Arpa campania ambiente 2014 7

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P PRIMO PIANO Nuova Legge Regionale sui rifiuti in Campania Morlando a pag.4 Febbre del pianeta: area mediterranea a rischio Gli esperti dell’IPCC (Inter- governamental Panel on Cli- mate Change) lanciano l’allarme sull’impatto dei cambiamenti climatici. L’au- mento delle temperature comporta grossi rischi in di- verse aree della Terra: l’IPCC prevede una forte possibilità di essiccazione dei suoli nel Mediterraneo, nel sud-ovest degli Stati Uniti ed in alcune regioni dell’Africa australe. Matania a pag.5 Nell’ambito della valorizza- zione degli ambienti naturali l’architetto paesaggista fran- cese Bernard Lassus rappre- senta uno dei maggiori riferimenti a carattere mon- diale. Le teorie di Lassus sulla “mimetizzazione paesaggi- stica” degli elementi... Palumbo a pag.11 Il primo negozio che acquista i rifiuti differenziati Liguori a pag.15 L’architettura del paesaggio secondo Bernard Lassus Agenzie ambientali: via alla razionalizzazione "Il sistema delle agenzie am- bientali di prevenzione sia a livello nazionale con l'Ispra sia locale con le Arpa è essen- ziale per l'ambiente e per il mio ministero. È importante arrivare a una loro raziona- lizzazione che non vuol dire diminuire le risorse da desti- nare a questo settore ma usare meglio quelle che ci sono". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, a margine della do- dicesima conferenza del si- stema nazionale per la protezione dell'ambiente. "Sempre più - ha aggiunto Galletti - vediamo casi sul territorio nazionale, dall'Ilva alla Terra dei Fuochi ad altre zone a rischio nel Paese, e il compito di monitoraggio, pre- venzione e controllo diventa fondamentale. a pag.2 E in principio...luce fu! Può splendere il sole in una stanza priva di fi- nestre?!? Di impatto, si risponderebbe ovvia- mente di no; ma da oggi è possibile dare a que- sto interrogativo una risposta affermativa. Paparo a pag.10 Da qualche tempo, oramai e per fortuna, si sono aperti nuovi scenari terapeutici: in parti- colare, studiosi di tutto il mondo sono impe- gnati ad indagare il legame tra medicina e biologia marina. Per saperne di più abbiamo posto qualche quesito alla dottoressa Adrianna Ianora, coordinatrice del Laboratorio di Ecolo- gia funzionale ed evolutiva della Stazione zoo- logica Anton Dohrn di Napoli. Martelli a pag.9 Bove a pag.13 I solfiti: quando l’apparenza inganna L’uso della carta venne importato ad Amalfi dagli Arabi. Continuando una tradizione antica di quasi sette secoli, delle duecento cartiere presenti nel Regno nel 1848 sessanta si potevano contare nei comuni della costiera. De Crescenzo-Lanza a pag.14 Dagli Arabi ai Borbone: carte, libri e cultura Amalfi poteva considerarsi il centro dell'attività delle cartiere meridionali DAL MONDO AMBIENTE & TRADIZIONE Dal fondo del mare una miniera di nuovi farmaci NATUR@MENTE Il Vangelo arabo dell'infan- zia, un testo apocrifo del VI secolo circa, chiama il mal- fattore crocifisso alla destra di Gesù (il buon ladrone) Tito. Chiarisco subito che apocrifo non significa falso, ma nascosto. Intendo rac- contare del punto di vista del ladro, del povero, del di- soccupato, dell’extracomu- nitario che in vita sua ha sconfessato ognuno dei dieci comandamenti tramandati dai sacerdoti, dai farisei che stanno nelle chiese, ma che alla fine riesce a capire e fare propria l'essenza del- l'amore raccontata da un es- sere umano portatore di un messaggio così rivoluziona- rio da essere scambiato per un dio… il mio Gesù... Tafuro a pag.19 Ne valeva la pena? È solo una perdita? RIFIUTI & CO. AMBIENTE & SALUTE NATURA & BIODIVERSITÀ Temperature in calo nel periodo pasquale Molti associano il periodo pasquale a pioggia e maltempo. La parte centrale della prima- vera è tradizionalmente instabile, e que- st’anno non sembra sfuggire alla tradizione. Atteso un raffreddamento delle temperature nella Settimana santa. Loffredo a pag.6 RACCONTIAMO IL METEO BIO-ARCHITETTURA

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PPRIMO PIANO

Nuova Legge Regionalesui rifiuti in Campania

Morlando a pag.4

Febbre del pianeta: areamediterranea a rischio

Gli esperti dell’IPCC (Inter-governamental Panel on Cli-mate Change) lancianol’allarme sull’impatto deicambiamenti climatici. L’au-mento delle temperaturecomporta grossi rischi in di-verse aree della Terra: l’IPCCprevede una forte possibilitàdi essiccazione dei suoli nelMediterraneo, nel sud-ovestdegli Stati Uniti ed in alcuneregioni dell’Africa australe.

Matania a pag.5

Nell’ambito della valorizza-zione degli ambienti naturalil’architetto paesaggista fran-cese Bernard Lassus rappre-senta uno dei maggioririferimenti a carattere mon-diale. Le teorie di Lassus sulla“mimetizzazione paesaggi-stica” degli elementi...

Palumbo a pag.11

Il primo negozio che acquista i rifiuti differenziati

Liguori a pag.15

L’architettura del paesaggiosecondo Bernard Lassus

Agenzie ambientali: via alla razionalizzazione

"Il sistema delle agenzie am-bientali di prevenzione sia alivello nazionale con l'Isprasia locale con le Arpa è essen-ziale per l'ambiente e per ilmio ministero. È importantearrivare a una loro raziona-lizzazione che non vuol dirediminuire le risorse da desti-nare a questo settore mausare meglio quelle che cisono". Lo ha detto il ministrodell'Ambiente, Gian LucaGalletti, a margine della do-dicesima conferenza del si-stema nazionale per laprotezione dell'ambiente."Sempre più - ha aggiuntoGalletti - vediamo casi sulterritorio nazionale, dall'Ilvaalla Terra dei Fuochi ad altrezone a rischio nel Paese, e ilcompito di monitoraggio, pre-venzione e controllo diventafondamentale.

a pag.2

E in principio...luce fu!Può splendere il sole inuna stanza priva di fi-nestre?!? Di impatto, sirisponderebbe ovvia-mente di no; ma da oggiè possibile dare a que-sto interrogativo una risposta affermativa.

Paparo a pag.10

Da qualche tempo, oramai e per fortuna, sisono aperti nuovi scenari terapeutici: in parti-colare, studiosi di tutto il mondo sono impe-gnati ad indagare il legame tra medicina ebiologia marina. Per saperne di più abbiamoposto qualche quesito alla dottoressa AdriannaIanora, coordinatrice del Laboratorio di Ecolo-gia funzionale ed evolutiva della Stazione zoo-logica Anton Dohrn di Napoli.

Martelli a pag.9

Bove a pag.13

I solfiti: quando l’apparenza inganna

L’uso della carta venne importato adAmalfi dagli Arabi. Continuando unatradizione antica di quasi sette secoli,delle duecento cartiere presenti nelRegno nel 1848 sessanta si potevanocontare nei comuni della costiera.

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Dagli Arabi ai Borbone: carte, libri e culturaAmalfi poteva considerarsi il centro dell'attività delle cartiere meridionali

DAL MONDO

AMBIENTE & TRADIZIONE

Dal fondo del mare una miniera di nuovi farmaci

NATUR@MENTE

Il Vangelo arabo dell'infan-zia, un testo apocrifo del VIsecolo circa, chiama il mal-fattore crocifisso alla destradi Gesù (il buon ladrone)Tito. Chiarisco subito cheapocrifo non significa falso,ma nascosto. Intendo rac-contare del punto di vistadel ladro, del povero, del di-soccupato, dell’extracomu-nitario che in vita sua hasconfessato ognuno dei diecicomandamenti tramandatidai sacerdoti, dai farisei chestanno nelle chiese, ma chealla fine riesce a capire efare propria l'essenza del-l'amore raccontata da un es-sere umano portatore di unmessaggio così rivoluziona-rio da essere scambiato perun dio… il mio Gesù...

Tafuro a pag.19

Ne valeva la pena?È solo una perdita?

RIFIUTI & CO.

AMBIENTE & SALUTE

NATURA & BIODIVERSITÀ

Temperature in calonel periodo pasquale

Molti associano il periodo pasquale a pioggiae maltempo. La parte centrale della prima-vera è tradizionalmente instabile, e que-st’anno non sembra sfuggire alla tradizione.Atteso un raffreddamento delle temperaturenella Settimana santa.

Loffredo a pag.6

RACCONTIAMO IL METEO

BIO-ARCHITETTURA

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Ilaria Buonfanti

Inquietanti i dati fornitidall’OMS (OrganizzazioneMondiale della Sanità) sulleprincipali cause di morte pre-matura. Non sarebbero le ma-lattie cardiovascolari o ilcancro i big killer, ma l’inqui-namento atmosferico. L’ariache tutti per forza di cose dob-biamo respirare, sempre che

non riusciamo a trattenere ilfiato per sempre, è ammor-bata di sostanze e particelleche entrano nell’organismo ecausano la morte prematuradi 7 milioni di persone ognianno. I raccapriccianti datisono emersi dal recente rap-porto dell’OMS presentato aGinevra, un rapporto in cui silegge che, rispetto agli anniprecedenti, i morti a causadell’inquinamento atmosfe-rico sono addirittura raddop-piati fotografando unasituazione che sta per arri-vare al punto di non ritorno. “Sia all’aperto che negli am-bienti chiusi, l’inquinamentoatmosferico è il più grandeproblema ambientale che im-patta la salute, e colpisce tuttii paesi, sia quelli sviluppatiche quelli in via di sviluppo”,ha commentato alla stampaMaria Neira, direttrice OMSdel dipartimento per la salutepubblica e ambientale.Infatti, se pensiamo di risol-

vere la cosa indossando unamascherina quando usciamodi casa, siamo fuori strada,perché, a sorpresa, i ricerca-tori hanno scoperto che l’in-quinamento indoor (dentrocasa, uffici ecc.) uccide più chequello esterno. L’inquina-mento indoor è causato dalfumo di prima, seconda eterza mano, da fornelli e ca-minetti e altre sostanze vola-

tili che arrivano da detersivi,mobili, vernici, collanti emolte altre ancora. Secondo lestime dell’OMS, l’inquina-mento dell’aria interna è re-sponsabile di 4,3 milioni didecessi, soprattutto tra coloroche utilizzano legna, carbonecon mezzi di combustione cheproducono fumi non control-lati a dovere. A causa dell’inquinamentoesterno, sarebbero invece 3,7milioni le vittime stimate. Na-turalmente le nazioni più po-vere e sottosviluppate sonoquelle a rischio maggiore; se-condo lo studio infatti,ci sonocirca 2,9 milioni di personeche accendono il fuoco comeprincipale metodo di cotturadel cibo e per riscaldarsi, e diconseguenza inalano grandiquantità di fuliggine. “Tenereacceso un fuoco in cucina èl’equivalente di fumare 400 si-garette in un’ora”, ha spiegatol’esperto in salute ambientaleKirk Smith di Berkeley (uni-

versità che cura per l’OMS undatabase sull’inquinamentodegli ambienti chiusi) por-tando come esempio l’India,dove questa situazione è con-creta e costituisce un grave ri-schio specialmente per ledonne. “I rischi derivati dal-l’inquinamento atmosfericosono molto più gravi di quantoavessimo pensato o compresofinora, in particolare per con-

seguenze quali patologie car-diache e infarti”, hacommentato Neira, e l’im-patto sulla salute pubblicaglobale è grave. E allora cosasi dovrebbe fare? I primi (pic-coli) passi si possono fare mi-gliorando la ventilazione degliambienti chiusi, e adottandostrategie low-tech come le co-siddette cleancookstoves. Unodei progetti attivati in meritoè la Global Alliance for Clean-Cookstoves, che ha l’obiettivodi fornire queste stufe neipaesi più poveri, dove sonomaggiormente diffuse quellea carbone, altamente inqui-nanti e pericolose per la sa-lute. Pensando più in grande,molti paesi dovrebbero rive-dere la gestione delle risorseenergetiche, puntando suquelle rinnovabili e aumen-tando gli sforzi dell’industriaautomobilistica verso autovet-ture meno inquinanti, oltre aimplementare in termini qua-litativi i trasporti in generale.

In aumento le morti causate dall’aria inquinata

"Il sistema delle agenzie ambientali di preven-zione sia a livello nazionale con l'Ispra sia localecon le Arpa è essenziale per l'ambiente e per il mioministero. È importante arrivare a una loro ra-zionalizzazione che non vuol dire diminuire le ri-sorse da destinare a questo settore ma usaremeglio quelle che ci sono". Lo ha detto il ministrodell'Ambiente, Gian Luca Galletti, a marginedella dodicesima conferenza del sistema nazionaleper la protezione dell'ambiente. "Sempre più - haaggiunto Galletti - vediamo casi sul territorio na-zionale, dall'Ilva alla Terra dei Fuochi ad altrezone a rischio nel Paese, e il compito di monito-raggio, prevenzione e controllo diventa fondamen-tale. Il sistema di controllo - ha concluso - vapotenziato e omogeneizzato. Andiamo in questa

direzione e questosarà fra i compitinei prossimimesi". Intanto ap-proderà in Aulaalla Camera que-sta settimana, iltesto unificato perl'istituzione del Si-stema nazionaledelle Agenzie am-bientali, "un testonato a partire dauna proposta dilegge a mia firmae da quelle analo-ghe dei colleghi

Bratti e De Rosa" ha detto il presidente della Com-missione Ambiente della Camera, Ermete Rea-lacci, intervenendo alla conferenza. Obiettivi delprovvedimento, "che propone un riordino delleagenzie per la protezione dell'ambiente - ha spie-gato Realacci - sono: rafforzare e rendere traspa-rente il sistema dei controlli ambientali in Italia,dare certezza ai cittadini e alle imprese, difenderel'ambiente e la salute, produrre un'economia piùavanzata, pulita e competitiva. Un Paese che vo-glia guardare con fiducia al futuro non può infattisottrarsi dall'attuazione di una corretta ed efficacepolitica ambientale, la quale non può prescindereda un sistema di soggetti istituzionali, autorevole,autonomo e indipendente. Cercheremo di lavorare- ha concluso - perché il provvedimento venga ra-pidamente approvato dall'Aula e passi al più pre-sto al Senato.

Agenzie ambientali: via alla razionalizzazione

I dati del rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

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Rosa Funaro

La Commissione Ue ha in-viato all'Italia un “parere mo-tivato” - secondo step dellaprocedura di infrazione - colquale torna a chiedere di mi-gliorare la legislazione nazio-nale sulle valutazioni diimpatto ambientale (Via), e direcepire la normativa Ue. Sel'Italia non si metterà in re-gola entro i prossimi due mesi,rischia un deferimento allaCorte di giustizia Ue. Bruxel-les aveva inviato una letteradi “costituzione in mora” nel-l'aprile 2009 seguita da unsupplemento nel febbraio2012. Se nel tempo alcune pro-blematicità sono state risolte,la maggior parte dei rilievidella Commissione attendonoancora una risposta soddisfa-

cente. I progetti presentati daItalia ad oggi, vengono infattidefiniti “insufficienti” o re-stano in “fase di bozza”.Le valutazioni di impatto am-bientale (Via) hanno lo scopodi garantire che i progetti conun potenziale impatto signifi-cativo sull'ambiente siano va-lutati prima di essereautorizzati, e costituisce unostrumento di supporto decisio-nale di carattere tecnico-am-ministrativo.In particolare, le preoccupa-zioni della Commissione ri-guardano la definizione delconcetto di “progetto” nella le-gislazione italiana, le disposi-zioni in materia dipartecipazione del pubblicoalle procedure di VIA, e la por-tata di alcune categorie di pro-getti.

Paolo D’Auria

Una Madre benevola, anchecon i figli più irriverenti. LaNatura è pronta, come spessoaccade, a porre rimedio al-l’immaturità della specie piùpopolosa e, spesso, più perico-losa che popola il mondo:l’uomo. Ecco, quindi, cheun’importante risposta alsurriscaldamento globale po-trebbe giungere proprio dalla“Madre”.Le zone aride, che costitui-scono uno dei più grandi eco-sistemi della Terra, sono,infatti,in grado di assorbireimportanti quantità di ani-dride carbonica dall'atmo-sfera: con il gradualeaumento di questo gas serraprevisto per il futuro, i de-serti potranno trasformarsiin vere e proprie “spugne”.La scoperta è frutto di ungrande esperimento a cieloaperto condotto per ben 10anni da un gruppo di ricerca-tori statunitensi coordinatidall'università di Washin-gton. Stando alle dichiarazionidegli studiosi, i deserti“riusci-ranno ad assorbire una partedella CO2 atmosferica in ec-cesso”.

“Non potranno ovviamenteassorbirla tutta - spiega il co-ordinatore dello studio R.Dave Evans, biologo espertodi ecologia dell'università diWashington - ma di sicuroaiuteranno”.Per giungere a questa conclu-

sione, Evans e il suo gruppodi ricerca hanno condotto ungrosso esperimento, duratoben 10 anni, nella parte set-tentrionale del deserto delMojave, nel Nevada. In que-sta zona desertica hanno de-limitato nove aree ottagonali

(con un diametro di 23 metri)per osservare la reazione del-l'ecosistema arido a diverseconcentrazioni atmosferichedi anidride carbonica: trearee sono state esposte aduna concentrazione pari a550 parti per milione, il li-

vello di CO2 che probabil-mente si raggiungerà nel2050; altre tre aree sono stateesposte ad una concentra-zione di 380 parti per mi-lione, il livello di CO2attualmente presente in at-mosfera; le ultime tre, infine,sono state usate come con-trollo.La CO2, “soffiata” attraversodei tubi posti lungo il perime-tro degli ottagoni, è statamarcata chimicamente inmodo da poter individuare ilcarbonio incorporato nelsuolo e nelle piante fino allaprofondità di un metro. Dalleanalisi è emerso che gli ecosi-stemi aridi assorbono il car-bonio atmosferico soprattuttoa livello della rizosfera, ov-vero quella zona vicina alleradici delle piante che è in-tensamente popolata da mi-crorganismi. In futuro l'assorbimentopotrà aumentare fino a rag-giungere il 15-28% dellaquantità attualmente assor-bita dalle terre emerse.L'aumento dei livelli di CO2in atmosfera potrà indurreun aumento dell'assorbi-mento da parte dei desertitanto da coprire il 4-8% delleemissioni attuali.

Zone aride: spugne contro l’anidride carbonicaI deserti assorbiranno parte della CO2 in eccesso

Procedura di infrazione VIA: due mesi per recepire le normative UE

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Nuova Legge Regionale sui rifiuti in Campania(terza parte)La Legge Regionale n. 5 / 2014 ha tra-sformato il ciclo dei rifiuti, pertanto, diseguito, si propone una sintesi degli ar-ticoli indicando le principali modificherispetto al sistema precedente.Nell'articolo 2 sono definitive le nuove eulteriori competenze della RegioneCampania così sintetizzabili: “cc bis) la programmazione, l'indirizzo eil coordinamento del servizio di gestionerifiuti urbani, anche attraverso la predi-sposizione ed emanazione di lineeguida...cc ter) la verifica della conformità deipiani d'ambito e al Piano Regionale diGestione dei Rifiuti (PRGR);cc quinquies) il coordinamento e la rego-lamentazione dei flussi di rifiuti prove-nienti dagli ATO, destinati asmaltimento e recupero extraregionaleo transfrontaliero, nonché la gestionedei flussi diretti al termovalorizzatore diAcerra e di quelli per i quali è previstala competenza regionale;cc sexies) la verifica degli standard gene-rali di servizio

cc septies) la promozione e l'incentiva-zione ... l’applicazione di tecniche di rac-colta selettiva ... la realizzazionedell’impiantistica idonea ... il sostegnoallo sviluppo e al consolidamento sul ter-ritorio regionale sia di filiere di trasfor-mazione sia di sistemi di riutilizzazionedei materiali recuperati .. il supporto aicomuni nell’attuazione di progetti ...cc octies) la promozione di meccanismidi consultazione e di tutela del consuma-tore...cc nonies) la vigilanza sull’attuazione delPiano Regionale di Gestione Rifiuti Ur-bani e del riordino del ciclo integrato deirifiuti...”.Il comma "cc septies)" è un pò generico ecrea confusione, nel senso che, alla Re-gione deve spettare il compito di pro-grammare, controllare e verificare. Se siaggiungono compiti "promozionali","progettuali", "applicativi" e "realizza-tivi" si determineranno nuovamentequei meandri in cui non è chiaro "chi facosa e perché", ma, soprattutto, sicreano i presupposti per spiacevoli si-tuazioni in cui il progettista e/o realizza-

tore può essere il controllore/autorizza-tore e viceversa.L'articolo 3 nella sua sinteticità è rivo-luzionario:"le funzioni di organizzazione del servi-zio di gestione integrata dei rifiuti ur-bani spettano ai Comuni..."Si può affermare che nel settore dei ri-fiuti, siamo finalmente in Italia e in Eu-ropa anche noi...Gli articoli 5, 6, 7, 8, 9 e 10 apparten-gono al Titolo II - Riordino dei servizi e icui contenuti si possono così sintetiz-zare:"Art. 5 (Articolazione in Ambiti Territo-riali Ottimali)2. Gli ATO ... corrispondono ai confinidelle province di Avellino, Benevento,Caserta e Salerno. Il territorio della pro-vincia di Napoli...è suddiviso in tre Am-biti Territoriali Ottimali, come indicatonell’Allegato A.3. ... ciascun ATO può essere articolatoin aree omogenee, denominate SistemiTerritoriali Operativi (STO)...4. La delimitazione degli STO è definitadalle rispettive Conferenze d’ambito ...

La Regione prende atto della delimita-zione degli STO e conseguentementeprocede all'adeguamento del PRGRU.Art. 6 (Organizzazione del servizio)3. La Conferenza d’ambito è compostadai Sindaci dei Comuni ricadenti nel ri-spettivo ATO o loro delegati...Art. 7 (Obblighi di servizio pubblico euniversale e tutela dei diritti degliutenti)1. La carta dei servizi e il contratto diservizio sono redatti rispettivamente dalgestore e dalla Conferenza d'ambito...Art. 8 (Affidamento dei servizi)1. Ciascuna Conferenza d'ambito... indi-vidua le procedure per l’affidamento delservizio integrato...Art. 9 (Poteri sostitutivi della Regione)1. La Regione esercita le funzioni di vi-gilanza e i relativi poteri sostitutivi inordine all'attuazione del PRGR...Art. 10 (Incentivazioni e contributi)3. Le Conferenze d'ambito trasmettonoannualmente alla Regione i dati relativialla percentuale di raccolta differenziataraggiunta nell'anno precedente.”

A.M.

"I RAEE di Napoli": la raccolta differenziata in piazzaLo scorso 29 marzo l’ASIA Na-poli ha lanciato una nuovacampagna di sensibilizzazioneper la raccolta differenziatadei Rifiuti da ApparecchiatureElettriche ed Elettroniche: “IRAEE DI NAPOLI”. Tale iniziativa fa parte di unambizioso piano d’azione dellastessa azienda e del Comunedi Napoli, realizzato con l’in-tento di far crescere la percen-tuale di raccolta differenziata(sia stradale che porta aporta). Infatti, sono stati isti-tuiti, in alcune zone dellacittà, dei punti di raccolta deiRAEE, dove i cittadini pos-

sono convogliare i propri ri-fiuti. Le prossime date diapertura degli stand sono fis-sate per il 19 aprile e il 3 mag-gio. A Ponticelli, Secondigliano,

Chiaiano e Soccavo i punti-chiave. Ecco alcuni esempi diRAEE che potranno essereconsegnati agli operatori: ferrida stiro, tostapane, friggitrici,frullatori, macina caffè elet-

trici, apparecchit a g l i a c a p e l l i ,asciugacapelli,spazzolini dadenti elettrici,rasoi elettrici, ap-parecchi per mas-saggi, sveglie,orologi da polso oda tasca, bilance,personal compu-ter, computerportatili, monitor,

mouse, tastiera, notebook,agende elettroniche, lettoriMP3, calcolatrici tascabili e datavolo, proiettori, telefoni, te-lefoni senza filo, telefoni cellu-

lari, caricabatterie, segreterietelefoniche, fax, apparecchiradio, videocamere, videoregi-stratori e apparecchi per la ri-produzione video in genere,registratori musicali, ampli-ficatori audio, strumenti mu-sicali elettrici ed elettronici,apparecchi di illuminazione(senza la lampadina), trenielettrici e auto giocattolo, gio-cattoli elettrici in genere, con-solle di videogiochi portatili,videogiochi, frigoriferi, lava-trici, lavastoviglie, asciuga-trici, stufe elettriche, forni amicroonde, ventilatori e scopeelettriche.

Le funzioni di organizzazione del servizio di gestione integratadei rifiuti urbani spettano ai Comuni

Riportiamo “in gloria” i rifiuti elettrici ed elettronici

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Febbre del pianeta: area mediterranea a rischioLe conseguenze dell’aumento della temperatura saranno diverse a seconda delle zone

Fabiana Clemente

Entro la fine del secolo è previ-sta una siccità diffusa a circa il30% del nostro pianeta. Ad af-fermarlo è uno studio pubbli-cato sulla rivista ClimateDynamics. Quest’indagine nonconsidera soltanto cause qualiil riscaldamento globale – in-dotto dagli elevati tassi di in-quinamento – bensì non tieneconto dei tassi di evaporazionesuperiori a quelli attuali. Nellospecifico, le temperature piùalte catturerebbero maggiorumidità dal terreno, anche inquelle aree dove le precipita-zioni dovrebbero aumentare.Ergo, anche le regioni caratte-rizzate da regolari o addirit-tura abbondanti precipitazionisaranno soggette a siccità. Alanciare l’allarme circa le pre-occupanti risorse idriche at-tuali e future è Benjamin Cook,scienziato del clima presso ilDoherty Earth Observatorydella Columbia University.Preoccupazioni ci pervengonoanche dal recente rapporto delGruppo Intergovernativo diesperti sul cambiamento clima-tico – IPCC – secondo cui l’umi-dità del terreno registrerà uncalo considerevole a livello glo-bale. Le regioni caratterizzateda scarse piogge saranno mag-giormente esposte ad una con-dizione di siccità agricola.Anche nel Mediterraneo – cosìcome nel sud-est degli StatiUniti e in Africa – tale feno-

meno potrebbe provocare l’es-siccazione dei suoli. Inoltre, af-fermano i ricercatori, le areedella terra maggiormente sec-che – America centrale, Amaz-zonia, Africa meridionale – siestenderanno notevolmente.Mentre le zone ancora non sec-che, diventeranno aride e laconseguenza principale riguar-

derà l’agricoltura. Ovviamentesenza umidità e risorse idrichenecessarie, le coltivazioni per-deranno l’elemento indispensa-bile per poter crescere egenerare i frutti. Un decre-mento agricolo a livello globaleprovocherebbe una crisi ali-mentare senza eguali nella sto-ria dell’uomo. Ennesimo

allarme lanciato dagli scien-ziati dell’International WaterManagement Institute delCouncil for Scientific and In-dustrial Research del Ghana edel Postdam Institute for Cli-mate Impact Research, circa lepreoccupanti condizioni in cuipotrebbero versare alcune po-polazioni in prossimità del

fiume Volta, in Africa Occiden-tale. I cambiamenti climaticipotrebbero causare una dra-stica diminuzione del flusso diacqua – si prevede un calo del45% entro il 2100 e un au-mento delle temperature di 3,6gradi Celsius. Anche l’Italia re-gistrerà delle modificazioni cli-matiche. Ad un aumento dellatemperatura si accompagneràun incremento degli incendi.Esperti del CNR prevedono,per la regione Sardegna, unavera e propria stagione degliincendi, difficile da gestire. Daalcuni studi condotti dai ricer-catori dell’Università di Fi-renze emerge un quadroallarmante anche per le Alpi.L’aumento delle temperaturepotrebbe causare una perditadel 16% dei pascoli. Potrebberoacuirsi calamità naturali le-gate ad un elevato rischio idro-geologico. Tuttavia leprecipitazioni subiranno unadrastica diminuzione – è previ-sto un calo del 10% in invernoe del 30% in estate. Il deficitidrico derivante da tale feno-meno provocherà – entro lafine del secolo – una significa-tiva riduzione delle falde acqui-fere. Agricoltura e biodiversitài principali bersagli. Preoccu-pazioni e allarmismi fondatiprovenienti dagli esperti ditutto il mondo attestano chequalcosa sta cambiando real-mente. Stagioni tropicali? Sa-ranno più comuni di quanto cisi può aspettare.

Previsioni di siccità entro il 2100

Domenico Matania

Gli esperti dell’IPCC (Intergo-vernamental Panel on Cli-mate Change) lancianol’allarme sull’impatto deicambiamenti climatici. L’au-mento delle temperaturecomporta grossi rischi in di-verse aree della Terra: l’IPCCprevede una forte possibilitàdi essiccazione dei suoli nelMediterraneo, nel sud-ovestdegli Stati Uniti ed in alcuneregioni dell’Africa australe. InEuropa dunque la zona chemaggiormente risentirà deicambiamenti di temperaturaè proprio l’area mediterranea.I rapporti dell'IPCC sonopubblicati con una cadenza di

sette anni e attraverso tre vo-lumi forniscono un quadrodella situazione climatica delPianeta. Lo scorso 31 marzo èstato presentato il secondo vo-lume, quello riguardante gliimpatti, la vulnerabilità e i ri-schi legati ai cambiamenti ditemperatura. In base agli esiti delle ricer-che dell’IPCC le conseguenzedell’aumento della tempera-tura saranno diverse a se-conda delle zone: l’Europa delSud, ad esempio, sarà unadelle aree più colpite in ter-mini di ricadute sul turismo,sull'agricoltura, sulle attivitàforestali, sulle infrastrutture,sull'energia e sulla salutedella popolazione. Se da un

lato l’Europa, grazie alla ca-pacità di reddito, presentabuone capacità di adatta-mento ai cambiamenti clima-tici, dall’altro gli effetti

saranno ad ogni modo consi-stenti: si stima che al fine diadattarsi all’aumento delletemperature, la città di Vene-zia dovrebbe investire circa

1,7-2 miliardi di Euro in 60anni. Inoltre la produzioneagricola dell’area mediterra-nea sarà quella più colpita acausa della sempre crescentedomanda di acqua; a risen-tirne potrebbe essere la pro-duzione dei vini, sia intermini di quantità che diqualità. Dal punto di vistaambientale sono previsti cam-biamenti anche sulla distri-buzione delle specie animaliterrestri e marine. Il 13aprile è stato presentato ilterzo volume del rapportoIPCC riguardante i possibiliinterventi utili ad attutire idanni, dalle azioni di mitiga-zione alla riduzione delleemissioni di gas serra.

Le regioni caratterizzate da scarse pioggesaranno maggiormente esposte

ad una condizione di siccità agricola

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Gennaro Loffredo

La giornata di Pasqua negli ul-timi dieci anni non si è demo-craticamente suddivisa nel50% dei casi con tempo bello enell’altro 50% con tempo pio-voso. Infatti, rispettando latradizione, hanno prevalso lePasque con tempo piovoso. Lafesta della Pasqua cristiana hauna data variabile di anno inanno secondo i cicli lunari, poi-ché cade la domenica succes-siva al primo plenilunio dopol’equinozio di Primavera, dun-que per la Chiesa cattolica èsempre compresa tra il 22marzo e il 25 aprile. È Pasquabassa dal 22 marzo al 2 aprile,media dal 3 al 13 aprile, altadal 14 al 25 aprile. Questa fasemobile della festività pasqualeincide molto sulle condizionimeteorologiche, le quali ten-dono ad essere più miti manmano che la stagione avanza.Nonostante questa alternanzatemporale (che dovrebbe inteoria agevolare le “Pasquealte”), il giorno pasquale èsempre stato un fastidiosograttacapo per tutti i meteoro-logi che puntualmente si tro-vano ad affrontare uno deiperiodi dell’anno più difficili daprevedere. Sono ben note vi-

cende passate di dibattiti ac-cesi tra albergatori e meteoro-logi, a causa dell’inaffidabilità(a livello locale) di alcune pre-visioni meteo espresse durantele festività pasquali.La Pasqua è collocata nelcuore della primavera, unastagione imprevedibile e pienadi contrasti. Infatti l’Europasettentrionale risulta ancorainfluenzata da condizioni pret-tamente invernali che fannoda contraltare a temperaturele quali tendono ad esserequasi estive sull’Europa meri-dionale e sull’Africa settentrio-nale. E proprio in questo

periodo stagionale, dove i con-trasti sono più accesi, la nostrapenisola viene influenzata tal-volta da veri e propri anticipidi estate oppure da bruschi ri-torni di piogge e freddo, lequali spesso sfociano proprio inconcomitanza delle festivitàpasquali. Tra le Pasque piùfredde e piovose degli ultimianni, giusto per citarne qual-cuna, ricordiamo sicuramentequella gelida del 15 aprile2001, quando un’irruzione ar-tica di origine continentale in-teressò tutta la penisola conbrusco calo delle temperaturee neve fino a quote molto basse

su tutto l’Appennino centro-meridionale. O anche quelladel 23 marzo 2008, con nevepersino in alcune città dellapianura padana centro-orien-tale, oppure quella del 4 aprile2010 con piogge e freddo sugran parte del centro-nord. Negli ultimi anni, tuttavia,sono prevalse condizioni me-teorologiche variabili e anchemiti, favorite dalle ondulazionidi correnti oceaniche piùumide e temperate. Vedremose questo trend piovoso eumido potrà continuare anchequest’anno (foto Marcus Böck-mann).

Luigi Mosca

Un’iniziativa di comunica-zione ambientale arriva dalComune di Caivano. L’am-ministrazione della cittadinaalle porte di Napoli ha atti-vato un portale web dedi-cato all’ambiente (indirizzohttp://www.comunedicai-vano.it/12-per-il-cittadino.html?start=18), sulquale vengono pubblicati idati sulla qualità dell’aria edell’acqua potabile, e nonsolo. Il sito, al momento infase di allestimento, offre irisultati delle analisi con-dotte sull’acqua che riforni-sce i rubinetti della città.Vengono presentati sia idati elaborati da Arpac chequelli curati da un laborato-rio privato. Un modo perrendere più agevole e tra-sparente la comunicazionedi argomenti molto delicati:così viene presentata l’ini-ziativa sulla pagina webche introduce il portale, av-viato su indirizzo dell’as-sessorato all’Ambiente. Inun’altra sezione sono di-sponibili gli esiti di unacampagna di monitoraggiodella qualità dell’aria, con-dotta a Caivano nei primimesi del 2013. Tra gli inqui-nanti “misurati” figurano ilbiossido di azoto, le polverisottili pm10, il biossido dizolfo, il monossido di car-bonio, l’ozono e il benzene.Giacché, non dimentichia-molo, siamo in piena Terradei fuochi (per utilizzareun’etichetta di noto ri-chiamo mediatico), non po-teva mancare uncensimento dei punti delterritorio comunale dovesono stati abbandonati sel-vaggiamente rifiuti. Il por-tale offre poi informazionisui siti già bonificati, sottoli-neando l’intervento di Arpacnella fase di caratterizza-zione dei rifiuti, cioèquando si tratta di stabiliredi quali materiali sono com-posti. Infine verrà allestitauna sezione dedicata spe-cificamente alla zona indu-striale presente a Nord delcentro urbano.

Raccontiamo il meteo. Nel 2001, nel 2008 e nel 2010 neve nella Settimana santa

Primavera, stagione di instabilità e contrastiA Pasqua spesso prevale il maltempo

A Caivano un portalededicato all’ambiente

Comunicazione

Quest’anno ci aspetta un brusco calo della temperaturaSiamo entrati nella fase cen-trale della primavera, ovveronel periodo meteo più dina-mico dell’anno. La settimanasanta sarà segnata da forticontrasti cromatici: passeremoinfatti, molto velocemente ebruscamente, tra scenari ba-rici opposti e in alcuni casiestremi. Sbalzi termici rile-vanti e veloci transizionimeteo saranno gli ingredientinecessari che ci porterannofino alle festività pasquali.Dopo un inizio settimana pre-valentemente discreto e dalsapore prettamente primave-rile, da metà settimana si at-tiverà un’irruzione fredda diorigine artica che si spingeràfino all’Italia centro-meridio-nale. Tra il 16 e il 18 Aprile lanostra penisola subirà uncrollo termico di circa 7-9°C,freddo acuito da una sostenutaventilazione dai quadranti set-tentrionali. Nevicherà su tuttol’Appennino centro-meridio-

nale anche a quote piuttostobasse per la stagione. Eccoci infine giunti al periodopasquale. Sebbene lo scenariometeorologico continui a rima-nere confuso, sembra moltoprobabile l’arrivo delle cor-renti atlantiche, più umide epiovose ma anche più miti. Letemperature tenderanno gra-dualmente a risalire, riportan-

dosi in media, grazie all’arrivodi tiepide correnti sciroccali,ma lo scotto da pagare sa-ranno le condizioni meteo al-quanto incerte e a trattipersino perturbate, speciesulle regioni centro-settentrio-nali e sui versanti occidentalidella penisola.Le giornate più instabili po-trebbero essere proprio Pa-

squa e Pasquetta, quando sulbacino centrale del Mediterra-neo si scaverà una circolazionedepressionaria, foriera dipiogge e di un clima forte-mente umido, la quale met-terà seriamente in crisi lefamiglie che stanno proget-tando la classica gita fuoriporta.

G.L.

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Anna Gaudioso

L’educazione ambientale e allo svi-luppo sostenibile rappresenta oggiuna sfida non più procrastinabile.Perciò l’approfondimento della cono-scenza delle tematiche ambientali daparte degli alunni, a partire dai piùgiovani, dai primi cicli d’istruzione, ri-veste un ruolo di vitale importanzanel processo di costruzione di consa-pevolezze e responsabilità sulle tema-tiche legate all’ambiente. Ènecessario, dunque, rendere i ragazziprotagonisti di numerose azioni di re-sponsabilità sociale, guidandoli alcontatto diretto con l’ambiente. L’im-portante ruolo che l’educazione am-bientale svolge nel processo diresponsabilizzazione dei cittadini e, inparticolar modo, degli studenti, ri-spetto all’assunzione di comporta-menti e stili di vita all’insegna delrispetto dell’ambiente, viene eviden-ziato nella Carta d’intenti siglata nel2009 da Ministero dell’Ambiente edella Tutela del Territorio e del Maree Ministero dell’Istruzione, dell’Uni-versità e della Ricerca. Questo ruolo èquanto vogliamo evidenziare e ren-dere realizzabile.Il nostro percorso per catturare anime

ecologiche che guardinoalla natura come un beneinestimabile continua. Siè aggiunta, infatti, un’al-tra scuola. Parliamo delsecondo circolo didatticodi Angri, in provincia diSalerno, guidato dal pro-fessore Alfonso Longo-bardi, un veterano nelcampo della didattica esensibile alle problemati-che ambientali. Direttorein carica presso questo cir-colo già dal 1997, è un pro-fessionista attento alleproblematiche della popo-lazione scolastica, unuomo sensibile e operativopronto a collaborare perarricchire la conoscenzadelle sue scolaresche edella popolazione del suoterritorio. Nella sua of-ferta formativa, questascuola si presenta al cen-tro di una promozione cul-turale e sociale che, con lapartecipazione di Enti lo-cali, si impegna a soste-nere attività extra-scolastiche, comequella che stiamo intraprendendo in-sieme, iniziando questo percorso di in-formazione e educazione e diformazione ambientale. Il direttore Longobardi, quale educa-tore esperto, riconosce la necessità diarricchire sempre di più le cono-scenze, aprendo le porte della propriascuola all’esterno, facendo parteciparea momenti di educazione ambientaleanche le famiglie dei suoi alunni, per-ché, come ben sappiamo, non sismette mai di apprendere. La nostra agenzia incontra i giovanialunni della scuola elementare “Se-condo circolo” di Angri, che parteci-pano al percorso di Informazioneeducazione e formazione con un pro-getto sul compostaggio domestico, daltitolo «Torna alla terra ciò che la terraha prodotto». Questa scelta si collocacon la distribuzione della frutta nellescuole. Il secondo circolo di Angri è tra quellescuole che hanno aderito al progettoregionale di educazione alimentare,che prevede la frutta al posto dellamerenda. Il direttore Longobardi, quale forma-tore attento, ha subito intuito questociclo naturale da attivare. Noi, in qua-lità di agenzia ambientale, abbiamocolto il senso e il dovere di informareeducare e formare sul compostaggiodomestico, realizzando un percorso diconoscenza e di realizzazione del com-post a scuola e al tempo stesso spro-nando le famiglie, attraverso ibambini, a realizzarlo a casa.Il nostro obiettivo è quello di costruire

un percorso di cono-scenze e di consapevo-lezza del meravigliosomondo naturale in cuiviviamo. Il nostro incontro conle scolaresche del se-condo circolo di Angriè iniziato coinvolgendole classi del primociclo: la I A, I B, I C, ID e la II A, II B, II C,II D, con la collabora-zione e l’interesse at-tento degli insegnantiGiulio Ferraioli, SilviaNapodano, Anna At-tianese, Ida Montella,Giovanni Pepe, FrancaNapodano, RaffaelaPanico, AnnamariaSquillante, AdrianaScorza, Maria RosariaEsposito, Rosa Fiu-maro, Adriana Ro-mano, Anna Sor-rentino, Anna D’An-tuono e Anna Pia DiFlorio.Abbiamo incontratocirca duecento alunni:il primo incontro con lescolaresche è stato,direi, positivo, con ra-gazzini vivaci e at-tenti. Per introdurre iltema del compostaggio è stata raccon-tata una favola e i piccoli utenti sisono rivelati pronti, attenti e curiosi. L’incontro si è snodato via via in unamarea di domande. Inoltre abbiamocolorato alcuni disegni sul tema e

fatto un gioco, “botta e risposta”, ungioco a quiz su tutto ciò che avevamodetto durante l’incontro. I nostri ap-puntamenti continueranno in questoe altri istituti dopo le vacanze pa-squali. Per richieste e informazioni,[email protected]

Educazione ambientale: serie di incontri ad AngriCoinvolto il Secondo circolo didattico della cittadina in provincia di Salerno

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 aprile 2014 - Anno X, N.7Edizione chiusa dalla redazione il 15 aprile 2014

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOS. Allinoro, D. Bove, I. Buonfanti, F. Clemente, P.D’Auria, G. De Crescenzo, A. Esposito, E. Fer-rara, R.Funaro, G. Loffredo, D. Matania, B.Mercadante, A. Morlando, A. Palumbo, A. Pa-paro, E. TortorielloSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 7- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/426/427 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Angelo Morlando

Febbraio 2014. Pubblicazionedell'ISPRA n. 106 redatta com-pletamente "in house" dai se-guenti autori: Tiziano Bacci,Barbara La Porta, ChiaraMaggi, Ornella Nonnis, DanielaPaganelli, Francesco SanteRende, Monica Targusi e i se-guenti collaboratori: FedericoBoccalaro (AIPIN e SIGEA)Giancarlo Bovina (GEO-SPHERA) Nicola Cantasano(CNR ISAFoM) e Milena Poli-frone (Seaweed Canarias S. L.).È molto bella la citazione primadell'introduzione:“Dal 1980 aoggi si è persa ogni 30 minutiun’area ricoperta di fanerogamemarine, equivalente a uncampo di calcio. Ciò significache nel tempo di gioco di unapartita di calcio, tre campi di fa-nerogame marine scompaiono”(Dennison, 2009). Si tratta sicu-ramente di un utile manuale, inquanto i primi tre capitoli de-scrivono le praterie di Posidoniae tutte le relative caratteristi-che, ma è altrettanto impor-tante che sono stati presentatianche alcuni casi studio relativia interventi di trapianto re-centi, talvolta ancora in corso,condotti lungo le coste italiane.Introduciamo, pertanto, primagli obiettivi della pubblicazione,citando parzialmente le pre-messe: "Le praterie di Posidoniaoceanica costituiscono uno degliecosistemi di maggior pregioambientale dell’ambiente ma-rino costiero mediterraneo... iltrapianto... è da considerarsicome l’ultimo tentativo di recu-pero dell’ecosistema degradatoe non deve pertanto essere uti-lizzato come alibi per favorire losviluppo indiscriminato dellafascia costiera...I risultati ottenuti nell’ambitodei reimpianti ... sono statispesso negativi e possono essereconsiderati a tutt’oggi ancoraincerti, ... Tuttavia alcuni re-centi risultati hanno fornitoesiti incoraggianti, almeno sulbreve e medio periodo..."Sembra giusto sintetizzare ilcaso studio n°11 eseguito suifondali dell'isola d'Ischia dal2008 al 2010. Gli autori dellascheda sono Michele Scardi eLuigi Valiante. L’attività direimpianto è avvenuta nell’am-bito del progetto di metanizza-zione dell’isola. Il MATTM haimposto il trapianto di Posido-

nia come misura di compensa-zione del danno causato dalloscavo della trincea del gasdottoche ha attraversato una prate-ria di Posidonia già esistente.Sono stati espiantati 51.200fasci fogliari di Posidonia e sonostati successivamente reim-piantati in aree idonee indivi-duate all’interno della stessaprateria, su una superficie com-plessiva di 1.600 m2. Sial’espianto dei fasci dall’area discavo, sia la posa dei moduli direimpianto, sia la messa a di-mora delle talee sono stati effet-tuati a mano in immersionesubacquea. La preparazione

delle talee è avvenuta a terra,nelle immediate vicinanze deisiti di espianto e di reimpianto.Dopo tre mesi dal termine delleattività di trapianto è stato av-viato il monitoraggio. Dopoquattro anni e mezzo dal ter-mine delle attività di reim-pianto la percentuale media disopravvivenza è pari al 217,6%ed in costante e rapido au-mento, pertanto, l'intervento èperfettamente riuscito oltre leaspettative. Ogni tanto una bella notizia famolto bene allo spirito e, in que-sto caso, anche ai nostri fondalimarini.

La naturalità degli ecosistemi marino-costieri

Ci sono voci che parlano di riscatto, sono quelle dei giovani chefanno parte dell’associazione “Voci di Scampia”. Non parole, però,ma fatti. Il 21 aprile prossimo saranno inaugurate, infatti, le “Fat-torie VoDiSca”, la nuova scommessa del poliedrico gruppo. A Chia-iano, nel cuore del Parco delle colline Metropolitane di Napolicinque ettari di ulivi e alberi da frutto, piantagioni di rosmarino ealloro ed orti urbani ma anche campi di tiro con l’arco, percorsi di-dattici di astronomia e geologia e tanto birdwatching. Ma non solo.I prodotti della terra qui raccolti saranno destinati all’istituto al-berghiero Vittorio Veneto di Scampia, per poi essere serviti nelnuovo bistrot del Teatro Bellini di Napoli. VoDiSca lavora da annisul territorio napoletano per offrire ai giovani possibilità di futuroattraverso la promozione di attività legate allo sport, al teatro, al-l’editoria. Ha ormai da tempo acquisito la casa editriceMarotta&Cafiero e ha una scuola calcio che vede la partecipazionedi centinaia di ragazzi sul territorio. Recentemente ha apertoun’agenzia di comunicazione ed una libreria, ed offre anche possi-bilità sportive nel mondo del rugby. G.M.

Nuova scommessa per l’associazione “Voci di Scampia”

Nel cuore dei Campi Flegrei, immersa in un am-biente incontaminato vive l'azienda agricola "Il Giar-dino dell' Orco". Il nome deriva dalla famosa melaannurca campana denominata la “Mala Orcula” daPlinio il Vecchio, nel suo Naturalis Historia, per lasua origine puteolana e in particolar modo nella zonadel Lago d’ Averno,la porta degli inferi. Il Giardinodell’ Orco è raccontato da coloro che vi hanno tra-scorso delle ore liete come un’ esperienza da fare, davivere. È il luogo ideale dove stare bene con se stessi,nella tranquillità della natura. Questa preziosa e pic-cola oasi verde propone ai suoi visitatori diverse atti-vità: passeggiate guidate tra alberi e distese verdi,corsi ed iniziative di avvicinamento all’orto sinergicoe per l’educazione e la sensibilizzazione alle temati-che agroambientali. Per le scolaresche, infatti, lastruttura offre un ampio programma di percorsi di-dattici: il "GiocORTO" un insieme di prove pratichee laboratori di agricoltura animati che aiutano ibimbi a conoscere ortaggi e prodotti tipici e a com-prendere i concetti di stagionalità, rispetto dell’am-biente e corretta alimentazione. Poi, ancora, "Misurala tua impronta", un laboratorio pratico e un mix digiochi per misurare l’impatto ambientale dei nostrigesti quotidiani e apprendere giocando, informazionisul consumo consapevole, produzione energetica, ge-stione dei rifiuti, rapporto tra tecnologie ed ambiente;"Agricoltura e Turismo", un percorso didattico teorico– pratico dedicato alle scuole secondarie su temicome l’agricoltura, il turismo e la valorizzazione deiprodotti enogastronomici; e infine il “Laboratorio difilosofia e musica nella natura” con la volpe Sophiache guida gli alunni in laboratori di creazione di fa-vole, canzoni e passeggiate filosofiche. Per le coppie,i gruppi e le famiglie è disponibile un ampia area dapic-nic, dove gli adulti possono rilassarsi sul prato,sull’ amaca o in giro per l’orto, e i più piccoli giocaree partecipare alle iniziative organizzate proprio perloro: caccia al tesoro naturalistica, “chef in erba”, “fi-losofia for kids”, “orto in cassetta” e tante altre an-cora. All’ ingresso è fornito un cestino da pic-nic checontiene posate, tovagliolini, piatti, bicchieri, tutto inmateriale biodegradabile. La coltura dell’area è pienamente ortofrutticola e ri-spetta il calendario naturale delle piante curando lestesse senza l’ utilizzo di prodotti chimici o derivati,ma utilizzando solo metodi naturali. Secondo il ciclodelle stagioni presso il Giardino potrete trovare po-modori, patate, melanzane, zucchine, varie specialitàdi peperoni anche tipici, insalate, cipolle, cetrioli, sca-role, carote e poi la frutta, buona e gustosa come le“mele del giardino…le annurche”, le arance, i limonie le fragole. F.L.

Il Giardino dell'Orco

Nuova pubblicazione dell’Ispra

Un piccolo paradiso a pochi passi dal mare

Aprono a Chiaiano le fattorie VoDiSca

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Giulia Martelli

Da qualche tempo, oramai eper fortuna, si sono apertinuovi scenari terapeutici: inparticolare, studiosi di tutto ilmondo sono impegnati ad in-dagare il legame tra medicinae biologia marina. Per sapernedi più abbiamo posto qualchequesito alla dottoressaAdrianna Ianora, coordinatricedel Laboratorio di Ecologiafunzionale ed evolutiva dellaStazione zoologica AntonDohrn di Napoli, che si occupa,in particolar modo, di effet-tuare test sulle microalghe pro-venienti dal Golfo di Napoli alfine di individuare nuovi com-posti bioattivi che saranno poiimpiegati nella creazione dinuovi farmaci. La scienziata ciha accolto in questo autenticogioiello architettonico a duepassi dal mare, unico nel suogenere perché oltre al centro diricerca, ospita anche il primoacquario d’Italia. I laboratori,siti in un’ala dell’edificio at-tualmente in fase di ristruttu-razione, brulicano di studenti,ricercatori e studiosi intenti adesplorare i campi della biologiae dell’ oceanografia, in manierainterdisciplinare negli specificicampi della biochimica, biolo-gia molecolare e cellulare, neu-robiologia e neurofisiologia. Dottoressa Ianora, perchési pensa che il mare possafornire la “base” adatta perla creazione e la sperimen-tazione di nuovi farmaci?

“Tradizionalmente la medicinasi è sempre basata su compostidi origine terrestre. Solo nel do-poguerra ci si è resi conto che ilmare offriva un forte poten-ziale, questo perché in esso c’èun’altissima biodiversità deri-vante da un ambiente moltoparticolare: freddo, poco illumi-nato, questa alta biodiversità sitraduce in alta diversità chi-mica. Negli organismi delmare si trovano sintetizzaticomposti complessi quasi irrea-lizzabili nei laboratori chimici,alcuni di essi, privi di armi of-fensive o autodifese corazzate,infatti, per difendersi dai pre-datori hanno fatto ricorso allachimica, producendo sostanzeestremamente valide”.Quali sono i progetti di“drug-discovery” da so-stanze marine in cui la Sta-zione Zoologica AntonDohrn è coinvolta?“Attualmente siamo coinvolti

in tre progetti Pon e nel pro-getto europeo PharmaSea. Iprogetti Pon, in collaborazionecon note aziende farmaceutichee il consorzio Biogem (con sedein provincia di Avellino),hanno lo scopo di indagare icomposti marini per sperimen-tare ed eventualmente commer-cializzare adiuvanti pervaccini, farmaci antinfiamma-tori e analgesici e farmaci anti-tumorali. PharmaSea, invece, èun progetto quadriennale cheriunisce ricercatori europei pro-venienti da Italia, Gran Breta-gna, Belgio, Norvegia, Spagna,Irlanda, Germania, Svizzera eDanimarca che ha lo scopo dimigliorare qualità, volume evalore degli agenti attivi sco-perti nell’ambiente marino e in-crementare la velocità con cuipossono essere portati sul mer-cato indirizzando e miglio-rando il processo dal momentodella scoperta all’isolamento

del composto, alla sperimenta-zione su cavie fino ad arrivareai test sugli umani. Prodotti fi-nali di questo progetto sono so-prattutto nuovi antibiotici (dicui c’è una grande urgenza) ecomposti per trattare malattieneurodegenerative come ilmorbo di Alzheimer”. Lei e il suo team vi distin-guete per lo studio dellemicroalghe da cui sembrasia possibile ricavare unatossina contro i tumori, diquali specie di alghe par-liamo e dove è possibile re-perirle? “Qui alla Stazione zoologica,grazie all’utilizzo dei bio-reat-tori (che tramite il processo difotosintesi convertono la CO2in biomassa e ossigeno conl'uso di luce e nutrienti), è stataavviata una coltivazione mas-siva di microalghe, Diatomeenello specifico, che presto fini-ranno nelle mani dei tecnici digrandi case farmaceutiche e di-venteranno medicinali ingrado di migliorare la qualitàdella vita e curare terribili ma-lattie; in particolare i test chestiamo effettuando riguardanole cellule di un carcinoma pol-monare molto resistente. I ri-sultati? Sono sorprendenti.Osservandole al microscopio, lecellule cancerogene appaionoquasi tutte morte. La sfida ètrovare le molecole giuste perattaccare il bersaglio con preci-sione. Questo è uno degliaspetti più importanti del no-stro lavoro, per molti versisiamo già nel futuro della me-dicina. La cosa incredibile è chenon abbiamo bisogno di arri-vare nel cuore dell'Oceano Pa-cifico, ci basta fare due passi daquesta struttura al mare diMergellina per trovare le mole-cole che poi costituiranno la

base della nostra coltivazionein laboratorio, perché il marepartenopeo, nonostante le tantecritiche, è uno dei più ricchi intema di biodiversità. Una rac-colta per così dire eco-friendly”. Attualmente esistono già incommercio medicinali anti-tumorali derivati da orga-nismi marini. Quali sono lemaggiori difficoltà che lecase farmaceutiche incon-trano nell’immissione sulmercato di tali composti?“Sì, attualmente è possibile tro-vare in commercio tre medici-nali antitumorali estratti peròda macrorganismi (spugne, tu-nicati marini) e provenienti damari stranieri. La sfida dellaStazione zoologica è invecequella di utilizzare innanzi-tutto microrganismi e soprat-tutto autoctoni, così dabypassare uno dei problemimaggiori che è quello dell’ac-cesso alle risorse genetiche e laripartizione dei benefici (econo-mici) derivanti dalla loro uti-lizzazione (benefit sharing).Tra gli interrogativi sollevatic’è quello della necessità delconsenso da parte del paesed’origine per utilizzare una de-terminata pianta nella ricercafarmaceutica. Questo, unitoalla lunga durata delle fasi cli-niche nella sperimentazione ealla difficoltà di creare bio-massa ha fatto sì che prima chele molecole estratte dalle alghepossano arrivare in commerciosotto forma di medicinali ser-vano diversi anni. Nonostanteciò, già da ora si può però affer-mare che proprio a Napoli, e inparticolare alla stazioneDohrn, si stanno gettando lebasi di nuovi scenari terapeu-tici, cure che un giorno nontroppo lontano salveranno lavita a migliaia di malati”.

Dal fondo del mare una miniera di nuovi farmaciIntervista alla Dr.ssa Adrianna Ianora della Stazione zoologica Anton Dohrn

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E in principio...luce fu!Anna Paparo

Può splendere il sole in una stanzapriva di finestre?!? Di impatto, si ri-sponderebbe ovviamente di no; ma daoggi è possibile dare a questo interro-gativo una risposta affermativa. E’ nata, infatti, una finestra hi-techche, grazie all'uso di Led e nanotecno-logie, riproduce gli effetti fisici e otticidella luce naturale, simulando la dif-fusione e la trasmissione dei raggi so-lari attraverso l'atmosfera. Un innovativo sistema di illumina-zione per interni, il CoeLux, che imitaalla perfezione i raggi del sole in uncielo terso, è stato presentato a“Light+Building”, la fiera dedicata al-l’architettura della luce, in pro-gramma a Francoforte, e vanta unpadre italiano, il professor Paolo DiTrapani, docente di fisica presso il Di-partimento di Scienze ed Alta Tecno-logia dell’Università dell’Insubria aComo. Finanziato dall'Unione europea con2,5 milioni di euro, integra la tecnolo-gia Led a risparmio energetico di ul-tima generazione con un sofisticatosistema ottico che impiega materialinano strutturati. Prendendo spuntodal libro “Light and Color in the Out-door”, un classico pubblicato nel 1937dall’astronomo olandese Marcel Min-naert, in cui si rivelano i segretiscientifici che ci sono dietro fenomeniottici, come la sovrapposizione di

ombre, gli arcobaleni, le albe e i tra-monti eccetera, il Professor Di Tra-pani ha sperimentato per oltre diecianni la possibilità di imitare, attra-verso la tecnologia, la luce naturale ei fenomeni luminosi, mettendo apunto questa finta apertura nel sof-fitto che proietta all’interno una luceche imita alla perfezione i raggi delsole irradiati attraverso un cieloterso. Inoltre, l’illusione di trovarsi all’ariaaperta è resa possibile dall’utilizzo diLed di ultima generazione, in gradodi riprodurre lo spettro della luce so-lare, ma anche da sistemi ottici ca-paci di direzionarne i raggi e dinanotecnologie con cui è possibile ri-produrre quel particolare fenomenoche è la diffusione delle onde lumi-nose. Saranno a breve possibili le prime ap-plicazioni sperimentali: l’illumina-zione di spazi chiusi in cui sonocoinvolti vari partner tra cui la Me-tropolitana Milanese. CoeLux propone agli utenti la possi-bilità di intervenire artificialmentesull’effetto luminoso, con alcune sce-nografie predeterminate, in cui laluce entra nella stanza a trenta, qua-rantacinque o sessante gradi, a se-conda se si desideri avere l’illusionedi trovarsi nei Paesi nordici, nel Me-diterraneo oppure ai Tropici. Quale modo migliore per illuminarsid’immenso?

Un innovativo sistema di illuminazione per interni senza finestre

Conto alla rovescia ultimato. Loscorso 3 aprile, la prima sentinellaeuropea del clima, “Sentinel 1A”, haspiccato il volo dalla base di Kourou(Guyana francese). L’orologio se-gnava le 23:02, ora italiana, quandoun lanciatore Soyouz l’ha portata inorbita. Così debutta Copernicus, ilpiù grande programma di sorve-glianza ambientale mai varato inEuropa, grazie alla collaborazionefra Agenzia Spaziale Europea (Esa)e Commissione Ue, che nei prossimianni prevede il lancio di una costel-lazione di “sentinelle” per sorve-gliare il nostro pianeta. Come ha bensottolineato Massimo Di Lazzaro, ilvicepresidente esecutivo dell'unità diOsservazione, Esplorazione e Navi-gazione della Thales Alenia SpaceItalia (Thales-Finmeccanica),l'azienda che ha costruito e integratoil satellite, l’obiettivo di Sentinel 1Aè quello di fornire la mappa della su-

perficie terrestre, partendo dalle fo-reste arrivando alle acque interne,all'uso del suolo nell'agricoltura e,inoltre, altro scopo è quello di con-trollare i movimenti del suolo e va-lutare il rischio di frane, fornendo idati di supporto per missioni umani-tarie, sicurezza dei mari e sorve-glianza delle coste, oltre adosservare le aree polari. Operandoprincipalmente in due modalità In-terferometric Wide Swath e Wave, lanostra sentinella effettuerà il moni-toraggio continuo ed ininterrotto inqualunque condizione meteorologicae di illuminazione solare della terrae del mare. E tutti i dati, raccolti inorbita, saranno ricevuti, archiviati edistribuiti dai centri del CoreGround Segment di Copernicus, trai quali c’è il Centro Spaziale di Ma-tera, dove ha sede la componenteitaliana del sistema di terra Coper-nicus, l'Italian Collaborative Ground

Segment, che provvederà al loro smi-stamento verso i vari utenti nazio-nali istituzionali, industriali escientifici. La Sentinel 1A è, infine,la primogenita della famiglia dei sa-telliti Copernicus, che intende for-nire all'Europa un accesso continuo,indipendente e affidabile a dati e in-formazioni di Osservazione dellaTerra utili per la gestione dell'am-biente e la sicurezza del cittadino, asupporto delle politiche ambientalipubbliche europee. Ci troviamo difronte ad una missione “made inItaly”. Basti pensare che il satelliteè stato realizzato e integrato aRoma, mentre le tecnologie elettro-niche e l’antenna sono state realiz-zate negli stabilimenti de L’Aquila eMilano, e che i test di verifica sonostati completati nelle camere aRoma e Cannes. Insomma un orgo-glio tutto italiano.

A.P.

LANCIO DELLA PRIMA SENTINELLA DEL CLIMA

Il 3 aprile ha debuttato Copernicus con il lancio della “Sentinel 1A”

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Elvira Tortoriello

A 5 anni dalla terribile scossache devastò la città dell’Aquilail 6 aprile del 2009, il capoluogoabruzzese è stato spesso consi-derato come l’ultima vergognaitaliana simbolo della cattivacoscienza del nostro paese. Cer-tamente L’Aquila vive ancora leconseguenze del sisma ma lad-dove manca l’iniziativa pubblicaecco subentrare l’iniziativa pri-vata, particolarmente interes-sante perché organizzata da ungruppo di ragazzi: studenti edex studenti dell’UniversitàAbruzzese, i quali, grazie all’azione, all’ ottimismo ed allacreatività, stanno cercando didare un contributo positivo nelcontesto terremotato, operandoin un ambito sociale ancoraframmentato e sofferente,

dando vita all’associazione VI-VIAMOLAq. Tutto nasce dall’osservazionediretta dei cambiamenti impo-sti al territorio dal terremotoche lo ha modificato e alteratovelocemente. Contemporaneamente nasce ildesiderio di attivare il processodi riappropriazione dell’identitàlocale, andata persa quando larisposta all’esigenza abitativaha squartato la città deL’Aquila e dei centri limitrofi inconcomitanza con il trasferi-mento delle famiglie nei 19 Pro-getti C.A.S.E. (ComplessiAntisismici Sostenibili ed Eco-compatibili) e nei M.A.P. (mo-duli abitativi provvisori),dislocati nelle aree suburbane.I ragazzi dell’associazionehanno iniziato a raccogliere in-formazioni, attraverso indagini

“porta a porta”, confrontandosidirettamente con le persone deinuclei abitativi per capire qualefosse la loro qualità di vita at-tuale e quali le loro esigenze edaspettative. L’analisi condottaha rivelato la carenza di spazidi aggregazione e di ritrovo so-ciale, perciò la fase successiva

ha cercato di dare una soluzionea questa necessità. Pratica-mente il progetto consiste nellarealizzazione di un elemento, ”a nastro”, che opportunamentearticolato svolge più funzioni:panchina, piano di appoggio,portale di ingresso e infine re-cinzione dell’area di gioco. Un

unico elemento fluido e coloratoche vivacizza un’area a rischiodi degrado e trasforma uno spa-zio privo di funzione. I concetticardine del progetto sono il rici-clo e il l’uso di materiali poveri:listelli di legno provenienti daipallet e tubi innocenti recupe-rati dai ponteggi impiegati neipuntellamenti degli edifici.Questi materiali sono stati as-semblati secondo schemi modu-lari organizzati in base allafunzione . Il progetto, semplicema versatile, ha rappresentatoun esempio di architettura par-tecipata e di autocostruzione,nato da un coinvolgimento realedella popolazione che haespresso le problematiche e conla realizzazione del nastro le haviste risolte . Importante ancheda sottolineare il costo 3.800euro!!

Antonio Palumbo

Nell’ambito della valorizzazionedegli ambienti naturali l’archi-tetto paesaggista francese Ber-nard Lassus rappresenta unodei maggiori riferimenti a ca-rattere mondiale. Le teorie diLassus sulla “mimetizzazionepaesaggistica” degli elementi,basate sul concetto-cardine chela percezione fisica degli oggetticambia con il variare dei colorie della luce, sono alla base deisuoi interventi sul paesaggio.Contro ogni forma di camou-flage e di naturalizzazione, con-tro ogni formalismoingiustificato e seriale, gli inter-venti di Lassus richiedono prio-ritariamente uno studioattento, profondo e sensibile deiluoghi, dove coesistono proble-matiche complesse nonché con-traddittorie, riferite alle diversedomande multiculturali a cuil’aménagement paysager èchiamato a rispondere. Com-pito del paesaggista è riuscire adistricarsi in tale complessità,fungendo da mediatore e inter-prete tra lo Stato, le società diingegneria e le comunità locali,risolvendo conflitti politici, so-ciali, culturali, negoziando solu-zioni, arrivando a compromessiche soddisfino al meglio richie-

ste e aspettative e che rispon-dano nel contempo ad esigenzesimboliche e pratico-funzionali.Il paesaggista deve dunqueavere una conoscenza realedell’essenza e della specificitàdei luoghi, della loro stratifica-zione e dei loro principali valorisimbolici: una conoscenza chenon può prescindere dalla con-certazione. Ed è proprio questa conoscenzache consente di individuarequei valori paesaggistici collet-tivamente riconosciuti su cui sideve concentrare il progetto dipaesaggio. I movimenti di terra innanzi-tutto e le masse arboree in se-condo luogo costituiscono lamateria prima dell’aménage-ment paysager. La terra vienemodellata, plasmata, interval-lata seguendo dei precisi ed op-portuni meccanismi plastici evisivo-percettivi. Ecco che le vi-suali si aprono e si chiudono, glielementi rappresentativi delluogo appaiono e scompaiono, lefrazioni di paesaggio si alter-nano alle viste panoramiche. Lostesso avviene con le compo-nenti vegetali che delimitano eorientano i coni visivi, nascon-dendo o mettendo in valore glielementi paesaggistici.Prendiamo, ad esempio, l’espe-

rienza di Lassus per le auto-strade francesi, che può testi-moniare nel modo migliore ilsuo approccio “sensibile” al pae-saggio. Tutti i progetti d’aména-gement paysager autoroutier diBernard Lassus (i primi risal-gono alla fine degli anni Ot-tanta), fino al più recente lungola A19, si contraddistinguonoper un metodo di approccio alpaesaggio totalmente innova-tivo, che rovescia i tradizionalicriteri di analisi e di intervento,introducendo nuovi valori e fi-

nalità. L’autostrada non è più un taglionel territorio, una frattura, unaferita da ricucire o da nascon-dere: «L’autostrada, al contrario- spiega Lassus - diventa un’oc-casione importante ed unica perscoprire nuove realtà paesaggi-stiche, naturali e, ugualmente,sociali e culturali, un modo perriuscire a valorizzare e a salva-guardare luoghi che altrimentirimarrebbero sconosciuti o ab-bandonati. L’autostrada non“attraversa” ma “passa” nei di-

versi luoghi e consente così dicollegare il globale con il locale,progettando nuovi paesaggi, ac-coglienti e gradevoli per l'uomo,per la vista e per lo spirito». Così, come ogni luogo ha unasua specificità dominante, chemuta a seconda degli elementinaturali presenti e delle realtàsociali che vi gravitano, ognitracciato autostradale costitui-sce, per Lassus, un’opera unica,studiata opportunamente casoper caso ed affrontata con “sen-timento paesaggistico”.

L’architettura del paesaggio secondo Bernard LassusLa terra viene modellata, plasmata secondo precisi meccanismi plastici

Nasce l’associazione VIVIAMOLAqUn nuovo modo di riappropriazione del territorio aquilano post-terremoto

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Alessia Esposito

Presentato il primo portalesull’educazione alimentare perragazzi. Il progetto è nato dallacollaborazione tra la Fonda-zione Italiana per l'EducazioneAlimentare (Fei) - la cui mis-sion è “valorizzare le potenzia-lità e i contributi dei diversisoggetti impegnati sul temadell'educazione alimentare” - eAbbott, multinazionale cheopera nel campo della salute.La piattaforma si inserisce tragli interventi di responsabilitàsociale 2014 dell’azienda.L’iniziativa ha nome “Nutri-zione: prendiamoci gusto!” ed èuno strumento didattico pen-sato appositamente per i ra-gazzi compresi nella fasciad’età tra gli 11 e i 14 anni.L’obiettivo è aiutarli a cono-scere l’importanza di un’ali-mentazione corretta così damantenersi in salute fin da pic-coli. Il problema del sovrappesoo dell’obesità colpisce infatticirca il 32.8% dei bambini ita-liani tra gli 8 e i 9 anni, il 20.9%di quelli fra i 10 e i 15 e il 41.9%degli adulti, con gravi ripercus-sioni sull’intero organismo.Giorgio Donegani, presidenteFei, afferma: "Educare è moltopiù che informare, perché signi-fica fornire motivazione e stru-menti per modificare le proprieabitudini". “Nutrizione: pren-diamoci gusto!” è un compendiodi schede didattiche, test di au-tovalutazione e gioco. Sì, perchéoltre a essere una vera enciclo-pedia digitale del mangiarsano, il programma "parla airagazzi utilizzando il loro lin-guaggio e incentivando il loroprotagonismo per imparare di-vertendosi a gestire le propriescelte di benessere", così comeaggiunge il presidente Done-gani. Il gioco in questione è unvideogioco di edutainment dalnome “Hungry Kids”.Stefano Zangara, di Abbott Ita-lia, commenta: "Abbiamo avutol'idea del videogioco HungryKids, sviluppato in collabora-zione con Fei e N3, per offrireun programma innovativo e sti-molante al fine di educare gliadolescenti e non solo alla cul-tura della corretta nutrizione".Il percorso parte da un test ini-ziale per poi continuare in unaserie di moduli interconnessitra loro che possono essere se-guiti in maniera diversa da

ogni ragazzo, assecondando ilprocesso personale di crescita eapprendimento. Le tre macroa-ree sono: “mangiare e nutrirsi”,“conoscere gli alimenti” e “lagiornata alimentare”. Inoltre, la sezione “arte e cibo”contribuirà a dare al percorsodi apprendimento un’accezionemultidisciplinare. A concludereci sarà un test di autovaluta-zione. Con dieci domande a ri-sposta chiusa, si potràverificare l’apprendimento econtrollare la differenza di co-noscenze sulla corretta alimen-tazione rispetto all’inizio delpercorso. Il punto di forza delprogetto è che si rivolge diretta-mente ai ragazzi in prima per-sona, con parole semplici echiare, così come le indicazioniper muoversi tra i moduli. Nonsi tratta di “studiare”, ma discoprire facendo.

Un’occasione per i genitori diessere supportati in un per-corso formativo fondamentaleper la salute dei propri figli.Si può ipotizzare un utilizzoanche scolastico della piatta-forma, con attività didattiche inaula (la piattaforma è fatta peressere utilizzata anche ingruppo). Non meno che l’educa-zione civica, quella alimentareè una materia troppo spessomarginale, ma importantis-sima per un corretto sviluppopsico-fisico dei ragazzi. “Nutrizione: prendiamoci gusto!”è compatibile su tutti i disposi-tivi digitali fissi e mobili, inmodo che utilizzarlo sarà dav-vero… a prova di bambino. Sipotrà imparare a mangiar sanoda ogni computer e da ognismartphone o tablet. Film, en-ciclopedia, immagini, schede,gioco… Non resta che iniziare.

Nutrizione: prendiamoci gusto!

I disturbi dell’alimentazionesono, ancora oggi, una piaga so-ciale fortemente radicata nelleragazze in età adolescenziale.Accanto a queste patologie, dicui sentiamo spesso parlare daimedia – talvolta attraverso rac-conti di storie reali dall’epilogoamaro – si sta diffondendo amacchia di leopardo una nuovapreoccupante moda tra i coeta-nei maschi. La vigoressia o piùcomunemente il complesso diAdone, ragazzi ossessionati dalpeso, cura maniacale per ilcorpo, assunzione di steroidi ediete ferree per scolpire e defi-nire i muscoli: sono alcuni deglielementi che caratterizzano unvigoressico. Lo rivela uno studioeffettuato dal Children’s hospi-tal di Boston. Circa il 18% deiteenager americani è smisurata-

mente preoccupato per il proprioaspetto fisico. Veri e propri bi-lancia-dipendenti, sono mag-giormente esposti a depressione,anoressia e bulimia nervosa. Ecome ogni moda che si rispetti,l’imitazione è dietro l’angolo.Anche nel nostro paese questofenomeno è in crescita. Circa il10% dei ragazzi presenta alcunedelle caratteristiche sopraelen-

cate. Contrariamente all’anores-sia nervosa, siamo in presenzadi individui muscolarmenteipertrofici, tutt’altro che magried emaciati. La percezione di-storta del proprio corpo li inducea vedersi poco tonici e, pertanto,dedicano gran parte della gior-nata in palestra. E, raggiuntibuoni risultati, sottopongono sestessi a estenuanti ore di duro

allenamento per mantenere lostatus quo. Il vigoressico valutail proprio modus vivendi, la solastrategia valida per prendersicura di sé, considerando gli altriinadeguati o, addirittura, irri-spettosi del proprio corpo. Que-ste considerazioni inducono adun stato di isolamento, entro cuisi tende a frequentare ed emu-lare solo coloro che adottano ilmedesimo stile di vita. Ovvia-mente per effettuare una dia-gnosi bisogna far attenzioneanche ad altre variabili, quali:un’attenzione maniacale all’ali-mentazione – caratterizzata daun’abolizione di carboidrati edun eccessivo apporto proteico – eal continuo monitoraggio dellamassa muscolare, e la manife-stazione di stati di ansia circa irisultati disattesi. F.C.

Vigoressia: quando il fitness diventa patologia Comunemente il “complesso di Adone”

Salvatore Allinoro

Il mate, detto anche tè paraguaiense, è l'infusione preparata conle foglie verdi o tostate di un agrifoglio, Ilexparaguayensis, checresce spontaneo in Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Inalcuni di questi Paesi l'infuso è conosciuto con il nome di yerbamate e rappresenta la bibita coloniale tradizionale per eccellenza.A Napoli ne esiste un solo esemplare custodito nei giardini delReal Orto Botanico. Per raccoglierne le foglie bisogna farsi auto-rizzare dal direttore e farsi aiutare dai giardinieri. Insieme acaffè, tè e cacao, il mate è una delle fonti naturali più importantidi caffeina. Grazie all'abbondante presenza di questa sostanza,l'infuso viene tradizionalmente consumato come tonificante e rie-quilibrante; nella medicina popolare locale trova impiego anchenella cura del mal di testa, dei problemi digestivi, dei reumatismie dell'obesità . Il contenuto in caffeina si aggira intono allo 0,5-1,5%, anche se soltanto una piccola percentuale viene estrattadurante la preparazione della bevanda. Nell'infuso il contenutomedio di caffeina è circa la metà di quello presente in un'analogaquantità di caffè. Il mate è inoltre una buona fonte di vitaminaC ed è ricco di proteine (12%), polifenoli (2%) e minerali come cal-cio, fosforo e ferro (6%). Per tutti questi motivi il prodotto essic-cato, polverizzato o meno, viene consigliato agli sportivi e comecoadiuvante nelle diete dimagranti. Come per il tè, anche nel-l'erba mate la caffeina è concentrata soprattutto nelle fogliolinegiovani, non ancora dischiuse. L'assunzione eccessiva di erbamate è controindicata per chi soffre di ipertensione, diabete, ul-cere e altri disturbi. È giunto agli onori della cronaca in questimesi grazie a Papa Francesco, suo grande estimatore come tan-tissimi sudamericani. Si beve da un recipiente detto “porongo”,realizzato a partire da una zucca e viene sorbito attraverso unaspeciale cannuccia che prende il nome di “bombilla”. Le foglie ri-lasciano un liquido rossastro, quando vengono ribollite assumonoun caratteristico colore giallo.

Mate: la bevanda preferita in Sud America

Nasce un portale didattico per insegnare ai ragazzi a mangiare sano

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I SOLFITI: QUANDO L’APPARENZA INGANNA!Causano il depauperamento del cibo dal punto di vista nutrizionale distruggendo alcune vitamine

Daniela Bove

I solfiti, utilizzati fin dall'antichità daEgizi e Romani come antisettici e an-tiossidanti in numerosi cibi, compresoil vino, sono additivi ad azione antimi-crobica ed antiossidante.Vengono largamente utilizzati in moltiprodotti quali:• Carne, pesce, ed alimenti ad altocontenuto proteico;• Frutta e derivati;• Bevande.Caratteristiche chimiche dei sol-fitiSi utilizza la semplificazione “SO2” perdesignare le diverse forme del biossidodi zolfo, in passato chiamata anidridesolforosa. I solfiti possono trovarsi neicibi in varie forme tra cui :Anidride solforosa (E220)Bisolfito di potassio (E224)Bisolfito di sodio (E222)Perché sono dannosi?I solfiti hanno effetti dannosi sia per-ché causano il depauperamento delcibo dal punto di vista nutrizionale di-struggendo alcune vitamine, come lavitamina B1, B12 e la tiamina, sia per-chè appesantiscono il nostro sistemadetossificante causando reazioni aller-giche quali eczemi, orticaria, dissente-ria,asma. Più in particolare, il meccanismo di

azione può così essere sintetizzato:• agiscono mantenendo una bassa ten-sione di ossigeno (inibizione di germiaerobi);• inattivano i loro enzimi attraversoun’azione riducente;• interferiscono con il metabolismo di

diverse vitamine essenziali per lo svi-luppo batterico. Negli alimenti vengono utilizzati oltreche per il loro effetto antimicrobico eantiossidante anche perché preven-gono nei crostacei l’alterazione cono-sciuta come “annerimento o melanosio black spot” in quanto inibitori com-petitivi specifici della polifenolossidasicioè di quel gruppo enzimatico che tra-sforma la tirosina in pigmenti mela-nici. Quindi, sono in grado dimantenere più a lungo il colore origi-nario negli alimenti, rendendoli piùinvitanti e dando l’impressione chesiano più freschi.Altri prodotti in cui sono presenti

i solfitiPane, biscotti, frutta secca, vino, birra,succhi di frutta, sciroppi, crostacei, sal-sicce, molluschi, uve da tavola (trat-tamento post raccolta), conserve dipomodoro, caramelle e merendine con-fezionate. Anche il vino è sul bancodegli imputati, essendo consideratouno dei prodotti in cui i solfiti sono piùpresenti, sia naturalmente per viadella naturale fermentazione alcoolicasia perchè possono essere aggiuntisotto forma di anidride solforosa invarie fasi della vinificazione Additivi e allergie o intolleranzealimentariI solfiti sono inclusi nella normativa

sugli allergeni alimentari, cioè di que-gli ingredienti e altre sostanze ingrado di provocare un’ipersensibilità.La normativa italiana, con il D.Lgs.114/2006, modifica del D.Lgs. 109/92,ha recepito la Direttiva 2003/89/CE,detta la Direttiva allergeni, entrata invigore il 25 novembre 2003. Questa ob-bliga i produttori del settore alimen-tare a presentare in etichetta tutti iprodotti allergeni (e tossici), tra cuil’anidride solforosa e i suoi derivati(formula chimica SO� internazional-mente siglati con E220 a E228). Lanormativa prevede che vengano ripor-tati i solfiti in concentrazioni superioria 10mg/l o 10mg/kg.

INTOLLERANZE AMBIENTALI, NUOVE RICERCHEBrunella Mercadante

Oltre alle già individuate e piùnote intolleranze ambientaliMCS Multiple Chemical Sensi-tivity Syndrome, Sick HouseSyndrome e Sick Building Syn-drome, ( v. n° 2 del 31/01/2014)recentemente sono state accer-tate nuove malattie ambien-tali: elettrosensibilità,sindrome da fatica cronica, en-cefalopatia tossica, sindromedel mercurio dentale e fibro-mialgia, tutte emergenze sani-tarie multisistemiche legate aesposizioni chimiche a bassedosi e largamente diffuse neipaesi industrializzati. Spessotali patologie non vengono dia-gnosticate immediatamenteperché le informazioni al ri-guardo continuano ad essere

poco diffuse, benché l'OMS leclassifichi come gravi malattieorganiche. Tali malattie, peral-tro, sono poste in stretta corre-lazione con i cambiamentiambientali e con i mutati stilidi vita delle società cosiddettesviluppate. Tali modificazioni

hanno inevitabilmente causatoconseguenze fisiche su molticittadini, in particolare l'inqui-namento atmosferico è causa disindromi e malattie che si defi-niscono nuove, che riguardanouna platea crescente di per-sone, ma che sono ancora sotto-valutate, mentre sarebbenecessario investire in ricerca ein cure tese a alleviare e daresperanza a tante persone cheattualmente combattono unadifficile battaglia contro il do-lore. Alcune di queste malattiesono rintracciabili nell'elencodelle malattie rare dell' OMS,altre classificazioni unificanocasi di intolleranza vera a de-terminati composti o sostanzea quelli di intolleranza svilup-pata su base traumatica o psi-cologica. C'é da rilevare che

molto spesso una persona chepercepisce di essere diventataipersensibile a cibi, detersivi,detergenti, il cui solo odore ominimo contatto provoca sin-tomi di intolleranza e conse-guenti disturbi, con frequenzaaccompagna a tale sintomato-logia una terribile ansia. Aquesto punto si inizia un iterdiagnostico terapeutico chevede coinvolti vari specialisti,molto spesso senza ottenere be-nefici e senza riuscire a capirel'origine di tali disturbi. Leanalisi del sangue in generepresentano valori in range enon vengono rilevate tracce direazioni allergiche a polveri,acari, folmaldeide o altri conta-minanti degli ambienti dome-stici. Talvolta si rilevano segniquali lievi flogosi del naso e

della faringe, alterazioni del-l'equilibrio con movimenti sac-cadici degli occhi (rapidissimimovimenti oculari di assesta-mento della visione), che pos-sono associarsi a disturbidell'apparato vestibolare si-tuato nell'orecchio e responsa-bile del senso dell'equilibrio. Itest psicologici spesso rilevanola presenza di una notevoleansia sia di stato ( legata allecondizioni psicologiche del mo-mento, giacché la mancanza dicomprensione del proprio statoaccresce il sintomo psichicopeggiorando i sintomi generali)che di tratto (come caratteri-stica temperamentale di basedel soggetto) per cui il si vieneetichettati come portatori di di-sturbi di ansia libera e somatiz-zata e affidati agli psichiatri.

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

L’uso della carta venne impor-tato ad Amalfi dagli Arabi.Continuando una tradizioneantica di quasi sette secoli,delle duecento cartiere pre-senti nel Regno nel 1848 ses-santa si potevano contare neicomuni della costiera. Amalfipoteva considerarsi il centrodell'attività delle cartieremeridionali: ancora nel 1815,in occasione dell' EsposizioneNazionale dell'Industria Ma-nifatturiera, la migliorecarta "si era avuta d'Ama-truda d'Amalfi e da Forte diVietri". La carta in questione,filigranata e morbida, era uti-lizzata per gli atti giudiziari

e pubblici al posto delle per-gamene; nel 1858 fu concessaai suoi produttori anche unaprivativa per la sua pro-prietà di non lasciare scolorirel'inchiostro. La produzionevariava da queste carta pre-giata detta "di bambace"contenente un terzo di cotonenelle fibre a quella "distrazzo" o "straccia" o "empo-rica" di cui si faceva largoconsumo tra i commercianti(pescivendoli, fruttivendoli osalumieri) per avvolgere iloro prodotti negli antichi"cuoppi" (contenitori di formaconica ottenuti avvolgendo lacarta su se stessa). Senz’altrotra le più produttive le car-tiere del Fibreno in Terra diLavoro, di proprietà del conte

Lefebvre, "le prime di questeprovince meridionali e forsed'Italia per qualità e quan-tità di prodotti che offrono alcommercio interno edesterno, per la vastità dell'in-trapresa, per le grandi mac-chine che danno carte senzafine, bianche, nonché di co-lori, cartoni, carte di paratiper ornamento sul gusto diFrancia, che danno ogni anno1.130.000 metri di carte diffe-renti [...] e che alimentanocirca 500 individui di diversaetà e sesso". Quella del Fi-breno era l’unica cartiera inItalia ad usare una nuovamacchina detta “senza fine”.Situata tra due fiumi, il Liri eil Fibreno, essa utilizzava leacque e i boschi vicini costi-tuendo un vero e proprio com-plesso industriale che siinseriva in maniera armo-niosa nel contesto paesaggi-stico. “In tutta quella beataregione, le copiose opere dimanifatture assicuravano unagiato vivere ad ogni personache aveva braccia e voglia dilavorare: sulla pubblica via dicontinuo si osservavano ope-rai di ogni specie, di ogni sessoed età che si recano ove sonorichiesti. La vita attiva ed in-dustriosa lì era abituale intutte le classi”. Strettamente collegate aquelle della carta erano le"industrie" dei libri, le tipo-grafie: oltre 400 i titoli pubbli-cati annualmente (un veroprimato nell’Italia del tempo),

2500 circa gli addetti (120 lestamperie attive solo a Na-poli nel 1833); la qualità deiprodotti era buona per l'im-paginazione, per le incisioni,la legatura e la carta utiliz-zata. Famose la "Reale Stam-peria", la "Reale TipografiaMilitare", la tipografia delTramater; il "Reale OfficioTipografico" produceva eccel-lenti carte geografiche e to-pografiche. Le litografie,soprattutto quelle del Cucci-nelli e del Bianchi, erano al-

l’avanguardia e i disegni delViaggio pittorico delle Due Si-cilie ne erano un’efficace di-mostrazione. La diffusione di gouaches cheriproducevano i paesaggi delRegno o usi e costumi popolariindusse Ferdinando IV acreare una sorta di brevettoper la vendita diretta soprat-tutto agli stranieri. E' più chenota l'attuale crisi dell'edito-ria meridionale nonostante,evidentemente, le antiche tra-dizioni.

Dagli Arabi ai Borbone: carte, libri e culturaAmalfi poteva considerarsi il centro dell'attività delle cartiere meridionali

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Il primo negozio che acquista i rifiuti differenziati

Fabiana Liguori

Campania, la Terra dei Fuo-chi, delle illegalità, delle "cat-tive abitudini". Da tanti, massmedia, operatori e semplici cit-tadini italiani e non, cono-sciuta e raccontata solo per latriste piaga dello smaltimentodell'immondizia. Ma a noi, co-muni mortali, piace "immorta-larla" nei momenti migliori,quando sono in scena inizia-tive ed azioni positive, quandoil buon esempio è il Re di que-sta meravigliosa terra! Nascea San Nicola la Strada, in pro-vincia di Caserta, il primo ne-gozio Ecoladay, che acquista irifiuti differenziati dai citta-dini. Il funzionamento dellacompravendita è molto sem-plice: ogni famiglia porta i pro-pri rifiuti puliti presso il puntovendita sito in via Bronzetti,un componente della stessaviene registrato in un sistemaautomatizzato mediante co-dice fiscale o tessera sanitaria;il materiale, poi, viene pesato,controllato e catalogato; la fa-miglia riceve un accredito ineuro in base alla quantità ealla tipologia di rifiuto confe-rito. Sul sito internetwww.ecoladay.it, gli utentipossono autonomamente e intempo reale verificare il pro-prio saldo-vendite. Il nuovo

negozio green rappresenta unconcreto e incoraggiante se-gnale di cambia- mento pertutto il territorio. Giusto pun-tare a una raccolta differen-ziata diffusa e strutturata, egiusto, ancor di più, premiarei cittadini più partecipativi emeritevoli. Questa scelta, giàampiamente diffusa in Eu-ropa, è ai nostri occhi, e nonsolo, un valido strumento per

coinvolgere e incentivare gliabitanti a differenziare. Il set-tore, infatti, nei paesi nord eu-ropei, rappresenta un vero eproprio business: esistono, in-fatti, macchinette automati-che presso le quali è possibiledepositare le bottiglie in cam-bio di 0,25 centesimi (plastica)e 0,08 per quelle in vetro; oanche punti di raccolta auto-matici dove i cittadini si re-

cano per conferire i propri ri-fiuti, in cambio di piccoli "gua-dagni". Se questo tipo di iniziativeprendesse quota in tutta laCampania, e perchè no, intutta l'Italia, probabilmente,quello che oggi sembra desti-nato ad essere solo un'utopia:un sistema di smaltimento ri-fiuti sano, supportato da unaraccolta differenziata seria e

capillare, potrebbe avere qual-che chance in più di diventarerealtà. Certo è che: le cose dafare e da migliorare son tante,ma cominciare a dare respiroalle ditte di smaltimento e mo-tivare le famiglie a collaboraredi più, sono sicuramente tas-selli fondamentali per cam-biare rotta e puntare a unfuturo diverso. Aver cura delle“cose” che si amano fa bene.

Piccoli elettrodomestici, arriva l’”uno contro zero”È stato approvato dal Consi-glio dei Ministri il decreto le-gislativo 14 marzo 2014 n. 49che recepisce la normativaeuropea Direttiva 2012/19sui RAEE. Dall’entrata in vigore delprovvedimento chi vorràsmaltire un piccolo elettrodo-mestico, come un telefoninoo una lampada, potrà por-tarlo in un grande negozio eprovvederanno i gestoridell’esercizio commerciale asmaltirlo a norma di legge.Tutto ciò sarà possibile, adifferenza del passato, anchesenza l’acquisto di un nuovoprodotto analogo. Fino a ora infatti vigeva peri rivenditori l’obbligo dell’unocontro uno. Il rivenditore dacui si acquistava, per esem-pio, un frullatore o un tablet,doveva ritirare e smaltire il

vecchio elettrodomestico chel’acquirente sostituiva. Oracon il nuovo decreto appro-vato dal Consiglio dei Mini-stri entra in vigore , invece,l’uno contro zero, la possibi-lità di conferire ai distribu-tori con una superficie divendita di almeno 400 il vec-chio elettrodomestico senzal’obbligo di comprarne unonuovo. Questo nuovo sistema do-vrebbe rendere più semplicela raccolta e il recupero deimateriali e delle apparec-chiature e molto più agevoleper i cittadini un comporta-mento ambientalmente cor-retto e virtuoso.Nel provvedimento vengono,inoltre, unificate in un unicocorpo normativo quasi tuttele disposizioni in materia diRAEE, ed introdotte anche

alcune novità. In particolare vengono pro-gressivamente estesi gli ef-fetti delle disposizioni a tuttele apparecchiature elettricheed elettroniche, e sin da su-bito ai pannelli fotovoltaici,prima non previsti. Sonostati inoltre innalzati e resipiù ambiziosi gli obiettivi diraccolta, di recupero e di ri-ciclaggio: si passa infatti daun obiettivo annuale di rac-colta stabilito in 4 chilo-grammi per abitante a duenuovi obiettivi da raggiun-gere nel 2016 e nel 2019,pari al 45% ed al 65%, calco-lato sul peso totale dei Raeeraccolti in relazione allamedia delle apparecchiatureelettriche ed elettroniche im-messe sul mercato nei treanni precedenti.

B.M.

Ha aperto i battenti in Campania “Ecoladay”

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In questa fine di aprile il calen-dario offre diverse festività,maggio arriva per regalarcibelle giornate. Come occupareil tempo libero nel migliore deimodi senza allontanarcitroppo? Scoprendo nuove bel-lezze del territorio campano. IlFondo Ambiente Italia proponele sue iniziative per questoscorcio di primavera. L’appun-

tamento, in Campania, è allaBaia di Ieranto, splendido an-golo di Massa Lubrense, luogodi incontaminata bellezza cheaffaccia sui Faraglioni diCapri. Il Fai offre diverse ini-ziative presso questo gioiellodella penisola sorrentina. Spe-ciali visite guidate sono previ-ste per il 27 aprile, mentre amaggio le date sono 1, 4, 18, 25.Sul sito www.fai.it si possonoscoprire i programmi di ognigiornata: ogni visita servirà in-fatti a scoprire un aspetto leg-gendario della baia. Si può cosìscegliere la giornata adatta, se-condo i propri interessi. La visita dura dalle 9.30 alle18 e nella pausa verrà offertoun assaggio a tema di prodottia km 0. Il 20 aprile, l’11 e il 25maggio è invece previsto il la-boratorio di riciclo creativo“Impara l’arte” abbinato a unconclusivo momento gastrono-mico con una gustosa merendamediterranea. Perfetto da spe-rimentare isieme ai bambini.Ma la magia della Baia di Ie-ranto suggerisce anche altreiniziative: il 26 aprile e poi il10, 24 e 31 maggio sarà possi-

bile scoprire i sentieri con ilBreathwalking, una tecnica direspirazione, meditazione ecamminata consapevole chepromette di ricongiungersi conse stessi e con l’ambiente. Ul-timo evento di questa prima-vera alla Baia di Ieranto è lo“yoga al tramonto”: 27 aprile,11 e 25 maggio, 1 e 15 giugnoin collaborazione con l’Associa-

zione Simbiotica, si svolge-ranno alle 17.00 per la duratadi un’ora e mezza lezioni diKundalini Yoga con NirmalNam Kaur, nella suggestivaluce del tramonto. Il ciclo di le-

zioni è basato su pratiche fisi-che, respiratorie e di medita-zione e rilassamento: ognilezione è dedicata ad un ele-mento tra acqua, aria, terra efuoco ed è diversa dalle altre.Alla fine di ognuna saranno of-ferti ai partecipanti infusi, tè etisane. Un’iniziativa per rilas-sarsi davvero e vivere un’espe-rienza davvero suggestiva

nella cornice della Baia di Ie-ranto con suoni e colori che soloil tramonto nella natura puòregalare. Tutte le informazionisu www.fai.it . A.E.

Pasqua, ponti e festività: le iniziative del FAI

Insieme alle belle giornate tor-nano i raduni di cicloamatori.Appuntamento fisso il primosabato del mese, di mattina enel pomeriggio del terzo ve-nerdì. Il corteo si snoda tra lestrade del centro, partenza dapiazza del Gesù. Il nome dellamanifestazione richiama lasua aspirazione: essere tantida fare massa critica atti-rando l’attenzione dei pas-santi e regolando la velocitàdelle automobili che seguonoin modo più o meno paziente edivertito. È una passeggiatain bicicletta tra amici, la par-ticolarità sta nei numeri: le bi-ciclette si contano a centinaia.Urlano: più bici più felici, piùbici più amici. Usano meno

gomma rispetto alle automo-bili e niente benzina.Qualche slogan: A b c cletta; ilvelocipide signori, trasmis-sione ottimale sul pedale; ac-cattateve ‘a bicicletta.Il primo degli appuntamenti siè tenuto sabato 5 aprile, l’iti-nerario ha percorso via Me-

dina, il corso Umberto I ed haraggiunto piazza Trieste eTrento per una pausa a piazzaPlebiscito. Ripartenza in dire-zione via Anticaglia per fe-steggiare con un aperitivo abase di macedonia offertonella sede della nuova cicloof-ficina “la ruota” ospitata nellestanze dell’ex asilo Filangieridi via Maffei. Gli occhi dei cu-riosi sono stati calamitatidalle biciclette a due pianirealizzate artigianalmente dairagazzi da cui di diffonde mu-sica alimentata dai sistemi so-nori ciclotrasportati. Ilpercorso di una massa criticaviene stabilito durante il tra-gitto dai partecipanti, personedi tutte le età tra cui si alter-

nano in testa al gruppo quelliche vogliono dare il contributoorganizzativo più importante.Tutti sono agghindati con fiorie nastri per aumentare il di-vertimento. Tra lo squillio deicampanelli emergono parruc-che e maschere di pulcinella,passare inosservati è impossi-bile. Migliaia di persone inter-cettate durante il girorifletteranno seriamente inmerito all’acquisto di una bici.Per rimanere aggiornati epartecipare è possibile iscri-versi alla pagina facebook “cri-tical mass napoli”, inviandouna mail ci si fa prestare unabicicletta in modo del tuttogratuito.

S.A.

Una piazza ad Aversa porterà il nome di un sovrano deiBorbone del Regno delle Due Sicilie. La toponomasticapiù inflazionata in Italia dedicata ai soliti Cavour, Ga-ribaldi, Mazzini, Vittorio Emanuele stavolta farà spazioa Francesco II, ultimo Re sul trono delle Due Sicilieprima dell’Unità d’Italia. L’area individuata per portareil nome del Sovrano borbonico sarebbe quella dinanziall’ufficio postale di Viale Europa. La proposta in talsenso è stata portata avanti dal consigliere del NuovoPsi Raffaele Marino ed è stata accolta favorevolmentedal Sindaco Sagliocco e dalla Giunta Comunale diAversa. Francesco II era figlio di Ferdinando II e dellaBeata Maria Cristina e si ritrovò sul trono poco più cheventenne a causa della prematura scomparsa del padre.Nonostante la brevissima durata del suo Regno (fu Redal 1859 al 1861), insieme alla consorte Maria Sofia diBaviera, è ricordato per numerosi interventi atti a favo-rire le industrie, lo sviluppo del commercio e delle ferro-vie, nonché per le opere di assistenza. Inoltre primadella capitolazione definitiva del Regno delle Due Sicilie,i Sovrani difesero eroicamente il trono seppur dalla for-tezza di Gaeta. Contrastanti le reazioni politiche in me-rito alla scelta di intitolare una piazza al Sovranoborbonico; il promotore dell’iniziativa Raffaele Marinosi è detto soddisfatto del placet del Sindaco e dellaGiunta Comunale in favore di una scelta utile a rivalu-tare ed a dare lustro alla storia del Sud Italia, che grazieai Sovrani Borbonici ha conosciuto uno dei periodi dimaggiore splendore nel corso dei secoli. Polemica invecela reazione dell’opposizione di Centrosinistra, secondocui tali iniziative sarebbero finalizzate esclusivamentea distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica da pro-blematiche ben più serie.

D.M.

Aversa: piazza Francesco II di Borbone

Critical mass, il giorno degli amici della bicicletta

In Campania alla riscoperta delle ricchezze del territorio

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Cristina Abbrunzo

Basta con le solite riunioni,nella vecchia e tediosa sala con-ferenze. I noiosi appuntamentiin stanze asettiche e tristi nonpiacciono ai dipendenti. Cosa nedireste, allora, se le riunionid’ufficio si spostassero all’ariaaperta? In questo periodo ditagli bisognerebbe darne unonetto alle abitudini passate: peresempio, da oggi potremmo fareun interessante e creativobrainstorming in una bella gior-nata di sole, magari pedalandonel nostro parco cittadino prefe-rito. Svolgere i consigli d'ammi-nistrazione all’aperto, facendoanche del movimento, da oggi èpossibile, grazie alla “conferencebike”, meglio nota come “CoBi”,una bizzarra bicicletta circolareper sette persone, ideata dall'ar-tista americano, ma residente inOlanda, Eric Staller, sulla qualetutti pedalano e chiacchierano.E a impatto zero.Con la sua struttura robusta dalpeso di circa 200 chilogrammi,la CoBi, profonda 2,5 metri,larga quasi 2 e alta 1,5 metri,sembra un incrocio tra una gio-strina per bambini e le biciclettea quattro ruote delle località tu-ristiche. Un nuovo modo di in-tendere la bicicletta e diconcepire l’interazione tra per-sone, forse è questo il segreto delsuccesso della Co-Bi che si stadiffondendo con un discreto con-

senso nonostante le sue formegoffe e le dimensioni non certocontenute. Attualmente oltre250 ConferenceBike possono es-sere apprezzate in più di 16Paesi di tutti il mondo, da Ber-lino, Mosca e Budapest, dove èusata per i bike tour, a SanDiego, dove è diventata unostrumento per il team-buildingaziendale, fino al Giappone e

alla Spagna, dove trasporta pas-seggeri nei parchi a tema. Tra ifelici possessori: il Cirque du So-leil, il campus di Google,l’HKNC (Helen Keller NationalCenter for Deaf-Blind Youthsand Adults), il Museo delleScienze di Gerusalemme e moltialtri. Per averne una dovreteordinarla ad un costo di circa9.750 euro e il tempo di attesa si

aggira tra le due e le quattrosettimane. La CoBi è dunqueuna sorta di tavola rotonda iti-nerante con sette posti tutticompletamente eco-compatibili,un mezzo che consente di an-dare a spasso chiacchierando,rendendo più piacevole e menostressante, se non dal punto divista fisico, almeno da quellomentale, una faticosa riunione

di lavoro. Un’idea bizzarra mache sembra piacere forse ancheperché in una società in cui sidialoga sempre meno, con inter-net, sms, e social network chehanno modificato il nostro mododi comunicare e relazionarsi, ècresciuto il bisogno di tornare aun dialogo face to face, in cui losguardo, il sorriso e il contattoumano sono fondamentali.

Dall’Olanda arriva il bici-bus: tutti a scuola pedalandoImparare fin da piccoli l’importanza di una vita più sana e sostenibile

Belli pronti, zaino in spalla, un’insanamerendina ingurgitata in fretta e furiae poi, via, si parte per la corsa in autocon mamma o papà per raggiungere lascuola, tra traffico, clacson impazziti,smog e genitori isterici. Non è certo ilmigliore dei modi per iniziare la gior-nata. E se, approfittando magari del-l’arrivo della primavera, la mattinainiziasse con una bella e sana pedalatain tutta tranquillità e sicurezza? La ri-sposta arriva direttamente dall’Olanda.Gli olandesi amano andare in bicicletta,fa parte della loro quotidianità e forsedel loro DNA. La vista delle stradeolandesi affollate di gente su due ruoteè piuttosto comune. Meno comune è ve-dere una scolaresca pedalare zaino inspalla per andare a lezione: è il bici-busideato dall’azienda olandese TolkampMetaalspecials, scuolabus particolaremesso in movimento dai bambini stessi

a suon di pedalate anche se per i trattiin salita c’è un motore elettrico che dàuna spinta. Questo mezzo ecologico con-sente di ottenere due risultati: combat-tere l’inquinamento dell’aria eprevenire l’obesità infantile.Si tratta più precisamente di un “auto-bus-bicicletta” progettato per traspor-tare ben 11 bambini, dai 4 ai 12 anni,

che possono pedalare tutti insieme, gui-dati da un adulto al “volante”. Finoral’azienda produttrice ne ha venduticirca 25 in Olanda, Belgio e Germaniae sembra che l’idea del Bici-bus stiaprendendo sempre piede anche altrove.In un’intervista con FastCo.exist, ilcreatore del rivoluzionario mezzo di tra-sporto a impatto zero, Thomas Tol-kamp, ha rivelato che gli ordini stannoiniziando ad arrivare da tutto il mondo.Anche perché gli autobus bici sono, inrealtà, abbastanza abbordabili: 15.000dollari ciascuno, poco più del costo diuno scuolabus “normale”. Con la diffe-renza che per camminare non ha biso-gno di benzina. Non c’è che dire:davvero una bellissima idea! Speriamosolo che anche qui in Italia, Paese an-cora troppo nemico di chi sceglie le dueruote, se ne apprezzino le tantissimequalità. C.A.

Conference bike: la nuova frontiera ecologica della riunioneE si pedala verso l’avvenire

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Eleonora Ferrara

L’apprendistato è quello stru-mento mediante il quale si cercadi avviare i giovani al lavoro, su-bito dopo l’assolvimento dell’ob-bligo scolastico. Con il decretolegislativo 276/2003 e s.m.i., èstato, in gran parte rivisitatoquesto istituto, già, in prece-denza, disciplinato dalla legge19/01/1955 n. 25. In effetti, nesono state riconfermate le carat-teristiche fondamentali, nonsenza novità, al fine di offrire aigiovani nuove opportunità.Difatti, si è pensato di suddivi-dere l’apprendistato in tre tipo-logie in considerazione dellediverse fasce di mercato e, con-testualmente, di abolire la pre-ventiva autorizzazioneamministrativa in capo alla Di-rezione Provinciale del Lavoro,per tentare, infine, di coinvol-gere le Regioni non più, sol-tanto, in relazione alla gestionedella formazione professionaledegli apprendisti, ma nella defi-nizione del regime normativodell’istituto in questione, te-nendo sempre presente la con-trattazione collettiva diriferimento. Naturalmente,tutto ciò comporta che, seppurenel pieno rispetto dei criteri di-rettivi del decreto legislativo276/2003, ogni Regione possadisciplinare diversamente l’ap-prendistato. Sino ad oggi, nontutte le Regioni si sono allineatenel seguire, allo stesso modo, ledirettive tracciate, trovandosi,alcune, ancora in una fase tran-sitoria. In ogni caso, approfon-dendo il discorso delle trediverse tipologie di cui sopra, sipuò, senz’altro, riscontrare chel’apprendistato ai sensi degli ar-ticoli 48, 49 e 50 del d. lgs.276/2003 può essere:• apprendistato per l’espleta-mento del diritto-dovere diistruzione e formazione (art.48);• apprendistato professionaliz-zante (art. 49);• apprendistato per l’acquisi-zione di un diploma o per per-corsi di alta formazione (art.50).L’apprendistato per l’espleta-mento del diritto-dovere diistruzione e formazione, riser-vato ai giovani con più di sedicianni di età e non oltre i venticin-que, nel caso in cui non sia statocompletato il ciclo scolastico dibase, consiste nella formazioneprofessionale fondamentale, conuna durata massima di treanni. Questo tipo di contrattoconsente al giovane di prose-

guire nel suo percorso scolasticoobbligatorio e contestualmentedi introdursi nel mondo del la-voro.L’apprendistato professionaliz-zante, invece, che ha le stessecaratteristiche del vecchio ap-prendistato, attributivo, quindi,di una qualificazione conse-guente alla formazione sul la-voro e l’acquisizione dispecifiche competenze tecnico-professionali, è rivolto ai giovanidi età compresa fra i diciotto e iventinove anni di età.La durata di questo contrattonon può eccedere i sei anni, consalvezza della possibilità di unaminore durata, se prevista dallacontrattazione collettiva.I destinatari, infine, del con-tratto di apprendistato per l’ac-quisizione di un diploma o perpercorsi di alta formazione, lacui durata è da determinarsi daparte della contrattazione col-lettiva, sono i giovani di etàcompresa fra i diciotto ed i ven-tinove anni. I principi che disci-plinano sia la prima che laseconda forma di apprendistato,sono i seguenti:• forma scritta, ad substantiam,del contratto con l’indicazionedella prestazione oggetto delcontratto, del piano formativoda percorrere, nonché della qua-lifica che potrà essere acquisitaalla fine del rapporto di lavoro;• possibilità di inquadrare il la-voratore fino a due livelli al disotto di quello normalmentespettante in base al contrattocollettivo pertinente;• possibilità di stabilire la retri-buzione dell’apprendista in unamisura percentuale della retri-buzione spettante ai lavoratoriaddetti a mansioni o funzioni ri-chiedenti qualificazioni profes-sionali corrispondenti, nelrispetto dei contratti collettivi dilavoro stipulati a livello territo-riale, nazionale o aziendaledalle associazioni dei datori edei lavoratori, comparativa-mente più rappresentative sulpiano nazionale;• previsione di un monte oreminimo di centoventi ore annuedi formazione, tanto esternaquanto interna all’azienda, conil rinvio ai contratti collettivi sti-pulati a livello nazionale, terri-toriale o aziendale, daassociazioni sindacali compara-tivamente più rappresentative,per la determinazione delle mo-dalità di erogazione della forma-zione in azienda, sempre nelpieno rispetto degli standard ge-nerali fissati dalle Regioni di in-tesa con le parti sociali.

RIFIUTI E RICICLOSottoscritto accordo tra Ancie Conai: “Programma Qua-dro relativo al quinquennio2014/2019”. Scopo dell'ac-cordo sarà stabilire l'entitàdelle cifre da riconoscere aiComuni convenzionati per imaggiori oneri della raccoltadifferenziata dei rifiuti di im-ballaggio. Cosa Cambia?Nella parte generale dell'Ac-cordo Quadro è stata confer-mata la cosiddetta garanziadi ritiro universale da partedei Consorzi di Filiera sututto il territorio nazionaledei rifiuti di imballaggio con-feriti al servizio pubblico diraccolta insieme agli obiet-tivi di riciclo e di recuperoprevisti dalla legge. Tra lenovità dell'Accordo Anci-Conai anche l'introduzione diuna maggiore indicizzazioneannuale dei corrispettivi e ilrafforzamento del sostegnoalle Amministrazioni Locali.Come? Attraverso l'incre-mento dell'impegno finanzia-

rio annuo del Conai desti-nato alle iniziative sul terri-torio di sviluppo dellaraccolta differenziata. E i ri-fiuti di imballaggio in pla-stica? Le regole noncambiano. Il nuovo allegatotecnico infatti ha riportato levecchie regole, prorogate finoal 30 giugno 2014. E' statoinoltre già condiviso l’obiet-tivo economico: il nuovo alle-gato prevederà unincremento a partire dall'1aprile 2014 dei corrispettivipari al 10,6% rispetto aquelli riconosciuti nel 2013.

ACQUACorte di Cassazione PenaleSez. 3^ del 3/03/2014 Sen-tenza n.10034 (Udienza del 7gennaio 2014) . In caso discarico da impianto di depu-razione comunale la mute-vole colorazione del marecausata dai reflui consente diravvisare gli estremi delreato di cui all'art. 674 c.p..Nella specie, nessun pregiopuò cogliere la pretesa dimaggiori accertamenti circala possibilità di accesso alpubblico del tratto di mareinteressato visto che essotanto era visibile che è statocolto agevolmente dai testiche hanno riferito in propo-sito né vi è dubbio che la cir-costanza sia dimostrabile intal modo senza ricorso a pe-rizie o esami tecnici (Cass.sez. III, 30.1.98, n. 6141), ri-sultando palese ed intrinsecoil turbamento che suscitanella comunità la visione delmare di un colore diverso daquello suo proprio. A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

Il contratto di apprendistato LLAVORO E PREVIDENZA

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Andrea Tafuro

Il Vangelo arabo dell'infanzia,un testo apocrifo del VI secolocirca, chiama il malfattore croci-fisso alla destra di Gesù (il buonladrone) Tito. Chiarisco subitoche apocrifo non significa falso,ma nascosto. Intendo raccontaredel punto di vista del ladro, delpovero, del disoccupato, dell’ex-tracomunitario che in vita suaha sconfessato ognuno dei diecicomandamenti tramandati daisacerdoti, dai farisei che stannonelle chiese, ma che alla fine rie-sce a capire e fare propria l'es-senza dell'amore raccontata daun essere umano portatore di unmessaggio così rivoluzionario daessere scambiato per un dio… ilmio Gesù. Avvicinandosi il mo-mento della morte, attraverso lacanzone di De André, Tito ri-pensa alla sua vita e in modoprovocatorio si ribella ai coman-damenti. Tuttavia rimane folgo-rato dalla morte di Gesù ericonosce che il Figlio di Diomuore per salvare tutti gli uo-mini, lui per primo: "Ti assicuroche oggi sarai con me in para-diso". Non avrai altro Dio, all'in-fuori di me, spesso mi ha fattopensare a genti diverse, venutedall'est dicevan che in fondo erauguale. Credevano a un altro di-verso da te, e non mi hanno fattodel male. Credevano a un altrodiverso da te e non mi hannofatto del male. Gesù tu non faidistinzioni, anche a Tito, forsel'ultimo dei tuoi figli per con-dotta di vita, non esiti a perdo-nare ogni colpa e a volerlo al tuofianco in Paradiso, cioè darglil’opportunità di assaporare la fe-licità. Ecco di questo voglio par-lare! Nel ricordare la morte diGesù e le numerose morti ingiu-ste, anche noi proviamo dolore...nella pietà che non cede al ran-core, impariamo l'amore.Tito passa in rassegna i dieci co-mandamenti mettendone a nudol'incompatibilità con la sua espe-rienza umana. La nostra societàliquida è troppo impegnata nelladura lotta per la sopravvivenza,è troppo segnata da un male chela precede, ancor prima che es-sere il frutto delle sue azioni,per poter obbedire alle richiestedi un Dio esigente. Tito quasideride Gesù... guardatela oggiquesta legge di Dio, tre volte in-chiodata nel legno, guardate lafine di quel nazareno, e un ladronon muore di meno, ma alla finecapisce l’epicentro della BuonaNovella... ma adesso che viene lasera ed il buio, mi toglie il dolore

dagli occhi, ... io nel vedere que-st'uomo che muore, madre ioprovo dolore, nella pietà che noncede al rancore, madre ho impa-rato l'amore. E no! Cristo non è morto da solo,qualcun altro moriva lassù, eracon i poveri che nelle Vie Crucis,di cui è disseminata la nostraquotidianità, sono discriminati eil più delle volte muoiono incroce con una corona di spine,tra le telecamere, le macchinettefotografiche e i tailleur delle si-gnore alla Messa di Pasqua. No, tre millenni fa non c’era Fa-cebook, non c’erano veline, mac’era la morte lassù sul Golgota,non la morte del Cristo Gesù,quella è roba da teologi, ma viera la morte dei perbenisti... ilmio amato Gesù resuscita emuore cento volte al giorno.Muore tra il fumo della Terradei Fuochi e rinasce nell’indi-gente che viene alla mensa fra-terna di Nola. Quanti Tito, lor

signori, sono nascosti nel voltodel condannato che attende lafine nella cella della morte?Quanti Tito nella donna lapi-data e seppellita fino al collo?Quanti Tito in chi muore in unagguato di camorra? Per quante volte ancora una fa-miglia bisognosa e senza lavorodovrà subire le condanne di unoStato/Pilato e di un mondo chese ne lava le mani? Non è questa la religione che vo-gliamo, quella della domenicamattina. Ama e fa ciò che vuoi,diceva Sant’Agostino. Gesù è ri-sorto per onorare la vita attra-verso le donne e gli uomini, perassaporare la bellezza del nostramadre terra, per educare al ri-spetto per l’ambiente e guidarele nostre scelte consumisticheverso il bene.

IL TESTAMENTO DI TITO - Fabrizio De Andrè

Non avrai altro Dio all'infuori di me, spesso mi ha fatto pensare: genti diverse

venute dall'est dicevan che in fondo era uguale.

Credevano a un altro diverso da te e non mi hanno fattodel male. Credevano a un altro diverso da te

e non mi hanno fatto del male.

Non nominare il nome di Dio, non nominarlo invano. Con un coltello piantato nel fianco gridai la mia pena e il suo nome:

ma forse era stanco, forse troppo occupato,e non ascoltò il mio dolore.

Ma forse era stanco, forse troppo lontano, davvero lo nominai invano.

Onora il padre, onora la madre e onora anche il loro bastone, bacia la mano che ruppe il tuo naso

perché le chiedevi un boccone:

quando a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore. Quanto a mio padre si fermò il cuore

non ho provato dolore.

Ricorda di santificare le feste. Facile per noi ladroni entrare nei templi che rigurgitan salmi di schiavi e dei loro padroni

senza finire legati agli altari sgozzati come animali. Senza finire legati agli altari sgozzati come animali.

Il quinto dice non devi rubare e forse io l'ho rispettato vuotando, in silenzio,

le tasche già gonfie di quelli che avevan rubato:

ma io, senza legge, rubai in nome mio, quegli altri nelnome di Dio, ma io, senza legge, rubai in nome mio,

quegli altri nel nome di Dio.

Non commettere atti che non siano puri cioè non disperdere il seme. Feconda una donna

ogni volta che l'ami così sarai uomo di fede:

Poi la voglia svanisce e il figlio rimane e tanti ne uccidela fame. Io, forse, ho confuso il piacere

e l'amore: ma non ho creato dolore.

Il settimo dice non ammazzare se del cielo vuoi esseredegno. Guardatela oggi, questa legge di Dio,

tre volte inchiodata nel legno:

guardate la fine di quel nazzareno e un ladro non muoredi meno. Guardate la fine di quel nazzareno

e un ladro non muore di meno.

Non dire falsa testimonianza e aiutali a uccidere unuomo. Lo sanno a memoria il diritto divino,

e scordano sempre il perdono:

ho spergiurato su Dio e sul mio onore e no, non ne provo dolore. Ho spergiurato su Dio e sul mio onore e no, non ne provo dolore.

Non desiderare la roba degli altri non desiderarne lasposa. Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi

che hanno una donna e qualcosa:

nei letti degli altri già caldi d'amore non ho provato dolore. L'invidia di ieri non è già finita:

stasera vi invidio la vita.

Ma adesso che viene la sera ed il buio mi toglieil dolore dagli occhi e scivola il sole al di là

delle dune a violentare altre notti:

io nel vedere quest'uomo che muore, madre, io provo dolore. Nella pietà che non cede al rancore, madre,

ho imparato l'amore.

NE VALEVA LA PENA? È SOLO UNA PERDITA?

BUONAPASQUA

Se del sacrificio consideriamo il solo aspetto di rinuncia, allora risulta solo una superstizione

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12 aprile 2014 - Castellammare di Stabia (NA) - "ARTigianando", il mercatino delle Belle Arti e della Manualità Creativa Fo

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Dal 24 al 27 aprile a Pastorano, in provincia di Caserta, si terrà la 10° edizione di "Fiera Agricola", evento che si colloca nel panorama espositivonazionale, come punto di riferimento del comparto. Fiera Agricola rappresenta per tutti gli operatori del settore un appuntamento fondamentalenon soltanto per l’ampiezza della superficie espositiva e per la varietà merceologica, ma anche per l’alta qualità delle tecnologie presentate. I cinque giorni della kermesse daranno vita ad una vetrina per tutte le aziende produttrici nazionali e al tempo stesso riserveranno grande spazioalle eccellenze locali, quali i prodotti eno-gastronomici e di allevamento bufalino. L’evento rappresenta un tavolo di lavoro annuale, dove il rapportotra il produttore e il consumatore si propone in maniera innovativa, stimolando i produttori ad essere sempre più competitivi per dare risposta aglioperatori di settore alla ricerca di nuove opportunità per il loro lavoro. Fiera Agricola, ripartita secondo aree tematiche, quali macchinari e attrez-zature, zootecnica e mangimi, energie rinnovabili ed enogastronomia, consente ai suoi visitatori di focalizzare subito i settori d’interesse e di otti-mizzare gli incontri di business. La fiera vuole essere anche un momento di informazione e di approfondimento di tematiche sempre più attuali,quali il rispetto per l’ambiente, la sponsorizzazione di alimenti provenienti da agricoltura biologica e i vantaggi delle energie rinnovabili.