Arpa campania ambiente 2015 2

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Paestum prima area turistica “plastic free” Cuoco a pag.4 La Shimizu Corporation, im- portante società di architet- tura in Giappone, vuole fondare la nuova Atlantide. Si tratta di “Ocean Spiral”, una città posta a duecento metri sotto il livello del mare. Paparo a pag.5 I funghi sono la “darknet” del mondo vegetale Probabilmente nel parco ac- canto a casa vostra passano più informazioni che dal vo- stro modem. Negli ultimi tempi si sta assistendo a una crescita esponenziale d’inte- resse verso il mondo vege- tale, considerato da molti come la nuova miniera da cui attingere idee e soluzioni per la prossima rivoluzione tecnologica. Buonfanti a pag.8 Maisto a pag.9 Energia: i materiali bidimensionali Fondi europei contro l’erosione costiera Il mare è da sempre una risorsa preziosa per l’uomo, volàno del- l’economia turistica ma anche fonte di reddito ed occupazione grazie all’indotto delle attività por- tuali e allo sfruttamento delle ri- sorse ittiche. Con il tempo, però, si è assistito ad un vero e proprio de- pauperamento di questo bene a causa soprattutto dell’ attività an- tropica troppo spesso invasiva; per fronteggiare questa emergenza al- cune regioni italiane che ne sono particolarmente colpite hanno presentato dei progetti di riquali- ficazione costiera all’Unione Euro- pea, tra queste la Campania... Martelli a pag.2 Siamo oramai entrati nel periodo più freddo dell’anno e anche nelle prossime settimane il tempo tenderà ad assumere caratteri piena- mente invernali, conditi da venti forti, grandi- nate e nevicate anche a quote molto basse. Non a caso gli ultimi giorni di gennaio sono de- nominati “giorni della merla”, proprio per indi- care l’elevata possibilità di eventi freddi molto intensi in concomitanza dei giorni 29-30-31. Loffredo a pag.7 Land Art: arte, simbolo e paesaggio Con l’espressione “Land Art”, coniata nel 1969 dal gallerista tedesco Gerry Schum, si indi- cano le opere d'arte realizzate attraverso in- terventi sul paesaggio naturale: l'artista/ paesaggista esce dagli spazi tradizionali, quali gallerie o musei, per intervenire direttamente sullo spazio macroscopico della natura, con lo scopo principale di creare un impatto, un’espe- rienza con un intorno depurato e libero da qualsiasi condizionamento. Palumbo a pag.11 Terzi a pag.15 François Maximilien Misson a Napoli Macrobiotica dal greco Makros ovvero grande e Bios vita. Let- teralmente vuol dire lunga vita, grande vita, piena vita. La ma- crobiotica ha origini lontane. Clemente a pag.13 Dieta macrobiotica: dalla filosofia alla tavola La nuova città sottomarina Il meteo si conferma come uno dei temi più seguiti dagli utenti internet delle Arpa. Tanto che molte agenzie, tra cui quella campana, vi dedi- cano spazio sul proprio sito ufficiale. Una consolidata esperienza, in campo meteorologico, viene offerta dall’Arpa Emilia Romagna.... Mosca a pag.6 Le previsioni meteo delle Arpa arrivano sui tablet Si attende un’invasione di aria artica a febbraio NATURA & BIODIVERSITÀ SCIENZA & TECNOLOGIA AMBIENTE & SALUTE AMBIENTE & CULTURA Cinquantadue milioni per il Golfo di Salerno ARPAC Vuoi la pace? Impara a correre NATUR@MENTE “A me che importa?” Questa è la frase che sarcastica cam- peggia all’ingresso del cimitero del Sacrario di Redipuglia, dove sono custoditi i resti mor- tali di oltre 100 mila militari morti nella Grande Guerra. Non appena sento parlare di guerra penso subito a Caino e Abele, gli interpreti unici della grande messinscena che è stata la prima grande guerra mondiale, la cui causa è stata sicuramente l’invidia. È possibile ancora parlare di pace? Ma da che parte dirigo la mia ricerca? Posseggo più una visione? Mi sento come un levriero che corre per raggiun- gere la lepre, io sto sempre un po’ indietro e lei, sempre, un po’ più avanti. Tafuro a pag.19 ISTITUZIONI DAL MONDO LAVORO & PREVIDENZA Ferrara pag.18 È naturale che il Governo Ita- liano debba procedere, sempre più alacremente, nella prosecu- zione dell’emanazione di altri decreti attuativi seguendo spe- cifici obiettivi come, per esem- pio, il superamento delle Associazioni in partecipazione, considerando, invece, in modo favorevole sotto il profilo dell’al- leggerimento fiscale le partite IVA autentiche che scaturi- scono da iter professionali con- facenti alle proprie iniziative. L’efficace azione del Governo

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Paestum prima area turistica “plastic free”

Cuoco a pag.4

La Shimizu Corporation, im-portante società di architet-tura in Giappone, vuolefondare la nuova Atlantide.Si tratta di “Ocean Spiral”,una città posta a duecentometri sotto il livello del mare.

Paparo a pag.5

I funghi sono la “darknet”del mondo vegetale

Probabilmente nel parco ac-canto a casa vostra passanopiù informazioni che dal vo-stro modem. Negli ultimitempi si sta assistendo a unacrescita esponenziale d’inte-resse verso il mondo vege-tale, considerato da molticome la nuova miniera dacui attingere idee e soluzioniper la prossima rivoluzionetecnologica.

Buonfanti a pag.8

Maisto a pag.9

Energia: i materialibidimensionali

Fondi europei contro l’erosione costiera Il mare è da sempre una risorsapreziosa per l’uomo, volàno del-l’economia turistica ma anchefonte di reddito ed occupazionegrazie all’indotto delle attività por-tuali e allo sfruttamento delle ri-sorse ittiche. Con il tempo, però, siè assistito ad un vero e proprio de-pauperamento di questo bene acausa soprattutto dell’ attività an-tropica troppo spesso invasiva; perfronteggiare questa emergenza al-cune regioni italiane che ne sonoparticolarmente colpite hannopresentato dei progetti di riquali-ficazione costiera all’Unione Euro-pea, tra queste la Campania...

Martelli a pag.2

Siamo oramai entrati nel periodo più freddodell’anno e anche nelle prossime settimane iltempo tenderà ad assumere caratteri piena-mente invernali, conditi da venti forti, grandi-nate e nevicate anche a quote molto basse. Non a caso gli ultimi giorni di gennaio sono de-nominati “giorni della merla”, proprio per indi-care l’elevata possibilità di eventi freddi moltointensi in concomitanza dei giorni 29-30-31.

Loffredo a pag.7

Land Art: arte, simbolo e paesaggio

Con l’espressione “Land Art”, coniata nel 1969dal gallerista tedesco Gerry Schum, si indi-cano le opere d'arte realizzate attraverso in-terventi sul paesaggio naturale: l'artista/paesaggista esce dagli spazi tradizionali, qualigallerie o musei, per intervenire direttamentesullo spazio macroscopico della natura, con loscopo principale di creare un impatto, un’espe-rienza con un intorno depurato e libero daqualsiasi condizionamento.

Palumbo a pag.11

Terzi a pag.15

François Maximilien Misson a Napoli

Macrobiotica dal greco Makrosovvero grande e Bios vita. Let-teralmente vuol dire lunga vita,grande vita, piena vita. La ma-crobiotica ha origini lontane.

Clemente a pag.13

Dieta macrobiotica: dalla filosofia alla tavola

La nuova cittàsottomarina

Il meteo si conferma come uno dei temi più seguiti dagli utenti internetdelle Arpa. Tanto che molte agenzie, tra cui quella campana, vi dedi-cano spazio sul proprio sito ufficiale. Una consolidata esperienza, incampo meteorologico, viene offerta dall’Arpa Emilia Romagna....

Mosca a pag.6

Le previsioni meteo delle Arpa arrivano sui tablet

Si attende un’invasione di aria artica a febbraio

NATURA & BIODIVERSITÀ

SCIENZA & TECNOLOGIA

AMBIENTE & SALUTE AMBIENTE & CULTURA

Cinquantadue milioni per il Golfo di Salerno

ARPAC

Vuoi la pace?Impara a correre

NATUR@MENTE

“A me che importa?” Questa èla frase che sarcastica cam-peggia all’ingresso del cimiterodel Sacrario di Redipuglia,dove sono custoditi i resti mor-tali di oltre 100 mila militarimorti nella Grande Guerra.Non appena sento parlare diguerra penso subito a Caino eAbele, gli interpreti unici dellagrande messinscena che èstata la prima grande guerramondiale, la cui causa è statasicuramente l’invidia. È possibile ancora parlare dipace? Ma da che parte dirigola mia ricerca? Posseggo piùuna visione? Mi sento come unlevriero che corre per raggiun-gere la lepre, io sto sempre unpo’ indietro e lei, sempre, unpo’ più avanti.

Tafuro a pag.19

ISTITUZIONI

DAL MONDO

LAVORO & PREVIDENZA

Ferrara pag.18

È naturale che il Governo Ita-liano debba procedere, semprepiù alacremente, nella prosecu-zione dell’emanazione di altridecreti attuativi seguendo spe-cifici obiettivi come, per esem-pio, il superamento delleAssociazioni in partecipazione,considerando, invece, in modofavorevole sotto il profilo dell’al-leggerimento fiscale le partiteIVA autentiche che scaturi-scono da iter professionali con-facenti alle proprie iniziative.

L’efficace azione del Governo

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Cinquantadue milioni per il Golfo di SalernoGiulia Martelli

Il mare è da sempre una risorsa pre-ziosa per l’uomo, volàno dell’economiaturistica ma anche fonte di reddito edoccupazione grazie all’indotto delle at-tività portuali e allo sfruttamento dellerisorse ittiche. Con il tempo, però, si èassistito ad un vero e proprio depaupe-ramento di questo bene a causa soprat-tutto dell’ attività antropica troppospesso invasiva; per fronteggiare que-sta emergenza alcune regioni italianeche ne sono particolarmente colpitehanno presentato dei progetti di riqua-lificazione costiera all’Unione Europea,tra queste la Campania, che si è vistaassegnare nei giorni scorsi dalla Com-missione Europea 52 milioni di europer la tutela del golfo di Salerno. L’in-vestimento arriva dal Fondo europeodi sviluppo regionale (Fesr) per il pe-riodo 2007-2013, è destinato a contra-stare il fenomeno dell’erosionedell’ecosistema litoraneo, su una stri-scia di 40 chilometri. “Il Grande pro-getto per gli interventi di difesa eripascimento del litorale del golfo diSalerno è il quattordicesimo approvatodalla Commissione europea. Il via li-bera da Bruxelles ci pone in condizionedi far partire subito le gare per i lavoriprevisti.” Così l’assessore ai Lavoripubblici della Regione Campania Edo-ardo Cosenza.“Ringrazio – ha detto Co-senza – il Commissario Ue allepolitiche regionali, Corina Cretu, cheha sottolineato l’enorme valore di que-

sto grande progetto definendolo unbuon esempio di come i fondi regionaliUe possano contribuire alla protezionedell’ambiente. Concordo pienamentecon lei anche per quanto riguarda losviluppo economico dell’area che un si-

mile intervento potrà determinare. LaRegione Campania ancora una voltaviene premiata per la scelta di utiliz-zare i fondi europei non con interventia pioggia, ma per macroprogetti capacidi risolvere in maniera definitiva pro-

blemi atavici del territorio.”Il Grande progetto per la difesa del li-torale salernitano vale 70 milioni ed èattuato dalla provincia di Salerno, cheè soggetto beneficiario. L’investimentoeuropeo, come previsto, è pari a 52 mi-lioni di euro (il 75%). Esso è di fonda-mentale importanza per mitigarel’erosione costiera di un lungo tratto dilitorale (circa 40 chilometri) della pro-vincia di Salerno tra Salerno e Agro-poli, che è soggetto a un costante eprogressivo arretramento a causa difenomeni di erosione costiera. La lineadi costa include il territorio dei comunidi Pontecagnano Faiano, Battipaglia,Eboli, Capaccio e Agropoli. “L’approva-zione definitiva da parte di Bruxelles èuno step che si aggiunge agli altri chestiamo quotidianamente portandoavanti – ha aggiunto Cosenza. Ad oggisono state aggiudicate o sono in esecu-zione gare per 1 miliardo 389mila euro(pari ad oltre la metà degli appalti to-tali previsti da tutti i Grandi progetti)e complessivamente bandite gare per1,8 miliardi di euro, pari al 70% del-l’ammontare dei Grandi progetti dellaRegione Campania.” La protezionedella costa renderà la zona più sicuraper la popolazione locale e le attivitàturistiche, rappresentando una bar-riera naturale contro le tempeste ma-rine e il progetto, che promette dicreare nuovi posti di lavoro, si occu-perà anche della protezione contro ri-schi naturali e della conservazione dihabitat e biodiversità.

Fondi europei contro l’erosione costiera

Fabiana Clemente

Sensibilizzare l’opinione pubblica sutemi importanti - quali la tutela am-bientale e lo sviluppo sostenibile!Costruire una coscienza ecologica!Sono questi gli obiettivi che il Mini-stero dell’Ambiente e il Ministerodell’Istruzione intendono concretiz-zare. Agognati propositi progettatinell’ambito delle iniziativi per Expo2015 – da un’intenzione di BarbaraDegani, sottosegretario al Ministerodell’Ambiente. Data di scadenza: set-tembre 2016. Quella data segneràl’avvio dell’inaugurazione di unanuova materia didattica. L’educazioneambientale! Una programmazione di-dattica di ampio respiro, i cui temicaldi spazieranno dalla raccolta diffe-renziata all’ emergenza idrica, daicambiamenti climatici all’emissione diCO2. Una formazione ad hoc interes-

serà, innanzitutto, il corpo docente.Gli insegnanti dovranno cimentarsinello studio multidisciplinare di ma-terie ecologiche. Il fine ultimo è quellodi costruire uno scaffolding tale dapoter affrontare, durante le lezioni inclasse, argomenti delicati che inne-stano nelle menti giovani degli alunniuna rinnovata consapevolezza am-bientale. Ergo, educazione allo svi-luppo sostenibile. Soltanto attraversouna visione in primo piano delleemergenze che minacciano lo stato disalute del nostro pianeta – è possibilematurare un cambiamento significa-tivo. Un cambiamento che parte dalpensiero e si concretizza con l’atto pra-tico. Una disciplina che non si limitaalla diffusione di conoscenza, bensìatta a promuovere cambiamenti indi-viduali e collettivi rispettosi dell’am-biente circostante. Un approcciomultidisciplinare che non riguarda

solo l’ambiente, ma anche l’economia– nello specifico ai consumi, agli spre-chi di risorse, al divario tra i paesi in-dustrializzati e quelli in via disviluppo – e la società – in riferimentoai diritti, alla pace e alla salute di tuttigli esseri umani. Lungi dal trascurareil mondo animale, un ruolo impor-tante sarà ricoperto dalla tutela dellabiodiversità – patrimonio fondamen-tale dal valore inestimabile. I bam-bini, da sempre predisposti alla curadegli animali, saranno proiettati inuna dimensione ben diversa dal loroimmaginario. Una “finestra sul cor-tile” che mostrerà loro una miriade dispecie, anche vegetali, da salvaguar-dare. Vedere la cruda realtà per ridi-segnare una realtà dal lieto fine. Unodei tanti buoni propositi che l’insegna-mento dell’educazione ambientale in-tende soddisfare. Un nuovo modo diinteragire con gli ecosistemi.

DAL 2016: EDUCAZIONE AMBIENTALE NELLA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA

Una nuova disciplina nelle scuole italiane

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Fabiana Liguori

L’Italia. Il BelPaese. Il Paese del“mangiar bene”. Nel Sud, adesempio, ogni domenica ilpranzo dura dalle 2 alle 5 orecirca. Secolari tradizioni. Inmolte famiglie si scelgono i pro-dotti “Made in Italy”. Quasi maiper convenienza. Ma quasi sem-pre per una sorta di auto con-vincimento di quanti, seppurpochi, credono ancora che esistaqualcosa da poter salvare. Tantigli slogan sostenuti: “i nostriprodotti sono più sani”, “w ifrutti della nostra terra”, “giù lemani dalla nostra terra”, solo al-cuni. C’è da dire, comunque, chel’agroalimentare è davvero unadelle nostre ricchezze. Peccato,però, che, come spesso accade, leprime mani ad arrivarci soprasono quelle della criminalità. Nel terzo rapporto “Agromafie2015” elaborato dalla Coldiretti,dall’ Eurispes e dall’Osservato-rio sulla criminalità nell’agricol-tura e sul sistema agro-alimentare, viene “raccontato”con spunti e dati allarmanti ilbusiness economico derivanteda questo settore: 15,4 miliardidi euro nel 2014 (+10% rispettoal 2013). “Produzione, distribu-zione, vendita sono sempre piùcontrollate dal potere criminale,esercitato ormai in forme raffi-nate attraverso la finanza, gliintrecci societari, la conquista dimarchi prestigiosi, il condizio-

namento del mercato, l’imposi-zione degli stessi modelli di con-sumo, l’orientamento delleattività di ricerca scientifica epersino alcune scelte legisla-tive”, si evince dal documento.Le Mafie continuano ad agireprima sui territori d’origine, perpoi spingersi e diffondersi inmaniera capillare oltre. È attraverso il controllo del ter-ritorio che si producono ric-chezza, alleanze e consensi.Queste organizzazioni sono cal-colatori di “ricavi”, di potere,massimo guadagno col minimosforzo. I capitali accumulatidagli agromafiosi, con lo sfrutta-mento e l’illegalità, leggiamo trale pagine del Rapporto, hannobisogno di sbocchi, devono es-sere messi a frutto e per questomotivo vengono veicolati versole città italiane e non, dove è piùfacile renderne anonima la pre-senza e dove possono confon-dersi infettando pezzi interi dibuona economia tramite presta-nomi e intermediari compia-centi, imprese, alberghi, pub-blici esercizi e attività commer-ciali. Tante e diverse, infatti, leirregolarità accertate nell’am-bito agroalimentare: delle 222violazioni rilevate dal 2012 al-l’agosto 2014, 212 sono confluitein notizie di reato inoltrate al-l’Autorità giudiziaria: 130 viola-zioni hanno riguardato leimportazioni, 55 le esportazioni,16 le riesportazioni, 9 il transito

e 2 il deposito. La maggior partedei reati sono collegati ad espor-tazioni di olio di oliva (45 cnr suun totale di 55 abbinate alleoperazioni di esportazione). Secondo il Rapporto, rispetto al2013, una nuova pericolosaazione criminale prende, pur-troppo, quota: il money dirtying,capitali puliti investiti in atti-vità illegali. Parliamo di almenoun miliardo e mezzo di euro soloper il settore agroalimentare:120 milioni di euro al mese,

quattro milioni di euro al giorno.Una vera e propria piaga da cu-rare, chiudere. La diffusione ditale fenomeno, sottolineano Col-diretti, Eurispes ed Osservato-rio, “è stata determinata dadiversi fattori, alcuni non preve-dibili, come quelli climatici, chehanno colpito pesantemente laproduzione, non più in grado disoddisfare la domanda, cosa cheapre le porte a ulteriori mecca-nismi di falsificazione e sfrutta-mento illegale dei nostri brand.

Altri dovuti alle restrizioni nel-l’erogazione del credito alle im-prese che hanno portato o allachiusura di numerosissimeaziende o alla necessità permolti imprenditori di approvvi-gionarsi finanziariamente me-diante il ricorso a operatori nonistituzionali”. Insomma, quandonon si sa come reperire i soldi,perché le banche non rispon-dono, è chiaramente più facile“affidarsi” alle persone sba-gliate. Quello della ristorazione,nell’intero comparto, resta unodei settori maggiormente appe-tibili per la Malavita organiz-zata. In alcuni casi, si aprono egestiscono addirittura catene infranchising: piccole attività di-ventano in grado, in brevetempo, di espandersi con decinedi filiali in diversi paesi delmondo perché forti dei capitaliassicurati dai traffici illeciti col-laterali. Sono realtà che riescono ad af-frontare, grazie appunto alla di-sponibilità di liquidità, anchegli incerti del mercato e le con-giunture economiche sfavore-voli, a discapito ovviamentedella onesta concorrenza. Un semplice dato, esplicato nelRapporto, rende perfettamentel’idea della situazione: nel solo2012, ben 173 confische eseguitedalla Gdf riguardano alberghi eristoranti, una cifra che equi-vale ad oltre il 10% dei sequestricomplessivi.

Rapporto Agromafie 2015

Amianto: continuano le importazioni in Italia

Brunella Mercadante

Amianto, in greco amiantos, si-gnifica immacolato, incorrutti-bile e asbesto, da cui il terminederiva, ha significato di perpe-tuo, inestinguibile. Con tali ca-ratteristiche, proprietà diresistenza al fuoco, di isola-mento termico ed elettrico , diresistenza agli acidi e alla tra-zione, per la faciltà di lavora-zione e di mescolabilità con altresostanze in particolare il ce-mento, per le capacità fonoas-sorbenti e non ultimo per ilbasso costo l'amianto ha trovatoun vasto utilizzo nell'edilizia,nell'industria delle costruzioni edei trasporti. Purtroppo, come èormai ben noto, l'amianto è

anche molto pericoloso e l'espo-sizione, i cui effetti nocivi pos-sono manifestarsi anche dopomolti anni, estremamente dan-nosa per la salute e molto,troppo spesso letale. In Italia ilboom dell'utilizzo dell'amianto èavvenuto negli anni che vannodal 1960 al 1990, solo nel 1992con la legge n° 257 l'importa-

zione, l'esportazione, la produ-zione, distribuzione e la venditadi amianto e di prodotti conte-nenti amianto sono diventatefuorilegge. In questi vent'anni,mentre altri paesi continua-vano purtroppo a produrre que-sto materiale, in Italia, anche sefaticosamente, ci si è adoperatiad effettuare censimenti, bonifi-che, a riconoscere i diritti di ri-sarcimento per coloro che sierano ammalati ed erano morti.Il problema amianto, pur col suofardello di morti e di ulterioriprevedibili vittime, sembravaaver trovato un punto di defini-zione e in un certo senso appar-tenere al passato. Ed ecco inveceche con sorpresa si è scoperto,che nonostante i divieti vigenti

dal 1992, l'Italia, nonostante lamessa al bando, continua a im-portare ingenti quantità diamianto. Solo nel 2012 dall' India sareb-bero arrivate in Italia 1004 ton-nellate di asbesto destinate aduna decina di imprese che loavrebbero trasformato e impie-gato nella produzione di manu-fatti quali lastre difibrocemento, pannelli, guarni-zioni per freni e frizioni di auto-mezzi. Il caso è emerso da un rapportodell'Ufficio Centrale delle Ri-sorse Minerarie Indiano, nelquale l'Italia figurava fra ipaesi destinatari dell' amiantoestratto in India; anzi secondo ilrapporto sarebbe addirittura il

primo partner commerciale con1040 tonnellate sulle 1296esportate dall'India nel periodo.Su questa vicenda il pm torineseRaffaele Guariniello, il magi-strato che ha portato in tribu-nale i magnati dell'Eternit,colosso dei manufatti inamianto, ha aperto un inchiestaesplorativa per chiarire even-tuali responsabilità nella ge-stione dei canali di importazionedi asbesto e nell'impiego del ma-teriale. Al momento non ci sonoindagati, né ipotesi di reato, maal riguardo l'Agenzia delle Do-gane non solo ha confermatol'ingresso dell'asbesto nel terri-torio nazionale, ma ha fatto ri-levare anche che le importazionisono continuate nel 2014.

Elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio su Criminalità Agroalimentare

Nonostante i divieti vigenti, solo nel 2012 dall’India sarebbero arrivate 1004 tonnellate

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Domenico Matania

La gestione dei Beni Culturali resta ar-gomento all’ordine del giorno in Italia.Basta visitare un qualsiasi sito cultu-rale al di fuori dei confini italiani perrendersi conto che nel Belpaese qual-cosa non va. Arte e cultura da una parteed economia e gestione dall’altra nonsono necessariamente concetti antiteticied, a questo riguardo, l’ex Ministro deiBeni e le Attività Culturali MassimoBray e quello attuale Dario France-schini hanno lavorato e sono attual-mente operativi per portare la Culturain Italia al passo con gli altri siti euro-pei: dalle infrastrutture al personaleoperativo nei musei e nei luoghi dellaCultura. Il sito archeologico di Pompei,ad esempio, è stata affidato alla soprin-tendenza di Massimo Osanna, docentedi Archeologia Classica in Basilicata,già soprintendente per i Beni Archeolo-gici della Basilicata nel 2007 e nel 2008.Pompei è uno di quei siti che necessitadi una gestione oculata sia dal punto divista artistico che manageriale e con ilGrande Progetto Europeo sembra che sisia imboccata la strada giusta. Innanzi-tutto è emblematica la scelta della guida“esterna” della Soprintendenza di Pom-pei, una guida proveniente dal mondouniversitario che riesca a fare da tradeunion tra tutte le figure necessarie. Le“nuove” manovalanze assoldate grazie

al Grande Progetto inoltre consentonodi colmare dei gap nell’organigrammapompeiano. Dal 5 gennaio lavorano trefabbri per risistemare cancelli e recin-zioni, a breve saranno introdotte ventifigure tra ingegneri, architetti ed ar-cheologi per la segreteria tecnica dellasoprintendenza e si insedieranno i cin-quanta tirocinanti scelti attraverso ilbando del Ministro Franceschini. A lorosarà affidata la schedatura dei repertiai Granai del foro. Al termine delGrande Progetto sarà pubblicato unbando da 2 milioni di euro per affidarecon fondi ordinari gli interventi di ma-nutenzione per due anni. Curioso ancheil dato che riguarda gli incassi relativial 2014: i biglietti d’ingresso hanno ge-nerato un’entrata di 21 milioni di euroche, fa sapere il SoprintendenteOsanna, saranno così ripartiti: 2 milioniper la sistemazione delle aree verdi, 2per le pulizie del Sito, 4 per la sistema-zione di Ercolano, altri fondi per re-stauri a Oplontis e a Stabile e perricerche al tempio di Apollo e al Forotriangolare di Pompei.

Il nuovo bando nazionale indetto dalla Fondazione Unipolis

Culturability, la cultura al servizio del territorioRosa Funaro

“La cultura è l'unico bene del-l'umanità che, diviso fra tutti,anziché diminuire diventa piùgrande”, Hans Georg Gada-mer. La Fondazione Unipolis ha in-detto il bando nazionale “Cul-turability” per sostenere pro-getti di innovazione culturaleche contribuiscano ad affer-mare e concretizzare unanuova dimensione di welfareculturale con attività che pro-muovano il benessere indivi-duale e collettivo, lo sviluppocivile ed economico dei territorie delle comunità. La partecipazione è riservata aorganizzazioni non profit, pre-valentemente composte daunder 35, e a reti di partena-riato tra le stesse. Possono ac-cedere al bando anche teaminformali composti da giovaniunder 35 purché, in caso di se-lezione, ci sia un impegno a co-stituirsi successivamente inenti giuridicamente ricono-

sciuti. Termine ultimo per pre-sentare le proposte: 28 febbraio2015. Il campo d’azione su cui poterrealizzare la propria idea-pro-getto è davvero ampio. Adesempio, possono essere inol-trate progettualità che mirinoa utilizzare, riattivare e riqua-lificare spazi urbani, aree ededifici degradati, abbandonati,sotto utilizzati o dismessi, conl’intento di restituire tali sitialle comunità territoriali, cre-ando occasioni di rigenerazioneurbana a vocazione culturale edi sviluppo, favorendo logicheattive di cittadinanza, soprat-tutto giovanile, in settori inno-vativi. O ancora progettualitàche prevedano azioni e attivitàin un’ottica di welfare comuni-tario, volte a favorire la crea-zione di reti fra le realtàorganizzate e i singoli a livellolocale, di occasione di lavoro esviluppo, incoraggiando pro-cessi di aggregazione, integra-zione e di identità territoriale. Entro il 10 aprile saranno va-

lutate le proposte pervenute daparte di un team di esperti epre-selezionati 20 progetti.Ai prescelti sarà garantito unpercorso di formazione e sup-porto per migliorare e svilup-pare al meglio le proprie idee.

Nel corso di questa fase, i par-tecipanti saranno anche stimo-lati a confrontarsi, svilup-pando e potenziando partner-ship e progettualità condivise.Tra i 20 progetti così rielabo-rati, entro giugno, la Commis-

sione di Valutazione selezio-nerà i 6 vincitori. Le risorse economiche messe adisposizione dalla Fondazioneper la realizzazione dei sei pro-getti ammontano a 360 milaeuro.

La gestione dell’arte: Pompei ci prova

È senza dubbio una dei paesi più bellidella costiera cilentana, ricca di storiae avvolta dal mare. Ma Paestum nonsarà soltanto famosa per questo: il sitoturistico della frazione di Capaccio, in-fatti, sarà ricordato anche come ilprimo ad attuare una campagna voltaa liberare l’area dai rifiuti di plastica.L’iniziativa, che ha riscosso un discretosuccesso già l’anno scorso, sembraverrà riconfermato anche quest’annodall’assessore all’ambiente EustachioVoza, il quale, in collaborazione con ilsottosegretariato all’ambiente, vieterànuovamente l’utilizzo di plastica mo-nouso non riciclabile. La limitazione,così come già per la scorsa estate, do-vrebbe coinvolgere 3 km quadrati diarea archeologica e 14 km di litorale,interessando 700 mila persone, tra re-sidenti e turisti. Un’iniziativa mirata,visto che negli ultimi tempi la zona haperso il suo fascino a causa degli scari-

chi inquinanti che non le hanno per-messo di essere insignita della presti-giosa Bandiera Blu, conferita soltantoalle spiagge ed i mari più puliti d’Italia.In definitiva, si tratta di un tentativo,da parte del comune di Capaccio, difare da apripista, affinché anche lealtre zone turistiche della zona ne se-guissero l’esempio. Purtroppo, almeno per l’anno appenatrascorso, l’esperimento non ha reso ifrutti sperati. Poche e sporadiche, in-fatti, sono state le iniziative gemelle e,soprattutto, poco incisive e coinvol-genti, al punto da non risultare nep-pure degne di nota. Il comune diCapaccio, però, sembra non disperare:la prossima estate, a quanto pare, si ri-tornerà ad essere plastic free, con lasperanza che, stavolta, anche le altrearee si sensibilizzino a questa tematicacosì seria e importante.

Fa.Cu.

Paestum prima area turistica“plastic free”

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La nuova città sottomarina “Ocean Spiral”Anna Paparo

La Shimizu Corporation, importantesocietà di architettura in Giappone,vuole fondare la nuova Atlantide. Sitratta di “Ocean Spiral”, una cittàposta a duecento metri sotto il livellodel mare, in grado di ospitare circa cin-que mila persone, uffici, alberghi ecase, con tanto di piazze e percorsi perpasseggiate a seguito. Un progetto delvalore di ventisei miliardi di dollari,nato in risposta alle sfide lanciatedall’innalzamento del livello dei mari ealla crisi di cibo, energia, acqua, CO2 erisorse naturali, che dovrebbe vederela luce nel 2035. La città sottomarinasarà costruita all’interno di una grandesfera di cinquecento metri di diametroche galleggia nelle profondità marinesulla falsa riga di una vera e proprianavicella spaziale. La struttura sarà,

inoltre, ancorata al fondo marino, sinoa sfiorare i tremila ed anche i quattromila metri di profondità, con specializavorre e sarà munita di attrezzatureantivibranti e di una diga galleggianteper tenere a bada il continuo movi-mento delle onde. Ma non finisce qui.Infatti, questa fantastica città saràcompletamente sostenibile grazie adun filtro di desalinizzazione dell'acquae ad un'alimentazione energetica ba-sata sia sulla conversione dell'energiatermica sia sul riutilizzo delle emis-sioni di anidride carbonica da parte deimicrorganismi che vivono nelle pro-fondità oceaniche più nascoste. Nellaspirale vengono integrate le funzionirichieste dalla profondità marina pergenerare elettricità, per l'acquacoltura,per la desalinizzazione, per il tra-sporto. Non manca proprio nulla, in-somma. Tuttavia, il lavoro di questa

società giapponese non si ferma, anzicontinua ininterrottamente. Basti pen-sare ad un altro progetto che sta pren-dendo forma, il “Green Float”, ossiauna città-isola botanica completa-mente basata sulle energie rinnovabilie sull’autosufficienza alimentare. Allabase di tutto c’è l’idea di creare la co-siddetta “isola dei sogni”. Sulla sciadell’Ocean Spiral, anche questo nuovoprogetto ha come obiettivo principalequello di trovare allettanti soluzioni al-ternative per fronteggiare in modoforte alle tantissime sfide dei cambia-menti climatici, soprattutto per i paesiinsulari. Una città all'equatore dove ilclima è mite, con una temperatura cheoscilla tra i ventisei e i ventotto gradiper tutto l’arco dell'anno, e il rischio ditsunami è ridotto al minimo. Come unavera e propria ninfea, l’isola ospite-rebbe fino ad oltre quaranta mila abi-

tanti, con una foresta marina, spiagge,lagune coniugate con un centro poli-funzionale con uffici, ospedali e centriculturali ed un impianto energetico ingrado di sostenere il fabbisogno dell'in-tera città. Punto centrale del progettoè, inoltre, la creazione di un armoniosoequilibrio con la natura, al fine – comehanno ben sottolineato nella presenta-zione del loro studio gli ideatori - dipreservare la biodiversità e formareuna rete ecologica che colleghi foreste,fiumi e oceano. Due progetti unici nelloro genere e only green, che voglionoconiugare attività umana e natura,creando ed instaurando tra loro unperfetto ed armonico equilibrio, un rap-porto osmotico alla pari dove ognunoha il suo ruolo e fa la propria partesenza intralciare o danneggiare l’altro.C’è solo da guadagnare, sotto ognipunto di vista.

Il cubo di ghiaccio che diventa rifugioÈ proprio vero quando si diceche l’apparenza inganna. In-fatti, a prima vista ha tuttal’aria di essere un semplicis-simo cubo di ghiaccio, ma inrealtà ci troviamo di frontead un vero e proprio eco-ri-fugio che riesce a ritagliarsiun posto nel paesaggio verdeed incontaminato, confonden-dosi con esso e mimetizzan-dosi tra rocce e montagnegrazie alla sua forte traspa-renza e alla sua accecante lu-centezza. Progettato dalla“Atelier 8000” ad High Ta-tras, al confine tra Slovacchiae Polonia, questo innovativo“involucro bioclimatico” – cosìpotremmo chiamarlo doven-done dare una plausibile de-finizione – è caratterizzato da

cinque piani, con al primo li-vello un ristorante e in quellisuperiori le camere da letto. Imateriali impiegati per lasua creazione sono principal-mente alluminio e vetro. Comehanno ben sottolineato i pro-gettisti della struttura, le su-

perfici vetrate di finestre epannelli insieme alla traspa-renza e alla lucentezza delmetallo completano il quadrodel sito con un tocco di chia-rore, proprio come i riflessi os-servabili sulla superficie di unlago di montagna o prodotto

dallo scioglimento dei ghiac-ciai. Inoltre, la posizione incli-nata, con una punta infilatanel terreno, offre la possibilitàdi ricevere più luce naturalediretta per un numero mag-giore di ore al giorno. In questomodo, soprattutto le facciatepiù esposte al sole consentono,grazie al fotovoltaico, la produ-zione di energia in proprio.Guardandolo dall’esterno efermandoci alla superficie,questo rifugio sembrerebbe siafatto di ghiaccio, ma entran-dovi è tutta un’altra storia: gliinterni suggeriscono piuttostola sensazione di trovarsi in unluogo caldo e riparato, graziesoprattutto al fatto che lastruttura è costituita da traviin legno lamellare in larice e

gli interni sono interamenterivestiti in legno. Dunque, nonc’è nulla da temere. Ci pensail cubo di ghiaccio ad offrireprotezione e aiuto. Se doves-simo trovarci in difficoltà c’è ilnuovo eco-rifugio che viene innostro soccorso. Un punto dovetrovare protezione e “calore”,che con la sua presenza nonintacca per niente l’equilibrionaturale dell’ambiente che cicirconda, mettendo al primoposto la salute della nostramadre Terra, che ha bisognosolo di noi e del nostro buonsenso per tornare agli antichisplendori e per continuare aregalarci tesori meravigliositutti da scoprire e custodire nelrispetto reciproco.

A.P.

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Anna Gaudioso

Se volessimo focalizzare conla mente potremmo provaread immaginare il palcosce-nico del mondo con tante boc-che da sfamare. Tuttavia,viviamo in un mondo in cui lospreco alimentare non rap-presenta soltanto un’occa-sione mancata per sfamaregli affamati, ma una perditasostanziale di altre risorse,fra cui la terra, l’acqua,l’energia, ed anche il lavoro.Purtroppo circa un terzo delcibo prodotto in tutto ilmondo finisce perso o but-tato. Quando più di un mi-liardo di persone nel mondovanno a dormire con la pan-cia vuota e piena di dolore, aqueste condizioni è impossi-bile non chiedersi cosa pos-siamo fare.Per il solo fatto di esisteretutti abbiamo diritto e biso-gno di mangiare, giovani ovecchi, ricchi o poveri.Da una ricerca è emerso che

più di 4 miliardi di personedipendono da tre colture dibase: riso, mais e frumento.Questi tre alimenti forni-scono i due terzi del nostroapporto energetico. Quotidia-namente il nostro menù ap-pare molto monotono datoche alla nostra alimentazionecontribuiscono solo pochecentinaia di specie. Questacondizione di scelta limitatanell’alimentazione delle per-sone ha portato fra il 2006 eil 2008 l’aumento dei prezzidei generi alimentari. Questofenomeno si è fatto sentire intutto il mondo. Anche se ipaesi sviluppati sono riuscitia sfamare le proprie popola-zioni, paesi come l’Africahanno dovuto fare i conti conla fame.La causa di tuo ciò non è sol-tanto il fallimento del mer-cato, ma pensiamo alcambiamento climatico cheincide sulla sicurezza ali-mentare. Infatti per questimotivi molte regioni stentano

più di altre.La produttività degli ali-menti è spesso messa a duraprova da siccità, incendi e al-luvioni. A pagarne le spesesono sempre i paesi più vul-nerabili che non dispongonodegli strumenti necessari peradeguarsi alle condizioni checambiano a volte veloce-mente.Il cibo non è solo un nutri-

mento. In un certo senso,possiamo dire che il cibo èun «bene» come tanti. Perprodurlo servono risorse,come la terra e l’acqua. Comeavviene per altri prodotti sulmercato, viene consumato outilizzato, e può essere spre-cato. Una quantità notevoledi cibo viene buttata via, so-prattutto nei paesi svilup-pati, e ciò significa buttareanche le risorse utilizzate perprodurlo.Nella «Tabella di marciaverso un’Europa efficientenell’impiego delle risorse»elaborata dalla Commissione

europea nel settembre 2011,il settore alimentare e lospreco alimentare figuranofra i punti più rilevanti.Nonostante sia largamentericonosciuto che il cibo cheproduciamo viene in partesprecato, non è stato facileavere una stima precisa. LaCommissione europea calcolache nella sola UE ogni annobuttiamo 90 milioni di ton-nellate di cibo, equivalenti a180 kg a testa. Ma la cosa tri-ste è che molto di questo cibopotrebbe essere destinato aipaesi bisognosi perché è ciboancora idoneo al consumoumano.Sarebbe utile smettere dibuttare via il cibo e impararead apprezzarlo. Forse biso-gnerebbe capire meglio lecause di tutto ciò, compren-dere il perché degli sprechialimentari nelle varie filiereagroalimentari e valutarnemeglio gli impatti. Si po-trebbe ridurre per recupe-rare meno. Investire prima

nella riduzione delle perditee degli sprechi degli alimen-tari e poi sul loro recupero eriutilizzo. Si potrebbe portareavanti iniziative di recuperodegli sprechi non ancora eli-minati e avviare la distribu-zione a persone svantaggiate,come ultima alternativa, perprodurre bioenergia. Indi-spensabile poi, informare pereducare, al fine di rendere ilconsumatore consapevoledello spreco e insegnarglicome rendere più sostenibilil’acquisto, la conservazione,la preparazione e lo smalti-mento finale del cibo. L’Ueha lanciato una sfida: pro-pone di dimezzare lo sprecoalimentare entro il 2020.Questo obiettivo europeo spe-riamo sia una sfida vincenteperché le discrepanze sonotroppo grandi e una giustaproduzione, distribuzione,consumazione ed infinesmaltimento e riutilizzazionedel cibo potrebbe essere lavittoria.

Educazione ambientale: meno sprechi di ciboNon solo un dovere etico, ma anche un problema di efficienza economica

Le previsioni meteo delle Arpa arrivano sui tabletLuigi Mosca

Il meteo si conferma come unodei temi più seguiti dagliutenti internet delle Arpa.Tanto che molte agenzie, tracui quella campana, vi dedi-cano spazio sul proprio sito uf-ficiale. Una consolidata esperienza,in campo meteorologico, vieneofferta dall’Arpa Emilia Ro-magna, che dedica ampia visi-bilità al “tempo che fa” findalla prima pagina del suosito. Si tratta di un temamolto seguito, in una regioneche oscilla tra le frequenti ne-vicate invernali e il “tutti amare” estivo di Rimini e din-torni. Secondo le stime del-l’agenzia emiliana, il meteo dàconto di circa l’80 percentodelle visite sul sito web diArpa Emilia Romagna. Perciò da qualche giornol’agenzia ha lanciato un’appli-cazione per smartphone e ta-blet, disponibile gratui-tamente in ben cinque lingueper i diffusi sistemi operativiiOs e Android. Si chiama “Meteo ArpaER” e

offre previsioni fino a tregiorni, su aspetti quali tempe-ratura, umidità, pioggia evento, che senz’altro interes-sano (e preoccupano) milionidi cittadini della regione, oltreai tanti turisti che in estate af-follano la riviera romagnola.Dunque, per chi utilizza si-stemi Android, è possibile an-dare su Play Store e scaricarel’applicazione. Mediante un’interfaccia sem-plice e intuitiva, si possono ri-cercare le previsioni del temposu ogni località della regione.Oltre alle previsioni, MeteoArpaER presenta anche i datiin tempo reale, tratti da unarete di oltre cinquecento sen-sori presenti sul territorio re-gionale. «Una delle ideeiniziali», spiega Andrea Ma-lossini, responsabile webdell’agenzia emiliana, «era difornire informazioni attendi-bili ai turisti. Infatti, offriamoil servizio in russo, oltre che ininglese, francese e tedesco,visto che il russo è ormai la se-conda lingua parlata in estatesulla Riviera». Sul web i servizi meteo delle

Arpa si presentano come va-lide alternative a quelli offertidai siti commerciali. L’annoscorso, in Romagna e in Ve-neto, sono esplose polemichesulle previsioni inesatte di al-cuni siti non istituzionali, che,secondo albergatori e opera-tori balneari, avrebbero dan-neggiato interi finesettimanadi lavoro. Veri e propri picchi di au-dience, potremmo dire, sonostati registrati dal sito web

dell’Arpa Emilia Romagna inprossimità dei week-end digiugno e in occasione dellegrandi nevicate invernali. «Sipotrebbe pensare che il mas-simo dell’attenzione è ad ago-sto», dice Malossini. «Inveceno. Il meteo viene consultatosoprattutto quando si deci-dono all’ultimo momentobrevi permanenze a mare.Cioè, appunto, a ridosso deiweek-end di inizio estate». Gli esperti dell’agenzia fannonotare che, a differenza diquanto avviene a volte sui siticommerciali, l’Arpa diffondedati effettivamente registratinelle stazioni di monitoraggio,piuttosto che semplici stime.D’altronde i servizi meteodelle regioni italiane sono re-altà ormai molto avviate, e inparticolare quello emilianovanta il record di longevità,essendo attivo dal 1981. Attualmente a occuparsene èil Servizio IdroMeteoClimadell’agenzia ambientale. Per quanto riguarda il modocon cui vengono presentatidati e previsioni, Malossinichiarisce che «non esiste un

tipo di utente predefinito a cuiabbiamo pensato. Gli utenti dei servizi meteosono trasversali, per cui ab-biamo scelto di approntareun’interfaccia di utilizzo moltosemplice. Anche a costo di sa-crificare, almeno in prima bat-tuta, una certa profonditànelle informazioni». Attualmente, la sezione webdell’Arpa Emilia dedicata almeteo fa registrare in mediadue milioni di pagine viste almese, di cui – spiegano negliuffici dell’agenzia – circa il 30percento vengono consultatesu dispositivi mobili, qualismartphone e tablet. Perciò incantiere, a Bologna, c’è l’ideadi progettare un sito che siafatto in primo luogo per que-sto tipo di utenti, i quali in fu-turo potrebbero diventareaddirittura una maggioranza.In questa ricerca della porta-bilità, l’agenzia emiliana èsenza dubbio pioniera nel pa-norama delle Arpa. Tuttavia,tra le altre, anche l’Arpa Ve-neto offre diverse app con ipropri servizi, incluso anche ilservizio meteo.

Comunicazione. Arpa Emilia lancia un’app dedicata al “tempo che fa”. Tra gli utenti, i turisti russi

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Gennaro Loffredo

Siamo oramai entrati nel periodo piùfreddo dell’anno e anche nelle pros-sime settimane il tempo tenderà adassumere caratteri pienamente inver-nali, conditi da venti forti, grandinatee nevicate anche a quote molto basse. Non a caso gli ultimi giorni di gennaiosono denominati “giorni della merla”,proprio per indicare l’elevata possibi-lità di eventi freddi molto intensi inconcomitanza dei giorni 29-30-31. Secondo un’antica leggenda, infatti,questa locuzione avrebbe avuto ori-gine da un leggendario episodioavente per protagonista, appunto, unamerla di colore bianco e i suoi pulcini:per ripararsi dal grande freddo lamerla si sarebbe rifugiata in un ca-mino, per poi uscirne il 1 febbraio, in-teramente nera, completamentericoperta da fuliggine. Ed è proprioper questo episodio, afferma la leg-genda, che da quel giorno tutti i merlisono neri.Le condizioni meteorologiche anchequest’anno hanno seguito la tradi-zione. Proprio a partire dai giornidella merla e nei giorni successivi lanostra Penisola è stata e continueràad essere interessata da una poderosadiscesa artica di grandi proporzioni,

sia per intensità che per estensione. Questo fenomeno catapulterà granparte dell’Europa e del bacino del Me-diterraneo in condizioni di avversitàmeteo. Questa configurazione difreddo intenso potrebbe proseguireper gran parte del mese. Dice un fa-moso proverbio: febbraio è corto eamaro; in effetti il mese è costituito da28, al massimo 29 giorni, mentre l’ap-pellativo di amaro è dovuto al fattoche si trova alla fine dell’inverno incui, anticamente, le provviste alimen-tari scarseggiavano a causa delfreddo. Per molti versi febbraio è addiritturaconsiderato più freddo del suo prede-cessore.In generale secondo la climatologiaitaliana il secondo mese dell’anno èspesso caratterizzato da frequenti in-vasioni di aria gelida provenienti dalleregioni artiche e dalla Siberia, soprat-tutto nelle prime due settimane. E’ancora impressa nella mente di tuttii meteorologi e degli appassionatidella materia, una delle ondate di gelopiù forti degli ultimi decenni, quellaavvenuta nel febbraio 2012; l’Italia fucoinvolta da una configurazione sinot-tica di straordinaria entità e rarità.Tra gli eventi di tipo estremo che sisono verificati durante questo mesenon possiamo non ricordare la famosanevicata del febbraio 1956 che fu de-terminata anch’essa da un insieme dielementi che crearono una situazionemeteorologica difficilmente ripetibile.Nella seconda parte del mese, tutta-via, le giornate tendono ad allungarsied inevitabilmente anche le tempera-ture sono generalmente in lieve, magraduale aumento, complice il mag-gior numero di ore di soleggiamento. Le precipitazioni sono ancora fre-quenti, anche se non abbondanti; essecolpiscono principalmente il versantetirrenico e la Sardegna. Negli ultimi giorni del mese il tempotende temporaneamente a stabiliz-zarsi, tant’è che cominciano a farsisentire i primi timidi effetti dell’avvi-cinarsi della primavera e le tempera-ture durante le ore centrali dellagiornata cominciano a salire rapida-mente su valori prossimi ai 20°C, spe-cie sulle zone lontane dal mare.Febbraio, insomma, ha sempre avutole peculiarità di mese scoppiettante edinamico e sono convinto che anchestavolta saprà alternare momenti diinverno più crudo ad altri più tiepidie dolci, segnale della nuova stagioneprimaverile, non più cosi lontana.(A destra, galleria di foto dell’ondatadi neve che interessò l’Italia nel feb-braio 2012. Dall’alto, piazza del Po-polo innevata, a Roma, foto Sky Tg24;immagine satellitare del Centro Italia,meteolive.it; piazza dei Miracoli aPisa, pisatoday.it. Infine, in basso, veduta del centro diPotenza, tratta da campanialive.it).

Si attende un’invasione di aria artica a febbraio

Raccontiamo il meteo: febbraio 2012

LLe giornate si allungano, ma il mese che comincia può essere il più freddo

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 31 gennaio 2015 - Anno X, N.2Edizione chiusa dalla redazione il 30 gennaio 2015

DIRETTORE EDITORIALEPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, F. Clemente, F. Cuoco, G. DeCrescenzo, A. Esposito, E. Ferrara, R. Funaro,L. Iacuzio, G. Loffredo, R. Maisto, D. Matania,B. Mercadante, A. Morlando, A. Palumbo, A.Paparo, S. Patrizio, F. Schiattarella, L. TerziSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Ilaria Buonfanti

Probabilmente nel parco ac-canto a casa vostra passanopiù informazioni che dal vo-stro modem. Negli ultimitempi si sta assistendo a unacrescita esponenziale d’inte-resse verso il mondo vegetale,considerato da molti come lanuova miniera da cui attin-gere idee e soluzioni per laprossima rivoluzione tecnolo-gica. In particolare, molti stu-diosi e commentatori siconcentrano sulle incredibilisimilitudini che ci sono tra ilmondo sotterraneo e le reti in-formatiche. Negli ultimi anni,però, diversi studi si sono con-centrati anche su un altro es-sere vivente, che popola inquantità il nostro sottosuolo: ilmondo dei funghi. E se aprima vista quei filamentibiancastri che si trovano sca-vando di poco il terreno pos-sono sembrare niente più cherobetta schifosa, è forse il casodi ricrederci: attraverso di essipassano nutrimenti e informa-zioni, non sempre a fin dibene. Insomma, i funghi sonoun po’ la darknet del mondovegetale. La parte più nota dei

funghi (che tutti noi chia-miamo “fungo”, ma tecnica-mente è il corpo fruttifero, erappresenta solo uno dei modicon cui i funghi si riproducono)è in realtà la parte meno inte-ressante. Tutti gli scambi dinutrienti e elementi chimicisopra menzionati avvengonotra le radici di una pianta e ilmicelio, una serie di filamenticomposti da particolari strut-ture dette ife (quello che finoraabbiamo chiamato “filamentibiancastri”). I miceli possonoraggiungere dimensioni e lun-ghezze davvero considerevoli:si possono diramare, infatti,per decine e decine di metri.Già negli anni ’70 Paul Sta-mets, un micologo statuni-tense, aveva trovato dellesimilitudini tra i miceli deifunghi e ARPANET, il pro-getto del Dipartimento dellaDifesa statunitense, conside-rato come il nonno di Internet.Con lo sviluppo della Rete, ov-viamente, questa intuizione èstata studiata e approfondita:la rete miceliale ha delle somi-glianze impressionanti nonsolo per quanto riguarda lastruttura, ma anche con ilmodo in cui oggi sfruttiamo in-

ternet. È sicuro il commercioonline? No, le frodi e le clona-zioni di carte di credito sonoall’ordine del giorno. E cosìsuccede anche nell’ARPANETmiceliale: alcune piante sonodei veri e propri hacker, cheintercettano lo scambio di so-stanze (in particolare CO2) e lorubano per i propri fini. L’in-frastruttura miceliale, però,

non serve solo a trasportaresostanze, ma anche informa-zioni, proprio come il WorldWide Web. Numerosi studihanno provato come unapianta attaccata da un agentepatogeno o un afide invii, at-traverso i funghi, segnali chi-mici alle piante nei dintorni.Queste, ancorate al terrenodalle radici, certo non possono

scappare, ma, se avvisate intempo, possono attuare dellestrategie difensive di contra-sto alla malattia: dai funghi ri-cevono l’allarme, grazie aifunghi elaborano una risposta.I funghi sono un territorio an-cora tutto da scoprire, cheforse contiene risorse che po-tranno aiutare anche l’uma-nità.

I funghi sono la “darknet” del mondo vegetale

Le innovazioni del progetto "Routes"

Angelo Morlando

Un progetto che in italiano sitraduce come "percorsi" e chesi può sintetizzare con i se-guenti dati: tre anni di la-voro, circa 5 milioni di euro dicosti totali, coordinamentotutto italiano del progetto at-traverso il CNR-IRSA, 18partner tra istituti scientifici,università, aziende private edenti pubblici (tra i quali cisono le italiane INCA,3VGreeneagle, Universitàdegli Studi di Brescia, Medi-terranea delle Acque, Univer-sità degli Studi di Roma - LaSapienza).La sfida è semplicementeriassumibile con un obiettivofondamentale: ridurre ilquantitativo di fanghi totaliprodotti dagli impianti di de-purazione.

Gli attuali limiti allo smalti-mento dei fanghi di depura-zione dipendono dai seguentitemi: esistenza di pochi sitiper i rifiuti biodegradabili;forti opposizioni nel riutilizzoagricolo; standard più restrit-tivi per metalli, microinqui-nanti, parametri igienicianche in virtù della prossimaattuazione di una nuova di-rettiva europea; aumento deicosti di smaltimento.Gli obiettivi principali delprogetto sono stati i seguenti:ottimizzare e migliorare laqualità dei fanghi per l'uti-lizzo agricolo trasformandoloin un prodotto pulito e stabi-lizzato, con contenuti limitatidi parte organica, microinqui-nanti e metalli pesanti e conparticolare attenzione agliaspetti di igiene, ecotossicitàe proprietà di fitotossicità;

aumentare la produzione dibiogas attraverso l'azione in-tensiva di processi di dige-stione anaerobica; ridurre alminimo la produzione di fan-ghi attraverso soluzioni inno-vative. Le attività sono stateorganizzate e strutturate insette Pacchetti di Lavoro(Work Packages - WP) conmolte interconnessioni. Si at-tendono buoni riscontri daquesto primo progetto, mamolti ritengono che i risultatisiano adattabili solo a piccolascala. In Campania, dove ab-biamo solo macroimpiantiche servono milioni di utenti,sono sicuramente da ottimiz-zare primariamente gli stru-menti di gestione automa-tizzata e investire nella for-mazione del personale. Per saperne di più:- www.eu-routes.org

Attraverso di essi le piante comunicano tra di loro, si scambiano informazioni e nutrienti

Per un trattamento più efficace dei fanghi di depurazione

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Rosario Maisto

La scienza dei materialiguarda sempre più al mondobidimensionale!Flessibili, stabili e dotati di unvantaggioso rapporto fra su-perficie e massa, il grafene ealtri materiali stratificati bi-dimensionali si candidano adiventare i materiali del fu-turo per i dispositivi di conver-

sione e stoccaggio dell'ener-gia, ma si deve investire persviluppare tecniche di produ-zione che permettano di tra-sferire i successi ottenuti inlaboratorio ad applicazioni suscala industriale. Questo ma-teriale infatti si presentacome un foglio spesso appenaun milionesimo di millimetro(siamo quindi nell’ambitodelle nanotecnologie) poichéconsiste in un singolo strato diatomi di carbonio disposti aivertici di tanti esagoni rego-lari che si susseguono in unreticolato planare ottenutosinteticamente dalla grafite,ha tutte le proprietà che unprogettista potrebbe deside-rare, cento volte più resistentedell’acciaio, è però così sottileda essere quasi trasparente,perfetto quindi per realizzarepellicole ultrasottili e iperpro-tettive,è un ottimo conduttore

di calore ed elettricità (qualitàsfruttabile per migliorare l’ef-ficienza dei componenti elet-tronici) e presenta straor-dinarie doti di elasticità unitead una leggerezza di soli set-tanta milligrammi per metroquadro, l’ideale per materialicompositi per l’edilizia, persuper plastiche, per schermi,display e touchscreen curvi oripiegabili.L'elevata conduci-

bilità di questo materiale,unita alla sua flessibilità ealla sua natura bidimensio-nale fanno sì che possa imma-gazzinare cariche elettriche,ioni o idrogeno in modo otti-male,il rapporto fra la super-ficie utile allo stoccaggio diquesti vettori energetici e lamassa di materiale necessariaè infatti estremamente favo-revole. A riguardo, i tou-chscreen al grafene potrannoessere molto più flessibili diquelli odierni. Questi cristalli bidimensionalipermettono inoltre la proget-tazione e la creazione di strut-ture artificiali con proprietà"on-demand", dato che è pos-sibile produrle accoppiandostrati bidimensionali diffe-renti, ciascuno dotato di spe-cifiche caratteristiche. In questo modo, è possibile ab-binare,ad esempio, l'elevata

capacità di assorbimento deifotoni di alcuni materialiTMD con la capacità di tra-sporto di carica del grafene eprodurre dispositivi fotovol-taici, celle a combustibile obatterie particolarmente effi-cienti.Perché tutto ciò si realizzi, os-servano i ricercatori, è perònecessario investire sullo svi-luppo e l'ottimizzazione dei

metodi di produzione, datoche quelli attuali sono adattia realizzazioni di laboratorio oal più ad applicazioni indivi-duali, nelle quali il costo diproduzione non è un fattoreparticolarmente rilevante. Attualmente le tecniche piùvicine al traguardo della pro-duzione su scala industrialesono quelle di esfoliazione infase liquida,invece la produ-zione per deposizione chimicadi vapore e di sintesi chimicacontrollata della crescita dimicrocristalli richiede ancoranumerosi perfezionamenti. Quindi il grafenee gli altrimateriali bidimensionali astrati potranno diventare unasoluzione di primaria impor-tanza per affrontare le nuoveesigenze energetiche, e in par-ticolare il mercato in continuaespansione della conversionefra le diverse forme di energia.

Nei materiali bidimensionaliil futuro dell'energia

Attraverso una tomografia a raggi X, l’Imm (Istituto per laMicroelettronica e Microsistemi) e il Cnr puntano alla to-tale interpretazione degli scritti contenuti nella Villa deiPapiri, unica biblioteca classica sopravvissuta. Il risultatodel lavoro di Imm e del Cnr di Napoli è straordinario: perla prima volta una particolare tecnica a raggi X è stata ap-plicata ai papiri di Ercolano che, sopravvissuti all’eruzionedel Vesuvio del 79 d.C., adesso non hanno più segreti.Coordinati dal fisico Vito Mocella, hanno lavorato anche ri-cercatori del Centro nazionale delle ricerche scientifichefrancese (Cnrs), dell’università tedesca Ludwig Maximilian,e della struttura europea per la luce di sincrotrone di Gre-noble, Esrf (European Synchrotron Radiation Facility).Si tratta di 450 documenti di un’importanza straordinaria,

ritrovati nell’unica bi-blioteca sopravvissuta ditutto il mondo classico,la Villa dei Papiri di Er-colano. Scoperta 260anni fa, la Villa dei Pa-piri apparteneva al con-sole Lucio CalpurnioPisone, suocero di GiulioCesare.La Villa dei Pa-piri sorgeva a stra-piombo sul mare, suquella che era la linea di

costa prima dell'eruzione e seppellita sotto una coltre di de-triti vulcanici di circa trenta metri; ha una lunghezza dioltre duecentocinquanta metri e si alza su tre livelli. Gli ar-cheologi hanno scoperto che la Villa conservava al suo in-terno oltre 1800 papiri, questi papiri costituiscono il fondolibrario più antico posseduto dalle biblioteche italiane estraniere. Sottoposti ad una temperatura elevatissima,compresa secondo le più recenti indagini tra i 300 e i 320°C,i rotoli ercolanesi hanno subìto un processo di combustioneparziale al quale dobbiamo la loro conservazione.Proprio lostato di carbonizzazione, rendendoli simili a pezzi di legnobruciato, ha d’altra parte conferito alla materia estremafriabilità, col rischio di sfaldamenti e di perdite irreparabili,ed ancora oggi influisce sulla fruibilità e sulla conserva-zione dell’antica biblioteca. Inoltre l’inchiostro utilizzatorendeva impossibile l’uso dei classici raggi X, essendo dellastessa “densità” dei fogli. Tutti problemi che pare il teamdi lavoro abbia superato attraverso una tomografia a raggiX a contrasto di fase, utile a distinguere anche materialicon limitato contrasto tra loro. Gli esperimenti fin qui riu-sciti sono stati condotti su due papiri conservati a Parigipresso l’Institut de France. Scritti nel I secolo a.C., pare ap-partengano a Filodemo. La tecnica è ancora da affinare: inprimavera verranno condotti altri test e sviluppati ulteriorialgoritmi per l’analisi dei dati. I.B.

NNuova tecnologia per la lettura dei papiri di Ercolano

Flessibili, stabili e conduttori di elettricità

Centinaia di papiri carbonizzati risorgeranno

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Alessia Esposito

Sono ben 20 buste della spesasu 37, dunque ben il 54% del to-tale, ad essere non conformialle legge n. 28 del 2012. È questo il triste dato risultanteda un’indagine Legambiente ef-fettuata su scala nazionale, tra

novembre e dicembre 2014,presso i punti vendita dellaGrande Distribuzione Organiz-zata. La norma stabilisce quali sonoi sacchetti commercializzabilied era entrata in vigore conl’obiettivo, si legge sul comuni-cato Legambiente, “di ridurrel’inquinamento da plastica, dimigliorare la raccolta differen-ziata della frazione organica deirifiuti e la produzione di com-post di qualità, e di garantire lariconversione del vecchio mododi fare plastica da fonti fossiliverso innovativi processi di chi-mica verde da fonti rinnova-bili”. Sono cinque le regionidove sono stati prelevati i sac-chetti non conformi: Campania(7 sacchetti), Basilicata (6), Pu-glia (3), Calabria (3) e Lazio (1). Mentre, classificandoli a se-conda dei punti vendita, il risul-tato – sempre secondo i datiriportati nel comunicatostampa di Legambiente – èquesto: Sigma (5 sacchetti nonconformi), A&O (3), Crai,Eurospin e Sisa (2), Conad, De-spar/Eurospar, Eurocisette,Imagross, M.A. Supermercati/Gros, Maxisidis/Intersidis (1).E questa è solo la situazione

presso la GDO, che dovrebbeessere maggiormente sottopo-sta a controlli; la quantità dibuste illegali presso i negozi aldettaglio, piccoli commerciantie mercati rionali (di cui non si ètenuto conto in quest’indagine)si preannuncia ancora maggio-reancor più negativa.

Come riconoscere i sacchetti anorma? Debbono riportare lascritta “biodegradabile e com-postabile”, citare lo standardeuropeo “UNI EN 13432:2002”e il marchio di un ente certifica-tore (tra i più noti CIC, VIN-COTTE, DIN CERTCO). Per

esclusione, tutte le buste chenon riportano queste specifichenon sono conformi alla legge. Etra queste rientrano anche al-cune “fuorvianti”, come quelleche riportano espressioni comesacchetti in polietilene (la pla-stica tradizionale), - la scrittabiodegradabile, o ancora biode-

gradabile secondo il metodoUNI EN ISO 14855. Le san-zioni? Sono previste dalla Leggen. 116 dell’11 agosto 2014: ba-sterebbe attuarle. A tal propo-sito, Legambiente auspica unpronto intervento di forze del-l’ordine e magistratura.

Legambiente: il 54% dei sacchetti è fuori legge

Anche tra i fornelli si può ri-sparmiare energia: scegliereprodotti più efficienti dal puntodi vista energetico tra quelliche utilizziamo per preparare,conservare pietanze o per la-vare piatti e stoviglie consentedi dimezzare i nostri consumi(e la bolletta) riducendo leemissioni “casalinghe” di gasserra derivanti dal consumo diprodotti energivori. Una guidaon-line alla scelta del prodottopiù efficiente e pratici consiglisu come utilizzarli, evitandosprechi di energia, è quella pro-posta dal WWF, si chiama TopTen. Con un semplice click pos-siamo individuare, su 17 di-verse categorie, i 10 migliorielettrodomestici dal punto di

vista ambientale presenti sulmercato italiano, non soloquelli che abbiamo in cucinama anche lavatrici, tv, compu-ter, stampanti, lampade eanche automobili elettriche. Il sito è realizzato grazie al pro-gramma Intelligent Energy for

Europe della Commissione Eu-ropea. La missione del pro-getto Top Ten è quella dimitigare i cambiamenti clima-tici attraverso una trasforma-zione del mercato versol’efficienza energetica e altempo stesso incrementare ilprocesso di trasparenza delmercato stesso. Se ben sfruttata, l’efficienzaenergetica potrebbe dimezzarei consumi di elettrodomestici,apparecchi elettronici e illumi-nazione. I consumi elettrici sipossono ridurre notevolmentefin dal momento dell’acquisto:un frigorifero di classe A+++,ad esempio, consuma il 50% dielettricità in meno di un appa-recchio A+: paragonando i due

prodotti in 15 anni avremo uno‘sconto’ in bolletta di almeno350 euro. Stessa percentuale diriduzione dei consumi ancheper i congelatori: in questo casoin 15 anni la bolletta si scala diquasi 500 euro. Per la lavasto-viglie (quelle A+++ consumanoil 20% in meno di quelle diclasse A+) nello stesso periodotra una A+++ e una A+ si ri-sparmiano 200 euro. Le lava-stoviglie più efficienti oltretuttoconsumano anche la metàdell’acqua rispetto a quelle piùvecchie poiché quelle Toptensono tutte in grado di essere al-lacciate direttamente alla con-dotta dell’acqua calda in mododa risparmiare ulteriormenteenergia. G.M.

Riciclare alluminio fa bene all'ambiente e all'economia, e inquesto l'Italia è bravissima, infatti è prima in Europa e terzanel mondo per capacità di recupero di questo metallo trasfor-mandolo poi in automobili, caffettiere, biciclette, quindi glidona nuova vita. L'alluminio, come tutti i materiali metalliciè facilmente riciclabile per fusione e mentre per gli altri metalliil recupero è importante, per l'alluminio è fondamentale per-ché è riciclabile all'infinito al 100% e con l'utilizzo del solo 5%di energia elettrica necessaria per la produzione di quello pri-mario.Il risparmio è notevole, se per produrre 1kg di alluminioprimario servono 15 kwh, per l'alluminio secondario ne ba-stano 0,75kwh con la conseguenza che sempre più oggetti diuso comune sono realizzati con materiale riciclato. Il caso del-l'industria automobilistica è uno di questi, dove il 90% dell'al-luminio utilizzato per produrre i cerchioni è riciclato, il 30%viene utilizzato nella realizzazione di pistoni e cilindri e il 40%impiegato per la struttura complessiva dell'auto, per altri og-getti le percentuali sono maggiori, le caffettiere prodotte in Ita-lia sono fatte al 100% di alluminio riciclato, per le pentolesiamo al 90%. Fino alla seconda metà dell'Ottocento, quandosi sono trovati nuovi giacimenti e metodi per la produzione dialluminio primario, questo metallo era considerato semi pre-zioso, ricercato e pagato quanto l'argento eancora oggi per ot-tenere 1 tonnellata di primario sono necessarie 4 tonnellate dibauxite, ma nel corso del Novecento i progressi della tecnologiahanno comunque abbattuto del 90% il prezzo del minerale.Losvantaggio, sonoi prezzi dell'energia che sono aumentati, unproblema serio per l'Italia che importa energia.La complessitàdella lavorazione e il prezzo dell'energia sono dunque i due fat-tori che rendono fondamentale il riciclo dell'alluminio, sia perl'economia sia per l'ambiente. Un risultato da mantenere conil contributo di tutti noi.

R.M.

La seconda vita dell'alluminio

Dal WWF la top ten degli elettrodomestici green

Coinvolti i grandi supermercati, tante le false buste bio

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Antonio Palumbo

Con l’espressione “Land Art”,coniata nel 1969 dal galleristatedesco Gerry Schum, si indi-cano le opere d'arte realizzateattraverso interventi sul pae-saggio naturale: l'artista/pae-saggista esce dagli spazitradizionali, quali gallerie omusei, per intervenire diretta-mente sullo spazio macrosco-pico della natura, con lo scopoprincipale di creare un im-patto, un’esperienza con un in-torno depurato e libero daqualsiasi condizionamento.Pertanto, si qualificano come“Land Art”(o anche “EarthArt”, in Italia nota come “artedel territorio”) tutte quelle ope-razioni artistiche che modifi-cano il paesaggio trasformandolo in un’opera d'arte natu-rale, spesso permanente (ma, avolte, decisamente effimera) edi enormi dimensioni. Tale at-tività definì, a partire daglianni Settanta, l’attività di unfolto gruppo di artisti, che ope-ravano negli Stati Uniti, fra cuiJan Dibbets, Richard Long,Barry Flanagan, Dennis Op-penheim, Robert Smithson,Beverly Pepper, Michael Hei-zer, Walter De Maria, ChristoJavacheff ed altri.Con le espressioni “land” l’ideae la riflessione subentrano almanufatto, all’oggetto, indi-pendentemente dal caratteretradizionale o innovativo: illoro significato profondo, in-fatti, non sta tanto nelle opereche producono - le quali condi-vidono con le performance siail carattere effimero che la do-cumentazione, affidata esclusi-vamente alla fotografia e alleriprese video - quanto nel pen-siero che le ispira e che nellamodificazione discreta del pae-saggio vede un’opportunità perdefinire attivamente la rela-zione tra l’uomo e la natura (e,quindi, quella più ampia, masottratta agli eccessi dell’astra-zione intellettuale, tra l’uomo,lo spazio e il tempo).L’artista “land” non ha confini,né uno spazio prestabilito dovepoter operare; la sua coscienzadimostra una grande atten-zione ecologica nei confrontidella natura vitale con la qualesi trova ad interagire. Si utiliz-zano materiali semplici, comesabbia, foglie, stracci, vegetali,legno, plastiche, per ridurre aiminimi termini i simboli, per

impoverire deliberatamente isegni e ricondurli nei loro ar-chetipi. Venendo alla storia ar-tistica più recente, la Land Artpuò essere considerata come ilsuccessivo sviluppo di alcuneproblematiche minimaliste - inparticolare di quelle riguar-danti le strutture primariedegli oggetti - che ormai con-tano non tanto per la forma, ri-dotta al minimo (come nellageometria solida di Bob Mor-ris), ma per la loro qualità d’in-gombro, di volume occupato,d’obbligo spaziale nei confrontidello spettatore. Uno dei prin-cipali precursori della LandArt (chiamata in italiano anche"arte del territorio") è stato ilgià citato artista inglese, Ri-chard Long, che cominciò aprogettare e realizzare opereche prevedessero interventidell’artista sul paesaggio.Negli anni Settanta vengonorealizzate le opere più famosee monumentali, come il molo aspirale di Robert Smithson, co-struito in un lago salato delloUtah e il “Doppio negativo” diMichael Heizer, situato nel de-serto del Nevada. A partire daquegli anni, la Land Art cono-sce grande notorietà e sviluppoanche in Europa. Nel 1970, peresempio, Christo, artista cheimpacchetta luoghi e edifici digrandi dimensioni con chilome-tri di teli di plastica, è a Mi-lano, dove -realizza il celebre“impacchettamento” del monu-

mento della Piazza del Duomo.Nel 1976 ancora Richard Long,alla Biennale di Venezia, pre-senta “Scultura in pietra”, unacomposizione lapidea con ele-menti giustapposti, che, ada-giati geometricamente sulpavimento del padiglione, at-traversano più sale ed esconoaddirittura fuori dallo spaziochiuso, continuando al-l’esterno.Oggi l’artista più attivo rimaneChristo, il quale, portandoavanti la sua “poetica degli im-pacchettamenti”, continua adimpressionare, realizzandoopere “land” cariche di signifi-cati simbolici, in ogni parte delmondo.

Land Art: arte, simbolo e paesaggioIntervenire direttamente sullo spazio macroscopico della natura

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Salvatore Patrizio*

Sono ormai svariati anni che siassiste ad una crescente atten-zione al settore enologico daparte di molte nazioni (in primisFrancia, Italia, Australia eUSA), testimoniata dai consi-stenti investimenti messi incampo e dai cospicui movimentieconomici che questo mercatomuove. In Italia (che gli antichiGreci chiamarono Enotria, terradel vino), vi è sempre stato ungrande interesse verso questosettore dove si lavora costante-mente per il miglioramento qua-litativo dei vini, così da renderlisempre più concorrenziali in unmercato mondiale fortementeglobalizzato. Per affrontare que-sta imponente sfida la RegionePuglia ha finanziato un Pro-getto denominato “INNOWINE- Biotecnologie innovative per ilmiglioramento della qualità esicurezza dei vini tipici pu-gliesi”, coordinato dal dr. Anto-nio Logrieco (Direttore delCNR-ISPA), che ha visto coin-volti sia il mondo della ricercache quello produttivo: l’Istitutodi Scienze delle Produzioni Ali-mentari (CNR-ISPA), l’Istitutodi Microelettronica e Microsi-stemi (CNR-IMM), l’Istituto diFisiologia Clinica (CNR-IFC) esei aziende vinicole pugliesi, tracui la Cantina Coppola di Galli-poli (Lecce). Un team di ricerca-tori del CNR-ISPA, guidati daldr. Francesco Grieco (Unità Or-ganizzativa di Supporto diLecce), ha iniziato le attività diricerca indirizzandole su dueprincipali obiettivi: migliorare leprocedure di vinificazione delle

aziende vinicole pugliesi (attra-verso l’utilizzo di tecnologie in-novative) ed elevare la qualitàdei vini tramite una selezioneenologica (mediante l'utilizzo dimetodologie microbiologiche,chimiche, molecolari e fisiologi-che) di ceppi di lieviti autoctoniper la produzione di starter fer-mentativi. A tale scopo ha in-centrato le ricerche nello studioed utilizzo di ceppi di lieviti ti-pici presenti sulle uve di “Ne-groamaro” e “Primitivo”, loca-lizzati in differenti aree vinicolepugliesi, dando così la possibi-lità a queste due qualità di vinodi esprimere al meglio le propriecaratteristiche organolettiche,in particolare i cosiddetti “pro-fumi secondari”. La sinergia tra le parti ed il me-ticoloso lavoro di innovazionebiotecnologica svolto dal gruppodi ricercatori ha consentito di ot-tenere eccellenti risultati conqualità di vini apprezzati e rico-nosciuti che rispettano in pienola tipicità e la sicurezza garan-tite dalla Denominazione d’Ori-gine Controllata. A riprova diciò c’è da dire che il Negroamaro“Li Cuti Alezio DOC 2012” dellaCantina Coppola, che ha utiliz-zato i lieviti autoctoni, ha vintoil prestigioso Premio NazionaleDouja D'Or 2014, assegnatodallo storico concorso per viniDoc e Docg della Camera diCommercio di Asti. È chiaro,

quindi, che l'impiego di nuovecombinazioni microbiche, otte-nute da microflore autoctone, èun potente strumento per legareprofondamente il vino al suoterritorio. In altre parole coniu-gare “innovazione e tradizione”è oggi davvero possibile e questoconnubio è un’arma strategica-mente vincente per la competi-tività sui mercati internazionali.Inoltre, è importante sottoli-neare che le colture oggi in com-mercio sono in numero limitato,di provenienza spesso non notae con proprietà enologiche moltosimili e l’impiego diffuso di un

singolo starter in un determi-nato areale di produzione puòdivenire una causa di appiatti-mento della qualità dei vini iviprodotti. La ricerca continueràsu questa strada con il precisointento di valorizzare semprepiù le proprietà autentiche deivini utilizzando starter micro-bici autoctoni che ne esaltino leinnate peculiarità e che permet-tano di esprimere al meglio ilpotenziale dell’uva (aromi,struttura e colore) garantendola sicurezza di terminare la fer-mentazione. La trasferibilità deirisultati raggiunti in questo stu-

dio permetterà anche ad altreproduzioni vinicole tipiche e/o dinicchia del nostro Paese di poterusufruire di questo strumentoinnovativo per il miglioramentodelle qualità organolettiche esalutistiche dei vini prodotti.Il potenziale dell'Italia vitivini-cola è immenso ed i consumatorihanno ormai compreso che ilvino non è soltanto una sem-plice “bevanda” usata per ac-compagnare un pasto ma può edeve essere intesa come un pre-libato nettare da gustare al paridi un’opera d'arte.*CNR-IBAF UOS Napoli

Cellule di Saccharomyces cerevisiae

UN VINO DA OSCARSelezionati nei laboratori del CNR lieviti autoctoni per una produzione d’eccellenza

foto 1- Imbottigliamento sperimentale di vino prodotto mediante microvinificazioni sperimentali con lieviti autoctonifoto 3 - Impianto industriale di vinificazione di un’Azienda partner in un progetto di ricerca

foto 1

foto 3

Impianto pilota di fermentazioneper la produzione di biomasse di

autoctoni lieviti starter

Uva Negroamaro

foto 2

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DIETA MACROBIOTICA: DALLA FILOSOFIA ALLA TAVOLA Macrobiotica dal greco Makros ovverogrande e Bios vita. Letteralmente vuoldire lunga vita, grande vita, pienavita. La macrobiotica ha origini lon-tane. Risale, infatti, ad una filosofiaorientale di circa 5000 anni fa, carat-terizzata da una visione olistica del-l’uomo. La nutrizione era intesa comeun modus vivendi finalizzato a garan-tire equilibrio tra mens e corpore.Dalla filosofia ad un regime alimen-tare riconosciuto, il passo non è statopoi così breve. È intorno alla metà delsecolo scorso che si assiste ad un veroe proprio startup della dieta macrobio-tica. Il precursore fu Nyioti Sakura-zawa - filosofo e medico giapponese –che affascinato dai principi filosoficisui quali si fondava, ne sviluppò delleregole alimentari, ispirate a quelle deimonaci buddisti. L’elemento chiave diquesta dieta è garantire equilibrio earmonia tra anima ecorpo. Un equilibrioche si traduce nelsaper bilanciare ledue forze opposte: Yin- che corrisponde al-l’oscurità e alle fun-zioni passive – e Yang– corrispondente allaluce e alle funzioni at-tive. Parimenti, ladieta macrobioticasuddivide tutti gli ali-menti in due catego-rie. Cibi acidi e cibialcalini per inten-derci. Quali le pecu-liarità di questa dieta

che si potrebbe definire sui generis? Lepremesse da osservare sono le se-guenti: evitare alimenti derivantidalla lavorazione industriale, privile-giare prodotti provenienti da coltiva-zioni e allevamenti naturali, bandirecibi ad elevato contenuto di zuccheri,preferire frutta e verdura di stagione,il pesce alla carne, masticare a lungo,utilizzare sale marino allo stato natu-rale, eliminare il caffè. Sono da consi-derarsi “cibi bilanciati” e dunqueammessi in questo tipo di dieta: i ce-reali tra cui frumento, riso, orzo,avena, miglio, grano saraceno, mais esegale; grassi vegetali ricavati dal se-samo, ma non si disdegna il tanto ap-prezzato olio extra vergine di oliva; lealghe ricche si proteine e sali minerali;e in auge le leguminose ovvero ceci,lenticchie soia, fagioli azuki. Una dietaidratante a tutto tondo. Basti conside-

rare che frutta, ver-dura, legumi e cerealisono importanti fontidi acqua. Ma in chemisura consumaretali prelibatezze natu-rali? I cereali inte-grali vanno per lamaggiore con unaquota del 50%. A se-guire le proteine con il25 % - suddivise in un10% di origine ani-male e un 15% di ori-gine vegetale. Allapari con frutta e ver-dura. I suggerimentinon finiscono qui.

Siamo di fronte ad una vera dieta mi-nuziosa. Anche preparazione e cotturagiocano un ruolo fondamentale. È pos-sibile variare tra 3 tipi di cottura:lessi, saltati in padella in acqua e unpo’ d’olio, oppure scottati. Non utiliz-zare pentole o utensili in alluminio –responsabili di alterare le proprietà

dei cibi. Privilegiando, piuttosto, pen-tole d’acciaio e tegami in terracotta.Pareri esperti la definiscono una dietaeccessivamente rigorosa che cela delleinsidie. Il rischio primario è quello diincorrere in carenze nutrizionali diproteine, ferro, calcio, zinco, e alcunevitamine. F.C.

RADIAZIONI DA WI-FI: NONFANNO MALE QUANTO SI CREDE

Fabio Cuoco

Ultimamente, le onde radiowi-fi sono continuo bersaglio dicampagne allarmiste che, pro-babilmente, non informano adovere gli utenti. Come affer-mato dall’OrganizzazioneMondiale della Sanità, e con-fermato anche da l’Health Pro-tection Agency britannica edallo standard IEEE 802.11,la potenza radio delle connes-sioni senza fili è molto bassa,nell’ordine dei cento milliwatt,ben al di sotto, dunque, dellasoglia considerata pericolosa.Questo perché le onde dellaconnessione senza fili non sonoionizzanti, vale a dire chehanno una lunghezza inferiorea quella della luce e, di conse-guenza, non alterano le mole-cole. Stare troppo vicino ad un

router wi-fi, dunque, è dan-noso, ma mai quanto tenereun telefono cellulare vicinoalla testa: secondo l’OMS, in-fatti, la dose di onde radio as-sorbite dall’organismo in 20minuti di conversazione equi-valgono a circa un anno diesposizione ad una connes-sione senza fili domestica. Taledato è, comunque sia, rivedi-bile, nel caso in cui il router inquestione sia localizzato inuna zona della casa in cui nonsi trascorre la maggior partedel tempo: le onde radio, in-fatti, seguono la cosiddettalegge dell’inverso del qua-drato, vale a dire quella se-condo cui ogni qualvolta siraddoppia la distanza dallafonte emissiva, si riceve sol-tanto un quarto dell’energiaprodotta. In altri termini, se

ad un metro da un router si as-sorbono appena 0,1 watt, a 2metri, il danno si abbatte di3/4, arrivando a 0,025 watt.E, considerando che un forno amicroonde emette 100 watt, lamaggior parte dei quali, però,rimane nel vano, va da sé chela differenza è davvero note-vole. Si può tranquillamenteaffermare, dunque, che leemissioni dannose di un routerwi-fi possono essere assimilatea quella che viene chiamata

radiazione cosmica di fondo,ossia quella che gli scienziatihanno individuato come di-retta conseguenza del big bange che assorbiremmo anchestando su un isola deserta. Leonde wi-fi, ad ogni modo,fanno male e non bisogna sot-tovalutare il problema: è sem-pre consigliato localizzare ilrouter in alto o comunque inun luogo difficilmente accessi-bile, giacché le case produttrici

raccomandano una distanzaminima di 20 centimetri dalcorpo. Inoltre è necessario,come per tutti gli altri elettro-domestici ed oggetti radioat-tivi, tenerli lontani dallaportata dei piccoli: il cranio deibambini, infatti, è più sottile ele onde emesse possono provo-care la degenerazione dellaguaina mielinica protettiva deineuroni, causando possibilidanni al cervello.

Spesso si ingigantisce il problema, ci sono elettrodomestici più dannosi

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Intorno alla metà dell’Otto-cento iniziò l’industrializza-zione di quella che fino adallora era stata una splendidae antica tradizione: quelladella produzione dei vini cam-pani. La produzione vinicolaandò lentamente industria-lizzandosi come dimostra unesempio significativo: dopo itrattati di commercio stretticon gli Stati Uniti d'Ame-rica, l'esportazione del vinoaumentò dalle 989 botti del1845 alle 2934 botti del 1846;lo stesso aumento si ebbe perun altro tipo di produzione,quello della frutta secca. GiàPlinio, del resto, aveva scrittola storia delle nostre viti,della grande varietà delle no-stre uve e dei metodi che ca-ratterizzavano la produzionedei vini ma “un tempo, e nesono fresche le memorie, noiarrossivamo di vestir pannineo portar cappelli o avere ar-nese qualunque che non fosseopera di mani straniere: edavevamo vergogna ad imban-dire le nostre mense di viniindigeni. Re Ferdinando im-prese a vendicare l’onore dellenostre vigne nelle sue RealiDelizie, ogni cura adoperandoper avere vini fatti comel’esperienza, di utili metodisagace maestra, e le novelleteoriche della chimica consi-gliavano. I nostri vini con

sommo accorgimento desti-nati dal Monarca a renderepiù splendidi i suoi conviti elevati a cielo dai più illustriospiti stranieri scossero la no-stra scioperata indolenza epresto non fu gran possedente

il quale non amasse segna-larsi con quelli delle sue terre.La quale bella gara sarebbestata assai più profittevole senon si fosse desto in molti ildesiderio d’imitare con le no-stre uve or l’uno or l’altro li-

quore straniero […] perché levigne le quali danno il deli-zioso Geraci o il Capo diLeuca non daran mai né ilBordò né il Borgogna… Magià gli amatori lodano a cieloil bianco del Ponte della Valleo dell’arse terre che copruonole estreme falde del Vesuvio oi vini bianchi della famosaCapri e quelli del dolce montedi Posilipo dolcemente gene-rosi, pieni di gradevole pro-fumo e perciò da un grecopoeta appellati Vini di Giove,ristoratori della salute e ral-legratori del cuore”. Un’apposita Società Enolo-gica era stata istituita perraccogliere notizie sui siti esull’estensione delle vigne,sulla quantità di vino che esseproducevano, sul gusto e sulprofumo che distinguevanoun vino dall’altro, sui possibilitrapianti di uve, sui metodi dicoltivazione e di produzione,sulle ragioni che rendevano ivini più o meno pregiati, suimetodi di trasporto per maree per terra. La Società curavaanche la pubblicazione di unGiornale Enologico per appro-fondire gli stessi temi e posse-deva delle cantine in proprioper le sperimentazioni tra levaste e antiche grotte di Posil-lipo e a Pozzuoli con oltretrentamila botti. Tra le qua-lità di vini più famose a Na-poli e in provincia “un vinoeccellente chiamato greco, unvino leggerissimo acquoso che

la minuta gente chiama ma-rano, un altro assai dolcedetto lambiccato; e ci vieneudito che un tempo si facea lamalvasia a Torre del Greco eche alcuni proprietari fannodel buon moscato a Posillipo”.Il vino greco, assai pregiato eresistente, era di colore roseoe i vitigni per produrlo si tro-vavano principalmente allefalde di Somma e del Vesuvio;a Portici e a Resina venivaanche definito lagrima (omezza lagrima unendolo adaltre uve bianche); a Portici, aResina e a Torre del Grecoerano pregiati anche l’aglia-nico e il piede palumbo. Da unelenco molto parziale di uveche venivano coltivate solo neidintorni di Napoli si eviden-zia già la grande varietà va-rietà delle uve stesse (e deicorrispettivi vini). L’impoveri-mento dell’agricoltura e lavera e propria estinzione dimolte varietà di produzioni lo-cali è uno dei problemi più at-tuali del nostro territorio. Trale uve più volte citate si ricor-dano, ad esempio, l’aglianica,la pignola, la dolcetta, la pie’palumbo, la S. Niccola, la ca-valla, la colagiovanni, la tin-tora, l’olivella, l’olivellabastarda, la parasacco, la for-cinola, la sanseverina, la ca-stagnara, la sanfrancesco, lalugliesa, la cascaveglia, lamangiaverra, la S. Francesco.Varietà e qualità perdute persempre?

Tante uve, tanti vini…I vitigni meridionali tra tradizione e industrializzazione

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Lorenzo Terzi

François Maximilien Mis-son (circa 1650-1722) fu ungiurista e scrittore ugo-notto, rifugiatosi in Inghil-terra in seguito alla revocadell’editto di Nantes (1685).Viaggiò poi in Italia comeprecettore del conte d’Ar-ran, Charles Butler. Nel1691 diede alle stampe aL’Aia, in due volumi, il Nou-veau voyage d’Italie, fait enl’année 1688. Avec un mé-moire contenant des avisutiles à ceux qui voudrontfaire le mesme voyage.L’opera di Misson conobbenumerose edizioni succes-sive, nonché traduzioni intedesco e in inglese, influen-zando fortemente la visionedell’Italia nell’immaginariobritannico durante tutto ilSettecento. Quando il viag-giatore protestante arriva aNapoli, nel 1688, l’anticaPartenope gli appare ancoracome “una delle più nobilicittà del mondo, e probabil-mente una delle più belle”.Le strade, “dritte e largheper la maggior parte”, sonoaffiancate da case alte,quasi tutte dai tetti piatti e

di struttura uniforme. Sic-ché, nota Misson, “Londra,Parigi, Roma, Vienna, Ve-nezia, e molte altre città fa-mose hanno in verità deibegli edifici, ma questi sonoinframmezzati da bruttecase, laddove Napoli è gene-ralmente tutta bella”. Anzi,

un numero considerevole diabitazioni napoletane pos-sono meritare senz’altro ilnome di “Palais”, comequelle “del Duca di Madda-loni, di Gravina, d’Airola,della Torre, dei Principi diSant’Agata, di Montemi-letto, di Botera, di Cella-

mare”. L’attenzione del visi-tatore è catturata anche daben più imponenti costru-zioni civili: il Palazzo del Vi-ceré (destinato a diventareil Palazzo Reale) e quellodegli Studii nuovi, al giornod’oggi sede del Museo Na-zionale, nonché le fontane di

Fonseca, Nola e Medina.Ma è l’edilizia ecclesiastica,la moltitudine e la ricchezzadei conventi a suscitare inmodo del tutto particolare lameraviglia dell’autore fran-cese. “Se si vogliono vederedei begli esempi di architet-tura” afferma Misson “biso-gna visitare le chiese;bisogna vedere i portali, lecappelle, gli altari, le tombe.Se si vogliono vedere dellerare pitture, delle sculture,e oro e argento a carrettate,non si deve fare altro cheentrare nelle chiese. Levolte, i rivestimenti, lemura, tutto è o ricoperto dimarmi preziosi e incasto-nati a regola d’arte; oppurea scompartimenti di basso-rilievi, e di serramenti do-rati e arricchiti dalle operedei più celebri pittori”.Ognuno dei venticinque otrenta templi da lui ammi-rati trabocca di “diaspro,porfido, mosaici d’ogni fog-gia, capolavori d’arte”: sif-fatte meraviglie si mostranoin gran copia allo sguardoaffascinato dello scrittorepresso la chiesa professa deiGesuiti (l’odierno “GesùNuovo“), la chiesa e l’ospe-dale dell’Annunziata, i Giro-lamini, Santa Maria laNova, San Severino, SanPaolo Maggiore, San Dome-nico Maggiore, nonchépresso la chiesa e il mona-stero di Monteoliveto.

Ognuno dei templi ammirati trabocca di “diaspro, porfido, mosaici d’ogni foggia, capolavori d’arte”

François Maximilien Misson a Napoli

Linda Iacuzio

Nel 2005 lo storico e archeologo AdolfoPanarello ha scritto un saggio, corre-dato di un ricco apparato bibliografico edocumentario, dal titolo Note e docu-menti per la storia feudale del Castellodi Conca della Campania. Il primo in-sediamento fortificato riferibile aConca, afferma Panarello, “sembra do-versi cercare nel Castrum Pilanum, dicui fa menzione Erchemperto nel capi-tolo 44 della sua Historia Langobardo-rum Beneventanorum”. Fra l’880 el’881, infatti, Pandonolfo, conte diCapua, assediò per due volte il forte, si-tuato non lontano dall’attuale abitato diConca, cittadina oggi in provincia diCaserta. Il Castrum Conchae dei docu-menti posteriori e il Castrum Pilanumcostituirono tuttavia, già dal X secolo,“due realtà distinte tra le quali non è fa-cile, al momento, dire quale relazione vifosse”. Comunque sia, è certo che il Ca-strum Conchae figura tra i possedi-

menti che nel 1047 l’imperatore EnricoIII confermò all’Abbazia di Montecas-sino. Il castello rimase nella signoriacassinese fino al XII secolo.Dopo essere tornata sotto il dominio im-periale, la fortezza, insieme con il terri-torio di Conca, venne concessa a diversifeudatari. Successivamente, scrive Pa-narello, “alla morte di Domenico De

Capua, ultimo principe di Conca, chenon lasciò legittimi successori, la Terracon il suo castello e i suoi beni furonoesposti venali dalla Regia Corte”. Essavenne quindi acquistata dalla duchessadella Celenza, Giustiniana Pinelli, e dalfiglio di lei, Fabrizio Capece Minutolo,per una cifra di circa 37000 ducati. Ga-rante della transazione fu Carlo Invitti,marchese di Prata, che - a fronte del-l’inadempienza finanziaria della du-chessa Pinelli - si ritrovò padrone ditutta la Terra di Conca, e Casali conCastro, seu fortillitio, hominibus, vaxal-lis et cum omnibus eius corporibus. Allasua morte, nel 1705, il figlio Nicola In-vitti “ratificando la cessione, ne divennelegittimo e stabile proprietario”.Nel XIX secolo la rocca passò alla fami-glia Galdieri. Della costruzione anticasono pervenuti alcuni ambienti e torridi pianta quadrata che testimoniano ilcambio di destinazione d’uso dell’edifi-cio da struttura militare ad abitazione,avvenuto nel corso del Cinquecento.

Il castello di Conca della CampaniaLa fortezza rimase nella signoria cassinese fino al XII secolo

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IIL NUOVO PORTALE PER LA SPESA IN OFFERTA A KM ZERO

Nonostante la crisi economica, nono-stante l’emergenza rifiuti, gli sprechisul cibo non sembrano destinati a ri-dursi, con un danno per l’economia eper l’ambiente: sono circa 146 i chili dicibo pro capite sprecati in un anno. Èun’idea torinese, il portale Lastminu-tesottocasa.it, che cerca di arginare lospreco fornendo un punto di contattotra negozianti e consumatori, consen-tendo un notevole risparmio. I nego-zianti pubblicano infatti online leofferte speciali sulla “merce inven-duta”; al consumatore basta collegarsisul portale e, grazie ad un sistema digeolocalizzazione gli verranno fornitele offerte speciali sotto casa, i cosid-detti “food alert” , direttamente sulproprio smartphone. Ciò consente un vantaggio in terminieconomici per il venditore e per l’ac-quirente e, inoltre un beneficio perl’ambiente, grazie ad una significativariduzione degli sprechi di cibo. Sul sitoviene definito un sistema Win-Win-Win proprio perché produce una “vit-toria” per tutti e tre gli attori coinvolti:vince l'esercente, vince il cliente, vinceil pianeta.Il progetto, nato dall’incubatore im-prese innovative I3P del Politecnico diTorino, ha già raccolto molti consensie prevede un’ulteriore diffusione.Come funziona? Basta iscriversi conun account per negozianti o uno per ilconsumatore. Il primo prevede l’inse-rimento della descrizione dell’offerta,il secondo i criteri secondo cui ver-

ranno ricevute le promozioni. Tra que-sti: la distanza da casa, dall’ufficio odalla palestra (e chi più ne ha più nemetta) dei punti vendita che presen-tano l’offerta in tempo reale e da qualitipologie di negozio.Il progetto mira afavorire i piccoli commercianti e i pro-dotti freschi, a “km zero”: pescherie,gastronomie, banchi del mercato, maanche “girarrosti”. Quelli, ovvero, che a fine giornata de-

vono fare i conti con il problema delprodotto invenduto da buttare.Un’evoluzione digitale che favoriscequindi i piccoli esercizi commercialigrazie alla sinergia tra tecnologia (chei consumatori sono sempre più abi-tuati a utilizzare per i propri acquisti)ed un ritorno al dettaglio.Rivela l’ideatore del progetto, France-sco Ardito, alle telecamere del Tg3Piemonte, che in nove mesi, il periodo

trascorso dall’attivazione del progetto,è stata risparmiata circa una tonnel-lata di cibo soltanto a Torino. E, ag-giunge, che, seppure il negoziante nonci guadagna al momento, ha l’occa-sione di innescare un meccanismo vir-tuoso. Ha infatti l’opportunità diincontrare il consumatore e fargli co-noscere i propri prodotti, acquisendolomagari, su lungo termine, comecliente. A.E.

Fertilizzanti azotatinella concimazione dei cereali

Fabio Schiattarella

La scelta di acquistare fertiliz-zanti azotati durante il primointervento di concimazione in-vernale dei cereali appare ilprimo elemento di program-mazione delle attività impren-ditoriali in agricoltura. Gliapporti di azoto risultano im-portanti specie durante annateparticolarmente piovose chelasciano terreni umidi e pe-santi. L’azione di azotatura vasvolta in un periodo corretto,tenendo l’occhio vigile sull’ an-damento climatico. Necessarioprogrammare un buon pianodi concimazione definendocosa, quanto, e quando pian-tare, ciò non è un passaggiobanale perché esso va inter-pretato seguendo le dinamichedi fertilizzazione. Definirequando intervenire e con quali

quantità non è sempre sem-plice da definire. Il concimeazotato più utilizzato e paral-lelamente più indicato per i ce-reali a paglia è il NitratoAmmonico,in altri termini ilsale dell'ammoniaca con l'acidonitrico. La sua formula chi-mica è NH4NO3 reagisce en-dotermicamente con l'acqua, ilche lo rende il componente at-tivo del cosiddetto "ghiaccioistantaneo", per uso medico o

sportivo. Il Nitrato Ammonicoappare ideale innanzituttoperché viene assimilato lenta-mente dal suolo costituendouna risorsa spendibile neltempo, poi perché ideale per latecnica di concimazione frazio-nata poiché viene assimilatodalle colture in corrispondenzadelle fasi di maggiore esigenzadi azoto da parte delle colturestesse. La tecnica della conci-mazione frazionata prevedetre interventi: uno in accesti-mento, uno nel momento dellalevata ed infine uno in fase difioritura. Riguardo la quantitàda distribuire il discorso è com-plesso ma in linea teorica peril grano di parla di un assorbi-mento d’azoto di circa 25 kgper tonnellata di produzioneattesa. In ogni caso, ad iniziolevata la pianta ha assorbitogià ¾ di azoto assorbibile.

Progetti innovativi “eco friendly“ contro lo spreco di cibo

IL NITRATO AMMONICO È QUELLO PIÙ UTILIZZATO DAGLI AGRICOLTORI Nissan e NASA, accordo per l’auto intelligente

Durerà cinque anni, l’accordotra la casa automobilisticagiapponese Nissan e la NASAAmes Research per creare laprima vettura completamenteautomatizzata. Non è la primavolta che l’ente statunitenseper le attività spaziali ha a chefare con autoveicoli e macchi-nari di alta automazione:l’agenzia a stelle e strisce, infatti, ha progettato, negli scorsidecenni, il software in grado di telecomandare i due Rovermarziani, Spirit e Opportunity, e i robot a bordo della StazioneSpaziale Internazionale. Ma le novità non si limiteranno sol-tanto alla guida automatizzata: il prototipo è stato realizzatonel pieno rispetto dell’ambiente, utilizzando come fonte dienergia quella elettrica. Inoltre, NASA e Nissan lavorerannoanche su altri componenti, come i sistemi autonomi di trasmis-sione, le interfacce uomo-macchina, le applicazioni di rete ed isoftware di analisi e di verifica, oltre agli innumerevoli altrioptional di cui l’auto intelligente sarà dotata. Inoltre, non sarà,ovviamente, trascurata la sicurezza: tra le varie tecnologie, in-fatti, saranno oggetto di studio anche i sensori che rilevano ilrischio di collisione, con conseguente frenata automatica, oltrea quelli di parcheggio ed altri accorgimenti volti a conservarnesempre l’integrità. Si tratta dunque di una vera rivoluzione nelmondo dell’automotive, dopo la realizzazione dei droni, chepermettono lo sfruttamento di velivoli telecomandati, entro il2020 sarà possibile anche utilizzare mezzi su strada a comandoremoto.

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Cristina Abbrunzo

Sono le nuove generazioniche più di ogni altre devonoimparare a non sprecare, per-chè proprio i bambini e i ra-gazzi tra non molto tempoavranno in mano il pianeta:la cultura del non spreco vainsegnata sin dalla più te-nera età. A questo propositoun’iniziativa degna di notache va in questa direzione è ilprogetto educativo “Storie ri-ciclate con stile”, rivolto atutte le scuole di Genova edintorni, una preziosa oppor-tunità per condividere inclasse una riflessione suitemi della ecosostenibilità,del riciclo e della raccolta dif-ferenziata, attraverso un per-corso di scrittura creativa.L’iniziativa – completamentegratuita per le scuole – è pro-gettata dalla rivista di libriper bambini e ragazzi Ander-sen e promossa da Amiu conConai e sei consorzi della fi-liera del riciclo imballaggicon il patrocinio del Comunedi Genova, della Regione Li-guria e del MIUR-Ufficio Sco-lastico Regionale per laLiguria.Lo spunto operativo alla basedel progetto, in giocosa sinto-nia con l’idea del riuso e delriciclo, è offerto dal libro

“Esercizi di stile” di RaymondQueneau, nel quale l’autorefrancese parte da una sem-plice storia di quotidianità epoi compone un centinaio divariazioni di stile e forma,

giocando con i linguaggi, leambientazioni, i generi lette-rari e i giochi linguistici: unvero riuso del materiale dipartenza e di riciclo nel darenuova vita alla storia.

Nello stesso modo, da unabreve storia di partenza, i ra-gazzi delle scuole genovesisono invitati a creare nuovestorie utilizzando le variantisuggerite. Conoscete Acciaio,

un tipo veramente tosto? E ilsuo amico Vetro, trasparentee dal collo lungo lungo? O Al-luminio, brillante e che saadattarsi alle situazioni;come Plastica, morbida, resi-stente e davvero polivalente?Nel gruppo ci sono ancheCarta e Cartone, due gemellitenaci e curiosi, sempre ingiro per il mondo; Legno, untipo tutto d’un pezzo, nodosoe insostituibile e Umido Me-tropolitano, imprevedibile esorprendente. Si tratta dellepersonificazioni dei diversiimballaggi che diventano iprotagonisti della storia dibase realizzata dallo scrittoreAnselmo Roveda e dall’illu-stratore Enrico Macchiavello:una sfida che porterà nellescuole non solo nuove compe-tenze in tema di ecosostenibi-lità, ma anche la possibilitàdi arricchire la propria biblio-teca scolastica, grazie al mon-tepremi in libri che spetteràagli elaborati vincitori. La consegna degli elaborativa fatta entro il 20 marzo2015 e tutti gli insegnanti cheprocederanno all’iscrizionepotranno partecipare gratui-tamente a un corso di forma-zione di scrittura creativacondotto dallo scrittore An-selmo Roveda.

Tra arte, ecologia, cibo e naturaIl progetto scuola Expo Milano 2015

550.000 bambini, 22.000classi, 2.800 scuole sono leadesioni record per la terzaedizione di Kids CreativeLab, progetto ideato nel 2012dalla Collezione Peggy Gug-genheim e OVS, e che vedequest’anno la collaborazionecon il Padiglione Italia ExpoMilano 2015 e il patrocinio diProgetto Scuola Expo Milano2015. Kids Creative Lab in-treccia ora i contenuti di artee creatività, da cui nasce, conle tematiche di Expo 2015:agricoltura, alimentazione,biodiversità e sostenibilità.Arte-Coltura è il titolo del la-boratorio creativo ideato daldipartimento educativo dellaCollezione Peggy Guggen-heim insieme a OVS: i parte-cipanti all’iniziativa, comple-tamente gratuita, saranno

infatti alla prese con la crea-zione di un vero e proprio ortoe con un workshop “green”.Grazie all’azienda Fratelli In-gegnoli, sponsor tecnico diquesta terza edizione, chefornisce gratuitamente le se-menti, tra dicembre e gen-naio i bambini e le classiiscritti, possono ritirare ilproprio Kit d’Artista nei ne-

gozi OVS, insieme aun manuale d’istru-zioni completo dispunti tematici eapprofondimentimultidisciplinariper realizzare Arte-Coltura. Così i partecipantipotranno sperimen-tare la coltivazionedei semi, in classe oa casa, e osservarela crescita di piante

come il girasole, la barbabie-tola, il cavolo, il pomodoro, emolte altre. Nel corso del laboratoriocreativo, i bambini si prende-ranno cura di un seme di al-bero. Nel luogo dove verràpiantato il germoglio, do-vranno realizzare una grandeforma ben visibile dall’alto

utilizzando unicamente ma-teriali naturali quali pietre,rami, foglie, sabbia, erba, ecc.Seguendo i canoni della LandArt e i principi della prossimaEsposizione Universale, isegni lasciati sul territoriosaranno ad impatto ambien-tale zero, in quanto realizzatisenza alcun materiale discarto. Le installazioni create daipartecipanti, manifestazionevisibile di tutti gli alberi cheverranno piantati nell’ambitodi Kids Creative Lab, sa-ranno documentate attra-verso uno scatto fotografico, edaranno così origineall’“eARTh-DAY”, esperi-mento di arte partecipatarealizzato dalle scuole e total-mente inedito in Italia.

C.A.

Storie riciclate con stile: un concorso per le scuoleTra scrittura creativa e riciclo

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Eleonora Ferrara

È naturale che il Governo Ita-liano debba procedere, semprepiù alacremente, nella prosecu-zione dell’emanazione di altridecreti attuativi seguendo spe-cifici obiettivi come, per esem-

pio, il superamento delleAssociazioni in partecipazione,considerando, invece, in modofavorevole sotto il profilo dell’al-leggerimento fiscale le partiteIVA autentiche che scaturi-scono da iter professionali con-facenti alle proprie iniziative. Anche il contratto a progetto, alquale troppo spesso si è ricorsoin passato, per aggirare il con-tratto di lavoro dipendente contutte le tutele annesse, va

senz’altro superato. Lo stru-mento per il superamento diquest’ultimo tipo di contratto,viene offerto dal nuovo con-tratto a tempo indeterminato atutele crescenti, valutando, alcontempo, l’eventualità, solo inpiccola parte, se perdurare in

una forma di rapporto di colla-borazione indipendente con leimprese, unicamente per leprofessionalità più elevate. Indiscutibilmente, vanno su-perate quelle vere e proprietrappole di precarietà che sonorappresentate dal lavoro inter-mittente, dal lavoro a chia-mata e dal lavoro accessorio.In Europa, tutto ciò è stato datempo normato diversamente,come avviene per esempio in

Germania, dove si è stabilitauna regolamentazione attra-verso i mini-jobs, auspicandoche anche in Italia si possa re-golamentare, al riguardo, conuna tipologia unica, alquantosemplificata e con un tassativolimite di reddito, per ipotesi,

fino a cinquemila euro annui.Il progetto Buona Scuola, cheprevede ben duecento ore in al-ternanza scuola-lavoro negliultimi anni del ciclo scolastico,potrebbe essere una validaprospettiva, per ricompren-dervi la maggior parte dei tiro-cini, che attualmente sonoimproduttivi di arricchimentoprofessionale senza alcuna ga-ranzia di inserimento in am-bito lavorativo.

L’efficace azione del Governo

ECOSOLUZIONINell’ambito del programma comunita-rio Horizon 2020, che consente di fi-nanziare iniziative innovative concontributi a fondo perduto pari al 100%della spesa, sono stati pubblicati duebandi, con scadenza al 21 aprile 2015,aperti anche agli enti locali. I bandiverteranno su soluzioni e strategie eco-innovative, nonché sull’impiego soste-nibile degli scarti agricoli e sullacooperazione per la gestione delle ma-terie prime: i progetti potranno infattiriguardare: la prevenzione della produ-zione dei rifiuti, il trattamento, la rac-colta, il recupero ed il riciclaggio deglistessi, l’elaborazione di strategie inno-vative e sostenibili per la prevenzionee la gestione dei rifiuti nelle aree ur-

bane. Nel settore agricolo si intendeinoltre incentivare l’uso efficiente deirifiuti, coprodotti e sottoprodotti agri-

coli. Il progetto deve prevedere attivitàinnovative, ossia finalizzate a crearenuove conoscenze e tecnologie. Le relative domande potranno esserepresentate attraverso il portale all’in-dirizzo http://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/home.html JOBS ACT E AMBIENTELa Legge 10 dicembre 2014, n. 183,pubblicata sulla Gazzetta UfficialeSerie Generale n.290 del 15-12-2014”Deleghe al Governo in materia diriforma degli ammortizzatori sociali,dei servizi per il lavoro e delle politicheattive, nonché in materia di riordinodella disciplina dei rapporti di lavoro edell'attività ispettiva e di tutela e con-ciliazione delle esigenze di cura, di vita

e di lavoro”, riforma l’attività ispettivain materia di lavoro stabilisce e tra ipropri criteri direttivi punta al raffor-zamento del coordinamento tra il Min-Lavoro e le Agenzie regionali per laprotezione ambientale (Arpa). Tra le novità si evidenzia l’articolo 1,comma 7, lettera l, dove al Governoviene assegnata la delega ad adottare,entro il 16 giugno 2015, un decreto le-gislativo per la razionalizzazione e lasemplificazione dell'attività ispettiva,con la possibile istituzione dell’Agenziaunica MinLavoro-Inps-Inail, “preve-dendo strumenti e forme di coordina-mento con i servizi ispettivi delleaziende sanitarie locali e delle agenzieregionali per la protezione ambien-tale”. A.T. e E.F.

Eleonora Ferrara

L’impegno assunto dal Governo con il Parlamento, hatrovato la sua attuazione nell’approvazione dei primidue decreti legislativi.Difatti, già dal prossimo mese, potrà essere utilizzatoil nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele cre-scenti per i nuovi assunti, per i quali le aziende bene-ficeranno della decontribuzione per i primi tre anni,nella speranza che sempre più aziende assumanonuova forza lavoro o trasformino i contratti a tempodeterminato in contratti stabili.Il Governo ha rispettato pienamente quanto stabilitonella legge delega, in tema di tutela dei licenziamentiingiustificati, prevedendo il reintegro del lavoratore,allorquando non sussista il fatto materiale che gli èstato attribuito come causa del licenziamento.Da più parti è stato visto con favore il decreto che ri-forma e potenzia l’Aspi, prevedendone l’utilizzo ancheper i lavoratori a progetto con aumento della durata,portata a ventiquattro mesi e miglioramento sia deicriteri di accesso, che della quantità economica.Ecco concretizzarsi, quindi, la la flexsecurity già tantoattuata nel resto d’Europa, nonché fortemente ispira-trice del Jobs Act, mediante le politiche attive per laricollocazione rapida di chi perde il lavoro, grazie adun’azione combinata fra Agenzia nazionale del lavoro,Servizi per l’impiego e Agenzie del lavoro private.È fondamentale, però, che il Governo proceda ad ema-nare gli altri decreti attuativi, a completamento diquest’azione di totale riordino.

Il Governo mantiene le sue promesse

Viaggio nelle leggi ambientali

Obiettivo: combattere la precarietà

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Andrea Tafuro

“A me che importa?” Questa èla frase che sarcastica cam-peggia all’ingresso del cimiterodel Sacrario di Redipuglia,dove sono custoditi i resti mor-tali di oltre 100 mila militarimorti nella Grande Guerra.Non appena sento parlare diguerra penso subito a Caino eAbele, gli interpreti unici dellagrande messinscena che èstata la prima grande guerramondiale, la cui causa è statasicuramente l’invidia. È possibile ancora parlare dipace? Ma da che parte dirigola mia ricerca? Posseggo piùuna visione? Mi sento come unlevriero che corre per raggiun-gere la lepre, io sto sempre unpo’ indietro e lei, sempre, unpo’ più avanti. Appena la rag-giungo, subito parte un’altralepre e dovrò correre più velo-cemente lungo questa traietto-ria ellittica che è la mia vita.Ho rinunciato a tutto per potervivere liberamente in questomondo, alla convivialità, allabellezza, alla cittadinanza, almio Tutto e mi ritrovo senzaeternità e fragile, perché nonsono più sostenuto dai mieiprincipi e dai miei desideri. Ilmio mondo è ricompreso soloin ciò che posso fare con le mieforze, mi sento mutevole, ma-novrabile e adattabile. Misento schiavo dell’ onnipre-sente patrigno, il successo, l’af-fermazione sociale e la fama atutti i costi, che vuole il miobene, ma non è la Pace. Ecco ilpunto, appena inizio a riflet-tere sulla pace scopro che que-sto vocabolo nel dizionario èsomigliante a tanti altri ter-mini ed allora, proviamo a ri-cercarne i più strettamentelegati. Don Tonino Bello, hascritto: “Ebbene, uno dei pa-renti stretti della pace, o se cipiace l’altra immagine, unodei colori che compongono ilraggio di sole della pace, è losviluppo. Dal punto di vista fi-lologico non è difficile descri-vere che cosa sia “sviluppo”. E’lo srotolarsi di una cosa avvi-luppata, indistinta, confusa.Sviluppare un’idea vuol direampliarla, chiarirla, elabo-rarla esteticamente. Svilup-pare una pellicola o una lastrafotografica significa renderevisibile, mediante opportunireagenti, l’immagine nascosta,impressa sulla pellicola o sullalastra. Quando diciamo che ilnome nuovo della pace è svi-

luppo, vogliamo sottolineareche c’è la pace là dove l’imma-gine dell’uomo viene portataalla luce, viene restituita allacontemplazione, viene tolta dalbuio o resa chiara nell’armo-nia dei colori”. Quindi lottareper la pace significa liberarel’uomo dalle grinfie del massi-ficante potere consumistico,per renderlo di nuovo capacedi vedere i colori del mondo.Non penso certo alle grandi fi-gure del pacifismo, ma mipiace pensarmi come un ve-gano. Si avete capito bene i ve-gani, che rinunciano a ogniforma di sfruttamento deglianimali (per alimentazione,abbigliamento, spettacolo eogni altro scopo). Talmenteche avverto il bisogno di paceche arrivo a pensare, addirit-tura, che il latte del mio zup-pone mattutino non èdestinato a me, ma a un cuc-ciolo. Ecco la mia sete di pacecomprende il fatto che vogliovivere senza disumanità versoogni specie, tanto più versol’homo erectus. Il vegetariano rifiuta il sacrifi-cio del prossimo e rimuove dasé le idee degli acconciatori dicadaveri, come definì Plutarcoi cuochi. Il vegano in una me-ravigliosa scelta di vita fondela propria vita al resto degliesseri viventi. Ci vogliono farcredere che Bene e Pace arri-

veranno con il progresso, èfalso! Io non sono un pollo inbatteria, posso scegliere! “…Sviluppo è cammino nella di-rezione dell’uomo: è marciaconnotata dal riferimentodell’uomo come criterio asso-luto di valori. Progresso, in-vece, è cammino, è marcia: che,però, non necessariamentesegue le coordinate dell’uomo,o, per lo meno, di tutto l’uomo.Tante tecnologie avanzate sonosenza dubbio segno di pro-gresso, ma non sono indice disviluppo. Perché non sono alcarro dell’uomo globale, bensìal carro di un gruppo di po-tere, o di una ideologia, o diun’appartenenza. Le sofistica-tissime armi moderne si inse-riscono nella logica delprogresso, non in quella dellosviluppo perché non favori-scono l’uomo integrale. Le ar-ticolazioni scientifiche di unaeconomia che privilegia alcunipopoli e ne penalizza mortal-mente degli altri sono espres-sione di avanzamento, ma noncerto di sviluppo…”. Il ventosta cambiando direzione, citta-dini di tutto il mondo unitevi èora di cambiare passo, nonsentitevi schiavi del consumi-smo anaffettivo senza sosta.Perché ormai l’affannosa e in-concludente corsa del levrieroporta alla distruzione del Pia-neta e ci distanzia dalla pri-

mordiale idea che la soluzionealle nostre paure sia nella so-praffazione dell'altro. E allora, sono proprio sicuroche “…il compito supremo cheoggi ci sovrasta è proprio

quello di batterci affinché ognisegno di progresso porti anchela sigla dello sviluppo, e sulvolto dell’uomo, di ogni uomodella terra, risplenda la lucedella libertà”.

VUOI LA PACE? IMPARA A CORRERENON CORRERE, REAGISCI. PRENDITI CIÒ CHE È TUO, COMBATTI. FABRI FIBRA

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LL’Agenzia RegionaleL’Agenzia Regionaleper la Protezione Ambientaleper la Protezione Ambientaledella Campania, Ente strumentaledella Campania, Ente strumentaledella Regione Campania, sviluppa attivitàdella Regione Campania, sviluppa attivitàdi monitoraggio, prevenzione e controllodi monitoraggio, prevenzione e controlloorientate a tutelare la qualità ambientaleorientate a tutelare la qualità ambientaledel territorio.del territorio.

Le attività prioritarie dell’Agenzia:Le attività prioritarie dell’Agenzia:Supporto tecnico specialisticoSupporto tecnico specialisticoalle Amministrazioni Locali.alle Amministrazioni Locali.

Analisi chimico-fisiche e biologiche di aria,Analisi chimico-fisiche e biologiche di aria,acque, suolo e rifiuti.acque, suolo e rifiuti.

Misure di campi elettromagnetici,Misure di campi elettromagnetici,rumore e radiazioni ionizzanti.rumore e radiazioni ionizzanti.

Promozione di nuovi strumenti operativi e gestionaliPromozione di nuovi strumenti operativi e gestionaliper la protezione ambientale,per la protezione ambientale,anche in collaborazione con soggetti pubblici e privati.anche in collaborazione con soggetti pubblici e privati.

Contatti:

AGENZIA REGIONALE PROTEZIONE AMBIENTALE CAMPANIA via Vicinale Santa Maria del PiantoCentro Polifunzionale, Torre 180143 Napoli Centralino: 081.2326111

COMMISSARIOdott. Pietro Vasaturo tel: 081.2326302-208fax: 081.2326225 e-mail: [email protected]: [email protected] CEC-PAC: [email protected] Ufficio Legale: [email protected]

DIREZIONE TECNICA Direttore Tecnico: dott.ssa Marinella VitoTel: 081 2326218 Fax: 081 2326324 Mail: [email protected]