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D DAL MONDO ISTITUZIONI Il neo ministro all’Ambiente Galletti incontra Don Patriciello Liguori a pag.4 Mentre in Europa i produt- tori di energia idroelettrica puntano sui micro impianti per approvvigionare i loro clienti... Allinoro a pag.5 Google Earth: occhio alle foreste! Nasi elettronici per misurare l’inquinamento atmosferico, orecchi metallici per valutare quello acustico e occhi bionici per sorvegliare e tutelare l’ambiente … Martelli a pag.9 Paparo a pag.11 SOS buco dell’ozono, individuati altri 4 gas-killer I dati di Arpac hanno contribuito a determinare le misure di salvaguardia presentate dal Governo In applicazione dell’art. 1 della L. n. 6 del 6 febbraio 2014, di conver- sione del D.L. 136/2013 e della connessa Direttiva interministe- riale del 23.12.2013, l’Agenzia Regionale per la Protezione Am- bientale in Campania (ARPAC) ha collaborato, nell’ambito di uno specifico Gruppo di Lavoro (GdL), con altre importanti istituzioni “per la mappatura dei terreni agricoli della Regione Campania eventualmente interessati da ef- fetti contaminanti a causa di sver- samenti e smaltimenti abusivi di rifiuti anche mediante combu- stione”. Vito-Marro a pag.6 L’inverno 2013/14, che a livello meteorolo- gico si è appena concluso, è stato tra i più caldi degli ultimi 150 anni. Questo è stato non a caso battezzato l’anno del “non in- verno”, per le temperature record regi- strate sul 50% della penisola italiana nel corso del trimestre. Loffredo a pag.8 I preziosi: coralli e gioielli Continua il viaggio nella tradizione delle Eccellenze Napoletane Ancora una volta Pli- nio ricordava come eccellente il corallo pescato nelle acque delle isole Eolie, di Trapani e presso Na- poli. Ricchissimi banchi corallini esi- stevano tra Sorrento e Capri e gli Angioini dovettero limitare e sorvegliare l’accesso di pescatori stranieri. Quella della lavorazione fu un'attività dif- fusa soprattutto verso la fine dell'Ottocento in conseguenza della sovrapproduzione degli anni precedenti, del calo dei prezzi e della chiusura dei fertilissimi banchi di coralli di Sciacca in Sicilia. De Crescenzo-Lanza a pag.14 Funaro a pag.16 Da Portici il primo kit-rilevatore di smog William Davies, vissuto il XVI e il XVII secolo, esercitò la professione di cerusico a Londra, come ricorda Giovanni Capuano nel volume Viaggiatori britannici a Napoli tra ’500 e ’600. Terzi a pag.15 William Davies a Napoli Nel resoconto dei suoi viaggi Partenope ha un posto d’onore Belo Monte, una discussa diga in Amazzonia La Legge Regionale n. 5 del 24 gennaio 2014, trasforma in maniera so- stanziale tutto il ciclo dei rifiuti, pertanto, di seguito, si propone una sintesi dei principali articoli indicando le principali modifiche rispetto al sistema precedente. Morlando a pag. 3 Speciale Legge Regionale sul servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati in Campania Un bilancio dell’inverno 2013/2014 a Napoli NATURA & BIODIVERSITÀ SCIENZA & TECNOLOGIA AMBIENTE & CULTURA È cosa oramai risaputa, lo im- pariamo anche a scuola, che lo strato di ozono è uno schermo fondamentale per l'intercetta- zione di radiazioni... CURIOSITÀ Terra dei fuochi e siti agricoli da indagare PRIMO PIANO A che gioco giochiamo noi primati LAVORO & PREVIDENZA Nell’antichità i restauratori romani, quando dovevano ri- sanare le statue rovinate, mettevano nelle crepe della cera, per mimetizzare le ferite della statua. Le statue impor- tanti, però, non venivano ripa- rate, perché si riteneva avessero un valore proprio, crepe incluse. Erano statue sine cera: sincere. A coloro che ci amano e che amiamo chie- diamo semplicemente di es- sere sinceri. Non sarà perchè la sincerità vuole spingerci a mostrare le nostre crepe? A proposito! Vi siete mai chiesti perché il bacio alla francese è diventato un simbolo della passione amorosa? È vero siete immersi in una cultura in cui non si può essere meno che perfetti, invece sto assapo- rando sempre di più, nella mia vita, che la particolarità sta più in ciò che non abbiamo che in ciò che abbiamo. Senza alcun dubbio, la sicurezza che traspare da ogni atteggia- mento del premier, non lascia alcuna incertezza in tutti noi nel ritenere che si tratta di una per- sona decisa ad andare avanti senza problemi, con la piena consapevolezza di rischiare lo scontro con le parti sociali. Tafuro a pag. 19 Ferrara a pag. 18 Renzi e la “strana coppia” LAVORO & PREVIDENZA

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DDAL MONDO

ISTITUZIONIIl neo ministro

all’Ambiente Galletti incontra Don Patriciello

Liguori a pag.4

Mentre in Europa i produt-tori di energia idroelettricapuntano sui micro impiantiper approvvigionare i loroclienti...

Allinoro a pag.5

Google Earth: occhio alle foreste!

Nasi elettronici per misurarel’inquinamento atmosferico,orecchi metallici per valutarequello acustico e occhi bioniciper sorvegliare e tutelarel’ambiente …

Martelli a pag.9

Paparo a pag.11

SOS buco dell’ozono,individuati altri

4 gas-killer

I dati di Arpac hanno contribuito a determinare le misure di salvaguardia presentate dal Governo

In applicazione dell’art. 1 della L.n. 6 del 6 febbraio 2014, di conver-sione del D.L. 136/2013 e dellaconnessa Direttiva interministe-riale del 23.12.2013, l’AgenziaRegionale per la Protezione Am-bientale in Campania (ARPAC)ha collaborato, nell’ambito di unospecifico Gruppo di Lavoro (GdL),con altre importanti istituzioni“per la mappatura dei terreniagricoli della Regione Campaniaeventualmente interessati da ef-fetti contaminanti a causa di sver-samenti e smaltimenti abusivi dirifiuti anche mediante combu-stione”.

Vito-Marro a pag.6

L’inverno 2013/14, che a livello meteorolo-gico si è appena concluso, è stato tra i piùcaldi degli ultimi 150 anni. Questo è statonon a caso battezzato l’anno del “non in-verno”, per le temperature record regi-strate sul 50% della penisola italiana nelcorso del trimestre.

Loffredo a pag.8

I preziosi: coralli e gioielliContinua il viaggio nella tradizione

delle Eccellenze NapoletaneAncora una volta Pli-nio ricordava comeeccellente il corallopescato nelle acquedelle isole Eolie, diTrapani e presso Na-poli. Ricchissimibanchi corallini esi-stevano tra Sorrentoe Capri e gli Angioini dovettero limitare esorvegliare l’accesso di pescatori stranieri.Quella della lavorazione fu un'attività dif-fusa soprattutto verso la fine dell'Ottocentoin conseguenza della sovrapproduzione deglianni precedenti, del calo dei prezzi e dellachiusura dei fertilissimi banchi di coralli diSciacca in Sicilia.

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Funaro a pag.16

Da Portici il primo kit-rilevatore di smog

William Davies, vissuto il XVI e ilXVII secolo, esercitò la professionedi cerusico a Londra, come ricordaGiovanni Capuano nel volumeViaggiatori britannici a Napoli tra’500 e ’600.

Terzi a pag.15

William Davies a NapoliNel resoconto dei suoi viaggi Partenope ha un posto d’onore

Belo Monte, una discussadiga in Amazzonia

La Legge Regionale n. 5 del 24 gennaio 2014, trasforma in maniera so-stanziale tutto il ciclo dei rifiuti, pertanto, di seguito, si propone unasintesi dei principali articoli indicando le principali modifiche rispettoal sistema precedente. Morlando a pag. 3

Speciale Legge Regionale sul servizio di gestione deirifiuti urbani e assimilati in Campania

Un bilancio dell’inverno2013/2014 a Napoli

NATURA & BIODIVERSITÀ

SCIENZA & TECNOLOGIA

AMBIENTE & CULTURA

È cosa oramai risaputa, lo im-pariamo anche a scuola, che lostrato di ozono è uno schermofondamentale per l'intercetta-zione di radiazioni...

CURIOSITÀ

Terra dei fuochi e siti agricoli da indagare

PRIMO PIANO

A che gioco giochiamo noi primati

LAVORO & PREVIDENZA

Nell’antichità i restauratoriromani, quando dovevano ri-sanare le statue rovinate,mettevano nelle crepe dellacera, per mimetizzare le feritedella statua. Le statue impor-tanti, però, non venivano ripa-rate, perché si ritenevaavessero un valore proprio,crepe incluse. Erano statuesine cera: sincere. A coloro checi amano e che amiamo chie-diamo semplicemente di es-sere sinceri. Non sarà perchèla sincerità vuole spingerci amostrare le nostre crepe? Aproposito! Vi siete mai chiestiperché il bacio alla francese èdiventato un simbolo dellapassione amorosa? È verosiete immersi in una culturain cui non si può essere menoche perfetti, invece sto assapo-rando sempre di più, nella miavita, che la particolarità stapiù in ciò che non abbiamo chein ciò che abbiamo.

Senza alcun dubbio, la sicurezzache traspare da ogni atteggia-mento del premier, non lasciaalcuna incertezza in tutti noi nelritenere che si tratta di una per-sona decisa ad andare avantisenza problemi, con la pienaconsapevolezza di rischiare loscontro con le parti sociali.

Tafuro a pag. 19

Ferrara a pag. 18

Renzi e la “strana coppia”

LAVORO & PREVIDENZA

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Nuovo manuale dell’IspraAngelo Morlando

La pubblicazione dell'ISPRA n. 103 del2013 è il risultato del lavoro congiuntodell'ISPRA (autori: Salvatore Curcu-ruto, Delio Atzori e Giuseppe Marsico)e delle ARPA Lombardia, Liguria,Friuli Venezia Giulia, Toscana, Veneto,Marche e Basilicata.Il manuale è costituito da tre partipiù un appendice per complessive 410pagine i cui contenuti possono riassu-mersi citando integralmente l'intro-duzione:"Le linea guida hanno lo scopo di stan-dardizzare le procedure operative attea verificare l’efficacia degli interventi dimitigazione acustica, realizzati per leinfrastrutture di trasporto stradali sianell’ambito dei Piani di contenimento eabbattimento del rumore, ai sensi delD.M. 29/11/2000, sia nell’ambito diquanto previsto dagli Studi di ImpattoAmbientale e in ottemperanza alle pre-scrizioni VIA contenute nei pareri dicompatibilità ambientale. La metodolo-

gia proposta riporta, in particolare, icriteri da adottare per la verifica del ri-spetto dei valori limite vigenti, misuratipresso i ricettori, e può essere utilizzataper le attività di verifica svolte dagli or-ganismi di controllo e dagli Enti gestoridelle infrastrutture stradali". La "Parte I - Protocollo per la verificadell'efficacia delle mitigazioni previstenei pareri di compatibilità ambientaledelle infrastrutture stradali" com-prende 9 capitoli che descrivono i se-guenti argomenti: fase conoscitivapreliminare (ricettori, infrastrutturastradale principale, caratterizzazionedi altre sorgenti sonore, valori limite)scelta dei ricettori soggetti a verifica(misure settimanali e misure spot) con-dizioni di misura (traffico, condizionimeteo e del manto stradale) proceduredi misura (posizio- namento delle stru-mentazioni, verifica degli interventi indiversi scenari) elaborazione dei dati,periodicità dei controlli e valutazionedei risultati con report finale. Al ter-mine della "Parte I" è proposto un "Test

del protocollo di monitoraggio per ilcontrollo dell’efficacia delle mitigazioniacustiche delle infrastrutture stradali"che costituisce un vero e proprio casostudio completo di indagini strumentaliche hanno riguardato la verifica di effi-cacia di barriere acustiche installatelungo il tratto della Diramazione Via-reggio-Lucca dell'Autostrada A11 tra ikm 71 e 72 sulla carreggiata ovest (ge-stione SALT p.a.). La "Parte II - Proto-collo per la verifica dell'efficacia dellemitigazioni previste nei pareri di com-patibilità ambientale delle infrastrut-ture ferroviarie" comprende gli stessicapitoli della parte I, ma specializzatiper infrastrutture ferroviarie. Al ter-mine della "Parte II" è proposto un Testdi verifica come caso-studio con le inda-gini strumentali che hanno riguardatola verifica di efficacia della barrieraacustica installata in territorio del co-mune di San Zenone al Lambro (MI), alconfine con il comune di Vizzolo Preda-bissi (MI). La "Parte III - Protocollo perla verifica dell'efficacia delle mitiga-

zioni previste nei pareri di compatibi-lità ambientale di grandi opere " è im-postata allo stesso modo della altre dueparti e al termine è proposto un Test diverifica come caso-studio con indaginistrumentali che hanno riguardato laverifica dell’efficacia degli interventi dimitigazione acustica realizzati pressoun importante sito industriale, a ciclocontinuo, ubicato in territorio lom-bardo. La Ditta è posta in adiacenza acentri residenziali urbani e ciò ha rap-presentato, in passato, un fattore di cri-ticità sul territorio che ha dato luogo asegnalazioni da parte dei cittadini econseguenti accertamenti fonometrici.La "Appendice" comprende la raccolta,classificazione ed analisi delle prescri-zioni VIA. Il manuale è un ulteriore supporto af-finché gli studi di valutazione ambien-tale siano affrontati ed elaborati comeun percorso condiviso e capace di racco-gliere le necessità dei territori e non uninutile pila di faldoni pieni di docu-menti calati dall'alto...

Giornate di primavera FAI: un successoLe giornate di primavera or-ganizzate dal Fondo Am-biente Italia il 22 e il 23marzo sono state un vero suc-cesso: hanno registrato circa600.000 presenze nei siti cul-turali aperti per l'occasione.In questa ventiduesima edi-zione sono stati circa 750 ibeni fruibili dal pubblico intutta Italia. Nonostante le av-verse condizioni meteorologi-che l'interesse degli italiani (enon) per il patrimonio arti-stico culturale del Belpaese siè dimostrato vivo, a diffe-renza di quanto spesso si dica.La realizzazione dell'inizia-tiva è stata possibile grazie alcontributo di 7.000 volontarie al coinvolgimento di circa

22.000 “apprendisti Cice-rone”, studenti degli istitutisuperiori che hanno svolto ilruolo di guide turistiche gra-zie alla preparazione fornitada professori e delegati.Un'occasione per educare losguardo di grandi e piccoli

alla bellezza. Indispensabilel'apporto delle 116 Delega-zioni (più 48 gruppi FAI e 51gruppi FAI Giovani). I siti chehanno visto la partecipazionedel maggior numero di visita-tori sono stati gli studi dellaRAI di Milano, che hanno ac-

colto circa 11.000 persone, ipalazzi Martinelli e Palmieridi Monopoli (BA) con 10.000presenze; poi ci sono gli 8.000del Carcere di San Sebastianoa Sassari e il milanese Al-bergo Diurno Venezia, gioielloliberty abbandonato da anni eriscoperto tra le bellezze gra-zie all'opera del Fai. A LaSpezia l'ha fatta da padronel'Arsenale Militare Marittimoe in provincia d'Anconal'Eremo dei Frati Bianchi, en-trambi con 6.000 visitatori. ARoma il più richiesto è statoinvece il Teatro Marcello, con5.000 presenze. In Campaniagrande affluenza per l’Archi-vio Storico, la residenzaestiva del Presidente della

Repubblica Villa Rosebery ePalazzo Marigliano. Le gior-nate di primavera sono un oc-chio sul mondo che abbiamoattorno e di cui spesso non ciaccorgiamo, un modo per sco-prire le nostre città, una pale-stra per il rispetto dei beninaturali e artistici che il no-stro Paese ci offre e che vannotutelati da incuria e inciviltà.L’occasione è stata utile perraccogliere fondi per la salva-guardia ambientale e per pro-muovere nuove adesioniall’associazione grazie allequali ottenere agevolazioni evisite esclusive per scopriretutte le bellezze italiane 365giorni all’anno.

A.E.

Linee guida

per il controllo

e il monitoraggio

acustico ai fini

delle verifiche

di ottemperanza

delle prescrizioni VIA

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Il comune di Napoli ha adot-tato nuove misure antismogper far fronte all’allarme inqui-namento che attanaglia la cittàpartenopea, a tutela della sa-lute dei cittadini e della viabi-lità cittadina. Come hadichiarato il vicesindaco Tom-maso Sodano, questa volta ilblocco delle auto a Napoli nonè occasionale ma è parte di unprogetto integrato ed artico-lato che partirà non appenasarà pronta l’ordinanza e du-rerà fino a fine anno. Ma veniamo ai provvedimenti.Divieto di accesso e circola-zione dei veicoli privati desti-nati al trasporto di persone emerci sull’intero territorio cit-tadino per le giornate di lu-nedì, mercoledì e venerdì nellafascia oraria 7.30-11.30 e perle giornate di giovedì nella fa-scia oraria 15-18.30. il disposi-tivo non riguarda la reteautostradale cittadina e nonsarà valido nei giorni: 18aprile, 21 aprile, 25 aprile, 1

maggio, 2 giugno,15 agosto, 19settembre,8 dicembre, 24 di-cembre, 25 dicembre, 26 di-cembre, 31 dicembre. È statoinoltre deciso dalla Giunta diistituire una domenica ecolo-gica al mese nel corso dellaquale sarà vietato circolare sututto il territorio cittadinodalle 9.30 alle 13.00, si partiràl’11 maggio e poi via via l’1 giu-gno, il 6 luglio e il 3 agosto, perora…non mancano le deroghe,potranno infatti circolare, siadurante la settimana che didomenica i mezzi a 2 ruoteeuro 2, le auto euro 4, i veicoliche trasportano almeno 3 per-sone a bordo, i veicoli a gpl ometano, quelli che trasportanodisabili, quelli intestati e con abordo cittadini non residenti inCampania. Ad affiancare ilprovvedimento tutta un’altraserie di misure collaterali, dalpotenziamento del trasportopubblico alla piantumazione incittà di essenze arboree “man-gia-smog”.

(seconda parte) La Legge Regionale n. 5 del 24gennaio 2014, trasforma in ma-niera sostanziale tutto il ciclo deirifiuti, pertanto, di seguito, sipropone una sintesi dei princi-pali articoli indicando le princi-pali modifiche rispetto alsistema precedente.Nell'articolo 1 ci sono le defini-zioni più importanti:"a) Gestione dei rifiuti urbani: lagestione anche integrata, deiservizi di spazzamento, raccolta,trasporto, avvio, commercializ-zazione, gestione e realizzazionedegli impianti di trattamento,recupero, riciclo e smalti-mento..."Ai Comuni, pertanto, competeràanche la gestione e la realizza-zione degli impianti, con unaserie di difficoltà operative pre-viste nella fase di avvio, ma conuno scenario a medio-lungo pe-riodo più sostenibile. Agli Entisovraordinati spetta l'indispen-sabile compito della verifica e delcontrollo, sperando che non sianecessario affrontare nuova-mente i calvari di commissaria-menti e indagini giudiziarie..."b) Ambiti Territoriali Ottimali(ATO), la dimensione territo-

riale per lo svolgimento, daparte dei Comuni in forma obbli-gatoriamente associata, dellefunzioni di organizzazione e ge-stione dei rifiuti urbani loro at-tribuite dalla legislazionenazionale e regionale, secondo iprincipi di efficienza, efficacia,economicità, trasparenza e so-stenibilità ambientale..."Si riparla di ATO... Visto l'esitonel settore del ciclo integratodelle acque, le premesse nonsono incoraggianti. Le difficoltàsaranno di natura politica conscelte che richiederanno sicura-mente la necessità di superareinteressi campanilistici. Il ciclointegrato dei rifiuti richiede, me-diamente, oltre il 50% del bilan-cio comunale, pertanto, sarannonecessarie scelte politiche ancheimpopolari. Si spera che, nelprossimo futuro, sia modificatoil termine "sostenibilità ambien-tale" con "durabilità ambien-tale". La differenza èsostanziale: la durabilità è la so-stenibilità nel medio-lungo pe-riodo..."c) Sistemi Territoriali Operativi(STO), le ripartizioni territoriali,interne agli ATO, delimitatedalla Regione per consentire l’or-

ganizzazione puntuale dei ser-vizi in base alle diversità territo-riali finalizzata all’efficienzagestionale, nel rispetto dei cri-teri previsti nell’articolo 15,comma 3...""d) Conferenza d'ambito, lastruttura che riunisce i Sindacidei Comuni ricadenti in ciascun

ATO per l’esercizio in forma ob-bligatoriamente associata dellefunzioni amministrative, anchefondamentali, degli enti locali ri-compresi nell’ATO. In caso di de-cisioni riguardantiesclusivamente i singoli STO, laConferenza d’ambito si riuniscein seduta ristretta alla quale

partecipano unicamente i Sin-daci dei Comuni ricadenti nel ri-spettivo territorio.”I commi c) e d) pongono alla basedella nuova legge regionale, lacollaborazione e la solidarietàtra i diversi Comuni. La spe-ranza è l'ultima a morire...

A.M.

Speciale Legge Regionale sul servizio di gestionedei rifiuti urbani e assimilati in Campania

Comune di Napoli, varato il piano antismog

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I volontari del Comitato "Porchiano bene comune"puliscono le strade del loro quartiere

Da parecchi anni nel nostroPaese, una certa cultura e unacerta classe dirigente, accusagratuitamente i napoletani dimancanza di senso civico e dicattiva collaborazione con le“istituzioni”.Dopo millenni di civiltà, al-l’improvviso i napoletani peralcune persone avevano persola loro cultura e dopo aver in-ventato la matematica, la filo-sofia, la letteratura, lamedicina, l’arte, l’archeologia,il diritto, non riuscivano a se-parare, la plastica dal vetro ela carta dall’umido e si eranoabituati a vivere nella spazza-tura. Quando poi la raccoltadifferenziata è stata inventatadalle nostre parti due secolifa. Da uno dei quartieri più di-sagiati delle nostre periferie,che viene ricordato solo perepisodi di cronaca, arriva unarisposta netta e precisa dallagente comune e poi… come sidice: “Se la montagna nonviene a Maometto, Maomettova alla montagna”. Il 28marzo scorso, un centinaio digiovanissimi studenti di duescuole napoletane, il 77° e 88°Circolo Didattico e i volontaridel Comitato “Porchiano benecomune”, hanno organizzatola prima “Giornata ecologica”in collaborazione con il presi-dente dell’Asia, Raffaele DelGiudice, il presidente dellaUisp (Unione Italiana Sportper tutti) Antonio Mastro-ianni. Il tutto si è svolto nellacosiddetta area orientale dellacittà, la Sesta Municipalità

(Ponticelli, Barra, S. Giovannia Teduccio).I volontari, insieme ai bam-bini delle scuole, hanno pulitoalcune strade: via Pasqua-riello, Via Fratelli Grimm, viaEsopo, viale Hemingway, e learee adiacenti i plessi scola-stici dei due circoli didatticipromotori dell’iniziativa.“Armati” di scope e palettemesse a disposizione dall’as-sociazione Let’s Do Italy,hanno ripulito simbolica-mente la loro “terra”. Il Co-mune di Napoli ha fornito ilmateriale pubblicitario neces-sario, l’Asia, invece, ha alle-stito un punto informazioni eassicurato la presenza di ope-ratori ecologici, con tutto ilmateriale necessario (buste,gazebo). “Il degrado che in-vade le nostre strade non puòche destare scalpore ai nume-rosi attivisti che hanno ade-rito al comitato. Il nostroimpegno deve essere inteso so-prattutto nel suo senso simbo-lico: sappiamo bene che perripulire tutta la zona non ba-sterebbero intere giornate enon sarebbe sufficiente la solabuona volontà dei cittadini.Ma cavalcata l’onda dell’esa-sperazione, abbiamo deciso dicoinvolgere quanti più citta-dini possibili per far capireche il loro contributo è essen-ziale per ripristinare condi-zioni di vivibilità, a partiredalle strade che maggior-mente si frequentano”, com-mentano i portavoce delcomitato.

Il neo ministro all’Ambiente Galletti incontra Don Patriciello

Pochi giorni fa, a Caivano (NA),nella chiesa di San Paolo Apo-stolo, il neo ministro dell’am-biente, Gian Luca Galletti, haincontrato don Maurizio Patri-ciello, il sacerdote che da temposi batte per sanare le ferite di unpopolo e di un territorio: la co-siddetta “Terra dei Fuochi”. Pre-senti giornalisti, fotografi,alcuni rappresentanti di comi-tati e associazioni locali, lavora-tori precari e disoccupati. Tantele storie raccontate. Tantequelle da raccontare. E se da unlato, il parroco, simbolo dellamobilitazione e i cittadini pre-senti in Parrocchia, hanno riba-

dito il concetto-chiave della loroazione: pronti a riscendere su-bito in piazza nel caso non do-vessero sopraggiungere azioniconvincenti da parte del Go-verno, dall’altro, il ministro Gal-letti ha ribadito tutto l’impegnoda parte delle Istituzioni per so-stenere e combattere questaprofonda piaga che attanaglia ilterritorio campano: “Questaterra stuprata è un problemanazionale, il Governo darà ilmassimo impegno per la salutee l'ambiente. Sono qui perchévoglio risolvere un problema acui ha concorso il nord come ilsud Italia e che nuoce a tanti

campani onesti. Il mio compitosarà sovrintendere alla tempi-stica della soluzione”. Quindi,una soluzione c’è. Bene. Questo“rassicura”. Per il momento,però, nonostante il recente de-creto relativo a questa tormen-tata odissea (che contemplarisorse per le bonifiche, lo scree-ning sanitario, la mappatura deisuoli, la repressione delle operedi devastazione e tante altrecose belle) sia ormai legge, im-perversano in piazze, sul web esui giornali, interventi e com-menti di disaccordo su alcunipunti del documento, conside-rati deboli o incompleti. La si-

tuazione continua apreoccupare tutti, so-prattutto le famiglieresidenti sull’area.Anche lo stesso Patri-ciello, “approfittando”della gradita visita delministro, sposta l’attenzione sulprovvedimento: “Quando si ar-resta chi appicca il fuoco – di-chiara durante l’incontro - sibecca il poveraccio con il cerinoe non il mandante. Non i killerdi questa terra. Certo il decretoè importante, ma a noi interessasapere chi ha ordinato di inter-rare i rifiuti tossici”. E mentre diversi studi e ricer-

che continuano ad asserire che,in questa porzione d’Italia, simuore troppo, soprattutto percause tumorali, la speranza èche tutti, finalmente, si assu-mano le proprie responsabilità.Le strette di mano e le “dichia-razioni di pace” adesso non ba-stano più. affinché anni e annidi silenzio, indifferenza e negli-genza, non siano dimenticati.

F.L.

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Buenos Aires vince il premio della nona edizione Sustainable Transport Award

Salvatore Allinoro

Mentre in Europa i produttoridi energia idroelettrica pun-tano sui micro impianti per ap-provvigionare i loro clientirendendo accettabili gli impattiin termini di V.I.A. (Valuta-zione di Impatto Ambientale),nel resto del mondo le cose nonvanno altrettanto bene.In Brasile il governo sta lavo-rando a una grande opera cheavrà il potere di sbarrare ilcammino del fiume Xingu, unaffluente del Rio delle Amaz-zoni. Il progetto è in fase avan-zata di realizzazione ma il suocompletamento è duramenteosteggiato dalle comunità lo-cali.La diga sarà la terza piùgrande del mondo e inonderà amonte una vasta porzione diterra, prosciugherà a valle al-cune parti del fiume Xingu, de-vasterà la foresta pluviale eridurrà la popolazione ittica dacui gli indiani dell’area, tra cuii Kayapò, gli Arara, gli Jurma,gli Arawetè, gli xikrin, gli asu-rini e i parakanà, dipendonoper sopravvivere.I pescatori indigeni hanno in-scenato una forma di protestasui generis. Sicuri di andare in-contro a una fortissima dimi-nuzione del pescato a seguitodella terminazione dei lavori,hanno preventivamente ini-ziato a issare nelle reti tutte lespecie ittiche del fiume, com-prese le più rare che di solito

venivano restituite all’acqua.Lo fanno per mostrare i livellidi abbondanza e di biodiver-sità che il fiume offre e che di-venteranno solo un ricordodopo il sollevamento dell’ar-gine. Nelle assemblee tra tribùnon si parla di altro, è neces-sario trovare unione tra levarie etnie per far fronte co-

mune contro le speculazionitecnocratiche che distrugge-ranno l’importantissimo ecosi-stema Amazzonia.I messaggi di solidarietà arri-vano da tutto il mondo. Il capodi questi popoli, riconoscibileper un grosso anello al labbroinferiore che rende le mucosesimili ad un grosso disco, ha in-

contrato delegazioni di leadereuropei a Parigi cercando so-stegno da parte di organizza-zioni internazionali. Prevede lesorti dei suoi conterranei e nonha alternative: dovrà condurrei suoi guerrieri in battaglia con-tro le forze di occupazione.In segno di vicinanza anche Ar-nold Shwarznegger, governa-

tore di una California attentain materia di tematiche am-bientali, insieme con l’amico re-gista James Cameron si sonorecati in visita a Belo Monteper proiettare tra i nativi il film“Avatar” in cui gli indigeni sioppongono al potere di unamultinazionale interessata soloalle sfruttamento delle risorsenaturali senza considerare idanni ecologici sul lungo pe-riodo, come nella foresta tropi-cale sta succedendo nellarealtà. I mezzi di sussistenza dimigliaia di indigeni che dipen-dono dalla foresta e dal fiumeper bere e mangiare andrannodistrutti, mentre l’afflusso diuomini e operai porterà vio-lenze e malattie agli indianimettendo a rischio le loro vite.Un cantiere enorme infatti stagià richiamando migliaia dipersone in cerca di lavoro in unterritorio non adatto ad ospi-tarli. Chi volesse saperne di piùpuò cercare il documentario“Belo Monte: annuncio di unaguerra”. Nell’arco di due anni ilcollettivo Cinedelia ha realiz-zato tre spedizioni sul fiumeXingu, 120 ore di girato, 87 in-terviste a persone coinvoltenelle decisioni politiche, a stu-diosi, indigeni e comunità col-pite dalla costruzione delladiga di Belo Monte.Dalle immagini si capisce che ipopoli hanno bisogno di essererappresentati perché tutto ilmondo conosca gli assurdi re-troscena di questa vicenda.

Belo Monte, una discussa diga in Amazzonia

Tempi d’oro per la città diBuenos Aires grazie ai suoitrasporti sostenibili, che lehanno permesso di vincere lanona edizione del SustainableTransport Award. Sono stati,infatti, attuati grandi miglio-ramenti negli ultimi mesi allamobilità urbana che hannoportato a una netta riduzionedelle emissioni di diossido dicarbonio e al miglioramentodella sicurezza per le stradedi pedoni e ciclisti. Bisognadire che Buenos Aires, con isuoi tre milioni e più di abi-tanti, nel 2013 ha attuato unvero e proprio piano di totalrestyling del suo Viale IX diLuglio, il più largo del mondo,che conta più di venti corsie,la maggior parte delle qualisono state destinate esclusi-

vamente al transito del tra-sporto pubblico. Una fitta retedi mezzi di trasporto, a cuipuò fare riferimento la citta-dinanza, che consta di dicias-sette stazioni, dove transitanoben undici linee di autobus,che trasportano al giornocirca duecento mila passeg-geri. Per questo, il Comune ha de-ciso di costruire anche un tun-nel lungo ventitré chilometri,il Metrobus Sur, ed ha tra-sformato decine di strade inaree pedonali e dedicate ai ci-clisti, promuovendo, così, unacoscienza critica rispetto allamobilità urbana only green,nel totale rispetto dell’am-biente. E se fino a qualchetempo fa per attraversare lacittà servivano 40 minuti, ora

ne bastano in media soltanto14. Una gran bella vittoria intermini di rispetto dell’am-biente e di vivibilità dellacittà.

Tutto ciò non poteva passareinosservato e proprio per que-sto il premio del SustainableTransport Award, giunto allasua nona edizione, non poteva

non aggiudicarselo la capitaleargentina, che ha sviluppatonel modo migliore possibile larete dei trasporti urbani, faci-litando la mobilità e la qua-lità di vita dei residenti,avendo la meglio su Indore(India), Suwon (Corea delSud) e Lanzhou (Cina). Unchiaro esempio quello argen-tino da tenere ben presente edal quale le amministrazionidelle più grandi metropoli delmondo devono prenderespunto, rendendo migliore evivibile le nostre città, al-zando la qualità della vita e,contemporaneamente, abbas-sando l’impatto sull’am-biente. Insomma, diamociuna mossa! Mica si deve ri-manere sempre indietro?

A.P.

La diga devasterà la foresta pluviale e ridurrà la popolazione ittica

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Page 6: Arpa campania ambiente 2014 6

Marinella VitoClaudio Marro

In applicazione dell’art. 1 della L. n. 6 del6 febbraio 2014, di conversione del D.L.136/2013 e della connessa Direttiva in-terministeriale del 23.12.2013, l’AgenziaRegionale per la Protezione Ambientalein Campania (ARPAC) ha collaborato,nell’ambito di uno specifico Gruppo diLavoro (GdL), conaltre importantiistituzioni quali ilConsiglio per la Ri-cerca e la Speri-mentazione inAgricoltura (CRA),l’Istituto Superioreper la Protezione ela Ricerca Ambien-tale (ISPRA), l’Isti-tuto Superiore diSanità (ISS), la Re-gione Campania,l’Istituto Zooprofi-lattico Sperimen-tale (IZS Abruzzo eMolise, IZS delMezzogiorno), Uni-versità degli Studidi Napoli Federico IIe l’Agenzia per leErogazioni in Agri-coltura (AGEA) “perla mappatura deiterreni agricoli dellaRegione Campaniaeventualmente inte-ressati da effetticontaminanti acausa di sversa-menti e smaltimentiabusivi di rifiuti anche mediante combu-stione”. Tale mappatura ha finora inte-ressato il territorio di 57 comuni dellacosiddetta Terra dei Fuochi, individuatidalla Direttiva interministeriale, ed haportato all’individuazione, in primaistanza, di 1.562 siti agricoli, per un to-tale di 1.146 ettari, da indagare ulterior-mente, come descritto nella tabella1(pubblicata a pag. 7) e nel Documentodi Sintesi in corso di approvazione conDecreto Interministeriale. Sulla basedelle previsioni normative, la mappaturadovrà essere estesa ad altre aree indivi-duate da un’ulteriore Direttiva. In man-canza del Regolamento concernente gliinterventi di bonifica, ripristino ambien-tale e di messa in sicurezza, d'emer-genza, operativa e permanente, dellearee destinate alla produzione agricola eall'allevamento, già previsto a suo tempodall’art. 241 del D.Lgs. n.152/06 e sinoramai emanato, e che, ai sensi della Legge6/2014, dovrebbe essere predispostoentro 90 giorni, il GdL ha elaborato unmodello scientifico di riferimento conl’obiettivo di pervenire alla individua-zione di criteri per la valutazione dei ter-reni agricoli, finalizzati ad assicurare la

salubrità e la qualità delle produzioniagroalimentari a tutela della saluteumana. Nella valutazione dello stato di contami-nazione di un suolo agricolo, infatti, oltreche sulla concentrazione assoluta di in-quinanti nel suolo, l’attenzione dovrebbeessere incentrata principalmente sullapossibilità del passaggio degli inquinantidal suolo alla pianta e sul loro conse-

guente ingressonella catena ali-mentare. Occorre,quindi, effettuarevalutazioni moltopiù complesse, rela-tive alla biodisponi-bilità dei diversiinquinanti, allaqualità dei suoli, aimeccanismi di as-sorbimento e traslo-cazione.Mettendo a sistemale informazioni am-bientali già disponi-bili, il GdL haindividuato i ter-reni agricoli da in-dagare al fine diottenere tutte le in-formazioni necessa-rie all’applicazionedel modello scienti-fico. In particolaresi è tenuto conto siadei dati analiticipregressi di suoliagricoli nella dispo-nibilità di ARPAC edell’Università diNapoli Federico II,

sia delle segnalazioni ottenute dalla fotointerpretazione multi-temporale di im-magini a partire da una serie storicamessa a disposizione da AGEA relativaal periodo 1997-2011 (con alcune aree del2012). Con quest’ultima metodologia èstato possibile effettuare, nel territorioindividuato dalla Direttiva, una mappa-tura di 1622 siti sospetti in quanto inte-ressati nel tempo da scavi, movimenti diterra, ricoprimenti con rifiuti. Sono stati,inoltre, forniti dati utili allo scopo da Entinon partecipanti al GdL quali C.F.S, Ca-rabinieri, Procure, G.d.F, Ministero dell’Ambiente, Commissario di Governo De-legato Ex L.N. 11/2013. Tutti i dati rac-colti, unitamente a quelli riguardantil’ubicazione di discariche, abbandoni in-controllati di rifiuti, depositi di ecoballe,siti di stoccaggio, incendi di rifiuti, areeindustriali etc., sono stati inseriti in unGeoportale appositamente realizzatodall’ IZS Abruzzo e Molise. Dalla sovrap-posizione dei diversi layer cartografici ot-tenuti si è addivenuti alla suddivisionedei siti in 5 diverse classi di rischio pre-sunto, come riportato nella tabella 1. Sututti i terreni rientranti nelle 5 classi dirischio presunto saranno effettuate, con

tempistiche diverse, ulteriori indaginianalitiche finalizzate da una parte a con-fermare o meno i livelli di contamina-zione già evidenziati da analisiprecedenti e dall’altra ad acquisire tuttele ulteriori informazioni necessarie per

l’applicazione del modello scientifico, alfine di pervenire alla classificazione deiterreni agricoli in funzione della idoneitào meno alla coltivazione per la produ-zione di beni alimentari.

(continua a pag. 7)

Terra dei fuochi e siti agricoli da indagare

N. di siti con superamenti delle CSC

N. SITI

Com

uni

C

0 50 100 150 200

I terreni sono stati suddivisi

in cinque classi di rischiopresunto

I dati di Arpac hanno contribuito a determinare le misure di salvaguardia presentate dal Governo

Grafico 1. Numero di siti con superamenti delle CSC per Comune

Page 7: Arpa campania ambiente 2014 6

Sui terreni di rischio presunto 5, 3 e 2b,oltre alle indagini analitiche, saranno ef-fettuate anche indagini indirette (conmagnetometro, georadar, etc.) e dirette(scavi, carotaggi, trincee, etc.) utili per in-dividuare la presenza o meno di rifiutiinterrati. Per i terreni delle classi di ri-schio 5, 4 e 3, considerati maggiormentea rischio in base ai risultati della mappa-tura, nelle more della esecuzione delleulteriori indagini, il GdL ha comunqueproposto l’adozione di misure di salva-guardia, quali, ad esempio, il divieto dicommercializzazione dei prodotti agri-coli. Il grafico 1 (pubblicato a pag. 6)mette in evidenza che il 35,1% dei terreniagricoli sospetti individuati si trovanonei comuni di Acerra, Giugliano in Cam-pania e Villa Literno, mentre il grafico 2mostra sia che il 44% dei siti individuatipresenta superamenti delle CSC per piùparametri sia che ben 136 sono i supera-menti delle CSC imputabili al rame, checome è noto è molto utilizzato in agricol-tura come anticrittogamico. Non trascu-rabile è anche il numero di superamentiattribuiti ai fitofarmaci. Consistenti, in-fine, appaiono i superamenti dovuti adinquinanti organici quali diossine, PCBed IPA, che, pur non essendo general-mente assorbiti dalle colture agrarie,possono finire nella catena alimentareattraverso i prodotti della zootecnia. Aproposito della tabella 1, non si può, però,non sottolineare, che i terreni agricoli “daattenzionare” sono ben più numerosi dei1.562 sopra citati atteso che esistono 2categorie di terreni, citati nel Documentodi Sintesi e rientranti nelle classi di ri-schio presunto 2c e 2d, il cui numero

esatto verrà determinato a valle di inda-gini analitiche e di approfondimento. Inparticolare i siti “2c” sono terreni agricolicompresi nelle cosiddette “Aree vaste”ovvero comprensori relativamente ri-stretti dove risultano concentrati nume-rosi siti contaminati o potenzialmentecontaminati e dove, quindi, esiste il ri-schio concreto che anche i terreni conti-gui possano presentare concentrazioni dicontaminanti al di sopra di quelle di ri-ferimento. Per i siti “2d”, invece, il GdLha ritenuto opportuno proporre ai Mini-steri competenti, l’applicazione di “fascedi rispetto” ovvero porzioni di terreniagricoli da sottoporre a specifiche inda-gini prima di consentirne la coltivazione.Questi terreni si trovano nelle imme-diate vicinanze degli impianti di smalti-mento di rifiuti, delle aree industriali,delle grandi arterie di traffico veicolare,delle aste del sistema dei Regi Lagni,delle aree degli incendi di grande rile-vanza, ecc.. Come si vede dunque, a di-spetto di quanto riportato nei giorniscorsi in numerosi articoli di stampa, ilnumero di siti sospetti individuati è dioltre 1500, che, tradotto in particelle ca-tastali, dovrebbe, in base ai primi calcoli,

arrivare ad oltre 12.000 particelle. A que-sti siti dovranno essere aggiunti, comedetto a chiare lettere nella relazione disintesi, anche tutti quelli ricadenti nelperimetro delle aree vaste e quelli nell’in-torno delle discariche, dei siti di stoccag-gio, degli impianti di trattamento rifiuti,delle aree industriali, dei grandi assiviari, dei Regi Lagni . Occorre, inoltre,evidenziare che nessuno, neanche il legi-slatore, abbia mai pensato che i risultatidi questa prima mappatura possano es-sere considerati conclusivi, sia perché lastessa Legge 6/2014, come dianzi detto,ne prevede l’estensione ad altre parti delterritorio, sia perché, come chiaramenteriportato nella relazione, i dati raccoltisono stati quelli nella disponibilità degliEnti del GdL, che sicuramente non pos-sono essere considerati esaustivi, e chevolentieri, tra l’altro, potrebbero essereimplementati anche con le segnalazionidi coloro che, nell’affermare che il feno-meno sia stato minimizzato, si debba ri-tenere dispongano di informazionidiverse, che potrebbero essere messeutilmente a disposizione di chi sta cer-cando di dare il proprio modestissimocontributo per fare chiarezza. Nelle pros-

sime settimane, non appena il docu-mento del GdL sarà approvato con appo-sito Decreto Ministeriale, dovrà esseremesso in campo una vera e propria mac-china da guerra sia per campionare edanalizzare diverse centinaia di campionidi suolo, vegetali, acque e per effettuarescavi alla ricerca di rifiuti interrati, siaper completare il lavoro di individua-zione delle particelle catastali delle areevaste e delle aree circostanti le possibilifonti di inquinamento, sia per avviare laricognizione sulle ulteriori aree del terri-torio che dovranno essere studiate. Iltentativo di confutare il lavoro sin quisvolto, oltre ad offendere i tecnici chehanno profuso tutto il proprio impegnoper realizzarlo, cosa che potrebbe essererelativamente ininfluente, sembra pur-troppo orientato ad alimentare nei citta-dini, già così tristemente provati da luttie sofferenze, la totale sfiducia nel lavorodelle istituzioni scientifiche, ed a spin-gerli conseguentemente all’ascolto di si-rene e falsi profeti, che, senza mostrare idati a supporto, tendono a preconizzaredisastri oppure a chiudere gli occhi difronte alla triste realtà di questi territorimartoriati.

segue da pagina 6

LIVELLO DI RISCHIO

PRESUNTO CARATTERISTICHE DEL SITO INDAGINI NUMERO

DI SITI

SUPERFICIE AGRICOLA

(ETTARI)

5 Valore Inquinanti > 10 x CSC (o VF) e corrispondenza (entro 10 m) con siti a rischio da analisi foto aeree

analitiche e conoscitive (carotaggi, trincee,

ecc..) entro 90 gg

7 16,5

4 Valore Inquinanti > 10 x CSC (o VF) analitiche entro 90 gg 40 40

3 Valore inquinanti = 2-10 x CSC (o VF) e corrispondenza (entro 10 m) con siti a rischio da analisi foto aeree

analitiche e conoscitive (carotaggi, trincee, ecc..) entro 90 gg

4 8,1

2a Valore inquinanti = 2-10 x CSC (o VF)

analitiche entro 180 gg 86 86

2b Siti a rischio da analisi foto aeree (classi 2, 3, 4, 5 e 6)

conoscitive (carotaggi, trincee, ecc..) ed eventualmente

analitiche entro 180 gg

1.249 820

2c

Aree agricole delle aree vaste Lo Uttaro, Bortolotto-Sogeri e Masseria del Pozzo con valore inquinanti*, aree agricole del PRB

analitiche

entro 360 gg

da determinare entro 90 gg

da determinare entro 90 gg

2d

Aree agricole circostanti impianti di smaltimento di rifiuti, aree industriali, grandi arterie di traffico veicolare e aste del sistema dei Regi Lagni, aree degli incendi di grande rilevanza, siti a rischio da analisi foto aeree (classe 1)

analitiche

entro 360 gg

da determinare entro 90 gg

da determinare entro 90 gg

1 Valore inquinanti = 1-2 x CSC (o VF) analitiche 176 176 * tutte le aree agricole ad eccezione di quelle già comprese nei livelli di rischio 3 e 4.

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 31 marzo 2014 - Anno X, N.6Edizione chiusa dalla redazione il 31 marzo 2014

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOS. Allinoro, F. Clemente, P. D’Auria, G. De Cre-scenzo, A. Esposito, E. Ferrara, R.Funaro, L..Iacuzio,G. Loffredo, C. Marro, B. Mercadante,A. Morlando, A. Palumbo, A. Paparo, F. Schiat-tarella,L. Terzi, E. Tortoriello, M. VitoSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 7- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/426/427 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

Grafico 2. Numero di siti con specifici superamenti delle CSC

Tabella 1. Classificazione dei terreni agricoli in funzione del livello di rischio presunto

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Mamma mia che vento gelido!Chissà a quanti gradi saremo!Ma non è possibile: siamo a10°C e fa così freddo? Questaè una frase che si sente moltospesso in Italia, quando ilvento la fa da padrone. Il no-stro corpo sente freddo ma iltermometro subito ci smenti-sce all’istante. In meteorolo-gia, il wind chill è l’effetto cheil vento ha sul nostro corpo, eche ci fa percepire una sensa-zione di freddo maggiore ri-spetto alla temperature realeosservata. L'espressione de-riva dall’abbinamento di wind(vento) e chill (gelata, raffred-damento) e quindi può esseretradotto come “raffredda-mento da vento”.Il nostro corpo ha una tempe-ratura interna di circa 36°C eciò è dovuto al fatto che tutti i

processi energetici del nostrometabolismo necessitano diquesta temperatura per averela massima resa. Il vento si comporta come unagente di disturbo, infilandoletteralmente il freddo in ognipunto del nostro corpo. In questo modo noi perce-piamo una temperatura net-tamente inferiore a quellareale.Esperimenti in Antartidehanno permesso di stimare ilrischio di assideramento: al disotto di un indice di raffred-damento pari a -30°C il ri-schio di congelamento è reale,mentre sotto i -50°C il conge-lamento avviene in un minutocirca. In zone miti questo in-dice può essere male interpre-tato, specie con temperaturereali positive. Una tempera-

tura reale di 4°C associata adun vento di 50km/h fornisceuna temperatura apparentedi -11°C. Ovviamente non c èpericolo di congelamento, mal’individuo dovrà coprirsi a

dovere.Per la stessaragione, se ab-biamo lasciatodelle bottigliedi acqua sulbalcone conuna tempera-

tura di +4°C, ma tira un fortevento e quindi la temperaturapercepita è al di sotto dello zero,le bottiglie non si congelerannoe non si romperanno, perché ilcongelamento dipende dalla

temperatura reale e non daquella wind-chill.La comprensione dell’indicewind chill e del relativo effettoci aiuta a capire meglio i bollet-tini meteorologici e i fenomenifisici, in particolare quandopianifichiamo le nostre uscitein montagna durante la sta-gione invernale o in giornateparticolarmente ventose, ade-guando opportunamente il ve-stiario.

G.L.

UN BILANCIO DELL’INVERNO 2013/2014 A NAPOLI

Gennaro Loffredo

L’inverno 2013/14, che a livello meteo-rologico si è appena concluso, è statotra i più caldi degli ultimi 150 anni.Questo è stato non a caso battezzatol’anno del “non inverno”, per le tempe-rature record registrate sul 50% dellapenisola italiana nel corso del trime-stre. A caratterizzare l’inverno, il nu-mero eccezionale di giornate piovose,favorite dal continuo flusso atlantico,e l’assenza di ondate di freddo intenso,un evento unico negli ultimi 15 anni.È stato un inverno davvero insolito,più simile ad un interminabile au-

tunno piovoso che a un vero inverno,specie a dicembre e gennaio.Un mesedi febbraio quasi primaverile è culmi-nato in un’ondata di caldo eccezionalenella parte centrale del mese. Le tem-perature più basse sulla nostra regionesi sono registrate prevalentemente neiprimi quindici giorni del mese di di-cembre, con la presenza di un robustoanticiclone che ha determinato cieli se-reni, temperature basse di notte edelevate di giorno, scarsa ventilazione euna stabilità atmosferica tale da co-stringere l’amministrazione locale adadottare il sistema delle targhe alterneper diminuire l’inquinamento da traf-

fico veicolare. Il mese di gennaio, in-vece, è stato il più piovosodella triade. La nostra pe-nisola è stata raggiuntada una serie infinita diperturbazioni atlantiche,in particolare nella se-conda parte. La presenza di una pro-fonda circolazione depres-sionaria sul Mediterraneoha favorito una sostenutaventilazione di libeccio edi scirocco, con molte in-terruzioni del traffico ma-rittimo da e per le isoleminori del Golfo di Na-poli. Infine è stato ilmese di febbraio a vestirei panni della primavera,

merito dell’espansione sulle nostre re-gioni di un promontorio di alta pres-sione di origine africana che hapraticamente determinato una ondatadi caldo fuori stagione su tutta la no-stra penisola con molti record di tem-perature stracciati, in particolare sullezone montuose.Nella tabella sono riportate le tempe-rature medie registrate nei mesi di di-cembre 2013, gennaio 2014, febbraio

2014 confrontati con i valori dell‘in-verno precedente. Gli ultimi due inverni sono stati pre-valentemente miti. Le anomalie si aggirano intorno ai 3-4°C rispetto alla media, con picchi po-sitivi maggiori soprattutto durante ilmese di febbraio 2014, anomalie che sisono riversate anche sulle tempera-ture superficiali del mar Mediterra-neo.

IL “RAFFREDDAMENTO DA VENTO”: COS’È L’EFFETTO WIND CHILL

Confronto con l’anno precedente: temperature troppo miti in entrambi i casi

Le correnti fredde fanno abbassare le temperature percepite

Fonte: www.perugiameteo.it

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Giulia Martelli

Nasi elettronici per misurarel’inquinamento atmosferico,orecchi metallici per valutarequello acustico e occhi bioniciper sorvegliare e tutelare l’am-biente … I cinque sensi accor-rono in aiuto degli scienziati

che da anni provano a replicarein laboratorio la perfezione delcorpo umano. L’ultima novità èrappresentata dal sistema Glo-bal Forest Watch, una spia su-pertecnologica che sorveglial’andamento del verde del pia-neta fornendocene una mappacostantemente aggiornata. Ildetentore del progetto è Google,in particolare Google Heart, (icui “occhi elettronici” ci permet-tono da tempo di girare ilmondo stando comodamenteseduti in poltrona) che graziealle immagini rimandate damilioni di satelliti in orbita con-sentirà di osservare dall’alto gliincendi e finanche scovare learee di deforestazione clande-stina per poi risalire ai respon-sabili. Tra il 2000 e il 2012 sonoscomparsi 230 milioni di ettaridi alberi dal nostro pianeta. Èl’equivalente di 50 campi dacalcio tagliati ogni minuto perogni giorno degli ultimi 12anni. Se fino a poco tempo facifre come queste erano desti-nate a restare note solo agli ad-detti ai lavori, ora grazie aGlobal Forest Watch, chiunquepuò visualizzare qual è il loroimpatto sul nostro pianeta. Perla prima volta sono state messea disposizione gratuitamentepiù di mezzo miliardo di imma-gini ad alta risoluzione raccoltedal satellite della Nasa Lan-dset, a cui vanno ad aggiun-gersi i dati elaborati da enti di

ricerca, governi e Ong che mo-nitorano sul terreno lo statodella deforestazione. Promossadal World Resource Instituteinsieme a 40 partner la mapparealizzata da Google permettedi attivare una timeline che,con l’alternarsi di pixel rosa (al-bero abbattuto) e celesti (pian-

tato), fa capire quali sono learee più colpite, come il Brasile,l’Indonesia, la Repubblica De-mocratica del Congo. Uno stru-mento di zoom consente poi dianalizzare da vicino qualsiasiarea del pianeta, anche quellain cui viviamo. I governi e le au-torità locali potranno utilizzarela mappa per avere informa-zioni sulle attività di disbosca-mento di cui spesso nonriescono a tenere traccia, il si-stema è, infatti, in grado di in-

viare un alert automaticoquando viene rilevata la per-dita di area verde, permettendocosì di individuare i responsa-bili in tempo utile. Allo stessotempo una versione più detta-gliata del database sarà messaa disposizione - a pagamento -delle grandi compagnie che vo-

gliono certificare la prove-nienza del legno dei proprifornitori e così evitare di utiliz-zare fornitori associati con ladeforestazione. Lo stesso valeanche per i prodotti alimentariresponsabili del disboscamentodi molte aree del globo: le so-cietà interessate potranno vi-sualizzare le aree messe adisposizione dai governi perl’olio di palma o la soia in Ca-merun, Repubblica Democra-tica del Congo e Indonesia.

Google Earth: occhio alle foreste!

I ricercatori dell’AmericanMuseum of Natural Historyhanno catalogato decine edecine di pesci fluorescenti.La bioluminescenza è unodei fenomeni più interes-santi della vita animale:sono molti gli organismi cheriescono a catturare l’ener-gia delle radiazioni elettro-magnetiche ad onde cortecome i raggi X o i raggi ultra-violetti convertendola poi inun nanosecondo in luce conmaggiore lunghezza d’onda.La notizia è stata riportatadall’Huffington Post. Il mare è pieno di creaturebioluminescenti ed i ricerca-tori hanno catalogato più di180 specie di pesci fluore-

scenti durante una spedi-zione che ha toccato i Ca-raibi e l’Oceano Pacifico.Sorprendentemente non sitratta di specie sconosciutema di squali, razze, anguillee ghiozzi che hanno svilup-

pato questo modo di comu-nicare nelle profondità ma-rine. Tutto ciò è possibile inquanto molti pesci fluohanno filtri gialli negli occhiche permettono loro di ve-

dere i disegni fluo degli altri.Gli studiosi, che hanno pub-blicato la loro scoperta sullarivista Plos one, sono fidu-ciosi del fatto che il loro la-voro potrà essere utile percostituire le basi della ri-cerca in questo ambito. Sonoinfatti convinti che sintetiz-zare le proteine che permet-tono agli animali di brillarein quel modo possa essereutile per la scienza e la me-dicina, come quando neglianni ’60 la scoperta dellaproteina verde fluorescentedi una specie di medusa fufondamentale per la ricercariguardante molte malattieumane.

G.M.

Fabio Schiattarella

I lavori per la salvaguardia della città dall’acqua alta e dal-l’inquinamento fluviale hanno portato, oltre alla già nota ri-popolazione in laguna e Adriatico di numerose specie di pesci,anche il ritorno degli uccelli. Tornano così i fenicotteri rosanella laguna di Venezia, un fenomeno che è aumentato pro-gressivamente nel tempo portando intere colonie di questi me-ravigliosi uccelli o dei più classici “ tuffettini ”, uccelli dellafamiglia dei Pedicipedidi, caratterizzati da corpo tondo e beccocorto, a vivere in laguna.Oltre al sistema Mose, le discussebarriere mobili volte ad arginare le acque alte eccezionali, sista così raggiungendo uno degli obbiettivi del “ Piano generaledi interventi realizzato dal Magistrato alle Acque di Venezia”attraverso il Consorzio Venezia Nuova (concessionario dei la-vori di difesa e salvaguardia) ovvero quello di rivitalizzare lalaguna. La protezione e la ricostruzione di habitat naturalicome quelle aree spugnose che affiorano o scompaiono sottac-qua a seconda della marea note come barene, hanno svoltofunzioni ecologiche e idrodinamiche che assicurano la biodi-versità dell’ecosistema e quindi anche della fauna avicola.Negli anni sono state ricostruite oltre 100 barene artificialiper un’estensione di circa 1.600 ettari. Barene che grazie allospontaneo sviluppo della vegetazione e alla formazione di ca-nali e piccoli stagni acquistano le stesse funzioni ecologiche diquelle naturali. Proprio le barene artificiali sono quindi dive-nute un sito di alimentazione complementare rispetto a quellotradizionale. I numeri si sono rivelati di interesse ambientale:circa 120 le specie di uccelli osservate sinora almeno una volta;stormi di quasi 6.000 limicoli, piccoli invertebrati tra cui pio-vanelli pancianera, pivieresse, chiurli maggiori, fratini, cor-rieri grossi, utilizzano regolarmente alcune barene artificialicome sito di sosta durante le fasi di alta marea, molte migliaiadi limicoli le utilizzano invece per la ricerca del cibo.

I fenicotteri rosa tornanonella laguna veneta

La bioluminescenza: pesci fluo in fondo al mare

On-line una mappa della deforestazione grazie ai satelliti in orbita

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EnergyMed 2014: il mondo è pieno di energia!

Fabiana Liguori

Lo scorso 27 marzo è stata inaugurataalla Mostra d’Oltremare la settimaedizione di EnergyMed, la MostraConvegno sulle Fonti Rinnovabili el’Efficienza Energetica nel Mediterra-neo. Noi, naturalmente, eravamo lì.L’atmosfera era quella di sempre:energia, esuberanza, vigore, danza-vano tra gli stand in un groviglio dibuono propositi e grandi progetti pre-sentati dai relatori e gli illustratoridel settore. Tre le aree espositive:EnerEfficiency (Efficienza Energe-tica), Mobility Med (Mobilità sosteni-bile) e Recycle (Riciclo). Quest’anno,tante le novità: la presenza in sede diun nuovo distretto, quello della Coge-neration, una tecnologia che prevedela combustione del biogas per la pro-duzione combinata di energia elet-trica e termica, e poi ancora: il Salonedella Responsabilità Sociale Condi-visa e il Primo Salone del PackagingSostenibile. Altra importante newentry lo spazio dedicato alla “SmartCity MED” un’area nata dall’accordotra il Comune di Napoli, il Forum PAe ANEA, e dedicata alla presenta-zione di esperienze territoriali d’avan-guardia sul tema delle Smart City,per rendere più vivibili le città con ilsussidio delle tecnologie innovativedelle telecomunicazioni. E mentre fuori, in un “primaverile”

giorno, la pioggia continuava a “ralle-grare” gli animi dei visitatori in corsaverso l’entrata, decidiamo di fare,dopo aver assistito al taglio del nastrodel sindaco De Magistris, un giro neipadiglioni dove sono state proposteoriginalissime idee e soluzioni per la

green economy. Un gruppo indu-striale italiano, ad esempio, ha realiz-zato un nuovo impianto ditrigenerazione, un macchinario giàistallato in un famoso pastificio cam-pano, che consente di “autoconsu-mare” tutta l’energia elettrica dello

stabilimento come anche l’energia ter-mica: surriscaldando o refrigerandol’acqua coinvolta nel processo di pro-duzione della pasta, oltre a quella uti-lizzata per il riscaldamento dei localinei mesi invernali. Nuovi dispositivi,inoltre, entrano a far parte dell’arredourbano: arrivano i contenitori stradaliper la raccolta dell’olio usato dome-stico che, oltre a recuperare l’olio ve-getale domestico esaurito, sono ingrado di derattizzare l’area circo-stante e fungere da totem pubblicita-rio. Per i rifiuti e la raccoltadifferenziata, invece, è stato concepitoun congegno per sanificare cassonettie pattumiere casalinghe con prodottobiologico azionato dal rilascio del co-perchio. Il dispositivo consente un ri-sparmio del 65% sullo svuotamentodei contenitori dell’umido ed impedi-sce la diffusione di batteri nocivi e dicattivo odore. È un’azienda campana,infine, tra le prime in Italia, a lanciareil sacchetto intelligente: il sistema delcodice a barre per la raccolta differen-ziata, un utile strumento per la trac-ciabilità dei rifiuti da parte delleamministrazioni. Queste sono solo al-cune delle belle occasioni di sviluppoe risparmio energetico proposte adEnergyMed. Non ci resta che darviappuntamento alla prossima edizione,con l’augurio che possiate sempre piùdiventare consapevolmente fautoridell’ambiente e del vostro territorio.

Alla Mostra d’Oltremare di Napoli la VII edizione della rassegna

Elvira Tortoriello

Una equipe di ricercatori è impegnatanella messa a punto di una nuova tipo-logia di energia alternativa. Il progetto“Moss Power” cerca di integrare le pro-teine derivanti dalla fotosintesi dei ve-getali con la tecnologia dei pannellifotovoltaici per la produzione di energiaelettrica da sostituire alle biomasse. Ilrisultato, unico al mondo, è una radioalimentata da muschi che formano unimpianto solare biologico.Il primo modello che mostra il poten-ziale della BPV (bio-photo-voltaic) ri-sale al 2011 Il “MOSS table”, un tavoloche genera energia e alimenta una lam-pada posizionata sopra di esso. Succes-sive ricerche hanno condotto allaprogettazione della MOSS FM, il primoimpianto radio alimentato dalle piante.Il progetto è notevole perché è la primavolta che la tecnologia emergente è uti-lizzata per alimentare un oggetto che

richieda più potenza di undisplay LCD.Il progetto consiste in diecicontenitori di muschio di-sposti sistematicamente ,in grado di formare un im-pianto solare biologico uti-lizzando gli elettronigenerati durante la foto-sintesi e trasformandoli inelettricità, anche quandonon c’è luce. Le celle solaribiologiche usate nellaMOSS FM sono formateda un mix di materiali che assorbonoacqua, materiali conduttori e un com-posto biologico sul quale cresce il mu-schio. I vasi che alimentano la radiosono connessi ad anodi (poli positivi)che accumulano gli elettroni generatidalla fotosintesi e catodi (poli negativi)dove gli elettroni vengono utilizzati. Uncircuito esterno collega gli anodi ai ca-todi. Teoricamente potrebbe essere

usata ogni pianta fotosintetizzante percatturarne e sfruttarne la potenza elet-trica, ma il team ha prototipato la radioscegliendo il muschio perché il suo pro-cesso fotosintetico è particolarmente ef-ficiente nel generare elettricità. Questaapplicazione è veramente rivoluziona-ria, infatti è stato calcolato che qualorail 25% dei londinesi caricasse il propriocellulare, tutti i giorni per due ore, con

il muschio, si potrebbe ri-sparmiare una quantitàdi elettricità da poter ali-mentare una piccolacittà, circa 42.5 milioni diKWH secondo la ricerca.A questo risultato si ag-giungerebbero il ritornoeconomico e la riduzionedi 39.632 tonnellate diCO2 all’anno. Ovvia-mente il lavoro è solo al-l’inizio perché sidovranno determinare i

materiali conduttori ottimali, le piantegiuste e sistemi di irrigazione e manu-tenzione che garantiscano il flusso co-stante dell’elettricità. Ma il risultatofinale sarà sicuramente eccezionale: suitetti ci saranno piante in grado di pro-durre l’energia necessaria al fabbisognoumano, come al solito la natura aiutal’uomo meglio di tante tecnologie.

LA NUOVA FRONTIERA DELLE ENERGIE ALTERNATIVE: LE CELLULE FOTOVOLTAICHE BIOLOGICHE

Il progetto “Moss Power” dell’Università di Cambridge

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Anna Paparo

È cosa oramai risaputa, lo im-pariamo anche a scuola, chelo strato di ozono è unoschermo fondamentale perl'intercettazione di radiazioniletali per la vita sulla Terra ela sua formazione avvieneprincipalmente nella strato-sfera alle più irradiate latitu-dini tropicali, mentre lacircolazione globale tende poiad accumularlo maggior-mente alle alte latitudini e aipoli. Ma si sa anche che que-

sta barriera protettiva è inserio pericolo. E ora più chemai. Sono stati, infatti, sco-perti altri quattro gas-killer,che rappresentano una vera epropria minaccia, una minavagante, insomma, che po-trebbe scoppiare da un mo-mento all’altro mettendo arepentaglio la vita degli esseriviventi di tutto il mondo. Si tratta di composti chimiciindividuati in campioni atmo-sferici raccolti tra il 1978 e il2012 in Tasmania e nelle ca-rote di neve compatta in Gro-enlandia. Questo è quanto è stato sco-perto dal gruppo di studio co-ordinato dal ProfessorJohannes Laube, dell’Univer-sità di East Anglia, e tutti i ri-sultati e i dati raccolti sonostati, poi, pubblicati sulla ri-

vista “Nature Geoscience”.Secondo gli esperti, le quattrosostanze sono tutte prodotteda attività umane. C’è un altro particolare da te-nere ben presente: questi gasnon erano presenti in cam-pioni precedenti agli anniSessanta. Ma vediamoli da vicino, trac-ciandone un identikit. Tre appartengono alla fami-glia dei clorofluorocarburi(Cfc) - denominati CFC-112,CFC112a, CFC-113a -, e unoa quella degli idroclorofluoro-

carburi (Hcfc), chiamatoHCFC-133a. Secondo i calcolidi questi studiosi, l’emissionetotale di questi quattro gasnell’atmosfera prima del due-mila dodici era di circa settan-taquattro mila tonnellate,una quantità alquanto irriso-ria se viene confrontata con idati registrati negli anni Ot-tanta, periodo in cui le emis-sioni di Cfc erano di circa unmilione di tonnellate all’anno.Ad ogni modo, anche se sitratta di quantità modiche,queste emissioni sono in con-trasto con il “Protocollo diMontreal”, il trattato interna-zionale che mette al bando lesostanze nocive per l’ozono.Per questo su di loro pendeuna taglia, un vero e proprio“most wanted” per la salva-guardia dell’ambiente.

Gli studiosi hanno, inoltre, ri-ferito che non sono in gradodi stabilire l’area di prove-nienza di questi nuovi gas ri-scontrati e che sarannonecessarie ulteriori ed at-tente indagini, affinché sipossa trovare la sorgente delproblema e, di conseguenza,una corretta soluzione. Insomma, si prospettanotempi alquanto duri perl’ozono, lo scudo della Terra.Purtroppo, si è sottovalutatala funzione importantissimadi questo strato atmosferico:

la fascia d’ozono si trova nellastratosfera tra i venti e itrenta chilometri di altitu-dine e assorbe quasi il novan-tanove per cento delleradiazioni ultraviolette pro-dotte dal Sole, che altrimentirenderebbero impossibile lavita sulla Terra. Ed è stato stimato che la suaconcentrazione non torneràai livelli precedenti agli anniottanta prima della metà diquesto secolo. Una prospettiva non tantorosea, soprattutto se non sicercherà di porvi rimedio nelpiù breve tempo possibile. Sisa, non basta uno schiocco didita, ma se si iniziasse dallepiccole cose, si potrebbe gra-dualmente ritornare a unasituazione ottimale e miglioreper tutti.

SOS buco dell’ozono, individuati altri 4 gas-killer

Risparmiare denaro e dare una mano all’ambiente.Il progetto europeo Biocorin prova a mettere in attoquesta “best practice” nel settore delle infrastrutturemetalliche. L’obiettivo è quello di sviluppare una tec-nologia biomimetica innovativa ed ecosostenibile perl’inibizione della corrosione microbiotica e l’idea, èquella di raggiungerlo attraverso la creazione di un“gel anticorrosione”. Biocorin è un progetto europeo,finanziato nell’ambito del settimo programma qua-dro, al quale partecipa il Distretto ad alta tecnologiaper le costruzioni sostenibili “Stress”, in collabora-zione con un partenariato internazionale coordinatoda Acciona Infraestructuras. Protagoniste della ri-cerca sono soprattutto strutture come viadotti, ga-

sdotti e impianti portualiin acciaio site in prossi-mità degli ambienti ma-rini e dunque,maggiormente soggetteal fenomeno corrosivo,che potrebbe essere ri-dotto di molto, grazie aquesta soluzione hi-tech,incrementando la vitautile delle infrastrutturedel 30 per cento, con ungrosso risparmio econo-

mico. Le attività dimostrative di Biocorin sono at-tualmente in corso in diversi luoghi: a Napoli pressoil pontile di Bagnoli, in Spagna presso il porto dellaGalizia e in Olanda presso il porto di Rotterdam. «Èuna soluzione unica nata da una esigenza del set-tore, dal momento che questo tipo di vernici hannoun forte impatto ambientale, tanto che l'Europa nel2008 ha bandito un prodotto anticorrosione basatosu una sostanza, il tributilstagno, molto tossica perl'ambiente e per l'uomo», ha osservato Carmine Pa-scale, direttore tecnico del Distretto ad alta tecnolo-gia per le costruzioni sostenibili (Stress), chepartecipa al progetto con centri di ricerca ed aziende,sia italiani che europei.Il sistema, ha poi spiegato Valentina James respon-sabile del progetto per Stress, si basa su microrga-nismi posti in un gel che può essere spalmato comeuna vernice o spruzzato sulle superfici metalliche. Ibatteri, aggiunge James, in pratica mangiano i bat-teri 'cattivi' che provocano la ruggine oppure sottrag-gono loro il nutrimento. «Biocorin - secondo EnnioRubino, amministratore unico di Stress - ha un va-lore anche simbolico per la sperimentazione a Ba-gnoli, area di Napoli che ha più volte manifestato ildesiderio di bonifica e la voglia di rinascere». PerFrancesco Tuccillo, presidente dell'Acen, la collabo-razione con Stress e con enti di ricerca e universitàmira ad importare i più innovativi processi e testarei prodotti più avanzati, e a diffondere le novità atutte le piccole e medie imprese del territorio.

G.M.

Sperimentato a Bagnoli ilbatterio “mangia-ruggine”

Sono tutte sostanze prodotte da attività umane

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Antonio Palumbo

L’idea di realizzare costruzionimodulari - qualunque tipo difunzione esse abbiano - utiliz-zando materiali riciclati è inpiena espansione in ogni partedel mondo e costituisce attual-mente un segmento decisa-mente in crescita nel mercatodella bioedilizia.L’edilizia modulare interessapraticamente qualsiasi tipo dicostruzione: case di abita-zione, negozi e stazioni di ser-vizio, scuole e asili nido,ospedali, ampliamenti di edi-fici tradizionali, uffici stabili,uffici di informazioni a carat-tere temporaneo, concessiona-rie d’auto, moduli di controllo,fermate per autobus, ecc. L’obiettivo principale di questotipo di architettura resta

quello di minimizzare i rifiutie gli scarti per massimizzare,di contro, l’efficienza energe-tica e favorire la diffusionedell’ecodesign: in tal senso, laquestione non riguarda solo laecocompatibilità dei materiali(grado di tossicità, legno pro-veniente da taglio controllatodelle foreste e certificato comesostenibile, ecc.) ma la nuovasfida, per professionisti ed im-prese impegnati nella realiz-zazione di architetturemodulari, consiste nel rag-giungimento di un bilancio ot-timale tra un design minimaleed ecosostenibile (e, dunque,anche serialmente ripetibile) el’economicità legata all’utilizzopressoché esclusivo di mate-riali di scarto.Associate per anni alla stan-dardizzazione di massa, le

strutture progettate e realiz-zate in forma seriale - special-mente le residenze abitative -sembrano oggi essere ritor-nate sul mercato da vere pro-tagoniste, grazie al lavorosperimentale, appassionato econtinuo, di un gran numerodi architetti e designer, i quali,soprattutto negli ultimi anni,ne hanno riscoperto le grandipotenzialità, investendo in so-luzioni raffinate ed innovative,finalizzate al raggiungimentodel miglior comfort abitativo,ponendo grande attenzionenella scelta, nel riutilizzo enell’accoppiamento dei mate-riali riciclati impiegati.Un vero e proprio fenomeno di“riscoperta” che, specialmentenegli Stati Uniti, in Giapponee nel Nord Europa, sta pro-gressivamente occupando leprime pagine delle più note ri-viste di bioedilizia ed ecode-sign.Tra gli architetti che, recente-mente, in questo particolaresegmento della bioedilizia,hanno inaugurato nuove lineedi produzione e creato nuovimarchi di kit-houses in varieparti del mondo si annoveranonomi eccellenti, tra cui spic-cano quelli di James Cutler(architetto di Bill Gates) eFrank O. Gehry.Sono innumerevoli i sistemi egli elementi costruttivi - anchei più impensabili ed insoliti -che consentono di realizzarestrutture modulari in mate-riali riciclati e/o totally natu-ral. Solo per economicità ditrattazione, ci limitiamo a ci-

tarne alcuni tra i più recentied importanti e di uso più fre-quente.L’impiego del micelio (radici)dei funghi, ad esempio, può co-stituire un’alternativa efficaceall’utilizzo delle schiume pla-stiche: grazie a questa solu-zione, lo strato di micelioinserito nelle pareti modulariin legno delle abitazioni inmeno di un mese si asciugatrasformandosi in un dia-framma perfettamente erme-tico, termicamente resistente,ecologico al 100%, privo diVOC ed ignifugo.La lana di pecora costituisceun eccellente materiale edileecosostenibile per isolamento:richiede pochissima energiaper essere prodotta ed è sicuraper l’ambiente e per le per-sone; presenta inoltre il van-

taggio di assorbire le sostanzeinquinanti indoor, è ignifugae, soprattutto, facilmente re-cuperabile e riutilizzabilepost-demolizione.Le soluzioni con cui si realiz-zano elementi modulari cheadottano scarti di pietra elegno, bottiglie di plastica econfezioni, lattine e sacchettialimentari, componenti ingomma, ecc. danno spesso vitaa materiali edili ecosostenibilidi eccellente qualità, i qualipossono essere interamente ri-ciclati al termine della lorovita media.Negli ultimi anni, infine - neabbiamo già parlato altrove -si è diffusamente sviluppatol’utilizzo dei container da tra-sporto per realizzare sorpren-denti architetture modulari,completamente riciclabili.

Architettura modulare in materiali riciclati

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CANCRO: MALATTIA DEL MILLENNIO?Nei prossimi 10 anni, la percentuale dei malati potrebbe aumentare del 25%

Fabiana Clemente

Previsioni negative sulla diffusione delcancro su scala mondiale provengonodall’OMS. Nei prossimi 10 anni, la per-centuale dei malati di cancro potrebbeaumentare del 25% , e tale aumento in-teresserà soprattutto i paesi in via disviluppo. Lo studio realizzato – resonoto nel rapporto annuale dell’Iarc,agenzia dell’Organizzazione mondialedella sanità - diffonde cifre scioccanti.Dai 14, 1 milioni di persone a cui, adoggi, è stato diagnosticato una formatumorale si passerà a 19,3 milioni dipersone. Nei paesi più sviluppati l’in-cremento che si registrerà sarà relati-vamente lieve. Per contro sono lemalattie cardiovascolari a posizionarsiin vetta alla classifica, come primacausa di morte. L’incidenza della ma-lattia, e della conseguente mortalità,vedrà un incremento del 70% delle vit-time in Africa, Asia e America del Sud.In questo bollettino è stata diramataanche una classifica dei tumori più dif-fusi – una sorta di top ten. Al primoposto c’è il male ai polmoni con circa 1,8milioni di diagnosi. Segue, con il 12% didiagnosi, il tumore al seno, e al coloncon il 10%. L’incidenza della mortalitàriguarderà soprattutto i malati di can-cro ai polmoni, al fegato e allo stomaco.Divulgata anche una fotografia del fe-nomeno sul territorio nazionale. Nel re-port, realizzato dall’Aiom e Airtum,sono stati registrati nell’anno 2012circa 364 mila nuovi casi. All’incircamille nuovi casi al giorno. Una ten-

denza in aumento da inquadrare, tut-tavia, in un’ottica positiva. Basti pen-sare che nel nostro paese la mortalitàper cancro è in lieve diminuzione. Si re-gistrerà un incremento dei tumori delcolon-retto, dei melanomi e alla pro-stata, alla mammella. Per contro dimi-nuiscono le diagnosi di tumore aipolmoni, pur confermandosi al primoposto per mortalità. La sfera nutrizio-nale – contestualizzata in una situa-zione di preoccupante emergenza

ambientale – sembra incidere notevol-mente sulla comparsa di tale malattie.È, infatti, uno tra i primi fattori di ri-schio. Oramai è chiaro a tutti…stiamopagando lo scotto di una incoscienza so-stenibile. La pubblicazione di questidati, lungi dal creare allarmismi, è fi-nalizzata a promuovere una sensibiliz-zazione diffusa circa tale questione.Prevenzione e informazione. Sono que-sti i punti cardine sui quali insistere. Inparticolar modo le regioni del Sud – ove

prevale ancora una scarsa propensionea sottoporsi ad indagini preventive –tale messaggio è quanto mai urgente.Inoltre, i numerosi passi avanti nella ri-cerca scientifica devono infonderci fidu-cia sulle possibilità di guarigione e sullebuone prospettive di vita. Last but notleast, sostenere le associazioni no profit– che da tempo immemore si impe-gnano su tale emergenza, attraversocampagne ad hoc – è un gesto di re-sponsabilità sociale.

LA CIPOLLA : ANTIBIOTICO NATURALE Ormai è informazione risaputa.La dieta mediterranea offreuna vasta gamma di prodottidai mille prodigi. Frutta e ver-dure regnano sovrane nel ritro-vamento della nostra silho-uette in vista dell’estate. Ma,oltre a raggiungere il pesoforma, aiutano il nostro organi-smo a riequilibrare alcune fun-zioni fisiologiche. Un ortaggiodalle notevoli proprietà nutri-zionali e benefiche, da non sot-tovalutare, è la cipolla.Proprietà antisettiche che favo-riscono l’eliminazione di paras-siti dall’organismo. Azionediuretica e depurativa che con-feriscono alla cipolla l’etichettadi antibiotico naturale. Un veroportento insomma! Fonte di vi-tamine – tra cui vitamina A,B1, B2, C, E - sali minerali, fracui calcio, magnesio, fosforo,ferro e manganese. L’elevata

presenza di flavonoidi, tra cuila quercetina, sembra conferirealla cipolla effetti anticancero-geni. Contiene, inoltre, la glu-cochimina, ormone vegetaledall’azione antidiabetica ed an-ticolesterolemia. Ergo, contri-buisce ad abbassare i livelli diglucosio nel sangue. Dai suoivalori nutrizionali è facile pri-vilegiarla rispetto ad altri or-taggi. Basti sapere che 100grammi di cipolla possiede 92%di acqua, 5,7% di carboidrati,circa l’1% di proteine e fibre e0,1% di grassi. Un pieno diidratazione che, per contra-stare la ritenzione dei liquidi, èun vero toccasana. Inoltre favo-risce la crescita della flora bat-terica intestinale e grazie allasua azione stimolante, facilitail transito e l’eliminazione ditossine. Migliora la dilatazionedei vasi e favorisce pertanto la

circolazione sanguigna. Salutee bellezza a tutto tondo. Un or-taggio versatile in cucina e inomeopatia. Può essere prepa-rato in svariati modi. Da unapreparazione light, esaltan-done la crudità, ad una un po’più ricercata, attraverso gu-stose omelette. Ottima anchecome condimento, per esaltarepiatti raffinati, o come ingre-diente per arricchire sughi ebrodi. È un prodotto omeopa-tico ampiamente utilizzato incaso di raffreddore e per con-trastare la caduta dei capelli,stimolandone la ricrescita. Alledonne, invece, farà piacere sa-pere che la cipolla è dotata diun principio attivo in grado diridurre lo spessore delle cica-trici provocate dalle smaglia-ture. Un alleato per la bellezzae la salute c’è! E’ proprio lì…nelnostro frigo. F.C.

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Ancora una volta Plinio ricor-dava come eccellente il corallopescato nelle acque delle isoleEolie, di Trapani e presso Na-poli. Ricchissimi banchi coral-lini esistevano tra Sorrento eCapri e gli Angioini dovetterolimitare e sorvegliare l’accessodi pescatori stranieri. Quelladella lavorazione fu un'atti-vità diffusa soprattutto versola fine dell'Ottocento in conse-guenza della sovrapprodu-zione degli anni precedenti,del calo dei prezzi e dellachiusura dei fertilissimi ban-chi di coralli di Sciacca in Si-cilia. La pesca del corallo

risultava quanto mai faticosae pericolosa: si praticava conun macchinario forse di ori-gine araba chiamato “inge-gno” con due sbarre pesantilegate in croce e borse di retisospese tirate dalle barche inmovimento. Alla pesca del co-rallo era legata la compila-zione, da parte del giuristaMichele Di Jorio, di un vero eproprio monumento di legisla-zione marittima definito “Co-dice Corallino”. Circa 40, comunque, le fab-briche per la lavorazione deipreziosi "cammei" per circa3200 operai; la più importanterestava quella guidata dalMartin a Torre: duecento lefamiglie impegnate e moltospesso, nonostante la priva-tiva di lavorazione e vendita,gli operai continuarono a lavo-rare per conto loro a casa.Oltre 300 le barche attrezzateper la pesca del corallo, con-tinuando una tradizione chesi cercò di difendere anche conprovvedimenti singolari: nel1835 il governo decise di eso-nerare i torresi dal serviziomilitare perché i giovani,abilissimi pescatori di corallo,"emigravano spesso per sot-trarsi alla leva, portando laloro industria nei paesi stra-nieri e cagionando grave sca-pito alla popolazione di quelComune". A proposito dellagrande tradizione dei coralli a

Torre del Greco sono signifi-cativi alcuni versi di un cantopopolare torrese composto nelSettecento e musicato da Fran-cesco Florimo nel 1836: "Sòquatt'anne ca partiste,/sò quat-t'anne ca t'aspetto [...] Me di-ciste chillu juorno:/vaco appesca a lu ccurallo,/quannotornno, t'aggio tutta,/t'aggiotutta cummiglià[...]Ma situorne e io sò morta/fa nacroce de curallo/e a la fossade la morta,/chella croce aieda pusà". Restando nellostesso settore, venivano lavo-

rate anche le pietre vulcanichedel Vesuvio e dell’Etna e “deicamei incisi in quelle pietrevulcaniche si adornavano lepiù gentili donne d’Italia, diFrancia, d’Inghilterra e ditutto il Settentrione”. Anche ilavori di tartaruga e di ossovinsero la concorrenza fran-cese e tedesca soprattutto “pergli smisurati pettini di unghiedi bue che debbono oggi tro-neggiare sul capo di ognidonna gentile”. L’argento eralavorato in forme che ricorda-vano “il gusto, l’eleganza, la

precisione di disegno onde inostri orafi si celebravano nel-l’età in cui il Cellini era mara-viglia d’Italia e di Francia”;gioiellieri come il Sarno a Na-poli, seguendo un’antica tradi-zione che trovò il sostegnoanche di Carlo di Borbonerealizzavano lavori in oro che“per vaghezza di disegno e so-lidità, vinsero negli animigentili delle nostre donne l’an-tica e matta avversione perornamenti non comprati acaro prezzo sulla Senna e sulTamigi”.

I preziosi: coralli e gioielliContinua il viaggio nella tradizione delle Eccellenze Napoletane

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Linda Iacuzio

Il castello di Matinale è statooggetto di un saggio del ricer-catore Pierfrancesco Resciopubblicato dall’Istituto diStudi Atellani. Nel suo scrittoRescio narra che la fortifica-zione venne eretta daid’Aquino nel quinto decenniodel XIII secolo sul mons Can-celli, “toponimo che individual’estrema propaggine occiden-tale dei cosiddetti Montid’Avella”. Le prime testimo-nianze certe sull’esistenza delmaniero rimontano all’epocaangioina. La documenta-zione superstite, infatti, di-mostra che fino al 1298 ilcastello - chiamato alloraMatinale - era appartenuto aMargherita, figlia naturaledi Federico II, andata sposacinquant’anni prima a Tom-maso II d’Aquino, in quantoil casale di Cancello era rien-trato tra i donativi maritali.Rescio ricorda, inoltre, che leconoscenze riguardanti la sto-ria del monumento si fannosempre più rade dopo laprima metà del XIII secolo.Sembra, tuttavia, che la vitaall’interno del complesso non

dovette oltrepassare di moltoil 1437, quando il fortilizio fuoccupato dalle milizie pontifi-cie durante la guerra di suc-cessione angioino-aragonese.

Venuta meno la funzione difortezza e di punto strategico- soprattutto a causa dell’av-vento dell’artiglieria - il ca-stello cadde in disuso.

Solo nel corso del XVIII secoloi corpi edilizi che rimanevanoin piedi, ovvero l’ala nordocci-dentale e le cinque torri dicinta, vennero ripristinati per

essere adibiti a dimora dicampagna. Ciò nonostante,sostiene Rescio, la “lettura”architettonica della rocca vo-luta da Tommaso II è ancora

possibile, tant’è che lo stessostudioso ne ha fornito unaconvincente e documentataversione. Il castello di Mati-nale fu concepito con unapianta perfettamente rego-lare costruita sul doppio qua-drato disegnato dal cortileinterno, il cui lato misura14,40 m, e dalla cinta (34,50m di lato), alla quale corri-spondono in posizione inter-media le quattro torriangolari orientate sui punticardinali. Una quinta torre èsistemata in posizione decen-trata sul fianco nordocciden-tale. Secondo Rescio “la vestegeometrica dell’impianto qua-drilatero ad ali quadrangolariricorda molti castelli del-l’epoca sveva più vicini anchecronologicamente, come lefortezze di Bari e Trani, inPuglia”.

Eretto dai D’Aquino ha una pianta perfettamente regolare

Il castello di Matinale

Lorenzo Terzi

William Davies, vissuto il XVI e il XVIIsecolo, esercitò la professione di ceru-sico a Londra, come ricorda GiovanniCapuano nel volume Viaggiatori bri-tannici a Napoli tra ’500 e ’600. Nono-stante ciò, ebbe una vita piuttostoavventurosa. Imbarcatosi all’inizio del1597 o del 1598 su una nave mercantilein Cornovaglia, raggiunse Civitavec-chia, quindi Algeri e Tunisi. Salpata da Tunisi, l’imbarcazione diDavies fu attaccata da sei galee delduca di Firenze. L’intraprendente ceru-sico, così, si ritrovò a Livorno a lavorareda schiavo per quasi nove anni, fino aquando un capitano inglese non ottennedal duca il permesso di portarselo die-tro in qualità di medico. Al rientro inItalia, la nave fu presa di mira da piratiinglesi, e un membro dell’equipaggio ri-mase ucciso. Davies, sbarcato a Livornocon la salma, provvide autonomamentealla sepoltura, essendo stato rifiutato ilfunerale cattolico. Per questo gesto pie-toso venne arrestato dall’Inquisizione e

messo a pane e acqua per 16 giorni. Fuquindi trasferito in una prigione al-l’aperto, da dove un armatore ingleseriuscì a farlo fuggire. Tornato final-mente a Londra nel 1614, pubblicò il re-soconto dei suoi viaggi: A True Relationof the Trauailes and most miserable

Captivitie of William Davies, Barber-Surgion of London, under the Duke ofFlorence.L’opera di Davies contiene dei capitoliriguardanti Civitavecchia, Livorno, laSicilia e Napoli, questi ultimi tradottida Capuano nel citato volume. La capitale del Viceregno spagnoloviene descritta dal cerusico londinesecome “città famosa e insigne, di grandeestensione e situata vicino al mare, pos-sentemente fortificata e munita di arti-glieria sistemata in numerosi e varicastelli, bastioni, forti”. Napoli, aggiunge Davies, possedevaanche molte galee e un eccellente navi-glio, e davanti a essa vi era incessante-mente un gran numero di naviall’ancora. Secondo l’autore della Rela-tion, i napoletani si mostravano “orgo-gliosi e altezzosi, essendo nella maggiorparte molto ricchi e sfarzosamente ab-bigliati”, mentre le donne erano assaiimpudenti, specie per quanto concer-neva “i peccati del corpo”, perché - a suodire - ricevevano puntualmente daRoma il perdono e la dispensa.

William Davies a NapoliNel resoconto dei suoi viaggi Partenope ha un posto d’onore

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Alessia Esposito

Si abbassa il consumo totaledi vino, si innalza la curva deiconsumatori di vino biologico.È il risultato del sondaggiocondotto da Vinitaly e Wine-news sul mercato vinicolo ita-liano. La ricerca è stataeffettuata via web ed hannopartecipato circa 1.300 per-

sone. L’82% ha aumentato iconsumi di vino biologico negliultimi tre anni, solo dell’8,8%nel 2013, per un giro d’affaridi circa 3 miliardi di euro. Delresto l’Italia ha il secondoposto al mondo per superficiebiologica vitata secondo i datiFederBio & Sinab. Come eperché si sceglie bio? Il con-sumo medio è di una bottigliaa settimana a cui si aggiungeuna platea del 12% che ne faun consumo maggiore. Ilprezzo medio speso è di circa15 euro, mentre il luogo d’ac-quisto è spesso il produttore acui si rivolgono il 72% dei con-sumatori di vini, seguito dal-l’enoteca (22%) e dalla grandedistribuzione (anche qui co-munque si registra un au-mento degli acquisti di vinibio del 4% con 1 milione dilitri venduti per un valore di 5milioni di euro). Qualità aprezzo contenuto sembra es-sere il segreto del successo.Tra le motivazioni che spin-gono a scegliere i vini biologicitroviamo al primo posto il ri-spetto dell’ambiente (84%delle preferenze), al secondo

la maggior fiducia nei con-trolli e nella sicurezza del bio-logico (12,5%) e infine perchéritenuto più salutare (3,5%).Proprio a proposito della sicu-rezza alimentare molti deiconsumatori del vino biologicohanno dimostrato un grandeapprezzamento della norma-tiva europea introdotta nel2012 sull’obbligo di apporre il

logo con una foglia verde sul-l’etichetta per distinguere cosìi vini bio dagli altri prodotti.“L’indagine sugli acquisti divino nella grande distribu-zione che Vinitaly commis-

siona ormai da dieci anni –af-ferma Giovanni Mantovani,Direttore generale di Verona-fiere - conferma una tendenzache si può riassumere in unamaggiore consapevolezzadella qualità e soprattutto delgiusto rapporto qualità/prezzoda parte del consumatoremedio quando deve scegliere.Questo richiede alla grande

distribuzione una maggioreattenzione nella proposta, chedeve essere anche in grado diassecondare le nuove richie-ste, come quella dei vini biolo-gici”.

Vino biologico: da nicchia atendenza sempre più in crescita

I prodotti per il corpo inqui-nano. Fanno male all’am-biente sia i componenti usatinelle industrie sia i contenitoriusa e getta trasportati da lita-nie di enormi convogli alimen-tati a petrolio. Ma lealternative esistono. Ognunoa casa può preparare un ot-timo deodorante completa-mente biodegradabile usandoun unico prodotto economico esemplicissimo da trovare: il bi-carbonato di sodio.Il processo di preparazione èestremamente facile da se-guire. Innanzitutto si scioglieil bicarbonato in acqua fino afar saturare la soluzione, sicontinua a girare, cioè, finquando sciogliere ulteriore bi-

carbonato in acqua è impossi-bile per le leggi della fisica.Per essere sicuri di aver por-tato la soluzione a saturazioneteniamo una quantità sovrab-bondante di bicarbonato inacqua per alcune ore o fac-ciamo bollire e poi aspettiamoche il tutto torni a tempera-tura ambiente. A questo

punto dobbiamo filtrare perallontanare l’eccesso di solutoe il gioco è fatto, abbiamo pre-parato il nostro deodoranteecocompatibile tra le mura dicasa sia a costo che a chilome-tro zero.È un prodotto particolarmenteadatto per chi soffre di irrita-zioni e cisti a causa del conte-

nuto elevato di etanolo deideodoranti tradizionali. Il pHleggermente basico rispetta eprotegge la pelle. È una buonaoccasione per riusare glispruzzini dei vecchi deodo-ranti invece di buttarli.Per modificare l’aroma pos-siamo aggiungere ogni tipo diolio essenziale seguendo i det-tami dei nostri gusti perso-nali. Un’avvertenza: essendo abase di acqua il nostro deodo-rante fai da te tende ad impu-tridire in un mesetto, è quindiimportante averne a disposi-zione sempre fresco rinno-vando il composto con unacerta frequenza o scegliendodi conservarlo in frigorifero.

S.A.

Rosa Funaro

È un apparecchietto che si collega allo smartphone e permettedi monitorare “personalmente” la qualità dell’aria e i livelli diinquinamento ambientale e addirittura individua percorsi al-ternativi da fare a piedi per ridurre al minimo l’esposizione acondizioni atmosferiche non ottimali. Il progetto è stato realizzato nel centro ricerche dell’Enea diPortici e si chiama “Monica”, l’acronimo di: Monitoraggio Coo-perativo della Qualità dell’Aria. Si chiamano in gergo “nasielettronici” e saranno un importante supporto per il monito-raggio della qualità dell’aria delle nostre città.“Presto, (come ha riferito il direttore dell’Enea, Ezio Terzini),se riusciremo a chiudere alcuni accordi di collaborazione, saràpossibile vedere in commercio questo avveniristico sistema dirilevamento portatile”. “Ogni cittadino potrà diventare unasorta di centralina mobile”, dice Terzini, infatti, l’apparecchia-tura sarà in grado di rilevare e acquisire dati in tempo reale,di trasmetterli e metterli in rete, in modo che tutti potrannousufruire delle informazioni prodotte. Costerà solo qualchedecina di euro ma sarà commercializzato solo tra qualcheanno. In tempo reale le Arpa regionali e tutti i comuni riceve-ranno informazioni precise ed utili così da emanare provvedi-menti che potranno permettere l’abbassamento del livello deivalori degli inquinanti, qualora fossero alti e dannosi per lacomunità. Quando le novità tecnologiche arrivano dalle nostreparti si riempie il cuore di gioia, nonostante tutto e tutti il Sude la provincia Napoletana, almeno ogni tanto, mette in evi-denza, anche altre cose oltre la cronaca: preparazione, Knowhow, cultura tecnologica, intelligenza e soprattutto capacitàimprenditoriale e commerciale, utili alla salute di tutti i cit-tadini. Gli altri protagonisti del progetto sono gli ingegneri Gi-rolamo di Francia e Saverio de Vito del prestigioso centroporticese.

Da Portici il primo kit-rilevatore di smog

Ecorimedi fai da te: deodorante al bicarbonato

Prima tra le ragioni della scelta bio il rispetto dell’ambiente

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E in Italia? Come spesso, ahimé, capita il no-stro Paese fa un po’ fatica ad adeguarsi aicambiamenti e alle innovazioni. Il fenomenodei Repair Cafè non ha ancora trovato ampiadiffusione nel nostro territorio. Qui da noil'esempio che più si avvicina a questi utililuoghi d’incontro è la ciclofficina, dove gra-tuitamente si può portare la bici da aggiu-stare, o magari portare pezzi di ricambio dibiciclette in buono stato che potrebbero es-sere utili per altre biciclette. Ad oggi, di verie propri Repair Café ce ne sono a Pisa e Vi-gnola (Modena). A Bari, invece, per inizia-tiva del Comune, è stato avviato con successoil progetto Brand:Gnu, cioè vecchi computeraltrimenti destinati al macero rivitalizzaticon software open source e venduti ai citta-dini a cinquanta euro.La Repair Cafè Foundation non aspetta altroche qualcuno si faccia avanti anche nella no-stra zona per realizzare queste iniziative efornisce assistenza a chi infatti è interessatoa creare propri punti d’incontro mettendo adisposizione delle istruzioni di base e se ne-cessario una consulenza.I vantaggi di aderire al progetto sono molte-plici: non solo si possono aggiustare benirotti, ma si ha l’occasione di imparare un me-stiere sorseggiando una tazza di caffè.Di seguito un breve vademecum per chi fosseintenzionato ad aprire un Repair Cafè:1. Ottenere la Starter KitPer mantenere un legame con la Repair Café

Foundation’s e costruire insieme una rete dicaffè delle riparazioni attivi con tutte le in-formazioni facilmente accessibili in un unicoluogo, il primo passo è leggere il pacchetto dinotizie raccolte nel sito di repaircafe.org. 2. Trovare uno spazioUna volta che vi siete introdotti nella casamadre del Caffé e avete familiarizzato con leloro linee guida di base, è il momento di te-stare le acque nel vostro giardino e di met-tersi alla ricerca di uno spazio adatto dadedicare all’iniziativa.Un buon modo per cominciare è chiedere alleorganizzazioni non-profit, all’amministra-zione locale, alle scuole o alle chiese del luogose hanno uno spazio che possono mettere adisposizione anche solo per un pomeriggio asettimana o nei weekend.3. Individuazione dei riparatori e delle at-trezzatureÈ impossibile riparare giocattoli, stampantio phon senza le persone che sanno comefarlo. E soprattutto senza alcuni pezzi vitali,come i tavoli da lavoro e strumenti. Se riu-scite a coinvolgere i riparatori nella vostracomunità, è probabile che avranno alcunidegli strumenti necessari e/o sapranno indi-carvi la giusta direzione per individuarli. In-vitare tutti a un primo brainstorming nonsolo aiuta a capire la logistica, ma costruiscelo spirito di condivisione che definisce i Caffédelle riparazioni.

C.A.

Oggi basta prendere un caffè per aggiustare le coseNascono i Repair Cafè contro l’obsolescenza programmata

L’esperienza italiana dei repair cafèConsigli per aumentarne la diffusione

Cristina Abbrunzo

Se vi siete mai trovati al tele-fono con un rappresentantedel servizio clienti che vi diceche costerebbe di più riparareil vostro elettrodomestico in-vece di acquistarne unonuovo, allora conoscete bene ilconcetto di «obsolescenza pro-grammata».Da parecchi anni ormai di-laga un consumismo sfrenatoe stiamo perdendo l’abitudinea riparare quello che si rompepreferendo sostituire gli og-getti non più funzionanti conaltri nuovi, sia perché non ab-biamo più molto tempo a di-sposizione, sia perché iproduttori fanno in modo cheun articolo duri un periodoprestabilito e sia più conve-niente sostituirlo che ripa-rarlo. Si fa in modo che i pezzidi ricambio siano introvabili otroppo costosi e che lo stessointervento tecnico si riveli di-seconomico.Ma oggi siamo in tempo dicrisi e questa tendenza hal’obbligo di essere messa in di-scussione. Non possiamo più permet-terci l'obsolescenza program-mata, per esigenze disostenibilità economica non-ché ambientale.Gli ultimi dati raccolti del-l'Agenzie per l'ambiente rive-lano che gli acquisti diapparecchi elettronici sonoaumentati di sei volte tra il1990 e il 2007, mentre nellostesso periodo la spesa per leriparazioni è scesa del 40%. Il44% degli oggetti elettronicifinisce in discarica senza ne-anche un tentativo di ripara-zione.Un aspetto positivo è che, ildelicato momento storico eco-nomico fa sì che le personetendano ad essere più solidalifra loro, cercando anche diescogitare dei metodi alterna-tivi per venirsi incontro, reci-procamente. Una delle ultimeiniziative è il Repair Cafè diAmsterdam, in Olanda, unvero e proprio Caffè, dove lepersone portano a riparareelettrodomestici o altri oggettidi casa gratuitamente, rice-vendo anche un tè o un caffècon dei biscotti. L’iniziativaparte dalla volontà di elimi-nare i rifiuti e dal piacere di

aiutare il prossimo.Tutto ha inizio dall’intuizionedi una ex giornalista olan-dese, Martine Postma chedopo la nascita del suo se-condo figlio, prende coscienzadi quante cose oggi vadanobuttate, nonostante potreb-bero ancora essere utili aqualcuno. Due anni e mezzofa nasce così la Repair CafeFoundation, finanziata dalgoverno olandese con 400.000euro che sono serviti per farepubblicità e acquistare un au-tobus con cui andare in giro ariparare oggetti rotti. Attual-mente i Repair Café sono di-ventati numerosissimi interritorio olandese e non solo;oggi è possibile trovarneanche in Francia, nel RegnoUnito, in Belgio, Canada,Stati Uniti e, anche se lenta-mente, sembrano fare capo-lino anche in Italia.I Repair Café sono dei luoghidi incontro tutti dotati di veree proprie postazioni di lavoro,di un’officina munita di at-trezzi come saldatrici, caccia-viti, compressori, chiaviinglesi, macchine da cucire estrumenti di precisione e diuna libreria specializzata convolumi e riviste scientifichesul bricolage. Si tratta di cof-fee shop, associazioni cultu-rali o sedi di fondazioni apertia tutti, dove gratuitamente odietro donazioni volontariepersonale qualificato e appas-sionati del do it yourself (falloda solo) aiutano a riparare og-getti rotti di vario tipo, da-vanti a un dolce o a una tazzadi tè.Il progetto favorisce inoltre loscambio dei saperi. Infatti, chiporta un oggetto da ripararein questi Caffè, diversamenteda come succede quando si vain un negozio, non lascia lìl’oggetto e va via. Anzi, assi-ste, impara, scambia duechiacchiere, aiuta con le pro-prie mani e va via soddisfattoper aver trascorso il tempocoltivando la propria culturadel “fai da-te”.L'intenzione non è quella disostituirsi ai professionisti delsettore o di entrare in concor-renza con i centri di ripara-zione ma, al contrario, disostenerli diffondendo il piùpossibile la cultura del recu-pero.

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Eleonora Ferrara

Senza alcun dubbio, la sicurezzache traspare da ogni atteggia-mento del premier, non lasciaalcuna incertezza in tutti noi nelritenere che si tratta di una per-sona decisa ad andare avantisenza problemi, con la pienaconsapevolezza di rischiare loscontro con le parti sociali.In effetti, la politica di Renzi èdel tutto improntata a quell’eu-ropeismo merkelliano fatto dimini jobs e di drastiche riforme.Frasi ad effetto come: “Da mer-coledì tagliamo le tasse Sinda-cati contro? Noi andremoavanti”, oppure “Tra un meseprenderemo in mano la riformadella Pubblica amministra-zione, per scardinarla completa-mente. Lì vedremo il derbypalude contro torrente, conser-vazione contro innovazione.Sarà durissima, la vera batta-glia. Al confronto la “strana cop-pia” Camusso-Squinzi contro ilgoverno sarà solo un leggero an-tipasto” , lasciano, al contempoammirati e timorosi di non po-tercela fare. È innegabile che,da buon toscano, Renzi non siprivi di arricchire i suoi discorsicon argute, pungenti frecciatinelanciate all’indirizzo di chi haorecchie per sentire. Le ultimesono indirizzate ai leader di Cgile Confindustria, nel momento incui spiega, che la vera scom-messa sia quella di “togliere perla prima volta alla politica e re-stituire ai cittadini e alle im-prese”, e a Camusso e Squinziche si oppongono, risponde, inmodo deciso “ lo ritengo un ot-timo segnale che siamo sullastrada giusta”. Quindi ag-giunge, ancora con lo stesso sar-casmo, che culturalmente locolpisce questa strana asso-nanza tra il capo dei sindacati eil capo degli industriali.Al riguardo, la metafora adot-tata da Renzi è, quanto mai, in-cisiva, “uno scontro tra paludecontro torrente impetuoso” espiega che “chi in questi anni hafatto parte dell’establishment,vive con preoccupazione i cam-biamenti di merito e di metodo.Soffrono il fatto che si faccianole riforme senza concordarle conloro. Ma se queste riforme aiu-tano imprese e famiglie e colpi-scono i politici, io vado avanti”.A questo punto è evidente cheproprio in questo si sostanzi lapolitica del fare e ogni dubbio, inmerito, è fugato allorquando siintuisce che il premier intendascardinare l’impianto della P.A.,partendo dalla riforma delle

Province,che darebbe l’avvio aduna serie di esemplificazioni bu-rocratiche. In effetti, questo pro-gramma è molto ambizioso, nonriscontrando il favore dei poteriforti, ma si ammira, in ognicaso, la determinazione di Mat-teo Renzi, specialmente quandoafferma che “Ecco perché ab-biamo voluto cominciare propriodalla politica: perché solo rifor-mando se stessa, la politica avràle carte in regola per chiedere atutti gli altri di cambiare”. Guglielmo Epifani, già segreta-rio generale della CGIL, nonchégià segretario del PD, intervi-stato dalla giornalista Lucia An-nunziata ha sottolineato,rispondendo alla considerazione“Renzi se ne frega del sindacato”che “Per una forza di centrosini-stra il dialogo con le parti socialiè una condizione fondamentale,bisogna mantenere un filo didialogo”e ancora “Il governo nondeve fare quello che dicono leparti sociali ma ascoltare quelloche dicono sì”.L’auspicio, quindi, da parte ditutti e quello di trovare la giustaconvergenza sui problemi realidella nostra società, in questoparticolare momento di crisi ge-nerale.

INQUINAMENTO ACU-STICONella sentenza del 14 marzo2014, n. 12274 la Cassazionericorda la distinzione tra ru-more molesto da attività la-vorativa che supera i limiti dilegge, oggetto di sanzioneamministrativa - articolo 10,L.447/1995, legge quadro sul-l'inquinamento acustico - erumore scaturente da atti-vità di impresa realizzatacon abuso di strumenti lavo-rativi. Nel caso di specie l'im-prenditore condannato avevaesercitato attività notturnaall'aperto, quindi non nellostabile industriale, vicinaalle abitazioni senza pren-dere alcuna precauzione perlimitare il rumore. In conclu-sione una volta accertato cheil rumore molesto che derivada attività di impresa siarealizzato con abuso di stru-menti lavorativi, siamo nelcampo del reato di disturboalla quiete delle persone (ar-ticolo 659, comma 1, C.p.) e

non nella fattispecie depena-lizzata dalla legge quadrosull'inquinamento acustico.Trattasi in altre parole di ru-more derivante da attivitàlavorativa esercitata con mo-dalità improprie per il qualescatta il reato penale.INQUINAMENTO ELET-TROMAGNETICONasce il Catasto nazionaledelle sorgenti dei campi elet-trici, magnetici ed elettroma-gnetici e delle zoneterritoriali interessate al finedi rilevare i livelli di campopresenti nell'ambiente. Lo prevede il Decreto del Mi-nistero dell’Ambiente 13 feb-braio 2014. Il provvedimento,in vigore dall'11 marzo 2014,è emanato ai sensi dellaLegge 36/2001 (Legge quadrosulla protezione dalle esposi-zioni a campi elettrici, ma-gnetici ed elettromagnetici). Il Catasto nazionale per-mette la produzione di infor-mazioni per le attività dimonitoraggio e controllo am-

bientale necessarie, tra l'al-tro a: consentire di costruireindicatori ed indici di esposi-zione che forniscano la rap-presentazione più efficacedello stato ambientale; es-sere di supporto per pianifi-care l'installazione di nuovesorgenti; fornire supportoalle pubbliche Amministra-

zioni in sede di autorizza-zioni edilizie in relazione allefasce di rispetto ex articolo 6,comma 1 Dpcm 8 luglio 2003(50 Hz). Gestione e realizza-zione del Catasto nazionalespettano al Ministero dell’Ambiente che si avvale del-l'Ispra.

A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

Renzi e la “strana coppia”LLAVORO E PREVIDENZA

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Andrea Tafuro

Nell’antichità i restauratoriromani, quando dovevano ri-sanare le statue rovinate,mettevano nelle crepe dellacera, per mimetizzare le feritedella statua. Le statue impor-tanti, però, non venivano ri-parate, perché si ritenevaavessero un valore proprio,crepe incluse. Erano statuesine cera: sincere. A coloro che ci amano e cheamiamo chiediamo semplice-mente di essere sinceri. Nonsarà perchè la sincerità vuolespingerci a mostrare le nostrecrepe?A proposito! Vi siete mai chie-sti perché il bacio alla fran-cese è diventato un simbolodella passione amorosa?E’ vero siete immersi in unacultura in cui non si può es-sere meno che perfetti, invecesto assaporando sempre dipiù, nella mia vita, che la par-ticolarità sta più in ciò chenon abbiamo che in ciò che ab-biamo.Quanto impegno nel riempircidi cera davanti a chi amiamo,abbiamo paura che, sfregiati,non ci amino più! Tendiamo astroncare sul nascere quelladomanda intima: “C’è qualcuno

disposto ad accogliermi pac-chetto completo, sine cera?”. Riconoscetelo, il vostro desi-derio più intimo è di trovareun tu davanti a cui, con pu-dico tremore, scoprire le vo-stre crepe.Per imparare come si fa,Dario Maestripieri in: A chegioco giochiamo noi primati.Evoluzione ed economia delle

relazioni sociali umane, mi in-voglia a prendere spuntodalla vita quotidiana dellescimmie.Questi primati testano la fe-deltà del partner, sono defe-renti nei confronti dei soggettipiù forti. I maschi fanno glisbruffoni e le femmine si com-portano da smorfiose… eccosiamo parenti...Friedrich Nietzsche diceva:“In passato foste scimmie, maancor oggi l'uomo è più scim-mia di qualsiasi scimmia”.Maestripieri fa ben capire chegli studi biologici fatti sullescimmie accorciano di moltola distanza tra noi e i vostricugini che stanno ancora suglialberi. Lo scienziato... è bio-logo evolutivo dell'Universitàdi Chicago... ci fa vedere condovizia di esempi, come lagran parte dei nostri compor-tamenti non si discosti poimolto da quelli visibili in unbranco di babbuini. Ecco,tanto per dire, prendiamo ipendolari stipati in treno, anessuno piace essere rin-chiuso, costretto a breve di-stanza da un estraneo, allorascattano piccoli gesti inconsci:non ci si guarda negli occhi, sista in un angolino, si parla,nella migliore delle ipotesi,

del più e del meno. Se si osser-vano due scimmie messe inuna gabbia stretta fanno esat-tamente lo stesso, anche se lachiacchieratina assume laforma del grooming, ossia lospidocchiamento reciproco. Un combattimento tra Maca-chi Rhesus, ad esempio, puòfacilmente avere esiti mortali,allora, fin che resistono, le

scimmie non si guardano, poi,se proprio non si può evitare,si spulciano a vicenda per di-mostrarsi non aggressive, in-fatti se le scimmie un po' siconoscono con la spulciaturadipende dai rapporti di forza.Se voi salite in ascensore colvostro direttore sarete voi asentirvi in dovere di dareuna… spulciata al capo. Behdirete, ma questa è la base.Esistono situazioni molto piùcomplesse, ad esempio, quandoqualcuno cerca di farsi stradain un'agenzia ambientale, le treprincipali strategie di carrierasono: lenta prudente ascesa,attacco alla baionetta al po-tere o machiavellico studiodegli equilibri, sono gli stessipercorsi che sono alla basedella vita di un qualunquegruppo di scimmie. I babbuini creano alleanze ebande per prendere il poterenei loro grandi branchi, vincechi conquista la fiducia deglialtri, chi si crea un claque disostenitori devoti, disposti arischiare la vita in combatti-mento per lui. Ah!, nel casodei babbuini, i maschi comefanno a dimostrare la loro fi-ducia nel leader? Accettanouno strano rituale in cui i varialleati si palpeggiano recipro-camente i testicoli in segno difiducia. Insomma anchel'espressione “lo tiene per lep...” può essere retrodatata diqualche milione di anni.Anche cose moderne come ilnepotismo e la raccomanda-

zione non sono proprio robanuova. In molti branchi potercontare su un fratello ai pianialti del potere aiuta, tra i ma-cachi chi ha una madre po-tente impara di più e mangiameglio… alla faccia della me-ritocrazia. A questo punto vipotrebbe venir voglia di rifu-giarvi nei sentimenti dolcicome l'amore, ma Maestri-pieri non vi rende facile nem-meno questa via di fuga.Molte scimmie, come l'orango,sono meno sentimentali dinoi, il maschio fa la sua cosa epoi molla il pargoletto allafemmina, che per lui è solouna sporadica compagna. Matutte le scimmie che hannocuccioli con lo sviluppo lento equindi da allevare in due, op-tano per la coppia e allora ètutto un fiorire di regali, son-daggi demoscopici per vederese il partner è fedele, spidoc-chiamenti reciproci per rinsal-dare il legame e sbruffonate.Sì sbruffonate! I maschi ini-ziano a fare cose senza sensocompreso stuzzicare i preda-tori, l'equivalente di com-prarsi un possente suv dagranturismo, per far vederealle femmine che sono i tipigiusti. E le femmine cosafanno? Quello che fanno lefemmine umane, flirtano colpalestrato di turno e poivanno a cercarsi uno capace ditenere al sicuro i cuccioli.Tutto ciò mi rassicura, perchèsiamo furbi come scimmie…non proprio. In un piccolo

branco di primati, come lechiese, tutti osservano e tuttigiudicano, quindi conviene es-sere onesti, provate a metterei libretti dei canti sui banchi epoi ditemi quanti non li por-tano via… il grande fratello èla scimmia dentro di noi. Vi prego! Fate saltare quellabenedetta cera per sopportarele ferite di guerra che la vitaci dona sempre in abbon-danza, scoprirete che sono leaste con cui sollevare ilmondo, diventeranno le feri-toie da cui passa la nostra Li-bertà. Non voglio ricoprire di cera ciòche la Grazia ha demolito,perchè quando sarò davanti aLui voglio essere giudicatoperchè ho giocato sine cera neltorneo dell’esistenza.

A CHE GIOCO GIOCHIAMO NOI PRIMATI C'È UNA CREPA IN OGNI COSA. ED È DA LÌ CHE ENTRA LA LUCE. Leonard Cohen

Partecipa al dibattito inviandoun commento all’indirizzo:

[email protected]

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27.03.2014 – Settima edizione di “EnergyMed” alla Mostra d’Oltremare di Napoli

Mostra Convegno sulle Fonti Rinnovabili e l’Efficienza Energetica nel Mediterraneo

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