, sti-mola l’occupazione verde erende più sicure le nostre for-niture energetiche”.Il nuovo “libro verde” do-vrebbe fissare il contributo delcontinente più virtuoso (l’Eu-ropa produce l’11% dellaquota mondiale di gas-serra)per riuscire a limitare a duegradi l’innalzamento dellatemperatura globale dall’ini-zio dell’era industriale allafine di questo secolo. Un au-mento di 4 gradi infatti sa-rebbe catastrofico. Questo erail compito di Cop19, la confe-renza mondiale dell’Onu che èfallita a Varsavia a fine delloscorso novembre. Fino a ieri

l’Europa era ferma al tripliceobiettivo del 20–20-20. Ovveroridurre le emissioni e lo sfrut-tamento energetico del 20% eparallelamente aumentare lerinnovabili della stessa cifraentro il 2020. Il doppio obiettivo propostodall’esecutivo comunitario è inlinea con la posizione dellacommissione sviluppo e indu-stria del Parlamento europeo,ma le rosee dichiarazioni degliaddetti ai lavori sono già state“smontate” su due fronti dia-metralmente opposti. Da unlato le organizzazioni ambien-taliste che giudicano insuffi-cienti le misure proposte;dall’altro gli industriali, se-condo cui questi obiettivi sonotroppo penalizzanti. Non acaso davanti al Palazzo Ber-laymont di Bruxelles, dove hasede la Commissione Ue, ilpartito dei Verdi europei e leassociazioni ambientalistehanno dato vita a una prote-sta contro le nuove proposte.“Per chi lavora Barroso?”, erascritto su uno striscione: se-condo i manifestanti, la rispo-sta è: “per le lobby delcarbonio”. “Lasciando libertàagli Stati membri l’Europa ri-nuncia al suo ruolo guidanelle politiche climatico-ener-getiche”, ha sottolineato Mo-nica Frassoni, co-presidentedei Verdi europei. I target diproduzione di rinnovabili, so-stiene, “sono troppo bassi, seconsideriamo che già adesso siproduce un quota pari al 22%”in alcuni Paesi.

La definizione dei nuovi obiet-tivi del pacchetto clima in Eu-ropa, tuttavia, rivela anche lavolontà di rilanciare l’indu-stria del vecchio continente erestare leader nella lotta alcambiamento climatico, ri-durre i prezzi dell’energia e ri-vitalizzare il mercato dell’Ets(Emission Trading Scheme),con un’apertura allo shale gas(giacimenti di gas da argille)ma tutelando l’ambiente. Con-temporaneamente al tagliodelle emissioni di CO2 al 40%entro il 2030, si mettono a di-sposizione per l’industria, gra-zie alle nuove linee guida diBruxelles, 150 miliardi di di-versi fondi Ue per puntare suinnovazione e competitività.Per la prima volta l’Ue si dota

di una vera e propria strate-gia industriale, che riporta ilsettore al centro della sua eco-nomia con l’obiettivo di rag-giungere il 20% del PIL con ilmanifatturiero entro il 2020,dall’attuale 15,1%. Si punta inparticolare l’attenzione sulleauto verdi, le ecocostruzioni,il turismo. Un pacchetto con-sistente di fondi Ue verràmesso a disposizione: in totalecirca 150 miliardi, di cui 100dai fondi strutturali, 40 dalprogramma Horizon 2020 e 10da Cosme. Previsti anche il ta-glio dei tempi per aprireun’impresa (massimo 3 giornicon un costo di 100 euro) e fa-cilitazioni per l’accesso al-l’energia e alle materie prime.Un’analisi dei prezzi energe-

tici in Europa chiederà piùsforzi per assicurare livelli dicosti comuni tra gli statimembri e la possibilità d’in-tervenire a tutela di alcunisettori industriali, purché inlinea con le norme Ue sugliaiuti di stato. Per il mercatodegli Ets, invece, Bruxellespensa a un meccanismo distabilizzazione automatico apartire dal 2021, funzionantein base a modelli matematicie calcoli sui volumi scambiati.Intanto la Commissione apreanche allo shale gas, presen-tando una comunicazione incui dà agli stati membri la fa-coltà di decidere se sfruttarloo meno, stabilendo principi co-muni per la tutela ambientalea livello Ue ma non vincolanti.

Europa: nuovi obiettivi per emissioni e rinnovabiliLa proposta della Commissione scontenta sia ambientalisti che industriali

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Napoli Est. Est come afferma-zione dell’essere. Est comepunto cardinale che geografica-mente indica il levante e figu-rativamente quella parte dicielo dove si vede nascere ilsole, o Oriente. Nel nostro caso, dunque, l’areaOrientale di Napoli, cernieracon tutti i comuni della fasciavesuviana, un tempo eccellenzadell’industria nazionale e poi,dopo lo spartiacque del terre-moto dell’ottanta, simbolo delladesertificazione produttiva delmeridione. Ci sono nata, ci hovissuto, ci vivo. Gli occhi dibambina guardavano con curio-sità quell’orizzonte sagomato diciminiere che rigavano il cielosopra la città di un fumo densoe scuro nascondendo non soloalla vista ma anche all’immagi-nazione il mare, il golfo, la vitache esistevano proprio dietro diesse, a una manciata di chilo-metri. Con l’esplosione del 21dicembre 1985 di venticinquedei quarantuno serbatoi co-stieri dell’Agip che provocaronouno spaventoso incendio duratoaddirittura sei giorni e che ge-nerò una nube di fumo alta piùdi 500 metri, nella variante alPiano regolatore fu recepita lanecessità di delocalizzarequelle attività che costituivanofonte di pericolo per la popola-zione e causa di ulteriore inqui-namento per un territorio giàcompromesso, che sarebbe do-vuto essere, al contrario, og-getto di un serio intervento dibonifica e di riqualificazioneambientale. Spente le cimi-niere, allora, si accesero i riflet-tori e questa zona del capoluogodivenne, nel corso degli anni,“oggetto del desiderio” di so-cietà assicurative, banche, im-prenditori del mattone, politicie organizzazioni criminali chesi contesero questa fetta di cittàin nome di una riqualificazioneurbana che, purtroppo, ad oggi,risulta frammentaria ed incom-pleta. Il programma di rina-scita e valorizzazione dell’areaorientale di Napoli cominciòcon la realizzazione negli anni‘80 del discusso Centro direzio-nale, criticato poiché sorto inun’area di natura alluvionaleche non garantirebbe, secondogli studiosi, una stabilità geolo-gica. Tra gli altri, seguirono, dipomiciniana memoria, il pro-getto Napoli 2 in cui il ministro-

faraone preconizzava una “Sili-con Valley del Vesuvio” e quellodi Neonapoli che metteva incollegamento la riqualificazionedi Bagnoli con gli interventi perNapoli Est inserendo in unquadro organico tutti gli inter-venti per l'area metropolitana.Obiettivi tanti, risultati quasinulli. È soltanto dal 2010 chequalcosa ha iniziato a prendereforma, con la nascita di Na-plEst, il comitato formato da ungruppo di 16 imprenditori chedopo l’approvazione del Pianoregolatore generale accogliendole opportunità determinate dal-l’approvazione delle regole ur-banistiche, senza ricorrere afinanziamenti pubblici hannoinaugurato una nuova stagionedel fare e attivato propri inve-stimenti fino a costituire un co-mitato permanente. Sedici gli

interventi previsti, localizzatinei quartieri di Poggioreale,Barra, San Giovanni a Teduc-cio e Ponticelli e riguardantitemi diversi dalla riqualifica-zione urbana di aree industrialidimesse o fortemente degra-date, all’ individuazione dinuove aree verdi, dalla siste-mazione del water front, allarealizzazione di infrastrutture.La speranza è che si riesca adarginare il rischio, purtroppoinevitabile, che spuntino troppemani sulla città e che si riescafinalmente a restituire ai napo-letani una zona orientale rinno-vata e dinamica e non una seriedi “cattedrali” incomplete edisolate in un deserto di rifiuti,degrado e abbandono così daconsentire il reale riscattosocio-economico dell’area me-tropolitana.

NAPOLI EST TRASOGNO E REALTÀ

Il rilancio della periferia est diNapoli ha anche le fattezze delPolo tecnologico. Un nuovocomplesso universitario che stasorgendo a San Giovanni a Te-duccio e che è destinato alla ri-cerca, alla formazione, ailaboratori. Studenti di Inge-gneria, ricercatori universitari,del Cnr e privati lavorerannoinfatti fianco a fianco nelnuovo Politecnico nato su unasuperficie complessiva di60mila metri quadrati rappre-sentati dalla ex fabbrica Cirio,acquistata dalla Federico II nel2001. Aule didattiche, labora-tori, il Nuovo Polo Materiali del

Cnr, aree destinate ai docenti,spazi aperti, parco pubblico, uncentro congressi: tutto serviràper ridare nuova vita a unazona che da industriale puntaora a diventare attrattore per

ricerca e formazione. Il progetto, firmato da ungruppo giapponese è attual-mente realizzato per metà esarà ultimato definitivamentenel 2015 ma già a marzo pros-

simo apriranno i primi labora-tori di ricerca di ingegneriameccanica, trasporti e mecca-nica aerospaziale. Inoltre, perdare anche un’occasione pro-fessionale ai neolaureati delPolo, l’Università Federico IIha stipulato accordi con sva-riate multinazionali che apri-ranno propri centri nelCampus. Grazie a questo am-bizioso progetto, che per for-tuna non è rimasto solo sullacarta come tanti altri, l’areadella ex-Cirio non perde la suaantica vocazione: ancora “fab-brica” ma di idee e rinnova-mento, questa volta.

Un progetto vivo, visibile, reale; una residenza univer-sitaria all’avanguardia e ancor più speciale perchéparte del progetto di riqualificazione della zona orien-tale di Napoli e, nello specifico, della vecchia manifat-tura dei tabacchi. Celata tra cemento e capannonidismessi un’oasi dove si coltivano i sogni di tanti ragazziche hanno lasciato le loro città per venire a studiare nel-l’antica Capitale del Regno duosiciliano. Riservata aglistudenti dell’università Parthenope, la residenza inau-gurata lo scorso settembre accoglie borsisti e non delprestigioso ateneo, 180 posti studio (di cui 8 dotati diaccessi e servizi per persone con disabilità motorie) enumerosi servizi attivi: guardiania, mensa, connessioneinternet wi-fi, emeroteca, palestra, navetta h/24 per lavicina stazione metro di Gianturco, pulizie, lavanderiaa gettone e parcheggio, solo per citarne alcuni, ed uncosto sicuramente accessibile rispetto alle tante presta-zioni offerte (info: 081.7340044 /081.7349141).

Residenza universitaria ecosostenibilenell’ex manifattura dei tabacchi

La storia di una riqualificazione che fatica a decollare

Continua l’espansione di Brin 69, la struttura nata dalrecupero del complesso industriale ex Mecfond e inau-gurata già nel 2012 (Arpa Campania Magazine annoVIII n.42 del 16 aprile 2012) che si è arricchito del poloagroalimentare “Eccellenze campane”: duemila mq, sa-pientemente progettati ed allestiti dall'architetto ArturoCarleo, dedicati alla valorizzazione delle eccellenzeagroalimentari campane. Otto aree di produzione (pa-nificio, birrificio, pastificio, caseificio, torrefazione, pa-sticceria, cioccolateria e gelateria), 520 posti a sedere,oltre 100 nuovi posti di lavoro. “Eccellenze Campane –ha spiegato il presidente Paolo Scudieri, patron delGruppo Adler – è un progetto impegnativo, una scom-messa da vincere. L’idea è quella di accorciare la filieraproduttiva, avvicinando produttori e consumatori. Iltutto puntando alla valorizzazione delle tante eccellenzeche la Campania produce. L’agroalimentare è il nostropetrolio e non siamo capaci di utilizzarlo a dovere. ConEccellenze Campane vogliamo provare a cambiare la si-tuazione, dando spazio a chi da sempre fa della qualitàe della sicurezza alimentare i suoi capisaldi. Le presenzadi imprese note in tutto il mondo è un motivo di orgoglio,la risposta forte e chiara alla crisi che la Terra dei Fuo-chi ha alimentato”.

Il nuovo Polo Tecnologico di San Giovanni a TeduccioA marzo apriranno i primi laboratori

“Eccellenze campane”A via Brin si riparte dal gusto

QUI GIANTURCO

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Fabio Schiattarella

Ogni giorno i contadini dellazona di Mukono, in Uganda,aspettano all’interno di unambulatorio di essere ricevutoper un consulto medico dagliesperti della “clinica dellepiante”. Le visite non vengonofatte ai contadini ma agli ar-busti e vegetali che portanocon se. La scena appare sur-

reale ma è proprio cosi. Quellodi “medici delle piante” non èun titolo riconosciuto, ma èquesto il nome che il Centroper l’agricoltura e le bio-scienze Cabi,con base in GranBretagna, attribuisce a circaun migliaio di esperti che hacontribuito a formare, con lacollaborazione dei governi lo-cali, nell’ambito del pro-gramma Plantwise.Plantwise, negli ultimi treanni ha portato in 31 paesiben 413 cliniche delle piante.Parliamo di paesi quali l’Af-ghanistan, l’Honduras, laSierra Leone, la RepubblicaDemocratica del Congo, tuttipaesi con un reddito pro ca-pite molto basso. L’idea allabase è semplice, dato cheoltre il 40% delle coltivazioninei paesi poveri vengono di-strutte da agenti esterni, vediparassiti o epidemie, ridurreanche solo dell’1% le perdite

nei raccolti, significa garan-tire a milioni di famiglie lasussistenza di base. La clinicadelle piante diventa un ambu-latorio itinerante a servizio diquesto scopo. Martin, un medico del pro-gramma Plantwise spiega chel’ambulatorio segue, ad esem-pio, i mercati agricoli in modoche gli stessi contadini che sirecano al mercato per vendere

i prodotti possano avvicinarsialla “clinica” per un consultoche sarà del tutto gratuito. Lecliniche delle piante presentisul territorio contribuisconoad alimentare un databaseonline e a monitorare even-tuali focolai di nuove epide-mie dei vegetali, come ilmicidiale Cassava brow-nstreak virus disease (Cbsd)noto anche come la “pestedella Cassava” che in AfricaOrientale e la Regione deiGrandi Laghi, secondo datidell’Istituto internazionaleper l’agricoltura tropicale, hacausato nelle peggiori epide-mie la perdita di circa il 70%dei raccolti. Alternare le col-ture e ricorrere a sementi se-lezionati sono i principaliconsigli che i medici dispen-sano agli agricoltori per evi-tare che tutto si risolva con unabuso di pesticidi .Eric Boae-sperto delle coltivazioni di ce-

reali e tra i pionieri delle “cli-niche per le piante”, spiegacome l’uso di pesticidi è au-mentato in maniera propor-zionale al progrediredell’impatto dei cambiamenticlimatici. Se focalizziamo l’at-tenzionesu zone che hanno as-sistito ad un aumento dellepiogge e dell’umidità, adesempio, le piantagioni sonostate attaccate da mosche e

altri insetti che proliferanonell’umidità e i contadinihanno cercato di eliminarliadoperando gli antiparassi-tari con effetti anche peggiori.La soluzione è stata trovataselezionando qualità di ce-reali più resistenti agli agentiatmosferici, con cui far fronteall’aumento delle piogge. Secontro i cambiamenti clima-tici e i loro effetti devastantisulle coltivazioni gli agricol-tori più poveri non riescono afare nulla di concreto,interve-nire contro le malattie dei rac-colti restituisce loro capacitàdi agire e di assicurare il ciboper sé e per la propria fami-glia. Per questo motivo Eric Boasostiene che il progetto por-tato avanti da questa clinicaatipica ed itinerante sia digrande rilievo in un ottica disussistenza visti i risultatiche sta ottenendo.

Plantwise ha portato in 31 paesiben 413 cliniche delle piante

Quante banconote ogni giorno circolano nel mondo pas-sando di mano in mano? Sicuramente un numero enorme!Ed ogni giorno, un numero altrettanto enorme di banco-note, ormai troppo sporche, viene destinato al macero. Ma dagli Stati Uniti arriva un’idea originale per rispettarel’ambiente: lavare le banconote!Sembra uno scherzo ma non lo è. Il fisico Andrei Smuk eil chimico NabilLawandy, manager della società Spectra

System che opera nelcampo dell’autentica-zione delle banconote,sono riusciti a lavare lebanconote utilizzandol’anidride carbonicasenza alterare in alcunmodo le caratteristichedi sicurezza della car-tamoneta. I due scienziati hannopubblicato in propositoun articolo sulla rivista“Industrial and Engi-

neeringChemistry Research” con il titolo “Supercritical-FluidCleaning of Banknotes”. Per lavare le banconotehanno utilizzato l’anidride carbonica portata alla tempe-ratura di 31,1 gradi e ad una pressione di 73,8 bar. Questotipo di anidride carbonica, denominata supercritica, noninquina e non è tossica e viene già utilizzata come sol-vente. I vantaggi riguardano la riduzione dell’impatto ambien-tale nell’impiego delle banconote. L’anidride carbonica uti-lizzata per la loro pulizia nell’eliminazione dello strato digrasso superficiale, è totalmente innocua per il Pianeta.Le banconote ripulite eviteranno allo Stato di stamparenuova cartamoneta. In questo modo verranno risparmiatialberi, carta e naturalmente denaro. E non vi sarà piùnemmeno il problema di smaltire le banconote ritirate, chediventano un vero e proprio rifiuto. Da non sottovalutareè infine il risparmio economico, pari a 10 miliardi di dollariall’anno, necessari a ristampare 150 miliardi di nuove ban-conote per sostituire quelle mandate al macero.

I.B.

Dagli USA un’idea originale:lavare le banconote!

Parliamo di paesi quali l’Afghanistan, l’Honduras, la Sierra Leone

Anidride carbonica come solvente

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Gennaro Loffredo

L’ inverno 2013/14 ha ancoramolto da dover dire, ma finoraquesta prima parte si è certa-mente contraddistinta per unandamento piuttosto anomalosu gran parte della penisolaitaliana e del comparto euro-asiatico, con temperature digran lunga superiore allanorma. Una situazione comple-tamente opposta nel NordAmerica, bersaglio delle ecce-zionali e frequenti gelide incur-sioni artiche del vortice polare. In Italia, e in particolare nelleregioni meridionali, si è vissutauna prosecuzione dell’autunno,merito o demerito dell’arrivodelle miti e umide correntiatlantiche, le quali hanno im-pedito l’avvento del primo verofreddo proveniente dalla Rus-sia o dalla Siberia.Il mese di dicembre 2013 èstato caratterizzato in Campa-nia da un andamento termicopiuttosto uniforme, privo del fi-siologico trend al ribasso asso-ciato all’avanzare dellastagione.Non si sono avute ondate difreddo, circostanza che costitui-sce una decisa anomalia del-l’andamento meteorologico delmese di dicembre. Le tempera-ture sono risultate, nel com-plesso, superiori ai valori tipicidel periodo, in maniera più si-gnificativa nei valori minimi.

Nonostante le due forti fasi dimaltempo verificatesi nei primigiorni del mese e durante le fe-stività natalizie, anche lepiogge sono state deficitarie ri-spetto al valore climatico, per lapresenza di un ingombrante fi-gura anticiclonica di stampoazzorriano.Il mese di gennaio, nella suaprima metà, si è rivelato per-sino più insolito, in termini dianomalie termiche positive, ri-spetto al suo predecessore.Erano sette anni che non fa-ceva così caldo nel mese per an-tonomasia il più freddodell’anno. La nostra penisola,

infatti, ha subito gli effetti dellarisalita di correnti calde di ma-trice africana, le quali hannocausato imponenti nevicatesulle Alpi e precipitazioni in-gentissime sulla Liguria, To-scana, Emilia e parte delNord-Est. Forti temporali sisono abbattuti anche sulla fa-scia tirrenica e sulla nostra re-gione i forti venti di sciroccohanno cancellato diverse voltele corse da e per le isole minori.Le maggiori anomalie termichesi sono verificate nella notte trail 18-19 Gennaio, quando letemperature minime sulla cittàpartenopea si sono attestate

sui 18°C, valori notturni tipicidel mese di giugno, mentre aPalermo sono state registrateaddirittura punte di 24°C,come in piena estate. Un altroaspetto anomalo importante,per questa strana stagione in-vernale, è la formazione di tem-porali marittimi tipici di inizioautunno, che stanno interes-sando il bacino del Mediterra-neo. Infatti la mancanza diirruzioni fredde artiche stannoinibendo il fisiologico raffredda-mento delle acque superficialidel mare, le quali tendono amantenere il calore dell’estateprecedente, fornendo ulteriore

energia alle perturbazioni chearrivano dall’Oceano Atlantico.Rischio valanghe, frane, eson-dazioni di fiumi e torrenti, fortigrandinate ed un risveglio ve-getativo precoce sono solo al-cune delle conseguenze diquesto anomala prima metàdell’ inverno. Per fortuna non èdetto che la stagione si com-porti secondo questo schemanella sua seconda parte, masensibilizzare sui rischi di uninverno latitante in un’areasensibile come quella mediter-ranea, è nostro preciso dovere,anche se qualcuno potrebbestorcere il naso.

Un inverno finora troppo mite

Arriverà o meno il grande freddo?

Le ondate di freddo, quelle cheprovengono dalle steppe russe-siberiane, sono mancate finora,e la tanta neve caduta sulleAlpi è frutto delle perturbazioniatlantiche, troppo miti per re-galare i soffici candidi fiocchialle basse quote sulle montagnedel nostro centro-sud.L’inverno ha scelto l’altra partedell’Oceano, gli Stati Uniti, maora sembra che un po’ di freddosia destinato ad investire anchel’Italia nel corso del mese difebbraio e di marzo.Cambio circolatorio: si o no? Si-curamente rispetto a dicembree a gran parte del mese di gen-naio non c è storia. Infatti l’in-gombrante presenza di unafigura di alta pressione allebasse latitudini e il costante e

snervante flusso atlantico sa-ranno gradualmente sostituitida una maggiore ondulazionedelle correnti, capaci di spin-gere più a sud le correnti arti-che, specie dalla secondadecade di febbraio.La formazione di un robustoanticiclone russo-siberianosull’Europa orientale, inoltre,sta determinando la primavera recrudescenza del freddointenso su quelle nazioni, lequali rappresentano un vero eproprio serbatoio di gelo, prontoa raggiungere le nostre zonequalora le condizioni lo permet-tessero; i primi spifferi gelidihanno consentito alla neve diraggiungere, per la prima voltain questa stagione, le pianuredelle regioni settentrionali

negli ultimi giorni del mese digennaio. Le sorti dell’inverno, aquesto punto, sono relegate alsolo mese di febbraio e allaprima metà di marzo, che puòsempre riservare qualche sor-presa. Ma si tratta pur sempreormai del periodo finale dellastagione. L’unica speranza, pergli appassionati di neve e gelo,è legato allo Stratwarming.

Lo Stratwarming è un riscalda-mento stratosferico sul PoloNord tipico della stagione in-vernale, capace di determinareun netto cambio della configu-razione atmosferica nella se-conda metà dellastagione.Anche in passato que-sto fenomeno è stato decisivoper l’attivazione di scambi me-ridiani, capaci di portare il

grande gelo dal Nord alle no-stre latitudini. Ne è prova tan-gibile la famosa ondata di gelodel 1985 attivatasi grazie ad uneccezionale repentino riscalda-mento alle quote alte dell’atmo-sfera sulle zone polari. Lanatura non obbedisce a regoleprecise ma spesso segue il pro-cesso di compensazione utileper trovare un giusto equilibrio.Dopo un lungo periodo eccezio-nalmente mite e piovoso se-guirà un periodo più freddodella media?Adesso vedremo come andrà afinire: le sorti dell’inverno(quello vero, fatto di freddo eneve alle basse quote) sono ora-mai appese ad un filo di nome“Stratwarming”.

G.L.

Il fenomeno dello “stratwarming” potrebbe portare il gelo a febbraio

Per i meteorologi la stagione in corso è stata una lunga prosecuzione dell’autunno

tab 1. Scostamento delle temperature medie in Italia Autunno 2013, rispetto ai valori del periodo 1971-2000. (fonte: Cnr-Isac)

Dalla mappa allegata (fonte weatherbell su dati di baseNOAA/NCEP), si evidenziano le anomalie termiche dall'inizio delmese rispetto al trentennio 1981/2010, che come si può notare sonomolto marcate anche in Italia e nell'area mediterranea, ma non cosìtanto come nel centro ed est Europa)

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Luigi Mosca

L’ambiente in cui viviamo viene scienti-ficamente rappresentato attraverso deidati, ma in realtà, nell’interpretare la re-altà che le circonda, le persone non ra-gionano per numeri. Piuttosto, tendonoa costruire delle storie, come dimostranodecenni di ricerca in psicologia e nellescienze sociali. Ecco perché, nonostantei migliori sforzi per comunicare lo statodell’ambiente a vaste platee di pubblico,non sempre si sortiscono gli effetti spe-rati dalle istituzioni e dagli scienziati. Sepoi si passa dalla descrizione dello statodell’ambiente all’indicazione dei rischiper la salute, le cose sono ancora più dif-ficili. Le persone hanno difficoltà a quan-tificare i rischi ambientali nei terminioggettivi auspicati dagli esperti. Innan-zitutto, gli uomini (e le donne) non pen-sano sempre in termini probabilistici.Questo vale non solo per i rischi ambien-tali, ma anche per le previsioni meteo,nonostante queste ultime siano conside-rate, per così dire, alla portata di tutti.Nel 2005 un gruppo di ricercatori hachiesto a un campione di persone di in-terpretare una semplice previsione deltipo “c'è il 30% di probabilità di pioggiadomani” (Gigerenzer, G., et al., A 30% ofchance tomorrow: how does the publicunderstand probabilistic weather fore-

casts?, Risk analisys, 25: pp. 623-9,2005). Gli intervistati hanno fornito difrequente interpretazioni erronee, deltipo “domani pioverà per il 30% deltempo”, oppure “domani pioverà sul 30%del territorio della città”. Un meteoro-logo italiano, intervistato dai ricercatori,ha spiegato perché nel nostro Paese leprevisioni meteo in tv non contengonostime di probabilità. «I media aborri-scono le previsioni incerte», ha dettol'anonimo esperto. «Quando un meteoro-logo fornisce percentuali, i giornalistiitaliani le dicotomizzano in un “pioverà”o in un “non pioverà”». È quello che glipsicologi chiamano “pensiero dicoto-mico”. Chi ha questo stile di pensierotrova difficile accettare, ad esempio, cheun certo campione d'acqua possa avereconcentrazioni più o meno alte di uncerto inquinante. Piuttosto, tenderà a di-videre il mondo in due categorie opposte:l'acqua è pulita, oppure è inquinata.Punto. Del resto, quando si ragiona di ri-schi causati dall'uomo, il giudizio dellepersone è condizionato da notevoli fat-tori emotivi. Ad esempio, i rischi fannopiù orrore quando le persone vi sonoesposte contro la loro volontà, quando lepotenziali vittime pensano di non poterlicontrollare, e quando si tratta di rischiinsoliti o mai sperimentati prima. An-cora, i rischi ambientali provocano rea-zioni intense quando sono distribuiti inmaniera disuguale nella popolazione op-pure quando a essere esposte sono le ca-tegorie più vulnerabili della popolazione,tipo i bambini. Inoltre l’entità del rischioviene sovrastimata quando le conse-guenze previste sono catastrofiche,anche se poco probabili. Tutto questospiega perché, per fare un esempio, vi-vere accanto a una centrale nucleare famolta più paura della routine quotidianain una città infestata dal traffico. Nono-stante siano ben documentati i dannialla salute provocati dallo smog. DorotaJarosinska, medico dell’Agenzia europeaper l’ambiente, ha tenuto di recente aRoma un intervento significativo, intito-lato “verso lo sviluppo di una narrazionesull’ambiente e la salute”. La sua rela-zione, offerta all’interno di un incontrodel gruppo Era-Envhealth attivato dallaCommissione europea, dimostra la cre-scente attenzione delle agenzie ambien-tali, anche a livello internazionale, perla comunicazione dei temi ambientali informa narrativa. Michael D. Jones, gio-vane politologo statunitense, pochi annifa ha elaborato uno studio il cui titolopuò essere tradotto in italiano come“Eroi e cattivi: narrazioni culturali, opi-nioni di massa e cambiamenti climatici”.Jones argomenta che le questioni am-bientali si impongono alla pubblica at-tenzione quando compaiono alcunielementi tipici delle storie di successo.Tra queste, le figure dell'eroe e dell'an-tieroe, molto ricercate dai media e diconseguenza riflesse sul pubblico conuna particolare enfasi.

Angelo Morlando

Di solito siamo abituati a pensare al-l'inquinamento come a un fenomenocausato dall'uomo. Sappiamo però cheesistono numerosi casi in cui la conta-minazione di un corpo d'acqua, oanche dell'atmosfera, dipende dacause naturali: un'eruzione vulcanica,ad esempio, può disperdere diversi tipidi materiale nell'aria. Oppure, alcunesostanze, presenti naturalmente nellerocce e nei minerali, possono compro-mettere la qualità delle acque sotter-ranee. Il focus “Acque” allegato alNono rapporto sulla qualità dell'am-biente urbano, pubblicato di recentedall'Ispra, contiene appunto un capi-tolo dedicato alla presenza di arseniconelle acque sotterrenee e nelle acquepotabili in Italia. Un fenomeno, que-sto, che nel nostro Paese è in relazionecon determinati tipi di minerali e dirocce che caratterizzano il nostro ter-ritorio. In particolare, la presenza diarsenico nelle acque sotterranee ap-pare particolarmente marcata nellezone vulcaniche del Lazio, della Cam-pania e della Toscana. Non è un pro-blema irrilevante, perché l'arsenico èuna sostanza tossica per la saluteumana e a determinate condizioni puòpenetrare nell'acqua potabile distri-buita attraverso gli acquedotti. Gli au-tori del contributo, Marco Marcaccio diArpa Emilia Romagna e Serena Ber-nabei dell'Ispra, ricordano che, per es-sere considerati in uno stato

ambientale “buono”, i corpi idrici sot-terranei non devono presentare con-centrazioni di arsenico superiori a 10microgrammi al litro. Lo stesso tettoviene prescritto per la concentrazionedi arsenico nell'acqua potabile. Questovalore è stato indicato dall'Organizza-zione mondiale della sanità, dalla di-rettiva europea in materia, ed è statorecepito dalle norme italiane. Tutta-via, ad alcune condizioni, è possibilechiedere delle deroghe a questo valore-limite: per quanto riguarda l'acqua po-tabile, il tetto indicato dalle norme puòessere superato, per un certo periodo,in base a una speciale procedura checoinvolge le istituzioni locali e europee.Il Focus dell'Ispra ha considerato i va-lori di concentrazione di arsenico nelleacque sotterranee, nel biennio 2008-2009. Per questo periodo infatti, no-tano gli autori, esiste un'ampiadisponibilità di dati provenienti dallereti regionali di monitoraggio. Tra lestazioni di monitoraggio, sono stateconsiderate solo quelle dove la pre-senza di arsenico dipende da cause na-turali. Risulta che circa il 10% dellestazioni di monitoraggio, su scala na-zionale, riporta dati superiori alla so-glia di 10 microgrammi di arsenico perlitro. Gran parte di queste stazionisono situate in contesti di tipo vulca-nico, oppure in pianure con sedimentialluvionali. Il 40% delle stazioni “fuorisoglia”, di fatto, si trova in Lombardia.Circa il 10% di queste stazioni è si-tuato in Campania. (4 - fine)

Comunicare l’ambiente in forma narrativaCresce l’attenzione dei ricercatori per nuove forme di informazione sui temi dell’ecologia

Focus dell’Ispra sulle acqueLa presenza naturale di arsenico

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 31 gennaio 2014 - Anno X, N.2Edizione chiusa dalla redazione il 30 gennaio 2014

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOS. Allinoro, A. Balzano, I. Buonfanti, F. Clemente,P. D’Auria, G. De Crescenzo, A. Esposito, E. Fer-rara, R.Funaro, A. Giangrasso, L. Iacuzio, G. Lof-fredo, D. Matania, B. Mercadante, A. Morlando,A. Palumbo, A. Paparo, F. Schiattarella, L. TerziSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 7- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/426/427 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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IL PRIMO RAPPORTO WWF SULLA BIODIVERSITÀ

Ilaria Buonfanti

Il pianeta Terra, ricchissimo di vita,abitato da circa 6 milioni di specie ani-mali e vegetali, con 18.000 nuove speciedescritte ogni anno e 49 scoperte algiorno negli angoli più remoti del pia-neta, a formare un sistema che sup-porta la vita, non solo della natura maanche dell’uomo, insieme ai nostri si-stemi economici e sociali. Ma allo stesso tempo un quadro dram-matico che vede un tasso di estinzionedovuto alle attività antropiche di 1.000volte superiore al tasso di estinzionenaturale, con popolazioni di vertebratidiminuite di un terzo negli ultimi qua-rant’anni. Secondo l’IUCN (l’UnioneInternazionale per la Conservazionedella Natura) sono 21.286 le specie adaltissimo rischiod’estinzione e solo unquarto della biosfera siconserva ancora allostato naturale mentrela restante parteporta, in maniera evi-dente, l’impronta fi-sica dell’uomo. Nel1700 invece, primadell’avvento della rivo-luzione industriale,più della metà dellabiosfera era in condi-zioni “selvatiche” ed ilresto in uno stato seminaturale. Questa è la fotografia

emersa dal primo rapporto WWF sullabiodiversità, in Italia e nel mondo, rea-lizzato con il contributo della SocietàItaliana di Ecologia e presentato ilmese scorso insieme a due messaggilanciati con forza: il primo alle istitu-zioni, per dare finalmente valore al ca-pitale naturale ed il secondo aicittadini, per dare un supporto concretoall’azione di tutela ambientale. “Ilmondo ha perseguito modelli di svi-luppo basati sulla crescita continua chehanno intaccato drammaticamente ilcapitale naturale del pianeta, senza ilquale non può esistere né benessere nésviluppo per l’intera umanità, ha dettoGianfranco Bologna, direttore scienti-fico WWF Italia e curatore del rap-porto, mettere “in conto” la natura è lanostra vera legge di stabilità. Alle isti-

tuzioni chiediamo diporre al centro dei si-stemi politici ed econo-mici il capitalenaturale e gli straordi-nari servizi che gli eco-sistemi ci offrono,gratuitamente, tutti igiorni, perché solo cosìpotremo avere una po-litica sana che mira albenessere e allo svi-luppo delle persone. Aicittadini chiediamo disostenere il nostro im-pegno quotidiano per-ché questo capitalenaturale sia sempre al

sicuro e vitale, a beneficio della naturae del nostro futuro sul pianeta”. Il fu-turo del nostro pianeta è pieno di do-mande, punti interrogativi, perplessitàe problematiche, molte delle quali po-trebbero essere risolte semplicementeinsegnando ai cittadini, soprattutto aibambini di oggi che saranno gli adultidel domani, il rispetto per l’ambienteattraverso la conoscenza dello stesso.Conoscere vuol dire imparare, impa-rare ad apprezzare e a tutelare i beniche ci circondano, al fine di evitare

un’estinzione di massa anticipata! Leestinzioni delle specie non sono una no-vità per il nostro Pianeta. Negli ultimi500-450 milioni di anni si sono verifi-cate 5 estinzioni di massa, che hannocausato la scomparsa di un gran nu-mero di specie viventi. Oggi, ci stiamoavvicinando a una sesta estinzione:mammiferi, uccelli, rettili, anfibi epesci stanno scomparendo troppo velo-cemente. Che mondo lasceremo ai nostri figli e ainostri nipoti?

LEGAMBIENTE CONTRO I MALTRATTAMENTI DEGLI ANIMALI

Alessia Esposito

Al via la campagna di Legam-biente “Vengo via con te” controabbandoni, maltrattamenti e il-legalità a danno degli animali.L’associazione mette a disposi-zione avvocati, esperti e volon-tari supportando così chi sipreoccupa di difenderne i di-ritti. Chi è stato testimone di atti diviolenza, notato strani movi-menti, denunciato un abban-dono senza che nessuno siaintervenuto o vuole richiedereassistenza per un’adozione puòrivolgersi a Legambiente in-viando una mail [email protected] campagna prende le mossedalla drammatica vicenda diGreen Hill, fortunatamenteconclusa per decisione della ma-

gistratura su esposto di Legam-biente, con la liberazione deitremila beagle ed il loro affida-mento. Se la situazione è riu-scita a risolversi è propriograzie all’apporto di volontari elegali; bisogna perciò proseguiresu questa strada. Dichiara Ros-sella Muroni, direttore di Le-gambiente: “Diamo il via nelgiorno dedicato a Sant’Antonio,protettore degli animali, a que-sta nostra nuova iniziativa percombattere chi lucra sulla loropelle. Raccoglieremo le segnala-zioni dei cittadini, che sarannoi protagonisti di questa batta-glia, e con loro cercheremo le so-luzioni utili contro imaltrattamenti”. “Vengo viacon te” si pone i seguenti obiet-tivi: vincere la sfida giudiziariacontro Green Hill, perseguire lacrudeltà verso gli animali sul

territorio italiano, trovare solu-zioni per gli animali sequestratia seguito di maltrattamenti, ot-tenere dalle Istituzioni anagrafinazionali efficienti per cani,gatti e cavalli, far crescerel’azione istituzionale per la ste-rilizzazione canina e felina ri-ducendo così la sofferenza a cuipotrebbero andare incontrotroppi cuccioli, contrastando

così allo stesso tempo l’illegalitàe le ecomafie che lucrano sullapelle degli animali.È una battaglia che non si puòvincere da soli, pertanto Le-gambiente ha istituito una retedi collaborazioni, oltre a quellacon la società civile, con alcunetra le migliori realtà italiane:

Italian Horse Protection Asso-ciation, specializzata nel recu-pero di cavalli, Il Rifugio degliAsinelli, che accoglie asinellimaltrattati, e l’Associazione Vo-lontari Canile di Porta Porteseche si occupa di cani abbando-nati. Non resta che fare ognunola propria parte.

Un’unica specie, l’Homo sapiens, sta distruggendo quasi tutte le altre

Diritti degli animali: battaglie comuni l’unica strada

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Anna Paparo

Cosa mai avranno in comuneil mercurio, un pericoloso in-quinante per la catena alimen-tare, e il buco dell’ozono?!?Apparentemente niente, manon è proprio così. Infatti,sembrerebbero legati en-trambi a doppio filo alle varia-zioni a cui stanno andandoincontro i ghiacci nel lontanoArtico. Lo afferma un gruppodi ricerca internazionale, coor-dinato dall’Istituto di Ricercasui Deserti del Nevada, cheha fatto la sensazionale sco-perta e che ha pubblicato i ri-sultati dello studio sullarivista Nature, offrendo, così,uno strumento valido e con-creto al fine di conoscere i mec-canismi che governano unodegli ecosistemi più fragili delnostro pianeta e, in contempo-ranea, uno dei più importantiper l’equilibrio globale delclima, ossia l’Artico. Ma cono-sciamo più da vicino questidue elementi. Entrambi pre-senti nell’atmosfera, hanno ungrandissimo impatto, sia posi-tivo che negativo, sull’equili-brio dei singoli ecosistemi sulnostro pianeta. In particolarel’ozono, una forma allotropicadell'ossigeno, è una molecolacomposta, appunto, da treatomi di ossigeno e svolge unafunzione di schermo protettivodai pericolosi raggi ultravio-letti, che sono emessi dal Sole.Di contro, il mercurio è un ele-mento chimico, o meglio unmetallo di transizione, che, seusato in modo sconsideratodalle industrie e non solo, rap-presenta un pericoloso agenteinquinante e può provocare in-numerevoli danni ai vari eco-sistemi terrestri. La cosiddetta “caduta” dall’at-mosfera, ossia il famoso pro-cesso di distruzione dellabarriera dell’ozono e il deposi-tarsi al suolo del mercurio,comporta fortissime e pericolo-sissime alterazioni dei delicatiequilibri legati al clima e al-l’ecologia. Questo è un altroS.O.S., l’ennesima richiesta diaiuto, che ci sta inviando lanatura e proprio per questonon si può aspettare altrotempo, ma si deve cercare alpiù presto di porvi rimedio. Euno strumento utile ci vieneofferto proprio da questogruppo di studiosi, che, attra-

verso l’attenta analisi dei datisulla presenza di ozono e mer-curio nell’atmosfera, neglianni che vanno dal duemila-nove al duemiladodici, al disopra delle regioni costieredell’Alaska, hanno notato unostretto legame tra la presenzadi questi due elementi e le di-namiche del ghiaccio. Infatti, secondo lo studio, laformazione dei corridoi e delleenormi “crepe” nei ghiacci ar-tici altera le dinamiche atmo-sferiche al punto da influiredirettamente sulla “caduta”della quantità di ozono e mer-curio atmosferico sulla terra.Ma la ricerca non finisce qui.Già sono pronti per il prossimostep, cioè quello di quantifi-care con precisione questo fe-nomeno in grado di alterare

sensibilmente gli equilibri delfragile ecosistema artico. Que-sto è un chiaro messaggio, chein natura nulla è lasciato alcaso, ma legato a doppio filo dauna serie di cause e concause,azioni e reazioni, dove le con-seguenze rappresentano laprova tangente di ciò che si fao non si fa. La natura si famaestra, affermando a vocealta che ad ogni azione corri-sponde una reazione uguale econtraria. Ed è proprio questoche l’uomo deve ancora capire.Si spera che quando si accen-derà la lampadina che dissi-perà questa nebbia nellementi umane non sia troppotardi. La terra chiede aiuto enoi dobbiamo rispondere. Maquando?!? Ai posteri l’arduasentenza …

Mercurio e ozono legatialla variazione dei ghiacci

A rendere più ballerina la vitadei Canadesi ci hanno pensatoi cosiddetti “Frost Quakes”,ossia i “terremoti del gelo”. Unfenomeno particolare che vieneprodotto dal rapido congela-mento e dal vortice polare. Èstato notato che l’improvvisocalo di temperatura porti ilghiaccio ad espandersi nel ter-reno così rapidamente da pro-durre crepe e suoni fortissimisimili a quelli prodotti daituoni. Questo brusco, repen-tino e corposo abbassamentodelle temperature ha causatol'arrivo dei “Frost Quakes” indiverse località del Canada, inparticolar modo tra Quebec eOntario. A questo proposito, i

ricercatori dell’ “EarthquakesCanada” spiegano che, anchese queste particolari forme di“terremoto” possano scuotererealmente la terra, i loro effettisono così localizzati e circo-scritti che le scosse sono rara-mente tracciate dai sismografi.Per questa ragione, nonostantesu Twitter fossero molte le se-gnalazioni dell'evento durantel'ondata di freddo polare dellaprima settimana dell'anno, ilNatural Resources Canadanon ha registrato alcuna agita-zione sulla propria rete. Sullarivista “Our Amazing Planet”,ha, poi, ben spiegato l’incon-sueto fenomeno Allison Bent,sismologa di Earhquakes Ca-

nada, dicendo che con i “terre-moti del gelo” quasi tuttal'energia viene rilasciata in su-perficie, quindi, se si è nelle vi-cinanze dell'evento lo sipercepirà in modo chiaro eforte; mentre non viene libe-

rata abbastanza energia nelterreno per raccoglierlo più dalontano. La maggior parte deiFrost Quakes si verifica dopouna forte pioggia o un'intensanevicata che si depositano suun terreno estremamenteumido. È quello che è successonelle ultime notti nella città diToronto, ove i residenti sonostati addirittura svegliati daqueste forti esplosioni. In so-stanza questi lievi “passi didanza” della terra produconoeffetti smorzati e localizzati azone circoscritte; per “ballare”insieme a lei percependo il tre-more bisognerebbe essere inprossimità della zona del cosid-detto “epicentro”.

A far ballare il Canada ci pensano i “terremoti del gelo”

Sofferenza respiratoria per la città di Pechino, cheha registrato livelli di inquinamento atmosfericosuperando di gran lunga la soglia di sopporta-zione indicata dall’Organizzazione Mondiale dellaSanità. Uno scenario da brividi: visibilità ridotta,aria irrespirabile e una densa coltre di smog av-volge in modo perenne l’intera città. In risposta atutto ciò, appaiono qua e là maxischermo che ri-producono cieli sereni su sterminati campi verdie tramonti, che da ormai troppo tempo i cinesi nonpossono più ammirare. Accessorio in voga al mo-mento è la mascherina protettiva anti-gas, pernon entrare in contatto con quest’aria satura dismog e di fastidiosissimi e dannosissimi odori chi-mici. Il Centro per il Monitoraggio Ambientaledella municipalità di Pechino ha rilevato una den-sità di polveri 2.5 di oltre 700microgrammi permetro cubo in molte aree della città, un valore chesupera di quasi 30 volte la concentrazione mas-sima di polveri sottili considerata accettabile dal-l'Organizzazione Mondiale della Sanità, che fissain venticique microgrammi per metro cubo la so-glia di sicurezza. Un vero e proprio allarme rossoper i polmoni cinesi. Per far fronte all’emergenza,i cittadini della capitale cinese sono stati invitatia restare nelle proprie case, soprattutto i bambinie gli anziani, ossia i soggetti più a rischio di ma-lattie dell’apparato respiratorio. Sono state, inol-tre, vietate attività sportive all’aperto nelle scuoleelementari e medie e addirittura è stato vietato ilbarbecue. Insomma, un paesaggio da apocalisse,che non lascia spazio all’immaginazione e allavita. Quando si superano i limiti si scatenano con-seguenze a cui neanche la natura stessa può piùfar fronte.

A.P.

ARIA DI APOCALISSE A PECHINO

Binomio micidiale per gli equilibri degli ecosistemi terrestri

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Curitiba: la città modello dell’America LatinaFabiana Liguori

I giorni 10, 11 e 12 giugno 2014si terrà a Parigi “Transportspublics 2014”, il Salone europeodella mobilità, che riunisce, suuna superficie espositiva di30.000 mq, i responsabili e glioperatori del settore dei tra-sporti urbani, interurbani e re-gionali di Francia e d'Europa:autorità organizzatrici, addettiai lavori, industriali, costrut-tori, fornitori e così via. Grandespazio sarà riservato alle nuovetecnologie riguardanti i sistemidi trasporto sostenibile. Oltre 10.000 operatori e deci-sion makers, provenienti daogni parte d’Europa, valute-ranno le possibili soluzioni perla mobilità del futuro propostedai 250 espositori presenti. Alsalone saranno in mostra, in-fatti, le più funzionali innova-zioni per quanto riguarda imateriali, le tecniche e la ge-stione del settore. Invitatad’onore, dell’edizione di que-st’anno, sarà la città brasilianadi Curitiba, “città modello del-l’America Latina”. Curitiba, ca-pitale della regione meridionaledel Paranà, in Brasile, rappre-senta un meraviglioso modellodi integrazione, dove mobilitàsostenibile, sviluppo economico

e sviluppo locale viaggiano allagrande, insieme! La pianifica-zione urbana di successo e l’ec-cellente rete di trasportigiocano un ruolo chiave nellosviluppo della città. Nonostantei 3,2 milioni di abitanti, l’ammi-nistrazione propone una rete diautobus con un alto livello diservizi e massima sicurezza, su81 km di linee che circolano sucorsie preferenziali. Le arterieprincipali sono ciascuna compo-sta da tre carreggiate: la primaper le macchine che conduconodentro la città, la seconda per lemacchine che conducono fuoridalla città e la terza centrale adue sensi di marcia dedicata aitrasporti pubblici. Le linee degliautobus sono classificate inbase alla tipologia di trasporto

e non al percorso: dirette, velocicon poche fermate e lente, pergli spostamenti all'interno deiquartieri. Sono 150 i km di per-corsi ciclabili. Questa infra-struttura, unica al mondo, èutilizzata da circa il 70 % dellapopolazione. Altra bella curio-sità riguardante questa realtàsudamericana risale agli anni’70, quando grazie al sindacoJaime Lerner, nasceva la primaisola pedonale: Rua das Flores.La trasformazione fu sostan-ziosa: una grande distesa di ce-mento divenne un viale in fiorelastricato con panchine e lam-pioni… un oasi, destinata so-prattutto ai bambini, dovegiocare e correre in libertà. Ènegli anni ’80, invece, che hainizio la campagna per la tutelae il rilancio delle aree verdi at-traverso il progetto di una retedi parchi su vecchi terreni lacu-stri all’interno della città: 1,4milioni di metri quadri desti-nati a 16 parchi, 14 aree bo-schive e più di 1000 spazi verdipubblici. Per quanto riguarda irifiuti, infine, ogni area verde diCuritiba è dotata di cassonettiper la spazzatura che differen-ziano l’organico dall’inorganico.Oggi la città vanta un'attività diriciclo che impiega circa il 70%della spazzatura prodotta.

“Born electric by BMW i”:il concorso fotografico greenUna rappresentazione della“prospettiva contemporanea efutura dell’energia e della soste-nibilità ambientale nel contestourbano”. Questo è il tema delconcorso fotografico lanciato dalgruppo automobilistico BMWItalia in stretta collaborazionecon la Nital S.p.A. e la “MiaFair”, la fiera internazionaled’arte dedicata alla fotografia.Le domande di partecipazionepossono essere inviate entro il31 marzo 2014. Come? Attra-verso il web. Basta collegarsi alsito www.bornelectric.bmw.it,accedere alla pagina dedicata eprocedere all’iscrizione inse-rendo i propri dati anagrafici.L’utente, poi, dovrà caricare leproprie fotografie (al massimosei), indicando nell’apposito spa-zio, il legame dell’immagine pre-scelta con il tema del concorso.Tutti gli scatti inviati sarannovagliati subito da una Commis-sione che eliminerà quelli rite-nuti fuori tema o contrari allamoralità pubblica e al buon co-

stume. Le fotografie rimanentiin concorso, invece, sarannopubblicate online e potranno es-sere votate dal pubblico. Quella che riceverà più consensiverrà esposta nello standBMW.i durante le giornate“MIA Fair” in programma amaggio, insieme alle 4 fotografiefinaliste scelte dalla Giuria(composta dai quattro rappre-sentanti incaricati dai promo-tori e associati dell’iniziativa). Iprincipali criteri di valutazionedelle opere presentate saranno:l’originalità, la creatività, il va-lore estetico e l’attinenza altema.. Entro il 25 maggio 2014,infatti, la Giuria designerà la fo-tografia vincitrice. All’autore sa-ranno assegnati diversi premi:una vettura BMW i3 in como-dato d’uso per due settimane,una strumentazione fotograficaNIKON D5300 con obiettivo 18-55 e un Workshop con il foto-grafo professionista GiancarloMaiocchi.

F.L.

Transport Publics 2014. A giugno apre i battenti il Salone europeo della mobilità e del trasporto sostenibile

RAVENNA: MHYBUS, IL BUS A IDROMETANO HA RIDOTTO L’INQUINAMENTO

Sono sei le tonnellate di anidride carbonica evi-tate in nove mesi da Mhybus, l’autobus in fun-zione sulla linea 8 di Ravenna. Alimentato dauna miscela a metano e idrogeno che fa abbas-sare notevolmente i costi ambientali del tra-sporto pubblico. È la prima sperimentazioneitaliana su strada che ha prodotto risultati posi-tivi grazie all’immissione di un 2% di idrogenonel carburante che ottimizza la combustione e ri-duce il contenuto di carbonio, consentendo uncalo di emissioni di anidride carbonica pari al15% e una riduzione del consumo di carburantedel 13%. Da gennaio a settembre 2013 il veicolo,un Breda MenariniBus M231 con un motoreMercedes, è stato utilizzato da circa diecimilapasseggeri e ha percorso 45000 km. Il progettoMhybus nasce in seno al programma europeoLIFE+ che finanzia progetti che contribuisconoallo sviluppo e all'attuazione della politica e deldiritto in materia ambientale e contribuisce allosviluppo sostenibile. Il nuovo autobus di Ravennaha avviato le sue corse grazie a una partnershiptra l'ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tec-nologie, l’energia e lo sviluppo economico sosteni-bile), la Regione Emilia Romagna, la StartRomagna (società che gestisce il trasporto pub-blico dell'area romagnola), la SOL (società cheproduce gas) e l'ASTER (società consortile traRegione Emilia-Romagna, Università, CNR,ENEA, Associazioni di categoria e Unioncamereper la promozione della ricerca). L'ENEA ha

svolto le sperimentazioni, eseguito le rilevazionidelle emissioni e delle prestazioni energetiche diMhybus e ha messo a disposizione la propriamini-stazione di rifornimento per idrogeno allaSOL, che ha prodotto la miscela di idrometano.Al termine del periodo di sperimentazione si sonoeffettuati, presso l'Istituto Motori del CNR di Na-poli, alcuni test al motore del veicolo utilizzato. Irisultati hanno dimostrato che, come già erastato verificato nel test su strada, l'idrometanonon ha inficiato le prestazioni del motore. Lebuone prestazioni aprirebbero dunque la stradaai bus a idrometano per tutte le amministrazionicomunali che continuano a dover imporre blocchidella circolazione per i livelli troppo alti raggiuntidall’inquinamento. È prematuro tuttavia preve-dere una facile espansione: senza cofinanzia-mento europeo i bilanci già precari dei comunidifficilmente riuscirebbero a far fronte all’inve-stimento. Nonostante i vantaggi economici di ri-torno sulla salute dell’ambiente e dei cittadini, lastrada per una mobilità pubblica sostenibile èlunga e irta di ostacoli.

A.E.

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Le intolleranze ambientali

Brunella Mercadante

Intolleranze ambientali è untermine ad ombrello sotto ilquale si possono classificareuna serie di malattie, ancora ingran parte poco note, causate di-rettamente dall’esposizione asostanze (principalmente sol-venti organici, pesticidi ed addi-tivi anche in low dose) in gradodi innescare fenomeni di tossi-cità cellulare con aumento del-l'enzima nitrossido-sintetasi edella produzione di ossido diazoto, potente ossidante. Queste sono in grado cronica-mente di neutralizzare le poten-zialità detossificanti del nostroorganismo nel complesso defi-nite chemical defensome.Spesso mimano patologie aller-giche ed a esse possono accom-pagnarsi, ma trovano scarsa onulla risposta alla terapia corti-costeroidea ed antistaminica,che anzi spesso peggiora il qua-dro sintomalogico. Si possonodistinguere tre sottoinsiemiprincipali: la MCS MultipleChemical Sensitivy Syndrome-Sensibilità chimica multipla ointolleranza ambientale idiopa-tica; la Sick HHouse Syndrome-Sindrome della Casa Malata; laSBS Sick Building Syndrome-Sindrome dell’Edificio malato.

La MCS Multiple ChemicalSensitivy Syndrome è una con-dizione cronica in cui sintomi sipresentano in modo riproduci-bile in risposta a bassi livelli diesposizione a sostanze chimichediverse. Sono colpiti più organie apparati, e i sintomi miglio-rano quando le sostanze chimi-che responsabili del disturbosono allontanate. I sintomi piùlamentati possono essere i piùdisparati: cefalea, congiuntiviteallergica, disturbi delle vie aereesuperiori, come rinite cronicacon prurito nelle fosse nasali ein faringe, disturbi gastrointe-stinali, artralgie, palpitazioni

cardiache, deficit d’attenzione econcentrazione, sonnolenza,manifestazioni orticarioidi chetendono a colpire le parti piùesposte quali capo, il collo, lemani, disfunzioni sensoriali espesso anche intolleranze ali-mentari. Le donne sembrano lepiù colpite per un sistema im-

munitario più reattivo, per unamaggiore sensibilità ai prodottiirritanti o perché trascorronopiù tempo in spazi chiusi.La sindrome non ha un origineallergica, sebbene i sintomi pos-sano essere molto simili: raf-freddore, arrossamento degliocchi, secchezza lacrimale, ec-zema, dermatite atopica ecc LaMCS si presenta con vari livellidi gravità: alcuni malati ne sof-frono solo occasionalmente,altri sono completamente disa-bili al punto da dover bonificarecompletamente il loro ambientedomestico, riducendo anche laloro vita sociale. Il non poter de-finire il carattere della patolo-gia, se genetica, autoimmune odi altra natura , ha sviluppatouna forte diffidenza che spingea ritenere la sua polieziologiacome un fatto meramente psico-logico. Per quanto attiene laSick House Syndrome- Sin-drome della Casa Malata i sin-tomi, analoghi a quelli dellaMSC, si presentano quando ilpaziente è a casa propria, scom-parendo o attenuandosi quandoesce di casa e ricomparendoquando si rientra. A tal propo-sito, in effetti, c’e da rilevare chele nostre case sono divenute unvero e proprio arsenale chimico,l’inquinamento interno delleabitazioni, arredate con tappeti,piante sintetiche, affollate di de-tergenti, disinfettanti, deodo-ranti, diffusori di oli essenzialisintetici, adesivi, vernici, si-stemi di riscaldamento ecc.,. èaumentato al punto che i livelli

di benzene, xilene, tetracloroeti-lene e molti altri tossici all’in-terno sono maggiori rispetto aspazi aperti e inquinati. La SBSSick Building Syndrome- Sin-drome dell’Edificio malato- è untermine di recente formulazioneche è diventato di uso comune inseguito al riconoscimento daparte dell’OMS del problemacome vera e propria patologia.Espressione della tendenza ti-pica delle società occidentali dipassare la maggior parte dellagiornata in ambienti confinati(indoor) dovuta all’evoluzionedel lavoro e degli stili di vita, gliedifici diventano dei contenitorinei quali la qualità dell’aria ècontaminata da innumerevolifattori che vanno a incideresulla salute delle persone che virisiedono. La SBC si manifestacon sintomi atipici, ma ripetitivie non correlati ad un determi-nato agente, quali irritazioneagli occhi, delle vie aeree e dellacute, tosse, costrizione toracica,sensazioni olfattive sgradevoli,nausea, torpore, sonnolenza, ce-falea, astenia, Malesseri che siavvertono solo ed esclusiva-mente durante la permanenzaall’interno dell’edificio. Curiosonotare come gli edifici di costru-zione recente si siano rivelatimeno salubri di altri più vecchia causa di soluzioni, apparente-mente migliorative, qualil’estensivo impiego di materialidall’elevato rendimento termicoe acustico, ma purtroppo insalu-bri, mentre vecchi materiali pa-radossalmente sono più sani.

Il “femminello” sorrentino: vero e proprio farmaco naturaleFabiana Clemente

Massa Lubrense, Meta, Piano di Sorrento, San-t’Agnello, Sorrento, Vico Equense, Capri e Ana-capri. Luoghi da scenari mozzafiato, cittadinisolari e ospitali, un mare cristallino. Ma cos’è chedavvero accomuna tutti questi comuni napole-tani? Una sola parola, o meglio un solo agrume, il“femminiello” di Sorrento. Conosciuto anche comeil limone ovale o limone di Massa – comune dellapenisola in cui viene coltivato – si distingue dailimoni delle aree limitrofe per le sue dimensionimedio-grandi, per un succo altamente acido e perun’elevata presenza di vitamina C e flavonoidi.Un farmaco naturale di tutto rispetto, risalenteal 1500 d.C. Non a caso l’etimologia del suo nomebotanico – Citrus Medica – preannuncia che sitratta di un frutto pregno di proprietà benefichee terapeutiche. Apprezzato e promosso dalla dietamediterranea come alleato prezioso nella preven-zione di obesità, diabete e arteriosclerosi, graziealla sua azione fluidificante e purificatrice delsangue. L’elevato contenuto di vitamine P raf-forza i vasi sanguigni, quindi particolarmente in-dicato nella prevenzione di emorragie interne. Gliacidi presenti nel succo svolgono un’azione batte-riologica, mentre l’alto contenuto vitaminico raf-forza le difese immunitarie e agevola la fissazione

del calcio. Un consumo quotidiano aiuta a preve-nire e combattere influenza e raffreddore. Anchel’attività intestinale ne trae giovamento, favo-rendo il transito, la naturale regolarità ed elimi-nandone le scorie. Al mattino, prima dellacolazione abituale, un bicchiere d’acqua tiepidocon succo di limone è un toccasana per il nostrointestino. Un cattivo funzionamento renale puòmigliorare grazie alla presenza di acido citrico,noto per la sua capacità di dissolvere i calcoli re-nali e i depositi di calcio accumulatisi. Farà pia-cere sapere a chi soffre di anemia, osemplicemente chi ha i valori bassi della ferritina,che la presenza di vitamina C nel limone ovaleaiuta l’organismo nell’assorbimento del ferro.Fonte inestimabile di antiossidanti, il “femmi-nello” vanta anche straordinarie doti anti-invec-chiamento – doti da beneficiare con una cucina adhoc e da incrementare con semplici prodotti co-smetici fatti in casa. Un’ulteriore peculiarità del“femminello” sta nella morfologia sui generis dellascorza, caratterizzata da un notevole spessore eda una profumazione più intensa e ricca di oli es-senziali rispetto al comune limone. I benefici tipicidel limone raggiungono livelli esponenziali nel-l’ovale sorrentino. È doveroso ringraziare la no-stra adorata Campania che ancora una volta ciregala un dono dal valore inestimabile.

Causate dall’esposizione a sostanze in grado di innescare fenomeni di tossicità cellulare

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Antonio Palumbo

Nato a Bolzano nel 1952, Mat-teo Thun è uno degli architetti edesigner italiani più conosciutied apprezzati a livello interna-zionale. Vincitore per ben trevolte del premio Compassod’Oro dell’ADI ed inserito nellaInterior Hall of Fame di NewYork sin dal 2004, Thun, comepochi, ha saputo coniugare, nelcorso della sua esperienza pro-gettuale, la contemporaneità ele nuove tecnologie per il rispar-mio energetico ad una sensibi-lità in grado di interpretare almeglio le caratteristiche del con-testo. Influenzato dal paesaggiodella sua terra natale, l’AltoAdige, Thun ha sviluppato unaparticolare vocazione per archi-tetture attente soprattutto alsenso del luogo, le cui caratteri-stiche fondamentali sono stateda lui stesso sintetizzate nellasemplice ma incisiva formula“Eco non Ego”. Attraverso diesse, il designer altoatesino haconcepito i suoi interventi comealtrettanti “dialoghi tra opera eambiente”, mostrando una spic-cata capacità di mettere in rela-zione componenti tra lorodiverse, con la finalità di proget-tare in modo sostenibile, rispet-tando soprattutto il genius loci.Tra le sue opere più rappresen-tative, in termini di ecososteni-bilità, dobbiamo citare ilVigilius Mountain Resort, rea-lizzato nel 2004 a Lana (BZ).L’intero complesso è stato edifi-cato con materiali naturali,come il legno, la pietra e l’ar-

gilla, ed utilizza esclusivamentefonti naturali, sia per il riscalda-mento, a base di trucioli dilegno, che per i servizi e l’acqua,per il cui approvvigionamento siè privilegiato l’uso delle fontisorgive del Monte San Vigilio.La struttura ricettiva si pre-senta come un gigantesco alberoadagiato al suolo e la fusione vi-siva con lo scenario che la cir-conda, fatto di boschi di larice edi suggestivi panorami sulle Do-lomiti, è pressoché totale. Ri-

guardo all’uso dei materiali im-piegati per la realizzazione diquesta sua opera, particolar-mente rappresentativa, Thuncosì si esprime: «L’ispirazionederiva dall’anima del luogo,quella che io definisco il geniusloci. Nel caso del Vigilius, sonole montagne dell’Alto Adige e,per questo, ho utilizzato essen-zialmente legno di larice e pie-tra. Il resort, immerso nellanatura, è perfettamente inte-grato con il paesaggio e, di anno

in anno, sembra invecchiaremolto bene. Dal mio punto divista, il legno è il materiale pereccellenza del ventunesimo se-colo: è riproducibile, oltre che so-lido, atemporale e piacevole altatto. Ci permette di trovare so-luzioni sostenibili e, al tempostesso, di rispettare le risorse di-sponibili. Costruire in legno sod-disfa, quindi, due criteriimportantissimi, che sono l’eco-nomia e l’estetica, sintetizzati inun termine che mi piace molto:ecobello. Inoltre, il legno può es-sere utilizzato a scale molto di-verse, sia nel design sianell’architettura, grazie alle suequalità di durevolezza e resi-stenza». Altro progetto impor-tante dell’architetto altoatesinoè quello per le nuove Terme diMerano (2005). La struttura, intal caso, è stata pensata per svi-luppare una continuità tra in-terno ed esterno, capace diriflettere l’essenza naturale diquesto peculiare ambiente at-traverso un design incentratosulla trasparenza, per conse-guire un benessere insieme fi-sico e visivo. Grazie a talesoluzione, l’enorme cubo vetratodel corpo centrale viene inon-dato dalla luce naturale duranteil giorno, mentre di notte esso èilluminato da grandi elementisferici (globi) che catturano laluce per rifletterla su dischi ro-tanti colorati, i quali proiettanoeffetti visivi ondulatori sulle pa-reti interne e sulle acque ter-mali, dando luogo a rifrazioniassolutamente sorprendenti.Come già avvenuto per gli altri

suoi progetti di architettura,Thun ripropone anche qui iltema centrale del ‘genius loci’,fatto di rispetto per l’ambientein armonia con l’utilizzo dellenuove tecnologie energetiche. Inparticolare, l’acqua utilizzataper i trattamenti viene ricavatada scavi effettuati in profonditàall’interno dei giardini ed è in-tesa come un flusso continuoispirato al suo ciclo naturale,mentre il legno e la pietra diven-gono, qui come altrove, protago-nisti della composizionematerico-percettiva dell’interoorganismo edilizio. Una dellesue ultime opere - realizzata incollaborazione con gli architettiStein-Hemmes-Wirtz e con ilpaesaggista Johannes Cox - è laWinery Longen-Schlöder, com-missionatagli dalla famigliaLongen nella Valle della Mo-sella, in Germania, dove Thunha sviluppato un ampliamentodella struttura produttiva esi-stente, interpretando nel modomigliore il suo particolare ap-proccio ecosostenibile al conte-sto: il progetto per l’aziendavinicola Longen è stato insignitodel premio ArchitekturpreisWein 2013. Uno dei ‘fil rouge’che hanno guidato l’intero inter-vento è stato lo “Zero Design”(zero chilometri, zero emissionie zero rifiuti), accoppiato ad unutilizzo dei materiali “from cra-dle to grave”, mediante una pro-gettazione e costruzione ispirateal ciclo della natura e caratteriz-zate da un completo smalti-mento dei componentiimpiegati.

L’architettura di Matteo Thun“Eco non ego”: la formula che unisce opere e ambiente

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Linda Iacuzio

Il castello di Lettere è statooggetto di un attento studiodell’archeologa EmanuelaPettinelli, che ne ha fatto ri-salire la costruzione al X se-colo, pochi anni dopol’edificazione del castello diPino, eretto nel 949 per vo-lontà di Mastalo I, “prefetto”di Amalfi. Sebbene non siagiunto intatto ai nostri giorni,il castello ha conservato granparte degli elementi della for-tificazione primitiva. Secondola Pettinelli, sono tuttora rin-tracciabili testimonianze ar-chitettoniche della costruzioneoriginaria nella parte bassadel muro di cinta, “con merli asagoma diritta e saettiere visi-bili ancora oggi nella cortinasud”. Dopo la conquista di Let-tere da parte del re normannoRuggero II (1131), la cortinamuraria fu arricchita con unanuova merlatura; venne inol-tre costruita una porta nellamuratura sud, provvista diponte levatoio, che sostituì ilprecedente ingresso. Con l’av-vento della dinastia sveva,

Lettere divenne un feudo dellafamiglia Filangieri. A que-st’epoca risalgono il mastio ela torre est. Le migliorie ap-portate all’edificio nel corso

della successiva dominazioneangioina si inquadrano nellagenerale volontà di “armare”tutta la collina di San Nicoladel Vaglia. Furono, dunque,

aggiunti alla fortificazioneuna torre cilindrica nell’angoloovest, detta “torre del grano”,due torrini merlati a difesadelle porte, nonché - all’in-

terno della fortezza - i corridoipensili, “ovvero i passaggi co-perti che mettevano in comu-nicazione i piani alti delletorri, probabilmente serviti da

scale, e gli altri accessi ai cam-minamenti alti”. Subentratiagli Angioini gli Aragonesi, ilforte assunse una funzioneprevalentemente residenziale.Infatti, nota ancora la Petti-nelli, le ultime modifiche arre-cate al maniero siconcentrarono sull’articolatacorte interna, costruita nellaparte nord sfruttando una na-turale sopraelevazione dellaroccia.Il castello di Lettere conser-vava ancora verso la metà delCinquecento un aspetto impo-nente; nei secoli successivi,però, esso conobbe una lungafase di decadenza e abban-dono, perdendo del tutto lasua finalità militare e abita-tiva. Tuttavia restauri con-dotti in anni recenti l’hannoriportato, almeno in parte,all’originaria magnificenza.

«Con l’avvento della dinastia sveva,Lettere divenne un

feudo della famigliaFilangieri»

Sono tuttora rintracciabili testimonianze architettoniche della costruzione originaria

Il Castello di Lettere

Lorenzo Terzi

Fra gli autori studiati da GiovanniCapuano in Viaggiatori britannici aNapoli tra ’500 e ’600, Fines Moryson(1566-1617?) appartiene a quel filonedella narrativa odeporica che, “rifug-gendo da ogni velleità letteraria, pre-ferisce concentrare l’interesse suiparticolari statistici quali le distanzee le diverse valute straniere”.Laureatosi all’università di Cam-bridge, Moryson si dedicò all’insegna-mento fino a che, nel 1589, ottennedal sovrano la licenza di viaggiare.Partito all’inizio di maggio del 1591,trascorse sei anni in giro per l’Europa.Visitò - ricorda Capuano - la Germa-nia, la Danimarca, la Polonia, Vienna,per giungere in Italia nell’ottobre del1593. Fu a Napoli, quindi a Roma enelle principali città dell’Italia setten-trionale. Recatosi in Francia, fece ri-torno a Dover nel 1595. Nel dicembredello stesso anno il gentiluomo inglesepartì nuovamente alla volta dellaGermania. Vide poi Venezia, Gerusa-lemme, Tripoli, Aleppo e Antiochia.

Tornò infine a Londra nel 1597. Nel1617 fu pubblicato il suo ItineraryWritten by Fines Moryson Gent, la cuiprima parte tratta, appunto, deiviaggi dell’autore in Europa.Moryson racconta di essere arrivato aNapoli entrando nella capitale del Vi-

ceregno attraverso quella Porta Ca-puana “per cui solitamente accede ilviceré in gran pompa”. Con somma co-sternazione sua e dei suoi compagnidi viaggio, il loro abbigliamento “allafrancese” suscita lo scherno dei prigio-nieri del forte. Lo scrittore aggiunge,sdegnato: “Con mio grande stupore, icittadini di buona condizione non siastennero da un comportamento cosìbarbaro nei nostri confronti”.La visita della città riesce però a fardimenticare a Moryson la sgradevo-lezza del primo contatto con i suoi abi-tanti. Il viaggiatore coglie, pertanto, ilfascino della “Strada Toletana”, do-tata su entrambi i lati di un bel mar-ciapiede ampio, destinato ai pedoni,nonché di un bel mercato. Grande ammirazione destano in luianche Castel Nuovo e la dimora delviceré (l’odierno Palazzo Reale),adorna di “un incantevole vasto giar-dino” - contenente due splendide saleda banchetto e una magnifica volieradi metallo lavorato - e di un piacevoleviale pavimentato “con policromimarmi incisi”.

Fines Moryson a NapoliGrande ammirazione destano in lui Castel Nuovo e la dimora del viceré

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Tra gli esempi più famosiquello della produzione dei ge-lati o dei "sorbetti" dei vendi-tori ambulanti forniti di"subbrettere" (cilindri di sta-gno per l'impasto e recipientidi legno per conservare laneve insieme alle bottigliedegli sciroppi) o di alcune gela-terie rinomate. Famosa nellacapitale la sorbetteria di VitoPinto a Piazza Carità, diven-tato "ricchissimo e barone afuria di ottimi gelati", uno deimotivi principali per cui Gia-como Leopardi si era legato aNapoli, secondo le parole diAntonio Ranieri. Quest’ultimoaveva cercato di risolvere "l'in-solubile problema" dei gelatidel grande poeta accordandosicon un gelataio di Torre delGreco senza riuscire ad accon-

tentarlo, però, perché "a Leo-pardi si rizzavano i capelli alsolo pensiero che non fosseroproprio del Sì Vito [...] al quale"nelle frottole che ci scappa-vano di sera a veglia, avevaconsacrato, in lode dei gelati,un terzetto, onde mi ricordoancora il verso: Quella gran-d'arte onde barone è Vito".Stesso discorso, per quanto at-tiene alla qualità e alle tradi-zioni, si potrebbe fare per laproduzione varia e diffusadella pasticceria famosa e pre-giata in tutta l'Italia del Suded in particolare della Campa-nia e della Sicilia (dalla pa-stiera alla cassata, dallesfogliate ai babà, dai cannoli aicalzoncelli, dai torroni allepaste di mandorla, dal ciocco-lato al marzapane).

Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Il nostro viaggio tra le eccel-lenze tradizionali continua trale fabbriche di liquori dolci,secondo la moda dell'epoca,fra cui il "Centerbe" di Benia-mino Toro di Tocco Casauria(Pescara), le essenze diagrumi in Calabria, della lo-cale Società Economica, le ac-quaviti e i rosoli (anisetta,curacao, melarancino o l’or-zata) di Genovais, di Tomas eCostan a Rodi in Capitanata

(Maraschino, Vainiglia, Per-fetto Amore, Specifico per laSalute e Essenza di Puntsch iloro prodotti più famosi) o diGiovanni Di Cola da Ortona aMare (Rosa, Diavolone e Ce-drato le sue specialità). Giàmolto diffuse le essenze diagrumi: “le varie specie diagrumi che per natura di suoloe di clima abbondevolmente sicoltivano lungo le contrademarittime del Reggitano di-stretto, offrono il destro aquelli industriosi naturali di

estrarre dalla frutta (berga-motto, arancio, portogallo, li-mone, cedrato) l’olio volatileche chiamasi essenza”; un Ni-cola Barilla e un Luigi Auteridi Reggio avevano inventatouna macchina a tale scopo. ANapoli, poi, si era diffuso un li-quore chiamato “elisir” e moltosimile al nostro amaro grazieall’invenzione (sulla base diun’antica ricetta) del proprie-tario di uno dei caffè più fa-mosi della città a piazzaDante. Nello stesso locale, agliinizi dell’Ottocento, il grecoDemetrio Gallo fu uno deiprimi a portare in città l’uso el’industria del caffè come be-vanda (acqua e caffè bollivanoinsieme in una pentola di ter-racotta servendolo poi in mi-surini di forma conicaanch’essi di terracotta). L’ac-quavitaro, del resto, era unmestiere abbastanza diffuso:con una cassetta legata alcollo, illuminata da una can-dela e piena di bottiglie e diprese (bicchierini), passavaper le vie della città per tuttala notte offrendo ai suoi clienticenterbe, rumme, annese,sambuchelle, stomateca, am-mennola amara, cafè o mesco-lanze (gli attuali cocktail). Piùdi cinquanta rosoli diversi(spesso frutto di antiche ri-cette familiari) venivano pro-dotti già alla fine delSettecento e puntualmenteserviti alla fine dei pranzi na-poletani.

Eccellenze napoletane che sfidano i secoliLe tradizioni che si tramandano

Liquori e caffè

Gelati e dolci

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Domenico Matania

Dopo anni di incertezze lesorti della Reggia di Cardi-tello potrebbero subire unasvolta decisiva. All’alba del2014 il sito di San Tammaro èstato ceduto al Ministero deiBeni e delle Attività Culturalie del Turismo, in seguito adun accordo con la SGA, la So-cietà Gestione Accordi, che ge-stisce i crediti del Banco diNapoli. L’omonima tenuta cheospita la Reggia vide la lucenel corso del ‘700 per volere diCarlo di Borbone e di Ferdi-nando IV, fu concepita dap-prima per l’allevamento dicavalli e per la caccia, in se-guito anche come Sito Reale; Carditello ospitò l’alleva-mento di pregiate razzeequine e divenne sede di unavera e propria azienda agri-cola, con la produzione di pro-dotti agricoli e caseari: ilprimo esempio di agricolturabiologica, in cui veniva sfrut-tata la naturale fertilità delsuolo. I lavori all’interno dellatenuta erano finalizzati al cor-retto andamento delle attivitàlavorative svolte nel sito: fu-rono costruite, tra l’altro, unascuderia, una stalla e unatorre in cui avveniva la lavo-razione dei latticini, tra cui lacelebre mozzarella ottenutacon la lavorazione del lattedelle bufale allevate in loco.All’interno della tenuta, laReggia fu progettata da Fran-cesco Collecini, allievo di Luigi

Vanvitelli. Nella struttura gli affreschi diJacob Philipp Hackert com-pletavano lo splendore del-l’opera. Il degrado in cui oggi versaCarditello ebbe inizio conl’unità d’Italia, quando la te-nuta divenne dapprima pro-prietà di casa Savoia, poi dal1920 dell’Opera NazionaleCombattenti. In seguito allerazzie naziste durante la se-conda guerra mondiale, nel1952 il sito divenne patrimo-nio del “Consorzio generale dibonifica del bacino inferioredel Volturno”. Il resto è attualità, pochi sonostati i tentativi di risollevareCarditello, tra questi l’aper-tura nel 1978 di un museo del-l’agricoltura meridionale edalcune operazioni di restaurointraprese nella Reggia. Lecattive notizie invece si sonosusseguite nel corso degli ul-timi anni: il 27 gennaio 2011è stata disposta la vendita al-l'asta del sito ad un prezzo dipartenza di 10 milioni di euro.Alla fine del 2013 la situa-zione più paradossale: eranogià state undici le aste andatedeserte. Nel frattempo losplendore della tenuta borbo-nica non conservava altro chedegrado e sporcizia con l’ille-cito sversamento di rifiuti nelsito e con il perdurare di attidi vandalismo. La nota lieta èstata senza dubbio la mobili-tazione dei volontari e delmondo delle Associazioni che

per anni hanno manifestatoper la salvaguardia di Cardi-tello. Figura simbolica del sitoè stata quella di Tommaso Ce-strone, conosciuto come “l’an-gelo di Carditello”, che inmaniera del tutto volontariasi è impegnato a proteggere laReggia e a richiamare l’atten-zione dell’opinione pubblica,nonostante diverse minaccesubite. Cestrone ha financheincontrato il Ministro Mas-simo Bray facendosi promet-tere il suo massimo impegnoper risollevare le sorti di Car-ditello. Durante le ultime fe-stività natalizie TommasoCestrone è andato via colpitoda un infarto e nei primigiorni di gennaio è arrivata lanotizia dell’accordo tra la SGAe il Ministero. La Società Gestione Accordi siè aggiudicata il sito per lacifra di 11,5 milioni di euro edin seguito procederà a cederel’antica Reggia borbonica alMinistero. Sarà messa inpiedi una Fondazione in cuisaranno coinvolti anche glienti locali con lo scopo di con-ferire la dignità che spetta adun sito storico di tale rile-vanza.

CCARDITELLO, FINALMENTE UNA DEGNA SOLUZIONE

La splendida tenuta borbonica sarà ceduta al Ministero

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IIL RIUSO IN CUCINA: CONSIGLI UTILI

Salvatore Allinoro

Le parti secche del pane sono perfetteper essere grattugiate, insaporiscono leminestre e ci consentono di creare ma-nicaretti. Fino agli anni settanta le cro-ste da buttare venivano baciate primadi essere conferite nel cestino. Tra gliantichi greci era addirittura in augel’uso di desinare su piatti commestibili.Il boom economico è riuscito a fornireuna quantità di vivande mai vista inprecedenza, ridondante. Oggi vienebuttato via il 40% di ciò che produ-ciamo. I pesticidi invadono le acque enello stesso istante le discariche si gon-fiano del superfluo, inquiniamo il terri-torio per aumentare le rese. Adottandoin massa vecchie ricette possiamo ri-sparmiare soldi, rispettare gli ecosi-stemi e nel frattempo inviare messaggimolto eloquenti ai mercati finanziariper cercare di interrompere questotrend schizofrenico. Il cuore dei broccolinascosto in un fusto legnoso è unospun-tino tenero e nutriente. Sa di anice edè fresco in tutti i sensi, cresce nelletemperature fredde del centro dell’in-verno e le conserva nei tessuti. Gustatosubito, magari crudo, è davvero deli-zioso. Anche il cuore dei carciofi, stra-cotto,è di sicuro più adatto a insaporirei risotti che a finire tra i rifiuti. Sce-gliere agrumi biologici aiuta a dimi-nuire il fardello degli sprechi: possiamotrasformare le bucce in caramelle econfetture. Le vitamine assorbite au-mentano, i sacchi di spazzatura diven-

tano sempre più piccoli. Antibiotiche edebolmente abrasive, profumatissime,le bucce degli agrumi (di chi magari èa dieta) sono ottimi sostituti delle spu-gne. Umide, assorbono bene cenere opolvere di caffè a cui aderiscono perfet-tamente formando un panno 100% so-stenibile. Una spesa accorta taglia iconsumi perché non rende necessariol’uso del frigorifero. Con gli avanzi diieri possiamo rendere più gustose e nu-trienti le portate di oggi, è sufficienteavere un po’ di fantasia per mangiaremeglio cucinando meno. Un mestolo di

ragù avanzato e avremo conservato ilpiù saporito degli ingredienti, prepare-remo delle ottime patate affogate. Il li-mone fatto macerare in aceto stemperai toni aggressivi quando abbiamo inten-zione di usare come detergenti gli acidiorganici. Il compost fatto in casa fa cre-scere molto bene le piante sul terrazzoma anche il fresco avanzato dopo le pu-lizie degli ortaggi è riusabile come unmicro sovescio. Un’accortenza: i residuivanno posizionati venti centimetrisotto gli strati di terreno. Quando ilvino si è trasformato in aceto può es-

sere unito in sorsi a una punta di bicar-bonato, otterremo un simpaticissimo-colluttorio effervescente e davveroantisettico. I sughi dei giorni passativanno assaggiati dopo aver messo lepentole sul fuoco. Le fiamme purificanodai batteri e correggono il pH. Il sensodi acidità si dilegua, ma attenzione inestate. Le bottiglie di vetro delle con-serve di pomodoro in teoria durano mi-gliaia di anni. Fonderle e ricostruirleidentiche attraverso il riciclo non hamolto senso. Meglio sciacquarle bene etenerle pronte così come sono.

Il fenomeno Violetta Disney raggiungeil cuore di tutti i bambini! Alessia Giangrasso

Un fenomeno nato in Argen-tina ma che già fa il giro delmondo portando ovunque l’en-tusiasmo di un cast di giovaniattori professionisti nella re-cita, nel canto e nel ballo! Laprotagonista ha il nome di Vio-letta nasce a Buenos Airesluogo in cui lo sceneggiato vienequasi interamente registrato. Ilcanale Disney Channel tra-smette per la prima volta nel2013 ed è un record di ascolti.E’ risultata la premiere piùvista nella storia dei canali Di-sney interessando un target dibambini, soprattutto bambine,di età compresa tra i 6 ed i 14anni. Il fenomeno Violetta èstato oggetto di analisi ad operadi molti critici che l’hanno valu-tato un successo internazionaleelogiando l’operato, la recita-zione ed il canto della protago-nista. Quest’ultima, infatti, èstata inserita in una lista “Le

50 persone che ci hanno ispi-rato nel 2013”, del quotidianoLa Naciòn, ed è stata ultima-mente considerata una figuraprotagonista di un’avventura“adolescenziale-sentimentaletrattata con piglio seriosa-mente divertito”. Infatti, Vio-letta rappresenta il modellodell’adolescente femminileideale e un altro ingrediente èla scelta del Talent show, inse-rito nella serie, e che attira glispettatori più piccoli. Ulterioremotivo di giudizio positivo èl’essere una fiction sana, chetrasmette valori positivi sep-pure moderni ma adeguati ai

tempi di oggi. Oggi i modelli chela società propone sono moltoforti mettendo a serio rischio lecapacità di selezione di genitorie figli, spesso soli e abbandonatitroppe ore davanti un televi-sore o computer alla scoperta diun mondo pericoloso. Perciò,dunque, nel caso del fenomenoVioletta, firmato Disney, giocaun ruolo determinante la se-rietà professionale ed il pro-fondo senso di rispetto per lepiccole generazioni. E’ recentela tournèe del cast che ha vistoanche Napoli tra le mete d’Ita-lia. Per l’occasione il Coordina-mento Operativo NazionaleInterforze Tutela Ambientaleha provveduto a sostenerequelle famiglie che non avreb-bero potuto consentirsi l’in-gresso per l’elevato costoportando l’entusiasmo anche achi soffre in Ospedale attra-verso il dono da parte della pro-tagonista esclusivamente perloro.

Oggi viene buttato via il 40% di ciò che produciamo

Avaaz.org: il sito delle petizioni

I problemi sono molti, ma cisono i computer a disposizioneper fare rete, su avaaz.org sientra in azione. Le raccolte diconsensi possono contare su ungran numero di iscritti, tutti im-pegnati. Una newsletter coor-dina i messaggi degli attivisti.Su internet le informazioni gi-rano rapide, chi sta infrangendoi diritti civili cerca di insabbiare le sue colpe, www.aavaz.org cercadi smascherarli: chi vuole firma.Dopo esserci registrati bastano tre clic per esprimere solidarietàai bistrattati di tutto il mondo. Gli obiettivi sono smuovere le co-scienze dei politici inondando di firme le loro scrivanie, ottenerevisibilità sui mezzi di informazione e raggiungere risultati con-creti in un tempo ragionevolmente breve. Come in una democra-zia senza confini di stato ognuno, da ogni parte del mondo, puòproporre un argomento di discussione e cercare consensi. I mes-saggi contro gli ecocidi proseguono inesorabili in un cammino chevuole conquistare dignità a colpi di mouse. Questa settimana ilsupporto è offerto a Edward Snowden, il reporter americano è col-pevole di aver diffuso notizie sulle tecniche di spionaggio madein U.S.A., quando scadrà il suo permesso di soggiorno in Russiapotrebbe vedersi aprire le porte dei carceri statunitensi. Quasi unmilione di firme è già stato raccolto, continuiamo a supportarlo.Il presidente del Brasile DilmaRousseffpotrebbe ricevere a giorniuna richiesta di asilo politico di portata storica. Mai, fino ad oggiun milione di persone aveva chiesto contemporaneamente ad uncapo di stato di tendere le mani a un rifugiato.

S.A.

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Cristina Abbrunzo

Oggi, sulle strade di tutto ilmondo circolano quasi 800 mi-lioni di veicoli, una cifra chepotrebbe raddoppiare entro il2030. Emergono quindi concrescente insistenza molte do-mande e problematiche, in set-tori quali salute e sicurezza,conservazione dell'energia edelle materie prime, tutela del-l'ambiente e qualità di vita,che richiedono urgentementeuna soluzione. In un mondo più aperto, le esi-genze di mobilità delle personenon riguardano più solo la fa-cilità di spostamento, maanche la qualità del viaggio.Nel contempo, l'aumento dellapopolazione mondiale sta in-centivando in misura cre-scente il trasporto merci.A tale proposito un gruppo distudiosi dell’Università di Gla-sgow ha concepito un avveniri-stico progetto denominato:Horizon System, un sistemainteramente elettrico che offreun nuovo modo di viaggiare ri-voluzionario, proponendo uninterscambio continuo traTerra e cielo, senza tempimorti.Si tratta di una sorta di bat-aereo, un aereo cioè a forma dipipistrello, o per meglio dire: dirazza. Sotto la sua pancia, TheHorizon System può ospitarefino a sei treni alla volta. Mentre dentro la pancia, l’ae-reo è dotato di tutti i comforttipici della sala d’attesa di unaeroporto con bar, zona loungee negozi; postazioni di lavoro e

aree relax.The Horizon System funzionatramite un sistema di rotaiemagnetiche, simile a quello deitreni di MagLev, treni a levita-zione magnetica, attualmenteesistenti solo a Shanghai e inun paio di località in Giappone.In pratica questo specialeaereo plana ma non atterra, aduna distanza sufficiente per‘caricare’ i treni che, come ma-

gneti, ricaricano le batterie diHorizon System. Quando itreni sono pronti per essere ri-lasciati, caricheranno le pro-prie, appoggiandosi alle rotaiemagnetiche di transito. Unperfetto sistema di trasporto incui tutta l’energia utilizzatarientra in circolo, e senza dan-neggiare l’ambiente!Ma non è finita qui. Il treno-aereo elettrico Horizon System

è: un drone( il più grande maiconcepito)ovvero un aereosenza pilota; una volta in aria,i passeggeri possono lasciare iloro sedili, e salire al piano su-periore, dove invece della ca-bina di pilotaggio, si trova unospazio comune centrale similealla lobby di un hotel. Avvoltoda una vetrata panoramica digrandi dimensioni, lo spaziooffre una vista mozzafiato.

L’ Horizon System dovrebbeiniziare la fase di realizzazionea partire dal 2050. Ci sono infatti, consideratal’idea davvero futuristica, an-cora delle problematiche da su-perare, ma il progetto èvincente e potrebbe arrivare areinventare il concetto di spo-stamento fra le grandi metro-poli e in pieno rispettodell’ambiente.

Il Giappone sperimenta il treno-proiettileSi viaggerà a levitazione magnetica a 500 km/h

Ridurre l’impatto ambientale e l’inquina-mento atmosferico causato dai mezzi ditrasporto e dalla mobilità in generale: èquesta la sfida tecnologica del nuovo mil-lennio che si appresta a sfrecciare lungoi binari di una rete ferroviaria super ve-loce di ultima generazione. La CentralJapan Railway sta testando il nuovotreno a levitazione magnetica, si chiamaMaglev L0. I risultati dei test sono promettenti: iltreno può trasportare 1.000 passeggeri eviaggiare a una velocità di 501 km/h, que-ste velocità consentiranno al treno a levi-tazione magnetica di assicurare la trattaTokyo – Nagoya in 40 minuti. La stazionedi Tokyo da quella di Nagoya dista 200miglia, circa 322 chilometri.I treni a levitazione magnetica sono sor-retti da magneti, il nome Maglev derivaproprio dalla tecnologia che sfrutta. Ma cerchiamo di spiegare come funzio-nano.Se si avvicinano due calamite, queste siattraggono e si attaccano saldamente. Civuole sforzo per staccarle. Ma se inver-

tiamo i poli, le calamite producono l’ef-fetto inverso e si respingono altrettantofortemente. Ci vuole uno sforzo ancoramaggiore per farle avvicinare. Questoprincipio della repulsione, apparente-mente così banale, è quello su cui si basal’invenzione made in Japan dei Meglev.Il treno non poggia su rotaie, la sua pistaviene seguita in levitazione, in terminipratici il treno si libra in aria così da ri-

durre l’attrito, l’usura, l’inquinamentoacustico e aumentare l’efficienza e la ve-locità. I treni a levitazione magneticasono comunemente chiamati “treni pro-iettile” proprio per le caratteristiche ap-pena enunciate.Il Giappone è stato il primo paese a intro-durre i treni a levitazione magnetica e illoro impiego è stato da subito destinato altrasporto di massa, sebbene la loro velo-cità non si spingesse oltre i 450 km/h.Solo recentemente cinque vagoni serie L0con motrice sono portati alla incredibilevelocità di 505 chilometri orari su unabreve tratta (42 chilometri) e hanno su-perato brillantemente tutti i test di rea-lizzazione facendo del Maglev L0 il trenopiù veloce al mondo che dovrebbe diven-tare uno standard del sistema ferroviariogiapponese entro il 2027.Il progetto nel suo complesso costerà circa64 miliardi di dollari e sicuramente for-nirà un modello di riferimento per moltealtre compagnie ferroviarie del mondo.

C.A.

Horizon system: benvenuti nel futuroAll’orizzonte un nuovo rivoluzionario mezzo di trasporto

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Eleonora Ferrara Antonio Balzano

Sembra quasi inutile sottoli-neare quanto la previdenza siauna fonte inesauribile di conti-nui aggiornamenti, a volteanche abbastanza complessi.È per questo motivo che in que-sta rubrica si cerca di dare,anche se in modo sintetico, delleinformazioni utili al riguardo,cercando di renderle, il più pos-sibile, immediatamente fruibili.Nell’esporre, quindi, le novità re-lative all’anno in corso, si proce-derà anche ad un breveriepilogo, puramente sistema-tico. La riforma Fornero, inci-dendo sulla misura deltrattamento pensionistico, hastabilito il passaggio al sistemacontributivo dal primo gennaio2012 per tutti i lavoratori, pre-vedendo l’innalzamento dei re-quisiti tanto per la pensione divecchiaia che per quella antici-pata. Nell’ambito del pubblicoimpiego e relativamente al 2014,il collocamento in quiescenza pervecchiaia avviene al compi-mento dei 66 anni e 3 mesi,mentre per la pensione antici-pata i requisiti continuano a va-riare, a seconda se si tratta dilavoratori o lavoratrici. Alla lucedi quanto precede, risulta oppor-tuno approfondire l’argomento.PENSIONE DI VECCHIAIAPER LE DONNE Nel 1993, grazie alla riformaAmato, la soglia anagrafica fuinnalzata, passando, gradual-mente, dai 55 ai 60 anni. A partire dal 2012 cambia lascena. Con la riforma Fornero,infatti, è stata acceleratal’ equiparazione con gli uomini,già peraltro decisa dal prece-dente governo Berlusconi chenell’estate 2011 aveva previstoun percorso che avrebbe dovutoavere inizio nel 2014, per com-pletarsi nel 2026. Non è stato,invece, così. Difatti, dal 1° gen-naio 2012 l’età delle donne è sa-lita a 62 anni, soglia alla qualegià nel 2013 sono stati aggiunti3 mesi, per l’adeguamento allecosiddette speranze di vita, esarà ulteriormente elevata a 63anni e 9 mesi nel 2014. Per le la-voratrici autonome (commer-cianti, artigiane e coltivatricidirette), invece, lo scalone del2012 è stato di 3 anni e 6 mesi

(l’età è passata da 60 a 63 anni emezzo). Limite che salirà nel2014 a 64 e 9 mesi, per arrivarenel 2018, con il raggiungimentodell’equiparazione previden-ziale uomo-donna a 66 anni e 7mesi . Tutto questo è valido, co-munque, unicamente per le la-voratrici del settore privato(dipendenti e autonome), inquanto per il settore pubblicol’equiparazione tra lavoratore elavoratrice è già avvenuta dal 1°gennaio 2012, con il consegui-mento della pensione di vec-chiaia al compimento del 66°anno di età .PENSIONE ANTICIPATASe fino al 1995, per il pensiona-mento anticipato, era sufficienteraggiungere i 35 anni di contri-buti, indipendentemente dall’etàposseduta, attualmente ne oc-corrono più di 42, e, per non in-correre nella riduzionedell’assegno finale, bisogna avercompiuto i 62 anni di età. Sino al2011, il trattamento per anzia-nità, per chi non raggiungeva unminimo di 40 anni di contributi,si poteva ottenere raggiungendola quota “96”, con età di almeno60 anni (quota 97 e almeno a 61anni per gli autonomi). La quotaavrebbe dovuto assestarsi defi-nitivamente a “97” (con almeno

61 anni di età) dal 2013. Ma conil programma modificato dallasuddetta riforma Fornero, dal2012 per riscuotere l’assegnomensile prima dell’età della vec-chiaia bisognava oltrepassare i42 anni - un anno in meno per ledonne - ossia 42 e 1 mese nel2012, 42 anni e 5 mesi nel 2013(41 anni e 5 mesi per le donne) e42 anni e 6 mesi nel 2014 (41 e 6mesi per le donne). E’ impor-tante anche sottolineare che, perdisincentivare il pensionamentoanticipato rispetto a quello divecchiaia, è stata introdotta unamisura di riduzione, nel caso incui si intendesse pensionarsiprima dei 62 anni di età, previsticome base per il pensionamentoanticipato. In tal caso, l’assegnoviene corrisposto, per la quotaretributiva (per l’anzianità ma-turata sino a tutto il 2011), conuna riduzione pari all’1% perogni anno di anticipo; percen-tuale che sale al 2%, per ognianno di anticipo che supera i 2anni.

RADIAZIONI IONIZZANTIÈ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale euro-pea (GUCE) L 13 del 17 gennaio 2014 la Diret-tiva 2013/59/EURATOM del Consiglio europeodel 5 dicembre 2013 che stabilisce norme fonda-mentali di sicurezza relative alla protezione con-tro i pericoli derivanti dall'esposizione alleradiazioni ionizzanti. La protezione dei lavora-tori e della popolazione contro i pericoli derivantidalle radiazioni ionizzanti risale all'articolo 2 let-tera b), del trattato Euratom che prevedevanorme di sicurezza uniformi mentre l'articolo 30del trattato EURATOM definisce "norme fonda-mentali" relative alla prote-zione sanitaria nel 1959 cuisono seguite le direttive oraoggetto di abrogazione. AMBIENTEE’ legittimo il diniego dellaSoprintendenza per la de-molizione di un manufattoad uso residenziale di quat-tro piani e di due rurali enella ricostruzione di dieciunità di circa 60 mq. cia-scuna, disposte a schiera sutre livelli sfalsati, usu-fruendo del premio volumetrico del 35%, previstodalla L.R. n. 19/2009 “Piano casa”. Per pacificagiurisprudenza, anche costituzionale, la disci-plina unitaria di tutela del bene ambiente, ri-messa in via esclusiva allo Stato, viene aprevalere su quella dettata dalle Regioni e dalleProvince autonome, in materia di competenzapropria, che riguardano l’utilizzazione dell’am-biente e, quindi, altri interessi e che, in tale con-testo è indubbio che le disposizioni del Codice delpaesaggio, approvato con il d.lg. n. 42 del 2004,prevedano l’assoluta prevalenza del Piano pae-saggistico sugli altri strumenti di regolazione delterritorio, avendo il medesimo Piano la funzioneconservativa degli ambiti reputati meritevoli di

tutela, che non può essere subordinata a sceltedi tipo urbanistico, anche di tipo premiale, perloro natura orientate allo sviluppo edilizio e in-frastrutturale. Quindi, gli interventi oggettodell’eccezionale e premiale disciplina di cui allaL.R. n. 19/2009 “Piano casa”, possono porsi comederogatori dei soli strumenti urbanistici e nonanche dei vincoli paesaggistici. TAR Campania(NA), Sez. VII, n. 5641, del 9 dicembre 2013. ELETTROSMOG Il codice delle Comunicazioni elettroniche nonconsente la libera installazione di S.R.B. in qual-siasi parte del territorio comunale. In linea di

principio va osservato che ilD.Lgs. 259/03 non può essereinterpretato come normativaspeciale che consente la li-bera installazione di stazioniradio base in qualsiasi partedel territorio comunale, indi-pendentemente da qualun-que disciplina volta allatutela di interessi storici,ambientali e culturali ovveroprescrizioni urbanistiche ri-guardanti aree determinatee ben circoscritte. Al ri-

guardo va osservato che, in forza dell’art. 8comma 6 della Legge n. 36/2001, si ammette,seppure entro determinati limiti, che i Comuniadottino misure programmatorie integrative perla localizzazione degli impianti, in modo tale daminimizzare l'esposizione dei cittadini residentiai campi elettromagnetici, anche in un'ottica diottimale disciplina d'uso del territorio; misureche non possono, tuttavia, tradursi in un gene-ralizzato divieto d’installazione in zone identifi-cate, dovendo consistere invece in regoleragionevoli, motivate e certe, poste a presidio diinteressi di rilievo pubblico. TAR Marche, Sez. I,n. 833, del 13 novembre 2013.

A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

Previdenza 2014: riepilogo e novitàLLAVORO E PREVIDENZA

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Andrea Tafuro

Cento anni fa, scoppiava ilprimo conflitto mondiale laguerra per finire tutte leguerre, come la definì HerbertGeorge Wells. La tendenzaumana ad eliminarsi recipro-camente ha avuto ragionedell’ottimismo dello scrittorebritannico, da allora il mondoha conosciuto centinaia diconflitti, che hanno stermi-nato oltre cento milioni divite umane, attualmentesono in corso decine di con-flitti che producono migliaiadi morti all’anno, il più tra-gico è quello di Siria: oltrecentotrentamila morti. Dopoun secolo di atrocità, chi miha preceduto mi ha lasciatoun mondo migliore e piùequo? Vivo nel 2014 che sensoha usare la lavastoviglie dinotte per consumare meno,quando in India ci sono mi-lioni di persone che recla-mano l’elettricità? Se noi oggiriuscissimo a dare l’energiaelettrica ai due miliardi dipersone che non ce l’hanno, ilconsumo planetario di ener-gia aumenterebbe solo del10%, secondo gli studi di au-torevoli scienziati. Il pro-blema non è l’indispensabilelampadina, ma sono i con-sumi della fascia ricca e bene-stante della popolazione, lohanno capito anche i gover-nanti cinesi, che martellano iloro cittadini sulla necessitàdi ridurre l’inquinamento…certo lo fanno anche perchésono grandissimi produttoridi pannelli solari. Facciamoun passo indietro, era il2004, l’anno del nuovo Trat-tato Costituzionale europeopoi sostituito dall’attuale

Trattato di Lisbona, JeremyRifkin pubblicava: Il sognoeuropeo. Come l’Europa hacreato una visione del futuroche sta lentamente eclissandoil sogno americano. L’autoremetteva in discussione la tesineoconservatrice che indivi-duavava la modernità occi-dentale con l’affermazionedell’homo oeconomicus e dellosfruttamento della natura eche vedeva nell’affermazionedegli Stati Uniti la fine dellastoria. Rifkin, affermava vice-versa che il futuro apparte-neva al sogno europeofondato sullo sviluppo soste-nibile, sui diritti sociali e suibeni relazionali, sulla respon-sabilità sociale condivisa esulla pace, sostenuta da unapolitica estera multilaterale eall’aiuto pubblico allo svi-luppo, mentre l’AmericanDream, fondato sulla compe-tizione interpersonale, sul-l’accumulazione privata diricchezza, sulla crescita illi-

mitata, era destinato allalunga al fallimento.Caro Jeremy, gli sviluppi sto-rici si sono incaricati di scon-fessare questa tua concezionetroppo idealizzata dell’Eu-ropa, questa maledetta crisi

sta arruolando nelle istitu-zioni europee i mandanti e gliesecutori di un vasto processodi ristrutturazione in nomedella crescita, che cambieràprofondamente il modello so-ciale dell’Europa. La crisidella società del denaro e

dello scambio economico èsotto gli occhi di tutti. Il pro-blema non è, come per i vec-chi compagni rivoluzionari, inquale modo abbattere questostatus quo, che si sta abbat-tendo da solo e con i propri er-

rori, ma bisogna darsi dafare, in chiave costruttiva eottimistica, prima che le pas-sioni dissolte si trasforminoin passioni da distruggere.“L’Europa deve contribuire arealizzare un mondo miglioree questo lo possiamo fare separtiamo dalle piccole cose diogni giorno, dai temi che inte-ressano la gente. Pensiamoalla solidarietà, da investire afavore degli ultimi, dei poveri,dei deboli, sia in Europa chenel mondo”. Sono queste le parole diMarx... Reinhard, presidentedella Conferenza EpiscopaleTedesca. Il fratello Marx, nonè stato ospite a qualche tra-smissione intellettuale, cheassegna alle anime belle ilbollino di cattolico impe-gnato. Penso che una riforma strut-turale e non al solito bla…bla…bla, che sia veramenteincisiva e guidata da un unicoprincipio: eliminare quel si-stema di protezioni che

hanno allontanato gli indivi-dui ovvero le persone reali,dal contatto faccia a facciacon la durezza del vivere, congli schiaffi della fortuna, conla sanzione ai suoi difetti o ilpremio alla sua qualità. Ilconfronto dell'uomo con le dif-ficoltà della vita deve diven-tare il campo della solidarietàdei concittadini verso l'indivi-duo bisognoso…ecco la gran-dezza del modello europeo.Stay hungry, stay foolish:siate affamati, siate folli, hadetto Steve. Certo è che in tempi di crisinon c’è tempo per fesseriecome il dibattito democratico,bisogna darsi una mossa,agire in fretta. In un mo-mento culturale in cui è moltodi moda il disincanto sac-cente, il disprezzo ironico perl’affidabilità delle relazioni,mi sembra ancora più provo-cante ed entusiasmante par-lare di un’ Europa sostenibile

socialmente, egualitaria e de-mocratica, per assicurare, in-nanzitutto, la pace dentro efuori i confini del vecchio con-tinente, ma serve una fortemobilitazione dei cittadiniper poterla concretizzare. Come cittadino attivo euro-peo ricordo ai miei governantiche il Trattato di Lisbona con-tiene una sostanziosa clausolasociale, in cui è affermato che“nella definizione delle sue po-litiche e azioni, l’Unione tieneconto delle esigenze connessecon la promozione di un livellodi occupazione elevato, la ga-ranzia di una protezione so-ciale adeguata, la lottaall’esclusione sociale e un li-vello adeguato di istruzione,formazione e tutela della sa-lute umana”. L'Europa del mercato non èun destino, ma un’ opzionepolitica che si può ribaltare.

“Per noi l'austerità è il mezzo per contrastare alle radici e porre le basi del superamentodi un sistema che è entrato in una crisi strutturale e di fondo, non congiunturale, di quelsistema i cui caratteri distintivi sono lo spreco e lo sperpero, l’esaltazione di particolarismie dell'individualismo più sfrenati, del consumismo più dissennato. L'austerità significarigore, efficienza, serietà, e significa giustizia; cioè il contrario di tutto ciò che abbiamo co-nosciuto e pagato finora, e che ci ha portato alla crisi gravissima i cui guasti si accumulanoda anni e che oggi si manifesta in Italia in tutta la sua drammatica portata…”Allora si diceva austerità. Oggi è una parola dimenticata e incomprensibile ai più.Chissà... se in un altro universo parallelo in cui Berlinguer è sopravvissuto al 1984 ed èdiventato più volte Presidente del Consiglio e poi Presidente della Repubblica, oggi, fieroe pulito ottantenne, non parlerebbe più di austerità, ma di sostenibilità....

L’EUROPA VA VERSO LO SVILUPPO SOSTENIBILE?Non ti nascondere dietro il destino. Il destino è il pretesto dei falliti (Pablo Neruda)

#dialogocittadini: per direla vostra, tramite Twitter,

ai Commissari europei!

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28.01.2014 – NAPOLI EST: fatti non parole! Due grandi progetti realizzati:

La residenza universitaria Parthenope e il polo “Eccellenze campane” a Brin 69

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