Rivista arti marziali cintura nera budo international aprile 2014

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La rivista internazionale di Arti Marziali tradizionali, sport da combattimento e autodifesa. Download gratuito. Edizione Online Aprile 2014 271 Anno XXIII

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Il KMRED è stato costruitoanche pensando e mescolandoi diversi approcci del KravMaga concepiti in questi ultimi10 anni. Ma c’è un punto su cuiinsistiamo. Trattasi dei concettibasilari di cui deve disporre ilpraticante di Krav Magamoderno.

KRAV MAGA RED COREOGRAFIE DI AZIONE MADE

IN HONG KONG & AMERICA.Spettacolarità contro Credibilità. Inpassato gli americani non credevanonella continuità e nella spettacolarità,preferivano basare le proprie ideecoreografiche su qualcosa di più realee credibile. I cinesi e in special modoJackie Chan, svilupparono uno stileche non da respiro, poi delle scene incui l’attore si gioca letteralmente lavita seguita da un’altra lotta frenetica,

che al solo pensarci ci si stanca…

CINEMA MARZIALE

Punti di Pressionetattici del CombatHapkido – l’attivazionedell’obbiettivoI metodi e i principi

per un’adeguataattivazione anatomicadell’obbiettivo, chec o m p r e n d o n ol’importanza dellavolontà.

COMBAT HAPKIDO

Spesso si dice:“Che ne sarebbedel Mondo se a tuttipiacesse il giallo!”In altre parole,possiamo dire cheè molto importanteche ognuno abbiaun suo pensiero, unconcetto e un

raziocinio sulla vita e delle sue manifestazioni.Come se, visto con il modo di vedere dei piùstudiosi orientali, tutto ciò ci portasse alconcetto di Karma come linea divisoria degliavvenimenti.

TRADIZIONE SHIZEN

Quando si può farricorso all’uso dellaforza. Per i l lustrarciquesto, Avi Nardia cispiega in questoarticolo le differenze ditipologie diprocedimento. Ce nesono essenzialmentedi tre tipi – Militare, diPolizia e civile.

KAPAP COMBATIVES

Crea la tua arma improvvisata.L’utilizzo di un oggetto di usoquotidiano per l’autodifesa puòincrementare enormemente leproprie chance di successodurante un’aggressione. Inquesto articolo parlerermo dellearmi improvvisate e mostreremoalcuni esempi di come realizzarle.

SDS-CONCEPT

La difesa personaleper le donne deverispettare certirequisiti. Deve esseresemplice efficace erealista. L’Eskrimapuò essere semplice,molto efficace erealistica, ma nonmolte donne

praticano Eskrima.

ESKRIMA

Qissi è un attorecamaleontico che haincarnato una serie dipersonaggi secondari neiprimi fi lm di Van Damme(oltre a dare vita a Tong Po inKickBoxer,... Ma chi è questopersonaggio? Chi èMohammed Qissi?

CINEMA MARZIALE

Tra le letture senza temporaccomandate per conoscere lo spiritodell’Oriente, specialmente del Giappone,non può mancare il Libro del Tè. Questameraviglia di testo, scritto in primaistanza in inglese per una minoranza chesi avvicinava al profondo significato delTè in Oriente.

IL LIBRO DEL TE

Hoonsanim AlbertoGamboa è uno deipionieri dell’Hankidonel mondo, i l suointeresse, amore evocazione per lacultura coreanaattraverso l’Hankido.

HANKIDO

UN GIORNALE SENZA FRONTIEREBudo International è senza alcun dubbio la rivista diArti Marziali più internazionale del mondo. Siamoconvinti di vivere in un mondo aperto. Gli unici confinisono quelli che la nostra mente vuole accettare. Cosìcostruiamo, mese dopo mese, una rivista senzafrontiere, dove ci sia spazio per tutte le informazioniche interessano ai praticanti, qualunque sia il loro stile.

BUDO INTERNATIONAL NEL MONDOBudo International è un gruppo editoriale internazionale che lavora nell’ambitodelle Arti Marziali. Raggruppa le migliori aziende che lavorano nel settore ed èl’unica rivista al mondo pubblicata in sette lingue diverse e che viene diffusa inoltre 55 Paesi di tre continenti tra cui: Italia, Francia, Spagna, Portogallo,Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Australia, Svizzera, Olanda, Belgio,Croazia, Argentina, Brasile, Cile, Uruguay, Messico, Perù, Bolivia,Marocco, Venezuela, Canada, Senegal, Costa d’Avorio…

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Dmitry Skogorev diffonde daanni questo sistema in tutto ilmondo e adesso ha ilriconoscimento della comunitàmarziale. Tuttavia, molti lettoriancora non hanno familiarità conil suo lavoro. Credo che questonuovo DVD sarà un’eccellenteoccasione per ammirare eimparare molto più a fondo chenelle precedenti uscite.

DMITRI SKOGOREV SYSTEMA

Tra i molti personaggiincontrati e intervistatidurante la recentissimamanifestazione “Sport ShowRevolution” di Chiuduno(Bergamo), ne abbiamo“catturato” uno di granderi levanza nel panoramanazionale (e non solo) dellearti marziali.

MICHELE PANFIETTI

C’è bisogno di un maestro pertutta la vita? Alcuni mesi fa nellamia associazione, laTAOWSAcademy, ho avviato un progettoche avevo in testa già da moltotempo. L’ho chiamato TAOWSLab. In questo laboratoriocerchiamo di fare dei passi avantinello studio di questaappassionante Arte daCombattimento.

WINGTSUN

Andreas Hoffmann: Cintura Nera3°Dan di Brazil ian Jiu Jitsu.Rappresentante ufficiale inGermania di Rickson Gracie,1994-2000. Quando il primoUltimate Fighting Championship(UFC) si svolse a Denver il 12Novembre del 1993, quest’eventorichiamò l’attenzione di tutto il

mondo delle Arti Marziali verso un nuovo stile allorasconosciuto, il Brazilian Jiu Jitsu della famiglia Gracie.

WENG CHUN KUNG FU Le tecniche delleopardo allenano larapidità, lacoordinazione e laperseveranza. Esse sibasano sulla filosofiadell’elemento metallo.Le tecniche delleopardo sono valideper il combattimento

ravvicinato, nel corpo a corpo. Ilcombattimento a contatto pieno e a cortadistanza. Al contrario della tigre che si avvaledell’attacco concentrato sulla potenza, illeopardo è agile ed esplosivo.

SHAOLIN HUNG GAR KUNG FU

oggi ci ha fatto visita inredazione Sensei Andrea Bonfattidi Bologna, Direttore Tecnico dellaF.I.G.J.I. per l’Emilia Romagna(Federazione Italiana Go Ju Italia).6° Dan di Jiu-Jitsu, Karate,Kobudo e Kenjutsu, è all ievodiretto del GM Gianni Rossato, 10°Dan, uno dei pionieri delle ArtiMarziali Giapponesi in Italia e in

Europa, la cui opera è apprezzata e riconosciuta a livellomondiale fin dai primi anni ’60.

ANDREA BONFATTI

In seno allam a n i f e s t a z i o n e“Sport ShowR e v o l u t i o n ”abbiamo scambiatodue parole conArmen Petrosyan,impegnato con ilfratello Giorgio nelladirezione di duestage aperti a tutti ipraticanti di K-1 eMuay Thai. Una

breve intervista in previsione del suomatch-rivincita contro Alim Nabiev che saràuno dei main eventi della serata milanese.

OKTAGON 2014

Argomento diquesto rubrica, chespero si possareplicare a lungo, èla preparazionefisica dei dilettantiche si approccianoalle Arti Marzialisenza avereparticolari mirea g o n i s t i c h e ,persone chearrivano spesso da

situazioni di inattività che devonorecuperare un armonioso rapporto con lecapacità del proprio corpo.

WARM UP CREATIVO

Affrontiamo inquesto articolo una r g o m e n t oconsiderato di baseper tutte le scuoleinterne, le arti marzialie per molte attivitàsportive in generale,illustrato da uno degliistruttori ufficiali dellascuola di Kung Fu delMaestro PaoloCangelosi (“gran

master” riconosciuto a livello internazionale),Mario Meloni, insegnante di Tai Chi Chuan eQi Gong in una delle scuole di Roma (Italy).

LA RESPIRAZIONE

Direttore editoriale: Alfredo Tucci, e-mail: [email protected]. Facebook:http://www.facebook.com/BudoInternationalItalia. Traduttore: Leandro Bocchicchio. Pubblicità eRedazione: Nicola Pastorino, e-mail: [email protected] Hanno collaborato: Don Wilson, YoshimitsuYamada, Cass Magda, Antonio Espinós, Jim Wagner, Coronel Sanchís, Marco de Cesaris, Lilla Distéfano,Maurizio Maltese, Bob Dubljanin, Marc Denny, Salvador Herraiz, Shi de Yang, Sri Dinesh, Carlos Zerpa, OmarMartínez, Manu, Patrick Levet, Mike Anderson, Boulahfa Mimoum, Víctor Gutiérrez, Franco Vacirca, BillNewman, José Mª Pujadas, Paolo Cangelosi, Emilio Alpanseque, Huang Aguilar, Sueyoshi Akeshi, MarceloPires, Angel García, Juan Díaz. Fotografi: Carlos Contreras, Alfredo Tucci.

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e-bunto è la scienza e l’Arte di imparare ausare in modo ordinario, le forze invisibili e leabilità straordinarie che tutti noi umanipossediamo.Tutti siamo fatti della stessa pasta; siamo

vibranti cumuli di energia e coscienza chepossiedono un itinerario unico, quello dello spirito che lialimenta e anima. Percorriamo i lassi dello spazio tempoche ci spettano e che chiamiamo vita, mescolandoci,interagendo, riaggiustando e, nel meglio degli scenari,imparando come levigare il diamante grezzo che siamo eche c'è stato affidato. Come uno scultore che scalfisce lapietra, noi allontaniamo le parti che occultano la meravigliache nasconde all’interno la nostra essenza, finendo ognunole nostre opere con una peculiare impronta.Noi uomini siamo capaci di meravigliose percezioni oltre i

nostri sensi abituali. Possiamo connetterci con dimensioniche abitano il mondo spirituale, con energie misteriose, conforze enormi di ogni tipo e interagire con esse. In realtà lofacciamo continuamente, in modo attivo o passivo, ma il piùdelle volte senza esserne consapevoli. La cosastraordinaria, però, è che a volte queste risorse vengono allaluce inaspettatamente, facendo brillare la magiadell’invisibile, oltre la normalità che le abbiamo concesso.Perché la realtà non è altro che un consenso culturale in unacornice biologica e sociale. Attraverso di essa condividiamole ruote del mulino (crediamo a qualsiasi cosa) perchéquesto è cultura e educazione. Trasgredire i confini di questilasciti, è la base sine qua non di ogni saggezza, l’inizio dellacomprensione per ogni persona sveglia. Il mondo è tuttaviapopolato di dormienti che mangiano, bevono, defecano e siriproducono senza soluzione di continuità, e senzaminimamente mettere in discussione la loro cornice diesistenza e consapevolezza.L'e-bunto insegna a riconoscere le energie e tensioni

che interagiscono nell'Universo e come toccarle. Cipermette di riconoscere la natura e le tendenze di questeforze, trattare con ognuna senza giudicarle, con rispetto elucidità. L'obiettivo dell'e-bunto ha trasceso le sueintenzioni primarie come strumento di una culturaassediata da nemici superiori come numero, pertrasformarsi, con gli anni, in un veicolo diperfezionamento, saggezza e crescita personale. Ma, alcontrario di altri strumenti di saggezza, l'idea di migliorareche sgorga dall'e-bunto, non è quella di perfezionarsi inaccordo a un modello o a una morale, bensì quella diagire con responsabilità e coerenza nelle scelte cheognuno fa. Quest’idea appare chiaramente espressa nelsuo peculiare modo di affrontare la filosofia, l’HUZU,(letteralmente "integrazione con lo spirituale".Al contrario dell'idea che traspare dietro la filosofia

Occidentale (un campionario continuo di pensieri, più omeno brillanti di molteplici personaggi, su tutte le cose chevi possono accadere), gli Shizen svilupparono un sistema distrumenti affinché ognuno, come pare e piace, possacostruire la sua realtà a partire dai suoi valori personali.Vediamo come esempio uno di questi punti percomprendere ciò cui ci riferiamo:

Per l’HUZU tutto, assolutamente tutto, può essereincorniciato in uno di questi tre punti base che chiamarono itre pilastri della vita. Il tempo, il movimento e la stasi. Innanzia ogni fatto, o intervieni in esso, o ti astieni dall’agire, o lasciche il tempo faccia il suo lavoro.Questi inquadramenti, apparentemente semplici, al

contrario delle formulazioni filosofiche Occidentali, unapproccio personale e antitetico ad altri, permettono che lapersona possa analizzare qualunque aspetto di se stessa odi ciò che la circonda, per collocare con lucidità la "realtà",nel giusto posto che lei stessa decide. Non si tratta ditrovare "la chiave" per dopo inevitabilmente occuparsi diimporla o paragonarla ad altre. Detta posizione sarebbeconsiderata arrogante e stupida per un saggio Shizen, perquanto sicuramente la studierebbe con interesse dopoaverla scomposta accuratamente.Para los sabios shizen, comprender significaba ver desde

varios ángulos; construir el mundo también desde el otro,produce hombres sabios, humildes y conscientes, todo deun solo plumazo.Per i saggi Shizen, comprendere significava vedere da

vari angoli; costruire il mondo anche dall'altro, produceuomini saggi, umili e coscienti, tutto di un solo colpo.L’HUZU possiede trenta analisi primarie come quella

presentata qui e successive molte altre. L'idea è offrire aogni individuo le condizioni e i raziocini per leggere la suarealtà con lucidità e saggezza. Gli araldi di questaconoscenza furono i così chiamati OITA i venerabili anziani,che arricchiti dalla loro esperienza, dedicarono i loro ultimianni a distillare la stessa in un insieme di attrezzatureintellettuali, capaci di permettere a chiunque di spezzettarela realtà per poter poi ricomporla in modo saggio e degno dirispetto. Quello che ognuno avrebbe fatto con essa, eracosa di suo personale governo e aveva a che fare con lapropria storia personale, il suo destino e la sua libertà.Ho dedicato questi ultimi anni allo studio dell'e-bunto, per

mia necessità e fascinazione; anche il destino ha giocato lesue carte, chi può negarlo. Per più anni che possa vivere (eche magari siano molti), la profondità della sua ricchezza esaggezza li farebbe insufficienti per apprendere tutto quelloche l'e-bunto racchiude, ma con piacere e senza frettaguardo il tragitto del mio cammino e soppeso i suoi effetticon soddisfazione. Lo faccio specialmente ora, quando ilmio camminare lungo il suo percorso iniziatico mi ha portatoa una linea di divisione importante della sua tradizione, illaurearmi come JOHO, (Shidoshi) l’ultimo scalino delleiniziazioni dell'e-bunto.Entrare nel regno di Dono Tengu, il signore dei cammini,

non significa che sappia tutto dell'e-bunto, (ci sono shidoshi eshidoshi...), però conoscendo le responsabilità che ciòimplica e senza il minimo interesse né convinzione per labontà di un proselitismo che odio, non aspettatevi da megrandi cose al riguardo. Non credo di essere il migliore delmondo a fare quello che faccio, semplicemente perché lofaccio; al contrario, mi disturbano le folle. Inoltresinceramente penso che sia e sarà, una strada per pochi, maper quelli scelti arriverà a essere, come lo è stato per me, unafonte incomparabile di realizzazione personale e spirituale.

“Quando siamo in grado di conoscere noi stessi, raramente cisbagliamo sul nostro destino".

Germaine De Staël

“Il destino mescola le carte e noi giochiamo".Arthur Schopenhauer

L’

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Come divulgatore della sua esistenza, ho già scritto due libri. In essi presento ilfrutto dei miei studi e comprensioni sulla materia, senza entrare nel merito dei loro ritualie pratiche. C’è il “cosa” ma non il “come”. I loro segreti saranno salvi nelle mie mani,perché ho compreso il loro valore e necessità, tuttavia, condividere ciò che di Universaledistilla la sua saggezza, è non solo un nobile obiettivo, bensì un'innovativa strategia nellasua storia. Fino ad ora gli Shizen furono perseguiti, quando sarebbero dovuti essereammirati e, in un tempo dove tutto è accessibile, il miglior modo di nasconderequalcosa, è probabilmente metterla in vista.I tempi cambiano e a volte bisogna , modificare le cose affinché niente cambi e

che l’essenziale possa continuare a vivere. Adattamento non significarinunciare alla propria natura, bensì esplorare le sue risorse nascoste esconosciute in un nuovo scenario. Non si può snaturare una culturacambiando il suo abito, perché questo non fa il monaco, ma sì èpossibile farlo quando si disprezzano le sue ragioni, principi,valori o insegnamenti. Conoscere qualcosa in profondità,significa amarla definitivamente, perciò e, dato che unacultura si distingue e costruisce dalle forme, questecostituiscono ugualmente un bene irrinunciabile. Chi va aRoma, dovrà sembrare romano, e a chi non piace sa giàdove sta la porta.Tutto ciò pone me e i miei fratelli, in una linea molto

fine di condotta per approdare a buon porto. Consenso della responsabilità, (e spero con lucidità),continueremo la rotta con due semplici obiettivi:Migliorare come individui, per vivere i nostri destini

nei migliori scenari possibili e perpetuare emantenere la saggezza della spiritualità e culturaShizen, tanto per chi sia destinato a questo nelpresente e nel futuro, come per la gioia eliberazione di chi, avendo vissuto in essa nelpassato, trova sollazzo e riposo nel meritatoriconoscimento della sua magnifica tradizione.Che i suoi più illustri spiriti, i Hikarushin, ci aiutino!Scrivo queste parole nell'ultimo giorno del mio

ritiro come Shidoshi cosciente e sveglio del suosignificato e valore. Domani ritornerò al mondo delquotidiano, lì dove tracciai per me stesso questipropositi già alcuni anni fa, o forse molti di più. Chi losa? Non ci saranno pertanto sorprese, né sarà questa unadichiarazione basata su un entusiasmo passeggero.Oggi non posso misurare quando grandi saranno le

conseguenze di questo passo; non m’importa, perché camminosereno sulla cresta di qualcosa più grande di me, che mi precedee mi sopravvivrà, e perché ho la certezza che oggi sono piùpronto di ieri a portare avanti questo sogno.Il mio obbligo e devozione (giri, in Japponese) vanno verso

Shidoshi Jordán e Shiniyuke Sensei, il suo Maestro; senzadi loro tutto si sarebbe perso sicuramente tempo fa.Menzionare a questo punto Shidoshi Juliana Galende non èsolo giusto, bensì necessario, perché la sua forza haimpregnato ogni passo e incrocio del destino negli anni piùdifficili. Uno continuerà a imparare facendo nel migliore modopossibile il suo lavoro; il resto sta in mani di forze piùimportanti e potenti.Superbo è l'uomo che si pensa indispensabile, però

altrettanto idiota è quello che sottovaluta se stesso davanti allasua determinazione e destino. L'orgoglio del giustamenteriuscito non deve dissolversi con la maschera della falsaumiltà; il riconoscimento dei segni di questo destino,soprattutto quando si concatena col tuo propositopersonale, è una fortuna concessa a molto pochi. Hofortuna io, Joho Goemon Kawazuki, sono di quelli.

Alfredo Tucci è Managing DirectorBUDO INTERNATIONAL PUBLISHING CO.e-mail: [email protected]

https://www.facebook.com/alfredo.tucci.5

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Systema

Giusta e meritatissima copertina per questo guerrierorusso che ha conquistato l'attenzione della comunità marzialeinternazionale con i suoi lavori sul Systema.

Systema è senza dubbio una delle rivelazioni degli ultimidecenni nelle Arti Marziali e ne abbiamo avute molte! La suaoriginalità è rinfrescante come la sua efficace struttura, unaformula che sfida concetti rigidi più violenti da proporre inscenari di difesa personale.

Dmitry Skogorev diffonde da anni questo sistema in tutto ilmondo ed ha adesso il riconoscimento della comunitàmarziale. Tuttavia, molti lettori ancora non hanno familiaritàcon il suo lavoro. Credo che questo nuovo DVD saràun'eccellente occasione per ammirare e imparare molto più afondo che nelle precedenti uscite, le tesi e i concetti cherendono così diverso questo sistema e che hanno stupito giàpraticanti di altri stili. Naturalezza, rilassatezza, efficacia,combinate in un metodo che mira al ripristino di una difesasensitiva e senza dubbio naturale per la quale, essendopredisposti, dobbiamo soltanto aprire la nostra mente.

Non ve lo perdete!Alfredo Tucci

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Arti da Combattimento

Intervista: Asa MalyutinaTesto e Foto: Dmitry Skogorev

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L'Arte Marziale che cambia le viteLa Lotta russa non è così conosciuta come il Karate, il Taekwondo o il Wushu. Ma questa

antica tradizione slava veniva praticata in Russia già molto tempo fa. Il capo della scuola dilotta russa “Sibirskiy Viun” (RMA sistema SV) Dmitry Skogorev ha parlato con noi di alcuniinteressanti aspetti di questo particolare stile di combattimento.

Cintura Nera: Che cosa ha di speciale il combattimento Russo senza armi?Dmitry Skogorev: La sua peculiarità è che si basa sulla tradizione dell'arte marziale russa

che comprende molti aspetti. E non sono soltanto aspetti militari, ma anche quelli associatialle tradizioni del combattimento con i pugni, alla lotta Stenoshnogo (la lotta “da parete aparete”), e ad elementi di gioco. Siamo abituati a pensare a tutto ciò come a un giocopopolare, ma da moltissimo tempo viene usato per l'addestramento delle milizie per i futuricorpi di difesa della patria. Combattimento col bastone, differenti tipologie di lotta e artereale della guerra: la capacità di maneggiare la spada, il coltello, le armi da fuoco e tuttoquesto genere di allenamento, si realizza fin dai primi anni con i praticanti in maniera chepossano partecipare ai giochi i bambini, gli adolescenti e poi gli adulti.Non conosciamo la sua storia e per quello raramente sentiamo parlare di combattimento

russo. Si sa molto di più delle arti marziali orientali, in gran parte grazie ai film. Ma letradizioni guerriere c'erano in tutte le nazioni e la Russia non è un'eccezione. Un altroproblema è che non esistono sufficienti informazioni documentate. Possiamo solofare delle supposizioni, basandoci sul folklore, secondo quello che troviamo,difficilmente possiamo parlare di un'identità completa che si può riprodurre.Sebbene il folklore e i giochi rituali forniscano molte informazioni sull'artemarziale tradizionale in Russia. E dal momento che il folklore èinterpretabile, lo studio è interpretabile non solo nel modo di intendere ladifesa personale, ma anche la sua storia e parte delle sue radici.Pertanto, nei corsi si studia il combattimento, gli aspetti filosofici

delle arti marziali e la storia del popolo russo. E risulta moltointeressante per i nostri allievi, perchè la gente che inizialmente vienequi per imparare l'arte della difesa personale, dopo si rende conto chela lotta tra i cani in Russia è più una filosofia. Specialmente gli adulti.I bambini arrivano ancora privi di profondi concetti della vita e del

desiderio di imparare qualcosa in più, per loro è solo un'interessantepretesto per muoversi. Però gli adulti spesso vengono consapevoli,sapendo che qui non acquisiranno solo delle abil ità dicombattimento, ma anche la conoscenza della nostra cultura, dellastoria e della filosofia.Nelle nostre lezioni si studiano un sacco di cose relative ai costumi,

alla storia, alla danza, alla filosofia, oltre che a una totale cultura delmovimento, ed è assolutamente necessario perchè nelcombattimento corpo a corpo Russo ci sono molte movenze simili allealtre arti marziali, ma quando iniziamo ad analizzarle e a spiegarne illoro utilizzo profondo, sono ben differenti. Questo lo si deve a moltiaspetti, come il nostro patrimonio genetico, il modo di muoverci, che nonpossono che essere diversi dagli altri popoli.

C.N.: Ci sono limiti di età per l'utilizzo del combattimento russocorpo a corpo?

D.S.: i ragazzi più giovani sono tra i 4 e i 5 anni, i più anzianiin età pensionabile. Non siamo un'associazionesportiva e non ci poniamo l'obbiettivo di lavorare“per i risultati”. Così molti vengono da noisemplicemente per fare del movimento,per socializzare e per la propriasalute. I benefici per la salute diquesto genere di attività sonoenormi, perchè facciamo delmovimento tridimensionale, chenon è solo un esercizio per imuscoli, ma svolgiamo ancheesercizi in cui il nostro corpo ècostantemente in torsione,distensione, contratto, ruotato erivolto in tutte le direzioni. Per primosi allena l'apparato vestibolare, anche imuscoli che normalmente non vengonocoinvolti.

C.N.: Ci sono delle restrizioni in base allecondizioni di salute?

D.S.: Nel caso di bambini fino ai 12 anni,l'unica cosa che si richiede è un certificato del

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medico che i l bimbo può svolgere attivitàsportiva. Nel caso degli adulti, la responsabilità èloro. In questo caso, devono solo essereconsapevoli dei loro problemi fisici ed evitareesercizi che possano essergli nocivi. Peresempio, se la persona ha un problema alla spinadorsale, non deve svolgere esercizi in cui si cadesu un terreno duro. Chiunque può comunquepartecipare.

C.N.: Chi sono più semplici da gestire, ibambini o gli adulti?

D.S.: Ogni fascia ha le sue caratteristiche epertanto i nostri programmi sono concepiti aseconda dell'età. Per esempio, con i bambini non èpossibile analizzare alcune delle cose più profonde,come la meccanica del corpo, perchè ancora non lacomprendono. Ma i bambini sono propensi al contattofisico, perciò molti di loro combattono, ne hannobisogno e il loro corpo lo richiede. Gli adolescentisono in un particolare momento competitivoperchè vogliono spiccare tra la massa perdimostrare la loro bravura. Le lezioni sonocostruite in maniera ben distina.

Generalmente abbiamo dei programmididattici sviluppati negli anni e costantementeaggiornati. E quando a settembre comincial'anno scolastico e arrivano nuovi praticanti,

essi cominciano imparando i concetti di base. Riconoscere unmovimento di un certo tipo, la meccanica del corpo eimparare a cadere correttamente, si studiano i fondamentalidella tecnica di impatto, si lavora sull'abilità di colpire eresistere agli impatti. E poco a poco le lezioni si fanno piùcomplesse, comincia la difesa da coltello, da bastone, liberarsidalle prese. Quindi molti dei settori del programma sono estesie naturalmente non vengono immediatamente insegnati aiprincipianti, ma vengono introdotti gradualmente. Perciòanche nelle lezioni pratichiamo il combattimento in formaprogressiva, nel quale impariamo ad applicare tutti i concetti.Questo è molto importante se si deve impiegare leconoscenze nella vita di tutti i giorni e quando ci troviamo inquesto tipo di situazioni. Anche se questo non conta nulla sequando si inizia a lavorare nell'arte, nel cambio di prospettivain generale, e in una situazione nella quale si desideraapplicare le conoscenze e si entra in contatto conl'aggressore, uno non si rende conto che per superare ilmomento critico, il proprio corpo risponde e fa ciò che ènecessario. Il fatto è che non ci fissiamo sulla memorizzazionedelle tecniche ma nel provare l'efficacia dei singoli movimenti,nella comprensione della psicologia del nemico, nella capacitàdi uscire da una situazione pericolosa. Come risultato che almomento giusto non è necessario analizzare quale metodoapplicare, il proprio corpo reagisce alla situazione e selezional'azione più adeguata. Ma per ottenere questo, bisognacambiare internamente, solo anima e corpo uniti agirannocome un tutt'uno.

Arti da Combattimento

“Le persone arrivano da noi spesso molto tese, lo stress si accumula, non solo nel corpo maanche nella vita e insegnamo loro a liberare ilcorpo dallo stress, così iniziano a rispondere

in maniera differente alle difficoltà della vita. Di conseguenza ciò che

c'è intorno alla persona diventa unproblema minore, perchè lo risolve e non siaccumula ad altri. Bisogna affrontare il

mondo per come è e avere la forza per lottarecon lui senza arrendersi”

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“Le lezioni dicombattimento sonorivolte a sviluppare le

doti pratiche perlottare contro

il nemico, come il coraggio, la determinazione,

l'iniziativa e l'ingegno”

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C.N.: Questa è la lezione che il combattimento russocorpo a corpo da sul cambiamento del mondo interioredell'essere umano?

D.S.: Si, lo è. Le prospettive cambiano molto spesso, allostesso tempo che la vita di un essere umano. Questo nondeve sorprendere, perchè se una persona cambia dentro efuori, cambia lo spazio intorno lei. Molti ricostruiscono

radicalmente l'intera esistenza, la persona inizia adevolversi e come risultato migliora la propriaesistenza, la carriera e l'educazione.

Inoltre, le persone arrivano da noi spessomolto tese, lo stress si accumula, non solonel corpo ma anche nello spirito einsegnamo loro a liberarsi dallo stress,perciò iniziano a rispondere in manieradifferente alle difficoltà della vita. Diconseguenza ciò che c'è intorno allapersona diventa un problema minore,perchè lo risolve e non si accumula adaltri. Bisogna affrontare il mondo per

come è e avere la forza per lottare con luisenza arrendersi.

Sessioni di addestramentodi Close CombatObbiettivi, Principi eMetodi di Studio

Le lezioni di combattimento sonorivolte a sviluppare le doti pratiche perlottare contro i l nemico, come i lcoraggio, la determinazione, l'iniziativae l' ingegno. I contenuti dei corsicomprendono: esercizi preparatori perlo sviluppo della velocità, della forza,della resistenza e della flessibilità,tecniche con la corda (lanciarla emuoverla), pugni, calci e comeproteggersi da questi, presedolorose, atterramenti, modidisarmare, proteggere e scortare,modi di utilizzo di mezzi improvvisati(cintura, corda, ecc.)L'istruzione nel senso più ampio è

rivolta alla trasmissione costante delleconoscenze, allo sviluppo dellequalità e al miglioramento delle

capacità fisiche e psicologichedell'allievo.

Arti da Combattimento

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L'addestramento è di solito di gruppo, a volte a carattereindividuale. I compagni per l'apprendimento delle

tecniche vengono selezionati più o meno dellostesso peso e altezza. Più avanti, sarà utileche i partner siano anche di diverso pesoe altezza.

I modi di muoversi in serie tecnicheper l'autocontrollo, vengono introdottigià dalla prima lezione e si includonoanche nelle sessioni successive. Tutte le tecniche di presentatenell'insegnamento si realizzano senzauso di eccessiva forza e terminanosubito al segnale del compagno

(vocale, o battendo sul tatami osul corpo), le proiezioni sirealizzano dal centro verso ibordi del tatami.

Grazie alla natura delcombattimento corpo acorpo, si raccomanda diacquisire delle abilità pratichein una ristretta sequenza.Abbiamo uno sviluppocomune dei seguenti 13argomenti:

1. Postura, posizioni dicombattimento (esplicito,implicito)

2. Metodi di movimento3. Metodi di eliminazione

dell'equilibrio fisico4. Incidenti e misure

preventive.5. Metodi per liberarsi dalle

prese (la circonferenza)6. Metodi di protezionecontro pugni e calci

7. Modi di attaccare lemani verso il basso.

8. Atterramenti,divincolamenti, scarichi.

9. Cooperazionenell'allenamento (su temispecifici e compiti assegnati)

10. Metodi di attacco conle braccia.

11. Metodi di disarmo12. Metodi di protezione e

scorta.13. Unità di lavoro (due,

tre, cinque)

I primi quattroargomenti sono labase per i seguentiI l processo istruttivo per i l

combattimento corpo a corpoinclude la pianif icazione, la

logistica, la formazione diistruttori e insegnanti per

svolgere le lezioni e larealizzazione, cosìcome i lm o n i t o r a g g i op e r i o d i c ode l l 'evo luz ionedelle materie nelcombattimentocorpo a corpo(certificazioni).Gli studi sulla

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Arti da Combattimento

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pianificazione di realizzano sulla base didocumenti orientativi. Nelle scuole dilotta russa Viun siberiana, esiste undocumento che è un manuale peristruttori che fornisce il programmadidattico di quattro anni.L'organizzazione delle sessioni del

combattimento corpo a corpo deveprevedere:• Familiarizzare con i l processo

educativo del combattimento corpo acorpo e con la natura del lavoro, gliobbiettivi personali dell'allievo (l'esercitorusso, le forze dell'ordine, gli organismidi sicurezza e le imprese, la sicurezzapersonale, la palestra di autodifesa,l'indirizzo sportivo).• Lezioni sistematiche e regolari nel

combattimento senza armi• Uniformità nella distribuzione

dell'attività fisica e delle materie diaddestramento durante la settimana(mese, trimestre, anno)

• Le condizioni locali e lecondizioni di sviluppo fisico deglistudenti, così come l'appoggiologistico.L'addestramento al combattimento

senza armi si basa sul rispetto di variprincipi:Chiarezza sistematica e graduale

della comprensione e delmantenimento.

Il principio della visibilità si realizzain tre maniere (metodi):• Dimostrazione con spiegazione• Dimostrazione della ripetizione

simultanea• L'uso di strumenti visivi, video e

altro materiale didattico.Il principio dei sistemi implica una

certa consistenza nell'allenamento. Ilnuovo materiale può e deve essere unacontinuazione del vecchio e delle lezioniordinarie. Il materiale didattico deveessere gestito correttamente e in forma

metodica per assimiliare tutti i modid'impiego.

Il principio della gradualitàe dell'accessibilità sono ilpassaggio successivo dalsemplice al complesso, dafacile a difficile, ovvero,l'aumento graduale dell ivello di diff icoltà dellamateria, così come il ripassocostante di ciò che si è giàvisto.

La forza del principio diassimilazione sta nellaripetizione di elementi e ditutte le azioni in variecombinazioni e in differenticircostanze, con la provaobbligatoria e la valutazionedelle conoscenze acquisite.Tutti questi principi sono

legati tra loro e si possonoapplicare anche in una solalezione.

Oltre a questi principi, cisono tre gruppi di metodi perla trasmissione del sapere:verbale, visuale, pratico.

“Non ci fissiamo sullamemorizzazione delle tecniche ma

nel provare l'efficacia dei singoli movimenti”

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Nel verbale sono comprese materie come:spiegazione del contenuto della storia, oppureuna combinazione di azioni affrontate nellaconversazione.

I metodi visuali sono basati su sensazionivisive e uditive. Questi comprendono:piani di dimostrazione, video, ecc.allenamento visuale-motorio.

I pratici si concentranosull'aspetto cinetico ecomprendono la ripetizione diazioni diverse e con differentilivelli di difficoltà.

Inoltre, la formazione e l'uso ditecniche di insegnamento, come leprove reciproche, sicure, ecc,nell'allenamento del combattimentocorpo a corpo con sequenzemetodiche adatte.

Distribuzione deicarichi di lavoronelle lezioniLe lezioni di

combattimento corpo acorpo sono simili a quelle di altri

studi sull'al lenamento fisico ecomprenderanno una parte preparatoria,

primaria e finale. I metodi di organizzazionedegli esercizi possono essere molto diversi.Tutto dipende dai traguardi e dagli obbiettivi.È importante che il metodo sia strettamentecompatibile con le lezioni.Come parte dei preparativi sono inclusi:

l'organizzazione (lezioni tematiche chechiariscono obbiettivi e traguardi,dimostrazione della disponibilità per fare frontealle forme di occupazione); camminare, correre,movimento in posizioni di combattimento(esplicite o implicite), imitazione delle protezionie dell'impatto nel loro insieme, lo sviluppogenerale e specifico degli esercizi. La selezionedi esercizi per le sessioni preparatorie devecorrispondere ai temi affrontati nella parteprincipale dello studio.Gli esercizi secondari si effettuano in gran

parte in coppia, per esempio, caricando un

compagno sulla schiena, o sopra le spalle, facendo esercizi diyoga sui gradini, seduti, usando elementi della lotta, distesi,sulle ginocchia, ecc.Gli esercizi specifici comprendono: capriole in avanti,

indietro e di lato, capriola volante, cadute nelle differentidirezioni.Nella parte principale della sessione si svolgono i compiti

più difficili. Si studiano i principi di squilibrio, i metodi diprotezione, si sviluppano le tecniche di colpo, le prese, i lanci,le fughe, cosi come i divincolamenti da prese (circonferenza), isistemi di primo soccorso, di collegamento e dimantenimento. La maggior parte dell'addestramento deveiniziare con le azioni e i metodi più complessi.

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L'esecuzione della parte principaledipende dal volume e dall'intensitàdel carico di lavoro, dall'età e daltempo dedicato all'inizio e alla finedelle lezioni. In genere, la maggiorparte durano tra i 45 e i 60 minuti.L'attività funzionale nella parte

finale dell'al lenamento si r iducegradualmente per realizzare i seguentiesercizi: corsetta leggera, esercizi direspirazione e esercizi di rilassamentocamminando. Alla f ine di ognisessione si ricapitola sempre tutto:ognuno deve prepararsi sapendomisurare i propri passi.Un istruttore deve supervisionare

ogni sessione o lavorare per valutarele prestazioni nell'arco di un anno e dialcune lezioni. L'insieme dei metodiquantitativi per la valutazione delleprestazioni è l'ergometria.Ergometricheskoe: le valutazioni sieffettuano normalmente usando treindicatori: l'intensità (potenza) con laquale si realizzano gli sforzi, il volumedei compiti svolti (distanza percorsa,realizzazione di un lavoro meccanico,

ecc) durante l'esecuzione delle attività motorie. Si possonocorrelare tra loro diverse attività motorie e pianificare il lavororealizzato nella lezione.Lo stato del corpo umano permette una valutazione di

indicatori esterni, come il colorito della pelle, la frequenzarespiratoria, il tipo di sudorazione. Il motodo più comune di

calcolo della frequenza cardiaca è l'HR che dimostraabbastanza obbiettivamente lo stato del sistema

cardiovascolare durante l'esercizio.Bisogna contare l'HR prima, durante eimmediatamente dopo una lezione per 15secondi, poi si moltiplica per 4. Per talidati i riferimenti sono: prima dellalezione, 60-70 battit i al minuto,durante si oscilla tra 80-140, dopotra 70-80. La frequenza cardiacavaria a seconda della persona edipende dall'età, dalla condizione

fisica, dalla salute, ecc.Per determinare il vaore ricevuto dal

carico nelle lezioni di combattimentomarziale, dobbiamo tener conto delle

pulsazioni del sistema cardiovascolare. Ilcarico può essere: basso - frequenza

cardiaca a 120-130 battiti/min.; medio -130/150 battiti/min.; alto - 150/180 battiti/min.Qeusti indicatori dovrebbero essere tenutisotto controllo maggiormente nei gruppi dianziani. In questi gruppi si eseguono menoesercizi che richiedano movimenti bruschi,molto potenti, o con carichi statici,inoltre bisogna dedicare più tempoalla prearazione e

alla parte f inaledella lezione.

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MU TO YUVedere aldilà delle Forme

Spesso si dice: “Che ne sarebbe del Mondo se a tuttipiacesse il giallo!” In altre parole, possiamo dire che èmolto importante che ognuno abbia un suo pensiero, unconcetto e un raziocinio sulla vita e delle suemanifestazioni. Come se, visto con il modo di vedere deipiù studiosi orientali, tutto ciò ci portasse al concetto diKarma come linea divisoria degli avvenimenti.

Se è così, possiamo illustrarlo con una sempliceanalogia: è come se la f iamma di una candela sispegnesse. La fiamma della seconda candela è nata dallaprima, cioè, è collegata ad essa, anche se non è identicaalla prima. Quindi, le due fiamme sono connesse, ma nonsono identiche. Così sono le maniere di vedere le ArtiMarziali…della vita.

Una persona è un miscuglio di materia e mente. Il corpopuò essere visto come una combinazione di quattroelementi: terra, acqua, calore e aria; la mente è lacombinazione di sensazioni, percezioni, idee e coscienza.Il corpo fisico - in verità tutta la materia in natura - è infunzione del ciclo di formazione, durata, deterioramento ecessazione.

Un giorno, l'Imperatore Liang andò da Bodhidharma e glichiese: - ho costruito un gran numero di templi, hotradotto molti sutra e aiutato molti monaci. Quali meriti hoottenuto?

- Nessun merito!!!, rispose BodhidharmaAbbiamo idee differenti su uno stesso argomento e

questo è ciò che ci porta alla giusta misura dellacomprensione; che, in verità, ci toglie il privilegio dicrederci di essere in qualche modo speciali. Sulla via versola saggezza possiamo dire che non ci sono dubbi: ilgrande lavoro che le leggi della vita devono fare sul pianoevolutivo umano, è quello di elevare l'attuale biotipo

dominante verso modi di vivere più avanzati, affinchè siapossibile capire e praticare l'etica in una forma razionale ecosciente. Se la vita comincia con la respirazione, lacoscienza comincia con la riflessione.

Ciò che è chiaro, soprattutto riguardo alla marzialità eagli artisti marziali, è che più è primitivo l'individuo nel suoraziocinio e nelle osservazioni, più potente e reale è laseconda forma di riflessione, invece debole e irreale è laprima. Quanto più è avanzato l'essere, più illusoria è larif lessione terrena, l imitata a ciò che vediamo,guardiamo… E più potente, reale e viva è la vita astratta,invisibile. Perciò, il primitivo giudica la perdita della vitafisica una grande perdita e lotta disperatamente perconservarla, mentre l'essere evoluto ha la sensazione chela morte non lo riguardi, perché non spegne il suo stato dicoscienza risvegliata, con il quale egli resta in vita. È lasensazione provata dai grandi saggi…

Tutto ciò aldilà di se stesso!La mitologia giapponese ci r ivela che gli antichi

fabbricanti di spade forgiavano le loro lame per tagliare glispiriti e le anime. Di certo possiamo dire che, in sensofigurato, l'anima rappresentava uno dei luoghi in cui sioriginava il Dharma. La parola Dharma, che è davveroriferita a una infinità di interpretazioni, in molti casi,principalmente nei moderni insegnamenti giapponesiGendai, è associata al dovere. Fin dai nostri tempi comeallievi, Dharma rappresenta la conoscenza che abbiamoacquisito nella sua forma di espressione. Tuttaviapossiamo vedere che dovere, come molti lo utilizzano, èsoltanto ciò che è collegato a una condizione individuale, oa un periodo o paese in particolare. Non possiamoattribuire a questa definizione un concetto che èoriginariamente stabilito come qualcosa di eterno; lostesso per tutti, dappertutto. Si esprime il significatodell'essere interno dell'anima. Molti dei grandi maestri

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delle scuole tradizionaliscrivono circa i l termine“SenKon” - l'anima dellaguerra. In altre parole possiamodire che il Kokoro - cuore, inquanto sentimento (il termineutilizzato in Giapponese per ilcuore come organo, è un altro),è il progenitore della virtù delrealizzare, soprattutto sulcampo di battaglia. Quindi sisostiene anche che il luogo dinascita del Dharma è il cuore.Quello che si propaga dalcuore come idea pura, quandosi traduce in azione, si chiamaDharma; o per i più studiosi, ilsuo signif icato letterale:“insegnamento”.

I l secondo signif icato ènormalmente associato alla definizione “la forma di cosìcome sono le cose”. I maestri attribuiscono il successo inguerra al Dharma della conoscenza… La differenziazionedi ciascuna comprensione; tutti abbiamo a che fare con ilpieno e il vuoto. Molti maestri con cui abbiamo parlato,principalmente in Europa, sono arrivati alla stessa nostraconclusione: purtroppo, scritti più recenti non aiutano achiarire i significati perduti della parola Dharma, soprattuttoper quanto riguarda le pratiche della guerra. Tendono anon dare un significato uniforme alla parola. Non aiutanonemmeno a trovare maniere pratiche su come realizzare ilDharma. Nelle guerre, sia interne che esterne, gliatteggiamenti che l'individuo assume davanti alle difficoltàvariano da persona a persona. Ma la sofferenza di fronte aldolore produce un effetto più o meno comune a tutti, che

mette a nudo e rivela la veranatura dell'individuo. Qual è ladimensione del tuo Dharma?Lo si riconoce per il suo tipodi reazione, perché pare chedavanti al le più profonderealtà della vita, come il doloree la morte, l 'essere nonsappia più mentire. Tuttiritorniamo alle origini…allasemplicità!

Lao Tse dice:” La virtùeterna mai lo abbandona eperciò non sarà maiabbandonato dalle forzeradicate nel proprio IO; ritornaall'ingenuità di bambino. Chiconosce la sua luce, mamantiene la sua oscurità, èmodello di sovranità. Essendo

modello di sovranità, la virtù eterna ora non vacilla più ediventa illimitata. L'uomo permeato dalla luce preferiscemanternersi nell'oscurità perché possiede una lucepropria. Colui che conosce la gloria e la vergogna è undifensore del mondo. Essendo un difensore del mondo, lavirtù eterna germoglia in lui, raggiungendo la semplicitàoriginale”.

La storia ha dimostrato che l'uomo ha grande difficoltàad ammirare i suoi simili. Forse per paura, diffidenza,invidia; se osserviamo la cosa in termini di Arti Marzialicontemporanee, per avere qualcosa di tangibile, troveremograndi nomi che sono stati ammirati, odiati, maltrattatidalla vita, dai colleghi di lavoro… La cosa interessante èche tutti loro, in fondo, erano ammirati dai propri detrattorie aggressori. Abbiamo visto accadere tutto questo con

“Se osserviamo la cosa intermini di Arti Marziali

contemporanee, per avere qualcosa

di tangibile, troveremo grandi nomi

che sono stati ammirati, odiati,

maltrattati dalla vita, dai colleghi di lavoro…”

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Funakoshi, Takeda, Kano,Ueshiba, Bruce Lee, StevenSeagal… Che bisognoabbiamo di ammirareinternamente e odiareesternamente? Possiamoincontrare questo stessocomportamento negli amorigiovanili di scuola, dove ilragazzino o la ragazzina,quando sono attratti daqualcuno e non voglionoammettere i l propriosegreto, trattano malecolui/lei che desiderano. Ipiù saggi credono cheanche dopo, da adulti, ciportiamo dietro una grandequantità di sfrontatezza, pernon dire di cattiveriainfantile.

L'adolescenza è un periodo di profondi cambiamentiinteriori ed esteriori dell'organismo globale, fisici e mentali.Per l'artista marziale è la fase del suo sviluppo fisico: forza,resistenza, velocità… E' anche l'età prediletta per ilpalesarsi delle turbe emozionali. C'è chi la definisce l'etàdella “noia”.

Il vero percorso marziale, quello praticato per davvero, ingenerale è un percorso di grande impegno e rinuncia; ènaturale che nascano sogni, inquietudini, desideri…Tuttavia, una volta adulti vengono pervasi dalla frustrazione,che anch'essa deve essere vista come qualcosa dinormale. Eppure, non tutti si liberano di questa frustrazionee quindi diventano persone squallide e immature.

Giustificare il comportamentoumano come conseguenza diquesta o di quella causa, è statoun esercizio instancabile nelcorso del tempo e attraversomolti aspetti della conoscenza.Per i maestri, tutto è parte diognuno: offriamo solo ciò chepossediamo. Insomma, pare chel'unico incolpevole eassolutamente privo diresponsabilità delle azioni umane,sia l'essere umano stesso. Pareche il volere umano sia del tuttosconosciuto, la volontà, quellacaratteristica totalmente sovranadella nostra personalità. Apparestrano vedere dei professionistiparlar male di altr i colleghi,istigando altre persone adiffondere false informazioni,

accuse… E in fin dei conti, per il comportamento umano,anche questo è normale. L'ammirazione è il lato nascostodell'aggressore. A questo punto, preferiamo la massima diJean Paul Sartre: “Non sono responsabile di ciò che altrihanno fatto di me, ma sono responsabile di quello chefaccio con ciò che altri hanno fatto di me”.

E' naturale che col passare degli anni, si capisce che ilnostro modo di pensare non è lo stesso e che le nostreverità si sono via via modificate. E non c'è motivo divergognarsene! Qualche giorno fa, un amico non facevache vergognarsi del fatto ora che prova ammirazione perun artista musicista: il suo passato da “metallaro pesante”si è evoluto e adesso è arrivato ad apprezzare altri aspetti

“Gli antichi fabbricanti dispade forgiavano le lorolame per tagliare glispiriti e le anime. Di certo possiamo

dire che, in senso figurato,

l'anima rappresentava uno dei luoghi

in cui si originava il Dharma”

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Filosofia

“Il primitivo giudica la perdita della vita fisicauna grande perdita e lotta disperatamente perconservarla, mentre l'essere evoluto ha lasensazione che la morte non lo riguardi,

perché non spegne il suo stato di coscienzarisvegliata, con il quale egli resta in vita”

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della chitarra alla quale si è dedicato per tutta la sua vita.Si è innamorato del Jazz e dei suoi protagonisti; il tempopassa e noi, in un modo o nell'altro, persinoinvolontariamente, cerchiamo di accompagnarlo: è ilprocesso naturale della maturità! Oggi detestiamo, domaniammiriamo! Succede la stessa cosa in altri ambiti;scopriamo che esistono molte altre cose, svariati universialdilà della nostra comprensione.

Questo grande amico adesso capisce che quandoaccade questo fenomeno di liberazione dal passato,avviene una profonda alterazione nelle parole e nel sensoche diamo alla vita; l'epoca che precede questa scoperta èun'età di rivoluzione e tormento; dopo, vi è in tutti undesiderio di conoscere le cose per quello che sono; esiccome prima non avevamo questo desiderio,rimanevamo in un mondo di limitazioni. Credevamo cheesistesse soltanto una verità, che solo una via fosse quellagiusta!

Così, quando mi chiedono del processo della coscienza,della liberazione, dico che: dobbiamo, in primo luogo,liberarci dalle incrostazioni dei secoli, disfarci di tutti gliideali e delle ideologie… guardarci dentro e diconseguenza, fuori. Dividere ogni cosa in ciò che dovrebbeessere e ciò che è, è il modo più illusorio di affrontare lavita.

La ciotola di Legno(autore anonimo)

Un signore anziano andò a vivere con suo figlio, la nuorae il nipotino di quattro anni. Le mani del nonno eranotremolanti, la sua vista stanca e i suoi passi incerti.

La famiglia si riuniva intorno alla tavola per mangiare. Male mani tremolanti e la vista del nonno erano un problema

quando doveva mangiare. I piselli rotolavano tutti a terra.Quando prendeva il bicchiere, il latte si rovesciava sullatovaglia. Il figlio e la nuora s'innervosivano…

- “ Dobbiamo trovare una soluzione a tutto questo”,disse il figlio

- Ne abbiamo già avuto abbastanza di latte rovesciato,rumore di gente che mangia a bocca aperta e cibo perterra”.

Decisero allora di mettere un tavolino in un angolo dellacucina. Lì il nonno mangiava da solo, mentre il resto dellafamiglia mangiava tranquillamente sul tavolo.

Da quando il nonno ruppe un paio di piatti, gli servivanoil suo cibo in una ciotola di legno. Lì, seduto da solo, ognitanto qualche lacrima scendeva dai suoi occhi.

Così, le uniche parole che gli rivolgevano erano aspririmproveri quando gli cadeva una posata, o qualcosa damangiare per terra. Il bimbo di quattro anni lo osservava insilenzio. Una sera, prima di cena, il padre notò che ilpiccolo era a terra che armeggiava con dei pezzi di legno.Egli chiese al bimbo:

- “Che stai facendo?”Il bimbo rispose dolcemente:- “ Nulla, faccio una ciotola di legno perché tu e mamma

possiate mangiare quando io sarò grande” - e il tornò alsuo lavoro.

Quelle parole ebbero un tale effetto sui genitori che nonriuscirono a proferire una parola.

Poi, cominciarono a scendere delle lacrime sulle loroguance… Anche se nessuno disse nulla, entrambisapevano ciò che dovevano fare. Quella sera, il padreportò il nonno alla tavola di famiglia e da lì in avanti e finoalla fine dei suoi giorni, il nonno mangiò sempre con lafamiglia. Non importava più se cadeva una forchetta, serovesciava il latte o se sporcava la tovaglia…

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Filosofia

“Se osserviamo la cosa intermini di Arti Marziali

contemporanee, per averequalcosa di tangibile,

troveremo grandi nomi chesono stati ammirati, odiati,

maltrattati dalla vita, dai colleghi di lavoro…”

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L’utilizzo di un oggetto diuso quotidiano perl’autodifesa puòincrementare enormementele proprie chance di successodurante un’aggressione. In questo articoloparlerermo delle armiimprovvisate e mostreremoalcuni esempi di comerealizzarle.

Testo: Peter Weckauf, Irmi Hanzal &Thomas SchimmerlFoto: Mike Lehner

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Oggetti quotidiani per la difesa personale il vantaggio degli oggetti improvvisati

Negli ultimi anni mi è stato più volte riferito che ho ispiratomolta gente a utilizzare gli oggetti quotidiani con fini diautodifesa. Nel SDS-Concept impieghiamo ogni cosa perdifenderci. Tutto ciò comprende le armi reali, gli strumenti propridell’autodifesa e le cose di tutti i giorni, come oggetti adattati earmi improvvisate.

Le armi improvvisate sono strumenti che sono stati adattati ocostruiti e vengono utilizzate insieme ad altri oggetti.

Armi improvvisateCi sono degli oggetti che in nessun modo possono essere

delle armi efficaci. Tuttavia, ci possono esseresituazioni in cui è una buona idea combinare questioggetti in un’arma, come componenti di questa, chesarà più funzionale ed efficiente.

Questo richiede molto tempo di preparazione, maquesto approccio ha i suoi ventaggi, gli stessivantaggi che esistono per gli oggetti di usoquotidiano. In molti paesi, la legge non permette diportare con se un’arma o uno strumento proprio perl’autodifesa e dunque le armi improvvisate possononon essere riconosciute immediatamente come tali.L’impiego di armi improvvisate per la difesa personaleè un’idea particolarmente valida contro aggressioniche possono causare gravi ferite o persino mettere inpericolo la nostra vita, soprattutto quando sono amano armata. Il mio consiglio è di equipaggiarvi alloscopo di aumentare l’efficacia della vostra difesa.

Così come gli oggetti quotidiani, le armiimprovvisate si possono usare per amplificare i colpi,

fare delle pressioni, realizzare delle prese e si possono utilizzareper infilzare, tagliare, comprimere, a mò di frusta, o addiritturaper poterle lanciare contro un aggressore.

Come ho detto prima, i l grande vantaggio delle armiimprovvisate è che – parlando da un punto di vista legale – nonsarete realmente armati, ma è meglio che essere disarmati. Nondobbiamo trascurare il fatto che un’arma improvvisata puòessere facilmente smontata e dunque non si può considerareveramente lesiva. Comunque, ci sono alcune regolefondamentali da rispettare.

Pensate alle caratteristiche dell’oggetto! Quando si decide dicostruire la propria arma, bisogna tener conto di quanto segue:resistenza del materiale, lunghezza e dimensioni, forma (apunta, rotondo, aguzzo), peso, flessibilità, il pericolo per se

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stessi e per ultimo, ma non meno importante, della disponibilità. Si devesempre prendere in considerazione il pericolo di farsi del male el’efficenza dell’arma. E’ anche necessario essere in grado di usare l’armapiù di una volta. Non deve rompersi o andare in pezzi nel caso non siottenga immediatamente l’effetto desiderato.

Tattiche – Utilizzate tutto quello che avete per la vostra difesa! Ciòcomprende pugni, calci, colpi di gomito, e colpi di ginocchio da combinarecon la vostra arma improvvisata. Un’altra opzione è ingannare il vostroavversario fino a farlo sentire sicuro e attaccarlo quando meno se loaspetta. Bisogna terminare l’azione di difesa solo quando l’aggressore (o gliaggressori) non rappresenta più una minaccia o quando si può mettere in attouna fuga in tutta sicurezza. La sportività non conta qui. La vostra vita è ciò checonta!

Chi deve usare questo tipo di difesa?Grazie alla sua semplice idea di base, l’uso delle armi

improvvisate è

un’opzione per tutti.Questi strumenti sonoparticolarmente utili per lepersone che in generale sisentono inferiori in una rissao durante un’aggressione.

Come ottenere un’ar-ma improvvisata

Se vogliamo essere pronti e preparati in ogni momento, spcialmente quandoconta, dobbiamo applicare una tecnica preventiva chiamata il “radar delpericolo”. Questo lo si attiva mediante il riconoscimento delle situazioni di pericolo, delle persone e dellecircostanze il più velocemente possibile. Solo allora sarà possile valutare una determinata situazione ereagire adeguatamente. D’altra parte però, abbiamo bisogno di tempo sufficiente per procurarci un’arma,se si tratta di un oggetto quotidiano o di un’arma improvvisata. “Il radar del pericolo” comprende anche ilriconoscimento di oggetti che possono essere usati come un’arma o trasformati in una di queste. Questorichiede pratica e conoscenza dell’utilizzo di determinati strumenti, così come anche una buona dose dicreatività.”Usate ciò che funziona!” è il motto. Utilizzate quella che ritenete sia un’arma utile in unasituazione ben definita.

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Oggetti quotidiani o armiimprovvisate?

Qualsiasi oggetto quotidiano si puòutilizzare per l’autodifesa se è facile daottenere e lo si può usare per quello cheè.Ma è anche necessario:Comtemplare oggetti atipici che non

sono chiaramente destinati per fini diautodifesa (tessuti, calzini, giornali...)

Aumentare l’efficacia di un oggettoTrasformare o adattare un oggetto

perchè diventi uno strumento difensivoappropriato in una situazione definita.

Aumentare la portata dell’oggetto, laforza e la flessibilità

Migliorare la durata di un oggetto alloscopo di consentire un uso prolungato.

Garantire la propria incolumitàassicurandosi di non provocare danni anoi stessi.

Migliorare la maneggevolezzadell’oggetto (presa).

Adesso valuteremo (brevemente) comela costruzione di un’arma come questa ciaiuterà anche a capire come usarla, il chea sua volta, darà luogo a una difesasicura, accurata e attenta.

Quali sono le armi improvvisate?Problema: situazione potenzialmente

dannosa, quantità limitata di tempo per lapreparazione

Soluzione: sviluppare la creatività peradattare, costruire, montare un oggettoperchè possa essere utilizzato in modoefficace come:

Un’arma da taglio, pungente ocontundente

Una frustaUn oggetto da lancioUno strumento da taglioUna catenaEccetera

Per esempio1. Proiettil i o “proiettil i da lancio”

(calzino pieno di sassi, sciarpa annodata,borsa piena, tessuto con monete, ecc.)2. Arma bianca o arma da colpo

(giornale arrotolato, pezzo di carta ocartone arrotolato, piegato e attaccatoper creare un oggetto tipo bastone,penna con supporti per prese)3. Oggetti taglienti (carta di credito, o

un righello)Arma improvvisata 1 – tessuto con

monete

Per costruire questa “arma” c’èbisogno di un tessuto e una manciata dimonete. Mettete le monete al centro deltessuto da arrotolare. Fate un nodointorno alle monete in modo che non sisciolga quando l’arma verrà utilizzata.Poi, legate insieme le estremità deltessuto per avere una buona presa.

Arma improvvisata –rivista

Questa “arma”, naturalmente, non èniente di nuovo. Allo stesso modo di ungiornale, un pezzo di cartone o alcunifogli di carta che potrebbero essere leuniche cose a vostra disposizione. Ilcartone può essere pressato e piegato,una rivista, o un mucchio di carta sipuò arrotolare. Usate del nastroadesivo per aumentare la robustezza ela resistenza del vostro espediente.Potete anche aggiungere un oggettoappuntito nella parte superiore dellavostra arma.

Per maggiori informazioni su corsi oseminari, consultate HYPERLINK"ht tp : / /www.sds-concept .com"www.sds-concept.com

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L’uso della forza e lamentalità difensivaCome istruttore di armi da fuoco

civi le, spesso mi imbatto nell’ ideatotalmente distorta in meritoall’applicazione della forza nella difesa dise stessi o di altri. Sebbene le leggi tra idiversi stati siano variabil i , moltepersone hanno frainteso che grazie allalegge, come si diceva, gli sia permessol’utilizzo di una forza letale nel caso, adesempio, di un’intrusione in casapropria. Nella maggioranza dei casi,queste persone non hanno pensato alleconseguenze dell’essere coinvolti in unconflitto a fuoco. Anche se suddettispari venissero ritenuti giustificati epertanto non vi fossero conseguenzelegali, ci sono molti effetti psicologici esociali che possono cambiare la vita.Non approfondirò questo temaall’interno dell’articolo, ma piuttostospiegherò quando si può avallare l’usodella forza. Io non sono un avvocato,

così se voi avete un’arma da fuoco perautodifesa, vi raccomando di consultareun legale nella vostra giurisdizione perottenere assistenza a riguardo. Stoparlando da una prospettivastrettamente di difesa strategica.Uno dei più grandi malintesi è che se

uno si sente minacciato (perchè gliordinamenti giuridici di solito utilizzanoquesta terminologia per stabilire i criterisull’uso della forza), si devecompromettere. Questo è un erroreclamoroso. Per illustrare tutto questo,spiegherò i differenti t ipi diprocedimento. Ce ne sonoessenzialmente tre – militari, di polizia ecivili. Nel primo tipo di procedimento(militare), se una minaccia è identificatae il nostro obbiettivo è chiaro come ilcristallo – agire e neutralizzare laminaccia. Non abbiamo la competenzaper decidere se agire oppure no,quando si r iceve un ordine, nonabbiamo l’opzione di ritirarci (a menoche, come risultato dell’azione non si

abbia quell’opzione tattica), e dobbiamoutil izzare tutti i mezzi a nostradisposizione al fine di neutralizzare laminaccia. I l nostro obbietivo qui èmettere i l nostro avversario fuoricombattimento – meglio ferendologravemente (e saranno le truppe aportarlo via per prestargli soccorso) ouccidendolo.I l nostro secondo tipo di

procedimento è quello delle forzedell’ordine. A differenza dei militari,dovendo far rispettare la legge, quandosi percepisce una minaccia non bisognaneutralizzare o uccidere l’obbiettivo, maarrestarlo e garantirlo alla giustizia. Cosìcome nel primo procedimento, la polizianon ha altra scelta – il suo lavoro èarrestare la minaccia. I metodi possonovariare, lasciando un marginediscrezionale in quanto a dove e comesvolgere tutto ciò. Anche senormalmente non è raccomandabilerompere il contatto con la minaccia, inalcuni casi, una decisione tattica

Testo e foto: Avi Nardia & Benjamin Krajmalnik - KAPAP Combatives -

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potrebbe essere evitare il contatto mentre si mantiene la vigilanza e procedere all’arresto,quando le condizioni si evidenziano più favorevoli per gli agenti, o quando si è in presenzadi un minor livello di rischio per i civili. Se nel corso dell’arresto del soggetto questo vieneabbattuto, sarà un caso che verrà investigato dal dipartimento, considerando i livelli ditolleranza sull’uso della forza.Il tipo di procedimento che ci riguarda è quello civile e qui darò più dettagli.

Indipendentemente dal linguaggio giuridico di qualsiasi istituzione che regolal’uso della forza nella difesa personale (e questo è più critico secondo le “leggi

di Palazzo” di stati in cui le persone sentono che la legge sta “dalla loroparte”), dobbiamo essere in grado di articolare una difesa che

giustifichi il nostro uso della forza. Per quello, ci sono trecomponenti che si devono approcciare – il triangolo dell’Abilità,Opportunità e Proposito. Se possiamo dimostrare chel’aggressore o il criminale avevano la capacità, l’opportunitàe l’intenzione di infliggere dei danni corporali gravi o lamorte, allora si giustifica il nostro ricorso alla forza letale.Questi tre fattori non sono riferit i unicamenteall’aggressore, ma anche alla persona che esercita laforza per la propria difesa.

A differenza degli scontri militari o della polizia,come civi l i abbiamo un obbiettivo – lasopravvivenza. Ogni volta che utilizzate la forzanella difesa, avrete un livello di responsabilitàlegale, per cui la miglior maniera di agire è semprefuggire. Non si deve portare con se un’arma dafuoco per alimentare l’ego e non si deve agire cosìper fare. Non importa quanto abile uno pensi diessere – in qualsiasi momento dello scontro puòsuccedere qualcosa di inaspettato e ci possiamotrovare nel lato perdente del confronto. Il modomigliore di agire è sempre la fuga – e questoindipendentemente se l’uso della forza venisseesercitato con un’arma da fuoco o a mani nude.Presenterò uno scenario ipotetico. Vi svegliate nel bel

mezzo della notte con il rumore di qualcosa che si rompein cucina. Ci sono varie azioni che si potrebbero realizzare.

Autodifesa

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Grandi Maestri

Opzione 1.

Prendete la pistola e scendete nellazona in cui avete sentito il rumore perfronteggiare la minaccia percepita.Arrivando in cucina, vedete unasilhouette sconosciuta e “temendo perla vostra vita”, sparate contro laminaccia e la abbattete. Il sospetto ha lacapacità di infl iggere dei dannicorporali? Dipende. Vediamo unoscenario nel quale vi trovate davanti unuomo grande. Dopo essere caduto aterra, si vede che è molto più forte di voie accanto al suo corpo si nota unasbarra di ferro che ha usato per entrarein casa vostra. In questo caso, avrebbeavuto la capacità, poichè egli aveva ilpotenziale fisico così come i mezzi perfarlo. Ha avuto l’opportunità? A questopunto, in assoluto – a meno che non vifoste avvicinati per parlare con lui, erafuori dalla distanza che gli avrebbe datotale opportunità. Aveva l’intenzione?Bene, in base ai dati che abbiamo inquesto momento, la sua unicaintenzione era rubare – non ci sono stateminacce. A meno che il sospetto nonarrivi a comportarsi in modo davverominaccioso, se sparate potrebbe essereconsiderato un atto ingiustificato epotreste esserne penalmenteresponsabili. Ma adesso, mettiamo che

il tutto sia ancora più intricato. Dopoaver sparato, vi avvicinate al soggetto erealizzate che è un amico di vostro figlio,che senza che voi lo sapeste, è rientratoda una festa un pò ubriaco e hainciampato mentre cercava un pòd’acqua. Ora, entriamo negli aspettisociali e psicologici alla radice deglispari. Avete appena tolto la vita a unapersona innocente e ancora peggio, aqualcuno vicino a voi. Credete chesareste capaci di vivere con questorimorso? Cosa cambierà nella sfera deivostri rapporti sociali? La vita saràdavvero molto complicata per voi dopotutto questo.

Opzione 2.Prendete la pistola e con attenzione

scendete con l’intenzione di fuggire. Nelfarlo, il sospetto vi vede e vi minaccia. Ilsospetto è totalmente ubriaco eincapace di camminare dritto. Ha inmano uno dei vostri coltelli da cucina. Èa 2 metri dalla porta ed è a 10 metri davoi. Sparereste? In primo luogo,cercando di scappare, avete appenadimostrato che non avevate intenzionedi usare la forza. Adesso analizziamo lacosa sulla base dei tre criteri. Ne avevala capacità? Beh, questo sarebbediscutibile. Lui aveva un’arma, e poteva

essere sufficientemente rapido daaccorciare la distanza, ma fino a chenon iniziava a farlo, sarebbe stato moltodiff ici le. Aveva l’ intenzione?Assolutamente – poichè vi haminacciato apertamente brandendoun’arma. Ne aveva l’opportunità? Inquesto caso, è valido lo stesso discorsofatto sulla sua capacità – se inizia achiudere la il gap prima che voi possiatescappare, allora si. L’uso della forzaletale in questo caso dipenderà dallapostura che il sospetto ha assuntoquando ha visto che stavate scappando.Qualsiasi tentativo di avvicinarsi a voiindica che il furto non era la sua unicaintenzione.

Opzione 3:La pianta dell’appartamento è tale che

non si può scappare in maniera sicuraevitando di essere fermati. Prendete iltelefono e chiamate la polizia.Informatela sulla vostra ubicazioneesatta all’ interno della casa, dellaminaccia che avete di fronte e ancheche voi siete armati. Mantenete lacomunicazione aperta e gridate a chi stadi sotto che siete armati e qualsiasitentativo di andare su sarebbeinterpretato come una minaccia tale cheprovocherebbe l’uso della forza letale.

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Restate in una situazione strategica nella quale se la minaccia sale al secondo piano, voi avrete un vantaggio. Avete fatto i passinecessari per avere la miglior copertura legale. Avete chiamato la polizia perchè loro si occupino dell’aggressore, avete dato unavvertimento, che è stato registrato, sul fatto che il ricorso alla forza letale avverrebbe solo nel peggiore dei casi, per cui siete inuna posizione vantaggiosa. Il sospetto inizia a salire le scale, nella totale oscurità. Vedete che tiene in mano qualcosa, è statoavvisato di non salire. Ora avete un’atteggiamento difensivo. Lui sta accorciando la distanza ed è stato avvisato, pertanto egli ha

la capacità e l’opportunità e dal momento che ha l’oggetto in mano, ha intenzione di fare delmale. Sparate? Regola 1 – non sparate fino a che non avete identificato l’obbiettivo.

Il “sospetto” che stava salendo era vostro figlio, che arriva dall’università per ilfine settimana, senza preavviso. L’oggetto in mano è il suo Ipod, con cui

sta ascoltando musica e non ha potuto sentire gli avvertimenti.La percezione e la realtà, soprattutto in situazioni di stress, sonomolti differenti. Tuttavia, avere un piano prima del tempo, seguirloe rispettare alcune regole basilari di sicurezza strategica,diminuirà la possibilità di dover utilizzare la forza letale.

È sempre preferibile che la minaccia venga verso di voi,piuttosto che il contrario. Non sapete quello che laminaccia può fare – mediante l’assunzione di unaposizione strategica si riduce al minimo la possibilità diessere dalla parte perdente in un confronto. Non verretesorpresi. Ma anche se avete preso tutte le precauzionicorrette come nella nostra opzione 3, non bisognasparare fino a che non si è identificato il proprioobbiettivo. Qualche mese fa, un famoso atletasudafricano (Oscar Pistorius, noto atleta paralimpico- ndt) ha sparato alla sua fidanzata. Lei era in bagno,secondo lui, e svegliato dai rumori provenienti da lìpensò che qualcuno fosse entrato in casa sua. Hasparato attraverso la porta chiusa e l’ha uccisa. Nonvorrei essere il suo avvocato. Non posso sapere sesia stato un vero assassinio o meno – è il tribunale chedovrà stabilirlo - ma è assolutamente un omicidiocolposo, dal momento che ha sparato senza aver primaidentificato l’obbiettivo

Autodifesa

Page 42: Rivista arti marziali cintura nera budo international aprile 2014

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Page 43: Rivista arti marziali cintura nera budo international aprile 2014

Questo libro è il primo che parla apertamente diuna tradizione Sciamanica giapponese che dalSecolo XII rimase segreta. Si tratta della culturaspirituale degli Shizen ("i naturali"), un popoloche raggiunse la sua massima espressioneintorno al Secolo XIV sull'Isola di Hokkaido, alNord del Giappone. La cultura apparteneva allapopolazione Aino, culla di guerrieri e sacerdoti,gli abitanti originari delle Isole, di razzacaucasica e in perenne lotta con gli invasoriYamato. Oggigiorno solo un tre percento dei

giapponesi possiede geni Aino, tuttavia la suasaggezza sul mondo spirituale fu tale che,nonostante l'essenza fu mantenuta segreta,"contaminò" intensamente la cultura giapponesee la sua influenza si può percepire in aspettidello Shinto, nello Shugendo, nelle Arti Marzialie nelle tradizioni e abitudini di tutto ilGiappone. I saggi Miryoku, gli Sciamani delpopolo Shizen, erano temuti e ricercati persinodallo stesso Shogun per via del loro potere edelle loro conoscenze.L'e-bunto è rimasto talmente segreto che

anche digitando il suo nome su Google, non neesce niente. La ricchezza della sua eredità èenorme e le sue conoscenze del mondospirituale e delle interazioni con esso sonosorprendenti e poderose. Filosofia,psicologia, strategia, alimentazione, medicinaspirituale ... le materie che compongono l'e-bunto sono molto vaste e ricche mentre lasua Cosmogonia possiede la finezza, laprofondità e la raffinatezza della Greciaclassica.Questo lavoro è dunque una primizia

storica, ma anche una fonte d'ispirazioneper comprendere come i popoli antichiesplorarono l'ignoto, interagendo in modosorprendente con le forze dell'Universo, apartire dall'analogia e dal linguaggio deifatti, giungendo a conclusioni chesolamente ora la scienza modernaincomincia ad intravvedere. Unaconoscenza che lontano dal rimanere unqualcosa d'informativo o sterile, fuutilizzata come medicina spirituale,trasmettendoci un bagaglio immensamentericco che solo ora, finalmente, incominciaad aprirsi al resto dell'umanità, trovando inquesto modo il suo giusto riconoscimento.

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Punti di Pressione tattici del CombatHapkido – l’attivazione dell’obbiettivoNell’ultimo articolo sui punti di pressione tattici del

Combat Hapkido parlerò dei metodi e dei principi per unadeguata attivazione anatomica dell’obbiettivo, oltre chedell’importanza della volontà. Una grande attenzione e unacostante revisione di questa materia, migliorerànotevolmente le vostre tecniche e le applicazioni incombattimento. Ciascun obbiettivo possiede un metodospecifico di attivazione e anche se molti (ma non tutti) sipossono stimolare in varie maniere, ognuno ha un sistemapiù efficace. Questo lo dimostriamo nel dettaglio attraverso icinque livelli sella serie didattica TPP DVD.Questo concetto dell’attivazione specifica adeguata

inizialmente può apparire complesso, ma una volta che lo sicomprende e lo si pratica, diventa una cosa naturale.Tenendo presente che stiamo attivando diversi tipi di nervi,a volte si deve utilizzare un altro genere di stimolazione(metodo di attivazione). Per esempio, quando si attacca unastruttura nervosa come l’apparato del Golgi, l’anatomia diqueste fibre si può paragonare a un insieme di germogli dierba medica. L’attivazione di queste fibre richiede un

particolare metodo di stimolazione. Queste fibre sipossono stimolare più profondamente e

facilmente tramite un movimento difr izione, mentre colpirl i è

assolutamente inefficace. Ilcontrario si applica con le

fibre nervosefusiformi: los f r e g am e n t onon da alcune f f e t t o ,

mentre colpirle è il sistema ottimale e più efficace.Qui di seguito vi sono le chiavi generali per l’attivazione

dell’obbiettivo, che in alcuni casi venivano considerate i“segreti” del combattimento con i punti di pressione:ColpirePremere o toccareSfregare o pressione variabileAngolazione (quasi sempre a 45°)Direzione (sguire il flusso del meridiano per un effetto

massimale)La volontà adeguata alla quantità e al tipo di energia

corretta.Attaccare un obbiettivo debole con un’arma dura e

viceversa (a volte si definisce come lo Yin e lo Yang)Includere suoni, visualizzazione ed emozioniLa rilassarezza è fondamentale per il trasferimento di

energia all’obbiettivo (non mettete in tensione il vostrocorpo)Fluidità e contatto. Si deve eseguire il colpo in modo che

l’obbiettivo venga raggiunto e l’arma utilizzata per per farlorimanga a contatto almeno per una frazione di secondo.Tutto questo distribuisce tutta l’energia cinetica del colpo. Inoltre, qui ci sono alcuni suggerimenti ulteriori condivisi

dal Gran Maestro George Dil lman per selezionare,localizzare e attivare gli obbiettivi anatomici.

Reportage

“Su svariati mezzi mediaticiè possibile sentire o leggereuna sorta di mantra sullamente, il corpo e lo spirito,

ma raramente lo sicomprende davvero eancora meno si è ingrado di applicarlo

nella pratica”

“Vi raccomando caldamentedi investire un pò di tempoper indagare sul potere

della volontà per migliorareogni fase dello sviluppo”

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Quanto più grande è il nervo, più grande è ildoloreAttaccare le articolazioni più piccole con la

stessa forza usata per quelle più grandi aumentail dolore (e il pericolo di lesioni). La forza sidipana intorno ai tendini e ai legamenti, il che sitraduce in maggiore torsione su detta area.Attaccare i tendini all’origine e sui punti di

inserzione, stimola i recettori della distensione esono generalmente bersaglio da “sfregare”.Attaccare i legamenti nei recettori di

distensione si deve realizzare mediante colpi perstirare e torcere l’obbiettivo.Attaccare l’apparato del Golgi (recettori nervosi

speciali) evita il passaggio dal cervello e inviasegnali direttamente al midollo spinale per creareuna risposta involontaria

Queste chiavi generali, suggerimenti e metodifisici aiuteranno a incrementare l’efficienza el’eff icacia del vostro lavoro. Tuttavia(sfortunatamente spesso viene trascurata) laVOLONTA’ è probabilmente il metodo più efficace in tuttele attività quando è compatibile con l’introduzione el’applicazione di azioni consistenti. Su svariatimezzi mediatici è possibile sentire oleggere una sorta di mantra sullamente, il corpo e lo spirito, ma

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raramente lo si comprende davvero eancora meno si è in grado di applicarlonella pratica. Nel programma TPPl’allineamento dei pensieri (mente), deisentimenti (spirito) e delle azioni(corpo), è fondamentale per la correttaattivazione di qualsiasi obbiettivo otecnica. Pensate a ciò come a uneffetto sinergico in cui il risultato dellasomma è maggiore del totale di tutte lesue parti.La volontà catalizza tutto il potere o

l’energia necessaria per il corpo, lospirito e la mente al fine di ottenere emanifestare qualsiasi risultato. La provadi tutto ciò si può trovare nel sempliceplacebo (sostanza chimica inerte,spesso è solo normale zucchero).Quando un soggetto crede che il

placebo è qualcosa di più, pensa che ilprodotto farmaceutico che assume siapiù efficace. Un placebo (la credenza opiù esattamente la “volontà” delsoggetto), ha curato più malattie diqualsiasi altra sostanza chimica nellastoria dell’umanità. Una volta che ilplacebo crea una risposta fisica ofisiologica è ovvio che adesso non èinerte. Le nostre credenze e le nostrementi hanno effetti profondi sullereazioni neuro-ormonali e chimiche delnostro corpo.Per esempio, come è possibile che

una madre (o nonna) di costituzionedebole sia capace di sollevare unamacchina pesante o un oggetto sotto ilquale un bimbo è rimasto

intrappolato? Quante volte abbiamosentito storie di questo genere? Cos’èquesto se non l’al l ineamento deipensieri, dei sentimenti e delle azioniche permette tali atti miracolosi? Ora,immaginate di poter sfruttare questotipo di potere per le vostre capacità didifesa personale.

“Un regalo non consiste in ciò che sifa o si da, ma nella volontà di chi donao di chi fa” – Seneca (I secolo D.C.)

Per coloro che sono scettici, è utilecomprendere che, biologicamente, ilcorpo è composto fondamentalmenteda molte proteine e che questerispondono a certi segnali.Questi segnali generici sono fisici,

chimici ed energetici, un colpo puòessere allo stesso tempo fisico edenergetico (volontà) così come unaaspirina può essere sia chimica cheenergetica (r icordiamo l’effettoplacebo). In entrambi questi esempi èla risposta sinergica che crea i lmaggior risultato. Tuttavia, spesso mettiamo in

discussione l’aspetto energeticodefinendolo come “new age”, percontro, continuiamo a riconoscere lereazioni f isiche e chimiche senzapensarci due volte.Sapevate che se non ci fosse alcun

segnale energetico nel corpo (ovvero,conducibilità elettrica attraverso i nervi)i nostri cuori non batterebbero? Tutto

ciò va aldilà della portata di questoprogramma per poter esplorare afondo tale concetto, pertanto viraccomando caldamente di investireun pò di tempo per indagare sul poteredella volontà per migliorare ogni fasedello sviluppo. Demistificare questoambito è essenziale per riconoscereche è la nostra volontà colei che guidal’energia (conosciuta come Chai, forzavitale, KI, Qi, Prana o Chi nelle diverseculture) che garantisce il benessere.Naturalmente, questo articolo non può

trattare questo tema nella sua totalità e viincito ad approfondire per comprenderepiù a fondo questa importante area delladifesa personale. Nei prossimi articolicontinuerò ad ampliare questoimportante argomento. Ovviamente nondovete aspettare; tutte questeinformazioni sono disponibili nel libro“Punti di Pressione Tattici del CombatHapkido” e nella serie di DVD didatticiche può essere richiesta direttamente aDefensive Services International suHYPERLINK "http://www.dsiqh.com"www.dsiqh.com e a Budo Internationalattraverso il sito HYPERLINK"http://www.budointernational.net"www.budointernational.net.Mi raccomando, allenatevi

duramente, vivete con onore e statebene.Per certificazioni, libri, DVD, seminari

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Reportage

“La volontà catalizza tutto il potere o l’energia necessariaper il corpo, lo spirito e la mente al fine di ottenere e

manifestare qualsiasi risultato”

“Sapevate che se non ci fosse alcun segnale energetico nelcorpo (ovvero, conducibilità elettrica attraverso i nervi)

i nostri cuori non batterebbero?”

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La Zen Nihon Toyama-Ryu Iai-Do Renmei (ZNTIR) èl'organismo che attualmente, una volta rivisti e adattati iconcetti e la metodologia di una scuola proveniente da unsistema di combattimento reale, vuole preservare questatradizione e le forme originali tramite un metodo che unisce

corpo, mente e spirito in maniera realistica edefficace. Questo DVD è stato creato a cura dei

praticanti della Filiale Spagnola della ZenNihon Toyama-Ryu Iai-Do Renmei (ZNTIR

- Spain Branch) per far conoscere atutti uno stile di combattimento, con

una vera spada, creato nello scorsoXX secolo e con radici nelleantiche tecniche di guerra delGiappone feudale. Qui potretetrovare la struttura basilare dellametodologia che vieneapplicata nello stile, dagliesercizi codificati per ilriscaldamento e lapreparazione, passando per gliesercizi di taglio, le guardie, ikata della scuola, il lavoro incoppia e l'introduzione alla

pietra miliare su cui si basa ilToyama-Ryu: il Tameshigiri, o

esercizio al taglio su un bersaglioreale. Ci auguriamo che la

conoscenza dell'esistenza di uno stilecome il Toyama-Ryu Batto Jutsu sia

una riscoperta di un modo tradizionale eallo stesso tempo differente dalle attuali

discipline da combattimento, che attraggacoloro che desiderano andare più lontano nella

pratica delle arti marziali. Gli appassionati della spadagiapponese e i neofiti, troveranno questo DVD utile come puntodi riferimento e supporto al proprio apprendimento.

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Tutti i DVD prodotti da Budo International vengonoidentificati mediante un’etichetta olografica distintiva erealizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allostesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano ipiù rigidi standard di qualità.

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Page 51: Rivista arti marziali cintura nera budo international aprile 2014

Il DVD "Krav Maga Ricerca e Sviluppo" sorgè

dalla voglia di quattro esperti di Krav Maga e

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Faustino Hernandez, Dan Zahdour e Jerome

Lidoyne. Ad oggi, loro dirigono molti club e

conducono un gruppo di una ventina di

professori e istruttori di molteplici

discipline, dalla Krav Maga alle

MMA, Mixed Martial Arts.

Questo lavoro non è destinato

a mettere in evidenza un

nuovo metodo nè una

corrente specifica di Krav

Maga. Il suo scopo è

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presentare un

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Maga messo a fuoco

sull'importanza del

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condividendo in questo

modo le nostre esperienze.

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Hoonsanim Alberto Gamboa è uno dei pionieridell’Hankido nel mondo, i l suo interesse, amore evocazione per la cultura coreana attraverso l’Hankido, gli èvalso la nomina di Hoonsa, che significa “Insegnantetradizionale di Hankido che domina le otto vie”(Hosindobop, Muyedobop, Sujokdobop, Kiokkidobop,

Kihadobop, Byongsooldobop, Soochimdobop,Hwansangdobop).Il suo Dojang centrale, uno dei più grandi del Cile e

perché no del mondo, si trova a Santiago del Cile, doveinsegna personalmente a più di 100 allievi tra bambini,donne, adulti e anziani. A lui non interessa essere una sorta

2

Alberto Gamboa, il precursore dell’Hankido per i paesi di lingua spagnola

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di “mucca sacra”, perciò non ha pauradel “tatami”, ne di infilarsi il suo Doboke passare l’intera giornata ad allenarsi.Nato nel 1952 e ancora molto

giovane, dopo la separazione dei suoigenitori, vinse una borsa di studio perandare a studiare in Europa. Suamadre emigrò con lui e dopo averstudiato un anno in un collegio inInghilterra, terminò il suo periodoscolastico in Spagna.

Come ha iniziato con le artimarziali?È una domanda scontata, ma

indubbiamente tutti abbiamo avuto uninizio e il mio fu per sopravvivenza. Eroun ragazzino straniero in un collegiopopolare di un grande quartiere diMadrid e anche se adesso è diventatodi moda, a quell’epoca era pieno dibulli. Spinto da mia madre iniziai aimparare la Boxe e altre forme didifesa personale stradale, fino a chefinii in una scuola di Judo. Più tardi, inCile, nella Scuola Navale (ARMATADEL CILE) venni selezionato nellasquadra di Judo e anche di scherma,nella specialità della sciabola.

E com’è arrivato all’Hankido?Dopo essermi congedato

dall’Armata praticai per molti anniKarate, due stili molto duri, Kyokushincon Sensei Victor Valdivia, a cui devola base della mia formazione marzialee più avanti Shorin Ryu con SenseiBrickman, che mi fece persinoun’offerta per prendermi in carico lasua scuola in Cile. Ma mi stufai delladurezza di quegli stili e cominciai acercare qualcosa di più spirituale,fluido e duttile. Fu così che giunsi aldojang del primo maestro coreano cheportò l’Hapkido in Cile, il maestro Choie che più avanti porterà nel paese ilmaestro Byong Chung Moon chevenne inviato da Kuksanim Myong JaeNam per “evangelizzarlo”con ciò checonosco adesso, che sarà il passaggioverso l’Hankido.Questi due maestri si separarono

alla metà degli anni ’80 e io continuaila linea della IHF con il maestro Moon,nonostante ci sia voluto un anno interoprima di riuscire a farmi accettare,perché ero già un alto grado con ilmaestro Choi.

Sebbene loro due si separarono, lalealtà marziale non era in discussione.Alla fine degli anni ’80 il maestro Moondecise di emigrare negli Stati Uniti e miautorizzò ad andare in Corea perprendere le redini della IHF in Cile.Parallelamente, il maestro Choi, cheinsegnava Hapkido in Cile, sparì incircostanze misteriose. Fu così chevendetti la mia auto e parti i perincontrare Kuksanim Myong Jae Nam.

Lei ha avuto la fortuna di essereallievo diretto del Gran MaestroMyong Jae nam Kuksanim e ilprivilegio di conviverci per moltotempo assieme. Ci dica, come eralui?Credo che i l mio rapporto con

Kuksanim abbia segnato la mia vita,mi ha intrappolato in modo magistrale.La prima volta che andai in Corea, nontornai con nessun certif icato opergamena che dicesse che avreipreso in consegna la federazione. Maa partire dalla seconda volta che tornailà, egli fu come un padre per me, nonmi sono mai sentito più protetto dallaFederazione, al punto che quando luiera vivo mi chiamava al telefono, miparlava a lungo e intensamente incoreano e anche se nessuno dei dueparlava la lingua dell’altro, entrambieravamo felici di sentirci. Quando loaccompagnai nel suo giro in Olanda ein Spagna nel 1995, si preoccupavapersino di mia madre, cosa che creavaimbarazzi agli altri coreani perché eradavvero poco usuale nella loro culturaagire diversamente con le donne(anche al giorno d’oggi non lo è tanto).Kuksanim era una persona chesuscitava amore e odio in tantepersone e quando succede questo,vuol dire che il suo passaggio nelmondo non è stato indifferente.Kuksanim è l’Hankido.

Come accolse l’invito che le feceKuksanim per accompagnarlo nelsuo giro in Europa nel ’95?Kuksanim vedeva che io ero ansioso

di passare più tempo con lui, ansiosodi imparare. In quel momento non miinteressava primeggiare, ne tantomenovolevo insegnare, volevo soloimparare. Ogni anno mi adoperavo arisparmiare denaro per non perdere le

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Intervista

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possibilità che mi si presentavano. Quell’anno andai inCorea e mi allenai per alcuni mesi con Kuksanim e lui midisse semplicemente: Perché non mi accompagni inEuropa? E anche se non avevo la condizione economicaper farlo, le passioni sono le passioni e così partii perseguirlo in Europa. Fu difficile per me in Olanda, perchénessuno mi conosceva, mi costò molto guadagnarmiil rispetto dei coreani che gestivano l’Hapkido inEuropa. Ma quando arrivai in Spagna fu un’altra cosa,mi sentii come a casa. Per me la cosa più importanteè che scaturì un legame ancora più grande traKuksanim e la mia fedeltà verso la sua persona.

Passando ad argomenti tecniciHoonsanim…Che cosa c’è di tradizionale e dimoderno nell’Hankido?Questo è un tema abbastanza discusso e dal mio

punto di vista, tale discussione non ha senso. Tutticonoscono il percorso delle arti marziali della Corea eanche il periodo in cui sparirono le arti guerriere diquella zona a seguito dell’occupazione giapponese. Efu precisamente in quel periodo che apparvero queipersonaggi che dovettero ricomporre di nuovo ilrompicapo delle arti marziali coreane. Dire che lofecero bene o criticare perché lo fecero male è giàstoria, a me ciò che interressa è essere un fedeledifensore di quello che significa l’entrata dell’ Hankidonel mondo moderno come un’arte innovatrice,moderna e ricca di tradizione. Ciò non significa chenon sia tradizionale, infatti, sono stati rinvenuti deidocumenti di un principe della dinastia Shilla chepraticava tecniche di Hankido. risalenti a 5000 anni fa.La tradizione dell’Hankido si trova giustamente nellaCULTURA DELLA COREA, nella conservazione dellesue radici ancestrali. Ma dobbiamo tornare almomento storico attuale, Kuksanim era un uomocontemporaneo, scomparso nel 1999, aveva 60 anni efece tante cose, ma senza ombra di dubbio la piùimportante fu trasformare un Hapkido tradizionale inun Hankido rinnovato come la cultura Coreana.Ci sono molte persone che vanno a cercare il pelo

nell’uovo fomentando polemiche tra le arti marzialicoreane e giapponesi. I movimenti di TUTTE le artimarziali sono affini, non esiste arte marziale che abbiamovimenti unici, la differenza sta nello sfondofilosofico, e nel caso dell’Hankido si tratta di: taoismo,confucianesimo e buddismo. Gli eredi di questoHankido devono concentrarsi sugli stessi principi chemossero Kuksanim: Tradizione e Innovazione.Hankido, un’arte marziale di sostanza, affidabile e

soprattutto con un’identità…Dal punto di vista pratico, Kuksanim inviò alcuni

emissari in giro per il mondo con un’idea di transizionedell’Hapkido…verso ciò che sarebbe stato l’Hankido.Queste persone formarono altri insegnanti, ma ancoranon si poteva parlare di Hankido. La prima visione opresentazione dell’Hankido avvenne nei primi

campionati internazionali che si svolsero a Seul nel 1990.Kuksanim preparò un’esibizione con un team didimostrazione composto da gente anziana, e in questomodo dimostrò al mondo che l’Hankido era un’arte solida,affidabile e soprattutto con una sua IDENTITA’. Quel team diesibizione era lontano da ciò che oggi viene mostrato nelle

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competizioni, dove le dimostrazionisono contrassegnate da salti eacrobazie. Negli anni ’90 vennero fuorila maggior parte degli insegnantipionieri che decisero di accettarequesta sfida, tra i quali ci sono anch’io.La cosa fondamentale allora eral’unificazione, ma molti insegnantifaticarono a comprendere il significatoche trascendeva l’unificazione tral’Hapkido e l’Hankido… A quel temponon si parlava nemmeno

dell’Hankumdo. Da li in avanticominciò la missione di cambiare otrasformare la IHF in HKD, un concettoche integra Hapkido, Hankido eHankumdo. Quello che ho compresodel desiderio di Kuksanim è racchiusoin una sola parola: INTEGRAZIONE. Luivoleva che tutto venisse incluso in ununico concetto: HANKIDO.

Le è costato molto introdurrequesto nuovo concetto nella

comunità di artisti marziali nelmondo, in qualità di responsabileper i paesi di lingua spagnola?Quando diedi i l mio esame di

KwanJang per diventarerappresentante di Hankido perl’America Latina di fronte a Kuksanim,diversi anni dopo il mio inizio, miconsegnarono tutti i documenti in unacartella che recitava in Hanja (carattericinesi), HAN KI DO, sotto questo c’eral’insegna della IHF che era in uso in

Intervista

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quel momento, che voleva dire International HANKIDOFederation. Allora tornai in Cile e presentai tutti questidocumenti davanti a una commissione di artisti marziali difama convocati dal Ministero della Difesa, per concedermi orevocarmi il permesso di essere un rappresentante di unostile in Cile. Tra quelli c’era anche un maestro di Hapkidocoreano che era arrivato da alcuni anni in Cile. La prima cosache dissero fu: “Si sono sbagliati!!! C’è un errore di stampa!!!La cartella e il suo diploma hanno lo stesso errore!!! Hannomesso una “n” al posto della “p”. le reazioni in generaleerano indice di una mancanza di conoscenza e di cultura chec’era nell’ambiente. Questo aneddoto dimostra che la gentecritica e scredita senza neanche conoscere ciò di cui si staparlando.Un’arte marziale non è soltanto forma, è un modo di

vivere. Significa che devo coltivarmi, che devo imparare dallasua cultura, che devo sapere almeno come mettere insiemeuna vocale con una consonante. Kuksanim diceva sempre:Primo, l’Hankido deve essere SEMPLICE. Secondo deveavere RITMO. E per ultimo, deve essere per GENTE CAPACEDI PENSARE.Nel 2010, l’Hankido è stato riconosciuto ufficialmente dal

governo della Corea come arte marziale TRADIZIONALE…Il grande contributo che ha dato il figlio ed erede di

Kuksanim, il Doju Myong Sung Kwan, è che nel 2010 haottenuto finalmente che il governo della Corea del Sud nericonoscesse ufficialmente il patrimonio culturale cheKuksanim ha lasciato attraverso i l suo lavoro disalvaguardia delle radici del suo popolo. Ed è così che algiorno d’oggi l ’Hankido è la seconda arte marzialetradizionale in Corea e in questa maniera si collocaculturalmente al lo stesso l ivel lo del Taekwondotradizionale. Ciò ha provocato che a livello mondiale sianodiventate di “moda” le alleanze e le cooperazioni traqueste due arti marziali. In Corea ci sono più di 600insegnanti di Taekwondo che si sono preoccupati diimparare paral le lamente le tecniche di Hankido eHankumdo. Anche negli Stati Uniti e in Europa è arrivataquesta “moda” e Hoonsanim Alberto Gamboa si è fattouna sua opinione in merito.

Cosa pensa delle alleanze strategiche che si stannoattuando tra scuole e organizzazioni di Hapkido,Hankido, Hankumdo e Taekwondo? Vede un futuro perquesto genere di unioni?Dal punto di vista teorico, Hankido e Taekwondo non

hanno alcun punto di contatto, ognuno funziona in modoindipendente e non condividono nessun aspetto, ma quelloche vedo è che non esiste un problema nel completarsi estringere alleanze strategiche. Però in tutti questi generi dialleanze, non soltanto ci sono le idee e gli entusiasmi, ma cisono gli uomini e negli uomini c’è sempre ambizione per ilpotere oltre alle rivalità, per cui cosa viene prima: l’uovo o lagallina? In sintesi, se lo guardiamo da un punto di vistapositivo, non solo è buono, ma anche necessario. Tuttodipende da noi, dal nostro atteggiamento e dal rielaborarefuture alleanze strategiche che raggiungano propositi di

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Intervista

scambio di conoscenze, lasciando da parte i propositiemozionali.

E per ultimo Hoonsanim…sappiamo che quest’anno, aiprimi di Maggio, sarà in Spagna per dirigere un seminarioaperto e anche per verificare i progressi dell’Hankido. Che

cosa si aspetta di vedere in Spagna e quali sono i suoiprogetti o proiezioni future?Ho le idee ben chiare per quanto riguarda la Spagna, in

termini pratici e in termini emozionali. Senza dubbio, illavoro di tutti noi che siamo coinvolti nel reinserimentodell’Hankido in Spagna dev’essere pratico, metodico e a

sua volta tenere i piedi per terra. C’è moltagente che apprezza i cambiamenti però nonrisultano semplici per ragioni egoistiche diambizione e forse anche di orgoglio. Ci sonovolte che il cambiamento giustifica anche ilsacrif icio e ciò signif ica ORE DIALLENAMENTO e inoltre a volte significaabbassare il proprio rango. Ci sono personeche non accettano questo. Indubbiamentepreferirebbero che tale cambiamento fossepiù l ight o morbido e con un supportoamministrativo più rapido.Nel caso della Spagna, il cammino è stato

buono. Non ho possibilità di andarci piùassiduamente…solo una volta all’anno. Peròsin dalla prima volta che ci sono stato, erodisposto a dare il massimo per le persone chefossero disponibili ai cambiamenti, quelle piùcoraggiose. Gente che fosse innovatrice eimmersa nell’evidente magia dell’Hankido, macon onestà, senza cercare medaglie nericonoscimenti, ma lottando per qualcosa chein un modo o nell’altro fosse l’entrata in unmondo differente.Quel mondo differente è stato raggiunto

attraverso 10 insegnanti che in questomomento stanno lavorando con tanta fede esacrifici. Sacrifici di tutti i tipi, perché devoricordare anche che l’andamento economicodella Spagna non è esattamente moltopositivo e senza dubbio condiziona la vita diqualsiasi spagnolo. Ma nonostante tutto, lorostanno lavorando secondo le propriepossibilità, io da parte mia sto mettendo ilmassimo impegno per conseguire un migliorl ivello di interscambio, fornendo delleconoscenze basilari perché possiedano deibuoni fondamentali e soprattuttoacquisiscano esperienza, quella che abbiamotutti coloro che già da anni ci troviamocoinvolti in questo ambito e naturalmentecreando quell’incentivo per sviluppare il tuttoin maniera reale e con i precetti di base cheaveva Myong Jae Nam Kuksanim.Io sono un difensore della linea tradizionale

che seguiva il mio maestro. Non prediligol’aspetto sportivo, anche se accetto losviluppo dei campionati come un modo diproporre l’Hankido in maniera più massiva,perché la gente ci possa conoscere, ma nonsono propenso a creare linee parallele traconcetti marziali e sportivi, li accetto perchédevo farlo e perché sono un buon soldato equesto signif ica anche che i l mioatteggiamento in merito al mio metodo diinsegnamento è MARZIALE al cento percento.Ho fiducia che la gente di Spagna sia

capace di comprenderlo e sia in grado dicrederci, perché le vicissitudini nella praticasono come quelle della vita, uno non sa cosasuccederà domani, ma deve continuare alottare per ciò in cui crede anche se il futuro èincerto

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Le tecniche del Leopardo nelloShaolin Hung Gar Kung Fu

Leopardo ( )

Le tecniche del leopardo allenano la rapidità, la coor-dinazione e la perseveranza. Esse si basano sulla filo-sofia dell’elemento metallo. Le tecniche del leopardosono valide per il combattimento ravvicinato, nel corpoa corpo. Il combattimento a contatto pieno e a cortadistanza. Al contrario della tigre che si avvale dell’attac-co concentrato sulla potenza, il leopardo è agile edesplosivo.

La rapidità delle sue reazioni e la sua abilitàrendono il leopardo in natura un cacciatoreestremamente pericoloso. Può attaccare allavelocità della luce e in maniera imprevedibilee inoltre può contrattaccare velocementecon manovre di deviazione. Il leopardo èpiù piccolo della tigre e pertanto anchemeno potente. E’ uno dei predatori piùveloci del mondo. Una volta presa di mirala preda, la caccia con una rapidità incre-dibile. Uccide la sua vittima in modoinesorabile e all’istante con un unicomorso alla nuca.

Nelle tecniche di combattimento lavelocità è qualcosa di cui tener conto eviene considerata un fattore importantis-simo. Molti attacchi repentini ed aggres-sivi si susseguono sull’avversario. Uneventuale contrattacco è quasi impossibi-le.

Nelle seguenti immagini il Gran MaestroMartin Sewer mostra alcuni interessantimovimenti basilari del leopardo nel Kung Fu.

Kung Fu

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“Le tecniche delleopardo sonovalide per il

combattimentoravvicinato, nel corpo a

corpo”

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Kung Fu

I movimenti sono come due pietre che si sfregano. Per comprendere l’idea di base del movimento, la mano qui è aper-ta. Il movimento circolare è in avanti.

Qui osserviamo la posizione della mano tipica del leopardo nel Kung Fu. Questo è un mezzo pugno. Ovvero, si chiudesoltanto la metà del pugno. Fare attenzione a mettere tensione nel pugno.

Dunque, il punto di contatto è chiaramente più piccolo e perciò più doloroso per chi lo subisce.

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Kung Fu

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Di seguito i cambi di direzione nelcombattimento:

…e i cambi nell’altra direzione

Come può notare il lettore interessato, questetecniche sono molto rapide, molto efficaci e facilida imparare. Le forme tradizionali sono pericoloseed è consigliabile non sottovalutarle.

Questo è solo i l movimentobasilare. Naturalmente è possibileun movimento di cambio rapido.Guardate la seguente immagine:

E dunque, cambiare di nuovo ladirezione. Consiglio di praticareprima i movimenti con la massimaattenzione e solo dopo, in una fasesuccessiva, provare il cambio didirezione.

E così si prosegue dalla direzioneiniziale.

Quando questi movimenti sono stati compresi nella loro applicazione, li possiamo vedere, peresempio, in questo modo:

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La difesa personale per le donne deve rispettare certi requisiti. Deve esseresemplice efficace e realista. L’Eskrima può essere semplice, molto efficace erealistica, ma non molte donne praticano Eskrima. Una delle ragioni sta nel fattoche pare che molte donne pensino di non poter portare il loro bastone per lastrada. L’Eskrima è spesso praticata da persone che possiedono già esperienza insport da combattimento. Tuttavia, i miei seminari sono molto frequentati dadonne. Queste in primis pensavano che l’Eskrima fosse un pò strana, perchè sicomincia con l’allenamento delle armi. Quando inizio a spiegare i principidell’Eskrima esse capiscono la bellezza e l’efficacia della stessa. Per esempio,imparando che possono usare di fatto qualsiasi arma, come una gomma dacancellare o una borsa. Quando cominciano a capire, vedo i sorrisi sui loro volti.Credo che qualsiasi donna possa praticare e imparare l’Eskrima.

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Eskrima per donne

Leonora, combattente diArti Marziali FilippineQuando penso alle donne dell’Eskrima,

penso alla mia prima visita alla scuola diEskrima Doce Pares a Cebu. Vidi dueeskrimadores in un combattimento fullcontact colpirsi l ’un l’altro concombinazioni dure e rapide. Quello chemi sorprese era la forza e la formaaggressiva di lotta dei due combattenti.L’eskrimador più piccolo portò una seriedi colpi potenti alla testa e anche deicolpi al corpo del lottatore più grosso.Quello fu i l momento di fermare i lcombattimento perchè il tipo più grandecadde sulle ginocchia. E quello fu ancheil momento in cui rimasi molto sorpreso! Ilcombattente più piccolo si tolse i lcaschetto e con mio grande stupore, vididei capelli neri e lunghi e il volto di unagiovane donna, con un grande sorriso.Lei mi vide e si presentò come LeonoraRentuma. Più tardi feci alcune verifiche e

scoprii che era stata varie voltecampionessa delle Fil ippine,campionessa del mondo dicombattimento a contatto pieno, e moltevolte campionessa del mondo Sayaw(kata). Ha fatto parte della squadramilitare a Manila di cui è statacampionessa imbattuta. In quel momentonon avrei mai pensato che Leonorasarebbe poi diventata mia moglie, maquesta è un’altra storia.

L’idea sbagliatadell’EskrimaAlcuni anni fa, un allievo mi disse che

durante un viaggio in treno era riuscito asconfiggere due ragazzi in uno scontro.Aveva usato i suoi bastoni da Eskrima. Ioavevo già letto la notizia sul giornale, manon pensavo che fosse uno degli allieviche si era allenato con me per alcunianni. Naturalmente non ero contento diquesta situazione e domandai all’allievoperchè era in viaggio con i suoi bastonida Eskrima. Pensavo fosse una cosa

piuttosto anomala. Lui mi rispose cheportava sempre con se un bastone daEskrima. Gli dissi che non aveva capito ilconcetto di Eskrima. Il bastone somigliaad altre armi, come la spada corta. Mal’incidente mi fece pensare. Quindi tengoa sottolineare ciò che è e non èrealmente l’Eskrima. È importantecomprendere i principi e perchè allenarsicon i bastoni, a cosa somigliano eassimilare il tutto.

Benefici dell’EskrimaL’Eskrima è adeguata per l’autodifesa,

per i l combatt imento armato edisarmato. Ma i l modo di impararel ’Eskrima è differente da altre Art iMarziali. Nell’Eskrima si inizia con learmi, la ragione è molto semplice:quando siete coinvolti in una rissa edovete lottare per la vostra vita, aveteun vantaggio se sapete comemaneggiare un’arma, senza che questasia necessariamente un bastone. Poteteusare una varietà di armi che sono legali

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da portare ovunque. Come un ombrello,una penna, una borsa, degli occhiali,una sciarpa (Pareo), ecc. Ovviamentenon si possono parare i colpi in manieramolto efficace con una sciarpa. Mapotete usarla come elemento didistrazione e colpire l’avversario infaccia e fuggire da lui . Anche ungiubbotto è un’eccel lente arma diautodifesa, pensate a questa situazione:gettate la giacca sul la testadell’aggressore e dategli un calcio alginocchio o all’inguine.

Armi per la stradaPer la strada si trovano tutti i tipi di

armi a mano. Sassi, bastoni, sabbia, tuttomolto efficace. Si può fare buon uso diuna bicicletta per l’autodifesa, comescudo tra voi e l’avversario. La pompadella bicicletta è un’arma che si puòutilizzare come un bastone da Eskrima.Pensateci, le armi sono intorno a voi.Forse non lo avevate mai fatto. Guardate

in giro quante armi vedete in quelmomento. L’unico ostacolo è avere unamentalità ristretta, pensate in grande edate un’occhiata attorno, notate le arminascoste che vi offre la strada.

Armi in casa vostraMolto spesso le donne mi domandano

cosa possono fare se vengonoaggredite a casa loro. La mia primarisposta è che dovete sentirvi sicure acasa vostra, ma disgraziatamente avolte succede che dei teppisti di stradaentrino in una casa per rubare e spessopicchiare i residenti, se non peggio,anche qui in Olanda. È un bel problemaed è in continua crescita. La miarisposta è, guardatevi in giro per casa eosservate la quantità di armi che cisono. Coltelli, forchette, pentole, tavoli,sedie, fondamentalmente qualsiasi cosache potete usare, non ci sono regole perl’auto-protezione, quella dei figli e deipropri cari. Negli USA è permesso l’uso

delle armi da fuoco se uno entra in casavostra. In Olanda non è consentitopossedere un’arma da fuoco, ci sonomolte probabilità che andiate in galera alposto dell’intruso. Un buon consiglio èfare un sacco di rumore, per esempio,lanciare un posacenere o un vaso di fioridalla finestra. Fate più rumore possible,gli intrusi lo temono.

Armi fisse in casaA causa dei miei seminari e corsi

istruttori, sono spesso fuori di casa e miamoglie rimane sola con i bambini. Oravivo in un paesino in cui praticamentenon c’è criminalità e non è cosìnecessario nascondere delle armi (non sideve essere paranoici). Ma primavivevamo in un quartiere con una bellaquantità di delitt i di droga ed eranecessario prendere delle precauzioni.Una di queste fu l’installazione di armifisse come bastoni e coltel l i .Naturalmente, mia moglie Leonora

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(filippina) è cresciuta in mezzo alle armi. Isuoi fratell i e i familiari praticavanoEskrima. Il bastone e il coltello erano esono le sue armi preferite. In ogni stanzac’era un’arma nascosta. ( I bambiniovviamente non potevano arrivare aqueste armi). Per Leonora erano facili darecuperare quando era necessario. Il mioconsiglio per Leonora è sempre stato,tutto quanto è lecito, perfino arrivare amisure estreme pur di proteggere sestessa e i bambini.

Più donne nell’EskrimaSono convinto che l’Eskrima sia una

buona Arte Marziale per le donne.Fondamentalmente c’è tutto per ladifesa personale. È buono allenarsi contutti i tipi di armi e prendere coscienzadel l ’ impatto, abituarsi a queste eal l ’addestramento, sia f is ico chementale. Uti l izzando i l Pangamot(combattimento totale senza armi) tuttele nozioni acquisite attraversol’allenamento con le armi, si applicano

senza quest’ult ime. Calci bassiall’inguine, ginocchiate, pugni, gomitate,colpi a mano aperta, infilare le dita negliocchi, anche una testata da parte di unadonna può essere inaspettatamenteefficace. In realtà, tutto il corpo puòessere ut i l izzato per difendersi .Ovviamente, potete allenare l’Eskrimacome un’Arte, poichè ha molto daoffrire. Pensate alle splendide formeSayaw e agl i Arkos, gl i elegantimovimenti di leva e alle tante tecniche di

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disarmo che funzionano solo in palestra, o al combattimentocol sarong (sciarpa).In definitiva l’Eskrima ha molto da offrire ed è considerata a

ragione una delle Arti Marziali più efficaci mai inventate. Perle donne che leggono questo articolo, spero che tutto ciò leattragga e stimoli il loro interesse a conoscere meglio emagari a cominciare a praticare Eskrima. Pensate a tutti ibenefici dell’Eskrima come forma estremamente elevata dilegittima difesa e da un altro lato a quanto è valida per lasalute e il benessere. Tutto quello che dovete fare, è trovareun buon maestro. Lo sti le non importa, sempre che virendiate conto che quello che s’impara si possa mettere inpratica nella realtà.

Camp di Coltello in GermaniaVorrei invitarvi al mio prossimo Camp di Coltello a Bielefeld,

Germania, il 16 Maggio di quest’anno. Potrete allenarvi eimparare la difesa contro un coltello, il disarmo da coltello,simulazioni con coltello, coltello contro mano nuda e altroancora. Coloro che vorrebbero far parte del Sistema diCombattimento Stroeven e fossero interessati a partecipare acorsi istruttori e iscriversi ai Camp o ai seminari, possonocontattarmi a HYPERLINK "mailto:[email protected]"[email protected] a tutti un grande successo nel vostro addestramento

e chissà, magari ci incontreremo in uno dei miei numerosiseminari! Siete i benvenuti nel mio mondo, i l mondo

dell’Eskrima!

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Intervista a Michele Panfietti(Presidente Mondiale della W.K.A. e della W.T.K.A. e organizzatore del FestivalDell'Oriente di Carrara e Milano)

A cura di Nicola Pastorino & Leandro Bocchicchio

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ra i molti personaggiincontrati e intervistatidurante la recentissimamanifestazione “SportShow Revolution” diChiuduno (Bergamo), ne

abbiamo “catturato” uno di granderilevanza nel panorama nazionale(e non solo) delle arti marziali. Unapersona che con la sua intuizione,frutto di una passione smisurataper le Arti Marziali e la culturaorientale in genere, ha da qualcheanno contribuito alla lorodiffusione sul territorio nazionale inmaniera significativa, oltre chedecisamente audace e innovativa.Si tratta di Michele Panfietti,Presidente Mondiale della W.K.A. edella W.T.K.A, ma soprattutto veroe proprio artefice di quello che pernumeri e rilevanza è attualmentel'evento sulle Arti Marziali e lacultura orientale più importante inItalia e uno dei più importanti alivello internazionale, il FestivalDell'Oriente. Ci siamo intrattenutibrevemente per una piacevoleconversazione nella quale ci siamofatti spiegare le ragioni delsuccesso di questamanifestazione, cosa ha spinto a

crearla e quali sono i programmifuturi. Abituati a vederlo nellosvolgimento delle sue mansioni diorganizzatore a Carrara, iperattivoe concentrato affinché tutto sisvolga regolarmente, abbiamoapprofittato della relativatranquillità del contesto in cui loabbiamo intercettato per portarloai nostri microfoni e farciraccontare alcuni retroscena dellasua avventura di questi anni altimone di un evento partito un po'come una scommessa, ma cheora ha raggiunto una dimensionemediatica pressoché globale.

Cintura Nera: Prima di parlaredei progetti che riguardano ilFestival dell'Oriente ed altro, cipuoi dire il motivo della tuapresenza qua e cosa ne pensi diquesto “Sport ShowRevolution”?Michele Panfietti: L'evento è

sicuramente ben fatto, è una dellenove tappe della nostra “MaratonaMarziale” che è i l campionatoitaliano WTKA. Noi ci teniamomolto a promuovere questeiniziative, soprattutto perché siamo

gli unici a mettere insieme diversearti marzial i , diversi sti l i . Daquando abbiamo iniziato 9 anni faè stato il nostro biglietto da visita,i l nostro marchio di fabbrica,quello di r iuscire ad unire eamalgamare arti marziali che primapareva impossibile potesserocollaborare assieme. La nostra èuna federazione multidisciplinare,le gare che facciamo sonoanch'esse multidisciplinari. Datutto questo è poi nata laMaratona Marziale e poi il Festivaldell'Oriente.

C.I.: Parliamo proprio delFestival dell'Oriente, con i suoinumeri sempre piùimpressionanti e un interessesempre maggiore, dove sipropone di arrivare?M.P.: E' una sfida continua.

Caratterialmente cerco sempre didare il meglio, per la passioneche mi brucia dentro. Non è chec'è una meta in particolare, il mioproposito è quel lo di dare unsempre maggior contributo alladiffusione della cultura delle ArtiMarzia l i e del l 'Or iente.Effett ivamente al momento i l

T

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Festival dell'Oriente è incredibilema viene considerato l'evento dipromozione del la culturaor ientale più importante almondo. Addirittura quest'annosono venute delle delegazionicoreane di ufficiali governativiche organizzano un festival nelloro paese, per loro eraincredibi le che esistesse unamanifestazione del genere danoi. Sono venuti, diciamo pure,per imparare ad unificare tutti ivari aspetti culturali così comeriusciamo a fare noi. Il Festival diCarrara e di Milano sono arrivatia numeri spaventosi: circa 90mila presenze in tutto. I massmedia presenti sono di l ivellonazionale (Rai, Mediaset, ecc…)ed internazionale ci seguonosempre di più. Quest'annoavremo inoltre un'ul ter ioreestensione della manifestazioneche si terrà a Roma i l 30-31Maggio, l'1 e il 2 Giugno, alloscopo di portare il tutto anche alcentro-sud Italia.

C.I.: L'idea di spalmare ilFestival su due date e luoghidistinti è fatta in funzione deinumeri di cui parlavamo, oppureè frutto di un progetto benpreciso dell'organizzazione?M.P.: In realtà entrambe le

cose. C'è un business plancommerciale, però c'è anchechiaramente i l desider io d iespandere su tutto il territoriol'influenza del nostro Festival edare l'opportunità di partecipareal le tante persone che lovolevano ovunque. Siamo partitida Carrara, poi ci siamo spostatia Milano e adesso andremo aRoma, è un modo per distribuireil Festival al nord, al centro e alsud Italia. Abbiamo raggiuntouna dimensione in cui sarebbedifficile ridurlo a una sola data.Nonostante che Carrara sia uncomplesso fieristico importantedi oltre 45.000mq di superficie,quindi anche per questa ragioneabbiamo deciso di dividerlo. Coltempo siamo cresciuti davvero

tanto, ormai le realtà culturali emarziali orientali hanno piacere avenire perché hanno compresoche s i t rat ta d i un contestoimportante in cui promuoverecon serietà la propria attività.Lavorando seriamente curando idettagl i , facendo cose di uncerto livello, offrendo spettacolie conferenze di enormespessore, la gente apprezzasempre di p iù questamanifestazione e capisce chevale la pena v is i tar la . Per i lmomento i risultati lusinghieri cidanno ragione.

C.I.: A nome di tutti i lettori diCintura Nera, ti ringraziamo diaverci dedicato un po' del tuotempo e ci auguriamo di riavertipresto ai nostri microfoni.M.P.: Senz'altro! Vi aspetto al

Festival per promuovere CinturaNera e le Arti Marziali cosa chefate anche voi con grandepassione ed eccellenti risultati.Grazie a voi!

Italy News

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Ref. 11210Armatura da Kendo.

Origine asiatica

Ref. 11220Armatura Kendo. Giappone.

Ref. 11160Hakama Giapponese.

Nero

Ref. 11170Hakamas. Japón. 100 %polyester. Azul

Ref. 11140Keikogi.

Giacca Blu Marine

Ref. 11109Hakama Nero

Ref. 11152Chaqueta de Aikido.

Algodón

10171Kimono

de Kobudo

Ref. 10816Kimono Tai Chi. Grigio

Ref. 10630Kung Fu filettato bianco

Ref. 10610Kung Fu rosso/nero. Cotone

Ref. 10650/51/52Giacca da Kung FuBlu, Nero, Rosso

Ref. 10671Pantalón de Kung Fu. Algodón

Ref. 10632Kung Fu saten negro

con ribete rojo

Ref. 10620Kung Fu Wu Shu. Cotone

Ref. 10820Kimono Tai Chi.

Allenamento. NeroRef. 10830

Kimono Tai Chi.Allenamento.

Bianco

Ref. 10821Pantalone Tai Chi Nero

Ref. 10815Kimono Tai Chi.

Avena

Ref. 11150Giacca Aikido Bianca

Ref. 10611Chaqueta Kung Fu negra. Botones

Negros

KOBUDO

Ref. 10870Divisa bianca da Tai Chi con ricamo

Ref. 10175Ref. 10190

Ref. 10920Kimono Ninja. Nero.

Con rinforzi

Ref. 10910

Ref. 13651

Ref. 13351

Ref. 13311

Ref. 13400

AIKIDO/KENDO/IAIDO

Ref. 11153Giacca Aikido. Bianca.

Speciale "grana di riso".Estate

NINJA/PENJACK SILAT

Ref. 10840Kimono Tai Chi.

Allenamento. Arancio

Ref. 11230Borsa Armatura. Giappone

Ref. 11151Kimono Aikido

Ref. 11145Giacca Kendo.

Tessuto speciale Giappone

Ref. 11141Keikogi.

Ref. 10612Giacca da Kung Fu.

Bottoni bianci. Bianca

Ref. 10831Pantalone Tai Chi Bianco

YOSEIKAN/SHIDOKAN

Ref. 11800

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KUNG-FURef. 11231Tenugui (fascia)

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REF.: • KYUSHO20 REF.: • KYUSHO20 Tutti i DVD prodotti da Budo

International vengono identificatimediante un’etichetta olografica distintivae realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX osimili). Allo stesso modo, sia le copertineche le serigrafie rispettano i più rigidistandard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questirequisiti e/o la copertina non coincide conquella che vi mostriamo qui, si tratta diuna copia pirata.

Budo international.netORDINALA A:

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Quando il giovane allievo sirivolse al vecchio maestro desi-deroso di imparare il suo leggen-dario Kung Fu il saggio rispose:“Non sei ancora pronto! Ti inse-gnerò le mie tecniche segretequando riuscirai a sradicare amani nude questo arbusto diAcero.” Il giovane non persetempo e si avventò sulla pianti-cella. Ben presto, cimentandosinell’impresa si rese conto diessere troppo debole, così concaparbietà continuò a provarcitutto il giorno fino ad esserestremato. Il mattino successivodi buon ora riprese i suoi tenta-tivi e così nei giorni seguenti, mala pianta, passando il tempo cre-sceva radicandosi sempre più.Il tenace ragazzo continuò adaumentare il suo impegno perdiversi anni riuscendo in fine astrappare l’Acero dal terreno.Corse dal vecchio reggendosenza sforzo la pianta che ormaiera un alberello:

“Maestro! Sono pronto adimparare il tuo Kung Fu.”

“Cosa mai posso insegnare io”rispose pacato l’anziano saggio“ad un uomo capace di sradicareun albero dal terreno?”

ell’antica Cina i leggendariaddestramenti per le Arti Marzialihanno creato una vera e propriaiconografia arrivata ai giorninostri raccontata in innumerevolipellicole, aneddoti e racconti.

Chi non cita almeno una volta il famoso: “mettila cera, togli la cera”, ad oggi “appendi lagiacca…”Gli insegnanti ricorrevano ai più disparati

attrezzi per sviluppare nei giovani volenterosidoti al limite del sovraumano e, soprattutto, laperseveranza e la tenacia; attrezzi spessoricavati da oggetti poveri e di uso quotiniano:legni, sassi, mattoni, corde, bamboo ed altroancora. Un addestramento quasi piùpsicologico che fisico. Su questo ci hannodivertito personaggi interpretati da JACKIECHAN, STEPHEN CHOW e tutta la nutritaschiera di attori Honkonghesi. Non di meno glianeddoti raccontati dal mio maestro sui suoiaddestramenti, mi hanno sostenuto nelle fatichedel cammino marziale stimolando con forza la

N

Rubrica periodica a cura di Nicola Pastorino

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volontà di migliorarmi; da lui ho appresola varietà negli addestramenti el’apertura mentale nella ricerca, oltreall’enorme bagaglio tecnico marziale.Argomento di questo rubrica, che

spero si possa replicare a lungo, è lapreparazione fisica dei dilettanti che siapprocciano alle Arti Marziali senzaavere particolari mire agonistiche,persone che arrivano spesso dasituazioni di inattività che devonorecuperare un armonioso rapporto conle capacità del proprio corpo.In oltre vent’anni di esperienza di

insegnamento ho avuto occasione diesaminare un ventaglio piuttosto ampiodi tipologie motorie negli allievi; sipresentano alle ginnastiche, personesovrappeso, altri privi totalmente dicoordinazione motoria, altri esili edinsicuri, alcuni per diversi mesi nonriescono nemmeno a concludere il ciclodi riscaldamento. Ma nel gruppo capitasempre di trovare qualcuno che siiscrive al corso già con un buon livello

sportivo. Come fare per dirigere unriscaldamento che vada bene per tutti?La risposta mi è giunta con l'intensaesperienza di insegnamento nel corsodei piccini, dai 6 ai 12 anni. L’aspettoludico degli esercizi, e questo valeanche per gli adulti, stimolal’immaginazione del bambino interioresempre pronto a mettersi in gioco emigliorarsi con simpatica competitività.Ho sempre insegnato nella scuola del

Gran Master Sifu Paolo Cangelosi,dove per tradizione si dir ige laginnastica solo per i primi due annidopo di ché l’allievo si deve autogestirela preparazione f isica in baseall’esperienza maturata in questa faseiniziale. Pertanto ho sempre cercato didir igere le lezioni di ginnasticamostrando un ampio bagaglio diesercizi e metodologie, allo scopo diformare in modo ricco il praticante chesi prenderà presto la responsabilità discegliere l ’al lenamento chemaggiormente gli si confà.

Gli obbiettivi a mio avviso prioritaridella ginnastica preparatoria nelle Artimarziali sono: agilità, velocità edesplosività, flessibilità muscolare ementale, equilibrio, colpo d’occhio,sensibilità e dimestichezza nel contattofisico con gli altri. Un marzialista seriodeve sapersi districare da situazionidifficili, magari su terreni sconnessi o inambienti ingombri di cose e persone, perquesto cerco spesso di creare situazionidifficili, imprevedibili che richiedonoreazioni muscolari con tipologie diversecome ad esempio saltareimprovvisamente in alto o balzare di lato,abbassare la posizione flettendo legambe, recuperare l’equilibrioguardando verso l’alto, effettuareavvitamenti e rotazioni rapide, capriole ocamminando a quattro zampe.Nel caso di una preparazione

agonistica, entrano in gioco importantifattori mirati al tipo di incontro che sideve affrontare, ad esempio per unincontro FULL CONTACT occorre

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stimolare il tono cardiovascolare perottenere resistenza agli sforziprolungati, ed un buoncondizionamento per incassare i colpi,mentre in una gara di LIGTH CONTACT,sarà più importante ottenere velocità eprecisione tecnica.Un buon supporto musicale aiuta a

superare la fatica stimolando l’aspettoritmico del movimento.Le sessioni di fitness aerobico usano

una base musicale che gira intorno alle125-135 battute per minuto (BPM),ritmo valido per uno sforzo leggero emantenuto a lungo, difatti la maggiorparte della musica House da discotecausa questa velocità per consentire aiclienti di ballare a lungo senza stancarsieccessivamente.La nostra ginnastica non è fine a se

stessa ma preparatoria alla praticadell’arte marziale, sarà quindi nostroobbiettivo portare gli allievi ad un piccocardiovascolare che si esaurirà in unaventina di minuti, alternato a fasi direcupero che dovranno essere rapide eben gestite. Per questo scopo la nostracolonna musicale dovrà raggiungere i180 BPM; a tale scopo preferisco usaregeneri come la DRUM AND BASS, laJUNGLE, o la GOA TRANCE o usaresonorità tribali di incitamento come adesempio i percussionisti japponesiKODO, molto divertenti sono anche lesonorità balcaniche sullo stileBREGOVICH. Nella scelta della colonnasonora bisogna tenere presente qualcheminuto di intro tranquillo per le fasiiniziali di respirazione e scioglimento.Un altro aspetto importante da curare

è la posizione dalla quale dirigere laseduta di riscaldamento, personalmentepreferisco sistemarmi al centro di un

lato lungo peravere un fronte piùampio di al l ievi.Nel caso lapalestra fossedotata di unaparete specchiatami trovo meglioorientando i lgruppo in modoche questa risultial le spalle degliallievi, ottenendoun duplice scopo:evitare che sid i s t r a g g a n operdendo laconcent raz ioneguardando gli altried osservarmidurante l’esecuzione degli esercizi percontrollarne la precisione. Inoltre è beneche il gruppo non abbia sottocchiol’orologio in modo che la loro attenzionenon sia condizionata dalla misura deltempo; la sessione di allenamento deveessere vissuta come una sorta di trancedove gli esercizi travolgono e trascinanoi praticanti al di là della loro volontà epresunti limiti fisici.Il mio Maestro ha sempre affermato

che un insegnante professionista,quando dirige un gruppo nellaginnastica deve preoccuparsi che gliallievi eseguano bene gli esercizi e nonsfruttare la seduta per un riscaldamentopersonale come spesso succede agliistruttori principianti che arrivano inpalestra pochi minuti prima della lezionedopo una giornata di lavoro o di studio.Questo non significa che un istruttoredebba starsene a braccia incrociate edare solo dei comandi. Normalmente

quando termino di dirigere unaginnastica sono sempre più sudato ditutti gli altri. Le prime volte, di fronte agruppi di quaranta o cinquanta persone,facilmente venivo trascinatodall’emozione esagerando nel cercaredi dare molta più energia di quantapotessi fare normalmente. È unaquestione di adrenalina, trovarsi difronte a tanti volti che ti osservanoaspettandosi uno stimolo puòfacilmente generare una sorta di ansiada palcoscenico; si può arrivare asuperare i propri limiti rischiando di farsimale o di perdere il gruppo per stradaeseguendo esercizi troppo complicaticon i l r isultato di traumatizzare lamaggior parte degli allievi. È anche veroche sperimentando in prima personal’esecuzione della routine diallenamento si percepisce meglio ildispendio energetico e i l caricomuscolare riuscendo così a dosare le

Kung Fu

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serie di ripetizioni ed i momenti di recupero. Inoltre lafigura del trainer deve anche dare uno stimoloenergetico dimostrando bravura per incitare il gruppoad imitarlo e raggiungerlo: bisogna in qualche modoguadagnarsi la stima degli allievi per aumentarne lafiducia. Con l’esperienza si trova il giusto equilibrio dipresenza fisica e distacco professionale, si impara adincitare gli allievi non solo con l’esempio ma anche coni comandi verbali; non è facile durante una sessione dislanci o saltelli mantenere il giusto controllo dellarespirazione se nel frattempo si scandiscono icomandi, magari contando in cinese: bisogna impararead abbinare l’emissione del suono con l’espirazioneenergica. L’uso di una lingua straniera possibilmentelegata alla regione d’origine dell’arte che si stàinsegnando, a mio avviso è importante per diversifattori: crea fascino e senso di appartenenza ad ungruppo speciale, evoca il luogo di origine dell’arte,mantiene necessariamente una attenzione logica emnemonica che unisce il lavoro del corpo con quellodella mente favorendo l’obbiettivo principale dellediscipline orientali di presenza totale e consapevolezzanei gesti, inoltre spesso i comandi che si impartisconosono più secchi e brevi e sviluppano bene la reattività astimoli esterni fondamentale in combattimento.Bisogna anche fare i conti con i propri acciacchi

personali, ad esempio qualche tempo fa, mi sonoprocurato un leggero ma profondo trauma tendineosull’inserzione prossimale del grande gluteo che nonsono riuscito a recuperare per un lungo periodo perchéfacevo due ginnastiche e quattro lezioni al giorno. Incasi come quello, bisogna convivere con il dolore edosare gli esercizi con molta attenzione.Molto importante è l’osservazione della classe, non

perdere di vista il volto degli allievi durante lo sviluppo

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Kung Fu

dello sforzo per prevenire mancamentidovuti da iperossigenazione, calo dizuccheri, digestione in atto.

Alcuni esercizi si possono mostraredirettamente eseguendoli, mentre altri,più complessi o delicati, avrannobisogno di essere anticipati con unaspiegazione chiara e semplice. Se laseduta è accompagnata dalla musica, èbene avere a portata di mano i lcontrollo del volume per abbassarlodurante la spiegazione degli esercizi. Inalcuni esercizi indicherò la frasemigliore da usare per spiegarel’esercizio in modo veloce ed efficace.In questo prima puntata della mia

rubrica, voglio illustrarvi un sistemaabbastanza economico e al contempomolto versatile per attrezzare la vostrapalestra:LIN SHU: “il boschetto di Bamboo”Appendendo un paio di reti

elettrosaldate in tondino da 6mm amaglia 20x20, ai tiranti del soffitto delmio capannone, ho creato il supportoideale per il nostro boschetto.Considerando che il supporto sia

posto a circa 3 metri da terra, basteràprocurarsi una trentina di canne dibamboo da cm 250 diametro cm 2,5/3,forarle sull’estremità più piccola edinserirci un filo di ferro abbastanzarobusto da essere attorcigliato ecurvato a formare un gancio. Il gioco èfatto, in 5 minuti il boschetto si monta esi smonta. Le canne possono esseredisposte in vari modi per utilizzi diversi,ad esempio potremmo fare un

boschetto casuale, una linea retta, odelimitare aree precise.A questo punto è solo un problema di

fantasia, comunque vi do qualchesuggerimento:gincana libera: inserendo i l

boschetto nel percorso di unriscaldamento con corsetta,costringeremo i ragazzi a sceglieresempre percorsi diversi schivando lecanne durante la corsa.Il grande vento: ogni tanto l’istruttore

passa nel boschetto spingendo lecanne per farle oscillare, così l’impegnonelle schivata sarà ancora più altoPrede e predatori: dividendo in due il

gruppo creeremo due file di cui quelladelle prede sarà più vicina al boschettoper avere un ragionato vantaggio. Alcomando i primi delle due fi lescatteranno e il predatore cercherà ditoccare la prede prima che questa escadal boschetto. Il tutto cercando dievitare le canne. Ad ogni giro ognunocambierà fila provando entrambi i ruoli.Combattimento tra le canne: questa

volta si attraversa i l boschetto incoppia, scambiandosi leggeri colpi eparate di sole braccia, cercando diusare le canne come ostacolo a propriovantaggio.Target dinamici: applicando un sottile

strato di gommapiuma o neoprenecoperto da nastro adesivo nero a diversealtezze su alcune canne, si creano deitarget che dovranno essere colpiti conforza moderata con tecniche a scelta dimano mentre si attraversa il boschetto

Recinti di combattimento: si possonocreare un paio di recinti dentro ai qualiuna coppia si sfida spingendosi etirandosi, ma senza usare colpi (tipo TuiShou del Tai Chi), chi tocca le canneviene sostituito da un altro degli allieviche nel frattempo continuano la lorocorsetta di riscaldamento intornoTroppi nemici: con un unico recinto

largo, una persona al centro deveschivare o proteggersi dalle canne chevengono spinta da un paio di compagniche passano a turno intorno alboschetto, Assicuratevi che nonspingano le canne con troppaveemenza, per evitare incidenti.Questi erano alcuni esempi della

versatilità di un simile attrezzo che,come avrete capito si presta adinnumerevoli addeestramenti. Dateun’occhiata al video pubblicato nellasezione streaming TV di marzialenetwork, e non perdetevi le altrepuntate della mia rubrica.Nel caso che vi piaccia questa idea e

vogliate realizzarne uno nella vostrascuola non esitate a contattarmi seavete bisogno di ulteriori spiegazioni, lofaccio volentieri. Anzi mandatemi foto evideo che le pubblicheremo nei prossiminumeri di CINTURA NERA e nel canalestreaming TV di MARZIALE NETWORK.

http://www.marzialenetwork.info/#!warm-up-creativo-1/c1vdtSe questo articolo vi è piaciuto

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Page 100: Rivista arti marziali cintura nera budo international aprile 2014

Krav Maga RED e gli sportda combattimentoAl giorno d’oggi gli sport da

combattimento sono più importanti chemai. Gli ultimi 15 anni hanno visto lanascita delle MMA che hanno messo indiscussione molte certezze nel mondodelle arti marziali. Nel frattempo, ilnumero di professionisti è andatoaumentando grazie all’entusiasmo peralcune discipline, anche in un contesto“mondiale” in cui è necessario saperecome difendersi. Il Krav Maga è una diquelle discipline di “moda”, poichéprivi legia i l r if lesso e la rapidità diacquisizione di semplici mezzi perl’autodifesa. Tuttavia, così come siinsegna nella nostra società moderna,esso ora è sottoposto a uncambiamento necessario per mantenerela sua efficacia, passando dallacondizione di “Close Combat”, che siimpartiva in 3 o 4 settimane ai soldatiche avevano bisogno di disporre dialcune basi di semplice combattimentoper far fronte a uno scontro corpo acorpo, a quella di disciplina “sportiva”insegnata durante l’anno in alcune

strutture e adesso destinata al 90% a unpubblico civile. Questo ha portato moltepersone a modificare e ad arricchire ilcontenuto del Krav Maga originale. IlKMRED è stato costruito anchepensando e mescolando i diversiapprocci del Krav Maga concepiti inquesti ultimi 10 anni. Ma c’è un punto sucui insistiamo. Si tratta dei concettibasilari di cui deve disporre il praticantedi Krav Maga moderno. Infatti, crediamoche le rivoluzioni sperimentate dalle artimarziali e dagli sport da combattimentocon l’avvento delle MMA, debbanoriflettersi nell’ambiente del Krav Maga.Senza rompere le basi del Krav Magaoriginale, quest’ultimo deve diventareuna sorta di MMA della difesa personale.E quale miglior modo di sviluppare

questa disciplina se non quello diampliare le conoscenze dei praticanti aiquali è stato dimostrato. Le esperienzeaccumulate nelle modalità dicombattimento sportivo e negli attacchia mano nuda o armata non sono maistate così numerose. Pertanto, abbiamoil dovere di appoggiarci ad esse per fareevolvere il nostro Krav Maga e nonessere superati da nuove realtà!

Krav Maga

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Krav Maga

Il KMRED da un ruolo importante alcorretto apprendimento di tutte letecniche di percussione estratte, adesempio, da discipline come la Boxeinglese, la Boxe Thailandese, cosìcome delle tecniche degli sport dapresa come il Judo o la Lotta, percostruire un solido bagaglio tecnicoper i suoi prat icant i . Cosa c’è dimeglio in combattimento, che sapergestire una distanza e portare deidiretti della Boxe inglese, cosa c’è dimegl io che saper control lare unagomitata o una ginocchiata della Thai-boxing, o del proiettare, cadere olottare a terra come un judoka o unpraticante di Jiu Jitsu, o cosa c’è dimeglio, infine, che disporre – e questoè molto importante – di una mente aprova di tutto come quel la di un“commando di èlite”?Una volta acquisite le basi solide, il

nostro programma prevede di applicarlein un lavoro del “combattimento” perportare il praticante verso la “realtà”,all’apprendimento dei colpi e al lacomplessità della gestione di unconflitto. Quando un lottatore entra sulring, sul tatami o nella “gabbia”, deve

gestire le sue paure, le sue insicurezze,lo stress e metterl i da parte peraffrontare il suo avversario.Il KMRED possiede un programma

che consente agli allievi di sperimentaretutto questo, allo scopo di prepararsi al“combattimento” con l’unica differenzache, per la strada, non ci sono neregole, ne arbitri.Il praticante di Krav Maga moderno,

così come lo concepiamo nel KMRED,deve avere un arsenale completo,considerando sia i l lavoro dipercussione, che la lotta, il lavoro inpiedi e a terra, ma tenendo conto chenon si tratta di uno sport, ma dellapropria difesa e che lo scontro non devedurare. I suoi pogressi devono soltantopermettergli di uscire da una situazionedifficile o aiutare una persona con deiproblemi.È per quello che tutti i maestri

KMRED sono, oltre che esperti di KravMaga, praticanti, combattenti e ancheinsegnanti di sport da combattimento, ela maggior parte sono anche personeche sono state dei professionisti dellasicurezza e dispongono di una vastaesperienza nei “conflitti reali”.

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ANDREAS HOFFMANN: CINTURA NERA 3°DAN

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Quando il primo UltimateFighting Championship(UFC) si svolse a Denver il12 Novembre del 1993,quest’evento richiamòl’attenzione di tutto ilmondo del le ArtiMarzial i verso unnuovo sti le al lorasconosciuto, i lBrazil ian Jiu Jitsudella famigl iaGracie.

N DI BRAZILIAN JIU JITSURAPPRESENTANTEUFFICIALE INGERMANIA DI RICKSONGRACIE, 1994-2000

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Gli atleti di Brazilian Jiu Jitsubatterono tutti i loro avversari diqualsiasi sti le con facil ità,obbligandoli alla resa.Nel 1994 venni invitato negli USA

per insegnare Weng Chun Kung Fu.Sfruttai l’opportunità e chiamaiRickson Gracie, il miglior lottatoredella famiglia Gracie, per organizzareun confronto amichevole. Erocurioso di vedere se riusciva abattere anche me. Negli ultimi diecianni nei quali avevo imparato le ArtiMarziali in Cina, era pratica comunevisitarsi reciprocamente e fare un pòdi allenamento in modo amichevole,secondo la tradizione dei “cavalierierranti” che viaggiavano perperfezionare la loro Arte Marziale.Con questo spirito avevo intenzionedi mettermi alla prova con atleti del UFC.Al mio arrivo a Los Angeles

fummo accolti all’aeroporto daRickson e sua moglie Kim Gracie eci portarono a casa loro, una bellaresidenza in Pacific Palisades,accanto ad alcune stelle delcinema. Egli mi invitò nel suoleggendario “garage”, dove moltestelle conosciute della scena delleArti Marziali come Paul Vunak oFabio Gurgl si erano allenati.Cominciammo a combattere in

piedi in maniera molto rispettosa:Rickson portava dei calci laterali,cercando di frustrare i miei calci e

pugni e di chiudere la distanza almomento opportuno. Attraverso ilcontrollo della distanza che giàconoscevo dal Weng Chun KungFu e durante i l combattimentori lassato e lento, r iuscii aneutralizzare le sue tecniche diproiezione. Dopo decidemmo dicominciare a lottare in unaposizione in ginocchio e senzapugni. Fu li che iniziò davvero asorprendermi. Pur provando a farequalcosa, lui stava utilizzando lamia forza, cercando di obbligarmiad arrendermi. Persino quandolasciò libere le sue braccia, nonavevo nessuna possibilità mentrelottavamo a terra. Fu una cosaincredibile e mi resi conto chedovevo imparare anche questo.Così organizzammo la sua primalezione privata.Dopo il combattimento, mi invitò

nella sua piscina. Insieme a suamoglie e i suoi 4 figli, RicksonGracie si mise comodo nella suacasa di campagna nell’assolatostato della California. Si allenava edinsegnava nel suo garage e inpalestra, ma quando le onde eranobuone, mollava tutto e andava afare surf. All’interno della famigliaGracie, viene considerato i lcampione dei campioni, un Maestrotra le cinture nere.In Brasile e nel mondo, ha difeso

e protetto con successo il prestigio

“Figlio di Helio Gracie, il fondatoredello stile, Rickson imparò il Jiu Jitsu fin dalla culla ed è

cresciuto con le Arti Marziali”

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della famiglia, anche contro gliavversari più pericolosi. Dopo la suavittoria su Zulu, il campione brasilianodi Vale Tudo che era rimasto imbattutoper 120 match, Rickson divenne unastella in tutto il Brasile.Figlio di Helio Gracie, il fondatore

dello stile, Rickson imparò il Jiu Jitsufin dalla culla ed è cresciuto con le ArtiMarziali. Aveva sei anni quando comin-ciò la carriera nei campionati e a 15anni iniziò a insegnare. All’età di 18anni ottenne la sua cintura nera e daallora partecipò a oltre 400 combatti-menti, sia nel Jiu Jitsu, che nel Samboo Judo, così come alle competizioni diUltimate Fighting, o a risse di stradaalla luce del giorno. Le mie lezioni diallenamento con Rickson cominciaro-no il giorno seguente. Iniziò con un tipo

di riscaldamento abba-stanza particolare, unaspeciale combinazioneche consisteva in respi-razione, resistenza, stret-ching e esercizi di equili-brio, adattamenti degliesercizi basilari delBrazilian Jiu Jitsu, così

come dello Yoga.Quest’ultimo sistema è diven-

tato assai conosciuto nella suaforma più avanzata chiamata gin-nastica Naturale, che venne svi-luppata dall’amico di Rickson,Alvaro Romano.Rickson non solo mi stupì come

lottatore, ma anche comeistruttore e non fu soltanto per lamaniera di insegnare Arti Marziali,ma anche perchè insisteva moltonel trattare temi comeun’alimentazione equilibrata, yoga,esercizi di respirazione, spiritualitàe anche il “controllo emozionale”.I l suo “controllo emozionale”divenne particolarmente famosoper i l successi di Holl iwood,“L’incredibile Hulk”, dove Ricksonoperò come Maestro D’Armi delprotagonista Bruce Banner/Hulk egli insegnò anche il “controlloemozionale” – tecniche direspirazione, oltre a metterlo allaprova prendendolo a schiaffi sullafaccia.

(Continua…)

“Rickson non solo mi stupì come

lottatore, ma anche come

istruttore e non fusoltanto per la

maniera di insegnareArti Marziali,

ma anche perchèinsisteva molto neltrattare temi comeun’alimentazioneequilibrata, yoga,

esercizi direspirazione,spiritualità e anche il “controlloemozionale”

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TITOLO: JEET KUNE DO

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TITOLO: JEET KUNE DOELEMENTS OF

ATTACK

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TITOLO: JEET KUNE DOBRUCE LEE’S

YMCA BOXING

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TIM

3TITOLO: JEET KUNE

DO UNLIMITED

REF.: DVD/BURTON TITOLO: JEET KUNE

DO UNLIMITED

REF.: DVD/BURTON2 TITOLO: BRUCE LEE: L’UOMO E LA SUA

EREDITA

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TITOLO:HOMENAJE

A BRUCE LEEAUTORE:

TED WONG & CASS MAGDA

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AUTORE:TIM TACKETT

AUTORE: SALVATORE OLIVAAUTORE: B. RICHARDSON

TITOLO: JKD STREET DEFENSE TACTICS:

TITOLO: EXPLOSIVE DUMOG

TITOLO: JKD STREET TRAPPING”

REF.: DVD/SALVA • DVD/SALVA2• DVD/SALVA3 • DVD/SALVA4• DVD/SALVA5 • DVD/SALVA6 • DVD/SALVA6• DVD/SALVA7

TITOLO: J.K.D. STREETSAFE:

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MUTAI:

TITOLO: WINGCHUN KUNG FU:

SIU LIM TAOinglés/Español/Italiano

REF.: DVD/RANDY1TITOLO: WING

CHUN KUNG FU:CHUM KIU

inglés/Español/Italiano

REF.: DVD/RANDY2

TITOLO: WINGCHUN KUNG FU:

BIU JEE

inglés/Español/Italiano

REF.: DVD/RANDY3

TITOLO: JKDTRAPPLING

TO GRAPPLING

REF.: DVD/ALM2TITOLO: FILIPINOMARTIAL ARTS

REF.: DVD/ALM3TITOLO: STREET-

FIGHTING!JEET KUNE DO

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TITOLO: JKD “EL CAMINO DEL PUÑO

INTERCEPTOR”

AUTORE:RANDY WILLIAMS

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TITOLO: THE WOODEN DUMMY INGLES/ITALIANO

INGLES

TITOLO: CONCEPTS &PRINCIPLES

DVD/RANDY4

AUTORE:JOAQUIN ALMERIA

TITOLO: ESPADA Y DAGATITOLO: PENTJAK SILAT

TITOLO: BUKA JALAN SILAT

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TITOLO: YAWARA KUBOTAN

AUTORE:MASTER PEREZ

CARRILLO

REF.: DVD/YAW2TITOLO: 5 EXPERTS- EXTREME STREET

ATTACKS AUTORI: VICTOR

GUTIERREZ,SERGEANT JIM

WAGNER MAJOR AVINARDIA, J.L. ISIDRO& SALVATORE OLIVA

REF.: DVD/DP1

ALTRI STILI

AUTORE: BOB DUBLJANIN

TITOLO: JKD EFS KNIFE SURVIVALAUTORE: ANDREA ULITANO

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COREOGRAFIE DI AZIONEMADE IN HONG KONG &AMERICA

Spettacolarità controCredibilitàIn passato gli americani non credevano nella

continuità e nella spettacolarità, preferivanobasare le proprie idee coreografiche suqualcosa di più reale e credibile.Ma a metà degli anni ’90, quando Jackie

Chan irruppe con “Terremoto nel Bronx”, ilpubblico americano iniziò ad accettarecombattimenti più lunghi e spettacolari.Per esempio, se paragoniamo “Senza

esclusione di colpi” di Van Damme, vedremoche è pieno di colpi micidiali e nitidi, mentre in“Hong Kong colpo su colpo” ci sonocombattimenti già più complicati ed elaborati.Il mercato americano per molto tempo

mantenne i riferimenti che Bruce Lee lasciònegli anni ’70, ovvero, spettacolarità con unmovimento principale e poca sequenzialità.L’idea generale è che il buono colpisce e ilcattivo subisce, non c’è molto più di questo.I cinesi e in special modo Jackie Chan,

svilupparono uno stile che non da respiro,movimenti, cadute, incassare e colpire allostesso momento, poi una scena in cuil’attore si gioca letteralmente la vita seguitada un’altra lotta frenetica, che al solopensarci ti stanchi…La differenza sta nella dedizione che viene

investita nelle sequenze di combattimento,se a Hong Kong ci volevano 3 mesi perrealizzare una coreografia d’azione, negliUSA ci mettevano soltanto 3 giorni.

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Immagine & abilità marzialeUn altro aspetto significativo è che negli USA (possiamo

dire in tutto l’Occidente) si presta più attenzioneall’immagine che alle capacità, per cui un attore che“sembra” un fighter è i l protagonista e poi c’è unacontrofigura o stuntman che ricrea le scene pericolose.La massa muscolare, i lineamenti del viso sono le cose

più importanti nel momento di scegliere un attore, la suaabilità marziale rimane in secondo piano.In Asia non è esattamente così, si può vedere un

protagonista fuori forma fisica, come Sammo Hung, ma lesue qualità marziali sono sempre di alto livello.Personalmente ho avuto la fortuna di lavorare in diverse

produzioni asiatiche e americane (o per i l mercatointernazionale), la verità è che se in America ci sarà un tutorche ti assiste nella recitazione, che starà li cercando di fartiesprimere al massimo le tue emozioni, in Asia ci sarà unmaestro d’armi e il suo team di professionisti che nontralasceranno nessun dettaglio nelle sequenze d’azione.

Continuità nelle sceneUn altro dettaglio a livello cinematografico è la continuità

filmica; quando si filma una scena, poi ne abbiamo unaseguente che deve dare l’idea che tutto avvenga nellostesso momento.Le produzioni occidentali hanno di solito una donna che è

incaricata di fare solo questo ed è la figura denominataSegretaria di Edizione.E perché sempre una donna? Per il semplice fatto che sono

più attente ai particolari degli uomini, notano tutto, i costumi,come si muove ogni attore, che piede ha utilizzato per primoper salire una scala, in quale parte del corpo è stato colpito eche mano ha appoggiato a terra quando ha perso l’equilibrio,tutto minuziosamente dettagliato per non perdere la continuità;anche così ci sono sempre dei particolari che sfuggono allavista di tutti e una volta terminata la pellicola, diventano perleper gli appassionati del mondo della celluloide.Nelle produzioni asiatiche non ho mai visto Segretarie di

Edizione, e so di molti attori occidentali che hanno un sacco

Cinema Marziale

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di problemi quando si trovano agirare, poiché gli stessi registi nonprestano la minima attenzione aqueste cose.In quanto ai combattimenti

credo che la continuità non siatanto importante, le produzionifuori dell’Asia le danno una talerilevanza da farli apparire, in alcunicasi, addirittura statici quando lasequenza viene montata.Peraltro gli asiatici hanno uno

stile di montaggio che può faremiracoli con un attore in là con glianni e con poca esperienza inscene di combattimento.Tenendo a mente ciò,

osserviamo un altro dettagliocruciale: la posizione dellamacchina da presa.

Angoli di ripresaI l Cinema asiatico è

specializzato nel mostrare l’azionein una maniera diversa e se almontaggio ci aggiungiamo gliinsoliti angoli di ripresa, avremodelle scene d’azione frenetichedallo stile unico. A Hollywoodl’azione è in funzione di dove sitrova la macchina da presa,sembra che tutto si muova attornoalla sua posizione…D’altra parte a Hong Kong, per

esempio, la camera si posizionasecondo l’azione realizzata.

Yuen Woo Ping è uno specialista inquesto senso e forse il suo contributopiù signif icativo per i l pubblicooccidentale è stato in Matrix, dove haintegrato oriente e occidente in sceneche hanno segnato un prima e undopo, unendo la più avanzatatecnologia digitale dell’epoca, aeccezionali sequenze dicombattimento.

Velocità CinematograficaQuesto è un aspetto cruciale nelle

scene di lotta, gli orientali preferisconoaggiungere velocità ai combattimenti,al contrario gli occidentali sono adeptidel rallenty…Come esempio posso citare i film di

Jackie Chan realizzati in Asia, chepossiedono una velocità e unasincronizzazione incredibile e le sueproduzioni americane sono un po’ più“credibili” quando i movimenti hanno

una velocità considerevole.Può darsi che sia a causa della sua

età, JC ha quasi 60 anni, ma continuaad appassionare i suoi fans. Un chiaro esempio di produzioni in

cui si utilizzano scene al rallentatoreper esaltare la spettacolarità, sononiente meno alcuni dei film di VanDamme. “Senza esclusione di colpi”contiene molte scene rallentate perconsentire di far risaltare al massimo letecniche di calcio di JCVD.Un'altra stella, stavolta femminile,

che brillava per la sua abilità negli USAe a Hong Kong è Cynthia Rothrock, ese paragonate le pellicole prodotte nelsudest asiatico vedrete sceneimpressionanti, mentre nei suoi lavoriall’interno dei confini americani laqualità non è la stessa.Possiamo dire che la mentalità

americana si riflette nel far capire allospettatore tutto quello che succede, finda subito, durante un combattimento,

dove ci sono impegno e slow-motionper consentire una facile lettura delleazioni.Al contrario a Hong Kong, si creano

azioni frenetiche che sono continue edi grande impatto, e spesso bisognaguardare i combattimenti più di unavolta per catturare ciascuno deimovimenti realizzati.

West vs EastPersonalmente ho lavorato in

entrambe le industrie e si può dire chesono un po’come l’acqua e l’olio percerti aspetti.Da un lato a Hong Kong abbiamo

coreografie dettagliate con movimentiche devono essere precisi e nellagiusta angolazione in relazione alpunto di ripresa.Questo è ciò che ho sperimentato

lavorando con Anthony Szeto in “TheFist of the Dragon”, film che ancora

Cinema Marziale

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non è uscito di cui è disponibile il trailer suinternet.Mentre negli USA si fanno riprese in

condizioni eccellenti, con un catering che nonsi trova in Cina o ad Hong Kong, ma a livello dicoreografie è tutto assoggettato ai tempi e allavisione del regista, senza prestare moltaattenzione ai dettagli a livello marziale o diangolazione di ripresa.Attualmente in Cina si sta iniziando a fare

delle co-produzioni con gli USA e altri paesioccidentali, forse in un futuro non moltolontano potremo apprezzare dei film cheintegreranno perfettamente questi due stili cosìparticolari di fare cinema come in Oriente e inOccidente.

Andrew DaszAttore/Coreografo d’[email protected]@gmail.comhttp://www.imdb.me/andrewdaszhttp://www.facebook.com/andrewdasz?http://www.alivenotdead.com/AndrewDasz

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Fu-Shih Kenpo e il suolegame con il KOSHOSHOREY – RYU KENPO

LA TECNICA:Il Kenpo Kosho basa la sua efficacia

tecnica sull’utilizzo degli Atemi, o colpi,ma è ricco di sistemi di proiezioni eatterramenti, un settore molto ampionel Kosho Shorei Ryu e moltocomplesso come nell’Aikido o nel JuJitsu che sono alcuni dei “Concetti”basilari su cui si fonda il sistema.In sicurezza grazie all’arte di alto

livello del “non-conflitto”, si utilizzanoquelli che vengono denominati “colpifemminili” e “parate femminili” (OnnaNo Atemi). Parate e colpi che sonorealizzati solo per provocare una dataintensità di dolore e confusione, senzafare troppi danni.

FILOSOFIA E SPIRITO DEL KENPOKOSHO-RYU:Kenpo signif ica “la legge del

Pugno”. E’ un’arte marziale che ricercalo sviluppo dell’essere umano in tutti isuoi aspetti (f isico, mentale espirituale). Persegue la conoscenzainteriore, l’equilibrio, l’armonia e unaconvivenza pacifica e rispettosa contutti gli esseri che ci circondano e ciaccompagnano lungo i l nostrocammino.Il Kosho Shorei Ryu Kenpo è diviso

in due rami differenti che di per sesono già delle arti, quello spirituale e letecniche pugilistiche, che non possonoessere studiati separatamente.Le arti fisiche sono divise in tre

sistemi di combattimento indipendentiche sono “l’arte della guerra del

Monastero Kosho-Ji”, “le artisimmetriche” e “l’arte della vera difesapersonale”.- L’arte della guerra del Monastero

Kosho-Ji, comprende le tecniche dibase di attacco con pugni, calci, manoaperta, punta delle dita, gomiti, ecc.oltre all’aspetto formale del “kata”.Con suddette tecniche si cerca dicolpire nei punti vitali con l’intenzionedi danneggiare e eliminare un possibileavversario.- Le arti simmetriche si riferiscono

all’insegnamento delle tecniche di

tirare e spingere, i colpi alle estremità;non sono tecniche letali anche seefficaci per controllare un avversariosenza danneggiarlo più del necessario.- La vera difesa personale si basa su

tecniche di salto e spostamenti incorsa, oltre ad insegnare l’utilizzo diqualsiasi oggetto per la difesa.L’ordine di apprendimento del

sistema Kosho iniziadall’insegnamento delle arti spirituali esuccessivamente, quando l’allievo èpreparato, si passa alle tecnichefisiche. La ragione di tale ordine risiedenell’idea che in caso di uno scontroreale, l’allievo anteporrà la sua artespirituale alle tecniche fisiche piùmicidiali. In questa maniera si capisceche sta mettendo in pratica il verosenso del concetto del Kenpo Kosho.La vera Difesa Personale è l’arte

dell’anticipo, del prevenire le situazionidi pericolo ed evitarle. La più grande evera autodifesa è vivere e modellareintorno a noi un mondo di pace earmonia. Ma in caso di necessità, inuna situazione di grande pericolo perla vita, si è perfettamente allenati perrespingere l’aggressione e applicaretecniche devastanti e letali perl’incolumità fisica dell’aggressore.Nell’aspetto fisico, uscire vittoriosonella Difesa Personale è l’essenzadell’arte del Kenpo. Nella DifesaPersonale si vince con il ritmo chenasce dal vuoto, con la cadenza chenasce dall’ intell igenza e con laconoscenza del ritmo dell’avversario.Ma danneggiare, ferire o uccidere nonè il cammino dell’umanità.La parte interna, il vero spirito del

Kenpo, è radicato nell’umiltà, nellasemplicità e nel perenne autocontrollo.Essere umile signif ica essererispettoso, responsabile e giusto con

gli altri e con se stessi. La personaumile non si abbassa davanti a nulla,ma non permette nemmeno chequalcuno si abbassi dinnanzi a lei.La pratica persistente e continuativa

del Kenpo migliora la salute, aumentala longevità e non è pericolosa per ipraticanti. Non importa chi lo pratica,che sia uomo o donna, giovane oanziano, debole o forte. Bisognasempre preservare le proprie risorsefisiche e utilizzare la forza e l’energia inmodo economico. Il Kenpo sviluppal’autostima, affina i nostri sensi e la

nostra mente per agire e valutarerapidamente ed essere sempre inallerta. L’arte del Kenpo è un aiutoinestimabile nella nostra vitaquotidiana.Il vero praticante di Kenpo deve

possedere uno spirito grande e aperto,essere paziente umile, sobrio emostrare un’assoluta calma interiore.Deve continuamente allenare il suospirito nella strategia e nella tattica.Deve ricercare la semplicità che è la

chiave della maestria, la perfezione, lapurezza, la sincerità e la dedizione inciascuna tecnica, in ogni movimento,in ogni gesto.Si deve interiorizzare la tecnica fino

al punto da farla sgorgaredall’ inconscio come fosse unmovimento naturale. Colui che riesce adominare i l potere di ciò che ènaturale, sarà padrone di qualsiasisituazione. Per questo motivo latecnica non deve essere una routinemeccanica, perché così limitiamo lanostra mente e questa limitazionerende rigidi e carenti di spirito.L’allenamento costante deve essere

una parte normale della vita perché ilcorpo e lo spirito rimanganoimperturbabili e in allerta in qualsiasisituazione.“Allenati ogni giorno con l’illusione,

la dedizione, l’entusiasmo e lo spiritodel tuo primo giorno. Vivi ogniallenamento come se fosse l’ultimodella tua vita e lavora come potessivivere in eterno”.Ricorda che il vero guerriero deve

sconfiggere un solo nemico: se stesso.Il cammino del guerriero è la libera

via della conoscenza, senzaaggrapparsi a nulla e a nessuno.Questa è la via del puro e autenticoKenpo. Ognuno scolpisce la propria

strada. La strada è nel nostro cuore,nella fonte della nostra coscienza, nelnostro spirito. Trasformare il cuoredell’universo nel proprio è la via delguerriero.I l Kenpo si pratica anche come

sport, ma bisogna sempre tenerpresente la filosofia del vero e originaleKenpo. Per padroneggiare l’arte delcombattimento si deve andare inprofondità nella filosofia, senza spirito.La forza del corpo e la maestria dellatecnica non sono niente senza lavigilanza dello spirito.

Fu Shih Kenpo

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E’ necessario mantenere uno spirito imparziale,equilibrato, giusto, comprensivo e accondiscendente inqualsiasi situazione. Un vero maestro di Kenpo lotta sempreper la giustizia, sebbene le circostanze siano avverse.Vincere o perdere, o confrontarsi con gli altri usando alcunetecniche, non è vero Kenpo. Il traguardo non consiste nelvincere o nell’essere vinto ma nel raggiungere la perfezionee la semplicità in ciascuna tecnica e in ogni azione dellanostra vita. Ricorda sempre che il pugno è un tesoro che haiin tasca. Non deve mai essere mostrato in pubblico.Riflettiamo sulle seguenti considerazioni, in esse troveremoil segreto della vera arte marziale. Nell’arte del Fu-ShihKenpo, ci identifichiamo pienamente con questa filosofiaKOSHO dei Maestri Mitose. Tra il GM Thomas Barro Mitosee il sottoscritto c’è enorme rispetto, amicizia, armonia efratellanza. GRAZIE…

Grandi Maestri

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Fu Shih Kenpo

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Grandi Maestri

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Kyusho (il punto vitale dello sviluppodell’energia)Angusthasana, Postura 13 “Postura sulla punta dei piedi”

Questa seguente postura è un’incredibile apertura della viadell’energia che puoi aggiungere alla tua routine, una voltapreparato adeguatamente il corpo fisico ed energetico. Nellaposizione precedente abbiamo alleggerito la pressione sugliorgani e disteso i nervi toracici inferiori e lombari, per facilitareil potenziale completo di questa successiva.

Dal punto di vista fisico, questa postura è molto esigente infatto di equilibrio e forza dei piedi in particolare, che sisviluppano gradualmente tramite le posizioni precedenti.L’equilibrio che abbiamo scoperto non solo aumentava lacomunicazione tra gli emisferi destro e sinistro del nostrocervello, ma comunicava continuamente anche con i nostrimuscoli favorendo le innumerevoli reazioni di tensione erilassamento dei muscoli antagonisti. Possiamo considerarequesta tensione continua come un esercizio dinamico, anchese le posture sono statiche. Per esempio, se osserviamo imuscoli della gamba che mantengono l’equilibrio quando siuniscono i piedi, vedremo come la parte anteriore eposteriore (o esterna/interna) dei muscoli stessi cambiacostantemente di tensione e rilassamento per stabilizzare laposizione. È simile a quando facciamo delle serie con i pesi,con la contrazione quando li solleviamo e il rilassamentoquando li abbassiamo. Questa volta il peso è il nostro corpo,con il beneficio aggiuntivo della funzione cerebrale dinamicache fluisce da destra a sinistra.

I piedi sperimentano la posizione precedentecondizionando la distribuzione del peso, lo stiramento,l’equilibrio e ora in questa postura più avanzata, la forzatotale del muscolo per sopportare il peso totale del corpo

insieme all’equilibrio richiesto. Questo è necessario per aprirepiù efficacemente i canali energetici, staccandosi quasi daterra. E’ specialmente importante sollevare i talloni da terraper inibire l’energia dal suolo e consentire completamenteche solo una postura appropriata del nostro corpo si apraulteriormente per rafforzarne un maggior sviluppo futuro,come abbiamo fatto fisicamente fino ad ora. Il nostroprecedente lavoro energetico, ha rafforzato i messaggineuronali del nostro corpo, del cervello, della terra edell’atmosfera perchè si possa adesso privilegiare lacoltivazione di una maggiore capacità energetica.L’allenamento adeguato con le posture precedenti nel corsodel tempo fino ad arrivare a correggere e ad adattarsi a taliesercizi in sequenza (le posture sono allo stesso tempo unregime di esercizi interni ed esterni), ci ha reso capaci ora digestire più energia senza le gravi ripercussioni che sarebberosorte se non fossimo stati preparati. Come nota a parte,queste ripercussioni sono in sintesi: ansia, stress, insonnia,malessere emozionale, confusione, agitazione, isteria e altreancora. Ciò è dovuto alla liberazione incontrollata dellaKundalini o al risultato di essere impreparati.

Questa postura apre i tre canali midollari dello Shushuma,dell’Ida e del Pingala, così come i canali interni della gamba,permettendo che l’energia si elevi totalmente mentre saleverso la ghiandola pineale.

Quando si sollevano i talloni dei piedi, consentiamoall’energia di elevarsi mentre questi ultimi fanno pressioneverso la parte posteriore delle gambe e allo stesso tempo lacompressione dell’area posteriore del ginocchio, fissa eimpedisce di rimanere al suolo/bloccato dall’energia dellaterra...Le piante dei piedi e le parti interne delle gambe sistirano così come il perineo. Questo apre il Chakra base(aprire questa porta di energia è cruciale, poichè è il punto dipassaggio delle energie spirituali e terrene) e lì è dove la

Testo: Evan PantaziIstruttrice di Yoga: Carolina Lino - Ponta Delgada, AzzorreFoto: Tiago Pacheco Maia - Ponta Delgada, Azzorre

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Kundalini inizia l’ascesa attraverso l’osso sacro in cui siunisce anche all’Ida e al Pingala. L’equilibrio laterale richiedea sua volta di iniziare il movimento di energia quando il latodestro del cervello comunica e controlla la muscolatura dellato sinistro e quando il lato sinistro del cervello controlla ildestro, ricevendo e disperdendo le trasmissioni neuronali.Tutto ciò si raggiunge attraverso la linea principale del midollospinale e anche a livello periferico tramite i nervi della spinadorsale che escono lateralmente dagli spazi intervertebrali.

Questo stesso schema a forma di elica rappresentantel’energia dei serpenti dell’Ida e del Pingala, lo si può vederenella forma del DNA così come nel simbolo più modernodell’infinito. Questa specie di clessidra a forma di serpentes’incontra anche nell’arte marziale cinese chiamata Sanchin,che si basa, coltiva e utilizza le stesse energie (Prana) delleantiche pratiche indiane. Queste energie venivanoconsiderate la via verso verso il benessere e l’illuminazioneanche nella cultura moderna. Si sono persino manifestatenella Medicina Moderna quando questa adottò il Caduceoper rappresentare la buona salute e il suo recupero.

Se diamo un’occhiata al Caduceo (Caduceo è una parolaadattata dal greco Kerukeion, che significa “il messaggerodella guarigione miracolosa” – il bastone del messaggeropubblico), questo si mette in relazione con le parole Kerux eKerusson, che si riferiscono a qualcuno che annuncia unainformazione al pubblico, così come il medico spega qual’è lastrada per recuperare la salute. Non si trovano tanti simboliche fanno riferimento alle antiche culture di Egitto, Grecia e

India che siano sopravvissuti al tempo, almeno fino agli inizidel XX secolo quando la professione medica adottò questaeffige. Se facciamo un’analisi più profonda di questo anticosimbolo, notiamo che si divide in varie parti distinte efondamentali.

Bastone: i l bastone rappresenta la spina dorsale(Shushuma) e l’energia che prende vita dal cervello ecomunica con il mondo. Questa energia nelle pratiche indianedello yoga rappresenta la Kundalini.

Serpenti: La figura intrecciata del serpente a forma didoppia elica (che rappresenta il DNA e nel campo dell’energiaelettromagnetica che forma un circuito anulare intorno a tuttoil percorso diretto del f lusso) è la rappresentazionedell’energia dell’Ida e del Pingala che mostrano il positivo e ilnegativo, lo Yin e lo Yang, il maschile e il femminile, la vita e lamorte (insieme alla lotta per salire in alto). Fa ancheriferimento allo spostamento dell’energia del lato destro delcervello verso la parte sinistra del corpo e viceversa.

Ghiandola Pineale: la sfera superiore del bastone è la zonapiù protetta del corpo umano, incapsulata al centro delcervello sotto la Pia Madre, lo spazio Subaracnoide,l’Aracnoide, lo spazio Suturale, lo strato meningeo del Duramadre, lo strato del periostio del Dura, l’osso del cranio, ilPeriostio e la pelle esterna... La ghiandola pineale collega ilsistema endocrino con quello nervoso trasformando i segnalinervosi del sistema simpatico del sistema nervoso periferico,in segnali ormonali. Viene considerata in molte culture, daiprimi documenti ritrovati, come “la residenza principale

dell’anima” o la connessione tra l’intelletto e il corpofisico. Una volta che si apre la corona del Chakra, lanostra coscienza si espande.

Ali: Sono il simbolo di questa ascesa verso unamaggiore coscienza e verso ambiti aldilà di quellofisico, una volta che la coltivo, la messa in funzione e lapratica del sistema completo ci daranno la fluidità dellavita interna ed esterna. La realizzazione e laconnessione dell’energia con le vibrazioni dell’universosi irradiano verso gli altr i , dandoci la l ibertàsimboleggiata dalle ali.

Questo non è soltanto un simbolo della salute fisica,ma una mappa per ottenerla. È la chiave dellaguarigione, che allevia lo stress e ci fa stare in armoniacol nostro posto nell’universo. Per curarsicompletamente e coscientemente, dobbiamo per primacosa comprendere questo antico simbolo, ciò cheinsegna e perchè rappresenta non solo il metodo delChi Gung, dello Yoga, del Ki e del Prana, ma anche lanostra stessa esistenza e buona salute.

“Postura sulla punta del piede –Angusthasana”

Quando terminiamo le posizioni equidistanti dellapostura precedente, portiamo lentamente la parteposteriore del piede verso l’alto sotto il bacino eassestiamo il piede opposto nella stessa posizione.Quando i talloni si sollevano e le gambe si stendono, siimpedisce di fissarsi all’energia terrestre e si stimola ilflusso di energia in direzione ascendente attraverso laparte interna delle cosce, ora aperte e del perineo. Daqui trascende attraverso i tre canali. Questa posizionefacilitata dall’equilibrio, richiede che si mantenga ilcorpo eretto mentre aumentano i messaggi neuronali.Le mani si portano dalle ginocchia alla versione piùavanzata qui descritta. I palmi delle mani si uniscono inposizione verticale (rappresentando lo Shushuma o laKundalini) con i gomiti sollevati e spinti verso l’esterno.I piedi mostrano la connessione con le energie negativedella terra, mentre le mani rappresentano la direzionedel flusso.

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Vediamo come i piedi, le gambe, il torso, lebraccia, le mani e la testa raffigurano inmaniera esatta e inequivocabile il Caduceo.Le ali sarebbero un’altra volta il Chakra el’aura dell’energia emanata dalla testasono come i raggi del sole ( laconoscenza, la coscienza, laspiritualità, la crescita e la luce).

Mantenendo questa postura,sentirete che la concentrazione e laforza dei piedi, la spina dorsale, lespalle e la testa si raddrizzano erafforzano la vita trasmessaattraverso la spina dorsale.Inizierete anche a sentire cheaumenta l’energia che escedal centro della testa(cerebro-ghiandola pineale),espandendosi verso l’esterno.Non fatevi trasportare dallaparte fisica quando stategodendo della gioia e dellameraviglia che state provando,prendetevi i l vostro tempo esviluppate totalmente la postura eil suo effetto in maniera graduale,per evitare qualsiasi problema disalute che può causare.

Respirazione e intenzione

Dalla “postura dei polmoni”Janurasana, quando portate la parteposteriore del piede verso l’ interno,inspirare profondamente dal naso. Sentitecome il perineo si espande dal basso versoi talloni, come se si spingesse tramite i piediverso la terra. Una volta che siete nellaposizione base con le mani sulle ginocchia,espirate lentamente un’altra volta e sempre dalnaso. Notate la contrazione e la spinta delperineo verso l’alto mentre percepite l’energiafuoriuscire dai piedi che sale attraverso laspina dorsale dai tre canali energetici. Ripetetel’inspirazione come prima sentendo che levibrazioni riempiono le gambe e i piedi; mentreespirate alzate le mani verso una postura piùavanzata e se è possibile più comoda. Durantequesta respirazione e posizione, sentirete unamaggiore connessione energetica econcentrazione nella ghiandola pineale.

Ripetete un’altra volta il ciclo di inspirazionee le concentrazioni di energia, ma rendendoviadesso più conto della leggerezza nella parteinferiore del corpo e di quanto il perineo siespande verso una posizione inferiore.Espirando e ripetendo la presa di coscienzaprecedente, sentirete un incrementodell’energia attraverso i tre canali e verso ilcentro del cervello. Consentite che questo siespanda verso l’esterno attraverso il cranio comese si sviluppasse un alone.

Un’ultima precauzione per questo procedimentoè assicurarsi di permettere l’espansione al di sopradella testa...non concentratevi o trattenete dentrol’energia perchè questo potrebbe causare deiproblemi come quelli citati in precedenza.

Prossima postura numero 14 “ La posturadell’arco – Dhanurasana”

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lcuni mesi fa nella miaassociazione, laTAOWSAcademy, ho avviato unprogetto che avevo intesta già da moltotempo. L’ho chiamato

TAOWS Lab. In questo laboratoriocerchiamo di fare dei passi avanti nellostudio di questa appassionante Arte daCombattimento. Il Wing Tsun è unostile di boxe cinese ben distinto daglialtri. Nei miei articoli e libri mi riferiscoad esso come a uno stile “ibrido”.Questa parola definisce moltochiaramente le caratteristiche el’idiosincrasia propria del sistema.Nella mia esperienzanell’insegnamento e nella pratica diquesto stile, c’è una parola che credorispecchi perfettamente il WingTsun:SOTTILE. Questa piccola parolacomposta solo da tre sillabi (Wing Tsunsono due) ha molto in comune conesso. Il dizionario della AccademiaReale della Lingua Spagnola definiscein prima istanza la parola sottile come“fine, delicato e tenue...” ma in unaseconda riga come “acuto, perspicace,ingegnoso...”. Senza ombra di dubbio,la seconda riga inquadra molto megliociò che a mio avviso rende così difficilela comprensione di questo sistema. Innumerose occasioni il WingTsun èstato vittima di una volgare

semplificazione che ha messo deglieccellenti praticanti in un vicolo cieco, intrappolati dalle direttiveassolutamente inflessibili di alcuni guruo insegnanti che affermano di essere idepositari della verità (della lorochiaramente...). E’ una cosa moltotriste e contro la quale mi stoscagliando contro da diversi mesi.Però essendo in condizione dicostruire e pianificare delle situazioni,desidero utilizzare tutti questi elementicosì negativi nello studio dell’arte perprovare a trasformarli in “positivi”.

Il LAB della TAOWS Academy è unmodo di mettere in contatto praticanti

di WingTsun col fine di praticare estudiare ciò che definisco il Wing TsunAvanzato. Anche se non sono moltoavvezzo alle frasi eclatanti (avanzato),in fin dei conti dovevo farlo in qualchemaniera e la mia riflessione vuolestimolare i praticanti a rivedere tuttociò che stanno studiando in unadeterminata prospettiva, per aiutarli/cinella loro/nostra pratica.

Avanzato è ciò che viene dopo laBase. Nel Wing Tsun, non sonosempre d’accordo con quello ches’intende per Avanzato o Base, peruna ragione molto semplice. Nonsempre quello che consideriamocome basilare è più facile dacomprendere o da applicare di ciòche chiamiamo avanzato. Questapotrebbe essere, a mio avviso, l’unicaragione per classificare in un modo onell’altro le tecniche, ma più praticoquesto sistema, più mi rendo contoche le cose apparentemente basilarisono le più difficili da applicare nellesituazioni reali.

La ricerca di tale “apparentesemplicità” non sempre ha compresoche ciò che cerchiamo è rendereSEMPLICE ciò che è moltoCOMPLICATO (sconfiggere unavversario che non collabora e chetenta di colpirci o finalizzarci con tuttele sue forze).

C’è bisogno di un maestro per tutta la vita?

“Nel panorama delWing Tsun è piuttosto

normale sentireistruttori di differentirami dello stile cheaffermano che è

necessario studiarel’arte per svariati

decenni”

A“Non sempre

quello checonsideriamo come

basilare è piùfacile da

comprendere o daapplicare di ciòche chiamiamo

avanzato”

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Sicuramente siamo confusi daifilm d’azione o dalle centinaia didimostrazioni/esibizioni di abilitàalle quali partecipano le scuole diArti Marziali o dal desiderio dipoter sconfiggere degli avversaricon una tecnica “magica” con cuiavere la meglio su un nemico chefa di tutto e con forza superiore, inquattro e quattr’otto...

Bene, dopo venti anni ditentativi...sento dire che non èpossibile!

A seguito di questa“disillusione”, ho riflettuto su comepossono cambiare le cose, oforse, essere orientate in manieradifferente perchè si possacombattere utilizzando lo stile alquale alcuni di noi ha dedicatooltre metà della propriaesistenza... Sono consapevole chea molti praticanti di altri stili (non diWing Tsun) che leggono i mieiarticoli e mi fanno delle domandevia e-mail o sul mio sito internet,tale affermazione apparirà curiosao addirittura, in alcuni casi, glisembrerà simile agli stessiproblemi che affliggono gli altri stilicosiddetti classici. Ma la cosaprincipale per me è cercare diintridurre nella pratica qualcosache molto spesso vienedimenticato: il buonsenso.

Qualche giorno fa stavopreparando una sessione del LABper il mio team e uno dei canaliche di solito guardo per studiareelementi del combattimento e learti aff ini, trasmetteva undocumentario sulle legioniromane.

Il documentariodescriveva in modo moltoconciso quali erano ledifferenti strategie etecniche che le legioniromane uti l izzavano inbattaglia e quali erano imotivi per cui questocorpo militare divenne lamacchina da guerra piùtemuta della sua epoca.

P a r l a v a n od e l l ’ a d d e s t r a m e n t oindividuale dei legionari. Il datoche più mi è saltato all’occhioriguarda i l periodo diaddestramento: da sei mesi aun anno. Sono rimastoalquanto sorpreso del lasso ditempo relativamente breve peraddestrare uno dei più temibilisoldati della storia antica,contrapponendolo al periodoimpiegato per analogo lavoroda un artista marziale al giornod’oggi. Nel panorama del WingTsun è piuttosto normalesentire istruttori di differentirami dello sti le chesostengono che è necessariostudiare l’arte per svariatidecenni.

Mi pare quanto menocurioso che ci siano personeche ritengono che unapersona necessiti di 20 anniper “completare un sistema”,quando un legionarioromano era perfettamenteaddestrato per la battaglia inpoco meno di un anno. Qual’èla conclusione che si evince daquesta dicotomia? Bene...èfacile. In tutto il processoformativo di un’abilità c’è unaparte di addestramento eun’altra di sperimentazione. Laparte dell’addestramento nonpuò durare, nel modo più

“È gratificantenotare comeogni giorno ci

siano sempre piùinsegnanti

coraggiosi che siavventurano aproporre nuove

idee (alcune

davvero geniali)”

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assoluto, 20 anni! È una cosaveramente offensiva per l’intelligenzadelle persone normali. Anche se, dopoun periodo formativo, lasperimentazione può e deve durare perpiù anni possibile al fine di migliorare lecapacità e la comprensione dei principie delle tecniche.

In quest’ottica è nato il TAOWS Lab,dove si completa quanto prima ilsistema Wing Tsun e si mette allaprova lo stesso sistema in numerosiscenari o situazioni che ci obbliganoad adattarci a contesti mutevoli e arealtà fuori dal nostro controllo.L’esperienza sta risultando davveroappagante. Al punto che alcuni degliesercizi, degli schemi e delle sezioniche insegno nei miei seminari edaddestramenti, sono scaturiti dallosviluppo di questo lavoro di ricercache sto realizzando con il mio team dicollaboratori più stretti. Tutto neltentativo di poter applicare uno stile dicombattimento al combattimento!

Arrivato a questo punto, voglioriallacciarmi al titolo dell’articolo diquesto mese:

C’è bisogno di un maestro per tuttala vita?

A mio parere NO. Credo infatti chesia una cosa veramente negativa perlo sviluppo individuale di unpraticante. Non vorrei che questofosse frainteso. Non parlo di romperecol tuo maestro/padre/istruttore, maesattamente i l contrario.Semplicemente dico di guardare tuttoda un altra prospettiva.

Uno dei maestri che ammiro eri leggo spesso, afferma senzavergogna che...”arrivati a un certo

punto bisogna “uccidere” i lmaestro”...Sono assolutamented’accordo. NON farlo difficilmentecondurrebbe verso un lavoro discoperta di se stessi e disperimentazione personale chearricchirebbe la nostra pratica.

Questo cambio di prospettiva nellerelazioni allievo-maestro, è a mioavviso quello che dovrebbe definire ilpassaggio da allievo a insegnante,che giunto a un certo livello, in tutti gliaspetti, riceve il titolo di SIFU. Da quelmomento in poi, è il nuovo “padre”che deve guardare in manieradifferente il modo di rapportarsi con ilsuo maestro e cominciare a lasciare lapropria impronta, i l proprio sti le

all’interno dello stile, in definitiva, ilperiodo in cui deve dedicarsi all’arte,alla sperimentazione e a proporrenuove idee.

E’ vero che oggi esistono alcunigruppi che stanno portando avanti deilavori molto interessanti (non solonella mia associazione). L’era delletelecomunicazioni ci consente diosservare ciò che accade in altri paesio in altri continenti rispetto allapratica delle Arti Marziali.

È gratificante notare come ognigiorno ci siano sempre piùinsegnanti coraggiosi che siavventurano a proporre nuoveidee (alcune davvero geniali).Una brillante prospettiva si falargo tra tanta oscurità.

Arrivato a questo punto vor-rei invitare le persone che lodesiderano a lavorare, indaga-re, avventurarsi e addentrarsinel mondo del Wing TsunAvanzato. Quello in cui sisvolgono le fasi più avanzatedel sistema BZT, MYC, BCDe Bastone. Invitarle a nonconfondere la tradizione conl’immobilismo. A non scam-biare il rispetto verso il pro-prio maestro con la mancan-za di coraggio di proporrecose per migliorare la pratica.

Dobbiamo essere più similiai legionari romani...pochi annidi apprendimento e molti anni dipratica ed evoluzione. Sonosicuro che la grande famiglia deipraticanti lo apprezzerà.

Grazie mille a tutti per la vostraattenzione e supporto.

“Invitarle a nonconfondere latradizione conl’immobilismo.

A non scambiare ilrispetto verso ilproprio maestrocon la mancanza

di coraggio diproporre cose per

migliorare lapratica”

“La ricerca di tale“apparente

semplicità” nonsempre ha

compreso che ciòche cerchiamo è

rendereSEMPLICE

ciò che è moltoCOMPLICATO”

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Wing Tsun

“Dobbiamo esserepiù simili ai

legionari romani...pochi anni di

apprendimento emolti anni dipratica edevoluzione”

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Sueyoshi Akeshi

I l Giappone è una terra colma ditradizioni e antiche culture. Le ArtiMarziali del Giappone non si differenzianomolto tra loro, ad eccezione di unMaestro di Arti Marziali che è moltodiverso dagli altri. Il suo nome è SueyoshiAkeshi. Sueyoshi Akeshi è il principaleMaestro del Raku Yu Kai Iaido. E’ ancheesperto di Naginata (alabarda), Yari(lancia), Kenjutsu (combattimento con laspada), Jo Jitsu (bastone di 128 cm),shuriken e molte altre Arti Samurai. Hapraticato anche Tai Ki Ken, un’Artegiapponese di difesa personale.

Quando abbiamo chiesto al MaestroSueyoshi cosa ne pensasse dei katanelle Arti Marziali, ci ha detto che luipensa che il 99% dei kata nelle Artigiapponesi sono inutili, nel migliore deicasi. Egli non si allinea agli insegnamentitradizionali delle Arti Marziali, tuttavia èanche un monaco che si è guadagnato iltitolo di Ajari che si traduce in colui chesi è il luminato. E’ anche un monacoShuguendo. Nel suo addestramento èstato messo alla prova in tutti i modi,compreso vivere in una buca per terra4’x4’x8’ per 10 giorni senza mangiare,restando in mezzo a un incendio per 7giorni senza sosta e ripetere lo stesso

mantra senza fermarsi mai per 21 giorni,riposando solo per andare in bagno emangiare. Questo raro tipo di monacivengono chiamati Yama Bushi, che èstato tradotto da molti come “Samuraidi Montagna”, mentre in realtàrappresenta un monaco che si allena nelbosco o al di fuori. Dice che la suaformazione nel Buddhismo è consistitain var i per iodi dist int i t rascorsi neltempio pr incipale del buddhismoShingun.Durante la sua permanenza nel buco,

anche se è quasi impazzito, è riuscito araggiungere il Satori, o Illuminazione edice che adesso comprende ciò che è

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l’energia pura, nonostante che sia quasimorto d’infarto e respirasse a malapenaquando lo tirarono fuori da li.Tornando alle sue Arti Marziali, egli è

stato un praticante delle diverse Artisamurai sotto la tutela di Kono Yoshinori epoi ha ricevuto un particolareaddestramento dal famoso Maestrofondatore del Tai Ki Ken, Sawai Kenichi,che era famoso per la sua tecnica squisitache imparò in Cina dal maestro WangXiang Zhay.Il suo dojo Honbu è a Tokyo, Giappone,

e anche se vive ancora l i , egli è unviaggiatore del mondo che ha visitato einsegnato le sue Arti Marzial i e i l

Buddhismo in oltre 20 paesi differenti.Quando gli abbiamo domandato perchèera a Los Angeles, ci ha detto chevorrebbe provare a entrare nell’industriadel cinema per diffondere sia i lBuddhismo che le sue Arti Marziali e chespera di avere un giorno un tempio negliUSA. Attualmente ha degli al l ievi inPortogallo, Spagna, Norvegia, Austria,Brasile, Inghilterra e qui negli USA èl’istruttore personale di spada di DavidLee Roth, membro dei famosi Van Halen.Le sue passioni nella vita sono tre: 1.

L’amore per i l Buddhismo, 2 le ArtiMarziali, 3 la Falconeria. Egli possiededue uccelli molto rari, un aquila reale e un

gufo, inoltre nel suo appartamento haanche un furetto che è un pò intimorito.Anche se non è mai stato attaccato daidue uccelli. La sua abilità con la katana èineguagliabile in velocità e peculiarità,come dimostrano le sue tecniche allavelocità della luce e che a volte sonodifficili da comprenderne la loro verauti l ità, f ino a che non si r ivedono arallentatore contro un attacco e una voltaviste, il senso pratico dei movimentirisulta evidente a tutti. Le sue tecnichepreferite sono il suo Ina Zuma che sitraduce come la caduta di un lampo chesimula un fulmine che colpisce. Ha ancheuna predilezione per la Gun Dari che si

Grandi Maestri

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traduce come il disegno Kundalini. Haimparato queste tecniche dal suo Maestrodi Iaido circa 30 anni fa.Sueyoshi Akeshi, come preferisce

essere chiamato, pensa che le capacitàfisiche che ha acquisito durante il suoaddestramento per diventare monaco loabbiano aiutato nelle sue Arti Marziali eviceversa, perchè lo scopo dellaripetizione dei Mantra è quello dirisvegliare l’energia occulta che tuttiabbiamo dentro. Praticando Arti Marzialie/o i Mantra, saremo capaci di rilassarcicompletamente perchè questa forza vitaleo energia possa fluire liberamente in tuttoil nostro corpo...Quando gli abbiamo chiesto in qualità

di monaco buddista di spiegarci perchè il

fiore di loto è il simbolo dell’illuminazione,ci ha detto che nella vita degli esseriumani è necessario superare tutti i tipi diostacoli e che alla fine saremo migliorigrazie a questo genere di prove etribolazioni. Allo stesso modo, il fiore diloto cresce in uno stagno di acquasporca, in condizioni terribili e alla finediventa un fiore splendido che abbellisceil mondo.È autore di 4 libri, oltre che di 20 DVD

di Arti Marziali e continua a dimostrare edinsegnare le sue forme d’arte in tutto ilmondo, ma senza dimenticare mai di fareil suo regolare pellegrinaggio al tempioKinpusenji ogni anno, dove egli fa il suoritorno alle montagne giapponesi, altempio Nachi Seigantoji.

Quest’anno solo in 6 hanno osato farequesto cammino che si realizza dall’anno1200 e solo in tre sono stati capaci dicoprire l’intera distanza di circa 124 kmattraverso alcuni dei territori più insidiosidel Giappone, in certi giornate si puòpercorrere al massimo 15 o 16 km e inaltre fino a 30. Insomma, è evidente che Sueyoshi

Akeshi è un vero uomo dai fort icontrast i , poichè egl i è in grado dicamminare su quella linea sottile tra ilmodo di vivere giapponese e quellooccidentale e riesce a muoversi condisinvoltura tra i due mondi, andata eritorno, entrata e uscita, compiendo ipassi di un vero Maestro di Buddhismoe di Arti Marziali.

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Grandi Maestri

“Nella vita degli esseri umani è necessario superare tutti i tipi di ostacoli eche alla fine saremo migliori grazie a questo

genere di prove e tribolazioni. Allo stesso modo, il fiore di loto cresce in unostagno di acqua sporca, in condizioni terribili e

alla fine diventa un fiore splendido che abbellisce il mondo”

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In vista dell’imminente serata di Oktagon 2014, ( Forum di Assago – Milano - 5 Aprile 2014),abbiamo avuto l’opportunità di incontrare due dei protagonisti dell’evento più importante del-l’anno in Italia per quanto riguarda gli sport da combattimento sul ring. In seno alla manifestazione “Sport Show Revolution” abbiamo scambiato due parole con

Armen Petrosyan, impegnato con il fratello Giorgio nella direzione di due stage aperti a tutti ipraticanti di K-1 e Muay Thai. Una breve intervista in previsione del suo match-rivincita con-tro Alim Nabiev che sarà uno dei main eventi della serata milanese. Gli abbiamo chiesto dellesue condizioni e delle sue aspettative per un incontro che si annuncia duro e spettacolare,come nella tradizione dei fratelli Petrosyan. Nonostante il carattere schivo e il lavoro impegna-tivo che stava portando avanti sin dal mattino con i tanti partecipanti del loro seminario, ci haconcesso volentieri una piccola intervista in cui ha manifestato con poche parole tutta la suadeterminata concentrazione nei confronti del suo prossimo avversario.

A cura di: Nicola Pastorino & Leandro Bocchicchio

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noltre, abbiamo anche avuto lafortuna di imbatterci in colui che èla mente organizzatrice dellamanifestazione, nonché da tantianni voce storica degli sport dacombattimento delle reti Mediaset,

Carlo Di Blasi. Lo abbiamo intercettatomentre si aggirava tra i vari tatami e ringdel padiglione fieristico di Chiuduno(Bergamo) che ha ospitato la suddettamanifestazione e lo abbiamo invitato alnostro stand per fare una brevechiacchierata. A lui abbiamo rivoltoalcune domande sull’organizzazione diOktagon e siamo riusciti a strappareanche qualche ghiotta anticipazione suitemi coreografici che caratterizzerannol’evento per antonomasia che catalizzal’attenzione dei media e del pubblicodegli appassionati di queste discipline inItalia e nel mondo.

Intervista Armen Petrosyan:Cintura Nera: Prima di tutto, come

stai e come è andata la preparazione almatch che affronterai a Oktagon?Armen Petrosyan: Ma, direi che sto

bene. La preparazione è andata moltobene, ormai manca davvero poco quindinon ci resta che salire sul ring.

C.N.: Il tuo avversario Nabiev lo haigià affrontato qualche mese fa e nonandò molto bene. Sei pronto a prendertila tua rivincita?A.P.: Si ho combattuto con lui in Russia

lo scorso Novembre e ho perso.Sappiamo che lui è un atleta molto forte,ma io sono pronto per questa nuova sfidae vedremo dunque come finirà stavolta.

C.N.: Che tipo di incontro pensi diimpostare, in funzione anche dellaprecedente esperienza?A.P.: Di sicuro non come a Novembre,

visto com’è andata. Devo cambiare unpo’ l ’approccio ed essere piùaggressivo. Lui è molto alto per cuilavora molto bene da lontano, io devoessere bravo a non dargli spazio e adaggredirlo di più.

C.N.: Le tue motivazioni ci fannocapire che i tuoi fans vedranno unArmen all’altezza della situazione…

I

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A.P.: Certamente. Io come sempre ce lametterò tutta, possono stare tranquilli chesarà un bell’incontro per tutti.

C.N.: Senti, parlando della tuapresenza qui a “Sport ShowRevolution”, come sta andando lostage organizzato per l’occasione?A.P.: L’evento devo dire che è molto

ben organizzato, la partecipazione allostage è più che buona e quindi direi che èandato tutto per il meglio.

C.N.: Dopo Oktagon quali sono i tuoiprossimi impegni?A.P.: Sarò impegnato nell’evento

organizzato da noi del Team Satori “FightNight 2” a Gorizia, il prossimo 24 Maggio,nel quale combatterò per il titolo mondialeISKA e nel quale ci saranno anche titolieuropei e italiani della stessa sigla.

C.N.: Bene Armen, grazie per la tuadisponibilità. Vuoi dire qualcosa agliamici di Cintura Nera e MarzialeNetwork?A.P.: Voglio ringraziare di cuore tutti i

tifosi e gli appassionati che mi seguonoda sempre. Grazie a tutti!

Intervista a Carlo Di Blasi:Cintura Nera: Come sono andati i

preparativi per Oktagon 2014 delprossimo 5 Aprile al Forum di Assago ecosa proporrà il programma dellaserata?Carlo Di Blasi: Grazie di avermi

invitato. Anzitutto auguro a Cintura Nera eal sistema che avete messo in piedi ilmaggior successo possibile, perché nonpuò esistere sport senza coperturamediatica. Questo è quello che cerco dispiegare da anni ai miei colleghi, tanto èvero che quello che cerco di fare io conOktagon, è un servizio per tutte lediscipline, perché aldilà delle sigle di

appartenenza Oktagon è diventato unmedia, cioè un sistema per divulgare e perlanciare le nostre discipline attraversotelevisioni come Italia 1 e 2 e via dicendo.Detto questo, Oktagon 5 Aprile sarà ungrande evento diviso in due parti, la primadedicata alla Muay Thai chiamata “Madein Thailand”, ovvero una sfida tra i miglioriatleti thailandesi e una serie di atleti italianiche hanno vinto le nostre selezioni.Dall’altra avremo invece per la prima voltain Italia “Legend Show”, i l grandeevento/galà di sport da combattimentorusso. Se avete avuto modo di vedere sulnostro sito www.oktagon .it c’è un promoche riguarda l’ultimo evento da loro svoltoin cui 20 “Spetnaz” (Soldati dei RepartiSpeciali dell’Esercito Russo – ndr) sicalano dal tetto del palasport in una scenadegna di un vero e proprio film d’azione.Anche quest’anno ci sarà una coreografia

piena di effetti speciali all’interno dellaquale si svolgeranno 7 match da paura.Askerov vs Groenhart, Armen Petrosyanvs Alim Nabiev, la grande sfida tra AndySouwer e Yuri Bessmertny e altri ancora,sono alcuni dei match che faranno vibrarei 12.000 del Forum di Assago.

C.I.: Quindi ogni anno il proposito diOktagon è quello di proporre sempre ilmeglio del panorama internazionale delpanorama K-1 e Muay Thai…D.B.: Si, il mio proposito è sempre

quello di battere il nemico numero uno:l’Oktagon dell’anno prima. Quello dell’annoscorso è duro da battere perche abbiamoavuto lo show di “Glory” che è statofantastico e tante altre cose. Maquest’anno non è soltanto la caratura degliatleti, tra i quali mi viene in mente ancheMohamed Khamal, il primo vincitore del K-1 Nederland (Olanda), che se la vedràcontro Sitthichai, il “thailandese d’acciaio”.Ma, dicevo, non è soltanto il livello degliatleti presenti, ma la stessa costruzione diun evento che una volta l’anno riuniscetutti gli appassionati di queste discipline inuno dei palasport più grandi di tuttaEuropa come se fossero ad un concertorock, trovandovi tutto il nostro mondo diriferimento e facendoli sentire non piùparte di uno sport minore. Perché il nostronon è uno sport minore, ma uno sport“maggiore” con poca luce. Quel giorno, il 5aprile, però la luce si accende e noiabbiamo modo di mostrare che le nostrediscipline sono davvero numero uno!

C.I.: Ringraziandoti per la tuadisponibilità, non resta che darciappuntamento a Oktagon, 5 Aprile,Forum di Assago. Ti aspettiamo al piùpresto di nuovo ai nostri microfoni.D.B.: Ben volentieri! Tenetemi al

corrente delle vostre iniziative, perchétutto ciò che è comunicazione mi vede, civede, in prima linea per supportare illavoro svolto dai colleghi del settore.

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Gracie Jiu-JitsuPrincipi fondamentali delJiu Jitsu: PrecisioneCome si ottiene in qualche modo

una precisione naturale?Probabilmente, per chi frequentaassiduamente e regolarmente glial lenamenti, questo puòrappresentare un problema.Inizialmente, la maggior parte dei

principianti di Jiu Jitsu sono talmenteentusiasti dell’al lenamento, chevanno quasi tutti i giorni in palestra.Dopo un po’ di tempo, si rendonoconto che non è la quantità, bensì laqualità che fa la differenza, perciòalcuni riducono la loro presenza sultatami a una o due volte alla

settimana, specie se sono già atletipraticamente di elite.Allenarsi molto e duramente non

vuol dire necessariamente migliorareil Jiu Jitsu, spesso succedeesattamente il contrario, poiché chi lofa molte volte pensa di avere già lavittoria in tasca e se questo nonavviene, allora la delusione è cosìgrande che sovente abbandona lapratica a causa della sconfitta.I primi giorni che ero a Rio de

Janeiro, abbandonai una scuola di JiuJitsu nella quale dicevano “il secondoè i l primo dei perdenti”. Questamentalità la si può anche percepire inmolte scuole di Jiu Jitsu a caratteresportivo e nella quale i suoi membri

sono estremamente competitivi. Lapaura e la delusione che provavanospesso si sentiva nell’aria. Avrebberodovuto, tuttavia, vivere la sconfittacome un’esperienza diapprendimento e farlo per se stessi,perché la cosa migliore è analizzare eimparare da essa a sentirel’esperienza negativa come una fontedi positività per migliorare, allora siche potrebbero trarre beneficio dauna cosa del genere.Se percorrete il cammino degli

sportivi di elite o intendete il Jiu Jitsucome uno sti le di vita, dovreteaccettare sia i l successo che i lfallimento, per cui sarebbe meglio sindall’inizio concentrare lo studio delJiu Jitsu allenandosi a tutto tondo e

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pertanto affinare il repertorio tecnico e mettere laconoscenza in primo piano. La gente spesso siimpegna nelle competizioni di Jiu Jitsu anche incerca di prestigio, perché magari hanno avutoun’infanzia difficile, o perché vogliono essere alcentro dell’attenzione. Il successo e la famaarrivano, ma finiscono presto e vengono superatidalla realtà. In pochi riescono a trasformare le loroprodezze in qualcosa di positivo e che aiuti gli altri,questo sarebbe davvero saper vincere, essere ingrado di condividere la propria esperienza conaltre persone e con loro raggiungere insieme ilmassimo della felicità nel Jiu Jitsu.Se oggi leggete le riviste di sport da

combattimento, di arti marzial i o aff ini, inparticolare le riviste americane, arriverete a credereche circa l’85% dei praticanti di Jiu Jitsu nelmondo si allenano in altre discipline di Grappling.Tuttavia, forse saremo un 5% dell’insieme di tutti

gli sport da combattimento. Al Jiu Jitsuviene associata un’idea che da lasensazione che solo i veri duripossono praticarlo – o piuttosto,che ogni allenamento di Jiu Jitsusia più che duro. Il Gran MaestroHelio Gracie probabilmente sistarà rivoltando nella suatomba se potesse vedere larealtà dello sport…egli mettevasempre l’accento sul fatto che ilsuo Jiu Jitsu non era per coluiche voleva essere l’atletamigliore, ma perché chiunquepotesse impararlo. Le utilità reali delJiu Jitsu, la salute fisica totale, la forzamentale, il rispetto e la disciplina, devonorestare in primo piano, al contrario delritenerlo semplicemente uno sport di massa senza

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grande spiritualità e tradizioni. Il JiuJitsu è un veicolo che va utilizzato perlo sviluppo personale. La pratica delJiu Jitsu con le sue sottili differenze cistimola ad osservare tutto quantonella vita in maniera più realistica eprecisa, come si osserva uncombattimento o una tecnica diallenamento.E’ mia opinione che il principio di

“precisione” nel Jiu Jitsu rimaneoscuro in molti aspettidell’allenamento. Spesso e volentierici troviamo costantemente divisi in trale nuvole del successo e la terra checi ricorda che c’è ancora molto lavoroda fare per noi. I tornei si possonoutilizzare per lavorare sulla tecnica,indipendentemente se si vince o siperde, ma non dovrebbe esserel’obbiettivo finale, anche se in verità,molto spesso, è proprio questo il veroobbiettivo di certe persone.Supponendo tuttavia che bisognaavere come prospettiva i lmiglioramento costante della tecnica(a lungo termine), i tornei sono delleprove intermedie molto utili quantoassolutamente necessarie per sestessi. Possiamo forse spiegarlomeglio facendo l’esempio di uno chesi prepara per la maratona di NewYork e partecipa a corse minori inprevisione di questa.L’obbiettivo deve essere lo sviluppo

di un praticante di Jiu Jitsu cherispetti gli standard più alti. Non ècompito semplice. Ottenere ciòrichiede molto lavoro e tempo.

Spesso, ci allontaniamo dalla verarotta e crediamo di poter prenderequalche scorciatoia, però poi cirendiamo conto una volta di più chequeste strade non sono reali. Credoche una delle lezioni più importanti dame imparate è che il mio Jiu Jitsu èquello del “qui e adesso” – nelpresente.Uno degli aspetti più interessanti

del Jiu Jitsu riguarda, naturalmenteoltre al grande numero di tecniche, lecombinazioni e le varianti che si puòimparare e che col tempo si possonosviluppare per se stessi. Dopol’osservazione dell’avversario, del suopeso, del suo movimento edinamismo, arriva l’azione, che sia daparte nostra o da parte sua.Praticamente, è come volare con ilpilota automatico, fino a che nonsappiamo dove si vuole andare. Ilcorpo può comportarsi a secondadella situazione e per un lasso ditempo prolungato in modo neutrale,f ino a che i l nemico o voi stessirealizzate l’azione successiva. Qui sideve eseguire l’azione precisa perassicurarci il successo.

La pressione e la teoriadella connessioneMolte volte, i l Maestro Pedro

Hemeterio ha parlatodell’adattamento e della teoria dellaconnessione che dice che seutilizziamo l’80% del suo peso control’avversario, si può facilmente arrivare

alla finalizzazione. L’80% di qualcunonon si deve prendere alla lettera, mas’intende che nel Jiu Jitsu è moltoimportante la connessione, poiché sipuò facilmente sentire come si muoveil nemico. Disse anche in varieoccasioni che non esiste una tecnicaprecisa che si possa realizzare senzauna vera connessione tra icombattenti. La posizione relativa allapressione contro il proprio avversario,rende possibile tenere il braccioadeguatamente sotto controllo perchési possa fare una leva al bracciodisteso. Tuttavia, questo puòsuccedere in una manciata disecondi…ora stesso sto pensando aun combattimento che ho visto l’altrogiorno…lo scontro è durato oltrequindici minuti, in un evento di JiuJitsu-Pro e poco prima della fine,l’atleta del Gracie Jiu Jitsu è riuscitoad evitare la posizione di monta di unavversario molto forte e a sconfiggerlocon una leva al braccio. Questa lapossiamo davvero mettere nellacategoria “miglior manovra” dell’anno,perché è qualcosa che non vedevo damolto tempo in un grande evento diJiu Jitsu. Quindi si potrebbe dire chenon c’entra niente il Jiu Jitsu con latecnica, ma che ha a che vedere contutto. Nella mia carriera ho avuto lafortuna di potermi allenare con imigliori e imparare da loro. La miaformazione personale è cominciatacon Gracie in un piccolo garage aSanta Monica, dopo sono andato aconoscere Sylvio Behring a Rio. Di

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ritorno a Los Angeles ho imparatoulteriormente con i cugini dei Gracie, ifratelli Machado e nei miei numerosiviaggi ho potuto studiare con PedroHemeterio, eccellente campione di JiuJitsu che adesso, disgraziatamente,non è più con noi. L’uomo che hainfluito di più nella costruzione dellamia immagine nel mondo del Jiu Jitsuè stato probabilmente Rickson Gracie.Ero affascinato non solo dalla suaabilità come lottatore, ma anche dalsuo stile di Jiu Jitsu; se parliamo diconcetti di base al livello più alto, ècon lui che si può vedere tutto ciò.Mai, nemmeno nei primi giorni in cuistavo imparando le tecniche di JiuJitsu, mi è interessato memorizzarecentinaia di posizioni. Piuttosto misono impegnato nel migliorare la miaconoscenza invece di impararemovimenti non necessaricomplicandomi le cose. Non sono unuomo da grandi teorie, ma uno chebada soprattutto alla pratica.Chiunque desideri raggiungere la

massima precisione nel Jiu Jitsu,prima deve capire che non si tratta diuna sottomissione effettiva(finalizzazione), ma di come ci si puòarrivare. Prendiamo alcune tecnichecome brevi esempi.:- Praticamente sin dal primo giorno

come Jiu Jitsuka con i Gracie, hoimparato lo strangolamentoincrociato (Choke Cross), il motivoera perché: a) ho scoperto che siesegue questo strangolamento con il“poll ice”, e non tirando i l collo

torcendo i l kimono, b) che nondovevo mantenere i l bacino inposizione di guardia, ma muoverloleggermente per poter rimanere piùvicino alla nuca del mio avversario e,c) potrei usare lo strangolamentoincrociato come finta, “invertire” laguardia dell’avversario allo scopo diposizionarmi sul suo ventre (Monta).-In più dell’80% dei combattimenti

che si fanno nel Jiu Jitsu, si adottanovarie posizioni di guardia. Che ciòavvenga, non è scontato per molti.Ma chi dice che deve accadere? IlMaestro Pedro metteva molta enfasisul fatto che bisogna mantenere laguardia. Per cui bisogna posizionarsicome se realmente si volesse starenella Guardia, quindi il nemico dovràadesso muoversi per tentare qualchetecnica, allora possiamo sfruttare ilmomento per rompere la guardia.Perciò bisogna anche imparare aleggere tra le righe. Lasciate che il(forte) rivale faccia la prima mossa epoi contrastatelo con meno forza, macon precisione e persistenza.- se siete distesi a terra e l’avversario

vi domina in posizione di monta, alloradovete provare a farlo sentire instabile,per cosi dire, deve cercare dimantenersi in equilibrio. Il movimentodel bacino chiamato anche “Upa” eraper il Maestro Pedro e per molti altriesperti di Jiu Jitsu, un elemento assaiimportante. Peraltro, il movimento Upafunziona non solo come difesa dellaposizione di Monta, ma per la difesadel controllo laterale (100 chili) e della

monta incrociata, con questa tecnicapossiamo creare lo spazio per liberarci.Pertanto è una tecnica che si puòutilizzare in diverse situazioni.-Rimaniamo in posizione di Monta

e controlliamo ora l’avversario dasopra. Qui abbiamo l’opzione di faredelle tecniche di braccio e la leva allaspalla. L’Americana, una delletecniche più efficaci. Perché è così?Supponiamo che siamo in posizionedi Monta con l’Americana e adessol’avversario si muove così tanto chenon possiamo mantenere la posizione(Monta). Naturalmente, potremmocercare di fare una tecnica differente,ma ci possiamo anche spostare nellaposizione seguente (controllo laterale,100 chil i ) e così mantenerel’Americana e la forza per sconfiggerel’avversario. In questo caso, abbiamoappena ottimizzato la posizioneinvece di dover applicare una tecnicacompletamente differente.Quindi, in definitiva, possiamo dire

in conclusione che una tecnica deveessere applicata a tutti i livelli, aprescindere dal grado del praticantee che una tecnica dovrebbe essereefficace indipendentemente dallastazza e dal peso del praticante e perultimo, ma non meno importante, unatecnica deve essere utilizzabile datutti, sia dagli uomini che dalle donne.

www.triangleacademy.chwww.graciejiujitsu.ch Testo e Foto© Sandra Nagel & Franco Vacirca

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Per molti Mohammed Qissi, amico personale di Jean Claude Van Damme sindall’infanzia, è stato un elemento fondamentale per la carriera dell’attore belga, fucolui che lo accompagnò del suo “american dream”, oltre ad essere intervenuto inmaniera attiva nelle coreografie di “ Senza esclusione di colpi”, “KickBoxer” e“Lionheart - Scommessa vincente”, i film che lo lanciarono verso la fama; partecipòinsieme a Van Damme al montaggio finale di “Senza esclusione di colpi” collaborandoanche alla formazione del suo cast, ecc. Dato il suo aspetto, molti non loriconosceranno, Qissi è un attore camaleontico che ha incarnato una serie dipersonaggi secondari nei primi film di Van Damme (oltre a dare vita a Tong Po inKickBoxer, interpretò il Thai-boxer brasiliano in “Senza esclusione di colpi”, nel qualediede vita con Chong Li/Bolo Yeung a un incredibile combattimento. In “Lionheart”fece la parte di un legionario francese che perseguiva il disertore Van Damme).Ma chi è questo personaggio? Chi è Mohammed Qissi?

Testo: Gladys Caballero & Pedro Conde.Foto: Melissa Qissi, Lily Almazan & Pedro Conde.

Tong Po e l’ombra del camaleonte

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Cinema Marziale

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Mohammed QissiPiù famoso probabilmente con il

suo nome d’arte, Michel Qissi.L’attore-coreografo è nato a Oujda(Marocco) nel 1962, due anni dopo isuoi genitori emigrano a Bruxelles,Belgio, a sette anni inizia a praticarela Boxe in una polisportiva: “Fu nellostesso complesso sportivo in cuiho conosciuto Jean Claude, avevanove anni, praticava KarateShotokan; col tempo Jean Claudedivenne un campione del Karate edio nella Boxe. All’inizio quando ciconoscemmo e diventammo amici,lui mi insegnava alcuni calci etecniche di Karate e io invece altredella Boxe, così nacque la nostraamicizia. Siamo diventati comefratelli, io restavo spesso a dormirea casa sua e lui da me, chiamava imiei genitori mamma e papà e iofacevo lo stesso con i suoi,passavo più tempo con lui che coni miei veri fratelli. Avevamo lastessa passione, gli stessi idoli,Bruce Lee nei film e MohammedAlì nello sport”.Fin da piccoli condividevano le

stesse passioni: le arti marziali e ilcinema: ”Spesso dopo la scuola cicompravamo qualcosa damangiare e la consumavamomentre guardavamo un film alcinema (nel quale ci si intrufolavasempre dalla porta di servizio). Poici vedevamo di nuovo nelpomeriggio in palestra. Ricordoanche che a quell’epoca spessoandavamo a vendere sapone eshampoo porta a porta, perracimolare un pò di denaro. Lenostre due passioni erano senzadubbio il cinema e le Arti Marziali.Queste due sfumature della nostra

vita erano incarnate in un idolo incomune: Bruce Lee”.Il suo sogno, come aveva fatto il

“Piccolo Drago” era di essereprotagonista di film e mostrare almondo intero il suo talento e la suaabilità; quando Van Damme aveva 18anni e Qissi 16, andarono al Festivaldi Milano per cercare di conosceredei produttori e tornarono a casa conuna bella quantità di biglietti da visitae telefoni di personalità importanti delmondo del cinema. Le loroaspettative iniziarono ad aumentare epresto si lasciarono tentare dal“american dream”. Quindi nel 1982decisero di andare negli Stati Uniti, aHollywood, per tentare la fortunanella settima arte.“Presentai a Van Damme uno

stilista che aveva una fabbrica aHong Kong. Questi gli propose unlavoro come modello per le sueultime creazioni nella città asiatica.Laggiù Jean Claude riuscì aconoscere Jackie Chan. Ma lacosa forse più importante diquesta esperienza fu che JeanClaude ottenne, oltre al suocompenso, un biglietto andata eritorno per Los Angeles in regalo.Lì, conobbe una grande personache si chiamava Tyrone, che si offrìdi ospitarci qualora fosse tornatoinsieme a me in città. Jean Clauderitornò a Bruxelles e mi propose diandare con lui, entrambicondividevamo la stessaaspirazione di fare dei film, quindinel 1982 ci costò moltoguadagnarci il denaro per pagarci ilviaggio, ma in un modo o nell’altroandammo a Hollywood dove dal1982 al 1986 ce la passammoveramente male. Facevamo una

gran fatica a farci strada aHollywood, ma ce la facemmo eriuscimmo a metterci in contattocon la Canon Productions e a fare“Senza esclusione di colpi” e piùavanti “Kickboxer” e “Lionheart”,che diventarono pellicole di grandesuccesso in tutto il mondo”.Effettivamente quei primi anni in

America furono veramente duri pertutti e due, anche Jean Claude fu sulpunto di abbandonare la sua“avventura” come attore, non lo feceproprio grazie a Qissi. “Quandoatterrammo il primo giornoall’aeroporto di Los Angeles, nel1982, avevamo un sacco di bigliettida visita che recuperammo alFestival di Milano. Là moltiproduttori nordamericani ciavevano invitato a visitarlipromettendoci di tutto. Peròquando ci andavamo, nessunovoleva darci un’opportunità,nemmeno un colloquio telefonico.Così Jean Claude, demoralizzato,mi disse: “Guarda, abbiamo ancorail biglietto di ritorno...torniamo inBelgio!”. Ma io gli r isposi:“Nemmeno per sogno!”. Perchèprima di andarcene da Bruxelles,Jean Claude disse a tutti cheavevamo un contratto inNordamerica e che ci andavamoper quello. Quindi, io preferivomorire piuttosto che tornare amani vuote. Nei primi sei mesi nonsi arrivò a nulla di concreto; inoltre,abbiam finito per dormire inmacchina perchè nel giro diqualche mese decidemmo dismettere di abusare della nostraamicizia con Tyrone al quale nonpotevamo pagare un soldo perl’alloggio. A tutto questo seguirono

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tre anni nei quali non ottenemmoneanche una piccola particina.Logicamente eravamo demoralizzati,Jean Claude fu più volte sul punto ditornare a Bruxelles e lasciarsi allespalle questa follia. Io mi rifiutavo nelmodo più assoluto: preferivoschiantare laggiù prima di tornareumiliato in Belgio”.Durante i loro quattro duri anni a Los

Angeles, ebbero l’occasione diconoscere personalmente addirutturaMuhammad Alì, il più grande, con cuinacque un rapporto davvero speciale:“Conoscemmo Mohammed Alì nel

1984 attraverso il suo assistente chesi chiamava Abdel Kader, dalMarocco, solo alcuni marocchinipotevano arrivare a lui e avemmo lafortuna di poterlo conoscere.Eravamo a Hollywood in una

caffetteria-ristorante molto spartanaa prendere un caffè e a parlare conun uomo che era lì, gli confessammodel nostro desiderio di girare dei filme lui ci disse che la cosa eraabbastanza difficile, ma noicercavamo di fare il meglio chepotevamo, allora gli chiedemmo dicosa si occupava. Lui ci rispose cheera l’assistente di Mohammed Alì,quindi io e Jean Claude ciguardammo, perchè lui e Bruce Leeerano i nostri idoli, gli dicemmo checi sarebbe piaciuto conoscerlo dipersona, allora lui ci disse che glieloavrebbe chiesto e ci avrebbe fattosapere. Così un giorno parlammo dinuovo con lui e ci diede la notiziache Mohammed Alì aveva accettatodi parlare con noi. Ci incontrammocon lui ed eravamo davvero felici di

vederlo e di poter parlare con lui, cidivertimmo tantissimo. Jean Claudeed io andammo a casa sua ed egli cimostrò una valigetta con articoli pertrucchi di magia e debbo dire cheera veramente bravo a farli. Dopo ciportò al suo armadio e ci fece vedereuna delle sue vesti da ring e ci rivelòche gliela aveva regalata ElvisPresley, era veramente bella. Poivisitammo il suo museo e vedemmotutti i trofei vinti durante la suacarriera. Dopo quell’incontro, JeanClaude ed io andammo in chiesa apregare Dio per avere il suo aiuto,perchè Jean Claude era nato in unafamiglia cristiana. Alcuni giorni dopoMohammed Alì ci invitò nella suapalestra e quando ci andammo loincontrammo mentre usciva, alloraJean Claude gli disse che anche io

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ero un pugile e quando Alì mi disse dimettermi i guanti e di salire sul ring ascambiare con lui, quello è stato uno deimomenti più felici della mia vita. Ricorderòsempre che ad un certo punto MohammedAlì mi fermò nel bel mezzo dello sparring egridò a tutti: “Wow, lui boxa come me!”. Iofin da piccolo mi alzavo alle tre o allequattro del mattino per vedere gli incontridi Alì contro Foreman o Frazier e ricordoquanto amassi il suo modo di boxare,quindi cercavo di imitarlo e forses’intravede qualcosa di Mohammed Alì nelpersonaggio che ho interpretato in “Senzaescluisone di colpi”. Quindi questa èfondamentalmente la storia di come conobbiMohammed Alì e dei momenti moltopiacevoli trascorsi assieme”.In quei durissimi anni ebbero anche modo di

conoscere Chuck Norris, i l colosso dellecompetizioni nordamericane, oltre che la stellanumero uno del firmamento del cosiddettocinema di arti marziali in occidente...“Chuck Norris è una persona meravigliosa,

Jean Claude ed io lo abbiamo conosciuto acasa sua, a Los Angeles nel 1984. Ci

allenavamo con lui nella sua palestra che sitrovava nella sua residenza, insieme alsuo assistente Howard Jackson. Loaiutava in tutti gli sparring, era un

campione di Boxe e Kick Boxing. E’ stato davveroincredibile poter conoscere Howard Jackson esoprattutto Chuck Norris”.Il miracolo che stavano aspettando si materializzò:

Jean Claude ottenne per la prima volta una parteimportante come cattivo nel film “Kick Boxer –Vendetta personale” (No retreat, no surrender). Furonosoltanto quattro giorni di riprese, ma fu il primo passoimportante che fecero dentro l’universo dellacelluloide. Poco dopo impressionarono a tal puntoMenahem Golan, che questi diede a Van Damme ilruolo da protagonista di un progetto chiamato“Bloodsport” (“Senza esclusione di colpi”) nel qualianche Qissi interpretò una piccola parte. Aldilà delpoco protagonismo che aveva in questo film, il suolavoro dietro le telecamere fu alquanto importante,questa esperienza è quella che gli ha permesso didirigere e coreografare al giorno d’oggi i propri film: “Mi è sempre interessato molto conoscere tutte

le fasi della complessa realizzazione di un film.Infatti ho sempre collaborato “ufficiosamente” inquesto, anche se poi il mio nome non appare neititoli di coda. In “Senza esclusione di colpi” peresempio, oltre ad aiutare Jean Claude acoreografare le scene d’azione, partecipai anchealla post-produzione: dopo aver visto il discutibilelavoro di montaggio finale del film, Jean Claude edio chiedemmo a Menahem Golan di lasciarci rifareil montaggio e che dopo scegliesse quello che piùgli piaceva. Scelse il nostro e credo proprio che

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così venne salvato il film. Da quelmomento in poi, tutto andò sempremeglio per entrambi”.“Senza esclusione di colpi”

(Bloodsport) contava su uno scarsobudget e tuttavia ebbe un discretosuccesso al botteghino e più tardispopolò nelle videoteche di mezzomondo. A cosa si doveva quel grandesuccesso?“Naturalmente le arti marziali e la

boxe ci aiutarono moltissimonell’industria cinematografica, perchènon è per niente facile farsi strada aHollywood; Jean Claude proponevaqualcosa di nuovo e inedito, mancavasolo di arrivare al grande pubblico ecosì arrivò l’occasione. Nel caso di“Senza esclusione di colpi”, aldilà diavere una sceneggiatura moltobuona, avevamo un grandissimoproduttore e un bravissimo regista equesto di per se fu una garanzia. Mal’ingrediente più importante fusenz’altro Jean Claude, non si vedevain giro uno come lui, con unascioltezza come quella, capace disaltare e fare una spaccata, la tecnicacon cui usava le sue gambe era unicaal mondo, specialmente a quei tempinel 1986”.Qissi fu un tassello chiave nella

realizzazione di “Senza esclusione di

colpi”, addirittura, pochi lo sanno, lo fuanche nel casting del film...“Ricordo un particolare aneddoto

che avvenne prima di andare adHong Kong. Loro volevano cheBodybyJake (Jake Steinfield) avesseil ruolo di Ray Jackson nel film“Bloodsport”, a quei tempiBodybyJake era più abituatoall’aerobica, non era un attorefamoso ma aveva fatto qualcheesperienza di cinema e aerobica.Mark Disalle voleva che luipartecipasse con quel ruolo nel film,ma quando io lo vidi, pur sapendoche era anche uno in gamba, capiiche non era l’attore adeguato persvolgere quella parte. Non volevo inalcun modo qualcuno che potessefar si che Jean Claude non fosseesaltato a dovere, quindi ne parlai,dissi che credevo che era un uomoin gamba ma non adatto al ruolo e loriferì a Jean Claude. Ma Mark Disallegli aveva già fatto un contratto e loaveva pagato e ricordo che gliavevano offerto 60.000 dollari, cheallora erano un sacco di soldi,specialmente per qualcuno che nonera un attore vero; adesso quellacifra non è nulla per un attore, maquando sei agli inizi nel business ègià qualcosa. Dunque Jean Claude

insitette sulla cosa e il regista erapreoccupato perchè non sapevadove e come avrebbe trovatoqualcuno con soli tre giorni di tempo.Il giorno dopo Jean Claude ed ioandammo in Sunset Boulevard apranzare, eravamo seduti unoaccanto all’altro e davanti a mevedevo una televisione in cuitrasmettevano un programma dovec’era un uomo di bell’aspetto, cosìdissi a Jean Claude di guardare queltipo, uno uomo ben piazzato concapelli lunghi e mi sembrò perfettoper la parte, era Donald Gibb.Parlammo col proprietario delristorante e con quelli chelavoravano lì e ci dissero chi eraquell’uomo e quindi lo contattammo.Fu così che trovammo Jackson,l’enorme personaggio di “Senzaesclusione di colpi” e mi pagaronododicimila dollari facendomi moltofelice, perchè non mi avevano maipagato prima di allora, ahahah!Mentre ad Hong Kong presero unragazzo cinese bassino per unaparte e si vedeva che eraomosessuale, non ho nulla contro gliomosessuali e stava con JeanClaude e Jackson tutto il tempo, eraun modello cinese ed era moltoappariscente. Allora dissi a Jean

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Claude:” No Jean Claude per Dio,quest’uomo per “Bloodsport” no, perfavore...” Io pensavo che loavessero preso per la parte delgrosso e cattivo, ma Jean Claude mirassicurò dicendomi di avere fiduciain lui, non avrebbe avuto quel ruolo.Allora Jean Claude ne parlò conMark Disalle e dicono che questi nonfosse molto contento perchè nonc’era molto tempo. Così il giornostesso andammo a mangiare eaccadeva la stessa cosa successa inprecedenza, egli aveva già uncontratto, gli avevano già dato unaparte del denaro, la stessa cosa.Quindi dovevamo trovare qualcunoperchè se non ci fossimo riuscitiavrebbero dato la parte a quel tipo enoi non lo volevamo davvero. Mentrestavamo mangiando vidi un uomoindaffarato con i tecnici, con icameramen ed era uno degliassistenti del gruppo cinese chelavorava con noi, vidi come lavoravae urlava dietro alla gente, io loosservavo, lo osservavo e alla fineandai da lui con Jean Claudechiedendogli se aveva mai recitato inun film. Lui ci disse di no ma che inverità aveva fatto qualcosa in teatroe che gli piaceva moltissimo, alloragli proponemmo di fare un provino,

lui accettò e quindi è stato così cheabbiamo scelto quel piccolo cineseper il film. Dunque sono stato io ascegliere Jackson e il piccoloometto. Tutti ci dissero che il cast fuincredibile, i due attori nei lororispettivi ruoli.”Dopo i l successo di “Senza

esclusione di colpi”, Jean Claude VanDamme girò “Cyborg” e “Black Eagle”,in questi f i lm non partecipòMohammed Qissi, che oltre ad esseresuo amico, era anche suo consigliere,assistente, allenatore personale, ecc.Nella sua vita la cosa prioritaria era lacarriera del suo amico:“In effetti, nella mia famiglia sono

stato cresciuto con il precetto che ifratelli maggiori vengono sempreprima dei più piccoli e Jean Claudeper me era come un fratellomaggiore. Quindi io pensavo sempre prima a

cosa poteva andare bene per lui.Credevo in lui e sapevo che conmolto duro lavoro sarebbe arrivato ilsuccesso.”Finalmente arrivò il grande progetto

in cui entrambi avrebbero lavoratoassieme, Kickboxer era ciò che stavanoaspettando, ciò che avrebbe dato vita aTong Po, il sadico cattivo tailandese dellungometraggio, personaggio che fu il

trampolino di lancio verso la fama.Questo è stato senza dubbio il ruoloche lo ha reso celebre, sia perl’interpretazione del thailandese (moltagente pensò che fosse effettivamenteun Thai-Boxer trovato in qualche Gymdi Muay Thai), che per la sua capacitàdi risultare effettivamente odioso eterrificante, di grande impatto tra ilpubblico. “Kickboxer” contiene alcunescene realmente epiche checoinvolgono Tong Po: forse la piùindimenticabile è quella in cui si vede ilthailandese che condiziona la sua tibiaa base di colpi su una colonna dimattoni e cemento; sotto l’incessanteritmo dei suoi low-kicks la sua lungatreccia si muove flessuosa e schizzanoovunque frammenti di cemento...“All’inizio il ruolo di Tong Po non

era destinato a me, volevano unthailandese. Durante i preparativi di“Kickboxer” venni incaricato dipassare in rassegna tutti i gym diThai Boxing in cerca della personagiusta. Ma tutti i thailandesi cheinterpellai o non avevano alcunadote interpretativa o non avevano ilpeso e la muscolatura cherichiedeva la parte di Tong Po. Cosìriuscii a ottenere questo ruolo graziealla complicità di Van Damme, luidisse ai produttori che a Bruxelles

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avrebbe trovato la persona idealeper fare Tong Po. Al suo ritorno a LosAngeles, mostrò loro alcune miefoto, truccato per sembrarethailandese (il magnifico lavoro lorealizzò la truccatrice di “Cyborg”) econ la testa rapata a zero. Iproduttori parvero entusiasti e glidissero di ingaggiare il “thailandese”di quelle foto. Ancora ricordo la loroincredulità quando gli svelammo cheil “thailandese” ero io. La miainterpretazione di cattivo odioso fuun vero successo”A cosa si deve i l successo di

“Kickboxer”? Perchè questo film colpìcosì profondamente il pubblico? Ci fuuna perfetta sinergia nel tandem VanDamme & Qissi?“Inizialmente proposi molte idee

perchè quando lessi il copione diKickboxer non mi piacque, proposibuone idee che piacquero molto aJean Claude e dunque il film uscì allafine, in assoluto è il mio filmpreferito, poichè il personaggio diTong Po diventò assai famoso egrazie a lui molti ragazzi mi disseroche volevano praticare la Muay Thaie la Boxe, però penso che il film incui sto lavorando adesso sarà il mionumero uno.

Credo che i produttori e glisceneggiatori siano in generaletroppo ossessionati dall’azione. Perme l’azione è importante, ma è moltopiù importante il contenuto, ildramma, il cuore e le emozioni. Unfilm non può essere solo colpi eancora colpi. L’azione funzionameglio, è più emozionante se dietroc’è una bella storia. L’azione fine ase stessa non ha senso. Per fare deifilm bisogna avere molta, moltissimapazienza, costanza edeterminazione. Il miglior esempio èstato quello di Bruce Lee.Quando giunse negli USA nessuno

credeva in lui. Partecipava alle serietelevisive ma nessuno gli dava unabuona opportunità. Così dovetteandarsene a Hong Kong perdimostrare quanto valeva. Il suo

segreto è che non si è mai arreso; hainsistito, insistito e insistito, fino altrionfo. Nella vita bisogna daretempo al tempo per poter incontrarele persone giuste: validisceneggiatori, registi produttori, ecc.E’ come una catena: basta che saltiuna delle maglie, perchè l’insiemesmetta di funzionare come deve”.Il personaggio di Tong Po ebbe un

tale impatto nel pubblico, che MichelQissi era più conosciuto con il nomedel cattivo di Kickboxer che per il suonome d’arte. Tutti quell i che siriferivano a lui, lo facevano con il nomedell’infame personaggio. Qissi è statotentato in certe occasioni di cambiare ilsuo nome d’arte in Tong Po?“Non ho mai avuto in mente di

cambiare il mio nome in Tong Po,perchè Tong Po è un personaggio, iosono stato colui che gli ha trovatoquel nome per il film e mi fa piacerenaturalmente e mi sento fortunato diessere così conosciuto per via diquel nome, ma preferisco mantenereil mio nome, Mohammed. Tong Po èun personaggio di un film, non hanulla a che vedere con me.”Michel Qissi, ha cambiato il suo nome

d’arte col suo nome vero, Mohammed. Acosa si deve questa scelta?

“Tong Po è unpersonaggio di unfilm, non ha niente

a che vedere con me”

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“Veramente si pronuncia “Michel”, è stato il padre diJean Claude, anch’egli mio amico, che iniziò a chiamarmicosì quando avevo 9 anni, così la gente del quartierecontinuò a chiamarmi in questo modo e anche qui aHollywood.Tuttavia adesso con l’età che avanza e anche se

alcune persone continuano a chiamarmi Michel,preferisco tornare al mio nome di battesimo, quindi mipiace usare Mohammed”.A seguito di Kickboxer girarono “Lionheart” e dopo la sua

uscita nacquero delle divergenze tra Jean Claude eMohammed Qissi, quest’ultimo iniziò la sua carriera individualelavorando in varie produzioni di Hollywood; gli proposero direcitare in “Kickboxer 2”dove sarebbe tornato a interpretare ildetestabile Tong Po, con protagonista Sasha Mitchell. Gireràanche “Extreme Force”, “Kickboxer Terminator”, “Fino allamorte” (To the Death), “Bloodmatch – L’ultima sfida” con BennyUrquidez, ecc... Quando passò la moda del cinema Kick-Boxing, Mohammed Qissi tornò in Belgio.“Sono tornato in Belgio e mi sono dedicato a lavorare di più

nell’ambito sociale, sull’onda del personaggio di Tong Po,

visitando molte scuole e questo è ciò che hofatto, mi sono allontanato per un pò dai film,però c’è sempre un ritorno ed io sto tornando,avere successo è fantastico ma la cosa piùimportante è essere felici di ciò che facciamo.Se faccio un film ed ha successo è

meraviglioso, ma se non ce l’ha nonsuccede nulla perchè sto facendo quello

che mi piace e questo è ciò che auguro a tutti.”Su diversi media è apparsa la notizia, nonostante la

grande crisi che attraversa il cinema di arti marziali, dellapossibile realizzazione del seguito di “Senza esclusione dicolpi”, in cui parteciperebbero Jean Claude Van Damme eMohammed Qissi. Cosa c’è di vero?“Si ho sentito che c’è la possibilità di fare un remake

del primo, più che una seconda parte, per cui si, esistequesta possibilità di tornare a lavorare insieme”.Attualmente il cinema di arti marziali attraversa una

profonda crisi, praticamente ora non si gira nessuna pellicoladi questo genere in nordamerica, Hollywood crede chequesti film al giorno d’oggi non siano redditizi, ma che pensaQissi a tal proposito?“Ci sono film che hanno avuto un grande successo per

molti, molti anni, come “I 3 dell’Operazione Drago” conBruce Lee “Kickboxer” con Van Damme, film come quellinon muoiono mai e spero che il film che sto girando oraproduca lo stesso effetto.Penso che molti film possono essere belli o brutti,

dipende se hanno una buona sceneggiatura, mezzi e

Cinema Marziale

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attori all’altezza, anche se sono molto difficili da reperire.Molti film di arti marziali sono carenti nella sceneggiaturae questi non vanno da nessuna parte.Ci sono pellicole di arti marziali che si presentano bene e

queste sono buone per i ragazzi perchè ci sono moltiragazzi per le strade che poi vanno a vedere questi film. E’risaputo che praticare arti marziali ti tiene lontano daimalaffari, alcuni di questi film possono salvare le loro vite,perchè alcuni cadono nella droga e grazie alle arti marziali esoprattutto allo Shotokan, hanno un aiuto per allontanarsida tutte le cose negative. Perciò ovviamente penso che cisarà sempre un mercato per i film di arti marziali.La gente non è stupida e le piacciono quelli scritti

bene. Pertanto ripeto che non è per nulla semplicetrovare sceneggiature ben scritte e bisogna avere ilregista giusto che è colui che si incarica del casting degliattori appropriati, per questo penso che ci sarà sempremercato per i bei film di arti marziali.”E’ curioso che uno che ha praticato Boxe e il cui idolo era

Mohammed Alì, menzioni il Karate stile Shotokan e non dicaniente della “nobile arte”. Cosa pensa della realtà attualedella Boxe, Qissi? Continua ad allenarsi e a praticare questosport che le ha dato così tante soddisfazioni?“Da piccolo mi piaceva la boxe e Mohammed Alì, ma

ciò avvveniva quando ero molto giovane. Adesso aquest’età vedo le cose in maniera differente. Io nonvorrei che i miei figli praticassero la boxe, non direi anessuno di fare pugilato, dipende da persona a persona,qualsiasi sport che possa far male a un altro non lo

raccomanderei mai a nessuno. Ho indicato ai mieifigli lo Shotokan, quello che faceva Jean Claude,credo che sia il migliore, l’unica cosa è trovare ilmaestro giusto.Per me lo Shotokan che viene dal Giappone è il

migliore perchè implica rispetto, amore, pace, alposto dei combattimenti ci sono i kata e negliincontri ci sono regole molto valide, è molto pulito,penso che sia la miglior cosa che possiamoconsigliare di fare ai nostri figli. Ciò che più mi piacedello Shotokan sono i Kata che possiedono parate ebloccaggi e se sei un esperto nello Shotokan equalcuno ha un problema per la strada, come unadonna o un bambino, puoi intervenire e difenderli.Da molti anni lotto contro l’uso delle droghe

motivando la gente a fare sport e l’unico sport cheraccomando a tutti perchè so che è buono per lagente è lo Shotokan. Però dico anche che si devefare attenzione e trovare il maestro adeguato, perchèin realtà tutte le federazioni di Shotokan del mondo ingenerale hanno dei buoni programmi e di solitoaltrettanti buoni maestri. L’unico motivo per cui dicoche la boxe non è buona è perchè è la mia opinione eperchè l’ho praticata e so che si può davvero farmale a qualcuno e danneggiare il proprio cervello coltempo, a meno che non la pratichi per così tanto.Io ho avuto molta fortuna perchè non l’ho praticata

troppo, non perchè non volessi, ma perchè ho avutoun problema al gomito e ho dovuto smettere dicombattere, ma mi rallegro che sia andata cosìperchè se avessi continuato, adesso potrei avereproblemi ben più grandi. Ma se dovessi scegliere peri ragazzi tra la strada e il ring allora, senza pensarcisu, sceglierei la boxe (ride), capite quello che vogliodire perchè possono succedere molte cosespiacevoli e la peggio di tutte è la strada, le risse distrada, puoi essere coinvolto in cose assaipericolose con le persone sbagliate, in quel caso si,la boxe è meglio che la strada.”Mohammed Qissi ha cambiato il suo modo di pensare

sulla boxe e la sua pratica. Lo avrà fatto anche col suoidolo di gioventù, Bruce Lee?“Come ti dicevo, sia per me che per Jean Claude il

nostro idolo nello sport era Mohammed Alì e nei filmBruce Lee.Bruce Lee aveva un grande carisma e conosceva il

cinema, sapeva dove doveva stare, sapeva come giraremolto bene, era impressionante questo è ciò che possodire, aveva un grande talento.Grazie a lui molti ragazzi in tutto il mondo sono stati

strappati alla strada e sono andati nelle palestre e questoè incredibile.”Attualmente Mohammed Qissi continua a lavorare “davanti

e dietro” la macchina da presa. In quale nuovo progetto ècoinvolto adesso?“Sto dirigendo e coproducendo una pellicola chiamata

“The Pact”, è una storia alla Rocky o Rambo, madifferente.”Mohammed Qissi, è deciso a portare sul grande schermo

tutti gli ideali e i principi che sono insiti nelle arti marziali,mettendo l’accento soprattutto sull’aspetto filosofico e ilpotere che hanno per aiutare i tanti giovani che, in un modoo nell’altro, si trovano persi per colpa della società, delconsumo delle droghe o semplicemente a causa del luogo odel momento in cui gli è toccato vivere.Speriamo che Jean Claude Van Damme e Mohammed

Qissi tornino a lavorare assieme in un film e che questopossieda i l glamour e l’entusiasmo dei loro primilungometraggi, perchè come ci diceva Mohammed Qissi, “Ibei film non muoiono mai”, quei film che consentirono al“Belga d’oro” di avere una enorme schiera di ammiratori intutto il mondo.

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Il libro del tè

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TAOISMO E ZENIl legame di parentela tra lo Zen e il Tè è

proverbiale. Abbiamo già fatto notare cheil cerimoniale del tè è un’evoluzione delrituale Zen. Il nome del fondatore deltaoismo, Laotse, è strettamente legatoalla storia del tè. Nel manuale scolasticocinese, trattando di usi e costumi, si diceche la cerimonia di offrire il tè a un ospitevenne da Kwanyin, che per la prima voltaoffrì durante una parata Han al VecchioFilosofo, una tazza del prezioso liquidodorato. Non cercheremo qui di discuterel’autenticità di queste tradizioni; in ognicaso, esse dimostrano la antichitàdell’uso del tè da parte dei taoisti.L’interesse che i l Taoismo e lo Zensuscitano in noi, risiede in particolarmodo nelle idee che riguardano la vita el’arte di ciò che chiamiamo il Teismo.

E’ un peccato che aldilà di alcunitentativi encomiabil i , non esista innessuna lingua straniera una descrizioneesatta delle dottrine taoiste e zen.

Una traduzione è sempre unatraduzione e per molto buona che sia,non è niente di più, come dice un autoredell’epoca Ming, che “il rovescio di unbroccato”; ci sono gli stessi fi l i, mamanca l’accuratezza del disegno e delcolore. Inoltre, esiste per caso qualchegrande dottr ina che sia faci le daesporre? Gl i ant ichi saggi nonesponevano mai le loro conoscenze inmaniera sistematica. Parlavano perparadossi, perché temevano di metterein circolazione delle verità pericolose.Laotsè, col suo humor sotti le, dice:“Quando la gente dal l ’ intel l igenzainferiore sente parlare di Tao, scoppia aridere; però se non scoppiassero aridere, non esisterebbe il Tao”.

Letteralmente Tao significa il Sentiero,ma spesso è stato tradotto come la Via,l’Assoluto, la Legge, la Natura, laRagione, la Moda, termini che d’altrocanto non sono sbagliati, dal momentoche gli stessi taoisti impiegano una paroladiversa secondo il senso che desideranodare alla loro espressione.

Laotsè dice: “Esiste una cosa silenziosae solitaria che contiene tutto e che è nataprima che il cielo e la terra esistessero.Esiste di per sé ed è immutabile. Torna ase stessa ed è la madre dell’universo.Siccome ignoro il suo nome, la chiamoSentiero. Bene, con il mio sentimento lachiamo Infinito, l’Infinito è Fuggevole,Fuggevole è l’Evanescenza,l’Evanescenza è il Ritorno”.

Il Tao è lo spirito del cambiamentocosmico, l’eterna evoluzione che producenuove forme. Si avvolge su se stesso,come il drago che è il simbolo principaledei taoisti. È delicato come le nuvole. IlTao può essere anche considerato comela Grande Transizione. Soggettivamente,è il modo di essere dell’universo, il SuoAssoluto è il Relativo.

Il Taoismo, come il suo successore loZen, rappresenta l’impegno individualistadello spirito cinese del sud, contrapposto alcomunismo della Cina settentrionale che siesprime attraverso il Confucianesimo.L’Impero di Mezzo è vasto come l’Europa ele sue distinte idiosincrasie vengonodefinite dai due grandi sistemi fluviali chel’attraversano: lo Yangtse- Kiang e loHoang-Ho che possono essere paragonatial Mediterraneo e al Baltico. Ancora oggi,nonostante i secoli di unificazione, i sudditidel Celeste Impero del Sud sono bendifferenti da quelli del Nord, nel modo dipensare e nelle credenze, come unindividuo di razza latina si distingue da unodi razza germanica. Anticamente, quando imezzi per comunicare erano più complicatidi oggi e soprattutto durante l’epocafeudale, questa divergenza di mentalità eraancora più evidente. La poesia e l’arte di un popolo respiravano un’atmosferacompletamente opposta a quelle dell’altro.In Laotsè e i suoi discepoli, e in Kutsungen,il precursore dei poeti nazionalisti delloYangtse-Kiang, si manifesta un idealismoche è totalmente incompatibile con lenozioni morali ed esageratamenteprosaiche degli scrittori del Nordcontemporanei, ovvero, cinque secoliprima dell’Era Cristiana, che è quandovisse Laotsè. Il germe della riflessione

Classici

Tra le letture senza tempo raccomandate per conoscere lo spirito dell’Oriente,specialmente del Giappone, non può mancare il classico di Kakuzo Okakura, Il Librodel Tè. Un classico lo è perché non delude mai, perché ha superato la prova deltempo. Questa meraviglia di testo, scritto in prima istanza in inglese per una

minoranza che si avvicinava al profondo significato del Tè inOriente, è divenuto senza dubbio un’opera letteraria di primacategoria e un bestseller. Abbiamo scelto la versione di ELAgià pubblicata alcuni anni fa, per condividere con voi qualchebrano del medesimo. Chi ancora non lo conoscesse, converràcon noi che si tratta di un testo che apre le porte versocomprensione dell’essenza dello spirito giapponese. Un titoloche non può mancare tra i migliori testi, insieme a classicicome Miyamoto Musashi, o L’Arte della Guerra, comecompendio indispensabile nella formazione di ogni artistamarziale.

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taoista che esiste da ben primadell’apparizione di Laotsè, vennechiamato Laotsè-dalle-orecchie-lunghe. Nei vecchi annali cinesi,specialmente nel Libro dei Mutamenti,si prospetta la sua apparizione, ma ilgrande rispetto che c’era verso icostumi in quell’epoca classica dellaciviltà cinese, che raggiunse il suoapogeo con la dinastia Chow nel XVI secolo A.C., costituì un enorme ostacolo al progressodell’individualismo, cosicchè fu soltantodurante la disgregazione della dinastiaChow e la nascita dei numerosi regniindipendenti, che il taoismo ha potutomostrare il proprio rigoglioso modo dipensare. Laotsè e Soshi, i due grandiesponenti della nuova scuola, eranodue del Sud; dal canto loro, Confucio ei suoi discepoli tentarono sempre di conservare le antiche usanze.Solamente conoscendo ilConfucianesimo si può comprendere ilTaoismo e viceversa.

Abbiamo detto che nel Taoismo,l’Assoluto era il Relativo. Nella loroetica, i taoisti negavano le leggi e icodici morali della società, perché perloro i l bene e i l male erano coserelative. Una definizione racchiudesempre un’idea di limitazione. Le ideedi fissità e immutabilità non sono altro

che un ostacolo allo sviluppo. Lenostre idee di moralità sono figlie delleesigenze di tempi passati, ma percaso la società è sempre la stessa? Ilr ispetto delle tradizioni comunicomporta i l sacrif icio costantedell’individuo verso lo Stato.

L’educazione, per mantenere unacosì forte i l lusione, incoraggial’ignoranza; non si insegna al popolo aessere virtuoso, ma a comportarsidegnamente; siamo cattivi perchésiamo terribilmente coscienti. Nonperdoniamo gli altr i perché cisentiamo colpevoli, imponiamo ilsilenzio alla nostra coscienza perchéabbiamo paura di svelare la verità aglialtri; ci rifugiamo nell’orgoglio perchénon osiamo ammettere tale verità anoi stessi. Come si può dareimportanza al mondo se questo è cosìridicolo? L’anima commercialepervade ogni cosa. L’onore e laCastità! Chi è il mercante che vende ilBene e la Verità? E’ possibilecomprarsi anche una religione chenon sia altro che un rituale di moralitàsantificato con fiori e musica. Messida parte gli orpelli, cosa rimane diessa? Una preghiera per un pass peri l paradiso! Un certif icato dionorabilità! Nascondetevi dietro a unabotte, non sia mai che la società

scopra il vostro vero valore! Perchéagli uomini e alle donne piacerà cosìtanto farsi notare? Non sarà unareminiscenza dei tempi dellaschiavitù?

La virilità di un’idea consiste sianella sua forza di trovarsi un posto nelpensiero contemporaneo, che nellapropria capacità di dominare i pensierifuturi. La potenza attiva del taoismo simanifesta durante la dinastia Shin,che è quella che da origine al nomedella Cina. Quanto sarebbeinteressante fare luce sull’influenzache ebbe allora sui pensatori, suimatematici, sui legislatori e sui militari,sui mistici, sugli alchimisti e i poetinaturalisti dello Yangtsè-Kiang, etracciare il ritratto di quegli speculatoridella Realtà che si chiedevano se uncavallo bianco esisteva perché erabianco, o perché era un corpo solido,e di quelli delle Sei Dinastie che comei filosofi Zen, passavano il tempodiscutendo del Puro e dell’Astratto! Ese non ci dimenticassimo di rendere ilgiusto omaggio al taoismo, perl’ influenza che ha avuto nellaformazione del carattere dei sudditidel Celeste Impero, ai quali ha datouna capacità di resistenza e di caldaraffinatezza come la giada.

Ci sono innumerevoli esempi in

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Cina che mostrano come gli adeptidel Taoismo, principi ed eremiti,praticavano i precetti delle suecredenze e ne ricavavano risultatiinteressanti. Le loro storie, ricche dianeddoti, al legorie e aforismi,sarebbero istruttive e piene di dettagli.Potremmo conversare con quelcelebre imperatore che non morì maiper il solo fatto che non aveva maivissuto. Monteremmo a cavallo soprail vento con Liehtsè e la nostracavalcata sarebbe rilassante, perchésaremmo noi stessi il vento; vivremmofluttuando nell’aria con il vecchiodell’Hoang-Ho, che viveva tra il cielo ela terra perché non era soggetto alleleggi dell’uno o dell’altra.Nell’apologia che oggi la Cinamoderna fa del Taoismo, troveremouna serie di dati comici, che nonhanno pari in altre religioni. Ma èsoprattutto nella padronanzadell’estetica che i l taoismo hainfluenzato maggiormente la vitaasiatica. Gli storici cinesi hannoconsiderato il Taoismo come l’artedell’esistere, perché si riferisce alpresente, ovvero, a noi stessi. E’ in noiche Dio si mescola con la natura edove ieri è diverso da domani. I lpresente è l’Infinito in movimento, lasfera legittima del Relativo.

La Relatività cerca l’Adattamento;l’Adattamento è l’Arte. L’arte della vitaconsiste nell’adattamento costanteall’ambiente circostante. Il taoistaaccetta il mondo così com’è, e alcontrario dei confuciani e dei buddisti,tenta di trovare la bellezza in un mondofatto di miserie e preoccupazioni.L’allegoria Song dei tre assaggiatori diaceto spiega mirabilmente la tendenzadelle tre dottrine.

Sakyamouni, Confucio e Laotsè siriunirono un giorno davanti a unagrande caraffa di aceto, simbolo dellavita, e ognuno di loro infilò un ditodentro il l iquido per assaggiarlo.Confucio lo trovò agre; Buddha,amaro; Laotsè, dolce. I taoistisostenevano che la commedia dellavita poteva essere più interessante seognuno sapeva guardare il sensodell’unità. Secondo loro, mantenere leproporzioni delle cose e lasciar spazioagli altri senza perdere il proprio, è ilsegreto del successo nel dramma dellavita. Per recitare bene la nostra parte, ènecessario conoscere tutta lacommedia; il concetto di totalità nondeve mai andare perso in quellodell’individualismo. E Laotsè lodimostra con la sua metafora delvuoto. È solo nel vuoto, dice, chetroviamo ciò che è davvero essenziale.Una stanza esiste per il suo spaziovuoto compreso tra le sue pareti, nonper il tetto e le pareti stesse. L’utilità diuna caraffa d’acqua consiste nellospazio vuoto in cui si può metterel’acqua, non nella forma o nel materialedella caraffa. Il vuoto è onnipotente,perché può contenere tutto. Solo nelvuoto è possibile il movimento.

Chiunque possa fare di se stessoun vuoto in cui gli altr i possanopenetrare liberamente, sarà padronedi ogni situazione; il tutto dominasempre la parte.

Queste idee taoiste hanno avutouna grande influenza sulle nostreteorie dell’azione. Persino sullascherma e la lotta. Il Jiu Jitsu, l’artegiapponese della difesa, deve il suonome a un passaggio del Tao-teiking.Nel Jiu Jitsu si cerca di sconfiggere laforza e la resistenza dell’avversariocon la non resistenza, conservando lapropria forza per il combattimentofinale. Applicato all’arte, questoprincipio fondamentale si dimostra peril valore della suggestione. Nonsvelandolo del tutto, l’artista lascia chesia lo spettatore a completare la suaidea; ed è per questo che un’operamaestra richiama tanto la nostraattenzione, che arriviamo aidentificarci con essa e a credere diessere parte della sua essenza. C’è unvuoto in cui noi possiamo penetrare eriempire per intero la misura dellenostre emozioni artistiche.

Chi fa di se stesso un maestrodell’arte della vita è, per il taoista,l’Uomo Vero. Dalla sua nascita, entranel regno dei sogni, per nonrisvegliarsi nella realtà f ino almomento della sua morte. Attenua ilproprio splendore per potersiimmergere nell’oscurità degli altri. “E’vacillante come colui che attraversaun fiume in inverno; indeciso come chiteme i propri vicini; tremante come ilghiaccio sul punto di sciogliersi;grezzo come un pezzo di legno primadi essere scolpito; vuoto come unavalle; informe come l’acqua agitata.”

Le tre perle della vita sono per esso,la Pietà, l’Economia e la Modestia.

Se adesso torniamo allo Zen,vediamo che rafforza le lezioni deltaoismo. Zen è una parola derivata dalsanscrito Dhjana, che signif icameditazione. Lo Zen sostiene chedalla meditazione sacra si puòraggiungere la realizzazione supremadi se stessi. La meditazione è unadelle vittorie che conducono allo statodi Buddha e i taoisti affermano cheSakyamouni raccomandasseparticolarmente questa pratica e cheaveva trasmesso le sue regole al suodiscepolo favorito, Kashiapa.Secondo la tradizione, Kashiapa, ilprimo patriarca Zen, svelò i l suosegreto ad Ananda, che a sua lo voltalo trasmise ai futuri patriarchi, fino alventottesimo, Bodhi-Dharma.

Questo patriarca venne dal Norddella Cina, a metà del VI secolo e fu ilprimo patriarca Zen cinese. C’ècomunque molta incertezza sullastoria di questi patriarchi e le lorodottrine.

Filosoficamente, lo Zen primitivosembra avere delle affinità con ilnegativismo hindù di Nagarjuna, edall’altro lato con la filosofia Gnan cheformula Sancharacharya. Le primepredicazioni Zen si attribuiscono alsesto patriarca cinese, Yeno (637-713), fondatore dello Zen meridionale,chiamato così a causa del suopredominio nella Cina del Sud. Fuseguito dal grande Baso, morto nel788 che portò una vera influenza delloZen nella vita cinese. Hiakujo (719-814), suo figl io, fondò i l primomonastero Zen e dettò le sue regole ei suoi rituali. Nelle discussioni dellascuola Zen, si manifesta lo spiritoYangtsè-Kiang delle correnti dipensiero naturalistiche, così diversedal precedente idealismo hindù.Nonostante cosa ne pensi l’orgogliosettario, sono evidenti le analogie tralo Zen meridionale e le dottrine diLaotsè e dei conversatori taoisti. ILTAO – TEIKING contiene allusionisull’importanza della concentrazione esul modo di regolare la respirazione,punti essenziali nella pratica della

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meditazione Zen; d’altra parte, le migliori relazioni circaLaotsè e la sua dottrina furono scritte da seguaci delladottrina Zen.

Lo Zen, come il Taoismo, è il culto del Relativo. Unmaestro Zen descrive l’arte Zen come l’arte di scoprire lastella polare nel cielo meridionale. Nulla possiede unarealtà al di fuori di quello che riguarda le operazioni delnostro stesso spirito.

Yeno, il sesto patriarca, un giorno vide due monaci cheguardavano la bandiera di una pagoda che si muoveva nel

vento. Uno disse: “E’ il vento che muove la bandiera”,l’altro rispose:”E’ la bandiera di per sé che si muove”; maYeno spiegò loro che il movimento vero non derivava nedal vento, ne dalla bandiera, ma da qualcosa in più di ciòche possedevano nel loro spirito…

Hiakujo passeggiava in un bosco con uno dei suoidiscepoli, quando una lepre saltò davanti a loro:

Perché questa lepre fugge da noi? – domandò Hiakujo.Perché ci teme – gli risposeNo, è perché abbiamo istinti mortali.Queste conversazioni ricordano anche quelle del taoista

Soshi. Un giorno questi passeggiava sulle rive del fiume,parlando con un amico.

Come sono felici i pesci nell’acqua! – osservò SoshiLei non è un pesce; come sa che i pesci sono felici

nell’acqua? – gli rispose l’amicoLei non è me; come sa che io non so che i pesci sono

felici nell’acqua?-Lo Zen è stato spesso opposto al buddismo ortodosso,

come il taoismo al confucianesimo. Se si desideracompenetrare la vera scuola dello Zen, le parole intralcianoil pensiero; l’intera massa degli scritti buddisti, sono solocommenti sulle esperienze personali. I seguaci dello Zenaspiravano alla comunione diretta con l’essenza stessadelle cose e consideravano gli elementi esterni come degliostacoli a una chiara percezione della verità. Lo Zenpredil igeva gli schizzi in bianco e nero ai dipintipolicromatici della scuola buddista e questa predilezioneera dovuta all’amore per ciò che era astratto.

Alcuni adepti dello Zen caddero nell’iconoclastia,avendo cercato di trovare in se stessi l’essenza di Buddha,invece di cercarla nelle immagini e nei simboli.

Tankawosho, un giorno d’inverno distrusse un’immaginedi Buddha per accendere un fuoco.

Sacrilegio! – esclamò uno spettatore terrorizzatoEstrarrò dalle sue ceneri le SHALI, le pietre preziose che

si formano nel corpo di Buddha dopo la sua cremazione –rispose tranquillamente il discepolo Zen

Ma una statua non può avere le Shali! - Allora non è un Buddha, quindi non commetto alcun

sacrilegio – disse Tankawosho, tornando ad attizzare ilfuoco per scaldarsi.

Lo Zen ha portato al pensiero orientale l’idea chel’importanza di ciò che è temporale è uguale a quella di ciòche è spirituale e che nelle più alte relazioni tra le cose,non esiste differenza tra le piccole e le grandi; un atomo hale stesse possibilità dell’universo. Chi cerca la perfezione,può trovare nella propria vita il riflesso della sua luceinteriore. Per questo, non c’è nulla di più eloquente che laregola di un monastero Zen. A ciascun membro, eccettol’abate, era assegnata una funzione nel mantenimento delmonastero e, cosa curiosa, i novizi erano quelli incaricatidei lavori più leggeri, mentre ai monaci più rispettabili eavanzati verso la perfezione, venivano riservati quelli piùumili e faticosi.

Queste obbligazioni facevano parte della disciplina Zene ogni lavoro doveva essere svolto con la massima cura eperfezione.

Quante discussioni si originarono lavorando i giardini,raccogliendo le rape o preparando il tè! L’intero ideale delTeismo è la consacrazione della concezione Zen, relativaagli accadimenti della vita. Il Taoismo ha fornito la basedelle idee estetiche, lo Zen le ha rese pratiche e possibili.

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Cintura Nera: Sensei, ci parli un po’della vostra associazione, della suaattività e della sua storia.Sensei Bonfatti: La Federazione Go Ju

Italia rappresenta al meglio l’attività svoltanell’arco di tanti anni dal GM GianniRossato. Studiamo 4 disciplinefondamentali che sono Jiu Jitsu, Karate,Kobudo e Kenjitsu. Il nostro metodopossiede un bagaglio piuttosto completo(composto da circa 4000 tecniche) inquanto il GM Rossato è riuscito a

sintetizzare in esso diversi stili di questediscipline. Ad esempio per quanto riguardail Jiu Jitsu, il nostro Maestro ha studiatocon il GM Albert Church gli stili Yoshin Ryue Daito Ryu, mentre dal Maestro cino-coreano Kim Chi Wang ha appreso loShorinji Kenpo. Unendo queste sueconoscenze ha creato il Jiu Jitsu che oggistudiamo sotto l’egida della GoJu Italia. Perquanto riguarda il Karate invece seguiamouna linea diretta che passa dal MaestroGogen Yamaguchi dello stile Goju Ryu a

Peter Urban della Goju Ryu USA, fino adarrivare al GM Rossato. Inoltre quest’ultimoha avuto anche il privilegio di studiare conpersonaggi come il M° Oyama, il M°Richard Kim, con cui ha studiato ancheKobudo, e il M°Shogo Kuniba. Per quantoriguarda il Kenjiutsu il suo backgroundderiva sempre dai Maestri Albert Church eShogo Kuniba attraverso lo stile Mugai Ryudi spada giapponese. Questo è in linea dimassima ciò che ha contribuito a farnascere il nostro metodo GoJu.

Ben ritrovati cari amicilettori di Cintura Nera!Nell’ambito del progetto

del Censimento Nazionaledelle Arti Marziali sviluppa-to in collaborazione con ilportale MARZIALE NET-WORK, che mira a portarealla luce il più elevato nume-ro di realtà attive sul nostroterritorio, oggi ci ha fattovisita in redazione SenseiAndrea Bonfatti di Bologna,Direttore Tecnico dellaF.I.G.J.I. per l’Emilia

Romagna (FederazioneItaliana Go Ju Italia). 6° Dandi Jiu-Jitsu, Karate, Kobudoe Kenjutsu, è allievo direttodel GM Gianni Rossato, 10°Dan, uno dei pionieri delleArti Marziali Giapponesi inItalia e in Europa, la cuiopera è apprezzata e ricono-sciuta a livello mondiale findai primi anni ’60.Abbiamo fatto la cono-

scenza di un personaggioschietto, sorridente e dalleidee chiare sul panorama

delle Arti Marziali antichee moderne. Con Sensei Bonfatti,

accompagnato da uno deisuoi migliori allievi (SimonePedrazzi, prossimo 3°Dan),abbiamo avuto una piacevo-le conversazione, conditada una breve dimostrazio-ne di kata a mano nuda,con bastone (Bo) e di qual-che applicazione tecnica incoppia sul nostro tatami.Ne riportiamo qui i pas-

saggi salienti.

A cura di: Nicola Pastorino & Leandro Bocchicchio

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C.I.: Sulla base di quanto detto inprecedenza e sulla varietà di sistemiche sono inclusi nella GoJu Italia, cipuò parlare della vostra metodologia diinsegnamento?S.B.: Anzitutto dividiamo i nostri corsi

in bambini, ragazzi e adulti, dove aseconda della tipologia di gruppo si fannopercorsi distinti. Abbiamo una didatticaspecifica per ognuna di queste fasce dipraticanti, in base alle loro caratteristiche.Nelle nostre lezioni svolgiamo una partedi preparazione fisica, che occupa circa2/3 della sessione e poi una parte tecnicarelativa ai programmi di studio codificatidal nostro caposcuola.

C.I.: Nella vostra struttura didatticaprivilegiate l’aspetto tradizionale oquello sportivo della pratica dell’ArteMarziale?S.B.: Noi facciamo una grossa

distinzione tra Arte Marziale e Sport daCombattimento. La linea guida che noiseguiamo è quella tracciata dal nostroMaestro, quella dell’Arte Marzialetradizionale, con i principi che questadeve trasmettere ai suoi praticanti. Perquesto nel nostro metodo, la parte

sportiva viene messa da parte e siportano avanti i principi etici legati alBushido giapponese che rappresentanoal meglio la filosofia della nostra scuola.

C.I.: Parliamo un po’ di te Sensei.Quando ti sei avvicinato alle ArtiMarziali e quando hai conosciuto il GMRossato?S.B.: Come la maggior parte di noi, ho

cominciato con le Arti Marziali a 8 annigrazie ai film che giravano al cinema e intv all’epoca. Adesso ne ho 42 per cuisono già oltre 30 anni che le pratico. Misono avvicinato subito al Jiu Jitsu e hoconosciuto il Gm Rossato circa 15/16anni fa, perché prima andavo da alcunidei suoi allievi. Sono dunque 15/16 anniche tutte le settimane vado da lui e facciolezioni private e grazie a questo percorsoho potuto sviluppare tutte le disciplineche fanno parte della nostra scuola e diottenere dei risultati lusinghieri in ognunadi queste.

C.I.: Il termine GoJu è associato ingenere a uno stile specifico di Karate.Ma nel caso della vostra Associazione,cosa significa?S.B.: Goju tradotto letteralmente vuol

dire “duro-morbido”. Nel nostro caso,

Goju Ital ia rappresenta i l metodoall’interno del quale sono presenti lequattro discipline che pratichiamo. Tuttonasce dal periodo in cui il GM Rossatoandava negli USA a studiare GoJu Ryucol M° Urban. Questi aveva un idea che sibasava sul fondare un proprio GoJubasato sull’esperienza di vari stili, per cuistimolò i suoi allievi di varie nazionalità,tra cui il GM Rossato, a tornare nei loropaesi e a creare il proprio stile. Infatti ilGM Rossato ha raggiunto alti gradi insette differenti discipline e per questo èriconosciuto a livello mondiale come unodei massimi esponenti delle Arti Marzialidi origine giapponese. Tra l’altro, questomese ha ricevuto a Lisbona (Portogallo) ilpremio di Maestro dell’Anno in Europa.Perciò, quando tornò in Italia dagli StatiUniti, dopo aver fatto tutto il percorso nelGoJu Ryu giapponese e nel GoJu USA,fondò la sua scuola GoJu Ital ia colbenestare del M°Peter Urban e degli altrisuoi Maestri, così come hanno fatto i suoicolleghi nei rispettivi paesi.

C.I.: La vostra è una federazione acarattere nazionale. Ci sono sviluppiper quanto riguarda l’organizzazione diattività come seminari o altro delgenere anche a livello internazionale?

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S.B.: Naturalmente uno degli obbiettividella nostra federazione è quello di divulgareil più possibile i l metodo GoJu. Siamopresenti a livello nazionale in quasi tutte leregioni con almeno un rappresentante e larelativa scuola. A livello europeo siamo legatial la IMAF (International Martial ArtsFederation) con la quale si organizzanoperiodicamente stage, seminari, interscambied esperienze varie, gestite e dirette dalnostro Maestro Gianni Rossato.

C.I.: Tornando a parlare più in generale,qual è la tua opinione sulla direzione presadalle AM verso la ricerca delcombattimento sempre più estremo,grazie agli sport da ring e nelle “gabbie”?S.B.: E’ importante sottolineare la

distinzione del percorso tra Arte Marziale eSport da Combattimento. Secondo me sonodue linee di sviluppo, di insegnamento e dievoluzione umana completamente diverse traloro. L’Arte Marziale da una serie di input e diconoscenze che vanno aldilà dello sport. Sistudia la fisiologia del corpo, la storia, lafi losofia di uno sti le ed è necessarioapplicarsi nello studio di queste materieconnesse all’arte stessa. Negli sport dacombattimento si fa un allenamento specificoe si acquisiscono dei movimenti che poi aprescindere vengono sviluppati in funzionedei match, però si limitano a quello. Puoi farliper un tot di anni, prendi e dai un tot di botte,ma il tuo percorso finisce li. Le Arti Marzialisono un percorso di una vita all’insegna dellaconoscenza e del rispetto di te stesso, deltuo corpo e di quello del tuo Uke, i lcompagno con cui ti alleni quotidianamente.Per questo, a mio avviso, è fondamentalefare una corretta distinzione tra due cose chenon hanno molto a che vedere tra loro.

C.I.: Alla luce di tutte questo, SenseiBonfatti si sente più innovatore otradizionalista?S.B.: Tutti e due. Questo perché nella

nostra scuola ho la possibilità di accedere akata e a forme molto antiche che però sonostate modernizzate grazie al contributo delnostro Maestro. Questo secondo me è ilfuturo, nel senso che, come dice il mioMaestro, se una volta i primit iviaccendevano il fuoco con un bastoncino eraperché quelle erano le loro conoscenzeall’epoca. Noi adesso non ci mettiamo piùad accendere fuochi con i legnetti, mausiamo comodi accendini perchépossediamo altre conoscenze. Il bastoncinorappresenta si il metodo tradizionale, mal’evoluzione ci ha portato a poter accendereun fuoco in un’altra maniera. E questo è ilpercorso che l’Arte Marziale deve seguireattraverso la conoscenza, tecnica,fisiologica, medica e tutto quanto abbiamo adisposizione oggi.

C.I.: Grazie per aver accettato il nostroinvito e averci dedicato un po’ de suotempo, Sensei.S.B.: Grazie a voi, è stato un piacere

parlare con voi a nome mio e del mioMaestro.

A breve il video dell’intervista su:http://www.marzialenetwork.info/#!stre

aming-tv/c1h30

Grandi Maestri

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Affrontiamo in questo articolo unargomento considerato di base per tutte lescuole interne, le arti marziali e per molteattività sportive in generale, illustrato dauno degli istruttori ufficiali della scuola diKung Fu del Maestro Paolo Cangelosi(“gran master” riconosciuto a l ivellointernazionale), Mario Meloni, insegnantedi Tai Chi Chuan e Qi Gong in una dellescuole di Roma (Italy).

Mi è stato chiesto di scrivere un articolo per questa rivista e miè venuto subito in mente questo argomento; ho iniziato ilpercorso di quest’arte nel 1990 e dopo lunghe pratiche, ricerchepersonali e un contatto diretto con il Maestro e l’insegnamentoda oltre 15 anni, ritengo opportuno sottolineare alcuni aspettibasilari della respirazione. Su questi aspetti sono dovuto spessoritornare nella pratica personale con una ricerca più profonda,per comprendere meglio l’alchimia di quest’arte senza fine, e diconseguenza trasmetterla nell’insegnamento ai miei allievi.

La trasmissione di quest’arte può realizzarsi solo attraversol’esperienza, e non con parole, che, se non vissute, possonorisuonare “vuote”; probabilmente è anche per questo che neimolti racconti di maestri del passato si trasmetteva l’arte conpoche parole, lasciando all’allievo l’intuizione e lo sviluppo dellesensazioni.

In una delle tante lezioni con il SIFU sugli stili interni, il maestrodisse che a volte bastava solo “un respiro”; io ho interpretatoqueste parole nel senso che bastava un respiro per …..risvegliare e smuovere l’energia, per rivitalizzarla e per farlacircolare in tutto i l sistema energetico dell’organismo,infondendo quel benessere interiore in un solo atto respiratoriodi cui si tratta quando si parla dello stile interno del Tai Chi, delQi Gong e di molti altri metodi interni.

Ai miei allievi dico che è come prendere un caffè, le sensazionipossono essere le stesse.

Compiere un atto respiratorio equivale a mantenere uncontinuo e costante afflusso di ossigeno all’interno del corpo;smettere di respirare significa spegnere gradualmente i processi

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Grandi Maestri

fisiologici dell’organismo, così comeperfezionare questo atto equivale amigliorare l’ossigenazione in circolo nelsangue e rendere quindi più invasivo,signif icativo ed estremamenterivitalizzante questo processo a favoredell’intero organismo.

Esistono moltissimi esercizi e moltepratiche respiratorie; quello cheaffrontiamo ora è uno studio sempliceattraverso un esercizio praticabile datutti, nella cui descrizione sottolineo deipunti basilari che devono esseremantenuti come radice portante efunzionale per il raggiungimento di unrisultato positivo e nel futuro duraturonella pratica; tali punti possono poiessere di aiuto in altre attività o altrepratiche,sia interiori, sportive osemplicemente nelle vostre attivitàquotidiane.

Tale pratica rifletterà nel tempo unostato di calma, controllo interiore epositività che traspare all’esterno edunque può migliorare in tal senso laquotidianità di ognuno.

Tra le prime conquiste che unprincipiante deve ottenere èsicuramente quella di sentire, miglioraree regolarizzare la sua respirazione,grazie alla conoscenza e al movimentodel diaframma.

PREPARAZIONEI punti che citiamo qui di seguito

anticipano la pratica e servono peraccostarsi ad essa in modo adeguato,curando alcuni dettagli che possonoaiutarci e fare la differenza nella praticastessa; a volte solo la preparazioneiniziale indicherà e precederà

l’andamento e il risultato della vostraesperienza interiore.

• Iniziate a calarvi nella pratica decinedi minuti prima svuotando la mentedagli appuntamenti e dalle tantefaccende quotidiane antecedenti eancora da svolgere.

• Abbandonate le vostre emozionipositive o negative che siano, in mododa non sbilanciare attraverso gli sbalzidi umore le vostre energie.

• Eliminate ogni possibile fonte didisturbo.

• Fate circolare l’aria in modoadeguato e curate l’abbigliamento perla massima comodità.

LA RESPIRAZIONELa respirazione deve essere fluida ed

omogenea, senza troncamenti espezzettature, non deve essere forzata,ma deve riflettere la calma interiore cheabbiamo raggiunto nella preparazioneiniziale e nel rilassamento.

La sequenza eff icace è: inspiro,trattengo per circa due secondi edespiro, trattenendo per altr i duesecondi anche al culminedell’espirazione, prima di ripartire con isuccessivi cicl i respiratori .L’espansione della zona interessata(che vediamo nel l ’esercizio) deveessere accompagnata dalla visioneinteriore e questa espansione dovrebbesvilupparsi non solo frontalmente, maanche nelle zone laterali e posteriori,come se si gonfiasse un unicopalloncino; con i l tempo le fascemuscolari si renderanno più elastichefavorendo il processo di espansione erientro dei due Tan Tien.

ESERCIZIO

• Posizione schiena a terra, gambepiegate con le piante dei piedi a terraalla larghezza di una volta le spalle, lebraccia sono lungo i l corpo,leggermente staccate da esso, con ipalmi delle mani rivolte verso l’alto,occhi chiusi.

Questa prima posizione ci toglie dal problema del mantenimentodell’equilibrio, per questo gli occhipossono essere completamente chiusi epossiamo concentrarci totalmente sulrilassamento del corpo e della mente,abbandonando i pensieri e le tensionifisiche del corpo. La postura ci permettepoi di mantenere la schienaperfettamente allineata in orizzontale aterra; possiamo mantenere questapostura per 10 minuti circa, non èconsigliabile mantenerla oltre, poiché taleposizione potrebbe farci addormentare.

• Posizioniamo entrambe le mani unasopra l’altra all’altezza del Tan Tienmedio (sterno – plesso solare).

Iniziamo la nostra respirazioneespandendo e dilatando in fase diinspirazione il torace (polmoni); unapiccola apnea ed espiriamo svuotandola stessa zona interessata; dopo unapiccola apnea riparte i l ciclorespiratorio.

In questa fase la nostra concentrazioneè sul torace dove sono posizionate lemani, la respirazione è concentrata sulladilatazione polmonare (toracica) che noncomprende solo l’aumento del volumefrontalmente, ma anche sulla zonalaterale e posteriore, con lavisualizzazione che accompagna questoprocesso di dilatazione e ritenzione.

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• Posizioniamo le mani sul bassoventre una sopra l’altra, Tan Tieninferiore (poco sotto l’ombelico),iniziamo la nostra respirazionecercando di espandere il bassoventre el’addome non solo frontalmente macomprendendo nella sua dilatazioneanche le fasce laterali e la zonaposteriore dei reni, come un palloncino.

In questa terza fase la nostraconcentrazione è sull’addome, dovesono posizionate le mani.

• Lasciamo una mano sul bassoventre, mentre l’altra si posiziona sultorace. In questa posizione il nostrorespiro ( inspirazione) partirà dalbasso ventre dilatando primal’addome e poi il torace, per svuotarepoi prima il torace e poi il bassoventre, lavorando in questo caso suentrambi i Tan Tien.

La nostra visualizzazione seguirà ilr itmo del respiro e le mani ciaiuteranno a monitorare i lriempimento e lo svuotamento deidue centri.

• Torniamo con entrambe le mani sulbasso ventre e dopo aver riportato lamente e la respirazione su questa zonaeseguiamo un massaggio circolare(basso ventre/addome) in un senso epoi nell’altro (orario ed antiorario).

I l massaggio deve rimanere inzona, non allarghiamo la rotazioneverso fegato e milza, il movimento èlento e leggero.

•Si ritorna nella posizione dipartenza con le braccia lungo i fianchicome nel punto 1, ci si piega primasul fianco destro posizionando lamano destra sotto l’orecchio e poi sitorna seduti; terminati questi ultimipassaggi possiamo gradualmente elentamente alzarci da terra.

ALCUNE PRIME DIFFICOLTA’

All’inizio non sarà facile concentrarsinell’esercizio, ma appena siposizioneranno le mani, la mente saràtotalmente assorta nella pratica.

Se non si riesce ad espandere unaddome rispetto all’altro, non forzateirrigidendovi, ma massaggiate la zonainteressata per rilassarla e riprovate.

Il ritmo respiratorio deve risultareomogeneo e non troncato; se nonriuscite a renderlo fluido, provate adaccorciare il tempo di esecuzione delciclo completo.

Potreste avvertire inizialmente unfastidio addominale dato dallapressione che crea dilatazione nellefasce; con il tempo la zona diverràpiù elastica facendo scomparirequesto possibile fastidio.

Consiglio un tempo iniziale diminimo due minuti per ogni passaggio,un tempo troppo ridotto non cipermetterà di calarsi sufficientementenella pratica, mentre una praticatroppo prolungata potrebbe(inizialmente) procurare tensioni.

Lo scodo dell’esercizio (oltre allaricerca del sopracitato benessere), èquello di prendere coscenza delproprio respiro, delle prime difficoltà edel movimento del diaframma,attraverso l’identificazione dei dueTan Tien; il Tan Tien inferiore e il TanTien medio.

Seguiranno degli approfondimentisull’argomento.

Per maggiori informazioni econtatti visita il sito:

www.mariomelonitaichi.altervista.org.

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La forza prestata è un“moltiplicatore di forza”Salve lettori di Cintura Nera/Budo

International! Nell’articolo di questomese, vorrei spiegare un altrocomponente molto importante tra i 26concetti chiave del CRCA come “L’ABCdella teoria del combattimento del WingChun”.“La forza prestata” o Yie Lick, è

considerata il Santo Graal del CRCAWing Chun. Dico questo perché il WingChun è un’Arte Marziale. La parola“marziale” ha la sua radice in “Marte”,l’antico Dio romano della guerra. E inguerra la vittoria è tutto. Dato chel’obbiettivo principale di qualsiasi veraarte marziale è quindi la vittoria inbattaglia, il miglior modo di assicurarsi ilsuccesso contro un nemico più grande,più forte, è farsi aiutare proprio da lui persconfiggerlo.Prima che l’idea di forza prestata

possa essere pienamente compresa,l’allievo serio di Wing Chun deve capireper primo i concetti basilari della propriaenergia, in termini di dove viene,dove va e come sfruttarla aproprio favore. Come vediamonel CRCA Wing Chun, l’energiache si utilizza nei colpi e nelleparate è una forza della natura,come l’elettricità, la gravità, ilmagnetismo, la pressionedell’aria o la pressionedell’acqua, con proprietà, limiti equalità similari alle altre forze. Lamaggior parte, per certi aspetti,sono come l’elettricità. La forzaviene dalla terra (si origina neitalloni_”Lick Yau Gyeuk Sahng”) etorna facendo la strada più direttapossibile al suolo. Dando energia allamano anteriore che colpisce insieme allagamba posteriore che spinge e facendouno spostamento simultaneo con ilpiede anteriore, si può vedere facilmenteche il colpo avrà molta più potenza se siporta prima che il piede anteriore tocchiterra. È durante questo breve attimo di“energizzazione” che un colpo o unaparata avranno un potenziale di forza piùelevato. Faccio un paragone con quantoaccade in certi videogames di Boxequando i l guantone comincia alampeggiare indicando che per un breveistante si è dotati di un “Super-pugno”che farà molti più danni se colpiscel’avversario, rispetto a un pugno normaleche si porta quando il guantone è inmodalità standard, senza lampeggiare.Se si colpisce l’avversario con unospostamento medio, il colpo avrà moltopiù effetto di quello che avrebbe se siaspettasse che il piede anteriore tocchiterra, o se non lo si facesse affatto. Allastessa maniera, l ’avversario è“energizzato” dal suo propriomovimento, soprattutto se fa un passo,quando esegue un qualsiasi movimento,specialmente un movimento in avanti

come quando cerca di colpire, calciare obloccare.Paragono questa idea ai principi del

videogioco “Pac-Man”, quando i lfantasma lampeggia, il che indica che siguadagnano dei punti extra se siraggiunge e si mangia mentre sta ancoralampeggiando, a differenza del minornumero di punti che si guadagnerebbefacendo lo stesso quando questo è instato normale. Con questa idea inmente, l’opponente può essere colpitocon una forza notevolmente maggiorequando “lampeggia” a causa del suostesso passo e/o movimento dicolpo/parata.Con una profonda conoscenza di

questi principi di energia, il combattenteWing Chun può imparare a usarli a suovantaggio, come quelli che in ambitomil itare si conoscono come“moltipl icatori di forza”. La“moltiplicazione della forza” avvienequando si è in grado di sottrarrequalcosa al nemico e poi usarlo contro dilui in battaglia. Per esempio, se sietecapaci di intrufolarvi nell’accampamentonemico di notte, rubare tutte le suemunizioni e dopo spararglieleaddosso i l giorno seguente, ciò“moltipl ica” la vostra forza. Nelcombattimento a corta distanza, “laforza prestata” ha lo stesso effetto.Per esempio, siete di fronte al vostroavversario in una posizione aperta.Lui solleva il piede anteriore per fareun passo avanti e in quel precisomomento, sollevate anche voi il piedeanteriore e gli date un pugno con lamano anteriore prima che il suo piedearrivi a terra. Quello che è stato

ottenuto è stato che vi siete“energizzati” voi stessi facendo unpasso, per cui nella vostra mente, la suatesta “lampeggiava” e a sua volta è stata“energizzata” la mano anterioremediante l’intensificazione, provocandoche la vostra stessa mano cominciasse a“lampeggiare” per dare un “Super-pugno” e colpirlo mentre entrambistavate “lampeggiando”; voi in realtà“avete preso in prestito” tutta la forzache lui ha creato con il suo spostamentoe l’avete utilizzata insieme alla vostra. Inquesta maniera, l ’appropriazionedell’energia è come chiedere un prestitodi denaro alla banca, quando si chiede1000 dollari, voi non restituite solo i1000, ma pagate i 1000 dollari più unapercentuale della stessa somma comeinteresse. Quando chiedete in prestitol’energia del nemico, restituirete ciò cheavete chiesto, oltre a una parte dellavostra forza come “interesse”. E nel casoin cui l’avversario non sia in movimento onon sia più in movimento, potete fare inmodo di attirarlo verso di voi. Infatti,“prendendo in prestito un po’ di denaro”,poi potete restituirglielo “con gliinteressi”, colpendolo mentre sieteentrambi “energizzati”, come si vedenella foto BPC5.

“Dato chel’obbiettivoprincipale di

qualsiasi vera artemarziale è quindi lavittoria in battaglia,il miglior modo diassicurarsi il

successo contro unnemico più grande,più forte, è farsiaiutare proprio dalui per sconfiggerlo”

“Prima che l’idea diforza prestatapossa esserepienamentecompresa,

l’allievo serio diWing Chun devecapire per primo iconcetti basilaridella propriaenergia,

in termini di doveviene, dove va ecome sfruttarla aproprio favore”

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Forza prestata,sequenza 2:

BPB1 – Zoltan Bathory, chitarristadella band Heavy Metal di famamondiale Five Finger Death Punch, siposiziona davanti al suo avversario inuna guardia chiusa.

BPb2 – Senza avanzare dalla suaposizione, Zoltan intercetta il jab delrivale utilizzando la sua parata, Pock SauSlap con la posteriore. Non avanzando,non offre al suo avversario alcuna forzaprestata, ne tantomeno diminuisce ladistanza avvicinandosi al suo avversariocon il suo colpo.

Visto che l’avversario procedeavanzando con un colpo di gomito allatesta di posteriore, Bathory arretra in unangolo e ruota facendo perno portandouna Hau Chong Ma Chahng Dai Jyeung(Palmo a “spada” posteriore) al lecostole. In questa maniera, l’opponentesi vede obbligato ad assorbire la totalitàdelle forze combinate di entrambi ilottatori nella sua zona più vulnerabiledelle costole al momento esatto in cuiegli cerca di colpire Zoltan, subendo cosìla “Forza Moltiplicata CRCA.Come l’avversario tenta un timido

recupero con un colpo ad ascia Fan Sau,Zoltan si abbassa spostandosi

maggiormente verso l’esterno mentre sigira alla sua destra per contrattaccarecon un Chop Kuen alla zona dellecostole già danneggiata, ancora unavolta con la forza prestata del nemico ela sua applicazione al fuoco di risposta.- Una volta che l’avversario è stato

sbilanciato dal colpo finale, Zoltancambia il suo braccio destro in un DaiBoang Sau sotto il braccio, con lo scopodi mantenere il suo braccio fuori dallatraiettoria del suo calcio laterale ChaiWahng Gyeuk che, grazie all’angolo diimpatto e al modo in cui si trovaposizionato i l suo avversario, puòrompere sia la caviglia che il ginocchio.

Wing Chun

Immaginate di poter creare unaversione trasparente del vostroavversario che esca dal suo corpo e simetta a fianco a voi muovendosi insieme– gomito a gomito.Questo è ciò che la forza prestata fa

per voi, vi permette di non temerenessun avversario, perché non importaquanto grande e forte sia, voi e luiINSIEME potete assolutamentesconfiggerlo, poiché non avete un puntonegativo. Immaginate di avere il gemellodel vostro avversario al vostro fianco,che agisce contro di lui come nel JyehLick – vi presta la sua forza permoltiplicare la vostra. Questo concetto èun arma preziosa nell’arsenale

di qualsiasi artista marziale,indipendentemente dallo stile.

Forza prestata, sequenza 1:L’Istruttore Capo Mario Lopez della

CRCA Germania si posiziona control’istruttore CRCA di Duisburg ThomasSchrödter in una guardia aperta.Come Thomas avanza con i l Jab

anteriore, anche Mario avanza verso unlato e “prende in prestito” la forzacolpendolo nel momento esatto. La forzadi Thomas era al suo punto massimo, eandando a contatto prima che il piede diMario tocchi i l suolo, si assicura i l

maggior potenziale d’impatto possibiletra le due forze opposte.

BPa3 – appena porta il colpo con laposteriore, Mario si abbassa in diagonaleusando Ngoy Seen Wai (affrontandodall’esterno), muovendo i piedi peraumentare la potenza del suo ChopKuen di posteriore colpendo alle costole,realizzato nell’attimo esatto in cui èpossibile capitalizzare al massimo ilproprio impulso in avanti versol’avversario, provocando l’effetto chel’avversario “si colpisce da solo”.

BPa4 – Scaricando il peso affondato egirando radicalmente le anche, Marioprosegue con una rotazione a sinistracon Choh Ma Cheh Kuen alla mandibola.

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Forza Prestata, sequenza 3:John Simons, Istruttore Capo della

CRCA Virginia e Capo della sicurezza deiFive Finger Death Punch, si piazza inposizione Bai Joang in guardia chiusacon il suo avversario.Senza fare un passo verso il colpo

dell’avversario, John utilizza il suo WooSau anteriore per proteggersi e deviare ilcolpo del rivale con un colpo circolaredel polso.Usa Gum Gock Ging (sensibilità di

tocco), quando il colpo deviato comincia

a ritrarsi, John individua i l colposeguente che arriva e, in una frazione disecondo, con precisione e sincronia, siinclina all’indietro per scagliare un JeetWahng Gyeuk, un calcio laterale cheintercetta il pugno medio dell’opponente,il quale viene colpito dal piede calciantecon forza addizionale moltiplicata dalsuo stesso impulso.Ora, prendendo in prestito il suo

impulso discendente, John afferrarapidamente il braccio del suo avversarioche colpisce ancora disteso, e colpisce lasua gola prima che il piede tocchi terra.

Invece di spingere il suo avversariofuori dal suo colpo successivo, Johnafferra rapidamente il braccio destrodel rivale una seconda volta, il cheprovoca che Thomas s i sb i lanc iancora di più verso il “palmo” a spadaChahng Jyeung d i John, che ècoadiuvato da una presa Kau Sau allaspalla che lo trascina direttamenteverso i l colpo che si avvicina e lospinge verso di esso, dando così uncerto impulso all’opponente che puòessere preso in prestito e usato controlo stesso.

“Quando chiedetein prestitol’energia delnemico,

restituirete ciò che avete

chiesto”

“La“moltiplicazione

della forza” avvienequando si è in

grado di sottrarrequalcosa al nemicoe poi usarlo controdi lui in battaglia”

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o scorso venerdì 28 Febbraio, nella sede principale europeadell’International Bugei Society a Valencia, si è celebrata la cerimonia diinvestitura di tre nuovi Shidoshi. Per mano dei responsabili della scuola,Shidoshi Jordan Augusto e Shidoshi Juliana, i diplomati hanno ricevuto laloro licenza di Shidoshi e i 18 Makimono, documenti tradizionali checomprendono tutta l’eredità della tradizione Shizen della scuola Kaze no

Ryu Ogawa Ha.Alfredo Tucci, Luis Nogueira e Luis Alberto Sebastian, sono diventati i primi

Shidoshi formati in Europa. E per questo, si tratta di un fatto senza precendenti nellastoria recente della tradizione.Da questo momento in poi e insieme a Shidoshi Jordan e Shidoshi Juliana, si

faranno carico della cura e della diffusione della scuola nei suoi aspetti marziali,culturali e spirituali.

L

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Questo DVD sul pronto soccorso è unostrumentoindispensabile per tutti i praticanti di ArtiMarziali chepresto o tardi si trovano in situazioni nellequali ènecessario “soccorrere”. In qualsiasi scuola incui siha a che fare con la lotta, il combattimento

osemplicemente il contatto fisico, è successochequalche allievo o istruttore sia stato

colpitoo abbia patito un infortunio. E' possibile siano stati messiko,che abbiano avuto

difficoltàrespiratorie, spasmimuscolari,vertigini, nausee, o

unqualsiasi altroproblemacausato da unallenamentolesivo. Gli“incidenti” sonoqualcosadi reale ed ènecessariointervenirequanto prima,in modoche ladisfunzionecausata nonpeggioriulteriormente.Q u e s t e i n f o r m a z i o n in o n d o v r e b b e r o

essereobbligatorie per tuttigli“istruttori”, ovviamente,

perpreservare la sicurezza eilbenessere dei loro

allievi?Questo DVD è il primo diunaserie di lavori a cura del

Maestro Pantazi, incentrato nell'“altro lato”del Kyusho, quel lato che

ponel'attenzione alle scienze dell' “energia”dellasalute e del benessere, non solo applicabile neiDojo, ma anche ne quotidiano con i vostri cari e tuttelepersone che ci circondano.

REF.: • KYUSHO19REF.: • KYUSHO19

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