Rivista arti marziali cintura nera budo international 280 gennaio 1 parte

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La rivista internazionale di Arti Marziali tradizionali, sport da combattimento e autodifesa. Download gratuito. Edizione Online Gennaio - 1 parte Anno XXIV

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hiunque ha vissuto quanto basta sa cheè vero, famiglia e karma sono sinonimi.Non c'è molto da spiegare su questo,ma ancora esistono persone che nonsono cadute dalla luna al riguardo. Mia

nonna, che era saggia, diceva che "gli amici sono lafamiglia che scegliamo", ma quella che ci dona la vitae il destino, di sicuro presto o tardi finirà, almeno, permetterci in discussione.

Esistono molti atavismi intorno alla famiglia e alcuninon hanno senso nel contesto della modernità; è sanorivederli, poiché per essere onesto, impeccabile omoralmente retto (vada dove vada il criterio o lapredilezione di ognuno), si mescolano molte volte adanno di noi stessi se non tracciamo un chiarodivisorio in questo punto.

Noi umani siamo, e nessuno se ne fugge, unaspecie gruppale. Abbiamo bisogno gli uni degli altriper sopravvivere e, per tanto che il gene dell'egoismosia iscritto nel nostro sistema, sappiamo che, allostesso modo, le nostre possibilità di successo esopravvivenza sono direttamente proporzionali allanostra capacità di empatizzare col gruppo al qualeapparteniamo.

L'assunzione di ruoli psicologici e sociologici è ilpasso successivo per comprendere lo scenario nelquale si gioca la partita della vita familiare.Consapevoli (più o meno, l’uno o l’altro di tutti questidettagli), gli avvenimenti stessi della vita ciconducono, prima che poi ed inevitabilmente, acontrastarci nel confronto familiare. Il mio maestroJosé María Sánchez Barrio diceva che il più vicino è ilpiù distorcente. Che talento! E chi è più vicino dellafamiglia? In ogni famiglia c'è un personaggio col donodi far uscire dai gangheri in modo Express.

Per questo le indimenticabili riunioni familiari delNatale, sono il più falso scenario delle gioie note atutti, dove non è raro comprovare, come più di unofinisca ubriaco nel reggere tanto amore e concordia incosì poco tempo e spazio. Al cocktail deirinfacciamenti infiniti di una vita di convivenze nellaquale le offese si accumulano a milioni, si aggiunge laciliegina delle coppie, uomo o donna, terzo incomodo,che normalmente tirano fuori il peggio di ognuno.

L'egoismo campa a suo agio sui campi di battagliadella famiglia e i comportamenti atavici offuscano lapiù nobile lucidità, avvolgendoci nella stoltezza emeschinità più estrema. Cose che “non farestinemmeno a tua madre" come recita l’espressione,sono precisamente quelle che finisci per fare ai più

vicini, a volte alla propria madre. Dove stanno i limiti,le barriere insuperabili? Tutti abbiamo sentito ovissuto storie che fanno rizzare i capelli.

Gente con un'immagine sociale irreprensibile che hacommesso soprusi incredibili nel suo ambiente piùvicino. I fantasmi della vendetta, l'odio, la diffidenza ela più lunga delle liste infernali, pascolano a loro agionel fertile territorio dell'incoscienza di quelli che,intrappolati in sentimenti difficili da capire e facili dagiustificare, tirano fuori inevitabilmente il peggio di sé.Io non credo che bisogna essere schiavi degliatavismi.

È necessario affrontare il processo karmico colcontrappeso della consapevolezza. Quello di tuofratello (padre, madre, cugino o quello che è), semprelo sarà, solo un discorso atavico; passati certi limiti, sidovrebbe sapere quando mettere fine alla menzogna,alla colpa e agli obblighi che implicano un carico per ilquale non si è postulato (almeno coscientemente) inquesta vita. Quando è stato fatto, si deve avere ilprivilegio di decidere al riguardo, perché questo faparte del processo di liberazione del vivere. Mentre siè nel processo di "fabbricazione" ci si attiene allenorme, che altro si potrebbe fare, ma una volta che tisei guadagnato il diritto (e acquisito il potere!) diessere individuo, bisogna prendere posizione in questitemi.

Ci sono privilegi e obblighi in questi "oneri" per iquali ci si deve poter dimettere. Soddisfatto, il karmanei suoi adempimenti cessa, quando il nostro livello diconsapevolezza e comportamento nelle azioni haraggiunto il suo culmine internamente edesternamente. Un compito non facile, perché bisognaandare oltre la sequenza di rancori e debiti immaginariaccumulati inconsciamente per anni durante i qualieravamo tenere spugne che sedimentavano granquantità di esperienze emozionali generalmenteperturbatrici.

Tuttavia è possibile, perché la grandezza dellalucidità e la comprensione istruiscono, per il fatto che,una volta che qualcuno vede qualcosa da molti puntidi vista, non solo dal proprio, si libera del dubbioinconscio che accompagna la sua condotta. Perquesto dico che i legami karmici possono essererisolti e non solo, è nostro obbligo farlo. Accumularepiù debiti, che ci siano o no altre vite nelle quali sidebba tornare a delucidare le questioni, sarà solopossibile nella cornice della lucidità, il comprendereprofondo e la determinazione di tagliare il legame.Nulla desidero lasciarmi alle spalle, ma piuttosto che

"La famiglia è una grande istituzione. Ovviamente,contando che ti piaccia vivere in un'istituzione"

Groucho Marx

"Il karma, quando si comprende bene, è solo il meccanismo attraverso il quale la consapevolezza si manifesta"

Deepak Chopra.

C

Traduzione: Chiara Bertelli

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un intenso profumo di amore ubriachi i miei, gliscelti, in maniera tale che nemmenosappiano che quello che respirano è ilmio odore.

Con coloro che hanno qualcosada compiere, così sia; ma idebiti non sono eterni,perfino le ipoteche hannola data di scadenza.

Così è la Legge, tuttoquello che incomincia,finisce. Ciononostante,in questi temi, ognunoè ciascuno, perciòdetto l’ho detto,scusatemi leriflessioni in alto,che sono solo lamia verità; se vifanno qualcheservizio, ne saròfelice, perchéquesto tema non èper niente facile dacapire per nessuno. Edico, ognuno rispondead esso in accordo allasua natura. La mia, non lanego.

Non sto a perpetuare lecose, né dare niente perscontato; il fatto che stiano lì,non le fa né obbligatorie névere, sono, al contrario,sostenitore del metterle indiscussione, renderlecoscienti e risolverle. Io sonofiglio del Drago, chepaziente, perfino timorosodel suo stesso potere,sopporta l’indicibile, maquando il drago volta le spallee gira la testa, mai ritorna, taleè la sua natura, e così farà.

Alfredo Tucci è Managing DirectorBUDO INTERNATIONAL PUBLISHING CO.e-mail: [email protected]

https://www.facebook.com/alfredo.tucci.5

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Maestri Classici

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ato in Canada e residente in Australia, vanta anche ilgrado di Yudansha nel Jujutsu, nel Judo, in YamaneryuKobudo e nella spada giapponese (Sugino-ha KatoriShinto Ryu). Ha praticato sotto la tutela di coloro chesono i più importanti nelle Arti da combattimento e hastudiato in Giappone (Okinawa), Cina (Shanghai,

Pechino, Hong Kong, Fuzhou e al Monastero Shaolin…molte volte),corea, Sudest asiatico e Filippine. Insegna professionalmente dal 1972,ha diretto il proprio dojo dal 1974 e fa parte di un ristretto gruppo diMaestri del mondo del Karate tradizionale che sono stati sulla copertinadi Karate Illustrated, Official Karate, Traditional Karate, Combat Budoka,Blitz, Bujutsu, American Samurai, Fight times e altre riviste di KarateShotokan. Sensei McCarthy è stato oggetto di numerosi articoli digiornali e magazine, programmi radio e tv, un film-documentario e halavorato in progetti cinematografici di Hollywood (l’ultimo di questi è“Roxanne”, con Steve Martin). Ha scritto e tradotto non meno di 8 libri(uno di essi è il best-seller “Bubishi” della casa editrice Charles E.Tuttle),ha realizzato una enorme quantità di video educativi e DVD didattici, haredatto articoli per le principali riviste di Arti Marziali di tutto il mondo eprefazioni per almeno una dozzina di libri di altri autori famosi. E’ statocitato non in uno, bensì in due dei libri più venduti separatamente(“Maestri del Karate” e “Karate da Combattimento” a cura di Josè

AstrattoA 60 anni, Patrick McCarthy è discepolo di 5°

generazione dell’Uchinadi, di un lignaggio impeccabi-le di Maestri di Okinawa, iniziando dal suo defuntomaestro Kinjo Hiroshi (1919-2013), che fu precedu-to dal Maestro Hanashiro Chomo (1869-1945), ilquale ricevette gli insegnamenti da Itosu Anko(1832-1915) e dal suo Maestro Matsumura Sokon(1809-1899) – il pioniere più in vista, storicamenteparlando.

McCarthy ha studiato l’Arte del Karate sin dall’in-fanzia e si fregiato di un curriculum agonistico ecce-zionale prima di emigrare in Giappone come ricerca-tore del campo, dove emerse, in ultima istanza,come autore di un best-seller. E’stato un combat-tente, si è cimentato nei kata ed ha gareggiato conle armi a livello nazionale, due volte campione delNord America di Karate e campione Mondiale diKata e Kumite Senior, oltre a innumerevoli successiin ambito nazionale, statale, locale e molti altri alivello internazionale al suo attivo. Pochi possonoaffermare legittimamente di essersi allenati inGiappone e di essere cintura nera 9°Dan di Karate-do tradizionale, con il riconoscimento di Maestro dilivello Hanshi…il Sensei McCarthy può farlo!

Tradizione Giapponese

NTesto: Don Warrener y

Patrick McCarthy, 9º Dan Hanshi Foto: Don warrener

Traduzione a cura di: Leandro Bocchicchio

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Fraguas) insieme a maestri leggendari come Nakayama,Nishiyama, Kanazawa, Mikami, Okazaki, Ozawa, Sakumoto,Higaonna, Demura e Dalke, ecc. E’ uno dei pochi nongiapponesi che è stato in grado di avere successo nell’Arte delKarate Tradizionale ed essere riconosciuto sia in Giappone chenel resto del mondo. Ha un dottorato basato sulla IBA (con lasupervisione del Dr. Rony Kluger), ha portato in giro per il mondo(oltre 60 paesi) gli insegnamenti tratti dai risultati della suaricerca avveniristica in più di 1000 seminari professionali negliultimi 20 anni, ed è responsabile di aver sviluppato il programmadi pre-laurea (2 anni) di istruttore di MA a livello universitario –organizzato originariamente dal College della Facoltà di Scienzedella Salute e di Medicina Naturale in Australia.Sensei McCarthy dirige attualmente la propria organizzazione,

con membri in tutto il mondo. Ha ricevuto grandi riconoscimentiper il suo straordinario contributo all’Arte del Karate, è statopremiato dal governo canadese (1985, Diploma diRiconoscimento per i suoi meriti nello sport dilettantistico delGoverno provinciale dell’Ontario, da parte del governatore diquest’ultimo; 1985 Menzione: Premio del Programma di sportdell’Ontario da parte di William Davis, Governatore dell’Ontario),dall’Associazione canadese di Jujutsu (1985, Premio per il

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Okinawa

“A metà degli anni’80, dopo venti anni di praticanelle Arti Marziali tradizionaliche mi avevano abbastanza

frustrato per le regole e i ritualia cui erano soggette, e per la loroambiguità culturale, non è che non

mi piacessero più o volessiabbandonarle, ma non potevo più

accettare l’interpretazione modernadelle pratiche ritualizzate”

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Servizio di Eccellenza), dall’Accademia Navale degli USA (HOF), dallaJujutsu America (Premio ai Servigi Meritevoli), dalle Agenzie di Sicurezzaamericane, dall’esercito Israeliano/YAMAM, dall’Organizzazionemondiale delle Arti Marziali e dalla rivista Blitz; è stato anche nominato“Più importante storico della storia” dal museo del Karate sportivo,citato, nel Settembre 2010, dall’USNKA, incluso nella Hall of Fame epresentato col prestigioso premio “Tesoro vivente delle Arti Marziali” einserito nella Hall of Fame delle cinture nere del Canada nel 2012.

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Don Warrener

Il viaggio – Non la destinazione

A cura di Patrick McCarthy,Hanshi 9°DanAvrei potuto cominciare con la lotta libera, la boxe, o

il baseball, tutti questi sport mi appassionavano dabambino. Tuttavia, se qualche volta ho avuto dei dubbi,il reportage sul campione del Canada di Judo emedaglia d’oro olimpica nel 1960, li ha dissipati e hacambiato il mio destino per sempre!Sin dal primo istante in cui ho mosso i miei passi nel

dojo, fino a raggiungere la cintura nera, e poi durante lamia carriera agonistica, nell’affascinante epoca degliallenamenti e degli studi di settore in Giappone, Cina enel Sudest asiatico, e scrivendo libri e articoli per rivistee giornali, oltre che in qualità di istruttore dall’elevatorango che vantavo nella’accademia, le Arti daCombattimento mi hanno sempre offerto una viameravigliosamente equil ibrata grazie alla qualel’esperienza di vita si è riempita.

Le originiEro un bambino di Rockwood Court, un quartiere

borghese della piccola città portuale di Saint John,New Brunswick, nella costa est del Canada. Levacanze estive erano appena terminate ed io tornavo ascuola…era la seconda settimana di settembre del1964 e avrei compiuto 10 anni nel giro di tre mesi, a

dicembre. Attonito, mi sedetti nell’auditorium della scuola senzamuovermi, guardando quel documentario così motivante suDoug Rogers.I supereroi non mi erano sconosciuti, visto che i miei

personaggi preferiti dei fumetti e dei film erano Superman,Batman e Hercules, ecc. Tuttavia, un bimbo di 9 anni giàcomprende che quegli eroi erano comunque fittizi…non reali!Allora lì, davanti ai miei occhi, c’era un autentico supereroe! Nonstavo vedendo un personaggio di un cartone animato, ma unapersona reale: un campione olimpico…e canadese…come me!Ascoltavo la sua storia appassionante di sacrificio e dedizione,

l’idea che qualcuno potesse trasformarsi attraverso il desiderio diraggiungere il successo, sembrava possibile. Mentre continuavoa vedere come praticava, gareggiava e diventava un campione,immaginavo che io stesso avrei potuto diventare come lui, solose mi fossi dedicato alle Arti da Combattimento. Quandoquel giorno tornai a casa da scuola, immediatamentecondivisi questo desiderio con i miei genitori che inseguito decisero di iscrivermi a una scuola diJudo. Sapevo che quello era l’inizio di una passioneinfantile che poco a poco si sarebbe trasformata inuna vocazione di adulto e alla fine in una carrieraprofessionale. Gli ultimi 50 anni ho vissuto il miosogno…e mi piacerebbe raccontarvi qualcosa di questo.

Sognare – Credere – OttenereQuando nel 1972 sorse l’opportunità di iniziare a insegnare,

anche se ero ancora un adolescente, mi ritrovaiinspiegabilmente coinvolto in tutto ciò. Il proverbio dice: “Unavolta trovato ciò che realmente ti appassiona, non dovrailavorare nemmeno un giorno della tua vita”. Dopo aver dedicatotutta la vita alle Arti Marziali, posso dire onestamente che nonho mai amato, sognato o desiderato fare altra cosa che nonfosse questa umile attività. Nel 1970, la compagnia per cui

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Karate e Kobudo

“Le Arti da Combattimentomi hanno sempre offertouna via meravigliosamenteequilibrata, attraverso laquale l’esperienza di vita è

risultata piena”

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lavorava mio padre lo trasferì da Saint John, New Brunswick, aToronto, Ontario…la città più grande del Canada, il chesupponeva uno spostamento di circa 1500 km. A quell’etàtraslocare in un nuovo posto e così lontano, e senza le retisocial che esistono al giorno d’oggi, supponeva perdere ilcontatto con gli amici di infanzia e con il dojo. Arrivare da unapiccola città di circa 50.000 abitanti a una grande metropoli,con una popolazione di 2 milioni di unità, rappresentava uncambiamento epocale nella mia vita…ma fu una cosa cheaccolsi con entusiasmo. Nel 1970, Toronto era letteralmente laMecca delle Arti da Combattimento, e io volevo studiarle tutte!Durante quello splendido periodo, approfittai dell’opportunità

di conoscere e allenarmi con molti importantissimi istruttori, tracui Tsuruoka Masami (il padre del Karate-do in Canada), RonForrester (il padre del movimento Jujutsu in Canada), il maestroWally Jay (fondatore dello Small Circus Jujutsu), Richard Kim(professore di Harvard di Karate-do), Wally Slocki (Primoministro canadese, grande atleta a quei tempi) e molti, molti

Karate e Kobudo

“Fu anche nel periodo diVancouver che crebbeulteriormente il mio

malcontento verso gli egoismi,le situazioni dei tornei,

le infantili animosità politiche ela scoraggiante esplosione

commerciale delle Arti tradizionali”

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Okinawa

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altri. Tutti questi insegnanti recitarono un ruoloinfluente nella formazione non solo delle miequalità fisiche, ma anche del mio carattere e lamaniera in cui approcciai l’arte di imparare!Sensei Tsuruoka scrisse: “Il mio primo

ricordo del signor McCarthy, è di quando entrònel mio dojo, un giovane, immaturo,impetuoso e inquisitivo, che era appenaarrivato a Toronto da Saint John, NewBrunswick. Patrick non aveva idea del mododella filosofia o delle formalità del Budp,voleva soltanto continuare a sviluppare le suequalità fisiche nell’arte del combattimento”.Il Prof.Wally Jay scrisse: “Conobbi Patrick

McCarthy quando era ancora un adolescente,e osservai con grande interesse i l suonotevole progresso nel mondo delle ArtiMarziali. Fui testimone del suo passaggio dacampione agonistico,a rispettato Maestro erelatore internazionale. Non fu una sorpresaper me che Patrick sia stato definito come ilprincipale storico di Karate-Do del mondooccidentale”.Quando aveva 32 anni, il Prof. Ron Forrester

scrisse con piacere. “Ho avuto a che fare conil signor Patrick McCarthy per oltre 18 anni.Egli è una persona totalmente dedita alle Artida Combattimento e alla sue forme. Le suecredenziali sono del livello più alto e il governocanadese lo ha riconosciuto quando laprovincia dell’Ontario lo ha insignito delprestigioso “Diploma di Riconoscimento” per isuoi decenni di contributi. Lo posso definire,senza remore, come un maestro delle arti dacombattimento estremamente capace e comepersona dal carattere irreprensibile”.Il Sensei Richard Kim scrisse: Sin da molto

giovane, Patrick McCarthy è stato un devotopraticante di Karate-Do. Maturò sotto la miatutela, acquisì una prospettiva creativadell’apprendimento, e si rese conto di ciò chesignifica l’equilibrio tra l’allenamento fisico el’esplorazione metafisica. Inoltre, attraverso iprecetti del Karate-Do, il Sig.McCarthy aimparato che la ricerca empirica el’introspezione sono assolutamente necessarieper scoprire quello che c’è aldilà dei risultatiimmediati dell’allenamento fisico. PatrickMcCarthy è stato uno dei Maestri più rilevantidel Karate-Do, aveva un fisico invidiabile chegli ha permesso di essere un atletastraordinario nella sua regione. Si trasferì inGiappone dove divenne il mio rappresentantepersonale; la stella di Patrick McCarthyadesso brilla in un Nuovo orizzonte. Dellecentinaia di allievi che ho avuto in questi anni,Patrick McCarthy è di gran lunga i l piùtalentuoso. Qualsiasi cosa faccia, la fastraordinariamente bene”.

Karate e Kobudo

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Pensando con originalità

Per arrivare al dojo di Karate di Toronto, dovesi al lenava nel 1970, spesso attraversavaChinatown. Camminare per Chinatown daadolescente era come entrare in un labirintoorientale, misterioso, profondo e bello. Lacultura mistica, il linguaggio, il cibo, anche leragazze carine e soprattutto le Arti daCombattimento, mi catturavano. A quell’epocanon potevo però sfruttare l’opportunità diapprofondire la mia comprensione del Karatetramite lo studio delle diverse Arti daCombattimento della Cina e del Sudest asiatico.Trovai la fonte primaria del mio apprendimentonella scuola Hong Luck di Kung Fu, la scuolaJing Mo Goon, la Liu Seong, l’associazionecanadese di Karate-Do/Kung Fu, il centro diKung Fu del Drago di Fuoco e il centro YaoLoong. Fu un periodo meraviglioso, influente eispiratore, pieno di ricordi incancellabili; ciò chesperimentai in quei cinque anni, cambiòcompletamente quello che avevo imparato inprecedenza. Il regalo più grande, tuttavia, fu ilpotersi allenare in diverse Arti e ‘pensare il modooriginale’. L’idea di “pensare in modo originale”,interscambi are gli allenamenti e innovare, avevamutato la mia mentalità, e mi spinse a credereche il messaggio profondo delle Arti Tradizionaliera l’eclettismo e la ricerca continua di nuovimetodi innovativi di raggiungere i medesimirisultati.Il Professor Wally Jay scrisse: “Imparò il

Karate-Do durante una generazione nella qualel’Arte consisteva nel trovare le risposte che sicercava, nel la necessità di comprendere“come” e “perché” furono determinanti perforgiare i l genere di persona in cui Pat sitrasformò. Nel suo periodo agonistico eravibrante, adesso è così meticoloso nella suaveste di Maestro e ricercatore, che pare nonessere mai stato un atleta. Anche se ora incentro della sua attenzione si è spostato dallacompetizione alla ricerca, l’intensità con laquale di dedica al la “sua ossessione” èincomparabile. Chiunque abbia avuto il piaceredi assistere ad una delle sue lezioni, a uno deisuoi seminari o ad una delle sue illuminanticonferenze, ricorderà Pat per il lavoro che hafatto e coinvolto, sia a lui, che alle persone concui lo ha condiviso”.

Gli anni di Vancouver e del GiapponeA 25 anni, approfittando di una opportunità

fortuita, mi trasferi i sul la costa ovest delCanada. Nel 1979 andai a vivere da Toronto,Ontario, a Vancouver, Columbia Britannica,dove aprii il Centro di Karate di Vancouver, conil mio nuovo socio in affari, Rod Philipsen.Agonisticamente parlando, era un momento incui ero profondamente concentrato sulla scenadei tornei open e viaggiavo in lungo e in largoper il Canada e gli USA. Gli allievi locali e gliistruttori riconobbero velocemente il VCK comein luogo che accoglieva calorosamente gliinvitati, a prescindere dallo stile di provenienza.Continuai a sfruttare con entusiasmo le molteopportunità di apprendimento che queimeravigliosi ospiti mi offrivano. L’opportunità difarsi degli amici giapponesi, cinesi, del Sudest

asiatico e delle comunità coreane di Arti daCombattimento, e di rafforzare i miei legami coninsegnanti locali di diverse tradizioni, mi aprì dinuovo le porte a un più ampio bagaglio econoscenza. Al l ’epoca del VKC accolsiregolarmente istruttori locali e internazionali,compresi nomi del calibro del Prof.Wally Jay,Richard Kim, Teruo Chinen, Remy Presas, SteveArmstrong, Jerry Gould, Benny Urquidez, JoeLewis, Eric Lee, Alex Kwok, Cindy Rothrock,George Chung Jon Funk, Ken Low, Bruce Curriee Don Shapland, ecc.Fu anche nel periodo di Vancouver che crebbe

a dismisura il malcontento con i vari ego, con lescene dei tornei, gli attriti politici infantili e lascoraggiante esplosione commerciale delle Artitradizionali. Io avevo le mie idee circa la realefunzionalità della tecnica, ma rimasi inpubblicamente in silenzio perché erano incontraddizione con tutto ciò che avevo imparatoe non volevo essere criticato apertamente ocondannato all’ostracismo da parte della miacomunità.

DistaccoA metà degli anni ’80, dopo vent’anni di

pratica nelle Arti Marziali tradizionali, che miavevano frustrato abbastanza a causa delleregole a cui erano soggette, dei rituali inflessibilie delle ambiguità culturali. Non è che non mipiacesse o volessi abbandonare la pratica, perònon potevo più accettare l’interpretazionemoderna delle pratiche ritualizzate (ovvero, kata,hyung, xing – forme coreografate/schemiclassici). Di conseguenza, mi misi alla ricerca diun nuovo Maestro, di un nuovo stile, o anche diun’organizzazione che potesse insegnarmi lepratiche originali e più funzionali tramitel’applicazione razionale, coerente esistematizzata. Nello specifico, cercavoqualcuno che potesse…

1. Utilizzare gli atti abituali di violenza fisicacome premessa contestuale, attraverso cuimigliorare le mie capacità e la comprensione,invece di continuare a dipendere da praticheunite a regole, con un compagno compatibileche mi attacca con un pugno rovesciato,controllato, ecc.

2. Insegnarmi le risposte predefinite originariedella vecchia scuola e i contrattacchi verso econtro questi atti abituali di violenza fisica, convarianti eff icaci se/quando qualcosa nonfunziona o va male.

3. Rivelare come quelle sequenze prestabilite(ovvero, i rituali mnemonici che compongono leroutine delle coreografie classiche / kata), nonsolo culminassero nelle lezioni già tenute, maanche, quando silegano tra loro, maanche offrendochiaramente qualcosadi più grande dellasomma delle lorosingole parti.

4. Identif icarechiaramente edimostrare dove esistono queste regolemnemoniche prestabil ite nelle routinecoreografate, basate sulla tradizione e dettatenei kata, e come furono legate di nuovo agli attiabituali di violenza fisica.

Okinawa

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Gli anni del Giappone

La prima volta che andai in Giapponeiniziai a studiare il giapponese, volevocomunicare ai grandi Maestri, ciò chevolevo praticare con i loro insegnanti.Tramite l’interazione personale, e leconversazioni con la gente, le funzionilocali, le interviste e i filmati delle loropratiche, riuscii a raccogliere svariateidee sulle loro Arti da Combattimento ela loro affascinante cultura. Prima di ogniincontro, mi chiedevo quale sarebbestato il valore di quell’incontro, comeesso avrebbe influito con quelli che avreiavuto con altre persone, cosa avreiottenuto da quell’incontro e in che modomi avrebbero aiutato le informazionicarpite e, alla fine, non solo a cosa misarebbe servita quella esperienza equelle informazioni, ma anche comeaiutare la gente grazie a queste.Mi sembrava che quella giapponese

fosse una cultura splendidamenteriflessiva e passai molto tempo adapprofondire la conoscenza del suopanorama storico e dei suoiinsegnamenti spirituali. Uno degliaspetti più piacevoli della culturagiapponese è il modo amichevole nelquale si deve lottare nelle interazionisociali. Nei molti anni in cui ho vissutoin Giappone, mai una volta ho percepitouna minaccia alla miasicurezza…certamente, ci misi un po’ ditempo prima di capire meglio i lfenomeno culturale del Tatemae-Honne.Ovviamente andai là anche per capirecome erano le Arti da combattimentodella tradizione giapponese, in moltecose, un microcosmo della cultura diquel popolo…una rappresentazione inminiatura dei suoi costumi, della suamentalità e dei suoi valori. Quandoscoprii di più su me stesso, grazie alleArti Marziali, scoprii le mie forze e le miedebolezze. Quello non solo mi permisedi lavorare diligentemente all’impegnodi trasformare le mie debolezze in puntidi forza, ma mi consentì anche dimigliorare quelli già esistenti.Il Giappone, tuttavia, non si rivelò

esattamente come mi aspettavo. Il cheprovocò una grande frustrazione, unanotevole confusione e una significativadelusione! Immagino che in qualchemaniera io non ero altro che un piccoloingenuo che sperava di incontrare degliincredibil i supereroi, e mirabolanticapacità nei tanti Maestri con i qualientrai in contatto. Nella mia mente,influenzata in parte da tutto ciò cheavevo sentito sui Maestri orientali, e inparte dai film e dai miti di Hollywood, miaspettavo di trovarmi davanti aimpressionanti prestazioni di giovaniMaestri che rasentavano l’impossibile, eincontrare anziani Maestri pacati chedispensavano con perspicaciaun’incredibile saggezza, con risposteilluminate ad ogni domanda. Anche secertamente non c’era scarsità di

eccellenti professionisti in ogni parte incui ho cercato, non ho trovato traccia dital i prestazioni sovrumane ne diinsegnamenti i l luminanti in nessunluogo del Giappone o di Okinawa, suquesto argomento! Non voglio dire oinsinuare che tutti gli insegnanti, iMaestri e i leader riconosciuto con cuiho avuto a che fare erano inuti l i ,incompetenti, o disinformati, perché,semplicemente, non era così. Quelloche voglio dire, tuttavia, è solo cherimasi sorpreso nel rendermi conto chenoi occidentali eravamo talentuosi esaggi come coloro che furono, altempo, collocati su alti piedistalli esuccessivamente santificati!Un tantino disilluso, decisi di tornare

all’ interscambio di al lenamento eampliare i miei studi in diverse pratichedi combattimento. Praticai schermaKarate Shinto Ryu, Shoot Fighting eSubmission Wrestl ing e venniaddestrato da tre dei migliori insegnantidel paese: Sugino Yoshio (1904-1998),Satoru Sayama (Nato nel 1957) eTakada Nobuhiko (nato nel 1962.l’allenamento incrociato aprì moltenuove porte ad opportunità, così comeapportò nuove e valide nozionisull’allenamento e sulla vita, che maiavevo conosciuto. L’opportunità direcarmi in Corea, Cina e nel SudestAsiatico, con il proposito esplicito dipartecipare e analizzare in manieratrasversale e comparativa altre Arti daCombattimento, divenne una cosaabituale. In Cina, la provincia del Fujian,Shanghai, Pechino, e il Tempio Shaolindiventarono destinazioni di importanti esignificative scoperte. Mentre la Corea,fu importante senza dubbio dal punto divista culturale, furono Thailandia,Indonesia e Fil ippine ad offrirmiesperienze incredibilmente preziose perottenere una maggiore comprensionedell’Arte del Karate. Sulla base diquell’esperienza lunga e unica, iniziai aelaborare le mie deduzioni senza averela necessità di ricevere l’approvazionedegli altri, poiché la funzionalitàdivenne la loro unica autorità.Tali r ivelazioni al la f ine miportarono a comprenderel’origine, lo sviluppo el’evoluzione delle Arti Marzialiad Okinawa, insieme con quelleche sono le forze organicheinfluenzate dal cambiamento radicale.Indagando sul procedimento esull’essenza di ciò che i Maestri pionieridi Okinawa cercarono e stabilironocome tradizioni, fui in grado di scoprire

e far rivivere pratiche latenti che nonerano più contemplate per via dellamentalità giapponese moderna esoggetta a regole. Andando a fondonell’abisso culturale, ebbi la fantasticaoccasione di lavorare con tutti quegliistruttori differenti, alle stesse fonti dellaloro origine, di imparare la loro lingua estudiare sia i documenti istruttivioriginali sopravvissuti, che lecircostanze storiche nelle qualinascevano e si evolvevano le Arti,questa fu allo stesso tempoun’esperienza indelebile che mi cambiòla vita. Riconoscendo la tremendaambiguità, che avvolgeva un’Arte in unamaniera facilmente comprensibile, leesperienza in corso diedero comerisultato la definizione di una teoriacontestuale di base che chiamai, “Attiabituali di violenza fisica” (teoria HAPV).Per rafforzare questa premessacontestuale, mi appoggiai in gran partealla pratica di un meccanismoaltamente funzionale e molto comune inCina e nel Sudest asiatico, che sichiama esercizio a 2 persone.Tsuruoka Sensei: “Dopo la partenza

da Toronto, lui (McCarthy) si stabilì aVancouver, dove fondò il proprio dojo eperfezionò le sue abilità. Tuttavia, la suavoglia di imparare era così grande che,in ultima istanza, emigrò in Giapponeper ampliare la sua conoscenza delBudo. Laggiù, al la fonte, venneprofondamene influenzato dalla cultura,dalla filosofia e dalla psicologia delle artimarziali e arrivò a comprendere il verovalore della pazienza, del rispetto edella tradizione. Non si trattenne lìcomunque, il suo interesse per questecose lo portò fino ad Okinawa, Fuzhou,il monastero Shaolin e altrove. In queiluoghi remoti, lui cercò fervidamentel’evoluzione e i contributi dei Maestriprecursori. La sua indagine, i suoiarticoli pubblicati, i video didattici e ilibri, incluso il più venduto, il Bubishi (laBibbia del Karate-Do), sonotestimonianza della sua dedizione e

della ricerca della conoscenza. A mioavviso, il Sig.McCarthy è uno degli storicioccidentali più di spicco del Karate-Do emi fa piacere prestare il mio nome insostegno ai suoi continui sforzi.

“Ci andai anche per capire come erano leArti da combattimento tradizionali

giapponesi, per certi versi, un microcosmodella cultura di un popolo…

una rappresentazione in miniatura dei suoicostumi, della sua mentalità e valori”

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Arti Tradizionali

"Alcuni anni fa abbiamo pubblicato un video eccezionale, una vera scoperta!Uno stile autoctono di combattimento con il Palo Canario, perfettamentedistinto all'interno della tradizione millenaria del Palo Canario stesso, nelsegno della sola famiglia che l'ha saputa preservare. Sono passati 14 anni, eun'intera generazione di artisti marziali ha bisogno di ritrovare questo preziosotesoro, perciò ho deciso di ripubblicare questo articolo e tornare a condividerecon voi la straordinaria Maestria e la squisita peculiarità che caratterizzaquesta tradizione. UN TESORO!"

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Reportage

Continuando la via che abbiamo scelto inquesta rivista di recuperare e di farconoscere gli stili marziali tradizionalidell’Occidente, siamo onorati di presen-tarvi oggi uno degli stili di "Palo Canario"-ovvero Bastone delle Canarie (un'Artespagnola)- più interessanti e caratteristi-ci delle Isole Canarie, lo stile della famigliaAcosta.

Come in molti altri casi è successo nellastoria, uno stile familiare ha visto la lucegrazie alla visione di un uomo eccezionale,che funse da ponte di collegamento tra ilpassato e il futuro.

Marino Acosta è un uomo semplice, madi grande intensità umana. Il suo sguardopenetrante non nasconde la ferocia di uncarattere guerriero, adornato tuttavia daun atteggiamento affabile, simpatico echiacchierone. Di stirpe umile, gente lavo-ratrice, possiede quella sapienza naturaletipica di chi vive a contatto con la natura,piuttosto che in contrapposizione ad essa.La pelle scura per il sole del paese, incor-nicia un sorriso furbo che sa distrarre daquegli occhi intensi ed affascinanti, neiquali si specchia senza vergogna il cuore

di un uomo giusto e retto; una grande per-sona che ha colpito la mia attenzione.

Il suo stile è singolare. Maneggia un bas-tone più corto e leggero di altre scuole, ilche senza dubbio imprime non solo unritmo intenso ai suoi movimenti, ma ancheuna sorta di fluidità e di naturalezza neisuoi gesti, apportando grande efficacia aisuoi attacchi e alle sue parate. Le formeattraverso le quali questi giocatori di bas-tone si muovono, potrebbe far drizzare icapelli a molti amanti della Scherma (oEscrima) assai più famosi nel panoramainternazionale del settore.

È uno stile, quindi, che va oltre il mera-mente folcloristico, molto di più di unasemplice curiosità; parliamo di un'ArteMarziale vera e propria, nella quale quelche conta è senz’altro sconfiggere l'avver-sario.

Dunque, abbiamo fatto il nostro dovere,abbiamo avvisato gli amanti del combatti-mento con bastoni, ora non possono direche non li abbiamo avvisati! Attenzione,quindi, ad affrontare un giocatore di ques-ta scuola! Questi sì che le suonano!

Alfredo Tucci

"Anche se il Bastone si Gioca con le Mani,Si porta sempre nel Cuore"

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Gioco del Bastone delle Canarie

Gli ACOSTA di TENERIFEUna dinastia, tre secoli, una

tradizione L'Arte della Scherma conbastoni è una delle più notevolimanifestazioni della cultura popolaredelle Isole Canarie, che dai tempi deiprimi colonizzatori è stata conservata esi continua a praticare in queste isole. Questa disciplina millenaria, miscela

di lotta e folclore, eredità della culturadegli aborigeni "Guanches", si ètrasformata oggigiorno in un verosimbolo dell'identificazione del popolodelle Canarie. Un'arte, una praticaludico-sportiva che seppur minoritariaè in aumento, con una certa proiezionenel futuro, ed un esempio vivente dellacostanza di questo popolo nelmantenere le sue tradizioni. Molte cronache dell'epoca della

conquista delle Canarie, intornoall'anno 1400, parlano della grandeabilità che possedevano gli aborigeniGuanches nella scherma con i lorobastoni come arma da guerra, di difesae di attacco. Bastoni che, forgiati afuoco, lasciarono un profondo ricordodi sangue tra le truppe spagnole chetentarono di colonizzarli. Una voltaconquistate le isole ed annesse alRegno di Castiglia, l'uso del bastonescomparve per un certo tempo, acausa della proibizione che i nuovi

governatori imposero, impedendo chela gente entrasse con i loro bastoni neicentri urbani. Ma la gente di campagnacontinuava ad utilizzarli fuori dai borghicome metodo di autodifesa, perrisolvere qualche conflitto dovuto allaproprietà del bestiame e alle zone dipastorizia o addirittura per "abbassarela cresta" a qualcuno: il punto è che inquel periodo era costume che i ragazzidi ogni famiglia si affrontassero perdimostrare la loro abilità con il bastone,nei pellegrinaggi popolari che sicelebravano nei paesetti. In numeroseoccasioni dovevano affrontare veri epropri duelli per i risentimenti cheesistevano tra le famiglie. Anche se inqualsiasi luogo si poteva originare unalite, sembra che fossero le feste illuogo preferito per farlo, a volte peruna semplice provocazione, altre perdimostrare la virilità o conquistare unadonna. La cosa certa è che molti diquesti uomini pensavano che "se nonc’era una rissa, non c’era una verafesta".Passò i l tempo e la gente di

campagna conservò devotamentel'Arte nel seno delle sue famiglie. Inonni trasmisero questa sapienza ailoro nipoti e questi ai loro figli per piùdi quattro secoli. Marino Acosta Armasereditò questa pratica dai suoi avi,anch’essi esperti giocatori. La suafamiglia da sempre è rimasta incontatto con tutte le tradizioni cheavevano un "sapore canario"; la lotta, i

combattimenti tra cani o galli e, comepotrebbe essere altrimenti, l'arte dellalotta con bastoni. Il tempo ha fatto ilresto, trasformando Marino nelprincipale esponente del tradizionalestile Acosta di Gioco del Bastone diTenerife, considerato come uno deglistili più rapidi e più duri in circolazione.Ogni clan familiare sviluppò uno stile

particolare di utilizzo del bastone.Alcuni erano specializzati nella lungadistanza, altri nella corta ed altri ancoralo impiegavano come difesa contro learmi bianche. Attualmente esistonovari stil i conosciuti: Deniz, Verga,Morales, Garafiáno, Vidal, Conejero,Quintero e lo stile Acosta. Ognuno diquesti stili mostra differenze tecnicheche si possono facilmente apprezzaread occhio nudo. Questa ricchezzatecnica, di diversità di scuole e di stili,è parte della grandezza che conservala cultura marziale delle Isole Canarie.Molti praticanti di Arti Marziali in

Spagna ed in altri luoghi d’Europahanno sentito parlare delle Arti che sipraticano nelle Canarie. Le voci diconoche esse rappresentano gli unici indizimantenuti fino a questo momentodell'esistenza del gioco del bastonedelle Canarie; per il semplice fatto,forse, di non essere un'arte diprovenienza orientale e che non esistemolta documentazione grafica edaudiovisiva, non ha risvegliato unparticolare interesse nella comunità dipraticanti marziali. Nessuno poteva

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immaginare che a pochi chilometridalla penisola iberica esistessero deiMaestri che mantengono intattequeste tecniche di lotta ancestrale ead un così alto livello. Esiste unacredenza generalizzata che porta apensare che ciò che è forestiero,straniero, è sempre meglio di ciò chederiva dalla propria terra e, forse,questo tipo di credenze contribuisceancor di più a far sì che il bastonedelle Canarie conviva vicino a noi,pur continuando ad esseresconosciuto. Esistono indizi che ciportano a credere che vennerocreate scuole a Cuba e in Venezuela,attraverso le nozioni che portarono lìalcuni emigranti delle Canarie.Tuttavia, è più diff ici le dacomprendere i l fatto che nellamaggior parte della Spagna siatotalmente sconosciuto. AlcuniMaestri che emigrarono a Cuba perlavorare nelle piantagioni di canna dazucchero raccontano come moltinativi cubani volessero impararel'arte del bastone, e comechiedessero agli abitanti delleCanarie di insegnargliela. Questi sirifiutavano, perché era l'unico mezzoche avevano di difendersi dalmachete cubano. Perciò, i cubani lirispettavano molto.I Maestri insegnavano solamente ai

membri della loro famiglia ed, in rareoccasioni, a persone molto vicine,perché sapevano che un individuo ingrado di maneggiare bene il bastone,

poteva essere in grado di lottare controtre o quattro persone assieme e, quindi,anche contro loro stessi. Se c’era unallievo che mostrava eccessiva frettaper imparare, semplicemente non gli siinsegnava più, perché si credeva cheapprendesse con l’unica intenzione di"cercare il sapere". I Maestri sapevanomolto bene che queste tecniche, inmano ad un allievo che non mostrava ilsufficiente rispetto e la sufficientespiritualità, potevano essere utilizzateun giorno senza dignità e senzagiustificazione. Per molti di loro,significava che "la forza senzaspiritualità non era altro che forzabruta".Erano uomini molto riservati,

addirittura conservavano in segretoun certo numero di tecniche che noninsegnavano mai ai loro allievi, perpoi, se fosse giunto il momento,uti l izzarle in una situazioneimpegnativa ed uscirne vittoriosi. Eracome avere un asso nella manica,perché c’era sempre il rischio chel'allievo volesse superare il Maestro.Questi colpi nascosti o segretivenivano chiamati "l'ultima punta",da cui deriva il detto tipico: "L'ultimapunta non s‘insegna a nessuno". Inquesto modo, insegnavano poco apoco, lasciando per la fine l'ultimatecnica, che il Maestro conservavacome la favorita. La cosa certa è chel'Arte del bastone delle Canarie èimmersa in un mondo misterioso,dominato da una moltitudine di

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leggende, di superstizioni e di sospettie prove nell’insegnamento, dato che lapratica del bastone si associava aduno strumento di lotta, proibito eperseguitato. E per questo i Maestripreferivano passare inosservati,nascondendo la loro condizione e laloro sapienza come un qualcosa dimolto segreto. È sorprendente come in tutti i

continenti si siano sviluppate moltitudinidi Arti della lotta. Ognuna con le suecaratteristiche e connotazioni, tuttaviatutte presentano aspetti filosofici comuni.Il gioco del bastone delle Canarie non èalieno a questa stessa tradizionemarziale. Esattamente come altri Arti,conta sulla figura di un Maestro, con unatrasmissione genuinamente familiare,una nomenclatura propria, una vestetradizionale e, soprattutto, una filosofia dirispetto e di segretismo verso latradizione. Perciò non deve stupire cheancor oggi i Maestri scelgano pochiallievi come veri destinatari delle loronozioni.

La dinastia degli Acosta L'origine dello stile Acosta può

situarsi a metà del 1800, nel Comune diEsperanza (Tenerife), come l'evoluzionedi uno stile di gioco di bastone tipico diquella zona e, a quanto pare, perduto.Quest’evoluzione è fruttodell'emigrazione a Cuba di alcunigiocatori, che lo adattarono nelcombattimento a corta distanza per

opporsi ad alcune armi bianche. IlMaestro più antico conosciuto èFlorentín Vera, dopo di lui ci furono iMaestri Maximiliano Hernández Acostae Leopoldo Acosta Acosta (Don Polo),nato nel 1908. Dopo di loro ereditaronola maestria i loro figli, RamónHernández Acosta (figlio diMaximiliano) e Santos Acosta Acosta(figlio di Don Polo), che a causa di unatragica incapacità fisica la delegò aisuoi fratelli Pedro Acosta e AnastasioAcosta (Tato), il minore di tutti i fratelli eil quale anch’egli, sfortunatamente, sivide ridotta la propria capacità motricea causa di un incidente sul lavoro.Solo dopo la morte di Francisco

Franco lo stile Acosta oltrepassò i limitidi un chiusissimo circolo familiare. Imembri attivi della famiglia si riunivanoper correggere gli errori, per migliorarele tecniche e per praticare i movimentiprecisi e superare in questo modo altrigiocatori. Alla fine del 1977-78 Marino Acosta, aiutato da suo cugino Pedro

Acosta (un altro figlio di don Polo),decisero di cominciare ad insegnare agruppi di allievi non appartenenti allafamiglia, diventando così i primiMaestri ad aprire lo stile al di fuori delnucleo famil iare, una novità cherappresenta l'impulso definitivo di cuiaveva bisogno lo stile per garantirsi lapropria perpetuazione. Da allora, sonostate create scuole in diversi Comunidi Tenerife, come quella dei Campitos,diretta personalmente da Marino e dasuo cugino Pedro.

Valle de Guerra, Las Mercedes,Arafo, Santa Cruz de Tenerife, Puertode la Cruz e, recentemente,l'incorporazione di Cartagena a Murciacome prima scuola creata fuori dalleIsole e diretta da Alfonso Acosta(Cartagenero di madre canaria):dunque, sebbene in passato lo stilefosse stato sul punto di scomparire,attualmente è al sicuro nelle mani diMarino, dei suoi figli e di un gruppo diall ievi che, come lui, lottanoincessantemente per trasmettere lostile nel suo stato più puro.

Caratteristiche dello stile Acosta Lo stile è denominato dai suoi antichi

praticanti come quello del BastoneCorto, per differenziarlo dagli altri delleisole, che chiamavano di BastoneLungo, e presenta caratteristichetecniche uniche e molto differenziate:tra di esse troviamo l’impugnaturacentrale del bastone, la pratica assenzadi Recogidos (tecniche circolari ampie)e i grandi spostamenti di Cuadras (leguardie), in molte occasioni i salti.Predomina il gioco Corto (a cortadistanza) e Agachado (con tecnicheiniziate dal basso). È tipico l’AtajadoPleno (difese di blocco del bastoneavversario) e non si esegue il "giococambiato", passando normalmente ilbastone da una guardia all’altra dasotto o dall’interno (da davanti e dasotto il corpo del giocatore).

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Sebbene ognuno dei Maestri di stile Acosta si feceroconoscere per la loro peculiare maniera di usare il bastone,Leopoldo Acosta (don Polo) fu la bandiera che diede allo stilela fama di aggressivo e rapido. Aveva l’abitudine di lottaremolto chinato, quasi inginocchiato o appoggiando unginocchio a terra, e da questa posizione lanciava affondi ecolpi, creando una grande scomodità per colui che lottava inpiedi, perché per sferrare una tecnica l'avversario non ha altrorimedio che aprire le braccia ed in questo modo lascia unvarco attraverso il quale può essere sorpreso, ed in questodon Polo era un esperto. Alcuni giocatori di oggi, comeCarlos Darias, primo Maestro tradizionale non appartenentealla famiglia Acosta, conserva ancora questo metodo di lottainginocchiata così particolare, simile a quello di Don Polo.Mettendo un ginocchio a terra, si è più protetti, crei molto piùpericolo e mantieni più controllo sull'altro giocatore.

Se Don Polo era il più carismatico dei Maestri dello stileAcosta, Marino è riconosciuto come il maggiore esponentenell’insegnamento dello stile e nel recupero degli angolidimenticati dai giovani praticanti, di quella parte quasidimenticata del gioco Acosta, conosciuta come "Juego porArriba" (gioco in alto). E non è che i vecchi Maestri (DonPolo e Maximiliano) non lo conoscessero, ma concentrati aperfezionare un gioco da sotto, lasciarono quello dall’alto daparte. Ma non dimentichiamo mai che prima si giocava tratutti gli stili, nonostante il fatto che ognuno personalizzassela propria tecnica.I praticanti della scuola di Marino Acosta, ed includiamo i

familiari che giocano oggi, imparano fin dal principio ildebito rispetto che esiste nei confronti di Santos e PedroAcosta, di Marino e di qualsiasi altro Maestro che, comeloro, hanno dedicato gran parte della loro vita a diffondere l'Arte che hanno tanto amato e che i loro avi hanno

conservato. Che questo articolo serva anche come omaggioe riconoscimento a tutti loro. Il bastone delle Canarie è un'Arte di cavalieri che esalta i

valori umani. Praticarla e mantenerla viva non solo ci faessere più Canari, ma anche uomini migliori.

Arti Tradizionali

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Autodifesa

L’industria dell’autodifesa diventa sempre più creativaogni anno, producendo nuovi gadget capaci di garantiredei vantaggi tattici ai loro possessori. Questo è, senza

dubbio, il caso del prodotto che ha inventato questo notoMaestro di origine portoghese, Amaro Bento, e che sta

facendo furore tra i suoi utenti; qui di seguito, l’inventoree padre della creatura, vi parlerà del Tactical Chameleon.

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Portachiavi tattico MADE IN PORTUGALSviluppato in Portogallo da un Portoghese, il Tactical Chameleon.Oggetto in plastica, prodotto in diversi colori.

Traduzione a cura di: Leandro Bocchicchio

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Autodifesa

Il Tactical Chameleon:

E’ moderno,E’ uno strumento di moda come portachiaviE’ efficiente in qualsiasi situazioneSi adatta a chiunque, indipendentemente dall’età,

dalla statura e dal pesoCausa dolore all’aggressore, ma è quasi

impossibile ferirlo.Si può usare da qualsiasi posizione

Viene già utilizzato in molti luoghi delpianeta per l’autodifesa; in molte agenziedi sicurezza in Svizzera, è il portachiaviufficiale per i servizi forniti.Con il Camaleonte, è stato creato un

sistema di al lenamento denominatoTactical Chameleon System (TCD), nelquale, con 1 giorno (per i civili) e 3 giorni(per le forze di sicurezza), le persone imparano ausare minimamente il Camaleonte.Inoltre siamo alla ricerca di Istruttori e Maestri

delle più disparate Arti Marziali che siano interessatia ricevere la formazione per Istruttore di TCD, perpoi offrire i corsi nella propria zona.

Cos’è il Tactical ChameleonDefense – TCD?Amaro Bento, inventore del TCD, è uno

specialista nel combattimento corpo a corpo, cosìcome nella difesa personale. Nell’arco di 20 anni,Amaro Bento ha fondato svariate scuole di artimarziali che si dedicano a insegnamenti specifici, eanche all’insegnamento del combattimento corpo acorpo per civili e per professionisti delle forze disicurezza private e militari.Durante questi 20 anni di intenso studio delle arti

marziali, Amaro Bento ha constatato che sulmercato non esistono molti “strumenti” che offronouna legittima difesa di se stessi e di terzi, in manierasemplice ed efficace. Lo “strumento” di difesapersonale semplice ed efficiente è quello che ciaccompagna quotidianamente, essendo presentenella routine di tutti i giorni. Questa familiarità conun dato oggetto, ci permette il loro utilizzo in uncontesto di difesa personale, in maniera assai

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redditizia. Amaro Bento haconcepito, in modo originale, alivello mondiale, adatto sia peruomini che per donne, un utensiledi uso quotidiano che permette, incaso di estrema necessità, diessere utilizzato come “arma” dilegitt ima difesa personale, i lTactical Chamaleon.

Quali vantaggi porta ilTactical ChamaleonDefense – TCD?Grazie alla sua forma

ergonomica, il Tactical Chameleonsi adatta perfettamente a tutti i tipidi mano, grande o piccola, e sipuò impiegare in situazioni dipressioni tattiche o di controllodell’aggressore.In scenari di necessità estrema

e con la debita cautela, puòservire come oggetto da impatto,senza causare ferite. Non importada dove arrivino gli attacchi, con ilTactical Chamaleon saremo ingrado di far fronte alle diverseminacce, se la nostra sicurezza oquella di terzi ci costringeranno afarlo. Essendo un piccolo oggettodi uso quotidiano, non èconsiderato uno strumentoproibito, facendo si che il suoutilizzo come strumento difensivosia svolto nel pieno rispetto dellalegislazione sulla legittima difesa.

I benefici e i potenziali utilizzidel Tactical Chamaleon Defensesono innumerevoli.Si può usare per la legittima

autodifesa e per quella di terzi,può essere usato dalle forze disicurezza civili e militari.

Armi

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Il Chamaleon Tactical può allo stesso tempoessere utilizzato come portachiavi, diventandocosì una costante per tutte le persone,indipendentemente dall’età, in tutte le situazionigiornaliere, soprattutto nei momenti critici di aprirele porte di casa o dell’auto, da parte delle donne –momenti in cui avvengono gran parte delle rapineo delle aggressioni. Il Tactical Chamaleon èdunque un piccolo oggetto che potrebbe salvareloro la vita.

Come si trasporta il TCD?Il Tactical Chamaleon potete attaccarlo alla

vostra borsa, o indossarlo al collo, come unacollana moderna, potendo, grazie a un semplicesistema di ganci, rapidamente sganciarlo, edaverlo disponibile in pochi secondi per utilizzarlocome strumento di legittima difesa. Questo maneggio agile e veloce, è anche una

ottima soluzione per persone con limiti fisici, cosìcome per componenti di equipe di sicurezza chelo possono portare legato alla cintura.Venite a visitare i nostri centri di formazione,

provando voi stessi gli innumerevoli vantaggi eapplicazioni semplici e pratiche del TacticalChameleon!I nostri istruttori professionisti saranno lieti di

mostrarvi come utilizzare questo sensazionalestrumento.“Change your chance of defence”.www.tacticalchameleon.com

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In questo primo articolo del 2015,vorrei prima di tutto celebrare ilnuovo anno e augurare a tutti i nostriamici, lettori e simpatizzanti, un felicee prospero 2015. I miei miglioriauguri a tutta la comunità marziale.Oggi voglio affrontare uno dei temi

più dibattuti dai praticanti di WingTsun. Uno di quei motivi che soventegenera discussioni poco costruttivetra “fratelli” e sui quali i rami piùtradiz ional i non saranno maid’accordo con coloro che promuovonol’evoluzione e l’adattamento ai tempimoderni.Ho ricevuto questa domanda

un’infinità di volte: Esiste il lavoro dilotta a terra nel Wing Tsun/ WingChun? Sicuramente, molti insegnantiche leggeranno questo articolo,avranno ricevuto la stessa domandain non poche occasioni e sapranno checiò che affermo è reale.

Esiste la lotta a terra nel Wing Tsun?

Traduzione a cura di: Leandro Bocchicchio

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eh, dobbiamo dire chenel Wing Tsun NONesiste lavoro a terra enon è veramente MAIesistito qualcosa disimile ad esso. Ho

sentito maestri a cui hanno rivolto lamedesima domanda, un sacco divolte: ma se cadesse a terra, cosafarebbe? – rispondere con i lconsueto e famoso: “mi rialzereiimmediatamente”.Riconosco che per molti anni

questa affermazione del GranMaestro Wong Shun Leung mi èparsa di una logica schiacciante eassolutamente indiscutibile, ma oggiNON è così.Dopo anni di pratica e di

osservazione dell’evoluzione delleArti Marziali in generale, oggi sonoconvinto della necessità di smetteredi guardare dall’altra parte e dicominciare a lavorare in manierametodica professionale la lotta aterra, dal punto di vista del WingTsun. Il ragionamento è ugualmentelogico e dobbiamo cambiaresoltanto l’approccio alla domanda.Magari, invece di domandarci, chesuccederebbe se cadessimo aterra? per poi rispondere come ilGrande Wong ShunLeung…dovremmo chiederci, cosasuccede se un avversario CI PORTAe ci COSTRINGE a restare aterra??? Questa piccola sfumatura,che fa la differenza, ci fa inquadrareil tema in maniera totalmente

diversa. La domanda può suonare lastessa, ma in pratica ècompletamente differente. Nel primocaso, una spazzata o un qualunquesbilanciamento prodotto dallostesso scontro, può portarci a terrae un praticante allenato, con ungesto rapido, può recuperare laposizione e rialzarsi velocementerecuperando la verticalità, epertanto, i l “centro” di uncombattente di Wing Tsun, checercherà sempre il controllo dellalinea centrale sull’ASSE del nemico.Ma… Che succede se un avversario,conoscitore della tua strategia, nonfa che osservare le tue gambe emetterti a terra per, senza lasciartiun centimetro di spazio, “passare latua guardia”, montarti e finalizzarticon qualcuna delle eccellentitecniche di strangolamento o levache il grande bagaglio dei sistemi digrappling e lotta a terra hannomesso a punto da centinaia di anni?Non rispondetemi. Era una

domanda per farvi riflettere…Quando ho iniziato la pratica del

Wing Tsun, ricordo il famoso scontrodialettico tra uno dei più straordinarimaestri di Wing Tsun della storia (DaiSifu Emin Boztepe) e la famigliaGracie. Quello, che visto con laprospettiva del tempo mi sembrauna cosa davvero triste, devoammettere che a quell’epoca fecegrande scalpore e soprattutto diedeluogo a una profonda riflessione intutti noi che eravamo seguaci

B

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indiscussi e ammiratori del lavoro di DaiSifu Emin. Però, perché non ammetterequanto fosse sorprendente che quegliuomini in bianco che venivano dalBrasile, fossero così sicuri da sfidarechiunque volesse combattere con loro,senza che importasse loro lo stilepraticato, SENZA regole e senza limitidi tempo. Non c’erano dubbi, un nuovo

genere di “predatori” era piombatonell’ecosistema delle Arti Marziali. Ederano arrivati per restare!Ancora una volta, voglio cercare di

far riflettere quei praticanti di WingTsun dalla mentalità aperta e con lospirito necessario per comprendere ilnostro come un sistema di BoxeCinese e non “solo” come un elemento

semplicemente collegato alla praticadel Chi Sao e all’idea che i praticanti lofacciano esclusivamente con i lorocompagni e fratelli di scuola. Perciòvoglio, di nuovo, fare riferimento a dueelementi fondamentali percomprendere questo sistema:

1.- L’Arte della Guerra. Generale Sun Tzu

WingTsun

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2.- L’origine e l’evoluzione dellostesso sistemaNel PRIMO dei due, potrei citare

varie frasi di questo eccellente libro delGenerale Sun Tzu, che da il nome allamia associazione (TAOWS: The Art OfWar Society), ma ce n’è una che valeper tutto ciò che concerne le ArtiMarziali: “Conosci il tuo nemico e te

stesso e non sarai sconfitto, nemmenoin cento battaglie”. Sarete d’accordocon me che è IMPOSSIBILE difendersidagli attacchi e dalle tattiche di unnemico di alto livello, senza conoscerealmeno la sua strategia. In più, saràcomplicato stabilire un piano o unastrategia vincente se non teniamoconto dell’avversario e dei suoi stessi

piani. Pertanto, di nuovo, le ArtiMarziali ci mettono davanti allo studiodell’arte dei potenziali nemici, chedefinirà le strategie da utilizzare.Quando ho iniziato ad affacciarmi al

mondo del Grappling (sono praticantedi Brazilian Jiu Jitsu) la prima cosa chemi ha sorpreso è stata la metodologiaeccellente, la precisione e l’esattezza

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delle tecniche e soprattutto la chiarezzadelle strategie di combattimento. Cosadavvero stupefacente! Più pratico, piùmi rendo conto di quantoassolutamente IRRISPETTOSO eoffensivo possa risultare, per unpraticante di Grappling, che gli stiliclassici facciano affermazioni come:“PROGRAMMA Anti-lotta a terra”,oppure “Anti-Grappling”. E’ una cosa sucui insisto con i miei insegnanti e allievidel sistema. Non voglio sentire di nuovo

tali espressioni da nessuno di loro. Letrovo offensive e profondamenteirrispettose del duro lavoro di coloro chepraticano stili di lotta. Il mio insegnantedi grappling mi dice, tra il serio e ilfaceto… “il miglior programma anti-grappling è praticare grappling…”ESATTO! Non esiste altra via…Per non parlare anche degli intenti

dei programmi contro i “lottatori”, chele differenti associazioni hanno ideatodal momento in cui Royce Gracie ha

fatto irruzione nel panorama marzialecon i primi UFC, per finire con tutto ciòche è accaduto dopo…a mio avviso, econ l’attuale prospettiva, si tratta diprogrammi totalmente e assolutamenteinutili, perché è stata dimenticata lacosa principale per sviluppare unastrategia contro chiunque:CONOSCERE IL NEMICO!Quando visualizzo uno di questi

programmi che io ho personalmenteinsegnato per anni, sorrido e penso:

WingTsun

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siamo stati fortunati! Si, siamo statimolto fortunati, perché se un grappe dimedio livello ci avesse preso e messoa terra, ce la saremmo vista davverobrutta. Non eravamo capaci neppure diimitare una tecnica di takedown inmodo corretto e ci limitavamo a farequalcosa che neanche i l peggiorgrappler del mondo avrebbe fatto cosìmale.Come vedete, conoscere il “nemico”

è fondamentale per cercare la vittoria.

La SECONDA della affermazioni èquella che provoca maggioridiscussioni. Per comprendere perché ilWing Tsun è così, bisogna rifarsi alleorigini dello stile, circa 500 anni fa. InCina, una nazione che era sortadall’unione di diverse etnie checondividevano soltanto uno spaziogeografico immenso, delimitato dagrandi catene montuose e dal mare; aquell’epoca, questo “ecosistema”chiuso diede origine a sti l i di

combattimento (Boxe Cinese) chelottavano tra loro per l’egemonia nelloro mondo, i l che spiega perchénascevano stili e sotto-stili. I nuovi stilidi boxe cinese sorgevano persconfiggere lo stile dominante. Questospiega come il Wing Tsun sia nato inRISPOSTA ad ALTRI stili Cinesi. Stiliche utilizzavano metodi di colpo moltopotenti e circolari. Che usavano lamedia e lunga distanza per colpirel’avversario. In questa congiuntura, il

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Wing Tsun è nato come un ANTIDOTO(o almeno un tentativo) contro questogenere di combattenti. E senza ombradi dubbio HA FUNZIONATO!Dovè allora il problema? E’ molto

semplice. I “predatori” sono cambiati. Inemici potenziali non sono più pugilicinesi dello stile Hung gar Kuen, oaffini. Le tecniche, le tattiche e lestrategie dei potenziali nemici di unpugile cinese, praticante di Wing ChunKuen, non sono più le stesse…, per cuila risposta ad esse dovrà esseredifferente. Non diremo che sonoinefficaci, ma che hanno bisogno di unadattamento flessile al cambiamento discenario.Molti degli stili più tradizionalisti non

vogliono vedere tutto ciò per diversimotivi (tutti molto rispettabili) e nontengono conto di questi puntiinteressanti. Auguro loro BUONAFORTUNA. Io invece lo farò. Lo faròperché il Wing Tsun è uno stile cosìricco nella sua capacità diadattamento, che ci consente diadattarci a tutto e a molte altre cose,basta osservare le forme dello stile e leidee che si celano in esse. In realtà è

una semplice questione di attributi. Docosa avremmo bisogno per svolgereun programma sensato di lotta a terra,per praticare Wing Tsun.Conoscere i l nemico ( lavoro di

grappling e dei sistemi classici di lotta,per conoscere gli attacchi e i pericolireali del potenziale nemico)Sensibilità tattile (chi sao/chi gerk)Mobilità in qualsiasi scenario (in

piedi o a terra)Capacità di colpire in mancanza di

spazio (una caratteristica stessa dellostile, che già possediamo)Conoscere gli obbiettivi in cui

attaccare un nemico che uti l izzaquesto tipo di strategie5 anni di allenamentoCome vedete, niente che non si

possa risolvere con studio esoprattutto con il punto numero 6 dellalista.In definitiva, a coloro che affermano

che nel Wing Chun non esiste il lavoro aterra: EFFETTIVAMENTE è così. Non èmai esistito. Ma di seguito si può dir loro:cominciate a prendere coscienza che loscenario è cambiato o iniziate a pregareche nessuno mai vi porti a terra…

Ci sono alcuni compagni che silimitano a dire: “ma io posso attaccareagli occhi o mordere un grappler…”Curioso…davvero pensate che ungrappler non possa infilarvi le dita negliocchi o mordervi a sua volta?Buonsenso, signori…Nella TAOWS Academy svolgiamo il

lavoro di lotta a terra come estensionedel lavoro in piedi. E abbiamosviluppato programmi di studio per inostri allievi, nei quali imparino almenole nozioni base, per sapere cosa farese si troveranno in queste situazioni.Saremmo lieti di mostrarle a qualsiasiappassionato di Wing Tsun desideriavvicinarsi a uno dei nostri centriufficiali.Spero che questa riflessione vi sia di

aiuto.I miei rispetti.

Sifu Salvador SanchezTAOWS Academy

WingTsun

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Il DVD "Krav Maga Ricerca e Sviluppo" sorgè

dalla voglia di quattro esperti di Krav Maga e

sport da combattimento: Christian Wilmouth,

Faustino Hernandez, Dan Zahdour e Jerome

Lidoyne. Ad oggi, loro dirigono molti club e

conducono un gruppo di una ventina di

professori e istruttori di molteplici

discipline, dalla Krav Maga alle

MMA, Mixed Martial Arts.

Questo lavoro non è destinato

a mettere in evidenza un

nuovo metodo nè una

corrente specifica di Krav

Maga. Il suo scopo è

semplicemente quello di

presentare un

programma di Krav

Maga messo a fuoco

sull'importanza del

" c o n t e n u t o " ,

condividendo in questo

modo le nostre esperie

REF.:KMRED1

Tutti i DVD prodotti da Budo

International vengono identificati

mediante un’etichetta olografica distintiva

e realizzati in supporto

DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o

simili). Allo stesso modo, sia le copertine

che le serigrafie rispettano i più rigidi

standard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questi

requisiti e/o la copertina non coincide con

quella che vi mostriamo qui, si tratta di

una copia pirata.

Budo international.netORDINALA A:

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Abbreviazione dal francese diRicerca, Evoluzione e Sviluppo

(Recherche, Évolution etDéveloppement), sono le tre parole

che rappresentano i fondamentodel Gruppo KMRED. In effetti, il

Gruppo KMRED è prima di tutto unAccademia di Combattimento, il cui

obbiettivo principale è quello disviluppare un “CONTENUTO”credibile in materia di difesa

personale. Mantenendo comepunto di partenza un Krav Maga

assai depurato e con solidi principidi base – e non soltanto a livello di

tecnica – e con una lungaesperienza nelle discipline da

Combattimento, gli specialisti delGruppo si sono lanciati da diversianni alla “ricerca” della “efficacia”

in tema di un metodo “Anti-aggressione”.

KM “R.E.D.”..3 parole piene di senso!!!Traduzione a cura di: Leandro Bocchicchio

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“R” come “Recherche”, RicercaCorsi, viaggi alle origini delle discipline, interscambi, test, studio di “ritorno dalle

esperienze”, ecc…tutto ciò per tentare di trovare sempre il meglio, qualcosa di più semplice!!!Tuttavia, partendo dal fatto che in materia di Arti Marziali e Sport da Combattimento tutto è

già stato inventato, si tratta adesso di sfruttare e riunire il meglio, approfondendo le disciplineincentrate sul confronto reale o anche nel combattimento sportivo. Cosa c’è di più efficace

che un diretto della Boxe Inglese, di una gomitata della Muay Thai, di unaproiezione del Judo, o anche di uno strangolamento a triangolo del

Brazil ian Jiu Jitsu? Parl iamo di tecniche sufficientementesperimentate…le uniche domande sono: Dove?, Quando?, Come?

In conclusione, una constatazione che ci obbliga a effettuare lanostra ricerca non verso nuove tecniche, ma verso uno studiodei “contesti” che ruotano attorno alle situazioni di scontro

fisico. Numerose tecniche si dimostrano adeguate incontesti precisi, avendo come obbiettivo quello di

selezionare, prima di tutto, ciò che può funzionare dal70 all’80% dei casi, e, in secondo luogo, “le

eccezioni”.

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“E” come EvoluzioneLa prova del “Crash Test”Allo scopo di definire se una base

o un principio tecnico si adatta ainostr i obbiett iv i di eff icacia, l isottoponiamo a una specie di “CrashTest”. Come termine di paragone,nell’industria automobilistica, i nuoviveicol i passano dei test dicol l is ione, i l cui r isultato vieneclassificato in una scala da 1 a 5stelle. 5 stelle corrispondono a unveicolo nel quale le possibilità disopravvivenza sono le più alte (anchese questo non garantisce al 100% diuscire indenne da un incidente).

Le nostre selezioni sono oggetto ditest di prova in situazioni più vicinepossibile alla realtà, con materialeadattato, e dunque scegliamounicamente quelle che offrono i lmiglior risultato, per permettere losviluppo dei nostri programmi.

“D” come Sviluppo(Développement)Lo sviluppo e l’evoluzione delle

nostre ricerche è destinato in primis ainostri allievi, ma possiede anche lavocazione per essere condiviso conchiunque. È per quello che il GruppoKMRED ha messo in moto da alcunimesi, nei suoi centri di allenamento

del Sud della Francia, un corso diformazione che consenta alle personeinteressate, la loro integrazione nelcorpo insegnanti, e dunquecondividere il frutto delle loro ricerche.I responsabili e i garanti dei principi

R.E.D. sono i co-fondatori del GruppoKMRED, Christian Wilmouth, FaustinoHernandez e Dan Zahdour, tutti capo-istruttori di livello 5 Krav Maga eistruttori in svariati sport dacombattimento. Tuttavia, la valutazionedelle più importanti evoluzioni la sirealizza in maniera concertata con ilcorpo Istruttori del Gruppo, perché ilsegreto del successo sta nel sapersi“circondare” di persone giuste, per nonallontanarsi mai dalla “realtà”…

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Ref. 10150Karate-gi.

Competizione 10 oz..

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Ref. 10165Karate "Elegant".Cotone ritorto16 oz.

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Ref. 10132Karate-gi Rojo.Competición

Ref. 10131Karate-gi Azul

Ref. 10105Karate Allenamento.

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JIU-JITSU

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Ref. 10360Judo allenamento. Bianco

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Dobok. Blu

Ref. 10240

Dobok. Rosso

Ref. 10261Dobok "FUJI".

Collo nero

Ref. 10221Taekwon-do I.T.F..Cotone. Ricamo espalda ITF

Ref. 10223Taekwon-do I.T.F.Cinture Nero

JUDO

Ref. 10340Master Judo. Blu.Competizione

Ref. 10380/81 Judogui Gokyo

Ref. 10335Pantalone Judo.

Bianco

TAEKWONDO ITF

Ref. 10224Taekwondo I.T.F.Master Instructor

Ref. 10200Dobok cotone. Collobianco. Ricamo espalda WTF

Ref. 10405

Jiu-Jitsu Brasilian. Bianco

R.10407

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Ref. 10400Ju Jitsu. Altamente rinforzato.

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filettato in nero

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TAEKWONDORef. 10406

Jiu-Jitsu Brasilian.Blu

Ref. 10370Pro-Master alta qualità Judo.

Bianco

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Do-Bock Fuji Cuello Negro

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Diamond

KYOKUSHIN KARATE

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Tutti i DVD prodotti da Budo Internationalvengono identificati mediante un’etichettaolografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili).Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafierispettano i più rigidi standard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o lacopertina non coincide con quella che vi mostriamoqui, si tratta di una copia pirata.

REF.: • TAOWS-2REF.: • TAOWS-2

Il Wing Tsun è un eccellente stile di Boxe Cinese, chepermette di dedicare tutta una vita alla pratica e alla

crescita integrale del praticante. Idee, tecnica,filosofia, ecc… tutto fa parte di un’ARTE

ancestrale e deve essere studiata ecompresa come un TUTTO. Sifu Salvador

Sanchez, nel suo secondo DVD, parladell’uomo di legno e di come questoinfluisca nella pratica del Wing Tsun.Dato che nel sistema attuale la Formasi impara ai livelli più avanzati dellostile, molti praticanti cheabbandonano non hannol’opportunità di conoscere le sueidee, le tattiche e le strategie, e nonpossono includerle nella loropratica. Per la TAOWS Academy èmolto importante che il praticantecomprenda che è questo è ciò che fain tutti i suoi aspetti della pratica, e

quindi in questo DVD seguiremo lastessa impostazione che seguiamo in

qualsiasi lezione, seminario oallenamento. La nostra impostazione

comprende 6 passi: il primo è l’idea dasviluppare, ciò che vogliamo ottenere. La

seconda parte sono le forme (Siu Nim Tao,Chum Kiu, Biu Jee, Uomo di legno, ecc…) a

seconda dei livelli; la terza sono gli spostamenti, lamobilità. Il quarto pilastro è il Chi Sao – Chi Gerk, l’aderenza,

l’anima del nostro sistema. Il quinto elemento è la non aderenza, il noncontatto, sapere cosa fare per arrivare al contatto con l’avversario inmodo sicuro. Alla fine, il sesto settore è lo Sparring, il combattimento oLat Sao. Bruce Lee diceva che s’impara a combattere combattendo ed èla cosa più esatta che un artista marziale abbia mai detto.

Come renderemo il Wing Chun un Arte Marziale efficace e rispettata?Praticando esercizi di sparring che ci avvicinino al combattimento inmaniera progressiva, fino a che ciascuno di noi ottenga il massimo,come fighter, che questo meraviglioso sistema ci può offrire.

Budo international.netORDINALA A:

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Hwa Rang Do® signaturemove: INSIDE CIRCLE-UNDERC-LOCK

The inside circle-under C-lockcan be found in numerousmartial arts and in manymovies. A dynamic, effective and

often misunderstood technique, it isa signature move in Hwa Rang Do®and requires some detai ledexamination. You can start to

study this technique from theTae Soo Do® Brown

Belt (Tae SooDo® is theundergraduateprogram toaccess themore complexHwa RangDo®).

Hwa Rang Do

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et’s start to analyze the grip: thetwo hand thumbs-crossed grip.It is not complex, both handsgrab the opponent’s hand, withthe four fingers in front and thethumbs crossed over each other

on the back. No special angles are appliedwith the grip itself. Pressure is put on thewrist only when you rotate under theopponent’s arm for the takedown.

To execute the takedown after acquiringthe mentioned grip (both of your hands areon his right hand), step out with your rightfoot, then step through with your left as youwhip your opponent’s arm overhead in alarge counterclockwise arc. Once your leftfoot touches down, it is essential that youdrop to your left knee to tighten the torqueon his wrist (you have to use your weight toattack the wrist).

By dropping his arm, you prevent youropponent from spinning underneath andout of your lock. As long as you have theproper angle and the correct grip, it is very

L

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easy to apply pressure on the pinkieknuckle with a slight twist and takeyour opponent to the ground and/ordislocate the wrist.

A common mistake is to pull thearm laterally. You have to pushdownward instead, and maintainconstant pressure on the wrist. If thearm straightens and the 90-degreeangle is compromised, just twist thewrist inward and toward youropponent and the angle will be easilyreacquired. Also, while spinning underthe arm, avoid standing too high withyour back arched and your handsbehind your head, as this will weaken

your balance and give your opponentthe opportunity to spin out of thehold.

The inside circle-under c-lock is avery effective technique that allowsyou to dislocate the opponent’s wristor take the opponent down even ifyou’re lighter than him. The reason iseasy to understand, you canconcentrate all of your weight on asingle point: the wrist itself.

This Hwa Rang Do® principle isvery important in our lives too. We allhave problems, usually manyproblems, and the best strategy toface them is starting from one and try

to solve it in the best way aspossible, with all of our energy. If wetry to solve too many problemstogether the consequence is usuallythat we are not able to improve oursituation.

About the author: Hwa RangDo® Head Instructor, LieutenantColonel of the Italian Military PoliceForce (Carabinieri) and EngineerMarco Mattiucci is the Chief of theItalian Branch of the World HwaRang Do® Association and one ofthe main followers of GrandmasterTaejoon Lee.

Korean Styles

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Hwa Rang Do

(MISSION STATEMENT OF THEWORLD HWA RANG DO®

ASSOCIATION)HWA RANG DO®:

A legacy of Loyalty, Relentlesslyseeking Truth, Empowering Lives,

Serving Humanity

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Non si tratta di una mia intervista, per quanto ci vediate insieme in queste fotorealizzate durante l’ultimo incontro nei nostri studi, ma non voglio perdere l’oc-casione di dare la pennellata di un profilo umano, per me essenziale in questo“genere” letterario.

Perché il Maestro Sewer è una persona peculiare, dai modi semplici e dallagrande educazione, uno che tarda a superare le barriere imposte dalle formali-tà, barriere sempre apprezzabili, perché l’educazione, quella buona – che è ciòche egli possiede – non è mai abbastanza. Oltremodo prudente, non lo sentiretemai parlare male di qualcuno. Una vena di sarcasmo sornione, aggiunge un toccodi classe e di vicinanza alla sua compagnia. I suoi occhi sono gentili, perché inessi non può nascondere la sua naturale bontà, fondata su qualcosa di più cheuna generosa indole spirituale, perché si percepisce autentica compassione nelsuo incedere e tutto ciò lo possiede soltanto chi ha provato i dolori della vitasulla propria pelle. Non dandolo mai a vedere, da il meglio di se stesso e lo facon allegria e generosità. Martin Sewer è un uomo buono, cosa essenziale peressere un buon Maestro.

Alfredo Tucci

Traduzione a cura di: Leandro Bocchicchio

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Intervista al Gran Maestro

Dr. Martin Sewer, 8°Dan

Cintura Nera: Quando ha iniziato con le arti marziali,e che traguardi ha raggiunto in esse?

Martin Sewer: Ho iniziato all’incirca a 6 anni con ilJudo e l’ho praticato per 13 anni. Nelle gare avevoabbastanza successo e spesso mi piazzavo sul podio.Ottenuta la cintura marrone e in piena preparazione per lacintura nera, ho chiuso la mia carriera nel Judo.

C.N.: Nella sua infanzia, ha frequentato altri corsi diarti marziali?

M.S.: Si. Il mio insegnante di Judo veniva dal Jiu Jitsu,perciò, spesso, dava lezioni di Jiu Jitsu ai suoi allievi piùavanzati. Nello stesso dojo veniva insegnato ShotokanKarate. Per circa due anni, ho frequentato anche i corsi diquesta disciplina.

C.N.: Ha svolto combattimenti a contatto diretto?M.S.: In gioventù ho praticato boxe per circa 2 anni.

Apprezzavo e apprezzo tuttora il combattimento diretto.Nel mio contesto sociale di quell’epoca, ancora senzainternet, non trovai nessun torneo di Kung Fu a contattodiretto. Stando alle informazioni che possiedo adesso,allora c’erano già, anche in Svizzera, questo genere dicombattimenti.

C.N.: Come è arrivato al Kung Fu?M.S.: Attraverso Bruce Lee. Da giovane divoravo i suoi

film e libri, sperimentavo i suoi metodi di allenamento evolevo imparare tutto ciò che aveva a che fare con il KungFu. Non era facile ad Adliswil (una piccola cittadina vicinoa Zurigo) e ad appena 12 anni. Allora, come già detto, nonc’era internet…

C.N.: Come ha trovato la strada per arrivare al KungFu?

M.S.: Tramite un compagno di Karate, che faceva ancheKung Fu. Questo fu il mio primo contatto sulla stradaverso il Kung Fu.

C.N.: Che tipo di Kung Fu era?M.S.: Era un sistema insegnato da un uomo che lo

imparava dai propri sogni e molto simile al film di “KarateTiger”. So che questo sembra davvero incredibile, ma è la

realtà. Romeo sognava il sistema completo di Kung Fu. Lopraticava e lo insegnava. Questo fu il primo Kung Fu cheimparai.

C.N.: Di che genere di sistema si trattava?M.S.: Era un sistema con 10 animali, con 5 elementi di

Boxe. Confrontandolo con gli attuali sistemi, è moltosimile all’Hung Gar e ai suoi concetti. Le posizioni e leposture delle mani sono identiche.

C.N.: Sembra davvero incredibile! Di certo non tutticrederanno a questa storia…

M.S.: Si, è proprio così. È la prima volta che ne parlopubblicamente. Già so che la maggior parte della gente loritiene impossibile. Malgrado ciò, è la verità. Ci sono moltepiù cose collegate tra esse, di quanto la gente possapensare.

C.N.: Ebbene, come continua la storia?M.S.: Con il mio compagno dell’epoca, Andi, praticai il

sistema e lo conclusi. Dopodichè sono andato in Cina ead Hong Kong.

C.N.: E’ stato lì che ha incontrato il suo maestro, ilGran Maestro Dr. Chiu Chi Ling, 10°Dan?

M.S.: No, l’avevo già conosciuto a Zurigo, nel 1989, inun seminario durante la Pentecoste e nel quale ricevettialcuni insegnamenti da lui. A quel tempo mi recavo anumerosi seminari e lezioni con svariati validi maestri.

C.N.: E allora andò ad Hong Kong per incontrarsicon il Gran Maestro Chiu Chi Ling?

M.S.: Volevo praticare con lui, ma non rispose mai allemie lettere e fax e non sapevo se mi avrebbe accettatocome allievo.

C.N.: Quindi, lei è andato a Hong Kong tentando difarsi accettare come allievo?

M.S.: In quel periodo, la Gran Maestra Wu Mei Ling diCostanza, organizzava dei viaggi di studio in Cina. Senon ricordo male, mi unii a uno di quei gruppi nel 1991e mi recai in Cina. Fu lì che incontrai vari Maestri eGrandi Maestri. Nessuno mi impressionò così tantocome Chiu Chi L ing. Quando terminò i l tempodisponibile per quel viaggio-studio a Hong Kong, decisidi restare lì e riuscii ad accedere agli insegnamenti delGM Chiu Chi Ling.

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C.N.: Come contattò nuovamente ilGM Chiu Chi Ling?

M.S.: Trovai la sua scuola. Suonai allaporta e il Vecchio Gran Maestro Chiu Kowin persona mi aprì.Mi impressionò tantissimo. A quei tempi

aveva più di 90 anni. Era un perfettogentleman, ma i suoi occhi erano duri.Tuttavia allora non sapevo nulla di lui. Piùtardi, io stesso scrissi una biografia suquest’uomo. Chiu Kow non parlava pernulla inglese e io nulla di Cantonese. Cicapivamo con le mani e con ipiedi…Ottenni di chiamare suo figlio ChiuChi Ling. Questi sapeva già chi ero io.Poco dopo arrivai alla Mo Kwoon (la scuoladi arti marzial i ) . Le lezioni iniziaronoimmediatamente.

C.N.: Chiu Chi Ling è una leggendadelle arti marziali. Com’era e com’èl’insegnamento sotto la sua tutela?

M.S.: I miei insegnamenti sono statimolto, molto duri. Mi allenavo fino a 10 oreal giorno. Per fortuna, in quel periodo eroben allenato e avevo delle basi moltosolide. Viceversa, non avrei potuto fare cosìtanto. Il Sifu Chiu mi trasmetteva tutta laconoscenza che potevo assimilare. Forme,forme con le armi e applicazioni. Mi hariempito di conoscenza. Dopo le lezionitornavo alla mia pensione, cadevo sul lettocon i vestiti addosso e mi addormentavo. Amezzanotte mi svegliavo per la fame. Perfortuna questo, ad Hong Kong, non è maiun problema. Si trova sempre qualcosa damangiare.Sempre divertente, il Gran Maestro Chiu

Chi Ling è duro e preciso nelle sue lezioni.Mi faceva ripetere gli esercizi tutte le volteche era necessario, fino a che non eranoperfetti. Mi ricordo ancora di una lezione,nella ia scuola di Zurigo; dovetti ripetere unmovimento fino alla perfezione. Oggi glisono estremamente grato per tutto quello.Mi ha insegnato e dato un tesoro davveroimportante, lo Shaolin Hung Gar Kung Fuoriginale.

C.N.: Dopo questi duri inizi (1991) aHong Kong, come ha proseguito?

M.S.: Nel 1992, invitai il Gran MaestroChiu Chi Ling un’altra volta in Svizzera.Accettò il mio invito. Il mio apprendistatocontinuava giorno dopo giorno. Alla fine delmio periodo a Hong Kong (1991), mi dissequalcosa su un esame. Ma non capii acosa si riferiva. Nel 1992 gli chiesi in meritoa ciò. Mi disse che io avevo fatto, davanti a

Chiu Kow e Shiu Ying (la moglie di ChiuKow), l’esame finale (esame di Maestro) elo avevo superato. Chiu Kow e Shiu Ying,durante tutte le lezioni, erano presenti enon permettevano a nessuno dicorreggermi. Ricevetti dunque il permessoper insegnare.

C.N.: Ovvero, a soli 21 anni, lei era già“Sifu”. Non era un po’ troppo presto?

M.S.: Si, era troppo presto. Nellamentalità cinese, si ritiene che forse a 30anni, si è un giovane Sifu. Dovevodimostrare le mie capacità di fronte ai Sifutradizionali, sia dell’ambiente cinese, cheeuropeo. Ma a mia difesa, non mi sonoauto-candidato per quel grado. Lo avevafatto il mio Sifu. Guardando indietro, non èstato un passo falso, poichè ho potutodimostrare le mie capacità, e la qualità deimiei allievi e i loro risultati nei tornei,parlano da soli.

C.N.: La maggior parte dei maestrisono stati in Asia da due a tre volte.Come è nel suo caso?

M.S.: Sono stato – e lo posso dimostrare– più di 40 volte a Hong Kong. A parte ciò,il mio Maestro, per molti anni, è venuto inSvizzera quasi una volta all’anno e mifaceva lezione.

C.N.: Quindi, lei era un giovanemaestro. Cosa ha fatto da quelmomento?

M.S.: Nel 1993 ho fondato la KUNG FUSCHULE MARTIN SEWER. All’inizio non èstato facile. Ho trovato molti ostacoli sullamia strada. Nel 1995 ho trovato finalmenteun locale adeguato e come ricompensa perun duro insegnamento, i l successo èarrivato di conseguenza. Nel 1999 GranMaestro Dr.Chiu Chi Ling mi ha nominatoCapo-Coordinatore per l’Europa.

C.N.: Di certo questo è stato ungrande passo per lei! Come hannoreagito i suoi colleghi dei paesi vicini inEuropa?

M.S.: Senza dubbio, questo è stato ungrande passo. I l mio Maestro mi hapromosso in maniera eccezionale. Tutto ciòha provocato delle conseguenze. Lamaggior parte dei miei con-discepoli hannoreagito con invidia e incomprensione,davanti a questa nomina. Loro erano tuttimolto più anziani di me, ma nonnecessariamente avevano più esperienza.Secondo il mio Sifu, la maggioranza di loro

Entrevista

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sono Sidai (fratelli giovani di Kung Fu). Il che vuol dire chenessuno di loro ha imparato tanto e così intensamente.Ovviamente, io non posso giudicare questo. Essi erano lìquando io imparavo, così come io c’ero quando lo facevanoloro.

C.N.: Lei è stato designato come il primo non Cinese,successore del lignaggio dello stile del Chiu Chi Ling HungGar Kung Fu. Com’è stato e cosa ha rappresentato tuttociò?

M.S.: Nel 2009 (non sono certo della data) a San Francisco,la città scelta dal mio Maestro per vivere, quando io mi trovavolì, mi trattava come se fossi un figlio e per la prima volta, entraia far parte della sua vita famil iare. Mi stava portandoall’aeroporto di S.Francisco e durante il tragitto, mi disse chesperava che lo potessi accettare e farlo. Io accettai ed entrambisapevamo di cosa stavamo parlando. Nel 2007 in Canada,comunicò la cosa pubblicamente per la prima volta. Allora, unallievo divenne così geloso che non volle più praticar con il GmChiu Chi Ling. Da quel momento, il Gm Chiu è stato un po’ piùcauto... Non vuole causare gelosie in nessuno. Ma questanotizia si era sparsa tramite alcuni video, su Youtube. Per meha rappresentato moltissimo. Mi rende molto felice poterrappresentare questo stile, questo lignaggio. Spero che mipotranno perdonare se ho fatto qualcosa di sbagliato. Io cimetto tutto il mio impegno!

C.N.: Adesso lei è un Gran Maestro. Come si diventa GranMaestro?

M.S.: Ci sono tre strade per essere Gran Maestro:1. Aver formato dei Maestri.Io ho formato Maestri. Il mio grado di Maestro è stato

riconosciuto dal GM Chiu Chi Ling.2. La comunità del Kung Fu legittima la persona in questione,

come Gran Maestro.Da circa il 2006, sono riconosciuto da diverse organizzazioni

internazionali come Gran Maestro. Nel 2012 e nel 2013 ho vintoil Malesia la “Martial Arts Top Level Demonstration Match”,nella categoria di Gran Maestro.

3. Essere il capo dello stile.Non lo sono (ancora), ma questo accadrà.

C.N.: Per tutta la gente che hanno visto lei e il suoMaestro insieme, la sua posizione è chiara in quella anticae conosciuta famiglia del Kung Fu. Raramente si vede tantacordialità e rispetto.

Grazie mille, Gran Maestro Martin Sewer, per questaintervista. Saremmo lieti di conoscerla ancora meglio infuturo.

M.S.: Grazie mille a voi. Grazie ai vostri lettori per l’interessenelle nostre antiche arti.Con piacere scriverò di nuovo nella vostra rivista.

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“Un cavaliere con un’armatura luccicante è un uomo che nonha mai messo davvero alla prova il suo metallo”

ANONIMO

Testo: Avi Nardia, Tim BoehlertFoto: Ken Akiyama e Archivi di Budo InternationalTraduzione a cura di: Leandro Bocchicchio

Nel seguente DVD che abbiamo prodottoinsieme alla rivista Budo International,vedremo alcune idee delle Arti Marzial itradizionali combinate a tecniche e varianti delcombattimento corpo a corpo moderno.

Spesso vedo “eroi” che insegnano ArtiMarziali e discipline da combattimento. Si diceche dopo una guerra, il mercato si riempia dieroi e di storie su quest’ultimi. Molti israelianiscrivono libri autobiografici all’età di 24 anni.Ho conosciuto molti nuovi Gran Maestri. Hoconosciuto uomini che dopo essersi allenatipochi giorni con me, nei quali a malapena sonoarrivati in fondo, ora sono dei Gran Master!Gli allievi che ho espulso dall’esercito odall’accademia adesso insegnano ciò che è“reale”, insieme alle loro storie di guerra e leesperienze di vita. Tutto questo fa si che midomandi come le arti marziali israeliano sianostate adulterate al livello in cui si trovanoattualmente. Questa nuova ondata di ArtistiMarziali e utenti di internet, vanno di film infilm, e pare che pratichino Arti Marziali afolate, e i loro sogni e obbiettivi venganorispecchiati nei film sulle Arti Marziali piùrecenti di Hollywood e non riescono acomprendere che è l’uomo che nobilita il titoloe non viceversa.

Combattimento Corpo a Corpo (CQB) le idee non sono nuove.“Studiare il vecchio è capire il nuovo”. – Hanshi Patrick McCarthySuijutsu (n giapponese), la storia ci racconta che un combattimento

poteva avvenire in qualsiasi luogo, e per questo un Samurai dovevaessere pronto per farlo in ogni momento – sommerso dall’acqua delmare o di un fiume, per esempio. Nelle epoche antiche, un Bushidoveva studiare molte Arti Marzial i e discipline, a partiredall’equitazione, al nuoto e anche calligrafia, musica e cultura peressere una persona dalla mente aperta e avere un punto di vistaampio, aldilà della sua abilità.

Avi Nardia

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Scherzando, ho sempre detto che nelle Arti Marzialiisraeliane abbiamo anche il ‘Sue Do’: l’Arte di reclamare!Ho avuto almeno 2000 cause, tutto grazie ad alcunicomportamenti sporchi da parte di alcuni avidi avvocatiche sono stati in Israele alcuni giorni, visita turisticainclusa, che quando sono tornati in patria, eranodiventati esperti di Arti Marziali israeliane e che in realtàstavano tentando di sfruttare il marchio. Quando misono trasferito negli USA, io ero uno dei pochi checombatteva contro tutto quello. Con il risultato che essimi hanno attaccato in molti forum in tutti i modi,pagando addirittura dei cyber-criminali per calunniarmiattraverso la creazione di un blog che faceva riferimentoal sottoscritto come un truffatore, dicendo che essierano gli unici e gli originali. Nessuno di loro ha prestatoservizio nell’esercito israeliano, neppure per un’ora, nenella Polizia, però, in qualche maniera,miracolosamente, conoscevano le Arti Marzial iIsraeliane e vendevano diplomi per insegnarle! È statodavvero divertente vedere come questi diplomi fosserofirmati da Imi Lichtenfeld, che era morto 15 anni prima,ma, non si sa come, si sono attrezzati per apporre lefirme sui loro attestati. Durante quel periodo mi dicevoche dovevo combattere nei tribunali, o nei forum, inqualsiasi posto su internet, in mare o per aria, perché èuna parte di ciò che credo rappresenti i l CQB.Dobbiamo poter combattere ovunque ci si trovi. Holottato contro le calunnie e non mi sono mai arreso. Nonandava e ancora non va bene.Quando insegniamo e studiamo Arti da

combattimento dobbiamo ricordare: la cosa importantedelle Arti Marziali da combattimento è l’aggressività, ilcoraggio e la determinazione. Lo spirito di non mollaremai. E quando vedo i differenti sistemi di combattimentoche ci sono, non importa dove e quando sono stati‘fatti’, hanno comunque un comune lineage. Ma questalinea vuol dire anche brutalità e dobbiamo ricordare unfatto ulteriore – l’età. E non dobbiamo scordarci deitraumi. Le Arti più combattive si insegnano ai ragazzi dai18 e 22 anni, che sono nel fiore dei loro anni! Qualsiasiex-soldato ammetterà che “si, eravamo giovani e ilcorpo paga il prezzo delle ferite che ci portiamo dietro,per il resto della nostra vita”. Tutti devono ammettereche bisogna ascoltare il corpo e allenarsi in manieraintelligente.Sono stato invitato all’Università Wingate dello Sport,

in Israele, per tenere una conferenza sul tema “Lento èveloce”. Sono stato pagato dal governo israeliano perspiegare il concetto che le ossa sono in un processo dicrescita costante fino ai 22 anni, e come la tensionenelle ossa stesse e nelle articolazioni possa creare danniche ci trascineremo per tutta la vita. Che i muscoli sonopiù veloci a crescere e ad adattarsi e perché cidobbiamo allenare più lentamente per costruire unsistema. Quando mi chiedono perché arruoliamo i nostrigiovani nell’Esercito di Israele a 18 anni, la risposta èsemplice: sono troppo giovani per capire, facili damanipolare e dirigere. In età più avanzata, sarebberomeno ingenui e forse si potrebbero anche rifiutare.Dopo aver visto tanti soldati, poliziotti e membri delle

forze speciali in tanti anni come istruttore, ho potutoanche vedere diversi tipi di traumi. Cosa significauccidere una persona? “Il peso di essere cosciente diaver ucciso un’altra persona è grande. Ho visto ragazziperdere la fede e ho visto ragazzi acquisirne una nuova,attraverso un corso chiamato: L’Anatomia di unomicidio”. Si tratta di ciò che i proiettili possono fare allepersone”, dice. “la maniera in cui penetrano nel corpo,che tipo di danni provocano, la differenza tra organimorbidi e organi duro, cosa succede quando il proiettilepenetra, come dispiegare una ronda per far si che spariprima e faccia più danno”. Un amico mi ha chiesto,come ci si allena per quello e cosa si insegna? È unargomento difficile. Parliamo a civili o all’Esercito?

Difesa Personale

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Ai miei tempi portavo gli allievi dell’Unità Anti-Terrorismoall’obitorio dell’ospedale per mostrar loro i corpi. Le parti inseguito a gravi incidenti. Ricordo due amici che sono staticoinvolti in situazioni di attacchi suicidi e entrambi mi hannodetto che ogni volta sono entrati in azione con la giustamentalità, che hanno agito professionalmente comeavrebbero fatto un medico o un’infermiera nella stessasituazione, ma una volta hanno commesso un errore eagendo in maniera sbagliata, e con mentalità scorretta,perdendo la persona sotto le loro cure. Quindi, possiamocostruire, ma questo non vuol dire che un giorno nonsbaglieremo.Il combattimento è un tema delicato e perciò mi piace

insegnare anche il maneggio della spada nel combattimentocorpo a corpo, in quanto è l’ultima parte prevista del CQB.Una guerrigl ia è un combattimento corpo a corpodisorganizzato con un gruppo di combattenti. Una guerrigliaaccade quando dei gruppi combattono tra loro senza tenerconto di tattiche di gruppo o di agire come un’unità. Ognicombattente combatte da solo.

“Tra i tanti tipi di lotta che abbraccia il terminegenerale ‘il combattimento corpo a corpo’ è compreso ilcombattimento medievale antico e le tipologie di corpo acorpo moderno e di combattimento a corta distanza(CQC). Il corpo a corpo avviene quando forze militariopposte si scontrano in aree ristrette, uno scenario chesi incontra di frequente nella guerriglia urbana. LeTattiche Militari di piccole unità, tradizionalmenteconsiderate come forme di combattimento corpo acorpo, includono la lotta a mano nuda o con armiaffilate, come spade, coltelli, asce, o altri strumenti. Intempi più recenti (dalla II Guerra Mondiale), il termine‘combattimento corpo a corpo’ è arrivato anche adefinire il combattimento senza armi, così come ilcombattimento con armi da fuoco e altre armi da lungadistanza, se usate a corto raggio.William E. Fairbairn, colui che ha organizzato e diretto

il famoso Shanghai Riot Squad della Polizia Municipaledi Shanghai, ha ideato un sistema di combattimentocorpo a corpo per soldati e civili che porta il suo nome,«il sistema Fairbairn», che comprende l’uso dell’arma dafuoco, coltello se tecniche delle Arti Marziali senza armi.Da allora, il termine ‘combattimento’ si è anche utilizzatoper descrivere uno scontro fisico da corta distanza tranemici che non partecipano ad un conflitto militare, peresempio in sommosse e altre situazioni violente tra leforze dell’ordine e i civili. Il Combattimento corpo acorpo, a volte abbreviato come HTH o H2H, è unconfronto fisico, letale o non letale, tra due o piùpersone a distanza molto ravvicinata (distanza di presa)che non implichi l’uso di armi da fuoco o di altre armi adistanza”.

1. Sebbene si trovi la frase ‘mano a mano’ riferita alcombattimento senza armi, il termine è generico e puòcomprendere l’uso delle armi da colpo in un attacco adistanza di presa, come coltelli, bastoni, mazze o armiimprovvisate, come strumenti di difesa.

Difesa Personale

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2. Mentre il termine ‘combattimentomano a mano’ in origine si r iferivaprincipalmente agli scontri del personalemilitare sul campo di battaglia, puòessere anche riferito a qualsiasiconfronto fisico tra due o piùcontendenti, compresi poliziotti e civili.3. Combattimento a corta distanza, a

una distanza un po’ più lunga di quelladella presa, di solito si definisce il corpoa corpo, o combattimento corpo acorpo. Può includere armi e metodi letalie non letali, a seconda delle restrizioniimposte dal diritto civile, dalle regoled’ingaggio militari, o dai codici etici. IlCombattimento corpo a corpo

con armi da fuoco o altreda distanza per combattentimilitari a livello tattico, vienemodernamente denominatobattaglia corpo a corpo. L’Esercitodegli USA uti l izza i l termine“combattivi” per descrivere vari sistemimil itari di combattimento usatinell’addestramento del corpo a corpo,sistemi che possono comprenderetecniche eclettiche di varie Arti Marzialie sport da combattimento.Combattimento corpo a corpo (CQC),Battaglia Corpo a Corpo (CQB) o LottaCorpo a Corpo è un confronto fisico tradue o più combattenti.Può aver luogo tra unità mil itari,

poliziotti e criminali, e altre azioni simili.Nella guerra, in generale, consiste inpiccole unità o team che attaccano ilnemico con armi da distanza moltocorta, fino a 30 metri, dalla prossimitàdel combattimento mano a mano, sinoalla distanza di combattimento nellaquale si usano le armi da fuoco da cortoraggio, in luoghi chiusi, scenario dicombattimenti alquanto tipico, gliattaccanti cercano di colpire moltovelocemente e con violenza un veicolo ouna struttura controllata dai difendenti,che in genere non hanno una viaagevole per ritirarsi. A causa del fattoche i nemici, gl i ostaggi/civi l i e icompagni degli operatori possonoessere strettamente coinvolti, icombattimenti a corta distanza esigono

un assalto rapido e un’applicazioneprecisa della forze letale. Gli operatoridevono avere grande abilità con le armie la capacità di prendere decisioni infrazioni di secondo, al lo scopo diminimizzare le perdite. I criminali a volteusano tecniche di combattimento corpoa corpo, come in una rapina a manoarmata, o in un’evasione dal carcere, mala maggior parte della terminologiaproviene dall’allenamento utilizzato perpreparare soldati, poliziotti e altreautorità. Pertanto, i l materialerelazionato con i combattimenti a corta

distanza viene redatto

con la prospettiva delle autorità chedevono entrare nella fortezza in cui inemici (OPFOR) si sono trincerati.Esempi classici sono le operazioni dicomando tra le l inee nemiche e i lsalvataggio degli ostaggi. Anche se c’èuna considerevole analogia, i lcombattimento corpo a corpo non èsinonimo di guerriglia urbana, adessoconosciuta con l’acronimo MOUT(operazioni militari in territorio urbano),FIBUA (combattere in aree incostruzione), o OBUA (Operazioni inzone edificate) in Occidente. Laguerriglia urbana è un campo molto piùampio, compresa la logistica e il ruolodelle armi collettive come mitragliatricipesanti, mortai e lanciagranate, cosìcome dell’artiglieria, delle protezioni edel supporto aereo. Nei combattimenti acorta distanza, l’enfasi è posta nellepiccole unità di fanteria che utilizzano laluce, su armi compatte che si possonoportarsi dietro e utilizzare facilmente inspazi r idotti, come carabine,mitragliette, fucili, pistole, coltelli ebaionette. Come tale, il combattimento

corpo a corpo è un concetto tattico chefa parte delle nozioni strategiche dellaguerriglia urbana, ma non tutti i casi dicorpo a corpo sono necessariamente unesempio di guerrigl ia urbana; unaforesta è potenzialmente uno scenario discontri corpo a corpo. Fonte: Manualidel CQC, Oltre la tecnica.Dopo aver insegnato per molti anni,

mi rendo conto di come lo spirito e lamente devono essere al loro posto.Molte volte sono più importanti di uncorpo preparato alle arti combattive. Ilproblema sta nel pensare comecondividere tutto ciò con gli allievi, in

gran parte giovani e senza esperienza,che possono avere gli occhi solonell’armatura brillante e nel coraggiosocavaliere, e anche nel modo di far lorointendere lo Zanshin e il Kamae.Mentre parlavo con un amico di Arti

Marziali tradizionali, ho potuto vederecome spiegava il Kendo e ciò è il meglioche ho imparato del Kendo stesso, Orasono un insegnante. Ero molto sorpreso,ma allo stesso tempo felice di ascoltaree comprendere il Kamae. Kokoro nokamae è l’atteggiamento del cuore edella mente. Nell’allenamento del Budosi assume una postura persalvaguardare i propri punti deboli e farsi che per i l nemico sia diff ici leattaccarli; e allo stesso tempo, è unastrategia per scoprire i punti deboli deinemici.Se affrontate un avversario senza un

kamae, sarete un bersaglio facile. L’usobasilare del kamae si impara sia dalleprime lezioni dei principianti. Cicorreggiamo fisicamente in una datamaniera, in risposta a ciò che il rivale cimostra. Abbiamo imparato che in ogni

Difesa Personale

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kamae ci sono modi più propizi per muovere l’attacco e ladifesa e altri meno. Si impara dai punti forti e deboli di ognipostura e la maniera di utilizzarli strategicamente contro varitipi di attacchi. Possiamo anche vedere il kamae negli sport.Nel football e nel basket, per esempio, l’uso di allenamenti perrispondere agli allenamenti degli avversari e hanno opzioni perutilizzare la base dei rispettivi aggiustamenti dei rivali. Il kamaeè presente anche in giochi come gli scacchi e naturalmentenella guerra in termini diformazioni da battaglia.Aldilà del kamae

fisico (metteresoltanto lebraccia, legambe e i lcorpo in unam a n i e r aspecifica), c’è ilkamae mentale.Se osserviamo dinuovo if o n d a m e n t a l ifisici, è presenteanche l ì unaspetto mentale.

C’è chi desidera usare il proprio corpo per ingannare ilnemico. Questo è Kyojitsu Tenkan basilare… Il Kyojitsu tenkanspiegato a livello base, significa che ciò che il nemico puòdavvero percepire e prima della sua reazione, non è la realeintenzione del soggetto. Se sembra che la gamba è aperta perun attacco, non lo è, se il braccio pare sia messo lì per essereafferrato, è perché qualcuno vuole che lo sia. Le realidebolezze sono nascoste, e i veri punti di forza anche, comele prime. Molte persone non arrivano mai a sviluppare questecapacità, anche a questo livello (e si perdono la maggior partedell’Arte di farlo), ciò che non deve sorprenderci è che quandosi tratta di kamae mentale e spirituale, la maggioranza non cipensa nemmeno a quello, per cui non lo allenano, neaccrescono la loro abilità grazie a quello.La vita è un combattimento, non uno sport!

“Fai della tua postura di combattimento, la tua posturaquotidiana”

Miyamoto Musashi

“Fai attenzione all’ego, sarà la tua perdizione…”

Rituale del gattoQuando il Maestro spirituale e i suoi

discepoli cominciarono la meditazionedella sera, il gatto che viveva nel

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monastero fece un tale rumore che li distrasse. Quindi il maestro ordinò che il gatto venisse legato durante la pratica notturna.Anni dopo, quando il maestro morì, il gatto continuava ad essere legato durante la sessione di meditazione. E quando il gattoalla fine morì, un altro gatto fu portato al monastero e legato. Secoli dopo, alcuni eruditi discendenti del Maestro spirituale,scrissero dei trattati accademici sul significato religioso del legare un gatto per la pratica della meditazione.

Fonte: tradizionaleAlcuni giorni fa degli musulmani radicali hanno sequestrato tre giovani ebrei, assassinandoli a sangue freddo. Questo atto ha

provocato una nuova scia di odio in Israele. Molti israeliani hanno chiesto vendetta. Si tratta di un fatto di cronaca recente,trasmesso a livello internazionale – in tutto il mondo. “Occhio per occhio” è la richiesta di vendetta di

tanti. Se questa è la strada che prenderemo, allora saremo presto ciechi. Questo fatto hacausato il tentativo di sequestro di un bambino di 8 anni, da parte di ebrei radicali, terroristireligiosi; il bimbo è stato salvato all’ultimo momento dalla madre. Questa, per fortuna, èstata in grado di frustrare il tentativo di sequestro. Il giorno seguente, questi ebreiradicali sono riusciti a rapire un ragazzo musulmano di 15 anni e lo hanno bruciato vivo.Che vergogna! E’ disumano! La madre di uno dei ragazzi ebrei che sono statiassassinati, Naftali Frenkel, RIP, ha detto che “non esiste alcuna differenza tra unsangue e l’altro, o tra una religione e l’altra…un omicidio è un omicidio”.

Queste parole di una madre in lutto, dimostrano che lei è una guerriera. I guerrierinon si abbassano al livello delle altre persone; essi vivono in modo indipendente,secondo le proprie regole e il loro codice d’onore.

Credo che queste parole siano molto importanti in questi giorni tristi in Israele,poiché si vede quanto la gente possa cadere in basso. Ciò mi rattrista e mi affligge

allo stesso tempo. Tre terroristi sequestrano tre ragazzi e li uccidono, semplicementeperché sono musulmani radicali e i ragazzi erano ebrei. Come risposta, sei uomini ebreiradicali sequestrano un povero ragazzo palestinese e lo ammazzano brutalmente nellamaniera più perfida – bruciandolo vivo. Queste azioni non rappresentano gli israeliani,tantomeno le credenze religiose. Queste persone sono criminali malati ed esseri umanispietati. Non sono guerrieri, sono solo dei codardi. E’ un affronto persino chiamarli

umani. I terroristi sono terroristi e criminali di guerra, che siano musulmani oebrei, non rappresentano nessuna religione. In qualità di Maestri

responsabili, dobbiamo evitare che questo mondo pazzo sidegradi ancora di più, attraverso l’educazione, formando

dei guerrieri che seguano il cammino dell’onore,dell’amicizia e della pace.

La religione non è il problema, ci sono unsacco di guerre iniziate da atei (Hitler, Stalin ealtri ) . I l problema è la natura umana.Sfortunatamente, troppe persone sonopecore che seguono ciecamente il dogmadi un qualsiasi gruppo con cui siidentificano. Che sia fondamentalismoislamico o il “politically correct”, i lproblema è sempre lo stesso: i lpensiero collettivo, l’intolleranza el’arroganza di credere di aver ragionee che tutto ciò che non la pensacome noi, sia sbagliato.

Odiare è facile. Per questo,nelle Arti Marziali tradizionali siinsegna ai nostri al l ievi ainsegnare con amore, pacee tolleranza, e quandodobbiamo insegnare Artida combattimento, avolte ci preoccupiamosolo di come faredanni o uccidere,ma cidimentichiamo deicostumi e deivalori. Se siindaga sulleantiche usanzem i l i t a r igiapponesi, sivede che hannos e m p r eproseguito nelsegno del Jutsu: ilKenjutsu divenneKendo Jujutsu,dopo Judo, quindida essere solo

Difesa Personale

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l’Arte e l’abilità, passò ad essere “La Via”. Il metodo dell’epocamoderna deve essere insegnare l’amore, la pace e la tolleranza, enon solo l’abilità. Oggi nelle MMA si sta tornando indietro, alla solaabilità, insegnando soltanto a fare danni e a vincere, ma nonmettendo l’accento sui punti davvero salienti. Stiamo insegnando inmodo corretto e alle persone giuste?Tutto questo mi ha spinto a lasciare la “famiglia” e a costruirne

una mia, che seguirà i valori e la morale.Questa è la storia della “famiglia”: Un giorno un uomo camminava nel bosco e incontrò una scimmia.

Salutò la scimmia e si sorprese quando questa gli ricambiò il salutocon un “ciao amico!” L’uomo non sapeva che le scimmie parlasseroe perciò le domandò come facesse. La scimmia disse “si, possiamoparlare, solo che non lo facciamo vedere”. Allora l’uomo gli disse che“le persone dicono che scimmie ed esseri umani appartengono allastessa famiglia”. La scimmia era felice di trovarsi davanti al suo“nuovo” parente e non smise di gridare “la mia famiglia, la miafamiglia!” All’improvviso, dal nulla, un leone attaccò i due e lascimmia trascinò l’uomo con se sul suo albero e salì in alto, in unposto più sicuro. Il leone disse “lascia andare l’uomo, mangerò sololui e lascerò te libero di andare”. La scimmia rispose: “nemmeno peridea, fa parte della mia famiglia”. Nella lunga notte l’uomo alla fine sistancò di aspettare che il leone affamato se ne andasse, per cuichiese alla scimmia di stare di guardia mentre lui dormiva, e disseche quando lei sarebbe andata a dormile, lui avrebbe fatto lo stesso.Mentre l’uomo dormiva, il leone chiese di nuovo alla scimmia di farcadere l’uomo, cosicchè lei sarebbe stata libera. Ma la scimmiareplicò nuovamente “No. Siamo una famiglia”. Quando l’uomo sisvegliò, disse alla scimmia di andare a dormire e che lui sarebbestato di guardia. La scimmia andò a coricarsi e il leone disseall’uomo: “getta la scimmia di sotto perché la possa mangiare e sarailibero!” L’uomo non se lo fece dire due volte e lanciò la scimmia disotto, ma questa si svegliò prontamente e prima che il leone potesseafferrarla con i suoi artigli, saltò di nuovo sul’albero e tornòrapidamente dove l’uomo era seduto al sicuro. Fu davverovergognoso per l’uomo. Entrambi sapevano ciò che era successo,ma nessuno ne parlò. Quindi in leone si addormentò e la scimmiadisse all’uomo: “andiamo!” e percorse in sicurezza tutta la stradafino ai confini della foresta e si congedò. Mentre l’uomo iniziava acamminare, la scimmia lo chiamò e gli disse: “Posso chiederti unfavore?”, “Si” rispose l’uomo, contento che la scimmia loconsiderasse ancora un amico, malgrado quello che lui le avevaappena fatto. La scimmia gli disse: “potresti non dire a nessuno chesiamo una famiglia?”Tutto questo mi riporta ancora alle Arti Marziali israeliane, e dal

momento che sono stato pugnalato alle spalle da ‘amici’ e da altrepersone avide, disposte a vendere la mia amicizia per pochissimodenaro, ho semplicemente deciso di affermare: “Per favore, non diteche siamo una famiglia”. Perché io ho costruito la mia famigliachiamata GUERRIERO, perché i guerrieri seguono il loro cuore econservano i valori morali! Questa è la mia famiglia.

Avi Nardia

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L’arma segreta del l ’anticastrategia di combattimento cinesedel Weng Chun per sconfiggereavversari più grossi e forti, ècombattere contro la struttura delrivale, invece che contro la suaforza e velocità. Per quello, gliantichi Maestri di Weng Chuncrearono i l poema del le 16strategie: Loi Lau Hoi Song, HuenLau Kau Da, Kwun Fan Jeet Chuen,Chum Kiu, Biu Chee.

saminiamo per primo il Kwun Fat JeetChuen e il Chum Kiu Biu Chee:

Kwun, sistemi di avvolgimento. Lastrategia Kwun, per esempio, utilizzauna rotazione interna del braccio, percreare una leva nell’attacco in entrata

dell’avversario. Sia se si attacca con un pugno ocon un calcio, con l’influenza del Kwun possiamoreplicare il colpo da un angolo sicuro, o parare ointrappolare il bracci o la gamba, e utilizzarequesta situazione per nuovi attacchi. Un altrometodo è usare la leva per la creazione di unapressione costante in avanti, per distruggere lastruttura del rivale. Realizziamo l’avvolgimentoutilizzando le braccia, le gambe, le mani, i piedi, lespalle, le anche, o tutto il corpo.

Fan, significa dividere. La strategia fan punta adissipare la forza dell’avversario. Un buon esempiodi Fan è il doppio pugno rovesciato del WengChun, dove deviamo e dirigiamo l’attacco inentrata dell’avversario con un braccio, mentre allostesso tempo lo colpiamo con la parte posterioredel pugno dell’altro braccio, questo spingel’avversario verso il vostro attacco, moltiplicando ildanno e al contempo squilibrandolo. Il palmo dellamano in alto/Tan Sao, è anch’essa una tecnica dimano molto nota del Weng Chun, che utilizza lastrategia Fan. La strategia Tan Sao Fan si puòcombinare con un pugno un calcio simultaneo.

Difesa Personale Weng Chun: come rendere inutilizzabile la velocità e la potenza di un avversario!

E

Testo: Andreas Hoffmann, Christoph Fuß, Foto: Gabriela Hoffmann, Budo InternationalTraduzione a cura di: Leandro Bocchicchio

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Weng Chun

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Jeet significa tagliare, intercettare e si utilizza perinterrompere la sincronizzazione dell’opponente o perintercettare il suo attacco. Ad esempio, se egli stapreparando un calcio, possiamo fare Jeet per intercettarlo.L’idea è tagliare il ritmo del combattimento degli avversari

e/o la preparazione dei loro attacchi. Un buonmomento per uti l izzarel’ intercettazione Jeet è anchequando l’avversario cambia il latodel proprio attacco, perché allora,in genere, si sbilancia un po’, ilche provoca che il suo attaccovenga alterato dall’uti l izzodell’intercettazione Jeet. Una s p e t t o

interessante dell’ intersezione Jeet, è i l l ivello diapplicazione mentale, attaccare l’avversario nello stessomomento in cui egli si prepara all’azione. Prendendolo disorpresa e travolgendolo, il combattimento diventa piùfacile. Così, lui sarà sempre un passo indietro a voi.Chuen significa pollice, piccolo e la strategia Chuen

utilizza un piccolo cambio rapido, per esempio, dellanostra mano, per inserirsi nell’attacco dell’avversario,dando così l’opportunità di passare alle sue spalle e

attaccarlo da questa posizione di superiorità.Conoscere il piccolo punto, a volte cambiaradicalmente la posizione con l’avversario:solo un leggero cambiamento del puntodebole potrebbe portare a una posizione

completamente diversa nei confrontidell’avversario. Come combattenti è

necessario che conosciate idettagli, soprattutto a livellisuperiori.

Chum significa scendere,sprofondare, ridurre, pertanto

la strategia chum mira allariduzione della struttura del rivale.Per esempio, se attacca con unatterramento con entrambe legambe, noi aumenteremo la suadiscesa attraverso il suoavambraccio, per cui perderàl’equilibrio e potremocontrollare da una posizionevantaggiosa, in questo caso,mediante dei colpi.

Kiu signif ica ponte esecondo la strategia delponte, il combattente diWeng Chun adottasempre una posizioneadeguata in relazionea l l ’ a t t a c c a n t e ,a t t r a v e r s ol’applicazione diuna forza

Weng Chun

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proporzionalmente ridotta, per cui è in grado di controllarlosenza sforzo. Se l’avversario attacca, sta offrendo unponte che si può sfruttare. Un altro detto sul Kiu è: “Kiu LoiKiu Seung Go”, che vuol dire, “Se c’è un ponte,attraversalo dalla parte superiore”.Biu significa scagliare delle frecce e seguendo la

strategia di Biu, possiamo, ad esempio, eseguire un colpointermedio dall’interno verso l’esterno, soprattutto conl’avambraccio e il colpo delle dita per confondere ilnemico, per rompere il suo ritmo (strategia “Jeet”)

sorprendendolo con un attaccodi dita rapido.Specialmente sef a c c i a m oC h u m ,abbassate (la

sua struttura), potete così continuare facilmente con unattacco Biu (frecce) e sbilanciare l’avversario.Chee significa dito, pertanto, per la strategia Chee, basta

sapere come usare le dita per scagliare dei dardi o afferrare.Possiamo considerare queste antiche strategie di Weng

Chun come universali. Io le uso nello Sparring Sanda,nell’allenamento al Chi Sao, nel Brazilian Jiu Jitsu, nel TuiShou Tai Chi e Pakua, ecc. è possibile trovare questestrategie dietro le tecniche, a patto che si esamini il

combattimento più da vicino.Il compianto Wai Yan, Gran Maestro

cinese di Weng Chun, fu l’unico dei GrandiMaestro che conobbi in Cina, che comprese e

applicò questo principio rivolto allostile di combattimento. Lasua vita e la sua operanel Weng Chun, dopo laII° Guerra Mondiale,consisteva nell’unificare

tutte le tradizioni del WengChun Kung Fu nella sua famosa

scuola Dai Duk Lan ecomprendere i principi e le strategieprofondamente implicite.L’allenamento quotidiano e il durocombattimento nella Dai DukLan con Grandi

Maestri diWeng Chun, così

come con altri Maestri dialtri stili, come il GM Yip Man

ecc…, diedero modo al WengChun Kung Fu di raggiungereun alto livello, nel dopoguerra. Iostesso sono divenuto il suoultimo studente e oggi sono

concentrato nell’insegnamento di altolivello di questa Arte Marziale (Weng Chun)

in tutto il mondo. Questa è la ragione per cuigli atleti di Weng Chun hanno così tanto

successo, anche se sono pochi.Fate parte dell’evoluzione del Weng Chun

e unitevi alle nostre scuole. Visitate:HYPERLINK: "http://www.weng-chun.com"www.weng-chun.com

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Weng Chun

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Il 2015 sembra essere un anno moltospeciale. Anno di cambiamenti, cheporta, come necessità, l’ idea di essereumano, con obiettivi, percorsi ed equilibrinetti e consolidati.In una società mutevole, r icca di

conflitti, si percepisce sempre più ilbisogno di creare uomini, prima ancorache combattenti. L’ Arte Marziale è in grado di aprire una

via maestra per accedere a questipercorsi.Lo sviluppo delle abilità fisiche riveste

una funzione di “buon inizio” ma non dielemento esclusivo, essendo, lacomponente fisica, parte di un insiemepiù ampio. Per toccare l ’ essere umano in

profondità l’ Arte Marziale risveglia ilcorpo, educandolo al superamento deipropri limiti, della minaccia fisica, per

aprire un accesso alla componentementale. Corpo e mente, intimamentecollegati, evolvono simultaneamente. Laconnessione psico – fisica apre unpassaggio alla parte più elevata di noistessi. La nostra essenza: lo Spirito,rappresenta quello che realmente siamo,la nostra parte lucente, il motivo per cuisiamo su questa terra. Recuperare la consapevolezza della

nostra essenza spirituale, occultata dalcaos a cui siamo assoggettati dallasocietà in cui abbiamo accettato divivere, ci col loca in armonia con i lpercorso che abbiamo scelto e ci aiutaad operare scelte allineate con la nostraVia spirituale. Maggiore consapevolezza corpo /

mente / spir ito, comporta una piùefficace gestione dei conflitti che la vitaci impone.

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Il Kenpo come disciplina motoria

L’ atto motorio deve essere considerato espressionedell’ interazione di 3 sistemi funzionali:PERCETTIVORicezione stimoli e sensazioniELABORATIVOElaborazione segnali per opera del sistema nervosoEFFETTOREInvio risposta esecutiva - movimentoUn impulso nervoso, frutto delle stimolazioni ricevute

dagli analizzatori, è la causa della contrazione muscolareche genera il movimento.

Il Fu – Shih Kenpo, attraverso specifici esercizi, intendecondizionare questo percorso affinché le stimolazionipercettive creino reazioni naturali ed automatizzate equindi non gestite dal sistema nervoso a livello cosciente.Risultato: efficienza, istintività, capacità di reazionecomplementare al movimento dell’ avversario.

La costruzione delle abilità motorie prevede tre fasi diapprendimento per ottenere e consolidare questecapacità

Fase 1 – Coordinazione baseAcquisizione di un compito motorio semplice. Pochi

elementi, chiari e precisi per acquisire una solida base.Questa fase può essere ricca di errori e rinunce per cui l’aspetto motivazionale e la presenza attiva dell’ Istruttoresono determinanti.

Fase 2 – Coordinazione fine I movimenti base vengono automatizzati ed eseguiti in

presenza di parametri sfavorevoli: affaticamento,equilibrio precario, variazione della velocità, variazioneforza.

Fase 3 – Disponibilità variabile Elevato tasso tecnico esecutivo anche in presenza di

elementi di disturbo e situazioni nuove, impreviste. Ilsistema nervoso passa da una azione volontaria ad unaazione completamente automatizzata.

Arte del combattimentoLa metodologia FSK Italia

Come altre forme di apprendimento motorio, l’addestramento nel Fu Shih, si sviluppa seguendo 3 fasi,complementari ed integrative. Ogni fase presentaelementi essenziali per lo sviluppo della successiva etutte e tre sono indispensabili per la formazione del

Fu Shih Kenpo Karate ItaliaLuigi Buccioli, Marcello [email protected]

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Kenpoka a livello fisico, mentale espirituale.

Fase 1 - FormaGli esercizi dedicati a questo

aspetto, definit i nelle disciplinepugilistiche “shadow boxing”, nelleArti tradizionali vengono identificaticon il termine “Kata” o “forma”. Taledefinizione non deve far pensareunicamente alle forme codificate, maanche a tutti quegli esercizi che,attraverso l’ allenamento del “vuoto”,costruiscono e sviluppano il livellocoordinativo di base.

I l Kenpoka è chiamato adapprendere gli schemi motorifondamentali, i componenti, “l’alfabeto tecnico” che consentirà,seguendo un adeguato iter diapprendimento, di comporre parole,frasi e dialoghi complessi e liberi.Maggiore è l’ attenzione e la precisionecon cui vengono formati questielementi, più gli stessi diverrannodisponibili in caso di bisogno, espressicon naturalezza ed istintività.

In questa fase di studio della forma,è essenziale praticare senza eccessivisovraccarichi energetici e senza l’intervento del compagno, affinché sia

possibile operare unacorretta formazione dellameccanica del movimento,senza elementi di disturbo.

Fase 2 –Potenziamento dei mezziIl secondo blocco di

lavoro, dedicato allosviluppo della coordinazione

fine, introduce maggiorecarico agli schemi motori di

base e sviluppa qualitàpercettive ed energetiche.Il potenziamento dei mezzi non

incide sull’ aspetto qualitativodella tecnica (non introduce

movimenti e catene cinetiche nuove)ma sull’ aspetto “quantitativo”:

maggiore velocità, maggiore potenza,maggiore abilità percettiva, maggiore

controllo dell’ equilibrio.

Fu Shih Kenpo

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Le metodiche di allenamento di questo blocco mirano,pertanto, ad aumentare i carichi, senza però perdere il livelloqualitativo acquisito attraverso la forma.

Il Kenpoka otterrà una disponibilità energetica reale da poterutilizzare al momento opportuno, senza cadere in blocchiposturali che inevitabilmente sopraggiungono quando il corpo, inmancanza di questo specifico allenamento, è costretto da uneccessivo carico energetico.

Gli esercizi che fanno parte della fase 2 possono esseresuddivisi in 3 tipologie:

- Potenziamento dei mezzi offensivi: guanti, pao, sacco,potenziamento con sovraccarichi. Esercizi essenziali per unaefficacia reale, per imparare a sviluppare piena potenza nelle fasiattive, collegare struttura e biomeccanica alla tecnica, educare ilcorpo ad esplodere.

- Potenziamento dei mezzi difensivi: esercizi per lo sviluppodella coordinazione, dei riflessi e della sensibilità necessaria alcontatto con il corpo dell’ avversario, dedicati alla gestione dell’energia che l’ opponente immette nel nostro corpo, per poterlaassorbire ed utilizzare a nostro vantaggio.

- Potenziamento dei mezzi propriocettivi e strutturali: eserciziche utilizzano appoggi precari, ciocchi di legno, tavolettepropriocettive, ecc, per poter migliorare la gestione del baricentroed il controllo dei movimenti compensatori che sopraggiungonoin caso di perdita di equilibrio.

Fase 3 – ApplicazioneGli esercizi applicativi contribuiscono alla formazione di quell’

abilità definita disponibilità variabile, la possibilità, cioè, diadattare tecnica, coordinazione, potenza, sensibilità ed equilibrio,ad una situazione sempre nuova e mutevole (combattimento,difesa personale) mantenendo alti livelli qualitativi e quantitativi.

La metodologia, organizzata con adeguata gradualità, prevedeun inizio facilitato durante il quale apprendere ed eseguiremovimenti preordinati, per poi aumentare le variabili in gioco eliberare sempre di più la somministrazione delle stimolazionipercettive e delle relative risposte.

Affinché il lavoro nella fase 3 venga svolto in modo corretto, ènecessario curare il mantenimento di un buon livello tecnico ecoordinativo, di una adeguata disponibilità energetica, e di unabuona percentuale di variazione delle condizioni, che obblighi ilpraticante ad acquisire l’ abilità di adattarsi e fluire:

- fluire da un movimento all’ altro, da una distanza all’ altra,utilizzando timing differenti

- fluire dalla difesa all’ attacco e dall’ attacco alla difesa- fluire in modo complementare all’ espressione energetica dell’

avversarioottimizzando i nostri punti di forza e usando la forza dell’

opponente contro di lui.L’ al lenamento della fase applicativa culmina con i l

combattimento, come mezzo adatto a testare il livello diinteriorizzazione dell’ Arte e di gestione degli stress psico – fisici.

Il combattimento va affrontato con la giusta mentalità, va vistocome un esercizio – verifica, in cui tutte le variabili cambianocostantemente: il compagno non collabora e vuole prevalere sudi noi, la tecnica varia costantemente, viene eseguita convelocità, con potenza e con l’ intenzione di sorprendere.

Nel combattimento esprimiamo e manifestiamo noi stessi, consincerità.

Il nostro stile di combattimento manifesta ciò che realmentesiamo.

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Fu Shih Kenpo

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Tenendo sempre come sfondo l’Ochikara, “la grande forza” (chiamata e-bunto nel dialetto degli Shizen), la saggezza segreta degli antichi sciamani giapponesi, i Miryoku, l’autore ci sommerge in un mondo di riflessionigenuine, capaci allo stesso tempo di smuovere nel lettore il cuore e la testa, collocandoci continuamente di fronteall’abisso dell’invisibile, come vera, ultima frontiera della coscienza personale e collettiva.

La spiritualità non come religione, ma come studio dell’invisibile, è stato il modo per avvicinarsi al mistero deiMiryoku, nel segno di una cultura tanto ricca quanto sconosciuta, allo studio della quale l’autore si è dedicatointensamente.

Alfredo Tucci, direttore dell’editrice Budo International e autore di un gran numero di titoli sulla via del guerrieronegli ultimi 30 anni, ci offre un insieme di riflessioni straordinarie e profonde, che possono essere letteindistintamente senza un ordine preciso. Ciascuna di esse ci apre una finestra dalla quale osservare i temi piùsvariati, da un punto di vista insospettabile, a volte condito da humour, altre da efficacia e grandiosità, ponendoci difronte ad argomenti eterni, con lo sguardo di chi ci è appena arrivato e non condivide i luoghi comuni con i qualitutti sono abituati ad avere a che fare.

Possiamo affermare con certezza che nessun lettore rimarrà indifferente davanti a questo libro, tale è la forza el’intensità del suo contenuto. Dire questo, è già un bel dire in un mondo pieno di presepi collettivi, di ideologieinteressate e tendenziose, di manipolatori e in definitiva, di interessi spuri e di mediocrità. E’ dunque un testo peranimi nobili e persone intelligenti, pronte a guardare la vita e il mistero con la libertà delle menti più inquiete escrutatrici dell’occulto, senza dogmi, senza moralismi di convenienza, senza sotterfugi.

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verticale o orizzonta 6 €150,00 €900,00 6 mezze pagine

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PAGINA INTERA 1 €480,00 €480,00 1 pagine

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Seconda o terza di copertina 1 €800,00 €800,00 2 pagine

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Tutti i DVD prodotti da BudoInternational vengono identificatimediante un’etichetta olograficadistintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD,DivX o simili). Allo stesso modo, siale copertine che le serigrafierispettano i più rigidi standard diqualità.

Se questo DVD non soddisfaquesti requisiti e/o la copertina noncoincide con quella che vimostriamo qui, si tratta di una copiapirata.

REF.: • MIAOZHI-1REF.: • MIAOZHI-1

Shifu Shi Miaozhi, uno dei migliori Maestri sortidalla più importante generazione di Shaolin e

allievo dello stimato Maestro Shi De Yang, inquesto DVD presenta una delle forme piùcaratteristiche dello stile Shaolin, laXiao Hong Quan. L’origine di questoTao Lu è a metà strada tra la realtàstorica e la leggenda. Antica disecoli, tutt’oggi il suoinsegnamento è ritenutoimprescindibile in questa ArteMarziale, grazie al fatto checontiene l’essenza stessa delloShaolin Gong Fu ed è un ottimostrumento per imparare il GrandeMetodo del Palmo, Zhang Fa(Tecniche di Palmo). Una dellecaratteristiche che la rendonofamosa è che risulta molto adattaal combattimento reale. ShaolinHong Quan la si potrebbe definire

come un Tao Lu il cui sviluppo èperfetto e ritmato, la tecnica è forte e

potente, ma se viene eseguitocorrettamente potremmo dire che è “come il

vento”. Questo Tao Lu possiede i movimenti e leposizioni base di altri tipi di Gong Fu. Possiede un

completo sistema delle combinazioni di mani, gambe,occhi e spostamenti, così come di un intero sistema di teoriae pratica sulle proiezioni offensive e difensive. Il DVDcomprende gli esercizi di riscaldamento, la routine deimovimenti a diverse velocità di esecuzione e angoli, la formasequenza per sequenza e le applicazioni tecniche per la difesapersonale. Una forma che tutte le persone interessate adimparare questa arte marziale dovrebbero conoscereprofondamente.

Budo international.netORDINALA A:

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Nella Taekwon-Do, punto vitale è definito come qualsiasi areasensibile o fragile nel corpo vulnerabile ad un'attacco.È essenzialeche lo studente di Taekwon-Do possieda una conoscenza dei

diversi punti in modo da poter utilizzare il correttostrumento d'attacco o bloccaggio. L'attacco

indiscriminato è riprovevole per essereinefficiente e uno spreco di energia."-Generale Choi Hong Hi, THEENCYCLOPEDIA OF TAEKWON-DO,Volume II, pag 88. Il Taekwon-Do è unadelle arti marziali più diffuse eprofessionali attualmente nel mondo(fondata il 11 aprile 1955 dal generaleChoi Hong Hi), e continua aprosperare anche dopo la morte delsuo fondatore nel mese di giugno2002. Nel corso del tempo i fattorisportivi hanno ottenuto priorità egran parte dei metodi originali diautoprotezione sono stati ignorati oscartati. Negli scritti originali delgenerale Choi, una gran partedell'attenzione, la struttura e anchel'uso di punti vitali "Kupso" (oKyusho), nonché lo sviluppo di armiper accedervi, fu delineata, ma non è

satata mai completamente insegnata.Kyusho International ha sviluppato un

programma per illuminare, educare,integrare e restituire a questa incredibile arte

marziale i concetti del suo fondatore. Questonuovo programma ha il pieno sostegno del figlio

del fondatore, Choi Jung Hwa. L'obiettivo di questaserie è quello di indagare i modelli (TUL), che vengono eseguiti

in conformità con i precetti del fondatore nella "The Encyclopediaof Taekwon-Do" (15 volumi scritti dal generale Choi Hong Hi,compresi i suoi "punti vitali"). Attraverso questa struttura, il Kyushosarà inizialmente integrato di nuovo nel Taekwon-Do. KyushoInternational è orgogliosa di aiutare in questo compito dicollaborazione monumentale e storica.

REF.: • KYUSHO20 REF.: • KYUSHO20

Tutti i DVD prodotti da BudoInternational vengono identificatimediante un’etichetta olografica distintivae realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX osimili). Allo stesso modo, sia le copertineche le serigrafie rispettano i più rigidistandard di qualità.

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