Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 5

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PR O FESSI O NE VETERINAR I A MENSILE DI AG G I O R N A M E N TO PROFESSIONALE G li istituti zooprofilattici sperimentali (IZS) in Italia, rappresentano una rete di strutture attualmente costituita di dieci sedi centrali e di un centinaio di sezioni dia- gnostiche sparse uniformemen- te su tutto il territorio nazionale. Tale rete appare la più grande impresa di servizi veterinari esi- stente nella Comunità Europea, la cui funzione è quella di un en- te tecnico-scientifico erogatore di servizi nell’ambito delle com- petenze e dei compiti assegnati dalle leggi nazionali e regionali vigenti. In particolare, i compiti che gli IZS sono tenuti a garantire sono molteplici e si possono così sin- tetizzare: 1. ricerca sperimentale su eziolo- gia, patogenesi e profilassi delle malattie infettive e diffusive degli animali; 2. servizio diagnostico delle ma- lattie degli animali e delle zoo- nosi; 3. accertamenti analitici e sup- porto tecnico-scientifico ed ope- rativo necessari alle azioni di po- lizia veterinaria e all’attuazione dei piani di profilassi, risanamen- to e di eradicazione; 4. ricerca in materia di igiene de- gli allevamenti e delle produzioni zootecniche e il supporto tecni- co-scientifico ed operativo per le azioni di difesa sanitaria e di mi- glioramento delle produzioni ani- mali; 5. supporto tecnico, scientifico ed operativo all’azione di farma- co-vigilanza veterinaria; 6. sorveglianza epidemiologica nell’ambito della sanità animale, igiene delle produzioni zootecni- che, igiene degli alimenti di origi- ne animale, anche mediante l’at- tivazione di osservatori epide- miologici; 7. esecuzione degli esami e anali- proprietari dei nostri pazienti prima di effettuare prestazioni chirurgiche costose o indagini diagnostiche complesse. Sovente, a fronte di preventivi di spesa considerati dal proprietario alti, veniamo a sapere che il cliente si è rivolto ad altro Collega in quanto la quantificazione del costo della stessa prestazione effettuato dal secondo Veterinario consultato era notevolmente inferiore. Il primo pensiero che passa per la testa è quello di riflettere se eventualmente eravamo stati troppo esosi nell’effettuare il nostro preventivo. Con un rapido calcolo mentale si rivalutano i costi vivi della prestazione, si detrae la maledetta Iva, l’Enpav, il 40% circa di tassazione su ogni ricevuta e ci si accorge che il margine NETTO di guadagno sul preventivo effettuato era ben misero. A questo punto dal profondo dell’animo sorgono spontanee alcune riflessioni: la prima, di carattere generale riguarda la poca remuneratività della nostra professione in rapporto a tutte le Nella pratica professionale accade a tutti noi che ci vengano richiesti dei preventivi di spesa dai altre attività, non solo professionali. A ff rontando nel dettaglio il problema, sorge spontaneo pensare che per effettuare dei preventivi così bassi su qualche cosa è necessario lesinare. Si può pensare di usare materiale di seconda scelta, risparmiare decisamente sui costi diretti ed indiretti che una prestazione comporta, il tutto andrà a danno della immagine della nostra struttura, grande o piccola che sia, il paziente non ne trarrà sicuramente beneficio ma, non parlando, non si lamenterà più di tanto se, ad esempio, a seguito di un intervento chirurgico effettuato, per risparmiare, senza rispettare le norme minime di igiene e sterilità, avrà aderenze post’operatorie. Un’altra possibilità concreta è che il Collega non sappia farsi i conti e nel preventivo effettuato non abbia considerato quali sono i costi diretti ed indiretti. Questa è una ipotesi realistica in quanto mi è già capitato più volte di parlare con amici Veterinari che ancora confondono l’incasso con il guadagno netto professionale. Altra possibilità francamente odiosa, ma purtroppo abbastanza frequente, è la concorrenza effettuata da alcuni Colleghi sui tariffari. È possibile quindi che il costo della prestazione sia stato diminuito ad arte per “conquistarsi un cliente” e… quando si è ridotti, per lavorare, a dovere fare la concorrenza sui prezzi si è toccato il fondo sia dal punto di vista professionale, che da quello etico e morale. Un’ultima ipotesi da porre in essere è quella di controllare il lavoro e la dichiarazione dei redditi di alcuni colleghi e questo spiega il fatto che dal Ministero delle Finanze siamo considerati una Categoria ad alto rischio! 520 0 0 EDIZIONI SCIVAC - Anno 10,numero 5, mensile, maggio 2000 Spedizione in abbonamento postale - 45% Art. 2 comma 20/b-Legge 662/96 - Filiale di Piacenza Concessionaria esclusiva per la pubblicita EDIZIONI VETERINARIE E.V. s rl - Cremona Viaggio negli Istituti Zooprofilattici Sperimentali I Z S : ri c e rc a , d i a g n o s i ,c o n t rolli e fo rm a z i o n e Una grande rete tecnico-scientifica al servizio del veterinario e della collettività C o n c o rr e n z a ? l’editoriale Carlo Scotti (in questo numero : ) 1 18 26 Prima pagina: IZS:ricerca, diagnosi,controlli e formazione di Fabrizio Pancini A t t u a l i t à : Linee guida sugli antibiotici a cura di Paolo Bossi Rubrica Fiscale: Telematica nella dichiarazione dei redditi di Giovanni Stassi 8 22 27 L’ I n c h i e s t a : Il controllo degli infestanti nelle industrie alimentari di Edoardo Grieco ANMVIInforma Zootecnia bovina italiana:gli scenari post-2000 a cura della redazione L e t t e re al Dire t t o re : C a ro Dire t t o re . . . a cura di Carlo Scotti 15 24 29 A t t u a l i t à : Anche i liberi professionisti potranno certificare di Adriano Sarale L’ A p p ro f o n d i m e n t o : Il Med. Veterinario e la pubblicità non sanitaria di M.C. Lopez Moreno Dalle Associazioni: Ruoli e responsabilità nel D.L.336 di Enrico Chiavassa 16 25 32 A t t u a l i t à : HACCP e norme volontarie di Giancarlo Belluzzi Rubrica Legale: L.626: chi è il responsabile? a cura di M.T. Semeraro Dalle Aziende La distribuzione del farmaco veterinario: l’esperienza francese ( Publi-redazionale) Il bianco e il nero S econdo il Ministero delle Finanze la fascia di reddito corrispondente al set- tore veterinario è fra quelle a maggior rischio di evasione. Molti colleghi, del resto, negli ultimi tempi hanno lamentato forme di evasione fiscale che si tradu- cono in concorrenza sleale ai danni di chi, al contrario, lavora nel rispetto delle norme fiscali. Pur trovandosi in un mercato che presenta caratteristiche anomale quali il so- prannumero degli operatori, uno scarso valore d’immagine e una limitata sensi- bilità verso la salute e la cura animale da parte dei proprietari, il medico veteri- nario italiano non può pensare di rendere concorrenziale la sua attività profes- sionale lavorando in nero e praticando tariffe inferiori ai minimi previsti dagli Or- dini. Ci sono anche situazioni in cui il professionista evade per incapacità ma- nageriale nel condurre la propria attività. E ci sono infine dipendenti pubblici che, malgrado le garanzie economiche del loro impiego, esercitano la libera profes- sione venendo meno agli obblighi fiscali che questa comporta. Tempo fa, l’attuale Ministro dell’Agricoltura presentando alla stampa il progetto di un Servizio Sanitario Veterinario Mutualistico per cani e gatti aveva dichiarato che i finanziamenti per attuarlo si sarebbero tranquillamente trovati facendo pa- gare le tasse ai veterinari. In quell’occasione, l’A.N.M.V.I. denunciò l’On. Pecora- ro Scanio per affermazioni diffamatorie che sono ormai diventate un luogo co- mune superficialmente riferito a tutta la Categoria. D’altra parte è indiscutibile che l’indagine di settore che il Ministero delle Finanze sta svolgendo in ambito veterinario è stata anche decisa nella convinzione che sia un settore ad elevato rischio di evasione; ecco perchè la SCIVAC prima e l’A.N.M.V.I. poi si sono tro- vate in grosse difficoltà quando hanno richiesto al Ministero di esentare le pre- stazioni veterinarie dall’IVA ed equipararle a quelle della medicina umana. Non dimentichiamo inoltre che, essendo i versamenti ENPAV rapportati al volume d’affari dichiarato, chi è dentro le regole finirà col finanziare anche le pensioni di chi invece non lo è. Solo quando la professione veterinaria sarà in grado di essere gestita alla piena luce del sole come qualunque altra attività produttiva potrà conquistare la credi- bilità ed il ruolo che si merita nella società. Quello dell’evasione fiscale è un te- ma estremamente delicato e ostico, ma è giunto il momento di iniziare un ampio dibattito sull’argomento... di Fabrizio Pancini SPECIALE 2° CONGRESSO NAZIONALE 2-3-4 GIUGNO 2000

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Professione Veterinaria è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore

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PROFESSIONE VETERINAR I A

MENSILE DI AG G I O R N A M E N TO PROFESSIONALE

G li istituti zooprofilatticisperimentali (IZS) inI t a l i a , r a p p r e s e n t a n o

una rete di stru t t u re attualmentecostituita di dieci sedi centrali edi un centinaio di sezioni dia-gnostiche sparse uniform e m e n-te su tutto il territorio nazionale.Tale rete appare la più grandei m p resa di servizi veterinari esi-stente nella Comunità Euro p e a ,la cui funzione è quella di un en-te tecnico-scientifico ero g a t o redi servizi nell’ambito delle com-petenze e dei compiti assegnatidalle leggi nazionali e re g i o n a l iv i g e n t i .In part i c o l a re, i compiti che gliIZS sono tenuti a garantire sonomolteplici e si possono così sin-t e t i z z a re :1 . r i c e rca sperimentale su eziolo-gia, patogenesi e profilassi dellemalattie infettive e diffusive deglia n i m a l i ;2 . s e rvizio diagnostico delle ma-lattie degli animali e delle zoo-n o s i ;3 . a c c e rtamenti analitici e sup-p o rto tecnico-scientifico ed ope-rativo necessari alle azioni di po-lizia veterinaria e all’attuazionedei piani di profilassi, risanamen-to e di eradicazione;4 . r i c e rca in materia di igiene de-gli allevamenti e delle pro d u z i o n izootecniche e il supporto tecni-co-scientifico ed operativo per leazioni di difesa sanitaria e di mi-glioramento delle produzioni ani-m a l i ;5 . s u p p o rto tecnico, scientificoed operativo all’azione di farm a-co-vigilanza veterinaria;6 . s o rveglianza epidemiologicanell’ambito della sanità animale,igiene delle produzioni zootecni-che, igiene degli alimenti di origi-ne animale, anche mediante l’at-tivazione di osservatori epide-m i o l o g i c i ;7. esecuzione degli esami e anali-

p roprietari dei nostri pazienti primadi eff e t t u a re prestazioni chirurgichecostose o indagini diagnostichec o m p l e s s e .Sovente, a fronte di preventivi dispesa considerati dal pro p r i e t a r i oalti, veniamo a sapere che il clientesi è rivolto ad altro Collega inquanto la quantificazione del costodella stessa prestazione eff e t t u a t odal secondo Veterinario consultatoera notevolmente inferiore .Il primo pensiero che passa per latesta è quello di riflettere seeventualmente eravamo stati tro p p oesosi nell’eff e t t u a re il nostrop reventivo. Con un rapido calcolomentale si rivalutano i costi vividella prestazione, si detrae lamaledetta Iva, l’Enpav, il 40% circ adi tassazione su ogni ricevuta e cisi accorge che il margine NETTO diguadagno sul preventivo eff e t t u a t oera ben misero .A questo punto dal pro f o n d odell’animo sorgono spontaneealcune riflessioni: la prima, dic a r a t t e re generale riguarda la pocaremuneratività della nostrap rofessione in rapporto a tutte le

Nella praticap rofessionale accadea tutti noi che civengano richiesti deip reventivi di spesa dai

a l t re attività, non solo pro f e s s i o n a l i .A ff rontando nel dettaglio ilp roblema, sorge spontaneop e n s a re che per eff e t t u a re deip reventivi così bassi su qualchecosa è necessario lesinare .Si può pensare di usare materiale di seconda scelta, risparmiaredecisamente sui costi diretti edi n d i retti che una pre s t a z i o n ecomporta, il tutto andrà a dannodella immagine della nostrastruttura, grande o piccola che sia, il paziente non ne trarrà sicuramentebeneficio ma, non parlando, non silamenterà più di tanto se, adesempio, a seguito di un interventochirurgico effettuato, perr i s p a r m i a re, senza rispettare lenorme minime di igiene e sterilità,avrà aderenze post’operatorie.Un’altra possibilità concreta è che il Collega non sappia farsi i conti e nel preventivo effettuato non abbiaconsiderato quali sono i costi dire t t ied indire t t i .Questa è una ipotesi realistica inquanto mi è già capitato più voltedi parlare con amici Veterinari cheancora confondono l’incasso con ilguadagno netto pro f e s s i o n a l e .Altra possibilità francamente odiosa,ma purtroppo abbastanzaf requente, è la concorre n z ae ffettuata da alcuni Colleghi suit a r i ff a r i .È possibile quindi che il costo dellap restazione sia stato diminuito adarte per “conquistarsi un cliente”e… quando si è ridotti, per lavorare ,a dovere fare la concorrenza suip rezzi si è toccato il fondo sia dalpunto di vista professionale, che daquello etico e morale.Un’ultima ipotesi da porre in essereè quella di contro l l a re il lavoro e ladichiarazione dei redditi di alcunicolleghi e questo spiega il fatto chedal Ministero delle Finanze siamoconsiderati una Categoria ad altor i s c h i o !

520 0 0 EDIZIONI SCIVAC - Anno 10 ,n u m e ro 5, m e n s i l e , maggio 2000

Spedizione in abbonamento postale - 45% A rt . 2 comma 20/b-Legge 662/96 - Filiale di Piacenza

C o n c e s s i o n a ria esclusiva per la pubblicita

EDIZIONI VETERINARIE E.V. s rl - Cremona

Viaggio negli Istituti Zooprofilattici Sperimentali

I Z S :ri c e rc a ,d i a g n o s i ,c o n t rolli e fo rm a z i o n eUna grande rete tecnico-scientifica al servizio del veterinario e della collett i v i t à

C o n c o rr e n z a ?

l’editoriale

C a rlo Scott i

(in questo numero : )

1 18 26Prima pagina:IZS:ricerca,diagnosi,controlli e formazionedi Fabrizio Pancini

A t t u a l i t à :Linee guida sugliantibioticia cura di Paolo Bossi

Rubrica Fiscale:Telematica nellad i chiarazione deir e dditi di Giovanni Stassi

8 22 27L’ I n c h i e s t a :Il controllo degliinfestanti nelleindustrie alimentaridi Edoardo Grieco

A N M V II n f o r m aZootecnia bovinaitaliana:gli scenaripost-2000a cura della redazione

L e t t e re al Dire t t o re :C a ro Dire t t o re . . .a cura di Carlo Scotti

15 24 29A t t u a l i t à :Anche i liberiprofessionistipotranno certificaredi Adriano Sarale

L’ A p p ro f o n d i m e n t o :Il Med. Veterinarioe la pubblicità nonsanitariadi M.C. Lopez Moreno

Dalle Associazioni:Ruoli eresponsabilità nelD.L.336di Enrico Chiavassa

16 25 32A t t u a l i t à :HACCP e normevolontariedi Giancarlo Belluzzi

Rubrica Legale:L.626: chi è ilresponsabile?a cura di M.T. S e m e r a r o

Dalle AziendeLa distribuzione delfarmaco veterinario:l’esperienza francese( Publ i - r e d a z i o n a l e )

Il bianco e il nero

Secondo il Ministero delle Finanze la fascia di reddito corrispondente al set-t o re veterinario è fra quelle a maggior rischio di evasione. Molti colleghi, del

resto, negli ultimi tempi hanno lamentato forme di evasione fiscale che si tradu-cono in concorrenza sleale ai danni di chi, al contrario, lavora nel rispetto dellen o rme fiscali.Pur trovandosi in un mercato che presenta caratteristiche anomale quali il so-p r a n n u m e ro degli operatori, uno scarso valore d’immagine e una limitata sensi-bilità verso la salute e la cura animale da parte dei proprietari, il medico veteri-nario italiano non può pensare di re n d e re concorrenziale la sua attività pro f e s-sionale lavorando in nero e praticando tariffe inferiori ai minimi previsti dagli Or-dini. Ci sono anche situazioni in cui il professionista evade per incapacità ma-nageriale nel condurre la propria attività. E ci sono infine dipendenti pubblici che,malgrado le garanzie economiche del loro impiego, esercitano la libera pro f e s-sione venendo meno agli obblighi fiscali che questa comporta. Tempo fa, l’attuale Ministro dell’Agricoltura presentando alla stampa il progetto diun Servizio Sanitario Veterinario Mutualistico per cani e gatti aveva dichiaratoche i finanziamenti per attuarlo si sare b b e ro tranquillamente trovati facendo pa-g a re le tasse ai veterinari. In quell’occasione, l’A.N.M.V.I. denunciò l’On. Pecora-ro Scanio per aff e rmazioni diffamatorie che sono ormai diventate un luogo co-mune superficialmente riferito a tutta la Categoria. D’altra parte è indiscutibileche l’indagine di settore che il Ministero delle Finanze sta svolgendo in ambitoveterinario è stata anche decisa nella convinzione che sia un settore ad elevatorischio di evasione; ecco perchè la SCIVAC prima e l’A.N.M.V.I. poi si sono tro-vate in grosse difficoltà quando hanno richiesto al Ministero di esentare le pre-stazioni veterinarie dall’IVA ed equipararle a quelle della medicina umana. Nondimentichiamo inoltre che, essendo i versamenti ENPAV rapportati al volumed ’ a ffari dichiarato, chi è dentro le regole finirà col finanziare anche le pensioni dichi invece non lo è.Solo quando la professione veterinaria sarà in grado di essere gestita alla pienaluce del sole come qualunque altra attività produttiva potrà conquistare la cre d i-bilità ed il ruolo che si merita nella società. Quello dell’evasione fiscale è un te-ma estremamente delicato e ostico, ma è giunto il momento di iniziare un ampiodibattito sull’arg o m e n t o . . .

d i Fa b rizio Pa n c i n i

SPECIALE 2° CONGRESSO

NAZIONALE

2-3-4 GIUGNO 2000

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si necessari all’attività di controllosugli alimenti di origine animale;8 . esecuzione degli esami e ana-lisi necessari all’attività di con-t rollo sull’alimentazione animale;9 . studio, sperimentazione ditecnologie e metodiche neces-sarie al controllo sulla salubritàdegli alimenti di origine animalee dell’alimentazione animale;1 0 . f o rmazione di personale spe-cializzato nel campo della zoo-p rofilassi anche presso istituti elaboratori di Paesi esteri;1 1 . attuazione di iniziative statalio regionali per la formazione el ’ a g g i o rnamento di veterinari e dialtri operatori;1 2 . e ffettuazione di ricerche dibase e finalizzate, per lo svilup-po delle conoscenze nell’igienee sanità veterinaria, secondop rogrammi e anche medianteconvenzioni con università e isti-tuti di ricerca italiani e stranieri,nonché su richiesta dello Stato,di regioni ed enti pubblici e pri-v a t i ;1 3 . assolvimento di ogni altrocompito di interesse veterinarioche venga loro demandato dalleregioni o dallo Stato, sentite leregioni intere s s a t e ;1 4 . cooperazione tecnico-scien-tifica con istituti del settore vete-rinario anche esteri, previe op-p o rtune intese con il Ministerodella Sanità;1 5 . elaborazione ed applicazio-ne di metodi alternativi all’impie-go di modelli animali nella speri-mentazione scientifica;1 6 . p ropaganda, consulenza el’assistenza agli allevatori per labonifica zoosanitaria e per lo svi-luppo ed il miglioramento igieni-co delle produzioni animali.Come si evince da questo lungoelenco, sono moltissimi i servizi ele prestazioni off e rte dagli IZS,soprattutto nei riguardi sia delmedico veterinario, pubblico o li-b e ro professionista, sia del Mini-s t e ro della Sanità.In passato l’utenza era rappre-sentata soprattutto da allevatoriai quali venivano forniti gratuita-mente, attraverso la mediazionedei veterinari, servizi diagnosticied assistenza tecnica finanziaticon attività produttive. L’ a s s e t t oistituzionale degli anni Settantaha mutato questa impostazione,sia per la struttura dei servizi ve-terinari che si è venuta a deter-m i n a re con la riforma sanitaria,sia per i cambiamenti che si so-no verificati nelle tecnologie d’al-levamento, attualmente concen-trate in unità sempre più indu-strializzate, sulle quali si riversa-no varie forme alternative d’assi-s t e n z a .C e rchiamo ora, direttamente dal-la voce dei direttori generali o dac o l o ro che hanno competenza inmateria, di conoscere più da vi-cino la realtà e le pro b l e m a t i c h econnesse agli IZS italiani, conl’intento di far conoscere ai colle-ghi veterinari sia pubblici che li-beri professionisti, anche gli

aspetti meno noti di questi entisanitari pubblici.

P ro f. Giulio Cantini Cort e l l e z z iD i re t t o re dell’IstitutoZ o o p rofilattico Sperimentale diPiemonte, Liguria e Va l l ed ’ A o s t a

Qual è il ruolo istituzionale de-gli IZS? E, secondo lei, c o m ’ ècambiato rispetto al passato?Gli Istituti Zooprofilattici sono En-ti Sanitari di Diritto Pubblico, do-tati di autonomia amministrativa,gestionale e tecnica. Operanonell’ambito del Servizio SanitarioNazionale garantendo ai Serv i z iVeterinari le prestazioni e la col-laborazione tecnico-scientificanecessarie all’espletamento del-le funzioni in materia di igiene esanità pubblica veterinaria. Svol-gono attività di ricerca scientificasperimentale veterinaria e di ac-c e rtamento dello stato sanitariodegli animali e di salubrità deip rodotti di origine animale.In numero di 10 con propria sedecentrale, sono presenti in quasitutte le province italiane con Se-zioni diagnostiche e pro v v e d o n o :a) a svolgere ricerche di base efinalizzate, per lo sviluppo delleconoscenze nell’igiene e sanitàveterinaria, secondo pro g r a m m ie anche mediante convenzionicon università e istituti di ricerc aitaliani e stranieri, nonché su ri-chiesta dello Stato, di regioni edenti pubblici e privati;b) ad assicurare il supporto tec-nico e scientifico all’azione di far-maco-vigilanza veterinaria;c) ad assicurare, anche median-te centri epidemiologici veterina-ri, la sorveglianza epidemiologi-ca, espletando le relative funzio-ni di vigilanza e di contro l l o ;d) alla ricerca in materia di igie-

ne degli allevamenti e delle pro-duzioni zootecniche;e) allo studio, sperimentazione ep roduzione di tecnologie e meto-diche necessarie al controllo sul-la salubrità degli alimenti di origi-ne animale dell’alimentazionea n i m a l e ;f) all’aggiornamento di veterinaried alla formazione degli altrio p e r a t o r i ;g) alla elaborazione ed applica-zione di metodi alternativi all’im-piego di modelli animali nellasperimentazione scientifica.Rispetto al passato, se per pas-sato si vuol risalire “soltanto” al1970, anno di pro m u l g a z i o n edella legge n° 503 sull’ord i n a-mento degli II.ZZ.SS. dichiaratiEnti Sanitari di diritto pubblico, ècambiato poco in quanto ilD.Lgs. 270/93 sul riordino è inap-plicato nelle sue parti essenzialie non è stato integrato nelle par-ti dichiarate incostituzionali.

Quale tipo di ricerca scientificasi sta facendo attualmentepresso il vo s t ro Istituto?La ricerca rappresenta da sem-p re un’attività istituzionale fonda-mentale degli Istituti Zoopro f i l a t-tici Sperimentali che autonoma-mente o tra loro associati, o conla collaborazione di Università edi Enti scientifici nazionali edesteri ha consentito e consente ilraggiungimento di pre s t i g i o s it r a g u a rdi nel pro g re d i re dellamedicina veterinaria anche inSanità Pubblica. Dal 1993 il Mini-s t e ro della Sanità finanzia pro-getti di ricerca corrente e finaliz-zata ritenuti di part i c o l a re inte-resse e coerenti con i pro p r iobiettivi per cui, con altri pro g e t-ti finanziati dall’Unione Euro p e aquesto Istituto ha sviluppato osta sviluppando nel complessoo l t re 40 ricerche su tematiche di

patologia animale, igiene deglialimenti, ricerca residui, epide-miologia. In part i c o l a re conducer i c e rche nell’ambito dei tre CentriNazionali di Referenza istituitip resso l’Istituto: Encefalopatiedegli animali e neuro p a t o l o g i ecomparate, oncologia veterinariae comparata, malattie della fau-na selvatica.

Quali sono i servizi che vengo-no offe rti al medico veterina-r i o , sia libero pro fe s s i o n i s t ache dipendente pubblico e ch er a p p o rti avete instaurato? (es:esami di laboratorio, fo r m a z i o-ne pro fe s s i o n a l e, e c c . . )L’Istituto che dirigo, come gli altriIstituti Zooprofilattici, lavora se-condo Sistema Qualità in confor-mità alle prescizioni delle norm eUNI CEI EN 45001 e ai criteri ap-plicabili delle norme UNI EN ISOserie 9000; è accreditato SINALdal 1998.O l t re il 90% della attività è rivoltaal servizio pubblico ma anche ill i b e ro professionista, pur doven-do inevitabilmente applicare uncriterio di priorità, trova rispostaalla propria domanda ed i serv i z isono, allo stato attuale, ancoracompletamente gratuiti. L’Istituto cura anche la form a z i o-ne e l’aggiornamento dei veteri-nari e degli operatori; un esem-pio rivolto all’esterno è rappre-sentato dai corsi di form a z i o n eche si vanno svolgendo sul terr i-torio nazionale sulle encefalopa-tie nell’ambito dei compiti dell’U-nità di sorveglianza aff e rente alC e n t ro di Referenza sulle Ence-f a l o p a t i e .È in fase di ultimazione la Cart adei Servizi dell’Istituto.

Quali sono le principali pro bl e-m a t i che sanitarie del territoriosul quale operate?

S e m p re impegnative sono le at-tività dei laboratori e dell’osser-vatorio epidemiologico inere n t ile operazioni di bonifica sanita-ria degli allevamenti e di sup-p o rto alla prevenzione sia nel-l’ambito della sanità animale edelle zoonosi, che all’Igiene de-gli alimenti.Attualmente destano pre o c c u p a-zione e richiedono molto impe-gno alcuni recenti focolai di in-fluenza aviare, sorti anche in Pie-monte e di malattia di Newcastle.

Quali sono i pro blemi logistici,f i n a n z i a r i , amministrativi e ge-stionali dell’IZS?Come già ricordato, il fatto che ilD e c reto Legislativo 30 Giugno1993 n° 270 non sia applicatonelle parti sostanziali e che nonsia stato integrato nelle parti di-chiarate incostituzionali è allabase della precarietà e della si-tuazione di incertezza gestionalenelle quali operano gli IstitutiZ o o p rofilattici Sperimentali.Tali situazioni appaiono evidentie consequenziali nel momento incui si consideri che il suddetto270/93 non è operante in part i-c o l a re per le parti relative al fi-nanziamento, al reclutamento eallo stato giuridico del persona-le, agli organi di gestione (solonell’Istituto dell’Umbria e delleM a rche, a seguito delle pro c e-

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Finanziamenti per 223 mldagli Istituti Zoopro f i l a t t i c i

Decisa dalla Conferenza StatoRegioni la ripartizione 1999-2000 dei fondi destinati agliIZO: l’importo residuo del 1999(23 mld) del Fondo SanitarioNazionale andrà a sommarsi aifinanziamenti 2000 fissati in 200mld. Il totale, dichiara il Ministe-ro della Sanità, terrà conto dei“requisiti strutturali, tecnologicie dei livelli di funzionamento inrelazione alle esigenze del terri-torio di competenza e delle atti -vità da svolgere”. I re q u i s i t istrutturali corrispondono al 40%della somma totale disponibileda suddividere in parti ugualifra gli Istituti; un 25% è legatoalle esigenze variabili del terri-torio, un altro 25% al sostegnodelle attività (diagnostica e pre-venzione) e il 10% ai requisititecnologici.

FONDI ASSEGNATI AGLI IZO(in milioni)

Fonte: Conferenza Stato Regioni

TORINO 23.516BRESCIA 48.599PADOVA 27.660PERUGIA 16.044ROMA 21.930TERAMO 16.137PORTICI 17.444FOGGIA 14.653PALERMO 18.572SASSARI 19.113

La sede dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

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d u re della legge regionale, èstato nominato il Dire t t o re Gene-rale). Pertanto si è costretti a farriferimento a norme della Sanitàche ignorano le caratteristichefunzionali degli Istituti. Inoltre ,per dirla francamente, il manca-to completamento del 270/93 hadi fatto determinato che ciascunIstituto sia oggi come non mai in-dipendente dall’altro nel conte-sto peraltro di una rete zoopro f i-lattica che proprio nella integra-zione tro v e rebbe il vero punto dif o rz a .Nonostante questo stato di in-dubbia soff e renza per la pre c a-rietà della situazione che con-sente programmi solo a bre v et e rmine, gli Istituti Zoopro f i l a t t i c ir a p p resentano nell’ambito dellaSanità Enti che funzionano, conpersonale e laboratori ad altaspecializzazione, con Centri diR e f e rnza Nazionali, con attività emetodologie innovative.C e rto va ancora sottolineato co-me il Ministero della Sanità rap-p resenti di fatto l’unico, eff e t t i v opunto di riferimento per i finan-ziamenti indispensabili, e mi li-mito a parlare dell’Istituto ched i r i g o .

P ro f. Francesco CancellottiD i re t t o re dell’IstitutoZ o o p rofilattico Sperimentaledelle Ve n e z i e

Qual è il ruolo istituzionale de-gli IZS? E, secondo lei, c o m ’ ècambiato rispetto al passato?La normativa vigente, D.Lvo270/93 e D.M.S. 190/94, che co-munque non ha annullato del tut-to la normativa precedente, Leg-ge 503/70 e Legge 745/75, indi-ca in modo chiaro compiti fonda-mentali ed incarichi accessoriche Stato, Regioni e che even-tualmente i privati possono asse-g n a re agli Istituti Zoopro f i l a t t i c iS p e r i m e n t a l i .Ovviamente ricerca sperimentalee pro c e d u re diagnostiche sup roblematiche di sanità animale,zoonosi, controllo sulla salubritàdegli alimenti di origine animaledestinati all’uomo e dei mangimiper uso zootecnico, form a z i o n e ,collaborazione a livello nazionaleed internazionale, rappre s e n t a n oancora i capisaldi dell’attività de-gli Istituti, avviata fin dal 1906.Elementi innovativi che scaturi-scono dal recepimento nel D.Lvo270/93 dei principi contenuti nel-

la Legge 421/93 e nel D.Lvo502/92 sono i piani di ricerc ac o rrente e finalizzata finanziatidal Fondo sanitario nazionaleche possono essere pre d i s p o s t idai 4 organismi fondamentali dir i c e rca applicata del Sistema Sa-nitario nazionale e cioè IstitutoS u p e r i o re di Sanità, Istituti di ri-c e rca a carattere scientifico, Isti-tuto Superiore per la pre v e n z i o n ee la sicurezza del lavoro ed Isti-tuti Zooprofilattici sperimentali.Ciò lega strettamente i nostri en-ti alle strategie che lo Stato ela-bora ai fini del miglioramento dellivello scientifico e, di conse-guenza, sanitario del Paese.O l t re a ciò va ricordato che agliIIZZSS vengono ora assegnaticompiti quali la sorveglianza epi-

demiologica intesa come stru-mento di gestione e non solo co-me raccolta di dati, la farm a c o v i-gilanza, la ricerca di modelli al-t e rnativi a quelli animali per las p e r i m e n t a z i o n e .Tutto questo nello spirito delle“grandi” direttive che l’UnioneE u ropea si è data tra la metà de-gli anni ’80 e l’inizio degli anni’90 recepite opportunamente dalM i n i s t e ro della Sanità italiano.Infine, ma ovviamente non ulti-ma, la necessità di adeguarsi aiprincipi normativi delle Buonepratiche di laboratorio e dellen o rme UNI EN 45001 che hannop o rtato al momento attuale al-l ’ a c c reditamento da parte del-l ’ o rganismo nazionale a ciò pre-posto (SINAL) di 9 istituti su 10,

unici enti sanitari ad averlo fattonel panorama nazionale.Questo è un pro g resso di straor-dinaria importanza, anche politi-ca, per l’intero sistema veterina-rio nazionale.

Quale tipo di ricerca scientificasi sta facendo attualmentepresso il vo s t ro Istituto?Come ho detto in precedenza ip rogrammi di ricerca, corrente efinalizzata, sono connaturati agliI I Z Z S S .Essi vengono svolti nell’ambitodei programmi del Ministero del-la Sanità, del Ministero delle ri-sorse agricole, della Marina mer-cantile, del CNR, della Ue, delleRegioni, etc.Per quanto ci riguarda i nostri

PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 04D A L L A P R I M A P A G I N A

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PROF. VETERINARIA 5/2000 OK 14-06-2000 17:20 Pagina 4

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p rogrammi di ricerca si incentra-no sullo sviluppo di metodicheinnovative o biotecnologiche esu tematiche di sanità e di ge-stione di allevamenti avicoli ed it-tici, in quanto, per queste temati-che, siamo centri di re f e re n z anazionale e laboratori di riferi-mento per Ue ed OIE. Inoltre, cioccupiamo di ricerca sull’infezio-ne e sulle strategie di contro l l odella rabbia in ambito Ue.Molto spazio viene dedicato all’a-

picoltura ed al controllo dei pro-dotti dell’alveare; lo sviluppo ditecniche innovative per il controllodegli alimenti e per la determina-zione del rischio associato con illoro consumo, rappresentano ar-gomenti su cui si impegna largaparte dei nostri tecnici.Infine, il centro per la epidemiolo-gia veterinaria (CREV) che la Re-gione Veneto ci ha assegnato ecollocato nel nostro ambito, è au-tore e partecipe di numerosi pro-

getti di ricerca interistituti, a livellodi Ue e di Regioni cogerenti.

Quali sono i servizi che vengo-no offe rti al medico veterina-r i o , sia libero pro fe s s i o n i s t ache dipendente pubblico e ch er a p p o rti avete instaurato? (es.esami di laboratorio, fo r m a z i o-ne pro fe s s i o n a l e, e c c . ) ?La presenza sul territorio e la ca-pacità di operare dell’Istituto ès t rettamente collegata alle esi-

genze che emergono dagli uten-ti, siano essi pubblici o privati.Attraverso le sezioni diagnosti-che cerchiamo di coprire e sod-d i s f a re, per quanto possibile, lerichieste espresse e none s p re s s e .Ciò si trasforma in piani, pro g e t t idi formazione, conferenze, con-venzioni per esami, ecc.Da anni questa Direzione, permeglio rispondere a tutto ciò, hasentito il bisogno di collegarsi

s t rettamente alla giovane facoltàdi medicina veterinaria creata aPadova e che insiste con l’Istitu-to nell’area di Agripolis.Le risorse congiunte di queste 2entità hanno portato, attraversol’attività di un tavolo di concert a-zione pubblico privato, a nume-rose iniziative scientifiche ed allaistituzione di 2 scuole di specia-l i z z a z i o n e .La prima, già attivata, è in acqui-coltura, ittiopatologia e controlloigienico sanitario del pesce, men-tre la seconda che sta per partire,è la scuola di specializzazione nelcontrollo degli alimenti.Quest’ultima scuola sarà alta-mente innovativa e si radicheràf o rtemente al territorio al puntod ’ e s s e re di tipo itinerante.Infine, anche per avviare giovaniveterinari alla professione, partirànell’autunno del 2000 un dottoratodi ricerca triennale in Sanità pub-blica finanziato da: Università -Istituto Zooprofilattico e RegioneVeneto, che consentirà ai parteci -panti di sviluppare progetti di ri-cerca in Italia e all’estero di inte-resse delle 3 istituzioni e che do-vrebbe prevedere ad una possibi-le assunzione negli organici.

Quali sono le principali pro bl e-m a t i che sanitarie del territoriosul quale operate?I nostri problemi sono, per fort u-na e per disgrazia, quelli di re-gioni ricche dal punto di vistazootecnico e sociale, con rile-vanti scambi commerciali da eper il resto del mondo, con unaintensa attività nel settore dellap roduzione, lavorazione, trasfor-mazione e commerc i a l i z z a z i o n edei prodotti di origine animale.Le recenti epidemie di afta, in-fluenza aviaria, malattia di New-castle sono legate al numero ealla densità di allevamenti e deimovimenti di merci ed animali.Tutto ciò ci ha fortemente impe-gnati, ma il nostro contributo aiS e rvizi Veterinari territoriali è sta-to determ i n a n t e .Personalmente ritengo, ma in ciòsono confortato dal pare re una-nime dei miei collaboratori, che ip roblemi sanitari delle Regionidel nord est si possano gestiresolo attraverso piani di sorv e-glianza permanente e pianifica-zione degli interventi, sulla basedella valutazione dei rischi.Questo è il sistema meno costosoe più efficace sul medio termine,ma deve essere condiviso in pie-no; a me pare che permanga inalcuni settori la filosofia della ge-stione della emergenza più chedella prevenzione programmata esu ciò occorrerà lavorare dimo-strando i vantaggi di quest’ultimascelta.

Quali sono i pro blemi logistici,f i n a n z i a r i , amministrativi e ge-stionali dell’IZS?I problemi degli IIZZSS scaturi-scono dal fatto che la normativavigente, 270/93, non è stata appli-

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cata appieno in attesa di una nuo-va normativa che non è arrivatané arriverà in tempi brevi.Consigli di amministrazione sca-duti, commissari ad acta, dire t t o-ri p ro t e m p o re e, soprattutto, lamancata aziendalizzazione, so-no le autentiche palle al piedeche frenano il rinnovamento.Per quanto riguarda l’IstitutoZ o o p rofilattico Sperimentale del-le Venezie, superati i gravi pro-blemi connessi con la re a l i z z a-zione della nuova sede di Legna-ro, è ora necessario ristru t t u r a ree mettere a norma tutte le stru t t u-re periferiche.È un’impresa enorme, di grandeimpegno economico che ci met-te in gravi diff i c o l t à .Mi auguro che anche la sensibi-lità delle Regioni cogerenti per ilruolo di questo ente, ci aiuti asuperarle in tempi rapidi.

D o t t . Mario Luini D i re t t o re della sezione di Lodidell’IZS (già dire t t o re dell’IZSdel Mezzogiorn o )

Un interessante esempio di inte-grazione con la realtà universita-ria e veterinaria viene da Lodidove è stata da pochi giorn iinaugurata la nuova Sezione dia-gnostica dell’IZS della Lombar-dia e dell’Emilia-Romagna. L’ i-dea di re a l i z z a re alle porte delcapoluogo il cosiddetto “Parc otecnologico padano”, costituitoin perfetta interpolazione con laFacoltà di Medicina Ve t e r i n a r i adi Milano (le cui prime stru t t u restanno per essere trasferite a Lo-di) e con i laboratori della nuovasezione, è oggi più che una spe-ranza e potrebbe rappre s e n t a reun primo significativo passo ver-so la realizzazione di un polo dir i c e rca zootecnica e agro a l i m e n-t a re d’importanza euro p e a .Al dr. Mario Luini, responsabiledella sezione di Lodi dell’IstitutoZooprofilattico Sperimentale dellaLombardia ed Emilia, chiediamo:Di che cosa si occupa in parti-colare la sezione da lei diretta?Attualmente, la sezione di Lodi sidedica esclusivamente alle pro-blematiche di Sanità Animale siacome supporto delle attività di ri-sanamento e di sorveglianza del-le malattie infettive condotte daiS e rvizi Veterinari della ASL, siaper quanto riguarda le attivitàsvolte dai veterinari liberi pro f e s-sionisti nel campo della diagno-stica delle malattie d’allevamen-to. Il notevole sviluppo del setto-re zootecnico nel territorio lodi-giano è coinciso con la cre s c e n-te domanda da parte dell’utenzae, nonostante lo scontato au-mento di richieste, è stato sem-p re garantito un supporto dia-gnostico rigoroso ed eff i c i e n t eteso alla salvaguardia igienico-sanitaria degli allevamenti equindi dei consumatori. Già daiprimi mesi di attività il nostro la-boratorio ha analizzato oltre

8000 campioni di latte e 400 dicampioni di carcasse, questi ulti-mi sottoposti ad accert a m e n t ianatomo-patologici e micro b i o l o-gici, nonché diverse migliaia dicampioni di sangue per esamis i e ro l o g i c i ”

A chi fornite in genere i vo s t r is e rvizi diag n o s t i c i ?L’attività prevalente che off r i a m oè sostanzialmente rivolta ai serv i-

zi veterinari dell’ASL sotto form adi supporto laboratoristico per leattività di risanamento e di sorv e-glianza delle malattie del bestia-me. Le nostre prestazioni, tutta-via, sono rivolte anche ai veteri-nari liberi professionisti che ope-rano sul territorio lodigiano comes u p p o rto agli allevatori.

Quali sono le principali pro bl e-m a t i che che riscontrate sul ter-

ritorio e quali i settori nei qualio p e r a t e ?Nel settore bovino offriamo dia-gnosi di laboratorio ed assistenzaper quanto attiene il problema del-le mastiti, nella cui incidenza rive-stono part i c o l a re importanza quel-le dovute a S. aure u s ; o l t re a ciòfacciamo diagnosi sierologiche nelq u a d ro dei piani di controllo dell’I-BR e della BVD; infine, eseguiamoesami anatomo-patologici su vitelli

colpiti da Rota e C o rn o n a v i ru s ,Criptosporidium ed E s c h e r i c h i ac o l i , v i rus e batteri spesso re s p o n-sabili di mortalità neonatale.Nel settore suino invece ci occu-piamo principalmente di diagno-si anatomo-patologiche e di la-boratorio per quanto concern emalattie causate da: M y c o p l a -sma hyopneumoniae, H. para -suis, A. pleuropneumoniae, E.Coli, S. suis e C a l i c i v i ru s .

PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 0 7D A L L A P R I M A P A G I N A

PROF. VETERINARIA 5/2000 OK 14-06-2000 17:20 Pagina 7

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PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 08

I l gruppo “Filiera Agro a l i-m e n t a r e ” della Siva r, al finedi fornire uno strumento

utile ai veterinari che si occupa-no di igiene degli alimenti ed au-t o c o n t rollo e per cerc a re di anda-re oltre le tematiche generali del-lo stesso autocontrollo, già dibat-tute in molte altre occasioni, hao rganizzato due corsi pratici emonotematici sulla disinfestazio-ne e sulla sanificazione nelle in-dustrie alimentari.Entrambi gli argomenti hannou n ’ i m p o rtanza fondamentale sul-la salubrità degli alimenti e sullac o rretta gestione delle industriea l i m e n t a r i .Infatti, disinfestazione e sanifica-zione, rappresentano due impor-tanti capitoli del “Manuale di au-t o c o n t rollo” di qualsiasi attivitàa l i m e n t a re, grande o piccola chesia. Generalmente i veterinari,p u rt roppo, non hanno molta di-mestichezza con ratti, blatte, de-t e rgenti, disinfettanti, ecc. Per-tanto, lo scopo di questi due cor-si monotematici è stato quello dif o rn i re alla categoria un contribu-to scientifico e pratico nello stes-so tempo, relativamente alle pro-blematiche “disinfestazione” e“sanificazione” che i veterinari sit rovano ad aff ro n t a re nell’elabo-razione o nella valutazione di unPiano di autocontro l l o .La presente relazione si riferiscealla prima di queste due giorn a-te, “Controllo degli infestanti nel-le industrie alimentari”, tenutasi il2 febbraio scorso e che, nello sti-le Sivar, ha visto impegnati siadocenti universitari, Süss e Son-zogni dell’Università di Milano,sia operatori pratici: Pampiglionedi Bologna come consulente IPM(Integrated Pest Management) eGenicco della ditta Colkim (Pro-dotti e attre z z a t u re per la disinfe-stazione di Ozzano Emilia), cheha gentilmente sponsorizzato lag i o rn a t a .Gli argomenti trattati hanno datouna panoramica generale sulp roblema disinfestazione nelleaziende alimentari e, naturalmen-te, sono solo una piccola parte diquello che un veterinario che sioccupa di autocontrollo deve co-n o s c e re; pertanto si spera che ilcorso sia servito anche da stimo-lo per aumentare le nostre cono-scenze in materia. Tali conoscen-ze, necessariamente da ap-p ro f o n d i re, possono poi esserespese, soprattutto dai liberi pro-fessionisti, per off r i re alle azien-de un “pacchetto” autocontro l l oche comprenda anche un giudi-zio critico sull’operato delle dittedi disinfestazione che spessos o ff rono di empirismo, di appro s-simazione e quindi di poca pro-f e s s i o n a l i t à .

Questa riflessione è import a n t e ,soprattutto se si considera chel ’ a u t o c o n t rollo rappresenta unabuona occasione di lavoro per iveterinari, che però sempre piùviene sfruttata da altre categoriep ro f e s s i o n a l i .

C O N T ROLLO DEI RO D I TO R IN O C I V I :B I O L O G I A , PRESIDI DIL OT TA E TECNICHE DII N T E RV E N TO La mattina è stata dedicata alc o n t rollo dei roditori nocivi, congli interventi del dott. Oreste Son-zogni (Istituto di farmacologia etossicologia veterinaria) e delsig. Marco Genicco (Colkim).Il dott. Sonzogni, ha dato un’am-pia ed appassionata disaminastorica del grave problema chetopi e ratti rappresentano per l’u-manità e delle loro sorpre n d e n t ip roprietà biologiche.Un rapporto dell’OMS, ormai da-tato e quindi sottostimato, de-nuncia la perdita annuale di cir-ca 33 milioni di tonnellate di der-rate alimentari a causa dell’atti-vità dei roditori nocivi; sempresecondo l’OMS tale quantità rap-p resenta il fabbisogno alimenta-re di una popolazione di 200 mi-lioni di persone.È noto che ratti e topi sono vet-tori ideali di agenti patogeni pe-ricolosi per l’uomo e quindi sonola causa di malattie virali, batte-riche, protozoarie, ecto ed en-doparassitarie. Tra gli agenti vi-rali vanno ricordati gli Are n a v i-rus, gli Entero v i rus, gli Antavi-rus, i Rhabdovirus, mentre fra lemalattie batteriche: leptospiro s i ,listeriosi, peste, salmonellosi, tu-l a remia, ecc. Fra le malattie pa-rassitarie e protozoarie, di cui iroditori rappresentano i serbatoio i vettori, sono da menzionarele idatitosi / echinococcosi, latoxoplasmosi, la trichinosi e las c h i s t o s o m i a s i .Paradossalmente proprio in que-sti ultimi decenni, caratterizzatida clamorose scoperte scientifi-che, ratti e topi si sono moltipli-cati in misura incontrollabile, no-nostante i metodi di lotta messi adisposizione dalla più avanzatar i c e rca scientifica. Secondo unr a p p o rto della OMS, infatti, circ a30 anni fa (1967) la popolazionemurina era in rapporto 1:1 con lapopolazione umana, mentre nel1997 tale rapporto veniva stima-to 4:1.L’espansione dell’areale dei mu-rini e la conquista da parte loro diuna disparata varietà di habitatinusitati possono essere spiega-te con la notevole adattabilità diquesti roditori i quali, non avendosubito condizionamenti ambien-tali specifici o limitanti, hannoconseguito straordinarie perf o r-

mances di sopravvivenza, rispet-to a quanto osservato in ogni al-tra specie animale. A questopunto vale la pena di ricord a reche il ratto può sopport a re condi-zioni di vita veramente pro i b i t i v e ,come ad esempio vivere e ripro-dursi a temperature compre s efra -40°C e +60°C, sopport a re al-tissime dosi di radiazioni, nutrirsiutilizzando qualsiasi sostanza or-ganica disponibile, dissetarsicon acqua di fogna o con acquaad altissimo tenore salino inquantità per noi certamente leta-li, sopravvivere a shock elettricifino a 200 volt per oltre un minu-to, cadere da un’altezza di 20metri superando abbastanzaagevolmente i conseguenti, gra-vissimi, traumi fisici. L’elenco del-le sbalorditive capacità dei rattip o t rebbe continuare ancora, maquanto fin qui detto è ampiamen-te sufficiente a giustificare los t r a o rdinario successo zoologicodi questi animali.I ratti sono onnivori, seppur fon-damentalmente vegetariani, ap-petiscono qualsiasi cibo consu-mato dall’uomo, hanno dimensio-ni tali da perm e t t e re l’accesso al-le nostre riserve alimentari conrelativa facilità ed hanno, neltempo, sviluppato modelli dic o m p o rtamento ed abitudini chene consentono la sopravvivenzain ambienti anche molto ostili.I roditori nocivi da considerarea p p a rtengono tutti alla famigliaMuridae (Muridi) (vedi foto n° 1)e delle sette specie presenti inItalia, sono da ricord a re: il rattogrigio o delle fogne o surm o l o t t o(Rattus norvegicus), il ratto neroo dei tetti (Rattus rattus) ed il to-polino delle case o topo domesti-co (Mus musculus).

Ratto grigio Il ratto grigio è la specie che sen-za dubbio gode di maggiore dif-fusione nelle comunità umane ditutte le regioni geografiche dellat e rra, dove si è sostituito al ratton e ro, entrando in competizionecon questo ed obbligandolo ade l e g g e re la propria dimora in po-sizione più elevata e non compe-titiva, proprio per questo denomi-nato “ratto dei tetti”.Il ratto grigio, originario dell’Asiacentrale, invase con orde immen-se l’Europa verso il 1720, giun-

gendo in Italia all’inizio del XIXs e c o l o .Il ratto delle fogne vive in mediadai 3 ai 4 anni, la femmina rag-giunge la pubertà a circa tre me-si ed ha una gestazione di 22-24g i o rni; il numero dei nati varia da6 a 12 ed i parti si ripetono, nor-malmente, 3-4 volte l’anno. Daciò si deduce che ogni femminapuò generare annualmente circ a30 nuovi nati. Studi recenti hannomesso in luce capacità stupefa-centi della sfera riproduttiva diquesti animali; ad esempio si ès c o p e rto che è possibile la colo-nizzazione di un nuovo terr i t o r i oda parte di una sola femmina diratto, anche non necessariamen-te gravida.Infatti questa può conserv a re, inuna speciale “spermoteca” unc e rto quantitativo di liquido se-minale, ed autofecondarsi in as-senza di maschi. Ancora: unaratta può interro m p e re una gravi-danza in atto e riassorbire i feti,iniziando una nuova gravidanzase incontra un maschio che, ge-neticamente parlando, le è piùg r a d i t o .Questa formidabile prolificità e lacapacità di atteggiamenti com-p o rtamentali complessi e digrande adattabilità, sono le fon-damentali motivazioni dell’ampiad i ffusione di questo mammiferoin ambienti estremamente dissi-mili fra loro: indiff e rentemente zo-ne agricole o urbane, purché ric-che di corsi d’acqua, della qualel’animale manifesta esigenza diprimario appro v v i g i o n a m e n t o .Nelle zone rurali, in assenza direte fognaria, il ro d i t o re scavacomplicati dedali di tane sotter-ranee e profonde anche più dimezzo metro (vedi foto n° 2).Non essendo un buon arr a m p i-c a t o re, come il cogenere rattus,invade cantine, fogne e magaz-zini situati ai piani più bassi de-gli edifici. Questo animale è unabile nuotatore ed è capace dip e rc o rre re lunghi tratti anche inapnea; ha abitudini notturne conpicchi di attività al tramonto edall’alba. Normalmente il loro rag-gio d’azione per la ricerca delcibo è di 30-40 metri dalle tane,ed avviene esplorando are emolto ben conosciute. Se c’èscarsità di cibo, possono, però,p e rc o rre re distanze molto mag-giori. Altra caratteristica è laspiccata neofobia soprattuttonei confronti di nuove fonti ali-mentari, ad esempio le eschecon ro d e n t i c i d i .

Ratto nero Il Rattus rattus (ratto nero, rattodei tetti, ratto dei granai) (vedi fo-to n°3) da adulto misura cm 20c i rca, con coda lunga 23-24 cm.

Il controllo degli infe s tanti nelle industrie alimentari

d i E d o a rdo Gri e c o

Commissione Filiera degliAlimenti SIVAR

Il capo, appuntito, è abbastanzag rosso, con occhi vivaci; le ore c-chie sono piuttosto sviluppate,a rrotondate all’apice e completa-mente glabre. Il mantello è di tin-ta varia da individuo a individuo;le parti superiori del corpo sonodal bruno scuro al ro s s a s t ro gri-gio, quelle inferiori bianche, gri-gio chiaro o camoscio. L’ a n i m a l eè in grado di vivere alcuni anni.La maturità sessuale viene rag-giunta dopo circa 11 settimane; ilnido viene re g o l a rmente fatto neisottotetti, su alberi, anche se avolte può scavare tane ipogee.La gestazione dura 24 giorni e disolito sono partoriti 5-10 indivi-dui; ogni femmina può avere sinoa 6 parti all’anno. Ottimo arr a m p i-c a t o re, si rinviene molto fre q u e n-temente nei granai e nei sottotet-ti. Rattus rattus è caratterizzatoda neofobia: come dice il term i-ne, l’animale nutre sospetto ver-so qualunque cosa nuova tro v isul suo abituale cammino; se rin-viene un alimento situato ove pri-ma non c’era, non lo tocca perp a recchio tempo e comincia poia nutrirsene poco per volta. Ciò èdi part i c o l a re importanza quandosi deve intrapre n d e re la lotta. Isuoi escrementi si presentano af-fusolati, leggermente ricurvi evengono lasciati sparsi nell’am-b i e n t e .Dotato di eccezionali doti acro-batiche (è in grado, infatti, di uti-l i z z a re per gli spostamenti, stan-do in equilibrio, cavi elettrici e fi-li del telefono) può trasferirsi an-che nelle abitazioni, alla ricerc adi cibo. Ove il clima è più rigido,la specie vive nei locali chiusi,nei magazzini, sottotetti, fienili,stalle, con part i c o l a re pre d i l e-

?! L ’ I N C H I E S T A FATTI E NOTIZIE SOTTO LA LENTE D’INGRANDIMENTO

Foto 1 - Rata (Rattus spp./21-25cm)

Foto 2- Rattus norvegicusIngresso di una tana

Foto 3- Esemplare Rattus rattus

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zione per le zone alte e piùasciutte. In questo caso il nido èfatto in anfratti di muro o sullet r a v a t u re dei tetti, vengono co-munque utilizzati detriti di varianatura, materie plastiche com-p re s e .Trattasi di specie essenzialmentegranivora, ma in grado di cibarsidi frutta anche acerba, noci enocciole, cortecce, a volte addi-rittura di nidiacei.Il ratto nero è notevolmente dan-noso sia per la distruzione delled e rrate, sia per la possibilità diinquinarle con gli escrementi; èa l t resì un potenziale vettore dimalattie sia all’uomo che agli ani-mali domestici.

Topo domestico Il Mus musculus (topo, sorcio, to-polino, topo delle case) (vedi fo-to n°4), originario dell’Asia cen-trale, era già diffuso in Euro p aoccidentale nel periodo neolitico.Di piccole dimensioni (cm 6-10,senza coda), è di colore variabi-le, con dorso grigio, ventre efianchi più chiari. Questa specievive anche più di 3 anni. La ma-turità sessuale si può avere an-che dopo 6 settimane, mentre lagestazione dura 22 giorni. I nati,in media 4-7, a volte anche 12,sono nudi e ciechi.I topi che si annidano nelle abita-zioni e nei magazzini si ripro d u-cono continuamente, causandoin breve tempo gravi infestazioni.I nidi, costruiti nei mobili, nelle tu-b a t u re vuote, nei cassetti chiusida lungo tempo, nelle imbottituredelle poltrone, sono fatti di detritidi carta rosicchiata, stracci, se-gatura di legno, fieno, frammentidi materiale plastico. Attivo dig i o rno, ma soprattutto di notte, iltopo domestico si muove moltorapidamente, può spiccare saltied è ottimo arr a m p i c a t o re. Glie s c rementi vengono abbandona-ti lungo le piste e soprattutto ovel’animale si soff e rma per nutrirsi.Il topo vive in gruppi familiari; lat e rritorialità è data dalla distribu-zione di urina.Di solito, l’area utilizzata da ogniindividuo è di pochi metri quadrie viene incessantemente esplo-r a t a .Dotato di denti robustissimi, Musmusculus causa danni alle coi-bentazioni di pareti pre f a b b r i c a-te; in part i c o l a re danneggia gra-vemente il polistirolo espanso,che utilizza anche per fare nidi.F requentemente si rintana nellecentraline elettriche, aggre d e n-do i cavi e determinando cort o-c i rcuiti. Il topo domestico è es-senzialmente granivoro, ma siadatta ad ogni substrato alimen-t a re .

S T R ATEGIE DI LOT TA DEIRO D I TORI NOCIVI Nella lotta contro ratti e topi è im-p o rtante parlare di “controllo” enon di “eliminazione”, perché l’e-liminazione è attualmente impos-sibile e l’obiettivo deve esserequello di contro l l a re il loro nume-ro in modo da limitare i danni.Parlando dei presidi di lotta anti-murina, il dott. Sonzogni ha datoun accenno ai metodi fisici e bio-logici, distinguendoli da quelli

chimici, di gran lunga i più im-p o rtanti, e da quelli di più re c e n-te concezione, i chemiosteriliz-zanti. Fra i presidi fisici tro v i a m o ,le trappole meccaniche, i collan-ti e gli ultrasuoni; fra quelli biolo-gici: i predatori naturali, la lottabiologica con micro rganismi, ilc o n t rollo genetico ed il contro l l oecologico ed ambientale. Que-st’ultimo è stato ampiamente trat-tato nell’ambito delle tecnicheI P M .

I mezzi chimici messi a disposi-zione dalla ricerca per la lotta aimuridi possono essere suddivisinelle seguenti classi: re p e l l e n t i ;attrattivi; rodenticidi pro p r i a m e n-te detti, a loro volta suddivisibiliin acuti (o a dose singola) e cro-nici (o a dose multipla); chemio-s t e r i l i z z a n t i .Di tutti questi presidi di lotta chi-mici è stata data un’ampia pa-noramica, da quelli storici (scillarossa, stricnina) a quelli più at-

tuali ed ancora in sperimenta-zione, come i chemiosterilizzan-ti. In questa sede ci limiteremo ar i c o rd a re che quelli in assolutopiù utilizzati sono gli anticoagu-lanti. L’elenco di questi composti si èandato arricchendo in questi ul-timi anni, per cui si è reso ne-cessario distinguere, in base almeccanismo d’azione, gli anti-coagulanti a dose multipla (o diprima generazione) dagli anti-

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Foto 4- Mus musculus

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coagulanti a dose singola (o diseconda generazione). Appar-tengono alla prima serie il famo-so warfarin, il coumacloro, cou-m a t e t r a ryl, il coumafuril, il pival-dione, il difacinone e il cloro f a c i-none; alla seconda serie il bro-madiolone, il difenacoum, il bro-difacoum ed il difethalone. Sonotutti anticoagulanti, cioè antago-nisti della vitamina K e capaci dia u m e n t a re la permeabilità deivasi sanguigni.

TECNICHE DI INTEGRAT E DPEST MANAGEMENT (IPM):GESTIONE INTEGRATA DEIRO D I TORI NOCIVI Il sig. Genicco si è soff e rm a t osulla progettazione e gestione diun piano di disinfestazione peraziende alimentari, dandone iprincipali riferimenti. Tali indica-zioni sono molto utili per il veteri-nario per poter sia dare consigliagli operatori alimentari e sia va-l u t a re l’operato ed i risultati delle

aziende di disinfestazione che,secondo gli addetti ai lavori, co-me già ricordato, non sempre of-f rono servizi professionali. Moltidei seguenti suggerimenti devo-no essere attuati dire t t a m e n t edalle aziende alimentari, perc h ér i g u a rdano l’organizzazione de-gli ambienti e la loro pulizia.Di seguito vengono analizzati ipunti principali, attraverso i qualiun’azienda di disinfestazione de-ve pro g e t t a re e re a l i z z a re un pia-

no di disinfestazione, conside-rando non solo i roditori nocivima anche gli altri animali infe-s t a n t i .

Sopralluogo Sicuramente il successo di tuttele fasi successive dipende da unc o rretto sopralluogo. Per questaragione un’impresa seria si dotadi propri stampati dove elencaretutte le informazioni tecniche, lo-gistiche, economiche rilevate

durante questa fase.N e l l ’ e ff e t t u a re il sopralluogo al-cuni strumenti devono essere indotazione obbligatoria: una buo-na torcia, alcuni specchiettiestensibili, un camice ed un co-pricapo usa e getta, un misurato-re UV per verificare l’efficacia de-gli elettroinsetticidi. Un’accurataispezione comincia dall’estern odell’azienda: l’occhio allenatodeve focalizzarsi sulle aree chef o rniscono cibo, nascondigli edacqua, soprattutto le aree convegetazione (specie se incolta),le unità di stoccaggio di mangimied alimenti, zone di deposito deirifiuti. Per quanto concerne i ro d i-tori, che sono più attivi di notte, isopralluoghi danno migliori risul-tati se eseguiti dopo il tramonto.Dove i roditori passano di fre-quente è possibile notare mac-chie scure ed untuosità causatedai loro peli unti. Ogni tana di ro-d i t o re ha due fori: uno che è usa-to più spesso e l’altro, che rap-p resenta la via di fuga, vieneusato in caso di emergenza espesso è riempito di detriti.

Pest proofing Il controllo degli infestanti, in par-t i c o l a re dei roditori nocivi, ritenu-to più efficace e duraturo neltempo è il risanamento ambienta-le, che, riducendo la disponibilitàdi acqua, cibo e spazio per tanee rifugi limita la capacità biologi-ca specifica (C.B.S.) degli infe-s t a n t i .La C.B.S. indica quanti individuidi una determinata specie pos-sono tro v a re sostentamento in undato ambiente, o, in altri term i n i ,la capacità di carico dell’ambien-te preso in esame. Ad esempio,per i ratti le reti fognarie dannoun’altissima C.B.S., essendo ingrado di forn i re ad uno sterm i n a-to numero di individui rifugio si-c u ro, cibo ed acqua in quantitàd a v v e ro illimitata.Nelle misure di risanamento am-bientale comprendiamo il “PestP roofing” (o misure di esclusio-ne), una serie di accorgimenti dio rdine edilizio per re n d e re gliedifici, appunto, “a prova di infe-stante”. Tali provvedimenti hannocome scopo quello di impedirel ’ i n g resso degli animali infestantinegli edifici, attraverso la siste-matica occlusione di tutti i pert u-gi nel perimetro dei manufatti.Quindi, i risultati del pro g r a m m adi disinfestazione sono spessos t rettamente legati alla possibilitàdi tenere al di fuori gli ospiti inde-s i d e r a t i .Un valido aiuto, in questo caso,c o n t ro l’intrusione di insetti e ro-ditori viene fornito da: ordine epulizia in tutti i re p a rti, re t i c e l l eantinsetto, lame d’aria, sigillaturadi giunti di dilatazione o di fessu-re, perfetta chiusura di porte, fi-n e s t re ed apert u re varie, mante-nimento di un’area di rispetto, dialmeno un metro perimetralmen-te agli edifici, sgombra da vege-tazione, stoccaggio degli alimen-ti su scaff a l a t u re, creazione diuna zona franca di 40 cm. tra pa-reti e materiali stoccati, pre s e n z a

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di sifoni alle tubature, assenza dispigoli tra parete e pavimento,pavimentazioni prive di fessure ,paraspigoli e piastre l l a t u re per-fettamente sigillate, rimozioneg i o rnaliera dei rifiuti e loro con-s e rvazione in contenitori idonei.

M o n i t o r aggio Il monitoraggio e la relativa com-pilazione di opportune schede,o l t re ad essere uno dei passaggiessenziali dell’IPM, rappre s e n t ala documentazione, da conser-v a re insieme al Manuale d’auto-c o n t rollo, per dimostrare ai con-t rollori ufficiali l’avvenuta attività.Il monitoraggio può avere diversiobbiettivi: identificare la speciei n f e s t a n t e .Q u a n t i f i c a re gli infestanti rappor-tandoli alle soglie di tollerabilità.S e g u i re l’andamento dell’infesta-z i o n e .M i s u r a re l’efficacia di un inter-v e n t o .D i m o s t r a re la presenza di un si-stema permanente di ri leva-m e n t o .D e t e rm i n a re le scelte operative.Quando si parla di roditori diven-ta fondamentale che il nostro si-stema di monitoraggio sia basatosulla presenza d’idonei ero g a t o r id’esca, sicuri, che ci perm e t t a n odi alloggiare esche in blocchi.Questi sistemi sono notoriamenteidonei per un corretto monitorag-g i o .In particolari aree, dove occorrem i n i m i z z a re il rischio dato dallap resenza di esche, non sono das o t t o v a l u t a re sistemi di catturaa l t e rnativi, cioè quelli che pre n-dono in considerazione l’uso ditrappole a cattura multipla, trap-pole a colla o trappole a scatto.Queste ultime tecniche pre v e d o-no dei controlli molto ravvicinati.Il monitoraggio degli insetti con-templa l’uso di diversi sistemi:trappole elettroinsetticide, trap-pole a feromoni, trappole alimen-t a r i .Nell’utilizzo di lampade elettro i n-setticide diventa fondamentale ilc o rretto posizionamento in altez-za, la giusta potenza della lam-pada in rapporto all’area da pro-t e g g e re, una corretta pro t e z i o n ein sequenza dalle zone di acces-so fino al cuore della realtà pro-d u t t i v a .L’uso di trappole a feromoni nelc o n t rollo di insetti striscianti e vo-lanti rappresenta un vero innova-mento per le aziende di serv i z i .Essa presuppone una discre t aconoscenza degli infestanti edelle realtà che possono ospitar-li, e perciò richiede che alcune fi-g u re di elevata pro f e s s i o n a l i t àentrino a fare parte dell’org a n i c odelle aziende di disinfestazione,elevandone l’immagine e le po-t e n z i a l i t à .La disponibilità di trappole ali-mentari, utilizzate soprattutto peril monitoraggio di insetti stri-scianti, ci permette di avere unos t rumento di misura per quegliinsetti poco sensibili ai fero m o n i ,o per quelli per cui un fero m o n enon è disponibile.Un buon programma di monito-

raggio deve permette inoltre dic a m b i a re la veste ai tradizionalitrattamenti chimici, spesso pre v i-sti con poca logica e non mirati,il tutto a vantaggio di una più ef-ficace risoluzione del pro b l e m a .

Studio dell’infestante Il riconoscimento delle diversespecie infestanti è fondamentaleper intrapre n d e re qualsiasi tipodi lotta. In questa sede non c’ès u fficiente tempo per parlare del-la classificazione e del riconosci-mento degli infestanti; però il ve-terinario deve sapere che l’azien-da incaricata della disinfestazio-ne deve sicuramente pro c e d e rea tale riconoscimento ed applica-re gli opportuni mezzi di contro l-lo, proprio considerando la spe-cie infestante intere s s a t a .Dal monitoraggio si ricevono unaserie di risposte che, se opport u-namente interpretate, perm e t t o-no di interv e n i re in maniera mira-ta, delimitando le aree di inter-vento o addirittura tentando, inuna prima fase, di contro l l a re l’in-festazione solo con l’adozione dimodifiche comportamentali, in-tensificando le operazioni di puli-zie mirate e aumentando le bar-r i e re fisiche.Rimane in ogni modo un dato difatto che la conoscenza compor-tamentale (etologia) e la biologiadell’infestante rilevato dal moni-toraggio ci spingeranno a colpir-lo nei momenti e nei punti idoneiall’ottenimento del controllo, otti-mizzando le energie e i costi.Solo conoscendo il nemico sipuò aff rontarlo e sconfiggerlo.Nel corso della pre s e n t a z i o n esono state proiettate una serie didiapositive delle principali spe-cie infestanti, e per ognuna sonostati evidenziati i principali carat-teri anatomici, biologici e di com-p o rtamento da conoscere .

Scelta delle metodologie e deip rodotti Il passo successivo allo studiodell’infestante è la scelta dellametodologia di interv e n t o .La tendenza odierna porta leaziende di disinfestazione seriead interv e n i re con le tecniche piùs i c u re, meno invasive e possibil-mente a scarso impatto ambien-t a l e .Le aziende chimiche che svolgo-no attività di ricerca hanno intuitoche è altrettanto importante stu-d i a re la formulazione in cui ilprincipio attivo si dimostra più at-tivo in correlazione con l’infestan-te bersaglio.L’utilizzo di erogatori sicuri ed ef-ficaci, la predisposizione dì inter-venti di monitoraggio da cui di-penderanno quelli chimici, i trat-tamenti mirati, la creazione diuna metodologia d’interv e n t om o d u l a re e non prefissata, stu-diata in modo da adeguarsi allerisultanze del monitoraggio, l’usodelle esche per insetti, sono tuttefasi che dimostrano un corre t t oa p p roccio con il problema degliinfestanti nelle industrie alimen-t a r i .Come per lo studio dell’infestan-

te, il sig. Genicco ha mostratouna serie di dispositivi utilizzatisia per il monitoraggio che per lalotta, spiegandone la funzione edil corretto utilizzo.

C o n t rollo dei risultati Il controllo dei risultati è l’opera-zione indispensabile per valutarel ’ e fficacia o meno di una pro c e-dura. Ogni azienda di disinfesta-zione seria, almeno per i serv i z icomplessi, dovrebbe inserire nelcontratto la valutazione, durantel’esecuzione dell’appalto, dei ri-sultati ottenuti.

Riesame delle procedure O c c o rre pre v e d e re periodica-mente un riesame delle pro c e d u-re operative, soprattutto quandol’analisi dei risultati evidenzia uninsuccesso parziale o totale.

C O N T ROLLO DEGLIA RT ROPODI INFESTANTI I lavori sono proseguiti nel pome-riggio con due interventi dedicatiagli insetti: “Gli art ropodi infe-stanti le industrie alimentari e led e rrate. Problemi e possibilità dilotta”, è il titolo della re l a z i o n ep resentata dal prof. LucianoSüss dell’Istituto di EntomologiaAgraria della Facoltà di Agrariadi Milano. Con la consueta chia-rezza il prof. Süss ha fatto un’am-pia panoramica sulle pro b l e m a t i-che legate alla presenza deglia rt ropodi infestanti nelle industriealimentari e sulle principali spe-cie interessate; prendendo inconsiderazione esclusivamentela Classe degli Insetti.Gli insetti attualmente compre n-dono circa un milione di specieconosciute, un numero di esseridi gran lunga superiore a quellodi tutti gli altri organismi viventiriuniti insieme. Dal punto di vistadella densità delle popolazioni,sono gli organismi pluricellularipiù rappresentati: in ambientinon alterati da fattori esterni sonop resenti anche alcuni milioni diindividui per ettaro di superf i c i e .Apparsi nel Devoniano, cioè oltre300 milioni di anni fa, hanno co-lonizzato ogni ambiente, adattan-dosi nell’aspetto e nel comport a-mento. Ciò si deve soprattutto al-l’elevata prolificità e al numero digenerazioni all’anno, spessomolto elevato. Di conseguenza, iln u m e ro degli individui pro d o t t ida una sola coppia, in un anno,può raggiungere teoricamentevalori elevatissimi (nella moscadomestica si registrano anchepiù di 10 generazioni all’anno edogni femmina è in grado di de-p o rre sino a 2.000 uova). Le loropiccole dimensioni facilitano lad i ffusione delle specie, infatti ne-cessitano di spazi estre m a m e n t eridotti per svilupparsi e ripro d u r-si; hanno colonizzato il mondo egli scambi commerciali interc o n-tinentali ne hanno aumentato lad i ffusione. Altre caratteristicheche hanno permesso agli insettiun tale successo biologico sonola forte adattabilità e la polifagia(Plodia interpunctella, meglio no-ta come “Tignola fasciata”, a

causa dell’inconfondibile dise-gno sulle ali anteriori, è in gradodi vivere nella polvere, sui fiori esugli alimenti: nel primo caso sir i p roduce in un anno, nell’ultimoin 15 giorni). Gli insetti dopo laschiusa dell’uovo (sviluppo po-stembrionale), per diventareadulti compiono una serie di mu-te e trasformazioni, ed in re l a z i o-ne a queste, si dividono in treg ruppi: Ametaboli, in cui la form agiovanile (detta neanide) appenaschiusa dall’uovo è molto simileall’adulto, compiono soltanto del-le mute abbandonando il vecchiotegumento sul posto. Le esuviedei tegumenti rimanendo neglialimenti contribuiscono a conta-minarli: il pesciolino d’arg e n t o ,ad esempio compie 25 mute pri-ma di diventare adulto.E t e rometaboli o a metamorf o s igraduale, in cui la neanide è piùo meno simile all’adulto, da cui sidistingue solo per alcuni caratte-ri, quali la mancanza d’ali e ap-pendici genitali (es. Ortotteri, Di-t i o t t e r i ) .Olometaboli o a metamorfosi to-tale finale: è il caso in cui l’inset-to nasce con una forma (larv a )completamente diversa da quel-la dell’adulto.La trasformazione completa av-viene durante uno stadio pre s s o-ché immobile, di pupa, successi-vo al periodo, più o meno lungo,in cui l’insetto, alimentandosi, si èa c c resciuto pro g re s s i v a m e n t e(es. Lepidotteri, Coleotteri, Ditte-r i ) .P a rtendo da cereali sani si distin-guono infestanti primari, secon-dari e terziari. I primari sono ingrado di attaccare dire t t a m e n t ele cariossidi: mammiferi, uccelli,insetti (es. il punteruolo), muffe ebatteri. I secondari non possonoa t t a c c a re una cariosside integra,ma i suoi detriti sì: sono insettiche mangiano muffe, detriti. So-no comuni negli ambienti di tra-s f o rmazione dove ci sono so-stanze semilavorate. Gli infestan-ti terziari sono predatori, ectopa-rassiti, necrofagi che vivono aspese degli ospiti primari e se-condari, quindi il loro insedia-mento è indice della presenza diquesti ultimi e di infestazione divecchia data.Infatti, gli infestanti terziari, ven-gono attirati in un ambiente pro-prio dalla presenza delle lorop rede: ad esempio Pyralis farina-lis essendo micofaga, si nutredelle muffe che si sviluppanonelle farine; pertanto se gli sfari-nati sono sani l’insetto non si rin-viene nell’ambiente.È importante considerare la diff e-renza fra veri e propri insetti infe-stanti delle derrate ed altri, tipicicolonizzatori degli ambienti pro-duttivi. Tra i primi, senza alcundubbio è Plodia interpunctella il“nemico numero uno”. Accantoad essa, oltre ai comuni Lepidot-teri ficitidi infestanti le derr a t e ,vanno messi in prima linea Si-tophilus, Lasioderma, Stegobiumed i Tr i b o l i u m .La Plodia è responsabile del 90%delle infestazioni che un consu-

m a t o re può riscontrare, quandosi trova ad osserv a re una larva inun minestrone o un risotto. Polifa-ga quanto nessun altro infestantedelle derrate, comunemente pre-sente nel riso, si trasferisce congrande facilità alla pasta, alle fa-rine, ai dolciumi se non si attuanorigide pratiche di autocontro l l odelle materie prime. Anche i pun-t e ruoli (Sitophilus) sono fre q u e n-ti, soprattutto nel riso; la giacen-za per lungo tempo nei magazzi-ni di partite infestate porta al ri-schio di colonizzazioni “cro c i a-te”, soprattutto con la pasta ali-m e n t a re. Stegobio e Lasioderm a ,infestanti le spezie e i pro d o t t iessiccati in genere, risultano pu-re responsabili di attacchi, cosìcome i detriticoli Tribolii, insedia-ti in ogni magazzino ove non ven-gono attuate corrette pratiche dip u l i z i a .Per quanto concerne gli insettiinfestanti gli ambienti pro d u t t i v i ,sono da ricord a re pesciolini d’ar-gento, blatte, ditteri (mosche emosconi blu, grigi, verdi), form i-che, vespe.I ditteri come adulti intere s s a n ol’ambiente ma come larve inte-ressano gli alimenti, come Luciliaspp. (Moscone verde della car-ne), Sarcophaga carnaria (Mo-scone grigio della carne) (vedifoto n°5), Piophila casei (Moscadel form a g g i o ) .Fra gli insetti infestanti dell’am-biente i più temibili sono gli sca-rafaggi: Blatta orientalis (blattanera), Blattella germanica, Peri-planeta americana e Supella lon-gipalpa, che sono facilmente di-stinguibili fra di loro .Si tratta di insetti infestanti diff u s iin tutto il mondo grazie agliscambi commerciali che, ancoraoggi, possono potenzialmentef a v o r i re l’ingresso accidentale dia l t re specie soprattutto attraver-so porti ed aero p o rt i .Questi insetti depongono le uovain ooteche, abbandonate in pro s-simità del cibo o nei luoghi di ri-fugio abituale: a tal proposito lescatole di cartone, di cui si fa lar-go impiego per il trasporto delled e rrate, risultano ottimi punti dideposizione delle ooteche stes-se e quindi devono essere consi-derati il mezzo più impiegato dal-le blatte per colonizzare nuovia reali. Pertanto, rientra nelle fa-mose GMP (Good ManufactoringPractices) contro l l a re gli imbal-laggi al ricevimento delle materieprime, non farli entrare nei localidi produzione ed allontanarli ilpiù presto possibile dall’azienda.Le ooteche sono molto re s i s t e n t iagli insulti esterni e anche gli

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Foto 5- Adulto di Dittero sarcofa-gide “Sarcophaga carnaria”(moscone grigio)

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i n setticidi non riescono ad attra-versarle; questo aspetto è da te-n e re in considerazione nelleoperazioni di lotta, cioè bisognas e m p re fare un secondo inter-vento per colpire le neanidi chenel frattempo sono schiuse dalleo o t e c h e .Gli scarafaggi sono insetti not-t u rni e sono sensibili alle vibra-zioni e ai movimenti d’aria. Per-ciò le ispezioni di routine è me-glio farle quando macchine e at-t re z z a t u re non sono in funzionee nelle ore notturn e .La loro conformazione corpore a ,molto appiattita, consente il rifu-gio in anfratti di pochi millimetri:le forme giovanili (neanidi) di B.g e rmanica possono insediarsi inuno spazio di 0,5 mm, gli adultiriescono ad entrare in una fes-sura di 1,6 mm, mentre una fem-mina con ooteca ha bisogno dialmeno 2,9 mm.Le tre specie di blatte presenti inmodo massiccio sul nostro terr i-torio vivono in ambienti abba-stanza simili. Blatta orientalis, ilcomune scarafaggio nero, è piùnoto nelle case, in quanto di so-lito vi giunge attraverso le con-dotte, gli scarichi dei lavandinio, soprattutto, attraverso lea p e rt u re per l’eliminazione deirifiuti, ad ogni piano dei palazzi.S t rettamente lucifugo, è possibi-le sorprenderlo durante le oren o t t u rne, accendendo la luce.Blattella germanica (vedi foton°6) invece è più spesso pre-sente nelle industrie alimentari,nei bar, ristoranti, cucine in ge-n e re, gelaterie, ecc., con graviriflessi di tipo igienico sanitario.Colonizza ogni ambiente in cui ilm i c roclima sia spiccatamentecaldo umido e la sua continuaavanzata è legata alla distribu-zione di prodotti diversi, anchenon alimentari, provenienti daambienti di produzione infestati.Lavastoviglie industriali, auto-clavi, distributori automatici dialimenti e bevande, carrelli ter-mici per trasporto di cibi, cal-daie, ed altre attre z z a t u re similisono ottimi punti di rifugio e mol-tiplicazione di questo infestante.Con le sue zampe munite di tar-si dai vistosi pulvilli, può arr a m-picarsi sui substrati molto lisci(plastica, acciaio); le zampedella blatta orientale invece nonsono così attrezzate e quindi avolte tale scarafaggio è impossi-bilitato a colonizzare nuovi am-b i e n t i .Periplaneta americana è più fre-quente in Italia centro m e r i d i o n a-le, in part i c o l a re nelle città por-tuali. Importanti colonie sono avolte presenti in industrie ali-mentari ove vive e prospera nel-la rete fognaria, grazie al micro-clima part i c o l a rmente caldo eumido; da qui esce, nelle oren o t t u rne, alla ricerca del cibonei re p a rti di produzione. Gliadulti sono capaci di eseguirevoli planari e, se disturbati, an-che veri e propri voli.Le blatte, oltre che mosche, mo-sconi, a volte vespe e form i c h e ,rientrano negli infestanti da con-

s i d e r a re come part i c o l a rm e n t etemibili, non tanto per le genera-li irrisorie quantità di cibo sot-tratte, quanto per il grave rischiodi contaminazione determ i n a t odalla loro pre s e n z a .Si può aff e rm a re con tutta tran-quillità che ogni possibile mi-c ro rganismo patogeno è statoisolato dalle zampe, appendicibuccali, antenne, canale dige-rente, feci di questi sgradevolinostri competitori. Il rischio di in-cidenza di salmonellosi laddoveblatte, mosche e formiche si so-no insediate, è tanto elevato dad i v e n t a re quasi cert e z z a .Altri danni derivanti da insetti in-festanti, sono rappresentati daf o rme allergiche per inalazionedi spoglie, per ingestione disoggetti vivi (miasi causate daditteri), lesioni alla parete gastri-ca a causa di peli di coleotterid e rmestidi che vi si possonoc o n f i c c a re (vedi foto n° 7), oltreai gravi danni all’immaginea z i e n d a l e .Per quanto concerne le form i-che, è utile ricord a re che sonoanimali estremamente socialicon una rigida gerarchia inter-na. La loro alimentazione è so-prattutto a base di zuccheri maalcune specie non disdegnanole proteine, soprattutto nei mo-menti di massima produzione diuova e sviluppo della covata;i n o l t re l’alimentazione può cam-b i a re anche in base alla stagio-n e .C o s t ruiscono i nidi in anfratti an-che abbastanza profondi, quindinon facilmente raggiungibili coninsetticidi; part i c o l a rmente pro-tette sono le regine, da cui di-pende il mantenimento dell’infe-stazione. Le specie che pre v e-dono più femmine feconde (re-gine) nello stesso nido (poligi-nia), sono più difficili da debella-re, in quanto il numero di indivi-dui di una sola colonia può rag-g i u n g e re valori elevatissimi.Per la lotta, oltre agli insetticidiclassici, si possono usare eschealimentari tossiche, che però avolte non funzionano perché nonsi conosce il tipo e le abitudinialimentari del momento. Pert a n-to, qualsiasi tipo di lotta pre s u p-pone l’identificazione della spe-cie e la conoscenza della suab i o l o g i a .In Italia più specie di form i c h epossono colonizzare ambientia n t ropizzati. Di maggiore inte-resse per le industrie alimentari,sia per i danni diretti che indire t-ti (micro rganismi patogeni) chepossono arre c a re, ricord i a m o :Linepithema humile Mayr (o Iri-d o m y rmex humilis), Monomo-rium pharaonis, Paratreca longi-c o rnis e Lasius spp.

TECNICHE DI INTEGRAT E DPEST MANAGEMENT (IPM):GESTIONE INTEGRATADELLE BLATTE L’ultimo intervento dell’intere s-sante giornata è stato pro p o s t odal dott. Guglielmo Pampiglione,esperto di tecniche IPM, consu-lente di diverse aziende del setto-

re, fra cui la Colkim, e collabora-t o re dell’Università di Bologna. Ildott. Pampiglione, dopo aver bre-vemente trattato il problema blat-te nelle industrie alimentari, hap resentato le ultime novità dellar i c e rca riguardanti la lotta agliscarafaggi. La novità sostanzialeè rappresentata dal Goliath gel,un gel insetticida a base di fipro-nil, il primo di una nuova genera-zione di molecole per il contro l l odegli scarafaggi: i fenil-pirazoli.Questo prodotto, sulla base dellep roprietà tossicologiche, non èclassificato pericoloso.Essendo un gel, si distribuisce agocce per mezzo di una pistoladosatrice, quindi può essere ap-plicato in qualsiasi momento,non crea disturbo alle pro d u z i o-ni ed è inodore. In definitiva,questo gel rappresenta una vali-da alternativa ai tradizionali trat-tamenti spray, i quali, invece,p resentano ancora oggi una se-rie di problemi applicativi: altoimpatto ambientale; possibile in-quinamento alimentare; possibilirischi di intossicazioni umanee/o animali; necessità di utilizza-re i Dispositivi di Protezione In-dividuali (DPI); attre z z a t u re sco-mode; impossibilità di trattared i rettamente negli impianti elet-trici ed elettronici o in altri rifugidelle blatte difficili a raggiunge-re; possibilità di errori nella pre-parazione dei formulati (dosag-gi, diluizioni, ecc.); insuccessodella disinfestazione per la re s i-stenza degli insetti agli insettici-di convenzionali; spostamentodelle popolazioni di blatte ina ree non raggiungibili dai tratta-menti per effetto del fenomenodella repellenza e conseguentei n c remento dell’infestazione;non risoluzione delle infestazionicon la conseguente necessità didover re i n t e rv e n i re con periodi-cità; disturbo e disagio degliambienti in cui si interviene, so-prattutto l’evacuazione pre t r a t t a-mento, le chiusure dei locali do-ve si interviene, le pulizie am-bientali post-trattamento, gliodori residui, ecc.; conseguentip e rdite economiche.Altra caratteristica che contrad-distingue Goliath-gel è il mecca-nismo d’azione, in quanto non èrepellente come molti altri pro-dotti, ma al contrario è un ali-mento molto attratt ivo per leblatte (raggio d’azione di un me-t ro). Gli scarafaggi muoiono nel-le ore successive all’ingestionedel gel; inoltre, avendo l’abitudi-ne trofica di passarsi gli alimen-ti, di nutrirsi dei cadaveri e deglie s c rementi appartenenti allap ropria specie, si trasmettono in

questo modo il principio attivo.P e rtanto, lo scambio alimentare ,la necrofagia e la copro f a g i ac reano un effetto a catena chep e rmette i prolungarsi dell’atti-vità dell’insetticida.Essendo il gel un’esca insettici-da, la sua efficacia è condizio-nata dalla sua assunzione dap a rte delle blatte: risulta quindievidente come il posizionamen-to delle gocce nei luoghi mag-g i o rmente frequentati dalle blat-te è un aspetto fondamentaleper questo tipo di lotta. Pert a n-to, il disinfestatore deve concen-trarsi a trattare in maniera mira-ta, secondo il tipo di blatte pre-senti e secondo l’intensità di in-festazione piuttosto che appli-c a re il gel in maniera generaliz-zata rischiando che molte goccenon vengano mai a contatto conle blatte. Inoltre, è fondamentaleche dopo l’applicazione dellegocce non si utilizzino insetticiditradizionali, che sono re p e l l e n t i ,e non si facciano trattamenti dipulizia in prossimità delle goccestesse, che inevitabilmente ver-re b b e ro asport a t e .La comparsa di questo gel ha ri-voluzionato le strategie di lottaalle blatte, quindi ha suscitatoun vivo interesse da parte diquanti si occupano di disinfesta-zione: disinfestatori, servizi dis o rveglianza territoriale (ASL) econseguentemente, destinatarif i n a l i .La metodologia di intervento diquesto gel, insieme alle caratte-ristiche fisico chimiche del for-mulato e alla sua efficacia sullepopolazioni di blatte, ha per-messo di sviluppare una strate-gia di controllo estre m a m e n t er a ffinata, oltre che in perf e t t asintonia con le normative che ri-g u a rdano l’igiene degli alimenti.Prima di ogni applicazione (lot-ta), come già ricordato dagli al-tri relatori, è necessario com-p re n d e re la natura del pro b l e-ma, attraverso un’accurata ispe-zione ambientale (monitorag-gio), al fine di individuare: lespecie di blatte presenti; il livel-lo di infestazione in corso; lostato igienico dell’ambiente; i ri-fugi specifici delle blatte; le pos-sibili cause/origini di infestazio-ne; le pro c e d u re, i tempi e i pro-dotti insetticidi utilizzati pre c e-dentemente; le operazioni di pu-lizia ambientali in corso.Per eseguire il monitoraggio, sipossono impiegare esche/trap-pole attrattive adesive a base dif e romoni in grado di forn i re buo-ne stime quantitative delle po-polazioni di insetti striscianti.Queste trappole sono in genere

costituite da una struttura in car-toncino rigido che forma una ca-pannina a sezione triangolare otrapezoidale, la cui superf i c i ei n f e r i o re interna è cosparsa dimateriale collante. Su questa è presente o vieneposizionata al momento dellacollocazione l’esca attrattivaa l i m e n t a re addizionata di fero-m o n i .Il feromone ed il cibo hanno lacapacità di attrarre le blatte cherimangono adese al cart o n c i n o ,solitamente la capacità di attra-zione dura circa 3-4 settimane.L’uso continuativo di questeesche rappresenta un buon indi-c a t o re ed un mezzo sostitutivodelle ispezioni notturn e .L’identificazione delle specie diblatte è necessaria perché in-fluenza il tipo di gocce (grandi opiccole) da distribuire e il posi-zionamento delle stesse.Per Blattella germanica e Supel-la longipalpa, specie di piccoledimensioni, occorrono gocce di3-4 mm di diametro; mentre perPeriplaneta americana e Blattaorientalis, di grandi dimensioni,sono necessarie gocce di 6 mmdi diametro .I n o l t re, la conoscenza dei livellidi infestazione permette di deli-n e a re le pro c e d u re di interv e n t osecondo l’intensità del fenome-no. Tale conoscenza deriva dal-le seguenti considerazioni: blat-te visibili solo durante le ore not-t u rne ed evidenza minima dellel o ro tracce (feci/rigurgiti), corr i-sponde ad una bassa infestazio-ne e basta distribuire una goc-c i a / m q .Qualche blatta visibile anchedurante il giorno, con possibilitàdi individuarne i rifugi e qualchel o ro traccia, corrisponde ad unainfestazione media e si distribui-scono 2 gocce/mq.Blatte visibilmente presenti siadurante le ore del giorno chequelle della notte, con evidentep resenza delle loro tracce e dell o ro odore caratteristico, corr i-sponde ad un’alta infestazioneed è necessario arr i v a re a 3g o c c e / m q .I trattamenti vengono suddivisiin applicazioni di emergenza edapplicazioni di ro u t i n e .Le applicazioni di emergenza siriferiscono a quegli interventi ri-volti al controllo di forte infesta-zione di insetti. In queste situa-zioni è importante poter rilascia-re nell’ambiente un numero ade-guato di gocce così da poter“ s e rv i re” da alimento per tutte leblatte presenti. Un altro vantag-gio è quello di non dover ritorn a-re sul posto prima del tempop revisto per l’inizio del monito-r a g g i o .Le applicazioni di routine, si rife-riscono invece a quelle situazio-ni di basse/medie infestazioni diblatte o di interventi di pre v e n-zione. In questo caso un norm a-le dosaggio di gel è suff i c i e n t esia per debellare l’infestazionep resente sia per contenere leeventuali blatte re i n f e s t a n t i .

PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 012L ’ I N C H I E S T A

Foto 6- Adulto e forme giovanili diBlattella germanica

Foto 7 - Adulti e larve di Coleotte-ro dermestide “Dermestes frischi”

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PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 014A T T U A L I T À

L a composizione del nuo -vo Comitato Centrale tie-ne conto della rappre-

sentatività regionale, delle com-petenze nei diversi settori profes-sionali e dell’impiego pubblico eprivato; accanto a figure che han-no già dato valida testimonianzadi dedizione, di conoscenza ed’esperienza nel precedente Co-mitato Centrale, vi sono Colleghile cui specifiche competenze so-no già state apprezzate e valoriz-zate a livello locale o di settore. Ilcomune intento è quello di poteresprimere per il prossimo triennio

una FNOVI in grado di affrontare erisolvere i problemi che la profes-sione veterinaria italiana oggi vivee di assumersi pienamente il ruo-lo che le compete di guida dell’in-tera categoria. Si vuole quindicreare una sinergia tra chi ha giàavuto modo di compre n d e re imeccanismi istituzionali e chi, conentusiasmo, vuole esprimere leistanze di realtà professionali di-verse, tutti accomunati da unostesso spirito propositivo e co-struttivo. Il programma per la FNOVI del2000 si può sintetizzare nella vo-

lontà di completare innanzitutto leiniziative sviluppate dal ComitatoCentrale uscente per quanto ri-guarda in particolare il farmacoveterinario, le strutture, il tariffarionazionale e la tutela della catego-ria dall’ingerenza di organizzazio-ni esterne come nel caso della FI-SE; per poi affrontare e risolvere leproblematiche urgenti ed insolutedella professione veterinaria e direndere la FNOVI uno strumentoagile e moderno a disposizionedegli Ordini e dell’intera catego-ria. Dovranno essere aff ro n t a t i ,pertanto, problemi annosi come il

rapporto tra medicina veterinariapubblica e privata, il soprannu-mero di neolaureati, l’accredita-mento e la difesa della nostra pro-fessione nella società, il coinvolgi-mento decisionale della categoriada parte delle istituzioni nell’ela-borazione di norme che ci riguar-dano, la necessità di un’autode-terminazione all’interno della pro-fessione mediante la definizioneinnovativa delle buone praticheveterinarie. I Presidenti di Ordine vogliono tro-vare nella FNOVI un riferimento si-curo ed affidabile che, attraverso

una competenza specifica e str u-menti di comunicazione e d’infor-mazione moderni ed efficienti, siain grado di fornire quel supportodi consulenza a tutto campo chela gestione di un Ordine oggi ri-chiede. I Presidenti di Ordine e tutti i Col-leghi si attendono che la FNOVI sifaccia carico di stimolare e guida-re un dibattito all’interno di tutta lacategoria per poter poi fornire in-dicazioni ed indirizzi sull’evoluzio-ne della nostra professione, in sin-tonia con quella degli altri paesieuropei.

Dopo le elezioni F N OVI 2000 - 2 002 Chi sono gli eletti e qual è il loro programma

P r e s i d e n t eDOMENICO D’ADDARIO

Nato a Taranto nel1 9 2 9L a u rea: MedicinaVeterinaria pre s s ol ’Università di Na-p o l iS p e c i a l i z z a z i o n i :Ispezione degli alimenti di origineanimale a Napoli e Diritto Sanitarioalla Facoltà di Giurisprudenza diB o l o g n aHa esercitato da libero pro f e s s i o n i-sta come veterinario d’azienda ed i re t t o re del S o t t o c e n t ro di Fecon-dazione Artificiale Azienda Serr a-n o v a di Brindisi. Dal 1961 al 1982è stato dire t t o re sanitario del G i a r-dino Zoologico di Oria di cui è fon-d a t o re. Veterinario condotto dal1958 al 1982, ha quindi ricopert ola carica di dirigente della ASL diB r i n d i s i fino al pensionamento nel1 9 9 6 .P residente dell’O rd i n e dei Ve t e r i-n a r i di Brindisi dal 1969, è per ilt e rzo mandato triennale consecuti-vo Presidente del Comitato Centra-le FNOVI.

Vice PresidenteRINO BORIO

Nato a Castiglioned’Asti (AT) nel 1950L a u rea: MedicinaVeterinaria pre s s ol’Università di To r i n oÈ libero pro f e s s i o n i-sta specializzatonella clinica dei Pic-coli animali.C o n s i g l i e re dell’O rdine dei Ve t e r i-nari di To r i n o, è stato riconferm a t onella carica di Vice Presidente delComitato Centrale.

S e g r e t a r i oALDO VEZZONI

Nato a Spineda(CR) nel 1947L a u rea: MedicinaVeterinaria pre s s ol’Università di MilanoL i b e ro pro f e s s i o n i-sta, è specializzatonella clinica dei pic-coli animali, diplomato ECVS. Rive-ste la carica di Presidente dellaFSA Fondazione Salute Animale edi Segretario dell’ESVOT (Euro-pean Society of Ve t e r i n a ry Ort h o-paedics and Tr a u m a t o l o g y ) .P residente dell’O rdine dei Ve t e r i-nari di Cre m o n a, è stato riconfer-mato nella carica di Segretario delComitato Centrale.

Te s o r i e r eS A LVATORE ALOSI

Nato a Mazzara S.A n d rea (ME) nel1 9 2 8L a u rea: MedicinaVeterinaria pre s s ol ’Università di Bolo-gna Attualmente pensionato, ha eserc i-tato come dipendente pubblicop resso la ASL di G i a rre, come ve-terinario condotto. È Pre s i d e n t ed e l l ’O rd i n e di Catania dal 1976 em e m b ro del Comitato Centrale peril quarto mandato consecutivo.C o n f e rmata la carica di Te s o r i e re.

C o n s i g l i e r eG A E TANO PENOCCHIO

Nato a Ve ro l a n u o v a(BS) nel 1954L a u rea: MedicinaVeterinaria pre s s ol ’Università di Par-m a.S p e c i a l i z z a z i o n i :Clinica dei piccolianimali all’Università di Pisa e Sa-nità Pubblica Veterinaria all’Univer-sità di Milano.È responsabile del S e rvizio Igienee Allevamenti e delle pro d u z i o n izootecniche della ASL di Bre s c i a ,P residente dell’O rdine dei Ve t e r i-nari di Bre s c i a e Presidente dellaFederazione Regionale degli Ord i-ni della Lombard i a .È al primo mandato in FNOVI.

C o n s i g l i e r eALDO MARONGIU

Nato a Bottida (SS)nel 1952L a u rea: MedicinaVeterinaria pre s s ol ’Università di Sas-s a r i.E s e rcita la pro f e s-sione nel settorepubblico, ricoprendo la carica divice dire t t o re dell’I s t i t u t o Z o o p ro f i-lattico della Sard e g n a . P re s i d e n t ed e l l ’ O rdine di Sassari è al primomandato in FNOVI.

C o n s i g l i e r eAGOSTINO MACRÌ

Nato a Roma nel1 9 4 3L a u reato in ScienzeBiologiche e in Me-dicina Veterinaria, èD i re t t o re del L a b o-r a t o r i o di MedicinaVeterinaria dell’Istituto Superiore diS a n i t à . M e m b ro del Comitato Medi-

cinali Veterinari dell’Agenzia Euro-pea del Farm a c o, è anche compo-nente del Comitato Scientifico Eu-ro p e o per la sanità animale e per las i c u rezza dei consumatori (DGSANCO). È al primo incarico inF N O V I .

C o n s i g l i e r eGIULIANO LAZZARINI

Nato a Forlimpopoli(FO) nel 1955L a u rea: in MedicinaVeterinaria pre s s ol ’Università di Bolo-g n aS p e c i a l i z z a z i o n e :malattie dei piccolianimali all’Università di MilanoE s e rcita la professione come libe-ro professionista occupandosi diclinica dei piccoli e dei grossi ani-mali, in part i c o l a re di bovini. È Pre-sidente dell’O rdine dei Veterinari diF o r l ì. È al primo incarico in FNOVI.

C o n s i g l i e r eCARLO PIZZIRANI

Nato a Firenze nel1 9 5 6L a u rea: MedicinaVeterinaria pre s s ol’Università di PisaE s e rcita la liberap rofessione nel set-t o re dei piccoli ani-mali. È pre s i d e n t ed e l l ’O rdine dei Veterinari di Fire n-z e. Primo incarico in FNOVI.

C o n s i g l i e r eG I O VANNI PETROCCIA

Nato a Paduli (BN)nel 1954L a u rea in MedicinaVeterinaria pre s s ol ’Università di Mes-s i n aE s e rcita come liberop rofessionista nel settore degli ani-mali da compagnia, con part i c o l a reriferimento alla chiru rgia e all’endo-scopia. Consigliere dell’O rdine deiVeterinari di Roma, è stato Revisoredei Conti durante il pre c e d e n t emandato in FNOVI.

C o n s i g l i e r eA L B E RTO CASART E L L I

Nato a Milano nel1 9 6 1L a u rea: MedicinaVeterinaria pre s s ol ’Università di MilanoL i b e ro pro f e s s i o n i-sta, esercita all’in-t e rno di uno studio

associato specializzato in animalida reddito (bovini) ed è Pre s i d e n t edella SIVA R Società Italiana Ve t e r i-n a r ip e r Animali da Reddito. È con-s i g l i e re dell’O rdine dei Veterinari diM i l a n o e Vice Presidente della F e-d e r a z i one Regionale degli Ordinidella Lombardia.

ConsigliereGIUSEPPE SOLDATI

Nato a Bologna nel1932L a u rea: MedicinaVeterinaria pre s s ol’Università di Bo-lognaPensionato, hae s e rcitato la libera pro f e s s i o n ecome dipendente pubblico all’I-stituto Zooprofilattico Sperimen-tale della Lombardia e dell’Emiliaricoprendo la carica di Direttoredella sezione di Modena dal 1974al 1998. È professore a contrattoall’Università di Pisa ed ha al suoattivo decine di pubblicazioni sul-le malattie infettive degli animalida reddito. Presidente dell’Ordinedi Modena , è, per il quarto man-dato consecutivo, membro delComitato Centrale di cui è statoanche Segretario.

ConsigliereANTONIO LIMONE

Nato ad Av e l l i n onel 1962Già Consigliered e l l ’O rdine deiMedici Veterinaridi Av e l l i n o d a l4/12/90 al 7/7/93 edal 24/11/97 al5/12/99. Veterinario dipendente I°livello dirigenziale attuale Area “A“ ASL-AV-2. È Commissario dell’I-stituto Zooprofilattico Sperimen-tale del Mezzogiorno di Portici.

Collegio dei Revisori Ufficialidei Conti

FRANCESCO OPPEDISANO

Nato a Messina nel1927L a u rea: MedicinaVeterinaria pre s s ol’Università di Messi-naHa esercitato comeVeterinario Intern opresso i Consorzi Veterinari dei co-muni di Africo, Roghudi, Gerale,

Canolo e Agnana in provincia diReggio Calabria. Veterinario con-dotto dal 1955 al 1981 per il co-mune di Cittanova (RC), quindicoadiutore dal 1983 al 1988, ha ri-coperto la carica di Dirigente diArea B con funzione di responsabi-le del servizio veterinario presso laASL 27 di Taurianova Dal 1986 èPresidente dell’Ordine dei Veterina-ri di Reggio Calabria. ÈRevisoreU fficiale dei conti in FNOVI dal1991.

PAOLO CECCHIN

Nato a Feltre nel1961L a u rea: MedicinaVeterinaria pre s s ol’Università di Bo-lognaLibero professioni -sta, è specializzato nella clinicadei piccoli animali, con particola -re riferimento alla dermatologia.Per il secondo mandato è Presi-dente dell’Ordine di Belluno. È alprimo incarico in FNOVI.

ANDREA BRIGNOLO

Nato ad Asti nel1959L a u rea: MedicinaVeterinaria pre s s ol’Università di Tori-noLibero professioni -sta specializzato in clinica equina(cavallo sportivo), è Vice Presi-dente dell’Ordine dei Veterinari diAsti ed è al primo incarico inFNOVI.

SupplenteGIOVANNI CAVEDAGNA

Nato a Ferrara nel1965L a u rea: MedicinaVeterinaria pre s s ol’Università di Sas-sariEsercita da liberop rofessionista nel settore deglianimali da compagnia. Da quattro anni ricopre la caricadi Presidente ASVAC Associazio-ne Sarda Veterinari per Animalida Compagnia. Attualmente Con-sigliere dell’ Ordine dei Veterinaridi Sassari è al primo mandato inFNOVI.

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A T T U A L I T À

PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 0 15

M a rtedì 4 aprile laC o n ferenza Stato-Regioni ha approva-

to il regolamento proposto dal Mi-nistero della Sanità per l’attuazio-ne della direttiva CE 96/93 sullacertificazione di animali e prodottidi origine animale. Il “funzionarioautorizzato” indicato all’articolo 2della direttiva comunitaria vieneidentificato nel Regolamento mini-steriale con il “veterinario ufficia-le” o anche, ed è questa la noti-zia, con il “veterinario libero pro-fessionista autorizzato”.L’autorità competente, che la 96/93p reponeva alla verifica della cono-

scenza della normativa veterinariae delle norme per la stesura e il ri-lascio dei certificati, nel documentoministeriale è identificata nella ASL.Sarà quest’ultima infatti ad autoriz-z a re il veterinario libero pro f e s s i o n i-sta e ad adottare tutte le misure ne-cessarie per garantire attendibilitàe imparzialità del cert i f i c a t o .Il Consiglio dell’Unione Euro p e ademandava poi agli Stati Mem-bri l’applicazione dei contro l l inecessari a pre v e n i re il rilasciodi certificati falsi o fraudolenti.Nel Regolamento il compito die ff e t t u a re controlli preventivi èa ffidato alle Regioni.

A rticolo 11. La certificazione prevista dallanormativa comunitaria veterinariadi cui agli allegati al decreto legi-slativo 30 gennaio 1993, n. 28, esuccessive modifiche,deve esse-re rilasciata da un veterinario uffi-ciale o da un veterinario liberoprofessionista autorizzato dall’au -torità competente, nel caso in cuii provvedimenti di attuazione del-le direttive di cui agli allegati alpredetto decreto legislativo n. 28del 1993 prevedono tale facoltà.

A rticolo 2 1. Le Aziende sanitarie localiprovvedono ad accertare che iveterinari che rilasciano la certifi-cazione:a) abbiano un’effettiva conoscen -za delle normative generali riferi-bili alle certificazioni di animali edei prodotti, del contenuto speci-fico di ogni certificato da rilascia-re, delle relative modalità di com-pilazione nonché delle indagini,prove ed esami da eseguire pri-ma della certificazione;b) siano imparziali e non abbianoi n t e ressi commerciali diretti, siagenerali, con riguardo alle azien-de o agli stabilimenti di pro v e n i e n-za, che particolari in relazione agli

animali o prodotti da cert i f i c a re.

2. Le Aziende sanitarie locali stabi-liscono un collegamento tra l’iden-tità del veterinario cert i f i c a t o re eogni singolo certificato rilasciato. Ilveterinario cert i f i c a t o re invia copiadi ogni certificato rilasciato allaAzienda sanitaria locale entro il cuiambito territoriale esso opera, en-t ro 48 ore dalla data di rilascio.

3. Le Regioni e le Province auto-nome procedono a controlli a son-daggio al fine di prevenire il rila-scio di certificati falsi, di certifica-zioni che possono indurre in erro-re nonché la produzione o l’usofraudolenti di certificati inerenti lalegislazione veterinaria.

A rticolo 3 1. I certificati devono essere rila-sciati in lingua italiana e almeno inuna delle lingue ufficiali dello Sta-to di destinazione.2. È fatto divieto di:a) certificare fatti non di diretta co-noscenza, non pre v e n t i v a m e n t everificati o che non sia possibileverificare;b) rilasciare certificati in bianco oincompleti o relativi ad animali oprodotti di origine animale non

N ovità per il settore zo o t e c n i c o - v e t e r i n a r i o

A n che i liberi pro fessionisti potranno certificareA p p rovato il Regolamento di attuazione della dirett i va CE 96/93/dic. 19 9 6

sottoposti a preventiva ispezioneovvero non più sottoposti al con-trollo del veterinario certificatore.

3. Il rilascio di certificati redattisulla base di un altro documentopuò avvenire solo se detto docu-mento sia in possesso del veteri-nario certificatore prima del rila-scio della certificazione.

4. In deroga a quanto previsto alcomma 2, il veterinario ufficialepuò rilasciare certificati in base adati che, nei casi espressamenteprevisti, siano:a) attestati, se ricorra quanto pre-visto all’articolo 1, da un veterina -rio libero professionista autorizza-to, a condizione che questi operisotto il controllo del veterinario uf-ficiale e che i dati possano essereverificati da quest’ultimo;b) ottenuti nell’ambito di program-mi di sorveglianza riferiti a schemidi garanzia qualitativa ufficialmen-te riconosciuti o attraverso un si-stema di sorveglianza epidemio-logica.

A rticolo 41. Qualora le autorità sanitariecompetenti constatino il mancatorispetto delle prescrizioni di cui al-l’articolo 3, provvedono a sospen-dere il veterinario dall’attività di ri -lascio dei certificati fino a tre me-si e, in caso di reiterata violazione,a interdirlo dalla stessa.

2. In caso di utilizzo improprio o dialterazione dei certificati da partedi persone fisiche o giuridiche, èlegittimo il rifiuto al rilascio di ulte-riori certificati inerenti l’attività del-le citate persone per un periodonon inferiore a quindici giorni.

Il presente decreto, munito del si -gillo dello Stato, sarà inserito nellaRaccolta ufficiale degli atti norma-tivi della Repubblica italiana. Èfatto obbligo a chiunque spetti diosservarlo e di farlo osservare.

Il Ministro

E ST R ATTO DELLA LEGISLAZIONEC O M U N I TA R I A

Direttiva 96/93/CE del Consiglio del 17 dicembre 1996 relativa alla certificazione di animali e di prodotti di origine animale

A rticolo 2

1. Ai fini del presente regolamento valgono le seguenti definizioni: “normativa veterinaria”: la normativa di cui all’allegato A della diret-tiva 89/662/CEE e agli allegati A e B della direttiva 90/425/CEE;“funzionario autorizzato”: il veterinario ufficiale ovvero - nei casi pre-visti dalla normativa veterinaria - ogni altra persona autorizzata dal-l’autorità competente a firmare i certificati prescritti da detta legisla-zione.

A rticolo 3

1. L’autorità provvede a garantire che i funzionari autorizzati ab-biano una conoscenza soddisfacente della normativa veterinaria perquanto concerne gli animali e i prodotti per cui è richiesta la certifi-cazione e che siano informati in linea generale sulle norme da se-guire per la stesura e il rilascio dei certificati e, ove necessario, sul-la natura e la portata di indagini, prove o esami da eseguire primadella certificazione.

A rticolo 4

1. Le autorità competenti adottano tutte le misure necessarie per ga-rantire l’attendibilità del certificato. In particolare esse devono ga-rantire che i funzionari da loro autorizzati: a) abbiano uno status chene garantisca l’imparzialità e non abbiano interessi commerciali di-retti per quanto concerne gli animali o i prodotti da certificare ovve-ro le aziende o gli stabilimenti di provenienza; b) siano edotti delcontenuto di ogni certificato che firmano.

A rticolo 5

1. Gli Stati membri devono predisporre e fare applicare i controlli ne-cessari a prevenire il rilascio di certificati falsi ovvero di certificazio-ni che possano indurre in errore nonché la produzione fraudolenta ol’uso di certificati che si presumono rilasciati per le esigenze della le-gislazione veterinaria.

R e go l a m e n to di attuazione della dire tt i va 96/93/CE re l a t i va

alla certificazione di animali e di pro d o tti di origine animale

D i p a rtimento alimenti nutrizione e sanità pubblica veterinaria U fficio III A ffari comunitari e internazionali

➧ La Direttiva 96/93 / CE del 17/Dicembre / 1996 relativa alla certi-ficazione di animali e di prodotti di origine animale negli scambiintracomunitari fa riferimento al termine “funzionario autorizzato”che viene definito come: “il Veterinario Ufficiale ovvero - nei casiprevisti dalla normativa veterinaria – ogni altra persona autorizza-ta dall’Autorità competente a firmare i certificati prescritti da det-ta legislazione. “Il regolamento di attuazione ribadisce il concet-to, già espresso nel D.P.R. n° 495 del 10 dicembre 1997 e del DM7 gennaio 2000, del Veterinario Ufficiale e del Veterinario liberoprofessionista che possiamo individuare nel “Veterinario Rico-nosciuto”.

➧ È importante che “il Veterinario Riconosciuto” abbia le cono -scenze legislative necessarie.

➧ Non vi sia incompatibilità (ruolo di “controllato – controllore”).➧ Le A.S.L. dovranno essere garanti della professionalità e imparz i a-

lità dei cert i f i c a t o r i .➧ Non gravi economicamente sui conti del Servizio Sanitario Nazio-

nale.

d i Ad riano Sara l e

Responsabile CommissioneFIliera degli Alimenti SIVAR

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PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 016A T T U A L I T À

P r e m e s s aNel rispetto delle leggi sanitarieobbligatorie, tutte le aziende dels e t t o re alimentare sono tenute al-l ’ a u t o c o n t rollo; si tratta, per chiancora non lo sapesse, di un si-stema di qualità igienico sanitariache sorveglia la salubrità dellap roduzione e tutela il consumato-re finale attuato dal pro d u t t o re eposto sotto la sua re s p o n s a b i l i t à .Questo concetto di autotutela e diverifica prioritaria va gradualmen-te estendendosi alla fase primariadella produzione; ciò in virtù delfatto che la filiera produttiva èconsiderata un unico canale eche il concetto di prevenzione na-sce dalla terra (o dalla stalla) et e rmina sul banco del negozio ali-m e n t a re .In quest’ottica vanno lette, adesempio, le ultime leggi sulla tute-la qualitativa della pro d u z i o n emangimistica, la direttiva sugliscambi di animali o le recenti cir-colari regionali sulla pro d u z i o n edel latte; in buona sostanza il con-cetto di Autocontrollo sta esten-dendo i suoi tentacoli dalla tra-s f o rmazione alla fase della pro d u-zione primaria.

Pe rché ISO?Indipendentemente dall’obbligodi legge che è soprariport a t o ,molte imprese stanno adottandoun sistema di qualità che soddisfii requisiti di norme volontarie qua-li sono quelle della serie ISO9000; in buona sostanza la dire-zione dell’azienda vuole imporremaggior stimolo organizzativo atutta la propria impresa, adottan-do i principi delle più avanzatei m p rese industriali.Nel pre o rd i n a re quest’ultimo si-stema, le aziende dell’agro a l i-m e n t a re che hanno intrapreso lastrada della certificazione ISOdevono tenere conto dei re q u i s i t iche la legge impone e che diven-tano, pertanto, limiti indispensabi-li a cui fare riferimento; in estre m asintesi, l’azienda prima segue leleggi sanitarie poi si certifica congli schemi della norma ISO.P a rtendo dal presupposto che leleggi sanitarie vigenti in materiadi produzione alimentare o quellesulla preparazione dei mangimi ela tutela dalle contaminazioni diresidui delle materie prime, tro v a-no un’applicazione ottimale nelloschema proposto dalle norm eISO, si tratta di valutare s e, c o m ee dov e questo sistema qualità

p revede l’inserimento dei pre re-quisiti della norma cogente.

D i s c u s s i o n eL’azienda che integra l’Autocon-t rollo nel Sistema Qualità deves v i l u p p a re ogni punto della nor-ma ISO in maniera da utilizzare idocumenti anche per i contro l l o r idella sanità pubblica; in questocaso l’ente di certificazione valu-terà il manuale insieme all’autoritàsanitaria che garantisce la sicu-rezza dei pro d o t t i .I sanitari pubblici diventano prio-ritariamente i valutatori dei pro-g ressi dell’azienda; semmai suc-cessivamente possono diventarei re p ressori in caso di ripetute nonc o n f o rmità.

A questo punto, allora, bisognaporsi la seguente domanda: inche modo si deve integrare, a li-vello documentale e quindi ese-cutivo, il Sistema Qualità e quellodi Autocontrollo? Vediamo, capi-tolo per capitolo, questo perc o r s ointegrativo.

Responsabilità della Dire z i o n eL’alta direzione deve esplicitare lapolitica della Qualità con la sicu-rezza igienico-sanitaria dei pro-dotti, esprimendo chiaramente, atal fine, i propri intenti.L’ o rganigramma aziendale dovrài n d i v i d u a re la figura del re s p o n-sabile dell’Autocontrollo, che po-trà anche coincidere con l’Assicu-r a t o re Qualità, o quando pre s e n-

te, con il responsabile del Con-t rollo Qualità.Nel mansionario dovranno esseredettagliatamente precisati i re l a t i-vi compiti previsti da tutte le leggisull’igiene e salubrità degli ani-mali, degli alimenti per animali edelle derrate destinate all’uomo.Far coincidere, quando possibile,la figura di Assicuratore Qualitàcon quella di responsabile del-l ’ A u t o c o n t rollo faciliterà il lavoro digestione della documentazione,dato che quella del Sistema Qua-lità comprenderà anche quelladel Sistema di Autocontro l l o .

Sistema QualitàCon l’inserimento dell’Autocon-t rollo, la documentazione che for-malizza il Sistema Qualità non su-bisce particolari variazioni.

Riesame del contrattoAnche in questo caso, l’integra-zione dell’Autocontrollo non influi-sce direttamente su tale attività.

C o n t rollo dei documenti e dei da-t iVale il medesimo concetto delp recedente punto.

A p p ro v v i g i o n a m e n t oL’attività di appro v v i g i o n a m e n t odovrà tenere conto, in sede di va-lutazione dei fornitori, di tutti gliaspetti legati agli eventuali punticritici individuati in relazione al ri-cevimento delle materie prime edalle metodologie di consegna.La qualifica prevista dalle norm eISO comprenderanno anche levoci relative alla corretta forn i t u r asecondo i crismi delle leggi sullasanità del bestiame e sulla salu-brità della produzione agro a l i-m e n t a re .

C o n t rollo del prodotto fornito dalc l i e n t eIl controllo del prodotto fornito dalcliente in conto lavorazione (soc-cida) dovrà considerare tutti gliaspetti relativi alla sicurezza igie-nico-sanitaria del prodotto stesso.

Identificazione e rintracciabilitàdel pro d o t t oLa frase “quando necessario, ilf o rn i t o re deve pre d i s p o rre … pro-c e d u re...” citata dalla norma ISOdeve diventare quella espre s s a ,ad esempio, nel decreto 155/97,“il forn i t o re deve pre d i s p o rre …p ro c e d u re...”; marche auricolari,tatuaggi, lotto o etichette sonos t a m p i g l i a t u re obbligatorie perl’una e per l’altra norm a t i v a .

C o n t rollo del pro c e s s oNel controllo del processo do-v rebbe essere fattivamente inseri-ta tutta l’analisi dei rischi e quelladei punti critici, indicando l’ope-

H ACCP e norme vo l o n t a ri e :parallelismo obbligato o sinergie casuali?

d i G i a n c a rlo Belluzzi

Responsabile Veterinario dell’ASLdi Cremona

ratività ad essi legata, al fine di te-n e re sotto controllo il pro c e s s ostesso; è uno degli esempi più fa-cili che il re l a t o re utilizza per farc a p i re il parallelismo tra le due re-g o l a m e n t a z i o n i .

P rove, controlli e collaudiNelle pro c e d u re di controllo deip rodotti al ricevimento, durante oalla fine del processo, dovrannoe s s e re inseriti i controlli relativi aiC C P, con i relativi parametri dic o n f o rmità, determinati pre c e-dentemente mediante la metodi-ca HACCP.

C o n t rollo delle appare c c h i a t u reper prova, misurazione e collaudoM e n t re le leggi sanitarie non han-no previsto alcun obbligo di tara-tura degli strumenti di misura, len o rme ISO sono drastiche ed ob-bligano l’impresa ad un continuoe sistematico monitoraggio; è unodei casi in cui il contro l l o re è piùavvantaggiato dall’impresa cert i f i-cata rispetto alle altre .

Stato delle prove, controlli e col-l a u d iNon è apportata alcuna part i c o l a-re modifica al metodo di stru t t u r a-zione della documentazione di ta-le punto, che assume comunquem a g g i o re importanza in re l a z i o n eal dare evidenza dello stato diogni prodotto (conformità, nonc o n f o rmità, attesa di controlli suc-c e s s i v i ) .

Esame e trattamento del pro d o t t onon conform eLa gestione dei prodotti nonc o n f o rmi è analoga nell’una e nel-l’altra re g o l a m e n t a z i o n e .Anche in questo caso possiamoa ff e rm a re che maggior tutela èf o rnita dall’impresa cert i f i c a t a .

Azioni correttive e pre v e n t i v eCome per i punti precedenti, lan o rma ISO costringe maggior-mente l’azienda a ragionare int e rmini di “Sistema Pre v e n z i o n e ” .Le non conformità riscontratevanno ricondotte nel giusto alveoma l’azienda certificata deve fare ,nell’immediato successivo, unpasso in più, vale a dire metterein atto subito un’azione pre v e n t i v ache eviti il ripetersi della nonc o n f o rm i t à .

LA MAPPA DEI SITI CERTIFICATI[Dati aggiornati al 31 dicembre ’99]

REGIONE Agricoltura Alimentare Entrambi Totalei settori

ABRUZZO 0 57 57

BASILICATA 0 6 6

CALABRIA 0 32 32

CAMPAGNIA 1 119 120

EMILIA-ROMAGNA 8 293 1 301

FRIULI-V. GIULIA 1 17 18

LAZIO 3 39 42

LIGURIA 2 15 1 16

LOMBARDIA 14 207 3 218

MARCHE 6 13 19

MOLISE 0 6 6

PIEMONTE 5 57 62

PUGLIA 0 41 41

SARDEGNA 0 13 13

SICILIA 1 27 1 27

TOSCANA 0 56 56

TRENTINO-ALTO ADIGE 0 7 7

UMBRIA 2 18 20

VALLED’AOSTA 0 3 3

VENETO 3 92 1 94

TOTALE 46 1118 7 1158

AZIENDE CERTIFICATE

AGRICOLTURA 35

IND.ALIMENTARE 962

ENTRAMBI I SETTORI 5

TOTALE 992

Fonte: Sincert

Evoluzione delle certificazioni(Numero di aziende)

992

524

26112444217

1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999Fonte:Sincert

(L’argomento è stato trattato du-rante il Convegno: La certifica -zione di qualità nella filiera delsuino. Vantaggi, prospettive eprotagonisti.)

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Page 14: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 5

PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 0 17A T T U A L I T À

Movimentazione, immagazzina-mento, imballaggio, conserv a z i o-ne e consegnaQuesto capitolo trova la massimaesemplificazione nel meccanismodi tutela degli animali dall’appli-cazione dei concetti relativi al be-n e s s e re degli animali; alla stessas t regua, nel settore alimentare ,l’esempio più azzeccato è quellorelativo all’interruzione della cate-na del freddo per tutti quei pro-dotti che debbono essere conser-vati a rigorose temperature dopola produzione. Anche in questo caso, potre b b e-ro essere messe a punto le re l a t i-ve pro c e d u re gestionali di analisidei rischi e dei punti critici dic o n t rollo, e le conseguenti pro-c e d u re e/o istruzioni operativeper re g o l a re le varie attività so-p r a d e s c r i t t e .

C o n t rollo delle registrazioni dellaq u a l i t àTale controllo dovrà essere stru t-turato in maniera tale che le re g i-strazioni relative alle attività di Au-t o c o n t rollo (schede d’allevamen-to, schede sanitarie del singoloanimale o della mandria, tratta-menti farmacologici, diagrammidi flusso, lay-out, moduli di re g i-strazione delle prove e contro l l i ,r a p p o rti di non conformità re l a t i v iai CCP, azioni correttive e pre v e n-tive, verbali di verifiche ispettivei n t e rne e dell’organismo sanitario,registrazione dell’attività di form a-zione del personale e di quella diassistenza del prodotto nella fasepost-vendita, elaborazione stati-stica dei dati rilevati) fan part edell’una e dell’altra norm a t i v a .

Verifiche ispettive interne dellaq u a l i t àAnche in questo caso, l’intro d u-zione del Sistema di Autocontro l l onon determina modifiche al meto-do di gestione qualitativa; tracciadelle verifiche effettuate, sia perl ’ A u t o c o n t rollo che per le ISO de-vono comparire in entrambi i si-s t e m i .

A d d e s t r a m e n t oLe disposizioni legislative attribui-scono part i c o l a re importanza atale attività, che diviene lo stru-mento principale per attuareu n ’ e fficace politica di pre v e n z i o-n e .F o rmazione ed aggiorn a m e n t odel personale sono pre ro g a t i v eobbligatorie in entrambi i casi;dall’unione dei due sistemi netraggono vantaggio l’impresa, glienti di certificazione e, soprattut-to, le ASL.

Tecniche statisticheAnche se le aziende del settorea g ro a l i m e n t a re sembrano re l a t i-vamente restie all’adozione edapplicazione di tecniche statisti-che per tenere sotto controllo ilp roprio processo produttivo, talis t rumenti rivestono invece unafondamentale importanza re l a t i-vamente all’analisi qualitativa equantitativa delle proprie attività.Invece, l’aspetto che deve esserecurato è quello di individuare l’i-

doneo strumento da adottare. Ta-le scelta deve pre n d e re in consi-derazione vari aspetti, quali, adesempio, il tipo di inform a z i o n eche si vuole ottenere, il pro d o t t oed i problemi ad esso associati, iltipo di processo pro d u t t i v o .Gli strumenti utilizzabili sono sva-riati e possono andare da analisigrafiche periodiche di specificiparametri (temperature legate adun CCP, andamento di carichebatteriche, andamento della pre-

senza di inquinanti, ecc.) con cur-ve o istogrammi, fino a contro l l a ree valutare gli stessi parametri incontinuo, con l’adozione di cart edi controllo di tipo <x>-R o <x>-S.

C o n cl u s i o n iGeneralmente si dice che la cert i-ficazione non deve “ingessare ”l ’ i m p resa; la stessa cosa si puòd i re per le leggi sanitarie.Ideale sarebbe poter ottimizzarel’operato aziendale e perm e t t e re

un’idonea tranquillità operativa aivari responsabili, con part i c o l a reriferimento al responsabile del-l ’ A u t o c o n t rollo e all’alta dire z i o n e ,che in tale contesto vengono cari-cati di importanti oneri civili e pe-n a l i .È sconsigliabile org a n i z z a re duesistemi documentali separati, ri-spettivamente riferiti all’Assicura-zione della Qualità ed all’Auto-c o n t rollo, mentre dovrebbe risul-t a re meno dispendioso integrarli.

Il loro insieme andrebbe così ac o s t i t u i re, per l’occasione, il Ma-nuale di Autocontro l l o .È indispensabile, tuttavia, che isanitari pubblici prendano sem-p re più dimestichezza con questisistemi di organizzazione azien-dale per evitare disagio o incom-p rensioni da parte degli uni e de-gli altri.

Le tabelle sono tratte da Agrimese, Marzo 2000

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Page 15: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 5

PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 018A T T U A L I T À

I n t ro d u z i o n eGli antibiotici terapeutici vengo-no utilizzati per il trattamento ed ilc o n t rollo di molti tipi di infezioniin una gran varietà di specie ani-m a l i .Questo uso può port a re alla se-lezione di forme di micro rg a n i-smi resistenti agli antibiotici, checostituisce un fenomeno natura-le ed inevitabile. Si tratta di unrischio intrinseco associato al-l’impiego degli antibiotici inqualsiasi specie animale, uomoc o m p re s o .La comparsa fra i patogeni uma-ni di molteplici resistenze agli an-tibiotici ha attirato l’attenzionesull’impiego nell’uomo e neglianimali di questi utili farmaci. Tu t-tavia, non è ancora stata del tut-to compresa la misura in cui il lo-ro uso in medicina veterinariacontribuisce a questo pro b l e m a .Lo sviluppo della resistenza puòe s s e re minimizzato a condizioneche si adotti un certo numero dim i s u re per pro l u n g a re la vita uti-le di tutti gli antibiotici in medici-na umana e veterinaria. L’uso diquesti farmaci va limitato alle si-tuazioni in cui sono davvero ne-cessari e la scelta dell’antibioticogiusto deve essere effettuata te-nendo conto di numerosi fattori.Lo scopo di questo lavoro è quel-lo di aumentare la consapevolez-za del problema dell’antibiotico-resistenza da parte dei veterinariche prescrivono e somministranoantibiotici ed illustrare i principidi base dell’uso prudente di que-sti farm a c i .Tuttavia, l’uso degli antibioticinon deve essere visto comequalcosa di isolato dalle discipli-ne della gestione dell’allevamen-to, del benessere degli animali,della zootecnia, dell’igiene, dellanutrizione, dell’immunologia edella vaccinazione. Le malattiedevono essere controllate per ri-d u rre la necessità di utilizzare gliantibiotici e questo risultato sipuò ottenere con successo attra-verso un approccio olistico.

A n t i b i o t i c o r e s i s t e n z a :considerazioni ge n e r a l iLa resistenza agli antibiotici esi-steva già prima che questi far-maci fossero usati in tutto il mon-do. Tuttavia, questa forma intrin-seca di resistenza non è uno deiprincipali motivi di pre o c c u p a z i o-ne per la salute dell’uomo e deglianimali. La grande maggioranzadei micro rganismi farm a c o re s i-stenti è invece emersa in seguitoa modificazioni genetiche acqui-site attraverso la mutazione o iltrasferimento di materiale geneti-co durante la vita dei micro rg a n i-smi ed il successivo processo dis e l e z i o n e .

Resistenza acquisita: d amutazione oppure trasfe r i b i l e

La resistenza da mutazione sisviluppa in seguito ad una muta-zione spontanea in un locus delc romosoma dei micro rg a n i s m iche controlla la sensibilità ad undato antibiotico. La presenza delf a rmaco serve come meccani-smo selettivo per sopprimere ibatteri sensibili e pro m u o v e re lac rescita dei mutanti resistenti. Lemutazioni spontanee sono tra-smissibili vert i c a l m e n t e .La resistenza si può anche svi-l u p p a re per il trasferimento dimateriale genetico fra batteri. Iplasmidi, che sono piccole mole-cole di DNA extracro m o s o m i a l e ,ed i trasposoni e gli integro n i ,che sono brevi sequenze diDNA, possono essere trasmessisia verticalmente che orizzontal-mente e possono codificare le re-sistenze multiple.È stato stimato che la maggiorp a rte della resistenza acquisitasia mediata dai plasmidi.

Resistenza mu l t i p l aLa resistenza dipende da diff e-renti meccanismi e più di uno diessi può intere s s a re lo stesso an-t i b i o t i c o .I micro rganismi resistenti a cert iantibiotici possono anche esse-

re insensibili ad altri che condi-vidono con i primi un meccani-smo di azione o un punto di at-tacco. Queste relazioni, note co-me resistenze crociate, esistonoprincipalmente fra agenti corre-lati dal punto di vista chimico(ad esempio, polimixina B e co-listina, neomicina e kanamici-na), ma si possono osserv a reanche fra agenti non corre l a t ichimicamente (ad esempio eri-t romicina e lincomicina).I micro rganismi possono inoltree s s e re resistenti a diversi antibio-tici non correlati. L’uso di uno diessi determina quindi la selezio-ne della resistenza anche per glia l t r i .

Epidemiologia della resistenzaQuadri della re s i s t e n z aI quadri di resistenza osserv a t inegli animali sono pro b a b i l m e n t einfluenzati dall’esposizione agliantibiotici, ma variano anche inrelazione a:• dimensioni della popolazionedei micro rg a n i s m i• p revalenza di geni della re s i-stenza prima dell’esposizione• c o rrispondenza fra popolazio-ne di micro rganismi in competi-zione con altri presenti nell’am-biente che non sono stati espostiagli antibiotici.

Trasferimento della re s i s t e n z aEsistono molteplici fonti di mi-c ro rganismi resistenti, sia com-mensali che patogeni:• Animali e loro feci;• Alimenti di origine animale chepossono essere stati contaminati

durante la lavorazione;• F rutta o verdura che possonop ro v e n i re da un ambiente conta-m i n a t o ;• Acqua contaminata;• U o m o .

Il contributo relativo di ognuna diqueste fonti e le diff e renti vie ditrasferimento non sono ancorastati del tutto compre s i .Tuttavia, se l’uso degli antibioticiin medicina è la principale fontedi resistenza nella popolazioneumana, il contatto diretto con glianimali ed il consumo di alimentidi origine animale contaminatisono stati riconosciuti come vieprincipali di trasferimento dellaresistenza dagli animali all’uomo.I n o l t re, anche se è stata rivoltanotevole attenzione al trasferi-mento dei batteri resistenti daglianimali da reddito all’uomo, oc-c o rre tenere presente che le po-polazioni umane ed animali costi-

tuiscono dei serbatoi di antibioti-c o resistenza che si sovrappon-gono, come illustrato nella figuras o p r a r i p o rt a t a .I veterinari devono quindi infor-m a re i loro clienti dei rischi esi-stenti. Ciò vale sia per gli alleva-tori che per i proprietari di anima-li da compagnia, quando questiultimi sono colpiti da un’infezio-ne, accertata o presunta, da par-te di micro rganismi zoonosici,dal momento che questi animalipossono condividere alcuni spa-zi vitali con bambini, anziani, pa-zienti immunocompromessi odoperatori che si occupano di ani-mali da re d d i t o .Infine, dal momento che sarà ra-ramente possibile stabilire conc e rtezza dove è stata acquisitain origine la resistenza e data lacomplessità generale dell’arg o-mento, è importante che medicie veterinari lavorino insieme pera ff ro n t a re questi pro b l e m i .

L’uso prudente deglia n t i b i o t i c i :p r i n c i p iL’uso prudente degli antibiotici èp a rte integrante delle buone pra-tiche veterinarie. Si tratta di unatteggiamento volto ad ottenerela massima efficacia terapeuticaed al tempo stesso minimizzarela selezione di micro rganismi re-s i s t e n t i .I principi dell’uso prudente sonouna guida per l’impiego ottimaledegli antibiotici. Non devono es-s e re interpretati in modo così re-strittivo da rimpiazzare il giudiziop rofessionale dei veterinari oc o m p ro m e t t e re la salute o il be-n e s s e re degli animali. In tutti i casi, gli animali devonor i c e v e re da parte dei veterinariche prescrivono o somministranof a rmaci un trattamento pronto ed

A n t i b i o t i c o - re s i s tenza ed uso prudente degli antibiotici in medicina ve te ri n a ri a

L e linee guida qui riportate sono suggerimenti elaborati dalla FVE,Federation of Veterinarians of Europe, che, senza voler entrare nel-

lo specifico di farmaci precisi o particolari resistenze, costituiscono unutile promemoria per il veterinario pratico.Le valutazioni espresse dalla FVE vanno considerate con molta atten-zione: si tratta di indicazioni da un’organizzazione veterinaria autore-vole a livello europeo, spesso consultata dalle istituzioni comunitarie. In questa occasione esprime pareri su un argomento di attualità, ol-tretutto percepito dal consumatore come estremamente scottante ecarico di potenziali rischi. Occor re da parte nostra prendere coscien-za di ciò per evitare di sottovalutarne l’importanza od avere verso que-sto problema un atteggiamento superficiale o scientificamente noncorretto.

Paolo Bossi, Segretario SIVAR

E s p o s i z i o n ea l l ’ a n t i b i o t i c o

E s p o s i z i o n ea l l ’ a n t i b i o t i c o

Ospedali Comunità

CasaScarichi di casa

Acqua di superficie

Frutta e verdure

Acque di scarico

Feci

Prodotti carnei e lattiero-caseariAnimali da compagnia

Alimenti per animali

Animali da reddito

Allevatori

In tu tto il te s to, v i e n e

utilizzata la paro l a

“ a n t i b i o t i c o” p e r

i n d i c a re qualsiasi

a ge n te antimicro b i c o

s o m m i n i s t ra to agli

animali per via ora l e ,

topica o pare n te ra l e

allo scopo di otte n e re

un effe tto te rapeutico o

p ro te tt i vo.Ve n go n o

c o n s i d e rati sia gli

antibiotici pro d o tt i

dalla fe rmentazione di

m i c ro rganismi vive n t i

che i composti

s i n te t i z z a t i

ch i m i c a m e n te e dotati

di attività antibiotica,

come i sulfa m i d i c i ,i l

t ri m e t h o p rim ed i

ch i n o l o n i . Sono inve c e

esclusi i disinfe ttanti ed

i coccidiostatici.

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Page 16: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 5

PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 0 19A T T U A L I T À

e fficace e corrispondente alle lo-ro reali necessità.

La scelta dell’antibioticog i u s t oLa scelta dell’antibiotico giusto sideve basare sui seguenti princi-p i :

D i agnosi accurataL’uso degli antibiotici si deve ba-s a re sulla valutazione clinica de-gli animali affidati alle cure delveterinario pre s c r i t t o re e sul giu-dizio che l’antibioticoterapia ab-bia un benefico eff e t t o .Quando non è possibile form u l a-re una valutazione clinica dire t t a ,la diagnosi si deve fondare sul-l’esperienza passata, sulla cono-scenza dello status epidemiolo-gico dell’azienda e sui risultatidegli antibiogrammi eff e t t u a t i .L’antibioticoterapia deve contri-b u i re a contenere e limitare l’ulte-r i o re estensione dell’infezione,a b b re v i a re la durata della stessao della malattia o ridurre i rischidi complicazioni sistemiche.

P rodotti approvati per lespecie e le indicazioni per lequali vengono utilizzatiNessun prodotto farm a c o l o g i c opuò essere posto sul merc a t osenza che ne siano state dimo-strate la qualità, la sicurezza el ’ e fficacia. Di conseguenza, laprima linea di scelta dovre b b ee s s e re quella di basarsi su pro-dotti approvati per le specie e leindicazioni in causa.

Efficacia stabilita in prove sulcampo correttamente eseguiteNei casi in cui non esiste alcunp rodotto registrato adatto al trat-tamento di una specifica condi-zione o specie, la scelta di unagente alternativo va basata,ogni volta che sia possibile, suirisultati di prove sul campo cor-rettamente effettuate e sull’esi-

stenza di una dimostrata eff i c a-cia per la condizione o le specieda trattare. Bisogna evitare unuso improprio indiscriminato.

Sensibilità note o prev e d i b i l idei possibili micro rg a n i s m ic o i nvo l t iGli antibiotici vanno utilizzati sol-tanto quando è presente un’infe-zione, accertata o presunta, so-stenuta da un agente infettivosensibile alla terapia. Per tratta-re una malattia, l’ideale è accer-t a re la sensibilità dell’agenteeziologico prima di iniziare la te-rapia. In certe situazioni, comele epizoozie caratterizzate daelevata mortalità o in pre s e n z adi segni di rapida diffusione del-la malattia fra animali a contattofra loro, si può avviare il tratta-mento sulla base della diagnosiclinica. Anche così, bisogna de-t e rm i n a re ogni volta che sia pos-sibile la sensibilità del sospettoagente eziologico, in modo che,se il trattamento fallisce, siapossibile modificare la terapiaalla luce dei risultati degli anti-biogrammi. Bisogna monitorarenel tempo l’andamento dellasensibilità agli antibiotici, utiliz-zando i risultati ottenuti comeguida per il giudizio clinico sul-l’impiego dell’agente pre s c e l t o .Gli antibiogrammi possono forn i-re solo un’indicazione di quellache sarà l’attività del farmaco inambito clinico. L’ e ffetto dei variprincipi attivi in vivo dipende dal-la loro capacità di raggiungere ilfocolaio di infezione in concen-trazioni sufficientemente elevate,dalla natura del processo patolo-gico e dalla risposta immunitariad e l l ’ o s p i t e .

Fa r m a c o c i n e t i c a / d i s t r i bu z i o n etissutale La scelta dell’antibiotico giustodeve anche tenere conto dei pa-rametri farmacocinetici come labiodisponibilità, la distribuzionetissutale, l’emivita e le cinetichetissutali per assicurare il raggiun-gimento del focolaio di infezioneda parte dell’agente terapeuticop rescelto. Ai fini della scelta deip rodotti più adatti, uno dei fattorida tenere presenti può essere ladurata dei periodi di sospensio-n e .Bisogna anche pre n d e re in con-siderazione le forme farm a c e u t i-che disponibili e la via di sommi-nistrazione. Bisogna evitare le te-rapie orali prolungate, dal mo-mento che la maggior parte deip roblemi relativi alla resistenza èassociata alla selezione ed al tra-sferimento di batteri re s i s t e n t iche vivono nell’intestino.

Stato di immunocompetenza Nel trattare gli animali con immu-n o s o p p ressione o infezioni po-tenzialmente letali si deve dare lap re f e renza agli antibiotici batteri-cidi, dal momento che il succes-so dell’impiego di quelli batterio-

statici si fonda sull’esistenza diun sistema immunitario attivo peril controllo dell’infezione.

A p p ropriato spettro di attivitàLa scelta dell’antibiotico deve te-n e re conto della sensibilità delm i c ro rganismo accertato o so-spettato ed al tempo stesso cer-c a re di influire il meno possibilesugli altri.Bisogna tenere presente il rischiodi sviluppare una resistenza neim i c ro rganismi del singolo anima-le, la popolazione di animali ed ilrischio di trasferimento ad altrepopolazioni. In generale, gli anti-biotici con un ampio spettro di at-tività portano allo sviluppo di re-sistenze nei micro rganismi nonbersaglio più rapidamente di

quelli con uno spettro più ristre t-to, poiché esercitano una pre s-sione selettiva su un maggior nu-m e ro di batteri.Di conseguenza, per minimizzarela probabilità di sviluppo diun’ampia antibioticore s i s t e n z a ,nei casi in cui è possibile dispor-re di un agente appropriato dallos p e t t ro ristretto questo è da pre-f e r i re ad altri con spettro più am-p i o .Bisogna anche pre n d e re in con-siderazione le potenziali conse-guenze della resistenza sullaspecifica sostanza in questione.La scelta di antibiotici che ven-gono utilizzati per animali o esse-ri umani in particolari situazionicritiche, per le quali non è possi-bile disporre o quasi di altern a t i-

Ogni volta che un

o s p i te umano od

animale viene esposto

agli antibiotici, si ha un

c e rto grado di

selezione di una

popolazione batte ri c a

re s i s te n te .

Tale selezione dipende

dal tipo di antibiotico

u t i l i z z a to, dal numero

di individui tra tt a t i ,

dallo schema di

dosaggio e dalla dura t a

del tra tt a m e n to.

Q u i n d i , è di import a n z a

vitale limitare l’uso

te rapeutico degli

antibiotici alle

s i tuazioni in cui è

ve ra m e n te necessari o.

La te rapia può fa l l i re perché i micro rga n i s m i

responsabili sono o diventano re s i s te n t i

all’antibiotico pre s c e l to.Tu tt av i a ,e s i s tono altre

cause di insuccesso, non corre l a te all’acquisizione di

una re s i s te n z a . La te rapia può anche ri s u l t a re

i n f ru ttuosa perch é :

• il pro p ri e t a rio dell’animale non si attiene alle

p re s c ri z i o n i ;

• la dose pre s c ri tta è insuff i c i e n te ,o p p u re

s o m m i n i s t rata per un periodo inadeguato ;

• è stato pre s c ri tto un antibiotico non appro p ri a to ;

• l’antibiotico non riesce a ra g g i u n ge re il focolaio di

i n fe z i o n e ;

• si incontra una scarsa risposta da parte dell’ospite ,

d ovuta ad una malattia siste m i c a ;

• l’antibiotico viene inatt i va to da ingredienti della

dieta e sali minerali in acqua.

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Page 17: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 5

A T T U A L I T À

PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 020

ve, deve essere accuratamenteg i u s t i f i c a t a .

Associazioni di antibioticiL’uso indiscriminato di associa-zioni di antibiotici è da evitarep e rché esiste il rischio potenzia-le di aumentarne la tossicità,l’antagonismo farmacologico ela selezione di micro rganismi re-s i s t e n t i .Tuttavia, l’uso di molteplici anti-biotici per off r i re una copert u r a

più ampia può essere giustificatonei casi in cui il mancato avvio diuna terapia antibiotica eff i c a c ed e t e rm i n e rebbe un significativoi n c remento della mortalità o dellamorbilità o nei pazienti grave-mente ammalati, in cui non è sta-ta accertata l’identità del micro r-ganismo re s p o n s a b i l e .

Uso dell’antibiotico giustoBisogna rispettare accuratamen-te le istruzioni riportate sui fo-

glietti illustrativi e pre s t a re part i-c o l a re attenzione alle indicazionidi specie e di malattia ed allec o n t roindicazioni, al protocollo didosaggio, ai periodi di sospen-sione ed alle condizioni di con-s e rvazione. L’uso improprio degliantibiotici va limitato ai casi in cuinon sono disponibili altri pro d o t t iadatti e deve essere accurata-mente giustificato, ad esempionell’ambito di una pre s c r i z i o n es c r i t t a .

P rotocollo di dosagg i oÈ essenziale somministrare l’a-gente antimicrobico pre s c e l t osecondo il protocollo posologicoconsigliato ed utilizzando la viaraccomandata, per evitare lasomministrazione di dosi subte-rapeutiche, che possono port a read una mancanza di efficacia e,in alcuni casi, ad un aumento delrischio di resistenza. La sommini-strazione corretta minimizza gliinsuccessi della terapia e per-mette di dispiegare completa-mente la potenziale efficacia delp ro d o t t o .Ciascun antibiotico è caratteriz-zato da proprietà farm a c o d i n a-miche esclusive, che si esprimo-no pienamente quando si utilizzail protocollo posologico racco-mandato.

Durata del trattamentoIn generale, la durata del tratta-mento dovrebbe essere quellaindicata sul foglietto illustrativo.Una somministrazione di duratai n s u fficiente può port a re ad unare c rudescenza dell’infezione.Ciò può anche aumentare la pro-babilità di selezionare micro rg a-nismi dalla sensibilità ridotta.D ’ a l t ro canto, l’uso degli antibioti-ci deve cessare non appena i si-stemi di difesa dell’ospite sono ingrado di contro l l a re l’infezione.L i m i t a re la durata dell’impiego alperiodo minimo necessario pero t t e n e re un effetto terapeuticominimizza l’esposizione all’anti-biotico della popolazione batteri-ca. Quindi, sono ridotti al minimoanche gli effetti negativi sui mi-c ro rganismi che sopravvivono.

Trattamenti di gruppi dia n i m a l iIn alcune categorie di animali dareddito come i pesci, i suini o ilpollame, se un certo numero dianimali del gruppo manifesta pa-lesi segni di malattia, di solito è

L’uso degli antibiotici

non deve essere

c o n s i d e ra to come

qualcosa di isolato

dalle discipline che si

occupano di ge s t i o n e ,

b e n e s s e re ,

a l l e va m e n to, i g i e n e ,

n u t ri z i o n e ,

immunologia e

vaccinazione degli

a n i m a l i .

Bisogna te n e re sotto

c o n t rollo le malatt i e

per ri d u rre la necessità

di ri c o rre re all’impiego

degli antibiotici e

q u e s to ri s u l t a to si può

o tte n e re con successo

solo att raverso un

a p p roccio olistico.

Gli antibiogra m m i

sono destinati ad

e s s e re una guida per il

clinico e non una

ga ranzia del fa tto ch e

un antibiotico ri s u l te r à

e fficace dal punto di

vista te ra p e u t i c o.

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Page 18: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 5

necessario trattare sia i soggettimalati che quelli sani con livelliterapeutici di antibiotici. Questap rocedura è volta a curare glianimali clinicamente colpiti, ri-d u rre la diffusione della malattiae pre v e n i re la comparsa dei se-gni clinici nei re s t a n t i .

Trattamenti strategiciÈ stato riconosciuto che i tratta-menti strategici possono esserea p p ropriati in determinate circ o-stanze ben definite. Tu t t a v i a ,questa procedura deve far part edi un programma integrato dic o n t rollo della malattia e la suareale necessità deve essere re-g o l a rmente riconferm a t a .L’uso degli antibiotici in assenzadi una malattia clinicamente ma-nifesta o di infezioni da agentipatogeni va limitata alle situazio-ni in cui l’esperienza passata in-dica che, in assenza di tratta-mento, il rischio che il gruppo dianimali sviluppi la malattia è ele-vato. Inoltre, la somministrazione

p rolungata a scopo pro f i l a t t i c onon va attuata senza una chiaragiustificazione medica.Ciascuna struttura veterinaria de-ve mettere a punto una politica oun protocollo scritto che stabili-sca le circostanze in cui questotipo di trattamento è consideratoa p p ro p r i a t o .

P r e s c r i z i o n e,somministrazione er e g i s t r a z i o n eTutte le prescrizioni di antibioticidevono essere effettuate per ani-mali affidati alle cure del veteri-nario pre s c r i t t o re .Tutti gli antibiotici utilizzati a scopoterapeutico devono essere sommi-nistrati da un veterinario o dietrosua prescrizione. Le re g i s t r a z i o n idi tutti gli antibiotici forniti e sommi-nistrati devono essere conserv a t edal pre s c r i t t o re, dal farmacista ed a l l ’ u t i l i z z a t o re finale.Se il protocollo terapeutico devee s s e re effettuato in parte dal per-sonale che si occupa degli ani-mali, occorre dare a questi ope-ratori delle istruzioni scritte sudosaggio, durata del trattamentoe, se del caso, periodi di sospen-sione. Il veterinario si deve assi-c u r a re che coloro che si occupa-no degli animali abbiano piena-mente compreso le istruzioni. Laquantità di antibiotico lasciata aquesti operatori deve corr i s p o n-d e re correttamente alle reali ne-cessità, per evitare un’eccessivas o m m i n i s t r a z i o n e .I veterinari devono forn i re aglioperatori le istruzioni per l’elimi-nazione degli antibiotici non uti-lizzati e dei loro contenitori, in ac-c o rdo con le normative locali.

Considerazioni finaliÈ difficile, se non impossibile, fis-

s a re una serie di linee guida chesi possano applicare universal-mente. Questi principi generali,quindi, riguardano soltanto le ba-si dell’uso prudente degli antibio-tici e sono stati tracciati alla lucedello stato attuale delle cono-scenze. A questo punto, è ne-cessario un ulteriore lavoro pert r a s f o rm a re questi principi di ba-se in linee guida nazionali, localio di struttura veterinaria.Tuttavia, nello sviluppare lineeguida, indicazioni specie-specifi-che o formulari è necessario sta-re attenti a non interpre t a re que-sti principi in modo troppo re s t r i t-tivo. Il veterinario che effettua lap rescrizione e la somministrazio-ne deve conserv a re una ragione-vole libertà di giudizio pro f e s s i o-n a l e .I n o l t re, sarà anche necessario di-s c u t e re ulteriormente un cert on u m e ro di argomenti per com-p re n d e re meglio il problema del-l ’ a n t i b i o t i c o resistenza ed il suoimpatto sulla salute umana edanimale. Si dovranno otteneremaggiori dati per appre z z a recompletamente il rischio asso-ciato all’uso degli antibiotici es v i l u p p a re adeguate strategieper la sua gestione.

C o o rdinamento sullas o rveglianza della sensibilità Mancano validi dati sull’antibioti-c o resistenza. Inoltre, anche

quando sono disponibili, alcunei n f o rmazioni sono difficili da con-f ro n t a re a causa dei diff e re n t imetodi e dei diversi valori limiteutilizzati. La sorveglianza dovrebbe pre n-d e re in considerazione i micro r-ganismi importanti per la medici-na veterinaria e la sanità pubbli-ca. I dati ottenuti dai laboratoridiagnostici, attraverso la raccoltadi campioni provenienti da mate-riali patogeni, sono intrinseca-mente viziati perché tendono ade v i d e n z i a re una percentuale piùelevata di ceppi resistenti rispet-to ai campioni prelevati prima deltrattamento. Quindi, si esorta a raccoglieredati anche dai campioni ottenuticon criteri di casualità da azien-de agricole, macelli o alimenti,allo scopo di studiare la pre v a-lenza della resistenza degliagenti patogeni veterinari, inquelli zoonosici e nei micro rg a n i-smi “sentinella”.I risultati di questi schemi di sor-veglianza devono essere comu-nicati ai veterinari che pre s c r i v o-no ed utilizzano i farmaci, in mo-do da consentire la modificazio-ne dell’impiego degli antibioticiin caso di necessità.

M o n i t o r aggio dell’uso deglia n t i b i o t i c iÈ anche necessario raccoglieredati sul consumo degli antibioticiper stabilire :

• se sia possibile accert a re deilegami fra il consumo degli an-tibiotici e le tendenze della re-sistenza;

• se le linee guida sull’uso pru-dente degli antibiotici sonoc o rrettamente attuate e risulta-no eff i c a c i .

PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 0 21A T T U A L I T À

E rro ri nell’impiego

degli antibiotici:

• diagnosi non

c o rre tt a ;

• s o m m i n i s t razione di

l i velli inefficaci di

p ro d o tti appro p ri a t i ;

• p re s c rizione di un

p ro d o tto per il quale

non sia stata

stabilita la specifica

e ff i c a c i a ;

• t ra tt a m e n to di

i n fezioni virali non

c o m p l i c a te ;

• m o d i f i c a z i o n e

t roppo rapida e non

c o rre tta della te ra p i a

a n t i b i o t i c a ,

p resumendo ch e

questa sia fa l l i t a

ancor prima di ave r

c o rre tto tu tti i fa tto ri

che concorrono a

d e te rm i n a re la

m a l a tt i a

• m a n c a to ri s p e tto

delle indicazioni

ri p o rt a te sui fo g l i e tt i

i l l u s t rativi e sulle

p re s c rizioni scri tte .

Per mante n e re la loro

e ff i c a c i a , gli antibiotici

d e vono essere utilizzati

con cura

Le fonti e la classificazione deidati grezzi devono essere pre s iin considerazione e standard i z-zati. È necessario sviluppare unitàtecniche di misurazione che per-mettano il confronto sicuro del-l’incidenza dell’uso nel tempo eper specie animali.

Alternative agli antibiotici ep rogrammi integrati dic o n t rollo delle malattieInfine, bisogna sottolineare anco-ra una volta l’importanza di svi-l u p p a re misure preventive siste-matiche per ridurre la necessitàdi utilizzare gli antibiotici. Pre v e-n i re è meglio che curare .Negli animali produttori di ali-menti, l’uso degli antibiotici deves e m p re far parte di programmi dic o n t rollo integrati delle malattie,come i P rogrammi di Monitorag-gio della Salute di Allevamento, enon sostituirsi ad essi. Questip rogrammi coinvolgeranno pro-babilmente pro c e d u re di igiene edisinfezione, misure di biosicu-rezza, modificazioni della gestio-ne dell’allevamento, variazionidegli approvvigionamenti, vacci-nazioni, ecc…L’uso continuo degli antibiotici inun singolo programma di contro l-lo deve essere re g o l a rmente va-lutato per stabilirne l’efficacia ed e c i d e re se debba essere ridottood arre s t a t o .

Testo originale: Antibiotic Resistance

& Prudent use of Antibiotics inVe t e r i n a ry Medicine

Realizzato da FVE Federation of Veterinarians

of Euro p eTraduzione italiana a cura di

Maurizio Gare t t o

PROF. VETERINARIA 5/2000 OK 14-06-2000 17:21 Pagina 21

Page 19: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 5

PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 022

S ottolineando la neces-sità di coinvolgere tuttigli operatori e tutte le

f i g u re p rofessionali del settore ,m edici veterinari compresi, ilS o t t o s e g retario alle PoliticheAgricole, Senatore Roberto Bor-roni, ha gettato le basi di unacollaborazione con la SIVAR perl ’ o rganizzazione del ConvegnoNazionale di Zootecnia, pre v i s t oa Cremona dall’1 al 2 giugno2000. La concomitanza con il Congre s-so Nazionale della SIVAR nellastessa città ha reso quanto maio p p o rtuno l’aggancio con la no-stra categoria, per l’appro f o n d i-mento di argomenti che richie-dono il contributo scientificospecializzato del settore veteri-nario per animali da reddito. IlM i n i s t e ro infatti intende aff ro n t a-re, fra gli altri, i temi della com-petitività tecnico-produttiva edell’evoluzione strutturale dellef i l i e re latte e carne bovina, im-plicazioni sanitarie, HACCP ec e rt i f i c a z i o n e .In visita alla sede ANMVI di Cre-mona, il Senatore, accompa-gnato da Giuseppe Tadioli, Con-s i g l i e re uscente della RegioneL o m b a rdia ed ora nello staff tec-nico del MiPA F, (v. foto) ha defi-nito i termini della collaborazionecon la nostra Categoria.

B S E : il MinistroPe c o ra ro Scanioa n n u n c i ac o n t rolli

G ià il convegno SIVAR del16 novembre 1999 av eva

messo in luce, anche attraverso ip a reri e gli studi di esperti intern a-zionali, l’incognita BSE in Italia: idati ufficiali sulla situazione epide-miologica delle malattie neuro l o g i-che in Italia non convinconoB ruxelles. Ora, il neo Ministro dellePolitiche Agricole Pecoraro Scanioa v v e rte il Ministro Ve ronesi che

elenchi di Veterinari Fiduciari FISE -Federazione Italiana Sport Eque-stri. Nel citato provvedimento laF. N . O . V.I., che è l'ente a cui è de-mandato il compito istituzionale diun controllo sul corretto eserc i z i odella professione veterinaria, ha ri-badito, senza ombra di dubbio, l'il-legittimità dell'istituzione di elenchispeciali di veterinari a cui deman-d a re l'esercizio, in via esclusiva, did e t e rminate attività e pre s t a z i o n im e d i c o - v e t e r i n a r i e .La professione veterinaria deve, in-fatti, essere disciplinata solo dallalegge dello Stato. La legge vigenteassoggetta l'abilitazione all'eserc i-zio, in regime libero pro f e s s i o n a l e ,di qualsivoglia, prestazione medi-co veterinaria, nessuna esclusa,all'iscrizione negli appositi Albi te-nuti dagli Ordini provinciali nel ri-spetto dei requisiti e pre s u p p o s t ip rescritti per l'iscrizione medesima.Nessun Ente o Associazione pub-blica e privata può, pertanto, isti-t u i re elenchi speciali di veterinari,attribuendosi il diritto di assegnarea tali veterinari, con esclusione de-gli altri, l'effettuazione di determ i n a-te attività medico veterinarie.Le ragioni di tale assunto e la suacondivisibilità sono state rappre-sentate dall'A.N.M.V.I. alla dirigen-za e rappresentanza FISE in piùoccasioni senza, però, che la Fe-derazione sportiva ne abbia pre s oresponsabilmente atto, tant'è chenon vi ha adeguato l'articolato delNuovo Regolamento Veterinario FI-SE di recente appro v a t o .Tale presa di posizione della FISEcontrasta palesemente con la deli-bera FNOVI al punto che, semprenella mia veste di Presidente del-

Il Ministero delle Po l i t i che Agricole ha organizzato a Cremona il suo Conv e g n o

Z o o tecnia bovina italiana:gli scenari post 2000Pr evisti interventi e relazioni di ANMVI E SIVA R

l ' A . N . M . V.I., ho già sollecitato a no-me di tutti gli associati A.N.M.V.I. edella categoria dei medici veterina-ri, la nostra Federazione degli Ord i-ni affinché ponga in essere ogniazione possibile, anche utilizzandola tutela giurisdizionale, così da ri-d i s e g n a re, nel rispetto della lega-lità, il rapporto tra la FISE e la cate-goria veterinaria.L ' A . N . M . V.I. intende continuare il la-v o ro sin qui intrapreso assumendo-si l'impegno di mettere in campotutta la sua competenza per unasoluzione, in tempi brevi del pro-blema.

M a rco Eleuteri P residente A.N.M.V. I

P re s c ri v i b i l i t àda parte deim e d i c ive te ri n a ri dimedicinali aduso umanos o g ge tti al i m i t a z i o n id e l l ap re s c ri z i o n e

D i seguito la nota che la Pre-sidenza della FNOVI

ha inviato alla CUF CommissioneUnica del Farmaco in data 27maggio in relazione al ricorso afarmaci ad uso umano in ambitoveterinario (si veda al riguardoanche la lettera che l’ANMVI hainviato a FOFI E FEDERFARMA loscorso febbraio, pubblicata sulnumero 2/2000 di Professione Ve-terinaria, a pag. 1 1 ) .

Questa Federazione sottopone allac o rtese attenzione degli uffici com-petenti del Ministero la difficoltà espesso l’impossibilità, per i mediciveterinari, ad ottenere la spedizio-ne delle proprie prescrizioni quan-do queste, effettuate nel pieno ri-spetto dell’uso improprio consenti-to dall’art. 3, commi 5, 6 e 7 deld.lgs. 119/92, riguardano medici-nali ad uso umano soggetti a limi-tazioni della prescrizione, in part i-c o l a re :1 . Medicinali prescrivibili solo da

d e t e rminati specialisti ai sensid e l l ’ a rt. 8 del d.lgs. 539/92;

2 . Medicinali per uso ospedaliero ;3 . Medicinali antitumorali.

Questa Federazione vuole eviden-z i a re che il d. lgs 119/92, pur limi-tando l’uso improprio di medicinaliad uso umano ai casi in cui, pere v i t a re stati di soff e renza agli ani-mali, non siano disponibili medici-nali ad uso veterinario, non ponealcuna limitazione sulla tipologiadei medicinali ad uso umano pre-scrivibili per uso improprio. Si vuo-le anche evidenziare per quanto ri-g u a rda i medicinali di cui al punto1) la ricetta per uso improprio delmedico veterinario, redatta ai sensidegli art. 1 e 2 de DM 28-9-93, es-sendo completa dell’indicazionedell’animale destinatario della curae del suo proprietario, e dovendoe s s e re conservata dal farm a c i s t a

A . N . M . V. I . I N F O R M A

Il Sindaco di Cremona Paolo Bodini, Giuseppe Tadioli, il Presidente dellaProvincia di Cremona Giancarlo Corada, il Direttore ANMVIAntonio Man-fredi, il Vice Presidente ANMVIPaolo Bossi e il Senatore Roberto Borroni,Sottosegretario al MiPAF.

“Una parte rilevante dell’attività politico-amministrativa svolta durante l’ul-timo quadriennio, da parte del MiPAF, ha coinvolto, direttamente o indi-rettamente, il comparto zootecnico bovino. Oggetto prevalente del lavoro svolto sono stati lo sforzo compiuto perriordinare e normalizzare ambiti ereditati dal passato (il regime delle quo-te latte), la gestione delle pressanti esigenze del presente (l’adeguamen-to normativo ai molteplici provvedimenti comunitari), l’impostazione dellebasi per il futuro del comparto (Agenda 2000 e il lungo percorso delle trat-tative comunitarie).È un’esperienza complessa ed importante da cui nasce l’esigenzadi “fare il punto”,cioè di focalizzare l’attenzione su un progettoper il comparto zootecnico nazionale e tracciare le linee direttriciche consentano un’azione coordinata e coerente tra soggetti,in-terventi e risorse coinvolte.La complessità geomorfologica e strutturale che condiziona ed arricchi-sce di opportunità il nostro Paese ha, nelle eterogeneità delle zootecniepresenti ed attuabili, un riflesso diretto: è impensabile che misure e ri-sposte politiche univoche possano riconoscere questa eterogeneità efarne un elemento di competizione. D’altra parte, ciascun ambitodell’agro-alimentare (ed in particolare quello zootecnico),per mar-ginale o locale che sia, se vuole mantenere un ruolo all’internodelle filiera,oggi deve confrontarsi con regole produttive e com-merciali di portata internazionale. (…)L’occasione per impostare questo confronto sarà un convegno na-zionale, promosso dal MiPAF, che si terrà a Cremona nella tardaprimavera;sono previste due giornate di lavori che si articoleran-no per momenti di discussione specifici sugli argomenti proposti.È auspicabile che da tale iniziativa sia possibile trarre elementi per un di-segno unitario e complessivo e un documento guida sugli obiettivi che lapolitica e l’amministrazione intendono darsi per l’intero comparto”.

(dalla dichiarazione del Sen. Roberto Borroni Sottosegretario di Stato al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali)

L’ex Ministro De Castro in Europa

C o n gedandosi dal pro-prio incarico, l ’ ex mini-

s t ro delle Politiche AgricolePaolo De Castro ha voluto sot-tolineare che continuerà a la-vorare a sostegno dell’agri-coltura italiana sia a Roma chea Bruxelles. Ed è infatti di metàmaggio la notizia che raggiun -gerà Romano Prodi in Com-missione UE come suo consi-gliere speciale. De Castro sioccuperà dei negoziati con laWTO (World Trade Organiza-tion), dell’allargamento ad estdell’Unione e di bilancio, que -stioni che aveva iniziato a se-guire già negli ultimi mesi delsuo dicastero.

darà una mano agli ispettori delFood and Ve t e r i n a ry Office di Du-blino che hanno giudicato lacuno-so il sistema di sorveglianza italia-no anti-mucca pazza. Scrive infattiP e c o r a ro Scanio: “Le notizie sulleispezioni realizzate dagli Ispettoridella UE secondo cui i contro l l inei macelli e negli allevamenti ri-s u l t e re b b e ro insufficienti a garanti-re la sicurezza alimentare e la sa-lute degli italiani, sono allarm a n t i ! ”Al Ministro della Sanità, chiede div e r i f i c a re eventuali re s p o n s a b i l i t àper insufficienti controlli sul bestia-me. “Per quanto mi riguard a – con-tinua il Ministro in un comunicatostampa ufficiale diramato il 5 mag-gio - farò tutti i controlli necessariper garantire la qualità dei mangimidestinati al bestiame”.Il Ministero della Sanità ha aff e rm a-to che attualmente non c’è nessunap rocedura di infrazione contro l’Ita-lia e che i piani di sorveglianza emonitoraggio epidemiologico nonsono da meno di quelli di altri Pae-si dell’UE. Tuttavia, per la valuta-zione dei rischi connessi alle malat-tie animali, i parametri riconosciutia livello mondiale sono quelli indi-cati dalla WTO. Intanto l’industriadelle carni si difende accusando ip a rtners comunitari di temere il ma-de in Italy e ribadisce che in Italia cisono stati solo due casi di muccapazza nel 1995 e riguardavano ca-pi provenienti dal Regno Unito.

Ve te ri n a riF i d u c i a ri FISE

Nella mia qualità di Presiden-te dell'A.N.M.V. I . voglio

r i b a d i re la piena e totale condivisio-ne dell'Associazione che rappre-sento ai principi richiamati dallaF. N . O . V.I. nella delibera adottatanella seduta del 30 ottobre 1999 er i p reso nella circ o l a re del 2 feb-braio 2000 con riferimento agli

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Page 20: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 5

PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 0 23A T T U A L I T À

per tre anni, off re le necessarie ga-ranzie agli organi di controllo con-t ro gli eventuali abusi di questi me-dicinali; per quanto riguarda i me-dicinali di cui ai punti 2) e 3), l’im-piego di questi medicinali all’inter-no delle stru t t u re veterinarie e sottoil diretto controllo del veterinario of-f re le necessarie garanzie aff i n c h équesti medicinali vengano utilizzatic o rre t t a m e n t e .Si sottolinea, infine, come l’aumen-tato interesse per gli animali dacompagnia abbia comportato uni n c remento della qualità delle cureveterinarie richieste dal pubblico ela necessità di poter disporre di far-maci adeguati che, pur essendo ingran parte disponibili come medi-cinali ad uso veterinario, devonoanche essere mutuati in determ i n a-te situazioni, da quelli ad uso uma-n o .Confidando in un sollecito intere s-samento e riscontro, questa Fede-razione si rende disponibile per uneventuale incontro per definire neidettagli i problemi sottoposti.Distinti Saluti

D r. Domenico D’Add a r i o

ANMVI S E RV I Z I

C . S. I . un nuovoservizio dic o n s u l e n z ate l e fo n i c a

L ’ANMVI ha attivato un Serv i-zio Te l e fonico di Consulenza

sulla Sicurezza Impianti (CSI) pertutti gli iscritti delle Associazioni Fe-derate. Il servizio si propone di af-f ro n t a re problemi di sicurezza im-piantistica nell’ambito degli StudiMedici Veterinari. Ve rranno risoltiquesiti tecnici di tipo generale ri-g u a rdanti gli adempimenti norm a t i-vi necessari per la conduzione de-gli impianti elettrici di una stru t t u r av e t e r i n a r i a .Il servizio si impegna a garantirenegli orari stabiliti, la costante pre-senza di un esperto al telefono, chepotrà dare risposta immediata al-l ’ i n t e r l o c u t o re. Nel caso in cui nonsia possibile soddisfare immediata-mente il quesito verrà richiesto unrecapito ove far perv e n i re la rispo-sta in tempi bre v i .

Il servizio sarà attivo tutti i giorni dalle 9.00 alle 10.00,

tranne che nel mese di Agosto, al nu m e ro :

0 1 1 / 3 1 9 . 4 6 . 9 0

Risponderanno il Dott. I n g . Guido Gianola

e il Dott. I n g .G i o rgio Bruno Ventre di To r i n o

Servizio diC o n s u l e n z aL e ga l e : e c c ocome cambierà

I l servizio di consulenza legale,a t t i vato dalla SCIVAC negli

anni scorsi, divenendo un serv i z i oo ff e rto dall’ANMVI esteso anche acolleghi che lavorano in ambiti pro-fessionali non esclusivamente le-gati al settore degli animali da com-pagnia, si trasformerà in un serv i z i o“ a l l a rgato” e permanente, a dispo-sizione di tutti gli iscritti delle asso-ciazioni federate ANMVI. Per far fronte alle sempre più nu-m e rose richieste di consulenza,l’ANMVI mette a disposizione unéquipe legale di consulenti, espert i

del settore veterinario. Ve rrà quindidisattivata la linea telefonica del-l’avvocato Guido Canale, rispon-dente al numero 011/532.664 perd a re spazio ad una nuova forma dic o n s u l e n z a .Tutti i giorni feriali, ad esclusionedel mese di agosto, sarà possibilei n v i a re via fax o a mezzo postauno o più quesiti di natura legaleche la segreteria ANMVI si incari-cherà di inoltrare ai propri consu-lenti. Gli interessati riceveranno,

A . N . M . V. I . I N F O R M A

stessa via ed in forma riservata, ilp a re re del consulente. I quesiti dic a r a t t e re generale e d’intere s s ep rofessionale per tutti i colleghi sa-ranno pubblicati in forma anonimasu P ro fessione Ve t e r i n a r i a a l l ’ i n-t e rno della Rubrica Legale, comegià avviene da qualche numero .

Come inviare i quesiti:• per fax allo 0372/45.70.91

c.a. Servizio Legale ANMVI• per posta elettronica a

i n f o @ a n m v i . i t – Subject: S e rvizio Legale ANMVI

• per posta ordinaria: ANMVI–Ser-vizio Legale – Via Trecchi, 20–26100 Cre m o n a

Indicate il vostro nome cognome eindirizzo postale ed anche eventua-li riferimenti fax o email. Si prega dinon allegare documenti orginali e dilimitarsi ad una cartella dattiloscritta.Per ulteriori informazioni: tel. 0372/40.35.37

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Page 21: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 5

PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 024L ’ A P P R O F O N D I M E N T O

L ’aumento del nu m e ro dianimali nella nostra so-cietà ha portato di pari

passo ad un incremento e svi-luppo di diversi settori in re l a z i o-ne con il mondo animale. Infatti,il mondo dei pets viene conside-rato un settore emergente digrande interesse dal punto di vi-sta economico.Non c’è dubbio che, in questarealtà, la pubblicità, sia di pro-dotti sia di servizi destinati aglianimali, gioca un ruolo impor-tantissimo. Di fatto, la pubblicitàr a p p resenta una forma di comu-nicazione che viene utilizzataper inform a re il mercato dellaesistenza e/o delle caratteristi-che di beni o di servizi al fine dic o n v i n c e re i destinatari delmessaggio pubblicitario sullao p p o rtunità di acquistare i benio di usufru i re dei servizi che

vengono off e rt i .L’ i n t e resse dei settori coinvoltiper conquistare nuove e più nu-m e rose nicchie di mercato por-tano, qualche volta, a riport a renei loro messaggi pubblicitarinomi di professionisti veterinari,anche a loro insaputa, al fine did a re maggiore interesse ed im-p o rtanza ai prodotti o serv i z ip u b b l i c i z z a t i .Scopo del presente lavoro èquello di stabilire se, dal puntodi vista normativo, il nome o las t ruttura sanitaria di appart e n e n-za del medico veterinario può onon apparire in questi tipi dipubblicità diversi dalla pubbli-cità sanitaria.

CONCETTI DI PUBBLICITÀDal punto di vista legislativo lap u b bl i c i t à, in senso lato, viene

definita come “qualsiasi forma dimessaggio che sia diffuso, inqualsiasi modo, nell’esercizio diun’attività commerciale, indu-striale, artigianale o pro f e s s i o n a-le allo scopo di pro m u o v e re lavendita di beni mobili o immobi-li, la costituzione o il trasferimen-to di diritti ed obblighi su di essio p p u re la prestazione di opere odi servizi” (Art. 2, comma 1, lett.a, D.Lvo n. 74/92).La p u b blicità sanitaria v i e n edefinita dall’art. 1, lett. A) del Re-golamento FNOVI sulla pubbli-cità sanitaria come “ q u a l s i a s imessaggio diretto al pubblico te-so a far conoscere l’attività pro-fessionale veterinaria eserc i t a t ain forma domiciliare, presso stu-di e stru t t u re sanitarie private”.Al medico veterinario intere s s asoltanto quest’ultimo tipo di pub-blicità sanitaria in quanto altref o rme pubblicitarie, siano pureconnesse con il mondo animale,perseguono finalità ben diversee vengono disciplinate da altren o rme che non concernono l’atti-vità pro f e s s i o n a l e .

TIPOLOGIE DI PUBBLICITÀDa quanto sopra esposto pos-siamo dunque distinguere diver-se tipologie di pubblicità:1 . p u b blicità relativa alla pro-fessione veterinaria d e n o m i n a-ta “PUBBLICITÀ SANITA R I A ” ,

attraverso la quale il/i medico/iveterinario/i informa i cittadinidella esistenza della propria atti-vità professionale medico veteri-naria. Tale pubblicità, che inte-ressa direttamente il veterinario,deve effettuarsi in maniera cor-retta e nel rispetto di quanto sta-bilito nella L. n. 175/92 sulla pub-blicità sanitaria e successivemodifiche, nel D.M. n. 675/94 re-lativo alle caratteristiche esteti-che delle targhe, insegne e in-s e rzioni per la pubblicità sanita-ria nonché nel rispetto del re g o-lamento FNOVI.

2 . Pubblicità di altre attivitànon sanitarie. In questo caso imessaggi pubblicitari hanno unoscopo puramente commerc i a l e :p ro m u o v e re la vendita di pro d o t-ti (alimenti, ecc. destinati aglianimali) e di animali (allevamen-ti, negozi di vendita di animali,ecc.) o la prestazione di serv i z i( a l b e rghi, rifugi per animali, toe-lettatura, centri di inseminazio-ne, centri di addestramento,ecc.). Le numerose norm a t i v eche disciplinano questi tipi dipubblicità (pubblicità inganne-vole, pubblicità radiofonica e te-levisiva, ecc.) non interessano ilmondo veterinario.3 . N e l l ’ a rgomento di cui ci stia-mo occupando ora risulta dove-roso fare riferimento ad un terz otipo di pubblicità, cioè la p u b bl i-cità concernente i medicinaliv e t e r i n a r i , che sarà aff rontato inun altro momento in quanto meri-ta approfondimenti part i c o l a r i .

PUBBLICITÀ NON SANITA R I AAlcune attività non sanitarie r i-g u a rdanti il mondo animale pos-sono avvalersi dell’assistenza ocollaborazione di medici veteri-nari che effettuano le pre s t a z i o n ip rofessionali. In questi casi è im-p o rtante sottolineare che l’inter-vento del medico veterinario co-stituisce un servizio pro f e s s i o n a-le sanitario diverso, off e rto aip ropri clienti e che lo scopo prin-cipale di queste attività non sani-t a r i e è la vendita di prodotti e/os e rv i z i .Come abbiamo detto in pre m e s-sa, può darsi che messaggi pub-blicitari off e rti dalle suddette atti-vità riportino nomi e recapiti deip rofessionisti veterinari di cui siavvalgono per le prestazioni sa-nitarie al fine di attirare l’attenzio-ne del pubblico e dare maggiorerilievo o importanza ai loro pro-dotti o servizi. Tali messaggipubblicitari, pur rispondenti aiprincipi prescritti dalla norm a t i v asulla pubblicità ingannevole “ l apubblicità deve essere palese,veritiera e corretta” (art. 1, com-

Il Medico Ve te ri n a rio e la pubblicità non sanita r i a

ma 2, D.Lvo 74/92), r i s u l t a n ocontrari all’art. 57 del Codicedeontologico dei medici veteri-nari che recita: “Il medico veteri-nario non deve concedere il pro-prio nome a scopo di pubblicitànell’ambito pro f e s s i o n a l e ” .

C O N C L U S I O N IIl medico veterinario che intendef a re pubblicità alla sua attivitàp rofessionale (pubblicità sanita-ria veterinaria) deve rispettarequanto stabilito nella L. 175/92,nel D.M. 675/94 nonché nel Re-golamento FNOVI sulla pubbli-cità sanitaria. Non è consentitanessun’altra forma di pubblicitàche promuova l’esercizio dell’at-tività medico-veterinaria oltre aquelle prescritte in queste nor-m a t i v e .Le altre forme di pubblicità nonsanitarie non possono in nessuncaso costituire forme indirette dipubblicità sanitaria. Infatti, qual-siasi indicazione (ambulatoriop roprio, dire t t o re sanitario re-sponsabile, nomi e recapiti deip rofessionisti medici veterinari,ecc.) che faccia riferimento adattività sanitarie è contraria allalegislazione vigente. Tu t t a v i anulla vieta che nei messaggipubblicitari si possa menzionareil fatto che ci si avvale di pro f e s-sionisti per le prestazioni sanita-rie, menzioni che devono esseregeneriche. È importante che il medico vete-rinario tenga presente, in re l a z i o-ne alla pubblicità, quanto stabili-to dal codice deontologico ed inp a rt i c o l a re :In campo pubbl i c i t a r i o non de-ve pre s t a re il proprio nome perpubblicità in ambito pro f e s s i o n a-le (art. 57 Codice deontologico).In campo info r m a t i vo e/o pub-blicistico o editoriale l ’ a rt. 47del codice deontologico dispo-ne: “Il medico veterinario, cheutilizzi di consueto o saltuaria-mente la stampa o altri mezzi dicomunicazione di massa, deveastenersi scrupolosamente dalc o m p i e re o da accettare q u a l-siasi forma di pubblicità pro-fessionale a proprio va n t ag-g i o. ”I messaggi pubblicitari re l a t i v iad attività non sanitarie ma re l a-zionate con il mondo animalenon devono far riferimento a no-mi e indirizzi di medici veterinarinonché alle stru t t u re di appart e-nenza dei professionisti in quan-to rappre s e n t e re b b e ro forme in-d i rette di pubblicità sanitaria(cioè dell’esercizio della pro f e s-sione) e sono contrarie alla L. n.175/92 così come al Codicedeontologico dei medici veteri-n a r i .

d i M . C . Lopez More n o

Istituto di Medicina Legale eLegislazione Veterinaria,Università degli Studi di Milano.

P r e m e s s aDa qualche tempo nel nostro settore si discute di pubblicitàindiretta, ossia dell’inserimento di riferimenti professionali(specializzazione veterinaria e recapiti) su pagine pubblici-tarie realizzate da terzi (es. centri allevatoriali e di riprodu-zione) all’interno di riviste specializzate destinate anche alpubblico. A tal proposito riportiamo il parere legale della dottoressaLopez che individua nella distinzione fra pubblicità sanitariae pubblicità non sanitaria la chiave di volta per fare chiarez-za sull’argomento.

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PROF. VETERINARIA 5/2000 OK 14-06-2000 17:21 Pagina 24

Page 22: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 5

A T T U A L I T À

PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 0 25

Q u e s i t o“Sono un collega che lavora inuna Casa di Cura Veterinaria dicui sono anche il direttore sani-t a r i o . Con me lavorano altri setteveterinari e due non laureati. L aCasa di Cura è gestita in forma disocietà a responsabilità limitatae noi veterinari, oltre che ad es-sere soci, s volgiamo in tale strut-tura attività veterinaria con unr a p p o rto libero pro fe s s i o n a l e. Idue assistenti sono regolarmen-te assunti dalla società in un rap-p o rto di dipendenza.Le mie domande sono le se-g u e n t i :a) quali sono i compiti, i diritti, id overi e le responsabilità del di-rettore sanitario, o responsabile,vale a dire, in specifico, se nonvengono rispettate le norme dir a d i o p ro t e z i o n e, se un cliente in-ciampa in uno scatolone ch enon dov eva essere in quel puntoe cade facendosi male, se i filidelle apparecchiature di labora-torio o della sala ch i r u rgica nonsono a norma o disposti in modonon regolare, se viene fatto une r rore nel trattamento dei rifiutis p e c i a l i , se una persona vienem o rsa dal cane, se uno dei vete-rinari si fa male con uno stru-mento ecc. e c c . , chi è il respon-sabile dal punto di vista giuridi-co sia sotto il profilo della re-sponsabilità civile, p e n a l e, a m-m i n i s t r a t i va ?b) Con l’avvento della L. 626 ènata la figura di responsabiledella sicurezza.D eve una struttura con due di-pendenti come la nostra av e r eun responsabile per la sicurez-za? Se sì, d eve fare obbl i g a t o r i a-mente un corso? Quali sono isuoi compiti, gli obbl i g h i , i dirittied i doveri e le responsabilitàche un tale incarico comport a ?c) In una struttura come la nostrad eve essere necessariamente ildirettore sanitario o responsabi-le ad assumersi anche i compitidi responsabile della sicurezza opuò essere un altro collega o ad-dirittura una persona estraneaalla cl i n i c a ?d) La figura del direttore sanita-rio e del responsabile della sicu-rezza sono in contrapposizionetra loro ? ”

R i s p o s t a- La risposta ai quesiti sottopostimidal dott. Spada dovrebbe tro v a respazio, quantomeno, in un numeromonografico della rivista.N u m e rosi, infatti, sono gli istitutigiuridici che vanno esaminati e ap-plicati alle diverse fattispecie rap-p resentate, con riferimento all’in-s o rgenza della responsabilità am-ministrativa, civile, penale che con-segue alla violazione delle norm eche li disciplinano.Mi limiterò, dunque, scusandomicon i lettori, solo ad alcune pre c i-

sazioni di carattere generale, riser-vandomi in prosieguo di risponde-re, in modo più dettagliato, in riferi-mento ad ogni fattispecie che do-vrà, però, venirmi prospettata conmaggiori particolari e non solo inf o rma astratta.- Precisato doverosamente ciò, vap re l i m i n a rmente chiarito che, inp resenza di una clinica veterinariacostituita in forma di società a re-sponsabilità limitata in cui operanodei veterinari in rapporto di re g i m el i b e ro professionale e due dipen-denti in regime di lavoro subord i-nato, la legge distribuisce i compi-ti e le responsabilità connesse allasua apertura, organizzazione, fun-zionamento e sicurezza principal-mente alle seguenti figure :1) il datore di lavo ro che, nel casodi specie, è la società in personadel legale rappre s e n t a n t e .Il datore di lavoro ha, l’obbligo diapplicare la normativa a tuteladella sicurezza e della salute deilavoratori sul luogo di lavoro ma-teria questa che forma oggettoanche della L. 626 del19.09.1994. Tale soggetto è, per-tanto, responsabile del correttoapprontamento dei mezzi e deglistrumenti idonei allo svolgimentodell’attività di cui è imprenditore.A titolo di esempio è il datore dilavoro (la società in persona dellegale rappresentante), tenuto ar i s p o n d e re della installazione anorma di legge dell’impianto elet-trico e di erogazione del gas, deidispositivi antincendio, dell’ab-battimento delle barriere architet-toniche a favore dei portatori dihandicap, dell’installazione dellea p p a re c c h i a t u re radiologiche,della regolarità dei dispositivi disicurezza dei computer. In sintesifa capo al datore di lavoro la re-sponsabilità collegata al rispettodelle leggi in materia antinfortuni-stica, di salute e sicurezza sul po-sto di lavoro sia di quelle a carat-tere generale, valide per tutte leattività, sia di quelle a caratterespeciale, valide per un determina-to tipo di attività;2) Il responsabile della sicurez-z a. Stante la complessità della di-sciplina suddetta con la L. 626/94 ill e g i s l a t o re ha previsto, e per alcuniluoghi di lavoro ha tassativamenteimposto, l’istituzione di un serv i z i odi prevenzione e protezione a cuiha attribuito il compito di individua-re i fattori di rischio, le misure di si-c u rezza e salubrità degli ambientidi lavoro, di elaborare le pro c e d u redi sicurezza, di inform a re i lavora-tori sulla natura dei rischi dei pro-cessi produttivi e sulle misure di si-c u rezza approntate (artt. 9 e 21 L.626/94). A capo di tale servizio de-ve essere nominato un re s p o n s a b i-le interno o esterno all’azienda.L’obbligo di istituire il servizio dip revenzione e protezione e di no-m i n a re, comunque, un re s p o n s a b i-le per la sicurezza fa capo al dato-re di lavoro. Con riguardo alle ca-

ratteristiche dell’azienda/clinica ve-terinaria qui esaminata è auspica-bile che venga nominato un re-sponsabile della sicurezza. Ta l equalifica può essere ricoperta an-che dal datore di lavoro (il legaler a p p resentante della società), pre-via frequentazione del corso.N e l l ’ a s s u m e re tale veste il datoredi lavoro farebbe bene ad avvaler-si, comunque, della consulenza dit e rzi in grado di valutare i rischi e dia p p ro n t a re le misure di sicure z z ap reviste ex L. 626/94: re l a t i v a m e n-te all’attività svolta e org a n i z z a t a ;3) il sanitario direttore responsa-b i l e ha la responsabilità del rispet-to delle leggi di natura specificata-mente sanitaria, legate all’eserc i z i odella professione veterinaria.Tale soggetto costituisce, infatti,l ’ i n t e rfaccia tra la struttura veterina-ria privata e la Pubblica Ammini-strazione in merito per esempio: a )al rilascio delle autorizzazioni sani-tarie per l’esercizio della pro f e s s i o-ne veterinaria nell’ambulatorio/cli-nica veterinaria, b) alla re g o l a r i t àdell’iscrizione presso gli appositialbi professionali dei veterinari chep restano la loro attività pro f e s s i o-nale nella clinica, c) a l l ’ a p p l i c a z i o-ne della normativa sulla pubblicitàsanitaria, d) all’igiene e alla puliziadei locali della clinica, e) al corre t-to smaltimento dei rifiuti speciali, f )a l l ’ o s s e rvanza delle misure di sicu-rezza con cui gli animali devonos t a z i o n a re nei locali della clinica,g) al rispetto degli standar in mate-ria di ambulatori e cliniche veteri-narie di recente promulgati dal le-g i s l a t o re re g i o n a l e .- Sempre con riferimento ad una

clinica veterinaria con le caratteri-stiche indicate dal dott. Spada vaevidenziato l’inesistenza di unan o rma che vieti la possibilità cheun unico soggetto assuma la qua-lità di datore di lavoro, di re s p o n s a-bile per la sicurezza e di dire t t o resanitario re s p o n s a b i l e .Motivi di prudenza inducono, co-munque, a consigliare di non farc o i n c i d e re in un unico soggetto laqualità di datore di lavoro / re s p o n-sabile per la sicurezza e di dire t t o-re sanitario re s p o n s a b i l e .- Se così non fosse va detto che,utilizzando la casistica sottopostaalla nostra attenzione dal dott. Spa-da, il dire t t o re sanitario anche da-t o re di lavoro e responsabile per las i c u rezza sarà senz’altro re s p o n-sabile e assoggettato alle sanzionidi carattere amministrativo: a) i ncaso di violazione delle norme cheregolano la radioprotezione, b) i ncaso di mancata messa a norm adell’impianto elettrico e dei fili dellea p p a re c c h i a t u re di laboratorio odella sala chiru rgica, c) d e l l ’ e rr a t otrattamento e smaltimento dei rifiu-ti speciali.Se da tali violazioni deriva ancheun danno alla persona insorgerà incapo a tale “triplice” soggetto an-che la responsabilità penale conl’obbligo al risarcimento del danno( responsabilità civile), a favore deld a n n e g g i a t o .Potrà, altresì, avverarsi l’ipotesi diun concorso di responsabilità conaltri soggetti, qualora, per esem-pio, le appare c c h i a t u re siano difet-tose per difetto di produzione o in-stallate non a regola d’art e .In caso di infortunio all’interno del-

L . 6 2 6 : Chi è il responsabile?

la struttura, cliente che inciampa inuno scatolone, persona che vienemorsa dal cane/paziente, veterina-rio che si fa male con uno stru m e n-to potrà ascriversi al datore di lavo-ro e anche responsabile per la si-c u rezza e dire t t o re sanitario, quan-tomeno una responsabilità civilecosì detta oggettiva, valutando, divolta in volta, il reale verificarsi deifatti. Il veterinario che si fa malen e l l ’ u t i l i z z a re uno strumento può,infatti, anche essere l’unico re-sponsabile del danno pro c u r a t o s iper aver male utilizzato lo stru m e n-to medesimo.Se un cane morde una personapuò essere responsabile anche ilp roprietario dell’animale.- Nell’ipotesi, invece, di una ripar -tizione in capo a più soggetti del-la qualità di datore di lavoro, di re-sponsabile per la sicurezza e did i re t t o re sanitario re s p o n s a b i l e ,sempre con riferimento alla casi-stica presa in esame precedente-mente si può sostenere, in lineagenerale, che al direttore respon-sabile andrà ascritta la responsa-bilità per lo scorretto smaltimentodei rifiuti e, in alcune ipotesi, an-che per la violazione delle normesulla radioprotezione. In tutti gli al-tri casi presi qui in esame la re-sponsabilità verrà ripartita tra ildatore di lavoro e il responsabileper la sicurezza.

R U B R I C A L E G A L EGa cura di M a ria Te resa Semera ro

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Page 23: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 5

PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 026

C on il Decreto Ministeria-le 29 marzo 2000, p u b-blicato sulla Gazze t t a

U fficiale n. 78 del 2 aprile 2000, èstato varato il nuovo “Servizio te-lematico Internet” che consentiràai singoli contribuenti la pre s e n-tazione delle proprie dichiarazio-ni fiscali tramite la Rete.Per l’anno 2000 l’invio telematicotramite Internet è stato concessoesclusivamente ai contribuentiche dovranno pre s e n t a re il mo-dello “Unico 2000 - Persone fisi-che”. In altre parole per l’anno 2000 l’a-bilitazione al servizio potrà esse-re richiesta esclusivamente dalle“ p e rsone fisich e ” .

Requisiti tecniciPer accedere al servizio telemati-co Internet è necessario che ilcontribuente disponga, oltre adun accesso ad Internet, di unpersonal computer con le se-guenti caratteristiche:

Ambiente W i n d ow s■ P ro c e s s o re Pentium 100 MHz

o superiore o equivalente■ Almeno 32 Mbyte di RAM (mi-

nimo 16) ■ Scheda grafica compatibile

S V G A■ Monitor 14” 800x600 a

65.536 colori

Ambiente MAC / O S■ MAC POWER PC■ Almeno 32 Mbyte di RAM ■ Memoria virtuale abilitata con

33 Mbyte ■ Open TRANSPORT 1.x

P resentazione della domandaLa domanda di abilitazione als e rvizio deve essere pre s e n t a t aon-line collegandosi al sito dels e rvizio telematico Internet delM i n i s t e ro delle Finanze al se-guente indirizzo:h t t p : / / u n i c o n l i n e. f i n a n ze. i tNella domanda dovranno essereindicati i seguenti dati:

✳ codice fiscale del richiedente✳ indirizzo di e-mail (facoltativo)✳ alcune informazioni relative al-

la dichiarazione presentata nel1999 (redditi 1998):

■ il tipo di dichiarazione pre-sentata (modello Unico 99,mod. 730)

■ soggetto a cui è stata pre-sentata la dichiarazione( C A F, sostituto, Banca/Poste,I n t e rm e d i a r i o )

■ reddito complessivo dichia-rato (rigo RN 1 modello Unico99 persone fisiche; rigo 3 mo-dello 730 - 3 redditi 1998)

■ codice fiscale del primo di-chiarante se nel 1999 (re d d i t i1998) è stato presentato il

modello 730 in forma con-giunta ed il coniuge è intere s-sato a richiedere l’abilitazio-ne telematica Intern e t .

Dopo l’invio dei dati il contribuen-te riceverà immediatamente dalM i n i s t e ro delle Finanze il numeroidentificativo della domanda diabilitazione e le prime quattro ci-f re del codice “PIN” che sarà inseguito utilizzato per la trasmis-sione della dichiarazione.Successivamente l’amministra-zione finanziaria invierà al contri-buente tramite il servizio postalegli altri sei caratteri del “PIN” in-sieme alla password da utilizzareper l’accesso alla parte riserv a t adel sito.

Nel caso in cui il contribuentenon riceva la seconda parte delPIN e la password entro due/tresettimane dalla domanda sarànecessario rivolgersi ad un Uff i-cio delle Entrate (o Ufficio delleImposte Dirette o Ufficio IVA) chef o rnirà al richiedente nuove chia-vi di accesso.L’abilitazione alla trasmissionetelematica ha validità fino al 31d i c e m b re dell’anno successivo aquello dell’ultima utilizzazione o,se non utilizzata, a quello del rila-scio e perde la sua validità all’at-to del decesso del titolare .

Te rmini di pre s e n t a z i o n eI termini di presentazione della

dichiarazione telematica sonostati fissati dal Decreto del Pre s i-dente del Consiglio dei Ministri20 aprile 2000 (pubblicato sullaGazzetta Ufficiale n. 98 del 28aprile 2000).L’ a rticolo 2 del citato decreto fis-sa al 31 luglio 2000 il term i n eper la trasmissione della dichia-razione modello Unico 2000 -persone fisiche presentata utiliz-zando il servizio telematico Inter-n e t .

Te rmini e modalità di pagamentoIl servizio telematico Internet po-trà essere utilizzato dai contri-buenti oltre che per la pre s e n t a-zione della dichiarazione dei re d-diti anche per eff e t t u a re il versa-mento delle imposte dovute inbase alla stessa dichiarazione.Per potere eff e t t u a re il pagamen-to tramite Internet è necessarioche il contribuente sia titolare diun conto corrente aperto pre s s ouna banca convenzionata con ilM i n i s t e ro delle Finanze.Il versamento delle imposte do-vute dovrà essere effettuato en-t ro una delle seguenti scadenze:✳ e n t ro il 20 giugno 2000 senza

applicazione di alcuna mag-g i o r a z i o n e ;

✳ dal 21 giugno 2000 fino al 20luglio 2000 con applicazionedella maggiorazione dello0 , 4 % ;

Per potere eff e t t u a re il pagamen-to occorrerà pre d i s p o rre il mo-dello F 24 che può essere com-pilato utilizzando l’appositos o f t w a re che potrà essere pre l e-vato gratuitamente dal sito dels e rvizio telematico Internet delM i n i s t e ro delle Finanze.Il versamento si considera eff e t-tuato nel momento in cui l’Ammi-nistrazione Finanziaria riceverà ilfile contenente il modello F 24compilato dal contribuente.L’Amministrazione Finanziaria adavvenuto ricevimento del pre d e t-to file trasmetterà al contribuenteun’apposita ricevuta, sotto form adi file, che potrà essere scaricatad i rettamente dal contribuente en-t ro 30 giorni o successivamentee s s e re richiesta presso l’Uff i c i odelle Entrate (oppure Ufficio Im-poste Dirette o Ufficio IVA ) .Il contribuente dovrà contro l l a rese il file contenente il modello F24 è stato accettato dall’Ammini-strazione Finanziaria poiché incaso di s c a rt o il versamento sic o n s i d e rerà non effettuato el’amministrazione finanziaria pro-cederà direttamente alla iscrizio-ne a ruolo delle somme dovutecon relativi interessi e soprattas-s e .

Motivi di scart oL’Amministrazione Finanziaria

Trasmissione telematica della dichiarazione dei redditi

potrà scart a re il file relativo alladichiarazione o al versamentoper i seguenti motivi:✳ mancato riconoscimento del

codice di riscontro ;✳ duplicazione del codice di ri-

s c o n t ro ;✳ file non conforme alle specifi-

che tecniche;✳ contribuente disabilitato;✳ c o o rdinate bancarie re l a t i v e

ad un Istituto di Credito nonconvenzionato con l’Ammini-strazione Finanziaria.

Il contribuente ha comunque lapossibilità di inviare nuovamenteil file scartato dopo avere elimi-nato le cause che hanno pro d o t-to lo scarto della prima trasmis-sione on-line.

Pagamenti ratealiLe somme dovute a titolo di sal-do e di primo acconto delle im-poste (Irpef ed Irap) possono es-s e re versate in rate mensili dieguale importo con la maggiora-zione degli interessi nella misuradello 0,50% per mese o frazionedi mese.Non possono essere rateizzati gliacconti di novembre .Il contribuente, diversamentedallo scorso anno, ha la possibi-lità di scegliere liberamente leimposte da rateizzare e quelle in-vece da versare in unica soluzio-ne, nonché il numero di rate perciascuna imposta che si intender a t e i z z a re .Le rate devono essere pagatee n t ro il giorno 15 di ciascun me-se di scadenza per i titolari dip a rtita Iva ed entro la fine delmese per gli altri contribuenti.La misura degli interessi dovuti èindicata nelle tabelle riport a t e .

d i G i ovanni Stassi

Dottore Commercialista, Torino

R U B R I C A F I S C A L E

STUDI DI SETTO R E :R I N V I ATI I T E R M I N I

PER LAR E STITUZIONE DEL

Q U E ST I O N A R I OS K 2 2

Il Ministero delle Finanzerende noto che, con decretodirigenziale in corso di pub-blicazione, i nuovi term i n iper la restituzione del model-

lo cartaceo del Questionarioper gli Studi di Settore Mo-dello SK22sono:• 15 giugno per la restituzio-

ne del modello cartaceo• 12 luglio per l’invio telema-

tico dei dati relativi ai que-stionari

C o n t r i buenti titolari di partita Iva

Versamento della 1a rata Versamento della 1a rata

entro il 20 giugno 2000 dal 21 giugno al 20 luglio 2000 1

Rata Scadenza Interessi % Scadenza Interessi %

1a 20/06 0,00 20/07 0,00

2a 17/07 0,43 16/08 0,43

3a 16/08 0,93 18/09 0,93

4a 18/09 1,43 16/10 1,43

5a 16/10 1,93 16/11 1,93

6a 16/11 2,43

1Se il versamento della prima rata è eseguito nel periodo 21 giugno-20 luglio, è dovuta

una maggiorazione pari allo 0,40 per cento , calcolata sull’intero debito da rateizzare al

netto delle eventuali compensazioni. L’importo di ciascuna rata sui cui calcolare gli inte-

ressi è pertanto costituito dal debito, comprensivo della maggiorazione dello 0,40 per

cento, diviso per il numero delle rate prescelto.

C o n t r i buenti non titolari di partita Iva

Versamento della 1a rata Versamento della 1a rata

entro il 20 giugno 2000 dal 21 giugno al 20 luglio 2000 2

Rata Scadenza Interessi % Scadenza Interessi %

1a 20/06 0,00 20/07 0,00

2a 30/06 0,17 31/07 0,17

3a 31/07 0,67 31/08 0,67

4a 31/08 1,17 02/10 1,17

5a 02/10 1,67 31/10 1,67

6a 31/10 2,17 30/11 2,17

7a 30/11 2,67

2Se il versamento della prima rata è eseguito nel periodo 21 giugno-20 luglio, è dovuta

una maggiorazione pari allo 0,40 per cento , calcolata sull’intero debito da rateizzare al

netto delle eventuali compensazioni. L’importo di ciascuna rata sui cui calcolare gli inte-

ressi è pertanto costituito dal debito, comprensivo della maggiorazione dello 0,40 per

cento, diviso per il numero delle rate prescelto.

PROF. VETERINARIA 5/2000 OK 14-06-2000 17:21 Pagina 26

Page 24: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 5

PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 0 27

Po l i z z aHo notato che in umana il ricorsoda parte dei pazienti/clienti a vie le-gali se non a vere e proprie denun-ce è sempre più fre q u e n t e .Se, come mi sembra, questa ten-denza si svilupperà anche nel set-t o re veterinario, aumenterà l’esi-genza di una polizza di re s p o n s a-bilità civile che ci tuteli. Si dovre b-be studiare una polizza su misuraper il nostro settore, magari nont roppo onero s a …

Claudio Cort i

In passato, la SCIVAC aveva fattoa c c o rdi con alcune compagnie as-sicurative proponendo polizze diresponsabilità civile, a condizionivantaggiose per i suoi iscritti, ma ilr i s c o n t ro e l’interesse sono semprestati piuttosto timidi; forse allora iColleghi non sentivano l’esigenzadi una copertura assicurativa comeinvece accade in questi ultimi tem-pi. Le cose stanno cambiando in-fatti e l’ANMVI sta studiando unp rogetto assicurativo calibrato perla categoria veterinaria che do-v rebbe consentirci di avere unabuona polizza a costi contenuti. Ab reve dovrebbe essere definito ep roposto al settore.

Carlo Scotti

C e rt i fi c a t od ’ a g o p u n t u r a

All’attenzione del Presidente dellaSCIVAC Dr. P. PIGA P residente della SIVE Dr. F. TORRE

E P.C.

Dr. F. Stanga coordinatore corsi

Gentilissimi Presidenti, questa nostra lettera viene redattaper esprimerVi l’amara delusionee l’indignazione che proviamo daquando abbiamo ricevuto la co-municazione che ci metteva alcorrente della decisione di annul-lare gli esami del “1° Corso Certi-ficato di Agopuntura” firmata dalcollega Stanga. Non commente-remo il tono della lettera e, voluta-mente, abbiamo aspettato qual-che giorno prima di risponderVi inmodo da aver potuto riordinare leidee e tralasciare le reazioni im-pulsive.Crediamo, quindi, che stando co -sì le cose non resti che cercarenel modo più sereno possibileuna ragionevole soluzione nonsenza aver fatto prima il puntodella situazione.Riassumiamo, brevemente, la no-stra “odissea”:Gennaio 1999: iscrizione al “1°Corso Certificato di Agopuntura”(viene inviato un acconto)23-27 Febbraio 1999: partecipa-

zione alla 1a parte del corso; i re-latori sono Carl Muller ed UlricheWurt; gli assistenti sono A. Roesti,P. Grob ed E. Schipper, tutti coor-dinati da C. Robinson.I docenti ed il coord i n a t o re sonotutti australiani ma, fort u n a t a-mente, supportati da una inecce-pibile traduzione simultanea. Intale sede viene distribuito delmateriale didattico in lingua in-glese ed incompleto (durante ilcorso saranno distribuite ulteriorifotocopie); i partecipanti di lin-gua italiana chiedono alla signo-rina Bellingeri la possibilità diu s u f ru i re di appunti in lingua ita-liana ricordando che alla fine delcorso ci saranno degli esami matutto pare praticamente impossi-bile per cui tra i forse ed i vedre-mo ha termine la prima parte delcorso (sempre in questa sedevengono “proposti” ulteriori sup-p o rti didattici che chiaramentedevono essere acquistati a part e ,p e rché seppur compresi nel ma-teriale didattico risulteranno tan-to indispensabili quanto pococ o m p rensibili -tavole di agopun-t u r a - ) .Aprile 1999: dopo aver tanto insi-stito finalmente ci vengono reca-pitati degli appunti in italiano (permolti di noi meno comprensibilidei precedenti).26-29 Maggio 1999: 2a parte delcorso: ai relatori della prima partesi aggiunge Jan Still; tutto proce-de in maniera abbastanza tran-quilla; gli appunti ci vengono con-segnati già in un italiano più com-prensibile.

27-30 Ottobre 1999: 3a parte delcorso: i docenti questa volta so-no: D. Jagger, L. Janssens, A.Schoen supportati dai medesimiassistenti. Ci vengono consegna-ti degli ottimi appunti in italiano el’ultimo giorno di questa fase èdedicato allo svolgimento di unap rova pratica che ciascuno di noisostiene con uno dei relatori, alfine di valutare la capacità di re-p e r i re i vari punti sul corpo ani-male e descriverne su di unascheda gli effetti e/o gli usi.29 Novembre 1999: esattamenteun mese dopo tutti i partecipantiitaliani si sono rivisti per affrontarela prova scritta consistente in 100domande a risposta multipla dasvolgersi in 3 ore (1.8 minuti perdomanda). L’esito di tale esameviene preventivato per la fine del-l’anno ma, come si può notare,abbiamo dovuto attendere moltopiù a lungo ed invano.Ora ci si chiede su quali basi sipossa annullare questa prova diesame ovvero come si fa ad es-s e re certi che qualcuno abbiacopiato o abbia consultato i col-leghi. Quella mattina sotto gli oc-chi della signorina Ludovica (in-caricata sia Vostra che dei re l a t o-ri stranieri) in aula è stato intro-dotto tutto quello che c’era dipersonale (persino i borsoni dichi aveva pernottato) nonchécappotti, zaini, borse e quant’al-t ro ma assolutamente nessunaobiezione è stata mossa; inoltredopo aver distribuito i compiti lasignorina Ludovica ha ritenutoo p p o rtuno allontanarsi più volte

dall’aula senza farsi sostituirenelle sue mansioni. Durante losvolgimento dell’esame sonoemerse delle incongruenze edelle inesattezze sulle schedep restampate che hanno port a t o ,tra l’altro, a disguidi, quindi aduna perdita di tempo nonché dic o n c e n t r a z i o n e .A questo punto ci chiediamo per-ché ad essere penalizzati dobbia-

mo essere noi ed in particolar mo-do coloro i quali non hanno nean-che alzato la testa dal foglio.Noi non possiamo fare le spese diuna superficialità gestionale del-l’esame basando la Vostra deci-sione (o quella dei relatori-coordi-natori) su dei “sospetti”; inoltre es-sere presenti il 10 Aprile compor-terebbe disagi per i turni, le sosti -tuzioni, gli impegni lavorativi e/odi famiglia, nonché ulteriori spesedi viaggio (sarebbe il quinto)...: inrealtà non è sempre tutto così fa-cile.A questo punto lanciamo delleproposte che speriamo venganoprese in considerazione:1 - NON INVALIDARE l’esame e

consegnarci il certificato.2 - INVALIDARE l’esame, conse-

g n a rci un attestato di fre-quenza ed un risarcimentopari al 50% del costo del cor-so (comprensivo di un forfaitper le spese di viaggio, vitto,alloggio).

3 - INVALIDARE l’esame, conse-g n a rci un attestato di fre-quenza e programmare uncorso integrativo avanzatocon un numero di ore suffi-cienti per ottenere un certifi-cato IVAS (si corrisponderàuna quota partecipativa parisolo alle spese necessarieper coprire i costi del corso).

4 - INVALIDARE l’esame ed ela-borare un compito compilabi-le per corrispondenza tele-matica (come già avvenutoper tutti gli studenti stranieri).

5 - INVALIDARE l’esame e resti-tuire la quota di partecipazio-ne per intero con l’aggiuntadi un forfait per le spese divitto, alloggio e viaggio.

C rediamo che sulla base di que-ste proposte sia possibile instau-r a re un dialogo costruttivo poi-ché in mancanza di questo ci ve-d remo costretti ad adire alle vie

L E T T E R E A L D I R E T T O R E@

“Nella patologia nervosa, un medico che non dice troppe

stupidaggini è un malatoguarito per metà”

Marcel Proust

Vetlink A N M V I :discussione inquinata dalla disinfo rm a z i o n e

È di molti mesi ormai il dibattito sulle scorte dei medicinali.Anche questa testata ne ha diffusamen-te parlato,illustrando la legge e preoccupandosi di correggere l’errata interpretazione che se ne

dava a mezzo stampa e in rete. Da qualche tempo il dibattito prosegue in vetlink con il subject “scorte Vez-zoni” perché è ormai diventato un botta e risposta fra Aldo Vezzoni e uno pseudo-Collega “Roberto Alberti-ni”, che, sotto falso nome, diffonde interpretazioni errate del testo di legge. Inquinare l’informazione per se-condi fini è un atto illegittimo. Moralmente ancor più riprovevole indurre i colleghi a disattendere le norme sen-za assumersi responsabilità, cautelandosi dietro una falsa identità. Al proposito, riportiamo uno dei più recenti interventi in vetlink di Aldo Vezzoni sull’argomento.

Sulla “Settimana Veterinaria” di questa settimana (8/14 maggio ndr) appare l’articolo completo del Collega Al-bertini, commentato crudelmente dal loro esperto legale, il Prof. Giuseppe Zannetti, che non solo non condi-vide le sue interpretazioni della legge sul farmaco, ma le definisce “pretestuose, a tratti isteriche, arbitrarie einfondate, con concetti acrobatici e sconcertanti”. Su “Professione Veterinaria” di aprile, inoltre, si ribaltavauna minuziosa quanto errata analisi del D.lvo 119, che lo stesso Albertini aveva immesso in vetlink il 3 aprile.Lapidario il commento del legale: per quanto criticabile la legge non ammette disapplicazioni. Nella mia argomentazione mi ero limitato a ragionare sul problema, cercando di spiegare i presupposti diquella che ritengo non un’interpretazione, ma una lettura corretta della legge. Non mi ero spinto a commenti più o meno coloriti sull’interpretazione di Albertini, perché comunque ritenevoche essa derivasse da una incomprensione di fondo di tutta la materia e perché capivo che comunque eramolto allettante per molti della lista, molto più della mia. Ma i commenti duri del Prof. Zannetti, se non altro, non mi fanno sentire solo. Se le interpretazioni di Albertini fossero solo interpretazioni arbitrarie, nulla di male, ciascuno è libero di pen-sare come crede e di assumersene le responsabilità; il problema è che la sua è diventata una sorta di cro-ciata a puntate per convincere gli altri ad applicare la sua interpretazione, facendo correre, a chi ci crede, tut-ti i rischi del caso. Si, perché pare che lui, Roberto Albertini, di rischi non ne corra affatto, visto che non c’énessun veterinario con quel nome iscritto ad un Ordine. L’ho scoperto per caso perché cercavo il suo nume-ro di telefono per fare una chiacchierata serena sull’argomento. Visto comunque che parla “da veterinario”,dovrebbe trattarsi in effetti di un veterinario che però scrive con uno pseudonimo. Cos’è, coda di paglia per-ché insicuro delle sue stesse interpretazioni non vuole cor rere rischi? Oppure nell’anonimato si sente più for -te e può andare a ruota libera? Questa è una lista professionale frequentata da Colleghi che non hanno vergogna di firmarsi con il proprio no-me e di assumersi la responsabilità di quanto affermato. Non è una chat line per perditempo, ma una lista perdiscutere seriamente e correttamente dei nostri problemi professionali. Non possiamo vederci in faccia, è ve-ro, ma almeno identifichiamoci.

Aldo Vezzoni

CONVEGNO NAZIONALE ANMVI

Accesso alla Professione e Futuro degli

Ordini ProfessionaliSabato, 14 ottobre 2000 - Cremona

Palazzo Trecchi

Interverranno autorevoli rappresentanti delle istituzioni politiche e del settore,

esponenti della Veterinaria Italiana e del mondo libero-professionale per discutere

dell’attuale situazione del nostro settore e delle sue prospettive future .

Il programma del Convegno sarà pubblicato sulle principali riviste di settore

nelle prossime settimane.

PROF. VETERINARIA 5/2000 OK 14-06-2000 17:21 Pagina 27

Page 25: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 5

PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 028

legali il che sarebbe poco auspi-c a b i l e .Nell’attesa di un Vostro gentilecenno di risposta (inviato a cia-scuno dei partecipanti) cogliamoI’occasione per porgere i nostripiù cordiali saluti.

I partecipanti del 1° corso certificato

di agopuntura

In risposta alla lettera dei Colleghipartecipanti dobbiamo solo ricor-

dare quanto segue.La prova scritta di agopunturasvoltasi presso il Centro StudiSCIVAC il 29 novembre 1999 èstata invalidata perché molti par-tecipanti, nonostante ripetuti invitia rispettare precise disposizioni,in sede di esame hanno consulta-to note e appunti presi durante ilcorso e, nonostante i richiami aduna maggiore correttezza, nell’ar-co delle tre ore di prova si sonoconfrontati sulle risposte da ripor -

tare. Di fronte ad una simile situa -zione il prof C. Robinson respon-sabile del corso ha logicamenteritenuto doveroso annullare l’esa-me e proporre a coloro cui nonbastasse un semplice attestato dif requenza (comunque inviato atutti i partecipanti) di ripetere l’e-same lunedì 10 aprile 2000, sem-pre a Cremona. Nessuno dei par -tecipanti ha richiesto di usufruiredi questa opportunità, pertanto sideduce che l’attestato rilasciato,

L E T T E R E A L D I R E T T O R E

LINEAMENTI DIZOOANTROPOLOGIADi Roberto MarchesiniEdizioni CALDERINI EDAGRICOLE,2000

Èanacronistico pensare che all’iniziodel XXI secolo, il ruolo del medico ve-

terinario sia solo quello di garante dellasalute dei nostri animali domestici e d’af-fezione. Se è pur vero che soprattutto nel-l’ultimo ventennio la medicina veterinariasi è scrollata di dosso l’immagine del pa-rente povero della medicina umana, ac-quisendo quella dignità scientifica che inbrevissimo tempo ci ha permesso di col-mare il gup culturale nei confronti dei pae-si più progrediti, è altrettanto vero che vi èla necessità di allargare il quadro dellenostre conoscenze e competenze in cam-po zooantropologico. La società odiernasempre più sensibile agli aspetti etici emorali che devono regolare il nostro rap-porto con gli animali, nostri compagni divita, deve vedere nel medico veterinario ilconsulente per eccellenza dell’are azooantropologica. In questo senso il colle-ga ed amico Roberto Marchesini ci è ve-nuto in aiuto con il suo illuminante testo“Lineamenti di Zooantropologia” edito daCalderini Edagricole.Dopo una breve introduzione alla zooan-tropologia, analizzata sotto l’aspetto dellaricerca zooantropologica e interdisciplina-re che questa prevede, ci introduce pia-cevolmente nell’ambito etologico e delrapporto uomo - animale attraverso un’a-nalisi molto attenta sulla zootropia e coe-voluzione. Il bilinguismo zooantropologicogiustifica la naturale esigenza umana avedere nell’animale il sur rogato di altri r e-f e renti come l’animale figlio, l’animalepartner, ecc.L’analisi del rapporto uomo - animale ci fac a p i re quali ne siano le caratteristiches t rutturali con part i c o l a re riferimento allasocietà contemporanea. Molte infatti sonole variabili antropologiche, da lui mirabil-mente analizzate, che contraddistinguonoquesto rapporto. Nel capitolo 5° poi ci sti-mola ad impadro n i rci di un nuovo linguag-gio che definisce i vari atteggiamenti del-l’uomo nel suo rapporto con il mondo ani-male. Interessantissima la terza parte delvolume che da un punto di vista pratico cii n t roduce alla zooantropologia applicataattraverso l’attenta analisi della consulenzaz o o a n t ropologica per passare agli aspettieducativi che il re f e rente animale è in gra-do di ingenerare soprattutto nei confro n t idel bambino, da qui il passaggio all’assi-stenza zooantropologica e naturale.Nell’ultima parte l’analisi diacronica dellazooantropologia ci fa capire i collegamen-ti tra il referente animale e gli ambiti cultu-rali e referenziali dell’alterità animale og-getto tuttora di numerose ricerche. L’ana-lisi epistemologica ci permette poi dicomprendere gli aspetti zoomimetici e gliutilizzi simbolici dell’animale che inevita-bilmente portano allo sviluppo di fantasiezoopoetiche. L’analisi storica infine ci ri-corda come gli aspetti zooantropologiciabbiano accompagnato l’uomo sin daiprimordi del suo rapporto con gli animali.

Maurizio Pasinato

R E C E N S I O N E

Per richiedere il testo rivolgersiallo 0372/403511

oppure allo 0372/403518.Prezzo di listino Lire 58.000

Prezzo scontato ai Soci SCIVACLire 45.000

pur non riportando la dizione “conprofitto” essendo mancato il mo-mento della verifica, costituiscaun valido e sufficiente documentoper tutti. Resta comunque apertala possibilità di sostenere indivi-dualmente la prova d’esameprendendo accordi con la segre-teria allo 0372/403502(LudovicaBellingeri).

Fulvio StangaCoordinatore Corsi Pratici

SCIVAC/SIVE

PROF. VETERINARIA 5/2000 OK 14-06-2000 17:21 Pagina 28

Page 26: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 5

Ritengo sicuramente utile a talescopo la formulazione, da partedel veterinario, di protocolli di in-t e rvento terapeutico individuatiper ogni singola azienda, grazieai quali l’allevatore avrà delle pre-cise indicazioni terapeutiche siaper le terapie profilattiche prece-dentemente programmate (anti-parassitari, terapie in asciutta,metafilassi…), sia per le procedu-re terapeutiche in seguito a pato-logie riscontrate in azienda.Si intuisce da questa impostazio-ne come il veterinario responsabi-le di un armadietto farmaceuticodebba assumere un ruolo di con-sulente e di gestore sanitario nel-le aziende in cui opera, che loqualifica a garante delle produ-zioni ed in prima linea nella tuteladella salute pubblica.Ciò nonostante sono convinto cheil veterinario debba rispondere edassumersi la responsabilità unica-mente delle terapie da lui effettua-te direttamente, della compilazio-ne dei registri quando gli spetta edella validità delle indicazioni te-rapeutiche contenute nei proto-colli di terapia di cui sopra.Starà agli allevatori assumersi laresponsabilità della corretta attua-zione delle terapie indicate neiprotocolli di intervento e della cor-retta compilazione dei registri perquel che spetta loro. E sono con-vinto che non avranno nulla da te-mere se seguiranno le indicazioniimpartite da un coscienzioso ve-terinario di fiducia.Riterrei ancora opportuno suddi-videre i farmaci in tre categorie:- farmaci a libero consumo- farmaci di esclusiva compe-

tenza del veterinario- farmaci ricettabiliRitengo negativa la possibilitàdella vendita al minuto dei farma-ci da parte dei grossisti ed ancorpiù la possibilità che alcuni pro-dotti sul mercato sopportino deglisconti sul prezzo di listino anchedel 60-70%.Mi auguro di aver stimolato in Voialcuni interrogativi, nella speranzadi aver aggiunto qualche elemen-to utile ad un proficuo e serenoconfronto ed alla elaborazione dinuove proposte che possano sfo -ciare in futuri decreti o circolariesplicative.

PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 0 29

I l D. Leg.vo 336, pubblicatosulla Gazzetta Ufficiale n.230

del 30-9-1999, tratta dell’attuazio -ne delle direttive 96/22/CE e96/23/CE concernenti il divieto diutilizzare talune sostanze ad azio-ne ormonica, tireostatica e dellesostanze β-agoniste nelle produ-zioni di animali, nonché le misuredi controllo negli animali vivi e neiloro prodotti.Consentitemi alcune considera-zioni sui punti più importanti pernoi veterinari pratici che ci occu-piamo di animali da reddito.A- Questo decreto abroga il pre-cedente D.Leg.vo del 27 gennaio1992 n. 118, ad eccezione dell’ar-ticolo 15.B- Ribadisce il divieto assoluto diu t i l i z z a re stilbenici e tire o s t a t i c i(art.3).C - Per le sostanze β-agoniste ead azione estrogena, androgena egestagena, il divieto di utilizzo pre-vede delle deroghe enunciate nel-l ’ a rt. 4 in riferimento ai trattamentiterapeutici ed all’art. 5 in riferi-mento ai trattamenti zootecnici.D- L’art. 3 prevede anche il divie-to di detenere in azienda i medici-nali contenenti le sostanze di cuiai punti B e C (vedi commi 2 e 3).E- L’art. 4 esplica l’utilizzo in de-roga a scopo terapeutico, ad unsingolo animale da azienda eprevio esame clinico da parte diun veterinario, dei medicinali con-tenenti:a) estradiolo-17β, testosterone eprogesterone mediante iniezioneo spirali vaginali (non più consen-titi gli impianti tipo Crestar) nel ca-so di disfunzioni della fecondità.b) sostanze β-agoniste per viaorale ad equidi o ad animali dacompagnia.c) sostanze β-agoniste alle vac-che al momento del parto per in-durre tocolisi.La somministrazione nei casi dicui a lettera a) e c) deve essereeffettuata dal veterinario, mentre

per la lettera b) sotto la sua re-sponsabilità (comma 2), ad ani-mali chiaramente identificati.L’art. 4 prevede anche (comma 3)un registro vidimato dall’ASL dicompetenza, sul quale il veterina-rio che cura gli animali registri isuddetti trattamenti. Il registro vaconservato unitamente alle ricettecorrispondenti per almeno 5 anni.F- L’art. 5 prevede l’utilizzo in de-roga, per trattamenti zootecnici,di medicinali contenenti sostanzead azione estrogena, androgenao gestagena:a) a singoli animali da azienda aifini di sincronizzare il ciclo estralee di preparare le donatrici e le re-cettrici per l’impianto di embrioni(la somministrazione è obbligato-riamente effettuata dal veterinarioad animali chiaramente identifica-ti).b) agli avannotti d’acquacoltura,per l’inversione sessuale nei primi3 mesi di vita (su prescrizione esotto la responsabilità del veteri-nario).Anche per questi trattamenti èprevista la ricetta in triplice copiae la registrazione da parte del ve-terinario che ha in cura gli anima-li sul registro di cui all’art. 4 com-ma 3.G- I trattamenti di cui all’art. 4 eall’art. 5 sono vietati negli animalida produzione ed in quelli da ri-produzione a fine carriera duranteil periodo di ingrasso.Inoltre vanno comunicati entro 3giorni dal veterinario che li effet-tua o che ne è responsabile all’A-SL di competenza per territorio(art. 5, comma 4).H- L’art. 14 presenta come novitàla responsabilizzazione dei re-sponsabili degli stabilimenti dimacellazione e di prima trasfor-mazione di prodotti di origine ani -male, nell’accettare animali contempi di sospensione non rispet-tati o con residui di sostanze nonautorizzate.

I- Di notevole importanza è an-cora l’art.15, perché di fatto abro-ga la norma che permetteva agliallevatori di raccogliere le ricette,numerandole per anno, che face-vano fede dei trattamenti eseguiti,segnando a tergo la data di inizioe fine trattamento.Infatti l’art.15 ribadisce la registra-zione di tutti i trattamenti, compre-si quelli effettuati dal veterinario,su un registro vidimato diverso daquello di cui all’art.4, comma 3 (èaccettato anche quello previstodal D. Leg.vo n.119/92). Questi registri e le relative ricettedevono essere detenuti e conser -vati in azienda per almeno 5 anni,rispetto ai 3 anni previsti in prece-denza dalla 119/92. Questo articolo introduce anche,al comma 2, l’obbligatorietà daparte dell’allevatore di annotaresul registro la data e la natura deitrattamenti eseguiti entro le 24 oredall’inizio e dalla fine del tratta-mento.Questo comma è stato pensatonell’ottica di una rintracciabilitàg i o rnaliera dei capi trattati pre-senti in azienda, come stru m e n t odi garanzia sanitaria delle pro d u-zioni e per una maggior sicure z-za e salvaguardia dei consuma-tori, nondimeno per una maggiorresponsabilizzazione nei con-f ronti degli allevatori e del loroo p e r a t o .

Sicuramente questo decreto ap-porta delle novità in parte positi-ve, ma ritengo che non sia suffi-ciente a soddisfare le necessità disemplificazione e di maggiorchiarezza nelle norme che regola-no l’utilizzo dei farmaci.Penso ad esempio alla assolutanecessità di una doverosa distin-zione delle responsabilità.Le aziende nelle quali operiamoutilizzano farmaci per la cura de-gli animali quasi giornalmente, siagli allevamenti da vita ed ancor

più quelli intensivi o da ingrasso.Molto spesso in ore della giornatascomode (basti pensare alle tera-pie antimastitiche durante la mun-gitura, momento in cui si eviden-ziano le alterazioni del latte, alle4-5-6 del mattino o alle 18-19-20di sera).Penso che siano pochissime leaziende in Italia che si possonopermettere la presenza quotidia-na di un veterinario che ricetti oscarichi i farmaci di cui hanno bi-sogno dall’armadietto, farm a c iche, ripeto, giornalmente utilizza-no nella cura dei loro animali. Ed è impossibile per noi veterina-ri soddisfare con una presenzaassidua le esigenze terapeutichedelle nostre moderne aziende.Ecco perché nascono le scorteabusive, o utilizzando il farmacoin nero, o con le ricette compia-centi dai lunghi elenchi di farma-ci.Non sarà sicuramente una recru-descenza dei controlli l’unica ar-ma per risolvere il problema.La re p ressione non sortirà nes-sun effetto, se non accompagna-ta (e qui mi voglio ripetere) dan o rme innovative chiare, sempli-ci ed applicabili nella pratica ditutti i giorni, nel rispetto dellecompetenze, delle garanzie ne-cessarie e nell’assegnazione adognuno delle responsabilità chegli spettano.A tal proposito credo ferm a m e n-te che l’armadietto farm a c e u t i c oin azienda sia l’unico stru m e n t oche può soddisfare legalmente lanecessità di avere a disposizioneil farmaco per le terapie, nei casiin cui è necessario ed in tempou t i l e .Il veterinario responsabile dellagestione del farmaco nell’aziendacompila le ricette per il carico del-l’armadietto ed ha la responsabi-lità di prescrivere i farmaci chenecessitano, in base alla situazio-ne sanitaria ed alle indagini clini-che da lui effettuate in ogni singo-la realtà.Ha inoltre la responsabilità di edu-care gli allevatori ad un uso cor-retto e coscienzioso dei farmacied a controfirmarne l’operato su-gli appositi registri con una ca-denza settimanale, che ritengosufficiente.

D A L L E A S S O C I A Z I O N I

Grande affluenza al Convegno Nazionale SIVAR del 20 maggio

Ruoli e responsabilità nel Decre toL e g i s l a t i vo 4/08/19 9 9 , n . 3 3 6Illustrate a Pa d ova alcune riflessioni della Società Italiana Veterinari per Animali da Reddito

d i E n rico Chiava s s a

Dal Circolo Ve te ri n a rio Bolognese

F inalmente! È proprio il casodi dirlo: infatti, il 3° qua-

drangolare della sanità con medi-ci, farmacisti, biologi e veterinariha visto vincitrice a punteggiopieno proprio la nostra categoria,e questo dopo i quarti posti natipiù per sfortuna (differenza reti)che per demeriti della squadranelle due precedenti edizioni.Dicevamo, siamo CAMPIONI D’I-TALIA, titolo conquistato sui cam-pi di Monastier (TV) e la nazionaleitaliana veterinari ha sfatato queltabù che ci dava solo partecipan-ti e non protagonisti; e questo per

merito di un notevole sforzo orga-nizzativo (vedi circolo veterinariobolognese) e di un organico cheè riuscito a sbaragliare qualunqueavversario.Sotto la precisa ed incisiva dire-zione del nostro coach A. Onofrie la verve dei nostri giocatori pe-scati non solo dal gruppo origi-nario di Bologna, ma anche daForlì, Modena, Reggio E., Peru-gia, Roma e Udine, la nazionaleveterinari ha prima battuto conun secco 4-0 i medici, ha conti-nuato soff rendo un po’ con i far-macisti matati con un 4-3, ed ha

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A T T U A L I T À

PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 030

t e rminato con un inappellabile 3-1 ai biologi.Il merito di questo trionfo va ov-viamente diviso equamente tratutti i protagonisti e non (abbiamoavuto un tifo femminile ecceziona-le, da stadio!) anche se un plausoparticolare va al funambolico Pao-lo Dri ed al preciso ed onnipre-sente Cesare Cesaroni, nostro re-gista e capitano.Ma come non ricordare anche la

difesa, con un brillante M.Catella-ni e gli altri: D. Rosetti, C. Crotti,P.C. Ostan, M. Franceschini chehanno aiutato nel loro pur egregiolavoro i nostri portieri R. Bigarini eC. Rambaldi, ed ancora, il centro-campo e l’attacco con il guizzan-te R. Riviello e F. Fedozzi, P.L.Longo, M. Volanti, R. Brecchia eA. Fiore, il sempre presente scal-pitante Tonino Ressi che insiemea V. Nobili ha dato un importante

apporto alla squadra; un ricordoed un augurio particolare va an-che a chi non ha potuto esprime-re al meglio le proprie potenzialitàcausa infortunio come il fuoriclas -se Nicola Cillo e R. Cavallin, A.Pietramala, F. Negretto e poi…scusate se mi ritaglio un piccolis-simo spazio, anche alla mia pre-senza, seppur fugace in campo,ma partecipe come non mai inpanchina, ripagata con grande

onore di aver sollevato la coppadei vincitori.Un ringraziamento part i c o l a re in-fine va alla brillante e precisa or-ganizzazione del Dr. RodolfoGallo, presidente dei Medici e,per la nostra categoria, allaD r.ssa Marchetti, al Dr. Ferr a ro eal Dr. Onofri.

Stefano Biondi(Vice Presidente del Circolo

Veterinario Bolognese)

D A L L E A S S O C I A Z I O N I

O F F R O / C E R CO LAVO R O• Ambulatorio Veterinario in

Provincia di Trento (Ziano diFiemme), cerca veterinarioper impiego a tempo pienodal 1 Ottobre ’99. Per neo-laureati richiesto periodo di“prova tirocinio” da concor-dare. Per informazioni: Tel.0462/571318 (Chiedere Dr.Bucci).

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L ’uso degli antibiotici negli ani-mali allevati per il consumo

a l i m e n t a re sta diventando un arg o-mento sempre più serio. In fatto ditrattamenti medici per gli animali del-la fattoria, finora, l’ago della bilanciapendeva a favore: con gli antibiotici,del resto, si mantengono sani bovini,suini e polli e quindi si migliora la si-c u rezza delle riserve alimentari de-stinate all’uomo. Chi predicava ilcontrario, rappresentanti dei consu-matori e animalisti, veniva messo at a c e re facilmente. Ma adesso, l’agoha cominciato a pendere dalla part eopposta, in part i c o l a re sotto il pesodi una serie di studi negli Stati Unitiche sottolineano il ruolo di questi far-maci nella comparsa dei cosiddetti“ s u p e r b a t t e r i ” .Infatti, l’uso generalizzato di antibio-tici negli animali, secondo vari istitu-ti di ricerca d’Oltreoceano, concor-re rebbe a cre a re ceppi di germi re-sistenti agli antibiotici comuni. Ad al-l a rm a re gli scienziati, sono soprat-tutto alcuni dati che mostrano la pre-senza nei polli di batteri che tollera-no i fluoroquinoloni, una nuova clas-se di antibiotici che si pensavaa v rebbe costituito una barriera eff i-cace e duratura contro le infezionipiù refrattarie ai trattamenti.L’ e m e rgenza dei microbi super- re-sistenti si è fatta così pressante ne-gli ultimi tempi che negli Stati Uniti,dove si consumano circa 150 milatonnellate di antibiotici per animali,l’FDA ha deciso di imporre nuove re-golamentazioni nell’appro v a z i o n edei farmaci destinati alle fattorie. Pri-ma fra tutte, la richiesta che i pro-duttori dimostrino che un nuovo me-dicinale non promuove lo sviluppodi batteri indistruttibili che possanon u o c e re all’uomo. Si chiede ancheche venga vietato l’impiego di anti-biotici umani per stimolare la cre s c i-ta degli animali; un passo, del re s t o ,che l’Unione Europea ha già mossosu raccomandazione della Wo r l dHealth Organization (WHO).Che la resistenza agli antibiotici siaaumentata negli ultimi anni è orm a iun dato di fatto. Proprio l’anno scor-so, la WHO ha lanciato l’allarme diuna crisi globale derivata dai cosid-detti superbatteri che si pre n d o n ob e ffa degli antibiotici attuali. Part edella colpa, si ritiene, è da imputared i rettamente agli uomini: non è unanovità che alcuni medici pre s c r i v o-no troppi antibiotici e che i pazienti liassumono in maniera scorretta. Mamolti scienziati ritengono che tratta-re gli animali con basse dosi di far-maci per lunghi periodi di tempo ab-bia altrettanta voce in capitolo. Di re-cente, il National Research Councilamericano ha rilasciato un docu-mento dove si aff e rma “senza om-bra di dubbio” che i micro rg a n i s m iresistenti possono passare dalla po-polazione animale a quella umana.Com’è che un batterio diventa “su-per”? Di solito, perché riesce a svi-l u p p a re delle sostanze chimicheche degradano l’efficacia del farm a-co a cui viene esposto. E, una voltaacquisita, questa resistenza si puòe s t e n d e re rapidamente, attraversoframmenti di DNA che passano daun batterio all’altro. Dall’animale al-

l’uomo, poi, il salto è breve: una per-sona si può infettare tramite dire t t ocontatto con l’animale oppure mani-polando o mangiando carne conta-minata che non è stata cotta in ma-niera appro p r i a t a .

Tratto da Il Corr i e re della Seradel 14/03/99

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L E T T O S U I Q U O T I D I A N IY

L’insidia dei cibi av ve l e n a t idagli antibiotici

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L a distribuzione del farmacosu tutto il territorio francese

è affidata a società pro f e s s i o n a l ic reate e gestite da veterinari oe s p e rti del settore. Attualmentesono quattro e di queste la prin-cipale è A l cyo n. Queste societàhanno permesso ai veterinarifrancesi di contro l l a re i due terz idel mercato dei farmaci, ed han-no permesso agli ambulatori dim e t t e re a disposizione i farmaci -cosa molto apprezzata dai loroclienti - siano essi allevatori op roprietari di un animale da com-p a g n i a .

LE ORIGINII veterinari, stimolati dalle casef a rmaceutiche, vedevano cre-s c e re il loro stock senza poter ri-s p o n d e re a tutte le esigenze deil o ro i clienti. Bisognava quindi ri-s o l v e re due problemi: il costo delmagazzino e la qualità del serv i-zio. In tutte le regioni, i veterinariche facevano parte di org a n i z z a-zioni professionali adottaro n ouna nuova metodologia di lavoro .Durante questo periodo, in Fran-cia, avvennero due fatti impor-t a n t i :• L’assoggettamento della pro-

fessione veterinaria all’IVA conconseguenti controlli fiscaliche port a rono alla pro g re s s i v at r a s p a renza delle re l a z i o n ic o m m e rciali e delle forn i t u reagli ambulatori, sia di farm a c iche di attre z z a t u re. Il veterina-rio pertanto comprese che losviluppo della sua pro f e s s i o n eavveniva grazie ad ingenti in-v e s t i m e n t i .

• L’ i n t roduzione della legge sulf a rmaco veterinario del 3 Mag-gio 1975, che si basava su dueelementi principali:* La produzione del farm a c o

poteva avvenire solo dopoaver compilato un dossieranalitico, tossicologico e cli-nico e dopo aver ottenutol’autorizzazione alla distribu-z i o n e .

* La distribuzione dei farm a c isul territorio si realizzava at-traverso le tre categorieaventi diritto:

• I veterinari, che potevano ven-derli alla loro clientela dietrop re s c r i z i o n e

• I farmacisti (dietro pre s c r i z i o n em e d i c a )

• Gli allevatori facenti parte di unP rogramma Sanitario d’Alleva-m e n t o, autorizzati a commer-c i a l i z z a re determinati pro d o t t id i e t ro prescrizione del Ve t e r i-nario incaricato.

Tra i produttori e gli aventi diritto,la legge inserì la figura del Gro s-sista. Un decreto stabilì che il

g rossista dovesse rispettare lescelte degli aventi diritto e con-s e g n a re il prodotto in 24 ore .Quest’ultima condizione implica-va serietà di gestione da part edei grossisti e che questi dispo-n e s s e ro di un grande magazzinoe di una vasta gamma di pro d o t-ti. La legge sul farmaco veterinariodava gli strumenti per agire .Tutte le società distributrici di far-maci furono fondate in Francia tra

veterinario iniziò ad avere sem-p re una scelta maggiore, tro-verà quindi, un farmaco piùadatto e più eff i c a c e .

• un buon livello di stock deig rossisti: il veterinario aveva adisposizione un’ampia gammain grado di fro n t e g g i a re qual-siasi necessità per ogni speciea n i m a l e .

• disponibilità prodotto presso ilg rossista: il veterinario ha sem-p re a sua disposizione i nuovi

animali da compagnia, si è larg a-mente sviluppata in Francia gra-zie alla presenza di stru t t u re ve-terinarie di distribuzione su tutto ilt e rritorio. Gli ambulatori veterinarihanno così potuto iniziare la pro-pria attività senza dover aff ro n t a-re importanti problemi di scelta,di stock, di volume o di peso.Lo stadio attuale è quello del ser-vizio. Al di là dell’appro v v i g i o n a m e n t oe delle attre z z a t u re, il veterinarioaspetta dalla sua società di di-stribuzione un insieme di serv i z iche gli permette di espandere lap ropria attività:• p a rtecipazione alle azioni di

f o rmazione dispensate dallesocietà pro f e s s i o n a l m e n t es p e c i a l i z z a t e .

• utilizzo della telematica nellerelazioni tra i veterinari e le lorosocietà di distribuzione.

• i n f o rmazioni e consigli:

essi a conoscenza del modo incui si deve pre v e n i re la malattia es o m m i n i s t r a re il prodotto. Tu t t oquesto con spese non elevate.Nella categoria degli animali dacompagnia, oltre alla pre s c r i z i o-ne del farmaco, è molto sostenu-ta la vendita di antiparassitari edi alimenti dietetici. Da circa die-ci anni, l’off e rta di questi serv i z ida parte dell’ambulatorio veteri-nario porta ad un costante incre-mento dell’attività, allo sviluppodella prevenzione ed inoltre con-tribuisce ad accre s c e re il gradodi fiducia e fedeltà dei clienti.Trovando presso il proprio veteri-nario una gamma completa dip rodotti e tutti i servizi di cui habisogno il cliente vede comple-tamente soddisfatte le pro p r i ee s i g e n z e .Ma, bisogna pensare al futuro. Ilf u t u ro è in Europa. La pro m o z i o-ne del veterinario non può fer-marsi ai confini della nazione, madeve espandersi a livello euro-p e o .

E IN ITA L I A ?C o v e l y, società di distribuzionecon sede a Lione, fornisce più di1500 ambulatori veterinari solonell’Est della Francia, ha apert onel nostro Paese, nel 1988, unafiliale: C OVEL ITA L I A s p e c i a l i z-zata nella distribuzione del mate-riale medico chiru rgico e delle at-t re z z a t u re .C OVEL ITA L I A distribuisce a piùdi 1200 cliniche veterinarie, intutta Italia. Sia il materiale che ils e rvizio che off re sono molto ap-p rezzati dalla sua clientela. Nu-m e rosi clienti, inoltre, hannoesplicitato la richiesta di un’e-stensione della gamma e del ser-vizio anche nella distribuzionedel farm a c o .La società madre di COVELY,ALCYON, la più importante so-cietà di distribuzione nel settoreveterinario francese ed euro p e o ,ha così deciso di sostenere que-sto progetto e di off r i re alla C O-VEL ITA L I A i mezzi per org a n i z-zarsi nella distribuzione del far-m a c o . C OVEL ITA L I A l a v o re r àcon la stessa passione di CO-V E LY in Francia, e di tutte le altresocietà del gruppo ALCYON:- va-sta gamma di prodotti- disponibi-lità di magazzino- rapidità di con-segna- prezzi competitivi. O g g i ,in Italia, i veterinari non possonod i s t r i b u i re il farmaco, ciò nono-stante hanno la possibilità di ap-p rovvigionarsi presso la C OV E LI TA L I A per le scorte pro p r i e .Successivamente, se la legge lop e rmetterà, potranno appoggiar-si ad una Società di Distribuzionedi grande professionalità, basatasull’esperienza acquisita in 20anni di lavoro in Francia. I veteri-nari potranno così sviluppare lal o ro struttura sia a livello econo-mico, che a livello pro f e s s i o n a l e .

M a rc Helfre, Medico Ve t e r i n a r i oP residente COVEL ITA L I A

N O T I Z I E D A L L E A Z I E N D E

Servizio Publi-Redazionale

il 1973 e il 1980. C OV E LY nac-que nel 1976.

LO SVILUPPOLo sviluppo è stato graduale. Ilveterinario infatti doveva cambia-re le sue abitudini. La legge è riu-scita a subentrare tramite diversistadi. Il primo è stato un notevole in-nalzamento della qualità dei far-maci. Il secondo è stato il miglioramen-to della gestione del magazzinonegli ambulatori. Il livello di stocksi abbassò sensibilmente: la ro t a-zione che prima era di un anno,scese a due mesi e a volte anchead un mese. L’ i m m o b i l i z z a z i o n edel patrimonio che prima penaliz-zava tutte le stru t t u re si era bru-scamente ridotta. I prodotti sca-duti erano spariti dal merc a t o .Il terzo stadio fu il miglioramentodel servizio off e rto dai veterinari,nei confronti della clientela gra-zie a:• una vasta gamma di prodotti: il

p rodotti appena introdotti sulm e rc a t o .

• qualità dei mezzi logistici delg rossista: il veterinario può ot-t e n e re in meno di 24 ore il pro-dotto ord i n a t o .

• statistiche d’acquisto forn i t edai grossisti: il veterinario puòs e g u i re i suoi acquisti nelle dif-f e renti classi terapeutiche ep re v e d e re gli acquisti futuri perla reperibilità del farm a c o .

Il quarto stadio è stato aff ro n t a t oquando il veterinario si è vistop ro p o rre dal suo grossista, nelq u a d ro del servizio globale, tuttoil materiale di consumo e le ap-p a re c c h i a t u re. Questa estensio-ne d’attività è stata fatta secondoregole ben pre c i s e :• scelta della gamma dando

priorità alla qualità• catalogo di pre s e n t a z i o n e• consiglio prima dell’acquisto• i n s t a l l a z i o n e• s e rvizio di assistenzaAllo stesso modo, la vendita con-c e rnente gli alimenti dietetici, per

- nuovi prodotti, nuove tecni-c h e

- sviluppo del servizio off e rt oal cliente

- consigli sull’org a n i z z a z i o n edella clinica

L’isolamento del veterinario nel-l’ambito della sua clientela si èrotto grazie ad una relazione pro-fessionale che lentamente la suasocietà di distribuzione ha pro p o-sto a lui per vivere meglio.

OGGI IN FRANCIA Oggi in Francia i veterinari, so-stenuti dalle società pro f e s s i o n a l idi distribuzione, controllano il65% del farmaco veterinario. Lagamma dei prodotti si è estesaanche a quelli diagnostici e igie-ne e comprende i servizi di assi-stenza e riparazione.Nel settore degli animali da re d-dito, malgrado una forte concor-renza tra i diff e renti canali di di-stribuzione, i veterinari detengo-no un’ingente parte della distri-buzione del farmaco, essendo

La distribuzione del farmaco ve t e r i n a r i o :l ’ e s p e rienza fra n c e s e

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Page 30: Professione Veterinaria, Anno 2000, Nr 5

Po s i t i vavalutazione dei va c c i n iB ayovac I B RM a rke rI n a c t i va tum eR h i n o b ov i nM a rker spento

I l procedimento con il quale ilM i n i s t e ro della Sanità, n e l -

l’Aprile 1999, aveva sospesol’autorizzazione all’immissione inc o m m e rcio e vietata la sommini-strazione dei vaccini B a y o v a cIBR Marker Inactivatum di Bayere Rhinobovin Marker spento d iHoechst Roussel, si è conclusocon il ripristino di tale autorizza-z i o n e .Il Ministero della Sanità, Dipart i-mento degli Alimenti Nutrizione eSanità Pubblica Veterinaria, hainfatti emesso un decreto perr i a m m e t t e re ufficialmente la com-m e rcializzazione e la sommini-strazione dei due vaccini B a y o -vac IBR Marker Inactivatum e delRhinobovin Marker spento.Il decreto, datato 10.04.2000, èstato pubblicato sulla GazzettaU fficiale della Repubblica Italia-na n° 98 del 28 Aprile 2000.

P remio Po rc oB ravo 2000

I l giorno 1 maggio 2000 aR e ggio Emilia, n e l l ’ a m b i t o

della Rassegna Suinicola Inter-nazionale, è stato assegnato iltradizionale Premio PORCOB R AVO, organizzato dalla RAS-SEGNA SUINICOLA ideato e so-stenuto da FAT R O .Il Premio, giunto ormai alla diciot-tesima edizione, è stato conferitoa tre personalità di spicco nels e t t o re suinicolo.

PIERLUIGI NAVA R O T T OPer la ricerca costantemente ap-plicata alle innovazioni della edi-lizia zootecnica e delle attre z z a-t u re per la suinicoltura e per laoriginalità delle soluzioni tecni-co-economiche rivolte ad accre-s c e re la redditività dell’alleva-mento nel rispetto del benessereanimale e della compatibilitàa m b i e n t a l e .

G A E TANO CIPOLLAPer le scelte imprenditoriali tec-nologicamente avanzate che

hanno accompagnato l’evoluzio-ne e la crescita di un allevamen-to suinicolo, in un contesto cli-matico part i c o l a rmente severo ,che rappresenta una testimo-nianza significativa delle con-c rete prospettive di aff e rm a z i o-ne di una moderna suinicolturam e d i t e rranea e per l’impegnorecato ai problemi della catego-ria quale partecipe di org a n i s m ia s s o c i a t i v i .

RAINER NAGELPer il qualificato apporto assicu-rato alla elaborazione della politi-ca economica e della org a n i z z a-zione comune del mercato dellec a rni suine quale re s p o n s a b i l edello specifico settore dellaCommissione delle Comunità Eu-ropee e per la disponibilità mani-festata alle iniziative messe incampo nel nostro Paese nel set-t o re suinicolo

PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 0 33N O T I Z I E D A L L E A Z I E N D E

PERUGIAPresso Centro Studi AVULP

Via Morettini, 19 – 06128 Perugia

Domenica 11 GIUGNO 2000Seminario SISCA

“Disturbi Comportamentali”

PROF. VETERINARIA 5/2000 OK 14-06-2000 17:22 Pagina 33

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PROFESSIONE VETERINARIA 5 / 2 0 0 034C A L E N D A R I O A T T I V I T À

CORSO SCIVAC CORSO BASE DI ODONTOSTOMATOLOGIA - Cremona Per informazioni:Catia Arisi - Segreteria SCIVAC -Tel 0372/403506 - email [email protected]

SEMINARIO SIVAE GESTIONE DELL’ACQUARIOPATOLOGIE E TERAPIE DEI PESCI ORNAMENTALI - Cremona Per informazioni:Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

DELEG.REG.SCIVAC TOSCANA INCONTRO PROVINCIALE MEDICINA INTERNA - Hotel Continentale - Arezzo - Per informazioni Francesca Manfredi - Segreteria SCIVAC - tel.0372/403538 email [email protected]

GRUPPO DI STUDIO SCIVAC ODONTOSTOMATOLOGIA I S TO PATOLOGIA DELLE LESIONI INFIAMMATORIE CRONICHE E DELLE LESIONI TUMORALI DEL CAVOORALE - Cremona Per info r m a z i o n i : Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email catia@sciva c . i t

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC BASILICATA OFTALMOLOGIA Per informazioni Francesca Manfredi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403538 email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC TOSCANA DAL SEGNO CLINICO ALLA TERAPIA Per informazioni Francesca Manfredi - Segreteria SCIVACTel 0372/403538 email [email protected]

2° CONGRESSO NAZIONALE MULTISALA SIVAR Cremona - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria SIVAR - tel.0372/403539 email [email protected]

SEMINARIO SCIVAC/BAYER M A L ATTIE RESPIRATORIE DI ORIGINE BATTERICA NEL CANE E NEL GAT TO - Pa d ova Fa c .M e d . Ve t . -Agripolis - Legnaro - PD - Per info r. Francesca Manfredi - SCIVAC - Tel 0372/403538 email fmanfredi@sciva c . i t

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC ABRUZZO NEUROLOGIA Montesilvano PE Per informazioni Francesca Manfredi - Segreteria SCIVACTel 0372/403538 email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC LIGURIA Per informazioni Francesca Manfredi - Segreteria SCIVACTel 0372/403538 email [email protected]

SEMINARIO SCIVAC/BAYER MALATTIE RESPIRATORIE DI ORIGINE BATTERICA NEL CANE E NEL GATTO - Milano -ISU - Aula Magna -Per informazioni Francesca Manfredi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403538 email [email protected]

SEMINARIO SCIVAC/IAMS/INTERVET IL PAZIENTE ANZIANO -Agnano Terme - Napoli - Per informazioni Francesca Manfredi Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403538 email [email protected]

DELEG.REG.SCIVAC TOSCANA INCONTRO PROVINCIALE ARGOMENTI DI ENDOCRINOLOGIA - Ist.Zooprofilattico di FirenzePer informazioni:Francesca Manfredi - Segreteria SCIVAC - tel.0372/403538 - email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO SULLA FISSAZIONE OSSEA ESTERNA - Cremona Per informazioni:Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

GRUPPO DI STUDIO SCIVAC DI ORTOPEDIA DISPLASIA DELL’ANCA – PATOLOGIE DELL’OSSO - Cremona Per informazioni:Catia Arisi Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

SEMINARIO SCIVAC/IAMS/INTERVET IL PAZIENTE ANZIANO - Roma - Per informazioni Francesca Manfredi - Segreteria SCIVACTel 0372/403538 email [email protected]

SYMPOSIUM ON IMMUNOLOGY OF RUMINANT MAMMARY GLAND Stresa - Per informazioni NEW TEAM Tel.0521/293913 email newteam.parmaiol.it

DELEG.REG.SCIVAC LAZIO - INCONTRO PROVINCIALE ATT. INCONTRO PRINCIPI E TECNICHE RADIOLOGICHE E DI SVILUPPO PER UNA CORRETTA DIAGNOSI ORTOPEDICA SPOSTATO AD OTTOBRE Rieti - Per informazioni:Dr. Marzio Gargiulo 06/3210473

SIMESC + SIANA PATOLOGIE DA SFORZO - Cremona Per informazioni:Catia Arisi - Segreteria SCIVACTel 0372/403506 - email [email protected]

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC CAMPANIA MEDICINA D’URGENZA Per informazioni Francesca Manfredi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403538 email [email protected]

SCIVAC-PERUGIA - SISCA Disturbi comportamentali. Perugia Per informazioni:Catia Arisi - Segreteria SCIVACTel 0372/403506 - email [email protected]

CORSO SOVI CORSO AVANZATO DI CHIRURGIA - Cremona Per informazioni:Catia Arisi - Segreteria SCIVACTel 0372/403506 - email [email protected]

II° CONGRESSO INTERNAZIONALE MERIAL Riccione Per informazioni:New Team - Tel.0521/293913

SEMINARIO SOVI FARMACOLOGIA E FARMACOTERAPIA IN OFTALMOLOGIA – Cremona Per informazioni:Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

SCIVAC - PERUGIA - GRUPPO DI STUDIO DI CHIRURGIA Le ernie - Perugia - Per informazioni:Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 email [email protected]

SEMINARIO SCIVAC AGGIORNAMENTI E PROGRESSI IN RIPRODUZIONE E NEONATOLOGIA DEL CANE E DEL GATTO -Cremona Per informazioni:Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

CORSO SISCA ATTIVITA’ASSISTITA CON GLI ANIMALI - Cremona Per informazioni:Catia Arisi - Segreteria SCIVACTel 0372/403506 - email [email protected]

SEMINARIO SINVET Cremona - Per informazioni:Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 email [email protected]

CORSO SCIVAC CORSO BASE DI METODOLOGIA CLINICA ORIENTATA AL PROBLEMA (POA) - Cremona Per informazioni:Catia Arisi - Segreteria SCIVAC - Tel 0372/403506 - email [email protected]

2 5 - 2 7Mag.

2 7 - 2 8Mag.

2 8Mag.

2 8Mag.

2 8Mag.

2 8Mag.

3 - 4Giu.

3Giu.

4Giu.

4Giu.

4Giu.

4Giu.

7Giu.

7 - 1 0Giu.

1 0 - 1 1Giu.

1 1 - 1 4Giu.

1 1Giu.

1 0Giu.

1 1Giu.

1 1Giu.

1 5 - 1 6Giu.

1 6 - 1 8Giu.

1 7 - 1 8Giu.

1 8Giu.

2 4 - 2 5Giu.

2 8 - 3 0Giu.

1 - 2Lug.

6 - 8Lug.

D i re tto re

Carlo Sc o tt i

D i re tto re Responsabile

Antonio Manfredi

C o m i t a to di Redazione

Pier Paolo Bert a g l i aPaolo Bossi

Marco EleuteriGiuliano Lazzarini

Pier Mario Piga

Capo Redatto re

Fabrizio Pa n c i n i

R u b rica fiscale

G i ovanni Stassi

R u b rica lega l e

Guido CanaleMaria Teresa Se m e r a r o

S e g re te ria di Redazione

Sabina Pizzamiglio

C o o rd i n a m e n to Edito ri a l e

Angelo Fr a n c e s ch i n i

P ro ge tto Gra f i c o

Germano Po n t e v i ch i

E d i to re

S C I VACVia Tr e c chi, 20, Cremona

i n f o @ s c iv a c . i tIscrizione registro stampa

del tribunale di Cremona, n. 263. del 9/7/19 9 1

C o n c e s s i o n a ria esclusiva per la

p u b b l i c i t à

EDIZIONI VETERINARIE E.V. srl,C r e m o n a

U fficio Pubblicità

Francesca Manfreditel. 0372/40.35.38

f m a n f r e d i @ s c iv a c . i t

Per aggiorn a re il pro fessionista

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S t a m p a

Press Point, Abbiategrasso - MItel. 02/94965467

Spedizione in abbonamento postale -45%, art. 2 comma 20/B Legge 662/96

- Filiale di Piacenzaa cura di Nacor di G. Manfredi,Bobbio - PC - tel 0523/936546

La rivista è gratuita per gli iscritti alleAssociazioni Federate ANMVI.

Per i non soci è disponibile al costo di lire 60.000 come contributo spese

di spedizione.Viene inoltre inviata gratuitamente ad Enti Pubblici, Univ e rsità, Ordini,

ASL, Istituti Zooprofilattici e alleaziende di sett o r e .

A rretrati: Te l .0 3 7 2 / 4 0 3 5 3 7

Chiuso in stampa il 24 maggio 2000

PROFESSIONE VETERINAR I A

SEMINARIOGESTIONE

DELL’ACQUARIOPATOLOGIE

E TERAPIE DEIPESCI

ORNAMENTALI17-18 giugno 2000

Cremona Palazzo Trecchi

Aula Didattica

organizzato da

Edizioni Veterinarie E.V. srl(uninominale)

SO C I E T À ITA L I A N A VE T E R I N A R I

P E R AN I M A L I ES O T I C I

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