Arpa campania ambiente 2015 01

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Le esalazioni scoperte da Curiosity potreb- bero essere prodotte da un'attività geolo- gica non prevista o persino da microrganismi, infatti, il team di scienziati che segue Curiosity ha annunciato che il rover della NASA ha rilevato una forte variabilità nella concen- trazione di metano presente nell'atmosfera di Marte. M Maisto a pag.10 BIO-ARCHITETTURA AMBIENTE & SALUTE Il Marocco si illumina d’immenso Paparo a pag.5 Loffredo a pag.7 Pietro Porcinai architetto del verde Palumbo a pag.13 SIDE SCAN SONAR, LA SONDA UTILIZZATA DALL’ARPAC Un’ondata di gelo venuto dalla Russia ISPEZIONARE I FONDALI A CACCIA DI RIFIUTI Finalmente arriva la legge delega “E te sento quanno scinne ‘e scale ‘e corza senza guarda’ e te veco tutt’‘e iuorne ca redenno vaie a fatica’ ma po nun ride cchiù, e luntano se ne va tutt’‘a vita accussì e t’astipe pe nun muri’”. Questi bellissimi versi della canzone di Pino Daniele, Quanno chiove, in qual- che modo mi servono per introdurre l’argomento del mio articolo, che tanto per non cambiare, verte sul lavoro. Ferrara a pag.18 Uno stile di vita sano evita quattro tumori su dieci Condurre uno stile di vita sano e lon- tano da vizi e cattive abitudini è da sem- pre la prima regola per evitare di incorrere in gravi malattie. Secondo lo studio portato avanti dal Cancer Rese- arch UK, anche i tumori possono essere prevenuti, rispettando alcune regole del vivere sano. In base a questi studi, infatti, circa il 42 per cento dei casi di cancro ogni anno, nel solo Regno Unito, sono legati alla combinazione di quattordici principali stili di vita ed altri Cuoco a pag.12 2014: bilancio di sostenibilità ambientale È da poco iniziato il nuovo anno ed è tempo di bilanci per quello appena tra- scorso. Come si è chiuso il 2014 in ter- mini di sostenibilità ambientale? I dati raccolti presentano il segno positivo per quanto riguarda l’ energia pulita a livello mondiale e, a livello nazionale, un aumento dei rifiuti RAEE raccolti e smaltiti. Martelli a pag.11 DAL MONDO ANNO NUOVO... L’anno è finito con la neve ca- duta in posti dove non nevi- cava da decenni, come sulla costa orientale della Sicilia, nel sud della Sardegna, in Pu- glia e in molte zone della Cam- pania persino sul mare, il che indubbiamente rappresenta un evento storico. RACCONTIAMO IL METEO Grazie all’unione dei Mini- steri per l'Ambiente e per la Cooperazione e lo sviluppo economico tedeschi nascerà nella regione di Ouarzazate il più grande complesso di energia solare del mondo. Pino, voce di Napoli ma a bassa voce Pino Daniele qualche giorno fa se n’è andato per sempre. E’ il destino tragico e beffardo di una città che perde ancora una volta troppo presto la sua voce, dopo aver perso la voce di Massimo Troisi. “Donna Cuncè, cacciate tutte 'e ricorde 'a pietto, Donna Cuncè alluc- cate pe dispietto”… Una voce timida ma anche carica di rabbia e di ironia, di malinconie, di radici e di emozioni pro- fonde che facevano il suo canto sempre fragile e per questo più commovente. De Crescenzo-Lanza pagg.14 e 15 Nel territorio della Regione Campania è molto alta l’attenzione rivolta alle attività illecite di smaltimento di rifiuti e sono ben noti i fatti di cronaca che vedono impegnate le Forze dell’ordine con il costante supporto dell’Arpac. Anche l’ambiente marino po- trebbe rappresentare un sito dove smaltire illecitamente materiale inquinante o cari- chi nocivi eventualmente presenti a bordo di relitti affondati volontariamente. L’Agen- zia campana è dotata di otto mezzi nautici con i quali assicura ogni tipo di intervento in mare incluso il monitoraggio dell’am- biente marino, nonché i controlli sulla qua- lità delle acque di balneazione. De Maio a pag.6 2015 d.C. anno della luce Tafuro a pag.19 PRIMO PIANO Esposito a pag.3 Liguori a pag.4 Lo scorso anno era una “Guida delle aziende bio della Campania”, oggi, quel docu- mento è diventato un portale web: www.aziendebiocampa- nia.it.". Civic, progetto contro l’illegalità ambientale Aziende Biologiche Campane in un click Metano su Marte? Esalazioni rilevate dalla NASA SCIENZA & TECNOLOGIA ISTITUZIONI

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Le esalazioni scoperte da Curiosity potreb-bero essere prodotte da un'attività geolo-gica non prevista o persino damicrorganismi, infatti, il team di scienziatiche segue Curiosity ha annunciato che ilrover della NASA ha rilevato una forte variabilità nella concen-trazione di metano presente nell'atmosfera di Marte.

MMaisto a pag.10

BIO-ARCHITETTURAAMBIENTE & SALUTE

Il Marocco si illumina d’immenso

Paparo a pag.5

Loffredo a pag.7

Pietro Porcinai architetto del verde

Palumbo a pag.13

SIDE SCAN SONAR, LA SONDA UTILIZZATA DALL’ARPAC

Un’ondata di gelovenuto dalla Russia

ISPEZIONARE I FONDALI A CACCIA DI RIFIUTI

Finalmente arriva la legge delega

“E te sento quanno scinne ‘e scale ‘ecorza senza guarda’ e te veco tutt’‘eiuorne ca redenno vaie a fatica’ ma ponun ride cchiù, e luntano se ne va tutt’‘avita accussì e t’astipe pe nun muri’”.Questi bellissimi versi della canzone diPino Daniele, Quanno chiove, in qual-che modo mi servono per introdurrel’argomento del mio articolo, che tantoper non cambiare, verte sul lavoro.

Ferrara a pag.18

Uno stile di vita sano evitaquattro tumori su dieci

Condurre uno stile di vita sano e lon-tano da vizi e cattive abitudini è da sem-pre la prima regola per evitare diincorrere in gravi malattie. Secondo lostudio portato avanti dal Cancer Rese-arch UK, anche i tumori possono essereprevenuti, rispettando alcune regole delvivere sano.In base a questi studi, infatti, circa il 42per cento dei casi di cancro ogni anno,nel solo Regno Unito, sono legati allacombinazione di quattordici principalistili di vita ed altri

Cuoco a pag.12

2014: bilancio di sostenibilità ambientale

È da poco iniziato il nuovo anno ed ètempo di bilanci per quello appena tra-scorso. Come si è chiuso il 2014 in ter-mini di sostenibilità ambientale? I datiraccolti presentano il segno positivo per

quanto riguarda l’ energia pulita a livello mondiale e, a livellonazionale, un aumento dei rifiuti RAEE raccolti e smaltiti.

Martelli a pag.11

DAL MONDO

ANNO NUOVO...

L’anno è finito con la neve ca-duta in posti dove non nevi-cava da decenni, come sullacosta orientale della Sicilia,nel sud della Sardegna, in Pu-glia e in molte zone della Cam-pania persino sul mare, il cheindubbiamente rappresentaun evento storico.

RACCONTIAMO IL METEO

Grazie all’unione dei Mini-steri per l'Ambiente e per laCooperazione e lo sviluppoeconomico tedeschi nascerànella regione di Ouarzazateil più grande complesso dienergia solare del mondo.

Pino, voce di Napolima a bassa voce

Pino Daniele qualche giorno fa se n’èandato per sempre. E’ il destino tragicoe beffardo di una città che perde ancorauna volta troppo presto la sua voce,dopo aver perso la voce di MassimoTroisi. “Donna Cuncè, cacciate tutte 'ericorde 'a pietto, Donna Cuncè alluc-cate pe dispietto”… Una voce timidama anche carica di rabbia e di ironia, dimalinconie, di radici e di emozioni pro-fonde che facevano il suo canto semprefragile e per questo più commovente.

De Crescenzo-Lanza pagg.14 e 15

Nel territorio della Regione Campania èmolto alta l’attenzione rivolta alle attivitàillecite di smaltimento di rifiuti e sono bennoti i fatti di cronaca che vedono impegnatele Forze dell’ordine con il costante supportodell’Arpac. Anche l’ambiente marino po-trebbe rappresentare un sito dove smaltireillecitamente materiale inquinante o cari-chi nocivi eventualmente presenti a bordodi relitti affondati volontariamente. L’Agen-zia campana è dotata di otto mezzi nauticicon i quali assicura ogni tipo di interventoin mare incluso il monitoraggio dell’am-biente marino, nonché i controlli sulla qua-lità delle acque di balneazione.

De Maio a pag.6

2015 d.C. anno della luce

Tafuro a pag.19

PRIMO PIANO

Esposito a pag.3

Liguori a pag.4

Lo scorso anno era una“Guida delle aziende bio dellaCampania”, oggi, quel docu-mento è diventato un portaleweb: www.aziendebiocampa-nia.it.".

Civic, progetto contro l’illegalità ambientale

Aziende BiologicheCampane in un click

Metano su Marte?Esalazioni rilevate dalla NASA

SCIENZA & TECNOLOGIA

ISTITUZIONI

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Più uomini che donne, in mag-gioranza con il diploma discuola superiore, e solo uno sudieci è laureato: è la fotografiadel mondo giovanile scattatadal terzo rapporto Arlas sulmercato del lavoro, che ana-lizza, nella seconda parte, idati dell'Anagrafe regionalegestita, a livello territoriale daiCentri per l'impiego.Nel dettaglio, al 31 dicembre2013, la popolazione giovanilecampana iscritta all'Anagraferegionale è di 706.646 ragazziin età compresa tra 15 e 29anni. Di questi il 37,7% con ilsolo obbligo scolastico e menodi un giovane su dieci con lalaurea (6.3%). La maggiorparte dei giovani iscritti aiCentri per l'impiego dellaCampania (il 44,4% del totale)sono diplomati mentre i gio-vani con laurea o post laurearappresentano solo il 6,3% deltotale, con una concentrazionesuperiore al 10% solo per laclasse di età dei 25-29 anni.Tra i giovani prevale la compo-nente maschile (54,4% del to-tale) a fronte di una quota didonne sul totale pari a 45,6punti percentuali. La presenzafemminile nel mercato del la-

voro cresce con l'età (le donnerappresentano il 40,6% dei gio-vani tra i 15-18 anni, il 45,1%dei giovani tra i 19-24 anni e il46,5% dei giovani tra i 25-29anni). Dal rapporto risulta cheil 60,6% dei giovani ha svoltoalmeno un lavoro in una man-sione in linea con il titolo distudio posseduto, mentre il fe-nomeno dell'over education hainteressato il 22,6% dei casi os-servati. L'ingresso nel mercatodel lavoro, e il conseguentestato di occupazione o disoccu-pazione, avviene progressiva-mente al crescere dell'età cosìcome specularmente si riducela quota degli inoccupati chepassa dal 69,5% dei giovaniiscritti ai Centri per l'impiegotra i 15-18 anni al 22,5% deglicensiti tra i 25-29 anni. La con-dizione dei giovani in anagrafeche risultano occupati vede laprevalenza di rapporti di tiposubordinato (88,4%) e in parti-colare con un contratto atempo indeterminato (circa il55%) la cui quota sul totale au-menta al crescere dell'età. Peri più giovani (15-18 anni) rile-vante è anche la quota dei con-tratti a tempo determinato(31,2%) nonché l'utilizzo del-

l'apprendistato (24,3%). Solo il 6% dei contratti ri-guarda forme contrattualimeno tutelate come il parasu-bordinato. Il 63% degli occu-pati è costituito da diplomati(52,2%) e laureati o con postlaurea (10,9%), circa il 29%possiede il titolo di licenzamedia, l'8% al massimo il titolodi studio di licenza elemen-tare. Una quota non irrile-vante di occupati pari al 14,4%lavora nel settore manifattu-

riero che assorbe in misura su-periore della media giovanidella classe di età 25-29 anni.La parte maggiore dell'occupa-zione è rappresentata dal set-tore terziario. I titoli di studiopiù alti (laurea e post laurea)sono assorbiti quasi esclusiva-mente nel settore dei servizi(86,3%) mentre il settore ma-nifatturiero assorbe per il 56%degli assunti i diplomati e lau-reati. Complessivamente l'82%degli avviamenti si verifica

nell'occupazione dipendente(apprendistato, tempo deter-minato, tempo indeterminato esomministrazione), il 2,1% conil lavoro domestico,l'1,6% con illavoro intermittente (la cuil'incidenza è piuttosto varia-bile negli anni) e il 14% con illavoro parasubordinato. Nel lavoro dipendente, iltempo determinato costituisceil 62,1% delle assunzioni con-tro il 68% del totale delle as-sunzioni. (Ansa.it)

Un rapporto fotografa l’occupazione giovanile

I servizi idrici in Europa

Angelo Morlando

Sessanta pagine piene di con-tenuti e tre appendici, di cui laprima costituita da un fogliodati di estremo interesse. Ilrapporto "Performance ofWater Utilities beyond Com-pliance" dell'Agenzia Europeadell'Ambiente (EEA) raccontae ricostruisce le abitudinidegli europei (50 milioni dipersone) nell'ambito dell'uti-lizzo delle risorse idriche. Gliargomenti trattati sono moltointeressanti. Dopo un capitolointroduttivo in cui sono de-scritti gli obiettivi, il secondocapitolo è dedicato al contestopolitico nel quale si discutonole tematiche inerenti all'effi-cienza delle risorse, allenorme in materia (vigenti e diprossima attuazione), alla ta-bella di marcia per il raggiun-gimento dell'efficienza delle

risorsa, ai pacchetti "clima edenergia" da adottare per ilraggiungimento degli obiettivicomplessivi dell'UE e nazio-nali. E' fatto un cenno ancheagli obiettivi da raggiungereattraverso il Forum mondiale

dell'acqua e le altre associa-zioni. Il terzo capitolo è dedi-cato all'organizzazionegenerale e alle organizzazionicoinvolte per il raggiungi-mento degli obiettivi: Interna-tional Water Association

(IWA), European Water Asso-ciation (EWA), European Fe-deration of NationalAssociations of Water Servi-ces (EUREAU), European Te-chnology Platform for Water(WssTP). Il quarto capitolo de-scrive le basi di conoscenza at-tuali, sia dei dati all'interno diassociazioni di acqua, sia deidati all'interno di reti di ben-chmarking, sia dei dati a li-vello europeo. Il quintocapitolo affronta la tematicadelle risorse e dell'efficienta-mento della gestione delleacque urbane attraverso ilconcetto di contabilità am-bientale-economica, il conte-sto economia verde, ladimensione sociale per l'occu-pazione nel settore idrico, ladimensione ambientale con laquantificazione della sosteni-bilità ecologica con la valuta-zione del ciclo di vita (LCA), la

dimensione economica. Il sesto capitolo è dedicato allosviluppo di indicatori rilevanticome quelli ambientali, di per-formance e benchmarking. Infine, l'acqua deve essere fi-nalmente vista anche comeuna risorsa dalla quale evin-cere gli indicatori ambientali,cioè la cartina di tornasole del-l'efficienza complessiva anchedel sistema fognario e depura-tivo. Ci sono tanti contributi da ag-giungere per migliorare labase delle conoscenze, sia dailivelli istituzionali alle asso-ciazioni, sia viceversa. È im-portante che, in maniera cosìforte, emerga la necessità dirivolgersi alle associazioni,anche da parte delle Istitu-zioni di più alto livello. Final-mente si accetta che anche dal"basso" possono giungere con-tributi validi e competenti ?

Tutti i numeri della Campania

Rapporto dell'Agenzia Europea dell'Ambiente

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Alessia Esposito

Arrivato all’ottava edizione lostudio “Mobilità sostenibile inItalia: indagine sulle princi-pali 50 città", elaborato da Eu-romobility con il Patrociniodel Ministero dell’Ambiente.Cinquanta le città conside-rate, ovvero tutti i capoluoghidi regione, i due capoluoghidelle Province autonome e

tutte le città con una popola-zione superiore ai 100.000abitanti. La medaglia d’oro va a Bolo-gna, la città italiana più vir-tuosa nel campo dellamobilità ecosostenibile.Tra i meriti del capoluogoemiliano, nel comunicatostampa, vengono evidenziati“una buona dotazione di par-cheggi a pagamento e di scam-bio, il basso indice diincidentalità sulle strade e ladotazione di corsie ciclabili,ma anche un’elevata do-manda soddisfatta dal tra-sporto pubblico e il servizio dicar sharing”. Secondo posto aParma e terzo all’insospetta-bile Milano (eletta migliorecittà europea per il car sha-ring free floating nel 2014),seguite da Venezia e Brescia.Tra le prime dieci anche Ber-gamo (al sesto posto), Firenze,Padova, Torino e Genova.A metà classifica Napoli, in

23esima posizione, seguitadalla capitale, in 24esima. Fa-nalino di coda Siracusa, Reg-gio Calabria e Potenza. Tanti i criteri in base ai qualiè stata stilata la classifica: in-novazioni del settore (car sha-ring, bike sharing), presenzadi auto a basso impatto am-bientale (gpl, metano, ibride,elettriche) o di nuova genera-zione, dell'offerta e dell’effet-

tivo utilizzo del trasportopubblico, delle piste ciclabili,delle zone a traffico limitato edi quelle pedonali. Tra gli altri parametri ancheil numero dei parcheggi discambio e a pagamento e laquantità di iniziative di pro-mozione e comunicazione a fa-vore della mobilità soste-nibile. Oltre ai valori assoluti,sono tra i parametri conside-rati anche quelli relativi aiprogressi fatti dal rapportoprecedente da ogni città. Af-ferma Lorenzo Bertuccio, Di-rettore scientifico di Euro-mobility: "Questo ottavo rap-porto segnala la progressivapositiva riduzione del tasso dimotorizzazione, complice anchela perdurante crisi economica,il continuo aumento dei veicolia basso impatto come quelli ametano e gpl, ma anche a tra-zione ibrida ed elettrica, checomplessivamente raggiun-gono l’8.0% del parco nazio-

nale circolante. Ma occorrespingere di più sul pedale deiservizi innovativi: se il bikesharing vede crescere sia ilnumero di utenti (di circa il37%) sia il numero di bici-clette (+27% circa), come loscorso anno, invece, ad un in-cremento del numero diiscritti al car sharing tradizio-nale (+7,8%) non corrispondeuna analoga crescita delle au-

tomobili a disposizione dei cit-tadini, che invece dimi-nuiscono del 4,5%". La qualitàdell’aria migliora quasi ovun-que, sebbene i valori sianolontani da quelli previsti. To-rino si conferma la città conpiù superamenti dei limiti, se-guita da Salerno e Napoli.Sassari fa invece registrare lamedia annuale più bassa. Ciòche emerge in maniera piùevidente dal quadro comples-sivo è il grande divario traNord e Sud, a proposito delquale Roberto Maldacea, pre-sidente di Euromobility, com-menta: “Sappiamo bene chequesta situazione è in ma-niera più ampia lo specchiodell’economia, del trasportoferroviario, autostradale, mal’inquinamento e la salute deinostri figli non conoscono con-fini e la concentrazione di talifenomeni negativi è anche ilrisultato della riduzione deiservizi di trasporto pubblico.”

Euromobility: Bologna reginad’Italia per la mobilità green

Una nuova equipe per garantire la legalità della filiera ali-mentare, dei rifiuti e del commercio di animali. È il nuovoprogetto Civic (Common Intervention on Vulnerabilities inChains) contro l’illegalità ambientale.È stato presentato presso il Ministero delle Politiche agri-cole, dal Corpo forestale dello Stato con la partecipazionedi Legambiente e dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli,partner ufficiali dell’iniziativa, e co-finanziato all’internodel programma “Prevention and Fight against Crime”dell’Unione Europea .Dichiara Rossella Muroni, direttore generale di Legam-biente: "Le filiere che il progetto Civic intende monitorareper individuare rischi di infiltrazioni criminali, sono filiereche hanno trovato nella corruzione il collante ideale per

pratiche illegali di ognigenere e che, fino aoggi, non hanno tro-vato nel sistema nor-mativo un validostrumento di repres-sione.” Il comunicato diffusoda Legambiente di-chiara la presenza, nel2013, di 29.274 infra-zioni ambientali accer-tate dalle Forzedell’ordine, più di 80 algiorno.A riguardare la filieraalimentare sono circail 25% con un aumento

di circa il 50% rispetto a due anni fa. Ad essere aumentatisono anche il commercio illegale di specie protette, il brac-conaggio, la pesca di frodo, i maltrattamenti e i combatti-menti clandestini. Anche il ciclo dei rifiuti fa registrare untriste incremento nelle illegalità.Civic si pone come task force per rafforzare la conoscenzadei fenomeni criminosi grazie a interviste e questionari, sul-l’analisi dei punti più vulnerabili delle filiere e sulla propo-sta di soluzioni coinvolgendo Forze di Polizia, PubblicaAmministrazione e diversi Enti.L’obiettivo è la formazione degli interlocutori, la creazionedi best pratices nel contrasto ad agromafie ed ecomafie,oltre che l’individuazione di proposte legislative e operative. Premessa fondamentale, ricorda ancora la presidente Mu-roni, è “chiedere al Senato la rapida approvazione, seppurecon alcune migliorie, della legge che inserisce i reati am-bientali nel codice penale (Dl 1345). Passaggio inevitabileper affrontare gli ecocriminali, tutelare l'economia sana esostenibile e difendere gli ecosistemi da una aggressionecontinua.” A.E.

CCivic, il corpo speciale contro l’illegalità ambientale

Ancora grande il divario Nord-Sud

Nuova iniziativa per proteggere l’ecosistema

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Fabiana Liguori

Lo scorso anno era una “Guida delleaziende bio della Campania” realizzatanell’ambito del Programma NazionaleAgricoltura Biologica PNAB come Pro-getto di “Valorizzazione e Promozionedel Consumo dei prodotti biologici cam-pani". Oggi, quel documento è diventatoun portale web: www.aziendebiocampa-nia.it. Il nuovo sito rappresenta un uti-lissimo mezzo di informazione edivulgazione per far conoscere i "prota-gonisti" del comparto bio regionale, ren-dendo visibili e a portata di mano le loroproduzioni biologiche. Spesso, infatti,questi prodotti sono per i consumatori didifficile reperibilità, anche per carenza diinformazioni a riguardo. Secondo laGuida, pubblicata nel 2014, il “com-parto” dell’agricoltura biologica in Cam-pania è costituito da circa 2000 aziendeagricole di produzione attive, di questeoltre 200 sono anche titolari della “certi-ficazione di conformità” per le proprieproduzioni ed appartengono cioè alla ca-tegoria dei “Produttori Preparatori”. Aquesta categoria si aggiunge quella dei“preparatori puri” (270 operatori), preva-lentemente costituiti da trasformatori“agroindustriali” (che non hanno produ-zione primaria né vegetale né zootec-nica), anche loro assoggettati al sistemadi controllo che, con diverse modalità or-ganizzative, producono in maniera esclu-siva o più frequentemente affiancanoproduzioni biologiche alle referenze otte-nute in modo convenzionale. A questogruppo appartengono anche le aziendeche “commercializzano a marchio” pro-duzioni ottenute da altri soggetti certifi-cati della filiera biologica.L’affermazione dei modelli di sviluppo

sostenibile in agricoltura, finalmente, haportato, anche in Campania, una nuovaconsapevolezza tra i produttori e i con-sumatori: è possibile coniugare i principidi valorizzazione delle risorse con il ri-spetto dell’ambiente e della salute di chiconsuma. Si assiste, infatti, ad una cre-scita, lenta ma costante, nell’agricolturacampana, della produzione integrata ebiologica che, proprio sul modello dellosviluppo sostenibile, fonda le proprie ra-dici. Dando un’occhiata al portale istitu-zionale balza subito agli occhi l’estremafacilità di navigazione e l’accuratezza concui sono illustrate e descritte le diverserealtà locali nelle cinque province cam-pane: dati anagrafici, produzioni, eti-chettatura, attività connesse e così via.La ricerca di un’azienda può essere effet-tuata sia dal punto di vista alfabetico chemerceologico. Le neo realtà, non ancorapresenti in elenco, possono tranquilla-mente registrarsi al portale con un sem-plice click. Godere delle prelibatezzedelle nostre terre, rispettando con cura ededizione quanto la natura ci ha donatoè sempre cosa buona e giusta. Non for-zate nulla. Non affannatevi nella ricercadella perfezione o della ricchezza. È lagenuinità che rende tutto migliore, a ta-vola e non solo.

Le Aziende Biologiche della Campania in un click

Se da un lato il 2015 a Napoli, e non solo,è iniziato tra polemiche e difficoltà do-vute alla mancanza di spazzini in stradanella fatidica notte del 31 dicembre (200lavoratori assenti per malattia), dall’al-tro le piccole realtà sociali prendono sem-pre più forma e sostanza, grazie alletante iniziative messe in atto. Dalloscorso mese è partito il progetto “Spazza-Cammino”, realizzato da Gesco con lacooperativa sociale “Il Camper” dedicataai senza dimora. Dodici persone di di-verse nazionalità stanno svolgendo atti-vità di pulizia delle strade e piazze delcentro storico di Napoli negli orari mag-giormente affollati dal passaggio di na-poletani e di turisti. Il Progetto, in viasperimentale, vuole dare concreti spuntidi riflessione sulla possibilità di reinseri-

mento lavorativo e sociale di queste per-sone. Tutte hanno ricevuto un’adeguataformazione per il servizio da svolgere, cu-rata dalla Scuola di Formazione dei La-vori Sociali di Gesco.Il gruppo di lavoro, diviso in squadre, hacome base la sede della Seconda Munici-palità in piazza Dante. Il servizio di spaz-zamento in particolare interessa le zonedi Via Toledo (da piazzetta Augusteo finoa piazza VII Settembre), dei Decumani(da via Cisterna dell’Olio a piazzettaNilo), di Santa Chiara (da largo BanchiNuovi a Port’Alba), del Decumano delMare (da via Mezzocannone - angoloUniversità L’Orientale, a Santa Maria laNova) e del Vecchio Policlinico (da Por-t’Alba a piazza San Domenico Maggiore).I senza dimora sono affiancati da 15 vo-

lontari del Servizio Civile Nazionale at-tuato dal Comune di Napoli attraverso ilprogetto "Strada Facendo".Grazie al sostegno dei commercianti delcentro storico, le persone coinvolte pos-sono contare su un contributo mensile di300 euro netti, che permette loro di af-frontare alcune necessità di base, comemangiare pasti adeguati.L’obiettivo, a lungo termine, è quello ditrasformare questa iniziativa sperimen-tale in un progetto permanente di recu-pero sociale da estendere poi agli altriquartieri della città. Chiunque voglia so-stenere la causa può farlo attraverso lapiattaforma crowndfunding "buona-causa.org", dove è possibile fare una do-nazione.

F.L.

È trascorso circa un anno dalla decisione del commissariamento del Teatro SanCarlo di Napoli. Ripercorrendo le ultime vicende del Massimo napoletano, LuigiDe Magistris, presidente della Fondazione che lo gestiva, aveva deciso di nonaderire al Decreto Valore Cultura proposto dall’allora Ministro Bray. Lo scopodel Decreto era quello di valorizzare e rilanciare le Fondazioni Lirico - Sinfonicheindebitate, grazie ai 75 milioni di euro messi a disposizione. De Magistris, d’ac-cordo con lavoratori e sindacati si oppose fermamente all’adesione al Decreto im-putando la sua scelta al fatto che in realtà la Legge avrebbe imposto un tagliodei salari dei lavoratori e dei lavoratori stessi. D’accordo con lavoratori e sinda-cati, ma non con il Consiglio d’amministrazione del Teatro che scelse la stradadelle dimissioni: del Consiglio dimissionario faceva parte anche il Presidente dellaRegione Campania Stefano Caldoro. Il Ministro Bray impose quindi il Commis-sariamento del Teatro. Dopo un anno sembra in dirittura d’arrivo l’accordo traComune di Napoli, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e il CommissarioMichele Lignola: il Teatro San Carlo potrebbe tornare ad una amministrazioneordinaria. Ora va organizzato un Consiglio di indirizzo di cui le parti in causasono il Comune di Napoli, con De Magistris presidente dell’organismo, il Mini-stero dei Beni Culturali, la Regione Campania e la Camera di Commercio.Ognuno dei suddetti Enti designerà un consigliere: ai quattro se ne potrà aggiun-gere un altro nominato da qualunque impresa privata che decida di entrare nellagestione del Teatro, investendo una cifra di circa 1,8 milioni di Euro. Fino aquando non ci sarà l’impresa privata pronta ad investire, il quinto consiglieresarà designato dal Ministero. Una volta creato il Consiglio di indirizzo, Lignolaconvocherà le parti in causa per procedere con la fine del commissariamento. Re-stano in ogni caso da scogliere i nodi che avevano portato al commissariamentolo scorso anno: si prevede dunque una soluzione che metta d’accordo le parti incausa, lavoratori e sindacati da una parte e Ministero con il Decreto Valore Cul-tura dall’altra.

D.M.

IIL SAN CARLO PRONTO A TORNARE ADUN’AMMINISTRAZIONE ORDINARIA

Nasce il portale web dedicato alle realtà presenti nelle cinque province

SpazzaCammino: un progetto sociale per il territorioI senza dimora ripartono da Napoli per ricominciare a credere nel futuro

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Banditi gli sprechi di carta,non solo in ufficio ma anche inbagno. Questa la politicaaziendale piuttosto ferreaadottata dalla Decos, una so-cietà informatica votata al di-gitale al 100%. Naturalmentesi tratta di una scelta per lasalvaguardia dell’ambiente,che pare funzionare con unnotevole successo. Nientescartoffie, fogli svolazzanti,post-it, documenti né tanto-meno contratti cartacei. Pernon parlare di bloc-notes,libri, quaderni, biglietti da vi-sita. Via tutto! Di conse-guenza non servono cartelle,cartellette, fascicoli, raccogli-tori, e anche armadi, cassettie cestini della spazzaturasono ridotti al minimo. E cosìse si decide di leggere un gior-nale lo si fa tramite internet;

i tovaglioli per la pausa-pranzo sono solo di stoffa. Ifornitori che si rifiutano diemettere fatture digitali sonoscartati; la posta cartacea èregolarmente rispedita almittente. Le montagne (dicarta) non piacciono: in-somma, la carta è davverofuori legge negli uffici diDecos. Non si è avuto pietànemmeno per la carta inbagno, tornando alla “più igie-nica” acqua. Infatti, nei gabi-netti aziendali è statoinstallato il sistema lava-asciuga AquaClean, ossia ungetto d’acqua calda che va asostituire la pulizia cartaceadei didietro impiegatizi,prima che un soffio d’ariacalda li asciughi accurata-mente. Come ha rivelato il di-rettore Decos, Paul Vege,

l’azienda olandese vuole atutti i costi fare la sua partenel ridurre i 27 mila alberiche vengono abbattutati nelmondo ogni giorno solo persoddisfare il fabbisogno mon-diale di carta igienica. E vuoletingersi, appunto, di verde

fino in fondo. Infatti, ogni im-piegato è stato dotato di uniPad; nella sala riunioni tro-neggia una lavagna digitaleed è stata creata un’applica-zione gratuita per meglio ge-stire gli incontri in cui non siposso prendere appunti a

penna. E ancora, c’è Preso.tv,strumento interattivo percondividere le presentazioni,al quale vanno associati Car-tracker e Flo, per una mobi-lità in cui si tiene traccia e simonitorano le emissioni. Così, al motto aziendale «Oggidefiniamo il destino di do-mani», sintesi della logica dellavoro della Decos, va ad af-fiancarsi la sua scelta greenche è squisitamente ambien-tale e ad impatto zero sullanatura. Un passo concretoverso l’eco-sostenibilità: unagrande soddisfazione. In-somma, un esempio da se-guire. Basti pensare solo chese ci saranno meno alberi ab-battuti, si avranno menoemissioni e, di conseguenza,potremmo vivere una vita piùefficiente e sostenibile. A.P.

Anna Paparo

Grazie all’unione dei Mini-steri per l'Ambiente e per laCooperazione e lo sviluppoeconomico tedeschi nascerà ilpiù grande complesso di ener-gia solare del mondo nella re-gione di Ouarzazate inMarocco, costruzione soste-nuta da un prestito di ben650milioni di euro. In questomodo, il governo tedesco pro-muove l'azione internazionalea favore del clima e l'espan-sione delle energie rinnovabiliin Nord Africa. Ci troviamo difronte a un’opera rivoluziona-ria, che, una volta costruita,consentirà di risparmiarecirca 800mila tonnellate diCO2 all'anno. E, inoltre, que-sto progetto contribuirà inmodo significativo alla realiz-zazione del piano solare delMarocco, che prevede la costi-tuzione di due gigawatt dienergia solare entro il2020.Quindi, a nome dei due dica-steri, il gruppo bancario KfWha firmato contratti di finan-ziamento per la costruzionedelle due centrali solari, checostituiranno i componentiprincipali del più grande com-plesso al mondo di impiantifotovoltaici. Si creeranno unacentrale solare a torre e una

centrale elettrica parabolica.Entrambi gli impiantiavranno una potenza elettricadi trecentocinquantaMW,pari alla potenza di una cen-trale convenzionale media.Tutto ciò darà un aiuto in piùal Marocco, che riuscirebbe acompiere un grande passo inavanti verso una fornitura so-stenibile di energia, una veraamica del clima. Come ha bensottolineato il ministro fede-rale dell'Ambiente Barbara

Hendricks, il sostegno tedescoa questo progetto è segno tan-gibile che la Germania staprendendo sul serio la propriaresponsabilità nei confrontidel clima globale. E ancora, la trasformazionedei sistemi energetici in tuttoil mondo rappresenta lachiave di volta per una poli-tica climatica efficace. Per ipaesi in via di sviluppo comeil Marocco, che dipendono pe-santemente dalle energie fos-

sili, l'espansione delle energierinnovabili è un prerequisitofondamentale per lo svilupposostenibile. Con il suo ambi-zioso piano solare, il Maroccorappresenta, così, un validoesempio da emulare da partedegli altri paesi del mondo.D’altro canto, per il Ministrodello Sviluppo Gerd Müller,«il complesso di energia solaredi Ouarzazate dimostra chia-ramente che gli obiettivi eco-nomici ed ecologici non si

escludono a vicenda, ma piut-tosto sono due aspetti dellosviluppo sostenibile. Proteggere il clima e le risorsenaturali sono obiettivi fonda-mentali della nostra attivitàdi sviluppo. Sosteniamo ipaesi nostri partner nella ri-cerca di soluzioni innovative esu misura per garantire il loroapprovvigionamento energe-tico nazionale. Questo è un ot-timo esempio di come lacollaborazione e la coopera-zione possono contribuire allatutela di assetti mondiali,come il clima». Alla fine deigiochi, la Germania rappre-senta il partner più impor-tante del Marocco per larealizzazione di questi dueprogetti. Ma non vanno di-menticati gli altri partner ecioè la Banca Mondiale, laBanca africana di sviluppo, laBanca europea per gli investi-menti, la Banca di sviluppofrancese e la Commissioneeuropea. Un vero e propriopunto di svolta per il Maroccoe, di conseguenza, per i paesiislamici, per diffondere amacchia d’olio in tutto ilmondo lo spirito di salvaguar-dia dell’ambiente attraversol’impiego di energie rinnova-bili. Allora potremmo davverodire: m’illumino d’immenso.

Il Marocco si illumina d’immenso

Niente più carta sprecata …neanche in bagno

Ospiterà il più grande complesso di energia solare del mondo

L’azienda olandese Decos e la sua politica ambientale

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Lucio De Maio*

Nel territorio della RegioneCampania è molto alta l’atten-zione rivolta alle attività ille-cite di smaltimento di rifiuti esono ben noti i fatti di cronacache vedono impegnate le forzedell’ordine con il costante sup-porto dell’ARPAC.Anche l’ambiente marino po-trebbe rappresentare un po-tenziale sito dove smaltireillecitamente materiale inqui-nante o carichi nocivi even-tualmente presenti a bordo direlitti affondati volontaria-mente.L’Agenzia campana è dotata diotto mezzi nautici con i qualiassicura ogni tipo di interventoin mare incluso il monitoraggiodell’ambiente marino, previstodalle varie normative, nonchéi controlli sulla qualità delleacque di balneazione. Tra lastrumentazione in dotazione èpresente un sistema in gradodi individuare relitti o oggettipresenti sui fondali marinianche a profondità elevata e, atale scopo, è stata autorizzatauna campagna di monitorag-gio dei fondali marini con ilbattello oceanografico Helios econ l’eventuale supporto deglialtri mezzi nautici dell’AR-PAC, utilizzando il sistema de-nominato Side Scan Sonar. La flotta nautica, di cui l’AR-

PAC è proprietaria ed arma-trice, è gestita, nell’ottica delmassimo contenimento dellaspesa e della migliore effi-cienza del servizio, in pienaautonomia dall’Agenzia con ilproprio personale tecnico spe-cializzato che, oltre ad assicu-rare la conduzione in mare deimezzi, ne cura anche il rinnovoe la tenuta della documenta-zione di sicurezza ed autoriz-zativa, la manutenzioneordinaria e straordinaria ed

ogni aspetto logistico relativoagli ormeggi nei diversi portidella Regione.L’ammiraglia della flotta nau-tica dell’ARPAC è il battellooceanografico Helios (lun-ghezza f.t. 20 m., larghezza f.t.6 m.) e tra la dotazione stru-mentale di bordo è presente unsistema Side Scan Sonar (SSS)in grado di effettuare indaginie ispezioni dei fondali marini.Un sistema Side Scan Sonar(SSS), o sonar a scansione la-terale, permette di ottenereuna registrazione ecograficadel fondale marino e, quindi, diindividuare oggetti sporgentidal fondo che riflettono le ondesonore creando una sorta diombra acustica; quest’ultima,visualizzata sulla registra-zione finale come un’area a di-verse tonalità di grigio o dicolore, ha una lunghezza pro-porzionale all’altezza dell’og-getto.Il sistema SSS è costituito es-senzialmente da due sottosi-stemi principali: l’attrezzaturadi superficie e l’attrezzaturasubacquea.L’attrezzatura di superficiecomprende: un computer consoftware specifico per la visua-lizzazione e il controllo dei se-gnali sonar; un’unità disuperficie che contiene l’elet-tronica necessaria alla rice-zione dei dati sonar e allatrasmissione dei segnali dicontrollo. L’attrezzatura subacquea com-prende: il così detto “tow fish”(foto n. 1), una struttura aforma di pesce che viene trai-nato dalla barca e che contienei trasduttori e l’elettronica perla trasmissione e ricezione deisegnali; il cavo di traino e dialimentazione e trasmissionedei segnali costituito da un’ar-matura esterna di acciaio iso-lata dall’anima centrale

conduttrice con terminazioneelettromeccanica. Tale cavo abordo dell’Helios ha una lun-ghezza di 1000 metri ed è av-volto su un verricello concapacità di tiro di 800 kg.Il tow fish (sonar) è trainatodal battello, a velocità di circa5 nodi, attraverso il cavo elet-tromeccanico ad una certa pro-fondità sotto la superficie delmare ed a pochi metri dalla su-perficie del fondo; i suoi tra-sduttori emettono gli impulsisonori e ricevono gli echi di ri-torno. Questi ultimi sono con-vertiti in energia elettrica etrasmessi in superficie attra-verso il cavo per poter esserevisualizzati ed acquisiti dalsoftware installato sul compu-ter di bordo. Nella figura 2 è mostrato comelavora il Side Scan Sonar ecome forma l’immagine finale.La forza dell’eco è proporzio-nale alla corrente prodotta: gliechi più forti produrrannotracce più scure. Con il proce-dere dell’indagine, la registra-zione è continuamentearricchita dalle informazionidello strumento, che creanol’immagine ecografica delfondo marino.

Gli oggetti sporgenti sul fondorifletteranno il suono creando,in pratica, come un’ombra acu-stica che avrà una lunghezzaproporzionale all’altezza del-l’oggetto, visualizzata sulla re-gistrazione finale comeun’area con tonalità di coloredifferente.Nelle figure nn. 2 e 3 sono mo-strati alcuni esempi di oggettirilevati dall’ARPAC con il SSSa bordo del battello oceanogra-fico Helios La figura n. 2 mo-stra l’immagine ecografica diuna struttura antistrascico atripode, visibile nella foto n. 2;mentre la figura n. 3 mostral’immagine di un relitto ritro-

vato a 67 metri di profonditànella parte meridionale dellaProvincia di Salerno.La campagna di monitoraggiopromossa dall'ARPAC è svoltatra le attività ordinarie utiliz-zando fondi ordinari senzaalcun aggravio di spese sul bi-lancio dell'Ente e rientra nel-l'ambito di una strategiacomplessiva di azioni che vedeimpegnata costantemente laGiunta regionale sul fronte diinterventi finalizzati alla tu-tela e al recupero ambientale,nonché alla valorizzazionedella risorsa mare per l'econo-mia turistica.*Dirigente Responsabile Unità

Side scan sonar, la sonda utilizzata dall’Arpac

Figure 2 e 3. Immagini ecografiche, rispettivamente, di un tripode e di un relitto.

Ispezionare i fondali marini alla ricerca di rifiuti tossici

Foto 1. Tow fish del sistema Side Scan Sonar.

Figura 1. Lavoro in mare del Side Scan Sonar.

Foto 2. Struttura antistrascico a tripode.

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Gennaro Loffredo

Fa quasi scalpore raccontare una delleondate di gelo più intense degli ultimidecenni sul sud Italia nell’anno piùcaldo di sempre. Secondo i dati del-l’Agenzia meteorologica giapponese(JMA) la temperatura globale superfi-ciale è stata di 0,63 gradi oltre la mediadel 20esimo secolo, la più alta in asso-luto. Stringendo l’occhio alla nostra pic-cola penisola, se non fosse stata perl’ondata siberiana degli ultimi giornidel 2014, forse ora staremmo a parlaredel mese di dicembre più caldo daquando esistono le rilevazioni, esatta-mente come era già successo per il pre-cedente mese di novembre.L’anno è finito con i botti, non solo deglispumanti ma anche per la neve cadutain posti dove non nevicava da decennicome sulla costa orientale della Sicilia,nel sud della Sardegna, in Puglia e inmolte zone della Campania persino sulmare, il che indubbiamente rappre-senta un evento meteo di grande rile-vanza, localmente storico.Molto mite fino alla giornata di Natale,nei giorni a seguire il mese di dicembre

ha assunto caratteristiche più consoneal periodo stagionale. Le miti massed’aria atlantiche sono state sostituiteda masse d’aria gelide provenientidalla Russia che hanno fatto pratica-mente crollare le temperature su valoridi molti gradi al di sotto della mediastagionale. La formazione di un po-tente anticiclone sull’Europa centro-settentrionale ha praticamentebloccato e deviato verso nord il miteflusso atlantico; di conseguenza sulbordo orientale di tale zona di altapressione si sono messe in moto cor-renti molto fredde di origine russo-si-beriana che passando per l’Europaorientale ed i Balcani sono riuscite adapprodare sulle nostre regioni nel corsodegli ultimi giorni dell’anno. Propriotra la serata e la nottata del 30-31 di-

cembre si è raggiunti l’apice della note-vole ondata di gelo e le temperaturealla quota di 1500metri di altezzahanno registrato i -13°C, valori che perla nostra regione hanno presentato in-discutibili caratteristiche di ecceziona-lità. In particolare i valori sono scesi sotto-zero anche su Napoli e sulle zone lito-ranee a livello del mare. La neve hafatto la sua comparsa non solo sullezone interne (con in prima linea le pro-vince di Benevento ed Avellino) ma ec-cezionalmente anche su tutta la fasciacostiera da Napoli a Salerno fino adAmalfi e a Positano come non accadevadal 1985. E’stato senza dubbio un evento insolitoma al tempo stesso affascinante emolto inusuale per la nostra regione.

Le banche dati di cui dispone

Anna Gaudioso

Nasce la Carta dei diritti della terracoltivata. Per lanciare il progetto èstato scelto Expo 2015 a Milano. Inquesta importante occasione saràdato spazio al “Socialing”, unnuovo modello di sviluppo econo-mico e culturale per dare una ri-sposta concreta ai cambiamenti inatto nella nostra società. Per diffon-dere questo nuovo modello lo Eu-ropean Socialing Forum ha messoa punto una serie di progetti chesaranno presentati il 15 maggio aMilano. Questa data sarà ricordatacome una giornata storica in cui ipiù grandi esperti italiani e interna-zionali saranno pronti per presen-tare la Carta Universale dei Dirittidella Terra Coltivata, documentofrutto di due anni di ricerca sucome tutelare meglio la realtà agri-cola italiana e internazionale. E’ an-nunciata la presenza della notaattivista indiana Vandana Shiva. «La terra non ha voce, non parla.Ha la stessa dignità di un essereumano, lo steso respiro. Ma dasola non può preservare la sua in-tegralità». Così viene presentata laCarta universale da Andrea Farinet,docente dell’ Università Cattaneo.L’obiettivo è quello di tutelare la di-gnità terrestre attraverso sediciprincipi ideologici, per assicuraredeterminati obiettivi, dalla sopravvi-venza della biodiversità fino allaprotezione delle foreste e alla sa-lute dei mari. La Carta, redatta dalFarinet insieme a Giancarlo Ro-versi, si ricollega idealmente siaalla Carta Universale dei Dirittidell’Uomo, sia alla Carta dellaTerra. Si basa su quattro principifondamentali, che sono Dignità, In-tegralità, Naturalità e Fertilità dellaTerra Coltivata. Il documento, chesarà presentato integralmente alForum, sarà sottoposto all’appro-vazione delle più grandi associa-zioni agricole, ambientaliste enaturaliste internazionali. L’obiet-tivo, ha sottolineato Farinet, èquello di poter trasformare Milano«nella capitale mondiale della sal-vaguardia della Terra coltivata, fon-dando il Palazzo della terracoltivata, la Banca dei Semi e il Tri-bunale internazionale dei Dirittidella terra coltivata». SecondoFrancesco Bartolini, docente del-l’Università Bocconi di Milano epresidente del Green ManagementInstitute, «bisogna sviluppare unmodello bioeconomico per nonspezzare l’equilibrio, che restituiscaall’ambiente quello che prende.Ispirato al ciclo naturale invece cheal guadagno».

Da decenni non nevicava sulle coste del Sud

Un’ondata di gelo venuto dalla Russia,ma il 2014 è stato l’anno più caldo

Expo 2015

A maggio lo European

Socialing Forum

RRaccontiamo il meteo

Veduta su un golfo di Napol insolitamente glaciale. Foto scattata la mattina del 31 dicembredal litorale di Castellammare di Stabia.

Così appariva il centro di Napoli all’alba dell’ultimo giorno del 2014. Foto Campanialive.it.

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 gennaio 2015 - Anno X, N.1Edizione chiusa dalla redazione il 15 gennaio 2015

DIRETTORE EDITORIALEPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, F. Clemente, F. Cuoco, G. DeCrescenzo, A. Esposito, E. Ferrara, R. Funaro,G. Loffredo, R. Maisto, D. Matania, B. Mer-cadante, A. Morlando, A. Palumbo, A. Pa-paroSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Fabiana Clemente

Di recente è stato stimato in1,4 milioni il patrimonio di spe-cie animali e varietà vegetalimesse a disposizione dallaterra. Tuttavia un ingente per-centuale è ancora sconosciuta onon valorizzata dall’uomo. Nelnostro paese, dai dati emanatidal Ministero dell’Ambiente, ri-sulta una biodiversità caratte-rizzata da 58.000 speciefaunistiche, 7.841 specie flori-stiche, 20.000 varietà di fun-ghi, 2.323 licheni. Cifrestraordinarie, che purtroppo –allo stato attuale – restano solonumeri. Oggi la biodiversità èminacciata dall'aumento dellapopolazione mondiale, dal dan-neggiamento degli habitat na-turali compromettendo laproliferazione di specie selvati-che. Specie vegetali e animaliche tendono ad estinguersi inun ambiente stravolto da in-quinamento, urbanizzazione,deforestazione. Una gestioneincosciente nei settori agricolo,forestale e ittico accelera que-sto processo di depaupera-mento. Come valorizzare talepatrimonio? In che modo leistituzioni possono promuoverela biodiversità? In primis, biso-gna adottare una forma mentisdecisamente rinnovata, che siaimpegnata nella tutela del-l’ambiente. Valorizzare pro-dotti locali e tipici di un luogo,che siano l’espressione di unaricchezza territoriale da pro-

muovere su scala nazionale.Agricoltura, gastronomia, tra-dizione e cultura di un luogo,che potrebbe diventare patri-monio di tutti. Esaltare ed in-centivare l’agricoltura biologica,diffonderne i metodi e le tecno-logie impiegate, e informando iconsumatori sui benefits che cioffre. Una vera e propria cam-

pagna conoscitiva. Promuovere un tipo di lavoronell’agricoltura e nell’alleva-mento in grado di rispettare icriteri di sviluppo sostenibile,evitando uno sfruttamento ac-canito di suoli e risorse natu-rali. Ridurre al minimo le fontidi inquinamento, privilegiandofonti rinnovabili quali fotovol-

taico, eolico, geotermico. Qualii fattori di rischio che possonominare la massima valorizza-zione dell’ agro-biodiversità?Sicuramente la monocoltura.Sempre più in voga la ten-denza a privilegiare un’unicaspecie vegetale, a discapito ditante colture che meritereb-bero di ritornare in auge, o nei

casi più estremi di essere cono-sciute alla massa. Lodevole, inquesta traiettoria, fu un’inizia-tiva promossa, pochi mesi fa,dal Ministero delle PoliticheAgricole Alimentari e Fore-stali. Stiamo parlando del pro-getto “Il buon pescato italiano– tipico fresco e sano”, inizia-tiva finalizzata a promuoverespecie ittiche minori ed ecce-dentarie attraverso validecampagne informative. Temaricorrente fu quello di far emer-gere nei consumatori una rin-novata coscienza ambientale ealimentare. Quali potrebberoessere i benefici per i consuma-tori? Un’alimentazione piùvasta, nel settore vegetale eanimale, favorirebbe di sicurouna dieta particolarmente sa-lubre e ricca di nuove fonti diapprovvigionamento di impor-tanti sostanze nutritive, altri-menti reperibili solo tra gliscaffali di erboristerie. Mentrea livello macrocosmico, la bio-diversità alimentare assicure-rebbe lunga vita a specie in viadi estinzione, tra cui la specieumana. Lontani dall’immaginetradizionale del contadino –sempliciotto e poco erudito – lanuova frontiera dell’agricolturarichiede figure professionaliistruite, dinamiche, aperte anuovi orizzonti. Preservare gliecosistemi e migliorare la pro-duzione. Questo è richiesto agliagricoltori oggi. Il cambia-mento globale parte da quelloparticolare.

Secondo il Censis circa 18 milioni di persone acquistano alimenti prodotti a filiera corta

Alimentazione a km zero

Biodiversità alimentare: un patrimonio per l’umanità

Il consumo di prodotti di vici-nanza, non è più utopia, bensìuna realtà che si sta facendostrada su tutto il territorio na-zionale. Ad affermarlo è unarecente indagine del Censis.Circa 18 milioni di persone ac-quistano regolarmente ali-menti prodotti a filiera corta –provenienti dal proprio territo-rio per intenderci. L'indaginedel Censis ci dice, inoltre, checirca il 75% degli Italiani ri-tiene di trovare prodotti di qua-lità passa in un negozio dialimentari o in un supermer-cato di riferimento; il 48,9 % hainvece un'azienda agricola di fi-ducia, il 34,2 % ha un risto-rante o una trattoria presso cuiconsumare alimenti garantiti esalubri, il 26,4% un'enoteca e il

19,4% un bar o un locale peraperitivi. Una sensibilizza-zione maggiore a riguardo sievince tra i giovani laureati,particolarmente predisposti adun’alimentazione biologica e, altempo stesso, scrupolosi in ma-teria di tutela ambientale.Quali le ragioni che dovrebberomotivare al consumo di pro-

dotti “homemade”? In primis,per salvaguardare la tutelaambientale. Si registrerebbeuna significativa riduzione diCO2 attraverso il taglio dei tra-sporti, il risparmio di acqua edenergia - che abitualmente av-viene durante i processi di la-vaggio e confezionamento - el’eliminazione degli imballaggi

di plastica e cartone rendonoquesti prodotti realmente eco-sostenibili. A livello nutrizio-nale, il consumo immediato diprodotti freschi di stagione –privati delle lunghe ore di viag-gio – consentirebbe di benefi-ciarne di tutte le carat-teristiche organolettiche e iprincipi nutritivi. In terminieconomici, eliminare step e tra-sporti abbatterebbe il costo alconsumatore del 30% circa.Last but not least, il rapportodiretto con il produttore agri-colo assicurerebbe un acquistopiù consapevole e trasparente.Un’alimentazione a km zero èuna scelta ambientalista cheha radici profonde. Siamo in-torno al 1997, quando il Proto-collo di Kyoto sancisce la

necessità e l’impegno di ridurrele emissioni di gas serra a li-vello mondiale attraverso il“progetto a km zero”. Il mes-saggio che si intende trasmet-tere è nutrire se stessi noninquinando le terre che ci nu-trono. A cominciare dall’acquache portiamo sulle nostre ta-vole. Perché acquistare botti-glie di acqua che attraversanotutta Italia, conservate in con-dizioni non proprio ottimali,sottoposte a sbalzi termici chene alterano la qualità? Quandomagari, a pochi passi da casanostra, abbiamo sorgenti d’ac-qua pura e fresca. Prima diogni acquisto sarebbe oppor-tuno immaginarne le conse-guenze! Parola d’ordine: thinkgreen! F.C.

Nel nostro paese risulta una biodiversità caratterizzata da 58.000 specie faunistiche, 7.841 floristiche, 20.000 varietà di funghi, 2.323 licheni

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La vaquita, il più piccolo ceta-ceo della Terra, potrebbeestinguersi nei prossimi treanni. A lanciare l'allarme è unnuovo studio che rivela comesiano rimasti, in un habitatmolto limitato, meno di 100esemplari. Lo scrive il sito diMnn citando il Natural Re-sources Defense Council, unodei più importanti gruppi am-bientalisti statunitensi. A dif-ferenza di squali, rinocerontie molti altri animali decimativolontariamente dall'essereumano, le vaquite o focene delgolfo della California, nonhanno alcun particolare va-lore commerciale, ma muo-iono dopo essere rimastiintrappolati nelle reti in

quella che viene definita"pesca accidentale". Questipiccoli cetacei popolanoun'area molto limitata delGolfo della California (Mes-sico), dove vivono anche i to-toaba, dei pesci molto ricercatidai bracconieri per l'alto va-lore sul mercato nero (la lorovescica natatoria in Cina ar-riva a costare fino a 10.000dollari) .Per conseguenza delbracconaggio di cui sono vit-tima i totoaba - guidato anchedal cartello della droga messi-cano - il declino del numero divaquitas è andato continua-mente aumentando negli ul-timi decenni e ora sono in vitasolamente 97 esemplari in to-tale.

Il triste destino dei cuccioli importati illegalmente!

In Italia ne arrivano illegal-mente migliaia al mese, "l'ado-zione è un atto diresponsabilità" infatti, proprionel periodo natalizio aumen-tano i traffici di cuccioli e i con-trolli alla dogana. Sinonimo difamiglia, affetti o vacanze, ilNatale rappresenta il periodoin cui il lavoro si intensificaper il corpo forestale dellostato, veterinari, e non solo,perché a fine anno si tirano lesomme di 12 mesi di attivitàper arresti e sequestri di tuttii tipi. I traffici illegali di cuccioli siincrementano sempre di più, acausa della cattiva abitudine,dura a morire, di regalare uncucciolo come fosse un giocat-tolo, quando invece è una crea-tura che ha bisogno di cure daquando nasce e fino alla finedei suoi giorni. Dovremmo in-segnare ai nostri bambini chegli animali non sono giocattolie che adottare un cucciolo èuna responsabilità impor-tante. Il Nirda è un servizio diPolizia Giudiziaria che si oc-

cupa, in via prioritaria, dellatutela giuridica degli animali.Il nucleo investigativo indaga ireati a danno degli animali, intutti i settori, dagli alleva-menti al trasporto, tutelandolidalle azioni criminose, di mal-trattamento e dalle condizioniincompatibili con la loro na-tura. I reati più diffusi sono lesevizie e le fatiche insopporta-bili per le caratteristiche etolo-giche dell'animale, le corse e icombattimenti che in Italiasono purtroppo ancora tanti epoi, non per ultimo, il trafficodi cuccioli, spiega il Nirda.“Mi-gliaia di cuccioli di cani e gattidi razza, entrano illegalmentein Italia ogni mese arrivandosoprattutto da Ungheria e Ro-mania e quello che riusciamo aintercettare noi rappresentasolo una piccola parte del traf-fico reale”. Un traffico enormedi cui il 30% -40% muore percarenza di cure, perché troppopiccoli e sottoposti allo stressdi viaggi troppo lunghi. Proprio a dicembre si intensi-ficano i controlli alla frontiera,

i cuccioli ritrovati vengono af-fidati prima ai servizi veteri-nari perché effettuino icontrolli sanitari e poi, se siriescono a salvare, ad associa-zioni riconosciute che trovano

per loro un'adozione tempora-nea che diventa definitivaquando i responsabili di questitraffici vengono condannati.Gli animali non sono regali conil fiocco ma esseri viventi, biso-

gnosi sia di dare che di avereamore, loro, piccoli o grandiche siano, sanno ricambiarlomolto bene, sicuramente me-glio di chi li usa senza pietà.

R.M.

Vaquitas a rischio estinzione

Bacini marini tra loro scolle-gati subiscono in modo pres-soché sincrono rapidicambiamenti che coinvolgonoi loro ecosistemi. È quantoevidenzia uno studio del Con-siglio nazionale delle ricerche(Ismar-Cnr) pubblicato suPhilosophical Transactions Bof the Royal Society britan-nica. I ricercatori, coordinatida Alessandra Conversi,hanno compilato 11 banchedati marine multidecennali(1960-2005) delle popolazionizooplanctoniche provenientida due oceani (Atlantico e Pa-cifico) e tre mari (Mediterra-neano, Nord e Baltico)."Abbiamo analizzato - spiegaConversi - i tre principalicomponenti, considerati indi-catori dello stato biologico diogni sistema e constatato chetra il 1987 e il 1990 si sono ve-rificati cambiamenti repen-tini in ben 7 degli 11 bacinianalizzati, tra cui nord Adria-tico, Mare del Nord, Mar Bal-tico, Atlantico nord-occidentale e Pacifico nord-

orientale". Lo studio indicadunque una 'quasi-sincroni-cità' tra sistemi marini fraloro non comunicanti. Di quil'ipotesi che la causa di questifenomeni non siano fattori lo-cali antropici, come la pesca ol'inquinamento ma un saltonell'innalzamento della tem-peratura nord-emisferica av-venuto intorno al 1987,possibilmente modulato dal-l'oscillazione artica. "Questedue variabili - sottolinea Con-versi - coinvolgono l'interoemisfero del nord ed hanno lacapacità di influenzare gliecosistemi pelagici: la tempe-

ratura sta aumentando nellamaggioranza dei bacini ma-rini, influenzando particolar-mente le specie che sonoormai ai limiti della loro tol-leranza termica, nonché l'in-tera catena trofica, mentrel'oscillazione artica influenzail sistema circolatorio atlan-tico e pacifico e il rispettivotrasporto di plancton". Sitratta di un risultato moltoimportante dal punto di vistasia teorico che pratico: "Per laprima volta viene testatal'ipotesi di 'teleconnessioni' ditipo biologico nei sistemi pe-lagici".

Cambia il clima, cambiano gli ecosistemi marini

Il Nirda è un servizio di Polizia Giudiziaria che si occupa della tutela giuridica degli animali

Il più piccolo cetaceo della Terra

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Rosario Maisto

Le esalazioni scoperte da Curiosity po-trebbero essere prodotte da un'attivitàgeologica non prevista o persino da mi-crorganismi, infatti, il team di scienziatiche segue Curiosity ha annunciato che ilrover della NASA ha rilevato una fortevariabilità nella concentrazione di me-tano presente nell'atmosfera di Marte.Sulla Terra gran parte di questo gas èprodotto da microrganismi durante la di-gestione, quindi le esalazioni potrebberoessere un segnale della presenza di vitasul pianeta rosso, ma gli scienziati ci ten-gono a interpretare i dati con la massimacautela, affermando che il metano po-trebbe anche avere origine geologica. In-fatti “o Marte ha un'attività geologica, ilche sarebbe sorprendente, oppure ospitaforme di vita, il che avrebbe implicazioniancora più profonde". Le oscillazioni deltasso di metano nell'atmosfera di Marteincuriosiscono da decenni gli scienziati acaccia di vita sul pianeta rosso, cosìquando Curiosity ha rilevato un improv-viso aumento del metano, il team di ri-cerca è entrato subito in agitazione. Durante le sue esplorazioni, il rover haregistrato 4 episodi di netto aumentodelle concentrazioni di metano nell'ariadel pianeta. I valori restavano alti soloper qualche settimana ed erano concen-trati in un breve segmento circa 800 mdel tracciato seguito dal rover. Il dato fapensare che il metano venga da una solafonte di emissioni, probabilmente situataa nord del punto in cui si trova Curiosity,nel cratere Gale.Gli scienziati avvertonoche, oltre all'attività biologica, il metanopuò essere prodotto anche dall'intera-zione tra acqua e rocce o dagli effettidella luce solare su eventuali resti di me-

teorite caduti sulla superficie mar-ziana,ma l'ipotesi che sia originato damicrorganismi non è affatto escluso. Daidati non è possibile dire se sia di originebiologica o geologica, ma altri scienziatinon condividono la cautela del team e sidicono più ottimisti sulla possibilità ditrovare forme di vita su Marte. Fannonotare che sul pianeta rosso l'attivitàvulcanica è assente da milioni di anni,quindi la fonte più plausibile del metanomarziano sono batteri metanogeni. Que-sti eventuali batteri potrebbero anchenon essere vivi in questo momento, il gaspotrebbe essere stato prodotto in passatoda attività biologica o geologica e poi es-sere rimasto intrappolato sotto la super-ficie anche per anni sotto forma dicomposti congelati, i clatrati, per poi ri-comparire lentamente nell'atmosfera acausa dell'erosione. Per ora Curiositycontinuerà a scalare il monte Sharp,un'altura erosa al centro del cratereGale, per scoprire le tracce chimichedella presenza di vita passata o presentesul pianeta. Rispettiamo la possibilitàche ci siano forme di vita, non siamo solinell’universo e quindi dobbiamo conti-nuare ad esplorare!

Metano su Marte?

Il settore automobilistico sta diventandosempre più eco-friendly. Dopo le autoelettriche e quelle ibride, ecco la nuovainvenzione della Mazda: la casa automo-bilistica giapponese è riuscita a costruireuna vettura completamente in plasticabiodegradabile. Il materiale, totalmenteinnovativo, è costituito da bioplastica diorigine naturale ad alta resistenza chepermetterà una notevole riduzione delleemissioni di CO2, grazie alla totale as-senza di materiali industriali, basatisull’utilizzo del petrolio. Ma non è sol-tanto la carrozzeria ad essere eco-frien-dly: la nuova Madza MX-5, infatti, avràanche gli interni in plastica ecososteni-bile, resistente alle temperature, oltre airivestimenti dei sedili in bio-tessuto, rea-lizzato in fibra di origine vegetale.La bioplastica, inoltre, essendo già colo-rata, non richiede alcuna verniciatura,

riducendo quindi l’emissione di compostiorganici volatili soltanto per la lucida-tura. Ma questo prototipo, la cui data dilancio sul mercato non è stata ancora uf-ficializzata, non è di certo una innova-zione per la casa automobilisticagiapponese: già da anni, infatti, laMazda Biotechmaterial sviluppa tecno-logie a biomassa e, dopo anni di attentee lunghe ricerche, è riuscita a realizzarequesto modello innovativo, che sarà sicu-ramente il pioniere di una nuova gene-razione di automobili, nell’ottica dellasostenibilità ed in conformità ai parame-tri richiesti dal Protocollo di Kyoto.Purtroppo però, anche queste idee inno-vative e sostenibili vanno incontro a durecritiche: come già accaduto in passatoper i biocarburanti, anche le bioplastichesono state messe sotto accusa perché po-tenzialmente responsabili della ridu-

zione della produzione mondiale di cibo,considerando la necessità di realizzaregrandi coltivazioni di vegetali da dedi-care alla produzione di questo tipo di ma-teriale. La Mazda ha prevenuto taleproblematica, intraprendendo un pro-gramma di ricerca, realizzato in collabo-razione con l'Hiroshima University,denominato Mazda Bioplastic Project,con lo scopo principale di studiare e, suc-cessivamente, sviluppare una vera e pro-pria produzione di polipropilene derivatoda sostanze vegetali non destinate all'ali-mentazione, bensì esclusivamente al set-tore automobilistico sostenibile.Tale studio, infatti, permetterà di realiz-zare un processo di trasformazione eco-sostenibile della cellulosa derivante dagliscarti di etanolo. Il materiale sarà poiconvertito in plastico, grazie ad un com-posto di etilene e propilene. Fa.Cu.

A poco più di un mese dall’accordo Cina-USA per la riduzione delle emissionidei gas serra, si torna a parlare del binomio clima-metano. Con l’aggiuntadella variabile pozzi petroliferi abbandonati. Già a settembre, l’Organizza-zione meteorologica mondiale (WMO) aveva lanciato un allarme clima persegnalare che le concentrazioni dei gas a effetto serra nell’atmosfera avevanoraggiunto livelli record. Con inevitabili disastrose conseguenze sul clima. Mamentre nell’immaginario collettivo la parte della pecora nera continua a farlal’anidride carbonica (CO2), il gas metano ha un Global Warming Potential(GWP, cioè la capacità di un gas di aggravare l’effetto serra) 25 volte superiorea quello della CO2. L’allarme metano è stato lanciato più volte, non ultimoda un articolo dello scorso anno su Nature dal quale emerge che i pozzi di gase petrolio disperdono una gran quantità di metano nell’atmosfera e che ciòpuò avere una significativa influenza sul clima. Ma quanti sono i pozzi ab-bandonati che continuano a emettere metano anche dopo essere stati di-smessi? E quanto influisce la dispersione di questo gas sull’effetto serra? Ungruppo di ricercatori della Princeton University (New Jersey) ha testato leemissioni di questo gas in 19 pozzi abbandonati in Pennsylvania e ha pubbli-cato i dati raccolti su PNAS. Gli autori hanno rilevato che tutti i pozzi ana-lizzati rilasciano nell’ambiente un certo livello di gas metano e ben tre di essipossono venir classificati come “super emettitori”. Stimano inoltre che, in Pen-nsylvania, le emissioni dei pozzi abbandonati rappresentino il 4-7% di tuttele emissioni di metano prodotte dall’uomo dello Stato. Considerando che, se-condo un recente studio della Stanford University (California), negli StatiUniti ci sono circa 3 milioni di pozzi abbandonati a cui si aggiungono quellisituati negli altri Paesi del mondo, il contributo complessivo di queste strut-ture sull’effetto serra potrebbe decisamente essere rilevante. Il metano è ungas prodotto dalla decomposizione di alcune sostanze organiche naturali edall’attività umana. A differenza dell’anidride carbonica, non rimane nell’at-mosfera per un periodo di tempo indefinito, ma si dissolve dopo circa 12 anni.Tuttavia è un potente gas serra perché è in grado di trattenere il caloreemesso dalla superficie terrestre 30 volte meglio dell’anidride carbonica. Cosache lo rende un fattore decisivo nell’innalzamento della temperatura atmo-sferica. Gli scienziati hanno intenzione di effettuare misure in Stati come laCalifornia e il Texas che hanno alle spalle una lunga storia di sviluppo eco-nomico basato sullo sfruttamento di petrolio e gas al pari della Pennsylvania.

I.B.

II POZZI PETROLIFERI ABBANDONATISONO SUPER INQUINANTI

Esalazioni rilevate dalla NASA

Mazda: al via la produzione in bioplastica

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Brunella Mercadante

Rifiuti zero: sono più di 200 icomuni italiani, molti ancheal Sud (e Napoli è tra questi),per un bacino complessivo di4.324.934 abitanti, che hannoaderito a questa strategia digestione di rifiuti, basata sulmodello di riutilizzo delle ri-sorse presente in natura, chesi propone di riprogettare lavita ciclica dei rifiuti, conside-rati non come scarti, ma ri-sorse da riutilizzare comematerie prime seconde- con-trapponendosi alle praticheche prevedono necessaria-mente processi di inceneri-mento o discarica- e che tendead annullare o diminuire sen-sibilmente la quantità di ri-fiuti da smaltire. Senz'altro Rifiuti Zero può

rappresentare un'alternativaeconomica al sistema dei ri-fiuti tradizionale, dove nuoverisorse vengono continua-mente utilizzate per rimpiaz-zare le risorse finite indiscarica, e può rappresen-tare, altresì, un'importantealternativa per l'inquina-mento, dato la discarica pro-duce una quantità signifi-cativa di inquinamento am-bientale. La strategia dei Ri-fiuti Zero si riassume in trepunti: eliminazione dell'ince-nerimento dei rifiuti e strut-turazione di un sistema diraccolta che aumenti la quan-tità di materiale differenzia-bile e ottimizzi la qualità delmateriale da riciclare, dimi-nuendo contestualmente laquantità di rifiuti prodotti; in-centivazione del riuso del ma-

teriale riciclato, riparazionedegli oggetti e scelte di vitache diminuiscano la percen-tuale di scarti (ad esempiouso di prodotti alla spina);progettazione e produzione diprodotti totalmente riciclabili,riutilizzabili e riparabili con

l'adozione di strategie di riu-tilizzo, come il cosiddettovuoto a rendere. Ridurre i ri-fiuti indiscutibilmente fabene all'ambiente e di conse-guenza anche alla salute dellepersone. Tutti possiamo farequalcosa in più per migliorare

la situazione attuale. Quindi,innanzitutto, riciclare inmodo da evitare la discaricaad oggetti che possono ancoraavere un utilizzo, ma riciclarenon basta, bisogna proprioprevenire i rifiuti, ridurre esemmai azzerare gli scarti,sostituire oggetti di vita brevecon beni durevoli, praticare ilvero riuso. Adottare, quindi, strategie eaccorgimenti per non pro-durre proprio i rifiuti, adesempio fare il compost, sce-gliere prodotti senza imbal-laggio, bere acqua delrubinetto, utilizzare borse ditela per la spesa, adoperaredetersivi e cosmetici naturalio fai da te, non sprecare carta,produrre meno RAEE e cer-care di dare sempre una se-conda vita a tutti gli oggetti.

Giulia Martelli

È da poco iniziato il nuovoanno ed è tempo di bilanci perquello appena trascorso. Comesi è chiuso il 2014 in termini disostenibilità ambientale? Idati raccolti presentano ilsegno positivo per quanto ri-guarda l’ energia pulita a li-vello mondiale e, a livellonazionale, un aumento dei ri-fiuti RAEE raccolti e smaltiti.In linea con l’anno precedente,purtroppo, il bilancio delle vit-time di eventi idrogeologici emeteorologici nella nostra na-zione. Partendo dalle rinnova-bili si può affermare che,superando le aspettative, gliinvestimenti globali nel set-tore dell'energia pulita sonostati di 310 miliardi di dollari,segnando una crescita del 16%rispetto all'anno precedente,così come riportato dal rap-porto annuale di BloombergNew Energy Finance, diffusoa Londra e New York.Il grande passo avanti del set-tore è stato guidato secondo gliesperti soprattutto dall'eolicaoffshore in Europa e dal solarein Cina e Stati Uniti. Nei prin-cipali centri per la produzionedell'energia pulita nel corsodel 2014 è stato registrato ungrande salto degli investi-

menti: in Cina si è registratauna crescita record del 32%,con investimenti per 89,5 mi-liardi di dollari; negli StatiUniti una crescita dell'8% e in-vestimenti per 51,8 miliardi,in Giappone 12% e 41,3 mi-liardi, in Canada 26% e 9 mi-liardi, in India 14% e 7,9miliardi, in Sud Africa 5% e5,5 miliardi. Modesto - solol'1% - l'aumento percentualesegnato dall'Europa, concen-trata nell'eolico offshore, mal-

grado la cifra assoluta degli in-vestimenti sia alta 66 miliardidi dollari. Guardando in casanostra, sul fronte rifiuti, ap-prendiamo che nel 2014 sono75.900 le tonnellate di Raeetrattate da Ecodom, il princi-pale Consorzio italiano per ilrecupero e il riciclaggio deglielettrodomestici. Così facendosono state riciclate 45.139 ton-nellate di ferro, 2.166 tonnel-late di alluminio, 1.775tonnellate di rame e 7.839 ton-

nellate di plastica. Soprattuttosi è riuscito ad evitare l'immis-sione in atmosfera di oltre850.000 tonnellate di CO2.Dai dati diffusi dallo stessoConsorzio è emerso che nel-l'anno appena passato è risa-lita la raccolta di circa il 6,8%,quanto ai benefici per l'am-biente, oltre alla CO2 'taglia-te', le materie prime secondeottenute dal riciclo di elettro-domestici ha permesso un ri-sparmio di oltre 78.200.000

kWh (kilowattora) di energiaelettrica. La Lombardia si èconfermata anche quest'annola regione più virtuosa (15.821tonnellate trattate), seguita daToscana (7.798 tonnellate),Veneto (7.551 tonnellate),Emilia Romagna e Piemonte;fanalino di coda, il Molise.Purtroppo inalterato il bilan-cio delle vittime di eventi fra-nosi o alluvionali. Nel 2014 sono stati 33 i mortie 46 i feriti a causa delle franee delle inondazioni, più di10.000 persone, inoltre, hannodovuto abbandonare tempora-neamente le loro case. A trac-ciare il bilancio i datipubblicati sul sito Polaris del-l'Istituto di Ricerca per la Pro-tezione Idrogeologica delConsiglio Nazionale delle Ri-cerche (Irpi-Cnr). Dal Rap-porto sul rischio per lapopolazione italiana da franee inondazioni è emerso che nel2014 esse hanno colpito intutta Italia 220 comuni in 19regioni su 20. I Comuni con ilmaggior numero di vittimesono stati Genova e Refron-tolo. Fra le regioni, le più col-pite sono state Liguria,Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana, imesipeggiori sono stati ottobre enovembre.

2014: bilancio di sostenibilità ambientale

Le buone pratiche per ridurre i rifiuti

Boom di rinnovabili e raccolta Raee, ma in Italia frane ed alluvioni uccidono ancora

La strategia “rifiuti zero” per un 2015 con meno scarti

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Fabio Cuoco

Condurre uno stile di vitasano e lontano da vizi e cat-tive abitudini è da sempre laprima regola per evitare di in-correre in gravi malattie. Se-condo lo studio portato avantidal Cancer Research UK,anche i tumori possono essereprevenuti, rispettando alcuneregole del vivere sano.

In base a questi studi, infatti,circa il 42 per cento dei casi dicancro ogni anno, nel soloRegno Unito, sono legati allacombinazione di quattordiciprincipali stili di vita ed altrifattori.Come è facile intuire, è ilfumo il principale fattore di ri-schio, ma non è certamentel’unico vizio che influisce ne-gativamente su un regolarestile di vita. Anche una dietascorretta mette a repentaglioil nostro organismo.Secondo Harpal Kumar, unodei ricercatori della CancerResearch UK, “al giorno oggi,a decine di migliaia di personenel Regno Unito, viene dia-gnosticato un tumore, preve-nibile se si agiscemiratamente, la fine di aiu-tare le persone a condurre

una vita più sana. Accanto adinvestimenti in campagne disalute e modi per aiutare lepersone a ridurre il loro ri-schio di cancro – per Kuman –il governo deve urgentementeintervenire per fermare i ra-gazzi prima che comincino aprendere il vizio di fumare. Èuna sfida continua, che ha bi-sogno di un’attenta pianifica-zione e di investimenti,

attraverso la prevenzione, ladiagnosi ed il trattamento. Iltaglio dei tassi sul fumo, nelRegno Unito, potrebbe sal-vare tremila vite all’anno,anche se, cambiare abitudine,non è mai facile”.Tale discorso può essereesteso anche all’Italia, dove ilbusiness dei tabacchi inte-ressa fin troppo direttamentedello Stato, il quale guadagna,ogni anno, oltre il 75% dellaspesa complessiva, sostenutadagli italiani per sigarette, si-gari e tabacco sfuso.Altri fattori deleteri per il no-stro organismo e responsabilidell’insorgere di tumori sonol’obesità, strettamente colle-gato ad un errata alimenta-zione, l’abuso di alcol, l’errataesposizione ai raggi solari,problema molto sentito so-

prattutto durante le vacanzeestive, e la sedentarietà, cheincidono notevolmente ed inmaniera del tutto negativasulla conduzione della nostravita, portando, oltre ai tumori,anche ad altre malattie corre-late, come diabete, cardiopa-tie e steatosi epatiche.“Non c’è ormai dubbio che al-cuni stili di vita possano avereun pesante impatto sulle pro-

babilità di ammalarsi di can-cro - ha commentato un altroscenziato della Cancer Rese-arch UK, Max Parkin, espertodi statistica e docente ordina-rio alla Queen Mary Univer-sity di Londra - Studi ericerche in tutto il mondopuntano il dito contro glistessi fattori di rischio”. In un periodo come quellodelle feste di fine anno,quando le trasgressioni ali-mentari ed alcoliche sono al-l’ordine del giorno, gli stessiesperti britannici precisanoquanto non sia necessario vie-tare le gioie culinarie dellefeste, al contrario, sempre se-condo Parkin, cercare di nonesagerare durante il resto del-l’anno “può essere un buonmomento per pensare di adot-tare abitudini sane nel 2015”.

Uno stile di vita sano evitaquattro tumori su dieci

Rosa Funaro

Avete mai sentito parlare della nomofobia? Con questo ter-mine è stata individuata una nuova forma di dipendenza:quella da smartphone! Ansia, stress e addirittura attacchidi panico potrebbero derivare da un uso esagerato di questidispositivi elettronici da cui alcune persone non riesconoproprio a separarsi. Questa “patologia” tipica dei nostritempi comparirebbe proprio nel momento in cui per qual-che motivo rimaniamo senza smartphone, non c’è campooppure la batteria è completamente scarica e quindi è im-possibile ricevere notifiche e controllare se sono arrivatinuovi sms o messaggi in chat. Ecco allora che in alcuni casisi può scatenare la “no mobile phone phobia”, termine in-glese con cui è classificata. Tanti, troppi di noi oramai nesono affetti… Perché non approfittare, però, dell’annonuovo per fare un pò di “digital detox”? Comoda, divertentee alla moda, la tecnologia digitale ha saputo renderci quasitutti schiavi, anche quelli che inizialmente erano riuscitia resistere alle sue lusinghe. Il tempo minimo per la disin-tossicazione sono 24 ore ma in realtà l’ideale sarebbe evi-tare l'utilizzo di ogni tipo di dispositivo, tv compresa, peralmeno 72 ore. A dirlo è Keith Ferrazzi, autore americanodi due best seller in cui si danno consigli in merito al digi-tal detox, pratica che in poco tempo sarebbe in grado di mi-gliorare il benessere personale e le relazioni con gli altri.Ecco 5 consigli da mettere subito in pratica. Per prima cosabisogna scegliere il momento migliore per la disintossica-zione: le vacanze sono un momento ideale perché tutti sonopiù impegnati con la famiglia e gli amici e non si stupi-ranno se siamo meno connessi e dunque meno rapidi nelrispondere a mail, messaggi, richieste Facebook, ecc. Con-viene poi avvisare tutti: “Fate sapere a tutti che siete di-sconnessi sui social, con le risposte automatiche alle email,con il messaggio in segreteria. Questo vi permetterà di con-centrarvi sulle persone che vedete di persona” consigliaFerrazzi. Se siamo dipendenti da internet e smartphoneprobabilmente è perché utilizzarli ci dà soddisfazione e ilpiù delle volte ci diverte anche. Ecco perché, per far sì chela disintossicazione vada a buon fine, è importante trovaredelle alternative accattivanti come quella passeggiata al-l’aria aperta che poche volte riusciamo a concederci. È utilepoi far sparire dalla visuale tutti gli oggetti della tenta-zione: telecomandi, pc, dispositivi elettronici di ogni ge-nere. Come si dice “occhio non vede, cuore non duole”! Sispera che una seppur breve disintossicazione dimostri chein effetti si può vivere bene anche senza tanta tecnologia oquanto meno limitandone un po’ l’utilizzo. Come giusta-mente sottolinea Ferrazzi: “Ricordate che siete voi a domi-nare i dispositivi, non il contrario, approfittate del rientroper dare delle priorità nuove nel vostro uso della tecnolo-gia”.

Disintossicarsi da internet e smartphone

È quanto riportato dalla Cancer Research UK

Digital detox: tutti i consigli

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Antonio Palumbo

Tra i più importanti architettipaesaggisti del Novecento, ilfiorentino Pietro Porcinai haprogettato sistemazioni delverde alle scale più diverse: dalgiardino al parco urbano, dal-l'area industriale al villaggioturistico, dall'autostrada al-l'area agricola. Tra i suoi oltre1.100 progetti, realizzati invari Paesi del mondo, vi sonoanche “giardini-paesaggio”,cioè giardini nei quali l'uomosembra non aver fatto nulla.Assieme a una cultura stermi-nata e ad abilità tecnico-crea-tive eccezionali, ebbe il meritodi essere tra i primi - anche inambito accademico - ad intuirel’importanza della salvaguar-dia del paesaggio, protagonistaall’interno degli spazi verdipubblici e dei giardini privati,realizzati in Toscana come nelresto del mondo. Tutela del-l’ambiente e studi di valuta-zione per l’impatto ambientale- oggi pratica comune - sonoun’eredità della sua sensibilitàdi progettista e dell’impegno diuna vita. Si occupò del recu-pero in grande scala di areeverdi in stato d’abbandono odevastate dalla speculazioneedilizia; inventò gioielli bota-nici in aree industriali, come igiardini della fabbrica Olivettia Bagnoli o come quelli dellaMondadori a Segrate.Per Porcinai il giardino nonaveva soltanto una valenzaestetica, ma possedeva un suospecifico ruolo sociale e psico-logico a beneficio della colletti-vità; ogni persona avrebbe

dovuto godere di un giardino diproprietà o almeno di spaziverdi pubblici da frequentare ecoltivare in concessione.Tra i tantissimi progetti, ac-canto ai numerosi giardini, pi-scine e parchi per icommittenti dell’intellighenziaitaliana in Toscana, Umbria eItalia del Nord (1950-65) e perl’illuminata committenza euro-pea, si contano in tutto ilmondo parchi urbani e spaziverdi per villaggi turistici ecomplessi industriali, sistema-zioni di aree agricole, parchidella memoria e tanti giardini-paesaggio, dove l’interventodell’uomo è impercettibile, fon-dendosi nell’ambiente natu-rale. Grande importanza, nellasua formazione, è data dallaconoscenza diretta della tradi-zione storica del giardino ita-liano e rinascimentale (erafiglio del capo giardiniere dellavilla medicea La Gamberaia aFiesole) e dal fatto di aver vis-suto a Firenze, in un ambienteculturale molto vivace, arric-chito da presenze internazio-nali, soprattutto di artisti eintellettuali inglesi.Nel visionario (e non conven-zionale) approccio al “mestiere”di giardiniere-paesaggista egliseppe fondere, in modo inedito,l’amore per l’architettura,l’arte e il design con le compe-tenze tecniche di chi si “sporca

le mani con la terra”: proprioper le approfondite conoscenzebotaniche, arricchite dal conti-nuo scambio con la sua rete dicolleghi e tecnici stranieri, potécurare, con particolare atten-zione, l’aspetto biologico dellepiante nei diversi progetti digiardini, selezionandole inbase alle loro funzioni e intera-zioni con l’ambiente, per la co-struzione di microcosmi dalperfetto equilibrio ecologico.Un esempio su tutti, per poterammirare la qualità e l’innova-zione del suo lavoro, è costi-tuito dalla Villa Il Roseto, in

Via Pian dei Giullari a Fi-renze: una rivisitazione delclassico giardino all’italiana,eseguita all’inizio degli anniSessanta, in chiave quasi mo-dernista.Porcinai credeva nel giardinocome elemento capace di mi-gliorare l’ambiente e l’uomo,dotato di una sua specifica fun-zione pubblica: per lui non pos-sedeva semplicemente unruolo estetico, ma anche psico-logico e sociale (tanto che pro-pose di far pagare meno tassea chi, possedendone e curan-done uno, produceva, di fatto,

benefici per l’intera colletti-vità).Delle sue tante realizzazioninumerose sono andate per-dute; quelle rimaste sono per lopiù frutto di committenze pri-vate, per cui risulta difficileriuscire a visitarle. Possiamofarci un’idea dell’atmosfera deisuoi giardini consultando ilsito dell’Associazione Porcinai,fondata dalle figlie Anna ePaola, che si propone di tute-lare la sua opera e di diffon-dere la conoscenza della suafigura di uomo e di insuperatoarchitetto del paesaggio.

Pietro Porcinai architetto del verdeTra i suoi oltre 1100 progetti anche i “giardini-paesaggio”

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Gennaro De Crescenzo

Pino Daniele qualche giornofa se n’è andato per sempre.E’ il destino tragico e beffardodi una città che perde ancorauna volta troppo presto la suavoce, dopo aver perso la vocedi Massimo Troisi. “DonnaCuncè, cacciate tutte 'e ri-corde 'a pietto, Donna Cuncèalluccate pe dispietto”… Una voce timida ma anche ca-rica di rabbia e di ironia, dimalinconie, di radici e di emo-zioni profonde che facevano ilsuo canto sempre fragile e perquesto più commovente.“Lassa che vene, passa am-pressa tutti sti ssere, po’ cur-rimmo luntane”… Parlavanoa bassa voce tutti e due Mas-simo e Pino e tutti e due (nonpotevano esserci dubbi) tra-diti dal cuore: si somiglia-vano, ci somigliavano esomigliavano a quei tanti Na-poletani che la voce non l’-hanno mai avuta ma semprea testa alta e con una eroicadignità. “Primma ‘e figlie secriscevano cu ‘o mare, cu nupasso a mano a mano se pur-tavano a campà”. Per questo,forse, quella nottata del 4gennaio è stata una bruttanottata, una di quelle che sifanno accanto ai parenti ma-lati o quando muore qual-cuno. Centinaia e poi migliaiaa rincorrerci e a ricorrere coni nostri telefonini le notizie,facendo finta di non crederci,a caccia di una smentita chenon è mai arrivata. Una cittàed un popolo intero tutti in-sieme e svegli all’improvvisoin lacrime. “Chiude l'uocchiee nun puo' durmì”… Forse perquesto quella sera dopo il ter-remoto eravamo in duecento-mila in piazza e a Napoli nons’era mai visto ed erano intanti anche qualche sera fanel suo ultimo concerto con lesue canzoni classiche dopoanni di una pausa “italiana”che aveva interrotto tornandofinalmente a casa. “Terra miaterra mia comm'è bello a lapenzà', comm'è bello a laguardà”... Pino è orgoglio por-tato in giro per l’Italia e per ilmondo con la sua chitarra e lesue poesie, erede vero di unatradizione immensa. Pino èquella lingua napoletanasfrontata, chiara e bella nelleinterviste a Napoli come a

Trento e se non capiscono im-pareranno, come dicevanoEduardo e Troisi. “Si capisceva buono o si no te futte”...Pino è sintesi di storie e diculture trimillenarie e nellesue canzoni ci trovavi la de-nuncia e lo sberleffo, la vogliadi riscatto di un popolo intero,le radici e i sentimenti sem-plici della vita di tutti noi. “Siarape ‘o stipo saie addò staiee nun t’ ‘o scurdà maie”... Perlui (e per noi) “Maradona furiscatto e vanto di Napoli equello che fece a Napoli loavevano fatto solo Masanielloe i Borbone”. Pino e' storiadella musica. Pino è storiadella letteratura napoletana.Pino, storia di un “Lazzaro fe-lice”, è già storia di Napoli.Ma è anche storia della miavita... i concerti e gli striscionipreparati in classe, le cassetteda comprare a quella disco-teca della Ferrovia prima cheuscissero, quella notte in-sieme a Benevento (con unamozzarella intera tagliata suifusilli con il pomodoro), le gitee le nottate solo con le suecanzoni, il mangianastri sulfrigorifero e tutta la famigliaad ascoltare i pezzi nuovi."Astrigneme cchiù forte efamme ascì ‘a paura”… Pino eMassimo: allora è propriovero che non siamo più gio-vani. E’ proprio vero che sta-notte Napoli ha perso moltidei suoi colori. Siamo lazzarimeno felici. E questo non misembra vero.

Pino, voce di Napoli ma a bassa voce e noi lazzari ora meno felici

Salvatore Lanza

Una maschera greca di tufo,la sua poesia e la sua musicasono la sintesi di tremilaanni di storia, la stratifica-zione della civiltà napole-tana, incarnata. Non si puòspiegare chi è Pino Daniele,lo devi vivere, lo devi sen-tire, lo devi assaporare, lodevi mangiare e bere. Napizza, na sfugliatella, nu bic-chiere ‘e vino buono. È lasintesi, l’essenza della no-stra cultura, fatta di conta-minazioni, suoni, battiti,anima e carne, cuore, aria epolmoni e testa, occhi, mani,gesti, cambi d’umore. Unpezzo di tufo dove il Signorecon lo scalpellino e ‘o genio siè divertito, ha scolpito unastatua viva. Ogni frase edogni nota dei suoi esordisono state un cazzotto nellostomaco, chi non ha vissutoun momento della sua vitasenza ritrovarsi nella suadescrizione dei “nostri” statid’animo: “Io nun m’arricordocchiù, si stevemo bbuono, cull’addore d’‘o cafè pe tutt’ ‘acasa… sai, ancora nun m’è

passato…”. “Io cammino enun m'abbasta niente cchiù,l'aria è strana e po' chemazzo si ncuntrassemo aGesù, ce iessemo ambriacà!”… Nuje cunta-vemo 'e ritrattielle 'ncoppa 'egrade, erano nere 'emmane… Primma 'e figli secriscevano cu ‘o mare cu nupasso a mano a mano sepurtavano a campà' nun mefa penzà', oggi scinne c'’apaura, sissignore! 'A quantutiempo faje ammore?”. Lochiedeva sua nonna. Me lochiedeva pure la mia,quando voleva essere ag-giornata su qualche mia si-tuazione sentimentale. Era

mio fratello, un mio ante-nato che mi raccontava chiero, mia figlia, mia moglie,mio cugino, il cugino.“Simmo lazzari felici genteca nun trova cchiù pace,quanno canta se dispiacesempe pronta a se vutta' penun perdere l'addore”. Il bi-glietto da visita di tutti i Na-poletani. Nuie 'a dinto 'ecase nun ghittammo nientesempe quaccosa ce pò servì,guardanno ‘a rrobba vecchiapare nova… Lo faccio tutti igiorni, litigando con mia mo-glie o con mia madre, met-tendo carte, documenti olibri in qualche posto dovec’è un poco di spazio, nonbutto niente anche se quellacosa forse non mi serviràmai, come quando fai unastrada che non è utile ma c’èun motivo per percorrerla,per ricordare. Come si af-fronta la vita senza Pino Da-niele? Come farà la miaNapoli ad andare avanti, asognare, a cantare, a gridaresenza la Sua Voce? PoveraTerra Mia… Quanno passasta nuttata e pure sti iur-nate?

Maschera greca di tufo, sintesi di tutta la nostra storia

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Gennaro De Crescenzo

In questi ultimi giorni intanti hanno definito Pino Da-niele la “voce di Napoli” e permolti aspetti è una defini-zione corretta. Quello che ciinteressa in questa sede è ap-profondire, invece, un altroaspetto pure forse interes-sante e significativo: quellodel Pino Daniele “descrittore”e “fotografo” della sua e dellanostra realtà. Inevitabile,però, premettere che non èoperazione semplice forse ne-anche utile scindere le descri-zioni oggettive dei paesaggida descrizioni che potremmodefinire “dell'anima” e dalledescrizioni-denuncia poichétutti e tre gli elementi sonospesso fusi e diventano unacaratteristica tipica dei testi.E' così, allora, che Napoli di-venta “mille colori” e anche“mille paure”, “odore delmare” e “voce dei bambini” e“passeggiate nei vicoli” che tidanno la possibilità di nonsentirsi mai soli per com'èvero che la confusione e lafolla sano accogliere e di-strarre chi capita dalle partidel nostro centro antico.Anche i prodotti tipici diven-tano occasione di riflessione edi analisi e paradigmi di si-tuazioni più ampie: se Fortu-nato, venditore itinerante (erealmente esistito dalle partidi Porta Capuana) è simbolodi una Napoli delle tradizioniche stavano per sparire, la

“tazzulella 'e cafè” è al centrodi un attacco chiaro verso chiavrebbe dovuto rappresen-tarci e difendere ma non lo fa-ceva, impegnato com'era, tra“sbagli e imbrogli” a “man-

giarsi la città”. Ed è così, se-guendo la stessa linea lette-raria, invece, che “ddojepummarole” (“due pomodori”)diventano capaci di far“uscire il sole”, inno sintetico,

vero ed essenziale di vita e...dieta mediterranea. Elemento ricorrente è sen-z'altro quello del mare visto evissuto nei suoi più diversiaspetti: da quell'odore che,nonostante i mille ostacoliche l'urbanizzazione selvag-gia che conosciamo, spesso ef-fettivamente trapela all'im-provviso, anche nel traffico,dalle parti di via Marina eanche nei punti più inaspet-tati della città quando i ventisi muovono in determinatedirezioni. “Voglio 'o mare 'equatto 'a notte mmiezo a 'oppane” (“alle quattro del mat-tino in mezzo al pane”) comedesiderio costante e quoti-diano di chi vive a Napoli eanche (e forse anche di più) dichi se n'è allontanato con unaprecisa definizione di unmare che ci ricorda vedutesettecentesche e anche scorcifamosi come quelli di PalazzoDonn'Anna (“cu 'e mmura an-tiche è cchiù carnale”/con lemura antiche è più generoso”se si può tradurre in manierasenz'altro riduttiva l'agget-tivo “carnale”). E se è veroche “chi tene 'o mare cam-mina cu 'a vocca salata”, insostanza “nun tene niente”perché il mare diventa occa-sione mancata, illusione disogno e riscatto mancato (“chitiene il mare è fesso e cun-tento”). E se Napoli è una“carta sporca”, però, e nes-suno “se ne importava” (e sene importa) anche il mare

“sta sempe llà, tutto spuorco,chino 'e munnezza e nisciuno'o vò guardà” (“sta sempre là,tutto sporco, pieno di spazza-tura e nessuno lo vuole guar-dare”): negli anni in cuiquesti testi furono scritti (trala fine degli anni Settanta egli inizi degli anni Ottanta) ildramma rifiuti con tutte lecolpe delle nostre classi diri-genti alla fine degli anni Set-tanta ancora non erascoppiato ma l'indifferenzaverso i problemi anche am-bientali della città e delle suerisorse, evidentemente, eragià chiara. In “Amico mio”, l'ennesimoatto d'amore verso la suacittà e la sua gente: ritornanole “mura antiche” in quellapiazza San Gaetano dove il“tempo è oro” ma loro sannocomunque farsi valere (“loronun se fanno fà”)... Prevale sututto, e nonostante qualchepolemica inutile di questigiorni, la voglia e l'esigenza direstare e di tornare, che è bi-sogno di radici e di radica-mento in questa terra che è“amara” ma è anche “pazzia”:“io sto tornando, meno male -scrive in 'Sarà'- non ci volevostare più...”, con l'invocazionea portarlo “'nterra 'a renaaddò nun ce sta pede” (“sullasabbia fino a dove non sitocca”) e in attesa di “un’altra strada che ci sarà”...Un'attesa che è speranza e,mai come di questi tempi, au-gurio vero e necessario.

Pino Daniele, terra e mare nostro

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Trasformare la "cacca"umana in acqua potabile?Non solo è possibile ma èanche incredibilmente...buono. Lo assicura il miliona-rio Bill Gates, che ha sorseg-giato con gusto l'acquafiltrata da OmniProcessor,un dispositivo che potrebbeportare acqua pulita a mi-lioni di persone e contribuirea risolvere il problema di ma-lattie debilitanti trasferite dafonti idriche non sicure. Pro-gettato e costruito dalla so-cietà di ingegneria JanickiBioenergy, OmniProcessortrasforma i rifiuti umani inenergia elettrica e acqua at-traverso l'uso di un motore avapore. È in grado di gestire14 tonnellate di rifiuti prove-

nienti da 100.000 persone,producendo fino a 86.000 litridi acqua potabile al giorno e250 kW di elettricità. "L'ac-qua assaggiata è buona comequella in bottiglia. E dopoaver studiato i processi inge-gneristici che ci sono dietro,sarei felice di berla ognigiorno. È davvero sicura", hascritto Bill Gates sul suoblog, dopo aver visto i cumulidi feci salire sul nastro tra-sportatore e cadere in ungrande contenitore per poifar apparire, pochi minutidopo, un bicchiere di acquapotabile. OmniProcessor,costa 1,5 milioni di dollari esarà lanciato in un impiantopilota a Dakar, in Senegal,alla fine di quest'anno.

L’alternativa ecologica a Google Maps

Domenico Matania

SuperHub è un’iniziativa pro-mossa in Italia da Legam-biente inizialmente nel 2012 invia sperimentale a Milano eche ora sto ottenendo ottimi ri-scontri. Si tratta di una piatta-forma digitale, nata da treanni di lavoro sul campo a Mi-lano, Helsinki e Barcellona,che ha come obiettivo princi-pale quello di fornire un’alter-nativa “ambientalista” alcolosso Google Maps. Super-Hub fornisce informazioni sututti i mezzi e i servizi di mo-bilità cittadini permettendo discegliere l'itinerario con ilminor impatto ambientale, cal-colare i tempi di percorso, ac-quistare on line i titoli diviaggio e inviare feedback suiservizi in tempo reale. Si pia-nifica il proprio percorso in al-ternativa all’auto privatadeterminando finanche attra-verso l’app il calcolo delle emis-sioni di CO2. La piattaformadigitale è il frutto del progetto

europeo SUstainable andPERsuasive Human UsersmoBility in future cities edell’esperienza di 1.800 citta-dini pionieri che hanno testatol’App per smartphone per ipropri spostamenti. I Partneritaliani dell’iniziativa sono Le-gambiente, ATM, Autoguido-vie, Create-NET, eXrade,Imaginary e Vodafone. Il pro-

getto è stato presentato loscorso 26 novembre nel corsodella conferenza “Smart Mobi-lity in Changing Cities” al-l’Expo Gate di Milano. Sonostati presentati i risultati dellaricerca e il prototipo finale diSuperHub. Da una nota di Le-gambiente si evincono le lineeguida del progetto: “In questosenso il progetto persegue non

solo obiettivi di ricerca e di rea-lizzazioni tecnologiche, maanche una finalita� cruciale diindirizzo politico e di supportoalla presa di decisioni nellecitta�, con il coinvolgimento co-stante degli utenti”. È questouno dei punti cruciali dell’ini-ziativa, dal momento che qual-siasi azione finalizzata ad uncorretto comportamento nei

confronti dell’ambiente devepartire dallo sforzo stesso deicittadini; è fondamentale dun-que riuscire a coinvolgerel’utenza in maniera attiva. Per agevolare questo indispen-sabile coinvolgimento, la piat-taforma SuperHUB include,per esempio, una serie di gio-chi di sensibilizzazione (svilup-pati per smartphone), cheverranno realizzati da Imagi-nary, un’azienda di Milanospecializzata nella progetta-zione e realizzazione di SeriousGames e simulazioni interat-tive. Finora SuperHub ha otte-nuto il consenso dell’utenzache ha colto con favore l’inno-vazione “ambientalista”. Èstato chiesto infatti a centinaiadi viaggiatori/ cittadini del-l'area metropolitana di Milanodi esprimere i loro giudizi, opi-nioni e feedback dopo aver te-stato la prima versione graficapiattaforma tecnologica Il testsi è svolto in contemporanea aMilano, Helsinky e Barcellonacon risultati senz’altro positivi.

Acqua potabile dagli escrementi

Il deja-vù è da sempre vistocome un fenomeno affasci-nante: per l’uomo, rivivere lostesso momento a distanza ditempo è da sempre conside-rata una sensazione stimo-lante.Per anni, però, i neurologihanno cercato di capirne lareale natura, il che ha incu-riosito ancor di più le personeche ne hanno vissuto almenouno. Alcuni si sono acconten-tati della spiegazione datanel film Matrix, dove il deja-vù era semplicemente un er-rore del sistema, ma, allaluce della scoperta dei ricer-catori di Catanzaro, i fratelliWachowski non ci erano an-dati poi così lontani.In realtà il deja-vù, fenomenotalmente diffuso da esserestato vissuto da ben l’80%degli italiani neurologica-mente sani, non è altro cheun evento di alterata senso-rialità dello stimolo perce-pito.In altre parole, secondo la ri-cerca, portata avanti dai ri-

cercatori dell’Ibfm-Cnr di Ca-tanzaro, in collaborazionecon l’Università MagnaGraecia, pubblicata sulla ri-vista specializzata Cortex, sitratta di un banale ingannodella mente. Secondo il prof. Antonio Ce-rasa, infatti, i pazienti "pre-sentano piccole variazionianatomiche nella cortecciainsulare, che ha il compito diconvogliare tutte le informa-

zioni sensoriali all'interno delsistema limbico/emotivo". Non si tratta, quindi, di rivi-vere dei momenti ripescatidal passato: secondo gli stu-diosi, infatti "noi pensiamo diaver già visto quel posto, main realtà è la sensazione cheabbiamo provato nel vederloche ci richiama uno stimolomnestico precedentementeassociato".

Fa.Cu.

Scoperto il mistero del deja-vù

Parola di Bill Gates!

Ecco i risultati della ricerca del Cnr di Catanzaro

Consente di scegliere l’itinerario col minor impatto ambientale

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Cristina Abbrunzo

Il problema acqua potabile at-tanaglia molte zone del Pia-neta. Forse la soluzionepotrebbe arrivare proprio dadue inventori italiani: ArturoVittori e Andrea Vogler del-l’Architecture and Vision che,con il sostegno del Centro Ita-liano di Cultura di AddisAbeba e la EiABC (EthiopianInstitute of Architecture,Building Construction andCity Development), hannorealizzato un dispositivo ca-pace di produrre acqua pota-bile dall’aria.L’innovativa struttura inbamboo, che si chiama WarkaWater (nome ispirato al gi-gantesco fico etiope in viad’estinzione: Warka, utilizzatodurante le tradizionali riu-nioni pubbliche), sfruttal’umidità dell’aria e, attra-verso un processo di conden-sazione, la trasforma in acquapotabile. Agli studiosi italiani l’idea èvenuta durante un viaggio inEtiopia, dove per la scarsitàdelle risorse idriche a disposi-zione, le donne sono costrettea camminare per giorni primadi riuscire a trovarne. In par-ticolare nelle aree montanedell'Etiopia le donne e i bam-bini sono costretti a percor-

rere lunghi percorsi a piediper approvvigionarsi da fontila cui sicurezza dell'acqua ècompromessa dal rischio dicontaminazione dovuto allacondivisione delle fonti con ilbestiame. Questa situazionecomporta, oltre ad un elevato

rischio per la salute, un aggra-vio notevole di lavoro per ledonne già impegnate in molte-plici mansioni domestiche edaccentua l'impossibilità per ibambini e le donne stesse diaccedere all'educazione scola-stica.

Warka Water è una strutturache, nonostante il suo pesocomplessivo di circa 60kg, èfacilissima da costruire, es-sendo scomponibile in 5 mo-duli, facilmente assemblabili,dal basso verso l’alto, daglistessi abitanti dei villaggi afri-

cani, senza la necessità diponteggi. Si tratta di un “Al-bero dell’acqua”, una torrealta circa 10 metri, con unastruttura reticolare a magliatriangolare realizzata con ilgiunco, un materiale naturalefacilmente reperibile e al suointerno è alloggiata una rete,realizzata con un tessuto spe-ciale, il polietilene tessile, che,sfruttando l’escursione ter-mica giorno/notte molto ac-centuata in Africa, è in gradodi trasformare l’umidità del-l’aria in acqua potabile tra-mite condensazione. WarkaWater può raccogliere fino a100 litri di acqua potabile algiorno ed il suo costo è di soli360 euro. Considerando chepuò funzionare anche nel de-serto, rappresenta una solu-zione per milioni di persone,non solo in Africa, ma in tuttoil Pianeta.Questo progetto rappresentauna fonte d’ispirazione a sca-tenare la creatività invece diaspettare aiuti esterni o nego-ziati internazionali che fannoperdere tempo e speranze.Ancora una volta la natura ciaiuta a risolvere i problemiche noi stessi creiamo, è arri-vato il momento di mettere lenostre conoscenze e la tecnolo-gia al servizio di tutti. Miglio-rare questo mondo è possibile,goccia a goccia.

WOW: come trasformare l’acqua radioattiva in puraUna straordinaria invenzione tutta italiana

WOW, oltre ad essere espres-sione di piacevole stupore emeraviglia, è anche il nome diuna straordinaria scopertagreen che potrebbe avere unaportata rivoluzionaria ed en-trare a far parte della storia.Acronimo di Wonderful Water,ovvero acqua pura, WOW èuna apparecchiatura capace dipurificare ogni tipologia diacqua inquinata, anche radio-attiva. Unico al mondo nel suogenere, questo geniale disposi-tivo è un’invenzione tutta ita-liana, progettata dal prof.Adriano Marin, ingegnere elet-tronico, in collaborazione conCnr, Università di Pavia eArpav di Padova e divenutaoggi un brevetto mondiale.WoW è un separatore di mole-cole che purifica l’acqua conta-minata rendendola 7.500 volte

più pura, largamente superiorea qualsiasi strumento utiliz-zato finora e con una bassis-sima produzione di scorie.Questo moderno sistema, almomento nella fase sperimen-tale finale presso il sorveglia-tissimo deposito di scorienucleari Avogrado di Saluggiain Piemonte , rappresenta ungrande passo avanti nella con-taminazione delle acque da

scorie radioat-tive, metalli pe-santi e altresostanze e rap-presenta, inoltre,un utile stru-mento per puri-ficare e perciòportare acquanei paesi delTerzo Mondo.L ' i n g e g n e r eMarin, in merito

ai possibili utilizzi di questamacchina in futuro, ha citatol'incidente di Fukushima, inGiappone, dove ogni mese iltrattamento delle acque radio-attive genera una quantità difanghi tale da riempire uncampo da calcio. Con Wow, se-condo Marin, questa quantitàpotrebbe essere ridotta alle di-mensioni di una lavatrice.

Un’invenzione da Nobel,quindi, sostenuta anche da ungruppo di lungimiranti finan-ziatori e resa possibile da unteam affiatato che condivide lospirito del progetto: realizzarequalcosa di utile alla società.Ora Wow è in cerca, perognuna delle applicazioni, divari partner, possibilmente ita-liani, che mettano il prodottosul mercato. Qualcuno che con-cordi sulle finalità e che noncerchi invece di tenere l’inven-zione in un cassetto. Perché ilrischio è proprio quello: glienormi interessi (leciti e no)che ruotano intorno allo smal-timento dei rifiuti tossici e no-civi potrebbero ostacolare ladiffusione del «separatore dimolecole a unico stadio» che haenormi potenzialità.

C.A.

Warka water: l’albero che produce acqua dall’ariaPer migliorare il mondo goccia a goccia

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Eleonora Ferrara

“E te sento quanno scinne ‘e scale‘e corza senza guarda’ e te vecotutt’‘e iuorne ca redenno vaie afatica’ ma po nun ride cchiù, eluntano se ne va tutt’‘a vita ac-cussì e t’astipe pe nun muri’”. Questi bellissimi versi dellacanzone di Pino Daniele,Quanno chiove, in qualche modomi servono per introdurre l’ar-gomento del mio articolo, chetanto per non cambiare, vertesul lavoro.Il Jobs act, finalmente, ha tro-vato una sua collocazione nellaGazzetta Ufficiale della Repub-blica Italiana n. 290 Serie gene-rale del 15-12-2014, con la legge10 dicembre 2014 n. 183, en-trata in vigore il 16/12/2014“Deleghe al Governo in materiadi riforma degli ammortizzatorisociali, dei servizi per il lavoro edelle politiche attive, nonché inmateria di riordino della disci-plina dei rapporti di lavoro edell'attività ispettiva e di tutelae conciliazione delle esigenze dicura, di vita e di lavoro(14G00196)". Il ministro dellaPubblica amministrazione, Ma-rianna Madia, ha subito chiaritoche il Jobs act non si applica aidipendenti pubblici, in quanto èsempre stato pensato solo per illavoro privato, precisando, al-tresì, che “il Governo non hamai avuto dubbi su questo”. Re-lativamente alla riforma dellaPubblica Amministrazione, ilministro, intervistata al ri-guardo, ha soggiunto che è inCommissione affari costituzio-nali del Senato, contando chevenga approvata entro la prima-vera, sottolineando che “nelfrattempo abbiamo chiuso laparte normativa dell’anagrafeunica e dell’identità digitale, leinfrastrutture che sono il cuoredi una vera rivoluzione dellaPa”. Senza alcun dubbio, siamo inpresenza del provvedimento piùimportante dell'intera legisla-tura 2013-2014, che comporteràun radicale cambiamento pertanti lavoratori e non.La legge n. 183/2014 è una leggedelega che, naturalmente, havalore autorizzativo nei con-fronti del Governo per l’emana-zione di decreti attuativi, ossialegislativi, che entreranno in vi-gore subito, senza bisogno didover tornare alle Camere, datoche, in forza della delega, hannovalore di legge ordinaria.Le Camere, in ogni caso, po-

tranno esprimere un parere chenon potrà essere vincolante eche non potrà impedire il corsodi validità dei suddetti decreti.Da un primo esame si rileva chela legge delega n. 183 /2014 ècomposta da un solo articolosuddiviso in 15 commi e prevedeche il Governo prepari entro 6mesi almeno cinque decreti at-tuativi, ciascuno con degli obiet-tivi precisi, specificati nel testodei vari commi. L’argomento del decreto previ-sto ai commi 1 e 2 è la tutelacontro la disoccupazione. Il se-condo decreto previsto ai commi3 e 4 disciplinerà i servizi essen-ziali in materia di politica attivadel lavoro, mentre il terzo de-creto, di cui ai commi 5 e 6, ver-terà sulla semplificazione erazionalizzazione delle proce-dure di costituzione e gestionedei rapporti di lavoro nonché inmateria di igiene e sicurezza sullavoro.Il quarto decreto, poi, previsto alcomma 7, si occuperà di raffor-zare le opportunità di ingresso

nel mondo del lavoro da parte dicoloro che sono in cerca di occu-pazione, nonché di riordinare icontratti di lavoro.Infine, i commi 8 e 9 trattanodell’argomento dell’ultimo de-creto, ossia il sostegno alle cureparentali, attraverso misurevolte a tutelare la maternità

delle lavoratrici e favorire le op-portunità di conciliazione deitempi di vita e di lavoro.Nel caso in cui lo ritenesse op-portuno, il Governo potrebbeemanare un maggior numero didecreti. Ai commi 10, 11, 12, 13,14, 15, vengono dettate alcunecondizioni generali e disposi-

zioni procedurali. La condizionefondamentale che si rileva, inol-tre, è quella di formulare decretiche non pesino sulle Casse delloStato e, nel caso in cui ci fosserodei costi da sostenere, che en-trino in vigore soltanto dopo leLeggi di Stabilità per il loro fi-nanziamento.

SISTRI Il Decreto-Legge 31 dicembre 2014, n. 192stabilisce che resta bloccato l'apparato san-zionatorio SISTRI e continuano ad appli-carsi le regole-sanzioni precedenti relativeall'impianto cartaceo per tutto il 2015. In riferimento, all'aspetto sanzionatorio, cisono novità anche per iscrizioni e paga-mento dei contributi 2014: si potrà farfronte al pagamento fino a gennaio 2015,dopodiché, per gli obbligati, scatteranno lesanzioni previste dall'impianto sanzionato-rio. In particolare all'art. 9 si legge: “.. al-l'articolo 11, del decreto-legge 31 agosto2013 n. 101, convertito con modificazioni,dalla legge 30 ottobre 201 n. 125, sono ap-portate le seguenti modificazioni: a) le pa-role: «31 dicembre 2014» sono sostituite conle seguenti: «31 dicembre 2015 al fine diconsentire la tenuta in modalità elettronicadei registri di carico e scarico e dei formu-lari di accompagnamento dei rifiuti tra-sportati nonché l'applicazione delle altresemplificazioni e le opportune modifichenormative.» b) la parola «260-bis» è sosti-tuita dalle seguenti: «260 bis, commi da 3a 9.» c) dopo il secondo periodo è aggiuntoseguente: «Le sanzioni relative al SISTRIdi cui all'articolo 260-bis. commi 1 e 2 deldecreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, esuccessive modificazioni, si applicano a de-correre dal 1° febbraio 2015”. Schematica-mente alcuni passaggi sono: il doppiobinario SISTRI - registri/formulari resteràper tutto 2015, avendo valore reale ai fini

sanzionatori solo il secondo; chi deve an-cora pagare i contributi per il 2014 potràfarlo fino alla fine delle mese dopodichéscatteranno le sanzioni. Non dimenti-chiamo l'ennesima proroga anche per po-tere calorifico inferiore (PCI) maggiore di13.000 kJ/kg che passa al 30 giugno 2015(art. 9 c.1).RIFIUTI: nuovi Codici Europei RifiutiCon la Decisione 2014/955/CE, arriva a se-guito dell'entrata in vigore del Regola-mento 1272/2008/Ce sulla classificazioneetichettatura e imballaggio delle sostanzee delle miscele (CLP) e modifica la storicadecisione 2000/532/CE contenente l’elencoeuropeo dei rifiuti. Tale novità si ben coor-dina con il Regolamento (UE) n. 1357/2014(applicabile a partire dal 1 giugno 2015)che modifica l’Allegato III della Direttiva

2008/98/CE mentre entra in contrasto conl'Allegato I alla Parte IV del D.L.vo n.152/2006 così come modificato dal Decretocompetitività, L 116/2014, con l'art. 13. Ri-cordiamo che quest'ultimo entra in vigorea febbraio mentre la nuova decisione comu-nitaria dovrà attendere giugno.CONTROLLO AMBIENTALEI Giudici di Cassazione ribadiscono che conil D.Lgs. n. 121 del 2011, art. 4, comma 2,il legislatore ha inteso porre rimedio allanuova situazione normativa, disponendoche riprendessero vigore quella norme pe-nali precedentemente abrogate. Ma, inforza del principio costituzionale di legalitàe di irretroattività delle norme penali talenuova efficacia non può che decorrere exnunc e non ex tunc. Nè questa efficacia re-troattiva può essere conferita mediantel'attribuzione alla disposizione di una na-tura di norma meramente interpretativa,anche per la necessità di seguire una inter-pretazione adeguatrice che non ponga il ri-sultato della delucidazione in possibilecontrasto con l'art. 25 Cost. e col principiodi irretroattività della norma penale san-zionatoria. Dunque non può attribuirsi alladisposizione natura di norma interpreta-tiva con conseguente effetto retroattivo ereviviscenza anche per il passato di unanorma sanzionatrice penale già espressa-mente abrogata dal legislatore con cessa-zione della sua efficacia. Cassazione PenaleSez. III, Sent., (ud. 17-06-2014) 11-12-2014,n. 51417. A.T. e E.F.

Viaggio nelle leggi ambientali

Finalmente arriva la legge delega LLAVORO E PREVIDENZA

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Andrea Tafuro

L’Assemblea Generale delleNazioni Unite ha proclamatoil 2015 Anno internazionaledella Luce e delle tecnologiebasate sulla Luce. Chissàquanti di voi si fermano a ri-flettere sui numerosissimiaspetti della loro vita quoti-diana legati all’illuminazionee all’ottica… come in tutto ilvivere sociale, quasi sempre cisi ritrova di fronte ad unmondo a due velocità. La luceè indispensabile per la vita diogni essere vivente, è la pri-maria fonte di energia per ilpianeta, infatti attraverso lafotosintesi viene convertita inqualcosa di utilizzabile dagliorganismi viventi e dallepiante. E’ da lì che parte laforza vitale della nostra amataMadre Terra. L’ingegnositàdell’uomo, durante la sua sto-ria millenaria, si è industriataper poter sfruttare e usare laluce per innumerevoli altreapplicazioni, la sua cono-scenza ha reso possibile co-struire strumenti sempre piùpotenti e flessibili. Questo èl’anno anche del Centenariodella Teoria della RelativitàGenerale di Albert Einstein echi più di lui ha accarezzato labellezza della conoscenza.La luce è, forse, il vero BeneComune: è patrimonio di tutti!Nel corso del tempo lo si è stu-diato, utilizzato e prodotto su-perando confini geografici, digenere, generazionali e cultu-rali tra le persone e tanti gio-vani, grazie a queste scoperte,si sono avvicinati alla scienzae all’innovazione. Nel mondoche stiamo vivendo la luce conle sue tecnologie, inoltre, pro-mette di dare un concreto con-tributo nel predisporre lecorrette strategie atte a pro-muovere lo sviluppo sosteni-

bile e per affrontare le sfideglobali nei settori dell’energia,della salute, dell’istruzione edell’agricoltura. Per esempiola fotonica, che studia il mododi controllare la propagazionedei singoli fotoni che compon-gono la luce, con le sue appli-cazioni efficienti sul piano deicosti, ci offre l’opportunità diridurre l’impatto ambientale ei consumi nella produzione dienergia e quindi di diminuirel’impatto dell’inquinamentoluminoso. Non a caso l’annoscorso è stato attribuito il Pre-mio Nobel a tre scienziatigiapponesi: Isamu Akasaki,Hiroshi Amano e Shuji Naka-mura, per la realizzazione deiLED blu, grazie ai quali è pos-sibile costruire lampadine abassissimo consumo e lunghis-sima durata. Queste stanno

entrando nelle nostre case eandranno a sostituire le lucidelle nostre città. Nella bol-letta energetica italiana, leluci di strada sono una voce ri-levante, la possibilità di un ri-sparmio del 50 o del 70%, èqualcosa di enorme. La luce èanche il mezzo su cui corrono iGigaByte del nostro cellulare,viaggiando attraverso la fibraottica, per non parlare, poi, delsecondo mondo dove i vostrimessaggi di whatsapp, le fotodi facebook, i tweet che ven-gono tramutati in impulsi lu-minosi che raggiungono l’altrocapo del mondo. Nel primomondo con la luce, però, riu-sciamo a fare tantissime altrecose, la luce del laser ci per-mette di tagliare con preci-sione svariati materiali, èpossibile riparare una corneaed eliminare eventuali difettidella vista. Abbiamo descritto,sino ad ora, il nostro belmondo ricco ma, cosa succedenei paesi in via di sviluppo,cioè poveri. Qui l’illumina-zione artificiale è un sogno,sono stato alcuni anni fa inAfrica e vi assicuro che lanotte senza luce mi ha fattoveramente paura, altro che lamia Africa. Alcuni anni fa haavuto una notevole risonanzal’invenzione di un ingegneredel MIT, che con una bottigliadi plastica, un litro d’acqua eun po’ di candeggina avevatrovato il modo di portare laluce all’interno delle abitazioni

più povere di Manila. Le botti-glie di plastica, sono riempitedi acqua e candeggina e fissatea un foro nei tetti di lamieraondulata. A questo punto ilcontenuto delle bottiglie, col-pito a 360 gradi dai raggi so-lari, genera una rifrazioneorizzontale fornendo un’illu-minazione paragonabile aquella di una normale lampa-dina da 55 watt. Questo sistema è disdicevole,è barbaro ai vostri delicati ericchi occhi opulenti, ma è unutile sistema per avere un po’di luce in baracche molto buieanche di giorno. Tornandoalle motivazioni del Nobel perla fisica di quest’anno, l’Acca-demia svedese ha proprioposto l’accento sulle potenzia-lità dei LED di portare unafonte di illuminazione effi-ciente e a basso consumoanche nei paesi poveri o dovela rete elettrica sia insuffi-ciente: in linea di principio,

una piccola sorgente di cor-rente elettrica, come pannellisolari con un accumulatore opiccole turbine ad acqua, pos-sono illuminare interi villaggi.Tornando a voi del riccomondo industrializzato, è in-fine opportuna una amaraconsiderazione. L’illuminazione delle nostrecittà ci impedisce, il più dellevolte, di guardare il cielo not-turno. Se a Manila il pro-blema è il buio, da noi èl’esagerazione di luce. A parteche ormai l’homo consumensnon può più fermarsi a guar-dare il cielo, ne risente ancheil nostro ciclo vitale, moltospesso di notte si vedono uc-celli che volteggiano impazzitiintorno ai lampioni, attrattidalla luce come fosse giorno. Auguri a voi uomini illumi-nati, spero che il 2015 sia unanno di luce per tutti voi, chesiate illuminati e usiate la lucemeglio di come facciate ora.

GLI OBIETTIVI DELLE NAZIONI UNITE PERL’INTERNATIONAL YEAR LIGTH 2015

• Promuovere le tecnologie della luce per un miglio-ramento della qualità della vita sia nei paesi svilup-pati, che in quelli in via di sviluppo• Ridurre l’inquinamento luminoso e lo spreco dienergia• Promuovere la partecipazione delle donne nellascienza con ruoli di responsabilità• Promuovere l’istruzione tra i giovani• Promuovere lo sviluppo sostenibile

2015 d.C. ANNO DELLA LUCEAUGURI A TUTTI VOI UOMINI E DONNE ILLUMINATI CHE SIA UN ANNO PIENO DI LUCE

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LL’Agenzia RegionaleL’Agenzia Regionaleper la Protezione Ambientaleper la Protezione Ambientaledella Campania, Ente strumentaledella Campania, Ente strumentaledella Regione Campania, sviluppa attivitàdella Regione Campania, sviluppa attivitàdi monitoraggio, prevenzione e controllodi monitoraggio, prevenzione e controlloorientate a tutelare la qualità ambientaleorientate a tutelare la qualità ambientaledel territorio.del territorio.

Le attività prioritarie dell’Agenzia:Le attività prioritarie dell’Agenzia:Supporto tecnico specialisticoSupporto tecnico specialisticoalle Amministrazioni Locali.alle Amministrazioni Locali.

Analisi chimico-fisiche e biologiche di aria,Analisi chimico-fisiche e biologiche di aria,acque, suolo e rifiuti.acque, suolo e rifiuti.

Misure di campi elettromagnetici,Misure di campi elettromagnetici,rumore e radiazioni ionizzanti.rumore e radiazioni ionizzanti.

Promozione di nuovi strumenti operativi e gestionaliPromozione di nuovi strumenti operativi e gestionaliper la protezione ambientale,per la protezione ambientale,anche in collaborazione con soggetti pubblici e privati.anche in collaborazione con soggetti pubblici e privati.

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