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Ecoreati: parola alla Camera Funaro a pag.2 In questo clima di psicosi collettiva legata ai prodotti alimentari campani il pro- getto QR-Code ha un du- plice obiettivo: garantire ai consumatori maggiore tra- sparenza.... Martelli a pag.4 OGM, semine biotech in calo del 3% La nascita e lo sviluppo delle coltivazioni di organismi ge- neticamente modificati è da sempre ritenuto un indica- tore negativo, un segnale d’allarme per i consumatori che, senza saperlo, potreb- bero incorrere in prodotti al- terati artificialmente con sostanze chimiche dannose. Cuoco a pag.9 Bove a pag.13 Il contenuto di mercurio nei prodotti ittici La Regione ottiene il riconoscimento grazie al Piano attuativo integrato approvato alla fine del 2013 Non solo Terra dei Fuochi, c’è anche un’altra Campa- nia capace di aggiudicarsi la seconda edizione del Premio nazionale sulla prevenzione dei rifiuti, promosso da Fe- derambiente e Legambiente e patrocinato dal Ministero dell’Ambiente. La giuria di esperti ha scelto tra le 119 iniziative, il 52% in più ri- spetto al 2014, presentate da 95 realtà impegnate nella realizzazione di buone pratiche rivolte alla preven- zione della produzione di ri- fiuti. Grosso a pag.6 Napoli, Stadio San Paolo, chissà in quanti milioni avranno solcato i gradini dello stadio napoletano nel corso degli ultimi trent’anni per assistere alle gesta sportive dei propri be- niamini e, in particolare, di Diego Armando Maradona. Eppure, la stragrande maggio- ranza di quest’immensa folla di appassionati non sa di essere transitata a poche decine di metri da un luogo molto importante... Buonfanti a pag.10 Museo del mare e soprattutto dell'emigrazione... A Napoli, in termini di musei e soprattutto in termini di musei “nuovi”, è più facile dire quello che non c'è che quello che c'è. Passata l'ondata delle installazioni e dei musei di arte contemporanea con dubbi e risultati che non possiamo analizzare in questa sede, restano delle lacune significative. De Crescenzo-Lanza a pag.14 Abbrunzo a pag.17 Heijmans One: la casa in affitto del futuro Il portoghese Eduardo Souto de Moura è uno dei più affermati e geniali paesaggisti contemporanei. La sua opera è una testimonianza efficace delle moderne potenzialità del linguaggio e dell’adatta- bilità alle diverse caratteristiche dei contesti... Palumbo a pag.15 Eduardo Souto de Moura Genius loci ed espressività del paesaggio Agroalimentare campano: progetto QR Code Arpac ha una nuova sede a Caserta, che è in corso di allestimento, e questo spazio è stato presentato pochi giorni fa alla presenza, tra gli altri, dell’asses- sore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano, del Commissario dell’Agenzia, Pietro Vasaturo, e del presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi. Mosca a pag.6 Presentata a Caserta la nuova sede dell’Arpa Campania La vasca navale della Federico II NATURA & BIODIVERSITÀ SICUREZZA ALIMENTARE BIO-ARCHITETTURA AMBIENTE & TENDENZE Prevenzione dei rifiuti, un premio alla Campania ARPAC Ma che cosa significa mai nutrire il pianeta? NATUR@MENTE Tutti i venerdì di Quaresima mi astengo dal mangiare carne. Mi dispiace per i macel- lai, ma i quaranta giorni che precedono la Pasqua, per me, rappresentano un tempo di ri- flessione e di ricerca dell’es- senzialità nella mia vita. Ma ha ancora senso tutto questo, non è una scelta che fa irrime- diabilmente parte del passato? La rinuncia a cui la tua Chiesa ti invita non potrebbe essere più efficacemente sostituita da altre forme di sacrificio, at- tente al sociale e ai bisogni dei poveri? E’ sempre la solita solfa. Di solito il discorso suona così: la popolazione mondiale crescerà fino a 9 mi- liardi di persone entro la metà del secolo, mettendo a dura prova la produzione di cibo. Tafuro a pag.19 PRIMO PIANO ISTITUZIONI LAVORO & PREVIDENZA Ferrara pag.18 A vent’anni dalla Conferenza di Pechino, non è stata ancora raggiunta la piena parità tra uomo e donna. La giornata del- l'otto marzo 2015, difatti, è de- dicata alle disuguaglianze di genere in ambito lavorativo, in cui uomini e donne non hanno ancora lo stesso peso. In un contesto come quello attuale, intriso di politiche di austerity e crisi globale, sono ancora una volta le donne che si ritrovano a pagarne lo scotto. 8 marzo 2015. Parità di genere ancora lontana

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Ecoreati: parola alla Camera

Funaro a pag.2

In questo clima di psicosicollettiva legata ai prodottialimentari campani il pro-getto QR-Code ha un du-plice obiettivo: garantire aiconsumatori maggiore tra-sparenza....

Martelli a pag.4

OGM, semine biotech in calo del 3%

La nascita e lo sviluppo dellecoltivazioni di organismi ge-neticamente modificati è dasempre ritenuto un indica-tore negativo, un segnaled’allarme per i consumatoriche, senza saperlo, potreb-bero incorrere in prodotti al-terati artificialmente consostanze chimiche dannose.

Cuoco a pag.9

Bove a pag.13

Il contenuto di mercurionei prodotti ittici

La Regione ottiene il riconoscimento grazie al Piano attuativo integrato approvato alla fine del 2013

Non solo Terra dei Fuochi,c’è anche un’altra Campa-nia capace di aggiudicarsi laseconda edizione del Premionazionale sulla prevenzionedei rifiuti, promosso da Fe-derambiente e Legambientee patrocinato dal Ministerodell’Ambiente. La giuria diesperti ha scelto tra le 119iniziative, il 52% in più ri-spetto al 2014, presentateda 95 realtà impegnatenella realizzazione di buonepratiche rivolte alla preven-zione della produzione di ri-fiuti.

Grosso a pag.6

Napoli, Stadio San Paolo, chissà in quantimilioni avranno solcato i gradini dello stadionapoletano nel corso degli ultimi trent’anniper assistere alle gesta sportive dei propri be-niamini e, in particolare, di Diego ArmandoMaradona. Eppure, la stragrande maggio-ranza di quest’immensa folla di appassionatinon sa di essere transitata a poche decine dimetri da un luogo molto importante...

Buonfanti a pag.10

Museo del mare e soprattutto dell'emigrazione...

A Napoli, in termini di musei e soprattuttoin termini di musei “nuovi”, è più facile direquello che non c'è che quello che c'è. Passatal'ondata delle installazioni e dei musei diarte contemporanea con dubbi e risultatiche non possiamo analizzare in questa sede,restano delle lacune significative.

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Abbrunzo a pag.17

Heijmans One: la casain affitto del futuro

Il portoghese Eduardo Souto de Moura è uno deipiù affermati e geniali paesaggisti contemporanei.La sua opera è una testimonianza efficace dellemoderne potenzialità del linguaggio e dell’adatta-bilità alle diverse caratteristiche dei contesti...

Palumbo a pag.15

Eduardo Souto de MouraGenius loci ed espressività del paesaggio

Agroalimentare campano:progetto QR Code

Arpac ha una nuova sede a Caserta, che è in corso di allestimento, e questospazio è stato presentato pochi giorni fa alla presenza, tra gli altri, dell’asses-sore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano, del Commissario dell’Agenzia,Pietro Vasaturo, e del presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi.

Mosca a pag.6

Presentata a Caserta la nuova sede dell’Arpa Campania

La vasca navale della Federico II

NATURA & BIODIVERSITÀ

SICUREZZA ALIMENTARE

BIO-ARCHITETTURA AMBIENTE & TENDENZE

Prevenzione dei rifiuti, un premio alla Campania

ARPAC

Ma che cosa significamai nutrire il pianeta?

NATUR@MENTE

Tutti i venerdì di Quaresimami astengo dal mangiarecarne. Mi dispiace per i macel-lai, ma i quaranta giorni cheprecedono la Pasqua, per me,rappresentano un tempo di ri-flessione e di ricerca dell’es-senzialità nella mia vita. Maha ancora senso tutto questo,non è una scelta che fa irrime-diabilmente parte del passato?La rinuncia a cui la tua Chiesati invita non potrebbe esserepiù efficacemente sostituita daaltre forme di sacrificio, at-tente al sociale e ai bisogni deipoveri? E’ sempre la solitasolfa. Di solito il discorsosuona così: la popolazionemondiale crescerà fino a 9 mi-liardi di persone entro la metàdel secolo, mettendo a duraprova la produzione di cibo.

Tafuro a pag.19

PRIMO PIANO

ISTITUZIONI

LAVORO & PREVIDENZA

Ferrara pag.18

A vent’anni dalla Conferenzadi Pechino, non è stata ancoraraggiunta la piena parità trauomo e donna. La giornata del-l'otto marzo 2015, difatti, è de-dicata alle disuguaglianze digenere in ambito lavorativo, incui uomini e donne non hannoancora lo stesso peso. In uncontesto come quello attuale,intriso di politiche di austeritye crisi globale, sono ancora unavolta le donne che si ritrovanoa pagarne lo scotto.

8 marzo 2015. Parità digenere ancora lontana

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Angelo Morlando

"Februaro, curto e amaro...":dice il vecchio detto, ma nonper le pubblicazioni ISPRA.Il Rapporto 214/2015, datatoproprio febbraio 2015, è vera-mente interessante. Il coordinamento editoriale è acura di Daria Mazzella. L'autore è Marco Faticanti,Settore Progetti Aree Portuali,Servizio Valutazioni Ambien-tali (AMB/VAL) Dipartimentostato dell’ambiente e metrolo-gia ambientale dell'ISPRA. Re-feree del Dott. Fabio Rizzi(Autorità Portuale Trieste) eringraziamenti all'ing. Leo-nardi e il dott. Bultrini con larevisione e correzione dei testiper ISPRA di Paola Fantilli eCarla Serafini (abbiamo citatotutti...). Le motivazioni dellapubblicazione possono cosìriassumersi dall'introduzione:"Ogni infrastruttura portualeed il complesso delle attività,indotte e collegate, che in essasi svolgono producono un im-patto sul territorio circostante.La dimensione dell’impatto èvariabile in relazione a molte-plici fattori... la gestione incon-trollata di attività portuali, siase inserite in aree fortementeantropizzate o in prossimità diaree di particolare interessenaturalistico o in contesti diparticolare vulnerabilità, po-trebbe provocare pericolose ri-percussioni sull’ambiente intermini di peggioramento dellaqualità dell’acqua e dell’aria,della quantità di emissioni inatmosfera, dell’aumento delconsumo di suolo e di risorse, diuna maggiore produzione di ri-fiuti ecc...In particolare, la Direttiva2000/59/CE, recepita dal D.Lgs. del 24 giugno 2003 n. 182,si propone di ridurre gli scari-chi in mare di rifiuti prodottidalle navi imponendo a tutte lenavi di conferire i loro rifiutiagli impianti portuali di rac-colta prima di lasciare il porto...Ciò implica necessariamente lanecessità di migliorare la di-sponibilità e l'utilizzo degli im-pianti di raccolta all'interno deiporti comunitari e di organiz-zare razionalmente le diversefasi di raccolta, trasporto, recu-pero e smaltimento dei rifiutiprodotti dalle navi. In talsenso, il Piano di raccolta rifiutida nave e dei residui del carico.

viene considerato lo strumentopiù efficace per delineare unmodello di gestione integrataambientale che favorisca la ri-duzione degli scarichi in maredei rifiuti prodotti dalle navi".I capitoli iniziali sono dedicatiagli acronomi, abbreviazioni edefinizioni, comprensivi delledefinizione delle autorità por-tuali secondo la legge 84/94 ess. mm. e ii.Molto interessante il capitoloinerente alla raccolta dei rifiuti

proveniente da navi, compren-sivo di descrizione della norma-tiva, del piano di raccolta e digestione dei rifiuti prodottidalle navi e del modulo di noti-fica di conferimento dei rifiutia bordo.La pubblicazione si conclude ri-portando i piani di raccolta ri-fiuti elaborati dalle autoritàportuali comprensivo dell'auto-rità portuale di Napoli.Per saperne di più:- www.isprambiente.gov.it/it

La gestione dei rifiuti nei porti italiani

Brunella Mercadante

La quantità di rifiuti specialiprodotti in Italia è quattro voltequella dei rifiuti urbani e se, daun lato, diminuisce legger-mente la quantità di rifiuti de-finiti “non pericolosi” dall'altroaumenta quella dei “pericolosi”talvolta provenienti da attivitàeconomiche “non individuate” o“non censite” nei parametriIstat. Sulla modalità di rac-colta, trattamento e smalti-mento l'Italia presenta unquadro a macchia di leopardo enon tutte le regioni si dimo-strano virtuose. La produzionenazionale dei rifiuti speciali, se-condo recenti studi ed indagini

condotte dall' ISPRA, riferiteagli anni 2011 e 2012, si è atte-stata rispettivamente a 137,2milioni di tonnellate e a 134,4milioni di tonnellate. Il quanti-tativo di rifiuti speciali perico-losi nel 2012 ha raggiuntoquasi 9,4 milioni di tonnellate.Di queste circa 1,2 milioni ditonnellate sono relative a vei-coli fuori uso e quasi 12milatonnellate arrivano da attivitànon determinata secondo i pa-rametri ISTAT. Tale quota rap-presenta circa il 45% del datocomplessivo di produzione di ri-fiuti speciali, soprattutto per ef-fetto del rilevante contributodei rifiuti generati dalle attivitàdi costruzione e demolizione.

Inoltre, nel biennio 2011/2012,la produzione di rifiuti specialipericolosi evidenzia un au-mento percentuale dell'8,1%, incontro- tendenza con l'anda-mento osservato nei due anniprecedenti. I rifiuti speciali e soprattuttoquelli pericolosi rappresentano

in effetti un grave problema siadi gestione sia economico e se siconsidera che 55milioni di ton-nellate provengono dal settorecostruzioni e e 28 dal tratta-mento di fanghi di depurazionesi comprede bene anche la tra-sversalità del settore dei rifiutie l'attenzione che ad esso deveessere prestata. È, pertanto,sempre più necessario metterea punto strategie operative talida arrivare al termine del trat-tamento nella maniera più so-stenibile sia per l'ambiente chesotto il profilo finanziario, pergarantire una sempre più fortetracciabilità di tutto il percorso,dalla raccolta alle modalità dismaltimento.

In aumento i rifiuti speciali

Rosa Funaro

Il Senato ha approvato con 165 voti favorevoli, 49 contrari e18 astenuti il ddl sugli ecoreati. Il provvedimento dopo le mo-difiche apportate da palazzo Madama è tornato all'esamedella Camera per la definitiva consacrazione. Il ddl introducei nuovi reati di inquinamento ambientale, di disastro am-bientale, i delitti colposi contro l'ambiente, il traffico e l'ab-bandono di materiale radioattivo, il reato di impedimento alcontrollo. Stop anche alle trivellazioni non conformi alla di-rettiva comunitaria. In particolare viene vietato l'utilizzodella tecnica "air gun" o altre tecniche esplosive per le esplo-razioni marittime e prevede pene da uno a tre anni. Il go-verno si impegna poi a non rilasciare nuove autorizzazionirelative alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione,stoccaggio di idrocarburi a mare e a non dare seguito ai pro-cedimenti in corso di istruttoria. Contemplata poi la non pu-nibilità per chi, pur commettendo reati di inquinamento edisastro ambientale, si adopera a ripristinare lo stato dei luo-ghi inquinati. Il cosiddetto "ravvedimento operoso" prevede,comunque, la riduzione da un terzo alla metà della pena perchi si adopera a ripristinare lo stato dei luoghi e di un terzoper chi collabora con la magistratura. Introdotta una nuovafattispecie di reato: l'omessa bonifica. L'emendamento pre-vede che "chiunque, essendovi obbligato per legge, per ordinedel giudice ovvero di un autorità pubblica, non provvede allabonifica, al ripristino o al recupero dello stato dei luoghi è pu-nito, con la pena della reclusione da uno a quattro anni e conla multa da 20.000 a 80.000 euro". Un altro emendamentoriguarda la confisca delle cose che costituiscono il prodotto oil profitto del reato o che servirono a commettere il reato. Nonci resta che…attendere.

Ecoreati: parola alla Camera

Lo smaltimento degli scarti prodotti dalle navi

Talvolta provenienti da attività economiche “non individuate”

Approvato il ddl sui delitti contro l’ambiente

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Che gli agenti atmosferici in-sieme allo smog abbiano dasempre lasciato il segno sututto ciò che ci circonda erauna cosa risaputa. Ma si sonosempre trascurate le conse-guenze del loro agire sui mo-numenti. Infatti, il connubioesplosivo “smog, alluvioni,frane” minaccia quarantaduemila monumenti italiani. Se-condo il censimento portato a

termine dall’ Ispra (IstitutoSuperiore per la Protezione ela Ricerca Ambientale) el’Iscr (Istituto Superiore per laConservazione e il Restauro),in Italia sono ben quattordicimila i beni culturali a rischiofrane e 28.483 ad alluvioni. E’allarme rosso per il Pantheone Piazza Navona a Roma. Manon finisce qui. Nella “caputmundi” sono circa 3.660 i mo-numenti soggetti a degrado,con perdite di superficie, cau-sate dall’inquinamento. Lalista è alquanto lunga. Perquanto riguarda le aree sog-gette ad alluvioni, nel comunedi Roma i beni culturali im-mobili esposti a rischio idrau-lico, secondo i due Istituti, contempo di ritorno fino a cinque-cento anni sono la bellezza di2.204 e l'area inondata com-prenderebbe anche il centrostorico, ossia Piazza Navona,

Piazza del Popolo, Pantheon.Spostandoci nel comune diFirenze, la situazione noncambia, anzi i beni immobiliesposti a rischio idraulico contempo di ritorno fino a due-cento anni risultano 1.145, tracui non vengono risparmiatela Basilica di Santa Croce, laBiblioteca Nazionale, il Batti-stero e la Cattedrale di SantaMaria del Fiore. Per quanto

riguarda le frane, numerosisono i borghi storici interes-sati da fenomeni di dissesto,quali ad esempio Volterra(Pisa) con il crollo di una por-zione delle mura medievalinel 2014, Civita di Bagnoregio(Viterbo) e Certaldo (Firenze).La collaborazione tra Ispra eIscr, che dura da oltre quin-dici anni, ha da sempre avutolo scopo per migliorare le in-formazioni relative all'im-patto dell'ambiente sui beniculturali e per implementarequelle sull'interazione tra leopere d'arte e il territorio incui esse sono collocate, al finedi programmare le attività dimanutenzione di un bene e glieventuali interventi di re-stauro. Negli ultimi decenni,il degrado dei materiali espo-sti all'aperto, come hanno bensottolineato i due istituti, hasubito un'accelerazione e, in

generale, è stato registrato unincremento della velocità concui alcuni processi, coinvoltinel degrado, evolvono neltempo. Così, l'inquinamentoatmosferico è risultato un fat-tore di pressione determi-nante per le superfici deimonumenti esposti all'aperto.Ispra ed Iscr ricordano, inol-tre, che non esistono, al mo-mento, valori limite specifici

per gli effetti dell'inquina-mento atmosferico sui beni diinteresse storico-artistico.Sola eccezione, in Italia, sonole opere d'arte esposte all'in-terno dei musei. E aggiun-gono che l'impatto dellesostanze inquinanti emesse inatmosfera sui materiali costi-tutivi dei monumenti è in-gente ed irreversibile a causadella mancanza di sistemi diautorigenerazione, che sono,invece, presenti negli esseriviventi. Il nostro patrimoniostorico e artistico è in seriopericolo, corroso dall’aggres-sione degli agenti atmosfericiche miscelati allo smog rap-presentano una vera e propriamina vagante, pronta adesplodere da un momentoall’altro e a spazzare via ognicosa. Bisogna correre ai ri-pari.

A.P.

Sos per il patrimonio storico-artistico italiano

Gennaro Loffredo

Nei primi giorni del mese, nel bacino centrale del Mediter-raneo si è venuta a creare la classica configurazione baricaper l’attivazione di fortissimi, a tratti pure violenti, venti ditramontana che hanno colpito con maggiore veemenza so-prattutto i settori centro-meridionali italiani. La Toscana ela Campania sono state le regioni che hanno subito le raffi-che più violente e i maggiori danni. Tutto è iniziato nellanottata tra il 4-5 Marzo 2015, quando sul Tirreno si isolavaun vortice depressionario molto intenso, che nel giro di 24ore ha favorito una sensibile diminuzione della pressione at-

mosferica che si opponeva alrinforzo di un forte antici-clone sull’Europa centro-orientale. Tale divariopressorio, quindi, è stato l’ori-gine dei venti di tempesta chehanno letteralmente flagel-lato gran parte delle nostreregioni italiane. Sono statecinque le vittime della tempe-sta di vento ma sono mortianche una centinaia di alberidi alto fusto, tutti letteral-mente sradicati dalla potenzadelle raffiche. La causa diquesti frequenti cedimenti ar-

borei è stata l’abbondanza delle precipitazioni cadute neiprimi due mesi dell’anno che hanno saturato il terreno d’ac-qua. Un terreno zuppo offre minor resistenza alle radicidelle piante che cedono più facilmente sotto i colpi del vento,che in alcuni casi hanno persino valicato e superato la sogliadei 150km/h (come nel caso di Monteforte Irpino, nell’Avel-linese). Danni e disagi si sono verificati anche su Napoli,complice la caduta di cornicioni, alberi e segnaletiche stra-dali. Sul capoluogo partenopeo la rete meteorologica ha ri-levato raffiche che hanno raggiunto punte prossime ai100km/h su Castel Sant’Elmo.

Bufera di vento daNord-Est spazza l’Italia

Smog, alluvioni e frane rischiano di spazzare via tutto

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Domenico Matania

Il Teatro Mercadante di Napoli è apparsospesso di recente sulle cronache cittadine. Allaribalta nel bene e nel male, perché, se da unlato la notizia predominante era uno scandalolegato al concorso per le assunzioni, dall’altroè giunta la nomina del Teatro a “Teatro Nazio-nale”. Andiamo per gradi. I veleni che avevano

infangato il nome del Mercadante avevano ri-guardato le polemiche e le inchieste giudiziariesul concorso per l’assunzione di quindici per-sone. Secondo le accuse, la selezione non sa-rebbe stata trasparente. L’obiettivo era ad ogni modo quello di richie-dere la nomina di “Teatro Nazionale” e per farciò il Mercadante era tenuto ad assumere quin-dici unità, ad infoltire l'organico altrimenti sot-todimensionato. Da qui il concorso e le relativepolemiche. Per fortuna le beghe interne chehanno coinvolto il consiglio di amministra-zione, il Comune di Napoli e la Regione Cam-pania, non hanno influito sulla scelta delMinistero dei Beni Culturali a nominare il Tea-tro Mercadante “Teatro Nazionale”. Insieme al

Mercadante, il Teatro di Roma, l’Emilia Roma-gna Teatro, il Piccolo di Milano, lo Stabile diTorino, il Teatro della Toscana, lo Stabile delVeneto. In sostanza, il nuovo status di “TeatroNazionale” porterà innanzitutto condiziona-menti positivi dal punto di vista economico, connuovi flussi di finanziamenti e di conseguenzapiù lavoro e linfa necessaria ad accrescere laqualità degli spettacoli allestiti. Insomma dopo

le polemiche, tutti sul carro dei vincitori. «Èdavvero una buona notizia - commentano deMagistris e l’assessore comunale alla CulturaNino Daniele -, lo Stabile ottiene il riconosci-mento di teatro nazionale, così come forte-mente voluto dal Comune. Questo è accaduto grazie al buon lavoro che èstato fatto in questi anni, al sostegno econo-mico e istituzionale che abbiamo assicurato alloStabile, all’impegno che abbiamo profuso perrestituire alla città e al patrimonio culturalenazionale il teatro di Eduardo, il San Ferdi-nando; ma anche grazie al nostro progetto perla scuola di alta formazione teatrale in linguanapoletana, che sarà diretta da Luca De Fi-lippo».

Il Mercadante diventa “Teatro Nazionale”L’importante riconoscimento che spegne le polemiche degli ultimi giorni

L'Arena dei Pini diventerà fi-nalmente una realtà. È statoinfatti approvato dalla RegioneCampania, dopo innumerevolisollecitazioni dell'assessore aiLavori pubblici del Comune diCellole, Arturo Montecuollo, ilprogetto esecutivo per un im-porto pari a due milioni e sei-centomila euro. Lariqualificazione ed il recuperofunzionale dell'intera area de-maniale all'ingresso di BaiaDomizia, meglio conosciutacome Arena dei Pini, vedrà larealizzazione sui quaranta-mila metri quadrati presentidi un campo da golf sull'area asud e di un'area teatrale conpalco e spalti ed annessa zonafieristica, punto ristoro e parcogiochi sulla zona a nord.

Ma non solo. L’amministra-zione è riuscita ad ottenerel'approvazione anche di unaltro importante progetto: larealizzazione di un nuovo ac-quedotto di Cellole città per unimporto di un milione e cin-quecentomila euro. Anche lanuova rete idrica cittadinasarà realizzata con i fondi eu-ropei Por Campania Fesr

2007-2013. Una priorità allaluce degli imminenti lavori perla realizzazione dell'impiantodi depurazione e sistema fo-gnario a Casamare e per l'ade-guamento del depuratore giàesistente ed intera rete idricae fognaria a Baia Domizia eCentore, finanziati da Ban-diera Blu. "Quello dell'acque-dotto rappresenta il primoprogetto presentato in Re-gione- ha spiegato ArturoMontecuollo- per ricevere ifondi previsti dal Por Campa-nia Fesr 2007-2013. L'Arenadei Pini è stato invece presen-tato come secondo progetto,ma in passato avevamo già ot-tenuto parere favorevole inquanto conforme ai requisitiprevisti. G.M.

Arena dei Pini, via alla rinascitaNuove risorse in arrivo per il comune di Cellole

Giulia Martelli

In questo clima di psicosi collettiva legata ai prodotti ali-mentari campani il progetto QR-Code ha un dupliceobiettivo: garantire ai consumatori maggiore traspa-renza e, nel contempo, garantire anche le aziende pro-duttrici fornendo loro un valido strumento perpubblicizzare la salubrità dei propri manufatti. La Re-gione Campania attraverso l'Istituto Zooprofilattico delMezzogiorno in collaborazione con il Dipartimento diAgraria e il Dipartimento di Medicina Veterinaria del-l'Università Federico II di Napoli, ha messo a disposi-zione delle aziende uno staff altamente qualificato pervalutare e pianificare al meglio l'utilizzo del QR-Code.Ma, di che cosa stiamo parlando? Si tratta di una sem-plice app da scaricare gratuitamente sul proprio cellu-lare, puntando l’apparecchio a poca distanza dal codiceimpresso sulla confezione del prodotto che si sta percomprare. Dopo pochi istanti sullo schermo appariràuna dettagliata “radiografia” con tutte le notizie utili fi-nanche i risultati e la frequenza dei controlli effettuati.Dal 9 febbraio è attivo tutte le mattine il numero verde800.134622 (per chi chiama da cellulare 081.18858674)per informazioni o per aderire all’iniziativa. L’obiettivofondamentale resta però quello di vincere la diffidenzadiffusa sull’agroalimentare campano, recuperando unafiducia che si basa su dati ufficiali, tranquillizza il con-sumatori e restituisce dignità al territorio.

PROGETTO QR-CODE

VINCERE LA DIFFIDENZA DIFFUSASULL’AGROALIMENTARE CAMPANO

Buone notizie per la Valle diSuessola e Arienzo in partico-lar modo: l’assessore regio-nale alla Difesa del Suolo e aiLavori Pubblici, Edoardo Co-senza, nell’ambito del Comi-tato istituzionale dell’Auto-rità di Bacino CampaniaCentrale da lui stesso presie-duto, ha dato il via libera aquattro importanti interventiper il contrasto al dissestoidrogeologico in Campania(su proposta del segretariogenerale Stefano Sorvino). Ilvalore complessivo di questiquattro interventi è di ben 17milioni di euro. Nel dettaglio8 milioni serviranno a siste-mare il reticolato idrograficodel comune di Carbonara diNola in provincia di Napoli,area soggetta a frequenti al-luvioni (Regi Lagni nolani), 4

milioni e mezzo saranno de-stinati alla sistemazione ditre valloni del comune diPago del Vallo di Lauro inprovincia di Avellino, altri 4milioni e 200 mila euro sa-ranno infine destinati a dueinterventi che interesserannoil comune di Arienzo, per“mitigare il rischio di colatedetritiche”. “Dopo il parerepositivo dell’Autorità di Ba-cino, i Comuni, soggetti at-tuatori degli interventi,potranno far partire subito legare con la formula dell’ap-palto integrato”, ha conclusoCosenza.

Arienzo: fondi per il rischioidrogeologico

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ENERGIA DALLE MAREE NELLE LAGUNE

Anna Paparo

La Gran Bretagna lancia una sfida epunta tutto sull’energia dalle mareenelle lagune. Attraverso la realizza-zione delle prime centrali elettriche almondo, nascono, così, i progetti “lagoonpower plants” che dovrebbero essererealizzati in sei lagune costiere, ossiaquattro in Galles (Swansea, Cardiff,Newport, e Colwyn Bay) ed uno cia-scuno nel Somerset (Bridgewater) e inCumbria (West Cumbria). Si cattureranno le maree in entrata ein uscita dietro dighe gigantesche e siutilizzerà il peso dell’acqua per far gi-rare le turbine. In questo modo si pro-durrà energia elettrica molto piùeconomica e le sei lagune coinvolte, conun investimento di ben dodici miliardidi sterline, potrebberogenerare circa l’8%dell’elettricità delRegno Unito. Ognuno di questi im-pianti richiederà, poi,enormi opere ingegne-ristiche: ad esempio, aSwansea la diga amare per contenere lanuova laguna do-vrebbe estendersi perpiù di cinque miglia espingersi a largo perdue miglia. In merito aciò, il ministro del-l’energia britannico,

Ed Davey, ha detto di voler sostenere ilprogetto che verrebbe finanziato attra-verso l’electricity bill-payers nell’am-bito dell’attuale schema governativoper promuovere la produzione di ener-gia nazionale low-carbon. Tidal LagoonPower è in trattative con il governo piùdi quanto si può pagare per il suo po-tere. Per l’energia elettrica prodotta dalla la-guna di Swansea la Tidal LagoonPower vorrebbe centosessantotto ster-line per MWh, che calerebbero tra i no-vanta e i novantacinque per MWh perl’energia della laguna di Cardiff, defi-nita “la più efficiente”. Le lagune ope-rano con un sistema simile a unasaracinesca per alterare il livello del-l’acqua entrambi i lati di una diga ma-rina. Quando la marea inizia a salire,

le paratie sulla digavengono chiuse e l’ac-qua si accumula al difuori della laguna.Quando la marea è almassimo al di fuoridella laguna, le portesi aprono e l’acquaprecipita passando at-traverso le turbine perriempire la laguna.Nel momento in cui lamarea cambia peruscire, le paratie ven-gono chiuse per tratte-nere l’acqua all’internodella laguna.

Invece, quando la bassa marea è almassimo fuori dalla diga, le porte ven-gono aperte per produrre nuova ener-gia con l’acqua che fluisce grazie all’altolivello dell’acqua nella laguna. Una vera e propria rivoluzione incampo energetico, che entusiasma lecompagnie energetiche, in quanto pro-durre energia rinnovabile attraverso lemaree delle lagune, a differenza del so-lare e dell’eolico, è prevedibile, nelsenso che le turbine catturano l’energia

in entrata ed in uscita due volte algiorno e dovrebbero essere attive inmedia quattordici ore al giorno. Al mo-mento non si è presa ancora una deci-sione in merito. Il tutto è al vaglio del ministro britan-nico Davey, che, dovendo mettere sulpiatto della bilancia gli alti costi inizialiper la realizzazione dei progetti, l’im-patto ambientale anche se basso, nonse la sente ancora di rischiare. Chissà… la Gran Bretagna vincerà la sfida?

DOOMSDAY CLOCK: TRE MINUTIALLA MEZZANOTTE DEL MONDO

La fine del mondo? A tre mi-nuti. Lo segna il DoomsdayClock, l’orologio ideato dagliscienziati del Bulletin of theAtomic Scientists dell'Univer-sità di Chicago nel 1947.È in quest’anno che il Bullet-tin inizia infatti a pubblicare lapropria testata utilizzando incopertina il disegno di un oro-logio, che misura il livello dicriticità a cui il pianeta Terra èsottoposto e segna quantotempo manca metaforicamenteall’autodistruzione dell’uma-nità. I criteri per stabilire l’ora?I cambiamenti climatici, l'ef-fetto serra, l'inquinamento e glisviluppi nel campo delle arminucleari. Tra gli indicatori am-bientali, gli scienziati del BAShanno espresso particolarepreoccupazione per l'innalza-mento del livello del mare. “No-

nostante alcuni sviluppi posi-tivi modesti nell'ambito deicambiamenti climatici nel-l'anno passato, riflettendo ilcontinuo progresso delle tecno-logie per le rinnovabili, glisforzi attuali sono del tutto in-sufficienti per impedire un ri-scaldamento catastrofico dellaTerra. Manca una correzione dirotta forte, i Paesi del mondohanno emesso anidride carbo-nica e altri gas a effetto serrasufficienti, entro la fine di que-sto secolo, a trasformare pro-fondamente il clima dellaTerra, danneggiando milioni emilioni di persone e minac-ciando molti importanti si-stemi ecologici su cui si basa laciviltà” commenta il team discienziati del Bulletin. Dalgiorno in cui è stato progettatoil Doomsday Clock è stato spo-

stato 18 volte, in un range cheva dai - 17 minuti nel 1991,anno in cui finì la GuerraFredda, ai - 2 del 1953, anno incui USA e Unione Sovietica de-cisero di dotarsi di pesanti ar-senali atomici. In questo 2015la mezzanotte del mondo si av-vicina di ben due minti, se-gnando meno tre, rispetto aimeno cinque minuti del 2014,anno in cui l’orologio non avevafatto registrare cambiamenti

rispetto al 2013 e al 2012. “Ileader mondiali non sono riu-sciti a intervenire con la velo-cità necessaria per proteggerei cittadini dalla potenziale ca-tastrofe. Questi fallimenti dellaleadership politica mettono inpericolo ogni persona sullaTerra”, ha spiegato KennetteBenedict, del BAS. L’invito fi-nale degli scienziati dal Bullet-tin è rivolto proprio a loro, ai

leader politici per ridurre dra-sticamente le emissioni globalidi gas, ma anche ai cittadiniche premano sui vertici perscongiurare il disastro primache sia troppo tardi. Dal BASl’avvertimento finale: “La pro-babilità della catastrofe globaleè molto alta, e le azioni neces-sarie per ridurre i rischi de-vono essere prese moltopresto”. A.E.

La Gran Bretagna sfida il mondo con un progetto innovativo

Un singolare orologio che misura l’impatto dell’umanità sul pianeta

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Alberto Grosso

Non solo Terra dei Fuochi, c’èanche un’altra Campania ca-pace di aggiudicarsi la se-conda edizione del Premionazionale sulla prevenzionedei rifiuti, promosso da Fede-rambiente e Legambiente epatrocinato dal Ministerodell’Ambiente. La giuria diesperti ha scelto tra le 119 ini-ziative, il 52% in più rispettoal 2014, presentate da 95 re-altà impegnate nella realizza-zione di buone pratiche rivoltealla prevenzione della produ-zione di rifiuti.Ecco i vincitori delle 4 catego-rie: per la categoria “Ammini-strazioni ed enti pubblici eprivati”, il riconoscimento èandato a Regione Campania,Comune di Oristano, Comunedi Trento, Istat (menzionespeciale). Tra le imprese mul-tiutility e di gestione dei ri-fiuti, premiata Aprica SpA(Gruppo A2A). Nella categoriagenerale delle imprese, pre-mio a Nexive SpA. Per il terzosettore, premio ad Associa-zione Banco alimentare dellaLombardia e menzione spe-ciale a Istituto Scholè.L’Assessore regionale all’Am-biente Giovanni Romano haritirato il premio nel corso

della cerimonia di premia-zione che si è tenuta a Romalo scorso 3 marzo. Presenteanche il gruppo di lavoro in-terdisciplinare che ha redattoil “Piano attuativo integratoper la prevenzione dei rifiutidella Regione Campania” (ap-provato con DGR n. 564 del13/12/2013), premiato «per es-sere stato elaborato attra-verso metodi e strumentiinnovativi. Tra questi, spic-cano la costituzione di ungruppo di lavoro interdiscipli-nare per affrontare la tema-tica della prevenzione,l’attenzione data in fase diprogrammazione all’integra-zione tra politiche afferenti asettori diversi e l’elaborazionedi più scenari propedeuticiall’individuazione dei flussi

prioritari e delle misure diprevenzione più adeguate aseconda del contesto territo-riale. Nella definizione dellestrategie la Regione Campa-nia ha cercato di far conver-gere sostenibilità ambientaleed economica e d'attribuire unruolo e una responsabilità im-portanti all’amministrazionepubblica. In fase attuativa èstata prevista una strutturadi governance responsabiledell’attuazione del piano; inquesto processo sono staticoinvolti i principali stakehol-der affinché il programmadegli interventi potesse essereil più possibile condiviso; perla prima volta, inoltre, sonostati stanziati in misura signi-ficativa fondi a sostegno dellarealizzazione delle misure

programmate».La Regione Campania (quelladei Commissari e delle superconsulenze) facendo esclusivoricorso a risorse interne al-l'amministrazione regionale econ la collaborazione dell’Ar-pac si è data un ambiziosoprogetto per la riduzione deirifiuti e sta per mettere a di-sposizione le risorse per av-viarlo. Il Piano punta a ridurre entroil 2016 la produzione comples-siva dei rifiuti urbani del 10%(rispetto alla produzione2011). Si persegue, inoltre, lariduzione del 5% della produ-zione dei rifiuti urbani perunità di Prodotto InternoLordo entro il 2020, così comeprescritto nel Programma na-zionale di prevenzione dei ri-fiuti.Il documento individua 14“azioni di piano”, che servonoa raggiungere gli obiettivi, tracui nove azioni verticali susingoli flussi di rifiuti: tre diqueste interessano il flusso dirifiuti “organico e verde”(Compostaggio di prossimità;Recupero eccedenze alimen-tari; Mense pubbliche ecoso-stenibili), una carta e cartoni(dematerializzazione carta uf-fici pubblici), una gli indiffe-renziati (Pannolini

riutilizzabili), due la plastica(Chioschi dell'acqua; Eco &Spina shop), una i RAEE –Legno – Metallo – Ingom-branti – Tessili (Centri Inte-grati per il Riulizzo Ottimaledei beni durevoli – CIRO); unavetro (vetro a rendere). Inoltresono previste cinque azioni disistema che abbracciano tuttele frazioni: azioni pilota per lariduzione dei rifiuti; percorsidi educazione ambientale; ta-riffazione puntuale e assimi-lazione rifiuti; promozioneacquisti verdi; marchio regio-nale di sostenibilità ambien-tale. Per ogni azione vengonoindicati: tipo di azione (exante o di riutilizzo); frazionedi rifiuto interessata; obiet-tivi; descrizione; modalità diattuazione; soggetti benefi-ciari; risorse a disposizione;indicazioni di realizzazione etarget. Quasi tutte le azionisaranno attuate con iniziativea regia o comunque a titola-rità regionale, spesso con ilcoinvolgimento di altri sog-getti territoriali (dalle Ulssalle Province, Comuni, ad as-sociazioni di categoria, volon-tariato e terzo settore). Cisono quindi i presupposti e lebasi per sperare di ricevere infuturo il premio per l’attua-zione del Piano.

La Regione ottiene il riconoscimento grazie al Piano attuativo integrato approvato alla fine del 2013

Prevenzione dei rifiuti, un premio alla Campania

Presentata a Caserta la nuova sede dell’Arpa Campania Luigi Mosca

Arpac ha una nuova sede aCaserta, che è in corso di alle-stimento, e questo spazio èstato presentato pochi giornifa alla presenza, tra gli altri,dell’assessore regionale al-l’Ambiente, Giovanni Ro-mano, del Commissariodell’Agenzia, Pietro Vasaturo,e del presidente della Provin-

cia di Caserta, DomenicoZinzi. Nel corso dell’incontro, intro-dotto dal dirigente del Servi-zio Comunicazione dell’Arpac,Pietro Funaro, l’assessore re-gionale ha sottolineato l’im-portanza di recuperare unbene, quello situato nel centrodirezionale in località San Be-nedetto, che rischiava di re-stare improduttivo dopo gli

investimenti iniziali.«Si tratta di un importantepunto di partenza», ha dettol’esponente della Giunta re-gionale. «Caserta e la sua pro-vincia hanno bisogno distrutture tecniche operativeed efficienti, dato che, comesappiamo, si tratta di un’areacaratterizzata da numerosireati e criticità ambientali.Sviluppare le dotazioni del-l’Arpac sul territorio ci con-sentirà di mettere adisposizione della Magistra-tura e delle altre istituzioniuna capacità di fornire infor-mazioni tecniche tempestive eaffidabili. Insomma, l’allesti-mento di una nuova sedeArpac, che potrebbe andareanche oltre la dimensione pro-vinciale, fa parte di una stra-tegia complessiva diriappropriazione del territo-rio. Un impegno in cui la pub-blica amministrazione, e inparticolare la Regione, si di-

mostrano presenti». Il Commissario dell’Ente, dalcanto suo, ha sottolineato laprofessionalità degli operatoridell’Arpac, riconosciuta ap-pieno dalle altre istituzionicon cui l’Agenzia collabora. Il dott. Vasaturo ha inoltre ri-cordato l’esigenza di poten-ziare l’assetto dell’Agenzia,

per adeguarlo ai livelli giàraggiunti dalle agenzie am-bientali in altre regioni. Nel corso dell’incontro, a cuierano presenti anche rappre-sentanti della Magistratura edelle Forze dell’ordine, il dott.Funaro ha letto gli auguri in-viati dal vescovo di Caserta,mons. Giovanni d’Alise.

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Anna Gaudioso

Abbiamo incontrato il dirigente scola-stico della scuola secondaria di I grado“A. Genovesi – I. Alpi” di via San Pie-tro, Nocera Inferiore. Con questo isti-tuto l’Arpac ha avviato un percorso diinformazione ed educazione ambien-tale che in prima battuta verterà sultema della raccolta differenziata deirifiuti. La preside, prof.ssa Maria Ventura, èlaureata in pedagogia, cosa dellaquale si vanta, perché le ha permessodi avere una visione ed una perce-zione profonda dei percorsi didattici

affrontati negli anni di insegnamento.Inoltre, ci spiega, le ha permesso dicapire le persone con cui si andava re-lazionando, avendo un riscontro digrande comprensione e aperture difattibilità da parte di addetti ai lavori.La preside ha una seconda laurea inlettere: insomma, la nostra intervi-stata non si è fatta mancare nulla, lediciamo scherzando. La dirigentechiarisce che il distretto scolasticocomprende, oltre alla sede centrale diVia Starza San Pietro, anche quello divia Villanova, via Cafiero e via Sici-liano. L’impatto con la struttura della scuolaè stato molto bello: appena dietro icancelli, agli occhi, un’esplosione di al-beri e aiuole. L’accoglienza non è statasolamente formale e, da professioni-sta, la preside non si è fatta attendere.Molto curato l’ambiente della presi-denza, evidente testimonianza di chiè attenta a tutto. La porta, poi, erasempre aperta agli addetti ai lavori oagli amici che passano per un saluto.Di fronte a me c’era una donna tenace,forte, gentile, con grandi capacità re-lazionali e rispettosa delle altrui pro-fessionalità. Mi ha invitata conorgoglio a visitare la scuola che haereditato, che mi ha positivamentecolpita perché mostra il lavoro di unadirigente che ha voglia di fare e cheelogia i suoi collaboratori senza i quali- dice - non è possibile realizzarenulla.Professoressa, cosa l’ha spinta ascegliere di diventare preside?«Bella domanda! – premette -. Anchequando ero insegnante, la mia vogliadi fare non si è mai limitata solo all’in-segnamento. Ho sempre collaboratocon la dirigenza e il mio interesse nonriguardava solo la classe ma tutto ciòche poteva essere utile alla scuola nelsuo complesso, maturando così espe-rienze di gestione. La scuola è una co-munità educativa e come tale vagestita, cercando di dare agli alunniuna situazione di piacere e di agionelle ore che trascorrono tra i banchi.La scuola che voglio e per cui lavoro èuna scuola aperta al territorio, con ilcoinvolgimento anche delle famiglie enon solo: tutto ciò che viene dal-l’esterno per gli alunni è un valore ag-giunto».Come sono stati finora questianni da preside?«Anni positivi: nei sei anni di diri-genza scolastica non ho trovato grossedifficoltà. Ho sempre avuto grandecollaborazione e disponibilità da partedelle colleghe insegnanti, forse perchénon ho mai dimenticato di esserestata anch’io tale».Qual è stato il momento più diffi-cile come preside?«Non ricordo momenti particolar-mente difficili, tanto che sono qui e

sono felice di ricoprire il mio ruolo diDirigente. Cerco di aiutare le famigliecon problemi: certamente tutto ciò chesi può fare nei modi e nei tempi possi-bili e, poi, cerco di lavorare sulla tra-sparenza degli atti e sugli obiettivifinali».Può raccontarci i miglioramentiche si sono verificati nel vostroistituto durante la sua presi-denza?«La mia esperienza oltre le mura dicasa, a Carrara in Toscana e due anniin provincia di Latina, mi hanno por-tata ad acquisire esperienze valide damettere a disposizione della mianuova sede nella mia città. Il bilancioè stato positivo e credo di poter dareun valore aggiunto. Penso alla crea-zione di uno staff di gestione per mo-nitorare tutti i plessi, far rientrare lascuola in una valutazione di qualità,dando spazio al lavoro di formazioneper i docenti della scuola in funzionedel progetto di autovalutazione dellascuola per rafforzarne i punti forti erisolvere le criticità esistenti». Cosa bisognerebbe fare, secondolei, per migliorare questa scuola,perché no, anche dal punto divista estetico?«La scuola ha attivato dieci corsi di re-cupero con contributi volontari deglialunni utilizzati come progetti di ri-torno sugli alunni stessi. Parliamo dicorsi Trinity con il restante 50% dicontributo da parte della scuola. Lascuola vanta molte attività: laboratoridi musica, poi il laboratorio scientifico,di ceramica, di informatica, lingui-stico, di artistica, la palestra e la bi-blioteca. Inoltre c’è in programma lariqualificazione edilizia del plessoSant’Anna a Villanova, la messa in si-curezza, la risistemazione delle tendeche sono già state sistemate, ma comesi sa tutto va controllato e risiste-mato».Cosa le suggerisce la parola am-biente? Lei è sensibile alle tema-tiche ambientali?«Credo di essere una persona attentaall’ambiente: sono attenta ai controlli

in materia di ambiente, ci tengo a ciòche mangiamo, che respiriamo, allapulizia, al verde che abbiamo intornoalla scuola. Inoltre seguo la medicinaomeopatica».Cosa si aspetta dal percorso dieducazione ambientale che ha at-tivato con l’Arpac? «L’informazione e l’educazione incampo ambientale potrebbero accom-pagnare la crescita delle coscienze, sutemi come la raccolta differenziata deirifiuti e la prevenzione dell’inquina-mento. Credo che l’intervento esternodi professionalità che portano all’in-terno della scuola un valore aggiuntopuò essere più facilmente veicolanteperché esula dall’obbligatorietà dellalezione e della verifica scolastica delvoto».Perché la scuola ha scelto la dif-ferenziata dei rifiuti come primoargomento del percorso informa-tivo educativo Arpac?«È la tematica che si vive più da vicinoin questi anni con l’emergenza dei ri-fiuti ed è bene che i ragazzi compren-dano l’importanza del ruolo delladifferenziata per l’avvio e il recuperodei rifiuti e quanto possono essereutili gli scarti».Il ministero dell’Ambiente, in col-laborazione con il ministero del-l’Istruzione, ha elaborato unpiano per inserire l’educazioneambientale tra le materie scola-stiche. Cosa ne pensa?«È un’idea positiva. Penso che nellascuola dell’obbligo sarebbe utile unospazio per l’educazione ambientale,perché potrebbe cogliere aspetti piùvasti che le altre materie non possonocolmare.Il continuo studio porta sicu-rezza ed autorevolezza, lo dico peresperienza. È necessario diventarecittadini consapevoli e responsabili:imparare a vivere l’ambiente circo-stante, non solo limitandosi al proprioterritorio ma a tutto il pianeta sentirsicittadini del mondo». (Nella foto a sinistra, la prof.ssa Ven-tura. In alto, l’ingresso dell’istituto Ge-novesi - Alpi).

Percorso di educazione ambientale a NoceraIncontro con la preside della scuola Genovesi

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 marzo 2015 - Anno XI, N. 5Edizione chiusa dalla redazione il 13 marzo 2015

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOD.Bove, I. Buonfanti, F. Clemente, F. Cuoco, G.De Crescenzo, A. Esposito, E. Ferrara, R. Fu-naro, A. Grosso, G. Loffredo, R. Maisto, D.Matania, B. Mercadante, A. Morlando, A.Palumbo, A. Paparo, F. SchiattarellaSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Rosario Maisto

Il riscaldamento globale colpi-sce anche i panda ed il loro cibopreferito, infatti, una nuova ri-cerca, ha messo in evidenzacome entro la fine del secolopotrebbero scomparire tutte leforeste di bambù. Nel corsodegli ultimi decenni, diversiprogrammi di conservazionehanno prevenuto in modo effi-cace l'estinzione di questi sim-patici animali dagli occhioniteneri, purtroppo però il suc-cesso non è sufficiente percompensare gli effetti di unclima costantemente in fase diriscaldamento, secondo unanuova ricerca nei programmidi conservazione, la metà deglihabitat dei panda giganti e leforeste di bambù, scompari-ranno molto presto. Utilizzando differenti modelliclimatici, gli scienziati dell'Ac-cademia Cinese delle Scienze edella Michigan State Univer-sity, hanno infatti stimato chei panda potrebbero perdere lametà del loro habitat con unaumento di temperatura di 1,6gradi. Un fenomeno purtropporealistico considerando che du-

rante il secolo scorso il termo-metro mondiale è già salito di1,2 gradi e secondo l'ultimorapporto del Gruppo intergo-vernativo di esperti sul cam-biamento climatico (IPCC), le

temperature dovrebbero ulte-riormente aumentare da 1 acirca 5 gradi entro il 2100. Per-tanto, secondo i ricercatori,l'intero habitat di foreste dibambù rischia di scomparire

completamente tra i prossimi50-100 anni.I panda gigantihanno poca energia per adat-tarsi ai cambiamenti climaticie dato che il bambù rappre-senta il 99% della dieta degli

orsi, senza di esso gli animalirischiano di morire di fame.Come se non bastasse, oltre alclima, in Cina le foreste dimi-nuiscono anno dopo anno acausa di un selvaggio disbosca-

mento rendendo quindi sem-pre più difficile per questoanimale trovare germogli ne-cessari al suo sostentamento.La scarsità di cibo spinge que-sta specie a spostarsi di conti-nuo, esponendola purtroppo albracconaggio e a tutte le trap-pole e ai mille pericoli dovutialle infrastrutture costruitedall’uomo come strade, digheed edifici.Attenzione dunque: il pandagigante è in grave pericolo!!!Sono meno di 1.600 gli indivi-dui, e, solo grazie ad alcune as-sociazioni del luogo e all’aiutodel WWF, si sono costruitedelle riserve. Tutto questo peròè ancora poco e se non si faràsubito qualcosa di questo or-setto bianco e nero rimarràsolo una tenera icona o un ri-cordo!

Il riscaldamento globale colpisce ancora!

In netta diminuzione la specie dei Panda giganti

È un “densovirus” ed è il responsabiledella terribile moria di stelle marinenella costa ovest degli USA, identificatograzie all’aiuto di reperti da museo. Una misteriosa malattia ha decimato apartire dal giugno 2013 un’enormequantità di stelle marine sulla costa pa-cifica nordamericana e ora gli scienziatine hanno scoperto la causa. Il responsa-bile è il virus Sea Star Associated Den-sovirus che ha dato origine alla Sea StarWasting Disease, ed è stato individuatoda un gruppo di microbiologi della Cor-nell University, grazie agli esemplariconservati nel Museo di Storia Naturaledi Los Angeles. Le collezioni biologiche presenti neimusei rappresentano infatti una sortadi album fotografico della vita sullaTerra, e come tali vengono spesso utiliz-zate per investigare i problemi ambien-tali. Per fare un esempio, mentre gliaddetti alla salute pubblica americanaanalizzano i livelli di mercurio presentinei pesci e negli uccelli, i ricercatori nelfrattempo studiano i reperti presenti neimusei per stabilire i cambiamenti sto-rici della contaminazione da mercurio.

Una tecnica comparativa usata quoti-dianamente che questa volta ha resopossibile una scoperta molto impor-tante, dando una spiegazione della mi-steriosa malattia che ha colpito,uccidendole, numerose stelle marinenella costa ovest degli States, dall’Ala-ska alla baia californiana. Una moriache ha decimato almeno 20 differentitipi di stelle marine, incluse la famose“ochre seastar” e la multibraccia “sun-flower seastar”. L’impatto ecologico di

questo sterminio, non serve neanchedirlo, avrà delle conseguenze importantisull’ecosistema marino di quell’area. Lestelle marine sono infatti voraci preda-tori con un ruolo chiave nella regola-zione dell’ecologia dei fondali oceanici.Quello che questi studi comparativihanno permesso di scoprire è che ilvirus era in realtà presente almeno da72 anni. È stato infatti rilevato in esemplari rac-colti nel 1942, 1980, 1987 e 1991. La ra-gione per cui il virus si è risvegliatoprovocando l’epidemia, suggerisce lostudio, risiede nella sovrappopolazionedi stelle marine degli ultimi tempi, neicambiamenti climatici e non da ultimonella mutazione del virus stesso neltempo.Individuare il virus però non è certostato semplice. Ci sono infatti, comespiegato dagli autori dello studio ap-parso su Proceedings of the NationalAcademy of Sciences, 10 milioni di virusin una goccia di acqua di mare, perciòscovare quello che ha provocato la ma-lattia è stato come cercare un ago in unpagliaio. I.B.

Stelle marine attaccate da un virus killerIl colpevole è stato identificato studiando alcuni reperti da museo

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Importanti per l’ambiente, contribuiscono alla mitigazione dei cambiamenti climatici

Celebrata la giornata mondiale delle zone umide

Fabio Cuoco

La nascita e lo sviluppo dellecoltivazioni di organismi geneti-camente modificati è da sempreritenuto un indicatore negativo,un segnale d’allarme per i con-sumatori che, senza saperlo, po-trebbero incorrere in prodottialterati artificialmente con so-stanze chimiche dannose. I datidell’anno appena trascorso,però, sembrano essere confor-tanti: nel paesi dove vi è unamaggior concentrazione di colti-vazioni biotech è stato registratoun forte calo produttivo. Un’in-versione di tendenza considere-vole rispetto al dato sullecoltivazioni per l’anno 2013,quando, secondo l’ISAAA (Inter-national service for the acquisi-tion of agri-biotech application)nei cinque paesi europei dovesono permesse le semine OGM,vale a dire Spagna, Portogallo,Romania, Slovacchia e Repub-blica Ceca, era stato registratoun incremento di circa tre puntipercentuali. Tale crescita è stataannullata dal calo del 2014, perl’appunto del 3%, abbattimentodovuto anche, e soprattutto, alladecisione, da parte dell’UnioneEuropea, di mettere al voto lanuova legge comunitaria sugliOGM, approvata soltanto nelloscorso mese di gennaio ma nonancora recepita da tutti gli Statimembri, che concede la libertàdegli stessi nello scegliere seadottare o meno una politicapermissiva in materia. Allar-

gando la prospettiva a livellomondiale, si può notare come,oltre ai cinque paesi succitati,soltanto altri ventitrè in tutto ilpianeta permettono questo tipodi coltivazioni, una percentualedavvero minima, che fa riflet-tere sulla possibilità, anche perquesti pochi paesi, di seguire glialtri e vietare queste coltiva-

zioni nocive alla salute dei con-sumatori. Nello specifico, negliultimi mesi, è cominciata unacampagna contro un particolaretipo di mais, il MON810, cono-sciuto anche come “monsanto”,dal nome della multinazionaleagraria statunitense che l’hamodificata per difenderla daidanni causati dagli insetti.

In questo prodotto viene inne-stato un gene, chiamato Bacil-lus Thuringiensis che produceDelta-endotossina, sostanza ve-lenosa per i lepidotteri (farfallee falene) ma che potrebbe arre-care danno anche ad altri orga-nismi, compreso quello umano.Per questo motivo, l’Italia, comemolti altri paesi del mondo, ha

vietato la coltivazione di questaparticolare tipologia di mais, conun decreto firmato nel 2013 daiministri dell’Agricoltura, del-l’Ambiente e della Salute, proro-gato di recente per altri 18 mesi.Ma, dalla delibera della normaeuropea sulla coltivazione bio-tech, il governo italiano non haancora fatto alcun passo al finedi recepire la norma e confer-mare la sua opposizione a que-ste tipologie di coltivazione:anzi, da gennaio ad oggi, c’è an-cora un vacatio legis, un vuotolegislativo che pesa soprattuttosulle spalle dei coltivatori di-retti. Secondo il presidente di Coldi-retti, Roberto Moncalvo: “Perl’Italia, gli organismi genetica-mente modificati in agricolturanon pongono solo seri problemidi sicurezza ambientale, ma so-prattutto, perseguono un mo-dello di sviluppo che è il grandealleato dell’omologazione ed ilgrande nemico del Made inItaly”. Se la legge europea do-vesse essere recepita dallo StatoItaliano con un’annessa inver-sione di tendenza, dunque, oltrea scatenare l’ira dei coltivatori,si incorrerebbe nel rischio di in-taccare un indicatore di prove-nienza agroalimentare, quellodel Made in Italy, che è da sem-pre sinonimo di garanzia e diqualità, sia in Europa che a li-vello mondiale e che è un tas-sello importante, se nonfondamentale, della nostra eco-nomia.

OGM, semine biotech in calo del 3%

Il 2 febbraio del 1971 con laConvenzione di Ramsar, oggisottoscritta da 168 Paesi, fusancita a livello mondiale la tu-tela delle zone umide. Ognianno, appunto il 2 febbraio, aqueste zone è dedicata una gior-nata, in cui vengono celebratele paludi, le torbiere, e tuttequelle distese di acqua sta-gnante o corrente, salmastra osalata: luoghi fondamentali perla conservazione della biodiver-sità terrestre, ma anche fra gliecosistemi più a rischio del pia-neta, tra pressione antropica eriscaldamento globale. Nell'ultimo secolo oltre il 64%delle zone umide sono, in effetti,scomparse e non solo non sonostati raggiunti gli obiettivi difermare la perdita di biodiver-

sità entro il 2010, come previstodalla Convenzione, ma addirut-tura il tasso di declino e perditadi alcune popolazioni di specielegate agli ecosistemi acquaticiè quadruplicato dal 2000 adoggi. Eppure le zone umide,oltre a rappresentare l'habitatdi una particolare flora e fauna,sono estremanente importantiper l'ambiente, contribuiscionoad esempio, in quanto regola-trici del regime delle acque, allamitigazione dei cambiamenticlimatici. In Italia il Ministerodell'Ambiente ha stilato unelenco in cui figurano 53 areemolto significative di 15 regioni;ambienti e paesaggi, tra laghi,torbiere, fiumi e foci, stagni, la-gune, valli da pesca, litorali conacque marine costiere, inserite

nella rete di Natura 2000 o inaree protette nazionali, regio-nali o locali. Luoghi straordinaridal punto di vista ambientale,ma spesso sottovalutati, poco co-nosciuti dai cittadini e moltospesso non tutelati dalle istitu-zioni. Proprio per questo Le-

gambiente ogni anno si mobilitaper far conoscere queste zone(protagonista del programmadel 2015 anche il lago Fusaro)con iniziative che coinvolgono,oltre ai siti Ramsar, anche zoneumide considerate minori espesso non riconosciute con lo

status previsto dalla Conven-zione, come aree acquitrinose,opere artificiali rinaturalizzate,casse di espansione, invasi di ri-tenuta, cave di inerti per atti-vità fluviali, canali e vasche dicolmata. Tutto per ricordare lanecessità di proteggere questiecosistemi. Le specie viventinelle acque interne, infatti, so-stengono processi vitali e pro-duttivi, fornendo una serienumerosissima e varia di serviziecostistemici, la cui perdita, inparticolare quelli relativi ai pro-cessi depurativi e alla fissazionedel carbonio presente nella bio-sfera, potrebbe determinare im-patti pereoccupanti sui processiproduttivi e sulla qualità dellavita dell'uomo.

B.M.

Secondo l’ISAAA, l’Europa avrebbe fatto segnare un valore

negativo nel 2014

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Ilaria Buonfanti

Napoli, Stadio San Paolo,chissà in quanti milioniavranno solcato i gradini dellostadio napoletano nel corsodegli ultimi trent’anni per as-sistere alle gesta sportive deipropri beniamini e, in partico-lare, di Diego Armando Mara-dona. Eppure, la stragrandemaggioranza di quest’im-

mensa folla di appassionatinon sa di essere transitata apoche decine di metri da unluogo molto importante, mapoco conosciuto, della città:proprio davanti allo stadio, in-fatti, all’interno del complessouniversitario della facoltà diingegneria dell’Università diNapoli Federico II, si trova lavasca navale del dipartimentodi ingegneria industriale, se-zione di ingegneria navaleche, al momento, è l’impiantouniversitario più granded’Europa nel suo genere. Sitratta di un sofisticatissimastruttura utilizzata per te-stare e collaudare la sicurezzae le prestazioni in mare di nu-merose tipologie di imbarca-zioni come yacht, navi dacrociera e mercantili.Operativa dal 1980, successi-vamente rimodernata, lavasca è lunga ben 147 metri,larga 9 e profonda 4,20. Possiede anche un generatore

di onde in grado di riprodurreuna simulazione di mare agi-tato, con tanto di spiaggia as-sorbitrice (dal sistemabrevettato) per le onde ri-flesse. Sui lati più lunghi sonomontate due massicce rotaieche corrono lungo l’interavasca, sulle quali si muove ilcosiddetto carro dinamome-trico del peso di 28 tonnellate,completamente automatiz-

zato e telecontrollato. Sul pia-nale del carro sono montatealcune postazioni informati-che dall’elevatissima capacitàdi calcolo. In occasione deivari test, che qui si svolgonomolto frequentemente (lavasca, infatti, lavora a pienoregime), il modello in scaladell’imbarcazione per la qualesono state richieste le verifi-che da cantieri navali o studidi progettazione viene aggan-ciato al carro e adagiato sul li-vello dell’acqua. Quando tutto è pronto il ma-novratore ordina la partenza:due segnali sonori avvisanodell’inizio del movimento. No-nostante la stazza il carro ècapace di una forte accelera-zione. Se si verrà autorizzatiad accedere a bordo occorreràmantenersi bene attaccatiall’avvio: in pochi attimi si po-tranno toccare i 7 metri al se-condo (la velocità di picco è di10 m/s, l’equivalente di 36 km

orari, ma per questioni di si-curezza non la si raggiungemai). Durante la corsa potenti tele-camere (sia di superficie siasubacquee), obiettivi e stru-menti di misura immortalanoogni reazione del modello tra-scinato in acqua dal carro inmovimento: la regolarità delmoto ondoso, l’eventuale crea-zione di mulinelli, tenuta, as-

setto e resistenza. Sofisticateelaborazioni computerizzate el’applicazione di complessimodelli matematici forni-scono, al termine di ogni“esperienza”, tutti i dati utiliche contribuiscono anche allasicurezza della navigazione insituazioni estremamente rea-listiche. Essa è, inoltre, dotatadi tecnologie per il risparmioenergetico: quando il carro èin moto,se l’energia prodotta èsuperiore a quella utilizzata,la differenza viene ceduta allarete e venduta al gestore, ri-ducendo i costi di gestione. Un primato, quello dellavasca navale dell’UniversitàFederico II, sconosciuto amolti ma che si colloca a pienotitolo in un prezioso e fonda-mentale continuum dellagrande tradizione marinaradi Napoli e della sua provin-cia. La vasca navale di Napolipuò essere visitata solo previaautorizzazione.

La vasca navale della Federico II

Si chiamano Toyota Mirai e Honda FCV e sono le nuove au-tovetture totalmente alimentate ad idrogeno presentate inquest’inizio di 2015. Con questi prototipi, le due case auto-mobilistiche asiatiche si fanno pioniere di una nuova conce-zione dell’auto, non più inquinante e difficile da mantenereanche in termini economici, ma green friendly e ricaricabilefacilmente dalla propria abitazione con idrogeno ottenutoanche da scarti organici alimentari.In particolare, la Toyota, già da qualche anno leader nel set-tore dell’ibrido, ha progettato e realizzato un modello dalnome davvero significativo: “mirai”, infatti, in giapponesesignifica “futuro”, ciò a cui puntano gli ingegneri della casaasiatica nella realizzazione di quest’auto innovativa.La Mirai presenta un centro di gravità molto basso, il chepermette di apprezzarla sia dal lato estetico, grazie al suoassetto sportivo, sia da quello delle performance, molto in-

coraggianti durante leprove già effettuate sustrada. La vettura può per-correre 500 km con unpieno di idrogeno e non hanulla da invidiare alle autotradizionali: 155 cv, da 0 a100 in 9,6 secondi e una ve-locità massima di 178km/h. Non ci resta cheaspettare, dunque, anche illancio nel vecchio conti-

nente, che avverrà a settembre.A Toyota risponde Honda, con la FVC, acronimo di full cellvehicle, un prototipo molto particolare, che presenta ilgruppo propulsore, incluse le celle a combustibile, sotto ilbagagliaio anteriore, permettendo così di ricavare spazio perun terzo posto a sedere sul lato posteriore. Interessante anche il serbatoio da 700 bar che permette dipercorrere circa 700 km con un pieno di idrogeno, 200 in piùdel suo diretto concorrente, al quale, però, deve cedere ilpasso sulla potenza: con i suoi 134 cv, non è in grado di egua-gliare la Mirai, rimanendo però, una valida alternativa agliultimi modelli tradizionali. Il lancio in Europa è previsto perl’inizio del 2016.Da che l’idrogeno è stato visto per decenni come un pericolo,dovuto alla sua alta infiammabilità, adesso sembra esseredavvero la strada da percorrere per il prossimo futuro: i pro-gressi sulla messa in sicurezza dei veicoli, infatti, ha per-messo di valicare anche questo ostacolo. Non a caso, altre case automobilistiche come Ford, GeneralMotors, Hyundai e Renault, hanno già firmato una letterad’intenti volta a richiedere agli Stati ed alle compagnie ener-getiche la realizzazione di infrastrutture per la produzione,lo stoccaggio e la distribuzione del gas inodore.

Fa.Cu.

Toyota e Honda lancianola sfida dell’idrogeno

Un laboratorio d’esperienze idrodinamiche sofisticatissimo

Due nuovi modelli ad emissioni zero

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Cosa si può ricavare dagliscarti delle banane verdi? Al-l’apparenza nulla, la rispostasembra ovvia: le banane verdisono da sempre destinate adessere gettate via. Eppure ungruppo di ricercatori spagnolipotrebbe per sempre stravol-gere questa convinzione, conrisvolti positivi per la salutedell’uomo, per l’ambiente e perl’economia. Dalle banane verdiè possibile ricavare farinasenza glutine. Alcuni ricerca-tori spagnoli all’InnovationForum Fi2 Todo Connecta te-nutosi a Tenerife hanno ac-colto i visitatori con prodotticreati grazie a questo partico-lare alimento. Gli studi sonostati effettuati su banane chenon avevano riportato i requi-siti per essere immesse sulmercato; già nel 2012 gli studiavevano avuto inizio: ricerca-tori brasiliani mettevano inluce la possibilità di utilizzarequesto sottoprodotto dell’indu-stria per creare un nuovo ali-mento senza glutine. Le ottimequalità nutritive emergevanoin ogni caso, per celiaci e non.Gli studi sono stati poi appro-fonditi sia in Brasile che nelleCanarie, dove è alta la produ-zione di banane, ed ora sonoemersi i risultati. Dal punto di

vista nutritivo gli effetti sonotutti positivi: c’è un bassissimocontenuto di grassi, fino al 98%in meno, e un’alta quantità disostanze antiossidanti e dialtre come fibre e amidi. Laconsistenza della farina pro-dotta dalle banane risulta ad-dirittura migliore rispetto aquella tradizionale, essendomeno collosa. Ovviamente dalpunto di vista economico emer-gono risultati confortanti: con-siderando che si tratta di unprodotto di scarto, altrimentidestinato ad essere gettato via,i costi della farina “di banana”possono essere nettamente in-feriori rispetto alla tradizio-nale farina per celiaci.Nonostante la crisi che ha col-pito gran parte dei settori eco-nomici, il commercio deiprodotti senza glutine non haconosciuto debacle: ad esempioin Italia nel 2013 è aumentatodel 17%, mentre a livello glo-bale, secondo il gruppo leaderin questo campo nel 2014l’espansione è stata del 19%.Gli aspetti economici “positivi”sono dovuti anche all’aumentodei celiaci: nel 2012, ad esem-pio, una relazione parlamen-tare sulla patologia stabiliva incentoquarantotto mila il nu-mero dei celiaci, la maggior

parte in Lombardia, Lazio eCampania, in crescita di dodicimila unità rispetto all’annoprecedente.Insomma “patologia” a parte,

emergono solo aspetti positivisoprattutto per i produttori dibanane, che potrebbero comin-ciare ad incrementare i guada-gni anche grazie agli scarti di

prodotti altrimenti da cesti-nare. Per i più scettici: la fa-rina prodotta dagli scarti nonha il sapore di banana, provareper credere! D.M.

Farina senza glutine dagli scarti delle banane verdi

Il ponte di plastica più grande del mondo

Il ponte di plastica più grandedel mondo si trova in Romania,è formato da 157 mila bottiglie,ed lungo 23 metri. Le bottigliesono state raccolte in due setti-mane da 500 volontari conl'obiettivo di sensibilizzare lacittadinanza sulle 269 milatonnellate di rifiuti scaricatinei fiumi e negli oceani di tuttoil mondo. Questa importantestruttura sorge sul canaleBega a Timisoara, in Romania,e a darne notizia è il sito inter-net In a Bottle. Il ponte, chesarà sempre illuminato, hauna forma circolare, è dotato discale e ringhiere e può reggerepiù di 200 persone. L’idea dicreare un ponte costruito solocon plastica riciclata, secondoquello che viene spiegao all'in-terno del sito è stata di Eco-Stuff Romania, un’associazioneambientalista da sempre in

prima linea su temi come il ri-ciclo, la sostenibilità e l’econo-mia green. Quello di Timisoaranon è il primo ponte al mondocostruito in plastica, ma è ilprimo fatto di sole bottiglie diplastica legate con cavi, eanche il primo ad essere realiz-zato grazie all'ingegno dei vo-lontari. L’ambientalista RaduRusu, presidente di EcoStuffRomania, scopre le carte soste-nendo che si sta cercando dibattere il record del mondo peraumentare la consapevolezzasulle enormi quantità di rifiutiscaricati ogni giorno nei fiumie negli oceani di tutto il mondo.Se diamo uno sguardo al restodel mondo, troviamo altrestrutture del genere come aPeeblesshire, in Scozia, unponte lungo 30 metri con strut-tura in plastica è stato co-struito nel 2011 sul fiume

Tweed che interseca il fiumeDawyck Estate. Scienziatidell’Università di Rutgershanno trattato rifiuti di pla-stica, trasformandoli in un ma-teriale composito duro che èstato utilizzato per rendere ilponte tanto robusto, che puòsopportare fino a 44 tonnellatedi peso.Anche gli Stati Uniti non man-cano all'appello, ci sono diversiponti in plastica, ma sono tuttidi modeste dimensioni. Sistima che i cittadini americanibuttino via circa 35 miliardi dibottiglie di plastica all’anno.Bisogna riflettere a fondo sulfatto che (secondo una stimadel 2012 di Plastic Europe), nelmondo si producono annual-mente circa 288 milioni di ton-nellate di plastica.Riciclare èessenziale.

F.S.

Finora solo risultati positivi: provare per credere!

Si trova in Romania ed è formato da 157mila bottiglie recuperate dal mare

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LUOGHI APERTI IN CAMPANIA

LE GIORNATE FAI DI PRIMAVERAPer la sola provincia di Napoli l’iniziativa è stata spostata al 28 e 29 marzo

CARCERI BORBONICHE MONTEFUSCO (AV)

CASTELLO BIONDI MORRA MORRA DE SANCTIS (AV)

CASTELLO GRIMALDIMONTEVERDE (AV)

CASTELLO NORMANNOARIANO IRPINO (AV)

TORRE ANGIOINASUMMONTE (AV)

TORRE NORMANNACASALBORE (AV)

CHIESA DI SAN DOMENICOBENEVENTO

CHIESA DI SAN MARCO DEI SABARIANI IN SANTA TERESABENEVENTO

CHIESA DI SANT’AGOSTINOBENEVENTO

LA TORRE NORMANNA E IL GIAT GIARDINOARCHEOLOGICO TELESINOTELESE TERME (BN)

VILLA COLLENEA (VILLA BEATRICE)BENEVENTO

CASA DI PIER DELLA VIGNACAIAZZO (CE)

CASTELLO MEDIEVALECAIAZZO (CE)

CATTEDRALE – BASILICA MINORE DI SANTAMARIA ASSUNTA E S. STEFANO VESCOVOCAIAZZO (CE)

CHIESA DELL'ANNUNZIATACAIAZZO (CE)

CHIOSTRO DI SAN FRANCESCOCAIAZZO (CE)

OASI NATURALE – SAN BARTOLOMEO CASAIN CAMPAGNACAIAZZO (CE)

PALAZZO MAZZIOTTICAIAZZO (CE)

PARCO SORGENTI FERRARELLERIARDO (CE)

CHIESA E CONVENTO DI SAN FRANCESCO DI PAOLAMASSA LUBRENSE (NA)

BAIA DI IERANTOMASSA LUBRENSE (NA)

BIBLIOTECA FRANCESCANASANT ANASTASIA (NA)

CENTRO DI PRODUZIONE RAINAPOLI

COMPLESSO DELLA REAL CASA DELL'ANNUNZIATANAPOLI

IL CAMMINO DELLE ACQUE DEL MONTESOMMA: PERCORSI NATURALISTICI TRA PAESAGGIOE E CULTURAPOLLENA TROCCHIA (NA)

INSULA MONUMENTALE DI SANTA CATERINA A FORMIELLO - CHIESA,

LANIFICIO 25, MADE IN CLOISTERNAPOLI

MUSEO DEL CORALLO ISTITUTO “FRANCESCO DEGNI”TORRE DEL GRECO (NA)

PALAZZO SAN TEODORONAPOLI

PARCO ARCHEOLOGICO DELLE TERME DIBAIA E TEMPIO DI VENEREBACOLI (NA)

REAL MONTE MANSO DI SCALA (SOLO ISCRITTI FAI)NAPOLI

STAZIONE NEAPOLISNAPOLI

STUDIO TRISORIONAPOLI

VILLA ROSEBERY - PARCO E PALAZZINA BORBONICANAPOLI

CHIESA DI SAN PIETRO A CORTE - EX CAP-PELLA PALATINASALERNO

COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN PIETROA CORTESALERNO

CONVENTO DELLA SS. TRINITA'BARONISSI (SA)

ESCURSIONE A CURA DI C.A.I. - SALERNOMONTE BASTIGLIA: DA ORIGNANO A SAVADI BARONISSIBARONISSI (SA)

MOSTRA “ARTI E MESTIERI NELLA VALLEDELL'IRNO FRA '800 E '900” PRESSO IL PALAZZO DEL MUNICIPIOBARONISSI (SA)

MUSEO FRAC – FONDO REGIONALE DI ARTECONTEMPORANEABARONISSI (SA)

PALAZZO FRUSCIONE E “CURTIS” LONGOBARDA IN LARGO SAN PIETRO A CORTESALERNO

VILLA ROMANA DI SAVABARONISSI (SA)

Fabiana Liguori

La primavera. Questa floreale ecolorata donna sta per tornare.Attesa, come non mai, con im-pazienza, entusiasmo, fervore.In marzo, torna la voglia di pas-seggiare, di visitare luoghi, dicamminare lungo i sentieri. Soprattutto da parte di coloroche, nei mesi freddi, preferi-scono un buon calice di vinorosso davanti a un camino e rin-tanarsi nei propri nidi tra fami-glia e amici. Le Giornate diPrimavera sono l’evento più im-portante organizzato dal FAI –Fondo Ambiente Italiano, cheper l’occasione spalanca le portedi tantissimi luoghi in tutta Ita-lia per far conoscere e amare itesori d’arte e della natura delPaese, grazie all’ausilio di circa7.000 volontari e 25 mila stu-denti, futuri Ciceroni d’Italia!Sono 780 i luoghi, in 340 loca-lità, visitabili gratuitamente sa-bato 21 e domenica 22 marzo.Per la sola provincia di Napoli,

interessata in quei giorni dallavisita del Santo Padre, l’inizia-tiva è stata spostata nel succes-sivo week-end (28 e 29 marzo).La manifestazione, giunta alla23esima edizione, presenterà aquanti aderiranno, luoghi delcuore votati dagli italiani, villeper molti sconosciuti, itinerarinascosti, altri più comuni. Tuttiperò preziosi. Come il passato,più vivo che mai. Il Fai, mostrail bello dell’Italia e lo fa con cura,con dedizione. Due giorni per co-noscere ancor di più il proprioterritorio, i restanti per curarlo,salvarlo. "Negli scorsi 22 anni iluoghi aperti, tutti luoghi un po'speciali e poco conosciuti, sonostati ben 8.500 e le persone chehanno visitato questi luoghiquasi 8 milioni. Non c'è quindidubbio che questa sia la mag-giore manifestazione sui beniculturali del nostro Paese - hadetto Andrea Carandini, presi-dente Fai, durante la presenta-

zione - protagonisti sono i 500milioni di italiani che diventanoprimi attori del territorio, chenon solo visitano ma capiscono,i 7mila volontari, i 25mila stu-denti apprendisti Ciceroni e letante istituzioni e i privati cheaprono, che dicono sì a partiredal presidente del Consiglio cheapre Palazzo Chigi". Dal 16 al22 marzo la campagna che pre-vede anche una maratona tele-visiva spalmata su le tre reti Raie su più programmi, sulla falsariga di quello che avviene ognianno per Telethon: lì si salvano

vite di bambini con gravi pro-blemi, qui si salvano monu-menti e paesaggi che versano ingravissimo stato di salute. Maquali sono nello specifico le me-raviglie campane da non per-dere? Nel capoluogo viconsigliamo di visitare il com-plesso della Real Casa dell’An-nunziata sito nella “rinomata”,quasi sempre in modo negativo,zona di Forcella, cuore dellacittà di Napoli. Altra perla pergli amanti soprattutto della na-tura e del mare: la Baia di Ie-ranto a Massa Lubrense. Qui,in questa grotta scavata nellerocce della costa meridionaledella penisola sorrentina, la leg-genda narra che le sirene co-struirono la loro dimora e,ancora oggi, possibile sentirel’eco del loro canto che risuonaal ritmo della risacca. Nella salernitano, invece, vi se-gnaliamo tra gli altri luoghi da“toccare”: il Convento della SS.Trinità e il complesso monu-mentale di San Pietro a Corte.A Rialdo, in provincia di Ca-serta, impossibile non immer-gersi nel fantastico ParcoSorgenti Ferrarelle o perdersitra le mura del Castello Medie-vale di Caiazzo (CE).Infine, nelle province di Avellinoe Benevento, sono rispettiva-mente da visitare le storicheCarceri Borboniche (a Montefu-sco) e la chiesa di Sant’Agostino.

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Il contenuto di mercurio nei prodotti ittici

Daniela Bove

Recentemente è stato rilevato un au-mento del contenuto di mercurio nei pro-dotti ittici ed in particolare in quelli ditaglia maggiore. Infatti nei pesci preda-tori, tra i quali citiamo il pesce spada, iltonno, lo squalo, e lo smeriglio, essendopesci di grossa taglia, è presente unamaggiore quantità di questo metallo pe-sante. Questo perché, man mano che ipesci di grosse dimensioni si nutrono dipesci più piccoli vanno ad immagazzi-nare anche la quota che le loro prede ave-vano, a loro volta, accumulato. Ilprodotto ittico rappresenta una fonte es-senziale di omega -3 e di iodio indispen-sabili per lo sviluppo del sistema nervosofetale, tuttavia, contiene alcuni contami-nanti ambientali tra cui , in primo luogo,il metilmercurio, la forma di mercurio or-ganico più comune nella catena alimen-tare e anche la più tossica. A differenzadel mercurio inorganico, il metilmercurioè in grado di attraversare la placenta, labarriera cerebrale e quella cerebrospi-nale, raggiungendo così cervello e si-stema nervoso centrale. Pur essendorigorosi e puntuali i controlli da parte deiveterinari del S.S.N., esiste sempre lapossibilità che tali sostanze chimiche,presenti al di sotto dei limiti, si possanoaccumulare nell’organismo rappresen-tando così un fattore di rischio per ledonne in gravidanza e per i bambini.Tale fascia di popolazione dovrebbe evi-tare del tutto il consumo di pesci preda-tori.

Secondo recenti studi del tossicologo dr.Alberto Mantovani dell’ISS, il pesce rap-presenta la fonte primaria di omega-3 ele dosi consigliate per avere effetti bene-fici sono di 3-4 porzioni di 100 gr a setti-mana, durante la gravidanza, per uncorretto sviluppo del sistema nervosoembriofetale; mentre, per quanto ri-guarda i bambini da 1 a 3 anni, le por-zioni sono di 1,4 a settimana. Per lapopolazione adulta le dosi raccomandatesono di 2 o3 porzioni a settimana, peravere effetti benefici sul sistema cardio-vascolare. Da un rapporto EFSA, risultache, per ovviare al problema del bioaccu-mulo di sostanze chimiche, occorrerebbevariare la tipologia del prodotto itticoprediligendo in particolare le specie co-siddette povere. Oppure, basterebbe al-ternare le specie ittiche di grossedimensioni con altre più piccole menocontaminate: sardine, sgombri, branzini,orate, sogliole, trote, salmone e moltialtri. Il tonno in scatola sembrerebbe es-sere meno dannoso perché il contenutodi mercurio è minore in relazione a fattoche generalmente si utilizzano pesci piùpiccoli, più giovani e quindi con un accu-mulo di metilmercurio inferiore. Infine,un altro aspetto da considerare riguardail contenuto di nutrienti e di contami-nanti che risulta non molto diverso frail pesce pescato e quello allevato: il pescepescato accumula i contaminanti attra-verso l’ambiente, quello di allevamentomediante i mangimi convenzionali, percui sarebbe auspicabile l’utilizzo di man-gimi vegetali.

Nei pesci più grandi è presente una maggiore quantità di questo metallo pesante

Fabiana Clemente

Chi consuma quotidianamente frutta everdura biologiche espone il suo organi-smo a minori quantità di pesticidi ri-spetto a chi mangia vegetali coltivatisecondo i metodi convenzionali. Èquanto emerso da uno studio condottodai ricercatori della School of AlliedHe-althSciences dell’Università di Boise, inIdaho – pubblicato su EnvironmentalHealth Perspectives. Sono state esaminate circa 4.500 per-sone di sei città che, tra il 2010 e il 2011,avevano partecipato a uno studio suirapporti tra regime alimentare e malat-tie cardiovascolari. Sono state poi sele-zionate 700 persone per effettuare unaverifica dei livelli di organofosfati – com-posti chimici alla base di molti insetti-cidi, erbicidi, gas nervini e solventi –nelle urine. Il valore risultato da taleverifica è stato poi messo in relazione

con i valori medi di residui di pesticidipresenti nel cibo consumato abitual-mente da queste persone – ovvero pre-sente in molte varietà di frutta everdura. Cosa ha evinto tale rapporto?Una relazione dose-dipendente tra con-sumo di alimenti coltivati secondo unametodologia chimica-convenzionale el’elevata presenza nelle urine dei rela-tivi composti chimici. Riscontrando unaquantità di pesticidi nelle urine di chiconsuma alimenti agricoli non biologicidue volte superiore rispetto a quella deibio-consumatori abituali. Bandire l’im-piego di fertilizzanti chimici migliore-rebbe, quindi, la salute dell’organismo enon solo. Anche lo stato di salute del-l’ambiente ne trarrebbe dei benefici si-gnificativi, soprattutto in termini disalvaguardia della biodiversità. In ef-fetti, l’uso di composti agrochimici ha al-terato nel corso degli anni gli ecosistemirelativi alla fauna e alla flora. Quali e di

che entità le conseguenze? Alterazionebiologica dei suoli, alterazione chimico-fisica-biologica delle acque dolci e delleacque marine, alterazione genetica deisistemi viventi. I pesticidi, dunque, pro-vocano effetti negativi sulla struttura esulle funzioni degli ecosistemi, inci-dendo in maniera significativa sulla cre-scita di piante e animali, nel senso chestimolano o inibiscono la loro capacitàriproduttiva. Tale processo non rispar-mia nemmeno l’ecosistema acquatico.Elevate concentrazioni di composti chi-mici provocano morie dei pesci e dellaloro fonte di sostentamento ovvero or-ganismi viventi, quali insetti e inverte-brati. Anche la legge ci viene insoccorso. Il Parlamento Europeo ha at-tuato, con la direttiva 2009/128/CE, lastrategia europea per l’uso sostenibiledei pesticidi. Direttiva che nel pano-rama nazionale si traduce con il decretolegislativo del 14/08/2012.

BIOAGRICOLTURA E BIOALIMENTAZIONE:AMBIENTE E SALUTE RINGRAZIANO

Al vaglio il rapporto tra cibo e malattie cadiovascolari

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

A Napoli, in termini di museie soprattutto in termini dimusei “nuovi”, è più faciledire quello che non c'è chequello che c'è. Passata l'on-data delle installazioni e deimusei di arte contemporaneacon dubbi e risultati che nonpossiamo analizzare in que-sta sede, restano delle lacunesignificative. Tra le tante,inutile forse, dirlo, quella re-lativa al famoso museo dellamusica e della canzone napo-letana che pure analizzeremoin altra sede e quella relativaad un museo dell'emigrazionee del mare. Da anni è attivoun piccolo museo in via diPozzuoli dedicato proprio almare ma manca una strut-tura in grado di attrarre turi-smo e di coinvolgere migliaiadi persone così come avvienenel resto dell'Italia e delmondo quando si parla ditemi così diffusi e sentiti. Mai come per l'emigrazione sipuò parlare di tema diffuso esentito visto che da questaterra sono partiti milioni dinapoletani e di meridionali eil molo dell'Immacolatella eral'ultimo lembo di terra che inostri compatrioti vedevanoprima di partire per le Ame-riche. Luogo-simbolo cantatospesso anche da poeti e scrit-tori, non è mai diventato ilsimbolo di un riconoscimento,di una sorta di risarcimentomorale per milioni di personeche, partendo, ci hanno la-sciato in fondo anche la pos-sibilità di restare nella nostraterra. Tanti progetti sonopassati sulle scrivanie di entilocali e nazionali ma lì sonorimasti, a differenza diquanto capitato a Genova(“Galata, Museo del Mare”) oa Livorno, Palermo, Piom-bino, Trieste o Pescara. Ep-pure sono più i napoletani o icampani partiti per il restodel mondo che quelli rimastia casa loro. Parliamo di cin-que milioni di meridionaliemigrati dal 1870 al 1913 di-ventati oltre 20 milioni fino al2000 (e soprattutto giovani) enon più solo contadini o arti-giani ma anche specializzatie laureati. Eppure, nei nostri libri discuola, dalle elementari alle

università, i capitoli dedicatia quei napoletani o a queicampani sono marginali oinesistenti, nonostante graziealle rimesse sui banchi ita-liani ed in particolare sulBanco di Napoli, l'economianazionale si sia salvata di fre-quente. E se è più facile ricor-

dare o celebrare gli emigrantifamosi (dai Robert De Niro aiFrancis Ford Coppola, daiFiorello La Guardia ai Giu-liani, da Madonna a Stal-lone...), è meno facilericordare chi ha fatto perderele sue tracce o magari si èperso per quei paesi distanti

come poteva esserlo la lunaoggi. “Per noi l'America era ilparadiso”, scrive PascalD'Angelo, poeta muratoremorto di freddo negli States.“Ci aspettavamo strade d'oroma le strade dovevamo co-struirle noi”... Eppure sonoancora milioni i nostri concit-

tadini emigrati a caccia delleloro radici e che sarebbero in-teressati magari a saperne dipiù o a rientrare in contattocon i loro luoghi di origine.Un'esigenza culturale da ap-profondire. Ma anche unapossibilità economica da co-gliere.

Museo del mare e soprattutto dell'emigrazione...L’importanza di creare un luogo dove “celebrare” i tanti meridionali espatriati

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Antonio Palumbo

Il portoghese Eduardo Soutode Moura è uno dei più affer-mati e geniali paesaggisti con-temporanei. La sua opera èuna testimonianza efficacedelle moderne potenzialità dellinguaggio e dell’adattabilitàalle diverse caratteristiche deicontesti: sempre attenta al‘genius loci’, inteso nel suosenso più ampio, e fondata nelluogo, nel tempo e nella fun-zione, l’architettura di Soutode Moura rafforza il sensodella storia ed espande il po-tenziale espressivo dei pae-saggi oggetto dei suoiinterventi. Souto de Mouracondivide con Alvaro Siza eFernando Távora (la cosid-detta Scuola di Porto) la vi-sione generale dell’approccioall’architettura: dalla nega-zione della teoria come centrodel discorso architettonicoall’attenzione del contesto insenso soggettivo-ambientale,dalla riscoperta dei valoridella concretezza e del reali-smo impliciti nel mestiere allaelementarità del linguaggioche li lega sia alle avanguar-die concettuali della sculturacontemporanea sia alla tradi-zionale produzione ediliziaportoghese, basata sulla ra-zionalità e sull’aspetto prag-matico della costruzione.Negli anni Ottanta, le suecase unifamiliari, coraggioseperché “normali”, non si pie-gano all’omologazione postmo-

derna. Col tempo, la profondacoerenza della sua architet-tura, giocata su semplici geo-metrie fatte di pieni e di vuoti- che sa dialogare profonda-

mente con lo spirito del luogo,del paesaggio, del sito - si èestesa dalla scala domesticaalla scala urbana.Nei suoi progetti - dal SEC di

Porto a Santa Maria doBouro, dalle celebri case-patioal singolare stadio di Braga(realizzato sfruttando i declividi una cava di pietra), dallestazioni della Metro di Portofino al più recente Museo inti-tolato alla pittrice Paula Rêgoa Cascais, completato nel2008 (un gruppo di volumi pi-ramidali dal cemento rosso,nascosti dagli alberi) - Soutode Moura utilizza i materialinaturali e tradizionali o com-plesse tecnologie di assem-blaggio o anche tecnicheartigianali da integrare effica-cemente con le più modernesoluzioni di tipo ecososteni-bile. Le opere del maestrosono in grado di rielaborare letipologie edilizie tradizionalisenza stravolgerle, superandoil paradigma dell’architetturaportoghese come puro feno-meno regionale. Souto deMoura è, da sempre, partico-larmente attento alla verità eall’autenticità dei materiali,che vengono inseriti con abi-lità espressiva non comunenel processo costruttivo, dallapietra al rame, dal cemento allegno, come nel Centro Cultu-rale di Porto, fino alla cera-mica adottata per la Metrodella capitale portoghese (cheha contribuito a dare unnuovo significato allo spaziopubblico, modificando marcia-piedi, tessiture e percorsi).La straordinaria capacità diintegrare le architetture nelpaesaggio si rivela soprattutto

nel sapiente uso della pietra,il suo materiale da costru-zione preferito: il progetto perla Casa Moledo (1998), adesempio, rappresenta una mi-rabile sintesi di questa pecu-liarità espressiva dell’archi-tetto. Alla base del progetto c’èil tipo di terreno, caratteriz-zato dall’antica presenza diterrazze irregolari, che Soutode Moura ricompone la-sciando inalterate le quote es-senziali della topografia: ilpiano di posa e il piano d'ar-rivo. Il granito, esistenza an-tecedente e originaria, siritrova anche nelle murature“ciclopiche” del fronte princi-pale, costituite da blocchi irre-golari posati a secco erincalzati con piccole scaglienei giunti, come simulazionedei muri verticali dei terraz-zamenti stessi. Le due pareti laterali cieche -composte da blocchi di granitoirregolari, posati a secco e an-corati a pareti di calcestruzzoarmato intonacato - vengonoincorporate all’interno dellacollina, con la quale la casariesce ad integrarsi perfetta-mente. Questo progetto esplicita effi-cacemente le convinzioni diSouto de Moura: «È necessa-rio - egli afferma - che l’archi-tettura venga fatta con illuogo e per il luogo. È fonda-mentale che un oggetto archi-tettonico abbia la giustacorrispondenza con il contestoin cui si inserisce».

Eduardo Souto de MouraGenius loci ed espressività del paesaggio

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Fabio Schiattarella

“Al di là dei sogni” è una cooperativamista, vale a dire sia di servizi allapersona volti all’accrescimento del be-nessere psico-fisico, sia di servizi chehanno come punto d'arrivo l’inclu-sione lavorativa, preceduta da ade-guata formazione delle fascesvantaggiate, quindi è impresa collet-tiva (A+B). Questa duplice veste raf-forza la mission, poiché prima dellariabilitazione c’è la persona con le sueabilità. Al centro della cooperativa, èl’individuo che insiste nella sua comu-nità locale, nella sua casa, ed è perquesto che il cammino riabilitativosvolto in cooperativa è proteso a raf-forzare quegli strumenti che consen-tono di gestire gli spazi dell’esistenzain modo pieno,in tal modo si tra-smette la relazionalità dell’abitare laquotidianità in un quadro terapeuticoglobale. Dal 2008 soggetti provenienti

da situazioni di disagio sociale, men-tale e relazionale, attraverso i Pro-getti Terapeutico RiabilitativiIndividuali sostenuti da Budget di Sa-lute possono uscire dal percorso assi-stenzialistico del S.S.N.Parallelamente vengono avviati nelpercorso dell’inserimento lavorativo.L’opportunità, si concretizza con lagestione del bene confiscato “AlbertoVarone”, presso Maiano di Sessa Au-runca(CE), grazie alle attività dellafattoria didattica, dell’agricoltura so-ciale e del turismo responsabile e so-stenibile. La dichiarazione di intentidell’esistenza della cooperativa è di-ventare “organo di senso” di una fettadel territorio campano, dove la sopraf-fazione l’ha fatta da padrona pertroppi anni. Per l’appunto siamo “Aldi là dei sogni”, perché i luoghi, le at-tività sociali, le relazioni,le terapie,sono tasselli di una filiera che pro-duce frutti per una nuova etica civile.

Il nuovo rating etico per le esigenze dei consumatori consapevoli

Animal Free Fashion: la moda amica degli animaliAlessia Esposito

Sono già trecento i marchimoda che hanno aderito allanuova campagna Animal FreeFashion della Lav (Lega AntiVivisezione). Tra questi spiccano brand im-portanti come GEOX, Elisa-betta Franchi, Miniconf, H&M,ZARA e piattaforme e-com-merce come Zalando e ASOS.Si tratta di un nuovo progettoche classifica secondo un ratingetico le marche del fashion. Unprogetto che mira non a scredi-tare, ma a valorizzare chi svi-luppa una filiera virtuosa. Piùmateriali animali un’aziendas’impegna a non utilizzaremaggiore sarà il punteggioraggiunto e il posizionamentonella classifica del rating.Quattro i livelli: sostituzionedella “pelliccia animale” (livellodi Rating: V); “piume” (VV);“seta e pelle” (VVV); “lana”(VVV+). “Con questo progettoabbiamo tracciato una stradache invitiamo ad intraprendere

a tutte le aziende moda volen-terose e attente alle implica-zioni etiche delle loroproduzioni: un’opportunità, pe-raltro gratuita, per distinguersinel mercato - dichiara SimonePavesi, Responsabile del Pro-getto - Suggeriamo 4 step sullabase dei quali comunicheremoil reale impegno etico del-l’azienda stessa. E’ infatti ne-cessario valorizzare questeproduzioni, distinguendo trachi ha rinunciato “solamente”all’uso di pellicce da chi inveceha già compiuto un ulteriorepasso in avanti rinunciandoanche alle “piume” e da chi sicaratterizza dall’essere già to-talmente “Animal Free”. Animal Free è un modo di vi-vere, di pensare e di consu-mare responsabile e soste-nibile, caratterizzato da politi-che commerciali rispettose deidiritti degli animali e dell’am-biente. Il consumo consapevolecatalizza sempre di più le pre-ferenze di italiani e francesi,secondo il recente sondaggio

ISPO, che ha effettuato 3600interviste in sei Paesi europeinel gennaio di quest’anno.L’81% del campione manifestala propensione all’acquisto diprodotti privi di materiali diorigine animale. Il sito webwww.animalfree.info, dov’èpubblicato il rating, è proprio

un punto di incontro tra do-manda e offerta, oltre che unavetrina gratuita per le aziendeche vendono abbigliamento,borse, cappelli o scarpe AnimalFree. Ma i prodotti etici potranno es-sere individuati non solo on-line, grazie al Logo Animal

Free che potrà esser utilizzatodirettamente dalle aziende suiloro capi o accessori creati nelrispetto degli animali. Ma nonbasta che sia Animal Free,moda deve essere anche soste-nibile per l’ambiente e dunquei materiali sostitutivi a quellidi origine animale devono es-sere scelti tra quelli ecocompa-tibili. Tra i tessuti migliori: cotone(biologico e senza pesticidi), vi-scosa, poliestere e acrilico (ot-tenuti con approvvigionamentosostenibile della base vegetalee trattamento responsabile deireflui e delle emissioni nellefasi di lavorazione). No invece a fibre (anche se nondi origine animale) ottenutecon trattamenti a base di PCP,Nonilfenolo Etossilato, Formal-deide e altre sostanze chimichedannose per l'ambiente e la sa-lute delle persone e a fibre(anche se non di origine ani-male) tinte con pigmenti chepossono essere causa di irrita-zioni cutanee.

Agricoltura per contrastareil disagio sociale

Il caffè, un alleato contro le malattiecardiovascolari? Secondo alcune ri-cerche sarebbe proprio così. Da unrecente studio - condotto da un teamdi scienziati guidato dall’ospedaleKangbuk Samsung di Seul -consu-mare dai 3 ai 5 caffè al giorno dimi-nuisce il rischio di occlusione dellearterie. Ergo, minori i rischi di attac-chi cardiaci e ictus. L’equipe ha esa-minato il rap-porto tra con-sumo di caffè epresenza di calci-ficazioni corona-riche – cheindicano il gradodi aterosclerosicoronarica.Ormai è risaputoche un accumuloanche blando dimateriale lipi-dico può provo-care l’otturazionedelle arterie. Sot-toposto alla ri-cerca un campione della popolazionecoreana, composto da 25 mila uominie donne con età media di 41 anni, chenon ha mai avuto sintomi relativi amalattie cardiovascolari. I soggettisono stati suddivisi in gruppi, invirtù del quantitativo di caffè consu-mato quotidianamente. Quale dato

significativo è emerso dallo studio? Ilrisultato ottenuto evidenzia un li-vello di calcificazione coronarica in-feriore tra le persone che consumanopiù di 3 caffè al giorno. Risultati po-sitivi, pur tuttavia in attesa di con-ferme in seguito ad ulteriori analisi.Una buona notizia per tutti gliamanti del caffè. Ma da cosa dipendetale risultato? La risposta sta proprio

nel caffè. O me-glio, nella suacomposizione. Labevanda, tra lepiù consumate almondo, contieneun elevato quan-titativo di so-stanze anti-ossidanti e bioat-tive con la fun-zione di contra-stare i radicali li-beri – responsa-bili di numerosemalattie cardio-vascolari e dege-

nerative.È dimostrata, almeno daquesto punto di vista la salubrità delcaffè. Tuttavia, per i soggetti predi-sposti a patologie di questo tipo eche, pertanto assumo farmaci, è beneconsultare il proprio medico prima dieccedervi nel consumo di caffè.

F.C.

Caffè, un toccasana per il cuore?

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Cristina Abbrunzo

Andare ad abitare in affittopiuttosto che in un apparta-mento di proprietà è unascelta sempre più diffusa inEuropa, dettata non solo dacondizioni economiche e lavo-rative non più stabili, maanche dal desiderio di fareesperienze di vita diverse, inluoghi diversi. In particolarese si è giovani e si ha l'esi-genza di spostarsi da unaparte all'altra della città (o incittà diverse) a volte sarebbecomodo portare la casa con sé,come le lumache con il loro gu-scio. Potrebbe essere stataquesta l’idea ispiratrice deiteam di Moodworks Architec-ture e di Heijmans che hannocollaborato per ideare unnuovo tipo di casa, che offre lapossibilità di essere spostatada un luogo all'altro in un sologiorno. Si tratta di un progettotutto olandese nato, non acaso, ad Amsterdam: unadelle città dagli affitti più cariin Europa, dove, a subire conmaggiore difficoltà tale condi-zione, sono proprio i giovani,studenti o lavoratori, e le pic-cole famiglie. Per reagire allacarenza di alloggi in locazionea prezzi accessibili, nasce

quindi la Heijmans ONE,un'abitazione ecologica, rea-lizzata in legno e progettataper essere il più possibile eco-sostenibile, disponibile sulmercato degli affitti a 700euro al mese. Non manca dav-

vero nulla: una cucina, un sog-giorno, una camera da letto euna terrazza, in 45 metri qua-drati su due livelli forniti dipannelli fotovoltaici e sistemaoff-grid a garantire l'autosuf-ficienza energetica.

A volte le soluzioni sono piùsemplici e fattibili di quantosembrino, e queste case, pre-fabbricate e mobili, che pos-sono essere installate in unsolo giorno e trasportate ovun-que da un momento all’altro

caricandole su un camion,oltre a risolvere il problemadella scarsità di alloggi a costibassi, si prefiggono un altronobile compito: dare una se-conda chance ad aree dellacittà abbandonate o scarsa-mente abitate, generalmentecollocate in periferia.Le prime due abitazioni-pro-totipo Heijmans ONE sonostate installate a Zeeburgerei-land, Amsterdam, ed una gio-vane volontaria 28enne,Carmen Felix, si è prestata avivere in una di esse per 3mesi, al fine di valutarne i proe i contro. Se tutto dovesseandar per il verso giusto, leprime 30 case potrebbero es-sere installate in Olanda giàdalla seconda metà di que-st’anno, risolvendo i gravosiproblemi della desolazionedelle aree dismesse, della ca-renza di buoni alloggi tempo-ranei e dei loro ingenti costieconomici. Il mondo, comun-que, sta già mostrando grandeinteresse per questo progetto,con richieste che stanno per-venendo da ogni dove: NewYork, San Francisco, Ohio,Parigi, Londra, Berlino, Bar-cellona, Australia, Messico,Danimarca. Con le HeijmansOne si contribuirà ad attrarrenuovi flussi di denaro, facili-tando la coesione sociale, nelrispetto della sicurezza e dellasostenibilità.

Eagendorf Lohmühle: ecovillaggio nel cuore di Berlino

Può un eco-villaggio sorgerenel cuore di una metropoli,come quella di Berlino? Aquanto pare sì. Ci troviamo aWagendorf Lohmühle e qui,tra i quartieri di Kreuzberg eTreptow, un gruppo di abi-tanti vive nel bel mezzo dellanatura, dentro caravan e rou-lotte, e sfruttando al meglio lerisorse naturali. Qui dal 1996,anno di realizzazione delleprime case-caravan, è nato unintero quartiere "handmade",realizzato con materiali di re-cupero, dove i pannelli solaritrasformano l'energia del solein energia elettrica gratuita egrandi spazi comuni consen-tono di poter godere anchedella vita all'aperto, assapo-rando gli odori e i profumidella natura e coltivando il

cibo per il proprio sostenta-mento. A Wagendorf Lohmü-hle, fuori da queste bellissimeroulotte auto-costruite, gatti,cani, conigli, uccelli e un paiodi tartarughe scorrazzanotranquillamente in compa-gnia di bambini e adulti, chehanno scelto di vivere nelmodo più naturale possibile,autoproducendo energia ecibo. Da anni stanno speri-

mentando, con successo, unnuovo modo di vivere la città,dando vita anche a progetticulturali e artistici ogni mese,come concerti, workshop, let-ture, spettacoli, cinema e mo-stre. Sempre alimentati,ovviamente, da energia eolicae solare. Non c'è acqua cor-rente, ma si ricorre a un sem-plice meccanismo di riutilizzodelle acque piovane e delleacque grigie, mentre nella"Free Box" si possono lasciareo prendere vestiti, scarpe egiocattoli usati da altri resi-denti per riutilizzarli. Poi c'èil compostaggio, realizzato conuna tecnica giapponese cheutilizza 80 diverse specie dimicrorganismi per riequili-brare il suolo. Vivere lontanodai grandi blocchi di cemento

a cui siamo abituati non èsemplice, soprattutto d'in-verno, ma che si tratti di unasorta di dichiarazione politica,di un villaggio di architetturasperimentale, di rinnovo eriappropriazione degli spaziurbani o di uno specie di co-munità hippy, l'esperienza diWagendorf Lohmühle dimo-stra che ne vale davvero lapena, nonostante le difficoltà.A noi, comunque, piace cre-dere che si tratti semplice-mente un gruppo di personeche hanno scelto di vivere inmaniera ambientalmente edeticamente sostenibile. E ilfatto che abbiano optato peruna grande capitale europeacome Berlino per farlo, do-vrebbe far riflettere sul modoin cui viviamo noi. C.A.

Heijmans One: la casa in affitto del futuroPiccola, ecologica e mobile

Vivere sostenibile in una realtà metropolitana

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Eleonora Ferrara

A vent’anni dalla Conferenza diPechino, non è stata ancora rag-giunta la piena parità tra uomoe donna.La giornata dell'otto marzo2015, difatti, è dedicata alle di-suguaglianze di genere in am-bito lavorativo, in cui uomini edonne non hanno ancora lostesso peso.In un contesto come quello at-tuale, intriso di politiche di au-sterity e crisi globale, sonoancora una volta le donne che siritrovano a pagarne lo scotto. Dicevo, quindi, che si è ben lon-tani dagli obiettivi che si inten-deva perseguire con la quartaConferenza mondiale sulledonne, tenutasi a Pechino, il cuidocumento contiene preciselinee guida per i governi, le or-ganizzazioni internazionali e lasocietà civile, affinché venisserorimossi i principali ostacoli almiglioramento della condizionefemminile.Nella Sala Zuccari di PalazzoGiustiniani si è tenuto, infatti,un convegno dal titolo “A ven-t’anni da Pechino: a che puntosiamo con la parità di genere?”,alla presenza, tra l'altro, di illu-stri personalità quali il presi-dente del senato Pietro Grasso,la vicepresidente Valeria Fe-deli, l’ex ministro delle pari op-portunità Mara Carfagna, lavicepresidente di ConfindustriaAntonella Mansi, il Ministrodelle riforme costituzionaliMaria Elena Boschi. L'intento era proprio quello diripercorrere tutto il camminofatto dalla Conferenza di Pe-chino (1995), in cui i governi ditutto il mondo si riunirono nelladeterminazione di “ far progre-dire gli obiettivi di uguaglianza,sviluppo e pace per tutte ledonne, in qualsiasi luogo e nel-l’interesse dell’intera umanità”,al momento attuale, in cui ci siritrova ancora a discutere delledifferenze di genere. Ciononostante, il PresidenteGrasso, partendo da tristi con-siderazioni sulla condizionefemminile in Italia, risalendofino ai dibattiti all'interno del-l'Assemblea Costituente, haevidenziato quanto la donna, intutti questi anni, sia riuscita afarsi valere considerando, peresempio, che attualmente “nella magistratura le donnerappresentino oltre il 50% del-

l’organico ma manca ancora unsalto di qualità effettivo chepermetta, un esempio su tutti,di superare il divario retribu-tivo tra donne e uomini”.Qualcuno, però, sostiene cheperfino la vecchiaia, declinataal femminile, sia più complicatada gestire, dato che le donne de-vono comunque fare affida-mento su pensioni più conte-nute rispetto agli uomini, chederivanti da lavori retribuiti inmisura certamente inferiore,dovendosi, perciò, barcamenareper far quadrare mensilmente ilbilancio familiare.Anche la battaglia avviata dalla

Presidente della Camera,Laura Boldrini, al di là delle po-lemiche che non mancano mai,è significativa, in quanto ellasostiene che il rispetto del ge-nere femminile debba partiredalle aule dei palazzi della poli-tica, auspicando “che il rispettoe l’uguaglianza di genere ven-gano insegnate a scuola”.Allora, che venga bandita la pa-rola “ministro” se ci si riferiscea una donna, che dovrà essereappellata “ministra”, oppure“signora” presidente o “la” pre-sidente, nel caso ci si riferisca,per esempio alla titolare dellaCamera.

Otto marzo 2015. Parità di genere ancora lontana

ECOLABEL Con la Decisione (UE) 2015/345/Ue (GUUE N.L60 del 4 marzo2015) arriva la proroga per la validità dei criteri ecologici per l'as-segnazione del marchio di qualità ecologica dell'Unione europeaa taluni prodotti: per calzature, servizi di campeggio, servizio di ri-cettività turistica, rivestimenti del suolo in legno, detersivi per lava-stoviglie, detersivi per bucato, detersivi per piatti, detergentimultiuso e detergenti per servizi sanitariVIA - VASLa Delibera Giunta Regionale Campania 9 febbraio 2015, n. 36(BURC N. 10 del 16 febbraio 2015) “Linee Guida per la verificadelle sussistenza di condizioni che determinano la necessità disottoporre a Verifica di Assoggettabilità a V.I.A." di approvazionedel Decreto Dirigenziale n. 10 del 11/02/2015 "Pre - screening"Emanazione delle "Linee Guida per la verifica delle sussistenzadi condizioni che determinano la necessità di sottoporre a Verificadi Assoggettabilità a V.I.A. le tipologie di opere e interventi di cuiall'Allegato IV della Parte Seconda del D.L.vo 152/2006", recepi-sce l’accordo sancito in Conferenza permanente per i rapporti tralo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano,recante “Nota esplicativa sul regime transitorio in materia di verificadi assoggettabilità a VIA introdotto dall’art. 15 del D.L. 91/2014”

(repertorio n. 196 del 18/12/2014). Con la stessa DGR 36 del09/02/2015 la Giunta Regionale ha demandato all’UOD 52 05 07Valutazioni ambientali “l’adozione degli opportuni atti finalizzati,(omissis), a fornire gli indirizzi operativi e gli strumenti per verifi-care, nell’ambito dell’iter autorizzatorio dei progetti, la sussistenzao meno di potenziali effetti ambientali significativi di opere e inter-venti di cui alle categorie dell’Allegato IV del D.lgs 152/2006 equindi la necessità o meno di assoggettare il progetto alla proce-dura di verifica di cui all’art. 20 del D.Lgs. 152/2006 o alla proce-dura di VIA di cui agli articoli 23 e seguenti del D.Lgs. 152/2006,nelle more dell’emanazione del decreto ministeriale recante “Lineeguida per la verifica di assoggettabilità a valutazione di impattoambientale dei progetti di competenza delle Regioni e delle Pro-vince autonome” previsto dall’art. 15 del D.L. 91 del 2014” e ha di-sposto la pubblicazione degli atti sulle pagine web della RegioneCampania dedicate alle valutazioni ambientali. In attuazione delledisposizioni di cui alla citata DGR con Decreto Dirigenziale n. 10del 11/02/2015 sono state emanate le “Linee Guida per la verificadella sussistenza di condizioni che determinano la necessità disottoporre a verifica di assoggettabilità a VIA le tipologie di operee interventi di cui all’Allegato IV della Parte seconda del D.lgs152/2006”. A.T. e E.F.

Eleonora Ferrara

Sono entrati in vigore dal 7 marzo i decreti legislativi n.22 e n.23del 4 marzo 2015, ossia quei decreti che costituiscono la parte es-senziale del Jobs act, in quanto contengono la previsione del nuovocontratto a tutele crescenti, della riforma degli ammortizzatori socialie, cosa fondamentale, del superamento dell’articolo 18, nonchèdella questione del demansionamento.L'ottimismo del Premier è veramente palpabile, come nell'intervistadel TG1 in cui ha affermato: “ Quest’anno ci saranno molte più as-sunzioni che licenziamenti: sono pronto a scommetterlo e molto di-penderà dal Jobs act che rende molto più semplice assumere ”,continuando poi, sempre in merito alla riforma “ È una grande no-vità, perché nel 2015, grazie alla legge di stabilità, chi fa assunzionia tempo indeterminato ha un incentivo fiscale”. Il nuovo contrattoa tutele crescenti, quindi, per coloro i quali vengono assunti adesso,sostituisce l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, cambiando ra-dicalmente la scena lavorativa. In tema di ammortizzatori sociali,la Naspi (ossia Nuova prestazione di assicurazione sociale per l'im-piego, che varra' dal primo maggio) sostituisce l'Aspi e la mini Aspi,relativamente a quei disoccupati con almeno 13 settimane di con-tribuzione nei quattro anni precedenti e 30 giornate nei 12 mesiprecedenti. La durata massima della Naspi sarà di 24 mensilità chediventeranno 18 a partire dal 2017, con un importo massimo di1.300 euro (dal quarto mese scatta una riduzione del 3% al mese).Il lavoratore disoccupato può usufruire di questo ammortizzatore,a condizione che si attivi nella ricerca di un’occupazione e nel casoin cui dovesse rimanere ancora disoccupato con conseguentegrave disagio economico, valutato mediante l'Isee, è previsto dallanormativa un assegno di disoccupazione, l'Asdi, per una duratamassima di 6 mesi e per un importo pari al 75% della Naspi. Sonoannoverate, anche, altre novità come l’indennità di disoccupazioneper co.co.co. e co.co.pro., riconosciuta quest’anno per i lavoratoricon rapporto di collaborazione coordinata e continuativa - anche aprogetto – iscritti, in via esclusiva, alla gestione separata. L’inden-nità presuppone tre mesi di contribuzione nel periodo che va dalprimo gennaio dell’anno precedente la disoccupazione. La duratadell’indennità non può superare i 6 mesi e anche in questo caso ècondizionata alla partecipazione ad iniziative di politiche attive.

La riforma del lavoro in sintesi

Viaggio nelle leggi ambientali

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Andrea Tafuro

Tutti i venerdì di Quaresimami astengo dal mangiarecarne. Mi dispiace per i ma-cellai, ma i quaranta giorniche precedono la Pasqua, perme, rappresentano un tempodi riflessione e di ricercadell’essenzialità nella miavita. Ma ha ancora sensotutto questo, non è una sceltache fa irrimediabilmenteparte del passato? La rinun-cia a cui la tua Chiesa ti in-vita non potrebbe essere piùefficacemente sostituita daaltre forme di sacrificio, at-tente al sociale e ai bisognidei poveri? E’ sempre la so-lita solfa. Di solito il discorsosuona così: la popolazionemondiale crescerà fino a 9miliardi di persone entro lametà del secolo, mettendo adura prova la produzione dicibo. Per soddisfare questadomanda crescente, nel 2050dovremo coltivare quasi ildoppio di quanto coltiviamooggi. Nutrire il mondo è unagara ed è meglio che iniziamoa correre. Per carità, ci sonoelementi di verità in ognunadi queste affermazioni, masono ben lontane dall’esserecomplete, e danno una vi-sione distorta del sistemaglobale del cibo. Voglio riflet-terci sopra per capire dovequesta narrazione esce daibinari. Infatti, una delle pro-pensioni più estremiste del-l’umanesimo immunitario dicui è farcito il capitalismocontemporaneo occidentale eimperialista è l’urgenza distandardizzare le motiva-zioni profonde degli indivi-dui. Il tema “Nutrire ilpianeta”, ci accompagneràlungo tutto il 2015, sarà ar-gomento di dibattito e di ri-flessione anche grazie alfatto che sta per inaugurarsiExpo 2015 a Milano. Da que-sta pagina inizia un percorsointerpretativo cercando dileggere in filigrana, dietro idati e le statistiche, gliaspetti affettivi, relazionali,sacrali, legati al cibo e al con-testo in cui si produce. E’ in-dispensabile farlo attraversoi gesti, le parole, le immaginidi donne e uomini che ci pro-vengono da Paesi diversi,perché in ogni parte dellaterra per natura e per ragionisociali si coltiva una sensibi-lità particolare riguardo alcibo, riuscendo a coniugare

l'aspetto del nutrimento conquello della cura della per-sona, dell’affettività e dellagestione delle risorse.Ritornando al primo punto,la mia astinenza la considerocome un mezzo per racco-gliermi nell’essenziale, intesocome un volersi spogliare ditutte le cose di cui posso farea meno. Non è una punizioneo una sofferenza, ma intro-spezione che mi consente dileggere le cose in un’altraluce, per poi assaporarle finoin fondo e capire davvero checos’è l’acqua, l’aria, il cibo. È la ricerca dell'essenzialitàche mi fa vedere le meravi-glie della terra solo nella mi-sura in cui sappiamoprenderne le distanze e faredei piccoli sacrifici. Molti ra-gazzi conoscono l’avventuradel piccolo principe, raccon-tata dallo scrittore francese,A. De Saint-Exuspery. Il pic-colo principe, un simpaticoragazzo dai capelli color oro,viene a colloquio con unavolpe. Durante il dialogo idue si conoscono e, come perincanto si addomesticano re-ciprocamente. In realtà es-sere addomesticati vuol direcreare legami con l’Altro.Prima di lasciare il suo amicoprincipe la volpe dice: “Eccoil mio segreto. E’ molto sem-plice: non si vede bene che colcuore. L’essenziale è invisibileagli occhi”. “Gli uominihanno dimenticato questa ve-rità. Ma tu non la devi di-menticare”. E’ innegabile che

l’essenziale è invisibile agliocchi, perché è dentro di noi.Per i cercatori sempre inviaggio come me, il tempodella quaresima è un ricer-care l’essenziale. Esempio diuomo che ha condotto unatale esistenza è San France-sco d' Assisi, il quale decidedi abbandonare tutte le pro-prie ricchezze per raggiun-gere una felicità tramitel'essenzialità. Pertanto inquesto caso essa gioca il ruolodi mezzo, tramite cui rag-giungere l'obiettivo primariodell'uomo, il vivere felici.Francesco era felice nella suaessenziale povertà, perchél'essenzialità porta al con-tatto con la natura e la na-tura porta all'essenzialità, èun rapporto di reciprocoscambio. Combatto sempre,perché l’umanesimo immuni-tario del capitalismo contem-poraneo non ha ancorastandardizzato le mie moti-vazioni profonde, perché lagestione o la privazione delcibo mi fanno essere felici. Lalibertà di cui si ciba il mo-dello occidentale di vita hareso schiavo gli uomini e ledonne dei loro istinti e deiloro impulsi e al posto di cer-care di dominarli si sforzanodi soddisfarli continuamente.Cure dimagranti e anoressiasono le false tecniche di con-trollo del corpo adoperatedalla raggiunta e appagantelibertà, utilizzate come auto-governo di se stessi. La realtàvera è di provare a riempire

di significati l’essenzialità delverbo nutrire. Essa significaaccogliere… i turisti, altretradizioni e culture. Significacondividere… conoscenze ecompetenze, risorse e buonepratiche. Significa educare…alla sostenibilità, alla convi-venza, all’interconnessione ealla complessità, al pensierocritico e alla lettura. Signi-fica rafforzare… le pratichecolturali e alimentari vir-tuose, i nuovi orientamenti albiologico. La consapevolezzadel legame tra cibo e salute.Significa risanare… le terreinquinate, le terre di mafia,le terre desertificate. Signi-fica mettere… a frutto il cibo

oggi sprecato, le competenzeagricole tradizionali, l’ener-gia dei nuovi giovani agricol-tori. Significa rispettare… labiodiversità e il suolo, gli ani-mali, anche quelli d’alleva-mento, le diverse tradizionialimentari. Significa sfa-mare… gli indigenti del terzomondo e gli emarginati delprimo, scolari e anziani inmodo sano. Per quanto mi in-teressa, nutrire significaastinenza, parola che derivadal latino abstinentia, dalverbo abstinere (tenere lon-tano), composto appunto daabs (lontano da) e tenere (te-nere). Il pimo venerdì hofatto il contrario!

le parole del cibo

BACIARE IL PANEUna notte in Afghanistan in una panetteria miè stato offerto un pezzo di pane. Mentre lomangiavo un pezzettino, poco più di una bri-ciola, mi è caduto per terra. Ho visto una bam-bina lanciarsi per prenderlo, baciarlo erestituirmelo. Era lo stesso gesto di mia nonna,che diceva che bisogna rispettare il pane emetterlo sempre per il verso giusto, mai girarlocon la pancia all’aria. D’altronde, a tavola tuttoha un senso liturgico, di condivisione. Sonomolto importanti lo spazio, la gestualità, la pa-rola, i silenzi, la gratitudine, la benedizione. C’èqualcosa di sacro e solenne nel nutrirsi, anchecon poco, anche con un tozzo di pane.

Monika Bulaj (Polonia)

MA CHE COSA SIGNIFICA MAI NUTRIRE IL PIANETA?IL VIAGGIO DELL’ UOMO NEL CIBO È UN MEZZO PER RAGGIUNGERE LA FELICITÀ

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Caserta, 10 marzo 2015 - Cerimonia d’inizio lavori della nuova sede del Dipartimento Provinciale Arpac

Foto di Fabiana Liguori