Arpa campania ambiente 2014 12

20
I ISTITUZIONI Alla Gaiola la boa che raccoglie i dati marini Matania a pag.4 Fauna marina contro cambiamento climatico Cinquecento i milioni di ton- nellate di carbonio annuali assorbite ogni anno dalle spe- cie marine. Un dato che equi- vale a circa 1.500 milioni di tonnellate di anidride carbo- nica: è il risultato emerso da una ricerca commissionata dalla Global Ocean Commis- sion. Esposito a pag.8 Grazie ad una crescita più sostenuta del previsto, i paesi dell'Unione Europea sono in anticipo sull'obiettivo di coprire entro il 2020 il 20% del proprio fabbisogno con energia prodotta da fonti rinnovabili. Maisto a pag.9 Combattere gli stati depressivi con l’ecoterapia Clemente a pag.13 L’Ispra ha dato il via alla ricerca del deposito nazionale La grande ascesa delle rinnovabili nell’UE Scorie nucleari: dove smaltirle? A breve in Italia si dovrà procedere allo smantella- mento delle centrali nu- cleari, degli impianti di produzione del combusti- bile nucleare e degli im- pianti di ricerca del ciclo del combustibile nucleare di: Trino (VC), Caorso (PC), Latina (LT), Gari- gliano (CE), Bosco Ma- rengo (AL), Saluggia (VC), Casaccia (RM) e Roton- della (MT), nonché ad av- viare le attività di chiusura del ciclo del com- bustibile nucleare. Ci ritroveremo, così, din- nanzi a circa 55.000 metri cubi di rifiuti radioattivi (di cui buona parte a media e bassa attività) da smaltire. Ma dove, dal mo- mento che attualmente nella Penisola non esiste alcun deposito nucleare? Martelli a pag.2 Legambiente al Governo: ecco il dossier “#Sbloccafuturo” Il Governo “chiama”, Legambiente risponde. In vista del decreto “Sblocca Italia” voluto dal pre- mier Matteo Renzi, l’Associazione lancia il dos- sier “SbloccaFuturo” nel quale segnala 101 piccole e medie opere incompiute, procedimenti fermi da anni, per ritardi o inconcludenze di settori diversi della Pubblica Amministrazione. Liguori a pag.3 La tecnica naturale del fitorisanamento - più comunemente nota come fitodepu- razione - consente il recupero ambien- tale di zone umide inquinate mediante l’innesto di deter- minate piante, dette “minatrici”, in grado di nutrirsi di metalli pesanti e di composti organici, liberando progressivamente il terreno dalla loro presenza. Si tratta di una delle “best practice” attualmente più interes- santi ed utilizzate nell’ambito della riqualifica- zione paesaggistica. Palumbo a pag.11 Terzi a pag.15 Gervasio di Tilbury a Napoli L’industria tessile era certamente tra quelle più sviluppate del Regno. La la- vorazione domestica di lane e cotoni, del resto, era diffusa fin dal periodo medie- vale e quasi in ogni casa nelle zone agricole si poteva trovare un telaio. De Crescenzo-Lanza a pag.14 L’industria tessile e manifatturiera nelle Due Sicilie SCIENZA & TECNOLOGIA La tecnica naturale del fitorisanamento Il lavoro del Governo, relati- vamente alla riforma della Pubblica Amministrazione, è quasi completato. Tra le altre cose si prevede, a far data dal primo settembre... Ferrara a pag.18 Le riforme del Governo AMBIENTE & SALUTE AMBIENTE & TRADIZIONE GLOBAL WARMING LAVORO & PREVIDENZA AMBIENTE & CULTURA Felicità… quanti desideri, quante emozioni, quante speranze può contenere una parola così piccola, una pa- rola così insignificante all’ apparenza ma così difficile nella realtà. Tafuro a pag.19 La chiave della vera felicità NATUR@MENTE

description

 

Transcript of Arpa campania ambiente 2014 12

Page 1: Arpa campania ambiente 2014 12

IISTITUZIONIAlla Gaiola la boa cheraccoglie i dati marini

Matania a pag.4

Fauna marina contro cambiamento climatico

Cinquecento i milioni di ton-nellate di carbonio annualiassorbite ogni anno dalle spe-cie marine. Un dato che equi-vale a circa 1.500 milioni ditonnellate di anidride carbo-nica: è il risultato emerso dauna ricerca commissionatadalla Global Ocean Commis-sion.

Esposito a pag.8

Grazie ad una crescita piùsostenuta del previsto, ipaesi dell'Unione Europeasono in anticipo sull'obiettivodi coprire entro il 2020 il20% del proprio fabbisognocon energia prodotta da fontirinnovabili.

Maisto a pag.9

Combattere gli stati depressivi con l’ecoterapia

Clemente a pag.13

L’Ispra ha dato il via alla ricerca del deposito nazionale

La grande ascesa delle rinnovabili nell’UE

Scorie nucleari: dove smaltirle?A breve in Italia si dovràprocedere allo smantella-mento delle centrali nu-cleari, degli impianti diproduzione del combusti-bile nucleare e degli im-pianti di ricerca del ciclodel combustibile nuclearedi: Trino (VC), Caorso(PC), Latina (LT), Gari-gliano (CE), Bosco Ma-rengo (AL), Saluggia (VC),Casaccia (RM) e Roton-della (MT), nonché ad av-viare le attività dichiusura del ciclo del com-bustibile nucleare. Ci ritroveremo, così, din-nanzi a circa 55.000 metricubi di rifiuti radioattivi(di cui buona parte amedia e bassa attività) dasmaltire. Ma dove, dal mo-mento che attualmentenella Penisola non esistealcun deposito nucleare?

Martelli a pag.2

Legambiente al Governo: ecco il dossier “#Sbloccafuturo”

Il Governo “chiama”, Legambiente risponde. Invista del decreto “Sblocca Italia” voluto dal pre-mier Matteo Renzi, l’Associazione lancia il dos-sier “SbloccaFuturo” nel quale segnala 101piccole e medie opere incompiute, procedimentifermi da anni, per ritardi o inconcludenze disettori diversi della Pubblica Amministrazione.

Liguori a pag.3

La tecnica naturaledel fitorisanamento- più comunementenota come fitodepu-razione - consente ilrecupero ambien-tale di zone umideinquinate mediantel’innesto di deter-minate piante,dette “minatrici”, ingrado di nutrirsi dimetalli pesanti e dicomposti organici, liberando progressivamenteil terreno dalla loro presenza. Si tratta di unadelle “best practice” attualmente più interes-santi ed utilizzate nell’ambito della riqualifica-zione paesaggistica.

Palumbo a pag.11

Terzi a pag.15

Gervasio di Tilbury a Napoli

L’industria tessile era certamente traquelle più sviluppate del Regno. La la-vorazione domestica di lane e cotoni, delresto, era diffusa fin dal periodo medie-vale e quasi in ogni casa nelle zoneagricole si poteva trovare un telaio.

De Crescenzo-Lanza a pag.14

L’industria tessile e manifatturiera nelle Due Sicilie

SCIENZA & TECNOLOGIA

La tecnica naturale del fitorisanamento

Il lavoro del Governo, relati-vamente alla riforma dellaPubblica Amministrazione,è quasi completato. Tra lealtre cose si prevede, a fardata dal primo settembre...

Ferrara a pag.18

Le riforme del Governo

AMBIENTE & SALUTE

AMBIENTE & TRADIZIONE

GLOBAL WARMING

LAVORO & PREVIDENZA

AMBIENTE & CULTURA

Felicità… quanti desideri,quante emozioni, quantesperanze può contenere unaparola così piccola, una pa-rola così insignificante all’apparenza ma così difficilenella realtà.

Tafuro a pag.19

La chiave della vera felicità

NATUR@MENTE

Page 2: Arpa campania ambiente 2014 12

Scorie nucleari: dove smaltirle?Giulia Martelli

A breve in Italia si dovrà procedere allosmantellamento delle centrali nucleari,degli impianti di produzione del combu-stibile nucleare e degli impianti di ri-cerca del ciclo del combustibile nuclearedi: Trino (VC), Caorso (PC), Latina(LT), Garigliano (CE), Bosco Marengo(AL), Saluggia (VC), Casaccia (RM) eRotondella (MT), nonché ad avviare leattività di chiusura del ciclo del combu-stibile nucleare. Ci ritroveremo, così,dinnanzi a circa 55.000 metri cubi dirifiuti radioattivi (di cui buona parte amedia e bassa attività) da smaltire. Madove, dal momento che attualmentenella Penisola non esiste alcun depositonucleare? Ebbene, dopo circa un quartodi secolo qualcosa si sta muovendo, e leregioni hanno iniziato a tremare:l’Ispra (Istituto Superiore per la Prote-zione e Ricerca Ambientale), infatti, hapubblicato qualche giorno fa un docu-mento di 12 pagine contenente le regoletecniche che dovranno essere prese inconsiderazione dalla Sogin (la societàpubblica che gestisce lo smantella-mento delle vecchie centrali) per deli-neare la mappa delle aree«potenzialmente idonee» ad accogliere irifiuti radioattivi a bassa e media inten-sità: più o meno tra 60 e 90 mila metricubi di scorie, che «decadono» (ovverodimezzano le loro emissioni radioattive)in un periodo tra una trentina e un cen-tinaio di anni. Ma quali sono i criteriche consentiranno di arrivare allascelta del sito adatto? Nel suo docu-

mento l’Ispra identifica almeno 15 areedi esclusione: le prime da escludere, ov-viamente, sono quelle vulcaniche, at-tive o dormienti. Niente Depositoquindi nelle vicinanze dell’Etna, Strom-boli, Colli Albani, Campi Flegrei,Ischia, Vesuvio, Lipari, Vulcano, Pana-rea, Isola Ferdinandea e Pantelleria.Neppure, altrettanto ovviamente, inaree sismiche o interessate da fenomenidi fagliazione; in quelle soggette a franee inondazioni o in fasce fluviali o in de-positi alluvionali preistorici; al di sopradi un altitudine di 700 metri (orografiacomplessa, piogge elevate) o con pen-denze superiori al 10%. E ancora: sinoalla distanza di 5 Km dalla costa; inzone carsiche o vicine a sorgenti o aParchi nazionali o luoghi di interessenaturalistico; ad «adeguata distanza»dai centri abitati; ad almeno 1 Km daautostrade, strade statali o linee ferro-viarie; assolutamente non nei pressi diattività industriali, dighe, aeroporti, po-ligoni militari; lontane da zone di sfrut-tamento minerario (gas e petrolioinclusi). Insomma, una lista lunga e ar-ticolata consegnata alla Sogin, che su diessa dovrà lavorare. Resta comunque ilproblema delle scorie più pericolose (co-siddette di «terza categoria») che sonostate mandate in Francia e in GranBretagna negli anni scorsi per essere«riprocessate» e che dal 2019 dovrannotornare in Italia in base agli accordi conla Francia del 2006 (allo stato disattesi)secondo cui l’Italia avrebbe dovuto do-tarsi anche di un sito per l’alta inten-sità… Ma questa è un’altra storia…

L’Ispra ha dato il via alla ricerca del deposito nazionale

Angelo Morlando

LIFE PLUS o LIFE+ è il fondo perl’Ambiente dell’intera Unione Euro-pea, la cui Commissione ha già appro-vato il finanziamento di ben 225progetti per un totale di circa 600 mi-lioni di euro, di cui circa 300 finanziatiproprio dalla UE. A breve si aprirà la"chiamata" ("the call") che permetteràl'inserimento delle ulteriori proposteprogettuali fino al 2020. I progetti pre-vedono interventi per la tutela dellanatura, per i cambiamenti climatici,per le tecnologie pulite, per le politicheambientali e per l’informazione e la co-municazione. I progetti "LIFE + Na-tura e biodiversità" permettono dimigliorare lo stato di conservazionedelle specie e degli habitat in pericolo.I progetti "LIFE+ Politica e gover-nance ambientali" sono progetti pilota

che contribuiscono a migliorare le po-litiche apportando idee, tecnologie,metodi e strumenti innovativi. I pro-getti "LIFE+ Informazione e comuni-cazione" puntano a dare maggiorevisibilità alle tematiche ambientali e adivulgare informazioni in materia esaranno realizzati in Austria, Cipro,Grecia, Ungheria, Polonia e Romania.Il 19 marzo scorso, inoltre, è statoadottato il nuovo Programma di lavoropluriennale. La decisione della Com-missione è arrivata dopo aver ricevutoun parere positivo del comitato per ilProgramma per l'ambiente e l’azioneper il clima. Il bilancio totale per il fi-nanziamento di progetti durante il pe-riodo coperto ammonta ad un miliardoe 100 milioni di Euro per il sottopro-gramma dell'ambiente e circa 360 mi-lioni di euro per il sottoprogramma delclima. La Commissione Europea ha

stabilito, per la pubblicazione del pros-simo bando del programma LIFE, unascadenza provvisoria per il prossimosettembre–ottobre 2014. Sarà il primo bando nel quadro delnuovo programma e l'invito riguarderài progetti 'tradizionali', progetti prepa-ratori, progetti integrati, progetti diassistenza tecnica e progetti di raffor-zamento delle capacità. La Commis-sione ha evidenziato e ricordato che iprogetti "tradizionali" significano"best-practice/demonstration/pilot/ in-formation" ossia progetti analoghi aquelli attualmente già finanziati.Il tutto è stabilito dal Regolamento(UE) n. 1293/2013 del Parlamento Eu-ropeo e del Consiglio che ha abrogatoil precedente Regolamento (CE) n.614/2007.Fonte: http://ec.europa.eu/environ-ment/life/funding/life2014/index.htm

"LIFE PLUS" CHIAMA... 3,4 MILIARDI DI EURO FINO AL 2020

Entro ottobre si potranno presentare nuovi progetti

Page 3: Arpa campania ambiente 2014 12

Paolo D’Auria

È entrato ufficialmente in vi-gore il decreto #AmbientePro-tetto del Ministero dell’Am-biente che contiene disposizioniurgenti per la tutela dell’ecosi-stema. Gli obiettivi del provve-dimento sono: superare alcuneemergenze, semplificare le pro-cedure e scongiurare diverse in-frazioni comunitarie. Sononove, i principali punti chiavedel decreto: in primis, più ri-sorse per l’efficienza energeticadelle scuole. Finanziamenti atasso agevolato per un importocomplessivo di oltre 300 milioniverranno concessi, attraverso ilfondo rotativo “Kyoto”, per in-crementare l’efficienza energe-tica degli edifici scolastici euniversitari. Ai finanziamentisi applicherà un tasso di inte-resse dello 0,25%. Poi ancora: procedure più velocie semplici contro il dissestoidrogeologico. I Presidenti di

Regione subentreranno, per i ri-spettivi territori di competenza,nelle funzioni dei Commissaristraordinari delegati alla miti-gazione del rischio idrogeologicoe nella titolarità delle relativecontabilità speciali. Il risparmiostimato è di circa 1.800.000euro, da destinare all’esecu-zione degli interventi operativi. Per semplificare e velocizzare leprocedure, l’autorizzazione deiprogetti rilasciata dal Governa-tore della Regione sostituiscetutti i visti, i pareri, le autoriz-zazioni, i nulla osta ed ogni

altro provvedimentonecessario all’esecu-zione degli inter-venti di messa insicurezza del territo-rio. I Presidenti do-vranno completaregli interventi entroil 31 dicembre 2015e pubblicare online idati sullo stato diavanzamento dei la-

vori. Come terzo punto, il docu-mento ministeriale prevede la“requisizione in uso” per gli im-pianti di gestione dei rifiuti. Ildecreto, infatti, risolve alcuneproblematiche interpretativesull’applicazione dell’articolo191 del codice dell’ambiente inmerito ai poteri degli enti localinella gestione di situazioni dicrisi in tema di rifiuti: la normadi tutela viene estesa anche alcaso di “grave e concreto” peri-colo ancora allo stato poten-ziale. Gli strumenti eccezionalida utilizzare per porre rimedio

alle situazioni di crisi vengonointegrati con uno specifico po-tere di “requisizione in uso”degli impianti destinati alla ge-stione dei rifiuti. Un ampiospazio nel documento è riser-vato alla Campania: controllipiù stringenti sui terreni a ri-schio e via al termovalorizza-tore di Salerno. Si intervienecon una modifica sul decretolegge “Terra dei Fuochi”, preve-dendo che le analisi possano es-sere estese ai terreni agricolinon oggetto di indagine perchécoperti da segreto giudiziario edi quelli oggetto di sversamentiresi noti a conclusione delle in-dagini. È stato, inoltre nomi-nato un commissario straor-dinario per la realizzazione deltermovalorizzatore a Salerno,che provveda alla stipula delcontratto e a tutti gli adempi-menti per portare a terminel’opera. Anche per chi va permare trasportando idrocarburinuove norme all’orizzonte: in

caso di incidenti pagherà ancheil proprietario del carico. Altropunto importante del decreto:una procedura semplificata perle bonifiche e la messa in sicu-rezza. Per i soggetti che garan-tiscono di poter ridurre il livellodi “concentrazione soglia di con-taminazione”, con un pro-gramma di interventi dai tempicerti, infatti, è previsto un pro-cedimento di approvazione ve-loce, fermo restando il controllodelle Arpa sui dati tecnici e sulraggiungimento degli obiettividi riduzione dell’inquinamento.Gli ultimi tre punti chiave delprovvedimento legislativo pre-vedono: una nuova composi-zione per la Commissionetecnica VIA, meno costi, piùqualificazione e trasparenza,dei Piani d’azione per difenderele specie a rischio, operativitàdel Parco delle Cinque Terre ela Riduzione delle procedure diinfrazione comunitaria in mate-ria ambientale.

Fabiana Liguori

Il Governo “chiama”, Legam-biente risponde. In vista del de-creto “Sblocca Italia” voluto dalpremier Matteo Renzi, l’Asso-ciazione lancia il dossier “Sbloc-caFuturo” nel quale segnala 101piccole e medie opere incom-piute, procedimenti fermi daanni, per ritardi o inconcludenzedi settori diversi della PubblicaAmministrazione. La selezione,che rappresenta solo un primoblocco, considerando l’enormemole di “situazioni irrisolte” inItalia, è stata realizzata in basea criteri di utilità effettiva per ilterritorio e i cittadini, di miglio-ramento della sicurezza si-smica, idrogeologica e sanitaria(bonifiche, depuratori, riqualifi-cazione urbana, abbattimento dimanufatti abusivi, impianti ri-fiuti) e dei trasporti. Con la presentazione delleprime 101 opere #sbloccafuturo,Legambiente lancia un invito atutti i sindaci ed apre un tavolodi lavoro comune: bisogna es-sere pronti e tempestivi nel se-gnalare al Governo tutti gliostacoli che, soprattutto nel pro-prio territorio di pertinenza,

bloccano le opere utili alla co-munità, e indicare tutto quelloche davvero serve al Paese perintraprendere un nuovo e signi-ficativo percorso di sviluppo.Senza questi 101 “fantasmi”, in-fatti, l’Italia sarebbe di certo unpaese migliore, più sano, effi-ciente e sicuro. Cosa che oggi,purtroppo, non è. Determinaredi chi siano le colpe è quasi im-possibile, considerando che leresponsabilità di questi e tantialtri scempi cadono su tutta lascale dei livelli istituzionale.Guardare adesso indietro, forse,sarebbe solo un ulteriore perditadi tempo. Ora è necessario, in-tervenire e risanare il territorio. L’oscar del paradosso, tra le 101“tristezze italiane” se lo aggiudi-cano a pari merito il progettodell’idrovia Padova-Venezia, av-viato solo nel 1963 e l’albergosulla scogliera di Alimuri, a VicoEquense, la cui procedura di ab-battimento è partita anch’essanel 1963 con la dichiarazione didifformità del manufatto ri-spetto all’autorizzazione con-cessa. Ma qualcosa, a distanzadi anni, si muove. A luglio saràconvocata la conferenza di ser-vizi per l’approvazione del pro-

getto definitivo di demolizionecon l’assunzione di tutti i pareriambientali e di sicurezza. Spe-riamo bene.Le altre segnalazioni in Campa-nia riguardano: la rete della Cir-cumvesuviana che, a seguito diforti criticità gestionali, po-trebbe finalmente uscire daltunnel e tornare a “vivere” gra-zie a diverse manovre istituzio-nali messe in atto negli ultimianni, e alla disponibilità di al-cuni fondi europei FAS. Il rispetto del Patto di Stabilità,però, impedisce l’effettivo uti-lizzo e dirottamento degli stessi

per la realizzazione delle operenecessarie. Poi ancora, in elenco, il nodo ri-fiuti. Nel particolare è già evi-dente un fabbisogno di impiantidi trattamento della frazione or-ganica proveniente dalla rac-colta differenziata. Degli 11impianti previsti, 3 sono attivi,mentre per 8 risultano in variogrado avviate le procedure. Per2 impianti sono previsti finan-ziamenti della Regione Campa-nia, per i restanti 6 il ricorso allaformula dell’appalto in conces-sione che prevede la progetta-zione esecutiva, la realizzazione

e la gestione per un certo nu-mero di anni. Esistono dunquein parte già i progetti e lo stan-ziamento economico per i diffe-renti impianti, il cui totalesupera gli 80 milioni di Euro,ma le complessità delle proce-dure, talvolta le varianti al pro-getto originario oppure ostacoliprocedurali e burocratici stannotuttora rallentando l’iter com-plessivo. Come ultima, ma non per prio-rità, delle quattro voci campanesegnalate nel dossier: la bonificadi Bagnoli-Coroglio, un’opera in-dispensabile per la riqualifica-zione e valorizzazione dell’areae dei siti contaminati (Italsider,Cementir, Eternit, e così via).Risale “solo” al 1996 la primaelaborazione del Piano di recu-pero ambientale della zona, daattuarsi da parte dell’ex Italsi-der con un finanziamento dicirca 400 miliardi di vecchie liredisposto dal CIPE. Al maggio2013 i siti svincolati e avviati abonifica non superano il 9% deltotale superficie. Tuttora le ope-razioni di bonifica sono bloccateper approfondimenti giudiziarie accertamenti della Magistra-tura.

Legambiente al Governo: ecco il dossier “#Sbloccafuturo”101 opere incompiute da cui ripartire per risanare il territorio italiano

Entra in vigore il Decreto #AmbienteProtettoSuperare le emergenze, semplificare le procedure, scongiurare le infrazioni

Page 4: Arpa campania ambiente 2014 12

Domenico Matania

Le acque del mare di Napolisaranno dotate di una boaoceanografica. Si tratta di unmeccanismo in grado di moni-torare costantemente l’anda-mento delle acque al fine diprevenire le inondazioni enello stesso tempo di teneresotto controllo la qualità delmare per verificare la balnea-bilità della zona. La boa è stataposizionata giovedì 12 giugnoda parte del Cacciamine Mi-lazzo per conto del Comune diNapoli (Dipartimento Ambien-tale, Servizio Risorse Mare).Nello specifico, la boa oceano-grafica è stata posizionata allargo di Posillipo, presso la“secca della Cavallara”, su unfondale di 27 metri, a circa 800metri dalla Gaiola. Non è laprima volta che si procede atale operazione: già nelloscorso febbraio il CacciamineMilazzo aveva posizionato laboa ma una violenta mareg-giata ne aveva spezzato il cavod’ormeggio rendendo vanetutte le operazioni di posizio-namento. Oltre al coinvolgimento del Di-partimento Ambientale del Co-mune di Napoli, l’attività èstata svolta in collaborazionecon il Dipartimento di Scienzeper l’Ambiente dell’UniversitàParthenope e l’Arpac: al mo-

mento del posizionamentodella boa era presente un teamdi docenti e ricercatori univer-sitari guidato dal prof. GiorgioBudillon. Comune di Napoli,Università Parthenope, Arpace Marina Militare riuniti perfar fronte al rischio di inquina-mento antropico sull’interacosta napoletana, prendendoparte al S.I.M.P.A.C. Napoli, ilSistema Integrato di Monito-raggio e Protezione dell'Am-biente Costiero di Napoli.

L’importanza delle boe oceano-grafiche (o ondametriche) èchiaramente espressa dalla de-scrizione dell’Ispra, l’IstitutoSuperiore per la Protezione ela Ricerca Ambientale; in par-ticolare si parla della Rete On-dametrica Nazionale come “unbene della collettività di gran-dissima utilità”. Inoltre l’obiet-tivo non è solo quello dimonitorare le acque, ma sussi-stono scopi pratici quali la pro-gettazione di opere costiere

(porti, frangiflutti, strade, fer-rovie), per studiare l'erosionedelle coste e per stabilire lareale occorrenza di calamitànaturali. Dal punto di vistatecnico una boa oceanograficaè dotata di un ondametro dire-zionale accelerometrico a statosolido, di altissima precisione,TRIAXYS, di una stazione me-teorologica e, in alcuni casi, diun misuratore della conducibi-lità elettrica dell'acqua di su-perficie. Inoltre sono presenti

un termometro per misurarela temperatura del mare ed uncorner reflector che rende visi-bili le boe al Radar.In Italia, quello di Napoli nonè il primo caso di installazionedi una boa oceanografica; se-condo il sito dell’Ispra sonopresenti altre quindici boe di-slocate nei mari italiani, traMazara, Palermo, Cetraro, Al-ghero, Ponza, Monopoli, Civi-tavecchia, Ancona, La Spezia,Venezia, Cagliari.

Alla Gaiola la boa che raccoglie i dati marini

Aree marine protette: perché non a Capri?Con l’arrivo della bella sta-gione, le principali mete turi-stiche vacanziere si ritrovano adover affrontare l’invasione divilleggianti e pendolari. LaCampania ed in particolare lesue isole restano tra le metepiù gettonate. Il fascino e l’ap-peal della sempreverde isola diCapri riescono ancora ad at-trarre migliaia di turisti. Manon è tutto oro quel che luccica.L’impatto ambientale è senzadubbio molto forte e riuscire agestire un flusso turistico digrandi dimensioni non è im-presa semplice nemmeno perun’isola da sempre dedita al-l’accoglienza di visitatori datutto il mondo. Ad avere la peg-gio sono proprio le acque cri-stalline dell’Isola Azzurra.Ebbene sì, perché sebbene leimmagini dello splendido maredi Capri facciano il giro del

mondo, non è mai stata isti-tuita un’area marina protettain quella zona. In Campaniaangoli di paradiso altrettantomeravigliosi godono del privile-gio di essere tutelati dal puntodi vista ambientale: c’è Puntadella Campanella, il “Regno diNettuno” (tra Procida, Vivaraed Ischia), Baia, la Gaiola,l’area degli Infreschi e dellaMasseta (Marina di Camerota)e ancora Santa Maria di Ca-stellabate. E Capri? Fino adora il vuoto; esiste una praticaaperta e sarebbe compito delMinistero dell’Ambiente accer-tare i requisiti per istituireun’area protetta nei mari del-l’isola azzurra e degli Enti co-munali completarel’incartamento per procedere.La situazione è in stato distallo da circa cinque anni, l’in-tervento delle Associazioni am-

bientaliste potrebbe velociz-zare il da farsi visto anche ilrinnovo delle due Amministra-zioni comunali di Capri edAnacapri. Senza l’istituzionedell’area marina protetta siconcede la libera navigazione eil libero ormeggio di turisti ependolari provocando nonpochi danni dal punto di vistaambientale. Il risultato a dirpoco triste vede i fondali delleacque di Capri rovinati e lastessa biodiversità sconvolta.Si parla di alghe morte, dellascomparsa dei ricci di mare edella comparsa di branchi dibarracuda. A questo scenarioraccapricciante si aggiunganole rocce imbrattate con la naftae i rifiuti che vengono gettati inmare. Si spera in un interventorapido ed efficace affinchél’Isola Azzurra non cambi co-lore. D.M.

Prevenire le inondazioni e tenere sotto controllo la qualità delle acque

Page 5: Arpa campania ambiente 2014 12

Anna Paparo

L'acido desossiribonucleico odeossiribonucleico (DNA) è unacido nucleico che contiene leinformazioni genetiche neces-sarie alla biosintesi di RNA eproteine, molecole indispensa-bili per lo sviluppo ed il cor-retto funzionamento dellamaggior parte degli organismiviventi. In esso è racchiusa

tutta la nostra storia, pos-siamo trovare ogni sorta di in-formazione sul nostro luogo diorigine, sulla popolazione acui apparteniamo. Ed ora, grazie all’algoritmoGps, acronimo per Geogra-phic Population Structure,messo a punto da un consor-zio internazionale di scien-ziati, sarà possibile tradurrequesta informazione geneticain precise coordinate geografi-che, assegnando ogni indivi-duo alla propria nazione e inmolti casi anche alla città diorigine. Questo strumento èuna sorta di navigatore satel-litare a base genomica e, comeun normale Gps riesce a for-nire precise coordinate spa-ziali attraverso le onde radiodei sistemi satellitari, cosìl’algoritmo parte dalle va-rianze del Dna per collocareun individuo nel suo posto diorigine. La ricerca, pubblicata

sul sito Nature Communica-tions, fa parte di un più ampiostudio sulla variazione geno-mica delle popolazioni umanenell’ambito del progetto Geno-graphic della National Geo-graphic Society e ha coinvoltouna trentina di scienziati, trai quali ricercatori italianidelle università di Pisa, Ca-gliari e Sassari. Come ha benspiegato il dottor Sergio Tofa-

nelli, ricercatore del diparti-mento di biologia dell’ateneopisano che ha partecipato allostudio, è stata analizzata ladistribuzione delle varianti asingolo nucleotide in banchedati pubbliche e private, poi,tra i diversi milioni di va-rianti, ne sono state selezio-nate circa 130mila, cioè ilnumero più basso sufficientea discriminare coppie di popo-lazioni separate su base geo-grafica. In gergo vengonochiamate AIMs, che in ita-liano potremmo tradurre conmarcatori informativi di ance-stralità. L’algoritmo è statopoi testato con ottimi risultatisul patrimonio genetico dimille seicento cinquanta indi-vidui appartenenti a 40 popo-lazioni diverse. Ne è emersoche ben l’ottantatre per centodegli individui è stato asse-gnato in modo corretto allanazione di origine e per al-

cune popolazioni, come nelcaso dei sardi, il cinquantaper cento è stato collocato cor-rettamente entro un raggio di50 km dal proprio villaggio diorigine. Addirittura, tutte ledonne del Comune di San Ba-silio, in provincia di Cagliari,sono state associate al loro vil-laggio. L’assegnazione, in-fatti, è più accurata nel casodi popolazioni non interessate

da recenti fenomeni di mesco-lamento o di migrazione. Infine, Le applicazioni delGps genomico sono molte: siva dallo studio dei fenomenimigratori alla medicina sumisura (alcune terapie farma-cologiche, infatti, hanno un’ef-ficacia diversa a seconda delgruppo etnico), dalle indaginimedico-legali alla genealogiaamatoriale. Ma il gruppo distudiosi non si ferma. Stanno,infatti, ultimando un nuovoalgoritmo in grado di risalireal luogo di origine di entrambii genitori. Uno degli aspettipiù innovativi dell’algoritmoGps è che per la sua costru-zione ci si è basati sul para-digma moderno della geneticaevolutiva umana: «Non esi-stono popolazioni umanepure: tutte sono frutto del me-scolamento di una manciatadi componenti genomiche dibase».

Il Gps del genoma umano perconoscere le proprie origini

Fabio Schiattarella

I container, come bene sappiamo, sono utilizzatiper il trasporto di merci su navi, camion e treni, macon alcuni adattamenti, possono essere sfruttatianche come case di emergenza per terremotati ocome ambulatori. Una grande novità sarebbe, adesempio, sentire parlare di container come parteintegrante di un edificio. Da oggi questo è possibile;basta dare un’occhiata all’interessante progettodell’Hive-Inn, del quale subito colpisce l’originalità.Parliamo di un hotel che viaggia sui binari dell’ecosostenibilità. Forme futuristiche e colori sgar-gianti sono le parole che racchiudono la particola-rità di questo progetto, proposto dagli architetti delgruppo Ova Studio di Hong Kong, che ha suscitato

molto interesse per lasua massima flessibi-lità ed adattabilitàalle funzioni più sva-riate. L’idea di base èil riciclo. I progettistipartono da un’idea dibase: recuperare con-tainer abbandonatisfruttando il più possi-bile le loro potenzia-lità.Questi infatti sono

dei grandi parallelepipedi metallici, molto resi-stenti, e il loro interno può trasformarsi in uno spa-zio fruibile da più persone. Come un edificio èarticolato in più stanze, così nell’Hive-Inn ognistanza è rappresentata da un modulo container ri-ciclato che ospita una realtà autonoma e flessibilein base alle esigenze dell’hotel. L’Hive-Inn è carat-terizzato da una struttura molto semplice: una gri-glia metallica centrale in cui vengono “inseriti” imoduli container. Questi sono assemblati uno al-l’altro creando piani dell’edificio con forma di voltain volta diversa, lasciando spazio anche ad areeverdi e terrazzi. I moduli container possono essererimossi o spostati tramite una gru posta sulla partesuperiore dell’edificio, ed ospitano funzioni diverse:uffici, negozi o ambulatori. Inoltre i progettisti, pro-pongono di utilizzare i moduli come strumento dipromozione pubblicitaria per famosi brand: attra-verso un restyle del container infatti, si possonoevidenziare i loghi del brand e ospitare allestimentiespositivi richiamando numerosi visitatori. Guar-dando in casa nostra menzioniamo Milano dovegrazie al Fondo G.D.F. si potranno realizzare degliedifici ecologicamente sostenibili di questo genere.

L’originale hotel di container riciclati

La ricerca ha coinvolto anche studiosi italiani

L’Hive-Inn di Hong Kong

Page 6: Arpa campania ambiente 2014 12

Gennaro Loffredo

Che temporale! Il cielo è neris-simo e viene giù tanta diquell’acqua che non si vedequasi nulla. Le strade si sonotrasformate in autentici tor-renti e in mezzo alla pioggia c’èanche un po’ di grandine. Ab-biamo cumulato 30mm inun’ora e continua. Passato iltemporale si va a trovare unamico, che abita a due km didistanza; arrivando sul postosi nota che l’asfalto è appenabagnato e non ci sono pozzan-ghere. Questi scambi di opi-nioni vanno spesso di modaquando sull’Italia è presenteuna circolazione di aria insta-bile come quella avvenuta nelcorso del mese di giugno. Ma-gari ci si sveglia al mattino conun bel sole e si finisce sotto untemporale anche forte nelle orepomeridiane. Quando i tempo-rali non risultano organizzatiin un vero e proprio sistema diperturbazioni, sono spesso det-tate dal contrasto di masse diaria; perciò possono risultaremolto violenti, ma di esten-sione limitata. Ci sono dellezone privilegiate per la nascitadi questi fenomeni tanto peri-colosi e affascinanti? La risposta è affermativa. Ladiversa morfologia del terreno,che si ripercuote anche conuna maggiore o minore coper-

tura vegetale, influenza il di-staccamento delle termiche alsuolo, materia prima per la co-struzione di temporali.Un pendio montuoso che sipresenta senza alberi può as-sorbire maggiormente i raggidel sole e riscaldarsi di più. Seun rilievo si presenta, invece,totalmente coperto da vegetali,l’assorbimento del calore daparte del terreno sarà minore,essendo in parte “neutraliz-zato” dalle fronde. Minore ri-scaldamento del terrenosignifica minore produzione ditermiche e di conseguenza dinubi cumuliformi ed eventualitemporali. In poche parole, èmolto più facile che un tempo-rale pomeridiano si sviluppi inun luogo con minore coperturavegetale, piuttosto che in pros-simità di una zona totalmenteverde. Questo discorso valesolo per i cosiddetti “temporalidi calore”, cioè quelli estivi chenascono e muoiono sul posto, apatto che non intervenga unacorrente in quota in gradi dispostarli su altre zone. In que-sto caso si parla di “sconfina-menti”, e i temporali possonocolpire anche zone relativa-mente lontane dal luogo di ori-gine (come coste e pianure). Illitorale tirrenico e quindianche Napoli risultano gene-ralmente coinvolti dai tempo-rali pomeridiani quando la

corrente in quota proviene daiquadranti orientali; infatti adest della città partenopea è col-locato l’Appennino, zona idealeper lo sviluppo di temporali.Discorso inverso invece perquanto riguarda il versanteadriatico. Un altro fattore cheinfluenza la crescita dei tem-porali pomeridiani è la pre-senza di laghi, magari ancheartificiali, che si trovano invalli strette, circondate damontagne anche elevate. Illago crea un surplus di umi-

dità, che viene sollevata dal ri-scaldamento delle rupi circo-stanti assieme alle termiche;l’aria che viene portata inquota oltre che essere calda èanche umida e la formazionedi nubi e temporali sarà note-volmente esaltata. Molto im-probabile, se non impossibile,che un temporale pomeridianosi sviluppi in mare aperto. Inquesto caso l’umidità è pre-sente in abbondanza, ma lapresenza dell’acqua, la cuitemperature è quasi sempre

inferiore a quella dell’aria, nonconsente il sollevamento delletermiche dal basso. L’umiditàè costretta a rimanere neibassi strati; non salendo inquota viene scoraggiata la con-densazione del vapore acqueoe la formazioni di nubi. Il tem-porale è uno dei fenomeni inmeteorologia più difficili daprevedere, proprio per la suacaratteristica di imprevedibi-lità e localizzazione dei feno-meni.(immagini www.sat24.com)

Il temporale estivo che non ti aspettiRaccontiamo il meteo. Perché le tempeste nei mesi caldi sono difficili da prevedere

Page 7: Arpa campania ambiente 2014 12

Anna Gaudioso

Il 5 giugno 2014 si è celebrata la Gior-nata mondiale dell’ambiente. Istituitanel 1972 dalle Nazioni Unite, la Gior-nata mondiale dell'Ambiente si pre-figge non solamente di richiamarel'attenzione pubblica sulle questioniambientali, ma anche di indicare delleazioni concrete che possano contribuireal miglioramento dell'ambiente stesso.Protagonista di questa giornata,quest’anno, sono stati i Raee. Par-liamo, cioè, dei rifiuti da apparecchia-ture elettriche ed elettroniche, dellepile esauste e dei moduli fotovoltaici.«Ognuno di noi può fare un gesto che,per quanto semplice, dà una impor-tante mano all'ambiente», ha detto ildirettore generale di Ecolight, Gian-carlo Dezio. Da qui i consigli del Con-sorzio Ecolight per smaltire i rifiutielettronici. Fare una corretta raccoltae un attento recupero permette di ri-sparmiare in termini di produzione dienergia e di inquinare meno. Per smal-tire i rifiuti elettronici il Consorzio Eco-light dà dei consigli utili: indica, cioè,le azioni concrete per avviare i Raee alrecupero, tre piccole azioni che cia-scuno può compiere per dare il proprio

piccolo ma significativo contributo perun ambiente migliore. E’ utile far co-noscere e far capire a tutti, soprattuttoalle giovani generazioni, che i Raeepossono essere utili e, anzi, sono unarisorsa importante. A tutt’oggi non c’èun buon recupero di questi materiali:infatti, per quanto riguarda i piccolielettrodomestici, meno del 20% vieneraccolto in modo corretto e avviato alrecupero. Il restante finisce probabil-mente nella raccolta indifferenziata.Eppure recuperare questi materialinon è difficile. Alla domanda “dovemettiamo i RAEE?”, la risposta è sem-plice: si possono portare nelle isole eco-logiche attrezzate per la raccoltadifferenziata di questa categoria dei ri-fiuti, e metterli nei cassoni giusti: R1per le apparecchiature refrigeranti (fri-goriferi e congelatori); R2 per lavatricie forni; R3 per televisori e monitor; R4per piccoli elettrodomestici ed elettro-nica di consumo; R5 per sorgenti lumi-nose neon e risparmio energetico.Inoltre oggi, nel caso in cui si acquistauna nuova apparecchiatura, si può la-

sciare al negozio quella vecchia nonfunzionante da sostituire. Ciò è statopossibile grazie al Decreto ”Uno controUno”: è un’operazione gratuita, ma ilcliente deve però compilare una schedadi consegna del vecchio dispositivo oelettrodomestico. In effetti, quando ilnegoziante consegna il nuovo apparec-

chio, ritira il vecchio. Inoltre i Raee be-neficiano del recente e positivo Decreto“uno-contro-zero” (mi riferisco al Dlgs49/2014), che dal 12 aprile consente achiunque di riconsegnare in negozio ipiccoli apparecchi elettrici ed elettro-nici dismessi (quelli di dimensioniesterne inferiori ai 25 centimetri)

senza obbligo di acquisto. Dunque tuttipossiamo dare il nostro contributo con-segnando quei piccoli elettrodomesticiche non usiamo più, e sapere come fareè importantissimo. Anzi, bisognerebbefare una campagna pubblicitaria perindicare ed invitare tutti a dismetterei piccoli elettrodomestici in modo cor-retto. Per quanto riguarda le impresee i liberi professionisti, possono rivol-gersi direttamente a Ecolight che effet-tuano una raccolta domiciliare. Questoservizio viene svolto su tutto il territo-rio nazionale e si chiama “Fai spazio”.Sarebbe un peccato non recuperarequesto tipo di materiali visto che oltreil 90% del loro peso può essere recupe-rato e riciclato e ciò sarebbe un granderisparmio sia in termini di materiaprima che di emissioni di Co2 in atmo-sfera. Non è da trascurare, in effetti, ilfatto che alcuni Raee contengono so-stanze particolarmente inquinanti,come il mercurio delle lampadine a ri-sparmio energetico o i gas refrigerantidei freezer, che richiedono specificitrattamenti.

Consigli per il corretto recupero dei RaeeRifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche protagonisti della Giornata dell’ambiente

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 30 giugno 2014 - Anno X, N.12Edizione chiusa dalla redazione il 30 giugno 2014

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, F. Clemente, P. D’Auria, G. DeCrescenzo, A. Esposito, E. Ferrara, R.Funaro,L. Iacuzio, G. Loffredo, R. Maisto, D. Matania,B. Mercadante, A. Morlando, A. Palumbo, A.Paparo, F. Schiattarella, L. Terzi, M. Tafuro, E.TortorielloSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 7- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/426/427 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

Da aprile

è possibile depositare

apparecchi fuori uso

nei negozi

Page 8: Arpa campania ambiente 2014 12

Gas fluorurati a effetto serra: il nuovo regolamento CE

Alessia Esposito

Cinquecento i milioni di ton-nellate di carbonio annuali as-sorbite ogni anno dalle speciemarine. Un dato che equivalea circa 1.500 milioni di tonnel-late di anidride carbonica: è ilrisultato emerso da una ricercacommissionata dalla GlobalOcean Commission.La GOC è un organismo inter-nazionale indipendente natonel 2013 con lo scopo di com-piere studi e formulare delleproposte concrete a salvaguar-dia degli oceani. il compitodella Comissione si muove inquattro direzioni: esaminare leminacce, i cambiamenti e lesfide che i nostri mari si tro-vano ad affrontare; studiarepunti di forza e criticità delpiano giuridico utilizzato dallagovernance; stabilire relazionicon tutte le parti interessate,compresi i cittadini e indivi-duare azioni concrete stabilen-done fattibilità e costi.Oggi a seguito della giornataannuale del mare (8 giugno) laGlobal Ocean Commission ciavverte che proteggere i nostriamici del mare è, oltre che undovere etico, anche un validis-simo contributo per evitare icambiamenti climatici causatidall’inquinamento.Nel rapporto stilato viene evi-denziato – riporta il sito Rinno-vabili.it – “il ruolo strategicodella fauna marina nella miti-gazione del climate change”.

In particolare lo studio sottoli-nea che alcuni servizi ecosiste-mici hanno “valore diretto” peril genere umano. Tra questi i“servizi di approvvigiona-mento” come il materiale gene-tico e le materie prime e i“servizi di regolamentazione”come la purificazione dell’aria.. All’uomo spetta ovviamente il

compito di innescare un circolovizioso proteggendo la biodi-versità delle specie marinedalla pesca selvaggia e leacque, habitat necessario allaloro sopravvivenza, dalle atti-vità nocive. Ad oggi ancoratroppi gli idrocarburi, gli scari-chi industriali tossici, i rifiutiradioattivi (oltre che l’inciviltà)

che distruggono il mare, cosìcome denuncia un altro rap-porto dal titolo “Oceani in peri-colo” redatto da Greenpeace,World Watch Institute e Onu.Il co-presidente della Commis-sione, Trevor Manuel, ha affer-mato che, grazie a questaricerca, si potrà "vedere e valu-tare molto più chiaramente

cosa potremmo perdere se nonprendiamo subito le adeguatemisure per tutelare il mare egovernare in modo efficace alfine di proteggere i servizi eco-sistemici vitali". La ricerca verrà utilizzatadalla Global European Com-mission per presentare propo-ste concrete da applicare pertutelare l’equilibrio del mareeche saranno valutate nelleprossime settimane. In parti-colare, le azioni si sofferme-ranno ad arginare il fenomenodella pesca “cattiva” che influi-sce negativamente sulle pre-stazioni offerte da altri “servizieco sistemici”, come la catturae lo stoccaggio del carbonio.Secondo i dati sono infattisfruttate al di sopra delle pos-sibilità più dell’80% delle ri-sorse ittiche con conseguenteestinzione di molte specie ma-rine. Non bisogna dimenticare unaconcausa altrettanto incidente:l’urbanizzazione costiera sel-vaggia ha ridotto del 20%l’estensione delle barriere co-ralline e del 35% quella delleforeste di mangrovie, fucine dibiodiversità. Non resta cheaspettare le proposte formu-late per garantire la sostenibi-lità delle azioni dell’uomo sulleacque. Nel frattempo, ognunonel suo piccolo, e soprattuttocon l’avvento dell’estate, puòfare la sua parte rispettando ilmare e favorendo una spesa dipesce “consapevole”.

Fauna marina contro cambiamento climatico

Brunella Mercadante

Nella GUCE L.150/195 del20.05.2014 è stato pubblicato ilnuovo Regolamento sui gasfluorurati a effetto serra cheabroga il Regolamento848/2006/CE. In vigore dal 9giugno 2014 troverà applica-zione a partire dal 1 gennaio2015. Anche se non più men-zionato, la Comunità europeaprosegue la politica ambientaledettata dal protocollo di Kiotovolto alla riduzione delle emis-sioni dei gas fluorurati a effettoserra. Il nuovo Regolamentostabilisce nuove disposizioni intema di contenimento, uso, re-cupero e distruzione dei gasfluorurati, nuove condizioniper l’immissione in commerciodi prodotti ed apparecchiature

specifici che contengono o chefunzionano a mezzo di gas fluo-rurati, nuove condizioni per gliusi e i limiti quantitativi perl’immissione in commercio diidrofluoricarburi. Vengono ulteriormente specifi-cate le definizioni di ripara-zione, installazione, manuten-zione e assistenza, ma soprat-tutto, ai fini della prevenzione,vengono stabilite le caratteri-stiche dei controlli, che devonoessere tra l’altro svolti da per-sone fisiche certificate che, se-condo i criteri stabilitiall’articolo 10 del Regolamento,abbiano frequentato corsi diformazione con valutazione fi-nale. Viene stabilito che de-vono essere sottoposti acontrolli delle perdite le appa-recchiature contenenti gas

fluorurati a effetto serra inquantità superiore o uguali a 5tonnellate di CO2 equivalente,siano esse apparecchiaturefisse di refrigerazione, di condi-zionamento d’aria, di pompe dicalore , di protezione antincen-dio, di celle frigorifero di auto-carri e rimorchi frigorifero, dicommutatori elettrici. Le appa-recchiature contenenti meno di

3Kg di gas fluorurati a effettoserra e le apparecchiature er-meticamente sigillate conte-nenti meno di 6 Kg di gasfluorurati a effetto serra fino al31 dicembre 2016 non sonosoggetti a controlli di perdite.Per ciascuna tipologia di appa-recchiatura è stata prevista lafrequenza dei controlli e l’isti-tuzione per ciascuna apparec-

chiatura di un apposito regi-stro su cui vanno annotate, acura degli operatori che effet-tuano i controlli: la quantità eil tipo di gas a effetto serra, laquantità di gas fluorurati ag-giunti durante l’istallazione, lamanutenzione o l’assistenza oa causa di perdite, la quantità,la tipologia e il nome e l’indi-rizzo della casa produttrice delgas rigenerato eventualmenteinstallato, la quantità di gas aeffetto serra recuperato, il no-minativo e il numero di certifi-cato della ditta che svolgel’istallazione, riparazione, ma-nutenzione o assistenza, ledate e i risultati dei controlli. Iregistri vanno conservati daglioperatori per almeno 5 anni.Sono infine stabilite le condi-zioni di etichettatura.

Pesca selvaggia, inquinamento delle acque e cementificazione i primi

nemici delle specie marine

« »

Page 9: Arpa campania ambiente 2014 12

LA GRANDE ASCESA DELLE RINNOVABILI NELL’UE

Rosario Maisto

Grazie ad una crescita più sostenutadel previsto, i paesi dell'Unione Euro-pea sono in anticipo sull'obiettivo di co-prire entro il 2020 il 20% del propriofabbisogno con energia prodotta dafonti rinnovabili. La maggior parte dei28 paesi che fanno parte dell’UE, ap-pare in grado di raggiungere la quotanazionale di consumi energetici dafonti rinnovabili prevista dal cosid-detto piano “20-20-20”. Adottato dalParlamento europeo, il piano prevedeche entro il 2020 l'UE riduca del 20%rispetto al 1990 le emissioni di gasserra, aumenti del 20% l'efficienzaenergetica, e porti la quota comples-siva di energia da rinnovabili al 20%,sulla base di obiettivi nazionali diffe-renziati che prendonoin considerazione i di-versi punti di par-tenza degli Statimembri, il potenzialedi energia rinnovabilee la capacità econo-mica del paese (perl'Italia l'obiettivo coin-cide con quello mediodell'UE del 20%). Nel2013 per la primavolta gli investimentiin energie rinnovabilidella Cina hanno su-perato quelli dell'Eu-ropa, dove si èregistrato un forte

calo. Tuttavia, come viene sottolineatodal rapporto Global Trends in Renewa-ble Energy Investment 2014, graziealla contemporanea diminuzione deicosti di produzione degli impianti foto-voltaici, la quota di energia elettrica dafonti rinnovabili sale dal 7,8 all'8,5%del totale mondiale. Questa quota dienergia elettrica prodotta dalle rinno-vabili ha continuato a crescere global-mente anche lo scorso anno, sebbenegli investimenti siano calati del 14% ri-spetto al 2012 e del 23% rispetto al2011. L'Ufficio statistico dell'Unionecertifica che la crescita delle rinnova-bili è stata più sostenuta del previsto,avendo fatto un balzo del 6% circa ri-spetto al 2004, primo anno per cui sihanno dati affidabili per tuttal'Unione. Tre paesi hanno addirittura

già superato l'obiet-tivo per il 2020: (laSvezia, che soddisfacon le rinnovabili benil 51% del suo fabbiso-gno ed aveva comeobiettivo il 49%,l'Estonia 25% su unobiettivo di 24,2 e laBulgaria 16,3 su16%). Per i paesi incui le fonti rinnovabiliassicurano la percen-tuale più alta di con-sumi coperti, sono intesta la Svezia, la Let-tonia 35,8%, la Fin-landia 34,3% e

l'Austria 32,1%. Fra i paesi in cui lerinnovabili sono ancora indietro, si se-gnala in particolare la Gran Bretagna,che in valori assoluti ha consumi ener-getici molto elevati, ma oltre a restarea grande distanza dal proprio obiettivodel 15% appare intenzionata a ridurrele emissioni di gas serra investendosull'energia nucleare, è infatti di re-cente l'annuncio della costruzione di

due nuove centrali nucleari che do-vrebbero fornire il 7% del fabbisognoelettrico della nazione, piuttosto chesulle rinnovabili. Considerati i risultatigià ottenuti otto anni prima della sca-denza del 2020, l'UE intende procedereverso un nuovo obiettivo: portare laquota delle energie rinnovabili al 27%entro il 2030, e ridurre le emissioni del40% rispetto ai livelli del 1990.

LA E-SCIENZA: I “MIRACOLI” DELLA REALTÀ VIRTUALE

Possiamo aggirarci nel nostrocervello, camminare su Marte ovedere un virus da vicino. Vi-deogioco o scienza? Entrambi.Si tratta di un sistema di realtàvirtuale che permette di vederein 3D e muoversi in qualsiasi“ambiente scientifico”, sia essoun cervello umano sia un sitoarcheologico, utilizzando nonl’invenzione, ma dati prove-nienti da Istituti di ricerca comela Nasa, e da esami diagnosticitipici delle neuroscienze come larisonanza magnetica. Il sistemasi chiama CAVE 2 ed è statosviluppato dai ricercatori del-l’Electronic Visualization Labo-ratory (EVL) dell’Universitàdell’Illinois a Chicago (UIC).Tra di loro anche un italiano,Alessandro Febretti: ora assi-stente ricercatore e dottorando,è partito per uno scambio tra

Politecnico di Milano e UIC, perpoi restare dedicandosi allamessa a punto di questo si-stema utile ad altri scienziati, amedici e studiosi. Lo “stru-mento” è costituito da 72 pan-nelli LCD immersivi cheformano un cilindro alto 2.6metri e con un diametro di piùdi 6 metri. Una delle applica-zioni vede come protagonisti ineurochirurghi del College ofMedicine della UIC che hannosfruttato il potenziale delloschermo di CAVE2 per creareun ambiente virtuale, in dimen-sioni esagerate, che ricreasse lastruttura anatomica del cer-vello, in modo da risolvere al-cuni problemi riscontrati nellearterie cerebrali di pazienti deltutto reali. La risoluzione deinormali computer e sistemi divisualizzazione diagnostica non

era infatti sufficiente per com-prendere appieno alcune dellestrutture più interne. CAVE 2invece permette di andare astudiare con precisione tutto ciòche risulta troppo piccolo,troppo intricato, nascosto o pe-ricoloso, utilizzando i dati di pa-zienti o ambienti reali. Un’altraapplicazione di successo è natada una collaborazione finan-ziata dalla NASA, per la quale

è stata creata una mappa 3D diun lago in Antartide, esploratoda un robot subacqueo. Questamappa, formata da 200 milionidi punti, in CAVE2 si è potutariprodurre in scala 1:1 e i ricer-catori che hanno lavorato in An-tartide sono riusciti a esploraredi nuovo il lago e a effettuare

misure come se si trovasseroancora lì. L’obiettivo a lungotermine di questo progetto ècreate un robot da spedire suuna delle lune di Giove (Eu-ropa) per sondare l’oceano sottola superficie ghiacciata dellaluna, potenzialmente in cerca divita. I.B.

Svezia, Estonia e Bulgaria hanno già superato l’obiettivo del 2020

In giro per l’universo alla ricerca di altre forme di vita

Page 10: Arpa campania ambiente 2014 12

Se in passato la pelle chiaraera segno di una condizionesociale elevata, in contrappo-sizione a quella più scura ca-ratteristica di una vita diduro lavoro nei campi, oggi alcontrario la pelle abbronzataè sinonimo di salute, gioventùe bellezza ed evoca immaginidi vacanza, rilassamento e be-nessere.Oltre agli indiscutibili bene-fici del sole bisogna, però,tener conto dei possibili dannicausati dall’eccessiva esposi-zione. Invero oggigiorno, gra-zie alla sempre maggiorediffusione di informazioni, viè la consapevolezza della ne-cessità di proteggersi adegua-tamente dai raggi solari;oltre, quindi, a non esporsidurante le ore più calde dellagiornata e ai raggi più direttigrande importanza viene rico-nosciuta all'uso di specificiprodotti che, a salvaguardiadella salute della pelle, pre-vengono rossori, bruciori escottature e nello stessotempo favoriscono un’abbron-zatura graduale e duratura.Ma come scegliere i prodottigiusti? Ogni anno all'arrivodell'estate l'offerta commer-ciale di prodotti solari è infi-nita e diventa estremamentedifficile districarsi tra creme,gel, oli e spray, sopratutto seoltre a voler proteggere lapelle vogliamo anche nondanneggiare l'ambiente. Moltiprodotti solari, infatti, sonosenz'altro buoni per la prote-zione dal sole, ma quando fi-niscono in acqua possonodanneggiare coralli e pesci olasciare macchie oleose an-dando ad inquinare un si-stema ecologico già fragile.Inoltre non dimentichiamoche tubetti, barattoli e conte-nitori vari sono talvolta diffi-cilmente recuperabili. Scegliamo, quindi, prodottibiodegradabili e non ittiotos-sici. Verifichiamo dall'eti-chetta che non vi sianoingredienti a rischio, comecomposti petrolati, oli mine-rali (contenuti nei prodotti re-sistenti all'acqua), siliconi,acrilati, condizionanti o ad-densanti tossici, dannosi pergli organismi marini. Cer-chiamo prodotti che abbianofiltri fisici, sostanze minerali

come ossido di zinco e biossidodi titanio sono ad esempioecologiche, così come anchefiltri chimici di nuova genera-zione come mexoryl e tino-sorb. Oltre ai prodotti chescegliamo contano molto perl'ambiente anche i comporta-menti: evitiamo tanti pro-dotti, una protezione 50 per le

parti sensibili ed una medio-alta da dosare in base alle ne-cessità sono sufficienti,preferiamo sole e doposole 2in 1, evitando troppi conteni-tori, e poi buon senso, cap-pelli, occhiali scuri emaglietta sono potenti alleatie sono completamente ecolo-gici. B.M.

Quali sono i prodotti solari da scegliere?

Rosa Funaro

Nonostante le tempeste e lebombe d’acqua dei giorniscorsi non lasciassero presa-gire l’imminente arrivo dellabella stagione è finalmentetempo d’estate! Ma, conl’estate, arrivano anche imille dubbi di chi ha figli pic-coli sulle vacanze o sull’espo-sizione corretta alle altetemperature. Per aiutare igenitori a districarsi tra que-sti innumerevoli quesiti, laSIN (Società Italiana di Neo-natologia) ha stilato un deca-logo di regole e consigli inmerito. Innanzitutto, non esi-ste alcuna controindicazione

nel portare i neonati al marema come sempre, bisogneràfarlo con criterio e logica: nonnelle ore più calde della gior-nata, non esponendoli airaggi solari diretti e proteg-gendo la loro pelle facendogliindossare degli abitini chiarie dal tessuto traspirante e

naturale. È poi necessarioproteggere anche la testa, fa-cendo loro indossare un cap-pellino a falda larga o convisiera. Tuttavia il sole nonva demonizzato, è un ele-mento fondamentale per ga-rantire una crescita sanadell’apparato muscolo schele-trico e per favorire il buonu-more. Inoltre l’esposizione airaggi del sole stimola la pro-duzione di vitamina D, chesecondo numerosi studi pro-tegge dalle malattie delleossa, dal morbo di Parkinson,dalle malattie autoimmuni edai disturbi cardiovascolari;basterà applicare sulla pelledel neonato delle creme pro-

tettive che contengono mine-rali come ossido di zinco o ti-tanio, grazie alle quali saràpossibile riflettere i raggi so-lari impedendone la penetra-zione. Anche per quantoriguarda la montagna, non visono particolari controindica-zioni per i neonati, ma i neo-genitori dovranno evitare diportare il piccolo ad altezzesuperiori a 2000 mt e proteg-gerlo ugualmente dai raggisolari, dalle temperature ele-vate e dalle zanzare. E iviaggi? In auto con soste fre-quenti mentre l’aereo vausato solo se necessario acausa degli sbalzi di tempe-ratura e di pressione.

La toscana Castiglione della Pescaia, la campana Pollica e lasarda Posada: sono questi i mari più belli di Italia in base allaGuida Blu stilata da Legambiente in collaborazione con il Tou-ring Club Italiano. Le ambite cinque vele sono state assegnatea 14 località marine e 7 lacustri. A seguire, nella classifica deimari, Ostuni (Br), San Vito Lo Capo (Tp), Vernazza (Sp),Otranto (Le), Melendugno (Le), Baunei (Og), Bosa (Or), Mara-tea (Pz). New entry 2014 Domus De Maria (Ca) e Roccella Jo-nica (Rc). Per le isole minori premiata Santa Marina Salina(Me). A conquistare il podio dei laghi più belli sono invece Mol-veno (Tn) al primo posto, insieme ad Appiano sulla strada delvino (Bz) al secondo e Fie’ allo Sciliar (Bz) al terzo. La GuidaBlu è aggiornata annualmente in base a criteri come la ge-stione sostenibile del territorio anche in termini di rifiuti edenergia, i servizi offerti nel rispetto dell'ambiente e l’alta qua-lità della ricettività turistica e dell’enogastronomia. “Le loca-lità premiate con le 5 vele da Legambiente rappresentanol’eccellenza dei distretti del nostro territorio costiero – ha af-fermato Angelo Gentili di Legambiente - La qualità che fa ladifferenza e che traccia le linee guida di ciò che dovrebbe rap-presentare il futuro del nostro comparto turistico, capace di ga-rantire occupazione e rilancio dell’economia.” Un mix di fattoriche ha fatto sì che Castiglione della Pescaia passasse, rispettoal 2013, dalla quarta alla prima posizione. La località toscanasi era del resto già aggiudicata quest’anno il premio di ComuneEuropeo dello Sport 2014 grazie alle attività promosse di vela,ciclismo ed escursionismo. Per quanto riguarda la Campania,Pollica si conferma all’altezza del podio da anni. Per trovareuna seconda località campana bisogna però scendere nellazona 4 vele dove c’è Praiano, seguita da Anacapri.Ha sottolineato Salvatore Sanna, vicepresidente di Federpar-chi: “È attestato che laddove c’è qualità del mare e della costa,le economie che vi si legano non sentono la crisi. Parchi e areeprotette finiscono spesso per coincidere con le aree che meri-tano le vele, a dimostrazione del valore aggiunto dato dallescelte di quegli amministratori che hanno puntato su qualitàdella ricettività”. A.E.

Guida blu 2014: i mari più belli d'Italia

Neonati sotto l’ombrellone: i consigli degli esperti

Buoni per la pelle e per l’ambiente

Page 11: Arpa campania ambiente 2014 12

La tecnica naturale del fitorisanamentoRecupero ambientale e opportunità per il paesaggio

Antonio Palumbo

La tecnica naturale del fitori-sanamento - più comune-mente nota come fitodepu-razione - consente il recuperoambientale di zone umide in-quinate mediante l’innesto dideterminate piante, dette “mi-natrici”, in grado di nutrirsi dimetalli pesanti e di compostiorganici, liberando progressi-vamente il terreno dalla loropresenza. Si tratta di unadelle “best practice” attual-mente più interessanti ed uti-lizzate nell’ambito dellariqualificazione paesaggistica.L’idea di base risale già aglianni Cinquanta, quando al-cuni ricercatori sovietici osser-varono che piante semi-acquatiche come il giacinto ela lenticchia d'acqua avevano

la capacità di assorbire metallitossici quali il piombo, lo zincoe il cadmio dalle acque conta-minate, o che piante come ilcrescione alpino prosperavanoin terreni ricchi di zinco e dinichel. Tra le piante con talicaratteristiche è in fase di stu-dio l’uso dell’erba storna alpe-stre, capace di assorbire zinco,piombo ed altri metalli pesantidal terreno.La bonifica di suoli contami-nati con queste specie vegetaliè prioritaria, poiché esse nonsi degradano e persistononell’ambiente per tempi inde-finiti. Il problema è particolar-mente rilevante, in quantosvariate attività umane im-portanti sono causa di inqui-namento: l’utilizzo difertilizzanti, il traffico moto-rizzato, gli inceneritori, le cen-

trali termoelettriche e la di-smissione di miniere, ad esem-pio, sono tutte attivitàdifficilmente sostituibili, cheprovocano l’automatica depo-sizione di metalli sul suolo.Il fitorisanamento sfrutta lanutrizione inorganica, con laquale le piante assumono siale sostanze inorganiche essen-ziali per la loro crescita, svi-luppo e riproduzione, siaquelle non essenziali, che, adalte concentrazioni, possonoperò risultare tossiche per lapianta stessa.L’assorbimento da parte dellapianta avviene attraverso duemeccanismi: assorbimento at-tivo o simplastico, attraverso iltrasporto delle proteine asso-ciate alla membrana delle ra-dici (esso è selettivo rispetto aimetalli necessari per la vitadella pianta, e l’assorbimentoattivo di metalli non essen-ziali, quali il Pb, è molto limi-tato);assorbimento passivo o apo-plastico, tramite il flusso ditraspirazione e convezione diacqua attraverso l’apoplasma(superficie delle cellule e spaziintracellulari).Il processo che viene sfruttatoper il fitorisanamento dei me-talli pesanti non è legato, dun-que, alla degradazione deicontaminanti, ma alla loroestrazione e accumulo nei tes-suti della pianta o alla loro im-mobilizzazione nella rizosfera.Particolare attenzione dovràpertanto essere posta sul de-stino delle piante stesse e nelprogetto di bonifica dovrannoessere indicati le modalità e i

tempi di raccolta delle partirecidibili delle piante nonchédel loro eventuale smalti-mento. La cattura dei metalli è in-fluenzata dal pH del suolo, dalpotenziale redox, dal conte-nuto di materia organica,dalla temperatura, dalla cine-tica della reazione, dalla mine-ralogia, dalla capacità discambio cationico (CEC) e dalcontenuto di acqua nel terreno(che può influenzare la cre-scita di piante e microrgani-smi e la disponibilità diossigeno richiesto per la respi-razione aerobica): in partico-lare, sono preferibili basso pHe basso contenuto di argilla emateria organica. Le formepiù facilmente solubili sono lepiù pericolose per l’ambiente,

e la conoscenza della composi-zione della soluzione del suoloè essenziale per capire l’assor-bimento da parte della piantadegli elementi in tracce.Un parametro fondamentaleda tenere in considerazione,infine, è la tossicità del conta-minante presente nel suoloper una determinata specie dipianta. A seconda del metalloda estrarre dal suolo, dunque,bisognerà scegliere il tipo dipianta più resistente agli ef-fetti nocivi del contaminante:oltre all’ecotossicità, occorreràporre particolare attenzioneaffinché il contaminante, pas-sando dal terreno alla pianta,non possa trasferirsi nella ca-tena trofica, trovando vie dimigrazione molto pericolose enocive per l’ambiente.

Page 12: Arpa campania ambiente 2014 12

Gli stadi diventano sostenibili con l’“eco-bollino”Ilaria Buonfanti

Un mondiale verde, quello che il Bra-sile sta ospitando dal 12 giugno al 13luglio 2014. Non per l’erba dei suoicampi, ma per l’eco-sostenibilità deglistadi in cui si stanno giocando le par-tite più attese dell’anno e alcuni deglieventi delle Olimpiadi del 2016.L’eco-programma, basato sulla com-pensazione delle emissioni di CO2, hariguardato sia la parte preparatoriache quella successiva attraverso larealizzazione di progetti di coopera-zione internazionale nei Paesi in via disviluppo, così da rendere i mondiali abasso impatto di carbonio. Secondo una stima saranno pari a 1,4milioni le tonnellate di CO2 prodottenel mese in cui si svolgerà il torneo. Iltotale delle emissioni, secondo la Fifa,dovrebbe invece raggiungere i 2,7 mi-lioni di tonnellate. Con i crediti otte-

nuti dalla cooperazione insieme conuna certificazione ad hoc per gli stadisi dovrebbe riuscire a tagliare notevol-mente l’inquinamento prodotto. Inquesto modo infatti, tutti gli stadi ta-glieranno di almeno un terzo le emis-sioni ottenendo una certificazioneLeed (Leadership in energy and envi-ronmental design), una specie di “bol-lino” di qualità.Il progetto, che haanche già ottenuto il riconoscimentodella Convenzione quadro delle Na-zioni Unite per i cambiamenti clima-tici, intende diventare poi un modelloda seguire per l’organizzazione digrandi eventi. Tutte le sette arene cheospiteranno le partite per la fase finaledella competizione sono state oggettodi una serie di interventi pensati se-condo criteri di eco-efficienza e rispar-mio energetico. In alcuni casi si trattadi strutture completamente nuove,come il National Stadium Mane Gar-

rincha di Brasilia, inaugurato dal pre-sidente DilmaRoussef il 18 maggio2013. Potrebbe essere il primo stadioal mondo a ricevere il certificato di so-stenibilità Leed Platinum, grazie al-l’impianto fotovoltaico con pannelli inETFE installato sull’anello superiore,capace di generare fino a 2.5 Mega-watts di energia e tagliare le spese di2.4 milioni di sterline l’anno. In questomodo il Mane Garrincha riesce a pro-durre energia più che bastevole per ilproprio fabbisogno.Non sono rimaste indietro nemmenole arene “storiche”, come il Maracanà,il celeberrimo stadio di Rio de Janeiroche ospiterà la finale della Coppa delMondo FIFA il 13 luglio 2014 e chemonta pannelli fotovoltaici sul tetto evanta un sistema di riciclo delle acqueper il risparmio energetico.Anche allo stadio Castelao di Forta-leza l’energia pulita ha fatto gol. Nel-

l’arena sportiva da poco ristrutturatagli standard di eco-sostenibilità chestanno caratterizzando questi Mon-diali non vengono solo rispettati, main alcuni casi superano le più roseeprevisioni. Il Castelao è stato il primostadio ad essere consegnato alla finedei lavori, costando anche meno ri-spetto ai colleghi Mane Garrincha oMaracanà: 250 milioni di dollari con-tro 500. Ma soprattutto è stato ilprimo impianto brasiliano ad aver ri-cevuto la certificazione Leed.Non solo stadi però in questo progetto“green” ma anche tanto altro. Grandeimportanza anche agli spostamenti in-telligenti e non inquinanti. Circa 1900posti auto sono riservati al servizio dicar sharing o ai veicoli alimentati dacarburanti alternativi. Sono state in-tensificati i mezzi pubblici, con quattrolinee dirette allo stadio con una fre-quenza di circa 200 corse al giorno.

Divise “green” per 10 nazionaliOrmai siamo in pieno clima“mondiale” e la febbre per latanto agognata Coppa delMondo sale ogni giorno chepassa. Ma, molto probabil-mente, nessuno sa che alcunesquadre hanno già vinto perquesto duemilaquattordici iltrofeo della sostenibilità. Sitratta di squadre, secondoquanto riporta il sito “In aBottle”, che sfoggiano delle di-vise completamente sosteni-bili perché realizzate conbottiglie di plastica riciclata.Tra queste, però, non comparel'Italia, le cui divise non sareb-bero ancora abbastanzagreen. Peccato! Ma, come sidice, non è mai troppo tardi.Le nazionali che si sono aggiu-dicate il riconoscimento per la

sostenibilità sono: Brasile,Francia, Grecia, Portogallo,Usa, Australia, Corea del Sud,Croazia, Inghilterra e Olanda.Le loro divise sono state rea-

lizzate con un innovativo ma-teriale, il poliestere riciclato,rendendole le più eco-compa-tibili mai prodotte. In questomodo queste nazionali stanno

lanciando un messaggio im-portantissimo di sensibilizza-zione verso un tema alquantodelicato, quello del riciclo dellaplastica. Ogni completo dagara è stato realizzato impie-gando fino a tredici bottiglie diplastica riciclate. Questo inno-vativo processo di fabbrica-zione riduce i consumienergetici fino al trenta percento rispetto al poliesteretradizionale. Il tessuto, inol-tre, è più leggero del ventitrèper cento, con una strutturadella maglia più resistente delventi per cento. E, ancora,presenta una tecnologia perassorbire l'umidità dal corpodegli atleti e mantenerli cosìfreschi e asciutti in campo.Quindi, divise utili non solo

all’ambiente ma anche ai cal-ciatori stessi, che potrannodare il massimo nell’area di ri-gore vestiti di ogni confort, na-turalmente only green.Insomma, un segno, questo,tangibile del fatto che la soste-nibilità sembra diventaresempre più importante, ancheper il mondo dello sport, per-ché la salute del nostro Pia-neta coinvolge tutti e non èun problema di pochi. E chipiù di calciatori, miti pergrandi e piccini, può rappre-sentare un buon esempio daemulare? Non possiamo farealtro, dunque, che dare polliciin su a tutte queste squadre,augurando un buon mondialegreen a tutti e che vinca la mi-gliore. A.P.

I mondiali brasiliani esempiodi risparmio energetico e basso impatto ambientale

I mondiali in Brasile si tingono di verde

Page 13: Arpa campania ambiente 2014 12

Cosa accomuna un banalemorbillo e il cancro? Apparen-temente niente, eppure la ri-cerca scientifica dice altro!Studiosi della Mayo Clinic diRochester, in Minnesota,hanno condotto una speri-mentazione su come distrug-gere le cellule tumorali apartire da un batterio co-mune. Nello specifico, hannorilevato che una dose massic-cia di virus del morbillo ha in-fettato ed ucciso le cellulecancerogene, preservando allostesso tempo i tessuti sani.Una prova iniziale di questacura sui generis, ha vistocome protagoniste due pa-zienti affette da un mielomamultiplo, che lottano rispetti-vamente da nove e sette anni.Nel primo caso siamo in pre-senza di una remissione –dopo il trattamento farmaco-

logico – da circa sette mesi.Nel secondo, invece, i medicihanno riscontrato una ridu-zione del tumore sia a livellodel midollo osseo che delleproteine di mieloma.. Sulfronte italiano, gli esperti nelsettore frenano gli entusia-

smi. Il direttore di Ematonco-logia e Trapianto di midollodel San Raffaele di Milano,pur esaltando i meriti dellostudio americano, ritiene in-dispensabile continuare lasperimentazione ed osservarei nuovi risultati prima di can-

tar vittoria. Allo stesso modo,il presidente della Società Ita-liana di Ematologia e diret-tore dell’Ematologia eTrapianti di midollo del-l’Azienda Ospedaliera Uni-versitaria Federico II diNapoli, il professor FabrizioPane, consiglia la massimacautela. E’ necessario, se-condo l’esperto valutare i ri-sultati delle ultimesperimentazioni attualmentein corso presso la Mayo Cli-nic. In questi mesi, infatti, iricercatori statunitensistanno procedendo con dosipiù elevate del morbillo, perprovocare una demolizione adampio spettro. E’ necessariodunque, considerare unaserie di variabili, che per ilmomento non sono oggetto diconsiderazione. Quali, le vac-cinazioni effettuate dal pa-

ziente in età infantile oppurele modalità responsive al trat-tamento di ogni singolo sog-getto. Last but not least, itempi e gli ostacoli burocraticicui siamo avvezzi ad assisterein ambito sanitario. E se dav-vero ci ritrovassimo di frontead una scoperta scientificache avrebbe del miracoloso?Le speranze e le preghiere dimigliaia di malati trovereb-bero una risposta. Questoconnubio ha, tuttavia, radiciben più lontane. Circa 60anni fa, la ricerca medica so-steneva l’importanza della vi-roterapia, come trattamentoantitumorale a base di virus.Cosa è successo nel frattemponon è dato saperlo. Non ciresta che confidare nell’avan-guardia scientifica, per evi-tare un’ulteriore situazione distallo. F.C.

Fabiana Clemente

Vi siete mai chiesti perché alrientro a casa, dopo una lungagiornata al mare, si avverte unsingolare senso di stanchezzache ci induce a dormire comeun sasso? Come mai duranteuna passeggiata in un parcoavvertiamo uno stato di legge-rezza e pace? Medesima condi-zione che leggiamo anche suivolti estranei che ci circon-dano. Adesso proviamo acreare una rappresentazionementale degli stessi volti, inse-riti in un contesto cittadinodurante una consueta setti-mana lavorativa. Qual è il risultato? Espressionicorrucciate, accompagnate daocchiaie e da un palese sensodi affaticamento. La differenzatra gli stati umorali sopracitatiè la risposta dello stile di vitaa cui il nostro organismo è sot-toposto quotidianamente. Dauno studio condotto dai ricer-catori dell’Università di Ro-chester e pubblicato sulJournal of EnvironmentalPsycology, è stato dimostratoche stare a contatto con la na-tura sia un vero toccasana perritrovare un equilibrio psicofi-sico. Ricerche scientifiche –made in USA - risalenti a circa30 anni fà, hanno dimostrato

che pazienti ricoverati instrutture dotate di ampi spazigreen, si riprendevano dallamalattia in tempi più brevi, la-mentando mano dolore estress fisico. Dello stesso pa-rere è la Medicina Naturaleorientale, secondo cui vivere acontatto con la natura avrebbesull’organismo un vero e pro-prio effetto preventivo. E’ statodimostrato che la natura au-menta la produzione di linfo-citi NK responsabili delladistruzione di cellule tumorali,dell’aumento dei globuli bian-chi, e della riduzione dei livellidi glucosio nei casi di diabete.Dello stesso parere è ladott.ssa Carla Schiaffelli – re-sponsabile dei processi forma-tivi della Scuola di Agraria delParco di Monza e membrodell’Associazione Italiana diortoterapia. Lo stress che ma-turiamo ogni giorno, a causadei ritmi frenetici, del traffico,dello smog e del caos che ci cir-condano, può ridursi notevol-mente ristabilendo il contattocon la natura. Va da sé chel’inverno allontana le rinfre-scanti nuotate a mare e le lun-ghe passeggiate nei boschi,divenute ormai solo un ri-cordo. E allora come ricaricarequell’energia psichica di cuiparlava Freud? Lungi dal cer-

care una risposta nei rimedifarmacologici, è possibile rita-gliarci, in settimana o nel wee-kend, un momento di relaxtutto nostro. Parola d’ordine:natura! Prendiamoci cura deinostri gerani, dedichiamocialla coltura di basilico, rosma-rino e qualche pianta aroma-tica. Se lo spazio ce loconsente, possiamo cimentarcianche nella realizzazione di unpiccolo orticello. La cura e la

soddisfazione di vedere i fruttimaturare giorno dopo giorno,non può che giovare al nostroumore, e perché no alla nostraautostima. Adottare un amicoa quattro zampe, una tarta-ruga o un pesciolino rosso.Anche la pet-therapy è notaper mitigare ansie e preoccu-pazioni. Dopo il lavoro, rita-gliamo per noi stessi unamezz’ora per una passeggiataal parco. In televisione, privi-

legiare un programma on na-ture. Mens sana in corporesano? L’ecoterapia è la solu-zione per alleviare le tensionie ridurre l’ansia. Dopotutto,non dobbiamo allontanarcitanto per ritrovare il nostroequilibrio psichico. E una voltaraggiunto, miglioreranno diconseguenza le nostre rela-zioni sociali, il nostro ruolo la-vorativo, di genitore, di figlio,di amico.

Combattere gli stati depressivi con l’ecoterapia Lo stress cittadino si riduce ristabilendo il contatto con la natura

La viroterapia: una cura anticancro?Dagli Usa la possibilità di distruggere cellule tumorali con un batterio comune

Page 14: Arpa campania ambiente 2014 12

Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

L’industria tessile era certa-mente tra quelle più svilup-pate del Regno.La lavorazione domestica dilane e cotoni, del resto, era dif-fusa fin dal periodo medievalee quasi in ogni casa nelle zoneagricole si poteva trovare untelaio.Nell’Ottocento pre-unitario,grazie al protezionismo doga-nale, soprattutto nelle aree delsalernitano, del casertano(presso la Valle dell'Irno e delLiri) e degli Abruzzi, si verificòil passaggio dal lavoro a domi-cilio a vere e proprie fabbriche.Si affermano così i lanifici na-poletani Scotto-Giannini,quello presso l’Albergo dei Po-veri, il Sava a Santa Caterinaa Formello (presso Porta Ca-puana) con una famosa produ-zione di pantaloni rossi perl’esercito napoletano e fran-cese; i cotonifici meccanizzatifondati da imprenditori sviz-zeri a Piedimonte Matese, Sa-lerno, Pellezzano, Angri eScafati; i linifici e i canapificipresso Sarno; le aziende per lalavorazione della seta ancorapresso Napoli (8 solo a Portici,in testa la Betz a PalazzoRuffo, specializzata per nastrie stoffe), a Barra e a Fratta-maggiore e Ottaviano (funi etele). Non tutte le aziende di-sponevano di veri opifici, uti-

lizzando spesso appartamentipiù o meno ampi: a Napolierano presenti soprattutto nelcentro storico (da Mezzocan-none a Forcella) ma 14 di esserisultano presenti tra il 1818 eil 1860 alle varie esposizioniindustriali distinguendosi perla qualità dei loro prodotti(tessuti di lana, cotone, setae lino, coperte, scialli, tappeti,calze, maglie). Emergevano,tra gli altri, i moderni im-pianti della Compagnia Sebe-zia, della Società Partenopea odel Real Convitto del Carmi-nello con la produzione di seta,nastri e “raso liscio da non po-tersi desiderar meglio, operatodi diversi colori, stoffe rasatebianche broccate in oro”, pre-miato anche alla Mostra indu-striale del 1853 e in grado diformare professionalmente al-cune centinaia di ragazze al-l’anno addirittura con stageall’estero. La storia di SanLeucio risulta interessante esignificativa anche sottol'aspetto tecnico-produttivo-industriale. Già Carlo di Bor-bone aveva cercato dipromuovere senza grande suc-cesso la nascita di una mani-fattura presso San Carlo alleMortelle nella capitale, perevitare di comprare all’esterole sete richieste nel Regno. Lasvolta si ebbe allora a Caserta:dopo la realizzazione del pro-getto architettonico, si comin-ciò dal miglioramento

apportato al sistema di “trat-tura” (dipanamento dei boz-zoli) e di filatura, per passarepoi alla sperimentazione dinuovi filati per veli, calze, rasi,cotoni e per tutti gli altri pro-dotti che venivano commer-cializzati nei magazzini pressola manifattura e a Napoli,

presso il Sedile di Porto epresso via Toledo. La gestionedal 1798 non fu più diretta e fuappaltata a terzi o agli operaistessi per le principali opera-zioni della lavorazione. Anchese sono poche le notizie rela-tive alle prime produzioni, ècerto che si rifornivano presso

la fabbrica la famiglia reale etutte le famiglie più impor-tanti del Regno acquistandotessuti per abbigliamento eper arredamento: damaschi,rasi, velluti, broccati a righe,racemi, nastri o festoni, se-guendo le mode del tempo.Successivamente, verso il1860, la Real Fabbrica di tes-suti di seta possedeva 114bacinelle a vapore , 9 filatoi,diversi incannatoi di setagrezza, una tintoria con tregrandi caldaie, diversi orditoicon la capacità di corrispon-dere ai bisogni di oltre 150telai in opera, 130 telai per lesete, 80 per i cotoni. 600 i la-voranti nella comunità: il cicloproduttivo era completo e an-dava dall'allevamento del bacoda seta ad un prodotto finitoche per la qualità delle tramee dei disegni fu apprezzato intutto il mondo e presso le piùgrandi corti europee, dove lo sipuò ammirare ancora oggi. Al-cuni antichi setifici sono statirestaurati e altri ancora sonoda restaurare e con essi telai,strumenti e oggetti vari dellestoriche produzioni sericheleuciane. Una maggiore valo-rizzazione di tutto il sito po-trebbe essere fondamentaleanche per le seterie ancoraattive, non numerose ma ingrado di esportare prodotti an-cora apprezzati soprattuttoall’estero per la loro tradizio-nale qualità.

L’industria tessile e manifatturiera nelle Due Sicilie Dagli appartamenti ai più grandi opifici della penisola

Page 15: Arpa campania ambiente 2014 12

Fu acquistato dal Comune di Mignano soltanto nel 2009

IL CASTELLO DI MIGNANO MONTE LUNGO

Linda Iacuzio

Nel saggio Note e documentiper la storia feudale del ca-stello di Mignano Montelungo,Adolfo Panarello afferma cheil primo riferimento storicoall’oppidum Miniani in Terradi Lavoro risale all’agosto del1034. Sappiamo inoltre che nel1222, regnando Federico II,Mignano e il suo castello face-vano parte, con ogni probabi-lità, del Demanio della Coronasveva. Ma, partito l’impera-tore alla volta della Terra-santa per partecipare allaCrociata, papa Gregorio IX,approfittando della sua as-

senza, radunò un esercito edentrò nel Regno il 18 gennaio1229, conquistando diversipossedimenti imperiali, fracui - appunto - Mignano. Tor-nato dall’Oriente, Federico IIriottenne però in breve tempoi territori perduti.Dopo l’avvento degli Angioini,fu signore della Baronia di Mi-gnano Ugone Sorello. Fra il1283 e il 1285 Carlo I d’Angiòdonò i castelli di Mignano, diPentima e di Mastrati al mi-lite Riccardo di Chiaromonteche ne divenne feudatario,avendo sposato Egidia Sorello,nipote di Ugone.Più tardi il feudo di Mignanopassò ai della Ratta. Nel 1496

subentrò nel possesso RinaldoFieramosca, padre dell’Ettoredella “Disfida di Barletta”.Questi, succeduto al genitore,seguì nell’esilio francese il reFederico d’Aragona, perdendoprovvisoriamente il feudo.Rientrato nel Regno, Fieramo-sca riuscì a inserirsi nellalotta tra Ferdinando il Catto-lico e Luigi XII per il possessodello Stato napoletano e ad es-sere investito da Ferdinandodella Contea di Mignano nel1504. Dopo alterne vicende, laterra e il castello pervenneroai de Capua; nel 1797 furonointestati a Vincenzo Tutta-villa, duca di Calabritto, che litenne fino all’emanazione

delle leggi eversive nel 1806.Nel 1845 il castello venne inpossesso della famiglia Nun-ziante, che ne perse la pro-prietà durante il Fascismo.Tuttavia Benjamin SeymourGuinness - il quale sposò inseconde nozze, nel 1936, lamarchesa Maria Nunziante diMignano - riscattò il manieroe lo restaurò. Alla sua morte,la fortezza fu venduta alla dio-cesi di Teano. Fino agli anniSettanta del Novecento venneusata per alcune manifesta-zioni popolari; dopo di checadde in completo abbandono.Nel 2009 il castello è stato in-fine acquistato dal Comune diMignano.

Lorenzo Terzi

Fra le più antiche e singolaritestimonianze su Napoli dob-biamo annoverare quella diGervasio di Tilbury, scrittoreinglese dell’Essex vissuto fra ilXII e il XIII secolo, morto dopoil 1211. Studiò in Italia, primaa Roma e poi a Bologna. Fuquindi al servizio di Enrico, fi-glio di Enrico II d’Inghilterra,dell’arcivescovo di Reims Gu-glielmo di Champagne, di Gu-glielmo II di Sicilia e infinedell’imperatore Ottone IV diBrunswick, per il quale Gerva-sio redasse gli Otia imperialia,finiti intorno al 1211. Gli Otiaconsistono in una miscellaneadi notizie, precetti storico-poli-tici, leggende religiose, rac-

conti folkloristici. Dal punto divista storiografico, essi sono ri-levanti soprattutto per le infor-mazioni sui re d’Inghilterradal 1066 al 1099 che l’autorefornisce nella seconda partedell’opera.È noto che il “magico” è una ca-tegoria familiare a Napoli,tanto che molti scritti dedicatialla città hanno accennato aquesto elemento, o addiritturasono stati incentrati esclusiva-mente sulla dimensione del“meraviglioso” in terra parte-nopea. Il mito riguardante lepresunte doti taumaturgichedel poeta latino Virgilio, peresempio, ha dato origine a di-versi racconti fiabeschi am-bientati, per l’appunto,all’ombra del Vesuvio.

Gervasio di Tilbury, negli Otia,dà il suo contributo all’arric-chimento di siffatto repertorioaneddotico narrando che a Na-poli Virgilio, “per mezzo del-

l’arte matematica”, costruì unamosca di bronzo: finché fossestata custodita intatta, essaavrebbe impedito alle vere mo-sche di infestare la città. Lo

stesso autore dell’Eneideavrebbe anche nascosto in unmacello un pezzo di carne ingrado di rendere imputrescibilitutte le carni ivi conservate.Il letterato inglese ricorda unaltro prodigio operato da “Vir-gilio mago” a Porta Nolana. Daquesto ingresso, nota Gerva-sio, si snoda una via “costruitacon pietre a regola d’arte”.Sotto una statua eretta in unpunto della strada, Virgilioavrebbe imprigionato “ogni ge-nere di rettile nocivo”; sicché aNapoli, sebbene la città sia “diassai vasta circonferenza” eappoggiata “su colonne sotter-ranee”, non si trova mai unserpente pericoloso, neppurenelle caverne o nei giardinichiusi nel recinto delle mura.

Gervasio di Tilbury a Napoli

Page 16: Arpa campania ambiente 2014 12

AA TARANTO SI RIPARTE DALLA CANAPA!

Fabio Schiattarella

Era il 2008 quando l’allevatore taran-tino Vincenzo Fornaro, causa emis-sioni dell’Ilva, è costretto ad abbattereoltre duemila pecore. Attualmente, l’allevatore sta semi-nando con la canapa qualche ettaro delsuo terreno. Come? Con la fitodegrada-zione , un processo che permette ad al-cune piante erbacee a rapidoaccrescimento di assorbire inquinantiorganici dal terreno, ha deciso di do-nare un futuro a un’area che a causadell’inquinamento industriale non puòpiù essere dedita al pascolo. Fornaro è oggi l’immagine di un’ Italiache resiste e che si batte contro il ma-laffare e l’inquinamento. Questa “ rivoluzione verde ” ha donatolinfa vitale nuova al territorio. ùIl processo ha trovato anche il con-senso della comunità scientifica. Se-condo Angelo Masacci, direttoredell’Istituto di biologia agro-ambien-tale e forestale del Cnr di Porano, lepiante hanno evoluto efficienti sistemidi difesa e tolleranza verso gli inqui-nanti del suolo. Alcune specie vegetali, dette “esclu-denti”, riescono a evitare l’effetto tos-sico dei metalli pesanti in eccesso,preservano i frutti ed eliminano il ri-schio di diffusione nella catena alimen-tare. Altre, definite iperaccumulatrici, rie-

scono ad assorbire nei propri tessutiquantità di metalli pesanti da decine amigliaia di volte superiori a quelle tol-lerate da altri organismi. Nel caso diTaranto l’unico dubbio deriva dalla di-sponibilità di acqua nel suolo, la mas-seria, infatti, sorge in un’area che,

nelle prossime settimane, sarà spessoscaldata da più di trenta gradi. Per farcrescere al meglio la canapa è necessa-rio che il terreno sia sempre umido eche, in assenza di piogge, permettauna risalita capillare dell’acqua dallafalda.

La vera sfida si giocherà adesso, vistal’usuale torrida estate tarantina. Tutte le speranze sono riposte sulla ca-napa, una pianta che ha proprietà di-sinquinanti e molteplici utilizzi:dallabioedilizia al tessile, all’impiego in am-bito farmaceutico o alimentare.

La 14esima Biennale di VeneziaElvira Tortoriello

Il 7 Giugno è stata inauguratala 14°edizione della Biennale diArchitettura di Venezia. Il cura-tore della mostra Rem Kool-haas, ha scelto il tema“Fundamentals”, facendo riferi-mento al passato e alle architet-ture storiche che hannocaratterizzato i Paesi parteci-panti. Il filo conduttore è statola ricerca dei fondamenti dell’ar-chitettura, cioè gli elementiprincipali dei nostri edifici: pa-vimenti, tetti, scale.L’esposizione analizza quindil’evoluzione di tali elementi nelcorso della storia, la loro reinter-pretazione in diverse culture el’innovazione tecnologica chehanno avuto nel corso deltempo. Afferma Koolhaas che“attraverso una panoramica glo-bale dell’evoluzione degli ele-menti architettonici condivisi da

tutte le culture, la Mostraestende il discorso dell’architet-tura al di là dei suoi parametritradizionali, e coinvolgerà am-piamente il pubblico nell'esplo-razione di una dimensionefamiliare, perduta e visionaria”.Nei Padiglioni Nazionali il temaè “Absorbing Modernity: 1914-2014”. Si tratta di un viaggiostorico tra le architetture delpassato fino ad arrivare ad oggi.L’architettura di inizio XX se-colo aveva spiccati caratteri na-zionali che la rendevanofacilmente identificabile mentreoggi queste caratteristiche na-

zionali peculiari si sono perseper lasciare posto ad una unifor-mità di linguaggio. L’Arsenaleospita “Monditalia”: danza, mu-sica, cinema e teatro darannouna visione collettiva del nostropaese. Il Padiglione Italia èideato e curato da Cino Zucchi,autore di progetti importanticome gli edifici residenziali e peruffici nell’area dell’ex AlfaRomeo a Milano, la galleria-scultura di Lugano, la sede Sa-lewa a Bolzano, l’ampliamentodel museo dell’automobile di To-rino e il masterplan per l’area diKeski Pasila a Helsinki.

La fitodegradazione per coltivare su aree fortemente inquinate

FINO AL 23 NOVEMBRE PROSSIMO ARCHITETTURA IN MOSTRAEnergia spesa, energia guadagnata!

Una palestra all'aperto, perfare attività fisica, mantenersisani e... generare energia! TheGreat Outdoor Gym Companyè una società con sede nelRegno Unito che ha creato e in-stallato tutta una serie di pale-stre a cielo aperto che generanoelettricità. Tutto è nato dal-l'idea di Matt, insegnante dieducazione fisica e giocatore dibasket professionista, che vo-leva aiutare le comunità a mantenersi più attive, offrendo strut-ture di alta qualità alla portata di tutti. "Sento che abbiamouna reale opportunità di trasformare i parchi locali e i campida gioco in spazi di salute e benessere per l'intera comunità eaffrontare i problemi di salute con la prevenzione, piuttosto checon le cure". Fin dall'inizio, il Team TGO, pioniere delle palestreall'aria aperta, ha adottato anche un disciplinare di produzionedi palestre all'aperto, per dare ai clienti protezione e garantireche le attrezzature siano sicure, inclusive e ben collaudate. Eoggi ne hanno installate tantissime, anche nelle scuole. Comeal Sir George Monoux College, con cui ha da poco vinto l'AshdenSchool Award, premio inglese per l'energia di scuole e college.Ma come funziona la palestra? Semplice: l'energia meccanicadelle attrezzature viene convertita e trasformata in energia pu-lita a costo zero. Il tutto è visibile anche sugli attrezzi, che mo-strano su un display l'energia generata dagli utenti. L'energiaprodotta viene utilizzata per illuminare la zona di notte o percaricare i cellulari, ma potrebbe anche alimentare le abitazioninelle vicinanze, o essere immessa in rete. (greenme.it)

Page 17: Arpa campania ambiente 2014 12

Cristina Abbrunzo

Via Fondazza è la prima socialstreet d’Italia e del mondo.Fino a qualche mese fa era unadelle tante affascinanti stradedi Bologna con i portici, qualcheosteria e le vecchie botteghe,ora è una strada speciale, piùfamosa della celebre via Gluck. L’idea è nata a un residente,Federico Bastiani, giornalista,esperto di comunicazione epapà: “Mi sono accorto che nonconoscevo nessuno dei miei vi-cini, nonostante da qualcheanno abitassi in questa strada.Avvertivo un senso di isola-mento e di indifferenza. Poi miè nato un bambino e con miamoglie ci siamo detti che, nonavendo parenti qui, sarebbestato bello scoprire se ci fosseroaltri bimbi vicini a casa nostra.Ho deciso di aprire un grupposu Facebook “Residenti in ViaFondazza – Bologna” e di stam-pare una cinquantina di volan-tini per coinvolgere anche chinon fa uso della tecnologia.Speravo aderissero 20 persone,già così pensavo sarebbe statoun gran successo. Adesso siamoarrivati a 930 su una via di 500metri». Da allora il gruppo ècresciuto in modo sorprendentee l’esperimento si è esteso amacchia d’olio lungo tutta lapenisola ed è stato imitatoanche all’estero. Attualmente cisono 260 social street in Italia euna ventina nel mondo traNuova Zelanda, Croazia e Bra-

sile, con 12mila persone chenon sono più estranee con i lorovicini di casa. Via Fondazza è,dunque, la strada che sta inse-gnando una cosa semplice e di-menticata, soprattutto nellegrandi città: il vicino di casanon è qualcuno da temere o concui litigare alle riunioni di con-dominio, ma una persona che,se può, ti aiuta. L'obiettivo diuna Social Street è proprioquello di socializzare con i vi-

cini della propria via di resi-denza al fine di instaurare unlegame, condividere necessità,scambiarsi professionalità, co-noscenze, portare avanti pro-getti collettivi di interessecomune e trarre quindi tutti ibenefici derivanti da una mag-giore interazione sociale. Tuttonasce dal virtuale grazie al notosocial network Facebook cherappresenta il mezzo per far in-contrare le persone a costo zero

senza aprire nuovi siti, o piat-taforme. Nessuno spendeniente e nessuno ci guadagnaniente. Non servono soldi, è sol-tanto un investimento umano.Dal virtuale si passa poi allaconcretizzazione, al reale. Sulweb si parla dei problemi dellastrada, delle questioni da af-frontare e da risolvere, ma par-tono anche un mucchio di idee:si organizza una festa di Na-tale, una mostra fotografica, si

lancia un progetto per gestireun giardino comunale, si abbel-lisce la strada con alcune fio-riere fatte con materiali direcupero. E poi nella vita reale,soprattutto, ci si incontra e, neilimiti del possibile, ci si aiuta.C’è chi vuol vendere un frigori-fero, chi chiede informazioni suimedici della zona, chi si è ap-pena trasferito e vuole cono-scere qualcuno e così via.L’esperimento “social street divia Fondazza” è diventato unvero e proprio caso di studio. Algruppo Facebook si sono iscrittiantropologi e sociologi chestanno esaminando quanto staaccadendo in questa ormai fa-mosa via. Da altre città arri-vano continue richieste per farnascere altre social street ed èstato istituito un sito www.so-cialstreet.it per mettere in retetutte le esperienze in merito.Iniziative come questa fannoben sperare in un futuro sem-pre più all’insegna del viveresostenibile, dove la parola d’or-dine è creare occasioni e atti-vare situazioni che costrui-scano rapporti di fiducia e cheaiutino a sentirsi parte di unacomunità. Il fenomeno Socialstreet, come è stato definito, èin effetti un “acceleratore di fi-ducia”, questo è il motore ditutto, lavorare sulla socialitàdisinteressata, affinché si pos-sano costruire rapporti di fidu-cia.

Un’app per la difesa del decoro urbanoLa tecnologia per segnalare il degrado cittadino

La tecnologia non sempre è unacosa malvagia. Ciò che la rendetale è l’uso che ne facciamo.Esistono infatti una serie di ap-plicazioni che, ad esempio, secaricate sul nostro smartphone,lo possono far diventare unostrumento green. Tra le tanteda evidenziare: Decoro Urbano,un’applicazione gratuita concui gli utenti possono renderenoto il degrado della propriacittà, un filo diretto tra cittadinie amministrazioni pubbliche. Ilprogetto è in costante sviluppoed è attualmente possibile se-gnalare rifiuti abbandonati,buche sul manto stradale, affis-sioni abusive, atti di vandali-smo, problemi di segnaletica

stradale e incuria nelle zoneverdi. Le segnalazioni o foto in-viate dallo smartphone ven-gono automaticamente localiz-zate tramite GPS e sono libera-mente consultabili dall’app esul sito www.decorourbano.org.Per utilizzare l'applicazione ènecessario registrarsi oppure inalternativa utilizzare il proprio

account Facebook per effet-tuare il login.Si tratta quindi di un utilizzomirato e responsabile della reteper comunicare la presenzadell’Amministrazione nel terri-torio, da integrare con i sistemitradizionali di comunicazione econ altri social network, inmodo da coinvolgere sempre di

più la comunità. Grazie a que-sto servizio gratuito le Istitu-zioni avranno la possibilità dimonitorare costantemente ilterritorio e organizzare megliogli interventi, ma anche di in-formare automaticamente i cit-tadini sullo stato delle propriesegnalazioni e quelle relativealla propria zona. Mente i cittadini potrannosfruttare l’opportunità di con-trollare e tutelare il Bene Pub-blico personalmente ediventare parte attiva del de-coro del proprio territorio. Unasinergia che ci consentirà di mi-gliorare la vivibilità delle no-stre cittadine.

C.A.

Da Bologna la rivoluzione social streetDal virtuale al reale per un vivere più sostenibile

Page 18: Arpa campania ambiente 2014 12

Eleonora Ferrara

Il lavoro del Governo, relati-vamente alla riforma dellaPubblica Amministrazione, èquasi completato. Tra le altre cose si prevede, afar data dal primo settembreprossimo, una forte riduzionedi permessi sindacali, distac-chi e aspettative, finalizzataalla piena fruizione della col-laborazione dei sindacalisti,in ambito lavorativo.Senza alcun dubbio, Renzi starompendo tutti gli schemi an-cestrali, cercando di debel-larli, per concretizzare unaP.A. ben lontana da consoli-dati e farraginosi sistemi bu-rocratici.In tale contesto, il sindacatoviene visto quale elementoimprescindibile della vita la-vorativa, che con il propriooperato difende gli interessidei lavoratori, muovendosi suun terreno che gli è del tuttofamiliare, ossia l’ambiente dilavoro. In tal modo, verrebberesa più efficiente la stessaP.A. ed è previsto che se neconseguirebbe un grosso ri-sparmio.Sono previste novità anche intema di pensioni, Cesare Da-miano, infatti, continua a so-stenere la necessità diintervento, da parte del Go-verno, in questo settore, perapportare concrete soluzioni. Tra le proposte possibili, c’èl’opzione donna per la pen-sione anticipata alle lavora-trici, in base alla quale ilpensionamento sarebbe anti-cipato a 57 anni e 3 mesi conalmeno 35 anni di contributi.In tal caso il calcolo della pen-sione verrebbe effettuato inte-ramente con sistemacontributivo.Come è ben noto, questa pos-sibilità era già in vigore, main scadenza a fine novembre2014 per le lavoratrici dipen-denti, qualche tempo fa neera stata annunciata la pro-roga, non ancora intervenutaa tutt’oggi.Possiamo ben dire, quindi,che il Governo si muove all’in-segna della flessibilità.Tornare, perciò, sul temadelle pensioni è fondamentaleanche per creare quelle condi-zioni ottimali per svecchiaregli organici, venendo incontro,in tal modo alle esigenze delleimprese e degli stessi lavora-tori.Le imprese, sono di frequenteimpegnate in processi di ri-

strutturazione per renderepiù efficiente la struttura eringiovanire gli organici, cosache, allo stato attuale diventadifficile realizzare, dato chenon è possibile fare uscire an-ticipatamente i lavoratori at-traverso la previsione diincentivi.Chi aveva attuato queste mi-sure prima della riforma For-nero, ha finito per creare gli«esodati», cioè i lavoratori cheavevano siglato accordi con leaziende per un accompagna-mento verso una pensioneche, in seguito, si è rivelata ir-raggiungibile, lasciando, difatto, il lavoratori privi di al-cuna fonte di sussistenza.E’ pur vero che con diversi de-creti il Governo Monti inter-venne per salvaguardare gliesodati, anche se solo inparte. Sono previsti cambiamentianche per il Fisco. Difattidopo il 730 precompilato e lariforma del catasto, potrebbetrovare attuazione anche lariforma di Equitalia, che daente di riscossione, divente-rebbe un ente al servizio delcittadino.Il bonus Irpef di 80 euro, inol-

tre, verrebbe esteso anche allefamiglie monoreddito con figlie agli incapienti, ed è previstala revisione dello sgravio Irapdel 10% per le imprese. Dal canto suo, il ministro del-

l'Economia Padoan è convintoche sia necessario “renderepiù equo l'onere del prelievofiscale. Perchè bisogna tenereconto delle difficoltà dei con-tribuenti onesti. E perchè un

fisco equamente distribuito,come quello che emergerà at-traverso l’attuazione della de-lega fiscale, consentirà diaffrontare meglio questo mo-mento”.

RIFIUTIIl proprietario del fondo non èresponsabile degli illeciti am-bientali del conduttore. La Su-prema Corte ha stabilito chenon risulta spiegato perché ilfatto di locare un'area ad unterzo per l'esercizio di una atti-vità imprenditoriale debbacomportare, in capo al locatore,l'onere di assicurarsi che gliadempimenti relativi allosmaltimento dei rifiuti deri-vanti da una tale attività ven-gano effettuati in conformitàalle norme di legge, non po-tendo il mero fatto del con-tratto di locazione trasferiresul locatore un obbligo di ga-ranzia in tal senso. CassazionePenale Sez. III, Sentenza16666/2014RIFIUTII reati di associazione per delinquere eattività organizzate per il traffico illecitodi rifiuti possono concorrere.Ai fini del concorso tra i due reati, è ne-cessaria la sussistenza degli elementi co-stitutivi di entrambi, cosicché lasussistenza del reato associativo nonpuò ricavarsi dalla mera sovrapposi-

zione della condotta descritta nel D.Lgs.n. 152 del 2006, art. 260 con quella ri-chiesta per la configurabilità dell'asso-ciazione per delinquere, richiedendo taleultimo reato la predisposizione di un'or-ganizzazione strutturale, sia pure mi-nima, di uomini e mezzi, funzionale allarealizzazione di una serie indeterminatadi delitti, nella consapevolezza, da parte

di singoli associati, di far partedi un sodalizio durevole e di es-sere disponibili ad operare neltempo per l'attuazione del pro-gramma criminoso comune,che non può certo essere indivi-duata nel mero allestimento dimezzi e attività continuativeorganizzate e nel compimentodi più operazioni finalizzatealla gestione abusiva di rifiutiindicate dal D.Lgs. n. 152 del2006, art. 260 richiedendosi,evidentemente, un'attiva e sta-bile partecipazione ad un soda-lizio criminale per larealizzazione di un indetermi-nato programma criminoso.Cassazione Penale Sez. III,Sentenza 5773/2014 INQUINAMENTO ACUSTICOSulla G.U.U.E. L173 del

12.6.2014 è stato pubblicato il Regola-mento (UE) n. 598/2014 del ParlamentoEuopeo e del Consiglio del 16 aprile2014 che istituisce norme e procedureper l’introduzione di restrizioni opera-tive ai fini del contenimento del rumorenegli aeroporti dell’Unione, nell’ambitodi un approccio equilibrato, e abroga ladirettiva 2002/30/CE. A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

Le riforme del GovernoLLAVORO E PREVIDENZA

Page 19: Arpa campania ambiente 2014 12

Martina Tafuro

Felicità… quanti desideri,quante emozioni, quante spe-ranze può contenere una pa-rola così piccola, una parolacosì insignificante all’ appa-renza ma così difficile nella re-altà. Tutti noi uomini nelprofondo del nostro cuore spe-riamo di essere felici, di sen-tirci realizzati e al posto giustonel mondo. Trovare la Felicitàera lo scopo dei primi filosofigreci, era la virtù per eccel-lenza e coincideva stretta-mente con il Bene, felicità eracolonna portante di movimentivolti alla ribellione dai sistemipolitici oppressivi che hannoattraversato la nostra e la sto-ria di molti Paesi, felicità cor-risponde a libertà.Eppure la commercializza-zione, il desiderio dei potentidi renderci ignoranti per me-glio dominarci, ha fatto undono anche alla felicità, le hadato il significato di happy-ness, sfrondando l’albero piùrigoglioso dello splendido giar-dino valoriale. Happyness si-nonimo di competizione l’unocontro l’altro, di soddisfazioneper chi è il migliore e non perchi migliora, di rassegnazioneper chi non arriva al tra-guardo. Ma chi ci riesce pur-troppo sarà incanalato verso ilprossimo obiettivo e non sirenderà nemmeno conto di es-sere stato svuotato e di averel’animo grigio, il grigio piattodell’ apatia. Però c’è un modoper recuperare l’unicità e ilpiacere nell’ essere diversi.I filosofi inglesi hanno ribat-tezzato la felicità in human

flourishing (fioritura umana),una sensazione che ha benpoco a che vedere con i centribenessere, le auto costose, lachirurgia estetica, le vacanzenei Paesi esotici … e molto in-vece con la sete di cultura, conla famiglia, con gli affetti eperché no? Con il lavoro. Il lavoro è quel pizzico di saleche rende saporoso il piattodella felicità. Sin da piccoli civiene posta la fatidica do-manda: Che cosa vuoi fare dagrande? Noi tutti lasciamospazio al nostro sogno che dopoqualche decennio ci prepa-riamo a depennare dalla listadelle nostre priorità. Io ri-tengo, invece, che sarebbe fan-tastico se nelle chiacchierateestive potessi trovare qual-cuno che mi dica di voler inse-guire a tutti i costi il propriodesiderio, indipendentementedal tornaconto mensile che neottiene. La felicità si nutre coningordigia di azioni gratuite,

di genuinità, di semplicità.Ciascuno di noi quando chiudegli occhi e respira profonda-mente immagina un volto, unpaesaggio, un piacere, imma-gina in altre parole la propriacasa ed ecco è quella la chiavedel successo: seguire le emo-zioni e costruire mattone dopomattone la sicurezza di esserepadroni del proprio futuro. Risvegliarsi dal torpore del-l’accettazione di non poter co-noscere un cambiamentodovrebbe essere un appunta-mento giornaliero nella nostraagenda,una consapevolezza ditutti, un mezzo per costruire ilBene Comune. Accumularetanti piccoli pezzetti di felicitàe non denaro. Le persone felicisono umili, impariamo ad al-lontanarci dal vortice del per-fezionismo affinché si diffondala consapevolezza che la feli-cità non è una ricchezza elita-ria ma inclusiva: tutti abbiamoil diritto di essere felici.

BENESSERE ORGANIZZATIVO LA QUALITÀ DELLA VITA SUL LAVORO

“lavorare significa fondamentalmente gestire le relazioni conil contenuto del lavoro, con le tecnologie impiegate, con lepersone e con i diversi ruoli con i quali si interagisce, conl’organizzazione nella quale e per la quale si lavora”

Francesco Avallone

Andrea Tafuro

L’idea di scrivere questo pezzo, mi è venuta per salutare lafine di un percorso dei miei compagni di lavoro, che dopotanti anni si vedono riconosciuta la loro esperienza e il lorobagaglio di conoscenza. In attesa dei festeggiamenti..che miaspetto abbondanti, voglio cercare di riflettere sul BenEs-sere organizzativo. Henry Minzberg, in La progettazione dell’organizzazioneaziendale, scrive che un’organizzazione può essere ideal-mente raffigurata come un iceberg in cui i tratti affiorantisono costituiti dalle variabili hard, cioè la struttura, i ruoli,i prodotti/servizi, la tecnologia e le procedure che defini-scono l’assetto organizzativo, e dagli elementi soft che co-stituiscono le cosiddette variabili sommerse, ovvero, gliatteggiamenti, l’ideologia, la cultura, i sentimenti, l’imma-gine, il clima, i valori, le norme di gruppo. Se, dunque, nel-l’agire collettivo i principi fondativi sono l’efficienza,l’efficacia e l’economicità, essi sono il prodotto di un mix dientrambe le variabili. Indubbiamente la sfera pubblica negli ultimi decenni èstata investita da un profondo mutamento di contesto, percui stiamo vivendo una marcata evoluzione delle forme or-ganizzative. Viviamo quotidianamente sulla nostra pelle ilpassaggio da un tipo di struttura meccanico a una forma re-lazionale organica, se sino ad ora era la gerarchia la princi-pale leva di integrazione, ora viviamo in strutture costruitesulla comunicazione verticale, orizzontale e trasversale. Aiprocessi di specializzazione si accostano processi di integra-zione e gestione organica delle interdipendenze ed è in talequadro operativo che diviene pregnante il fattore uomo, poi-ché è impulso cruciale per il buon funzionamento degli ele-menti strutturali per il successo organizzativo sia inun’ottica sociale che individuale.Investire risorse e tempo per il miglioramento del BenEs-sere organizzativo diventa, così, un aspetto decisivo per losviluppo e l’efficacia organizzativa, che influenza positiva-mente la capacità dell’organizzazione stessa di adattarsi aimutamenti del contesto di riferimento. Tutto ciò è vero sianel privato che nel pubblico, tanto più che la Pubblica Am-ministrazione nell’ultimo decennio è stata interessata daradicali cambiamenti che hanno imposto agli enti di cam-biare il modo di operare e di agire consolidato. Essendo sot-toposti a sempre più pressanti sollecitazioni e a continuimutamenti si vanno perdendo quelle certezze che hanno ca-ratterizzato per lungo tempo il lavoro pubblico. Oggi vienechiesto ai dipendenti pubblici di esprimere una professio-nalità sempre maggiore, ben visibile nell’offerta di serviziai cittadini e costantemente monitorata sia all’interno cheall’esterno. Oggi tutti i dipendenti sono sempre più in primalinea nel percorso del miglioramento, trovandosi a doverfronteggiare nuove complessità e nuove contingenze oltreche a cogliere quotidianamente i segnali nuovi che proven-gono dall’interno e dall’esterno. In un contesto organizzativocosì complesso pertanto a fianco delle variabili hard (tecno-logia, aspetti normativi, organizzazione verticale del la-voro), assumono sempre più peso le variabili soft legate allepersone (motivazione, comunicazione, relazioni, trasmis-sione e gestione delle conoscenze, condivisione dei valori).

LA CHIAVE DELLA VERA FELICITÀIl coraggio di saper scegliere tra demolire e costruire

Page 20: Arpa campania ambiente 2014 12

La Pedamentina di San Martino“Erta e pittoresca salita a gradoni che adduce alla rocca di San Martino» (Chiarini in Celano, 1856-60). E’ tra i più antichi camminamenti riconoscibili fin dalleprime vedute cartografiche della città. Il suo tracciato costituisce, insieme alla ottocentesca scala di Montesanto, uno dei percorsi privilegiati di collegamento tral'area collinare di San Martino e la zona di Montesanto utilizzato a tutt'oggi dai vomeresi. Contrariamente ad altre gradonate, il tracciato della Pedamentina nonviene realizzato sfruttando un antico alveo naturale, ma è pensato fin dall'inizio come arteria di collegamento tra la città bassa e la collina. L'origine della Peda-mentina è legata alla fondazione della Certosa di San Martino, promossa da Carlo di Calabria, figlio primogenito del re Roberto d'Angiò. Il percorso, tagliato si-nuosamente sul ripido versante orientale del colle, viene, infatti, realizzato per il trasporto del materiale necessario ai lavori che hanno inizio nel 1325 sotto ladirezione degli architetti Tino di Campiono e Francesco de Vito. La gradonata inizia dal piazzale di S. Martino, è una passeggiata molto interessante da un puntodi vista paesistico perché non essendo stata chiusa tra cortine di palazzi,offre un ampia veduta di tutto il nucleo più antico di Napoli, di cui si distinguono netta-mente il tracciato viario, le fabbriche più importanti, le chiese. Nonostante questa sua posizione invidiabile, è uno dei pochissimi esempi risparmiati dagli scempidella speculazione edilizia. Anche se le condizioni di degrado e la carenza di servizi rendeno urgente un intervento di riqualificazione dell’area.

27 giugno 2014 – Napoli, II edizione del Festival Pedamentina "Poetry and Pummarols"La Pedamentina di San Martino: un patrimonio storico culturale da far tornare a vivere

Foto

di F

abia

na L

iguo

ri