Arpa campania ambiente 2014 24

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I ISTITUZIONI Riqualificazione del Litorale Vesuviano Liguori a pag.4 Il dossier wwf sulle foreste È cosa risaputa che il “verde” rappresenta un tesoro inesti- mabile per la vita dell’uomo e di tutta la terra, che ora come ora è messo in serio pericolo dai cambiamenti climatici e dai continui attacchi invasivi e dannosi delle attività umane. Paparo a pag.5 Come scegliere un impianto di riscaldamento efficiente che sia anche in grado di ri- spettare l’ambiente? Parola d’ordine: bioetanolo. Altro non è che etanolo prodotto mediante un processo di fer- mentazione delle biomasse, cioè di prodotti agricoli quali cereali e amidacei – in altre parole colture ricche di zuccheri. Clemente a pag.9 Nutrizione migliore per una vita migliore Mercadante a pag.13 Bioetanolo: scelta economica ed ecologica Decimo rapporto Ispra sull’ambiente nelle città Pubblicata la decima edi- zione del Rapporto sulla qua- lità dell’ambiente urbano, edito da Ispra. Il documento, presentato ufficialmente a Roma lo scorso 18 dicembre, è frutto del lavoro dell’intero Sistema nazionale di prote- zione ambientale, dunque si è avvalso anche del contri- buto attivo dell’Arpac. La pubblicazione, disponibile on-line sul sito web del- l’Ispra, contiene un nutrito set di dati ambientali e di in- formazioni sulle componenti socio-economiche, relativa- mente a 73 comuni capoluogo (tra cui le campane Napoli, Salerno, Caserta, con l’ag- giunta quest’anno di Bene- vento). All’evento di presentazione ha preso parte il sottosegretario all’Am- biente, Barbara Degani. Mosca a pag.7 Promuovere il cambiamento comunicando l’ambiente Come si può arrivare al cuore della gente quando si parla di ambiente? Forse potremmo uti- lizzare qualche tecnica di co- municazione, ad esempio la consapevolezza. Gaudioso a pag.6 Da buona tradizione ogni napoletano che si ri- spetti associa ai giorni delle festività natalizie il gioco della tombola. Superfluo specificare le mo- dalità del celeberrimo gioco dei numeri; più inte- ressante invece può risultare cercare di risalire alle sue origini. Partiamo dal termine “tombola” : sembra derivare dal verbo “tombolare”, utiliz- zato molto di rado ma che vorrebbe dire “girare”... De Crescenzo-Lanza a pag.12 Terzi a pag.15 Nicolas-Édouard Mailly a Napoli Orti in città, rinuncia al super- fluo, marmellate fatte in casa, austerità, chilometro zero, econo- mia circolare, sono alcuni dei ca- valli di battaglia dei predicatori della decrescita felice. Tafuro a pag.19 Perchè rallentare non è la soluzione DAL MONDO NATUR@MENTE 25… Natale! 72… ‘A meraviglia! LAVORO & PREVIDENZA Si lavora alacremente, tanto a Palazzo Chigi, quanto al Mi- nistero del Lavoro, per deli- neare i contorni del decreto contenente la nuova disci- plina del contratto a tutele crescenti. Relativamente alla questione dei licenziamenti, la nozione di “giustificato mo- tivo oggettivo” potrebbe ri- comprendere anche la fattispecie di “scarso rendi- mento”. Per quanto attiene, invece, ai licenziamenti disci- plinari, la tendenza è quella di orientarsi verso la possibi- lità di reintegro nel posto di lavoro, soltanto nei casi di “non sussistenza del fatto ma- teriale”. La tutela reale, oggi, è prevista unicamente in due ipotesi... Ferrara a pag.18 Cambia anche il licenziamento AMBIENTE & SALUTE AMBIENTE & CULTURA AMBIENTE & TRADIZIONE Quella sottile patina di ghiaccio sull’auto Quante volte ci è capitato di osservare nel corso dell’inverno le nostre automobili co- perte da un sottile strato di ghiaccio super- ficiale? Anche le strade, spesso, risultano insidiose proprio per la formazione di que- sta patina di ghiaccio molto pericolosa. Loffredo a pag.6 RACCONTIAMO IL METEO SCIENZA & TECNOLOGIA

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IISTITUZIONI

Riqualificazione del Litorale Vesuviano

Liguori a pag.4

Il dossier wwf sulle foreste

È cosa risaputa che il “verde”rappresenta un tesoro inesti-mabile per la vita dell’uomo edi tutta la terra, che ora comeora è messo in serio pericolodai cambiamenti climatici edai continui attacchi invasivi edannosi delle attività umane.

Paparo a pag.5

Come scegliere un impiantodi riscaldamento efficienteche sia anche in grado di ri-spettare l’ambiente? Parolad’ordine: bioetanolo. Altronon è che etanolo prodottomediante un processo di fer-mentazione delle biomasse,cioè di prodotti agricoliquali cereali e amidacei – inaltre parole colture ricche dizuccheri.

Clemente a pag.9

Nutrizione migliore per una vita migliore

Mercadante a pag.13

Bioetanolo: scelta economica ed ecologica

Decimo rapporto Ispra sull’ambiente nelle città

Pubblicata la decima edi-zione del Rapporto sulla qua-lità dell’ambiente urbano,edito da Ispra. Il documento,presentato ufficialmente aRoma lo scorso 18 dicembre,è frutto del lavoro dell’interoSistema nazionale di prote-zione ambientale, dunque siè avvalso anche del contri-buto attivo dell’Arpac. La pubblicazione, disponibileon-line sul sito web del-l’Ispra, contiene un nutritoset di dati ambientali e di in-formazioni sulle componentisocio-economiche, relativa-mente a 73 comuni capoluogo(tra cui le campane Napoli,Salerno, Caserta, con l’ag-giunta quest’anno di Bene-vento). All’evento dipresentazione ha preso parteil sottosegretario all’Am-biente, Barbara Degani.

Mosca a pag.7

Promuovere il cambiamentocomunicando l’ambiente

Come si può arrivare al cuoredella gente quando si parla diambiente? Forse potremmo uti-lizzare qualche tecnica di co-municazione, ad esempio la consapevolezza.

Gaudioso a pag.6

Da buona tradizione ogni napoletano che si ri-spetti associa ai giorni delle festività natalizie ilgioco della tombola. Superfluo specificare le mo-dalità del celeberrimo gioco dei numeri; più inte-ressante invece può risultare cercare di risalirealle sue origini. Partiamo dal termine “tombola”: sembra derivare dal verbo “tombolare”, utiliz-zato molto di rado ma che vorrebbe dire “girare”...

De Crescenzo-Lanza a pag.12

Terzi a pag.15

Nicolas-ÉdouardMailly a Napoli

Orti in città, rinuncia al super-fluo, marmellate fatte in casa,austerità, chilometro zero, econo-mia circolare, sono alcuni dei ca-valli di battaglia dei predicatoridella decrescita felice.

Tafuro a pag.19

Perchè rallentare non è la soluzione

DAL MONDO

NATUR@MENTE

25… Natale! 72… ‘A meraviglia!

LAVORO & PREVIDENZA

Si lavora alacremente, tanto aPalazzo Chigi, quanto al Mi-nistero del Lavoro, per deli-neare i contorni del decretocontenente la nuova disci-plina del contratto a tutelecrescenti. Relativamente allaquestione dei licenziamenti,la nozione di “giustificato mo-tivo oggettivo” potrebbe ri-comprendere anche lafattispecie di “scarso rendi-mento”. Per quanto attiene,invece, ai licenziamenti disci-plinari, la tendenza è quelladi orientarsi verso la possibi-lità di reintegro nel posto dilavoro, soltanto nei casi di“non sussistenza del fatto ma-teriale”. La tutela reale, oggi,è prevista unicamente in dueipotesi...

Ferrara a pag.18

Cambia anche il licenziamento

AMBIENTE & SALUTE

AMBIENTE & CULTURA

AMBIENTE & TRADIZIONE

Quella sottile patinadi ghiaccio sull’auto

Quante volte ci è capitato di osservare nelcorso dell’inverno le nostre automobili co-perte da un sottile strato di ghiaccio super-ficiale? Anche le strade, spesso, risultanoinsidiose proprio per la formazione di que-sta patina di ghiaccio molto pericolosa.

Loffredo a pag.6

RACCONTIAMO IL METEO

SCIENZA & TECNOLOGIA

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Secondo la classifica stilata daIl Sole 24 Ore, che giunge allasua 25esima edizione, è Ra-venna la città italiana più vi-vibile del 2014. È la primamedaglia d’oro conquistatadalla città emiliana: se si èsempre posizionata in unazona alta, non raggiungeva ilpodio dal 1990, anno dellaprima edizione della ricerca,in cui conquistò il terzo posto

dopo Belluno e Gorizia.Tanti i criteri in base ai qualiviene stilata la classifica: c’èl’area “affari e lavoro” (tassodi occupazione, numero di im-prese, quota di esportazionisul pil), quella “tenore di vita”(valore aggiunto pro capite,patrimonio delle famiglie,consumi, costo delle case,tasso di inflazione), il tasso dicriminalità, la sezione “demo-grafica” (densità di popola-zione, tasso migratorio,percentuale di stranieri rego-lari, rapporto tra giovani e an-ziani, numero medio di annistudio), l’area “servizi, am-biente e salute” (parametroche tiene conto di vari fattori:dal clima alla speranza di vita, dall’efficienza della giustiziaagli asili nido). Quello che haconsentito a Ravenna di sca-lare ben cinque posizioni ri-spetto al 2013, sono imiglioramenti per tenore di

vita e indicatori economici,oltre alla riduzione del tassodella criminalità. La medagliad’argento va invece a Trento(vincitrice della precedenteedizione), mentre al terzoposto si classifica un’altraemiliana, Modena. Le tre cittàhanno letteralmente scalzatoBolzano, da sempre in poleposition e invece ora arretrataal decimo posto. Tra i primati

delle varie città troviamo: allaprima posizione per il valoreaggiunto pro capite Milano,con oltre 43mila euro; in testaper il patrimonio medio dellefamiglie c’è invece Sondrio,mentre le pensioni più altesono a Roma. Siena vince nelsettore demografico, ReggioEmilia in quella “affari e la-voro”, Modena al gradino piùalto per “tenore di vita”.Se a stravincere complessiva-mente è dunque l’Emilia Ro-magna, si nota dal rapportoche anche nei vari ambiti afarla da padrone è il CentroNord. Le medaglie nere spet-tano invece al Sud: l’ultimaclassificata è infatti Agrigento(già ultima nel 2007 e nel2009) che crolla di ben 11 po-sizioni, preceduta da ReggioCalabria e Foggia. La città si-ciliana ha subito un peggiora-mento sia nel tasso dioccupazione (al 40%), bassis-

sima quota di export sul pil,basso valore aggiunto pro ca-pite. Una terra in cui chiu-dono le imprese e il turismonon riesce a prendere il volononostante le meraviglie dellacittà. Cattiva gestione istituzionalee criminalità a metterci lozampino. Relativamente al-l’ordine pubblico il primato divivibilità va a Crotone, ultima

Asti per quanto riguarda ifurti negli appartamenti.Bassa incidenza della micro-criminalità a Oristano, ViboValentia e (ancora) Crotone.Ma bisogna tener conto che idati si basano sulle denunce,non sugli effettivi episodi. Inconclusione, il rapporto sullaqualità della vita confermache si vive meglio nelle realtàmedio-piccole del nord. Nonmale anche il Centro, in par-ticolare delle province toscane(Siena è nona e Livorno undi-cesima). Troppo alto ancora ildivario con il Sud, che conqui-sta la parte alta della classi-fica solo grazie alla Sardegna(Olbia, Sassari e Nuoro). Leregioni peggiori, nel com-plesso, sono Sicilia, Calabria ePuglia. Napoli, fanalino dicoda l’anno scorso, è ancora al96esimo posto (su 107), mapare (e si spera) abbia almenoiniziato la risalita.

Qualità della vita 2014:medaglia d’oro a Ravenna

Angelo Morlando

È certamente una pubblicazione di notevole approfondi-mento scientifico, ma il recente manuale ISPRA n°117/2014, nascendo dal lontano 2003 e avendo come base i“Metodi analitici per le acque”, è uno strumento particolar-mente importante e da diffondere, perché riporta un me-todo ufficiale per la determinazione della Richiesta Chimicadi Ossigeno (COD) che è possibile ritrovare anche nei cam-pionamenti più usuali. Il metodo 5130, infatti, è basatosull’ossidazione delle sostanze organiche ed inorganichepresenti nelle acque ed è largamente in uso presso i labo-ratori pubblici e privati ed è richiamato quale metodo di ri-ferimento in diversi contesti delle attività di monitoraggio

e controllo ambientale,quale ad esempio icontrolli nell’ambitodelle AutorizzazioniAmbientale Integrate.Da anni sono altresìdisponibili proceduredi misurazione delCOD in matrice ac-quosa basati sul me-todo in cuvetta che èparticolarmente utilein quanto il kit per ese-guirlo è facilmente re-peribile in commercio.A tal fine, il ServizioMetrologia Ambien-tale di ISPRA ha orga-

nizzato in sequenza due distinti studi collaborativi. Il primostudio (ISPRA SC004 del 2010) è stato condotto su un cam-pione di acqua ultrapura con aggiunta di ftalato di potassioe acidificata con acido solforico. I risultati dello studioISPRA SC004 e la discussione che ne è seguita con i labo-ratori partecipanti e con le ditte fornitrici e produttrici deitest in cuvetta hanno suggerito di procedere ad un secondostudio collaborativo (ISPRA SC005 del 2012). Il secondostudio collaborativo, è stato condotto su campioni reali a di-versi livelli di concentrazione di COD, costituiti da acquereflue urbane e acque reflue industriali caratterizzate daun’intrinseca maggiore eterogeneità dovuta alla presenzadi solidi sospesi. Si citano, infine, gli autori: Paolo de Zorzi(ISPRA), Stefania Balzamo (ISPRA), Sabrina Barbizzi(ISPRA), Elisa Calabretta (ISPRA), Monica Potalivo(ISPRA), Silvia Rosamilia (ISPRA) con un ringraziamentoparticolare degli stessi autori alla Dott.ssa Maria Belli cheha costituito e guidato il Laboratorio del Servizio Metrolo-gia Ambientale ISPRA a Castel Romano (Roma), promuo-vendone in ambito nazionale ed internazionale le sue

Gli studi ISPRAsulle acque

Edizione XXV del rapporto sulla vivibilità delle città italiane

Determinare la richiesta chimica di ossigeno

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Solo cinque Paesi al mondopossono vantare un surpluscommerciale manifatturierosuperiore a cento miliardi didollari. L’Italia è uno di questi.C’è un paese in Europa che at-tira, più di altri, turisti cinesi,statunitensi, canadesi, austra-liani e brasiliani. È l’Italia. C’èun Paese le cui produzioni pri-meggiano in efficienza ambien-tale, meno CO2 e meno rifiuti aparità di prodotto: è l’Italia.Sono alcuni dei dati del dossierdieci verità sulla competitivitàitaliana con cui FondazioneSymbola, Unioncamere e Fon-dazione Edison rispondono atanti luoghi comuni che nonrendono giustizia al nostroPaese. L’Italia, spiegano gliestensori dei documenti, è cer-tamente in crisi e vive, più dialtri Paesi, un momento digrande incertezza appesantitodai suoi problemi storici – leggiil debito pubblico, il nero, laassai diffusa corruzione, unamacchina burocratica pesante,la questione meridionale -, manon è un paese senza futuro. «Apatto che – si legge nei dossier– riparta da ciò che nel mondoci rende eccellenza: la bellezza,il genio, la creatività ancorati aiterritori. E la qualità, che daquella bellezza e creatività traeispirazione e forza: qualità chenel mondo è uno dei sinonimi diItalia, e trova riconoscimentonella forza del made in Italy».Le imprese italiane infatti sonotra le più competitive al mondo.Su un totale di 5.117 prodotti(il massimo livello di disaggre-gazione statistica del commer-cio mondiale), evidenzia ildossier, nel 2012 l’Italia si èpiazzata prima, seconda o terzaal mondo per attivo commer-ciale con l’estero in ben 935.Non solo. Siamo tra le econo-mie che nella globalizzazionehanno conservato maggioriquote di mercato mondiale,mantenendo, dopo l’irruzionedella Cina e degli altri Brics, il72,6% delle quote di export ri-spetto al 1999. Performancemigliore di quelle di Usa(70,2%), Francia (59,8%), Giap-pone (57,3%), Regno Unito(53,4%). Il nostro modello pro-duttivo, fanno notare gli esten-sori delle 10 verità sullacompetitività italiana, è tra ipiù innovativi in campo am-bientale. La zavorra del Pil ita-liano, deducono FondazioneSymbola, Unioncamere e Fon-

dazione Edison, non è certo lacompetitività dell’industria, mail crollo della domanda interna– la cui responsabilità va cer-cata in una interpretazionedogmatica dell’austerity. Il fat-turato interno dell’industriamanifatturiera italiana haperso il 15,9% rispetto al 2008,contro lo 0,3% della Germaniae a fronte di una crescita del4,6% in Francia. Mentre suimercati esteri per dinamica delfatturato industriale abbiamoaddirittura battuto la Germa-nia: +16,5% contro +11,6%. Enon siamo certo il malato d’Eu-ropa: il peso del nostro debitopubblico rispetto al totale deldebito pubblico europeo è in-fatti sceso dal 28,7% del 1995 al22,1% del 2013. Tra i tanti set-tori di successo del made inItaly, uno in particolare hadato prova di vitalità e tenuta,dimostrando di essere un com-parto trainante per tutta l’eco-nomia: l’agroalimentare. Se dal2009 il valore aggiunto a prezzicorrenti dell’intera economia èrisultato pressoché stagnante(+2,2%), quello agroalimentareha invece registrato un +10,6%– di cui agricoltura +14,2% etrasformazione alimentare+6,8%. Grazie anche a primatiassoluti come il maggior nu-mero di certificazioni alimen-

tari a livello comunitario.Siamo, infatti, il Paese più forteal mondo per prodotti distin-tivi, con 266 prodotti Dop e Igpe 4.698 specialità tradizionaliregionali, seguiti a distanza daFrancia, 207, e Spagna, 162.Nel settore vino inoltre l’Italiaconta su ben 332 Doc, 73 Docge 118 Igt. E poi c’è il biologico:siamo i primi in Europa per nu-mero di imprese, tra i primi almondo per superficie e tasso di

crescita. Proprio vista la rile-vanza del comparto Fonda-zione Symbola, Unioncamere eFondazione Edison hanno rea-lizzato con Coldiretti anche unFocus agroalimentare delle 10verità sulla competitività ita-liana. In cui c’è scritto nero subianco che in ben 77 prodotti,sul totale dei 704 in cui vienedisaggregato il commercioagroalimentare mondiale, il no-stro Paese detiene il primo, se-

condo o terzo posto per quote dimercato. Non solo: siamo iprimi anche in termini di occu-pazione, con 7,3 addetti per et-taro a fronte di una media Uedi 6,6. E la nostra agricoltura ètra le più sostenibili. Con 814tonnellate per milione di europrodotto dal settore, infatti,l’agricoltura italiana emette il35% di gas serra in meno dellamedia Ue.En. Br. il-sole-24-ore-12-11-14

Turismo e ambiente: Italia nel gotha mondialeI risultati del dossier “Dieci verità” sulla competitività del nostro Paese

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Rosa Funaro

Poche settimane fa l’assessoreai Trasporti e Viabilità della Re-gione Campania, Sergio Ve-trella, ha presentato il PianoRegionale della Sicurezza Stra-dale della Campania (PRSS). Il documento, innanzitutto, fa ilpunto della situazione sullostato della sicurezza stradale inCampania, registrando il nu-mero di incidenti che si sono ve-rificati, la loro ripartizione perprovince, strade, tipologie, la si-tuazione del parco veicolarepubblico e privato, i comporta-menti a rischio dei conducenti. Ma andiamo nel dettaglio. Nel2013 in Campania si sono veri-ficati 9.100 incidenti con 273morti e 13.848 feriti, per uncosto sociale di un miliardo e380 milioni di euro, ossia 240euro per abitante. Oltre il 22%degli autoveicoli nella regione

sono stati immatricolati primadel 1993, ben al di sopra dellamedia nazionale (13%). Addirit-tura quasi il 40% degli autobusche circolano ha più di ventianni. Il trasporto pubblico sempre piùamico dell’ambiente. Oltre chesull’ammodernamento deimezzi, c’è ancora da lavorare perridurre i comportamenti a ri-schio: solo il 51% dei campaninelle aree urbane indossa la cin-tura di sicurezza e il 73% ilcasco. I più “virtuosi”: i condu-centi delle province di Bene-vento e Avellino. Tanti di coloroche lavorano al volante nonfanno una gran figura: quasi il12% dei conducenti di autocarri,ad esempio, fa uso del cellularealla guida, mentre la quasi tota-lità dei tassisti non mette la cin-tura. Questi, solo alcuni dei datistilati.Il Piano pone, poi, l’attenzione

sulle finalità da raggiungere: di-mezzare entro il 2020 il numerodi morti per incidenti stradali ri-spetto al 2010 (per arrivare poia “zero vittime” entro il 2050),ridurre del 50% i pedoni e i cicli-sti morti per incidente stradalee del 40% le persone che hannosubito gravi lesioni e azzerare ilnumero di bambini vittime diincidenti. Altro importante ri-sultato da raggiungere è quello

del 90% di utilizzatori di cinturee casco nel 2016 e del 100% nel2020.A tal proposito, infine, nel docu-mento sono elencate una serie diproposte per il raggiungimentodi questi obiettivi: estensionealla sicurezza stradale degli ar-gomenti trattati dalla Consultaregionale della mobilità, previ-sione di una relazione annualedella Giunta al Consiglio regio-

nale sull’andamento del feno-meno, introduzione nei contrattidi servizio con le aziende di tra-sporto pubblico di corsi di guidasicura periodici per gli autisti,incentivazione ai corsi di guidasicura attraverso l’interlocu-zione con gli istituti assicurativi,estensione delle tecnologie, inparticolare dei sistemi di rileva-zione della velocità media comeil Tutor, esenzione, totale o par-ziale, dal pagamento della tassaregionale di circolazione per iveicoli privati dotati di specifi-che dotazioni di sicurezza e ac-quistati previa rottamazione diveicoli con anzianità superiore adeterminate soglie, e infineesenzione, totale o parziale, dalpagamento della tassa regionaledi circolazione per i veicoli desti-nati al trasporto pubblico localedi prima immatricolazione ca-ratterizzati da specifiche dota-zioni di sicurezza.

Fabiana Liguori

Era una calda sera di settembrequando passeggiavamo in unodei luoghi più suggestivi del Li-torale Vesuviano: il porto delGranatello. Lo ricorda ancora.Ci sentivamo padrone delmondo. E Poseidone, come lasua solita maestria, calmava lenostre irrequiete anime. Finalmente lo scorso novembreè stato sottoscritto tra il Mini-stero dell'Ambiente e la RegioneCampania l'accordo di pro-gramma per la messa in sicu-rezza e la riqualificazione delLitorale Vesuviano. La finalità del Piano è quella diaccertare le effettive condizionidell’area e di valutare i più ur-genti e idonei interventi da ef-fettuare. Le risorse adisposizione ammontano com-plessivamente a 5milioni e 700mila euro e saranno impiegateper la determinazione dei valoridi fondo dei suoli e delle acquedi falda per aree omogenee e si-gnificative (in particolare perTerzigno, Ercolano e la fascia li-toranea Torre Annunziata-Ca-stellammare di Stabia), per laredazione dei piani di indagini

preliminari delle aree pubbli-che, per l’attuazione dei Piani diindagini preliminari, per la re-dazione dei Piani di caratteriz-zazione dei suoli e delle acque difalda per le aree interessate, perl’attuazione dei piani di caratte-rizzazione dei suoli e delle acquedi falda nelle aree di compe-tenza pubblica e presentazione

dei risultati, per il controllo delleattività di campo e validazionedei risultati, per la progetta-zione e realizzazione degli inter-venti di messa in sicurezzad'emergenza e di bonifica dellearee risultate contaminate, perl’adeguamento ed attuazione delpiano di caratterizzazione del-l'area di cava e di discarica in lo-

calità Pozzelle nel Comune diTerzigno, per l’ attuazione delpiano di caratterizzazione del-l'area di discarica Amendola-Formisano nel comune diErcolano e per il controllo delleattività e validazione dei risul-tati analitici. I territori interessati sono: Tre-case, Boscoreale, Terzigno, Bo-

scotrecase, San Giorgio a Cre-mano, Portici, Ercolano, Torredel Greco, Torre Annunziata,Castellammare di Stabia ePompei. Tempi previsti di rea-lizzazione dell’accordo: 36 mesidal trasferimento dei fondi sulbilancio regionale. ''Abbiamosempre considerato una prioritàrealizzare un progetto del ge-nere poiché riteniamo que-st'area strategica per lo svilupposocio-economico della Campa-nia” - ha dichiarato l’assessoreall’Ambiente Giovanni Romano– che ha aggiunto: “Continue-remo a lavorare senza sosta finoa quando non avremo ottenutoil ripristino delle condizioni dibalneabilità di tutto lo specchiod'acqua interessato e consentirela piena fruibilità ai cittadinidell'area e ai tanti visitatori cheogni giorno, in particolare neiperiodi estivi, affollano il litoralevesuviano”. Speriamo, a questo punto, chealle sempre presenti parole se-guano i tanto sospirati fatti,perché, purtroppo, anche sem-plicemente nuotare in traspa-renti e profumate acque èdiventato sempre più privilegiodi pochi e desiderio di tanti.

Messa in sicurezza e riqualificazione del Litorale Vesuviano

Sicurezza Stradale: presentato il Piano Regionale

Sottoscritto l’accordo tra il Ministero dell’Ambiente e la Regione Campania

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Il dossier wwf sulle foresteAnna Paparo

È cosa risaputa che il “verde” rappre-senta un tesoro inestimabile per la vitadell’uomo e di tutta la terra, che ora comeora è messo in serio pericolo dai cambia-menti climatici e dai continui attacchi in-vasivi e dannosi delle attività umane. Citroviamo di fronte a un patrimonio im-menso di verde che rischia di perdersi,una vera e propria risorsa per la lotta aicambiamenti climatici che funzionacome un enorme e potente “assorbi-gasserra”. Le nostre foreste le potremmo, per que-sto, definire vere e proprie “spugne” perla CO2, che assorbono e trattengono,tanto che dentro quelle definibili“buone”, ossia quelle in grado di autori-generarsi, sono custodite ben ottocento-sessanta miliardi di tonnellate dicarbonio. Tutto ciò è stato portato alla ri-balta dal Wwf, che ha acceso i riflettori

sui grandi polmoni della Terra, a pocheore dall'apertura della XX Conferenzadelle parti (Cop) in Perù. Per l'associa-zione del Panda le foreste avranno unruolo centrale nella prossima Conferenzadi Lima, soprattutto l'Amazzonia (il pol-mone della Terra), proprio perché, da unlato, il Perù è uno degli otto Paesi dellagrande foresta dell'America latina; dal-l'altro, perché è il nono Paese con più fo-reste al mondo e tra quelli con il più altotasso di biodiversità. Ma non dobbiamo dimenticare il fattoche il Perù si trova a dover combattereanche contro la perdita di questo habitatunico: la deforestazione viaggia al ritmodi ben settecentoquindici ettari persiogni giorno. In generale, le foreste occu-pano il 31% dell’intera superficie del no-stro Pianeta, pari a oltre quattro miliardidi ettari, di cui 47% tropicali, 9% subtro-picali, 11% temperate e 33% boreali set-tentrionali. Più della metà del verde

mondiale si trova in cinque paesi, cioèCanada, Stati Uniti, Brasile, Russia,Cina. Le foreste intatte coprono una su-perficie di circa 1,31 miliardi di ettari, dicui 50% in aree polari, 46% in aree equa-toriali, 3% in zone a clima mite. Inoltre,nel decennio che va dal 2000 al 2010 ilBrasile è stato il paese maggiormentecolpito con la perdita maggiore di area fo-restale (2,6 milioni di ettari all'anno). A livello globale nel decennio sono andatipersi circa tredici milioni di ettari di fo-resta ogni anno, contro i sedici milioninel periodo precedente. Il Wwf, inoltre,ha ben ricordato i dati del Global CarbonBudget, ossia un programma internazio-nale sul ciclo del carbonio, secondo cuinel 2013 la concentrazione di biossido dicarbonio in atmosfera ha raggiunto letrecentonovantacinque parti per milione,la più alta in ottocento mila anni ed entrola fine di quest’anno saranno raggiunteben quaranta miliardi di tonnellate di

CO2, con un incremento del 2,5% ri-spetto all’anno scorso (2013). Di queste,le emissioni derivanti dai processi di de-forestazione sono pari a 3,3 miliardi ditonnellate nel 2013, l'8% delle emissionitotali. Il Wwf cita poi un recente rapporto in cuiviene calcolato che dall'occupazioneumana non tribale dell'Amazzonia sonostati distrutti almeno quarantadue mi-liardi di alberi, due mila al minuto, inin-terrottamente da almeno quarant’ anni.Tutto ciò per smuovere le coscienze ditutti. Cade a fagiolo, visto che stiamo persalutare il vecchio anno ed accogliere ilnuovo. È proprio il momento giusto per fare bi-lanci, ma soprattutto per dare vita aibuoni propositi. Quale momento migliorese non questo per mettere in attoun’azione di ripristino e di salvaguardiadel patrimonio verde? La Terra vuole re-spirare aria pulita! Aiutiamola!

Affrontare i cambiamenti climaticiEssere preparati alle insidie deicambiamenti climatici e ai con-seguenti cataclismi naturali ècondizione necessaria e suffi-ciente per poter affrontarli nelmigliore dei modi. È ciò che af-ferma lo studio portato avantidall'International Institute forApplied Systems Analysis(Iiasa), secondo cui investirenell'educazione è più redditiziodegli interventi materiali tradi-zionali, come dighe contro leinondazioni. Nello specificodella ricerca, gli studiosi coin-volti hanno analizzato disastrinaturali avvenuti in 167paesinel corso degli ultimi 40anni,mettendo in evidenza le connes-

sioni tra i tassi di mortalità ditali eventi, i livelli di istruzioneed altri fattori come ricchezza esalute. I risultati, a cui sonogiunti, hanno dimostrato comel'istruzione sia la chiave di voltaper migliorare la capacità di

adattamento ai cambiamenticlimatici già inevitabili. Inoltre,è stato calcolato che portare aun livello medio-alto l’istruzionenei Paesi in via di sviluppo co-sterebbe circa cento miliardi didollari e, come hanno ben sotto-

lineato gli esperti dell’Iiasa, ilFondo Verde dell’Onu ne ha rac-colti soltanto nove. C’è ancoratantissima strada da fare.L’educazione rappresenta unostrumento efficace che miglioradirettamente la conoscenza, lacapacità di comprendere ed ela-borare le informazioni ed anchela percezione del rischio. Pernon parlare del miglioramentoche si registrerebbe indiretta-mente per quanto riguarda lostatus socio-economico e il capi-tale sociale, qualità e compe-tenze utili per la sopravvivenzae la gestione delle catastrofi. E’su questo che si è battuto Wol-fgang Lutz, direttore del World

Population Program all'Iiasa,insieme al suo team. “La nostraricerca dimostra che l'istruzioneè più importante del Pil nel ri-durre il numero di morti provo-cato da eventi estremi: unrapido sviluppo dell'istruzionein tutto il mondo porterà ad unariduzione notevole delle vit-time”. Quindi, occorre puntare iltutto per tutto sulla flessibilitàdato che l’impatto dei cambia-menti climatici porta solo incer-tezza. La flessibilità è figliadell'educazione; attualmente in-vece spesso si privilegiano imeno flessibili progetti di inge-gneria o di strategia agricola.

A.P.

Più della metà del verde mondiale si trova in cinque paesi, cioè Canada, Stati Uniti, Brasile, Russia e Cina

L’educazione ambientale migliora la capacità di adattamento agli eventi naturali

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Gennaro Loffredo

Quante volte ci è capitato diosservare nel corso dell’In-verno le nostre automobili co-perte da un sottile strato dighiaccio superficiale? Anche le strade, spesso, risul-tano insidiose proprio per laformazione di questa patina dighiaccio molto pericolosa.Infatti durante le notti stel-late della stagione fredda lascarsa umidità e l’assenza divento favoriscono la massimadispersione di calore in atmo-sfera e la temperatura crolladurante la notte anche dimolti gradi, portandosi inprossimità dello zero o local-mente al di sotto. Gli agricoltori sono preoccu-pati quando le previsioni indi-cano temperature minime di

+2°/+3°C e in realtà nei campiall’alba trovano valori termiciinferiori allo zero, i quali poisono responsabili della forma-zione delle gelate.L’irraggiamento in atmosferalimpida e calma è l’aspetto piùimportante per raffreddarel’aria. In situazioni di alta pressionelo strato d’aria a contatto conil suolo può essere molto

freddo (ci riferiamo ai primi5cm, l’aria fredda infatti siconcentra verso il basso).In questo contesto spesso sinota che alcune autovetturevengono rapidamente rico-perte da un velo di ghiacciosulla carrozzeria, nonostantela temperatura segnalata daltermometro non sia inferioreai 2°-3°C sopra lo zero Questo fenomeno sembre-

rebbe evidenziare un contro-senso, perché sappiamo chel’acqua diventa ghiaccio sola-mente se si scende a 0°C.In realtà ci sono da conside-rare due aspetti importantiche ci aiutano a chiarire il con-cetto:- I metalli che costituiscono lacarrozzeria hanno un’alta ca-pacità termica, ossia acquisi-scono calore e lo disperdononell’ambiente con rapidità; diconseguenza quando la tem-peratura scende, il metallo siraffredda più velocemente del-l’ambiente circostante.- I nostri termometri solita-mente si trovano almeno adun metro, un metro e mezzodal suolo; in condizioni di cielosereno in inverno durante lanotte il terreno si trova sem-pre qualche grado al di sotto

della temperature rilevata dainostri sensori, e di conse-guenza quando la colonnina dimercurio segna 2-3°C solita-mente il suolo è già attornoallo zero. Inoltre il metallo in generale èun ottimo conduttore termicoed elettrico, e se non ci sonofonti di calore dirette sullacarrozzeria, la macchina di-venta quasi sempre parte in-tegrante del suolo,acquisendone la temperatura.Non meravigliamoci, quindi,se nel corso delle prossime set-timane in presenza di altapressione, cielo sereno, umi-dità scarsa e vento assente, cisia la concreta possibilità divedere le nostre macchina ge-late con temperature che nonsono effettivamente allo statopuro di congelamento.

Anna Gaudioso

Come si può arrivare al cuoredella gente quando si parla diambiente? Forse potremmoutilizzare qualche tecnica dicomunicazione, ad esempio laconsapevolezza. L’immaginecommerciale si basa essenzial-mente sull’utilizzo della pub-blicità e sul meccanismo dipenetrazione che essa deter-mina. E’ per questo che utiliz-zare immagini di prodotti cheappartengono alla quotidianitàpuò essere vincente, perchél’immagine deve riuscire ad at-trarre l’attenzione di un pub-blico di più vasta portata aprescindere dal ceto o dal-l’istruzione.Dunque con una buona campa-gna di pubblicità, perché no, sipuò arrivare a stimolare tuttiusando spot che rappresentinomateriali ecologici di largo con-sumo, usati in tutte le sferedella vita quotidiana, a partiredall’alimentazione, l’abbiglia-mento, le case, le utensilerie, icosmetici, i giocattoli eccetera.Insomma bombardare, insenso buono, si può, ma affin-ché si possa riuscire a stimo-lare la voglia di cambiare,bisogna in tutti i modi attivaremeccanismi utili per attrarrel’attenzione di tutti e stimo-

larne la sensibilità. L’obiettivo è quello di diffon-dere una nuova cultura e unnuovo stile di vita. Una culturafondata sulla sintesi tra pas-sato e presente, tra tradizionee progresso, tra arte e tecnolo-gia, tra anima, mente e corpo.Una cultura che parli di bel-lezza e di amore per se stessi,per l’altro e per la Terra che ciospita. Una cultura da tra-durre in gesti di vita quotidianie in scelte professionali, perchédalle azioni di ogni persona di-pende quel futuro che deside-riamo. Perché noi possiamodecidere con le nostre sceltequale società vogliamo per ilfuturo, quale terra vogliamoabitare, quale economia vo-gliamo costruire.Il primo comandamento di chiama l’ambiente è credere neivalori umani, credere nelle po-tenzialità dell’Uomo per co-struire un nuovo modello disocietà, più equo, più umano,più sostenibile. L’Uomo deveprendersi cura della Terra chelo ospita, mettendo insiemetutte le conoscenze, antiche erecenti, per realizzare il megliodi ciò che oggi è possibile. Perché si parla tanto di soste-nibilità? Perché noi tutti ab-biamobisogno della Natura per so-

pravvivere e abbiamo bisognodella sua bellezza per cresceree per creare. Ognuno può farela sua parte per difendere laNatura con piccoli gesti di at-tenzione personale, con scelteprofessionali consapevoli, congrandi scelte collettive. Dalleenergie rinnovabili, dalla bio-architettura ai prodotti natu-rali e biologici, alle tecniche diprevenzione, sono questi i temi

che possono cambiare l’approc-cio dell’uomo per un futuro mi-gliore.La nuova sfida dell’Uomo nellasocietà contemporanea è l’Am-biente in tutte le sue forme.Mirare ad una crescita nonsolo del sapere ma anche del-l’essere e del fare.Amare l’ambiente è dopotuttoun atto d’amore verso di noi, inostri figli, i nostri nipoti e pro-

nipoti. Speriamo perciò che ilNatale che si celebra dallanotte dei tempi e che celebral’amore verso i propri cari e glialtri, possa far riflettere e deci-dere di voler vivere a favoredell’ambiente. Così con unsemplice gesto d’amore ognunodi noi fa un regalo a se stesso,ai propri cari, ai nipoti, proni-poti e in definitiva a tutto ilmondo.

La comunicazione promuove il cambiamento L’educazione ambientale utilizza a volte tecniche mutuate dalla pubblicità

Quel sottile strato di ghiaccio sul parabrezzaRaccontiamo il meteo. La patina gelata si forma sulle auto anche a temperature di poco sopra lo zero

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Luigi Mosca

Come si presenta la qualità dell’am-biente nelle grandi città e nei capoluo-ghi italiani? Anche quest’anno ilrapporto dell’Ispra sulla qualità del-l’ambiente urbano fornisce la rispostapiù esauriente a questo interrogativo.Dalla presenza di spazi verdi nei centriurbani alla produzione di rifiuti, dallaqualità delle acque reflue alle emis-sioni di sostanze inquinanti in atmo-sfera, e molto altro, il documentocurato dall’intero Sistema nazionale diprotezione ambientale spazia tra mol-teplici temi oggetto dell’interesse edelle preoccupazioni dei cittadini. Ilrapporto, nelle parole del direttore ge-nerale dell’Ispra, Stefano Laporta, con-tiene la «migliore informazioneambientale disponibile a livello nazio-nale sulle aree urbane». Presentato aRoma lo scorso 18 dicembre, alla pre-senza, tra gli altri, del sottosegretariodi Stato all’Ambiente, Barbara Deganie del presidente dell’Ispra, Bernardode Bernardinis, lo studio è disponibileesclusivamente in versione elettronicasul sito dell’Ispra, accompagnato da unFocus di approfondimento tematico in-titolato “Le città e la sfida dei cambia-

menti climatici”, e da un volume di sin-tesi disponibile anche in forma carta-cea, il cui titolo è “L’ambiente urbano:conoscere e valutare la complessità”. Ilrapporto si avvale dunque del coordi-namento dell’Ispra e della collabora-zione delle agenzie ambientaliregionali e provinciali (tra cui quellacampana), oltre che di diversi istitutiscientifici italiani. Nell’edizione di que-st’anno, la decima dall’avvio della pub-blicazione, sono state incluse tredicinuove città, tra cui Benevento. Giungedunque a 73 il totale delle città consi-derate dal Rapporto: per quanto ri-guarda la Campania, oltre alcapoluogo sannita, sono presenti Na-poli, Salerno e Caserta. I 73 comuni del rapporto totalizzanooltre 16 milioni di residenti, il 27 per-cento circa della popolazione nazio-nale. Di queste città, la pubblicazioneespone sia i dati ambientali che riccheinformazioni sulle componenti socio-economiche. Ad esempio, si evidenziache, in linea generale, mentre diminui-sce la popolazione dei comuni capo-luogo, aumentano considerevolmente iresidenti delle province. Un processo diredistribuzione della popolazione, lodefiniscono gli esperti, che imponenuove pressioni sull’ambiente e si tra-duce, tra l’altro, in una crescente do-manda di mobilità. Il consumo di suoloper l’edilizia e per nuove infrastruttureè d’altra parte notevole anche all’in-terno delle città capoluogo, con punteche si registrano a Napoli (la città piùdensamente popolata tra quelle delRapporto) e a Milano. Scarsa, al con-trario, la quota di verde pubblico, infe-riore al 5 percento del territoriocomunale in quasi tutte le città consi-derate. Secondo un’indagine condottanel 2013, più di un terzo dei residentidelle città del Rapporto è disponibile aridurre l’utilizzo dell’auto, però l’offertadi trasporto pubblico locale non appareadeguata. Infatti, negli anni dal 2008

al 2012 la disponibilità di mobilitàpubblica è calata notevolmente, so-prattutto al Sud; a Napoli l’offerta diautobus è calata di oltre il 50 percento,ma, in generale, i tre quarti delle cittàdel Rapporto mostrano una flessione dipasseggeri dei trasporti pubblici locali.Note positive, invece, per quanto ri-guarda i servizi di metropolitana, checrescono in diverse città, tra cui lastessa Napoli. Particolare attenzioneviene dedicata alle emissioni di so-stanze inquinanti in atmosfera, so-prattutto al Pm10: in dodici anni, dal2000 al 2012, questo tipo di particolatoviene rilasciato in quantità progressi-vamente minori, nelle città conside-rate. Gli autori del Rapporto stimanoche le emissioni di Pm10 siano calatedi circa il 37 percento nelle 73 città og-getto di studio. Tuttavia, ad analizzarele varie componenti, emerge un’imma-gine a tinte contrastanti, perché, se è

vero che le emissioni dovute al settoreindustriale si sono ridotte del 63 per-cento, e che quelle del trasporto sustrada registrano un meno 50 per-cento, al contrario le emissioni dei ri-scaldamenti domestici aumentano dicirca il 47 percento. Tanto che quest’ul-timo tipo di sorgente è al primo postotra i responsabili delle emissioni diPm10, seguito dall’industria e poi daitrasporti su strada. Questi peraltro sono solo pochi accennialla complessa mole di dati contenutanel Rapporto, che si compone di dodicicapitoli e oltre novecento pagine. Per ilsottosegretario Degani, si tratta di un«documento fondamentale per chi la-vora nella pubblica amministrazione eanche per chi si candida ad ammini-strare», un lavoro «corposo e utile» chepotrebbe essere utilizzato come stru-mento di formazione a beneficio di de-terminate categorie professionali.

La qualità dell’ambiente urbano in 12 temiIl documento è frutto del lavoro delle agenzie ambientali, tra cui Arpac

Pubblicata la decima edizione del rapporto Ispra con un ricco set di dati sulle città capoluogo

Trasporti urbani. Il calo dei passeggeri del trasporto pubblico locale in molte città italiane è unadelle note dolenti toccate dal Rapporto (foto stevetokar.files.wordpress.com).

Copertina della decima edizione del Rapporto.

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 31 dicembre 2014 - Anno X, N.24Edizione chiusa dalla redazione il 30 dicembre 2014

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, F. Clemente, F. Cuoco, G. DeCrescenzo, A. Esposito, E. Ferrara, R. Funaro,L. Iacuzio, G. Loffredo, R. Maisto, D. Matania,B. Mercadante, A. Morlando, A. Paparo, F.Schiattarella, L. Terzi SEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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LL’Agenzia RegionaleL’Agenzia Regionaleper la Protezione Ambientaleper la Protezione Ambientaledella Campania, Ente strumentaledella Campania, Ente strumentaledella Regione Campania, sviluppa attivitàdella Regione Campania, sviluppa attivitàdi monitoraggio, prevenzione e controllodi monitoraggio, prevenzione e controlloorientate a tutelare la qualità ambientaleorientate a tutelare la qualità ambientaledel territorio.del territorio.

Le attività prioritarie dell’Agenzia:Le attività prioritarie dell’Agenzia:Supporto tecnico specialisticoSupporto tecnico specialisticoalle Amministrazioni Locali.alle Amministrazioni Locali.

Analisi chimico-fisiche e biologiche di aria,Analisi chimico-fisiche e biologiche di aria,acque, suolo e rifiuti.acque, suolo e rifiuti.

Misure di campi elettromagnetici,Misure di campi elettromagnetici,rumore e radiazioni ionizzanti.rumore e radiazioni ionizzanti.

Promozione di nuovi strumenti operativi e gestionaliPromozione di nuovi strumenti operativi e gestionaliper la protezione ambientale,per la protezione ambientale,anche in collaborazione con soggetti pubblici e privati.anche in collaborazione con soggetti pubblici e privati.

Contatti:

AGENZIA REGIONALE PROTEZIONE AMBIENTALE CAMPANIA via Vicinale Santa Maria del PiantoCentro Polifunzionale, Torre 180143 Napoli Centralino: 081.2326111

COMMISSARIOdott. Pietro Vasaturo tel: 081.2326302-208fax: 081.2326225 e-mail: [email protected]: [email protected] CEC-PAC: [email protected] Ufficio Legale: [email protected]

DIREZIONE TECNICA Direttore Tecnico: dott.ssa Marinella VitoTel: 081 2326218 Fax: 081 2326324 Mail: [email protected]

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Bioetanolo: scelta economica ed ecologicaFabiana Clemente

Come scegliere un impianto di riscal-damento efficiente che sia anche ingrado di rispettare l’ambiente? Parolad’ordine: bioetanolo. Altro non è cheetanolo prodotto mediante un pro-cesso di fermentazione delle bio-masse, cioè di prodotti agricoli qualicereali e amidacei – in altre parolecolture ricche di zuccheri. Il biocom-bustibile ne sta facendo di strada.Basti pensare che in pochi anni è di-ventato il combustibile più utilizzatoper alimentare camini e stufe. Dal-l’immagine demodè del tradizionalecamino a legna, si passa alla realizza-zione di camini biosostenibili che ditradizionale hanno conservato solol’inserto. Ma in che modo si dimostraun combustibile green? Essendo unrisultato della produzione vegetale lacombustione di bioetanolo non pro-voca emissioni di CO2. Ed ecco spie-gato il motivo per cui un sistema diriscaldamento a bioetanolo presentaun’impiantistica decisamente piùlight. Non è necessaria l’istallazionedi canne fumarie o altra impiantisticafissa in quanto la sua combustioneproduce una bassa percentuale dianidride carbonica e di vapore ac-queo. I vantaggi principali sono l’otti-mizzazione dello spazio ed evitarecostosi e noiosi lavori edili. È anchevero che un sistema di questo tipo èin grado di soddisfare le esigenze di

riscaldamento di un singolo vano dimedie dimensioni e non di un interoappartamento. Inoltre, rispetto ai tradizionali riscal-damenti e ai camini a legna, le stufea bioetanolo prevedono un’accensionerapida, e sono in grado di emanarebuone dosi di calore fin da pochi mi-nuti dopo l’ attivazione. Tuttavia esi-stono anche alcune stufe, di potenzae prezzi superiori che favoriscono l’al-laccio all’impianto esistente dei radia-tori e che a tutti gli effettisostituiscono una caldaia tradizionaleper il riscaldamento a gas. Ma quantoci costa tutto questo? I costi del bioe-tanolo in Italia si aggirano tra i 2,4 ei 4,6 euro per litro. Recentemente èstato inaugurato, in Italia, il primoimpianto per la produzione di biocar-buranti. Nello specifico, ad ospitarequesta nuova realtà in ambito ener-getico è il Piemonte. Beta Renewablesha aperto a Crescentino, in provinciadi Vercelli, il primo impianto almondo per la produzione di bioeta-nolo a partire dai prodotti agricoli re-siduali. Ergo, le rinnovabili al nostroservizio. Non solo in ambienti dome-stici! In definitiva, il consumo dellestufe a bioetanolo risulta essere par-ticolarmente vantaggioso e i prezzi distufe e camini sono convenienti. Ri-spetto alla tradizione è possibile sce-gliere tra una vasta gamma dimodelli da quelli squisitamente clas-sici ai più moderni e vivaci.

Per un’abitazione a basso impatto ambientale

Ilaria Buonfanti

Produrre carburante dalla cellulosaper ridurre l’uso di petrolio. Ungruppo di ricercatori del Belgio hascoperto un modo per trasformare lasegatura in benzina. Utilizzando unnuovo processo chimico, sono ingrado di convertire la cellulosa sottoforma di segatura in catene di idro-carburi.Questi idrocarburi possono essereusati come additivo nella benzina ocome componente della plastica. I ri-cercatori hanno reso noti i propri ri-sultati sulla rivista Energy &Environment Science. Lo studio inquestione porta il titolo di “Direct ca-talytic conversion of cellulose to li-quid straight-chain alkanes”.A livello molecolare la cellulosa, chepuò essere recuperata ad esempiodalla carta riciclata e dagli scartiagricoli, contiene forti catene di car-bonio. I ricercatori hanno sviluppato

un nuovo metodo per ricavare le ca-tene di idrocarburi dalla cellulosautilizzando la bio-raffinazione, per laquale sono in attesa di brevetto. Nel proprio laboratorio hanno instal-lato un reattore chimico in cui vieneutilizzata la segatura di scarto diuna falegnameria. Si tratta di un si-stema per ottenere biocarburantidalle biomassa e per ridurre il ricorsoa sostanze petrolchimiche. Gli idro-carburi ricavati dalla segatura pos-sono rappresentare una soluzioneintermedia da associare alla comunebenzina liquida, fino al momento incui le nostre automobili si baserannosoprattutto su di essa, come hannospiegato i ricercatori. Dalla segatura si può infatti ottenereun additivo verde per sostituire unaporzione della benzina raffinata inmodo tradizionale. Lo stesso additivopuò essere utilizzato per la produ-zione di propilene, etilene e benzene.Distillare le catene di idrocarburi da

petrolio greggio e shale gas (gas daargille) sta diventando sempre piùdifficile e costoso, secondo gli esperti.Dunque il metodo che parte dalla se-gatura potrebbe rappresentareun’opzione sostenibile e conveniente,in un’ottica di distacco progressivodal petrolio. Dal punto di vista economico, la cel-lulosa ha molto potenziale, è disponi-bile in tutto il mondo edessenzialmente costituita da residuivegetali, il che significa che non è inconcorrenza con le coltivazioni ali-mentari. Produce catene di 5 o 6atomi di idrocarburi, nafta leggera,in gergo tecnico. Secondo le conclusione dei ricercatoribelgi, il nuovo metodo potrebbe es-sere molto utile in Europa, dove ab-biamo poco petrolio e non si puòprodurre facilmente shale gas. Potrebbe essere una buona idea indirezione di una minore dipendenzadal petrolio? Probabilmente si.

BENZINA VERDE DALLA SEGATURA

Arriva dal Belgio una soluzione alla nostra dipendenza dal petrolio

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Proprio come un girasole,segue il movimento della no-stra stella per catturarne unaparte dell’energia trasforman-dola in elettricità e in calore. Ilsuo nome è HCPVT (HighConcentration PhotoVoltaicThermal) ed è il nuovo proto-tipo ideato da Airlight Energye da IBM Research e presen-tato qualche settimana fa aZurigo. Non solo energia elet-trica dal fotovoltaico e calore.Il sistema è in grado di desali-nizzare l’acqua, facendola di-ventare potabile, e di fornirearia condizionata.Un solo dispositivo ma moltefunzioni. Il girasole infatti saràin grado di concentrare la ra-diazione solare 2.000 volte e diconvertirne l’80% in energiautile per generare 12 chilowattdi energia elettrica e 20 kilo-watt di calore, sufficienti a sod-disfare il fabbisogno di diverse

abitazioni.Merito dei 36 specchi ellitticifatti con un foglio di plastica ri-ciclabile spesso appena 0,2millimetri e rivestito d’ar-gento. Alto circa 10 metri, il gi-rasole utilizza una parabola di40 metri quadrati che può es-sere modellata in quasi qual-siasi altra forma in meno diquattro ore ed ha caratteristi-che meccaniche simili a quelledell’alluminio ad un quinto delcosto. La superficie a specchio con-centra la radiazione solare ri-flettendola su più ricevitori diliquido raffreddato a micro ca-nali, ciascuno dei quali con-tiene una fitta serie di chipfotovoltaici, che producono aloro volta una potenza elettricafino a 57 watt durante una ti-pica giornata di sole. “La tecnologia di raffredda-mento diretto che utilizza una

piccola potenza di pompaggioper raffreddare i chip fotovol-taici con acqua si ispira al si-stema di apporto di sangue delcorpo umano” ha spiegato ildottor Bruno Michel di IBMResearch. Oltre a produrre energia elet-trica e calore, HCPVT può es-sere personalizzato con

ulteriori attrezzature per for-nire acqua potabile e aria con-dizionata. Nel primo caso,l’acqua salata può passare at-traverso un sistema di distilla-zione a membrana porosa,dove viene vaporizzata e desa-linizzata. Tale sistema po-trebbe fornire 30-40 litri diacqua potabile per metro qua-

drato di superficie del ricevi-tore al giorno. Nel secondocaso, invece un refrigeratorealimentato termicamente per-metterebbe di produrre ariafredda convertendo il calore inraffreddamento attraverso unciclo termico applicato ad unmateriale assorbente liquido osolido.Una soluzione particolarmenteadatta per i paesi dove ener-gia, calore e acqua potabilesono ancora un lusso.Nessun rischio per gli animali.Gli specchi e il ricevitore sonoracchiusi da un grande recintodi plastica trasparente gon-fiato per proteggerli dalla piog-gia e dalla polvere. Quando sarà sul mercato?IBM Research e AirlightEnergy sono al lavoro per far sìche la tecnologia possa esserea prezzi accessibili entro il2017. I.B.

Uno studio recente posiziona ilnostro Paese al top della clas-sifica dell'efficienza energetica,infatti l'Italia è seconda almondo per efficienza energe-tica, seconda solamente allaGermania,un risultato di va-lore che fa di questo un paese-guida a livello mondiale.Efficienza energetica significausare la minor quantità dienergia per ottenere un deter-minato risultato di lavoro, unrapporto da poco rilasciato,realizzato dal Consiglio Ame-ricano per una economia adenergia efficiente (ACEEE),analizza e classifica le 16 prin-cipali economie del mondo inbase a politiche e prestazionienergetiche. Il rapporto prendein considerazione parametriquali gli obiettivi nazionali dirisparmio annuo di energia, laregolamentazione per i veicolia combustibile e i consumimedi per km del parco veicoli,gli standard di efficienza ener-getica per gli elettrodomestici,il fabbisogno energetico degliedifici (riscaldamento e raffre-scamento) e altri fattori piùtecnici. Tutto ciò è stato poitradotto in una scala con va-lore massimo 100.Con 65/100si è classificata al 1° posto la

Germania, al 2° posto l'Italiacon 64 punti,nelle graduatorieper settore, l'Italia è primanella categoria trasporti, laGermania per l'industria, valela pena ricordare che proprio loscorso maggio la Germaniaaveva stabilito un record mon-diale nel generare il 74% delfabbisogno interno di energiada fonti rinnovabili e nel mesedi giugno stava generandometà della sua richiesta ener-

getica da fonte solare,la Cinainvece, che nella classifica ge-nerale è al 4° posto, è primanella categoria edifici ed èstata elogiata per i progressinel perseguire l'efficienzaenergetica.Tra i Paesi menovirtuosi ci sono Australia eStati Uniti,gli esperti chehanno lavorato allo studio di-cono che c’è molta lentezzanegli sforzi per migliorare l'ef-ficienza energetica in questi

due Paesi, elemento contrad-dittorio per economie cosìavanzate. Nella classifica generale gliUsa sono al 13° posto, con42/100, battuti da Cina, Ca-nada e India, ma davanti aRussia, Brasile e Messico. Ap-pena meglio l'Australia, con56/100.L’efficienza energetica-sembra dunque essere la rispo-sta all’esigenza di svilupposostenibile, che passa attra-

verso la crescita industriale,l’utilizzo critico e ottimale dellerisorse ambientali, con rica-dute positive sulle economie esui livelli occupazionali deiPaesi che decidessero di spo-sare questa traiettoria.Se il quadro sembra essere ot-timale per una diffusionedegliinterventi per l’efficienza ener-getica,la convinzione e la por-tata degli stessi dipende ingran parte dalle politiche eco-nomiche, ambientali e indu-striali sia a livello comunitarioche a livello dei singoli Paesi,oltre che dalla capacità di pro-porre una cultura dell’effi-cienza energetica negli adot-tatori. A tal proposito è utilepoter riuscire ad analizzare nelprofondo prossimamente, gliobiettivi europei e nazionali intema di efficienza energetica,ilquadro normativo costruito asostegno degli stessi, e leazioni volte a diffondere la cul-tura dell’efficienza energetica.La diffusione di soluzioni perl’efficienza energetica è sicura-mente lachiave per una cre-scita sostenibile nel medio elungo periodo, l’importante èche l’opportunità sia sfruttatapienamente.

R.M.

L’Italia seconda al mondo per efficienza energetica

Il girasole fotovoltaicoSeguendo i movimenti del sole produce acqua potabile, elettricità e calore

Al primo posto la Germania, Australia e Usa le meno virtuose

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Rosario Maisto

Decine di milioni di granchi sispostano ogni anno dall'in-terno dell'isola australianaalla costa per riprodursi. Percapire quali segnali e qualidecisioni i vari animali adot-tino nel processo di migra-zione, i ricercatori devonoessere in grado di seguire ivari individui e poter intera-gire con essi durante lo spo-stamento di massa. Una cosaquasi impossibile da fare conla gran parte degli uccelli emammiferi, ma che diventapiù semplice con i granchirossi di Christmas Island (Ge-carcoideanatalis). Questo èquello che ha deciso di fare laricercatrice Alison Shaw, be-neficiaria di un fondo di ri-cerca NGS/Waitt, capire aquali segnali ricorrano i gran-chi nello spostamento, che mi-grano annualmente dall'in-terno dell'isola alla costa equali variabili intervenganonella decisione dei singoli in-dividui di migrare, prendendoin considerazione fattorichiave come l'età o il sesso.La parola “migrazione” evocaimmagini di un vasto numerodi animali in movimento, ca-pire perché gli individui dellevarie specie migrino è unadelle grandi domande dellazoologia. Shaw studia la biz-zarra migrazione dei granchirossi di Christmas Islandverso il mare per capire cosaspinga e guidi tutte le migra-zioni animali.Alcune specie digranchio sono totalmente ac-quatiche, alcune stanno sullespiagge dovendo poi trascor-rere del tempo nell'acqua, ealtre sono del tutto terrestri,ma tutti i granchi terricoli de-positano uova che devono svi-lupparsi nell'acqua di mare, equindi devono necessaria-mente compiere questo viag-gio verso esso. In generale,possiamo dire che gli animalimigrano perché a loro con-viene passare parte della lorovita in un luogo e parte in unaltro,questo sembra avere ache fare con la distribuzionedel cibo,la riproduzione e dif-ferenti bisogni nel corso delloro ciclo vitale come la neces-sità di accumulare risorse neltempo. A grandi linee si è ca-

pito che tutti questi fattorisono importanti, ma sap-piamo ancora poco su comeinteragiscano fra loro. L'ideache dei granchi vivessero

nella foresta ma dovesseromigrare sulla costa, e che daadulti non fossero in grado divivere nell'acqua, sembravauna follia, invece è realtà!

Nei granchi rossi i segretidelle migrazioni animali

Da sempre si ri-tiene che la razzaumana sia la piùevoluta della specieanimali, sotto tutti ipunti di vista. Ep-pure, in molti igno-rano quanto glialtri animali siano,per natura, moltopiù abituati al ri-spetto delle regoledel vivere civile ri-spetto a noi. In relazione altema del riciclo dei rifiuti, in-fatti, ci sono alcune specieche lo fanno per natura, se-guendo il proprio istinto eriutilizzando gli scarti ed iprodotti buttati via dagli

umani al fine di riutilizzarlia proprio uso e consumo.Probabilmente, la specie piùconosciuta sia per diffusioneche per capacità di riutiliz-zare i rifiuti, adattandoli alproprio nido, sono gli uccelli:uno in particolare è sopran-

nominato “Giardi-niere della NuovaGuinea” proprio perla sua predisposi-zione a raccogliere irifiuti gettati interra dagli umani,come bottiglie edaltri oggetti di pla-stica, che utilizzaper rendere più ap-pariscente e vistosoil suo nido, al fine di

attirare nuove compagne peraccoppiarsi. Anche i ragnitessitori sono soliti racco-gliere scarti naturali, comerametti e foglie, al fine di co-struire la propria tela, spessodal design molto ricercato ed

apprezzabile. Tra gli animalidi terra, anche i coleotteristercorari meritano di esseremenzionati: benché il loro la-voro di raccolta e “smalti-mento” degli escrementi siadi difficile emulazione, è co-munque molto apprezzatodagli umani che, grazie allaloro opera, risparmiano suicosti di smaltimento dei li-quami. Per quanto concerne,poi, le specie marine, i pa-guri, così come i polipi ed icoralli, risultano essere eco-friendly, sfruttando tutti iresti presenti nei fondali, in-clusi relitti di navi e resti ditubazioni, utilizzati comeveri e propri rifugi. F.Cu.

Fabio Schiattarella

Tracciare tutti gli spostamenti di un giovane esemplare disqualo martello, in mare aperto, nel Golfo della California,è stato finalmente possibile. Questo è un passo in avantiimportante per la loro protezione. Gli squali martello, chedi recente hanno avuto nuove protezioni dall’UN “ Con-vention on the Conservation of MigratorySpecies of WildAnimals”, sono in forte diminuzione, la percentuale salea oltre il 90% in molte parti del mondo. In una delle areedi normale popolamento come il Golfo di California (Mes-sico) il pericolo sono le reti da pesca in cui spesso restanoimprigionati.I ricercatori del Centro Interdisciplinario deCiencias Marinas messicano e della University of Califor-nia hanno monitorato tre giovani esemplari inserendo allabase delle loro pinne pelviche piccoli dispositivi di sorve-glianza elettronica.Dopo dieci mesi solo uno di questiesemplari è stato catturato e rilasciato fornendo impor-tanti informazioni sul viaggio compiuto, un tragitto dioltre 3.350 km. Si è scoperto che durante il giorno il pescenuotava insieme ad altri squali martello in una zona allargo di un’isola mentre, di notte, andava via da solo moltopiù lontano alla ricerca di prede, spingendosi a 270 metridi profondità dove c’è più cibo. Un comportamento utileper aumentare le possibilità di sfamarsi. Bisogna pensareinoltre che i cuccioli, dagli alti tassi metabolici, hanno bi-sogno di consistenti razioni cibo. Se non sono abbastanzaforti e veloci nel catturare le prede potrebbero morire difame.A differenza del Pacifico messicano, dove è estrema-mente rara, nel Golfo di California la presenza di squalimartello è decimata con l’aumentare della pesca senzasosta dell’uomo.

Studio sulla diminuizionedegli squali martello

Riciclare: gli animali che lo fanno per natura

Si spostano dalla foresta alla costa di Christmas Island

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Fabio Cuoco

Il 51% degli italiani è contrariaalle trivellazioni petrolifere: èquesto il risultato ottenuto daun sondaggio promosso da Lo-rien Consulting, istituto di ri-cerche di mercato italiano, ereso noto durante il Forum“Qual’Energia”, tenutosi aRoma nelle scorse settimane.Se le nuove misure, introdottedal “Decreto Sblocca-Italia”,promosso dal governo Renzi, inmerito alle trivellazioni, venis-sero votate attraverso un refe-rendum, dunque, sarebberobocciate: il 53% degli italiani,infatti, si è dichiarato contra-rio alle proposte dell’esecutivosia in merito alla tutela am-bientale sia per la promozionedella “green economy”.Ma nonsono soltanto i semplici citta-dini ad essere divisi a metà trafavorevoli e contrari: anche neipartiti politici ci sono opinionidivergenti e spesso contrappo-ste, basti pensare allo stessoPartito Democratico, all’in-terno del quale il 48% degliiscritti si dice favorevole allo“Sblocca Trivelle”, così come èstato ribattezzato il decreto,mentre il 47% si è dichiarato

apertamente contrario. Il tema delle trivellazioni edello sfruttamento petroliferoè inevitabilmente collegato adun argomento delicatissimo,quello dei cambiamenti clima-tici: anche in merito a questotema, infatti, la maggioranzadegli italiani è convinta che oc-corre puntare sulla conver-sione della produzioneelettrica alle fonti rinnovabili,considerata una vera e propriapriorità assoluta. Quest’operadi conversione, infatti, risultaessere al primo posto nellaspeciale classifica delle neces-sità per l’intera umanità, sca-lando ben due posizionirispetto all’anno scorso. Lapriorità numero due, invece, èquella di ridurre i consumienergetici e le emissioni di-rette delle industrie, un temaquesto che, malgrado sia por-tato avanti e discusso oramaida decenni, resta, purtroppo,sempre di attualità. Quali so-luzioni, dunque, bisogneràadottare per il futuro, al fine diconsegnare ai posteri un pia-neta ancora vivibile? Sempredal sondaggio di Lorien Con-sulting, emerge che circa lametà degli italiani vede nel-

l’agricoltura e nella produzionealimentare di qualità la princi-pale soluzione, configurandouna sorta di vera e propria “de-crescita felice”, che punta sulsettore primario. Anche la ricerca, che peròavrebbe bisogno di sostanziosifinanziamenti da parte delloStato, secondo gli intervistatipotrebbe essere una soluzione

concreta, mentre il 38% delcampione crede nell’adozionedelle energie rinnovabili enell’ecoturismo. Il dato che,però, preoccupa di più è la sfi-ducia che ci sta condizionando:secondo le rilevazioni, infatti,nel 2013 circa il 77% degli ita-liani era disponibile a maggiorisacrifici per ridurre l’impattoambientale, mentre oggi il

dato è sceso di ben 15 puntipercentuali, assestandosi aquota 63%. Se le istituzioninon si adoperano concreta-mente in merito a questa que-stione, così spinosa e delicata,è logico che la coscienza dei cit-tadini si intiepidisca, anchealla luce degli effettivi muta-menti ambientali e climaticidegli ultimi tempi.

Trivellazioni: contrari la metà degli italiani

Green Pride 2014 all'associazione Pianeta Terra

Giulia Martelli

Arriva anche in Campanial’Oscar “Green Pride 2014”. Sitratta di un importante ricono-scimento in tema di ecososteni-bilità tributato all’AssociazionePianeta Terra Onlus, gestricedell'Oasi Naturalistica Le Mor-tine, al confine tra Molise eCampania, nei comuni di Ve-nafro e Capriati a Volturno.Quest’oasi è stata inauguratanel settembre 2001 grazie aduna convenzione stipulata traWWF Italia ed Enel, è estesa32 ettari ed è parte di una piùestesa zona umida caratteriz-zata da un bellissimo bosco flu-viale, ricco di numerose speciefaunistiche e floristiche. A par-tire dal 2008, dopo il mancatoaccordo tra Enel e WWF per lagestione delle Oasi in Italia,l’area è stata affidata a questaOnlus che ha avviato un'azioneconcreta per salvare il Pianeta

e comunicare un giusto mes-saggio di sostenibilità ambien-tale. Il progetto premiato siintitola: “Pianeta Foresty” e sipone con coraggio l'obiettivo dicontrastare le cause del riscal-damento globale attraverso la

creazione di nuovi boschi e lasensibilizzazione delle personead uno stile di vita eco, po-nendo tutta la sua attenzionesulla responsabilità dell'uomoe sulle virtù degli alberi, com-ponenti fondamentali di una

“Green Revolution”.La forza del progetto è la suasemplicità: Pianeta Foresty in-fatti è semplice, educativo econcreto nei risultati. Attra-verso delle campagne di educa-zione ambientale le persone

vengono dotate di un ForestyKit il cui utilizzo interattivopermette di piantare un alberoe di testimoniare, attraversouna community (Bosco Fore-sty), la propria responsabilità.Dal 2009 Pianeta Foresty èriuscito a coinvolgere migliaiadi persone con il Foresty Kit esolo nel 2014 ha piantato più di3.000 nuovi alberi. Questo si-gnifica circa 210 tonnellate diCO2 in meno ogni anno, 65.000mq di riserva protetta imbo-scata e 7.500 mq di nuovi bo-schi. Il sistema adottato èlontano dai falsi slogan e dallefalse apparenze perché rendedirettamente partecipi e re-sponsabili coloro che ne en-trano a far parte. PianetaForesty vuol dire: raggiungereun importante obbiettivo inmodo semplice, tangibile ededucativo, mitigando l'im-pronta ecologica collettiva par-tendo da quella individuale.

È questo il risultato di un sondaggio di Lorien Consulting

L’Oasi le Mortine eccellenza green tra Molise e Campania

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NUTRIZIONE MIGLIORE PER UNA VITA MIGLIORE

Brunella Mercadante

Dal 1945 la produzione di cibo è tripli-cata. Nonostante, però, l'abbondanzadi risorse alimentari circa 800 milionidi persone nel mondo soffrono ancorala fame; sono per lo più nei Paesi invia di sviluppo, 790 milioni secondo lestime FAO. La salute, poi, di circa duemiliardi di individui è compromessaper la carenza nelle diete di micronu-trienti essenziali, senza i quali è diffi-cile raggiungere il pieno potenziale eavere una vita attiva. La fame, infatti,mina lo sviluppo fisico e cognitivo,espone a malattie e causa morte pre-matura. Questo lo scenario in alcuneparti del globo, in altre si assiste invecea crescenti livelli di obesità, con circaun miliardo e mezzo di persone in so-vrappeso, con i conseguenti rischi didiabete, di problemi cardiaci e altremalattie legate allanutrizione. È evi-dente dunque la ne-cessità che i sistemialimentari diventinopiù equilibrati e so-pratutto più sensibilialle esigenze dei po-veri, dei socialmenteesclusi, delle famiglieemarginate dal puntodi vista economico. Lemadri e i bambinisono particolarmentevulnerabili: un sosten-tamento adeguato du-

rante i primi mille giorni, dal concepi-mento al secondo anno di vita, è fonda-mentale. La sfida per superare la famee la malnutrizione attualmente,quindi, non può essere solo quella diaumentare la quantità di cibo disponi-bile, ma deve riguardare anche il mi-glioramento della qualità e la suadistribuzione, garantendo, oltre alla di-sponibilità, anche la qualità a chi ne hapiù bisogno. Tutto ciò salvaguardandoe proteggendo con modi e comporta-menti ecologicamente sostenibili lapossibilità di nutrizione anche alle fu-ture generazioni. La ricerca di produ-zioni alimentari più abbondanti ha,infatti, prodotto grande pressione sullerisorse naturali con degrado dei ter-reni, esaurimento delle forniture diacqua dolce, sconfinamento nelle fore-ste, riduzione degli stock ittici e dellabiodiversità. Ma ormai è evidente che

non sono più sosteni-bili allevamenti inten-sivi, sprechi di risorse;è necessario che ven-gano adottati sistemiproduttivi più sosteni-bili e reattivi, a van-taggio delle comunitàlocali, regimi alimen-tari migliori e più ri-spondenti alleesigenze delle per-sone. Sistemi nuovi edefficaci in grado diprodurre diete variateequilibrate e sane con

cibi ricchi di nutrienti, sostenendo nelcontempo la conservazione della biodi-versità locale e dell'agricoltura diver-sificata, utilizzando le risorse naturaliin modo efficiente per ottenere la mag-giore e migliore produzione alimen-tare. E' di tutta evidenza che èindispensabile un forte impegno perl'attuazione di siffatte politiche agri-cole, che necessitano del coinvolgi-

mento, per tale trasformazione, di tuttii protagonisti dei sistemi alimentari:governi, consumatori, produttori di-stributori, ricercatori, nonché di inter-venti coordinati in materia di sanitàpubblica, istruzione, occupazione eprotezione sociale. ma non è irrile-vante che la creazione di sistemi ali-mentari sani, accessibili e sostenibili euna nutrizione accurata abbiamo

OLIO DI PALMA: NOCIVO PER LA SALUTE E NON SOLO…

L’olio di palma – un prodottodi genere alimentare distri-buito su larga scala - è rica-vato dai frutti della piantatropicale – Elaeis Guineensis– nello specifico dalla loropolpa. Mentre dai semi si ot-tiene l’olio di palmisto. È inassoluto l’ingrediente più uti-lizzato nell’industria dolcia-ria. I bassi costi di produzionefanno si che l’olio di palmaregni sovrano sul mercato. Enon ha rivali neanche dalpunto di vista nutrizionale.Annoverato, infatti, tra i pro-dotti particolarmente ricchi diacidi grassi saturi, è stato eti-chettato dall’OrganizzazioneMondiale della Sanità comeipercolesterolemizzante. Ergo,un prodotto che – secondo gliesperti – aumenterebbe il ri-schio di malattie cardiovasco-

lari, quali infarto, ictus, trom-bosi, aneurisma o cardiopatieischemiche. La grande distri-buzione lo presenta - attra-verso le apposite etichettenutrizionali – sotto la voce di“olii e grassi vegetali”, confe-rendo all’olio di palma un’im-magine di salubrità che nonha ragion d’essere. Una salu-brità fittizia lontana anni lucedal bagaglio di sostanze nutri-tive e benefiche proprie dellacucina green. Basti pensareche il quantitativo di grassi èal pari con la quantità deigrassi animali presenti nellacarne rossa. Qualche dato inpiù ci può aiutare a conosceremeglio il prodotto. Cosa si na-sconde in 100 grammi di oliodi palma? Ben un 47% digrassi saturi, circa un 39% dimonoinsaturi e solo un 14% si

polinsaturi. Nocivo per la sa-lute…insomma! Ma non fini-sce qui. E per l’ambiente qualile conseguenze? E’ prestodetto. La produzione dell’oliodi palma sta provocando unoscenario spaventoso in Indo-nesia e Malesia. Migliaia diettari di foreste tropicaliormai distrutti e depauperati.E’ risaputo, inoltre, che la de-

forestazione di aree boschive èla prima causa di emissioni diCO2 in quella parte dell’Asia.Anche la biodiversità dellespecie animali – oltre a quellevegetali – è fortemente a ri-schio. Interi habitat naturalirasi al suolo per destinare lo

spazio alla coltivazione dipalme. Di intere specie di ani-mali ormai si contano pochecentinaia di esemplari. Un pa-radiso tropicale che ormai diparadisiaco ha conservato sol-tanto istantanee risalenti aun trentennio fa. F.C.

È evidente la necessità che i sistemi alimentari diventino più equilibrati

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Da buona tradizione ogni na-poletano che si rispetti asso-cia ai giorni delle festivitànatalizie il gioco della tom-bola. Superfluo specificare lemodalità del celeberrimogioco dei numeri; più interes-sante invece può risultarecercare di risalire alle sue ori-gini. Partiamo dal termine“tombola” : sembra derivaredal verbo “tombolare”, utiliz-zato molto di rado ma chevorrebbe dire “girare” in rife-rimento al movimento verti-ginoso del paniere checontiene i novanta numeridel gioco. Secondo un’altra in-terpretazione l’etimologiadella parola “tombola” po-trebbe derivare da “tombolo”o “tumulo” per la forma pira-midale del “panariello”. Come e quando nasce la tom-bola? Più che di storia sa-rebbe opportuno parlare dileggenda. Sembra che du-rante il periodo del primo Reborbonico, lo stesso sovranoCarlo III litigò con il frate do-menicano Gregorio MariaRocco. La disputa riguardava

l’antico gioco del lotto, dalquale poi la tombola sarebbederivata. In particolarel’obiettivo del sovrano eraquello di legalizzare il giocod’azzardo del lotto, rendendostatali i tanti soldi spesi dalpopolo per le scommesse.L’opposizione del frate fuforte: la liberalizzazione delle

scommesse avrebbe ulterior-mente allontanato il popolodalla retta via e dalla pre-ghiera. Ebbe la meglio il Re,ma tra i due fu stipulato unpatto: il gioco del lotto sa-rebbe stato sospeso durantele festività natalizie. La ge-nialità dei napoletani portò agiocare a lotto in casa du-

rante i periodi di festa: fu cosìche nacquero il “panariello” ele cartelle con i numeri. Ilgioco del lotto e la tombola ri-chiamano inoltre la famosa“cabala” che in napoletanosarà tradotta con la “smor-fia”. Cabala in particolare de-riva dall’ebraico “qabbàlah”che si traduce con “tradi-zione” ed indica le dottrinemistiche ed esoteriche tra-smesse da Dio. Secondo la Cabala ogni pa-rola, lettera o segno ha un si-gnificato nascosto che puòessere tradotto in numero.Dalle parole ai sogni: secondola Cabala esistono delle forzeextra umane che comunicanoattraverso i sogni il passaggiodai simboli ai numeri. È daqui che deriva la nostra“Smorfia”, libro figurato cheabbina figure, persone, og-getti ai numeri. E quindi 1 èl’Italia, 2 è ‘a piccerella, 47 è‘o muorto, 48 è chillo cheparla così come 90 è ‘a paura!Dalla tradizione e dalla storiaancora oggi la tombola è ilgioco natalizio per eccellenza,non solo a Napoli. La ver-sione “nazionalizzata” non èaltro che il Bingo, gioco iden-

tico in termini di modalità dipartecipazione, ma diversoper essenza e per valori. Seinfatti la tombola nasce comegioco d’azzardo del quale ilpopolo napoletano non potevafarne a meno nemmeno du-rante le festività natalizie,oggi il significato può conside-rarsi praticamente invertito.Fare una “passata di tom-bola” è ancor più un modo perstare insieme e condividere ilpiacere della tavola e dellostare in famiglia. E allora via con le tavolate econ le tombolate, ogni mem-bro della famiglia sceglie lecartelle che ritiene più fortu-nate e tutti pronti a prestareattenzione ai numeri che ilmagico “panariello” faràuscire. Una raccomandazione è d’ob-bligo: i numeri vanno coperticon fagioli, ceci, lenticchie,pasta o qualsiasi altro mate-riale disponibile, anche igusci della frutta secca. Al-lora ben vengano anche itanti altri giochi da tavolo,dal Sinco al Mercante inFiera ai giochi di carte, ma la“passata di tombola” è obbli-gatoria … per tradizione!

25… Natale! 72… ‘A meraviglia!Come e quando nasce la tombola

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Lorenzo Terzi

Nicolas-Édouard Mailly (1810-1891) fu un autorevole mem-bro dell’Académie Royale deBelgique. Storico, scienziato eartista, è annoverato come au-tore di numerose memorie diargomento astronomico. Nel1832 Adolphe Quetelet, fonda-tore dell’Observatoire royal deBelgique, lo inserì quale“aiuto” in questa prestigiosaistituzione e adoperò la sua in-fluenza per farlo nominare im-piegato e segretario aggiuntodella Commissione ammini-strativa del Musée des arts etde l’industrie, nonché ripeti-tore di matematica pressol’École militaire di Bruxelles.Nel 1867 Mailly entrò nell’Aca-démie Royale in qualità disocio corrispondente. Noveanni dopo, a seguito delle be-nemerenze da lui ottenute conil suo lavoro di storico e diastronomo, fu elevato al gradodi “membre titulaire”. Infine,nel 1886, venne chiamato asvolgere le funzioni di direttoredella Classe di scienze dellastessa Académie Royale deBelgique. Quattro anni primaMailly aveva dato alle stampela sua opera più ambiziosa: un

lungo saggio intitolato Histoirede l’Académie impériale et ro-yale des science et belles-let-tres de Bruxelles. Lo scrittorebelga fu anche autore di unoscritto collocabile, sia pure conqualche approssimazione, nelgenere della letteratura diviaggio. Nell’Annuaire de l’Ob-servatoire royal de Bruxellesdel 1859 comparve, infatti, unsuo articolo di 72 pagine, Rela-tion d’un voyage fait en Sicileet dans le midi de l’Italie, pen-dant les mois de mai et de juin1858. L’interesse che spinseMailly a recarsi all’estero fu ditipo quasi esclusivamentescientifico. La narrazione delsuo soggiorno in Sicilia e nel-l’Italia meridionale, in partico-lare a Palermo e a Napoli, sirisolve perciò, essenzialmente,nella rievocazione della visitada lui effettuata agli osserva-tori astronomici delle due prin-cipali città del Regno delle DueSicilie. Lo scienziato descrive,dunque, le caratteristiche fon-damentali del sito dell’Osser-vatorio di Capodimonte,costruito sopra la collina di Mi-radois. Secondo Mailly la posi-zione dell’edificio dovevaconsiderarsi alquanto critica,“perché se, da una parte, l’oriz-

zonte pressoché interamentescoperto, la forza del sole, lalontananza dal rumore dellacittà presentano dei grandivantaggi; dall’altro questi van-taggi sono assai attenuatidall’umidità famigerata dellalocalità e dalla sua esposizione

alla violenza del vento del sud,che spira quasi costantementee ne rende malsano l’abitarvi”.Prima di prendere la via del ri-torno alla volta di Bruxelles il31 maggio del 1858, Mailly de-dica due giorni alla visita delMuseo posto nel Palazzo degli

Studi, ricco di sculture, mo-saici, affreschi, vasi etruschi ecammei, le cui collezioni “dieconomia domestica”, se ricol-locate con l’immaginazione nelcontesto delle case pompeiane,“ci introducono alla vita intimadei Romani”.

Nicolas-Édouard Mailly a Napoli

Il castello di MondragoneLinda Iacuzio

L’insediamento fortificato delmonte Petrino, in posizione do-minante la città di Mondra-gone (provincia di Caserta), èstato oggetto di un accuratostudio di Luigi Crimaco eFrancesca Sogliani, pubblicatonel 2001. In esso si legge che lacosiddetta “Rocca di Mondra-gone” è sita sulla sommitàdell’estrema propaggine orien-tale della dorsale calcarea delMassico, corrispondente - ap-punto - al monte Petrino (412m.). Quanto alle sue origini,probabilmente, secondo Cri-maco e Sogliani, “una primafortificazione dovette conser-vare le caratteristiche di sem-plice ricetto di soldati, pertutto il periodo medievale efino all’occupazione normanna,quando la rocca di Mondra-gone è documentata tra i do-mini dei conti normanni di

Aversa e tra quelli della conteadi Carinola”. Il territorio nel quale è com-preso il forte restò in mano aiLongobardi di Capua fino al1058, data in cui il Principatocapuano passò nel dominio diRiccardo, conte di Aversa; i

suoi discendenti lo manten-nero sino al principio del XIIsecolo. Nel 1134, infatti, Rug-gero il Normanno conquistò larocca e la munì di nuove difese.Nel 1192 il castello si trovòconteso tra le forze di Tan-credi, re di Sicilia, e quelle

dell’imperatore Enrico VI, cheriuscirono a conquistarlo dopoun lungo assedio. Nel 1195 En-rico vendette la rocca a Ric-cardo, conte di Fondi; il figliodi quest’ultimo, Ruggiero, fuconfermato nel possesso dellafortificazione dall’imperatore

Ottone. Federico II di Svevia,però, acquisì a sua volta larocca di Mondragone dal contedi Fondi nel 1221, “nell’ambitodel programma di riorganizza-zione strategica delle difese delRegno”. Alla metà del Quattrocento,nel corso del conflitto angioino-aragonese, il forte sul Massicoassunse un valore strategicodecisivo. Assediato e conqui-stato dalle truppe di Ferdi-nando I d’Aragona, nel 1462 fuconcesso in feudo ai Carafa,che lo tennero fino al 1690. Inseguito, la costruzione conobbeun’inarrestabile decadenza do-vuta al progressivo abbandonodell’insediamento, in parte giàannunciato in età angioina,“quando cominciano a svilup-parsi alcuni nuclei abitativialle falde meridionali delMonte Petrino, i quali darannopoi origine all’attuale centro diMondragone”.

Autorevole membro dell’Académie Royale de Belgique

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Domenico Matania

L’allarme è stato lanciatodalla multinazionale Mars edal gruppo svizzero BarryCallebaut: il cioccolato è a ri-schio estinzione. Non si tratta di una bufala,ma di un dato di fatto se siguardano le stime propostedalle due multinazionali. Nel mondo si consuma piùcacao di quanto se ne riesce aprodurre. Gli amanti del cioc-colato devono cominciare apreoccuparsi visto che se-condo i dati una vera e pro-pria estinzione potrebbeverificarsi già nel 2020,quando la domanda supereràdi gran lunga l’offerta provo-cando reali difficoltà di repe-rimento della materia primacacao. La produzione mondiale in-fatti, non riesce a soddisfarele crescenti richieste: nel2013 il mondo ha consumatosettanta mila tonnellate dicacao in più di quante nesiano state prodotte. Secondoi dati rilasciati dalle multina-zionali Mars e Barry Calle-baut la differenza tra la

richiesta di cacao e la quan-tità prodotta crescerà a 1 mi-lione di tonnellate nel 2020;nel decennio successivo il di-vario potrebbe salire a 2 mi-

lioni di tonnellate. Dati daestinzione! Quali le cause che potrebberoportare alla scomparsa delcacao? Principalmente una

sempre crescente domanda: ilconsumo, come sottolineatodai dati, è oltremodo mag-giore rispetto alle quantitàprodotte.

Ma tra le cause risultanoanche problematiche ambien-tali; la produzione di cacao èin calo a causa della siccità edi una malattia, la Monilio-

phthora - che ha spazzato viatra i 30% e il 40% della pro-duzione globale. Ovviamenteuna simile situazione po-trebbe condurre ad un au-mento vertiginoso dei prezzidi mercato del cacao comemateria prima e del ciocco-lato come prodotto finale sulmercato. Ma non tutto è perduto. Se-condo Guido Gobino, uno deileader della nuova produ-zione di cioccolato in Italia,vede nell’Africa la possibilesoluzione ai mali. In alcunezone del mondo, in particolarmodo nel continente africanoma anche in Indonesia e alBrasile la produzione di cacaopuò ancora essere incremen-tata.

Buone notizie per chi si sposta in bici-cletta. È stato proposto un nuovo mo-dello di bici elettrica interamente inlegno di frassino. Sono trascorsi quasiduecento anni da quando l’inventoretedesco Karl Von Drais nel 1817 diedevita al primo modello di velocipede,antenato della bicicletta. Il modello diVon Drais era in legno e fu brevettatoa Parigi l’anno successivo con il nomedi “vèlocipède” o di “draisenne” (dalsuo cognome). Si trattava ovviamentedi modelli ancora lontani da quelle chepoi sarebbero state le vere e proprie bi-ciclette: basti pensare che il peso eradi circa 22 Kg. Bisogna attendere laseconda metà del diciannovesimo se-colo per trovare le prime bici in me-tallo. Dopo due secoli si torna al legnoanche se non è la prima volta cheviene ideato un simile modello per ilmezzo a due ruote; ma la grande no-vità è che ora l’intero assemblaggio èrealizzato in legno. Il modello realiz-zato in precedenza (in Olanda) infatti

prevedeva alcune parti del telaio inmetallo. La novità invece è stata rea-lizzata dall’inventore e designer tede-sco Matthias Broda per la societàAceteam. Le uniche parti non di legnosono le ruote, il cablaggio e il motoreelettrico da 250 watt che verrà ricari-cato con la pedalata e permetterà almezzo di percorrere fino a 100 km. Il

primo modello è stato testato a Berlinolo scorso 20 novembre, ma il prodottosarà messo sul mercato internazionalenella primavera 2015 da AceateamBerlin. Il costo iniziale, certo, non saràaccessibile a tutti: circa 5000 dollari,prezzo inizialmente proibitivo in-somma!

D.M.

Nel mondo si consuma più cacao di quanto se ne riesce a produrre

Cioccolato a rischio estinzione

Dalla Germania la bici elettrica di legnoUniche parti non in legno: le ruote, il cablaggio, il motore

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Cristina Abbrunzo

La musica è un’arte ed unapassione senza tempo chemette d’accordo persone diogni età e provenienza: c'è chiama il genere classico, chi sicimenta con il rock, il jazz o ilpop ma, a prescindere dal ge-nere, protagonista assoluto èlo stesso strumento.La scelta è vasta, si va dal pia-noforte alla chitarra, dal vio-lino al flauto, dal clarinettoall’arpa etc., ognuno può rin-correre la propria vocazione.Coloro che però desideranounire l'utile al dilettevole, ov-vero l’amore per la musicaall’attenzione per l’ambiente,possono fare dell’arte del rici-clo pane per i propri denti.Proprio così, da oggetti di usoquotidiano che, una volta ter-minato il loro uso sarebberodestinati al cassonetto, è pos-sibile realizzare degli stru-menti musicali: parola diBohemian Guitars, societànata dalla fantasia e dallacreatività dei fratelli Adam eShaun Lee che, insieme a dueamici, hanno deciso di servirsidei recipienti di latta dell’olioper realizzare insolite chi-tarre. Il progetto, lanciato loscorso anno tramite il sitoKickstarter, in pochissimotempo ha riscosso un grande

successo in quanto ha un no-bile fine: rendere la musicanon un bene di lusso bensì unmezzo alla portata di tutti.Il target di riferimento sonotutti i “Bohemian”, ovvero glispiriti liberi che non si fannoimprigionare dalle imposi-zione sociali bensì vivono se-

condo proprie regole basan-dosi su valori quali l'amore, lalibertà e la verità: concettiquesti che i fondatori voglionotrasmettere attraverso i loroprodotti. L’idea viene da lon-tano, dalla città natale dei duefratelli, Johannesburg, in Su-dafrica, là dove hanno preso

spunto proprio dai musicistilocali ammirando come, damateriali di scarto, riesconoad ottenere ottimi suoni. Nonsono infatti indispensabili co-stosi legni esotici, l’alta qua-lità può essere garantitaanche in modo sostenibile,eludendo i canali tradizionali

e recuperando rottami di me-tallo, legno, varie parti di vec-chie chitarre così come lattinedi olio etc. Tutti possono for-nire il proprio contributo: in-viando infatti parti di chitarreinutilizzate e lattine di olio, siotterranno in cambio "BohoPoints", ovvero una sorta dibuoni che permettono di averesconti sul sito Bohemian Gui-tars .Ma non è tutto. La società,partendo dalla filosofia che lamusica è una lingua univer-sale che permette di comuni-care alla gente di ogni dove,ha messo a punto il pro-gramma Far Out Fridays at-traverso il quale promuovel'educazione musicale dei gio-vani donando una chitarraper ogni modello che vienevenduto, ogni venerdì, ad as-sociazioni partner al fine direndere i bambini bisognosi dioggi i musicisti di domani.Ogni vendita avrà, inoltre, unpiacevole risvolto: infatti, gra-zie alla collaborazione conTrees for the Future, verràpiantato un nuovo albero, ungesto di grande importanzache consente ai paesi in via disviluppo di ripristinare la co-pertura arborea delle loroterre e, allo stesso tempo, con-tribuisce a preservare i mezzidi sussistenza fondamentaliper costruire un futuro soste-nibile.

I Riciclato Circo Musicale: l’esempio nostranoLa band italiana che inventa e suona strumenti riciclati

"Non buttate via mai niente,anzi suonatelo": questo invecelo slogan de I Riciclato CircoMusicale, l’esempio nostrano dicome sia possibile realizzare laricerca di un nuovo sound at-traverso strumenti musicaliautoprodotti. I Riciclato Circo Musicale sonouna formazione marchigianache ha fatto della riscopertadella manualità il proprioscopo. Composta da quattro"musicanti", come amano farsichiamare Andrea Accoroni, Si-mone Bellezze, AlessandroFerrato, Massimo Prigigallo,dal 2006 suonano per i festivaldi strada, locali e teatri. Il lororepertorio è composto da branie composizioni originali suo-nati con l'esclusivo utilizzo distrumenti musicali auto-co-struiti con materiali di recu-

pero ed oggetti di uso comune. Le loro composizioni spazianotra diversi generi musicali,dalla World Music al Trip Hop,dal Latino al Reggae, dal Rockalla musica Techno. I Riciclato Circo Musicale tra-sformano i rifiuti solidi urbaniin strumenti musicali e in sce-nografie. Lo scopo delle loroazioni è mosso dalla ricercatimbrica e ritmica, suonano ecostruiscono strumenti musi-

cali utilizzando rifiuti e oggettinon convenzionali. Con lo spi-rito della sperimentazione so-nora continua, utilizzandooggetti che possiamo trovare incasa, in cantina o addiritturarigenerando cose che normal-mente sono destinate allaspazzatura, inventano i loro"strani" strumenti.Da alcuni anni i “RCM” stannoesplorando il mondo dei nuovirifiuti tecnologici e del loro riu-tilizzo attraverso la musica,questa deformazione professio-nale votata alla ricerca haspinto il gruppo ha creare unnuovo genere musicale, ap-punto l’Elettrodomestica.Un universo di suoni incredi-bili, prodotti usando rifiuti emateriali di scarto elettronicicome vecchie radio o elettrodo-mestici vari. Questi rifiuti con-

temporanei hanno generatouna nuova famiglia di stru-menti, quindi un nuovo stile dimusica fatto di composizioni ebrani originali che mescolanotimbri inaspettati allo stileworld/pop dei Riciclato CircoMusicale.Il Casalingatore (un sintetizza-tore analogico fatto di casalin-ghi, elettrodomestici e giochielettronici per bambini), il Ra-diomin (un complesso di radioam/fm che suona come un The-remin), il Vignarolophon (unasciugacapelli che suona comeun flauto) e decine di altri stru-menti musicali incredibili, tutticostruiti trasformando mate-riali di scarto, compongono lostrumentario dei RiciclatoCirco Musicale che vi sorpren-derà ad ogni ascolto.

C.A.

Bohemian Guitars: riciclando si cambia musica!Contenitori di latta per olio diventano chitarre

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Eleonora Ferrara

Si lavora alacremente, tanto aPalazzo Chigi, quanto al Mini-stero del Lavoro, per delineare icontorni del decreto contenentela nuova disciplina del contrattoa tutele crescenti. Relativa-mente alla questione dei licen-ziamenti, la nozione di“giustificato motivo oggettivo”potrebbe ricomprendere anchela fattispecie di “scarso rendi-mento”. Per quanto attiene, in-vece, ai licenziamenti disci-plinari, la tendenza è quella diorientarsi verso la possibilità direintegro nel posto di lavoro, sol-tanto nei casi di “non sussi-stenza del fatto materiale”. Latutela reale, oggi, è prevista uni-camente in due ipotesi, più pre-cisamente allorquando il fattonon sussiste e nel caso in cui ilmedesimo fatto rientri fra i com-portamenti punibili con unasanzione conservativa, tenutoconto dei contratti collettivi na-zionali di lavoro, nonché dei co-dici disciplinari applicabili. Lafattispecie dei licenziamenti permotivo economico e organizza-tivo, senza alcuna possibilità direintegro, dovrebbe includereanche lo scarso rendimento. Ilgiuslavorista Pietro Ichino so-stiene, difatti, che “ già oggi lagiurisprudenza è pacifica sulpunto che lo scarso rendimentopuò costituire anche giustificatomotivo oggettivo di licenzia-mento”. Non è dello stesso av-viso Cesare Damiano, per ilquale la nozione dello scarsorendimento è “ per sua naturafortemente arbitraria per licen-ziare un lavoratore”. La solu-zione ipotizzata dal Governo, inmerito ai licenziamenti discipli-nari, sembra consistere in unapiccola modifica della legge For-nero. A tal proposito, il senatoreMaurizio Sacconi è del parereche “ in coerenza con i principidella delega, la reintegra deveessere limitata ai soli casi di li-cenziamento discriminatorio oinfamante”. Intendimento delGoverno sarebbe, in effetti,quello di ridurre, in modo dra-stico, il contenzioso, lasciando lagestione del licenziamento allesingole parti, ossia datore di la-voro e lavoratore. Si ritiene, tut-tavia, che la conciliazione vadasostenuta, in quanto l’inden-nizzo offerto dall’impresa nonpotrebbe chiudere, esclusiva-mente, il licenziamento, datoche una volta accettata lasomma, il lavoratore potrebbe

fare causa in merito ad altriaspetti del rapporto di lavoro.Si sostiene, quindi, che sarebbeopportuno consentire concilia-zioni omnicomprensive, tantopresso le direzioni provincialidel lavoro, quanto in sede sinda-cale, con il riconoscimento del-l’Aspi ed, eventualmente, diincentivi all’esodo. Sebbenemolti siano gli aspetti dell’Aspiancora da definire, i tecnici so-stengono che, in ogni caso, cisarà. Si sta affermando l’ipotesiche l’accesso alla nuova Aspi,potrebbe avvenire anche console tredici settimane di con-tratto, soglia attualmente previ-sta per le mini Aspi. Da unapprofondimento sulla que-stione licenziamenti, è emersoche la legge delega intende pa-rificare i licenziamenti delle pic-cole e medie imprese, con quellidelle grandi imprese, e tutto ciòè in stretta continuità conquanto ha costituito esplicita ri-chiesta normativa al Governoda parte di Confindustria, coldocumento “ Proposte per il mer-cato del lavoro e per la contrat-tazione” dello scorso maggio.

ECOSOLUZIONINell’ambito del programma co-munitario Horizon 2020, che con-sente di finanziare iniziativeinnovative con contributi a fondoperduto pari al 100% della spesa,sono stati pubblicati due bandi,con scadenza al 21 aprile 2015,aperti anche agli enti locali. Ibandi verteranno su soluzioni estrategie eco-innovative, nonchèsull’impiego sostenibile degliscarti agricoli e sulla coopera-zione per la gestione delle materieprime: i progetti potranno infattiriguardare: la prevenzione dellaproduzione dei rifiuti, il tratta-mento, la raccolta, il recupero edil riciclaggio degli stessi, l’elabo-razione di strategie innovative e sostenibiliper la prevenzione e la gestione dei rifiutinelle aree urbane. Nel settore agricolo si in-tende inoltre incentivare l’uso efficiente deirifiuti, coprodotti e sottoprodotti agricoli. Ilprogetto deve prevedere attività innova-tive, ossia finalizzate a creare nuove cono-scenze e tecnologie. Le relative domandepotranno essere presentate attraverso ilportale all’indirizzo http://ec.europa.eu/re-search/participants/portal/desktop/en/home.html REGIONE CAMPANIACon D.P.C.M. 18 settembre 2014 presso la

Presidenza del Consiglio dei Ministri, èstato istituito il Comitato interministerialeper gli interventi di prevenzione del dannoambientale e dell’illecito ambientale ed ilmonitoraggio del territorio della regioneCampania. Tale Comitato, la cui istitu-zione è stata prevista dall’art. 2, comma 1,D.L. 10 dicembre 2014, n. 136, è presiedutodal Ministro dell’ambiente ed è compostoda vari Ministri (Interno, Politiche agricole,Infrastrutture e trasporti, Salute, Beni eattività culturali, Difesa) nonché dal Sotto-segretario alla Presidenza del Consiglio de-legato. Ai lavori del Comitato partecipa

altresì il Presidente della RegioneCampania. L’art. 2 del D.P.C.M.in esame elenca i compiti del Co-mitato, consistenti in: a) predi-sposizione degli indirizzi perl’individuazione ed il potenzia-mento di azioni e interventi diprevenzione del danno e dell’ille-cito ambientale, il monitoraggio,anche di radiazioni nucleari, latutela e la bonifica nei terreni,nelle acque di falda e nei pozzidella regione Campania indivi-duati con i decreti interministe-riali di cui all’art. 1, comma 6, delD.L. n. 136 del 2013 (vale a dire iterreni che non possono esseredestinati alla produzione agroali-mentare ma esclusivamente a

colture diverse in considerazione delle ca-pacità fitodepurative, nonché quelli da sot-toporre ad indagini dirette); b) supervisionedelle attività della Commissione di cui al-l’art. 2, comma 2, del decreto-legge n. 136del 2013; c) predisposizione, con cadenzasemestrale, di una relazione, da trasmet-tere alle Camere, contenente quadro ag-giornato delle procedure di bonifica emessa in sicurezza dei siti inquinati, lostato di avanzamento specifico dei lavori edei progetti, nonché il rendiconto delle ri-sorse finanziarie impiegate e di quelle an-cora disponibili. A.T. e E.F.

Viaggio nelle leggi ambientali

Anche il licenziamento cambia LLAVORO E PREVIDENZA

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PERCHÉ RALLENTARE NON È LA SOLUZIONEOrti in città, rinuncia al superfluo,marmellate fatte in casa, austerità,chilometro zero, economia circolare,sono alcuni dei cavalli di battaglia deipredicatori della decrescita felice. Poici sono i puristi con il predicozzo facilefacile che inizia con: “Guarda quantadignità hanno i contadini poveri, cifanno sentire ridicoli. Di fronte a loroci scopriamo brutti, rumorosi, avvele-nati dall'inutile, curvi sui cellulari”.Siete sicuri di sapere che cosa voglionoe come vivono i contadini poveri delPerù? A tutti questi guru non glienefrega più di tanto, per loro conta l’ec-citazione estetica che provano nel lorointimo, quella sorta di estasi emozio-nale che usano per farti sentire incolpa. Alcune settimane fa è uscito

nelle librerie: “Contro la decrescita.Perché rallentare non è la soluzione”,di Luca Simonetti, edito da Longanesi.L’autore vuole sezionare il totem delladecrescita evidenziandone le inge-nuità e i luoghi comuni mettendone inrisalto la errata visione della società...A proposito di contadini, ad occhio ri-cordo che mio nonno Andrea, conta-dino di Castelcicala, per trasformare ilsuo noccioleto in bene godibile dovevalavorare duramente, impiantareun’organizzazione per la raccolta e tro-vare un mercato per piazzare il risul-tato di questo immane lavoro. Simonetti ci dice che: “L'uomo fa inte-gralmente parte della natura, tutte lesue azioni sono eseguite in conformitàcon essa... Perché l'uomo non può non

seguirla: tutte le sue azioni sono com-piute a causa di, o mediante leggi fisi-che...sicché un lavandino, unaeroplano o la Nona di Beethoven sonoaltrettanto naturali di una mareggiatao della grandine”. Questo è solo unesempio, degli innumerevoli descrittidall’autore. E vogliamo mettere unodei temi che pulsano nel cuoricino deideclinisti che vanno per la maggiorenelle chiese, la distinzione fra veri bi-sogni e falsi bisogni. Infatti: “Quandodate un'occhiata alla lista dei beni diconsumo che non hanno una reale uti-lità, ciò che trovate invariabilmente èuna lista di beni di consumo che gli in-tellettuali di mezza età ritengono dinessuna utilità”. E ti pareva! Sonosempre le mie scelte a suscitare mal-

celato disprezzo, quelle non essenzialie inquinanti. Allora, perché l’idea didecrescita è diventata così di ten-denza? Luca Simonetti risponde così:“Alla fine dietro il ragionamento eco-nomico che è labile si cela una que-stione estetica. In una società ricca èfacile vedere il lato che non ci piacedella modernità e sognare di fare ri-torno ad un prima assolutamente asto-rico. Il rischio di questo atteggiamentoè però quello di partire da problemireali per proporre soluzioni irreali chemettono in discussione la modernità insé”.E uno Stato in cui qualcuno decidessecosa è necessario consumare per vi-vere, e cosa non lo è, non diventerebbeuno Stato totalitario? A.T.

RITROVARE IL SENSO DEL LIMITEAndrea Tafuro

Per comprendere la nozionedi decrescita è indispensa-bile partire dalla differenzia-zione tra merci e beni d’uso.La merce è un bene creatoper il mercato in vista di unprofitto e dotato quindi di unprezzo. In teoria non c’è nes-suna relazione tra l’aumentoquantitativo delle merci, pro-gresso e diffusione del benes-sere. Negli anni settanta del‘900 abbiamo capito che l’au-mentare delle quantità dimerci prodotte per il mercatoè sempre più correlato a in-dicatori precisi di un dimi-nuito benessere dellamaggioranza della popola-zione e di una minore libertàindividuale. Pertanto è im-portante evidenziare che la

decrescita non è il rifiuto del-l’agiatezza economica, per-ché si riferisce alle merci eall’incorporazione di energiae materie prime nei prodotti.Quindi è prendere atto delfatto che è necessario non giàdi fruire di meno beni,

quanto di consumare menomerci, meno energie e menoterritorio. Possiamo fare sva-riati esempi dove c’è corri-spondenza tra una minorquantità di beni e una vitamigliore, libera e sana. Partoda me, se e dico se, man-

giassi in modo più sano ot-terrei il risultato di non con-sumare prodotti industrialisofisticati e manipolati. Questo è il caso in cui mi pri-vassi di qualcosa, ma c’èanche il caso in cui posso ac-crescere la mia disponibilitàdi beni e servizi, anche in uncontesto non di sviluppo, madi decrescita.Immaginiamoche il nostro sistema stataleproduca e faccia rispettareleggi che riducano drastica-mente i rischi di contattonell’ambiente con sostanzepatogene. In una tale situa-zione il cittadino fruirebbe dimigliori servizi sanitari e po-trebbe maggiormente di-sporre di quei beni preziosiche sono cure mediche at-tente alle persone e basatesu buone informazioni am-

bientali, nel quadro non diuno sviluppo, ma di una de-crescita dell’economia. Pernon parlare delle conse-guenze negative per l’am-biente naturale, infatti ildanneggiamento dell’am-biente, si traduce in pessimaqualità dell’aria, accumulo dirifiuti non smaltibili senzadanni, nocività degli ali-menti. La crescente invivibi-lità dell’ambiente per effettodello sviluppo è una tale evi-denza, di cui ciascuna per-sona psichicamente sana hapercezione quotidiana, cheper negarla bisogna essere oprivilegiati che hanno ancoraper lungo tempo i mezzi persottrarsi a gran parte dellesue venefiche conseguenze, osciocchi resi tali da una radi-cale atrofia dell’anima.

Veramente ci sonopersone secondocui farsi lo yogurt

in casa rappresenta il

primo passo versoun'umanità

sobria e responsabile?

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