Arpa campania ambiente 2014 17

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Caravaggio a Milano: chance o scippo? Matania a pag.4 EMSO è l'acronimo di " Eu- ropean Multidisciplinary Seafloor and Water Column Observatory ", cioè Osserva- torio Multidisciplinare Eu- ropeo sui fondali marini e acquatici... Morlando a pag.8 Acque reflue del caffè per produrre energia Cosa hanno in comune le acque reflue impiegate per la lavorazione del caffè e la produzione di energia? A prima vista niente. Ma a quanto pare ci sbagliamo. Hanno molto da condividere, visto che alcuni produttori... Paparo a pag.11 Bove a pag.13 Le preparazioni alimentari a chiusura ermetica A Napoli il Convegno "Il Patto dei Sindaci 2.0 per una smart city". Importanti direttive ai comuni. Per i Comuni italiani, ma anche europei, che ambiscono a diventare sempre più "città intelligenti" è fondamentale adattarsi ai cambiamenti cli- matici e intervenire per ri- durre le emissioni di CO 2 . Questo è quanto emerso du- rante il Convegno "Il Patto dei Sindaci 2.0 per una smart city" tenutosi nel'incantevole scena- rio di Castel Dell'Ovo a Napoli, promosso da Alleanza per il Clima (rete europea di 1.700 comuni attivi sul fronte delle politiche ambientali virtuose) e dal Comune di Napoli. Liguori a pag.4 Anche quest’anno, come ogni anno da un po’ di tempo, l’Agenzia Regionale per l’Ambiente in Campania riprende le sue attività di informa- zione ed educazione ambientale nelle scuole e non solo. La riapertura delle scuole segna anche l’inizio dei nostri contatti con tutte le isti- tuzioni scolastiche del territorio campano. Gaudioso a pag. 6 Carditello e le “prime” mozzarelle Il Real Sito di Carditello è un complesso ar- chitettonico di grande valenza storica e cul- turale della metà del '700, voluto da Ferdinando IV di Borbone come Sito Reale o Reale Delizia. Il luogo fu scelto in un primo momento essenzialmente per l'alleva- mento di cavalli e per la caccia, perché gli acquitrini della zona costituivano l'habitat ideale per alcune specie di volatili. De Crescenzo-Lanza a pag.14 Abbrunzo a pag.17 La rivoluzione green degli “abbracciapalo” Quello delle cosiddette “torri del vento” è un antico quanto efficace metodo per il raffrescamento naturale degli edifici, adoperato molti secoli fa specialmente in Iran e nelle torride aree desertiche dei Paesi mediorientali mediterranei. Palumbo a pag.15 Architettura bioclimatica Il metodo costruttivo per regolare il microclima degli edifici L’osservatorio multidisciplinare europeo Da qualche giorno un via vai di ruspe, operai e mezzi meccanici… Qualcosa si sta muovendo nella vecchia darsena del l’ex molo San Bar- tolomeo a Pinetamare e i cittadini sperano che “a soli” 6 anni dall’an- nuncio, siano finalmente cominciati i lavori del nuovo porto turistico. Martelli a pag.2 Avviata la messa in sicurezza del cantiere di Pinetamare Educazione ambientale nelle scuole, si riparte SCIENZA & TECNOLOGIA AMBIENTE & SALUTE BIO-ARCHITETTURA AMBIENTE & TENDENZE Adattarsi ai cambiamenti climatici PRIMO PIANO Perchè per mostrare potere mangiano la bellezza? NATUR@MENTE Mi è ritornato in mente il viaggio compiuto tempo fa a Genova assieme ad altri com- pagni, per andare a prendere un compagno, missionario in Africa Equatoriale, che ritor- nava a casa perché seria- mente ammalato, per cui non poteva affrontare un così lungo viaggio da solo. Man- cavo da Genova da più di dieci anni e mi faceva piacere rivedere la città nella quale avevo vissuto molti degli in- tensi e ricchissimi anni della mia giovanissima esistenza. Arrivati al porto non ho po- tuto non notare l’enorme nu- mero di panfili lussuosi che sostavano in rada. Tafuro a pag.19 ISTITUZIONI NATURA & BIODIVERSITÀ LAVORO & PREVIDENZA Ferrara pag.18 Il rilievo fondamentale che assume il lavoro per il sog- getto, sia quale entità sociale, che come piena realizzazione ed affermazione della propria dignità, è sancito innanzi- tutto dalla nostra Costitu- zione. La legge 300/70, inoltre, ha posto l’accento sulla salvaguardia della per- sonalità fisica e morale del di- pendente. La recente normativa giuslavoristica è proiettata verso una tutela ancora più ampia... La prevaricazione nell’ambiente di lavoro

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Transcript of Arpa campania ambiente 2014 17

Caravaggio a Milano:chance o scippo?

Matania a pag.4

EMSO è l'acronimo di " Eu-ropean MultidisciplinarySeafloor and Water ColumnObservatory ", cioè Osserva-torio Multidisciplinare Eu-ropeo sui fondali marini eacquatici...

Morlando a pag.8

Acque reflue del caffèper produrre energia

Cosa hanno in comune leacque reflue impiegate perla lavorazione del caffè e laproduzione di energia? Aprima vista niente. Ma aquanto pare ci sbagliamo.Hanno molto da condividere,visto che alcuni produttori...

Paparo a pag.11

Bove a pag.13

Le preparazioni alimentari a chiusura

ermetica

A Napoli il Convegno "Il Patto dei Sindaci 2.0 per una smart city". Importanti direttive ai comuni.

Per i Comuni italiani, maanche europei, che ambisconoa diventare sempre più "cittàintelligenti" è fondamentaleadattarsi ai cambiamenti cli-matici e intervenire per ri-durre le emissioni di CO2. Questo è quanto emerso du-rante il Convegno "Il Patto deiSindaci 2.0 per una smart city"tenutosi nel'incantevole scena-rio di Castel Dell'Ovo a Napoli,promosso da Alleanza per ilClima (rete europea di 1.700comuni attivi sul fronte dellepolitiche ambientali virtuose) edal Comune di Napoli.

Liguori a pag.4

Anche quest’anno, come ogni anno da un po’ ditempo, l’Agenzia Regionale per l’Ambiente inCampania riprende le sue attività di informa-zione ed educazione ambientale nelle scuole enon solo. La riapertura delle scuole segnaanche l’inizio dei nostri contatti con tutte le isti-tuzioni scolastiche del territorio campano.

Gaudioso a pag. 6

Carditello e le “prime”mozzarelle

Il Real Sito di Carditello è un complesso ar-chitettonico di grande valenza storica e cul-turale della metà del '700, voluto daFerdinando IV di Borbone come Sito Realeo Reale Delizia. Il luogo fu scelto in unprimo momento essenzialmente per l'alleva-mento di cavalli e per la caccia, perché gliacquitrini della zona costituivano l'habitatideale per alcune specie di volatili.

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Abbrunzo a pag.17

La rivoluzione green degli “abbracciapalo”

Quello delle cosiddette “torri del vento”è un antico quanto efficace metodo peril raffrescamento naturale degli edifici,adoperato molti secoli fa specialmentein Iran e nelle torride aree desertichedei Paesi mediorientali mediterranei.

Palumbo a pag.15

Architettura bioclimaticaIl metodo costruttivo per regolare il microclima degli edifici

L’osservatorio multidisciplinare europeo

Da qualche giorno un via vai di ruspe, operai e mezzi meccanici…Qualcosa si sta muovendo nella vecchia darsena del l’ex molo San Bar-tolomeo a Pinetamare e i cittadini sperano che “a soli” 6 anni dall’an-nuncio, siano finalmente cominciati i lavori del nuovo porto turistico.

Martelli a pag.2

Avviata la messa in sicurezza del cantiere di Pinetamare

Educazione ambientalenelle scuole, si riparte

SCIENZA & TECNOLOGIA

AMBIENTE & SALUTE

BIO-ARCHITETTURA AMBIENTE & TENDENZE

Adattarsi ai cambiamenti climatici

PRIMO PIANO

Perchè per mostrare poteremangiano la bellezza?

NATUR@MENTE

Mi è ritornato in mente ilviaggio compiuto tempo fa aGenova assieme ad altri com-pagni, per andare a prendereun compagno, missionario inAfrica Equatoriale, che ritor-nava a casa perché seria-mente ammalato, per cui nonpoteva affrontare un cosìlungo viaggio da solo. Man-cavo da Genova da più didieci anni e mi faceva piacererivedere la città nella qualeavevo vissuto molti degli in-tensi e ricchissimi anni dellamia giovanissima esistenza.Arrivati al porto non ho po-tuto non notare l’enorme nu-mero di panfili lussuosi chesostavano in rada.

Tafuro a pag.19

ISTITUZIONI

NATURA & BIODIVERSITÀ

LAVORO & PREVIDENZA

Ferrara pag.18

Il rilievo fondamentale cheassume il lavoro per il sog-getto, sia quale entità sociale,che come piena realizzazioneed affermazione della propriadignità, è sancito innanzi-tutto dalla nostra Costitu-zione. La legge 300/70,inoltre, ha posto l’accentosulla salvaguardia della per-sonalità fisica e morale del di-pendente. La recentenormativa giuslavoristica èproiettata verso una tutelaancora più ampia...

La prevaricazione nell’ambiente di lavoro

Cementificazione selvaggia, emergenza in Italia

AVVIATA LA MESSA IN SICUREZZADEL CANTIERE DI PINETAMARE

Da qualche giorno un via vai diruspe, operai e mezzi mecca-nici… Qualcosa si sta muo-vendo nella vecchia darsenadel l’ex molo San Bartolomeo aPinetamare e i cittadini spe-rano che “a soli” 6 anni dall’an-nuncio, siano finalmentecominciati i lavori del nuovoporto turistico. Ad indurre que-ste aspettative l’apposizione diuna recinzione nell’ area delcantiere; in realtà, però, i lavorinon sono ancora iniziati, sem-mai inizieranno ufficialmentefra qualche settimana e la reteapposta non è altro che la con-seguenza della firma del pas-saggio di cantiere appostaall’epoca tra la Regione Cam-pania e i privati frutto dellaconclusione della procedura diavviamento dei lavori per ilporto. La chiusura del cantierecon delle recinzioni faceva

parte già del piano di messa insicurezza del cantiere, poi fer-matosi un anno fa. Il primopasso da compiere, dopo la re-cinzione, sarà la bonifica dei300.000 metri quadri della dar-sena, attualmente invasa da ri-fiuti di ogni genereaccumulatisi negli anni. Haspiegato così il capo progettistaEnrico de Vito: “L’area è moltoestesa, lavoreremo alacre-mente per completare la messain sicurezza dell’area entro ilmese di ottobre prossimo.

L’opera dovrebbe essere conse-gnata entro l’estate del 2017ma non escludo che alcuni or-meggi potrebbero essere prontigià tra un paio d’anni”. Quattrodarsene per maxiyacht, pe-scherecci, barche a vela edaltre imbarcazioni (compresigli aliscafi), oltre ad un sistemadi pontili per un totale di 1200posti: queste le cifre di un pro-getto che, se realizzato, po-trebbe cambiare il destinosocio-economico del litorale do-mitio. G.M.

È necessario regolamentare il consumo di suolo

A breve partiranno i lavori del nuovo porto turistico

(Ultima parte)Rosario Maisto

Rispetto alla riqualificazione urbana,nel nostro Paese continua a risultareimpossibile realizzare ambiziosi pro-getti in aree degradate o dismesse, oche riguardino condomini, per norma-tive che impediscono o rendono costosie complicati interventi invece fonda-mentali. Eppure sono oltre 2.500.000 gli edificiresidenziali sui quali sarebbe urgenteintervenire, 865.000 sono residenzialiin aree ad alto rischio sismico, mentrequelli residenziali a rischio medio edalto raggiungono i 4.700.000, conpunte elevatissime in Sicilia (oltre1.200.000) ed in Campania (quasi800.000). Gli edifici residenziali a ri-schio frane ed alluvioni sono oltre1.100.000, in particolare in Campaniaed Emilia-Romagna dove si trovano ri-spettivamente 442.000 e 416.000 abi-tazioni, e circa 2.000.000 di residenticoinvolti, e tra i comuni con le più altepercentuali di consumo di suolo c’èanche Napoli con il 62,1% di territoriocementificato. L’obiettivo è di far ca-pire l’urgenza di intervenire per fer-mare il consumo di suolo, attraversopolitiche che puntino anche sulla rige-nerazione urbana come opportunitàper uscire dalla crisi economica. È ne-cessario far conoscere le tante situa-

zioni in Italia di progetti edilizi e in-frastrutturali che cancellerebbero areeagricole e paesaggi, e anche fermare ilconsumo di suolo per contribuire a re-cuperare le periferie abbandonate.Manifestazioni contro la distruzione disuolo ad esempio, si sono tenute a Um-bertide (PG) e Codevigo (PD) contro ilprogetto della Orte-Mestre, l’auto-strada che attraverserà cinque re-gioni, 11 province e 48 comuni con untracciato che prevede solo in parte lariqualificazione della E-45, con conse-guenti danni a carico di importantizone di interesse storico, paesistico,ambientale, oppure ad Agrigento, con-tro una previsione urbanistica che fa-cilita la realizzazione di seconde eterze case di villeggiatura per i resi-denti delle città limitrofe, con l’obiet-tivo di realizzare un’ulteriore“villettopoli” a ridosso della frazionebalneare già molto congestionata. In-somma, il consumo di suolo e la ce-mentificazione rappresentano unacorsa che fa gola a tutti, ma come sidice “il troppo storpia” e alla fine ri-marremo nelle grandi città con il cuoredi sola pietra e senza un’anima verde,cerchiamo quindi di tutelare non solouna risorsa economica strategica, maanche di evitare il dissesto idrogeolo-gico che, proprio a causa dell’uso folledel territorio, ha gravi conseguenze,anche in termini di perdite umane.

“Ambiente ed emissioni, aspetti normativi”

Il 15 Ottobre 2014 si terrà laterza edizione del seminario“Ambiente ed Emissioni:aspetti normativi e operativi”.L’evento è organizzato daOpus automazione S.p.a.,azienda toscana leader nei si-stemi di controllo emissioni egas di processo, e Airmec S.r.l., zona industriale Tufo (Av),che compie i trent’anni di at-tività nella realizzazione diimpianti trattamento aria erisanamento ambienti di la-voro. Il seminario, che siterrà presso Bellavigna Coun-try House di Montefalcione(AV), si concentrerà sugliaspetti giuridici e pratico/ap-plicativi della Norma UNI EN14181:2005 “Sorgenti Fisse -Assicurazione della qualità disistemi di misurazione auto-matici”, che definisce le proce-dure per il controllo dellaqualità dei sistemi di monito-

raggio in continuo installatisu impianti industriali, e sulnuovo decreto legislativo 4marzo 2014, n. 46, (modificaal DLG 152/2006 e smi) ed at-tuazione della direttiva2010/75/UE relativa alle emis-sioni industriali (prevenzionee riduzione integrate dell'in-quinamento). Focus della gior-nata sarà l’applicabilità dellanorma e le criticità comune-mente riscontrate nella suaattuazione pratica, al fine dicreare un momento di incon-tro tra aziende, università edenti di sorveglianza, approfon-dendo le tematiche inerentil’ambiente le emissioni e favo-rendo un dibattito costruttivofra i relatori ed i partecipanti.Per maggiori informazionisull’evento o per parteciparescrivere a [email protected] [email protected].

Il maltese Vella è il nuovo commissario Ue per l'Ambiente

Al Clima lo spagnolo Canete. Galletti: auguri ai due commissari

Il maltese Karmenu Vella (foto a de-stra) è neocommissario Ue per Am-biente, Pesca e Affari Marittimi,mentre il popolare spagnolo MiguelArias Canete (in basso) è commissa-rio al clima e all'energia. Lo ha resonoto la Commissione. Il ministro del-l'Ambiente Gian Luca Galletti si ècongratulato su Twitter con i duenuovi commissari Ue competenti suitemi ambientali. "Auguri a MiguelArias Canete, nuovo commissario Ueper Clima e Energia. Insieme a la-voro per Europa leader su sfide am-bientali", scrive il ministro, che sicomplimenta anche con il malteseKarmenu Vella, neocommissario Ueper Ambiente, Pesca e Affari Marit-timi. "L'Ambiente - scrive Galletti - èla vera chiave della crescita europea,lavoriamoci insieme!". Ministro delturismo fino allo scorso aprile, il mal-

tese Karmenu Vella, laburista (Pse),ha 64 anni e una lunga esperienzapolitica, in quanto dal 1976 é statoeletto nove volte consecutive al Par-lamento maltese, ricoprendo nel1981 l'incarico di ministro dei lavoripubblici, per poi passare nel 1984 aguidare il ministero dell'industria,esuccessivamente per due volte quellodel turismo. Negli ultimi tre anniVella ha tra l'altro ricoperto la caricadi presidente dell'Orange TravelGroup. Si é laureato in architetturae ingegneria civile presso l'universitàdi Malta e successivamente ha con-seguito un master of science in ma-nagement del turismo alla SheffieldHallam University. Ora, come glialtri colleghi designati per il collegiodel nuovo Esecutivo Ue, dovrà supe-rare 'l'esame' dei deputati europei.

(ansa)

Riunisce esponenti di tutti i partiti, presidente Stella Bianchi

È nato Globe Italia, l'intergruppoCamera-Senato sui cambiamenti cli-matici che si lega alla rete interna-zionale di parlamentari di tutto ilmondo impegnati nella lotta al ri-scaldamento globale. Globe Italia èpresieduto da Stella Bianchi, depu-tata del Pd, e riunisce esponenti ditutti i gruppi politici nel rispettodella rappresentanza parlamentare."L'allarme drammatico sulla concen-trazione record di gas serra lanciatodi nuovo ieri dall'Onu con il rapportodell'Organizzazione meteorologicainternazionale impone che il contra-sto ai cambiamenti climatici diventiuna priorità assoluta - sottolineaStella Bianchi - E' urgente un impe-

gno immediato per una drastica ri-duzione delle emissioni di gas serrae politiche che portino all'abbandonodei combustibili fossili (carbone, pe-trolio e gas) a favore delle energiepulite con efficienza energetica, rin-novabili e reti intelligenti insiemealle necessarie politiche di adatta-mento. Un impegno che i governi,Italia ed Europa in testa, devonoprendere a partire dal vertice straor-dinario convocato per il 23 settembrea New York dal segretario generaledell'Onu Ban Ki-Moon in vista delraggiungimento di un accordo glo-bale di riduzione delle emissioni aParigi nel 2015", conclude.

(ansa)

Parlamentari contro cambiamenticlimatici,nasce Globe Italia

Ad ottobre un nuovo seminario ad Avellino

Adattarsi ai cambiamenti climaticiFabiana Liguori

Per i Comuni italiani, ma anche euro-pei, che ambiscono a diventare sem-pre più "città intelligenti" èfondamentale adattarsi ai cambia-menti climatici e intervenire per ri-durre le emissioni di CO2. Questo è quanto emerso durante ilConvegno "Il Patto dei Sindaci 2.0 peruna smart city" tenutosi nel'incante-vole scenario di Castel Dell'Ovo a Na-poli. L'incontro, promosso da Alleanzaper il Clima (rete europea di 1.700 co-muni attivi sul fronte delle politicheambientali virtuose) e dal Comune diNapoli, ha messo in evidenza, quindi,l'importanza di considerare le politi-che locali, integrate e smart sul clima,non più come un obbligo da adempiereverso altri Enti, ma come una serie dieccezionali opportunità da cogliereper uno sviluppo sostenibile del terri-torio. A ribadirlo, in prima linea e con nu-meri alla mano, è stato HumbertoDelgado Rosa, Direttore DG "Azioneper il Clima", che ha puntualizzatocome a livello europeo alcuni dei co-muni più sensibili sul fronte dell’ade-guamento ai cambiamenti climatici(come Copenaghen, Amburgo e Ro-stock), siano anche i più attivi perquanto riguarda le politiche locali chemirano alla riduzione delle emissioni

inquinanti. La politica dell'U.E. sulclima, intorno alla quale si muovonole diverse iniziative messe in atto, èmolto semplice. Se consideriamo gli effetti dei cambia-menti climatici che negli ultimi de-cenni si sono verificati in modoconsiderevole e ripetuto (improvvisecondizioni metereologiche estreme, in-nalzamento delle temperature medieglobali e dei livelli del mare e così via),dobbiamo anche, purtroppo, metterein conto che gli stessi mutamenti e lerelative conseguenze potrebbero, manmano, intensificarsi. Da qui, la necessità di prepararsi edarsi da fare per prevenire e minimiz-zare i danni che ne potrebbero deri-vare coinvolgendo, soprattutto, lepiccole e grandi autorità locali, guidee tutrici dei propri territorio di perti-nenza. Oltre 120 i presenti al conve-gno, in rappresentanza di altrettantiComuni di tutta Italia. Il primo cittadino partenopeo, Luigide Magistris, ha fatto gli onori di casaannunciando che il Comune di Napoliha aderito al progetto “MayorsAdapt”, iniziativa del Patto dei Sin-daci per l’adattamento ai cambia-menti climatici (che verrà presentataufficialmente il 16 ottobre a Bruxel-les), e che continuerà ad impegnarsi,insieme al suo team, per rendere Na-poli una città sempre più “smart”.

A Napoli il Convegno "Il Patto dei Sindaci 2.0 per una smart city". Importanti direttive ai comuni.

Domenico Matania

Il dibattito è acceso. Ha senso spo-stare opere d’arte? Nel caso speci-fico la querelle ha riguardatoinnanzitutto la possibilità di spo-stare i Bronzi di Riace da ReggioCalabria a Milano durante i mesi diExpo 2015. Non solo i Bronzi, maanche le “Sette Opere di Misericor-dia” di Caravaggio, opera custoditapresso il Pio Monte della Misericor-dia in Via Tribunali a Napoli.L’opera fu realizzata tra la fine del1606 e l’inizio del 1607; rappresentale sette opere di misericordia corpo-rali: seppellire i morti, visitare i car-cerati, dar da mangiare agliaffamati, vestire gli ignudi, curaregli infermi, dar da bere agli asse-tati, ospitare i pellegrini. Sull’operasono state avanzate disparatechiavi di lettura e costituisce unatappa “culturale” obbligata per chivisita Napoli. Riguardo allo sposta-

mento dell’opera di Caravaggio cosìcome dei Bronzi di Riace si è accesoun dibattito tra coloro che vedononello spostamento una possibilità didare visibilità a capolavori italianie chi ritiene che si tratti di una ope-razione poco congeniale. Ferma laposizione del Premier Matteo Renziche sostiene che «Un conto è pren-dere opere italiane e portarle in giroper il mondo, ma per quale motivodovrei spostare i Bronzi a Milano?Piuttosto dovrei portare i visitatoridell'Expo da Milano a Reggio, per-ché ho bisogno di valorizzare la Ca-labria. A mio giudizio questavicenda non ha alcun senso, comun-que decideranno gli organi compe-tenti». Sulla falsa riga del Premiergiungono le parole della deputatacampana del Partito Democratico,Giovanna Palma che parla di «untentativo di scippo al popolo napo-letano”, e “un'incuria amministra-tiva” imputata al sindaco Luigi de

Magistris. Dall’altro lato i sosteni-tori del trasferimento momentaneodelle opere d’arte vedono nello spo-stamento la possibilità di valoriz-zare il patrimonio culturale italianoindipendentemente dall’area geo-grafica che lo ospita. Non sarebbe ilprimo spostamento per il capola-voro di Caravaggio. Era già acca-duto quattro volte nel corso delsecolo scorso, una volta fino a Pa-rigi. In realtà Napoli trarrebbe van-taggio dal prestito dell’opera d’arte:in cambio si darebbe vita ad un cen-tro di accoglienza per malati termi-nali, obiettivo assai gradito allaCongregazione del Pio Monte di Mi-sericordia. Ad ogni modo la deci-sione finale sarà discussainnanzitutto in maniera collegialedai governatori dell’Istituzione PioMonte della Misericordia, per poidecidere insieme al Ministero per iBeni e le Attività Culturali e al Va-ticano.

CARAVAGGIO A MILANO: CHANCE O SCIPPO?

Le “Sette Opere di Misericordia” al centro del dibattito

Progetto AT-SEA: le alghe marine, una risorsa da sfruttare su larga scala

Fabiana Clemente

L’acqua è una risorsa limitata.Abbiamo pertanto imparato adevitare gli sprechi nei piccoligesti quotidiani. Utilizzare lagiusta quantità per l’igienedella persona e della casa, ri-parare un rubinetto che perde,usufruire dell’acqua piovanaper innaffiare le piante! Osser-vando buone abitudini contri-buiamo in parte a preservareuna risorsa per noi vitale. Pre-occupazioni a parte, una re-cente scoperta– divulgatadalla rivista Science - ci arrivadal nuovo continente. Un teamdi scienziati dell’UniversitàNorthwestern dell’Illinois edell’Università del Nuovo Mes-sico ha condotto una ricercache ha portato alla scopertadella più grande riserva d’ac-qua al mondo, ubicata nelmantello terrestre al di sottodegli Stati Uniti. Nello speci-fico ad una profondità com-presa tra i 410 e 660chilometri, in una regione roc-ciosa che si trova tra la crostae il nucleo della terra. L’obiet-tivo principale della ricerca siprefiggeva di calcolare laquantità di acqua scambiatatra le riserve sotterranee e lasuperficie terrestre. A talescopo sono stati impiegati nelprogetto 2.000 sensori – chenormalmente servono per mo-

nitorare i terremoti – chehanno aiutato a tracciare unamappa del sottosuolo. Conl’ausilio di tale strumentazioneè stato possibile localizzare iserbatoi di magma ricchi diacqua. I ricercatori auspicanoche circa l’1% del peso delmantello di rocce sia caratte-rizzato da acqua. Per noi ine-sperti può sembrare una

quantità irrisoria. E invecenon è affatto così. Si tratte-rebbe di una quantità idricatre volte superiore all’acquapresente nei nostri oceani.Una riserva d’acqua che non sipresenta in una forma con-sueta – ovvero non è liquida,non è vapore e non è ghiaccio -ma sotto forma di strutturacristallina. Ergo, un minerale.

Questa forma sui generis ècausata da due fattori princi-pali. Occorre considerare l’ele-vata pressione causata dalpeso di chilometri e chilometridi roccia e elevate temperatureche superano i 1.100 gradi.Una scoperta scientifica conuna duplice rilevanza. Infattioltre al rilevamento di una ri-sorsa vitale per la nostra so-

pravvivenza, la ricerca eviden-zia al tempo stesso che tale ba-cino idrico potrebbe incideresulla consistenza del mantelloe causarne lo scioglimento.Come e perché siamo di frontead una scoperta sensazionale?La ringwoodite – è questo ilnome del minerale in que-stione - è un polimorfo dai pig-menti blu. In laboratorio sonostati condotti alcuni esperi-menti per capire in che modola sua particolare struttura siain grado di trattenere al suointerno acqua. Si è rilevato chetrattiene acqua sia in forma li-quida sia sotto forma di ioni diidrossido. E se la ringwooditesi presentasse in forma idra-tata anche all’interno del man-tello? A quali conseguenzepotrebbe andare incontro l’in-tero pianeta? Alcune circo-stanze potrebbero causare loscioglimento dell’acqua cristal-lizzata, e il composto liquidopotrebbe incidere in modo si-gnificativo sull’attività delleonde sismiche. Lungi dalcreare allarmismi, lo studio po-trebbe portare anche ad unasoluzione vantaggiosa pertutti. Se si riuscisse a trovareun modo per estrapolare l’ac-qua con la dovuta cautela, sa-rebbe la risposta che stavamoaspettando. Una nuova fonted’acqua. Una nuova fonte divita.

Ecco cosa si nasconde al di sotto degli Stati Uniti

Il mare, un ecosistema ricco dirisorse alimentari ed energeti-che, che non smette mai di“dare” e stupire. Gli appassio-nati di immersioni subacquee,sanno bene di che cosa stiamoparlando. Una continua sco-perta, emozione. E non soloper gli occhi. Anche una semplice alga, puòdiventare ricchezza. Le alghemarine, infatti, possono esserepotenzialmente impiegate indiversi settori: alcune comefonti di sostanze biochimicheper farmaci, cosmetici naturalie fertilizzanti organici. Daaltre è possibile estrarre pro-teine e lipidi preziosi, antiossi-danti, agenti gelatificanti,vitamine e minerali essenziali,da utilizzare nella produzionealimentare. Altre, ancora, ap-paiono promettenti per la pro-duzione sostenibile di

biocombustibili, contribuendo,dunque, a ridurre la dipen-denza dai combustibili fossili.Rispetto ad altre colture ener-getiche, presentano diversivantaggi: sono gli organismivegetali con il ciclo di crescitapiù breve al mondo e possonoessere coltivati tutto l’anno.Ma, soprattutto, si tratta divegetali che non necessitanoper la crescita di terreni agri-coli o per forza di acqua pulita.Grazie alla loro naturale resi-stenza,infatti, sono in gradodi prosperare perfino nelleacque reflue. L’alghicoltura è, quindi, unprocesso semplice in quantonon richiede altro che nu-trienti, acqua, luce solare eanidride carbonica (CO2). Attualmente, però, le alghe siottengono tramite la raccoltadi esemplari selvatici o la col-

tivazione su corde, metodi dif-ficilmente riproducibili sularga scala in quanto richie-dono molta manodopera ehanno una resa relativamentebassa. È da questa premessache nasce, grazie a un finan-ziamento dell’Unione Euro-pea, il progetto AT-SEA.L’équipe, addetta ai lavori, hamesso a punto un innovativotessuto sul quale si possonocoltivare le alghe vegetali in

grandissime quantità, senzapericolo che lo stesso si lacerio che attragga piante indesi-derate e molluschi. Il tessuto èrivestito da pellicole di originebiologica che proteggono legiovani alghe e ne promuo-vono lo sviluppo . Con tale pro-totipo, dunque vengonorealizzate ampie stuoie dellospessore di 1 mm, collocate,poi, un paio di metri sotto lasuperficie del mare. Qui, le

alghe trovano un “accoglienteluogo” per crescere e ripro-dursi. Raggiunta la maturità,le stesse vengono raccolte abordo di navi e depositate inserbatoi di stoccaggio, an-ch’essi prodotti a partire datessuti AT-SEA di tecnologiaavanzata. Le prove sui tessuti ideati,condotte presso i siti speri-mentali di Solund (Norvegia),Oban (Scozia) e Galway (Ir-landa), hanno prodotto resepari a fino a 16 kg di alghe(peso umido) per metro qua-drato, da tre a cinque voltequelle dell’alghicoltura tradi-zionale. A breve, il team di AT-SEA inizierà a coltivare 200metri quadrati di stuoie in cia-scuno dei tre siti sperimentali,con l’obiettivo di valutarne ilpotenziale commerciale.

F.L.

Un team di scienziati dell’Università Northwestern ha scoperto la più grande

riserva d’acqua al mondo

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Anna Gaudioso

Anche quest’anno, come ognianno da un po’ di tempo, l’Agen-zia Regionale per l’Ambiente inCampania riprende le sue atti-vità di informazione ed educa-zione ambientale nelle scuole enon solo. La riapertura dellescuole segna anche l’inizio deinostri contatti con tutte le isti-tuzioni scolastiche del territoriocampano. I progetti di informa-zione ed educazione ambientalesaranno concordati con le scuoleinteressate ad avere informa-zioni sulle tematiche ambien-tali. Ma quali sono gli obiettividel nostro programma di educa-zione ambientale? È indispensa-bile delineare una profondariflessione. Quella che viviamoè considerata senza dubbio l’eratecnologica: pratichiamo l’esplo-razione spaziale, scopriamo leprime meraviglie del mondo su-

batomico, e l’elenco potrebbecontinuare. Scoperte che am-pliano le nostre conoscenze emettono in crisi i nostri vecchimodi di pensare e di conoscerela realtà. Possiamo dire che lavita media si è raddoppiata, chemolti passi avanti sono staticompiuti a cominciare dallasconfitta di molte malattie, chel’analfabetismo si è ridotto note-volmente e ci sono state molteconquiste in campo sociale,molti processi di evoluzionehanno fatto sì che la vita neipaesi sviluppati sia più confor-tevole e più sicura rispetto alpassato. Nei paesi del terzomondo, al contrario, le cosevanno sempre peggio: gli abi-tanti sono sempre più poveri,sfruttati, indebitati, frustrati, econ gravissimi problemi di so-pravvivenza. Tutto sommatoquesto grande impulso inavanti, gestito e goduto da una

piccola parte della popolazionemondiale, da una parte offreuna vita più confortevole madall’altra delinea tante incer-tezze. Forse qualche anima siinterroga e si chiede se è propriovero che con la scienza e la tec-nologia si possa risolvere tutto,se può esistere una pillola perogni disturbo o malattia, se dav-vero le risorse terrestri siano il-limitate. Qualche domanda delgenere comincia ad affiorarenella mente dell’uomo occiden-tale, rendendolo inquieto, insi-curo, infelice e racchiudendolosempre di più nelle sue incer-tezze. L’uomo dei paesi in via disviluppo sogna una società si-mile a quella occidentale. Ma larealtà di chi emigra è quasisempre frustrante e deludente.Grazie agli straordinari sviluppinella tecnica, nella scienza, nellecomunicazioni eccetera, pos-siamo vedere come l’evoluzioneumana abbia compiuto una cre-scita accelerata in questi ultimicentocinquanta anni. Anche sel’applicazione delle conquistetecnologiche e scientifiche nonsempre è stata corretta e cosìl’umanità si trova a dover af-frontare una serie di nuovi pro-blemi, come quelli ambientali.Assistiamo per esempio alla di-struzione degli ecosistemi edalla modificazione degli equili-bri climatici e atmosferici, senzache la tecnologia e la scienza sievolvano allo stesso ritmo per

poter evitare o attenuare certieffetti. Un esempio significativo,perlomeno fino a un recentepassato, è quello della progres-siva diminuzione dell’ozono,causato dall’immissione nell’at-mosfera di prodotti particolari,provocati dall’uso indiscrimi-nato di sostanze nocive o di ap-plicazioni di processi altamentedistruttivi, le cui conseguenzesono conosciute da anni. La na-tura provvede con i sui tempi edi suoi ritmi a ricostruire lo stratodi ozono originario. L’ozono inalta quota si riforma lenta-mente. Potrebbero essere neces-sari parecchi decenni pertornare ad una situazione di si-curezza, una volta bandite le so-stanze chimiche responsabilidella sua distruzione. L’uomo interagisce con l’am-biente che lo circonda e vice-versa. La biosfera è quella partedella terra capace di svilupparela vita. Ma è tanto ormai che laterra quale organismo viventeche non può parlare lancia i suoi

messaggi per far comprendere ilsuo stress, la sua intollerabilitàalla mano incurante e deva-stante dell’uomo. Infatti, le sem-pre più frequenti anomalieclimatiche, l’innalzamento dellatemperatura media atmosfericae delle acque, lo scioglimento deighiacci, la desertificazione, pos-sono essere interpretati come larisposta allo sfruttamento scon-siderato delle risorse terrestri.Sicuramente dopo catastrofi na-turali o provenienti dallo spazioin cui le condizioni di vita perl’uomo sulla terra possono di-ventare critiche, nel suo com-plesso l’ambiente troveràsicuramente un altro equilibrio.L’uomo di oggi ha molto più po-tere nelle sue mani rispetto alleepoche passate, le sue decisionipossono influenzare altri uo-mini, contemporanei e futuri,intere città, anche tutta la terra.È per queste motivazioni che vascosso e sensibilizzato l’uomo dioggi verso un sentimento di vitache lo avvicini all’ambiente, chegli faccia prendere coscienza chela vita dell’ambiente circostanteè la sua stessa vita, dei sui figli,dei sui nipoti e pronipoti. Per informazioni sul pro-gramma Arpac di educazioneambientale: Ufficio comunica-zione informazione educazione,Responsabile educazione am-bientale dott.ssa Filomena AnnaGaudioso, Uff. 081 2326297,081 2326401/448.

Educazione ambientale nelle scuole, si riparteL’idea di fondo: sensibilizzare l’uomo di oggi per prevenire i disastri futuri

Gennaro Loffredo

Siamo oramai entrati nel primo mesedell’autunno meteorologico e le condi-zioni atmosferiche stanno gradualmenteassumendo i caratteri tipici della nuovastagione. Il sole cala prima all’orizzonte,le calde giornate d’estate lasciano stradaall’incipiente frescura notturna. Le terreemerse, dopo aver accumulato il caloreestivo, tendono pian piano a raffreddarsie le perturbazioni prima timidamente epoi in maniera sempre più convincenteinteressano un po’ tutte le nostre regionidopo la lunga pausa estiva. La superficiemarina, invece, tende a conservare più alungo l’energia assorbita durante la sta-gione estiva sottoforma di calore latentee grazie alle sue alte temperature forni-sce notevole energia ai sistemi nuvolosiin apparenza di scarsa consistenza, por-tando contrasti d’aria che poi sono all’ori-gine dei moti vorticosi che si generano amare: le trombe marine. Queste trombe marine sono dette “wa-terspout” e sono tipiche dell’Italia e del-l’Europa. Esse si formano generalmentea largo, però capita, seppur sporadica-mente, che forti temporali a supercella sispostino fin verso la terraferma, provo-cando danni significativi a persone ocose. In queste circostanze, alla basedella tempesta, si formano delle potenti

trombe marine, dette “tornadiche”. Laloro genesi è identica a quella dei fortitornado e i loro effetti sono altrettantodevastanti per le zone costiere. All’occhiola tromba marina appare come una nubea forma d’ imbuto che può raggiungere la

superficie dell’acqua. All’interno dell’im-buto la pressione è molto bassa e questoprovoca il risucchio dell’acqua che iniziaa ruotare a velocità che arriva fino a100km all’ora.Le trombe marine si formano con mag-

giore frequenza sui mari caldi con tem-perature generalmente superiori ai 25°C(ad esempio il Mediterraneo) e nelle zonedelle calme equatoriali, cioè dove sonopiù alte le probabilità di formazioni nu-volose temporalesche. In zone con acquefresche, sono piuttosto rare e quando siformano generano più sorpresa e mera-viglia che spavento data la loro scarsa di-mensione. Esse sono frequentisoprattutto tra la fine dell’estate e l’iniziodell’autunno. In Italia le zone più battuteda questo fenomeno sono il Friuli, lacosta meridionale abruzzese, lo stretto diMessina, la costa laziale, ligure e to-scana.Le trombe marine rappresentano ovvia-mente un pericolo per le imbarcazioni, inquanto non sono prevedibili essendo fe-nomeni di breve durata e di piccolaestensione. Possono avere movimenti im-prevedibili, possono viaggiare veloce-mente, oppure sembrare quasistazionarie e quindi più facilmente evi-tabili. Non è detto che la direzione dellatromba sia quella del vento dominante.Utile per capire se il turbine si sta avvi-cinando all’imbarcazione è quello di con-trollare il barometro, perché il passaggiodel vortice è caratterizzato da una fortee repentina caduta della pressione atmo-sferica nella misura di 1-3hPa al se-condo. L’arrivo di una circolazione moltofresca nord europea, nei primi giorni disettembre, ha favorito la formazione dinumerose trombe marine, soprattuttosulle regioni centro-meridionali, dove icontrasti sono stati più accesi tra l’ariafresca in arrivo e il mare caldo. Il litoralelaziale, campano e quello calabro lucanohanno sfornato una serie di suggestivivortici a mare, i quali hanno attirato l’at-tenzione di numerosi testimoni, chehanno subito diffuso le immagini sui so-cial network.

Le trombe marine, fenomeno tipico dell’autunnoNumerosi i vortici nati dal mare che hanno colpito l’Italia a inizio settembre

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 settembre 2014 - Anno X, N.17Edizione chiusa dalla redazione il 15 settembre 2014

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOD. Bove, I. Buonfanti, F. Clemente, P. D’Auria,G. De Crescenzo, A. Esposito, E. Ferrara, R.Funaro, G. Loffredo, R. Maisto, D. Matania,B. Mercadante, A. Morlando, A. Palumbo,A. PaparoSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

L’OSSERVATORIO MULTIDISCIPLINARE EUROPEO

Angelo Morlando

EMSO è l'acronimo di " European Mul-tidisciplinary Seafloor and Water Co-lumn Observatory ", cioè OsservatorioMultidisciplinare Europeo sui fondalimarini e acquatici ed è una infrastrut-tura di ricerca europea su larga scala(RI). Si tratta di una rete europea diosservazione delle profondità marinecon l'obiettivo scientifico di eseguire unmonitoraggio a lungo termine dei pro-cessi ambientali legati all'interazionetra la geosfera, biosfera e l'idrosfera.È un programma che risponde alle esi-genze a lungo termine delle comunitàdi ricerca europee e si estende dal MarArtico all'Atlantico, dal Mediterraneoal Mar Nero.EMSO sarà il sistema marino profondoper il monitoraggioglobale per l'ambientee la sicurezza (GMES)e aumenterà significa-tivamente le capacitàdi osservazione ditutta l'area con unapolitica di open dataconforme alle racco-mandazioni in fase disviluppo nell'ambitodell'iniziativa GEOSS(Sistema osservazioneglobale della Terra). E'anche conforme alleiniziative avviate inaree dell’America delNord (NEPTUNE Ca-

nada, Ocean Observatory Initiative)dell’Asia (DONET Giappone, MACHOTaiwan) e dell’Oceania (IMOS). Tra imembri del consorzio vi è anche l'Italiacon la collaborazione tecnico-scientificadell’INGV (Istituto Nazionale di Geo-fisica e Vulcanologia).L’INGV, attualmente, si occupa in-sieme all’Istituto Nazionale di FisicaNucleare (INFN), del funzionamentodell’osservatorio sottomarino NEMO-SN1, situato a largo della Sicilia orien-tale, a 2000 m di profondità.NEMO-SN1 è uno dei nodi più avan-zati della rete EMSO, infatti fin dal2005 è collegato a terra con un cavosottomarino da cui riceve alimenta-zione e attraverso il quale invia dati intempo reale utilizzati anche nell’am-bito della sorveglianza sismologica.

L'altra buona notiziaper la protezione deimari è l'approvazionedel regolamento delFondo europeo per gliaffari marittimi e lapesca (FEMP) conoltre 6,3 miliardi dieuro per il settennato2014-2020. Il FEAMPaiuterà i pescatori aconformarsi agli obiet-tivi di sostenibilitàdella nuova PCP (poli-tica comune dellapesca) in particolare arispettare il divieto dirigetto in mare e ad

acquistare attrezzi da pesca più selet-tivi. Le risorse saranno utilizzate anche permigliorare la sicurezza sul lavoro e leinfrastrutture portuali.520 milioni di euro siano destinati allaraccolta e alla gestione dei dati sullapesca necessari per impostare il rendi-mento massimo sostenibile richiestodalle nuove norme della PCP, cioè il li-mite alle catture che possono essere

realizzate senza compromettere la ri-produzione degli stock ittici. Interessante anche una proposta a so-stegno dei pescatori under 40, che po-tranno ricevere contributi fino a75mila euro. Gli aiuti alle start-up in-dividuali saranno subordinati all'ac-quisto di piccole navi da pesca costierae al requisito dell'esperienza professio-nale nel settore, pari ad almeno cinqueanni.

IL LIVELLO DEL MARE IN ANTARTIDE AUMENTA SENZA FRENI

Le stupende coste dell’Antar-tide stanno assistendo impo-tenti all’innalzamento repen-tino e senza freni del livello delmare. Nulla a che vedere conciò che succede nel resto del-l’Oceano Meridionale. Percolpa di chi? Ma è semplice.Basta prendersela con il mas-siccio fenomeno di scioglimentodei ghiacci del Polo Sud, checontinua a riversare enormiquantità di acqua dolce inmare. Il tutto è stato dimo-strato e supportato abbondan-temente dai dati satellitariraccolti negli ultimi vent’anni,pubblicati ed analizzati su “Na-ture Geoscience” dal gruppo diricercatori dell’università bri-tannica nel cuore di Southam-pton. È stato, così, evidenziatoche negli ultimi due decenni, loscioglimento dei ghiacciai nellazona antartica ha causato il ri-

versamento in mare di circatrecentocinquanta miliardi ditonnellate di acqua dolce. Unvero e proprio disastro, se sipensa che ciò ha determinatouna riduzione della salinitàdelle acque in prossimità dellecoste che è stata confermataanche da analisi di laboratorio.“ L'acqua dolce è meno densa diquella salata – ha ben messo inevidenza il coordinatore dellostudio, il Dottor Craig Rye, -così ci aspettiamo che nelle re-gioni in cui si accumula un ec-cesso di acqua dolce si verifichiun innalzamento localizzatodel livello del mare”. E aquanto pare la profezia si è de-cisamente avverata: a dimo-strazione ci sono le misureeffettuate dai satelliti tra glianni che sono compresi tra ilmillenovecentonovantadue e ilduemilaundici. In pratica, ogni

anno le acque in prossimitàdelle coste dell'Antartide sisono alzate di circa due milli-metri in più rispetto alla re-stante parte dell'OceanoMeridionale. Il ruolo determi-nante dello scioglimento deighiacci è stato, poi, confermatoda una simulazione al compu-ter, attraverso la quale i ricer-catori hanno ricostruito lacircolazione oceanica. Quindi,

risulta essere di fondamentaleimportanza l'interazione traaria, acqua e ghiaccio in questimari, che è cruciale per la crea-zione della stabilità della ca-lotta glaciale antartica e per illivello globale dei mari al paridi altri processi come la gene-razione dell'acqua antarticaprofonda che raffredda e dà os-sigeno a gran parte dell'abisso

oceanico. Un segnale forte,questo, che ci invia la natura,affinché l’uomo corra ai riparie metta un freno alle sue atti-vità che causano lo sciogli-mento dei ghiacci. È giunto,quindi, il momento di prendereatto della situazione e porre ri-medio. C’è in ballo la salute no-stra e dell’intero pianeta.

A.P.

Monitorare i processi ambientali sui fondali marini e acquatici

Tutta colpa dello scioglimento dei ghiacci

Rosario Maisto

Quasi metà delle acque dolcidi tutta Europa vede minac-ciata la sua integrità ecologicadalla presenza di sostanze chi-miche organiche che ne met-tono a rischio la biodiversità.Questo quanto risulta dallavalutazione su scala continen-tale del rischio chimico com-plessivo dei corpi idrici, che hapreso in esame i tre principaligruppi di organismi che vivononegli ecosistemi di acqua dolce(pesci, invertebrati e alghe).Lostudio è realizzato da ricerca-tori per la ricerca ambientaledi Lipsia e dell'Università diCoblenza-Landau,questihanno esaminato le concentra-zioni di 223 prodotti chimici ri-levate dalle diverse autorità

nazionali in 4000 siti distri-buiti su 91 bacini idrograficieuropei, per poi definire sullabase del livello di tossicitàdelle varie sostanze due sogliedi rischio, una di rischio acutoe una di rischio cronico per cia-scun tipo di organismo. Dal-

l'analisi dei dati è risultato chenel 14% dei siti le sostanzechimiche organiche potevanoprovocare effetti letali per gliorganismi e nel 42% causareeffetti cronici. Su scala regio-nale, i paesi del Nord Europaappaiono maggiormente a ri-

schio, ma questo risultato po-trebbe essere frutto di una di-storsione sistematica, dato chequei paesi tendono a monito-rare regolarmente un numerosuperiore di sostanze chimicheorganiche rispetto alle nazionidell'Europa meridionale.I pe-sticidi sono responsabilidell'81% dei superamenti dellasoglia di rischio acuto per ipesci, l'87% di quella per gli in-vertebrati e del 96% di quelladelle alghe. Per quanto la forteregolamentazione e i progressitecnologici in termini di speci-ficità e di degradabilità dei pe-sticidi, questi continuano aminacciare le specie che nonsono loro bersaglio. Le principali altre sostanze or-ganiche che incidono sul ri-schio acuto sono alcuni agenti

antivegetativi, che percolanonelle acque dalle vernici concui sono trattate le imbarca-zioni, alcune sostanze usatecome ritardanti di fiamma neiprodotti di consumo e gli idro-carburi policiclici aromatici.Pur avendo un impatto acutominore dei pesticidi, questi ul-timi gruppi di sostanze sonocomunque preoccupanti per laloro persistenza ela loro ten-denza a essere accumulatinegli organismi e risalire poinella catena alimentare con-tribuendo così al rischio cro-nico. Questi risultati sugge-riscono che sia necessario in-traprendere misure di prote-zione ambientale più incisiveper mitigare gli effetti dell'in-quinamento organico a livellocontinentale.

Brunella Mercadante

Attualmente l’Umanità si trovaad affrontare gravi problemicome la scarsità d’acqua, la ge-stione dei rifiuti, la raccolta dienergia e di nutrienti, e a doverrispondere nel contempo a feno-meni rilevanti come il cambia-mento climatico. Sfide simili, ineffetti, sono e sono state però af-frontate da miliardi di annidalla Natura, che attraverso uncontinuo processo di tentativi ederrori si è evoluta e ha prospe-rato adattandosi alle condizionimutevoli, utilizzando le risorserinnovabili disponibili local-mente, il tutto in modo efficientee resiliente. Andando oltre la so-stenibilità ha poi continua-mente difeso le condizionifavorevoli di vita. Per fronteg-giare le problematiche attuali sipuò, quindi, copiare dalla Na-tura, e la biomimetica è per l’ap-punto la nuova disciplina chemira ad indagare la natura perscoprire le sue migliori idee etradurle in principi di progetta-zione per risolvere le sfideumane, applicando dei processibiologici e biomeccanici, che sipossono identificare in natura,alle attività e tecnologie umane.La natura dunque come modelloalla luce del fatto che tutti i si-stemi naturali rispettano alcuniprincipi fondamentali: funzio-nano come cicli chiusi (non esi-

ste il concetto di rifiuto), si fon-dano su interdipendenza, inter-connessione e cooperazione,sfruttano l’energia solare ed in-fine rispettano e moltiplicano ladiversità. La biomimetica poicome strumento potenziale perinnovazioni sostenibili che au-mentino la creazione di econo-mie circolari: sistemi produttiviprogettati in modo tale che lestesse risorse vengano utilizzatepiù volte, facendole girare attra-verso il riutilizzo ed il riciclo, conconseguenti guadagni in effi-cienza. Creare una economiacircolare significa in effetticreare strutture e processi chefunzionano come un sistema vi-vente, come un ecosistema adesempio; un’ economia che sisviluppa e cresce utilizzando lerisorse localmente disponibili erinnovabili i cui elementi sonocollegati in una rete in cui le ri-sorse vengono utilizzate al me-glio, riciclate e riutilizzate,resiliente, in grado di risponderealle crisi grazie al feedback effi-cace fra i suoi elementi e l’am-biente esterno e di conservarel’ambiente in cui si trova. Pro-prio come gli ecosistemi che , in-fatti, si sviluppano utilizzandociò che è disponibile localmente,senza compromettere le risorsee che sono in grado di ripristi-nare le aree impoverite,al fine dicreare condizioni favorevoli allavita.

La biomimetica può essere ap-plicata praticamente a quasitutte le attività umane, all’ar-chitettura per esempio che nellaprogettazione ecosostenibile siavvale dei principi della biomi-metica, basandosi sui parametriclimatici del luogo dove si col-loca l’intervento, seguendo le in-dicazioni della Natura. Dasempre, d’altronde, gli abitantidi zone dal clima rigido costrui-scono igloo, strutture sempliciche massimizzano il volume in-terno minimizzando la superfi-cie disperdente, per perderemeno calore possibile. Questicomportamenti si ritrovano innatura in animali e piante, co-

stituiscono un naturale adatta-mento degli organismi viventialle condizioni del contesto am-bientale in cui vivono. La stessaanalisi del luogo, fondamentalee preliminare nella progetta-zione architettonica ecososteni-bile o nella pianificazione di uninsediamento urbano, è d’al-tronde la stessa che viene ese-guita dalle specie animali perscegliere dove collocare il pro-prio nido o la propria tana, chevengono costruiti per lo più conmateriali locali di recupero:legno, sabbia, fango, paglia, fo-glie. Materiali che in ediliziaverrebbero definiti a Km 0, conbassissima energia incorporata-

intesa come energia consumatadurante l’estrazione, la produ-zione, il trasporto, l’installa-zione- oltre all’ottimizzazionedei tempi e delle risorse impie-gate, alla minimizzazione deiconsumi e all’eliminazione deglisprechi.Un famoso esempio di ediliziasostenibile ispirato dalla Biomi-metica è l’Eastgate Centre diHarare in Zimbabwe, progettatoprendendo come riferimento lastruttura di ventilazione dei ter-mitai, dotati di sistemi di area-zione in grado di mantenere latemperatura interna costante a30 gradi in ambienti dove oscillatra 3 e 42 gradi!

Biomimetica: impariamo dalla naturaCome affrontare i gravi problemi ambientali che attanagliano il Pianeta

Laghi e fiumi d’Europa a rischio chimicoI controlli sono stati realizzati in 4000 siti distribuiti in 91 bacini idrografici

Ilaria Buonfanti

Apple è la compagnia tecnolo-gica che sta guidando il pas-saggio a internet in modosempre più verde e sostenibile.Già nella scorsa primavera unrapporto di Greenpeace inco-ronò l’azienda di Cupertino. Il report “Clicking Clean: HowCompanies are Building theGreen Internet” analizzò lemisure messe in campo dalleinternet company, in partico-lare nel settore del cloud, peralleggerire l’impatto sull’am-biente. Apple guida la classi-fica grazie ai servizi iCloud eiTunes, alimentati con il 100%di energie rinnovabili, maanche grazie all’impianto foto-voltaico privato più grandedegli Usa, che fornisce elettri-cità ai propri data center nellaCarolina del Nord. “Apple èl’azienda più innovativa e de-terminata” nel raggiungerel’obiettivo del 100% di energiarinnovabile, si legge nel rap-porto. Oggi, in un rapporto on-line intitolato “Il nostroprogresso”, la Apple dichiarache l’impronta di carbonio deisuoi stabilimenti e dei suoiprodottiè calata a livello mon-diale del 3% tra il 2012 e il2013. “Grazie agli investi-menti nell’energia pulita, si

legge nel documento Apple, lenostre emissioni gas serrasono calate del 31% dal 2011.E questo nonostante un au-mento globale dei consumi dienergia del 42%”. Nel 2013 lamela morsicata ha prodotto33,8 milioni di tonnellate me-triche di gas serra. Attual-

mente le energie rinnovabilialimentano 145 Apple Storenegli USA, il 100% di quelliaustraliani, tutti i data center,tra cui ovviamente quello nuo-vissimo di Reno nel Nevada, eil 94% dei campus Apple.Negli ultimi tre anni, si sotto-linea inoltre nel documento, il

programma di efficienza ener-getica di tutti gli immobili euffici Apple ha portato a un ri-sparmio di 28,5 milioni dikWh di energia elettrica e 2,1milioni di metri cubi di gas na-turale. “L’energia più pulita èperò quella che non si con-suma, sottolinea Lisa Jackson,

vicepresidente per le iniziativeambientali, e dal 2008 ab-biamo ridotto del 57% il con-sumo totale di tutti i prodottiApple. Ognuno dei nostri pro-dotti oggi eccede le già ri-strette specifiche ambientalidello standard “Energy Star”.Inoltre, aggiunge, abbiamo ri-ciclato più di 190 milioni dichilogrammi di componentielettronici. Adesso gli AppleStore ritirano gratuitamenteogni prodotto Apple destinatoalla rottamazione e lo riciclanoresponsabilmente”.Non meno importante poi l’at-tenzione verso la salute deiconsumatori. Obiettivo prima-rio della Apple è eliminarel’uso di tossine pericolose, inmodo che chiunque assembli,usi o ricicli un dispositivopossa farlo in totale sicurezza.Benzene ed n-esano sono staticompletamente eliminati esono continui gli investimentinella chimica verde, finan-ziando ricerche in nuove tec-nologie e materiali che hannoportato alla produzione, adesempio, di cavi per l’alimen-tazione senza PVC e displaysenza mercurio.Insomma, la Apple potrebbe edovrebbe essere da esempioper tutti i colossi aziendali delpianeta.

Il colosso Apple sempre più green

Dalla filiera del riciclo 90.000 posti di lavoro entro il 2020Alessia Esposito

Riuscire a raggiungere gliobiettivi di riciclo previsti dal-l'Unione Europea sarebbe, perl'Italia, non solo un gran tra-guardo, ma anche un punto dacui far partire un rilancio del-l'occupazione e, conseguente-mente, dell'economia. L'UEha imposto una soglia del rici-clo che si attesta al 50% del to-tale dei rifiuti. Ad oggi solo unterzo dei rifiuti urbani è inveceavviato al riciclo. Se al Nord ilricorso alla discarica è limitatoal 22%, al Centro e al Sud rag-giunge ben il 60%.Lo studio "Ricadute occupazio-nali ed economiche nello svi-luppo della filiera del riciclodei rifiuti urbani", realizzatoda Conai (Consorzio NazionaleImballaggi), in collaborazionecon Althesys, traccia, a partiredall'attuale status quo, duepossibili scenari che ha pre-

sentato al Meeting di Rimini,al convegno “Creare Occupa-zione Quali Garanzie?”, allapresenza del ministro del La-voro e delle Politiche Sociali,Giuliano Poletti. Un primoscenario, reputato poco reali-stico, contempla il raggiungi-mento completo degli obiettiviUE, mentre un secondo, piùprudente, ipotizza una medianazionale di riciclo del 50% macon punte minime di 40% emassime di 61% a seconda delpunto di partenza delle di-verse aree geografiche. I rifiutiin discarica, secondo le previ-sioni riguardanti quest'ultimo,si ridurrebbero di 4 milioni ditonnellate entro 2020. Il volume d'affari incremen-tale - riferito a raccolta diffe-renziata, trasporto, selezione,produzione di semilavorati peril riciclo, compostaggio, termo-valorizzazione - nello scenarioprudente è stato valutato pari

a circa 6,2 miliardi, gli investi-menti in strutture ammonte-rebbero a 1,7 miliardi e ilvalore aggiunto raggiunge-rebbe la cifra di 2,3 miliardi.Questo implicherebbe un au-mento di possibilità occupazio-nali: ci sarebbe bisogno dicirca 76.400 nuovi addetti perla filiera e 12.600 nuovi co-struttori di impianti. Con unosviluppo del business che au-menterebbe, in proporzione,maggiormente nel Mezzo-giorno. Lo studio suggerisce leiniziative per far sì che questo“sogno green” diventi realtà:finanziamenti alla ricerca,azioni per promuovere il con-sumo di prodotti sostenibili einiziative per sensibilizzarel'opinione pubblica sui temidell'ecologia e del riciclo. Oltre,ovviamente, a finanziamentidiretti alla filiera. Non restache augurarsi che le previsionisi avverino.

In un solo anno l’impronta del carbonio è calata del 3%

Acque reflue del caffè per produrre energiaAnna Paparo

Cosa hanno in comune le acque reflueimpiegate per la lavorazione del caffè ela produzione di energia? A prima vistaniente. Ma a quanto pare ci sbagliamo.Hanno molto da condividere, visto chealcuni produttori dell'America Latinaper l'auto sostentamento energetico uti-lizzano le acque reflue per produrre puraenergia, evitando così di disperdere so-stanze nocive nell'ambiente. È cosaormai risaputa che circa il 70% dell’of-ferta globale di caffè proviene dall’Ame-rica Latina, ma forse non tutti sanno chequesto tipo di coltivazioni genera acquereflue che possono essere dannose se nontrattate adeguatamente. Ed è proprio daqui che prende spunto questa rivoluzio-naria idea. Nasce, così, il progetto“Energy from Coffee Wasterwater”, con-dotto da UTZ Certified, dimostrando cheè possibile generare energia, affrontareil cambiamento climatico e proteggere lerisorse idriche trattando gli scarichi pro-dotti dagli impianti di macinazione delcaffè. Il progetto è iniziato nel 2010 conl'obiettivo di affrontare i problemi am-bientali e sanitari causati dalle acque re-flue del settore del caffè. Quindi, alcunefamose aziende agricole del caffè in Hon-duras, Nicaragua e Guatemala hannoinstallato particolarissimi e sofisticatiimpianti in grado di estrarre gas metanoe biogas dagli scarti della lavorazioneche solitamente vengono rilasciati nel-l'ambiente a causa dei lavaggi che sononecessari al mantenimento della puliziadegli impianti. Convogliando, poi, le

acque di lavaggio, i rifiuti organici con-tenuti al loro interno si trasformano inbiogas che possono essere impiegati siaper il funzionamento delle macchineagricole che per il semplice uso dome-stico. E ancora, il metano generato du-rante il processo di decomposizioneviene catturato da un reattore realizzatoad hoc ed utilizzato come combustibilepulito per stufe, lampade e altre tipolo-gie di macchine. Bene, il Sud America èil paese per eccellenza in cui viene pro-dotta la maggior quantità di caffè e conquesta scoperta lo diventerà anche perla salvaguardia dell’ambiente. Chil’avrebbe mai detto o, quanto meno, maipensato che le acque reflue, utili per la-vorare il caffè, avrebbero potuto essereimpiegate per produrre energia, diven-tando un valido alleato contro l’inquina-mento. Una scoperta alquantosensazionale, visto che questo riusci-rebbe a ridurre di parecchio i costi e, diconseguenza, anche l’ambiente ne trar-rebbe i suoi vantaggi perché i terreni sa-rebbero privi dei gas. Ma vediamo nelconcreto cosa è stato realizzato. I risul-tati ottenuti vanno dalla prevenzionedella deforestazione degli alberi nativi amigliori ambienti interni per le famiglieche hanno sostituito la legna da arderecon stufe a gas per cucinare. La produ-zione di caffè può ritenersi sostenibiledal punto di vista ambientale. D’ora inpoi gusteremo ‘na tazzulella e’ cafè conancora più gusto pensando che l’am-biente sarà maggiormente salvaguar-dato grazie a questa scoperta quantomai rivoluzionaria e fuori dall’ordinario.

In Honduras, Nicaragua e Guatemala impianti ad hoc per generare biogas

Giulia Martelli

L’autostrada Salerno-Reggio Calabria tanto temutadai vacanzieri potrebbe essere protagonista di unprogetto di restyling davvero futuristico ed ecososte-nibile. Abbandonata, infatti, quasi del tutto lanomea di “trappola infernale” grazie ai lavori di am-modernamento dell’Anas, questa famosissima arte-ria si prepara a diventare una sorta di laboratoriodi sperimentazione di una nuova forma di ediliziaresidenziale. L’idea, venuta agli architetti francesidell’ Oxo Architects (Manal Rachdi - famoso peraver trasformato una metro parigina abbandonatain una piscina-, Samuel Nageotte, Philippe Rizzottie Tanguy Vermet) è quella di convertire i ponti incemento armato in grattacieli green "rovesciati", convista sul mare ed energeticamente autonomi. Le in-frastrutture inutilizzate dell’autostrada A3, neltratto tra Scilla a Bagnara, si tramuterebbero cosìin complessi abitativi con un apporto minimo dinove materie prime, sfruttando la resistenza dei via-dotti, costruiti in previsione di un traffico intenso,riducendo l’impatto ambientale attraverso il riciclodi strutture esistenti e sfruttando l’energia geoter-

mica per via della vicinanza all’Etna. Dal punto divista energetico, il villaggio verticale sarebbe com-pletamente autonomo grazie all'installazione di unimpianto fotovoltaico da 5 MW. Lo studio di Parigiha previsto moduli abitativi futuristici con la strut-tura del ponte ancora visibile, seppur ricostruita conelementi in vetro, cemento ed acciaio. “Lo chiamocondominio invertito – ha dichiarato Rachdi inun’intervista – In un condominio tu vieni dal pianoinferiore e sali in alto. In questo caso tu hai l’autoche ti aspetta al piano di sopra e magari scendi di50 metri per giungere al tuo appartamento”. Il con-cetto ispiratore degli Oxo è quello dell’archeologiamoderna (il ponte) “il risultato di un processo di con-taminazione tra l’urbanizzazione e la natura arram-picata. La vita privata abita pile verticali e supportala socialità orizzontale delle strutture pubbliche, lasituazione offre una unica e aperta a tutti, a tutti ilivelli”. La struttura ipotizzata “aiuta a dare volumeal ponte, a colonizzare i piloni (…) con una spiralestretta con sbalzi di due metri”. Nell’ottica eco-so-stenibile, poi, l’acqua piovana viene immagazzinatain serbatoi in tunnel per la produzione di energia edil consumo interno. Il gas necessario per le abita-

zioni, invece, verrebbe prodotto dalla digestioneanaerobica di rifiuti organici e di energia elettrica edi energia geotermica con un processo di produzionedefinito “hot dry rock”. Unico punto interrogativo èla disponibilità di investimenti (ammonterebbero acirca 22 milioni di euro) che, secondo gli ideatori delprogetto, potrebbe risolversi con l'intervento dell’Eu-ropa e delle istituzioni del Paese.

INVERSIONE DI MARCIA SULL’A3: DA AUTOSTRADA A RISORSA AMBIENTALE

Rosa Funaro

Quando si assume un medici-nale bisogna fare attenzione aquello che si mangia perché al-cuni alimenti possono modifi-carne gli effetti conconseguenze perfino dannoseper la salute. Il problema hadimensioni inquietanti: ricer-catori della Temple Universitydi Philadelphia hanno denun-ciato che il 5 per cento della po-polazione rischia incrociazzardati fra farmaci e cibo.«Gli anticoagulanti sono forsela categoria di medicinali piùcritica per le possibili intera-zioni con gli alimenti: man-giare cibi ricchi di vitamina K,ad esempio, può vanificarecompletamente la terapia»,sottolinea Alessandro Nobili,farmacologo dell' IstitutoMario Negri di Milano, autoreinsieme con il professor SilvioGarattini del libro "Interazionifra farmaci" in cui vengono di-scusse anche le interazioni framedicinali e alimenti. «In altricasi il consumo di alcuni cibi, odi certi integratori alimentari,può comportare "soltanto" ef-

fetti collaterali spiacevoli»,prosegue Nobili. «Va detto cheil più delle volte l' interazionealimento-farmaco non ha serieconseguenze cliniche, ma si li-mita ad alterazioni poco rile-vanti dell' assorbimento e

quindi dell' azione del medici-nale: tuttavia, non sempre ècosì, come dimostra, ad esem-pio, il famigerato caso delsucco di pompelmo. I numerosistudi condotti su questo ali-mento hanno infatti dimo-

strato che perfino in minimequantità può alterare il meta-bolismo di un gran numero difarmaci, in genere aumentan-done la disponibilità in circoloe quindi accrescendo in ma-niera sostanziale la probabilità

di eventi avversi». Il numerodelle interazioni possibili èenorme: l' Associazione deiFarmacisti tedeschi ha pubbli-cato nel 2002 una lista di 315medicinali che possono "fare apugni" con gli alimenti. Tutta-via, solo poche interazioni sonostate realmente indagate.«Non è semplice documentaretraccia degli effetti del cibosulle terapie», ammette Nobili.«Quando un paziente manife-sta un effetto collaterale anchegrave durante un trattamento,la connessione con il consumodi uno specifico alimento non èsempre lampante». Le intera-zioni farmacologiche sono co-munque oggetto di attenzioneda parte delle aziende farma-ceutiche e delle Agenzie rego-latorie già nella fase disviluppo di un farmaco.L’Agenzia Europea dei Medici-nali ha sviluppato e aggiornato(nel 2013) delle apposite lineeguida (“Guideline on the Inve-stigation of Drug Interac-tions”), che delineano unapproccio globale alla valuta-zione del potenziale di intera-zione di un farmaco durante ilsuo sviluppo e forniscono unindirizzo per garantire che ilmedico prescrittore riceva in-formazioni chiare sul poten-ziale di interazione e consiglipratici su come gestirle. Sulsito internet dell’Agenzia ita-liana del Farmaco (www.agen-ziafarmaco.gov.it) è possibiletrovare una sintesi dellaGuida FDA sulle interazioniFarmaci-Alimenti.

Abbinamenti “sbagliati” vanificano l’ efficacia della cura

Farmaci e alimenti: attenti alle interazioni!

Ammirare il cielo stellato in una nottelimpida è un’esperienza bellissima, cheogni volta suscita, immutati, incanto emeraviglia. Purtroppo secondo gli studipiù recenti l’inquinamento luminosoimpedisce a un abitante del mondoogni cinque di vedere la Via Lattea.L’inquinamento luminoso è stato alungo considerato un problema solonegli Stati Uniti, in Europa e in Giap-pone, ma ormai non ci sono in realtànazioni che non ne risentano, di fattocirca due terzi della popolazione mon-diale vivono in cieli inquinati. Nellenostre città non si riesce a scorgere piùdel 4% del numero totale delle stelle vi-sibili ad occhio nudo. Da noi in Campa-nia, come anche nel Lazio e inLombardia, circa il ¾ della popola-zione non riescono più a vedere la ViaLattea, la situazione è leggermente mi-gliore in altre regioni e discrete condi-zioni si rilevano in Molise, Basilicata,Sardegna e in parte della Toscana,dove circa l’80% della popolazione vivein località dove è ancora possibile scor-gere la Via Lattea. Tutto ciò a causadell’inquinamento luminoso, che come

viene definito dalla L.R. 12/2002 èl’emissione di luce artificiale rivolta di-rettamente o indirettamente verso lavolta celeste. E’ indiscutibile che la luceartificiale sia di grande utilità per losvolgimento delle attività umane, servea illuminare strade, piazze o altri luo-ghi di passaggio, però molta di questaluce, a volte a causa di impianti fattimale, viene dispersa verso l’alto o in di-rezione quasi orizzontale in modo in-controllato ed è visibile anche a grandedistanza. Questa luce dispersa, il piùdelle volte, è un inutile spreco di ener-gia e rappresenta la causa scatenantedell’inquinamento luminoso. La lucedispersa fa sì che nell’ambiente au-

menti la luminosità di fondo e di con-seguenza la luminosità del cielo (l’at-mosfera possiede comunque una sualuminosità naturale, ma è appena per-cettibile). Quando la luminosità delcielo, a causa dell’introduzione di luciartificiali, supera determinati valori siha un degrado della trasparenza equindi anche della visibilità dellestelle, come se nell’atmosfera aleg-giasse una perenne nebbia che fa di-ventare invisibili le stelle più debili.Lontano da fonti luminose l’effetto èappena percettibile, ma, avvicinandosialle città, diventa più marcato sino afar scomparire anche le stelle più lumi-nose. Ma gli effetti dell’inquinamentoluminoso non si limitano a privarcidella magia del cielo stellato, finisconoper sconvolgere gli equilibri naturalidel periodo luce/buio e così, ad esempio,gli insetti fotosensibili sono attrattidalle luci notturne e questo può provo-care addirittura l’interruzione deiflussi migratori di specie che possonoentrare a far parte della catena alimen-tare animale e contribuire alla biodi-versità. B.M.

Inquinamento luminosoUn cittadino del mondo su cinque non vede la Via Lattea

Daniela Bove

Cosa sono?Le conserve sono tutte quellepreparazioni alimentari con-fezionate in contenitori a chiu-sura ermetica e sottoposte atrattamento termico che nepermette la stabilizzazione ela conservazione per lunghiperiodi a temperatura am-biente. Si distinguono in con-serve acide e non acide.Le semi-conserve, invece, sonoquelle preparazioni alimen-tari che per la loro composi-zione non possono esseresottoposte a trattamenti ter-mici elevati. Sono alimentinon sterili, perché con la pa-storizzazione vengono di-strutti gran parte dei germima non le spore, per cui soli-tamente si conservano in fri-gorifero per un periodo ditempo più breve rispetto alleconserve.Cause di deterioramento I principali agenti di deterio-ramento sono rappresentatida agenti biologici (microrga-nismi,insetti,animali), agentichimici (enzimi) e agenti fisici(calore,luce).Regole da seguireLa preparazione delle con-serve in ambito domestico èuna tradizione consolidata inmolte regioni italiane. A partele conserve di tipo industrialeche rispondono a determinatirequisiti igienico sanitari, ilproblema principale si poneparticolarmente per quelle ca-salinghe che se non vengonopreparate nel rispetto di al-cune regole possono rappre-sentare un rischio per lasalute. Le principali regole da seguire

sono: l’igiene del personale edella cucina, le attrezzature(utensili e contenitori perfet-tamente puliti), la scelta degliingredienti (prodotti di sta-gione di primissima qualità)selezione e lavaggio dei pro-dotti,sanificazione dei conte-nitori (sterilizzazione deicontenitori e dei tappi), riem-pimento dei contenitori, pa-storizzazione delle conserve(unico trattamento di stabiliz-zazione termica in ambito do-mestico) e ispezione deicontenitori (verifica ermeti-cità della chiusura). Un esempio di conserva è rap-presentato dalle preparazionia base di pomodoro che sonoper tradizione le conservemaggiormente preparate inambito domestico; seguono:vegetali sott’aceto, carne inscatola, tonno in scatola, le-gumi in banda stagnata ecc.Un esempio di semi-conservaè rappresentato da zuppe eminestroni pronti, prodotti es-siccati e liofilizzati, gelati, sur-gelati e prodotti congelati.Al fine di scongiurare possibilirischi legati alla preparazionee/o alla conservazione di talialimenti si suggerisce di atte-nersi a quanto indicato nelle“Linee Guida per la correttapreparazione delle conservealimentari in ambito dome-stico” redatte dall’Istituto Su-periore di Sanità (ISS),attraverso il Centro Nazionaledi Riferimento per il Botuli-smo(CNRB),in collaborazionecon il Ministero della Salute,la Facoltà di Bioscienze e Tec-nologie Agro-alimentari e am-bientali dell’Università degliStudi di Teramo e con il Cen-tro Antiveleni di Pavia.

L’obiettivo è quello di aiutarecoloro che vogliono cimentarsinella preparazione di con-serve domestiche offrendo in-formazioni scientifiche utiliper una corretta gestione ditutto il processo. Fonte: ISS http://www.iss.it/binary/spva4/cont/linee_guida _conserve_botulismo_def.pdf

LLE PREPARAZIONI ALIMENTARIA CHIUSURA ERMETICA

Cosa sono, cause di deterioramento, regole da seguire

Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Il Real Sito di Carditello è uncomplesso architettonico digrande valenza storica e cul-turale della metà del '700, vo-luto da Ferdinando IV diBorbone come Sito Reale oReale Delizia. Il luogo fuscelto in un primo momentoessenzialmente per l'alleva-mento di cavalli e per la cac-cia, perché gli acquitrini dellazona costituivano l'habitatideale per alcune specie di vo-latili. I Borbone prestavanomolta attenzione all'alleva-mento del bufalo, tanto dacreare un allevamento nellatenuta reale di Carditello dovenella metà del '700, insedia-rono anche un caseificio. Peraccogliere il sovrano e i mem-bri della sua famiglia si ri-tenne poi particolarmenteutile far progettare dall'archi-tetto Francesco Collecini, unapalazzina, le dipendenze agri-cole ed una chiesa. A partiredal mese di marzo del 1784, ilavori delle Reali Fabbriche ri-guardarono progressivamentela costruzione dello stallone,della scuderia, dell’abitazionedei vaccari, della stalla dellebufale, della torre dove avve-niva la manipolazione dei lat-ticini, del granaio sulla

scuderia dei cavalli, e di altricomodi per l'agricoltura. Aidue lati del casino si trovanootto torri utilizzate ai piani su-periori come abitazioni per iresidenti del sito. Precede ilsito un ampio stadio, usatoper le feste campestri e lecorse dei cavalli, mentre duevaste corti quadrate delimi-tano il retro. Ricchi gli appa-rati decorativi del corpo difabbrica centrale su due li-velli, coronato da un loggiatoscoperto. Oggi il sito conservasolo una parte degli affreschioriginari neoclassici super-stiti. Da anni, di proprietarioin proprietario, il sito è in to-tale abbandono ed è stato solorecentemente acquisito dalloStato nell’attesa dei necessarie sempre più urgenti restaurie nell’attesa di un vero e con-

creto progetto per la valorizza-zione. A Carditello si lega lastoria, come detto, di uno deiprodotti più famosi del mondoe riferibili alla nostra terra: lafamosa mozzarella. Nasce nelSito Reale ma prosegue la sua“evoluzione” in diverse areedel casertano (in particolarequella di Mondragone) eanche del Salernitano (in par-ticolare quella di Battipaglia)anche se con modalità e carat-teristiche differenti. Quandosi discute del futuro dellaCampania non si può fare ameno di pensare esattamentea progetti che dovrebberounire, in totale armonia (lastessa che architettonica-mente e miracolosamente an-cora si vede a Carditello)natura, siti e tradizioni cultu-rali ed enogastronomiche.

Carditello e le “prime” mozzarelleLuoghi e prodotti della Campania

All’alba del 2014 la Reggia diCarditello è stata ceduta alMinistero dei Beni e delle At-tività Culturali, dopo l’accordocon la SGA, la Società Ge-stione Accordi, che gestisce icrediti del Banco di Napoli. Latenuta che ospita la Reggiavide la luce nel corso del ‘700per volere di Carlo di Borbonee di Ferdinando IV. La resi-denza settecentesca fu proget-tata come reggia di caccia daFrancesco Collecini, bracciodestro di Luigi Vanvitelli, e futrasformata poi da Ferdi-nando IV in una villa di 2.070ettari bagnati dalle acque deiRegi Lagni. Il degrado in cui

oggi versa Carditello ebbe ini-zio con l’unità d’Italia. Dopo ilprogressivo disfacimento, nel2011, è stata disposta la ven-dita all'asta del sito ad unprezzo di partenza di 10 mi-lioni di Euro. Alla fine del 2013tutte le aste erano andate de-serte. Finalmente la buona no-tizia: la Società GestioneAccordi si è aggiudicata il sitoper la cifra di 11,5 milioni dieuro per poi cederlo al Mini-stero. Ora arriva il difficile, perrestituire lustro ad una delleopere di maggiore rilievo delperiodo Borbonico e per evi-tare nuove infiltrazioni daparte della camorra.

Il Real Sito di Carditello

Antonio Palumbo

Quello delle cosiddette “torridel vento” è un antico quantoefficace metodo per il raffre-scamento naturale degli edi-fici, adoperato molti secoli faspecialmente in Iran e nelletorride aree desertiche deiPaesi mediorientali mediter-ranei. Questo espediente co-struttivo, con pochiaccorgimenti, può costituireoggi, anche dal punto di vistaestetico, una semplice, sicuraed interessante soluzione ar-chitettonica per regolare ilmicroclima all’interno degliedifici. Il metodo costruttivodelle torri del vento è legato alconcetto di architettura biocli-matica (da non confonderecon la cosiddetta bioarchitet-tura), il quale si basa su unmodello abitativo che soddisfai requisiti di comfort con ilcontrollo passivo del micro-clima, inteso come una strate-gia che, minimizzando l’uso diimpianti meccanici, massi-mizza l’efficienza degli scambitra edificio e ambiente: la re-golazione delle condizioni mi-croclimatiche interne siottiene controllando attenta-mente le caratteristiche geo-metriche, localizzative etecnologiche della costruzioneedilizia.Questi sistemi di raf-frescamento passivo sono ba-

sati sull’innesco e sull’incre-mento della ventilazione in-door attraverso l’introduzionedi appositi elementi architet-tonici verticali, configuraticome “camini”, o come, ap-punto, vere e proprie torri delvento, aventi appunto la fun-zione di captare i flussi d’ariaed immetterli all’internodell’edificio o di favorirne il

movimento attraverso glispazi abitati. L’induzione diuna buona ventilazione degliambienti consente la dissipa-zione dell’aria dall’internodell’edificio, attuata medianteuna “asportazione convettiva”del calore interno accumu-lato. Dicevamo inoltre che, trale soluzioni tradizionali tecno-logicamente valide utilizzabiliper il raffrescamento estivo,la torre del vento rappresentauna delle più suggestive nellinguaggio architettonico ver-nacolare. In Medio Oriente,soprattutto in territorio ira-niano, se ne possono rinvenireinnumerevoli esempi, diversinella tipologia, che è spessolegata alle caratteristiche am-bientali del sito nonché alletradizioni costruttive locali.L’analisi di questo elementoarchitettonico dovrebbe con-durre a definire tipologie diraffrescamento passivo tali dapoter essere “esportate” anchein luoghi diversi rispetto aquelli di origine, tenendo pre-sente, però, che non tutti icontesti consentono un’appli-cazione di questi sistemi diraffrescamento, codificati ap-punto in Medio Oriente. Ciòvale, in particolare, proprioper l’Italia, dove la scarsa pre-senza di venti prevalentirende di fatto impraticabilisoluzioni del genere. Biso-gnerà, in alternativa, appli-

care il principio della ventila-zione in funzione delle diversestrategie adottabili in cia-scuno dei contesti nei quali siandrà ad operare. Inoltre, dalpunto di vista formale, l’ele-mento della torre potrebbe es-sere, ad esempio, convertitoin quello di “camino solare”.Si possono distinguere duefondamentali configurazionidel sistema in rapporto allespecifiche modalità di funzio-namento e, più specifica-mente, in rapportoall’andamento dei flussi d’ariaattraverso l’edificio: sistemi aflusso d’aria discendente e si-stemi a flusso d’aria ascensio-nale. Nel primo l’elemento“torre” svolge una funzione dicaptazione del vento attra-verso l’apertura in sommità,opportunamente disegnata edorientata controvento.

Nel secondo il sistema pre-vede un andamento ascensio-nale dei flussi d’ariaattraverso l’elemento torre eil vento viene captato dal latocontrovento dell’edificio edaspirato dal camino verso lazona di bassa pressione, de-terminando la ventilazionedegli spazi abitati. L’attuale situazione ambien-tale, determinata dalle tra-sformazioni e daicambiamenti climatici, sugge-risce l’utilizzo delle torri delvento anche in contesti geo-graficamente distanti dallezone medio orientali, nellequali tale sistema si è forma-lizzato. Attualmente troviamoapplicazioni di tale metodo diraffrescamento anche in con-testi come la Gran Bretagna,la Danimarca e i Paesi nor-deuropei.

Architettura bioclimaticaIl metodo costruttivo per regolare il microclima all’interno degli edifici

Assegnato il Green Drop Award 2014

Alessia Esposito

Tra i premi assegnati al Festi-val del cinema di Venezia cen'è uno dedicato all'ecologia. Sitratta del Green Drop Award equest'anno è stato assegnato a“Il postino” di Andrej Koncha-lovsky. È stata questa la pelli-cola che Green Cross Italia eCittà di Venezia hanno sceltotra tutte quelle in concorso alla71esima Mostra Internazio-nale d’Arte Cinematografica diVenezia con la motivazione chesia stata quella che"meglio abbia inter-pretato i valori del-l'ecologia e dellosviluppo sostenibile,con particolare atten-zione alla conserva-zione del Pianeta e deisuoi ecosistemi per legenerazioni future,agli stili di vita e allacooperazione fra i po-poli". La premiazioneè avvenuta il 5 settem-bre a bordo della MsTuranor Planet Solar,la nave solare più grande delmondo, un catamarano di 40metri supportato energetica-mente da 500 metri quadratidi pannelli fotovoltaici. Il pre-mio è una goccia di vetro sof-

fiato di Murano che contiene,simbolicamente, un campionedi terra proveniente dall'An-tartide, una delle terre simbolodella lotta green. The po-stman’s white nights tratta lastoria di una comunità russa

che vive in un villaggio neipressi del lago Kenozero, apochi passi da una base spa-ziale ipertecnologica. Il fulcrodel film sta nel contrasto tra lastazione e la vita “arretrata”condotta dai pochi abitanti delvillaggio che sono collegati alresto del mondo devono soloattraverso una barca e un lago,una vita ferma al millennioscorso in cui si producono soloi beni necessari alla sussi-stenza. I giurati, Silvia Scola(sceneggiatrice), Blasco Giu-rato (direttore della fotografia)e Chiara Tonelli (bioarchi-tetto), si sono trovati concordisull'assegnazione del GreenDrop Award alla pellicola inquanto “opera di profonda ri-flessione sui rapporti fra uomoe uomo e fra uomo e natura, ilcui futuro è nelle nostre manise solo vorremo assumercenela responsabilità”. Il registaKonchalovsky commenta cosìil film: “Il cinema moderno stiacercando di liberare lo spetta-tore da qualsiasi forma di con-templazione. La contem-plazione è lo stato d’animodell’uomo che si sente tutt’unocon l’universo. Forse questofilm è il tentativo di affinare ilmio udito per ascoltare ilquieto sussurro dell’universo”.

Le tante storie creativedi Victor Nunes FacesMa fin dove può arrivare la fan-tasia? Lontano. Molto lontano.E, quasi sempre, non servonograndi ricchezze o particolarielementi. Bazzicando in inter-net mi sono imbattuta in unavetrina fotografica davvero ap-passionante. L’autore è VictorNunes Faces, un geniale artistabrasiliano, che armato di cartae matita e con l’impiego dipane, schiuma di caffè, tappi,noci , foglie e altri piccoli oggettio elementi di scarto, incanta,con le sue opere, tantissimiocchi in tutto il mondo! Quelloche fa è molto semplice: dà vitaa storie, personaggi e vignette

utilizzando qualsiasi elementoa sua disposizione. È meravi-glioso guardare come dei pop-corn diventino faccine buffe ditanti animali o che forbici sitrasformino in biciclette e pescispada, come gli incarti di cioc-colatini in abiti e accessori. Mason davvero tante le strava-ganze artistiche di Victor! Luiche, a 65 anni, si definisce “an-cora un bambino”. Se deside-rate tuffarvi nel suo mondo,anche solo per pochi minuti, po-tete farlo attraverso la paginaFacebook, grazie alla quale, stacollezionando una marea di fane clienti!

ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA TRIONFA “THE POSTMAN’S WHITE NIGHTS”

ARTE CANADESE AL SERVIZIO DELL’AMBIENTECheryl Gladu è un’artista e designer canadesecon il pallino per l’ambiente e per i progetti chefavoriscano il cambiamento del tessuto socialelocale. Con il sostegno della Concordia Univer-sity di Montreal, dove è ricercatrice all’internodel Centro per la gestione sostenibile d’im-presa, ha cominciato a costruire un databasedei progetti che hanno fatto ricordo a una qual-che forma artistica per tentare di risolvere unproblema ambientale o sociale. Il database, incontinuo aggiornamento, si chiama Change AsArt ed è in continua crescita, sebbene, paroledella stessa Cheryl, “sono comunque limitatadal fatto che parlo e capisco solo inglese e fran-cese: chissà quanti progetti mi sto perdendo”.Qui di seguito qualche suo progetto:1) Rhine Water Purification: si tratta di un la-voro pionieristico che permette la purificazionedell’acqua che altrimenti sarebbe finita nel ba-cino del Reno nelle vicinanze della città di Kre-feld in Germania. Si tratta di un sistema dipurificazione (oggi esposto al museo HausLange) che è anche esteticamente molto bello.2) Time Landscape: un angolo di foresta pre-colombiana nel centro di New York City. C’ètanta land art dietro a questo progetto, con unospazio verde non particolarmente grande chenon è curato come un giardino o un parco, maè una vera e propria porzione di foresta.3) Spoil’s Pile: lo studio Harrison ha reclamatouna cava abbandonata nello stato di New York

e nel corso di 2 anni l’ha trasformata in un’areaverde. Il materiale organico necessario è statofornito dalla collaborazione di comuni, aziende,privati che hanno “donato” complessivamenteoltre 3000 camion di detriti, che lo Stato diNew York ha parzialmente detassato. Ora lospazio è parte dell’Art Park ed è una piacevolearea verde con alberi e prati.4) Elevated Wetlands: una coltura idroponicarealizzata con plastica riciclata che si sviluppasu 6 sculture a forma animale di polistirolo. Lesculture non solo ospitano le piante ma contri-buiscono anche alla purificazione dell’acqua.Un’artista sicuramente originale e piena d’ini-ziativa e l’ambiente ringrazia. I.B.

Cristina Abbrunzo

Lanciano bombe di semi, sichiamano tra di loro “campa-gneros” e, di solito, attaccanomuniti di innaffiatoio e zappa.Sono i guerrilla gardeners el’Italia ne è piena, da Aosta aPalermo: cittadini col polliceverde che si prendono cura dispazi pubblici abbandonati, fa-cendoli rinascere con azioni digiardinaggio spontanee.Con Guerrilla Gardening si in-tende, dunque, una sorta digiardinaggio politico, una formadi azione ambientalista nonvio-lenta e diretta che già da alcunianni dilaga nelle principali cittàitaliane. Grazie al boom dei so-cial network, questa forma diattivismo sta vivendo unanuova giovinezza. Qualsiasigiardiniere “sovversivo” oggipuò facilmente trovare una co-munità di riferimento, scam-biarsi consigli, documentare leproprie azioni verdi e mettereon line foto, video e commenti. I gruppi recentemente si sonomoltiplicati e hanno dato vitaad una serie di progetti ed ini-ziative indubbiamente interes-santi. E’ il caso ad esempio deL’ABBRACCIAPALO di Mi-lano. Un progetto nato per af-

frontare il tema del verde e del-l'essere cittadino in un modo di-verso, più attivo e piùpersonalizzato. Tutto nasce dal-l’idea di un gruppo di ragazzi,un collettivo di cui fanno parte:Mat (laureata alla Facolta � diArchitettura e Societa � del Poli-tecnico di Milano nel corso di

laurea di Urbanistica), Fabri (ilquale si occupa di mobilità so-stenibile), Stefi (la quale ha stu-diato architettura e stadedicando la sua tesi al riusodelle cascine milanesi), Tommi(il quale ha studiato architet-tura del paesaggio e lavora conle piante). Un’iniziativa sem-

plice e alla portata di tutti per-ché ognuno possa concorrere amigliorare la città. Piccoleazioni individuali a bassissimocosto, sparse sul territorio, checambiano il volto della propriavia, delle piazze, dei quartieri.L'azione è molto semplicequanto intelligente: utilizzare

contenitori di scarto di pic-cole/medie dimensioni (come lelatte, piccole ceste di legno o vi-mini, ecc), abbellirli, riempirli diterra e metterci una piantina.Può essere un'erba aromatica,fiori (possibilmente non troppofragili) o piante grasse. Unavolta pronta, si lega il barattolocon un laccio a un palo, a unaringhiera o in tanti altri posti,in tutti quei punti della cittàparticolarmente grigi o da recu-perare, per dar loro un tocco diverde o una nota olfattiva. Lafunzione principale di AB-BRACCIAPALO è quella di an-dare a "colpire" le periferie, lezone più bisognose di un toccodi verde e colore, ma anche faralzare gli occhi da terra o dalcellulare ai milanesi. Più cheuna lotta al degrado, quindi, èproprio voglia di risvegliare lecoscienze e abbellire l’ambientein cui si vive.Se dovesse prendere piede que-sta nuova forma di “guerrillaecologica”, si potranno vederedei gerani penzolare da un di-vieto di sosta o del basilico fil-trare la luce di un lampione. Ese capiterà di dimenticare lemelanzane al supermercato, sipotrà mandare il proprio figlioal semaforo più vicino.L' ABBRACCIAPALO è un pro-getto che muta a seconda di chilo fa: ognuno può fare una pic-cola cosa per migliorare la pro-pria città e, in fin dei conti, laqualità della vita di tutti.

I giardinieri di Santa Rosalia fanno “piazza pulita”Obiettivo: recuperare la sacralità del verde urbano

Hanno deciso di chiamarsi i«giardinieri di Santa Rosalia»e di affidare a se stessi la mis-sione di salvare alcuni angolidi Palermo dal degrado. Giardinieri sì, ma perché di S.Rosalia? È la santa patronadella città dove operano: Pa-lermo. Tra i palermitani eSanta Rosalia c'è un rapportodi amore viscerale! E poi mainome di santa è stato più ap-propriato! L'obiettivo? Ridaresacralità agli spazi verdi e aigiardini abbandonati dellacittà, accostarsi alla cultura ealla vita dei quartieri popolari,dialogare per recuperare dalbasso gli spazi pubblici abban-donati. Si tratta di un gruppospontaneo di giovani, un movi-mento di cittadini stanchi dipassare da uno dei quartieristorici di Palermo, Ballarò, evedere una piazza adibita da

un lato a discarica, con topi epuzza a seguito, e dall'altro aparcheggio. Un bel giornoquasi per caso si sono incon-trati e hanno deciso di ripren-dersi quella piazza, anzi,giocando con le parole po-tremmo dire, hanno deciso difare “piazza pulita”!Armati di buona volontà i ra-gazzi hanno richiesto all’Amiaun cassone per rifiuti impor-tanti e hanno ripulito l’intera

piazza per poi impegnarsinella realizzazione di panche earee verdi, dando prova dicome si possano reinventaregli spazi utilizzando materialiriciclati. Piante e fiori, concessidal vivaio comunale hannotrasformato la piazzetta in unluogo molto più dignitoso egrazie ad una piccola collettaraccolta dal gruppo, sono staticurati tutti i dettagli del pro-getto ecologico, dall’interra-mento delle piante allaverniciatura delle strutture.Ecco che l'immondezzaio ab-bandonato si è trasformato inun giardino fiorito! Ma l'atti-vità non si è limitata a questo.Dopo tanto duro lavoro arri-vano i festeggiamenti. L'atti-vità dei giardinieri sitrasforma in un happening so-ciale che si esprime diversa-mente a seconda dei

partecipanti: dalla prepara-zione di una marmellata diarance all'aria aperta, allebande musicali, ai racconti perbambini, ecc.Oggi la collaborazione dellagente del quartiere è fonda-mentale per mantenere pulitoil giardino una volta inaugu-rato. Questo, infatti, ha biso-gno di cure e manutenzionecostanti per non regredire al-l'iniziale stato di abbandono.La gente del posto dovrà sen-tirlo proprio per difenderlo ecustodirlo con l'aiuto di questirivoluzionari giardinieri che,simpaticamente, ad ognipianta o aiuola hanno affissoun cartello che dice “Santa Ro-salia benedice chi innaffia”, unparticolare invito a prendersicura di quello che è stato semi-nato nel terreno e tra la gente.

C.A.

La rivoluzione green degli “abbracciapalo”Appendi una pianta per migliorare la città

Eleonora Ferrara

Il rilievo fondamentale cheassume il lavoro per il sog-getto, sia quale entità sociale,che come piena realizzazioneed affermazione della propriadignità, è sancito innanzi-tutto dalla nostra Costitu-zione. La legge 300/70, inoltre, haposto l’accento sulla salva-guardia della personalità fi-sica e morale del dipendente.La recente normativa giusla-voristica è proiettata versouna tutela ancora più ampia,che si spinge verso una piùmarcata valorizzazione dellecapacità professionali di cia-scun prestatore di lavoro, daesplicarsi in un contesto in cuile condizioni ambientali corri-spondano pienamente a queisupremi principi informatori,quali la tutela della libertà,della salute, della dignità e ri-servatezza della persona dellavoratore. Quanto innanzi esposto con-trasta, pienamente, conquelle situazioni che soventesi verificano in ambito lavora-tivo, consistenti in manifesta-zioni “aggressive” da parte dialcuni verso altri.In effetti, è ben noto che l’ag-gressività non è altro che unareazione alla frustrazione,consistente in azioni che met-tono in seria difficoltà la per-sona che si avverte comecausa della frustrazione. Sitratta, quindi, di una aggres-sività molto attenuata che sisviluppa all’interno del conte-sto sociale, parallelamente aquella violenta, del tuttoinammissibile.In ambito lavorativo, tale pre-varicazione si sostanzia inabusi di potere, tendenti allacreazione di situazioni di con-flitto caratterizzate da azionioffensive e persecutorie, per-petrate, in modo sistematico,ai danni di un dipendente, alpunto da farne scaturire undanno alla salute psicofisicadello stesso.Discutere di prevaricazione inambito lavorativo, quindi, si-gnifica soffermarsi su queicomportamenti ostili da partedi colleghi e superiori, che sitraducono in una vera e pro-pria “guerra di nervi”. In poche parole, si tratta diun maltrattamento deliberatoe ripetuto nel tempo, da partedei superiori o di uno o più

colleghi, con lo scopo di emar-ginare totalmente la vittima,mediante il ricorso a mezzimeschini quali pettegolezzi ecalunnie, boicottaggio dell’at-tività lavorativa, abuso di po-tere, comportamenti dispoticio altro ancora. La legge, intanto, soccorre neldettare le linee guida per evi-tare tali deplorevoli situa-zioni, mediante la previsionedi codici di comportamentodei dipendenti pubblici.Difatti, il Decreto Legislativo30 marzo 2001 n. 165 “Normegenerali sull’ordinamento dellavoro alle dipendenze delleamministrazioni pubbliche”,all’art. 54 in tema di Codice dicomportamento, sancisce alcomma 5 che “Ciascuna pub-blica amministrazione defini-sce, con procedura aperta allapartecipazione e previo pa-rere obbligatorio del proprioorganismo indipendente divalutazione, un proprio codicedi comportamento che integrae specifica il codice di compor-tamento di cui al comma 1... ”.Anche la nostra Agenzia, inconformità della normativavigente anche integrativa, haadottato un nuovo Codice di

Comportamento dei propri di-pendenti, compresi i dirigenti,il personale in comando etutti coloro che, a qualunquetitolo, collaborano con essa,precisando compiutamente ilcorretto comportamento che

ciascun dipendente deve as-sumere. È naturale che nel momentoin cui ci si discosti dal correttomodello di comportamentosancito, l’Amministrazione in-tervenga sanzionando tale

inaccettabile agire. In ognicaso, ciò che conta veramenteè il rispetto della persona, lacui dignità va considerata erispettata al di là di qualsiasiatteggiamento dispotico, me-schino, quindi prevaricatore.

RIFIUTI combustione di residui vegetaliSi discosta dal concetto di utilizzo ex art.185, D.L.vo n. 152/2006, nella parte in cuirelativamente a sfalci e potature fa riferi-mento all’impiego in agricoltura, nella sel-vicoltura o per la produzione di energia,l’incenerimento di materiale che venga ef-fettuato direttamente dal produttore sulluogo di produzione, trattandosi comunquedi una forma di autosmaltimento non con-sentita in assenza, quantomeno, di comu-nicazione ex art. 215 D.L.vo n. 152/2006.Peraltro, a seguito dell’introduzione del de-litto di cui all’art. 256-bis, comma 2, D.L.von. 152/2006 la combustione non autoriz-zata, quale modalità di smaltimento dei ri-fiuti dolosamente perseguita all'esitodell'attività di raccolta, trasporto e spedi-zione, qualifica le corrispondenti condottepreviste dagli artt. 256 e 259, d.lgs.152/2006, facendole assurgere a fattispecieautonoma di reato, ancorché a tali fasi digestione del rifiuto, prodromiche alla com-bustione, non segua la combustione stessa.Ne consegue che la condotta di autosmal-timento mediante combustione illecita dirifiuti continua ad avere penale rilevanza(fattispecie relativa all’incenerimento,

svolto privatamente da un contadino, discarti vegetali provenienti dal proprio ter-reno). Cassazione Pen. Sez. III del01/08/2014 n. 34098RIFIUTINon vi è dubbio che ogni qualvolta l’attivitàdi abbandono ovvero di deposito incontrol-lato di rifiuti, sia prodromica ad una suc-cessiva fase di smaltimento ovvero direcupero del rifiuto stesso, caratterizzan-dosi, pertanto, essa come una forma, perquanto elementare, di gestione del rifiuto,

la relativa illiceità penale permea di sé l’in-tera condotta integrando, pertanto, unafattispecie penale di durata, la cui perma-nenza cessa soltanto con il compimentodelle fasi ulteriori rispetto a quella di rila-scio. Laddove, invece, siffatta attività noncostituisca l’antecedente di una successivafase volta al compimento di ulteriori ope-razioni aventi ad oggetto appunto lo smal-timento od il recupero del rifiuto, maracchiuda in sé l’intero disvalore penaledella condotta, non vi è ragione di ritenereche essa sia idonea ad integrare un reatopermanente; ciò in quanto, essendosi ilreato pienamente perfezionato ed esauritoin tutte le sue componenti oggettive e sog-gettive, risulterebbe del tutto irragionevolenon considerarne oramai cristallizzati iprofili dinamici fin dal momento del rila-scio del rifiuto, nessuna ulteriore attivitàresiduando alla descritta condotta di ab-bandono (fattispecie relativa al titolare diun maneggio che, a seguito della cessazionedi attività, aveva abbandonato su di un ter-reno di proprietà di terzi rifiuti pericolosi enon pericolosi). Cassazione Pen. Sez. III del15/07/2014 n. 30910. fonte: www.tuttoambiente.it

A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

La prevaricazione nell’ambiente di lavoroLLAVORO E PREVIDENZA

Andrea Tafuro

Mi è ritornato in mente ilviaggio compiuto tempo fa aGenova assieme ad altri com-pagni, per andare a prendereun compagno, missionario inAfrica Equatoriale, che ritor-nava a casa perché seria-mente ammalato, per cui nonpoteva affrontare un cosìlungo viaggio da solo. Man-cavo da Genova da più didieci anni e mi faceva piacererivedere la città nella qualeavevo vissuto molti degli in-tensi e ricchissimi anni dellamia giovanissima esistenza.Arrivati al porto non ho po-tuto non notare l’enorme nu-mero di panfili lussuosi chesostavano in rada. Il miocompagno missionario, d’al-tronde, era ritornato a casa abordo di un trialbero di unricco americano che gli avevaofferto, per così dire, un pas-saggio, non potendo viaggiarein aereo in quanto gli aero-porti erano tutti chiusi acausa dei continui attentatiterroristici. Lungo il viaggiodi ritorno verso Nola abbiamoiniziato a discutere del lussoe dell’uso della ricchezza inmano a poche persone nelmondo. Per puro spirito di

contraddizione io ho esorditodicendo che il lusso è un di-ritto che contempla il godi-mento di feste, gioielli, ville,vivere negli eccessi e ancoradi più. Allora il solito buoni-sta mi fa: “Andrea cos’è illusso, il piacere che ti dà unacosa o il fatto di possederla?”.Di rimando, io… il cattivo, ri-spondo: “È puntare al mas-simo, è volere sempre di più,non essere soddisfatti. Mai. Èavidità e invidia”. Il buono:“Tu non sai di cosa parli. Avolte il vero lusso sta nellecose più semplici”. Il cattivo:“Sei solo un sognatore”. Inevitabilmente il discorso èfinito sulla nuova terra dellusso smodato e spasmodico:la Cina, qui i veri ricchi vo-gliono essere davvero fuoridal comune. Qualsiasi riccomiliardario in tutto il mondo,può possedere imbarcazioni,palazzi, auto e perché no con-cubine. In Cina, che si fachiamare ancora comunista,osano di più, si fanno servirea pranzo una tigre viva. Siavete capito bene, davanti aun selezionatissimo e ri-stretto pubblico, il felinoviene ammazzato fatto apezzi e cucinato: i più impa-zienti bevono subito il suo

sangue caldo, i più insicuri nemangiano il pene. Il governocinese per arginare questo fe-nomeno ha introdotto leggiseverissime. Tutto ciò non ha frenato lasfrontata voglia consumisticadei neomiliardari, pensate uncittadino ha mangiato, quelloche probabilmente è l’ultimoesemplare di tigre indocinese:sconterà svariati anni di car-cere. Un ricco uomo d’affari,tale signor Hu, è stato accu-sato di essersi cibato di tretigri nel solo 2013: passerà 12anni in prigione. Visto che ilfacoltoso miliardario può per-mettersi tutto, o quasi, cosal’ha indotto a fare quello chepermesso non è? Cosa devefare un ricco per dimostrarsipotente? Comprare, posse-dere, comandare, gestire? No,niente di tutto questo, luivuole essere onnipotente, sivuole sostituire a Dio, vuoledecidere della morte, del-l’estinzione di altre specie vi-venti. E’ l’anti-genesi, perchèavete fatto Dio a vostra im-magine, secondo la vostra so-miglianza e non c’è un altroDio a competere con voi. Di-ciamo che Dio pensa comevoi, pensate che odia come voiodiate e che uccide come voiuccidete. Il super-ricco cinesemangia la tigre a rischioestinzione, perché desideramettere in scena una controgenesi, vuole innalzarsi ad

avversario di Dio. Estin-guendo gli ultimi decide lastoria della vita. Come ilrozzo mafioso o lo spregiudi-cato mercante di carneumana non percepisce perchélo fa, ma il suo inconscio la sae non si lascia scappare l’oc-casione. Allora si che è veral’ipotesi che tutto ciò avvieneper la diffusione senza con-trollo di invidia e bramosia. L’invidia consiste nel credereche gli altri esseri viventi pos-siedano qualità, beni, occa-sioni che li rendono felici eche io non ho. Ci sono personeche si rodono interiormente eche si avvelenano la vita perquesto! La società consumi-stica creando dei bisogni arti-ficiali per potervi vendere ciòche vi soddisfa, ingenera deifalsi idoli. I messaggi che viraggiungono vi dicono che peressere felici occorre esserebelli, giovani, sani, ricchi, conpartner e figli intelligenti emoderni, un lavoro ben retri-buito e gratificante… e cisono persone che ci credono!Addirittura pensano che al-l’origine della loro infelicità cisiano dei chili di troppo, un fi-sico non proprio attraente, unlavoro insoddisfacente…Certo tutti vogliamo starbene e lavorare con piacere enon preoccuparsi troppo delfuturo. L’invidia, e pochi neparlano, uccide la vostraanima, suscitando in voi un

malefico dolore inutile, un do-lore bugiardo, che mente equello sì che può uccidere. Lapessima abitudine di confron-tarsi con gli altri, per trovarlimigliori di voi, più belli, piùsimpatici, più ricchi è ancoraincredibilmente diffusa. Seiroso dall’invidia per tua so-rella che ha molto successopiù di te? O del tuo collegad’ufficio che, pur essendo unidiota incapace, ti è passatodavanti nella carriera? Tiurta il fatto che la tua amicad’infanzia possa permettersivacanze lussuose in posti chenon vedrai mai? Non hai bi-sogno di paragonarti aglialtri! Scopri che sei un pezzounico, un capolavoro, non unafotocopia sbiadita! Diventaciò che sei! La bramosia, ildesiderio smodato e ossessivodi possedere, di accaparrarsii beni e la vita altrui, accecala nostra mente e ci porta acommettere ogni sorta di ini-quità. E allora: “…Santa Maria,donna del piano superiore,facci contemplare dagli stessituoi davanzali i misteri gau-diosi, dolorosi e gloriosi dellavita: la gioia, la vittoria, lasalute, la malattia, il dolore,la morte. Sembra strano: masolo da quell'altezza il suc-cesso non farà venire le verti-gini, e solo a quel livello lesconfitte impediranno di la-sciarsi precipitare nel vuoto”.

Tardi ti ho amato,bellezza così antica e così nuova,

tardi ti ho amato.Tu eri dentro di me, e io fuori.

E là ti cercavo.Deforme, mi gettavo

sulle belle forme delle tue creature.Tu eri con me, ma io non ero con te.

Mi tenevano lontano da tequelle creature che non esisterebbero

se non esistessero in te.Mi hai chiamato,

e il tuo grido ha squarciato la mia sordità.Hai mandato un baleno,

e il tuo splendoreha dissipato la mia cecità.Hai effuso il tuo profumo;

l'ho aspirato e ora anelo a te.Ti ho gustato,

e ora ho fame e sete di te.Mi hai toccato,

e ora ardo dal desiderio della tua pace.Sant’Agostino

PERCHÈ PER MOSTRARE POTERE MANGIANO LA BELLEZZA?Il lusso e la ricchezza sono un diritto o sono un insulto sociale?

I momenti che fanno bene alla testa, al corpo ed anche alla città: 13 settembre 2014, la Terza Edizione del “Napoli Bike Festival”

Foto di Fabiana Liguori