Arpa campania ambiente 2013 13

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P PRIMO PIANO Energia solare a sali fusi D’Auria a pag.3 Nel 2050 mangeremo la cellulosa degli alberi? Le proiezioni mostrano che entro il 2050 saremo più di 9 miliardi di persone sulla Terra; se a questo aggiun- giamo il fatto che aumenta anche il consumo pro capite di generi alimentari ecco pronta la ricetta per una fu- tura crisi globale. Buonfanti a pag.5 Trovandoci nel pieno pe- riodo estivo, non può che far piacere sintetizzare una stu- penda pubblicazione del- l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Am- bientale (ISPRA) dello scorso aprile 2013, in quanto, oltre a contenuti di primario interesse, contiene una serie di stupende imma- gini. Morlando a pag.8 Additivi alimentari: nitrati e nitriti C.Esposito a pag.13 Se ne è discusso in un incontro tra Carabinieri, Forestale e Arpac Piante mediterranee per riqualificare le città Il supporto delle Agenzie ambientali alle attività delle Forze dell’Ordine In un recente incontro di forma- zione organizzato da Arpac si è discusso del supporto fornito da Arpac alle attività delle Forze dell’Ordine. Tra gli ospiti, il col. Giancarlo Scafuri (Comando provinciale di Caserta dei Cara- binieri), e il dott. Sergio Costa (Comando provinciale di Napoli del Corpo Forestale dello Stato). Pochi giorni prima, le istitu- zioni hanno siglato un proto- collo per la gestione dei pneumatici fuori uso nelle pro- vince di Napoli e Caserta. A un comune impegno contro i reati ambientali hanno fatto ap- pello gli ufficiali ospiti dell’in- contro Arpac. «Insieme – ha detto il dott.Costa intervistato dal magazine – possiamo fare molto per tutelare la salute dei cittadini». Mosca a pag.6 Speciale Estate In questo numero di Arpacampania ambiente quattro pagine dedicate interamente alla bella stagione oramai inoltrata. Parola chiave: ecosostenibilità. Dalle spiagge ecologiche alle vacanze green, rispettose dell’ambiente e che incentivano le economie locali fino ai consigli per una corretta esposizione solare e alle con- suete bandiere che certificano ai vacanzieri la qualità delle mete prescelte. pagg.9-12 A Napoli in que- sti anni (par- liamo di fine Seicento), tra l’altro, furono edificate, restau- rate o abbellite, con il tipico stile barocco, moltis- sime chiese e cappelle (tra esse quella del Gesù Nuovo, di San Gregorio Armeno o la splendida Certosa di San Martino). Furono co- struiti il Palazzo Reale (su disegno di Dome- nico Fontana), il palazzo degli Studi (che da caserma diventò sede dell’Università e ora del Museo Archeologico), il misterioso palazzo Donn’Anna per la viceregina Anna Carafa. De Crescenzo-Lanza a pag.14 Palumbo a pag.15 L’architettura del riciclo creativo Se guardate tutto ciò che viene messo in vendita, scoprirete di quante cose potete fare a meno. Avete mai pen- sato alla moltitudine di persone che popolano la nostra amata Terra e che incontriamo ogni giorno? Tafuro a pag.19 La tua vita, il tuo terreno è fertile? Ciò di cui ha bisogno questo mondo è un pò di stupore DAL MONDO NATURA & BIODIVERSITÀ NATUR@MENTE Dal Barocco alla grandezza borbonica AMBIENTE & TRADIZIONE LAVORO & PREVIDENZA A considerarle bene, le aspettative sono sempre giuste. Non sempre, però, corrispondono al verificarsi degli eventi, allorquando si palesa una situazione del tutto diversa da quella au- spicata. In ogni caso, la spe- ranza resta sempre la virtù più tenace e costituisce una connotazione precisa del ge- nere umano al quale, sicura- mente, non nuoce un po’ di salutare ottimismo. È con ottimismo, quindi, che bisogna considerare il pro- gramma del governo Letta, atto a risanare l’economia del Paese, puntando verso precisi obiettivi, il raggiun- gimento dei quali porterà, inevitabilmente, citando le parole del Premier “ verso un sistema politico più forte”. Ferrara a pag.17 Le giuste aspettative SICUREZZA ALIMENTARE BIO-ARCHITETTURA

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Magazine quindicinale dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in Campania

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Page 1: Arpa campania ambiente 2013 13

PPRIMO PIANOEnergia solare

a sali fusi

D’Auria a pag.3

Nel 2050 mangeremola cellulosa degli alberi?

Le proiezioni mostrano cheentro il 2050 saremo più di 9miliardi di persone sullaTerra; se a questo aggiun-giamo il fatto che aumentaanche il consumo pro capitedi generi alimentari eccopronta la ricetta per una fu-tura crisi globale.

Buonfanti a pag.5

Trovandoci nel pieno pe-riodo estivo, non può che farpiacere sintetizzare una stu-penda pubblicazione del-l’Istituto Superiore per laProtezione e la Ricerca Am-bientale (ISPRA) delloscorso aprile 2013, inquanto, oltre a contenuti diprimario interesse, contieneuna serie di stupende imma-gini.

Morlando a pag.8

Additivi alimentari: nitrati e nitriti

C.Esposito a pag.13

Se ne è discusso in un incontro tra Carabinieri, Forestale e Arpac

Piante mediterraneeper riqualificare le città

Il supporto delle Agenzie ambientalialle attività delle Forze dell’Ordine

In un recente incontro di forma-zione organizzato da Arpac si èdiscusso del supporto fornito daArpac alle attività delle Forzedell’Ordine. Tra gli ospiti, il col.Giancarlo Scafuri (Comandoprovinciale di Caserta dei Cara-binieri), e il dott. Sergio Costa(Comando provinciale di Napolidel Corpo Forestale dello Stato).Pochi giorni prima, le istitu-zioni hanno siglato un proto-collo per la gestione deipneumatici fuori uso nelle pro-vince di Napoli e Caserta. A un comune impegno contro ireati ambientali hanno fatto ap-pello gli ufficiali ospiti dell’in-contro Arpac. «Insieme – hadetto il dott.Costa intervistatodal magazine – possiamo faremolto per tutelare la salute deicittadini».

Mosca a pag.6

Speciale EstateIn questo numero di Arpacampania ambientequattro pagine dedicate interamente allabella stagione oramai inoltrata. Parola chiave:ecosostenibilità. Dalle spiagge ecologiche allevacanze green, rispettose dell’ambiente e cheincentivano le economie locali fino ai consigliper una corretta esposizione solare e alle con-suete bandiere che certificano ai vacanzieri laqualità delle mete prescelte.

pagg.9-12

A Napoli in que-sti anni (par-liamo di fineSeicento), tral’altro, furonoedificate, restau-rate o abbellite,con il tipico stilebarocco, moltis-sime chiese e cappelle (tra esse quella delGesù Nuovo, di San Gregorio Armeno o lasplendida Certosa di San Martino). Furono co-struiti il Palazzo Reale (su disegno di Dome-nico Fontana), il palazzo degli Studi (che dacaserma diventò sede dell’Università e ora delMuseo Archeologico), il misterioso palazzoDonn’Anna per la viceregina Anna Carafa.

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Palumbo a pag.15

L’architettura del riciclo creativo

Se guardate tutto ciò che viene messoin vendita, scoprirete di quante cosepotete fare a meno. Avete mai pen-sato alla moltitudine di persone chepopolano la nostra amata Terra e cheincontriamo ogni giorno?

Tafuro a pag.19

La tua vita, il tuo terreno è fertile? Ciò di cui ha bisogno questo mondo è un pò di stupore

DAL MONDO

NATURA & BIODIVERSITÀ

NATUR@MENTE

Dal Barocco alla grandezza borbonica

AMBIENTE & TRADIZIONE LAVORO & PREVIDENZA

A considerarle bene, leaspettative sono sempregiuste. Non sempre, però,corrispondono al verificarsidegli eventi, allorquando sipalesa una situazione deltutto diversa da quella au-spicata. In ogni caso, la spe-ranza resta sempre la virtùpiù tenace e costituisce unaconnotazione precisa del ge-nere umano al quale, sicura-mente, non nuoce un po’ disalutare ottimismo.È con ottimismo, quindi, chebisogna considerare il pro-gramma del governo Letta,atto a risanare l’economiadel Paese, puntando versoprecisi obiettivi, il raggiun-gimento dei quali porterà,inevitabilmente, citando leparole del Premier “ versoun sistema politico piùforte”.

Ferrara a pag.17

Le giuste aspettative

SICUREZZA ALIMENTARE

BIO-ARCHITETTURA

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Aperte le candidature per la Capitale verde europea 2016

Anna Paparo

Quando si dice che la manodell’uomo crea solo danni.Questo è il caso dell’Emilia Ro-magna che nel corso di venti-tré anni ha visto modificare edistruggere il cinquantanoveper cento del suo litorale, paria ottantadue chilometri dicosta a causa dei continui in-terventi edilizi che l’hanno de-vastata. Tutto ciò è statomesso nero su bianco in unostudio, portato avanti dallaGoletta Verde, di Legam-biente, intitolato “Il consumodi suolo nelle aree costiere ita-liane - la costa emiliano-roma-gnola, da Gorino a Cattolica:l'aggressione del cemento ed icambiamenti del paesaggio”.In particolare si evince che,messa sotto osservazione lacosta dal 1988 al 2011, su untotale di centoquarantuno chi-lometri di costa (precisamenteda Gorino, al confine con il Ve-neto, fino a Cattolica, al con-fine con le Marche) ottantaduechilometri - quantificando parial cinquantanove per cento -sono stati adibiti a usi urbanie invasi da infrastrutture por-tuali e industriali. Più precisa-mente trenta chilometri sonostati occupati da tessuti urbanidensi, trentanove chilometrisono interessati da un edificatomeno denso, con carattere piùrurale in trasformazione e tre-dici chilometri sono occupati

da infrastrutture portuali eindustriali. Si “salvano” com-plessivamente solo quaranta-due chilometri di paesaggicostieri ancora con caratterinaturali, cioè tratti di costacompletamente liberi dal ce-mento, mentre i tratti costiericon paesaggi agricoli si sono ri-dotti a soli diciassette chilo-

metri. Un dato, questo, al-quanto allarmante rispettoall’identità e alla storia dellacosta della regione presa inesame. Grazie alla sovrapposi-zioni delle foto satellitari èstato, inoltre, possibile fare unraffronto con quella che eral’occupazione della costa nel1988 ed è emerso che sono

“scomparsi” setta mila metri dicosta (il cinque per cento deltotale), trasformati irreversi-bilmente per usi urbani e turi-stici. Così, oggi, la costadell’Emilia-Romagna si pre-senta divisa in due: una,quella a nord, dove ancorasono presenti ambiti naturalidi pregio; l’altra, quella a sud,

dove è perfino difficile immagi-nare come fosse stato il pae-saggio prima dell’invasione dialberghi, palazzi, seconde casee stabilimenti. Dando unosguardo alle quattro provinceprotagoniste dello studio di Le-gambiente, vediamo che suicirca 47chilometri di litoraledel Ferrarese la percentuale dicosta urbanizzata sul totaledella provincia è pari al29,3%; sui 48,7 chilometri delRavennate, pari al 60,5%;sugli 8,3chilometri del Forli-vese-Cesenate, pari al 96,1% esui 36,4 chilometri del Rimi-nese, pari all'87,1%. L’aggres-sione del cemento non sembra,comunque, non arrestarsi, no-nostante sia stata fatta luce suquesti dati allarmanti. Occorreche venga dato un freno a tuttociò, bloccando le nuove espan-sioni. E come ben sottolinea,Katiuscia Eroe, portavocedella Goletta Verde di Legam-biente, i paesaggi della costasono un patrimonio di inesti-mabile valore ed è proprio perquesto che bisogna lavorare eriqualificare il territorio, at-tuando una seria politica di ri-valutazione del patrimonioedilizio, salvaguardando la na-tura circostante in un perfettoconnubio uomo/ambiente, dovetutti potranno trarre vantag-gio nessuno escluso e dove, na-turalmente e conseguen-temente, si potrà trovare qua-lità e futuro.

Romagna: persi 82 km di costa in 23 anni

La Commissione Europea halanciato la ricerca della “Capi-tale verde europea” per il 2016.Questo premio annuale è statoistituito per invitare le cittàeuropee a mettere in mostra leproprie credenziali ambientaliper diventare luoghi più grade-voli e salubri in cui vivere, la-vorare o recarsi in vacanza. Inaltre parole, città vivibili. Perla prima volta, le città europeedi oltre 100.000 abitanti pos-sono candidarsi per il titolo,mentre in precedenza pote-vano concorrere solo città di200.000 abitanti o più. Graziea questo cambiamento ora ilpremio è accessibile ad oltre400 città in tutta Europa. Una

Capitale verde europea si di-stingue per ambiente più pu-lito, nuovi posti di lavoro einvestimenti, ma anche un au-mento del turismo, una mi-gliore reputazione a livellointernazionale e maggiorisponsorizzazioni per progettiambientali. Janez Potočnik,Commissario europeo respon-sabile per l’Ambiente, ha di-chiarato: “Il premio per laCapitale verde europea mettein evidenza gli sforzi localivolti a migliorare l’ambienteurbano e a promuovere unacrescita sostenibile. Nell’inau-gurare il concorso per la set-tima edizione della Capitaleverde europea per il 2016 desi-

dero incoraggiare le città piùpiccole a candidarsi e ad usarequesta opportunità per rive-dere ed evidenziare gli obiet-tivi ambientali raggiunti epianificare un futuro sosteni-bile per i loro cittadini.“. Lecandidature saranno valutatein base a 12 parametri: mitiga-zione dei cambiamenti clima-tici e adattamento ai medesimitrasporto locale, uso sosteni-bile del territorio nelle areeverdi urbane, natura e biodi-versità, qualità dell’aria, qua-lità dell’ambiente acustico,produzione e gestione dei ri-fiuti, gestione delle risorse idri-che, trattamento delle acquereflue, ecoinnovazione e occu-

pazione sostenibile, rendi-mento energetico, gestione in-tegrata dell’ambiente. Ilpremio 2016 è aperto ai 27

Stati membri dell’UE, ai paesiin via di adesione e ai paesicandidati (Croazia, ex Repub-blica jugoslava di Macedonia,Islanda, Montenegro, Serbia eTurchia) e ai paesi dello Spazioeconomico europeo. Le cittàpossono candidarsi online al-l’indirizzo www.europeangre-encapital.eu. Entro il 17ottobre 2013. Il premio è asse-gnato da una giuria europeaaffiancata da un gruppo diesperti di fama mondiale di di-versi settori ambientali. Lacittà vincitrice sarà procla-mata nel mese di giugno 2014e chissà che, per la primavolta, la reginetta eco-friendlysarà proprio una città italiana!

Per Legambiente è allarme rosso

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La produzione di energie rinnovabili in tutto ilmondo supererà quella del gas entro il 2016. Nonsolo. Sarà il doppio di quella del nucleare. Lo af-ferma l'Agenzia internazionale dell'energia (Iea)nel secondo report annuale sul mercato dell'energiarinnovabile a medio-termine.Secondo l'Iea, “pur in un contesto economico diffi-cile” è prevista una crescita dell'energia rinnova-bile del 40% nei prossimi cinque anni. Le fontirinnovabili - cioè la produzione di energia da idroe-lettrico, eolico, solare e altre - spiega il report, sonooggi il settore della generazione di energia in piùrapida crescita e costituiranno quasi un quarto delmix di potenza globale entro il 2018 (era il 20% nel2011). In totale, raddoppierà la quota di fonti pro-venienti da eolico, solare, bioenergia e produzionedi energia geotermica, raggiungendo l'8% nel 2018(era al 4% nel 2011 e al 2% nel 2006). Pur aumen-tando in tutti i settori, l'Iea mette in guardia sulledifficoltà, soprattutto politiche, per le rinnovabili,definendo “l'incertezza politica il nemico pubbliconumero uno” per gli investitori. Anche per i biocar-buranti ci sono dei margini di crescita: la produ-zione si dovrebbe attestare a circa il 4% delladomanda globale di petrolio per i trasporti stradali

al 2018 (era il 3% nel 2012). Le biomasse dovreb-bero salire a quasi il 10% nel 2018 (erano all'8% nel2011). “Con la progressiva riduzione dei loro costi,le fonti rinnovabili di energia si affermano grazieai loro meriti rispetto alla nuova generazione dicombustibili fossili”, ha detto il direttore esecutivodell'Iea, Maria Van Der Hoeven.“Questa è una buona notizia per il sistema energe-tico mondiale che ha bisogno di diventare più pulitoe più diversificato, ma per i governi non deve di-ventare un pretesto per non agire”.In termini assoluti, la produzione da fonti rinnova-bili a livello globale nel 2012 - a 4.860 TWh - ha su-perato il consumo totale di energia elettricastimata in Cina. Due i fattori principali che stannoguidando queste prospettive: in primo luogo, gli in-vestimenti e la distribuzione stanno accelerandonei mercati emergenti. Questo rapido incrementodovrebbe più che compensare la crescita più lentain Europa e Stati Uniti. In secondo luogo, le rinno-vabili stanno diventando sempre più competitive:ad esempio, il vento compete bene già oggi con lenuove centrali a combustibili fossili in diversi mer-cati, tra cui il Brasile, la Turchia e Nuova Zelanda.

P.D’A.

Paolo D’Auria

Inaugurata a Massa Martana(PG) è stata definita la piùavanzata centrale sperimen-tale a energia solare concen-trata. Il primo impiantodimostrativo al mondo funzio-nante con sali fusi a 550 gradie tecnologia a specchi parabo-lici. “Una scommessa digrande significato anche perl’Umbria” ha detto la presi-dente della Regione CatiusciaMarini. Il progetto rappre-senta - ha sottolineato la Ma-rini - “una progettualitàsull’industria che fa della ri-cerca e dell’innovazione un fat-tore di sviluppo e dicompetitività sul mercato glo-bale, lungo la strada di quella‘green economy’ che unisce inun unico nesso, in un’unica fi-liera virtuosa, scienza, lavoro,impresa, sviluppo economico esostenibilità ambientale”.“Una voglia di futuro soste-nuta da una grande visione.La realizzazione di questa cen-trale ci riempie di orgoglio –continua la presidente - e ciconferma nella fiducia sulle ri-sorse, le eccellenze, le energiepositive che esistono in Um-bria e in Italia, e costituisconola vera garanzia per l'uscita

dalla crisi e la ripresa dell'eco-nomia”. Il via alla centrale èpartito dopo la recente firmadel protocollo attuativo per larealizzazione da parte del di-rettore generale del ministerodell’Ambiente Corrado Clini eil presidente di ‘ArchimedeSolar Energy’ Gianluigi Ange-lantoni, l’impresa che detienela proprietà dell’impianto.Parte così anche il finanzia-mento a fondo perduto di unmilione e 500 mila euro daparte del ministero dell’Am-biente per la centrale che ha

un valore complessivo di circa6 milioni di euro. Costruita concomponenti italiani e ingegne-ria Giapponese la centrale halo scopo di costituire una ve-trina per la tecnologia, tuttanazionale, del solare termodi-namico a sali fusi, frutto di unaintuizione del premio NobelCarlo Rubbia. “Lo scopo diquesta centrale solare termo-dinamica che abbiamo inaugu-rato oggi non è commerciale -ha detto Gianluigi Angelan-toni - ma di promuovere l’eco-nomia, la bancabilità e

l’affidabilità degli impianti dienergia solare a parabola. Sitratta, infatti, di una tecnolo-gia innovativa che ha bisognodi essere provata affinché gliinvestitori possano avere la ga-ranzia del suo corretto funzio-namento per poter poifinanziare la costruzione dicentrali”. Questo tipo di tecno-logia - è stato spiegato - con-centra la luce solare,utilizzando specchi parabolici,su di una stringa di tubi rice-vitori che contengono un fluido(i sali fusi) utilizzato come

mezzo di trasferimento del ca-lore per poi produrre il vaporenecessario a muovere le tur-bine generatrici di energia. At-tualmente gli impianticommerciali solari a specchiparabolici – hanno dichiarato irealizzatori del progetto -usano olio diatermico comemezzo di trasferimento del ca-lore che è però altamente in-quinante ed infiammabile atemperatura elevata. Lanuova centrale dimostrativa,un “test loop” da 600 metri dilunghezza, dotata di 5 ore distoccaggio di energia termica,funzionerà invece utilizzando isali fusi per produrre vaporegiorno e notte. Sali che nonsono infiammabili e costitui-scono dei fertilizzanti naturalie possono perciò essere stoccatisenza alcun rischio ambien-tale.L’intesa stipulata fa seguito alprotocollo firmato il 27 dicem-bre 2012 dal ministro dell’Am-biente e dall’assessoreall’ambiente della RegioneUmbria ed è finalizzata “allosviluppo di un progetto speri-mentale ovvero alla realizza-zione di un impianto solaredimostrativo, nel territorio re-gionale, replicabile a livello na-zionale”.

Energia solare a sali fusiPartita in Umbria la prima centrale in Italia che utilizza questa innovativa tecnologia

Nel 2016 le rinnovabili produrranno più dei fossiliSecondo l’Agenzia internazionale dell’energia presto lo storico sorpasso

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A Pianura, il riciclo è di casa!I cittadini hanno dimostrato sensibilità e rispetto per l’ambiente

I negozianti della IX Munici-palità hanno vinto la gara, or-ganizzata dal Comune diNapoli insieme ad Asia,Ascom/Confesercenti, Comiecoe Conai, di raccolta di carta ecartone organizzata nel pe-riodo natalizio. Con quasi 78tonnellate di imballaggi cellu-losici raccolte in un mese, leprincipali vie commercialidella zona di Soccavo e Pia-nura hanno primeggiato suquelle della I e della X Muni-cipalità (rispettivamente se-conde e terze con 62 e 61tonnellate). Complessivamente, in unmese di gara, tutte le vie com-merciali della città hanno rac-colto 480 tonnellate di carta ecartone. La nona Municipalitàè l’area più virtuosa sul frontedel riciclo. Per celebrare que-sta vittoria si è tenuta loscorso 30 giugno presso ilParco Costantino nel RioneTraiano la “Festa del Riciclo”,una giornata all’insegna dellasostenibilità e della sensibiliz-zazione alle tematiche am-bientali. Le famiglie sono

state invitate a portare con séscatole e contenitori per la co-struzione di una grande“montagna” simbolica di car-tone, a testimonianza del fattoche la somma di tanti piccoligesti quotidiani (come quellodella raccolta differenziata)porta a grandi risultati collet-tivi. In concomitanza si è svolto ilmercato di “CampagnaAmica”, promosso da Coldi-retti Napoli, con l’offerta diprodotti agricoli a km zero e diproduzioni tipiche locali. E poi,giochi per i più piccoli, spetta-coli e tante altre iniziative…Ma perché è così importante ilriciclo di carta, cartoncino ecartone? Questi materiali rappresen-tano oltre il 20% dei rifiutiprodotti. La carta è compostada fibre cellulosiche normal-mente presenti in natura.Queste, attraverso processichimici, una volta eliminatepolveri, coloranti e collanti,possono essere riciclate nuova-mente, molte volte e dare vitaa nuovi materiali cartacei, sal-

vaguardando così la natura eriducendo nelle cartiere l’im-piego di materie prime, ener-gia e acqua. In Italia, infatti,la produzione di carta viene ef-

fettuata in buona parte concarta, cartoncino e cartone re-cuperati dalla raccolta diffe-renziata. La carta, il cartoncino e il car-

tone raccolti da l’ASIA ven-gono consegnati agli impianticonvenzionati con il ConsorzioNazionale Imballaggi di Cartae Cartone.

PAES: Piano d’Azioneper l’Energia Sostenibile

È lo strumento con cui, al-cuni enti, in collaborazionecon altri soggetti pubblici eprivati della città, inten-dono avviare collaborazioniper ridurre le emissioni diCO2 del 20% entro il 2020,come previsto dal Patto deiSindaci promosso dallaCommissione Europea, acui molti comuni italianihanno aderito nel 2008. Il PAES descrive il contestoterritoriale, fa una detta-

gliata lista delle emissionidi CO2 suddivise per set-tore, illustra le attività giàsviluppate e ancora in corsoe delinea gli obiettivi, lelinee di azione e gli inter-venti che saranno realizzatinegli anni successivi. Eccogli ambiti di azione: edificipubblici e illuminazionepubblica, edifici residenziali,forestazione urbana, mobi-lità e trasporti, produzionedi energia rinnovabile.

Nove amministrazioni comu-nali della Provincia di Ca-serta: Presenzano, Galluccio,Tora e Piccilli, San Pietro In-fine, Mignano Monte Lungo,Marzano Appio, RoccaD’Evandro e Conca dellaCampania, hanno siglato unimportante accordo sul temadell’energia pulita, che iniziaproprio con la tutela ambien-tale fino allo sviluppo e al so-stegno della cosiddettaenergia rinnovabile.Il tutto rientra nel Progettofinanziato dalla Provincia, ilPAES, (Piano d’azione perl’energia sostenibile), che,come ha spiegato il vicepresi-dente delle provincia di Ca-serta, Mancino, prevede duebandi, uno relativo proprio alfinanziamento dei PAES, ilsecondo per il sostegno diaziende private, attraversocontributi finalizzati per il ri-sparmio energetico e l’uti-lizzo di fonti energeticherinnovabili. A sostenere ilprogetto anche la SecondaUniversità degli studi di Na-

poli, rappresentata dal pro-fessore Carmine Lubritto,che ha illustrato tecnica-mente il progetto. Per il primo bando, quello re-lativo alle istituzioni, i varicomuni divisi in due rag-gruppamenti (di quattro co-muni), presenteranno entroil 18 luglio una domanda,mentre i privati avrannotempo fino al 19 agosto, conla richiesta di contributi chenon dovranno superare i45.000 euro (circa il 40%

della spesa totale del pro-getto), entro settembre ilprofessore ha garantito ilcompletamento delle opera-zioni per portare a termine ilprogetto.Il PAES, può diventare vera-mente una grande opportu-nità di rilancio per una zona,quella che una volta era laProvincia di Terra di lavoro(della Campania felix). I corsi e ricorsi, ogni tanto ve-ramente ritornano, nono-stante tutto.

Green economy, patto per l’energiaAccordo tra nove comuni casertani

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Ilaria Buonfanti

Le proiezioni mostrano cheentro il 2050 saremo più di 9miliardi di persone sulla Terra;se a questo aggiungiamo ilfatto che aumenta anche il con-sumo pro capite di generi ali-mentari ecco pronta la ricettaper una futura crisi globale.Dove reperire tutte le risorsenecessarie? Dal Politecnicodella Virginia arriva una solu-zione (forse) per il prossimo fu-turo: gli alberi. Secondo uno

studio pubblicato su PNAS, in-fatti, è stato elaborato un pro-cedimento per trasformare lacellulosa in amido, utilizzandoun enzima sintetico. Se pen-siamo che per ogni tonnellatadi cereali raccolti si hanno circa2 o 3 tonnellate di scarti ricchidi cellulosa capiamo subito ilmotivo per cui, in tutto ilmondo, grandi e piccoleaziende stanno studiando ilmodo di ottenere dalle piantenon commestibili dei biocarbu-ranti. Per la prima volta, però,non è di carburanti che si parlama di un composto alimentare,l’amido, che rappresenta unaparte fondamentale della no-stra dieta. L’amido è un compo-sto organico di tipo carboidrato(o glucide polisaccaride), comu-nemente contenuto in alimenti

come pane, pasta, riso, patate,mais caratterizzato da un grannumero di unità di glucosio po-limerizzate. L’idea di trasfor-mare la cellulosa in amidoderiva dalla somiglianza tra ledue sostanze, entrambe com-poste da molecole di glucosio.Nel procedimento sono statipresi degli specifici geni da unbatterio e inseriti in Escheri-chia coli geneticamente modifi-cato. In questo modo sono statiottenuti due diversi enzimi:uno che serve a dividere le cel-

lule della cellulosa in molecolepiù piccole, l’altro serve inveceper ricostruire la strutturadell’amido. Nessuna partedella cellulosa viene sprecata:nella trasformazione in amidoviene prodotto anche glucosioche, fatto fermentare, può es-sere usato come biocombusti-bile. Per ora il processo èancora molto costoso: servecirca un milione di dollari pertrasformare 200 Kg di cellu-losa in 20 Kg di amido (cherappresentano il fabbisogno dicarboidrati di una persona percirca 80 giorni). Ancora proibi-tivo quindi, ma Y.H.PercivalZhang, uno degli autori dellaricerca, ha affermato che in 5 o10 anni di ricerca si potrà farela stessa trasformazione permezzo dollaro a persona per

giorno. “Non vediamo grandiostacoli alla commercializza-zione del processo”, hannocommentato gli autori, tantoche due di loro hanno già bre-vettato il procedimento. Sem-pre secondo gli autori per il2050 si potranno produrre inquesto modo circa il 30% deglialimenti necessari a sfamare lapopolazione mondiale: rimaneancora da verificare, però, se ilprocesso sarà economicamentesostenibile e valido. La fameinfatti continua ad essere un

problema in tutto il mondo. Se-condo l’Organizzazione perl’alimentazione e l’agricolturadelle Nazioni Unite, “850 mi-lioni di persone nel mondoerano denutrite fra il 1999 e il2005” ed il numero è in conti-nuo aumento. Nell’anno 2000tutte le nazioni del mondo nelquadro delle Nazioni Unite(2000-Obiettivi del Millennio)si sono impegnate a ridurre lapovertà della metà entro l’anno2015. Ma sembra sempre piùdifficile che si arrivi a raggiun-gere questo obiettivo. In effetti,la fame nel mondo sembra, so-prattutto in alcune regioni afri-cane, tendere purtroppoall’aumento. E allora sarannodavvero gli alberi a risolverequesto grave problema? Ma-gari si!

Nel 2050 mangeremola cellulosa degli alberi?

Novità sul fronte della ricerca per quanto riguarda ilcambiamento climatico: nascono gli aerei sentinellaper tenere sotto controllo le sostanze inquinanti rila-sciate nell’atmosfera. Così, ben presto chi viaggia perquestioni di lavoro o semplicemente per una bella va-canza rilassante fuori porta potrà contribuire – ancheinconsapevolmente – alla lotta all’inquinamento at-mosferico e di conseguenza alla piaga del cambia-mento climatico. Iagos-Eri, acronimo per “In-serviceAircraft for a Global Observing System - EuropeanResearch Infrastructure”, questo è il nome del rivo-luzionario progetto, che rappresenterà una boccatad’aria fresca e pulita per tutti, e che è finanziato contre milioni di euro dall'Ue, vedendo in prima linea laGermania. Gli aerei, che effettuano le regolari trattedi linea, verranno usati per misurare i gas serra, l'ae-rosol e gli altri inquinanti presenti in atmosfera. In-somma, si tratta di un formidabile strumento per lavigilanza ambientale. La sperimentazione, inoltre,non batte la fiacca, anzi ha già installato i dispositivi

di controllo su dueaerei di Lufthansa eChina Airlines e,entro la fine del-l’anno, verrà estesal'adozione di questiparticolari disposi-tivi su mezzi cheportano la firma diAir France, CathayPacific e Iberia Air-lines, per poi arri-vare ad equipag-giare una ventina di

aeroplani di compagnie europee di linea per aumen-tare ulteriormente la precisione dei dati registrati.Tutti schierati dalla parte del clima, a questo puntoanche gli aerei, che a quanto pare aiuteranno tuttinoi a capire meglio le caratteristiche del cambia-mento climatico. Questo progetto è riuscito a svilup-pare e a creare nuovi strumenti altamente tecnologiciin grado di effettuare misurazioni in situ il più precisipossibili relative ai dati atmosferici. E i dati rilevativerranno poi integrati e comparati con quelli riscon-trati nell’arco degli ultimi vent’anni attraverso il pro-getto MAZAIC (che sta per Measurement of Ozoneand Water Vapour on Airbus in-service Aircraft) eCARIBIC ( acronimo per Civil Aircraft for the Regu-lar Investigation of the Atmosphere Based on an In-strument Container). Un’ottima idea per far fronteall’emergenza climatica e ai continui S.O.S. che lanostra madre Terra continua a lanciare. Bisogna ar-marsi, anzi no bisogna “arruolarsi” e volare il più pos-sibile, così da incentivare le rilevazioni e lemisurazioni di agenti inquinanti nell’aria. Ma non c’èda preoccuparsi, si sta solo dichiarando guerra all’in-quinamento!!!

A.P.

Aerei sentinella per misurare l’inquinamento

Gli scarti di cellulosa modificati in amido grazie ad un enzima sintetico

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Lo Stato prova a stringere lapresa sulle zone della Campa-nia più colpite dai crimini am-bientali. Lo fa con il concorsodi tutte le istituzioni disponi-bili sul territorio: non solo Ma-gistratura e Forze dell’Ordine,ma anche enti locali, associa-zioni, e non ultimi gli enti chehanno un ruolo tecnico-scien-tifico. In questa ottica Arpacorganizza, da un anno a que-sta parte, una serie di incontridi approfondimento tecnico-giuridico a beneficio dei proprioperatori, con la partecipa-zione di esperti appartenentiai ranghi delle Procure e delleForze dell'ordine. L'ultimo, inordine di tempo, di questi ap-puntamenti si è tenuto loscorso 28 giugno, con la parte-cipazione del Comandanteprovinciale di Caserta dei Ca-rabinieri, il colonnello Gian-carlo Scafuri, e del dott.Sergio Costa (Comando pro-vinciale di Napoli del CorpoForestale dello Stato). All'in-contro, organizzato dalla re-sponsabile Relazioni esterne diArpac, l'avvocato GabriellaTagliamonte, hanno presoparte il Direttore generaleArpac, l'avvocato Antonio Epi-scopo, e la dottoressa Mari-nella Vito, direttore tecnicodell'Ente. Pochi giorni prima,alla presenza del ministro del-l'Ambiente Andrea Orlando, èstato siglato a Caserta un pro-tocollo per la gestione deipneumatici fuori uso nelleprovince di Napoli e Caserta:un altro tassello che si ag-

giunge alla serie di intese fir-mate tra istituzioni, negli ul-timi anni, per contrastare ireati ambientali in Campania.Alla più importante, l'intesasulla salvaguardia ambientaledella Provincia di Caserta,Arpa Campania partecipa at-tivamente, supportando leForze dell’Ordine in interventisu discariche illegali e altre si-tuazioni che causano danni al-l'ambiente e alla salute dellepersone. Di «inversione di ten-denza sul nostro territorio» haparlato, nel corso dell'incontrodel 28 giugno, il colonnelloScafuri, secondo cui, perquanto riguarda il contrastodei reati ambientali in Cam-pania, si respira un ottimismo

che deve essere alimentato co-stantemente attraverso l'im-pegno comune di tutte leistituzioni coinvolte.Il comandante provinciale deiCarabinieri ha espresso ap-prezzamento per il lavoro del-l'Agenzia. Il col. Scafuri hachiesto inoltre ulteriore sup-porto all'Arpa Campania, af-finché metta adisposizione isuoi esperti perla formazionedi un certo nu-mero di Carabi-nieri impegnatisu temi am-bientali. Dalcanto suo, ildott. Costa haparlato dei tec-nici Arpa comedi “preziosi alleati”. Ha sotto-lineato che alcuni tipi di ope-razioni della Forestale nonpotrebbero essere portate acompimento senza Arpac.L’ufficiale della Forestale haevidenziato il rapporto di fidu-cia che si è venuto a creare traForze dell'ordine e Agenzia,un rapporto i cui risultati«sono evidenti», ha commen-tato l'alto ufficiale. L’ufficiale della Forestale haricordato lo status di pubbliciufficiali di cui godono gli ope-

ratori dell'Agenzia, i cui certi-ficati possono essere fatti va-lere in sede giudiziaria evanno considerati veri fino aprova di falso. Spesso i risul-tati forniti dall'Agenzia sonoserviti come base per provve-dimenti di sequestro e altredisposizioni dell'Autorità giu-diziaria utili a sanzionare

reati control'ambiente chehanno ricadutespesso pesantisulla salutedelle persone. Idue esponentidelle Forze del-l'ordine hannoinvitato gli ope-ratori Arpac arispettare ilproprio ruolo di

pubblici ufficiali, un ruolo cheprevede doveri rigorosi, tracui quello di segnalare all'Au-torità giudiziaria i reati con-statati nel corso del propriolavoro. Fattore-chiave, spesso,è il tempo: una situazione se-gnalata con ritardo può provo-care danni all'ambiente, equindi alla salute umana.L’ufficiale della Forestale hasottolineato come lo status dipubblico ufficiale, per gli ope-ratori di Arpa Campania, di-scenda dalla stessa legge

istitutiva dell'Arpa, in cui al-l'Agenzia vengono affidaticompiti di vigilanza e ispe-zione. Questo status, vale, ovvia-mente, anche nei processi, incui l'operatore Arpa chiamatoa testimoniare non è un sem-plice collaboratore dell'accusa,ma rappresenta lui stesso (olei stessa) il potere pubblico. Il colonnello Scafuri ha insi-stito anche sul ruolo della co-municazione. Spesso – haspiegato - gli ufficiali delleForze dell'ordine tendono a ri-fuggire dai riflettori per nonapparire malati di protagoni-smo. Ma è opportuno che il lavorosvolto dalle istituzioni vengaconosciuto dai cittadini, per-ché se una notizia viene for-nita correttamente puòeffettivamente rappresentareun valore aggiunto per il la-voro delle forze dello Stato.Analogo concetto è statoespresso dall'avvocato Epi-scopo, secondo il quale avereun rapporto con i mass media,e più in generale condividerecon gli altri le conoscenze e irisultati scaturiti dal lavorosvolto, può effettivamente ser-vire ad accrescere la fiduciadei cittadini.

L.M.

Il ruolo dell’Agenzia ambientale nelle indagini e nelle operazioni delle Forze dell’Ordine

Proseguono gli incontri diformazione organizzati dallaDirezione dell’Agenzia e de-stinati ai dipendenti Arpac.La serie ha avuto comeospiti magistrati come il dott.Corrado Lembo, Procura-tore capo a Santa MariaCapua Vetere, il dott. Ro-berto Pennisi (magistratodella Direzione nazionaleantimafia) e il dott. DonatoCeglie, magistrato che hacondotto per la Procurasammaritana importanti in-chieste in tema di eco-reati.L’incontro dello scorso 28giugno ha riguardato specifi-camente la collaborazionecon le Forze di Polizia.

Formazione

Se ne è discusso in un incontro con ufficiali di Carabinieri e Forestale

Le Agenzie ambientali sonopreziose alleate

nel contrastoagli eco-reati

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Luigi Mosca

Arpa Campania si mette in divisa,potremmo commentare con una bat-tuta. In realtà non è proprio così,perché la nostra Agenzia ambientalenon ha funzioni di polizia. Tuttavia,spesso, le forze dell’Ordine chiedonoalle Arpa, non solo in Campania, diaffiancare come consulenti tecnici illavoro di contrasto dei reati ambien-tali. Incontriamo il dott. SergioCosta, ufficiale del Corpo Forestaledello Stato, nella sua sede di lavoroal Comando provinciale di NapoliQual è il rapporto tra Forzedell’ordine e Agenzie ambien-tali? «È un rapporto di tipo orizzontale: dialleanza, piuttosto che di subordina-zione, seppure con ruoli complemen-tari. Parliamo specificamente delcaso campano. Qui l’Arpac funge dastrumento tecnico, di cui si avvalel’Autorità giudiziaria attraverso laPolizia giudiziaria, per chiarire seuna determinata area è inquinata, eanche quali inquinanti si trovanonell’area in questione, o ad esempioche tipo di rifiuti. Così abbiamo a di-sposizione un supporto tecnico, pe-raltro fornito da pubblici ufficiali.Gli operatori Arpac sono infatti apieno titolo pubblici ufficiali, i cui

atti esprimono un potere di certifica-zione, quindi vanno ritenuti veri finoa prova di falso. Insomma, gli attidell’Arpa permettono di accertare insede giudiziaria, in modo traspa-rente e inequivoco, se c’è inquina-mento, che tipo di inquinamento,eccetera». In diverse occasioni, i verticicampani delle Forze di poliziahanno apprezzato la collabora-zione di Arpac.«Oggi l’Arpa rappresenta unagrande risorsa per il lavoro delleForze di polizia, un alleato che ciaiuta a compiere un salto di qualità.Se ci rivolgessimo a laboratori pri-vati, avremmo un aumento dei costi,senza la stessa efficacia giuridicaimmediata delle certificazioni. Conl’Arpa, invece, ci troviamo a disposi-zione un servizio tecnico fornitodalla Pubblica amministrazione, checi consente di liberare personale e ri-sorse e concentrarle sull’attività pro-priamente investigativa. È veroinfatti che anche il Corpo forestaleha servizi tecnici al suo interno, maè un’opportunità per noi affidarci aun Ente con una specifica vocazionetecnico-scientifica, dove non man-cano certo le professionalità. Il risul-tato è che noi abbiamo più forze sulterreno, e possiamo essere più inci-sivi: un modello che sta già fornendoi primi risultati in Campania». “Da soli noi non ce la facciamo”,lei ha appunto dichiarato in unarecente intervista a L’Avvenire,auspicando un “network tra isti-tuzioni”.«Sì, anche perché le istituzionihanno molto da apprendere l’unadall’altra. Da noi, ad esempio,l’Agenzia ambientale può sempre dipiù capire come si lavora in funzionedi un procedimento giudiziario,mentre noi, a nostra volta, assor-biamo la logica scientifica che è sot-tesa all’attività dei tecnici. Insistomolto su un punto: è un bene che laRegione stia strutturando i servizidell’Agenzia anche in funzione delleForze di polizia. È un servizio ai cit-

tadini, un dovere etico nei confrontidi bisogni molto avvertiti nella popo-lazione». Qual è il valore aggiunto chel’Arpa può fornire alle indagini? «I risultati forniti dall’Arpac diven-tano un prezioso strumento per laPolizia giudiziaria, perché in alcunicasi aiutano a comprendere da qualetipo di attività può essere scaturitoun determinato fenomeno di inqui-namento, e quindi ci avvicinano al-l’individuazione dei colpevoli. «Ad esempio, se l’Arpa rileva un tipodi inquinante che può essere statorilasciato soltanto da un certo pro-cesso industriale, questo ovviamenteci aiuta a capire chi può aver com-messo il reato. Fornisce una tracciainvestigativa». Può citare un esempio di opera-zione in cui questa collabora-zione è stata sperimentata sulcampo?«Cito un recentissimo sequestro diun terreno coltivato a Caivano: assi-stiti da agenti di Polizia Giudiziaria,i tecnici Arpac hanno eseguito cam-pionamenti di acqua e di terreni, ele successive analisi hanno rilevato,tra l’altro, la presenza di toluenenella falda acquifera. Anche graziea questo contributo tecnico, siamo ri-saliti a quelli che riteniamo i respon-sabili dello sversamento edell’intombamento di rifiuti. Altrorecente caso, a Villa Literno, dove,in riferimento a una discarica abu-siva, Arpac ci ha aiutato a confer-mare una nostra ipotesiinvestigativa, perché gli accerta-

menti tecnici hanno rinvenuto di-versi tipi di rifiuto, tra cui amiantotriturato. Così un’intuizione investi-gativa diventa un elemento di prova.Da questo punto di vista, però, per-mettetemi di segnalare una possi-bile area di miglioramento». A cosa si riferisce? «Ricostruire i reati e individuare icolpevoli non è l’unico scopo dellacollaborazione tra Agenzia e Forzedi polizia. C’è anche da proteggere lasalute dei cittadini. E da questopunto di vista, come prevede il co-dice di procedura penale, ma ancheil semplice buon senso, la tempisticaè importante. «Lo dico senza spirito critico, facciouna semplice osservazione: se aspet-tiamo troppo tempo per avere i risul-tati di determinate analisi, nelfrattempo i prodotti inquinati fini-scono sulle tavole dei consumatori». Spesso, però, è difficile gestiretante funzioni con le risorse chesi hanno a disposizione. «Il concetto di Agenzia nasce negliStati Uniti, proprio per dare a deter-minare organizzazioni caratteristi-che di rapidità e operatività. Certo,se ci troviamo di fronte a mille ur-genze, il sistema si ingolfa. E allora,senza assolutamente entrare nellequestioni organizzative dell’Ente,come si stabiliscono le priorità? Seesistono norme dello Stato come ilcodice di procedura penale (quindiuna fonte primaria del diritto) chestabilisce criteri d’urgenza, probabil-mente questo indica una priorità, unmust. Non perché, quando si parla diattività di Polizia giudiziaria, ci siaun potere superiore in azione. Non èun discorso gerarchico. Piuttosto,quando il legislatore inquadra qual-cosa in ambito penale, significa chec’è un elemento più fragile da pro-teggere, c’è una missione forte. Inquesto caso, parliamo di questioni digrande allarme sociale, che toccanola salute di tanti cittadini indifesi ri-spetto all’ambiente contaminato eagli alimenti inquinati. Su questebasi, probabilmente, si dovrebbe ra-gionare».In varie occasioni, lei ha propo-sto la messa a punto di nuovistrumenti giuridici per debel-lare il fenomeno dei rifiuti ab-bandonati e incendiati. «Sì, ho proposto l’introduzione diuno specifico reato per l’incendio dirifiuti speciali. Questo ci permette-rebbe di usare strumenti più incisivinelle indagini, ad esempio intercet-tazioni. E poi si potrebbe pensare aun «foglio di via» per chi gestisce il-lecitamente i rifiuti: lo mandiamo avivere fuori regione. Dalla mia espe-rienza, questi strumenti potrebberoabbattere del 60-70 percento roghidi rifiuti e abbandoni incontrollati».

«Col vostro supporto tuteliamo i cittadini»A colloquio con Sergio Costa (Comando Provinciale del Corpo Forestale)

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 luglio 2013 - Anno IX, N.13Edizione chiusa dalla redazione il 9 luglio 2013

DIRETTORE EDITORIALEAAntonio EpiscopoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOS. Allinoro, I. Buonfanti, F. Clemente, P. D’Au-ria, G. De Crescenzo, A. Esposito, C. Esposito,E. Ferrara, R. Funaro, G. Loffredo, A. Mor-lando, A. Palumbo, A. Paparo, F. SchiattarellaSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 7- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/426/427 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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PIANTE MEDITERRANEE PER RIQUALIFICARE LE CITTÀ

Angelo Morlando

Trovandoci nel pieno periodo estivo,non può che far piacere sintetizzareuna stupenda pubblicazione dell’Isti-tuto Superiore per la Protezione e laRicerca Ambientale (ISPRA) delloscorso aprile 2013, in quanto, oltre acontenuti di primario interesse, con-tiene una serie di stupende immagini.Per l'introduzione citiamo le parole deldott. Renato Grimaldi, direttore gene-rale del Ministero dell'Ambiente:"Con la legge 10 del 2013 - Norme perlo sviluppo degli spazi verdi urbani -l’Italia si è dotata di uno strumentonormativo volto a promuovere e svilup-pare le competenze urbanistiche degliEnti locali con azioni e misure indiriz-zate verso un equilibrio maggiormentesostenibile tra areeurbanizzate e aree de-stinate a verde pub-blico; avendo comeobiettivo anche il ri-sparmio e il recuperodi suolo che preven-gono il dissesto idro-geologico e conduconoal miglioramento dellaqualità dell’aria e aduna sana vivibilitàdegli insediamenti ur-bani. In tale contesto l’uti-lizzo della flora spon-tanea, dalle specieerbacee ai grandi al-

beri, è una risorsa in grado di fornirenuove opportunità sia in termini dicosti che di efficacia di prestazione.Ecco che il Manuale "Specie erbaceespontanee mediterranee per la riqua-lificazione di ambienti antropici" rap-presenta un tempestivo ed esaurientesupporto tecnico a quanto definitonell’Area di lavoro dedicata alle AreeUrbane della Strategia Nazionale perla Biodiversità. L’uso delle specie erba-cee mediterranee nelle aree urbane e/odegradate rappresenta un’opportunitàalla quale possiamo aderire sia a li-vello di singolo cittadino, a partire dalcortile delle nostre abitazioni, sia a li-vello di professionista o di istituzione,contribuendo alla conoscenza e conser-vazione della flora nazionale."In maniera inconsueta mi preme par-

tire dagli allegatialla pubblicazione: ilprimo, "Allegato 1 –Specie mediterraneedi possibile impiegoquali wildflowers", ècostituito da quindicipagine di assoluto in-teresse in quanto sin-tetizzano con grandeutilità tutte le specieutilizzabili; ma è nelsecondo, "Allegato 2 –Schede descrittive dispecie mediterraneedi possibile impiegoquali wildflowers", cheè possibile apprezzare

pienamente le diverse tipologie di fiorie piante utilizzabili con singole schededai contenuti fotografici veramente ap-prezzabili. I primi quattro capitoli sono introdut-tivi e di definizione degli elementi edegli aspetti che caratterizzano l'am-biente mediterrano e la relativa flore.Nel quinto, sesto e settimo capitolo sientra nello specifico descrivendo con

dettaglio l'impiego delle wildflowersnel giardino, la scelta delle specie e iprincipi di biologia floreale e germina-zione. L'ottavo capitolo è dedicato alla tecnicacolturale, mentre il nono e il decimo ca-pitolo descrivono le modalità di im-piego e le principali specie utilizzabili.Per saperne di più:- http://www.isprambiente.gov.it/it

MAGGIORI SONO LE AREE VERDI,MIGLIORE È IL NOSTRO UMORE

Respirare aria pulita e cammi-nare in un parco rende menopesante la vita nei grossi cen-tri, opinione universalmentecondivisa. E adesso anchescientificamente provata dauno studio pubblicato sulla ri-vista Psychological Science.Esaminando i dati di un son-daggio nazionale che ha se-guito alcune famiglie delRegno Unito, i ricercatorihanno scoperto che una mag-giore presenza di verde neicentri urbani garantisce negliindividui un minor disagiomentale e una maggiore soddi-sfazione della propria vita. La ricerca evidenzia che le per-sone che vivono in aree urbanecon più spazi verdi tendono ariferire un benessere maggiorerispetto agli abitanti delle cittàche non dispongono di parchi,

giardini, o altre aree verdinelle vicinanze. Nello studio, iricercatori hanno tenuto contoanche di altri fattori, come ilreddito dei partecipanti, l’occu-pazione, lo stato civile, la sa-lute fisica e il tipo diabitazione. Secondo gli scien-ziati, vivere in una città riccadi parchi può avere un impattosignificativamente positivo sulbenessere, pari a circa un terzodell’impatto positivo legato almatrimonio o ancora pari al10% di trovare un’occupazione.“Questi paragoni sono impor-tanti per i politici, quando de-vono decidere come investire lescarse risorse pubbliche, adesempio per lo sviluppo delparco o la sua manutenzione”afferma un ricercatore. I risul-tati di studi precedenti ave-vano già suggerito la presenza

di una correlazione tra spaziverdi e benessere, ma non ave-vano escluso la possibilità chele persone con livelli più ele-vati di benessere semplice-mente si spostavano in zonepiù verdi. Il nuovo studio in-vece ha utilizzato i dati longi-tudinali raccolti dall’osser-vazione ripetuta di 10.000 par-tecipanti nel corso del tempo

da un sondaggio nazionale, trail 1991 e il 2008. La nuova ri-cerca non prova che trasferirsiin una zona più verde provocanecessariamente un aumentodella felicità, ma dimostra cheanche brevi periodi di tempo inuno spazio verde possono mi-gliorare l’umore.Tale ricerca,

potrebbe essere importanteper psicologi, funzionari dellasanità pubblica e urbanisti chesono interessati a conoscere glieffetti che l’urbanizzazione epianificazione urbanisticahanno sulla salute e sul benes-sere della popolazione.

I.B.

Le linee guida in un recente manuale dell’Ispra

Se è vero che lo smog rende tristi, il verde urbano rende gli abitanti più felici

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Tempo di mare: ombrellone prenotato su unaspiaggia Bandiera Blu, lettino al sole su una rivacertificata dai prelievi Goletta Verde. Ma qualcosanon torna, perché spesso i due attestati non solonon coincidono ma sono, anzi, contrastanti. Diverse sono innanzitutto le organizzazioni che lirilasciano: la Bandiera Blu dalla Fee (Foundationfor Environmental Education), mentre i prelieviGoletta Verde effettuati da Legambiente conflui-scono nella Guida Blu (stilata insieme al TouringClub Italiano), in cui ad ogni località vengono as-segnate “le vele della qualità”. La discrepanza trai dati diventa preoccupante, per i bagnanti che vo-gliono assicurarsi sulla qualità delle acque in cuisi immergono, quando è troppo significativa. Comenel caso dell’isola di Ventotene, che ottiene un pun-teggio bassissimo per Legambiente ma è BandieraBlu per la Fee. Altro esempio è quello della Sarde-gna, che nella Guida Blu possiede ben quattro lo-calità a “5 vele” mentre ottiene scarsi risultatisecondo la Fee; caso inverso, la Liguria, che fa ilpieno di Bandiere Blu ma non ottiene grandi risul-tati per Goletta Verde. Solo cinque delle tredici lo-calità premiate con “5 vele” sono state ancheinsignite della Bandiera Blu. Come è possibile? Larisposta è nella metodologia di analisi e nei critericonsiderati. Con la campagna Goletta Verde, Le-

gambiente si reca sul posto ad effettuare le rileva-zioni sulla qualità delle acque e sul grado di cemen-tificazione e impatto sul territorio nelle areeadiacenti alla località considerata. La Fee, invece,essendo un’organizzazione internazionale, ottienei risultati in base a questionari ed autocertifica-zioni somministrati alle località costiere; tra i cri-teri di giudizio pesa molto anche il servizio(parcheggi, accesso per i disabili) forse a scapitodella valutazione delle sole condizioni ambientali.Caso esemplare è l’Emilia Romagna che viene boc-ciata dalla Guida Blu 2013, mentre, con i suoi ser-vizi, ottiene buoni risultati per la Fee. Di certo lacosa migliore è andare in vacanza in un mare pu-lito e con una spiaggia adeguatamente attrezzata.Oltre a dare la caccia alle località “pluripremiate”,però, è auspicabile che si raggiunga una valuta-zione unica che tenga conto dei criteri ambientalie non. Così da offrire, mettendo da parte le polemi-che su quale sia “quella giusta”, una guida chiara.È importante (oltre che inutile alla prova con la re-altà) che non si venda fumo ai turisti. Non dimen-ticando che la qualità dell’ambiente è primaria,oltre che per la salute della nostra terra, perché ri-chiama il turismo, risorsa fondamentale per l’eco-nomia italiana.

A.E.

La Liguria è la regione ita-liana che vanta il maggior nu-mero di spiagge cosiddettebandiera blu e può contare suben 20 comuni premiati. Se-guono le Marche con 18 co-muni e completa il podio laToscana con 19. Spesso ci chie-diamo: ma quali sono le carat-teristiche necessarie perentrare nel cosiddetto clubdelle bandiere blu? Comeprima cosa, la qualità dell’ac-qua che viene valutata concampionamenti delle acque ef-fettuati nel corso dell’estateprecedente e dell’inverno cheprecede la bella stagione dalleAgenzie regionali per la prote-zione dell’ambiente; secondacosa: l’arredo urbano, le vastearee pedonali, le eventualipiste ciclabili, i servizi ed ilpersonale che troviamo sullespiagge, l’abbattimento dellebarriere architettoniche, lestrutture turistiche e alber-ghiere presenti, i servizi d’uti-lità pubblica sanitaria el’organizzazione di eventi cul-turali e di intrattenimento.La Campania, la nostra re-gione, anche per il 2013 con-ferma le sue 13 bandiere.Sono 11 le località premiatedella provincia di Salerno:Agropoli, Ascea, Casalvelino,

Castellabate, Centola-Pali-nuro, Montecorice, Pisciotta,Pollica, Positano, Sapri e Vibo-nati. Due soltanto quelle dellaprovincia di Napoli: Massa Lu-brense e Anacapri. Nonostante i continui miglio-ramenti ancora nessun ricono-scimento alla terza provinciacostiera, quella casertana. Diseguito, regione per regione,

tutti i luoghi premiati del no-stro Sud. Regione Abruzzo,Provincia di Chieti: Franca-villa al Mare, Rocca San Gio-vanni, San Salvo, Ortona,Fossacesia, Vasto-Punta Penna,Vignola San Nicola, San VitoChietino; Provincia di Te-ramo: Pineto, Alba Adriatica,Tortoreto, Silvi Marina, Rosetodegli Abruzzi, Martinsicuro,

Giulianova. Regione Basili-cata: Maratea. Regione Cala-bria, Provincia di Crotone:Cirò Marina, Melissa-TorreMelissa, Provincia di ReggioCalabria: Roccella Jonica. Re-gione Puglia, Provincia diBari: Polignano a Mare, Mono-poli-Lido Rosso, Castel S. Ste-fano, Capitolo; Provincia diBrindisi: Fasano, Ostuni; Pro-

vincia di Foggia: Rodi Garga-nico; Provincia di Lecce: Salve,Castro,Melendugno, Otranto;Provincia di Taranto: Ginosa -Marina di Ginosa. Regione Si-cilia, Provincia di Agrigento:Menfi; Provincia di Messina:Lipari, Vulcano; Provincia diRagusa: Ragusa - Marina diRagusa, Ispica - Santa mariadel Focallo, Ciricà.

Rapporto 2013 sulle acque di balneazioneAumentano le spiagge italiane premiate con la "Bandiera blu"

Goletta Verde e Bandiera Blu: chi ha ragione?Qualità dell’ambiente e dei servizi: a ognuno la sua spiaggia

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A 50 km da Cagliari, in località Chia,punta all’estremo sud della Sardegna,si estende un’area selvaggia e incon-taminata, priva di costruzioni, rico-perta dalla caratteristica macchiamediterranea e circondata da spiaggeparadisiache di finissima sabbiabianca. Si tratta del promontorio diCapo-Spartivento, dove l’incontro vi-scerale tra Nettuno e Madre Naturarende l’atmosfera unica al mondo. Quiè possibile dimorare nell’omonimofaro. Costruito nel 1856 dalla MarinaMilitare Italiana su una scogliera apicco sul mare, l’edificio è stato mitra-gliato dagli aerei americani durantela seconda guerra mondiale. Oggi,“vivo” e restaurato, può ospitare viag-giatori e turisti, senza aver perso, co-munque, la sua originaria naturacome punto di riferimento per tantinaviganti. La sua storica lanterna, in-fatti, da più di 150 anni, si accende alcrepuscolo e con un fascio di luce ro-tante, come una spada, taglia l’oscu-rità illuminando le rotte di esploratorie condottieri! Tante le particolarità diquesta struttura ricettiva: per esem-pio un giardino di circa 3.000 mq conal centro un enorme e secolare ulivo,gli antichi fondi di carro turchi adibitia tavoli per le colazioni e poi ancoramini appartamenti con soffitti fatticon vetrate di cristallo grazie allequali, la notte, è possibile ammirare il

cielo stellato…Dal punto di vista dell’ecosostenibi-lità, il Faro è dotato di un sistema dipannelli che utilizzano l’energia so-lare per il riscaldamento dell’acqua.Inoltre, è fornito di un sistema di fito-depurazione delle acque reflue, chepossono in tal modo essere riutilizzateper l’irrigazione del giardino.Aperto tutto l’anno, Il Faro di Capo-spartivento è stato premiato comebuon esempio di recupero di architet-tura militare dai vertici della MarinaMilitare Italiana ed è l'unico Farod'Italia restaurato ed aperto alla ricet-tività pubblica. Certo… guardando il tariffario è facilerendersi conto che non è concreta-mente accessibile a tutti. Ma l’idea anoi è piaciuta molto e se diamo unosguardo all’Europa, non ci sembra poicosì irrealizzabile il sogno di riuscirea trovare un Faro su misura per noi…

F.L.

La struttura illumina e accoglie viaggiatori da tutto il mondo

Idee per un’estate a contatto con la natura

Viaggiare all’insegna dell’educazione ambientaleAlessia Esposito

Ancora indecisi su cosa fare invacanza? Date un occhio alleproposte di WWF e Legam-biente, sul sito web dell’orga-nizzazione del Panda.Troverete viaggi per un turi-smo all'insegna dell'educazioneambientale, senza far mancareil divertimento. Ce n'è per tuttii gusti: bambini (7 -14 anni) ,ragazzi (15 – 17 anni), famigliee adulti, con programmi ad hocper ogni età ed esigenza. Lestrutture ricettive ospitantisorgono all'interno di aree na-turali protette o sono comun-que posizionate in luoghinaturalistici, storici e culturalidi pregio, dalla Valle d'Aostaalla Lombardia, dalla Toscanaalle Marche, dalle Dolomiti alParco nazionale del Cilento e,per gli adulti, anche nel restodel mondo. Si tratta di Fattoriedel Panda o di “strutture ami-che”. I più piccoli vengono gui-dati da animatori in unavacanza tra sport, fattorie, bo-

schi, osservatori, mare e mon-tagna. A seconda del tipo di va-canza scelta dai genitori per ipropri figli, ci sarà un’attivitàche avrà un ruolo da protago-nista. Per i ragazzi delle scuolesuperiori la parola chiave è av-ventura: trekking, mountainbike, barca a vela. E poi labo-ratori scientifici, di cinema e difotografia. Si può inoltre viag-giare insieme ai propri figli conl’opzione “viaggio in famiglia”per imparare a muoversi in-sieme tra i ritmi della naturapresso il Santuario dei Cetaceio sulle vette del Trentino perun soggiorno all'insegna del-l'arte o, ancora, in borghi sto-rici e fattorie. Per soli adulti cisono i Viaggi della Biodiver-sità, in Italia o all'estero. Siviene accompagnati da unaguida esperta attraverso escur-sioni, esplorazioni, percorsi-av-ventura e trekking. Tra le metein primo piano per quest'estatela Bolivia con la sua foresta, leAnde e i lama. Oppure l'Ecua-dor, uno dei Paesi più ricchi di

biodiversità, con l'Amazzonia ela sua Strada dei Vulcani, daseguire fino ad arrivare a toc-care la parete di un ghiacciaio.Senza poi dimenticare le va-canze all’insegna del benesserein Austria, davvero per tutti.Ampio è il ventaglio di propo-ste, unico è invece il filo con-

duttore: conoscere la natura,attraverso il contatto con la ve-getazione e con gli animali, eimparare a vivere in essa inmaniera sostenibile. Tutte levacanze si svolgono infatti inbase ai principi di una rigidaCarta di Qualità del turismo econtribuiscono alle attività di

conservazione promosse dalWWF. Inoltre per i viaggi che richie-dono inevitabili emissioni diCO2 (come quelli in aereo) al-cuni fondi saranno destinati alprogetto Climate Care. Nonresta che scegliere e “staccarela spina”.

Il faro di Capo SpartiventoRosa Funaro

L’Isola di Arturo torna ad essere un setall’aria aperta. Dal 22 al 24 luglio, in-fatti, ospiterà giovani artisti, giornalistie cinefili da tutto il mondo per il Pro-cida Film Festival. Proiezioni, wor-kshop e dibattiti si susseguirannorafforzando la voca-zione filmica diquesto territorioche vanta ben 34produzioni — traquelle censite apartire dagli anni'50 — e che ha ispi-rato e catturatopenne e registi dicasa nostra e nonsolo. Fabrizio Bor-gogna, tra i promo-tori dell'evento emembro dell'asso-ciazione Procida Film Festival, in varieinterviste ha raccontato come, 11 annifa, dalla passione per il cinema di ungruppetto di amici si è passati ad unavera e propria strategia di valorizza-zione del patrimonio artistico e cultu-rale poi denominata movie-tourism.L'intento era quello di veicolare la set-tima arte attraverso il turismo e vice-versa. L’obiettivo, ad oggi, si può direpienamente raggiunto. Le location delleiniziative, infatti, saranno proprio

quelle scolpite nella memoria dallegrandi firme del cinema. Dal limonetodi Saint Michel che ispirò Elsa Morantee la celebre pellicola di Damiano Da-miani, alla Marina Grande de ‘‘Il ta-lento di mr. Ripley'', di AnthonyMinghella fino alla Corricella e all'im-ponente carcere dismesso di Terra Mu-

rata, per ‘‘IlPostino'' e ‘‘Dete-nuto in attesa digiudizio''. Sorpresadell'edizione po-trebbe essere, pro-prio in relazionealla pellicola diNanni Loy e al de-cennale dalla scom-parsa del suoprotagonista, Al-berto Sordi, l'incon-tro con Lino Banfi,nel film direttore

del carcere dell'immaginaria città diSagunto. E la realizzazione di visiteguidate nel penitenziario di Terra Mu-rata, che dai primi di luglio è proprietàdel Comune di Procida. Il Festival oltreagli appuntamenti collaterali, si artico-lerà in tre momenti principali: opere inconcorso, opere fuori concorso, incontricon gli autori e retrospettive delle pel-licole più famose girate sull'isola. Tragli ospiti: l'attore Salvatore Misticone eil pianista Maurizio Mastrini.

Al via il Procida Film FestivalDal 22 al 24 luglio sull’ Isola di Arturo

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Fabiana Liguori

Nei mari italiani si sta realiz-zando un sogno. Quello di Fa-brizio Trivella, che lo scorso 14maggio è partito sul suo kayakdalla spiaggia di San Terenzo(SP). Destinazione: Trieste. Ilsuo giro d’Italia in canoa, pro-cede a gonfie vele!Fabrizio viaggia in solitario, incompleta autonomia, con:tenda, materassino, sacco apelo, fornellino, viveri confe-zionati. Ha poi un tablet, unGPS, un cellulare e un pannel-lino solare ripiegabile per rica-ricare i vari strumenti. Dormesulle spiagge, in genere pressostabilimenti balneari o saltua-riamente in campeggi.Il suo kayak è strutturato ap-positamente per il viaggio,avendo dei compartimenti sta-gni ove riporre il materiale ne-cessario. È, inoltre, fornito distabilizzatori gonfiabili, incaso di mare mosso, e una pic-cola vela da utilizzare in casodi vento favorevole. Grazie ad Anna, sua moglie,che con affetto e devozionesegue e narra in un diario on-line l’ avventura dell’intrepidonavigatore, Fabrizio ci de-scrive quanto c’è nei suoiocchi: “L'Italia vista dal mareè bellissima, la tipologia dellacosta è molto varia. Ho la pos-sibilità di ammirare dei postiincantevoli, piccoli scorci e in-senature che da terra non èpossibile raggiungere. Questaricchezza, la nostra ricchezza,andrebbe salvaguardata mag-giormente, molti tratti dicosta, infatti, sono eccessiva-mente cementizzati e questa èveramente una bruttura”.Otto le tappe in Campania:Baia Domizia, Castel Vol-turno, Sorrento, Positano, LaPicciola, Agropoli, Palinuro,Camerota. Durante il tragittolungo la nostra regione, Fabri-zio ha fatto degli incontrimolto particolari: “ho provatoun'emozione fortissima quandouna manta è passata accantoalla mia canoa, l'ho anche fo-tografata, è una creatura me-ravigliosa, e poi un'altra voltaho incontrato dei delfini” ciracconta. E poi aggiunge: “aparte la costiera amalfitana,che già conoscevo, è stata unascoperta positiva il Cilento,l'ho trovato ancora selvaggio,genuino e con una presenza

turistica più discreta. Speroche rimanga così, è una bel-lezza del nostro paese che vadifesa”.Fabrizio è contento, determi-nato, vivo. Fabrizio nonostantela fatica, va avanti, portandofuori dal cassetto quel sogno disempre: un viaggio di libertà estupore, tra le braccia di Net-

tuno. È molto appagato daquello che sta facendo, tante lesoddisfazioni e le gioie: gli stra-ordinari panorami e le personecordialissime che, ad ognisosta, lo accolgono come sefosse un dono del mare, lofanno sentire sempre più mo-tivato: presto raggiungerà lasua ambita meta..

Libertà e stupore tra le braccia di Nettuno

Salvatore Allinoro

Mettete tanti fiori sulla super-ficie di una vasca o in una ti-nozza piena d’acqua emescolate. Dopo due giorni po-tete immergervi in un bagno diaromi. Strofinate ogni centime-tro del corpo, il profumo è unodei più belli che esistano. Nellecampagne ricoprirsi di essenzetenui e delicate è una tradi-zione millenaria. I fiori si rac-colgono il 26 Giugno, quando ilcalore dell’estate coincide con ilpicco di fertilità delle piante. In città fino a 50 anni fa ilprimo Maggio erano le rose afornire l’immancabile ingre-diente segreto per il più piace-

vole dei bagni primaverili. Rac-cogliere indiscriminatamentedalle aree protette è molto pe-ricoloso per piante ed animaliin via di estinzione. I fiori sonoun simbolo di fertilità in tuttele culture del mondo, fanno dacontraltare ai rituali e ci ricor-dano il legame indissolubiletra essere umano e madreterra. Le occasioni per riceverlioppure offrirli in dono sonotante: matrimoni, incontri ga-lanti, compleanni, saggi didanza o di musica, l’esame checi consacra dottori. Passatal’euforia dei festeggiamenti ifiori restano pieni di vita soloper qualche giorno perché sonostati recisi dai gambi. Riutiliz-

zarli per un bagno ristoratoreantiossidante agli olii essen-ziali ci evita di vederli avviz-zire. Entro una settimanapetali, antere e pistilli inizianoa sciogliersi. Il macerato che siottiene è ideale per rinfrescare

il compost o per innaffiare, unsolo getto d’acqua nutre le ra-dici e deposita sul terreno unostrato di tessuti vegetali che ri-mane come una pacciamaturaarlecchina per almeno unmese.

Fare il bagno nell’acqua di millefioriCompletamente immersi nella natura

Giulia Martelli

In barba a chi suggerisce di lasciare a casa i cellulari quando siparte per le vacanze così da godersi in tutta tranquillità il tantoagognato buen retiro estivo, di seguito 10 delle innumerevoliapplicazioni per smartphone da consultare per semplificarci lavita durante le ferie e permetterci una maggiore serenità. PACKING PRO DI QUINNSCAPE: è la app che va in soc-corso dei più sbadati ricordando loro cosa inserire in valigia.SKYSCANNER: è usata per la ricerca di un volo, magari lowcost, con partenza dallo scalo più vicino. È disponibile in 29 lin-gue e in oltre 70 valute. PREZZI BENZINA: è un’ applicazione-community dove gliutenti segnalano i prezzi del carburante e indicano quelli piùconvenienti.NAVFREE: è un navigatore GPS per Android che memorizzale mappe anche offline! Unico neo: non segnala la presenza diautovelox.AROUNDME: permette di trovare velocemente informazionirelative al luogo in cui ci si trova. Identificando la nostra posi-zione ci permette di scegliere il bar, la banca, la stazione di ser-vizio, l’ospedale, l’hotel, il cinema, il ristorante, il supermercatoe i taxi vicini.GOOGLE GOGGLES: consente, attraverso una semplice fotoscattata dal telefonino, di avere informazioni su un determi-nato monumento o un'opera d'arte.SPIAGGE ITALIA: è una delle tante app utili con 1.300 areeclassificate per distanza, descrizione, tipologia, servizi, gestionee anche frequenza (affollate o meno).IBRONZE: per gli amanti della tintarella. Si sceglie il propriotipo di pelle e l'applicazione - sfruttando la posizione gps delproprio telefonino e le previsioni meteo - suggerisce la prote-zione da utilizzare e per non scottarsi. ASSISTENTE SPESA LITE: consente di tenere i conti cata-logando le spese…la cassa comune in vacanza non sarà più unproblema.POSTDROID: l'applicazione che trasforma le foto scattate invacanza in cartoline digitali da inviare via e-mail.

TUTTA LA VACANZA IN 10 APP!

Il giro d’Italia in kayak di Fabrizio Trivella

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Allergie solari e fotosensibilitàFabiana Clemente

La calda stagione è finalmentearrivata. Le spiagge sono gre-mite di persone, disposte adestenuanti ore di tintarella purdi allontanare il ricordo dellungo inverno appena tra-scorso. Ma il sole nascondedelle insidie. Perché pagare inautunno il prezzo della nostranegligenza? Sono noti a tutti irischi a cui si va incontro senon si adottano alcune misurepreventive contro i danni delsole. La fotodermatosi– affezione della cuteche si manifesta coneritema, orticaria o al-lergia solare - non èattribuibile ai soli sog-getti fotosensibili sindalla nascita, ma èfrutto di abitudini er-rate. I sintomi princi-pali ad essa associatisono dolore, gonfiore,arrossamento, eru-zioni pruriginose o ve-sciche, macchie scure,vertigini, stanchezza efebbre. Insomma una reazioneallergica a tutti gli effetti!Come riconoscerla? Entroquanto tempo insorgono i primisegnali? La manifestazione piùrapida avviene nell’arco di 24ore dall’esposizione al sole e si

presenta sottoforma di infiam-mazione cutanea, in corrispon-denza delle parti del corpoesposte. Si tratta in questo casodi un’intossicazione solare. Percontro una reazione fotoaller-gica si scatena dopo 24-72 ore,con macchie rossastre, prurito

e vesciche interessanti le areecutanee esposte e non. Per unadiagnosi immediata è doverososaper qualificare il tipo di affe-zione in atto. Tra le reazioniacute – rapide e improvvise –rientrano la dermatite poli-morfa solare rappresentata dapiccole bolle sierose e pelle ar-rossata nonché pruriginosa;l’orticaria solare caratterizzatada grandi bolle rosse, prurito,bruciore e irritazioni; lupus eri-tematoso cutaneo subacuto chesi presenta con eruzioni squa-mose alla stregua della pso-riasi. Nella categoria delleaffezioni croniche – presentitutto l’anno ma maggiormentemanifeste in estate - rientranola dermatite attinica cronicaovvero eczemi sulle aree espo-ste al sole; prurigo attinica chesi distingue per le chiazzesquamose e le cicatrici; la por-firia cutanea tarda rappresen-tata da erosioni e bollesoprattutto su mani e avam-bracci; lupus eritematoso siste-mico che si manifesta coneruzioni cutanee e depigmen-tazione su naso e guance. Effet-tuata la diagnosi non resta cheprocedere con la terapia appro-priata. Prendersi cura dellapelle è il primo passo per ri-durre l’incidenza dei tumoridella pelle.

IL BRACCIALETTO CHE SALVA LA PELLEA partire da fine giugno, neglistabilimenti balneari dellaCampania è stato distribuito il“braccialetto che ti salva lapelle" : un braccialetto contro idanni del sole che cambia colorequando i raggi UV diventanodannosi. Importante soprattuttoper la salute dei più piccoli, è ilrisultato della campagna di in-formazione con cui la Fonda-zione Melanoma istituitadall’Istituto Nazionale TumoriFondazione “G. Pascale” di Na-poli e la Seconda Universitàdegli Studi di Napoli, vuole coin-volgere i più giovani e sensibiliz-zarli sull'importanza delleregole per una corretta esposi-zione solare. La prevenzione èla prima arma per sconfiggere ilmelanoma: un tumore dellapelle molto aggressivo. Ognianno in Italia ci sono 7000nuove diagnosi e 1500 decessi. Ilbraccialetto può essere il sim-bolo della lotta a questa malat-tia. Il sole può provocare dannimolto gravi e le creme non pos-

sono fare miracoli e devono es-sere scelte in base al proprio fo-totipo. Non esistono solari ingrado di garantire una prote-zione totale, esiste un tempo diesposizione massimo oltre ilquale bisogna stare all'ombra. Ilsole va sempre evitato nelle orecentrali della giornata, fra le 12e le 16. Secondo gli esperti, i neidevono essere controllati unavolta all'anno dallo specialistacon una visita medica accuratache permette di identificare lelesioni sospette ed il melanoma,se individuato in fase iniziale,può essere asportato chirurgica-mente e guarisce nel 90% deicasi. I fattori di rischio compren-dono anche le lampade abbron-zanti, che dal 2011 sono vietatein Italia agli under 18. Questeapparecchiature aumentano ilrischio di melanoma del 75% seutilizzate prima dei 30 anni,come dimostrato da uno studiodell'Agenzia internazionale perla ricerca sul cancro (IARC).

G.M.

COME DIFENDERSI DAI FULMINI IN SPIAGGIAGennaro Loffredo

Purtroppo le cronache recenti hanno fatto regi-strare una tragedia innescata da un temporalein spiaggia. È successo a Campomarino di Ma-ruggio, in provincia di Taranto, dove lo scorso 8luglio Giovanni, 12 anni, ha perso la vita, colpitoda un fulmine. La scarica improvvisa ha coin-volto anche un 14enne, che fortunatamente nonha riportato gravi conseguenze. Con la stagioneestiva quello dei fulmini è un fenomeno da nonsottovalutare, vista la sua pericolosità. È veroche i temporali tendono a privilegiare spesso i ri-lievi montuosi, ma talvolta le manifestazionitemporalesche possono presentarsi anche suitratti costieri, popolati da migliaia di bagnantiche affollano le spiagge durante questa stagione.Allora come difendersi da questi fenomeni? In-nanzitutto i fulmini sono molto attratti dagli og-getti a forma di punta; persino un uomo a piedipuò diventare bersaglio principale del fulmine.Più l’oggetto è alto, più è vulnerabile. Può capi-tare anche dalle nostre parti di trovarsi in spiag-gia e di essere sorpresi da un temporale confulminazione. In questo caso, quali sono gli ac-corgimenti da tenere in considerazione? Se ci tro-viamo a mare e udiamo i primi tuoni, la primacosa da fare è uscire immediatamente dall’acquapoiché questa è un ottimo conduttore elettrico equindi propaga facilmente i fulmini che toccanoil suolo nelle vicinanze. Altra regola è evitare digiocare con aquiloni o con tutto ciò che abbia

forma appuntita. Se proprio non è possibile al-lontanarsi dalla spiaggia o dagli ombrelloni, è ne-cessario ripararsi in luoghi chiusi oppureassumere la posizione accovacciata con i piediben uniti, meglio se leggermente affossati nellasabbia. Ma quali sono i temporali più pericolosi?Spesso capita di vedere arrivare in estate deifronti temporaleschi provenienti dalle zone dimontagna. Questi sono i classici temporali di sta-gione, che scaricano grossi quantitativi di pioggee di fulmini soprattutto nelle aree più interne etendono ad interessare le zone costiere in formapiù attenuata. Una persona più esperta sa che,al contrario, i temporali più violenti sono quelliche provengono dal mare. Il mare, infatti, è unnotevole serbatoio di energia che alimenta il fe-nomeno temporalesco trasformandolo in auten-tiche bombe d’acqua. Nei casi più estremi siformano vere e proprie trombe marine. In questicasi quando il peggioramento arriva dal mare,bisogna immediatamente allontanarsi dallaspiaggia per non andare incontro a pericoli chemettano a repentaglio l’incolumità delle persone.

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ADDITIVI ALIMENTARI: NITRATI E NITRITIUn uso eccessivo può essere molto dannoso per la salute

Claudia Esposito

I nitriti (E249, E250) e nitrati(E251, E252), oltre ad esseresostanze naturalmente pre-senti negli alimenti di originevegetale, animale e nell’ac-qua, vengono utilizzati anchecome additivi. Per additivoalimentare si intende qual-siasi sostanza, normalmentenon consumata come ali-mento in quanto tale e nonutilizzata come ingrediente(indipendentemente dal va-lore nutritivo), aggiunta in-tenzionalmente ai prodottialimentari per un fine tecno-logico; infatti queste sostanzevengono utilizzate come con-servanti (stabilizzano il colorerosso vivo della carne) e anti-microbici (mantengono inalte-rati odore e sapore, esaltandol’aroma). I nitrati sono pre-senti in natura in concentra-zioni elevate nell’acqua enegli ortaggi (bietole, sedano,rape, spinaci, etc) ed artificial-mente in alcuni alimenti peraumentare la shelf life (carnebovina, carne di manzo in sca-tola, salumi, pesce marinato);talvolta si possono trovaresottoforma di residui di com-posti chimici usati nell’agri-coltura. Paradossalmente initrati non sono tossici inquanto gli alimenti che li con-tengono, presentano sostanze

antagoniste quali la vitaminaC, che ne impediscono la tra-sformazione in nitriti. Questecondizioni, però, possono cam-biare nel momento in cui siraggiungono concentrazionitali che in determinate condi-zioni ambientali (succo ga-strico, PH acido) o temporali(periodi lunghi di conserva-zione) li trasformano in ni-triti. I nitriti sono sostanzeparticolarmente tossiche perl’organismo in quanto si le-gano all'emoglobina e ridu-cono il trasporto di ossigeno aitessuti. Inoltre in ambiente

acido ed in presenza di am-mine, danno origine alle ni-trosammine, note comecomposti cancerogeni. L’utilizzo dei nitriti, soprat-tutto per la conservazione deisalumi, e l’abbandono delletradizionali tecniche di con-servazione naturale degli ali-menti, sta aumentando ilrischio per la salute umana,soprattutto per il consuma-tore. Al riguardo si rammentache nel D. n.209/1996 i quan-titativi dei sali di nitriti e dinitrati nei prodotti a base dicarne erano indicati come

“quantità introdotta indica-tiva” e come “residuo”. Conl’ultimo aggiornamento delD.M. 27/2008, tali quantita-tivi sono fissati come dosimassime (250mg/kg per ni-trati, 150mg/kg per nitriti)che possono essere aggiuntedurante il processo di produ-zione degli alimenti e, in viaeccezionale, sono stabilite dosimassime residue per alcuniprodotti tradizionali a base dicarne. I nitriti sono consentitilimitatamente nei prodotti abase di carne sterilizzati finoa 100mg/kg. La CE con il

D.M. 25/2010, ha stabilito ladose giornaliera per i nitratipari a 0,06mg/Kg e per i ni-triti a 3,7mg/kg; queste però,non sono valide per i bambinial di sotto dei 3 anni, in cui bi-sogna evitare la somministra-zione di alimenti ricchi innitrati in quanto l’enzima ingrado di ripristinare l’emoglo-bina funzionante viene pro-dotto solo dopo il 3°mese divita. È opportuno dunque, cheil consumatore si tuteli attra-verso una corretta e bilan-ciata alimentazione poverasia in nitriti che nitrati.

PROBIOTICI E FERMENTI LATTICI: EFFETTI TERAPEUTICILactobacillus, Lactococcus,Leuconostoc, Pediocuccusm,Streptococcus. Nomi difficilida ricordare ma dalle pro-prietà benefiche fondamen-tali per il nostro organismo, oper meglio dire per il nostrointestino. La peculiarità deibatteri lattici probiotici consi-ste nella straordinaria capa-cità di arrivare vivi e attivisino all’intestino, dove agi-scono al fine di rinforzare ledifese immunitarie e collabo-rano con l’azione degli anti-biotici. Ovviamente sono untoccasana per equilibrare lefunzioni intestinali, in parti-colar modo per ristabilire ilnormale funzionamento dellaflora batterica. Ma vediamopiù da vicino come agiscono.Un consumo eccessivo di cibo– nello specifico di zuccheri eproteine – comporta inevita-bilmente l’indigestione di una

sua parte, che fermentandoproduce gas con conseguenticrampi addominali. Maquindi cosa sta succedendonell’intestino? L’azione deibatteri cattivi è più potente

rispetto a quella degli eubio-tici, i cosiddetti batteri buoni.Ed è in questa fase che ri-sulta fondamentale provve-dere all’integrazione difermenti lattici, al fine di con-

trastare lo sviluppo di ulte-riori batteri patogeni. Sononumerose le cause che inci-dono nell’indebolimento dellaflora batterica. Per fare alcuni esempi, unacattiva alimentazione, l’uti-lizzo di antibiotici, il consumodi anticoncezionali orali, pro-blemi digestivi o semplice-mente stress. Nella selezionedi una terapia che maggior-mente si confà alle nostre esi-genze bisogna tener presentela differenza tra probioticialimentari e probiotici farma-ceutici. I primi vengono uti-lizzati per migliorare lafunzionalità intestinale. L’im-piego dei secondi invece è fi-nalizzato a sanare problemidi stitichezza, diarrea, gastro-enteriti, acidità. Ma facciamoattenzione. Per incrementarel’apporto di fermenti latticinon possiamo fare affida-

mento ai bacilli contenutinello yogurt in quanto nonsono probiotici. Tuttavia in commercio esi-stono prodotti specifici, alta-mente benefici, contenenti illactobacillus johnsonii LA1,più comunemente LC1, il bifi-dobacterium, il più famoso bi-fidus actiregularis, illactobacillus casei, noto comeL-casei immunitas. L’azionedi questi componenti sicura-mente darà i risultati sperati.Se ne consiglia il consumo du-rante tutto l’anno ma in par-ticolare a coloro che hannoprogrammato una vacanza –soprattutto se all’estero –come cura preventiva a basedi fermenti lattici per scon-giurare eventuali fastidi,quali diarrea, stitichezza, in-fezioni delle vie urinarie. Pro-biotici! A favore della vita!

F.C.

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

A Napoli in questi anni (par-liamo di fine Seicento), tral’altro, furono edificate, re-staurate o abbellite, con il ti-pico stile barocco, moltissimechiese e cappelle (tra essequella del Gesù Nuovo, di SanGregorio Armeno o la splen-dida Certosa di San Martino).Furono costruiti il PalazzoReale (su disegno di Dome-nico Fontana), il palazzo degliStudi (che da caserma diventòsede dell’Università e ora delMuseo Archeologico), il miste-rioso palazzo Donn’Anna perla viceregina Anna Carafa,sugli scogli di Posillipo e maiportato a termine dal Fan-zago, la chiesa di San Gia-como degli Spagnoli inglobatanell’attuale palazzo San Gia-como e che ospita i resti dimolti viceré e nobili iberici, icaratteristici obelischi o gu-glie di marmo di piazza RiarioSforza, di piazza San Dome-nico Maggiore e (successiva-mente) di piazza del Gesù: laloro forma richiamava quelladelle “macchine da festa” dimoda in quel tempo, dellevere e proprie strutture cheoccupavano piazze e interi

quartieri in occasione di festi-vità religiose o laiche. Spessodei complicati meccanismi lefacevano muovere creando ef-fetti veramente speciali per latecnologia utilizzata: perso-naggi mobili, fontane di olio edi vino, intere foreste rico-struite, palazzi di cartapesta,cuccagne insuperabili contutti i cibi possibili e che di-ventavano la gioia di grandi epiccoli per intere giornate.Nel 1707 Filippo V re di Spa-gna (papà del grande CarloIII di Borbone) aveva perso isuoi possedimenti italiani eNapoli era stata occupatadagli Austriaci. Molte mi-gliaia di napoletani preferi-rono raggiungere il respagnolo e lasciare la città.A differenza di quanto era ca-pitato in precedenza, la cul-tura, la lingua e le tradizioniaustriache erano troppo di-verse da quelle dei napoletanie non si stabilirono dei rap-porti molto amichevoli tra lapopolazione e i nuovi viceréaustriaci. L’imperatore provò a nomi-nare viceré d’origine italianacome il cardinale VincenzoGrimani, Carlo Borromeo,Marc’Antonio Borghese ma irisultati non furono eccezio-

nali. Dal 1707 al 1734, allora,furono pochi gli avvenimentiveramente importanti conl’eccezione di qualche nuovastrada pubblica e, soprat-tutto, di un trattato di pacedell’imperatore con i Turchi econ le popolazioni del Nord-Africa che portò al migliora-mento dei traffici commercialicon quei paesi. Nell’aprile del1734 gli Austriaci lasciaronoNapoli: stava per arrivareCarlo di Borbone, un giovaneprincipe, figlio di Filippo V di

Spagna e di Elisabetta Far-nese e in città si era già dif-fusa, con entusiasmo, la voceche voleva finalmente creareun regno autonomo.Ci piace ricordare, infine, letante definizioni che di Napoli“gentile” si erano diffuse intutta l’Italia:“Non sai che Napoli è Napoligentile?” (C. F. Vacantiello);“O canzune massicce dove se

conservava doce comme a lomele la mammoria de Napoleientile” (G. B. Basile);

“O bonomo si’ stato per lomundo? Hai tu vedute chestecitate famose come Roma lasanta, Milana la grande, Fi-renze la bella e napole la gin-tile?” (L. De Rosa);“Chillo bello Napole, sciore deTalia, schiecco dell’Europa,gioiello dello Munno” (G. C.Cortese); “La gentelissema cetate nostrade Napole […] ave partorutonn’ogne siecolo uommene desobrimm’ azzellenzia” (B.Zito)…

Dal Barocco alla grandezza borbonica Continua il nostro viaggio nel tempo

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L’architettura del riciclo creativoAntonio Palumbo

Sono sempre più numerosi gli archi-tetti moderni, soprattutto paesaggi-sti, che ricorrono al cosiddetto “riciclocreativo”, utilizzando materiali divaria composizione e provenienza perrealizzare interessanti interventi,con sorprendenti e piacevoli risultatiestetici e con costi estremamente con-tenuti. Ma di cosa si tratta, più pre-cisamente? Per “riciclo creativo” siintende quella pratica del realizzaree del costruire fondata sulla consape-volezza che, specie in ragione dell’at-tuale crisi economica ed ambientale,l’architettura deve appropriarsi distrategie progettuali ogni volta piùsostenibili e percorrere nuove stradeverso la creatività, affrancandosi pro-gressivamente dall’idea del sogno.Tale pratica trova applicazioni inogni campo e dimensione della pro-gettazione ecocompatibile e tende aconferire dignità creativa ad un nu-

mero sempre maggiore di materialidi scarto, ai quali, per tradizionaleconcezione (o prevenzione), non si eramai neanche immaginato di poter ri-assegnare un “ruolo” nel novero del-l’architettura, della rigenerazioneurbana e della progettazione del pae-saggio. Ne sono un esempio tanto icosiddetti “giardini artistici low cost”- ideati ormai in ogni parte del mondoutilizzando pneumatici, pallet, cas-sette e bottiglie in plastica e strut-ture metalliche riciclate - quanto inumerosissimi progetti realizzati,conferendo una seconda vita a mate-riali e strutture di scarto, ad ogniscala, da quella territoriale ed urba-nistica a quella della piccola casa diabitazione.Si va dal celebre recupero della HighLine di New York ai progetti attuatiin diversi luoghi della Germania,della Spagna, degli Stati Uniti e delBrasile, dove il “re-cycle style” ha re-stituito al verde e all’architettura

brani di città dimenticati, aree indu-striali dismesse, vecchie discaricheabbandonate, cave inutilizzate, cosìcome strutture ed edifici fatiscenti eormai destinati alla demolizione.Limitandoci al novero dell’architet-tura ed a titolo esemplificativo - con-siderata la brevità della trattazione -citeremo soltanto, tra gli interventipiù importanti degli ultimi anni, ilprogetto dello studio olandeseMVRDV per il Gemini ResidencesFrosilos di Copenhagen, dove duevecchi silos, che dequalificavano par-ticolarmente il waterfront della capi-tale danese, sono stati trasformati intorri residenziali ad alta qualità co-struttiva ed elevata efficienza ener-getica.Ancora nel campo dell’architettura,uno tra gli esempi più recenti, origi-nali ed innovativi di vero e proprio ri-ciclo creativo è certamenterappresentato dal teatro Jellyfish,voluto dagli abitanti del quartiere di

Southwark a Londra, costruito inte-ramente con materiali di recupero divaria provenienza, tanto da indurrequalche addetto ai lavori a definirlouna “architettura della spazzatura”.Nato per iniziativa della compagniateatrale The Red Room, il Jellyfish èstato realizzato grazie all’opera di ot-tantuno volontari - i quali hanno la-vorato complessivamente per 4.200ore con la supervisione dei due archi-tetti responsabili del progetto, i ber-linesi Folke Köbberling e MartinKaltwasser - mettendo insieme pra-ticamente di tutto, obsolete scenogra-fie teatrali, vecchie cucine, cassettedel mercato, scarti di cantieri edili,pallet provenienti dal mercato dellafrutta di Covent Garden, carta e car-toni, elementi in plastica e in gommadi varia fattura: oggetti, componentie materiali il cui destino, solo fino aqualche anno fa, sarebbe stato quellodel comune conferimento in disca-rica.

La nuova vita degli aerei in disusoFabio Schiattarella

Oggi può capitare di atterrarein un aeroporto e dirigersi al-trove, raggiungendo un altroaereo, questa volta in disuso,dove pernottare o seguire unmeeting di lavoro. In CostaRica, ma anche in città euro-pee come Stoccolma, vi sonoesemplari di aerei convertitiin alberghi, ostelli e sale mee-ting di lusso. Consigliati perchi non può provare l’ebbrezzadel volo, per gli amanti del-l’aeronautica e per i curiosiviaggiatori a cui piace soggior-nare in insolite location, l’ideaoffre anche la possibilità di ri-flettere sulla destinazionedegli oggetti in disuso. Dai piùpiccoli ai più ingombranti non

sono necessariamente esaustidopo il ciclo di vita program-mato. Considerando che la du-rata di un aereo è di circa 25anni e ciò è dettato da logichefunzionali, di consumi e dimercato; è lecito interrogarsisulla loro fine, quando il ciclodi vita programmato termina.Esistono veri e propri cimiteriper aereomobili come quello

sito nella Davis-Monthan AirForce Base a Tucson in Ari-zona, dove sono posteggiatioltre 4.400 apparecchi in di-suso. Altri aerei vengonosmantellati ed alcuni pezziriutilizzati per quelli in co-struzione. Il riciclo creativodei veicoli non riguarda sologli aerei ma anche container ovagoni di treni. Tutti questi

mezzi, dopo un adeguato re-styling possono diventare verie propri habitat. I costi delle“camere d’aereo” non sonoesorbitanti anche perché al-cuni di questi sono degliostelli, vedi ad esempio nel-l’aeroporto di Arlanda, a Stoc-colma, dove c’è un ostello natodal velivolo jumbo 747-200.Dopo aver svuotato gli internied igienizzato l’ambiente, ilvelivolo è stato suddiviso in 25camere, ciascuna con tre letti.Gli amanti del lusso possonoprenotare la suite, sita nellacabina di pilotaggio. L’Ilyu-shin 18, modello Sovietico,oggi parcheggiato a Teuge,nei Paesi Bassi, è stato acqui-stato da una lussuosa catenaalberghiera, diventando così

un albergo in cui i 40 m di lun-ghezza sono a disposizione diuna coppia o per meeting di10-15 persone. A disposizionedei clienti: vasca idromassag-gio, sauna ad infrarossi, 3 te-levisori lcd, minibar,connessione internet e ariacondizionata. Il Boeing 737,immerso nella foresta plu-viale, proprio ai margini delParco Nazionale Manuel An-tonio in Costa Rica, diventatoun hotel resort, offre due ca-mere con vista sull’oceano esulla spiaggia. Il progetto siinserisce nel corso di inizia-tive promosse dall’ UnioneEuropea che mirano a recupe-rare e riciclare il maggior nu-mero delle componenti di unaereo.

Conferisce dignità creativa ad un numero sempre maggiore di materiali di scarto

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Cristina Abbrunzo

Avete presente il film “L’amorenon và in vacanza?” Quandouscì, qualche anno fa, rimasi af-fascinata dall’originalità dellatrama. Due ragazze desiderosedi evadere un po’ dalla propriarealtà, grazie ad un sito inter-net che le aiuta a mettersi incontatto, si scambiano la casaper 10 giorni e vivono una va-canza che cambierà per semprela vita di entrambe. Che grandeidea – pensai – peccato si trattisolo di un’americanata holly-

woodiana! Mi sbagliavo. Oggiquesto singolare modo di farevacanza è realtà. E, per di più,una realtà che sta prendendosempre più piede grazie ai van-taggi e ai risparmi che offre.Complice la crisi, sono semprepiù le persone alla ricerca di va-canze low cost ed, ancora unavolta, la parola d’ordine di unfuturo più sostenibile sembraessere: condivisione. Oltre allapratica già tanto conosciuta delcarpooling - la condivisionedell’auto e delle spese di viaggio- per risparmiare sulla vacanza

si può condividere e scambiarela propria casa, dormendo gra-tis in un loft nel quartiere Sohodi New York o in un apparta-mento a Parigi con vista sullaTorre Eiffel. Ma come cercareuna “casa gemella”? E' suffi-ciente collegarsi alla rete per ac-cedere ai molteplici siti chedanno la possibilità di visionareappartamenti, case e loft inqualsiasi parte del mondo, econtattare quindi i proprietaridella casa messa a disposizioneper lo scambio. Il sito italianopiù noto che fornisce questo tipo

di servizi si chiama scambio-casa.com ed è molto facile ed in-tuitivo da utilizzare. Ilmeccanismo è questo: chi ha vo-glia di sperimentare una va-canza nuova, risparmiando eabitando per un breve periodoin una casa altrui, può iscriversial sito con una quota che oscilladagli 80 ai 120 euro. Si metteonline l’annuncio con i dati dellapropria abitazione – Stato,città, via, numero di stanze, di-stanza dal centro storico, sta-zione metro o fermata autobuspiù vicina, ecc. – correlato di

foto. Poi, si cerca, sempre sulweb, la casa dei propri sogni. Aquesto punto comincia lo scam-bio di informazioni tra i dueproprietari che hanno deciso discambiare la propria dimora.Ed il gioco è fatto. Nel corsodegli ultimi anni, l’Italia, ri-spetto al numero di abitanti, siè posizionata al primo posto trale mete più richieste. Le regionipiù ambite: Toscana e Lazio, se-guite da Lombardia, Veneto eSardegna. Il baratto della pro-pria abitazione con obiettivoferie è a risparmio garantito dialmeno il 60 per cento del costototale di una vacanza, bastipensare che sono completa-mente abbattuti i costi di affittoo soggiorno in hotel. Ma unaltro vantaggio, più romantico,è quello di immergersi comple-tamente nell'atmosfera delposto prescelto. Si vive comeabitanti del luogo, inserendosinella cultura e nelle abitudinidella persona alla quale si"ruba" momentaneamente lavita. Forse non troveretel'amore eterno, come le due pro-tagoniste del cult americano,ma la bellezza dello scambiocasa và oltre l’aspetto del ri-sparmio, è più sottile e piùumana, è certamente unosplendido modo per toccare conmano un paese diverso, conusanze e modi di pensare cosìuguali e così lontani dai nostri.Si ha come la sensazione di es-sere, in qualche modo, cittadinidell’intero pianeta. Speriamosia una pratica che non si perdanel tempo e non si riveli, comespesso capita, una meteora ditendenza, bensì un’esperienzache non aiuta solo a rispar-miare, ma ad arricchirsi dentro.

Per restare in piena logica low-cost e di unvivere più sostenibile: se amate la natura,se sporcarvi le mani in campagna è pervoi un piacere incomparabile, se sietepronti a conoscere nuove persone e nuoviluoghi, perchè non fate wwoofing?WWOOF è l’acronimo di World-Wide Op-portunities on Organic Farms, ed è un’or-ganizzazione che vuole mettere incontatto le fattorie biologiche (ma nonsolo, pure Ecovillagi ed altri ambienti ditipo rurale) con viaggiatori decisi a scam-biare ore di lavoro con vitto e alloggio. Inpratica, entrate in contatto attivamentecon la natura e il soggiorno è completa-mente gratuito. Per iscriversi ed ottenerela lista delle opportunità basta contattareper via informatica l'organizzazionew.w.o.o.f. relativa alla nazione che si vuolevisitare. Il costo della quota associativavaria da paese in paese e comprende l'as-sicurazione. Occorre dunque essere mem-bro di WWOOF Italia se si desideraintraprendere un’esperienza nel nostro

paese oppure membro di WWOOF Chinaper avventurasi nel continente cinese, ecosi via. Le realtà sono le più diverse si vadalle 1500 fattorie circa dell’Australia auniversi molto più contenuti come le 44fattorie della Repubblica Ceca etc. I volontari WWOOF, detti “wwoofers”,non ricevono di norma nessuna forma distipendio né di aiuto finanziario. Le fatto-rie offrono vitto, alloggio e l’occasione diapprendere, in cambio di un’assistenzanelle attività ortofrutticole o di giardinag-gio, o agricole in generale. Pur trattandosidi volontariato, suggeriamo al wwoofer dilavorare con serietà e rispetto nei con-

fronti degli host, soprattutto se le ore dilavoro richieste sono poche e lefamiglie/aziende si rivelano cordiali edospitali. Chi ospita, d'altra parte, deveavere ben chiaro che il volontario non è unprofessionista nè un impiegato da sfrut-tare. Deve rispettarlo, farlo sentire comeun membro di famiglia. Il W.w.o.o.f. èprima di tutto uno scambio culturale, ar-ricchito da rapporti umani sinceri ed one-sti. I wwoofers vengono reclutati tradiverse categorie di persone. Molto spessosono studenti con risorse limitate che neapprofittano per fare delle vacanze. Nonrari sono quelli che viaggiano in coppia. Visono poi persone interessate all’agricol-tura biologica (tra cui studenti di agrariao futuri agricoltori) o al giardinaggio bio-logico per loro stessi. Altri ancora sonoalla ricerca di viaggi e di rapporti umanial di fuori di logiche mercantili, semplice-mente alla ricerca di loro stessi o di un pe-riodo di pausa riflessiva.

C.A.

Scambio casa: la nuova frontiera del viaggio low costSoggiornare gratis in tutto il mondo

WWWOOF: agricoltori per un’estateFare volontariato in una fattoria biologica

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Eleonora Ferrara

A considerarle bene, le aspet-tative sono sempre giuste.Non sempre, però, corrispon-dono al verificarsi degli eventi,allorquando si palesa una si-tuazione del tutto diversa daquella auspicata.In ogni caso, la speranza restasempre la virtù più tenace ecostituisce una connotazioneprecisa del genere umano alquale, sicuramente, non nuoceun po’ di salutare ottimismo.È con ottimismo, quindi, chebisogna considerare il pro-gramma del governo Letta,atto a risanare l’economia delPaese, puntando verso precisiobiettivi, il raggiungimentodei quali porterà, inevitabil-mente, citando le parole delPremier “ verso un sistema po-litico più forte”.Il Premier intende, quindi, in-tervenire su Imu e Iva, anchese ha affermato che “ non èsemplice trovare la copertura”,lavorando, poi, ad una legge distabilità incentrata sullo svi-luppo e la riduzione delle tasseincentivando il lavoro, cer-cando di battere la disoccupa-zione anche con l’introduzionedi diverse fattispecie lavora-tive.Il Premier, intende attuareanche un programma finaliz-zato alla sempre maggiore in-tegrazione tra i Paesidell’Unione Europea, cer-cando, al contempo, di raffor-zarne la compagine.Inoltre, Letta si prefigge, comescopo precipuo, di completarele riforme costituzionali, “ conla riduzione del numero deiparlamentari, la fine del bica-meralismo paritario e infinenaturalmente la nuova leggeelettorale ”.Tutti questi propositi sonosenz’altro interessanti, anchese la questione lavoro resta, in

ogni caso, preminente su tuttele altre.Resta il fatto che la mancanzadi lavoro è «la grande tragediadi questi tempi» ed il premierha affermato che ridare la-voro costituisce « la primapriorità di questo governo ». Contestualmente, Letta pensaanche alla creazione di formedi reddito minimo a sostegnodelle famiglie meno abbienticon figli piccoli.Inoltre, sempre per facilitarel'assunzione dei giovani, si stapensando a forme di part timeper i lavoratori in attesa dipensione. Anche altri obiettivida raggiungere sono previstinel programma di Governo,come il rifinanziamento dellacassa integrazione in deroga,la soluzione del problema delprecariato nella pubblica am-ministrazione congiunta-mente alla soluzione delproblema degli esodati. Indubbiamente, fa piacere leg-gere anche delle intenzioni delPremier di ripristinare il ne-cessario confronto con le forzesindacali, del tutto disatteso

negli ultimi tempi.Si spera che tutti questi sanipropositi trovino, effettiva at-tuazione nel “Decreto delFare” e che, finalmente, ne de-rivi una soluzione positivaspecialmente per la questionelavoro, tenendo conto, peral-tro, dell’intenzione di soste-nere le imprese, abbassando lapressione fiscale al fine di in-centivare l’assunzione di per-sonale.Il Premier non perde mai divista il contesto europeo, al-l’interno del quale devono in-castonarsi tutte le riforme che,mano a mano, si procederà adeffettuare sperando, per dirlacon Letta di arrivare alla for-mazione degli “Stati unitid’Europa”.

RIFIUTILe prescrizioni essenziali per poter attivareun sistema di gestione autonoma dei propri ri-fiuti di imballaggio su tutto il territorio nazio-nale, articolo 221, commi 3 e 5, DLgs152/2006, sono direttamente applicabili e nonnecessitano di una disciplina attuativa dirango secondario. Ilprincipio è ribadito dalConsiglio di Stato, conla Sentenza 20 giugno2013, n. 3363, che con-ferma il giudizio diprimo grado del TarLazio n. 1135/2012.L’alta corte ha consi-derato legittimo l'av-vio da parte di unasocietà della proce-dura per il riconosci-mento di un sistemaautonomo di gestionedei rifiuti generati daipropri imballaggi im-messi al consumo, inquesto caso imballaggiin plastica, separandosi dal sistema dei Con-sorzi obbligatori. Anche se i Giudici hannoconfermato la nullità dei provvedimenti delMinistero dell'ambiente di autorizzazione allagestione del sistema alternativo per vizi dellaprocedura (mancato controllo effettivo dellafunzionalità del sistema, affidato solo a veri-fiche formali e a campione), la sentenza riba-disce la piena legittimità di implementare unsistema autonomo di gestione dei propri im-ballaggi, autorizzando la società ricorrente aproseguire nella fase di sperimentazione del

progetto, in attesa della definitiva approva-zione o meno del Ministero.INQUINAMENTOIl privato che brucia rifiuti, anche saltuaria-mente, commette il reato di smaltimento ille-cito, così come descritto all’articolo 256,comma 1, Dlgs 152/2006. Lo ha ricordato la

Corte di Cassazionenella sentenza 4 aprile2013, n. 15641, in unprocedimento a caricodi un privato accusatodi avere bruciato, occa-sionalmente, dei rifiutia terra. I Giudicihanno dapprima in-quadrato l'attività inquestione come "smal-timento" ex articolo183, comma 1, Dlgs152/2006 (Codice del-l'ambiente); tale arti-colo del Codice infattirichiama come "smalti-mento" le attività in-cluse nell'allegato B

del Codice stesso, tra le quali c'è l'inceneri-mento a terra (lettera D10). In secondo luogoil Collegio ha dichiarato il reato applicabileanche al privato, non solo all'impresa. Infattinel caso di specie, ricorda la Cassazione, nonci troviamo di fronte a un "abbandono o depo-sito incontrollato di rifiuti", reati che richie-dono di essere commessi da imprese oresponsabili di enti, ma nella ipotesi di "smal-timento illecito", reato che può essere com-messo da "chiunque" (articolo 256, comma 1,Dlgs 152/2006).

Viaggio nelle leggi ambientali

Le giuste aspettativeLLAVORO E PREVIDENZA

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Vi prego, almeno per unmese, lasciate da parte tutti ivostri prolungamenti corporeitecnologici. Respirate profon-damente e godete della let-tura di un libro... di carta. Si!la buona vecchia carta, ini-ziate con il sentirne l’odore epoi immergetevi nella letturae godetene. Vi propongo al-cune prelibatezze.Crisi. Ossia krísis: trasforma-zione. Siamo alle soglie di una

svolta epocale, paragonabile aquella che diecimila anni farese i raccoglitori/cacciatoriuna società rurale, o a quellache nel Settecento introdussela società industriale. Come allora, il sistema ap-pare oggi al collasso. Il cambiamento, un vero sov-vertimento, comincerà da unaltro modo di guardare allavita, al domani. Con gli occhidella cicala, è la provocazionedi questo libretto. E se fosse lei ad avere ra-gione, invece della formica diEsopo? Nella favola, la for-mica è accumulo, crescita atutti i costi, competizione,fretta... Egoismo. La cicala è utopia. Quest'ul-tima è vista come emblemadell'egoismo e avidità, e fau-trice di una pratica di rapinadell'ambiente; la cicala vienevalorizzata per i suoi valoripiù immateriali e profonda-mente umani.Conosciamo tutti la favoladella formica e della cicala.Siamo cresciuti imparando alodare la laboriosa e virtuosaformica e a condannare lapigra e stolta cicala.

Ma siamo sicuri che sia que-sta la morale valida per noioggi? Siamo proprio sicuriche sia la formica il buonesempio da seguire? L’autore Fausto Gusmeroli,riprende la favola di Esopo ele sue due protagoniste, ap-profondendo l’abbozzo di ri-lettura proposto da GianniRodari. La riattualizza così nel no-stro contesto di una societàdella crescita illimitata enella quale il tempo è oro.Dietro alla prudenza e allalaboriosità della formica, Gu-smeroli fotografa dunque latendenza all’accumulo sfre-nato di beni e risorse, la com-petizione e l’individualismo,lo sfruttamento dell’am-biente. Tutti tratti tipici dell’uomomoderno e di un modello disviluppo insostenibile.La cicala diventa invece l’ar-chetipo di un approccio di-verso, che dia spazio ancheall’ utopia, un approccio piùsostenibile nei confronti dellasocietà, del pianeta e dellostesso senso del vivere: unrapporto meno competitivo eviolento nei confronti dellanatura e dei propri simili, unmaggiore distacco dai benimateriali, “uno schema esi-stenziale orientato all’esseree non solo al fare”, comescrive Gusmeroli.

A.T.

“Io sono diventato nero a noveanni, quando sono arrivato inFrancia e ho incontrato i bian-chi. Si diventa neri con glisguardi degli altri. Quandovado nelle classi di bambini,loro mi dicono che riconosconoquattro tipi di razze: nera,gialla, bianca e rossa. Dei nerisanno che sono i più veloci, piùforti fisicamente e cantano me-glio di tutti. I gialli sono forti inmatematica e campioni diping-pong. Ai bianchi riescebene un po’ tutto quello chesanno fare le altre due razze,mentre dei rossi non sannoniente, anche perché in Fran-cia non si vedono più film allatv sugli indiani d’America. Maqualcuno, ha detto loro chequelli sono i rossi… Noi dob-biamo cambiare questa pro-spettiva della divisione,dobbiamo educare le personefin da piccoli, anche perché ibambini sanno stare insiemesenza provare paura per le lorodifferenze. E poi i bimbi vedonocose che noi ignoriamo…”.Questo è quanto ha raccontatoLilian Thuram, uno dei piùamati giocatori francesi maiarrivati in Italia, lontano dalcliché del calciatore, è un uomoche usa la sua popolarità peruna causa importante. Dopo il

suo ritiro dalla vita sportiva,nel 2008 nasce la fondazioneche porta il suo nome il cui im-pegno è quello di combattere ilrazzismo e di educare le nuovegenerazioni a una società mul-tietnica. Questo libro è partefondante del suo impegno eparte da queste premesse: “Imuri della mia aula eranobianchi, le pagine del mio librodi storia erano bianche. Nonsapevo nulla dei miei antenati.Si parlava solo di schiavitù, lastoria dei neri, presentata inquel modo, era solo una valle dilacrime e guerre. Sapete dirmiil nome di uno scienziato nero?Di un esploratore nero? Di unfilosofo nero? Di un faraonenero?” Nascono così ritratti dipersonaggi che hanno segnatola Storia e che spesso però ven-gono dalla Storia trascurati.

Thuram li racconta in: "Le miestelle nere. Da Lucy a BarackObama", dà loro quello spazioche secoli di razzismo stri-sciante ha spesso negato. Da

Lucy a Barack Obama, pas-sando per Esopo, Dona Bea-trice, Puskin, Aimé Cesaire,Martin Luther King, RosaParks, Muhammad Ali, TupacAmaru e molti altri. Questestelle, come dice Thuram “aiu-tano a evitare il vittimismo e acredere negli uomini e in sestessi”. Ma oltre alle battute ealla scrittura, c'è una missioneche Thuram porta avanti conla sua fondazione: Educazionecontro il razzismo. "Il nomenon è casuale, spiega il fran-cese, si devono educare i gio-vani, per cambiare i pregiudizie trasformare il mondo in unposto migliore. Usare la parolalotta non avrebbe avuto lostesso significato". Questa for-mazione positiva deve iniziarea scuola. Ma non è facile cam-biare le cose se, ad esempio, ilibri su cui ci si trova a studiaresono pieni solo di scrittori,esploratori, re bianchi e siparla di neri solo in relazionealla schiavitù.

Non bisogna credere che il sogno di nuovi orizzonti sia così remoto

“I segnali di un grande cambiamento iniziano

ad essere tanti e semprepiù convincenti”

Io sto con la cicalaPerché la formica è

turbo capitalista

Le mie stelle nereda Lucy a

Barack Obama

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Andrea Tafuro

Se guardate tutto ciò cheviene messo in vendita, sco-prirete di quante cose potetefare a meno. Avete mai pen-sato alla moltitudine di per-sone che popolano la nostraamata Terra e che incontriamoogni giorno? Alcune scrutano ilmondo come una raccolta inter-minabile di cose belle da sco-prire e ne vanno in cerca comein un’avventura. Sono delicatee amano la terra, camminanosu di essa con leggerezza, concuriosità e gratitudine. Siriempiono gli occhi e l’animadi gioia e di sorprese. Conside-rano il lato bello delle cose,confessano che fa bene. Sicu-ramente io sono tra questi,non mi lascio affondare, ecerco di contagiare gli altricon la mia forza e con la miagioia. Altre strascicano per lestrade con zoccoli …è estate...di piombo, senza sapere dovee perché. Non sanno dove an-dare e si ritrovano sempredalla parte opposta! Sullespalle portano una pesantezavorra che si ostinano a chia-mare vita, senza guardare checosa c’è dentro. Camminanocol capo chino per contare lespine dei rovi. Con tutti colorocoi quali s’incontrano fanno agara a chi ha pianto e soffertodi più, si offendono e si arrab-biano se qualcuno sostiene diessere più infelice di loro. Pen-sano di subire da loro un torto.Hanno paura di essere felici epiù ancora di apparirlo, hannopaura di scoprire qualche mo-

tivo per esserlo. Aprono gliocchi la mattina malvolen-tieri, non sanno ridere. Se sisorprendessero in uno spec-chio a ridere si vergognereb-bero come di una colpa, comese tradissero il loro destino.Hanno una frase alla qualesono particolarmente affezio-nati: “Cosa mi ha dato questavita? Niente!”. E la mia comu-nità, come è fatta? Io pensoche i compiti reali e tangibilidi una comunità sono di ridi-stribuire le risorse necessariea trasformare la condizione diindividui de iure nelle prero-gative godute dagli individuide facto. Al solo pensiero diquesta cosa, già tremo. Vi-viamo l’epoca in cui cerchiamoindividualmente soluzioni aproblemi che hanno originedal vivere in società. Esempiolampante è la gestione dei figlinella scuola, i rapporti tra ge-nitori e una corretta presenzacivile e civica. Si è smarrita lacertezza che ci veniva dal vi-vere in comunità, il risultatodi tutto ciò è sotto gli occhi ditutti, il nemico diventa l’altrogenitore, l’estraneo sul qualevomitare tutte le nostre ansiee i nostri problemi. La comunità realmente esi-stente ci richiede, come prezzod’ingresso, di rinunciare allelibertà individuali formando cosìuna dicotomia, tra la sicurezzagarantita dalla comunità e la li-bertà individuale, che risulta nondi facile soluzione. Non sto ci-tando Papa Francesco. MaBaumann! E’ diventato diffi-cile reggere il vero/finto perbe-

nismo delle vostre chiese. Tut-tavia Bauman ci sprona a rea-lizzare una comunità in cui sihanno libertà, fiducia e com-prensione. Ferdinand Tönnies,sociologo tedesco, individua dueforme diverse di organizzazionesociale: la comunità, fondata sulsentimento di appartenenza esulla partecipazione spontanea ela società basata sulla razionalitàe sullo scambio. Egli ha scrittoche la comprensione reciprocaè alla base della comunità enon il fine. Che bello! Nellascuola, nelle chiese dei nostrifigli, tanto hanno fatto che èstato raggiunto il risultato ditracciare un confine e creare,

Baumann dixit: comunitàgruccia alle quali appenderetutte le paure e ansie vissute alivello individuale […] in com-pagnia di altri individui af-flitti dalle medesime ansie epaure. Il vostro mondo liquidoe moderno è in continua tra-sformazione. Tutti voi, che vipiaccia o no, verrete trascinativia senza scampo, anchequando vi sforzate di rima-nere immobili nel punto in cuivi trovate. Leggendo queste parole, mi èritornata in mente una bar-zelletta che circolava nel miovecchio ufficio a Genova. Men-tre passeggiava tranquillo perPiazza De Ferrari a Genova,un signorotto della rivieratutto impettito, s'imbatte inun sudamericano che russabeato all'ombra dei portici diPalazzo Ducale. Super indi-gnato, ma da perfetto cre-dente, sveglia l'uomo con uncalcio, gridando: “Perché spre-chi il tuo tempo, fannullone,buono a nulla, scansafati-che?”. “E cos'altro potrei fare,signore?”, ribatte il malcapi-tato. “Dovresti lavorare!”.“Perché mai?”, replica l'altro.“Per guadagnare denaro”. El'indigeno: “Perché?”. “Per po-terti riposare, oziare!”. “Ma èproprio quello che sto facendo!”,aggiunge l'uomo. Eh si! La pre-senza d’un significato per cuivivere è determinante nel con-figurare l’immagine di sestessi, il proprio destino, ilposto che si occupa nel mondo,

la relazione con gli altri, ilruolo in quanto insieme di at-tese da parte degli altri e di ri-sposte da dare. E’ determinante nello stimo-lare le energie interiori e nellostabilire il proprio rapporto inrelazione al compito e allagioia di vivere. Si sa comesono certi periodi: frenetici escontenti, e sembra che tuttovada storto. Le scadenze arri-vano sempre troppo presto equalche volta tolgono il sonno.Arrivi in chiesa e trovi musilunghi e non riesci a capireperché sia il caso di fare tantestorie per cose da nulla. Il tuovicino si risente per una bat-tuta infelice: ah quella maniadi fare lo spiritoso! Lemamme, colte e impettite, nelconsiglio di classe non la fini-scono di litigare tra loro persciocchezze, esibendo tutto ilrepertorio di fuffa truccata. Che vita balorda! Ma, ecco, la mattina dopo, inviaggio sul treno, nello stesso va-gone di sempre, dopo giorni dianomia, mi sorprende la bel-lezza. Il Vesuvio è nitido, resosplendente dal vento della notte,mi sorprende l'azzurro incredi-bile del cielo che sembra creatoapposta per me. Allora la ten-sione si scioglie e assaporo la miaComunità, fatta di persone chelottano e cercano di essere felici,sognatori e pieni di stupore.

LA TUA VITA, IL TUO TERRENO È FERTILE?Ciò di cui ha bisogno questo mondo è un pò di stupore

Partecipa al dibattito inviandoun commento all’indirizzo:

[email protected]

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07 luglio 2013 – Napoli, V Edizione del Sea Sport Festival

Educare, Crescere , Divertire, Vincere!

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