Rivista arti marziali cintura nera budo international gennaio 2014

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La rivista internazionale di Arti Marziali tradizionali, sport da combattimento e autodifesa. Download gratuito. Edizione Online Gennaio 2014 268 Anno XXIII

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Van Damme è esempio diperseveranza e successo aldilàdegli alti e bassi; varie decadi diCinema marziale lo dimostrano eoggi in questo stupendo ecompletissimo articolo, il nostroesperto in materia D.PedroConde, che tante volte lo haintervistato, va a fondo neirecessi di una carriera e di unavita eccezionali.

JEAN CLAUDE VAN DAMMEUna delle scoperte più memorabili

nello studio del Kyusho è la certezzache esiste un linguaggio interno nelleforme e negli insegnamenti delle ArtiMarziali, che fa riferimento a movimentiche agiscono sui punti vitali.

In questo articolo, scritto dal famosoesperto in materia, Evan Pantazi e con ilquale presentiamo un nuovo video diquesto autore, egli ci svela tutto unUniverso di studi riferiti a questi puntinel Taekwondo.

KIUSHO JUTSU- TAEKWONDO

Coltello Apache: uno stile divita. “Alcune tribù indiane uti-lizzano un palo da guerra co-me faccio io, ciò aiuta gli allie-vi a comprenderel'importanza di usare il colte-llo con una presa a martelloche conferisce tensione allamano, attaccando in modo darendersi conto delle sensazio-ni che si provano nel colpireun corpo o un osso”.

APACHE KNIFE

Come molti altriartisti marziali,David Ribas siinteressò alla lottaa terra dopo avervisto il primoUltimate FightChampionship evedendo comeRoyce Graciesconfisse il suo

avversario senza grande sforzoimmobilizzandolo velocemente e impedendoglidi continuare a combattere. Allora decise dimigliorare le sue abilità difensive e cominciò aricercare tutte le informazioni che poteva reperiresulla lotta a terra.

COMBAT HAPKIDO

Il Choy Lee Futè un sistemam a r z i a l et r a d i z i o n a l ecinese moltodinamico ed i s t i n t i v o ,carat ter izzatodalla grandequantità dit e c n i c h ecombinate di

braccia e gambe, da spostamenti agili uniti amovimenti circolari delle anche, che permettonodi generare colpi molto potenti e veloci. In questoarticolo, passeremo in rassegna gli aspetti piùimportanti di questo patrimonio marziale per tutti inostri lettori.

CHOI LI FUT

Shidoshi Juliana havestito il nostro direttoreAlfredo Tucci conu n ' a r m a t u r agiapponese, per istruirvisui suoi componenti esulla corretta proceduradella vestizione. Unarticolo che inoltre cispiega la storia el ' a n t r o p o l o g i adell'armatura, uno deiprincipali attributi delSamurai.

COME SI INDOSSA L'ARMATURA GIAPPONESE

L'origine della “JKD Old School” sibasa sull'utilizzo dei principi stabilitida Bruce Lee, insieme ad unacomprensione dei fondamentali e delfunzionamento del Jeet Kune Do,indagando sulle altre Arti Marziali eestraendo la loro essenza. Tutto ciòviene definito il “Filtro del JKD”.

JKD

UN GIORNALE SENZA FRONTIEREBudo International è senza alcun dubbio la rivista diArti Marziali più internazionale del mondo. Siamoconvinti di vivere in un mondo aperto. Gli unici confinisono quelli che la nostra mente vuole accettare. Cosìcostruiamo, mese dopo mese, una rivista senzafrontiere, dove ci sia spazio per tutte le informazioniche interessano ai praticanti, qualunque sia il loro stile.

BUDO INTERNATIONAL NEL MONDOBudo International è un gruppo editoriale internazionale che lavora nell’ambitodelle Arti Marziali. Raggruppa le migliori aziende che lavorano nel settore ed èl’unica rivista al mondo pubblicata in sette lingue diverse e che viene diffusa inoltre 55 Paesi di tre continenti tra cui: Italia, Francia, Spagna, Portogallo,Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Australia, Svizzera, Olanda, Belgio,Croazia, Argentina, Brasile, Cile, Uruguay, Messico, Perù, Bolivia,Marocco, Venezuela, Canada, Senegal, Costa d’Avorio…

La cittàspagnola diGuadalajaraha accolto ilVIII Campio-nato delMondo di Ka-rate WKF perle categoriecadetti e ju-

nior. Un grande avvenimento sportivo al qualesono accorsi 100 paesi dei cinque continenti,per un totale di 1400 partecipanti, oltre ad arbi-tri, tecnici, dirigenti e il folto pubblico che ha ri-empito quotidianamente l'eccellente strutturadel Padiglione Polifunzionale di Aguas Vivas.

VIII CAMPIONATO DEL MONDODI KARATE WKF

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Oggi intervistiamo IgorMaltagliati, sceneggiatore eregista di numerose opere siateatrali che cinematografiche,molto attivo anche nel mercatoamericano.

Essendo una personaappassionata e molto sensibileriguardo le arti marziali

vorremmo chiedergli alcune riflessioni riguardo il cinema marzialeitaliano…

CINEMA MARZIALE

S.D.S. - Concept addestramentodi sicurezza è un sistema perallenare e insegnare sicurezzaoperativa e pratica. Alcunecategorie di professionisti corronopiù rischi di altre, essendoattaccate da clienti aggressivi. Puòdarsi che questo non accada tutti igiorni, ma non si deve prenderealla leggera. Il nostro programmadidattico è stato chiaramente

concepito per questi professionisti.

SDS-CONCEPTCome si arriva ad essere

un buon Eskrimador. Oggi,l'Eskrima è un mix didifferenti stili. Sembra chemolti praticanti mescolinostili diversi per poi chiamareil tutto Eskrima, maaggiungendo delle cose chenon hanno niente a chevedere con l'Eskrima.Queste persone siautoproclamano maestri edimenticano che i principipiù importanti dell'Eskrimarisiedono nelle sue origini.

ESKRIMA

Sistema militare di originemilitare, contiene tecnicheadeguate per ciascunindividuo, che sia civi le,militare o professionista inambito operativo. Il SistemaMorabito offre uno studioprofondo del corpo umano,dal punto di vista dellabiomeccanica applicata alcorpo, combinato allaconoscenza delle leggimeccaniche e fisiche, pereludere qualsiasi t ipo diattacco proveniente da piùpunti e più avversari.

SYSTEMA MORABITO

Pare logico intuire che unpraticante “normale”, di quelliche si allenano due o tre orealla settimana nelle moltescuole di WingTsun di tutto ilmondo, non diventerà mai lareincarnazione del Dr.LeungJan, ma noi, come insegnantisiamo obbligati a tirare fuori ilmassimo da ciascuno di loro.Dobbiamo cercare di fare inmodo che il loro potenzialearrivi al massimo, investendonel tempo che ognuno diquesti praticanti dedica nellenostre scuole e nelmiglioramento della praticadell'arte che insegniamo.

WINGTSUN

I l Gran MaestroMartin Sewer ha ri-cevuto il 9° Gradodi Maestro dalWorld Martial ArtsInstitute, atto sotto-lineato dalle paroledel responsabiledell'organizzazione,Dr.Song: “Questo èil minimo che lepossiamo ricono-scere”. Quindi i lGran Maestro Mar-

tin Sewer ha lasciato l'evento portandosi a ca-sa tutti i premi che poteva e dimostrando che ilduro e corretto lavoro, a lungo andare, vale lapena e viene ricompensato.

HUNG GAR KUNG FU

Direttore editoriale: Alfredo Tucci, e-mail: [email protected]. Facebook:http://www.facebook.com/BudoInternationalItalia. Traduttore: Leandro Bocchicchio. Pubblicità eRedazione: Nicola Pastorino, e-mail: [email protected] Hanno collaborato: Don Wilson, YoshimitsuYamada, Cass Magda, Antonio Espinós, Jim Wagner, Coronel Sanchís, Marco de Cesaris, Lilla Distéfano,Maurizio Maltese, Bob Dubljanin, Marc Denny, Salvador Herraiz, Shi de Yang, Sri Dinesh, Carlos Zerpa, OmarMartínez, Manu, Patrick Levet, Mike Anderson, Boulahfa Mimoum, Víctor Gutiérrez, Franco Vacirca, BillNewman, José Mª Pujadas, Paolo Cangelosi, Emilio Alpanseque, Huang Aguilar, Sueyoshi Akeshi, MarceloPires, Angel García, Juan Díaz. Fotografi: Carlos Contreras, Alfredo Tucci.

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utti siamo strumenti di forze che citrascendono. In parte scelto, in parte impostodal corso stesso risultante dalla nostraevoluzione individuale e collettiva, il processodi risveglio della coscienza, non si ferma adettagli, ideologie, opinioni o gusti. Le grandi

forze incoraggiano, sostengono e soggiaciono dietro ognipiccola cosa, perché siamo parte di tutto ciò che le crea.

Da quando l'uomo è uomo e in qualche modo ancheprima, egli ha cercato di capire come questo amalgama diforze energetiche e tensioni agiscono su di noi. Condiversi successi, ha esplorato innumerevoli formule,strade e spiegazioni, e continuerà a lungo. L'impulso dicomprendere il mistero dell'esistenza e le sueconseguenze, è inscritto nel nostro DNA e si attivòsignificativamente dal momento stesso in cui la luce dellaconsapevolezza e dell'intendimento si accese nella nostraspecie. Niente può sostituire quel desiderio inconscio diocchi inquisitori che guardano il cielo di notte chiedendosicosa c'è lassù, agli occhi pieni lacrimosi di una madre chesi chiede perché suo figlio ha dovuto morire, dell'uomo difronte alla tempesta che ha rovinato i raccolti econdannano i suoi alla morte.

Comprendere, vedere più in là dell'ovvio, scoprire ciòche agisce l'invisibile, le sue strade e i suoi sensi, le sueleggi e i suoi segreti, è il sogno di ogni uomo desiderosodi trascendere il discorso della realtà, intesa questa comeun accordo di gruppo. Coloro che furono capaci dimettere in discussione le convinzioni dell'unione dei suoicontemporanei, questi ribelli, furono i trasgressori chetrasformarono la coscienza di gruppo. Tacciati come pazzia volte, apostati o eretici altre, aprirono porte che eranochiuse e sigillate dalla stoltezza di una realtà ammessacome tale, generalmente per la paura e l'ignoranza dimolti.

Oggi, imbevuti dell'arroganza di quel pensiero unico chepromuove il materialismo dei nostri giorni, non siamo cosìdiversi dai contemporanei di Galileo. La scienza stessaagisce come un meccanismo di demonizzazione diqualsiasi altra forma di analisi della realtà che non siaconcorde con le sue sentenze ufficiali, per eventualmente,questo sì, fatto il danno, riconoscere ai suoi eretici, ilmerito di un approccio differenziato dei suoi postulati chemolto a malincuore, era andato a trasformare unparadigma. Le cose, perso il loro impeto iniziale, siraffreddano e si arroccanno nella loro tendenza, mettendoin luce il meglio e il peggio di sé stesse.

Nulla sostituisce l'umiltà del non credo, del non sapere,del "la mia verità è la mia, ma non necessariamente latua". Il rispetto è il grande antidoto davanti ai fanatismi ele stupidità che sono frutto del consenso di ogni epoca.Per questo, il saggio ascolta sempre con la mente aperta,senza giudicare. Non ci sono urgenza né demerito inquesto, al contrario, uno può agire e deve farlo secondo lasua verità, perché le conseguenze saranno per lui, nelbene e nel male, e perchè fanno parte della sua propriastoria, e del suo proprio cammino. E' l'incertezza stessa,

questa forma di paura che deriva dall'insicurezza, chespinge la gente a intervenire e cercare di convincere glialtri della sua verità. Ogni proselitismo proviene da questomale; indica inequivocabilmente tale debolezza; esottolinea la perversione delle nostre certezze.

Respira due volte prima di consigliare senza che ti siarichiesto, respira tre volte prima di criticare le idee deglialtri, respirare cento volte prima di negare la veritàdell'altro.

Sì, la paura, sempre la paura, quella che spinge aprendere posizioni contro gli altri, a negar loro il pane e ilcriterio, a combatterli senza quartiere, e alla finedistruggerli. Ogni fanatismo è di conseguennza una formadi crudeltà, ogni intransigenza un passo verso il disastro.

Svegliare questi punti è il risultato di molte questioni edanche necessariamente dell'esperienza. Poichè ognicolpo al bersaglio, porta in ogni freccia il potenziale e lospiraglio di intenzioni dell'arciere. Molte volte nella vita,quella che vi colpisce è una freccia che tiraste ieri; in unUniverso curvo, tutto torna, tutto ritorna. Quando la vita tiinsegna questa lezione, per meglio dire, quando riusciamoa comprenderla, molti portano il culo pieno di saette. Nonpossiamo fare niente rispetto a queste frecce già lanciate,però sì con quelle che lanciamo a partire da ora.

Anche il fanatico è necessario in un Universo completo,il saggio deve, tuttavia, proteggersi dalle conseguenze diuna tale follia, come un ricercatore che indossa il suocamice protettivo quando entra nel laboratorio pieno dimicrobi o parassiti. Che la merda debba esistere, nonsignifica che uno deve mangiarla.

Le grandi forze dell'universo sono largamente diffuseovunque. Solo gli idioti o gli arroganti possono concepirela propria libertà come qualcosa d'indifferenziato e agiresopra tali forze. Si può cavalcare un'onda, ma non si potràmai essere più grande o più forte di lei. I saggi imparano ausare le forze, a rimanere un passo davanti a loro, adanticiparle, anche a indirizzarle, ma mai per sentirsi piùgrandi di loro. Il potere del mago arriva da tutto questo,deriva dalla sua conoscenza ed empatia con tali forze, dalgiocare con il "Magnus", il grande che sottende a ognicosa. In tale processo si fa piccolo, flessibile eimprevedibile come ciò che frequenta, sfuggevole einsormontabile, per non essere toccato da esse,estremamente robusto nella sua semplicità, perché solo ilvuoto può essere paragonato al più grande di tutti i poteri,il nulla.

Le monumentali forze che fannno girare il cosmo non sibasano su una intenzione, ma sulla natura stessa dellecose. Gli umani al contrario, noi ci muoviamo spinti daintenzioni, visibili o nascoste, a noi stessi o agli altri, nonimporta qual'è il tipo di cecità che ci spinge, che ci rendegeneralmente prevedibili e meschini, tanto quanto puòfarci giganti e generosi. Questa seconda opzione dipendedal nostro livello di coscienza, ma anche dalla nostragrandezza interiore. La vita sempre tira fuori ciò cheabbiamo dentro, ma è nelle grande crisi, in situazioniestreme, dove inevitabilmente l'uno o l'altro affioreranno.

“Conosci te stesso prima di iniziare a decidere sulla natura di Dio e del mondo”

Ramana Maharshi

“Man mano che acquistiamo conoscenza, le cose nondiventano più comprensibili, bensì più misteriose”Albert Schweitzer

T

Traduzione: Chiara Bertelli

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Tutti serviamo qualcosa più grande di noi, consciamente oinconsciamente, siamo parte di qualcosa di più grande che si alimentadi noi, come noi ci alimentiamo di altre cose. L'Universo esiste nelcontinuo dare e ricevere di forze inimmaginabili, la maggioranzainvisibili agli occhi degli uomini. Svegliarsi a queste realtà è unpasso da gigante al quale pochi sono preparati, ma chiunque èinvitato, perché la natura dell'occulto non è diversa da quelladel visibile.

Tutto ciò che esiste si alimenta di qualcosa, tuttociò che si alimenta di qualcosa esercita unafunzione e genera delle conseguenze e un residuo.La natura di tutte le forze risponde a leggisuperiori, e svolge il suo compito al di là di ogniconsiderazione di bene o di male. Ciò che èbuono per alcuni sarà un male per gli altri eviceversa.

Nell'eterno divenire, gli uomini trascorronol'esistenza generalmente addormentati eincapaci di vedere niente più di làdell'immediato. Posizionati sempre davantiad uno specchio, un giorno decidiamo diguardarci e di chiederci chi è che appare lìriflesso. Solo dopo l'averci interrogati lerisposte arriveranno ... è sempre statocosì. Povero chi non si è mai messo indiscussione e vive alimentandosi alpresepe della normalità, perché lì non c'èniente, se non inganno e decadenza.

L'invisibile agisce dietro ogni respiro,esiste nascosto, facendo senza fare. Ilsaggio, prima o dopo è destinato a questoincontro con il mistero; gli antichi Shizenchiamarono questo incontro fuemaru, l'"aprire gliocchi". Tutto il visibile proviene dall'invisibile. Sesiamo strumenti di forze superiori, ogni possibilespiraglio di libertà, per quanto piccolo o grande che sia,dipenderà dalla nostra conoscenza e il nostro livello diconsapevolezza. Non si può cavalcare un'onda chenon ammettiamo che esista e non studiamo come sicomporta.

Alfredo Tucci es Director Gerente de BUDO INTERNATIONAL PUBLISHING CO.e-mail: [email protected]

https://www.facebook.com/alfredo.tucci.5

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Una delle scoperte più memorabili nello studio del Kyusho è la certezza cheesiste un linguaggio interno nelle forme e negli insegnamenti delle Arti Marziali,che fa riferimento a movimenti che agiscono sui punti vitali.

In questo articolo, scritto dal famoso esperto in materia, Evan Pantazi econ il quale presentiamo un nuovo video di questo autore, egli cisvela tutto un Universo di studi riferiti a questi punti nelTaekwondo.

Un DVD inestimabile per coloro chepraticano il Taekwondo.

Foto: Brian Hallhttp://brianhallphotos.com/

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“Queste forme ciaccompagnano

passo dopo passonell'apprendimentodandoci infinite

possibilità,specialmente segli si affianca il

Kyusho”

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Kyusho, Le Serie del DojoTaekwon-Do

“Nel Taekwon-Do si definisce punto vitale una qualsiasizona vulnerabile, sensibile o rompibile in un attacco al corpo.E' essenziale che il praticante di Taekwon-Do conosca i puntiper avere uno strumento appropriato sia per attaccare cheper parare. Un attacco indiscriminato non è convenientepoiché è inefficace e uno spreco di energia” - Generale ChoiHong Hi ( ), ENCICLOPEDIA DEL TAEKWON-DO,Volume II, pagina 88.

I l Taekwon-Do oggi è una delle più importanti eprofessionali Arti Marziali al mondo. Ci sono molte scuole,molte competizioni e seminari ogni anno. Centinaia dipersone accorrono a questi eventi sposando l'aspettosportivo dello stile. Tuttavia, l'organizzazione si è divisa intante altre dopo la morte del suo fondatore, il Generale ChoiHong Hi, e continua a crescere.

Col tempo gl i aspett i sport iv i hanno preso i lsopravvento, venendo ignorati o rifiutati nel contesto deimetodi originali di difesa personale. Negli scritti originalidel Generale Choi, gran parte dell'attenzione, dellastruttura e anche dell'uso dei punti vitali “Kupso” ( oKyusho), così come dello sviluppo degli strumenti peraccedervi, venne descritto ma non fu mai del tuttotramandato. La Kyusho International ha realizzato unprogramma per chiarire, educare, integrare ed evolverenuovamente questa incredibile arte marziale, secondo iconcetti del suo fondatore. Questo nuovo programma èsostenuto pienamente dai fondatori ancora in vita,specialmente dal figlio Choi Jung Hwa.

Il Taekwon-Do classico possiede la base del corso e delcombattimento così come delle forme (conosciute comeKata nel Karate). Queste forme ci accompagnano passodopo passo nell'apprendimento dandoci infinite possibilità,specialmente se gli si affianca il Kyusho. Quando il Kyusho siintegra con queste forme, il praticante scopre un nuovomondo di metodi nascosti, di armi, di sistemi di difesapersonale che sono il nucleo dell'arte.

Queste forme trasformano gli esercizi di condizionamentoin una gamma completa di moduli per il combattimento e ladifesa personale con il Kyusho. Una volta introdotto ilKyusho, questo aumenta in maniera esponenziale

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l'attenzione del praticante aldilà dellamera imitazione, verso una nuovalibertà, mantenendo allo stesso tempol'integrità e la struttura dello stile. Inqueste serie del Dojo offriamoun'ampia documentazione dell'Arte, inmodo che ciascun praticante possaimparare e comprendere unacomponente che venne descritta eredatta dal suo fondatore.

La prima di queste forme si chiamaChong Ji (tradotta come Il Cielo e laterra) ed è la piattaforma basilare diquesto moderno progetto architettonico.Contiene solo schemi fondamentali dimovimento delle mani poiché non vi

sono inclusi calci, ma la sua semplicitànasconde infinite possibilità quandoviene combinata con i punti vitali.

Dall'integrazione degli attacchi delbraccio si prosegue il programma distudi basilare di Kyusho per poilavorare alla testa, al corpo, al legambe, obbiettivi seguitidall'applicazione delle situazioni diquesti punti conosciuti. Queste

applicazioni aggiuntive implicano ladisattivazione di punti di pressione o dicontrolli e del grappling dei piedi (lalotta a terra si introduce più tardi neglischemi, visto che risulta più sofisticatae il professionista avrà sviluppato sia

una giusta abil ità, che unacomprensione più solida del Kyusho).Le spiegazioni dettagliate, continuano amostrare delle manipolazioni nascostedelle articolazioni e anche quellepossibili con il coltello attraverso leazioni esatte della forma.

Si possono fare altre scoperte dalleforme base circa le armi occultate cheil fondatore incluse nella sua

enciclopedia, ma queste non risaltanonello stile a causa di una mancanza diconoscenza o di abilità nella relativaapplicazione. Così come le 6 mani delJi del Bubishi, queste armi specifiche eapparentemente insolite del Taekwon-

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Do hanno enormi potenzialità e sono vitaliper l'accesso al Kyusho contenuto nellostile. Come esempio prendiamo il pugnoche è predominante in tutta la forma, nonabbiamo solo questo pugno, ma anchealtre armi documentate nell'enciclopediadel fondatore come il Mit Joomuk (pugnobasso), concepite per attaccare struttureanatomiche specifiche che a loro voltahanno degli obbiettivi Kyusho (nondescritti). Ciò che si contempla anchenell'esecuzione del pugno, è la posizionedella mano che afferra, che conosciamocome JIAP che “si utilizza per applicareuna pressione nelle arterie e nei puntivitali” (Kyusho). Soltanto con queste duearmi non solo possiamo realizzare levedelle braccia, ma anche dei colpi insequenza mentre afferriamo e chesaranno la base per accedere ad altriobbiettivi più facil i , i l tutto verso lestrutture anatomiche più deboli. Tuttaviaqueste non sono le uniche armi che ilKyusho rivela, l'uso dei movimenti esattidella forma comincia a sviluppare altrearmi nascoste. Queste, naturalmente,danno maggiore enfasi alle struttureanatomiche più fragili, in proporzioneall'aumento delle conoscenze delpraticante di Kyusho.

Una volta che l'uso ditali armi inizia ad esserenaturale come quello degli obbiettividel Kyusho, riusciremo a indebolireistantaneamente l'avversario già dalprimo contatto. Questa è una chiaveimportante, perché il dolore Kyushoè assai diverso da un semplice dolo-re. Noi non attacchiamo semplice-mente il corpo dall'esterno peravere accesso alla struttura profon-da del nervo, i nervi sensoriali super-ficiali non sono gli unici recettori di unattacco Kyusho, ma attacchiamoanche altri nervi che non sono facil-mente accessibili con i metodi conven-zionali. Tutto ciò provoca un doloreinterno differente poiché stimoliamo imessaggi neurologici nell'avversario.Questo confonde il recettore perché ilcervello lotta per rispondere a questinuovi scompensi neurologici. Dalmomento che si produce un'ulterioredisfunzione, si causano molti altri pro-blemi psicologici, dalla paura alla con-fusione, fino alla perdita del pensierocognitivo. Pertanto non solo riusciamoa indebolire il corpo, ma anche lamente del contendente per arriva-re a controllare la situazione.

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Ora, posto che uno dei desideri dei fondatori, cosìcome indicato nei loro scritti, era il propiziare unabuona salute e condizione fisica, ci troviamo difronte a molte cose della nostra anatomia chepossono essere apprese e assimilate grazie alnostro studio del Kyusho. Ottenendo una più elevatacomprensione di come funziona l'anatomia e lafisiologia, possiamo arrivare ad una maggiorcomprensione e a un potenziale di vita più vibrante,o addirittura a curare molti problemi fisiologici dialtre persone. Ciò avviene grazie al fatto che ilpraticante di Kyusho prima impara a causare moltiproblemi, poi a risolverli o ad annullarli utilizzando lestesse funzioni fisiologiche in un'altra maniera.

Per esempio, possiamo usare un punto Kyushosituato nella zona del gomito che in agopuntura sichiama TW-11. Quello non è realmente un nervo, mapiù un elemento neurologico integrativo di tutti itendini. Quando si stira un tendine, come potetevedere nell' interpretazione Kyusho di questoschema, si produce un'azione riflessa che partedall'organo tendineo del Golgi. Questo è uncomponente del corpo che vigila sui tendini quandosi stirano in eccesso, che comanda un'azioneriflessa al cervello perché rilassi i muscoli e nonmetta in tensione i tendini stessi. In una posizionemarziale ciò provoca che tutta la muscolatura sirilassi, causando debolezza e perdita di forza.

Invece, se guardiamo tutto questo dal punto divista della salute, possiamo osservare che se unapersona è stressata e tiene i muscoli in tensione,possiamo agevolare lo scioglimento della tensioneusando lo stesso punto. Per favore, cercate di capireche questa è una descrizione molto basilare soloperché il lettore o il medico vengano a conoscenzadi come il dualismo tra danno e guarigione si scoprecon l'uso del Kyusho che questo schema hacodificato.

Con questa conoscenza, possiamo vedere come ilvecchio proverbio “quando un colpo non è più uncolpo”, e molti altri detti, si sia evoluto e anche rivelato.

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Infatti, mentre la maggior parte dellagente vede i movimenti della formacon un solo proposito o principio,questi si ampliano esponenzialmentequando si applica il Kyusho. Questograzie al fatto che il Kyusho non ètecnica appl icata, ma i l sempliceobbiettivo delle aree più deboli che siscoprono nel le situazioni delcombattimento. Se uno impara una

tecnica di una sequenza contro unattacco di un'altra e l'attacco variar ispetto al la forma in cuioriginariamente è stato insegnato,appreso e applicato, non funzioneràcome lo ha fatto nel lapratica…quando si viene attaccati nonè i l momento giusto per scoprirequesto difetto. Imparare o conservareuna tecnica per ogni attacco possibile

che l'avversario può portare è assaiimprobabile. Tuttavia se prendiamo lenostre azioni delle forme e impariamoa guidarle in molti aspetti verso gliobbiettivi esposti di seguito, c'è unamaggiore probabilità di successo eimpareremo a r iconoscere ledebolezze durante i l movimentoinvece di tentare di reagire davanti alleazioni sconosciute del contendente.

Punti Vitali

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Oltre al metodo per riconoscere gli obbiettivi cheabbiamo descritto, abbiamo la possibi l i tà diaccedere a molti punti nella stessa zona generale econ i medesimi movimenti . Questo èimportantissimo poiché la stazza dell'avversario èvariabile e la ricerca dei target può diventare piùdifficoltosa per il praticante. Ma eseguendo lestesse azioni della forma possiamo raggiungere piùpunti che nella semplice ricerca. Molti non praticanoquesto livello di Kyusho per essere in grado ditrovare un piccolo punto in un bersagl io inmovimento…ed è proprio li il problema. Ma quellodi cui non si rendono conto non studiandorealmente il Kyusho è che in primo luogo un puntonon è veramente un punto, è una sezione del nervoo del muscolo, o un intero tendine. Unitelo ad ungruppo di obbiettivi in ciascuna zona e ci saràsempre un bersaglio raggiungibile a prescinderedalla stazza o dalla posizione in cui si muovel'opponente. Ciò naturalmente non vuol dire chel'allenamento sia meno necessario, continua adesserlo, ma la persona che pratica con il Kyushoconsegue un grande potenziale, abilità e destrezzanel suo proprio stile o Arte.

E visto che ogni individuo è unico per capacitàatletiche, età, stazza, sesso, forza e tutte la altrevariabili, i l Kyusho permette di lavorare inmaniera naturale con ciò che è più spontaneoper ciascuno nella propria vita, mentre siutilizzano le azioni esatte della forma che lostile richiede. La stessa arte si trasforma perogni soggetto più in un viaggio personale che in

una imitazione di altri.La forma Chong Ji è l'inizio del viaggio nei segreti

nascosti del Taekwon-Do.

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Coltello Apache: uno stile di vita

Testo e foto: R. Redfeather: [email protected]

“Alcune tribù indiane utilizzano un paloda guerra come faccio io, ciò aiuta gliallievi a comprendere l'importanza di

usare il coltello con una presa a martelloche conferisce tensione alla mano,

attaccando in modo da rendersi contodelle sensazioni che si provano nel colpire

un corpo o un osso”.

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Coltello Apache: uno stile di vitaIstruttore capo fondatore Robert Redfeather

Io non insegno attraverso la teoria, bensì secondo le mieesperienze di vita. Una cosa che ho imparato è che uno non devecombattere tutte le battaglie, ma deve essere preparato e con ipiedi per terra.

La lotta con il coltello Apache è antica come la Madre Terra. E'diretta e va a braccetto con la natura, è il sentiero Indiano Apache.Nel 2005 mi hanno chiesto di rappresentare gli Stati Uniti all'ottavoFestival Mondiale di Arti Marziali a Chungju, in Corea del Sud, inqualità della più antica arte da combattimento nativa americana.Ho avuto l'onore di portare la bandiera degli Stati Uniti di America esfilare nella parata per rappresentare la tribù Apache. Ho parlatonelle università della cultura indigena e ho fatto dimostrazioni dicombattimento con coltello per l'Esercito della Corea. Tutto questoè documentato nel loro Museo delle Arti Marziali.

Nel 2013 ho avuto l'onore di essere insignito del Premio D'OnoreMuseo di Michael Matsuda a Burbank, California, grazie al miomaneggio del coltello Apache, l'arte nativa americana più antica etradizionale.

Insegno la lotta del coltello Apache e le sue applicazioni nelcombattimento. Sono anche produttore, consulente tecnico, erealizzo coreografie di scontri con coltello e scene acrobatiche perfilm. Sto lavorando in un film intitolato Red Cloud Deliverancediretto da Alex Kruz.

Tradizione

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Tradizione

Mio fratello Ralph ed io parliamo moltodella lotta con il coltello e del modoincredibile in cui molte personefantasticano su di essa, senza in realtàavere idea di cosa si tratti. Quandovengono a un mio seminario, gli dico chenon sono qui per insegnare loro comecombattere con il coltello, sono qui perinsegnargli a salvare la propria vita equella dei loro cari. Non sono qui peressere loro amico, non mi importa se nonpiaccio; sono qui per insegnare asopravvivere! Mio fratello sorride dinuovo perché sa che subirà colpi econtusioni e che sarà molto doloroso estancante. Grazie a Dio non usiamocoltell i reali, altr imenti qualcunomorirebbe. Ma soprattutto, lui sa chenessuno dimenticherà quell'esperienza eciò che hanno appreso da RobertRedfeather.

C'è sempre qualcuno che midomanda, “Cosa farebbe in unasituazione di minaccia con coltello?” Iogli rispondo che scapperei. Di solito midicono:” No, sul serio! Che cosafarebbe?” Io ripeto che scapperei, perchéso quello che succede in uno scontrocon coltello e non voglio trovarmi inquella situazione. Allora faccio una pausae gli parlo un po' della storia degliApache e le cose che ho imparato da miononno e mia nonna. Mio nonno ha avutouna grande influenza sulla mia vita e miha insegnato sulla base delle sueesperienze di vita. Era nell'Esercito USAnella Seconda Guerra Mondiale e lestorie che mi raccontava eranoagghiaccianti. Sono sempre statoaffascinato dalla sua collezione di coltelliche recuperava dalle mani dei suoinemici.

Una cosa molto importante che mi hainsegnato mio nonno è sbarazzarsi dellaminaccia, che è il lato esterno della manoo della mano armata. Così abbiamoimparato a attaccare la mano del coltello,tagliare, spostarsi e infi lzare, pertormentare il nemico perché sappiamoche, a quei tempi, non esistevanoospedali in cui andare. I coltelli eranoinfettati con muffa, batteri e malattie dellequali si poteva morire in seguito operdere un arto a causa di un semplicetaglio. Quindi per frenare il nemico, sipoteva ferire la mano e fuggiresemplicemente, poi tornare e rifare lastessa cosa una volta ancora e poi dinuovo, perché avrebbero dovuto fermarsi

per potersi prendere cura dei soldati.E' come una partita a scacchi, comemuoversi e manipolare il nemico apiacimento per poi circondarlo.Abbiamo imparato tutto questo,un'arte da combattimento che sichiama Nagondzoog. E' un anticotermine per definire la guerriglia, ma selo scomponiamo in più parti puòsignificare guerra, lotta ocombattimento. Nagondzoog è unostile che non è soltanto una parola, mase lo si pronuncia nella forma corretta(Nagondzoog Nyol), che vuol dire“lotta come il vento” ed è anche ilsistema di combattimento della miafamiglia.

Io insegno una tecnica di basechiamata vento discendente, che è unmovimento di attacco verso il basso pertagliare le dita del coltello del nemico, lamano, il polso e l'avambraccio. Il ventoverso l'alto è la stessa cosa ma con unmovimento ascendente e quindi insegnoa impugnare correttamente il coltello, arimanere in sicurezza dietro la lama e inposizione di guardia con una gambaavanzata e una arretrata. I praticanti diarti marziali hanno sempre problemi conquesta cosa perché vogliono combatterein posizione laterale, ma io gli dico chenon ho mai visto un cervo che cerca dicorrere con le zampe incrociate. E' moltodifficile combattere in una posizionelaterale, bisogna sapersi muovere,camminare e correre. Tutti hannoproblemi a camminare. Essi sisorprendono quando gli dico dicamminare, allora si rendono conto diquanto naturale sia camminare emuoversi semplicemente. Durante ilprogramma hanno dei problemi acamminare con il loro coltello, poichéstanno combattendo come se dovesserorestare attaccati al suolo e lottare. Cistiamo muovendo costantemente ecamminando intorno all'avversario. Chesia un altro artista marziale o unoschermitore che vuole combattere,quando attaccati sono piantati come unalbero che non riesce a spostarsi, alloraci muoviamo attorno a lui come il ventoper cercare di ucciderlo.

Permettetemi di spiegarvi perché èdifficile combattere in posizione lateralein uno scontro con coltello. Quando sietein questa posizione Marziale, esponete ilrene, i polmoni, i glutei. E' facile perchiunque manovrare intorno a voi e

passarvi alle spalle. Non è un errorecombattere in questa posizione, bisognasemplicemente sapere quando e comefarlo, non puoi rimanere fermo perché ciòpuò costarti la vita.

Alcune tribù indiane utilizzano un paloda guerra come faccio io, ciò aiuta gliallievi a comprendere l'importanza diusare il coltello con una presa a martelloche conferisce tensione alla mano,attaccando in modo da rendersi contodelle sensazioni che si provano nelpenetrare un corpo o un osso, e piùimportante per imparare a colpire,camminare e muoversi intorno al palocome lo si farebbe in uno scontro concoltello. Ho anche degli studenti cherealizzano il palo da guerra nel propriocortile perché si rendono conto di quantoimportante sia allenarsi con uno di questi.

Un altro tipo di al lenamento cheinsegno ai miei al l ievi è quello diaffondare la lama nella terra in modo chepossano sperimentare l'effetto che sisente trafiggendo un corpo, esercitandouna pressione sul polso e il pollice cheaiuta a capire come posizionarsi con ilcoltello. E' molto importante mettersi inguardia con un coltello come con il K-bar(coltello da combattimento usato daiMarines USA, ndt) in maniera chequando lo affondiamo in un corpo nonscorra verso il basso, verso la lama.Estraendo il coltello da terra o da uncorpo l'impugnatura del manico deve fareuna leggera curva per poterlo tirar fuoriagevolmente, perché se rimane drittapotrebbe sfuggire dalla manospecialmente se è coperta di sangue.

Come diceva mio nonno, la prima cosache tocca il corpo è la lama del coltello

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non le mani come in molti dei film che vediamo. Nei film si vedequalcuno che scivola alle spalle di un altro riuscendo a tapparglila bocca con le sue mani e poi tagliargli la gola (assolutamentesbagliato). Ci viene insegnato a usare la lama per colpire primaal corpo e poi al collo. Per esempio, in alcuni film di Indiani eCowboys potrete vedere un indiano saltare da cavallo edafferrare il nemico, ma questo accade solo a Hollywood, nellarealtà il guerriero non potrebbe mai farlo poiché il suo coltellosarebbe la prima cosa che colpirebbe il nemico.

Quando insegno ai militari e alle forze speciali degli USA, lofaccio in maniera diversa che con i civili. Nelle lezioni con lapopolazione civile, insisto molto di più sull'autodifesa esull'aspetto legale. Ai militari insegno a combattere per svolgereil loro lavoro e credo che si capisca perché non mi piace usarela parola “K”.

Faccio lezioni in tutto il mondo, a gente che partecipa ai mieiseminari e anche in casa mia. Se desiderate sapere di più suRobert Redfeather, visitate la pagina web www.apache-knife.com

Mi piacerebbe congedarmi parlando del modo pensare degliindios. Avete notato che tutto ciò che fa un indio sta in un cerchio,e questo è dovuto al fatto che il potere del mondo è sempre neicerchi e tutto tende ad essere rotondo. Il cielo è rotondo e la terraè rotonda, come una palla, e lo sono anche tutte le stelle, lo è ilvento, nei suoi più imponenti vortici di energia. Gli uccelli fanno iloro nidi circolari, la loro religione è la stessa della nostra. Anche lestagioni formano un grande circolo nei loro cambiamenti; tornanosempre dov'erano. La vita di un uomo è un cerchio, dall'infanziaall'età adulta, pertanto è in tutto ciò in cui il potere si muove. “Tuttele cose nel mondo sono due (Naki-dos). Nella nostra mente neabbiamo due, il bene e il male. Con i nostri occhi vediamo duecose, cose che sono giuste e cose che sono spiacevoli. Abbiamola mano destra che colpisce e fa del male e la sinistra piena dibontà, vicina al cuore. Un piede che può portarci su una cattivastrada e un altro che ci può condurre a una buona. Perciò tutte lecose sono due, tutto è Naki”

R. Redfeather: [email protected]

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Il Maggiore Avi Nardia, uno dei principali istruttoriufficiali per l'esercito israeliano e la polizia israeliana nel

campo della lotta al terrorismo e CQB, eBen Krajmalnik, hanno fatto un nuovo

DVD elementare sulle armi dafuoco e sicurezza, e tecniche di

allenamento derivatedall'IPSC. Il Tiro Istintivo in

Combattimento (InstinctivePoint Shooting Combat -IPSC) è un metodo di tirobasato nelle reazioniistintive e cinematichedi sparare a brevidistanze in situazioniveloci e dinamici. Unadisciplina di autodifesaper sopravvivere in una

situazione di minacciaper la vita, in cui è

necessario avere unagrande rapidità e

precisione; si deve tirar fuoriimmediatamente la pistola e

sparare a breve distanza, senzausare lo spioncino. In questo primo

volume studieremo: il maneggio dell'arma(rivoltella e semiautomatica); la pratica di tiro secco esicurezza; "Point Shooting" o tiro istintivo, a brevedistanza e movimento; esercizi di ritenzione dell'arma,sotto stress e multiple attaccanti; esercizi di ricarica, concaricatore, a una mano, ... e, infine, la pratica in galleriadi tiro con pistole, fucili AK-74, M-4, mitragliatrice M-249e anche lanciagranate M-16.

REF.: • KAPAP7REF.: • KAPAP7

Tutti i DVD prodotti da BudoInternational vengono identificatimediante un’etichetta olografica distintivae realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX osimili). Allo stesso modo, sia le copertineche le serigrafie rispettano i più rigidistandard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questirequisiti e/o la copertina non coincide conquella che vi mostriamo qui, si tratta diuna copia pirata.

Budo international.netORDINALA A:

Page 29: Rivista arti marziali cintura nera budo international gennaio 2014

La Zen Nihon Toyama-Ryu Iai-Do Renmei (ZNTIR) èl'organismo che attualmente, una volta rivisti e adattati iconcetti e la metodologia di una scuola proveniente da unsistema di combattimento reale, vuole preservare questatradizione e le forme originali tramite un metodo che unisce

corpo, mente e spirito in maniera realistica edefficace. Questo DVD è stato creato a cura dei

praticanti della Filiale Spagnola della ZenNihon Toyama-Ryu Iai-Do Renmei (ZNTIR

- Spain Branch) per far conoscere atutti uno stile di combattimento, con

una vera spada, creato nello scorsoXX secolo e con radici nelleantiche tecniche di guerra delGiappone feudale. Qui potretetrovare la struttura basilare dellametodologia che vieneapplicata nello stile, dagliesercizi codificati per ilriscaldamento e lapreparazione, passando per gliesercizi di taglio, le guardie, ikata della scuola, il lavoro incoppia e l'introduzione alla

pietra miliare su cui si basa ilToyama-Ryu: il Tameshigiri, o

esercizio al taglio su un bersaglioreale. Ci auguriamo che la

conoscenza dell'esistenza di uno stilecome il Toyama-Ryu Batto Jutsu sia

una riscoperta di un modo tradizionale eallo stesso tempo differente dalle attuali

discipline da combattimento, che attraggacoloro che desiderano andare più lontano nella

pratica delle arti marziali. Gli appassionati della spadagiapponese e i neofiti, troveranno questo DVD utile come puntodi riferimento e supporto al proprio apprendimento.

REF.: • TOYAMA1REF.: • TOYAMA1

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengonoidentificati mediante un’etichetta olografica distintiva erealizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allostesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano ipiù rigidi standard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o lacopertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, sitratta di una copia pirata.

Budo international.netORDINALA A:

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Come si arriva ad essere un buon EskrimadorCome si arriva ad essere un buon Eskrimador? Sento questa domanda

ripetutamente nei miei seminari. Ricevo anche molte e-mail di personeche mi pongono lo stesso quesito. Quando iniziai a fare Eskrima

quasi 30 anni fa era tutto differente. Non c'erano computer, neinternet, ne posta elettronica. Non si potevano trovare videosu YouTube e vedere i maestri in azione. Bisognava trovarela vera Eskrima da soli. Oggi è possibile contattarefacilmente i maestri, persino allenarsi con loro. I tempimoderni offrono una grande quantità di opportunità. Mad'altra parte è molto facile essere ingannati da un video. LaVera Eskrima deve essere prat icata, compresa esperimentata in tempo reale. Non si possono imparare i

dettagli vedendo solo un video.

Differenti stili di EskrimaOggi, l'Eskrima è un mix di differenti stili. Sembra che

molti praticanti mescolino stili diversi per poi chiamare iltutto Eskrima e aggiungendo delle cose che non hannoniente a che vedere con l'Eskrima. Fanno shopping,desiderano apprendere più tecniche possibili e poi lemischiano al loro proprio stile e cominciano a insegnare.Queste persone si autoproclamano maestr i edimenticano che i principi più importanti dell'Eskrimarisiedono nelle sue fondamenta. Ogni Arte Marzialecomincia da una buona base e lo stesso si applicaall'Eskrima. Senza di essa, non è possibile essereun buon Eskrimador, di certo non è il meglio che sipuò fare. L'uso di un coltel lo, per esempio,comincia con la comprensione dell'arma, di ciòche si deve fare in una situazione dicombattimento, dei suoi r ischi, del mododifendersi da esso, della maniera di parare, diattaccare, di ciò che significa davvero ladistanza e come influenza lo scontro. Sono

Eskrima

“Oggi, l'Eskrima è un mix didifferenti stili.

Sembra che molti praticantimescolino stili diversi per poichiamare il tutto Eskrima eaggiungendo delle cose che

non hanno niente a chevedere con l'Eskrima”

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necessari anni di allenamento con bastoni e coltelli prima dipadroneggiare i loro principi fondamentali. I veri maestricapiscono profondamente questi principi e possono anticiparegli attacchi dei loro avversari, prevedendo i loro movimenti e leloro reazioni. Essi conoscono il proprio avversario tramite la

comprensione dell'arma utilizzata da quest'ultimo.Naturalmente, questo è applicabile anche alle

tecniche a mano nuda. Sfortunatamente moltimaestri autoproclamati aprono delle scuole e

iniziano a insegnare ai loro allievi nel modosbagliato, ovvero, senza una buona base.

Possiamo immaginare cosa succede conla vera Eskrima. Rimane ben poco di

tutto ciò.

Le cinque regolebasedell'Eskrimador

Ecco qui quel le chesono, a mio parere, le

cinque regole base perdiventare un vero Eskrimador.

E sono: ottenere una buonabase da un buon maestro,

concentrarsi nell'auto-disciplina,al lenarsi duramente, vedere e

ascoltare, e naturalmente, bisognaavere un certo talento per trasformarsi

in un vero Eskrimador. Ovviamente cisono molte altre caratter ist iche da

menzionare, ma se troviamo un buonmaestro che è disposto a darci delle buonebasi e si lavora duramente, con un minimodi talento è possibile arrivare lontano.Trovare un valido maestro non è facile. Ilmaestro deve rispondere a vari requisiti.Deve possedere una buona Eskrima,non importa di quale stile.

Questo significa non solo saperecomprendere gli esercizi di Eskrima ecome parare e attaccare. Si tratta dicapire l'Eskrima, dove e quando sieseguono queste parate. Comecontrattaccare in modo appropriato?Qual è la distanza corretta perciascuna arma? Che bastone si puòutilizzare a una distanza più lungache col coltello? Ecc. Allora unadelle caratteristiche più importantidi un buon maestro è come puògarantire che gli allievi crescanonell'Eskrima; come può il maestrorendere un al l ievo migl iore?Perché molto spesso vediamoche l 'al l ievo arr iva ad esseremigliore del maestro in un brevelasso di tempo.

Allenarsi duramente e in maniera intelligente

Il duro allenamento è la chiave del successo, ma non l'unica.Pertanto, abbiamo un buon Maestro, e una buonaOrganizzazione, quindi nulla dovrebbe impedirci di diventare unbuon Eskrimador. Magari fosse così facile! Guardate le personeche raggiungono grandi traguardi nell'Eskrima, essi hanno incomune una delle caratteristiche più importanti: la volontà diallenarsi duramente. D'altra parte in alcuni seminari mi si èavvicinata gente per dirmi: Frans, mi alleno 4 ore al giorno,lavoro sodo al sacco e con le gomme delle auto. Mi alleno tutti igiorni con degli amici e non riesco a progredire. Loro si allenanoveramente forte. La mia risposta è semplice: il duro allenamentoè la chiave del successo, ma da solo non è sufficiente. Bisognaallenarsi duramente e combinare tale allenamento con uno piùintelligente. Tutto l'allenamento deve consistere nei principibasilari dei fondamentali. Cercate anche di definire ciò chevolete ottenere da ciascuna sessione, focalizzatevi di più suquello che volete imparare. Per esempio, l'allenamento allaresistenza, all'esplosività (molto importante nell'Eskrima) o perla coordinazione. Ciascun allenamento deve avere un proposito,ogni passo fatto deve rendervi capaci di spiegare comeraggiungere il vostro obbiettivo per essere un buon Eskrimador.

ConcentrazioneLa concentrazione è uno dei principali aspetti del mio stile.

Ogni colpo, attacco, disarmo e movimento che si esegue, lo sifa per un motivo, con uno scopo. Gioco di piedi, movimento delcorpo, tutto ciò che facciamo deve servire per un obbiettivo. Inquesta maniera l'Eskrima sarà efficace.

TalentoNon tutti nascono col talento. Quante volte si sente dire, “ho

talento e riesco a praticare facilmente i movimenti e letecniche”!. Purtroppo ho una brutta notizia per le persone cheaffermano ciò. La mia esperienza è che queste persone nonarriveranno molto in alto, perché per farlo su serio non èsufficiente avere molto talento. Anche le persone con un grantalento dovranno allenarsi duramente, con intelligenza edovranno avere un buon maestro. Ma se avete talento,l'accesso a tutti i requisiti e una giusta attitudine, arriverete incima alla montagna e ciò sarà ineguagliabile.

ConclusioneTutti possono imparare l'Eskrima al proprio l ivello.

Semplicemente per sport o per difesa personale. A molta gentenon importa lo stile che pratica, vuole soltanto un Maestro chegli piaccia e un gruppo valido con cui allenarsi. Alle persone chevogliono trasformarsi in Ekrimadores al top, consiglierei di esseremolto critici al momento di scegliere il Maestro e osservare seegli possiede le qualità necessarie perché facciano di loro deigrandi Eskrimadores. Se desiderate maggiori informazioni oavete delle domande da farmi, non esitate a contattarmi. Sarete ibenvenuti nel mio mondo, il mondo dell'Eskrima.

Eskrima

Page 36: Rivista arti marziali cintura nera budo international gennaio 2014

Ref. 11210Armatura da Kendo.

Origine asiatica

Ref. 11220Armatura Kendo. Giappone.

Ref. 11160Hakama Giapponese.

Nero

Ref. 11170Hakamas. Japón. 100 %polyester. Azul

Ref. 11140Keikogi.

Giacca Blu Marine

Ref. 11109Hakama Nero

Ref. 11152Chaqueta de Aikido.

Algodón

10171Kimono

de Kobudo

Ref. 10816Kimono Tai Chi. Grigio

Ref. 10630Kung Fu filettato bianco

Ref. 10610Kung Fu rosso/nero. Cotone

Ref. 10650/51/52Giacca da Kung FuBlu, Nero, Rosso

Ref. 10671Pantalón de Kung Fu. Algodón

Ref. 10632Kung Fu saten negro

con ribete rojo

Ref. 10620Kung Fu Wu Shu. Cotone

Ref. 10820Kimono Tai Chi.

Allenamento. NeroRef. 10830

Kimono Tai Chi.Allenamento.

Bianco

Ref. 10821Pantalone Tai Chi Nero

Ref. 10815Kimono Tai Chi.

Avena

Ref. 11150Giacca Aikido Bianca

Ref. 10611Chaqueta Kung Fu negra. Botones

Negros

KOBUDO

Ref. 10870Divisa bianca da Tai Chi con ricamo

Ref. 10175Ref. 10190

Ref. 10920Kimono Ninja. Nero.

Con rinforzi

Ref. 10910

Ref. 13651

Ref. 13351

Ref. 13311

Ref. 13400

AIKIDO/KENDO/IAIDO

Ref. 11153Giacca Aikido. Bianca.

Speciale "grana di riso".Estate

NINJA/PENJACK SILAT

Ref. 10840Kimono Tai Chi.

Allenamento. Arancio

Ref. 11230Borsa Armatura. Giappone

Ref. 11151Kimono Aikido

Ref. 11145Giacca Kendo.

Tessuto speciale Giappone

Ref. 11141Keikogi.

Ref. 10612Giacca da Kung Fu.

Bottoni bianci. Bianca

Ref. 10831Pantalone Tai Chi Bianco

YOSEIKAN/SHIDOKAN

Ref. 11800

Ref. 10640Kung Fu rojo/negro.

Algodón

KUNG-FURef. 11231Tenugui (fascia)

TAICHI

Ref. 13652

Ref. 11234Cintura "Obi" Iaido.

Bianco o Nero.320cm. x 8 cm.

Page 38: Rivista arti marziali cintura nera budo international gennaio 2014

I l Choy Lee Fut è unsistema marzialetradizionale cinesemolto dinamico ed i s t i n t i v o ,caratterizzato dallagrande quantità ditecniche combinate dibraccia e gambe, daspostamenti agi l i unit i amovimenti circolari delleanche, che permettono digenerare colpi moltopotenti e veloci. Il Choy LeeFut comprende anche un'ampia varietà dimaneggi di armi, che in generale sono difficili datrovare come parte di un unico stile. In questoarticolo, passeremo in rassegna gli aspetti piùimportanti di questo patrimonio marziale pertutti i nostri lettori.

Le armi nel

Testo: Emilio AlpansequeFoto: Rodrigo Sánchez

Page 39: Rivista arti marziali cintura nera budo international gennaio 2014

“Il Choy Lee Fut della Famiglia Chan,proveniente dalla provincia di Canton nel suddella Cina, è uno stile diWushu tradizionale

fondato dal maestroChan Heung nel 1836”

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Wu Shu

Wushu TradizionaleLe Armi del Choy Lee Fut

Il Choy Lee Fut della Famiglia Chan, proveniente dallaprovincia di Canton nel sud della Cina, è uno stile di Wushutradizionale fondato dal maestro Chan Heung nel 1836. Sitratta di una tradizione molto radicata nei metodi marzialioriginari del Tempio Shaolin, con influenza delle correnti delSud e del Nord, che amalgama le principali tecnichesviluppate attraverso un'epoca di costanti conflitti eribellioni. Secondo i documenti della famiglia Chan, ChanHeung passò oltre venti anni ad imparare la sua arte permano dei suoi tre mentori: Chan Yuen Wu, Lee Yau Shan eil monaco Choy Fook, prima di combinare le sueesperienze marziali in un sistema efficace e completo.

Nonostante le precarie condizioni della fine della DinastiaQing (1644-1911), dove la pratica pubblica delle artimarziali era oltretutto proibita, il Choy Lee Fut riuscì acontinuare la sua espansione attraverso le società segretee i gruppi rivoluzionari. Più avanti, col passare degli anni, sidiffonderà apertamente in varie provincie della Cina, nelsudest asiatico e nel resto del mondo. Attualmente, ilmaestro Chen Yong Fa (Chan Wing Fat), quintodiscendente dalla linea paterna del Fondatore, vieneconsiderato il guardiano dell stile e come tale gli è statoassegnato il compito di mantenerlo in vita attraverso i suoisuccessivi eredi.

Il maestro Chen è nato in Cina nel 1951, ha cominciatoad allenarsi quando aveva solo 4 anni, sotto la tutela delnonno, Chan Yiu Chi e suo padre, Chan Wan Hon,ricevendo così il sistema completo tale a quale a quellopraticato dai suoi antenati. Chen ha ereditato inoltre imanoscritt i originali che documentano la storia el'evoluzione del Choy Lee Fut, così come sono descritte neldettaglio tutte le sue forme e le tecniche. Chen, oltre adessere un consumato artista marziale, è anche unpraticante abilitato di Medicina Tradizionale Cinese cheesercita nella sua scuola di Sydney (Australia) dagli anni 80,parallelamente all' insegnamento di Arti Marziali, Danza delLeone, Qigong e della Medicina Tradizionale a un grupporistretto di allievi.

Le quattro Armi BaseNel sistema Choy Lee Fut si utilizza una grande varietà di

armi per la pratica e il perfezionamento della abilità marziali.In generale, queste armi si possono classificare in tregruppi principali in funzione del loro raggio d'azione:lunghe, medie e corte. Questi tre gruppi possono a lorovolta essere suddivisi in differenti categorie come armidure, morbide, doppie, combinate, flessibili e altro ancora.

Ciò nonostante esistono quattro armiche sono considerate le armifondamentali dello stile e sono:

1) Il bastone o GwanIl bastone è normalmente lungo e

fatto di legno duro o semi-flessibile. E'un'arma semplice ma efficace; siccomeil legno è difficile da rompere, permetteche la forza di un colpo vengatrasmessa attraverso tutta la sualunghezza. I l bastone include moltetecniche lineari e circolari realizzate ponendol'accento sulla forza dura. Funge da ottima baseper l'apprendimento delle altre armi lunghe, comelance, alabarde, rastrelli e altro ancora. Tra i bastoni piùcomuni nel Choy Lee Fut ci sono il Dan Tau Gwan (bastonea una testa), il Seunt Tau Gwan (bastone a due teste) e ilChai Mee Gwan (bastone a livello delle sopracciglia).

2) La sciabola o Darn DaoLa sciabola è un'arma tagliente a filo unico e curva, con

l'impugnatura cilindrica di legno, con un paramano rotondoe di acciaio. E' ideale per tagliare, lacerare e dividere congrande velocità, utilizzando anche la forza dura. Grazie allaforma curva della sua lama e al filo su un unico lato, con lasciabola sono possibili le tecniche che si avvolgono epassano intorno alla testa, così come l'uso dell'altra manocome appoggio aggiuntivo in certi movimenti. Ci sono moltitipi di sciabole, tra queste citiamo il Gau Wan Darn Dao(sciabola dei 9 anelli), il Ma Dao (sciabola della cavalleria) eil Kwan Dao (alabarda di Kwan Kung).

3) La spada o GimLa spada dritta era simbolo di nobiltà nella cultura

cinese. Come indica il suo nome, ha una lama dritta adoppio taglio e una punta affilata; la protezione della manoè piana e allineata con la lama in maniera che protegga lapresa alla base dei due lati affilati. L'uso della spada dritta èmolto raffinato, si basa sul controllo preciso del polso e suldare enfasi alla forza morbida con tecniche di taglio e distoccata, di solito dirette verso obbiettivi specifici o puntivitali. Tra le spade più comuni abbiamo la Ching Lung Gim(Spada del Drago Verde), la Ta Mo Gim (Spada diBodhidharma) e la Moi Fah Gim (spada del Fiore diPrugno).

4) La lancia o CheungLa lancia è essenzialmente un bastone con una punta di

metallo a forma di diamante fissata a un'estremità. Pertantocomprende molti dei metodi impiegati nel bastone a una o

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“Nonostante le precariecondizioni della fine della

Dinastia Qing (1644-1911), dove la

pratica pubblica delle arti marziali eraoltretutto proibita,

il Choy Lee Fut riuscì a continuare lasua espansione attraverso le società

segrete e i gruppi rivoluzionari”

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due teste e inoltre delle tecniche cheuti l izzano la punta per pungere,tagliare, ecc. A differenza del bastone,i movimenti della lancia - come lacombinazione tipica di coprire, deviaree pungere - si eseguono enfatizzandola forza morbida. Tra le lance piùdiffuse nel sistema ci sono la YingCheung (lancia del'Ombra), la SeungTau Cheung (Lancia a 2 teste) e il SeerSau Cheung (Lancia della Mano delSerpente).

Metodologia diInsegnamento

Lo studio del Choy Lee Fut ècomposto da due parti principali: ilmetodo esterno e quello interno. Iprincipianti iniziano lo studio delmetodo esterno e i l suoapprendimento si divide in tre livelli diconoscenza. Nel primo l ivello siinsegnano i fondamentali del sistemae il lavoro con le routine essenziali: NgLun Ma (ruota dei cinque cavalli) e NgLun Choy (ruota dei cinque pugni). Laprima presenta le posture e letransizioni principali mentre ci simuove in linea retta e la secondainserisce le tecniche di mano, dipugno e le parate più importanti chesono di natura circolare.

Una volta che gl i al l ievi hannofamiliarizzato con le basi dell stile, sicomincia subito con le armi iniziandodal maneggio del bastone. Questonon solo per il fatto che è l'armaprincipale secondo la tradizioneShaol in, ma perchè permette a lpraticante di condizionare i polsi e leavambraccia mentre sta imparando.Inoltre, il bastone serve come baseper l'uso delle altre armi lunghe. Si èsoliti cominciare con alcune tecnichelineari del Dan Tau Gwan (bastone auna testa) come colpire verso i lbasso, deviare e pungere, per poi inseguito aggiungere alcune tecnichecircolar i del Seung Tau Gwan(bastone a 2 teste) come colpi

latera l i e colp i ascendent i odiscendenti a 45 gradi.

I l passo seguente consistenell'imparare la forma Seung GaapDan Gwan (bastone doppio e singolo),che come indica il suo nome è unasequenza che combina le abil itàprecendentemente acquisite dientrambe le armi, che consenteall'allievo di integrare i principi pergenerare la forza e i l “lavoro deicavalli” imparati nelle forme a manonuda con le tecniche di bastone,potenziando così integralmente lo stilee preparandolo ad affrontare isuccessivi livelli di apprendimento. Perultimo, dobbiamo dire che mentre siimparano le sequenze con le armi delsistema, troviamo anche dellecombinazioni specifiche a solo e di

coppia, per cercare di comprenderecorrettamente le applicazioni marziali.

Le Ragionidell'Allenamento con le Armi

Indipendentemente dalla suastruttura, l'apprendimento el'allenamento delle tecniche tradizionalicon le armi, seguendo gli stessi metodidegli antenati del sistema e utilizzandoarmi storicamente precise in quantoalle loro caratteristiche, come il peso, lalunghezza o la fattura, è anch'essovitale per la comprensione del lavorosenza armi. Il maneggio delle armicontribuirà a migliorare il controllo delcorpo, le qualità fisiche e la stessaabilità dei praticanti nel combattimento.Per esempio, la pratica con armi lunghee pesanti migliora l'equilibrio nelleposizioni e rafforza i muscoli ingenerale. Realizzare movimenticomplicati a livello avanzato con armitaglienti, richiede altresì maggiorattenzione e concentrazione, il che inconclusione andrà a migliorarel'armonia tra mente, corpo e spirito.

Occorre sottolineare che le tecnichemoderne che si usano per il maneggiodelle armi classiche nelle competizionisportive, che sono assai leggere e/ocorte, molte volte non sono adeguateper l'analisi delle stesse, secondo laloro stretta applicazione marziale. NelChoy Lee Fut si cerca di svelare isegreti scritti nei testi della famigliaChan e di allenarsi con le stesse armiche vengono descritte nei manuali,tentando di acquisire le medesimeabil ità che possedevano i nostriantenati.

E' essenziale per tutt i iprofessionisti e i maestri , aprescindere dallo stile, riconoscere ildovere di preservare questopatrimonio marziale di generazione ingenerazione. La conservazione è unasfida continua per gli artisti marzialitradizionali.

Reportage

“Lo studio delChoy Lee Fut è

composto da dueparti principali:

il metodo esterno e quello

interno”

“Occorresottolineare che

le tecnichemoderne si usanoper il maneggio

delle armiclassiche nellecompetizioni

sportive”

Page 43: Rivista arti marziali cintura nera budo international gennaio 2014

Wu Shu

Nelle fotografie, i Maestri Marcel e RaulToutin, discepoli diretti del Gran Maestro

Chen Yong Fa e Direttori della SezioneLatinoamericana di Choy Lee Fut Wing

Sing Tong, con sede a Santiago del Cile. Per maggiori informazioni visitare:

http://www.choyleefutlatinoamerica.org

“Una volta che gliallievi hanno

familiarizzato con lebasi dell stile,

si comincia subito con le armi iniziando

dal maneggio del bastone”

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REF.: • KYUSHO20 REF.: • KYUSHO20 Tutti i DVD prodotti da Budo

International vengono identificatimediante un’etichetta olografica distintivae realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX osimili). Allo stesso modo, sia le copertineche le serigrafie rispettano i più rigidistandard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questirequisiti e/o la copertina non coincide conquella che vi mostriamo qui, si tratta diuna copia pirata.

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Budo international.netORDINALA A:

Page 46: Rivista arti marziali cintura nera budo international gennaio 2014

S.D.S.-CONCEPT ADDESSTRAMENTO DI SICUREZZA

S.D.S. - Concept addestramento di sicurezza è un sistema per allenare e insegnare sicurezza operativa e pratica. Alcunecategorie di professionisti corrono più rischi di altre, essendo attaccate da clienti aggressivi. Può darsi che questo non accadatutti i giorni, ma non si deve prendere alla leggera. Il nostro programma didattico è stato chiaramente concepito per questiprofessionisti.

Il personale di sicurezza - privata o pubblica allo stesso modo - ha a che fare con la violenza e le aggressioni ogni giorno.Molto spesso, l'attenzione viene messa in quegli eventi in cui gli aggressori rimangono feriti. Pertanto, far fronte a situazionipotenzialmente pericolose, è il pane quotidiano di questi professionisti. Solo un agente di sicurezza molto ben addestrato sarà

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capace di gestire situazioni complicate in manieraappropriata: intimidazione, insulti, minacce, attacchi. Questoè assolutamente necessario per reagire con calma e in modoadeguato in circostanze pericolose.

I tempi cambiano, i sistemi e i programmi di difesapersonale sono sempre più aggiornati e il SDS-Concept èanch'esso un prodotto dei nostri tempi. La vita scorre velocein quest'epoca e la maggior parte della gente non puòinvestire degli anni a studiare Arti Marziali. Il SDS-Conceptnon è prodotto da un sistema di combattimento, per cui puòoperare al di fuori dei percorsi tradizionali. È completamentebasato nell'allenamento alla sicurezza, tenendo presenti tuttigli strumenti e i luoghi a disposizione. Chiaramente non c'è lanecessità di studiare un sistema, solo per adattarlo più tardi oper modificarne i concetti e i principi per l'uso di armi ostrumenti di autodifesa.

S.D.S. - Concept Addestramento di Sicurezza - L'idea

L'idea di base dell'addestramento di sicurezza del SDS-Concept è di dare più sicurezza ai professionisti che corronorischi elevati nei loro contesti lavorativi. La combinazione disicurezza rilevante, la visione pedagogica e psicologica,l'esperienza di avvocati e di personale di polizia, è statasintetizzata in una serie di corsi, seminari e consulenze.

S.D.S - uso professionale dell'equipaggiamento

Le Tecniche del SDS-Concept di solito sieseguono con strumenti come torce elettriche,manette, bastoni telescopici, tonfa e spray al peperoncino.Questi strumenti si utilizzano per attaccare, controllare,arrestare e trasportare l'aggressore, così come per la difesapersonale.

Effetti potenzialmente nocivi degli strumenti utilizzati inmaniera inadeguata:

• Lesioni serie, persino la morte• Tecniche inappropriate per una determinata situazione• Gli strumenti possono essere vietati in alcune aree (per

esempio, alcune compagnie aeree non consentono di portarea bordo tonfa o spray piccanti)

• Tecniche inappropriate per il lavoro di squadra• L'uso di alcune tecniche può essere errato o addirittura

eccessivo• Non sempre è consigliabile usarli

Contenuto dell'addestramentoIl programma di studi contiene gli aspetti tecnici, così come

l'addestramento al lavoro di squadra, la valutazione dellasituazione, le tecniche di ricerca, la pianificazione delleemergenze, protezione di terzi, protezione di se stessi e glistudi giuridici. E' tipico del SDS-Concept che le tecnichesiano sempre insegnate e praticate nel contesto delle specialirichieste, per ciò che riguarda la tattica e la strategia.

Tattiche OperativeLe tattiche operative si possono definire come l'uso di

mezzi verbali e fisici per la messa in atto delle misurenecessarie in una missione o compito ben pianificato ecoordinato. I fattori importanti sono la forza della squadra, il

tempo, i l luogo e lo scopo. Le tattiche operativecomprendono: la preparazione, le istruzioni di squadra,l'applicazione della forza fisica, l'uso degli strumenti, ilposizionamento dei membri della squadra, le tecniche diaccompagnamento in squadra, attacchi di squadra,tecniche di arresto e trasporto in squadra, la percezione, glierrori nella percezione, l'eleborazione delle informazioni sottostress.

Come si può vedere negli articoli precedenti, il SDS-Concept è un sistema molto vasto. È diverso dagli altrisistemi, poichè si concentra nelle situazioni e non sui livelli. Èassolutamente possibile insegnare, per esempio, soltantotecniche adatte alle donne, o l'uso dello spray alpeperoncino, l'uso di oggetti flessibili,ecc. Non c'è l'obbligo diinsegnare l'intero sistemaSDS-Concept.

In termini

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generali, i l SDS-Concept è un sistema dicombattimento corpo a corpo molto elaborato,

con l'unico obbiettivo di permettere a tutte lepersone di difendersi in maniera efficace. Ilsistema copre una ampia gamma diargomenti, nell'ambito della legittima difesa,sia contro aggressori armati che disarmati.

Il SDS-Concept è una combinazione ditecniche di difesa personale con la difesadi bastone (Kubotan, Dulo, Yawara,bastone da taschino) - o con gli oggettiquotidiani e tutte le armi del corpodisponibili.

SDS-Concept non è uno sport dacombattimento con un sofisticato

insieme di regole, ne un'arte marzialetradizionale, ma piuttosto un sistema

che si focalizza sull'efficacia esolo in quella. È

completato da misure di prevenzione, elementitattici di autodifesa, allenamento basato sullesituazioni, addestramento e tecniche per lariduzione dell'intensità.

Peter Weckauf è un esperto di famainternazionale nelle arti marziali e nella difesapersonale. Ha creato il SDS-Concept comeaggiunta significativa e complemento per ampliarei sistemi di difesa personale e arti marziali, col finedi migliorare in modo effettivo le capacità diautodifesa degli utenti.

Sono programmati i corsi per istruttori da Marzoa Settembre del 2014.

Per ulteriori informazioni visitare:www.sds-concept.com owww.sami.international.com

Foto di Mike LehnerScritto da Peter Weckauf e Irmi Hanzal

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PREZZI EDIZIONE ITALIANA

Per tutto ciò che riguarda le pagine localio questioni di pubblicità nell'edizioneitaliana, per favore, si prega dicontattare Nicola Pastorino:(budoitalia@gm ail.com ).

E s e a v e t e i n t e r e s s e n e l l e p a g in ein ternazionali, Alfredo Tu cci:budo@budoin ternat iona l.com .

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AUTORE:RANDY WILLIAMS

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GUTIERREZ,SERGEANT JIM

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ALTRI STILI

AUTORE: BOB DUBLJANIN

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Storia di unadeterminazione

Testo: Nuria Ortiz & Pedro Conde

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Da un debutto all'altro sono passati…quanti anni?La recente e assai brillante pubblicità della Volvo (complimenti

all'azienda e ai creatori che hanno concepito l'idea) che presenta lastabilità del suo nuovo sistema di guida, ha riaperto di nuovo leporte e posto sotto i riflettori questo gigante del Cinema Marziale,eterno “enfant terrible” dai calci e dalle spaccate perfette, unuomo che ha vissuto ed è “sopravvissuto” al successo.

Van Damme è esempio di perseveranza e successo aldilà deglialti e bassi; varie decadi di Cinema marziale lo dimostrano e oggiin questo stupendo e completissimo articolo, il nostro esperto inmateria D.Pedro Conde, che tante volte lo ha intervistato, va afondo nei recessi di una carriera e di una vita eccezionali. Sisignori! C'è di nuovo Van Damme, perché ha dimostrato unacapacità di rinascere dalle ceneri come poche volte abbiamoavuto occasione di vedere. Un reportage straordinario che nondimenticherete.

Alfredo Tucci

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Jean Claude Van Damme, storia di una determinazione

Jean Claude François Camille Van Varenberg è nato il 18Ottobre del 1960 alle 6 e 10 del mattino all' Ospedale Francesedi Berchem-Sainte Agathe, situato nella parte occidentale diBruxelles. Cresciuto in seno a una famiglia borghese benestante,suo padre, Eugene, era direttore di una fabbrica di biancheria.Jean Claude da piccolo era molto introverso e sensibile, forse acausa del fatto che la maggior parte della sua infanzia l'hatrascorsa abbastanza solitaria: i suoi genitori erano troppooccupati nel portare avanti l'azienda familiare per poterglidedicare tutte le attenzioni di cui aveva bisogno. Infatti, il piccoloJean Claude si affezionò velocemente a Manola, una giovanespagnola che faceva la cameriera nella casa dei Van Varenberg,con la quale passava la maggior parte della giornata. Al puntoche i genitori dicevano che da piccolo parlava quasi meglio lospagnolo che il francese.

Quando ha iniziato ad andare a scuola, le uniche lezioni chesopportava erano quella di disegno (sin da bambino mostrò unagrande abilità nel disegno) e quella di ginnastica. In seguito suopadre lo incitò a dedicarsi allo sport, sperando che così potessesuperare la sua estrema timidezza e insicurezza e sviluppasse unpo' il suo fragile corpo. Quando nel 1973 in Belgio si scatenò lafebbre per le arti marziali, suo padre un giorno lo accompagnò inuna palestra di Karate per metterlo sotto la tutela di ClaudeGoetz, uno dei pionieri del Karate belga.

La prima impressione che Claude Goetz, praticante di Karatedal 1958, ebbe del suo nuovo allievo Jean Claude era che nonera troppo portato per l'esercizio fisico ed era assai delicato.

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Questo minuto e graciledodicenne diede, tuttavia,dimostrazione di molta piùvolontà della maggior parte deisuoi adulti veterani, ragion per cuiClaude Goetz poi gli si affezionò.

Claude Goetz è in tutto e pertutto un personaggio in Belgio: èstato uno dei pionieri del Karatenel suo paese e allievo di maestridel calibro di Harada o Taiji Kase,che ospitò in casa propria.Cominciò a praticare con JacquesDelcourt, attuale presidente dellaFFKAMA. Si può ancheconsiderare uno dei massimi

artefici dell'introduzione delfull-contact e light-contactin Belgio, essendo stato unodei primi in Europa apartecipare a deicampionati. Ha avuto unruolo attivo nella creazionedella federazione Europea diKarate e, qualche annodopo, nella creazione dellaFederazione Europea diFull-Contact. Ha ancheorganizzato grandi riunionidi full-contact, come quellache mise di fronteDominique Valera eMacaruso. Van Damme eradunque in buone mani.

Gli allenamenti di Goetzerano “alla giapponese”,ovvero, quasi militari. Nonaccettava scuse. Chi non cela faceva, appendeva la

cintura, chi continuavaprogrediva. Questo era, senzadubbio, troppo duro per il piccoloJean Claude che dopo ogniallenamento tornava a casastremato, incapace di fare icompiti e alzarsi presto perandare a scuola. Nel giro di unanno abbandonò la palestra diGoetz, frustrato dalla suaincapacità fisica di seguire il ritmodelle lezioni.

Passò molti mesi a riflettereprima di decidere di tornare allearti marzial i ma con un altromaestro: Miyazaki, del Karate

Shotokan. Van Damme imparò aforgiarsi una volontà d'acciaio conquesto insegnante tradizionalistae acquisì maggiore velocità eprecisione. Ma c'era qualcosa checontinuava a tormentarlointeriormente: era troppo esile, lesue tecniche mancavano dipotenza e di fronte a qualsiasiavversario più pesante potevafare ben poco. Tale insicurezza,legata alla sua gracilità fisica, lospinse a tornare alle lezioni delmaestro Goetz per sviluppare uncorpo di cui poter essereorgoglioso. Allo stesso tempofrequentava spesso una palestradi body building per fare pesi euna dieta, cambiò il suo regimealimentare includendo piùvitamine e proteine e si abbonòalle riviste “Pleine Forme” e“Muscles & Fitness”. Dunqueaveva canalizzato la suaossessione e cominciò poco apoco a prendere peso e asviluppare un fisico solido, che loportò alla fine a ottenere, coltempo, il titolo di “Mister Belgio”.

I suoi genitori erano per lui ungran sostegno, gli davanoabbastanza libertà, lo incitavano equando tornava sfinito dagliallenamenti trovava sempre lacena pronta e delle parole diaffetto e comprensione. Neglistudi, tuttavia, non andavaparticolarmente bene: non gliinteressavano granchè, per cui da

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li a poco avrebbe avuto più tempo perallenarsi. I suoi genitori non ne eranotroppo turbati, pensando che se il lorofiglio non avrebbe sfondato nel mondodel karate, avrebbe sempre potutooccuparsi dell'azienda familiare: unnegozio di fiori.

Aiutando la madre nel negozio dif iori conobbe Monette, una bellaragazza che dava lezioni di danza. VanDamme in seguito se ne interessò e siiscrisse alle sue lezioni col pretesto di

migliorare la propria elasticità. Comeegli stesso riconobbe, la ragione eramolto diversa: “Era impressionantesentirsi quasi tutti i giorni circondatoda tante bellezze aggraziate eaffascinanti. Ero innamorato di tutte leballerine!” Non è poi così difficilecomprendere perché ha praticatocontemporaneamente, per oltrequattro anni, la danza e le arti marziali.Comunque, ciò che in principio nonera altro che un “malizioso” hobby, finì

per diventare qualcosa di più serio: ineffetti, la sua straordinaria elasticità ela sua grande coordinazione neimovimenti fecero si che vari coreografigl i proponessero di dedicarsi inmaniera intensiva alla danza o alballetto, dipingendogli un promettentefuturo sui palcoscenici. Van Dammeriflesse sulla questione poiché ladanza offriva, naturalmente all'epoca,più opportunità di guadagnarsi la famache non le arti marzial i. Ma Van

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Damme cominciava già ad accarezzare seriamente l'idea ditentare la fortuna nel fascinoso mondo del cinema, per cuideclinò tutte le offerte che potessero allontanarlo dal suoproposito. I ballerini non diventano eroi, gli attori si, e ciòera quello che Van Damme avrebbe voluto essere ungiorno: un eroe.

Dopo tutto questo c'è stato un periodo di successi epromettenti partecipazioni a competizioni di Karate e diLight Contact, in cui ha ottenuto due volte il titolo dicampione del mondo dell'Associazione Europea di KarateProfessionale (Full Contact a quell'epoca) nella categoria

pesi medi. Poco dopo aprì la palestra California, comunquee nonostante che gli affari gli andassero bene, quello nonera ciò che più desiderava.

Nel 1982 insieme a Michael Qissi, suo intimo amicod'infanzia, anche lui al l ievo di Goetz, si lanciòall'inseguimento del “sogno americano” e a tentare lafortuna nel mondo del cinema. Si sbarazzò della suapalestra e andò a Los Angeles, contando su un capitale disoli ottomila dollari. Gli inizi furono molto duri e pocoincoraggianti: lavorò come taxista, fattorino delle pizze,autista di limousine, maestro di karate e massaggiatore, tra

gli altri mestieri. Grazie alle sue incredibiliqualità fisiche e le sue conoscenze di bodybuilding e fitness, riuscì a diventare sparring eassistente personale di Chuck Norris che glifruttò un piccolo cameo in “Rombo di tuono”(Missing in action, ndt). Dopo due anni inNordamerica inseguendo un sogno, non eramolto, ma almeno era un inizio. Siccome nongli restava nulla ed era così disperatamente incerca di una parte, accettò di interpretare unomosessuale, con alcune scene “hot”, in“Monaco Forever”.

Nel 1985 ha lavorato in una produzione diHong Kong intitolata “Kickboxers-Vendettapersonale”, la quale, in un primo momento,passò senza infamia e senza lode o almenoera molto lontana dalle aspettative,nonostante fosse diretta dal famosissimoregista Corey Yuen (The transporter).

Nel 1988 ebbe l'occasione di dimostrare aMenahem Golam, uno dei produttori e registidella Cannon Group, le sue strabilianti qualitàfisiche e quest'ultimo decise di dargli lachance da protagonista in “Senza esclusionedi colpi” (“Bloodsport”). La pellicola ottenneun discreto successo che andò in crescendocol passare del tempo.

Seguirà “Aquila Nera” (Black Eagle) con ShoKosugi.

Nel 1989 girerà “Cyborg” di nuovo per laCannon. Anche se queste produzioni

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contribuirono a farlo conoscere, il vero successoè arrivato con “KickBoxer - Il nuovo Guerriero”. Ilfilm contava su un budget stimato di 1.500.000dollari. Negli Stati Uniti ne incassò 14.500.000 enel resto del mondo 25.000.000, soltanto neicinema. Questa somma salì ulteriormente con lasua distribuzione e vendita in videocassetta.

Nel 1990 fu girato “Lionhearth - Scommessavincente”, il primo film di Jean Claude VanDamme realizzato e distribuito da uno dei grandistudios di Hollywood: la Universal Pictures. Ladifferenza si è vista subito, soprattutto nel suobudget per le riprese che fu di 6 milioni di dollari.Solo fuori dal mercato americano incassò 24milioni nei cinema. In quei giorni l'attore eraconsiderato un valore sicuro nel mercato dell'home-video, essendo i suoi lungometraggi dellevere hit nei video club, specialmente del vecchiocontinente.

Tuttavia l'attore aveva più ambizione, volevauscire dalla classe “B” e girare delle pellicole conpiù mezzi e sceneggiature un po' più curate.Anche se saranno sempre per lungometraggid'azione e di arti marziali, gli si aprirono le portedi un altro dei grandi studios di Hollywood: laMetro Goldwyn Mayer Pictures, la quale gli offrìl'opportunità di un ruolo da protagonista in“Colpi proibit i” (Death Warrant), un fi lmsull'ambiente carcerario dove ha potuto recitaree dimostrare che, a parte saper tirare calci,aveva anche un potenziale come attore. Il filmincassò 46.665.776 di dollari. Ogni uscitasuperava di gran lunga la precedente. La suaimmagine appariva su tutti i generi dipubblicazione e mezzi di comunicazione.

Nel 1991 fu impegnato nelle riprese di “DoubleImpact - La vendetta finale” che, così come “ITre dell'Operazione Drago”, venne giratointeramente a Hong Kong. In essa è apparsoperfino Bolo Yeung. Contava su un budget di15.000.000 di dollari, i l doppio dei suoipredecessori e curiosamente i r isultati albotteghino furono raddoppiati, ovvero,80.039.915 di dollari. Distribuito dalla Columbia,

il film ottenne un'accoglienza eccellente in tuttoil mondo.

Nel 1992, la stessa casa produttrice gli diedela possibilità di essere il protagonista di “I NuoviEroi” (Universal Soldier). Lo studio puntò moltosu di esso perché disponeva di un budget di 23milioni e uscì nei cinema del Nordamerica il 10 diLuglio incassando 10.000.000 di dollari, i lsecondo film più visto di quel fine settimana. Inquesto paese arrivò a 36.200.000 di dollari,avendo un successo moderato negli U.S.A.,tuttavia in altri paesi arrivò al numero uno delleclassifiche di incasso, totalizzando al botteghino102.299.898 di dollari in tutto il mondo. Questolungometraggio lo consacrò allora come stella diHollywood. A quell'epoca conobbe Darcy LaPier, moglie del miliardario Ron Rice; i VanDamme e i Rice si incontrarono per caso ad unafesta di società, dove le due mogli indossavanolo stesso vestito. La cosa venne moltochiacchierata…il belga, per minimizzarel'argomento, si fece fotografare con entrambiridendo e scherzando davanti ai paparazzi.Secondo alcuni, da lì cominciò il peggiore deisuoi mali poiché Van Damme allacciò unarelazione con Darcy e chiese il divorzio daGladys Portugues.

Nel 1993 si lasciò coinvolgere in un progettonel quale voleva dimostrare le sue dotiinterpretative e uscire dal clichè delle artimarziali. Quel progetto si intitolava “Accerchiato”(Nowhere To Run), che aveva un budget per lasua realizzazione abbastanza inferiore al suoprecedente lungometraggio, soltanto 15.000.000di dollari. Il film non ebbe un grande riscontro neicartelloni a livello mondiale, incassò soltanto52.189.039 di dollari, nonostante che VanDamme s'impegnò a fondo per la sua

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promozione. Nel suo tour per l'Europapresentò Darcy alla stampa come suamoglie e svelò anche il suo cambio di“genere” avvenuto in questa pellicola:”Non è esattamente un cambiamento,piuttosto una trasformazione. A meprima di tutto piace il genere d'azione,comunque non mi piace fare semprela stessa cosa: combattimenti eancora combattimenti. Questaevoluzione era una sfida per me, fareun film con una storia interessante.Non voglio mettere da parte l'azione,ma vorrei trattarla in manieradifferente”.

Nonostante gli sforzi del belga, ilf i lm rimase molto lontano dalleaspettative dell'attore per cui nelsuccessivo lungometraggio, “Senzatregua” (Hard Target), tornò a fare ciòche gli riusciva meglio… Questa saràla prima pellicola americana girata conl'acclamato regista John Woo, i lmaestro del cinema d'azione di HongKong, un film costato 20 milioni didollari col quale recuperò il terrenoperduto e inoltre guadagnò,soprattutto, popolarità e prestigio, cheerano le cose che realmentedesiderava:” Se riesco a crearmiun'immagine e un mio stile negli StatiUniti, l'unanime accettazione da partedel pubblico, comincerò a ricevereproposte di f i lm diretti da JamesCameron, Paul Verhoeven, OliverStone o questo genere di registi, che èciò a cui ambisco”. Per questo film hapreso 3.000.000 di dollari. La pellicolaaveva un budget di 19.500.000 didollari e ne incassò al botteghino74.189.677. Statisticamente, JeanClaude Van Damme triplicava qualsiasiinvestimento venisse fatto su di lui.

Nel 1994, “Timecop - Indagine dalfuturo”, diretta da Peter Hyams, locollocò nell'Olimpo delle grandi star diHollywood, con un cachet di8.000.000 come attore protagonista.La superproduzione aveva un capitalea disposizione di 35.000.000 di dollari.Van Damme era assolutamente certodel suo successo:” Finalmente ho unpersonaggio con una storia, con deisentimenti, con una certa umanità.Questa pell icola deve funzionareperché voglio che la gente si rendaconto che vado oltre i due bicipiti, gliaddominali o il culo. So che posso faremolto di più di quello che ho fatto finoad ora, ho solo bisogno di bei copioni,bei ruoli e buone opportunità. Inquesto senso “Timecop” è un passonella giusta direzione: non è solo unaulteriore pell icola della miafilmografia”.

Il belga aveva ragione: quella era lastrada giusta, quello fu il fi lm piùproficuo della sua fi lmografiaoltrepassando la soglia dei100.000.000 di dollari di incasso intutto il mondo.

Nelle quotazioni di Hollywood diquel periodo, gli attori cheguadagnavano di più per il loro lavoro,con un totale di 15 milioni di dollari afilm erano Arnold Schwarzenegger,Eddie Murphy, Michael Keaton, BruceWillis y Steven Seagal. 14 milioniKevin Costner e Tom Cruise. 12 milioniSylvester Stallone e Michael Douglas.10 milioni Harrison Ford. Si scendevafino ad arrivare agli 8 che prese VanDamme per “Timecop”.Indiscutibilmente si stava avvicinandoai “grandi” della celluloide, la cosacuriosa è che era il primo attore nonnordamericano a farlo. Il percorso erastato lungo e molto arduo, ma ci stavariuscendo.

Il suo seguente film “Street Fighter -l'ultima sfida” fu un grande successocommerciale, incassando all'incirca trevolte i l suo costo di produzione(35.000.000 di dollari), ma vennestroncato all'unanimità da critica, fansdel genere e spettatori. In definitivanon piacque a nessuno. Arrivò persinoad essere considerato uno deipeggiori film del 1994.

Nel 1995 Jean Claude Van Damme,in un tentativo di redimersi davanti alproprio pubblico, si mise di nuovo agliordini di Peter Hyams in “A rischiodella vita” (Sudden Death), che riuscìad incassare 64.000.000 di dollarinegli USA. Nel mercato dell'home-video, si avvicinò ai 50 mil ioni.Nonostante i risultati, con questo VanDamme si consacrò definitivamentecome uno dei grandi del cinema.

Dopo aver visto i risultati, l'attore sisedette al tavolo delle trattative con laUniversal, la produttrice dei suoi ultimitre film, proponendole le riprese dialtre tre nuove pellicole e questo è ciòche avvenne secondo le stessedichiarazioni dell'interessato:” ricevettiuna grande offerta dalla UniversalStudios per rinnovare il mio contratto;volevano che recitassi in tre delle loroproduzioni pagandomi 12.000.000 didollari per ciascuna. Io gli risposi chene volevo 20 come Jim Carrey -(questo fu il suo cachet per “BugiardoBugiardo”) - Mi risposero di no, che lamia proposta era folle. Rimasispiazzato. Dopo feci una controfferta,abbassando le mie pretese, ma non mirispondevano nemmeno più altelefono”.

Probabilmente le sue richiesteeconomiche in quel momento eranoesorbitanti, ma poteva almeno esserciuna negoziazione. Senza ombra didubbi, le reticenze della produzionenel proseguire a lavorare con lui eranodovute al suo eclatante divorzio conGladys Portugues e alla suatormentata relazione con Darcy LaPier, dove gli scandali erano all'ordinedel giorno così come i rumors sullasua dipendenza dalla cocaina. Per

quello, i mezzi di comunicazioneparlavano di più di questo che dellesue produzioni. I giornalististatunitensi hanno fama di esseremolto volubili e hanno il potere diportare in alto certi personaggi, o didistruggere la loro carriera. PurtroppoJean Claude Van Damme entrò nelloro mirino, forse i l non esserenordamericano contribuiva a tutto ciò.

Era i l 1996 e lontano dalloscoraggiarsi, tornò con “The Quest -La prova”, un progetto personaledell'attore. Con questo pensava direcuperare i l prestigio perso. Lascommessa era sicura perché la tramaruotava intorno a un torneo marziale,ovvero, tornava alle sue origini.

La pell icola che lo ha fattoconoscere fu “Senza esclusione dicolpi”, con “The Quest - La prova”,che contava sulla presenza di moltiesperti e famosi artisti marzial i,sperava di superare i fasti del suoprimo film, infatti e secondo le sueseguenti dichiarazioni, “Forsededicherò circa due anni per questofilm, perché mi occuperò di scrivere lasceneggiatura, della regia, del castinge della coreografia delle scened'azione, oltre ad esserne i lprotagonista.”The Quest - La prova” èun epopea sulle Arti Marziali la cuitrama si snoda tra Parigi, la Cina, gliUSA, ecc. E' ambientata negli anni '30per cui ci saranno vestiti dell'epoca,cavalli, carrozze, ecc. Ci sarannoanche i pirati e i templi Shaolin. Nelrispetto di questi ultimi, vorrei portarela troupe nei veri templi di Shaolin chemai sono stati filmati, così come neimagnifici templi situati in Malesia,Thailandia dove i monaci continuanoad allenarsi. Mi piacerebbe anchegirare all'interno della Città Proibita.Per questa pell icola voglio degliscenari autentici. Saràfondamentalmente una storia dicoraggio, amicizia e amore. Disporràdi molti mezzi perché desidero narrarein maniera epica la storia e la filosofiadelle arti marziali dalle loro origini, perfar si che genitori e figli possanovederla e comprendano che cosarappresentano. Vorrei realizzare unvero classico con mezzi e cast di attoridi grande livello. Penso che sarà unagrande produzione che inoltre vorreidedicare a Bruce Lee per ringraziarlodi tutto quello che ha fatto per i lcinema e per le arti marziali”.

All'inizio avrebbe dovuto contare suun budget di 40.000.000 di dollari chefu poi ridotto a 35.000.000. Alla suauscita negli USA incassò 21.600.000 didollari. Come al solito il film ottenne piùconsensi all'estero raccogliendo quasi40.000.000 di dollari, ma quelle cifreerano molto distanti da quelle sperate.

Il grande stress che subì sul set delfi lm iniziò a presentargli i l conto:

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durante le riprese soffrì di una grave insonnia, nonriusciva a dormire la notte e questo, unito al disturbobipolare di cui patisce dall' infanzia, lo reserodipendente a un farmaco per il sonno. In più, haammesso che durante questo progetto cominciò aconsumare cocaina.

I suoi problemi sembravano non finire: “The Quest -La prova” era basato sul soggetto scritto da FrankDux. L'attore venne citato in giudizio da Dux quandocambiò il soggetto e le scene, pagandolo meno diquanto promesso.

Mescolare cocaina, sonniferi e la sua medicinaabituale per il trattamento del suo disturbo bipolareera un vero cocktail mortale. L'attore non faticòrendersene conto e decise di porre fine ai suoiproblemi entrando in un programma di riabilitazione,di un mese di durata, ma dopo una settimana lasciòla clinica. In quel periodo la sua spesa settimanale perla cocaina era di 10.000 dollari.

Si imbarcò in un nuovo progetto:”Maximum Risk”,diretto da un altro emblematico regista di Hong Kong,Ringo Lam, famoso per i suoi film di azione, cheaveva un budget di 25.000.000 di dollari e tuttaviaraggiunse appena i 14.000.000 al botteghinoamericano. A livello mondiale riuscì ad incassare51.700.000 dollari. Era chiaro che la cattiva pubblicitàche aveva avuto in America gli si stava ritorcendocontro.

Nel 1997 girò “Double Team - Gioco di squadra”, dinuovo sotto la regia di un altro dei grandi calibri diHong Kong, Tsui Hark, con un capitale disponibile di30.000.000 di dollari, ottenendo la cifra irrisoria di48.000.000 di incasso. Il declino della sua carriera eraevidente.

I problemi che ci furono durante le riprese, uniti aquelli personali, lo stavano affondando. A Novembredello stesso anno decise di divorziare da Darcy LaPier; l'attore dichiarò che fu lei a incitarlo a fare uso dicocaina, la sua grande rovina.

Ovviamente Darcy contrattaccò accusandolo diessere un maniaco depressivo, oltre che uncocainomane e maltrattatore, dichiarando su varimedia che durante il loro tormentato matrimonio luil'aveva picchiata e torturata psicologicamente. Lacosa non fu presa in considerazione dal giudice permancanza di prove, inoltre anch'ella riconobbe diessere una consumatrice abituale di cocaina. Questoscambio di accuse attraverso i mezzi dicomunicazione, pregiudicò ancora di più l'immaginedi Van Damme.

Nel 1998 tornò di nuovo a provarci con “HongKong colpo su colpo” (Knock Off) diretto di nuovoda Tsui Hark, questa volta in un contesto benconosciuto dal regista: Hong Kong. I llungometraggio disponeva di 35.000.000 di dollaridi capitale, una fortuna per girare un film nella ex-colonia britannica. Nella produzione interverrannoalcuni dei migliori specialisti e tecnici di azione delposto, tuttavia i r isultati al botteghino furonodeludent i , arr ivando a racimolare soltanto10.300.000 di dollari negli USA. Sommati al restodegli incassi a livello mondiale giunse a un totale di44.000.000. Era chiaro che Van Damme avevasmesso di essere un buon invest imento nelbusiness del cinema, a maggior ragione quandouscì la notizia che durante le riprese l'attore fuvittima di un'overdose di cocaina che fu sul punto dicostargli la vita.

Al termine della promozione del film, Van Dammeentrò di nuovo in una clinica di disintossicazione e inquesta occasione riuscì a concludere la terapia,

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cambiando completamente le sue abitudini e ilsuo sti le di vita. Si r iconcil iò con GladysPortugues, con cui si risposò. Grazie a lei,all'appoggio incondizionato dei suoi genitori e adalcuni veri amici, fu capace di uscire dall'infernodella “polvere bianca”. Successivamente, inalcune dichiarazioni, l'attore affermò che superòla sua dipendenza dalle droghe per conto suo,poiché i centri di riabilitazione non lo aiutaronoper niente.

Appena uscito dalla clinica, accettò di girare“The Legionary - Fuga all'inferno”, che verràfi lmato in Marocco, credendo che uncambiamento “d'aria” e di ambiente gliavrebbero giovato. Contava su un budget stimatosui 20.000.000 di dollari; in America ne incassò15.000.000 e a livello mondiale pochi di più. Nonera niente male, tenendo presente che le artimarziali spiccavano per la sua assenza.

Nel 1999, poco tempo dopo l'uscita di questapellicola, i paparazzi lo beccarono ubriacoall'uscita di una discoteca famosa, mentre sitoglieva la camicia e cercava di entrare nella suamercedes. Dopo alcuni tentativi se ne andòguidando la propria auto per le strade di BeverlyHills.

Gli stessi paparazzi chiamarono la polizia e gliagenti lo arrestarono per guida in stato diebbrezza. Naturalmente tutto ciò venne filmato etrasmesso dalle televisioni di mezzo mondo. Perquello è stato condannato a tre anni con lacondizionale.

Jean Claude Van Damme cercò di rimediareal proprio errore, totalmente “pulito” e con lasua vita sentimentale stabilizzata, si concentrònel rilanciare di nuovo la sua carriera di attore.Fece un accordo con la Columbia Tr istarPictures, uno dei “grandi” Studios diHollywood: si impegnò per girare un solo filmche si int i to lerà “Universal Soldier - TheReturn”. Il suo predecessore era andato moltobene, sia a livello cinematografico che nelmercato dell'home-video. Il progetto vantavaun capitale disponibile di 45.000.000 di dollari,per molti esperti nelle produzioni hollywoodianeera una scommessa molto r ischiosa,soprattutto se si teneva conto degli incassidel le sue ult ime pel l icole. I l f i lm raccolse10.937.890 di dol lar i negl i USA, a l ivel lointernazionale soltanto 20.000.000, un verofallimento, uno dei grandi flop dell'anno, speciese lo si paragonava con gli incassi del primoche superava i 102.000.000 di dollari.

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Dopo questo, i grandi studios diHollywood si mostrarono reticentidavanti ai nuovi progetti dell'attore.Era evidente che gli scandali della suaubriachezza per le strade di BeverlyHil ls, oltre al suo precedentematrimonio con Darcy La Pier,avevano il loro peso. Perfino le rivistespecializzate di arti marziali smisero dipubblicare articoli e interviste su di lui.Anche il pubblico, “il suo” pubblico,soprattutto nel vecchio continente,cominciava a voltargli le spalle.

Da quel momento i suoilungometraggi iniziarono a usciredirettamente prima in videocassetta epiù tardi in DVD nel mercatonordamericano. In qualche paeseeuropeo e in altre parti del mondo,alcuni di questi sono usciti al cinema,ma furono pochi e col temposeguirono l'esempio del NordAmerica. I film di quella fase della suacarriera furono: “Fino all'Inferno”(1999), “The replicant” (2001), “TheOrder” (2001),”Derai led - Puntod'impatto” (2002), “Hell - Scatenal'Inferno” (2003), “Wake of Death -Scia di morte” (2004), “Narco” (2004),“The Commander” (2006), “The hardCorps” (2006), “Until Death” (2007) e“The Shepherd - Pattugl ia diFrontiera” (2008).

Nel 2008 girò un opera moltopersonale: “JCVD” una parodia dellasua vita. In essa fa chiaro riferimento acome il denaro che guadagnava colsuo lavoro se lo prendessero il proprio

agente e gli Studios, ovvero, lui facevail lavoro e i soldi se li prendevano glialtri. Inoltre, tocca sottilmente alcunidei problemi che aveva avuto aHollywood. Questo film è uscito neicinema in Nord America e in altripaesi, r icevendo crit iche moltopositive.

Dopo di questo, la sua filmografia èstata la seguente: “Universal Soldier -Regeneration” (2009), “The EaglePath” (2010), “Assassination Games”(2011), “Beur sur la vil le” (cameo2011), “Rzhevskiy protiv Napoleona”(cameo 2012), e “Dragon Eyes” (2012).

Nel 2012 ha accettato di lavorarecon i grandi del cinema d'azione diHollywood ne “I Mercenari II” (TheExpendables). Qui, lui sarà il cattivo,dando vita a un personaggio vile emeschino, senza alcun principio,mentre le altre vecchie “glorie”saranno elevate agli onori.

Rispetto al suo personaggio, è statoall'altezza del ruolo e sia il pubblicoche la critica hanno apprezzato il suolavoro. Grazie a ciò è tornato arichiamare l'attenzione del pubblico dimezzo mondo, ma senza l'appoggiodei grandi Studios di Hollywood. E'stato molto, molto difficile rilanciare lasua carriera.

Nel 2013, ovvero quest'anno,l'attore si è sottoposto a un interventochirurgico al bacino, a causa diun'artrosi degenerativa progressiva.Attualmente è totalmente recuperato econtinua ad allenarsi come in passato.

In merito alla sua vita personale, almomento è assolutamente stabile.Ricorderemo che la sua gioventù èstata molto turbolenta da questopunto di vista, essendosi sposato inben cinque occasioni: il suo primomatrimonio fu con la venezuelanaMaria Rodriguez (dal 1980 al 1984); ilsuo secondo fu con Cynthia Derderian(dal 1985 al 1986); la sua terza unionefu con Gladys Portugues (dal 1987 al1992) con la quale ha avuto due figli:Kristopher Van Varenberg, nato nel1987 e Bianca Bree nel 1990; il suoquarto matrimonio fu con la modellaDarcy La Pier (dal 1994 al 1997) con laquale ha avuto un figlio, Nicolas, natonel 1995; e nel 1999 si è sposato dinuovo con Gladys Portugues.

Riassumendo, l 'attore e artistamarziale è in piena forma e i suoiproblemi con la droga appartengonoa un triste ricordo del passato. E' ilpiù giovane degli attori di arti marzialidegli anni '90 e ha ancora molto dadire e da fare, ma ha bisogno di unbuon copione, di un buon regista e,indiscutibilmente, dell'appoggio diuna grande produzione perrecuperare il terreno perduto. C'èstata pure la possibilità di girare unfilm con Tony Jaa. Progetti non glimancano, l'affetto del suo pubblico edegli appassionati nemmeno, ha solobisogno del “film” che lo collochiun'altra volta nel posto che meritanella settima arte e speriamo che ciòaccada presto.

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Sa parlare un pappagallo?Memoria o adattamento?

Questa domanda, che faccio spesso in alcuni deimiei scritti e seminari, di solito genera unaenergia positiva per l'inizio degli stessi. Ladomanda ha una “trappola” perché già sola risposta…

Cerco sempre di catturare l'attenzionedi colui che assiste a una lezione diWingTsun e farlo entrare in una dina-mica che non è sempre utilizzata nelmondo delle Arti Marziali: LaRiflessione!

Sembra ovvio che anche se un pappagallo ècapace di articolare delle parole, non possiamoaffermare che sia sufficiente per impostare unacomunicazione verbale con altri individui.

Tutti conosciamo qualcuno che possiede uno diquesti uccelli che sono in grado di pronunciare conassoluta perfezione “Ciao, mi chiamo Pedro”. Se non

MEMORIA O ADATTAMENTO?

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vediamo da dove proviene i lsuono, non riusciremmo adistinguere se è una persona ouno di questi animali pennuti ademettere la frase. Ma secerchiamo di dialogare con lui egli facciamo semplici domandetipo, da dove vieni? Cosa ti piacemangiare? Studi o lavori? Cirenderemmo conto che larisposta a tutte le domande saràsempre “Ciao, mi chiamo Pedro”.

Vi chiederete il perché di questariflessione con la quale introducol'articolo di questo mese. Bene, èsemplice. A mio avviso, un grannumero di praticanti di ArtiMarzial i (e naturalmente diWingTsun) si allenano in manieratale che finiranno per trasformarsi in “pappagalli”. Sarannocapaci di riprodurre una serie di movimenti e tecnichesecondo un'apparenza che molti reputano come ArtiMarziali, ma quando si trovano davanti a una situazione didifesa personale saranno incapaci di applicarne alcuno, nonavendo compreso la vera natura del combattimento e delloscontro.

Pare logico intuire che un praticante “normale”, di quelliche si allenano due o tre ore alla settimana nelle moltescuole di WingTsun di tutto il mondo, non diventerà mai lareincarnazione del Dr.Leung Jan, ma noi, come insegnantisiamo obbligati a tirare fuori il massimo da ciascuno di loro.Dobbiamo cercare di fare in modo che il loro potenzialearrivi al massimo, investendo nel tempo che ognuno diquesti praticanti dedica nelle nostre scuole e nelmiglioramento della pratica dell'arte che insegniamo.

Se facessimo un sondaggio nelle diverse scuole di ArtiMarziali, ci sorprenderemo nello scoprire che la stragrandemaggioranza dei praticanti di quest'ultime e di Sport diContatto, non hanno mai applicato le loro conoscenze delcombattimento in una situazione reale di strada. La sommadi vari fattori spiega tutto ciò, ma uno spicca su tutti gli altri:le arti marziali (specie quelle a mano nuda), non sono piùun'ARMA con cui combattere altre persone.

Sebbene questo aspetto non venga sempre tenutopresente, molto spesso è un elemento sul quale insisto con imiei allievi e insegnanti in tutto il mondo: nonostante nonavremo mai bisogno di ciò che pratichiamo, non dobbiamomai dimenticare lo scopo per cui è stato creato, i lcombattimento.

Se c'è qualcosa che, a mio parere, definisce in manieramolto chiara un combattimento è l'assenza di RITMO. Taleconcetto, che è stato definito come Il NON-RITMO, è unacosa su cui alcuni dei più grandi maestri della storia delleAM e degli Sport di contatto hanno studiatoprofondamente e credo fermamente che dovrebbeessere analizzata nella pratica quotidiana delle nostrescuole e dei nostri sti l i . Bruce Lee o i l miticoMohammed Alì fecero interessanti riflessioni sucome non venire catturati dal ritmo dell'avversario,bensì il contrario: entrare in uno stato di non-ritmoche renda impossibile all'avversario di entrare neltuo.

Anche se questo punto è di importanza reale, sevogliamo che le arti da combattimento comincinoad avere un senso logico (basta vedere comefunziona il mondo della boxe o delle mma), non

sempre ce ne rendiamo conto. E'mia opinione che se ignoriamoquesto principio, sarà così difficileche tutto il sistema e i metodi diallenamento che mettiamo al disopra di esso, finiranno per perderetotalmente di senso.

Se la nostra pratica si concentrasul fatto che l'al l ievo impariattraverso la ripetizione incessantedi tecniche o strategie, forsepotremmo percepire unmiglioramento della coordinazioneneuromuscolare, una indubbiacrescita delle qualità e delleconoscenze tecniche, ecc…masono sicuro che sarà praticamenteimpossibile applicare anche solouna di queste tecniche quando

l'avversario non è collaborativo…Potremmo citare centinaia di esempi di eccellenti

praticanti di AM e più precisamente di WingTsun che sonostati sconfitti in combattimento da avversari molto menodotati a livello tecnico o di esperienza. Ma, come ho dettonell'articolo del mese scorso, il tempo di enunciare difetti odi fare una critica su tutto quello che facciamo o crediamo,è già passato. Prometto solennemente di presentareumilmente il mio punto di vista su questo sistema e qualipenso che siano le soluzioni. Infatti, è quello che faccio intutti i miei seminari, corsi di formazione, lezioni,ecc…Soluzioni!! (o almeno è quello che cerco di fare).

Per analizzare il problema e la possibile soluzionedovremo, UN'ALTRA VOLTA, abbandonare il cammino eguardarci indietro. Dovremmo domandarci come impararonoalcuni dei più grandi maestri di arti marziali tradizionali, oltreun secolo fa. E' noto che quasi tutti gli insegnamentiavvenivano direttamente DA GENITORI A FIGLI.

Questa ovvietà scaturisce diverse dinamiche e dubbiche meritano di essere studiati per comprendere comegli stili classici siano giunti a questa situazione:

1- Nessun praticante imparava per insegnare ad altri. Unfiglio apprendeva l'arte che suo padre gli insegnava con ununico scopo: la protezione personale. Il combattimento.Pertanto, elementi come la didattica, metodo,

“Un gran numero dipraticanti di Arti

Marziali (e naturalmente di

WingTsun) si allenano in manieratale che finiranno per

trasformarsi in“pappagalli”

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MEMORIA O ADATTAMENTO?

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ecc…avevano importanza pari a zero. L'unico obbiettivo era insegnare a tuo figlio come combatteree perciò si utilizzava un lavoro quotidiano in privato. Raggiunto l'obbiettivo in misura maggiore ominore, che importanza poteva avere come?

2- Mentre il padre insegnava al proprio figlio, provava con lui e lo introduceva nel mondo del“intangibile” come quello dell'approccio, dela distanza o del NON-Ritmo. Ecco, praticare conqualcuno che sa cosa vuol dire combattere, può aiutare a destreggiarsi in scenari differenti perchéin tale pratica diretta e unendo le due cose possiamo trarre le nostre conclusioni e sviluppareun'abilità del tutto personale.

3- Non esisteva alcun interesse ad insegnare a nessuno. Bensì tutto il contrario. La conoscenzadi una tecnica avanzata di combattimento ti garantiva una posizione di superiorità sui tuoipossibili rivali. Quindi, non solo non c'era nessun interesse ad insegnare a qualcuno, ma sicercava di occultare, criptare o addirittura rendere invisibile qualsiasi conoscenza rispetto alresto dei praticanti (potenziali avversari).

Questi tre punti, più qualcun altro, spiegano molti dei mali dei nostri sistemi. Non siamostati in grado di renderci conto di questo “piccolo” cambio di scenario. Da uno a

quaranta. Da segreto a pubblico. Dal nascondere al cercare di scoprire…Non mi direte che non è appassionante!! Ma la verità è che tale cambiamento discenario e il non adattamento ai cambiamenti delle scuole, hanno fatto si che

gli allievi imparino guardando quello che fanno i loro insegnanti, cercando diriprodurlo fedelmente. La loro estetica. I loro gesti, i movimenti e anche la

loro filosofia e il modo di intendere il combattimento o la vita.Nelle prime righe di questo articolo, facevamo riferimento alladifficoltà di comprendere cose intangibili come l'approccio e

soprattutto il NON-RITMO. Questo genere di argomenti non puòessere sviscerato dal sistema della ripetizione. Tutto ciò, citrasformerebbe inevitabilmente in “pappagalli” capaci di ripeterealla perfezione quanto appreso dai nostri maestri, ma ci renderebbealquanto difficile ottenere quegli elementi che sono assolutamentenecessari per il combattimento. Anche se il sistema di trasmissionedel WingTsun in origine era assolutamente valido, attualmente haperso la sua efficacia per una questione di numero. Come dico nelmio libro e in alcuni dei miei articoli, alla metà del XX Secolo (intornoal 1950) avremmo potuto contare i praticanti di WingTsun di tutto ilmondo nelle dita delle mani (Cham Wa Sum ebbe 16 allievi).Sessant'anni dopo, sono centinaia di migliaia coloro che praticanoquesto appassionante sistema di combattimento cinese.

E' questo uno dei motivi per cui mi vien da ridere quandoqualcuno afferma che questo è il sistema di insegnamento“classico”. Bene, quello dovrebbe essere fatto direttamente daun unico Sifu e in lezioni private per una diretta tramandazione.Se la mettiamo in questi termini, le scuole e le associazioninon hanno senso per l'apprendimento di quest'arte. Inoltre, ilconcetto di “classico” è un termine poco preciso. Dove sicolloca il confine del classico? Stupida discussione che ognimaestro mette nel contesto che più gli interessa al momentodi auto-proclamarsi l'autentico depositario della saggezza…(vecchi argomenti alquanto noiosi…).

Cosa propongo?In primo luogo il buon senso…In secondo, utilizzare appropriatamente le diverse fasi

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dell'apprendimento di qualsiasi disciplina relazionataall'acquisizione di abilità. Il WingTsun non fa eccezione. Perfinire, le arti marziali sono strumenti per acquistare abilità(fisiche o mentali) e pertanto esistono due parti distinte mainseparabili: nozioni tecniche, tattiche e scoperta di sestessi.

E' probabilmente il secondo di questi ciò che soventeescludiamo dalla pratica:

1.- La prima fase è la conoscenza della tecnica, dellatattica della filosofia, dell'approccio del sistema, ecc… suquesto non ci sono dubbi. Senza basi, contenuti tecnici e laloro corretta realizzazione non è possibile fare passi avanti.Dunque è fondamentale la conoscenza delle FORME delnostro sistema (contenitori dell'antico sapere) e degliscenari che esse ci propongono.

2.- Una volta completato il sistema, nel secondo stepandare a introdurre elementi che generino incertezze nelleapplicazioni. Cioè, eseguire esercizi che ci sono familiari eche padroneggiamo, inserendo due o tre elementi che nonpossiamo controllare. Sappiamo cosa dobbiamo fare manon quando e a che distanza sia l'obbiettivo. Questi piccolielementi che sfuggono al nostro controllo e nel quale cipone il nostro compagno di pratica o istruttore, ci dannomodo di compiere i primi passi alla ricerca dell'autonomia.

3.- Esercizi di sparring nei quali ci obblighiamo a lavorarecon le tecniche del WingTsun e quindi a usarle nellesituazioni vincolate a un ritmo mutevole (sempre stabilitocon il compagno). Questo terzo elemento inizierà ad aprircidue aspetti molto importanti. Il primo, prendere coscienzacon le distanze, l'approccio, l'uso della potenza e laconoscenza del ritmo per avvicinarci al NON-RITMO.

Il secondo ci darà FIDUCIA in quei movimenti che di perse non servirebbero a molto, se non nella pratica in unasituazione “semi-libera”, se abbiamo il coraggio di osare.Insieme alla mia fiducia, aumenterà la velocità, la forza el'intensità degli esercizi.

4.- Libero. Esercizi fuori degli schemi fissi dove siobbliga uno degli allievi (anche se è libero) a tentare diapplicare le tecniche che abbiamo praticato con icompagni nelle fasi precedenti. E' possibile che inalcuni casi non si sia in grado di farlo, ma sediminuiremo di una tacca la velocità cominceremoa vedere cosa, quando e dove… siamo sempre intempo ad aumentare i livelli di velocità o intensità,non serve a nulla sbracciare come pazzi.

5.- Obbligare a PRENDERE delle DECISIONI.Anche se il nostro stile non è particolarmente riccodi tecniche e di tattiche (esistono stili cinesi con unbagaglio tecnico immensamente superiore),

possiamo trovarci in situazioni in cui dobbiamo prendereuna decisione. Tutto ciò ci pone in condizione di fallire o dicommettere un errore. MAI riprendere un praticante che siprende dei rischi e commette uno sbaglio. Ma analizzare ilperché e dove risiede lo stesso. Incitarlo sempre ad averecoraggio nella pratica.

Se cominciamo a lavorare con questi semplici parametri,un giorno il WingTsun potrà arrivare lontano come non lo hamai fatto. Magari non io o noi. Magari una prossimagenerazione… ma di certo ci riuscirà.

Forse negli ultimi anni (in Europa) il WingTsun ha soffertola crescita smisurata in quanto a numero di praticanti,scuole, ecc…

Sebbene la cosa abbia dei lati positivi, ne ha anche dinegativi. Spesso dico agli amanti di questo stile che questoè il nostro momento di “abbassare la testa”, lavorare insilenzio, sudare 7 camicie, usare la testa per pensare edessere i numeri UNO in quanto a UMILTA'!! Non ce lodimentichiamo, che il WingTsun può essere uno stileassolutamente meraviglioso (divertente, appassionante,longevo e EFFICACE).

Grazie a tutti per il vostro sostegno.

“(Anticamente) Non esisteva alcun interesse ad insegnarea nessuno. Bensì tutto il contrario. La conoscenza di una

tecnica avanzata di combattimento ti garantiva unaposizione di superiorità sui tuoi possibili rivali.

Quindi, non solo non c'era nessun interesse ad insegnare aqualcuno, ma si cercava di occultare, criptare o

addirittura rendere invisibile qualsiasi conoscenza rispettoal resto dei praticanti (potenziali avversari)”

MEMORIA O ADATTAMENTO?

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on è un segreto che chi lavora moltoe produce, prima o dopo vienepremiato per i suoi sforzi. A volte èduro riconoscere quando arriva ilmomento della ricompensa, poichévediamo solo le difficoltà. E' in questi

momenti che mettiamo alla prova la propria forzadi volontà e si dimostra l'importanza di raggiungereuno scopo. Una esperienza che il Gran MaestroMartin Sewer conosce molto bene.

Quando fin da piccolo intuiva che la sua ragionedi vita sarebbe stata imparare e insegnare le artimarziali, si trovò davanti molti ostacoli. Insegnantedi Kung Fu? Non si può essere insegnanti di KungFu. E' come quando da bambini diciamo chevogliamo diventare piloti o pompieri. Ma per MartinSewer era molto più di questo. I suoi veri maestri liconobbe in un seminario a Zurigo, quando era giàpienamente nel mondo delle arti marziali e avevaampie conoscenze di discipline come Judo,Karate, Kung Fu, e aveva praticato la Boxeeuropea. Partecipò a molti seminari prima ditrovare l'arte che cercava. Con l'incontro coldirettore di seminari Chiu Chi Ling, si imbattè nonsolo nel suo ideale di arte marziale, lo ShaolinHung Gar Kung Fu originale, ma anche nel suoattuale Sifu (Insegnante, Maestro), capostipite dellostile di questa arte marziale. A quei tempi, Chiu ChiLing, che allora era un'icona nel mondo delle artimarziali e esperto nel combattimento diretto per ilDipartimento di Polizia di Hong Kong e laU.S.Army, non si aspettava assolutamente diincontrare uno come Martin Sewer. Martin era unallievo occidentale, più un fan che un allievo, cometanti altri.

Martin Sewer non si immaginava ancora chesfida lo attendeva quando mandava le sue letterea Chiu Chi Ling, chiedendogli di fargli lezione e diessere accettato come suo allievo. Gli riferì anchemolte volte la sua intenzione di andare a HongKong. Ma non ricevette mai una risposta. Arrivò ilgiorno in cui Martin mise insieme tutti i soldinecessari per il viaggio e suonò alla porta dellascuola di Chiu Chi Ling a Hong Kong e dopodiversi problemi linguistici e organizzativi, riuscì aprendere parte alle lezioni del Maestro Chiu, giàfamoso a livello mondiale. Egli aveva già uncurriculum denso di precedenti conoscenze inmateria di arti marziali, ma queste lezioni sarannole più dure della sua vita. Dopo settimane diapprendimento e un lungo viaggio verso casa,dipendeva solo dalla sua volontà il riflettere suquanto imparato e risparmiare denaro per unnuovo viaggio. In questa maniera ha svolto peranni il suo ruolo di allievo straniero di Chiu ChiLing e affrontato nuovi viaggi a Hong Kong.Martin Sewer invitò naturalmente il suo maestro inSvizzera (uno dei pochi inviti internazionali cheChiu Chi Ling abbia mai accettato) e gli chiese difare delle lezioni e dei seminari per i suoi allievi.Da prat icanti di art i marzial i autentici etradizionali, naturalmente come i lettori, eravamonoi che pagavamo le spese del volo edell'alloggio di Chiu Chi Ling. Molto presto MartinSewer ottenne, dopo esami molto duri ,

Hung Gar

N

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l 'autorizzazione ad insegnare innome del suo maestro, quandoquesti gli fu attribuito titolo di Sifu,ovvero Maestro.

Non solo imparare sotto un maestrotradizionale era assai impegnativo. Loera anche tirare su una scuola di Kungfu in Svizzera. A quei tempi c'era unospietato e vuoto deserto nel Kung Fuche era fonte di non pochi problemi.

Oltre a subire delle truffe da alcunisoci in affari, si doveva sempre con-frontare con allievi dalla mentalitàoccidentale, i quali doveva non soltan-to istruirli all'antica arte del Hung Gar,ma doveva introdurli alle tradizioni chelo caratterizzano. Ma lui non si è maidato per vinto. Sono già passati 20

anni da quando ha inaugurato lanuova KUNG FU SHULE MARTINSEWER, diretta con rinnovata energia.I primi 10 anni comprendeva una solasede in Fröbelstrasse a Zurigo. In quelperiodo Sifu Martin Sewer avevaabbastanza denaro e allievi nei suoicorsi per promuovere l'ampliamentodella sua scuola e poco a poco aprìaltre filiali. Naturalmente, questa siste-matica crescita della scuola di SifuMartin Sewer e la sua competenzaprofessionale non passarono inosser-vate. Già allora infatti ricevette nume-rosi omaggi e titoli onorifici di dottorein arti marziali e medicina. Egli ha otte-nuto con successo, fino ad oggi sottola tutela del suo maestro Chiu Chi

Ling, il grado di 8°Dan (grado dimaestro). Comeavviene in altri stilidi Kung Fu, solo ilcapostipite dellostile possiede il10° grado.

La pietra miliarein quanto a ricono-scimento e credi-bilità (più che mai)della competenzadel Gran MaestroMartin Sewer haavuto luogo que-st'anno. Un invitodel World MartialArt Institute haportato il GranMaestro fino aKuching, in

Malesia, alla “World Black Belt Hallof Fame”. Uno spettacolo in cui sitrovano esclusivamente i migliorigrandi maestri. Nell'ambito di unprogramma organizzato nei partico-lari, ha avuto inizio un fine settimanapieno di esperienze, il venerdì seracon una cena di gala e la grandecerimonia di apertura, nella qualec'è stata una dimostrazione sponta-nea da parte del Gran MaestroMartin Sewer per gli invitati presen-ti. Quindi a seguire, uno dopo l'altro,i restanti giorni dell'evento.

Là dove l'anno precedente, il2012, ha ricevuto la decorazione di“Gran Maestro dell'Anno”,quest'anno ha avuto l'onore diessere nominato per quello di “GranMaestro Insegnante dell'Anno”.Ancora più importante, soprattuttoperché tale titolo gli è stato poiriconosciuto. Questa è solo la puntadell' iceberg: è stato anchenominato “Senior Advisor” dallaInternational Martial Arts Institute,

oltre a ricevere una onorificenza dallaWorld Kuoshu Federation Bangladeshcome Ospite V.I.P. Martin Sewer haovviamente preso parte anche altorneo dimostrativo che si è tenuto ilsabato e che è iniziato, come nel2012, con la categoria di granmaestro. E' stato deciso di eseguire,come già lo aveva fatto i l GranMaestro Chiu Kow nel campionatocinese, la forma da tutti conosciutadella Tigre e della Gru, la Fu HookSeung Yin Kuen. Mentre i suoi allievi acasa, in Svizzera, aspettavano ansiosiil risultato, Martin Sewer dirigeva unseminario per tutti gli allievi, maestri egran maestri presenti in Malesia. Unevento che ha riempito diammirazione tutti i partecipanti. Comegiusta e onorevole conclusione delsabato sera, ha dunque preso parte aun ri lassante tour panoramico diKuching City.

La domenica è cominciata conl'attesa riapertura del “NanyangWushu Center of Excellence”, chealcuni anni fa finì in pasto alle fiamme.Con una corposa donazione dellaKUNG FU SHULE MARTIN SEWER siè potuta ricostruire questa scuola. Perla felicità di tutti, poco più tardi vennereso pubblico che il Gran MaestroMartin Sewer aveva vinto il torneo delgiorno precedente e con quello, comegià nel 2012, si era aggiudicato il“Grandmaster Trophy”, unaonorificenza che non ha bisogno diulteriori riconoscimenti come maestro.

Ma l'onorificenza più grande l'haricevuta alla fine dei tre giorni dievento. I l r iconoscimento del 9°grado dal la World Mart ia l ArtsInst i tute con i l d iscorso delresponsabile dell'organizzazione,Dr.Song: “Questo è il minimo che lepossiamo riconoscere”. E così, ilgran maestro Mart in Sewer hachiuso la manifestazione portandosia casa tutti i r iconoscimenti chepoteva, dimostrando che il duro ecorretto lavoro a lungo termine valela pena e v iene r icompensato.Naturalmente i suoi allievi in Svizzerasono stati molto felici del successodel loro maestro e grazie a questoancora più motivat i ad al lenarsiduramente e a perseguire i lorotraguardi personali. Come poi si èdimostrato nel recente campionatoEuropeo di Neu-Ulm, in Germania.Con oltre 50 partecipant i , larappresentativa del gran maestroMartin Sewer ha preso d'assalto ilcampionato e si è portata a casaquasi 30 piazzamenti sul podio nelleforme e nel light e full contact.

Hung Gar

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La città spagnola di Guadalajara, di soli 80.00abitanti, ha portato a termine con soddisfazionel'impegno di organizzare, facendolo bene, il VIIICampionato del Mondo di Karate WKF per lecategorie cadetti, junior e under 21, celebrato tra il 7e il 10 Novembre. Insieme alla Real FederaciónEspañola di Karate e alla World Karate Federation, ilmunicipio della città con il suo sindaco e il suoassessore allo sport in testa, rispettivamente AntonioRoman e Eladio Frejio, ha dimostrato il proprioimpegno nello sport e nei grandi eventi.

Guadalajara è stata praticamente presa dal Karateper 10 giorni, poiché l'adeguata acclimatazione dimolti atleti, insieme ai corsi e alle riunioni dei giorniprecedenti, lo hanno reso necessario, con tutti gliovvi benefici a vari livelli per la stessa città e lelocalità della provincia che hanno ospitato diversedelegazioni, in quanto la capitale da sola non erasufficiente a farlo.

Finalmente una buona organizzazione che ha fattosi che tutti i visitatori rimanessero appagati dalla loropermanenza nella cittadina dell'Alcarria, durante

La città spagnola di Guadalajara ha accolto il VIII Campionato del Mondo diKarate WKF per le categorie cadetti e junior. Un grande avvenimentosportivo al quale sono accorsi 100 paesi dei cinque continenti, per un totaledi 1400 partecipanti, oltre ad arbitri, tecnici, dirigenti e il folto pubblico cheha riempito quotidianamente l'eccellente struttura del PadiglionePolifunzionale di Aguas Vivas.

Testo e Foto: Olga Muñoz Rojas

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www.eduardobonillaruiz.com

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www.eduardobonillaruiz.com

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questo appuntamento al quale hannoanche collaborato il Consiglio Provinciale,il Consiglio Superiore dello Sport e lagiunta delle Comunità di Castil la-LaMancha.

Bisogna dire che soltanto in treoccasioni si sono svolti dei Campionatidel Mondo di Karate in Spagna e semprein città di grande rilevanza come Madrid(1980 e 2002) e Granada (1992). Perquesto è giusto riconoscere il grandesforzo che una Guadalajara di appena80.000 abitanti ha compiuto a favore diquesto torneo, nell'edizione con piùpartecipanti della storia (compresi i torneiSenior).

Il Campionato Mondiale WKF si disputaogni due anni, sia per le categorie cadetti,junior e under 21 che d'altra parte per lacategoria senior, in modo che si alterninotra loro. Ovvero i primi si tengono negli

anni dispari, come in questo caso, e i senior in quelli pari.Nei giorni precedenti, un corso specialistico per le più

alte cariche arbitrali ha portato all'hotel Tryp Guadalajara(Sol Melia), Quartier Generale della manifestazione, oltre250 arbitri e giudici da più di 80 paesi in cerca del loro titoloriconosciuto. Intanto alcune squadre prendevano contattocon il padiglione delle gare e partecipavano ad allenamentiprogrammati nelle loro strutture. Nazioni come Inghilterra,Giappone, Cina, Taipei, Ungheria, Italia, Slovacchia,Slovenia, Stati Uniti, hanno portato circa una trentina diatleti in gara. Altre come Turchia, Sud Africa, Croazia,Egitto, Francia o Malesia hanno superato addirittura questonumero. Altre invece contavano su un piccolo manipolo dipartecipanti come Cipro, Isole Fiji, Islanda, Mozambico,Palestina, Ruanda…

Anche se da questo punto di vista il Karate non creaproblemi, alcuni dei paesi partecipanti avevano dei conflittiinterni o con altri, per cui la sicurezza nella manifestazioneè stata potenziata in gran misura e la presenza degli agentidi polizia è stata più massiccia. Alla fine non c'è stato alcuntipo di problema, il che, data la quantità di visitatori cosìdiversi tra loro che sono confluiti in una città di questedimensioni… è già di per se motivo di soddisfazione.

A Guadalajara si sono viste autentiche leggende delKarate, come Aritake, Nagura, Hashimoto, Inoue, Teraishi,Tsuyama, Kagawa…insieme ad altre residenti in Spagnacome Yamashita, Ishimi, Onaga, Fujioka, Nomura…ed excampioni di spicco di tutte le epoche, come i fratelli Egea,Jesus Juan Rubio, Antonio M.Amillo, Iván Leal, FernandoRosuero, Ángel López, Javier Ferreira, José Mª Martín,Pedro Rascón, Jesús Calvo, Luis Mª Sanz, AgustínManzano, Josep Bosch, Tomoko Araga, Ticky Donovan,Antonio Oliva, Francis Didier, Luca Valdesi, Antonio Diaz eun lungo eccetera… Tutti loro, insieme al resto dei visitatorie dei partecipanti, hanno potuto godere dell'Esposizioneche Salvador Herraiz ha preparato sul suo viaggio e chemostra i principali maestri di Karate dalla sua nascita aOkinawa più di 100 anni fa, passando poi dall'isolamaggiore dell'arcipelago giapponese, al salto in Occidenteprincipalmente attraverso i militari nordamericani dopo la IIGuerra Mondiale, all'arrivo in Europa negli anni 50 e alla suaintroduzione in Spagna, per giungere a Guadalajara nel1973, 40 anni or sono. La mostra era composta da unacinquantina di fotografie storiche selezionate e in molti casiscattate da me personalmente nelle mie decine di viaggi inGiappone. Tutte vengono integrate da alcuni dati di luoghi,anni, maestri e scuole che appaiono in esse. Una bellaesposizione che è stata gradita da tutti e che ha potutocontare sulla presenza in persona di alcuni dei suoiprotagonisti. Yamashita Yosuke, uno di questi, ha

manifestato con piacere che…”e E' molto bella. E' moltoimportante che si conosca tutto ciò, che si conosca lastoria”.

La cerimonia di apertura, nel pomeriggio del primogiorno, è iniziata con la sfilata dei rappresentanti di uncentinaio di paesi, seguiti dalla bandiera della FederazioneMondiale di Karate portata dai bambini-karateka del clubHombu Dojo di Guadalajara, in cui insegna SalvadorHerraiz, 7°Dan Wado Ryu. L'importanza dell'evento hacontato sulla presenza al magnifico padiglione di AguasVivas, per suddetta cerimonia di apertura, dellaPresidentessa della Castilla-La Mancha, Maria Dolores deCospedal, insieme al presidente del Consiglio Superioredello Sport, Miguel Cardenal, i l sindaco della cittàospitante, Antonio Roman, la Presidentessa del ConsiglioRegionale, Ana Guarinos, il Direttore Generale dello Sportdi Castilla-La Manche, Juan Carlos Martin, il deputatoJavier del Rio e i presidenti nazionale e mondiale dellefederazioni di Karate, rispettivamente Antonio Moreno eAntonio Espinos. Tutti hanno dato il benvenuto ad atleti evisitatori, e hanno rinnovato il proprio impegno con questogrande evento. Dolores de Cospedal da parte sua nel suodiscorso, ha anche detto che…”Il Karate è una dellediscipline più complete che può praticare l'essere umano, icui valori di rispetto per l'avversario e la perseveranzanell'impegno rende grandi gli uomini e i paesi. Oltre allaresistenza, la flessibilità e la velocità, rafforza e concilia ilcorpo con l'armonia spirituale”.

Per chiudere la cerimonia, la magnifica dimostrazione diKarate Uechi Ryu del Sensei Josè Cifuentes e i suoi allievi,che hanno mostrato pratiche con gli attrezzi t ipiciokinawensi per il potenziamento fisico, tecniche di rottura ekata, accompagnando il maestro con le spettacolarisonorità e i ritmi dei tamburi giapponesi Taeko dal vivo,grazie alla collaborazione dell'Ambasciata del Giappone.Ovviamente ha assistito alla performance lo stessoambasciatore, Sig.Satoru Satoh e i l suo omologodell'Arabia Saudita.

Di seguito una dimostrazione di tecnica e strategiapoliziesca a cura dei membri della Scuola di Polizia di Avila,ha portato verso la prosecuzione della competizione cheaveva già disputato le sue prime eliminatorie la mattina.

La competizione in se si è sviluppata normalmente, senzaincidenti (così come non ce ne sono stati durante lanecessaria convivenza di molti giorni tra una valanga di5000 visitatori, la metà dei quali stranieri, e gli abitanti di uncapoluogo spagnolo di media portata).

Le gare di kata e kumite hanno riempito di emozioni ilpadiglione, davanti a un pubblico appassionato. Laspecialità kata a squadre (junior) è stata, come accadeabitualmente, la più spettacolare. Nel la categoriamaschile, la nazionale della Turchia è riuscita a salire sulgradino più alto del podio, con i suoi rappresentantiYavuz Selim Oruc, Fatih Sadullah Selman e LutfullahTeber, che hanno sconfitto in finale la Spagna di CarlosFornell, Ruben Garcia e Antonio Garcia i quali hannoottenuto una meritata medaglia d'argento. La terzaposiz ione inf ine è stata occupata dal le selezionidell'Egitto, con Islam Abdallah, Zeyad Abdelrahman eMahmoud Hanafi, e del Perù con Roberto Atunca,Fabrizio Vindrola e Mariano Wong.

La competizione femminile di kata a squadre è stata vintadalla brillante rappresentativa spagnola, composta daJessica Moreno, Lidia Rodriguez e Raquel Roy, le quali sisono imposte in finale alla Francia, formata da PaulineBouchet, Lila Bui e Perrine Mortreux. Una finale moltoequilibrata nella quale la Francia ha avuto forse qualcheincertezza nel kata e la Spagna invece nel bunkai. Alla finela Spagna ha portato a casa l'oro. Italia e Grecia hannocondiviso il bronzo con le squadre formate da D'Onofrio,Reale e Sassano nel primo caso, e Rouchota,

Karate

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Sinistra: Squadra Femminile di KataCampione del Mondo: Spagna (in alto)e prima della grande finale insieme alla

Francia (in basso).

Destra: La squadra della Franciadurante il suo kata finale (in alto), i

responsabili locali e regionali deltorneo (al centro) e le squadre

dell'Italia e Grecia di KataFemminile, entrambe medaglie di

bronzo (in basso).

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In alto: Salvador Herraiz mostral'esposizione sulla Storia del Karate al

maestro Kurihara, Vice Presidente dellaFederazione Giapponese di Karate.

In basso: il leggendario maestroTsuguo Sukumoto, 9°Dan Ryuei Ryu,

accorso a Guadalajara in qualità dimembro del Comitato Tecnico WKF.

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Theodorakopoulou e Xenou nelsecondo. Tutte hanno approfittato delpiccolo vantaggio concesso dalGiappone che non ha presentato atletinelle categorie kata a squadre, in casocontrario, con molta probabil ità,ciascuna di esse sarebbe retrocessadi un posto per lasciare l'oro al paesenipponico. Una menzione speciale lamerita la spagnola Raquel Roy chealla medaglia d'oro a squadre haaggiunto quella di bronzo nel kataindividuale cadetti, in questo casodietro alla giapponese Saoro Ishibashi(oro) e la statunitense JenniferRobinson (argento). La turca DenizAtak ha condiviso il bronzo con laspagnola.

Altri spagnoli a mettersi in evidenzasono stati Xavier Pereda, che haottenuto il bronzo nella categoria katamaschile cadetti, insieme al russoVadim Kobzarev, dietro al giapponeseNozomi Yamanaka (oro) e al turco EnreBefa Goktas (argento). Anche MariaTorres ha portato a casa un bronzo,così come la giapponese HikaruFuruno, nella categoria kumite junior+59 kg, vinta dall' ital iana SilviaSemeraro, con argento per la franceseNancy Garcia. Da parte sua lospagnolo Raul Cuerva si è aggiudicatoanche un bronzo nel kumite junior -68kg, dietro il francese Steven Dacosta eil turco Dogan Ates. Gabor Harspataki,ungherese, ha diviso il bronzo conl'iberico. Migliore è stato il risultato diAntonio Garcia, che nel kataindividuale junior ha ottenuto l'argentoperdendo la f inale contro i lgiapponese Yuhei Horiba. Il turco Inise il russo Ufimtsev hanno guadagnatoil bronzo. Ma senza dubbio lospagnolo più in evidenza nel kumite èstato Alejandro Molina, che nellacategoria cadetti - 70 kg ha vinto iltanto agognato oro dopo una finale dainfarto nella quale ha battuto l'algerinoDris Aimen, lasciando il bronzo alturco Korkmaz e al tedesco Bauer.Felicità dunque non soltanto per gliatleti spagnoli, ma anche per i lorotecnici, il selezionatore nazionale di

kata Francisco Mayoral, quello dikumite Cesar Martinez Blanes, i lororispettivi assistenti Lorenzo Martin eAngel Luis Chavez, e i l DirettoreTecnico della Federazione Josè Mariade Dios.

Per quanto riguarda il medaglieregenerale bisogna dire che l'Egitto èstato i l paese più decorato,precisamente con quindici medaglie dicui nove d'oro. Di seguito il Giapponecon dodici, di cui sei d'oro. Al terzoposto la corazzata Francia che si èportata a casa tre ori su un totale diundici medaglie. A ruota la Turchia,con due ori su quattordici in totale e alquinto posto la padrona di casaSpagna, che ha conseguito un totaledi otto medaglie, due d'oro, dued'argento e quattro di bronzo.

Splendido quindi i l campionatocelebrato nella città di Guadalajara,nel quale si sono visti al l 'opera imigliori atleti di Karate del mondo dai14 ai 20 anni. Alejandro Blanco,Presidente del Comitato OlimpicoSpagnolo, non ha voluto perdersil'appuntamento e ha tenuto anche apresenziare a parte del torneo.

I l conto alla rovescia perl'organizzazione di questo mega-torneo era iniziato più di un anno faquando, una volta decisa la città,Salvador Herraiz è stato inviato alCongresso Mondiale della WKF, aParigi, per coadiuvare nellapresentazione di questo campionatodi Guadalajara il responsabile federale,Antonio Moreno. Da allora, un anno dilavoro che alla fine è culminato con larealizzazione dell'evento.

Riflessioni di SalvadorHerraiz, membro delcomitato organizzatore

All'inizio questo Campionato delMondo non era qualcosa che cercavo,a onor del vero. Ma anche se io nonsono precisamente un fanatico dellecompetizioni nel Karate per motivitecnici e filosofici (lo sanno tutti), nonera i l momento opportuno per

attaccare questo aspetto o partedell'arte marziale. Si trattava di unqualcosa di straordinario, per cui sindal principio, quando venne richiestala mia collaborazione, non solo hoappoggiato la sua organizzazione maho anche collaborato attivamente inessa e sono stato un ulteriore pezzo diquesto ingranaggio.

Per me, come tutt i sanno,difensore di un Karate tradizionaleintegrato da certi valori personali,a lcune volte è stato di ff ic i lepartecipare al l 'organizzazione diquesto movimento estremamentecompeti t ivo. L'ho fatto conattenzione, con passione, concomprensione, con tolleranza, conbuonsenso.

Il Karate non è di nessuno. Il Karatenon è della Federazione Mondiale, manemmeno dei tradizionalisti piùacerrimi, anche se sia all'una che agli altri sicuramente piacerebbe. I l Karate è un'arma potente (sportiva, competitiva, educazionale,tradizionale, culturale, difensiva,offensiva, ecc…) e ciascuno la utilizzaadattandolo alle proprie idee, sianoqueste migliori o peggiori da un puntodi vista etico e morale, ma…nonsmette di essere Karate, col migliore oil peggiore dei propositi.

Da sempre la mia principalepreoccupazione è che il Karate nonperda i suoi valori tecnici e morali.Cerco di farlo non soltanto attraverso imiei insegnamenti quotidiani maanche tramite i miei libri e gli articoli suCintura Nera/Budo International.

La mia visione del Karate fa si chequesto non sia ne troppo vicino netroppo lontano tanto alla federazionesportiva, quanto ai più tradizionalisti.Non andremo più a fondo in questotema perché è senza fine e ricorrenteda moltissimi anni. Tutti conoscono lamia visione e situazione, ma di certoho collaborato con molto piacere allo sviluppo di questo eventostraordinario nella mia città e voglioringraziare pubblicamente la grandedisponibilità dei membri dello staff del

Sulla sinistra una istantanea scattata da Eduardo Bonilla in unodegli spettacolari combattimenti. Sulla destra, Luis Ignacio Gomez,uno dei migliori arbitri spagnoli, osserva attentamente il kata dellagiapponese.

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In alto: Salvador Herraiz e FranciscoAngullo, Direttore Organizzativo dellaRFEK. Il Sindaco di Guadalajara,Antonio Roman e la presidentessaregionale, Maria Dolores de Cospedal,durante il suo discorso di fronte adatleti, pubblico, giornalisti e i karatekadel Hombu Dojo di Guadalajara.

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In alto: Alejandro Blanco,presidente del CSD, Antonio

Espinos, presidente WKF eAntonio Moreno, presidente RFEK.

Al centro: La selezione spagnoladi kata maschile (sinistra) e il tavolo

ufficiale del torneo (destra).In basso: aspetto generale del

palco VIP

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Karate di Guadalajara, la ScuolaUfficiale di Lingue della città, i lpersonale del padiglionepolifunzionale (con una dedizioneencomiabile), i responsabili dellagiunta municipale, la PoliziaNazionale e Municipale (con in testail suo Sovrintendente Capo, JulioEstables), il deputato Javier del Rioe in generale tutti coloro che hanno

messo la loro passione affinchèl'evento andasse avanti nel migliormodo possibile.

Non vogl io nemmenodimenticare i responsabili federali,specialmente i Direttor idell'Organizzazione WKF, EstebanPerez, e del l 'RFEK, FranciscoAngullo, con cui ho condiviso ogniminuto dei giorni di gare, insieme al

suo duro lavoro e i suoi enormisforzi. I l campionato è stato unsuccesso e tutti, atleti, visitatori eabitanti della città, ne sono rimasticontenti. Se devo fare un appunto,forse la sconcertante sf i latainaugurale, le cui magagne sonostate non solo indipendenti dallamia volontà, naturalmente, maanche fuor i dal le mie

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responsabilità, con cambiamenti non dell'ultim' ora madell'ultimo minuto, uniti a problemi con l'amplificazioneaudio…ha reso la cer imonia d'aperturafrancamente…insopportabile. Ma i l buon saporegenerale che ha lasciato in bocca il mondiale non puòessere offuscato da quello.

Alla fine per me tutto ha significato qualcosa dieccezionale, un'abbuffata di Karate e adesso, superata lasbornia, è il momento di tornare naturalmente alla Via,nell'intimità del mio dojo.

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In alto: i giapponesi, inarrivabili nella specialitàdel kata.

Al centro: il Consigliere allo Sport della città,Eladio Frejio, consegna i trofei della categoriaKumite cadetti - 70 kg, vinta dallo spagnoloAlejandro Molina.

In basso: l'esterno del padiglione mentre MasaoKagawa e la sua rappresentativa giapponesementre stanno lasciando la struttura.

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Questo libro è il primo che parla apertamente diuna tradizione Sciamanica giapponese che dalSecolo XII rimase segreta. Si tratta della culturaspirituale degli Shizen ("i naturali"), un popoloche raggiunse la sua massima espressioneintorno al Secolo XIV sull'Isola di Hokkaido, alNord del Giappone. La cultura apparteneva allapopolazione Aino, culla di guerrieri e sacerdoti,gli abitanti originari delle Isole, di razzacaucasica e in perenne lotta con gli invasoriYamato. Oggigiorno solo un tre percento dei

giapponesi possiede geni Aino, tuttavia la suasaggezza sul mondo spirituale fu tale che,nonostante l'essenza fu mantenuta segreta,"contaminò" intensamente la cultura giapponesee la sua influenza si può percepire in aspettidello Shinto, nello Shugendo, nelle Arti Marzialie nelle tradizioni e abitudini di tutto ilGiappone. I saggi Miryoku, gli Sciamani delpopolo Shizen, erano temuti e ricercati persinodallo stesso Shogun per via del loro potere edelle loro conoscenze.L'e-bunto è rimasto talmente segreto che

anche digitando il suo nome su Google, non neesce niente. La ricchezza della sua eredità èenorme e le sue conoscenze del mondospirituale e delle interazioni con esso sonosorprendenti e poderose. Filosofia,psicologia, strategia, alimentazione, medicinaspirituale ... le materie che compongono l'e-bunto sono molto vaste e ricche mentre lasua Cosmogonia possiede la finezza, laprofondità e la raffinatezza della Greciaclassica.Questo lavoro è dunque una primizia

storica, ma anche una fonte d'ispirazioneper comprendere come i popoli antichiesplorarono l'ignoto, interagendo in modosorprendente con le forze dell'Universo, apartire dall'analogia e dal linguaggio deifatti, giungendo a conclusioni chesolamente ora la scienza modernaincomincia ad intravvedere. Unaconoscenza che lontano dal rimanere unqualcosa d'informativo o sterile, fuutilizzata come medicina spirituale,trasmettendoci un bagaglio immensamentericco che solo ora, finalmente, incominciaad aprirsi al resto dell'umanità, trovando inquesto modo il suo giusto riconoscimento.

Nuovi libri!

Prezzo: €19.95

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Page 115: Rivista arti marziali cintura nera budo international gennaio 2014

SYSTEMA MORABITO

Sistema di combattimento di derivazionemilitare; esso racchiude tecniche adatte a ogniindividuo sia esso civile, militare o professionistanel settore operativo. Il Systema Morabitoprevede un profondo studio del corpo umanodal punto di vista della biomeccanica applicataal corpo, unita a questo la conoscenza di leggimeccaniche e fisiche atte ad eludere qualsiasitipo di attacco proveniente da più punti e dapiù avversari. In questo sistema vienestudiata la riflessologia applicata al corpoumano durante il combattimento. Questotipo di addestramento aumenta la

percezione e l'istintività durante la pratica,ottenendo ott imi r isultati nel

combattimento corpo a corpo. In fase distudio si scompongono le tecniche diattacco e di difesa su un sistemacartesiano tridimensionale e vettoriale,analizzando in questo modo ognipossibile ed eventuale soluzionedurante un combattimento reale.Questo addestramento fa si che ogni

praticante abbia la facoltà di "leggere"un attacco e di scomporlo trovando

immediatamente soluzioni difensiveadeguate. Nel Systema Morabito si utilizzano

alcuni metodi di al lenamento dove vengonostudiate le linee di attacco e difesa unite allaprofondità di campo. Durante un'azione difensiva,questi concetti fisici applicati al corpo umano,

fanno si di indirizzare una tecnica di attacco in un piano dilavoro dove la stessa non risulta essere più efficace. Nelcorso degli allenamenti si studiano anche le posizionirelative di combattimento, analizzando e modificandoqueste posizioni si nota che alcune tecniche di attaccopossono essere eluse in maniera più efficace cambiandola nostra posizione difensiva; pertanto nel SystemaMorabito non ci sono posizioni e punti fissi ma uncontinuo movimento atto a modificare ogni posizione dicombattimento cambiando piano di lavoro. Il SystemaMorabito inoltre racchiude le migliori tecniche di base edavanzate del Systema russo di varie scuole. Il Systema èun'arte marziale russa di combattimento corpo a corpo.Questa preferisce la versatilità e l'improvvisazione nelconfronto, combinando l'uso di movimenti di lotta contecniche brutali ed immediate. Il Systema Morabito èbasato sulle esperienze personali acquisite dal GranMaestro a seguito d'importanti col laborazioniinternazionali nel settore civile, militare e in ambienti adalto rischio; questo sistema è attualmente certificato etestato da varie organizzazioni a livello internazionale. LaFederazione I.K.M.O. settore Systema Morabito utilizzaprogrammi specifici di addestramento con le armi siaconvenzionali che l'uso di oggetti comuni. Non per ultimolo studio e l'utilizzo avanzato del “no contact”

Per informazioni: I.K.M.O. International Krav Maga OrganizationCorsi e seminari per gruppi di lavoro, istruttori,

settori militari, rilascio di certificazioni internazionalisettore Krav Maga, Kapap, Systema

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Autodifesa

“Nel Systema Morabito non cisono posizioni e punti fissi maun continuo movimento atto amodificare ogni posizione dicombattimento cambiando

piano di lavoro”

Page 116: Rivista arti marziali cintura nera budo international gennaio 2014

Per informazioni [email protected] Security Training

Sevizi di sicurezza, protezione VIP, centrodi addestramento operativo, rilascio di

certificazioni internazionali settoresicurezza

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Page 117: Rivista arti marziali cintura nera budo international gennaio 2014

PROTECTION SECURITY TRAINING

La nuova frontiera della sicurezza. Oggi più che mail'argomento sicurezza è attuale data la forte richiesta sulmercato internazionale. Da qui nuove figure professionali ingrado di operare in ambienti ad alto rischio e per laprotezione di siti sensibili e persone.

La Protection Security Training, società leader nel settoredella sicurezza internazionale in qualità di servizi offerti eaddestramento, si occupa di formazione per operatoridella sicurezza in qualsiasi tipologia di ambiente. Fondatada un team di persone altamente specializzate nei settoricivili e militari, con programmi israeliani e russi ed operanticon tecnologie avanzate dedicate a soluzioni alternative

per ottimizzare i rischi e le vulnerabilità. Offriamo i seguenticorsi con partenza garantite tutto l'anno in lingua inglese eitaliana:

COMBATTIMENTO CORPO A CORPO E TECNICHE DIDIFESA OPERATIVA

PISTOLA TATTICACARABINA TATTICAPROTEZIONE VIPCONCRACTOR OPERATORE SICUREZZA MARITTIMA SSOTATTICHE CQB TIRO DINAMICOAMBIENTI AD ALTO RISCHIO

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L'obiettivo di quest'addestramento è fornire allostudente tutte le conoscenze teoriche e pratiche in mododa essere in grado di lavorare come SSO o comeoperatore addetto alla sicurezza su una nave in accordocon le procedure internazionali. Inoltre, lo studente, potràpartecipare a una “simulazione reale su una nave” che loaiuterà a capire meglio le specificità del settore marittimo eil ruolo dell'operatore addetto alla sicurezza su una nave.

Argomenti:

Private Military ContractorL'obiettivo di questo corso è preparare militari/forze

dell'ordine/civili a svolgere operazioni di sicurezza inambienti ostili (Africa, centro/sud America, medio oriente).Il training fornirà uno scenario più realistico possibile grazieal supporto di esperti della sicurezza a livello mondiale edarà la possibilità di conoscere varie tipologie di arma edequipaggiamento indispensabile in situazioni ad altorischio.

Page 119: Rivista arti marziali cintura nera budo international gennaio 2014

Questo DVD sul pronto soccorso è unostrumentoindispensabile per tutti i praticanti di ArtiMarziali chepresto o tardi si trovano in situazioni nellequali ènecessario “soccorrere”. In qualsiasi scuola incui siha a che fare con la lotta, il combattimento

osemplicemente il contatto fisico, è successochequalche allievo o istruttore sia stato

colpitoo abbia patito un infortunio. E' possibile siano stati messiko,che abbiano avuto

difficoltàrespiratorie, spasmimuscolari,vertigini, nausee, o

unqualsiasi altroproblemacausato da unallenamentolesivo. Gli“incidenti” sonoqualcosadi reale ed ènecessariointervenirequanto prima,in modoche ladisfunzionecausata nonpeggioriulteriormente.Q u e s t e i n f o r m a z i o n in o n d o v r e b b e r o

essereobbligatorie per tuttigli“istruttori”, ovviamente,

perpreservare la sicurezza eilbenessere dei loro

allievi?Questo DVD è il primo diunaserie di lavori a cura del

Maestro Pantazi, incentrato nell'“altro lato”del Kyusho, quel lato che

ponel'attenzione alle scienze dell' “energia”dellasalute e del benessere, non solo applicabile neiDojo, ma anche ne quotidiano con i vostri cari e tuttelepersone che ci circondano.

REF.: • KYUSHO19REF.: • KYUSHO19

Tutti i DVD prodotti da BudoInternational vengono identificatimediante un’etichetta olografica distintivae realizzati in supporto DVD-5, formatoMPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allostesso modo, sia le copertine che leserigrafie rispettano i più rigidi standard diqualità.

Se questo DVD non soddisfa questirequisiti e/o la copertina non coincide conquella che vi mostriamo qui, si tratta diuna copia pirata.

Budo international.netORDINALA A:

Page 120: Rivista arti marziali cintura nera budo international gennaio 2014
Page 123: Rivista arti marziali cintura nera budo international gennaio 2014

Il Kihon Waza (tecniche basilari) è la parte piùimportante dell'allenamento di qualsiasi arte

marziale. In questo DVD, il MaestroSueyoshi Akeshi ci mostra varie

forme d'allenamento di Kihon conBokken, Katana e a mano vuota.

In questo lavoro, si spiega piùin dettaglio ogni tecnica, inmodo che il praticante abbiauna idea più chiara di ognimovimento e di come ilcorpo deve corrispondereal lavoro di ogni Kihon.Tutte le tecniche sonobasate sull'assenza di Kime(forza) in modo che il corpo

possa svilupparsi secondo latecnica del Battojutsu, e

anche se può sembrare stranoa prima vista, tutto il corpo deve

essere rilassato per ottenere unacapacità di risposta rapida e precisa.

Tutte le tecniche basilari sono eseguiti avelocità reale e vengono poi spiegate per il

praticante di raggiungere un livello appropriato. Lamancanza di peso sui piedi, il rilassamento del corpo,lasciando cadere il baricentro sono dettagli importantiche il Maestro sottolinea per conseguire un buonlivello tecnico, ed un rapporto diretto tra la tecnica dibase e l'applicazione reale.

REF.: • IAIDO7 REF.: • IAIDO7

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Cintura Nera: Noi ci conosciamo da tanto tempo, ricordoche hai iniziato con me la pratica delle arti marziali… Igor Maltagliati: In effetti si. Anche se sono passati moltianni, non ho mai smesso di seguirle e di restarneaffascinato. All'epoca vivevo la disciplina marziale in modototalitario ed anche per questo mi ritrovai a compiere unascelta: o il kung fu o il mio lavoro di regista. Poi ho capitoche la cosa poteva non essere così radicale… ma non intempo per riprendere.

C.N.: In effetti uno dei tuoi primi lavori fu scrivere e girareil pilota di una serie dedicata al kung fu. Ci puoiraccontare qualcosa?I.M.: Mi ricordo che mi chiedesti di scrivere qualcosa perpromuovere il KUNG FU, ed io, molto colpito dall'idea, netirai fuori addirittura una serie televisiva. Con la tua scuolagirammo la puntata pilota, condividendo la regia con il miocollega Federico Greco, intitolata KUNG TUSION,parodiando dichiaratamene il famoso film cinese di StephenChow. Inizialmente avevamo idee diverse, la tua idea era piùdrammatica ed intensa, io invece sviluppai una commediastile Jackie Chan, più fruibile per il grande pubblico: pensai,e penso tutt'oggi, al grande successo dei film di BudSpencer e Terence Hill, altro mio modello di riferimento.Credo che una commistione tra la grande commedia di artimarziali cinese e le atmosfere grottesche e leggere italianepossa essere un sicuro successo commerciale… ma anche,se girate in modo professionalmente accurato, uno buonritorno di immagine per questo ambiente.

C.N.: Ma oggi come oggi, esiste un cinema marzialeitaliano?I.M.: oggi fatico ad immaginare anche soltanto UN cinemaitaliano… scherzi a parte, no. Penso che non esista alcunatraccia di marzialità nel nostro cinema, nemmeno nelsottomercato dei cortometraggi.

C.N.: Come mai secondo te?I.M.: In parte perché non è il nostro patrimonio culturale, poiperché girare in maniera apprezzabile questo genere di filmrichiede soldi, perizia tecnica, conoscenza e profondità disguardo, ed anche capacità atletiche specifiche da partedegli attori. Cosa assolutamente non scontata, almeno inItalia. Infatti ci tengo a sottolineare che il risultato del nostropilota è stato eccellente e continua ad affascinare il pubblico,compreso quello più esigente.

C.N.: qual è il motivo di questo successo?I.M.: in primis il fatto di aver coinvolto te tra gli attori, assiemead alcuni praticanti della tua scuola. Oltre a recitare, vi sieteaccollati la preparazione degli attori professionisti e lacreazione delle coreografie marziali. Così il prodotto è statoassolutamente convincente. Più di una volta mi è stato riferitodal pubblico di non aver mai visto un simile realismo nelleazioni kombat, nemmeno in film e serie TV dichiaratamente

ricche. Il che la dice lunga sull'attenzione e la conoscenza chevengono riservate in Italia alle discipline marziali.

C.N.: nel cinema è molto facile simulare l'abilità tecnicamarziale utilizzando frequenti tagli di montaggio,abusando dei dettagli e dei campi di ripresa molto strettied infine sfruttando effetti sonori.I.M.: Si, hai ragione. Ma tieni presente che gli addetti ai lavoried anche una sempre piu larga fetta di pubblico sariconoscere questi trucchi. Quindi il valore delle azioni marzialicosi costruite è di fatto una paraculata. Perdona i lfrancesismo. Nei rari seri film di arti marziali europei (vedi adesempio la Francia) gli attori sono severamente preparati e

Oggi intervistiamo Igor Maltagliati,sceneggiatore e regista di numeroseopere sia teatrali che cinematografiche,molto attivo anche nel mercatoamericano.

Essendo una persona appassionata emolto sensibile riguardo le arti marzialivorremmo chiedergli alcune riflessioniriguardo il cinema marziale italiano…

Testo: Pastorino Nicola

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disciplinati alla tecnica ed il risultato èevidente. Per capire se un film di artimarzial i ha una seria costruzionebisogna porre l'attenzione sui campilarghi e sui piani sequenza senza tagli dimontaggio. In questi casi si evince labellezza e la fascinazione di unacoreografia marziale ben architettata,fosse anche destinata ad un usocomedy (Jackie Chan).

C.N.: in effetti possiamo notare nelleesibizione degli artisti marziali liveuna grande attenzione a questiparticolari.I.M.: è evidente che nessun attore senzauna solida esperienza e preparazione

potrebbe ripro-durre una scenadi combattimen-to reale… perquesto stimo edapprezzo moltis-simo le esibizionidal vivo chefanno le variescuole.

C.N.: hai inten-zione di prose-guire questatua esperienzacinematografi-

ca nel nostro mondo?I.M.: assolutamente si. È una sfidadifficile ma io ho già pronto un copionedal titolo “A MANI NUDE” dove l'artemarziale è protagonista assoluta. È inpreparazione e spero di potervi darebuone notizie a breve.

C.N.: dacci qualche anticipazione…I.M.: è la storia della elaborazione dellutto di un Maestro di KUNG FU che haperso moglie e figlio a causa di una sua“distrazione”. I grandi amori della suavita sono stati uccisi da un gruppo dicriminali mentre lui era a letto con la suaamante. Adesso è un uomo finito chesta cercando giustizia: per quel pugno di

criminali, ma soprattutto per se stessoed i suoi demoni.

C.N.: sembra molto affascinante,molto lontana dalle atmosfere diKUNG TUSION, ti sei ispirato aqualche personaggio reale?I.M.: ho preso in prestito alcuni elementidella tua vita, e la figura del GrandMaster Paolo Cangelosi e l'ho adattataal mio immaginario personale… quandosono nati i miei figli ho incominciato apensare a come potrei sentirmi se liperdessi per mia colpa, da li è nata lacostruzione finale della storia. Comevedi alla fine ho scritto la tragedia chetanto desideravi!

C.N.: non ero in cerca di una tragediama solo di porre l'accento sullaprofondità dei messaggi insitinell'arte marziale e sulla difficolta dievolversi attraverso una disciplinacosì viscerale, mi sembra che inquesto tuo ultimo lavoro tu ci siariuscito bene.I.M.: allora ti ho emozionato…mi fapiacere! Eh eh! Comunque la commedianon l'ho abbandonata. Se volete averneun assaggio, potete andare a vedere ilmio penultimo lavoro: “i l bastardoinnocente” che viene trasmesso on linesu www.floptv.tv

Intervista

Page 128: Rivista arti marziali cintura nera budo international gennaio 2014

COME E' STRUTTURATO IL FU SHIH KENPOFormazione

Nel Fu Shih Kenpo essere in piena formafisica è una necessità assoluta. Se si colpiscecon il pugno, il polso, le nocche, il ginocchio,la tibia, i piedi, i gomiti o si utilizzano tecnichedi artiglio, ecc. senza che queste siano benallenate, sentiremo dolore e forse ciprocureremo noi stessi delle lesioni. Quindi,non è possibile colpire ripetutamente senzache ci siano le condizioni adeguate. Nonimporta lo stile che uno pratica, la condizionefisica è imprescindibile e va unita al proprioaddestramento mentale.

Ricordate che il combattimento reale ostradale non consente l'uso delle protezionine possiede regole e bisogna tenere inconsiderazione che coloro che di solito fannodimostrazioni di rottura di mattoni o altrioggetti, non stanno mostrando la loro veraabilità nel combattimento, ma un prodotto delloro livello di condizionamento.

“Uno scontro per strada va avanti fino a chesi è colpito l'avversario abbastanzaduramente da fermarlo”. Quante volte unarissa di strada ci ha fatto vedere come un soloo più colpi non siano sufficienti perchél'individuo, benché ferito gravemente, smettadi lottare. Questo è l'istinto di sopravvivenza,lo stato di shock, il livello di adrenalina,oppure il grado alcolico del suo sangue, ilconsumo di droghe e tutta quella forza edenergia misteriosa che tutti possediamo e chein questi casi si manifesta. Tuttavia, in certeoccasioni un colpo rapido e preciso èsufficiente. E' risaputo che le risse di strada disolito sono molto veloci nel loro epilogo,ovvero durano pochissimo tempo, a volte èquestione di secondi. Se uno scontro distrada dura più di 15,20 o 30 secondi, c'è diche preoccuparsi.

SICUREZZA NELL'ATTACCOTre precetti vitali che devono precedere

un attacco con successo:1. Di Trappola o trabocchetto2. Di Pressione3. Di Isolamento

1. Metodo di trappola o trabocchetto,prendendo o colpendo il polso della manoavversaria verso il basso e incrociandola sulcorpo del contendente, il braccio si mantienein un angolo di circa 45°, dobbiamoassicurarci che i l peso del corpodell'aggressore sia sbilanciato sulla suagamba anteriore, il che gli impedisce di potertirare un calcio e col suo corpo si evita ancheche colpisca con il braccio libero. Adessoabbiamo la sicurezza necessaria per entrarenel suo perimetro difensivo e colpirlo.

2. Metodo di pressione, questo servesemplicemente per deviare i l perimetrodell'avversario dalla propria linea d'attacco,principalmente si utilizza un colpo di mano

(manata, schiaffo) all'avambraccio o al gomitodell'opponente per lasciare scoperto il lato diquest'ultimo. La manata si da sempre verso ilbasso o di lato (a incrociare) mai frontalmentea mò di spintone, poiché così si assesterebbel'equilibrio del contendente sulla gambaarretrata, dandogli così l'opportunità di usarequella avanzata. In ogni caso la manataportata verso il basso o anche in orizzontale,mantiene il peso dell'aggressore sulla gambaanteriore, il che gli impedirà di fare uso dellagamba arretrata per colpire. E' quindi piùsicuro portare un colpo dentro il perimetrodifensivo prima di retrocedere e riconsiderarela posizione.

Nota: Solo colpi individuali.

3. Metodo di Isolamento, di base è un colpopoderoso su mano, avambraccio, bicipite etricipite dell'avversario, che causa un doloreforte e lascia il braccio inerte. Allora, saràpossibile effettuare una combinazione diattacco sopra e attraverso il perimetro didifesa. Questo è il metodo più positivo pergarantire il pieno successo di un attacco. E'molto importante comprendere che sel'attacco sul braccio avanzato dell'avversariofallisce usando qualsiasi di questi metodi, èimprescindibile retrocedere e tentare di nuovoda un altro angolo, solo quando ne avremo ilpieno controllo, potremo attaccare al corpo.Tutto il resto è semplice scherma, se il nemicopara un attacco, distruggere il braccio che haparato.

Nota: accompagnare sempreprogressivamente l'avanzamento di questi tremetodi.

Ricorda: la difesa personale non è ungioco, non bisogna impelagarsi con il bracciodell'avversario, se questo lo si trova nellatraiettoria di un attacco, usare uno qualsiasi diquesti metodi.

CALCINegli stili cinesi si fa molta attenzione ai

calci, se avete praticato Shaolin del Nordsaprete che si usano i calci alti, mentre cisono altre correnti che invece prediligonoquelli bassi.

Io personalmente non ho una preferenza, aseconda della situazione faccio uso degli unio degli altri, o addirittura di una combinazionedi entrambi. In ogni caso bisogna tenerpresente che negli scontri di strada dobbiamoutilizzare tutto il nostro “migliore” repertoriodalla cintola in giù per attaccare tale zona, edalle anche in su per attaccare la linea mediae alta.

Nel Fu-Shih KEnpo quando si è portato uncalcio alto, lo doppiamo sempre con unobasso: anca, ginocchio, o tibia, non si tira maun calcio alto senza che questo vengapreceduto da uno basso, o viceversa.

La filosofia dei calci nel Fu-Shih Kenpotende a seguire quella del lavoro con le mani,per esempio portare un calcio direttodall'anca in posizione frontale, simile al calcio

Page 129: Rivista arti marziali cintura nera budo international gennaio 2014

frontale, colpendo la caviglia, la tibia o più in alto da un angolo di45° per lussare la rotula.

Prima di tentare un altro calcio, si uncina con il tallone delpiede l'interno della tibia, della caviglia, o del polpaccio eusiamo calci circolari con il collo del piede o metatarso alfemore, alla coscia o dietro il ginocchio. Principalmenteutilizziamo questi colpi per neutralizzare un possibilecontrattacco del nemico con la sua gamba avanzata.

Di nuovo e come con i colpi di mano, non si deveattaccare il perimetro difensivo del corpo prima di aver

deviato la gamba anteriore del contendente oavergli inflitto un severo danno.

Ciò non deve considerarsi esagerato, èessenziale, non bisogna indugiare con lagamba anteriore dell'avversario, maprocurarle il maggior danno possibile primadi cercare di portare dei calci al corpo, inquesta maniera se l'attacco non avràgrande successo, almeno lui non potràcontrattaccare o continuare a provarci.

Nel Fu-Shih Kenpo tutti i calci sonoportati inizialmente con la gamba

anteriore, in questo modo nonnecessitiamo di un grande spostamento dipeso, è più veloce che colpire con quellaposteriore e abbiamo una maggiore

mobilità, un rapido scivolamento dei piedi inavanti o di lato che significano una tensionesulle gambe, nei movimenti da destra asinistra.

Non c'è la tendenza a usare colpi di ancacome vediamo negli stil i giapponesi ocoreani, perché la maggior parte deglieuropei sono più corpulenti e si mette piùenfasi nella rapidità delle gambe e dellospostamento del corpo che nella potenzadel calcio.

Dal momento che le gambepossiedono approssimativamente unaforza 5 volte maggiore rispetto alle

braccia, non capisco l'ossessionedella gente nel ricercare l'estremapotenza nel calcio, poiché uncolpo anche moderato di unagamba può già infl iggere seridanni.

Kenpo

“Uno scontro per strada vaavanti fino a che si è colpito

l'avversario abbastanzaduramente da fermarlo”

“Ricorda: la difesa

personale nonè un gioco”

Page 131: Rivista arti marziali cintura nera budo international gennaio 2014

Il suolo non è tuo amico!Come molti altri artisti marziali, mi

interessai alla lotta a terra dopo avervisto i l primo Ultimate FightChampionship e vedendo come RoyceGracie sconfisse il suo avversario senzagrande sforzo immobil izzandolovelocemente e impedendogli dicontinuare a combattere. Allora decisi dimigliorare le mie abilità difensive ecominciai a ricercare tutte leinformazioni che potevo reperire sullalotta a terra. Voglio che siaassolutamente chiaro che non mi piaceandare a terra, ne (a differenza di moltidegli sti l i di grappling) portare uncombattimento di proposito al suolo.Perciò ho intrapreso un esteso studiodei sistemi per capire meglio quali sonoi loro punti di forza e quelli deboli e perimparare ad applicare tali nozioni inscenari di autodifesa stradale.

Durante gli anni delle mie indagini, hoavuto l'opportunità di trarre beneficio

nella mia formazione frequentandoseminari con molti esperti e fighter dilotta a terra di discipline come lottalibera, judo, Jiu Jitsu, Sambo eSubmission. Ho comprato anche tutti ivideo, DVD, e i libri sul tema che hopotuto trovare per investigare a fondonell'argomento. Quasi subito, è stato perme evidente che la maggior parte delletecniche che studiai, sia che fosserostrettamente orientate verso lo sport, oalla difesa personale, avrebberofunzionato solo se la persona che leeseguiva fosse stata alquanto atleticaed elastica. Inoltre, tutte eranopraticamente concepite per lottare “unocontro uno” senza considerare lesituazioni con molteplici aggressori. Einfine, che in gran parte sembravanovolessero mantenere il combattimento aterra, che è dove io non vorrei mai stare,nemmeno per un secondo. Quando sitratta di difesa personale stradale, credoche il suolo non sia vostro amico! Efortunatamente questa era anche la

filosofia del mio maestro, fondatore delCombat Hapkido, il Gran Maestro JohnPellegrini. Dopo aver elaborato le mieindagini nel 2002, abbiamo deciso distrutturare un nuovo programma peraffrontare la lotta a terra con l'unica ideadi “sopravvivere e tornare in piedi”.Senza prese, ne sottomissioni otecniche sportive, senza rimanere a terraun secondo in più di quantoassolutamente necessario.

Il nostro obbiettivo era aggiungereuna componente a terra che utilizza lamaggioranza dei concetti che utilizziamonel programma di Combat Hapkido, cheincluda i punti di pressione tipici delnostro sistema, i “Punti di pressionetattici”, per rendere le tecniche più facilied efficaci. Abbiamo anche optato perconcepire le tecniche per praticanti noncosì atletici (o acrobatici) grazie al fattoche il nostro metodo si concentra nelladifesa pratica “alla portata di tutti”.Dovevo assicurarmi che le tecniche chemi hanno insegnato fossero non solo

Autodifesa

Page 132: Rivista arti marziali cintura nera budo international gennaio 2014

Combat Hapkido

facil i da imparare, ma anche le piùrealistiche che si possono trasmettere abambini e adulti di tutte le età ecostituzione fisica, comprese le personecon disabilità, anziani e non marzialisti. Ilnostro programma a terra sarebbe statoper tutti e non soltanto per gli artistimarziali esperti o in “buona forma fisica”.

Il lavoro completato (un processo di 2anni), ci presentò i l nostro nuovoProgramma di “sopravvivenza a terra” peri nostri allievi e le comunità marziali di tuttoil mondo. Fu un successo immediato e, daallora, ho avuto la fortuna di aver viaggiatoin tanti paesi per dirigere dei seminari, perconto mio o con il GM John Pellegrini,nell'emozionante formato “DoubleImpact”. Il nostro recente seminario unico“Triple Impact” (con il Maestro Gridley cheinsegna i Punti di pressione tattici) aValencia, Spagna, è stato persino quello dimaggior successo degli ultimi 10 anni nelpaese iberico. Per facil itarel'apprendimento (e l'insegnamento) delprogramma, abbiamo prodotto incollaborazione con la Budo InternationalMagazine, una serie di 5 DVD didattici cheanch'essi sono stati un successo divendite nel mondo delle Arti Marziali.

Con gli anni, dal lancio del GroundCombat Survival Hapkido, ho avutol'onore e il privilegio di insegnare a migliaiadi allievi di origini assai differenti. Per ipraticanti disabili, ho strutturato nelle mielezioni delle specifiche varianti tecnichebasate sulle loro capacità personali. Grazieal fatto che è anche un programmadivertente e sicuro da imparare, èdiventato popolare tra i bambini e igenitori, che, a causa della crescenteincidenza di violenza intimidatoria,desiderano imparare a difendersi in modopratico e appropriato.

Quando insegno alle donne, mettol'accento sul fatto che il suolo non è loroamico quando l'aggressore sta cercandodi violentarle, ferirle o ucciderle e che piùtempo ci rimangono, peggio è. Devonorialzarsi in piedi il prima possibile! Ma lostesso vale per gli uomini. Ed enfatizzo ilfatto che aldilà di conoscere ben poco dilotta a terra o di lotta libera, devono tenerpresente che l'aggressore può non esseresolo e che essendo stati feriti dall'attaccoiniziale che li ha portati a terra, potrebbero

combattere in condizioni fisiche non ideali.Voglio sottolineare anche una cosa che èovvia ma che spesso sottovalutiamo,quando ci alleniamo, la maggior partedelle volte stiamo su materassini che sonosicuri e comodi, ma per la strada ci sonosassi, vetri rotti, spazzatura, ecc. e non èprecisamente dove vorremmo combatteree ruzzolare.

Il Combat Hapkido dispone di ramiseparati per addestrare la Polizia /Agentidi Pubblica Sicurezza e i l personalemilitare. L'allenamento di queste unitàrichiede una profonda comprensione delmodo in cui operano nei distinti contestiambientali e nelle differenti missioni,rispetto alla popolazione civile. Sono pergiunta equipaggiati e vestiti in manieradifferente. Gli insegnamenti a questigruppi di tecniche di uso sportivo è solouna perdita di tempo e li metterebbe inserio pericolo! Al contrario, necessitano ditecniche efficaci, facili da imparare e chesi adattino alle specifiche esigenze delleloro funzioni. Per esempio, la missioneprincipale di un agente di pol izia ècontrol lare e arrestare soggetti checausano danni agli altri (o anche a lorostessi) garantendo in ogni momento chetali soggetti non abbiano accesso ad armi(ovvero, armi da fuoco, taser elettrici,spray al peperoncino, ecc.). Un altroesempio può essere un soldato la cuimissione è proteggere una città, unvi l laggio, o un edif icio davanti al lapossibile minaccia di un nemico che vuoletendere un'imboscata o arrecare danni,portando con se circa 30 kg diequipaggiamento, tra armi e elementi diprotezione. Come possiamo vedere inqueste due situazioni, se la personafinisce a terra, è imprescindibile potercontare sul le abi l i tà necessarie persopravvivere all'attacco iniziale e tornarenella posizione dominante: in piedi!

Spero di avervi dato una visioneinformativa generale della filosofia delCombata Hapkido “Ground Survival” e diaver risvegliato il vostro interesse perapprendere qualcosa in più. Nei prossimiarticoli condividerò con voi alcuni degliaspetti tecnici del nostro programma.State al sicuro e ricordate: Il suolo non èvostro amico, quindi, non fategrappling…SOPRAVVIVETE!

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"Karate: immagini di una Storia" è il libro che contiene il maggiore e più interessante archivio di documenti storici della storia delKarate. Funakoshi, i suoi Maestri, i grandi delle generazioni successive, Nakayama, Yamaguchi; tutto questo in documenti inediti opoco conosciuti, fotografie che sono parte della storia del Karate.

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Per quanto si riferisce all'armatura, questa venivaconsiderata di estrema importanza e significato, era

conservata in casa come simbolo di onorabilità.Tuttavia, non è stato sempre così. Prima e duranteil periodo del Imperatore Kotoku e soprattutto nel

primo anno di Taika (645), a tutti, compresi gliufficiali, era proibito portare nelle loro case

l'armatura o qualsiasi altra arma da guerra. Nonesiste documentazione su quando avvenne il

cambiamento e fu concesso che le armature e learmi personali venissero tenute nelle proprieresidenze, anche se secondo alcuni autori,

questo fomentò la costituzione di una casta diguerrieri professionisti che in certi casi, dai

margini della politica, si facevano strada verso ilcentro del potere. Questo indumento finì per

diventare il simbolo della devozione militare. Ogni clan,famiglia della casta samurai o casata militare possedeva ilproprio Gusoku-shi, il fabbricante di armature. Questo spiega

la grande varietà di pezzi realizzati per la battaglia.Naturalmente, i segreti della manifattura dei diversi modelli

venivano conservati come qualcosa di prezioso in ogni clan,in maniera tale che soltanto coloro che facevano parte dello

stesso lineage potevano utilizzare un determinato tipo diarmatura. La tradizione di mantenere segreta la

realizzazione e la metodologia con cui si facevano learmature veniva preservata con tale ardore e serietà che

gli stili, i loro vari elementi e i sistemi di utilizzo,divennero pressochè incomprensibili durante i periodi

di pace. In generale esistevano, comunque, deicanoni assoluti per ogni armatura, che consistevano

in protezioni per testa, collo, spalle e braccia, torace,addome, gambe e piedi. Come è ovvio, in base alla

tipologia di soldato nascevano le relative varianti.Così, il soldato di fanteria che combatteva a terra,quello a cavallo o gli alti ufficiali avevano modelli

differenti a seconda della tipologia delle lorofunzioni.

Col passare del tempo, l'armatura ha smessodi essere soltanto una cosa funzionale

trasformandosi in un simbolo di potere, venendopiù decorata e acquisendo un maggior valore. Learmi non erano più solo degli strumenti per la guerra,diventarono un riflesso dello status sociale e della forza.

Le armature antiche, prodotte prima del XVI Secolo, eranodenominate: O-yoroi, Kachu, Haramaki, Do-maru, ecc. Quelle

Shidoshi Juliana ha vestito il nostrodirettore Alfredo Tucci conun'armatura giapponese,

per istruirvi sui suoi componenti ela corretta procedura della sua

vestizione. Un articolo che inoltre cispiega la storia e l'antropologiadell'armatura, uno dei principali

attributi del Samurai.

Come si indossa l'armatura Giapponese

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prodotte successivamente, si conoscevano generalmente come Gusoku.I materiali impiegati nella fabbricazione dell'armatura samurai, fanno molta

attenzione alla velocità e alla funzionalità dell'equipaggiamento sul campo dibattaglia. Inoltre, l'armatura completa veniva usata solo dai samurai delle classi

più alte. Grazie a questa attenzione a velocità e funzionalità, è normale cheesistessero differenze tra armature utilizzate da samurai a cavallo e da samurai di

fanteria.L'armatura era costituita di basa da pezzi di cuoio. Arai Hakuseki,

grande conoscitore del Confucianesimo, che prestò servizioalla corte dello Shogun Ienobu (1662-1712) studiano i

vecchi manoscritti Sandai Jitsuroku, menziona (Arai,17)antiche armature fatte di cuoio di montone e di mucca

usate dai guerrieri di Ono-no-Ason-Uyu durante ilperiodo Konin e passate ai suoi figli Mutsu-no-Kami-

Harueda e Tsushimano-no-Kami-Harukaze, checombatterono nell'Era Jogen (976-97).

Il cuoio era così fondamentale per l'armaturagiapponese che pezzi di questo materiale non solo

funzionavano come raccordi tra le varie parti, macostituivano anche il materiale essenziale per

confezionare l'equipaggiamento. Le placche dicuoio venivano rinforzate con ferro, acciaio e/o

altri materiali laccati, in modo da conferirle lanecessaria rigidità. Gli elmi e le protezioni

toraciche, fatte in metallo, che sono state trovatee datate come risalenti a un periodo molto antico

del Giappone, suggeriscono che il loro impiegonella storia da parte dei fabbricanti di armatura fu

immediato. I pezzi ritrovati dimostrano che il ferro eraabilmente lavorato perché venisse alleggerito del suopeso, rendendolo più fine quando era usato comeun pezzo unico, come negli elmi, o piegandolo astrati. Quindi, i pezzi piccoli servivano per gli elmi

mentre quelli grandi erano destinati alla protezionetoracica.

Ma fu a partire dal periodo Heian in avanti chel'armatura ebbe finalmente una grande

evoluzione fino ad arrivare ad essere quellasplendida opera d'arte composta da placche di

ferro unite tra loro da piccoli giunti di cuoio(odoshi), che le hanno dato la loro definitiva ecaratteristica fattura. Le placche di ferro e acciaio

avevano la loro misura e forma adatte per servire alloscopo di protezione della zona a cui erano destinate. I

pezzi lunghi venivano usati per le protezioni dellespalle - Sode - o per la protezione del torace - Do.

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Col tempo, si raggiunse l'obbiettivo diriunire material i che offrivano unaprotezione efficace ed erano leggeri.L'armatura era in grado di proteggerecontro i tagli delle spade, le frecce, iproiettili dei moschetti e oltre a offrire lamassima protezione, fornivano unequipaggiamento che non risultavatroppo pesante da usare.

Le varietà di colori, stili e materialiutilizzati per confezionare l'armatura,

fecero di essa una mirabile opera d'arte digrande valore oggi per i musei di tutto ilmondo e per collezionisti selezionati. Queidettagli precisi che arricchivano learmature che caratterizzavano le differenzetra uno stile e l'altro, erano ciò che rendevaanche possibile l'identificazione deimembri dei vari clan, dagli specifici coloriusati nelle corde, ai dettagli delle rispettivearmature. Esistevano lacci di cuoio cheerano conosciuti come kawa-odoshi,

mentre quelli di seta cinese si chiamavanokara-ya-odoshi..

Con la reggenza di Tokugawa al poterein Giappone, i tanti conflitti e gli scontri inbattaglia finirono. Curiosamente, anche seera declinata l'importanza dell'armaturariferita al combattimento reale, poiché glistessi erano quasi del tutto terminati, lospessore dell'armatura come simbolo dipotere aumentò. Ora più che mai, laspada divenne il punto di riferimento della

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Come si indossa l'armatura Giapponese

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Tradizione Giapponese

casta, della classe o del posto occupatodal samurai. Così, una serie di grandiarmature (0-yoroi) furono utilizzate daiDaimyo durante le cerimonie di corte, lecerimonie militari e le incoronazioni.

Pezzi che compongono l'ar-matura:

1. Tazuna, Fundoshi - indumentointimo utilizzato a contatto col corpo

2. Shitagi e Obi - kimono comune di

uso quotidiano. I Samurai delle classi piùalte uti l izzavano kimono sontuosisecondo la loro posizione sociale. Eranodenominati Yoroi-Hitatare. Per sistemareil kimono si usava una cintura, l'Obi, che

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si passava due volte in vita e di solito silegava davanti al corpo.

3. Hakama, Kobakama o matabiki -pantaloni piegati con dettagli nella parteposteriore (koshi-ita). Il Kobakama è

caratteristico per essere più corto e piùpiccolo. Il Matabiki era impiegato dalleclassi inferiori.

4. Tabi - calzini speciali con divisoriotra l'alluce e il resto delle dita dei piedi.

5. Kyahan o Habaki - protezioni per legambe usate dalla caviglia al ginocchio,fatte di tessuto.

6. Waraji - sandali usati dalle classipiù basse. Normalmente ne veniva

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Tradizione Giapponese

attaccato un paio in più alla cintura. Laclassi più alte usavano una specie distivale realizzato in pelle (kengetsu,kutsu, tsuranuki), principalmente di orso.

7. Sune-ate, Shino Zutsu - protezione

per la gamba fatta di metallo modellato astampo o di cuoio laccato. Alcune eranofatte con un'unica placca di metallo,essendo più utilizzato dalla cavalleria perproteggersi contro le lance e altre armi.

La maggior parte erano realizzate conplacche unite tra loro e con placchecentrali che proteggevano le ginocchia.Di solito comprendevano del cuoiolaccato ai lati (abumi-zure) che a sua

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volta proteggeva contro gli sfregamenticon staffe e selle, nel caso dellacavalleria. Le ginocchia erano di normaprotette dal hiza-yoroi kakuzuri, metalloche a volte era parte integrante del

Sune-ata, o che meno frequentementeera un pezzo separato. Esisteva inoltreun tipo di protezione fatto di magliametallica, utilizzato sotto i calzoni dallafanteria in tempo di guerra o anche dai

bushi in tempo di pace, chiamata Kusari-kyahan o Kusai-suneate.

8. Haidate - componente interno diprotezione per la coscia, somigliante aun grembiule, con l'estremità inferiore

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fatta di piccole placche (kozane) dimetallo, cuoio o anche di osso dibalena. Aperto nel centro, l'Haidate,ha dei lacci che passano intorno aifianchi e si legano davanti al corpo.Esistono vari tipi di haidate, anche setutti con la stessa funzione.

9. Yugake - guanti, generalmentecon un piccolo foro al centro deipalmi.

10. Kote-Tegai - protezione delbraccio e della spalla, di solito fatta inmaglia metallica, con delle placche la cuifunzione era difensiva. La placca cheprotegge la spalla si chiama Kamuri.ita;quella del braccio Gaku-no-ita; la placcaconcava del gomito, Hijigane; e infinequella dell'avambraccio Ikada, fatta conuna serie di strisce di metallo, forata emodellabile, alla quale si attacca al polsoun altro pezzo che aveva lo scopo diproteggere il dorso della mano. Questopezzo era foderato in cuoio e aveva unacurvatura in modo che si adattasse alledita del guerriero. Nelle antiche armature,pezzi per le dita e anelli si accoppiavanogli uni agli altri per mezzo di uncordoncino. Più tardi, si indossavanoguanti pesanti di pelle. A volte, c'era unulteriore protezione per il dorso dellamano, chiamato tetsu-gai. Sebbeneproteggessero la parte esterna delbraccio, quella interna era piùvulnerabile. Esisteva una enorme varietàdi queste protezioni, a seconda deicompiti del guerriero. Per esempio: gliarceri utilizzavano un tipo di protezioneconosciuto come Yu-gote, famoso pernon avere nessun componente pesanteche potesse inibire le sue capacità. Laporzione interna del braccio, cherichiedeva meno protezione della zonaesterna, veniva coperta da un tessutopesante, o con cuoio intrecciato con setao strisce di pelle. Tuttavia, la sua difesa sibasava più sull'abilità del guerriero chenei pezzi dell'armatura, poiché questazona rimaneva esposta quando lebraccia si sollevavano per effettuare colpicon la spada. Esistevano delle tecnicheche diventarono famose nel Yari Jutsu enel Kenjutsu, che cercavano diraggiungere tali zone esposte evulnerabili dell'armatura, nel

combattimento contro un avversario.C'erano quantità eccezionali di misure,tipi, forme e materiali che il bushi potevaselezionare per quell'importanteindumento. Un esempio sono le manichedell'armatura, coperte da una magliafatta di anelli e catene di metallo (Kusari-gote). Le braccia erano protette con delleplacche (tetsu-gote). C'era un genere dimanica che proteggeva il braccio,coprendolo con una lunga placca (comeun Sode aggiuntivo), allacciata alla spalla(Tsugi-gote). Altre erano formate dascaglie sopra il bicipite (gaku-no ita); altreancora, alternavano strisce di questeplacche alla maglia metallica (Oshi-nogote), o erano totalmente fatte di magliaalla quale si collegavano delle robusteplacche di svariati tipi (Shino gote, Echugote, Awase gote). Usavano anche unapiccola protezione per l'avambraccio,coperta di placche e maglia e poi con untessuto rustico (Hansho gote). Questemaniche erano assai specifiche secondoil proposito marziale richiesto. Peresempio, c'erano maniche speciali (Yugote) confezionate in seta e broccato,senza una qualsiasi protezione pesante,che si indossavano a coppie partendodalle spalle. Erano più utilizzate dagliarcieri, che avevano bisogno di libertà dimovimento per maneggiare i loro archi efrecce. In certe occasioni, gli arcieriusavano solo una di queste maniche perproteggere il braccio destro, la spalla ebuona parte del petto e della schiena. Siallacciavano intorno al corpo. Molte dellemaniche dell'armatura considerateleggere, venivano usate in tempo dipace, indossate sotto il kimono quando ilbushi doveva essere pronto solo per gliscontri di strada. Le articolazioni, chegeneralmente rimanevano scoperte acausa dello spazio vuoto che c'era tra lemaniche protettive (kote) e le placchelaterali (watagami) del busto (del), eranorinforzate con strati di maglia metallica,placche e scaglie (waki biki). Eranoindossate sotto il busto, separate o unitetra loro da una striscia di metallo (kusariwaki biki). Uno specialeequipaggiamento (manju nowa)combinava i waki biki con un colletto edelle spalline.

11. Wakibiki - protezione per lazona dell'ascella e laterale superioredel torace, regione tra il kote-tegai e ilwatagami-do, del busto protettore deltorace. Lo si poteva trovare legato aldo o anche combinato con un tipo dicollare protettivo per il collo e le spalle(manju-nowa). Poteva essere regolatocon dei bottoni (botan-gake), dellecorde (himo-tsuki) o dei ganci(kohaze-gake).

12. Do - protezione per il torace,parte centrale dell'armatura. Insiemeall'elmo, rappresenta l' identitàdell'armatura e il relativo periodostorico - preistorico (tanko, kachu,kisenaga) quello antico (yoroi) e quellomoderno (gusoku). La maggior partedel corpo del bushi era vestito da unbusto realizzato con varie placche dimetallo, come quelli antichi (kaki,yoroi, keiko) del IV Secolo. C'eranoanche busti di cuoio lucido, foderati ecoperti con strisce di scaglie benallacciate con seta o corde di pelle.Come abbiamo detto in precedenza, ilcuoio era la materia prima preferita daifabbricanti di armature. Le differentiqualità di cuoio utilizzate, così comegli altri vari tipi di trattamenti, diederoorigine a una serie di busti (kawatsutsumi), come quelli di cuoio cinese(kara kawa tsutsumi), cuoio rosso (akakawa tsutsumi) e cuoio fiorito (hanakawa tsutsumi). Le classi più basseusavano quelli fatti di cuoio laccatonero (sewari-gusoku), anche se, ingenerale, venivano impiegate moltevarietà di pellami per la lororealizzazione. Le placche checomponevano il Do erano spessorivestite con pelle di squalo (sametsutsumi), guscio di tartaruga (mojitsutsumi) e adornate con ossa dibalena. Quando i busti erano apertinella parte posteriore si chiamavanoharamaki-do e quando lo eranolateralmente do-maru. Esisteva ancheil Do fatto con un unico pezzo dimetallo. Sebbene piuttosto inusuale,questo componente si chiamavahatomune-do o hotoke-do. Dal XVII eXVIII, sono stati copiati dalle armatureeuropee. Nel Do potevano anche

Come si indossa l'armatura Giapponese

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esserci due placche perproteggere l'ascella sinistra (hato-no-ita) e la destra (sendan-no-ita).Apparentemente c'era un'infinitavarietà di busti in uso inGiappone nei diversi periodi esono stati suddivisi in duecategorie principali: la prima e lapiù comune comprende quellicostituiti da placche o scaglie eallacciati con corde robuste (do) ela seconda, quell i r icavati dapezzi interi. I più recenti,denominati come placche a“petto di piccione” (hatomune-del) o placca a “petto di santo”(hotoke-del), perchériproducevano la curvatura delcorpo umano, erano moltodelicati. Coprivano il corpo dalcollo al bacino ed erano usati inGiappone nel XVII e XVIII secolo.In apparenza copiati dai modellieuropei, potevano essere apertinella parte posteriore o ai lati.Quelli che avevano l'aperturafrontale erano assai rari. Alcunisemplici modell i regolabil i ,adottati dalle classi più basse deisamurai e dai loro aiutanti,presentavano innumerevolivarianti. Altri modelli includevanodue calzari ai quali veniva legatala bandiera della cavalleria. Isamurai di alto l ivelloindossavano pezzi aggiuntivi,come l'importante Se-ita o Se-itano yoroi, che erano piccoleplacche che proteggevano learticolazioni delle spalle e dellaparte superiore del braccio. Lepiù antiche venivano fatte ingenere di metallo o di cuoio moltogrosso, riccamente decorate conparticolari metallici sui bordi. Lepiù recenti erano fatte di tregrosse placche con file di scagliesovrapposte, protette con pelleconciata. Negli ult imi bustifabbricati, i samurai delle classipiù basse - che non eranoautorizzati a indossare le placcheprotettive, portavano delleprotezioni minori chiamate Giyoyo ita. Esistevano vari modelli diquesto specifico componente.

13. Una-obi - fascia allacciatain vita. In questa obi veniva

bloccata o legata la spada. Disolito era fatta di lino o tessuto,con decorazioni nella parteanteriore. Quando i l samuraitagliava la punta di tale fascia egettava il fodero della sua spada,che di solito teneva legata allacintura, manifestava chiaramenteal nemico la sua intenzione dimorire sul campo di battaglia e siscatenava la natura disperata delsuo combattere.

14. Sode - i bushi di estrazionepiù elevata avevano dueprotezioni per le spalle chiamateSode. In genere erano costituitida vari piccoli pezzetti uniti traloro tramite dei lacci di cuoio o diseta, a strati, sopra una placca dimetallo o cuoio laccato. Lasommità era sempre in metallosolido finemente decorato(Kamuri-Ita), mentre la porzioneinferiore (Hishinui-ita) avevanormalmente un imbottituraall'interno e si allacciava concorde a “x” per bloccarla. Le sueforme più comuni eranorettangolare e quadrata e la suamisura variava da grande (O-sode), media (Chu-sode) apiccola (Ko-sode).

15. Koshiate - protezionebloccata sul lato sinistro pertrasportare le spade, sia quellalunga (dalesho) che quella corta(wakizashi). Anticamente il Bushiera solito portare una spada discorta, più lunga del Dalesho,conosciuta come Nodachi, cheveniva caricata sulla schiena indiagonale. Ma nel periodoTokugawa questa consuetudineandò a scomparire.

16. Nodowa - protezione per ilcollo. Usata dai samurai diestrazione elevata. A forma di“U”, era composta da piccoleplacche. Sembra che sia statasviluppata nel XVI secolo, ispirataa un colletto usato solitamentesotto il Do. Nel periodo Tokugawacominciò ad essere usata sopra ilDo, in una grande varietà di stili,tra questi uno che proteggeperfino la nuca, legato o bloccatoda dei ganci dietro al collo. IlNodowa poteva anche venire

bloccato direttamente allamaschera, anche se i l suomodello sciolto (Tetsuki) eraquello più popolare.

17. Hachimaki - banda biancalegata in testa, sulla fronte. Il suocolore simboleggia la morteimminente.

18. Uchi-bari - copricapoprotettivo usato sotto il kabuto.Veniva bloccato con dei lacci(Shinobi-no-el) al mento e allostesso elmo.

19. Mempo - maschera di ferro,acciaio o cuoio laccato, usata perproteggere il viso. Poteva copriretutta la faccia (Mempo, Membo oSo-mempo) o parte di questa.Quando lasciava scoperti gli occhiveniva chiamata Saru-bo.Generalmente le maschererappresentavano il volto umano,di un demone o di un animale. Lepiù famose erano: la facciacoreana (Korai-bo), il fantasma(Moriyo), la demoniaca (Akuryo), ilbarbaro del sud (Namban-bo), ildemone dal grande naso dellaforesta (Tori-tengu), la faccia delvecchio (Okina-men), del giovane(Wara-wazura) e della donna(Onna-men).

20. Kabuto - elmo protettivo.Era composto da vari pezzi cheavevano la funzione di proteggerela testa. I l suo componenteprincipale è chiamato Hachi, unpezzo di metallo concavo comeuna cupola, che riprendeva laforma della testa umana. Nellasua parte frontale troviamo unpezzo di cuoio laccato, spessodipinto di rosso e decorato,denominato Maezashi. Lo Shikoroè la parte che protegge il collo,composta da 3 a 7 strati tra le 100e le 138 placche metalliche. Leprotezioni per le orecchie(Fukigaeshi), caratterizzate da unacurvatura e da un'inclinazioneall' indietro, erano anch'essemagistralmente decorate concuoio e metalli nobili come oro eargento.

21. Jinbaori - una specie dikimono aperto, usato sopral'armatura dagli ufficiali di altolignaggio.

Tradizione Giapponese

Come si indossa l'armatura Giapponese

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Arti del Sudest Asiatico

Uno dei miei giovani allievi principianti midomandò, dopo la sua lezione, che cosaesattamente deve fare per diventare un grandeartista marziale. Hmmm, è una domandainteressante, pensai. Sicuramente avrei potutodargli rapidamente una serie di consigli perriuscire nell'intento, che suonavano bene allesue orecchie. Tuttavia, dissi all'allievo ditornare la settimana successiva perripetermi la sua domanda, e solo alloraavrei avuto una risposta per lui. Per lalezione successiva, gl i avreidescritto i seguenti punti inquesto ordine:

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1) Motivazione

Dovete avere una buona ragione per imparare le arti marziali. Tale ragione può essere diversa da un allievo all'altro.Che sia per difesa personale, per superare i propri limiti, per fiducia in se stessi, o acquisire qualità speciali. E' importanteche sappiate quale è il vostro motivo (non verrà pubblicato in nessun giornale) perciò dovete delineare con maggiorprecisione possibile quale è il vostro traguardo.

Senza avere un reale motivo, le persone sedotte da un temporaneodall'entusiasmo per le Arti Marziali, non riusciranno a praticarle per iltempo sufficiente a raggiungere un certo livello in esse.

2) Comprensione del percorso

Dopo un po' di tempo passato all'internodel processo formativo, saprete come una

cosa tira l'altra e che la palla è rotonda, per cosìdire. Sembra che la vostra nuova condizione influenzi

la vostra tecnica perché adesso non vi stancate cosivelocemente e pertanto potete effettuare un numero

più elevato di ripetizioni. Così comprendete comecon il miglioramento della coordinazione potete

fare cose che prima potevate soltanto ammirare negli altri. La nuovacomprensione della teoria vi permette di cambiare le vecchie

abitudini, perché avete capito come correggerle. Lo vedete nelleesercitazioni, passo dopo passo, assestandovi e andando indirezione della vostra meta. Potete avere un'idea di come sipresenta il percorso.

3) Padroneggiare i fondamentaliGli strumenti dell'Artista Marziale sono le sue tecniche fisiche.

Bruce Lee pretendeva la perfezione di ciascuno di questistrumenti. Non è mai troppo presto per cominciare a perfezionare i

vostri fondamentali, anche se si sono imparate solo alcune tecniche.La fiducia in voi stessi crescerà con le vostre capacità e abilità,

attraverso il controllo di questi concetti basilari. Non si tratta di imparare un gran numero ditecniche. Non è tanto quanto sapete, ma il modo di usare la conoscenza che è importante. E'

necessario conoscere i concetti basilari e dargli un'attenzione speciale durante la pratica.

4) PraticateUno dei miei stimati maestri, uno di quelli che può essere descritto come un artista marziale d'eccezione, ha circa 70

anni. In uno dei campi di allenamento più duri che conosco, l'ho visto portare a termine regolarmente un programma disei ore. Un tempo di pratica che porta allo sfinimento fisico atleti di un terzo della sua età. Quando gli fu chiesto perchélui, con la sua grande abilità, riesce ancora ad allenarsi così tanto tempo, egli rispose:” Devo praticare per mantenermibene”.

Maestri Internazionali

Come trasformarsi in un eccellente artista marziale?

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Arti del Sudest Asiatico

Non si potrebbe spiegare meglio, la pratica è laSTRADA che porta dall'essere “buono” all'essere“straordinario”. La motivazione, la teoria e la tecnica,sono inutili senza una pratica costante delle vostreArti Marziali.

5) PazienzaNiente diviene eccellente dal giorno alla notte o per

una brillante e improvvisa ispirazione. Bisognapraticare il controllo dei fondamentali con regolarità,quindi, per mantenerli e continuare a svilupparli ènecessario molto tempo. I segni del tempo possonousurare o lucidare il vostro lavoro, sta a voi deciderecome utilizzare il tempo. Se si studiano le personalitàdi artisti marziali eccelsi, ci renderemmo conto chesono arrivati ad esserlo grazie all'attività quotidiana ealla diligenza fatta di tanti piccoli passi. Hannopassato molto tempo a sviluppare la loro artemarziale.

Una volta che avrete compreso l'importanza deiquattro passi precedenti, il tempo insieme allaconoscenza saranno i fattori che vi faranno passareda essere “buoni” a “eccellenti”. Il tempo non si puòaccelerare. Fate attenzione a non essere come ibambini piccoli, che guardano ogni minuto un fioreappena piantato per vedere se è già cresciuto.Prendetevi il vostro tempo, per trovare la vostrastrada verso la maestria nelle Arti Marziali.

NOTE SULL'AUTORE:Bob Dubljianin è uno dei principali istruttori di Arti

Marziali del Sudest Asiatico (Kali, Muay Thay, SilatPentjak) e Jeet Kune Do in Europa. Dal 1993 hasvolto conferenze e seminari in Germania e altri paesieuropei. Per maggiori informazioni sugli attualiseminari, visitateci su internet al sito:

www.soai.de o inviateci una e-mail a:[email protected]

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Etichettare il JeetKune Do come “una

semplice filosofia”senza programma

di studi, ne pro-gressioni tecni-che, sminuisceil valore tecni-

co del materialeche ci ha traman-

dato il suo fonda-tore, Bruce Lee.

D'altra parte, se clas-sifichiamo l'arte come “solo

qualcosa che ha insegnatoBruce Lee”, ci priviamo dellapossibilità di esprimerci in que-lla maniera libera e naturale, (omeglio, naturalezza - anti natu-ralezza!) tanto cara al Sijo Lee.

Il nostro gruppo crede che l'uno ol'altro approccio non siano del tutto

Elbow-Strike-Photos

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corretti. Il materiale del JKDoriginale (così chiamato)combinato con gli elementifilosofici contenuti negliappunti e negli scritti diBruce Lee, forniscono labase su cui costruiamo lanostra arte marziale per-sonale. Nel nostro caso,questo è l'origine della“vecchia scuola del JKD”.

Usando i principi stabilitida Bruce Lee, uniti a unacomprensione delle fonda-menta e del funzionamentodel Jeet Kune Do, possiamoindagare sulle altre discipli-ne ed estrarne la loro essen-za. Questo è ciò che chiamiamoil “Filtro del JKD”.

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Il Filtro del JKDUn articolo del JKDWednesday Night GroupAllievo di tutto oMaestro di qualcosa?

Molti diranno che l'unico modo peressere un vero artista marziale, èallenarsi in tutto quanto è possibile.Boxe, Lotta, Jiu Jitsu,e Judo per lacompetizione. Il Kali per le armi, le artimarziali basate sulla realtà per la difesapersonale, ecc. Tutte sono state messealla prova sotto pressione e hannodimostrato la loro efficacia. Non ci sonodubbi. Tuttavia, ci sono due domandeimportanti che credo ogni artistamarziale, che si al leni in questamaniera, debba assolutamente porsi:

1) E' più efficace fluire da un'arteall'altra (e da un sistema all'altro), oavere un'unica piattaforma dalla qualeposso utilizzare tutti i miei attacchi edifese?

2) Accumulare tecniche mi rende uncombattente migliore o dovrei usufruiredi una quantità limitata di strumenti daallenare con lo scopo di perfezionarliognuno a un livello molto alto?

Il tempo è la più grande risorsadell'essere umano. Se teniamo contoche le Arti da combattimento come laboxe, la lotta, o i l JKD richiedonoun'abilità atletica che spesso cominciaa venir meno quando ci approssimiamoalla mezz'età, l'uso ottimale del tempodi allenamento diventa cruciale. Questaè una delle ragioni per la quale ladiminuzione quotidiana è un principiocosì importante del JKD. Come possorealizzare le ripetizioni necessarie per“padroneggiare” una determinatatecnica, se sto spendendo il mio tempodi allenamento aggiungendo nuovetecniche o praticando molte Artidifferenti che uti l izzano differentistrutture?

Applicare il filtro JKDSiamo sempre in cerca del metodo

migliore, di trovare gli strumenti piùefficienti e di esaminare le nostredebolezze. La ricerca e lasperimentazione costante sononecessarie. Tuttavia, al fine di ottenere ilmassimo profitto dal nostro tempo diaddestramento, dobbiamo in qualchemodo filtrare una grande quantità dimateriale senza doverlo per forzaallenare tutto. In parole povere, si trattadi come analizzare il nuovo materiale:

• Necessità - Dobbiamo aggiungerequalcosa al nostro sistema?

• Struttura - Dobbiamo modificare ilnostro sistema per adattar lo al la

tecnica o questa s' incastra al laperfezione in ciò che stiamo facendofin qui? Un esempio basilare di questosarebbe una tecnica che non funzionabene da una guardia aperta (ovvero,destra avanti contro sinistra avanti) checi costr inge a cambiare la gambaavanzata con il fine di util izzarla enegare dunque i l vantaggio del lastruttura del lato dominante anteriore edi conseguenza telegrafare le nostreintenzioni.

• Adattabilità - Quanto è limitata lasua applicazione? Funzionerà con tipi dicombattenti differenti? Contro diversimetodi di difesa? In condizioni tutt'altroche ideali?

• Vulnerabil ità - Ci espone acontrattacchi che potrebbero essere piùpericolosi dell'attacco iniziale contro cuici stiamo difendendo?

“Non si tratta di quello che puoiimparare, ma di quello che puoi

scartare”

Bruce Lee (a Bob Bremer)

Esempio 1Alcune delle prime tecniche che

abbiamo aggiunto al nostro modo diesprimere il Jeet Kune Do sono stati icolpi con il gomito della Muay Thai.Questo è l'esempio più basilare distrumenti che rispettano tutti i criteriprecedenti. Al f ine puramentedimostrativo discuteremo solo di comequesti colpi si adattano alla struttura delJKD. Qui non sono necessariespiegazioni tecniche su come realizzareogni movimento.

Vale la pena sottolineare che legomitate sono strumenti per lacorta distanza che si possonoeseguire con più frequenzada una posizione di guardia“ c o m p r e s s a ” .Naturalmente, laposizione della mano,siccome la distanzadiminuisce, deve esseretenuta in maniera daoffrire una difesa contro gliavversari vicini e dagli attacchia corta distanza. Senza la

Posizione JKD Foto 2

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Posizione JKD Foto 1

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distanza e il timing richiesto per intercettare, non ha più sensostendere il braccio come si farebbe nel tipico Bai Jong. (Vedila posizione JKD foto 1 vs la posizione JKD foto 2)

Gomitata diagonale verso il basso(osservate il colpo di gomito foto 1 & colpo di gomito

foto 2)Gomitata orizzontale(osservate colpo di gomito foto 1 & colpo di gomito foto 3)Gomitata diagonale (osservate colpo di gomito foto 1 & colpo di gomito foto 4)Gomitata verticale(osservate colpo di gomito foto 1 & colpo di gomito foto 5)

(Nota: Alcuni praticanti di JKD preferiscono usare i colpi digomito in diagonale, verso il basso e orizzontali del WingChun)

Esempio 2I Colpi di palmo “pesanti” generano un'enorme potenza e

allo stesso tempo riducono il rischio di possibili traumi dellamano. Sifu Tim Tackett imparò alcune di queste tecniche aTaiwan, mentre altre provengono da un istruttore del nostrogruppo che si chiama Bert Poe.

Gancio di palmo(Osservate il palmo pesante foto 1- 2)Palmo schiacciante(osservate il palmo pesante foto 3 - 4 - 5)Foglia di salice(osservate il palmo pesante foto 6 - 7 - 8 - 9)Palmo laterale(osservate il palmo pesante foto 10)

Esempio 3Per strada, dobbiamo evitare a tutti i costi di andare a terra.

“Spendi l'80% del tuo tempo euserai l'80% del tuo tempo.”

Tim Tackett

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Note sull'autoreMike Blesch è membro del JKDWednesday Night Group e co-

fondatore dell'AssociazioneChinatown JKD. Per avere maggiori

informazioni, visitateJKDWedNIte.com e

JKDLessons.com

Foto di Angelico Tolentino -AngelicoT.Com.

Dimostrazioni di Tim Tackett,D.M.Azul, Jeremy Lynch

e Steven Resell. A cura di Brent de Lance -

BrentLanceJKD.com

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Deve finire lì, l'obbiettivo è danneggiare l'avversario e tornarein piedi il più rapidamente possibile. Detto questo, comunqueè molto conveniente per noi portare l'avversario a terra efinalizzarlo mentre rimaniamo in piedi, nella migliore posizionepossibile per fronteggiare molteplici attaccanti e in ultimaistanza per fuggire definitivamente dalla situazione.

Guardate questa proiezione che spesso va a segnonelle MMA.

(guardate il bloccaggio e l'aggancio foto 1-2-3-4-5-6-6a-6b)

(Nota: 6a & 6b sono due angoli della stessa posizione)

Qualsiasi fighter che scaglia spesso dei colpi con la manoavanzata (come quelli di JKD) deve essere cosciente dellapropria vulnerabilità in base al tipo di attacco utilizzato.Jeremy Lynch utilizza l'attacco di Steven Revender contro dilui prendendolo e lanciandosi sotto i l suo pugnoapplicandogli una presa al corpo e agganciando la gambaavanzata per eseguire una proiezione. (Questo è un buonesempio del perché gli stop-kick sono così importanti perridurre chiudere la distanza).

Guardando questa tecnica come un potenziale strumentooffensivo, possiamo determinare rapidamente che staviolando i nostri principi strutturali (si osservi la foto finaledella sequenza). Jeremy termina a terra insieme a Steven enon ha una posizione dominante (mezza guardia). In uncontesto senza regole questo può essere molto pericoloso acausa della probabilità che Steven abbia addosso un'arma,per non parlare del fatto che Jeremy è in una posizione moltobrutta se ci sono altri aggressori da cui difendersi. Ci sonomomenti nei quali può essere necessario afferrare unavversario a terra con lo scopo di neutralizzare un vantaggioevidente, per esempio, (più veloce, con più allungo, piùspecializzato, ecc.) ma per noi esistono modi più efficienti.

Scartare, ridimensionare o sostituire?A volte, una tecnica che ci piace davvero può non superare

il filtro. La domanda allora è: abbiamo davvero bisogno diconservare questa tecnica, anche se fosse solo per allenarsia contrastarla? Anche se la risposta è negativa, avremocomunque acquisito una certa esperienza nel procedimento e

perlomeno, saremo più a nostro agio con una tecnica chepotrebbe essere usata contro di noi.

Ecco la maniera con cui si gestiscono i 3 esempiprecedenti:

“Spendi l'80% del tuo tempo e userai l'80% del tuotempo.”

Tim Tackett

La regola del 80/20Anche conosciuta come il “principio di Pareto”, la regola

80/20 stabilisce che molto spesso l'80% dei risultati derivadal 20% degli sforzi compiuti. Pertanto, per ottenere imassimi risultati, si deve usare l'80% del tempo nel 20% diciò che ci importa. E' un'idea molto utile che è stata applicatacon successo a numerose discipline. Al nostro gruppo, chefunziona essenzialmente come un secondo livello del filtro delJKD, ricorda che ci concentriamo solo sulle tecniche e iprincipi fondamentali del JKD. Il trucco è sapere esattamentequali tecniche costituiscono il 20% di vitale importanza cheotterrà l'80% dei risultati.

Quando si parla di sport da combattimento come le MMA ola Boxe il compito è più semplice, grazie alle dettagliatestatistiche a disposizione. Possiamo determinare che unlottatore di MMA peso leggero ha finalizzato più incontri condelle sottomissioni che per KO, perciò i metodi diallenamento consueti rifletteranno tutto questo. Ai fighter dipesi welter o superiori accade il contrario. Ovviamente cisono più modi di interpretare le statistiche (vale a dire, ifighters più piccoli hanno bisogno di lavorare nella potenzadei loro colpi e quelli più grandi nelle loro sottomissioni), maciò non è rilevante nell'attuale discussione.

Nella boxe notiamo che il pugile che porta più jab spessovince. Il problema con un'Arte per il “combattimento stradale”come il Jeet Kune Do è che non c'è un metodo esatto perottenere questo genere di statistiche. Allora, come decidiamoquali tecniche saranno le nostre risposte primarie (quel vitale20%)?

Per noi la soluzione è tripla:1. Seguire i principi del JKD - in particolare “l'economia di

movimento”2. Personalizzare - fare i conti con le forze, le debolezze e il

temperamento3. Prove - imparare dai successi e dai fal l imenti

nell'addestramento di sparring e nelle varie situazioni, cosìcome sul ring / gabbia.

La nostra analisi conclusiva dei 3 esempi è la seguente:

ConclusioneIl filtro del JKD e il principio della diminuzione giornaliera si

possono applicare a qualsiasi regime di allenamento di artimarziali, indipendentemente dallo stile. Che la sua base sial'arte della Muay Thai, il Judo, il Karate o ci si alleni per ladifesa personale, la gara o entrambi; delle solide basiobbligheranno gli avversari a rispettare e a prepararsi perutilizzare i propri strumenti fondamentali, in modo che tutte lerisposte secondarie siano più efficaci e si sfrutti al massimo iltempo dedicato all'allenamento.

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“Il proposito di questo gruppo è quello di preservare epromuovere l'arte del Jeet Kune Do di Bruce Lee, per

aiutare a definire ed insegnare un programma di studioche non ci limiti, ma che ci liberi, e ci dia modo di scoprirela nostra personale espressione dell'arte di Bruce Lee”.

- Tim Tackett