Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

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La rivista internazionale di Arti Marziali tradizionali, sport da combattimento e autodifesa. Download gratuito. Edizione Online Dicembre 2013. 267 Anno XXII

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Salvador Herraiz ha conosciutoJoki Uema poco prima della suamorte, nel suo dojo Shubukan diShuri. Oggi ci consegna un ritrattodi questo accattivantepersonaggio, con un altro dei suoimagnifici reportage sulle origini ele personalità chiave del Karate diOkinawa.

Un nuovo articolo che delizieràgli amanti dell'antropologia di un'Arte Marziale che ha conquistato ilmondo.

CHOSHIN CHIBANA KARATEIn questa colonna Randy

Williams ci parla del concettoCRCA Wing Chun delFronteggiare. I l termine“Fronteggiare” (Ying Sai) nelWing Chun significa il riferimentofrontale di un combattenterispetto a un altro. Un altrotermine, Ying Chiu, si riferiscealla “Postura di Orientamento” diun fighter rispetto a un altro.

WING CHUN

I l 29 Giugno diquest'anno 2013, èmorto colui che è statol'indiscutibile star dicolore del Cinemad'azione degli anni 70.Lanciato nelfirmamento dalla suaapparizione ne I 3dell'Operazione Dragocol suo mentore BruceLee, la sua figura, chesi è offuscata negli

ultimi anni, merita senza dubbio uno special comequello che oggi ha preparato il nostro collaboratorespeciale Pedro Conde. Un fantastico reportageche offriamo questo mese, per il piacere deicollezionisti, i fanatici del Cinema Marziale e gliappassionati dei “cari vecchi tempi”.

CINEMA MARZIALE

Non c'è da stupirsi chemolti studiosi oggi profondocerchino nelle arti affini ilriempimento di quelle chevengono sentite come dellecarenze. Possiamo vederlochiaramente negliinnumerevoli praticanti chesi formano in quattro ocinque arti marziali differenti.Questi non sono i tempi in

cui la fedeltà alla via designa l'onore del praticante. I tempi sonoaltri e in questa nuova epoca, tutto è lecito! Si consolida la lineadella ricerca dello spirito e della soddisfazione del desiderio. Sicerca di saziare tutte le brame e le frustrazioni.

INTERNATIONAL BUGEI SOCIETY

L'inaugurazione della nuovapalestra UFC Gym a New HydePark Nassau NY è un grandepasso per arrivare a ottenereche le Arti Marziali Miste sianoriconosciute come sport legalea New York.

UFC GYM

Il Sensei Taiji Kase è stato uno dei piùgrandi maestri di Karate del XX secolo.Conosciuto in tutto i l mondo come uncombattente straordinario e come insegnantedi primo livello, non smise mai di perfezionaree sviluppare la sua Arte per creare il propriostile. Prima di morire nel 2004, creòl'Accademia Internazionale (Kase HaShotokan Ryu Karate-Do) e vi mise a capo isuoi allievi più vicini, incluso il Sensei PascalLecourt (in Francia), 6°Dan, che è stato il suoassistente più rilevante nell'arco di unatrentina d'anni.

KARATE NO KOKORO

Dov'è lo stile diun praticante diWingTsun? Miriferisco, comesempre, aquando unpraticante siconfronta conun avversarioche non

collabora e ha un'esperienza similare alla nostranelle Arti Marziali. Che non è lo stesso che con inostri propri all ievi o compagni diallenamento…credo che questo sia il punto dipartenza.

WINGTSUN

UN GIORNALE SENZA FRONTIEREBudo International è senza alcun dubbio la rivista diArti Marziali più internazionale del mondo. Siamoconvinti di vivere in un mondo aperto. Gli unici confinisono quelli che la nostra mente vuole accettare. Cosìcostruiamo, mese dopo mese, una rivista senzafrontiere, dove ci sia spazio per tutte le informazioniche interessano ai praticanti, qualunque sia il loro stile.

BUDO INTERNATIONAL NEL MONDOBudo International è un gruppo editoriale internazionale che lavora nell’ambitodelle Arti Marziali. Raggruppa le migliori aziende che lavorano nel settore ed èl’unica rivista al mondo pubblicata in sette lingue diverse e che viene diffusa inoltre 55 Paesi di tre continenti tra cui: Italia, Francia, Spagna, Portogallo,Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Australia, Svizzera, Olanda, Belgio,Croazia, Argentina, Brasile, Cile, Uruguay, Messico, Perù, Bolivia,Marocco, Venezuela, Canada, Senegal, Costa d’Avorio…

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Il “S.D.S.Concept” è un concettoolistico di difesa personale creato perle donne, con l'ausilio di esperti diautodifesa, ufficiali di polizia, avvocatie pedagoghi, secondo le esigenze ele specifiche capacità femminili.

SDS-CONCEPT

L'ascia - usata con una manocome il tomahawk americano ocon due mani come l'ascia dabattaglia - è una delle armi piùantiche. I romani, i vichinghi, icelti, gli scozzesi, i germani e moltialtri hanno usato l'ascia dacombattimento con i suoi temuti edevastanti effetti. In questa primaparte della lotta con l'ascia ciconcentreremo nei fondamentali,nelle caratteristiche peculiari e neiconcetti.

SDS-CONCEPT

Pangamot, Arte Marzialedelle Filippine, è piuttostosconosciuta ma alquantorealista, aggressiva edefficace secondo la miaopinione. Realistica, dura,rapida e effettiva, la lotta distrada filippina, significa“combattimento totale”nella quale tutto èpermesso.

PANGAMOT

Sergio HernándezBeltrán ci darà unarisposta adeguataattraverso questoarticolo, riscattandodalla memoria uno stiledi combattimento chepuò essere una svoltaverso un modo diversodi vedere le autentichearti disciplinari delGiappone; il Toyama -Ryu Batto Jutsu.

TOYAMA-RYU BATTO-JUTSU

I l Gran MaestroPresas investigòdiligentemente sulleArti Marziali Filippineper più di 30 annisviluppando unas i s t e m a t i c ac o n c e n t r a z i o n ene l l ' app l i caz ionedello stile di Arnis inun unico metodo

completo di combattimento corpo a corpochiamato Mano-Mano.

KOMBATAN WORLD COMMUNITY

E' noto a tuttil'impagabile con-tributo dato dalGran MasterPaolo Cangelosi:oltre 15 anni dicol laborazioneattraverso nume-rosi articoli, co-pertine e video

didattici ricavati dalla sua enorme conoscenza marzialee la partecipazione a varie manifestazioni e galà inter-nazionali promossi da Budo International. Un' intervistaa tutto tondo che ci ha concesso per portare i lettori aconoscenza delle tante novità che lo riguardano e permandare un messaggio chiaro e tutt'altro che retoricoalla comunità marziale circa quegli aspetti e valori chetutti, sia allievi che maestri, non dovrebbero mai perde-re di vista: il rispetto e la gratitudine.

GRAND MASTER PAOLO CANGELOSI

Direttore editoriale: Alfredo Tucci, e-mail: [email protected]. Facebook:http://www.facebook.com/BudoInternationalItalia. Traduttore: Leandro Bocchicchio. Pubblicità eRedazione: Nicola Pastorino, e-mail: [email protected] Hanno collaborato: Don Wilson, YoshimitsuYamada, Cass Magda, Antonio Espinós, Jim Wagner, Coronel Sanchís, Marco de Cesaris, Lilla Distéfano,Maurizio Maltese, Bob Dubljanin, Marc Denny, Salvador Herraiz, Shi de Yang, Sri Dinesh, Carlos Zerpa, OmarMartínez, Manu, Patrick Levet, Mike Anderson, Boulahfa Mimoum, Víctor Gutiérrez, Franco Vacirca, BillNewman, José Mª Pujadas, Paolo Cangelosi, Emilio Alpanseque, Huang Aguilar, Sueyoshi Akeshi, MarceloPires, Angel García, Juan Díaz. Fotografi: Carlos Contreras, Alfredo Tucci.

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inconscio collettivo lo stava per annunciare.Film come Matrix colpirono duramente l'assecentrale della coscienza di molti. Artisti evisionari lo stanno dicendo, oggi la scienzastessa apre le porte a nuovi scenaricoscienziali per riconsiderare la realtà e il

reale. In questo editoriale desidero condividere con voiquesto momento di cambiamento delle coscienze e perquesto dobbiamo iniziare, come conforme, dal principio.

Il vocabolo "realtà" proviene dal latino "realitas", che ha lesue origini nella parola "res". Res ha molti significati: cosamateriale, essere, fatto, oggetto, materia, tema, circostanza,esperienza, potere, causa e altri.

L'aggettivo "realis" e l'avverbio "realiter" furonocomunemente usati nel Medioevo. Tommaso d'Aquinoconsidera la parola "res" come un "trascendentale". Itrascendentali erano, nella dottrina classica, quelle proprietàche possono essere attribuite a qualsiasi Essere. Infine,Duns Scoto introdusse il neologismo "realitas", per riferirsi aquello su cui i divrsi tipi di esseri concordano.

La cosa più curiosa di questa introduzione etimologica èche collocando il termine nel suo senso originario essodescrive se stesso in modo molto diverso da quello chenormalmente intendiamo. La realtà non "è" qualcosa dimonolitico, univoco, davvero non è altro che un sempliceconsenso. Con parole di Carlos Castaneda: "Il mondo è unadescrizione". Carl Jung lo disse in un altro modo: "Tuttodipende da come noi vediamo le cose non come sonorealmente". Il reale, paradossalmente, al di là del tremendopotere della parola, non è che un accordo, signori.

Sorpresa! Tutto quello che si crede a piè pari come fruttodei sensi e dell'apprendimento, può non esistere in questaforma al di là del proprio assoggettamento particolare dellasua descrizione delle cose; questo sì, consensuataripetutamente dalla stessa considerazione di quello che lacircondò nel processo di apprendimento, integrata con lasua particolare natura, incrociata col suo destino, le sueesigenze evolutive, le sue opportunità di trasformazione,l'energia che l'avvolge in ogni momento e che staattraversando la su strada, in virtù degli altri con i quali sirelaziona o si relazionò e degli ambienti che attraversa finoal momento di ogni qui e ora.

Questa vi sembra una formula complicata? Allorasappiate, anche così, è incompleta!

Chi ha detto che comprendere è facile?All'opposto, com'è semplice e lineare la piana descrizione

della realtà unica, univoca e rocciosa del nostro paradigmaattuale. Però anche questa si sta rosicchiando i bordi! Esecondo recenti esperimenti quantici, anche il centro!

Il paradigma dominante del pianeta, la Scienza e il suometodo, sta raggiungendo il suo livello di incompetenza;cioè, attraverso se stessa, sta mettendo in discussione labase dei propri schemi descrittivi della realtà.

Questa non è una novità; persino dentro il suo stessodiscorso e metodo, l'Universo Newtoniano fu distrutto daEinstein ed il povero Einstein ora, sta per essere fagocitatodalle sue stesse contraddizioni. Dio non gioca ai dadi ... ma,inoltre, se lo fa? Mi spiego, (se è possibile), e credetemi chemi dispiace, dato che questo tema richiede ingegni più

solidi dei miei e un mezzo forse più adeguato per "entrare inquesti giardini”. In altre parole, come il solito, il foro nelquale mi esprimo apparentemente non è il più adeguato perquesto tema, o si? Ma, cosa posso farci se la vita mi hacollocato su questo (e non su un altro) pulpito?

L'esperimento di intreccio quantico del Dr. Blake T. Dotta,della Laurentian University del Canada, _sembra dimostrarel'esistenza di una specie di computer centrale, un “campocomune”, dove vengono memorizzate le informazioniprovenienti dall'attività delle particelle elementari. Il Dr.Gaona, collaboratore di questo esperimento, afferma chequesto "luogo comune" è uno "spazio", al quale non solo leparticelle ricorrono per "conservare" le loro informazioni, maanche la coscienza. (Stiamo parlando del registroAkashico?)

L'esperimento in se stesso consistè nel creare duesituazioni quanticamente identiche ma separate da diversichilometri. In esso due sostanze innocue tra loro, ma cherispondono con la luce alla presenza di un terzo elementoreagente, furono attivate contemporaneamente, ma da unsolo lato dello spazio. Collocando il reagente su un lato,l'altro emise luce simultaneamente e senza la presenza dellostesso.

Le conseguenze di questo esperimento sono straordinariee andrebbero ad aprire la porta per la conferma diconoscenze che popoli antichi svilupparono già nel lorostudio sull'invisibile. Spiegherebbe anche scientificamentequello che conosciamo volgarmente come telepatia, e apreun campo di studio su concetti come le galleriegravitazionali (wormhole), o la comunicazioneinterdimensionale. Anche sotto il peso di questa rocciosaimposizione su ciò che è reale o meno, tutti abbiamo sentitoo sperimentato storie straordinarie di sincronicità nellanostra vita o quella degli altri. Si ha intenzione di chiamarequalcuno e lui ci chiama ... una madre che sa che qualcosanon va bene con il suo bambino proprio nel momento in cuilui ha un incidente ... un gemello che ha la certezza che suofratello sta per morire ... un figlio vede l'immagine di suamadre a 10.000 chilometri passare attraverso la porta dellasua stanza proprio nel momento in cui lei muore ... ecc ...

Come in altri momenti della storia, si stanno producendodiverse scoperte intrecciate e praticamente sincroniche.Sembra come se la consapevolezza stessa del gruppoumano si espandesse contemporaneamente e toccassepunti specifici del comprendere. Non da molto abbiamopotuto leggere sulla rivista Nature la pubblicazione del primoteletrasporto quantico conseguito dall'equipe del professoreNicolás Gisin, dell'Università di Ginevra. Per incredibile chesembri è la prima volta nella storia che si è prodotto ilteletrasporto di un fotone a lunga distanza. Tutto quello cheera considerato come pura fantascienza solo alcuni anni fa,ora sta succedendo.

La cosa curiosa è che gli studiosi di conoscenzeermetiche, spirituali od occultiste, avevano affermato tuttociò da secoli. Considerati eretici, demoniaci, stregoniignoranti, pazzi ed ogni tipo di qualifiche negative, risultache non solo avevano ragione, ma spiegavano, alla loromaniera, ma in modo inequivocabile, quello che la scienzasolo ora inizia a scorgere.

"L'unico vero realista è il visionario "Federico Fellini

Traduzione: Chiara Bertelli

"La realtà non è altro che la capacità chehanno i nostri sensi di ingannarsi"

Albert Einstein

L’"Odio la realtà, ma è l'unico posto dove si

può mangiare una buona bistecca"Woody Allen

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Il visibile è solo una categoria della realtà. La realtà è un accordo,tuttavia altre realtà coesistenti si incrociano ed urtano continuamente conla nostra. Nel mio ultimo libro “Sulla soglia dell'invisibile" - Losciamanismo giapponese della cultura Shizen”, metto il lettore davantialla porta d'entrata della conoscenza dell'invisibile della cultura Shizen,una cultura antica che approfondì lo studio di questi misteri in un modostraordinario.

La barriera tra il fisico e il metafisico si sta screpolando. L'avventuradella coscienza umana vive un nuovo risveglio. Oggi che la scienza aprequeste porte, è il momento di riconsiderare ed ascoltare con nuoveorecchie e vedere con nuovi occhi, in che modo popoli come gli Shizen,ebbero il coraggio morale, l'audacia e l'infinito valore di navigare in queiprocellosi mari, per trasmetterci una mappa dell'invisibile tantodettagliata quanto pratica. Il mio libro è una piccola, infima, testimonianzadell'immensa saggezza nascosta che essi mantennero e che io continuoa studiare.

Mandare un fotone nello spazio tempo è solo un piccolo passo; gliantichi sciamani andavano loro stessi in altri piani dimensionali o liportavano qui a loro piacimento, saltavano tra i mondi, come unbambino salta la corda, toccavano forze di alta tensione,senza che queste forze toccassero loro, parlavano coidestini, negoziavano con forze immense, o elevavanopersone ai limiti della vita morte. Le imprese ed ilpotere di questi sacerdoti Shizen furonoleggendarie.

Rotti i limiti concettuali anche i più asinipotranno permettersi di concepire edeventualmente tentare, il salto quantico delpossibile e dell'impossibile. Alice attraversò lospecchio, ma tutti possiamo farlo, perché statra le nostre competenze e potenzialitàriuscire a farlo. Siamo esseri spirituali chestanno vivendo un'esistenza materiale e nonil contrario. Ottenere la conoscenza ed ilpotere di fare tali salti, è farina di un altrosacco, perché in questo tema, come intanti altri, nessuno regala niente. Le stradespirituali autentiche generano sempre lenecessarie trasformazioni nella nostrastruttura e funzione energetica,condizionando così le nostre bolle di energiae tensione per questo salto tra i mondi. Lavecchia realtà si diluisce in un mare di multiplerealtà; l'Universo piano si confonde conl'Universo di multiple dimensioni; il tempo comeconcetto lineare non si sottomette alla relativitàUniversale; il mondo, la nostra realtà rocciosa eunivoca si sgretola. Che grande avventura amici! Ètempo di imparare a guardare e vedere con nuovi occhi.

Alfredo Tucci es Director Gerente de BUDO INTERNATIONAL PUBLISHING CO.e-mail: [email protected]

https://www.facebook.com/alfredo.tucci.5

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TOYAMA-RYU BATTO-JUTSU, LA SCHERMA DELL'ESERCITO IMPERIALEGIAPPONESE

L'oscurità avvolge l'avanzata nelletenebre. Movimenti lenti e silenziosifino ad arrivare a un centinaio di metridal nemico. Soltanto i respiri affannosiagitano i petti di coloro che sanno chemolto probabilmente sarà l'ultima albache vedranno. Poi l'attesa, mentrel'umida brezza marina insieme alsudore prodotto dalla tensione e losforzo ammolla i corpi infradiciando ivestiti. Nel chiarore traspaiono le figureappostate di fronte, si sentono leconversazioni e i rumoridell'accampamento che si sveglia. Dicolpo tutto è in movimento. Un rumoreassordante e centinaia di gole laceratedalle grida. La morte si imposessa delcampo e la battaglia ha inizio. Lui simette in piedi con la spada in mano eurlando dà ordini cominciando acorrere. E' giovane. I corpi cercano ilcontatto. Alcuni cadono per poi nonrialzarsi. Altri inciampano, ansimano,strisciano. Con gli occhi fuori dalleorbite, i polmoni sul punto diesplodere, senza smettere di correre inmaniera disperata, accorciano ledistanze senza fermare le loro grida. Iprimi arrivano al loro obbiettivo. A duemani, a destra e sinistra, il giovanearmato di sciabola curva, infilza e tagliain un agglomerato di membra e armi. Ilsangue scorre e la spada svolge il suofreddo compito senza pietà dallebraccia di chi la brandisce...

Questa sequenza potrebbesembrare estratta da una delle tantebattaglia che imperversarono nelGiappone feudale, ma tuttaviaavvenne a Saipan, il 7 Luglio del1945, ovvero alle battute f inalidell'ultimo conflitto mondiale, a metàdello scorso XX secolo e il giovaneufficiale non era altri che il Capitanodell'Esercito Imperiale Giapponese,Sakae Oba (1).

Questo è uno dei migliaia di esempiin cui uomini di un tempo appenapassato, si trovarono a fronteggiare lemoderne armi da fuoco conanacronistiche spade.

E che tipo di tecniche utilizzavano?Dove impararono ad usare lemoderne sciabole copiate dalle loroantiche ed efficaci katane?

A questo e ad altri interrogativisperiamo di poter dare una adeguatarisposta attraverso questo articolo,riscattando dalla memoria uno stile dicombattimento che può essere una

svolta verso un modo diverso di vederele autentiche arti disciplinari delGiappone; il Toyama - Ryu Batto Jutsu.

(1) 11 Febbraio del 2011, il film “Oba,the last Samurai” (Battle of Pacific)debutta nei cinema rappresentando lebattaglie di Oba e del suo gruppo aSaipan, così come l'implacabilepersecuzione da parte dei marines. E'stato prodotto dalla Toho Pictures, conla regia di Hideyuki Hirayama e conproduzione in Giappone, Stati Uniti eThailandia. Il film è interpretato daYutaka Takeonuchi nel ruolo delcapitano Sakae Oba.

La Rikugun Toyama-Gakko, il luogo di origine dellostile Toyama-Ryu

Nel sesto anno dell'era Meiji (1873),tra i resti di quello che era stato ilvillaggio del clan Owari, ebbe le sueorigini la Rikugun Toyama Gakko(Accademia Militare Toyama),nell'odierno quartiere di Shinjuku aTokyo fino al 1937 quando si trasferì a40 km a sudovest, vicino alla città diZama, prefettura di Kanagawa. Altermine della IIª Guerra Mondialel'Accademia Toyama si trasformò inCamp Zama, distaccamentodell'esercito degli Stati Uniti nelGiappone occupato. La scuola avevadiverse specializzazioni per formare icomandanti dell'esercito e questeerano: Pratiche di tiro, preparazionefisica, difesa personale e maneggiodella spada. La finalità dell'AccademiaMilitare Toyama dalla sua fondazionenel 1873 era che l'esercito ImperialeGiapponese raggiungesse lo stessolivello di quelli occidentali nel minortempo possibile. Per quello, venneroinvitati ufficiali dell'esercito franceseche fornirono l'adeguata formazionemilitare unificata per gli ufficialigiapponesi che sarebbero stati a capodi ciascun reggimento per poispandere le conoscenze acquisite inmodo che lo scopo di aggiornare eunificare i criteri in tutto l'esercitofosse raggiunto.

Gunto Soho - La Scherma Militare

La maggior parte dei programmi dieducazione fisica per la guerra degliufficiali della Fanteria dell'EsercitoImperiale Giapponese (IJA) vennerocreati nel dipartimento di allenamentofisico dell'Accademia Mil itare diToyama. In principio, la tecnica dilotta corpo a corpo (Hakuei)

insegnata nell'accademia, era basatanello stile militare francese, con ilcombattente di spada che usava unasciabola impugnata di solito con unasola mano. Tuttavia, con la guerra delGiappone con la Cina (1984-95) e conla Russia (1904-1905), l'affidabilitàdella spada giapponese, la katana, funuovamente valorizzata e fu tenutoconto anche del suo aspettospirituale, insieme all'antica attrazionepsicologica che esercitava nel popolonipponico. Vittorioso in questeguerre, l 'Esercito ImperialeGiapponese si evolse al punto damettersi sullo stesso livello delle altrepotenze mondiali e durante questoperiodo, lo sti le di impugnare lasciabola cambiò da una a due mani.In questo contesto, durante l'epocaTaisho, l'Accademia Militare Toyamacominciò a ricercare una schermagiapponese più tradizionale e asviluppare una spada mil itaretotalmente giapponese da poteressere introdotta nell'esercito. Perquello vennero invitati Maestritradizionali di combattimento con laspada (katana). Precisamente nelcampo del maneggio della spada,furono riuniti i maestri di ciascunascuola - stili di Iaijutsu, Kenjutsu - performare un nuovo stile che più avantiverrà denominato Toyama-Ryu.

L'Accademia Toyama aveva seigrandi dojo per la pratica del Kendo euno per i l Jukenjutsu, la praticadell'uso della baionetta.

Tutti i dojo avevano una superficiedi 60mt. di lunghezza per 12 dilarghezza.

Nell'anno 4 dell'era taisho (1920 -1921), furono avviate le ricerche permigliorare la capacità di attacco neicombattimenti corpo a corpo el'insegnamento del maneggio dellaspada corta o Tankenjutsu (wakizashie baionetta).

Tra coloro che svilupparono letecniche di spada corta, venneroselezionati i migliori per raffinare letecniche di Ryote Gunto Jutsu(maneggio a due mani del Gunto).

Nell'anno 13 dell'era Taisho (1925),con l' inaugurazione del dojoprincipale del collegio mil itareToyama, vennero messi in praticadegli insegnamenti per forniretecniche e strategie per il loro utilizzonel combattimento in guerriglia, a tuttii soldati che portavano il Gunto.

Già nell'anno 14 dell'era Taisho(1926) venne usato come nome dellostile, Toyama Ryu Iai Jutsu.

Nel 1925 Morinaga Kiyoshi, che eraprimo tenente e direttore del Kenjutsu

Arte GiapponeseTesto: Sergio Hernández BeltránFoto: © www.budointernational.com

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Reportage

Kankyu Kai (Comitato di investigazione sulla tecnicacon la spada dell'Accademia Toyama), fu incaricato dicollaborare nella creazione di un sistema praticonell'uso della spada giapponese nei campi di battagliamoderni, al fine di incorporarlo nei programmi di studiodell'accademia. L'idea era di utilizzare le tecniche piùefficienti degli stili classici di Iaido, Iaijutsu e Kenjutsu.

In nome dell'esercito giapponiese, entrò in contatto coni Maestri Zenya Kunii (Kashima Shin-Ryu) e NakayamaHakudo, quest'ultimo celebre per essere un importanteMaestro dello stile Muso Jikiden Eishin Ryu Iaido e peressere il fondatore del Muso Shinden Ryu. Fu richiesto ilsuo aiuto nella compilazione di un sistema di tecniche dispada che si potevano utilizzare sul campo di battaglia.

Il secondo passo nella creazione di questo stile militarefu analizzare i rapporti degli esperti nelle grandi battagliedella storia recente del Giappone. La conclusione a cuiarrivarono basandosi sulle ferite e sui morti della battagliadi Satsuma nel 1877, era che il taglio più comune edefficace era quello denominato “Kesa Giri”, un tagliorealizzato diagonalmente verso il basso, che era la causaprincipale di quasi tutte le ferite fatali.

La conclusione su tutto ciò fu che la base tecnica delnuovo stile sarebbe stata il “Kesa giri”.

Il risultato del lavoro della Kenjutsu Kenkyu Kai e diSensei Nakayama fu un nuovo stile che nacque nel 1925 eche all' inizio venne chiamato Gunto no Soho, checonsisteva in cinque Kata in tachi-waza, ovvero, sequenzedi movimenti per la guerra moderna partendo da unaposizione eretta, andando in avanti, a destra, a sinistra eindietro, ideate in modo simile al moderno Iai-do, creatodallo stesso Maestro Nakayama, aggiungendoci i ltameshigiri (prova di tecnica di taglio). Per questo compitosi usavano i “makiwara”, che erano dei rotoli di paglia diriso che si immergevano in acqua perchè diventasserosolidi e umidi e avessero la consistenza del corpo umano.

Tuttavia, questi Kata furono praticati soltantonell'Accademia e non in tutto il resto dell'esercito. Nel1934, l'Esercito Imperiale Giapponese cambiòufficialmente la sua spada similare alla sciabolaoccidentale, con un'altra di stile nipponico tradizionale,denominata la spada militare Gunto modello 94, creandocosì il Gunto no Soho, primo stile giapponese con spadamilitare simile alla katana.

A Sowa 15 (1940), il Gunto no Soho venne ridefinito e laragione di questa riforma fu la sua scarsa utilità durante laguerra in Manciuria tra Cina e Giappone. Il SenseiMorinaga si adoperò in diverse occasioni compiendo ilsuo dovere di istruttore all'Accademia Militare di Toyama(Rikugun Toyama Gakko), con i gradi di tenente (RikugunChui), Capitano (Rikugun Taii) e Comandante (RikugunShosa). Più tardi, dal 1939 fino al 1945, in qualità diTenente Colonnello (Rikugun Chusa) Morinaga Kiyoshi funominato direttore dell'Accademia Toyama. Come tale, furesponsabile di ampliare a sette il programma di studio delIai partendo dai cinque kata stabiliti. Questo fu possiblesopprimendo la versione del 1925 della forma numerocinque e inserendo una nuova forma “cinque” insieme adaltre due, la “sei” e la “sette”. I precursori di suddettocambiamento nel 1940, furono Seiji Mochida e GoroSaimura. Commissionati come maestri di Kendodall'Accademia, adottarono ufficialmentesette kata nel Tachi-waza. Questi katavennero inclusi in un capitololsupplementare del Kaiko-Sha(un'organizzazione sociale degli ufficialidell'esercito), con il titolo “Manuale di

Novembre del 1940, Le Tecniche e il Tameshigiri con ilGunto”(spada militare). I manuali vennero distribuiti a tuttigli ufficiali dell'esercito, facendo si che il Gunto no Sohosviluppasse nell'Accademia Militare Toyama, fosseconosciuto nella sua totalità dall'Esercito ImperialeGiapponese.

Nel Gennaio del 1942, Hasakazu Tanaka dell'AccademiaMilitare Toyama, creò un compendio che fu pubblicatodenominato “Manuale di allenamento intensivo con ilGunto - Uccidere con un colpo solo - “(Tankisokuseikyoiku gunto kunren - [ichigeki hissatsu]).

L'obbiettivo primario di questo addestramento intensivoera di insegnare il maneggio dei Gunto alle persone senzala conoscenza del “Kenjutsu”.

Nel combattimento reale si focalizzavain tre tecniche:

1°, Ryote shomen giri (taglio verticale frontale a duemani).

2°, Ryote shitotsu (stoccata con due mani)3°, Hidari kesagiri (taglio diagonale sinistro)Nel marzo del 1044, i l “Manuale di al lenamento

intensivo con il Gunto - uccidere con un colpo solo”, furielaborato e riedito come Gunto no Soho n°1” e l'originaleGunto no Soho come “Gunto no Soho n°2” e l'AccademiaMilitare Toyama combinò entrambi con alcune correzioni el i pubblicò come “Gunto no Soho e Tameshigiridell'Associazione Kokubo Budo”.

Ci furono tre fasi dell'evoluzione e dellosviluppo del Gunto Jutsu.

1°- Fino all'anno 4 dell'era Taisho (1916) definizione esviluppo delle tecniche di Gunto Jutsu in generale(Kenjutsu)

2° - Nell'anno 14 dell'era Taisho (1925), sviluppo del“Batto Jutsu”, sguainare, inguainare e tagliare con iGunto, oltre ai cinque Kata (forme) facili da apprendere.

3° - Corrisponde al periodo fino alla chiusura dellascuola militare Toyama, si focalizzarono nel “Tameshigiri”(prove di taglio), punti da tener presente come etichetta evennero stabiliti sette kata (forme) che furono la base diciò che oggi si conosce come Toyama Ryu Iaido.

Per evidenziare nel dettaglio l'efficacia pratica delletecniche di spada della scuola Toyama, basta fareriferimento a una pubblicazione americana chiamata “TheJap Soldier”, uscita nel 1943, nella quale si spiegava e siconsigliava gli ufficiali dell'esercito degli Stati Uniti, che sitrovavano di fronte a uno scontro con ufficiali nemici sulcampo di battaglia. Al suo interno si diceva: “Gli ufficialigiapponesi portano ancora con se delle antiche spade. Livedrete guidare le truppe agitando le loro spade, come sivede nei vecchi film. Sparategli prima possibile, perchèquelle spade possono affettare un uomo dal collo fino aifianchi con un solo e pulito taglio verticale”. La citazione a

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“Toyama-Ryu Batto-Jutsu.

Lo stile con la spadadell'EsercitoGiapponese”

“Nel 1934, l'Esercito Imperiale Giapponese

cambiò ufficialmente la suaspada similare

alla sciabola occidentale, con un'altra di stilenipponico tradizionale,

denominata laspada militare

Gunto”

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proposito della perizia con la spadada parte degli ufficiali giapponesi, eraprobabilmente basata sutesimonianze dirette, provenienti daicampi di battaglia e dalle informazionitrasmesse ai responsabili dellacreazione dei nuovi manuali diaddestramento. Può anche proveniredai successi ottenuti dalla “NanpoHeidan Yamashita Kirikomitai” o“Southern Yamashita Army GroupAssault Force” (Gruppo Yamashita diAssalto dell'Esercito del Sud) chevenne destinato in Manciuria durantela guerra trascorsa. Questo gruppo dielite entrò in combattimento armatosolo di spade contro la fanteria dotatadi moderne armi e nonostante le suescarse possibilità, riuscì a causareseveri danni fisici e psicologici alnemico.

Uno degli istruttori di questo gruppodiceva che, una volta che erano a circa90 piedi dalle linee nemiche e quandoil fuoco delle armi leggere diretto con-

tro di loro erapiù impreciso, ilvantaggio sem-brava passaredi colpo a lorofavore. Quandoil nemico vedeva gli esperti spadacciniche gli balzavano addosso, determina-ti nell'obbiettivo di raggiungere le loroposizioni nonostante la scarsa proba-bilità di successo che avevano, questisi demoralizzavano e piombavano nelcaos e nel disordine, permettendo cosìche il gruppo di attacco chiudesse ladistanza rapidamente, senza grandidifficoltà. Nel combattimento ravvici-nato, il vantaggio dello spadaccinoaddestrato travolgeva drammatica-mente coloro che lo provavano sullapropria pelle.

Le caratteristiche più rimarcabilidello stile Toyama Ryu erano esono ancora oggi:

- Facile apprendimento, in modoche qualsiasi persona senza una

previa conoscenza lo puòpadroneggiare

- Tecniche efficaci e realistiche, sipraticavano e si praticano soltantotecniche che sono reali.

- Essendo uno sti le per i lcombattimento “REALE” e lo è peressere sviluppato sul campo dibattaglia, si praticano solo tecnicheda posizione eretta.

Ma forse la caratteristica piùdefinita è quello che viene chiamato“Ichi geki hisatsu” (uccidere con uncolpo solo).

Le tecniche subirono cambiamenticontinui, dal momento che dalleesperienze nei combattimenti reali sisono andati modificando i puntideboli.

Reportage

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Ci sono stati anche cambiamenti nel nome dello stile:“Toyama-Ryu Batto -Jutsu”, “Toyama Ryu Iai-Do, o“Batto-Do”.

Storia della Zen Nihon Toyamaryu Renmei

La Zen Nihon Toyamaryu Renmei si dedica ad attivitàper la promozione estesa delle arti marziali e della caulturagiapponese in particolare, attraverso l'apprendimento el'allenamento nello stile Toyama-Ryu Iai-Do, non soltantoin Giappone ma anche all'estero. Insieme a queste attività,l'organizzazione prevede scambi internazionali con glistudenti di arti marziali giapponesi d'oltreoceano, di paesicome USA, Cina, Hong Kong, Taiwan, Spagna, Venezuelae Andorra.

Il Toyama-Ryu Iai-Do si basa sul Gunto Soho, unmetodo di scherma consolidato, migliorato e ufficilmenteadattato per la katana dall'Accademia Militare Toyamadell'Esercito Imperiale Giapponese. Dopo la SecondaGuerra Mondiale fu denominato “Toyama Ryu” e fuimpostato come una scuola di scherma tradizionalegiapponese di Iai-Do, in continua evoluzione e al giornod'oggi considerata una vera arte. Tutto il processo diimpostazione, consolidamento e miglioramento del Gunto

no Soho, è durato circa vent'anni, a partire dal periodoTaisho fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale,essendo stati tanti i maestri di spada di diverse scuolecoinvolti nel suo sviluppo nelle varie fasi, il Toyama Ryunon si può attribuire ad un unico fondatore. Il trattato dipace con il Giappone (Trattato di S.Francisco) vennefirmato nel 1951 e entrò in vigore nel 1952. Fu allora,quando il Giappone recuperò la sua indipendenza el'interdizione della pratica delle arti marziali fu tolta, cheMorinaga Kiyoshi, già direttore di scherma con spadanell'accademia Militare Toyama, Yamaguchi Yuuki,Nakamura Taizaburo e altri cominciarono a definire lascherma basata sul Gunto no Soho come “Toyama-Ryu” ecominciarono a diffonderla per tutto il paese.

L'attuale Zen Nihon Toyama-Ryu Iai-Do Renmei (ZNTIR)fu creata come “Toyama-Ryu Shinko-kai”, impostata daTokutomi Tasaburo e Nakamura Taizaburo, cheinsegnavano il Gunto Soho nell'esercito. Col passare deltempo la “Toyama-Ryu Shinko-kai” venne ribattezzatacome Zen Nihon Toyama-Ryu Iai-Do Renmei e un'altraorganizzazione, la Zen Nihon Batto-Do Renmei (ZNBR)venne creata al fine di includere altre scuole dell'arte delBatto-Do, essendo queste due federazioni come dueruote della stessa macchina. Nel 2001, la Zen NihonBatto-Do Renmei e la Zen Nihon Toyama-Ryu Iai.Do

Renmei si separarono. Mentre la ZenNihon Batto-Do Renmei èun'organizazione che comprende variescuole di Iai-Do, la Zen NihonToyama-Ryu Iai-Do Renmei èun'organizzazione indipendente,sebbene sia membro della federazioneprecedente e con attività indipendenti.

L'Assicozione Toyama-RyuEspaña (Zen Nihon Toyama-RyuIaido Renmei - Spain Branch)

Grazie all'inquietudine del SenseiSergio Hernandez Beltran, conosciutopraticante e ricercatore del Karate e delKobudo di Okinawa, così comepraticante di Iaido dal 1983, inizia ladiffusione dello stile in Spagna nel 2007.

A partire dal primo corso tenuto aMadrid sotto la direzione tecnica diSensei Robert Steele dagli USA econvinto che lo stile Toyama-RyuBatto-Jutsu soddisfava le propriecrescenti necessità, Sergio Hernandez

decise di farlo conoscere in giro, in manieraindipendente ma complementare alla pratica delSeitei Iaido proveniente dalla Zen Nippon KendoRenmei. Sfruttando le infrastrutture e l'amicizia dialtre organizzazioni di karate e kobudo, comincianouna serie di allenamenti per espandere lo stile.Conalcuni articoli pubblicati dalla stampa specializzata,nel luglio del 2008 viene alla luce la AssociazioneToyama-Ryu Spagna, con numero di registrazione14251 del Consell Català del Esport e un anno dopo,nel maggio 2009, viene invitato Sensei Bob Elder daOrlando, Florida (USA), questi a sua volta Maestrodel primo esponente nel nostro paese, RobertSteele. Questo passo è indispensabile per

Arte Giapponese

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Reportage

“La maggior parte deiprogrammi di educazionefisica per la guerra degliufficiali della Fanteriadell'Esercito Imperiale

Giapponese (IJA) vennerocreati nel dipartimento di

allenamento fisicodell'AccademiaMilitare di

Toyama”

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formalizzare le relazioni con il MaestroMitsuo Hataya, che è il presidentedella Zen Nihon Toyama-Ryu IaidoRenmei, conferma e accettazione chesi produrrà il seguente anno, con lavisita in Spagna del maestro Hataya,nele mese di maggio del 2010.

Nei dua anni successivi, l'attività siè vista raddoppiare sostanzialmente,essendo il 2011 l'anno dell'accetta-zione ufficiale come organizzazioneresponsabile in Spagna della ZenNihon Toyama-Ryu Iaido Renmei(ZNTIR), l'Associazione Toyama RyuSpagna (ATE) attraverso il RyubukanDojo che è diretto da Sensei SergioHernandez e questo venne nominato“Spain Branch-Director” (Direttoredella Filiale in Spagna della ZNTIR).

Quello stesso anno viene invitato dinuovo, a febbraio, Sensei Bob Elder,stavolta nel Principato di Andorra.Alla fine di quell'evento, Sensei Elderha concesso a Sergio Hernandez ilgrado di Shodan del ramo americanodi Toyama Ryu, diventando il primo araggiungere tale livello nel nostropaese.

Una equipe di tre componenti, checontava nella presenza di CristobalGea Sensei e Segretario della ATE, hafatto rotta verso la costa est degli StatiUniti, con lo scopo di partecipare perla prima volta al Orlando Taikai 2011,ottenendo un primo posto nel BattoKata nella persona di Sensei SergioHernandez, fatto che ha collocatol'organizzazione della Spagnaall'interno del contesto mondiale.

Un mese più tardi, nel Luglio 2011,Sensei Hataya Mitsuo, PresidenteZNTIR e Sensei Masaharu Mukai,Vicepresidente ZNTIR, si recano dinuovo in Spagna.

Ma in un freddo febbraio del 2012,dopo una intensa settimana diallenamento personale all'HonbuDojo della ZNTIR a Machida, Tokyo,l'allora responsabile della diffusionedello sti le per la Spagna e i lPrincipato di Andorra, Sensei SergioHernandez, ottiene tramite un severoesame il livello di Shodan (1°Dan) perla Zen Nihon Toyama-Ryu IaidoRenmei, diventando il primo spagnoloYudansha nello stile Toyama-Ryu inseno alla ZNTIR.

Sempre nel 2012 e per la secondavolta, vengono invitati i MaestriMitsuo Hataya e Masaharu Mukai,portando a termine un seminariosenza eguali nel Principato diAndorra.

Sono due gli ult imi fatti chedecretano la maggiore etàdell'Associazione Toyama Ryu

Spagna e la rendono un punto diriferimento internazionale: uno è ilviaggio in Venezuela del suoPresidente e Direttore Tecnico SenseiSergio Hernandez e del suosegretario Sensei Cristobal Gea,invitati da Sensei PasqualinoSbraccia, che si occupa di divulgarelo stile in quel paese, per dirigere dueseminari, e con ciò includere sotto latutela della ZNTIR il suo nascentegruppo in Venezuela.

E il secondo che ha avuto luogo, èstato nel mese di ottobre del 2012,nel quale si pubblica il libro “Toyama-Ryu Batto-Jutsu. Lo sti le con laspada dell'Esercito Giapponese”, ilcui prologo è a cura del MaestroHataya. Il suo autore non potevaessere altri che Sergio Hernandez.

Gli obbiettivi dell'AssociazioneToyama-Ryu Spagna, sono lo studioe la diffusione del Iaido/Iai-Jutsu(Battodo/Battojutsu) in generale e inmodo particolare la diffusione dellalinea sviluppata in seno alla ZenNihon Toyama Ryu Iaido Renmei,presieduta dal Sensei Hataya Mitsuo,basata sullo sti le Toyama-Ryu,incidendo sui concetti distintivitrasmessi tradizionalmente dalle sueorigini e garantendo il mantenimentodella sua purezza e autenticità.

Con l'animo di raggiungere talitraguardi, l'Associazione opera per laformazione e la promozione del suocollettivo docente in particolare e ditutti i suoi affiliati in generale, conl'organizzazione degli atti contemplatinel suo Calendario Annuale delleAttività, così come qualsiasi altroevento o servizio complementarepertinente, a beneficio dei suoiaffiliati.

Tutti i membri hanno il diritto e ildovere di essere affiliati e registratiall'interno della Zen Nihon Toyama-Ryu Iaido Renmei, con i benefici, ivantaggi e gli obblighi che ciòcomporta.

L'Associazione accredita con lacertificazione organizzativa i suoi“Responsabili di Dojo” e con essa ilriconoscimento dei Dojo che questidirigono come Dojo-Cho attraverso laZen Nihon-Ryu Iaido Renmei.

Masaharu Mukai- 7º Dan Kyoshi - Zen Nihon

Toyama-Ryu Iaido Renmei- 7º Dan Kyoshi - Zen Nihon Batto

Do Renmei- 4º Dan - Zen Nihon Kodachi

Goshindo Renmei- 2º Dan - Kendo

Masaharu Mukai Sensei è nato il 1Gennaio del 1949 nella prefettura diOkayama (Ovest del Giappone, unodei luoghi più famosi per l'originedella spada giapponese).

Dopo essersi laureato, è statoagente di polizia nella prefettura diKanagawa, specializzandosi nellaRegolazione del Traffivo, Problemiderivati dal Traffico e assessoratodegli Ufficiali di Polizia. Dopo avercompiuto il suo dovere per 36 anni, èandato in pensione nel 2009 comeSoprintendente di Polizia. Dopo averlasciato l'Ufficio della Polizia dellaPrefettura di Kanagawa, ha lavoratodue anni come Consulente nella cittàdi Sagamihara.

Sposato con Yoshiko e ha due figlie quattro nipoti (due bimbi e duebimbe). Il Maestro Mukai praticòKendo per molti anni nella Scuola diPolizia, arrivando al 2°Dan. Un giornoconobbe Sensei Yoshitoki (Mitsuo)Hataya, attuale Presidente della ZenToyama-Ryu Iaido Renmei, unendosial suo dojo a Machida e al suo grupoSeizankai nel 1985. Per lui fu unarivelazione, poichè quello che andavacercando da tempo era la praticareale con una spada giapponese egrazie a Sensei Hataya la trovò.

La ZNTIR è al correntedell'esistenza dell'interesse di moltepersone nel mondo che sono attrattedalla pratica del taglio realistico conun Nihon-To (Spada giapponese),soprattutto tra i praticanti di Kendo eIaido. Personalmente, Sensei Mukai èmolto interessato a diffondere i lToyama-Ryu e il suo spirito tra quellepersone che desiderano apprendereun maneggio verace della spadagiapponese. Tant'è che è statonominato da Sensei Hataya comemassimo responsabile in Europa perla diffusione dello stile.

Il suo obbiettivo principale è trovareistruttori che prendano in mano ladivulgazione e l'espansione dello stilenelle loro regioni e paesi, in modo taleda poterli istruire e supportare dandoloro l'opportunità di far conoscerecorrettamente il Toyama-Ryu e ilBatto-Do a livello mondiale.

Con l'appoggio dell'AssociazioneToyama-Ryu Spagna, confida di poterutilizzare la sua struttura e i suoicomponenti come base per ladiffusione del Toyama Ryu in Europa.

Il Maestro Mukai ha anche praticatoil Takeda Ryu Yabusame dal 1995 al2000. Attualmente è Vicepresidente eDirettore Generale della Zen NihonToyama Ryu Iaido Renmei, così comeil suo Direttore Tecnico.

Arte Giapponese

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Sito della Zen Nihon Toyama-Ryu Iaido Renmeihttp://toyamaryuiaido.jp/index_en.html

Blog dell'Associazione Toyama-Ryu Españahttp://zntirate.wordpress.com/

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Arte Giapponese

PARTECIPANTI AL DVDTOYAMA-RYU BATTO-JUTSU

Masaharu MukaiVicepresidente e Direttore Generale della Zen Nihon Toyama-Ryu Iaido Renmei

Sergio Hernández Beltrán Presidente Associazione Toyama-Ryu EspañaSpain Branch Director Zen Nihon Toyama-Ryu Iai-Do Renmei Responsabile del RYUBUKAN DOJO C/ Barri, 7 LA PARROQUIA D'HORTÓ, 25714 -(LERIDA)[email protected]

Cristóbal Gea Gea Segretario Associazione Toyama-Ryu España Responsabile del YOSHIKAN DOJOC/ San Salvador 9, bajos. RIPOLLET, 08291. (BARCELONA)[email protected]

Victor Herrero Perez Relazioni InternazionaliAssociazioneToyama-Ryu EspañaResponsabile del KEN-ZEN DOJOC/ Berenguer, 3 . SANTA MARGARIDA I ELS MONJOS(BARCELONA)[email protected]

José Miranda Mateo Direttore Aggiunto AssociazioneToyama-Ryu España TADAIMA DOJO Indirizzo: Juli Garreta, 18 17600 FIGUERES (GERONA)[email protected]

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Cintura Nera.: Vorrei cominciarechiedendole dell'evento che sta peravere luogo qui nella sede di Genovadella sua scuola, di cosa si tratta?

GM Paolo Cangelosi: Oggi faremouno stage che tratterà due argomenti, laShuai Jiao e il Jiao Li, l'arte della lottacinese in piedi e a terra che noicoltiviamo collegandola agli sti l itradizionali e che portiamo avanti neinostri corsi di “Combat Freestyle”. E' unsettore dedicato alle tecniche del corpo acorpo e anche di scherma.

C.N.: Quindi è un sistemadecisamente completo…

GM P.C.: Si. Ho codificato negli anniun sistema chiamato W.M.A., WarriorMartial Art, creando un metodo cheunisce le principali tecniche degli stili

tradizionali cinesi, giapponesi ethailandesi in un mix adatto alcombattimento. Questo settore vienesviluppato in tutte le nostre scuole eprevede un'eventuale evoluzioneagonistica.

C.N.: Dunque è previsto uno sboccocompetitivo del sistema W.M.A.?

GM P.C.: E' chiaro. E' stato creato unregolamento per renderlo praticabile alivello sportivo e lo abbiamo diviso in trecategorie: amatoriale, semiprofessionalee professionale. E' previsto l'uso di tuttele tecniche di scherma, pugni, calci,gomiti, ginocchia, il clinch e la lotta inpiedi con proiezioni, per finire con la lottaa terra in cui è consentito solo l'utilizzodelle tecniche della lotta stessa e lefinalizzazioni attraverso leve articolari e

strangolamenti. In base al livello degliatleti, il regolamento prevede il contattopieno o meno completo e il relativo usodelle protezioni.

C.N.: Ci sono già degli atleti nellasua scuola che si cimentano in questonuovo sistema da lei codificato?

CM P.C.: Certamente. Questo è unsistema di allenamento che esiste dasempre nella mia scuola, nei nostriprogrammi veniva definito come settoredella “tecnica generale”. Poi negli anni siè evoluto ed è stato perfezionato nel“Combat Freestyle”. In passato non eracontemplato l'aspetto agonistico, maveniva praticato solo come metodo diaddestramento al combattimento. Oggi,pur essendo ancora nella fase iniziale delpercorso, abbiamo già formato alcuni

Reduci dalla positiva esperienza del Festival dell'Oriente di Carrara e in occasione di unseminario che si è svolto nella sede centrale di Genova della sua associazione, noi di CIN-TURA NERA abbiamo avuto l'opportunità e il privilegio di scambiare due parole con un per-sonaggio che non ha bisogno di tante presentazioni. Infatti, è noto ai nostri lettori più assi-dui l'impagabile contributo dato dal Gran Master Paolo Cangelosi: oltre 15 anni di colla-borazione attraverso numerosi articoli e copertine, altrettanti video didattici dalla suaenorme conoscenza marziale e la partecipazione a innumerevoli manifestazioni e galà inter-nazionali promossi dalla Budo International.

Da più di 35 anni impegnato nella divulgazione delle arti marziali tradizionali cinesi, oggilo vediamo sempre più coinvolto nella realizzazione di innovativi programmi specifici per ladifesa personale e gli sport da combattimento.

Lo abbiamo voluto incontrare, a riguardo dei progetti che attualmente sta portandoavanti in settori che vantano un sempre maggior numero di seguaci e un costante incre-mento dell'interesse anche da parte dei mass-media in Italia e nel mondo.

Un intervista a tutto tondo che Gran Master Paolo Cangelosi ci ha concesso per porta-re i nostri lettori a conoscenza delle novità e per mandare un messaggio chiaro e tutt'al-tro che retorico alla comunità marziale riguardo quegli aspetti e valori che tutti, sia allie-vi che maestri, non dovrebbe mai perdere di vista: il rispetto e la gratitudine.

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atleti in grado di presentarsi sui ring acombattere. Stiamo iniziando apresentare i l sistema in variemanifestazioni come è successo direcente quando siamo stati invitati a ungalà a Torino, organizzato da AngeloBaglio, dove si sono svolti due matchcon i l nostro regolamento.Prossimamente, il 18 Gennaio, saremoqui a Genova a presentare di nuovo ilW.M.A. e poi andremo avanti a farlo perdivulgarlo il più possibile. Chi fosseinteressato a conoscere e praticare ilnostro sistema, può contattarci inqualsiasi momento.

C.N.: A proposito di regolamenti esport di contatto come si inserisce ilW.M.A. in questo contesto, specie neiconfronti di discipline come le MMAcosì in voga ai giorni nostri?

GM P.C.: Quello che ho voluto fare nonè soltanto una tipologia di combattimentoa contatto pieno, perché in giro c'è giàtanto di tutto questo. Ho voluto dare untocco più artistico alla tecnica, oltrechiaramente all'efficacia. Ma l'obbiettivoprincipale del “Combat FreestyleCangelosi” è quello di valorizzare latecnica perché non dobbiamodimenticare tutto il bagaglio che esistenelle arti marziali. Non voglio che si riducatutto a un calcio o a un pugno, madesidero che la gente mostri i l piùpossibile le tecniche delle arti marziali.Per questo nel sistema ho esclusol'utilizzo dei colpi a terra, perché a mioavviso sono una violenza gratuita piùdegna di una rissa di strada che dell'eticadi un'arte marziale che si rispetti. Ilregolamento è studiato anche perstimolare il praticante a manifestare tuttal'abilità tecnica e artistica di cui dispone enon a ridurla a una, due azioni o poco più.

C.N.: Parlando di abilità tecnica, nelrecente Festival dell'Oriente a Carraraabbiamo visto impegnato sul ring suofiglio Shan. Come si è comportato ilragazzo?

GM P.C.: Direi bene, considerandoche ha combattuto con le regole del K1.Provenendo dagli stili tradizionali di kungfu per specializzarsi in seguito nellaMuay Thay, questo genere diregolamento così restrittivo di solito lopenalizza molto. Il suo avversario eraben preparato ed esperto soprattutto nelK1, ma Shan è salito sul ring col suosolito coraggio pur essendo coscientedelle difficoltà che poteva incontrare. Siè comportato bene perché ha gestitol'avversario, ha avuto un po' più difiducia in se stesso e nei propri mezzivariando spesso le tecniche e ciò è unbene. Nel K1 ha ancora la tendenza aportare colpi isolati, dovrebbe esprimerepiù combinazioni nelle sue azioni diattacco e contrattacco. Ma il match èandato bene, ha vinto e adesso andremoavanti con altre esperienze sia nellaMuay Thay che nel SuperKombat.

(n.d.r.)http://www.youtube.com/watch?v=

O3ZZOdAM8hU

C.N.: Ecco, il fatto che fosseall'interno di un evento così rilevantesia a livello tecnico che mediaticocome il SuperKombat, valorizzaulteriormente il risultato che haottenuto?

GM P.C.: Assolutamente si. L'evento èstato organizzato molto bene dalla WTKAe su questo andremo avanti cercando difare sempre del nostro meglio.

C.N.: Tornando a parlare di ArtiMarziali e sport da combattimento,

come si collegano due mondi cosìaffini, ma allo stesso tempo cosìdifferenti?

GM P.C.: Attraverso le tecniche. Laparte tecnica, l'uso delle braccia e dellegambe, è molto simile sia nelle artimarziali cinesi o giapponesi che neglisport da ring, con la differenza che imovimenti vengono scremati dallecoreografie stilizzate e si eliminano quelliche sono i colpi letali e pericolosiadattandoli con le protezioni,mantenendone però riconoscibile la loromatrice che può venire dal Karate, dalKung Fu, dal Jiu Jitsu, ecc. Questo è ciòche li accomuna maggiormente.

C.N.: Allora esiste un importante filoconduttore…Ma c'è anche qualcosache va aldilà del semplice gestotecnico?

GM P.C.: Naturalmente si. Ci sono ivalori che contornano le Arti Marziali e glisport da combattimento. Quello che noidiciamo sempre è che il rispetto e ilsenso di gratitudine sono alla base diqueste discipline.

In merito a questi aspett i , vorreiparlare di una nota un po' negativa cheriguarda il mondo delle Arti Marziali.Negli ultimi anni sto frequentando moltol'ambiente degli sport da ring nelle varieriunioni a livello internazionale e unacosa che sottolineo con piacere è ilgrande r ispetto e i l senso diappartenenza ben presente tra atleti,coach ecc. Cosa che spesso non riescopiù a vedere nel mondo del le Art iMarziali. Anzi, sovente mi capita diassistere a gelosie, invidie e al venire amancare del senso del rispetto e dellagratitudine. Ovviamente è' successo atutti i maestri del mondo, del passato edel presente e di tutte le arti marziali di

Intervista

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avere a che fare con tutto ciò. Mi ècapitato in occasione del recentefestival di incontrare degli ex allievi, cheper molti anni hanno frequentato la miascuola, pur trovandosi a pochi passi dame hanno fatto di tutto per evitare diincrociare i l mio sguardo. Hannopreferito eludere il contatto, quandoinvece sarebbe bastato un sorriso, ungesto di solidarietà anche nei confrontidi un loro ex-compagno appena scesodal ring dopo un combattimento. Perchéquesto comportamento? Proprio nelleArti Marziali che al contrario insegnanoproprio la grat i tudine e i lrispetto…probabilmente queste personenon hanno ancora capito nulla delle ArtiMarzial i ! (commenta con un velo diamarezza) Questo purtroppo è un datonegativo che devo sottolineare dellarealtà attuale delle Arti Marziali. Ed èdeleterio per tutto ciò che da sempreesse rappresentano.

C.N.: Cambiando decisamenteargomento, ci può parlare di un nuovoprogetto in tema di difesa personaleche sta lanciando in questo periodo, ilcorso F.A.D.?

GM P.C.: F.A.D. come Full ActionDefense. E' un insieme di tecniche e diutilizzo di attrezzature mirato alla difesapersonale, un programma che hocodificato riunendo alcune delle miepassioni, affiancato all'arte marziale.Abbiamo inserito l'uso della pistola, ilt i ro con l 'arco, i l coltel lo, alcunetecniche di difesa personale e la guidasicura ed estrema con l'automobile. Uncorso adatto a tutti, alla persona chevuole divertirsi e che vuole vivere delleemozioni un po' particolari, ma anche alprofessionista come il bodyguard ol'agente di polizia. Sono tutte tecniche

che possono risultare uti l i ai f ini dipubblica sicurezza, ma può essereanche un complemento all'arte marzialestessa. Sparare con la pistola, tirare conl'arco sono sensazioni particolari, un po'diverse dal semplice tirare un pugno oun calcio a un sacco e necessitano diuna concentrazione straordinaria. I lcoltello sappiamo quanto può esserepericoloso e quindi cosa signif ichicercare di avere la giusta confidenza esicurezza durante il suo maneggio. Laguida dell'auto in forma estrema è sapergestire l'adrenalina del momento e agirecorrettamente, ist int ivamente,controllare la vettura nelle sue sbandate,frenate e nell'accelerazione di potenza.Tutto questo verrà mixato per trovaretutte le tecniche realizzate e messeinsieme così da definire i l nostrocircuito F.A.D. Uti l izzeremo unautodromo che allestiremo con dellesagome per t i rare con l 'arco, conbersagli per la pistola e riproducendosituazioni di aggressione con coltello esenza, per riuscire a rivivere tutto ciòche è stato lavorato nel corso. Sonopiccoli corsi che hanno un inizio e unafine, passando da un livello a un altroprogressivamente.

C.N.: Perciò la propedeutica diquesto corso è adatta a chiunque siache pratichi o che non pratichi artimarziali?

GM P.C.: Certo che si, a 360°!Chiaramente la mia esperienza miinsegna che la persona che già pratica learti marziali da un po' di tempo risultaessere avvantaggiata per via delmaggiore controllo del suo corpo, delleposizioni e della coordinazione. Senzasottovalutare l'aspetto fisico: sparare conuna pistola per un'ora è stancante sia

fisicamente che mentalmente. Per nonparlare di tirare 100 frecce con un arcoda 30 o 40 l ibbre, che impegnanotevolmente la muscolatura. Quindi è unlavoro non solo mentale ma anche moltofisico. Allo stesso tempo il divertimentoche coinvolge energeticamente lapersona, mi ha fatto notare in questeprime sessioni che gli allievi ne esconoassai entusiasti.

C.N.: Siamo quasi in conclusione diquesto nostro incontro. C'è qualcosache vuol dire ai lettori di Cintura Nera?

GM P.C.: Innanzitutto sono contento eorgoglioso del lavoro che stiamoportando avanti in collaborazione conCintura Nera e i l portale MarzialeNetwork. A mio avviso è moltoimportante da un punto di vista culturaleperché sono veicoli di comunicazionefondamentali per coinvolgere eaggiornare gli appassionati con notizie datutto il mondo. Sono felice che CinturaNera torni ad essere disponibile anche sucarta, oltre che on l ine, dando lapossibil ità a tutti i fans di poterlacollezionare e avere con se in qualsiasimomento. I lettori di Cintura Nera sannodi avere in mano un mezzo che creainformazione totale sulle arti marziali e sututto ciò che concerne le disciplineorientali. Credo che debbano supportarequesto progetto e sostenerlo fino infondo.

C.N.: I lettori si augurano di sapereche continuerà con rinnovata energiaad essere presente tra le pagine diCintura Nera. Sarà così?

GM P.C.: Sicuramente, non mancherò.

C.N.: Grazie mille Maestro!GM P.C.: Grazie a voi!

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Joki Uema, 10°dan, è stato fino alla sua morte nel 2011 all'etàdi 91 anni, il principale discepolo di Choshin Chibana, fondatoredel Kobayashi Shorin Ryu.

Salvador Herraiz ha conosciuto Joki Uema poco prima della suamorte, nel suo dojo Shubukan di Shuri. Oggi ci consegna unritratto di questo accattivante personaggio, con un altro dei suoimagnifici reportage sulle origini e le personalità chiave del Karatedi Okinawa.

Un nuovo articolo che delizierà gli amanti dell'antropologia diun'Arte Marziale che ha conquistato il mondo.

Testo e foto: Salvador Herraiz, 7º Dan di Karate,Shuri (Okinawa)

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Il Karate di Choshin Chibana nello ShubukanE' una bella giornata a Naha, come la maggior parte delle mattine qui nell'isola del

Karate. Dopo essere uscito dal Bunbukan dojo di Masahiro Nakamoto, passeggioper il luogo dove Choshin Chibana aveva la sua casa e il suo giardino, nel qualepraticava e insegnava il suo Karate. Sto andando verso la casa e il dojo di JokiUema, lo Shubukan, che si trova anch'esso nel cuore di Shuri, nella zona dove ilmonorotaia ha la sua ultima stazione e dove, con un pò di fantasia, si può respiraree immaginare...il Karate degli antenati.

Quando mi trovo davanti Joki Uema, un brivido percorre il mio corpo. E' il piùanziano discepolo (ancora in vita) del leggendario Choshin Chibana. Il Maestro miinvita immediatamente ad entrare in casa sua, una casa piccola come la maggiorparte qui e piena di mobili, suppellettili e ventilatori (molto graditi nella caluradell'estate okinawense). Unito al salone c'è una specie di giardino, forse una voltaesterno ma adesso coperto, cosparso di piante verdi. Fornisce alla stanza un belfresco, non so se reale o psicologico. In ogni caso è molto piacevole.

Joki Ukema, 10°Dan Okinawa Shorin Ryu Karate do Association, nacque il 3giugno del 1920 a Shuri. Imparò il Karate con maestri come suo padre Kama Uema(1855-1926), con Chotoku Kyan (1870-1945), Choshin Chibana (1885-1969),

1- Joki Uema che scende la scala del suo dojo nel 2010.2- Yasuhiro Uema, figlio e successore di Joki, nel dojo, nel 2012.

3- Joki Uema insieme a Seitoku Ishikawa4- Uno dei premi riconosciuti al maestro

5- Choshin Chibana6- Joki Uema e Salvedor Herraiz, nel 2010

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1- Tomba di Chibana Choshin aHantagawa, insieme a quella di Tawada Meigantu, suo

parente e anche esperto artista marziale. Il figlio di Tawata Meigantu,Shinsuke, era sposato con Kamado la sorella di Chibana. Tra l'altro, la moglie di

Shinjo, l'altro figlio di Tawata Meigantu e la moglie di Itosu, erano sorelle.

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Shimpan Gusumuka (1890-1954), Taro Shimabukuro (1906-1980) e ilcinese Won Fuen (1864-1954). Eccezion fatta per l'ultimo menzionato,il resto erano stati allievi importanti di Anko Itosu (1831-1915) equest'ultimo, naturalmente, di Sokon Matsumura (1809-1899).

Questa linea tecnica del Karate, allora ancora denominato To De (oanche Okinawa Te), venne integrato con gli insegnamenti di Kobudoche Joki Uema ricevette da maestri come Choen Oshiro (1888-1939),Chuei Uezato (1899-1945) che gli insegnò il maneggio del Bo eanche dal proprio padre Kama Uema, anch'essi discepoli di Itosu inquesta arte che attraverso Sokon Matsumura proveniva, in questocaso, dal primo maestro okinawense della storia, Kanga Sakugawa(1762-1843)

Ma senza dubbio, è Choshin Chibana il principale antenato marzialedi Joki Uema, maestro il cui spirito e tecnica sono salvaguardati inquesto dojo. Chibana Choshin (1885-1969) nacque nella cittadina diTorihori, a Shuri. Era il secondo figlio di Chokaku e Nabi e discendentedel Re Sho Shitsu (1652-1701). Choshin Chibana fu uno degli allievipiù importanti di Itosu. Una curiosità che lo riguarda riferisce di unaleggenda che dice che Chibana aveva allenato in maniera specialel'alluce del piede destro, rendendolo un'arma micidiale. Sembra chesia vero. Nel 1920 Chibana creerà il denominato Kobayashi ShorinRyu. Shorin Ryu fa riferimento al tempio cinese di Shaolin, e in linguaokinawense significa “piccolo bosco”.

Chibana aprì nel 1929 il suo dojo a Gibo (Shuri), precisamente nelNakijin Goten di Teishi Yoshitsuga (Nakijin Gima), in quello che era ilgiardino del barone Nakijin (foto a sinistra). Oggi il posto è

1- Il simpatico e tenero maestro Joki Uema chesaluta. 2- Salvador Herraiz e il maestro Yasuhiro Uema,

insieme a Victoria Ambite e Jose L. Pastor, allievidell'autore. 3- Joki mostra posizione caratteristica dello

Shorin Ryu. 4- Shunukan dojo, a Shuri 5- Joki Uema,venerato maestro.

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completamente distrutto e perduto.Tutta una vita dedicata allo sviluppo delKarate ha fatto si che gli venisseconcesso l'Ordine di 4ª Classedall'Imperatore.

Anche se in minor misura lo furonoanche Masahiro nakamoto, KatsumiMurakami e Fumyo Nagaishi, i principaliallievi di Chibana furono Chozo Nakama(Shubokan), Yuchoku Higa (Kyudokan),Katsuya Miyahira (creatore delloShidokan, che fu anche allievo di AnbunTokuda e Choki Motobu), ShoshinNagamine (fondatore del Matsubayashie anch'egli discepolo di Choki Motobu,Ankichi Araraki e Chotoku Kyan),Shuguro Nakazato (Shorinkan) e i lnostro protagonista di oggi, Joki Uema,del dojo Shubukan.

Mi sento incredibilmente bene conSensei Joki accanto a me. “Conosci ilmio dojo?” - mi domanda subito. Io inverità sono già stato lì, ma gli dico di no(una piccola bugia da farmi perdonare)vedendo che i l maestro vuolmostrarmelo. Si accede da una scalaesterna. Sensei Uema è già moltoanziano, 90 anni (e difatti morirà pochimesi dopo) ma mi tratta con affetto econ un'allegria che mi arrivano al cuore.Lascio che egli stesso mi porti al suotatami, sarà una grande opportunità perimmergermi nei recessi di quel luogo edei suoi ricordi con una ineguagliabileguida. Uema Joki, nonostante l'età

avanzata, non si limita a salutare da inpiedi prima di salire sul tatami, maquando può si inginocchia e si inchinacompletamente in segno di profondariverenza. In realtà ho già visto questorispetto profondo e pieno di contenuti inaltri maestri con grosse limitazionif isiche, Sogen Sakiyama, SeikoItokazu...ma non per questo smetto diesserne ammirato.

Il dojo Shubukan venne apertoufficialmente verso il 1974, momento nelquale Yasuhiro Uema, allora 6°Dan, loregistra opportunamente nella OkinawanShorin Ryu Kyokai. I l dojo aveva

funzionato sino ad allora senza nessuntipo di affiliazione, libero come lo spiritodell'autentico Karate do, lontano dapolitica, inquadramenti,pressioni eetichette. Mentre scorro il mio sguardosulle foto e sui ricordi che Uemaconserva nel suo dojo e che mi mostrapazientemente, il maestro mi osservacompiaciuto rallegrandosi del fatto cheio riconosca la gente delle fotografie.

Situato in principio nel quartiere diHaebaru, a Onna, lo Shubukan futrasferito qualche anno dopo al suoattuale posto, nel cuore di Shuri, aTorihori. Logicamente, nel DojoShubukan di Uema troneggia unagrande foto di Chibana Choshin. Nonpoteva essere altrimenti. Come i lettorisanno perfettamente, lo Shorin Ryuutilizza un tipo di respirazione normale(nogare) e movimenti agili e naturali.L'aspetto sportivo del Karate non ècontemplato in assoluto, poichè questoviene inteso come un Budo concentratosu se stessi e allo sviluppo dello spirito.Come parte di suddetto Budo, il Karatedeve avere nella sua pratica lo stesso,unico obbiettivo.

Kata, Kihon Dosa, Makiwara e SagiMakiwara (sacco di sabbia) sono lepratiche che si realizzano nel Karatedello Shubukan nel quale in passato siè aggiunto segretamente qualchesprazzo di Ju Kumite, di nascosto dalmaestro.

“Senza dubbio èChoshin Chibana il

principaleantenato marziale

di Joki Uema,maestro il cui

spirito e tecnicasono

salvaguardati inquesto dojo”

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E in questo luogo, quando UemaSensei decide di traslocare il dojonell'edificio che occupa adesso, dal2°piano fino in cima, la pratica delKarate non si ferma durante inecessari lavori e viene svolta all'ariaaperta. Anche se a Okinawalogicamente non si spaventanovedendo il Karate per la strada, alcunicuriosi si uniscono ai loro allenamenti,in condizioni estreme per il caloreestivo e il gelo invernale, il pavimentoduro..., aspetti che secondo SenseiUema influiscono nella pratica delKarate e anche nella sua tecnica.

La pazienza di Sensei Joki conquesto piccolo spagnoloperdutamente innamorato di Okinawaè eneorme e quando devoandarmene, lui non solo miaccompagna alla porta, ma mi seguesul marciapiede scortandomi, comese volesse che rimanessi. Micommuove. Torno indietro e continuocon lui ancora qualche minutodavvero indimenticabile...entro dinuovo in casa sua e quindi mi mostradelle posizioni caratteristiche delloShorin Ryu. Il suo kime è fantasticoper la sua età e i l suo sguardoconcentrato, penetrante e anchedemolitore, alberga in un viso quasiangelico. Perdonate la miasdolcinatezza. In verità credo cheUema sia bisognoso di compagnia edi condividere un tema come ilKarate, che è stato la sua vita. Perciònon mi sento colpevole di avercarpito alcune informazioni dallefotografie e dai ricordi che riempionoil suo soggiorno.

Mentre mi allontano sento che hoconosciuto da molto vicino uno deip iù incredib i l i maestr i

leggendari... in via di estinzione.Penso, e d isgraz iatamente c iazzecco, che sarà anche l'ultimavolta che l'avrei visto. Joki Uemamuore nel Lugl io del 2011. Unamazzata per il sottoscritto, perchèanche se non lo conoscevoint imamente, aveva toccato inprofondi tà la mia an ima d ikarateka. A segui to de l la suamorte, tornai a visitare il dojo diJoki Uema qualche tempo dopo.Questa volta con suo figlio Yasuhiroche mi accompagna al tatami e colquale r icordiamo suo padre. Difat to , lo omaggio con a lcunefotografie che feci a Joki Sensei eche accompagnano questoarticolo.

Yasuhiro Uema, nato il 15 Agostodel 1945, in piena fine della II GuerraMondiale, che a Okinawa fece molti

1- Joki Uema da giovane, davanti a un gruppo diallievi.

2- L'anziano maestro saluta entrando sul tatami delsuo dojo.

3- Taro Shimabukuro.4- Altro dei numerosi titoli e decorazioni ricevute

dal maestro nella sua vita.

danni, è in pensione dopo oltre 40 anni dilavoro, in modo che adesso il Karate occupatutti i suoi pensieri, il suo tempo e il suoimpegno. Sensei Yasuhiro è il Kancho delShorin Ryu Karatedo Kyokai ShubukanUema Dojo. Il futuro del dojo sembra essereassicurato anche con il figlio di Yasuhiro,Takeshi Uema, nato nel 1975 e attualmente6°Dan. Per me sono stati momenti davveropiacevoli, quelli passati nel dojo Shubukandella famiglia Uema. Per questo, ho volutoabbozzare un piccolo ritratto di questoimprtante karateka ora scomparso, che èstato, è e sarà...il maestro Joki Uema.

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Grandi Maestri

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ella storia del Tempio Shaolin si sono registrate 708forme, delle quali solo alcune sono arrivate fino ai giorninostri. Anche alcuni stili che si credevano persi si sonorecuperati. Possiamo enumerare alcuni degli stili chehanno segnato la storia del tempio Shaolin e che oggicontinuano ad essere praticati, come il Taizu Chang

Chuan, Da Hong Quan, Xiao Hong Quan, Da Tong Bei Quan, Luohan Quan, Pao Quan (Pugno del Cannone) e Mizong Quan tra gli altri.

Oggi parleremo del Mizong QuanIl Mizong Quan è uno degli stili di Shaolin più antichi e più efficaci ed è conosciuto nel mondo

intero grazie al famoso Maestro Huo Yuan Jia, uno dei fondatori dell'Associazione Chin Woo eper molti cittadini cinesi un eroe nazionale che ha lottato in favore del popolo. Huo Yuan Jiapossedeva una grande padronanza dello stile Mizong Quan e perciò molta gente pensa che sialo stile proprio della famiglia di Huo Yuan Jia. Anche i suoi discepoli si riferivano allo stile MizongQuan come al Kung Fu della Famiglia Huo.

Lo stile Mizong Quan si estese per tutta la Cina, ma la sua casa era sempre il tempio diShaolin, quindi si può dire che il Mizong Quan proviene dal nostro Tempio. La famiglia di HuoYuan Jia sviluppò lo stile e lo ha reso famoso di generazione in generazione. Si dice che il nonnodi Huo Yuan Jia visitò il Tempio Shaolin e studio lo stile per alcuni anni, per poi trasmetterlo alpadre di Huo, ma non divenne così conosciuto fino a che il famoso Huo Yuan Jia lo sviluppò e lo

migliorò, diventandone uno dei suoi maggiori esponenti.Secondo i registri storici del Tempio Shaolin, lo stile Mizong Quan fu creato da un monaco e

insegnato nell'arco di molto tempo proprio all'interno del Tempio. Mizong Significa “ Non perdere lapropria strategia e posizione” o “Boxe della traccia perduta”, per dare enfasi all'inganno e alladistrazione dell'avversario.

Alcuni dei più famosi esperti nello stile Mizong Quan durante la dinastia Song (960-1279) furonoZhou Dong, Lin Chong e Lu Jun Yi.

Durante il periodo della Dinastia Qing, negli anni dell'imperatore Qian Long (1735 - 1796), lo stileMizong Quan si diffuse fino a giungere nella provincia dell Hebei. A quell'epoca un uomo chiamato

Sun Tong, originario della provincia dello Shandong, che si era allenato duramente per molto temponel Tempio Shaolin, era riuscito a raggiungere un alto livello di perfezione nello stile Mizong Quan.

Secondo la storia Sun Tong aveva commesso un crimine, per cui decise di abbandonare la cittàdirigendosi a Nordest. Nel suo cammino passò per la frontiera del distretto Qing e del distretto di Jing

Hai, e insegnò il Mizong Quan nei villaggi di Da Tun e Xiao Nan He. Per questo, in entrambe le zonenacquero due sette di Mizong Quan, che conservarono la tradizione col passare delle generazioni.

Una delle caratteristiche essenziali del Mizong Quan sono i movimenti rapidi e i cambi di direzioneper confondere l'avversario, fargli credere che attaccherà da destra per poi colpire da sinistra. Quindipossiamo dire che è uno stile che utilizza delle finte per contrattaccare l'opponente e dunque prendere ilsopravvento in combattimento. Nella sua pratica bisogna essere fluidi, naturali e armoniosi, combinandoforza e flessibilità

Una volta comprese le tecniche del Mizong Quan, potranno essere utilizzate in qualsiasi caso eapplicare il movimento o la tecnica a piacimento. Questo vuol dire che le variazioni di tecniche saranno

illimitate nelle diverse situazioni del combattimento.

Arti Cinesi

Testo: Shi De YangTraduzione dal Cinese: Yan Lin & Bruno Tombolato

N

“Mizong Significa ‘Non perdere la propria strategia e posizione’ o

‘Boxe della traccia perduta’, per dare enfasi all'inganno e alla

distrazione dell'avversario”

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Il Kihon Waza (tecniche basilari) è la parte piùimportante dell'allenamento di qualsiasi arte

marziale. In questo DVD, il MaestroSueyoshi Akeshi ci mostra varie

forme d'allenamento di Kihon conBokken, Katana e a mano vuota.

In questo lavoro, si spiega piùin dettaglio ogni tecnica, inmodo che il praticante abbiauna idea più chiara di ognimovimento e di come ilcorpo deve corrispondereal lavoro di ogni Kihon.Tutte le tecniche sonobasate sull'assenza di Kime(forza) in modo che il corpo

possa svilupparsi secondo latecnica del Battojutsu, e

anche se può sembrare stranoa prima vista, tutto il corpo deve

essere rilassato per ottenere unacapacità di risposta rapida e precisa.

Tutte le tecniche basilari sono eseguiti avelocità reale e vengono poi spiegate per il

praticante di raggiungere un livello appropriato. Lamancanza di peso sui piedi, il rilassamento del corpo,lasciando cadere il baricentro sono dettagli importantiche il Maestro sottolinea per conseguire un buonlivello tecnico, ed un rapporto diretto tra la tecnica dibase e l'applicazione reale.

REF.: • IAIDO7 REF.: • IAIDO7

Tutti i DVD prodotti da BudoInternational vengono identificatimediante un’etichetta olografica distintivae realizzati in supporto DVD-5, formatoMPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allostesso modo, sia le copertine che leserigrafie rispettano i più rigidi standard diqualità.

Se questo DVD non soddisfa questirequisiti e/o la copertina non coincide conquella che vi mostriamo qui, si tratta diuna copia pirata.

Budo international.netORDINALA A:

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rnesto Amador Presas ènato a Hinigaran, Filippine,il 20 maggio del 1945.

Ha iniziato i l suopercorso nelle Arti MarzialiFilippine all'età di 8 anni

sotto la tutela del padre, Josè Presas.Il Gran Maestro Presas è stato un

atleta di talento in molte discipline.Era un atleta universitario di atletica,

calcio e pallacanestro. I l suoallenamento nelle arti marzial i èeclettico. Aveva i l grado di LakanSampu (10°Dan) in Arnis, Lakan Sampuin Mano-Mano e decimo Dan nelle ArmiFilippine. Era un esperto riconosciuto inJudo, Jujitsu, Bo Jitsu, Kendo, Tonfa,Sai, Chaku, Balisong e Karate.

Quando era giovane, il suo sogno eratornare a introdurre quest'arte che erauna parte integrante della storia e dellacultura filippina. Tuttavia, si rese contoche i sistemi classici risvegliavano uninteresse alquanto l imitato nellepersone che vivono nel mondomoderno. Analizzando i l trattoconcettuale dei sistemi classici,rivoluzionò le arti marziali native in uncompleto sistema di combattimentoefficace che destò un maggioreinteresse dei praticanti di arti marzialidella società contemporanea.

Un punto di svolta per il Gran MaestroPresas fu nel 1970, quando cominciò ainsegnare le arti marziali fi l ippineall'Università delle Filippine, l'Universitàdi Santo Tomas e il Liceo delle Filippine.

Nello stesso anno venne invitato inGiappone per mostrare l'arte del Arnisall'Expo 70. Gli fu chiesto diconfrontare l'Arnis con gli stili di spadaconosciuti in Giappone, per cui siguadagnò i l r ispetto dei maestrigiapponesi che definirono la sua arteKendo Filippino.

Dopo essere tornato a Manila, fondòil suo primo dojo. Più tardi nello stessoanno, il Gran Maestro Presas fondòl'Associazione Internazionale di ArnisModerno delle Fil ippine el'Associazione InternazionaleARJUKEN (Arnis-Jujutsu-Kendo)Karate per promuovere formalmentel'arte nativa nelle Filippine.

Il suo ambito di insegnamento siestese e cominciò a impartire lezioniall'Università di Santo Tomas,Università centrale delle Filippine,all'Accademia Mil itare dell'Est,l'Accademia di Polizia Nazionale delleFilippine e alla Scuola Ufficiali dellaForza Aerea delle Filippine.

Il Gran Maestro Presas desideravaintrodurre le arti marzial i f i l ippineall'estero. Nel 1975, fondò laFederazione Internazionale delle ArtiMarziali Filippine. A partire da quelmomento, il suo stile Arnis Presas e lesue tecniche furono ampiamenteadottate in Germania, Danimarca,Svezia, Norvegia, Svizzera, Canada,Stati Uniti, Messico, Portorico, NuovaZelanda, Arabia Saudita, Sudafrica eAustralia.

Ha pubblicato numerosi lavori. I suoilibri, L'Arte dell'Arnis, pubblicato nel1981 e Arnis: Stile Presas e Balisong,nel 1985, mostrano le tecniche base dibastone singolo e doppio, spada edaga e il coltello balisong, oltre adessere il co-autore di Calci e stretchingper bambini con Juerg Ziegler.

Il Gran Maestro Presas investigòdil igentemente sulle Arti Marzial iFilippine per più di 30 anni persviluppare una

E

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s i s t e m a t i c ac o n c e n t r a z i o n enell'applicazione dellostile di Arnis in un unicometodo completo dicombattimento corpo a corpochiamato Mano-Mano.Nell'edizione di Giugno del1991 della rivista Inside KungFu, apparse nell'articolo di copertina“Ernesto Presas: il Padre del Mano-Mano”. Nello stesso anno (1991) fuinvitato a un “Budo Gala” in Germania.Un “Budo Gala” insieme a tutti gli artistimarziali rispettati di tutto il mondo. IlMano-Mano, introducendo tecnichesolo tecniche di mano, ebbe un gransuccesso.

Il Gran Maestro Presas viaggiò pertutto il mondo impartendo seminari perdivulgare questa arte filippina. A suavolta, numerosi praticanti di arti marzialie istruttori di tutto il mondo gli feceroomaggio partecipando ai suoi corsiavanzati nelle Filippine. Il 6 Settembredel 1996 fu insignito con il “Premio diGran Maestro” a Jacksonville, Florida.

L'8 Luglio del 1996, cominciò unafruttifera relazione tra il GGM ErnestoA.Presas e il GM Juerg Ziegler dellaSvizzera (www.kungfu.ch), che arrivòad essere così intensa che GM JuergZiegler divenne i l rappresentantesvizzero del GGM Ernesto A.Presas.

Anche il GM Juerg è diventato il veropioniere del Kombatan/ Arnis modernoin molti paesi di tutto il mondo e hadiffuso l'arte del GGM ErnestoA.Presas.

Nel 2001 GM Juerg viene promossoMaestro Istruttore dal suo mentore,Maestro, padrino, e vero amico, GGMErnesto A.Presas che gli riconosce tuttii diritti per promuovere e diffondereancora di più l'Arnis Kombatan/Moderno senza alcuna restrizione.

Il GM Juerg Ziegler è responsabiledel lancio del Kombatan in Svizzera,Finlandia, Lettonia, Portogallo oltre chein Cambogia, Singapore, Malesia, ecc.Tutta la sua famiglia pratica Kombatan.Il 21 di gennaio del 2008 il Gm JuergZiegler ha ricevuto il grado di 9°Dan diKombatan dal GM Ernesto A.Presas. E'presidente della “Comunità mondiale diKombatan” - nominato e autorizzatodal GGM Ernesto A.Presas.

Disgraziatamente il GGM ErnestoA.Presas morì i l 16 Novembre del

2010 lasciando un grande patrimoniocon il quale i suoi allievi in tutto ilmondo devono proseguire,specialmente i membri del la“Comunità mondiale di Kombatan”(www.kombatan.eu)

Il Kombatan combina vari stili filippiniche si sono fusi in una sola Arte:

• Palis• Hirada Batangueno• Sungkiti Tutsada• Abaniko Lungo / Corto• Doblada / Doblete• Banda e Banda• Sinawali• Spada e Daga• Daga sa Daga• Dulo Dulo• Due Punte• Tre Punte• Sibat / Bangkaw• Mano-Mano• Sipaan• Dumog

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Arti Filippine

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Ref. 11210Armatura da Kendo.

Origine asiatica

Ref. 11220Armatura Kendo. Giappone.

Ref. 11160Hakama Giapponese.

Nero

Ref. 11170Hakamas. Japón. 100 %polyester. Azul

Ref. 11140Keikogi.

Giacca Blu Marine

Ref. 11109Hakama Nero

Ref. 11152Chaqueta de Aikido.

Algodón

10171Kimono

de Kobudo

Ref. 10816Kimono Tai Chi. Grigio

Ref. 10630Kung Fu filettato bianco

Ref. 10610Kung Fu rosso/nero. Cotone

Ref. 10650/51/52Giacca da Kung FuBlu, Nero, Rosso

Ref. 10671Pantalón de Kung Fu. Algodón

Ref. 10632Kung Fu saten negro

con ribete rojo

Ref. 10620Kung Fu Wu Shu. Cotone

Ref. 10820Kimono Tai Chi.

Allenamento. NeroRef. 10830

Kimono Tai Chi.Allenamento.

Bianco

Ref. 10821Pantalone Tai Chi Nero

Ref. 10815Kimono Tai Chi.

Avena

Ref. 11150Giacca Aikido Bianca

Ref. 10611Chaqueta Kung Fu negra. Botones

Negros

KOBUDO

Ref. 10870Divisa bianca da Tai Chi con ricamo

Ref. 10175Ref. 10190

Ref. 10920Kimono Ninja. Nero.

Con rinforzi

Ref. 10910

Ref. 13651

Ref. 13351

Ref. 13311

Ref. 13400

AIKIDO/KENDO/IAIDO

Ref. 11153Giacca Aikido. Bianca.

Speciale "grana di riso".Estate

NINJA/PENJACK SILAT

Ref. 10840Kimono Tai Chi.

Allenamento. Arancio

Ref. 11230Borsa Armatura. Giappone

Ref. 11151Kimono Aikido

Ref. 11145Giacca Kendo.

Tessuto speciale Giappone

Ref. 11141Keikogi.

Ref. 10612Giacca da Kung Fu.

Bottoni bianci. Bianca

Ref. 10831Pantalone Tai Chi Bianco

YOSEIKAN/SHIDOKAN

Ref. 11800

Ref. 10640Kung Fu rojo/negro.

Algodón

KUNG-FURef. 11231Tenugui (fascia)

TAICHI

Ref. 13652

Ref. 11234Cintura "Obi" Iaido.

Bianco o Nero.320cm. x 8 cm.

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LE ARTI MARZIALI E IL CAMMINO INTERIORE

on c'è da stupirsi che molti studiosi oggi cerchinonelle arti affini il riempimento di quelle che vengo-no sentite come delle carenze. Possiamo vederlochiaramente negli innumerevoli praticanti che siformano in quattro o cinque arti marziali differenti.Questi non sono i tempi in cui la fedeltà alla via

designa l'onore profondo del praticante. I tempi sono altri e inquesta nuova epoca, tutto è lecito! Si consolida la linea della ricer-ca dello spirito e della soddisfazione del desiderio. Si cerca disaziare tutte le brame e le frustrazioni.

Attraverso un profonda osservazione, possiamo dire che è un'e-poca di riscatto interiore, riscatto dei valori della comunione,tenendo presente l'intenso movimento che la globalizzazione staprovocando in tutto il mondo. In Europa questo è assai palpabile.Adesso non vengono formati maestri di una sola arte. Sotto ques-to aspetto, i maestri di Bujutsu dell'antico Giappone erano avantia noi nel tempo e nelle scoperte marziali. Esaltavano una coscien-za delle proprie carenze e stabilivano come obbiettivo l'aperturadella mente nella ricerca della perfezione delle tecniche di com-battimento. Il concetto stesso del “Bugei SanJuropan” stabiliscequesta linea di crescita militare, precedentemente concepita sottoforma di Seteigata. Varie forme, varie versioni, varie scuole...Ognuno lo faceva a modo suo e allo stesso modo raggiungevanola pienezza. Qual'era il più corretto? E il più autentico? E' lo stes-so che commentare i sistemi militari attuali. Forse la differenza èradicata nella ricerca della saggezza - il modo di utilizzare bene ciòche si possiede.

Per lo Zen, a questo punto, la saggezza non è una nostraconoscenza comune, è la conoscenza innata, la nostra connes-sione innata e intuitiva, come il principio fondamentale del conti-nuare, che si chiama Tsuzukeru in giapponese. E' l'atto del “prati-care profondamente”; potremmo tradurlo come “proseguire”, pro-seguire profondamente nella perfezione della saggezza. Quindi,“praticare” è una buona parola per “proseguire”. Proseguire signi-fica, ai nostri tempi, continuare. Continuare la ricerca, lo studio,sperimentare, aprirsi...Diventare tutt'uno!

“Ovunque tu vada, vacci con tutto il cuore!”Saggezza Orientale

Tuttavia, è anche una nuova epoca di scoperta. Ciò che è nas-costo sale in superficie per farsi notare. Non stanno forse alcuneantiche scuole rinascendo, riorganizzandosi adesso nel panoramadelle pratiche marziali? Questa è la strada!

In un'analisi rapida e concisa, sono stati il nostro orgoglio e ilnostro egoismo a provocare le guerre, i massacri delle Crociate, iroghi dell'Inquisizione e gli orrori della Schiavitù. Così, nel corsodei secoli, siamo progrediti molto di più da un punto di vista mate-riale, esterno, che nella quotidanità etica, intima, spirituale. E' per-fettamente naturale che i titoli, le designazioni funzionino nella vitapubblica e privata, stabilendo delle linee di rispettabilità nellesituazioni individuali o di gruppo, nell'ambiente in cui si manifes-tano. Ciò nonostante, ci sono persone che di tale concetto nefanno oggetto di una costante idolatria, solennizzando a tal punto

“Aspirare alla felicità eproteggerci dalle

disgrazie è possibile sefacciamo si che lanostra volontà e i

nostri desideri vadanoaldilà di ciò che giungedal mondo sensibile,mutante e instabile e

anche se non cirattristiamo di ciò checi sfugge del mondo

sensibile”(Poesia Sufi)

N

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la propria condizione che non si rendono conto di cadere lorostessi schiavi di pericolosi formalismi. Speriamo che questorinnovato interscambio con le arti antiche, risvegli l'uomo mar-ziale moderno a coltivare la cortesia. Ma fuggiamo dalla super-ficialità e dal calcolare tutto ciò che fa parte del vivere comune.

Nelle arti antiche, questo osservare all'interno non avvenivasempre in maniera piacevole per l'allievo, infrangendo il

convenzionalismo occidentale. Shiken è unaparola giapponese che significa

prova (test). E' il momentoin cui l'insegnante o il maes-

tro impone determinati sacrificinella vita dell'allievo, come supple-

mento di osservazione. Questo puòvariare dalla perdita di un importante

incarico fino ad arrivare a una situazio-ne costrittiva. Esistevano maestri che

andavano oltre, non promuovevano l'allie-vo in un determinato esame, obbligandolo

ad abbandonare il suo percorso, per potercosì osservare il suo onore e il suo carattere.

Sono molte le storie che si riferiscono a ques-to tipo di osservazione. Alcuni dicono che

questo genere di momento è fondamen-tale per la concessione della fiducia

totale da parte di un maestro. Altridicono che era la prova obbligato-

ria per ottenere il grado diOkuden. Nonostante ciò,

esistono anche dellecontraddizioni che

r a p p re -

sentano l'interesse di ciascuna verità. Quello che abbiamocome conclusione tangibile, è che tutte queste forme ebbero laloro origine nel periodo Sengoku, segnato da tradimenti e con-flitti. Periodo in cui era diffusa l'infiltrazione di persone di altriclan in una determinata scuola, con l'intenzione di demoraliz-zare e destrutturare i suoi punti di forza.

Molti miti sono sorti da questo genere di osservazione, moltemenzogne hanno rafforzato le arti più moderne, additandoquesto tipo di prove come dimostrazioni di mancanza di sani-tà mantale da parte di maestri, pazzia, condotta innecessaria eoffensiva, ecc...

Possiamo notare che diverse fasi hanno caratterizzato leintense rivoluzioni nelle epoche marziali classiche.

In passato esistevano diversi tipi di Shiken. I due piùconosciuti sono:

Uke Ireru - prova in cui il maestro accetta l'allievo come dis-cepolo

Nori Koeru - Prova in cui l'allievo supera una crisi, uno caloemotivo.

E' ancora facile ai giorni nostri che i maestri utilizzino questotipo di fondamento per l'osservazione degli allievi presuntuosiche si avvicinano, mostrando buone intenzioni. Ci sono diversi

modi di classificare delle persone buone o cattive:Shinjitsu (persona che ha la verità dentro, ma

che non possiede lo spirito per ricercarla) eHonmono (Persona genuina e vera, pronta a

perseguire i suoi sogni e i suoi obbiettivi);Itsuwari (persona falsa, disonesta) e

Damasu Hito (persona che arrivacon l'intenzione di mentire).

In un modo o nell'altro,questo bene o male, le

informazioni di stam-po storico e antro-

Arti Tradizionali

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pologico, ci portano a comprendere che, come allievi, per scopri-re la verità ognuno deve vederla obbiettivamente, intimamente eanche con spirito critico. Vederla con quell'interesse personale chesi ha attraversando una fase critica della nostra vita, quando tuttoil nostro essere viene messo in discussione. Il problema centrale èla completa e assoluta liberazione dell'uomo, prima psicologica ointeriore e in seguito, esteriore. Non c'è una reale separazione tra“l'interiore” e “l'esteriore”...

“Non fidarti di me, se ti manca il coraggio”(Iscrizione incisa in un antico pugnale)

Esistono due punti molto importanti nel rapporto allievo-maes-tro, tenendo conto che il primo - il maestro - è responsabile di gui-dare la personalità dell'allievo che è orientato verso il percorsomarziale. Questo perchè in relazione alla vita e alle sue attività, lalibertà di azione deve essere ricercata in maniera libera e verace eper secondo, che attraverso le sue esperienze vada a costruire ciòche crederà migliore per la propria esistenza.

In passato, principalmente, è stata fatta molta confusione perciò che riguarda il rapporto Sanpai-Kohai, a causa dell'influenzadel Bushido: “Il vassallo non è nulla senza il suo signore” - che haportato all'indescrivibile sensazione di fragilità da parte dell'allievoche, in generale, si rifletteva nell'immagine del maestro perfetto einamovibile: bene, se siamo portatori di una leggenda personaleche cerca un'evoluzione, nulla è perfetto, tantomeno inamovibile.Rafforzare significa, secondo il vocabolario, rendere più forte orobusto, rinvigorire, corroborare; fig., dare animo a, infondereforza; ver. Rifl., irrobustirsi. In altre parole, il maestro deve fornireall'allievo le condizioni perchè questi cerchi di sviluppare il suosenso critico, le sue verità nascoste, le qualità che gli attribuisco-no la possibilità di pensare con la propria testa, libero da influen-ze...libero da illusioni esterne.

Diventiamo fragili quando crediamo di essere incapaci, disgra-ziati, quando attribuiamo solo a qualcosa o a qualcuno il motivodella nostra felicità. Se esploriamo l'essere umano nelle sue pro-prie verità, o in nome della sua coscienza, attraverso una insicu-rezza interiore, arriverà il giorno in cui si abbatterà questo sistema:una volta allontanato da se stesso, diventa dipendente. Questo è,dunque, uno dei problemi; mentre l'allievo è oggetto di vanto daparte di maestri o scuole, non c'è speranza di una qualche evolu-zione interiore.

Forza e fragilità sono due recipienti che contengono materieprime distinte, ma che ci conducono al medesimo sublime patri-monio - l'apprendimento. Tuttavia, l'umanità precipitosa identifi-ca nel primo il sapore delizioso della vittoria e nel secondo spe-rimenta l'insano alimento della sconfitta. Gli errori devono inseg-narci molte cose. Essi ci offrono delle occasioni determinanti perla nostra crescita interiore. Quando stabiliamo alcune delle nos-tre necessità, fissiamo anche i nostri riferimenti. Esiste un latosolo se esiste l'altro. Non c'è maestro se non c'è allievo.Nessuna scuola tradizionale sopravvive solo per la volontà delmaestro. Non esiste necessità se non esiste un riferimento.Persino nessun maestro è tale per volontà propria. Il maestro,così come l'allievo, si costruisce per mezzo del rapporto che siinstaura tra loro. Nel momento in cui traduciamo lo sconosciutoin ciò che conosciamo, non è più l'ignoto ciò che traduciamo -

“Non c'è da stupirsi che moltistudiosi oggi cerchino nelle arti

affini il riempimento di quelle chevengono sentite come dellecarenze. Possiamo vederlo

chiaramente negli innumerevolipraticanti che si formano in

quattro o cinque artimarziali differenti.

Questi non sono i tempiin cui la fedeltà allavia designa l'onore

profondo delpraticante.

I tempi sonoaltri e in questa

nuova epoca,tutto è lecito!”

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anche se è sempre quello l'obbiettivo o il traguardo delle nostre aspirazioni. In ogni momento vorremosapere, perchè allora avremo continuità.

Quando guardiamo avanti, aspiriamo a qualcosa di meglio di ciò che stiamo vivendo. Il momento presen-te è differente a tutta l'estensione del futuro. Esso è appena una frammentazione di questa aspirazione.Quando desidero solo un momento, non desidero la totalità. Significa che a partire da da questo momen-to, ne verranno degli altri. Passo dopo passo, di volta in volta...Se questo momento è migliore, è possi-bile che quelli che restano saranno ancora meglio. Molti dei conflitti che affliggono l'essere umanomoderno, vengono da modelli di comportamento che lo egli stesso adotta negli attimi della sua vitaquotidiana. E' normale che nel mondo i modelli vengano copiati - che entusiasmino in poco tempo -senza analizzare le conseguenze che questi comportamenti possano arrecare. E' altrettanto naturaleche le stesse conseguenze di tali modelli siano concepite per coloro che li adottano. Tutte le azioniattuali, che pertanto hanno la loro matrice in quelle precedenti, sono impresse nella memoria pro-fonda dell'essere.

Marzialmente parlando, ogni giorno dimentichiamo sempre più gli antichi insegnamenti sullaconvivenza allievo-maestro. Ogni cosa si è trasformata in un prodotto! Adesso non mi preoccu-

po di guardare avanti con l'occhio interiore. Tutto ha a che vedere conquesto prodotto che voglio acquisire. Domani vorrò un altro prodot-

to, poi un altro, un altro ancora... In generale, è il prodotto dimoda che viene eletto come quello giusto e il migliore. I gran-

di maestri delle scuole tradizionali sanno bene che le abitu-dini viziose e radicate permangono, imponendo da un

momento all'altro le loro condizioni, quindi essi incita-no l'uomo a mantenere la propria continuità. Allostesso modo, i sani sforzi nel bene e nella virtù simanifestano nelle pieghe dell'animo e conduco-no vittoriosi verso gli esercizi interni di edifica-zione ed evoluzione. “Colui che desidera lecose passeggere, è un uomo disgraziato, ma

colui che compie la propria volontà, è unuomo felice”.

Le teorie sulla presa di coscienza dell'e-quilibrio, del rispetto, della razionalità,

della non necessità di interazione con ilnegativo, dell'uso in maniera coerentedella ragione, danno la capacità di per-

cepire che tutto il buono o il cattivo chesi presenta nel nostro cammino ha origine

nei nostri comportamenti. La realizzazione diuna nostra azione rappresenta il lancio di

una forza dalla nostra personalità interiore,spirituale, verso il mondo esterno. Tale

forza segue una propria traiettoria esubisce le leggi del mondo dinamico.Nostra responsabilità è anche unaforza lanciata e il suo ritorno nel lungocammino della nostra evoluzione.Questo parallelismo con il mondodinamico ci indica ciò che accade nelmondo imponderabile della nostrapersonalità.

Quindi, ricercare momenti, istantiche siano costruttivi è il primopasso per liberarci dai dubbi e dalleoppressioni che invadono le artimarziali. L'importante, a volte, nonè cambiare strada, ma come sicammina.

Arti Tradizionali

tihe

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a I.N.T.K. (Itaria NihonTõken Kyõkai), l ' AssociazioneItaliana per la SpadaGiapponese, si

impegna ormai da molti anninell' intento di avvicinare i lpubblico italiano al complessoed affascinante mondo dellatõken, ovvero la spadagiapponese realizzata secondo imetodi tradizionali,proponendosi attraverso i lproprio sito ufficiale (www.intk-token.it), con la pubblicazionedi un Bollettino trimestrale(riservato ai Soci) ed

organizzando eventi con finalitàdi studio ed approfondimentodella materia, concepiti in mododa risultare accessibili e godibilisia per coloro che si avvicinanoper la prima volta a questamateria, sia per chi è giàesperto. L'ult imo di questieventi, realizzato con lacollaborazione del Comune diScarperia e del Centro per laRicerca e la Documentazionesui Ferri Taglienti, si è sviluppatonell'arco di tre giorni, dal 18 al20 ottobre, nella prestigiosacornice del Palazzo dei Vicari diScarperia, al cui interno sono

Un grande evento per gli amante dell'acciaio giap-ponese, Nicola Pastorino di CINTURA NERA erapresente ed ha raccolto una preziosa relazione

L

Testo: Gianluca Venier

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state allestite due postazioni per lapolitura delle lame (togi ba) ed unaforgia tradizionale, r icreandol'ambientazione di un vero e propriolaboratorio in cui è stato possibileseguire alcuni interessantiprocedimenti per la relizzazione diuna tõken. Ospite d'eccezionedell'evento è stato i l maestrospadaio (kokaji) YoshindoYoshihara, Tesoro Culturale Viventedella città di Tokyo (TõkyõTo MukeiBunkazai), che per l'occasione ha acconsentito di effettuarepubblicamente un'operazione cuiassai di rado è possibile assistere aldi fuori del Giappone: lo yaki ire,ossia la tempra tradizionale di unalama.

La spada giapponese èuniversalmente nota per la sualeggendaria capacità di taglio edallo stesso tempo per la resistenzaa sol lecitazioni anche molto

violente. Questa caratteristica èresa possibile da una tecnica diforgiatura unica al mondo e da unmetodo di tempra del metallo,definita tempra differenziata, chepermette di ottenere una lama cheabbia contemporaneamente un filoestremamente duro ed affilato, diconseguenza fragile agli urti, ed undorso più morbido ed elastico,difficile a spezzarsi. I l maestroYoshihara, di fronte ad un pubblicocurioso ed affascinato, ha mostratocome si esegue questo tipo ditempra, come se fosse nel propriolaboratorio. I l procedimentopreparatorio è abbastanza lungo; lalama, precedentemente forgiatamediante ripetute piegature emartellature del metallo al fine diel iminare tutte le impurità edassumere le percentuali di carboniodesiderate, viene r icoperta daspeciali 'pastelle refrattarie' che

Intervista

1- Esaminare nuovo hamon.2- Lucidatrici Gaijin Leon Kapp e Massimo Rossi

3- Comentario traducido Continua.4- Finestra di lucidatura

“La spadagiapponese è

universalmentenota per la sua

leggendariacapacità

di taglio ed allostesso tempo

per la resistenza a sollecitazionianche molto

violente”

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serviranno a creare delle zone incui il metallo si raffredderà piùlentamente, ottenendo così unatempra differenziata. Lacomposizione delle pastelle, unarossa più refrattaria ed una nerameno refrattaria, è assolutamentesegreta, viene tramandata damaestro ad allievo ed ogni scuoladi forgiatori ha la sua 'ricetta'. Lalama, inoltre, non viene ricoperta inmodo uniforme ma, mediante unpiccolo attrezzo, viene stesa inmodo da creare disegni e formeparticolari che, dopo i lraffreddamento in acqua, andrannoa formare i l disegno dello hamon, ovvero quella l inea ditempra biancastra che rendeinconfondibile la tõken e le cuimolteplici forme, caratteristichedelle varie scuole, da sempreaffascinano gli appassionati. Se lastesura del le pastel le vieneeseguita durante i l giorno, peravere la luce necessaria acontrollare bene gli spessori delmateriale, lo yaki ire ha bisognoinvece del buio poichè il forgiatoredovrà immergere la lamanell 'apposita vasca ad unatemperatura di circa 850° ma , nonavendo nessuno strumento permisurarla, dovrà valutareattentamente il colore assunto dalmetallo per decidere il momentogiusto. Si tratta di una frazione disecondo in cui non vi è

ragionamento, il forgiatore si affidacompletamente al suo istinto edalla sua decennale esperienza,poichè un attimo di esitazionepotrebbe compromettere la buonariuscita dell'operazione. Chi praticaarti marziali troverà delle analogie,soprattutto il praticante di kendoche, nei primi tornei, si rende contoquanto sia difficile fare un ippon.Allo stesso modo, di tanti che in giappone affrontanol'apprendistato per diventarespadai, la gran parte non riescemai ad ottenere una tempra dibuona qualità e molti la fallisconocompletamente.

Eseguito lo yaki ire la lama vienesubito presa in mano dal politore(togishi) il quale, in pochi minuti,porta alla luce i dettagli che si sonoformati sulla lama e svela la lineadell'hamon: si può dunque capireabbastanza rapidamente sel'operazione ha avuto successo. Ipolitori che si sono alternati sulletre lame temprate in questaoccasione dal maestro Yoshindosono stati Leon Kapp, uno dei piùconosciuti togishi statunitensi edall ievo del celeberrimo SetsuoFujishiro, nonchè autore di diversilibri sulla tõken, e Massimo Rossi ilquale, oltre ad essere Segretariodella I.N.T.K. e promotoredell'evento, è anche uno dei primiin Europa ad aver ricevuto unattestato di competenza (shõsho)

che lo certifica come togishi, dopoaver positivamente superato duecontest di politura in Giappone.

Rossi e Kapp, nel corso dei tregiorni, hanno avuto modo dimostrare le tecniche tradizionali di politura della tõken, unprocedimento spesso lungo edelicato, eseguito interamente amano mediante l'uso di pietrenaturali di grana progressivamentepiù fine, ed hanno dimostrato comeil ruolo del togishi sia importante ecruciale in quanto è grazie alla suacapacità tecnica e sensibilità che sipuò svelare pienamente il lavorodello spadaio e godere della tõkenquale vero e proprio oggetto d'arte.Senza l'essenziale contributo delpolitore infatti sarebbe moltodifficile apprezzare i mille particolaridi una lama, e lo studio di essa diverrebbe praticamenteimpossibile.

A coronamento finale dell'evento,una conferenza intitolata 'All'ombradella spada giapponese', durante laquale Francesco De Feo, uno deimaggiori esperti e studiosi dellatõken in Europa, ha suggerito alcuniinteressanti spunti di riflessione perchi intendesse affrontare conpassione lo studio della spadagiapponese ed ha illustrato congrande chiarezza i l lavoro delmaestro Yoshihara, comparandolocon le grandi scuole giapponesi delpassato.

1- Discorso in giapponese (Hiroko traduce).2- Guardando yaki ire.

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a quando il primo uomo delle caverne prese un ramodi un albero per usarlo come un clava e poco più tardiaffilò una pietra per farne un coltello o una punta dilancia, gli esseri umani hanno utilizzato armi percacciare o per combattere. Nell'arco dei secoli, lecaste guerriere delle differenti culture svilupparono

addestramenti specifici e intensivi con armi e sistemi variando i gradidi complessità scientifica. Nella società moderna, l'allenamentoavanzato e professionale con le armi è riservato ai militari e ai corpi

di sicurezza. Tuttavia, a causa del fatto che le sue radicistoriche sono nelle caste guerriere, molte delle attualiscuole di Arti Marziali includono l'uso delle armi nei loroprogrammi di studio. Aldilà delle sue svariate provenienze

etniche, l'allenamento marziale con le armi si puòdividere i 3 categorie:

ARMI TRADIZIONALIQui possiamo trovare le armi tipo “Kobudo” dei

Samurai, le armi esotiche dei Ninja, gli strumentida “fattoria e pesca” trasformati in armi dagliabitanti di Okinawa e il bastone “tribale” e isistemi di coltello delle Arti filippine e indonesiane.

ARMI MODERNEQuesto gruppo comprende le armi da fuoco, i

coltelli tecnici moderni, i bastoni retrattili, lucitattiche e spray chimici.

ARMI IMPROVVISATEAppurato che virtualmente si può usarequalsiasi cosa come arma in caso di

emergenza (una bottiglia, un sasso, uncellulare, ecc.) qui faccio riferimento

a quegli oggetti che vengonorealmente compresi neiprogrammi di allenamento contecniche specifiche e in alcunicasi, anche riconosciuti conattestati di esperto. Questi

includono, bastone, cintura (o lacorda), ombrelli (lungo o corto)e alcuni tipi di “portachiavi”.

Ora che abbiamo visto lebasi dell'allenamento con learmi, è i l momento didedicarci alla controversaquestione del “disarmo”.Questo dibattito ha divisoistruttori di Arti Marziali eesperti del combattimentodi tutti gli stili ed è rimastotuttora irrisolto. Da un latoci sono quelli che credonoche le tecniche di disarmorealistiche, sicure eeffettive possano edebbano essere insegnateda istruttori competenti.

Dall'altro coloro che sonoconvinti che lottare a

mano nuda controqualsiasi tipo

di arma sias t u p i d o ,

“Il dilemma del disarmo”

D

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inutile, perfino suicida e non sia nemmeno daprendere in considerazione. Entrambe le partipossono presentare argomenti “logici” e forti perdifendere le proprie posizioni, ma alla fine non cipuò essere una risposta, ma solo dellepreferenze soggettive basate su esperienzepersonali. Pertanto, qual'è la posizione delCombat Hapkido rispetto a questo argomento?Come fondatore, mi pongo inequivocabilmentedalla parte di quelli che credono nel disarmo.

Secondo la nostra f i losofia, un sistemamoderno di difesa personale deve contemplaretecniche di disarmo efficaci e realistiche che nonsi basino sulla tradizione o sulla teoria, ma sulleindagini e sulla loro provata effettività nellesituazioni della vita reale. Con il mio bagaglio,un'esperienza di oltre 40 anni nelle Arti Marziali,che comprende 20 anni di intenso lavoro conpolizia, corpi di sicurezza e unità militari di tutto ilmondo, mi ritengo qualificato per includere il nostrosistema Combat Hapkido tra quelli che hanno unagrande componente di tecniche di disarmo e in questoarticolo condividerò con voi una serie di regolefondamentali che ho sviluppato nel corso degli anni. Intono scherzoso, ci riferiamo a queste come “i diecicomandamenti del disarmo”.

1. I l disarmo è sempre pericoloso e c'è un'altaprobabilità di restare feriti. Se avete un'altra strategia(fuga, negoziazione, arma improvvisata, ecc.) fattibile conpiù sicurezza e maggiori possibilità di successo, usatela.

2. Se non sei stato adeguatamente addestrato da unistruttore competente e qualificato in questa materiaspecifica, non ci provare nemmeno.

3. Se non hai veramente fiducia nelle tue abilità o sei adisagio con ciò che devi fare, non lo fare. Usa le tecniche solose hai fiducia nelle tue capacità e abbi il coraggio di “esplodere”con ferocia e determinazione.

4. Provaci solo da distanza adeguata. Non puoi strappare unarma se non la raggiungi con le tue mani.

5. Pratica le tecniche con frequenza e intensità. Fai centinaia diripetizioni. Devi diventare veloce come un fulmine. La potenza non èun'opzione.

6. Allenati con le armi solo nella maniera più realistica. I coltelli e le pistolefinte, leggere, di plastica, di legno o di gomma, non rendono l'idea, lasensazione o il peso di quelle reali. Questo non è un gioco, quindi non usaregiocattoli!

7. Non allenare le tecniche di disarmo indossando uniformi di Arti Marziali o a piedi nudi. I vestiti di tutti i giorni e le scarpesono essenziali per un allenamento realistico.

8. Ricorda la differenza che c'è tra il controllare un'arma bianca affilata e smussata e le armi da fuoco, così potraicontrollare entrambi i tipi di armi.

9. Pratica le tecniche di disarmo sia in scenari luminosi che bui o con poca luce. Apprezzerai le differenze.10. Per fare un disarmo effettivo, la cosa migliore è conoscere il tipo di arma che si ha davanti e il suo funzionamento, per

comprendere le sue applicazioni e i suoi limiti. E' alquanto raccomandabile ricevere almeno un addestramento di base nelmaneggio di bastoni, coltelli e armi da fuoco.

In conclusione, le tecniche di disarmo non sono per tutti. E' una scelta intellettualmente più complessa e con una caricaemotiva molto maggiore rispetto alla difesa da un attacco a mani nude. Potenzialmente è molto più letale. Comunque sia,fatela senza tener conto della mia opinione. In fin dei conti si tratta solo di una decisione personale.

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Il Maggiore Avi Nardia, uno dei principali istruttoriufficiali per l'esercito israeliano e la polizia israeliana nel

campo della lotta al terrorismo e CQB, eBen Krajmalnik, hanno fatto un nuovo

DVD elementare sulle armi dafuoco e sicurezza, e tecniche di

allenamento derivatedall'IPSC. Il Tiro Istintivo in

Combattimento (InstinctivePoint Shooting Combat -IPSC) è un metodo di tirobasato nelle reazioniistintive e cinematichedi sparare a brevidistanze in situazioniveloci e dinamici. Unadisciplina di autodifesaper sopravvivere in una

situazione di minacciaper la vita, in cui è

necessario avere unagrande rapidità e

precisione; si deve tirar fuoriimmediatamente la pistola e

sparare a breve distanza, senzausare lo spioncino. In questo primo

volume studieremo: il maneggio dell'arma(rivoltella e semiautomatica); la pratica di tiro secco esicurezza; "Point Shooting" o tiro istintivo, a brevedistanza e movimento; esercizi di ritenzione dell'arma,sotto stress e multiple attaccanti; esercizi di ricarica, concaricatore, a una mano, ... e, infine, la pratica in galleriadi tiro con pistole, fucili AK-74, M-4, mitragliatrice M-249e anche lanciagranate M-16.

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"Karate: immagini di una Storia" è il libro che contiene il maggiore e più interessante archivio di documenti storici della storia delKarate. Funakoshi, i suoi Maestri, i grandi delle generazioni successive, Nakayama, Yamaguchi; tutto questo in documenti inediti opoco conosciuti, fotografie che sono parte della storia del Karate.

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Page 57: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

Alla ricerca di uno stile riconoscibile…il Wing Tsun

Ho trascorso molti anni a studiare il background e leforme del sistema. Per un po' di tempo mi sono spinto aosservare altri stili di Arti Marziali cinesi e altre discipline dacombattimento di origini differenti. Devo riconoscere che inquest'ultimo periodo sono stato molto critico nei confrontidel mio sistema: il WingTsun.

Nel mio libro “Alto livello” non ho mai preteso di parlaredelle eccellenze del sistema e di r iempirlo di frasimagniloquenti su quanto è bello e buono. Non posso farloper una semplice ragione, ho troppo rispetto per le ArtiMarziali. Riconosco che non mi piace per nulla, o quasinulla, la direzione che il nostro sistema stava prendendonegli ultimi anni per svariati motivi. Devo altresì riconoscereche questa dinamica ha

causato non poche critiche verso la mia persona e il mioprogetto TAOWS Academy. Alcune di queste, provenientida insegnanti così illustri da rendermi addirittura orgogliosoche personaggi tanto importanti abbiano speso il lorotempo per scagliare attacchi contro uno così piccolo einsignificante come chi sta scrivendo.

Oltre questa mia piccola opera, nei miei ultimi 12 articoliper la rivista Budo International sono tornato a insisterenella mia critica verso quegli aspetti che credo sianochiaramente migliorabili. Ma giunti a questo punto, credosia altrettanto importante fare un significativo cambio didirezione. Sebbene abbiamo sottolineato con efficacia qualisono i nostri problemi, è arrivato il momento di cominciarea proporre delle idee. Delle soluzioni! Sarete d'accordo conme che criticare è facile, ma farlo in maniera costruttiva permigliorare ciò che si critica, non lo è così tanto. Io lo farò.

Una delle cose che più mi sorprende dei praticanti diWingTsun (e delle arti marziali tradizionali in generale) èl'assenza di uno stile riconoscibile. Ovvero, mi sorprende

come possiamo dedicare centinaia se non migliaia di

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WingTsun

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ore alla pratica di forme, tecnica, tattica e filosofia di unostile di arti marziali, ma arrivati all'obbiettivo finale, ilcombattimento, prescindiamo completamente dallo stilestesso per fare cose che non hanno nulla a che vedere conil nostro sistema “madre”.

E' assai comune tra i praticanti di Wingtsun, allenare coni compagni di scuola ciascuno dei pilastri del nostrosistema e godere di tutto ciò. E' normale constatare che cisono praticanti con un'eccellente abilità nella realizzazionedi sequenze ed esercizi che si svolgono nella pratica delWingTsun. Ma è altrettanto normale constatare che quandoqualcuno degli instancabili praticanti di questo sistema siconfronta in sparring o si esercita nel combattimento liberocon un avversario che “non collabora”, sia assolutamenteincapace di applicare qualcuna delle tecniche di questostraordinario sistema di lotta. In uno dei miei ultimi radunicon istruttori di WingTsun di lineage differenti, proposi adalcuni di loro un esercizio. Gli assicurai che non gli avreifatto dei danni e che non avrei utilizzato nessun colpo otecnica che li mettesse in pericolo. Potevano stareassolutamente “tranquilli”. Mi sarei solo limitato a spingerecome si farebbe per la strada. In maniera continua e conintensità, ma senza usare alcuna tecnica pericolosa. Loro alcontrario, avrebbero potuto usare ciò che volevano…Accadde quello che mi aspettavo: alcuni degli insegnanti(gradi alti del WT con ampia esperienza educativa) furonoincapaci di realizzare una qualche tecnica, stando sotto lacostante e intensa pressione di uno che listava soltanto spingendo. Non direte che

non è curioso! Immaginate per un istante che l'aggressore,invece di limitarsi a spingere, portasse degli attacchipericolosi…

Questi, tuttavia, sono capaci di eseguire delle complessecombinazioni di tecniche, sequenze, spostamenti,ecc…quando si trovano nel loro habitat naturale: il luogo diallenamento. In definitiva POSSIEDONO una GRANDEABILITA' ma non sanno come e quando usarla.

Il mio posto come direttore tecnico del dipartimento diWingTsun della Federazione Spagnola di Lotta e DisciplineAffini mi consente di conoscere molti insegnanti e diversirami di questo sti le, ma anche, una moltitudine diinsegnanti di differenti Arti Marziali. E' un'esperienza chearricchisce, che non solo mi ha concesso di fare molteamicizie, ma mi ha anche dato la possibilità di vedere afondo le magagne del nostro sistema e di conseguenza leproblematiche che circondano altri sistemi simili al nostro.Immagino che qualcuno di voi praticanti di Arti Marziali“classiche” che state leggendo questo articolo, sappiatebene a cosa mi riferisco con questo mio ragionamento. Eanche se riconosco di avere l'opportunità di avvicinaree c c e l l e n t iinsegnanti e

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WingTsun

“Alcuni di noi, avendo deciso molti

anni fa di dedicarsi allostudio di un ARTE antica,

hanno la necessità dicercare di migliorare

tutto quello che gli è statoinsegnato”

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professionisti che sono capaci di combattere a ottimolivello, credetemi, non è così abituale. Disgraziatamente, lanormalità è un'altra…praticanti con grande esperienza neiloro sistemi, che quando devono cimentarsi in uncombattimento reale con qualcuno al di fuori del loroecosistema, sono costretti ricorrere a “qualcos'altro”.

In qualche mio articolo faccio riferimento a una ipoteticacompetizione tra artisti marziali che sono vestiti allo stessomodo…sarebbe impossibile distinguere qual'è il loro stileoriginale perché tutti si esprimerebbero in una sorta di “fullcontact” che renderebbe arduo comprendere le tattiche e letecniche dei loro rispettivi stili. Non mi direte che non visembra “triste” dedicare la metà della vita, nella miglioredelle ipotesi, per finire col fare una specie di boxe con calciche permetta di cavarsela in qualche modo, quando nellamaggior parte dei casi pratichiamo stili di lotta con tecnichesulla carta “letali”.

Questo e' il nostro punto di partenza. Arrivati a questopunto cercheremo di apportare le nostre idee per tentare diinvertire questa situazione. Il peggio che ci può capitare èrenderci conto che non lo stiamo facendo bene e chedobbiamo tornare a proporre altre idee. Prova - Errore. Nonè forse più appassionante dell'attualità?

Alcuni di noi, (Voi praticanti di Arti Marziali nel corso deglianni e anche io stesso) che avendo deciso molti anni fa didedicarsi allo studio di un ARTE antica, hanno la necessitàdi cercare di migliorare tutto quello che gli è statoinsegnato. Se non ci riusciremo, non sarà perché non ciavremo provato. E', come dico sempre, un nostro obbligomorale con l'arte che tanto ci ha dato.

La questione principale è che, portato a una situazione distress, un praticante con varie decadi di pratica alle spallenon ha fiducia nelle sue eccellenti abilità e conoscenze in

un arte guerriera. Forse per questo dovremmo dareun'occhiata a stili che INVECE sono assolutamente

riconoscibili. Farò l'esempio di due stili “sportivi” lacui estetica è in entrambi i casi molto caratteristicae per i quali, inoltre, ho un debole particolare: laboxe e il brazilian ju jitsu.

In entrambi i casi, un allievo con molti MESI dipratica avrà uno stile molto chiaro e riconoscibile

anche per persone con non troppa esperienzanelle Arti Marziali. I praticanti e appassionati

di questi due sport di contatto sonocapaci di fare sparring o combattimento

libero contro qualsiasi avversario diqualsiasi sistema e continuare a farlo

secondo il proprio metodo in cui sono stati formati. Non stoparlando di vincere o di perdere. Pur vincendo o perdendo,un pugile continuerà ad utilizzare (almeno ci proverà) le suefinte, spostamenti, combinazioni, ecc…uno sti leassolutamente chiaro. Se qualcuno lo vede dall'esternopotrà affermare senza dubbio: pratica Boxe!

Lo stesso succede se vediamo un praticante di BJJ. Purvincendo o perdendo contro un qualsiasi avversario,cercherà di portarlo a terra per aprire la sua guardia,superarla e finalizzarlo con qualcuna delle sue eccellentitecniche di strangolamento o leva di cui dispone.

In ambo i casi, un praticante di alcuni mesi avrà uno stiletotalmente riconoscibile e c'è di più: le differenze con unpraticante avanzato del proprio stile saranno evidenziatedall'esperienza, dalla conoscenza più profonda delletecniche e delle loro applicazioni. Ma non ci sarannosostanziali differenze “estetiche”.

La domanda è: dov'è lo sti le di un praticante diWingTsun? Mi riferisco, come sempre, a quando unpraticante si confronta con un avversario che non collaborae ha un'esperienza similare alla nostra nelle Arti Marziali.Che non è lo stesso che con i nostri propri allievi ocompagni di allenamento…credo che sia il punto dipartenza.

FIDUCIA! E' il concetto principale. Perché un praticantedi uno stile di combattimento agisca seguendo i parametritecnici e tattici dello stesso, è assolutamente necessarioche l'individuo confidi nelle conoscenze interiorizzatemediante la pratica. Quando parlo di confidare in esse, miriferisco al fatto che il possessore di questa abilità tecnicaabbia sperimentato in prima persona che è capace di farequalcosa e che ciò FUNZIONA!!! Per questo, ovviamente,bisogna sottoporre le tecniche e le idee del sistema a unambiente ostile che ci avvicini a uno scenario un po' piùreale. Siccome si parla di qualcosa da mettere in pratica,qui dovremo essere estremamente metodici, realizzare unallenamento graduale e progressivo. Ma non dovremofermarci mai.

Affermo, tra il serio e il faceto, che il veleno può ucciderema in piccole dosi può servire come medicina e perrafforzare il sistema immunitario. Questo è ciò a cui miriferisco.

Il primo passo dovrebbe dunqueessere verso la realizzazione dipercorsi che sottoponganociascuna delle tecniche aun progressivo filtro nel

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quale il praticante possa provare, su differenti livelli di intensità, lapropria tecnica e le proprie idee per consolidarle e poter CONFIDAREin esse.

Farle così bene e tante volte da non riuscire a esprimerle in altromodo.

Il secondo punto molto importante dovrebbe essere completareintegralmente il sistema e studiarlo nella sua globalità. A mio avviso è unerrore immenso portare avanti la formazione su “materie” indipendenti.Voglio dire…di solito parliamo tra praticanti di questo o quell'esercizio chesono della Biu Tze Tao, o di quelli dell'Uomo di Legno, ecc…il Wing Tsun èstato strutturato per poter essere studiato e compreso seguendol'itinerario segnato da queste forme, ma non significa che sidebba tenerle separate. È soltanto una questione di metodo.Guardare il sistema come qualcosa di globale. Se visto comestrumento da essere utilizzato nelle differenti situazioni escenari di combattimento, ci farà comprendere megliocome sono e come furono concepite le tecniche. Sarà ilsecondo, ma non meno importante elemento perpoter di nuovo CONFIDARE nelle nostre tecnichee strategie.

Il terzo punto che propongo è un tantinopiù delicato.

Guardarci nello stesso specchio chealtri sistemi di combattimento hannousato per arrivare a quanto detto, masempre senza dimenticare CHI SIAMOe da DOVE VENIAMO. Difficile? A noipiacciono le sfide!

I passi dovrebbero essere iseguenti:

1- Valutare le nostre forze edebolezze

2- Decidere quali sono i nostriobbiettivi

3- Pianificare delle tabelle diallenamento per ottenere quanto ciproponiamo

4- Valutare periodicamente i progressied essere costantemente auto critici con ilnostro lavoro

WingTsun

“Immaginate per unistante che l'aggressore,

invece di limitarsi a spingere,

portasse degli attacchipericolosi…”

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5- Introdurre in maniera molto graduale degli esercizi alcombattimento con avversari “non WT”

Questo ultimo punto è assai importante. Quando pongol'interrogativo chi siamo e da dove veniamo, credo davveroche un gran numero di praticanti abbiano dimenticato CHECOSA è il WingTsun. Certamente mossi da interessi diversi(economici, egoistici, settarismo, rancori personali, ecc…)hanno dimenticato completamente che il WingTsun è unoSTILE DI BOXE CINESE (o lotta cinese, se preferite). Equesto, che piaccia o no, deve continuare ad essere così.Se snaturalizziamo totalmente quello per cui il WingTsun ècosì conosciuto, sparirà come dissolto nell'acqua da un

panorama delle Arti Marziali tendente a una perdita dellasua identità più che preoccupante.

Il WingTsun (e il resto delle Arti Marziali) è statoconcepito per combattere. Perché il debole

possa lottare con chi è più forte. Per la difesadel paese, della famiglia, di se stessi. Questo

punto (forse una visione un po' poetica)non deve essere dimenticato.

Bruce Lee affermava(centrando nel segno, come

quasi sempre gli

accadeva) che si impara a combattere solo combattendo!Questa piccola ovvietà sembra sia stata scordata. Nonprenderemo fiducia facendo demagogia, parlando di quelloche erano capaci di fare gli altri o semplicemente opinandosul lavoro altrui. Acquisiremo fiducia attraverso l'unicostrumento che ci garantisce tutto questo: la praticacostante, seria e strutturata.

Termina qui la colonna di questo mese, nella prossimaparleremo di un altro aspetto che risulta assai curioso: laseparazione dalla filosofia e dalle perle di conoscenza dellacultura cinese del Wing Tsun. Due scuole di pensiero assaidifferenti: i più tradizionalisti e quelli che propongonoun'evoluzione che metta da parte tutto ciò che non è“efficace”. Che ve ne pare?

Il mese prossimo discuteremo di questo. Grazie mille perla vostra attenzione e il vostro supporto.

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Il 29 Giugno di quest'anno 2013, è morto colui che è stato l'indiscutibilestar di colore del Cinema d'azione degli anni 70. Lanciato nel firmamentodalla sua apparizione ne I 3 dell'Operazione Drago col suo mentore BruceLee, la sua figura, che si è offuscata negli ultimi anni, merita senza dubbiouno special come quello che oggi ha preparato il nostro collaboratorespeciale Pedro Conde. Un lavoro pieno di dettagli, aneddoti e curiosità dellavita di una star, legata alla figura di Bruce Lee e che infranse delle barriereper la comunità afroamericana. Erano tempi in cui lo stesso Bruce Lee, unorientale, e Kelly, un nero, non potevano essere al centro dell'attenzione delcinema di Hollywood e che tuttavia aprirono nuovi mercati, dando luogo auna numerosa quantità di fantastiche saghe, serie e film, molti di serie B,ma con un impatto al botteghino che oggi stupirebbe. Un fantasticoreportage che vi offriamo questo mese, per il piacere dei collezionisti, ifanatici del Cinema Marziale e gli appassionati dei “cari vecchi tempi”.

Alfredo Tucci

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JIM KELLY, IL SAMURAI NERO

Jim Kelly (James Milton Kelly) nacque il 5maggio del 1940 nella città di Paris nelKentucky, anche era originario diMillesburg, che a quei tempi era unacittadina così piccola e umile che nonaveva ospedali. Dopo un pò di tempo i suoigenitori si trasferirono a S.Diego, dove suopadre gestiva un negozio di uniformimilitari. In questa città iniziò la sua carrierasportiva nella scuola secondaria,praticando basket, football americano eatletica leggera. Quando frequentaval'ultimo anno dell'Istituto venne elettoMiglior Atleta di S.Diego. Per la sua grandecapacità nello sport, ottenne una borsa distudio nel football americano all'Universitàdi Louisville, ma la abbandonerà al primoanno. Al riguardo Kelly spiega: “I mieigenitori divorziarono e avevo l'opzione direstare a S.Diego con mio padre o ditornare nel Kentucky con mia madre.Non volevo restare con mio padre, nonstavo bene con lui; avevamo unproblema, poichè egli non voleva chefossi uno sportivo ma un avvocato o unmedico. Il Kentucky è uno stato più asud e a quell'epoca c'era moltorazzismo, ma in quel momento nonpensai a questo, semplicemente credevoche sarei stato più felice con miamadre”. A causa dei problemi razziali chec'erano al sud, Kelly iniziò a interessarsi alleArti Marziali: “Cominciai nel mondo delKarate attraverso i libri, perchè a queitempi non avevo una figura chiara daseguire”. Col tempo, si trasferì aLexington, dove iniziò a praticare Karate,stile Shorin Ryu Karate, sotto la tutela diParker Sheldon. Più tardi si allenò conGordon Doversola, istruttore di Okinawa Te- del quale aveva un bel ricordo - e praticòanche Kenpo Karate con Steve Sander.

Nel 1971, Kelly dimostrò di essere uneccellente combattente, vinse 4campionati di prestigio, tra questil'International di Long Beach patrocinatoda Ed Parker. Rendendosi conto di avereun grande potenziale nelle Arti Marziali,Kelly decise di aprire una palestra diKarate. Mentre insegnava e gareggiavanell'area di Los Angeles, conobbe HugRobertson, regista cinematografico chestava preparando un fi lm intitolato“Melinda” (1972) con alcune scene di ArtiMarziali. Il cineasta chiese a Kelly dicollaborare come consigliere tecnico ecoreografo. Eventualmente gli avrebbedato una piccola parte nel film, diventandocosì la prima stella afroamericana nelcinema di Arti Marzial i . Sulla suapartecipazione a questo film, Kelly disse:”Quella di Melinda fu quasi unesperienza casuale. Non ero preparatoper fare l'attore, ero deciso a trarre ilmassimo profitto come istruttore,soprattutto dopo aver vinto gliInternazionali di Long Beach”.

Senza ombra di dubbio la suaapparizione ne I 3 dell'Operazione Dragofu cruciale nella sua carriera e nella suavita, ma come nacque quell'opportunità?Fu senz'altro per un disegno del destino:Knute Tarkington si ritirò dal progetto di“Enter The Dragon”, due giorni prima diiniziare le riprese e il produttore FredWeintraub lo contattò. A riguardo Kellyricordava: “Dopo Melinda, tutti midicevano che ero fantastico e che nonavrei smesso di ricevere offerte, ecc...laverità è che nessuno mi chiamò in seimesi, per cui continuavo a insegnarekarate nella mia scuola. Un giorno il mioagente mi chiamò e mi disse: Jim,stanno iniziando a girare un film a HongKong e c'è un problema con uno degliattori. Voglio che tu vada alla WarnerBros. Non credo che ti daranno la parte,ma faranno molti altri film in futuro esarà bene che ti conoscano. Andai lì eincontrai Fred Weintraub e Paul Heller.Mi chiesero di dimostrargli qualcosa delmio Karate e quindi mi ritrovai a saltaree a tirare calci come un pazzo. Alla finemi dissero: Conosci Bruce Lee? Iorisposi di no, dal momento che nessunome lo aveva presentato, anche se avevosentito parlare di lui per “GreenHornet”. Quello che Fred Weintraub midisse subito dopo fu: Quando puoipartire per Hong Kong? Hai la parte...”

In principio, i l progetto era moltoattraente. Jim Kelly interpretava Williams,un personaggio che insieme a Bruce Lee eJohn Saxon, partecipavano a un torneonell'isola di Han. Che era semplicementeuna copertura di un organizzazione ditrafficanti di eroina e prostituzione...

Tuttavia e nonostante le apparenze,Kelly non era del tutto soddisfatto,secondo quanto dichiarò poco dopo ildebutto della pellicola: “Mi hanno uccisonei primi 60 minuti del film e non nesono molto contento! John Saxon (cheera cintura marrone di Karate e Tai ChiChuan), si suppone che doveva essereassassinato, secondo il copioneoriginale, tuttavia questo vennecambiato insieme con alcuni dei mieidialoghi, perciò, lui è rimasto vivo e haguadagnato importanza nella pellicola”.Tutti quei cambiamenti nella sceneggiaturavennero motivati da varie ragioni, tra lequali i problemi razziali: nel 1973 nonesisteva una produzione hollywoodianache avesse come protagonista unafroamericano e un orientale.

Da parte sua, John Saxon, credendo diessere stato ingaggiato come l'attore cheavrebbe dovuto dare un contributo diqualità e di prestigio al film (era l'unico conun bagaglio cinematografico), si presemolte licenze. A parte quello, ci furonomolti altri cambiamenti:

“Quando mi diedero la parte per I 3dell'Operazione Drago andai a HongKong. Supponevo di dover stare dalle 3alle 4 settimane e alla fine rimasi 3

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mesi. La casa produttrice del film siprendeva il suo tempo, nulla a chevedere con “Melinda”. Mi piacevamolto Hong Kong, ma dopo unmese e qualcosa, già cominciavo asentire nostalgia di casa.”

Nonostante tutti i contrattempi,Kelly si sentiva molto a suo agio nelleriprese lavorando con Bruce Lee:“Quando lavorai con lui mi insegnòalcune tecniche; ci allenammo indiversi metodi e tecniche dicombattimento. Cavolo! - mi dissi -Bruce Lee è un tipo davvero duro!Le sue tecniche erano moltodinamiche e molto potenti per lastazza che aveva. Era incredibile.Molte volte sviluppava una potenzatale da fare impallidire un pesomassimo. Durante il poco tempoche rimasi a Hong Kong siamo statimolto uniti. Avevamo un'amiciziaautentica. Anche sul lavoro, Leerispettava le mie idee. In una scenadi combattimento che girammoinsieme, Lee mi disse: “Jim, vuoiche facciamo la scena come avevipensato tu? So che sei stato ilcoreografo di un film e so ancheche hai esperienza nell'arte dellacoreografia, così hai tutta la miafiducia per farla come vuoi. Ma èchiaro! Se hai bisogno del mioaiuto, sappi che sono a tuacompleta disposizione”. Fu cosìche coreografai io stesso le miescene di combatimento, anche sedevo riconoscere che in moltiangoli e in alcune tecniche, Lee miaiutò e ne guadagnai molto da unpunto di vista visivo davanti allamacchina da presa. Molte volte Lee

mi chiamava e mi diceva durante leriprese: - Jim, che te ne pare? - iolo guardavo e gli dicevo: - Credoche dovresti cambiare questo perquello! - quindi ne parlavamo, neguardavamo i lati positivi e negativi,analizzavamo la meccanica deicolpi e decidevamo sempre qualefosse la migliore. Lee non mi si èmai rivolto in modo imperativodicendomi: - Jim, fai così e basta.Devi farlo perchè sono Bruce Lee, ildirettore tecnico del film! - Brucenon era così, mi ha sempre datoassoluta libertà per poter cambiarecompletamente alcune coseall'interno dei combattimenti cheavrei dovuto usare nel corso delfilm. La verità è che ciò mifaceva sentire a mio agio davantialla macchina da presa”.

Con “Enter The Dragon” Kellyvide realizzati molti sogni, tra glialtri conoscere, parlare e perfinoallenarsi con Bruce Lee: “Ricordo

un grande complimento che mi feceBruce Lee, quando finalmente loincontrai. Gli raccontai che avevocercato la sua scuola per allenarmicon lui, ma quando la trovai erachiusa, allora lui mi disse: - Jim éun peccato, se ti avessi allenato io,nessun campione di quel periodo tiavrebbe potuto toccare! -

Kelly sentiva che stavanofacendo qualcosa di importante,ma non avrebbe mai immaginatoche quel lungometraggio sarebbediventato il classico perantonomasia del Cinema delle ArtiMarziali. A riguardo dice: “ In queimomenti non lo immaginavamo, noitentavamo di girare un bel film, ma

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non potevamo sapere che avrebbeavuto una tale risonanza”

I l f i lm spopolò in Occidente.Nonostante la brevità del ruolo di Kelly, il personaggiodi Wil l iams colpì profondamente i l pubblico,assurgendolo allo status di stella. Perciò venneingaggiato dalla Warner per partecipare a tre film.Così come riconosceva l'attore stesso in alcuneinterviste, grazie alle coreografie di Bruce Lee riuscì afar risaltare le sue tecniche nelle scene e in qualchemodo, fu quello che si mise più in evidenza dopoBruce Lee. Quello che è certo è che dopo la morte del“Piccolo Drago”, la Warner puntò su di lui comenaturale successore negli Stati Uniti, offrendogli ilruolo da protagonista in “Johnny lo Svelto” (“BlackBelt Jones”), in cui fu diretto di nuovo da RobertClouse. Tuttavia il binomio Kelly & Clouse nonfunzionò come si sperava, mancava la star, mancava

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Bruce Lee! Il film non fece sfracelli tra il pubblico nordamericano, anche se ebbe unenorme successo tra gli afroamericani e nel resto del mondo. Naturalmente nulla inconfronto a “I 3 Dell'Operazione Drago”, anche se bisogna riconoscere che in qualitàsuperava le produzioni orientali che venivano proiettate a quei tempi negli schermi dimezzo mondo. Kelly minimizzò la portata di quell'insuccesso in alcune suedichiarazioni: “Non ero interessato a fare un film con un messaggio particolare,volevo solo intrattenere il pubblico”. Manifestò anche la sua rabbia verso laproduzione: “Ho partecipato e collaborato alle coreografie e non sono apparsonei titoli...non succederà un'altra volta! A partire da adesso nel mio contratto cisarà scritto che il mio nome dovrà apparire nei titoli del film”. Nel film vennemenzionato come unico coreografo Pat Johnson (“Karate Kid”, “Le TartarugheNinja”, ecc.). Si lamentò anche che gli esperti che parteciparono alla produzionenon erano all'altezza di quel lavoro. “Ho rotto la testa a un ragazzo e lamandibola a un altro perchè non erano preparati per combattere con me. Ciò cheporto sullo schermo non è realistico, perchè davanti alla cinepresa faccio ilcontrario di ciò in cui credo. Se la gente utilizzasse quello che vede sulloschermo per lottare in strada, finirebbe col soccombere”.

Dopo quella produzione Kelly ottenne una piccola parte in “I Sette Aghi d'Oro”(“Golden Needles”), di nuovo diretto da Robert Clouse. Girato a Hong Kong,l'apparizione dell'attore supera appena i cinque minuti, dove per poco tempo mette inluce la sua abilità. Il film aveva come protagonista Joe Don Baker e anche se vi eranoalcune scene di arti marziali, il film era il tipico action-movie degli anni 70. Questo e ilprecedente lungometraggio furono prodotti da Fred Weintraub, che cercava di ripetereil successo al botteghino di “I 3 Dell'Operazione Drago”. Sebbene non ci sia mai

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riuscito, conseguì risultati notevolicon la saga di “Karate Kid”.Rispetto al proprio lavoro in “I SetteAghi d'Oro”un deluso Kellydichiarava: “ Io interpreto unproprietario di un negozio diantiquariato che fa un unicocombattimento per una statua daAgopuntura inseguita da un saccodi gente da tutto il mondo”.

Dopo quella tiepida accoglienza daparte del pubblico, non ci fu un terzoprogetto con la Warner e firmò uncontratto con Jim Brown e FredWilliamson per girare un tipico film delgenere “Blaxploitation” ( fusione delledue parole inglesi black (nero) edexploitation (sfruttamento) - è stato ungenere di film che nacque negli StatiUniti, nei primi anni settanta, quandomolti film d'exploitation furono realizzatia basso costo avendo come pubblicodi riferimento gli afroamericani - ndt.)intitolato “Dinamite, agguato, pistola”(“Three the hard way”, ndt). Nonostantel'ingenuità e la semplicità della suatrama (un uomo bianco pazzo progettadi annichilire tutti i neri, introducendoun batterio nelle condutture di acquapotabile di tre delle principali cittànordamericane) le sequenze di azioneerano accettabili e anche quelle di ArtiMarziali, ovviamente con protagonista ecoreografate da Jim Kelly, lo erano, percui ottenne un buon successo dipubblico soprattutto da parte di quelloafroamericano. Kelly dichiarò: “Hoimparato moltissimo da loro, ma nonè importante dire cosa...è chiaro chenon voglio essere Jim Brown o FredWilliamson, voglio solo essere JimKelly e diventare l'attore neronumero uno del grande schermo”.

Il suo lavoro seguente fu “La paroladi un fuorilegge...è legge!” (Take aHard Ride”, ndt.) un western girato inSpagna, precisamente alle Canarie.Quando venne nel nostro paese lointervistarono in varie occasioni esulla sua filmografia disse: “Sonosolo due anni che lavoro nelcinema; fino ad ora ho al mio attivocinque film, il più famoso di tutti è “I3 Dell'Operazione Drago, insieme aBruce Lee”.

Quando gli domandarono che tipodi ruoli interpretasse egli rispose: “Diazione, Tutti i miei film sono diazione. Penso che tramite questi sipossa influire in modo positivo sullagente”.

In tutte le interviste gli facevano lasolita domanda: “Può dirci qualcosadi Bruce Lee?” - “Chiaro, come no!Eravamo grandi amici, molto unitidalla nostra passione comune: leArti Marziali. Bruce Lee era unapersona estremamente produttiva,ovvero, faceva sempre qualcosa dipositivo, soprattutto credo che è

stato il più grande di tutti gli artistimarziali mai esistiti”.

Sulle cause della morte di BruceLee, dichiarava: “Beh, non credosiano molto chiare. E' possibile chesi sia suicidato perchè come suoamico posso dirlo: penso cheavesse parecchi problemi. Puòessere anche che lo abbia ucciso lamafia cinese, per aver rivelato isegreti di combattimento del KungFu. Ciò che è sicuro è che BruceLee non è morto, come qualcunodice, durante le riprese di unascena”.

Kelly aveva le idee molto chiare suciò che voleva fare della sua vita e delsuo tempo. Su questo aspetto diceva:“Per me la cosa più importante èvivere il momento, senzapreoccuparsi del potere bianco onero, ma solo del potere verde(dollari, soldi). Questo è quello chefanno tutti oggi. Non penso mai alpassato perchè è una cosa morta,ne al domani perchè magari non ciarriverò nemmeno”.

L'attore, nelle dichiarazioni cherilasciò nel nostro paese, facevariferimento al potere nero o biancoperchè in gioventù simpatizzò conalcuni gruppi estremisti delle “BlackPanthers”. Era interessatoprincipalmente dai movimenti diliberazione dei neri, infatti fece partedella Black Karate Federation (BKF),fondata da Steve Sanders, chedifendeva e appoggiava questi ideali.Il logo della scuola si può apprezzaresullo sfondo del dojo di Jim Kelly,all'inizio di “Enter The Dragon”.

Per quello, quando raggiunse lafama, essendo cosciente di ciò cheegli rappresentava per gliafroamericani, prese contatto conmolti dei suoi simpatizzanti, tra questiCassius Clay, verso il quale nutriva ungrande rispetto per ciò cherappresentava per la sua razza.“Rappresenta tutto per la gente dicolore. E' un simbolo, un eroe, unleader. Incute un grande rispetto,ma è una persona che suscitasentimenti estremi: o lo ami o loodi. Non esiste una via di mezzo”.

I giornalisti spagnoli r imaserosorpresi dalle sue dichiarazioni e dallaabilità marziale di quel combattente didue metri di altezza e 81 kg di peso,che in apparenza - tutti eranoconcordi - r iuniva tutto quantonecessario per diventare un fenomenodi massa.

In “La parola di un fuorilegge...èlegge” lavorò nuovamente con JimBrown e Fred Williamson, protagonistidi quest'ultimo insieme a Lee VanCleef. In questa pellicola Kelly ebbeuna parte secondaria, intepretava unmeticcio esperto nel combattimento, il

suo ruolo non fu molto lungo anche seintenso.

Nel suo film successivo, lavoròancora con Jim Brown e FredWilliamson. Quella produziones'intitolava “I tre Inseparabili” o aseconda dei paesi “Trio Mortale” (“OneDown, Two to Go”, ndt), un ibrido chenon riuscì a rientrare nella categoria delBlaxploitation. Nuovamente, il peso delfilm ricadde sui suoi compagni,relegandolo a un ruolo di secondopiano...dopo di quello fu impegnatoancora con Fred Weintraub, uno deiproduttori di “Operazione Drago”, nelleriprese di altra pellicola. Illungometraggio s'intitolò “Hot Potato”.Il film fu girato in Thailandia e diretto daOscar Williams, distribuito dalla WarnerBros. Un miscuglio di commedia eazione che non piacque a nessuno,tantomeno ai suoi protagonisti -secondo quanto dichiarò Kelly: “Tuttiabbiamo commesso degli errori, lasceneggiatura era interessante, mail film...”

“Il Samurai Nero” (“Black Samurai”)non ebbe miglior sorte dei suoipredecessori. La sua carriera nonriusciva a “decollare” in Nord Americae perciò decise di accettare unproposta per realizzare un film a HongKong, che si intitolava “Hong KongConnection” (The Tattoo Connection”).In questo lavorò con Tao Tan Liang,famoso attore del Sudest Asiatico, chespiccava per la sua destrezza con legambe e diretto dal sopravvalutato LeeTso Nam. Qui vi partecipò anche BoloYeung. Il lungometraggio, per essereuna produzione della colonia, eraabbastanza interessante, tuttaviavenne “quasi” ignorato in Asia e inOccidente. Indiscutibilmente l'attorepassava di film in film in una evidenteinvoluzione...Kelly accettò di girare unfilm condividendo il ruolo di star conGeorge Lazenby, colui che sostituìSean Connery quando questi lasciò lasaga di James Bond. Il film si intitolò“Gli amici del Drago” (“DeathDimension”), una produzione di serie Bche fece la stessa fine delle sueprecedenti. Deluso, decise di accettaresolo quei ruoli che erano realmenteinteressanti... Intanto, dedicava il suotempo e attenzioni al tennis emantenne la sua parola...Kelly iniziò apraticare questo sport nel 1975 edivenne professionista, raggiungendo ilnumero 2 del ranking in California neldoppio maschile e riuscì a rimanere trai primi 10 dello Stato anche nellaclassifica del singolare maschile. Inseguito aprì un tennis-club nella zonadi San Diego in cui, oltre a gestirlo,dava lezioni. Tra i suoi allievi c'eranoalcune celebrità della città. Da allora,anche se continuava a praticare le ArtiMarziali, si dedicò di più alla

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“racchetta”, sparendo praticamente perun pò di anni dalle scene delle arti dacombattimento, comparendo di tanto intanto su alcune riviste o in alcuni eventisportivi. Su questo argomento Kellydichiarava: “E' incredibile come moltepersone ancora mi ricordino per “EnterThe Dragon”, sono passati gli anni enon mi dimenticano”.

Jim Kelly che, aprendo il suo tennis-club, praticamente si ritirò dalla settimaarte, fece un cameo in “Mr.No Legs”(1979). Partecipò come special guest inun capitolo di “Autostrada verso il cielo”(1985) e per un impegno preso tornòdavanti alla macchina da presa in “AfroNinja” (2009), nel quale aveva una parte

molto corta ma significativa nella storia. In tutte leinterviste diceva la stessa cosa: “Se mi offrissero unbel ruolo, un progetto solido, tornerei sul set...”

Quel progetto non è mai arrivato, probabilmente seJim Kelly avesse lavorato con un buon regista eanche con un coreografo di esperienza e talento,sarebbe diventato un attore del cinema di Arti Marzialidel livello di Chuck Norris o Steven Seagal. Tuttavia, ilsuo unico e grande successo, si deve alla suapartecipazione al film “Operazione Drago” e a BruceLee. Cosciente di questo, lo ha riconosciuto e lo hasempre detto nell'arco di tutta la sua vita.

Curiosamente, la prima volta che Kelly vide inazione Bruce Lee non fu in “The Green Hornet”...“Sentii parlare per la prima volta di Bruce quandostava realizzando la serie “The Green Hornet”.Tutti parlavano della serie ed io alcune volte avreivoluto vedere il programma ma non ebbioccasione di farlo a causa dell'orario in cui disolito andava in onda in tv. Prima di conoscereLee, avevo letto alcuni articoli su di lui, in diversinumeri della rivista “Black Belt Magazine”. A parte

ciò, avevo anche sentito molta gente parlare di lui,delle qualità che aveva. “Cielo” - mi dicevo - “sequesto tipo è così forte come dicono tutti e neparlano così bene, deve essere davveroformidabile”. Ebbi l'opportunità un giorno divederlo in un film intitolato “L'investigatoreMarlowe”, assistetti alla proiezione per casoperchè in verità non sapevo che Lee avesse unapiccola parte. Ciò che vidi mi impressionò: Lee misembrava molto freddo - mi feci un ideapreconcetta di Bruce molto prima di conoscerlopersonalmente”.

A quell'epoca, la comunità marziale era moltopiccola ed era facile incontrarsi tutti in qualchecampionato o evento - i l caso di Kelly non fuun'eccezione... “Lee conobbe il sottoscritto primache io conoscessi lui, in una competizione diKarate in cui partecipavo. Venne annunciato chesarebbe stato tra gli spettatori e effettivamente lovidi, anche se non ebbi modo di parlare con lui. Laprima volta che lo abbiamo fatto è stato sul set di“Operazione Drago”.

Kelly aveva sentito molte storie su di lui, a parte ciòche aveva visto al cinema, e si era creatoun'immagine di Bruce Lee che era molto lontana dallarealtà...

“Quando ebbi l'occasione di conoscerlo, mi residavvero conto che Bruce non era come lo avevoimmaginato e gli riconobbi un certo carisma,qualcosa che lo circondava ma non riuscivo adecifrare. Durante le riprese ebbi l'opportunità diaver a che fare con lui e di conoscerlo. In quelmomento era Bruce Lee, “la superstar”, manonostante tutta la fama che lo accompagnava,mi resi conto che si trattava di una persona moltonaturale, un uomo autentico e onorevole, leale epensai che era davvero eccezionale. Lo stessogiorno in cui ci siamo conosciuti, andammo amangiare insieme e parlammo di molte cose. Io

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sviluppavo una teoria sulla quale luipoteva parlarci giorno e notte. Erasulle Arti Marziali e trattava sulpoter astrarre le differenti tecnichedi un'arte marziale o di un'altra, alfine di poter avere ciascuno di noiun proprio stile di combattimento.La verità è che questo era un temaa lui davvero caro. Parlava anche dise stesso, ma da questo punto divista c'era ben poco da dire, ognivolta che lo sentivo parlare non

potevo evitare di pensare che nelsuo comportamento somigliavamoltissimo a Mohammed Alì(Cassius Clay). A grandi linee i dueerano la stessa cosa. Quindi possodire che ho goduto molto a sentireparlare Bruce Lee. Era quel tipo dipersona che doveva sempre farequalcosa: se per esempio stavaparlando, anche di se stesso,doveva gesticolare, spiegare lecose agitando delle mani, la testa,

ecc. Mi divertivo tantissimo con lui,perchè era una persona davverointeressante, oltre che le sueconversazioni erano assaiprofonde”.

In diverse occasioni, Kelly haparlato delle similitudini tra ilcarattere di Mohammed Alì e il“Piccolo Drago”: “ Per me BruceLee era come Mohammed Alì,aveva quello stesso tipo di carismache attraeva le masse”.

Reportage

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Kelly rimase sorpreso della capacitàdi Bruce Lee di analizzare tutto edestrarne l'essenza e curiosamente,deviò su Mohammed Alì... “Inun'occasione, io leggevo unarticolo di Mohammed Alì e lui melo tolse dalle mani immediatamentee lo lesse, lo rilesse, sminuzzandolocome se separasse il grano dallapaglia. Lee era così in tutto, nelleArti Marziali, nella lettura,nell'allenamento. Arrivava sempre

al nocciolo, al centro e al nucleo ditutte le cose”.

In più di un'occasione, Kelly l imetteva a confronto davanti aigiornalisti: “Lee aveva un egogrande come quello di MohammedAlì. La maggior parte della gentenon è potuta arrivare lui, ma io hopotuto apprezzare ciò che ha fattoper se stesso, per la sua famiglia eper la sua gente. Quei film di Kungfu hanno fatto più per i cinesi di

quanto abbia potuto fare un HenryKissinger”.

Kelly, così come Bruce Lee, hasubito molti soprusi e offese distampo razziale; entrambi volevanorompere delle “barriere” per aiutare laloro gente e aprire la strada a quellidella loro razza. Kelly disse a riguardo:“Ricordo che per realizzare la serieKung Fu presentarono il copione aBruce, poichè fu scritta da lui e glipiacque da morire, ma quando loportarono alle produzioni nonvolevano che avesse comeprotagonista un cinese, volevanoche il progetto lo attuasse unbianco e alla fine trovarono DavidCarradine. Quello fu il momento incui Bruce Lee se ne andò a HongKong”.

Conoscendo questo e altri dettagliancora, Kelly disse a Bruce Lee:“Voglio che sappia che ti rispettomolto per quello che hai fatto col tuomodo di essere, la tua conoscenzadella vita e per ciò che fai per la tuagente e il tuo paese. Questo generedi immagine che hai dato alla tuagente, offrendogli qualcuno davedere, da guardare a testa alta e dicui sentirsi orgoglioso, è veramenteammirevole". Dicevo tutto questomolto seriamente e con tono alquantosolenne. Lui era consapevole dellagrande responsabilità che aveva e midiceva: “Jim, spero che un giorno tupossa fare lo stesso per il tuo bene eper la tua gente!” Sia Bruce che ioabbiamo sofferto sulla nostra pelle ilgrande disprezzo razziale cheesisteva negli Stati Uniti verso lepersone non caucasiche. Lui sapevache ciò che aveva fatto per la suarazza era qualcosa di veramentegrande e che alle sue spalle c'erasempre un sacco di gente chevolevano vedere ciò che faceva, perpoi criticare o esaltare le sue gesta.Lee era sotto una grande pressionee lo sapeva. Era troppa pressioneper delle spalle così piccole! Pensoche fu più difficile per lui entrare nelmondo del cinema che non per me.Bisogna riconoscere che Lee lottòstrenuamente per ottenere rispettoverso di lui e la sua persona eancora di più per la sua dignitàcome orientale. Era Cinese einnanzitutto devo dire che io nonconosco nessuna star cinese negliStati Uniti; Lee fu la prima e fino adora la numero uno. Per il momento,Lee è stato il primo orientale che hainfranto la barriera che esistevacontro gli attori cinesi a Hollywood equesto è qualcosa di cui i suoicompatrioti devono ringraziarlo.Nella mia razza c'è stata gente chelo fatto prima di me, attori di colorecome Sidney Poitier, Jim Brown,

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Reportage

Fred Williamson e altri... Loro furono i primi a percorrerela strada e ad aprire le porte. Al contrario, Bruce non haavuto nessuno prima di lui che lo ha fatto. I compatriotidi Lee devono ringraziarlo non solo per il rispetto che haottenuto in tutto il mondo anche per loro, ma anche peraver facilitato il percorso di altri attori del suo stessogruppo etnico”.

Entrambi non solo erano d'accordo nella lotta contro iproblemi razziali, ma condividevano anche le stesse ideee concetti marziali: “Lee e io eravamo simili in un certosenso. Sapevamo entrambi quello che volevamo faree lo abbiamo fatto. Entrambi avevamo idee differentisul Karate e sulla strada daprendere, perchè le mietecniche sono molto diverse dalsistema tradizionale mi riferiscoal t ipo di parate, pugni,movimenti con i piedi, ecc.Pensavo a tutto questo quandoottenni la Cintura Nera e dopolo iniziai ad analizzare. Mi dissi:- Studia la boxe di Mohammed Alì e cerca di copiare isuoi movimenti di piedi. Studierò anche tutti i diversitipi di Arti Marziali che esistono, per combinarli in unostesso sistema di combattimento. Facendo questosarò felice, perchè nessuno lo ha fatto prima e saròun innovatore. Ma mi ritrovai con Lee che faceva lastessa cosa e che aveva iniziato prima che fossesuccesso a me. Quando avevamo la possibilità diparlare di Arti Marziali e dei differenti sistemi di lotta,molte volte ci si infilava in lunghe discussioni cheduravano ore e ore. Il percorso di Lee, quello chepensava fosse il più giusto, era lo stesso che pensavodi fare io. E' come quando hai bisogno di farequalcosa e nessuno può capirti. Tutto il tuo esseredeve fare i passi necessari per arrivare a queltraguardo e solo allora puoi farlo; non importa se seinero, bianco, orientale o di un'altra razza. Questo èciò che Lee pensava e io ero della stessa opinione.Lee morì molto giovane, ma a soli trent'anni ottenneciò che molte persone non hanno fatto in una lungavita. Lee sapeva quello che voleva e come ottenerlo.Lottò e arrivò al suo traguardo. Per questo, anche seci ha lasciato molto presto, penso che da qualcheparte lui si sentirà orgoglioso, perchè non è passatosu questo pianeta come un semplice vegetale o comeun essere mediocre, ha lasciato un'improntaincancellabile in molte persone e fin tanto cheesisteranno le Arti Marziali, Bruce Lee vivrà nel cuoredi tutti”.

Ovviamente, per tutto questo e per altre ragioni, tra loronacque una grande amicizia e durante le riprese venne piùvolte invitato da Bruce Lee a casa sua, perchè sial lenassero insieme nella sua palestra. Su quegliallenamenti Kelly ricorda: “Quando mi allenavo conBruce Lee, mi insegnò alcune tecniche, perchè io eroabituato a lavorare con quelle del Karate e non conquelle del Kung Fu. Tuttavia, non ho mai avuto nessunproblema ad adattarmi. Una volta ricordo che mi hadetto: “Hey, ha davvero mani rapide ed efficaci.Permettimi che adesso io ti attacchi con la mia”. Eropreparato quando egli attaccò e riuscii a pararlo. Lee sisorprese moltissimo e con il suo tipico sensodell'umorismo, mi rivelò che nessuno fino ad allora ciera riuscito prima. La verità è che ne fui orgoglioso,perchè credevo nelle sue parole. Da quel momento inpoi i rapporti si consolidarono sempre di più e mentremi guadagnai un insegnante, trovai anche un buonamico. Durante le riprese di Operazione Drago a HongKong, ho avuto la possibilità di stare molto con lui e di

vederlo lavorare e allenarsi fuori dall'orario del set.Così ho acquisito un grande rispetto di lui, speciecome artista marziale. Non mi ha mai impostoqualcosa di suo nelle scene di lotta. Sapeva qual'era ilmio livello nel Karate, ma nonostante tutto, mi lasciavalavorare in libertà, sempre che non mi allontanassi daquanto previsto dal copione. Fu, senza dubbio, un grancollega di lavoro. Gli devo molto. E' stato un grandemaestro di soli trent'anni”.

Bruce Lee non aveva soltanto ammiratori, aveva e haanche molti detrattori. Kelly s'innervosiva molto in merito aquesto aspetto...” Attualmente è molto facile per metrovare lavoro, grazie a quello che Lee ha fatto per tutti gliartisti marziali. La gente che non lo ha mai conosciutopersonalmente, gli portava molto rispetto; era un grandeleader per molti altri gruppi etnici emarginati, specialmenteper la gente di colore. Vedevano tre o queatro volte i suoifilm e diventava un idolo per loro. In una occasione, uninsegnante che aveva una palestra di Karate venne da mee mi disse: -“Hey Jim, com'è Bruce Lee?”- io gli risposi:- “Tu pratichi il Karate. Si suppone che hai conoscenzadelle Arti Marziali, perciò potrai vedere quanto vale” -ma lui mi disse: - “Molta gente dice che non è cosìvalido, che lo è solo sullo schermo” -. Io gli risposi: - “Molta gente è invidiosa e gelosa dei successi altrui.Devi tener presente che devi avere una mente moltoforte come la sua per riuscire ad ignorare quel tipo dipersone che dicono ciò per sminuire il grande mito incui egli si sta trasformando. Ci sono molti artistimarziali che lo invidiano per il semplice fatto che i loroallievi vanno nella scuola di Bruce Lee e una volta lì, loammirano più del loro stesso insegnante. Questo, avolte, risulta molto scomodo; perciò l'arma degliinsegnanti consiste nel denigrarlo, credendo chel'ammirazione che i loro allievi sentono per lui verràrivolta a loro...ma credo che si stanno sbagliando dibrutto, perchè Bruce Lee era fatto di una pastaspeciale, quella di cui sono fatti solo i grandi miti econtro questo, non si può combattere. Io credo chetutte le palestre che esistono e tutti gli istruttori di ArtiMarziali che tentano di diffamare Bruce Lee,dovrebbero riconoscere che grazie alle sue pellicoleloro, oggi come oggi, stanno mangiando dal suo piatto,perchè è certo che grazie a lui hanno un lavoro e ognivolta che viene proiettato un suo film, i loro allievisaltano di gioia e di euforia e molti spettatori all'uscitadel cinema, cercheranno una scuola per imparare. Perquello non lo ringrazieranno mai ne tantomeno loammetteranno...”

Page 83: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

Bruce Lee non partecipò mai ad alcuntorneo, perciò alcuni maestri ed esperti lotacciavano di essere un “eroe di carta” oun “campione di celluloide”; ovviamente,ta le quest ione è stata più vol tesottoposta a Kelly: “Ci sono molte coseche la gente che lo conobbe non vuolecitare circa l'abilità lui che aveva. E' unmodo per proteggerre i loro allievi, laloro reputazione, le loro associazioni eil loro ego. Preferiscono tacere...anchese sanno. Come attore aveva tutto:l'anima, l'abilità, il magnetismo. Avevastile. Non c'è nessuno attualmente chegli si possa avvicinare. Non voglio direche non siano val idi , ma Lee eraincredibile. Tuttavia, la gente mi chiede“chi è per te il miglior fighter dellastoria dei campionati?” A mepiacerebbe dire Bruce Lee, ma nonposso...perchè non ha mai partecipatoa un campionato. Lee combatteva, mala competizione è differente. C'è genteche in un tatami da competizione nonfunziona allo stesso modo. Ci sonopersone che sono migliori in gara chein al lenamento, per la sempliceragione che “c'è qualcosa da vincere”.Quello di cui sono sicuro è che Leesarebbe stato molto val ido neicampionati , molto val ido. . .c iscommetterei la vita. Infatti, dubitomolto che qualcuno avrebbe potutosconfiggerlo”.

Infine sottilineava e rimarcava: “A mioavviso, non c'è mai stato e non c'ènessuno di così incredibile...”

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Page 86: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

“Realistico, duro, rapido e effettivo, è così che descriverei il

Pangamot”

“Pangamot è la lotta distrada filippina.

Significa “combattimentototale” nel quale tutto è

permesso. La vittoria è l'unica meta!”

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PANGAMOT - Creato per la stradaPangamot, l'Arte Marziale delle Filippine è piuttosto

sconosciuta ma alquanto realista, aggressiva edefficace secondo la mia opinione. Realistico,

duro, rapido e effettivo, è così chedescriverei il Pangamot. Pangamot, la

lotta di strada fi l ippina, signif ica“combattimento totale” nel quale tutto

è permesso. La vittoria è l'unicameta. E' lo stile filippino senza

armi, anche chiamato“Panatukan”, “Panajakman” o

“Mano Mano”. Il motivo deidifferenti nomi dipende dalle

tante isole, nelle quali siutilizzano diversi dialetti.

Traduzionedi Bastone

eColtello

C is o n om o l t iinse-

g n a n t iche combi-

nano la Boxecon tecniche di

gomito, testate e alcu-ne tecniche di lotta a terra e

chiamano tutto questoPanantukan o Sikaran. Naturalmente,

non è questa la maniera di insegnare le ArtiMarziali filippine. Il combattimento senza armi

deve essere una traslazione del combattimentoFilippino con Armi e Coltello. Lo si può definirePanantukan, Mano Mano o Pangamot se ven-gono applicati i principi delle Arti Marziali filip-pine. I movimenti Pangamot sono quasi glistessi di quelli con il bastone o il coltello,realizzati con i necessari adattamenti.

BOXE SPORCANel Pangamot usiamo la Boxe Sporca, che non è

paragonabile alla Boxe tradizionale. Nella Boxe Sporca siutilizzano metodi differenti, si gira il pugno nel momento dientrare in contatto con l'avversario. Usiamo “l'anti-boxe”,poichè pariamo i pugni con il gomito, per danneggiare lamano dell'avversario. Possiamo usare 10 armi in manieraeffettiva, dalle mani alle spalle.

Una parte importante del Pangamot viene descrittadalla parola: anti. Come anti-boxe, anti-prese, anti-grappling. Si cerca realmente di rompere il ritmo degliavversari con tutte queste anti-tecniche. Se combatticon un pugile, non cercare di boxare, ma cerca diusare i gomiti, la testa, le spalle...usa prese e levearticolari.

DISTANZELe distanze che usiamo nel Pangamot sono le stesse di

quando usiamo il bastone o il coltello.La Lunga Distanza: Questa è la distanza in cui è

impossibile bloccare i colpi con i gomiti.La Seconda Distanza (Media): è quella in cui usiamo le

prese, i calci bassi e le tecniche di rottura.La Corta Distanza: è quella in cui possiamo usare tutto il

corpo come un'arma, ginocchia, testa, gomiti, spalle e dita.Qui possiamo utilizzare prese, proiezioni, pugni e tecnichedi clinch chiamate Sirada. Si può usare di tutto.

COME COMBATTERENel Pangamot è importante che i movimenti siano

fluidi. Il principio di fluire è lo stesso che nel coltello e nelbastone. Molte volte, nelle Arti Marziali Filippine (FilipinoMartial Arts) quando l'avversario porta un pugno didestro, si contrattacca colpendo il bicipite col propriopugno. Se non si contrattacca in maniera rapida edefficace, l'opponente ci colpirà col suo pugno sinistro. Sesi contrattacca velocemente con i l braccio destro,usando i l pr incipio di zona, s i colpisce i l vol todel l 'avversario e subito dopo si continua con unagomitata, al quale fa seguito un pugno di sinistro. Questala chiamiamo Manipolazione del Corpo, che vuol dire chedelle serie di parate, contrattacchi e colpi seguiranno ladifesa iniziale.

Page 89: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

DUMOGIl Dumog, anche conosciuto come il Dumog Tradizionale, possiede tecniche

semplici per atterrare l'avversario e finalizzarlo più rapidamente possibile. Il motivoè ovvio: la maggior parte dei Filippini hanno un coltello. Nelle Filippine i coltellisono armi primarie, fanno parte della loro cultura del combattimento. La lotta aterra nelle Filippine è molto rischiosa perchè ci sono numerose armi che sipossono utilizzare a terra, come la sabbia, i sassi, o piccoli pezzi di metallo, ecc.Al giorno d'oggi, il Dumog è sostituito da tecniche di altre Arti Marziali.

UNA PENNA COME ARMAIo stesso ha assistito a una rissa tra due ragazzi. La rissa iniziò con pugni e

calci. Uno dei contendenti era chiaramente un praticante di judo o ju jitsu.Questo afferrò l'avversario e lo atterrò con una perfetta tecnica di proiezione. Idue caddero a terra, l'uomo che atterrò di schiena tirò fuori una penna e la

infilò nell'occhio al suo avversario. Non entro nei dettagli ma larissa finì lì. Conclusione: tutto si può usare come arma!

MODERNIZZATOHo creato il Pangamot in un modo diverso, usando principi

tradizionali e tecniche modernizzate che si adattano ai nostritempi. I miei principi per il Pangamot sono basati sulla Spadae la Daga, il Tapi Tapi, la Figura Otto e altro ancora. E' un'ArteMarziale molto realistica e facile da imparare. Se voleteimparate il Pangamot o diventare istruttori di questo metododi difesa personale, mettetevi in contatto con me e sarete ibenvenuti nel mio mondo, il mondo dell'Eskrima.

Page 90: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

Il mio maestro è molto forte perché si possono vedere inervi in rilievo e le braccia dure, è abbastanza magro ma sefosse a torso nudo si vedrebbero i muscoli in rilievo; ha icapelli scuri e rasati. Faccio anche parte della squadra dicombact, un piccolo gruppo di allievi bravi che hanno già lacintura gialla o di grado superiore. Il combact è una specie dilotta di pugilato quindi ci si potrebbe fare molto male. Perquesto motivo ogni membro della squadra è protetto da:

una conchiglia di plastica per i genitali, un caschetto digommapiuma e plastica per la testa, un corpetto digommapiuma per il torace e un paio di guantini imbottiti perattutire i colpi. Gli allenamenti si tengono due volte allasettimana dalle cinque alle sei. La palestra è abbastanzaristretta, con il pavimento di legno e un grande tappetomorbido centrale (tatami).

Sulle pareti sono attaccate delle vere armi cinesi, come lealabarde e le spade. Alla fine della lezione si fa un gioco ossiaun gioco molto più divertente. Una volta l'anno si fa uno stagedi due giorni durante i quali si conosce una nuova forma, simangia cinese e si dorme dentro la palestra, ma prima didormire si guarda un film che riguarda il Kung Fu.

Adesso ho scritto tutto, non so nient'altro, Ni Hao (ciao incinese).

l Kung Fu mi piace perché è utile contro i ladri, e gliaggressori come i bulli, ma mi piace soprattutto la parteinteriore (non quella delle interiora) perché è calmo;questo aspetto mi piace perché a casa ho una sorellina,certe volte, super-chiacchierona. Adesso ho una cinturagialla con doppia fascia arancione e il titolo di Lao Toe

dai (piccolo allievo anziano). Insomma sono il grado più altodel corso dei bambini (apparte il maestro). Il mio maestro ha ilgrado di Si Back che significa zio; il Si Back ha il compito diessere uno dei bracci destri del Capo di tutta la scuola (il Sifu)e ha la possibilità di succedergli.

Dalla prima elementare ho iniziato unosport divertente, utile e violento: lo sportche oggi voglio descrivervi è il Kung Fu che incinese si scrive å˜ ïv. Credo che il mio inte-resse per le arti marziali venga dal mio pap_perchè ha studiato Aikido, un'arte marzialeche può essere usata anche dagli anzianiperché sfrutta la forza dell'avversario.

I

Testo del tema Scolastico: “Il mio sport preferito”Di Stefano Tronchin

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crimini violenti contro le donnesono tra gli atti più spregievoli.Siccome le donne di solito nonpossiedono una grande forzafisica, pensiamo che siaimportante sviluppare uno

strumento che possa permettere adesse di difendersi contro unaggressore. Il “S.D.S.Concept” è unconcetto olistico di difesa personalecreato per le donne, con l'ausilio diesperti di autodifesa, ufficial i dipolizia, avvocati e pedagoghi,secondo le esigenze e le specifichecapacità femminili.

Le statistiche dimostrano che nel90% dei casi di aggressione a giovanie donne, gli attaccanti desistono dallaloro aggressione quando incontranouna forte resistenza, che sia fisica overbale. Pertanto, gli attacchi sonoconseguentemente inoffensivi. Questi

numeri ci hanno stimolato a insegnare a ragazze edonne le tecniche adeguate per la difesa

personale.L'utilizzo di

oggetti di usoquotidiano èfondamen-

tale per ladifesa personale

femminile. Al contrario degli uomini, che tendono a usare i pugniin maniera spontanea, le donne cercano di evitare il contatto colproprio aggressore. Questo rende la possibilità di mettere unoggetto tra quest'ultimo e la vittima un'alternativa attraente.Inoltre, è più difficile che una persona che impiega un oggettoper difendersi resti ferita, rispetto a una che lo fa a mani nude.

Le persone fisicamente deboli usano sempre delle armi oaltri oggetti che li aiutino a sentirsi più forti e sicuri e perciò

avere una reale opportunità didifendersi da qualcuno piùforte di loro.

Oggetti quotidianivs. Armi di difesapersonale

Gli oggetti quotidianiuti l izzati per la difesapersonale non sono armi. Nonsi possono comprare inarmeria, non sembranopericolosi e non si identificanofacilmente come armi, masono molto di più che normalioggetti. Ciò comporta un grannumero di vantaggi per noi. Iproblemi causati dallelimitazioni personali da un latoe probabilmente dal rispettoche impone un'arma “reale”

dall'altro, possono essere le ragioni che portano le donne anon comprare armi.

Inoltre, se si compra un'arma e la si usa, o si cerca diusarla, si potrebbero causare soltanto delle reazioni violente,che non avverrebbero se non fosse implicata alcuna arma. Lepistole ad aria, lo spray al peperoncino e i teasers, sono armiche provocano una reazione ancora più aggressivanell'attaccante, rendendo la situazione decisamente piùpericolosa.

“Il bluff” è spesso un elemento tattico di difesa personalefemminile. Questo significa che prima nascondiamo la nostravolontà di difesa usando oggetti discreti, per poi utilizzarli inmaniera effettiva solo quando le cose si mettono male. Nonsolo si possono usare chiavi, portachiavi (kubotan) otelefonini per difendersi - borse, rossetti, cucchiai, penne,ombrelli, libri, riviste e molte altre cose si possono impiegarein maniera proficua.

IFoto: Mike Lehner

Testo: Peter Weckauf & Irmi Hanzal

“Non solo si possonousare chiavi,

portachiavi (kubotan) otelefonini per difendersi

- borse, rossetti,cucchiai, penne,

ombrelli, libri, riviste emolte altre cose si

possono impiegare inmaniera proficua”

Page 96: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

Spirito da combattimento- tecnica - strategie

Le donne devono tener conto di duefattori in un contesto di difesapersonale. Primo e principale, lavolontà, è il più importante in qualsiasisituazione di difesa. Vendere cara lapelle i l più possibile, lottandoincondizionatamente senza arrendersifino a che non si allontani la minaccia, èi l pi lastro di qualsiasi spirito dacombattimento, che è la condizioneprimaria per ogni tipo di azione.

In secondo luogo, è importanteconsiderare COSA usare e COME farlo,ovvero comprendere e usare le tecnichee le strategie. Comprendere, capire,praticare e assimilare i principi delladifesa personale femminile è piùimportante che praticare sequenze ditecniche.

Se abbiamo un piano di emergenza,che possiamo seguire in caso di unasituazione di difesa personale, nonsaremo indifesi. Dovremo quindisviluppare un programma diautomatismi da poter uti l izzare inqualsiasi situazione di pericolo.

Si devono impiegare soltanto letecniche più dirette e semplici per ladifesa personale femminile. Una buonapresa dell'oggetto, il pugno a martello,la ricerca dei punti debolidell'opponente, la pratica sulle varie

distanza inclusa la lotta a terra, devonoessere parti fondamentali di unprogramma di allenamento di successo.

Inoltre, le strategie di difesa devonocomprendere l'allenamento all'inganno,simulare vulnerabilità fino al momentodi eseguire le tecniche di difesa, cosìcome le basi del linguaggio del corpo eil comportamento sicuro, l'uso dellavoce e le tattiche verbali, per un utilizzoimmediato e inflessibile.

Cosa fare se non abbiamo nulla a portata di mano?

Avrebbe molto senso avere sempreun oggetto appropriato a portata dimano, per esempio una chiave o un

cellulare, ma è anche necessarioallenare la mente a percepire gli oggettiche abbiamo intorno, che possiamousare come armi e capire comeutilizzarli per difendersi. Una manciatadi sassi o un oggetto tirato fuori dallaspazzatura possono farci guadagnaresecondi preziosi. In tutti i casi, ognisistema di difesa personale dovrebbeessere progettato in funzionedell'evenienza che preveda una difesaefficace a mani nude, ovvero, senzausare oggetti.

Il S.D.S.Concept è un concetto didi fesa che r ispetta tutt i quest icriteri. Grandi esperti nella difesainsegnano S.D.S.Concept auomini e donne di tutto il mondo.Inoltre, può essere incluso neisistemi esistenti e aggiungereun'al t ra caratter ist ica aisistemi difensivi a mani nude.Sempre più istruttor iapprezzano il S.D.S.Concept epartecipano ai corsi in Europa.Per maggiori informazioni sucome diventare un istruttore diS.D.S.Concept e prenotarsi perun corso, v is i tate la paginawww.sds-concept.com

I prossimi corsi per istruttoriavranno luogo nel 2014. Per ulterioriinformazioni visitare:

www.sds-concept.com

“Si devonoimpiegaresoltanto letecniche più

dirette e sempliciper la difesapersonalefemminile”

Page 99: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

Questo libro è il primo che parla apertamente diuna tradizione Sciamanica giapponese che dalSecolo XII rimase segreta. Si tratta della culturaspirituale degli Shizen ("i naturali"), un popoloche raggiunse la sua massima espressioneintorno al Secolo XIV sull'Isola di Hokkaido, alNord del Giappone. La cultura apparteneva allapopolazione Aino, culla di guerrieri e sacerdoti,gli abitanti originari delle Isole, di razzacaucasica e in perenne lotta con gli invasoriYamato. Oggigiorno solo un tre percento dei

giapponesi possiede geni Aino, tuttavia la suasaggezza sul mondo spirituale fu tale che,nonostante l'essenza fu mantenuta segreta,"contaminò" intensamente la cultura giapponesee la sua influenza si può percepire in aspettidello Shinto, nello Shugendo, nelle Arti Marzialie nelle tradizioni e abitudini di tutto ilGiappone. I saggi Miryoku, gli Sciamani delpopolo Shizen, erano temuti e ricercati persinodallo stesso Shogun per via del loro potere edelle loro conoscenze.L'e-bunto è rimasto talmente segreto che

anche digitando il suo nome su Google, non neesce niente. La ricchezza della sua eredità èenorme e le sue conoscenze del mondospirituale e delle interazioni con esso sonosorprendenti e poderose. Filosofia,psicologia, strategia, alimentazione, medicinaspirituale ... le materie che compongono l'e-bunto sono molto vaste e ricche mentre lasua Cosmogonia possiede la finezza, laprofondità e la raffinatezza della Greciaclassica.Questo lavoro è dunque una primizia

storica, ma anche una fonte d'ispirazioneper comprendere come i popoli antichiesplorarono l'ignoto, interagendo in modosorprendente con le forze dell'Universo, apartire dall'analogia e dal linguaggio deifatti, giungendo a conclusioni chesolamente ora la scienza modernaincomincia ad intravvedere. Unaconoscenza che lontano dal rimanere unqualcosa d'informativo o sterile, fuutilizzata come medicina spirituale,trasmettendoci un bagaglio immensamentericco che solo ora, finalmente, incominciaad aprirsi al resto dell'umanità, trovando inquesto modo il suo giusto riconoscimento.

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Page 100: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

Reportage

L'ascia - usata con una mano come il tomahawkamericano o con due mani come l 'ascia dabattaglia - è una delle armi più antiche. I romani, ivichinghi, i celti, gli scozzesi, i germani e molti altrihanno usato l'ascia da combattimento con i suoitemuti e devastanti effetti. Anche ai nostri giornil'ascia è utilizzata da numerose unità specialimilitari. Tuttavia, la ricerca di documenti o anchedi luoghi di informazione e insegnamento perquest'arma molto particolare è alquanto esigente.In questa prima parte della lotta con l'ascia ciconcentreremo nei fondamental i , nel lecaratteristiche peculiari e nei concetti.

Testo: Peter Weckauf & Irmi HanzalFoto: Mike Lehner

Page 101: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

Autodifesa

“Ilprogressotecnologico

nellacostruzione di

armi hasradicato molte

arti marzialiantiche,

in particolare,l'ascia e il

combattimento conl'ascia. Ma il progresso ha

permesso anche disviluppare una nuova arte

marziale che collegaun'arma antica a

metodi e programmi diformazione moderni”

Page 102: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

IL CONCETTO DI COM-BATTIMENTO CON L'ASCIA EIL TOMAHAWK

I l progresso tecnologico nellacostruzione di armi ha sradicato moltearti marziali antiche, in particolare,l'ascia e il combattimento con l'ascia.Ma il progresso ha permesso anche disviluppare una nuova arte marziale checollega un'arma antica a metodi eprogrammi di formazionemoderni. L'adattamento allecircostanze dei giorni nostri èfondamentale per noi.Imparare a combatterecon grandi asce a cavallonon è moltoappropriato per il XXI°Secolo, per cui bisognaapportare idee nuove epiù attuali. Non vis b a g l i a t e ,

abbiamo sempre preso inconsiderazione gli insegnamenti e irisultati delle altre arti marziali, cosìcome i principi, le caratteristiche, imaneggi specifici e naturalmente ledebolezze dell'ascia. E questo è ciò cherende i l nostro sistema cosìinteressante, perché si può raggiungereun alto livello di abilità con quest'arma.

L'ascia si può usare in situazioniestreme, per esempio per difendersicontro un aggressore armato. Saperfronteggiare degli attacchi non letali,come strangolamenti o tecniche di

controllo è tanto importante quantosapersi difendere dalla stessa

ascia. Il ATFC (Concetto delcombattimento con ascia e

tomahawk) non èveramente un sistema di

difesa personale, ma sitratta di un concetto di

Arte Marziale basatosu dei principi.

Questo ci permette di insegnare dellecognizioni più avanzate, come i lperfetto utilizzo dell'arma.

Perché l'ascia è megliodi altre armi nella cortadistanza?

Gittata più ampia - paragonata alcoltello, l'ascia ha una gittata piùlunga, se si cambia la presa èmolto utile anche nella cortadistanza.

Più opzioni - L'asciaoffre molte più opzioniche la maggior partedelle armi da cortadistanza. Potereseguire un colpo,un taglio, delleparate, pugnalate,m a n i p o l a z i o n i ,prese, tecniche dicontrollo, è unv a n t a g g i oinnegabile.

Page 103: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

Impatto devastante - Colpi moltopotenti che possono avere effettidevastanti sulle estremità, sulla testa esu altre parti del corpo senza che questirichiedano un'abilità sofisticata.

Il braccio dell'ascia è un obbiettivodifficile - a causa della sua forma,l'ascia è abbastanza diff ici le daattaccare, disarmare chi la impugna lo èancora di più.

Psicologia - Un ascia ha un aspettomolto minaccioso e da un vantaggio achi la usa.

Strumento - Come un coltello, unascia è anche uno strumento moltoutile…

Perché imparare a combattere con l'ascia?

Una delle pietre miliari della miafilosofia è che non ci esercitiamo conun'arma in particolare, ma educhiamo

il corpo. L'arma è uno strumento che ciaiuta a imparare i movimenti, acomprendere meglio le distanze, amigliorare la nostra meccanicacorporea. Qualsiasi arma possiede leproprie caratteristiche e risorse. Perquello, l'ascia è un'ulteriore sfumaturadelle arti marziali, specialmente infunzione dei suoi grandi vantaggirispetto ad altre armi.

Non ci dimentichiamo che lalotta con l'ascia è un'arte

marziale ri-scoperta e che

siamo i primi ad insegnare qualcosa dicosì particolare.

Parti dell'asciaManico - Si può usare per parare,

colpire, per trafiggere.Contro filo - Si può usare per colpire,

per tagliare premendo, per manipolare epenetrare

Filo - Si può usare per tagliare,manipolare e colpire.

Occhio - si può usare per trafiggere.

PreseNoi le differenziamo tra• Prese a una mano o a due• Presa lunga• Presa corta• Presa media• Presa con entrambe le mani (per

parare/colpo centrale)• Presa con entrambe le mani (zona

più bassa)

Tecniche dell'asciaTaglio, colpi laceranti, colpi a martello

(ritraendo l'ascia), colpi leceranti amartello, infilzate, colpi a martello con ilcontrofi lo, tagli corti, spinte emanipolazione con il manico dell'ascia,uso della lama come gancio.

Naturalmente, la misura e il pesopermettono solo determinate tecniche.

Principi della ATFCI principi sono idee base e regole

fisse che vengono classificate al disopra di tutti i restanti procedimenti diconcetti e di strategie. Sono lecondizioni e i fondamenti necessarise si desidera capire e applicare undeterminato sistema. Pertanto iprincipi possono essere visti come

la “colonna vertebrale di un sistema. Iprincipi aiutano a comprendere e adapplicare un sistema.

Il Concetto di combattimento conascia e tomahawk non conosce regole.Questo è un principio basilare chepermette tutti i tipi di attacchi e dimovimenti difensivi e non restringe leopzioni dell'allievo, come può essere ilcaso degli sport o dell'autodifesa(idoneità).

Combattimento aggressivo - lo ATFCnon comprende movimenti di difesapassiva o tecniche moderate.

L'uso delle armi del corpo (mani,gomiti, gambe, ginocchia, testa) unito aquello dell'ascia vi faranno diventareavversari difficili.

Attaccare l'aggressore fino adeliminare il pericolo.

Muoversi con fluidità - ognimovimento inizia il successivo.

L'allenamento di doti come lavelocità, la potenza o l'esplosività è unaparte importante del nostro concetto diformazione. Le tecniche di per se nonvincono in una rissa, le capacità sonoaltrettanto importanti, soprattutto secombinate con le tecniche. Quindiinsegniamo dei programmi permigliorare tali capacità.

Alcuni concetti del combattimento con l'ascia

Un concetto è un piano per comecomportarsi in una situazione diemergenza. I concetti non devonoessere confusi con i principi, devesempre esistere l'opzione di alternare iconcetti. Alcune strategie possonoessere più uti l i in certe situazionirispetto ad altre. Per questo, unconcetto può essere solo una versioneche viene rimpiazzata se cambia lasituazione.

Page 104: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

• Disturbare o distruggere l'attacco - distruggere il braccio o la gamba attaccante, rendere impossibili attacchisuccessivi.

• Controllo delle mani - è un programma di difesa contro un aggressore armato. Siccome presumiamo sempreche l'aggressore sia armato, controllare la mano che attacca è cruciale.

• Cambiare gli angoli - usare tutti gli angoli e i livelli• Attaccare l'obbiettivo più vicino - l'arma più lunga (ascia) contro l'obbiettivo più vicino.• Manipolazione del corpo - spingere o tirare un attaccante per squilibrarlo. Mettetelo in una posizione

che vi permetta di attaccarlo più tardi.• Intercettazione - intercettare l'attacco prima che avvenga, mentre avviene o anche dopo che è

avvenuto.• Attacchi sopra/sotto - cambiate i livelli dei vostri attacchi.• Create spazi - aprite la difesa o la guardia del vostro opponente, usando manipolazioni,

prese o finte.• Contrattaccare immediatamente - qualsiasi movimento difensivo (deviazione,

parata, bloccaggio) deve essere usato per iniziare il contrattacco.• Capire le distanze - leggete correttamente le distanze col vostro avversario,

stimate la gittata, il timing, la preparazione e la chiusura della distanza.• Simultaneità nella difesa - Bloccaggio, parata e attacco nello stesso

momento.

Page 105: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

Difesa contro attacchi con asciaEsistono due concetti contro gli attacchi di un ascia:

“Colpisci e corri” e “difesa e controllo”. “Colpisci ecorri” è un concetto semplice. Fermare l'attaccantecon un contrattacco e fuggire. “Difesa e controllo” alcontrario, si basa su un movimento difensivo, comebloccare, schivare o deviare l'attacco. Il seguentepasso è l'intenzione di controllare la mano armata eattaccare massivamente l'aggressore.Successivamente, cercare di controllare l'arma edistruggere il braccio che impugna l'arma.

Contenuti dell'addestramentoL'addestramento contiene i principi, i

concetti e gli attributi dell ATFC, cosìcome le tecniche, per esempio i ltrasporto, i l maneggio dell'ascia, laposizione/ la distanza, i punti da colpire,le applicazioni, il controllo della mano,difesa e contrattacco, difesa contro armabianca, difesa contro armi leggere, difesacontro pistole e fucili, i concetti e leapplicazioni dei disarmi, le prese, gliattacchi, combattimento a lungadistanza, programma dicombattimento contro i lcontrollo (esercizi dienergia, attaccando ilf lusso), esercizi alcombat t imento ,esercizi per

l'aumento delle capacità, formazione, asciasingola/ ascia da battaglia, doppia ascia/ ascia,ascia/ ascia e coltello.

In sintesiE' mia intenzione principale come istruttore

ATFC essere un buon maestro per i mieiallievi e insegnargli qualcosa di significativo eutile. L'ATFC non si oppone in alcun modo

ad altri sistemi, piuttosto li arricchisce e liintegra. Per molti artisti marziali, ATFC

è una maniera di accrescere leproprie capacità e abilità ed

essere tra i primi e imigliori in questo

campo.

Autodifesa

Page 106: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

“Il Concetto di combattimento conascia e tomahawk non conosceregole. Questo è un principio

basilare che permette tutti i tipi diattacchi e di movimenti difensivi enon restringe le opzioni dell'allievo,come può essere il caso degli sport

o dell'autodifesa (idoneità)”

Page 107: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

Autodifesa

“Esistono due concetticontro gli attacchi

di un ascia: ‘Colpisci e corri’

e ‘difesa e controllo’”

Page 108: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

REF.

: DVD

/JKD

TIM

TITOLO: JEET KUNE DO

REF.

: DVD

/JKD

TIM

2

TITOLO: JEET KUNE DOELEMENTS OF

ATTACK

REF.

: DVD

/JKD

TIM

4

TITOLO: JEET KUNE DOBRUCE LEE’S

YMCA BOXING

REF.

: DVD

/JKD

TIM

3TITOLO: JEET KUNE

DO UNLIMITED

REF.: DVD/BURTON TITOLO: JEET KUNE

DO UNLIMITED

REF.: DVD/BURTON2 TITOLO: BRUCE LEE: L’UOMO E LA SUA

EREDITA

REF.: DVD/TV2

TITOLO:HOMENAJE

A BRUCE LEEAUTORE:

TED WONG & CASS MAGDA

REF.

: DVD

/BL

AUTORE:TIM TACKETT

AUTORE: SALVATORE OLIVAAUTORE: B. RICHARDSON

TITOLO: JKD STREET DEFENSE TACTICS:

TITOLO: EXPLOSIVE DUMOG

TITOLO: JKD STREET TRAPPING”

REF.: DVD/SALVA • DVD/SALVA2• DVD/SALVA3 • DVD/SALVA4• DVD/SALVA5 • DVD/SALVA6 • DVD/SALVA6• DVD/SALVA7

TITOLO: J.K.D. STREETSAFE:

TITOLO: KNIFE FIGHTING:

TITOLO: PROFESSIONALFIGHTING SYSTEM:

TITOLO: PROFESSIONALFIGHTING SYSTEMKINO

MUTAI:

TITOLO: WINGCHUN KUNG FU:

SIU LIM TAOinglés/Español/Italiano

REF.: DVD/RANDY1TITOLO: WING

CHUN KUNG FU:CHUM KIU

inglés/Español/Italiano

REF.: DVD/RANDY2

TITOLO: WINGCHUN KUNG FU:

BIU JEE

inglés/Español/Italiano

REF.: DVD/RANDY3

TITOLO: JKDTRAPPLING

TO GRAPPLING

REF.: DVD/ALM2TITOLO: FILIPINOMARTIAL ARTS

REF.: DVD/ALM3TITOLO: STREET-

FIGHTING!JEET KUNE DO

REF.: DVD/ALM4

TITOLO: JKD “EL CAMINO DEL PUÑO

INTERCEPTOR”

AUTORE:RANDY WILLIAMS

REF.

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RAND

Y1RE

F.: M

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REF.

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RAND

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RAND

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F.: M

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TITOLO: THE WOODEN DUMMY INGLES/ITALIANO

INGLES

TITOLO: CONCEPTS &PRINCIPLES

DVD/RANDY4

AUTORE:JOAQUIN ALMERIA

TITOLO: ESPADA Y DAGATITOLO: PENTJAK SILAT

TITOLO: BUKA JALAN SILAT

REF.

: DVD

/SIL

AT3

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: DVD

/SIL

AT

REF.

: DVD

/SIL

AT4

TITOLO: YAWARA KUBOTAN

AUTORE:MASTER PEREZ

CARRILLO

REF.: DVD/YAW2TITOLO: 5 EXPERTS- EXTREME STREET

ATTACKS AUTORI: VICTOR

GUTIERREZ,SERGEANT JIM

WAGNER MAJOR AVINARDIA, J.L. ISIDRO& SALVATORE OLIVA

REF.: DVD/DP1

ALTRI STILI

AUTORE: BOB DUBLJANIN

TITOLO: JKD EFS KNIFE SURVIVALAUTORE: ANDREA ULITANO

REF.

: DVD

/EFS

1

Page 110: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

“Posizione della Mezza Luna” -Chakrasana

Dal momento che sotto alcuni aspetti siamo simmetrici,esistono i chakra posteriori, oltre che quelli frontali che sono i piùconosciuti. Questi permettono la connessione con l'Universo,poichè comunicano con esso tramite le vibrazioni oltre chetramite le influenze della luce. Le svariate posizioni dello Yoga sieseguono non soltanto per il rilassamento e l'apertura del corpo,ma anche per aprire e influire sulla mente e sul corpo perchèaccetti e comunichi con tali energie, come la luce.Probabilmente, la cosa più straordinaria di tutte è la possibilitàche il nostro corpo contenga delle cellule capaci di catturareefficacemente l'informazione e l'energia della radiazioneultravioletta. Spiegheremo questo nel dettaglio

L'energia del sole penetra nella pelle grazie alla trasformazionechimica in vitamina D3, che è trasportata al fegato e ai reni pertrasformarsi in vitamina D. I bassi livelli di vitamina D possonocomportare una carenza di calcio nelle ossa, incrementando cosìil rischio di fratture.

Anche se la vitamina D non fa nient'altro che proteggere leossa, continuerà ad essere essenziale, anche se ci sono proveche indicano che fa molto di più! Molti dei tessuti muscolaricontengono vitamina D, che consente un'efficace assorbimentodi calcio. Ma esistono ricettori similari in molti altri organi, comela prostata, il cuore, i vasi sanguigni, i muscoli e le ghiandoleendocrine e il loro lavoro progressivo fa si che succedano cosebuone quando la vitamina D arriva a detti recettori.

La scienza è sempre più d'accordo che non siamo fattisolo di atomi e molecole, ma anche di luce. Tutti ci rendiamoconto che la luce non solo influisce sul nostro corpo, maanche che viene assorbita per stimolare alcuni ritmi bilogici.Inoltre, la scienza ci ha insegnato che i biofotoni sonoemessi dal corpo umano e vengono l iberati grazie allecapacità mentali. L'esistenza di questa luce endogena fuscoperta ne l 1920 dal lo sc ienz iato russo AlexanderGurwitsch e venne dimostrata definitivamente alla fine deglianni 60, grazie all'uso di metodi più moderni. La luce puòanche modulare i processi fondamentali di comunicazione eil DNA da cellula a cellula.

I biofotoni sono utilizzati dalle cellule di molti organismi viventiper comunicare, il che facilita il trasferimento di informazioni e dienergia che è più rapido della diffusione chimica. Lacomunicazione da cellula a cellula mediante i biofotoni è statadimostrata in piante, batteri,animali, granulociti neutrofili (il tipopiù abbondante di cellule dei globuli bianchi nei mammiferi, cheforma una parte fondamentale del sistema immunitario), cosìcome nelle cellule dei reni. I ricercatori dimostrarono che lastimolazione tramite una differente luce spettrale (infrarossa,rossa, gialla, azzurra, verde e bianca) all'estremità di alcunisensori spinali o nelle radici dei nervi motori, provocavano unincremento significativo nell'attività fotonica degli estremiopposti. Ciò suggerisce che la stimolazione mediante la luce puògenerare biofotoni che la conducono attraverso le fibreneuronali, probabilmente come segnali di trasmissioneneuronale. Anche a livello molecolare del nostro genoma, il DNA(l'onda dei biofotoni) si emette dalla cromatina del nucleo dellacellula. Gli studi indicano che la spirale della molecola del DNAmostra la forma geometrica ideale di una cassa di risonanza, checonsente di immagazzinare la luce in maniera efficace. Questapuò anche essere definita come una fonte di emissioni dibiofotoni. Tali biofotoni sono emessi in modo che condizioninol'aura del corpo.

I biofotoni sono caratterizzati da un grado di ordineestremamente elevato, che si può descrivere come una specie dilaser biologico capace di creare internferenze e pare di essereresponsabile di numerose condizioni che una luce ordinaria eincoerente non potrebbe ottenere. Questa elevata incoerenzafornisce all'onda dei fotoni la capacità di dare l'ordine ditrasmettere informazioni, mentre la luce caotica incoerentetrasmette semplicemente energia. Questi biofotoni hanno ilpotere di regolare, di dare ordini e facendo ciò elevanol'organismo a una maggiore vibrazione. Tutto ciò si manifestaattraverso una sensazione di vitalità e benessere.

I praticanti di Yoga sanno anche che il rispetto del corpo el'alimentazione adeguata offrono un più alto sviluppo dellafunzionalità, dello spirito e della conoscenza, visto che unadeterminata dieta è un fattore critico nell'ascesa dei praticantiverso una sfera superiore di realizzazione energetica.

Testo: Evan PantaziIstruttore Yoga: Carolina Lino - Ponta Delgada, AzzorreFoto: Tiago Pacheco Maia - Ponta Delgada, Azzorre

Page 111: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

La luce del Sole è vitale, senza di essa non c'èvita. Tutti ci rendiamo conto dell'effettorivitalizzante della luce del Sole nel nostro corpo espirito quando, dopo un lungo inverno, godiamodei primi raggi di Sole. Però possiamo assorbirel'energia del Sole attraverso il cibo, così comeattraverso il corpo.

Le ultime ricerche mostrano che aldilà allacomposizione chimica dei cibi, l'energia dellaluce (biofotoni) è un fattore importante nellaqualità degli stessi. Quanta più luce sarà capacedi immagazzinare i l nostro cibo, tanto piùnutrimento ci fornirà. Per esempio, le verdure ela frutta che sono cresciute naturalmente sottola luce del Sole, sono ricche dell'energia dellaluce. La capacità di immagazzinare biofotoni inquesta maniera, può essere una misura dellaqual i tà del nostro cibo. L'energia del Soleimmagazzinata trova il suo sbocco verso lecellule attraverso il cibo, sottoforma di piccoleparticelle di luce. Queste particelle di luce (biofotoni), che sono sono le unità più piccole dellaluce, contengono importanti bio-informazioni,che a loro volta controllano i complessi processivitali del nostro corpo.

“Posizione della Mezza Luna”Chakrasana

Con i piedi uniti per impedire all'energia di saliredalla parte interna delle gambe, il praticante unisceper primo le punte dei dit i indice e poll ice,formando un triangolo, riproducendo la forma dimolti dei chakra frontali. Prima si posiziona con lemani davanti al chakra radice con la forma atriangolo, quindi il praticante stende le bracciaverso l'alto, sopra la sua testa, con i palmi aperti.

Quando il praticante inclina i palmi all'indietro, laparte interna delle braccia, la parte frontale delcorpo e la zona bassa delle gambe, si stirano aloro volta, permettendogli di rafforzare le vibrazionienergetiche. Ciò consente che l'energia del Sole odell'atmosfera entri attraverso i chakra frontali,oltre che dal nadi più piccolo nel corpo disteso. Laparte bassa delle gambe tese trasferisce questaenergia a terra con sicurezza, mentre la luce fluiscenel corpo quando viene orientato verso la luce delSole.

Quando il corpo si piega all'indietro non sipermette all'energia di salire, poichè la parteinterna delle gambe è sigillata, la schiena e lespalle si comprimono, preservando il libero flussoneurologico o il trasferimento di energia. Questapostura priva queste zone particolari della loropropria luce, concentrando l'assorbimento diquesta unicamente nelle porte frontali, invece di unentrata equilibrata attraverso i chakra e i nadifrontali e posteriori.

Quando la luce viene assorbita attraverso iportali e i nadi frontali, la luce spettrale entrante(infrarossa, rossa, gialla, azzurra,verde e bianca) siconcentra nei nervi sensoriali, aumentando ladispersione dell'attività biofotonica in tutta lastruttura. La luce diretta attraverso le f ibreneuronali, in qualità di trasmissione neuronale,invia una serie di messaggi ordinati e regolati checonduce l'organismo a un grado più elevato difrequenza vibrazionale a livello del DNA. Questaconcentrazione frontale purifica l'energia del corpoche si muove verso terra, grazie alla luce solarepura e diretta, eliminando lo stress e la rimanenteenergia stagnante. La luce energetica appropriatapenetra nella parte interna del corpo attraverso glialimenti che mangiamo, per cui abbiamo uncircuito completo di nutrimento energetico per lanostra anima.

Sorridi mentre esegui la posizione (e contutte le posizioni, azioni e posture), inparticolar modo quando ti stiri all'indietro.Questo distende i muscoli facciali, oltre apermettere un maggiore assorbimento dienergia dalla luce. Ci offrirà una sensazionedi giovinezza (aldilà delle apparenze) e lafelicità di un bambinospensierato.

Respirazionee intenzione

Inizia unendo i piedie inspira profondamentedal naso permettendoall'energia di fluire versoterra. L'equilibrio indottodall'attività destra e sinistradel cervello, crea una fontedi energia che scende verso inervi motori, le caviglie e laparte esterena del piede.Durante l'inspirazione, si sentel'aria o l'energia che fluisceverso il basso, verso il centrofrontale attraverso il perineo, laparte posteriore delle gambe ela parte esterna del piede,creando unaconnessione tracorpo e mente, dovesi stabilizza. Quindi,il praticante formala figura triangolarecon le mani, espiral e n t a m e n t esentendo l'energiache sale dallaspina dal chakraradice verso lemani e le spalle. Laspina dorsale èleggermente curvataper agevolare unflusso libero.

Ancora una volta,sollevando le bracciasopra la testa eal l ' indietro, si inspiraprofondamente sentendo levibrazioni nei palmi, nella parteinterna delle braccia e nella partefrontale del corpo, che scendendoverso terra purificano completamentei l corpo. Bisogna respirarelentamente nel la real izzazionecomplessiva della posizione, perstabilizzare il peso del corpo infunzione di una successivarichiesta di stimolazione elettricadal cervel lo ai muscoli chesostengono questa postura.Quando si inspira di nuovo,sentiremo che la luce del Soleassorbe il calore delle vibrazionipiù sottili verso il nostro nucleo escende verso terra. Permettiamoche la luce si manifesti totalmenteverso di noi, mentre i l nostrocorpo, la mente e lo spir itoringiovaniscono e si nutronocompletamente.

Nel prossimo numero: “Inpiedi, piegato in avanti”Pádahastásana

Page 112: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

tiamo parlando del PRIMOCENSIMENTO DELLE ARTIMARZIALI ITALIANE, unacoraggiosa iniziativa nata inseno alla collaborazionedella nostra rivista

CINTURA NERA con alcuni famosimarzialisti italiani che hanno fondato unportale di servizi dedicati, cioè ilMARZIALE NETWORK. Questo progettoha un carattere puramente informativo esenza scopi di lucro; si propone di dareun volto definito e concreto ad unacomunità di persone fino ad ora sempredivisa dalle differenze “linguistiche” e

“culturali” delle varie discipline a causadella loro provenienza dalle più disparateregioni del mondo. In realtà questemigliaia di persone che hanno sposato lapassione per l'ARTE MARZIALE, hannotutte un unico denominatore comune, il

più antico degli impulsi dell'uomo, mistodi alcuni retaggi atavici insiti nel DNAdella razza umana: sopravvivenza,miglioramento della specie, protezionedella propria comunità. Possiamo parlarein Cinese, Giapponese, Tailandese,Russo, Filippino ed in tutte le linguepossibili, ma parliamo tutti della stessacosa!

Presidiando con uno stand,gentilmente offerto dagli organizzatori, ilFestival dell'Oriente a Carrara (la piùimportante manifestazione del settore alivello Europeo) , ci siamo resi contodella risposta positiva sia da parte deidirigenti delle principali Federazioni,Associazioni e gruppi sportivi che daparte degli stessi atleti, al l ievi esimpatizzanti. Tutti sono rimasti intrigatidal fatto che questa indagine parta dalbasso, dalla effettiva popolazione checalca ring e tatami tutti i giorni.

Abbiamo grossi progetti: una volta checi saremo definiti come una popolazioneeterogenea ma compatta, potremmofarci sentire con voce più forte dalleistituzioni e dai media pubblici, al fine disensibilizzare maggiormente tutti gliitaliani sui nobili valori che vengonotrasmessi con le nostre discipline: etica,educazione, forza, onestà, conl'obbiettivo di riaccendere l'interesse

Al di là del campanilismo, delle rivalità e delle divisioni politiche, finalmente il popolo dellearti marziali si unisce per farsi riconoscere. Un'unica voce spinta dalla passione comune perl'arte più antica del mondo.

Lo Stand di CINTURA NERA.

La Scuola Nuovo Orizzonte.

Testo: Nicola PastorinoFoto: Sifu Cangelosi ed i suoi collaboratori.

S

Page 113: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

Reportage

delle nuove generazioni sempre più distratte dal vorticeinarrestabile delle tecnologie comunicative. Sono sicuro chetutti gli operatori marziali concorderanno che i tempi sonocambiati, e che l'entusiasmo dei decenni scorsi è sempre piùraro nelle palestre, soprattutto da parte dei giovani. È inutiledemonizzare internet, i social, l'era digitale, bisogna capirecome stanno cambiando la cultura ed i valori sociali, perriuscire di nuovo a comunicare i nostri principi intramontabilialle future generazioni. Diamoci una voce univoca che risuoniforte e squillante.

Ad oggi la mappa del CENSIMENTO è ancora in via didefinizione ma già si sta promettendo popolosa elargamente diffusa, dalle grandi città fino ai più piccolipaesini di provincia. Tantissimi maestri già si sono registrati,ma il CENSIMENTO tiene in considerazione la realeconsistenza delle scuole in termini di allievi, pertanto con ilraggiungimento del numero minimo di registrazioni diquest'ultimi, i Maestri inizieranno a prendere il risalto che glispetta nella mappa italiana delle ARTI MARZIALI.

In tutti le prossime nostre edizioni daremo sempreun'occhiata al CENSIMENTO per valutarne lo sviluppo,quello che possiamo vedere ad oggi è che sono giàcomparse OLTRE 25 ARTI DIFFERENTI, ma è solo l'inizioperché mancano ancora tante discipline all'appello.

I primi ad aver reagito sono stati i praticanti di KUNG FU,ovviamente risaltano i numerosi allievi del Gran MasterPaolo Cangelosi anche perché è uno dei promotori delCENSIMENTO; particolare menzione va fatta agli allievi delSifu 5° Duan HermannSalvatore Di Mauro,seguiti dagli allievi delSifu William Aschero.

Ottima anche larisposta dell'AIKIDO edel JUJITSU; altreimportanti realtà comead esempio KARATE eJUDO probabilmentehanno tempi di reazionipiù lunghi perchédevono muoveremeccanismi burocraticifederali, ben più grandidelle singole scuole,ma confidiamo chequando i vari presidentiche già hanno stipulatol'accordo dip a r t e c i p a z i o n emuoveranno le loro file,riceveremo una valangadi iscrizioni.

I l CENSIMENTO,oltre ad essere unos t r u m e n t oindispensabile per tutti ip r o f e s s i o n i s t idell'indotto del nostromondo, per pianificaree valutare sviluppi etendenze delle proprieattività, sarà poi spintoe pubblicizzato con tuttii canali possibil i perdare un orientamentoanche a tutti i neofitiche si sentono attrattidal mondo delle ARTIMARZIALI e che potranno addentrarcisi con una validaguida ed una mappa aggiornata!

Non perdete l'occasione di esserci!!!Leggi le regole del CENSIMENTO su:www.marzialenetwork.info

BDS Kick Boxing Team.

FIWS.

HUNG SING Academy.

Page 114: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

COME E' STRUTTURATOIL “FU SHIH KENPO”

(2° Parte)Nelle tecniche di contatto, a volte,

mentre si para bisogna avanzare lanostra gamba (sx o dx) per ostacolarela gamba anteriore dell'opponente. Inquesta maniera si blocca la sua linead'attacco. In seguito, si colpisce fortee energicamente l'arto che attacca(braccio o gamba) dell'avversario, alfine di annullarlo a causa del dolore odel temporaneo intorpidimento perl'impatto subito. In altre occasioni sicolpisce direttamente il ginocchio,l'anca o l'arto che attacca(braccio/gamba). Una volta che lalinea difensiva è stata rotta e il braccioattaccante (o la gamba) è stato ugual-mente neutralizzato, si può arrivare alcorpo e colpirlo più volte senza peri-colo e dove si vuole. Secondo la tec-nica e il grado di pericolosità dell'av-versario, a volte non difendiamo l'at-tacco in se stesso; piuttosto partiamoal contrattacco, colpendo in un ango-lo opposto a quello dell'attacco.

Lo si deve fare con attenzione, per-chè se non abbiamo neutralizzato ilbraccio avanzato dell'avversario, allo-ra dobbiamo farlo preferibilmente conun calcio basso alla tibia o al ginoc-chio, impedendo così che l'avversariosegua la linea di ritirata e attacchi daun altro angolo.

Schivata, controllo e colpo al corpo,al viso o per neutralizzare un contrat-tacco.

Esistono tre tipi di colpi in questosistema: FRUSTATI, PENETRANTI edi PROFONDITA'.

Colpo FrustatoQuesto è un colpo standard, prati-

cato in quasi tutti gli stili di ArtiMarziali. Il colpo può essere parago-nato al dare una frustata con un asciu-gamano, o come la lingua di un ser-pente, un movimento rapido dall'es-terno verso l'interno, una percussionefrontale di rovescio, o corpo a corpo(ura zuki, ura ken, kin geri, ecc.). Nonc'è energia o forza penetrante inquesto colpo. Il suo obbiettivo è larapidità, (essere spontaneo e istintivo)e si usa principalmente contro puntisuperficiali delle ossa, degli occhi, lelabbra, la clavicola, i genitali, l'inguine,il menisco, le ascelle, il bicipite, il tra-pezio, il plesso solare, costole flut-tuanti, collo e alcuni punti vitali. Si uti-lizza principalmente per distrarre lavisione dell'avversario e quindi evitareun contrattacco, o come tecnica dianticipo. Il livello dell'impatto varierà

secondo la capacità del praticante intermini di velocità e messa a fuoco deltarget.

Colpo PenetranteQuesto colpo è un unico movimen-

to esplosivo verso l'esterno, nel qualesi applica una penetrazione stimata incirca 7,5 cm. La realizzazione di ques-to movimento è relativamente facile,richiede una certa precisione.

I punti principali d'impatto sono:tempie, mandibola, entrambi i lati delcollo, cuore, sterno, pancreas, ecc,.Qualsiasi punto del corpo che richiedaun certo grado di proondità nellapenetrazione del colpo. Pertantoabbiamo un carico maggiore (Tigre) almomento dell'impatto

Colpo di ProfonditàQuesto colpo è diffuso in tutti i tipi

di arti marziali dure. Necessita di circa15 cm di penetrazione. E' un colpoche serve a raggiungere i punti più inprofondità nel corpo, o quando abbia-mo l'avversario contro una parete oqualsiasi altra struttura. Il colpo di pro-fondità normalmente finalizza unacombinazione. Essendo questo ilcolpo più potente, non deve essereutilizzato senza prima aver stordito oferito effettivamente l'opponente. Seviene usato troppo in fretta, ovverocome tecnica iniziale in una combina-zione, ciò ci pone nella condizione dinon poter continuare e dunque sarànecessario ricominciare un nuovoattacco.

Risposta diretta a un attacco incorso. Reazione riflessa nell'azionedifensiva/offensiva.

AVANZAMENTO PROGRESSIVO - REPLICAPROGRESSIVA

L'avanzamento si usa costruttiva-mente per i seguenti propositi:

• Per dare più impulso a un attaccodi braccio o di gamba.

• Per ostruire una linea offensiva.• Per irrompere internamente o

esternamente in una serie offensiva odifensiva.

• Per tagliare o schivare un movi-mento aggressivo.

• Per riproporre, riallineare unacombinazione offensiva o un contrat-tacco difensico.

• Per limitare la visuale all'avversa-rio in una reazione concatenata dimovimenti offensivi o difensivi, cheattaccano in diversi angoli e applicatia diverse zone del corpo. Per cui risul-ta quasi impossibile fermare la valan-ga di colpi.

LINEA DI RITIRATAPer ritirarsi con successo è

necessario colpire la gamba ante-riore del avversario o le parti bassedel corpo. La lacerazione o la l'affe-rraggio di nervi, tendini o punti dipressione sono tecniche molto fre-quenti nel Fu Shih Kenpo, perchèqueste causano un tale dolore daannullare un'ulteriore tentativo diaggressione da parte del nemico.Logicamente le mani e soprattuttole dita devono essere allenate cos-cienziosamente per colpire, pene-trare e afferrare.

L'artiglio è un'arma da corta e lungadistanza nel Fu Shih Kenpo. Il grado didolore e ferita provocato dall'essereagganciati dall'artiglio è notevole ealcune volte le sue conseguenze pos-sono essere fatali. Questa tecnica è lapreferita da molti praticanti di ArtiMarziali perchè è rapida come unpugno e fornisce maggiore controllosull'avversario in una situazione diattacco o difesa.

BASE PER UNA DIFESACOSTRUTTIVA

1) Fermare o bloccare la linea offen-siva, preferibilmente nel cerchio ester-no (non è necessaria una grande velo-cità ed è più sicuro).

2) Isolare o distruggere la gamba oil braccio offensivo, allo stessomomento in cui si ostruisce o paraliz-za una possibile aggressione.

3) Contrattaccare al corpo o allatesta, secondo la posizione del corpoe la possibilità di arrivare all'obbietti-vo.

• Nel corpo a corpo (avvicinamento)annullare la penetrazione e/o la pro-fondità di un eventuale secondo colpodell'avversario.

• Annullare la continuità dell'avver-sario, realizzando una reazione difen-siva-offensiva simultanea.

• Anticipare le successive tecnicheoffensive del soggetto.

• Scatenare o attivare la nostraenergia interna, utilizzando uno sguar-do penetrante e una disposizionementale decisa e concentrata.

Generalmente, nel Fu Shih Kenpo esoprattutto quando il nostro nemicopalesa una certa pericolosità, non siarretra mai, si avanza sempre.L'arretramento permette al nemico didominare e controllare le nostre rea-zioni, dandogli il tempo di costruire lesue manovre.

“SE TI SEI ALLENATO BENE E ILTUO SPIRITO E' FORTE, AVANZASEMPRE. SII PROGRESSIVO”.

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“Esistono tre tipidi colpi in questo

sistema:FRUSTATI,

PENETRANTI e diPROFONDITA' “

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“Io sono una Gru Bianca”

Una volta un allievo mi ha chiesto perchè il modo in cui iopraticavo la Boxe della Gru Bianca era completamente diversoda come l'avevano insegnata a lui.

La mia risposta è stata semplice e diretta:” Tu stai facendo laGru Bianca, io no”. Lui mi guardò perplesso, cercando di dare unsenso a ciò che gli avevo appena detto.

Disse di non aver capito. Cosa volevo dire? Allora gli horisposto che doveva guardare il resto degli allievi e degli istruttoridel nostro stile della Gru e imparare da loro, dopodichè potevatornare da me e capire ciò che avevo detto.

Quando è tornato mi ha detto che sembrava che gli altri sidovevano impegnare un sacco per realizzare i movimenti e cheio li padroneggiavo senza grande sforzo nel momento in cuimostravo agli allievi le forme e quant'altro.

Gli ho domandato: “Secondo te perchè?” e mi ha detto chenon lo sapeva.

L'ho tolto dall'impaccio e alla fine ho risposto alla suadomanda: “Vedi, io non sto praticando la Boxe della Gru Bianca.Non mi sto sforzando nell'Arte. Non sto facendo un'esibizionecercando le lusinghe altrui per alimentare i l mio ego.Semplicemente, io sono una Gru Bianca che combatte!”

Gli ho spiegato che se uno continua a “praticare” la Boxe dellaGru Bianca riuscirà soltanto a raggiungere il livello base dell'Arte.Non sarà in grado di comprendere gli aspetti del combattimentoe energetici dell'Arte, l'espressione della “energia essenziale” elo spirito dell'Arte dello Stile della Gru Bianca.

L'azione forzata non è una “azione naturale”. Cosa c'è di piùnaturale di una gru bianca in mezzo alla natura, che fa unmovimento in posizione statica?

“La nostra Gru Bianca che nasce dalla tradizione delloZhenlan del Maestro Lin Yuan Dun di Fuzhou (Cina), è basata esi concentra praticamente su un metodo marziale che va aldilàdella capacità fisica o della grande elasticità, perchè è concepitaper dar modo alle persone reali di difendersi nel mondo reale. Laboxe della Gru Bianca si è evoluta nel tempo così come lo fannotutte le Arti Marziali che si rispettano. Ma gli stili e le relativescuole si sono mantenute fedeli alla tradizione di “usare la Grucome metodo di boxe, imitando la sua apparenza esteriore eappropriandosi della sua essenza interiore, fondendo la formacon lo spirito” - dice il Shifu Goninan.

Lo Zhenlan Kung Fu della Gru Bianca presenta dellesimilitudini tecniche con la forma originale, ma incorpora anchemetodi e teorie originali. L'enfasi primordiale viene messanell'allenamento fondamentale, che a sua volta si basa sulleabilità, le teorie, i principi e i concetti trasmessi dal fondatoredella Gru Bianca, Fang Qiniang.

La semplicità che adesso nasconde la profondità delloZhenlan, contrasta molto con il resto delle Arti Marziali ches'insegnano attualmente, nelle quali troviamo quelli che sidefiniscono “Artisti Marziali Professionisti” che vivono degliinsegnamenti e pertanto è comprensibile che abbiano apportatodei cambiamenti di tipo commerciale nell'insegnamento di questistili. Questa compromessa situazione ha origine nel momento incui la cultura tradizionale si scontra con l'economia del Mercatoche provoca la comparsa degli Artisti Marziali professionisti e

delle scuole professionali di ArtiMarzial i. Noi possiamo solorammaricarci di questa tristesituazione.

I movimenti dello Zhenlan Gongfusono belli, leggeri, morbidi e naturali.Si mostrano eleganti e f luisconocontinuamente da uno all'altro.Possono essere ampi o piccoli, alti obassi, rapidi o lenti. Dipende dallanatura dei soggetti. Il corpo è dritto ei movimenti sono diretti, circolari,leggeri, rapidi, morbidi e vivaci. Ilpraticante di Zhenlan Gongfudovrebbe muoversi come un fiumeche scorre soavemente e come unanuvola che si sposta conleggerezza.

Goninan spiegava agli allievi che lo“Zhenlan Gongfu della Gru Bianca èpiù circolare di altri stili e su questo sibasa gran parte della sua grazia edenergia. I cerchi generano energia.Cercando di colpire con talimovimenti circolari le vostre braccia sisentono come afferrate in un vortice di energia. Sono tecniche dimano continue e senza richiamo. Allo stesso tempo lo Zhenlanpossiede un'economia di movimento che lo rende unico, pulito,discreto e letale - perfetto per sbarazzarsi degli aggressori”.

Ho detto all'allievo che per introdurre l'azione naturale “deveimpegnarsi per capire i l Qiujin, la sensibil ità f isica e laconoscenza sensoriale della mente come una forma circolare delQi, che è naturale, pernetrante e rapido e può manifestarsi inqualsiasi momento. Il Qiuijin si distingue soprattuto per non averbisogno di richiamare il corpo o le estremità. E' una forzacompletamente penetrante e si trasmette mediante i movimentidelle braccia e delle gambe, Collega i movimenti di ciascuno conil suo interno, acquistando in questa maniera la capacità di agireattraverso “sensazioni” intuitive.

Per mezzo del processo di apprendimento (che consiste nelriconoscere e rendersi conto, non nel accumulare e imitare) sicomincerà a capire come il “mentale e il fisico” si influenzino

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reciprocamente e si svilupperàl'abilità di combinarli. Ci si allena

mediante i l processo dicomprensione dei movimenti

muscolari, della struttura corporea(scheletro, legamenti e tendini, il Qi

incorporato) e i l proprio processomentale. Il rilassamento è fondamentaleper l'Arte. Il rilassamento implica unacondizione di scioltezza, morbidezza,elasticità e fa jing (esplosione di potenza).Appena il praticante di Zhenlan tocca lemani dell'avversario, può sentire il pesodello stesso e il suo centro di gravità, cosìcome la tecnica o il colpo che egli userà.

Infine, il praticante di Zhenlan è capacedi prevedere l'intenzione dell'opponentesenza contatto, attraverso la conoscenza.Può ridirigere la forza del suo avversario eusarla contro di lui o inserire il Fa Jing(colpi che sprigionano energia) a secondadel livello della minaccia. Molte volte hovisto altri che praticano la Gru Bianca e leArti Marziali muoversi con velocità epotenza, ma si muovevano anche comedelle scatole vuote, carenti dellaessenziale connettività tra le tecniche.Molti che facevano delle “dimostrazioni”del proprio ego, cercando l'adulazione dicoloro che vi stavano assistendo. I loromovimenti erano stravaganti eappariscenti, duri e esterni, assenti dinaturalezza e fluidità, carenti della veraessenza, energia e spirito. Anche quandoi loro movimenti diventano morbidi,tendono ad abbassare il livello della loronaturalezza. Quando raggiungono la loroessenza i suoi movimenti si fanno moltonaturali e possono emanare energia avolontà. É necessario capire che tuttisiamo destinati a ciò e lo stesso quelli cihanno preceduto. Lo psocologo svizzero

Carl Jung riscoprì tutto questo e lochiamò “inconscio collettivo”.

La realtà è sempre fisica, si trova tra noie il mondo, in parte dentro e in parte fuori,in parte personale, in parte impersonale,materiale, immateriale. Perciò, in unmondo dove si suppone prevalga la

ragione, più della metàcrede nello spirito e nellaspiritualità.

Nelle Arti Marziali tutto èenergia. Fate in modo chel'energia e la vostra visionedel mondo cambino comelo faranno le Arti Marziali.Questa non è filosofia, èfisica.

A volte, durante lo studiodelle Arti Marziali abbiamodei “Flash”. Ciò che iodefinisco semplicemente“lampi di brillantezza”, dicomprensione della tecnica,delle applicazioni nonconsiderate o conosciute.

Questi sono i momenti incui sperimentiamo qualcosadi veramente speciale circale arti. Arrivanovelocemente e hanno i lproposito di insegnarciqualcosa di particolare. E'quasi come se la porta diun tempio si aprisse per

alcuni secondi, permettendoci di vedere osentire qualcosa di meraviglioso...unnuovo modo di pensare, muoversi,comprendere!

Quando il vostro inconscio e il nostroconscio si uniscono, avverranno questiflash e vedremo le cose sotto una lucetotalmente nuova.

La connessione tra corpo e mente eral'unica “tecnologia” con cui l'anticoMaestro doveva lavorare. Non c'è dastupirsi che sapessero tante di quellecose di cui adesso ne stiamo riscoprendole verità. I Maestri antichi capivanodavvero i l “pensiero”, passandodall' intenzione all'azione! L'anticocammino delle Arti Marzial i eraorgogliosamente più profondo e portavacon se più conoscenza di quanta nedisponiamo oggi.

Aristotele disse:”Educare la mentesenza educare il cuore, significa noneducare in assoluto”.

Un vero maestro insegna a se stessoprima di tutto. Non gli importa sequalcuno segue le sue idee e i suoiinsegnamenti. Preoccuparsi di ciò vuoldire alimentare l'ego. Il vero Maestro faquello che deve fare, non quello che glidicono di fare o perchè qualcuno lo vedafare. Se nessuno ascolta, egli non sidispera. E' sicuro di se stesso.

Sono a un punto della mia vita in cuipenso di aver imparato a essere“semplicemente umano”, senza sforzo neego. Non ho bisogno di avere un rango,un titolo o altri tipi di riconoscimento. Misento felice semplicemente per quello che“sono”. Questo non si trova nel successoo nel fallimento, ne nell'impegno in tutti imomenti della vita, dal momento chealberga nel cuore e nello spirito di ciò cheveramente importa. Non è ciò che accadenella vita, ma come reagiamo davanti allecose importanti. Dobbiamo smettere disforzarsi tanto e semplicemente “essere”.Questa è dunque l'essenza, l'energia e lospirito della Boxe della Gru Bianca.

Lo Zhenlan Gongfu della Gru Bianca èpiù morbido, più fluido, più leggero e conmovimenti più ballerini. Incarna una sottilenaturalezza che conduce all'essere“naturale e complesso, sotti le ecomplesso”. I l r isultato finale è“trasformarsi in una Gru Bianca”.

Foto: “Il Maestro Lin Yuan Dun in azione”Foto: “Statua del Fondatore della Gru Bianca, Fan Qiniang”Foto: “Shifu Ron Goninan e il suo allievo numero uno Wayne

Jacobson”

Potete mettervi in contatto con RonGoninan scrivendo una e-mail a:

[email protected]

Pagina Web: www.whitecranegongfu.info.

E' sempre a disposizione perrappresentanti e cercatori della Via.

“Vedi, io non stopraticando la Boxedella Gru Bianca.

Non mi stosforzando

nell'Arte. Non stofacendo

un'esibizionecercando le

lusinghe altrui peralimentare il mio ego.

Semplicemente, io sono una Gru

Bianca checombatte!”

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Questo DVD sul pronto soccorso è unostrumentoindispensabile per tutti i praticanti di ArtiMarziali chepresto o tardi si trovano in situazioni nellequali ènecessario “soccorrere”. In qualsiasi scuola incui siha a che fare con la lotta, il combattimento

osemplicemente il contatto fisico, è successochequalche allievo o istruttore sia stato

colpitoo abbia patito un infortunio. E' possibile siano stati messiko,che abbiano avuto

difficoltàrespiratorie, spasmimuscolari,vertigini, nausee, o

unqualsiasi altroproblemacausato da unallenamentolesivo. Gli“incidenti” sonoqualcosadi reale ed ènecessariointervenirequanto prima,in modoche ladisfunzionecausata nonpeggioriulteriormente.Q u e s t e i n f o r m a z i o n in o n d o v r e b b e r o

essereobbligatorie per tuttigli“istruttori”, ovviamente,

perpreservare la sicurezza eilbenessere dei loro

allievi?Questo DVD è il primo diunaserie di lavori a cura del

Maestro Pantazi, incentrato nell'“altro lato”del Kyusho, quel lato che

ponel'attenzione alle scienze dell' “energia”dellasalute e del benessere, non solo applicabile neiDojo, ma anche ne quotidiano con i vostri cari e tuttelepersone che ci circondano.

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Tutti i DVD prodotti da BudoInternational vengono identificatimediante un’etichetta olografica distintivae realizzati in supporto DVD-5, formatoMPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allostesso modo, sia le copertine che leserigrafie rispettano i più rigidi standard diqualità.

Se questo DVD non soddisfa questirequisiti e/o la copertina non coincide conquella che vi mostriamo qui, si tratta diuna copia pirata.

Budo international.netORDINALA A:

Page 123: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

Le tecniche del serpente nello Shaolin Hung Gar Kung Fu

Serpente Le tecniche del serpente aumentano la vitalità e la forza interna. Le sue tecniche sono

relazionate all'elemento acqua. Il serpente è sempre in movimento. Utilizza la forza del Chiper i suoi attacchi rapidi e precisi con le dita nelle parti deboli del corpo dell'avversario,come ad esempio le parti molli. Le tecniche dello stile del serpente sono molto raffinate,meno feroci. E' molto importante imitare i movimenti morbidi e flessibili del serpente. Perquanto il serpente si muova tranquillamente, i suoi attacchi sono diretti e veloci quando ledita puntate colpiscono simboleggiando la testa o i denti velenosi.

Page 129: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013
Page 130: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

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Karate

Il Sensei Taiji Kase è stato unodei più grandi maestri diKarate del XX secolo.Conosciuto in tutto il mondocome un combattentestraordinario e comeinsegnante di primo livello, nosmise mai di perfezionare esviluppare la sua Arteper creare il propriostile. Prima di morirenel 2004, creòl ' A c c a d e m i aInternazionale(Kase HaShotokan RyuKarate-Do) e vimise a capo isuoi allievi piùvicini, incluso ilSensei PascalLecourt ( inFrancia), 6°Dan,che è stato i l suoassistente più rilevantenell'arco di una trentinad'anni. I l patrimoniocompleto di Sensei Kasesi mantiene vivo con laseguente testimonianza.

Intervista Sensei6 ° Dan Pascal

LecourtAssistente

Maestro Kase.

Testo: François LehnFoto: François Lehn & SenseiChristian Leromancer, 5º Dan

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Intervista

Sensei Taiji Kase: la vera essenza della viadel Karate

Sensei Pascal Lecourt, erede delMaestro Kase

In occasione della presentazione delDVD “I fondamenti della Scuola Kase-Ha”, vi mostriamo questa intervistacon Sensei Pascal Lecourt, 6°Dan, cheinsegna a Rouen ed è anche istruttoreinternazionale. E' stato allievo e assi-stente del Maestro Kase per 30 anni.Qui di seguito ci porterà una testimo-nianza unica sull'essenza della praticae degli insegnamenti del Maestro Kasee sull'uomo che era: uno dei combat-tenti di Karate più importanti del XXSecolo, un devoto appassionato dellaricerca e dello studio rivolto a sviluppa-re e perfezionare la sua Arte, un uomodi grande umiltà totalmente dedito alprossimo.

Cintura Nera: Sensei Kase è con-siderato uno dei più grandi Maestridi Karate del XX Secolo e un mirabi-le combattente. Da dove proviene lasua reputazione?

Sensei Pascal Lecourt: Prima diessere un Gran Maestro fu un leaderesperto e il pioniere del Karate inFrancia; Sensei Kase è stato soprattut-to un grande combattente. Non solo èstato la fonte delle prime regole dellecompetizioni di Karate in Giapponedella JKA (Associazione Giapponesedi Karate) dopo la morte del MaestroFunakoshi, ma fu anche colui cherispose alle sfide lanciate contro ilKarate da esponenti di altri sport dacombattimento. In quel periodo, quel-lo divenne un evento molto diffuso esiccome il Karate stava incominciandoa farsi conoscere, era importantedimostrare il suo valore. Venne inviatoin tutto il mondo per promuovere ilKarate e la JKA, insieme a un gruppodi esperti in cui c'erano i SenseiEnoeda, Shirai e Kanazawa. Dovettecimentarsi in combattimenti reali,senza arbitri ne regole, contro pugili,lottatori di tutti i tipi, ecc. Per lui, nonera tanto una questione di combattere

per piacere o per valorizzare la sua tec-nica, ma per onore del Giappone e delKarate. Nel DVD, la Sig.ra Kase parla diquei combattimenti che secondo lei,non ne perse nemmeno uno. Questoaspetto della sua vita ha contribuitoalla sua reputazione di combattenteeccezionale, il che lo era senza ombradi dubbio. Ci sono molte, molte storiesugli scontri reali a cui partecipò.Quando sentiamo dire da qualcunoche il Karate tradizionale e specialmen-te quello del Sensei Kase non è realisti-co, non posso credere alle mie orec-chie...

“Durante le sessioni di allenamento,a volte ci sono stati dei morti”

Sensei Kase si è formato in un epocain cui il Giappone era in guerra, la vitae la morte erano appese a un filo.Allora il Karate si insegnava in manierarigorosa e realistica. Lui ci ha detto chedurante gli allenamenti, a volte morivaqualcuno, poichè il karateka era total-mente dedito alla sua pratica e perchèil Karate era rivolto alla realtà. IlMinistero preposto decise di guardaredall'altra parte. Era necessario formaredelle persone allo scopo di combatterecontro l'invasione statunitense. Lo spi-rito militare dell'epoca e il fatto che ilGiappone era in guerra, hanno contri-buito a dargli uno spirito forte e impla-

cabile nel corso della sua crescita. A16 anni, Sensei Kase si arruolò nellaMarina, nei Kamikaze. Il giorno chericevette l'ordine di partire fu quellodella firma dell'armistizio. Aveva rice-vuto l'addestramento militare e avreb-be partecipato alla guerra. Sono moltocontento che la Storia lo abbia rispar-miato.

“Una tecnica deve uccidere”

Partendo da quel periodo e da quelgenere di educazione, egli ha conser-vato qualcosa di essenziale che hasegnato il suo Karate per tutta la vita.Si trattava non solo di un istinto disopravvivenza e di combattimento, maanche di un forte attaccamento al“Ippon Shobu”, verso il quale era moltofavorevole. Ovvero, la vittoria permezzo di una sola tecnica, colpire eabbattere un avversario in un solomovimento, perfetto e decisivo pervelocità, potenza e precisione. “Unatecnica deve uccidere” - era solito dire.Il Maestro Kase non aveva rivali in que-sto modo di praticare. Era conosciutoe rinomato per il suo ineguagliabileKime. Sapeva come concentrare ilmassimo dell'energia in ciascuna delle

Page 140: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

sue tecniche. Inoltre, la sua educazio-ne e anche la sua famiglia lo hanno aiu-tato a plasmare il suo carattere comeuomo e come combattente. Ricordoche una volta mi ha detto che suopadre, che era molto rigido, gli proibivadi lamentarsi. Quando era un bambino,ritornando da scuola un giorno caddee si sbucciò le ginocchia, pianse pertutta la strada di ritorno a casa.Davanti a casa sua si asciugò lelacrime, si avvicinò a suo padresenza piangere, se ne andò incamera sua e ricominciò a piange-re. Gli aneddoti personali dellasua vita o il contesto stori-co che vi raccontosono solo alcunidegli elementi checi portano a com-prendere ciò chelo aiutò a evol-versi nella suapratica in deter-minati momentidella sua vita.Ma se raggiun-se la condizio-ne di GranMaestro, fuperchè superò

i parametri più duri e perchè ha semprecercato di migliorare il suo Karate. Nelcorso della sua vita si è distinto peressere colui che si è avvicinato all'es-senza stessa del Karate.

C.N.: Quali sono le caratteri-stiche che hanno reso

unico il suo stile?S.P.L.: Sensei Kase è

stato un genio dell'Arte.La sua visione dellapratica era unica. E' il

solo, per esempio, cheha fuso i principi della

scuola delle due spade“Ninten Ryu” di

Miyamoto Musashi,- che appartiene

alla storiaf e u d a l e

d e l

Giappone - con il Karate moderno delMaestro Funakoshi. Questa ricerca loportò a sviluppare molte tecniche amano aperta, come se le braccia e lemani aperte fossero loro stesse dellespade. Questa scoperta non solo èugualmente applicabile in entrambe leguardie e adattabile a differenti altezze,a seconda delle circostanze, ma anchenelle parate e parate doppie, nei con-trattacchi, nei bloccaggi, nel movimen-to o nella sincronizzazione. Questacaratteristica strutturale è unica nelsuo genere. Ha anche sviluppato variecombinazioni dedicate all'approfondi-mento di questa scoperta, sia a manoaperta che con i pugni chiusi.

Le differenti tecniche: O-Wasa, Chu-Ko-Y-Wasa e Ko-Wasa (lunga, media ecorta distanza) anch'esse caratterizza-no la sua pratica.

Un'altra caratteristica del suo studioè la conoscenza sottile e il controllo

della respirazione. Lasua energia si basanella sua profondarespirazione. Larespirazione era il

fattore cruciale per incre-mentare la sua potenza; il flusso di

energia che proviene da questa eraessenziale. I quattro principi dellarespirazione, con le sue ramificazioni,che sviluppò e che sono descritti nelDVD, sono la chiave. D'altra parte ilMaestro Kase era capace di raggiun-gere un profondo rilassamento delcorpo, il che gli dava una facilità di

movimento senza precedenti efavoriva una espressione puradell'energia. Egli insegnava adandare da 0 (rilassato) a 100(tensione) in una frazione disecondo e in seguito a tor-nare a 0 con la medesimarapidità.

C'è anche un aspetto ditutta l'energia e della sua

vibrazione che è specifica delsuo studio, Insisteva nellaconnessione con la Terra: “Ten shin jin”, diceva spesso:

Intervista

Page 141: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

cielo-terra-uomo. L'unione dell'uomo col cielo e con la terra,scaturisce una forte energia attraverso la tecnica. I piedi aterra, la testa verso il cielo e una inspirazione può catturarel'energia dal cielo, con i piedi ancorati in modo da assorbirel'energia e le emanazioni dalla terra. “l'uomo è come unponte tra i due, l'uomo è l'espressione delle due energie. Piùconcentriamo l'espirazione in un punto, meglio funzionerà latecnica” - affermava sovente.

Sensei Kase insegnava anche che se disperdiamo lo spi-rito, l'energia si perde nell'universo. Insisteva molto nellavisualizzazione, che era un punto fondamentale. Ma cisarebbero molte altre cose da dire sulle fantastiche scoper-te che fece durante le sue ricerche.

C.N.: Tu hai conosciuto l'uomo...com'era nella sua vitaquotidiana?

S.P.L.: Il Maestro Kase diceva spesso che “il Karate è vitae la vita è Karate”. L'Arte o la vita possiedono gli stessi mec-canismi. Ha rispettato questa frase fino in fondo. Era unuomo umile, deciso, con un grande desiderio di ricerca, distudio e perfezionamento della sua arte, aperto con gli altrie pieno di bontà con i suoi allievi. Amava gli esseri umani.Non era rude ne brutale nella sua pratica, valorizzaval'aspetto artistico nel suo senso più profondo. Come dire,l'energia aggressiva è volgare. L'energia del Maestro è posi-tiva, creativa e permette di andare verso gli altri, mentrequella negativa li distrugge. Nel kumite, per esempio, quan-do l'ego prende il sopravvento, si ha aggressività controaggressività. Sensei Kase ci diceva: “E' meglio rompere ilbraccio dell'avversario con tecniche a mano aperta (Shuto)invece che distruggere l'integrità fisica della persona”. Cosìproteggiamo la persona e proteggiamo noi stessi. Era inqualche modo ironico per essere un Maestro di Karate,ma lasciò comunque un segno del suo lavoro interiore edel suo progresso nella comprensione dell'essenza delKarate.

Il Maestro Kase visse per lo studio, fu uno dei mae-stri più all'avanguardia della sua generazione inquesta sua ricerca costante. Come molti artisti,parliamo di individui che si nutrono dei propristudi. Non era interessato a quali potevanoessere gli effetti o a ottenere un qual-che riconoscimento internazionale.Non sapeva quanto denaro guada-gnava, quante persone assisteva-no ai suoi allenamenti, o chegenere di gloria poteva raggiun-gere. Non aveva nessun interes-se all'interesse, nonostante fosseun maestro riconosciuto a livellointernazionale e altamente richiesto.Il giorno del suo funerale a Pere

Lachaise, suo fratello disse che non sapeva che lui era arri-vato ad essere così famoso nel mondo.

Il Maestro Kase non ambiva ad alcuna “carica istituziona-le”. Ricordo che quando ero in Giappone con lui, nel 1987,allora la JKA stava cercando un vero leader. Gli domandai se

e ra

Karate

Page 142: Rivista arti marziali cintura nera budo international dicembre 2013

interessato a questa posizione. Mi replicò che se dovevafarsi carico ancora una volta di questa organizzazione, nonavrebbe mai più potuto mettere il kimono, ma che avrebbedovuto indossare “un abito, una cravatta e una penna”. Ciòche voleva da sempre era praticare e approfondire i suoistudi. Nemmeno in Francia cercò di ottenere un incaricoimportante. Molte volte diceva “La prima cosa è la libertà”.

“I suoi insegnamenti erano per tutti”Al Maestro non premevano ne la

gloria ne i riconoscimenti. Non glipiacevano tanto le interviste,tantomeno mettersi in eviden-za. Quando gli dissero che eraun Gran Maestro, lui sorriseappena e continuò a cammi-nare. Un giorno gli dissi:“Sensei, presto o tardimorirà e non c'è nientesu di lei, non cisono libri, suisuoi studio

sulla sua comprensione della pratica, non c'è un DVD, nonc'è niente”. La sua risposta fu:

“Il giorno che dovessi scrivere un libro non avrò più nullada dire. Se lo scrivessi oggi, può essere che mi contraddicanel giro di dieci anni”.

L'unica cosa che gli importava nella sua pratica era inda-gare sull'essenza del Karate, dello studio, della ricerca e del-l'insegnamento. I suoi insegnamenti erano per tutti, senzaelitarismo. Tuttavia, per avere accesso a questi, era neces-sario superarsi.

“Amore, perdono, benevolenza, onore”La conclusione finale per la sua inusuale personalità era

che a lui non piacevano i litigi. Ricordo che durante una ses-sione di allenamento, ci allenammo molto duro e un gruppodi allievi si sedette all'improvviso nel mezzo della pale-stra. Io ero furioso vedendoli così in quella maniera;volevo scagliarmi contro di loro, ma il mio maestromi fermò, scuotendo la testa in segno di no. Un'altravolta, in Finlandia, nel 1996, era una bella giornata,eravamo fuori dopo un mini-corso di formazione e midisse:” Mi sento bene perchè non c'è nessun litigio, ècome essere in vacanza”.

Era anche un buon padre. Aveva la passione per lemacchine fotografiche (ne aveva varie in casa), per

l'astronomia e per la letteratura Francese, Russae Giapponese classica. Cercava semprel'equilibrio in ogni ambito della sua vita.

Un ultima cosa mi viene in mente. Al suofunerale in Francia, un monaco Zen checonosceva bene Sensei Kase lesseun'orazione funebre. La tradizione vuoleche si ricordino le qualità migliori delloscomparso. Il monaco parlò del suoamore, del perdono, della benevolenza edell'onore. Io conservo queste virtù nel

mio cuore e faccio tutto il possibile perutilizzarle nei miei insegnamenti e

nella presentazione del Karate svilup-pato dal Maestro Kase.

Dati chiave sulla vitadel Maestro Kase

Sensei Taiji Kase nacque il9 Febbraio del 1929 aTokyo.

Nel Febbraio del1944, a 15 anni, entra

Intervista

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nel Honbu Dojo Shotokan, dove si allena con Yoshitaka Funakoshi.Nel Marzo 1945 si arruola nella Scuola della Marina nella sezione

dei Piloti Kamikaze. Rimane li fino alla fine della Guerra.Nel 1949, Sensei Kase è, all'età di 10 anni, è il più giovane a con-

seguire il grado di Sandan. Diventa istruttore e insegna Kumite, alle-nando insegnanti come Enoeda, Shirai, Kanazawa e Ochi.

Nel 1965, il presidente della JKA e il Ministro degli Affari Esteri delGiappone lo incaricano di diffondere il Karate-Do in tutto il mondo.

Arriva a Parigi nell'Agosto del 1967, dove si stabilisce con la fami-glia. Vivrà li per il resto della sua vita.

Dal 1976 ha tenuto seminari e conferenze in tutto il mondo.Nel Maggio del 1999, Sensei Kase ha avuto il suo primo attacco

di cuore. Dopo sei mesi di riposo forzato, riprende le sue lezioni e ilsuo allenamento.

Nel 2004, fonda la Accademia Internazionale (Accademia Kase HaShotokan Ryu Karate-Do)

Il 24 novembre del 2004 muore Sensei Kase. Il funerale ha avutoluogo al cimitero di Pere Lachaise, a Parigi. Al suo capezzale i fami-liari, amici e allievi da tutto il mondo.

Sensei Pascal Lecourt: un DVD e le tappe per tramandare l'ere-dità

Dopo trentasei anni di pratica, di cui trenta come allievo e assi-stente di Sensei Taiji Kase e da quest'ultimo designato DirettoreTecnico in Francia dell' “Accademia Kase Ha Shotokan Ryu Karate-Do”, Sensei Pascal Lecourt, 6°Dan, ha riunito e spiegato per la primavolta in DVD i fondamenti della Scuola Kase-Ha. Sensei Lecourt haunificato e descritto per tutti le tecniche e l'espressione energeticache sono diventate il marchio di fabbrica della Scuola Kase-Ha. Lascienza del combattimento senza precedenti e la sottigliezza dellostudio investigativo realizzati da Sensei Kase, che portò avanti finoalla sua morte, giustifica il fatto che uno dei pochi esperti che megliolo conobbero e lo seguirono per molti anni, si sia preso il tempoper spiegare l'essenza del Karate di Sensei Taiji Kase a tutti gliappassionati del Karate e delle Arti Marziali in genere. In par-ticolare, in questo DVD troviamo un'intervista dal vivo conSensei Pascal Lecourt in cui ci racconta della sua vici-nanza al Maestro e tutta la trasmissione interiore,spirituale e filosofica che si è concretizzata in tren-t'anni di stretta relazione. Vi troviamo ancheun'intervista con la Sig.Ra KaseChieko, moglie di Sensei TaijiKase, che ci narra ciò che èstata la vita del Maestrodalla fase del Giappone deldopoguerra, fino al suo ultimorespiro.

Per maggiori informazioni e per saperedi più sui corsi di formazione che tiene inFrancia e a Parigi, o per richiedere questoDVD, potete contattare Sensei PascalLecourt su Internet:

http://www.lecourtpascal.fr/Per qualsiasi informazione, potete chattare con

lui attraverso questa pagina di Facebook: PascalLecourt Kase-Ha

Karate

“Al suo funerale inFrancia, un monaco Zen

che conosceva bene SenseiKase lesse un'orazionefunebre. La tradizione

vuole che si ricordino lequalità migliori dello

scomparso. Il monacoparlò del suo

amore, del perdono,

dellabenevolenza e

dell'onore”

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MMA

L'inaugurazione della nuova palestra UFC Gym aNew Hyde Park Nassau NY è un grande passo perriuscire a ottenere che le Arti Marziali Mistevengano riconosciute come sport legale a NewYork.

La Palestra di MMA e Fitness più grande della East Coast

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Testo e Foto: GM Maurice El Malem

Vista frontale della UFC Gym.UFC Champion, Joe James Maurice Elmalem

Campione UFC, Forrest Griffin.Dimostrazione.

UFC campione Frankie Edgar.

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Nuova palestra UFC, la più grande della costa EstLa palestra UFC di MMA e Fitness della East Coast con i suoi 35000 metri

quadrati di superficie al pian terreno e parcheggio proprio, è la più grande dellacosta orientale. Questa impressionante struttura, dotata di una enorme quantità dimacchine per esercizi appositamente progettate per la nuova frontiera dello sporte dell'attività fisica, è alla portata di tutti coloro che possono e desiderano usarlaper migliorare il proprio corpo, l'anima e la mente. Ci sono tapis roulant, cyclette,sacchi da boxe, bilancieri, panche per addominali e macchine per lavorare tutte leparti del corpo. Le strutture dispongono di elementi essenziali, anche di un club diallenamento di Jiu Jitsu per imparare le Arti Marziali brasiliane che sono una parteimportante dell'allenamento della UFC, per poter poi combattere nella gabbiaottagonale.

Quando sono entrato e ho provato il ring, l'ho trovato sicuro per la pratica. Ilsuolo è imbottito per assorbire quelli che sono gli elementi più importanti deicombattimenti della UFC, come le cadute, le spazzate, le proiezioni, le levearticolari e i colpi di gomito.

Questa tecnologia del suolo imbottito è eccellente per evitare quegli infortuniche preoccupano tutti coloro che praticano gli sport di contatto. Nella zona deisacchi da boxe, ci sono più di 30 sacchi disposti a diverse altezze per permettereai praticanti di raggiungere il livello massimo quando li colpiscono.

Le sale delle lezioni hanno anch'esse il pavimento imbottito. La nuova palestraUFC ha una grande zona di accoglienza, bar, negozi di sport che vendono divise,magliette e attrezzature per le MMA. La quota per frequentare la palestra è di 50dollari al mese per l'allenamento base e di 100 dollari per i programmi speciali. Cisono personal trainers per ciascuna sezione e specialisti delle diverse Arti MarzialiMiste forniti dalla palestra. Le strutture sono aperte 24 ore al giorno, 7 giorni allasettimana e sono vicine all'autostrada di Long Island.

Ciò che ha reso speciale la giornata sono state le stelle della UFC che sonovenute a dare il loro supporto e mi hanno dato l'opportunità di incontrare alcuniamici. Ho avuto l'occasione di intervistare il campione del mondo della UFC,Chuck Liddell, nativo della California che è stato soprannominato “l'uomo dighiaccio” per aver messo al tappeto alcuni dei migliori fighters della UFC comeTito Ortiz nel UFC 47, Jeremy Horn nel UFC 54 e Randy Couture nel UFC 43 larivincita. Durante questo breve incontro gli ho rivolto alcune domande.

Cintura Nera: A che età hai iniziato a praticare MMA?Chuck Liddell: A 12 anni - praticavo lotta libera molto assiduamente, quindi

decisi di passare alle MMA e allenarmi 7 giorni alla settimana.

C.N.: Qual è stato il combattimento più emozionante e memorabile dellatua carriera nelle MMA come campione della UFC?

C.L.: Ricordo in particolare il combattimento con Randy Couture nel UFC 52.Dovevo recuperare la cintura di campione dei pesi medio-massimi della UFC edimostrare al mondo che ero il vero campione, il primo capace di mandare altappeto Randy Couture. Non potevo subire un'altra sconfitta come quella chepatii da Randy nel UFC 43.

C.N.: Come ti mantieni occupato dopo esserti ritirato dalla UFC?C.L.: Mi godo la mia famiglia, alleno fighters e promuovo la UFC in tutto il

mondo. Impartisco anche seminari e visito le palestre della UFC.

C.N.: Qual è il tuo consiglio per i nuovo combattenti della UFC?C.L.: Siate disciplinati, praticate e esercitatevi tutti i giorni. Siate buoni con i

vostri amici e date un buon esempio non usando droghe.

C.N.: Grazie per il tuo tempo, ti auguro tutto il meglio.

Tra le altre stelle della UFC che hanno assistitoall'evento:

Jon Jones, Campione UFC, molto occupato a firmare autografi e a farsifotografare con tutti, sorridendo e comportandosi sempre da gentiluomo. Jon èun grande campione della UFC, sconfisse Rashad Evans nel UFC 145, Mauricio“Shogun” Rua per KO tecnico nel UFC 128, Stephan Bonnal nel UFC 94, AndreGusmao nel UFC 87. E' ancora molto attivo come campione di MMA nella UFC.

Forrest Griffin, ex campione pesi mediomassimi della UFC con un record di19-7-0, da Columbus - Ohio. Ex ufficiale di polizia che ora si dedicacompletamente alla UFC.

Frankie Edgar, ex campione della UFC, praticante di Muay Thay e Jiu Jitsu,ambizioso e assai carismatico. E' una stella emergente delle MMA.

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FronteggiareDi nuovo ciao a tutti! Nella mia seconda colonna mensile

per Budo International/Cintura Nera mi piacerebbe parlare delconcetto del CRCA Wing Chun di “Fronteggiare”. Il termine“Fronteggiare” (Ying Sai) nel Wing Chun significa il riferimentofrontale di un combattente rispetto a un altro. Un altro termine,Ying Chiu, si riferisce alla “Postura di Orientamento” di unfighter rispetto a un altro. Il “Vantaggio di fronte” ha luogoquando un combattente è posizionato frontalmente el'avversario è di spalle a lui. Questa posizione vantaggiosa nonpresuppone una vittoria sicura, ma solo un vantaggio perattaccare o difendere. Possiamo trovare l'immagine di questapostura nel modo in cui le navi da Guerra combattevano neigrandi oceani. Visto che avevano le armi situate in entrambi ilati che puntavano a 90° rispetto alla prua e alla poppa, peraprire il fuoco sull'avversario dovevano posizionarsi di lato adesso prima di sparargli. Lo svantaggio consisteva nel fatto cheanche se poteva concentrare al sua potenza di fuocosull'avversario, questo era in condizioni di contrattaccare e disparare con la stessa efficacia. Questa posizione di equilibriocausava enormi danni a entrambe le parti. Non importava chiaffondava chi alla fine. Dopo varie esperienze di questo tiponel combattimento navale, a qualche astuto stratega venne inmente la soluzione, una strategia conosciuta come “incrocio aT”. Questo termine fa riferimento alla posizione nella quale unanave si colloca di lato abbordando la poppa dell'altra,permettendogli così di sparare al nemico senza che questopossa rispondere al fuoco. Le armi di quest'ultimo punterannoverso il mare mentre quelle dall'altro punteranno l'obbiettivo.Questa è l'idea del vantaggio dell'orientamento nel quale levostre “armi” devono puntare il nemico, mentre le sue “sonopuntate verso il mare”.

Vantaggio di orientamento - quando il combattente di Wingchun è in grado di ottenere il vantaggio dell'orientamento eposizionarsi frontalmente davanti a un rivale che è di lato o dispalle, si dice che si avvicina dal “lato morto”. Qualsiasi partefuori della “Zona viva” - la proiezione di un angolo di 90° con ilsuo vertice nella linea centrale e simmetricamente riferito ai45° di ciascun lato - viene considerato stare nella Zona Morta.Questa zona è la più diff ici le da difendere e quandol'avversario l'affronta, si ha un rapporto angolare che rendemolto difficile il contrattacco. Pertanto, la Zona Morta delcontendente è la zona più sicura da cui portare un attacco. Ildiagramma sotto mostra una prospettiva elevata della ZonaViva e della Zona Morta da tre distinte posizioni dicombattimento.

Si dice che abbiamo un“vantaggio di orientamento” quandouna parte della tua Zona Viva (anche se piccola) coincide conuna parte della sua Zona Morta, e nessuna parte della suaZona Viva coincide con la tua Zona Morta.

In una tipica analogia del Wing Chun, la Zona Viva di 90°si può paragonare agli enormi fari luminosi usati dalla poliziapenitenziaria per localizzare i prigionieri fuggiti che corronotra i campi. Nel combattimento, il fighter di Wing Chuninterpreta due ruoli; è il prigioniero evaso, poiché usa il suogioco di piedi per evitare di essere colpito dal “cannone diluce” dell'avversario. E' anche il poliziotto della prigione,

perchè cerca di mantenere il “contendente” illuminato con lapropria Zona Viva. Quindi, tra due contendenti di alto livellodi Wing Chun, c'è una lotta costante per la posizione nelChee Sau (mani appiccicose), nello sparring o negli esercizidel la prat ica. Dopo tutto questo, l ' importanza delf ronteggiare nel CRCA Wing Chun è chiaramentedimostrata.

Ciò lo si può vedere con molte tecniche di combattimento,incluse quelle che mostriamo qui, in cui il combattente diCRCA Wing Chun deve sempre tenere in considerazionel'idea di affrontare prima di realizzare qualsiasi movimentodei piedi che cambi questa relazione. Sempre che siapossibi le, si muoverà nella direzione che gl i darà unvantaggio di orientamento, anche se fosse solo leggero. Ilmotivo di questa strategia e che il più lieve vantaggio diorientamento ottenuto tramite il primo spostamento delcombattente di Wing Chun può essere aumentato, ancheinvolontariamente, dal proprio avversario. Perciò, da unaposizione di guardia in una relazione aperta, anche sefaremo un breve step verso l'esterno della gamba anterioredel rivale, egli potrebbe amplificarlo facendone uno versol' interno - forse senza nemmeno sapere che ci staconcedendo il vantaggio dell'orientamento muovendosinell'unica direzione che non è bloccata dal vostro piede. Luista seguendo i l cammino spedito che lo porta al losvantaggio di orientamento sempre a condizione che si siafatto il posso giusto per “dominarlo”. Può essere chel'avversario non sia neanche cosciente dell'esistenza di talevantaggio. Per esempio, quando si esegue una tecnica dauno scontro aperto, (voi con la sinistra avanzata e lui con ladestra), farete sempre un passo con la vostra sinistraavanzata verso l'esterno della sua destra anteriore. Anche seil relativo vantaggio di orientamento che state costruendopuò non sembrare evidente, se continuerete a muovervi, o seegli continuerà a muovere il suo piede in avanti, finiràdandoci le spalle - con la sua Zona Morta esposta. Da unarelazione chiusa di sinistro (entrambi i lottatori con la sinistraavanti), sarebbe meglio fare un passo verso l'interno dellasua gamba avanzata mentre eseguite un Tan Da per parare ilsuo jab con la sinistra. Fare un passo verso l'esterno “vi daràle sue spalle”. Questo concetto funziona con la teoria dellaLinea Centrale, della quale scriveremo in una delle prossimecolonne di Budo International/Cintura Nera. L'ult imotraguardo è ottenere almeno uno dei due vantaggi, noentrambi, ogni volta che eseguite la tecnica usando il giocodi piedi. Fare uno spostamento pensando di fronteggiarecorrettamente, funziona molto bene anche all'interno di unastruttura applicata alla difesa personale.

Nell'esempio precedente del Tan Da, avevate fatto un passoverso l'esterno, avreste anche indebolito il Tan Sau e il colpomuovendo il corpo lontano dalla direzione in cui avreste volutoessere più forti, provocando una certa goffaggine e squilibrio.Al suo posto, fare uno spostamento all'interno almeno percreare un vantaggio di orientamento uguale, aggiungerebbedavvero potenza e struttura angolare a entrambi i movimenti.Di fatto, più esterno è il vostro passo, più sarà incrociato esquilibrato dal Tan Sau e il vostro colpo sarà ben diretto versola linea centrale (diretto al punto).

Wing Chun

La “Zona Viva” e “La Zona Morta”. Nelle tre figure (immagine numero 1), la “Zona Viva” - dalla quale possiamoattaccare e difenderci con efficacia, viene mostrata nel settore aperto del cerchio. Tutte le restanti aree intorno alcerchio comprendono la “Zona Morta”. Osservate l'effetto che differenzia l'orientamento, che è nell'angolo in cui sitrova la Linea Centrale rispetto alla “Zona Viva”.

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La teoria dell'orientamento poneanche i l l imite della proiezione inmaniera che si possa fare perno inrelazione all'avversario - non dovretefarlo aldilà del punto in cui il limiteesterno della vostra Zona Viva coincidacon la linea centrale o concederete ilvantaggio dell'orientamento al vostrorivale. Perciò vedrete che per interessestesso del combattente, questi devemantenere la propria linea centraleposizionata secondo il riferimento dellaZona Morta del contendente. Questoposizionamento non solo consente di

avere almeno una equivalente possibilitàdi attaccare, ma anche di mantenere lasua Zona Morta collocata a 45° dallalinea frontale dell'opponente. Per questola parte superiore del corpo è situatacon un riferimento di proiezione di 90°secondo la posizione del perno ChohMa, indipendentemente dalla posizionedei piedi. In altre parole, se tutta la parteinferiore del corpo dalla cintura in giùvenisse coperta da una spessa nebbia,l'avversario non avrebbe modo disapere se siete in una posizione girata,rafforzata, avanzata o arretrata, ma solo

che siete di fronte a lui con la vostraZona Viva nei 90°.

Per questo la strategia diorientamento si può adattare a un artistamarziale di qualsiasi stile.

Il concetto di fronteggiare in relazionea quello della Linea Centrale è statoanalizzato nel dettaglio nel Volume IIdella mia serie di libri in cui descrivo ilgioco di piedi Loy Seen Wai e NgoySeen Wai nel lavoro sul Ma Boh. Inquesto stesso numero potrete trovaremaggiori informazioni su questi libri.

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Wing Chun

Sequenza 1Foto 1A - combattenti preparati in una relazione aperta.Foto 1B - Quando Thomas cerca di colpire col suo jab destro, Mario Lopez usa uno Ngoy Seen Wai facendo un passo

orientato verso l'esterno e fa perno con il proprio piede anteriore mentre attacca con il suo Chop Kuen verso il basso alle, oravulnerabili, costole di Thomas. Osservate che in questo colpo deve prendere il contatto mentre Thomas scaglia il suo colpoprima che il piede anteriore di Mario tocchi terra per massimizzare il Jyeh Lick (“Forza prestata”) colpendo l'avversario mentrequesti sta provando a sua volta a colpirlo.

Foto 1C - Thomas cerca di continuare, portando il suo colpo con la mano sinistra posteriore, ma questa rimane corta a causadel migliore orientamento di Mario, ora Mario può ancora una volta usare la forza prestata con un piccolo Loy Seen Wai(spostamento rivolto verso l'interno e facendo perno) per poi in seguito migliorare il suo vantaggio di orientamento mentre portaun Cheh Kuen (Pugno con richiamo/ Extension Punch).

Foto 1D - Dalla sua chiara superiore condizione di vantaggio di Orientamento quasi dietro all'avversario, Mario continua la suapunizione con un pugno diagonale Loy Doy Gock Kuen.

Due sequenze che illustrano il modo di ottenere subito il vantaggio diorientamento, partendo da due relazioni iniziali differenti, usando glistessi movimenti.

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Sequenza 2Foto 2A - Lottatori preparati, stavolta in una relazione chiusaFoto 2B - Quando Thomas cerca di colpire con la mano anteriore sinistra, Mario usa un Ngoy Seen Wai con un passo orientato

verso l'esterno e perno verso l'esterno con la sua gamba destra arretrata, mentre porta un Chop Kuen sinistro alle costole diThomas. Ancora una volta questo colpo deve intanto entrare in contatto con Thomas e prima che il piede anteriore di Mario tocchiterra per massimizzare il Jyeh Lick (“Forza prestata”) colpendo l'avversario mentre lui sta provando a colpirlo a sua volta.

Foto 2C - Thomas cerca di continuare, portando il suo colpo con la mano destra posteriore, che rimane corto a causa delmigliore orientamento di Mario, adesso Mario può nuovamente usare la forza prestata con un piccolo Loy Seen Wai, per poimigliorare il suo vantaggio di orientamento mentre porta un Cheh Kuen (Pugno con richiamo/ Extension Punch) sinistro allamandibola.

Foto 2D - Dalla sua chiara superiore condizione di vantaggio di Orientamento quasi dietro all'avversario, Mario termina la suaazione con un pugno diagonale sinistro facendo perno, Choh Ma Loy Doy Gock Kuen, esattamente come ha fatto nellasequenza precedente.

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