Arpa campania ambiente 2014 4

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SCIENZA & TECNOLOGIA A AMBIENTE & SALUTE La grande acciaieria ecocompatibile di Linz Martelli a pag.5 Clemente a pag.8 Batterie biodegradabili al nero di seppia Paparo a pag.10 Nel 1994 la legge che ha previsto le Arpa. Ad aprile conferenza nazionale Agricoltura biodinamica: 90 anni di produzione Venti anni di controlli ambientali in Italia L’architettura dei tetti verdi Molte architetture vengono oggi realiz- zate integrando gli organismi edilizi con il suolo e ricoprendoli con tetti verdi o giardini pensili. Tali soluzioni consen- tono di inserire nel modo più conve- niente le strutture nel paesaggio e, nel contempo, di isolarle termicamente in maniera ottimale, spesso dimezzando i consumi energetici. Da Renzo Piano a George W. Reinberg fino all’ultima gene- razione dei migliori esponenti della bio- architettura, il ricorso, a varie scale, a questa tipologia costruttiva è sempre più frequente. Palumbo a pag.12 L’oro degli ulivi secolari e l’oro bianco “Chi non loda gli oli dei monti Tifatini, dell’amena Sorrento e delle memorabili rupi di Capri? Le alpestri rocce di Vena- fro danno olio che fa ricordare il vanto loro attribuito dal cantore di Venosa Da Popoli alle rive dell’Adriatico non ci ha picciola terra che non dia olio squisitis- simo. Nelle Calabrie, dove la natura fa pompa di tutte le sue ricchezze più che in altra parte ella nostra penisola […] quei vasti uliveti sorgono quasi sempre sui colli nell’esposizione più acconcia a favorire la vegetazione... De Crescenzo-Lanza a pag.14 Emissioni: l’Italia taglia il traguardo di Kyoto Un tipico esempio tutto italiano. Luoghi comuni si sprecano sul come siamo abituati ad affrontare le novità, soprattutto normative. Si parte tardi, ci si complica spesso la vita ma, alla fine, il risultato lo si ottiene, spesso oltre ogni rosea previsione. Non fa eccezione il caso “clima”. I nostri governi hanno prima tergiversato, poi rallentato l'innovazione con iniezioni massicce di burocrazia, eppure il risultato sperato non si è fatto attendere; anzi, è arrivato addirittura in anticipo. D’Auria a pag.3 DAL MONDO PRIMO PIANO Dai dati emanati dal Demeter International - marchio di tu- tela della qualità biodinamica -l’Italia si è classificata al se- condo posto tra i paesi al mondo per quanto riguarda l’agricoltura biodinamica. NATURA & BIODIVERSITÀ Il Belpaese oltre la soglia di riduzione del 20% già nel 2013 Mentre a Taranto si conti- nuano a piangere le decine e decine di morti a causa della diossina, in Austria, a Linz, esiste un’industria in grado di produrre acciaio in modo compatibile con la vita di una città. Il Castello di Pontelandolfo Egildo Gentile, nato a Pontelandolfo il 15 novembre del 1878, fu ricercatore, critico, pubblicista e archivista illustre. Insegnò presso la Scuola di Paleografia, Diploma- tica e Archivistica annessa all’Archivio di Stato di Napoli; nel 1941 venne promosso direttore dell’Archivio di Stato di Pa- lermo. Nel 1905 Gentile pubblicò, all’in- terno della prestigiosa rivista Napoli nobilissima, l’articolo Il castello e la terra di Pontelandolfo, nel quale rese omaggio alla cittadina natia ricostruendo una parte importante della sua storia. Iacuzio a pag.15 I controlli ambientali in Italia compiono venti anni. Perlomeno così come li conosciamo oggi: ri- sale all’inizio del 1994, come molti sanno, la legge che ha pre- visto, per la prima volta nel no- stro Paese, l’avvio di agenzie pubbliche dedicate alla prote- zione dell’ambiente. A distanza di due decenni da quell’impor- tante punto di inizio, sono molti i fautori di un’ulteriore evolu- zione del quadro istituzionale emerso dalle legge 61. Lo dimo- stra, ad esempio, la proposta di legge all’esame del Parlamento, che si intitola, non a caso, “Isti- tuzione del sistema nazionale delle agenzie ambientali” (pro- posta di legge C68, attualmente al vaglio della Commissione Ambiente della Camera). La dodicesima conferenza del Sistema nazionale per la prote- zione dell’ambiente, in pro- gramma a Roma il 10 e l’11 aprile prossimi a distanza di cinque anni dall’ultima confe- renza, sarà di sicuro un’occa- sione per discutere di questi e altri temi. Mosca a pag.6

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SCIENZA & TECNOLOGIAAAMBIENTE & SALUTE

La grande acciaieriaecocompatibile di Linz

Martelli a pag.5

Clemente a pag.8

Batterie biodegradabilial nero di seppia

Paparo a pag.10

Nel 1994 la legge che ha previsto le Arpa. Ad aprile conferenza nazionale

Agricoltura biodinamica:90 anni di produzione

Venti anni di controlli ambientali in Italia

L’architettura dei tetti verdi

Molte architetture vengono oggi realiz-zate integrando gli organismi edilizi conil suolo e ricoprendoli con tetti verdi ogiardini pensili. Tali soluzioni consen-tono di inserire nel modo più conve-niente le strutture nel paesaggio e, nelcontempo, di isolarle termicamente inmaniera ottimale, spesso dimezzando iconsumi energetici. Da Renzo Piano aGeorge W. Reinberg fino all’ultima gene-razione dei migliori esponenti della bio-architettura, il ricorso, a varie scale, aquesta tipologia costruttiva è sempre piùfrequente.

Palumbo a pag.12

L’oro degli ulivi secolari e l’oro bianco

“Chi non loda gli oli dei monti Tifatini,dell’amena Sorrento e delle memorabilirupi di Capri? Le alpestri rocce di Vena-fro danno olio che fa ricordare il vantoloro attribuito dal cantore di Venosa DaPopoli alle rive dell’Adriatico non ci hapicciola terra che non dia olio squisitis-simo. Nelle Calabrie, dove la natura fapompa di tutte le sue ricchezze più chein altra parte ella nostra penisola […]quei vasti uliveti sorgono quasi sempresui colli nell’esposizione più acconcia afavorire la vegetazione...

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Emissioni: l’Italia taglia il traguardo di Kyoto

Un tipico esempio tutto italiano. Luoghi comuni si sprecano sul come siamo abituatiad affrontare le novità, soprattutto normative. Si parte tardi, ci si complica spessola vita ma, alla fine, il risultato lo si ottiene, spesso oltre ogni rosea previsione. Nonfa eccezione il caso “clima”. I nostri governi hanno prima tergiversato, poi rallentato l'innovazione con iniezionimassicce di burocrazia, eppure il risultato sperato non si è fatto attendere; anzi, èarrivato addirittura in anticipo.

D’Auria a pag.3

DAL MONDO PRIMO PIANO

Dai dati emanati dal DemeterInternational - marchio di tu-tela della qualità biodinamica-l’Italia si è classificata al se-condo posto tra i paesi almondo per quanto riguardal’agricoltura biodinamica.

NATURA & BIODIVERSITÀ

Il Belpaese oltre la soglia di riduzione del 20% già nel 2013

Mentre a Taranto si conti-nuano a piangere le decine edecine di morti a causa delladiossina, in Austria, a Linz,esiste un’industria in gradodi produrre acciaio in modocompatibile con la vita diuna città. Il Castello

di Pontelandolfo

Egildo Gentile, nato a Pontelandolfo il 15novembre del 1878, fu ricercatore, critico,pubblicista e archivista illustre. Insegnòpresso la Scuola di Paleografia, Diploma-tica e Archivistica annessa all’Archivio diStato di Napoli; nel 1941 venne promossodirettore dell’Archivio di Stato di Pa-lermo. Nel 1905 Gentile pubblicò, all’in-terno della prestigiosa rivista Napolinobilissima, l’articolo Il castello e la terradi Pontelandolfo, nel quale rese omaggioalla cittadina natia ricostruendo unaparte importante della sua storia.

Iacuzio a pag.15

I controlli ambientali in Italiacompiono venti anni. Perlomenocosì come li conosciamo oggi: ri-sale all’inizio del 1994, comemolti sanno, la legge che ha pre-visto, per la prima volta nel no-stro Paese, l’avvio di agenziepubbliche dedicate alla prote-zione dell’ambiente. A distanzadi due decenni da quell’impor-tante punto di inizio, sono moltii fautori di un’ulteriore evolu-zione del quadro istituzionaleemerso dalle legge 61. Lo dimo-stra, ad esempio, la proposta dilegge all’esame del Parlamento,

che si intitola, non a caso, “Isti-tuzione del sistema nazionaledelle agenzie ambientali” (pro-posta di legge C68, attualmenteal vaglio della CommissioneAmbiente della Camera). La dodicesima conferenza delSistema nazionale per la prote-zione dell’ambiente, in pro-gramma a Roma il 10 e l’11aprile prossimi a distanza dicinque anni dall’ultima confe-renza, sarà di sicuro un’occa-sione per discutere di questi ealtri temi.

Mosca a pag.6

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Angelo Moralndo

La pubblicazione dell'ISPRAn. 101 / 2013 è il risultato dellavoro congiunto dell'ISPRA(autori: Salvatore Curcuruto,Delio Atzori ed Enrico Lan-ciotti) dell'ARPA Toscana(Andrea Poggi e Massimo Ca-vicchi) dell'ARPA Friuli Ve-nezia Giulia (ValerioCipriani, Arturo Merlino eLuca Piani) dell'ARPA Um-bria (Stefano Ortica) e del-l'ARPA Sicilia (A. SansoneSantamaria)Il manuale è costituito da 6capitoli più tre appendici percomplessive 38 pagine i cuicontenuti possono riassu-mersi come di seguito.Il Piano di Monitoraggio Acu-

stico (PMA) ha lo scopo di as-sicurare la corrispondenzadelle prescrizioni progettualialla compatibilità ambientalee individuare le misure cor-rettive agli impatti negativi. Il progetto serve a definire eprogrammare il rispetto delleazioni e dei provvedimenti dicontenimento della rumoro-sità inerenti a impianti, mac-chinari e/o lavorazioni. Latutela dai rischi acustici è ga-rantita dalla rigorosa e tem-pestiva verifica dell’efficaciadelle azioni correttive adot-tate, soprattutto in concomi-tanza di “emergenze”ambientali. Il monitoraggio,infine, serve ad adottare spe-cifiche azioni correttive e nonsi deve confondere con l’atti-vità di controllo e di repres-sione. In conclusione, il PMAdeve essere flessibile e inte-rattivo con frequenza e loca-lizzazione dei campionamentistabiliti sulla base della effet-tiva evoluzione dei lavori al-l'interno del cantiere. Nonpuò essere generico e/o tipolo-gico. Il PMA deve contenere,recepire e gestire tutte le se-gnalazioni pervenute da isti-tuzioni, associazioni e/ocittadini; deve, infine, fornirerapide ed efficaci indicazionial gestore dell’attività e alleistituzioni competenti.La progettazione del PMA sibasa sulla conoscenza dellecaratteristiche acustiche spe-cifiche dell’attività di can-tiere; repetita iuvant: non puòesistere un cantiere tipo conlavoratori tipo; la progetta-zione è il primo passaggiopreliminare con il quale rac-

cogliere tutte le informazionipossibili eseguendo un'ade-guata valutazione di impattoacustico da cui si possanoevincere: tipologia di macchi-nari e loro emissioni acusti-che; scenari di lavorazionecon indicazione dei macchi-nari utilizzati per ogni scena-rio; livelli di pressione sonoraattesi ai vari ricettori, espostialle attività di cantiere, deri-vanti da ogni singolo scenariodi lavorazione; interventi dimitigazione che si intendonoadottare.Il PMA, anche se la legge nonlo stabilisce, non dovrebbe es-sere redatto dal gestore delcantiere, ma da un soggetto"terzo" o, meglio ancora, com-pletamente estraneo alle atti-vità del gestore del cantiereche, però, nell'attività di mo-

nitoraggio deve interagire si-stematicamente con lo stessogestore dei cantiere. In sintesi, i redattori del PMAdevono essere professionistipienamente impegnati suquel cantiere senza legami diinteresse col gestore del can-tiere. Sono riportate tutte lespecifiche tecniche per le mi-sure di monitoraggio acustico,quindi, il manuale è un utilis-simo strumento di verificanormativo. È giusto ricordare che: le mi-sure acustiche devono essereeffettuate e sottoscritte, aisensi dell’art. 2, comma 6della L. n. 447/95, da un Tec-nico Competente in AcusticaAmbientale. Sono state alle-gate anche le schede di resti-tuzione dei dati che sonocomposte da: una parte intro-

duttiva relativa alla descri-zione delle lavorazioni in svol-gimento all’interno diciascuna area di cantiere du-rante il periodo di monitorag-gio e dell’eventuale presenzadi altre sorgenti non perti-nenti; una descrizione delpunto di misura, con georefe-renziazione, inquadramentocartografico/territoriale e do-cumentazione fotografica chemostri le modalità di installa-zione della strumentazione ela visuale del cantiere dalpunto di misura stesso;un'analisi dei limiti da rispet-tare secondo la classificazioneacustica o altre disposizioniautorizzative in deroga; unareportistica dei dati fonome-trici rilevati nel tempo di rife-rimento diurno e notturno diogni giornata di misura.

LLINEE GUIDA PER IL MONITORAGGIO DEL RUMOREDERIVANTE DAI CANTIERI DI GRANDI OPERE

La tutela dai rischi acustici

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Ilaria Buonfanti

L’indagine Ecosistema rischio2013, il dossier di Legambientee Dipartimento della ProtezioneCivile mette ancora una volta inluce quanto sia pesante nel no-stro paese l’urbanizzazionedelle aree più fragili ed espostea rischio: in 1.109 comuni (l’82%di quelli analizzati in Ecosi-stema rischio 2013) sono pre-senti abitazioni in aree golenali,in prossimità degli alvei e inaree a rischio frana, e nel 32%dei casi in tali zone sono pre-senti addirittura interi quar-tieri. Nel 58% dei comunicampione dell’indagine in areea rischio sono presenti fabbri-cati industriali che, in caso dicalamità, comportano un gravepericolo oltre che per le vite deidipendenti, per l’eventualità disversamento di prodotti inqui-nanti nelle acque e nei terrenicircostanti. Nel 18% dei comuni

intervistati sono state costruitein aree a rischio idrogeologicostrutture sensibili come scuolee ospedali, e nel 24% dei casi siastrutture ricettive che commer-ciali. Nonostante le ripetute tra-gedie anche nell’ultimodecennio sono state edificatenuove strutture in zone espostea pericolo di frane e alluvioni in186 comuni intervistati. Nellaspeciale classifica di Ecosistemarischio 2013, sette tra i comuniintervistati raggiungono laclasse di merito ottimo. Sono trei comuni risultati più virtuosinelle attività di mitigazione delrischio idrogeologico: Calenzano(FI), Agnana Calabra (RC) eMonasterolo Bormida (AT). Intutti e tre i comuni sono stateavviate le procedure per la de-localizzazione di strutture pre-senti nelle aree esposte amaggiore pericolo, è stata rea-lizzata una manutenzione ordi-naria dei corsi d’acqua e delle

opere di difesa idraulica, sonostati realizzati interventi dimessa in sicurezza e si è prov-veduto all’organizzazione di unefficiente sistema locale di pro-tezione civile. L’altra faccia della medaglia èrappresentata da tre comuniche ottengono un punteggioparticolarmente basso: San Pie-tro di Caridà (RC), Varsi (PR) e

San Giuseppe Vesuviano (NA).In tutti questi comuni è pre-sente una pesante urbanizza-zione delle zone esposte apericolo di frane e alluvioni enon sono state avviate suffi-cienti attività mirate alla miti-gazione del rischio, né dal puntodi vista della manutenzione delterritorio, né nell’organizza-zione di un efficiente sistema

comunale di protezione civile.“Frane e alluvioni comportanoogni anno un bilancio pesantis-simo per il nostro Paese sia perle perdite di vite umane che pergli ingenti danni economici, hadichiarato il presidente nazio-nale di Legambiente VittorioCogliati Dezza, e se è ormaichiaro il ruolo determinantedell’eccessivo consumo di suolo,dell’urbanizzazione diffusa ecaotica, dell’abusivismo edilizioe dell’alterazione delle dinami-che naturali dei fiumi nell’am-plificazione del rischio, lepolitiche di mitigazione faticanoa diffondersi. Ma non solo.Anche le risorse stanziate dopoogni tragedia finiscono spesso atamponare i danni, ripristi-nando lo stato esistente mentresarebbe ora di pianificare inter-venti concreti di ripensamentodi quei territori in termini di si-curezza e gestione corretta delrischio”.

Paolo D’Auria

Un tipico esempio tutto ita-liano. Luoghi comuni si spre-cano sul come siamo abituatiad affrontare le novità, soprat-tutto normative. Si parte tardi,ci si complica spesso la vita ma,alla fine, il risultato lo si ot-tiene, spesso oltre ogni roseaprevisione. Non fa eccezione ilcaso “clima”. I nostri governi hanno primatergiversato, poi rallentato l'in-novazione con iniezioni mas-sicce di burocrazia, eppure ilrisultato sperato non si è fattoattendere; anzi, è arrivato ad-dirittura in anticipo. L'Italia haridotto le emissioni di gas serradel 25% tra il 2005 e il 2013,centrando gli impegni del pro-tocollo di Kyoto e andando oltrei target al 2020 previsti dal pac-chetto clima-energia del-l'Unione europea. Qualchedetrattore suggerisce che ci siastato un piccolo aiutino dallacrisi economica. Vero, ma soloin parte. Prendiamo ad esem-pio il 2013. Secondo i calcolidella Fondazione per lo svi-luppo sostenibile, che ha recen-temente presentato il dossierClima 2014, la contrazione del

Pil che si è registrata lo scorsoanno è responsabile di unametà scarsa della diminuzionedelle emissioni. Il resto è meritodelle rinnovabili, dell'efficienzaenergetica e di stili di vita piùsostenibili. Tradotto in numerisignifica che in Italia nel 2013le emissioni di gas serra si sonoattestate a 435 milioni di ton-nellate di CO2 equivalente.Vuol dire un taglio di oltre il 6%rispetto al 2012: l'andamentovirtuoso della riduzione dell'in-quinamento è stato molto piùrapido dell'andamento negativodell'economia. A fare la diffe-renza sono state in buona partele fonti rinnovabili arrivate al38% della produzione elettricalorda nazionale. Una crescitache, assieme a una revisionedelle nostre abitudini quoti-diane, ha portato a una dimi-nuzione del consumo dicombustibili fossili dell'ordinedel 5% (3,4 milioni di tonnellatedi petrolio, 4,8 miliardi di metricubi di gas, 3,7 milioni di ton-nellate di carbone). Guardandoal 2030, il target di riduzioneleggero proposto dalla Commis-sione europea (-40%) appare,secondo le simulazioni del rap-porto, un traguardo scontato:

lasciare l'asticella a quell'al-tezza significherebbe far venirmeno uno stimolo importanteai processi di innovazione tec-nologica che in questo periodohanno arginato l'effetto crisi.Fermarsi sarebbe rischiosoanche perché si compete in uncontesto in rapido movimento:l'assieme dei paesi industrializ-zati ha ridotto le emissioniserra in una misura quasi trevolte superiore a quella previ-

sta dal protocollo di Kyoto. No-nostante questo la CO2 conti-nua a crescere (più 30% dal1990) per effetto dell'aumentoregistrato nei paesi di nuova in-dustrializzazione che non ave-vano impegni di riduzione e chedovranno assumerli con ilnuovo trattato in discussione.Un trattato più volte rinviatoma sempre più urgente. L'annola concentrazione della CO2 inatmosfera ha raggiunto le 400

parti per milione, un record daalmeno 800.000 anni. Il 2013figura tra i dieci anni più caldimai registrati. E l'effetto delglobal warming sul Mediterra-neo è particolarmente pesante:dal 1850 a oggi i ghiacciai al-pini sono diminuiti del 55%,mentre i disastri meteo degliultimi mesi ci ricordano chestiamo già cominciando a pa-gare il conto del dissesto clima-tico.

Emissioni: l’Italia taglia il traguardo di KyotoIl Belpaese oltre la soglia di riduzione del 20% già nel 2013

Ecosistema rischio 2013: il rapporto di Legambiente sul rischio idrogeologico

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Fabiana Liguori

A volte, ho paura. Ho paurache quei cori intonati neglistadi italiani di calcio, che in-citano il Vesuvio a scagliarsiverso i suoi stessi figli, pos-sano un giorno avere la me-glio. Tutte quelle “manifestazionidi affetto”, da parte di pseudotifosi, nostri fratelli d’Italia,fanno davvero inorridire. Al-lora ripenso ai miei amici, allepersone che abitano alle faldedel gigante buono, agli studisulla prevenzione, al Piano dievacuazione, alzo gli occhi alcielo e spero. Spero che, aparte tutto, qualcuno da lassùvegli sempre sul territoriopartenopeo, così già tanto tor-mentato da avversità e azioniprive di ogni logica e buon vi-vere. Lo scorso 14 febbraio sonostate firmate dal Presidentedel Consiglio dei Ministri leDisposizioni per l'aggiorna-mento della pianificazione diemergenza per il rischio vul-canico del Vesuvio. Il documento, oltre a stabilirela superficie da evacuare cau-telativamente in caso di ri-presa dell'attività eruttiva(una zona rossa 1 ad alta pro-babilità di invasione di flussipiroclastici e una zona rossa 2ad alta probabilità di crollidelle coperture degli edificiper importanti accumuli dimateriale piroclastico), defini-sce i gemellaggi tra i 25 Co-muni che hanno areericadenti proprio nella cosid-detta zona rossa e le Regioni eProvince Autonome che acco-glierebbero nei loro territori lapopolazione sgomberata. Entrano, di fatto, nel Piano dievacuazione anche porzionidelle municipalità del Co-mune di Napoli: San Giovannia Teduccio, Barra e Ponticelli,una piccola area del Comunedi Nola, e parti dei Comuni diSan Gennaro Vesuviano,Palma Campania e Poggioma-rino. Saranno, comunque, i succes-sivi protocolli d'intesa che Re-gioni e Province Autonomedovranno sottoscrivere con laRegione Campania e le ammi-nistrazioni comunali interes-sate - d'intesa con il Diparti-mento della Protezione civile -a rendere effettivamente ope-

rativi i gemellaggi, preve-dendo specifici piani per il tra-sferimento e l'accoglienzadella popolazione da assistere.L’assessore regionale alla Pro-tezione Civile, Edoardo Co-senza, ha così commentato lasottoscrizione del documento:"con la definizione da partedel Governo della zona rossadel Vesuvio e dei gemellaggi,si sancisce una pietra miliareper il Piano di emergenza Ri-schio Vesuvio: i 700mila abi-

tanti interessati (150mila inpiù rispetto al precedentePiano), in caso di necessitàverrebbero trasferiti nelle Re-gioni gemellate, sostenutidallo Stato. Partirà, a breve,il lavoro congiunto di RegioneCampania, Dipartimento na-zionale di Protezione civile edelle altre Regioni gemellate,per predisporre le modalitàorganizzative di dettaglio, diconcerto con i Comuni interes-sati".

Nelle viscere del Tirreno meridionale, a circa 140 km a norddella Sicilia ed a 150 km ad ovest della Calabria, “vive” il vul-cano Marsili appartenente all'arco insulare Eoliano. Gemellodel Vesuvio, con i suoi 70 km di lunghezza e 30 km di larghezza(pari a 2100 chilometri quadrati di superficie) il Marsili rappre-senta uno dei vulcani più estesi d'Europa. Il monte si eleva percirca 3000 metri dal fondo marino, raggiungendo con la som-mità la quota di circa 450 metri al di sotto della superficie delmar Tirreno. Di recente è stata presentata al Ministero dell’am-biente e al Comune di Lipari un’istanza da parte della societàEurobuilding riguardante un progetto di ricerca sui fluidi geo-termici del gigante sottomarino. "Il progetto - spiega l'ammini-stratore della società, Umberto Antonelli - prevede larealizzazione di un pozzo esplorativo in una zona di mareaperto. Saranno perforate rocce basaltiche per una profonditàdi circa 1500 metri dove ci si aspetta di intercettare fluidi geo-termici a temperature attorno ai 300-400 gradi. La proposta diavvio delle perforazioni è motivata dalle conclusioni delle fasiesplorative sul vulcano che hanno evidenziato la presenza diuna grande riserva di fluidi geotermici". D’altro canto: il vulcanosarebbe ancora attivo, anzi “potenzialmente esplosivo”. A de-cretarlo, un gruppo di ricerca internazionale che comprendel'Istituto per l'ambiente marino costiero del Cnr di Napoli el'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma. Unacampagna di esplorazione cominciata nel 2006, a bordo dellanave oceanografica 'Universitatis', ha fatto il punto sulla naturadi questo vulcano, della cui presumibile rischiosità si discutemolto, data che è nota già da tempo la sua attività sismica eidrotermale. Il progetto della Eurobuilding desta non poche po-lemiche e tante preoccupazioni, soprattutto tra gli abitanti delSud Italia, consapevoli delle devastanti conseguenze di una pos-sibile eruzione. Nella testa danzano un po’ di dubbi e tanti in-terrogativi: è davvero necessario andare ad “infastidire”, inmodo brusco, un gigante dormiente? Fino a che punto l’uomopuò permettersi di “intaccare” equilibri e dinamiche naturalisenza pagarne, prima o poi, le conseguenze? Agli esperti del set-tore, chiediamo un momento di riflessione, magari qualche ri-sposta e tanta partecipazione.

F.L.

Aggiornato il Piano di evacuazione Vesuvio

Domenico Matania

L’Expo 2015 organizzata aMilano vedrà coinvolta anchela Campania. “Nutrire il pia-neta, energia per la vita”sarà la tematica principaledell’esposizione milanese: lacorretta alimen- tazione e lamancanza di cibo per alcunearee del mondo saranno tra itemi intorno ai quali a Mi-lano tra il 1º maggio e il 31 ot-tobre 2015 sarà in scena lamanifestazione. In linea con gli argomentidell’Expo, l’assessore al turi-smo della Regione CampaniaPasquale Sommese e il Presi-dente Stefano Caldoro hannoannunciato con grande soddi-

sfazione due mostre cheavranno luogo in Campanianello stesso periodo dell’Expodi Milano: “Pompei e il cibo”e “Regge borboniche e il ritodella tavola”. L’obiettivo èquello di utilizzare l’inizia-tiva lombarda come trainoper veicolare il flusso turi-stico straniero anche in dire-

zione della Campania, versoattrattori turistici forti e con-solidati come la zona archeo-logica di Pompei e le Reggeborboniche e verso aree menoconosciute ma dall’indiscussovalore storico, artistico e cul-turale. Le due mostre seppurcontestualizzate in periodistorici effettivamente lon-

tani, offrono la possibilità diriflettere sulla ricchezza cul-turale del mediterraneo, dicui anche il cibo e l’alimenta-zione costituiscono un fioreall’occhiello da non trascu-rare. Arte, cultura, ma anchemarketing, dal momento cheil filo conduttore delle mostrecampane sarà la dieta medi-terranea, che lo stesso presi-dente Caldoro definisce comeun «brand» da diffondere esalvaguardare, anche graziead una vetrina di assoluto ri-lievo come quella milanese.Durante i sei mesi dell’Expo,la Regione Campania saràpresente con uno stand anchea Milano per proporre e dif-fondere le proprie iniziative.

Vulcano Marsili:ricerche e timori

Expo 2015: Campania presente con due mostre

Venticinque i comuni “interessati”

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GLI USA TRA “FOOD” DI QUALITÀ E OBESITÀ

Fabio Schiattarella

Le vendite di cibo biologico negli StatiUniti sono cresciute stabilmente negliultimi dieci anni. Il giro d’affari legatoalla vendita del cibo biologico ha supe-rato, negli ultimi anni, i 30 miliardi didollari. Questo risultato è inversamenteproporzionale al numero di obesi chenon accenna a diminuire. Ciò è dovutoal fatto che le tasche di molti americaninon possono permettersi il consumo difrutta e verdura biologica oppure per-ché è assente la cultura alimentare ne-cessaria a capire quanto possa far maleall’organismo una bomba calorica.Prendiamo il caso di New York e par-tiamo dal “Whole Foods Market”, anchedetto “Whole PayCheck” perché perfarci la spesa parte tutto lo stipendio!Stiamo parlando di untempio del “food” diqualità dove una con-fezione di lattuga giàlavata costa quanto unpranzo da McDonald’s.Nella sezione frutta everdura la parola “or-ganic”, biologico, fa daprotagonista e di obesiin giro se ne vedonoben pochi. Mettiamociin metro e andiamo nelBronx. Se facciamo ungiro nelle zone note delquartiere riscontre-remo da una parte lapresenza di molte per-

sone sovrappeso e dall’altra l’assenza disupermarket. In zone povere i super-mercati non aprono, non avrebbero vitalunga, a differenza dei fast food, ormailow cost e dei “bodegas ” una sorta dipiccoli bazar dove le verdure sono inac-cessibili e gli scaffali di bibite gassate esnack sono ovunque. Per chi vuole ri-sparmiare, c’è ampia scelta di ristorantifast-food, da McDonald’s a BurgerKing.Il Bronx costituisce una tra le areeurbane a maggiore concentrazione diobesi negli Stati Uniti (uno su quattro).Malattie direttamente associate al pesocome il diabete sono molto più frequentidel normale. Chi vive qui ha il doppiodelle probabilità di contrarre il diabeterispetto alla media di New York. Intutti gli States la situazione è simile. Isupermercati di qualità non hanno in-

teresse ad aprire inquartieri messi maleeconomicamente, edecco che le opzioni sa-lutari per i residentinon sono molte. Que-sta tesi non è sposatada tutti gli studi e iltema della responsabi-lità individuale non vatrascurato, ma certoesplorando quartiericome il South Bronxsembra che il limitatoaccesso a supermer-cati con cibi passabili,giochi un ruolo non se-condario. Michelle

Obama, che quattro anni fa ha lanciatola battaglia contro l’obesità, soprattuttoquella infantile, con l’iniziativa “Let’sMove!,” è consapevole del problema econ tale slogan invita tutti a mangiaremeglio. In un incontro nel South Side diChicago, un’altra di quelle zone urbanedove trovare cibo di qualità è difficol-toso, la signora Obama ha ricordato

come in troppi quartieri, in America, chivuole una lattuga o un’insalata mista oqualche frutto da mettere nello zainodei figli prima di andare a scuola, deveprendere due o tre autobus. Nonostanteil boom del biologico e dei farm market,che spopolano in numerose città, lastrada verso un’alimentazione più sanain America è ancora in salita.

LA GRANDE ACCIAIERIAECOCOMPATIBILE DI LINZ

Giulia Martelli

Mentre a Taranto si continuanoa piangere le decine e decine dimorti a causa della diossina:operai dell’Ilva ma anche sem-plici cittadini che avevano comeunica “colpa” quella di viverenei pressi di questo stabili-mento inquinante, in Austria, aLinz, esiste un’industria ingrado di produrre acciaio inmodo compatibile con la vita diuna città. L'acciaieria austriacaVoestAlpine è considerata in-fatti un caso esemplare sia sottoil profilo della compatibilità am-bientale dei suoi impianti chesu quello della produttività edella qualità del lavoro all'in-terno dello stabilimento. Il side-rurgico di Linz è stato in grado,nel tempo, di adeguare le suetecniche produttive alle migliori

disponibili al momento (BAT)diventando punto di riferi-mento normativo a livello euro-peo in materia ambientale.Inoltre, è riuscito a mantenerecompetitiva la propria produ-zione nei confronti della concor-renza degli operatori dei paesiemergenti. Per sviluppare lemigliori tecnologie di produ-zione, l'azienda ha intrapresouna collaborazione con la Sie-mens VAI, una delle case pro-duttrici leader nella costruzionedegli impianti per le lavorazionisiderurgiche. Il particolare diquesta collaborazione è rappre-sentato dallo sviluppo del cosid-detto processo “MEROS”(acronimo di Maximized Emis-sion Reduction Of Sintering –Riduzione massimizzata delleemissioni dell'agglomerato) cheha consentito di ridurre le emis-

sioni entro i valori fissati dal-l'Amministrazione comunale diLinz. Nello specifico si tratta diuna serie di trattamenti in cuile polveri e i componenti inqui-nanti ancora presenti nelleemissioni dopo il passaggio neifiltri elettrostatici vengono ulte-riormente abbattute con ulte-riori trattamenti di ricircolo efiltraggio. L'altro aspetto esem-

plare che caratterizza l'acciaie-ria austriaca è costituito dallaqualità delle condizioni di la-voro, dovuta a una proficua po-litica aziendale per la salute ela sicurezza degli addetti. Que-st'aspetto contribuisce notevol-mente a mantenere alta laproduttività e la conseguente

competitività delle produzionifinali sui mercati internazio-nali. Se si è fatto a Linz, ci chie-diamo, perché in Italia la salutedei cittadini e dei lavoratori sitrovi quasi sempre al terminedell’agenda politica e imprendi-toriale: colpevole negligenza oconnivente disinteresse?

Costo elevato e scarsa reperibilità di cibi sani frenano le persone sovrappeso

Grande attenzione all’ambiente e alla produttività

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Ondata di caldo eccezionale a febbraio

Temperature oltre i 20 gradi in Campania, con valori che si registrano normalmente a inizio maggio

Gennaro Loffredo

L’inverno che stiamo vivendoè contraddistinto da tempera-ture superiori alla normaanche di oltre cinque gradi.Ad alimentare questa vistosaanomalia c’è stata, nella partecentrale del mese di febbraio,un’ondata di caldo dai conno-tati quasi eccezionali. Infattiattorno alla metà del meseuna poderosa discesa di ariafredda di origine artica sul-l’ovest del continente europeoha causato la risalita dell’an-ticiclone nord-africano sullenostre regioni centro-meridio-

nali che, insieme all’effettodelle calde correnti di sci-rocco, hanno favorito un sen-sibile aumento delletemperature su tutta la no-stra regione. Sono effettivamente crollatimolti record di temperaturepositive che resistevano daoltre cinquanta anni. Il 18febbraio è stata la giornata lapiù calda. Sulle zone costieresono state registrati valoritermici intorno ai 22-23°C, adAvellino 21°C. Incredibile èstata la temperatura osser-vata sul lago Laceno: 17,5°C a1100metri e 13°C a

1700metri. Sono valori che siriscontrano normalmentenella prima decade di maggio. L’avvezione calda ha determi-nato non solo temperature darecord per il mese di febbraio,ma ha anche trasportato unnotevole quantitativo di pul-viscolo sahariano. Le parti-celle di sabbia del desertohanno reso surreale l’atmo-sfera e sulle Alpi hanno gene-rato il fenomeno della nevedal colore giallognolo e rossa-stro, mentre sulla nostra re-gione hanno determinato unvistoso aumento dei valori diPM10. Per i nostri avi, un in-

verno come questo era ideale,anche perché gran parte dellapopolazione era povera e inuna stagione mite come que-sta serviva meno legna per ri-scaldarsi. Con la crisieconomica che interessa il no-stro paese, molti nuclei fami-liari non hanno soldi perpagare le spese di riscalda-mento, e il tepore che viviamoè una benedizione. Discorsodiverso è invece per il settoredel turismo invernale, che stasubendo gli effetti della crisianche grazie ad un clima sfa-vorevole per la mancanza dineve. Ma prepariamoci al fu-

turo perché i cambiamenti cli-matici porteranno anchesuper inverni rigidi. Ne sannoqualcosa nella costa est degliUsa quest’anno.Ma nel frattempo, quest’in-verno è prossimo a lasciaresul campo un risparmio ener-getico imponente, con unforte risparmio sui consumi.Nella figura è indicata l’ano-malia della temperatura alsuolo relativa al periodo 10-23febbraio. Sull’Italia le anoma-lie positive si sono aggirateintorno ai 2-4°C.

La rete delle agenzie ambientali compie 20 anniLuigi Mosca

I controlli ambientali in Ita-lia compiono venti anni. Per-lomeno così come liconosciamo oggi: risale al-l’inizio del 1994, come moltisanno, la legge che ha previ-sto, per la prima volta nelnostro Paese, l’avvio di agen-zie pubbliche dedicate allaprotezione dell’ambiente. Adistanza di due decenni daquell’importante punto diinizio, sono molti i fautori diun’ulteriore evoluzione delquadro istituzionale emersodalle legge 61. Lo dimostra, ad esempio, laproposta di legge all’esamedel Parlamento, che si inti-tola, non a caso, “Istituzione

del sistema nazionale delleagenzie ambientali” (propo-sta di legge C68, attual-mente al vaglio dellaCommissione Ambientedella Camera). In molti ad-detti ai lavori, è viva la sen-sazione che occorra stringerele maglie del sistema, inmodo che i controlli ambien-tali vengano svolti in ma-niera quanto più possibileuniforme su tutto il territorionazionale. Questa era ad esempio l’ideadell’ex ministro all’AmbienteAndrea Orlando, espressa inun’intervista alla web tvdell’Ispra lo scorso agosto. Lostesso concetto viene elabo-rato nelle premesse dellaproposta di legge in discus-

sione alla Camera. La dodi-cesima conferenza del Si-stema nazionale per laprotezione dell’ambiente, inprogramma a Roma il 10 el’11 aprile prossimi a di-stanza di cinque anni dall’ul-tima conferenza, sarà disicuro un’occasione per di-scutere di questi e altri temi.Il meeting sarà preceduto dadue convegni preparatori. Ilprimo, in programma a Bolo-

gna il 20 e il 21 marzo, avràtitolo “Aria: quale qualità?Sistema conoscitivo, pro-blemi, sfide”. Il secondo, chesi terrà a Brindisi il 31marzo e il 1 aprile, ha cometema “Ambiente e salutenelle attività delle agenzie di

protezione ambientale: espe-rienze, nuove sfide e propo-ste operative”. Inoltre sul sito dell’Ispra èpossibile partecipare a unsondaggio per concorrere adecidere uno degli argomentidella conferenza nazionale.

Nella mappa(fonte: Isac-Cnr),l’anomalia dellatemperatura al suolo in Europa dal 10 al 23febbraio

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Anna Gaudioso

È il terzo appuntamento per le classidella scuola elementare Gianni Rodaridi Pagani(foto), in provincia di Salerno.Le scolaresche dell’istituto partecipanocon giocosità e interesse a questo per-corso annuale che realizziamo ormai datre anni per iniziare i più piccoli alle te-matiche ambientali. Anche grazie allacollaborazione del preside, il professorLuigi Rainone, ci siamo rincontrati congli alunni della terza C e della terza D,insieme all’insegnante Anna La Cava(sezione C) e Margherita Attanasio (se-zione D). Quest’anno ho notato con pia-cere che i ragazzi mi hannoriconosciuta e, devo dire con estremasoddisfazione, che hanno ricordato lanostra agenzia ambientale e il lavorosvolto insieme lo scorso anno. Infatti,molto simpaticamente, alla domandadell’insegnante «vi ricordate chi èl’ospite di oggi?», i ragazzi in corohanno risposto: «sìììì! È la maestra deilimoni!» . Perché la maestra dei limoni?Perché l’anno scorso, in occasione dellasettimana dell’Unesco di educazioneallo sviluppo sostenibile, abbiamo pre-parato e svolto insieme tutto un per-corso sulla storia e le tradizioni della

Regione Campania. Il tema del pro-getto informativo-educativo era: saperie sapori nelle tradizioni della costieraamalfitana. Insieme ai bambini e alleinsegnanti preparammo dei cartellonicon le immagini dei posti più belli dellacostiera amalfitana, tra cui anche ilpercorso delle ferriere, della cascatache si incontra percorrendo il sentiero,della felce secolare eccetera. Tra i tantiprodotti evidenziati abbiamo centratola nostra attenzione sul rinomato li-mone della divina costiera detto “lo sfu-sato amalfitano”. Nell’aula risaltanoancora i cartelloni preparati insieme aibambini lo scorso anno. Quest’anno leinsegnanti del Rodari, nell’ambito delleore di scienze, hanno dedicato lezioniall’aria e ai suoi componenti. Tra que-sti, le polveri sottili, un tema che ab-biamo deciso di approfondire nel corsodei nostri appuntamenti di educazioneambientale. Agli alunni è stato dato unquestionario per rilevare il loro inte-resse nell’affrontare i temi ambientali,il grado di conoscenza delle varie tema-tiche, quanto avevano conservato dalleiniziative precedenti e la loro eventualedisponibilità a saperne di più sulnuovo tema. La partecipazione e l’attenzione che igiovani alunni dedicano ai nostri incon-tri mette in risalto la voglia di scoprirecose nuove su ciò che riguarda l’am-biente. Essi si rivelano sempre più vo-gliosi e mostrano un interesse checresce ogni anno di più. Durante il no-stro incontro un bambino ha chiesto:«ma allora l’aria, quando è sporca,sporca i nostri polmoni?». Abbiamo parlato delle principali so-stanze inquinanti. Molte sostanze chimiche nocive, re-sponsabili dell’inquina- mento atmosfe-rico, provengono da automobili e

fabbriche, ma non solo. Come si chia-mano le principali sostanze inquinanti?quale impatto ha l’inquinamento suinostri polmoni? L’aria inquinata puòcausare danni ai nostri polmoni perchéogni giorno inspiriamo ed espiriamomolta aria. L’inquinamento è dannosoper tutti e soprattutto per i polmoni deibambini, degli anziani e di categoriesensibili come i malati di asma. Dalquestionario emerge che gli alunnisono disponibili e partecipano con setedi conoscenza. Hanno ricordato tuttoquello che abbiamo affrontato in prece-denza e non sono chiusi su loro stessima pensano all’ambiente come a unbene di tutti. Infine, stando sempre alle risposte delquestionario, tutti tranne due alunnihanno risposto che sarebbero stati con-tenti di saperne di più sull’inquina-mento ambientale. Tanti bambini si

proponevano per dare una loro tesi, perchiedere chiarimenti o magari pensa-vano a qualcosa per pulire l’ambiente.Uno di loro ha esordito dicendo: «mae-stra, se prendiamo l’aspirapolvere nonfacciamo prima per pulire l’aria?».Dopo una panoramica sull’inquina-mento atmosferico abbiamo parlato deltraffico, del riscaldamento, delle indu-strie, di come tutte queste fonti di in-quinamento possono provocare effettinegativi sulla nostra salute. Il nostropercorso continuerà concentrando l’at-tenzione sulla pericolosità delle polverisottili. Insieme faremo un gioco a rispostesugli argomenti trattati e poi comple-teremo con un cartellone raccogliendoimmagini o elaborando disegni sponta-nei dei bambini eccetera. Infine chiude-remo il nostro incontro con unquestionario di verifica.

Lezioni di “aria” con gli alunni della RodariProsegue il ciclo di incontri con la scuola elementare di Pagani (Salerno)

EEducazione ambientale. I piccoli scolari dimostrano interesse e si ingegnano per proporre le loro soluzioni

L’iniziativa

Proseguono gli incontri di educazioneambientali organizzati da Arpac nellescuole. A gennaio e febbraio si è tenutoun ciclo di appuntamenti con i bambinidella scuola elementare Rodari di Pa-gani (Salerno). Tema dell’iniziativa è l’in-quinamento atmosferico. Gli ultimiincontri si sono svolti il 18 e il 25 feb-braio.

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 28 febbraio 2014 - Anno X, N.4Edizione chiusa dalla redazione il 27 febbraio 2014

DIRETTORE EDITORIALEPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOS. Allinoro, I. Buonfanti, F. Clemente, P. D’Auria,G. De Crescenzo, A. Esposito, E. Ferrara, R.Fu-naro, L. Iacuzio, G. Loffredo, D. Matania, B. Mer-cadante, A. Morlando, A. Palumbo, A. Paparo,F. Schiattarella, L. TerziSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 7- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/426/427 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Agricoltura biodinamica: 90 anni di produzione

Fabiana Clemente

Dai dati emanati dal Demeter Inter-national – marchio internazionale ditutela della qualità biodinamica -l’Ita-lia si è classificata al secondo posto trai paesi al mondo per quanto riguardal’agricoltura biodinamica. Vantiamoall’incirca 9.000 ettari di e 325 im-prese agricole, 40 trasformatori e 20distributori. Seguiamo la Germania,che si posizione in cima alla classificacon bene 68.193 ettari di terre eben1431 aziende biodinamiche. Unoscenario decisamente positivo, che dal1924 ha attraversato una serie di evo-luzioni, registrando step by step suc-cessi e consensi. Basti pensare che dal2010 il nostro paese ha visto nascerecirca 120 nuove imprese. Il metodobiodinamico – il cui pioniere fu l’an-tropologo Rudolf Steiner - consistenella riqualificazione del terreno im-piegando sostanze naturali trattati inprecedenza come dei preparati per ilcompostaggio. Compost prodotto daconcime solido da cortile, pesticidi diestrazione minerale e vegetale, ferti-lizzanti vegetali e rotazioni colturali.Il risultato di tale impegno è ottenereterreni fertili e vitali da cui ricavareprodotti genuini e salubri. Green sottoogni punto di vista. Un metodo cheabolisce totalmente l’impiego di ferti-lizzanti e antiparassitari chimici. Og-

getto di interesse del Dipartimento diScienze Agronomiche e Gestione delTerritorio della Facoltà di Scienzeagrarie di Firenze. Sono stati condotti,infatti, alcuni studi su questo metododi coltivazione, paragonato a quelloconvenzionale. È emerso che ci troviamo in presenzadi un sistema che rientra in tutti glieffetti in un modello ecosostenibile. Ilrovescio della medaglia indica che nongarantisce di poter soddisfare la do-manda mondiale di cibo. Tra le eccel-lenze dei prodotti biodinamici made inItaly rientra a pieno titolo il vino, ap-prezzato ed esportato in tutto ilmondo. E non solo. Sempre più consu-matori scelgono alimenti con il mar-chio Demeter. Cereali, ortaggi, carne,pasta e latticini, tutti rigorosamentecontrollati e certificati, naturali al100% , senza sostanze aggiunte e ma-nipolazioni. Le aspettative future pog-giano su solide basi e, quindi, èpossibile azzardare a pronosticare unincremento della produzione con que-sto metodo alternativo. Pronostici che,inseriti in un macrocontesto di emer-genza ambientale e di un maggiorefabbisogno futuro, ci indicano lastrada da attraversare per tutelareambiente e uomo. Da un punto divista micro, è l’unica scelta sensataper nutrirci con consapevolezza e azero rischi.

Riqualificare il terreno impiegando sostanze naturali

Dal primo gennaio 2014 tutti i colti-vatori dovranno applicare la “difesaintegrata obbligatoria” come già av-viene negli altri paesi dell’UnioneEuropea. Molti agricoltori italianihanno già scelto volontariamente lavia del biologico e del biodinamicoma tale “difesa“ estende a tutti icoltivatori il concetto di “agricolturasostenibile” attraverso la promo-zione di tecniche colturali integratee di approcci alternativi alla difesachimica. Tutto ciò comporterebbel’obbligo per gli agricoltori di utiliz-zare ogni tecnica possibile per pro-teggere le proprie colture prima diricorrere all’aiuto chimico. Primadei fitofarmaci ci sarebbero la rota-zione delle colture, il monitoraggiodalle previsioni metereologiche, laprevenzione dalla diffusione di orga-nismi nocivi, la salvaguardia di or-ganismi utili, i metodi di lottaalternativi come per esempio l’uso di

insetti per limitare l’utilizzo di agrofarmaci. La chimica da oggi in poidovrebbe essere l’ultima chance perl’agricoltore perché l’obiettivo delladirettiva è quello di ridurre i rischie l’impatto sulla salute umana,sull’ambiente e sulla biodiversità. Ilcontrollo obbligatorio delle mac-chine che spargono i fitofarmaci an-dranno, dal 26 novembre 2016,l’obbligatorietà del patentino pertutti coloro che acquistano fitofar-maci e la figura del consulente nonpotrà avere legami con le aziendeproduttrici e distributrici di agrofarmaci dal 26 novembre 2015. A te-stimoniare la scarsa conoscenzadella nuova normativa sono stateanche le domande dagli agricoltorinel corso del primo appuntamentodel Forum Agricoltura Sostenibile diFiera agricola di Verona dedicato alPiano d’azione nazionale sull’uso so-stenibile degli agro farmaci e alla di-

fesa sostenibile a basso impattoaziendale. A illustrare gli obblighi dicomportamento ai conduttori diaziende agricole è stato FlorianoMazzini, membro del consiglio tec-nico-scientifico del Pan con il qualel’Italia ha recepito le indicazioni del-l’Unione Europea in materia. Oggil’unico obbligo per gli agricoltori èquello di informarsi attraverso bol-lettini territoriali che ogni Regionedeve emettere a cadenza regolare,dati meteo, materiale informativo emanuali. Sono obblighi che vannoad aggiungersi alla redazione del“Quaderno di campagna” dove ogniagricoltore che destina alla venditai suoi prodotti deve compilare indi-cando tutti i dati e tutti i tratta-menti effettuati. Niente di nuovo,per le aziende agricole italiane chesono organizzate su standard supe-riori.

F.S.

LA DIFESA INTEGRATA OBBLIGATORIA DEI CAMPI

Tutte le operazioni da compiere prima di ricorrere ai fitofarmaci

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Rosa Funaro

Hotel, relais, agriturismi,B&B, alberghi, camping, sta-bilimenti balneari e persino ri-storanti gestiti in modototalmente ecologico e che of-frono ai loro ospiti un'ottimaqualità ambientale. Sono 41 lestrutture ricettive che si ag-giudicano l'Oscar dell'ecoturi-smo 2013, il premio assegnatoda Legambiente alle miglioriaziende turistiche affiliate al-l'etichetta Legambiente Turi-smoBellezzaNatura, allaBorsa Internazionale del Turi-smo alla Fiera di Milano. Sele-zionate tra le quasi 400strutture affiliate TurismoBel-lezzaNatura, le aziende pre-miate con l’Oscardell’ecoturismo hanno supe-rato brillantemente i controlliche l’associazione effettua an-nualmente sull’applicazionedei disciplinari che determi-nano il rilascio dell’etichetta:una serie di misure obbligato-rie e facoltative che vanno dal-l’uso delle fonti rinnovabili edei sistemi di risparmio ener-getico, alla gestione dei rifiutie dell’acqua fino alla qualitàdel cibo, le attività didattiche,l’accessibilità, la promozionedel territorio e delle forme dimobilità dolce. Non solo alber-ghi. La rete di LegambienteTurismo comprende ogniforma di ricettività: hotel, re-lais, alberghi, agriturismi,B&B, country house, bio fatto-

rie, rifugi, alberghi diffusi,centri di educazione ambien-tale e ancora stabilimenti bal-neari, centri sportivi,ristoranti, camping, villaggi epersino un osservatorio astro-nomico. Le categorie in cuisono stati suddivisi i premisono 6: Ottima gestione am-bientale, Amici del Clima, Am-basciatori del biologico,Impegno Sociale, Miglioreesperienza collettiva e quelladedicata al Decalogo, che riu-nisce e riassume le principalibuone pratiche su rifiuti,acqua, alimentazione, educa-zione ambientale, promozioneculturale, alimentazione e im-pegno sociale.Tra le novità diquest’anno c’è proprio l’Oscarper la Migliore esperienza col-lettiva che è stato assegnato algruppo di eco alberghi del-l’Isola d’Elba. Ventuno alber-

ghi e due camping che oltre adaver perseguito gli obiettividefiniti dall’etichetta, hannolavorato con costanza e siner-gia a favore di un turismo so-stenibile e di qualità e per lavalorizzazione delle bellezzenaturalistiche dell’Isola. LaToscana ha ricevuto il maggiornumero di riconoscimenti, ma,tra le Regioni con strutture ec-cellenti, anche Emilia Roma-gna, Marche, Piemonte,Lombardia, Liguria, Campa-nia, Sardegna, Lazio, Puglia eFriuli Venezia Giulia. Per laCampania: B&B Giardino diTonia - Torre Annunziata(NA), Resort Baia del Silenzio– Palinuro (SA), Azienda Agri-cola Terra di Vento - Monte-corvino Pugliano (SA),Gastronomia Tipica Panificioe Gastronomia Quattro Passi- Torre Annunziata (NA).

Gli oscar ecoturismo 2013

Salvatore Allinoro

Acque conosciute già dagli etruschi;sgorgano a trentasette gradi e mezzocariche di zolfo e carbone. Scorrendoper milioni di anni hanno scavato undrenaggio nei primi metri di suolo ar-restandosi solo dove hanno trovato pie-tre troppo dure. Le hanno levigatementre disegnavano le sfericità di ognisingolo sassolino di ghiaia. Il risultatosono comodissime poltrone idromassag-gianti con appoggi delicati per schienae testa. Tra terrazze e parti più rista-gnanti ci sono tante diverse inclina-zioni tra cui scegliere, così come tantediverse intensità dei getti. Il culminedel potere energizzante e rinvigorentesi registra dove l’intero fiume si concen-tra in un invaso e diventa cascata, un

luogo meta soprattutto dei giovani. Èqui che il percorso benessere diventaimpegnativo, infatti è il target preferitodai ragazzi che si arrangiano in tenda.Gli anziani invece spuntano dai resorte trascorrono le ore dove trovano unsolo metro di tuffo anziché dieci. Glischizzi smuovono e distendono i mu-scoli come durante un massaggio spor-tivo ma arrivarci è difficile. CI si muoveancorando controcorrente tre arti sulfondo rugoso per muoverne solo uno pervolta, e lentamente. Mentre sorge ilsole le nebbie si arricchiscono dei lembidi vapore fuggente quando i tiepidi sba-digli di umido tepore incontrano le col-tri ancora gelide, più immobili, chesovrastano. Nei comodi quaranta metridelle zone più ampie si beano nellerampe centinaia di fortunati turisti di-

stesi lungo il corso del fiume. Stesi adasciugare sulle rocce tufacee, i corpirinfrancati e le pelli lisce per le abbon-danti argille suggeriscono un’atmosferamolto intensa, adatta a potenziare l’in-dividuo. A monte è stato costruito unostabilimento i cui pavimenti di marmohanno abbassato le temperature fino a

trentacinque gradi. Il bioma porta ad-dosso le conseguenze degli argini esten-sivi di sud e come accade quasi semprei pesci si sono estinti perché non hannotrovato il modo di tornare a ritroso dicorrente verso le pendici dei monti. Ilmancato apporto pulente degli anfibi,pure molto rari, aumenta il numerodegli insetti opportunisti tenuti a frenosoprattutto da immancabili lucertole.Gli spazi aerei sono ancora fulgidi dibiodiversità: è possibile osservare libel-lule fluttuanti tra endemismi di artro-podi. Lungo il confine tra roccia e cieloi ragni costruiscono ghirigori di seta dacui otterranno il cibo, sono tutte specienuove per gli entomologi abituati agliinsetti campani. Nel benthos si ripa-rano piccoli parassiti molto attivi so-prattutto di notte.

Le meravigliose Terme di SaturniaUn patrimonio del demanio tutto da scoprire

Si chiamano Louis Wilmotte e Douglas Couet e sono due ven-titreenni francesi che nel luglio 2013 hanno intrapreso un per-corso in kayak con l’intento di raggiungere, partendo dalloStretto di Gibilterra, le coste della Turchia. Loro stessi hannochiamato il progetto “Mare Nostrum”: percorreranno 10.000km di costa mediterranea in kayak per sensibilizzare l’opinionepubblica su quanto sia unico il nostro patrimonio marino e con-tribuire alla sua protezione. Hanno scelto di partire in kayakperchè è un mezzo abbastanza semplice e lento, da permetteredi soddisfare le diverse finalità della spedizione: scientifiche,educative e culturali. Nei giorni scorsi i 2 avventurieri sono ap-prodati a Napoli e si sono trattenuti qualche giorno. Il CentroStudi Interdisciplinari Gaiola Onlus, che si prodiga per la tu-tela e valorizzazione del patrimonio naturalistico culturale delmare di Napoli, ha invitato i 2 ragazzi francesi a raccontare laloro storia al CeRD (centro ricerca e divulgazione) dell’Area Ma-rina Protetta della Gaiola. L’incontro, avvenuto il 19 febbraio,è stato un incontro con la cittadinanza ed i tanti appassionatidel nostro mare, per capire l’intento e le finalità della loro sfidae, naturalmente, le esperienze vissute in questi primi 1400 kmdi Mar Mediterraneo. Come hanno spiegato, “Una delle ragioniche ci ha fatto intraprendere questo cammino, viene in parti-colare dal fatto che il Mar Mediterraneo è un hotspot di biodi-versità marina, una ricchezza che dobbiamo assolutamenteproteggere. Nonostante le sue piccole dimensioni (solo l’1%della superficie totale degli oceani), il Mediterraneo racchiudela vita di molte specie diverse che rappresentano il 10 % dellespecie totali conosciute nel mondo e molte specie endemiche. IlMare Nostrum è, dunque, un’eredità del mondo e per questova studiato e salvaguardato”. Louis e Douglas hanno ripreso il largo per la loro avventuradalle coste dell’Area Marina Protetta di Gaiola la mattina del20 diretti verso sud, dove ad attenderli hanno trovato gli stu-diosi dell’altra Area Marina Protetta del Golfo, quella di PuntaCampanella.

I.B.

10.000 km in kayak pertutelare il “mare nostrum”

Le quarantuno strutture ricettive più green d’Italia

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A quanto pare la ricerca in termini diriciclo non si ferma davanti a nulla, ne-anche un sacchetto di plastica. A nes-suno verrebbe in mente che questorifiuto sia una fonte di diesel e gas na-turale. Ma i ricercatori dell'Illinois Su-stainable Technology Center nonhanno prestato ascolto a questi soliti“pregiudizi” e hanno sottolineano comela conversione produca più energia diquanta ne consumi. Quindi un sac-chetto di plastica può aiutare davverol’ambiente, naturalmente se impiegatocorrettamente. Come si evince da unarticolo pubblicato sulla rivista FuelProcessing Technology, il procedimentodi recupero della plastica consente diottenere combustibili per il trasporto,come ad esempio il diesel, che può es-sere miscelato con il gasolio a basso te-nore di zolfo e con il biodiesel. Ma nonfinisce qui. Dai sacchetti, che ci accom-pagnano durante la spesa di tutti igiorni, si possono ricavare anche altriprodotti, come ad esempio il gas natu-rale, la nafta solvente, la benzina, lecere e gli oli lubrificanti, tra cui l'olioper motori o quello idraulico. Insomma,una vera e propria sorgente di ricchezzaper la salute nostra e dell’ambiente checi circonda. L’autore dello studio, il Dot-tor Brajendra Kumar Sharma, ha benspiegato che dal processo di distilla-zione del greggio è possibile otteneresolo il 50-55% di combustibili, ma da

quello dei sacchetti di plastica, che sonocostituiti da petrolio, si può recuperarequasi l'80%di combustibile. E ancoranon si deve sottovalutare il vantaggiodi poter essere eseguito tramite pirolisi,cioè un processo di decomposizione ter-mochimica che prevede il riscalda-mento dei sacchetti in totale assenza diossigeno. Tutto ciò lascia ben sperare.Secondo il Worldwatch Institute, solonegli Stati Uniti si gettano via 100mi-liardi di sacchetti di plastica all'anno, el'Agenzia statunitense per la protezioneambientale riferisce che solo il13%viene riciclato. La maggior parte fi-nisce nelle discariche o nei corsi d'acquae, da qui, in mare. Quindi, questa nuovoimpiego dei sacchetti di plastica po-trebbe dare un freno a tutto questo etrasformare, così, questo genere di ri-fiuti in risorse preziose, riducendo dra-sticamente l’inquinamento.

A.P.

DDa oggi il diesel si otterrà dal riciclo dei sacchetti di plastica

Agli ioni di sodio, si decompongono senza liberare sostanze tossiche

Nuove batterie biodegradabili al nero di seppiaAnna Paparo

Chi l’avrebbe mai detto che ilnero di seppia sarebbe statoimpiegato anche nella realiz-zazione di batterie biodegrada-bili, diventando ideali, come ivettori di farmaci, per specifi-che applicazioni mediche? In-somma, il suo mondo non èsolo quello della cucina, con loscopo di insaporire un belpiatto di spaghetti fumante,ma anche quello della ricercavolta alla salvaguardia del-l’ambiente e della nostra sa-lute. Quindi, commestibili,questi accumulatori organicipotrebbero essere parte inte-grante di un dispositivo, chia-mato “navicella”, sotto formadi pillola, per i farmaci a lentorilascio, in grado di bypassarei succhi gastrici del nostro sto-maco. Una volta portata a ter-mine la «missione», la pila sidissolve senza danni per l’or-ganismo. Non è creata, infattiper essere ricaricata. A met-tere a punto il prototipo, che,

ancora non è stato ingerito,sono stati i ricercatori della“Carnegie Mellon University”.Ma vediamo di cosa si tratta.Ci troviamo di fronte a unabatteria agli ioni di sodio costi-tuita da melanina e ossido dimanganese, che si decompon-gono senza liberare e rila-sciare sostanze tossiche. Lamelanina impiegata derivaproprio dall’inchiostro schiz-zato dai cefalopodi per potersfuggire agli attacchi dei pre-datori. Gli esperti hanno sco-perto che, rispetto a quella disintesi, la melanina presentein natura, che si trova anchenel corpo umano in concentra-zioni più basse, ha una piùalta capacità di immagazzi-nare la carica elettrica graziealla sua nano struttura semi-conduttiva. E ancora, il teamnon si ferma mai, anzi sta la-vorando a un sistema di tra-sporto per specificheapplicazioni mediche. Moltimedicinali, infatti, non pos-sono essere assunti oralmente

perché sarebbero distruttinell’ambiente ostile dello sto-maco prima di poter rilasciarei principi attivi terapeutici. Edè qui che entra in gioco questafantastica “invenzione” centoper cento naturale. La batteriapotrebbe, allora, fornire ener-gia a dispositivi in grado dipercepire se si trovano neltratto digestivo e trasportare,per esempio, vaccini o farmaci

per curare l’artrite. Sebbenerealizzata in materiale bio-compatibile, può attraversareil sistema digestivo senza de-comporsi perché si deteriora insettimane o mesi. Ma non fini-sce qui. Questo dispositivo po-trebbe essere un validosupporto per chi non ha unbuon rapporto con gli aghi.Quindi, addio siringhe, vistoche il tutto verrà assunto oral-

mente. Tuttavia, la ricerca nonsi ferma. Continua e va avanti,analizzando le proprietà elet-tro-conduttive della melaninacon il fine ultimo di ingegne-rizzare nuovi materiali. Al difuori dell’ambito medico, cisono molti usi potenziali peruna batteria biodegradabile,come ben suggerisce il dottorChris Bettinger, tra gli autoridella ricerca: «Se si vuole ve-dere cosa c’è all’interno di unaperdita di petrolio in mare, sipotrebbero immergere disposi-tivi biodegradabili nell’oceanoin grado di comunicare tra loroe inviare messaggi ai ricerca-tori. Quando la batteria siesaurisce, il dispositivo si po-trebbe disintegrare nell’am-biente senza danni».Insomma, c’è una soluzioneper ogni cosa e ce la fornisce lanatura. Ora sta a noi coglierel’occasione e metterla a frutto,migliorando la qualità dellavita nostra e delle generazionifuture. E’ la natura che ce lochiede.

A tutta plastica! Salvaguardare l’ambiente e ri-sparmiare sull’utilizzo di materieprime ed energia: questi i principicardine della bioedilizia e questi icriteri su cui è basata la costru-zione di Biq House, un edificiorealizzato ad Amburgo BIQ (pro-gettato da partedel gruppo di ar-chitetti Splitter-werk Architectsche è totalmentealimentato daalghe. Le paretiesterne sono in-fatti realizzatecon pannelli ve-trati riempiti diliquido verde chesono in realtà deibioreattori, cioè dei sistemi biolo-gici controllati costituiti da micro-alghe e sostanze nutritive.Quando all’esterno c’è sole, lealghe attivano il normale processodi fotosintesi e la facciata della co-struzione provvede al riscalda-mento dei 15 appartamenti checompongono l’edificio. Responsa-bile del progetto è Martin Kerner,che dichiara: “L’energia termicaprodotta sulla facciata attraversoi bioreattori viene poi trasferita inquesta centrale. Servirà ad ali-mentare un circuito che fornisce

acqua potabile e che provvede alriscaldamento dell’intero edificio”.I balconi assomigliano a degli ac-quari, dove le microalghe si ripro-ducono. I pannelli filtrano i raggidel sole, permettendo in questomodo di stoccare l’energia termica

e assicurandocosì una ottimaletemperatura del-l’ambiente in-terno. Questosistema consentedi risparmiarecirca 1.000 euroall’anno in elet-tricità. Durantel’estate il caloreraccolto vienestoccato nel sot-

tosuolo per essere riutilizzato neimesi successivi. Dalla biomassaviene estratto il metano in un vi-cino impianto di biogas; contem-poraneamente viene prodottocalore che viene immesso nuova-mente nell’edificio. Ogni metroquadrato della superficie dellafacciata rende circa 15 grammi dibiomassa al giorno che a sua voltaconsente la produzione di circa4.500 kWh/anno (una famigliacomposta da quattro persone con-suma circa 4 mila kWh).

G.M.

La “casa-alga” di AmburgoEnergia a biomasse dalla fotosintesi

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L’esodo di piante e animaliA causa del cambiamento climatico cercano habitat con condizioni di vita più favorevoli

Oramai è cosa risaputa che ilcambiamento climatico sta ri-voluzionando la vita dellaflora e della fauna dell’interopianeta. E proprio per questoanimali e piante sarannospinti nel corso di questo se-colo a cercare habitat con con-dizioni di vita più favorevoli.Un vero e proprio esodo. Que-sto spostamento, molto piùcomplesso di un semplice av-vicinamento ai poli come con-seguenza del riscaldamentoglobale, è stato per la primavolta trascritto su una mappa,che indica la redistribuzionedelle varie specie. Lo studio,pubblicato sulla rivista Na-ture, ha coinvolto 18 ricerca-tori internazionali capitanatidal Santa Barbara NationalCenter for Ecological Analysisand Synthesis (Nceas). Il tuttoè partito da un’attenta analisidei dati relativi alle tempera-ture della superficie marina eterrestre degli ultimi 50 anni,precisamente dal 1960 al2009, arrivando ad ipotizzaredue possibili scenari futuri:uno caratterizzato da emis-sioni di gas a effetto serra sta-bilizzate entro il 2100; l’altro,al contrario, con emissioni inprogressiva crescita. Il risul-tato sono delle mappe che mo-strano dove si verificherannonotevoli variazioni di tempe-ratura e dove gli ambienti esi-stenti potrebbero scomparire.Ma ci fa ben notare la dotto-ressa Carrie Kappel delNceas, una delle autrici delrapporto, che le varie specie sispostano per poter trovare la

loro temperatura ideale, ma avolte non hanno dove andareperché si trovano davanti unacosta o un altro tipo di bar-riera, che formano un ostacoloal loro peregrinare. E ancoraè stato sottolineato che nelmondo esiste un certo numerodi queste aree dove il movi-mento è bloccato da una costa,come il mare Adriatico setten-trionale o la parte nord del

golfo del Messico, e non c'è viad'uscita, un po’ perché non èpossibile proseguire e un po’perché è più caldo. Quindi unadelle sfide più grandi e impor-tanti da vincere in questo pe-riodo è riuscire a trovare ilmodo per aiutare le specie asopravvivere di fronte al cam-biamento climatico. Lemappe, che sono state fruttodello studio di questo gruppo

di ricercatori, offrono unostrumento chiave, valido e uti-lissimo, per poter prenderedecisioni in merito a questoproblema, quale il riscalda-mento globale, e, quindi, riu-scire a studiare una possibilesoluzione ad esso. Dove le spe-cie potrebbero incontrare sulloro cammino le cosiddette“trappole climatiche”, adesempio, ci sarà bisogno di

studiare interventi meno tra-dizionali, come la migrazioneassistita. Insomma, la naturaci parla continuamente e con-tinuamente invoca il nostroaiuto. Attraverso la ricercacerchiamo di mettere un frenoal suo malessere e di aiutarlaa guarire per lei, per noi stessie per le generazioni che ver-ranno.

A.P.

Il 29 marzo 2014 nuovo appuntamento con l’Ora della TerraAlessia Esposito

Tornerà il 29 marzo la nottepiù buia dell’anno. È l’ottavaedizione dell’Ora della Terra, ilpiù grande evento internazio-nale per contrastare il cambia-mento climatico. L’iniziativaimpone di spengere le luci dicase, uffici, locali, musei peruna certa ora in un giorno sta-bilito. È promossa dal WWFper sensibilizzare l’opinionepubblica e le istituzioni sultema del riscaldamento glo-bale causato dall’inquina-mento. Risparmiare energiavuol dire anche ridurre le

emissioni dei cosiddetti gasserra, in particolaredi anidridecarbonica, maggiore responsa-bile. Nel contempo l’Ora dellaTerra serve a contrastare l’in-quinamento luminoso, perfarci riappropriare della bel-lezza delle stelle e di un mondopiù lento. L’evento del 29marzo è stato preceduto dauna campagna WWF di unmese, che reca lo slogan “Usala tua energia”: questa avrà ilcompito di promuovere attivitàe collaborazioni a favore dellearee in cui si avverte di più ilrischio del cambiamento cli-matico. Sono interessate, ad

esempio, zone come l’Artico ela protezione dell’orso polare.Quest’area è purtroppo marto-riata dalle trivellazioni petro-lifere e non bisognadimenticare che il cambia-mento climatico altera anchela biodiversità dei luoghi delmondo. Per portare l’atten-zione sul tema, il 16 febbraio èpartita anche la spedizione insolitaria attraverso l’OceanoArtico dell’esploratore italianoMichele Pontrandolfo, testimo-nial della campagna.L’obiettivo del mese del climae del suo culmine nell’Oradella Terra è convincere sog-

getti pubblici e privati a utiliz-zare energia pulita ed evitaregli sprechi energetici. La prima edizione di quest’ini-ziativa ci fu nel 2007 a Sydney,mentre ad oggi conta 150 Paesiaderenti con 7000 città parte-

cipanti. A puntare i riflettori sull’edi-zione 2014 il tour di promo-zione del film The AmazingSpider-Man 2: Il Potere diElectro che vede il cast impe-gnato nella raccolta di fondiper la protezione degli habitate per progetti di energia pulita.Tutto il mondo è chiamato araccolta per il bene di tutti e dichi verrà dopo di noi. Condivi-dere l’evento sulla propria pa-gina Facebook per diffonderela campagna è un primo passo.Tutte le informazioni suhttp://www.wwf.it/noi_fac-ciamo/oradellaterra/

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Antonio Palumbo

Molte architetture vengonooggi realizzate integrando gliorganismi edilizi con il suolo ericoprendoli con tetti verdi ogiardini pensili. Tali soluzioni consentono diinserire nel modo più conve-niente le strutture nel paesag-gio e, nel contempo, di isolarletermicamente in maniera otti-male, spesso dimezzando iconsumi energetici.Da Renzo Piano a George W.Reinberg fino all’ultima gene-razione dei migliori esponenti

della bioarchitettura, il ri-corso, a varie scale, a questatipologia costruttiva è semprepiù frequente. Tra i progettipiù significativi degli ultimianni ne segnaliamo alcuni.Il tetto verde progettato daCPG Consultants per laSchool of Art, Design andMedia della Nanyang Techno-logy University di Singapore èuno degli esempi estetica-mente più interessanti e riu-sciti. L’edificio di 5 piani ècostituito da due corpi di fab-brica ricurvi, i quali si intrec-ciano tra loro, ed è

interamente ricoperto da unsinuoso tappeto d’erba - chefacilita la circolazione d’aria,riducendo la temperatura al-l’interno - a cui possono facil-mente accedere gli studenti.Realizzata in un contesto delcampus totalmente alberato,la struttura del tetto si fondeorganicamente con la vegeta-zione circostante, divenendoparte integrante del paesag-gio, in totale contrasto con l’in-volucro edilizio hi-tech che lasostiene, il quale beneficia pe-raltro delle più avanzate solu-zioni sostenibili.Altro esempio di rilievo è co-stituito dall’ACROS Prefectu-ral International Hall diFukuoka, realizzato dallo stu-dio di architettura Emilio Am-basz & Associates nel centrodella città nipponica. L’edificiosi presenta con due modalitàdifferenti: da una parte comeuna moderna struttura conpareti vetrate; dall’altro lato,esso è costituito da un enormetetto verde ascensionale, ilquale, a livello del suolo, ar-riva a fondersi con il parco incui la struttura è stata inse-rita. Il giardino terrazzatoraggiunge progressivamenteun’altezza di 60 metri e con-tiene circa 35.000 piante, sud-divise in ben 76 specie. Anchequi, oltre al notevole effettoscenico conseguito, il tettoverde su un edificio di grandidimensioni destinato ad ufficiè stato pensato da Ambaszprincipalmente per ridurre iconsumi energetici, oltre cheper mantenere una tempera-tura interna più costante econfortevole, catturare il de-

flusso delle acque piovane esostenere un microclima checonsente la vita di uccelli e in-setti.Andiamo in Germania, aBonn, dove dalla matita diGustav Peichl è scaturito ilprogetto per l’Art and Exhibi-tion Hall. L’intero organismoedilizio è costituito da una vo-lumetria pura, consistente inun grande basamento qua-drato misurante circa 95metri per lato. La parte cen-trale della copertura - rappre-sentata da un enorme tettogiardino, dal quale si elevanotre torrette di forma conoidale- è interamente accessibile alpubblico.Non possiamo non citare, in-fine, il progetto di Renzo Pianoper la California Academy ofSciences, inaugurata nel 2008a San Francisco: un sinuoso espettacolare edificio-involucroin vetro, che, con la sua coper-tura ondulata di circa 10.000mq, sembra naturalmentescaturire dal suolo del GoldenGate Park, in cui è stato ada-giato.La caratteristica preminentedell’intero organismo edilizio ècostituita dal suo tetto verde,concepito come un “tappeto vi-vente”, ricoperto da un pratoininterrotto sospeso a circa 10metri dal suolo, che si svi-luppa con un movimento on-dulato evocante un paesaggiocontinuo di colline erbose.Si tratta di una scelta proget-tuale che mira a trasmetterel’idea di un’architettura conce-pita come “organismo capacedi respirare”. Le piante ed ifiori selvatici della California

che il tetto accoglie sulla suasuperficie contribuiscono aconservare una temperaturafresca all’interno, con conse-guente rinuncia ai sistemi dicondizionamento: quattro spe-cie di tipo perenne e cinqueannuali, frutto di una sele-zione che ha riguardato trentagraminacee in grado di so-pravvivere senza utilizzo difertilizzanti e senza irriga-zione. Complessivamente, in50mila “vassoi” in fibra dicocco sono contenute un mi-lione e 700 mila piante. Le“sommità collinose” del museofiltrano l’acqua piovana, for-nendo una buona circolazioned’aria per le zone sottostantinonché un ottimo isolamentoper l’intero edificio. Il tettoverde risulta interrotto nellafascia perimetrale da una co-pertura vetrata, nella qualesono integrate 55mila celle fo-tovoltaiche. Un grande lucer-nario si estende sulla piazzacentrale, intorno alla qualesono organizzate le diversefunzioni. Numerosi altri lucer-nari, più piccoli, distribuitisulla superficie verde sospesa,permettono il passaggio dellaluce diurna all’interno ed unsistema computerizzato neconsente inoltre l’apertura perla ventilazione naturale del-l’area sottostante.Come spiega lo stesso Piano:«Il tetto verde rappresentauna sperimentazione coerentecon la missione dell’Accade-mia delle Scienze, che è unodei musei più antichi degliStati Uniti. Si tratta di unprogetto improntato ad unavisione etica».

L’architettura dei tetti verdi

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Brunella Mercadante

L'aria delle nostre città è , pur-troppo, sempre più inquinata.Lo smog ci accompagna quoti-dianamente e i rischi per la sa-lute aumentano vistosamente. La cattiva qualità dell'aria dellecittà è una minaccia seria, com-promette non solo la qualità,ma la nostra stessa vita; oltre aprovocare disturbi cardiaci, al-lergie, problemi respiratori edaltre malattie associate princi-palmente all'inalazione di gas eparticolato, è, infatti, sopratutto,causa diretta di tumori ai pol-moni. Al riguardo, nell'ambitodel progetto europeo Escape, cheha come obiettivo proprio l'inda-gine a lungo termine dell'inqui-namento sulla salute umana, unrecente studio , condotto per 13anni su oltre 300 mila persone dinove paesi europei , ha accer-tato, ormai senza più alcundubbio, che lo smog è cancero-geno ed è causa diretta del tu-more ai polmoni. Tra i veleni presenti nell'ariapreoccupano in particolare lepolveri sottili prodotte dai tubi discappamento dei motori, dagliimpianti di riscaldamento e

dalle attività industriali, la cuiconcentrazione, secondo la ri-cerca è direttamente proporzio-nale al rischio di sviluppare lamalattia: ogni 10 microgrammidi PM10 in più per metro/cubod'aria fanno aumentare il rischiodi tumore ai polmoni del 22%.Ma cosa respiriamo veramentequando l'aria di città è inqui-nata? In realtà lo smog è un in-sieme di sostanze inquinanti

molto diverse, con effetti di variaentità sulla salute, spesso poten-ziati dalla reciproca interazione.Ci sono le già citate polveri sot-tili, dette anche particolato, sud-divise in classi in base aldiametro delle particelle - PM10,PM25- che possono conteneresabbia, cenere, fuliggine, so-stanze silicee, sostanze vegetali,composti metallici, fibre tessilinaturali ed artificiali, sali, car-

bonio o piombo. Il PM25 è il piùtemuto perché penetra in pro-fondità nell'apparato respirato-rio. C'é poi il benzene, unasostanza molto infiammabile,dall' odore pungente e dolciastro,estremamente pericoloso poichécancerogeno: esposizioni a lungotermine anche a concentrazionibasse possono danneggiare ilmidollo osseo ed interferire con imeccanismi di produzione del

sangue; l'esposizione acuta puòprovocare sonnolenza, giramentidi testa, perdita di coscienza eaddirittura la morte. Al riguardoè bene rammentare che il l ben-zene deriva anche dal fumo di si-garetta e da diverse fontidomestiche come colle, vernici,incensi, candele profumate ecc.Tra le varie sostanze presentinell'aria di città ci sono anche ilmonossido di carbonio, un gasincolore e inodore, molto tossicoprodotto dagli scarichi automo-bilistici; l'ozono, gas tossico di co-lore bluastro, molto insidioso chesopratutto d'estate può provo-care disturbi all'apparato respi-ratorio e agli occhi. Diffusiinoltre anche gli ossidi di azoto(NOx) e il biossido di zolfo (SO2).Un quadro allarmante, dunque,quello dell'inquinamento urbanoche richiede un'attenzione co-stante non solo con sempre piùattenti e seri sistemi di monito-raggio per un controllo quoti-diano della qualità dell'aria el'adozione immediata di provve-dimenti di emergenza per la tu-tela della salute dei cittadini incaso di sforamento dei valori-li-mite, ma anche una vigilanzaper le situazioni di accumuloparticolare: l'assorbimento in-fatti di sostanze inquinanti equindi il concreto rischio per lasalute dipende da diversi fattori,come la gravità dell'esposizione,gli eventuali picchi, ma anche lafrequenza e il tempo di esposi-zione. Sempre più pressantequindi la necessità di misure an-tinquinamento con scelte di mo-bilità sostenibile: ZTL, isolepedonali, piste ciclabili, sostegnoal trasporto pubblico locale, stopa motocicli e ciclomotori a 2tempi, limitazione per i motoridiesel.

Inquinamento urbano: cause, rischi e possibili soluzioni

Smog: il grande nemico delle nostre città

Originaria dell’America meridionale –dal Messico fino all’Argentina - la til-landsia, appartenente alla famigliadelle Bromeliaceae, è una piantadall’aspetto gradevole e dalle caratte-ristiche ecosostenibili. Nel vecchiocontinente ha conquistato popolarità.E per ovvie ragioni. Sono circa 600 le specie appartenentia questa pianta. Ma tutte hanno uncomune denominatore: antinquina-mento! Meglio conosciuta come “pianta del-l’aria” in quanto essendo priva di ra-dici sotterranee, trae nutrimentodall’aria o meglio dall’umidità pre-sente nell’aria. Ma ciò non basta aspiegare il suo potere depurativo.Oltre all’umidità, cattura anche il pul-viscolo atmosferico, o nello specifico,gli idrocarburi policiclici aromatici.Ergo, tutte le sostanze emesse nell’at-mosfera da inquinanti, quali benzinae gasolio, hanno breve vita se nei pa-ragi c’e’ la tillandsia. Test scientifici,messi in atto dal dipartimento di bo-tanica dell’Università di Firenze incollaborazione con il dipartimento di

chimica “Ciamician” di Bologna,hanno confermato che non siamo inpresenza di una pianta comune, ma diun vero biorilevatore di inquinanti.Oltre al monitoraggio di inquina-mento, assorbe e metabolizza ele-menti nocivi per la nostra salute,riducendo drasticamente il rischio di

patologie pleuriche e tumori. Ulteriori studi hanno rivelato che laTillandsia è in grado di catturareanche formaldeide, anidride solforosa,ozono e fumo di sigarette. Ospitare nelle nostre case questapianta dai poteri terapeutici garanti-sce benefici per tutta la famiglia. Èopportuno, tuttavia, assicurarle unaposizione fresca, umida e esposta allaluce solare. Nonostante si nutra diumidità ambientale, nelle abitazioninon sempre si riesce a garantire unaconditio ideale, e pertanto bisognaadottare un sistema mirato di annaf-fiatura. Una volta al giorno nel periodo estivo,mentre nel periodo invernale è suffi-ciente conservare il substrato appenaumido. È una valida risorsa anchecome prodotto omeopatico. Utilizzata per alleviare dolori me-struali, mal di testa, febbre, nelle af-fezioni oculari. Ci regala benessere a360 gradi e tante buone motivazioniper acquistarne una per noi e per i no-stri cari.

F.C.

Aria pulita in casa? Ci pensa la tillandsiaLa pianta che cattura gli inquinanti atmosferici

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Molti erano i formaggi tradi-zionalmente prodotti nelRegno di Napoli e intorno al1850 alcune realtà artigianalisi trasformarono in piccole re-altà industriali ad esempiopresso Caserta, nel Salento epresso L'Aquila. Tra i più fa-mosi ne ricordiamo alcuni an-cora famosi: la mozzarella,esistente certamente con ilnome di “mozza” almeno fin

dal Quattrocento e prodottacon il latte di bufala (oggiormai senza nessuna esclu-siva) nella zona “dei Mazzoni”tra Capua, Nola e Aversa, nelSalernitano e in Capitanata: allatte portato ad una certa tem-peratura si unisce il caglio chelo solidifica in una pasta fi-lante che viene tagliata (“moz-zata”) in forme rotonde o avolte intrecciata; il fiordilatte,

prodotto con latte vaccino, diuna pasta differente per coloree consistenza dalla precedente;la provola affumicata, mozza-rella esposta al fumo di legna;i bocconcini di Cardinale, pic-coli bocconcini di mozzarellanon passati in salamoia e con-servati nel latte o nella panna;il provolone, che comprendetutta una serie di formaggi di-versi per stagionatura e sa-pore, da quelli più freschi edolci a quelli più piccanti (traquelli medi è famoso il provo-lone del monaco, tipico dellapenisola sorrentina tra Age-rola e Vico e molto apprezzatoanche presso la corte borbo-nica); il caciocavallo, più com-patto del provolone (per questoanche da grattugiare) e diforma diversa, solitamente le-gato in coppia per la “testa” esospeso con una corda “a ca-vallo” di un bastone; i burrini,pasta di provolone dolce ri-piena di burro e tipica di al-cune zone della Puglia; laricotta di fuscella, leggera econservata ancora umida incestini di forma conica tagliataper farne colare il siero; la ri-cotta salata, prodotta con lattedi pecora, conservata sotto salee consumata soprattutto du-rante le festività pasquali.

L’olio

“Chi non loda gli oli deimonti Tifatini, dell’amenaSorrento e delle memorabilirupi di Capri? Le alpestrirocce di Venafro danno olioche fa ricordare il vanto loroattribuito dal cantore di Ve-nosa Da Popoli alle rive del-l’Adriatico non ci ha picciolaterra che non dia olio squisi-tissimo.

Nelle Calabrie, dove la na-tura fa pompa di tutte le suericchezze più che in altraparte ella nostra penisola […] quei vasti uliveti sorgonoquasi sempre sui colli nel-l’esposizione più acconcia afavorire la vegetazione [...],somma è l’arte perché nel ri-colto niuna oliva vada per-duta e niuna offesa al troncoed ai rami si faccia. Dal fruttoche, ove non ispiccasi a manoed a varie riprese lasciasi ca-dere o sopra strati di felci sec-che o sopra aie che siapparecchiano sotto gli alberi[…] ed estraggonsi dolcissimi

oli fra i quali è avanti a tuttirinomato quello delle terrereggine, primo onor dellemense”. Molto diffusi, nelRegno delle Due Sicilie,erano i trappeti, stabili-menti per la spremituradelle olive. Soprattutto inPuglia si cominciavano adorganizzare a livello indu-striale anche per un’espor-tazione diretta quasi in tuttoil mondo: ogni anno si espor-tavano circa 200.000 salmedi olio per un valore di5.000.000 di ducati. Nei con-fronti del Levante e delNord Africa si utilizzava ilvantaggio di poter contare suun raccolto all'anno, dato chei raccolti biennali di Puglia eCalabria si alternavano. Levastissime esportazioni daBari, Bisceglie, Gallipoli,Lecce, Molfetta, Manfredo-nia, Taranto, Mola, Gioia, Bi-sceglie, Monopoli, Ortona eAncona, Reggio, Catanzaro,Procida, Castellammare oNapoli, raggiungevano Ge-nova, Venezia, Trieste, Am-burgo, Liverpool, Marsiglia,New Orleans, New York,Pietroburgo, Costantinopoli,Buenos Aires o Rio de Ja-neiro. Gallipoli detenevaquasi un monopolio sul-l'esportazione dell'olio diqualità pregiata per le sueottime cisterne tagliate nellaroccia. A metà Ottocento lacreazione di un vero e propriomarchio d.o.c. (un cavallosfrenato il suo simbolo) perl’olio pugliese.

L’oro degli ulivi secolari e l’oro biancoI preziosi prodotti della terra del Regno di Napoli

Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Mozzarelle e formaggi

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IL CASTELLO DI PONTELANDOLFOEdificato prima del XII secolo

Linda Iacuzio

Egildo Gentile, nato a Pontelandolfo il15 novembre del 1878, fu ricercatore,critico, pubblicista e archivista illu-stre. Insegnò presso la Scuola di Pa-leografia, Diplomatica e Archivisticaannessa all’Archivio di Stato di Na-poli; nel 1941 venne promosso diret-tore dell’Archivio di Stato di Palermo.Nel 1905 Gentile pubblicò, all’internodella prestigiosa rivista Napoli nobi-lissima, l’articolo Il castello e la terradi Pontelandolfo, nel quale rese omag-gio alla cittadina natia ricostruendouna parte importante della sua storia.Nel 2002 l’amministrazione comunaledel paese, sito in provincia di Bene-vento, ha ristampato il saggio in formadi estratto.L’articolo di Egildo Gentile si apre conuna breve descrizione del sito di Pon-telandolfo, dominato da “una vecchiatorre baronale” alta 21 metri, con unbasamento di 4 metri e mezzo. A par-tire dalla metà circa dell’altezza, uncordone di pietra bruna divide la parteinferiore della torre da quella supe-riore, di forma cilindrica, culminantein una merlatura. Già al tempo in cuiGentile scriveva, le riparazioni e le co-struzioni succedutesi nel tempo ave-vano reso difficile un esame piùminuzioso della fortificazione; “e solosi può desumere” afferma lo studioso“che alla torre si accedeva dall’internodel castello mediante un ponte leva-toio, il quale, partendo dalle mura delfabbricato che le si alzava di fronte, ca-

lava sulla soglia del finestrone cheguarda a mezzodì”.Secondo Gentile il castello di Ponte-landolfo dovette essere edificato primadel XII secolo. Ma, soltanto dopo che ipassaggi dell’esercito di Carlo d’Angiònel 1266 e di quello di re Luigi d’Un-gheria nel 1348 fecero comprenderel’importanza del luogo, “i feudatari,per meglio fortificarlo, costruironoquella torre dalle poderose mura, chetuttora si ammira”.È certo, comunque, che al tempo di Al-

fonso I d’Aragona i Gambatesa, contidi Campobasso, si trovavano in pos-sesso del castello. Dopo la morte di Al-fonso, il principe di Taranto e altribaroni, fra cui Niccolò Gambatesa diMonforte, si ribellarono al successore,Ferrante, e invitarono il duca Gio-vanni d’Angiò a impadronirsi delRegno. Ma Ferrante, dopo 11 giornid’assedio, nella notte dal 13 al 14 no-vembre 1462, riuscì a scardinare le di-fese del forte, mettendo poi a sacco ebruciando Pontelandolfo stessa. Suc-

cessivamente, con privilegio dell’8 di-cembre 1466, il sovrano concesse il ca-stello a Diomede Carafa, in premio deiservigi resi alla casa d’Aragona. La fa-miglia Carafa mantenne il dominiosulla terra e sulla fortezza per oltre tresecoli, sino all’eversione della feuda-lità, avvenuta nel 1806. Il 5 giugno del1688 il castello di Pontelandolfo fugravemente danneggiato da un vio-lento terremoto che, a detta di Gentile,causò il crollo di un fabbricato posto amezzogiorno rispetto alla torre.

I CONIUGI MERCIER-THOINNET A NAPOLILorenzo Terzi

Nel 1838 i coniugi Mercier-Thoinnet pubblicarono a Pa-rigi e a Nantes un diario deiviaggi da loro compiuti, pocotempo prima, “nel meridionedella Francia, sul canale diLinguadoca, in Liguria, a Ge-nova, Roma, Napoli, nella pro-vincia di Bari, sull’Adriatico,in Albania, a Ragusa, in Dal-mazia, in Illiria, a Trieste, aVenezia, in Svizzera”. Il vo-lume reca un titolo franca-mente poco originale, ovvero:“Souvenirs de voyage”. Esso,però, presenta qualche motivodi interesse per quanti si occu-pano delle descrizioni di Na-poli lasciate dai visitatoristranieri. I Mercier-Thoinnetgiungono nella capitale delRegno delle Due Sicilie attra-verso la consueta “via di Ter-

racina”. La strada “è imbalsa-mata di limoni, di mirti, dilauri, d’olivi, di vigne; è bor-data da enormi siepi di aloepiantate attorno a bei frut-teti”. Talvolta i pallidi olivi

sono dominati da un’alta edelegante palma, sicché il pae-saggio assume “un aspettoorientale”. Arrivati a Napoli,dopo uno sgradevole contrat-tempo subito alla dogana i

Mercier-Thoinnet si tuffanonella vita partenopea. Memo-rabile è il loro incontro con i“lazzaroni”, immersi nel sonnoper sfuggire all’ardore del sole,mentre le mogli filano. In com-penso i due vedono alcuni ca-labresi mettersi in marcia perandare a coltivare dei terreni,con un violinista alla lorotesta, in modo tale da potersiriposare, danzando, lungo ilcammino. Non può mancare,nell’itinerario dei coniugi fran-cesi, la passeggiata di Chiaia edella Villa Reale; quest’ultima“è ornata di tre file di alberi, distatue, di prati, di aiuole, diaranci e di padiglioni cinesi; viè una dozzina di fontane e unavasca in granito orientale”. Ivisitatori si trovano casual-mente a passare per Chiaiaproprio quando il re Ferdi-nando II sta tornando dall’am-

basciata di Russia; il sovranosi preoccupa di salutare congalanteria le donne del gruppodi viaggiatori del quale face-vano parte i Mercier-Thoin-net. La scena è resa ancora piùsuggestiva dai reggimentireali, che suonano con grandeprecisione “delle affascinantifanfare”. Altrettanto pittore-sco appare ai due francesi ilmodo di fare dei bottegai napo-letani: barbieri, venditori di le-gumi, di frutta, di pesce, dimaccheroni. Un cenno partico-lare meritano “delle cucineche, sotto la protezione di unaMadonna, si installano rapi-damente e hanno sempre unanumerosa clientela; tele am-bulanti riparano questi negozidove sono deposti, su unostrato d’alghe, dei frutti dimare e dei pesci vivi le cui sca-glie riflettono mille colori”.

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AA CARNEVALE OGNI SCARTO VALE!

Di recente mi è capitato di camminarelungo le strade di una cittadina, luogo diuna parata carnevalesca, senza vedercorrere e giocare per le vie, i “piccoli eroidi sempre”: Batman, l’Uomo Ragno,Wonder Woman, Hulk, Superman e glialtri paladini della giustizia sembra-vano essersi dileguati. Anche gli animali mancavano! Nientepiù api e coccinelle! Le Forze dell’Ordine, le infermiere, imaghi e i clown, i ballerini i pirati: as-senti! O quasi! Ma come mai questamancanza di partecipazione da partedelle famiglie? La risposta sembra essere sempre lastessa: c’è crisi. E via con i tagli! Via ilsuperfluo! L’immaginazione diventa un lusso!Anche per i bambini. Eppure, il Carnevale è sicuramente unatra le feste più attese, soprattutto daipiccini: grazie ai costumi e alle ma-schere, possono, per qualche giorno, av-verare il sogno di trasformarsi nel loroidolo di sempre o in quello che vogliono,come se la realtà fosse anche un po’magia. Tra sfilate, carri allegorici, feste, corian-doli e scherzetti, il Carnevale è la festadell’originalità, dell’allegria e del “tuttoè possibile”. Perché, dunque, rinunciarvi? La creati-vità, a volte non costa nulla. È possibile, infatti, comporre delle ma-schere e dei vestiti meravigliosi anchein casa, attraverso il recupero e il riuti-

lizzo di tessuti e materiali di scarto. E non servono grandi conoscenze di ta-glio e cucito, ma solo un pizzico di inven-tiva, un po’ di tempo libero e tantavoglia di osare!Passare del tempo di qualità insieme aipropri bambini, preparando coloratiabiti e decorazioni da riciclo a costo zero,è senz’altro una buona occasione, nonsolo per non privarsi della bellezza e

della spensieratezza del Carnevale,senza intaccare le tasche, ma anche perimparare a non sprecare le cose non piùutilizzate, dando loro nuova vita. Sul web sono tantissimi i siti e i blog che“raccontano” di idee e aneddoti per rea-lizzare stravaganti abiti e accessori. Che cosa aspettate a cimentarvi? La fantasia al potere, come sempre!

F.L.

Arance di Rosarno:buonissime e a impatto zero

Oltre il gusto ineguagliabile idue più importanti punti diforza delle arance di Rosarnosono i pochi secondi per acqui-starle on-line e i pochi chilome-tri che rendono sostenibile iltrasporto. È il quinto risultatoutile consecutivo per il GAS delcentro storico di Napoli. Il po-polo degli acquisti di frutta everdura su internet può contareogni inverno sui tir provenientidalla Calabria per rifornire ilcarrello di prodotti freschi e tra-sformati. Anche stavolta centi-naia di chili di arance,clementine, miele e nduja sonodisponibili per gli utenti coin-volti sotto un unico nome-slo-gan: “Friarielli”. Come fa unevento di successo a diventareuna tradizione? Iscrivendosi adassociazioni di volontariato de-nominate G.A.S. (gruppi di per-sone che acquistano facendosolidarietà a progetti di inte-resse socio-economico), è possi-

bile risparmiare molto sia in ter-mini economici che di emissioniquando si acquistano prodottibiologici di ogni tipo. Lo spaziofronte strada dello SKA, subitooltre il varco ZTL anti traffico èservito in modo logisticamenteineccepibile. È stato invaso dacassette e scatoloni ritirate su-bito dopo dai corrieri privati, ivolontari del kilometro zero.Solo dopo le consegne le bici-clette hanno rioccupato il grossovano che è tornato ad essereuna cicloofficina. Decine di fami-

glie a Napoli in questi giornistanno consumando meno ri-sorse non rinnovabili per gu-stare una premuta D.O.C.preferendo prodotti delle nostreterre piuttosto che quelli di im-portazione provenienti da nordAfrica o Spagna. Il 50% di loropotrà anche compostare le buccesenza problemi. I bidoni per rac-cogliere le frazioni umide sono adisposizione di mezza città edaiutano a chiudere il ciclo nelmigliore dei modi.

S.A.

Mai rinunciare alla fantasia

Concorso fotografico “Obiettivo terra 2014”

La Fondazione UniVerde e laSocietà Geografica ItalianaOnlus indicono la quinta edi-zione del concorso fotograficonazionale di fotografia geogra-fico - ambientale “ObiettivoTerra”, in occasione della 44ªGiornata Mondiale della Terra(22 aprile 2014), per valoriz-zare il patrimonio ambientaledei Parchi Nazionali e Regio-nali d’Italia. La partecipazioneal concorso è del tutto gratuita.La candidatura della fotogra-fia dovrà avvenire attraverso isiti www.fondazioneuniverde.it, ww.societageografica.it ewww.green-city.it, non oltre il 23 marzo 2014 in occasione delprimo week end di primavera. Farà fede la data di carica-mento della foto. E’ necessario che le foto inviate siano “ori-ginali”, ottenute da un unico scatto. Non sonoammesse,infatti, foto ritoccate, sovrapposizioni, fotomontaggio foto manipolate. Ogni partecipante può candidare soltantouna fotografia pena l’esclusione dal concorso. Al vincitoresarà assegnato un premio di euro mille e gli verrà donata unatarga – ricordo dalla Fondazione UniVerde e dalla SocietàGeografica Italiana. La fotografia vincitrice sarà esposta suuna maxi-affissione a Roma. Il premio verrà consegnato du-rante la cerimonia di premiazione che si svolgerà a Roma il16 aprile 2014.

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Cristina Abbrunzo

La lavatrice si può annoverarea pieno diritto tra le invenzionirivoluzionarie del 20° secolo.Nonostante i grandi vantaggiche questo elettrodomestico haapportato all’economia dome-stica, rimane una tecnologiaparticolarmente intensiva dalpunto di vista del consumodelle risorse: in media ogni ap-parecchio richiede fino a 55litri di acqua per lavaggio oltreall’energia elettrica per riscal-dare l’acqua, senza d’altraparte offrire il metodo più effi-cace per rimuovere le macchie.Ma è possibile costruire unalavatrice che funzioni efficace-mente e praticamente senzabisogno di acqua? Il professor Stephen Burkin-shaw dell’università di Leedssembra esserne convinto e,dopo anni di scrupoli studi,progetta una lavatrice che ne-cessita di meno del 2% dell’ac-qua normalmente consumatada una comune lavabiancheriadomestica.La Xerox, una piccola aziendadi Rotherham, cittadina nelNord dell'Inghilterra, cre-dendo fermamente nel pro-getto del prof. Burkinshaw,realizza quindi una lavatricedel tutto innovativa che, alposto dell’acqua infatti, uti-lizza migliaia di piccole scagliedi plastica, in grado di rimuo-vere ed assorbire la sporciziapresente nel bucato. Dai test èemerso come questa soluzionesia in grado di pulire pratica-mente qualsiasi tipo di mac-

chia, al contrario di quanto èpossibile fare con le odierne so-luzioni. Questa tecnologia diultima generazione affida ilsuo potere pulente a delle mi-nuscole micro perle di nylonformulate con catene polimeri-che in grado di separarsi leg-germente in presenza diumidità, consentendo allemacchie di essere assorbite ebloccate nel loro nucleo. Le

sfere possono essere utilizzatefino a 100 volte (o per circa seimesi) e far risparmiare al con-sumatore, oltre all’acqua,anche fino al 47 per cento deicosti dell’energia elettrica.In concreto, per il funziona-mento servono 20 Kg di scagliedi plastica, un bicchiere d’ac-qua ed uno di detersivo.Altro vantaggio sostanziale,oltre a quello ambientale dato

dal non sprecare inutilmentel’acqua, è che il bucato esce giàasciutto e non ha bisogno di es-sere steso o messo in un’asciu-gatrice, riducendo notevol-mente il processo di lavaggio-asciugatura-stiratura.Un inconveniente è costituitodal fatto che queste pastiglie diplastica non possono essereutilizzate nelle tradizionali la-vatrici ad acqua, ma richie-

dono l'utilizzo di apposite lava-trici. A tale proposito, a Xerosassicura che queste non sa-ranno assolutamente più co-stose di quelle tradizionali ed èora pronta per il prossimopasso, vale a dire il mercato dimassa. Oltre all’uso domestico,la società punterà a promuo-vere questa tecnologia anchealle lavanderie e su scala indu-striale.

Niente spreco, se il frigo è “eco”!Giovani inventori crescono

È più semplice di quanto si possa im-maginare il meccanismo che rende pos-sibile il funzionamento del “Sustainablerefrigerator”. Si tratta di un piccolo fri-gorifero portatile alimentato grazie al-l’energia solare ed ideato da unagiovane laureata della Leeds Univer-sity, Emily Cummins. Con particolare attenzione all’am-biente, ma anche a quelle popolazioni invia di sviluppo, l’ideatrice ha pensato diprogettare una soluzione che possa es-sere facilmente realizzata con materialiriciclabili, come plastica e legno, e senzal’utilizzo di energia elettrica. Il proto-tipo della Cummins è costituito da duecilindri metallici, contenuti uno dentrol’altro, tra i quali viene inserito un ma-teriale organico intriso d’acqua, comesabbia e lana, che può variare a secondadelle disponibilità locali delle aree in cuiviene utilizzato. Esponendo l’apparec-chio alle radiazioni solari si permettel’evaporazione dell’acqua, con conse-guente trasferimento del calore versol’esterno e il raffreddamento del cilindro

più interno: in questo modo è possibilemantenere il frigorifero ad una tempe-ratura media di circa 6 gradi centigradi.Inoltre l’acqua utilizzata per bagnare ilmateriale organico non deve essere ne-cessariamente pulita, infatti i cibi nonentrano in contatto con essa, assicu-rando così l’igiene e l’integrità alimen-

tare del prodotto.Ciò che rende il frigo solare ancora piùinteressante è il fatto che, proprio per-ché può essere costruito con materialiriciclati e facilmente reperibili, ben sipresta ad essere usato nei paesi in viadi sviluppo. La Cummins spera di brevettare unmodello più sofisticato portatile dausare per il trasporto di materiale sani-tario nei paesi molto caldi.Emily ha trascorso cinque mesi sabba-tici in Africa, perfezionando e facendodimostrazioni del suo prodotto. In Na-mibia è diventata famosa come “La Si-gnora Fridge” ed è poi tornata nelRegno Unito per iniziare un corso di bu-siness management all’Università diLeeds.Il suo originale frigo solare le ha fattovincere il premio come imprenditoreetico all’Oslo Business for Peace Award,assegnato dalla giuria del Nobel.Il futuro è dei giovani, della loro vogliae della loro creatività!

C.A.

Che più bianco non si può…ma senz’acquaXeros: la lavatrice che funziona con la plastica

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Eleonora Ferrara

È assodato che il diritto dellavoro abbia attinto, dalla mi-gliore tradizione europea,quei valori umanistici daiquali non si è mai distaccato,divenuti ormai imprescindi-bili.La figura dell’uomo-lavora-tore è stata, infatti, sempreprotetta dagli sterili meccani-smi di mercato, alla luce delledottrine illuministiche che,nel corso dei secoli, sono con-fluite nella moderna conce-zione di lavoratore.Il diritto del lavoro, quindi, hacercato, sempre, di arginare leteorie fredde e meccanicisti-che del capitalismo, dilagatenell’ottocento e nel novecento,svolgendo la stessa funzioneanche nei confronti della glo-balizzazione e mantenendo,nonostante tutto, intatta lapropria connotazione umani-stica, che restava tale ancheattraverso le diverse dottrinedel Novecento, confluite inuna più ampia crisi della mo-dernità.Ai giorni nostri, in piena glo-balizzazione, si ripropone laquestione sui modelli di con-vivenza sociale, che sembranon possano non tener contodi quei capisaldi della civiltàoccidentale quali la libertà el’uguaglianza.La derivazione di entrambi,sicuramente, è giusnaturali-stica, anche se i due concetti,politicamente affiancati dalpunto di vista economico, in-traprendono percorsi diversi,allorquando subentra la con-sapevolezza delle conse-guenze sociali dell’industria-lizzazione, che ne determinala definitiva divaricazione.Il concetto di libertà, ad uncerto punto, è stato sopraf-fatto da quello di ugua-glianza, come nell’ambito deldiritto del lavoro, in cui è an-data sempre più affermandosila tesi di un’antropologia pro-tesa verso la dimensione col-lettiva, a discapito delle teorieliberiste.Con la globalizzazione, si ètornati, invece al concetto dicompetizione concorrenziale,anche fra gli individui, nonsolo tra imprese, tornando inauge le teorie individualisti-che che ben si discostanodalle convinzioni di ordinegiuslavoristico.Per dirla con eminenti giuri-sti, incomincia a farsi stradala categoria concettuale e so-ciologica del merito indivi-

duale, quale modello indivi-dualistico dominante rispettoai modelli collettivi ormai incrisi.In effetti, però, tutto ciò noncostituisce l’abbandono delraggiungimento di obiettivi diequità e di coesione sociale,che continuano a sussisterenella prospettiva di unabuona regolazione del mer-cato.In ogni caso, bisognatener conto che, nell’elabora-zione delle politiche lavoristi-che, la dimensione nazionaleè sempre meno importantenel contesto dell’Unione Eu-ropea, in quanto sussiste ilcoinvolgimento in fenomeniglobali, dei quali non si puòavere il minimo controllo. Vengono introdotti, così, incampo nazionale, modelli dialtri Paesi della U.E. come laflexicurity danese, che nongarantisce la sicurezza delposto di lavoro, bensì la sicu-rezza del sostegno economiconelle fasi di disoccupazioneinvolontaria, assistenza nelmercato del lavoro per la ri-collocazione lavorativa, non-chè tutela pensionisticarapportata a questo variegatoscenario lavorativo.

INQUINAMENTOLa responsabilità dell’Ente ex d.lgs.321/01, prevista anche per i reati am-bientali dall’art. 25 undecies, consente(ai sensi degli artt. 19 e 53 del citatod.lgs.) il sequestro e, poi, la confisca perequivalente del profitto cd. “da rispar-mio” previa verifica di una diretta corre-lazione causale con i reati-presupposto eaccertamento dell'eventuale determina-zione di un risultato economico positivoricavato dall’ente per effetto della realiz-zazione delle ipotesi di reato contestate.Occorre, dunque, individuare un dannodiretto derivante dal fatto reato checomporti un vantaggio, anche se nellaforma del risparmio, con una visibilemodificazione positiva del patrimoniodell'ente, evitando improprie assimila-zioni tra profitto del reato, inteso comereale accrescimento patrimoniale, e cau-sazione di meri danni risarcibili relativia risparmi di spesa indebitamente otte-nuti dall'ente per effetto della mancataesecuzione di opere di risanamento am-bientale. La Corte di Cassazione , Se-zione VI, con la Sentenza n. 3635udienza 20 dicembre 2013 - deposito del24 gennaio 2014 “ha annullato senzarinvio il decreto di sequestro per equiva-lente non essendo stati esplicitati ele-

menti per ritenere che le conseguenzeeconomiche generate dagli eventi - didanno o di pericolo - tipizzati nei reaticontestati potessero essere assimilate aprofitto inteso come diretto risparmiodei costi d'impresa, risultando, inveceuna integrale equiparazione dell’entitàdel profitto con i costi non sostenuti perl’adeguamento degli impianti – nellaspecie siderurgici – per evitare danniambientali”.RIFIUTINella Circolare del Ministero dell’Am-biente del 13 febbraio 2014, n. 1/2014,"Regime tariffario per i rifiuti assimilatiche il produttore dimostri di aver av-viato al recupero", entrata in vigoredella Legge Nazionale di stabilità 2014

(Legge 147/2013), il Ministero dell’Am-biente risolve in via interpretativa ilcontrasto normativo sorto da due dispo-sizioni della succitata legge. In partico-lare, la controversia nasce dallacompresenza di due commi dell’articolo1 della L. 147/2013. Il comma 649, se-conda parte, afferma che i Comuni pos-sono, con regolamento, prevedereriduzioni della parte variabile della Tari,proporzionali alle quantità di rifiuti spe-ciali assimilati agli urbani che i produt-tori dimostrino di avere avviato arecupero. Il comma 661 dispone, invece,che il tributo non è dovuto in relazionealle quantità di rifiuti assimilati che ilproduttore dimostri di aver avviato alrecupero. Il Ministero dispone che sia laseconda norma a risultare non coordi-nata rispetto alla prima, sopravvenuta,e non viceversa, e suggerisce di dare laprecedenza, sino ad un chiarimento nor-mativo, al disposto dell'articolo 1,comma 649, seconda parte. Sarannopertanto i Comuni, all’interno del pro-prio regolamento comunale, a deciderese ridurre la TARI in proporzione allaquantità di rifiuti speciali assimilati agliurbani che il produttore dimostri diavere avviato al recupero.

A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

Il diritto del lavoro e la filosofia socialeLLAVORO E PREVIDENZA

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Andrea Tafuro

Evviva la famiglia!Appena sveglia comincia a cor-rere, allunga il passo, spingesull’acceleratore, aumenta ilbattito…finalmente arriva adestinazione, tutto sul filo delminuto! Alla fine della gior-nata raggiunge il traguardo, ilpremio per la vittoria conqui-stata è il meritato riposo... ènecessario per riprendere lagara del giorno dopo, del restomancano solo poche ore allasveglia del mattino seguente. Sono i tempi delle città bel-lezza, una volta erano diversidai tempi dei paesi, state tran-quilli che anche nel paesello silavora, si portano i figli ascuola e si fa la spesa, ma al-lora cosa è successo? È successo che si tende a con-siderare la conciliazione deitempi di vita e di lavoro inmodo unidirezionale, si ri-tiene, cioè, che azioni rivolte asostenere l’equilibrio nell’usodel tempo siano vantaggiosesolo per i lavoratori, che cosìavranno più tempo utile persvolgere i loro impegni fuoridal lavoro. Falso, falso, falso! Un allegge-rimento nello svolgimento degliimpegni di vita personali sicu-ramente si riflette positiva-mente sul posto di lavoro,perché il lavoratore si respon-sabilizza e dedica maggioreimpegno nelle attività da svol-gere.A proposito, conoscete l’ apte-nodytes forsteri? È il piùgrosso pinguino esistente, perquesto è detto l’Imperatore,non vola, ma in compenso è uneccellente nuotatore. Quando,per procurare cibo ai suoi pic-coli, la madre, dopo aver depo-sto l'uovo, si spinge nelleacque ghiacciate dell'Antar-tide per raggiungere l'oceanoaperto, alla cova ci pensa ilpadre. Indifferente e immobileai venti che sfiorano i 200 chi-lometri orari e a una tempera-tura che scende a meno 60gradi, scalda l'uovo tenendolosopra le zampe protetto dalproprio ventre, non lo lasciamai, disposto a digiunare peroltre due mesi. E quandomamma pinguino ritorna, en-trambi i genitori continuano anutrire insieme il piccolo finoalla sua indipendenza. Secondo Coface, la Confedera-zione delle organizzazionidelle famiglie europee, l'Impe-ratore è, in natura, l'esempiodi una collaborazione fami-

liare perfetta, dove c’è scambiodi ruoli e condivisione intelli-gente. Per questo, sul manife-sto che annuncia il 2014 comel'anno europeo della concilia-zione tra la vita familiare eprofessionale campeggia que-sto straordinario animale.Dico di più se azzardo cheavere la possibilità di trovareun equilibrio tra vita lavora-tiva e vita privata non è solouna questione di pari opportu-nità, ma anche mezzo per ri-durre il rischio di povertà? In Italia sin dagli anni set-tanta, con l’ingresso delledonne nel mercato del lavoro,le politiche dei diversi governisono state indirizzate alle la-voratrici per aiutarle a trovarel’equilibrio tra lavoro, famigliae vita privata, ma la concilia-zione ha l'intento di migliorarela qualità della vita e non puòriguardare solo il mondo fem-minile, poiché il migliora-mento della qualità della vitapassa attraverso una miglioregestione del tempo sia per gliuomini che per le donne.Da almeno due decenni,l’Unione europea insiste sullanecessità di implementare mi-sure di conciliazione tra vita elavoro, sia nel campo dellestrategie individuali e fami-liari, come la condivisione dellavoro di cura, sia nel campodei luoghi di lavoro attraverso

ad esempio la flessibilità ora-ria, sia nel campo del territorioe del pubblico con piani degliorari, rafforzamento dei ser-vizi ecc. ecc. In Italia, come al solito, si ècontinuato a diffondere il con-cetto che il lavoro delle donnee la loro professionalità sianoresiduali, se non addiritturamarginali rispetto al ruolocentrale che ancora spetta a

loro, cioè mantenere in piedi ilwelfare nazionale attraversol’assunzione totale del lavorodi cura. Se provassimo invecea non parlare più di concilia-zione, ma di condivisione? Il coinvolgimento dei ma-schietti nella cura è fonda-mentale per modificare lavisione di genere nel mercatodel lavoro e costruire pari op-portunità nella vita pubblica.

Conosco già la risposta di Oli-vier Rouland, Capo dell’Unità“Demografia, Migrazioni, Inno-vazione Sociale, Società Civile”della Commissione Europea:“In un contesto di crisi le politi-che di conciliazione sono cen-trali, tuttavia, pur essendo aiprimi posti nell’agenda dei bi-sogni, l’impegno verso il temaè particolarmente arduo intempi di austerity e tagli ai bi-lanci”. Appena parli di dirittisociali, i professoroni, ti ri-mandano ai soldi che man-cano! Il punto di vistaeconomico dimostra che c’èuna stretta relazione tra le dif-ficoltà di conciliare la vita la-vorativa, la vita familiare e lapovertà, se non addirittural’esclusione sociale. È così assurdo affermare cheun miglior sostegno alle politi-che tese alla conciliazione/condivisone consente a uominie donne all'interno di un qual-siasi modello familiare, sotto-lineo qualsiasi, di esercitarelibere e ampie scelte, sulla basedei propri bisogni rendendoconciliabili sfera lavorativa esfera familiare, consentendo aciascun di vivere al meglio imolteplici ruoli che gioca al-l’interno di una società com-plessa?Corri famiglia c’è la scuola, lapalestra, la danza, bisognapreparare la cena, riempire lalavatrice, pulire il bagno...

DIECI BUONE RAGIONI PER CONCILIARE VITA E LAVORO

1 Le famiglie sono gli elementi costitutivi per un buonfunzionamento della società.2 Le politiche familiari sono positive sia sulla disoccupazione che sulla sfida demografica.3 Le politiche di conciliazione che permettono a donnee uomini di armonizzare la vita lavorativa e la vita fa-miliare sono la chiave per soddisfare i bisogni vitalidelle famiglie e l’uguaglianza tra i generi.4 Le politiche che sostengono le famiglie sono decisivenell’affrontare e nel prevenire la povertà e l’esclusionesociale ed è fondamentale intervenire prima che le fa-miglie povere siano emarginate.5 È cruciale portare l’attenzione sull’impatto che lacrisi economica e finanziaria ha prodotto sulle fami-glie.6 Le famiglie hanno un ruolo chiave nel prevenire l’abbandono scolastico.7 La partecipazione e la socializzazione dei figli inizia in famiglia.8 Le famiglie sono l’unità fondamentale dell’educazione al consumo, in particolare quando sitratta di sviluppo sostenibile e di consumo responsabile.9 Le relazioni intergenerazionali sono importanti nella vita delle famiglie.

Le famiglie sono le unità dinamiche dove avvengono le transizioni più critiche da una fase divita ad un’altra.

2014 d.C. ANNO DEL PINGUINOANNO EUROPEO DELLA CONCILIAZIONE TRA LA VITA FAMILIARE E PROFESSIONALE

Per conoscere tutte le iniziativecollegati all’indirizzo:

eyf2014.wordpress.com

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23 febbraio 2014 – Carnevale di Saviano (NA) e IV raduno degli “artisti di strada”!

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