Arpa campania ambiente 2013 10

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Tra i tanti problemi che as- sillano la città capoluogo della Campania non manca quello relativo alla sicu- rezza. È di questi giorni la recrudescenza di un feno- meno criminoso che sem- brava un po’ assopito: lo scippo. Nel giro di poche ore sono fi- niti nel mirino delle “mano leste” due coppie di ameri- cani, un ex deputato del Congresso Usa, finito alle cure ospedaliere per un naso rotto, un imprenditore napoletano ed ultima in or- dine di tempo mentre scri- viamo l’ex assessore comunale Anna Donati. Certo non è un bel biglietto da visita per la città. Vero è che non solo a Napoli avven- gono gli scippi ma questo non deve certo consolare. Anzi. Per una metropoli che cerca in ogni modo di difen- dere la sua immagine per attirare turisti è necessario trovare forme di controllo che contrastino in modo ef- ficace la pratica delinquen- ziale. Si avvicina il tempo della bella stagione e nume- rose navi attraccheranno in porto sbarcando migliaia di visitatori. Già in passato si sono veri- ficati episodi terribili, alcuni quasi tragici, a danno dei crocieristi grazie agli scip- patori. Prevenire è meglio che curare: ottima massima ma va messa in pratica e subito per arginare questa forma di criminalità che at- tenta alla sicurezza delle persone. Non abbiamo certo noi la formula da proporre, cre- diamo invece che le istitu- zioni ed in particolare le forze di polizia, carabinieri, guardie municipali e quanti altri preposti all’ordine pub- blico debbano realizzare un piano di controlli e vigilanza che dia sicurezza agli stra- nieri ed ai napoletani. Pietro Funaro La grande forza di Napoli e dei Napoletani Le cronache della città gentile BIO-ARCHITETTURA A AMBIENTE & SALUTE Fotovoltaico: balzo in avanti della Campania Un salto da campioni. In meno di un anno la nostra regione passa dal decimo al terzo posto nella speciale classifica per la produzione di energia da fotovoltaico. D’Auria a pag.4 Buonfanti a pag.8 Smart City: le città ecosostenibili del futuro Palumbo a pag.16 Incontro di formazione tecnico-giuridica in Agenzia con il magistrato Donato Ceglie Il Parco Regionale del Partenio Eco-reati: esperienze a confronto Le norme penali europee in materia di ambiente e la re- sponsabilità delle persone giuridiche, sono state al cen- tro di un incontro di forma- zione organizzato lo scorso 23 maggio da Arpa Campania. A fare da docente il magistrato Donato Ceglie, noto per aver diretto il pool ambientale della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Qual è la re- sponsabilità delle imprese, quando viene accertato un reato ambientale commesso da uno o più dipendenti? Ce- glie ha spiegato che le im- prese sono sempre responsa- bili, a meno che non dimo- strino di aver messo in atto un sistema di gestione ade- guato a prevenire il reato contestato. Si è poi discusso del ruolo degli operatori Arpac nei controlli, e nei pro- cedimenti penali, a carico di chi commette eco-reati: il ma- gistrato ha spiegato che i tec- nici delle Arpa sono a pieno titolo rappresentanti dello Stato, e che il loro status va riconosciuto da tutte le parti in causa. Mosca a pag.7 Scovare gli allergeni nei cibi in tempo reale Il problema delle allergie alimentari è molto più diffuso e serio di quanto si possa pen- sare. Negli ultimi quarant’anni l’industria- lizzazione incalzante e la diffusione del cibo su scala internazionale hanno provocato dei fenomeni che non conoscevamo prima, di cui il principale è la manipolazione alimentare. Martelli a pag.12 Loto Tubo, da Napoli un’innovazione vincente! Irene Bonadies, ricercatrice del Cnr di Napoli, è la vincitrice del premio “Innovators under 35 Italia - Tecnologie emergenti e nuova im- prenditorialità” . L’abbiamo incontrata, por- gendole alcune domande sul prototipo da lei ideato: loto tubo, una nuova generazione di tubature per l’edilizia. Liguori a pag.10 Alluvione di Sarno: fu un evento estremo? Nel 1631 Napoli visse uno dei mo- menti più drammatici della sua storia: un’eruzione violentissima del Vesuvio che spinse la lava fino all’ingresso della città presso il Ponte della Maddalena. De Crescenzo-Lanza a pag.14 Nel mese di maggio del 1998 il comune di Sarno, in provincia di Salerno, fu colpito da un eccezionale evento piovoso, che fece cadere in 72 ore oltre 140 millimetri di pioggia, tanta quanta ne cadrebbe in un mese intero. Questo evento favorì un movimento franoso di vaste proporzioni, che causò la morte di 137 persone nella sola Sarno e di tredici nel comune di Quin- dici, sull’altro versante montano, nella provincia di Avellino. Loffredo a pag.6 Élie Cabrol a Napoli Élie Cabrol fu letterato e poeta, esponente di una categoria oggi pressoché scomparsa: quella dei raffinati dilettanti d’arte dediti al mecenatismo. Terzi a pag.15 AMBIENTE & TRADIZIONE AMBIENTE & CULTURA ISTITUZIONI ARPAC NAPOLI: PIÙ SICUREZZA Se dovessi scegliere un ele- mento naturale per rappre- sentare il Partenio sce- glierei un fiore e per l’esat- tezza il Giglio Martagone, esempio di flora montana di rara bellezza ed ele- ganza. NATURA & BIODIVERSITÀ

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magazine istituzionale dell'Arpa Campania

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Tra i tanti problemi che as-sillano la città capoluogodella Campania non mancaquello relativo alla sicu-rezza. È di questi giorni larecrudescenza di un feno-meno criminoso che sem-brava un po’ assopito: loscippo. Nel giro di poche ore sono fi-niti nel mirino delle “manoleste” due coppie di ameri-cani, un ex deputato delCongresso Usa, finito allecure ospedaliere per unnaso rotto, un imprenditorenapoletano ed ultima in or-dine di tempo mentre scri-viamo l’ex assessorecomunale Anna Donati.Certo non è un bel bigliettoda visita per la città. Vero èche non solo a Napoli avven-gono gli scippi ma questonon deve certo consolare.Anzi. Per una metropoli checerca in ogni modo di difen-dere la sua immagine perattirare turisti è necessariotrovare forme di controlloche contrastino in modo ef-ficace la pratica delinquen-ziale. Si avvicina il tempodella bella stagione e nume-rose navi attraccheranno inporto sbarcando migliaia divisitatori.Già in passato si sono veri-ficati episodi terribili, alcuniquasi tragici, a danno deicrocieristi grazie agli scip-patori. Prevenire è meglioche curare: ottima massimama va messa in pratica esubito per arginare questaforma di criminalità che at-tenta alla sicurezza dellepersone.Non abbiamo certo noi laformula da proporre, cre-diamo invece che le istitu-zioni ed in particolare leforze di polizia, carabinieri,guardie municipali e quantialtri preposti all’ordine pub-blico debbano realizzare unpiano di controlli e vigilanzache dia sicurezza agli stra-nieri ed ai napoletani.

Pietro Funaro

La grande forza di Napoli e dei NapoletaniLe cronache della città gentile

BIO-ARCHITETTURAAAMBIENTE & SALUTE

Fotovoltaico: balzo inavanti della Campania

Un salto da campioni. Inmeno di un anno la nostraregione passa dal decimo alterzo posto nella specialeclassifica per la produzionedi energia da fotovoltaico.

D’Auria a pag.4

Buonfanti a pag.8

Smart City: le città ecosostenibili del futuro

Palumbo a pag.16

Incontro di formazione tecnico-giuridica in Agenzia con il magistrato Donato Ceglie

Il Parco Regionaledel Partenio

Eco-reati: esperienze a confrontoLe norme penali europee inmateria di ambiente e la re-sponsabilità delle personegiuridiche, sono state al cen-tro di un incontro di forma-zione organizzato lo scorso 23maggio da Arpa Campania. Afare da docente il magistratoDonato Ceglie, noto per averdiretto il pool ambientaledella Procura di Santa MariaCapua Vetere. Qual è la re-sponsabilità delle imprese,quando viene accertato unreato ambientale commessoda uno o più dipendenti? Ce-glie ha spiegato che le im-

prese sono sempre responsa-bili, a meno che non dimo-strino di aver messo in attoun sistema di gestione ade-guato a prevenire il reatocontestato. Si è poi discussodel ruolo degli operatoriArpac nei controlli, e nei pro-cedimenti penali, a carico dichi commette eco-reati: il ma-gistrato ha spiegato che i tec-nici delle Arpa sono a pienotitolo rappresentanti delloStato, e che il loro status variconosciuto da tutte le partiin causa.

Mosca a pag.7

Scovare gli allergeni nei cibi in tempo reale

Il problema delle allergie alimentari è moltopiù diffuso e serio di quanto si possa pen-sare. Negli ultimi quarant’anni l’industria-lizzazione incalzante e la diffusione del cibosu scala internazionale hanno provocato deifenomeni che non conoscevamo prima, di cuiil principale è la manipolazione alimentare.

Martelli a pag.12

Loto Tubo, da Napoli un’innovazione vincente!

Irene Bonadies, ricercatrice del Cnr di Napoli,è la vincitrice del premio “Innovators under35 Italia - Tecnologie emergenti e nuova im-prenditorialità” . L’abbiamo incontrata, por-gendole alcune domande sul prototipo da leiideato: loto tubo, una nuova generazione ditubature per l’edilizia.

Liguori a pag.10

Alluvione di Sarno: fu un evento estremo?

Nel 1631 Napoli visse uno dei mo-menti più drammatici della suastoria: un’eruzione violentissimadel Vesuvio che spinse la lava finoall’ingresso della città presso ilPonte della Maddalena.

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Nel mese di maggio del 1998 il comune di Sarno, in provincia di Salerno,fu colpito da un eccezionale evento piovoso, che fece cadere in 72 ore oltre140 millimetri di pioggia, tanta quanta ne cadrebbe in un mese intero.Questo evento favorì un movimento franoso di vaste proporzioni, che causòla morte di 137 persone nella sola Sarno e di tredici nel comune di Quin-dici, sull’altro versante montano, nella provincia di Avellino.

Loffredo a pag.6

Élie Cabrol a Napoli

Élie Cabrol fu letterato epoeta, esponente di unacategoria oggi pressochéscomparsa: quella deiraffinati dilettanti d’artedediti al mecenatismo.

Terzi a pag.15

AMBIENTE & TRADIZIONEAMBIENTE & CULTURA

ISTITUZIONI ARPAC

NAPOLI:PIÙ SICUREZZA

Se dovessi scegliere un ele-mento naturale per rappre-sentare il Partenio sce-glierei un fiore e per l’esat-tezza il Giglio Martagone,esempio di flora montana di rara bellezza ed ele-ganza.

NATURA & BIODIVERSITÀ

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In aumento le spiagge con la "Bandiera blu"Sono stati assegnati i riconoscimenti alle migliori località italiane

La Liguria si riconferma laregione italiana che conta ilmaggior numero di spiaggepremiate con le cosiddettebandiere blu e può contare suben 20 comuni insigniti. Se-guono le Marche, medagliad’argento, con 18 comuni ecompleta il podio la Toscanacon 17 località. Spesso ci poniamo una do-manda: quali sono le caratte-ristiche necessarie per entrarenel cosiddetto “club” delle ban-diere blu? Come primissimacosa, la qualità dell’acqua cheviene valutata con campiona-menti scrupolosi nel corsodell’inverno che precede labella stagione, controlli e ana-lisi che generalmente vengonorealizzati dalle Agenzie regio-nali per la protezione dell’am-biente; seconda cosa: l’arredourbano della località in que-stione, le aree pedonali, leeventuali piste ciclabili, i ser-vizi ed il personale che tro-viamo sulle spiagge, l’abbat-timento delle barriere archi-tettoniche apportato, le strut-ture turistiche e alberghierepresenti, i servizi d’utilità pub-blica sanitaria e l’organizza-zione di eventi culturali e diintrattenimento.La Campania, la nostra re-gione, anche per il 2013 con-

ferma le sue 13 bandiere.Sono undici le località pre-miate della provincia di Sa-lerno: Agropoli, Ascea, CasalVelino, Castellabate, Centola-Palinuro, Montecorice, Pi-sciotta, Pollica, Positano,Sapri e Vibonati e due soltantoquelle della provincia di Na-poli: Massa Lubrense e Anaca-pri. Nonostante i continui e sensi-bili miglioramenti ancora nes-

sun riconoscimento alla pro-vincia casertana. Adesso in-traprendiamo un piccoloviaggio e regione per regioneelenchiamo tutti i luoghi pre-miati del nostro Sud. Regione Abruzzo, Provincia diChieti: Francavilla al Mare,Rocca San Giovanni, SanSalvo, Ortona, Fossacesia,Vasto-Punta Penna, VignolaSan Nicola, San Vito Chietino;Provincia di Teramo: Pineto,

Alba Adriatica, Tortoreto,Silvi Marina, Roseto degliAbruzzi, Martinsicuro, Giulia-nova. Regione Basilicata: Ma-ratea. Regione Calabria,Provincia di Crotone: Cirò Ma-rina, Melissa-Torre Melissa,Provincia di Reggio Calabria:Roccella Jonica. Regione Pu-glia, Provincia di Bari: Poli-gnano a Mare, Monopoli-LidoRosso, Castel S. Stefano, Capi-tolo; Provincia di Brindisi: Fa-

sano, Ostuni; Provincia diFoggia: Rodi Garganico; Pro-vincia di Lecce: Salve, Ca-stro,Melendugno, Otranto;Provincia di Taranto: Ginosa -Marina di Ginosa. Regione Si-cilia, Provincia di Agrigento:Menfi; Provincia di Messina:Lipari, Vulcano; Provincia diRagusa: Ragusa - Marina diRagusa, Ispica - Santa mariadel Focallo, Ciricà.

S.L.

Un’occasione di riqualificazione e sviluppo per il Litorale Domitio

L’obiettivo è quello di risanareuna ferita aperta da decenni.L’area in questione è una dellefasce costiere più grandi e po-tenzialmente belle d’Italia:chilometri di spiaggia abban-donati, deturpati nel corso deltempo da negligenze, proble-maticità e cattive “abitudini”.Si tratta del Litorale Domitio,nella provincia di Caserta.Pochi giorni fa, è stato firmatonegli uffici della Regione Cam-pania il protocollo d'intesa peril coordinamento degli inter-venti necessari all'attuazionedel grande progetto “Bandierablu per il Litorale Domizio”. A sottoscriverlo il commissariodell'Arcadis, l’ Agenzia Regio-nale per la Difesa del Suolo,Flavio Cioffi, e i sindaci di

Sessa Aurunca, Mondragone,Carinola, Castel Volturno,Cellole, Francolise e Villa Li-terno. Alla firma presentianche il governatore Caldoro,gli assessori Cosenza e Nu-gnes e il presidente della Com-missione Bilancio, Grimaldi. Con questo incontro, è statosancito lo stanziamento di ot-tanta milioni di euro di fondieuropei 2007-2013, cosiddettifondi Por Fers, per la riquali-ficazione della zona. Le garerelative agli interventi nei co-muni di Mondragone, CastelVolturno e Villa Literno perun totale di 35.804.000 eurosono già state indette. I lavorihanno un'importanza strate-gica per la depurazione del Li-torale Domitio: l'intervento,

infatti, riguarda il ripristinodei collettori fognari e il lorocollegamento agli impianti didepurazione esistenti. Primoobiettivo del progetto, quindi:dare la possibilità alla gentedel luogo e non di tuffarsi in

mare senza remore. Cosamolto importante, che insiemeal recupero e alla ristruttura-zione delle aree limitrofe de-gradate, comporterebberipercussioni positive anchesulle zone più interne, sia dal

punto di vista della qualitàdell’ambiente e della vita, cheda quello economico e turi-stico. Il Grande Progetto, unavolta completata l’opera, saràtutelato anche per il futuro,con l’attuazione di una rete dimonitoraggio sullo stato di sa-lute del mare, tesa a verificarecostantemente la salubritàdelle acque a seguito del recu-pero di costa balneabile. Nell’intesa, inoltre è stata sta-bilita anche la necessità di in-dividuare la figura delresponsabile della sicurezza delPorCampania che, insieme allaPrefettura e alle forze dell’Or-dine, vigilerà sul Progetto con-tro possibili infiltrazioni dellacriminalità organizzata.

F.L.

Siglato in Regione il protocollo d’intesa del progetto

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Stimolare lo sviluppo del tu-rismo delle aree interne, pun-tando sulla riqualificazione eil recupero dei borghi rurali.È questo che si prefigge la re-gione Campania con la mi-sura 322 del PSR Campania2007-2013, “Sviluppo e rinno-vamento dei villaggi”. Questoimportante strumento di in-centivazione monetaria, fi-nanzia la riqualificazione erecupero di borghi rurali at-traverso interventi volti almiglioramento e valorizza-zione del patrimonio architet-tonico pubblico e privato. Iluoghi costruiti dall’uomosono lo specchio della vivacitàdella vita e non una rappre-sentazione statica. Per questosono portatori di unità e con-tinuità con le forme passate,frutto di un costume edilizio,scaturito da esigenze e dispo-nibilità contingenti… fino ache quest’equilibrio si è rotto.La Campania intende crearegli strumenti per ricomporre

questa frattura, infatti l’ art.3 bando misura 322, così re-cita: “Per borgo rurale si in-tende l’intero Comune oppureuna parte delimitata di essoche abbia conservato l’im-pianto originario, le caratteri-stiche architettoniche edurbanistiche originarie e lapropria identità culturale”.Dal punto di vista concettualenon vi è sostanziale diffe-renza tra i problemi che sipresentano nella conserva-zione dei centri antichi urbanie di quelli che chiamiamo bor-ghi rurali. I borghi ruralisono, quasi sempre, in ultimonella lista dei beni da conser-vare. Ad essi pensiamo soloper le loro peculiari tipologieedilizie e non per il modo diaggregarsi e di ubicarsi. Lamisura regionale intende ar-ginare questo fenomeno esancisce che: “Saranno prefe-riti i programmi di interventoproposti da comuni al di sottodei 1.000 abitanti che preve-

dano azioni nell’ambito di iti-nerari culturali, religiosi o inaree caratterizzate da filiereproduttive tipiche (DOC,DOP, IGT, ecc.)”. La dota-zione finanziaria della mi-sura è pari a 30 milioni dieuro distribuiti su base pro-vinciale. Possono accederesolo 54 Comuni campani, conpopolazione inferiore a 2.000abitanti, già invidivuati sullabase di manifestazioni d’inte-resse provinciali compiuteprecede- ntemente. Gli interventi pubblici riguar-deranno il recupero di spaziaperti, viabilità rurale sto-rica, fabbricati tipici dell’ar-chitettura rurale del luogo,edifici di cultura tipica ruralee facciate di edifici ad uso so-ciale. Gli interventi privatiammessi sono rivolti alla ri-strutturazione del patrimonioedilizio purché destinato adattività produttive artigia-nali, turistiche e commerciali.

Andrea Tafuro

24° Forum della Pubblica AmministrazioneAl centro del dibattito la qualità del servizio pubblico

Brunella Mercadante

Dal 28 al 30 maggio scorso siè svolto il ventiquattresimoFORUM della PA con un’edi-zione completamente rinno-vata. Innanzitutto una grandee nuova location- il Palazzodei Congressi a Roma EUR-,funzionale e facilmente rag-giungibile, poi centinaia diore di formazione ed un re-spiro internazionale chehanno reso questa edizionedel FORUM PA davvero unevento notevole.Sei i temi di quest’anno chepartendo dallo stato dell’artehanno formulato tesi, linee diazione, proposte concrete daoffrire alla nuova legislaturaed al nuovo Governo per sti-molare la scelta dell’innova-zione al fine di crescere incompetitività e benessere. Su questi temi sono state or-ganizzate sei mezze giornatecongressuali tutte improntatead una logica di ripensamentodel rapporto cittadini, im-prese e Pubblica Amministra-zione, sul modo nuovo direlazionarsi per cui l’Ammini-strazione non deve dare contosoltanto delle spese sostenute;ma soprattutto del rapporto

tra spese e benefici. Il puntofocale di tanti dibattiti è statoincentrato proprio sulla qua-lità dei servizi pubblici, sulleconsiderazioni del livello deiservizi, di come uno stessoeuro può essere speso bene omale, come può trasformarsiin un servizio pubblico mi-gliore piuttosto che in uno

sperpero. Riflessioni e que-stioni interessanti se solo pen-siamo che il Settore pubblicocosta mediamente 13milaeuro per abitante e attraversoesso passa più della metà delPIL del Paese. Il FORUMdella Pubblica Amministra-zione 2013, in un anno com-plicato e complesso, di

necessaria svolta per l’Italia,ha testimoniato una volta dipiù di essere il luogo di incon-tro e di elaborazione dell’inno-vazione nell’amministrazionepubblica, nei sistemi territo-riali e in quelle strategie dipartnership pubblico-privatoche sono le uniche in grado diattivare energie sufficienti per

uscire dalla crisi; ha inoltremoltiplicato i luoghi , le sale, imomenti di confronto, di col-laborazione, di business fraoperatori , non più solo quindimanifestazione vetrina; ma,proseguendo il percorso intra-preso tre anni fa, vero e pro-prio laboratorio di inno-vazione.Da rilevare, altresì, la grandeattenzione rivolta al pano-rama internazionale, nellaconsiderazione che pensareglobale è sempre più necessa-rio, che occorre guardare fuoridai nostri confini per cono-scere pratiche interessanti, iconfronti più aperti e innova-tivi, le esperienze, buone ocattive, da cui poter impararee in una dimensione europeae internazionale trovareanche le risorse per far cre-scere l’innovazione in Italia.IL FORUM PA 2013 si con-ferma, infine, come grandeevento formativo per l’ammi-nistrazione pubblica italianaper la grande attenzione pre-stata ai temi di frontiera, siatecnologici, sia normativi eper l’apertura agli operatoriprivati con cui deve essereconsolidata una cultura co-mune.

La Campania dei villaggi ruraliINFO:

Regione Campania, Assessorato all'AgricolturaSettore Interventi sul Territorio Agricolo, Bonifiche e irrigazione

Referente di Misura: dott.ssa Maria LucibelliTel. 081 796 7471

[email protected]:/ /psragrlcoltura.reglone.campania.it

numero verde: 800-88.10.17

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Paolo D’Auria

Un salto da campioni. Inmeno di un anno la nostra re-gione passa dal decimo alterzo posto nella speciale clas-sifica per la produzione dienergia da fotovoltaico. Neiprimi cinque mesi di que-st’anno, la potenza installataha superato i 46500 kW, die-tro solo a Emilia Romagnacon 54000 e Lombardia con50000. Altri territori con altrevocazioni, chiaro, ma a quantopare non irraggiungibili comeprimi della classe. Ma la verasorpresa la si ha scorrendo laclassifica verso il basso: laCampania si posiziona da-vanti a Veneto e Sicilia, chenel passato, hanno dimostratodi credere molto in questo tipodi investimenti.I dati sono stati recentementediffusi da “Ambiente quoti-diano”, portale di informa-zione verde, per conto delGestore dei Servizi Elettrici.A sorprendere non è solo ilfatto che proprio la Campania(martoriata su tantissimi altriversanti ambientali) abbia di-mostrato una tale accelera-zione negli ultimi dodici mesi,ma soprattutto che ciò si siaverificato in concomitanza condiverse circostanze sfavore-voli. Crisi economica, in pri-mis. Successivamente, lascadenza al 30 giugno 2012degli incentivi statali, cheavevano fatto prevedere agliesperti del settore un vero eproprio tracollo per il 2013,soprattutto in considerazionedel fatto che questo tipo di in-vestimento non è proprioquello che si può definire abreve termine. Chi investenegli impianti fotovoltaici sabene che per riassorbire i costi(e cominciare a percepirequalche vantaggio) deve pas-sare molto tempo…Infine, perché proprio nellanostra regione, a dispettodelle più rosee previsionitanto ventilate qualche mesefa con l’approvazione di unalegge regionale, il terrenosembrava tutt’altro che fer-tile. Sì perché, se è vero che ilprovvedimento approvato afebbraio impegnava “… laCampania a coprire il 30 per-cento dell’attuale consumoenergetico con fonte solare,con l’obiettivo ambizioso ma

raggiungibile entro il 2021 diarrivare al 60%...”, è altret-tanto vero che lo stesso venivafortemente rimaneggiatonello spirito durante le discus-sioni per l’approvazione dellafinanziaria regionale, per-dendo di fatto la caratteristicainnovatrice che i comitati po-polari di promozione (ricor-diamo che sono state raccoltepiù di 14mila firma per por-tare la legge alla discussionedel consiglio) avevano in essoinfuso. Ulteriore tegola, poi,arriva dal Consiglio dei Mini-stri con Monti premier, chegiudicava l’atto in contrastocon i principi generali delloStato in materia di produ-zione, trasporto e distribu-zione nazionale dell’energiaUna situazione a dir poco in-

garbugliata e sulla quale, tut-tora, non è detta l’ultima pa-rola. Gli stessi comitati,infatti, si stanno battendo da-vanti alla Consulta, affinchénon si cada in un nuovo con-flitto di attribuzioni tra i po-teri dello Stato e delleRegioni. Vicissitudini buro-cratiche a parte, un dato restacomunque: il totale del nu-mero di impianti installati,durante le cinque diverse edi-zioni del Conto Energia, è di18.571 per una potenza in-stallata totale che sfiora i 600MW. La distribuzione è pres-soché uniforme sul territorio:4.773 impianti per Caserta,Napoli con 4.405, Salerno con4.341 poi Avellino e Bene-vento rispettivamente con2.882 e 2.170 installazioni.

Fotovoltaico: balzo inavanti della Campania

Stampare celle fotovoltaichedelle dimensioni di un foglioA3: un’idea arriva dall’Austra-lia. I ricercatori del VictorianOrganic Solar Cell Consortium(VICOSC), del quale fannoparte il Commonwealth Scien-tific and Industrial ResearchOrganisation (CSIRO), l’Uni-versità’ di Melbourne e quelladi Monash, più diversi partnerindustriali, hanno messo apunto un provvedimento perrealizzare celle che produconoda 10 a 50 Watt per metro qua-drato, usando una stampanteda 200 mila dollari e uno spe-ciale inchiostro fotovoltaico.Le celle realizzate col procedi-mento australiano possono es-sere stampate anche su

superfici vetrate o laminate,oppure su materiali come l’ac-ciaio, e possono quindi essereinserite direttamente negliedifici, su tetti, muri o finestre.La tecnologia per stampare lecelle utilizzate per costruire ipannelli fotovoltaici non ènuova e il Mit di Boston avevaannunciato già nel 2011 diaver messo a punto un pro-cesso in grado di realizzare lecelle usando carta o tessutocome base di stampa. Ma ilprocedimento australiano im-piega un diverso tipo distampa ed è tendenzialmentepiù semplice ed economico.“Uno degli aspetti più impor-tanti di questa nuova tecnica -afferma Scott Watkins, ricer-

catore capo del CSIRO - è chestiamo sviluppando un proce-dimento per rendere la stampadi queste celle fotovoltaiche piùsemplice e meno costosa possi-bile, per eliminare le barriereproduttive attualmente pena-lizzanti la manifattura”.“Ci sono moltissime cose che si

possono fare con celle di questedimensioni e di questo tipo –spiega - Per esempio si possonoinserire in cartelloni elettronicio in altri sistemi simili, oppuresulla scocca esterna dei com-puter portatili, come sistemadi ricarica per la batteria”.

P.D’A.

Il fotovoltaico che si stampaDall’altro emisfero una tecnologia per la realizzazione su fogli e laminati

Alessia Giangrasso

Mentre il Governo tende sempre più ad intensificare i risparmisottraendo anche ai giovani occasioni di partecipazione a ceri-monie istituzionali rappresentative della conservazione di unacultura dei valori, per economicità, La Polizia di Stato, in col-laborazione con il Ministero dell’Istruzione e l’Unicef, indiceun concorso rivolto agli alunni della scuola dell’infanzia, pri-maria e secondaria, nell’ambito di un progetto di educazionealla legalità dal titolo “Il poliziotto un amico in più”. In parti-colare, il progetto ha inteso sensibilizzare i giovani in un per-corso educativo che ha visto coinvolti insegnanti e famiglieattraverso la realizzazione di opere letterarie e figurative ri-velatesi, a seguito del giudizio di personale appositamente pre-parato della Polizia di Stato, rappresentative di casi concretidi bambini vittime di bullismo ed esposti in situazioni a rischioattraverso internet. Il progetto, proposto ogni anno e con undiverso tema, ha riscosso un notevole successo contribuendoa sviluppare nei giovani la capacità di stabilire i valori fonda-mentali, della tolleranza e della solidarietà, su cui si fonda unasocietà civile, proponendo principi e linee di condotta che con-sentono a ciascuno di costruire la propria esistenza, di stabilirele priorità e di compiere delle scelte di vita. Un’ulteriore occa-sione in cui si è colto il costante impegno profuso della Poliziadi Stato istituzione indispensabile al fine di garantire il beneprezioso della sicurezza e della pacifica convivenza. Oggi è in-fatti fondamentale per i giovani ricevere dei forti valori moraliin cui credere ed ai quali ispirare la propria vita e la Polizia diStato adempie quotidianamente al dovere di forgiare i cittadinial bene comune, in un ruolo anche invasivo nella vita delle per-sone in quanto lo Stato attivo deve conservare e proteggere lacomunità nel tempo. Ogni giorno ringraziamo le forze dell’or-dine perché è nella buona condotta che si cela la speranza delmondo! L’augurio che anche la Questura di Napoli aderisca alprossimo progetto edizione 2014.

La Polizia di Stato:un’istituzione preziosa

Dal decimo al terzo posto in classifica in meno di un anno

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Carenza di rifiuti in Norvegia e Svezia: e se fosse un problema malposto?

Anna Paparo

È ai blocchi di partenza lacampagna mondiale control’inquinamento, dove “disin-tossicare il mondo” ne rappre-senta l’obiettivo. E se ciò potràaccadere è grazie all’operatodel Global Environment Faci-lity (GEF), cioè di quell’orga-nismo che riunisce centoottantadue paesi, in collabora-zione con le istituzioni inter-nazionali, le organizzazionidella società civile (OSC) e ilsettore privato per affrontarele questioni ambientali a li-vello mondiale, sostenendo leiniziative nazionali di svi-luppo sostenibile, in partico-lare contro l'inquinamentoatmosferico prodotto dagli ele-vati livelli di sostanze chimi-che nocive e in particolare dai“P.O.P.”, i tanto dannosi in-quinanti organici persistenti.Oggi il più grande finanzia-tore pubblico di progetti voltia migliorare l'ambiente glo-bale, operando in modo indi-pendente, il GEF, forniscesovvenzioni per progetti legatialla biodiversità, ai cambia-menti climatici, alle acque in-ternazionali, al degrado delterritorio, allo strato di ozono.Insomma, non si lascia man-care proprio nulla. Con questasua nuova iniziativa, attra-verso cui far rinascere anuova vita il nostro pianetaappesantito e stanco, il GEFha dato un fortissimo scossone

alle coscienze di tutto ilmondo, accendendo i riflettorisui problemi ambientali esulle loro conseguenze disa-strose per noi e per la natura.In pratica per dare maggiorepeso e ottenere risultati dalloro messaggio è stato realiz-zato anche un breve, ma effi-cace film, dal titolo “Mission:

Planet De-Tox”, che è statopresentato in anteprima a Gi-nevra alla Conferenza con-giunta delle parti dellaConvenzione di Basilea, Rot-terdam e Stoccolma. Il docu-mentario è a portata di click.Infatti, per vederlo, basta an-dare sul link http://www.you-tube.com/GEFSecretariat. E

racconta di un caso preso inesame dall’elevata drammati-cità, cioè quello della discaricadi Santos City, nelle Filippine,dove adulti e bambini di ognietà rischiano la vita ognigiorno, mentre frugano tra icumuli di rifiuti alla ricercaspasmodica di materiali dapoter rivendere, esponendosi

così all'inquinamento e aifumi tossici degli incendi, ap-piccati per poterli smaltire. Ilfilm, quindi, è una vera e pro-pria denuncia contro l'indu-strializzazione e i commerci,che hanno avuto una ricadutae un riscontro fortemente ne-gativi nei Paesi in via di svi-luppo. Bisogna, perciò,contrastare quelli che sono glieffetti dovuti alla diffusionedi materiali e sostanze inqui-nanti, come furani e diossine,frutto della combustione dellaplastica e di altri processi in-dustriali o di un non correttotrattamento dei rifiuti. C’è molto da fare e bisognaagire in fretta. Per questol’attività del GEF non si fermadi certo al solo film, anzi sonostati avviati vari progetti dicooperazione in Africa, Asia eAmerica Latina, per ridurre lacircolazione dei P.O.P. e il loroimpatto sull'ambiente. E unprogetto già avviato riguardaproprio le Filippine, teatro deldocumentario, per finanziareprogetti di trattamento e ge-stione corretta dei rifiuti e perla realizzazione di discarichetemporanee controllate. Insomma, un progetto dav-vero ammirevole quello delGEF, che non perde mai occa-sione di mettere in primopiano la salute del nostro pia-neta, che viene ogni giorno di-laniato dalla continua esconsiderata attività del-l’uomo.

Disintossicare il mondo...ora si può!

L’energia degli edifici norve-gesi e svedesi viene da temporicavata dagli inceneritori, chebruciano rifiuti di ogni tipo.Addirittura l’organizzazioneambientale norvegese “Amicidella terra” ha criticato di ap-plicare ai rifiuti la stessa lo-gica che si applica alle merciin un mercato di libera concor-renza: produrre fin quando ilmercato richiede, inducendocosì a generare sempre più ri-fiuti. L’estrema efficienzadella raccolta differenziatapare che però abbia procuratouna carenza di rifiuti che im-pedisce di riempire gli incene-ritori e fornire energia senzautilizzare combustibili fossili.È quello che denuncia un arti-colo de La Repubblica che hasuscitato dibattito.

La Norvegia e la Svezia im-portano già immondizia dal-l’estero (Gran Bretagna,Irlanda) e solo la “tipologia” dirifiuti in passato ha fatto sìche non si accettassero quellidi Napoli nel periodo del-l’emergenza. Infatti son accet-tati solo i rifiuti che rispettanole severe norme di differenzia-zione e smaltimento dei Paesiscandinavi. Tuttavia, oggi la situazionesta cambiando in quanto altriPaesi hanno raggiunto tecno-logicamente il livello degli in-ceneritori norvegesi a prezzinon solo concorrenziali, maaddirittura più vantaggiosi. Ecosì non solo sono diminuite leimportazioni, ma anzi para-dossalmente la stessa Oslosmaltisce alcuni suoi rifiuti in

inceneritori esteri. Se i rifiutisono un prodotto di mercatoperché non seguire la stradapiù conveniente? È proprio questo, insieme al-

l’efficienza della differenziatae del riciclo, ad aver fatto par-lare di “emergenza scarsità ri-fiuti”. La questione paretuttavia dover essere trattata

in maniera diversa, semplice-mente come legge di mercato.Norvegia e Svezia, in pocheparole, hanno “liberi” i loro in-ceneritori perfettamente fun-zionanti e che possonosmaltire più di mille tonnel-late al giorno. Per riempire la capacità, così,chiedono “merci” dall’estero.Non per riscaldare le case in-somma, per cui l’energia pro-veniente dai rifiuti è utilizzatasolo in piccola parte e per cuici sono altre soluzioni (dal-l’idroelettrico al gasolio). Sem-plicemente ancora una voltaper pura e semplice economiadi mercato. Mentre forse, perl’ambiente, sarebbe più utiledismettere gli inceneritori su-perflui.

A.E.

Il GEF (Global Environment Facility) riunisce182 paesi per salvaguardare il pianeta« »

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Gennaro Loffredo

Nel mese di maggio del 1998il comune di Sarno, in pro-vincia di Salerno, fu colpitoda un eccezionale evento pio-voso che fece cadere in 72 oreoltre 140 millimetri di piog-gia, tanta quanta ne ca-drebbe in un mese intero.Questo evento favorì un mo-vimento franoso di vaste pro-porzioni, che causò la mortedi 137 persone nella solaSarno e di tredici nel comunedi Quindici, sull’altro ver-sante montano, nella provin-cia di Avellino. Quellasconcertante tragedia, ricor-data nei giorni scorsi in occa-sione del quindicesimoanniversario, fu dunque in-nescata da un evento meteo-rologico estremo. Nel glossario dell’Istituto distudi e ricerche sulla prote-zione civile, quando si parladi «evento meteorologicoestremo» s’intende una formadi evento da considerarsi ec-cezionale per frequenza di ac-cadimento, durata e

intensità, frutto di una mici-diale coesistenza di fattori at-mosferici, in genereconcomitanti, a determinatilivelli di potenza. È solo negliultimi anni che anche per glieventi estremi si dispone disistemi tecnologici di rileva-mento e monitoraggio del-l’ambiente e delle grandezzefisiche in gioco. Sistemi che,se opportunamente integraticon la conoscenza dellemappe tematiche di rischioterritoriale, potrebbero deci-samente tutelare le popola-zioni e i beni presenti nellearee a rischio.

I comuni di Sarno e Quindicisorgono alla base di unastretta piana, attraversatadal fiume Sarno, ai piedi diuna catena montuosa (ilmonte Pizzo D’Alvano) chefunge da confine tra un ver-sante e l’altro dell’Appen-nino, con rilievi che superanoanche gli 800-mille metri dialtezza. In effetti in quel 4 maggio1998 accadde un fatto meteo-rologico particolarmente vio-lento. Una discesa di ariafredda proveniente dalle lati-tudini artiche interessò ilMarocco, responsabile di un

forte raffreddamento dellaregione. Contemporanea-mente nel cuore dell’Algeriasi formò una depressione ter-mica, che attraverso unaserie di coincidenze si tra-sformò in una vera e propriabomba meteorologica checolpì pesantemente tutto ilnostro meridione. La depres-sione africana a contatto conil Mediterraneo si caricò diumidità ed energia e assunseun valore di pressione scon-certante, pari a 995 ettopa-scal e simile ad un vero eproprio ciclone tropicale. La situazione meteorologicasi aggravò quando il naturalespostamento verso est del ci-clone mediterraneo fu rallen-tato da un imponente bloccodi alta pressione poco ad estdell’Italia, che dalla Libia siestendeva fin verso la Rus-sia. Una forte ondata di mal-tempo di stampo autunnalesi accanì, quindi, sul ver-sante meridionale tirrenico,determinando l’evolversidella tragedia. Come al solito però le trage-

die non sono mai completa-mente colpa della natura.Tra i fattori naturali, chepredispongono il nostro terri-torio a frane ed alluvioni,rientra senza dubbio la con-formazione geologica e geo-morfologica, caratterizzatada un’orografia giovane e darilievi in via di sollevamento.Tuttavia il rischio idro-geolo-gico è stato fortemente condi-zionato dall’azione dell’uomoe dalle dissennate modifichedel territorio che hanno in-crementato la possibilità dieffetti catastrofici essendo so-prattutto aumentata la pre-senza di beni e persone nellezone a rischio. I nubifragi sono fenomeni na-turali frequenti alle nostrelatitudini: sembra che in pas-sato l’uomo fosse più consa-pevole della precarietà delsuo habitat. Perciò limitavale conseguenze dei fattori cli-matici evitando di vivere inalcune zone e costruendoopere di difesa che ancoraoggi resistono nel tempo,come i Regi Lagni.

Alluvione di Sarno: fu un «evento estremo»? A 15 anni dalla sconcertante tragedia ne ricostruiamo la dinamica meteo

Per i meridionali il sistema sanitario spende menoLa Campania è una delle re-gioni in cui il settore pubblicospende di meno, per la salutedei cittadini, in rapporto alnumero di residenti. È uno deidati che emerge dall’ultimorapporto OsservaSalute, pre-sentato di recente a Roma ecurato dall’Osservatorio na-zionale sulla salute delle re-gioni italiane. Nel 2011 laspesa pubblica sanitaria, a fa-vore dei cittadini della nostraregione, è stata pari a 1.759euro, in media, per ogni abi-tante campano, il dato piùbasso a livello nazionale (lamedia nazionale è di 1.851euro spesi dal settore pubblicoper ogni italiano). Il rapporto contiene un capi-tolo, curato dal professor Eu-genio Anessi Pessina, che siconcentra, per l’appunto,sull’assetto economico-finan-ziario della sanità italiana. Lostudioso nota come, nel 2009,la spesa pubblica in materiadi sanità è aumentata rispettoal 2008, nonostante la crisieconomica e la contrazione del

Pil. Così le risorse destinatealla sanità costituiscono unaparte sempre più importantedell’economia italiana. Intutte le regioni la spesa sani-taria pubblica aumenta, inrapporto al Pil prodotto sulterritorio, e aumenta soprat-tutto nel Mezzogiorno. Osser-vaSalute fa notare che tantominore è il Pil pro capite pro-dotto in una data regione,tanto maggiore sarà il pesodella spesa pubblica sanitariasul Pil regionale. «La ragione– spiega il rapporto – potrebberisiedere nel fatto che la sa-lute è un bene incomprimibile,con la conseguenza che laquota di Pil destinata allaspesa sanitaria non può cheessere più elevata nelle re-gioni più povere, così come ac-cade per una categoria di benicome quella alimentare». Inparole povere, più povero sei,e più alta è la quota del tuoreddito che spendi per curartio per mangiare: ma nel si-stema italiano, non tutte le ri-sorse spese per la sanità sono

prelevate dal reddito prodottodal territorio, perché unaparte è in realtà trasferitadallo Stato per compensare glisquilibri economici tra regionee regione. In un certo senso,nelle regioni più povere sispende di più di quanto i resi-denti potrebbero permettersi,e viceversa accade nelle re-gioni più ricche. Il rapportoipotizza perciò che la quotadel proprio reddito che le varieregioni destinano alla sanitàsia più o meno omogenea, ma

che l’azione equilibratricedello Stato fa aumentare laquota delle regioni più povere,perché altrimenti sarebbe in-sufficiente a garantire i livelliessenziali di servizio. Nonostante questa azione dicompensazione, tuttavia laspesa pubblica sanitaria restapiù bassa al Sud, se confron-tata, invece che al Pil, al nu-mero di abitanti: potremmodire che nel Mezzogiorno sispende di più per la sanitàpubblica, in rapporto alla ric-

chezza prodotta sul territorio,ma si spende di meno, in rap-porto al numero di abitanti (equindi, probabilmente, in rap-porto ai bisogni della popola-zione). Argomenti complessi, che nonsi possono liquidare in pocherighe: per chi avesse voglia diapprofondirli, il rapporto èscaricabile gratuitamente dalsito www.osservasalute.it, se-guendo una semplice proce-dura di registrazione.

L.M.

Report OsservaSalute. In rapporto al reddito prodotto sul territorio, la spesa è maggiore al Sud

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Luigi Mosca

Più che convegni tra addetti ai lavori,sono veri e propri momenti di forma-zione e occasioni per spronare il per-sonale: il ciclo di incontri diapprofondimento organizzato daArpac è proseguito con un appunta-mento dedicato alle norme europee atutela dell’ambiente. Nello specifico,lo scorso 23 maggio si è discusso so-prattutto della responsabilità dellepersone giuridiche: se pensiamo allasfera di intervento delle Arpa, è ingioco, il più delle volte, la responsabi-lità delle aziende in caso di reati am-bientali. Protagonista di questo incontro, chesi è tenuto a Napoli, a Palazzo Ar-mieri, il magistrato Donato Ceglie,noto per aver coordinato il pool am-bientale della Procura di Santa MariaCapua Vetere. In questa occasione ildottor Ceglie è stato affiancato dal-l’avvocato Episcopo, direttore gene-rale Arpac, dalla dottoressaMarinella Vito, direttore tecnicodell’Agenzia, e dall’avvocato Ga-briella Tagliamonte, resposabile rela-zioni esterne dell’Ente. Il magistratoha illustrato i principi-guida della di-rettiva europea 99 del 2008, che si oc-cupa, per l’appunto, della tutela

penale dell’ambiente. La direttivadell’Unione europea impone agli Statimembri di adottare norme penali cherispondano, come ha sottolineato ilmagistrato, a criteri di efficacia, pro-porzionalità e dissuasione. In partico-lare il concetto di dissuasione, o di«deterrenza» è quanto mai cruciale:infatti, il problema non è solo quellodi punire chi commette reati, ma èancora più importante evitare che ireati vengano commessi. In alcunicasi, può essere molto dissuasivo pe-nalizzare il patrimonio di chi viola leregole, piuttosto che accanirsi in pro-cedimenti penali spesso costosi e nonsempre concludenti. In questo sensoviene in soccorso l’idea di responsabi-lità delle persone giuridiche: perché,se non sono solo le insgole persone aessere perseguite, ma anche l’interaorganizzazione che si rende responsa-bile di un reato, allora diventa menovantaggioso fondare un’economia pro-duttiva sulla violazione di alcune re-gole. Tuttavia, non tutti i comportamentiilleciti hanno la stessa gravità, nelsenso che le conseguenze sulla qua-lità dell’ambiente e sulla salute dellepersone possono essere molto diverse,da caso a caso: trascurabili a volte,tragiche in altri casi. Le sanzioni an-drebbero perciò calibrate in base al-l’entità dei danni causati. E infine, l’efficacia: le norme europeeprescrivono che si imponga, a chiviola le regole in materia di ambiente,un comportamento opposto rispetto aquello scorretto. Un comportamento,cioè, che miri al ripristino della qua-lità dell’ambiente violato. L’Italia ha recepito le norme europeein materia di tutela penale dell’am-biente, seppure con molto ritardo.Così quando viene accertato un reatoambientale nell’ambito dell’attività diun’azienda, è l’intera azienda, intesacome persona giuridica, a essere pre-sunta responsabile, a meno che nonscatti un meccanismo «esimente». A

meno, cioè, che l’azienda riesca a di-mostrare di aver adottato efficaci si-stemi di gestione che tendano aprevenire i reati contestati. Tuttavia, ha sottolineato il dott. Ce-glie, per esimersi dalle responsabilitàl’impresa non può limitarsi a mo-strare una serie di documenti, di«carte», compilate per adeguardi allanormativa. Deve dimostrare di avertradotto in realtà quei documenti,sulla base di un’accurata analisi deirischi. Il rischio, ha detto il magi-strato, non è «un accidente»: il dottorCeglie ha fatto ricorso a sociologicome Zygmunt Bauman e UlrichBeck per ricordare che le moderne so-cietà a capitalismo avanzato sono «so-cietà del rischio» in cui tutto ciò chefacciamo comporta una dimensione diazzardo. Perciò, quando si svolgeun’attività produttiva, tutti i rischivanno preventivamente elencati, co-dificati, e trasformati in procedure ein norme di comportamento. Quandosi accerta un reato ambientale, aglioperatori di polizia giudiziaria la Ma-

gistratura chiede, in prima battuta,di accertare se all’interno dell’aziendavigono delle procedure per ridurre irischi. Il magistrato esperto di eco-reati ha riconosciuto che non sempreil rischio si può azzerare del tutto.Tuttavia l’impresa deve dimostrare diaver messo in campo una ragionevoleattività preventiva per evitare danniall’ambiente: questo vale non solo perl’azienda in se stessa, ma anche perle ditte esterne che collaborano invirtù di appalti. Così veniamo al ruolo delle Arpa e deisuoi operatori. Operatori che spesso,ha ricordato il magistrato, nonostanteil loro ruolo fondamentalmente tec-nico, si trovano esposti alle tensioniche si aprono all’interno dei procedi-menti penali. Il dott. Ceglie ha insi-stito sul fatto che gli operatori Arpasono, e devono sentirsi, rappresen-tanti dello Stato. Come tali dovreb-bero esser visti da tutte le parti incausa, anche nel corso di un dibatti-mento giudiziario. La consapevolezzadel ruolo di funzionario pubblico, tut-tavia, deve andare di pari passo conuna conoscenza accurata di tutte leprocedure tecniche messe in atto du-rante i controlli, di quali norme le giu-stificano, e di quali disposizionidell’Autorità giudiziaria sono stateeseguite: così l’operato dell’Arpa puòessere argomentato con serenità insede giudiziaria, quando ad esempioun tecnico dell’Agenzia viene chia-mato a testimoniare in un processo.L’avvocato Episcopo è intervenuto aconclusione dell’intervento del magi-strato, sottolineando l’opportunità diavvicinarsi, nella tutela dell’am-biente, al pragmatismo delle normeeuropee, Ha citato poi l’esigenza, perl’Arpa, di arrivare a una revisionedella modulistica utilizzata per i con-trolli, anche per eseguire con cre-scente efficienza i compiti affidati daProcure e Forze dell’ordine.

Lotta agli eco-crimini, esperienze a confrontoIncontro di approfondimento tecnico-giuridico in Agenzia con il magistrato Donato Ceglie

I dipendenti Arpac osservano un minuto di silenzio nell’anniversario della strage di Capaci.

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 31 maggio 2013 - Anno IX, N.10Edizione chiusa dalla redazione il 27 maggio 2013

DIRETTORE EDITORIALEAAntonio EpiscopoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOM. Alfano, S. Allinoro, I. Buonfanti, F. Cle-mente, P. D’Auria, G. De Crescenzo, A. Espo-sito, E. Ferrara, R. Funaro, A. Giangrasso,L.Iacuzio, G. Loffredo, A. Morlando, B. Merca-dante, A. Palumbo, A. Paparo, F. Schiattarella,L.Terzi, E. TortorielloSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 7- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/426/427 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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Grandi novità nel format enei contenuti della nona edi-zione di Vitignoitalia: la piùgrande manifestazione eno-logica del centro Sud Italia,in scena dal 2 al 4 giugno aNapoli, si presenta que-st’anno ancora più ricca. Ac-canto ai grandi vini italiani,alle bottiglie emergenti, alledegustazioni imperdibili ealle discussioni intorno allostato dell’enologia di qualità,da quest’anno anche le eccel-lenze gastronomiche italianeapprodano nel suggestivoCastel dell’Ovo, icona dellungomare partenopeo e lo-cation confermata della ma-nifestazione. Per la primavolta la pasta artigianale diGragnano del Pastificio DiMartino e quattro tra i piùamati consorzi nazionali diproduttori di formaggi a De-nominazione di Origine Pro-tetta scelgono Vitignoitaliacome vetrina per presentarsi

al grande pubblico. Il Con-sorzio di Tutela della Mozza-rella di Bufala CampanaDOP, il Consorzio per la tu-tela del formaggio Gorgon-zola DOP, il Consorzio delformaggio Parmigiano Reg-giano DOP e il Consorzio perla tutela del Pecorino Ro-mano Dop saranno presenticon uno spazio esclusivonell’Antro di Virgilio alprimo piano del Castello peruna tre giorni di assaggi, ab-binamenti e iniziative danon perdere. A confermadella qualità di Vitignoitalia,anche il Pastifico Di Martinoscommette sulla tre giorni diCastel dell’Ovo: nell’anti saladell’Antro di Virgilio sarà al-lestito un singolare pasta-bar griffato Di Martino dovesi potrà curiosare tra formatie trafile differenti e degu-stare la pasta artigianale diGragnano preparata al mo-mento, nonché scoprire la

lunga storia della pasta delPastificio Di Martino tra lepagine del volume Centoanni di Pasta a Gragnano escegliere il vino ideale perogni piatto. Altra importantenovità di quest’anno è la par-tnership avviata da Vitignoi-talia con Sabox eFormaperta, per ridurre alminimo l’impatto ambientaledella manifestazione. Tuttele postazioni espositive sonostate realizzate in materialiprovenienti dalla raccoltadifferenziata; la manifesta-zione utilizza esclusiva-mente carta certificataFSC® secondo rigorosi stan-dard ambientali, sociali edeconomici e dotata di EPD®(Environmental Product De-claration). Il percorso pre-vede la presenza dipostazioni per la raccolta dif-ferenziata e la gestione delriciclo di sughero e vetro.(dal web)

Il Parco Regionale del PartenioNatura, svago e relax… Un “polmone verde” nel cuore della Campania

Ilaria Buonfanti

Se dovessi scegliere un ele-mento naturale per rappre-sentare il Partenio scegliereiun fiore e per l’esattezza il Gi-glio Martagone, esempio diflora montana di rara bel-lezza ed eleganza. Ma il Parcoregionale del Partenio è moltodi più: è fiume, collina, boscoe radura. È vita, animale evegetale, che esplode in tuttele sue sfumature durante ilsusseguirsi delle stagioni. Il Parco del Partenio èun’area naturale protettadella Campania istituita apartire dal 1993 che occupauna superficie di oltre 16.000ettari sul Monte Partenionelle province di Avellino, Be-nevento, Caserta e Napoli.Rientra nel sito di importanzacomunitaria (SIC) “Dorsaledei Monti del Partenio”. Alsuo interno si trova l’OasiWWF “Montagna di Sopra”situata presso le grotte di SanSilvestro, nel comune di Pan-narano. Nel parco, oltre allagrande e principale Catenadel Partenio vi sono moltimonti come ad esempio Mon-tevergine (un monte dove èstato costruito anche un pic-colo paesino famoso per il suosantuario). L’Abbazia di Mon-

tevergine è il luogo più fa-moso del parco e l’operositàdei monaci benedettini è co-nosciuta da secoli. Sin dal XIIsecolo i monaci, grazie alla sa-piente conoscenza dellepiante officinali, producevanoprodotti galenici e dal 1882avviarono invece la produ-

zione di liquori a base di erbe.L’Anthemis è il principale in-grediente del liquore più fa-moso prodotto dai monaci, unliquore di colore verde e dallequalità tonico-stomachiche.Nel parco non mancano spe-cie faunistiche di particolarepregio e per gli appassionati

di birdwatching, il Partenioriserva molte piacevoli sor-prese: picchio rosso e picchioverde, poiana, corvo imperialee falco pellegrino. Inoltrenell’oasi del WWF esistonosvariati esemplari di Guforeale. Tanti sono gli itinerariche possono essere scelti per

scoprire la bellezze di questoluogo naturale. Per esempio,entrando da Summonte, checonserva una splendida TorreAngioina di forma cilindrica,divenuta il simbolo dell’interoterritorio, una rete fitta e benattrezzata di sentieri unisce iluoghi di maggiore interesse:da Acquafidia, con la sua an-tica sorgente di acqua oligo-minerale, a Campo Maggiore,bellissimo altopiano delParco, ideale per escursioni,passeggiate e per il “birdwat-ching”. Molto interessante è ilPercorso Ambientale Sum-monte - Campo San Giovanni:circa 6 km di passeggiata trale grandi faggete e le piccoleforeste di leccio e roverella,accompagnati dal profumopenetrante degli arbusti dicorbezzolo e delle tante pianteofficinali che qui crescono dif-fusamente. Il Presidente delparco, l’Arch. Giuseppe Zam-pino, afferma di essere moltoorgoglioso per quest’incaricodi presidenza ma al contempoè preoccupato per la totalemancanza di risorse umane efinanziarie. Mi ha spiegatoche, in collaborazione con glialtri presidenti dei parchidella Campania, ha solleci-tato la Regione Campania perottenere fondi e aiuti.

Prende il via a Napoli Vitignoitalia

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Alessia Esposito

Oltre alla Repubblica, il duegiugno si festeggeranno anchei piccoli comuni italiani. L’ini-ziativa di Legambiente “Volerbene all’Italia” raggiunge lasua decima edizione. La sceltadella data è significativa: sonoanche i borghi a conferire al-l’Italia la sua peculiarità. Per-tanto sono luoghi dafesteggiare e da tutelare nonmeno delle grandi città su cuii riflettori sono sempre accesi.Questa festa sarà l’occasioneper porre l’attenzione sulle bel-lezze di questi territori, sulletradizioni culturali e culinariee sulla storia dei piccoli co-muni, che poi è tutt’uno conquella dell’intera nazione.Sono dieci milioni gli italianiche vivono nei 5.698 piccoliborghi, corrispondenti a circa il17 % della popolazione.“È una festa - dichiara il presi-dente di Legambiente VittorioCogliati Dezza - realizzata conla partecipazione, il patrocinioe la collaborazione di diverserealtà: un insieme variegato diistituzioni e soggetti territo-riali, che per l'occasione si mo-bilitano all'unisono e aprono leporte dei loro borghi, facendopercepire la voce festosa diquest' Italia minore solo permodo di dire”. Citiamo alcunitra i luoghi degli appunta-menti in occasione dell’evento:Carrosio in Piemonte e Rivi-gnano in Friuli Venezia Giulia,Ligonchio in Emilia-Romagna,Valstagna in Veneto, le CinqueTerre in Liguria, Fivizzano inToscana, Farindola inAbruzzo, Frigento e Pollica inCampania, San Cassiano diLecce in Puglia, Tramutola inBasilicata e Santa Ninfa in Si-cilia. La festa sarà anche l’oc-casione per rilanciare laproposta di legge sulla bellezzae quella per il sostegno e la va-lorizzazione dei piccoli comuni(con meno di 5000 abitanti).Quest’ultima ha il fine di pro-muovere la presenza di serviziindispensabili (sanità, tra-sporti), banda larga e inter-venti di recupero in questezone troppo spesso dimenti-cate. Insomma “Voler beneall’Italia” è un’occasione perdare voce alle piccole realtà eoffrire un suggerimento allapolitica in merito alle politiched’intervento sul territorio. E ri-cordare che le differenze am-bientali e culturali del nostroPaese sono quelle che lo ren-dono unico nella sua unità.

“Voler bene all’Italia” la festa dei piccoli comuni

Una lista rossa per gli am-bienti in pericolo, simile aquella della InternationalUnion for Conservation ofNature (IUCN) sulle specie arischio d’estinzione. Questa èla proposta, che giunge dallepagine della rivista PLoSONE, di un gruppo di ricer-catori australiani.L’idea si basa sulla conside-razione che la lista rossa re-datta di anno in anno sullespecie, sebbene sia un validostrumento per la tutela dellesingole entità specifiche edegli ambienti in cui esse vi-vono, non può essere consi-derata sufficiente a tracciareuna stima dello stato di ri-schio, e quindi della sua con-servazione, della biodiversitàdegli ambienti a diversi li-

velli di complessità. Essendogli ecosistemi costituiti dauna fitta rete di relazioni tragli organismi, è necessariouno strumento più specificoed efficace.I ricercatori propongono unprotocollo per la diagnosidello status di rischio di de-grado dei diversi ecosistemi,che si basa su quello adot-tato per la lista rossa dellespecie. Il metodo prende inconsiderazione una serie di

sintomi di rischio per gli eco-sistemi, prodotti da diversiprocessi di degradazionedell’habitat, che vengonosuddivisi in due principalicategorie: distribuzione efunzione. Nella prima figu-rano il tasso di declino di undato ecosistema e la sua ri-stretta distribuzione, indica-tori quindi della quantità dihabitat, mentre nella se-conda si annoverano il tassodi degradazione ambientalee il tasso di disturbo dei pro-cessi biotici, legati dunquealla qualità degli habitat. Lapresenza e la combinazionedi diversi sintomi fornisce in-fine il livello di rischio di undato ecosistema.L’articolo descrive l’applica-zione di tale protocollo ad un

campione di 20 ecosistemidifferenti, dalle foreste plu-viali alle zone umide, dallebarriere coralline agli am-bienti sotterranei: in tutti icasi i risultati sembranopiuttosto in linea con le valu-tazioni sul rischio realizzatedalle autorità e dagli espertilocali. Un risultato incorag-giante per poter essereesteso a tutti gli ecosistemimondiali.Questo metodo sembra dun-que affidabile nell’identifi-care lo stato di rischio deidiversi ambienti naturali: ilprossimo passo, concludono iricercatori, sarà la sua appli-cazione agli ambienti più di-sparati, soprattutto a quelliancora poco studiati.

I.B.

La tutela degli ambienti a rischio d’estinzione Realizzare una “Lista rossa” per creare una mappatura degli ecosistemi in pericolo

Angelo Morlando

Quando il nome è un destino o un presagio(“nomen – omen”). Non poteva che chiamarsi Co-pernicus (latinizzazione del nome del più famosoastronomo/scienziato Mikołaj Kopernik) il nuovoprogramma di osservazione della terra finanziatodalla Commissione Europea. Il nome precedentenon aveva inspirato grandi simpatie e attrazioni,infatti, era stato scelto l’acronimo GMES (monito-raggio globale per l’ambiente e la sicurezza). Il si-stema è estremamente interessante, anche perchénella scheda ufficiale si parla di oltre 83.000 nuoviposti di lavoro entro il 2030 per le attività legate atale programma. È stato proprio il vice-presidenteUE Tajani a presentare a Londra un primo studiosulle attività che andranno ad integrarsi con i si-stemi europei esistenti. L’obiettivo non è solo for-nire dati, ma anche servizi informativi tarati ecalibrati in funzione delle esigenze degli utenti edei tematismi (ambiente e sicurezza). La portatadel progetto si deve leggere alla luce degli eventiambientali catastrofici capaci di trasformare in po-chissimi intere aree vaste: quanto vale un sistemacapace di monitorare le condizioni dell’ambienteterrestre, marino e atmosferico per la garanzia diuna migliore e maggiore sicurezza generale ditutte le popolazioni?Il sistema è basato sul principio di accesso inte-grale e aperto a tutti in modo da garantire la piùampia diffusione dei dati in tempi brevissimi.Anche il settore delle assicurazioni contro i grandirischi sta guardando a Copernicus come uno stru-mento utilissimo per garantire un’offerta di pro-dotti congrua e tale da difendere i cittadini dadanni reali e concreti.

Copernicus: il nuovo osservatorio della terra

Lo scorso gennaio, l’UE ha aderito al protocollo “Off-shore” della convenzione di Barcellona, inerente allaprotezione del Mar Mediterraneo dall’inquinamentoderivante dall’esplorazione e dallo sfruttamento dellapiattaforma continentale, del fondo del mare e delproprio sottosuolo. Le necessità sono chiare: tutti de-vono adottare ogni misura idonea a prevenire, ri-durre, combattere ed eliminare l’inquinamento delMediterraneo che subisce uno sfruttamento enormecon cambiamenti climatici e perdita di biodiversitàinenarrabili. Albania, Cipro, Marocco. Libia, Siria eTunisia hanno già aderito. Si attendono tutti gli altri.Le regole e gli strumenti già ci sono, bisogna inter-venire.

A.M.

L'UE aderisce al protocollo contro l'inquinamento marino

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Fabiana Liguori

Irene Bonadies, ricercatricedel Cnr di Napoli, è la vinci-trice del premio “Innovatorsunder 35 Italia - Tecnologieemergenti e nuova imprendi-torialità” . L’abbiamo incon-trata, porgendole alcunedomande sul prototipo da leiideato: loto tubo, una nuovagenerazione di tubature perl’edilizia.Dottoressa Bonadies, inche cosa consiste il “Loto

tubo”? Quali le peculia-rità, la funzionalità e lepossibili applicazioni?“Il Lototubo è il risultato di unprogetto di ricerca riguar-dante le tubature, sia rigideche flessibili, in materiale po-limerico comunemente usatenell'ambiente casa e non solo,ad esempio per il giardinag-gio e le condotte fognarie. Ilprogetto si pone quale suo spe-cifico obiettivo lo studio e losviluppo di una nuova gene-razione di tubi che realizzinoquanto già esistente in naturacome l’idrorepellenza e la resi-stenza allo sporco, proprietàtipiche delle superfici delle fo-glie di alcune piante come illoto. Lo scopo è quello di mi-gliorare sensibilmente le con-dizioni dell’ambiente dome-stico, eliminando o quanto-meno riducendo considerevol-mente i problemi legatiall’occlusione delle tubature.Caratteristica del Lototubo èquindi un'elevata idrofobicitàe, di conseguenza, resistenza

allo sporco. Ciò favorisce latendenza dei fluidi ad attra-versare le condotte senza ade-rire e stagnare in esse, con ilduplice effetto di aumentare leportate e ridurre significativa-mente la crescita microbicache potrebbe derivare dai de-positi”.Quando gli inizi e chi iprotagonisti di questa im-portante scoperta?“Il progetto è in corso già dadue anni. Come per tutti i la-vori di ricerca si tratta di un

progetto medio-lungo checoinvolge più persone concompetenze diverse; in questocaso il gruppo di lavoro è com-posto da tre unità di ricerca: ilProf. Cosimo Carfagna, laDott.ssa Paola Persico del-l’Istituto di Chimica e Tecno-logia dei Polimeri delConsiglio Nazionale delle Ri-cerche, il Dott. Rossetto Gil-berto e il suo gruppodell’Istituto di Chimica Inor-ganica e delle Superfici (CNR)e la Dott.ssa Giuseppina Ro-viello dell’Università Parthe-nope di Napoli. Inoltre ci sonodiversi partners aziendali spe-cialisti del settore che collabo-rano con noi”.Impegno, tenacia, conti-nuità: queste le parolechiave del successo otte-nuto?“Questo è un progetto a cui la-voriamo da tempo e che pro-cede per continue sperimen-tazioni: ogni volta si definisceuna strategia da seguire, la siprova e si fanno poi le dovute

correzioni. Certo, con il pas-sare del tempo e con l’aumen-tare del numero di prove sirestringe sempre più il campofino ad arrivare a quella chepuò essere la soluzione defini-tiva. Vedere che un materiale,un prodotto della ricerca dàrisultati buoni è sempre unagrande soddisfazione soprat-tutto se il lavoro che è allespalle è lungo!”Quanto la ricerca e la tec-nologia possono miglio-rare e semplificare la vita

delle persone? Quantopossono incidere sul fu-turo dell’ambiente e delPianeta?“Le ripercussioni dell'innova-zione scientifica e tecnologicasulla vita delle persone, sul-l'ambiente e sulla Terra sononotevoli e non sempre positive.A volte piccoli passi avantipossono riflettersi in grandivantaggi sia sul breve che sullungo termine, mentre in altricasi ciò che al momento sem-brano vantaggi possono tra-sformarsi in futuro inulteriori problemi. L'obiettivodella ricerca in qualunqueambito, dal settore tecnologicoa quello medico, è comunquequello di portare benefici:esplorare nuove strade e com-binare diversi ambiti al finedi migliorare lo stile di vitadelle persone e quindi quellodel Pianeta, cercando di adat-tarsi ai mutamenti di scenarioche con il passare del tempo sipresentano e che comportanosempre nuove sfide”.

Loto Tubo, da Napoli un’innovazione vincente!

Anche gli ombrelli, nel loro piccolo, inquinano. E’ ciòche hanno evidenziato tre giovani italiani, FedericoVenturi, designer, Gianluca Savalli, ingegnere mec-canico, e Marco Righi, ingegnere gestionale i qualistanno cercando una soluzione per risolvere il pro-blema dell’inquinamento da ombrelli. Secondo il loroattento studio, ogni anno viene gettato un numeroesorbitante di ombrelli vecchi, oramai inutilizzabili.Rifiuti questi che smaltire è davvero difficoltoso, inquanto si dovrebbe smontarli in svariati pezzi. Leparti, che destano maggiori preoccupazioni in terminiambientali, sono il poliestere, di cui è composta la co-pertura ed è un polimero sintetico che impiega circaun millennio per biodegradarsi, e il ferro delle partiinterne. Inoltre, è stato sottolineato che, se si consi-derano in media 240gr di metallo a ombrello e li simoltiplica per il miliardo di pezzi appena nominati,si ottengono 240mila tonnellate di ferro annue: equi-valenti, all’incirca, al peso di 25 Torri Eiffel. E da que-ste premesse alquanto preoccupanti per la natura, i

tre giovani italianihanno dato vita aGinkgo, un ombrelloecofriendly, compo-sto da venticinquepezzi (contro i cento-venti degli ombrellitradizionali) confe-zionati interamentein polipropilene, unpolimero totalmentericiclabile. Ha un’estetica li-neare e personaliz-zabile, con tela,

asticciole e manico colorabili secondo i propri gusti.Promosso inizialmente attraverso i social network,Ginkgo ha ottenuto una buona risposta di pubblico,trasformandosi in start up grazie al sostegno dellaFondazione Politecnico di Milano. E ora sta cercandodi fare il grande salto. Spostatosi su Indiegogo, piat-taforma internazionale di crowdfunding che finanziaprogetti creativi, sociali e imprenditoriali, cerca fondiper entrare nel mercato. Non lasciando nulla al caso,i tre giovani imprenditori hanno calcolato che il finan-ziamento può essere diviso in tre parti: una fase ini-ziale necessaria per la produzione della prima seriedi ombrelli e per la copertura del setup dell’interalinea produttiva (30mila dollari); una seconda percreare stampi multipli e migliorare la produzione(100mila dollari); una terza per approfondire le fasidi ricerca e sviluppo (200 mila dollari). Per raggiun-gere il primo obiettivo, Indiegogo raccoglie fondi finoal 31 maggio e chi aderirà avrà Ginkgo già a novem-bre. Insomma, si assisterà una rivoluzione nel mondodei parapioggia e soprattutto si metterà al primoposto la salute della nostra madre Terra.

A.P.

Inquinamento da ombrelli? No, grazieGinkgo, l’ombrello totalmente riciclabile

Incontro con Irene Bonadies, ideatrice del prototipo

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Entro il 13 giugno è possibilepartecipare al bando LIFE+2013 presentando proposteprogettuali finalizzate allaconservazione della natura edella biodiversità, alla formu-lazione e all’attuazione dellapolitica e della legislazione co-munitaria in materia ambien-tale e alla promozione dello

sviluppo sostenibile. I fondi adisposizione sono pari a278.000.000 euro, di quali24.438.282 destinati all’Italia.Tre le aree d’intervento:LIFE+ Natura e Biodiver-sità, per proteggere, conser-vare, ripristinare, monitoraree favorire il funzionamentodei sistemi naturali, degli ha-bitat naturali e della flora edella fauna selvatiche, al finedi bloccare la perdita di biodi-versità all’interno dell’UE; poiancora: LIFE+ Politica e go-vernance ambientali, che aseconda delle tematiche miraa determinati obiettivi. Per ilcambiamento climatico: stabi-lizzare la concentrazione digas a effetto serra ad un li-vello che eviti il riscaldamentodel pianeta oltre i 2 gradi cen-tigradi; per l’acqua: contri-buire al miglioramento dellaqualità attraverso l’elabora-zione di misure efficaci sotto ilprofilo dei costi al fine di rag-giungere un buono stato eco-logico per lo sviluppo dei pianidi gestione dei bacini idrogra-fici; per l’aria: raggiungere li-velli di qualità che nonprovochino significativi effettinegativi né rischi per la saluteumana e l’ambiente; per ilsuolo: assicurarne un uso so-

stenibile, preservandone lefunzioni e ripristinando lezone degradate; per l’am-biente urbano: contribuire amigliorare il livello delle pre-stazioni ambientali delle areeurbane d’Europa; per il ru-more: attuare e incrementarepolitiche sull’inquinamentoacustico; per le sostanze chi-

miche: rendere operativaentro il 2020 la normativa inmateria di sostanze chimichee la strategia tematica sul-l’uso sostenibile dei pesticidi;per l’ambiente e salute: svi-luppare la base di informa-zioni per le politiche in temadi ambiente e salute; per le ri-sorse naturali e i rifiuti: rea-

lizzare politiche che garanti-scano la gestione sostenibiledelle risorse naturali e dei ri-fiuti, dalla prevenzione allaproduzione, consumo recu-pero e il riciclaggio dei rifiuti.Stesso discorso per le foreste,l’innovazione ed eventuali ap-procci strategici. Terza ed ul-tima area d’intervento:

LIFE+ Informazione e co-municazione, finalizzata adassicurare la diffusione delleinformazioni e sensibilizzarealle tematiche ambientali,compresa la prevenzione degliincendi boschivi; e a sostenereazioni e campagne di informa-zione e comunicazione, confe-renze e formazione.

Bando Life+ 2013: tutelaree valorizzare il territorio

Fabio Schiattarella

Prevenzione e sicurezza sonoi due argomenti principaliesplicitati dell’agenda 2013delle aziende italiane. En-trano nel vivo i nuovi incen-tivi dell’Inail, destinati a tuttequelle imprese, piccole, medieo grandi, che siano interes-sate a realizzare interventi infavore della salute dei proprilavoratori. Si tratta in totaledi 155 milioni di euro, ripar-titi in budget regionali. Diquesta cifra, 146 milioni sonorisorse dell’Inail destinateall’acquisto di macchinari d’avanguardia, a progetti di in-vestimento strutturali e al-l’adozione di un sistema di

responsabilità sociale. Il De-creto Legislativo n. 81/2008ha dato all’Inail il compito delsostegno economico alle im-prese che investono in pre-venzione, lo scopo è alzare laqualità, in termini di efficaciaed efficienza, della salute suiluoghi di lavoro. Spiegare idati che vedono gli indici in-fortunistici delle piccole e

medie imprese (PMI), mag-giori rispetto le grandi im-prese, lo si può con la diversadisponibilità di budget inve-stiti in salute e sicurezza sullavoro. Da alcuni studi con-dotti dall’Inail si evince che leaziende che hanno adottatoun sistema gestionale per lasalute e la sicurezza sul la-voro di tipo certificato, pre-

sentano indici infortunisticipiù bassi rispetto alla mediadelle aziende del proprio com-parto. Obbiettivo principaledell’Inail è dunque la realizza-zione di interventi sistematicid’investimento in materia disalute e sicurezza sul lavoroda parte di piccole, medie egrandi imprese attivando ini-ziative sempre più mirate.Parliamo di investimenti suimpianti, macchine, tecnolo-gie volte all’aumento di stan-dard di sicurezza, sistemi dimonitoraggio della salute suiluoghi di lavoro, adozione dimodelli gestionali proiettatiall’ attuazione dei principi diresponsabilità sociale delleimprese.

Salvatore Allinoro

Volete spendere i vostri soldi per finanziare libri e CD sca-turiti dalla fantasia degli artisti alle prime esperienze? I fans lo fanno. Il sito internet www.produzionidalbasso.comaiuta i giovani talenti a produrre i loro lavori senza ri-schiare il tracollo economico. È una piattaforma virtualeben organizzata attiva dal 2005, è il canale di comunica-zione di riferimento per i giovani creativi ricchi di spuntie poveri di capitali finanziari. Ha centinaia di successieditoriali all’attivo. Gli autori danno visibilità alle loroopere gratuitamente, pubblicano on line la copertina eduna descrizione dell’opera per incuriosire i sostenitori.I fans in un primo momento non anticipano soldi ma siimpegnano ad acquistare i lavori con un clic. Pagherannosolo quando il capitale promesso è abbastanza cospicuoda coprire i costi della stampa. Solo quando sono abba-stanza numerosi e garantiscono un potere d’acquisto ri-levante vengono raggiunti da una email che indica comeperfezionare la transazione attraverso un bonifico o incontanti. La cifra chiesta ad ogni “mini-mecenate” per fi-nanziare il progetto è uguale per tutti, di solito dieci euro.Una mega-colletta virtuale racimola qualche migliaio dieuro e paga il personale ed i materiali della sala stampa.Scrittori e musicisti usano ogni tecnica possibile per con-vincere i donatori: creano funpages sui social network, or-ganizzano eventi, bussano alla porta di tutti gli abitantidel quartiere, promettono di pagare un pegno. Per pubblicare un’opera si organizzano almeno due feste.La prima serve a sponsorizzare il lancio del progetto, laseconda volta ci si incontra per distribuire il libro o il CD. È un trampolino di lancio che proietta le giovani promessedel panorama culturale nell’Olimpo dei professionisti.

Un modo nuovo persostenere l’editoria

Nuovi incentivi Inail per le imprese

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Giulia Martelli

Il problema delle allergie alimentari è moltopiù diffuso e serio di quanto si possa pensare.Negli ultimi quarant’anni l’industrializzazioneincalzante e la diffusione del cibo su scala in-ternazionale hanno provocato dei fenomeniche non conoscevamo prima, di cui il principaleè la manipolazione alimentare. Con questos’intendono tutti i procedimenti industriali ditipo chimico e fisico che portano alla produ-zione di un cibo che non è più biologicamenteintegro; nella coltivazione dei terreni si ha unaalterazione chimica talmente forte da portarealla crescita di prodotti che hanno delle grossealterazioni genetiche e che, quindi, nei soggettipredisposti, portano a forme di allergie più omeno gravi. Queste ultime, infatti, a differenzadelle intolleranze, sono dose-indipendenti: ciòsignifica che basta anche una piccola quantitàdi allergene per scatenare la reazione aller-gica, che può manifestarsi anche in formemolto violente, come lo shock anafilattico. Pro-prio per questo, per coloro che soffrono di talidisturbi, una semplice uscita a cena fuori casasi trasforma in un’odissea perché non semprei menù o le etichette sono chiari sugli ingre-dienti o perché esiste comunque il rischio dicontaminazione durante la preparazione dei

piatti. Una novità per far stare più tranquilligli allergici, però, potrebbe essere presto incommercio. Si tratta di un dispositivo collega-bile al telefono cellulare, chiamato iTube, chedovrebbe rilevare in soli 20 minuti la presenzadi allergeni all’interno dei cibi. L’invenzione,frutto di una ricerca dell’Università della Ca-lifornia, Los Angeles, consiste in un piccolo di-spositivo che si collega al telefono cellulare.Per testare gli allergeni, i campioni alimentarisono inizialmente macinati e miscelati in unaprovetta con acqua calda ed un solvente, e que-sta miscela viene lasciata per diversi minuti.Poi, il campione preparato viene mescolato aduna serie di altri liquidi. L’intera preparazionedura circa 20 minuti. Quando il campione èpronto, si misura otticamente la concentra-zione di allergeni attraverso la piattaformaiTube, utilizzando la fotocamera del cellularee una applicazione intelligente sul telefono. Il telefono non solo dice se gli allergeni sonopresenti oppure no, ma può anche quantifi-carne la presenza. iTube è già stato testato sualcuni biscotti in commercio. “Prevediamo chequesto telefono cellulare potrebbe essere moltoutile, soprattutto per i genitori, così come perscuole, ristoranti e altri luoghi pubblici”, hadetto il coordinatore del progetto AydoganOzcan.

Scovare gli allergeni nei cibi in tempo realePresto sul mercato un apparecchio portatile che analizza i cibi “sospetti”

Nelle verdure ci sono i pesti-cidi, lo zucchero provoca lacarie, il burro e la carne rossaaumentano il colesterolo. Sipotrebbe fare un elenco inter-minabile di divieti alimentari,una lista da cui non si salve-rebbe alcun tipo di cibo. Mabisogna far attenzione a nonesagerare per non caderenell’ortoressia nervosa, unnuovo tipo di disordine ali-mentare: persone ossessio-nate dalla ricerca diun'alimentazione sana. Laprima descrizione dettagliatadella patologia comparve inuna rivista di yoga, nel 1997.Fu Steven Bratman, medico eortoressico, a definire questo

disturbo: l' ortoressico in-staura chiaramente un rap-porto distorto con il cibo,iniziando mano a mano ascartare ogni cibo «cattivo». Siinizia con l'escludere dallapropria alimentazione i cibitrattati con pesticidi o conqualsiasi additivo artificiale e,

piano piano, i criteri di am-missibilità di un alimento di-ventano sempre piùrestrittivi. Alla fine l'ortores-sico consuma il proprio pastoin solitudine (caratteristicacomune anche all'anoressia ealla bulimia), si isola social-mente e arriva ad avere unadieta talmente povera dapoter riportare gravi dannisul piano nutrizionale. Atten-zione, dunque, perché negliStati Uniti il fondamentali-smo dietetico ha già fatto unavittima: Kate Finn, scom-parsa nel 2003. Il suo è consi-derato il primo caso ufficialedi morte per ortoressia.

G.M.

Quando mangiare sano puòdiventare un’ossessione

Si chiama ortoressia la nuova psicosi alimentare

Rosa Funaro

Il Laboratorio Coop, che da anni è impegnato nell'appli-cazione di tecniche in grado di leggere il dna di prodottia rischio si è recentemente dotato di un nuovo stru-mento in arrivo dalla Francia che è un'autentica raritànel nostro Paese (attualmente è in dotazione solo in 2poli universitari). Si chiama Heracles II e tecnicamenteè un gascromatografo eFast di ultima generazione, ab-binato ad un potente software di analisi statistica; lostrumento ha la peculiarità di "annusare" le sostanzevolatili caratteristiche emesse da qualsiasi materiaprima o prodotto e attribuire di conseguenza una sortadi carta d'identità o "impronta digitale" specifica del pro-dotto stesso. In questo modo, analizzando il profilo aro-matico dei cibi è possibile in tempi più brevi di quelli acui siamo solitamente abituati, distinguere quelli con-formi da quelli adulterati. Inoltre, Heracles permette divalutare la provenienza geografica dei campioni analiz-zati e identificare le varietà vegetali utilizzate. Nellospecifico, questo utilissimo strumento è addirittura ca-pace di distinguere, ad esempio nell’olio, le varietà diolive spremute per ottenerlo. Nell’attesa che questo di-spositivo possa divenire di uso comune, per salvaguar-dare la nostra salute non ci resta che prestare grandeattenzione alle etichette dei cibi che ci apprestiamo adacquistare, preferendo filiere corte e prodotti di prove-nienza certa.

IL NASO ELETTRONICO CONTRO LE SOFISTICAZIONI ALIMENTARI

Produrre succhi di frutta sa-lutari e sicuri: questo l’obiet-tivo del progetto Derfram –sviluppo di derivati di fruttaad elevato grado di sicurezzad’uso – finanziato dalla mi-sura 124 del Piano di Svi-luppo Rurale 2007–2013della Regione Campania. Irisultati della ricerca si sonorivelati sorprendenti: il lie-vito rosa sconfigge il Penicil-lium expansum, pericolosamuffa che genera l’agentetossico Patulina, dannoso peril nostro organismo. Nonsolo, in assenza di infezioneda questa micotossina questolievito si è rivelato efficaceanche contro il Marciumebruno. Di più: bassi dosaggidi un fungicida, il boscalid,associati alla presenza dellievito rosa sulle fruttifere,hanno azzerato la presenzadei residui della micotossina

sulla frutta, senza però la-sciare traccia di sé. A benefi-ciare del trasferimentotecnologico della ricerca, checomprende anche l’affina-mento delle tecniche di pro-duzione dei succhi di frutta,sono l’azienda Giò Sole diCapua, 60 ettari prevalente-mente investiti a frutteto edun impianto di trasforma-zione interno per marmellatee succhi di frutta, e altrequattro aziende agricole, tredelle quali localizzate nel ca-sertano ed una nella Pianadel Sele, tutte ad indirizzofrutticolo.

Progetto “Frutta senza tossine”

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Una norma, che vieta sul proprio territorio la col-tivazione di colture transgeniche rischiose per lasalute. Il Senato ha approvato un ordine del giorno per ladifesa dell'agricoltura italiana. Si tratta di unanorma, prevista dalla direttiva europea del 2001,che dà la possibilità di vietare sul proprio territorionazionale la coltivazione di colture transgenichepotrebbero manifestarsi rischiose per la salute oper l'ambiente. La battaglia era stata già lanciataun po’ di tempo fa dalla Fondazione diritti geneticisulla piattaforma change.org, ottenendo migliaiadi adesioni in poche settimane. Adesso la delicataquestione passa ai dicasteri competenti e precisa-mente: il Ministero dell’Agricoltura, dell’ Ambientee della Salute, che in breve tempo dovranno pro-durre un decreto interministeriale che metta incondizione di applicare la clausola di salvaguardia.La mozione promossa al Senato è stata sostenutatrasversalmente da tutte le Regioni italiane, daiproduttori, dalle categorie coinvolte e dai consuma-tori. Grande soddisfazione è stata manifestata datutto il mondo agricolo italiano, secondo la Confe-derazione italiana agricoltori: “La clausola di sal-vaguardia contro gli ogm è essenziale per tutelare

la nostra agricoltura diversificata e di qualità: nonabbiamo bisogno di prodotti transgenici”. “Sonoconvinta che l'agricoltura italiana ha bisogno difare leva sui suoi punti di forza e che quindi la col-tivazione di ogm non possa essere di aiuto al nostrosistema, che si fonda in primo luogo sulla qualità enon sulla quantità”, queste le dichiarazioni delneoministro delle Politiche agricole Nunzia De Gi-rolamo. Dal produttore al consumatore la distanza è mi-nima: una curiosa notizia arriva dalla ristorazione,infatti, dal prossimo anno i ristoranti non potrannopiù servire ai clienti, le cosiddette bottigliette d'olio“ricaricabili”. Generalmente sono in coppia, quelledell’olio e quelle dell’aceto insieme a sale e a pepe,in appositi set per condimento. La CommissioneUe, infatti, ne ha deciso la progressiva elimina-zione perché "non sono igieniche" e "possono ser-vire a truffare la clientela, cui viene servito un oliodi pessima qualità". Con grande piacere dei consu-matori e forse, qualche malumore dei ristoratori,potremo dire dunque addio ai flaconi di vetro o pla-stica trasparenti, senza etichetta, contenenti unprodotto proveniente chissà da dove e fatto chissàin che modo.

Fabiana Clemente

Sono trascorsi poco più didieci anni quando la Sars –Sindrome Acuta RespiratoriaSevera – faceva la sua primaapparizione in Cina. A di-stanza di tanto tempo sembrache quel coronavirus stia dinuovo calcando le scene. Èstato battezzato con il nome diMers-CoV – Middle East re-spiratory syndrome-coronavi-rus – in quanto il primo caso èriconducibile allo scorso giu-gno in Arabia Saudita. Risal-gono a qualche giorno faavvistamenti del virus nel no-stro continente, nello specificoin Francia, in Gran Bretagnae in Germania. L’Health Pro-tection Agency britannica hariscontrato una singolare so-miglianza nella sequenza ge-netica del coronavirus con uncoronavirus identificato neipipistrelli africani del Ghanae in quelli tedeschi. Nei casisinora registrati è possibileidentificare un comune deno-minatore, ovvero l’avvenutocontagio durante viaggi negliEmirati Arabi. L’Oms invitagli Stati ad adottare misure divigilanza di questo nuovovirus, registrarne l’iter e dedi-care particolare attenzionealle patologie respiratorie aicittadini che fanno ritorno dai

paesi colpiti. Ma vediamo unpo’ più da vicino come si ma-nifesta il coronavirus e qualisono le opportune indaginidiagnostiche da effettuare.Febbre, dolori articolari e mu-scolari, emicrania, tosse e ov-viamente difficoltà respi-ratorie, polmonite e ipossiasono i sintomi più evidenti.Tuttavia si giunge a diagno-sticare il virus accompa-

gnando l’osservazione dei sin-tomi con relative indagini edesami, quali radiografia tora-cica, conta delle cellule emati-che, coltura dei Gram edesame dello sputum. Comeprevenire eventuali contagi?La Sars si diffonde con la sa-liva, quindi starnuti e tosserappresentano i principali vei-coli, ma anche il contatto fisicoo una semplice conversazione

con la persona infetta po-trebbe minare alla nostra in-columità. Evitare il dif-fondersi della malattia costi-tuisce il principale strumentodi prevenzione. In primis sisconsiglia di effettuare viagginei luoghi che hanno regi-strato i primi focolai, si consi-glia un’attenzione particolarealla cura dell’igiene personalee della propria abitazione, al

consumo di frutta e verduraben detersi, non frequentareluoghi affollati e consultare ilmedico in seguito a sintomisopracitati. Ovviamente nonc’è da preoccuparsi, questisono consigli utili per scongiu-rare qualsiasi forma di virus.Lungi dal creare inutili allar-mismi è opportuno sottoli-neare che nel nostro Paesenon sono stati registrati casisospetti. Confrontando que-st’informazione con i dati rile-vati a dieci anni fa –in Italiasi registrarono solo tre casi diSars e nessun decesso – pos-siamo sicuramente star sereninei confronti del nuovo virus.Inoltre è bene sapere che sonogià attive una rete di sorve-glianza delle gravi infezioni edelle sindromi da distress re-spiratorio acuto e una rete na-zionale per la gestione dellasindrome da insufficienza re-spiratoria acuta grave da pol-moniti con la pratica, nei casipiù gravi, della terapia ECMO– ovvero ossigenazione extra-corporea a membrana. Nellanostra regione è l’AziendaOspedaliera Universitaria Fe-derico II a garantire soccorsoe assistenza nel trattamentodi questo virus. Don’t worry!Siamo dotati di tutte le risorsenecessarie per debellare que-sto nuovo nemico!

Sars: ritorna in Europa dopo 10 anni Primi avvistamenti del virus in Francia, Gran Bretagna e Germania

Ogm, approvata all'unanimità la clausola di salvaguardiaLa mozione è stata sostenuta trasversalmente da tutte le Regioni italiane

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Nel 1631 Napoli visse uno deimomenti più drammatici dellasua storia: un’eruzione violen-tissima del Vesuvio che spinsela lava fino all’ingresso dellacittà presso il Ponte dellaMaddalena dove, secondo unadiffusa tradizione testimo-niata da una statua ancoraesistente in quel luogo, SanGennaro portato in proces-sione dal popolo fermò il peri-colo incombente con unsemplice gesto della mano. Un obelisco a piazza RiarioSforza (alle spalle del Duomo)ricorda lo stesso miracolo cele-brato anche dallo scioglimentoannuale del sangue di SanGennaro ogni 16 dicembre. Lecronache del tempo sono vera-mente drammatiche: “terre-moti si seguirono con tantaforza che ritenemmo che lastessa città fosse divelta dallefondamenta. Per due giorni latrepidazione della terra fu per-petua e le scosse frequentis-sime. Martedì 16 dicembredopo le 7 di mattina s’aprì ilMonte Somma. Non vi andòmolto tempo, che da ognuno si

conobbe da più di una bandauscire e fumo, e fuoco, e ce-nere, e pietre, e fiamme e dimano in mano si aprivano,gettando nell’aprirsi unoschioppo, come se fossero statitanti mortaletti di quelli che sitirano nelle feste: e quelle boc-che parevano prima grandiquanto è un fondo di grossotino: le esalazioni poi, unite in-sieme in aria, formavanoquella nuvola, che vide calarsaette, e grossissime pietre.Essendo già uscito il sole inNapoli cominciò a osservarsisopra la montagna una densa,straordinaria nuvola: la qualeda principio sembrava ap-punto un altissimo e fioritopino... s’oscurò quasi affatto, el’aria stessa si fece nera e cali-ginosa, con sentirsi una puzzadi zolfo, e di bitume bruciato,tanto grave, che cagionava sof-focazione e impediva il respi-rare... alle ore 16 cominciòanche in Napoli a sentirsi licontinui tremori per li qualicrollavano talmente le case eballavano i tetti con spavente-vole strepito per l’aria. In-somma fu qui per tre ore tantogrande questo rumore perl’aria, così continuo lo scon-

quassamento delle case, tantospaventevoli i tuoni, orribili ilampi... La cenere raggiunseBenevento, Bari e Taranto;trasportata dai venti giunse inDalmazia e non furono im-

muni i mari. La cenere cadutasi propagò sull’Egeo e rese ilmare imbiancato. Sapemmoinoltre che dall’altra parte cheguarda a mezzogiorno la ce-nere giunse in Lucania e a

Stilo e, passato il mare, giunsein Africa. Caddero pietre dalcielo come terribile grandinenon solo a Nola e nelle cittàpiù vicine al Vesuvio, maanche nell’agro melfitano chesi trova quasi nell’ombelicodella Puglia e dista dal Vesu-vio quasi 100 mila passi. Nè sitrattava soltanto di pomici,ma di sassi anche di tantagrandezza che narrano che nefu trovato uno tanto grandeche la forza di dieci paia dibuoi non poteva smuoverlo dadove era caduto. Avresti dettoche non piovessero sassi, marupi”. La popolazione è ormaiin preda al panico. Il Vescovo di Napoli, che risie-deva a Torre del Greco, rientraper mare in città e ordina unaprocessione che, partendodalla cattedrale, doveva arri-vare alla chiesa del Carmine.Intanto, alle 15, inizia la pro-cessione. Intorno alle 18 la processionegiunge al Carmine accompa-gnata da un sempre più in-tenso tremore vulcanico edalla caduta di cenere... Disera si arriva al Ponte dellaMaddalena e, come si è detto,San Gennaro salva la città...

La grande forza di Napoli e dei NapoletaniLe cronache della città gentile

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Linda Iacuzio

Alla fine degli anni ottantadell’800, un gruppo di geologiitaliani e stranieri studiava i“vulcani fluoriferi della Cam-pania” e gli immensi depositiaccumulatisi in seguito ai fe-nomeni eruttivi; tra essi de-stavano notevole interessequelli dei Campi Flegrei. Nel 1889 fu ritrovato, lungo lastrada detta cupa, che dai Ca-maldoli portava al fondo Pi-gnatiello, un frammento dicorno di un ruminante fossi-lizzato nella pozzolanasmossa da un’alluvione. Il ritrovamento, fatto dal dot-tor Chapman, del gruppo in-glese di geologi che all’epocastudiava i vulcani dell’ItaliaMeridionale, indusse lo stu-dioso a ritornare sul luogo,dove si scavò per tre giorni e“si potettero raccogliere inquella pozzolana varie ossa…La larghezza di quella via, ocupa, come volgarmente sichiama, è di circa tre metri.Pochi giorni prima della sco-perta di quel corno, alcuneforti alluvioni avevano ta-gliato dei profondi solchi nellapozzolana che costituisce

quella via ed avevano messoin evidenza il corno, che poi èla chiave della scoperta. Nei tre giorni di lavoro fu ta-gliata una trincea lunga ventimetri, profonda uno e larga

quanto tutta la cupa”.Nella pozzolana furono ritro-vati, a 155 m. sul livello delmare e sotto diversi strati didepositi lacustri dai 12 ai 20metri, altri resti ossei attri-

buiti a un esemplare di Cer-vus elaphus Lin, - Cervo no-bile -, e cioè “quattro vertebre,le branche della mandibolacon quasi tutti i molari, laparte basi-occipitale del cra-

nio, l’osso frontale con lecorna quasi intere, un meta-tarso, un frammento di ar-cata zigomatica ed altriframmenti indeterminabili”. Le ossa del cervo dovettero

depositarsi quando il lago eraancora molto profondo, in unperiodo databile tra i 4500 ei 3500 anni fa, probabilmenteal tempo della formazione delcratere di Cigliano, di MonteSenga e del cratere di Cam-pana. La storia della sco-perta, la descrizione delleossa ritrovate e del luogo dirinvenimento, furono resenote alla comunità scientificadal dottor Ettore Flores e dalprofessore di vulcanologia diNapoli H. J. Johnston Lavis,in una memoria del 1895 in-titolata: Notizie sui depositidegli antichi laghi di Pianura(Napoli) e di Melfi (Basili-cata) e sulle ossa di mammi-feri in essi rinvenute,pubblicata nel Bollettinodella Società Geologica Ita-liana di quell’anno.

(prima parte)

«Nel 1889 fu ritrovato un

frammento di cornodi un ruminante»

Un ritrovamento di fine Ottocento

Resti preistorici nell’antico lago di Pianura

Lorenzo Terzi

Élie Cabrol - nato a Rodez, capoluogodel dipartimento francese dell’Avey-ron - fu letterato e poeta, esponente diuna categoria oggi pressoché scom-parsa: quella dei raffinati dilettantid’arte dediti al mecenatismo.Nel 1884 lo scrittore pubblicò un vo-lume di Notes de voyage riguardantidiverse città italiane da lui visitatenel corso dell’anno precedente, in pri-mis Napoli.Partito da Parigi il 27 marzo 1883,Élie Cabrol rimane un giorno a Mar-siglia, da dove parte la mattina del 29per Napoli a bordo dell’Alphée, vec-chio battello della compagnia “Messa-geries Maritimes”. Alle 6 del mattinodi sabato 31 marzo, “con un tempo su-perbo”, Cabrol giunge in vista del-l’isola d’Ischia, entrando quindi nelGolfo partenopeo: “A destra, Capri,Massa, Sorrento, Castellammare, ilVesuvio; a sinistra, Ischia, Castellod’Ischia e di seguito Procida, Nisida,lontano il Capo Miseno, e in fondo Na-

poli”.Arrivato in porto alle nove, il viaggia-tore ha modo di assistere a due spet-tacoli di segno diametralmenteopposto: da una parte, tante piccoleimbarcazioni, piene di cantanti e mu-sicisti, che compiono giravolte intornoal battello appena approdato; dall’al-tra, un grande bastimento inglese ca-rico di emigranti in procinto di partire

per l’America del Sud. “Ho appreso”commenta Cabrol “che l’emigrazionesi fa su larga scala in Italia. La mise-ria!”.Preso alloggio all’Hôtel Royal desÉtrangers, di fronte a Castel dell’Ovo,l’autore ammira i nuovi, grandi vialiaperti fino a Mergellina e realizzatigrazie all’arretramento “artificiale”della spiaggia di Santa Lucia; tuttavia- a suo dire - i quartieri sorti in seguitoa questo impegnativo intervento ur-banistico lasciavano a desiderare dalpunto di vista della salubrità, essendostati costruiti “su terreni di riporto esul fondo stesso del mare”.Il giorno dopo Cabrol decide di passeg-giare nella Villa Reale, improvvida-mente ribattezzata “Villa Nazionale”dopo l’unità, e lungo la riviera diChiaia; particolare ammirazione su-scita in lui la visita di “un acquario, ilpiù grande e il più interessante cheesista”: si tratta della Stazione zoolo-gica, fondata da Anton Dohrn poco piùdi un decennio prima dell’arrivo delloscrittore francese, nel 1872.

Élie Cabrol a NapoliEsponente dei raffinati dilettanti d’arte dediti al mecenatismo

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Smart City: le città ecosostenibili del futuroAntonio Palumbo

Le “smart city” rappresentano l’ultimafrontiera del connubio tra aree verdi emetropoli. Con l’espressione in parolasi definiscono le cosiddette “città intel-ligenti”, nelle quali tutte le azioni dinuova realizzazione o, nei casi di am-bienti urbani esistenti, di riqualifica-zione vengono intraprese per miglio-rare la vita di cittadini, istituzioni edimprese, mettendo a sistema, nei modipiù ecosostenibili, l’impiego diffuso edinnovativo delle TIC, soprattutto neicampi della mobilità, dell’efficienzaenergetica e della gestione delle areeverdi e dell’ambiente.Laddove appare più difficile instaurareun dialogo tra architettura e natura econciliare i ritmi di una vita frenetica estressante con quelli più cadenzati esalutari di un’esistenza a contatto conil verde, le “smart city” rappresentanouna credibile risposta in termini di eco-

sostenibilità. Tra i Paesi maggiormenteall’avanguardia nella sperimentazionedi questi nuovi modelli urbani vi sonola Cina ed il Brasile.Segnatamente per la Cina - interessatadalla massiccia presenza di metropolisorte in tempi brevi e già alle prese conuna serie di problemi ambientali di dif-ficile gestione - la questione di una pia-nificazione “green” dei nuoviinsediamenti urbani e la progettazionedi città ecosostenibili sono diventatepriorità assolute dell’agenda istituzio-nale. Qui sono due i principali esempidi “smart city”, nate negli ultimi anniper fornire risposte adeguate all’esi-genza di un connubio equilibrato traaree verdi e qualità della vita dei citta-dini: Caofeidian (già ribattezzata la Pe-chino dell’Innovazione), sorta nellaprovincia di Hebei a 200 km dalla capi-tale, e Tianjin (o Tientsin) Eco-City,edificata nella medesima provincia, nelnord-est della Cina.

Quest’ultima è stata progettata da unconsorzio di società cinesi e di Singa-pore e si prefigge un ambizioso pro-gramma - il cui completamento èprevisto per il 2020 - con cui si intenderaggiungere l’obiettivo di ospitare ben350.000 abitanti in soli 30 kmq: in pra-tica, una città nella città, come era ac-caduto per il quartiere dellaConcessione Italiana al tempo della se-conda guerra mondiale. Tianjin Eco-City vuole essere soprattutto unacittà-giardino, che ambisce a conse-guire il massimo sviluppo verticaledelle strutture inframezzato dalla mag-gior quota possibile di aree verdi, chefungeranno da luoghi naturali per losvago e l’aggregazione sociale.Il progetto per Caofeidian, ideato dal-l’architetto italiano Pierpaolo Mag-giora, prevede il suo completamentoper il 2030: la città sarà costruita inun’area di 94 kmq interamente ricavatisul mare, per la maggior parte costi-

tuiti da aree verdi, ospiterà 2.400.000abitanti e, di questi, almeno 350.000 la-voreranno nei settori della Green Eco-nomy. Il fabbisogno energetico diCaofeidian sarà interamente soddi-sfatto dall’uso delle rinnovabili: in par-ticolare, il 38% sarà ricavatodall’energia delle maree, il 18% dall’eo-lico (anche con l’utilizzo di microtur-bine in plastica riciclata), il 10% dapannelli solari integrati negli edifici, larimanente quota da un efficiente pro-gramma di gestione dei rifiuti me-diante la loro trasformazione in biogas.Altre realizzazioni di rilievo sono rap-presentate: sempre in Cina, da HainanFuture City (una città ecosostenibileche si prospetta carbon free, da realiz-zare in una località turistica molto im-portante, a sud-ovest dell’isola diHainan) e Nanjing Green City; inIndia, Lavasa Green City; in Vietnam,Hanoi Green City; negli Emirati ArabiUniti, Masdar City.

Smart Home: la casa sostenibile e accessibileElvira Tortoriello

Il progetto S.M.A.R.T. Home(acronimo di Sostenibilità, Mo-bility free, Ambiente e domo-tica, Risparmio energetico eTecnologia) che verrà realiz-zato a Castelfranco Venetorappresenta il primo esempiodi un'abitazione sostenibile intoto rispettosa dell'ambienteed in grado di assicurare lamassima efficienza e il com-fort abitativo grazie alle mi-gliori tecnologie presenti sulmercato, e soprattutto di mi-gliorare la vita dei disabili.Una casa accessibile che con-senta a chiunque di poter uti-lizzare spazi e servizidomestici con autonomia,senza incontrare ostacoli .

La storia nasce da una neces-sità personale del progettistaPaolo Berro che all’età di 21anni a causa di un incidenteperse la mobilità dalle spalle ingiù. Il progetto ha una impor-tanza fondamentale sia dalpunto di vista tecnologico chesociale. Per raggiungere que-sto scopo, la Smart Home -progettata su due livelli colle-

gati da un ascensore – presen-terà tutti gli spazi di manovranecessari per una perfetta mo-bilità su sedia a rotelle, portescorrevoli automatizzate perl'accesso alle stanze e tappa-relle motorizzate. Tutti i dispo-sitivi elettronici presenti nellacasa - e qui si entra nel campodella domotica - potranno es-sere gestiti tramite l'uso della

voce. L'abitazione verrà realiz-zata secondo i criteri della bio-architettura, in legno, fibra dilegno e materiali rigorosa-mente naturali. Sono previstel'uso delle tecnologie più evo-lute per garantire un comforttermico in tutte le stagioni,studiando la migliore combina-zione per avere il massimorendimento con il minor con-sumo. Verranno installati sultetto pannelli fotovoltaici adalta resa: saranno alimentatecosì la pompa di calore e leutenze domestiche comel'ascensore, le porte e le fine-stre motorizzate; ma anchepannelli solari termici per laproduzione di acqua calda eper l'integrazione del riscalda-mento. Per rinfrescare la casa,

poi, verrà utilizzato un im-pianto radiante a soffitto ge-stito tramite una pompa dicalore geotermica. L'involucroedilizio altamente isolato im-pedirà inoltre le dispersioni dicalore. Per quanto riguardal'illuminazione, saranno utiliz-zate sorgenti a basso consumoenergetico (LED), abbando-nata la rete a gas e usataesclusivamente quella elet-trica. L'utilizzo integrato di di-verse tipologie di fontirinnovabili permetterà all'abi-tazione di essere indipendentedal punto di vista energetico edi consumare quanto prodotto.La SMART Home sarà prontaa novembre 2013 e presentataa Bruxelles presso la sede dellaCommissione europea.

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Cristina Abbrunzo

“I libri che comprate potreb-bero contenere tracce di fore-sta pluviale. In Italia, editori,stampatori, tipografie, riven-ditori di carta, ma anche let-tori e consumatori, acquistanosenza saperlo prodotti legatialla deforestazione in Indone-sia” . Recita così un volantinodistribuito dagli attivisti diGreenpeace al Salone delLibro di Torino, evento inter-nazionale dedicato al mondodella carta stampata, che si èconcluso appena pochi giorni

fa. Alla kermesse: le novitàeditoriali italiane e straniere,tanti ospiti, vip e visitatori,ma anche tanta attenzioneper l’ambiente. Perché contri-buire a salvare il Pianeta sipuò, anche acquistando unlibro! Basta scegliere una “let-tura verde”. E con questa de-finizione non si intende soloriferirsi a quei libri dedicati altema dell’ambiente o all’ecolo-gia, (oggi c’è davvero l’imba-razzo della scelta in questocampo) ma, anche e soprat-tutto, a quei libri stampati sucarta “amica delle foreste”.

Greenpeace sta da tempo con-ducendo un’operazione di sen-sibilizzazione sui gruppieditoriali affinché sappiano dadove proviene la carta che ac-quistano per la stampa deiloro libri e, dove possibile, per-ché utilizzino quella che pro-viene da foreste gestite inmaniera sostenibile o meglioancora quella riciclata.L’associazione ambientalistaè intervenuta al Salone dellibro proprio per vedere cosane pensano gli editori e i let-tori dell’utilizzo di carta rici-clata nella stampa di nuovi

libri. Questa carta si ottienedalla raccolta differenziata,quindi senza necessità di ab-battere ulteriori alberi e con-sente di risparmiare sulconsumo di energia, acqua eCO2. Nonostante questo,molti editori non stampanolibri su carta riciclata perchésostengono che li renda menoleggibili e sgraditi al pubblico.Esiste già un sondaggio on-line, a cui hanno risposto oltre12000 persone, il 90% dellequali afferma di non trovarenessuna differenza di leggibi-lità tra un libro stampato su

carta “bianca” e uno stampatosu carta riciclata. Il sondaggioè proseguito al Salone tra ilettori che hanno visitato que-sto bellissimo spazio letterarioe ha dato come risultato chegli italiani non hanno nessunproblema riguardo all’utilizzodi carta riciclata. Altra azionedi Greenpeace alla fiera tori-nese, è stata diffondere lanuova versione della classificadelle case editrici "Salvafore-ste" che conta ben 17 editoriche utilizzano carta che con-tiene alte percentuali di cartariciclata unite a fibre verginirigorosamente certificate eche garantisce la tutela delleforeste. Tra queste troviamo: Bom-piani, Edizioni Ambiente,Fandango, La Coccinella edaltre. C'è poi un nutritogruppo di editori 'sulla buonastrada', che stampano preva-lentemente su carta certifi-cata Fsc, ma che devonoimpegnarsi ad aumentare lapercentuale di fibre riciclate.Sono ben 80 e ci sono Feltri-nelli, Laterza, De Agostini, Ei-naudi, Bompiani, Adelphi,Rizzoli, Mondadori, solo percitarne alcune. Se da un latole case editrici possono faredelle scelte ecofriendly, anchei lettori possono fare la diffe-renza scegliendo di acquistareun libro amico dell’ambiente.E poi, da lettrice accanita,personalmente trovo che quelbel colore beige della carta ri-ciclata dia un senso di perso-nalità, di rispetto, di legamecon la terra che il colorebianco, della carta trattatacon cloro, non mi sa dare.

A volte non sono molto noti, ma esi-stono accorgimenti anche piccolissimiche ci consentono di aiutare mammaTerra. Non tutti, ad esempio sanno chel’inchiostro per stampa è una sostanzaaltamente inquinante e fra le più co-stose del mondo.In commercio si trovano stampanti dalprezzo irrisorio le cui cartucce spessocostano quasi più della stampantestessa. Per venire incontro a questoproblema nasce ECOFONT, un carat-tere per computer grazie al quale è pos-sibile risparmiare fino a più del 20%del inchiostro utilizzato.Nato in Olanda da un’idea di Colin Wil-lems (Spranq), il primo carattere ecolo-gico ha nella propria composizione lasua principale peculiarità.Dopo lunghi test con tutti i tipi diforme, i migliori risultati sono stati ot-tenuti utilizzando piccoli cerchi.Nelle lettere digitate si creano dei forel-

lini, in tal modo i caratteri stampatinon saranno “pieni”, ma avranno deibuchetti così piccoli che faranno rispar-miare inchiostro e quindi risorse. Il ri-sparmio viene calcolato con unascansione ad alta risoluzione e succes-sivo conteggio dei pixel.Se poi pensate che i forellini danneg-

gino la qualità della stampa, sappiateche il nostro cervello non li "registra",quindi noi non li vediamo e il risultatoè una stampa durevole e perfetta sottoogni aspetto. Il font ecologico è comple-tamente gratuito in licenza libera dallaSpranq e scaricabile dal sito ufficiale.Il funzionamento è semplice: una voltainstallato Ecofont sulla barra menù diMicrosoft Word viene visualizzata unanuova icona, la foglia di ecofont. Pos-siamo usare i classici caratteri comeArial, Verdana, Calibri, Times new Ro-mans e altri e poi stampare semplice-mente premendo il pulsante nellavariante Eco. Unica limitazione è la di-mensone massima di 11 punti, per cuitesti con dimensioni maggiori vengonostampati con i normali caratteri.Ciò nonostante, Ecofont resta senz’al-tro un’originale idea ecologica che ri-spetta anche le nostre tasche.

Cristina Abbrunzo

Salvare il pianeta si può, anche acquistando un libro!La classifica delle case editrici “verdi”

PPer proteggere l’ambiente ci vuole “carattere”Con Ecofont stampi ecologico e risparmi!

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Eleonora FerraraMarco Alfano

Il governo Letta, purtroppo, siinsedia in un momento storico,particolarmente difficile dalpunto di vista occupazionale,in cui si assiste all’incremento,in modo esponenziale, della di-soccupazione. Il neo-ministrodel lavoro, Giovannini, ben co-nosce il problema ed è già al-l’opera per cercare di cambiarel’ultima legge sul welfare.Imprese costrette a chiudere,esuberi di personale, nonchédrastiche ristrutturazioni diaziende, sono soltanto alcunedelle conseguenze della pe-sante crisi economica che in-combe e che ha determinatouna massiccia mole di licenzia-menti. Al riguardo, la riformadei contratti di assunzione, ap-provata dal governo Monti, siè rivelata, del tutto, inefficace.L’ex ministro Fornero, infatti,per incentivare l’instaurazionedi rapporti di lavoro stabili eper contrastare la precarietà,ha introdotto una serie di vin-coli sul lavoro a termine e fles-sibile, che si sono rivelati deltutto controproducenti, poichèhanno generato il blocco delleassunzioni a tempo indetermi-nato e provocato l'interruzionedi molti rapporti di lavoro inessere. Inoltre, molte impresehanno preferito non procederepiù a nuove assunzioni, anchese di personale precario. I diecisaggi, nel cui novero era com-preso anche l’attuale ministrodel welfare Giovannini, incari-cati dal Presidente Napolitano,hanno ritenuto necessario af-frontare il problema della len-tezza della ripresa economicaed in conseguenza di ciò, nellaconvinzione che la riforma For-nero contenesse regole troppovincolanti, che si procedessealla rivisitazione della stessa.I punti da riformare riguar-dano il lavoro a termine, i con-tratti a chiamata, i buonilavoro, le collaborazioni a pro-getto, solo per citarne alcuni.Intento del governo Letta è,senza alcun dubbio, dare la-voro ai giovani, la cui disoccu-

pazione ha toccato, recente-mente, il 38,4 per cento, cre-ando nuove opportunità diimpiego per gli under 30, rive-dendo non solo la riforma For-nero, ma introducendo anchesgravi fiscali per le nuove as-sunzioni dei giovani. Le modifiche alla suddetta ri-forma, che intende attuare ilnuovo esecutivo, non dovreb-bero incontrare alcun ostacolo,anche in considerazione delfatto che si tratta di provvedi-menti a costo zero, che comeosserva un eminente giuslavo-rista, prendono atto dello sba-glio effettuato lo scorso anno,quando sono state introdottetroppe restrizioni alla flessibi-lità in entrata. Alcuni esponenti politici, poi,sono del parere dell’introdu-zione, da parte del governodella possibilità, per le agenziedi lavoro, di assumere perso-nale anche a tempo indetermi-nato o in un arco di tempocomunque superiore al limitemassimo di 36 mesi, previstodalla legge, o ancora, per i con-tratti a termine, si potrebbeallungare il tetto di 12 mesi,

entro il quale dare alle aziendela possibilità di assumere per-sonale in via temporanea,senza indicare la motivazionespecifica che sta alla base delrapporto. Non tutti, però, sonod’accordo sul programma delgoverno che mira a introdurreagevolazioni fiscali per chi dàun impiego ai giovani, inquanto tali provvedimenti in-ciderebbero sul bilancio pub-blico. Infine, nella discussionepolitica, c’è anche qualcuno cherileva la necessità di agire pre-sto, per arginare la disoccupa-zione giovanile, che haraggiunto livelli altissimi. Parimenti, meritano di esseretutelati anche i lavoratori atempo determinato della P.A.,in attesa di essere stabilizzatidal datore di lavoro presso ilquale prestano la propria atti-vità, oggetto già di troppe pro-roghe. In ogni caso, tutti noiauguriamo al Governo di lavo-rare bene e proficuamente.

ENERGIAMinistero dello Sviluppo Economico. Decreto29 marzo 2013. Proroga dei termini, di cui aldecreto 23 giugno 2011, ai fini della risolu-zione anticipata delle convenzioni Cip6 pergli impianti alimen-tati da combustibilidi processo o residuio recuperi di energia.Gazzetta Ufficialen.115 del 18/05/2013.MOZZARELLA DIBUFALA CAM-PANADecreto del Presi-dente del Consigliodei Ministri 18Aprile 2013. Prorogadel termine di cui al-l'articolo 4-quinquie-sdecies del decreto-legge n. 171 del 2008relativo alla separa-zione degli stabili-menti di produzione della DOP Mozzarelladi Bufala Campana da quelli in cui ha luogola produzione di altri tipi di formaggi o pre-parati alimentari. Gazzetta Ufficiale n.113del 16/05/2013.ARPA/APPA E CONTROLLO AMBIEN-TALEPer la Corte di Cassazione il "campionemedio prelevato nell´arco di tre ore" può es-sere sostituito da altre metodologie di pre-lievo se ci sono valide motivazioni. Nel casospecifico il Giudice si è dovuto esprimere suuna sentenza di condanna relativa ad unoscarico di acque reflue industriali contenenti

rame in concentrazioni superiori ai limiti ditollerabilità. Gli operatori di ARPA avevanoeseguito un prelievo di controllo istantaneo,cioè unico, anziché raccogliere un campionemedio prelevato nell´arco di tre ore, previsto

dalla normativacome regola gene-rale. Secondo laCorte di Cassazionequesta regola gene-rale, contenuta nelD.Lgs. 152/99 e ri-presa dal D.Lgs.152/06, non escludeche l´organo di con-trollo possa discre-zionalmente proce-dere ad un campio-namento diverso,anche istantaneo,nel caso di partico-lari esigenze espres-samente motivate.Sentenza n° 29884

del 11 Settembre 2006.RIFIUTI - RIMOZIONEIl reato di mancata osservanza all'ordinesindacale di rimozione dei rifiuti, di cui al-l'art. 255, comma terzo, D. Lgs. n. 152 del2006, ha natura di reato permanente, nelquale la scadenza del termine per l'adempi-mento non indica il momento di esaurimentodella fattispecie, bensì l'inizio della fase diconsumazione che si protrae sino al mo-mento dell'ottemperanza all'ordine ricevuto.Cassazione Penale Cass. Sez. III n. 19461del 6 maggio 2013.

Andrea Tafuro

Viaggio nelle leggi ambientali

I progetti del governo LettaLLAVORO E PREVIDENZA

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Andrea Tafuro

Il cibo, l’alimentazione, laforma fisica perfetta è al cen-tro di tutto il mio agire... è di-ventata un’ossessione!Siamo alle porte dell’estate esi avvicina il tempo in cui sa-rete costretti alla prova co-stume. Le mie compagne dilavoro non fanno altro che par-lare di perdere peso, di nonsentirsi serene in quel corpoappesantito. Non è che io siaun novello adone, novello que-sto si, ma dall’alto dei mieichili in più, voglio difendere ilmio sacrosanto diritto alla so-vranità alimentare. La sovra-nità alimentare contiene ildiritto delle persone di di-sporre di alimenti semplici eculturalmente giusti, prodotticon procedimenti ecologici esostenibili e quello di stabilirei loro propri sistemi agroali-mentari. Ma sulla nostramensa globalizzata, che cosamangiamo e perché? E’ unadomanda che mi arrovella ilcervello, perché sono accer-chiato dall’ incubo dell’eccessodi cibo. Sono diventato buli-

mico cronico convinto che, pernon lievitare, mi basta sfo-gliare la rubrica di un giornaleo ascoltare per qualche minutol’ultimo strillone nutrizionistaospitato in tv. Perché ci siamoritrovati a mettere il cibo alcentro del nostro progetto divita? L’attenzione al bello, laricerca della perfetta forma fi-sica che caratterizzano la so-cietà attuale fanno emergerenuove questioni, come la natu-ralezza degli alimenti, la lorofreschezza. In particolar modo

in Europa si sta sempre più di-vulgando la ricerca di unanuova consapevolezza intornoall’alimentazione, si sta affer-mando un nuovo stile di vita.Il consumatore si preoccupa,non solo di dove e cosa con-

suma, ma anche dell’origine diogni prodotto, del suo impattoambientale, delle trasforma-zioni che ha subito, del conte-nimento dello spreco.Partiamo dal luogo che per ec-cellenza l’uomo sente comeproprio, in cui si sente a suoagio e di cui si prende cura: lacasa. Essa è il luogo della fa-miglia, degli affetti, modificataa seconda delle urgenze delnucleo familiare. In questoluogo, da sempre, si svolge ilpasto, momento di riunione, di

convivio per tutti i membridella familia. Nonostante lavostra ipernutrita/bulimica so-cietà capitalistica sia caratte-rizzata da ritmi frenetici eviva sempre meno dentro lemura domestiche, le ricor-renze e le celebrazioni, sonoancora i momenti in cui la fa-miglia si incontra e con mag-gio si da il via all’esplosione difeste e ricevimenti. D’altrocanto l’ideale di bellezza col-lima sempre di più con lo starebene nella propria pelle,dando vita a quel collega-mento sostanziale tra benes-sere interiore e bellezzaesteriore. In questo convulsomodo di relazionarci le paroleche caratterizzano questo no-stro agire, sono: compagno chederiva da cum-panis, colui concui si spezza insieme il pane,che inequivocabilmente ri-manda alla ritualità cristianadell’eucarestia. Un’altra è con-vivio, che discende da cum-vi-vere, vivere insieme. Nel modopiù semplice e immediato que-ste due astrazioni si identifi-cano tra l’atto del mangiare equello del vivere. Il cibo è so-stanza della vita, poichè larende materialmente possi-bile, esso si presta più di ognialtra cosa ad essere assuntocome metafora dell’esistenza.Questi due livelli, quello mate-riale del cibo e quello metafo-rico della vita, si confondonol’uno con l’altro. Plutarco hascritto in Dispute Conviviali“... noi non ci invitiamo l’unl’altro per mangiare e bere

semplicemente, ma per man-giare e bere insieme...”. Nonsono affetto da visioni paupe-ristiche, ma l’uomo non man-gia solo per soddisfare il sensodi fame, ma anche per appa-gare altri bisogni come le pro-prie emozioni. E’ dalla nottedei tempi che il cibo viene as-sociato a situazioni e statid’animo diversi, si mangia perfesteggiare, per consolarsi, perstare in compagnia. Il cibo èun catalizzatore sociale, laconsumazione del pasto, lostare a tavola è un momentoprivilegiato per comunicare.Per chi ha la libertà di sce-gliere è l’aspetto fondamentaledel proprio comportamentoalimentare, i meccanismi at-traverso i quali avviene questascelta sono diversi, da un latoc’è la fame e l’abbondanza, chedifficilmente conducono allestesse scelte. Le preferenzealimentari quasi mai corri-spondono al reale gusto degliindividui, infatti una cosa èmangiare del cibo, un’altra èapprezzarlo. Il gusto rimandadal corpo che si nutre al corpoche parla, cioè dalla sensibilitàalla socialità. La narrazionedel gusto comporta quella pro-cedura di riconoscimento delvalore dell’oggetto di gusto, ri-conoscimento che ha una dop-pia natura, estetica ecognitiva. Ogni valorizzazioneestetica è una valorizzazionecognitiva legata alla socializ-zazione dei piaceri del gusto.La ricerca del benessere è ilfilo conduttore che collega il

mondo antico ai giorni nostri,in cui il convivio cerca di riaf-fermarsi come rito che contri-buisce a farci godere della vita,condividendo il cibo e comuni-cando con chi ci è caro. L’homo bulimicus del ventu-nesimo secolo, nell’affrontarele ansie legate al cibo, chiedeuna maggior trasparenza deiprocessi di produzione e lavo-razione, certezza sulla prove-nienza delle materie prime.Nella nostra socialità, cioè nell’azione quotidiana, ciò mani-festa desiderio di rinascita,che riconduce alla speranza diun presente ininterrottamenterinnovato. Tutti questi pro-dotti di gomma moderni, chemangiate, aspirano a realiz-zare per voi uno stato di giovi-nezza protratta, resuscitataall’infinito, di cui il cibo è l’at-tore principale. Siete bombar-dati da messaggi in cui laricerca di prodotti per l’eternagiovinezza si sposa con il mitodel ritorno al mondo originariodel mulino bianco. L’abbon-danza vi fa diventare ansiosiper una sana alimentazione.Avendo la possibilità di acca-parrarsi tutto ciò che la naturaoffre, lasciando all’individuo lascelta, si produce uno stato diincertezza. L’abbondanza e lamancanza di una cultura delcibo in linea con il calendariostagionale ci hanno reso man-giatori disfunzionali, chehanno perso il senso del gusto,ossessionati dalla magrezza.Impariamo a conoscere l’evo-luzione e i segreti nascosti die-tro quello che si mangia, dalseme al frutto e a dare unnuovo valore ai concetti dicum-panis e cum-vivere. In fondo il culto salutista ènato dall’eccesiva presenza delcorpo sulla scena sociale.

I L DILEMMA DELL’ONNIVOROIl cibo sta diventando altro. Ristabilire la sovranità alimentare

Partecipa al dibattito inviandoun commento all’indirizzo:

[email protected]

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24.05.2013 - A Napoli: “EcologicaMente”,

la mostra-mercato dedicata al consumo critico e allo sviluppo sostenibile

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