Arpa campania ambiente 2014 18

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SCIENZA & TECNOLOGIA A AMBIENTE & SALUTE Sicurezza sul lavoro: corso di formazione Mosca a pag.7 Buonfanti a pag.8 Tutti a scuola per l’ambiente! Paparo a pag.9 SISTRI, GESTIONE DEI RIFIUTI E RAEE Un nuovo database per la biodiversità LE NOVITÀ DELLA LEGGE COMPETITIVITÀ (DECRETO 91/14) Che fine farà l’articolo 18? Un traguardo raggiunto a costo di lotte sindacali e tanti sacrifici. Ecco, l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, si può sin- tetizzare così. Già la minoranza PD ha presentato diversi emendamenti al Jobs Act, firmati da una quarantina di senatori, nonché uno all’art. 18, per cui Pier Luigi Bersani, prendendo le di- stanze dalla proposta del Governo di abolire la norma per i neoassunti... Ferrara a pag.18 “ Settembre, andiamo…” Verso la vendemmia La nostra terra (la Campania Felix) è stata da sempre sinonimo di uva e di vino. Immagini e testi già nel periodo greco ci tramandano la storia di questo legame forte e profondo che, nonostante tutto, non si è ancora spezzato. Plinio aveva scritto la storia delle nostre viti, della grande varietà delle nostre uve e dei metodi che caratterizzavano la pro- duzione dei vini: letteratura, scienza e religiosità (prima pagana e poi cri- stiana, con tutti i significati che il vino assume con Cristo) si fondono... De Crescenzo-Lanza a pag.13 Il secolo dei “rifugiati ambientali” Nel 2013 i cosiddetti “eventi estremi” hanno costretto 22 milioni di persone ad abbandonare le proprie case. Lo rivela il rapporto annuale del centro studi norvegese International Displacement Monitoring Centre, che inoltre precisa come la stragrande maggioranza dei profughi, 19 milioni, provenga dall’Asia. Nell’anno passato sono stati 600 i disastri ambientali, in gran parte terremoti e tifoni, che hanno messo in ginocchio una consistente fetta della popolazione mondiale. Martelli a pag.2 ARPAC PRIMO PIANO Ogni giorno sulla Terra scom- paiono circa 50 specie, tra flora e fauna, per un totale di 18.250 specie all’anno. E’ un ritmo elevatissimo, 100-1000 volte superiore rispetto a quello ritenuto “naturale”. NATURA & BIODIVERSITÀ Un rapporto indaga il nesso tra le catastrofi naturali e le guerre A metà settembre l’Arpac ha ospitato tre giornate di for- mazione riservate ai rappre- sentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls in acronimo). Vi hanno preso parte, come discenti, Rls di svariate Arpa, oltre che di Aziende sanitarie locali, non solo campane. Giovan Francesco Araldo a Napoli Più che un semplice viaggiatore, il ge- suita Giovan Francesco Araldo (circa 1528-1599) si può considerare un vero e proprio napoletano d’adozione. La scheda redatta su di lui nel Dizionario Biografico degli Italiani attesta che l’Araldo nacque a Cagli, cittadina mar- chigiana all’epoca appartenente al du- cato di Urbino. Trasferitosi a Roma, venne accolto nella Compagnia di Gesù dallo stesso Ignazio di Loyola il 24 gen- naio 1551. Terzi a pag.15 Obbligo per il Ministero dell’Ambiente di provvedere ad ulteriori semplificazioni del Sistri. Sui Raee modifiche al D.Lgs. 49/2014 e in particolare alla disciplina ri- guardante i sistemi collettivi di finanzia- mento Sistri, procedure semplificate di recupero, utilizzo dei materiali di dragag- gio,combustione di sfalci e potature, proce- dure semplificate di recupero negli Impianti Aia, test di cessione per le proce- dure semplificate di recupero, miscelazione di rifiuti. E poi ancora: adempimenti am- ministrativi in relazione alle spedizioni transfrontaliere, semplificazione per gli im- prenditori agricoli produttori iniziali di ri- fiuti pericolosi, contributo ambientale per la gestione degli pneumatici fuori uso, Raee, materie prime secondarie per l'edili- zia. Su queste materie in tema di rifiuti è intervenuto il decreto Competitività - de- creto-legge 24 giugno 2014, n. 91, coordi- nato con la legge di conversione 11 agosto 2014, n. 116, recante: «Disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo svi- luppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, non- che' per la definizione immediata di adem- pimenti derivanti dalla normativa europea.» a pag.12 Dignità è uguaglianza della persona umana Tafuro a pag.19

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SCIENZA & TECNOLOGIAAAMBIENTE & SALUTE

Sicurezza sul lavoro: corso di formazione

Mosca a pag.7

Buonfanti a pag.8

Tutti a scuola per l’ambiente!

Paparo a pag.9

SISTRI, GESTIONE DEI RIFIUTI E RAEE

Un nuovo databaseper la biodiversità

LE NOVITÀ DELLA LEGGE COMPETITIVITÀ (DECRETO 91/14)

Che fine farà l’articolo 18?

Un traguardo raggiunto a costo di lottesindacali e tanti sacrifici. Ecco, l’art. 18dello Statuto dei lavoratori, si può sin-tetizzare così. Già la minoranza PD hapresentato diversi emendamenti alJobs Act, firmati da una quarantina disenatori, nonché uno all’art. 18, per cuiPier Luigi Bersani, prendendo le di-stanze dalla proposta del Governo diabolire la norma per i neoassunti...

Ferrara a pag.18

“ Settembre, andiamo…”Verso la vendemmia

La nostra terra (la Campania Felix) èstata da sempre sinonimo di uva e divino. Immagini e testi già nel periodogreco ci tramandano la storia di questolegame forte e profondo che, nonostantetutto, non si è ancora spezzato. Plinioaveva scritto la storia delle nostre viti,della grande varietà delle nostre uve edei metodi che caratterizzavano la pro-duzione dei vini: letteratura, scienza ereligiosità (prima pagana e poi cri-stiana, con tutti i significati che il vinoassume con Cristo) si fondono...

De Crescenzo-Lanza a pag.13

Il secolo dei “rifugiati ambientali”

Nel 2013 i cosiddetti “eventi estremi” hanno costretto 22 milioni di personead abbandonare le proprie case. Lo rivela il rapporto annuale del centro studinorvegese International Displacement Monitoring Centre, che inoltre precisacome la stragrande maggioranza dei profughi, 19 milioni, provenga dall’Asia.Nell’anno passato sono stati 600 i disastri ambientali, in gran parte terremotie tifoni, che hanno messo in ginocchio una consistente fetta della popolazionemondiale.

Martelli a pag.2

ARPAC PRIMO PIANO

Ogni giorno sulla Terra scom-paiono circa 50 specie, traflora e fauna, per un totale di18.250 specie all’anno. E’ unritmo elevatissimo, 100-1000volte superiore rispetto aquello ritenuto “naturale”.

NATURA & BIODIVERSITÀ

Un rapporto indaga il nesso tra le catastrofi naturali e le guerre

A metà settembre l’Arpac haospitato tre giornate di for-mazione riservate ai rappre-sentanti dei lavoratori per lasicurezza (Rls in acronimo).Vi hanno preso parte, comediscenti, Rls di svariate Arpa,oltre che di Aziende sanitarielocali, non solo campane. Giovan Francesco

Araldo a Napoli

Più che un semplice viaggiatore, il ge-suita Giovan Francesco Araldo (circa1528-1599) si può considerare un vero eproprio napoletano d’adozione. Lascheda redatta su di lui nel DizionarioBiografico degli Italiani attesta chel’Araldo nacque a Cagli, cittadina mar-chigiana all’epoca appartenente al du-cato di Urbino. Trasferitosi a Roma,venne accolto nella Compagnia di Gesùdallo stesso Ignazio di Loyola il 24 gen-naio 1551.

Terzi a pag.15

Obbligo per il Ministero dell’Ambiente diprovvedere ad ulteriori semplificazioni delSistri. Sui Raee modifiche al D.Lgs.49/2014 e in particolare alla disciplina ri-guardante i sistemi collettivi di finanzia-mento Sistri, procedure semplificate direcupero, utilizzo dei materiali di dragag-gio,combustione di sfalci e potature, proce-dure semplificate di recupero negliImpianti Aia, test di cessione per le proce-dure semplificate di recupero, miscelazionedi rifiuti. E poi ancora: adempimenti am-ministrativi in relazione alle spedizionitransfrontaliere, semplificazione per gli im-prenditori agricoli produttori iniziali di ri-fiuti pericolosi, contributo ambientale per

la gestione degli pneumatici fuori uso,Raee, materie prime secondarie per l'edili-zia. Su queste materie in tema di rifiuti èintervenuto il decreto Competitività - de-creto-legge 24 giugno 2014, n. 91, coordi-nato con la legge di conversione 11 agosto2014, n. 116, recante: «Disposizioni urgentiper il settore agricolo, la tutela ambientalee l'efficientamento energetico dell'ediliziascolastica e universitaria, il rilancio e lo svi-luppo delle imprese, il contenimento deicosti gravanti sulle tariffe elettriche, non-che' per la definizione immediata di adem-pimenti derivanti dalla normativaeuropea.»

a pag.12

Dignità è uguaglianzadella persona umana

Tafuro a pag.19

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Angelo Morlando

Il nome è un pò complesso:COM(2014) 86 - Final - “A Euro-pean Strategy for more Growth andJobs in Coastal and Maritime Tou-rism”. In sintesi, è la nuova strate-gia europea a sostegno del turismocostiero e marittimo in tutta Eu-ropa con un obiettivo comune: "rile-vare le potenzialità di crescitasostenibile del turismo costiero emarittimo e creare posti di lavoro,garantendo contemporaneamentela difesa delle coste e la tutela delmare". L'Italia ha uno sviluppo co-stiero di circa 7.500 km, quindi, po-trebbe ricavare i maggiori beneficida tale iniziativa e le istituzioni do-vrebbero raccogliere la sfida perconsolidare la posizione del settore(è giusto ricordare che l'Italia ec-celle nel settore portuale e turisticocostituendo, di fatto, una delleprime "economie blu" a livello euro-peo e mondiale). La strategia si svi-lupperà tramite 14 azioni in cui

tutte le istituzioni, nazionali e lo-cali, unitamente agli operatori delsettore, avranno un ruolo fonda-mentale nell'attuazione degli inter-venti, con la possibilità di integrarlicon ulteriori iniziative pubbliche eprivate. La nuova strategia va alpasso con l'approvazione della Pia-nificazione dello Spazio Marittimo(PSM) che è un ulteriore tasselloper la "economia blu" e per la poli-tica marittima integrata del-l’Unione europea. Il Pianoconsentirà di comprendere piena-mente la reale distribuzione dellerisorse marine e offrire agli investi-tori maggiori certezze in merito alleprospettive di sviluppo economico,soprattutto perché è recentissima labuona notizia che le riserve marinedi pesce siano circa 10 volte supe-riori alle stime più ottimistiche fattenegli ultimi anni. Ciò non significache bisogna abbassare la guardia... Il PSM aiuterà a sviluppare ulte-riori piani per favorire un migliorecoordinamento delle diverse attività

che si svolgono in mare come lapesca, gli impianti di acquacolturae per promuovere ulteriori zone ma-rine protette. Sarà possibile anchesupportare la realizzazione e la re-golamentazione di infrastrutturemarittime quali cavi, condutture,rotte di navigazione, impianti perl'estrazione di petrolio e gas natu-rale e impianti eolici. La nuova di-rettiva contribuirà a evitarepotenziali conflitti tra i vari usi delmare e a creare un contesto stabilee attraente per gli investitori, favo-rendo in tal modo una crescita so-stenibile. La direttiva stabilisce unaserie di requisiti minimi per l’elabo-razione di piani nazionali di ge-stione dello spazio marittimo, neiquali saranno individuate tutte leattività umane esistenti, tenendoconto delle interazioni terra-mare,nonché le modalità più efficaci perla loro gestione. Si può parlare di unpiano "epocale", perché costituirà laprima vera mappatura dell'uso delmare.

Giulia Martelli

Nel 2013 i cosiddetti “eventiestremi” hanno costretto 22milioni di persone ad abbando-nare le proprie case. Lo rivelail rapporto annuale del centrostudi norvegese InternationalDisplacement MonitoringCentre, che inoltre precisacome la stragrande maggio-ranza dei profughi, 19 milioni,provenga dall’Asia. Nell’annopassato sono stati 600 i disa-stri ambientali, in gran parteterremoti e tifoni, che hannomesso in ginocchio una consi-stente fetta della popolazionemondiale. L’evento più cata-strofico è stato il tifone Hayanche nelle Filippine ha costrettoalla migrazione 4,1 milioni dipersone. Anche se in misuraridotta, i disastri naturali nonhanno risparmiato i paesi in-dustrializzati: “il tifone Mannella regione giapponese diChubu ha fatto 260mila profu-ghi”, si legge nel rapporto,“mentre i tornado in Okla-homa oltre 218mila. In Eu-ropa le cose sono andatemeglio, poiché ‘soltanto’ 149mila cittadini sono stati co-stretti a evacuare. In partico-

lare la gran parte degli abban-doni forzosi sono avvenuti percolpa delle inondazioni avve-nute in Germania, RepubblicaCeca e Gran Bretagna”. A de-stare maggiore scalpore il col-legamento evidenziato dalrapporto tra disastri ambien-tali e conflitti armati: il datoche sancisce senza alcun dub-bio che ci troviamo nel belmezzo di una “guerra ambien-

tale” è che secondo gli studinorvegesi, tra il 2008 e il 2012,in 33 dei 36 paesi in cui ci sonostati conflitti armati sono av-venuti anche dei disastri am-bientali. In uno scenario delgenere parlare di disastri na-turali potrebbe non essere cosìscontato. Nel pianeta è in attouna guerra ambientale cheviene combattuta a colpi diterremoti, tifoni e inondazioni,

come se la Terra, stanca di su-bire soprusi ed angherie daparte dell’uomo, si ribellassecon veemenza nel tentativo,purtroppo vano, di ristabilirel’ordine primordiale. Anche se ormai c’è un ampioconsenso dell’opinione scienti-fica internazionale sul fattoche un aumento dei rischi am-bientali è strettamente colle-gato al cambiamento climatico

conseguenza delle attivitàumane, c’è meno accordo suquali saranno i probabili im-patti sulle attività umanecompresa la migrazioneumana. Di fronte all’impattodelle catastrofi che ogni annocolpiscono la Terra non sem-pre è possibile adattarsi espesso milioni di donne, uo-mini e bambini sono costrettia fuggire dai propri Paesi incerca di condizioni di vita mi-gliori e più salubri. Questisono i migranti ambientali. Leprevisioni per il futuro sono al-quanto allarmanti. Secondo loscienziato Mayer,entro il 2050si raggiungeranno i 200-250milioni di rifugiati ambientalie secondo il Programma delleNazioni Unite sull’ambiente(UNEP) nel 2060 in Africa cisaranno circa 50 milioni diprofughi climatici. Ancora piùpessimiste, le stime del Chri-stian Aid che prevede circa 1miliardo di sfollati ambientalinel 2050. È importante che leistituzioni e i cittadini di tuttoil mondo comprendano l’inter-dipendenza che lega le comu-nità umane e il loro ambientedi vita ma anche le comunitàumane tra loro.

Il secolo dei “rifugiati ambientali”Un rapporto indaga il nesso tra catastrofi naturali e guerre

Azioni europee per la difesa delle coste e del mareLa mappatura dell'uso del mare a sostegno del turismo costiero

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Paolo D’Auria

Nuovo grido di allarme lan-ciato dagli esperti di clima.Entro la fine del secolo, se leemissioni di CO2 continue-ranno ai ritmi attuali, circa177 milioni di persone nelmondo che vivono in zone co-stiere potrebbero essere col-pite da devastanti inondazioniprovocate dall’innalzamentodel livello dal mare. La maggior parte dei paesi arischio è in Asia e nella classi-fica dei primi venti Paesi cisono anche alcuni Europei,con l’Italia in ventesima posi-zione con l’1% della popola-zione a rischio. Questi i dati contenuti daun’analisi di Climate Central,che modula le sue previsioni dipericolo sull’emissione nell’at-mosfera di gas serra e sull’in-nalzamento del livello delmare e che ipotizza sino a 650milioni di persone coinvolte aseconda della sensibilità delmare al riscaldamento. Sulla base dell’ipotesi ritenutapiù ragionevole per entrambi iparametri si giunge alla con-clusione che una persona su40 vive in luoghi nel mondodove si verificheranno inonda-

zioni per colpa dei cambia-menti climatici. Globalmente,otto dei dieci grandi Paesi piùa rischio si trovano in Asia. Intermini assoluti sono i cinesiquelli che subirebbero piùdanni: da 41 a 63 milioni a se-

conda dei parametri scelti. Nella top 20 dei paesi piùesposti, sono inclusi tutti i con-tinenti tranne l’Australia.Nelle prime dieci posizioni cisono Paesi asiatici, fatta ecce-zione dell’ottavo posto occu-

pato dall’Olanda. Che comePaese europeo è affiancato daRegno Unito, Germania,Francia e al ventesimo postoItalia. Nello Stivale, secondol’analisi, più di 840.000 abi-tanti potrebbero essere a ri-

schio inondazioni, numero chepuò salire a 1,1 milioni nelcaso peggiore di innalzamentodel livello del Mediterraneo. IPaesi Bassi, nonostante sianola nazione in assoluto piùesposta al fenomeno (con il47% della popolazione poten-zialmente colpita), possiedonoanche il sistema di dighe piùavanzato al mondo, un datoquesto che secondo i ricerca-tori taglia nettamente il livellodi rischio per i suoi abitanti.Climate Central sottolineaanche che gli effetti più disa-strosi del fenomeno sarannotangibili in molti Paesi chenon hanno le maggiori respon-sabilità per quanto riguardal’emissione di CO2. Sulla basedei trend “medi”, infatti, inVietnam 23,4 milioni di per-sone saranno colpite da inon-dazioni regolari, stima che siattesta sui 10,2 milioni inBangladesh, 8,2 milioni inThailandia e 6,2 milioni nelleFilippine. Tra i maggiori in-quinatori al mondo, la Cina èfortemente colpita in numeriassoluti ma non in percen-tuale (solo il 5%) invece negliStati Uniti solo l’1% della po-polazione rischia di finire “sot-t’acqua”.

SOS clima: alto il rischio di inondazioni

Le stazioni “solitarie” diventano centri di accoglienza e condivisione!

Fabiana Liguori

Le vecchie stazioni cambianovolto e tornano a essere “ru-morose”. Ad annunciarlo ilteam Ferrovie dello Stato cheha avviato un piano di riquali-ficazione delle infrastruttureimpresenziate. Ma cosa si in-tende per stazioni impresen-ziate? Tali stazioni sonofunzionanti tramite il CTC,Controllo Traffico Centraliz-zato, attivato già dagli anni ’80sulla linea Olbia-Macomer enella cintura bolognese, matutte le operazioni tecniche ri-guardanti la circolazione deitreni vengono effettuate da un“posto di comando”, quindi inremoto. Da qui gli addetti ailavori possono eseguire tuttociò che occorre per gestire iltraffico ferroviario di un certo

numero di tratte. In questestrutture, quindi, non è pre-sente alcun personale ferro-viario. I treni passano, sifermano, le persone entranoed escono dai locali. Ma nes-sun controllo, nessun punto diriferimento. Queste stazioni,nonostante non gravino econo-micamente con costi per le ri-sorse umane, continuano

comunque a rappresentare unnotevole onere per le FS, vistoche necessitano periodica-mente di manutenzione e pu-lizia. Per ovviare a questoproblema il Gruppo FS ha de-stinato queste strutture atutte quelle realtà che offronoservizi (attività sociali, cultu-rali,di assistenza e cosi via)ma che spesso faticano a tro-

vare una sede: come, ad esem-pio, gli enti ed associazioni noprofit. In cambio è richiestoagli stessi che si facciano ca-rico della piccola manuten-zione, della guardiania e dellapulizia del fabbricato. In que-sto modo la collettività vienearricchita di strutture di ser-vizio e di un minimo di “pre-senziamento indotto” dellastazione, con positivi effettianche in termini di qualità edecoro. Attualmente sonocirca 1.700 le stazioni impre-senziate della Rete Ferrovia-ria Italiana. Di queste, circa345, corrispondenti ad una su-perficie di oltre 63.683 mq giàsono state assegnate. È statoanche avviato un nuovo pro-getto di riqualificazione per ilriuso socio-ambientale deglispazi grazie alla sottoscri-

zione di Protocolli d’Intesa conla Regione Toscana, Legam-biente, AITR (AssociazioneItaliana Turismo Responsa-bile), CSVnet (Centri di Ser-vizi per il Volontariato) eLegacoop Sociali. Fanno partedel Patrimonio FS, inoltre,3.000 km di linee ferroviariedismesse, di cui 325 km sonostati destinati a greenways:piste ciclabili e percorsi verdiaccessibili a tutti, riservatialla mobilità dolce. Il Gruppovuole, infatti definire un PianoNazionale di Greenways, se-guendo l’esempio di altre na-zioni europee, come la Spagna,con il coinvolgimento delleIstituzioni, in particolare delMinistero dell’Ambiente, delleRegioni, degli Enti Locali edelle principali Associazioniambientaliste.

Uno studio di Climate Central disegna preoccupanti scenari in tutto il mondo

Il Gruppo Ferrovie dello Stato ha avviato un piano di riqualificazione delle strutture impresenziate

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Fabio Cuoco

Quando, durante il periodo diferragosto, il Premier Renziaveva garantito a Napoli ed alsuo sindaco Luigi De Magi-stris, di reperire risorse finan-ziarie per attuare la bonificadel suolo e dei fondali di Ba-gnoli, forse il tema riguardanteil commissariamento dellazona ex Italsider non era stato

affrontato adeguatamente,tanto che, la notizia dell’immi-nente nomina di un membrodecisionale esterno, ha fattosobbalzare il primo cittadinopartenopeo, il quale ha subitoallertato l’ANCI, evidenziando“la pericolosità di questo prov-vedimento che oggi riguardaNapoli, ma che domani po-trebbe interessare tutti i sitiindicati dalla conferenzaStato-Regioni”. “Si nomina un Commissario esi crea una Spa all’internodella quale possono entrare iprivati – ha ribadito De Magi-stris – dunque potenzialmenteanche la stessa Fintecna, laquale ha inquinato quel terri-torio”. Dalla stessa parte,anche se per motivi più ecolo-gisti, c’è l’Assise Cittadina perBagnoli, che è determinata adelegittimare il decreto, fa-cendo leva sulla L.502/66, la

quale impone la rimozionedella colmata ed il ripristinodella linea costiera: “Il governo– ha dichiarato Massimo DiDato, portavoce dell’Assise –prima ancora di stanziare le ri-sorse per la bonifica, si arrogail diritto di calpestare le normedi tutela ambientale ed i pianiurbanistici, per imporre un in-tervento edilizio di cui si deli-nea già l’impronta specu-

lativa”. Secondo l’Assise, inol-tre, il polo nautico, sostituitoall’approdo turistico, previstodal piano per Bagnoli, “deva-sterà l’unico litorale libero diNapoli, originariamente desti-nato a spiaggia pubblica”,mentre il parco urbano a temascientifico, proposto dal de-creto, “costituisce l’artificio percementificare anche il grandeparco verde pubblico previstodal piano urbanistico”. Inoltre,il commissariamento di Ba-gnoli è stato interpretato come“un modo per aggirare tutte lenormative a tutela del litoralee delle aree protette”. La ne-cessità del commissariamento,secondo gli esponenti del go-verno, è nata per velocizzare leprocedure di riqualificazionedel territorio, come affermatodal sottosegretario alle Infra-strutture ed ai Trasporti, Um-berto Del Basso De Caro, che

nei giorni scorsi si è recato aNapoli, presso la sede regio-nale del Pd. “Dispiace che DeMagistris abbia delle remoreall’arrivo del commissario – haammesso De Caro – ma sidovrà adeguare ad un provve-dimento che servirà a sveltirele procedure”, ed, alla do-manda sui poteri decisionalidel primo cittadino in meritoalla questione, il sottosegreta-

rio ha chiosato:“il sindacopotrà esprimersi, ma alla finenon avrà poteri decisionali sunulla”. Un vero e proprio “esproprio dipoteri” secondo l’ex magi-strato, che mette in allarme lacittadinanza su un “rischio diuna nuova stagione di manisulla città”. E se, dalla primachiusura dell’Italsider nel1985 ad oggi, poco o nulla ècambiato, come palesa la si-tuazione di degrado in cuil’area continua a stagnare, èpur vero che una commissioneesterna potrebbe non tenerconto delle esigenze e delle ne-cessità di un quartiere, finoraabbandonato e potenzialmenterivalutabile, attraverso la de-purazione delle acque e losmantellamento dei resti del-l’ex polo siderurgico, che datroppo tempo ne deturpa il pa-norama.

Decreto Sblocca-Italia:quale futuro per Bagnoli?

Domenico Matania

La Nave da Crociera più grande del mondo ha fatto tappaa Napoli lo scorso 16 settembre. Si tratta della “Oasis ofthe Seas”, il colosso della Royal Caribbean che con i suoitrecentosessantadue metri di lunghezza, quarantasette dilarghezza e duecentoventimila tonnellate, ha superato ilrecord di grandezza appartenente precedentemente alla“Freedom of the Seas” (sempre della Royal Caribbean).All’impetuosità della stazza corrisponde altrettanto lussoall’interno. Tra le aree della nave da crociera c’è Boar-dwalk, con locali, progettata per le passeggiate a cieloaperto, l’Aqua Theater per gli spettacoli acquatici. CentralPark è invece il parco – giardino a cielo aperto, mentreRoyal Promenade è l’area commerciale della nave. Nean-che a dirlo ce n’è per tutti i gusti sia per gli amanti deglisport (anche i più estremi) e delle arti (dalla musica al tea-tro). Per la prima volta la nave ammiraglia della Royal Ca-ribbean ha fatto tappa a Napoli: si è trattato di una sortadi test, in quanto a partire dal maggio 2015 il colosso do-

vrebbe approdare a Napoliper l’intera stagione estivacon cadenza settimanale.Si può dire che l’esame èstato nettamente supe-rato, anche grazie al pro-gramma di accoglienzapredisposto dal Comune diNapoli. Martedì 16 set-tembre è stato un giornodavvero speciale per il ca-poluogo campano inquanto nel porto parteno-peo sono approdate anche

altre due navi da crociera la Norwegian Epic della Norwe-gian cruise Line e la Horizon della Pulmann Tours, chehanno portato in città, insieme alla “Oasis of the Seas” untotale di circa quindicimila turisti. L’Assesssorato alla Pro-mozione della città e l’Assessorato al Turismo hanno ideatotre itinerari, condivisi anche con la Presidenza della Com-missione consiliare mobilità, individuando un percorso ar-tistico, uno culturale ed uno panoramico. I percorsi sonostati inseriti nella brochure “Live Naples – One day in thecity of the sun”, progettata dall’Assessorato alla Comuni-cazione e dall’Assessorato al turismo, distribuita negli info– point della stazione marittima. Comune e Associazioniinsieme per dare al meglio il benvenuto a migliaia di turi-sti. Sono state tre le Associazioni che con il patrocinio delComune di Napoli hanno operato per dare il benvenuto:“Sii turista della tua città” ha accolto i turisti con fiori in-dicando loro i percorsi consigliati dalle brochures, l’Asso-ciazione “Tuteliamoci” ha atteso i turisti lungo il CentroStorico, mentre “Agorà Arte” ha dato il benvenuto ai turisticon uno spettacolo di canzoni napoletane classiche all’in-terno del cortile di Maschio Angioino. Benvenuti a Napoli,Welcome to Naples!

Partenope ha accoltola “Regina dei mari”

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A New York la più grande marcia per il clima“Perché non abbiamo fermato il riscal-damento globale quando ne avevamol’opportunità?”. Queste sono le parolerecitate dall’attore Pete Postlethwaitenel film del 2005 “The age of stupid”.Nella pellicola della regista ingleseFranny Armstrong (un mix tra fanta-scienza e documentario), l’attore rico-pre il ruolo di un archivista, che nel2055, essendo rimasto l’unico soprav-vissuto su un Pianeta Terra ormai de-vastato, consulta un archiviomultimediale con foto e video risalentiai primi anni 2000, quando si inizia-vano a vedere gli effetti del riscalda-mento climatico. Oggi, il problema delcambiamento climatico è sempre piùsotto i riflettori e coinvolge ognuno dinoi. E allora, per far riflettere ulterior-mente le popolazioni su questo gravis-simo problema, il 21 settembre scorso,a New York, si è svolta la People’s Cli-mate March, la più grande marcia peril clima che sia stata mai organizzata.Oltre 950 organizzazioni provenientida tutto il mondo hanno partecipatoall’evento, ideato in occasione del Sum-mit per il clima che si è svolto 2 giornidopo. Per il Segretario Generale della Na-zioni Unite, Ban Ki–moon, l’appunta-mento di New York ha avuto l’obiettivodi mettere ancora una volta attorno altavolo i grandi leader politici, nella de-finizione di una strategia comune perl’abbattimento delle emissioni di ani-dride carbonica in atmosfera che do-vrebbe concretizzarsi in un nuovo

protocollo mondiale da firmare a Pariginel 2015.Sono state otto le aree tematiche af-frontate durante il meeting. Si è ragio-nato sulla produzione sostenibile dicibo, destinata a salire di almeno il 60%nei prossimi trentacinque anni, per sfa-mare i nove miliardi di persone previstinel 2050. Una sessione è stata dedicataalla vita nelle grandi città, responsabilidel 70% delle emissioni ad effetto serra.Punti fermi dell’incontro sono stati laconservazione delle grandi foreste, dicui ogni anno continuiamo a perdere 13milioni di ettari, e la riconversione delsistema energetico mondiale, che oggisi basa per l’80% su fonti non rinnova-bili. Ancora, il meeting ha fatto un ul-teriore passo per coinvolgere il mondodella finanza nell’investimento per laricerca e la tecnologia verso un’econo-mia low carbon ed inoltre si è ampia-mente discusso di nuovi sistemi dimobilità sostenibile. I.B.

IL PIANETA IN DODICI SCATTI!Quando hai una macchina fo-tografica tra le mani, puoi riu-scire a “stringere” il tempo e acustodirlo con tutte le sue me-raviglie. Chi si cimenta, anchesolo per passione, in questotipo di arte, scattando con lapropria "compagna di viag-gio", sa di che cosa stiamo par-lando. La "Society of Biology",organizzazione no profit consede a Londra, ha indetto unconcorso fotografico dal temamolto accattivante: 'Home,Habitat & Shelter'. 800 i foto-grafi in gara. Ma solo 12 sonole immagini finaliste, le cuifoto è possibile ammirarle sulweb. Pensare in modo creativoa foreste, praterie, deserti eambienti acquosi, significa co-minciare a guardarli con occhidiversi. Con amore. Un em-brione di pulcino dentro il suouovo, l'immagine subacqueadi una tartaruga di mare che

mangia una medusa e vespeche creano piccoli vasi di ter-racotta che proteggono i loropiccoli, sono solo alcune dellesuggestive istantanee, incorsa per il podio. I vincitoridel concorso saranno annun-ciati in una cerimonia ufficialeil prossimo 14 Ottobre. F.L.

In programma eventi e manifestazioni in tutto il mondo

Concorso fotografico “Hone, Habitat & Shelter”, sancite le immagini finaliste

Si è da poco concluso il concorso “M.C. 2014” la competizione che premiale città che hanno saputo rispondere nel migliore dei modi alla sfida lan-ciata dalla Bloomberg Philanthropies per incoraggiare i centri urbani agenerare e presentare idee innovative capaci di attenuare o risolvere al-cune problematiche riguardanti i centri abitati e di migliorare, quindi,la qualità della vita dei residenti. Quest’anno il primo premio è andatoalla città di Barcellona che ha ricevuto un finanziamento da cinque mi-lioni di euro per il progetto “trust network", una “rete di fiducia" traamici, parenti, assistenti sociali e volontari che sfrutta l'innovazione tec-nologica digitale per garantire sicurezza e qualità della vita ai residentipiù anziani.Atene (Grecia), Kirklees (Yorkshire, Regno Unito), Stoccolma (Svezia),Varsavia (Polonia) sono le altre quattro smart city vincitrici e alle qualiandrà un premio di un milione di euro a testa per le soluzioni proposteper smorzare alcune delle tematiche più critiche in Europa: la disoccu-pazione, l'efficienza energetica, l'obesità e l'invecchiamento. All’edizione “Mayors Challenge” 2014 hanno partecipato 155 città da 28nazioni differenti, ma solo cinque smart city hanno saputo distinguersisulla base di quattro criteri di selezione: la visione della loro idea e lacreatività, il potenziale impatto futuro, la trasferibilità dell'idea in altricontesti e l'effettiva attuazione di tali soluzioni. (dal web)

Nuove idee e progetti per l’ambiente

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Anna Gaudioso

Termina quest’anno il Decen-nio dell’educazione allo svi-luppo sostenibile (DESS)proclamato per il periodo2005-2014 dall’AssembleaGenerale delle NazioniUnite. Durante questi anni all’Une-sco è stato affidato lo svolgi-mento e la promozione dellevarie attività. Questo decennio è stato il ri-sultato della grande campa-gna lanciata dalle NazioniUnite tesa a sensibilizzaregiovani e adulti di tutto ilmondo, valorizzando ampia-mente il ruolo dell'educa-zione, cercando disensibilizzare i governi e lesocietà civili di tutto il mondoverso la necessità di azioni ri-spettose del prossimo e dellerisorse del pianeta, nella spe-ranza di realizzare un futuromigliore, più equo e sosteni-bile. Il termine educazione è stato

inteso in senso ampio, comeistruzione, formazione, infor-mazione e sensibilizzazione,spaziando dall’educazionescolastica alle campagne in-formative, dalla formazioneprofessionale alle attività deltempo libero, dai messaggiprodotti dai media a quellipiù in generale del mondo ar-tistico e culturale. E considerando tutti gli inputche provengono dalla societàe che ne contribuiscono a for-mare i valori e la cultura. La “cultura della sostenibi-lità” è una cultura basata suuna prospettiva di sviluppodurevole di cui possano bene-ficiare tutte le popolazionidel pianeta, presenti e fu-ture, e in cui le tutele di na-tura sociale, quali la lottaalla povertà, i diritti umani,la salute, vanno a integrarsicon le esigenze di conserva-zione delle risorse naturali edegli ecosistemi, trovando unsostegno reciproco. L’educazione alla sostenibi-

lità è stata interpretatacome la possibilità di stimo-lare il pensiero critico, per far

riflettere sugli effetti del no-stro agire quotidiano, per in-dirizzare gli uomini tutti

verso il senso di collettività eresponsabilità nei confrontidel mondo in cui viviamo.

Si chiude il decennio Dess lanciato dall’OnuBilancio finale per il programma di educazione allo sviluppo sostenibile

Con l’equinozio di autunno le giornate più caldeGennaro Loffredo

L’estate 2014 è appena tra-scorsa ed è stata una delle sta-gioni più instabili e dinamichedegli ultimi decenni, soprat-tutto nella prima parte. E’mancata la figura predomi-nante delle ultime infuocateestati: l’anticiclone africano. Questa situazione ha favoritol’arrivo di numerose perturba-zioni di origine atlantica, lequali hanno direttamente in-teressato le regioni centro-set-tentrionali e marginalmenteanche il nostro meridione. Nel complesso l’intero trime-stre estivo, come testimonianogli ultimi dati resi noti dal-l’Isac-Cnr, è stato general-mente piovoso e generalmentefresca soprattutto al setten-trione, se raffrontata all’estatidell’ultimo decennio ed oltre.Con l’ingresso di settembre lacircolazione generale dell’at-mosfera sull’Europa ha subitodelle sostanziali modifiche.Passata la sfuriata temporale-sca di inizio mese che potevafar presupporre un arrivo an-ticipato della stagione autun-nale, gli anticicloni hanno

ritrovato una nuova posizionedi equilibrio. Le perturbazioni atlantichehanno deviato il loro flussoportante, non più diretto sulbacino del Mediterraneo maall’Europa settentrionale edorientale, con riflessi margi-nali sulle regioni del nord-ested adriatiche.Da metà mese, poi, la discesadi una saccatura atlantica adovest della penisola iberica hainnescato come risposta unaintensa rimonta dell’antici-clone africano, che per laprima volta quest’anno hacoinvolto direttamente le no-stre regioni del centro-sud.Paradossalmente in concomi-tanza dell’equinozio di au-tunno si sono raggiunte letemperature più alte dell’in-tera stagione estiva, speciesulle due isole maggiori.Giusto per citarne alcune, inSardegna e in Sicilia sonostate registrate le tempera-ture più alte e spesso di granlunga superiori ai 30°C, conpunte di 37°C a Decimo-mannu (Cagliari), 35°C adOlbia ed Alghero, 34°C a Pa-lermo e Trapani ed in genere

sui 32-33°C su gran parte delcentro-sud, specie su Lazio eCampania.Non è stata un’ondata di caldomemorabile, ma a rendereparticolarmente intensa la ca-lura è stata l’afa. Le infiltra-zioni umide da ovest, oltre aportare i ben noti temporali alcentro-nord (come quello cheha colpito la città di Firenze il19 settembre) hanno innal-zato i tassi di umidità relativanell’aria. Ed è per questo motivo che ilnostro corpo ha percepito va-lori maggiori, perché l’eccessodi vapore acqueo ostacola lanormale traspirazione dellapelle. Tra il 20-23 Settembrela nostra penisola, infatti, ri-sultava completamente divisain due parti: il meridione e leisole maggiori sotto l’in-fluenza del flusso sciroccaleche ha trasportato un enormequantità di sabbia saharianaproveniente dall’entroterra al-gerino, e il nord-Italia e partedel centro (Toscana in primis)terra di contrasti fra due cir-colazioni praticamente oppo-ste. L’ondata di calore di origine

africano si è protratta al-l’estremo sud fino al giorno 23,quando le ultime sacche diaria calda resistevano soprat-tutto su catanese, su ennese esu messinese tant’è che sisono addirittura sfiorati i40°C. Ci troviamo dinanzi unAutunno che promette quelladinamicità che ne contrasse-gna il suo normale anda-

mento. Anche le rimonte anticicloni-che e le giornate di bel tempo,si badi bene, rientrano all’in-terno della normalità tipicadel periodo autunnale. Ma conl’avanzare della stagione sicu-ramente le piogge e il grigioretipico del periodo divente-ranno sempre più una co-stante.

Raccontiamo il meteo. L’anticiclone africano, assente in estate, si è affacciato in Italia a fine settembre

Scostamento delle temperature medie in Italia da giugno ad agosto 2014, ri-spetto ai valori del periodo 1971-2000 (fonte: Cnr-Isac).

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Luigi Mosca

La sicurezza sul lavoro e la protezionedella salute dei lavoratori richiedonoun grande sforzo da parte di queglienti (come le Arpa) impegnateiquoti-dianamente nei controlli sul territorio.In questo senso le agenzie ambientali,da anni, si stanno coordinando per tra-smettersi reciprocamente le propriecompetenze. Ad esempio, un anno fal’Arpa Campania ha ospitato un corsoriservato a responsabili e addetti allasicurezza di diverse Arpa, con la do-cenza di esperti appartenenti a orga-nizzazioni come le Asl, i Vigili del fuocoe l’Ispettorato provinciale del lavoro. Ametà settembre, a proseguimento delleiniziative formative precedenti, l’Ar-pac ha ospitato ulteriori tre giornate diformazione riservate ai rappresentantidei lavoratori per la sicurezza (Rls inacronimo). Vi hanno preso parte, comediscenti, Rls di svariate Arpa, oltre chedi Aziende sanitarie locali, non solocampane. Il corso, preceduto da un sa-luto del Commissario dell’Arpac, dott.Pietro Vasaturo, e presentato dall’ing.Antonio Ambretti (nella veste di coor-dinatore dei datori di lavoro), ha avutocome docenti, tra gli altri, GiuseppeAcquafresca, Responsabile del tavolotecnico della formazione presso l’Ispraed esperto in materia di sicurezza

presso l’Arpa Piemonte, SebastianoSodano (Rspp Arpa Campania), Giu-seppe Liotti, responsabile dello staffservizio prevenzione e protezionedell’Arpa Lazio e la giuslavorista Cin-zia Frascheri. È toccato all’esperta didiritto del lavoro delineare il ruolo delresponsabile dei lavoratori per la sicu-rezza, soprattutto dal punto di vistagiuridico. Durante l’ultima giornata diformazione, che si è tenuta il 17 set-tembre, si è sottolineato come l’Rls siauna figura con molte potenzialità, masenza obblighi giuridici. Il legislatore ha voluto inquadrarlo inquesto modo proprio per consentirglidi rappresentare serenamente le pro-blematiche dei dipendenti in materiadi sicurezza e salute. Questo non signi-fica che la figura dell’Rls sia facolta-tiva: il decreto legislativo 81 del 2008,anche noto come Testo unico in mate-ria di salute e sicurezza sul lavoro, neimpone l’istituzione in seno a ogniazienda. Tuttavia, il Testo unico nonprevede sanzioni a carico di questa fi-

gura di rappresentante dei lavoratori.I docenti del corso di formazione hannoperò sottolineato come l’Rls diventiinevitabilmente una figura di riferi-mento e supporto dei lavoratori, pertutti i dubbi o i problemi relativi allaprotezione della salute sul luogo di la-voro. Perciò la normativa prevede chedebba essere consultato in vari casi: adesempio quando si effettua la valuta-zione dei rischi, quando si predisponeil programma di formazione, quando sinomina il medico competente e il re-sponsabile del servizio di prevenzionee protezione. D’altra parte l’Rls deveessere coinvolto nella progettazionedei corsi di formazione per i dipendentiin materia di sicurezza sul lavoro. Gli esperti intervenuti alle giornate diformazione hanno chiarito il ruolodell’Rls, sia nelle strutture pubblicheche in quelle private. Inoltre hannodato delucidazioni sui suoi rapporti esulle sue modalità di interazione conaltre figure, interne ed esterne al-l’azienda.

Corso di formazione per gli RlsLe Arpa si mettono in rete per educare i dipendenti alla sicurezza sul lavoro

Il paesaggio come arte: forse unadelle idee migliori emerse nel pa-norama dell’arte contemporaneadegli ultimi decenni, e di sicuro unconcetto destinato ad avere for-tuna crescente, anche dalle nostreparti. A molti non sarà sfuggito chedal 4 ottobre, per tutto il mese, è inprogramma a Napoli la decima edi-zione di Land Art Campi Flegrei,organizzato dalle associazioni Leafe De Pictura. La fortunata manife-stazione quest’anno ha luogo nelBosco dei Camaldoli, l’area verdeche ricopre la collina più alta dellacittà. Tra i castagni dei Camaldoliverranno esposte le opere selezio-nate dagli organizzatori, e inoltreavranno luogo degustazioni, eventiteatrali, performance di danza con-temporanea e di poesia, concerti.esercizi di yoge e di meditazione.Anche il mondo della scienza, d’al-tronde, sta tributando attenzione aqueste nuove pratiche artistiche.Ne è una dimostrazione, ad esem-pio, un saggio di recente pubbli-cato da Micron, rivista istituzionaledell’Arpa Umbria, intitolato “Arte eambiente: l’esperienza della landart”, firmato dall’urbanista IreneSartoretti. La Sartoretti ci ricordache la land art «rappresental’espressione della presa di co-scienza della questione ambientaleda parte del mondo dell’arte. E’ laprefigurazione artistica di nuovimodelli di vita. E’ una riflessionesul rapporto dell’uomo con l’am-biente che si inscrive pienamentenella costruzione epistemologicadelle categorie natura-cultura, svi-luppatasi in seno al pensiero mo-derno occidentale». Idea di base,utilizzare elementi di paesaggio edi natura per confezionare opered’arte (l.m.).

Arte e naturasu “Micron”

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 30 settembre 2014 - Anno X, N.18Edizione chiusa dalla redazione il 30 settembre 2014

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, F. Clemente, P. D’Auria, F.Cuoco, G. De Crescenzo, A. Esposito, E. Fer-rara, R. Funaro, L. Iacuzio, G. Loffredo, R.Maisto, D. Matania, A. Morlando, A. Pa-lumbo, A. Paparo, L. TerziSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Ilaria Buonfanti

Ogni giorno sulla Terra scom-paiono circa 50 specie, tra florae fauna, per un totale di 18.250specie all’anno. E’ un ritmo ele-vatissimo, 100-1000 volte su-periore rispetto a quelloritenuto “naturale”. Un modoper fermare la progressiva per-dita di specie viventi è l’inter-vento diretto, cioè la creazionedi aree naturali protette il cuiscopo principale è quello dipreservare paesaggi, forma-zioni geologiche, flora, fauna eambienti marini.Ma come fare per deciderequale lembo di Terra è da sal-vare da una decadenza lentama inesorabile? Non bastacontare il numero delle specierimaste in un luogo: a volteuna specie può essere più im-

portante di un’altra perché èendemica, cioè presente solo inuna determinata area geogra-fica grazie alle particolari con-dizioni ambientali. Ecco alloraun buon motivo per salvaguar-dare quella zona, in nome diquello che viene chiamato en-demismo bio-geografico.

Se questo è quello che affermail metodo classico, una rispostadel tutto innovativa arriva dal-l’Università di Berkeley, doveun team di ricercatori guidatidal dott. Mishler è riuscita aintegrare tra loro una grandequantità di dati, che potremmochiamare i Big Data della bio-

diversità. Infatti sebbene glistudiosi raccolgano già datempo dati riguardo alla distri-buzione e alla diversità dellepiante e degli animali,l’aspetto più complicato da af-frontare è proprio il confrontodelle diverse fonti estrema-mente ricche, per trarre infor-mazioni utili alla salvaguardiadella natura.Ma aldilà dell’aspetto tecnico,il merito di Mishler è quello diaver soppesato la rarità di unaspecie non solo in base all’en-demismo geografico, ma anchecon l’isolamento filogenetico diuna specie. Per Mishler nonvale solo il fatto di essere iso-lati in un luogo, ma anche dinon avere parenti prossimi. Ilmodello matematico capace diintegrare un così alto numerodi informazioni e di variabili è

stato chiamato CANAPE, Ca-tegorical Analysis of Neo- AndPaleo-Endemism, e per spie-gare con quale metodo opera iricercatori si sono avvalsi diuna pubblicazione uscita suNature Communications nel-l’aprile di quest’anno.L’Australia è il territorio su

cui i ricercatori della Berkeleyhanno deciso di validare il loromodello, perché nel 2011 era ilcontinente all’avanguardia perla digitalizzazione dei dati mu-seali e per la georeferenzia-zione di informazioni in ambitoecologico.L’approccio basato sul geo-en-demismo è un punto di forza inpiù rispetto a quello basatosullo studio di una singola spe-cie per individuare le aree piùa rischio di estinzione e cercaredi proteggerle.

Rosario Maisto

È allarme degli esperti interna-zionali: il declino delle popola-zioni aviarie, causato soprat-tutto da pesticidi e cambiamenticlimatici, è un segnale di peri-colo anche per la salute del-l'uomo! Gli uccelli, supereroifatti per sopravvivere, per nullaturbati dai ghiacci dell'Antar-tide, e neanche dalla calura deitropici, scelgono gli habitat piùdiversi: i deserti, le paludi, glioceani aperti, le pareti rocciose,la tundra. Sorvolano alte vettedove l'aria è rarefatta o scavanotane sotterranee. Alcuni volanoper giorni senza sosta, protettisolo dal loro piumaggio, attra-versano emisferi, schivandouragani arrivando con preci-sione infallibile alle loro mete,anno dopo anno. Sono in quasiogni ecosistema della Terra,adattando all'ambiente la lorodimensione, le loro abitudini eperfino i loro colori, contribui-scono all'impollinazione, a spar-gere i semi, a tenere sottocontrollo gli insetti, a eliminarele carogne, e a fertilizzare lepiante. Ma nonostante tutto,molte specie di uccelli sono inpericolo. Secondo stime dell'or-ganizzazione non governativaBird Life International, su tutto

il pianeta una specie su otto, perun totale di oltre 1300 specie, èa rischio d'estinzione. Moltealtre, dai tropici ai poli, sono inserio declino. È sempre menofrequente nei cieli europei e nor-damericani il volo aggraziato dirondini e rondoni che catturanoal volo gli insetti. Le popolazionidi aquile, avvoltoi, e altri uccellirapaci sono in calo in tuttal'Africa. Le colonie di uccelli ma-rini, come le urie e i pulcinelladi mare dell'Atlantico del nord,

stanno scomparendo, e lo stessosta accadendo ai caradriformi,uccelli che vivono sulle rive deifiumi e le coste marine, come pi-vieri o piovanelli. In Asia, tra i migratori chefanno tappa, sono a rischio, pel-licani, cicogne e altri uccelli ma-rini. I pappagalli australiani esudamericani, e alcune speciesimbolo di pinguini sono in dif-ficoltà. Gli uccelli cantano, mahanno anche molto da raccon-tare. Il loro declino è per lo più

causato dalla perdita di luoghiin cui possano vivere e pro-creare, paludi, fiumi, foreste,pianure, o dalla scarsa disponi-bilità di cibo. Ma gli uccelli ci informano, nellinguaggio codificato della bio-chimica, anche su ciò che minac-cia l'ambiente e potenzialmentela salute umana. Attraverso l'analisi dei meccani-smi interni alle loro cellule, gliscienziati hanno decifrato se-gnali sempre più allarmanti

provenienti dagli ecosistemi delmondo, come i leggendari cana-rini che segnalavano ai minatorila presenza di gas velenosi, oggi,nel regno animale, sono gli uc-celli a fornire gli indizi più chiarisui rischi a cui anche gli esseriumani potrebbero essere espostia causa delle sostanze tossicherilasciate nell'ambiente, quasi aprofetizzare che cosa potrebbeaccadere all'aumentare delleemissioni di carbonio che provo-cano il riscaldamento globale.

Uccelli: una specie su otto è a rischio estinzione!Il declino delle popolazioni aviarie fa scattare l’allarme per la salute umana

Un nuovo database per la biodiversità del nostro pianetaUna ricerca californiana svela come “scegliere” le specie da salvare

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Tutti a scuola per l’ambiente!

Anna Paparo

Ambientalisti non si nasce masi diventa. E da oggi anche ascuola. Con l’inizio del nuovoanno scolastico studenti ed in-segnanti potranno coltivare lapropria eco-coscienza attra-verso tantissime iniziative emanifestazioni, imparando aconoscere e ad amare l’am-biente. Basti pensare al Wwf, che daoltre quarant’anni porta la di-fesa della natura in aula. Edanche quest’anno, sisiederà tra i banchiproponendo strumentididattici sul tema ali-mentazione e am-biente che permet-teranno di scoprire ilcollegamento traacqua e hamburger, etra questi e Amazzo-nia. I materiali messia disposizione sarannoquaderni di educa-zione ambientale, po-ster, cd-rom, corsidocenti e laboratori suiprogrammi dal titolo “Nei li-miti di un solo pianeta”; men-tre per andare incontro allascuola digitale è previsto il pro-gramma educativo “Mi curo di

te: il gesto di ognuno per il pia-neta di tutti”, dedicato all’ac-qua. E ancora si affronteranno altreproblematiche quali il pro-

blema rifiuti, i cambiamenticlimatici, l’importanza dellabiodiversità e dei servizi degliecosistemi, le foreste, la cam-pagna. I ragazzi delle singole classipotranno essere dei veri e pro-pri Panda Rangers e diventaresoci Wwf sostenendo l’attivitàdell’associazione. Da non di-menticare il concorso per fu-mettisti in erba promosso perle classi IV e V da Bestack,consorzio non profit, con loscopo di sensibilizzare i ra-gazzi e i loro insegnanti sul-l’impatto ambientale delpackaging, la corretta alimen-tazione a base di frutta e ver-dura e sull’importanza dellerisorse rinnovabili, come il car-tone ondulato. Sono apertefino al quindici novembre leiscrizioni. Il progetto prevede,oltre a un percorso ludico-di-dattico nelle scuole, un con-corso di creatività: gli alunni diquarta e quinta di tutta Italiasono chiamati a realizzare ela-borati grafici sotto forma di fu-metto, illustrazione o vignettaispirati a quattro temi, uno deiquali è “La carta viene dalbosco e al bosco ritorna”. In-somma, buon anno scolasticogreen a tutti!

Asili sicuri: la Francia control’inquinamento indoor Rosa Funaro

I genitori francesi dal primogennaio 2015 potranno dor-mire sonni tranquilli: l’aria chei loro figli respirano in classesarà costantemente monito-rata. Tre i livelli degli inqui-nanti indoor da tenered’occhio: benzene, formaldeidee Co2; mobili, rivestimenti, ri-scaldamento… Tutti elementiche, se non a norma, possonopurtroppo contribuire a dan-neggiare l’aria che i piccoli ina-lano a scuola. Non si trattaperò di chiacchiere ma di unvero e proprio provvedimento:entro il primo mese dell’annonuovo, infatti, tutti i luoghipubblici francesi che accolgonobambini al di sotto dei sei annidovranno analizzare l’aria indue situazioni diverse, ossiacon il riscaldamento primaspento e poi acceso, proprio perverificare il livello degli inqui-

nanti killer. Ogni analisi co-sterà in media 2.600 euro e setutto funziona a dovere i test siripeteranno dopo sette annimentre, se si riscontrano livellitroppo alti dei tre agenti, l’in-tervallo scende a due anni e,nel frattempo, dovrà essereidentificata l’origine degli in-quinanti. Dal 2018, si proce-derà con le scuole elementari,poi con le superiori. Secondouno studio dell’Institut natio-nal de la santé et de la recher-che médicale, meno del 30 percento dei locali per bambinioggi ha livelli accettabili dicontaminanti e l’asma è in con-tinuo aumento, proprio comein Italia. Purtroppo qui da noiiniziative di questo genere nonhanno ancora trovato spazio,la speranza è quella di impor-tare al più presto queste“buone pratiche” perché la sa-lute va salvaguardata sin dabambini.

Anche in Italia l’ambiente si studia tra i banchi

SCUOLE USA: NUOVE INIZIATIVE ALLA SCOPERTA DELL’ENERGIA PULITA

Un’anima green? Si forma da bambini. Il Mini-stero dell’Energia degli Stati Uniti d’America losa e corre ai ripari, proprio in quello che è unodei Paesi più inquinati del globo.Ed ecco che nelle scuole americane que-st’anno vengono introdotte una serie di attivitàmirate alla sensibilizzazione delle coscienzedei più giovani. Sul sito web del Dipartimentoscolastico sono infatti a disposizione degli in-segnanti una serie di documenti che ruotanointorno al concetto di energia pulita e am-biente. Per i più piccoli, i bimbi delle suole ma-terne ed elementari, ci sono dei libri dacolorare “a tema” per avvinarli all’argomentosenza annoiarli (e ottenere un effetto contro-producente). Per i più grandi ci sono giochi dilogica, indovinelli e cruciverba. Inoltre, negliistituti scolastici americani sono stati organiz-zati una serie di laboratori grazie ai quali glistudenti possono appassionarsi, conoscendolida vicino, ai nuovi strumenti tecnologici edenergetici che garantiscono una crescita so-stenibile. Una formazione “eco sostenibile” èquella di cui anche la scuola dovrebbe esseremessa in condizione ovunque di farsi carico.Per aiutare le famiglie nel compito dell’educa-zione ambientale o essere addirittura promo-trice di una tale consapevolezza, se manca nelprivato. Gli studenti stessi potrebbero infatti es-

sere gli iniziatori di buone pratiche green acasa, fungendo da stimolo per genitori pocosensibili alla tematica ambientale. Nel frat-tempo la Enphase Energy ha creato una par-tnership con il fondo Brian D. RobertsonMemorial Solar Schoolper per contribuire al-l’obiettivo dell’associazione di donare 20.000impianti fotovoltaici nelle scuole degli Stati Unitientro il 2020, portando la conoscenza del so-lare tra i bambini. “Enphase ritiene che edu-care il pubblico sul solare sia cruciale per ilsuccesso della nascente economia dell'ener-gia pulita. - ha affermato Paul Nahi, CEO di En-phase - Siamo orgogliosi di collaborare con ilFondo BDR, che fa un lavoro encomiabile perportare il solare in classe, sia come strumentoeducativo sia come fonte di energia pulita».

A.E.

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Energia da un mozzicone di sigaretta Secondo le stime circa il 75% delle si-garette viene gettato a terra, nono-stante siano state annoverate tra irifiuti maggiormente inquinanti perl’ambiente. Un recente studio effet-tuato dai ricercatori della San DiegoUniversity ha dichiarato la gravità diquesto tipo di inquinamento. Molto piùpericoloso di quanto si pensi, in quantonei mozziconi ci sarebbero sostanze pe-ricolose per l’ambiente e per le falde ac-quifere. Nello specifico, i filtri – essendodi plastica - non sono biodegradabili eil loro potere inquinante perdura percirca dieci anni dopo l’immissione nel-l’ambiente. Ma c’è chi ne ha intravistoun possibile utilizzo green. Da uno stu-dio made in Corea, un gruppo di ricer-catori della Seoul National University

è riuscito a convertire i mozziconi di si-garetta in un particolare materiale chepuò essere impiegato in veicoli elettrici,turbine eoliche, computer. Un mate-riale in grado di immagazzinare ener-gia. Gli scienziati hanno riscontrato unrendimento superiore al carbonio, algrafene e ai nanotubi di carbonio.Quindi, non solo si risolverebbe lapiaga ecologica dell’inquinamento damozzicone di sigaretta, ma costitui-rebbe una valida alternativa alle tradi-zionali fonti di approvvigionamentoenergetico. Il professor Jongheop Yi,dalla Seoul National University, tra iprincipali promotori della ricerca, hadetto: “Il nostro studio ha dimostratoche i filtri utilizzati possono essere tra-sformati in un materiale a base di car-

bonio ad alte prestazioni con un pro-cesso semplice, che offre allo stessotempo una soluzione verde a soddisfarele richieste energetiche della società. Iricercatori hanno dimostrato che lefibre di acetato di cellulosa contenutinei filtri delle sigarette, potrebbero es-sere trasformate in un materiale a basedi carbonio attraverso una combu-stione. Il materiale ottenuto si presen-tava con una serie di minuscoli pori, ingrado di conferire un incremento delleprestazioni dello stesso materiale. Unavolta prodotto, il materiale a base dicarbonio è stato collegato a un elettrodoe testato in un sistema a tre elettrodiper verificarne il funzionamento. Gliscienziati hanno constatato che il ma-teriale è stato in grado di immagazzi-

nare più energia elettrica di qualsiasialtro materiale disponibile in commer-cio. Ergo, supercondensatori in gradodi accumulare energia pulita, con ele-vata conducibilità elettrica e stabilità alungo termine. Già in passato sonostate studiate possibilità al problemadella dispersione di cicche nell’am-biente. Una società americana, la Ter-raCycle, fu in grado di trasformare imozziconi di sigarette in plastica, me-scolandoli con altri materiali riciclati.Ma da qui a creare un compost in gradodi dare energia è senz’altro un passoavanti. Il riciclo è sicuramente lachiave di volta per fronteggiare il feno-meno dell’inquinamento. Ma il primostep è fare attenzione a come differen-ziare i rifiuti. F.C.

La prima auto stampata in 3DIl processo tecnologico notocome “stampa 3D” sta conqui-stando, giorno dopo giorno,l’attenzione di tutti, addetti ailavori e non. Anche se è ancorapoco chiaro quanto esso possaessere efficiente, ultime espe-rienze stanno decisamente di-mostrando quali sono le meteche si possono raggiungere ecome, in futuro, questo proce-dimento possa rimpiazzare letradizionali tecniche di mani-fattura. È il caso di “Strati”, laprima automobile “stampata”con tecnologia 3D. Ha fatto ilsuo esordio ufficiale all’Inter-national Manufacturing Te-chnology Show (IMTS) diChicago, negli Stati Uniti. Ilprototipo, realizzato dallaLocal Motors in collaborazione

con l’Association for Manufac-turing Technology (AMT), èstato disegnato a Torino dal-l’italiano Michele Anoè. Per lapropulsione è equipaggiatacon il motore elettrico dellaRenault Twizy. Il prototipo

della nuova vettura è stato“stampato” in 44 ore e rapida-mente assemblato da un teamdella Local Motors per poi es-sere messo in strada la mat-tina di sabato 13 settembre.La Strati è stata costruita in

un pezzo unico utilizzando latecnologia “Direct Digital Ma-nufacturing (DDM)”, usataper la prima volta nella co-struzione di un’automobile. Icomponenti meccanici, comebatteria, motore, cablaggi, esospensioni provengono da di-versi fornitori, tra cui laTwizy, modello che fa parte diuna linea di city car elettricheRenault. “La Strati è un progetto della‘comunità’ realizzato nella no-stra Microfactory”, ha dichia-rato John B. Rogers Jr,amministratore delegato dellaLocal Motors. “L’inedito pro-cesso produttivo rivoluziona lo“status quo” della produzioneautomobilistica, cambia l’espe-rienza del consumatore e di-

mostra che una macchina puònascere in un modo completa-mente diverso”. Il veicolo uti-lizza la scienza dei materiali ele tecniche di produzioneavanzate dei pionieri dellaStruttura di Produzione e Di-mostrazione del Departmentof Energy (DOE) degli StatiUniti, all’Oak Ridge NationalLaboratory (ORNL). Strati di-mostra la possibilità di utiliz-zare soluzioni di “digitalmanufacturing” sostenibili nelsettore dell’industria automo-bilistica. La Local Motors pre-vede, inoltre, di lanciare alivello produttivo veicoli stam-pati in 3D che saranno in ven-dita al pubblico nei mesisuccessivi la presentazione av-venuta all’IMTS. P.D’A.

Uno studio coreano ha ricavato dalle cicche un compost capace di immagazzinareun’elevatissima quantità di energiaelettrica

Disegnata da una società italiana è stata presentata a Chicago

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Antonio Palumbo

A causa della rapidissima ur-banizzazione, ad Ho ChiMinh City solo lo 0.25% dellasuperficie dell’intera città èoggi coperta di vegetazione,mentre il grande numero diveicoli circolanti provoca ognigiorno congestione del trafficoe inquinamento dell’aria.Concepite come semplici sca-tole in calcestruzzo le “Caseper gli Alberi” minimizzanol’impiego di risorse, ancheeconomiche, e riducono dra-sticamente le emissioni inqui-nanti incorporando materialinaturali e locali: obiettivoprincipale del progetto “Hou-ses for Trees” - interessantis-simo, dal punto di vistaecosostenibile, in ordine a di-versi aspetti - è di riportaregli spazi verdi nella città,ospitando grandi alberi tropi-cali all’interno di architettureresidenziali ad alta densità.Progetto pilota di grande in-teresse, tra quelli più signifi-cativi che hanno dato avvioall’importante programma re-sidenziale ecosostenibile perla congestionata metropolivietnamita, è la casa realiz-zata nel quartiere Tan Binh -una delle aree più densa-mente popolate di Ho ChiMinh City, caratterizzatadalla presenza di numerosis-sime abitazioni - dallo studiodi architettura Vo TrongNghia Architects (non nuovoa questo genere di progettisperimentali, avendo già di-mostrato notevoli capacitànell’utilizzo dei materiali na-turali nel recente progetto,certificato LEED, per il Kon-tum Indochine Café, realiz-zato lungo il fiume Dakbla, aKontum, in Vietnam, utiliz-zando come sostegni per la co-pertura 15 giganteschecolonne in bambù).Realizzata con un budgetestremamente contenuto(156.000 dollari) la casa è co-stituita da 5 “scatole” di ce-mento, ognuna concepitacome un “contenitore” desti-nato ad ospitare un alberosulla propria sommità. È que-sta la caratteristica più im-portante del progetto, l’ideafinalizzata a contrastare l’in-quinamento e l’urbanizza-zione selvaggia di Ho ChiMinh City: grazie agli stratidi terreno sulle coperture

piane, profondi circa 2 metri,tali “contenitori” fungonoanche da bacini per tratte-nere l’acqua piovana delletempeste tropicali e potreb-bero contribuire in modo deci-sivo a ridurre il rischio diinondazioni in città, ove que-sta tecnologia venisse appli-cata in futuro ad un ingentenumero di abitazioni.Il lotto in cui è stata realiz-zata l’abitazione è un sito dirisulta, senza sbocchi sulmare, accessibile solo da unastretta strada pedonale. Coe-rentemente alle caratteristi-che del sito, la casa èprogettata come un accumulodi piccoli frammenti: circon-data su tutti i lati dalle tipi-che abitazioni a schieravietnamite, la House forTrees realizzata da Vo TrongNghia Architects si distinguecome un elemento a sé stante.Adattandosi alla configura-zione del sito, i 5 blocchi sonoposizionati in modo da for-mare una corte centrale e unaserie di piccoli giardini tra lecostruzioni, aprendosi su talecorte attraverso ampie portein vetro e grandi finestre permigliorare l’illuminazione na-turale e la ventilazione in-terna, rimanendo invece

chiusi sugli altri lati per con-sentire privacy e sicurezza.Gli spazi comuni, come la salada pranzo e la biblioteca, sonosituati al piano terra mentrei livelli superiori ospitano lecamere da letto e i bagni indi-viduali, collegati attraversopasserelle in acciaio.Il cortile e i giardini, ombreg-giati dagli alberi in sommità,sono parte dello spazio di vitaal piano terra: diluendo il con-fine tra spazio interno e spa-zio esterno, la casa offre unostile di vita tropicale, perfet-tamente integrato con la na-tura circostante.Per ridurre i costi energetici ele emissioni di anidride carbo-nica sono stati adoperatiesclusivamente materiali lo-cali e naturali: casseforme inbambù sono state impiegateper il calcestruzzo gettato inopera delle pareti esterne, cheassumono, in questo modo, lamedesima texture dellapianta, trasformando i blocchiin una sorta di grandi fiorierecoronate dal verde; mattoni diprovenienza locale costitui-scono invece la finitura in-terna delle pareti, dotate diuna intercapedine ventilataper proteggere lo spazio in-door dal calore.

Le Houses for Trees di Ho Chi Minh CityIl progetto pilota per riportare gli spazi verdi in città

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Obbligo per il Ministero del-l’Ambiente di provvedere adulteriori semplificazioni delSistri. Sui Raee modifiche alD.Lgs. 49/2014 e in partico-lare alla disciplina riguar-dante i sistemi collettivi difinanziamento Sistri, proce-dure semplificate di recupero,utilizzo dei materiali di dra-gaggio,combustione di sfalci epotature, procedure semplifi-cate di recupero negli Im-pianti Aia, test di cessione perle procedure semplificate direcupero, miscelazione di ri-fiuti. E poi ancora: adempi-menti amministrativi inrelazione alle spedizioni tran-sfrontaliere, semplificazioneper gli imprenditori agricoliproduttori iniziali di rifiuti pe-ricolosi, contributo ambientaleper la gestione degli pneuma-tici fuori uso, Raee, materieprime secondarie per l'edilizia.Su queste materie in tema dirifiuti è intervenuto il decretoCompetitività - decreto-legge24 giugno 2014, n. 91, coordi-nato con la legge di conver-sione 11 agosto 2014, n. 116,recante: «Disposizioni urgentiper il settore agricolo, la tutelaambientale e l'efficientamentoenergetico dell'edilizia scola-stica e universitaria, il rilancioe lo sviluppo delle imprese, ilcontenimento dei costi gra-vanti sulle tariffe elettriche,nonche' per la definizione im-mediata di adempimenti deri-vanti dalla normativaeuropea.», pubblicato sullaGazzetta Ufficiale n.192 del20 agosto 2014 - Suppl. Ordi-nario n. 72, ed entrato in vi-gore dal 21 agosto 2014. Diseguito riportiamo le novitàprincipali in materia di rifiuticome illustrate da Ecocerved,società consortile del sistemaitaliano delle Camere di Com-mercio che opera nel campodei sistemi informativi perl’ambienteSistriL’articolo 14 prevede:- l’obbligo per il Ministerodell’Ambiente di provvederead ulteriori semplificazioni delSISTRI, in relazione all’appli-cazione dell’interoperabilità ealla sostituzione dei disposi-tivi token usb;- la proroga dell’attuale con-tratto di gestione del SISTRIal 31 dicembre 2015, con l’ob-bligo per il Ministero dell’Am-biente di avviare entro il 30

giugno 2015 le procedure perl'affidamento della conces-sione del servizio, in manierarispetto del "Codice appalti"(Dlgs 163/2006), delle normeUe di settore e dei principi di"economicità, semplificazione,interoperabilità tra sistemi in-formatici e costante aggiorna-mento tecnologico".

Gestione dei rifiutiL’articolo 13 c. 5 lettera b-bisfornisce nuove istruzioni perla classificazione dei rifiuti,che integrano quelle conte-nute nella introduzione del-l'allegato D al D.Lgs. 152/2006e s.m.i. e si applicano a partiredal 18 febbraio 2015:1) la classificazione deve avve-

nire "in ogni caso prima che ilrifiuto sia allontanato dalluogo di produzione";2) se un rifiuto è classificatocon codice Cer pericoloso "as-soluto" (ovvero univoco), essoè pericoloso senza alcuna ulte-riore specificazione;3) se un rifiuto è classificatocon codice Cer non pericoloso"assoluto", esso è non perico-loso senza ulteriore specifica-zione;4) se un rifiuto è classificatocon codici Cer speculari (unopericoloso e uno non perico-loso), per stabilire se lo stessoè pericoloso o meno vanno de-terminate le proprietà di peri-coloso che lo stesso possiede.In relazione alle proceduresemplificate di recupero ed inparticolare ai rapporti con i re-golamenti dell'Unione Euro-pea "end of waste", l’art. 13 c.4intende coordinare le attivitàdi trattamento delle tipologiedi rifiuti individuate dai rego-lamenti comunitari "end ofwaste" (relative quindi allacessazione della qualifica di ri-fiuto) con le procedure sempli-ficate nazionali per il recuperodei rifiuti, stabilendo che leprime sono sottoposte alle se-conde a condizione che, "ferme

le quantità massime" previstedal Dm 5 febbraio 1998, dalDm 161/2012 e dal Dm269/2005, siano rispettatianche tutti i requisiti, i criterie le prescrizioni dai regola-menti europei, con particolareriferimento a:1) qualità e caratteristiche deirifiuti;2) condizioni di trattamento;3) prescrizioni per salute eambiente, compresi obblighiminimi di monitoraggio;4) destinazione finale dei ri-fiuti che cessano di essere tali.Viene confermato che l'opera-zione di recupero può consi-stere nel mero controllo suimateriali di rifiuto per verifi-care se soddisfino i criteri ela-borati affinché gli stessicessino di essere consideratirifiuti nel rispetto delle condi-zioni previste.Rifiuti da apparecchiatureelettriche ed elettroniche(Raee)Vengono apportate modificheal D.Lgs. 49/2014 in partico-lare alla disciplina riguar-dante i sistemi collettivi difinanziamento.L'adesione ai sistemi collettiviper la gestione dei RAEE è li-bera e non può essere ostaco-lata dalla fuoriuscita da unconsorzio per aderire a unaltro.I contratti stipulati dai si-stemi collettivi per la gestionedei RAEE sono in formascritta a pena di nullità.Ogni sistema collettivo devedimostrare al Comitato di vi-gilanza sui RAEE, prima diiniziare l'attività o entro 90giorni dalla data di entrata invigore del provvedimento, diavere una capacità finanziariaminima proporzionata allaquantità di RAEE da gestire.Lo statuto tipo dei sistemi col-lettivi assicura che essi sianodotati di adeguati organi dicontrollo tra cui anche l'orga-nismo di vigilanza ai sensi delD.Lgs. 231/2001 (responsabi-lità amministrativa delle im-prese per reato di manager edipendenti).Ogni sistema collettivo deverappresentare una quota dimercato di AEE immessacomplessivamente sul mer-cato nell'anno solare prece-dente dai produttori che locostituiscono superiore al-meno al 3%, almeno un rag-gruppamento.

Le novità della Legge Competitività (decreto 91/14)SISTRI, gestione dei rifiuti e RAEE

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

La nostra terra (CampaniaFelix) è stata da sempre sino-nimo di uva e di vino. Imma-gini e testi già nel periodogreco ci tramandano la storiadi questo legame forte e pro-fondo che, nonostante tutto,non si è ancora spezzato. Pli-nio aveva scritto la storiadelle nostre viti, della grandevarietà delle nostre uve e deimetodi che caratte-rizzavano la produ-zione dei vini:letteratura, scienza ereligiosità (prima pa-gana e poi cristiana,con tutti i significatiche il vino assumecon Cristo) si fondonoin quei grappoligiallo-oro o rosso-scuro. E l’orgogliodell’appartenenza edi un intero territoriocon tutto quello cheera capace di pro-durre è ancora forte appenaun secolo e mezzo fa se se-guiamo le parole di un croni-sta al tempo dei Borbone:“una volta avevamo vergognaad imbandire le nostre mensedi vini indigeni. Re Ferdi-nando imprese a vendicarel’onore delle nostre vignenelle sue Reali Delizie, ognicura adoperando per averevini fatti come l’esperienza, diutili metodi sagace maestra, ele novelle teoriche della chi-mica consigliavano. I nostri

vini con sommo accorgimentodestinati dal Monarca a ren-dere più splendidi i suoi con-viti e levati a cielo dai piùillustri ospiti stranieri scos-sero la nostra scioperata indo-lenza e presto non fu granpossedente il quale nonamasse segnalarsi con quellidelle sue terre. La quale bellagara sarebbe stata assai piùprofittevole se non si fossedesto in molti il desideriod’imitare con le nostre uve orl’uno or l’altro liquore stra-niero […] perché le vigne le

quali danno il delizioso Geracio il Capo di Leuca non daranmai né il Bordò né il Borgo-gna… Ma già gli amatori lo-dano a cielo il bianco delPonte della Valle o dell’arseterre che copruono le estremefalde del Vesuvio o i vini bian-chi della famosa Capri equelli del dolce monte di Po-sillipo dolcemente generosi,

pieni di gradevole profumo eperciò da un greco poeta ap-pellati Vini di Giove, ristora-tori della salute e rallegratoridel cuore”. Un’apposita So-cietà Enologica era stata isti-tuita per raccogliere notiziesui siti e sull’estensione dellevigne, sulla quantità di vinoche esse producevano, sulgusto e sul profumo che di-stinguevano un vino dall’al-tro, sui possibili trapianti diuve, sui metodi di coltivazionee di produzione, sulle ragioniche rendevano i vini più omeno pregiati, sui metodi ditrasporto per mare e perterra. La Società curavaanche la pubblicazione di unGiornale Enologico per appro-fondire gli stessi temi e posse-deva delle cantine in proprioper le sperimentazioni tra levaste e antiche grotte di Posil-lipo e a Pozzuoli con oltretrentamila botti. Tra le qualità di vini più fa-mose a Napoli e in provincia“un vino eccellente chiamatogreco, un vino leggerissimoacquoso che la minuta gentechiama marano, un altroassai dolce detto lambiccato; eci viene udito che un tempo sifacea la malvasia a Torre delGreco e che alcuni proprietarifanno del buon moscato a Po-

sillipo”. Il vino greco, assaipregiato e resistente, era dicolore roseo e i vitigni per pro-durlo si trovavano principal-mente alle falde di Somma edel Vesuvio; a Portici e a Re-sina veniva anche definito la-grima (o mezza lagrimaunendolo ad altre uve bian-che); a Portici, a Resina e aTorre del Greco erano pregiatianche l’aglianico e il piede pa-lumbo. Da un elenco moltoparziale di uve che venivanocoltivate solo nei dintorni diNapoli si evidenzia già lagrande varietà varietà delleuve stesse (e dei corrispettivivini). Tra le uve più volte citate siricordano, ad esempio, l’aglia-nica, la pignola, la dolcetta, lapie’ palumbo, la S. Niccola, lacavalla, la colagiovanni, latintora, l’olivella, l’olivella ba-starda, la parasacco, la forci-nola, la sanseverina, lacastagnara, la sanfrancesco,la lugliesa, la cascaveglia, lamangiaverra, la S. Francesco.L’impoverimento dell’agricol-tura con la vera e propriaestinzione di molte varietà diproduzioni locali è uno deiproblemi più attuali del no-stro territorio. Un problematutto da approfondire e da ri-solvere.

“ Settembre, andiamo…” Verso la vendemmiaDal Tronto a Pantelleria i vini duosiciliani

Se la vendemmia dal nord al centro èstata disastrosa, non è così per il Sud

La vendemmia 2014 al nord acausa del maltempo e tempo-rali non sarà esaltante, ma nonpossiamo dire la stessa cosa,soprattutto per la Sicilia. In-fatti, grazie al tradizionaleclima equilibrato, senza caldoo piogge eccessive, l’annata del2014 sarà probabilmente indi-menticabile per i produttori ditutta l’isola, da Marsala al-l’Etna e da Palermo a Lampe-dusa. È stata una stagionequasi perfetta: con la prima-vera abbastanza piovosa eun’estate fresca, senza eccessidi calura e venti di scirocco chehanno permesso una matura-zione lenta e graduale.

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Fabiana Clemente

Con l’avanzare degli anni ilcorpo cambia, si sa! Il colorito ela tonicità della pelle iniziano adare i primi cenni di cedimentogià dopo i 25 anni. La funziona-lità del metabolismo cambia erallenta. Si tende ad ingrassareanche conservando il consuetostile alimentare. Per non par-lare, poi, delle adiposità localiz-zate, della ritenzione idrica edei tanto odiati inestetismidella cellulite. Un lento declinoestetico che induce a ricordarecon malinconia i bei tempi an-dati. Sicuramente le teenagernon immaginano neanche cosaaspetterà loro una volta var-cata la soglia degli anta. Macome contrastare i segni dell’in-vecchiamento? C’è un modo perrallentare il temuto cambia-mento? Qualcosa da fare in re-altà c’è. Parola d’ordine:alimentazione! Ebbene si! Nu-merosi i cibi anti aging nostrialleati. Al primo posto c’è l’ac-qua. L’idratazione è fondamen-tale per beneficiare diimportanti proprietà ripara-trici. Almeno 10 bicchieri diacqua al dì assicurano l’elimi-nazione di tossine. Ergo, de-pura l’organismo, miglioral’elasticità dei tessuti, rafforzala struttura del capello e eli-mina i liquidi in eccesso. Darel’importanza che merita al-l’acido ascorbico è il secondostep da curare. Comunementeconosciuto come vitamina C, èuna sostanza presente nei pe-peroni, nell’ananas, nellearance, nei kiwi, nel the verde.Chi ha mai sentito parlare di li-sina e prolina? Nomi di uso nonproprio comune nel nostro ba-gaglio verbale, ma che il nostroorganismo riconosce come so-stanze benefiche. Si tratta diaminoacidi contenuti in parti-colari proteine presenti nellefibre di collagene, in grado diapportare solidità, forza e fles-sibilità necessari. Come repe-rirli? Dalle proteine animali,quindi da pesce e carni bianche.Ma anche i legumi sono anno-verati tra gli alimenti ricchi ditali sostanze. Mandorle e nocisono invece ricchi di vitaminaE, particolarmente indicata perla nutrizione della pelle. Non acaso – in cosmesi – l’olio dimandorle è particolarmente fa-moso per il suo potere elasticiz-zante. Le carni rosse, pur

essendo importanti nell’appor-tare ferro all’organismo, vannoconsumate con moderazioneper l’elevato contenuto di carni-tina – responsabile di causareproblemi a livello gastrointesti-nali e disturbi a livello ematico.Anche la carnitina svolge unruolo importante. Serve, infatti,a facilitare il consumo degliacidi grassi. Dove possiamo tro-varla? Non soltanto nelle carnirosse, ma anche in alcuni ali-menti vegetali. Carciofi, cavo-lini di bruxelles, asparagi,broccoli, barbabietole, crusca,grano saraceno, albicocche, ba-nane, semi e noci. Un’ulterioreabitudine da adottare è consul-tare gli ORAC – unità di mi-sura che valuta la capacitàantiossidante degli alimenti -

riportate le confezioni dei pro-dotti. Un elevato valore diORAC corrisponde ad unamaggiore capacità di contra-stare i radicali liberi e ridurne idanni. Gli alimenti antiossi-danti con alte percentuali diORAC sono i mirtilli, i carciofi,le prugne, le more, le fragole ele mele. Ergo, frutta e verduraa volontà. Un’alimentazionemirata da sola non basta. Mu-nirsi di paio di sneakers e ini-ziare a camminare tutti i giorniper almeno 40 minuti, non puòche favorire le funzionalità delnostro organismo. Un tocca-sana per le donne in meno-pausa che vogliono eliminarequel senso di pesantezza - pro-vocato dalla nuova fase del ciclodi vita.

Alimentazione anti-aging

La data di scadenza degli ali-menti è da sempre un’osses-sione per tutti quando si va afare la spesa immersi tra gliscaffali del supermercato. At-tendibile o non attendibile, èquesto il problema. Ed è proprioper questo che le percentuali dicibo inutilmente buttato e spre-cato sono davvero impressio-nanti. Basti solo pensare che loscorso settembre la Fao avevastimato in 1,4miliardi di tonnel-late la quantità di rifiuti alimen-tari non consumati, pari, cioè, aun terzo di quello che viene pro-dotto. Una cifra esorbitante. Perquesto nasce la brillante ideaper combattere lo spreco di cibodi una ricercatrice, SolveigaPakštaitė. Si tratta di una spe-ciale gelatina bio-reattiva, fatta

di proteine, che vengono posizio-nate all’esterno della confezionedegli alimenti e sigillate in unapellicola di plastica, che degradae si decompone con gli stessitempi del cibo contenuto nellascatola, diventando liquida.Una volta che questa si sciogliesignifica che l’alimento è sca-duto e, quindi, bisogna buttarlovia. Come ha ben spiegato Pak-staite, questa particolare gela-tina è una proteina e sidecompone seguendo lo stessoidentico ritmo degli alimenti abase di proteine. Bump Mark,questo è il suo nome, è sempli-cemente la copia di ciò che ac-cade al cibo nella confezione edè, quindi, molto più precisa diuna data di scadenza stampatasu di una semplice ed ormai ob-

soleta etichetta. Questa giovanestudiosa si è laureata a Londracon una tesi che aveva come og-getto proprio questo progetto.Ora sta chiedendo un brevettoed è alla ricerca di partner di-sposti a supportare e a finan-ziare la sua idea, che ha giàvinto un riconoscimento allamanifestazione del JamesDyson Award. Ma la ricerca nonsi ferma. Infatti, uno degli obiet-tivi futuri, per esempio, è quellotrovare un equivalente a base dipiante che possa andare bene

anche per i vegetariani. BumpMark aiuterebbe, inoltre, anchei non vedenti che altrimentinon potrebbero conoscere ladata di scadenza dei cibi. Infinepotrebbe essere un modo persensibilizzare la gente nei con-fronti dello spreco di cibo. Unasoluzione innovativa ma allostesso semplice: Bump Markfornisce informazioni tattili etangibili. Sarà, quindi, difficileentrare in confusione. Unicomotto: basta sprechi, bastadubbi. Bump Mark rappre-senta un’ottima soluzione abasso costo, che applicato ai cibimigliorerà di gran lunga la vitadi tutti noi, in quanto darà infor-mazioni sullo stato reale dell’ali-mento che abbiamo intenzionedi acquistare. A.P.

La biogelatina che rivela la data di scadenza dei cibi

Si chiama Biotiful ed è uno strumento innovativo e pratico perriconoscere e distinguere i prodotti cosmetici e per l’igiene per-sonale contenenti sostanze chimiche cancerogene da quelli rea-lizzati prevalentemente da elementi di origine naturale e,soprattutto, non nocivi per il nostro organismo. Il sistema è usu-fruibile, gratuitamente e senza alcuna registrazione, sia dal sitointernet che comodamente sul proprio smartphone Android oiOS, attraverso un’app che permette di conoscere in tempo realel’origine e il grado di nocività di tutte le sostanze elencate nel-l’INCI (ossia la nomenclatura internazionale degli ingredienticosmetici, riportata solitamente sul retro delle confezioni) diogni prodotto, grazie ad un sistema di scansione del codice abarre, soprannominato biolettore. In alternativa, è possibile ef-fettuare una ricerca digitando il nome dell’oggetto in questione,riportato sulla confezione od, in alternativa, quello dell’indu-stria produttrice. Nella pagina web ufficiale, invece, è possibileconsultare anche le opinioni e le valutazioni degli altri utentisui diversi prodotti selezionati dal menù iniziale, in modo dapoterli confrontare con le analisi chimiche dei prodotti stessi edoperare una scelta ancor più oculata. Biotiful, inoltre, ha un’in-terfaccia social, vale a dire che nel caso in cui un prodotto nonsia presente nel database, è possibile aggiungerlo attraverso unform di semplice compilazione, in cui è possibile indicare tuttele sostanze elencate nell’INCI, oltre al nome, al prezzo ed allecifre del codice a barre riportate sulla confezione. Il sistema di classificazione delle sostanze, poi, è molto intuitivoe semplice da memorizzare anche per l’utente meno esperto: siva, infatti, da ingredienti totalmente naturali, rappresentati daun cerchietto barrato da una “x”, fino a quelli altamente nocivi,che presentano il disegno di un teschio, passando per i vari co-lori del semaforo che identificano i diversi livelli di pericolosità.Con questa app, in definitiva, è possibile acquistare prodotti na-turali direttamente al supermercato di fiducia o nei negozi dicosmesi, senza correre il rischio di arrecare danno a se stessi edai propri cari. F.Cu.

COSMETICI SICURIGRAZIE AD UNA APP

I cibi alleati della giovinezza

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Lorenzo Terzi

Più che un semplice viaggia-tore, il gesuita Giovan France-sco Araldo (circa 1528-1599) sipuò considerare un vero e pro-prio napoletano d’adozione. Lascheda redatta su di lui nel Di-zionario Biografico degli Ita-liani attesta che l’Araldonacque a Cagli, cittadina mar-chigiana all’epoca apparte-nente al ducato di Urbino.Trasferitosi a Roma, venne ac-colto nella Compagnia di Gesùdallo stesso Ignazio di Loyolail 24 gennaio 1551. Un anno dopo fu mandato, in-sieme con il confratello AndreaOviedo e con altri gesuiti, a or-ganizzare la Compagnia a Na-poli. Nella capitale delViceregno spagnolo Araldo in-segnò grammatica e dottrinacristiana. Ordinato sacerdotenel 1553, si dedicò a una fer-vente attività di direzione spi-rituale e all’ufficio diconfessore. Fra le sue protettesi annovera Orsola Benincasa.Dal 1570 al 1577 dimorò aRoma, in qualità di peniten-ziere di San Pietro. Eccettuata

questa parentesi, il gesuitatrascorse tutta la sua vita aNapoli, ove si spense il 10maggio del 1599. L’Araldoscrisse parecchie opere; tutta-via di esse fu dato alle stampesolo un Ristretto della DottrinaChristiana nel 1553. La mag-gior parte della produzione delgesuita marchigiano è quindiinedita e si conserva pressol’Archivio della Compagnia aNapoli. Fra i manoscritti del-l’Araldo ivi custoditi, la Rela-tione d’alcune chiese etcompagnie di Napoli (1594-1596) è stato recentementetrascritto nell’ambito di unprogetto per l’elaborazione in-formatica delle fonti storico-ar-tistiche promosso dalDipartimento di DisciplineStoriche dell’Università degliStudi di Napoli “Federico II” edalla Fondazione Memofonte.La Relatione ha una certa im-portanza per le informazioniche da essa si possono trarrecirca alcuni luoghi di culto ogginon più esistenti o completa-mente modificati rispetto al-l’assetto originario. È questo ilcaso della Chiesa di San Gia-

como degli Italiani. Quella cheoggi ne porta il nome è fruttodi una ricostruzione effettuatanello stesso luogo del tempioprimitivo, ma sulla nuova viaDepretis. Danneggiata dal sisma del1980 e attualmente sconsa-crata, conserva ancora il por-tale originario, insieme conalcuni dipinti della vecchiachiesa. Nella Relatione Araldoracconta che essa fu costruitanel 1238, presso il Seggio diPorto, dal generale e da altriufficiali dell’esercito pisano, re-duci da un’inaspettata vittoriain una battaglia contro i sara-ceni durante la quale i soldatidella Repubblica marinaraavevano invocato a gran voce ilpatrono - San Giacomo, ap-punto - affinché concedesseloro di prevalere sugli “infe-deli”. A partire dal 1340, ag-giunge l’autore gesuita, lachiesa fu chiamata anche “SanGiacomo della Spada”, “percausa che dal detto tempo i ca-vallieri del Regno di detto or-dine quivi ne venivano aricevere l’habito et a frequen-tare i santissimi sacramenti”.

Giovan Francesco Araldo a Napoli

Il castello di GesualdoLinda Iacuzio

Puntuali notizie sul maestosocastello di Gesualdo, in pro-vincia di Avellino, si possonoricavare da una scheda re-datta a cura dell’Universitàdegli Studi di Napoli “Suor Or-sola Benincasa” nell’ambito diun progetto da essa realizzatoin collaborazione con il Mini-stero dell’Istruzione, dell’Uni-versità e della Ricerca.Apprendiamo, dunque, che lastoria dei primi secoli dellafortezza si può ricostruire conuna certa difficoltà, in quantomanca una documentazioneanteriore al XII secolo. Si puòsupporre che essa sia stataedificata dai Longobardi.Molto più abbondanti, invece,sono le fonti documentarie po-steriori agli inizi del XII se-colo. Il primo feudatario diGesualdo conosciuto con cer-tezza fu Guglielmo d’Altavilla,signore di Lucera. A Gu-glielmo successe il figlio Elia ea costui il figlio Ruggero, ilquale perse la baronia di Ge-

sualdo nel 1212. Tuttavia l’im-peratore Corrado IV restituì aElia II i possedimenti degliavi; i discendenti li conserva-rono fino alla loro estinzione.Nel 1460 il castello fu danneg-giato dall’esercito aragoneseper rappresaglia contro i suoipadroni, coinvolti nella Con-giura dei Baroni del 1456 con-tro Ferdinando I. Nellaseconda metà del XVI secolo ilmaniero venne trasformato inresidenza signorile da CarloGesualdo, sommo musicista,che vi ospitò, fra gli altri, Tor-quato Tasso. Proprio in questoinespugnabile edificio il Ge-sualdo si ritirò dopo aver fattotrucidare, nel suo palazzo diNapoli, la moglie Maria d’Ava-los e l’amante di costei, Fabri-zio Carafa.In tempi più recenti, nel 1913,il castello è stato vincolato, perla sua importanza storica,dalla Sovrintendenza ai BeniArtistici ed Ambientali di Sa-lerno e Avellino. Gravementedanneggiato dal terremoto del1980, esso - in piccola parte - è

abitato da privati; la maggio-ranza degli ambienti sonostati, invece, acquistati dallamunicipalità di Gesualdo edalla provincia di Avellino, chene hanno iniziato i lavori di re-cupero. L’impianto del forte è tuttoraquello delineatosi in epoca an-gioina: a pianta quadrata conquattro alte torri cilindricheangolari e una corte interna.Sulla porta di fronte all’in-gresso è presente “un masche-rone raffigurante la testa diun leone, che nella bocca ospi-tava un cannoncino, e nellaparte alta della parete siaprono tre feritoie, anch’essedi difesa”.A metà della facciata meridio-nale “si innesta la secondatorre cilindrica, che si articolasu tre ordini, il terzo dei qualiè caratterizzato da una piccolaloggia rinascimentale semicir-colare”.Fonte: http://www.unisob.na.it/Materiale%20e%20ricer-che/siti/medioevo/Coppola-Sito1/16/latoalto.htm

Il gesuita “Napoletano d’adozione”

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Perché in autunno le foglie cambiano colore?In autunno le foglie prendono icolori dei pigmenti (carotenoidie antociani) che d'estate sononascosti dal verde della cloro-filla. Le foglie verdi, in au-tunno, diventano gialle,arancioni, rosse, marroni... Acosa si deve questo spettacolodi colori della natura? GIALLO - ARANCIO. Nellecellule delle foglie, si trovano icarotenoidi (pigmenti chimiciresponsabili del colore aran-cione delle carote o del giallodel mais) che però restano in-visibili sotto il verde della clo-rofilla (il pigmento chimico checattura l'energia del sole). Main autunno, quando le foglie sistanno avvicinando alla finedel loro ciclo di vita, la clorofilladiminuisce e il giallo - aran-cione del carotene e degli altripigmenti prende il sopravventoe si rivela.ROSSO - VIOLA. Le pianteproducono anche altri pig-menti, gli antociani ( dal grecoanthos = fiore e kyàneos = blu),che hanno una tinta rossastra-blu e la funzione di "crema so-lare" contro alcuni raggiultravioletti (sono anche re-

sponsabili del colore blu dimolti frutti come i mirtilli).Quando la clorofilla e gli anto-ciani coesistono, il colore dellefoglie può virare verso ilbronzo, come nei frassini. A concentrazioni sufficiente-mente elevate, gli antocianifanno invece sembrare una fo-glia quasi viola, come negliaceri giapponesi.GRIGIO. I colori autunnali piùgrigi si formano quando le fo-glie sono completamente morteperché avviene la degradazione

dei cloroplasti (corpuscoli cellu-lari che contengono la cloro-filla). E quando le foglie sonosecche, i pigmenti si legano in-sieme e formano un "compostomarrone". L'autunno, lo ricor-diamo, inizia con l'equinozio disettembre che quest'anno è ca-duto il 23 alle 4.29 ( ora legaleitaliana ). Avvicinandoci a que-sto periodo la parte illuminatae le ore di luce diminuiscono. Il 23 settembre (in base algiorno dell'equinozio d'au-tunno) i raggi del sole sono per-pendicolari all'equatore.Questa è una delle quattro sta-gioni più suggestive dell’annoper la moltitudine di colori chele piante possono “sfoggiare”,ispiratrice di poeti e musicisticome Vivaldi dove “Le quattrostagioni” è il titolo con cui sononoti i primi quattro concertiper violino, ogni concerto si ri-ferisce ad una delle quattrostagioni tipico esempio di mu-sica programmata e pittoricome Giuseppe Arcimboldo conla sua opera esposta a Pariginel museo del Louvre intitolataappunto “Autunno”.

R.M.

A Napoli e-pedala facile...anche in salita!Al via gli incentivi per l'acqui-sto di bici a pedalata assistita.Il Comune di Napoli in collabo-razione con l'ANEA - AgenziaNapoletana Energia e Am-biente, promuove l'utilizzo deiveicoli ad emissione zero attra-verso una campagna di incen-tivi. A partire dal 1 ottobre,infatti, i cittadini potranno ac-quistare bici elettriche con unosconto di 200 euro a cui va ag-giunto un ulteriore sconto del10% sul prezzo di listino appli-cato da ciascun Concessionario.Ma chi può usufruire del contri-buto? I residenti nel Comunepartenopeo, di età superiore ai18 anni e che non abbiano usu-fruito in precedenza della me-desima agevolazione. Accedereal contributo è molto semplice:basta rivolgersi ai Concessio-nari aderenti all’iniziativa delComune (elenco disponibile susiti www.comune.napoli.it opp.www.anea.eu), scegliere il vei-colo da acquistare e compilareil modulo di richiesta del contri-buto, disponibile presso il Con-cessionario stesso, allegando

copia del documento di identità. Ma quali sono i vantaggi per co-loro che scelgono di spostarsicon una bici a pedalata assi-stita? Prima di tutto, econo-mici: niente assicurazione,tassa di possesso e benzina.Questa due ruote, inoltre, nonnecessita di targa e patente diguida a differenza dei ciclomo-tori. Poi, ancora, è un mezzo ditrasporto confortevole e salu-tare: poiché la necessità di ac-compagnare il motore elettricocon la pedalata permette di fareesercizio fisico e giovare al pro-prio corpo. È decisamente fun-zionale, in quanto rispetto aduna tradizionale bicicletta sipossono percorrere con più faci-lità i tragitti collinari e copriremaggiori distanze in minortempo. Sul veicolo non vi sono comandiaggiuntivi se non quello del di-spositivo di accensione e spe-gnimento del motore e quello disegnalazione della batteria. Sedovesse esaurirsi, guidareanche con la sola pedalatastessa è possibile.

Incentivi per l'acquisto di bici a pedalata assistita VIRTUAL BIKE: RISCOPRIRE IL PATRIMONIO CITTADINOGRAZIE A UN VIDEOGAME

Alessia Esposito

I videogame possono essere amici dell’ecolo-gia? Per gli scettici l’appuntamento è a Pisadall’8 al 12 ottobre con Virtual Bike, l’instal-lazione ideata dal graphic designer Paolo Cia-battoni e dal programmatore Luca Palmili.Nell’ambito dell’Internet Festival che si svolgein città, infatti, in quei giorni si potrà pedalaresu una bici, posta su un piedistallo, dotata dimoderni sensori audiovisivi che consentonol’interazione con il mondo virtuale. Mondo che è creato come un mix di luoghireali della città e percorsi a ostacoli, propriocome in un vero videogame. Una gara a puntie di velocità che si tiene però all’insegna dellariscoperta della propria città con tanto dianeddoti e curiosità sui luoghi tipici. A Pisa si potrà girare virtualmente tra i luoghidella città: la torre di Pisa, il Battistero, laCattedrale. Virtual Bike nasce infatti in senoa un progetto per rivisitare virtualmente i luo-ghi del quartiere romano di San Lorenzo bom-bardati durante la Seconda Guerra Mondialee per denunciare l’importanza degli spaziverdi e delle piste ciclabili nelle città italiane.Non a caso Virtual Bike ha vinto sei “Makerof Merit Rome” e oggi il progetto è ambascia-tore del movimento Makers italiano in occa-sione della Maker Faire Bay Area 2014 di SanFrancisco. Dai partecipanti all’Internet Fe-stival 2014 (#IF2014) Paolo Ciabattoni e LucaPalmili dicono di aspettarsi ''un coinvolgi-mento attivo e una sensibilizzazione nei con-fronti dei temi chiave del nostro progetto.

Stimolando la curiosità e l'immaginazione Vir-tual Bike genera una partecipazione che nonsi limita alla semplice competizione, ma mettel'individuo in relazione con la vera essenza delgioco: la bellezza di scoprire ed esplorare nuoviluoghi''. E per il futuro? “Attraverso il coinvol-gimento di tutti i comuni d'Italia, ci augu-riamo che Virtual Bike possa diventare unpunto di riferimento e una grande occasioneper promuovere il patrimonio artistico e cul-turale del nostro Paese” sostengono gli idea-tori. Alla prossima tappa, dunque.

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Cristina Abbrunzo

È tempo di ritornare tra i ban-chi di scuola e tra le scartoffied’ufficio…E anche se pos-siamo dire addio alle lunghepasseggiate estive all’ariaaperta e a un più diretto con-tatto con la natura in gene-rale, le idee, per uno stile divita green anche urbano, nonmancano. È il caso, ad esem-pio, di un geniale progettomesso a punto da un team digiovani creativi, studenti delMassachusetts Institute ofTechnology (MIT).Si chiama Sprout, ‘germoglio’,ed è la prima matita eco-soste-nibile al mondo che si pianta.La matita è uno strumentostorico, rivisitata col tempo inmolteplici forme, con essa siscrive, si disegna, e si temperafino a quando non diventa cosìcorta da doverla buttare via.Ma se è vero che ogni fine è unnuovo inizio, da un mozziconepuò nascere una seconda vita:una pianta. Sprout infatti èun prodotto 100% eco, è fattadi cedro e utilizza la grafite el'argilla al posto del piombo.Svolge la sua peculiare fun-zione di semplice matita da di-

segno, ma dietro al suo fonda-mentale aspetto, nascondeuna ‘sorpresa’ che fa di essaun oggetto dalla doppia uti-lità; nella parte superiore,quella che molti mordicchianoo dove di solito è posta lagomma da cancellare, Sprout

presenta una capsula al cuiinterno sono conservati deisemi. Una volta consumata lamatita, basterà capovolgerlain un vaso e innaffiarla; e sic-come l’involucro che contienei semi è biodegradabile, siscioglierà e lascerà liberi di

sbocciare, nel giro di una set-timana, i primi germogli. Sono tantissime le varietà dipiante proposte da Sprout, bi-sognerà scegliere ‘la matita’che si desidera coltivare, tra:basilico, pomodoro ciliegino,calendula, melanzana, menta,

prezzemolo, rosmarino, salvia,timo, pepe verde, jalapeno etanto altro. Quando quasi permagia spunterà la piantina, ilmozzicone di matita potrà es-sere rimosso oppure piantatougualmente come etichetta,poiché sul legno è riportato ilnome della pianta.Ma attenzione: se si versa li-quido su Sprout, o si mette inbocca, la punta inizia a dissol-versi. Purtroppo Sprout nonconosce la differenza tra l'ac-qua accidentale e quella in-tenzionale, quindi, se vienebagnata, capisce che è tempodi semina. Il gruppo di stu-denti del MIT ha lavorato du-ramente per realizzare unacapsula seme resistente, ma èdifficile trovare un compro-messo tra la resistenza aeventuali incidenti e la suadissoluzione nel terreno.Queste speciali matite sono pro-mosse in Italia dalla Grin Orti-Cultura Urbana (www.igrin.it), giovanissima start up delsiracusano, nata proprio perdiffondere la cultura eco-green.La creatività di Sprout ‘dise-gnerà’ amore e rispetto per lanatura, ispirerà il riutilizzo,oltretutto in modo innovativo,di uno strumento tradizionaleed il buon vecchio disegno amano libera, e, perché no,anche un monito alla bruttaabitudine di mangiucchiare leestremità delle matite!

Eco-idee: una tendenza in netta crescitaNuovi modi di vivere il verde

La Grin OrtiCultura Urbanarappresenta un nuovo modo diconcepire e vivere il verde. E’una ditta che offre soluzioni etecniche innovative che con-sentono di agire in maniera so-stenibile anche in ambienteurbano e di espandere oltre isoliti confini le nostre città, inostri spazi domestici, i nostriluoghi di studio o di lavoro ren-dendoli più belli, vivibili masoprattutto produttivi.Oltre il grande successo otte-nuto dalle matite Sprout, sonotante le invenzioni propostedalla azienda siracusana,come ad esempio: il Grin KitPUF – Sogni d'Orto, scatolinache nelle dimensioni di unlibro contiene tutto il necessa-rio per iniziare a coltivare unorto in casa partendo da zero. Al proprietario spetterà solo ilcompito di assicurare un ter-riccio di buona qualità, l’acqua

e naturalmente l’esposizione alsole. All’interno della scatola sitroverà infatti tutto il necessa-rio per iniziare a coltivare erbearomatiche e ortaggi di variogenere: torba, etichette in be-tulla per segnare le futurepiantine e sementi biologici dicarote, erba cipollina, fagiolini,cavoli, spinaci e tanto altro,con pure la ruota-calendarioper scoprire, coltura per col-tura, i periodi di semina e rac-

colta più indicati. Risultato:orto biologico e a Km Zero di-rettamente in casa o sul bal-cone, senza l'assillo di cureparticolari. Se, invece, sieteamanti del design, un’altraoriginale idea degna di nota èGrinwall, la Pianta-Cornice daparete in legno di abete per ri-creare una porzione naturaledi prato, letteralmente, tra leproprie mura domestiche. Labase è infatti provvista di una

vaschetta in alluminio dovemettere terriccio e semi. Biso-gnerà solo aver cura di annaf-fiare e, nel giro di unasettimana, un piccolo tappetoerboso crescerà sulla parete,trasformando la cornice in unquadro vegetale vivente. Per i più pigri, poi, c’è ancheInVASO concept, vaso realiz-zato in spugna (simile a quellache utilizziamo per lavarel’auto), che, oltre ad arredare,mantiene e trattiene l'acqua econsente di annaffiare con mi-nore frequenza le piante inesso contenute. Insomma,sempre in crescita questenuove e originali idee greenche intendono rinnovare il le-game tra natura e mondo ur-bano, portando avanti l’ideadel recupero, della sostenibi-lità e della lotta al degradoambientale.

C.A.

Se hai una “sprout”…piantala!Arriva la matita green che si può seminare

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Eleonora Ferrara

Un traguardo raggiunto acosto di lotte sindacali e tantisacrifici. Ecco, l’art. 18 delloStatuto dei lavoratori, si puòsintetizzare così. Già la minoranza PD ha pre-sentato diversi emendamential Jobs Act, firmati da unaquarantina di senatori, non-ché uno all’art. 18, per cui PierLuigi Bersani, prendendo ledistanze dalla proposta delGoverno di abolire la normaper i neoassunti, dichiara inuna intervista televisiva“Grazie all’articolo 18, il la-voro non è solo salario, è latua dignità, la tua libertà, iltuo diritto alla trasformazionedi questo mondo ”. Gli emendamenti presentatiriguardano tutti l’articolo 4della legge delega sul con-tratto a tutele crescenti, con laprevisione che, dopo i tre anni,per tutti i neoassunti, sussistala possibilità della reintegrain caso di licenziamento ille-cito e la riduzione, tra l’altro,del numero delle tipologie con-trattuali. Non tutte le forze politiche,però, sono d’accordo al ri-guardo. Difatti, il presidentedella Commissione Lavoro delSenato ha dichiarato che dettiemendamenti sono “ irricevi-bili ”, in quanto fanno emer-gere una “ visione vecchia eideologica”. Intanto, nonviene esclusa, dalla mino-ranza PD, l’ipotesi del ricorsoal referendum tra gli iscritti,nel caso in cui non si ravvisi inRenzi una certa propensionealla mediazione. Purtroppo, all’interno del PDnon si riesce a trovare unagiusta intesa con il Premier. Bersani, ritiene che ciò sa-rebbe necessario nell’interessedel Paese, aggiungendo an-cora che “ il governo ha tuttele condizioni per durare”, de-finendo il Presidente del Con-siglio “un tipo svelto,intelligente, che ha l’energiadi una centrale atomica, im-paziente, un protagonistavero che ha tra le sue caratte-ristiche quella di non chiedereconsiglio”. Sicuramente dallesue parole si evince una certaamarezza, essendo egli unrappresentante della vecchiaguardia, con tanta esperienzaalle spalle.I proponenti gli emendamenti,auspicano in un incontro con

la maggioranza dal qualepossa scaturirne un docu-mento unitario.I rappresentanti delle diversearee della minoranza PD, in-tendono, all’interno del pro-prio partito, farsi promotoridi una “soluzione unitaria”sul modello tedesco, con il con-tratto a tutele crescenti e laprevisione del reintegro incaso di licenziamento illegit-timo dopo i primi tre anni.Si ritiene opportuno discutereanche della legge di stabilità,considerata fondamentale perla riforma del lavoro, in cui,viene asserito, si dovrannotrovare le risorse per rifor-mare gli ammortizzatori so-ciali. La polemica, in ogni casoimperversa all’interno del PD.Fassina ha giudicato ridicolospiegare che il reintegro re-sterà per i licenziamenti di-scriminatori, asserendo che:“chi mette in mezzo il reinte-gro per i discriminatori comeconcessione alla minoranzaPd, non sa di che parla: la tu-tela in quel caso è previstadalla Carta fondamentale deidiritti dell’uomo del 1948,credo nessuno possa metterein discussione quei principi”.

L’emendamento all’art. 18 pre-vede, quindi, le stesse tutelecontenute nel contratto atempo indeterminato ancheper i nuovi assunti con con-tratto a tutele crescenti previ-sto dal Job act . In tal modo

sarebbe introdotta la reinte-gra in caso di licenziamentosenza giusta causa, per i sud-detti neoassunti, dopo 3 annidi lavoro. Nella proposta di modifica ècontenuta, altresì, la previ-

sione dell’attuazione di unmonitoraggio della disciplinarelativa al licenziamento ille-gittimo, al fine di valutare l’ef-ficacia e l’efficienza delleprocedure di conciliazione egiudiziarie vigenti.

RIFIUTIPoiché lo Stato non ha ancoraemanato, ai sensi dell’art.195, comma 2, lett. g) delD.L.vo n. 152/2006, alcun re-golamento per la determina-zione dei criteri diassimilazione dei rifiuti spe-ciali agli urbani, si conti-nuano ad applicare i criteriper l’assimilazione previstinella Deliberazione 27 luglio1984 del Comitato intermini-steriale. Consiglio di Stato,Sez. V del 24/07/2014 n. 3941RIFIUTIIn relazione all’utilizzazionedi discariche illegali nonchéalla mancata bonifica di di-scariche illegali chiuse, si ag-giunge che alcune discariche contengonorifiuti pericolosi non identificati né cata-logati e che per talune discariche mancauna nuova autorizzazione ai sensi delladirettiva discariche. Pertanto la Repub-blica italiana è condannata a versarealla Commissione europea, una penalitàgiornaliera di EUR 158.200 fino allapiena esecuzione della sentenza Com-

missione/Italia.La Repubblica italiana ècondannata a versare alla Commissioneeuropea, sul conto «Risorse propriedell’Unione europea», una somma forfet-taria di EUR 60 milioni. CURIA - Cortedi Giustizia Europea (Causa C-196/13).SALUTE E SICUREZZA NEI LUO-GHI DI LAVOROGli indumenti forniti ai lavoratori ad-

detti alle mansioni di puliziadovevano essere consideratidispositivi di protezione indi-viduale, in quanto idonei a co-stituire uno schermo sia pureminimo verso agenti patogenicon i quali era facile venire incontatto nelle operazioni dipulizia, e non costituisconosolo strumento identificativodell'azienda. Vi era pertantol'obbligo della datrice di la-voro di tenere gli indumentiin stato idoneo alla funzione,e quindi di provvedere al lorolavaggio. L'obbligo della con-servazione degli strumenti diservizio, gravante sui lavora-tori ex art. 39 ccnl di settore,in linea con il D.Lgs. n. 626

del 1994, art. 6. 44 si pone su un pianodiverso rispetto all'obbligo di puliziadelle tute, quale attività finalizzata almantenimento degli strumenti di servi-zio in stato di idoneità alla loro funzione,obbligo così incombente sul datore di la-voro. Cassazione Civile Sezione Lavoro,Sentenza n. 17833 del 08-08-2014.

A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

Che fine farà l’articolo 18?LLAVORO E PREVIDENZA

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Andrea Tafuro

Eugène de Rastignac dallacima del cimitero Père La-chaise di Parigi lancia un av-vertimento alla città: "Ed ora,a noi due!". Eugène è uno deipersonaggi concepiti da Balzacin “Papà Goriot”, romanzo del1835. Altra scena memorabileè il pistolotto che Vautrin ri-volge al giovane rampante Eu-gène, dicendogli praticamente:“Che futuro vuoi attenderti inuna società come la nostrasgobbando a forza di studio elavoro? Tanta fatica e sottomis-sione per poche e risibili soddi-sfazioni. Meglio addentaresubito una cicciosa dote qualequella della signorina Victorineche, d’accordo, sarà pure unaracchia, ma ti garantirebbeuna rendita annua di 50 milafranchi”. Esagero se dico chenel 2014 viviamo nelle stessecondizioni rappresentate nel-l’universo costruito da Balzacnelle sue opere? Titoli di studio,veri e non comprati online,competenze certe e certificate ediffusione delle conoscenzehanno ancora un ruolo impor-tante nella grande scommessadella riduzione delle disegua-glianze, ma resta il fatto che lesproporzioni tra chi è nato riccoe chi spera di diventare riccocalpestano l’idea meritocratica.Il compagno Marx affermavache il capitale si accumula al-l’infinito, ma con rendimentidecrescenti, cosa che porta aconflitti tra capitalisti semprein cerca di nuove opportunità.Se i rendimenti del capitaleperò sono comunque maggioridella crescita dell’economiareale, i ricchi diventerannosempre più ricchi e la disugua-glianza aumenterà. E’ quello

che succede nella nostra bellasocietà, dove la ricchezza non siaccumula, ma si eredita. Ab-biamo già riflettuto su questepagine che la ricchezza mon-diale è in mano al cinque percento degli abitanti del pia-neta, quindi se il capitale cre-sce sempre più in frettadell’economia reale, visto che iricchi hanno molta più ric-chezza dei lavoratori dipen-denti le cui sorti dipendono dairedditi da lavoro, i ricchi diven-teranno sempre più ricchi.L’economista francese ThomasPiketty, in Il Capitale nel XXI°secolo, sostiene che non è statoil progresso a ridurre la disu-guaglianza, ma la Secondaguerra mondiale. Ho terroreper questa cosa, cioè capitebene quando si sostiene chesoltanto eventi traumatici

come una guerra possono bi-lanciare l’effetto di una ten-sione profonda dell’economia.Usando dati che vanno indietrofino al XVIII secolo, Piketty haargomentato che quando in unpaese la crescita economica ral-lenta, il profitto generato dalcapitale, piuttosto che quellogenerato dal lavoro, cresceesponenzialmente e aumentala disuguaglianza. Questo suc-cede perché la rendita prodottadalla ricchezza accumulata haun valore medio costante dicirca il 5 per cento, se la cre-scita economica scende sottoquel valore, i ricchi diventanopiù ricchi… In tutta questa fol-lia nessuno pensa all’uomo?Nel V, IV secolo a.C. c’è statoun pensatore: Democrito, fa-moso per le sue teorie sull’ato-mismo. A lui dobbiamo unadefinizione dell’uomo essen-ziale, aveva definito l’uomo, άν-θρο�ος (antropos): μικρός(micros) κόσμος(cosmos), cioèun microcosmo. Questa èl’esperienza, credo, che tuttifanno quando cominciano adandare al di là della superficiedella creatura umana e cer-cano di penetrare nel segreto,nell’oscurità della singola per-sona, nella grandezza dell’ in-dividuo. Ma il Mefistofele diGoethe, ha detto una frase la-pidaria che suona così: “L’uomoè un microcosmo di follia”.Ecco! E’ questo l’uomo, da unlato è sicuramente una realtàmisteriosa, gloriosa e gran-diosa, dall’altra parte, è anche

un grumo di follia, di perver-sioni. In questa crisi che ci as-sale e ci divora, possiamo noiscoprire qual è la componenteche fa sì che l’uomo meriti di-gnità, cioè quali sono quelle ca-ratteristiche che lo rendonodegno e uguale nonostante lamolteplice diversità dei suoiprofili, nonostante che, peresempio, le nostre impronte di-gitali siano totalmente diverse,radicalmente diverse per cia-scuno di noi? Non sto qui a me-narvela parlando di quali sonoi fondamenti della dignità. Par-liamo, piuttosto di quali sonogli ambiti in cui dignità e ugua-glianza vengono promosse o di-strutte. Possiamo rilevarealcune aree critiche dove que-sta rottura dell’alleanza primi-tiva tra μικρός e κόσμοςdiventa devastante. In primo luogo, viviamo conterrore l’inquinamento, che invaste aree del pianeta si fasempre più pervasivo, nonsempre le attività produttivesono condotte con il dovuto ri-spetto del territorio circostante.La sete del profitto spinge aviolare tale armonia, fino alladiffusione nell’ambiente di verie propri veleni. Con situazioniestreme, che diventano pur-troppo fonte di tumori. Nonsempre ci accorgiamo subito diquesta violenza contro il terri-torio, anzi, spesso è manipolataed altre volte viene addiritturalegittimata. Di fatto, la consa-pevolezza davanti a questicomportamenti criminali ma-

tura sempre lentamente,spesso solo tramite la passioneeroica, di chi, facendo il propriolavoro con serietà è come se siimmolasse per creare tra lagente una adeguata compren-sione della complessità del pro-blema.L’imperativo della crescita adogni costo, che giustifica l’ideo-logia della distruzione e dellospreco della natura, della sa-lute e della vita, è una econo-mia di morte per l’arricchimentodi pochi, che non sente alcunaresponsabilità verso il pros-simo e verso il resto del creato,che non crede che le cose deb-bano e possano cambiare e pre-para un futuro sempre piùdifficile per le prossime genera-zioni. È necessario responsabi-lizzare ognuno al rispettodell’ambiente e della legalità esensibilizzare i cittadini al-l’adozione di stili di vita piùsobri ed orientati ad un benes-sere reale, liberando la nostramente dall’avidità, dall’egoi-smo e dalla schiavitù di desi-deri coatti guidati dal sistemaeconomico ad un consumo acri-tico. La crescita indifferenziata edillimitata dei consumi è una as-surdità che distrugge risorseessenziali alla vita e svuotal’uomo della sua umanità, dellasua libertà di pensiero, pla-smando e standardizzando igusti e i desideri, attraverso ilgrande inganno di nasconderela faccia sporca del sistema: irifiuti e l’inquinamento.

LA DIGNITÀ È UGUAGLIANZA DELLA PERSONA UMANA... Di gloria e di onore lo hai coronato

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27 settembre 2014 – Napoli, aperto al pubblico il giardino segreto sulla cima di Castel Sant’Elmo

grazie al progetto architettonico “Le Jardin”, vincitore della terza edizione del concorso “Un’opera per il Castello”

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